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Full text of "Almanacco Italiano"

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1908 


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PICCOLA  ENCICLOPEDIA  POPOLARE 

DELLA   VITA   PRATICA 

E 

ANNUARIO  DIPLOMATICO  AMMINISTRATIVO  E  STATISTICO 


AERONAUTICA   —    AfiRICOI/FURA    —    ALPINISMO 

AMAnXlSTRAZIONE     —     MITI   BKLLE     —     ASTRONOMIA     —     AUTOMOBILISMO 

BIBLIOGRAFIA  —  BIOGRAFIA  —  BORSA  —  CALENDARIO  —   CICLISMO 

COGNIZIONI  UTILI  —   CORSE  —  DEMOGRAFIA   —  ECONOMIA  DOMESTICA 

A  ONOMIA    PUBBLICA    —    EFFEMERIDI    —    ENCICLOPEDIA  —  FEMMINISMO   —  GEOGRAFIA 

GIORNALISMO    —    IGIENE    —    INDUSTRIE    —    LAVORI    FEMMINILI    —    LEGISLAZIONE 

LETTERATURA    —  MEDICINA   —  MODA   —  NAVIGAZIONE  —  PITTURA 

POLITICA    —    QUESTIONI    DEL    GIORNO    —    RELIGIONE 

SOCIOLOGIA  —  SPORT,  GIUOCHI  E  PASSATEMPI  —  STATISTICA 

STORIA  CONTEMPORANEA  —   TRADIZIONI  POPOLARI 


Con  notizie  illustrate  sulla  regione  dell*  ALTO  ADIGE,  su  PERUGIA 
e  1'  UMBRIA  ec,  con  una  novella  di  UGO  OJETTI,  e  la  Storia  pò- 
litica  dell'anno  raccontata  dalla  Caricatura  italiana. 

^JO^CH^ 


Anno  XIII -1908 

Con  900  figure  e  tavole. 


FIRENZE 
E.  BEMPORAD  &  FIGLIO,  EDITORI 

Via  del  Proconsolo    7. 

MILANO        I  ROMA  1  PISA 

Via  Agnello,  6.  |  Via  delle  Muratte,  27.  I    Sottoborgo 

NAPOLI,  Società  Commerciale  Librarla,  -h  BOLOGNA,  Ditta  Nicola  Zanichelli. 

TORINO,  S.  Lattes  &  C.  ;f:  GENOVA,  Edoardo  Spiotti. 


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il  migliore   ed  il   solo   completo  rigeneratore 
delle  forze  vitali. 


0) 

> 


MILLE  APPROVAZIONI  MEDICHE 


MEDAGLIA  D'ORO 


RIMEDIO  MONDIALE 


Specialità  ^^^        Farmaceutica 

=AIITIDIABETICO  BAYOR= 

Nuovo  metodo  scientifico  e  razionale  per  la  guarigione  pronta  del 
DIABETE  MELLITICO 


Provvidenziali  prerogative  terapeutiche  riconosciute  dai  medici. 

Decomposizione  del  glucosio  e  soppressione  delle  cause  che  ne  favoriscono  la  for- 
mazione. —  Ostacolo  alla  produzione  dell'Acido  Urico  e  abbassamento  della  cifra  del- 
l'urea. —  Tonicità  del  sistema  nervoso  e  diminuzione  della  poliuria.  —  Attivazione  delle 
combustioni  organiche,  retrazione  del  fegato  e  diminuzione  dell'ottusità  epatica.  — 
Modificazione  della  soverchia  acidità  gastrica,  fluidificazione  e  ricostituzione  del  sangue. 
.  —  Arresta  il  dimagramento,  regolarizza  le  funzioni  digerenti  e  fac'lita  il  ritorno  al 
buono  stato  di  nutrizione.  —  Eialza  le  forze  nerveo-muscolari  affievolite  e  impedisce 
la  riapparizione  dello  zucchero  diabetico  dopo  la  cura  radicale  completa,  accertata  di 
fronte  ad  un'accurata  analisi  delle  Orine.  —  Il  proprietario  della  razionale  quanto 
completa  formula  chimica  (a  disposizione  degli  igienisti)  del  virtuosissimo  specifico  del 
Dott.  MAYOR  garantisce  a  sua  volta  la  perfetta  innocenza  di  questo  nuovo  rimedio 
(senza  rivali)  avente  per  base  fondamentale  ed  in  dose  adeguata  i  piincipii  attivi  tonico- 
ricostituenti  di  erbe  e  radici  medicinali  ed  aromatiche  atte  a  risollevare  al  diabetico  le 
funzionalità  organiche  in  stato  di  depressione. 


DOSE 

Un  cucchiaio  da 
tavola  prima  dei 
pasti,  2  o  3  volte 
al  giorno. 


Annienta  il  DIABETE  dei  pingui. 
Il  DIABETE  degli  scarni. 
Il  DIABETE  grave. 
Il  DIABETE  di  media  gravezza. 
Il  DIABETE  lieve. 
L'ANTIDIABIABETICO  MAYOR 
guarisce  a  prova  lampante  tut- 
te le  forme  di  Diabete  tanto 
ai  vecchi  quanto  ai  giovani. 


^on  pm  regime  severo. 

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to alla  Casarisponde 
gratis  a  tutte  le  do- 
raande  di  consulto. 


PREZZO 

Per  un  tlacone  ('/j  litro  Lire  CINQUE 
più  Cent.  60  se  per  posta).  —  Per  quattro 
llaconi  (2  pacchi  postali),  cura  completa, 
Lire  VENTI  franco  per  tutto  il  Regno.  — 
Estero  in  più  la  spesa  postale  a  seconda 
della  rispettiva  tarifla. 

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PIETRO  RUFFINI 

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giornalmente  spontanee  da  ogni  Regione 
d'Italia  e  dall'Estero  lo  attestazioni  Me- 
diche compx-ovanti  i  felicissimi  risultati 
terapeutici  ottenuti  dallo  specifico  for- 
mulato dal  Dott.  MAYOR  nella  cura  del 
Diabete  Meilitico  e  di  tutte  le  malattie 
che  dipendono  da  incompleta  elaborazio- 
ne dei  materiali  nutritivi.  Adottato  con 
risultati  soddisfacenti  negli  Ospedali,  nei 
Sanatori  e  nelle  Case  di  salute. 


LETTERATURA,  CONTRASSEGNI  D'AUTENTICITÀ 

E  MARCA  DEPOSITATA  A  FORMA  DI  LEGGE 


DEPOSITI  per  la  vendita  nelle  primarie  Farmacie  dello  principali  città  d'Italia;  ed 
all'Estero  a  Buenos-Ayres,  San  Francisco,  New  York. 

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INDICE 


Il  Calendario. 

Divisione  del  tempo  —  L'anno  .   .   .Pag.  1 

Ere „ 

Calendario  degli  Israeliti „ 

Riforma  Giuliana „ 

Calendario  romano  antii-o 2 

Kiforma  Gregoriana „ 

Computo  ecclesiastico „ 

Elementi  del  computo  ecclesiastico ...  „ 

Feste  Cristiane 3 

Calendario  gregoriano  cattolico „ 

Tavola  delle  feste  mobili  per  gli  anni 

19(HÌ-1910 .   ,  „ 

Calendari  del  rito  ambrosiano,  delle  con- 
fessioni protestatiti,  della  Chiesa  greco- 
russa  e  delle  altre  Chiese  orientali.   .  4 
Calendario  repubblicano  fi-ancese.   ...  „ 

Calendario  civile  italiano „ 

.iiendario  perpetuo  per  trovare  in  quale 
-iorno  della  settimana  cada  un  detcr- 
minato giorno  di  un  anno  qualunque.  , 

L'anno  1908. 

Generalità 6 

Calendario  del  rito  Ambrosiano  ossia  della 

chiesa  di  Milano „ 

Calendario  Greco-Russo 7 

Calendai-io  Protestante „ 

Calendario  Israelitico 8 

Calendario  Maomettano 9 

Calendario  Etiopico „ 

Effemeride  astronomica. 

Innovazioni 10 

Avvertenze „ 

Tempo  medio  locale „ 

Elementi  generali 11 

Eclissi 12 

Effemeride  per  l'Eritrea 13 

Effemeride  per  il  Ben.adir ^ 

Sistemazione  oraria  mondiale 14 

L'ora  deir"  Ave  Maria, 15 


Le  "  Ore  italiane  „ Pag.  15 

Illuminazione  solare 16 

Illuminazione  lunare 17 

La  nostra  stella IS 

11  nostro  satellite 1«) 

La  famiglia  del  Sole 20 

Il  corso  dei  pianeti  nel  190J 21 

Comete  e  stelle  cadenti 22 

Stelle  straordinarie 23 

Fisica  terrestre 24 

L'orologio  Siderale 25 

La  stella  Polare , 

11  cielo  d'Italia 26 

Dizionarietto-Indice 27 


Tavole  astronomiche  mensili:  Corso  del 
Sole,  della  Luna,  dei  Pianeti,  Cieli  stel- 
lati mensili,  Diario  dell'osservatore: 

Gennaio 2S 

Febbraio 30 

Marzo 32 

Aprile .  34 

Maggio 36 

Giugno 38 

Luglio 40 

Agosto 42 

Settembre 44 

Ottobre 46 

Novembre 48 

Dicembre 50 


Calendario  settimanale  -  Diario  sacro  - 
Memorandum 54  e  segg 


Effemeridi  del  Valore  Italiano: 


Gennaio   . 

.     62 

Luglio  .    .    . 

.   .  114 

Febbraio  . 

.     62 

Agosto  .    .    . 

.   .  124 

Marzo  .    . 

.     74 

Settembre  . 

.    .  136 

Aprile  .    . 

.     84 

Ottobre    .    . 

.   .  146 

Ma-gio.    . 

.     94 

Novembre  . 

.    .  156 

Giugno.    . 

.  104 

Dicembre    . 

.    .  166 

VI 


INDICE. 


Ritratti  di  grandi  pittori  italani  dei  secoli  XV- 
XVII  dipinti  da  loro  stessi.  Pag.  55  e  segg. 


I  consigli  del  mese  (Igiene  ed  Economia  do- 
mestica) : 


Gennaio 
Febbraio 
Marzo  . 
Aprile  . 
Maggio . 
Giugno. 


60 
72 
82 
92 
102 
112 


Luglio 122 


Agosto  . 
Settembre 
Ottobre    . 
Novembre 
Dicembre 


134 
144 
154 
164 
174 


Indice  dei  Santi  ricorrenti  nell'anno.    .  177 
Tabella  dei  digiuni  e  delle  astinenze.   .  183 
Gli  Evangeli  Domenicali  per  tutto  l'anno 
giusta  i  due  riti  romano  e  ambrosiano.  184 


Notizie  amministrative,  statistiche, 
diplomaticlie,  ec. 

Serie  dei  Sommi  Pontefici  Romani  .  186 
Ritratti  dei  Sommi  Pontefici  ...  187 
La  Santa  Chiesa  Romana  —  Il  Sommo 

Pontefice  —  Cardinali 204 

Parte  della  Famiglia  e  Cappella  Pon- 
tificia   205 

Sacre  Congregazioni 206 

Serie  cronologica  dei  Sovrani  della 

Real  Casa  di  Savoia 203 

Famiglia  Reale  d'Italia 210 

Casa  di  S.  M.  il  Re 213 

Ministero  della  R.  Casa „ 

Corte  di  S.  M.  la  Regina , 

Corte  di  S.  M.  la  Regina  Madre   .   .  214 
Case  militari  e  civili  e  corti  dei  prin- 
cipi e  delle  principesse  reali „ 

Senato  del  Regno  —  Elenco  dei  Se- 
natori   215 

Camera  dei  Deputati 221 

Elenco  alfabetico  dei  Deputati  .   .     „, 
Indice  dei  Collegi  Elettorali   ...  226 

Grandi  Ufficiali  dello  Stato 231 

Presidenza  del  Consiglio  dei  Ministri.    „ 

Consiglio  del  Ministri , 

Ministeri  dal  1848  al  1907 232 

Ministero  degli  Affari  Esteri  ....  238 
Ministero  di  Agricoltura,  Industria 

e  Commercio 239 

Ministero  delle  Finanze 240 

Ministero  di  Grazia  e  Giustizia  e  dei 

Culti 242 

Ministero  della  Guerra 244 

Ministero  dell'Interno 245 

Ministero  dell'Istruzione  p-ibblica  .  247 
Ministero  del  Lavori  Pubblici   .   .   .  248 

Ministero  della  Marina 250 

Ministero  delle  Poste  e  del  Telegrafi.  251 

Ministero  del  Tesoro 252 

Consiglio  di  Stato 253 

Corte  del  Conti , 

Gerarchia  Cattolica  —  Arcivescovi  e 
Vescovi  delle  Sedi  Residenziali  Italiane.  255 

Culto  evangelico 268 

Culto  Israelitico 268 

Ammiuistrazionelocale:  Prefetti  delle 
provinole  e  Sindaci  delle  Città  e  capo- 
luoghi di  provincia 269 


72 


Camere  di  commercio  ed  arti  del 
Regno Pa?.  270 

Camere  di  commercio  estere  in  Italia  271 

Camere  di  commercio  ital.  all'estero     „ 

Addetti  e  delegati  commerciali  ita- 
liani all'estero , 

Agenzie  commerciali   ital.   all'estero     , 

Circoscrizioni  militari  —  Comandanti 
dei  Corpi  d'Armata  e  delle  Divisioni 
del  Regno 

Stanze  dei  Corpi  con  i  cambiamenti 
di  guarnigioni  dell'autunno  1907.    .    .     „ 

Ordine  giudiziario  —  Primi  Presi- 
denti e  Procuratori  Generali  delle  Corti 
di  Cassazione  e  di  Appello 276 

Agenti  diplomatici  di  S.  M.  il  Re  d'Ita- 
lia presso  i  governi  esteri 277 

Ambasciate  e  legazioni  estere  pres- 
so S.  M.  il  Re  d'Italia 278 

Consolati  Italiani  delle  principali  lo- 
calità straniere 279 


I  principali  Stati  del  Mondo:  ritratti  dei 
Sovrani,  stemmi,  notizie  statistiche  .   .  232 


L'Alto  Adige  —  Il  confine  naturale  .    .    .  312 

Trentino  e  Alto  Adige „ 

Il  Brennero 314 

Il  Valdadige  da  Salorno  a  Bolzano  .    .  316 

Bolzano 317 

Da  Bolzano  a  Merano 319 

La  Valle  Venosta „ 

Il  bacino  dell' Isarco 320 

Ampezzo  e  Livinallongo 322 

Rocche  Marchigiane 324 

L' Umbria  Verde 330 


Carlo  Goldoni  e  il  bicentinaiio  della  sua 
nascita 351 

Centenari,  commemorazioni,  esposizioni 
e  congressi  del  1903 359 

Faenza  e  il  III  centenario  di  Evangelista 
Torricelli 363 

Giosuè  Carducci 370 

I  cento  migliori  libri  italiani 382 


Novità  della  Scienza 385 

I.      Fisica  e  chimica « 

IL    Scienze  nat.,  mediche  ed  aflini.  G88 
III.  Meccanica,  tecnologia   ed  inge- 
gneria  391 

Nevrastenia 396 

Indice  alfabetico  annuale  delle  Leggi.  — 

Principali    disposizioni    emanate    con 

leggi,  decreti,  regolamenti,  circolari,  ec, 

dal  lo  luglio  1907  al  30  giugno  1908  .  396 

Il  Tempio  dell'Oro.  —  La  Borsa,  la  sua 

vita,  i  suoi  congegni 399 

Agricoltura  —  Conservazione  del  vino    .  404 

Ingrassamento  dei  bovini 405 

Bachi  da  seta 406 

Nuova  raccoglitrice  per  le  olive  .    .    „ 
Malattie  ed  insetti  delle  piante  -  Vite.  407 

Scoticatore  dei  prati 408 

La  Gallina  Val  damo 409 

Lavatura,  spurgo  ed  impastamento 
del  burro - 


INDICE. 


VII 


UT. 

IV. 

V. 

VI. 

VII. 


Perchè  il   terreno  vergine  è  spesso 

dannoso Pag.  411 

Influenza    del    volume    del    terreno 

snllo  sviluppo  delle  piante ti 

Coneimaziono  degli  ortaggi     .    .    .    .     „ 
Produzione  del  prezzemolo  nei  ba- 
rili per  l'inverno 412 

R.   Scuola  superiore   di   Agricoltura   in 

Portici 413 

Le  recenti  norme  per  la  colonizzazione 
nel  Brasile.  —  Il   nuovo    regolamento 

fedeiale 414 

Corriere  femminile 425 

I.  Carità  e  beueliceuza „ 

II.  Progresso    intellellettuale.    — 

Elevazione  morale 431 

Noterelle  letterarie  e  artistiche.  438 
IjO  Sport  in  rapporto  all'igiene.  440 

Economia  domestica 445 

Lavori  donneschi 450 

La  pagina  futile 453 

VIII.  Fiorentina  e  Parigina 454 

La  scuola  pratica  agraria  femmile  di  Ni- 

guarda 456 

Come  s'impara  a  leggere   e    a  scrivere 

nel  secolo  XX 459 

Recenti  metodi  di  cura 463 

Gli  operai  italiani  autodidatti 467 

Frequenza  delle  malattie  di  petto  e  l'Eli- 
sir "  Lacrime  di  Pino  „  del  prof.  Poi- 
lacci 469 

Come  posso  guarire  dell'anemia?    .    .    .  475 
Alcuni  cenni  intorno  all'epilessia  e  suoi 

metodi  di  cura 477 

Le  vene  varicose  e  la  cura  radicale  me- 
dica scoperta  dal  dott.  Stefano  Bolo- 
gnese   478 

Igiene  e  terapia  —  Alla  conquista  della 

forza 479 

Ramlola 481 

Un  angolo  tranquillo  sull'Appennino  (Ca- 
stiglione del  Pepoli) 484 


Le  nostre  industrie. 

L' Industria  del  Vetro 485 

I.  Cenni  storici „ 

II.  Composizione,    proprietà    gene- 

rali   486 

III.  Fabbricazione  del  vetro  ....  487 

IV.  Applicazioni  del  vetro 489 

V.  L'arte  e  la  decorazione  del  vetro.  490 

VI.  Succedanei  del  vetro 492 

Industrie  che  si  evolvono „ 

Il  pane „ 

Il  bucato 495 

Come  si  fanno  i  cappelli 500 

La  moderna  stereotipia  —  Applicazione 

della  celluloide 508 

Come  si  fa  la  carta 509 

Le  cartiere  Ambrogio  Binda  &  C.    .    .    .511 
Come  si  fa  un  grande  giornale   per   ra- 
gazzi     512 

Come   si   preparano  le   difese  contro  la 

pioggia 516 

L'industria   siciliana  —  Francesco    Mo- 
naco &  F 518 

Società  Anonima  pastilici  (x.  Dolti   .    .    .  519 

L'Italiana  -  Scale  aeree 520 

La  Fabbrica  di  Mario  Bettini 521 

C'alziituritìclo  Lombardo  Borri  &  Vitale.  622 


Pastifìcio  di  Achille  A  itonelli  e  C.    Pag.  523 

L'Aeronautica  nel  1907 624 

Il  Plotone  grigio 543 

Il  Giornalismo  italiano 545 

Tipi   e    ligure   del  Quarto  potere  in 

Italia 546 

La  Società  Italiana  per  il  progresso  delle 

scienze 555 

L'Università  estiva  fiorentina 556 

L'.\ssociazione  Nazionale  per  i  Paesaggi 

ed  i  Monumenti  pittoreschi  d'Italia  .  559 


Usanze  e  costumi  tradizionali  del  popolo 

italiano 561 

La  campagna  romana „ 

Santuari  e  grotte  della  Majelia.    .    .  570 


Sport,  giuochi  e  passatempi. 

Alpinismo 580 

Automobilismo 584 

Fiat  vittoriosa 586 

La  preparazione  di  un  Circuito    .    .  590 
Cavalli  e  Corse  —  Corse  al  galoppo.  591 

Ciclismo 596 

La  bicicletta  dell'avvenire 598 

Giuochi  fanciulleschi 599 

Come  si  attraversa  l' Oceano  ....  (505 

La"  Veloce  „ 612 

L'  "  Italia 620 


Avvenimenti  più  importanti  dell' aimo 
(Ottobre  1906-NoYembre  1907)   ....  623 

Cronachetta  di  Scienze,   Lettere,  Arti  e 

Sport 649 

La  Societii  Nazionale  per  la  storia  del 
Risorgimento  italiano  e  il  Congresso 
di  Perugia 689 

Necrologio  (Ottobre  1906-Settembre  1907).  690 


La  Vita  Pratica. 

La  Vita  Pratica  e  1  suoi  mille  problemi. 
Per  la  salute 

I  progressi  della  medicina 

Istituto  terapeutico  Italiano  .    .    .    . 

Cura  del  cancro  

Cura  della  pertosse 

Anuresine 

Una  cura  pratica 

Per  guarire  e  prolun^'are  la  vita.    , 

II  Rigeneratore 

Il  Diabete  .    .      • 

Vizio  di  ricambio 

Anemia  ed  altre  sofierenze 

Nenrastenia 

Malattie  uterine 

Notizie  varie 

Le  vene  varicose 

L'igiene  della  pelle 

Per  dimagrare 

Note  del  medico 

Cronicità 

Fiere  grandi  e  piccole 

Il    fermento   d' uva    Jacquemin    dinanzi 

alla  medicina 

Specifici  raccomandati  ......... 


724 
728 
730 


731 
^32 


734 

735 
736 


7.S7 
738 


739 


740 
741 


vili 


INDICE. 


Per  le  generazioni  voiltUfe.    .   .   .    Pag.  741 
I.a  Terapia  fisica  nelle  malattie  dei  bam- 
bini   fl 

Alimentazione  infantile 742 

Aforismi  di  tisiologia  pratica  .    .    .    .     „ 

Tei  nostri  bimbi 743 

Vene  varicose n 

Il  Tonol „ 


Per  la  casa Pag.  744 

Pavimenti,  pareti  e  soffitti 745 

GÌ'  impianti    moderni    pel    riscalda- 
mento  n 

L'illuminazione 746 

I  saponi 747 

Per  1  bisogni  intellettuali ri 

Un  avvenimento  femminile „ 


NELLE  PAGINE  PRELIMINARI: 

"  Peccato  e  penitenza  „  Novella  umoristica  di  U.  Ojetti. 

La  Storia  politica  dell'anno  narrata  dalla  ^ricatura  nei  giornali  italiani  (Ottobre  1906-Agosto  1907). 


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INDICE  ALFABETICO  DELLE  MATERIE 


Abbas  II  Hilmi,  Hedive  di 
Egitto,  311. 

Abdul  Hamid  II,  Gran  Sul- 
tano di  Turchia,  310. 

Abib-UUah  Emiro  dell' Afga- 
nistan,  282. 

Abissinia,  282. 

Ackermaiin  (Mfss),  430. 

Acqua  contro  i  rossori  della 
pelle,  93» 

Aequaviva  Picena  -  Torrione 
della  Rocca,  329. 

Addetti  e  delegati  commer- 
ciali italiani  all'estero,  271. 

Adeodato  I  (San)  pp.,  190. 

Adeodato  II  pp.,  190. 

Adige  (Alto),  313. 

Adriano  I  pp.,  192. 

Adriano  II  pp.,  193. 

Adriano  IH  pp.,  193. 

Adriano  IV  pp.  197. 

Adriano  V  pp.,  198. 

Adriano  VI  pp.,  201. 

Aeronautica,  386. 

Aeronautica  <L')  nel  1907,  524. 

Afganistan,  282. 

Agapito  I  (San)  pp.,  189. 

Agapito  II  pp.,  194. 

Agatone  (San)  pp.,  192. 

Agenti  diplomatici  di  S.  M.  il 
Re  d' Italia  presso  i  Governi 
esteri,  277. 

Agenzie  commerciali  italiane 
all'Estero,  271. 

Agricoltura,  404. 

Aguirre  y  Garcia  Gregorio  M., 
nuovo  cardinale,  637. 

Albertini  Luigi,  547. 

Alberto  principe  di  Monaco, 
301. 

Alcorta  (J.  Figuerra)  Presi- 
dente dell'Argentina,  283. 

Alessandra  Regina  d'Inghil- 
terra, 296. 

Alessandra  Zarina  di  Russia, 
306. 

Alessandro  I  (San)  pp.,  187. 

Alessandro  II  pp.,  196. 

Alessandro  III  pp.,  197. 

Alessandro  IV  pp.,  198. 

Alessandro  V  pp.,  200. 

Alessandro  VI  pp.,  201. 


Alessandro  VII  pp.,  202. 

Alessandro  VHI  pp.,  202. 

Alexis  Nord,  Presidente  di 
Haiti,  299. 

Alfonso  XIII  Re  di  Spagna, 
308. 

Alimentazione  dei  bambini, 
164. 

Alpinismo,  580. 

Alsazia-Lorena,  289. 

Alto  Adige,  313. 

Ambasciate  e  Legazioni  este- 
re presso  S.  M.  il  Re  d' Ita- 
lia, 278. 

Amburgo,  289. 

Amministrazione   locale,  269. 

Ampezzo  e  LivinallongO:  322. 

Anastasio  I  (San)  pp.,  189. 

Anastasio  II  (San)  pp.,  189. 

Anastasio  III  pp.,  194. 

Anastasio  iV  pp.,  197. 

Andorra,  283. 

Andraz  (Castello  d'),  322. 

Anemia,  475. 

Angers  (Il  disastro  ferroviario 
di),  646. 

Anhalt,  289. 

Aniceto  (San)  pp.,  187. 

Annam,  288. 

Antei'o  (SanL')  pp.,  187. 

Antouelli  Achille  &  C,  Vene- 
zia, 523. 

Arcivescovi  e  Vescovi  delle 
Sedi  Residenz.  Italiane,  255. 

Argentina,  283. 

Aria  compressa  per  calmare 
le  onde,  387. 

Arrighi  Cletto,  717. 

Arrosto  di  vitello  al  latte,  135. 

Ascoli  Graziadio  Isaia,  691. 

Asia  (Carta  di  pai-te  dell')  a 
illustrazione  del  trattato 
Anglo-Russo,  647. 

Assia,  290. 

Assisi  -  Chiesa  e  Santuario 
di  San  Francesco,  341. 

Assisi  -  Chiesa  di  Santa  Chia- 
ra, 341. 

Assisi  -  Chiesa  inferiore  di 
San  Francesco,  341. 

Asjisi  -  Piazza  Vittorio  Ema- 
nuele, 339. 


Assisi  -  Tempio   di  Minerva 

340. 
Associazione  Nazionatfe  per  i 

Paesaggi   ed   i    Monumenti 

pittoreschi  d'Italia,  559. 
Augusta  Vittoria  imperatrice 

di  (ìermania,  289. 
Australia,  297. 
Austria-Ungheria,  283. 
Automatismo  (Progressi  dell'), 

393. 
Automobili  (Applicazione  del 

giroscopio  agli),  393. 
Automobilismo,  584. 
Ave  Maria  (L'ora  dell'),  15. 
Avvenimenti"  più  importanti 

dell'anno,  6'23. 
Bathi  da  seta,  406. 
Baden,  290. 
Bagni  freddi,  144. 
Bambini  (Alimentaz.  dei),  164. 
Barclay  Arturo  Presidente  di 

Liberia,  300. 
Barrili  Anton  Giulio,  554. 
Barzini  Luigi,  551. 
Basso  Maurizio,  550. 
Batle  José  Pres.  dell'Uruguay, 

312. 
Baviera,  290. 

Bazzi  Giov.  Ant.  detto  il  So- 
doma, 67. 
Beaton  (Mrs.  R.  C.  T.),  443. 
Beccafumi  Domenico,  99. 
Belgio,  284. 

Bellerofonte  (Nave),  681. 
Bellini  Giovanni,  53. 
Belucistan,  284. 
Benedetto  I  pp.,  190. 
Benedetto  II  (San)  pp.,  192. 
Benedetto  III  PP-,  183. 
Benedetto  IV  pp.,  194. 
Benedetto  V  pp.,  194. 
Benedetto  VI  pp.,  194. 
Benedetto  VII  pp.,  196. 
Benedetto  VIII  pp.,  196. 
Benedetto  IX  pp.,  196. 
Benedetto  XI  pp.,  198. 
Benedetto  XII  pp.,  200. 
Benedetto  XIII  pp.,  202. 
Benedetto  XIV  pp.,  202. 
Berlin   (II)    naufragato   sulla 

costa  olandese,  631. 


XII 


INDICE   ALFABETICO  DELLE  MATERIE. 


Berrettini  Pietro  da  Cortona, 
167. 

Bertelli  Ltiigi  (Vamba),  512. 

Berthelot  Marcellino,  693. 

Bettinelli  Saverio,  3G0. 

Bettiiii  Mario,   Firenze,    521. 

Bhutau,  284. 

Binda  Ambrogio  &  C,  611. 

Bochara,  303. 

Bolivia,  284. 

Bolzano,  318. 

Bolzano  -  La  Piazza  Grande, 
317. 

Bolzano  -  Portale  del  Duomo, 
318. 

Bolzano  -  La  torre  di  Druso, 
318. 

Bonifacio  I  (San)  pp.,  189. 

Bonifacio  II  pp.,  189. 

Bonifacio  III  pp ,  190. 

Bonifacio  IV  (San)  pp.,  190. 

Bonifacio  V  pp.,  190. 

Bonifacio  VI  pp.,  193. 

Bonifacio  VII  pp.,  194. 

Bonifacio  VIII  pp.,  198. 

Bonifacio  IX  pp.,  200. 

Bonilla  Emanuele,  Presidente 
dell'Honduras,  299. 

Borghese  Scipione,  675-G83. 

Borsa  (La),  la  sua  vita,  i  suoi 
congegni,  399. 

Borsalino  G.  B.  di  Alessan- 
dria, 500. 

Bòttego  Vittorio,  687. 

Bovini  (Ingrassamento  dei), 
405. 

Brasile,  285. 

Brema,  290. 

Brennero,  314. 

Brioschi  Luigi,  582. 

Brunei,  285. 

Brunioo,  nella  Pasteria,  320. 

Brunswick,  291. 

Bucato  (II),  495. 

Bulgaria,  311. 

Burro  (Lavatura,  spurf!;o  ed 
Impastamento  del"),  409. 

Caccia  nella  Campagna  Ro- 
mana, 562. 

Cagli  -  Il  Torrione,  927. 

Calo  (San)  pp.,  188. 

Calendario  (Generalità  del),  6. 

Calendario  ambrosiano  4-0. 

Calendario  civile  italiano,  4. 

Calendario  greco-russo,  7. 

Calendario  etiopico,  9, 

Calendario  gregoriano  catto- 
lico. 3. 

Calendario  israelitico,  1,  8. 

Calendario  maomettano,  9. 

Calendario  perpetuo,  4. 

Calendario  protestante,  7. 

Calendario  repubblicano  fran- 
cese, 4. 

Calendario  romano  antico,  2. 

Calendario  settimanale,  54  e 
segg. 

Calisto  I  (San)  pp.,  187. 

Calisto  II  pp.,  197. 

Calisto  III  pp.,  200. 

Camassei  Filippo,  patriarca  di 
G^rusalemmo,  627. 


Cambodge,  288. 

Camere  di  commercio  ed  arti, 

270. 
Camere  di  commercio  italiane 

all'estero,  271. 
Camere  di  commercio  estere 

in  Italia,  271. 
Campagna  romana  (La),  561. 
Canada,  297. 
Cannoni  elettrici,  391. 
Canotto-carrozza  automobile, 

393. 
Cappella  Pontificia,  205. 
Cappelli  (Come  si  fanno  i),  500. 
Cappelli  di  paglia  (Per  pulire 

i),  135. 
Caracci  Annibale,  131. 
Carcano  Paolo,  252. 
Cardinali,  204. 
Caramanico  (Veduta  di),  572. 

—  Cascata  dell' Orfento,  571. 

—  Porta  della  Chiesa  di  S.  M. 
Maggiore,  571. 

—  Veduta  generale  dello  Sta- 
bilimento, 572. 

Caravaggio  (Da)  Michelangelo, 
137. 

Carciofi  al  vapore,  93. 

Carducci  Giosuè,  370. 

Carducci  Giosuè  nel  1860,  372. 

Carducci  Giosuè  nel  1875,  373. 

Carducci  Giosuè  nel  1880,  374. 

Carducci  Giosuè  nel  1885,  (fuo- 
ri testo). 

Carducci  Giosuè  nel  1905,  378. 

Carducci  Giosuè  sul  letto  di 
morte,  372. 

Carducci   (Maschera  di),  380. 

Carducci  (Funerali  di)  a  Bo- 
logna, 381. 

Carducci  (Autografo  del),  375. 

Caricatura  ital.  politica  nel- 
l'anno  1906-7,  nelle  pagg. 
prelim. 

Carkitti,  villaggio  di  capanne 
presso  Palestina,  563. 

Carlo  I  re  di  Portogallo,  305. 

Carlo  I  re  di  Ilumeniti,  306. 

Carni,  metodi  per  conservar- 
le, 175. 

Carta  (Industria  della),   509). 

Casa  dei  bambini  a  Roma,  427. 

Casa  del  Pane,  429. 

Casa  di  S.  M.  il  Re,  213. 

Case  militari  e  civili  e  corti 
dei  principi  e  delle  princi- 
pesse reali,  214. 

Ca.stel  Firmiano,  318. 

Castel  Tirolo,  318. 

Castiglion  dei  Pepoli,  484. 

Castro  Cipriano,  Pres.  del  Ve- 
nezuela, 312. 

Cavalli  e  corse,  591. 

Cavallone  (Grotta  del),  676. 

Cà  Zantani  (La)  a  San  Toma, 
dove  nacque  Goldoni,  351. 

Cederna  Antonio,  582. 

Celestino  I  (San)  pp ,  189. 

Celestino  II  pp.,  Vùl. 

Celestino  111  pp.,  197. 

Celestino  IV,  pp.,  198, 

Celestino  V  (San)  pp.,  198. 


Cellini  Benvenuto  (Lnpide  a) 
in  Roma,  672. 

Celluloide,  sua  applicazione 
alla  stereotipia,  508. 

Centenari  dell'anno,  359. 

Cervara  (Torre  d;),  561. 

Cesarotti  Melchiorre,  361. 

Chiesa  Romana  (La  Santa), 
204. 

Chartres  Vivien,  439. 

Checchi  Eugenio,  554. 

Chierici  Aldo,  550. 

Chiesa  Pietro,  468. 

Chili,  285. 

Chiva,  306. 

Ciclismo,  596. 

Cielo  d'Italia  (II),  26. 

Cimatti  Andrea,  698. 

Cina,  285. 

Circoscrizioni  militari.  272. 

Città  di  Castello  -  Palazzo  del 
Priori,  335. 

Clemente  I  (San)  pp.,  187. 

Clemente  II  pp.,  196. 

Clemente  III  pp.,  197. 

Clemente  IV  pp.,  198. 

Clemente  V  pp.,  198. 

Clemente  VI  pp.,  200. 

Clemente  VII  pp.,  200,  201. 

Clemente  VIII  pp.,.  201. 

Clemente  IX  pp.,  202. 

Clemente  X  pp.,  202. 

Clemente  XI  pp.,  202. 

Clemente  XII  pp.,  202. 

Clemente  XIII  pp.,  202. 

Clemente  XIV  pp.  202. 

Cleto  I  (San)  pp.,  187. 

Coccu-Ortu  Francesco,  239. 

Codronchi  Giovanni,  699. 

Col  d'Olen  (Al  Congresso  al- 
pino), 582, 

Colfosco,  nella  valle  di  Badia, 
321. 

Collegi  elettorali,  226. 

Colombia,  286. 

Colonizzazione  nel  Brasile  (Le 
nuove   nonne  per  la),  414. 

Colorazione  del  vetro,  489. 

Comete,  22. 

Computo  ecclesiastico,  2. 

Congo,  284. 

Congregazioni  (Sacre),  206. 

Congressi  dell'anno,  539. 

Conone  pp.,  192. 

Consiglio  dei  Ministri,  231. 

Consiglio  di  Stato,  253. 

Consolati  Italiani  delle  prin- 
cipali località  straniere,  279. 

Contratti  a  premio,  401. 

Contratti  di  Borsa,  400. 

Contusioni  (Contro  le),  155. 

Convulsioni  dei  bambini,  102. 

Coppa  Challenge  Margherita 
di  Savoia,  653. 

Corea,  296. 

Cornelio  (San)  pp.,  188. 

Corriere  femminile,  425. 

Corse  al  galoppo,  591. 

Corte  dei  Conti,  253. 

Corte  di  S.  M.  la  Regina,  214. 

Corte  di  S.  M.  la  Regina  M^.- 
dre,  214. 


INDICE    ALFABETICO   DELLE   MATERIE. 


XIII 


Cortina  d'Ampezzo,  322. 

Costantino  I  pp.,  11)2. 

Costantino  II  i)p.,  102. 

Costa-Rica.  -286. 

Costoline  di  montone,  156. 

Creta,  311. 

Cristoforo  pp.,  11*4. 

Cronachetta  di  scienze,  let- 
tere, arti  e  sport,  649. 

Cuba,  287. 

Cuca  Coca  Cup,  597. 

Culto  evangelico,  258. 

Culto  israelitico,  268. 

Dall' Ongaro  Francesco,  3G2. 

Damaso  I  (San)  pp.,  188. 

Damaso  II  pp.,  196. 

Danimarca,  287. 

De  Angeli  Ernesto,  700. 

De  Giovanni  Achille,  senato- 
re, 395. 

De  Luca  Pasquale,  549. 

Deporti  e  riporti,  400. 

Deputatesse  al  Parlamento  di 
Finlandia,  640. 

Deputati  al  Parlamento,  221. 

Derby  Reale,  593. 

Diario  sacro,  54  e  segg. 

Diaz  Portìrio,  presidente  del 
Messico,  301. 

Di  cui  (Contratto  detto),  401. 

Digiuni  e  astinenze  (Tabella 
dei),  183. 

Dionigi  (San)  pp.,  188. 

Discobolo  di  Castelporziano, 
657. 

Dolci  Carlo,  167. 

Dolfi  G.,  Firenze,  519. 

Dono  I  pp.,  190. 

Dono  lì  pp.,  196. 

Doni,  401. 

Dossi  Dosso,  79. 

Eclissi,  12. 

Economia  domestica,  445. 

Edoardo  VII,  Re  d'Ingh.,  296. 

Effemeride  astronomica,  10. 

Effemeride  per  il  Benadir,  13. 

Effemeride  per  l'Eritrea,  13. 

Egitto,  311. 

Elementi  del  computo  eccle- 
siastico, 2. 

Elementi  generali  del  Calen- 
dario, 11. 

Elena  Regina  d'Italia,  210. 

Elettroterapia,  465. 

Eleuterio  (San)  pp.,  187. 

Elevazione  morale,  431. 

Elisabetta  (Carmen  Silva)  Re- 
gina di  Rumenia,  306. 

Elisir  di  china,  155. 

Elisir  "  Lacrime  di  Pino  „  del 
prof.  Pollacci,  469. 

Enrico  Principe  Consorte  di 
Olanda,  303. 

Entrata  Senofonte,  468. 

Epilessia,  477. 

Equatore,  287. 

Ere,  1. 

Ernesto  Luigi  V,  Granduca 
d'Assia,  290. 

Escalon  Pedro  J.,  Presidente 
della  Repubblica  S^n  Sal- 
y^dor,  307. 


Escursionista  (Una) frai  ghiac- 
ciai presso  Zermatt,  442. 

Esposizioni  dell'anno,  359. 

Estrada  Cabrerà   M.,   Presid. 
del  Guaten.ala,  298. 

Eugenia    Regina   di    Spagna, 
308. 

Eugenio  I  (San)  pp.,  190. 

Eugenio  II  pp.,  193. 

Eugenio  III  pp.,  197. 

Eugenio  IV  pp.,  200. 

Eusebio  (San)  pp.,  188. 

Eutichiano  (San)  pp.,  188. 

Evangeli  domenicali  per  tutto 
l'anno,  184. 

Evaristo  (San)  pp.,  187. 

Fabiano  (San)  pp.,  188. 

Faenza  -   Pianta    della    città 
nel  1660,  363. 

—  Fontana  monumentale,  365. 

Farina  Salvatore,  671. 

Falconara  -  Castello  di  Rocca 
Priora,  325. 

Fallières,  Presidente  della  Re- 
pubblica francese,  268. 

Famiglia  Pontificia,  205. 

Famiglia  Reale  d'Italia,  210. 

Fano    -   Rocca    Malatestiana, 
325. 

Febbri  malariche,  92. 

Federigo  Granduca  del   Ba- 
den,  702. 

Federigo   Vili,   Re   di  Dani- 
marca, 287. 

Federico  Augusto  III,  Re  di 
Sassonia,  293. 

Ferrato  alla  triestina,  103. 

Felice  I  (San)  pp.,  188. 

Felice  II  (San)  pp.,  188. 

Felice  III  (San)  pp.,  189. 

Felice  IV  (San)  pp.,   189. 

Ferdinando  I,  Principe  di  Bul- 
garia, 311. 

Fermo  -  Rocca  di  Monte  Var- 
mine,  329. 

Ferrigni  Umberto,  551. 

Feste  cristiane,  3. 

Feste  mobili  per  gli  anni  1906- 
1910,  3. 

"  Fiat  r,  (La)  vittoriosa,  586. 

Finlandia,  307. 

Fiori  e  foglie  medicinali,  72. 

Fisica  e  chimica,  385. 

Fisica  terrestre,  24. 

Fix,  preparato  per  sopprime- 
re la  polvere,  590. 

Focaccia  dei  Re  Magi,  61. 

Foligno  -  Chiesa  cattedrale  di 
San  Feliciano,  338. 

Formiche  (Contro  le),  123. 

Formoso  pp.,  193, 

Forza  (Alla  conquista  della), 
j       479. 

j  Fotografia  colorata,  387. 
I  Fototerapia,  389,  466. 
!  Francesco  Giuseppe,  Impera- 
I      tore  d'Austria,  283. 

Francia,  288. 

Frascati  -  Ciociari  in  riposo, 
569. 

Freddo  (Come  bisogna  difen- 
dersi dal),  60,  17f. 


Freddo  (Industria  del),  386. 

Frutta  (Come  si  conservano 
le),  112,  113. 

Gallina  Valdarno  (La),  409. 

Gallo  Nicolò,  704. 

Garibaldi  (Commemorazione 
massonica  di),  678. 

Gelasio  I  (San)  pp.,  189. 

Gelasio  II  pp.,  197. 

Geloni,  60. 

Gemme  artificiali,  490. 

Gerarchia  Cattolica,  255. 

Germania,  288. 

Gianetti  Alessandro,  704. 

Gianturco  Emanuele,  248. 

Giappone,  296. 

Ginnastica  medica,  464. 

Giolitti  Giovanni,  231. 

Giordano  Luca,  171. 

Giorgio  I,  Re  di  Grecia,  298. 

Giornalino  della  Domenica,  co- 
me si  fa,  512. 

Giornalismo  italiano,  545. 

Giovanni  I  (San),  189. 

Giovanni  II  pp.,  189. 

Giovanni  III  pp.,  190. 

Giovanni  IV  pp.,  190. 

Giovanni  V  pp.,  192. 

Giovanni  VI  pp.,  192. 

Giovanni  VII  pp.,  192. 

Giovanni  VIII  pp.,  193. 

Giovanni  IX  pp.,  193. 

Giovanni  X  pp.,  194. 

Giovanni  XI  pp.,  194. 

Giovanni  XII  pp.,  194. 

Giovanni  XIII  pp.,  194. 

Giovanni  XIV  pp.,  196. 

Giovanni  XV  pp.,  196. 

Giovanni  XVII  pp.,  196. 

Giovanni  XVIII  pp.,  196. 

Giovanni  XIX  pp.,  196. 

Giovanni  XXI  pp.,  198. 

Giovanni  XXII  pp.,  198. 

Giovanni  XXIII  pp.,  200. 

Giroscopio,  sua  applicazione 
agli  automobili,  393. 

Giuochi  di  Borsa,  401. 

Giuochi  fanciulleschi,  599. 

Giulio  I  (San)  pp.,  188. 

Giulio  II  pp.,  201. 

Giulio  III  pp.,  201. 

Gnocchi  alla  lombarda,  165. 

Goldoni  Carlo  e  il  bicentena- 
rio della  sua  nascita,  351. 

Goldoni  -  Monumento  a  Pa- 
rigi, 356. 

Goldoni  -  Monumento  in  Ve- 
nezia, 354. 

Golovine,  pres.  della  Duma. 
632. 

Gomma  cereale,  338. 

Gostaco,  659. 

Gradara  -  Rocca,  329. 

Gran  Bretagna,  296. 

Grecia,  298. 

Gregorio  I  il  Grande  (San) 
pp.,  190. 

Gregorio  II  (San)  pp.,  192. 

Gregorio  III  (San)  pp.,  192, 

Gregorio  IV  pp.,  193. 

Gregorio  V  pp.,  196. 

Gregorio  VI  pp.,  196, 


XIV 


INDICE   ALFABETICO   DELLE   MATERIE. 


Gregorio  VII  (San)  pp.,  197. 

Gregorio  VITI  pp.,  197. 

Gregorio  IX  pp.,  198. 

Gregorio  X  pp.,  litS. 

Gregorio  XI  pp.,  200. 

Gregorio  XII  pp.,  200. 

Gregorio  XIII  pp.,  201. 

Gregorio  XIV  pp.,  201. 

Gregorio  XV  pp.,  202. 

Gregorio  XVI  pp.,  203. 

Grober  Antonio,  582. 

Guardiagrele  -  Prospetto  del 
Duomo,  576. 

Guardiagrele   -   San  France- 
sco, 576. 

Guardiagrele   -   Il  Tori-ione, 
576. 

Guastavino  Pietro,  648. 

Guatemala,  298. 

Gubbio  -  Palazzo  Comunale 
gi.^  Pretoro,  337. 

Gubbio  -  Palazzo  dei  Consoli, 
337. 

Gubbio  -  Piazza  Vittorio  Ema- 
nuele, 33C. 

Guercino  (Barbieri  Giovanni 
Francesco  detto  11),  151. 

Guerrero    M.    A.    Presidente 
del  Panama,  30i. 

Gaglielmina  Regina  d'Olanda, 
303. 

Guglielmo  Granduca  del  Lus- 
semburgo, 300. 

Guglielmo  II   Imperatore   di 
Germania,  289. 

Guglielmo  II  Re  del  Wùrtem- 
berg,  295. 

Haakon  VII  Re  di  Norvegia, 
303. 

Haiti,  299. 

Hampson  (Miss),  441. 

Harbord  (Missi  Ashton,   440. 

Haruko  -  Imperat.  del  Giap- 
pone, 296. 

Honduras,  299. 

Idroterapia,  464. 

Igino  (San)  pp.  187. 

Ilario  (San),  189. 

Illuminazione  lunare,  17. 

niuminazione  solare,  16. 

Immunizzazione  (Nuovo  me- 
todo d'),  389). 

Inchiostro  azzurro,  61. 

Inchiostro  nero,  165. 

Inchiostro  rosso,  73. 

Incisione  sul  vetro,  490. 

India,  298. 

Indice  alfabetico  annuale  del- 
lo leggi,  396. 
Industrie  (Le  nostre),  435. 
Industrie  che  si  evolvono,  492. 
Influenza,  82. 

Innocenzo  I  (San)  pp.,  189. 
Innocenzo  II  pp.,  197. 
Innocenzo  III  pp.,  197. 
Innocenzo  IV  pp.,  198. 
Innocenzo  V  pp.,  198. 
Innocenzo  VI  pp.,  200. 
Innocenzo  VII  pp.,  200. 
Innocenzo  Vili  pp.,  201. 
Innocenzo  IX  pp.,  201. 
Innocenzo  X  pp.,  202. 


Innocenzo  XI  pp.,  202. 

Innocenzo  XII  pp„  202. 

Innocenzo  XIII  pp.,  202. 

Isarco  (Il  bacino  dell),  320. 

Isola  Farnese,  561. 

Italia,  299. 

James  Town  (Esposizione  di), 
664. 

Jena  (La)  prima  e  dopo  11  di- 
sastro, 633. 

Jolanda  (Principessa^  211. 

Kianikoski  (Signore)  deputate 
al  Parlamento  di  Finlandia, 
640. 

Kinesiterapia,  464. 

Kingston  distrutta  dal  terre- 
moto  e  dair  incendio,  629. 

Kronarografo,  392. 

Kuang  Hsu  Imperatrice  della 
Cina,  286. 

Lacava  Pietro,  241. 

Lama  dei  Peligni,  576. 

Lampade  elettriche  Hélion  e 
al  Tungsteno,  387. 

Lana,  come  si  lava,  61. 

Landone  pp.,  194. 

Lapponi  Giuseppe,  707. 

Lavanderie  a  Milano,  496. 

Lavardo  <Le  tre  cime  di),  323. 

Lavori  donneschi,  450. 

Leggere  e  scrivere  (Come 
s'impara  a)  nel  sec.  XX,  459. 

Lehmann  (G.)  vincitore  del 
milione,  630. 

Leone  I  il  Grande  (San)  pp., 
189. 

Leone  II  (San)  pp  ,  192. 

Leone  III  (San)  pp.,  192. 

Leone  IV  (San)  pp.,  193. 

Leone  V  pp.,  194, 

Leone  VI,  194. 

Leone  VII  pp.,  194. 

Leone  Vili  pp.,  194. 

Leone  IX  (San)  pp.,  196. 

Leone  X  pp.,  201. 

Leone  XI  pp.,  201. 

Leone  XII  pp.,  202. 

Leone  XIII  pp ,  203. 

Leone  XIII.  Suo  monumento, 
680. 

Leopoldo  II  Ro  del  Belgio, 
284. 

Lesueur  (Madanie  Daniel),  438. 

Levitt  (Miss  Dorothy),  441. 

Liberatore  (Abbadia  di  San) 
a  Maiella,  676. 

Liberia,  300. 

Liberio  pp.,  188. 

Libri  italiani  (I  cento  migliori), 
382. 

Liechtenstein,  300. 

Lino  (San)  pp.,  187. 

Lippe,  291. 

Livellatore  meccanicoper  car- 
reggiate, 393. 

Livinallongo,  322. 

Lombardo,  Boni  e  Vitale,  Bu- 
sto Arsizio,  622. 

Longhi  Alessandro,  ritratto 
del  Goldoni,  357. 

Longhi  P.,  quadro  di  masche- 
re veneziane,  362. 


Lorenzelli  Benedetto,  nuovo 
cardinale,  637. 

Lualdi  (non  (jleraJili)  Alessan- 
dro, nuovo  cardinale,  637. 

Lubecca,  291. 

Lucio  I  (San)  pp.,  188. 

Lucio  II  pp.,  197. 

Lucio  III  pp.,  197. 

Luisa,  Regina  di  Danimarca, 
287. 

Luitpoldo,  Principe  Reggente 
di  Baviera,  290. 

Lusolo,  392. 

Lussemburgo,  300. 

Maccarese,  565. 

Macchie  di  grasso  sulla  carta, 
73. 

Macchie  d'inchiostro  sulla  te- 
la, vS3. 

Madesimo  sullo   Spinga,  370. 

Mafalda  (Principessa),  211. 

Magnetismo,  24. 

Majella  (Santuari  e  grotte  del- 
la), 570. 

Malaria,  566. 

Malattie  di  petto,  469. 

Malattie  ed  insetti  delle  pian- 
te, 407. 

Mangascià  (Ras),  708. 

Marcellino  (San)  pp.,  188. 

Marcello  I  (San)  pp.,  188. 

Marcello  II  pp.,  201. 

Marco  (San)  pp.,  188. 

Margherita  di  Savoia,  Regina 
Madre,  212. 

Mai-ia  Amelia  regina  di  Por- 
togallo, 305. 

Maria  Anna  granduchessa  del 
Lussemburgo,  300. 

Marino  I  pp.,  193. 

Marino  II,  pp.,  194. 

Marmellata  di  mele,  83. 

Marocco,  301. 

Martino  I  (San),  190. 

Martino  IV  pp.,  198. 

Martino  V  pp.,  200 

Massoneria  (La)  per  Garibaldi, 
678. 

Massuero  Luigi,  562. 

Maud  regina  di  Norvegia,  303. 

Mecklenburg-Schwerin,  291. 

Mecklenburg-Strelitz,  281. 

Medicamenti  nuovi,  463. 

Medicinali,  loro  azione  a  di- 
stanza, 388. 

Memorandum  quotidiano,  54 
e  segg. 

Menelik  (Negus),  282. 

Mercier  Desiderato,  nuovo 
cardinale,  637. 

Messico,  301. 

Metodi  di  cura  (Recenti),  463. 

Miceli  Luigi,  710. 

Milano  -  Lavanderia  (Una)  in 
Via  Magolfa,  497. 

—  Lavanderia  sociale  In  Via 
Magolfa,  496. 

—  Lavatoio  pubblico  muni- 
cipale, 498. 

Milena,  principessa  del  Mon- 
tenegro, 302. 
Milton  Giovanni,  359. 


INDICE   ALFABETICO  DELLE   MATERIE. 


XV 


Milziade  (San)  pp,,  188. 

Minestre,  lf>4. 

:\Iinisteri  dal  1848  al  1907,  232. 

Minsitero  deH'Afjrfcoltura  In- 
dustri»  e  Commercio,  239. 

Ministero  degli  Affari  Esteri, 
238. 

Ministero  delle  Finanze,  240. 

Ministero  di  Grazia  e  Giusti- 
zia e  dei  Culti,  242. 

Ministero  della   Guerra,   24-i. 

Ministero  dell'Interno,   245. 

Ministerodeiristruzione  Pub- 
blica, 247. 

Ministero  dei  Lavori  Pubblici, 
248. 

Ministero   della  Marina,  250. 

Ministero  delle  Poste  e  Tele- 
grafi, 251. 

Ministero  della  Real  Casa,  213. 

Ministero  del  Tesoro,  252. 

Mirabello  Carlo,  250. 

Mohamed  Ali  Mirza  Scià  di 
Persia,  304. 

Mohamed-EI-Nasr,  bey  di  Tu- 
nisi, 288. 

Monaco  Francesco  &  f.,  Ca- 
tania, 518. 

Monaco  Principato,  301. 

Montalto  -  Torrione  e  Porta 
Patrizia,  327. 

Montenegro,  302. 

Montt-Pedro  presidente  del 
Chili,  285. 

Moreira  Penna  (de)  Aa,  pre- 
sidente del  Brasile,  285. 

Moresnet,  302. 

Morene  G.  B.,  119. 

Mostra  Goldoniana  (Una  delle 
sale  della)  nel  Museo  Car- 
rer,  358. 

Muley-Abd-ul-Aziz,  sultano 
del  Marocco.  301. 

Mutsu  Hito  imperatore  del 
Giappone,  296, 

Muzaffer-ed-Din,  712. 

Narni —  Duomo.  Portico  della 
facciata,  345. 

—  Cappella  del  Sacj  amento, 
.346. 

Necrologio,  690. 

Nepal,  302. 

Nevrastenia,  395. 

New  York-Garibaldi  Memo-' 
rial,  079. 

Nicaragua,  302. 

Niccolini  Giorgio,  516. 

Nicola  I  zar  di  Russia,  306. 

Nicola  I  principe  del  Monte- 
negro, 302. 

Nicolò  I  (San)  pp.,  193. 

Nicolò  II,  pp.,  196. 

Nicolò  HI  pp.,  198. 

Nicolò  IV.  pp.,  198. 

Nicolo  V.  pp.,  200. 

Nigra  Costantino,  712, 

Niguarda  —  Scuola  pratica 
femminile   di  agricolt.  45G. 

Ninfa  (Lago  di)  e  Torre  Gae 
tani,  561. 

—  (Palude  presso  le  rovine 
di),  565. 


Niobide,  658. 

Norvegia,  203. 

Novità  della  Scienza,  385. 

Olanda,  303. 

Oldenburgo,  922. 

Olga  regina  di  Grecia,  298. 

Olive  (Nuova  raccoglitrice  per 
le),  406. 

Oman,  303. 

Onorio  I  pp.,  190. 
j  Onorio  II  pp.  197. 
'  Onorio  III  pp.,  198. 

Onorio  IV  pp.,  198. 

Operai  italiani  autodidatti, 467. 

Opoterapia,  466. 

Ordine  giudiziario,  276. 

Ore  italiane  (Le),  15. 

Ormisda  (San)  pp.,  189. 

Orlando  Vittorio  Eman.,  243. 

Orologio  siderale  (L'),  25. 

Ortaggi  (Concimazioni  degli), 
411. 

Orvieto  —  Panorama,  349. 

—  Palazzo  del   Capitano   del 
popolo,  350. 

Oscar  II  re  di  Svezia,  309. 
j  Ossagno  —  Veduta   generale 
della  Rocca,  328. 

Paesaggi  e  monumenti  pittd- 
j      toreschi  d' Italia,  559. 

Palatino  (Scavi  del)  661-6C2. 
!  Panama,  304. 
1  Pane  (Industria  del),  492. 
j  Paolo  ì  (San)  pp.,  192. 
I  Paolo  II,  pp.,  200. 
i  Paolo  III  pp.,  201. 
!  Paolo  IV,  pp.,  201. 
I  Paolo  V  pp.,  202. 

Paradisi  Umberto,  553. 
j  Paraguai,  304. 

I  Pardo    José,    presidente    del 
!      Perù,  305. 

(  Parma  —  Monumento  al  Bot- 
{      tego,  688. 

I  Parmigianino  Francesco,  105. 
i  Parona  Francesco,  713. 

Pasquale  1  (San)  pp.,  193. 

Pasquale  II  pp.,  197. 

Passo  di  Tuckctt,  583. 

Pasticcini  con  frutta,  73. 

Pelagio  I  pp.,  190. 

Pelagio  II  pp.,  190, 

Perier  Casimir,  714. 

Perla  del  Mediterraneo,   666. 

Perouse  (Madame)  Di,   433. 

Persia,  304. 

Perù,  305. 

Perugia  —  Chiesa  di  San  Ber- 
nardino, 334. 

Perugia  —  Chiesa  di  San  Pie- 
tro, 332. 

—  Chiesa    e    monastero    di 
San  Pietiw,  £33. 

—  Collegio  del  Cambio.  Il  Tri- 
bunale, 331. 

—  Piazza  del  Duomo.  Fonte 
Maggiore,  332. 

—  Porta  Urbica  Etrusca,  333. 
Perugino     Pietro     iVannucci 

detto  il),  57. 
Pianeti   nel    1908    (Il   corso 
del),  21. 


Piante  orn.ainentali,  145. 

Piatti  di  Natale,  174. 

Pietro  (San)  pp.,  187. 

Pietro  I  re  di  Serbia,  308. 

Pintauro  Carmelo,  644. 

Pio  I  (San)  pp.,  187. 

Pio  II  pp.,  200. 

Pio  III,  pp.,  201. 

Pio  IV  pp.,  201. 

Pio  V  (San)  pp.,  201. 

Pio  VI  pp.,  202. 

Pio  VII  pp.,  202. 

Pio  VIII  pp-,  203. 

Pio  IX  pp.,  203. 

Pio  X  pp.,  204. 

Pistoia  -  Spedale  del  Ceppo, 
557. 

Pittori  (Grandi)  italiani  dei 
secoli  XV-XVII,  53  e  segg. 

Pittura  del  vetro,  490. 

Plotcna  grigio,  543. 

Polo  magnetico  (Scoperta  del), 
387.     . 

Polpette,  73. 

Pontefice  (Il  sommo),  204. 

Pontefici  romani  (Serie  dei", 
186. 

Ponziano  (San)  pp.,  187. 

Portici  -  Scuola  Superiore  d' 
Agricoltura,  413. 

Portogallo,  305. 

Porterecanati  -  Torrione  e  an- 
tico castello,  3-27. 

Porto  San  Giorgio  -  Torrioni 
e  rovine  dell'antico  castel- 
lo, 329. 

Pozza  Giovanni,  656. 

Prati  (Scoticatore  dei),  408. 

Prefetti  delle  Provincie,  269. 

Premio  Ambrosiai.o,  593. 

Premoli  Pietro,  467. 

Presidenti  e  Procuratori  Ge- 
nerali delle  Corti  di  Cassa- 
zione e  di  Appello,  276. 

Prezzemolo  (Produzione  del) 
nei  barili  per  l'inverno,  412. 

Prussia,  292. 

Psicoterapia,  466. 

Quaglino  Felice,  467. 

Quarto  potere  (Tipi  e  figure 
del)  in  Italia,  546. 

Radioattività  e  malattie,  390. 

Radioterapia,  466. 

Ramiola,  481. 

Rapino  negli  Abruzzi,  576. 

Rava  Luigi,  247. 

Re  (II)  del  Siam  a  Napoli,  638. 

Reina  Ettore,  468. 

Reni  Guido,  141. 

Reuss-Greiz,  292. 

Reuss-Sehleiz-Gera,  292. 

Reyes  Raffaele,  Presid.  della 
Colombia,  286. 

Ribera  Giuseppe,  detto  lo  Spa- 
gnoletto, 147. 

Ricciardi  Cesai  e,  466. 

Riforma  Giuliana,  1. 

Riforma  Gregoriana,  2. 

Rifugio  "  Quintino  Sella  „  al 
passo  di  Tuckett,  583. 

Righetti  Carlo,  717. 

Rigola  Rinaldo,  468. 


XVI 


INDICE   ALFABETICO   DELLE   MATERIE. 


Rinaldini  Aristide,  nuovo  c?ar- 

dinale,  637. 
Riporti  e  deporti,  400. 
Ristori  Adelaide,  439. 
Ritratti  dei  Sommi  Pontefici, 

187. 
Rob  depurativo,  92, 
Rocca  di  Papa,  663. 
Ròcclie  Marchigiane,  324. 
Roma  -  Inaugurazione  della 

Casa   del   Popolo  e  del  IX 

Congresso  Socialista,  623. 
—  Monura.  a  Vittorio   Ema- 
nuele (nuovo  bozzetto),  655. 
lioma  (Varo  della),  636-638. 
Romano  pp.,  193. 
Romano  Giulio,  85. 
Romussi  Carlo,  547. 
Roosevelt,    Presidente    degli 

Stati  Uniti  d'America,  309 
Rosa  Salvatore,  161. 
Rossi  G.,  520. 

Ruggine  (Per  evitare  la),  103. 
Rumenia,  305. 
Russia,  306. 
Sabiniano  pp.,  190. 
Sacritìcatrice    (La)    d' Anzio, 

669. 
Salvador,  307. 
Salvatore  (L'abbazia  di  San) 

di  Rapino,  576. 
Samos,  312. 
San  Benedetto  del  Tronto  - 

Torre  della  Rocca,  329. 
San  Domingo,  307. 
Sandoni  Carlo,  560. 
San  Giustino  -  Villa  Bufalini, 

335. 
San  Marino,  307. 
Santa    Lucia    (Rovine    della 

Rocca  di),  327. 
Panto  Spirito  a  Majella,  573. 
Sanzio  Raffaello,  89. 
Saracco  Giuseppe,  719. 
Harawak,  308. 
Sarto  (Del)  Andrea,  95. 
Sassonia,  k93. 
Sassonia-Altenburg,  293. 
Sassonia-Coburgo    e    Gotha, 

293. 
Sassonia-Meiningen,  294. 
Sassonia  -  Weimar    Eisenach, 

29*. 
Sassovlvo  (Abbazia  di)  presso 

Foligno  -  Chiostro,  339. 
Satellite  (Il  nostro),  19. 
Scala  mobile  Ilocquard,  392. 
Schanzer  Carlo,  261. 
Schaumburg-Lippe,  294. 
Schwarzburg-Rudolstadt,296. 
Schwarzburg-Sondershauseu, 

295. 
Scienza  (Novità  della),  386. 
Scrittura  diritta,  461. 
Scuola   pratica  agraria    fem- 
minile di  Niguarda,  456. 
Sella  Quintino.  580. 
Senato  del  Regno.  215. 
Senigallia  -  Rocca  Roveresca, 

327. 
Serao  Matilde,  553. 
Serbia,  308. 


Sergio  I  (San)  pp.,  192. 

Sergio  II  pp.,  193. 

Sergio  III  pp.,  194. 

Sergio  IV  pp.,  196. 

Severino  pp.,  190. 

Siam,  308. 

Siero  contro  le  morsicature 
dei  serpenti  velenosi,  390. 

Sieroterapia,  4G6. 

Silverio  (San)  pp.,  189. 

Silvestro  I  (San)  pp.,  188. 

Silvestro  II  pp.,  196. 

Simmaco  (San)  pp.,  189. 

Simplicio  (San)  pp.,  189. 

Sindaci  delle  città  e  capoluo- 
ghi di  provincia,  269. 

Singhiozzo  (Contro  il),  155. 

Sinigaglia  -  Rocca  dei  Duchi 
della  Rovere,  325. 

Siricio  (San)  pp.,  188. 

Sisinnio  pp.,  192. 

Sismologia,  24. 

Sistemazione  oraria  mondia- 
le, 14. 

Sisto  I  (San)  pp.,  187, 

Sisto  II  (San)  pp.,  188. 

Sisto  III  (San)  pp.,  189. 

Sisto  IV  pp.,  200, 

Sisto  V  pp.,  201. 

Società  della  "  Formica  „,  426. 

Società  Italiana  (La)  per  il 
progresso  delle  scienze,  394, 
560. 

Società  Nazionale  per  la  Sto- 
ria del  Risorgimento  ita- 
liano, 689. 

Società  per  azioni,  399. 

Socket  regolatore  Borgia,  3S7. 

Sofia  Regina  di  Svezia,  309. 

Soratte  (Sulla  cima  del),  561. 

Sotero  (San)  pp.,  187. 

Sovrani  della  Real  Casa  di 
Savoia,  208. 

Spagna,  308. 

Spagnoletto  (Giuseppe  Ribe- 
ra  detto  lo),  147. 

Spirito  (Abbadia  di  Santo)  a 
Majella,  572. 

Spoleto  -  Cattedrale  o  S.  M. 
Assunta,  342. 

—  (Dintorni  di),  Chiesa  di  San 
Ponziano,  343. 

Sport  femminile,  440. 

Sport,  giuochi  e  passatempi, 
580. 

Stanze  dei  Corpi  d'armata, 
272. 

Stati  del  Mondo  (I  principali), 
ritratti  dei  Sovrani,  stem- 
mi, notizie  statistiche,  282. 

Stati  Uniti  d'America,  30'J. 

Stazione  radiotelegrafica  mo- 
bile, 653. 

Stefano  I  (San)  pp.,  188. 

Stefano  II  pp.,  192. 

Stefano  III  pp.,  192. 

Stefano  IV  pp.,  192. 

Stefano  V  pp.,  193. 

Stefano  VI  pp.,  193. 

Stefano  VII  pp.,  193. 

Stefano  Vili  pp.,  194. 

Stefano  IX  pp.,  19i, 


Stefano  X  pp.,  196. 

Stellage,  401. 

Stella  (La  nostra),  18. 

Stella  Polare  (La).  25. 

Stelle  cadenti,  22. 

Stelle  straordinarie,  23. 

Stereofotograuimetria,  387. 

Stereotipia  (iloderna),  508. 

Stufe  a  gas,  392. 

Svezia,  309. 

Svizzera,  310. 

Taitù  (Imperatrice  d'Abissi- 
nia),  282. 

Targa  Florio,  663. 

Tavole  astronomiche  mensili. 
28  e  segg. 

Tedeschi  Achille,  552. 

Telegrafia  e  telefonia  senza 
fili,  385. 

Telesforo  (San)  pp.,  187. 

Tempio  (II)  dell'Oro,  399. 

Tempo  medio  locale,  10. 

Tende  per  il  letto  e  le  fine- 
stre, 154. 

Teodoro  I  pp.,  190. 

Teodoro  II  pp.,  193. 

Terni  -  Cascata  delle  Marmo- 
re,  344. 

Terreno  (Perchè  il)  vergine  è 
spesso  dannoso,  411. 

Tintoretto  Giacomo,  115. 

Tittoni  Tommaso,  238. 

Tittoni  e  Bulow  a  Rapallo, 
635. 

Tittoni  e  von  Aerenthal  a  De- 
sio, 643. 

Todi  -  Antichi  palazzi  del  Po- 
polo e  dei  Priori,  347. 

—  Chiesa  di  S.  M.  della  Con- 
solazione, 348. 

—  Duomo,  348. 
Tonga  (Isole),  310. 
Tor  di  Quinto,  659. 
Tor  di  Schiavi,  561. 
Torpedini  a  turbina  e  torpe- 
dini dirigibili,  391. 

Torricelli  Evangelista  (Faen- 
za e  il  III  Centenario  di), 
363. 

Torricelli  Evangelista  (Mo- 
numento a)  in  Faenza,  369. 

Tremuloterapja,  465. 

Trentino  e  Al^o  Adige,  313. 

Treves  Claudio,  548. 

Tripoli,  312. 

Tseu  Hsi  Imperatrice  reggen- 
te della  Cina,  286. 

Tubercolosi  (Diagnosi  della), 
390. 

Tuckett  (Passo  di),  583. 

Tunisi,  288. 

Turchia,  310. 

Ufficiali  (Grandi)  dello  Stato, 
231. 

Umberto  (Principe),  211. 

Umbria  (L)  Verde,  330. 

Università  (L'j  estiva  fioren- 
tina, 556. 

Uova  alla  neve,  113. 

Uova  alla  svedese,  113. 

Urbano  I  (Sdnf)  pp.,  187. 

Urbano  II  pp.,  197, 


INDICE  ALFABETICO  DELLE  MATERIE. 


XVII 


turbano  III  pp.,  197. 

Urbano  IV  pp.,  19S. 

Urbiiiio  V  pp.,  200. 

Urbano  VI  pp.,  200. 

Urbano  VII  pp.,  201. 

Urbano  Vili  pp.,  202. 

Uruguay,  312. 

Usanze  e  costumi  tradizio- 
nali del  popolo  italiano,  561. 

Valdadige  (II)  da  Salerno  a 
Bolzano,  316. 

Valdicastello  -  Casa  natale  del 
Carducci,  370. 

Valentino  pp.,  193. 

Valle  Venosta,  319. 

—  Torre  romana,  320. 

Valvassori  Franco  (V.),  car- 
tiera in  Gei-magnano,    509. 

Vaniba,  512. 

Vasari  Giorgio,  109. 

Vecellio  Tiziano,  75. 


Vene  varicose,  478. 
Venezia  -  Cà  Zantanl,  351. 
—  (Esposizione  di),  605. 
Venezuela,  312. 
Venier  Sebastiano,  trasporto 

delle  ceneri  e  monumento, 

676-677. 
Veronese  Paolo,  125. 
Verzi  Ernesto,  467. 
Vetro  (L'industria  del),    485. 
Viale  da  Roma  al  Mare,  668. 
Vigano  Ettore,  245. 
Vigilio  pp.,  190. 
Vinci  (Leonardo  da),  63. 
Vino,  sua  azione  sul  bacillo 

di  Hebert,  389. 
Vino,  sua  conservazione,  404. 
Vitaliano  (San)  pp.,  190. 
Vita  pratica,  724. 
Vite,  407. 
Vittore  (San)  pp.,  187. 


Vittore  II  pp.,  190. 

Vittore  III  pp.,  197. 

Vittorio  Emanuele  III,  210, 

Volume  (InlliuMiza  del)  del 
terreno  sullo  sviluppo  del- 
le piante,  411. 

Waldeck,  295. 

Warwick  (Contessa  di),  425. 

Wùrtemberg,  29'). 

Zaccaria  (San)  pp.,  192. 

Zaine  (Signora),  deputato  al 
Parlamento  di  Finlandia, 
640. 

Zanzibar,  312. 

Zeffiriiio  (San)  pp.,  187. 

Zelaya  Y.  Santos,  Presidente 
del  Nicaragua,  302.  ' 

Zosimo  (San)  pp.,  189. 

Zucchero,  suo  valore  nutri- 
tivo. 165. 

Zuccoli  Luciano,  549. 


SEGRETO 


Vedi  a  pag.  546. 


1 


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dello  Stabilimento  G.  APPIANI  -  TREVISO 

pei  loro  pregi  hanno  fama  mondiale  

Ultime  onorificenze 

ESPOSIZIONE  Mondiale  1904  (S.  U.  America)  -  Massimo  Premio  -  Grand  Prix 

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INDICE  DELLE  FIGURE 


Figure  schematiche  degli  Eclissi  del  1008 

(fig-.  3) Pag. 

Diaframma  dell' illuminazioae  solare.    . 
Diagramma  dell'illuminazione  lunare.    . 

La  corona  solare  (figg.  2) i» 

Haggio  di  fotografie  lunari 19 

Posizione  dei  pianeti  al  l»  gennaio.    .   .    20 

Corso  dei  pianeti  nel  1908 21 

Posizione  di  Mira 23 

Posizione  di  Algol n 

Carta  magnetica  dell'Italia 24 

Carta  sismica  dell'Italia <n 

Orologio  siderale 25 

Posizione  della  Stella  Pohire „ 

Flgtire    schematiche   del   Cielo   d'Italia 

(flgg.  2) 28 

Cieli  stellati  mensili  (flgg.  24) .   .    29  e  segg. 
Ritratti  di  grandi  pittori  italiani  dei  se- 
coli XV-XVII  dipinti  da  loro  stessi: 

Giovanni  Bellini  ,..;......     53 

Pietro  Vannucci  detto  il  Perugino  .    57 

Leonardo  da  Vinci 63 

Giov.  Arjt.  Bazzi  detto  il  Sodoma.    .    67 

Tiziano  Vecelllo 75 

Dosso  Dossi 79 

Glul'o  Romano 85 

Raffaello  Sanzio 89 

Andrea  del  Sarto 95 

Domenico  Beccafumi 99 

Francesco  Pannigiaiiino 105 

Giorgio  Vasari 109 

Giacomo  Tintoretto 115 

G.  B.  Morone 119 

Paolo  Veronese 125 

Annibale  Caracci 131 

M.  A.  da  Caravaggio 137 

Guido  Reni 141 

Gius.  Ribera  detto  Io  Hpagnolotto.  .  147 
Giov. Fran. Barbieri  detto  il  Guercino.  151 
Pietro  Berrettini  da  Cortona,   .    .   .  157 


Salvator  Rosa Pag.  161 

Carlo  Dolci 167 

Luca  Giordano 171 

Serie   dei  ritratti   dei   Sommi    Pontefici 

(ligg.  263) 187-203 

Vittorio  Emanuele  III 210 

La  Regina  Elena , 

Principessa  Mafalda 211 

Principe  Umberto « 

Principessa  Jolanda « 

La  Regina  Madre 212 

Giovanni  Giolitti 231 

Tommaso  Tittoui 238 

Francesco  Cocco  Ortu 239 

Pietro  Lacava 241 

Vittorio  Emanuele  Orlando 243 

Ettore  Vigano 245 

Luigi  Rava 247 

Emanuele  Gianturco 248 

Carlo  Mirabelle 250 

Carlo  Schanzer 251 

Paolo  Carcano 252 

Ritratti  dei  Sovrani  e  stemmi  dei  prin- 
cipali Stati  del  mondo  (fig.141).   .  282-312 
La  grande  catena  spartiacque  delle  Alpi 

Centrali 314 

Carta  dell'Alto  Adige 315 

Alto  Adige,  quadro  di  Bart.  Bezzi    .    .    .  316 

Bolzano  —  La  Piazza  Grande 317 

—  Portale  del  Duomo 318 

La  torre  di  Druso  presso  Bolzano  .    .    .     „ 

Castel  Fii-miano « 

Castel  Tirolo 319 

Torre  romana  in  Val  Venosta 320 

Brunico,  nella  Pusteria „ 

Colfosco,  nella  valle  di  Badia 321 

Cortina  d'Ampezzo „ 

Castello  de  Zanna,  in  Ampezzo 322 

Rovine  del  castello  d'Andràz  In  Llviual- 
longo% „ 


INDICE  DELLE  FIGURE. 


XIX 


I.e  Tre  Cime  di  Lavaredo  ....    Pag. 

Fano  —  Rocca  Malatestiana  (li^g-  2)    .   . 

Sinigaglia  —  Rocca  dei  Duchi  della  Ro- 
vere (tìgg.  2) 

Falconara  '—  Castello  di  Rocca  Priora  . 

Povtorecauatl  —  Torrione  e  antico  ca- 
stello   

Cagli  —  Il  Torrione 

Montalto  —  Torrione  e  Porta  Patrizia  . 

Rovine  della  Rocca  di  Santa  Lucia.    .    . 

Senigallia  —  Rocca  Roveresca 

Veduta  generale  della  Rocca  di  Offagna. 

Gradara  —  Rocca 

Fermo  —  Rocca  di  Monte  Varmine   .    . 

Acquaviva  Picena  —  Torrione  della 
Rocca 

San  Benedetto  del  Tronto  —  Torre  della 
Rocca 

Porta  San  Giorgio  —  Torrioni  e  rovine 
dell'antico  Castello 

Perugia  —  Collegio  del  Cambio.  Il  Tjì- 
bunale 

—  Piazza  del  Duomo.  Fonte  Maggiore  . 

—  Chiesa  di  San  Pietro 

—  Porta  Urbica  Etrusca 

—  Chiesa  e  monastero  di  San  Pietro.    . 

—  Chiesa  di  San  Bernardino 

Città  di  Castello  —  Palazzo  dei  Priori  . 

San  Giustino  —  Villa  Bufalini 

Gubbio  —  Piazza  Vittorio  Emanuele  .   . 

—  Palazzo  dei  Consoli 

—  Palazzo  Comunale  già  Pretorio  .  .  . 
Foligno  —  Chiesa  cattedrale  di  San  Fe- 

liciano , 

Sansovino  (Abbazzia  di)  presso  Foligno  — 

Chiostro 

Assisi  —  Piazza  Vittorio  Emanuele.    .   . 

—  Tempio  di  Minerva 

—  Chiesa  e  Santuario  di  San  Francesco. 

—  Chiesa  inferiore  di  San  Francesco.    . 

—  Chiesa  di  Santa  Chiara 

Spoleto  —  Cattedrale  o  Santa  Maria  As- 
sunta   

—  Cattedrale.  Monumento  a  Fra  Filippo 
Lippi 

Spoleto  (Dintorni  di)  —  Chiesa  di  San  Pon- 

ziano 

Terni  —  Cascata  delle  Marmore  .  .  .  . 
Narni  —  Duomo.  Portico  delia  facciata. 

—  Duomo.  Cappella  del  Sacramento  .  . 
Todi  —  Antichi  palazzi  del  Popolo  e  dei 

Priori 

—  Duomo 

—  Chiesa  di  Santa  Maria  della  Consola- 
zione    

Orvieto  —  Panorama 

—  Palazzo  del  Capitano  del  Popolo  .  . 
Carlo  Goldoni,  incisione  di  G.B.  Piazzetta. 
La   "  Ca   Zantani  „    a  San    Toma,   dove 

nacque  il  Goldoni 


327 


F.  Longhi  -  Scera  comica  con  le  ma- 
schere  Pag. 

Monumento  al  Goldoni  In  Venezia,  di 
Dal  Zotto 

Commemorazione  del  Goldoni  a  Venezia. 

Monumento  al  Goldoi.i  a  Parigi  .    .    .    . 

Carlo  Goldoni,  quadro  di  Aless.  Lonj^hi. 

Una  dell^  sale  della  Mostra  Goldoniana 
nel  Museo  Correr 

Giovanni  Milton 

Saverio  Bettinelli 

Melchiorre  Cesarotti 

Francesco  Dall' Oiigaro 

Pian'^a  della  città  di  Faenza  nel  1660.    . 

Faenza  —  Fontana  monumentale     .    .    . 

Evangelista  Torricelli 

Epigramma  autografo  del  Torricelli    .    . 

Monumento  ad  Evangelista  Torricelli,  in 
Faenza    

Casa  dove  è  n^to  Giosuè  Carducci  a  Val- 
dicastello 

Una  delle  prime  poesie  a  stampa  del  Car- 
ducci   

Giosuè  Carducci  nel  1860 

Giosuè  Carducci  nel  1875 

Giosuè  Carducci  nel  1880 

Autografo  -del  Carducci 

Lo  studio  del  Carducci 

Madesimo  sullo  Spinga 

Veduta  e  pianta  del  villino  Carducci  .    . 

Giosuè  Cax-ducci  nel  1905 

G.  Carducci  sul  letto  di  morte 

Maschera  di  Carducci 

Funerali  di  Carducci  a  Bologna   .... 
Schizzo  schematico   del  telefono   senza 

fili 

Senatore  Achille  De  Giovanni 

Nuova  raccoglitrice  per  olive 

Scorticatore  dei  prati  Bozzi 

Impastatrice  a  tavola  rotativa  pel  burro. 

Gramola  per  impastare  il  burro  .... 

Spatola  di  legno  per  burro 

Barile  coltivato  a  prezzemolo  per  l'in- 
verno   

R.  Scuola  Superiore  di  Agricoltura  di 
Portici 

Contessa  di  Warwick 

Miss  Ackefmann 

Mme  D.  Perouse 

Una  camera  da  letto  nella  Casa  per  le 
impiegate  postali  e  telegrafiche  a  Pa- 
rigi   

Madame  Daniel  Lesueur 

Vivien  Chartres 

Adelaide  Ristori 

Le  grandi  cacce  nelle  tenute  romane.    . 

Miss  Ashton  Harbord 

Miss  Dorothy  Levitt 

Miss  D.  Hampson 

Un'ardita  viaggiatrice  francesse  in  Oriente. 


352 

354 
356 
356 
357 

358 
359 
360 
361 
362 
363 
365 
366 
368 


370 

371 
372 
373 
374 
375 
376 

377 
378 
379 
380 
381 

385 
395 
407 
408 
410 


413 
425 
430 
433 


435 
438 
439 

440 

441 

442 


STdB.C.flRNALDi-ViAB.ViTRUUio  9  niLANO 


XX 


INDICE   DELLE   FIGURE. 


Escursionista  fra  1   ghiacci   presso   Zer- 

luatt Pag.  442 

Scalata  di  una  roccia 443 

Mrs.  R.  C.  T.  Beatoli « 

Acconciatura  caratteristica  per  automo- 
bilista  444 

Velo  per  canapè 450 

Tovaglina  da  Tè r, 

Velo  da  poltrona,  imitazione  dall'antico.  451 
Centro  da  tavola  in  ricamo  a  sete  lava- 
bili  « 

Sottobottiglia  a  ricamo  Richelieu.    ...  452 

Charlotte  per  bambine , 

Tramezzo  al  Modano 453 

Una   lezione    sperimentale    di   caseifìcio 

alla  Scuola  di  Niguarda 457 

Una  lezione  sperimentale  d'agraria  alla 

Scuola  di  Niguarda « 

Saggi  di  scrittura  diritta  (due  saggi)  .    .  461 

La  cura  Wehrheim  (figg.  2) 479-480 

Ramiola  (figg.  2) 481-482 

Castiglione  dei  Pepoli  (figg.  5)  .  .  .  483-484 
Diagramma  del  lavoro  notturno  nei  forni.  495 
Lavanderia  sociale  in  via  Magolfa  .  .  .  496 
Una  lavanderia  in  via  Magolfa  a  Milano.  497 
Lavatoio  pubblico  municipale  in  via  Ma- 
rio Pagano 498 

Industrie  diverse  (figg.  25) 500-523 

Grande  festa  aerostatica    di   Bruxelles, 

22  luglio  1906 524 

Coppa  Gordon  Bennett 525 

Festa  per  il  25n>o  anniversario  della  Fe- 
derazione Aeronautica  Germanica.  Ber- 
lino 1906 • 526 

Cervo  volante  per  esplorazione     ....     « 
Cervi  volanti  per  esplorazione   dell'alta 

atmosfera 527 

Cervo  volante  Cody „ 

Motori  leggeri  per  aeronautica  (figg.  2)  .  528 

Dirigibile  da  guei-ra  tedesco 529 

Aeroplano  Wrigt .„ 

Aeroplano  Santos  Dumont  (figg.  2)    .  530-531 

Aeroplano  Etrick  e  Wells „ 

Aeroplano  Delagrange  (2  figure)    ....  532 

Aereoplano  Vuja 533 

Aeroplano  Bleriot 534 

Bleriot  n.  5 •    •    •    •     i» 

Lebaudy  1905 535 

Aeronave  Italia  (2  figure) 536 

Dirigibile  Parseval 537 

Dirigibile  De  La  Vaulx „ 

Aeronave  Zappelin  (2  figure) 538 

Il  Dirigibile  da  guerra  "  Patrie  „  .    .    .    .     „ 
I  timoni  e  piani  stabilizzatori  del  "  Pa- 
trie ^ 539 

Motore  "  Antoniette  „ .„ 

Elicoptero  Leger .  540 

Ellcoptero  dei  Fratelli  Dufaux 541 

"  America  ^ 642 


548 
549 
550 
Wl 
552 
653 
554 


567 
558 
6G0 
661 


Soldati  alpini  (2  figure) Pag.  543 

Ufficiali  alpini 544 

Luigi  Albertini 547 

Carlo  Romussi „ 

Claudio  Treves 

Pietro  Guastavino 

Luciano  Zuccoli       

Pasquale  De  Luca 

Aldo  Chierici ♦.    .    . 

Maurizio  Basso 

Luigi  Barzini    ....   * 

Umberto  Ferrigni 

Luigi  Massuero 

Achille  Tedeschi 

Matilde  Serao 

Umberto  Paradisi 

Eugenio  Checchi 

Anton  Giulio  Barrili 

L'Università  estiva  fiorentina  dinanzi  al- 
l'Ospedale del  Ceppo  a  Pistoia.    .    .    . 
L' Università  estiva  fiorentina  a  Perugia 

Carlo  Bandoni 

Acquedotti 

Isola  Farnese „ 

Torre  di  Cervara „ 

Lago  di  Ninfa  e  Torre  Gaetanl „ 

Tor  di   Schiavi „ 

Sulla  Cima  del  Soratte „ 

L'on.  Belli  distribuisce  paste  e  chinino.  563 

Capanne  a  lunghezza    , „ 

A  Rocca  di  Papa „ 

Capanne  di  '*  Cicoriare  „ „ 

Una  "  Marrana  ^ „ 

Cakitti,  villaggio  di  capanne  presso   Pa- 
lestina  „ 

Palude  presso  alle  rovine  di  Ninfa .    .   .  565 
Mendicante  a  Lanterano  presso  Subiaco.     „ 

Maccarese ^ 

Un  gregge „ 

Una  vecchia  paralitica  e  malarica    .    .   .     „ 

Il  trasporto  della  paglia , 

La  caccia  alla  volpe:  un  galoppo.    .    .    .  5G7 

L'uscita  dei  cani  da  caccia „ 

Cacciatori  a  cavallo  a  Bracciano  .    .    .   .     „ 
La  caccia  alla  volpe:  la  partenza.    .    .    .     „ 
Cavallari   che   vanno  alle  corse  di  Brac- 
ciano    ^ 

Un  frale  francescano  a  caccia       ....     , 
Una  diligenza  della  campagna  romana  .  569 

Contadini  in  viaggio .„ 

Carro  tirato  da  bufali „ 

Ciociari  in  riposo  a  Frascati „ 

Contadine  dell'Ariccia  che  vanno  alla  fe- 
sta del  Divino  Amore ^ 

Caramanico  —  Porta  della  Chiesa  di  S.  M. 
Maggiore 571 

—  Cascata  dell' Orfento „ 

—  Veduta  di  Caramanico    .......  872 

—  Veduta  generale  dello  Stabilimento  .     ^ 


LIQUORE 

mmum 


opuscoiaE 

SCHIARIMENTI 


STHBf^iiRNAliDl^iA^mRUuio  9^IU1  NO 


NDICE   DELLE    nUUKE. 


XXI 


^.i.»  S,iiruu  ;i  i\l;i|fii;l.    -  L  Eioino  (li  Oe- 

lostiMO f.ij,'.  573 

^  <'iiuta  delle  ruine  della  Badia  di  San  Spi- 
rito sul  Monte  Maiella „ 

iuardiagrele  da  occidente 575 

San  Francesco „ 

—  Il  Torrione.    . ^ 

—  Prospetto  del  Duomo 576 

Grotta  del  Cavallone  (6  ligure).    .    .    576-57^» 

Quintino  Sella 5SJ 

Al  Congresso  alpino  Col  d'Oleu    ....  óS'i 

Rifugio  Quintino  Sella 583 

A  rimpiattino „ 

(Tiro  giro  tondo „ 

Il  tocco 601 

La  campana „ 

Forza „ 

La  lotta 603 

Come  si  attraversa  l'Oceano  (tìgg.  19) .  605-611 

La  Veloce  (flgg.  11) 612-619 

L'Italia  (&gg.  7) 620-622 

Homa  —  Inau:,'urazione   della  Casa  del 

Popolo  e  dei  IX  Congresso  Socialista.  623 
L'ingresso  del  nuovo  Patriarca  di  Geru- 
salemme mous.  Camassei 627 

Kingston   distrutta  dal  terremoto  e  dal- 
l' incendio 623 

'G.  Lehmann  vincitore  del  milione  .    .   .  630 
Il  "  Berlin  „  naufragato  sulla  costa  olan- 
dese  631 

•Golovine,  presidente  della  Duma.    .    .    .  632 
La  Jena  prima  e  dopo  il  disastro  (fig.  2).  633 

Tittoni  e  Bulow  a  Rapallo 635 

Viaggio  del  Re  d'Italia  in  Grecia.    .    .    .     , 
Varo  della  "  Roma  „  (fig.  2)  .    .    .    .  636-638 
Nuovi  Cardinali:   Rinaldini,  Gualdi,  Lo- 
reuzelli,    Aguirre    y    Garcia,    Mercier 

(5  figg.) 637 

Il  Re  del  Siam  a  Napoli      638 

Signore  Kianikoski  e  Zaine,  deputate  al 

Parlamento  di  Finlandia  (2  figg.)  .    .    .  6i0 
Tittoni  e  von  Aerenthal  a  Desio  ....  643 

Carmelo  Piutauro 644 

Il  disastro  ferroviario  di  Angers  ....  646 
Carta  di  pai-te  dell'Asia  a  illustrazione 

del  Trattato  Anglo-Russo 647 

La  nuova  stazione  radiotelegrafica  mobile.  653 
Coppa  Challenge  Margherita  di  Savoia  .     „ 
Nuovo  bozzetto  del  monumento  a  Vitto- 
rio Emanuele 655 

Caricatura  di  Giovanni  Pozza 656 


Il  Discobolo  di  Castuip..i/.uia.j  .    .    ,Paj.  657 

La  Niobide 658 

S.  M.  il  Re  a  Tor  di  Quinto 650 

Gostaco „ 

Scavi  del  P.alatino  (3  flgg.) 661-662 

La  Targa  Florio 663 

Coi-sa  della  targa  Florio  —  La  partenza.  664 

La  Esposizione  di  Jamestown ., 

Esposizione  di  Venezia  (2  figg.) 665 

La  Perla  del  Mediterraneo 6C6 

Nuovo  viale  da  Roma  al  mare 668 

La  Sacrificatrice  d'Anzio 669 

La  traversata  del  Tevere  a  nuoto    .    .    .  670 

Caricatura  di  Salvatore  Farina 671 

Inaugurazione  di  una  lapide  a  Benvenu- 
to Cellini 672 

Scipione  Borghese 675 

Trasporto  delle  ceneri  di  Sebastiano  Ve- 

nier  (2  figg.) 676-677 

Commemorazione    massonica    di    Gari- 
baldi (2  figg) 678 

Inaugurazione  del  Garibaldi  Memorial  a 

New  York 679 

Monumento  a  Leone  XIII 680 

Varo  del  Bellerophon 681 

Arrivo  a  Parigi   del   Principe   Borghese.  683 

Vittorio  Bòttego 687 

Monumento  al  Bòttego  in  Parma.    .    .    .  688 

Graziadio  Isaia  Ascoli 691 

Marcellino  Berthelot 693 

Andrea  Cimatti 698 

Giovanni  Codronchi 699 

Ernesto  De  Angeli 700 

Federigo  Granduca  del  Baden 702 

Nicolò  Gallo 704 

Alessandro  Gianetti m 

Giuseppe  Lapponi 707 

Ras  Mangasjià 708 

Luigi  Miceli 710 

Muzaffer-ed-Din 712 

Costantino  Nigra „ 

Francesco  Parona 713 

Casimir  Perier 714 

eletto  Arrighi 717 

Giuseppe  Saracco 719 

Bottiglia  Feriiieato  Jacquemin 740 

Federigo  Dell'Orto  (figg.  2) 745-746 

Nelle  pagine  preliminari: 

Storia  politica  dell'  anno  narrata  dalla 
caricatura  nei  giornali  italiani  (78  flgg.). 


^A^^iMMM^^MMN^ta 


ANEMIA  .  ^    ^ 


NEURASTENIA  ± 


RACHITISMO     ± 


SCROFOLA 


DEBOLEZZA  *  ± 


RICOSTITUENTE    SICURO 

per  ADULTI  e  BAMBINI 


A.  MENÀRINI 

N-POLI 

Concessionari 
esci,  per  l'Italia 
e  Oriente,  ZINI, 
BERNI,  BIANCAR- 
DI  e  C,  Milano. 


liiiiiiniiiiiiiiiiiììiniiiiiiniliiiìiiiiiiiiitiiiiiiiHHiiiiii'ii^ 


INDICE  DEI  PRINCIPALI  COLLABORATORI 


Ambrosini  Luigi,  Torino  -  (Come  s'im- 
para a  leggere  e  a  scrivere  nel  sec.  XX). 

Arpesani  Ninina,  Milano  —  (Corriere  fem- 
minile). 

Ballardini  Gaetano,  R.  Ispettore  onorario 
dei  Monumenti  e  Scavi  del  ciré,  di  Faenza 
—  (Faenza  e  il  centenario  del  Torricelli). 

Baroni  cap.  Isidoro,  direttore  dell'  "  Astro- 
filo ,  ,  Milano  —  (Parte  astronomica). 

Belotti  avv.  Bortolo,  Milano  —  (Indice  delle 
leggi). 

Boldrini  prof.  Vincenzo,  direttore  delle 
Scuole  elementari  di  Matètica  (Marche)  — 
(Giuochi  fanciulleschi). 

Brentari  prof.  cav.  uff.  Ottone,  Milano  — 
(Alpinismo). 

Cabrini  on.  Angelo,  deputato  al  Parla- 
mento, Milano  —  (Operai  italiani  autodi- 
datti). 

Castagneris  cap.  Guido,  direttore  del  "  Bol- 
lettino della  Società  Aeronautica  Italiana  „ 
(Aeronautica). 

Cenerentola  (pseud.),  Boma  —  (Consigli  del 
mese). 

Centofanti  U.,  segr.  dell'  "  Associazione  Na- 
zionale per  i  paesaggi  ed  i  monumenti 
pittoreschi  d'Italia  ^,  Bologna  —  (Notizie 
sull'Associazione  suddetta). 

Cerchiari  dott.  G.  Luigi,  Ayqnà-Petrarca  — 
(Il  giornalismo  italiano). 

Clèmenzo  ing.  Fiorentino,  Napoli  —  (No- 
vità della  scienza  -  L'industria  del  vetro). 


(Nttizie  sulla 


Errerà  prof.  Anna,  Milano 
Scuola  di  Nlguarda). 

Facheris  aw.  Arrigo,  Milano  —  (Indice 
delle  leg-i). 

Genolini  avv.  Alberto,  Milano  —  (Cavalli  e 
corse). 

Giachetti  dott.  Cipriano,  Firenze  —  (Re- 
centi metodi  di  cura). 

Grimaldi  prof.  dott.  Giulio,  della  R.  Scuola 
Normale  di  Pisa  —  (Rocche  Marchigiane). 

Javicoli  Rosario,  Torino  del  Sangro  (Chieti) 
—  (Santuari  e  grotte  della  Majella). 

Lenzi  Furio,  direttore  della  "  Rassegna  Nu- 
mismatica .,,  Oibetello  —  (Notizie  sul  culto 
evangelico). 


Leva  dott.  G.  (pseud.),  Torino  —  (Il  Tempio 
dell'Oro). 

Magnasco  Tommaso  Edoardo,  Milano  — 

(Automobilismo  e  Ciclismo). 

Marchese  prof.  cav.  Giovanni,  agronomo, 
direttore  del  ''Corriere  del  Villaggio  „, 
Milano  —  (Agricoltura). 

Nebbia  dott.  Ugo,  Milano  —  (L'  Umbria 
Verde). 

Ojetti  Ugo,  Milano  —  (Il  peccato  e  la  pe- 
i-itenza). 

Ortiz  dott.  Maria,  Genova  —  (Goldoni  e  il 
suo  centenario). 

Pantalini   can.    Oreste,  Milano    —    (Diario 

sacro). 
Pesci  cav.  Ugo,  Bologna  —  (Effemeridi   del 

valore  italiano). 

Roselli  avv.  Piero,  segretario  della  Univer- 
sità Estiva  Fiorentina,  Firenze  —  (Notizie 
suir  Università  suddetta). 

Salveraglio  prof.  Filippo,  di  lettore  della 
R.  Biblioteca  Universitaria  di  Pavia  — 
(Giosuè  Carducci). 

Schiavi  dott.  Alessandro,  direttore  dell'Uf- 
ficio del  Lavoro  della  Società  Umanitaria, 
Milano  —  (Industrie  che  si  evolvono). 

Simboli  Raffaele,  Roma.  —  (La  Campagna 
Romana). 

Tolomei  dott.  Ettore,  direttore  dell'  "  Ar- 
chivio per  l'Alto  Adige  « ,  Oliano  presso 
Egna  (circ.  di  Bolzano,  Austria)  —  (L'Alto 
Adige). 

Verga  dott.  cav.  Ettore,  direttore  dell'Ar- 
chivio storico  civico,  Milano  —  (La  Società 
Nazionale  per  la  Storia  del  Risorgimento 
italiano). 

LA  DIREZIONE  -  (Notizie  generali  sul  Ca- 
lendario —  Memorandum  quotidiano  —  I 
principali  Stnti  del  Mondo  —  I  cento  mi- 
gliori libri  italiani  —  Avvenimenti  più  im- 
portanti —  Cronachetta  di  scienze,  lettere, 
arti  e  sport  —  Necrologio  —  Storia  poli- 
tica dell'anno  narrata  dalla  caricatura  ita- 
liana, ecc.). 

Molti  altri  collaboratori  hanno  prestato  in 
luoghi  e  misure  diverse  l'opera  loro.  Alcuni 
modestamente  desiderano  di  non  vedere  pub- 
blicati i  loro  nomi,  fra  i  quali  il  nostro  antico, 
valente  e  cortese  cooperatore,  funzionario 
della  Corte  Pontificia. 


^rt^tM<^*»«<^t»  »t^»»H0*»«<^Tì  «4^»  *tt^i*^t^^t*  «  t  ^  W  rf0?»«»0t»»»yt»tt0*»t*^!tH^^*>^g&t^»>^0tl  t.tQi»*ft^t»«^ 


IL  PECCATO  E  LA  PENITENZA 

\ss£>Qyìf 


Finita  la  messa,  don  Pietro  in  sacrestia  s'era  gìh  tolta  la 
pianeta  e  l'amitto.  Appena  esciti  i  cinque  o  sei  ragazzi  della 
dottrina  cristiana  venuti  con  gran  romor  di  zoccoli  a  baciar 
la  mano  a  don  Pietro,  Checchino  il  sagrestano  gli  disse:  —  Pro- 
sit, —  0  chiusa  a  catenaccio  la  porta  verso  la  chiesa,  se  n'andò 
nell'orto  a  sorvegliare  la  conserva  di  pomodoro  stesa  al  sole 
su  cinque  assi  e  assediata  dalle  mosche. 

Don  Pietro  guardò  il  calice,  la  patena,  il  corporale,  la  pia- 
neta, il  manipolo  abbandonati  lì  alla  rinfusa  sul  piano  dell'ar- 
madio da  Checchino,  sospirò,  e  scioltosi  il  cingolo  cominciò 
a  sfilarsi  il  camice  dalla  testa,  lentamente,  per  non  schiudere 
troppo  le  mille  pieghe  a  organetto  che  vi  avevano  impresse 
col  ferro  da  stiro  le  monache  di  Sant'Anna,  stiratrici  così 
abili  che  sui  camici  del  vescovo  riescivano  a  scrivere  con 
le  pieghettature  a  punta  di  ferro  Viva  Maria  in  caratteri  go- 
tici. Aveva  già  nascosto  la  testa  dentro  il  camice  quando  udì 
picchiare  alla  porta  verso  la  chiesa.  Si  fermò,  non  rispose.  I 
picchi  ricominciarono,  risoluti.  Don  Pietro  s'avvicinò  alla  porta 
sempre  tenendo  la  testa  nel  camice  e  le  braccia  spalancate  a 
gruccia  per  sostenerlo. 

—  Chi  è? 

—  Santino. 

—  Va  ad  aspettarmi  in  canonica  che  mi  sto  svestendo. 

—  Non  è  possibile.  Qui  vi  devo  parlare. 

—  Subito? 

—  Subito,  don  Pie!  — 

Don  Pietro  tornò  davanti  all'armadio,  finì  di  sfilarsi  il  ca- 
mice, lo  ripiegò  con  le  maniche  in  croce  e  aprì  la  porta.  Santino 


XXIV  IL  PECCATO   E   LA   PENITENZA. 

era  un  uomo  sui  quarant'anni,  bruno,  forte,  calv^o,  i  baffi  briz- 
zolati, le  ciglia  nere,  una  cicatrice  bianca  sulla  tempia  destra. 
Emigrato  in  America,  ne  era  tornato  secondo  alcuni  con  molti 
denari,  secondo  altri  senza  un  soldo.  Viveva  solo;  in  qualche 
fiera  di  bestiame  s'industriava  a  fare  il  sensale;  spesso  partiva 
per  Roma,  vi  restava  anche  un  mese  portandosi  in  tasca  la 
chiave  della  sua  casupola.  In  paese,  quel  po'di  mistero  gli  dava 
autorità.  Salutava  il  parroco  con  rispetto,  senza  servilità.  In 
chiesa  andava  ogni  domenica  per  la  messa:  non  si  confessava 
e  non  si  comunicava  nemmeno  per  Pasqua. 

—  Che  è  avvenuto?  —  domandò  don  Pietro  lavandosi  le 
mani  al  lavabo  di  stagno  e  asciugandosele  sul  doppio  asciu- 
gam.ano  appeso  al  rullo  di  legno. 

—  Vi  devo  parlare,  don  Pietro. 

—  Parla,  parla,  —  ma  Santino  taceva,  fermo  in  mezzo  alla 
sacrestia,  il  cappello  nelle  mani.  Don  Pietro  che  si  chinava 
a  stendere  la  pianeta  e  il  manipolo  nel  cassetto  dei  parati,  si 
voltò  a  guardar  Santino  di  sottecchi. 

—  M'hai  da  parlare  in  confessione? 

—  Per  l'appunto.  — 

Don  Pietro  esultò,  ma  si  mantenne  impassibile  come  se  il 
suo  interlocutore  non  avesse  tutti  i  giorni  fatto  altro  che  con- 
fessarsi perchè  sapeva  che  i  neofiti  si  spaventano  con  niente 
e  le  conversioni  più  sincere  sono  quelle  meno  solenni,  fatte 
senza  esclamazioni  e  senza  pianti,  in  un  piano  colloquio.  Si 
mise  al  collo  la  stola  e  si  sedette  presso  l'inginocchiatoio: 

—  Vieni  qua.  Inginocchiati.  Il  confiteor  lo  sai? 

—  Don  Pietro,  preferirei  restar  seduto.  V'ho  da  parlare  a 
lungo,  —  e  da  uomo  pratico  soggiunse:  —  Voi  veramente  non 

ivote  ancora  preso  il  caffè.  Se  volete,  salite.  Io  v'aspetto  qui.  — 
Al  parroco,  per  quanta  naturalezza  egli  volesse  dare  ad 
ad  ogni  sua  parola,  quella  familiarità  cosi  dimessa  cominciò  a 
dispiacere: 

—  Non  t'occupare  di  me,  figliolo  mio.  Resta  seduto  se  vuoi, 
parche  tu  senta  bene  tutta  la  solennità  dell'atto  che  stai  per 
compiere.  — 

Santino  tranquillo  ritraversò  la  sacrestia  per  andare  a  ri- 
chiudere a  catenaccio  la  porta.  Poi  si  sedette,  e  fissando  il  cas- 
setto degli  arredi  sacri  i  cui  sportelli  erano  rimasti  aperti, 
osservò  senza  ombra  di  compunzione: 

—  Voi  avete  delle  belle  pianete  e  tutte  nuove,  don  Pie. 

—  Bontà  dei  fedeli. 

—  E  avete  ridotto  questa  chiesa  di  villaggio  una  reggia 


IL   PECCATO   E   LA   PENITENZA. 


XXV 


così  nobile  che  (se  dico  un  empietti,  perdonatemi)  Nostro  Si- 
gnore dev'essere  più  contento  di  venir  qui  che  al  duomo  di 
Spoleto.  Quadri  nuovi,  candelieri  dorati,  cartaglorie  argentate, 
tappeti,  merletti. 

—  Carità  dei  fedeli,  te  l'ho  detto.  La  chiesa  da  tre  anni  ha 
licevuto  doni  cospicui.  L'ho  annunciati  dall'altare.  Ma  parliamo 
di  te  e  parliamo  sul  serio.  Da  quanto  tempo  non  ti  confessi?  — 

Santino  elio  aveva  posato  il  cappello  sull'armadio,  andò 
tranquillamente  a  riprenderlo  che  non  poteva  parlare  senza 
rigirarselo  nelle  mani.  E  tornò  a  sedersi: 

—  Don  Pietro,  parlando  dei  restauri  della  chiesa  sono  già 
nell'argomento. 

—  Non  capisco. 

—  Suggello  di  confessione,  abbiamo  detto?  Voi  non  potrete 
ripetere  una  parola  di  quello  che  io  dirò,  sotto  pena  di  sco- 
munica. 

—  Ma  lo  so,  figliolo.  Fa  quello  che  sei  venuto  a  fare,  e  non 
ti  perdere  in  chiacchiere. 

—  Dunque  voi  in  questi  tre  anni  avete  trovato  ogni  vigilia 
di  Natale  nella  cassetta  delle  elemosine  una  busta  con  dentro 
mille  lire.  Queste  tremila  lire  le  ho  date  io.  — 

Don  Pietro  scattò  in  piedi. 

—  Tu? 

—  Io.  Volete  le  prove?  Confrontate  que»le  buste  con  que- 
sta, il  suggello  con  questo.  La  carta  dentro  cui  era  piegato 
ognuno  di  quei  biglietti  era  lacerata  in  un  angolo,  è  vero?  Con- 
servate quelle  carte?  Confrontatele  con  questi  tre  pezzi  di 
carta:  combaceranno  perfettamente.  — 

E  aveva  tratto  di  tasca  una  busta  con  tutti  quei  documenti 
che  enumerava.  Don  Pietro  per  un  momento  era  rimasto  in- 
certo non  sulla  veridicità  di  Santino,  ma  sulla  propria  soddi- 
sfizione.  Da  tre  anni  egli  s'era  raffigurato  quel  donatore  ano- 
nimo a  suo  modo,  ogni  anno  più  bello,  più  puro,  più  signorile. 
Qualche  volta  pregando  per  lui,  aveva  finito  a  credere  anche 
al  miracolo,  a  pensare  che  Dio  stesso  si  fosse  incomodato  a 
prendere  quella  forma  cartacea  e  bancaria  per  soccorrere  il 
suo  servo  devoto  e  abbellire  la  povera  chiesa.  E  adesso  saltava 


INSEGNE  VETRINE 

FERROCRISTAllOSMAUO     FERROp»  NEGOZI 


GrvOGLIOTTI 


PREMIATO  (OM  MEDAGLIA  D  ORO     v- 
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CORSO  VflLEMTINO.  24  "^...-CÌ^ 

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XXVI  IL  PECCATO  E   LA  PENITENZA. 


fuori  Santino.  Egli,  pur  atteggiando  il  volto  alla  gioia  più  cor- 
diale, doveva  ammettere  che  quella  non  era  una  rivelazione 
divina,  e  che  il  dono,  in  fondo,  valeva  più  del  donatore.  Ma 
pensò  al  suo  dovere,  pensò  alla  sua  chiesa  divenuta  davvero 
con  quei  soccorsi  una  reggia  famosa  in  tutta  la  diocesi,  pensò 
un  poco  anche  all'avvenire,  e  prendendo  le  due  mani  che  San- 
tino continuava  a  stringere  sul  cappello,  le  scosse  due  o  tre 
volte: 

—  Ma  perchè  in  confessione  ?  Questo  non  deve  essere  un 
mistero,  tutti  devono  ammirare  il  nostro  benefattore....  — 

Ma  il  volto  di  Santino  era  immobile,  indifferente: 

—  Non  gridate.  Lasciatemi  finire,  —  e  si  sedette  ancora. 

Anche  don  Pietro  tornò  a  sedersi,  pronto  a  tutte  le  indul- 
genze. Pure  esaminava  quel  gran  cranio  calvo  e  rosso,  quei 
baffoni  incolti,  quelle  vesti  rozze,  quel  panciotto  con  tre  bot- 
toni aperti  sullo  stomaco  gonfio,  quelle  mani  rosse  come  sal- 
siccie,  —  le  mani  che  avevano  dato  tremila  lire.  Santino  aveva 
chiuso  gli  occhi  stringendo  le  palpebre,  le  labbra,  le  mascelle, 
raggrinzendo  tutt'il  volto  come  ad  ingojare  un  boccone  troppo 
grosso  e  troppo  amaro.  Li  riaprì  d'un  tratto  e  sillabò: 

—  Quei  denari  io  li  avevo  rubati. 

—  No!  —  esclamò  don  Pietro  e  cominciò  a  tremare:  —  No! 
non  è  vero!  I  denari  che  hai  dato  alla  chiesa  del  Signore?  I 
denari  con  cui  io  ho  onorato  il  Signore  offrendoglici  quelli 
altari,  quelle  pitture,  quei  candelabri,  questi  arredi?  Non  è 
vero!  —  e  tornato  in  piedi  si  tolse  la  stola  gridando:  —  E  in 
confessione  me  le  dici  queste  cose?  Al  maresciallo  devi  dirle, 
non  a  me!  Al  maresciallo! 

Ma  Santino  aveva  afferrato  la  stola,  e  gittatagliela  al  collo 
come  un  cappio,  lo  trascinava  di  nuovo  all'inginocchiatoio,  e 
le  due  mani  sulle  spalle  di  don  Pietro  che  era  ormai  un  vec- 
chietto tutt'ossa,  lo  obbligò  a  risedersi.  Poi  presa  la  sedia  gli 
si  mise  davanti,  le  due  ginocchia  allargate  come  a  chiuderlo 
tra  le  branche  d'una  tanaglia. 

—  Don  Pietro,  con  me  non  si  scherza.  Io  sono  venuto  da 
voi  a  confessarmi  da  buon  cristiano  dei  miei  peccati  più  gravi. 
Voi  potete  assolvermi,  potete  non  assolvermi,  ma  non  potete 
né  interrompermi  né  scappare  né  denunciarmi.  Se  no,  che  prete 
siete?  — 

Il  povero  prete  tremava  sempre.  Balbettòaggiustandosi  la 
vecchia  stola,  spianandone  con  la  palma  della  mano  le  grinze 
fattevi  dalle  mani  di  Santino: 

::-  Hai  ragione,  figliolo,  hai  ragione  tu.  Perdona  un  misero 


IL  PECCATO  E  LA  PENITENZA.  XX\  II 


echio  che  non  sapeva  quello  che  si  faceva.  Io  ho  peccalo 
quanto  te,  adesso,  anzi  più  di  te.  Perdonami  e  parla.  — 
Santino  era  tornato  tranquillo. 

—  Adesso  ho  più  poco  da  dirvi.  Io  ho  rubato  circa  quat- 
tromila lire  quattro  anni  fa,  seimila  lire  due  anni  fa.... 

—  La  cassaforte  del  conte  Anzilei?  Sei  stato  tu  che  la  do- 
menica mentre  tutti  erano  a  messa.... 

—  Lasciate  stare.  E  tremila  lire  l'anno  scorso.  Ditemi  che 
penitenza  devo  fare,  e  assolvetemi. 

—  Penitenza?  Assoluzione?  Ma  io  devo  veder  l'animo  tuo, 
non  solo  le  tue  azioni.  Sei  pentito  di  quello  che  hai  fatto? 

—  Tanto  pentito  che  l'altro  giorno  ero  libero  di  fare  un 
colpo  magnifico,  e  non  l'ho  fatto.  Mi  pare  che  basti. 

—  Non  basta,  non  basta!  Tu  devi  restituire  il  mal  tolto  alle 
tue  vittime. 

—  Prima  di  tutto,  sono  persone  ricche  che  non  hanno  ri- 
sentito, si  può  dire,  nessun  danno.  Una  non  ha  nemmeno  de- 
nunciato il  furto  perchè  ha  paura  che  il  tribunale  le  tolga  anche 
i  quattrini  che  le  ho  lasciati  io. 

—  Ma  è  l'atto  per  sé  stesso.... 

—  E  poi  io  non  ho  più  un  soldo. 

—  E  che  hai  fatto  di  tutta  questa  somma? 

—  Parte  l'ho  spesa....  l'ho  spesa  malamente,  e  anche  di 
questo  mi  pento.  Parte  l'ho  messa  in  affari  che  sono  tutti  an- 
dati in  malora.  E  l'altra  parte,  una  grossa  parte.... 

—  Dov'è? 

—  Ma  l'ho  data  a  voi,  don  Pietro.  — 

Il  colpo  fu  ancora  forte.  Don  Pietro  davanti  a  tutte  quelle 
novità  strabilianti,  s'era  quasi  dimenticato  il  proprio  danno. 
Si  passò  una  m:ino  sulla  fronte  imperlata  di  sudore. 

—  Ma  perchè  me  l'hai  date? 

—  Per  chiedere  perdono  a  Dio  del  male  che  avevo  fatto. 
Anche  questo  è  peccato?  Dovevo  tenermi  tutto  per  me? 

—  Ma  no,  ma  no!  Dovevi  restituire  tutto:  questo  dovevi 
fare. 

—  Se  l'avessi  fatto,  oggi  non  sarei  qui  e  voi  in  questi  tre  anni 
non  avreste  avuto  niente.  Ho  peccato,  lo  so.  Ma  sono  nato  cri- 


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XXVIII  IT^   PECCATO   E   LA  PENITENZA. 

Stiano  e  voglio  morire  col  perdono  di  Dio.  Voi  potete  darmelo. 
Me  lo  date?  — 

Don  Pietro  si  sentiva  svenire,  era  divenuto  bianco  come 
i  suoi  capelli. 

—  Figlio  mio,  io  non  sto  bene.... 

—  Siete  digiuno.  Ve  l'avevo  detto  io. 

—  Io  non  sto  bene,  non  posso  ragionare.  Il  colpo  è  stato 
troppo  grande.  Torna  domani . .  No,  dopodomani.  Penserò,  esa- 
minerò il  caso....  il  caso  tuo  e  mio....  perchè  anche  io,  capirr.i, 
con  tutta  la  chiesa  restaurata  così....  con  quei  denari.... 

—  Va  bene.  Tornerò  dopodomani.  Ma  cercate  di  farvi  co- 
raggio e  di  non  lasciarvi  sfuggire  una  parola.  Anche  per  la 
chiesa,  qui,  non  sarebbe  prudente. 

—  Ti  pare!  È  confessione,  è  confessione:  so  il  mio  dovere.  — 
Santino  s'era  alzato,  aveva  ripreso  il  suo  cappello.  Don 

Pietro  restava  seduto,  come  istupidito.  L'altro  lo  prese  con 
delicatezza  sotto  un  braccio,  lo  aiutò  ad  alzarsi. 

—  Di' almeno  un'avemaria  alla  Madonna. 

—  In  questo  stato?  Quando  m'avrete  dato  una  risposta....  — 
Don  Pietro  poteva  appena  camminare. 

—  Lasciate  fare  a  me.  Chiudo  io,  —  disse  Santino.  E  finì 
di  stendere  la  pianeta  nel  cassetto,  vi  piegò  sopra  la  stola  e 
il  manipolo,  chiuse  l'armadio  e  andò  a  deporre  la  chiave  in 
un  nascondiglio  sulla  cornice  del  lavabo. 

—  Come  sai  che  nascondiamo  la  chiave  lì? 

—  Andate  a  prendere  il  caffè,  don  Pietro.  Io  esco  dalia 
chiesa.  — 

Ed  esci. 

«^ 

Il  problema  più  urgente  per  don  Pietro  era  ormai  liberare 
la  sua  chiesa  dall'onta  di  quei  doni.  Col  primo  dono  egli  aveva 
fatto  riattare  il  tetto  e  ridipingere  le  tre  navate  di  color  di 
rosa  con  lo  zoccolo  e  gli  stipiti  azzurri.  Col  secondo  dono  aveva 
fatto  fare  in  stucco  e  caciolfa  l'altare  della  Madonna  del  Ro- 
.sario,  e  da  un  pittore  che  insegnava  disegno  al  convitto  di 
Spoleto  v'aveva  fatto  dipingere  un  gran  quadro  dove  tra  i 
fedeli  inginocchiati  sotto  la  Vergine  s'era  posto  anche  lui,  a 
mani  giunte,  la  faccia  volta  al  pubblico.  Col  terzo  dono  aveva 
comprato  i  candelabri  e  le  cartaglorie  dell'aitar  maggiore  e 
due  parati  «  in  quarto  »  di  lametta  quasi  d'oro.  Ogni  volta 
aveva  descritto  dal  pergamo  prima  i  progetti  e,  alla  fine  del 


IL  PECCATO  E   LA  PENITENZA.  XXIX 


lavoro,  l'opera,  narrando  anche  il  modo  misteiioso  con  cui  le 
tre  offerte  gli  erano  pervenute.  E  ad  ogni  offerta  aveva  invi- 
tato i  fe'deli  a  fare  un  triduo  perchè  il  Signore  proteggesse 
con  tutta  la  sua  grazia  il  generoso  benefattore  ignoto.  Come 
tornare  indietro?  Come  disfare  quelle  bellezze  e  ritirare  quelle 
preghiere?  Si  aggiunga  che  spinti  dall'esempio  di  quel  mu- 
nifico anonimo  il  muratore,  il  falegname,  il  pittore,  tutti  ave- 
vano lavorato  per  meno.  Sapendo  la  verità  potevano  venire 
a  reclamare  il  proprio.  La  verità?  E  come  poteva  egli  annun- 
ciarla eroicamente  ai  fedeli  senza  mancare  al  suo  dovere  di 
confessore?  E  solo  staccando  il  quadro  e  togliendo  dall'altare 
i  candelieri  nuovi,  non  avrebbe  egli  indotto  i  fedeli  in  sospetto, 
suscitato  uno  scandalo  peggiore  della  vergogna  presente  la 
quale  almeno  era  nota  a  lui  solo? 

Ridiscese  nella  chiesa  deserta.  Il  sole  entrando  dalle  ve- 
triate  sull'altare  di  Sant' Espedito,  veniva  a  illuminare  proprio 
il  quadro  della  Madonna  del  Rosario,  seduta  sulle  nubi  fra  due 
angeli  ben  nutriti  e  volanti,  uno  dei  quali  alzava  con  la  destra 
un  rosario  e  uno  scapolare,  e  l'altro  una  nave  rossa  piccola 
come  un  giocattolo,  per  significare  che  quel  culto  era  stato 
fondato  in  ringraziamento  della  vittoria  di  Lepanto.  Don  Pietro 
le  si  inginocchiò  davanti  per  chiederle  consiglio;  e  invece  un 
altro  scrupolo  gli  balenò  in  mente.  Non  era  quell'immagine 
stata  comprata  coi  danari  d'un  ladro?  E  poteva,  nonostante 
le  benedizioni,  essere  adorata?  E  lasciandola  lì  non  faceva  egli 
correre  lo  stesso  rischio  di  sacrilegio  a  tutti  i  fedeli?  La  sua 
mente  tornò  a  perdersi  in  un  labirinto.  Finalmente  un'idea 
parve  trarlo  a  salvamento:  andare  dagli  stessi  derubati,  rac- 
contar loro  senza  far  nomi  la  verità,  chieder  loro  di  con- 
fermare il  dono  che  avevano  fatto  involontariamente.  Forse 
erano  tutti  e  tre  buoni  cristiani.  E  se  non  lo  fossero  stati? 
L'importante  era  ormai  sapere  da  Santino  quei  tre  nomi.  Uno 
era  il  conte  Anzilei;  e  nemmeno  quello  dopo  tutto  era  certo. 

Volle  andare  a  cercare  Santino,  subito.  Ma  chi  l'avesse 
visto  entrare  nella  casa  misteriosa,  che  avrebbe  detto?  E  lo 
stesso  Santino  non  sarebbe  stato  forse  spaurito  da  quella  fretta, 
tentato  di  ritrarsi  dalla  buona  via?   E  don  Pietro  s'acquietò 


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XXX  n.  PECCATO  E   LA   PENITENZA. 

pensando  che  era  in  suo  potere  dargli  l' assoluzione  solo  quando 
eirli  avesse  rivelato  i  tre  nomi. 
^  Intanto  volle  far  levare  il  quadro  dall'altare.  Si  rammento 
che  il  pittore  e  il  falegname  avevano  incastrato  la  cornice  di 
legno  nella  cornice  di  pietra  facilmente,  senza  necessità  di 
saldarla  con  cunei  e  tasselli:  e  dopo  colazione  chiamò  Chec- 
chino.  Ma  questi  quand'ebbe  ricevuto  la  strana  incombenza,  lo 
fissò  con  la  sua  solita  aria  di  protezione: 

—  Don  Pietro,  voi  non  state  bene.  — 

Don  Pietro  s'affannò  a  spiegargli  che  s'era  accorto  d'un 
errore  canonico  gravissimo  in  un  certo  attributo  dipinto  lì.  Era 
una  bugia,  a  fin  di  bene,  che  la  verità  non  poteva  dirla  e  quel- 
l'altro non  doveva  comprometterlo  e  bisognava  salvare  i  fedeli 
dal  contagio. 

—  Ma  lasciate  star  l attributo.  Chi  se  n'è  accorto?  Nem- 
meno il  vescovo  quand'è  venuto  giù  per  la  cresima.  Pensate 
a  quel  che  diranno  i  fedeli.  Già  fa  grazie  quell'immagine....  Vi 
dispiace? 

—  Andiamo  giù.  Il  quadro  s'Jia  da  staccare  prima  della 
benedizione. 

—  Don  Pietro,  ve  l'ho  detto,  voi  non  state  bene.  Dormiteci 
su.  Aspettate  domattina.  — 

Ma  il  povero  vecchio  volle  scendere  in  chiesa  e  con  le  sue 
stesse  mani  aiutare  il  sacrestano  a  far  saltare  la  tela  fuori 
dalla  cornice.  Egli  stesso  la  ricevette  nelle  braccia,  se  la  portò 
in  sacrestia,  la  voltò  a  rovescio:  e  respirò. 

La  sera,  alla  benedizione,  a  veder  l'altare  senza  quadro,  e 
nella  cornice  di  pietra  il  muro  greggio  di  mattoni  e  calce,  donne 
e  uomini  s'allarmarono.  Tra  una  strofa  e  l'altra  del  Tantum 
ergo,  don  Pietro  sentiva  dall' aitar  maggiore  il  mormorio  della 
folla.  Quando  si  volse  a  impartire  la  benedizione,  s'accorse 
che  molti  distratti  dall'avvenimento,  in  piedi  davanti  all'altare 
.spogliato,  si  dimenticavano  pur  d'inginocchiarsi  e  di  guardar 
Dio  in  faccia.  Dopo,  nella  sacrestia,  lo  scandalo  fu  ancora  più 
grave;  le  voci  si  fecero  alte  e  le  parole  grosse.  Quel  quadro  era 
ormai  proprietà  di  tutti,  non  del  parroco  .solo,  perchè  a  tutta  la 
chiesa  non  al  parroco  solo  erano  stati  regalati  i  denari  coi 
quali  era  stato  pagato. 

—  O  lo  rimettete  a  posto  voi  o  ce  lo  rimettiamo  noi.  — 
Il  parroco  ripetè  le  ragioni  canoniche.  Gli  risposero: 

—  Se  s'ha  da  correggere  qualche  cosa,  il  pittore  prenda 
una  scala  e  corregga  lì  sull'altare.  — 

Nella  vivacità  della  di.scussione  i  contadini  finivano  a  chia- 


IL  PECCATO  E   LA   PENITENZA. 


XXXI 


mare  quell'immagine  la  "  Madonna  sbagliata,,.  E  poiché  don 
Pietro  taceva  interdetto,  esausto  da  quella  giornata  d'angosce, 
due  presero  il  quadro  e  senz'altro  lo  rialzarono  contro  la  sua 
cornice  di  pietra  e  ve  lo  ficcarono  a  forza  di  pugni  sull'inte- 
laiatura. Altri  vi  accesero  sotto  due  candele,  e  le  donne  si  fer- 
marono a  pregarvi  davanti  con  un  fervore  in  cui  fremeva  an- 
cora la  rivolta. 

La  mattina  dopo,  poco  prima  di  colazione.  Santino  venne  di- 
filato in  canonica.  Il  parroco  seduto  nella  poltrona  di  percalle 
rosso  leggeva  l'ufficio,  e  spesso  si  distraeva  a  fissare  la  grata 
di  sole  che  filtrava  dalla  persiana  verde  sul  pavimento.  Si  tolse 
gli  occhiali,  e  impallidendo  guardò  il  terribile  donatore: 

—  Non  dovevi  venire  domani? 

—  Non  ho  potuto  aspettare.  Ho  bisogno  d'aver  oggi  la  ri- 
sposta. 

—  Va  bene.  Vieni  giù.  — 

Traversarono  la  cucina  dove  sulla  pietra  del  focolare  la 
pignatta  bolliva  e  il  gatto  dormiva,  scesero  una  scala,  don  Pie- 
tro avanti  e  Santino  dietro.  La  scala  era  buia  come  un  pozzo 
e  i  passi  rimbombavano  sugli  scalini  di  legno:  solo  giù  in  fondo 
si  scorgeva  il  punto  luminoso  del  buco  della  serratura  nella 
porta  della  sacrestia.  Don  Pietro  a  sentir  dietro  a  se  il  passo  e 
il  grosso  respiro  di  Santino,  tornò  a  tremare.  Gli  pareva  che  da 
quel  pozzo  non  sarebbe  uscito  più  vivo;  che  sempre  nella  poca 
vita  che  gli  restava  egli  avrebbe  dovuto  camminare  così  a 
tentoni,  nelle  tenebre,  spinto  da  quel  respiro  fondo  e  da  quel 
passo  grave,  alle  sue  spalle,  sempre  vicino,  sempre  più  vicino. 
Riesci  ad  aprire. 

La  sacrestia  odorava  d'incenso  e  di  cera,  e  da  una  corda 
tesa  in  un  angolo  pendeva  la  coltre  nera  e  bianca  del  cata- 
falco perchè  Checchino  aveva  cominciato  i  preparativi  per 
l'ottavario  dei  Morti.  Don  Pietro  avrebbe  preferito  ravvolgersi 
da  sé  dentro  quella  coltre  e  restar  lì  immobile  ad  aspettare 
che  lo  seppellissero,  piuttosto  che  confessare  Santino. 

Ma  questa  volta  Santino  s'era  inginocchiato  senza  aspet- 
tare altre  esortazioni.  Don  Pietro  si  mise  al  collo  la  stola,  si 
sedette,  riesci  anche  a  fargli  dire  il  confiteor  suggerendoglielo 


OPUSCOLI  E 
SCHIARintHTI 


SMBClSRMiltDI-ViÀ  BiViTi»u\i^ia  9-MlLflriO 


XXXII  IL  PECCATO   E   LA   PENITENZA. 


parola  per  parola.  L'umiltà  di  quel  colosso  che  ripeteva  la 
preghiera  con  la  docilità  e  le  esitanze  di  un  ragazzo,  finì  a 
commoverlo.  Pensò  a  San  Filippo  Neri  suo  patrono,  miracoloso 
a  convertire  banditi  e  assassini,  ed  ebbe  quasi  uno  slancio  di 
gratitudine  per  quel  ladro  che  proprio  a  lui,  semplice  e  vec- 
chio prete  di  campagna,  era  venuto  a  chiedere  d'essere  ricon- 
dotto alla  presenza  di  Dio.  Raccolse  le  sue  forze  per  non  dargli 
senz'altro  l'assoluzione  con  una  lunga  penitenza  d'orazioni  e 
di  comunioni.  Gli  parlò  sottovoce  come  in  confessionale. 

—  Ho  pensato  a  lungo,  figliolo  mio,  alle  gravità  delle  tue 
colpe  e  alla  sincerità  del  tuo  pentimento.  È  vero:  anche  nel 
fondo  del  delitto  tu  ti  sei  voluto  ricordare  d'essere  nato  cri- 
stiano, tu  hai  cercato  di  lasciarti  aperta  una  porta  per  l'eterna 
salvezza.  Hai  compromesso,  è  vero,  anche  me  e  m'hai  prepa- 
rato molte  pene  e  molti  rimorsi  per  questi  pochi  anni  che  mi 
restano  da  vivere.  Ma  tu  l'hai  fatto  senza  volerlo,  anzi  l'hai 
fatto  con  l'animo  di  ben  fare,  e  le  mie  pene  non  devono  pesare 
su  te.  Perciò  io  ho  deliberato  d'assolverti  ma  a  una  condizione: 
che  tu  mi  riveli  i  nomi  delle  tue  vittime  perchè  io  possa  chie- 
der loro,  senza  mai  pronunciare  il  tuo  nome,  di  donar  ormai 
alla  chiesa  quello  che  tu  le  hai  dato  senza  il  loro  permesso.  — 

Santino  teneva  la  fronte  appoggiata  al  muro,  le  mani  sovrap- 
poste sul  piano  dell'inginocchiatoio.  Senza  muoversi,  sillabò: 

—  È  impossibile. 

—  Impossibile?  Ma  tu  non  vuoi  far  niente  per  meritarti  la 
grazia  divina? 

—  Quello  che  è  stato  adoperato  pei  restauri  della  chiesa 
ormai  riguarda  voi. 

—  Non  mi  capisci.  Solo  quando  avrò  il  consenso  di  chi  ha 
sofferto  il  danno,  quei  danari  saranno  veramente  e  legittima- 
mente della  chiesa.  Adesso  non  lo  sono. 

—  Don  Pietro,  è  impossibile.  Cercate  un'altra  penitenza.  — 
E  non  si  muoveva,  duro  come  il  muro.  Don  Pietro  sospirò: 

—  Uno  è  il  conte  Anzilei. 

—  Io  non  v'ho  detto  niente. 

—  Avresti  il  coraggio  di  negarlo,  adesso,  qui? 

—  Non  nego  e  non  confermo. 

—  Pensa:  andando  dal  conte  Anzilei  io  potrei  forse  otte- 
nere non  solo  il  dono  definitivo  di  quelle  mille  lire  per  la 
chiesa,  ma  anche  il  perdono  per  te. 

—  Anzilei  arresterà  anche  voi  appena  saprà  che  conoscete 
chi  gli  ha  preso  i  denari.  Perchè,,  sì,  è  vero,  io  ho  preso  le 
seimila  lire  al  conte  Anzilei,  due  anni  fa.... 


—  Finalmente! 

—  Ma  voi  non  dovete  andare  a  parlarceli  di  questo  fatto. 
Lo  conoscete  quanto  me.  Pensate,  don  Pietro,  al  rischio  che 
correte  anche  voi.  —  E  parlava  anch' egli  sottovoce  e  senza 
muovere  la  fronte  dal  muro  guardava  di  traverso  il  curato: 
—  Anzilci  si  rifiuterà.  Denuncerà  voi,  intanto.  E  la  chiesa 
vostra  perderà  il  suo  buon  nome.  Quest'è  certo.  È  più  certo 
questo  che  l'arresto  mio.  Ho  un'altra  idea.  Se  voi  mi  date 
l'assoluzione,  io  mi  metterò  a  lavorare  giorno  e  notte.  Con 
l'aiuto  vostro  le  mille  lire  in  un  anno,  in  due,  in  tre,  le  rifa- 
remo, e  le  rimanderemo  a  Anzilei.  — 

Di  nuovo  la  commozione  invase  il  cuore  di  don  Pietro. 

—  E  così  sia.  Ma  dammi  il  nome  degli  altri  due. 

—  Quando  ci  saremo  liberati  da  questo,  ve  li  dirò. 

—  No,  figliolo.  Adesso  devi  parlare. 

—  Don  Pietro,  voi  mi  torturate. 

—  È  il  mio  dovere. 

—  Allora  potevate  dirmelo  prima  di  strapparmi  il  mio  se- 
greto.... — 

Parve  accorato.  Si  nascose  la  faccia  nelle  mani.  Poi  alzò 
un  ginocchio  come  per  andarsene.  Don  Pietro  umile  pensò  che 
solo  F incapacità  della  sua  parola  e  l'imprudenza  della  sua  mente 
facevano  perdere  una  conversione  alla  chiesa. 

—  Resta  qui.  Tu  mi  prometti  di  dirmi  un  giorno,  quando 
avremo  pagato  Anzilei,  il  nome  degli  altri  due? 

—  Ve  lo  prometto  davanti  a  Dio.  — 

Don  Pietro  cedette.  Spiegò  al  penitente  tutt'un  lungo  si- 
stema di  digiuni,  di  novene,  di  rosarii,  di  comunioni  ch'egli 
doveva  compire  dentro  un  anno,  e  tracciando  nell'aria  sul  capo 
di  lui  la  croce  con  l'indice  e  il  medio  della  destra,  mormorò 
con  un  sospiro  di  sollievo  VFgo  te  absolvo,  e  si  alzò. 

—  Adesso  vai.  Comincia  una  vita  nuova,  per  te.  Vieni  da 
me  quando  vuoi.  — 

Santino  anche  s'era  alzato  aveva  battuto  i  due  pedi  per 
terra  come  per  sgranchirsi  le  gambe,  aveva  riafferrato  il  suo 
inseparabile  cappello,  tornava  a  guardare  in  faccia  il  curato. 

—  Adesso  v'ho  da  fare  una  preghiera.  È  urgente.  A  Spo- 
leto il  delegato  deve  aver  avuto  qualche  notizia. 

—  Notizia  di  che? 

—  Ma  del  fatto  Anzilei. 

—  La  giustizia  umana  non  mi  riguarda.  Quando  avrai  finito 
la  tua  penitenza,  la  giustizia  divina  t'avrà  assolto. 

L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


XXXIV 


IL  PECCATO   E   LA   PENITENZA. 


—  Sì,  lo  SO.  Ma  io  ho  detto  al  delegato  che  la  mattina  di 
domenica  25  settembre  1905,  mentre  vuotarono  la  cassaforte 
d'Anzilei,  io  ero  qui  da  voi  in  canonica  a  fare  i  vostri  conti, 
che  voi  mi  avete  veduto  tutta  la  mattina,  subito  prima  di 
messa  e  subito  dopo.  Da  qui  alla  villa  Anzilei  c'è  un'ora  di 
cammino.  Dunque  io  sono  salvo. 

—  Ma  se  il  delegato.... 

—  Se  il  delegato  v'interrogherà,  voi  risponderete  come  vi 
dico  io.  Volete  rovinarmi?  Adesso  volete  rovinarmi? 

—  Io  non  faccio  giuramenti  falsi. 

—  Voi  non  avrete  da  giurar  niente.  Si  tratta  soltanto  d'un 
sospetto.  Il  fatto  è  vecchio  di  due  anni,  e  il  delegato  sarà  felice 
di  rimetterlo  a  dormire.  Una  parola  vostra  basta.  Niente  giu- 
ramenti: non  abbiate  paura. 

—  Io  dirò  la  verità. 

—  Grazie,  don  Pietro.  Prima  mi  fate  svesciare  tutto  come  a 
un  bambino,  prima  m'assolvete:  poi  mi  tradite.  Questi  son  gli 
uomini.  Val  la  pena  di  pentirsi?  Val  la  pena  d'esser  onesti?  Val 
la  pena  di  regalare  alla  chiesa  quel  che  le  ho  regalato  io?  Va 
bene:  non  dico  altro.  Quando  sarò  arrestato,  confesserò,  tutto 
confesserò:  quello  che  ho  rubato  e  quello  che  v'ho  dato.  Questo 
almeno  non  lo  negherete. 

—  Ma  tu  sei  pazzo.... 

—  Tutto  dirò.  E  se  voi  e  la  vostra  chiesa  ne  avrete  a  sof- 
frire, la  colpa  non  sarà  mia.  Io  son  venuto  da  voi,  mi  sono 
inginocchiato,  mi  sono  battuto  il  petto,  sono  stato  assolto.  E 
adesso  voi  m'abbandonate  e  mi  tradite?  Giudicate  voi,  don  Pie- 
tro. Quando  il  delegato  v'interrogherà,  pensate  ai  casi  vostri, 
parlate  secondo  la  vostra  coscienza.  Ormai  sapete  tutto.  Io  sono 
in  mano  vostra.  È  fatto,  ed  è  inutile  starci  a  piangere  su.  — 

E  s'avviò  verso  la  scala. 

—  Santino,  tu  non  puoi....  Santino!  — 

Santino  aveva  aperto  la  porta,  saliva  la  scala  buia. 

—  Santino!  — 

Don  Pietro  gli  corse  dietro.  Quando  s'aflacciò  alla  finestra 
lo  vide  che  traversava  la  piazza,  le  due  mani  in  tasca.  Mandò 
Checchino  nel  pomeriggio  a  cercarlo  a  casa.  La  casa  di  San- 
tino era  chiusa.  Nessuno  l'aveva  veduto  rientrare. 


con  tro  /e  Z 


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IL  PECCATO  E  LA   PENITENZA.  XXXV 


Don  Pietro  restò  a  letto  due  giorni  e  il  dottore  gli  ordinò 
di  non  leggere  nemmeno  il  breviario.  Pure  la  moglie  di  Chec- 
chino  che  gli  faceva  bollire  il  brodo  e  gli  cambiava  la  bottiglia 
d'acqua  calda  ai  piedi,  la  sera  lo  trovò  seduto  sul  letto,  il  cas- 
setto del  comodino  aperto,  un  pacco  di  carte  sulle  ginocchia, 
tanto  asporto  nella  lettura  che  non  le  rispose  nemmeno.  Don 
Pietro  rivedeva  i  conti  dei  restauri  della  chiesa,  e  poi  nella 
notte  se  li  sognava  tra  le  nubi,  scritti  sul  libro  eterno  del  dare 
e  dell'avere  che  l'arcangelo  Michele  sfoglia  e  compila  alla 
destra  del  Padre,  e  al  suo  apparire  tacevano  le  armonie  delle 
sfere  e  l'arcangelo  cominciava  a  leggerli  con  voce  tonante: 
«  Al  capomastro  Piacenti  per  gesso  e  cemento  lire  110.  Più 
per  cinquanta  giornate  di  manovale  lire  75....  »  E  man  mano 
che  la  lettura  terribile  procedeva,  la  nuvola  sulla  quale  egli 
era  seduto  calava  come  un  pallone  che  si  sgonfiasse;  e  sotto 
era  l'abisso. 

Quando  al  giovedì  don  Pietro  s'alzò  debole  tanto  da  non 
poter  dir  messa,  Lorenzo  Taccoli  camarlingo  della  congrega- 
zione della  Madonna  iVddolorata  seguito  da  due  confratelli 
venne  a  portargli  una  supplica  firmata  da  cento  parrocchiani 
nella  quale  lo  si  pregava  di  non  togliere  ne  modificare  il  qua- 
dro della  Madonna  del  Rosario,  «  immagine  miracolosa  dalla 
quale  sono  già  piovute  sui  fedeli  innumerevoli  grazie.  » 

Questo  avvenne  la  mattina.  Poco  dopo  colazione  don  Pietro 
si  riposava  sulla  poltrona  quando  gli  apparve  nel  vano  della 
porta  il  maresciallo  dei  carabinieri.  Questi  veniva  spesso  a  sa- 
iutare il  curato,  specialmente  d'estate  nelle  ore  di  canicola,  per 
interrompere  con  un  bicchier  di  vino  la  fatica  della  perlustra- 
zione settimanale.  Ma  in  quel  momento  quell'apparizione  parve 
a  don  Pietro  una  condanna  a  morte. 

Pure,  il  maresciallo  gli  sorrideva: 

—  Don  Pietro,  dopo  pranzo  alla  vostra  età  non  bisogna 
dormire. 

—  Che  dite?  Eh  che  dite?  Che  volete  da  me?  — 

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XXXVI  IL  PECCATO  E   LA  PENITENZA. 


Il  maresciallo  era  entrato,  s'era  seduto,  Checchino  lo  se- 
guiva con  la  bottiglia  del  vinsanto,  e  don  Pietro  non  riesciva 
a  liberarsi  dall' incubo.  Dovette  alzarsi  in  piedi. 

—  Figliolo.... 

—  Dormivate,  eh?  Dopo  pranzo  alla  vostra  età  non  s'ha  da 
dormire,  —  ripetè  l'altro,  girando  l'astuccio  della  rivoltella  sul 
davanti  della  cintura  perchè  gì' impediva  d'appoggiarsi,  be- 
vendo, alla  spalliera. 

Don  Pietro  studiava  quel  volto  onesto,  raso  sull«  gote,  la 
barbetta  castagna  divisa  in  due  punte,  gli  occhi  azzurri.  Le 
altre  volte,  quando  il  maresciallo  veniva  a  trovarlo,  il  buon 
vecchio  se  ne  sentiva  lusingato  perchè  quella  visita  significava 
agli  occhi  di  tutto  il  villaggio  l'incontro  e  la  concordia  dell'au- 
torità terrena  con  l'autorità  divina,  ed  anche  era  più  tranquillo 
del  solito  perchè  gli  pareva  impossibile  che  i  ladri  entrassero 
dove  il  maresciallo  era  entrato.  Quel  giorno  invece  respirava 
corto,  non  osava  dir  la  prima  parola.  Poi  ebbe  paura  del  suo 
stesso  silenzio,  osò  tre  sillabe: 

—  Novità? 

—  Un'automobile  ha  strappata  la  coda  a  un  bue,  vicino  al 
casello  ferroviario.  Ho  il  numero,  ma  sarà  affar  lungo  rintrac- 
ciarla, —  e  spiegò  come  si  devono  redigere  le  denunce  contro 
le  automobili.  Concluse:  —  Scappano  peggio  dei  ladri,  -r- 

Don  Pietro  ebbe  un  altro  brivido.  Checchino  se  n'andava. 
Il  maresciallo  tacque  finché  s'udirono  i  passi  del  sacrestano 
giù  per  la  scala  esterna  sotto  la  finestra. 

—  Don  Pietro,  v'ho  da  chiedere  un'informazione,  in  se- 
greto. — 

La  condanna  a  morte  riapparve. 

—  Dite  pure,  dite  pure. 

—  Conoscete  Santino,  il  sensale,  quello  che  è  stato  in 
America? 

—  È  venuto  qui  anche  l'altro  jeri,  —  e  gli  pareva  che  la 
poltrona  si  sprofondasse  lentamente  come  nel  sogno  quella  nu- 
vola davanti  all'Eterno. 

—  Tanto  meglio.  Di  che  vive,  secondo  voi? 

—  Mah....  s'ingegna....  A  dir  la  verità,  non  lo  so. 

—  È  buon  cristiano? 

—  Si  confessa....  di  rado. 

—  Tanto  meglio,  tanto  meglio.  Da  un  confidente  abbiamo 
avuto,  tempo  fi.\,  un'informazione,  ma  il  confidente  è  poco 
sicuro.  — 

Fu  un  miracolo  se  don  Pietro  non  ripetè  come  un'eco  il 


IL  PECCATO  E   LA  PENITENZA.  XXXVTT 


tanto  niL'g//o  del   maresciallo.   Questi   continuò,  a  bassa  voce, 
posando  il  bicchiere  vuoto  sulla  tavola,  avvicinando  la  sedia. 

—  \^i  ricordate  il  furto  Anzilei,  due  anni  fai  Quel  confi- 
dente sospetta  di  Santino.  Ha  un  indizio:  Santino  due  giorni 
prima  era  andato  nella  villa  Anzilei  a  cercar  del  fattore  per 
la  vendita  d'un  pajo  di  buoi,  e  invece  d'entrare  nell'ufficio  era 
entrato  difilato  dalla  porta  dei  padroni.  Perchè?  Conosceva 
bene  le  due  porte;  v'era  entrato  cento  volte.  Il  delegato  l'ha 
chiamato,  senza  far  complimenti.  Santino  s'è  difeso  benissimo: 
ha  detto  che  la  mattina  del  furto,  —  e  si  sbottonò  la  giubba  e 
da  una  tasca  sul  cuore  trasse  un  libretto  di  note,  —  la  mattina 
di  domenica  25  settembre  1905  era  qui  da  voi,  in  canonica,  a 
fare  i  vostri  conti.  È  vero? 

—  Già.... 

—  Lo  so,  a  due  anni  di  distanza,  è  difficile  per  voi  ricor- 
dare una  data  precisa. 

—  No,  anzi ... 

—  Domenica,  25  settembre  1905.  Il  furto  sarebbe  avvenuto 
durante  la  messa. 

—  Dite  bene.  È  diffìcile  ricordare. 

—  A  comodo  vostro,  don  Pietro,  guardate  i  vostri  libri.... 

—  Già. 

—  Se  trovate  che  la  data  è  giusta,  che  Santino  quella  mat- 
tina era  qui  da  voi,  non  mi  mandate  a  dir  niente.  Se  invece 
vedete  che  di  certo  quel  giorno  almeno  da  voi  non  si  è  fatto 
vedere,  mandatemi  a  chiamare.  Io  domenica  ventura  vado  a 
Norcia,  distaccato,  per  un  mese  o  due.  Vorrei,  se  mai,  aver  la 
risposta  prima.  S^nza.  prove,  io  non  lo  arresto,  e  son  d'accordo 
col  delegato.  I  processi  che  finiscono  in  istruttoria  per  man- 
canza d'indizii  ci  rovinano  la  carriera.  — 

Dopo  poco  se  ne  andò.  Per  la  terza  volta,  andandosene, 
gli  ripetè  affettuosamente: 

—  E  dopo  mangiato  non  v'appisolate  cosi.  All'età  vostra 
è  pericoloso. 

Quando  il  maresciallo  fu  escito,  don  Pietro  cadde  in  de- 
liquio. Si  riebbe  da  sé,  dopo  un'ora  almeno,  bevve  un  dito  di 
vinsanto  e  andò  in   chiesa  a  pregare  davanti  al   sacramento. 


Putti  Vip  IIPQSlìtì  8^"'^^  e  dolenti,  anche  se  ulcerate,  per  vene  varicose,  di- 
udlllUC  pCuuilLly  \engono  presto  leggiere,  asciutte,  agili  e  sane  mediante  la 
cura  radìraìe  mecìira  delle  vene  virkose,  scoperta  dal  Dott.  Stefani»  Bolognese  (Ca- 
sella poetale  502,  NAPOLI).  —  Opuscolo  spiegativo  a  richiesta.  —  Vademecum 
(100  pag.  ill.i  Yi.  1.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  prin- 
cipali lingue. 


yXXVIlI  ILPECCATO   E   LA   PENITENZA, 


A  metà  della  scala  buia  che  scendeva  in  sacrestia,  si  fermò: 
crii  pareva  d'udire  alle  sue  spalle  un  passo  grave  e  un  re- 
spiro fondo.... 

Era  un'idea.  Santino,  non  lo  vide  più  nessuno  per  molti 
friorni.  Don  Pietro  passeggiando  andò  fin  sotto  la  casa  di  lui: 
chiusa  come  una  tomba.  E  se  fosse  per  paura  tornato  in  Ame- 
rica? Se  avesse  imprudentemente  lasciato  lì  dentro  qualche 
prova  del  suo  delitto?  Se  in  una  perquisizione  si  venisse  a 
stabilire  che  proprio  Santino  aveva  vuotata  la  cassaforte  del 
vecchio  Anziiei?  E  che  egli,  don  Pietro,  aveva  mentito?  11  pro- 
cesso, la  condanna.  Un  processo  a  settant'anni,  come  complice 
d'un  ladro!  Complice  ben  pagato  perchè  egli  da  quel  furto 
aveva  ricevuto  mille  lire  in  contanti.  Fece  il  giro  della  casetta. 
Dietro  era  un  orto  largo  dieci  metri,  incolto,  senza  siepe,  dove 
solo  un  cespuglio  di  rosmarino  prosperava  e  odorava  fra  le 
gramigne  e  i  convolvoli  e  i  pruni;  oltre  il  cespuglio,  contro  la 
casa,  un  mucchio  di  mattoni,  di  tegole,  di  calcinat:ci,  di  ferri 
arrugginiti.  L'occhio  ansioso  di  don  Pietro  distinse  fra  quel 
ferraccio  una  chiave  tanto  rosa  dalla  ruggine  che  tra  l'anello 
e  gl'ingegni  il  fusto  era  ridotto  a  un  filo.  La  chiave  natural- 
mente gli  ricordò  la  cassaforte,  e  la  paura  fu  più  forte  di  lui: 
data  un'occhiata  in  giro,  egli  risotterrò  la  chiave  col  piede, 
accuratamente,  e  tornò  sulla  strada  deserta  più  tranquillo. 

Di  Checchino  non  si  fidava.  Lo  sapeva  geloso  delle  facce 
nuove,  sentiva  che  Santino  gli  dispiaceva  e  non  osava  parlar- 
gliene per  tema  d'udir  sospetti  e  accuse  alle  quali  non  avrebbe 
saputo  che  rispondere.  E  si  chiudeva  nel  suo  silenzio  non  po- 
tendo chiudere  tutte  le  porte  e  le  finestre  della  casa.  In  chiesa 
scendeva  il  meno  possibile.  Spicciava  la  messa  in  fretta  come 
se  la  sacra  mensa  e  i  parati  gli  scottassero.  Nei  giorni  feriali 
poiché  indossava  ie  pianete  vecchie,  quelle  di  prima  del  dono, 
era  più  calmo  ed  attento.  Ma  la  domenica  la  gente  esciva  di 
chiesa  mormorando  che  a  don  Pietro  restava  più  poco  da  vi- 
vere e  che  sarebbe  stato  bene  cercargli  un  viceparroco  per 
aiutarlo. 

Passò  un  mese  cosi.  Don  Pietro  pensava  d'andare  dopo  le 
feste  natalizie  dal  vescovo  per  narrargli  tutto,  in  ginocchio, 
pronto  ad  ogni  sacrifìcio.  Pure  se  intanto  Santino  fosse  riapparso, 
gli  avesse  annunciato  d'aver  racimolato  onestamente  qualche 
centinaio  di  lire  per  la  restituzione....  Egli  stesso,  anche  povero 
com'era,  diventava  avaro,  lesinava  anche  sul  vino  della  messa. 
Aveva  duecento  lire  da  parte,  in  argento:  le  lire  delle  messe 
dette  fuori  di  parrocchia»  per  qualche  officio  di  morti.  Avendo 


IL  PECCATO   E  LA  PENITENZA. 


XXXIX 


saputo  che  col  cambio  in  carta  poteva  quell'anno  iji^uada^nar 
qualche  cosa,  le  mandò  dal  postino  a  cambiare  a  Spoleto,  e  fece 
rinnovare  la  serratura  del  suo  comò  che  a  memoria  d'uomo 
non  aveva  mai  conosciuto  chiave. 

Una  mattina  finalmente  passando  davanti  al  caffè  rivide 
Santino.  Si  fermò  di  botto;  ma  l'altro  che  era  seduto  a  parlare 
con  due  o  tre  contadini,  lo  salutò  senza  mv.oversi,  alzandosi  a 
mezzo  e  toccando  appena  la  tesa  del  cappello  come  soleva 
fare  prima  della  confessione.  Quell'indifferenza  più  lo  impen- 
sierì. Che  meditava  Santino?  Lavorava?  S'affannava  v  racco- 
gliere i  denari  per  la  restituzione  come  aveva  solennemente 
promesso?  Faceva  le  sue  penitenze?  Dove  le  faceva,  se  in  chiesa 
non  s'era  più  veduto?  E  lo  rincontrò  spesso  ma  non  osò  mai 
chiamarlo.  Alla  fine,  fu  quasi  soddisfatto  di  quella  separazione, 
che  gli  parve  di  riacquistare  un  po' di  libertà  per  quando  sa- 
rebbe andato  a  gittarsi  ai  piedi  del  vescovo,  rec?.ndo  nella  de- 
stra i  conti  dei  restauri. 


«(^ 


Otto  giorni  prima  di  Natale,  appena  suonata  un'ora  di  notte, 
Checchino  dalla  porta  laterale  della  chiesa  s'avviava  in  paese. 
La  piazza  deserta  luccicava  come  uno  specchio,  che  era  caduta 
un  po'  di  neve  la  mattina,  e  prima  col  sole  s'era  sciolta,  poi 
verso  sera  col  freddo  s'era  gelata,  e  vi  si  scivolava  come  sul 
vetro.  All'improvviso  sentì  dalla  strada  di  sopra  il  romore  di 
una  vettura  attutito  da  quel  velo  di  ghiaccio,  e  i  colpi  irrego- 
lari degli  zoccoli  d'un  cavallo  che  non  riesciva  ad  avanzare 
e  sdrucciolava  mentre  qualcuno  lo  incitava  e  lo  sosteneva  gri- 
dando, bestemmiando  e  schioccando  la  frusta.  Quando  giunse 
sotto  il  fanale,  quella  voce  lo  chiamò: 

—  Ehi,  della  chiesa!  —  e  la  vettura  si  fermò:  —  Vieni  qua 
che  io  non  posso  andar  più  avanti  su  questo  vetriore.  — 

Il  sacrestano  s'avvicinò,  riconobbe  il  cavallo  bianco  del 
fattore  d'Anzilei,  ma  dentro,  sotto  il  mantice  del  biroccino,  non 
riconobbe  il  fattore. 


OPUSCOLI  E 
SCHIARinENTI 


STAB.C;flRN/ILDI-ViA  B.V1TRUU10  9-fllLflNO 


—  Dov'è  il  curato? 

—  A  casa. 

--  Puoi  chiamarlo  tu?  Il  conto  Anzilei,  il  vecchio,  sta  mo- 
rendo. Ha  bisogno  del  curato  subito. 

—  A  quest'ora,  con  questo  tempo,  il  curato  non  si  può  muo- 
vere. È  vecchio  anche  lui. 

—  Vaglielo  a  dire. 

—  Andate  lino  a  Ponte  Nuovo:  quel  curato  è  più  giovane. 

—  No:  questo  ho  da  portare  su.  Ho  le  coperte  con  me.  Su, 
lo  riscalderemo.  — 

Checchino  salì  in  canonica  a  malincuore.  Quel  viaggio  di 
notte  per  don  Pietro  poteva  essere  la  morte. 

—  Don  Pietro,  c'è  una  chiamata.  Ma  dovete  dir  di  no. 

—  Una  chiamata?  Chi  è? 

—  Prima  promettetemi  di  dir  di  no.  Con  questo  freddo  non 
dovete  andare. 

—  Chi  è?  Rispondi. 

—  È  il  conte  Anzilei,  quello  vecchio,  su  alla  villa.... 

—  Muore?  —  e  don  Pietro  era  in  piedi:  —  Rispondi:  muore? 

—  E  si  sa!  Volete  che  si  sposi  a  quest'ora?  Muore,  e  v'ha 
mandato  a  chiamare.  Ma  voi  non  dovete  andarci. 

—  Subito,  subito  ci  vado. 

—  Questo  si  chiama  ammazzarsi,  lo  capite? 

—  Subito  ci  vado.  Ha  mandato  la  bestia? 

—  Ha  mandato  il  biroccino  del  fattore.  — 

Don  Pietro  era  andato  in  camera  da  letto,  camminando 
svelto  come  un  ragazzo.  Dopo  un  attimo,  tornò  col  cappello, 
il  ferrajolo,  la  sciarpa  di  lana. 

—  Dov'è  il  biroccino? 

—  All'angolo  della  chiesa.  Non  può  venir  avanti  che  il 
cavallo  sdrucciola  sul  ghiaccio. 

—  Vado  io.  — 

Aveva  gìh  aperto  la  porta  sulla  scala.  La  richiuse  d'un 
colpo,  tornò  indietro,  gittando  cappello,  sciarpa,  ferrajolo  sulla 
tavola. 

—  Avete  sentito  che  freddo  fa?  Avevo  ragione  io?  — 
Ma  don  Pietro  non  rispondeva.  Si  passava  una  mano  sulla 

fronte  fissando  il  cerchio  di  luce  che  la  lampada  appesa  segnava 
sulla  mensa.  Finalmente  parlò  dopo  aver  lanciato  a  Checchino 
un'occhiata  sospettosa: 

—  Santino  dove  sarà  a  quest'ora? 

—  Santino?  Che  c'entra  Santino? 

—  Lo  so  io.  Rispondi  presto:  dove  sarà  Santino? 


II.   PECCATO  E  LA  PENITENZA. 


XLI 


—  All'osteria.  Dove  volete  che  sia? 

—  Vallo  a  chiamare. 

—  Vi  portate  anche  lui? 

—  Vallo  a  chiamare. 

—  ^fa  perche?  Che  c'entra?  Don  Pietro,  io  ve  lo  dico  da 
un  pezzo:  voi  non  state  bene.  Non  andate  su  stanotte. 

—  Vai  a  chiamar  Santino.  Se  no,  ci  vado  io.  È  chiaro?  — 
Checchino  uscì.  Tornò  con  Santino  cinque  minuti  dopo  e 

trovò  don  Pietro  in  piedi,  nella  stessa  attitudine,  (issando  il 
cerchio  chiaro  sotto  la  lampada. 

—  Ecco  Santino,  —  e  non  si  moveva. 

—  Va  bene.  Adesso  tu  vattene.  M'aspetterà  Santino. 

—  Per  questo  l'avete  chiamato?  —  E  se  ne  andò  sbattendo 
una  porta  dopo  l'altra  furioso. 

Santino  si  levò  il  cappello. 

—  Che  volete  a  quest'ora,  don  Pietro? 

—  Anzilei  sta  morendo.  — 
Santino  non  si  mosse: 

—  È  naturale:  è  vecchio. 

—  M'ha  chiamato  per  confessarsi. 

—  Vi  divertirete,  don  Pietro. 

—  Figliolo  mio,  figliolo  mio,  ma  è  possibile  che  tu  non  ra- 
pisca? 

—  Che  cosa? 

—  Mi  autorizzi  a  parlargli  di  quel....  di  quel  fatto  tuo. 

—  No. 

—  Almeno  per  quel  che  mi  riguarda....  per  le  mille  lire 
della  chiesa...? 

—  Vorrei  sapere  le  precise  parole  vostre. 

—  Gli  dirò  che  chi  gli  ha  preso  quel  denaro  due  anni  fa, 
il  25  d'ottobre.... 

—  Siamo  esatti,  don  Pietro:  il  25  settembre.  Non  voglio  con- 
fusioni. 

—  Sì,  il  25  di  settembre....  Dunque  che  chi  gli  ha  preso  quel 
denaro,  pentito,  ha  regalato  mille  lire  a  questa  chiesa,  che  senza 
saperne  l'origine  io  le  ho  adoperate  come  le  ho  adoperate,  che 
in  punto  di  morte  gli  chiedo  di  concedermele  come  se  m.e  le 
avesse  date  lui.... 


0^ 


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OPUSCOLI  E 
SCHIARINENTI 


STABCURNALDI-ViA  B.Vitruvio  d-mUlNO 


XLiI  IL  PECCATO   E   LA   PENITENZA, 


—  Sarebbe  stato  un  bel  caso!  Senza  me  non  le  avevate. 

—  Lascia  star  la  superbia.  Ascolta  me.  Questo  glielo  posso 

dire? 

—  Diteglielo.  Ma  scusate....  — 
Una  voce  da  gài  gridò: 

—  Viene?  — 
Santino  continuò: 

—  Se  gli  metteste  come  condizione  per  dargli  l'assoluzione, 
di  perdonarmi,  di  dichiarare  anche  agli  eredi  di  non  occuparsi 
più  di  quel  fatto,  mai,  non  sarebbe  meglio,  vi  pare,  don  Pietro? 

—  In  questo  non  c'entro. 

—  Una  cosa  tira  l'altra.  O  gli  consigliate  d'abbonarci  tutto 
o  e  inutile  che  lo  disturbiate. 

—  Abbonarci,  abbonarci!  Tu  seguiti  a  parlare  di  me  e  di 
te,  così,  insieme,  com::^  se  io  ci  entrassi,  in  quel  fatto. 

—  Ma  è  chiaro,  don  Pietro.  Mille  lire  gliele'dovete  voi;  le 
altre  gliele  dovrei  io.  Fate  tutto  un  affare,  e  che  Dio  l'abbia 
in  gloria!  Dio,  a  me,  non  m'ha  perdonato  per  bocca  vostra? 

—  Viene  si  o  no?  —  ripetè  la  voce  da  giù:  —  Se  no,  vado 
a  Ponte  Nuovo. 

—  Tu  m'aspetti  qui? 

—  V'aspetto  qui.  — 

Don  Pietro,  ripreso  il  cappello  e  il  ferraiolo  e  la  sciarpa, 
scese  giù,  andò  in  chiesa  a  prendere  la  pisside  e  l'ostie  dentro 
la  teca,  e  il  velo.  Il  biroccino  partì.  Nell'aperta  campagna  la 
strada  non  era  gelata  come  la  piazzetta  chiusa  tra  le  case,  e 
il  cavallo  trottava.  Mezz'ora  dopo  don  Pietro  scese  davanti 
alla  villa:  una  grande  villa  bianca,  tra  i  castagni  che  per  tre 
lati  venivano  coi  rami  a  battere  alle  finestre. 

Tutta  la  strada  sotto  la  casa,  tutto  lo  spiazzo  davanti  erano 
coperti  di  paglia  per  attutire  ogni  rumore  di  ruote  e  di  passi. 
Un  corridoio  di  quadri,  una  sala  di  bigliardo,  un  salotto  de- 
serto, un  altro  salotto  con  una  diecina  di  persone  che  parlotta- 
vano nella  penombra  e  in  terra  due  cani  da  caccia  stesi,  im- 
mobili, il  muso  sulle  zampe:  e  finalmente  la  stanza  del  morente, 
fonda,  tutta  rossa,  rischiarata  da  una  lampada  velata,  soffocante 
d'un  odor  d'etere,  di  senape  e  d'acqua  bollente.  Da  un  lato  del 
letto,  don  Pietro  riconobbe  il  figliolo  Anzilei  che  non  vedeva 
più  da  anni  perchè  s'era  sposato  a  Napoli,  e  dall'altro,  il  dot- 
tor Ambrosi  dell'ospedale  di  Spoleto,  un  buon  gigante  coi  ca- 
pelli bianchi  a  spazzola,  il  naso  enorme  e  due  virgole  di  baffi 
tinti  di  nero,  ridicoli  come  due  baffetti  posticci  sotto  un  naso 
finto.  Il  dottor  Ambrosi  gli  venne  incontro,  lo  invitò  a  non 


IL  PECCATO  E  LA  PENITENZA. 


XLIll 


commovere  il  malato,  a  spedir  la  confessione    in   poche  pa- 
role: 

—  Ormai  quel  che  è  fatto,  è  fatto,  —  e  se  ne  andò  senza 
salutarlo,  che  era  anticlericale. 

Il  liglio,  un  uomo  di  cinquant'anni,  canuto,  con  un  gran 
ventre,  strinse  la  mano  a  don  Pietro: 

—  Chiudo  la  porta.  Appena  ha  finito,  ci  chiami  lei.  — 

Il  vecchio  Anzilei  calvo,  con  la  rada  barba  bianca  cresciuti 
nei  pochi  giorni  di  malattia,  aveva  di  vivo  soltanto  gli  occhi 
e  le  mani.  Le  mani  rosse  e  lustre,  come  d'una  seta  rossa  e  gual- 
cita, seguitavano  a  battere  nervosamente  con  le  dieci  dita  il  len- 
zuolo rimboccato,  e  gli  occhietti  neri  roteavano  sotto  le  pal- 
pebre gravi  frugando  tutti  gli  angoli  dell'ombra  quasi  cercando 
di  districarsi  da  quel  groviglio  di  rughe.  Di  quando  in  quando, 
le  mani  si  fermavano,  gli  occhi  si  chiudevano,  e  pareva  che  la 
morte  fosse  sopravvenuta,  con  la  pace;  poi  l'agitazione  ricc- 
minciava  come  se  una  mano  invisibile  avesse  ridato  la  corda 
al  meccanismo  del  giocattolo. 

Don  Pietro  si  sedette  al  posto  del  figliolo,  disse  al  vecchio 
poche  parole  di  conforto.  Questi,  dopo  qualche  secondo  di  si- 
lenzio, domandò  al  parroco  stupito: 

—  Lei  quanti  anni  ha? 

—  Settant'anni. 

—  Allora  può  capire....  Io  ne  ho  settantotto,  —  e  ricominciò 
a  batter  le  mani  sul  lenzuolo  e  a  rotear  gli  occhietti  neri. 
D'un  tratto  gli  occhi  si  fissarono  con  uno  sforzo  supremo  in 
quelli  del  prete  e  il  morente  cominciò  a  parlare  con  un  filo 
di  voce.  Doveva  dire  parole  preparate  che  ogni  tanto  s'inter- 
rompeva e  si  correggeva.  Descrisse  i  suoi  difetti  più  che  nar- 
rare i  suoi  peccati:  l'avarizia,  l'ira,  i  desiderii  inconif osti.  Alla 
fine  si  tacque,  di  botto,  e  restò  immobile. 

Don  Pietro  pensò  di  chiedergli  quella  grazia  prima  d'as- 
solverlo, ma  gli  parve  che  sarebbe  stato  poco  generoso,  quasi 
un  ricatto;  e  allora  l'assolvette  in  fretta,  e  senza  interrom- 
persi, dopo  le  parole  latine  continuò  a  parlargli  da  vicino  con 
tremula  voce  : 

—  Adesso  anch' ella  deve  assolvere  me.  Si  ricorda  del  furto 


OPUSCOLI  e; 
scHiARinEnn 


«MTK^it 


STflB.C.illlNALl>lrVuB.yiTRUVio  d-MlMNO 


XLIV  IL  PECCATO  E   LA  PENITENZA. 


che  fu  commesso  qui  da  lei  due  anni  fa,  una  domenica,  men- 
tr'ella  era  a  messa?  Quel  disgraziato  che  ha  commesso  il  furto, 
s'è  pentito,  è  venuto  a  confessarsi  da  me,  avendo  la  stessa 
fiducia  che  ella  adesso  ha  avuta  nella  misericordia  del  Signore. 
Ma  prima  di  confessarsi,  lasciò  in  chiesa  nella  cassetta  delle 
elemosine  una  parte  della  somma  rubata;  e  noi  della  chiesa 
credendola  un  dono  legittimo  la  adoperammo  ad  adornare  la 
casa  del  Signore.  Forse  il  Signore  stesso  ci  ha  perdonati  per- 
chè poi  ha  condotto  all'altare  della  penitenza  lo  stesso  ladro. 
In  questo  momento  solenne,  io  chiedo  a  lei,  al  buon  cristiano 
che  ella  è,  di  perdonare  a  quel  dissennato.... 

—  È  venuto  a  confessarsi?  E  le  ha  confessato  tutto?  A  lei? 
Da  sé  ha  confessato?  Non  ha  avuto  paura  che  poi  lei...? 

—  Noi  abbiamo  due  doveri:  il  perdono  e  il  silenzio. 

—  E  lei  non  rivelerà  mai...? 

—  Mai.  Prima  morrei.  — 

11  vecchio  tacque.  Don  Pietro  insistè  spaventato  a  vederlo 
immobile: 

—  Mi  risponda.  Lo  perdona? 

—  Sì,  SI,  lo  perdono,  lo  perdono!  Perdono  tutti  io!  Il  Signore 
me  ne  sarà  grato?  Lei  deve  saperlo.  Il  Signore  me  ne  deve 
esser  grato. 

—  Il  Signore  ci  ascolta,  —  gli  disse  don  Pietro  con  sem- 
plicità. Poi  tornò  ad  essere  il  brav'uomo  soddisfatto  d'aver 
ottenuto  quel  che  voleva,  e  s'avviò  ad  aprire  la  porta. 

—  Adesso  richiamo  suo  figlio,  per  la  comunione. 

Ma  appena  egli  ebbe  fatto  quattro  passi,  il  vecchio  si  scosse, 
le  sue  mani  cercarono  un  appoggio  come  se  egli  volesse  riz- 
zarsi su.  Chiamò: 

—  Venga  qua,  venga  qua  !  Non  chiami  nessuno.  Senta  me, 
senta  me!  — 

Don  Pietro  gli  era  tornato  vicino. 

—  Senta  me,  senta  tutto.  Non  le  ho  detto  tutto,  non  ho  mai 
detto  tutto.  Anche  io  sono  un  ladro,  anche  io  ho  rubato.  I  mi- 
lioni che  ho,  anche  io  li  ho  cominciati  a  fare  rubando.  Non  dica 
niente  a  nessuno.  Lei  solo  lo  saprà.  A  trent'anni  ho  rubato 
anch'io,  sì,  ho  rubato,  rubato,  rubato,  —  e  ripeteva  la  parola  bat- 
tendone le  tre  sillabe  con  le  mani  sul  lenzuolo:  —  Non  mi 
crede?  È  proprio  così:  rubato.  Ho  soppresso  un  testamento, 
d'un  parente,  e  ho  ereditato  trentamila  lire,  soltanto  trenta- 
mila lire.  E  con  quelle  ho  fatto  tutto.  Tutto  il  resto  l'ho  fatto 
io  con  le  mie  mani:  questo  sì.  Ma  quelle  trentamila  lire,  anche 
jo,  anche  io  le  ho  rubate,  E  adesso  vada  di  là,  chiami  gli  altri,  io 


IL  PECCATO  E   LA   PENITENZA. 


XLV 


voglio  liberarmi  di  questo  peso,  voglio  far  come  quell'altro 
che  ha  rubato  a  me,  voglio  che  quella  somma  vada  a  lei,  perchè 
lei  ne  fa'ccia  quel  che  vuole,  perchè  il  Signore  mi  perdoni, 
adesso,  mi  perdoni  subito.  Vada  di  là,  chiami  i  testimonii....  Due 
testimonii  occorrono ...  — 

Don  Pietro  aveva  ascoltato  a  bocca  aperta.  Non  sapeva  più 
che  obbedire,  automaticamente.  Aprì  la  porta,  rientrarono  il 
figlio  e  il  dottore,  accorsero  al  letto.  Il  morente  disse  al  figlio: 

—  Tu  no.  Il  dottore  e  un  altro....  Uno  che  non  sia  un  pa- 
rente.... Chi  c'è?  — 

Gli  nominarono  due  o  tre  persone.  Egli  ripetè: 

—  Un  altro  che  non  sia  un  parente,  —  e  guardò  il  figlio 
con  sospetto. 

Fecero  venire  il  fattore,  e  il  vecchio  se  lo  chiamò  vicino 
accanto  al  dottore: 

—  Voi  siete  testimonii  che  io  incarico  i  miei  eredi  di  dare 
trentamila  lire,  capite?,  trentamila  lire  in  contanti  a  don  Pie- 
tro, come  si  chiama?,  a  don  Pietro  Caprani  qui  presente,  come 
legato  mio,  di  mia  libera  volontà  perchè  egli  ne  faccia  l'uso 
che  sa,  —  e  ricadde  sul  letto. 

Il  figlio  spinse  don  Pietro  in  un  angolo: 

—  Che  manovre  son  queste?  — 
Don  Pietro  tremava  tutto: 

—  Ma  io  non  ho  detto  nulla,  non  ho  chiesto  nulla.  Non  le 
lascia  a  me.  Che  posso  farci  io? 

—  È  un'indegnità,  capisce?,  un'indegnità  approfittarsi  d'un 
uomo  in  quello  stato  lì.  — 

L'onestà  di  don  Pietro  insorse: 

—  Ella  non  sa  con  chi  parla.  Io  non  ho  mai  tolto  niente  a 
nessuno.  M'hanno  chiamato,  son  venato.  Ho  fatto  il  mio  do- 
vere: me  ne  vado,  —  e  a  testa  alta  tornò  presso  il  letto,  s'in- 
ginocchiò, pregò  un  minuto  in  silenzio,  poi  si  coprì  le  spalle 
col  velo  di  seta,  e  tratta  dalla  pisside  l'ostia,  ne  segnò  in  croce 
il  morente  e  gliela  insinuò  tra  le  labbra  ansanti.  E,  terminate 
le  preghiere,  richiusa  la  pisside  nella  teca,  ripiegato  il  velo, 
se  ne  andò  senza  salutar  nessuno. 


OPUSCOLI  E 
SCHI/IRIMENTI 


STAB.CilRNALDlViA  B.Vitruv/io  9-niLÀNO 


XLVI  IL  PECCATO   E   LA   PENITENZA. 

Ma  per  strada  non  riesciva  a  connettere  le  idee  agitate 
come  da  una  febbre. 

Scese  dal  biroccino  sulla  piazza,  cominciò  a  salire  la  scala 
della  canonica.  Una  voce  dal  bujo  dell'orto  disse: 

—  Son  qua.  Vengo  su.  — 
Era  Santino. 

—  Perchè  stai  li? 

—  Non  sapevo  come  potesse  andar  a  finire....  Volevo  ve- 
dere se  tornavate  solo.  — 

Entrarono  in  camera  da  pranzo,  al  caldo.  Don  Pietro  gittò 
il  cappello  sulla  tavola,  vi  depose  la  sacra  teca,  cadde  sulla 
poltrona  la  testa  nelle  mani,  i  gomiti  sulle  ginocchia,  e  comin- 
ciò a  piangere.  Santino  lo  lasciò  piangere  un  poco,  poi  gli  do- 
mandò con  indifferenza: 

—  Non  v'occorre  altro?  Me  ne  vado. 

—  Se  m'occorre  altro?  —  e  alzava  le  due  braccia  e  lo 
sguardo  febbrile:  —  E  non  mi  chiedi  niente?  Non  mi  chiedi 
quel  che  m'ha  detto  per  te  quello  lassù? 

—  Per  me?  Che  ne  sa  di  me? 

—  Anzilei  ti  perdona,  Anzilei  mi  lascia  le  mille  lire  che 
hai  date  alla  chiesa.    • 

—  È  naturale... . 

—  E  non  basta:  Anzilei  lascia  alla  mia  chiesa,  per  mio 
mezzo,  trentamila  lire,  capisci?  trentamila  lire. 

—  Trentamila  lire?  — 

Anche  Santino  parve  colpito  dall'  importanza  di  quella 
somma.  Fece  due  passi  avanti  come  attirato  da  una  calamita: 

—  Le  avete  addosso? 

—  No.  Ha  chiamato  due  testimonii,  il  medico  e  il  fattore, 
e  davanti  a  loro  m'ha  fatto  questo  legato. 

—  Ci  vorrà  tempo  per  riscuoterlo.  Ne  avrete  delle  noie. 
Fonse  i  parenti  faranno  opposizione....  Se  le  riscuoterete,  che  ne 
farete  ? 

—  Che  ne  farò?  Prima  di  tutto  pagherò  le  duemila  lire 
agli  altri  due  che  tu  mi  dirai. 

—  Non  vi  dirò  niente  io. 

—  Nemmeno  adesso? 

—  Ve  l'ho  detto:  lavoro  per  mettere  da  parte  quella  somma 
io  stesso. 

—  Figlio  mio,  queste  parole  tue  mi  consolano,  ma  adesso 
non  devi  fare  una  quistione  d'amor  proprio.  Ti  aiuto  io,  adesso. 
Quando  le  avrai,  le  restituirai  a  me.  Intanto  liberiamoci  da 
quest' incubo. 


IL   PECCATO  E   LA   PENITENZA. 


M.VII 


—  Ma  non  sono  moribondi  come  Anzilci,  gli  altri  due.  La 
restituzione  farà  rinascere  i  sospetti,  sarò  perseguitato,  arre- 
stato.... Voi  adesso  ci  farete  una  bella  figura,  avrete  restituito 
tutto.  ^La  io?  Don  Pietro,  voi  siete  un  uomo  giusto.  Queste 
trentamila  lire  le  dovete  a  me.  Senza  me  non  le  avevate.  An- 
zilei  non  era  un  uomo  da  regalare  tanti  biglietti  da  mille  nem- 
meno in  punto  di  morte,  —  e  Santino  che  fissava  il  curato  negli 
occhi  sempre  più  da  vicino,  finì  a  sussurrargli  a  un  palmo 
dalla  faccia:  —  Se  li  regala,  è  segno  che  non  sono  suoi. 

—  Che  sospetti? 

—  Che  quando  gli  avete  parlato  della  confessione  mia  e 
del  pentimento  mio,  gli  è  venuto  fuori  il  rimorso.  Senza  me, 
egli  restava  senza  rimorso,  e  voi  senza  denari.  Quest'è  chiaro. 

—  Ma  non  è  chiaro  affatto! 

—  Giuratemi  che  ho  torto,  giuratemelo  sul  sacramento. 

—  Io  non  giuro  niente. 

—  Va  bene:  è  inutile  che  giuriate.  Ve  lo  ripeto:  senza  me, 
egli  andava  all'inferno  e  voi  restavate  a  mani  vuote.  In  che 
cosa  Anzilei  è  migliore  di  me?  Egli  ricco  a  milioni  v'ha  dato 
trentamila  lire,  io  povero  in  canna  ve  ne  ho  aate  tremila.  Per- 
chè io  posso  essere  arrestato,  ed  eglino?  Questa  differenza  di- 
pende dall'imbecillità  della  giustizia,  non  da  me  o  da  lui.  A 
lui  gli  affari  sono  andati  bene?  A  me  andranno  bene  un'altra 
volta;  ma  io  non  ho  aspettato  di  morire  per  pentirmi,  e  per 
fare  un  dono  a  Dio. 

—  È  vero.... 

—  E  adesso  volete  con  quei  danari  che  dovete  a  me  quanto 
gli  altri,  pagare  le  vostre  duemila  lirette  al  signor  Tizio  e  al 
signor  Caio,  e  lasciar  me  per  le  peste?  Niente  affatto!  I  nomi 
non  ve  li  dico. 

—  Ma,  figliolo  mio,  pensa  che  anche  il  tuo  debito  verso 
loro  e  il  tuo  debito  verso  Dio  diminuiranno  in  proporzione. 

—  Raddoppiatemi  la  penitenza,  ma  io  non  parlo.  E  vi  rin- 
grazio della  vostra  gratitudine. 

—  Gratitudine? 

—  Quante  volte  ve  l'ho  da  dire,  don  Pietro?  Questi  denari 
oggi  li  dovete  a  me,  come  dovevate  ieri  a  me  i  restauri  della 


OPUSCOLI  E 
SCHlARiriEHTI 

(iRfltisè!/ 


SnIlC  AmiALi^l-ViÀ  BA/iTRUVio  à-MlLfl 


XLVIII 


IL  PECCATO  E   LA  PENITENZA. 


chiesa.  Senza  me,  voi  e  la  vostra  chiesa  eravate  rimasti  quello 
che  eravate  tre  anni  fa:  cioè  niente,  assolutamente  niente.  Una 
chiesa  povera  e  sporca,  un  parroco  povero  e  ignoto.  Un  bra- 
v'uomo,  non  lo  nego,  don  Pietro.  Ma,  in  lin  dei  conti,  alla  vostra 
chiesa  chi  è  stato  più  utile?  Quel  brav'uomo  che  siete  voi,  o 
quel  ladro  che  sono  io?  — 

Don  Pietro  seguitava  a  fissarlo  come  ipnotizzato.  Assentì 
due  e  tre  volte  col  capo,  e  concluse: 

—  È  vero.  Le  vie  del  signore  sono  ignote. 

—  Saranno  ignote  altre  volte,  ma  questa  volta  sono  visi- 
bilissime, —  ribattè  Santino  imperterrito. 

E  poiché  la  lampada  a  petrolio  s'affievoliva,  la  spense,  ac- 
cese un  moccolo  e  andò  in  cucina  a  riempirla.  Quando  tornò, 
trovò  don  Pietro  svenuto,  arrovesciato  sopra  un  bracciolo  della 
poltrona,  come  schiantato. 

Santino  alzò  la  lampada  per  vederlo  meglio.  Poi  posò  la 
lampada  sulla  tavola,  accanto  al  tricorno  che  il  curato  vi  aveva 
gittato  entrando.  E  preso  il  tricorno,  ne  lisciò  delicatamente 
col  rovescio  della  manica  destra  il  pelo  arruffato,  se  lo  ficcò 
in  testa  e  andò  davanti  al  caminetto  a  contemplarsi  nel  piccolo 
specchio  appannato.  E  rise. 


«^ 


Pochi  minuti  dopo,  il  sacrestano  svegliato  da  Santino  ac- 
correva, trasportavano  don  Pietro  sul  letto,  chiamavano  il  dot- 
tore. Il  freddo  della  notte,  l'età,  la  probabile  emozione:  queste 
furono  pel  dottore  le  cause  della  malattia  di  don  Pietro  Ca- 
prani.  La  malattia  durò  dieci  giorni.  In  questi  dieci  giorni 
nessuno,  meno  il  notaio  pel  testamento  e  un  prete  per  l'asso- 
luzione in  articulo  mortis,  fu  ammesso  nella  stanza  del  curato, 
e  Santino  non  andò  mai  più  lontano  della  camera  attigua. 

Il  giorno  stesso  della  morte  di  don  Pietro,  fu  aperto  il  suo 
testamento  Lasciava  tutto  il  suo  avere  a  Santino  «  perchè  ne 
facesse  l'uso  che  la  sua  coscienza  di  cristiano  gli  consigliava.  » 
Santino   riscosse   dopo  un   mese  il   legato   Anzilei,    e  regalò 


INSEGNE  VETRINI 

rERMCRISTAllO-SMam     FEIIRO.E.NEGDZI 


G'VOGLOTTI 


PREMIATO  (OM  MEDAGLIA  D  ORO      ^i^ 

-.i:-     ALL'  ESPOSIZIOME   Oi   MIL/ino    1906 
PfO  Ltì  COSIRUllOiyE  ù/  VETRINE  fERRO, 
I     EMEOflOUm     DflRGEMTO   DEL 

HiNimRO  flGf>lCClTUfitì  HiD!JSlfli/1tC0M»£RCIO  '. 


C0R50  VflLEMTINO,  24     C__^^ 
OPF/ciMA  PROPRIA  VIA  BARETTI.  57 
TORinO^  r£/.£FO/yO  '422 


IL  PECCATO  E   LA   PENITENZA 

litro  mille  lire  alla  chiesa  e  rivelò  fuori  di  confessione  al 
successore  di  don  Pietro,  recandogliene  le  prove,  che  egli  era 
stato  il  donatore  delle  altre  tremila  lire  negli  anni  scorsi. 

Santino  Santi  oggi  è  proprietario  di  due  mulini  a  cilindri 
sul  fiume  Clitunno  ed  è  sindaco  del  proprio  paese.  Il  figlio  del 
conte  Anzilei  costretto  a  vivere  a  Napoli  vorrebbe  affidargli 
l'amministrazione  delle  sue  terre  vastissime.  Santino  Santi 
incora  non  ha  voluto  accettare. 

Ugo  Ojetti. 


9m-  E  PUBBLICATO  L'INDICE  ALFABE- 
TICO DELLE  MATERIE  CONTENUTE  NEI 
PRIMI  DIECI  ANNI  DELL'ALMANACCO 
ITALIANO,  PREZZO  Cent.  CINQUANTA.  - 
Verrà  spedito  FRANCO  DI  PORTO,  inviando 
CARTOLINA- VAGLIA  agli  EDITORI  R.  BEM- 
PORAD   &  FIGLIO  ^^       m       ^       m       rit 


P^^r^g;-»,,» S--S- 


INDICE  DEGLI  ANNUNZI 

(I  numeri  di  corsivo  rimandano  alle  pagine  inserite  nel  testo  dell'Almanacco). 


Abano  (Fanj?lii  di),  5.55  e  lìcissim. 

Acqua  di  Vicascio  (proprietà  Bruno).  Fi- 
renze, 13. 

Alberti  (Ditta).  Liquore  Strega.  Benevento, 
220  e  passim. 

Altieri  e  Laoroix.  Zincotipia,  fotoincisione  ec. 
Milano,  37. 

Anj^lo  Amerivan  Sborcs.  Specialità  farmaceu- 
tiche. Milano,  pag.  iv  copertina  del  fasci- 
colo di  premi. 

Annuario  d'Italia  (Società  Anonima  Editrice 
dell').  Genova,  14éb. 

Appiani  G.  Pavimenti  in  Ceramica.  Treviso, 
XI  e  passim. 

Arnaldi  C.  Specialità  farmaceutiche.  Milano, 
1  e  passim;  203  e  passim. 

Baelz  Augusto  e  C.  Fabbrica  di  colori  per 
arti  grafiche.  Milano,  IGOa. 

Bagni  di  Cossila.  Biella,  ,542  e  passim. 

Banca  Commerciale  italiana.  Milano-Roma- 
Firenze,  ec.  368a. 

Banco  Espanol  del  Rio  de  la  Piata.  Buenos- 
Aires-Ge.iova,  29. 

Bellet,  Sénès  et  Courmes,  succ.  d'Arène.  Pro- 
fumerie. Napoli,  I. 

Belloni  C.  Tipo-litografia.  Milano,  58. 

Bemporad  R.  e  figlio.  Editori.  Firenze,  75-7G 
e  p'issìm. 

BiMgamini  F.  Chirurgo-dentista.  Firenze,  19. 

Berger  e  Wirth.  Inchiostri.  Firenze,  6Wa. 

Berta  E.  di  F.  Fonderia  delle  Cure.  Firenze, 
454h. 

Bolognese  dott.  S.  Specialità  farmaceutiche. 
Napoli,  2.56  e  p  isaim. 

Bosca  L.  e  tìgli.  Vini  del  Piemonte.  Canelli, 
192a. 

Brogi  G.  Fotografia.  Firenze,  25, 

Candès.  Latte  autefelico  (v.  la  4"  pag.  della 
copertina),  435  e  passim. 

Cartiera  italiana.  Società  anonima.  Serravalle 
Sesia  e  Quarona,  òfJOh. 

Cassa  mutua  cooperativa  italiana  per  le  pen- 
sioni, Torino,  240a. 

Cavestri  A.  e  Piseroni  L.  Articoli  per  foto- 
gralia  e  disegno.  Milano,  fi». 


I  Chappuis  E.  Litografia.  Bologna,  7. 

Ciaburri  (Farmacia).  Specialità  Cerreto  Fan- 
nita.  36  e  passim. 

Ciampolini  e  Minuti.  Officina  meccanica.  Fi- 
renze, 19. 

Cini  G.  e  C.  Fabbricanti  di  carta.  Firenze, 
176b. 

Colli  Fioriti.  Fabbrica  di  profumerie.  Mila- 
no, 454a. 

Compagnia  di  Assicurazione  di  Milano,  304a- 
304b. 

Compagnie  des  Chemins  de  fer  de  l'Est.  Pa- 
rigi, U4b. 

Conte  G.  Cpecialità  per  barba  e  capelli.  Na- 
poli, 546  e  passim. 

Cravero  dott.  P.  E.  Alchebiogeno.  Modena,  in. 

Customs  (The)  and  Bonded  Warehouses  Com- 
pany. Società  anonima.  Magazzini  Generali. 
Genova,  176a. 

Cutler  e  Girard.  Mobili  artistici.  Firenze,  560a. 

De  Giovanni.  Antiiievrotico,  323  e  passim. 

Della  Chiesa  Fratelli.  Biliardi.  Milano,  41. 

Dell'Orto  F.  Cucine,  Caloriferi,  ec. Milano  542 
e  passim. 

Ditte  raccomandate  di  Livorno,  31. 

DoUfus-Mieg  e  C.  Forniture  per  lavr  ri  fem- 
minili. Mulhouse-Belfort-Parigi,  448a. 

Donzelli  A.  e  C.  Coniazione  di  medag'ie.  Mi- 
lano, pag.  3  della  copertina  Jhioni. 

Duprè  C.  Specialità  farmaceutiche.  Rimini, 
2()3  e  piissirn. 

Fabbrica  italiana  di  cellulosa  e  carta.  Roma,  51, 

Fabbriche  riunite  di  ceramiche.  Faenza,  9, 

Fattori  G.  e  C.  Specialità  farmaceatiche,  183 
e  passim. 

Finetti  e  C.  Indirizzi.  Milano,  39. 

Finzi  L.  Acetilene.  Firenze,  42. 

Fischer  S.  Specialità  tecniche.  Milano,  41,  65. 

Fondiaria  (La).  Società  di  Assicurazioni.  Fi- 
renze, 210a. 

Fornaci  delle  Sieci.  Terrecotte  ec.  Sieci,  Fi- 
renze, 27  2a. 

Fosfatina  (La)  Falières.  Parigi,  128b. 

Gambi  A.  Stabili ;nento  tipo-litografico,  Fi- 
renze. 17. 


OPUSCOLI  E 

SCHIARinENTI 

<iMTI5t-H 


SnB.C.ARNALDI-VlAByiTRUViQ9-|«VlUiriO 


INDICE   DEGLI   ANNUNZI 


I.I 


;:.!n.i.ii..  V..  i.  i  .V.U..U1  Liu-logicl.  Altomoiì- 

tc  (Calabria),  19'^h. 
.acomuzzi  A.  lu  Aiij^olo  (Ditta).  Vini.  Ver.e- 
/.ia.  63. 

liianinazzi  D.   Stabilimento    d'incisioni.   Ge- 
nova. 27. 
■  iornal^Ho  (lì)  (iella  Domenica.  Firenze,  5G  e 
passim. 

>ii-i  L.  (Ditta).  Medaglie,  bottoni,  incisioni  ce. 
Firenze,  354  e  passini, 
i rande  {La)  liivite.   Rivista  mensile.   Parigi, 
tìòfìd. 

iJussoni  Giovanni  (Ditta).  Special  tà  in  arti- 
coli da  scrittoio,  ec.  Milaito,  36. 

Hermelin  (Fratelli).  Fabbrica  di  biliardi,  Mi- 
lano, 56. 

Hotel  (Grand)  Cavour.  Firenze,  544h. 

Hotel  (Grand)  già  Continentale  Reale  della 
Pace,  Firenze.  ò44(t. 

Hotel  Italia.  Firenze,  5i4ii. 

Hotel  Royal  Grande  Bretagne  et  Arno.  Fi- 
renze, 21. 

Ichino  P,  Carte  da  Parati,  Firenze,  272h. 

Istituto  (R.)  internazionale  italiano.  Torino. 
I92b. 

Jougla  J.  Lastre  e  Carte  fotografiche.  Pa- 
rigi, li. 

Koerting.  Società  anonima.  Riscaldamento  e 
termosifoni.  Sestri  Ponente,  288a. 

Lagala  V.  Specialità  da  toelette.  Napoli  112  e 
passim. 

Landi  S.  Tipografia.  Firenze,  2. 

Lapilli  A.  Emporio  Musicale.  Firenze,  225  e 
passini. 

Lariana.  Società  di  navigazione  a  vapore  sul 
Lago  di  Como,  224u-224b. 

Lattes  S.  e  C.  Libreria  editrice.  Torino,  608a- 
60Sh. 

Laviui  e  Rampone.  Macchine  per  la  lavora- 
zione del  legno,  dei  metalli,  ec.  Tcn-ino,  71. 

Lido  (Società  di  Bagni  del).  Venezia,  59. 

Lorilleux  e  C.  Inchiostri  da  stampa  e  ver- 
nici. Milano,  4. 

Malesci.  Specialità  farmaceutiche.  Firenze,  23, 

Mangiarotti  Marcello  e  C.  Unione  Zincograti. 
Milano,  IGOh. 

Mantovani  G.  Tinture  acquose  di  Assenzio. 
Venezia.  78. 

IMele  A.  Ortopedico.  Napoli,  288h. 

Menarini.  Specialità  farmaceutiche.  Napoli, 
214  e  passini. 

Messaggero  {II).  Giornale  quotidiano.  Roma, 
65b-b. 

?»Ietropole  (La\  Assicurazione  contro  l'incen- 
dio. Parigi-Torino-Firenze,  57. 

Monaco  F.  e  filili.  Specialità  di  vini  e  liquori. 
Catania,  265  e  passim. 

Mossa  e  Floris.  Istituto  torinese  d'Arti  gra- 
fiche. Torino,  55. 

Nebiolo  e  Comp.  (Ditta).  Fonderia  di  carat- 
teri e  fabbrica  di  macchine.  Torino-Mi lano- 
(ietiova-Koma.   '24<)h. 


ARTRITE 


M/SOHI    DI 


Neri  P.  Tipo^i.u....  ;...„.-,..,.  ...<.,. 

Ugna  (Distilleria).  Milano,  453  e  pass'm. 

Oleifici  nazionali.  Genova-Sampiordarona,  71. 

Officina  chimica  dell'Aquila.  Prodotti  enolo- 
gici. Milano,  II. 

Paganini,  Villani  e  C.  Farina  Lattea  Italiana. 
Milano,  112a. 

Pagliano.  Specialitàfarmaceutiche.Firenze,  1.3. 

Pallotti.  Gioielleria.  Venezia-Firenze,  G3. 

Pastifici  Dolfi  (Società  Anonima).  Firenze,  15. 

Pavone.  Elixir  purgativo.  Napoli,  540  cpa-ssim. 

Regna  C.  e  figli.  Prodotti  chimici.  Firenze, 
464a. 

Pontremoli  G.  e  C.  Macchine  per  scrivere  ed 
affini.  Milano,  35. 

Prussiana  (La).  Società  di  Assicurazione.  Ber- 
lino, 384a. 

Racca  G.   Piani  melodici,  ec.  Bologna,  352a. 

Reber  A.  Libraio.  1  alei-mo,  47. 

Richard  J.  Vérascope,  et  Gliphoscope.  Parigi, 
3840. 

RiuJiione  Adriatica  di  Sicurtà.  Milano,  41. 

Rossi  (Cartiera).  Milano,  36'^fK 

Ruffini  P.  Specialità  farmaceutiche.  Firen- 
ze, IV. 

Sanatorium  (Grande)  toscano.  Firenze -Pi- 
stoia, 21. 

Sandron  R.  Editore.  Milauo-Palermo-Napoli, 
43,  45. 

Sangiorgi  (Galleria).  Roma,  53. 

Santini  (Fratelli).  Illuminazione  a  gas  aceti- 
lene. Ferrara,  267  e  passim,  592a. 

Sasso  P.  e  figli.  Olii  di  Sas.so.  Oncglia,  55  e 
passim. 

Schreiber  E.  Stabilimento  di  .*rti  grafiche. 
Stoccarda,  352h. 

Schreiber  R.,  Hub  E.  e  C.  Arti  grafiche.  Vien- 
na, 44Sli. 

Scuola  (R.)  di  Agricoltura  in  Portici,  413. 

Serantoni  e  Pontiglione.  Riscaldamenti  mo- 
derni. Milano-Bologna,  0  e  passim. 

Sicurtà  (La).  Compagnia  di  Assicurazioni  con- 
tro la  rottura  de' vetri,  il  furto,  ec.  Mila- 
no, 53. 

Simon  J.  e  C.  Specialità  per  toeletta.  Parigi, 
213  e  passim. 

Smeraldi  C.  Officina  meccanica.  Firenze,  11. 

Spinelli  G.  e  C.  Società  per  le  industrie  gra- 
fiche. Firenze,  23. 

Società  anonima  '•  L'Italiana  „.  Scale  aeree, 
cani,  furgoni,  ec.  Milano,  65. 

Società  del  "  Puer  „.  Specialità  farmaceuti- 
che. Roma,  4y. 

Società  italiana  di  fonderie  ghisa  e  costru- 
zioni meccaniche  già  Fratelli  Bellaydicr- 
Genova,  210b. 

Società  italiana  per  l'industria  dei  biscotti 
e  dolci  già  Digerini,  Marinai  e  C.  Firen- 
ze, ll2b. 

Società  G.  Morandi  e  C.  Rappresentanze  in- 
ternazionali, Commissioni,  Depositi.  Firen- 
ze, 680b. 

GUARITA   RADICALMENTE 

CON    I  CELE  B  R I 


VEDI     ANNUNCIO     DI    FRONTE 

-:•:-      -nv- ALL'  INDICE    GENERALE 


LII 


INDICE  DEGLI  ANNUNZI. 


Società  per  Imi)ianti  e  f  rniture  elettriche 
già  Minuti  e  C.  Firenze,  li). 

Società  riunite  del  Nord  -  Inchiostri  perfetti. 
Bologna.  !^3. 

Stabilimenti  idroterapici  e  Grand  Hotel  di 
Andorno  (Biella),  iO. 

Stabilimento  idroterapico  e  Stazione  clima- 
tica di  Cessila.  Biella,  05. 

Stabilimento  tipografico  Aldino.  Firenze,  19. 

Stabilimento  tipografico  San  Giuseppe.  Firen- 
ze, 25. 

Talli  (Angelo)  Ditta,  Mobili  artistici,  ec.  Fi- 
renze, 128a. 

Talmone  M.  Fabbrica  di  cioccolata.  Torino, 
170(1,  noi. 

Terme  d'Abano.  Padova,  IX. 

Terme  (RR.)  di  Sant'Agnese.  Bagno  di  Ro- 
magna (Toscana),  lì20<t. 

Tipografia  Ariani.  Firenze,  33. 

Tipografia  editrice  M.  Riici.  Firenze,  21. 


ze,  03. 


j  Tipografia  e  Libreria  Claudiana.  Firn!- 
I  Treves  Fratelli.  Editori.  Milano,  €40'. 
Tricofilina  (Profumeria  Colli  Fioriti).  Milai  o, 

454  e  puts.sini. 
Ungania   E,  Premiato   Laboratorio    Chimico. 

Bologna,  3G8(i. 
Ulrich  D.  Erboristeria.  Torino,  57. 
Unione  delle  Fabbriche  Micc:o  e  C.  Mode  e 

novità.  Napoli,  X. 
Venchi.   Confetti,    Cacao,    ec.  Torino,  269  e 

passim. 
Vestrini  N.  Cartoleria.  Firenze,  223  e  passim. 
Vichy.  Acque  purgative.  Parigi,  464a. 
Vigo   G.   e   C.   Sport,   mobili,  chirurgia.  To- 
rino, 592b. 
Vogliotti  G.  Insegne  e  Vetrine.  Torino,  513 

e  passim. 
Wehrheim.   Metodo   di   cultura  tìsica,  SCS  e 

passim. 


scHÌmmm 
«RaTis^ 


SmB.C^I1RNdLbl-Vi/^WRUViQ^9-MlLÌI[(t^ 


immw^ 


IL  CALENDARIO'*' 

Divisione  eoi  tempo.  —  L'anno.  Era  della  Crea/.ioue  del  Mondo,  se- 

Presso  quasi  tutti  i  popoli,  la  misura  del  ^,    ««/f«  ^^f.'" ='•»"*«  degl'Israeliti.  3761av.C. 

tempo  riposa  sopra  divis  oni  naturali,  ossia  ?:^'^  ^^  ^  Olimpiadi  •    •    •    •    •    •    •     776     , 

dedJtte  dall'osservazione  dei  fenomeni  celo-  ^'^  della  fondazione  d,  Roma  (se-    ^  ^ 

sti    Le  divisioni  più  semplici   sono  il  giorno  p.ra  di' Nabo'.la^sarre  .'    !    .'    !    !    ."   .'     717     l 

e  1  anno.  t-.       j-    .i  j        i  r^        j  i   • 

Lavora   durata  di  una  rivoluzione  della  Era  di  Alessandro  il  Orando,  o  dei 

Terra  nell'eclittica  è  di  365  giorni,  5  ore,  48,  „       '^°     ..",'    '■^■'    '    '    "o*.  *    '    *     *^-*     " 

40':  questa  sarebbe  la  durata  dell'anno%;«-  ^^'^  ^^'  S^'loucidi,  o  era  Su'o-ma- 

t)»Vo,  il  quale  non  può  servire  per  anno  r/r/7-?,  „    *^j?^V    '    '-r^i'^'ir   '    '^'W-  *         "     "" 

che  pe?  ragioni  chiare   ad  intendersi,  devo  Era  di  Tolomeo  Filadelfo,  o  di  Dio- 

esser  composto  di  un  numero  intero  di  giorni.  „.     d •  t* ' 1''     "" 

L'anno  è  diviso  in  mesi:  ed  il  mese  nella  '^^     '     ^^^ "'     " 

sua  origine  corrispondeva  ad  una  lunazione,  Era  cristiana  o  volgare,  o    dell' incarnazio:ie 
ci  )è  al  periodo  dopo  il  quale  si  ripetono  lo  di  Cristo  di  cui  è  creduto  inventore  Dio- 

medesime  fasi  lunari.  Ma  la   durata  precisa  "Jgi   il    piccolo,  monaco   di  origine   sc;t:i, 

di  una  lunazione  è  di  giorni  29,  ore  12,  44',  3  ';  abate  in  Roma  nel  secolo  VI. 

e  quindi  non  ò  parte  aliquota  dell'anno  t.o-  Era  di  Diocleziano,  o  dei  Martiri,  an.     284  d.  C. 

pico.  Siccome  il   numero  delle  lunazioni  in-  Era  degli  Armeni,  ossia  dello  sci- 
tiere   che   si  osservano  in  un  anno  ò  di  do-  «ma  della  Chiosa  Armena  ...     552     „ 

dici,  così,  di   solito,  l'anno    ò   stato  sempre  Era  dell'Egira,  ossia  della  fuga  di 
diviso  in  dodici  mesi,  i  quali  però  non  corri-  Maometto  dalla  Mecca    ....     622 

~;)ondevaiio  più  ad  una  lunazione,  ma  ad  una  Era  della  Repubblica  francese  .    .1792     „ 
;  .dicesima  parte  dell'apparente  cammino  del 

-ale  nel  cielo;  e  sicconje  a  questo  cammino  Calendario  deqli  Israeliti. 

ijli  antichi  astronomi  facevano  corrispondeie 

la   fascia  dello   Zodiaco,  composta  di  12  co-  L'anno  degli  Israeliti   ò  anno  lunisolare, 

stellazioni,  così   il  mese  presso  i  popoli  più  Brevi  notizie  sul  calendario  da  essi  adot  ato 

avanzati  in  civiltà  corrispondeva  alla  appa-  si  troveranno  a  pag.  8. 
rente   dimora  del   Sole   in  uno  dei  12  segni 
dello  Zodiaco.  Riforma  giuliana. 

Ere.  Giulio  Cesare,  avendo  trovato  che  il  com- 

„  ,,  puto  dell'anno  stabilito  da  Xuma  Pompili  j  e 

^on  VI   sarebbe  cronologia  senza  la   nu-  seguito   fino  allora  dai  Romani,  aveva  pr..- 

merazione  degli   anni.  Oggi   il  maggior   nu-  dotto  grandissimo   disordine,  si  accinse  alhi 

mero   delle   nazioni    civili  contano   gli   anni  sforma   del  calendario  con  il  consiglio  dol- 

dalla  nascita  di  Cristo;  ma  sono  state  in  uso  l'astronomo  alessandrino  Sosigefte:  e  l'anno 

e  sono  ancora  altre  numerazioni,  o  ere.  Loco  da  lui  riformato  nel  45  av.  C.  fu  stabilito  di 

le  ere  più  importanti:  3^3  giorni,  divisi  in  12  mesi,  alternativamente 

Era  della  Creazione  del  Mondo,  se-  di   31    e   di  30  giorni,  salvo  febbraio  che  ne 

condo  il  computo  di  Costantino-  aveva  29  e  30  nei  bisestili.  Fu  pure  stabilito, 

poli,  risale  all'anno.  «...    .  .550Sav.C.  nella  persuasione   che   l'anno  tropico   fos<o 

Era    della    Creazione    dei    Mondo,  precisamente  di  365  giorni  e  V4,  che  ogni  quat- 

secondo  il  computo  degli  Ales-  tro  anni  si  aggiungesse  un  giorno  al  mese  di 

sandrini 5502     „  febbraio,  e  precisamente  fra  il  24  e  il  25;  e 


(*)  Chi  desiderasse  nia?£;io!i  ra^^nasli  su  questa  introduzione  cronolojrica  e  cosmo^ralra  al!'A^.- 
MVXACCO  iTAi'.ifNO,  consulti  le  annate  iS!>G-08  dove  essa  era  assai  più  diffusa.  L'aumentare  della  inaioii.» 
ti  ha  obbligati  a  ridurla  in  più  breve  spazio. 


siccome  nel  calendario  romano  il  2-t  febbraio 
si  chiamava  sexio  Kalendas  Martìi,  il  giorno 
intercalato  fu  detto  bis  sexto  leni.  Maitii,  e 
l'anno  che  aveva  tale  intercalazione,  fu  chia- 
mato bisestile.  L'anno  doveva,  cominciare  al 
lo  gennaio,  e  l'equinozio  di  primavera  fu  fis- 
sato al  25  marzo.  La  divisione  giuliana  in 
mesi,  e  l'intercalazione  quadriennale  sono  se- 
guite anche  oggi  da  tutte  le  nazioni  cristiane. 

Calendario  Romano  antico. 

Gli  antichi  romani  non  contavano  1  gioi-nl 
dell'anno  secondo  il  loro  numero  ordinativo 
nel  mese,  ma  rispetto  alle  calende,  alle  none, 
il -li  idi  di  ogni  mese.  Le  i-alende  (Kalendue; 
acc.  Kalendas;  abl.  Kalendis)  cadevano  il  pri- 
mo giorno  del  mese:  le  none  {Nonne;  acc.  No- 
tias;  abl.  Konis)  al  settimo  giorno  dei  mesi  di 
marzo,  maggio,  luglio  e  ottobre,  al  quinto  di 
tutti  gli  altri;  gli  idi  (nom,  e  acc.  Lliis,  abla- 
tivo Idibus)  otto  giorni  più  tardi  delle  none, 
cioè  al  15  in  marzo,  maggio,  luglio  e  ottobre, 
al  13  nel  resto  dell'anno.  Per  indicare  gli  al- 
tri giorni,  dicevano  l'ordine  che  questi  ave- 
vano avanti  alle  calende,  alle  none,  agli  idi; 
por  cui  i  giorni  che  precedevano  immedia- 
tamente i  tre  di  ora  accennati,  erano  pridie 
Kalendas,  pridie  Nonus,  pvidie  Idus;  i  giorni 
ancora  precedenti  erano  tei-tio  Kalendas,  ec. 


Riforma  Gregoriana. 

L'anno  civile  introdotto  da  Giulio  Cesare 
era  di  365  giorni  e  un  quarto;  e  poiché 
l'anno  tropico  era  veramente  di  3G5  giorni, 
rt'\  48',  40",  cosi  quella  differenza  lieve  in 
principio,  accumulandosi  con  l'andare  degli 
aiuii,  turbò  l'accordo  fra  1  mesi  e  le  stagioni, 
indispensabile  a  tutti  gli  usi  civili  del  calen- 
dario. Il  pontetìce  Gregorio  XIII  stabili  di 
porre  rimedio  all'inconveniente,  e  udito  il  pa- 
rere di  molti  astronomi,  su  proposta  di  Anto- 
nio Lilio,  decise  nell582:  1°  che  per  rimettere 
al  primitivo  posto  l'equinozio  di  primavera 
elle  con  tutto  il  calendario  avanzava  allora  di 
1(»  giorni,  si  sotti-aessero  dall'anno  che  cor- 
reva, i  dieci  giorni  di  anticipazione,  passando 
dal  4  ottobre  al  15  del  mese  istesso  (fu  scelto 
«luol  periodo  pei-chè  non  vi  cadevano  feste  so- 
1  'lini);  2o  che  per  prevenire  ogni  futura  alte- 
razione poiché  il  calendario  giuliano  portava 
o^ni  quattrocento  anni  un'anticipazione  di 
circa  3  giorni,  si  stabilisse  che  gli  anni  cente- 
nari, ovvero  gli  ultimi  di  ogni  secolo,  fossero 
comuni  invece  che  bisestili,  ad  eccezione  del 
quarto  centenario  (ossia  degli  anni  divisibili 
jun-  400)  che  restavano  bisestili.  Quindi  gli 
anni  1«U)0  o  2000  sono  bisestili;  1700,  1800, 
l'.tOO  furono  comuni.  Questa  riforma  lascia 
tuttavia  una  lieve  differenza,  che  peraltro  non 
arriva  a  formare  un  giorno  Intiero  se  non 
dopo  4000  anni. 

Il  calendario  gregoriano,  pubblicato  con 
bolla  pontilicia  del  24  febbraio  1582,  fu  adot- 
tato subito  in  Italia,  in  Spagna  e  in  Porto- 
gallo, nell'anno  medesimo  in  Francia  e  nei 
Paesi  Bassi,  più  tardi  in  Ungheria,  in  Polonia, 
in  Germania,  in  Svizzera,  in  Inghilterra;  ed 
ura  non  restano  ohe  la  Russia,  la  Grecia, 


l'Armenia  e  qualche  altra  nazione  cristiana 
d'Oriente,  che  seguano  tuttora  il  calendario 
giuliano. 

Computo  ecclesiastico. 

Si  dà  questo  nome  ai  calcoli  che  servono 
a  fissare  il  calendario  ecdesiantico,  e  agli  ele- 
menti sui  quali  i  calcoli  stessi  riposano.  Il 
calendario  ecclesiastico  è  regolato  tutto  sulla 
Pasqua  di  Resurrezione,  che  è  la  maggior 
festa  della  cristianità,  e  che  secondo  le  deci- 
sioni della  Chiesa (I)  deve  essere  celebrata 
la  prima  domenica  dopo  il  primo  plenilunio 
•di  primavera,  ossia  dopo  il  plenilunio  che 
cade  il  21  marzo  o  immediatamente  appresso: 
quindi  non  può  venire  prima  del  22  marzo 
(perchè  se  il  plenilunio  cade  in  domenica,  la 
solennità  è  rimandata  alla  domenica  appr( 
né  più  tardi  del  25  aprile. 


Elementi  del  computo  ecclesiastico. 

Il  ciclo  solare  è  un  periodo  di  anni  23,  che 
riconduce  a  corrispondere  nello  stesso  modo 
i  giorni  della  settimana  con  i  giorni  del  mese. 
Non  si  sa  da  chi  sia  stato  inventato  né  quando: 
al  primo  anno  dell'era  volgare  si  assegna  il 
numero  9  in  questo  ciclo. 

Il  ciclo  lunare  è  un  periodo  di  anni  19,  il 
quale,  secondo  l'astronomo  greco  Metone,  cor- 
risponde esattamente  a  235  lunazioni:  di  guisa 
che  allo  spirare  del  ciclo,  le  fasi  della  Luna 
ricominciavano  precisamente  agli  stessi  giorni 
dell'anno.  Il  numero  che  ogni  anno  ha  nel 
ciclo,  si  chiama  numero  d' oro.  Il  primo  anno 
avanti  l'era  volgare  porta  il  numero  uno 
come  numero  d'oro. 

U  epatta,  immaginata  da  Luigi  Lilio  nel 
1582,  non  è  altro  che  l'età  della  Luna  al 
primo  gennaio,  cioè  il  numero  dei  giorni 
passati  della  lunazione  in  corso;  e  siccome 
la  lunazione,  nel  computo  ecclesiastico,  si 
considera  di  30  giorni  (29  giorni  e  una  fra- 
zione del  30»)  così  r  epatta  può  essere  un 
numero  qualunque  compreso  fra  1'  1  e  il  29, 
più  un  asterisco  *  che  sta  in  luogo  dello  zero 

0  del  30.  L' epatta  si  segna  in  numeri  romani. 
Siccome  ogni  anno,  compiute  12  lunazioni, 
avanzano  11  giorni,  cqsì  l'ep^tt*  di  un  anno 
equivale  a  quella  dell'anno  precedente  più 
11  giorni,  salve  alcune  correzioni  delle  quali 
non  è  il  caso  di  discorrere. 

La  indizione  è  un  periodo  cronologico  di 
15  anni  che  non  ha  alcun  rapporto  col  corso 
degli  astri.  I  cronologisti  assegnano  all'anno 

1  dell'era  volgare  la  indizione  4. 

La  lettera  domenicale  è  quella  che  Indica 
nel  calendario  perpetuo  gregoriano  le  dome- 
niche. In  questo  calendario  tutti  i  giorni  del- 
l'anno dal  1°  gennaio  in  poi  sono  distinti 
con  una  lettera  dell'alfabeto,  dall'A  alla  G 
per  ordine  e  ricominciando  sempre  da  capo: 
in  tal  modo  se  la  lettera  domenicale  di  un 
anno  è  B,  vuol  dire  che  tutti  i  gioinl  segnati 


O)  È  cosa  detta  e  ripetuta  in  cento  libri  che  la 
resola  della  l'asqua  fu  decretata  dal  Concilio  di 
Nicea  tenuto  nell'anno  325,  ma  tale  affermazione 
non  è  esatta. 


.  .'M  B  sono  domeniche,  in  altri  termini  che 
essendo  domenica  il  secondo  giorno  dell'anno, 
l'ainio  comincia  di  sabato.  Il  ciclo  solare  è 
il  periodo  dopo  il  quale  le  lettere  domeni- 
cali si  ripetono  con  lo  stesso  ordine.  Gli  anni 
bisestili  hanno  due  lettere  domenicali,  una 
per  Gonin\io  e  Febbraio,  l' altra  per  gli  altri 
dieci  mesi.  Ogni  anno  la  lettera  domenicale 
è  la  lettera  precedente  a  quella  dell'anno 
passato:  salvo  per  gli  anni  dopo  ai  bisestili, 
nei  quali  si  salta  xina  lettera. 

La  lettera  del  martirolo<jlo  è  un  elemento 


puramente  ecclesiastico.  Nel  Martirologio, 
prima  delle  vite  dei  santi  di  ogni  giorno,  ò 
iscritta  una  serie  di  30  lettere,  fra  le  quali 
ve  n'è  una  che  corrisponde  all'anno  in  corso: 
essa  serve  per  tutto  l'anno  ad  annunziare, 
avanti  la  lettura  in  coro  del  Martirologio, 
qual  è  il  giorno  corrente  della  Luna,  e  ciò 
per  mezzo  di  numeri  scritti  sotto  alle  lettere, 
e  che  variano  secondo  i  giorni,  e  perciò  in 
un  giorno  qualunque  l'età  della  Luna  è  in- 
dicata dal  numero  che  sta  sotto  alla  lettera 
dell'anno   in   corso. 


Feste   Cristiane. 


Calendario  gregoriano  cattolico.  vento  (rito  romano).  Vi  sono  poi  tre  feste 

minori  pure  in  dipendenza  della  Pasqua: 

Il  calendario  religioso  si  completa  segnan-  t -n»  i     •  ^-  ^r     •     oc       ^  a-  a 

do  al  posto  loro  le  diverse  feste  cristiane.  Di  ,         ^  ^^^  «^'^  fi  Maria  SS.  nel  venerdì  dopo 

queste^ alcune  sono /ì...,  cioè  cadono  sempre  ^^  domemca  di  Passione  (che  e   la  seconda 

nel  medesimo  giorno  déiranno:  tali  sono  la  domenica  avanti  Pasquaj; 
Circoncisione  di  Gesù  (lo  gennaio),  V Epifania  "  Patrocinio  di  S.  Giuseppe,  nella  terza 

(6  gennaio),  la  Purificazione  di  Maria  (2  feb-  domenica  dopo  Pasqua; 

bi-aio),  V Annunziazione   di  Maria  (25  marzo),  Il  Cuore  di  Gesù,  nel  venerdì  dopo  l'ot- 

VAssunzione  di  Maria  (15  agosto),  la  Nativià  tava  del  Corpus  Domini. 
della  Madonna(Ssettevabve), l'Esaltazione  della  t^  e    ».  -u-t     uà-        a         a  ■     • 

CVoce(H  settembre),  O^nJàn// (10  novembre),  ^  J^^  ^ff^^  ^''^'^'  «^<^  dipendono  dai  giorni 

la  Commemorazione  dei  Fedeli  Defunti  (2  no-  fella  settimana,  sono  in  primo  luogo  l'Avven- 

vembre).   la  Presentazione  di  Me  ria  (11   no-  t^'  '^^^.'  fiondo  il  rito  romano  e  di  quattro 

vembre     V  Immacolata   Concezione  (8  dicem-  domeniche  la  prima  delle  quali  e  la  p.upros- 

bre).  il  Natale  (25  dicembre),  oltre  alle  feste  «""'-^  ^^  **  ^^^^a  di  S.  Andi-ea  aposto  o  (30  no- 

dei  santi;  altre  sono  mobili; cioè  possono  ca-  J^^^^^)  ^'^T      ^''^^e  nella  domenica  che  s, 

dere  in   date   diverse,  perchè   dipendono  o  trova  tra  il  27  novembre  e  il  3  dicembre;  m 

dalla  Pasqua  o  dai  giorni  della  settimana.  Le  «^««"^^  ^^^^^^  ""^^'-^  ^^^^^  ^^^"«"'  ^''"'■■ 
feste   mobili   che   dipendono   dalla   Pasqua,  n  gg.  jfome  di  Gesù,  nella  seconda  do- 

sono:  menica  dopo  l'Epifania; 

Prima  della  Pasqua  La  festa  di  S.  Giovacchino,  la  prima  do- 

La   domenica  di   settuage-  menica  dopo  il  15  agosto; 

sima 63     giorni    —  H  SS.  Nome  di  Maria,  la  prima  dome- 

Le  Ceneri    .'.*....'   ."   .'  46  „       \Z  ^^^^  ^°P^  ^'^  settembre; 

I  —  j,  I  Sette  Dolori  di  Maria,  la  domenica  che 

Dopo  la  Pasqua  I  ^  ^  segue  quella  testé  detta; 

Le  Rogazioni  (durano  3  g.i)  36-38     „      '  §  j2  La  Madonna  del  Rosario,  la  prima  do- 

L'Ascensione 39  ,      /|^  -menica  d' ottobre; 

La  Pentecoste  49  \  §S  La  Maternità  di  Maria  SS.,  la  seconda 

La  SS.  Trinità    '.'.'.'.    '.   '.  56  ^         §  domenica  d'ottobre; 

Il  Corpus  Domini 60  .      j^  d' ottob^re!''  '  domenica 

Inoltre  le  vigilie  delle  Quattro  Tempora,  n  Patrocinio  di  Maria,  la  seconda  do- 

ossia  delle   quattro  stagioni,  che  avvengono  menica  dopo  il  lo  novembre, 
il  mercoledì,  il  venerdì  e  il  sabato  dopo  i  se- 
guenti giorni:  Prima  domenica  di  Quaresima,  Diamo   qui  appresso  la  tavola  delle  date 

Pentecoste,  14   settembre  (Festa  dell'Esalta-  delle  principali  feste  mobili  per  un  quinquen- 

zione  della  Croce)  e  terza  domenica  dell'Av-  nio,  a  cominciare  dall'anno  scorso. 

Tavola  dellk  feste  mobili  per  gli  anni  1906-1910. 


Anni 

lì 
-1 

Settua^egima 

Mercoledì 
delle  Ceneri 

Prima 

Domenica  di 

Qnaresium 



Pasqua 

Pentecoste 

Corpus  Domini 

1»  domenicii 

d^'ll'Avvento 

(roiuanii) 

1906 
1907 
1908 
1909 
1910 

G 
F 
ED 

c 

11  febbr. 
27  genn. 
16  febbr. 
7  febbr. 
23  genn. 

28  febbr. 
13  febbr. 

4  marzo 
24  febbr. 

9  febbr. 

4  marzo 
17  febbr. 

8  marzo 
28  febbr. 
13  febbr. 

15  aprile 
31  marzo 
19  aprile 
11  aprile 
27  marzo 

3  giugno 
19  maggio 

7  giugno 
30  maggio 
15  maggio 

14  giugno 
30  maggio 
18  giugno 
10  giugno 
26  maggio 

2  dicembre 

1  dicembre 

29  novembre 

28  novembre 

27  novembre 

Calendari  del  rito  ambrosiano,  delie  confes- 
sioni protestanti,  della  Chiesa  greco-russa 
e  delle  altre  Chiese  orientali. 
Brevi   notizie  su  questi  calendari  si  tro- 
veranno a  pag.  6  e  seguenti,  quando  si  darà 
la  concordanza  fra  1  calendari  medesimi  e  il 
calendario  gregoriano  per  l'anno  corrente. 

Calendario  repubblicano  francese. 

Con  decreto  della  Convenzione  Nazionale 
lei  24  novembre  1793,  la  Francia  introdusse 
1  arante  la  rivoluzione  un  nuovo  calendario, 
cambiando  l'era  cristiana  in  era  della  repub- 
blica, e  adottando  per  principio  di  quest'era 
la  mezzanotte  del  giorno  che  succedeva  al- 
l'equinozio vero  di  autunno  del  1792,11  quale 
fu  il  22  settembre;  in  tal  giorno  cadeva  pure 
l'anniversario  della  proclamazione  della  re- 
pubblica. 

Questo  calendario  fu  messo  in  vigore  il 
20  novembre  1793,  e  fu  abolito  con  decreto 
di  Napoleone  I  col  31  dicembre  1805,  alla 
qual  data  tornò  in  vigore  il  calendario  grego- 
riano. Quindi  durò  anni  12,  un  mese  e  6  giorni. 
L'anno  restava  diviso  ancora  in  12  mesi 
di  40  giorni  ciascuno.  Ogni  mese  fu  diviso  in 
tre  decadi,  e  ai  giorni  che  componevano  ogni 
decade  fu  dato  il  nome  diprimidì,  diiodt,  iridi, 
quaìlid)  ec;  il  decadì  era  destinato  al  riposo. 

Il  giorno  fu  diviso  in  10  ore,  l'ora  in  100 
minuti,  il  minuto  in  100  secondi. 

Per  completare  la  durata  dell'anno   tro- 
pico, dopo   il  dodicesimo  mese  si  aggiunge- 
vano  5  (e  6  negli  anni  bisestili)  giorni  com- 
plementari, detti  sanscuìottides. 
Ecco  i  nomi  dei  dodici  mesi: 

(  Vendemmiale  (Vendémiaire) 
Autunno     \   Brumale  (Brumaire) 
(  Glaciale  (Frimaire) 
(  Nevoso  (Nivóse) 
Inveuno      I  Piovoso  (Pluvióse) 
(  Ventoso  (Ventóse) 


(  Germile  (Germinai) 
Primavera     Fiorile  (Floréal) 
',  Pratile  (Prairial) 

Ì  Messidoro  (Messidoi-) 
Termidoro  (Thermidor) 
Fruttidoro  (Fructidor) 
Cosi  il  15  glaciale  dell'anno  VII  fu  il  f>  di- 
cembre 1798;  il  5  termidoro  dell'anno  XI,  il 
24  luglio  1803. 

Calendario  civile  italiano. 
Le  feste  civili  legali,  cioè  quelle  che  tntti 
gli  uffici  dello  Stato  devono  riconoscere,  fu- 
rono stabilite  dalle  leggi  17  ottobre  18«r>, 
n.  5342;  23  giugno  1874,  n.  196S  (serie  2"); 
19  luglio  1895,  n.  401;  e  sono  le  seguenti: 

11  primo  giorno  dell'anno;  l'Epifania; 
l'Ascensione;  la  Concezione;  la  Natività;  l'As- 
sunzione; il  Corpus  Domini;  il  giorno  dei 
SS.  Pietro  e  Paolo;  il  XX  settembre;  Ognis- 
santi; Natale;  la  festa  del  celeste  patrono 
della  diocesi,  terra  o  città;  le  domeniche  tutte. 
In  questi  giorni  sono  chiusi  gli  uffici  gover- 
nativi, provinciali  e  comunali,  le  corti  di  giu- 
stizia, le  banche  e  le  scuole.  Non  si  possono 
fare  atti  di  esecuzione  nò  protestare  cambiali. 


La  prima  domenica  di  giugno  (quesf  anno 
1908,  cade  al  7),  per  la  legge  4  maggio  l^ìCl, 
n.  7,  è  Festa  Nazionale  per  celebrare  l'Unità 
d'Italia  e  lo  Statuto  del  Regno. 

Si  festeggiano  civilmente  anche  altre  date, 
benché  non  legali  in  tutti  gli  uffici,  cioè  gU 
onomastici  e  i  natalizi  delle  Loro  Maestà  (ono- 
mastico di  S.  M.  Vittorio  Emanuele  III,  1«  set- 
tembre; natalizio  di  S.  M.Vittorio  Emanue- 
le III,  11  nov.;  onomastico  di  S.  M.  Elena, 
18  agosto;  natalizio  di  S.  M. Elena,  8  gennaio); 
l'anniversario  della  morte  di  S.  M.  Vittori) 
Emanuele  II  (9  gennaio)  e  di  quella  di  S.  M. 
Umberto  I  (29  luglio,  ma  ufficialmente  tra- 
sportato al  14  marzo,  genetliaco  del  compiant j 
llej;  e  altri  anniversari  patriottici  locali. 


Calendario  Perpetuo 

per  trovare  in  qoale  giorno  della  settimana  cada  on  determinato  giorno  di  un  anno  qualunque.!  '  ) 


uso    DELLA    TAVOLA 

(ved.  la  pag.  sejuente). 

Per  trovare  in  quale  giorno  della  setti- 
mana cada  un  determinato  giorno  di  un  anno 
«luahuxinc,  sia  del  calendario  Giuliano  tanto 
prima  della  Riforma  quanto  dopo  la  Riforma 
j)er  lo  nazioni  che  non  l'hanno  accettata,  sia 
del  calendario  Gregoriano,  si  comincia  dal 
(^eioare  nei  due  quadri  in  basso  della  tavola 
il  coefficiente  di  aumento  corrispondente  al 
secolo  cui  appartiene  l'anno  in  questione; 
(ale  coefficiente  deve  essere  sommato  agli  anni 
del  secolo,  o  il  numero  ottenuto  va  cercato 
nel  quadro  centralo  verso  sinistra,  che  è  ap- 
punto intitolato  Anni  del  secolo  con  i  loro 
aumenti.  Quindi  nel  quadro  centrale,  verso 
destro,  bisogna  cercare  il  coefficiente  corri- 


spondente al  mese  di  cui  si  ragiona,  e  si  deve 
sommarlo  alla  data  del  giorno,  per  cercare  il 
numero  così  ottenuto  nel  quadro  in  alto  a  de- 
stra intitolato  Giorni  del  mese  con  i  loro  ali- 
menti. Sull'incontro  delle  due  colonne  si  tro- 
va il  giorno  della  settimana  corrispondente 
al  giorno  indicato. 

Questa  tavola  vale  per  il  Calendario  Giu- 
liano dall'anno  3500  av.  C.  all'anno  3500  d.  C, 
e  per  il  Gregoriano  tino  all'anno  4000.  Per  il 
Giuliano  puòessei-e  facilmente  aumentato  con 
l'aggiunta  di  nuove  colonne;  per  l'estensione 
al  Gregoriano,  vi  è  un'incognita  che  risolverà 
solamente  un  tardo  avvenire,  quella  cioè  di 
sapere  in  quale  anno  sarà  soppresso  il  bise- 
stile, che  dovrà  probabilmente  toglier.si  per 
compensare  la  differenza  tuttora  esistente  fra 
l'anno  civile  e  l'anno  solare. 


(I)  (Compilato  e  rorlcsoioenlo  comunicato  dall' Ing.  GUIDO  JACOB.VCCI  di  Buenos-Airos. 


GIORNI  DI  SETTIMANA 

GIORNI  DEL  MESE 
con  1  loro  aumenti. 

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32 
33 
34 
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ANNI  DEL  SECOLO 
con    i    loro    aument 

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1 

2 

3 

4 

5 

6 

7 

8 

9 

10 

11 

12 

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13 
19 

14 

25 

15 

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16 
21 

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59 

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61 

62 

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69 
75 

76 

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73 
79 

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81 

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88 

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92 

93 

94 

95 

96 

97 

98 

99 

100 

101 

102 

103 

104 

105 

106 

107 

108 

109 

110 

111 

112 

113 
1T9 

114 
12U 

115 

116 
121 

122 

n7 

123 

118 
124 

Aumenti  ai  giorni 
del  mese. 


Nel  mese 
di 


Gennaio 


Febbia:o. 


Marzo.  .  . 


rrr Aprile.  . 


Maggio 


Giugno , 


Luglio 


Agosto 


Settembre 


Ottobre. 


Novembre 


Dicembre 


ù  tancnta 
Anno    Anno 


Aumenti  agli  anni  del  Calendario  Gregoriano 

NKI   SECOLI 


10 

5» 

9« 

13^ 

170 

210 

251 

290 

330 

2« 

6« 

10" 

I40 

18<> 

220 

260 

300 

340 

30 

70 

11« 

15« 

190 

233 

2V 

310 

350  j 

1^ 

"8^ 

12'^ 

16» 

20" 

240 

2  so  1  -i-vì 

360  1 

37" 


0 

0 

3 

3 
4 

3 

6 

0 

1 

2 
5 
0 
3 

4 

6 

2 

5 
0 

6 

1 
4 

3 

Aumenti  agli  anni  nel  Ca'endario  Giuliano. 


Secoli  avanti  Cristo 

-35 

-2b 

-21 

-14 

-' 

-34 

-27 

-20 

-13 

-6. 

-33 

-26 

-19 

-12 

-5 

-32 

-25 

-18 

-11 

-* 

-31 

-24 

-17 

-10 

-3 

-30 

-.. 

-16 

-9 

-2 

-29 

-22 

-15 

-8 

-1 

Secoli  dopo  Cristo 


h'J 

150 

220 

290 

91 

160 

230 

300 

100 

170 

240 

310 

110 

180 

250 

320 

12J 

190 

~26>' 

"330 

131 

200 

270  !  340 

140 


210 


21  Gennaio  1793:  Morte  di  Luigi  XVI. 

—  Secolo  18»,  anno  93,  aumento  20; 
Gennaio,  anno  comune,  aumento  O; 
93  +  20 -=113;  21  +0  --21;  Lunedì. 

15  Ottobre  1582:  Inizio  Calend.  Gregor. 

—  Secolo  16°,  anno  82;  aumento  0; 
Ottobre,  anno  comune,  aumento  0; 
82  4-  0  =  82;  15  +  0  =- 15;  Venerdì. 

4  OUobre  1582:  Fine  Calend.  Giuliano. 

—  Secolo  16",  anno  82,  aumento  8: 
Ottobre,  anno  comune,  aumento  0; 
82  +  8  =  90;  4  +  0  =.  4;  Giovedì. 

Infatti  si  passò  dal  4  al  15  Ottobre 

senza  giorni  intermedi. 

SO    Marzo    1282:    Vespri   Siciliuni.    — 

Secolo   13^   anno  82,   aumento  16; 

Marzo,   anno   comune,   aumento  3; 

82  -f  16  =  98;  30  +  3  -  33;  Lunedì. 

Infatti  era  il  Lunedì  dopo  Pasqua. 

25  Dicembre  799:  Coronas.  Carlo  M  iqnn. 

—  99  +  20  ==  119;  25  +  5  =  30;  Mer- 
coledì. 

Se  fosse  stato  in  vigore  il  Grego- 
riano, si  sarebbe  avuto: 

99  +  0  =  99;  25  +  5  =  30;  Saba- 
to; cioè  una  differenza  di  4  giorni 
che  ò  la  posticipazione  che  il  Calen- 
dario aveva  in  quel  secolo.  Il  Mer- 
coledì avrebbe  dovuto  avere  la  data 
29  Dicembre. 
15  Marzo  44  av.  C:  Morte  di  Giulio 
Cesare.  Che  giorno  di  settimana  sa- 
rebbe stato,  se  fossero  state  in  uso 
le  attuali  denominazioni?  Secolo  (-1); 
Anno  44  corrispondente  a  57,  aumen- 
to 4;  Marzo,  anno  comune,  aumen- 
to 3;  57  -f  4  =  61,  15  +  ?■  =  18;  ri- 
sulta un  Mercoledì.  Però  in  realtà 
avrebbe  corrisposto  a  un  Giovedì, 
perchè  Giulio  Cesare  aveva  stabilito 
mesi  alternati  di  31  e  30,  e  Febbraio 
aveva  29  o  30  giorni.  Sotto  Augusto 
(a.  26  av.  C.)  fu  portato  a  31  il  mese 
di  Agosto,  togliendo  il  giorno  cor- 
rispondente a  Febbraio,  e  cosi  pure 
fi  modificarono  i  4  ultimi  mesi  ridu- 
cendoli allo  stato  attuale. 

Per  gli  anni  avanti  Cristo  bisogna 
fare  attenzione  se  essi  son  dati  col 
sistema  cronologico  od  astronomico. 
Nel  primo  caso  (il  più  comune),  i  secoli 
si  contano  come  dopo  Cristo,  cioè  da 
1  a  100,  lo  Secolo;  da  101  a  200,  2o  Se- 
colo, ec.  ;  e  per  gli  anni  si  assume  un 
complemento,  cioèladiflerenzadalOl; 
ad  esempio:  101  —  44  =  57.  Nel  se- 
condo caso  i  secoli  si  contano  da  0  a  99, 
1"  secolo;  da  100  a  199,  2»  secolo,  ec,  e 
per  gli  anni  si  assume  il  complemento 
da  100.  Cosi  l'aimo  44  cronologico 
corrisponderebbe  al  43  astronomico: 
100  —  43  =  57,  e  il  risultato  sarà 
identico.  L'  anno  sarà  bisestile,  se 
è  divisibile  per  4  il  complemento.. 
Esempio:  Anno  754,  cronologico.  — 
Fondazione  di  Roma:  Secolo  (-8);  An- 
no (101  —  54)  ==  47;  Astronomico  sa-. 
rebbe  753. 


-  6  - 
I/^anno  1908  corrisponde  all'anno 

6631  del  periodo  giuliano.  1908  del  calendario  giuliano  o  greco-russo; 
5913  dalla  Creazione  del  Mondo,  secondo  comincia  13  giorni  più  tardi,  il  martedì 

il  computo  dell' Usserio.  14  gennaio.  Questa  differenza  che  era  di 

5908  della  Vera   Luce,  ossia  dalla   crea-  12  giorni  nel   sec.  XIX,   è   cresciuta  di 

zione  del  mondo  secondo  la  cronologia  un  giorno  dopo  il  28  febbraio  1900,  e  tale 

massonica:  l'anno  massonico  comincia  resterà  sino  al  28  febbraio  2100. 

col  1°  marzo.  1335  dell'Egira,  calendario  turco,  comin- 
5668  dell'  era  degli  Ebrei,  cominciato  il  lu-  ciato  il  giovedì  14  febbr.  1907  ;  e  all'anno 

nedì  9  settembre  1907:   e  all'anno  5669  1326,  che  comincia  il  martedì  4  febbraio 

che  comincia  il  sabato  26  settembre  1908.  1908  e  finisce  il  venerdì  22  geimaio  1909, 

3684  delle  Olimpiadi,  ossia  al  IV  anno  della  secondo  l'uso  di  Costantinopoli. 

671»  Olimpiade,  che  comincia  verso  il  1°  45  del  76o  ciclo  del  calendario  cinese,  che 

luglio   1908  (e  precisamente  al  plenilu-  comincia  la  domenica  2  febbraio  1908. 

nio  consecutivo  al  solstizio  d'estate),  fìs-  391  dalla  riforma  di  Lutero. 

sando  l'era  delle  Olimpiadi  a  775  V2  anni  37*6  dalla  Confessione  di  Ausburgo. 

av.  C,  ossia  verso  il  1°  luglio  dell'anno  116  del  calendario  repubblicano  francese. 

3938  del  periodo  giuliano.  48  dalla  istituzione  del  nuovo  regno  d'Ita- 
3661   dalla  fondazione   di  Roma,   secondo  lia;  avendo  Vittorio  Emanuele  II  assunto 

Varrone,  che  comincia  il  21  aprile.  per  sé  e  i  suoi  successori  11  titolo  di  Re 

3655  dell'era  di  Nabonassar, fissata  al  26  feb-  d'Italia  il  17  marzo  1861. 

braio  dell'anno  3967  del  periodo  giuba-  39  dalla  liberazione  di  Roma,  occupata  dalle 

no,  ossia  747  anni  av.  C.  secondo  i  ero-  ai*mi  italiane  il  20  settembre  1870. 

nologi,  e  746  secondo  gli  astronomi.  Quinto  del  pontificato  di  Pio  X,  esaltato  al 
1908  del  calendario  gregoriano  istituito  nel-  trono  il  4  agosto  1903. 

l'ottobre  1582,  ossia  326  anni  fa;  comin-  Nono  del  regno  di  Vittorio  Emanuele  III  re 

eia  il  mercoledì  1°  gennaio.  d'Italia,  salito  al  trono  il  29  luglio  1900. 

L'ANNO    1908 

è  bisestile,  cioè  ha  366  giorni  (7  mesi  di  31  giorni,  5  di  30  e  uno,  il  febbraio,  di  29). 

Computo  ecclesiastico.  11  Patrocinio  di  S.  Giuseppe,  10  maggio. 

Numero  d'oro 9  ^^  Sacro  Cuore  di  Gesù,  26  giugno. 

Kpatta.    ..,'..'......'.    27  ^^^  Giovacchino,  16  agosto. 

<Jiclo  solare   ..........    l'ó  ^^  Nome  SS.  di  Maria,  13  settembre. 

Indizione  romana  .......      6  ^  Sette  Dolori  di  Maria  SS.,  20  settembre. 

Lettera  domenicale    ......   ED  ^^  Festa  del  SS.  Rosario,  4  ottobre. 

Lettera  del  Martirologio  .    .    .   .     H  ^^  Maternità  di  Maria  SS.,  11  ottobre. 

La  Purità  di  Maria  SS.,  18  ottobre. 

Feste  mobili  II  Patrocinio  di  Maria  SS.,  15  novembre. 
(secondo  il  rito  romano) 

Settuagesima  .   .  16  febbraio.  Quattro  Tempora. 

Ceneri 4  marzo. 

Pasqua 19  aprile.  {Beminiscere)   .    .  Marzo  11,  13  e  14. 

Rogazioni ....    25,  26  e  27  maggio.  {Trinitatis)    .    .    .  Giugno  10,  12  e  13. 

Ascensione    ...    28  maggio.  {Crucis) Settembre  16,  18  e  19. 

Pentecoste    ...     7  giugno.  [Luciae) Dicembre  16,  18  e  19. 

Trinità 14  giugno. 

Corpus  Domini    .    18  giugno. 

Prima   domenica  Le  Nozze. 

dell'Avvento.   .   29  novembre. 

La  celebrazione  dei  riti  nuziali  è  permessa 

ALTRE  FESTE  MOBILI  MINORI.  in  quest'anno  soltanto  dal  7  genn.  al  3  marzo. 

Il  Nome  SS.  di  Gesù,  19  gennaio.  e  dal  27  aprile  al  29  novembre  (Decreto  del 

I  Dolori  di  Maria,  10  aprile.  Concilio  Tridentino,  sess.  24,  e.  10). 

Calendario  del  rito  Ambrosiano  ossia  della  Chiesa  di  Milano. 

La  Chiesa  cattolica  di  Milano  ha  una  forma  giorni  susseguenti  al  giorno  delle  Ceneri  se- 

I>articohire  di  rito,  che  si  scosta  alquanto  da  condo  il  rito  romano,  cioè  5,  6  e  7  marzo, 
quello  romano,  e  prende  nomo  da  S.  Ambro-  2»  Le  rogazioni  dette  litanie  ambrosiane 

fjio,  vescovo  e  patrono  di  Milano,  benché  sia  cadono  nei  giorni  di  lunedì,  martedì  e  mer- 

iiicerto  se  sia  veramente  istituito  da  lui  o  gli  coledì,  che  seguono  immediatamente  la  prima 

.'.ia  anteriore,  come  sembra  più  probabile.  domenica  dopo  l'Ascensione,  quindi  l'I,  2,  e 

Le  principali  diversità  col  rito  romano,  in  3  giugno.  Nel  primo   di  questi  tre   giorni  si 

quanto    concerne   il  calendario,  sono  le  se-  danno  le  Ceneri,  che  nel  rito  Romano  si  danno 

guenti:  il  primo  mercoledì  di  quaresima. 

lo  II  primo  giorno  di  quaresima  cade  3o  L'avvento,  invece,  di  quattro  ha  sei 
nella  prima  domenica  di  quaresima  (8  marzo)  domeniche:  e  la  prima  è  la  immediatamente 
anziché  nel  precedente  mercoledì.  Il  cosid-  successiva  all' 11  novembre,  festa  di  S.  Mar- 
detto  carnevalone  ambrosiano  si  fa  nel  tre  tino.  Quest'anno  cade  il  15  novembre. 


Calendario  Greco-Russo. 


Alcune  nazioni  orientali  seguono  ancora 
11  calendario  giuliano,  vale  a  dire  non  hanno 
accettata  la  riforma  gregoriana,  e  perciò  sono 
in  ritardo  sul  calendario  gregoriano  di  13 
giorni,  che  sono  i  10  soppressi  por  le  nazioni 
occidentali  nel  15S2,  più  i  tre  perduti  negli 
anni  1700,  1800  e  1900,  bisestili  per  loro  e  non 
per  noi.  Seguono  il  calendario  giuliano  i  Greci, 
i  Russi,  gli  Armeni,  i  Giorgiani,  i  Siriani  non 
uniti,  1  Coftl,  I  Serbi,  1  Montenegrini,  i  Bul- 


gari, i  Rumeni.  Per  le  feste  ecclesiastiche,  t 
digiuni  ec,  i  Russi,  i  Giorglani  cattolici  e  non 
uniti,  I  Serbi,  i  Montenegrini,  i  Bulgari  e  1 
Rumeni  osservano  completamento  il  calen- 
dario greco,  detto  de\\A  Chiesa  greca  ortodosufi. 
Gli  Armeni  ed  i  Cofti  hanno  rispettivamente 
un  calendario  proprio  per  le  feste,  ed  ancihe 
nomi  speciali  per  i  mesi:  ma  non  ci  occupe- 
remo di  questo.  Invece  ecco  le  feste  principali 
del  calendario  greco-russo  per  l'anno  1JJ8. 


DATA 

DATA 

DEI. 

CALENDARIO 

DEL 

CALENDAriTO 

GREGORIANO 

SIULIANO 

(iv 

^IlOVO  Stile) 

{Vecchio  stile) 

1908 

1907 

lo 

gennaio 

19 

dicembre 

7 

" 

25 

1908 

Natale. 

U 

, 

lo 

gennaio 

Circoncisione.  Capo  d'anno. 

19 

^ 

6 

n 

Teofania  (Epifania). 

15 

febbraio 

2 

febbraio 

Purificazione. 

16 

^ 

3 

^ 

Domenica  del  Pubblicano  e  del  Fariseo. 

23 

^ 

10 

^ 

Domenica  del  Figliuol  Prodigo. 

lo 

marzo 

17 

" 

Domenica  del  Giudizio  Universale  (in  Russia);  della 
Carne  (in  Grecia). 

8 

„ 

24 

^ 

Domenica  di  Carnevale;  o  del  Formaggio  (in  Grecia). 

9 

25 

^ 

Comincia  la  Grande  Quaresima.* 

22 

9 

marzo 

Quaranta  Martiri  di  Sebaste. 

7 

aprile 

25 

^ 

Annunciazione  di  Maria.  -  Festa  della  indipendenza 
della  Grecia.** 

19 

6 

aprile 

Domenica  delle  Palme. 

24 

_ 

11 

^ 

Venerdì  Santo. 

26 

, 

13 

^ 

Pasqua. 

6 

maggio 

23 

^ 

San  Giorgio.  —  Onomastico  del  Re  di  Grecia.** 

22 

9 

maggio 

San  Nicola. 

27 

^ 

14 

^ 

Anniversario   della  incoronazione   dello  czar  Nie- 

4 

giugno 

22 

„ 

Ascensione.                                                             [colò  1.* 

14 

_ 

lo 

giugno 

Pentecoste. 

15 

^ 

2 

^ 

Lunedì  dello  Spirito  Santo. 

21 

^ 

8 

^ 

Ognissanti. 

12 

luglio 

29 

^ 

SS.  Pietro  e  Paolo. 

14 

agosto 

lo 

agosto 

Principia  il  digiuno  della  Madonna. 

19 

^ 

6 

^ 

Trasfigurazione  di  Cristo. 

28 

^ 

15 

^ 

Assunzione  della  Madonna. 

12 

settembre 

30 

^ 

Sant'Alessandro  Nevski.* 

21 

8 

settembre 

Natività  di  Maria. 

27 

, 

14 

^ 

Esaltazione  della  Croce. 

2 

novembre 

20 

ottobre 

Assunzione  al  trono  dello  czar  Niccolò  I.* 

8 

_ 

26 

^ 

San  Demetrio.** 

28 

^ 

15 

novembre 

Principia  il  digiuno  di  Natale. 

4 

dicembre 

21 

^ 

Presentazione  di  Maria. 

19 

6 

dicembre 

San  Nicola  di  Bari,  protettore  della  Russia. 

22 

„ 

9 

„ 

Concezione  della  Vergine. 

25 

T. 

12 

« 

San  Spiridione.** 

Le  feste  mobili  sono  scritte  in  corsivo.  Quelle  segnate  con  un  *  sono  peculiari  alla 
Russia;  quelle  segnate  con  due  **  sono  poculiari  alla  Grecia. 


Calendario  Protestante. 


Le  diverse  confessioni  protestanti  (com- 
presa l'episcopale  anglicana)  seguono  il  ca- 
lendario gregoriano  in  tutte  le  sue  particola- 
rità, anche  per.il  computo  della  Pasqua  e  delle 


principali  feste  mobili,  delle  quali  però  chi 
esclude  l'una,  chi  esclude  l'altra;  ma  tutti  poi, 
siccome  non  venerano  ne  la  Vergine  né  i  Santi, 
escludono  tutte  le  solennità  della  Madonna  e 


O^nissanli.  Quasi  tuLLi,  invece.  -l'este.Tgiano  siii- 
j.M.'jirmente  la  Domenica  di  Passione  (5  apri- 
W).  la  Domenica  delle  Palme  (12  aprile)  e  il  Ve- 
lordi  santo  (17  aprile).  La  Chiesa  protestante 
tedesca  ha  inoltre  le  seguenti  feste  mobili: 
lUiss  und  Bettag  (Giorno  di  psnitema  e  pre- 
ghiera), il  mereoledì  dopo  la  prima  dome- 
nica di   quaresima,  se  il   detto  mereoledì 
cade  in  febbraio,  ovvero  il  martedì  dopo  la 
domenica  stessa,  se  questo  martedì  viene 
in  marzo;  quindi  quest'anno  il  10  marzo. 


Ei-ntefost  (Festa  delle  h< ?»■.!.'/),  la  domenica  im- 
mediatamente dopo  al  30  settembre,  o  il 
giorno  stesso  se  di  domenica;  e  quest'anno 
il  4  ottobre. 

La  festa  della  Riforma,  la  domenica  immedia- 
tamente dopo  il  30  ott.,  o  il  giorno  stesso  se 
di  domenica;  e  quest'anno  il  1°  novembre. 

La  Commemoriiziono  dei  Morti,  la  domenica 
immediatamente  dopo  il  20  novembre,  o 
11  giorno  stesso  se  di  domenica  ;  e  que- 
st'anno  il  22  novembre. 


Calendario  Israelitico. 


Gli  ebrei  si  servono  di  un  anno  lunisolare, 
cioè  composto  di  12  mesi  lunari,  che  si  ac- 
corda con  l'anno  solare  mediante  l'aggiunta 
(7  volte  in  un  ciclo  di  19  anni)  di  un  mese 
cmbolismico,  il  mese  di  Vectdar.  Ma  le  norme 
«•he  regolano  questa  intercalazione,  la  varia- 
l>ilc  lunghezza  dei  diversi  mesi  che  possono 
essere  di  29  o  di  30  giorni,  e  il  principio  del- 
l'anno, non  potrebbero  trovar  luogo  qui.  Ba- 
sterà dire  che  è  stabilito,  che  il  principio 
nell'anno  cada  sempre  nel  giorno  della  nuova 
Ima  più  prossima  all'equinozio  di  autunno; 


e  che  la  Pasqua,  che  è  fissata  al  15  del  mese 
di  Nisan,  preceda  costantemente  il  primo  del- 
l'anno  di  163  giorni:  ma  anche  queste  regole 
hanno  le  loro  eccezioni. 

L'anno  1908  corrisponde  alFanno  5fi63  (em- 
bolismico,  di  giorni  383),  cominciato  il  9  set- 
tembre 1907  e  all'anno  5669  (comune,  di  gior- 
ni 355)  che  cominciato  il  26  settembre  1908, 
finirà  il  15  settembre  1909. 

Ecco  la  concordanza  dei  mesi  e  l'indica- 
zione delle  principali  foste  giudaiche,  non  con- 
tando naturalmente  i  Sabati. 


1903 

5668 

lo 

gennaio 

27 

Tebet 

. 

4 

^ 

lo 

Scevafc 

:{ 

febbraio 

lo 

Adar 

4 

marzo 

lo 

Veadar 

U 

„ 

11 

^ 

Digiuna  di  Ester. 

17- 

18      « 

14-1 

5         r, 

Festa  di  Ficn'rn  (Festa  delle  Sorti). 

2 

aprile 

lo 

Nissan 

Principio  dell'anno  religioso,  secondo  l'antico  ca- 
lendario rabbinico. 

16- 

23       , 

15-22      „ 

Pescich,  Pasqua,  o  Festa  delle  Azzime.   Sono  festa 

soltanto  i  due  primi  e  i  duo  ultimi  giorni. 

2 

maggio 

lo 

Jiar 

1.) 

„ 

14 

n 

Pesach  Scenì,  Seconda  Pasqua  (per  chi  non  ha  po- 

;{l 

« 

lo 

Sivan 

tuto  celebrare  la  prima). 

.>-6 

giugno 

6-7 

Sciavuot,  Pentecoste,  o  Festa  dello  Settimane. 

.•;o 

„ 

lo 

Tamuz 

16 

luglio 

17 

" 

Digiuno  di  Tamuz,  in  memoria  della  caduta  di  Ge- 
rusalemme. 

29 

"1 

lo 

Ab 

6 

agosto 

y 

" 

Digiuno  di  Tisgà  heah,  in  memoria  della  prima  di- 
struzione del  Tempio. 

■-S 

" 

lo 

Ellul 
5669 

Mese  di  espiazione.  Cominciano  le  preghiere  dette 
Selicot. 

26 

settembre 

lo 

Tisri 

liosc-Ascianà,  ossia  Capo  d'anno. 

28- 

2ò      „ 

3-4 

r, 

Digiuno  di  Ghedaglià. 

5 

ottobre 

10 

r, 

Chipur,  giorno  dell'espiazione. 

io- 

11      ., 

15-16       „ 

Siiccot,  o  Festa  delle  Capanne. 

ni 

, 

21 

n 

Otìciaanà-Pabbà,  giorno  di  penitenza. 

17 

_ 

22 

, 

Sceminì  Azh-ed,  ottava  di  consacrazione. 

1,S 

, 

23 

, 

Simmd  Torà,  o  Festa  della  legge. 

26 

^ 

lo 

Hesvan 

•-'5 

novembre 

lo 

Chislev 

19 

dicembro 

25 

" 

Ilomtcà,  commemorazione  della  purificazione  d-l 
tempio. 

■_'.") 

^ 

10 

Tebet 

31 

-^ 

27 

- 

Il  giorno  comincia  per  gli  israeliti  al  tramonto:  e  particolarmente  il  Sabato  comincia 
un'ora  prima  di  notte,  e  termina  la  sera  dopo  un'ora  e  15  minuti  di  notte:  così,  ad  esem- 
I  IO,  se  incomincia  il  Sabato  a  ore  18  del  Venerdì  sera,  terminerà  a  ore  19.15  del  Sabato. 


Calendario  Maomettano. 


I  mussulmani,  per  espressa  disposizione 
del  Corano,  seguono  soltanto  l'anno  lunare 
(il  354  o  355-piorui,  diviso  in  12  mesi  alter- 
nativamente di  30  e  29  giorni.  L'ultimo,  Zul- 
hegg>,  invece  di  29  giorni  ne  ha  30  por  11  vol- 
te nel  corso   di  un  ciclo  di  30  anni.  L'anno 


1907  corrisponde,  per  1  primi  mesi,  all'anno 
dell'Egira  1324  (di  giorni  334),  cominciato  il 
25  febl)r.  1906  e  dal  14  febbr.  in  avanti  all'aimo 
1325  (di  giorni  355).  Ecco  la  concordanza  dei 
mesi  e  l'indicazione  delle  principali  foste  mao- 
mettano, oltre  a  tutti  i  Venerdì  (D'ufiuno). 


1903 

1  "•  gennaio 


! 

febbraio 

marzo 

o 

aprile 

14 

„ 

3 

maggio 

lo 

giugno 

20 

„ 

1» 

luglio 

30 

n 

13 

agosto 

25 

., 

29 

„ 

27 

settembre 

23 

ottobre 

26 

27- 

29     , 

25  novembre 

25 

dicembro 

31 

„ 

1325 

ir.    Zul  cado 

lo  Zulhe^gè 

10 

Giorno  del  sacrificio,  o  piccolo  Beiram. 

1326 

lo  Moa..m 

Capo  d'anno. 

lo  Safar 

lo  Rebi-el-avel 

1'-! 

Mulml-el-Nehi,  ossia  nascita  del  Profeta. 

lo  Robi-el-acchci 

lo  Giumada-el-a\ 

el 

20 

Anniversario  della  presa  di  Costantinopoli  per  mano 

lo  Giumada-el-acc 

tier 

[dei  Turchi. 

lo  Regeb 

15          „ 

Leilah-el-Gaìbah,  ossia  concezione  del  Profeta. 

27 

Leilah-el'Miradj,  ascensione  del  Profeta. 

lo  Sciaaban 

lo  Ramadan 

Comincia  un  rigoroso  digiuno  per  tutto  il  mese:  ò 
permesso  di  mangiare  soltanto  durante  la  notte. 

27 

Leihih-el-Cadr,  notte  della  potenza,  in  cui  discese 
dal  ciclo  il  Corano. 

30 

Ultimo  giorno  di  digiuno. 

1-3  Sciaua] 

Grande  Beiram. 

lo  Zulcadè 

lo  Zulheggè 

7 

I  mussulmani  conteggiano  le  notti 
la  sera.  Il  13,  il  14  e  il  15  di  ogni  mese 
soltanto  il  13  0  il  14. 


,  poiché  il  giorno,  come  il  mese,  comincia  per  loro 
sono  per  loro  giorni  fausti,  ma  nel  mese  di  Sciaaban 


Calendario 

Gli  abissini  presero  dai  cofti  l'anno  giu- 
liano di  365  giorni,  diviso  in  12  mesi  di  30 
giorni,  più  5  giorni  supplementari  o  epago- 
meni  (sei  nei  bisestili),  e  lo  cominciano  rispet- 
tivamente all' 11  o  12  settembre  del  calenda- 
rio gregoriano:  dai  cofti  pure  tolsero  il  com- 
puto degli  anni  secondo  il  calcolo  di  Giulio 
Africano,  il    quale  pone  la  nascita  di  Cristo 


Etiopico. 

sette  anni  dopo  il  computo  volgare.  Anche 
gli  abissini  hanno  l'anno  bisestile:  tale  è  per 
loro  il  1899,  che  è  cominciato  il  dì  11  settem- 
bre 1906. 

Nel  ciclo  dei  quattr'anni,  ciascun  anno 
prende  il  nome  di  un  Evangelista,  dicendosi 
Anno  di  S.  Marco,  di  S.  Giovanni,  di  S.  Mat- 
teo, di  S.  Luca,  che  è  il  bisestile. 


1908 

1900 

1»  gennaio 

22 

Tahsàs 

Gli  abissini  hanno  un  gran  nu- 

8 

29 

^ 

Natale. 

mero  di  feste,  oltre  le  poche  che 

10 

lo 

Ter 

abbiamo  segnato.  La  Pasqua  va 

9    febbraio 

lo 

Jekatit 

con  le  regole  del  calendario  giu- 

10   marzo 

lo 

Maggabit 

liano.  Molte  altre  solennità  si  ri- 

9    aprile 

lo 

Miazià 

petono  a  giorno  fisso,  rinnovan 

26 

18 

^ 

Pasqiaa. 

dosene   tutti   i  mesi  la  comme- 

9   maggio 

lo 

Ghenbot 

morazione:  e  fra  queste  le  piìi 

8    giugno 

lo 

Sanie 

importanti  sono  il  giorno  di  San 

8    luglio 

lo 

Hamliè 

Micael,  che  si  festeggia  il  12  di 

7     agosto 

lo 

Nahasiè 

ogni  mese  e  la  Kidano  Mehrat 

22 

16 

Assunzione. 

(Patrocinio  di  Maria)  che  cade  il 

6-10  settembre 

1-5 

Pagumiè 
1901 

(Epagomeni). 

16. 1  giorni  della  settimana  pres- 
so   gli     abissini    presentemente 

11 

lo 

Mascarem 

Capo  d'anno.  Festa  di 
S.  Giovanni. 

coincidono  con  quelli  del  nostro 
calendario,  cioè  quando  è  dome- 

^^ 

17 

„ 

Masqal,  o  Festa  della 

nica  per  noi,  è  domenica  anche 

1 1     ottobre 

lo 

Teqemt 

[Croce. 

in  Etiopia.  I  nomi  sono:  Sagnò, 

10     novembre 

lo 

Hedàr 

Maksagnò,  Ruob  (o  Rebù),  Amus, 

10     dicembre 

lo 

Tahsas 

Arb,  Qedamie,  Ehud. 

31 

22 

T« 

Innovazioni. 

Pur  lasciando  immutato  il  piano  fonda- 
mentale di  questa  Effemeride,  noi  non  ci  ac- 
contentiamo di  sostituire,  semplicemente,  i 
dati  dell'anno  nuovo  a  quelli  dell'anno  tra- 
scorso, ma  andiamo  via  via  ritoccando  e  tra- 
sformando tutto  il  testo,  in  modo  che  le  cose 
già.  ripetute  due  o  tre  volte  scompaiono  o  si 
riassumono  per  dar  posto  ad  altre  no'izie, 
alle  nuove  scoperte,  alle  più  recenti  teorie, 
a  quanto,  insomma,  offre  di  più  importante 
Il  campo  astronomico. 

Anche  quest'anno  diamo,  in  questa  stessa 
pagina,  la  precisa  nozione  dei  tempi  locali  per 
una  trentina  di  città  italiane  ed  il  computo 
delle  date  secondo  il  periodo  giuliano  (p&g.  lì); 
riguardo  all'aspetto  della  corona  solare  du- 
rante l'eclisse  del  30  agosto  1905  (pag.  18)  ab- 
biamo reso  più  evidente  la  relazione  tra  la 
frequenza  delle  macchie  solari  e  le  forme 
conciali  mediante  un  diagramma  nel  quale 
tali  forme  sono  abbozzate  lungo  la  curva  un- 
decennale  dell'attività  solare  e  colla  indica- 
zione delle  epoche  dei  massimi  e  minimi  os- 
servati. 

Siamo  poi  lietissimi  che  le  nuove  cartine 
celesti,  mediante  le  quali  chiunque  può  im- 
parare, da  solo,  a  conoscere  la  posizione  e 
la  forma  delle  principali  costellazioni  e  di 
tutto  le  stelle  più  cospicue  che  si  avvicen- 
dano sugli  orizzonti  italiani,  abbiano  incon- 
trato il  pieno  favore  dei  nostri  assidui,  pa- 
recchi dei  quali  ci  hanno  pure  manifestato 
il  desiderio  di  aver  notizie  più  diffuse  intorno 
alla  natura  dei  vari  corpi  celesti  e  special- 
mente dei  pianeti,  ma  qui  non  sarebbe  possi- 
bile dedicare  maggior  spazio  &\\' Astrofìsica 
senza  sacrificio  delle  cose  più  essenziali.  Di 
astrofisica,  come  d'ogni  altra  parte  dell'astro- 
nomia, ci  occupiamo,  del  resto,  ampiamente, 
nel  nostro  Astrofilo^) 

Per  l'anno  venturo  stiamo  preparando 
altre  interessanti  novità,  principalissima  fra 
le  quali  l'introduzione  di  cartine  e  tavole 
speciali  por  l'osservazione  dei  pianeti  e  delle 
occultazioni. 

Saremo  poi  riconosceati  a  tutti  coloro  i 
quali,  interessandosi  allo  osservazioni,  ci  co- 
munidieranno  nuovi  risultati,  o  proposte  o 
consigli  che  possano  giovare  alla  precisione 
ed  allo  sviluppo  dell'Effemeride. 

Milano,  luglio  1907. 

Cap.  Isidoro  Baroni. 


(l)  Il  nostro  <  Astrofilo»  è  la  prima  ed  unif-a 
rivista  italiana  rivaineiite  illustrata  per  la  dif- 
fusione dell  Astronomia,  Meteorolopia,  Geodina- 
mica e  materie  affini  svolte  in  modo  popolare.  As- 
sociazione yor  il  1P08  Lire  6.  Ck>sto  dei  24  l'asciroli 
anetrati,  Lire  12.—  Indirizzo:  Milano,  Via  Prin- 
cife  Amedeo,  5. 


Avvertenze. 

Tutte  le  indicazioni  orarie,  salvo  contrario 
avviso,  sono  date  in  tempo  medio  civile  del- 
l' Europa  Centrale,  contato  ininterrottamente 
da  una  mezzanotte  all'altra,  cioè  da  0  a  24  ore. 
Vedansi  1  ragguagli  a  pag.  14. 

Le  tavole  mensili  non  richiedono  lunghe 
spiegazioni.  La  declinazione  del  Sole  e  l'equa- 
zione del  tempo  (v.  pag.  18),  nonché  il  corso 
della  Luna  e  dei  pianeti  sono  sempre  rife- 
riti all'orizzonte  di  Roma.  Quanto  al  Sole,  le 
levate  ed  1  tramonti  sono  dati  per  Milano. 
Koma  e  Palermo,  cioè  per  le  regioni  estreme 
e  centrali  dell'Italia.  Ci  venne  suggerito  di 
sostituire,  a  questi  dati,  gli  archi  diurni  del 
Sole,  ma  il  consiglio  non  è  pratico.  Daremo 
tuttavia,  l'anno  venturo,  una  tavola  degli  ar- 
chi solari,  e  per  intanto  aggiungiamo  qui  sotto 
alcuni  dati  per  il  computo  dei  tempi  locali. 

Per  avere  l'ora  appi-ossimativa  della  levata 
e  tramonto  dei  pianeti  basterà  togliere  od 
aggiungere  6  ore  al  tempo  del  loro  passaggio 
al  meridiano.  Tale  appi'ossimazione  è  suifi- 
ciente,  inquantochè  non  si  fanno  quasi  mai 
osservazioni  planetarie  presso  all'orizzonte. 


Tempo  medio  locale. 

Il  tempo  medio  dell'Europa  Centrale  (adot- 
tato in  Italia  il  1°  novemb.  1893,  vedi  pag.  14), 
è  regolato  sul  meridiano  situato  a  15°  est 
Greenwich,  il  quale  passa,  prossimamente, 
per  Termoli,  Eboli,  Lipari,  cratere  dell'Etna, 
Catania  e  Noto,  che  sono  quindi  le  sole  località 
notevoli  d'Italia  nelle  quali  il  tempo  medio 
legale  corrisponde,  o  quasi,  al  tempo  medio 
locale.  Ma  la  nostra  penisola,  occupando  quasi 
12°  in  longitudine,  offre  una  differenza  oraria 
di  47  minuti  primi,  dei  quali  14  di  anticipo 
(Otranto)  e  33  di  ritardo  (Bardonecchia),  ri- 
spetto al  tempo  dell' E.  C.  Per  altre  30  località 
nostre  vedansi  nel  seguente  prospetto  le  ore 
locali,  corrispondenti  al  mezzodì  legale,  ossia 
a  12h  t.  m.  E.  C. 


Brindisi.    .    . 

.  12.12 

Venezia  .   .    . 

11.49 

Taranto.    .   . 

.  12.  9 

Bologna .    .    . 

11.45 

Bari 

.  12.  7 

Firenze  .    .    . 

11.45 

Catanzaro  .    . 

.  12.  6 

Verona  .    .    . 

11.44 

Cosenza.   .    , 

.  12.  5 

Pisa 

11.42 

Reggio  Calab. 

.  12.  3 

Brescia  .    .    . 

11.41 

Foggia    .   .    . 

.  12.  2 

Spezia    .    .    . 

11. .'iy 

Potenza .    .    . 

.  12.  2 

Milano    .    .    . 

11.37 

Messina.    .    . 

.  12.  2 

Cagliari  .    .    . 

ll.:37 

Napoli     .    .    . 

.  11.57 

Genova  .    , 

11.3G 

Teramo  .    .    . 

.  11.55 

Novara  .    .    . 

11.34 

Ancona  .    .    . 

.  11.54 

Sassari    .    .    . 

11.34 

Palermo.    .    . 

.  11.54 

Porto  Maurizio 

11.32 

Udine.    .    .    . 

.  11.53 

Torino    .    .    . 

11.31 

Roma .... 

.  11.50 

Cuneo.    .    .    . 

11.30 

—  11  — 

BI/BMBNTI    GENERALI 


Coincidenze  calendaristiche. 

L'anno  TOOS,  ottavo  del  XX  secolo,  è  bi- 
sestile, cioè  conta  366  giorni,  perchè  febbraio 
ne  ha  29.  L'ultimo  bisestile  fu  il  1904,  il  pros- 
simo sarà  il  1912. 

Il  1908  comincia  in  mercoledì  come  già  il 
1902,  il  1896,  il  1890,  il  1879,  ec,  e  come  i  ven- 
turi 1913,  1919,  1930,  1936,  ec. 

La  Pasqua  cade  il  19  aprile,  come  già  nel 
1840  e  comt  cadrà  nel  1981,  nel  1987,  ec. 

Stagioni  astronomiche  1907. 

Entisf.Xord   Emisf.Siuì  Principio 

Primavera     Autunno  21  marzo       l'i  27»» 

Estate  Inverno  21  giugno    21     19 

Autunno       Primavera  23  settem.  11     59 

Inverno         Estate  22  dicem.      6     34 

Durata  delle  stagioni. 

La  durata  delle  stagioni,  come  il  loro 
principio,  è  variabile  di  anno  in  anno,  però 
in  ristretti  limiti.  Ecco  i  dati  relativi  al  1908, 
avvertendo  che  la  durata  del  nostro  inverno 
venne  computata  dal  23  die.  1907,  ore  0.52: 
Eni  isf.  Xo  I  -d  Erri  isf.  Su  d  Durata 

Inverno         Estate  89  giorni     0"^  25n> 

Primavera     Autunno  92       „         19     52 

Estate  Inverno  93       „         14    40 

Autunno       Primavera      89      „         18    35 

La  somma  di  queste  durate  costituisce 
l'anno  tropico,  o  ciclo  delle  stagioni;  che  è, 
precisamente,  di  365  giorni,  5^,  48»°,  46",  nel 
quale  periodo  il  Sole  sta  per  186  giorni  Uh 
al  nord  dell'Equatore  e  soltanto  178  giorni 
19h  al  sud  (difìeienza  7  giorni  16''),  circostanza 
che  concorre  a  rendere  l'emisfero  australe 
più  freddo  del  boreale  a  parità  di  latitudini. 

Stagioni  meteorologiche. 

I  meteorologisti  convennero  di  fissare  il 
principio  delle  stagioni  al  1°  marzo,  1°  giu- 
gno, lo  settembre  e  1°  dicembre,  anticipan- 
dole, cioè,  di  tre  settimane  sulle  astronomi- 
che, per  meglio  adattarle  alle  effettive  vicende 
climatologiche. 

Giorni  solstiziali. 

Durata  massima  del  giorno,  altezza  del  Sole 
€  lunghezza  delle  ombre  proiettate  a  mezzo- 
dì da  un  bastone  verticale  alto  un  metro: 


21  giugno 

luce 

alt. 

Sole 

ombra 

Milano 

15h  38m 

670 

59' 

O™,  40 

Roma 

15     10 

71 

33 

0    ,  33 

Palermo 

14     49 

75 

20 

0    ,  26 

Massaua 

13       3 

82 

10 

0   ,   14 

22  dicem. 

Milano 

81  39» 

21o 

5' 

2™,   59 

Roma 

9       4 

24 

39 

2   ,  21 

Palermo 

9     30 

28 

26 

1    ,  85 

Massaua 

11       9 

50 

56 

0   ,  81 

Sole  di  mezzanotte. 

Vedasi  negli  Almanacchi  del  1903  e  1904, 
la  tavoletta  che  indica  i  limiti  di  tempo  en- 
tro i  quali,  in  varie  località  boreali,  è  visi- 
bile il  Sole  a  mezzanotte. 


Periodo  Giuliano. 

Per  i  cenni  storici  su  questo  periodo  cro- 
nologico vedasi  l'Almanacco  1907. 

L'origine  del  P.  G.,  ossia  l'anno  1.  P.  G., 
nel  quale  si  sarebbero  avuti:  ciclo  solare  1, 
lunare  1  ed  indizione  1,  corrisponde  al  4713 
av.  C;  l'anno  1  dell'E.  V.  corrispose  quindi 
al  4714  P.  G.  e  l'anno  1908  corrisponde  al 
6621  P.  G.  Ma  gli  astronomi,  nei  loro  computi, 
usano  indicare  le  date  col  numero  dei  giorni 
del  P.  G.  e  siccome  non  è  sempre  facile  ne 
sbrigativo  procurarsi  tali  numeri,  otlriarao,  in 
questa  prima  tabella,  i  giorni  del  P.  G.  cor- 
rispondenti al  lo  gennaio  degli  anni  indicati, 
tenuto  conto  della  riforma  gregoriana: 


0  (1  a  C. 

1  di  C. 
500  . 

1000  . 
1500  . 

1582  . 

1583  . 
1600  .    . 
1700  .    . 
1800  .    . 
1900  .    . 


721 

058 

721 

424 

903 

683 

086  308 

268  933 

298  884 

299  239 

305 

448 

341 

973 

378  497  1 

415 

021   1 

1901 
1902 
1903 
1904 
1905 
1906 
1907 
1908 
1909 
1910 
2000 


415  386 

415  751 

416  116 
416  481 

416  847 

417  212 
417  577 

417  942 

418  308 
418  673 
451  545 


0 

417  942 

2 

417  973 

2 

418  002 

2  418  033 

2  418  063 

2 

418  094   1 

luglio .    . 

2  418  124 

agosto    . 

2  418  155 

settembre- 

2  418  186 

ottobre  . 

2  418  216 

novembre 

2  418  247 

dicembre 

2  418  277 

ed  in  quest'altra  quelli  corrispondenti  al  1" 
di  ciascun  mese  del  corrente  anno  1908: 


gennaio, 
febbraio 
marzo  . 
aprile.  . 
maggio  . 
giugno  . 


Era  indispensabile  agli  astronomi  l'ado- 
zione di  un  periodo  fittizio  ihe  abbracciasse 
tutti  i  tempi  storici  e  che,  colla  sua  ininter- 
rotta continuità,  ovviasse  alle  irregolarità  dei 
diversi  calendari.  Venne  quindi  adottato  il 
P.  G.  come  avrebbe  potuto  adottarsi  un  altro 
periodo  qualunque,  anche  indefinito,  purché 
uno  dei  suoi  elementi  corrisponda  ad  un'epo- 
ca generalmente  convenuta,  che  avrebbe  po- 
tuto anche  essere  quella  di  un  fatto  astro- 
nomico. 

E  la  necessità  di  un  siffatto  periodo  de- 
riva da  ciò:  che  gli  astronomi  hanno  conti- 
nuamente bisogno,  nei  loro  calcoli,  di  togliere 
ed  aggiungere  alle  date  dei  fenomeni  celesti 
periodi  spesso  lunghissimi  di  tempo,  espressi 
iìi  giorni  (rivoluzioni  planetarie,  cometarie, 
perturbazioni,  ec),  cosa  che  riesce  assai  spe- 
dita, operando  sulle  cifre  del  periodo  giulia- 
no, cifre  che  poi  si  trasformano  in  date  di 
qualsivoglia  calendario  ad  operazioni  finite. 

Esempi.  Qua!  è  il  numero  del  P.  G.  che 
che  corrisponde  al  17  aprile  1908?  —  Per  il 
lo  aprile  (ved.  2»  tavoletta)  abbiamo  2,418,033, 
dunque  per  il  17  avremo  2,418,049. 

A  qual  data  gregoriana  corrisponde  il 
n.o  2,378,530?  —  Dalla  1»  tavoletta  abbiamo, 
per  il  lo  gennaio  1800,  il  n.»  2,378,497,  infe- 
riore di  33  unità  al  numero  davo,  il  quale 
corrispose  quindi  al  3  febbraio  1800. 

Le  date  dell'anno  in  corso  soglionsi  indi- 
care colle  sole  ultime  quattro  cifre  del  P.  G. 


—  12  — 
LE  ECLISSI  DEL  1908. 


Delle  quattro  eclissi  di  quesfanno  (tre  di 
Hole  ed  una  di  Luna)  saranno  visibili  in  Italia 
soltanto  la  seconda  (come  una  piccolissima 
parziale  di  Sole)  e  la  terza  (lunare  di  pe- 
nombra). 

|a- Totale  di  Sole-  3-4  gennaio. 
Questa  eclisse   si  svolgerà   quasi  intera- 
mente sull'Oceano   Paciftoo   ti  a  le  ore  20.8 
t.  m.  E.  t;.  del   3  gennaio  e  l'1.23  ant.  del  4, 
ai  quali  istanti  corrispondono,  nella  presente 


tesimi  dal  diametro  solare  per  Milano,  di  10 
per  Roma,  di  20  per  Palermo  e  per  Cagliari, 
di  7  per  Venezia,  ec.  Sarà  invece  di  30  per 
Madrid  ed  Algeri,  di  16  per  Marsiglia,  di  9 
per  Parigi  e  Londra,  di  3  per  Vienna,  ee. 

Per  osservare  l' eclisse  sarà  necessario  un 
vetro  nero  od  atfumicato:  l'orlo  eclissato 
sarà  quello  inferiore  sinisti'o.  Per  Milano  l'Us- 
servatorio  di  Brera  ha  calcolato 

Primo  contatto  (lembo  inferiore).  18'19m36^ 

Fase  massima  (0,093) 18  40    G8 

Ultimo  contatto  (lembo  sinistro)  .  19  13   27 

III»  -  Lunare  di  penombra  -  7-3  dicembre. 

Le  eclissi  lunari  di  penombra  sono  gene- 
ralmente poco  notabili  e  passano  anche  inav- 
vertite dai  profani.  Talvolta,  però,  quando 
intorno  al  circolo  d'illuminazione  terrestre 
predominano  le  nubi,  la  penombra  è  abba- 
stanza oscura  da  offuscare  sensibilmente  il 
disco  lunare. 

Come  vedesl  nel  presente  diagramma,  la 
Luna  passerà  attraverso  la  penombra  della 


figura  i  punti  P  (principio  dell'eclisse  gene- 
rale, o  primo  condotto  assoluto)  ed  F  (fine 
dell'eclisse  generale,  ed  ultimo  contatto  as- 
soluto). La  zona  della  totalità  attraversa  due 
volte  l'equatore  e  passa  frammezzo  agl'in- 
numerevoli arcipelaghi  del  Pacifico:  il  prin- 
cipio della  totalità  avrà  luogo  alle  21.3  tra  le 
isole  Maiianne,  Cardine  e  Marshall;  il  mezzo 
dell'eclisse,  colla  durata  massima  della  tota- 
lità di  4»"  18%  avrà  luogo  alle  22,45  tra  le  isole 
Marchesi  e  Tuamotu;  la  fine  della  totalità 
avrà  luogo  alle  0,28  del  4  nella  Baia  dei  Mo- 
squitos,  tra  Costa  Bica  e  Panama.  Questa 
eclisse  sarà  inoltre  visibile,  come  parziale, 
nella  Innova  Guinea  e  nel  Nord  Est  dell'Au- 
stralia alla  levata  del  Sole,  ed  in  California, 
nel  Messico,  America  centrale,  Grandi  Antille, 
Venezuela,  Colombia,  Equatore  e  Perù  al  tra- 
monto del  Sole. 

Il»  •  Anulare  di  Sole  -  2S  gennaio. 

Para  visibile  dal  Pacifico  al  Mediterraneo, 
dalla  Groenlandia  al  Brasile,  tra  le  14.29  e 
le  20.31  del  nostro  tempo  E.  C.  Come  vedesi 


dalla  figura,  la  zona  dell'eclisse  anulare  co- 
mincia nel  Pacifico  (ore  15.33),  attraversa  il 
Messico,  la  Florida,  le  Bermude  (dove,  alle 
17.31  la  fase  anulare  avrà  la  durata  massima 
di  3m  54"),  la  Senegambia  e  finisce  (ore  19.27) 
nella  Guinea  settentrionale. 

In  Italia  l'eclisse  sarà  visibile  come  una 
piccolissima  parziale  poco  prima  del  tramon- 
to del  Sole.  La  fase  massima  sarà  di  9  cen- 


7Memòfm 


Terra,  parte  inferiore,  dalle  ore  20,38  del  7 
air  1,12  dell' 8  dicembre,  coli' Istante  medio 
della  completa  immersione  alle  22.55,  mentre 
la  Luna  si  troverà  verso  Sud-Est. 

IV»  -  Anulare  di  Sole  -  23  dicembre. 

Si  svolgerà  nell'  emisfero  australe,  dal  Pa- 
cifico all'Oceano  Indiano  e  nelle  regioni  po- 
lari antartiche,  dalle  10.7  alle  15.23. 

La  zona  anulare  comincia  nel  Pacifico  (ore 
11.11)  attraversa  l'America  meridionale  da 
Cobija  (Cile)  a  Rio  Grande  (Brasile),  prosegue 


C^'^w 

1      ^'^ 

per  l'Atlantico  australe,  attraversa  le  Isole 
di  Bouvet  (dove  l'eclisse  diviene  totale  dalle 
(!re  11.49  alle  13.46  colla  durata  massima  di  • 
16»),  e  finisce  alle  14.18  nell'Oceano  Indiane. 
In  America  (alla  levata  del  Sole)  si  avranno 
le  fasi  massime  di  0.65  per  Eio  Janeiro,  di 
0.90  per  Montevideo  e  Buenos  Aires,  di  0.95 
a  Cordoba,  ec.  Al  Capo  Buona  Speranza  di 
0,40  al  Madagascar  (Tananariva.)  di  0,24  ec. 


—  IB  - 
EFFEMERIDE  PER  L'ERITREA 


A   complemento   del    ("alemìurio    etiopico 
p;ig.  9)  abbiamo  creduto  opportuno  di   cal- 
'lare  una  breve  effemeride  riferita  all'oriz- 
<>ute   di   Massaua,  e  precisamente  all'ango- 
lo  S.  E.   del   Palazzo   del   Comando,   la  cui 
posizione  geografica  è  la  seguente: 

Latitudine      15o  36'  41"  Nord 
Longitudine  39o  28'    9"  Est  Green wich. 

I  dati  che  offriamo  sono  espressi  in  tempo 
nedio  locale  di  Massaua,  il  quale  anticipa  V'3S"^ 
-a  quello  dell'Europa  Centrale  usato  in  Italia. 
Riguardo  al  corso  del  Sole  la  nostra  tavo- 
letta dà  la  durata  dei  crepuscoli,  il  crescere 
o  calare  dei  giorni,  la  levata  ed  il  tramonto 
al  1",  11  e  21  d'ogni  mese.  La  lunghezza  dei 
giorni  varia  da  11  a  13  ore,  ed  il  Sole  passa 
allo  zenit  (cioè  verticalmente  sopra  Massaua) 
il  3  maggio  e  7  agosto. 


Quanto  alla  Luna,  l'ora  del  suo  passaggio 
al  meridiano  di  MassAua  si  otterrà  (in  t.  m. 
Massaua)  sottraendo  H  minuti  dall'ora  da 
noi  calcolata  per  Roma  (tavole  mensili),  men- 
tre per  la  levata  ed  il  tramonto  occorrerà  ap- 
plicare alle  ore  date  per  Roma  le  correzioni 
indicate  nella  seguente  tabella  di  fronte  al 
numero  delle  ore  che  la  Luna,  nei  giorni  vo- 
luti, sta  sopra  l'orizzonte  di  Roma,  ossia  alla 
differenza  ti-a  le  ore  della  levata  e  del  tra- 
monto  indicate   nelle  nostre  tavole  mensili. 

Delle  quattro  eclissi  del  1908  (v.  pag.  12) 
sarà  visibile  nell'Eritrea  soltanto  la  terza, 
cioè  l'eclisse  lunare  di  penombra  del  7-8  di- 
cembre, che  sarà  completamente  osservabile 
nell'Eritrea  dalle  ore  22.16  del  7  alle  2.50 
deirs  tempo  medio  di  Massaua,  coli' istante 
medio  alle  ore  0.33. 


TAVOLA    SOLARE    PER    MASSAUA 


Mesi 


'lennaio.  . 
Febbraio  . 
Marzo  .  .  . 
Aprile .  . 
Maggio  .  . 
Giugno  .  . 
l.uglio.  .  . 
Agosto  .  . 
.Settembre 


Crepusc.      Giorno  1  1         11  21 

civ.  I  dslr.   cala    ere.  leva  tram,  leva  tram,  levai  tram, 


Ottobre J    23 

Novembre  .  .  .  .}   24 
Dicembi'e j   25 


h  m 
1.18 
1.16 
1.13 
1.14 
1.17 
1.21 
1.22  I 
1.19Ì 
l.lSj 
1.13 
1.14! 
1.17! 


hm 

6.28 
6.32 
6.21 


h  m 
17.39 

17.57; 

18.  5! 


5.59  18.11 
6.381  18.17  I 
5.29 1  18.27 
5.33;  18.34' 

5.44  i  18.28 
5.48!  18.12; 
5.50,  17.50 
5.581  17.29' 
26; 


.58    17. 
.11    17. 


hm 
6.31 
6.29 
6.14 
5.51 
5.34 
5.29 
5.36 
5.45 
5.49 
5.50 
6.  1 
6.18 


hm 
17.44 
18.  1 
18.  8 
18.13 
18.19 
18.30 
18.33 
18.24 
18.  4 
17.43 
17.26 
17.28 


hm  j  h  m 
6.32  j  17.51 
6.24  18.  4 
6.  7}  18.  9 
5.44    18.14 


5.31 
5.30 
5.40 
5.47 
5.49 
5.52 
6.  6 
6.23 


18.22 
18.33 
18.32 
18.18 
17.57 
17.36 
17.25 
17.32 


LUNA 


i 

Corre 

s 

levata 

h 

hm 

7 

-1.41 

8 

-  1.26 

9 

-  1.10 

10 

-0.54 

11 

-0.38 

12 

-0.23 

13 

-0.  7 

14 

+  0.  8 

15 

+  0.23 

16 

-f  0.40 

17 

-f  0.54 

18 

+  1.10 

hm 
+  1.13 
+  0.58 
+  0.42 
+  0.26 
+  0.10 

-  0.  5 

-  0.21 
-0.36 
-0.51 
-1.  8 
-1.22 

-  1.38 


EFFEMERIDE  PER  IL  BENADIR 

La  regione   del  Benadir    —    ossia  quella  Corso  ilei  Sole.  —  Il  crepuscolo  civile  ha 

parte  della  Somalia  litoranea,  già  dipendente  la   durata   di   22-24  minuti   e   1'  astronomico 

dal  sultanato   di  Zanzibar,   passata  nel  18i)l  oscilla  tra  l'i  IO»"  e  1*'  15'".  —  La  lunghezza 

sotto  il  protettorato  italiano  ed  amministrata  dei  giorni   è   quasi   costante  (12'),   poiché  il 

da  una  Società  commerciale  costituitasi  nel  Sole  si  leva  sempre  verso  le  6  e  tramonta 

1896   in   Milano  —  comprende  circa  200  km  verso  le  18,   con  pochi  minuti  di  differenza 

della   costa   orientale   africana,  bagnata  dal-  tra  i  giorni  solstiziali  estivi  ed  invernali.  — 

l'Oceano  Indiano,  estendendosi  in  direzione  II  Sole  passa  allo  zenit  nei  giorni  24-27  marzo 

da  S-0  a  N-E  dal  lo  al  3»  grado  di  latitudine  e  17-20  settembre. 

boreale  e  da  43  a  47  gradi  di  longitudine  Est  Corso  della  Luna.  —   Per  ottenere  1  pas- 

Oreenwich.  saggi  della  Luna  al  meridiano  medio  del  Be- 

Su   questo   litorale   si  trovano,  da  Sud  a  nadir  basterà  sottrarre    lóm   ai  passaggi   di 

Nord,  alcuni  centri  importanti,  come  :  Brava,  Roma.   Per  ottenere  poi  le  ore  del  levare  e 

Torre,  Merca,  Mogadiscio,  Uar.sceik,  Itala,  ec.  tramontare   della  Luna,  basterà  togliere  od 

di  cui,  nei  riguardi  dell'effemeride,  possiamo  aggiungere  6  ore  a  quella  ottenuta  per  il  pas- 

assumere  la  posizione  media:  saggio. 

Latitudine 2»  Nord  Pianeti.  -  Si  procede  come  per  la  Luna, 

Longitudine 33»  Est  Roma  sottraendo  pero,  ai  loro  passaggi  al  mendia- 

ìaÌ^  ak\/  u-o+r-..  ^  "o,  soltanto  IO™. 

'^^"^        451/2  Est  Green.  ^^.^^.._    _  ^^^   jg^g  ^^^^  ^..^.,^.,^  ^^^  j^^. 

e  riferire  ad  essa  le  correzioni  da  applicarsi  nadir  solo   la  terza  eclisse,  quella  lunare  di 

ai  dati  qui  calcolati  per  Roma,  per  ottenere  penombra,   dalle   22.40  del  7  alle  3.14  dell' 8 

1  corrispondenti  pel  Benadir.  (tempo  locale)  coli' istante  medio  alle  0.57. 

Differenza  oraria.  —  Il  tempo  locale  del  Calendario.  —  Nel  Benadir  (come  ci  scri- 

Benadir  anticipa  di  2^  2»n  sul  tempo  dell'Eu-  veva  il  compianto  cap.  A.  Cecchi,  da  Pesaro, 

ropa  Centrale,  di  2^  12"»  su  quello  di  Roma  il  3  gennaio  1896)  gli  europei  usano  il  calen- 

e  soltanto   di  24  minuti  su  quello  della  Co-  dario  gregoriano,   gl'indigeni   il  musulmano 

Ionia  Eritrea  (Massaua).  o  maomettano  (ved.  pag.  9). 


SISTEMAZIONE  ORARIA  MONDIALE 


Che  cosa  s'Intenda  per  sistsmazione 
oraria,  per  fusi  orari  e  per  ora  univer- 
saTe  fu  più  da  altri  spiegato  in  questo 
stesso  Almanacco  (anni  1896, 1897, 1898) 
e  noi  qui  aggiungeremo  solo  di  avere 
scoperto  (v.  il  n.  11  dell'Astrofilo)  che 
il  concetto  dei  fusi  orari  risale  per  lo 
meno  al  1732.  trovandosi  già  applicato 
nel  primo  Almanack  di  Beniamino 
Franklin:  Poor  Richard,  1733. 

Le  annotazioni  seguenti  illustrano 
a  sufficienza  l'unito  prospetto  orario. 

(1)  Moiidiano  normale  del  I  fuso  ora- 
rio, resolatore  del  tempo  à%lVJ<uropa  Occi- 
d-Htaìe  (E.  Occ).  —  (2)  L'ora  di  Parigi 
ritardntd  di  5  minuti  (|jei'  comodo  dei  viag- 
giatori ritardatari,  i  quali,  sapendo  la  co-a, 
perdono  egual  mente  lo  corse)  è  pia  da  molto 
tempo  adottata  dalle  Ferrovie  francesi.  Ne 
risulta  ci  e  il  tempo  feì-rovinrio  francese  ri- 
tarda di  qua«i  56  minuti  (55m3P»)  su  quello 
dcH'Eurora  Centrale,  ma  nen;]i  orari  uf- 
ficiali la  cifra  è  arrot  ndata  in  oai^.  — 
e?)  Meridiano  normale  del  II  fuso,  o  del- 
l'Europa Centrale  (E.  C  ).  —  (4)  In  Germa- 
nia la  riforma  oraria  venne  prima  intro- 
dotta nel  servizio  ferroviario  interno  (1.  VI. 
1891  al  Nord  e  I.  X.  1891  al  Sud)  e  poi  nel 
«ervizio  pubblico  (1.  VI.  1802  al  Sud  e 
I,  IV.  1893  al  Nord)  sostituendo  il  tempo 
dell'Europa  Centrale  a  quelli  di  Franco- 
fone sul  Meno,  Berlino  e  Dre-da  al  Nord, 
di  Strasburgo,  Carlsrube,  Stuttgard  e  Mo- 
naco di  liaviera  al  Sud.  —  (5)  In  Italia, 
dopo  i  tempi  locali,  si  ebbero,  dal  1839 
al  186(5,  parecchi  tempi  ferroviari  regolati 
sui  meridiani  di  Napoli,  Milano,  Torino, 
Verona,  Firenze,  Roma,  Napoli  e  Palermo, 
ina  dal  12  diceml're  )806  tutto  il  servizio 
ferrov  ario  della  Peninola  venne  regolato 
sul  tempo  di  Roma  ;  in  Sardegna  il  tempo 
della  capitale  venne  introdotto  nel  1872  e 
la  Sicilia  si  tenne  sempre  quello  di  Pa- 
lermo fino  all'adozione  del  tempo  dell'E.  C. 
in  tutto  il  Regno,  il  1»  novembre  1893.  — 
(fi)  Meridiano  normale  del  III  fuso,  o  del- 
l'Eumpa  orientale  (E.  Or.).  —  (7)  L'Africa 
meridionale,  l'Australia  meridionale  e  la 
Nuova  Zelanda  offrono  tre  notevoli  ecce- 
rioni  al  sistema  fusolare  ventiquattrora- 
rio,  che  i  tempi  colà  adottati  supponcono 
la  'lerra  divisa  non  in  24  ma  in  48  fusi, 
ride  in  fusi  di  mezz'ora  (7o30')  anziché  di 
un'ora  (Tio).  —  (8)  Mentre  al'ri  vantano  il 
trionfo  del  sistema  fusolare  noi  osserviamo 
che  non  sol- ante  e«3o  non  è  ancora  riuscito 
ad  csteniToisi  com]Welamente  fie/ipare  su  di 
Mit  Itolo  fuso,  non  soltanto  ò  compromesso 
dalla  qiiarantottiflcazione  oraria  accen- 
nala nella  nota  procedente,  ma  è  anche  e 
di  molto,  contrastato  dall'immensa  esten- 
sione dell'ora  di  Pietroburgo  su  ben  otto 
/"f,  da  Alexandrowo  (Polonia)  a  Vladivo- 
stok (Manciuria),  valeadiresopraun'estesa 
di  113o  di  hiniiitudine,  pari  a  7h32«».  E 
questa  prande  diffusione  di  una  mi-deaima 
oro,  che  impera  su  me^za  Europa  e  su 
moti  dell'Asia,  che  regola  il  tempo  sulla 
più  irrande  ferrovia  del  mondo,  costituisce 
un  trionfo  del  concetto  doli'"»'»  f</i'p«r.v'./e 
ben  maggiore  di  quello  finora  consosuito 
dal  sistema  fusolare.  —  (9)  L'ora  di  Ma- 
dra",  regolatrice  delle  ferrovie  dell'Impero 
Indiano,  ritarda  di  33  minuti  su  quella  di 
Calcutta  ed  antifipa  di  30  minuti  su  quella 
di  Hombay.  —  (10)  Meridiano  normale  del 
IX  fuso.  —  (11)  Del  X  fuso.  —  (12)  Dell'XI 
fuso.—  (13)  Del  XVII  fuso.  — (14)  Del XVIII 
fuso.  —  (15)  Del  XIX  fuso.  —  (IG)  Del  XX 
fuso,  già  usato  nell'Almanacx'o  t'oor  Hi- 
thard  del  17a3,—  (17)  Del  XXI  fuso. 


' 

MEKIDI.\NO 

Dillereiiza 

DATA  DI 

Stato  o  regione 

RE30Ii\T0UE 

dalt.in.i.i' 

ADOZIONE 

EUROPA 

h  m 

Portogallo 

Lisbona 

-1  37 

— 

Irlanda 

Dublino 

-  125 

— 

Inghilterra 

Greenwieh  (1) 

-  1    0 

1.  L  1848 

Belgio,  Olanda     .    . 

„ 

-1    0 

1.  V.  1892 

Spagna    

n 

-  1    0 

1.  L  1901 

Francia 

Parigi  (2ì 

-0  61 

15.  III.  1891 

Norvegia 

150  Est  G.  (3) 

1.  L  1895 

Svezia 

„ 

© 

1.  L  1879 

Danimarca 

^ 

•2g 

1.  VI.  1894 

Germania  (4) .    .    .    . 

„ 

1891-1893 

Lussemburgo    .    .   . 

„ 

1.  IV  e  V.  1892 

Svizzera  

„ 

o^ 

1.  VL  1894 

Austria-Ungheria.    . 

^ 

art 

1.  X.  1891 

Italia  (5) 

, 

1.  XI.  1893 

Bosnia,  Erzegovina. 

„ 

^1 

1.  L  1892  , 

Serbia 

„ 

W 

1. V.  1892 

Turchia  Occident.    . 

^ 

idem 

„        Orientale    . 

30o  Est  G.  (6) 

-f-1    0 

Idem 

Bulgaria 

„ 

+  1    0 

idem 

Romania 

„ 

+  1    0 

1.  X.  1891 

Grecia 

Atene 

+  0  35 

Finlandia 

Helsingfors 

+  0  40 

— 

Russia 

Pietroburgo 

+  1    1 

— 

AFRICA 

Algeria    

Parigi 

-0  51 

15.  IIL  1891 

Tunisia 

n 

-0  51 

25.  IV.  1891 

Congo 

15»  Est  G.  (31 

0    0 

1.  V.  1897 

Orango    

22oV2EstG.(7) 

+  0  30 

1892 

Transvaal  

^ 

-i-0  30 

1892 

Colonia  del  Capo.   . 

30o  Est  G.  (6) 

+  1    0 

1903 

Natal 

^ 

+  1    0 

1.  IX.  1895 

Egitto 

„ 

+  1    0 

1.  X.  1900 

Eritrea 

Massaua 

+  138 

locale 

ASIA 

Anatolia 

30o  Est  G.  (6) 

+  1    0 

1.  V.  1892 

Siberia  (8) 

Pietroburgo 

+  1    1 

— 

Georgia 

Tiflis 

+  1  59 

_ 

Turkestan 

Askabad 

+  2  43 

_ 

India  ingles.; .... 

Madras  (9) 

+  4  21 

— 

Cina 

Pechino 

+  6  46 

locale 

Giappone   

1350  Est  G.  (11) 

+  8    0 

1.  L  1888 

OCEANIA 

Australia   Occident. 

120o  Est  G.  (10) 

+  7    0 

1.  II.  1895 

Meridion. 

1420  Va  Est  G  (7) 

+  8  30 

1.  V.  1899 

Ofient..   . 

150O  Est  G.  (12) 

+  9    0 

1.  II.  1895 

Tasmania 

^ 

+  9    0 

1895 

Nuova  Zelanda.   .   . 

157°  I/o  Est  G.  (7) 

+  9  30 

1868 

AMERICA  SETTE 

MTRIGNALE  (St 

ati  Uniti  e  Canada).    || 

Pacific  ti  me    .    .    .    . 

120O  Ov.  G.  (13) 

-  9    0 

1.  XI.  1883 

Mountain  time  .    .    . 

105»        „        (14) 

-  8    0 

idem 

Central  tinte  .    .    .    . 

90o        „        (15) 

-  7    0 

idem 

Eastern  time  .... 

750        „        (16) 

-  6    0 

idem 

Intercoìonial  time.   . 

60o        „        (17) 

-  5    0 

idem 

AMERICA  MER 

DIONALE  (Tem 

pi  delle  capitali).         || 

Equatore    ... 

Quito 

-  6  15 

locale 

Perù 

Lima 

-  6    8 

Colombia 

Bogota 

-  5  57 

^ 

Cile 

Santiago 

-  5  43 

Bolivia 

La  Paz 

-  5  33 

Venezuela 

Caracas 

-  5  28 

" 

Argentina 

Buenos  Aires 

-  4  53 

Paraguay    

Asuncion 

-  4  51 

Uraguay  

Montevideo 

-  4  45 

Brasile 

Rio  Janeiro 

-  3  53 

^ 

—  lo 


L'ORA  DELL' "AVE  MARIA,, 

li'Ave  Maria,  come  preghiera,  costituisce 
la  Salutazione  angelica   e  risale  al  VI  secolo. 

Quanto  all'uso  mattutino  e  vespertino  delle 
campane  gli  storici  della  Chiesa  non  sono 
d' accordo,  ma,  dal  riassunto  critico  della  que- 
stione, da  noi  fatto  nell'Almanacco  del  11*03 
pag.  19,  appare  assai  probabile  che  il  suono 
delle  campane  vespere  et  mane  risalga  almeno 
air  undecime  secolo. 

Riguardo  all'epitaflao  che  leggevasi  sul  se- 
polcro di  fra  Bonvicino  da  Ripa  (o  Bonvesin 
de  la  Riva),  milanese,  morto  nel  1313  —  Qui 
primo  fecit  pulsare  campanas  ad  Ave  Maria 
Mediolani  et  in  Coniitatu  —  è  dallo  storico  Giu- 
lini  riferito  sotto  l'anno  1291,  ed  il  compianto 
prof.  Gentile  Pagani  e'  informava  che  il  detto 
sepolcro  trovavasi  nell'antica  chiesa  di  San 
Francesco  Grande,  esistente  un  tempo  presso 
Sant'Ambrogio,  in  Milano. 

In  alcuni  luoghi  vigeva  anche  l'uso  del- 
VAve  Maria  dei  morti  ad  un'ora  di  notte. 

La  seguente  tabella  indica,  per  cinque 
diocesiitaliane,  le  ore  e  quarti  dell'afe  Maria 
colle  date  in  cui  si  cambia  l'oi'ario. 

Devesi  però  avvertire  che  questi  orari  del- 
l'are Maria,  come  quelli  delle  ore  canoniche 
datano  da  tempo....  immemorabile  e  sono  an- 
cora basati  sui  rispettivi  tempi  locali,  noncu- 
rando ie  avvenute  riforme  orarie. 


LE  •*  ORE  ITALIANE  „ 


55 

MILANO 

FIRENZE 

ROMA 

NAPOLI 

CATANIA 

<=> 

1 

17.1 

1 

17.0 

1 

17.1 

1 

17.1 

1 

17.1 

13 

17.2 

20 

17.1 

14 

17.2 

15 

17.2 

à 

25 

17.3 

27 

17.3 

.2 

6 

18.0 

2 

17.2 

9 

18.0 

6 

17.3 

1 

17.3 

^ 

18 

18.1 

13 

17.3 

22 

18.1 

17 

18.0 

15 

18.0 

23 

18.0 

1 

18.2 

5 

18.1 

7 

18.2 

1 

18.1 

C 

n 

18.3 

15 

18.2 

20 

18.3 

21 

18.1 

13 

18.2 

*^ 

21 

19.0 

25 

18.3 

25 

18.3 

1 

19.1 

4 

19.0 

2 

19.0 

7 

19.0 

■iz 

11 

19.2 

14 

19.1 

15 

19,1 

20 

19.0 

19 

19.1 

-^ 

21 

19.3 

25 

19.2 

28 

19.2 

~> 

1 

20.0 

6 

19.3 

11 

19.3 

4 

19.2 

•^ 

13 

20.1 

21 

20.0 

24 

20.0 

19 

20.0 

19 

19.3 

Sn 

25 

20.2 

— 



— 



— 

, 

— 



6 

20.3 

11 

20.1 

18 

20.2 

■Z 

IT 

20.2 

22 

T9T3 

15 

Yo"!© 

lì 

20.0 

24 

T9"!2 

^ 

23 

20.1 

4 

20.0 

5 

19.2 

1 

19.3 

- 

14 

19.3 

18 

19.1 

11 

19.2 

10 

19.1 

& 

25 

19.2 

28 

19.0 

21 
31 

19.1 
19.0 

21 

19.3 

25 

19.0 

.« 

1 

19.1 

7 

18.3 

8 

18.3 

7 

18.3 

a 

9 

19.0 

18 

18.2 

16 

18.2 

20 

18.2 

i 

17 

18.3 

28 

18.1 

24 

18.1 

24 

19.0 

-:s 

25 

18.2 

?- 

3 

18.1 

8 

18.0 

4 

J8.0 

2 

18.1 

13 

18.0 

18 

17.3 

13 

17.3 

15 

18,0 

s 

23 

17.3 

28 

17.2 

22 

17.2 

25 

18.1 

28 

17.3 

^ 

1 

17.2 

8 

17.1 

4 

17.1 

•si 

13 

17.1 

22 

17.0 

20 

17.0 

21 

17.3 

12 

17.2 

is 

25 

17.0 

l)ir_ 

28 

17.1 

231  17.1 

JL 

17.1 

Nel  corso  dei  secoli  e  negli  usi  dei  popoli 
l'origine  del  giorno  e  delle  ore  offre  tutte  e 
quattro  le  possibili  varietà. 

Lo  24  ore  babiloniche  si  contavano  dal  sor- 
gere del  Sole;  le  arabiche  dal  mezzodì;  le 
giudaiche  dal  tramonto  e  le  egiziane  dalla  mez- 
zanotte. L'uso  babilonese  vigeva  ancora  a 
Norimberga  nel  XVIII  secolo,  e  tuttodì  alle 
Baleari  e  presso  alcuni  Greci;  l'arabico,  se- 
guito anche  dagli  Umbri,  venne  adottato  da- 
gli astronomi,  primi  fra  i  quali  Tolomeo  e 
Copernico;  il  giudaico  era  pur  seguito  dai 
Galli,  dagli  Ateniesi  antichi  e  dai  Germani, 
ma  dove  si  mantenne  più  lungamente  fu  in 
Italia,  onde  si  disse  anche  italiano,  ed  altresì 
canonico  perchè  adottato  dalla  Chiesa;  l'uso 
egiziano,  pur  seguito  da  Ipparco  e  dai  Ro- 
mani, divenne,  e  quindi  anche  si  chiamò,  euro- 
peo o  civile. 

La  tavola  seguente  ci  dà  il  tempo  locale 
all'italiana  (in  ore  e  quarti)  del  mezzodì  imd) 
e  della  mezzanotte  (mn)  secondo  l' uso  cano- 
nico e  colle  date  dei  salti  d'un  quarto  d'ora, 
mentre  per  l'uso  civile  (ancora  seguito  nelle 
Provincie  meridionali  e  Sicilia)  diamo,  pel  1» 
e  16  d'ogni  mese,  il  principio  del  giorno  ita- 
liano (pr)  in  t.  m.  E.  C.  per  mezz'ora  dopo  il 
tramonto  del  Sole  (presso  a  poco  l'ora  del- 
l'are Maria)  in  una  latitudine  intermedia  tra 
Roma  e  Palermo,  facendolo  seguire  dall'ora 
italiana  corrispondente  alla  mezzanotte  (mn), 
cui  aggiungendo  12-"'  si  ottiene  l' ora  italiana 
del  mezzodì  successivo. 

A  proposito  delle  "  ore  italiane  „  vogliamo 
notare  che  come  si  è  passati  da  un  sistema 
così  diverso  dall'attuale....  all'attuale,  era  ed 
è  assolutamente  puerile  l'opporre  una  con- 
simile difficoltà  all'adozione  di  un'ora  uni- 
versale, di  cui  sempre  più  si  sente  il  bi- 
sogno. 


USO  CANONICO 

USO    CIVILE 

DATA 

md 
19.0 

mn 
7.0 

DATA 

pr 

mn 

Genn          1 

Genn. 

17.22 

6.33 

13 

18.3 

6.3 

17.37 

6.23 

Febbr.        1 

18.2 

6.2 

Febbr. 

17.56 

6.  4 

16 

18.1 

6.1 

18.14 

5.46 

25 

IS.O 

6.0 

Marzo 

18.29 

5.31 

Marzo         6 

17.3 

5.3 

18.44 

5.16 

16 

17.2 

5.2 

Aprile 

19.  1 

4.59 

27 

17.1 

5.1 

19.15 

4.45 

Aprile       11 

17.0 

5.0 

Maggio 

19.31 

4.29 

21 

16.3 

4.3 

19.46 

4.14 

Maggio       1 

16.2 

4.2 

Giugno 

19.59 

4.  1 

16 

16.1 

4.1 

20.  8 

3.52 

Giugno       1 

16.0 

4.0 

Luglio 

20.10 

3.50 

Luglio      13 

16.1 

4.1 

20.  5 

3.55 

Agosto        1 

16.2 

4.2 

Agosto 

19.52 

4.  8 

16 

16.3 

4.3 

19.34 

4.26 

26 

17.0 

5.0 

Settem. 

19.11 

4.49 

Settem.      6 

17.1 

5.1 

18.46 

5.14 

17 

17.2 

5.2 

Ottob. 

18.21 

5.39 

28 

17.3 

5.3 

17.58 

6.  2 

Ottobr.     11 

18.0 

6.0 

Novera. 

17.36 

6.24 

21 

18.1 

6.1 

17.21 

6.39 

Novera.      1 

18.1 

6.2 

Dicem. 

17.13 

6.47 

16 

18.3 

6.3 

17.13 

6.47 

Dicem.       1 

19.0 

7.0 

31 

17.21 

6.39 

—  16  — 
ILI/UMINAZIONB    SOLARE 


Il  fascio  di  raggi  solari  che  investe  il  no- 
stro pianeta,  divide  la  supertìcie  di  questo  in 
due  emisferi:  l'anteriore  illuminato  ed  il  po- 
steriore oscuro;  il  circolo  massimo  che  li  se- 
para, ossia  il  confine  tra  la  luce  e  le  tenebre, 
si  ch\a.ma.  circolo  d' illuminaziom,  e  si  sposta 
continuamente  sia  in  conseguenza  della  ro- 
tazione che  della  rivoluzione  e  del  paralleli- 
smo dell'asse  terrestre. 

Il  Sole  sorge  o  tramonta  per  un  dato  paese 
quando  questo  entra  od  esce  dall'emisfero 
illuminato,  e  siccome  il  centro  di  questo  si 
muove  perpetuamente  da  Nord  a  Sud,  e  vi- 
ceversa, tra  i  due  tropici,  ne  viene  che  uno 
stesso  paese  descrive  sul  circolo  d'illumina- 


dezza,  che  comincia  o  finisce  quando  il  Sole 
raggiunge  1  «»  sotto  l'orizzonte.  Per  la  du- 
rata del  crepuscolo  astronomico,  che  comincia 
o  fluisce  colla  prima  od  ultima  percezione  lu- 
minosa, con  cielo  limpido  e  col  Sole  a  18o  sotto 
l'orizzonte,  vedansi  le  tavole  mensili,  in  te- 
sta, per  Milano,  Roma  e  Palermo  e  per  la 
metà  d'ogni  mese  (ved.  pag.  11  dell' .47;h.  \\K&\ 
Sommando  le  durate  dell'illuminazione 
solare  di  tutti  i  363  giorni  dell'anno,  si  ottiene 
Viiìsoluzione  annua,  che  risulta,  per  le  nosti-c 
regioni,  di  circa  4400  ore  (sulle  87G0  dell'anno 
comune»,  ma  queste  sono  ovetetì-iche;  V inso- 
Inz'one  effettiva,  cioè  la  presenta  reale  del 
Sole  si  riduce  ad  1,2  od  V3  della  teorica,  es- 


Gennaìo 


9^0J_2_3_4_5_Ì_Li 


9  10  11  12  13  U  15  16  17  18  19  20  21  2223  24 


Febbraio 


Marzo 


«ione  delle  corde  (per  modo  di  dire,  poiché 
trattasi,  in  realtà,  di  archi  circolari),  sempre 
variabili,  dalla  cui  ampiezza  dipende  la  du- 
rata del  giorno  e  della  notte. 

Tutti  i  luoghi  situati  ad  una  stessa  latitu- 
dine N.  o  8.  descrivono,  alle  medesime  date, 
delle  corde  sensibihnente  eguali;  la  riunione 
dello  quali,  tracciate  per  1  365  giorni  dell'anno, 
dà  origine  ai  diagrammi  dell'illuminazione 
solare,  com'è  il  qui  ui.i  o,  descritto  per  la 
latitudine  di  lloma  (41"5i'l. 

È  superfluo  avvertire  che  le  curve  interne 
congiungono  le  ore  della  levata  (sinistrai  e 
del  tramonto  (destra)  del  Sole,  che  i  quadra- 
tini bianchi  designano  le  ore  di  giorno  e  quelli 
fittamente  tratteggiati  lo  ore  di  notte.  La  ri- 
stretta zona  a  tratti  orizzontali  rappre-^enta 
la  durata  dei  crepuscoli  civili,  cioè  della  chiara 
visibilità  degli  oggetti  e  degli  astri  di  1»  gran- 


sendo  il  nostro  maggior  luminare,  nel  rima- 
nente del  suo  percorso  diurno,  coperto  dalle 
nubi.  La  durata  dell'insolazione  affettiva  si 
ottiene  automaticamente  con  uno  strumento 
a  registrazione  fotografica  detto  eliofanog rafo 
od  eliofotoinetro. 

Considerando,  infine,  che  la  Terra,  vista 
dal  centro  del  Sole,  presenterebbe  una  super- 
ficie di  0>\000019,  e  che  una  sfera  ha  la  super- 
ficie di  41253",  ne  deriva  che  il  nostro  pianeta 
non  intercetta  che  la  2200  milionesima  parte 
dell'energia  solare  (luce  e  calore)  disseminata 
in  tutti  i  sensi  ad  eguale  distanza. 

La  luce  del  Sole  è,  secondo  il  Bond, 
470000  volte  pid  intensa  di  quella  della  Luna 
piena,  ma  queste  luci,  per  effetto  dell'assor- 
bimento atmosferico  (28  centesimi),  variano 
talmente, che  quando  l'astro  è  allo  zenit,  spìeii- 
de  1350  volte  più  che  all' orizzonte,.,      


_-  17  - 
ILLUMINAZIONE    LUNARE 


U  conoscere  in  quali  notti  e  por  quanto 
tempo  risplenda  la  Luna  è  spesso  utilissima 
cosa,  e  sempre  una  delle  principali  indica- 
2lonl  che  l'Almanacco  deve  fornire.  Ma,  men- 
tre per  un  verso  occorrono  indicazioni  orarie 
precise,  come,  per  Roma,  sono  date  nelle 
nostre  tavolo  mensili,  dall'altro  si  desiderano 
Indicazioni  più  spiccie,  più  generali  e  più  mne- 
moniche. Ed  a  tale  scopo  serve  ottimamente 
l'unito  nostro  diagramma,  dal  quale  si  rileva 
e  si  abbraccia  immediatamente  l'andamento 
delle  fasi  lunari  e  della  illuminazione  per  tutto 
V  anno. 

Infatti,  chiunque,  a  colpo  d'occhio,  scorge, 
e  facilmente  potrà  ricordare,  che  nel  1908  i 


stima  visuale  dell'illuminazione,  anziché  ad 
ore,  si  farà  in  parti  della  notte.  Per  esempio, 
al  26  gennaio  sarà  oscura  la  prima  metà  della 
notte  e  rischiarata  la  seconda;  al  10  giugno  la 
notte  sarà  rischiarata  nei  primi  'Z,,  ec,  indi- 
cazione che  il  più  delle  volte  basta,  che  vo- 
lendone di  più  precise  si  ricorre  alle  indica- 
zioni orario  delle  tavole  mensili. 

Aggiungiamo  questa  regola  mnemonica  di 
Antonio  Gagnoli  :  Nel  primo  quarto  la  Luna 
rischiara  la  prima  metà  della  notte,  quand'  è 
tutta  piena  tutta  la  notte  e  néWìiltimo  quarto 
V  ultima  parte  o  seconda  metà  della  notte. 

Ricordando,  infine,  che  la  Luna  ritarda 
giornalmente  la  sua  levata,  il  suo  passaggio 


G*nnaio 

Febbraio 

M.rzo 

Aprile 

Maggio 

Glugm, 

Luglio 

Agoato 

ottobre 

Novembre 

T^V— H 

Dicembre 

__ 

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31 

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k 

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29 
30 
3t 

pleniluni,  e  quindi  le  notti  più  rischiarate, 
cadono,  nella  seconda  decade,  e  vanno  retro- 
gradando dal  I80  al  70  giorno  del  mese,  men- 
tre i  noviluni,  e  quindi  le  notti  oscure  cadono, 
nella  prima  ed  ultima  decade  dei  singoli  mesi, 
retrogradando  dal  3  gennalc  al  1"  aprile  e  dal 
30  apr,  al  23  die.  Chi  faccia  consimili  osserva- 
zioni anche  per  le  altre  fasi  potrà  ritenere  a 
memoria  il  corso  della  Luna  per  tutto  l'anno. 
La  larghezza  di  ciascuna  finca  mensile  del 
diagramma  rappresenta  la  durata  della  notte, 
cioè  l'intervallo  variabile  fra  il  tramonto  e 
la  levata  del  sole  (9  a  15   ore),  e   quindi  }a 


al  meridiano  ed  il  suo  tramonto  di  circa 
50  minuti  e  che  nel  giorno  del  novilunio  il 
suo  corso  si  confonde  con  quello  del  Sole, 
sarà  facile  rilevare  che,  il  giorno  dopo,  la  Luna 
sarà  in  ritardo  rispetto  al  Sole  di  1'»  meno  10™; 
2  giorni  dopo  di  2*^  meno  20™  :  3  giorni  dopo 
di  3''  meno  30™,  ecc.,  e  che,  quindi,  in  gene- 
rale, essendo  nota  l'età  della  Luna,  il  suo 
corso  rispetto  al  Sole  sarà  ritardato  di  tante 
ore  quanti  sono  1  giorni  dell'età  stessa,  meno 
altrettante  volte  10  minuti,  regola  anch'essa 
abbastanza  mnemonica  e  più  approssimata 
della  precedente. 


--  18  - 
I,A  NOSTRA  STELLA 


Il  Sole  è  un  globo  incandescente  del  dia- 
metro di  1,394,260  km  del  quale  non  cono- 
sciamo ancor  bene  l' intima  natura,  che  però 
è  analoga  a  quella  d'ogni  altra  stella,  di  cui 
assumerebbe  anche  le  minuscole  apparenze 
se  invece  che  ad  appena  150  milioni  di  km 
si  trovasse  290  mila  volte  più  lontana,  come 
Yalfa  del  Centauro,  che  sinora  è  ritenuta  la 
stella  più  vicina.  Ma  il  Sole  è  la  nostra  stella 
non  soltanto  perchè  la  più  vicina  delle  stelle, 
ma  benanco  perchè  è  quella  intorno  alla  quale 
noi  ci  aggiriamo,  come  ogni  altro  mondo  del 
nostro  sistema  planetario,  detto  appunto  si- 
stema solare  (ved.  pag.  20). 

Stante  l'inclinazione  ed  il  parallelismo  del- 
l'asse  terrestre  il  Sole  sembra  oscillare  in- 
torno all'equatore  Ano  a  23»  27'  sopra  e  sotto 
11  piano  di  quest'  ultimo.  Il  valore  di  questo 
angolo,  che  si  chiama  di  declinazione,  varia 
più  o  meno  rapidamente  ad  ogni  istante,  ed 
è  dato  nelle  nostre  tavole  mensili  per  ogni 
mezzodì  medio  di  Roma  (12^»  lO^é'-éS  del  t. 
m.  E.  C).  Il  variare  della  declinazione  solare 
determina  le  corrispondenti  variazioni  dei 
giorni,  delle  stagioni  e  dell'altezza  meridiana 
del  Sole  (pag.  11),  non  solo,  ma  anche  la  va- 
riazione ùeW  amplitudine,  cioè  della  distanza 
angolare  dei  punti  dell'orizzonte  in  cui  quo- 
tidianamente il  Sole  si  leva  o  tramonta  dai 
veri  punti  di  Est  ed  Ovest.  Se  gli  angoli,  an- 
ziché dalla  linea  Est-Ovest,  si  contano  dalla 
meridiana  Nord-Sud,  prendono  il  nome  di 
azimut  od  angoli  azimutali,  e  servono  special- 
mente per  la  rettificazione  delle  bussole. 


Tra  il  tempo  medio,  dato  da  un  Sole  fittizio 
di  moto  uniforme,  ed  il  tempo  vero  segnato 
dallo  meridiane,  vi  hanno  delle  differenze, 
dette  equazioni  del  tempo,  che  oscillano  tra 
-f-  14»  26«  (11-12  febbr.)  e  -  16m22s  (3  e  4  no- 
vembre) e  che  si  riducono  a  zero  quattro 
volte  all'anno  (16  aprile,  15  giugno,  l»  set- 
tembre e  25  dicembre). 

Nelle  nostre  tavole  mensili  l'equazione  è 
-I-  o  —  secondochè  il  mezzodì  medio  di  Roma 
(Collegio  Romano)  precede  o  segue  il  mezzodì 
vero,  e  stante  le  piccole  variazioni  diurne 
quelle  cifre  possono  servire  al  ragguaglio  dei 
due  tempi  per  ogni  altro  luogo  d'Italia. 


Pietroburgo 

Berlino 

Londra 

Parigi 

Milano 

Firenze 

Roma 

Napoli 

Cagliari 

Palermo 

Cairo 

Massaua 


latit. 

50 

lOo 

150 

20° 

59» 57' 

10.0 

20.3 

31.2 

43.2 

52   30 

8.2 

16.6 

25.2 

34.2 

51    30 

8.0 

16.2 

24.6 

33.3 

48   50 

7.6 

15.3 

23.2 

31.4 

45   28 

7.1 

14.3 

21.7 

29.2 

43   45 

6.9 

13.9 

21.0 

28.3 

41    54 

6.7 

13.5 

20.4 

27.4 

40    52 

6.6 

13.6 

20.0 

26.9 

39    13 

6.6 

12.9 

19.5 

26.1 

138     7 

6.4 

12.8 

19.2 

25.8 

30     2 

5.8 

11.6 

17.4 

23.3 

16   37 

5.2 

10.4 

15.6 

20.8 

52.8 
40.8 
39.8 
37.3 
34.6 
33.5 
32.4 
31.8 
30.9 
30.4 
27.4 
24.4 


Neil'  unita  tabella,  da  noi  compilata  sulle 
estese  Tables  astronomiquea  del  prof.  V.  Bagay 
(Parigi,  1829),  sono  date,  per  12  luoghi  le  am- 
plitudini ■  (in  gradi  e  decimi)  corrispondenti 
alle  declinazioni  di  6,  10,  15,  20  e  23  V2  gradi. 
Per  località  di  diversa  latitudine  e  per  decli- 
nazioni diverse  si  faranno  interpolazioni  pro- 
porzionali. Avvertasi  che  alla  declinazione  0» 
(omessa)  corrispondono  gli  equinozi,  nei  quali 
non  v'ha  amplitudine  perchè  quando  il  Sole 
è  all'equatore  nasce  e  tramonta  dovunque 
precisamente  ad  Est  ed  Ovest;  se  le  declina- 
zioni sono  australi  (S)  l'amplitudine  è  pure 
australe  (cioè  da  Est  od  Ovest  verso  il  Sud), 
se  boreali  (N)  il  Sole  nasce  e  tramonta  a  nord 
dei  punti  veri  di  Est  ed  Ovest;  le  massime 
amplitudini  corrispondono  alle  massime  de- 
clinazioni (2So  27')  e  quindi  ai  giorni  solstiziali. 


L'unita  figura  rappresenta  la  corona  so- 
lare osservata  a  Burgos  durante  1*  eclisse  to- 
tale del  30  agosto  1905.  Essa  è  dovuta  al- 
l' astronomo  Spée  di  Bruxelles  (ved.  Astrofilo 
n.  15),  ma  non  tutti  videro  egualmente,  e  le 
stesse  fotografie  sono  discordanti  in  ragione 
della  durata  delle  rispettive  pose.  Comunque, 
pare  assodato  che  la  foinna  e  l'ampiezza  della 


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1867,1 
1179. 0 
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corona  solare  dipendano  dal  periodo  unde- 
cennale  delle  macchie,  come  risulta  dall'unito 
diagramma,  portante  le  date  dei  mìnimi  e 
dei  massimi  dell'attività  solare.  Benché  l'ul- 
timo massimo  sia  trascorso  già  da  due  anni, 
apparvero  tuttavia  anche  nel  1907  (giugno  e 
luglio)  dei  gruppi  enormi  di  macchie,  visibili 
con  semplici  vetri  neri  od  affumicati. 


-io- 
li/ NOSTRO  SATEI/LITE 


LaLnna  è  11  corpo  celeste  a  noi  più  vicino, 
potendo  giungere  fino  alla  distanza  minima 
di  3CO,000  km.  Essa  è  49  volte  più  piccola  della 
Terra,  e  siccome  questa  è  l,310,lfi2  volto  più 
piccola  del  Sgle,  questo  risulta  oltre  G4  milioni 
di  volte  maggiore  del  nostro  satellite.  Pure 
i  due  dischi  ci  appaiono  quasi  eguali,  perchè 
la  I«na  ha  bensì  un  diametro  400  volte  mi- 
nore di  quello  del  Sole,  ma  è  anche  389  volte 
più  vicina. 

La  durata  media  di  una  lunazione,  ossia 
rivoluzione  lunare  sinodica  (intervallo  fra  due 
consecutivi  noviluni)  è  di  29  gior.  12^  44'n2«,9, 
e  quindi  ciascuna  fase  risulta,  sempre  in  me- 
dia, di  7  giorni  9'»  11"»;  in  realtà,  però,  queste 
durate  variano  molto  sensibilmente.  Dopo 
19  anni  (235  lunazioni  complete)  le  fasi  lunari 
ritornano  presso  a  poco  alle  medesime  date, 
posticipando,  in  media,  di  circa  2  ore. 

Si  chiama  età  della  Luna  il  numero  dei 
giorni  trascorsi  dall'ultimo  novilunio,  con- 
tando 1  il  giorno  stesso  della  L.  N.  se  questa, 
come  suol  dirsi,  si  è  fatta  prima  di  mezzodì, 
se  dopo,  l'età  1  spetta  al  giorno  successivo, 
ed  è  per  questo  che  talvolta  si  giunge  al- 
l'età 29  e  talvolta  a  30,  oltre  che  per  la  diversa 
durata  delle  lunazioni  vere. 

Volendo  l'età  della  Luna,  e  quindi  la  fase 
approssimata,  per  un  dato  giorno  di  un  anno 
diverso  dal  1908,  basterà  prendere  in  questo 
Almanacco  (tavole  mensili)  quella  che  precede 
o  segue  tante  volte  11  giorni  la  data  pro- 
posta, quanti  sono   gli  anni  trascorsi  o  da 


SAGGIO   DI  FOTOGBAFIE  LtJNABI. 

trascorrere.  Per  esempio:  l'età  al  15  maggio 
1903  si  trova,  retrocedendo  fino  al  20  marzo 
1908,  che  fu  18;  l'età  al  14  febb.  1910  sarà 
quella  del  7  marzo  1908,  vale  a  dire  5. 

La  cartina  pubblicata  negli  Almanacchi  del 
1903  e  1904  dà  un'idea  dell'aspetto  generale 


del  disco  lunare,  o  quanto  al  dettagli,  che 
presentaTio  quasi  tutti  la  stessa  flsonomla,  of- 
friamo qui  una  bella  fotografia  della  catena 
detta  degli  Appennini  (che  costituisce  il  naso 
del  faccione  lunare),  coi  crateri  di  Archimede 
(il  maggiore),  di  Arislillo  (a  destra  in  alto), 
di  Autolieo  (sotto  il  precedente  e  a  destra  di 
Archimede)  di  Eratostene  (all'angolo  Inferiore 
sinistro),  di  Timocari  (a  metà  dell'orlo  sini- 
stro), ec. 

Questa  regione  si  trova  nella  parte  supe- 
riore media  del  disco  lunare,  e  comprende  la 
catena  degli  Appennini  ed  i  crateri  situati  nel 
Mare  delle  Pioggie. 

Simili  dettagli  della  superficie  lunare  sono 
divenuti  oramai  comunissimi,  mercè  la  diffu- 
sione delle  splendide  fotografie  selenogfrafi- 
che  ottenute  all'Osservatorio  di  Llck  (sul 
monte  Hamilton,  in  California)  ed  a  Parigi  da 
Loewy  e  Puiseux,  i  quali  già  da  dodici  anni  at- 
tendono al  grande  Alias photographique  de  la 
Lune,  in  oltre  100  fogli  di  50  X  GO  cent,  ed  in 
iscala  tale,  che  il  diametro  lunare  risulterebbe 
di  circa  un  metro  e  mezzo.  Anche  gl'ingran- 
dimenti, eseguiti  a  Praga  dal  Weinek  ed  a 
Trieste  dal  Krieger,  delle  negative  ottenute 
a  Lick  danno  della  topografia  lunare  mera- 
vigliosi dettagli,  anche  inferiori  ad  un  chi- 
lometro d'ampiezza. 

Siate,  tuttavia,  alquanto  scettici,  o  lettori, 
intorno  alle  mirabolanti  scoperte  di  quando 
in  quando  annunziate  intorno  alle  variazioni 
della  topografia  lunare,  che,  o  si  tratta  di  fe- 
nomeni appena  appariscenti  nei  grandi  stru- 
menti, o  di  dettagli  prima  non  avvertiti,  o 
visti  sotto  diversa  illuminazione,  sì  che,  anche 
senza  negare  alla  Luna  un  resto  di  vitalità 
endogena,  si  potrà  sempre  ripetere  che  la 
Luna  è  lo  scheletro  di  un  mondo. 

Nella  seguente  tabella,  sono  indicate  le 
date  in  cui,  nel  1908,  la  Luna  passerà  l' equa- 
tore celeste  o  raggiungerà  le  sue  declina- 
zioni massime  nord  o  sud  (da  21  a  23  gradi) 
e  le  sue  minime  (perigee)  e  massime  (apogeo) 
distanze,  varianti  da  circa  357  a  407  mila  kna. 


1908 


Gennaio  .  . 
Febbraio.  . 
Marzo.  .  .  . 
Aprile.  .  .  . 
Maggio  .  .  . 
Giugno .  .  . 
Luglio  .  .  . 
Agosto  .  .  . 
Settembre  . 
Ottobre.  .  . 
Novembre . 
Dicembre  . 


Strd 
17 

EqiaUre 

Sud 

Perigeo 

10-24 

3-31 

4 

13 

6-21 

27 

2 

11 

4-19 

26 

1-29 

8 

1-15-28 

22 

25 

5 

12-25 

19 

20 

1-29 

9-22 

15 

16 

26 

6-19 

13 

16 

22 

2-15-30 

9 

12 

18 

12-26 

6 

9 

16 

9-23 

3-30 

8 

12 

6-20 

26 

5-30 

9 

3-17-30 

24 

26 

Apogeo 


19 
15 
13 
10 
8 
5 
2-30 
26 
22 
20 
16 
14 


Le  date  indicate  in  questo  specchietto 
avrebbero  anche  —  secondo  alcuni  —  una 
speciale  Importanza  meteorologica,  segnando 
i  giorni  dei  cosiddetti  punti  lunari,  sui  quali 
il  Toaldo,  il  De  La  Dróme,  11  Falb,  ec,  basa- 
vano i  loro  pronostici  sulle  vicende  atmosfe- 
riche, sismiche  e  vulcaniche. 


—  SO- 


LA FAMIGLIA  DEL  SOLE 


È  una  famiglia  molto  numerosa  e  molto 
vasta.  Si  compone,  infatti,  secondo  gli  ultimi.... 
censimenti  celesti,  di: 

8  pianeti  principali; 
500  (circa)  pianetini  od  asteroidi; 
25  satelliti; 

360  (circa)  comete  periodiche; 
65  (circa)  sciami  meteorici; 
oltre  ai  quali  corpi  molti  altri,  certamente, 
se  ne  scopriranno  :  asteroidi,  comete,  correnti 
meteoriche,  satelliti  e  fors'anche  pianeti  prin- 
cipali intì-amercuriali,  cioè  tra  il  Sole  e  Mercu- 
rio, ed  tilt r anettuniani,  cioè  al  di  là  di  Nettuno. 

Colla  scoperta  fatta  nell'agosto  1877  dei 
due  satelliti  di  Marte,  parve,  se  non  chiusa, 
estremamente  difficile  la  scoperta  di  altri  sa- 
telliti, eppure  la  serie  si  accrebbe  di  ben  cin- 
que nuove  lune,  tre  spettanti  a  Giove  e  due 
a  Saturno.  Il  quinto  satellite  di  Giove  (il  più 
vicino,  di  13»  grandezza)  venne  scoperto  da 
Bamard  il  9  settembre  1892  ;  il  sesto  (il  più 
lontano,  di  U''  grandezza)  da  C.  D.  Ferrine 
il  3  dicembre  1901  ed  il  settimo  (il  penultimo, 
di  10"  grand.)  dallo  stesso  il  2  gennaio  1905, 
tutti  all'Osservatorio  di  Lick  (California).  La 
scoperta  dell'ottavo  satellite  di  Saturno  ri- 
saliva al  1848,  il  nono  (ultimo,  di  1(5»  grand.) 
ed  il  decimo  (settimo,  di  18»  grand.)  vennero 
entrambi  scoperti  da  W.  H.  Pickering  all'  Oss. 
Harvard  Coli,  rispettivamente  il  16  agosto  1898 
e  28  aprile  1905.  In  tredici  anni  la  famiglia 
dei  satelliti  è  dunque  salita  da  20  a  25  membri. 

Gli  elementi  generali  del  sistema  solare 
sono  raccolti  nella  tabella  qui  in  calce,  che 
richiede  qualche  schiarimento. 

Anzitutto  notiamo  che  mentre  alcuni  com- 
prendono tra  gli  asteroidi  l'importante  piane- 
tino Eros  (scoperto  a  Berlino  il  13  agosto  1898 
dal  dilettante  sig.  G.  Witt)  noi  lo  abbiamo  elen- 
cato separatamente  perchè  l'orbita  sua,  intrec- 
ciata con  quella  di  Marte,  si  avvicina  tanto 
alla  Terra  (nel  punto  perielio  22.244.600  km., 
secondo  i  calcoli  del  nostro  illustre  Millose- 
vich)  da  offrire  ottime  osservazioni,  d'onde 
ricaveransi  preziosi  risultati,  e  specialmente 
quello  della  paralasse  solare, per  la  determina- 
zione precisa  delle  distanze  assolute  del  Sole. 

Le  distanze  planetarie  (medie)  sono  espres- 
se (nella  tavola)  prendendo  per  unità  quella 
media  della  Terra  dal  Sole  (149.501.000  km.); 
le  rivoluzioni  siderali  sono  date  in  anni  giu- 
liani (giorni  365,25)  e  giorni  medli;  le  rota- 
zioni in  ore  e  minuti  di  tempo  medio;  1  dia- 
metri ed  i  volumi  facendo  =  1  quelli  della 


Terra  (diametro  medio  12.742  km.  —  volume 
1.083.260  milioni  di  km.  cubi)  e  le  densità 
rispetto  all'acqua. 

La  penultima  finca  contiene  le  longitu- 
dini eliocentriche  (cioè  riferite  al  centro  del 
Sole)  di  ciascun  pianeta  al  mezzodì  del  l»  gen- 
naio 1908,  e  r  ultima  (Arco  annuo)  indica 
quanti  gradi  e  minuti  della  propria  orbita 
percorre  ciascun  pianeta  in  365  giorni,  av- 
vertendo che  per  Mercurio  e  Venere  devonsi 
aggiungere  rispettivamente  4  ed  1  circonfe 


Posizione  dei  pianeti  al  1°  Gennaio. 

renze  intere.  Con  questi  dati  abbiamo,  inoltre, 
descritto  la  precedente  figura,  restringendo, 
però,  le  proporzioni  delle  distanze. 

Sul  contorno  della  figura  trovasi  l'enume- 
razione dei  gradi  di  longitudine  eliocentrica.  La 
posizione  di  Eros  è  solo  approssimata,  non  co- 
noscendosi ancora  rigorosamente  il  suo  mo- 
vimento. Le  ultime  sue  opposizioni  avven- 
nero rs  giugno  1903  ed  il  4  agosto  1905  (il 
calcolo  dava  il  7  agosto),  essendo  l'astro  di 
Ila  e  12a'  grandezza.  L'ultima  opposizione 
avvenne  in  settembre  del  1907. 

Le  abbreviazioni  della  tavoletta  vanno  così 
Interpretate:  m  TCiedA^, picc.  piccolo,  lignota 
od  incerta.  Nella  superiore  figura  la  long, 
elioc.  da  0  a  30  corrisponde  al  segno  zodia- 
cale 6.Q\.\' Ariete,  da  30  a  60  al  foro,  da  60  a  90 
ai  Gemelli,  ec. 


Pianeti 


Mercurio 
Venere  . 
Terra  .  . 
Eros  .  .  . 
Marte  .  . 
Asteroidi 
Giove  .  . 
Saturno . 
Urano  .  . 
Nettuno. 


Distania 


Rivoluiione 


0,39 

0,72 
1,00 
1,46 
1,52 
3,m 
5,20 
9,54 
19, 18 
80,06 


0     88 

0  225 

1  - 
1  278 
1  322 
6    m 

11  315 

29  167 

84       7 

164  280 


Rotazione 


? 
? 

23  56 
? 

24  37 
? 

9  56 

10  14 

? 

? 


Diametro 


0,37 
1,00 
1,00 

picc. 
0,53 

picc. 

11,06 
9,30 
4,23 


Tolome 


0,05 
0,98 
1,00 

picc. 
0,15 

picc. 

1279,  41 

718,88 

69,24 

54,  'J6 


Densità 


6,45 
4,44 
5,50 

? 
3,91 

? 
1,33 
0,70 
1,07 
1,65 


Lon^.  el. 


2550  53 
343  51 

99  41 
120  — 

34     0 

126  20 
357  33 
282  47 
103  28 


Arco  annnt 


(4)    53052' 

(1)  224  17 
359  45 
204  39 
191  16 

30  20 
12  13 
4  17 
2  11 


21 


IL  CORSO  DEI  PIANETI  NEL  1908 


OAT£ 

SERA 

NOTTE 

ALBA 

Eit       Sud        Ov 

ctl        Sud         Ov. 

Est        Sud         Ov 

1 

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Gn 

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N 

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u 

^         u 

DATE 

SERA 

NOTTE 

ALUA 

Est        Sud         Ov. 

Est       Sud        Ov. 

Est      Sud         Ov. 

1 

G  M 
U                         V 

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U 

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U                    G  M 

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M                           S 

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S 

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21 

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"     "           s 

Vm     a      ^ 

Il  sistema  grafico  da  noi  immaginato  per 
rappresentare  il  corso  dei  pianeti,  offre  a  col- 
po d'occhio  le  posizioni  ed  i  raggruppamenti 
loro  per  tutto  l'anno. 

L'uso  della  Tavola  è  evidente.  Le  indica- 
zioni sono  date  di  10  in  10  giorni  e  per  il 
principio,  il  mezzo  e  la  fine  della  notte.  Ogni 
rettangolo  qui  rappresenta  la  plaga  meridio- 
nale del  Cielo,  per  cui  l'osservatore  ha  sem- 


pre l'Ovest  a  destra  e  l'Est  a  sinistra.  I  pia- 
neti sono  designati  con  le  iniziali  dei  loro 
nomi,  distinguendo  con  m  Mercurio  e  con 
M  Marte. 

Come  vedesi,  le  serate  più  ricche  di  rag- 
gruppamenti saran  quelle  del  secondo  trime- 
.stre,  le  notti  saranno  tutte  scarse  di  pianeti, 
le  più  belle  mattine  quelle  dell'ultimo  tri- 
mestre. 


COMETE  E  STELLE  CADENTI 


Su  quasi  ottocento  comete  passate  in  vi- 
sta della  nostra  Terra,  e  registrate  negli  an- 
nali dell' Astronomia,  solo  360,  circa,  risulta- 
rono percorrenti  orbite  ellittiche,  e  quindi 
con  ritorno  periodico  ;  sennonché,  sia  per  la 
lunghezza  del  periodo,  sia  per  le  perturba- 
zioni sofferte,  o  per  l' insufi&ciente  precisione 
di  molte  osservazioni,  soltanto  18  di  esse  fu- 
rono vedute  e  rivedute,  e  sono  quelle  indi- 
cate nella  seguente  tabellina,  dove  il  loro 
periodo  è  espresso  in  anni  e  giorni,  e  le  di- 
stanze del  perielio  (punto  più  vicino  al  Sole) 
e  dell'afelio  (punto  più  lontano)  in  unità  e 
millesimi  della  media  distanza  Terra-Sole, 
base  delle  grandi  dimensioni  cosmiche.  Nel- 
l'ultima colonna  indicammo  le  date  dei  pros- 
simi probabili  ritorni  di  ciascuna  cometa,  da 
cui  vedesi  che  dovrebbero  ricomparire  nel- 
l'ordine seguente:  N.  4,  1,  6,  2,  18,  9, 14,  ec, 
tutte  però  piccolissime  o  telescopiche,  non 
essendovi, "tra  le  seguenti,  che  una  sola  gran- 
de cometa,  quella  di  Halley,  la  quale,  secondo 
i  calcoli  di  Pontécoulant,  dovrebbe  ripassare 
al  perielio  il  16  maggio  1910,  a  22^,  4811,  t.  m. 
civile  di  Parigi. 


Nome 

Periodo 

Perielio 

llelio 

Bitorno 

1.  Encke 

3  111 

0.342 

4.095 

apr.  1908 

2.  Tempel .... 

5  103 

1.389 

4.676 

febbr.  1910 

S.Brorsen... 

5  167 

0.588 

5.610 

die.  1911 

4.  Tempel-S. 

5  248 

1.090 

5.177 

sett.  1908 

6.  Winneclce 

5  304 

0.924 

5.555 

nov.  1909 

6.  De  Vico-S. 

6  146 

1.670 

5.225 

die.  1913 

7.  Tempel.... 

6  196 

2.091 

4.902 

ott.  1911 

S.Finlay 

6  197 

0.969 

6.036 

mar.  1913 

^.D' Arresi. 

6  251 

1.321 

5.769 

ott.  1910 

10.  Biela 

6  253 

0.879 

6.223 

dispersa 

11.  Wolf. 

6  301 

1.603 

5.607 

mar.  1912 

12.  Holmes.... 

6  319 

2.128 

5.102 

genn.  1913 

13.  liroohs 

7     40 

1.959 

5.427 

genn.  1911 

U.Faye 

7  142 

1.738 

5.970 

ott.  1910 

15.  Tuttle 

13  244 

1.019 

10.413 

genn.  1913 

IQ.Fons.B.... 

71  205 

0.776 

33.698 

ag. 1955 

17.  Olbers 

72  237 

1.199 

33.623 

magg.  1960 

lÒ.  Halley 

76     29 

0.687 

35.224 

magg.  1910 

Ed  ecco  gli  anni  In  cui  vennero  scoperte 
e  riosservate  le  18  comete  del  prospetto: 

N.  1  -  1786,  1796,  1805,  1819  e  nelle  altre 
25  apparizioni  successive  sempre  accelerando 
il  suo  corso,  fenomeno  che  si  volle  attribuire 
alla  resistenza  dell'etere  cosmico  ed  alla  con- 
seguente restrizione  dell'orbita. 

N.  2-1873,  1878,  1894,  1899  e  1905. 

N.  3  - 1846, 1867, 1868, 1873  e  1879. 11 27  mag- 
gio 1842  passò  vicinissima  al  pianeta  Giove. 

N.  4-(Tempel-L.  Swift)  1869,  1880  e  1891. 

N.  5-1819, 1858, 1809,1875,1886, 1892  e  1898. 

N.  6  -  (De  Vico-E.  Swift)  1678  ad  occhio  nudo; 
1844  telescopica  ma  brillante;  1894  debole. 

N.  7  -  1867,  1873  0  1879. 

N.  8  - 1886  e  1893.  Ritrovata  il  16  luglio  1906. 

N.  9-1851,  1S57,  1870,  1877,  J890  e  1897. 

N.  10-1772,  1805,  1826,  1832  e  1846  divisa 
in  duo  frammenti,  1852  coi  frammenti  più  di- 
stanziati, poi  disciolti  nelle  prandi  piogge  me- 
teoriche del  27  novembre  1872  e  1885. 


N.  11-1884,  1891  e  1898.  Nel  giugno  1876 
passata  vicinissima  al  pianeta  Giove. 

N.  12-1892  e  1899.  Ritrovato  il  28  ag.l906. 

N.  13  - 1889  con  4  frammenti  minori,  1896  e 
1903.  Il  19  luglio  1886  passò  attraverso  i 
satelliti  di  Giove,  sfiorando  il  pianeta. 

N.  14-1843, 1851, 1858, 1865, 1873,  80, 88 e 95. 

N.  15-1790,  1858,  1871,  1885  e  1899. 

N.  16  -  (Pons-Brooks)  1812  e  1883. 

N.  17-1815  e  1887. 

N.  18  -  È  la  prima  cometa  di  cui,  nel  1682, 
Halley  abbia  predetto  il  ritorno.  Venne  rico- 
nosciuta per  la  medesima,  vista,  sempre  ad 
occhio  nudo,  negli  anni  12,  66,  141,  218,  296, 
373,  451,  530,  608,  684,  760,  837,  989,  10C6,  1146, 
1301,  1378,  1456,  1531,  1607,  1682,  1759  e  1833. 

Tra  le  altre  maggiori  apparizioni  come- 
tarie, notiamo  quelle  degli  anni  480,  431,  410, 
373,  348,  118,  86  e  44  av.  Cristo,  e  del  69,  400, 
875,  1402,  1472,  1577,  1585,  1618  e  1619  di  C. 

Nel  sec.  XIX  le  più  famose  furono  quelle 
del  1807,  1811,  1835,  1843,  1858,  1861,  1862, 
1874,  1880,  1881,  1882  grandissima,  e  1887, 
quest'ultima  australe,  come  quella  di  Hall, 
la  prima  del  XX  secolo  (aprile-maggio  1901). 

Il  lo  settembre  1902  venne  scoperta  da 
Perrine,  all'Osservatorio  di  Llck  (California), 
una  cometa  nella  costellazione  di  Perseo  (tra 
le  Plejadi  ed  Algol),  che  divenne  visibile  ad 
occhio  nudo  in  ottobre,  raggiungendo  la 
5»  grandezza;  passò  al  perielio  il  23  novemb. 

Più  interessante  di  questa  fu  la  cometa 
scoperta  dal  Borrelly,  a  Marsiglia,  il  21  giu- 
gno 1903  nell'Acquario,  che  divenne  presto 
ben  visibile  ad  occhio  nudo  per  tutto  il  luglio 
(gr.a  3  V2  il  17,  perigeo)  attraverso  le  costel- 
lazioni circumpolari.  Lo  stesso  Borrelly  sco- 
perse il  28  die.  1904  una  piccola  cometa  (os- 
servata fino  al  maggio  1905)  che  il  Fayet  ri- 
conobbe periodica  (7  anni  e  15  giorni)  e  simile 
a  quella  di  Pigott  del  1783. 

Un'  altra  cometa  periodica  venne  scoperta 
da  Koplf  all'  Osserv.  di  Kònigsthul  il  22  ago- 
sto 1906;  periodo  6  anni  e  7  mesi;  probabile 
ritorno  nel  marzo  1913. 

Le  comete  sono  tenuissimi  corpi,  compo- 
sti d'idrogeno,  idrocarburi  e  pulviscolo  fer- 
ruginoso, che  colla  loro  dissoluzione  danno 
poi  origine  alle  correnti  meteoriche,  le  quali, 
penetrando  nella  nostra  atmosfera,  danno 
luogo,  per  r  arroventamento  dei  corpuscoli 
prodotto  dall'attrito,  alle  stelle  cadenti. 

Il  prospettino  che  segue  contiene  le  date 
di  apparizione  delle  otto  principali  correnti 
meteoriche,  le  posizioni  (ascensione  retta  e 
declinazione,  in  gradi)  dei  loro  radianti  o 
punti  di  apparente  emanazione,  ed  il  nome 
della  stella  più  prossima  a  ciascuno  di  essi. 


CORKENTI 

Data 

AR 

D 

Stella 

!.  Quadrantidi... 
2.  Liridi 

2-4  genn. 
19-30  apr. 
25-30  lugl. 

9-14  ag. 
18-22  ott. 
13-15  nov. 
23-28  nov. 

9-12  die. 

232 

271 

342 

44 

90 

149 

25 

107 

-f49 
+33 
-34 
-f56 
+  15 
+  23 
+  43 
+33 

3  Boote 
104  Ercole 
J  Pesce  A. 
0  Perseo 
y  Orione 
'  Leone 
r  Androni, 
a  Gemelli 

3.  Pesteidi 

4.  Perseidi 

6.  Leonidi 

7.  Andromedeidi 

8.  Geminidi 

-  23  - 
STELI/B  STRAORDINARIE 


Sotto  questa  nnloa  denominazione  di 
ttraorrìinarie  noi  comprendiamo  tanto  le  co- 
siddette stelle  nuove  quanto  le  variabili.  Per 
le  nuove  vednnsi  gli  Almanacchi  del  1903  a 
1906  e  fra  le  variabili  (generalmente  rossa- 
stre), le  più  famose  sono:  Mira  Celi  od  omi- 
cron  Balena,  ed  Algol  o  beta  Persei. 

Mira  Ceti  varia  dalla  8*  alla  9»  grandezza 
(precisamente  da  3,3  ad  8,8),  cioè  dalla  per- 
fetta visibilità  allo  stato  telescopico,  e  vice- 
versa, impiegando  125  giorni  per  salire  dal 
minimo  al  massimo  e  206  per  ritornare  al 
minimo  (periodo  totale  331  giorni  8^  4")  e  ri- 
manendo visibile  ad  occliio  nudo  per  6  mesi 
(3  prima  e  3  dopo  il  massimo)  ed  invisibile 
per  cinque.  Nel  1908  Mira  Ceti  raggiungerà  il 
minimo  il  7  giugno  ed  11  massimo  l'il  ottobre. 

Devesi  però  avvertire  che  quanto  abbia- 
mo fin  qui  riferito  intorno  a  Mira  va  inteso 
come  approssimazione,  come  una  media  ge- 
nerale delle  irregolarissime  fluttuazioni  del 
suo  splendore.  Infatti,  gli  ultimi  massimi  os- 
servati accuratamente  avvennero  l'  11  gen- 
naio 1897;  il  26  novembre  1897;  il  4  ottobre 
1898;  il  19  settembre  1899;  ed  il  22  luglio 
1900,  con  intervalli,  quindi,  oscillanti  tra  319 
e  350  giorni  e  con  splendore  tra  la  8*  e  la 
■t»  grandezza.  Il  massimo  del  1906  raggiunse, 
come  nel  1779,  la  2»  grandezza  nel  periodo  4- 
20  dicembre.  Quanto  ai  minimi,  compresi  tra 
r8»e  la  9» grandezza,  I  più  attent^imente  osser- 
vati in  questi  ultimi  tempi,  da  Nljland  e  da  Bilt 
(v.  Astro».  Nachr,  n.  4012  e  4013),  sono  quelli 
del  16  febbraio  1901;  29  dicembre  1901;  17 
dicembre  1902;  13  novembre  1903  e  17  otto- 
bre 1904,  con  intervalli,  quindi,  di  316  a  353 
giorni.  Come  vedesl,  siamo  di  fronte  ad  una 
stella  abbastanza....  capricciosa,  che  merita 
tutta  l'attenzione  degli  astronomi  ed  anche 
degli  astrofili.  Per  il  1907  l'Annuaire  dell'Ufi", 
delle  Longitudini,  dava,  per  Mira,  1  seguenti 
estremi:  minimo  12  luglio;  massinao  15  no- 
vembre, di  cui  non  conosciamo  ancora  l'ap- 
prossimazione. 


r 


V, 


+20'. 

TrcyM 

♦10:. 


..t      \i 


.  _ -"-4^  -  -  -■- - '-^'^'^  "^oni 


<1 ^ 


•li 


La  qui  unita  cartina  gioverà  a  riconoscere 
la  posizione  di  Mira,  situata  nel  collo  della 
Balena,  presso  l'equatore  celeste,  tra  le  co- 
stellazioni dei  Pesci  e  del  Toro. 

Algol  ò  invece,  ordinariamente,  una  stella 
di  2»  grandezza,  ma  ogni  2  giorni  20^  48"  54» 
discende  quasi  alla  4»  (2,3  a  3,5),  in  modo  che 
la  dimiimzione  ed  il  successivo  aumento  di 
luce  si  avvertono  per  tre  ore  i)rima  e  dopo 
del  minimo.   Gl'istanti  dei  minimi  di  Algol 


osservabili  di  sera  o  di  notte  sui  nostri  oriz- 
zonti nel  1908  vennero  calcolati  (in  t.  m.  E.  C.) 
colle  formole  esposte  nel  n.»  14  AqW Astrofilo, 
e  qualunque  dilettante  che  abbia  imparato 
(mediante  la  2»  cartina)  a  conoscere  Algol, 
può  verificarli.  Le  ricerche  spettroscopiche 
rivelarono  che  le  variazioni  di  Algol  sono 
prodotte  dallo  successive  eclissi  di  un  sa- 
tellite oscuro  che  gira  periodicamente  at- 
torno all'astro  centrale. 


*o' 30" 12. 


40'     A4>.R'tsc,     io' 


Epoche  dei  minimi  di  Algol  più  favorevoli 
all'osservazione  nei  nostri  paesi: 


1908 

Min. 

1908     JkllN. 

1908 

Min. 

h  m 

h  m 

h  m 

Genn.     20 

0     2 

Lngli»     11 

1     5 

Ottobre    7 

22  11 

22 

20  51 

31 

2  45 

27 

23  62 

relibraio  9 

1  47 

kOStO       2 

23  3i 

30 

20  40 

11 

22  36 

23 

1  14 

loTenb.  17 

1  33 

14 

19  25 

25'22     2 

19 

22  22 

larzi      4 

0  21 

SUtem.  12 

2  53 

22 

19  11 

6 

21  10 

14 

23  42 

Ditembr.  io 

0     5 

26 

22  55 

17 

20  41 

12 

20  54 

Ipril»    18 

21  28 

Ottobre     5 

1  22 

30 

1  49 

Quanto  alla  natura  delle  stelle  straordi- 
narie, le  molte,  ipotesi  enunciate  stanno  a 
provare  che,  finora,  poco  sappiamo  di  sicuro. 
Esclusa  l'opinione  di  Huggiiis  (1866)  che  le 
stelle  nuove  siano  determinate  da  grandi  com- 
bustioni d'idrogeno  in  una  sola  stella,  pare 
più  probabile  che  si  tratti  di  due  astri  (prima 
oscuri  o  poco  luminosi)  venuti  in  grande  vi- 
cinanza o  addirittura  a  contatto  l'uno  del- 
l'altro, determinando  immani  conflagi-azioni. 
Le  variabili  si  spiegano  invece  o  con  eclissi 
prodotte  da  invisibili  ed  oscuri  pianeti,  o 
colla  periodica  comparsa  di  macchie,  od  at- 
tribuendo diverso  splendore  alle  parti  succes- 
sivamente a  noi  rivolte  nelle  rotazioni  stellari. 


—  24  — 
FISICA  T]©RRKSTRB 


Magnetismo. 

Il  nostro  globo  ha  due  poli  magnetici  verso 
1  quali  si  volge  l'ago  calamitato,  ed  una  linea 
neutra,  o  zona  di  minima  forza,  detta  equa- 
tore magnetico,  inclinato  di  circa  H<> sull'equa- 
tore geografico.  I  poli  magnetici  non  coinci- 
dono coi  geografici,  ed  hanno  un  lento  moto 
ancora  imprecisato.  Ecco  la  loro  posizione: 
P.N.  4-  70"  5'  17"  e  96o  46'  45"  ovest  Greenwioh 
P.S.  -  730  20'       e  149°  est  „ 

Chiamasi  declinazione  magnetica  la  diffe- 
renza angolare  (per  noi,  attualmente,  occiden- 


Sismologia. 


La  sismologia  è  quella  parte  della  Fisica 
terrestre,  o  Geofisica,  che  tratta  dei  movi- 
menti del  suolo,  sia  bruschi  e  forti  come  nei 
terremoti,  sia  lenti  e  continui  come  nei  bra- 
disismi. Svariatissimi  sono  gli  strumenti  im- 
maginati per  lo  studio  di  questi  fenomeni,  e 
chiamansi,  generalmente, sismoscopi  quelli  de- 
stinati a  fornire  soltanto  indicazioni  grosso- 
lane; sismometri  quelli  che  danno  anche  la 
direzione  e  la  misura  delle  scosse,  sia  ondu- 
latoi'ie,  sia  sussultorie;  sismografi  quelli  che 


CARTA 

SISMICA 

DELL' 

ITALIA 


tale)  tra  il  nord  vero  e  quello  segnato  dal- 
l'ago calamitato;  chiamansi  isozoniche  quelle 
curve  che  congiungono  i  punti  di  eguale  de- 
clinazione. La  superiore  cartina  dà  le  isogo- 
nicho  approssimate  d'Italia,  e  la  seguente 
tabella  i  valori  delle  declinazioni  in  36  loca- 
lità per  il  lo  gennaio  1908. 


Alessandria.  . 
Ancona  .... 

Bari 

Bergamo  .  .  . 
Bologna .... 
Brindisi  .... 
Cagliari  .... 
Capi-era .... 
Catania  .... 
Catanzaro.  .  . 
Civitavecchia. 
Cosenza  .... 
Domodossola . 
Firenze  .... 

Foggia 

Genova  .  . .  . 
Girgenti .... 
Livorno  .... 


10» 54' 

8  41 
7  25 

10  35 

9  46 

7  5 
10  18 

10  32 

8  6 
7  80 

9  29 
7  42 

11  12 
9  45 

7  55 
11  34 

8  31 
10  5 


Maddalena  .  .  10°  24' 
Messina  ....    7  52 

Milano 10  50 

Napoli 8  27 

Novara 10  53 


11     1 

8  89 
10     4 

7  52 
7  52 

9  16 


Oneglia  .  . 
Palermo.  . 
Pisa  .... 
Potenza  .  . 
Reggio  Cai. 
Roma  .  .  . 

Sassari 9  58 

Spezia 10  28 

Taranto  ....     7  18 

Torino 11     8 

Udine 9    6 

Venezia  ....     9  25 
Verona 10    0 


Per  più  ampie  notizie  sul  magnetismo  ter- 
restre V.  Almanacco  1903  a  1906. 


registrano  automaticamente  gli  elementi  stes- 
si. Principajissimi  fra  questi  strumenti  sono: 
1  tromometri  del  Bertelli  e  del  Melzi,  il  mi- 
crosismografoY  icentìni,  il  sismometrografo  Can- 
cani,  il  microsismometrografo  Agamennone,  ed 
i  pendoli  orizzontali  Stiattesi,  pei  quali  ultimi 
e  pel  modo  di  determinare  la  distanza  dei 
terremoti  v.  Astrofilo  n.i  4,  6,  e  16.  Le  curve, 
spesso  intricatissime,  tracciate  dai  sismografi 
(su  vetro  o  su  carta  affumicata)  per  l'impulso 
dei  terremoti,  chiamansi  sismogrammi,  ed  è 
appunto  dall'  esame  accurato,  e  dai  confronti, 
di  molti  sisnaogramGoai  che  si  è  riusciti  a  sco- 
prire alcune  leggi  sismiche,  e  che  altre  se 
ne  scopriranno  in  avvenire. 

La  cronistoria  e  la  distribuzione  topogra- 
fica dei  terremoti  hanno  poi  dimostrato  che 
la  frequenza  e  l'intensità  di  questi  fenomeni 
è  maggiore  lungo  le  grandi  fratture  della  cro- 
sta terrestre,  cioè  lungo  i  più  recenti  rilievi 
orografici,  e  lungo  le  zone  geosinclinali,  ossia 
di  minor  compattezza  e  maggior  frastaglia- 
mento o  mobilità  della  crosta  stessa.  Tali  ri- 
cerche condussero  alla  costruzione  di  carte 
sismiche,  del  genere  di  quella  qui  offerta  per 
l'Italia,  che  riproduciamo  dall'opera  del  De 
Mentessus  de  Ballore,  il  quale  attinse  ai  la- 
vori del  Baratta  e  del  Gerland. 


__  o 


'J.)  — 


L'OROLOGIO  SIDERALE 


Prima  doli'  invasione  e  del  sviccessivo  rin- 
vlllniento  delle  "  uova  di  Norimberga,  „  anzi 
prima  ancorai  dei  quadranti  solari  e  delle 
clepsidre,  esisteva,  per  tutti,  un  solo  ed  im- 
menso orologio:  il  Cielo. 

L'India,  la  Cina,  l'Egitto,  l'Assiria,  la  Ba- 
bilonia, la  Grecia  e  Roma  si  regolavano  di 
giorno  col  Sole  e  di  notte  colla  Luna  e  le 
stelle.  Euripide  (V  sec.  av.  C.)  designa  l'ora 
In  taluno  sue  tragedie,  indicando  la  posizione 
delle  Plejadi,  dell'Aquila,  ec;  nell'antico  Ca- 
lendario romano  era  segnato,  a  tal  uopo,  11 
corso  delle  costellazioni  :  Palladio  Rutilio 
Tauro  Emiliano  (IV  sec.  di  C.)  insegna,  nella 
di  lui  A(f  ri  coltura,  a  conoscere  le  ore  dalla 
lunghezza  delle  ombre  solari,  e  così  via. 


LA  STELLA  POLARE 


Ma  neppur  oggi  il  saper  trovare  l'ora  ap- 
prossimata della  notte  mediante  le  stelle,  non 
è  Inutile,  anche  perchè,  data  l'ora,  si  può 
dedurre  l'aspetto  del  Cielo. 

Secondo  il  metodo  da  noi  concepito  nel 
1890,  s'immagini  una  lancetta  ideale  imper- 
niata sulla  Stella  polare  e  passante  per  le  due 
ultime  stelle  del  Gran  Carro  (a  e  3  Orsa 
maggiore);  l'ora  da  questa  segnata  sopra  un 
quadLraute  fisso  (pure  ideale,  diviso  in  24  parti 
in  senso  inverso  all'ordinario,  e  collo  zaro 
verticalmente  in  alto),  la  chiameremo  fittizia 
e,  con  un  po' d'esercizio,  la  si  potrà  stimare 
abbastanza  bene. 

All'  ora  fittizia  si  aggiunga  il  numero  fisso 
28,  27  o  26  secondochè  si  sia  al  principio,  a 
metà  od  alla  fine  del  mese  in  corso,  poi  si 
sottragga  il  doppio  numero  dei  mesi  trascorsi 
dell'anno,  ed  il  resto  (diminuito  ancora  di  24, 
se  risultasse  maggiore)  sarà  l'ora  approssl- 
simata  che  si  cerca.  Esempio:  all'ora  fittizia 
23  del  6  aprile  corrisponderà  l'ora  appros- 
simata 23  -f  28  —  6  —  24  =  21  =  9  pom.  Alla 
medesima  ora  fittizia  del  27  novembre  cor- 
risponderebbero, invece,  le  5  ant. 

Il  eh.  prof.  A.  L.  Andreini  ha  proposto  (nel- 
V Opinione  Geografica  del  nov.  e  die.  1905)  una 
modificazione  a  questo  nostro  sistema,  che 
noi  lasciamo,  tuttavia,  immutato  per  le  ra- 
gioni dette  a  pag.  817  della  nostra  traduzio- 
zione  de  Le  Stelle  di  Flammarion. 


La  Stella  polare  (7.  dell'Orsa  minore),  seb- 
bene della  grandezza  di  2,2  e  dello  splendore 
di  0,3.S,  è  facilmente  osservabile  ed  Identifi- 
cabile, perchè  la  più  notevole  della  plaga  In 
cui  risplende,  e  deve  il  suo  nome  e  la  sua 
fama  al  fatto  di  trovarsi  vicina  al  Polo  N. 

Tuttavia,  quando  si  voglia  servirsene  per 
calcoli  di  qualche  precisione  (come  detenni- 
nazioni  di  latitudini,  o  di  azirauts  per  retti- 
ficare le  bussole,  o  per  tracciamento  di  me- 
ridiane), la  differenza  tra  essa  ed  il  Polo  non 
è  trascurabile.  Infatti  al  1"  gennaio  1908  la 
sua  distanza  angolare  dal  Polo  Nord  è  di 
lo  11' 4",  ed  il  cerchietto  descritto  intorno  al 
Polo  con  tale  ràggio  dà  luogo  —  nelle  mas- 
sime elongazioni  orientali  (M.  E.  Or.)  ed  ccci- 


dentali  (M.  E.  Occ.)  —  a  delle  differenze  an- 
golari orizzontali  (azimuts)  di  1°  30'  per  Pa- 
lermo, di  1°  36'  per  Roma  e  di  1»  40'  per  Mi- 
lano (1908). 

La  tavoletta  seguente  dà  modo  di  cono- 
scere quando  la  Polare  si  trova  nella  precisa 
direzione  del  Nord  e  quando  più  ne  è  di- 
scosta. Infatti,  dati,  per  Roma,  i  passaggi  su- 
periori di  10  in  10  giorni  (gli  altri  si  possono 
interpolare)  sarà  facile,  colle  cifre  segnate 
sulla  figura,  ottenere  le  altre  posizioni  della 
Stella  rispetto  al  Polo  Nord.  Le  linee  ZO,  ZN, 
ZE  della  figura  sono  segmenti  di  circoli  ver- 
ticali od  azimutali,  tutti  convergenti  allo  zenit. 


1908 

P.  s. 

1908 

P.  S. 

1908 

P.  S. 

h.  m. 

h.  m. 

h.  m. 

Geno.     1 

18  57,2 

Jaggle  10 

10  25,1 

Seti.    1" 

155,8 

11 

1817,7 

20 

9  45,8 

27 

116,6 

21 

17  38,2 

30 

9    6,6 

Ottob.    7 

0  37,3 

31 

16  58,7 

Giae.     9 

8  27,5 

17 

23  54,1 

m.  10 

16  19,3 

19 

7  48,3 

27 

23  14,8 

20 

15  39,8 

29 

7    9,2 

h-:.       6 

22  35,4 

Xarz»    1 

15    0,3 

Lojrlio     9 

6  30,0 

16 

21  56,0 

11 

14  20,9 

19 

5  50,9 

26 

21  16,6 

21 

13  41,5 

29 

5  11,7 

Die.       6 

20  37,2 

31 

13    2,2 

AirostO    8 

4  32,6 

16 

19  57,8 

iprile  10 

12  22,8 

18 

3  53,4 

26 

19  18,3 

20 

11  43,5 

28 

3  14,2 

1909 

30 

11    4,3 

Seti.       7 

2  35,0 

Genn.     5 

18  38,7 

-  26  - 
Ih  CIBLO   D'ITALIA 


Il  nuovo  sistema  di  rappresentazione  del 
Cielo  stellato  da  noi  ora  introdotto  in  questo 
Almanacco,  mediante  le  24  figure  semicirco- 
lari che  trovansi  da  pag.  29  a  51,  è  tanto  in- 
tuitivo che  chiunque  può  intenderlo. 

La  vòlta  celeste  è  qui  riprodotta  in  due 
metà,  la  prima  delle  quali  è  veduta  da  un 


osservatore  rivolto  precisamente  verso  nord, 
ossia  verso  la  Stella  Polare,  nel  qual  caso  le 
stelle  sembreranno  girare  nel  senso  indicato 
dalle  frecce  della  superiore  figura,  nella  quale 
1  tre  cerchi  concentrici  rappresentano  rispet- 
tivamente l'estensione  della  calotta  circum- 
polare {colle  stelle  che  mai  tramontano)  per 
gli  orizzonti  di  Palermo  (P),  Roma  (R)  e  Mi- 
lano (MI. 

La  seconda  metà  del  cielo  è  invece  quella 
osservata  colla  faccia  perfettamente  rivolta 
a  sud,  nel  qual  caso  le  stelle  seguiranno  l' an- 


damento segnato  dalle  frecce  di  questo  se- 
condo schizzo,  nel  quale  è  pur  indicata  la 
posizione  dell'equatore  quale  vedrebbesi,  ri- 
spettivamente, a  Palermo,  Roma  e  Milano. 

Per  l'uso  di  queste  2é  cartine  avvertasi 
che  in'  1  a  51  in  esse  indicati  corrispondono 
alle  stelle  del  seguente  prospetto,  nel  quale 
sono  pur  segnate  le  grandezze  e  le  epoche 
delle  loro  culminazioni  a  mezzanotte.  Avver- 
tasi che  la  stella-tipo,  quella,  cioè,  il  cui  splen- 
dore venne  assunto  come  base  delle  misure 
fotometriche,  è  Aldebaran  segnata  di  gran- 
dezza 1:  le  cifre  inferiori  all'unità  rappre- 
sentano, quindi,  splendori  più  grandi,  e  la 
grandezza  di  1,4  segnata  per  Sirio  deve  in- 
tendersi in  senso  negativo,  cioè  —  1,4.  Dal 
secondo  prospettino  si  otterrà  invece,  in  cor- 
rispondenza al  mese  dato  ed  alle  ore  segnate 
in  testa  per  la  1»  o  2«  metà  del  mese  stesso, 
il  numero  della  coppia  di  cartine  occorrente 
per  r  osservazione. 

Esempio.  Quali  cartine  ci  serviranno  per 
un'osservazione  da  farsi  alle  oro  3  del  20  lu- 
glio? —  Le  cartine  10  ed  11  a  pag.  47  e  49. 


5.0 

Nome 

Costellazione 

Gr. 

CULM. 

1 

Sirio 

a  Cane  magg. 

1,4 

1  Gn 

2 

Capra 

a  Cocchiere 

0,1 

11  Do 

8 

Arturo 

a  Bifolco 

0,2 

25  Ap 

4 

Vega 

oc  Lira 

0,2 

30  Gg 

5 

Rigai 

3  Orione 

0,3 

11  De 

6 

Procione 

a  Cane  min. 

0,5 

12  Gn 

7 

Betelgeuse 

a  Orione 

0,9 

20  Do 

8 

Altair 

a  Aquila 

0,9 

17  Lg 

9 

Aldebaran 

a  Toro 

1,0 

2  Do 

10 

Spica 

a  Vergine 

1,1 

12  Ap 

11 

Antares 

'Z  Scorpione 

1,2 

29  Mg 

12 

Polluce 

3  Gemelli 

1,2 

13  Gn 

13 

Regolo 

a  Leone 

1,3 

17  Fb 

14 

Fomalhaut 

a  Pesce  austr. 

1,3 

4  St 

15 

Deneb 

a  Cigno 

1,4 

30  Lg 

16 

Adara 

£  Cane  magg. 

1,5 

3  Gn 

17 

Bellatrix 

T  Orioae 
3  Toro 

1,7 

13  Do 

18 

Natih 

1,8 

13  Do 

19 

Alnilam 

£  Orione 

1,8 

15  De 

20 

Castore 

a  Gemelli 

1,9 

11  Gn 

21 

Alnitak 

^  Orione 

1,9 

16  Do 

22 

Wezen 

5"  Cane  magg. 

1,9 

5  Gn 

23 

Mirfak 

a  Perseo 

1,9 

14  Nv 

24 

Alioth 

e  Orsa  magg. 

1,9 

4  Ap 

25 

Alkaid 

"0        n               r 

1,9 

18  Ap 

26 

Dubhe 

a      „          „ 

2,0 

4  Mr 

27 

Menkalinam 

[3  Cocchiere 

2,0 

20  Do 

28 

Alhena 

X  Gemelli 
,3  Cane  magg. 

2,0 

12  Gn 

29 

Mirzam 

2,0 

9  Gn 

30 

Sirrah 

a  Andromeda 

2,1 

24  St 

31 

Hamal 

a  Ariete 

2,1 

26  Ot 

32 

Alfard 

a  Idra 

2,1 

7  Fb 

33 

Kaus  austr. 

s  Sagittario 

2,1 

22  Gg 

34 

Polare 

a  Orsa  min. 

2,2 

16  Ot 

35 

Kocab 

8        r, 

2,2 

6  Mg 

36 

Mirach 

3  Andromeda 

2,2 

11  Ot 

37 

Denebola 

,3  Leone 

2,2 

16  Mr 

38 

Rasalague 

a  Ofiuco 

2,2 

15  Gg 

39 

Difda 

3  Balena 

2,2 

4  Ot 

40 

Schedir 

a  Cassiopea 

2,3 

3  Ot 

41 

Inorab 

r 

2,3 

7  Ot 

42 

Sadr 

f  Cigno 

2,3 

26  Lg 

43 

Perla 

a  Corona  bor. 

2,3 

16  Mg 

44 

Mintaka 

(J  Orione 

2,3 

15  Do 

45 

Alsadirah  2». 

^  Sagittario 

2,3 

3  Lg 

46 

Algol 

3  Perseo 

2,3 

11  Nv 

47 

Merak 

3  Orsa  magg. 

2,4 

3  Mr 

48 

Fecda 

r    « 

2,4 

18  Mr 

49 

Chaf 

,3  Cassiopea 

2,4 

24  St 

50 

Enif 

s  Pegaso 

2,4 

16  Ag 

51 

Mira 

0  Balena 

3,3 

30  Ot 

1»  metà 

17 

19 

21 

23 

1 

"3 

5 

7 

2»      „ 

16 

18 

20 

22 

24 

2 

A_ 

6 

Gennaio.  .  . 

11 

12 

1 

2 

1      5 

6 

Febbraio  .  . 

12 

1 

2 

3 

5      6 

7 

Marzo .... 

1 

2 

3 

4 

3      7 

8 

Aprile  .... 

2 

3 

4 

5 

1      8 

9 

Maggio   .  .  . 

3 

4 

5 

6 

3      9 

10 

Giugno  .  .  . 

4 

5 

6 

7 

ì    10 

11 

Luglio.  .  .  . 

6 

6 

7 

8 

)    1( 

)    11 

12 

Agosto.  .  .  . 

6 

7 

8 

9 

1 

3    1 

l     12 

1 

Settembre  . 

7 

8 

9 

10 

1 

l     1 

l      1 

2 

Ottobre  .  .  . 

8 

9 

10 

11 

1 

L      2 

8 

Novembre  .  . 

9 

10 

11 

12 

l      3 

4 

Dicembre.  .  . 

10 

11 

12 

1 

i      4 

5 

DIZIONARIETTO-INDICE 


Nota>bene.  —  Questo  piccolo  repertorio 
alfabetico  è  un  complemento  all' Eflemeride 
per  quelle  voci  che  non  avemmo  occasione  di 
^■piegare;  le  altre  sono  seguite  da  un  riferi- 
mento: numero  di  pagina,  lettera  T  (Tavole 
mensili)  o  lettera  D  (Diario  dell'osservatore). 

Aeroliti.  —  Pietre  provenienti  dal  Cielo. 

Affilo.  —  Massima  distanza  dal  Sole,  18,  22. 

Albedo.  —  Grado  di  riflessibilità  delle  su- 
perfici  planetarie  rispetto  alla  luce  solare. 

Aldebara».  —  Alfa  del  Toro,  rossastra,  la 
cui  grandezza  fotometrica  (1,0)  fu  presa  per 
base  di  tutto  le  altre.  È  la  stélla-tipo. 

Alfa.  —  La  stella  più  splendente  di  una 
costellazione,  beta  la  2»,  gamma  la  3»,  ecc. 

Algol.  —  Variabile  di  Perseo,  23,  D. 

Amplitudine.  —  Distanza  dall'Est  odOv.,18. 

Audromedeidi.  —  Meteore  dinovemb.,  22, D. 

Apice.  —  Punto  verso  il  quale  si  dirige  il 
Sole,  nella  sua  traslazione,  colla  velocità  di 
almeno  16  km.  al  secondo.  Le  ultime  ricer- 
che di  Campbell  e  Kapteyn  lo  collocano  a 
circa  10'>  al  Sud  di  Vega,  D. 

Apogeo.  —  Mass.  distanza  dalla  Terra,  19. 

Appulso.  —  Contatto  apparente. 

Astrofilo.  —  Amante  defili  astri.  Titolo  della 
prima  ed  unica  rivista  italiana  di  astron.,  10. 

Astrofìsica.  —  Studio  diretto  o  spettrosco- 
pico delle  condizioni  fisiche  degli  astri. 

Azimut.  —  Distanza  dal  Nord  o  Sud,  18- 

Bielidi.  —  Ved.  Andromedeidl,  22. 

Bòlidi.  —  Meteore  o  stelle  cadenti  più 
grosse  delle  altre,  che  talvolta  si  risolvono 
in  pioggia  di  aeroliti,  D. 

Carro.  —  Gran  Carro  o  Carro  di  Boote,  il 
più  notevole  gruppo  stellare  del  nostro  Cielo, 
al  quale,  di  solito,  si  riferiscono,  mediante  al- 
lineamenti, le  posizioni  delle  altre  stelle,  per 
riconoscerle.  Il  suo  timone  forma  la  coda  del- 
l'Orsa  maggiore,  25. 

CircumpolaH.  —  Stelle  comprese  nella  ca- 
lotta celeste  che  ha  per  centro  il  Polo  e  per 
raggio  la  latitudine  del  luogo,  e  che  quindi 
non  tramontano  mai. 

Comete.  —  Ultime  apparizioni,  22. 

Congiunzione.  —  Avvicinamento  apparente 
di  due  astri.  Dicesi  superiore  (per  Mercurio  e 
Venere)  se  al  di  là  del  Sole,  inferiore  se  al 
di  qua,  tra  noi  ed  il  Sole,  D. 

Corona  solare.  —  Aureola  del  Sole,  18. 

Costante  solare.  —  Numero  ancora  incerto 
(tra  2  e  4)  di  piccole  calorìe  ricevute  in  un 
minuto  da  un  cent.q.  di  superficie  terrestre 
normalmente  esposta  alSole  e  facendo  astra- 
zione dell'atmosfera  nostra  che  assorbe  0,29 
(Rossetti)  o  0,41  (Langley)  dell'energia  solare. 

Culminazione.  —  Massima  altezza  di  un 
astro  nel  suo  passaggio  al  meridiano. 

Declinazione.  —  Solare  18,  lunare  19,  ma- 
gnetica 24. 

Eclittica.  —  Orbita  della  Terra. 

Elitffanografo.  —  Misura  l'insolazione. 

Elongazione.  —  Allontanamento  apparente 
di  due  astri.  Per  le  massime  elongazioni  di 
Mercurio  e  Venere  dal  Sole  ved.  D. 

Equazione  del  tempo.  —  Pag.  18  e  T. 

Eros.  —  Pianetino  importante,  20. 

Gegenschein.  —  Luce  opposta  al  Sole  (già 
detta  anti-crepuscolare)  osservabile  special- 
mente da  novembre  a  febbraio. 


Geodinamica.  —  Scienza  che  studia  le  ma- 
nifestazioni delle  forze  endogeno,  ossia  In- 
terno, del  nostro  pianeta,  come:  eruzioni, 
terremoti,  bradisismi  (moti  lenti),  ec. 

Grado  geotermico.  —  Valore  di  circa  30  me- 
tri, secondo  cui  sale  di  1»  C.  la  temperatura 
media  della  crosta  terrestre  superficiale. 

Insolazione.  —  Illuminazione  effettiva,  16. 

Leonidi.  —  Meteore  di  novembre,  22,  D. 

Luce  cinerea.  —  Pallida  tinta  che  rende  vi- 
sibile la  parte  oscura  della  Luna,  presso  ai 
noviluni!,  per  forte  illuminazione  terrestre. 

Luce  zodiacale.  —  Chiarore  piramidale, 
sempre  inclinato  verso  il  Sud,  visibile  talvolta 
a  ponente  (gennaio-aprile),  talora  a  levante 
(luglio-ottobre),  dopo  il  tramonto  o  prima 
della  levata  del  Sole. 

Massimo  splendore.  —  Mercurio  e  special- 
mente Venere,  presso  le  loro  elongazioni  mas- 
sime dal  Sole,  raggiungono  il  più  intenso 
splendore.  Vedi  N.  12  dell'Astrofilo. 

Mira  Ceti.  —  Variabile  della  Balena,  23. 

Mistpoeffera.  —  Voce  belga  che  significa 
"  rutti  del  mare  „  e  designa  certi  cupi  ru- 
mori, come  di  sotterranee  esplosioni,  che 
odonsi  anche  entro  terra:  causa  incerta. 

Nodi.  —  Punti  nei  quali  l'orbita  di  un 
astro  attraversa  il  piano  dell'eclittica. 

Xodo.  —  Miglio  marino  =  1852  metri. 

Occultazione.  —  Passaggio  di  un  astro  die- 
tro un  altro,  come:  stelle  e  pianeti  dietro  la 
Luna,  i  satelliti  di  Giove  dietro  il  disco,  ec. 

Opposizione.  —  In  punti  opposti  del  Cielo. 

Orologio  siderale,  —  Metodo  Baroni  per 
ti-ovare  l'ora  colle  stelle,  25. 

Parallasse.  —  Angolo  sotto  il  quale  da  un 
astro  si  vedrebbe  il  raggio  terrestre. 

Passaggi.  —  Mercurio  è  passato,  come  un 
punto  nero,  davanti  al  Sole,  il  14  novem- 
bre 1907  e  vi  ripasserà  il  6  novembre  1914 
(pag.  12);  Venere  passò,  l'ultima  volta,  il  6  di- 
cembre 1882  e  vi  ripasserà  1*8  giugno  2004. 

Perielio.  —  Minima  distanza  dal  Sole,  18,  22. 

Perigeo.  —  Minima  distanza  dalla  Terra,  19. 

Periodo  giuliano.  —  Ved.  pag.  1 1. 

Perseidi.  —  Meteore  d'agosto,  22,  D. 

Quadratura.  —  Due  astri  a  90<»  di  distanza. 

Radiante.  —  Punto  di  emanazione,  22. 

Paggio  vettore.  —  Linea  che  congiunge  il 
centro  di  un  astro  a  quello  di  un  altro  che 
gli  gira  intorno. 

Soros.  —  Periodo  di  18  anni  delle  eclissi. 

Sirio.  —  Alfa  del  Cane  maggiore,  o  Cani- 
cola, la  più  fulgida  stella  del  Cielo,  gr.  —1,4. 

Sismologia.  —  Scienza  dei  terremoti,  24. 

Sizigie.  —  Nome  promiscuo  delle  congiun- 
zioni e  delle  opposizioni  della  Luna. 

Sole.  —  Dimensioni  e  natura,  18. 

Siella  Polare.  —  Sue  posizioni,  25. 

Terminatore.  —  Arco  di  confine  tra  la  parte 
oscura  e  quella  illuminata  del  disco  lunare. 

Verticali.  —  Circoli  e  piani  perpendicolari 
all'orizzonte.  Dicesi  1»  verticale  quello  di  Est. 

Welter schiessmn.  —  Nome  originale  dato 
dallo  Stiger  (di  Windisch  Feistritz,  Stiria)  agli 
spari  grandinifughi,  di  dubbia  efficacia. 

Zenit.  —  Punto  del  Cielo  verticalmente  si- 
tuato sopra  il  nostro  capo;  Nadir,  l'opposto. 

Zodiaco.  —  Zona  celeste  nella  quale  si 
muovono  il  Sole,  la  Luna  ed  i  pianeti. 


-  28  — 

1908  -  GENNAIO 


CORSO    DEL    SOLE 


ACQUARIO  21  Uh  28" 


Cresce  il  giorno 

Crepuscolo  civile 

idem       astronomico. 


Data     Declinaz.    Equazione 


M  1 

(x  2 

V  3 
S  1 

I>  5 

L  6 
M  7 
M  8 
G  9 

V  10 
S  11 

I>  12 

L  13 
M  14 
M  15 
G  16 

V  17 
8  18 

1>19 
L  20 
M  21 
M  22 
G  23 

V  24 
S  25 

I>26 
L  27 
M  28 
M  29 
G  30 

V  31 


S  28°  6',0 
23  1,3 
22  56,2 
22  50,6 

22  44,6 
22  38,1 
22  31,2 
22  23,8 
22  16,0 
22  7,7 
21  59,0 

21  49,9 
21  40,4 
21  30,4 
21  20,0 
21  9,  3 
20  58,1 
20  46,5 

20  34,5 
20  22,1 
20  9,3 
19  56,4 
19  42,7 
19  28,8 
19  Ufi 

19  0,1 
18  45,1 
18  29,6 
18  14,2 
17  58,4 
S  17  42,0 


m  s 

+  3  8,9 

3  37,6 

4  6,0 
4  34,0 


1,6 

28,8 
55,7 
21,9 
47,7 
12,9 
37,5 


8  1,6 
8  25,0 

8  48,0 

9  10,1 
9  31,6 
9  52,4 

10  12,6 

10  32,0 

10  50,7 

11  8,7 
11  26,0 
11  42,4 

11  58,2 

12  13,1 

12  27,4 
12  40,8 

12  53,4 

13  5,3 
13  16,3 

+  13  26,5 


MILANO 


Qh  55m 

0  38 

1  47 


Leva  Tram. 


8  3 

8  2 

8  2 

8  1 

8  0 

8  0 


7  53 
7  52 
7  51 
7  50 
7  49 
7  48 


h  m 
16  49 
16  60 
16  51 
16  52 

16  53 
16  54 
16  55 
16  56 
16  57 
16  58 

16  59 

17  0 
17  2 
17  3 
17  5 
17  6 
17  7 
17  9 


17  10 
17  11 
17  12 
17  14 
17  15 
17  16 
17  18 

17  19 
17  21 
17  22 
17  24 
17  25 
17  26 


EOMA 


Oh  48m 

0  33 

1  40 


Leva  Tranr.. 


h  m 

7  40 
7  40 
7  40 
7  40 


7  31 
7  30 
7  29 
7  28 
7  27 
7  26 


h  m 

16  47 
16  48 
16  49 
16  50 

16  51 
16  52 
16  53 
16  54 
16  55 
16  56 
16  57 

16  58 
16  59 


17  6 
17  7 
17  9 
17  10 
17  11 
17  12 
17  14 

17  15 
17  16 
17  17 
17  19 
17  20 
17  21 


PALERMO 

Oh   41ra 

0  31 

1  37 


leva  Tram, 


h  m 

7  24 
7  24 
7  24 
7  24 


h  m 
16  57 
16  58 
16  58 
16  59 


17  7 
17  8 
17  9 
17  10 
17  11 
17  12 
17  13 

17  14 
17  15 
17  16 
17  17 
17  18 
17  19 
17  21 

17  22 
17  23 
17  24 
17  25 
17  26 
17  27 


LUISTA 


3  L.  Nuova 
10  P.  Quarto 
18  L.  Piena 
26  U,  Quarto 


h  m 
22  43 
14  53 
14  37 
16     1 


Leva    IWerid.   Tram, 


h  m 

4  39 

5  50 

7  1 

8  7 

9  7 
9  55 

10  33 

11  5 

11  35 

12  3 
12  31 

12  58 

13  28 

14  2 

14  40 

15  24 

16  12 

17  4 

18  0 

18  57 

19  57 

20  57 

21  57 

22  59 


0  2 

1  10 

2  18 

3  27 

4  35 

5  41 


h  m 
9  44 

10  44 

11  47 

12  51 

13  54 

14  54 

15  51 

16  43 

17  32 

18  19 

19  5 

19  51 

20  38 

21  26 

22  15 

23  4 
23  53 


5  52 

6  39 

7  29 

8  24 

9  23 
10  25 


CORSO 

DEI    PIANETI 

Nome 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

NOMK 
E     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

sera 

notte 

matt. 

sera 

notte 

matt. 

1 

Mercurio     11 
21 

_ 

_ 

- 

11  40 

12  11 
12  43 

Sagltt. 
Capr. 

Giove       ^l 

_ 

S-E 
SSE 

S-O 
OSO 



2  23 
1  26 

Cancr. 

Saturno     ^J 

sud 
SSO 

òvest 

— 

— 

17     4 
16     9 

1 

Venere        11 

21 

OSO 

oso 

OSO 

— 

— 

14    8 
14  19 
14  27 

Capr. 
Acq. 

Pesci 

Urano       ^J 



est 

12  26 
11  31 

Sagitt. 

Marte         jj 

sso 
sso 

— 

— 

17     7 
16  46 

Pesci 

Nettuno    ^J 

est 

sud 
sud 

ovest 

0  32 
23  27 

Gem. 

20  — 

GENNAIO  -1908 

IL  FIRMAMENTO  -  Aspetto  l»  -  Ore  21  -  20.(*) 


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NORD 


EST 


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EST 


SUD 


WEST 


(♦)  La  prima  cai-tina  offre  l' aspetto  del  cielo  quale  appare  ad  un  osservatore  colla  faccia 
rivolta  a  nord,  e  che  ha  quindi  l'est  a  destra  e  l'M'esMovest)  a  sinistra;  la  seconda  cartina 
offre  invece  l'aspetto  della  parte  australe,  vista  cioè  colla  faccia  perfettamente  rivolta  a 
sud,  e  quindi  coìVest  a  sinistra  e  coli' uest  (ovest)  a  destra.  Entrambi  gli  aspetti  di  ciascun 
mese  si  riferiscono  alle  ore  21  (9  pom.)  della  prima  quindicina  del  mese,  ed  alle  ore  20 
(8  pom.)  della  seconda  quindicina.  Per  ore  diverse  vedansi  le  istruzioni  a  pag.  26. 

DIARIO   DELL'  OSSERVATORE 


3  —  ove  1,  Sole  al  perigeo. 

3  —  Eclisse  solare  invisibile  (v.  pag.  12). 

4  —  ore  15,  Urano  in  cong.  col  Sole. 

5  —  ore  7,  Nettuno  in  opposizione. 

8  —  ore  14,  Saturno  cong.  Luna:  2»  58'  N. 
8  —  ore  23,  Marte  cong.  Luna:  5»  8'  N. 


14  —  Capodanno  giuliano  (russo-greco). 
14  —  ore  13,  Mercurio  cong.  sup.  Sole. 
17  —  ore  10,  Nettuno  cong.  Luna:  O»  44'  S. 
19  —  ore  16,  Giove  cong.  Luna:  1"  33'  S. 
29  —  ore  23,  Giove  in  opposizione. 
31  —  ore  14,  Urano  cong.  Luna:  0°  21'  S. 


30 


1908  - 

FEBBRAIO 

CORSO    r>EL    SOLE 

LUisrA 

PESCI  20     Ih  54m 

MILANO 

ROMA 

PALERMO 

2  L.  Nuova 
9  P.  Quarto 
17  L.  Piena      1 
25  U.  Quarto 

h  m 

9  37 
5  28 

il  giorno, 
colo  civile 
a       astro 

Ih  21» 

0  35 

1  41 

Ih    llm 

0  31 

1  35 

Ih     2» 

0  29 

1  33 

Crepus 
ider 

lomico.  . 

0     5 

4  24 

Data 

Declinaz. 

Equazione 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

UJ 

Leva 

Merid. 

Tram, 

m    s 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

d 

h  m 

h  m 

h  m 

S      1 

S  17025 ',4 

+  13  36,0 

7  47 

17  28 

7  25 

17  22 

7  12 

17  29 

29 

6  45 

11  29 

16  18 

I>    2 

17    8,5 

13  44,6 

7  45 

17  29 

7  24 

17  24 

7  11 

17  30 

® 

7  40 

12  33 

17  33 

L     3 

16  51,4 

13  52,3 

7  44 

17  31 

7  23 

17  25 

7  10 

17  31 

2 

8  26 

13  34 

18  51 

M     4 

16  33,9 

13  59,4 

7  43 

17  32 

7  22 

17  26 

7     9 

17  32 

3 

9     2 

14  30 

20     7 

M     5 

16  16,1 

14     5,5 

7  42 

17  34 

7  21 

17  28 

7     8 

17  33 

4 

9  34 

15  22 

21  22 

G     6 

15  58,1 

14  10,7 

7  40 

17  35 

7  20 

17  29 

7     8 

17  34 

5 

10     2 

16  12 

22  32 

V      7 

15  39,7 

14  15.2 

7  39 

17  37 

7  19 

17  30 

7     7 

17  35 

6 

10  31 

17     1 

23  41 

8      8 

15  21,1 

14  18,9 

7  38 

17  38 

7  18 

17  31 

7     6 

17  36 

7 

10  59 

17  49 

— 

»    9 

15     2,3 

14  21,7 

7  36 

17  39 

7  17 

17  33 

7     4 

17  38 

3 

11  29 

18  36 

0  47 

L    10 

14  42,3 

14  23,7 

7  35 

17  41 

7  15 

17  34 

7     3 

17  39 

9 

12     3 

19  23 

1  50 

M   11 

14  23,8 

14  24,9 

7  33 

17  42 

7  14 

17  35 

7     2 

17  40 

10 

12  40 

20  11 

2  48 

M  12 

14     4,3 

14  25,3 

7  32 

17  44 

7  13 

17  37 

7     1 

17  41 

11 

13  22 

21     0 

3  45 

G  13 

13  44,4 

14  25,0 

7  30 

17  45 

7  12 

17  38 

7     0 

17  42 

12 

14     8 

21  49 

4  36 

V   14 

13  24,4 

14  23,8 

7  29 

17  47 

7  10 

17  39 

6  59 

17  43 

13 

14  59 

22  38 

5  26 

S    15 

13     4,1 

14  21,9 

7  27 

17  48 

7     9 

17  40 

6  58 

17  44 

14 

15  53 

23  26 

6  10 

D16 

12  43,7 

14  19,2 

7  26 

17  50 

7     8 

17  42 

6  56 

17  45 

15 

16  49 



6  47 

L    17 

12  23.0 

14  15,9 

7  24 

17  51 

7     6 

17  43 

6  55 

17  46 

m 

17  49 

0  12 

7  23 

M  18 

12     2,1 

14  11,8 

7  23 

17  53 

7     5 

17  44 

6  54 

17  47 

17 

18  50 

0  56 

7  52 

M  19 

11  41,0 

14     7,0 

7  21 

17  54 

7     3 

17  45 

6  53 

17  48 

18 

19  51 

1  39 

8  18 

G   20 

11  19,8 

14     1,5 

7  20 

17  56 

7     2 

17  47 

6  52 

17  50 

19 

20  53 

2  22 

8  43 

V    21 

10  58,4 

13  55.3 

7  18 

17  57 

7     1 

17  48 

6  50 

17  51 

20 

21  55 

3     5 

9     8 

8    22 

10  36,8 

13  48,5 

7  16 

17  58 

6  59 

17  49 

6  49 

17  52 

21 

22  59 

3  49 

9  34 

D  23 

10  15,0 

13  41,1 

7  15 

18     0 

6  58 

17  50 

6  48 

17  53 

22 



4  35 

10     1 

L    24 

9  53,1 

13  33,1 

7  13 

18     1 

6  56 

17  52 

6  46 

17  54 

23 

0     5 

5  23 

10  34 

M  25 

9  31,0 

13  24,5 

7  12 

18     2 

6  55 

17  53 

6  45 

17  55 

r, 

1  12 

6  14 

11  10 

M  26 

9     8,8 

13  15,3 

7  10 

18     4 

6  53 

17  54 

6  44 

17  56 

25 

2  19 

7  10 

11  56 

G   27 

8  40,5 

13     5,5 

7     9 

18     5 

6  51 

17  55 

6  42 

17  57 

26 

3  26 

8     9 

12  50 

V    28 

8  24,0 

12  55,2 

7     7 

18     6 

6  50 

17  56 

6  41 

17  58 

27 

4  29 

9  11 

13  54 

8    29 

8    8     1,4 

+  12  44,4 

7     6 

18    8 

6  49 

17  67 

6  40 

17  59 

28 

5  25 

10  13 

16     5 

CORSO    DEI    PIANETI 


Nome 

VISIBILITÀ 

Me- 

rid.o 

Plaga 

Nome 

E     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

E    DATA 

sera 

notte 

matt. 

sera 

notte 

matt. 

1 

Mercurio     li 
21 

ovest 
ovest 
ovest 

- 

_ 

13  15 
13  32 
18  10 

Capr. 
Aoq. 

Giove       ^l 

est 
est 

sud 
sud 

ovest 

0  16 
23    3 

Cancr. 

Saturno     jj 

S-0 
OSO 

_ 

- 

15  12 
14  18 

1 

OSO 
OSO 
OSO 

_ 

— 

14  84 
14  89 
14  43 

Acq. 
Pesci 

Pesci 

Venere       il 
21 

Urano       ^J 

- 

- 

est 
est 

10  32 
9  36 

Sa- 
gitt. 

Marte         ,] 

S-0 
S-0 

- 

- 

16  23 
16     3 

Pesci 

Nettuno    ^g 

ESE 
ESE 

SSO 

sso 

22  22 
21  22 

Gem. 

-  31  - 

FEBBRAIO  -  1908 

IL  FIRMAMENTO  —  Aspetto  2°  -  Ore  21  -  20. 


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WEST 


NORD 


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EST 


SUD 


WEST 


DIARIO   DELL'  OSSERVATORB 


4  —  Capodanno  turco:  1°  Moharem  dell'anno 
1326  dell'Egira  di  Maometto. 

4  —  ore  17,  Venere  cong.  Luna:  3<»  48'  N. 

5  —  ore  4,  Giove  cong.  Luna:  3o  2'  N. 

6  —  ore  18,  Marte  cong.  Luna:  5°  49'  N. 
10  —  ore  21,  Venere  cong.  Giove:   1°  28'  N. 
13  —  ore  14,  Mercurio   nella  massima   elon- 
gazione serotina:  18»  8'  est  Sole. 

13  —  ore  15,  Nettuno  cong.  Luna:  0°  42'  S. 


14  —  ore  12,  Mercurio  al  perielio. 

15  —  ore  15,  Giove  cong.  Luna:  1°  12'  S. 
19  —  ore  3,  Mercurio  stazionario. 

28  —  ore  2,  Urano  cong.  Luna:  0»  7'  S. 

28  —  ore  2,  Venere  nel  nodo  ascendente. 

29  —  ore  6,  Mercurio   in   congiunzione  infe- 

riore passando  al  nord  del  Sole. 
29  —  giorno  intercalare  che  rende  l'anno  bi- 
sestile, cioè  di  366  gioruL 


_  82  - 

1908  -  MARZO 


CORSO    DEL    SOLE 

LUNA 

ARIETE  21 

Ih  27™ 

MILANO 

KOMA 

PALERMO 

h  m 

Cresce 

il    fri/-i-rnn_ 

Ih    39m 

0  33 

1  40 

Ih  27n> 

0  30 

1  36 

Ih    IQm 

0  28 

1  34 

2  L.  Ni] 

9  P.  Qu 

18  L.  Pi( 

25  U.  Qu 

lova     19  1)7 
arto     22  42 

Crepuscolo  civile 

idem       astronomico.  . 

3na        3  29 
arto    13  32 

Data 

Declìnaz. 

Equazione 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

23 
ut 

Leva 

Merid. 

Tram. 

m    s 

h  m 

h   m 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

d 

h  m 

h   m 

h   m 

1>    1 

S    7o38',6 

-f  12  33,0 

7     4 

18     8 

6  48 

17  58 

6  39 

17  59 

29 

6  13 

11  13 

16  21 

L      2 

7  15,8 

12  21,1 

7     2 

18     9 

6  47 

17  59 

6  38 

18     0 

m 

6  53 

12  11 

17  38 

M     3 

6  52,8 

12     8,7 

7     1 

18  11 

6  45 

18     0 

6  37 

18     1 

1 

7  28 

13     6 

18  55 

M     4 

6  29,8 

11  55,9 

6  59 

18  12 

6  44 

18     1 

6  35 

18     2 

2 

8     0 

13  53 

20     9 

G     5 

6     6,7 

11  42,6 

6  57 

18  14 

6  42 

18     2 

6  34 

18     3 

3 

8  27 

14  48 

21  22 

V      6 

5  43,5 

11  28,8 

6  55 

18  15 

6  40 

18     4 

6  32 

18     4 

4 

8  56 

15  37 

22  31 

S      7 

5  20,2 

11  14,6 

6  53 

18  16 

6  39 

18     5 

6  31 

18     5 

5 

9  23 

16  26 

23  41 

I>    8 

4  56,8 

11     0,0 

G  52 

18  18 

6  37 

18     6 

6  29 

18     6 

6 

9  59 

17  15 

_ 

L      9 

4  33,4 

10  45,0 

6  50 

18  19 

6  35 

18     7 

6  28 

18     7 

0) 

10  36 

18     4 

0  41 

M   10 

4     9,9 

10  29,6 

6  48 

18  20 

6  34 

18     8 

6  27 

18     8 

8 

11  17 

18  53 

1  38 

M   11 

3  46,4 

10  13,9 

6  46 

18  22 

6  32 

18     9 

6  25 

18     9 

9 

12     2 

19  42 

2  31 

G    12 

3  22,8 

9  57,8 

6  44 

18  23 

6  30 

18  11 

6  23 

18  10 

10 

12  53 

20  31 

3  22 

V    13 

2  59,2 

9  41,4 

6  42 

18  24 

6  29 

18  12 

6  22 

18  11 

11 

13  46 

21  19 

4     7 

S    14 

2  35,6 

9  24,8 

6  40 

18  26 

6  27 

18  13 

6  21 

18  12 

12 

14  42 

22     6 

4  48 

D15 

2  11,9 

9     7,8 

6  38 

18  27 

6  25 

18  14 

6  19 

18  13 

13 

15  41 

22  52 

5  25 

L    16 

1  48,2 

8  50,6 

6  36 

18  28 

6  24 

18  15 

6  17 

18  14 

14 

16  42 

23  36 

5  55 

M  17 

1  24,5 

8  33,2 

6  35 

18  30 

6  22 

18  16 

6  16 

18  15 

15 

17  43 

— 

6  22 

M   18 

1     0,8 

8  15,5 

6  33 

18  31 

6  20 

18  17 

6  14 

18  16 

m 

18  43 

0  20 

6  47 

G    19 

0  37,1 

7  57,8 

6  31 

18  32 

6  19 

18  19 

6  13 

18  16 

17 

19  48 

1     4 

7  11 

V    20 

S    0  13,4 

7  39,9 

6  29 

18  34 

6  17 

18  20 

6  11 

18  17 

18 

20  52 

1    48 

7  37 

S    21 

N   0  10,2 

7  21,8 

6  27 

18  35 

6  15 

18  21 

6  10 

18  18 

19 

22     1 

2  33 

8     5 

D  22 

0  33,9 

7     3,6 

6  25 

18  36 

6  13 

18  22 

6     8 

18  19 

20 

23     5 

3  20 

8  32 

L    23 

0  57,6 

6  45,4 

6  23 

18  38 

6  12 

18  23 

6     7 

18  20 

21 

— 

4  11 

9  11 

M  24 

1  21,2 

6  27,1 

6  21 

18  39 

6  10 

18  24 

6     6 

18  21 

22 

0  10 

5     5 

9  53 

M  25 

1  44,8 

6     8,8 

6  19 

18  40 

6     8 

18  25 

6     4 

18  22 

(C. 

1  14 

6     2 

10  43 

G   26 

2     8,4 

5  50,4 

6  17 

18  41 

6     7 

18  26 

6     2 

18  23 

24 

2  17 

7     1 

11  40 

V    27 

2  31,9 

5  32,1 

6  16 

18  43 

6     5 

18  27 

6     0 

18  21 

25 

3  14 

8     0 

12  47 

S    28 

2  55,3 

5  13,9 

6  14 

18  44 

6     3 

18  29 

5  59 

18  25 

26 

4     6 

8  59 

13  58 

D  29 

3  18,7 

4  55,5 

6  12 

18  45 

6     1 

18  30 

5  57 

18  26 

27 

4  49 

9  57 

15  14 

L    30 

3  42,1 

4  37,3 

6  10 

18  47 

6     0 

18  31 

5  56 

18  27 

l28 

5  24 

.10  52 

16  29 

M  31 

N    4     5,8 

-f  4  19,1 

6     8 

18  48 

5  58 

18  32 

5  54 

18  28 

hi 

5  56 

11  44 

17  44 

CORSO    DEI    PIANETI 


Nome 

A 

VISIBILITÀ 

Me- 
rld.o 

Plaga 

Nome 

E     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 

rid.o 

Plaga 

E     DAT 

sera 

notte 

matt. 

sera 

notte 

matt. 

Mercurio 

11 
21 

ost 
est 

12     7 
11     4 
10  38 

Acq. 

Giove 

1 
16 

ESE 
S-E 

SSO 
S-O 

- 

22     2 
20  59 

Cancr. 

Saturno 

1 
16 

ovest 
ovest 

_ 



13  29 
12  37 

Venere 

11 
21 

S-O 
S-0 
S-O 

— 

— 

14  47 
14  51 
14  55 

Pesci 
Ariete 

Ariete 

Pesci 

Urano 

1 
16 

I 

I 

ESE 
S-E 

8  44 

7  47 

20  26 
19  26 

Sa- 
gitt. 

IVIarte 

16 

S-O 
S-O 

— 

— 

15  45 
15  26 

Nettuno 

1 
16 

S-E 

SSE 

S-O 
OSO 

- 

Gem. 

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MARZO  -  1908 


IL  FIRMAMENTO  -  Aspetto  3« 


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Ore  21   -  20. 


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WEST 


NORD 


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Sric/ano»'^  5là 


EST 


SUD 


WEST, 


DIARIO   DELL'  OSSERVATORE 


1  —  Comincia  la  primavera  meteorologica. 
3  —  Ole  20,  Saturno  cong.  Luna:  3»  4'  N. 

5  —  ore  15,  Venere  cong.  Luna:  5°  49'  N. 

6  —  ore  16,  Marte  cong.  Luna:  5°  26'  N. 
11  —  ore  21,  Nettuno  cong.  Luna:  0»  50'  S. 
13  —  ore  17,  Giove  cong.  Luna:  !<>  7'  S. 

19  —  ore  7,  Mercurio  nel  nodo  discendente. 

21  —  ore  1,27  equinozio  di  primavera:  il  Sole 

tocca  il  primo  punto  d'Ariete  sull'equa- 


tore; origine  delle  coordinate  celesti. 
21  —  ore  7,  Saturno  in  cong.  col  Sole. 

26  —  ore  10,  Urano  cong.  Luna:  O»  11'  N. 

27  —  ore  7,  Mercurio  nella  massima  elonga- 

zione mattutina:  270  47'  ovest  Sole. 
27  —  ore  11,  Venere   in   cong.  colla  stella  5" 
dell'Ariete,   che  sarà  2'  al  S.  di  Venere. 

30  —  ore  4,  Mercurio  cong.  Luna:  2»  48'  N. 

31  —  ore  12,  Saturno  cong.  Luna:  S°  6'  N. 

3 


—  34  — 

1908  -  APRILE 


CORSO    DEL    SOIjE 


TORO  20  13»^  11"» 


Cresce  il  giorno 

Crepuscolo  civile 

idem       astronomico. 


Data 

Declinaz. 

M    1 

N    4o28',6 

G     2 

4  51,8 

V      8 

6  14,8 

S      4 

6  37,7 

»    5 

6     0,6 

L      C 

6  23,3 

M     7 

6  45,9 

M     8 

7     8,5 

G     9 

7  30,9 

V    10 

7  53,1 

S    11 

8  15,3 

I>12 

8  37,3 

L    13 

8  59,1 

M  14 

9  20,8 

M   15 

9  42,3 

G    16 

10     3,7 

V    17 

10  24,9 

S    18 

10  46,0 

I>  19 

11     6,8 

L    20 

11  27,5 

M   21 

11  48,0 

M   22 

12     8,3 

G   23 

12  28,4 

V    24 

12  48,3 

8    25 

13     8,0 

»  26 

13  27,5 

L    27 

13  46,5 

M  28 

14     5,8 

M   29 

14  24,6 

G    30 

N  14  43,1 

Equazione 


m    s 
+  4    1,0 

3  43,1 

3  25,2 
3     7,5 


50,0 
32,5 
15,3 
58,3 
41,5 
25,0 
8,7 


0  52,6 

0  36,9 

0  21,4 

0  6,3 

0  8,5 

0  23,0 

0  37.0 


50,5 
3,8 
16,5 
28,8 
40,6 
52,0 
2,9 


2  13,2 

2  23,1 

2  32,4 

2  41,2 

2  49,5 


MILANO 


1^  31" 

0  36 

1  50 


Lev 


5  22 
5  20 
5  19 
5  17 
5  15 


Tram. 


h  m 
18  49 
18  50 
18  52 
18  53 

18  54 
18  56 
18  57 
18  58 

18  59 

19  1 
19     2 

19  3 
19  5 
19  6 
19  7 
19  9 
19  10 
19  11 

19  12 
19  14 
19  15 
19  16 
19  17 
19  19 
19  20 

19  21 

19  22 
19  24 
19  25 
19  26 


ROMA 


Ih  20" 

0  31 

1  43 


Leva 

h  m 
5  56 
5  55 
5  53 
5  51 


5  16 
5  15 
5  13 
5  12 
5  11 


Tram. 


h  m 

18  33 
18  34 
18  35 
18  36 

18  37 
18  38 
18  40 
18  41 
18  42 
18  43 
18  44 

18  45 
18  46 
18  47 
18  48 
18  49 
18  60 
18  52 

18  53 
18  54 
18  55 
18  56 
18  57 
18  58 
18  59 


PALERMO 


Ih  10" 

0  29 

1  39 


Leva 


5  17 
5  16 
5  15 

5  13 

6  12 


Tram, 


h  m 
18  29 
18  29 
18  30 
18  31 

18  32 
18  33 
18  34 
18  35 
18  36 
18  37 
18  38 

18  39 
18  40 
18  41 
18  41 
18  42 
18  43 
18  44 

18  45 
18  46 
18  47 
18  48 
18  49 
18  50 
18  51 

18  52 
18  53 
18  54 
18  55 
18  55 


LUISTA 


1  L.  Nuova 

8  P.  Quarto 

16  L.  Piena 

23  U.  Quarto 

30  L.  Nuova 


h  m 
6  2 
17  32 
17  55 
20  7 
16  33 


Leva 

Merid. 

d 

h  m 

m  h 

® 

6  26 

12  35 

2 

6  55 

13  25 

3 

7  26 

14  15 

4 

7  55 

15     5 

6 

8  31 

15  55 

6 

9  10 

16  45 

7 

9  54 

17  35 

0) 

10  43 

18  25 

9 

11  36 

19  14 

10 

12  31 

20     2 

11 

13  30 

20  48 

12 

14  30 

21  32 

13 

15  21 

22  16 

14 

16  33 

23     0 

15 

17  36 

23  44 

(^ 

18  41 

— 

17 

19  49 

0  29 

18 

20  58 

1  16 

19 

22     4 

2     6 

20 

23  10 

2  59 

21 

_ 

3  56 

22 

0  15 

4  55 

re 

1  13 

5  54 

24 

2     4 

6  53 

25 

2  48 

7  50 

26 

3  25 

8  44 

27 

8  56 

9  35 

28 

4  26 

10  25 

29 

4  54 

Il  14 

® 

5  24 

12     3 

Tram. 


h  m 
18  57 

20  8 

21  18 

22  25 

23  26 

0  24 

1  17 

2  5 

2  47 

3  23 

3  56 

4  28 

4  49 

5  14 

5  40 

6  7 

6  37 

7  11 

7  50 

8  38 

9  34 

10  38 

11  47 

13  0 

14  13 

15  26 

16  37 

17  49 

18  58 


CORSO    DEI    PIANETI 


Nome 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

Nome 

E     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

K     DATA 

sera 

notte 

matt. 

sera 

notte 

matt. 

1 

Mercurio     li 

21 

- 

— 

est 

est 
est 

10  37 

10  49 

11  9 

Acq. 
Pesci 

Giove       ,1 

S-E 
SSE 

SO 
OSO 

— 

19  55 

18  58 

Cancr. 

Saturno     jj 

_ 



est 

est 

11  42 

10  49 

1 

S-O 
8-0 
8-0 

- 

— 

15     1 
15     7 
15  18 

Toro 

Pesci 

Venere       11 
21 

Urano       ^J 

- 

est 

sud 
sud 

6  46 
5  48 

Sa- 
gitt. 

Mane         ,1 

8-0 
8-0 

- 

- 

15     7 
14  50 

Toro 

Nettuno    ig 

sud 
8S0 

ovest 

- 

18  24 
17  25 

Gem. 

APRILE  -  1908 

IL  FlKilAMENTO  -  Aspetto  4»  -  Ore  21  -  20. 


DIARIO  DBLL»  OSSERVATORE 


2  —  ore  7,  Nettuno  in  quadratura  orientale: 

90»  est  Sole. 
4  —  ore  15,  Venere  cong.  Luna:  S»  52'  N. 
4  —  ore  15,  Marte  cong.  Luna:  4»  15'  N. 
4  —  ore  17,  Venere  cong.  1°  37'  N.  Marte. 

7  —  ore  2,  Urano  in  quadratura  occidentale: 

90°  ovest  Sole. 

8  —  ore  5,  Nettuno  con*;.  Luna:  1°  5'  S. 

9  —  ore  24,  Giove  cong.  Luna:  1"  21  S. 


14  —  ore  22,  Mercurio  cong.  Oo  28'  S.  Saturno. 

21  —  Natale  di  Roma;  comincia  l'anno  2661 

dalla  fondaz.  di  Roma  secondo  Varrone. 

22  —  ore  16,  Urano  cong.  Luna:  0»  27' N. 

25  —  ore  6,  Giove  iu   quadratura  orientale: 

90o  est  Sole. 

26  —  ore  14,  Venere   nella  massima  elonga- 

zione serotina:  45o  31' est  Sole. 
In  questo  mese  è  attesa  la  cometa  di  Encke. 


—  ot»  — 


1908- 

■  MAGGK 

D 

CORSO     DEL    SOLE 

LUNA 

GEMELLI  21  12^  58™ 

MILANO 

ROMA 

PALERMO 

h  m 

8  P.  Quarto    12  23 
16  L.  Piena        5  3? 

r<  •     a    a 

il    rtiz-ii'im 

Ih   lOin 

Ih     im 

O'i   53>n 

23  U.  Quarto      1  17 
30  L.  Nuova       4  15 

Crepuscolo  civile 

0     40 

0     34 

0     31 

idem       astro  I 

lomico.  . 

2     13 

2       0 

1     51 

Data 

Declinaz. 

Equazione 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram, 

Leva 

Tram. 

-3 

Leva 

Merid. 

Tram. 

m    s 

h  m 

h  ra 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

d      h  m 

h  m 

h  m 

V     1 

N  15»  l'.4 

-  2  57,3 

5  14 

19  27 

5     9 

19     6 

5  11 

18  56 

1       5  53 

12  53 

20     6 

8      2 

15  19,6 

3     4,5 

5  13 

19  29 

5     8 

19     7 

5  10 

18  57 

2 

6  20 

13  44 

21   12 

I>    3 

15  37,4 

3  11,2 

5  11 

19  30 

5     7 

19     8 

5     9 

18  58 

3 

7     4 

14  85 

22  12 

L      i 

15  54,9 

3  17,3 

5     9 

19  31 

5     5 

19     9 

5     7 

18  59 

4 

7  46 

15  26 

23     7 

M     5 

16  12,3 

3  23,0 

5     8 

19  33 

5     4 

19  10 

5     6 

19     0 

5 

8  33 

16  17 

23  58 

M     6 

16  29,3 

3  28,0 

5     6 

19  34 

5     3 

19  11 

5     5 

19     1 

6 

9  25 

17     7 

— 

G     7 

16  46  0 

3  32,5 

5     5 

19  35 

5     1 

19  12 

5     4 

19     2 

7 

10  20 

17  55 

0  42 

V     8 

17     2.5 

3  36,5 

5     4 

19  36 

5     0 

19  13 

5     3 

19     3 

U) 

Il   17 

18  41 

1  22 

8      9 

17  18,7 

3  39,9 

5     2 

19  37 

4  59 

19  14 

5     2 

19     4 

9 

12   17 

19  26 

1  57 

I>  10 

17  34,6 

3  42,8 

5     1 

19  39 

4  58 

19  15 

5     1 

19     5 

10 

13  17 

20  10 

2  26 

L    11 

17  50,2 

3  45,1 

5     0 

19  40 

4  57 

19  16 

5     0 

19     5 

11 

14  17 

20  53 

2  52 

M  12 

18     5,5 

3  46,8 

4  58 

19  41 

4  56 

19  18 

4  59 

19     6 

12 

15  20 

21  36 

3  16 

M  13 

18  20,5 

3  48,0 

4  57 

19  42 

4  55 

19  19 

4  58 

19     7 

13 

16  24 

22  21 

3  41 

G   14 

18  35,2 

3  48,6 

4  56 

19  43 

4  53 

19  20 

4  57 

19     8 

14 

17  31 

23     8 

4     7 

V   15 

18  49,6 

3  48,7 

4  55 

19  44 

4  52 

19  21 

4  56 

19     9 

15 

18  41 

23  58 

4  35 

8    16 

19     3,6 

3  48,2 

4  54 

19  46 

4  51 

19  22 

4  56 

19  10 

© 

19  50 

— 

5     9 

I>17 

19  17,4 

3  47,1 

4  53 

19  47 

4  50 

19  23 

4  55 

19  11 

17 

20  58 

0  52 

5  46 

L    18 

19  30,8 

8  45,4 

4  52 

19  48 

4  50 

19  24 

4  54 

19  12 

18 

22     6 

1  49 

6  31 

M  19 

19  43,9 

3  43,2 

4  50 

19  49 

4  49 

19  25 

4  53 

19  13 

19 

23     8 

2  49 

7  25 

M  20 

19  56,6 

8  40,4 

4  49 

19  50 

4  48 

19  26 

4  52 

19  13 

20 

— 

3  50 

8  'z8 

G   21 

20     9,0 

3  37,1 

4  48 

19  51 

4  47 

19  27 

4  52 

19  14 

21 

0     2 

4  50 

9  37 

V   22 

20  21,1 

3  33,2 

4  47 

19  52 

4  46 

19  27 

4  51 

19  16 

22 

0  51 

5  47 

10  48 

8    23 

20  32,8 

3  28,7 

4  47 

19  53 

4  45 

19  28 

4  50 

19  16 

c 

1  29 

6  41 

12     1 

D24 

20  44,2 

8  23,7 

4  46 

19  54 

4  44 

19  29 

4  50 

19  17 

24 

2     0 

7  32 

18  13 

L    25 

20  55,2 

,     3  18,2 

4  45 

19  55 

4  44 

19  30 

4  49 

19  17 

25 

2  29 

8  41 

14  26 

M  26 

21     5,9 

3  12,2 

4  44 

19  56 

4  43 

19  31 

4  48 

19  18 

26 

2  57 

9     9 

15  35 

M  27 

21  16,2 

3     5,7 

4  43 

19  57 

4  42 

19  32 

4  48 

19  19 

27 

3  25 

9  57 

16  45 

G    28 

21  26,1 

2  58,6 

4  42 

19  58 

4  42 

19  33 

4  47 

19  20 

28 

3  53 

10  45 

17  53 

V   29 

21  35,6 

2  51,1 

4  42 

19  59 

4  41 

19  34 

4  47 

19  20 

29 

4  23 

11  34 

18  59 

8    30 

21  44,8 

2  43,2 

4  41 

20     0 

4  40 

19  34 

4  46 

19  21 

@ 

4  58 

12  24 

19  59 

JD  31 

N21  53,7 

-  2  84,8 

4  40 

20     1 

4  40 

19  85 

4  46 

19  22 

2 

5  40 

13  15 

20  55 

CORSO 

DEI    PIANETI 

Nome 

A 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

Nome 

E     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

E    DAT 

sera 

notte 

matt. 

sera 

notte 

matt. 

Mercurio 

1 
11 
21 

ovest 
ovest 

- 

— 

11  40 

12  24 

13  11 

Ariete 
Toro 

Giove       iJ 

sud 
SSO 

ovest 

_ 

18     4 
17  12 

Cancr. 

Saturno     ^J 

_ 



ESE 

S-E 

9  67 
9     3 

1 
11 
21 

S-0 
8-0 
S-0 

_ 

_ 

15  17 
15  17 
15  11 

Gem. 

Pesci 

Venere 

Urano       ^J 

- 

ESE 
S-E 

SSO 
S-0 

4  49 
3  49 

Sa- 
gitt. 

Marte 

1 
16 

8-0 
S-0 

- 

- 

14  33 
14  17 

Toro 
Gem. 

Nettuno     jg 

s-o 
s-0 

- 

- 

16  27 
15  30 

Gem. 

MAGGIO  -  1908 


IL  FIRMAMENTO  -   AsPKTTO  5» 


Ore  21-20. 


DIARIO  DELL'  OSSERVATORE 


3  —  ore  13,  Marte  cong.  Luna:  2o  40'  N. 

4  —  ore  11,  Venere  cong.  Luna:  4°  15'  N. 

5  —  ore  14,  Nettuno  cong.  Luna:  l»  20'  S. 
7  —  ore  12,  Giove  cong.  Luna:  lo47'S. 

7  —  ore  19,  Mercurio  in  congiunzione  supe- 
riore, al  di  là  del  Sole. 
T  —  ore  21,  Mercurio,  nel  nodo  ascendente, 

attraversa  l'eclittica  da  S.  a  N. 
12  —  ore  12,  Mercurio  al  perielio. 


13  —  ore  14,  Venere  nel  massimo  splendore 
serotino  secondo  le  formolo  deW Astrofifo 
(n.i  12  e  14),  V.  3  giugno. 

19  —  ore  22,  Marzo  cong.  Luna:  0»  35'  N. 

21  —  ore  14,  Venere  in  congiunzione  con  Net- 

tuno, questo  sarà  4»  8'  al  Sud. 

22  —  ore  19,  Mercurio  nella  massima  latitu- 

dine eliocentrica  boreale. 
25  —  ore  13,  Saturno  cong.  Luna:  3»  15'  N. 


-  38  - 

1908  -  GIUGNO 


CORSO    DEL    SOLE 

LUNA 

CANCRO  21 

21h  I9m 

MILANO 

ROMA 

PALERMO 

h  m 

Cresce 

il   dì  fino  al  20-22 

0^    17ni 

0^^   15m 

O'i   13m 

7  P.  Quarto      o  oo 
14  L.  Piena      14  55 

poi  cala  .  .  . 



0      3 

0       2 

0       2 

21  U.  Quarto 
28  L,  Nuova    1 

6  26 

Crepuscolo  civile 

0     43 

0     36 

0     33 

17  32 

idem       astronomico,  . 

2     38 

2     17 

2       3 

Data 

Declinaz. 

Equazione 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

UJ 

Leva 

Merid. 

Tram. 

m    s 

h  m 

h  m 

h  m 

h   m 

h  m 

h  m 

d 

h  m 

h  m 

h  m 

L     1 

N220  2M 

-  2  26,0 

4  40 

20    2 

4  39 

19  36 

4  46 

19  23 

3 

6  25 

14    7 

21  49 

M    2 

22  10,1 

2  16,8 

4  39 

20     3 

4  39 

19  37 

4  45 

19  23 

4 

7  15 

14  58 

22  37 

M    3 

22  17,8 

2     7,2 

4  39 

20     4 

4  38 

19  38 

4  45 

19  24 

5 

8     9 

15  48 

23  19 

G     4 

22  25,0 

1  57,3 

4  38 

20     4 

4  38 

19  38 

4  45 

19  25 

6 

9     5 

16  36 

23  56 

•V      5 

22  31,9 

1  47,1 

4  38 

20     5 

4  38 

19  39 

4  44 

19  25 

7 

10     3 

17  22 

— 

S      6 

22  38,4 

1  36,5 

4  37 

20     6 

4  37 

19  40 

4  44 

19  26 

8 

11     4 

18     5 

0  28 

»    7 

22  44,5 

1  25,6 

4  37 

20     7 

4  37 

19  40 

4  44 

19  26 

3 

12     5 

18  47 

0  54 

L      8 

22  50,2 

1  14,5 

4  37 

20     7 

4  37 

19  41 

4  43 

19  27 

10 

13     6 

19  29 

1   19 

M     9 

22  55,4 

1     3,1 

4  36 

20     8 

4  36 

19  42 

4  43 

19  27 

11 

14     9 

20  12 

1  44 

M  10 

23     0,3 

0  51,4 

4  36 

20     9 

4  36 

19  42 

4  43 

19  28 

12 

15  12 

20  67 

2     8 

G   11 

23     4,8 

0  39,6 

4  36 

20     9 

4  36 

19  43 

4  43 

19  28 

13 

16  19 

21  45 

2  34 

V    12 

23     8,9 

0  27,5 

4  36 

20  10 

4  36 

19  43 

4  43 

19  29 

14 

17  29 

22  37 

3     3 

8    13 

23  12,6 

0  15,3 

4  35 

20  10 

4  36 

19  44 

4  43 

19  29 

15 

18  40 

23  34 

3  38 

D14 

23  15,8 

-  0     1,9 

4  35 

20  11 

4  36 

19  44 

4  43 

19  30 

(^ 

19  50 

_ 

4  20 

L    15 

23  18,6 

+  0     8,6 

4  35 

20  11 

4  36 

19  45 

4  43 

19  30 

17 

20  56 

0  34 

5  11 

M  16 

23  21,0 

0  21,2 

4  35 

20  12 

4  36 

19  45 

4  43 

19  31 

18 

21  56 

1  36 

6  12 

M   17 

23  23,0 

0  34,0. 

4  35 

20  12 

4  36 

19  45 

4  43 

19  81 

19 

22  47 

2  38 

7  23 

G   18 

23  24,7 

0  46,9 

4  35 

20  12 

4  36 

19  46 

4  43 

19  31 

20 

23  29 

3  38 

8  36 

V    19 

23  25,8 

0  59,8 

4  36 

20  13 

4  36 

19  46 

4  43 

19  32 

21 

_ 

4  36 

9  62 

S    20 

23  26,6 

1  12,8 

4  86 

20  13 

4  36 

19  46 

4  44 

19  32 

22 

0     3 

5  30 

11     5 

I>21 

23  27,0 

1  25,8 

4  36 

20  13 

4  36 

19  47 

4  44 

19  32 

(C 

0  33 

6  20 

12  18 

L    22 

23  27,0 

1  38,8 

4  36 

20  14 

4  36 

19  47 

4  44 

19  32 

24 

1     2 

7     8 

13  27 

M  23 

23  26,5 

1  51,8 

4  36 

20  14 

4  37 

19  47 

4  44 

19  33 

25 

1  28 

7  56 

14  36 

M  24 

23  25,6 

2     4,7 

4  37 

20  14 

4  37 

19  47 

4  44 

19  33 

26 

1  49 

8  44 

15  43 

G   25 

23  24,3 

2  17,6 

4  37 

20  14 

4  37 

19  47 

4  45 

19  33 

27 

2  25 

9  32 

16  48 

V    26 

23  22,6 

2  30,3 

4  37 

20  14 

4  37 

19  47 

4  45 

19  33 

28 

2  59 

10  20 

17  49 

S     27 

23  20,5 

2  43,0 

4  38 

20  14 

4  38 

19  47 

4  45 

19  33 

29 

3  36 

11  10 

18  49 

I>28 

23  18,0 

2  55,5 

4  38 

20  14 

4  38 

19  47 

4  46 

19  33 

® 

4  19 

12     1 

19  42 

L    29 

23  15,1 

3     7,8 

4  38 

20  14 

4  39 

19  47 

4  46 

19  33 

1 

5     7 

12  62 

20  33 

M  30 

N23  11,8 

+  3  19,9 

4  39 

20  14 

4  39 

19  47 

4  46 

19  33 

2 

6     1 

13  42 

21  16 

CORSO    DEI    P^IAISTETI 


Nome 

VISIBILITÀ. 

Me- 
rid.o 

Plaga 

Nome 

E     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

E     DATA 

sera 

notte 

m;itt. 

sera 

notte 

matt. 

1 

Mercurio     11 
21 

ovest 
ovest 
ovest 

_ 



13  46 
13  52 
13  28 

Gem. 

Giove       ^l 

S-0 
8-0 

- 

- 

16  18 
15  29 

Cancr. 

Saturno     jj 

--— 

- 

SSE 
sud 

OSO 

ovest 

8    2 
7  10 

1 

Venere     "  li 
21 

OSO 
OSO 
OSO 

OSO 
OSO 

14  55 
14  27 
13  43 

Gem. 

Pesci 

Urano       ,J 

SSE 
sad 

2  44 
1  43 

Sa- 
gitt. 

Marte         jj 

- 

- 

li     0 
13  43 

Gem. 

Nettuno    iq 

OSO 
ovest 

- 

- 

14  29 
13  32 

Gem. 

;!!) 


GIUGNO  -  1908 


IL  FIRMAMENTO  -  Aspetto  C« 


Ore  21  -  £0. 


^a.gg.  #25  /., 


d^      Xrcole 


WEST 


NORD 


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EST 


SUD 


WEST 


DIARIO   DELL'  OSSERVATORE 


1  —  Comincia  l'estate  meteorologica. 

2  —  ore  12,  Venere  cong.  Luna:  1°  12'  N. 

3  —  ore  22,  Venere  nel  ma-simo  splendore 

serotino,  secondo  la  Connaìnsanre. 

4  —  ore  3,  Giove  oong.  Luna:  2o  14'  S, 

7  —  ore  IT,  Mercurio  cong.  O»  19'  N.  Marte. 

7  —  Minimo  di  Mira  Ceti  (v.  pag.  23). 

8  —  ore  6,  Mercurio  nella  massima  elonga- 

zione serotlna:  23»  57'  est  Sole. 


16  —  ore  4,  Urano  cong.  Luna:  0°  33'  N. 

17  —  ore  14,  Mercurio  cong.  1©  42'  S.  Marte. 
21  —  ore  21.19,  solstizio  d'estate. 

21  —  ore  22,  Saturno  cong.  Luna:  3o  13'  N. 

22  —  ore  22,  Venere  cong.  2o  4'  S.  Marte. 

28  —  Eclisse  anulare  di  Sole,  visibile  in  Ita- 

lia come  piccola  parziale  (v.  pag.  12). 

29  —  ore  15,  Venere  cong.  Luna:  3o  36'  8. 
80  —  ore  6,  Marte  cong.  Luna:  0»  39'  S. 


-  40  - 

1908  -  LUGLIO 


CORSO    DEX^    SOLE 

LUNA 

LEONE  23 

3h   14ra 

MILANO 

ROMA 

PALERMO 

h  m 

6  P.  Qi 
13  L.  Pi 
20  U.  Q 

larto    21  25 
eua      22  48 

Cala  il 

orìnrnA 

Oh  óOn 
0     42 

0*1   42ra 
0     S5 

o'> 

0 

37m 

32 

Crepuscolo  civile 

aai-to    13     2 

idem       astronumieo.  . 

2     26 

2 

9 

1 

56 

28  L.  Nuova      8  17 

Data 

Declìnaz. 

Equazione 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

L 

3va 

Tram. 

t3 

Leva 

M.f^rid. 

Tram. 

ra     s 

h  m 

il 

111 

h  in 

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h 

m 

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d 

h   ni 

h   m 

h   na 

M    1 

N  23»  8',1 

-f  3  31,7 

4  39 

20 

13 

4  39 

19  47 

47 

19  33 

3 

6  56 

14  31 

21  55 

G      2 

23     0,9 

3  43,3 

4  40 

20 

13 

4  40 

19  47 

4  47 

19  33 

4 

7  53 

15  17 

22  29 

V      3 

22  59,4 

3  54,6 

4  41 

20 

13 

4  40 

19  47 

48 

19  33 

5 

8  52 

16     1 

22  57 

S      4 

22  54,4 

4     5,6 

4  41 

20 

13 

4  41 

19  47 

48 

19  33 

6 

9  52 

16  43 

23  22 

I>    5 

-22  49,1 

4  16,4 

4  42 

20 

13 

4  42 

19  47 

49 

19  33 

7 

10  53 

17  25 

23  46 

L      6 

22  43,3 

4  26,7 

4  42 

20 

12 

4  42 

19  46 

49 

19  32 

0) 

11  55 

18     7 

_ 

M     7 

22  37,2 

4  36,7 

4  43 

20 

12 

4  43 

19  46 

50 

19  32 

9 

12  57 

18  50 

0  10 

M     8 

22  30,6 

4  46,3 

4   44 

20 

12 

4  43 

19  46 

51 

19  32 

10 

14     1 

19  35 

0  35 

G     9 

22  23,7 

4  55,5 

4  45 

20 

11 

4  44 

19  45 

51 

19  32 

11 

15     8 

20  24 

1     2 

V    10 

22  16,4 

5     4,2 

4  45 

20 

10 

4  45 

19  45 

52 

19  31 

12 

16  17 

21  17 

1  34 

S    11 

22     8,7 

5  12,5 

4  46 

20 

10 

4  45 

19  44 

52 

19  31 

13 

17  25 

2^2  15 

2  11 

»  12 

22     0.7 

5  20,3 

4  47 

20 

9 

4  40 

19  44 

53 

19  31 

14 

18  33 

23  16 

2  58 

L    13 

21  52,2 

5  27,8 

4  48 

20 

9 

4  47 

19  44 

54 

19  30 

m 

19  37 

_ 

3  53 

M  14 

21  43,4 

5  34,6 

4  49 

20 

8 

4  48 

19  43 

54 

19  30 

16 

20  35 

0  19 

5     0 

M  15 

21  34,2 

5  41,1 

4  50 

20 

7 

4  48 

19  42 

55 

19  29 

17 

21  25 

1  22 

6  14 

G   16 

21  24,7 

5  47,0 

4  51 

20 

7 

4  49 

19  42 

56 

19  29 

18 

22     5 

2  23 

7  30 

V    17 

21  14,7 

6  52,5 

4  52 

20 

6 

4  50 

19  41 

57 

19  28 

19 

22  37 

3  21 

8  48 

S    18 

21     4,5 

5  57,5 

4  53 

20 

5 

4  51 

19  40 

57 

19  28 

20 

23     6 

4  14 

10     4 

I>  19 

20  53,8 

6     1,9 

4  54 

20 

'4 

4  52 

19  40 

58 

19  27 

21 

23  32 

6     4 

11  15 

L    20 

20  42,8 

6     5,8 

4  55 

20 

3 

4  53 

19  39 

59 

19  26 

re 

24     0 

5  53 

12  26 

M  21 

20  31,5 

6     9,2 

4  56 

20 

2 

4  54 

19  38 

5 

0 

19  26 

23 

_ 

6  41 

13  34 

M  22 

20  19,8 

6  12,1 

4  57 

20 

1 

4  54 

19  37 

5 

0 

19  25 

24 

0  29 

7  29 

14  41 

G   23 

20     7,8 

6  14,4 

4  58 

20 

0 

4  55 

19  37 

5 

1 

19  24 

25 

1     0 

8  18 

15  44 

V    24 

19  55,4 

6   16,1 

4  59 

19 

59 

4  56 

19  36 

5 

2 

19  24 

26 

1  36 

9     8 

16  44 

8    25 

19  42,7 

6  17,3 

5     0 

19 

58 

4  57 

10  35 

5 

3 

19  23 

27 

2  18 

9  58 

17  39 

D26 

19  29,7 

6  17,9 

5     1 

19 

57 

4  58 

19  34 

5 

3 

19  22 

28 

3     4 

10  48 

18  31 

L    27 

19  16,3 

6  17,8 

5     2 

19 

56 

4  59 

19  33 

5 

4 

19  21 

29 

3  55 

11  38 

19  15 

M  28 

19     2,7 

6  17,3 

5     3 

19 

55 

5     0 

19  32 

5 

5 

19  20 

m 

4  4J 

12  27 

19  55 

M  29 

18  48,7 

6  16,1 

5     4 

19 

54 

5     1 

19  31 

5 

6 

19  20 

2 

5  46 

13  14 

20  31 

G   30 

18  34,4 

6  14,3 

5     5 

19 

53 

5     2 

19  30 

5 

7 

19  19 

3 

6  45 

13  58 

21     0 

V    SI 

N  18  19,8 

+   6  11,8 

5     7 

19 

52 

5     3 

19  29 

5 

8 

19  18 

4 

7  45 

14  41 

21  26 

CORSO    DEI    PIANETI 


Nome 

VISIBILITÀ. 

Me- 
rid.o 

Plaga 

Nome 

E     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

E     DATA 

sera 

notte 

matt. 

sera  |  notte 

matt. 

1 

Mercurio     il 

21 

— 

— 

est 
est 

est 

12  35 
11  32 
10  55 

Gena. 

Gi„,e         ,1 

OSO 

ovest 

- 

- 

14  42 
13  55 

Cancr. 

Saturno      ,J 

— 

est 
ESE 

sud 
SSO 

6  14 
5  17 

1 
Venere       il 

21 

ovest 

— 

12  43 
11  38 
10  40 

Gem. 

Pesci 

Ur.„,         ,1 

est 

est 

sud 
sud 

ovest 

0  42 
23  36 

Sa- 
gitt. 

Marte         ,J 

ovest 
ovest 

- 

- 

13  25 
13     6 

Cancr. 

Nettuno      kj 

- 

est 

12  36 
11  39 

Gem. 

LUGLIO  -  1908 


IL  FIRMAilENTO  -  Aspetto 


Ore  21  -  20. 


25 


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EST 


SUD 


WESl 


DIARIO   DBI/V  OSSERVATORE 


1  —  ore  20.  (rlove  cong.  Luna:  2o  40'  8. 

2  —  ore  6,  Saturno  in  quadratura  occid. 
2  —  ore  20,  Sole  all'apotreo. 

4  —  ore  23,  Mercurio  cong.  inf.  Sole. 

fi  —  ore  5,  Venere  cong.  inf.  Sole. 

7  —  ore  5,  Nettuno  in  cong.  col  Sole. 

7  —  ore  13,  Urano  in  opposiz.  Sole. 
13  —  ore  13,  Urano  cong.  Luna:  0°  27'  N. 
15  —  ore  15,  Mercurio  cong.  1°  12'  N.  Venere. 


19  —  ore  5,  Saturno  cong.  Luna:  3»  2'  N. 

25  —  ore  21,  Venere  cong.  Luna:  6°  10'  S. 

26  —  ore  6,  Mercurio  nella  massima  elonga- 

zione mattutina:  19°  44'  ovest  Sole. 
26  —  ore  13,  Mercurio  cong.  Luna:  2°  44'  S. 
26  —  ore  17,  Nettuno  cong.  Luna:  1<»  41'  S. 
28  —  ore  13,  Mercurio  cong.  0°  44'  S.  Nettu:io. 

28  -  ore  24,  Marte  cong.  Luna:  2°  7'  S. 

29  —  ore  14,  Giove  cong.  Luna:  3°  2'  S. 


—  42  - 

1908  -  AGOSTO 


CORSO    DEL    SOLE 

LUlSrA 

VERGINE  23  14^  57™      | 

MILANO 

ROMA 

PALERMO 

m  h 

6  P.  Quarto    10  40 

12  L.  Piena        5  59 

Cala  il 

crinrnr» 

Ih  27'» 
0     37 

Ih    ISm 

0     32 

Ih     5» 
0     30 

Crepuscolo  civile 

18  U.  Quarto    22  26 

idem        astronomico  . 

1     57 

1     49 

1     43 

26  L.  Nuova     23  59 

Data 

Declinaz. 

Equazione 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

UJ 

Leva 

Merid. 

Tram. 

m    s 

h  m 

h   m 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

d 

h  m 

h  m 

h  m 

8     1 

N  18»  4',9 

+  6     8,9 

5     8 

19  50 

5     4 

19  28 

5     9 

19  17 

5 

8  45 

16  23 

21  50 

D    2 

17  49,7 

6     5,2 

5    9 

19  49 

5     5 

19  27 

5     9 

19  16 

e 

9  45 

16     4 

22  13 

L     3 

17  34,2 

6     0,9 

5  10 

19  48 

5     6 

19  26 

5  10 

19  15 

7 

10  45 

16  45 

22  37 

M     i 

17  18,4 

5  56,0 

5  11 

19  46 

5     7 

19  24 

5  11 

19  14 

8 

11  46 

17  28 

23     2 

M     5 

17     2,4 

5  50,5 

5  12 

19  45 

5     8 

19  23 

5  12 

19  13 

0) 

12  52 

18  14 

23  31 

G     6 

16  46,0 

5  44,4 

5  13 

19  43 

5     9 

19  22 

6  13 

19  12 

10 

13  59 

19     5 

— 

V      7 

16  29,4 

5  37,7 

5  15 

19  42 

5  10 

19  21 

5  14 

19  11 

11 

15     6 

20     0 

0     5 

S      8 

16  12,5 

5  30,3 

5  16 

19  41 

5  11 

19  20 

5  15 

19     9 

12 

16  13 

20  58 

0  45 

»    9 

15  55,4 

5  22,4 

5  17 

19  39 

5  12 

19  18 

5  16 

19     8 

13 

17  18 

21  59 

1  35 

L    10 

15  38.1 

5  13,8 

5  18 

19  38 

6  13 

19  17 

5  16 

19     7 

14 

18  18 

23     2 

2  35 

M  11 

15  20,4 

5     4,7 

5  19 

19  36 

5  14 

19  16 

5  17 

19     6 

15 

19  13 

— 

3  46 

M  12 

15     2,6 

4  55,0 

5  21 

19  35 

5  15 

19  14 

6  18 

19     5 

m 

19  57 

0     5 

5     2 

G    13 

14  44,5 

4  44,8 

5  22 

19  33 

5  16 

19  13 

5  19 

19     4 

17 

20  32 

1     5 

6  22 

V    14 

14  26,1 

4  34,0 

5  23 

19  32 

5  17 

19  12 

5  20 

19     2 

18 

21     3 

2     2 

7  40 

8    16 

14     7,5 

4  22,7 

5  24 

19  30 

5  18 

19  10 

5  21 

19     1 

19 

21  32 

2  55 

8  57 

]>16 

13  48,7 

4  10,9 

5  25 

19  28 

5  19 

19     9 

5  22 

19     0 

20 

22     1 

3  46 

10  11 

L    17 

13  29,7 

3  58,5 

5  27 

19  27 

5  20 

19     7 

6  22 

18  59 

21 

22  29 

4  36 

11  22 

M  18 

13  10,5 

3  45,7 

5  28 

19  25 

5  21 

19     6 

5  23 

18  57 

ce 

22  59 

5  25 

13  31 

M  19 

12  51,0 

3  32,4 

5  29 

19  23 

5  22 

19     4 

6  24 

18  56 

|23 

23  36 

6  14 

13  37 

G   20 

12  31,4 

3  18,6 

5  31 

19  22 

5  23 

19     3 

5  25 

18  55 

24 

— 

7     3 

14  37 

V    21 

12  11,5 

3     4,4 

6  32 

19  20 

6  24 

19     1 

5  26 

18  53 

,25 

0  17 

7  57 

15  34 

8    22 

11  51,5 

2  49,7 

5  33 

19  18 

5  25 

19     0 

5  27 

18  52 

|26 

1     2 

8  44 

16  27 

D23 

11  31,2 

2  34,5 

5  34 

19  17 

5  26 

18  58 

5  28 

18  50 

27 

1  60 

9  35 

17  15 

L    24 

11  10,8 

2  19.0 

6  35 

19  15 

5  28 

18  57 

5  29 

18  49 

'28 

2  44 

10  24 

17  55 

M  25 

10  50,2 

2     3,0 

5  36 

19  13 

5  29 

18  55 

5  29 

18  48 

29 

3  39 

11   11 

18  32 

M  26 

10  29,4 

1  46,6 

5  38 

19  12 

5  30 

18  54 

5  30 

18  47 

® 

4  33 

11  56 

19     4 

G    27 

10     8,5 

1  29,9 

5  39 

19  10 

5  31 

18  52 

5  31 

18  45 

1 

5  39 

12  39 

19  29 

V    28 

9  47,4 

1  12,7 

5  40 

19     8 

5  32 

18  50 

5  32 

18  44 

2 

6  39 

13  21 

19  53 

8    29 

9  26,2 

0  55,2 

5  41 

19     6 

5  33 

18  49 

5  33 

18  42 

3 

7  38 

14     3 

20  25 

D30 

9     4,7 

0  37,3 

5  43 

19     4 

5  34 

18  47 

6  34 

18  41 

4 

8  39 

14  45 

20  40 

L    31 

N    8  43,2 

+  0  19,1 

5  44 

19     2 

6  35 

18  45 

5  35 

18  39 

5 

9  40 

16  27 

21     6 

CORSO 

IDEI    PIANETI 

NOMB 

VISIBILITÀ. 

Me- 
rid." 

Plaga 

Nome 

E     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

13     6 
12  19 

Plaga 

E     DATA 

sera 

notte 

matt. 

sera 
ovest 

notte 

matt. 

1 

Mercurio     li 

21 

E 



est 
est 

KSE 
KSE 

ESE 

11     1 

11  38 

12  19 

9  52 
9  30 
9  15 

12  45 
12  23 

Gem. 
Cancr. 
Leone 

Giove         iJ 

SO 
SO 

Leone 

Saturno      ^J 

- 

S-E 
S-E 

4  14 
3  13 

1 

- 

Gem. 

Pesci 

Venere       li 
21 

Urano         ,J 

ESE 

S-E 

SSO 
SO 



23  30 
21  29 

Sa- 

i-itt. 

«art.          ,1 

ovest 

- 

- 

Cancr. 
Leo ne. 

Nettuno      jg 

- 

- 

ESE 

S-E 

10  38 
9  42 

Gem. 

-  i:5 

AGOSTO  -  1908 

IL  FIRMAMENTO  -  Aspetto  8»  -  Ore  21  -  20. 


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WEST    \j^ 

NORD 

EST] 

DIARIO  DELL'  OSSERVATORE 


8  —  ore  21,  Venere  nel  massimo  splendore 

mattutino  sec.  la  Connaiasance. 

9  —  ore  22,  Orano  cong.  Luna:  0°  24'  N. 

9  a  14  —  Passaggio  delle  Perseidi  (v.  pag.  22). 

14  —  ore  3,  Marte  cong.  0»  23'  N.  Giove. 

15  —  ore  13,  Saturno  cong.  Luna:  2°  46'  N. 
17  —  ore  21,  Giove  in  cong.  col  Sole. 

19  —  ore  7,  Mercurio  cong.  1»  2'  N.  Giove. 
80  —  ore  16,  Mercurio  In  cong.  sup.  Sole. 


22  —  ore  7,  Marte  in  cong.  col  Sole. 

22  —  ore  23,  Venere  cong.  Luna:  S»  37'  S. 

22  —  ore  24,  Nettuno  cong.  Luna:  1°  51'  S. 

23  —  ore  24,  Venere  cong.  3°  43'  S.  Nettuno. 
26  —  ore  8,  Giove  cong.  Luna:  3°  23'  S. 

26  —  ore  19,  Marte  cong.  Luna:  3»  20'  S. 

27  —  ore  12,  Mercurio  cong.  Luna:  3»  22'  S. 
23  —  ore  9,30,  Venere  nel  massimo  splendore 

mattutino  (v.  Astrofilo,  n.'  12  e  14). 


—  44  — 

1908  -  SETTEMBRE 


CORSO    DEL    SOLE 

LUNA 

BILANCIA  23 

Uh  59™ 

MILANO 

ROMA 

PALERMO 

h  m 

""' 

3  P.  Quarto    21  51 

Cala  il  giorno 

Crepuscolo  civile 

idem       astronomico.  . 

l'i   34m 

0  34 

1  43 

l'>  23» 

0  30 

1  38 

Ih   13m 

0  28 

1  33 

10  L.  Piena      13  23 
17  U.  Quarto   11  33 
25  L.  Nuova     15  59 

Data 

Declinaz. 

Equazione 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

UJ 

Leva 

Merid. 

Tram. 

m    s 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

d 

h   m 

h  m 

h  m 

M     1 

N    8o21',5 

+  0     0,5 

5  45 

19     0 

5  36 

18  44 

5  36 

18  38 

6 

10  43 

16  11 

21  34 

M     2 

7  59.6 

-  0  18,4 

5  46 

18  58 

5  37 

18  42 

5  36 

18  36 

7 

Il  48 

16  58 

22     6 

G     3 

7  37,7 

0  37,5 

5  48 

18  57 

5  38 

18  40 

5  37 

18  35 

D) 

12  52 

17  49 

2^^  41 

V      4 

7  15,7 

0  57,0 

5  49 

18  55 

5  39 

18  39 

5  38 

18  33 

y 

13  58 

18  44 

23  26 

S      5 

6  63,5 

1  16,8 

5  50 

18  53 

5  40 

18  37 

5  39 

18  31 

10 

15     3 

19  42 

— 

1>    6 

6  31,1 

1  36,8 

5  51 

18  51 

5  41 

18  35 

5  40 

18  30 

11 

16     3 

20  43 

0     19 

L      7 

6     8,7 

1  57,0 

5  52 

18  49 

5  42 

18  34 

5  41 

18  28 

12 

16  68 

21  46 

1     24 

M     8 

5  46.2 

2  17,4 

5  54 

18  48 

5  43 

18  32 

5  42 

18  27 

13 

17  46 

22  46 

2     38 

M     9 

5  23,6 

2  38,0 

5  55 

18  46 

5  44 

18  30 

5  43 

18  25 

14 

18  25 

23  44 

3     65 

G   10 

5     1,0 

2  58,8 

5  56 

18  44 

5  45 

18  29 

5  43 

18  24 

(^ 

18  59 

_ 

6     14 

V    11 

4  38,2 

3  19,7 

5  57 

18  42 

5  46 

18  27 

5  44 

18  22 

16 

19  30 

0     39 

6     31 

S    12 

4  15,3 

3  40,7 

5  59 

18  40 

5  47 

18  25 

5  45 

18  21 

17 

19  59 

1     82 

7     48 

I>  13 

3  52,4 

4     1,8 

6     0 

18  38 

5  48 

18  23 

5  46 

18  19 

18 

20  27 

2     24 

9      3 

L    11 

3  29,4 

4  23,0 

6     1 

18  36 

5  49 

18  22 

5  47 

18  18 

19 

20  59 

3     15 

10  16 

M  15 

3     6,3 

4  44,2 

6     2 

18  34 

5  50 

18  20 

5  48 

18  16 

20 

21  34 

4       6 

11  46 

M   16 

2  43,2 

5     55 

6     3 

18  32 

5  51 

18  18 

5  49 

18  15 

21 

22  14 

4     57 

12  29 

G   17 

2  20,0 

5  26,7 

6     5 

18  30 

5  52 

18  16 

5  49 

18  13 

(T 

22  57 

5     48 

13     8 

V    18 

1  56,8 

5  47,9 

6     6 

18  28 

5  53 

18  15 

5  50 

18  11 

23 

23  45 

6     40 

14  23 

8     19 

1  33,5 

6     9,1 

6     7 

18  26 

5  54 

18  13 

5  51 

18  10 

24 

— 

7     31 

15  12 

I>20 

1  10,2 

6  30,2 

6     8 

18  24 

5  55 

18  11 

5  52 

18     8 

25 

0     38 

8     21 

15  55 

L    21 

0  46,9 

6  51,3 

6     9 

18  22 

5  56 

18     9 

5  53 

18     7 

26 

1     33 

9       9 

16  33 

M  22 

N    0  23,5 

7  12,2 

6  11 

18  21 

5  58 

18     8 

5  54 

18     6 

27 

2     31 

9     54 

17     6 

M  23 

0    0,0 

7  33.1 

6  12 

18  19 

5  59 

18     6 

5  55 

18     4 

28 

3     31 

10  38 

17  33 

G   24 

S    0  23,3 

7  53,8 

'^  13 

18  17 

6     0 

18     4 

5  56 

18     2 

29 

4     31 

11  21 

17  58 

V    25 

0  46,7 

8  14,4 

6  14 

18   15 

6     1 

18     2 

5  57 

18     1 

® 

5     31 

12     3 

18  21 

S    26 

1  10.1 

8  34,8 

6  16 

18  13 

6     2 

18     1 

5  67 

17  59 

1 

6     32 

12  45 

18  44 

B27 

1  33,5 

8  55,1 

6  17 

18  11 

6     3 

17  59 

5  58 

17  57 

2 

7     33 

13  27 

19     9 

L    28 

1  56,9 

9  15,1 

6  18 

18     9 

6     4 

17  57 

5  59 

17  56 

3 

8     40 

14  10 

19  32 

M   29 

2  20,3 

9  34,9 

6  19 

18     7 

6     5 

17  56 

6     0 

17  54 

4 

9     43 

14  56 

20     7 

M  30 

S    2  43,7 

-  9  54,5 

6  21 

18     6 

6     6 

17  54 

6     1 

17  53 

5 

IO  47 

15  46 

20  41 

CORSO    DEI    PIANETI 


Nome 

A 

VISIBILITÀ 

Me- 

rld.o 

Plaga 

Nome 

E     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

K     DAT 

sera 

notte 

mutt. 

sera   notte 

matt. 

Mercurio 

1 
11 
21 

ovest 
ovest 
ovest 



— 

12  52 

13  11 
13  24 

Leone 
Verg. 

Giove 

1 
16 

- 

_ 

est 

11  30 
10  43 

Leone 

Saturno 

1 
16 

_ 

SSE 
sud 

OSO 
ovest 

0     7 , 

Venere 

1 
11 
21 

— 

- 

S-E 
SE 
S-E 

9     7 
9     6 
9     7 

Gem. 
Cancr. 

Pesci 

Urano 

1 
16 

SSE 
SSE 

OSO 
OSO 

- 

20  25 
19  25 

Sa- 
gitt. 

IVlarte 

1 
16 

— 

~~ 

— 

11  59 
11  36 

Leone 

Nettuno 

1 
16 

~" 

- 

SSE 
SSE 

8  41 
7  43 

Gem. 

--  l..  - 
SETTEMBRE  -  1908 

IL  FIRMAMENTO  -  AsrKTTo  9»  -  Ore  21  -  20. 


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WEST 


NORD 


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^^^  SUD  ^^^         WEST 


EST 


DIARIO  DBI/L»  OSSERVATORE 


1  —  Comincia  l'Autunno  meteoiologico. 
6  —  ore  2,  Giove  cong.  22   N  Rtgulo. 

5  —  ore  7,  Mercurio  cong.  1'  N  -i  Vergine. 

6  —  ore  6,  Urano  cong.  I/ima:  0»  3l'  N. 
11  —  Capodanno  del  1901  abissino. 

11  —  ore  21,  Saturno  cong.  Luna:  2»  33'  N. 
15  —  ore  11,  Venere  nella  massima  elonga- 
zione mattutina:  4Go  0'  ovest  Sole. 
19  —  ore  8,  Nettuno  cong.  Luna:  2»  7  S. 


21  —  ore  8,  Venere  cong.  Luna:  5°  0'  8. 
23  —  ore  1,  Giove  cong.  Luna:  S»  45'  S. 

23  —  ore  11,59,  equinozio  d'Autunno. 

24  —  ore  12,  Marte  cong.  Luna:  4°  9'  S. 

26  —  Capodanno  del  566i>  ebraico. 

27  —  ore  15,  Mercurio  cong.  Luna:  7°  3'  S. 
30  —  ore  9,  Saturno  in  opposizione  Sole. 

E  attesa  la  cometa  periodica  di  Tempel- 
L.  Swift  (V.  pag.  22j. 


—  46  — 

1908  -  OTTOBRE 


CORSO  deij  sole 

LUNA 

SCORPIONE  23  20^  31m 

MILANO 

ROMA 

PALERMO 

h  m 

3  P.  Quarto     7  14 

Cala  il  giorno 

Crepuscolo  civile 

idem       astronomico   . 

Ih  35m 

0  35 

1  41 

Ih  24m 

0  30 

1  34 

Ih   13n> 

0  28 

1  32 

9  L.  Piena      22    3 
17  U.  Quarto     4  85 
25  L.  Nuova      7  47 

Data 

Declinaz. 

Equazione 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

LU 

Leva 

Merid. 

Tram. 

m    s 

h  m 

h   m 

h  m 

h    m 

h  m 

h  m 

d 

h  m 

h  m 

h  m 

G     1 

S    3»  7',0 

-10  13,9 

6  22 

18    3 

6     7 

17  52 

6     2 

17  51 

6 

11  51 

16  38 

21  21 

V      2 

3  30,3 

10  34.9 

6  23 

18    1 

6     8 

17  50 

6     3 

17  50 

7 

12  55 

17  34 

22  10 

S      3 

3  53,5 

10  51,7 

6  24 

17  59 

6     9 

17  49 

6     4 

17  48 

3 

13  56 

18  o2 

23     8 

B    4 

4  16,7 

11  10,2 

6  26 

17  58 

6  10 

17  47 

6     4 

17  46 

9 

14  50 

19  31 

_ 

L      5 

4  39,9 

11  28,3 

6  27 

17  66 

6  11 

17  45 

6     5 

17  45 

10 

15  40 

20  30 

0  16 

M     6 

5     3,0 

11  46,1 

6  28 

17  54 

6  13 

17  44 

6     6 

17  44 

11 

16  21 

21  28 

1  29 

M     7 

5  2(5,0 

12     3,6 

6  30 

17  52 

6  14 

17  42 

6     7 

17  42 

12 

16  54 

22  23 

2  47 

G     8 

5  49,0 

12  20,6 

6  31 

17  50 

6  15 

17  40 

6     8 

17  40 

13 

17  25 

23  16 

4     4 

V      9 

6  11,9 

12  37,2 

6  32 

17  48 

6  16 

17  39 

6     9 

17  39 

(^ 

17  55 

— 

5  24 

8    10 

6  34,7 

12  53,4 

6  33 

17  46 

6  17 

17  37 

6  10 

17  37 

15 

18  25 

0     8 

6  36 

Dll 

6  57,4 

18     9,1 

6  85 

17  45 

6  18 

17  35 

6  11 

17  36 

16 

17  56 

1     0 

7  51 

L    12 

7  19,0 

13  24,3 

6  36 

17  43 

6  19 

17  84 

6  12 

17  35 

17 

19  30 

1  52 

9     4 

M   13 

7  42,5 

13  39,0 

6  37 

17  41 

6  20 

17  32 

6  13 

17  33 

18 

20     8 

2  45 

10  13 

M  14 

8     5,0 

13  53,1 

6  39 

17  89 

6  21 

17  30 

6  14 

17  32 

19 

20  50 

3  38 

11  17 

G   15 

8  27,3 

14     6,7 

6  40 

17  37 

6  23 

17  29 

6  15 

17  30 

20 

21  37 

4  31 

12  16 

V   16 

8  49,4 

14  19,7 

6  42 

17  36 

6  24 

17  27 

6  16 

17  29 

21 

22  29 

5  24 

13     8 

8    17 

9  11,5 

14  32,2 

6  43 

17  34 

6  25 

17  26 

6  17 

17  28 

€ 

23  25 

6  15 

18  63 

D18 

9  33,5 

14  44,0 

6  44 

17  32 

6  26 

17  24 

6  18 

17  26 

23 

_ 

7     i 

14  34 

L    19 

9  55,2 

14  65,2 

6  45 

17  30 

6  27 

17  23 

6  19 

17  25 

24 

0  22 

7  51 

15     8 

M  20 

10  16,9 

15     5,8 

6  47 

17  29 

6  28 

17  21 

6  20 

17  23 

25 

1  21 

8  35 

16  31 

M   21 

10  38,4 

15  15,7 

6  48 

17  27 

6  30 

17  20 

6  21 

17  22 

26 

2  21 

9  18 

16     2 

G   22 

10  59,7 

15  24,9 

6  49 

17  25 

6  31 

17  18 

6  22 

17  21 

27 

3  22 

10     0 

16  26 

V    23 

11  20,9 

15  33,6 

6  61 

17  24 

6  32 

17  17 

6  23 

17  19 

28 

4  23 

10  42 

16  49 

8    24 

11  42,0 

15  41,3 

6  52 

17  22 

6  33 

17  15 

6  24 

17  18 

29 

5  24 

11  24 

17     9 

I>  25 

12     2,8 

15  48,5 

6  64 

17  21 

6  84 

17  14 

6  25 

17  17 

^ 

6  27 

12     7 

17  39 

L    26 

12  23,5 

15  64,9 

6  55 

17  19 

6  36 

17  12 

6  26 

17  16 

2 

7  43 

12  53 

18     8 

M  27 

12  43,9 

16     0,6 

6  56 

17  17 

6  37 

17  11 

6  27 

17  14 

3 

8  39 

13  42 

18  38 

M   28 

13     4,2 

16     5,6 

6  68 

17  16 

6  38 

17     9 

6  28 

17  13 

4 

9  44 

14  34 

19  19 

G    29 

13  24,3 

16     9,9 

6  59 

17  14 

6  89 

17     8 

6  29 

17  12 

5 

10  48 

15  29 

20     5 

V   80 

13  44,1 

16  18,3 

7     1 

17  13 

6  40 

17     7 

6  80 

17  11 

6 

11  50 

16  27 

21     2 

S    81 

S  14     3,7 

-16  16,1 

7     2 

17  11 

6  42 

17     6 

6  31 

17  10 

7 

12  47 

17  26 

22     6 

CORSO    DEI    PIANETI 


Nome 

A 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

Nome 

B     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 

rid.o 

Plaga 

K     DAT 

sera 

notte 

matt. 

sera 

notte 

matt. 

Mercurio 

1 
11 

21 

ovest 
ovest 
ovest 

— 

- 

13  31 
13  25 
12  48 

Verg. 
Bllan. 

Giove 

1 
16 

_ 

— 

est 
ESE 

9  56 
9     7 

Leone 

Saturno 

1 
16 

est 

ESE 

sud 
SSO 

ovest 

28  57 
22  54 

Venere 

1 
11 
21 

- 

- 

S-E 

S-E 
S-E 

9  10 
9  13 
9  17 

Leone 

Pesci 

Urano 

1 
16 

sud 
sud 

ovest 

I 

18  26 
17  28 

Sa- 
gitt. 

Marte 

10 

— 

est 
est 

11  12 

10  48 

Verg. 

Nettuno 

1 
16 

- 

_ 
est 

sud 
sud 

6  45 
6  46 

Gem. 

17 


OTTOBRE  -  1908 


IL  ¥  lìM.VMEN    0 


A><rRrTO  10°  —  Ore  21   -  20. 


il  irà 


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Coccà' 


7:it 


2 


WEST_^s^ 


NORD 


EST 


DIARIO   DELL*  OSSBRVATORB 


8  —  ore  13,  Urano  cong.  Luna:  0°  46'  N. 

4  —  ore  19,  Mercurio  nella  massima  elon- 
gazione serotina:  25»  25'  est  Sole. 

6  —  ore  18,  Urano  in  quadratura  orientale: 
90<>  est  Sole. 

9  —  ore  4,  Saturno  cong.  Luna:  2°  31'  N. 

10  —  ore  21,  Nettuno  in  quadratura  occiden- 

tale: 90o  ovest  >^ole. 

11  —  Massimo  splendore  di  Mira  (v.  pag.  23). 


H  —  ore  5,  Venere  cong.  36'  S.  Giove. 

16  —  ore  16,  Nettuno  cong.  Luna:  2°  24'  S. 

20  —  ore  19,  Giove  cong.  Luna:  4°  6'  S. 

21  —  ore  9,  Venere  cong.  Luna:  4»  26'  S. 
23  —  ore  8,  Marte  cong.  Luna:  4o  24'  S. 
28  —  ore  17,  Mercurio  cong.  inf.  Sole. 
30  —  ore  20,  Urano  cong.  Luna:  lo3'  N. 

È  attesa  la  cometa  periodica  di  Bro*  ks 
(vedi  pagin.a  22). 


—  48  — 

1908  -  NOVEMBRE 


CORSO 

DEL 

SOLE 

LUNA 

SAGITTARIO  22 

I7I1  SS"» 

MILANO 

ROMA 

PALERMO 

h  m 
1  P,  Quarto     15  16 
8  L.  Piena         8  58 

Cala  il 

rrìrt-i'nrt 

Ih   llm 

Ih      Sm 

0'    54ra 

16  U.  Quarto      0  41 
23  L.  Nuova      22  53 

Crepuscolo  civile 

0     36 

0     32 

0     30 

idem        astronomico.  . 

1     44 

1     38 

1     36 

20  P.  Quarto     22  44 

Data 

Declinaz. 

Equazione 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

Leva 

Merid. 

Tram. 

m    s 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

d 

h  m 

h  m 

h  m 

»    1 

S  14023M 

-16  18,0 

7     4 

17  10 

6  43 

17     4 

6  32 

17    9 

0) 

13  38 

18  24 

23  15 

L      2 

14  4-2.8 

16  19,2 

7     5 

17     8 

6  44 

17    3 

6  33 

17     8 

9 

14  20 

19  20- 

— 

M     3 

15     1,2 

16  19,6 

7     6 

17     7 

6  45 

17     2 

6  34 

17     6 

10 

14  58 

20  14 

0  29 

M     4 

15  19,9 

16  19,2 

7     8 

17     6 

6  46 

17     0 

6  35 

17     5 

11 

15  26 

21     6 

1  40 

a    5 

15  38,3 

16  18,0 

7     9 

17     4 

6  48 

16  59 

6  36 

17     4 

12 

15  55 

21  57 

2  58 

V      6 

15  56,4 

16  16,0 

7  11 

17     3 

6  49 

16  58 

6  37 

17     3 

13 

16  23 

22  47 

4  12 

S      7 

16  14,4 

16  1P,1 

7  12 

17     2 

6  50 

16  57 

6  38 

17     2 

14 

16  51 

23  38 

5  25 

I>    8 

16  32,0 

16     9,4 

7  13 

17     0 

6  51 

16  56 

6  39 

17     1 

m 

17  28 



6  39 

L      9 

16  49,3 

16     4,9 

7  15 

16  59 

6  53 

16  55 

6  41 

17     0 

16 

17  58 

0  30 

7  43 

M  10 

17     6,4 

15  59,5 

7  16 

16  58 

6  54 

16  54 

6  42 

16  59 

17 

18  38 

1  24 

8  58 

M  11 

17  23,2 

15  53,3 

7  18 

16  57 

6  55 

16  52 

6  43 

16  58 

18 

19  26 

2  18 

10     1 

G   12 

17  39,6 

15  46,2 

7  19 

16  55 

6  56 

16  51 

6  44 

IP  58 

19 

20  18 

3  12 

10  59 

V    13 

17  55,8 

15  38,2 

7  20 

16  54 

6  58 

16  51 

6  45 

16  57 

20 

21  13 

4     5 

11  48 

S    14 

18  11,7 

15  29,4 

7  22 

16  53 

6  69 

16  50 

6  46 

16  56 

21 

22  10 

4  56 

12  30 

I>15 

18  27,2 

15  19,7 

7  23 

16  52 

7     0 

16  49 

6  47 

16  55 

22 

23     9 

5  45 

13     7 

L    16 

18  42,4 

15     9,1 

7  25 

16  51 

7     1 

16  48 

6  48 

16  54 

(C 

.     — 

6  30 

13  39 

M  17 

18  57,3 

14  57,7 

7  26 

16  50 

7     3 

16  47 

6  49 

16  54 

24 

0     9 

7  13 

14     5 

M  18 

19  11,8 

14  45,5 

7  27 

16  49 

7     4 

16  46 

6  50 

16  53 

25 

1     9 

7  55 

14  29 

G   19 

19  26,1 

14  32,4 

7  29 

16  48 

7     5 

16  45 

G  51 

16  52 

26 

2     9 

8  37 

14  52 

V    20 

19  39,9 

14  18,4 

7  80 

16  47 

7     6 

16  45 

6  53 

16  52 

27 

3  11 

9  19 

15  16 

S    21 

19  53,4 

14     3,7 

7  31 

16  46 

7     7 

16  44 

6  54 

!6  51 

28 

4  13 

10     2 

15  41 

I>22 

20     6,6 

13  48,1 

7  33 

16  46 

7     9 

16  43 

6- 55 

18  51 

29 

5  21 

10  47 

16     4 

L    23 

20  19,3 

13  31,7 

7  34 

16  45 

7  10 

16  42 

6  56 

16  50 

® 

6  26 

11  35 

16  40 

M  24 

20  31,7 

13  14,5 

7  35 

16  44 

7  11 

16  42 

6  57 

16  50 

1 

7  32 

12  27 

17  17 

M  25 

20  43,7 

12  56,6 

7  37 

16  44 

7  12 

16  41 

6  58 

16  49 

2 

8  39 

13  23 

18     2 

G   26 

20  55,4 

12  37,9 

7  38 

16  43 

7  13 

16  41 

6  59 

16  48 

8 

9  44 

14  21 

18  55 

V    27 

21     6,6 

12  18,5 

7  39 

16  42 

7  14 

16  40 

7     0 

16  48 

4 

10  43 

15  20 

19  57 

S    28 

21  17,4 

11  58,4 

7  40 

16  42 

7  16 

16  40 

7     1 

16  48 

6 

11  35 

16  19 

21     6 

D  29 

21  28,8 

11  37,6 

7  41 

16  41 

7  17 

16  39 

7     2 

16  48 

6 

12  22 

17  16 

22  20 

L    30 

S  21  37,8 

-11  16,1 

7  43 

16  41 

7  18 

16  39 

7     3 

16  48 

3 

12  58 

18  10 

23  31 

^ 


CORSO    IDEI    PIANETI 


Nome 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.» 

Plaga 

Nome 

E      DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

E     DATA 

sera 

notte 

niatt. 

sera 

notte 

matt. 

1 

Mercurio     n 

21 

- 

— 

est 
est 
est 

ESE 
ESE 
ESE 

11  23 
10  43 
10  50 

Verg. 
Bilan. 

Giove       iJ 

- 

— 

S-E 
ESE 

8  15 
7  24 

21  47 
20  46 

Leone 

Saturno    jj 

ESE 

S-E 

sso 
s-o 

_ 

1 

— 

— 

9  22 
9  27 
9  32 

Verg. 

Pesci 

Venere       11 
21 

Urano       jj 

sso 
s-o 

- 

_ 

16  27 
15  31 

Sa- 
gitt. 

Marte         jj 

- 

est 
ESE 

10  22 
10     0 

Verg. 

Nettuno    ^J 

- 

ESE 

S-E 

SSO 

s-o 

4  43 
3  44 

Gem. 

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NOVEMBRE  -  1908 

ir,  riIlMAMENTO  -  Aspetto  11»  -  Ore  21  -  20. 


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24 


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WEST 


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EST 


SUD 


WEST 


DIARIO  DELI/'  OSSERVATORE 


4  —  ore  10,  Mercurio  al  perielio. 

5  —  ore  10,  Saturno  conf.  Luna:  2°  4-"  N. 
«1  —  ore  18,  M<'rfurio  stazionario. 

12  —  ore  11,  Venere  al  perielio. 

12  —  ore  24,  Nettuno  cong.  Luna:  2»  36'  S. 

13  —  ore  20,  Mercurio   nella  massima   elon- 

gazione mattutina:  19o  10'  ovest  Sole. 
13  a  15  —  Passaggio  delle  stelle  cadenti  dette 
Leonidi  (ved.  pag.  22). 


17  —  ore  11,  Giove  cong.  Luna:  40  20'  S. 
17  —  ore  17,  Venere  cong.  8'  N,  0  Versine. 

20  —  ore  17,  Venere  cong.  Luna:  3°  6'  S. 

21  —  ore  5,  Marte  cong.  Luna:  4°  0'  S. 

22  —  ore  12,  Mercurio  cong.  Luna:  1°  55'  S 

23  a  28  —  Passaggio  delle  stelle  cadenti  dette 

Andromedeidi  (ved.  pag.  22). 
27  —  ore  3,  Urano  cong.  Luna:  1»  17'  N. 
30  —  ore  24,  Venere  cong.  1»  17'  N.  Marte. 

4 


—  50  - 

1908  -  DICEMBRE 


CORSO 

DEL     SOLE 

LUNA 

CAPRICORNO  22  G'i  SI" 

MILANO 

ROMA 

PALERMO 

h  m 

7  L.  Piena      22  44 
15  U.  Quarto   22  13 

Cala  il 

giorno  fino  al  21-23. 

0*1    19n> 

0^  17"» 

Oh  15m 

poi 

cresce  .  . 

0       4 

0       3 

0       3 

23  L.  Nuova     12  50 

Crepuscolo  civile 



0     39 

0     33 

0     31 

30  P.  Quarto     6  40 

idem       astronomico.  . 

1     50 

1     43 

1     39 

Data 

Declìnaz. 

Equazione 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

Leva 

Tram. 

133 

Leva 

Merid. 

Tram. 

m    s 

h 

m 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

h  m 

d 

h  m 

h  m 

h   m 

M     1 

S  21"47',5 

-10  54,0 

44 

16  40 

7  19 

16  39 

7     4 

16  47 

8 

13  28 

19     1 

— 

M     2 

21  5G,7 

10  31,2 

45 

16  40 

7  20 

16  38 

7     5 

16  47 

9 

13  57 

19  51 

0  44 

G      3 

22     5,4 

10     7,9 

46 

16  39 

7  21 

16  38 

7     6 

16  47 

10 

14  25 

20  40 

1  58 

V       4 

22  13,7 

9  44,0 

47 

16  39 

7  22 

16  38 

7     7 

lo  47 

11 

J4  53 

21  29 

3  10 

S        5 

22  21,7 

9  19,5 

48 

16  39 

7  23 

16  38 

7     8 

16  47 

12 

15  20 

22  19 

4  23 

»     G 

22  29.1 

8  54,5 

50 

16  30 

7  24 

16  87 

7     9 

16  46 

13 

15  52 

23  11 

5  33 

L       7 

22  3G.2 

8  28,9 

7  51 

16  39 

7  25 

16  37 

7     9 

16  46 

m 

16  31 

_ 

6  55 

M      8 

22  42,8 

8     2,9 

52 

16  38 

7  26 

16  37 

7  10 

16  46 

15 

17   15 

0     5 

7  43 

M      9 

22  48,9 

7  36,3 

53 

16  38 

7  27 

16  37 

7  11 

16  46 

16 

18     6 

0  59 

8  44 

(x     10 

22  54,6 

7     9,4 

54 

16  38 

7  28 

16  37 

7  12 

16  46 

17 

19     0 

1  53 

9  39 

V     11 

22  59.9 

6  42,0 

55 

16  38 

7  29 

16  37 

7  13 

16  47 

18 

19  56 

2  46 

10  25 

S      12 

23     4,6 

6  14,2 

55 

16  38 

7  30 

16  37 

7  13 

16  47 

19 

20  55 

8  36 

11     6 

»   13 

23     P,0 

5  46,0 

56 

16  38 

7  30 

16  37 

7  14 

16  47 

20 

21  54 

4  23 

11  40 

L     14 

23  12.8 

5  17,5 

57 

16  38 

7  31 

16  38 

7  15 

16  47 

21 

22  54 

5     7 

12     9 

M  ir> 

23  16,3 

4  48,7 

58 

16  39 

7  32 

16  38 

7  16 

16  47 

(V. 

23  54 

5  50 

12  33 

M    16 

23  19,2 

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59 

16  39 

7  33 

16  38 

7  16 

16  48 

23 

_ 

6  32 

12  55 

G     17 

23  21,7 

3  50,2 

59 

16  39 

7  33 

16  38 

7   17 

16  48 

24 

0  54 

7  13 

13  17 

V     18 

23  23,7 

3  20,7 

8 

0 

16  39 

7  34 

16  39 

7  18 

16  49 

25 

1  56 

7  54 

13  42 

S     19 

23  25,2 

2  51,0 

8 

1 

16  40 

7  35 

16  39 

7  18 

16  49 

26 

2  59 

8  37 

14     7 

D  20 

23  26,3 

2  21,1 

8 

1 

16  40 

7  35 

16  39 

7  19 

16  49 

:27 

4     5 

9  24 

14  37 

L     21 

23  26,9 

1   51,1 

8 

2 

16  41 

7  36 

16  40 

7  19 

16  50 

28 

5   12 

10  15 

15     9 

M    22 

23  27,0 

1  21,1 

8 

2 

16  41 

7  36 

16  40 

7  20 

16  50 

29 

6  19- 

11   10 

15  51 

M    23 

23  26,7 

0  51,0 

8 

8 

16  42 

7  37 

16  41 

7  20 

16  51 

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7  25 

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16  42 

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8 

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16  42 

7  37 

16  41 

7  21 

16  51 

1 

8  29 

13     8 

17  42 

V     23 

23  24,6 

+  0     7,0 

8 

4 

16  43 

7  38 

16  42 

7  21 

16  52 

2 

9  27 

14     9 

18  50 

S      20 

23  22,8 

0  S6,9 

8 

4 

16  44 

7  38 

16  43 

7  22 

16  52 

3 

10  18 

15     9 

20     4 

1>   27 

23  20,6 

1     6,7 

8 

4 

16  44 

7  38 

16  43 

7  22 

16  53 

4 

11     2 

16     6 

21   20 

L,    28 

23  17,9 

1  36,3 

8 

5 

16  45 

7  39 

16  44 

7  22 

16  54 

5 

11  35 

16  59 

22  36 

M    29 

23  14,7 

2     5,7 

8 

5 

16  46 

7  39 

16  45 

7  23 

16  54 

6 

12     4 

17  49 

23  50 

M    30 

23  11,2 

2  35,0 

8 

5 

16  47 

7  39 

16  45 

7  23 

16  55 

H) 

12  30 

18  38 

G     31 

S23     7,1 

F  3     3,8 

8 

5 

16  48 

7  39 

16  46 

7  23 

16  56 

8 

12  56 

19  26 

1     0 

CORSO 

DEI    PIANETI 

" 

NOMK 

A 

VISIBILITÀ 

Me- 
rid.o 

Plaga 

Nume 

E     DATA 

VISIBILITÀ 

Me- 

rid.o 

Plaga 

E     U  AT 

sera 

notte 

inatt. 

sera 

notte  iinutt. 

Mercurio 

1 
11 
21 

— 

_ 

est 

est 
est 
est 

11     8 

11  3:{ 

12  1 

Bilan. 
Scorp. 
Sagit. 

Giove       ,1 

- 

est 

sud 
sud 

6  31 
5  86 

Leone 

Saturno     jj 

SSE 
sud 

OSO 
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_ 

19  46 

18  47 

Venere 

1 
11 
21 

— 

- 

9  39 
9  47 
9  57 

Verg. 
Bihui. 
Scorp. 



Pesci 

Urano       ,] 

S-0 
ovest 

- 

I 

14  35 
13  39 

Sa- 

gitt. 

Marte 

1 
16 

- 

- 

SE 
S-E 

9  38 
9  17 

Verg. 
Bilan. 

Nettuno    jg 

- 

SE 
SSE 

S-0 
OSO 

2  40 
1  43 

Gem. 

DICEMBRE  -  1908 

I  .  FIRMAMENTO  -  Aspetto  12o  -  Ore  21  -  20. 


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EST 


SUD 


WEST 


DIARIO  DELL'OSSERVATORE 


1  —  Comincia  l'inverno  meteorologico. 

2  —  ore  15,  Saturno  cong.  Luna:  2»  5'  N. 

6  —  ore  3,  Giove  in  quad.  :  90°  ovest  Sole. 

7  —  Eclisse  lunare  di  penombra  completa- 

mente visibile  (ved.  pag.  12). 
10  —  ore  8,  Nettuno  cong.  Luna:  2o  38'  S. 
14  —  ore  24,  Giove  cong.  Luna:  i°  23'  S. 
20  —  ore  3,  Marte  cong.  Luna:  2°  58'  S. 
81  —  ore  2,  Venere  cong.  Lana:  0«  56'  S. 


22  —  ore  6,34,  solstizio  inverrale, 

23  —  ore  12,  Mercurio  cong.  Luna:  1»  4'  S. 

23  —  Eclisse  anulare  di  Sole  invisibile  in  Ita- 

lia (ved.  pag.  12). 

24  —  ore  6,  Mercurio  cong.  sup.  Sole. 

24  —  ore  14,  Urano  cong.  Luna:  l»  25'  N. 

25  —  ore  22,  Saturno  in  quadr.  :  90«  est  Sole, 

29  —  ore  21,  Saturno  cong.  Luna:  3»  4'  N. 

30  —  ore  16,  Giove  stazionario. 


-  52  - 


effbmerìpi  pel  Valore  itaUano 


GENNAIO 


1  (1812).  —  Milletrecento  soldati  di  varii 
reggimenti  italiani,  delle  divisioni  Severoli  e 
l'alombini,  aprono  la  trincea  contro  Valenza 
(Spagna)  occupata  da  20  mila  uomini,  e  la- 
vorano con  tanto  coraggio  e  rapidlià  da  poter 
collocare  sicure  le  guardie  allo  spuntare  del- 
l'alba.  La  piazza  s'arrende  dopo  8  giorni. 

a  (1801).  —  La  divisione  Cisalpina,  co- 
mandata dal  generale  Lochi,  per  il  ponte  del 
CalYaro  respinge  gli  Austriaci  fino  a  Condino. 
Il  sei-gente  Giacinto  Provana  passa  primo  il 
ponte  quantunque  ferito,  e  con  un  mare- 
sciallo degli  usseri,  Bertaccini,  ed  uno  scarso 
drappello,  fa  prigioniera  la  retroguardia  ne- 
mica. 

3  (1332).  —  Muoiono,  combattendo  valo- 
rosamente i  reazionari  sollevatisi  in  Alcamo, 
i  capitani  Varvaro  di  fanteria.  Clerici  d' arti- 
glieria, e  Mazzetti  dolla  G.  N.  mobile,  il  ma- 
resciallo dei  carabinieri  Bocchini,  11  sergente 
Fedeli,  ed  i  soldati  Zanoli,  Cannu  e  De-Mi- 
chelis. 

4  (1862).  —  Il  vicebrigadiere  Mottoni, 
comandante  la  staziono  d'Auletta,  con  i  ca- 
rabinieri Pai-ola,  Eioldi,  Rossi  e  Mascherpa 
ed  alcune  guardie  nazionali  mobili,  assalgono 
una  banda  di  40  briganti,  rifugiata  in  una 
masseria,  che  dopo  vivo  fuoco  si  dà  alla  fuga 
lasciando  più  morti  e  14  prigionieri,  fra  i 
quali  il  fiipo  brigante  Cuccuma. 

5  (1849).  —  Tredici  cavalleggerì  della 
legione  italiana  andata  a  combattere  per  la 
libertà  Ungherese,  con  a  capo  Luigi  Sona- 
helli,  caricano  e  mettono  in  rotta,  a  Nagy 
Enyed,  parecchie  centinaia  di  valacchi  ar- 
mati di  fucili  e  di  lancia,  che  avevano  attac- 
cato alle  spalle  la  colonna  del  generale  Bem. 
Al  Sonabelli  viene  conferita  dal  Kossuth  la 
decorazione  al  merito  militare. 

6  (1861).  —  Il  capitano  Francesco  Sforza, 
antico  difensore  di  Venezia,  e  ferito  da  cin- 
que colpi  di  baionetta  ai  Monti  Parioli  du- 
rante la  difesa  di  Roma  nel  '49,  unitosi  con 
la  sua  compagnia  del  40o  fanteria  al  9»  bat- 
taglione bersaglieri  per  espugnare  il  villaggio 
d'Arcelli  (Abruzzo),  si  distingue  fra  tutti  per 
il  suo  valore,  ricompensato  con  la  medaglia 
d'argento. 

7  (1801).  —  Luigi  D'Aquino  n.  a  Cosenza 
nel  1771,  dopo  aver  combattuto  alla  difesa 
di  Napoli  contro  le  bande  del  cardinale  Ruffo, 
passato  al  servizio  della  Francia  con  il  grado 
di  capitano,  essendo  stato  rotto  dagli  Au- 
striaci il  ponte  di  Trento,  ne  costruisce  uno 
di  zattere  sotto  il  fuoco  nemico,  ed  alla  testa 
di  due  compagnie  ^i  cacciatori  italiani  s'im- 
padronisce della  città.  Mori  generale  nel  18"2. 

8  (1814).  —  Il  generale  Bonfanti,  con  due 
battaglioni  e  150  gendarmi  a  cavallo,  respinge 
gli  Austriaci  avanzatisi  fino  a  Toscolano,  sul 
lago  di  Garda.  Sono  segnalati  per  il  loro  va- 
lore gli  ufficiali  Rivaira,  Vismara  e  Betti. 


9  (1801).  —  Il  capitano  Mattei,  coman- 
dante la  retroguardia  della  brigata  Pino,  ri- 
masto isolato  con  30  uomini,  occupa  il  ca- 
stello di  Siena,  e  mentre  Pino  si  ritira,  tiene 
a  bada  per  quattro  giorni  4000  Napoletani 
comandati  da  Roger  de  Damas,  ottenendo 
una  capitolazione  onorevole.  I  Napoletani  ri- 
mangono attoniti  vedendo  sfilare  il  drappello 
che  ha  trattenuto  la  loro  marcia. 

10  flSlO).  —  Gli  Inglesi,  occupando  l'iso- 
la di  Lissa  nell'Adriatico,  tentano  uno  sbarco 
a  Bisceglie,  e  se  ne  allontanano  dopo  aver 
praticata  una  mina  sotto  le  mura  della  città, 
deponendovi  un  barile  di  polvere  per  aprirvi 
una  breccia.  Francesco  Paolo  Gusman  e  Do- 
menico Campagnolo,  a  rischio  della  loro  vita, 
strappano  la  miccia  e  così  impediscono  lo 
scoppio. 

11  (1896).  —  All'alba,  l'esercito  Abissino 
investe  il  forte  di  Macallé  difeso  strenua- 
mente dal  maggior  Galliano,  ed  è  ricevuto  da 
un  vivo  fuoco  accelerato  quando  i  più  audaci 
son  giunti  a  breve  distanza  dai  parapetti.  Gli 
assalitori  scompigliati  si  ritirano,  quantunque 
ras  Makonnen  tenti  ricondurli  più  volte  al- 
l'assalto. Tutti  1  difensori  combattono  ardi- 
tamente; fra  gli  altri  si  distinguono  il  capo- 
rale Fecchini  di  Torino,  ed  il  cara' liniere 
Bianchi  che,  preso  sulle  spalle  un  pezzo  smon- 
tato, lo  riporta  in  batteria  sotto  i  tiri  nemici. 

la  (1848).  —  Scoppiata  la  rivoluzione  a 
Palermo,  combatte  eroicamente  contro  i  Bor- 
bonici ed  è  uccisa  la  diciottenne  giovinetta 
Stella  Donati. 

13  (1861).  -  Il  maggior  Ferrerò,  del  40» 
fanteria,  con  210  uomini,  fa  fronte  in  Taglia- 
cozzo  ai  3000  uomini  della  banda  Loverà,  e 
contrastando  il  terreno  a  palmo  a  palmo,  con 
ritoi'iii  offensivi  alla  baionetta,  riesce  a  riti- 
rarsi ad  Avezzano  sull'alba  del  14,  perdendo 
soli  23  uomini  fra  morti  e  feriti. 

14  (1895).  —  Dopo  un  combattimento  con 
le  bande  tigrine,  continuato  per  tutta  la  gior- 
nata del  13,  il  generale  Baratieri  attacca  nuo- 
vamente ras  Mangascià  con  un  cambia-nento 
di  fronte,  a  Coatit,  su  i  confini  dell' Oculé 
Cusai,  ottenendo  piena  vittoria.  Si  distinguono 
particolarmente  i  maggiori  Toselli  e  Galliano, 

I  capitani  Folchi  e  Castellazzi,  il  tenente  San- 
guinetti  ferito  mortalmente,  e  molti  altri  uf- 
ficiali, sottufficiali  e  soldati  bianchi  ed  in- 
digeni. 

15  (1895).  —  Le  nostre  truppe,  dopo  aver 
battuto  a  Coatit  ras  Mangascià,  lo  sorpren- 
dono e  lo  mettono  in  fuga  dalla  conca  di 
Senafè,  dove  s' era  accampato.  Si  distinguono 

II  capitano  Ciccodicola  che,  con  i  colpi  bene 
assestati  della  sua  batteria,  disperde  le  ban- 
de tigrine,  ed  il  sottotenente  Sallustio  Fer- 
rari, andato  nel  cuor  della  notte  ad  esplorare 
11  campo  nemico. 

{Continua  a  pag.  56), 


--  53 


RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


1.  -  GIOVANNI  BELLINI  o  GIAMBELLINO 
(Venezia  1427-1516). 

il  più  grande  della  sua  famiglia  e  anche  uno  dei  naaggiori  della  scuola  veneziana.  Nelle 
prime  sue  opere  si  sente  il  Mantegna,  ma  più  tardi  si  fece  uno  stile  proprio,  dal  colorito 
vivace.  È  forse  il  più  grande  pittore  di  Madonne.  Si  vedano  di  lui  la  Madonna  degli  Albe- 
reta, la  Fietà  di  Brera,  il  Trittico  dei  Frari,  ec. 


CnLENDHRIOOSETTlMflNHLE 


Anche  quest'anno  abbiamo  nel  Calendario  Settimanale  riservata  la  intiera  pagina  di  ogni  set- 
timana al  Diario  Sacro  e  al  Memorandum.  Per  dare  varietà  alla  materia  vi  abbiamo 
interccilato  mese  per  mese  le  pagine  di  alcune  interessanti  Effemeridi  del  Valore  Italiano 
dovute  al  eh.  pubblicista  cav.  UGO  PESCI  e  dei  Consigli  mensili  di  igiene  ed  economia 
domestica,  composti  da  una  gentile  scrittrice  romana.  E  per  non  trascurare  la  parte  ar- 
tistica abbiamo  pure  intercalato  una  serie  di  Ritratti  di  gi-andi  pittori  italiani  dei  se- 
coli XV-XVII  dipinti  da  loro  stessi.  Sono  24  ritratti,  dei  secoli  XV  e  XVI  e  della  prima 
vieta  del  XVIf,  i  cui  oi-iginali  appartengono  lutti  meno  tino  alla  famosa  ed  unica  raccolta 
di  autoritratti  dei  pHlori,  vanto  della  Galleria  degU  Ufizi  di  Firenze,  ed  iniziata  con  felice 
pensiero  dui  Card.  Leopoldo  de'  Medici.  Il  solo  ritratto  di  Andrea  del  Sarto  è  della  galleria 
Fitti.  —  Le  nostre  riproduzioni  sono  tutte  eseguite  su  fotografie  della  casa  Giacomo  Brogi. 


1  Mercoledì 

1-366 


Circoncis.  di N. S.G.C. 


Cerimonia  religiosa 
'  e  civile  degli  ebrei,  alla 
qnale  era  soggetto  ogni  figlio  maschio  nel- 
l'ottavo giorno  dopo  la  sua  nascita.  In  tale 
circostanza  davasi  pure  un  nome  al  neonato. 

—  S.  Concordio,  prete,  martire  a  Spoleto,  circa 
l'a.  175.  —  S.  Telemaco,  mart.  a  Roma,  l'a.  403. 

—  S.  Martina,  verg.,  mart.  a  Roma  l'a.  226.  — 
S.  Basilio,  dottore  della  Chiesa  greca,  sec.  IV. 

Memorandum.  —  Capodanno.  Festa  civile 
legale.  Sono  chiuse  anche  le  Biblioteche,  i 
Musei  e  le  Gallerie  del  Regno.  —  I  sindaci 
dei  comuni  pubblicano  1  manifesti  per  l'iscri- 
zione nella  lista  elettorale,  commerciale  e  nelle 
1  ste  di  leva.  Nelle  liste  di  leva  devono  iscri- 
versi tutti  i  giovani  che  nell'anno  incomin- 
ciante compiono  il  diciottesimo  della  loro  età. 

—  Oggi  maturano  le  cedole  annuali  o  seme- 
strali del  maggior  numero  dei  valori  bancari 
o  industriali.  —  Estrazione  Prestito  a  premi 
Città  di  Milano  1861  (rimborso  il  1°  luglio); 
Prestito  Città  di  Roma  e  Prov.  di  Torino; 
Obbligazioni  Tunisine  1880. 


2   Giovedì     1     ^-  'sidoro,  vescovo. 
2-365  Era  vescovo  di  Er- 

'  mopoli  piccola  (Demen- 

hur),  in  Egitto,  sulla  fine  del  sec.  IV,  e  si  ve- 
nera a  Nitiia  (Basso  Egitto).  —  S.  Martiniano, 
vesc.  di  Milano  dal  423  al  435  circa.  —  S.  Ma- 
cario, romano,  conf.,  ricordato  a  Piacenza.  — 
Ss.  Alverio  e  comp.,  soldati  tebei,  martiri  circa 
gli  anni  284-305,  patroni  di  Fossano  (prov.  di 
Cuneo),  ove  furono  traslati  l'a.  1427.  —  S.  De- 
fendente, mart.,  onorato  a  Chivasso  (prov.  di 
Torino).  —  B.  Stefana  Quinzani,  verg.  dome- 
nicana morta  l' a.  1530,  onorata  a  Soncino 
(Cremona).  —  8.  Argeo  col  fratello  Narciso 
martiri  sotto  Licinio. 


Memorandum.  —  Oggi  cominciano  i  paga- 
menti del  1"  semestre  della  rendita  consoli- 
data 5  %  nominativa  e  del  l"  trimestre  della 
rendita  consolidata  4,50  Vo  netto.  —  Estrazione 
Prestito  prov.  di  Ferrara  1879. 


3   Venerdì     I   8.Antero,pp.,  martire. 


3-364 


Greco  di  origine,  suc- 

cesse  l'a.  235  a  s.  Pon- 

ziano,  e  fu  martirizzato  sotto  Massimino  I 
l'a.  236.  —  S.Daniele,  levita,  martire  tra  gli 
anni  161-169.  —  S.  Genoveffa,  vergine,  mart., 
patrona  di  Parigi.  Nacque  a  Nanterre  ed 
istruita  dal  vescovo  di  Auxen*e,  s.  Germano, 
fece  voto  di  verginità.  Prese  trilustre  il  velo 
e  condusse  una  vita  esemplare.  Morì  nel  512. 
—  S.  Pietro  Balsamo  oriundo  della  Palestina. 
Ciidde  sotto  la  persecuzione  di  Massimino 
(311). 

Memorandum.  —  @  L.  N.  a  ore  22,43"». 


4  Sabato 

4-363 


S.  Gregorio,  vescovo. 

Resse  la  diocesi  di 
Langres  (Francia)  dal  507  al  539.  —  B.  An- 
gela da  Foligno  (prov.  di  Perugia),  francesca- 
na del  terz' ordine,  vedova,  morta  l'a.  1588. 
—  S.  Tito,  vesc.  Fu  convcrtito  da  s.  Paolo  e 
divise  col  Maestro  le  fatiche  dell'apostolato. 
Creato  vescovo  di  Creta,  fini  i  suoi  giorni  a 
Candia  nell'età  di  94  anni. 

Memorandum.  —  Oggi  a  Napoli  e  In  molt^ 
altre  città  dell'Italia  meridionale  bisogna  ri- 
confermare gli  affitti  annui  delle  case  o  dar© 
licenza. 


GENNAIO  1908 


—  55 


(2»  Settimana) 


5  Domenica 

5-362 


S.  Simeone  Stilita. 

Nativo  (11  Slsan,  pae- 
se tra  la  Clllcia  o  la  Si- 


i:  datosi  tC  straordinarie  penitenze,  si  con- 
dannò a  vivere  la  più  tarati  parte  della  sua 
vita  sopra  un'alta  colonna.  Visse  dell' a.  891 
al  460.  —  S.  Telesforo,  papa  dal  125  al  13G. 
Nacque  in  Grecia,  ed  abbracciò  con  fervore 
la  dottrina  del  Vanjfolo.  Riformò  l  sacri  riti 
e  mori  martire  della  fede. 

Memorandum.  —  Stanotte  a  Roma  tradi- 
zionale baldoria,  e  fiera  in  Piazza  Navcna. 


6  Lunedi  1  epifania  di  N.S.  G.C. 
6-361  Dal  greco  e  significa 
manifestazìotte.  Essa  ri- 
corda la  visita  dei  Magi,  il  battesimo  del  Sal- 
vatore, il  miracolo  delle  nozze  di  Cana,  e  la 
moltiplicazione  dei  pani.  —  S.  Basilissa,  verg., 
mart,  patrona  di  Parenzo  (Trieste).  —  Ss.  Bal- 
dassarre, Gaspare  e  Melchiorre  (presunti  nomi 
dei  Magli.  —  B.  Paola  fiorentina,  vcrg.  camal- 
dolese, morta  l'a.  1368. 

Memorandum.  -  Epifania.  Festa  civile  le- 
gale. Sono  chiusi  anche  i  Musei  e  le  Gallerie 
del  Regno.  —  Comincia  l'ottavario  dell'Epi- 
fania nella  chiesa  di  S.  Andrea  della  Valle  a 
Roma  per  cura  dei  Sacerdoti  delle  Missioni 
(Pallottini),  Dura  fino  al  13.  Ogni  giorno  pre- 
dica italiana  alle  ore  6,  messa  in  rito  latino 
alle  8  Vz.  messa  in  uno  dei  vari  riti  orientali 
alle  9  <  o,  predica  in  una  lingua  estera  alle  11, 
e  altre  sacre  funzioni. 


7   Martedì     1 5*  Luciano,  prete,  mart. 

7-360  Nativo  di  Samosata 
^in  Siria.  Subì  il  marti- 


o  per  ordine  di  Massimiuo,  verso  l'a.  310.  — 
.  Crispino,  vesc.  di  Pavia  (451).  —  S.  Sena- 
re,  vesc.  di  Verona  (284-305).  —  S.  Valentino, 
se,  di  Terni  sul  principio  del  sec.  VI. 

Memorandum.  —  Da  oggi  è  permessa  la  ce- 
lebrazione delle  solennità  nuziali,  secondo  i 
decreti  del  Concilio  Tridentino.  —  Nel  calen- 
dario Giuliano  oggi  è  Natale.  —  Pagamento 
delle  pensioni  governative  di  prima  categoria 
'Don  oltre  le  500  lire  annue). 


8  Mercoledì  1  S.  Severino. 

8-359  Apostolo  del  Norico 
'  (Austria),  morì  l'a.  482. 

—  S.  Pietro  Igneo,  monaco  di  Vallombrosa, 
creato  vescovo  di  Albano,  mori  l'anno  1087. 

—  S.  Natalino,  vesc.  di  Aberdeen  nella  Scozia. 

—  S.  Lorenzo  Giustiniani,  primo  patriarca  di 
Venezia,  dal  1451  al  1456.  —  S.  Gudula,  verg., 
protettrice  di  Bruxelles  (650?-712),  morta  ad 
Ham,  presso  Villevorde. 


Memorandum.  —  Natale  abissino.  —  Gene- 
tliaco di  S.  M.  la  Regina  Elena  (1873).  O-gi 
sono  chiuso  le  Scuole,  le  Biblioteche  gover- 
native, le  Gallerie  ed  i  Musei. 


9  Giovedì    1  ^-  Fortunato,  martire. 
9-358  I       Ricordato  a  Smirne. 

—  S.  Marcellino,  vesc. 
di  Ancona,  verso  gli  anni  550-559.  —  B,  Andrea 
da  Spoleto,  minor.,  morto  l'a.  1522.  —  S.  Mar- 
ciana, verg.,  mart;  perì  nella  persecuzione 
dell'imperatore  Diocleziano.  —  S.  Telano  o 
Foelano,  abate  scozzese  del  sec.  VII,  onorato 
a  Straffiline,  dove  riposano  i  suoi  resti. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  morte 
del  re  Vittorio  Emanuele  II  (1878),  Sono  chiuse 
le  Scuole  e  le  Biblioteche  governative.  Ceri- 
monia funebre  al  Pantheon  di  Roma.  —  Oggi 
è  anche  l'anniversario  della  morte  di  Napo- 
leone III  (1873). 


10  Venerdì  1  ^'  Guglielmo,  vescovo. 

10-357  Diresse  la  Chiesa  di 

^Burges    (Francia)    dal 

1200  al  1209,  —  S,  Giovanni  Bono,  vescovo  di 
Milano  (645-660).  —  Ss,  Tecla  e  Giustina,  ver- 
gini, onorate  a  Lentini  (Siracusa).  —  S.  Pietro 
Urseolo,  doge  di  Venezia,  poi  monaco  bene- 
dettino, morto  l'a.  997.  —  B.  Bcnincasa,  abate 
benedettino  di  Cava,  morto  l'a,  1194.  —  S.  Ar- 
cadie, martire  in  Cesarea  della  Mauritania,  — 
S.  Paolo,  eremita.  Nacque  nel  288  nella  bassa 
Tebaide;  per  sfuggire  alla  persecuzione  di  De- 
cio,  si  nascose  in  una  caverna,  ove  rimase  fino 
ai  113  anni.  Raccontasi  che  S.  Antonio,  altro 
dei  celebri  eremiti,  essendo  andato  a  trovarlo, 
lo  rinvenisse  morto.  —  Ad  Acqui  (Piemonte) 
patronale  di  S.  Guido. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  14  SS"»,  — 
Scadenza  cedole  semestrali  Azioni  Acquedotto 
Nicolay  di  Genova. 


1 1  Sabato  1  S.  Igino,  papa. 
11-356  Successo  a  s,  Tele- 
'  sforo  l'a,  138.  —  S.  Pao- 
lino, vescovo  di  Aquileia,  morto  l'a.  790.  — 
S.  Anastasio  abate,  notaio  della  Chiesa  romana. 
—  S.  Teodosio,  cenobita,  visse  ricoverato  nel 
cavo  di  una  montagna  in  Cilicia,  ma  la  sua 
virtù  gli  chiamò  intorno  persone  volonterose 
di  servire  Dio,  Pensò  allora  di  erigere  un  mo- 
nastero, dove  morì  a  105  anni  nel  529. 

Memorandum.  — 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 

il    pimiiHin    riolla    maloHìa    Honli    npnani    lììnaraniì 


(GENNA  IO  -  Vedi  a  pag.  52).  —   56   — 

16  (1813).  -  Dopo  la  ritirata  di  Russia, 
il  viceré  Eugenio  Beauharnais  fa  tappa  a  M.a- 
rlenwerder  con  un  migliaio  d'Italiani  riuni- 
tisi intorno  a  lui.  I  cosacchi,  entrati  nel  pae- 
se, giungono  fino  all'alloggio  del  viceré:  il 
velite  Bettarini  uccide  un  cosacco,  dando 
l'allarme.  Altri  tre  veliti  affrontano  gli  assa- 
litori fin  quando,  accorso  lo  stesso  viceré  con 
gli  avanzi  dei  corpi  italiani,  i  cosacchi  sono 
messi  in  fuga  lasciando  morti  e  feriti. 

ly  (1801).  —  La  divisione  Lechi,  insegue 
gli  Austriaci  tino  alle  sorgenti  della  Brenta, 
sotto  Bassano,  dove  ha  luogo  un  combatti- 
mento con  gravi  perdite  da  ambe  le  parti. 
Bonaparte  manda  particolari  encomii  al  ser- 
gente Degli  Angeli,  ai  capitani  Bertoletti  e 
lagnòre,  ed  al  tenente  lacopetti. 

18  (1814).  —  Giuseppe  Terrone,  di  Revi- 
gliasco,  sergente  nel  22»  reggimento  leggero 
fr.incese,  partito  da  Montelìascone  con  un 
distaccamento  lo  conduce  per  alcani  giorni  a 
traverso  a  mille  pericoli,  e  lo  fa  giungere  in- 
colume a  Civitavecchia. 

IO  (1853).  —  Ludovico  Ropolo,  d'Ivrea, 
tenente  dei  bersaglieri,  trovandosi  a  Milano, 
guardata  con  sorriso  sprezzante  dal  capitano 
austriaco  Giuritz,  al  teatro  della  Scala,  lo 
provoca,  ed  è  convenuto  fra  essi  imo  scon- 
tro ohe  avviene  nel  territorio  piacentino,  con 
molta  solennità,  rimanendo  ferito  l' ufficiale 
austriaco.  11  Ropolo,  dopo  aver  fatto  la  cam- 
pagna di  Crimea,  muore  valorosamente  a 
Vinzaglio,  il  30  maggio  1859. 

20  (1811).  -  A  Soto  del  Barco  (Spagna) 
16  toscani  del  280  reggimento  francese  di  cac- 
ciatori a  cavallo,  comandati  dal  tenente  Stoc- 
chi di  Parma,  incontrano  mille  uomini  del 
reggimento  granatieri  di  Cantabria,  che  sbar- 
rano loi-o  il  passo.  Al  comando  del  tenente 
si  slanciano  alla  carica,  e  quasi  tutti  cadono 
morti  o  feriti.  —  Siamo  soli!  —  dice  il  cac- 
ciatore Gherardoni  al  tenente.  —  E  tu  torna 
indietro!  —  Io  tornare  indietro?  Piuttosto 
morire!  —  Ed  a  testa  bassa  torna  solo  alia 
carica  e  muore. 

21  (1861).  -  La  14»  compagnia  del  G»  fan- 
teria, comandata  dal  capitano  Antonio  Foldi, 
è  assalita  a  Scurcola  da  parecchie  centinaia 
di  briganti  condotti  dal  Chiavone  e  dal  Lo- 
verà,  contro  i  quali  resiste  con  grande  calma, 
facendo  energici  contrassalti;  fin  quando  non 
giungono  due  compagnie  del  40°  fanteria,  ed 
un  plotone  di  Piemonte  Reale. 

22  (1860).  -  Simone  Paooret  di  S.t  Bon, 
capitano  di  fregata,  comandante  della  Con- 
fieriza,  dopo  essere  stato  tutta  la  giornata  a 
tiro  di  pistola  dalle  batterie  di  Gaeta,  si  offre 
di  portare  la  nave,  trasformata  in  polveriera, 
nel  porto,  per  abbandonarvela  dopo  accese 
le  miccia. 

23  (1861).  -  Il  capitano  d'artiglieria  Emi- 
lio Savio,  di  Torino,  comandante  di  una  bat- 
teria costruita  di  fronte  a  Gaeta  sul  monte 
dei  Cappuccini,  dirigendone  il  fuoco  con  in- 
superabile ardire,  cade  fulminato  da  una 
palla  nemica.  Il  tenente  Quinto  (ìozzi,  bolo- 
gnese, proso  il  comando  della  batteria,  con- 
tinua un  fuoco  vivissimo,  e  merita  la  croco 
dell'ordine  militare  di  Savoia. 


24  (1867).  —  Paolo  Albizzani,  brigadiere 
dei  RR.  Carabinieri,  ricovera  nella  caserma 
di  Candide  (Belluno)  alcuni  consiglieri  comu- 
nali, li  difende  solo  contro  una  folla  di  for- 
sennati, e  fattosi  strada  con  la  rivoltella  in 
pugno,  li  mette  in  salvo. 

25  (1887).  —  Il  maggiore  fioretti,  con 
2  compagnie  e  due  pezzi  da  montagna,  i-e- 
spinge  dopo  quattr'ore  di  fuoco  l'assalto  dato 
da  ras  Alula  al  trinceramento  di  Saati.  Oltre 
il  comandante,  si  distinguono  il  capitano  Sar- 
torio, il  tenente  Cuomo,  il  sottotenente  Re- 
scali, ed  i  soldati  Cicalini  e  Romairone. 

26  (1837).  —  Una  colonna  di  600  uomini, 
comandata  dal  tenente  colonnello,  De  Cristo- 
foris,  mandata  a  rinforzare  e  vettovagliare  il 
distaccamento  di  Saati,  è  sorpresa  a  Dogali 
dalle  bande  di  ras  Alula,  circa  20  mila  uo- 
mini. Circondati  da  ogni  parte,  ufficiali  e  sol- 
dati cadono  uno  dopo  l'altro,  vendendo  a 
caro  prezzo  la  loro  vita.  Il  capitano  De  Be- 
nedictis,  colpito  da  cinque  palle,  si  rialza  tre 
volte  per  combattere;  il  tenente  Griffo,  con 
le  gambe  spezzate  si  trascina  per  terra  in 
cerca  di  cartuccie;  il  capitano  Michelini,  solo 
ufficiale  sopravvissuto,  combatte  a  corpo  a 
corpo,  dopo  consumati  22  pacchi  di  cartucce. 

27  (1890).  —  I  carabinieri  Angelo  Biondo 
e  Carlo  Massari,  incontrati  in  Osiddu  (Sar- 
degna) dieci  o  dodici  individui  armati,  inti- 
mano loro  di  fermarsi.  Invece  questi  reagi- 
scono e  feriscono  il  Biondo,  mentre  altri 
malandrini  sopraggiungono,  in  tutti  una  qua- 
rantina armati  di  fucili.  I  due  carabinieri 
continuano  il  fuoco,  uccidendo  tre  malfat- 
tori :  ma  le  cartuccie  sono  ormai  terminate, 
quando  altri  due  carabinieri  arrivano  e  i 
malviventi  fuggono. 

28  (1865).  —  Nel  territorio  di  Taranto, 
il  capitano  Ortensio  Catucci,  con  una  com- 
pagnia del  16°  fanteria,  assale  a  tergo  150 
briganti  della  banda  Masini.  Dopo  quattro 
ore  di  combattimento,  finite  le  munizioni,  il 
capitano,  esortati  i  suoi,  carica  i  briganti  alla 
baionetta  e  li  mette  in  fuga. 

29  (1861).  —  Il  21o  battaglione  bersa- 
glieri —  maggiore  Robaudi  —  combatte  con- 
tro una  grossa  banda,  nel  territorio  di  San 
Giorgio  la  Molara  (Benevento)  l'il,  il  28  ed 
il  29.  In  quest'ultimo  combattimento,  il  te- 
nente Carlo  Certani,  di  Bologna,  inseguendo 
i  briganti,  trovato  rotto  un  piccolo  ponticello, 
si  slancia  d'un  salto  in  mezi:o  ad  essi,  rima- 
nendo ucciso  da  varii  colpi. 

30  (1861).  —  Il  maggiore  Lodigiani  del 
39o  fanteria  dà  l'assalto  a  San  Martino,  paese 
dell' Appeimino  Ascolano,  dove  una  banda  di 
briganti  tiene  prigionieri  undici  uomini  di 
quel  reggimento.  Il  capitano  Oberto  penetra 
nel  paese  da  un  punto  ritenuto  inespugna- 
bile, e  dopo  un'accanita  resistenza  i  briganti  si 
sbandano  lasciando  liberi  i  prigionieri. 

31  (1862).  —  Il  capitano  Adolfo  Morelli 
di  Popolo,  del  62»  fanteria,  assale  a  Monte 
Quercia,  in  Terra  di  Lavoro,  una  numerosa 
banda  di  briganti,  mettendola  in  fuga  ed  im- 
padronendosi di  60  cavalli.  Gli  viene  confe- 
rita per  questo  fatto  la  croce  dell'ordine  mi- 
litare di  Savoia. 


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RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


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2.  -  PIETRO  VANNUCCI  detto  il  PERUGINO 
(Città  della  Pieve  1416-1523). 

fu  uno  dei  più  fini  tra  i  primitivi  della  scuola  umbra,  ed  ebbe  l'onore  di  essere  il  maestro 
di  Raffaello.  I  suoi  lavori  più  celebrati  sono  la  Deposizione  della  Galleria  Pitti  e  VAssun' 
zione  della  Galleria  antica  e  moderna  di  Firenze, 


GENNAIO  1908 


-  58  - 


(3a  Settimana) 


12  Domenical    S-  Modesto,  marlire. 
12-355  Soffri  il  martirio  a 

— '  Cartagine.  —  S.Taziana, 

m.  a  Roma  sotto  Alessandro  Severo  (223-235). 

—  S.  Probo,  vescovo  di  Verona  verso  il  princi- 
pio del  sec.  VI.  -  S.  Onorata,  vergine  pavese 
(sec.  V).  -  S.  luvenzio  o  Evenzio  li,  vesc.  di 
Pavia  (377-403). 

Memorandum.  -  Si  commemora  a  Palermo 
il  principio  della  rivoluzione  siciliana  del  1848. 

—  A  Roma  nel  collegio  di  Propaganda  si  tiene 
una  famosa  Accademia  poliglotta,  in  onore  dei 
Ss.  Magi. 


13  Lunedi 

13-354 


S.  Leonzio,  vescovo. 

Fiorì  sul  principio 
del  sec.  IV  a  Cesarea 
di  Cappadocia.  —  S.  Potito,  patrono  di  Ca- 
gliari, dove  ha  luogo  la  sua  festa  il  14  feb- 
braio. Fu  martire  verso  l'a.  168.  —  B,  Vero- 
nica da  Binasco  (Milano),  vergine  agostiniana, 
morta  l'a.  1497.  —  S.  Felice  da  Nola,  origina- 
rio di  Siria.  Fino  dai  primi  anni  si  consacrò 
al  servizio  di  Dio  e  della  Chiesa.  E  fama  che 
venisse  martirizzato  durante  la  persecuzione 
dell'imperatore  Decio  nel  266. 

Me.morandum.  —  Genetliaco  del  Principe 
Emanuele  Filiberto,  Duca  d'Aosta  (1869).  — 
Pagamento  delle  pensioni  governative  di  ter- 
za categoria  (superiori  a  L.  2000  annue). 


14  Martedì 

14-353 


S.  Dazio. 

Vescovo  di  Milano 
-'dall'anno  530  al  552.  - 
B  Oderico  Mattiussi  da  Pordenone  (Udine), 
minorità  (sec.  XIV).  —  S.  Andrea  Corsini,  car- 
melitano, vesc.  di  Fiesole  dal  1362  al  1373.  — 
S.  Bianca,  badessa.  —  S.  Nomadia,  vergine 
che  visse  nel  secolo  V  nel  Poitou,  presso 
Tours,  dove  anche  attualmente  è  festeggiata. 
—  A  Parma,  patronale  di  S.  Ilario  che  fu  vesc. 
di  Poitiers,  suo  luogo  di  nascita,  venne  esiliato 
dall'  imperatore  Costanzo,  e  morì  nel  368. 

IMemorandum.  —  Primo  giorno  dell'anno, 
secondo  il  calendario  Greco-Russo. 


in  genere  nelle  province  di  Bergamo,  Brescia, 
Catanzaro  (ai  soli  volatili),  Firenze,  Girgenti, 
Messina,  Porto  Maurizio,  Siena,  Siracusa  (col 
fucile),  Sondrio,  Trapani;  della  caccia  ai  tor- 
dacei,  col  fucile,  nella  prov.  di  Como  ;  alle 
lepri  e  perjiici,  in  quella  di  Genova;  alle  sole 
lepri,  in  quella  di  Massa;  alle  sole  pernici,  in 
quella  di  Verona. 


16   Giovedì  !     S.  l«arcello,  papa. 

16-351  Eletto  l'a.  30S,  morì 
l'a.  309  sotto  Massenzio. 


—  S.  Felice,  vesc.  africano,  mart.  a  Nola  (circa 
gli  anni  284-305).  Elevato  alla  tiara,  sostenne 
la  disciplina  ecclesiastica  con  grande  fermez- 
za, e  si  die  cura  che  fossero  osservate  le  pe- 
nitenze contro  gli  apostati.  Alcuni  cristiani 
ribelli  lo  perseguitarono:  fu  esiliato  da  Mas- 
senzio, e  dopo  avere  per  molti  anni  trascinato 
una  misera  esistenza,  morì  martire.  —  S.  Va- 
lerio, vesc.  di  Sorrento,  verso  l'a.  453.  —  S.  Pri- 
scilla, matrona  romana  (sec.  lì.  —  Bb.  Giovan- 
na da  Bagnorea  e  Agnese  da  Sarsina,  vergini 
camaldolesi.  —  S.  Liberata,  vergine,  ricordata 
a  Pavia. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Vittorio  (Treviso). 
Dura  otto  giorni.  —  Da  oggi  sono  permessi  la 
pesca  e  il  commercio  dei  carpioni,  delle  trote 
e  delle  bottatrici. 


17  Venerdì 

17-350 


15  Mercoledì!  S.  Mauro. 

15-353  Monaco  benedettino 
(565).  —  S.  Efisio,  di  An- 
tiochia, ricordato  a  Cagliari  (sec,  III-IV).  — 
S.  Maurizio,  venerato  ad  Alba  (Cuneo)  e  pa- 
trono di  Lucerna  (Svizzera),  —  S.  Secondina, 
vergine  e  martire  sotto  l'imperatore  Decio  ad 
Anagni  (219-251).  —  S.  Giovanni  Calibita  (abi- 
tante di  un  tugurio),  secolo  V. 

Memorandum.  —  Entro  oggi  devono  essere 
pubblicati  per  cura  dei  Comuni  i  ruoli  prin- 
cipali dello  imposte  dirette  che  restano  de- 
positati por  otto  giorni  dalla  data  della  pub- 
blicazione neir  ufficio  comunale.  —  Per  la 
ricorrenza  di  S,  Maurizio  si  conferiscono  le 
decorazioni  dell'ordine  dei  SS.  Maurizio  e 
Lazzaro.  —  Ultimo  giorno  per  la  presenta- 
zione delle  domande  d'ammissione  alla  Scuola 
di  Guerra  in  Torino.  —  Chiusura  della  caccia 


S.  Antonio,  abate. 

Celebre  anacoreta 
della  Tebaldo,  morì  a 
centocinque  anni,  l'anno  356.  Era  nato  nel- 
l'alto Egitto,  e  leggendo  nel  Vangelo  quelle 
frasi:  "Va',  vendi  quanto  possiedi,  dallo  ai 
poveri  ed  avrai  un  tesoro  nel  cielo  „  distri- 
buì i  suoi  averi  ai  povet-elli,  ed  a  18  armi  si 
ritirò  in  un  deserto. 

Memorandum.  —  Per  la  festa  di  Sant'Anto- 
nio, in  quasi  tutta  Italia  si  pratica  la  cerimo- 
nia della  benedizione  degli  animali,  e  special- 
mente dei  cavalli,  degli  asini  e  dei  muli  (in 
qualche  luogo  questa  cerimonia  si  pratica 
nella  domenica  fra  l'ottava,  cioè  il  19');  Alla 
vigilia  nell'Italia  meridionale  grandi  falò  di 
allegrezza.  —  In  Toscana  si  dice  oggi:  "San- 
t'Antonio gran  freddura.  San  Lorenzo  gran 
caldura,  l'una  e  l'altra  poco  dura„;  come- 
pure  si  dice:  "Sant'Antonio  dalla  barba  bian- 
ca, se  non  piove,  la  neve  non  manca.  „ 


18  Sabato 

18-349 


La  Cattedra  di  S.  Pietro 
in  Roma. 


Ossia  la  venuta  di  questo  apostolo  nella 
città  eterna.  —  S.  Prisca,  vergine  romana,  fu 
accusata  come  cristiana  all'imperatore  Clau- 
dio, che  tentò  indurla  a  sacrificare  agli  dèi,  ma 
invano.  Fu  pure  esposta  ai  leoni  ed  al  fuoco, 
ma  ne   uscì  illesa.  Subì  il  martirio  nel  275. 

Memorandum.  —  ®  L.  P.  a  ore  14,37m.  — 
Anniversario  della  morte  del  Principe  Ame- 
deo, Duca  d'Aosta  (1890).  Cerimonia  funebre 
alla  basilica  di  Superga. 


tENNAIO  1908 


—  69 


(4»  Settimana) 


19  Domenica!     ss.  Nome  di  Gesù. 
19-3-48  Fosta   Istituita  fino 

'dal   1500  e  fissata  per 

tutta  la  Chiesa  alla  seconda  domenica  dopo 
l'Epifania.  —  B.  Beatrice  d'Este,  fondò  e  di- 
resse un  mogastero  di  benedettine  a  Ferra- 
ra, e  mori  l'anno  1262.  —  S.  Ponziano,  mar- 
tire di  Spoleto,  l'a.  145.  —  S.  Bassiano,  vose 
di  Lodi  dal  378  al  413  dove  ò  festa  patronale 
della  diocesi.  —  S.  Leucio,  martire  di  Todi. 

—  S.  Catello,  vescovo  e  protettore  di  Castel- 
lammare di  Stabia  (sec.  VII). 

Memorandum.  —  Fiera  di  S.  A  ntonio  a  Terni. 

—  Nell'Umbria,  e  particolarmente  a  Foligno, 
si  ricorda  con  funzioni  sacre  l'anniversario 
del  terribile  terremoto  del  1831. 


20  Lunedi 

30-347 


S.  Sebastiano 

oriundo  di  Milano,  mar- 
tire in  Roma  l'a.  288. 
Fu  soldato  sotto  Diocleziano  e  ne  profittò  per 
giovare  alla  religione.  Venuto  l'imperatore  a 
cognizione  delle  conversioni  che  il  milite  fa- 
ceva nell'esercito,  ordinò  che  legato  ad  un 
albero  venisse  trapassato  dalle  frecce.  A  Mi- 
lano è  una  chiesa  votiva  in  suo  onore.  —  A 
Firenze,  patronale  dell'Arciconfraternita  della 
Misericordia.  —  S.  Fabiano,  papa,  martire, 
resse  la  Chiesa  dal  236  al  250. 

Memorandum.  —  Per  la  festa  di  S.  Seba- 
stiano, corsa  dei  ttndi  a  Melilli  in  Sicilia 
(prov.  di  Siracusa).  —  Pagamento  delle  pen- 
sioni governative  di  seconda  categoria  (supe- 
riori a  L.  500,  ma  non  a  L.  2000  annue). 


21    Martedì   1  S.  Agnese,  vergine, 


21-346 


Romana:  subì  il  mar- 

'  tirio  verso  1'  a.  304.  — 

S.  Epifanio,  vescovo  di  Pavia  dal  466  al  496. 

—  S.  Fruttuoso,  vesc.  di  Tarragona,  fn  impri- 
gionato con  due  suoi  diaconi  e  condannato 
con  es-i  ad  esser  arso  vivo.  Perì  nella  per- 
secuzione di  Valeriane  e  di  Gallieno  l'a.  2r)9. 

Memorandum.  —  Entra  il  Sole  in  Aquario. 

—  A  Roma,  nella  chiesa  di  8.  Agnese  extra 
nniros  ha  luogo  la  benedizione  dei  due  agnelli 
candidissimi  che  vengono  offerti  al  Papa,  e 
dalla  cui  lana  vien  tessuto  il  Sacro  Pallio.  La 
catacomba  di  S.  Agnese  è  aperta  al  pubblico. 

—  Annivers.  della  morte  di  Luigi  XVI  (1793) 
commemorato  dai  legittimisti  in  Francia. 


22  Mercoledì!    S-  Vincenzo,  martire. 

SS-345  Subì  il  martirio  nella 

'Spagna  l'anno  290.  Era 

nato  a  Saragozza  e  durante  la  persecuzione 
di  Diocleziano  e  Massimiano,  Daciano,  gover- 


natore della  Spagna,  .segnò  Vincenzo  tra  le 
prime  vittimo.  —  S.  Gaudenzio,  vescovo  e 
patrono  di  Novara  dal  397  al  417.  —  8.  Irene, 
matrona  romana  (sec.  III-IV).  —  S.  Raimondo 
di  Pennafort,  1176-1275,  del  PP.  predicatori 
domenicani,  fu  incaricato  daGregorio  IX  della 
collezione  delle  decretali.  Venne  canonizzato 
da  papa  Clemente  Vili  nel  1601. 

Memorandum.  —  Festa  patronale  di  8.  Vin- 
cenzo, protettore  di  Vicenza. 


23    Giovedì   1  Sposalizio  di  Maria Verg. 
S3-344  Festa  introdotta  da 

^  Paolo  III  (1534-1549).  - 

S.  Emerenziana,  martire  a  Roma  l'a.  304.  ~ 
S.  Amasio,  vesc.  di  Teano,  dal  546  al  556.  — 
S.  Idelfonso,  benedettino.  Fu  vescovo  della 
diocesi  di  Toledo  che  resse  per  dieci  anni. 
Il  suo  nome  divenne  popolare  fra  gli  spa- 
gnuoli,  sotto  il  nomignolo  di  Alonso  (657). 

Memorandum.  —  Aimiversario  della  batta- 
glia di  Digione  (1871)  vinta  dai  Garibaldini 
sui  Tedeschi.  È  festeggiato  in  Italia  dal  par- 
tito radicale,  e  dalla  Lega  franco  italiana,  in 
Francia. 


24  Venerdì 

S4-343 


S.  Eugenio,  martire. 

Morì  per  la  fede  a 
'  Neocesarea.  —  S.  Timo- 
teo, da  Listri,  in  Licaonia,  vesc.  d'Efeso,  mar- 
tire (sec.  H.  —  S.  Feliciano,  vesc.  di  Foligno 
martire  sotto  Decio  (250-251),  patrono  della 
città.  —  S.  Zama,  primo  vescovo  di  Bologna, 
dal  270  al  320.  —  B.  Marcolino,  da  Forlì,  do- 
menicano, morto  l'a.  1397.  —  S.  Teodoro,  ve- 
scovo di  Mira  (Licia)  l'a.  787,  venerato  a  Ve- 
nezia. —  Ss.  Babila,  vescovo,  da  Antiochia,  e 
i  tre  fanciulli  comp.,  mart.  in  Sicilia.  — 
S  Macedonio  anacoreta  in  Siria.  Morì  nona- 
genario. 

Memorandum.  —  Estrazione  pel  rimborso 
delle  Obbligazioni  della  Società  dell'Acqua 
Pia  (antica  Marcia)  di  Roma. 


25   Sabato      Conversione  dì  S.  Paoio, 
35-343  I  apostolo. 

Prima  fiero  persecutore  de' Cristiani,  sotto 
il  nome  di  Saulo,  poi  Apostolo  delle  genti. 
—  B.  Angelo,  da  Gualdo  Tadino  (diocesi  di 
Nocera),  eremita  di  Camaldoli.  —  Ss.  Giuven- 
tino  e  Massimino  martiri,  soldati  nelle  milizie 
di  Giuliano  l'Apostata,  sotto  il  quale  subirono 
il  martirio  in  Antiochia  (363;. 

Memorandum.  —  A  Roma,  nella  basilica  di 
S.  Paolo  extra  muros,  si  espongono  al  pub- 
blico le  catene   dell'Apostolo. 


GII  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


—  GO  — 

I  CONSIGLI  DEL  MESE  (Igiene  ed  Economia  Domestica). 

GENNAIO 

L'igiene  in  casa.  —  Il  freddo,  le  bronchiti  ed  i  geloni.  —  Contro  il  freldo  ai  piedi  e  allo 
stomaco  —  Come  si  lava  la  lana  e  come  si  conservano  gH  ombrelli  —  Inchiostro  azzurro  — 
Trota  alla  genovese  —  La  focaccin  dei  Re  Magi. 


Sioeet  home  dicono  gli  inglesi,  e  dolce  casa 
dovremmo  dire  anche  noi,  gentili  lettrici. 
Ma  le  parole  non  valgono  se  non  sono  con- 
fortate dai  fatti.  Il  nido  domestico  è  assai 
caro  agli  inglesi  perche  le  loro  donne  si  ado- 
perano a  renderlo  piacevole  accudendovi, 
con  amore,  ogni  giorno.  Il  bene  va  imitato: 
facciamo  anche  noi  lo  stesso,  trasformiamo 
le  nostre  case,  da  cui,  spesso,  pel  disordine, 
per  il  cattivo  gusto  degli  arredi,  gli  uomini, 
che  vi  tornano  dopo  lunghe  ore  di  lavoro 
intenso,  esauriente,  non  vedono  l'ora  di  scap- 
pare, in  asili  lindi,  igienici,  graziosi,  dove 
l'occhio  riposi  tranquillo  e  dove  si  rinfranchi 
il  cervello.  Avremo  fatto,  cosi,  il  bene  nostro 
e  dei  nostri. 

Vi  darò,  oggi,  qualche  consiglio  igienico: 
l'igiene,  ricordatelo,  va  anteposta  a  tutto. 
Curate,  dunque,  principalmente  che  gli  into- 
nachi e  le  decorazioni  delle  pareti  siano  sem- 
pre asciutti,  che  le  carte  da  parato  e  le  tap- 
pezzerie non  contengano,  nei  colori,  sostanze 
velenose.  È  una  distinzione  sottile,  che  da 
sole,  forse,  non  saprete  fare:  ma  vi  sarà  age- 
vole consigliarvi  con  qualche  persona  cona- 
petente,  ovvero  scegliere,  nei  negozi  più  one- 
sti, degli  articoli  fini,  che,  se  costano  molto, 
in  compenso  durano  di  più  e  nuocciono  di 
meno,  anzi  non  nuocciono  affatto. 

Se  la  vostra  casa  è  modesta,  se  non  po- 
tete aumentare  il  vostro  piccolo  bilancio  do- 
mestico, sostituite  subito  alla  carta  o  alle 
tappezzerie  l'intonaco  a  calce,  preferendo  il 
color  giallo  chiai-o  e  il  cilestrino  che  su  gli 
altri  colori  hanno  il  vantaggio  di  non  offen- 
dere gli  occhi.  Quanto  al  sistema  di  pittura, 
attenetevi  alle  vernici  a  smalto,  ai  colori  a 
colla  e  ad  olio. 

Se  la  vostra  casa  ha,  invece,  la  possibilità 
d'essere  messa  con  lusso,  badate  bene  ad 
abolire  le  tappezzerie  dalle  camere  da  letto, 
e  specialmente  da  quelle  dei  bambini  e  degli 
ammalati  :  le  stotte  ritengono  troppa  polvere 
e  si  disinfettano  con  difficoltà.  Le  carte  da 
parato,  poi,  non  solo  nei  colori,  ma,  e  più, 
nella  colla  con  la  quale  si  fissano,  contengono 
traccio  di  arsenico  e  di  piombo.  Sono  veleni 
che  vi  si  lasciano  a  bella  posta  per  difen- 
dersi da-,'Ii  insetti:  ma  questo  vantaggio  non 
è  proporzionato  ai  danni  che  porta,  perchè 
sulla  pasta,  diciamo  così,  insetticida,  si  for- 
mano del  microorganismi  detti  fomiceli,  da 
cui  derivano  pericolosissimi  gas  arsenicali. 
Gli  operai  potranno  obiettarvi  che  la  colla, 
non  purificata,  non  tarderà  a  putrefarsi  :  vi 
sarà  agevole  risponder  loro  che  per  impedirlo 
basta  aggiungere,  per  ogni  chilogramma,  quin- 
dici grammi  di  acido  borico. 

E  questi  sono  i  primi  passi  ch'io  vi  con- 
siglio colla  migliore  buona  volontà  di  rendere 
davvero  dolce  il  vostro  nido. 


Siamo  In  pieno  inverno,   e  gli  effetti  del 
freddo  si  fanno,  pur  troppo,  risentirò.  Io  mi 


auguro  che  la  maggior  f  rrte  dei  miei  lettori 
non  ne  abbiano  bis  f^iao  :  ma  la  stagione  vuole 
che  impartisca  delle  norme  contro  le  bron- 
chiti, polmoniti  ed  altri  brutti  malanni  di..., 
attualità.  Le  niie,  del  resto,  saranno  norme 
profilattiche  :  io  non  vi  dico  come  dovete  cu- 
rarvi (in  certi  casi  gravi  è  indispensabile  il 
medico);  vi  dico,  invece,  come  dovete,  pro- 
venire, evitare  di  cadere  infermi.  Siate,  dun- 
que, robusti  o  gracili,  le  precauzioni  clie  vi 
converrà  prendere  durante  questo  mese,  non 
saranno  mai  soverchie.  Le  bronchiti  e  le  pol- 
moniti sono  assai  pericolose  nei  bambini  e 
nei  vecchi:  ma  non  sono,  certo,  da  prendersi 
a  gabbo  nei  giovani.  Da  venti  ai  trent'anni, 
anzi,  esse  colpiscono  con....  predilezione  spe- 
ciale, e  colpiscono  l'uomo  più  che  la  donna, 
meno  esposta,  per  il  suo  genere  di  vita,  alle 
cause  da  cui  esse  germogliano  e  infieriscono. 
La  prima  di  queste  cause  è  un  rapido  raf- 
freddamento del  corpo  dopo  un  moto  acce- 
lerato od  un  faticoso  lavoro.  E,  s'intende, 
r  uomo  vi  è  esposto,  in  linea  generale,  assai 
più  della  donna. 

Quando  le  necessità  della  vita  lo  impongo- 
no, bisogna  rassegnarsi,  confidare  nella  prov- 
videnza e  cercar  di  coprirsi  avanti  che  l'aria 
fredda  possa,  d'un  colpo,  ferir  l'organismo 
riscaldato.  Quando  l'uomo  non  si  trovi  co- 
stretto dal  bisogno  del  pane  quotidiano,  farà, 
quindi,  bene  a  sospendere  certo  genere  di 
lavoro.  Per  esempio,  d'inverno  si  fanno  molte 
gite  in  bicicletta,  si  va  a  caccia,  si  eccede 
negli  esercizi  ginnastici,  ritenendo,  in  mas- 
sima buona  fede,  di  sollevare  igienicamente 
la  propria  temperatura.  È  un  grossolano  er- 
rore: la  temperatura  si  solleva,  sì,  ma  subisce 
il  contraccolpo  dall'aria  fredda  e....  la  seconda 
parte  del  programma  distrugge  il  beneficio 
della  prima. 


Gli  effetti  del  freddo  si  manifestano  anche, 
in  maniera  palese,  sulle  nostre  estremità.  An- 
che le  persone  che  hanno  fino  ad  ieri  cantata 
vittoria,  cominciano  a  guardarsi  le  dita  con 
un  senso  di  terrore:  i  geloni,  gli  eterni  ne- 
mici tornano  a  deturparle.  Non  è  una  ma- 
lattia ma  costituisce,  lo  stesso,  una  soflerenza. 
Ed  una  sofferenza  doppia  :  tìsica  e....  morale. 
Le  belle  signore  si  rassegnerebbero  presto 
al  dolore:  quanti  dolori  non  sopportano  in 
omaggio  a  madonna  moda?  Ma  non  sanno 
rassegnarsi  alla  profanazione  che  si  com- 
mette dai  geloni  sulle  loro  manine  bianche 
morbide,  affusolate....  Cerchiamo  dunque  di 
venire  in  aiuto  della  loro  vanità,  più  che 
delle  loro  pene.  I  geloni  si  combattono  e 
con  parecchie  armi  tutte  taglientissime:  chi 
vi  dice  che  mandarli  indietro  nuoccia  alla 
salute,  mentisce.  Ho  fatto  degli  esperimenti 
su  me  stessa,  e  sto  bene  come  prima.  Co- 
mincerò col  proporvi  11  metodo  che  predi- 
ligo perchè  più  semplice,  più  innocuo  e  più 
sicuro.  Prendete,  dunque,  uua  catinella  a  me- 


-GÌ  - 


ti  pioi;.t  ,...-.  ti^piil;»,  con  sale  o  senapa, 

iiìatcvt  le  niAiii  ammalato,  e  gradatamente, 
..Ito  versare  da  una  persona  sull'acqua  te- 
pida aequa  bollente.  Vi  parrà  subito  di  non 
poter  resistere:  ma  siate  forti  e,  a  mano  a 
mano,  resisttn-ete  benissimo.  Quando  l'acqua 
s;irà  bollente  al  punto  da  fumire  nella  ca- 
tinella, e  voi,  anche  contorcendovi  un  po', 
giudicherete  giunto  l'apice  della  tollerabilità, 
to^'liete  via  lo  mani.  Esse  sai-anno  divenute 
livide:  ma  ben  presto,  asciugate  con  un  pan- 
no, riprenderanno  11  loro  colore  e  cesseranno 
di  darvi  prurito.  Ripetete  per  pochi  giorni 
quotidianamente  l'operazione,  e  tutto  sarà 
scomparso. 

Altri  metodi  consistono  in  un  rapido,  ri- 
petuto pas.saggio  dall'acqua  bollente  di  una 
oatinolla,  all'acqua  freddissima  di  un'altra 
(se  l'operazione  si  fa  di  sera,  le  mani  po- 
tranno, dopo,  spargersi  di  finissima  polvere 
'.i  riso  e  fasciarsi  con  pezzuole  di  tela);  nella 
ntura  di  Iodio,  adoperata  con  precauzione 
tse  no  si  corre  il  rischio  di  soffrire  di  più 
per  la  caduta  della  pelle). 

Se,  poi,  le  vostre  mani  sono  screpolate  sol- 
tanto, limitatevi  a  fregar  la  parte  sofferente 
col  sugo  d'una  cipolla. 


Dopo  avervi  detto  che  non  vi  dovete  scal- 
dare quando  vi  trovate  all'aria  aperta,  voglio 
indicarvi  il  modo  di  scaldarvi  quando  vi  tro- 
vate chiusi  nelle  vostre  camere.  Vi  sng^reri- 
sco  un  rimedio  contro  il  freddo  ai  piedi,  ed 
una  bevanda  contro  il  freddo  allo  stomaco. 

Chi  è  costretto  a  restarsene  lunghe  ore 
a  tavolino,  a  scrivere  o  a  cucire,  sa  quanto 
sia  penoso  sentirsi  gelate  le  estremità.  I  piedi 
freddi  danno  un  senso  di  malessere,  che  atro- 
fizza ogni  facoltà  mentale.  Avviluppate,  dun- 
que, come  non  sdegnano  le  elegantissime  si- 
gnore di  Pietroburgo,!  vostri  piedi,  al  di  sopra 
della  calza,  in  un  foglio  di  carta,  e  poi  met- 
tete pure  le  scarpe.  L'aria,  così,  non  vi  può 
più  penetrare,  e,  quindi,  il  freddo  cessa  im- 
mancabilmente. Preferite,  invece,  un  altro  ri- 
medio? Servitevi  della  senapa.  Ba.sta  che  ne 
spargiate  appena  l'interno  delle  calze  perchè 
scompaiono,  col  riscaldarsi  delle  estremità, 
tutti  i  malanni  che  si  devono  all'affluenza 
del  sangue  al  centro  dell'organismo. 

Ed  ecco,  ora,  la  bevanda.  Si  tratta  d'un 
cfiffè  e  latte  all'egiziana,  ottimo  per  scaldarvi 
con  dolcezza  lo  stomaco.  Versate  in  una  coppa 
di  cristallo,  o  di  terra;,'lia,  tanto  caffè  e  tanto 
latte  freddo  quanto  vi  basti:  frullatevi  den- 
tro dei  torli  d'uova  (uno  per  persona),  ag- 
giungetevi lo  zucchero  necessario  ed  un  bic- 
chierino di  cogline.  A  fuoco  lento  farete  cuo- 
cere, agitando  piano  con  un  mestolino,  tutto 
ciò:  e  quando  il  contenuto  (che,  naturalmen- 
te, si  troverà  in  un  recipiente  di  latta»,  salirà, 
per  il  bollore,  fino  all'orlo,  versatelo  nelle 
tazze  e  servite. 


*  * 

Ma  passiamo  a  qualche  consiglio  che  ri- 
guardi le  vostre...,  suppellettili. 

Molti  commettono  l'errore  di  mandare  al 
bucato  le  lanerie.  Niente  di  più  disastroso: 
esse  si  restringono,  si  consumano,  durano  la 

L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto 
il  rimedio  delie  malattie 


metà.  Via  la  ;......,. .....i,  o  fato  d,i  v,.i  stesse: 

con  venticinque  grammi  di  bicarbonato  di 
soda  In  mezza  vasca  d'acqua  fredda,  ci  ver- 
rete a  capo  presto  e  bene.  Tutfate  la  maglia 
nella  soluzione,  lasclatevela  dodici  oro,  e,  nel 
toglierla,  badate  di  non  torcerla  affatto  ma 
di  risciacquarla  soltanto  nell'acqua  pura,  fin- 
ché dall'acqua  medesima  sia  scomparsa  ogni 
traccia  di  torbido.  Infine,  sempre  senza  tor- 
cerla, levatela  dalla  vasca  per  distenderla 
all'ombra.  Gocciolerà,  ma  non  Importa:  po- 
trete sottoporvi  una  catinella,  se  la  corda 
dove  su  cui  la  tendete  è  in  una  stanza. 

Volete,  ora,  sapore  come  si  conservano  gli 
ombrelli?  In  un.a  maniera  semplicissima;  te- 
nendoli sciolti.  È  un  grave  errore  arroto- 
larli: lo  strofinio  della  seta  contro  la  mano 
lascia  che  quella  si  incida  e  si  .scolori  presto, 
dove  è  piegata  longitudinalmente.  L'ombrello 
sciolto  non  è  estetico:  ma  dura  il  doppio. 


Eccovi,  adesso,  qualche  utile  ricetta.  L'in- 
chiostro azzurro  è  molto  ricercato  dalle  si- 
gnore: per  ottenerlo  denso  come  quello  ci- 
nese, sciogliete  in  una  sutficien 'e  quantità  di 
acqua,  un'onc'a  gras.sa  d'indaco  fino,  un'on- 
cia d'acido  solforico,  e  un'oncia  grassa  di  al- 
lume. Fate  precipitare  la  soluzione  aggiun- 
gendovi un  po'  di  sotto-carbonato  di  potas.sa. 

Vediamo,  adesso,  come  si  può  imbandire 
un'ottima  trota  alla  genovese.  Mettete  nella 
casseruola  un  pezzo  di  burro  con  funghi, 
prezzemolo  e  cipolle  tagliate.  Appena  tutto 
sarà  cotto,  aggiungete  uno  crosta  di  pane 
che  avrete  fatto  già  cu>^cere  nel  vino  insieme 
colla  trota.  Ne  risulterà  una  salsa  magnifica, 
entro  cui  voi  servirete,  dopo  averla  fatta  goc- 
ciolare per  bene,  la  trota. 

Non  posso  chiudere  meglio  questo  "  re- 
parto culinario  „  che  insegnandovi  a  confe- 
zionare la  storica  focaccia  dei  Re  Magi,  di 
cui,  in  Francia,  il  giorno  dell' Epifaniai,  non 
manca  nessunissima  mensa.  Essa  contiene 
un  chicco  di  fava,  e  colui  al  quale  tocca  in 
sorte  la  fetta  che  lo  racchiude,  viene  dichia- 
rato Re  o  Regina  ed  imposto  ai  festeggia- 
menti degli  altri.  L'usanza  si  vuol  derivata 
da  una  cerimonia  ecclesiastica  degli  antichi 
tempi,  consistente  nell' eleggere  fra  i  cano- 
nici colui  il  quale  doveva  officiare  nel  giorno 
dell'Epifania. 

Ma  basta  con  la  storia:  veniamo  presto 
alla  ricetta.  Lavorate  tre  rossi  d' ovo  con 
150  grammi  di  zucchero,  aggiungetevi  cin- 
quanta grammi  di  farina  di  patate,  poi  150 
grammi  di  mandorle  dolci  sbucciate,  poi  il 
sugo  e  la  superficie  raschiata  di  un  arancio 
e  mezzo.  A  questo  miscuglio  unite,  in  ulti- 
mo, le  chiare  delle  tre  ova,  versate  tutto  in 
una  scatola  di  carta  unta  di  burro  alla  gro.s- 
sezza  di  un  dito  e  mezzo,  e  cuccete  al  fuoco, 
a  moderatissimo  calore. 

Le  guarnizioni,  a  cottura  finita,  le  farete 
con  la  chiara  d' ovo,  lo  zucchero  a  velo, 
l'agro  di  limone  ed  il  rosolio,  adoperando  una 
sola  chiara  d'ovo,  130  grammi  di  zucchero 
un  quarto  di  limone,  ed  una  cucchiaiata  di 
rosolio.  Coperta  che  abbiate  la  focaccia  con 
questo  miscuglio,  essa  asciugherà  da  sé,  senza 
bisogno  di  fuoco.  Non  dimenticate  la  favai 

ricostituente,  la  salute  delle  donne, 

denli    nrn;ini   rlinpr^nti 


-  G2  - 

EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 

FEBBRAIO 


1  (1886).  —  Il  capitano  Lado  dei  RR.  Ca- 
rabinieri, nato  ad  Ozieri,  essendo  rovinata  a 
Benevento  gran  parte  di  un  edifizio  destinato 
a  scuole  elementari  femminili,  penetra  per 
11  primo  carponi  sotto  le  macerie,  e  riesce  a 
salvare  due  bambine  che  ancora  erano  nella 
scuola  al  momento  della  rovina. 

a  (1864).  —  Il  brigadiere  Forloni  ed  i 
carabinieri  Rizzi,  Favalta,  Lucarini  e  Ber- 
nardi, della  stazione  di  Acerenza,  sono  cir- 
condati da  25  briganti  a  cavallo.  Il  Forloni 
e  il  Favalta  muoiono  combattendo  e  racco- 
mandando ai  compagini  l'onore  della  divisa: 
poi  muore  il  Rizzi.  Gli  altri  due  si  ritirano 
sovra  un'altura,  e  quantunque  il  moschetto 
del  Bernardi  sia  divenuto  inservibile,  resi- 
stono per  un'altra  mezz'ora,  fin  quando  non 
sopraggiunge  in  loro  soccorso  una  compagnia 
di  G.  N.  mobile. 

3  (1834).  —  Giovanni  Battista  Scapaccino, 
carabiniere  a  cavallo,  d'Incisa  Belbo,  tor- 
nando da  Chambery  alla  stazione  d'Echèlles, 
trova  occupata  la  caserma  da  una  banda  ri- 
voluzionaria. Afferrate  le  redini  del  cavallo, 
gli  intimano  di  gridare  Viva  la  Beptibblica: 
egli  risponde  col  grido  di  Viva  il  Re,  ed  è 
ucciso  da  due  fucilate. 

4  (1812).  —  La  fortezza  spagnola  di  Peni- 
scola,  di  lesa  da  1000  uomini  con  66  cannoni, 
capitola  dopo  otto  giorni  d'assedio,  investita 
dal  lo  reggimento  leggero  italiano  coman- 
dato dal  colonnelo  Arese,  dirigendo  i  lavori 
d'approccio  i  capitani  Vacani  e  Guaragnoni. 
Il  maresciallo  Suchet  esprime  la  sua  piena 
sodisfazione  per  gli  assedianti. 

5  (1861).  —  Alcuni  briganti  della  banda 
Chiavone  tentano  una  sorpresa  notturna  al 
villaggio  di  Cese,  sulle  montagne  di  Civitella 
Rovereto.  Ma  il  parroco  don  Vincenzo  Tomei 
dalle  finestre  di  casa  tira  contro  di  essi  pa- 
recc-hl  colpi  di  fucile,  mentre  il  campanaro 
.suonando  a  stormo  fa  accorrere  la  truppa 
ohe  trova  due  briganti  feriti. 

6  (1864).  —  Un  drappello  di  ussari  di 
Piacenza  ed  un  plotone  dell'  11»  bersaglieri, 
perlustrando  le  rive  dell' Ofanto,  incontrano 
due  briganti  a  cavallo  che  si  gettano  nel  fiu- 
me per  passarlo  a  nuoto.  Gli  ussari  tirano 
qualche  colpo  di  moschetto  che  va  a  vuoto. 
Il  bersagliere  Botta  si  spoglia,  ed  armato 
della  sola  daga  si  getta  nel  fiume,  raggiunge 
un  brigante  e  lo  fa  prigioniero. 

7  (1862).  —  In  Ni  astro,  Giovanni  Pazzi 
tamburino  del  IT»  fanteria,  riportando  una 
grave  ferita  alla  spalla,  salva  la  vita  ad  un 
brigadiere  di  P,  S.  che,  stramazzato  a  terra, 
stava  per  essere  finito  da  alcuni  malfattori 
armati  di  stili. 

8  (1846).  -  A  Salto  Sant'Antonio,  nel- 
l'Uruguay, la  legione  Italiana  comandata  da 


Garibaldi,  attaccata  da  forze  molto  superiori, 
fa  prodigi  di  valore  respingendo  la  cavalleria 
e  distruggendo  la  fanteria  nemica.  France- 
sco Anzani,  di  Alzate,  già  ferito,  rimasto  a 
guardia  del  forte  con  12  uomini  validi  e  po- 
chi ammalati,  alla  intimazione  d'arrendersi 
risponde  con  la  minaccia  di  dar  fuoco  alle 
polveri  facendo  saltare  il  forte.  L' Anzani,  ve- 
nuto con  Garibaldi  in  Italia  nel  1848,  morì 
appena  arrivato  a  Genova. 

9  (1889).  —  In  Licata  (Girgenti)  i  cara- 
binieri Nunzi  e  Faulisi  Inseguono  cinque 
malfattori  armati,  che  già  avevano  gi-ave- 
mente  ferito  una  guardia  daziaria.  Da  una 
nuova  scarica,  il  Faulisi  riceve  una  grave 
ferita  all'addome,  ma  ciò  non  ostante  si  rialza 
ed  insegue  i  feritori,  sparando  contro  di  essi 
vari  colpi  di  rivoltella,  fino  a  quando  egli  non 
è  caduto  morto. 

10  (1805).  —  Due  distaccamenti  di  reg- 
gimenti italiani,  imbarcati  su  piccole  navi  da 
trasporto,  sono  assaliti  da  legni  inglesi  nel 
tragitto  da  Caiais  a  Boulogne,  e  li  respingono. 
Sono  encomiati  solennemente  il  tenente  Vet- 
tori, il  sergente  Jacquet,  ed  il  volontario  Bel- 
trami  morto  durante  il  combattimento. 

11  (1814).  —  Carlo  Signoretti,  di  Barge, 
dopo  aver  fatto  con  grande  onore  tutte  le 
campagne  napoleoniche,  combattendo  a  Ma- 
rengo, Austerlitz,  Eylau,  Wagram  ed  Jena,  e 
nella  campagna  di  Russia,  in  quella  di  Fran- 
cia, comandando  l' li»  reggimento  di  fanteria 
francese,  difende  per  ventiquattro  ore  la  po- 
sizione di  Nogent  sur  Seine  contro  gli  al- 
leati, perdendola  e  riconquistandola  per  due 
volte. 

la  (1813).  —  Il  generale  Palombini,  di- 
retto da  Madrid  in  Biscaglia,  guidando  egli 
stesso  un  battaglione,  sgombra  le  alture  di 
Posa  occupate  da  4000  Spagnoli,  e  mentre 
sopraggiungono  altre  truppe  della  sua  divi- 
sione li  mette  in  fuga,  meritando  particolari 
elogi  gli  ulficiali  Matteucci,  Abati,  Bernardini, 
Del  Finto,  Baccarini  e  Rasi. 

13  (1861).  —  Le  batterie  costruite  per 
battere  la  piazza  di  Gaeta  aprono  simultanea- 
mente il  fuoco.  Molti  soldati  cadono  morti  o 
feriti:  un  cannoniere  della  batteria  Vinai  si 
fa  amputare  un  braccio  senza  lasciare  il  suo 
posto,  e  dice  al  capitano  che  lo  conforta:  "  Mi 
dispiace  soltanto  di  non  potere  più  far  fuo- 
co! „  Scoppia  nella  piazza  la  polveriera  Tran- 
silvania  e  Gaeta  capitola. 

14  (1814).  —  Giacomo  Pasquale,  nato  nel 
Biellese,  guardia  del  genio  di  1»  classe,  rin- 
chiusosi con  100  soldati  il  27  settembre  1813 
nel  castello  di  Monzon  (Aragona),  ottiene  ono- 
revole capitolazione  dopo  Ito  giorni  d'asse- 
dio dal  nemico  ohe  lo  assediava  con  3000 
uomini. 

(Continua  a  pag,  66). 


-  63  - 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


3.  -  LEONARDO  DA  VINCI 
(Vinci    presso   Empoli    1452-1519) 

una  delle  più  grandi  figure  del  Rinascimento  italiano,  pittore,  scultore,  architetto,  scrittore, 
pensatore,  scienziato,  vero  ingegno  universale.  A  dargli  gloria  come  pittore  bastano  il  Ce- 
nacolo di  S.  M.  delle  Grazie,  capolavoro  che  muore  ma  che  resta  pur  sempre  una  delle 
più  sublimi  creazioni  dell'arte,  la   Vergine  delle  Rocce,  la  Gioconda. 


GENN.-PBBBR.  1908 


-^  64  - 


(6»  Settimana) 


26  Domenica!  ""e^ta  delia  S.  Famìglia, 
26-341  istituita  da  Leone  XIII 

'  nel  1892.  —  B.  Alberigo, 

abate  dell'ordine  cistcrciense,  morì  l'a.  1109. 
—  S.  Atanasio,  vescovo  di  Sorrento,  sul  prin- 
cipio del  see.  VI.  —  S.  Teofanie,  da  Cento- 
celle  (sec.  VI).  —  S.  Policarpo,  vescovo  e  mar- 
tire. Ebbe  la  bella  sorte  di  conversare  con 
quelli  che  avevano  veduto  Gesù  Cristo.  Fu 
ordinato  vescovo  di  Smirne  da  S.  Giovanni 
evangelista  l'anno  96.  Fervendo  la  persecu- 
zione e  condotto  davanti  al  proconsole,  ne- 
gando di  sacrificare  agli  dèi,  venne  martiriz- 
zato l'anno  166. 

Memorandum.  —  C  U.  Q.  a  ore  IC.l"". 


27  Lunedì 

S7-340 


S.  Giovanni  Crisostomo 

detto  Crisostomo  da  due 
voci  greche  significanti 
hocca  d'oro,  per  la  sua  straoi-dinaria  eloquenza. 
Promosse  utilissime  riforme  e  tentò  correg- 
gere i  costumi.  Molti  perciò  lo  presero  a 
odiare  e  x'iuscirono  a  farlo  esiliare.  Morì,  dopo 
molte  persecuzioni  sofferte,  l'anno  407.  — 
B.  Manfredo  Settàla,  milanese,  eremita.  — 
S.  Devota,  vergine  còrsa,  martire  nella  perse- 
cuzione di  Diocleziano  (284-305).  —  S.  Flavia- 
no,  romano,  martire  a  Montefiascone  (sec.  IV). 
—  S.  Emiliano,  vescovo  di  Trevi,  l'anno  298, 
martire.  —  S.  Mario  o  Maio  (555)  monaco, 
venerato  a  Forcalquier.  —  A  Catanzaro  festa 
patronale  di  S.  Vitaliano. 

Memorandum.  —  Natalizio  di  Guglielmo  II 
imperatore  di  Germania  (1859).  —  Oggi  pa- 
gamento degli  stipendi  agli  impiegati  gover- 
nativi. 


28  Martedì  1     S.  Cirillo,  vescovo. 
S8-339  Oriundo  d'Alessan- 

dria d'Egitto.  Venuto  a 


morte  Teofllo  suo  zio,  egli  ne  fu  degno  suc- 
cessore. Il  suo  zelo  e  la  sua  dottrina  riful- 
sero quando  l'eresiarca  Nestorio,  patriarca 
di  Costantinopoli,  sostenne  esservi  in  Cristo 
due  persone,  e  Maria  non  essere  madre  di 
Dio.  Ad  Alessandria  è  celebrata  la  sua  pa- 
tronale il  9  febbraio.  11  santo  vescovo  morì 
nel  444.  —  B.  Bartolomeo  da  Pisa,  monaco 
camaldolese,  morto  l'a.  1224.  —  S.Paolino, 
patrono  di  Aquileia,  oriundo  del  Friuli,  dove 
è  festeggiato  (726-804). 


Memorandum. 


29  Mercoledì!  S.  Francesco  dì  Sales. 

29-333  Vescovo  di  Ginevra, 

^  morì  a  Lione  l'a.  1622. 

Fu  dichiarato  pi-otettore  dei  Seminari  delle 

missioni  estere.  —  S.  Aquilino,  prete,  marti- 


rizzato dagli  ariani  a  Milano,  patrono  dei  fac- 
chini (sec.  VI).  —  B.  Villana  Botti,  matrona,  da 
Firenze,  del  terz' ordine  domenicano,  motta 
l'anno  1370.  —  A  Perugia  festa  patronale  di 
S.  Costanzo. 

Memorandum.  —  Oggi,  domani  e  domau 
l'altro,  ultimi  giorni  di  gennaio,  a  Milano  e 
in  altri  luoghi  della  Lombardia,  sono  detti  i 
tre  giorni  della  Merla,  e  si  crede  che  siano 
giorni  freddissimi. 


30  Giovedì   l^-  'PPOl'to,  prete,  mart. 
30-33*?  1       D'Antiochia,  corona- 

to di  martirio  nella  per- 
secuzione di  Decio  (250-2511.  —  S.  Aldegonda, 
vergine,  abbadessa,  morta  l'a.  680.  —  S.  Fe- 
lice III,  papa  dal  483  al  492.  —  S.  Armentario, 
vesc.  di  Pavia  (sec.  Vili).  —  S.  Savina,  ma- 
trona, da  Lodi  (sec.  IV).  —  S.  Giovanni  pa- 
triarca di  Alessandria  (608-619).  Ebbe  il  so- 
prannome di  elemosiniere  per  le  sue  generose 
elargizioni  ai  poveri. 


Memorandum. 


3 1   Venerdì   1        S.  Giulio,  prete. 

31-336  Onorato  nell' isoletta 

omonima  nel  lago  d'Oi-- 
ta  (Novara),  ove  riposa  il  suo  corpo  (330-400). 
—  S.  Marcella,  vedova  romana  (sec.  V).  — 
S.  Ciro  e  Giovanni,  martiri,  onorati  a  Vico 
Equense  (Napoli).  —  S.  Geminiano,  vescovo 
di  Modena.  Festa  patronale  a  Modena  ed  a 
Pontremxoli. 


Memorandum. 

miniano. 


A  Modena  fiera  di  S.  Ge- 


1  Sabato 

32-335 


S.  Severo,  vescovo. 

Vescovo  di  Ravenna 
dal  283  al  348.  -  B.  An- 
tonio Peregrino,  della  famiglia  Manzia,  morto 
l'a.  1267,  onorato  a  Padova.  —  B.  Andrea,  da 
Segni  (Roma),  minorità  ad  Anagni,  a' tempi  di 
Bonifacio  Vili.  -  Festa  patronale  di  S.  Ver- 
diana a  Castelflorentino. 

Memorandum.  —  Agli  albi  municipali  si 
pubblicano  per  15  giorni  le  liste  elettorali, 
commerciali  e  la  lista  di  leva.  —  Cessa  nella 
provincia  di  Cagliari  il  permesso  di  caccia 
minuta.  —  Per  questo  mese  e  per  tutto  marzo 
sono  vietati  la  pesca  e  il  commercio  dei  te- 
moli 0  dei  latterini:  e  sino  a  tutto  maggio  la 
pesca  delle  ariguste.  —  Estrazione  del  prestito 
a  premi  della  Croce  Rossa  Italiana  e  del  Pre- 
stito Unificato  fiorentino  1880.  —  Scadenze 
cuponi  Prest.  a  premi  e  frutt.  della  città  di 
Napoli  (1871). 


FEBBRAIO  1908 


-  65  -- 


(6»  Settimana) 


2  Domenica  I  Purificazione  di  Maria. 
33-33'!  Cerimonia   speciale 

presso   gli   ebrei,  pre- 


scritta alle  madri  (vedi  nel  Levitieo  capo  XII 
Ters.  6-8)  ed  adempita  anche  da  Maria.  S.  Ser- 
gio I  papa  ne  istituì  la  festa  verso  il  689,  ag- 
giungendovi la  processione  delle  candele.  — 
8.  Lorenzo,  benedettino  italiano,  vescovo  di 
Canterbury,  morto  l'anno  619.  Patronale  della 
diocesi  di  Cuneo.  —  8.  Rodippo,  vescovo  di 
Lentini  (Siracusa). 

Memorandum.  —  ®  L.  N.  a  ore  9,37"'.  — 
Un  noto  proverbio  toscano  intorno  alle  vi- 
(-ende  meteorologiche  di  oggi,_dice:  "  Per  la 
--.inta  Candelora  [la  J'unficazi'one],  se  nevica 

■  se  plora  [piove],  dell'  inverno  siamo  fuora  ; 
-..'  è  sole  o  solicello,  siamo  a  mezzo  inverno  „. 

-  Capodanno  cinese.  Primo  giorno  della  pri- 
vì!i  luna  dell'anno  Vu-scen  (anno  45  del  76» 


3  Lunedì      1     S.  Biagio,  martire. 

34-333  Nativo    di    Sebaste 
(Palestina),    medico    e 


vescovo  della  stessa  città,  martirizzato  verso 
l'anno  316.  —  S.  Lorenzo,  vescovo  di  Spoleto 
dal  552  al  563.  -  S.  Gilberto,  mart.  —  S.  Ade- 
lino, abate  di  Celles  (Liegi),  trasse  vita  romita 
in  quel  cenobio  con  altri  compagni,  e  mori 
nel  690.  Le  sue  ceneri  riposano  a  Wiset,  pic- 
cola città  sulla  Mosa,  dove  nel  1338  fu  pure 
trasportato  il  capitolo  di  Celles. 

Memorandum.  —  A  Modena,  commemora- 
zione patriottica  del  tentativo  insurrezionale 
di  Ciro  Menotti  (1831).  —  Oggi  in  Livorno  co- 
mincia il  Carnevale,  per  speciale  costumanza 
della  città  in  seguito  ad  un  voto  fatto  nel  1742 
dopo  nove  fortissimi  terremota 


4  Martedì     1     ^-  Gelasio,  martire. 
35-332  Morto  per  la  fede  a 

'Fossombrone  coi  santi 

Aquilino,  Gemino,  Magno  e  Donato.  —  S.  Ve- 
ronica o  Berenice,  di  Edessa:  colei  che,  se- 
condo la  pia  tradizione,  avrebbe  asciugato  a 
Gesù  condotto  a  morte  il  volto  madido  di 
sudore  e  sangue  (sec.  I).  —  S.  Giuseppe  da 
Leonessa  (Aquila  degli  Abruzzi)  cappuccino 
(1556-1612). 

Memorandum.  —  Principio  del  nuovo  anno 
per  i  mussulmani.  —  Festa  di  3.  Agata  a  Ca- 
tania, col  giro  del  Santo  Corpo.  Passeggiata 
delle  'ntuppatedde  (ora  presso  che  in  disuso). 
—  Genetliaco  della  Principessa  Maria  Elisa- 
betta, Duchessa  di  Genova,  madre  della  Re- 
gina Margherita  (1830). 


5  Mercoledì 

36-331 


S.  Agata,  verg.,  mart. 

Siciliana:  sabì  il 
martirio  per  la  fede 
l'a.  251,  sotto  l'imperatore  Decio.  È  U  patrona 
di  Catania,  —  8.  Abramo,  tp«oovo.  martir* 
di  Arbfllla,  oadnto.  sAooodo  Soaomezio.  Balla 


persecuzione  di  Sapore  (348).  —  S.  Avito,  ar- 
clveso.  di  Vienna,  nativo  dell'Alvernla,  eletto 
nel  490  e  morto  nel  525.  —  S.  Alice,  vergine. 
Vuoisi  che  questo  vocabolo  sia  il  femminile 
di  Alessio. 

Memorandum.  —  La  repubblica  di  San  Ma- 
rino festeggia  l'anniversario  della  sua  libera- 
zione dal  card'.  Alberoni  (1740):  le  campane 
della  città  e  dei  castelli  suonano  a  festa  già 
da  tre  giorni.  —  Festa  e  fiera  di  S.  Agata  al 
Bisagno  (Genova).  —  Pagamento  delle  pen- 
sioni governative  di  prima  categoria  (non  ol- 
tre le  500  lire  annue). 


6  Giovedì 

37-330 


S.  Dorotea,  verg.,  mart. 
Di  Cesarea   di  Cap- 

padocia,  mart.  l'a.  308. 
—  S.  Giacinta  Marescotti,  istitutrice  dell' ar- 
ciconfraternita  dei  Sacconi  morta  nel  1G40, 
venerata  a  Viterbo  (Roma).  —  S.  Amando, 
vescovo  di  Maestricht,  oriundo  francese.  Fu 
l'apostolo  delle  Fiandre  e  degli  slavi  della 
Corinzia.  Morì  nonagenario  nel  675,  e  le  sue 
spoglie  riposano  nella  chiesa  dell'abbazia  di 
Elmon,  che  porta  il  suo  nome  (Butler). 

Memorandum.  —  Nascita  del  Principe  Tom- 
maso, Duca  di  Genova  (1854). 


7  Venerdì 

38-329 


S.  Romualdo,  abate. 

Nativo  di  Raven- 
na, della  famiglia  degli 
Onesti,  fond.  dell'eremo  di  Camaldoli  e  del- 
l'ordine de' Camaldolesi,  con  la  regola  bene- 
dettina: 956-1027.  —  S.  Riccardo,  re  d'Inghil- 
terra, morto  a  Lucca,  recandosi  pellegrino 
a  Roma,  l'a.  771.  —  S.  Teodoro,  soldato,  mar- 
tire sotto  Licinio  (314-323)  in  Eraclea  del 
Ponto. 

Memorandum.  — 


8  Sabato 

39-328 


S.  Giovanni  di  Matha 
e  S.  Felice  di  Valois. 

Fondarono  l'ordine 
dei  Trinitarii,  per  il  riscatto  dei  cristiani  schia- 
vi dei  Turchi;  1169-1213.  —  S.  luvenzio  o 
Evenzio  I,  vesc.  di  Pavia  (sec.  II).  —  S.  Ono- 
rato Castiglioni,  vesc.  di  Milano  dal  568  al  572 
(o  580  secondo  il  Sassi),  morto  esule  a  Genova. 
—  S.  Paolo,  vescovo  di  Verdun.  Morì  nel  634 
e  fu  sepolto  nella  chiesa  della  stessa  città, 
che  porta  il  suo  nome.  —  S.  Pietro  Igneo,  mo- 
naco vallombrosano  che  combattè  oontxo  la 
simonia,  e  morì  nel  1088. 


Memorandua. 


V  Olio 


é  il 


lA  rieaitltuMts.  la  lalirts  dalla  donna. 


{FEBBRAIO  -  Vedi  a  pag.  62).  —   ^ 

15  (1807).  —  Francesco  Signoretti,  cH 
Barae,  capitano  nel  21»  dragoni  francesi,  as- 
salito improvvisamente  a  Weissenstein,  con 

I  suoi  uomini  appiedati,  da  500  cosacchi,  li 
affronta  e  con  un  vivo  fuoco  li  mette  in  fuga, 
meritando  d'essere  portato  all'ordine  del 
giorno  dell'esercito.  Si  segnalò  poi  In  Spagna 
combattendo  a  Figuerola  contro  gli  Inglesi, 
e  nella  giornata  di  Waterloo  dove  condusse 
ripetutamente  alla  carica  gli  squadroni  del 
4»  ussari. 

16  (1896).  —  Il  tenente  Cesare  Cisterni 
del  190  fanteria,  mandato  dal  forte  di  Adigrat 
In  recognizione  verso  il  passo  di  Seetà  occu- 
pato dai  ribelli,  Incontrate  numerose  bande, 
con  soli  66  uomini  ne  sostiene  l'urto,  e  quan- 
do è  minacciato  da  ogni  parte  si  ritira,  sem- 
pre combattendo,  fino  al  forte  dal  quale  era 
partito. 

(1808).  —  Le  truppe  vicereali  delle  di- 
visioni italiane  Pino  e  Lechl,  ed  i  napole- 
tani condotti  dal  Carrascosa,  combattono  gli 
Spagnoli  a  Llinas.  11  colonnello  Balabio  slan- 
cia i  dragoni  Napoleone  sulle  batterie  nemi- 
che: gli  ufiQciali  Bovio  e  Scanagatti  Giovanni 
sono  i  primi  a  slanciarsi  su  due  cannoni.  I 
capitani  Gagliardi  e  Schiazzetti  inseguono 
il  nemico  che  lascia  sul  campo  molti  morti 
e  feriti;  e  gli  fanno  1400  prigionieri  compreso 

II  generale  di  brigata  Gamboa,  prendendo 
inoltre  2  bandiere  e  10  cannoni. 

17  (1885).  —  Beniamino  Leone,  appun- 
tato dei  RR.  Carabinieri,  affronta  solo  con 
singolare  coraggio  due  facinorosi,  e  quantun- 
que ferito  da  un  colpo  di  fucile,  li  insegue, 
poi  penetra  in  una  casa  di  Cerignola  dove  si 
sono  rifugiati,  e  li  arresta. 

18  (1814).  —  Francesco  Domenico  Rusca, 
medico,  arruolatosi  nell'esercito  francese  nel 
1794,  inalzato  al  grado  di  generale  nel  1796, 
dopo  essere  stato  ferito  alla  battaglia  della 
Trebbia,  ebbe  nel  1809  il  comando  di  una 
divisione.  Meritata  fama  nel  1813  in  Tirolo, 
avuto  il  comando  delle  riserve  e  delle  guar-- 
die  nazionali  nel  1814,  muore  difendendo  la 
città  di  Soissons  contro  gli  alleati. 

19  (1869).  —  Parte  della  3*  compagnia 
del  9o  fanteria  distaccata  a  Leonforte  (Sicilia) 
circondata  una  masseria  in  contrada  Cipolla, 
dove  sono  rinchiusi  circa  50  briganti,  non 
ostante  la  loro  viva  resistenza  ne  uccide  25 
e  fa  gli  altri  prigionieri. 

20  (1810).  —  A  Vicque,  in  Spagna,  il  reg- 
gimento italiano  dragoni  Napoleone,  soste- 
nuto da  poca  artiglieria,  carica  la  cavalleria 
spagnola  disordinandola  e  facendo  un  mi- 
gliaio di  prigionieri.  Il  dragone  Francesco 
Baratelli  si  slancia  primo  fra  i  nemici  e  s'im- 
padronisce di  una  bandiera;  11  dragone  Mo- 
netti ricupera  un  pezzo  d'artiglieria  già  pre- 
so dagli  Spagnoli. 

«1  (1862).  —  Alessandro  Marchesi,  sotto- 
tenente dell'Ilo  fanteria,  con  soli  30  soldati 
mette  in  fuga  dal  villaggio  di  San  Pietro  (Sala 
CouHiliua)  150  briganti,  impadruueadosl  di 
m-mi,  cavalli  e  muniziont 


»a  (1850).  -  Appena  letta,  in  corte  d'as- 
sise a  Tonno,  la  sentenza  contro  i  17  com- 
ponenti la  banda  Artusio,  questi  si  avventano 
contro  i  sei  carabinieri  che  stavano  a  loro 
guardia,  tentando  di  disarmarli.  Il  maresciallo 
Panizza,  afferrato  per  il  collo  dal  più  furente 
dei  ribelli,  lo  uccide;  l'energia  ed  il  sangue 
freddo  dei  cinque  militi  riesce  a  sottomet- 
tere gli  altri. 

a3  (1813).  —  Il  4°  reggimento  cacciatori 
a  cavallo  italiani,  comandato  dal  colonnello 
Erculei,  assalito  da  4  reggimenti  russi  fra  bo- 
schi e  paludi  vicino  a  Stanberg,  si  difende 
valorosamente,  lasciando  sul  campo  700  fra 
morti  e  feriti.  Il  capo  squadrone  Giovanni 
Re,  con  gli  ufficiali  Beccaria,  Bordogni  e 
Franzi,  salva  un  convoglio  di  40  carri  di 
feriti. 

24  (1863).  —  Il  sottotenente  Camillo  Lau- 
ri, del  39»  fanteria,  visti  alcuni  briganti  a  ca- 
vallo internarsi  in  un  bosco  vicino  alla  mas- 
seria Francavilla  (Benevento)  li  assale  con 
16  uomini.  Trovatosi  ciicondato  da  80  bri- 
ganti, tenta  di  aprirsi  una  strada  con  la  baio- 
netta; ma  dopo  una  lunga  mischia  a  corpo  a 
corpo,  nessuno  cedendo  le  armi,  tutti  cadono 
intorno  al  loro  ufficiale.  Si  segnalano  fra  i  ca- 
duti, il  sergente  Parisini  bolognese,  il  capo- 
rale Biagio  Benciveuni,  i  soldati  Fantazzini, 
Taddia,  Gamberini,  Lodovisi  e  Bettini. 

25  (1809).  —  I  dragoni  Napoleone,  co- 
mandati dal  colonnello  Balabio,  al  ponte  della 
Gaya,  caricano  gli  Spagnoli  in  testa  alla  di- 
visione Pino,  facendo  1800  prigionieri.  Si  di- 
stinguono particolarmente  il  capo  squadrone 
Schiazzetti,  i  capitani  Lonati  e  Palombini,  i 
marescialli  d' alloggio  Bertarelli,  Morandi, 
Alessandri  e  Porro. 

26  (1889).  -  Il  brigadiere  Giovanni  Bac- 
chetta, comandante  la  stazione  di  Montalto 
Pavese,  riesce  a  sorprendere  in  un'  osteria 
un  pericoloso  delinquente  evaso  dalle  carceri 
di  Voghera,  e  pur  sapendolo  armato  e  di 
forza  erculea  l'arresta,  e  lo  trattiene  quan- 
tunque gli  cada  nella  lotta  il  moschetto. 

2y  (1864).  -  Nel  territorio  di  Rionero 
(Basilicata)  sette  bersaglieri  del  35°  battaglio- 
ne comandati  dal  caporal  maggiore  Appia,  di 
Saluzzo,  assaliti  da  una  cinquantina  di  bri- 
ganti, pur  avendo  aperta  una  via  di  ritirata, 
non  fuggono,  •  preferendo  morire  uno  dopo 
l'altro  con  l'armi  alla  mano. 

(1869).  —  11  brigadiere  Chiaffredo  Sergia 
affronta  solo  tre  malfattori  evasi  dalle  car- 
ceri di  Bari,  ed  afferratone  uno,  intima  agli 
altri  due  l'arresto.  Essi  cercano  lo  scampo  con 
la  fuga,  ma  il  Sergia  affidato  ad  una  guardia 
nazionale  il  prigioniero,  li  insegue  armato 
di  sola  rivoltella,  e  li  arresta  dopo  averne 
ferito  uno. 

28  (1806).  —  Il  tenente  Strocchl,  nelle 
montagne  di  Pomarico  (Matera)  con  pochi 
uomini,  fa  prigioniero  il  famigerato  Rodio, 
capo  di  numerose  bande  reazionarie.  Giu- 
seppe Bonaparte,  allora  re  di  Napoli,  lo  prò* 
Sttaore  capitano  e  gh  regala  500  scudi. 


-  67  - 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


4.  -  GIOVANNI  ANTONIO  BOZZI  detto  il  SODOMA 
(Vercelli  e.  1477-1549) 

visse  prima  a  Milano,  dove  forse  fu  scolare  di  Leonardo,  poi  a  Siena  dove  fondò  o  rin- 
novò la  gloriosa  scuola  senese.  Egli  è  indubbiamente  uno  dei  più  grandi  maestri  italiani. 
Il  suo  capolavoro  è  l'Estasi  di  Santa  Caterina.  Fu  meraviglioso  anche  come  decoratore  e  fr©- 
•cMsta,  e  ne  fanno  fede  t  suol  lavori  alla  Farnesina  di  Roma. 


FEBBRAIO  1908 


—  6b  — 


(7a  Settimana) 


9  Domenica  |S-Apo"o'*'a'^«f 9' 'n*^- 

40-337  I     D'Alessandria  d'Egit- 


to. Sofifrì  l'a.  249,  fra 
le  altre  pene  del  martirio,  la  rottura  dei  denti, 
e  i  fedeli  perciò  si  raccomandano  alla  sua 
Intercessione  appunto  nel  mal  di  denti.  Festa 
patronale  ad  Asso  (prov.  di  Como).  —  S.  Rai- 
naldo,  vescovo  di  Nocera  dal  1222  al  1225,  e 
protettore  della  stessa  città.  —  B.  Erizzo  dei 
Caponsacchi,  generale  della  congregazione  di 
Vallombrosa,  morto  l'anno  109i,  ricordato 
nella  diocesi  di  Fiesole. 

Memorandum.  -  3  P.  Q.  a  ore  5,28"».  - 
Anniversario  della  proclamazione  della  Re- 
pubblica Romana  (1819). 


10  Lunedì    1  ^'  scolastica,  vergine 
41-326  di  Norcia  (Spoleto),  so- 

— '  rella    di    s.  Benedetto, 

morta  l'anno  543.  —  S.  Sotera,  vergine  ro- 
mana, martire  l'a.  304.  -  8.  Guglielmo,  ere- 
mita, morto  l'a.  1157,  nella  solitudine  detta 
Stabulum  Khodis  (Radicofani).  —  B.  Leonardo 
da  Foligno,  minorità,  nato  l'a.  1204,  morto 
nel  1290. 

Memorandum.  —  Scade  la  prima  rata  bi- 
mestrale delle  imposte  dirette  eraiiali  e  so- 
vrimposte comunali  e  provinciali.  Non  pa- 
gando entro  gli  otto  giorni  successivi  alla 
scadenza,  il  contribuente  incorre  nella  multa 
del  4  o/o- 


1 1   Martedì  |  ^®^*'  ^®**®  Fondatori 

42-335  dell'Ordine  de'Serviti  o 
'  Servi  di  Maria  :  tutti  fio- 


rentini (sec.  XIII).  —  S.  Castrense,  o  Castrese, 
vescovo,  patrono  di  Marano  di  Napoli  (428  477). 
—  Ss.  Rullino,  e  compagni,  martiri,  onorati  a 
Pistoia.  —  B.Nicola  da  Giovinazzo  (Bari  delle 
PuiJilie),  domenicano,  morto  Tanno  12G5.  — 
S.  Lazzaro,  vesc.  di  Milano,  438-449.  —  S.  Ca- 
locero,  vescovo  di  Ravenna,  127-132.  —  Ss.  Ip- 
polito e  compagni,  martiri,  onorati  a  Pistoia. 

Memorandum.  —  Pellegrinaggio  al  Monte 
Senario,  presso  Firenze. 


12  Mercoledì  |  S.  Gaudenzio,  vescovo. 
43-324  Governò  la  chiesa  di 

■ Verona  (seo.  V).  —  S.  Be- 
nedetto Rovelli,  vesc.  d'Albenga  (sec.  IX),  pa- 
trono di  Taggia  (Porto  Maurizio).  —  8.  Mo- 
desto, diacono  m.  a  Benevento  (sec.  Ili  o  IV). 
—  8.  Goslino,  ab.  benedettino,  morto  oirca 
l'a.  1061,  ricordato  a  Torino. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Taggia  (prov.  di 
Porto  Maurizio).  Dura  tre  giorni.  —  Paga- 
mento delle  pensioni  governative  di  terza 
Mtegoria  (superiori  a  L.  2000  annue). 


S.  Giuliano,  martire. 

Subì  il  martirio  a 
Lione.  —  Ss.  Fosca,  ver- 
gine, e  Maura,  martiri  a  Ravenna,  circa  l'anno 
250.  —  S.  Caterina  de'Ricci,  da  Firenze,  dome- 
nicana, nata  nel  1522,  morta  nel  1589  (Migne), 
venerata  a  Prato  (Firenze).  —  S.  Poliuto,  m., 
ufficiale  nell'  esercito  imperiale,  soffrì  il  mar- 
tirio durante  la  persecuzione  di  Decio.  E  ono- 
rato a  Mentina.  —  Patronale  di  S.  Flaviano  a 
Gerace  Calabro  (Reggio  Calabria). 

Memorandum.  —  Anniversario  della  resa 
di  Gaeta.  Festa  dell'arma  del  Genio. 


14  Venerdì 

45-323 


S.  Valentino,  prete. 

Martire  a  Roma  (269). 
È  fama  eh  e  l'imperatore 
Claudio  I,  udito  della  riputazione  che  Valen- 
tino godeva  presso  gli  stessi  pagani,  volle  ve- 
derlo, ma  cedendo  ai  tristi  consigli  de'  suoi 
cortigiani,  dopo  crudeli  tormenti  lo  mandò  a 
morte.  —  Ss.  Modestino,  Fiorenzo,  e  Flaviano, 
patroni  di  Avellino  (305).  —  S.  Antonino,  ab. 
cassinese,  protettore  di  Sorrento  (Napoli), 
morto  l'a,  625.  —  8.  Ausenzio,  eremita  nella 
Bitinia  (470).  —  Ss.  Vitale,  Felicola  e  Zenone, 
martiri  a  Roma.  —  8.  Eleucadro,  vesc.  di  Ra- 
venna (sec.  II). 

Memorandum.  —  In  Inghilterra  e  nelle  co- 
lonie, festa  di  S.  Valentino  :  scambio  di  doni, 
spesso  umoristici,  tra  i  fidanzati  e  altre  coppie 
legate  d'affetto. 


15  Sabato 

46-331 


Ss.  Faustino  e  Giovita, 

Martiri  della  tei-za 
persecuzione  sotto  l'im- 
peratore Adriano,  l'a.  134.  Appartenevano  a 
distinta  famiglia  bresciana,  ordinato  il  pri- 
mo sacerdote  e  diacono  il  secondo;  esposti 
alle  fiere,  dicesi  che  queste  li  rispettassero, 
cosicché  riuscito  vano  quel  tentativo  di  mar- 
tirio, furono  decapitati.  —  8.  Decoroso,  vesc. 
di  Capua  (Caserta),  morto  l'a.  693.  —  S.  Fau- 
sto, benedettino  (sec.  VI),  ricordato  a  Roma. 
—  S.  Valfrido,  abate  a  Monteverde  (Avellino), 
morto  l'anno  764.  A  Brescia  ed  a  Cagliari  fe- 
sta di  precetto.  • 

Memorandum.  —  Af&ssione  all'albo  preto- 
rio di  ogni  singolo  comune  delle  liste  elet- 
torali politiche  e  amministrative,  sino  alla 
fine  di  febbraio.  —  Chiusura  della  caccia  nelle 
prov.  di  Aquila,  Oaltaulssetta,  Catania;  della 
caccia  ai  soli  quadrupedi  nelle  province  di 
Napoli  e  (U  iiozu». 


FEBBRAIO  1908 


—  69  — 


(8*  Settimana) 


16  Domenica!         Settuageslma, 

47-330  ossia  settanta  giorni 

'  prima  della  Pasqua.  — 

S.  Samuele,  profeta,  fu  giudice,  o  capo  supre- 
mo degli  Israeliti,  e  visse  dal  2489  al  2947  del 
mondo  (Migne).  —  S.  Otiesimo,  vescovo  di 
Efeso  (sec.  II).  Era  nato  in  Frigia  ed  appar- 
teneva quale  schiavo  ad  un  cittadino  conver- 
tito alla  fede  dall'apostolo  San  Paolo,  dal 
quale  ebbe  egli  pure  il  battesimo.  Di  lui  l'apo- 
stolo si  servì  per  mandare  la  sua  lettera  ai 
Colossesi.  Fu  martirizzato  sotto  l'imperatore 
Domiziano  l'anno  95.  —  Ss.  Procolo,  Efebo, 
e  Apollonio,  martiri  ricordati  a  Terni.  — 
B.  Gregorio  X,  papa  dal  1271  al  1276,  morto 
ad  Arezzo. 

Memorandum.  — 


17  Lunedi   1         s.  canuto, 

48-319  re  di  Danimarca  (1080- 

'1086).  -    S.  Benedetto, 

benedettino,  vescovo  in  Sardegna,  venerato 
a  Cagliari  (sec.  XII?).  —  B.  Luca  Belludo,  mi- 
norità, morto  l'a.  1269,  onorato  a  Padova.  — 
S.  Crisauziano,  m.  presso  Aquileia. 

Memorandum.  —  @  L.  P.  a  ore  10,5™. 


18  Martedì   I  S.  Simeone. 

49-318  i       Vescovo  di  Gerusa- 

^lenirne,  martirizzato 

sotto  Traiano  l'a.  106.  Era  nato  poco  prima 
di  Cristo,  acquistossi  fama  nella  Chiesa  na- 
scente, e  fu  eletto  vescovo  dopo  il  martirio  di 
S.  Giacomo  Minore.  Vecchio  già  di  120  anni, 
accusato  di  essere  cristiano,  subì  il  martino. 
—  B.  Benti voglio,  minorità,  onorato  a  S.  Se- 
verino Marche  (Macerata).  —  Ss.  Costanza,  At- 
tica e  Artemia  vergini  a  Homa:  sec.  IV. 

Memorandum.  —  Festa  patronale  di  S.  Fla- 
viano  a  Giulianova  (pi-ov.  di  Teramo),  con 
tiera. 


19  Mercoledì 

50-317 


S.  Corrado,  eremita. 

Dicesi  appartenesse 
alle  famiglie  piacentine 
de'  Gonfalonieri  e  de' Laudi  (sec.  IV),  —  S.  Eli- 
sabetta Picenardi  vergine  servita  (1428-1468), 
ricordata  a  Cremona  ed  a  Mantova. 


Memorandum.  — 


20  Giovedì 

51-316 


S.  Eleuterio,  patriarca, 
martire. 
Patriarca  di  Costan- 
tinopoli dal  484  al  491  circa.  —  S.  Leone  II, 
vescovo  ili  Catania,  detto  il  taumaturgo:  se- 
colo Vili.  —  B.  Amata  da  Corano,  minorità, 
sec.  VIII.  —  B.  Giovanni  Gradonigo,  da  Ve- 
nezia, benedettino  (sec.  X).  —  Ss.  Tirannione, 
Silvano,  Péleo  e  Nilo,  vescovi  martiri  in  Fe- 
nicia. —  S.  Eucherio,  vescovo  di  Orléans. 

Memorandum.  —  Entra  il  Sole  In  Pesci.  — 
—  Estrazione  del  prestito  a  premi  della  città 
di  Barletta  (1870).  -  Pagamento  delle  pen- 
sioni governative  di  seconda  categoria  (su- 
periori a  L.  600,  ma  non  a  L.  2000  annue). 


21  Venerdì 

52-315 


S.Massimiliano,  vesc. 

di  Ravenna  dal  646  al 
556.  —  S.  Antimo,  ve- 
scovo di  Spoleto  (sec.  II).  —  S.  Paterio,  ve- 
scovo di  Brescia  verso  l'a.  604.  —  S.  Germano, 
abate  di  Granfe),  oriundo  di  Treveri.Fu  dap- 
prima discepolo  di  S.  Arnulfo  di  Metz,  quindi 
fondò  un  monastero  sotto  le  regole  di  S.  Co- 
lombano, che  in  seguito  diresse.  Venne  assa- 
lito proditoriamente  ed  ucciso  dal  soldati  di 
Bonifacio,  perchè  gli  aveva  rimproverato  1 
mali  trattamenti  usati  verso  gli  abitanti  (666). 

Memorandum.  -  Pellegrinaggio  alla  abbazia 
di  Monte  Cassino. 


22  Sabato 

53-314 


Cattedra  di  S.  Pietro 
In  Antioch-a. 

Rammenta  il  tempo  del  pontificato  di 
s.  Pietro,  apostolo  in  quella  città,  dal  35  al  42 
(Mozzoni).  Antiochia  era  una  delle  principali 
città  orientali,  sia  pel  numero  degli  abitanti, 
sia  pel  commercio  ;  S.  Pietro  dopo  aver  pre- 
dicato in  Gerusalemme,  prese  la  via  di  quella 
metropoli.  —  S.  Margherita  da  Cortona,  ter- 
ziaria francescana  e  celebre  ppni tonte,  morta 
l'a.  1297.  —  Ss.  Talassio  e  Limneo,  solitarii, 
contemporanei  di  Teodoreto.  —  S.  Pascasio, 
vescovo  di  Vienne  in  Francia.  —  S.  Avilio, 
secondo  vescovo  di  Alessandria. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  nascita 
di  Washington  (1732),  festeggiato  agli  Stati 
Uniti  d'America.  Anche  le  Società  della  Pace 
celebrano  quest'anniversario  come  loro  festa. 


611  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglla  sono  gli  unici  perfetti. 


FEBBRAIO  1908 


-70- 


(9»  Settimana) 


23  Domenica!         sessagesima, 

54-313  ossia    sessanta   giorni 

• ■ '  avanti   la    Pasqua.    — 

S.  Pier  Damiano,  cardinale,  nativo  di  Ravenna 
(988);  morto  l'a.  1072;  annoverato  tra  i  dot- 
tori della  Chiesa  latina.  —  S.  Romana,  ver- 
gine, venerata  a  Todi  (Perugia):  a.  335  (Baro- 
nio).  —  S.  Miloue,  veso.  di  Benevento,  morto 
l'a.  1076.  —  B.  Nicolao,  benedettino,  morto 
l'a.  145G,  onorato  a  Genova. 


Memorandum. 


24  Lunedì 

55-313 


S.  Mattia,  apostolo. 


-  Era  di  Betlemme  nella 
Palestina,  fu  discepolo  di  G.  C.  e  poi  ebbe  la 
ventura  di  essere  scelto  come  apostolo  in  so- 
stituzione del  traditore  Giuda;  morì  l'a.  42 
circa.  —  S.  Primitiva,  martire,  ricordata  a 
Roma.  —  Ss.  Montano  e  compagni  discepoli  di 
s.  Cipriano  (259)  martirizzati  durante  la  perse- 
cuzione di  Valeriano.  —  S.  Pretestato,  vesc. 
di  Rouen,  Fu  ingiustamente  accusato  di  aver 
preso  parte  ad  una  congiura  di  stato,  e  quindi 
esiliato.  Di  ritorno  alla  diocesi,  venne  aggre- 
dito ed  ucciso  a  tradimento  da  un  satellite 
della  famigerata  regina  Fredegonda  (588). 

Memorandum.  —  


Martedì 

56-311 


S.  Cesario,  medico. 

S.  Felice  IV,  papa  dal 
526  al  530.  —  S.  Aver- 
ambedue  carmelitani, 
S.  Gerlaudo, 


tane  9  beato  Romeo 

morti  a  Lucca  nel  1366  circa.  - 

patro'io  della  città  di  Girgenti 


Memorandum.  —  C:  U.  Q.  a  ore  4,24«>.  - 
Comincia  la  fiera  di  S. Mattia  a  Vercelli:  tini- 
sce  il  2  marzo.  —  Festa  nazionale  del  Brasile 
(Anniversario  della  promulgazione  della  Co- 
stitu  '.ione  repubblicana). 


26  Mercoledì!     S.  Servolo,  vescovo 
57-310  Uihe  resse  la  Chiesa  di 

— Verona  (secolo  VI).  — 

S.  Andrea,  vose,  di  Firenze  (sec.  V).  —  S.  Fau- 
stiniano,  vesc.  di  Bologna  (sec.  VI).  —  S.  Ales- 
sandro, patriarca  di  Alossandi'ia  dal  313  al  326. 

Memorandum.  —  Cominciano  gli  esami 
scritti  di  ammissione  alla  Scuola  di  guerra  in 
Torino,  e  durano  4  giorni. 


27  Giovedì 

58-309 


Ss.  Alessandro, 
Abbondio,  Antigono 
e  Fortunato,  martiri. 

Morirono  per  la  fede  durante  la  grande 
persecuzione  degli  imperatori  Massimiano  e 
Diocleziano  (284-305).  -  S.  Leandro,  vesc.  di 
Siviglia,  morto  nel  596  (Butler).  —  S.  Nestore, 
vesc.  di  Sida  e  martire  nella  Panfilia  militare. 

Memorandum.  —  Giovedì  grasso  (Berlingac- 
cio). Le  Biblioteche  governative  sono  chiuse. 
Sono  pure  chiuse  le  Scuole  e  non  si  riaprono 
di  solito  che  dopo  le  Ceneri.  —  Oggi  paga- 
mento degli  stipendi  agli  impiegati  gover- 
nativi. 


28  Venerdì 

59-308 


I    S.  Flaviano,  vescovo 

di  Como,  verso  gli  an- 
'ni  542-560.  -  B.  Anto- 
nia, da  Firenze,  vedova,  minorità,  morta  l'an- 
no 1472.  —  S.  Macario,  anacoreta.  Nacque  in 
Alessandria  d'Egitto  e  giovine  ancora,  tocco 
dalla  grazia  divina  si  ritirò  nei  deserti  della 
Tebaide,  conducendo  vita  piena  di  patimenti 
e  di  privazioni.  Morì  nel  394  in  età  di  104  anni. 
—  S.  Romano,  monaco,  fratello  di  S.  Lupi- 
cino,  nato  in  Borgogna  nel  390. 

Memorandum.  —  Venerdì  grasso.  —  Venerdì 
del  Gnocco,  o  Gnoocolare,  antichissima  festa 
popolare  a  Verona.  —  Estrazione  pel  rim- 
borso delle  Obbligazioni  della  Società  di  Na- 
vigazione Generale  Italiana  (1878);  del  Pre- 
stito Comunale  di  Torino  1879. 


29   Sabato     1     S.  Giusto,  martire. 

60-307  I       S.  Osvaldo,  monaco. 

—  S.  Serapione,  detto 
sindonita.  Volle  più  volte  essere  venduto  schia- 
vo, per  convertire  i  diversi  padroni  alla  fede. 
Si  dice  che  sapesse  a  memoria  tutta  la  sacra 
Scrittura.  Visse  fra  il  328  e  il  388. 

Memorandum.  —  Sabato  grasso.  —  Ultimo 
termine  per  la  presentazione  alle  Commis- 
sioni elettorali  comunali  dei  reclami  contro 
la  iscrizione  o  la  omissione  nelle  liste  eletto- 
rali politiche  ed  amministrative.  —  Chiusura 
della  caccia  nelle  province  di  Ascoli,  Belluno, 
Benevento,  Campobasso,  Chieti,  Ferrara,  Ge- 
nova, Grosseto,  Livorno,  Lucca,  Palermo,  Pe- 
rugia, Pisa,  Reggio  Calabria,  Rovigo,  Teramo, 
Vei'ona.  Nelle  province  di  Cagliari  e  di  Sas- 
sari cessa  la  caccia  al  cinghiale;  in  quella  di 
Massa,  la  caccia  alle  starne  e  pernici.  —  An- 
niversario della  nascita  di  Gioacchino  Rossini 
(1792),  festeggiato  a  Pesaro  nel  liceo  da  lui 
fondato. 


1  Domenica  I       Quinquagesima, 
61-306  ossia  cinquanta  giorni 

'  avanti    la    Pasqua.    — 

S.  Ermete,  martire  a  Marsiglia.  —  S.  Ercola- 
no  II,  vesc.  di  Perupia,  martire  sotto  Totila. 

—  8.  Leone  Luca,  abate  lestetJRiato  a  Otu*- 
leone  (Palermo).  —  S.  Bonavita  da  Lugo  (Ra- 
venna), terziario  francescano. 

Memorandum.  —  Comincia  la  stagione  di 
Primavera,  secondo  l'uso  meteorologico.  — 
«Jalcndimaizo,  festa  in  molte  campa;:iie  del- 
l'Italia superiore,  e  specialmente  nella  valle 
dell'Adige.  —  Princìpio  dell'anno  massonico. 

—  Ultima  domenica  di  carnevale  (Quinquage- 
sima). —  Anniversario  della  infausta  giornata 
di  Abba  Garima  (1896).  —  Si  pubblicano  i  ruoli 
suppletivi  delle  imposte  dirette,  che  restano 
depositati  per  otto  giorni  nell'ufficio  comu- 
nale. —  Principia  il  secondo  semestre  univer- 
sitario. —  In  molte  province  si  apre  oggi  per 
un  termine  più  o  meno  lungo  la  caccia  agli 
uccelli  di  passo.  —  Da  oggi  sino  a  tutto  aprile 
è  vietata  la  raccolta  dei  mitili  (cozze  nere, 
peoci,  muscoli).  Comincia  invece  la  stagione 
della  pesca  del  corallo.  —  Scadenza  delle  ce- 
dole semestrali  del  Prestito  provinciale  e  co- 
munale di  Reggio  Calabria  1870.  —  A  Firenze 
oggi  si  devono  aver  già  riconfermati  o  di- 
sdetti gli  affitti  e  pagate  le  pigioni  del  se- 
mestre dal  l"  maggio  al  31  ottobre. 


2  Lunedi      1     S.  Simplicio,  papa. 
62-305  Nacque  a  Tivoli    e 

'successe   a   pp.  Ilario, 

nel  468.  Correvano  tempi  tristi  per  la  rell- 
;;ione,  ma  lo  zelo  del  pontefice  non  venne 
meno,  e  alla  dolcezza  aggiunse  la  severità 
(juando  si  trattò  di  reprimere  lo  scisma  e 
l'eresia.  Consunto  dalle  fatiche,  mori  dopo 
15  anni  di  pontificato  nel  483. 

Memorandum.  —  @  L.  N.  a  ore  19.57m.  — 
Ultimo  lunedi  di  Carnevale.  Le  Biblioteche 
governative  sono  chiuse.  —  Nascita  della  Prin- 
cipessa Maria  Clotilde,  zia  del  Re  (1843). 


3   Martedì     1         S.  Cunegonda 
63-304  Regina   di   Polonia. 

Morto  il  consorte,  prese 

':  velo  di  s.  Chiara,  nel  secondo  ordine  di 
-.  Francesco;  mori  1' a.  1292.  —  S.Anselmo, 
abate  di  Nonantola  (Modena):  sec.  Vili. 

Memorandum.  —  Ultimo  giorno  di  Carne- 
vale (Martedi  grasso).  Le  Biblioteche  gover- 
native sono  chiuse. 


4  Mercoledì  I  «-e  S.  Ceneri. 

64-303           !       Comincia  la  Quare- 
^sima  pei  fedeli  di  rito 


romano. 


S.  Casimiro,  re  d'Ungheria,  patr. 
della  Polonia.  Fu  secondogenito  di  Casimi- 
ro III  re  di  Polonia:  nacque  il  3  ottobre  del 
1458.  Sua  occupazione  principale  era  l'assi- 
stere al  divln  sacrificio  e  mortificarsi  colle  più 


rigide  astinenze.  Morì  nel  H83.  —  S.  Calo,  sol- 
dato palatino,  gettato  in  mare  per  la  fede, 
con  ventisei  compagni,  sotto  Valeriano,  verso 
gli  anni  257-260.  —  S.  Paolino,  vescovo  di  Bro- 
scia (sec.  VI).  —  S.  Appiano,  vescovo,  ono- 
rato a  Pavia. 

Memorandum.  —  Mercoledì  delle  Ceneri: 
priino  giorno  di  Quax'esima.  Le  Biblioteche 
governative  sono  chiuse.  —  Da  oggi  sono  proi- 
bite le  soletuiità  nuziali  sino  al  lunedi  dopo 
la  Domenica  ni  Albin. 


5   Giovedì     |    S-  '-"'^lo,  papa,  mart. 
65-302  Occupò   la  cattedra 

romana  dal  253  al  254. 

—  S.  Eusebio,  cremonese,  discepolo  e  amico 
di  s.  Gerolamo,  morto  l'a.  422.  —  S.  Ruggero, 
minorità,  celebrato  a  Todi  (irmbria):  seco- 
lo Xm.  —  S.  Clemente,  aVjate,  ricordato  a 
Siracusa.  —  S.Virgilio,  vescovo  di  Arles  (614, 
o  621),  tumulato  nella  chiesa  di  Nostra  Donna 
delle  Grazie,  poco  lungi  dalla  sua  sede  epi- 
scopale. 

Memorandum.  —  Primo  giorno  del  Carneva- 
lone ambrosiano  (diocesi  di  Milano).  —  Fiera 
di  cavalli  a  San  Bonifacio  (prov.  di  Verona). 

—  Pagamento  delle  pensioni  governative  di 
prima  categoria  (non  oltre  le  500  lire  annue). 


6  Venerdì 

66-301 


S.  Basilio,  vescovo 

di  Bologna  (sec.  IV). 

S.  Ciaudiano,  venera- 
to a  Trento.  —  B.  Sollecito,  monaco  crocifero, 
onorato  a  Matelica  (Macerata).  —  S.  Coletta 
Boilet,  riformatrice  dell'ordine  di  S.  Chiara, 
originaria  della  Piccardia  (1380- 1447);  mori  a 
Gand  e  fu  canonizzata  da  Pio  VII  nel  1807 
(Eutler). 

Memorandum.  —  Secondo  giorno  del  Car- 
nevalone ambrosiano.  —  Festa  e  fiera  di 
S.  Marciano,  primo  vescovo  di  Tortona,  ce- 
lebrata in  tutta  la  diocesi. 


7  Sabato 

67-300 


S.  Tomaso  d'Aquino. 

Nacque  nel  1227  dalla 
■ '  famigl.  dei  conti  d'Aqui- 
no, e  fu  detto  ['Angelico  per  la  sua  purità.  A 
sedici  anni  vesti  l'abito  di  S.  Domenico  e  fu 
il  più  gran  teologo  e  filosofo  del  medio  evo. 
Leone  XIII  lo  proclamò  patrono  degli  studi. 
Mori  la  mattina  del  7  marzo  1274  a  Fossa- 
nuova,  in  quel  di  Teriacina,  nell'abbazia  dei 
Cistcrciensi,  mentre  per  ordine  di  papa  Gre- 
gorio X  recavasi  in  Francia.  —  S.  Gaudioso,  ve- 
scovo di  Brescia  (sec.  V). 

Memorandum.  —  Ultimo  giorno  del  Carne- 
valone ambrosiano. 


l'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
il  rimedio  delle  malattie  degli  organi  digerenti. 


I  CONSIGLI  DBL  MESB  (Igiene  ed  Economia  Domestica). 

FEBBRAIO 

Le  malattie  curate  col  freddo  —  Contro  il  raffreddore  di  petto  —  Fiori  e  foglie  medicinali  — 
Gli  orologi  —  Per  raddrizzare  il  velluto  compresso  —  Per  togliere  le  macchie  di  grasso 
dalla  carta  e  le  tarme  dai  guanciali  —  Il  burro  profumato  —  Inchiostro  rosso  —  Acque 
odorose  —  Polpette  —  Pasticcini  con  frutta. 


Nello  scorso  mese  abbiamo  veduto  quali 
precauzioni  è  necessario  tenere  presenti  per 
garantirsi  contro  le  insidie  del  freddo.  Ma  se 
bisogna  aversi  dei  riguardi  per  l'aria  pun- 
gente, non  è  detto  che  si  debba,  in  generale, 
temere  dazione  del  freddo  sul  nostro  orga- 
nismo. È  ormai  provato  che  il  bagno  dolce 
a  bassa  temperatura  giova  più  d'inverno  che 
d'estate.  Tutto  sta  ad  abituarvisi,  comincian- 
done la  cura  quotidianamente  al  principio 
d'autunno.  L'abate  Kneipp  guari  egli  stesso 
da  una  tubercolosi  incipiente  e  fece  guarire 
un  suo  compagno,  tuffandosi  d'inverno  nel- 
l'acqua di  un  fiume  e  rimettendosi  gli  abiti 
senza  nemmeno  asciugare  il  corpo.  Ciò  lo 
Indusse  a  dittondere  il  suo  sistema  di  cura 
e  gli  rese  fama  mondiale. 

Ora  un  celebre  fisico,  Raoul  Pictet,  opera 
miracoli  sottoponendo  gli  ammalati  a  bagni 
diacci.  Egli  ha  ottenuto,  con  una  miscela  vo- 
latile di  acido  carbonico  e  di  acido  solforico 
un  pozzo  freddo,  dove  la  temperatura  si  man- 
tiene costantemente  a  110  sotto  zero. 

Immergendo  in  questo  pozzo  un  cane  ben 
difeso  con  ogni  sorta  di  pelliccie  e  coperte 
di  lana  egli  ha  osservato  dei  fatti  veramente 
meravigliosi.  Le  temperature  progressiva- 
mente da  4-  37"*  5,  temperatura  media  del 
cane,  a  —  65  non  hanno  azione  sul  corpo 
dell'animale,  perchè  arrestate  dalle  coper- 
ture; ma  al  disotto  di  65  fino  a  —  110,  il 
freddo  ha  la  virtù  di  attraversare  tutti  i  cor- 
pi, senza  eccettuare  le  sostanze  le  meno  con- 
duttrici del  calorico,  colla  stessa  facilità  con 
cui  un  raggio  di  luce  attraversa  il  vetro.  Tut- 
to il  corpo  del  cane  viene,  così,  raffreddato 
nel  modo  più  violento,  senza  che  la  sensibi- 
lità della  pelle  possa  avvertire  il  pericolo, 
che  si  manifesterebbe  senza  dubbio  dopo  un 
po'  di  tempo,  quando  la  vitalità  fosse  rifluita 
dalla  periferia  al  centro  e  dalle  estrenaità  al 
cuore. 

1  primi  effetti  di  questo  freddo  mostruoso 
agiscono,  Invece,  favorevolmente  sul  nostro 
organismo,  eccitando  il  sistema  nervoso  e  la 
circolazione  del  sangue,  risvegliando  una  vi- 
gorosa vitalità  che  si  manifesta  sotto  la  forma 
di  una  straordinaria  fame.  Dopo  i  suoi  cani, 
l'eroico  scienziato  ha  voluto  sottoporre  sé 
stesso  al  supplizio  di  quella  bolgia  gelata,  e, 
quattro  minuti  dopo,  la  fame  cominciava  già 
a  farsi  sentire  in  modo  tale  ohe  Pictet,  il 
quale  da  molti  anni  era  dispeptico  e  non  po- 
teva più  concepire  che  cosa  fosse  l'appetito, 
fu  invaso  da  fame....  canina.  Con  otto  espe- 
rienze di  8-10  minuti  ciascuna,  la  dispepsia 
cronica  era  sparita  completamente  e  l'inap- 
petenza scomparsa. 

I  medici  non  hanno  ancora  studiato  con- 
venientemente lo  straordinario  fenomeno.  Ma 
quando  si  saranno,  come  non  è  a  dubitare, 
applicati  a  tale  studio,  un  nuovo  avvenire  si 
preparerà  alla  già  tanto  diffg^a  ed  apprezzata 
Idroterapia, 


Ma  poiché  ora,  a  malgrado  di  ogni  pre- 
cauzione e  a  malgrado  di  ogni  cura  d'acqua 
fredda,  se  non  ancora  di  pozzi  gelati,  i  raf- 
freddori, questi  noiosi  malanni  invernali  ci 
incolgono  sopratutto  nel  breve  e  rigido  mese 
di  febbraio,  vediamo  come  mandarli  via  da 
noi  stessi.  Pel  raffreddore  di  petto  basta  pren- 
dere, mattina  e  sei-a,  mezzo  bicchiere  caldo 
d' una  infusione  composta  di  quattro  grammi 
di  fiore  di  malva,  quattro  di  bismalva  e  quat- 
tro di  papavero  selvatico  in  un  litro  d'acqua 
addolcito  con  dello  sciroppo  di  gomma. 


In  questo  mese,  del  resto,  I  consigli  non 
differiscono  molto  da  quelli  del  mese  prece- 
dente. Lasciamo,  dunque,  un  po'  da  parte 
le  notizie,  diremo  così  d'  attualità,  e  parliamo 
di  diverse  altre  cose  interessanti  ed  utili. 

Eccovi,  dunque,  un  breve  elenco  di  fiori 
e  foglie  medicinali.  Ricordandovi  i  nomi  di 
esse  ed  i  casi  in  cvii  vanno  vantaggiosamente 
applicate,  voi  potrete,  alla  circostanza,  gio- 
varvene  e  molto.  Sono  piante  semplici,  che 
ognuno  potrebbe  coltivare  in  casa  propria. 
Prima  di  tutte,  la  foglia  del  Cassia  (Ribes 
nera)  che  ha  la  proprietà  di  cicatrizzare  su- 
bito le  piaghe  su  cui  viene  applicata  e  di 
toglierne  la  purulenza:  se  vogliamo  giovar- 
cene quando  è  ancora  verde,  non  abbiamo 
che  a  triturarla  e  pestarla;  se  pensiamo  di 
trarne  profìtto  quando  già  é  secca,  dopo  aver- 
la fatta  rinvenire  in  acqua  tiepida,  usiamo 
lo  stesso  procedimento. 

Cogliamo,  dunque,  queste  foglie  utili  a 
medicare  uomini  e  bestie,  in  estate  quando 
sono  piene  di  succo,  e  teniamole  sempre  da 
parte.  Quand'  anche,  come  io  auguro  a  me 
e  agli  altri,  non  dovessero  servirci  come 
rimedio  medicinale,  ci  sarebbero  utili  per 
fare  un'infusione  che,  secondo  certi  botanici, 
grata  al  gusto,  propizia  alla  digestione,  può 
considerarsi  come  uno  dei  migliori  succe- 
danei del  the. 

Anche  le  foglie  d'ogni  specie  di  grano 
schiacciate  e  applicate  (spesso  ne  basta  una 
sola)  sui  tagli  e  le  ferite  vi  aderiscono  ri- 
marginandole. I  fiori  di  sambuco,  poi,  che 
si  possono  così  facilmente  raccogliere  e  con- 
servare in  scatole  di  legno  o  sacchetti  di  fitta 
tela  a  riparo  dalla  luce,  dall'aria,  dall'umi- 
do, non  solo  giovano  all'esterno  per  irrita- 
zioni d'occhi  e  resipole,  ma,  preparati  in  in- 
fusioni a  cui  si  può  aggiungere  un  po'  di 
miele,  promuovono  il  sudore  quando  esso 
ci  è  necessario. 

Le  foglie  di  basilico  liberano,  grandi  e 
piccoli,  dai  vermi  intestinali:  basta  premerne 
il  succo  e  amministrarne  circa  50  grammi 
(secondo  l'età)  due  ore  prima  dell'olio  di 
ricino.  I  fiori  di  camomilla  In  Infuso  (due 
grammi  in  un  litro  d'acqua)  giovano  alle 
coliche,  indigestioni,  principii  di  febbre,  crisi 
oervose;  il  loro  olio  serve  a  calmare,  con 


frizioni  esterne,  le  nevralgie;  la  loro  essenza 
serve  a  preparare  più  presto  l'infuso,  e  si 
può  prendere  anche  a  goocte  sopra  uno  zol- 
lino di  zucchero. 


Ed  ora  una  parola  su  gli  orolopri  e  sul 
modo  migliore  di  tenerli,  perchè  adempiano 
con  precisione  al  loro  utile  compito. 

Gli  orologi  da  tasca  vanno  caricati  tutti 
i  giorni  alla  medesima  ora:  quelli  da  camino, 
prima  che  si  arrestino,  affinchè  le  spirali  mo- 
trici possano  conservarsi  meglio.  Ma  occu- 
piamoci dei  primi,  a  cui  è  più  necessario 
prodigar  cure  speciali. 

Il  freddo,  l' aria,  la  polvere,  la  stessa  po- 
sizione nella  quale  si  adagiano,  hanno  delle 
influenze  cattive  sopra  il  loro  delicato  orga- 
nismo. La  polvere  si  infiltra  in  incredibile 
quantità  fra  la  calotta  e  il  cercine:  bisogna 
far  di  tutto  per  eliminare  o  ridurre  al  ma- 
nimo  questo  grave  inconveniente.  Ottima  abi- 
tudine, è,  quindi,  quella  di  foderare  il  taschino 
del  gilet,  ove  si  suole  portare  l'orologio,  con 
pelle  di  camoscio,  come  facevano  i  nostri 
nonni,  più  avveduti,  più  economi  di  noi. 

Brutta  abitudine  è  quella  di  aprire  la  ca- 
lotta dell'orologio  ad  ogni  futile  «venienza, 
per  mostrare  a  qualche  amico  il  meccanismo  : 
il  pulviscolo  dell'aria  che,  così,  vi  si  deposita 
dentro,  renderà  presto  un  cattivo  servizio 
alla  macchina  più  perfetta.  L'orologio  va 
aperto  soltanto  nei  casi  in  cui  è  assolutamente 
necessario. 

Bisogna  anche  guardarsi  dal  posare  l'oro- 
logio sopra  il  marmo  del  tavolino  da  notte: 
il  rapido  raffreddamento  influisce,  così,  sul 
bilanciere  e  su  tutte  le  connessioni  metalli- 
che. L'orologio,  quando  si  leva  di  tasca,  va 
sospeso  in  posizione  verticale:  per  alcuni 
meccanismi,  non  certo  per  i  migliori,  basta 
la  differenza  di  posizione  ad  arrestare  il  mo- 
vimento del  congegno.  Collocato  l'orologio 
nella  posizione  verticale  non  sarà  inutile  im- 
mobilizzarlo :  il  suo  andirivieni  contribuisce 
a  renderlo  meno  preciso. 


Ma  passiamo  a  qualche  consiglio  pratica 

Il  velluto  è  di  stagione.  Se  il  vostro  man- 
tello o  il  bavero  del  vostro  cappotto,  lo  pre- 
sentano schiacciato,  compresso,  voi  potete 
rialzarlo,  o  (quando  il  danno  è  lieve)  espo- 
nendolo, perii  rovescio,  all'azione  del  vapore 
acqueo,  o  (quando  il  danno  è  più  grave)  te- 
nendolo alia  rovescia,  ma  in  modo  che  non 
tocchi  il  corpo  cui  è  appoggiato,  e  stirandolo, 
sempre  alla  rovescia,  con  un  ferro  caldo  e 
un  pannolino  umido.  In  questi  due  casi  bi- 
sogna che  il  velluto  asciughi  all'aria  aperta, 
senza  essere  menomamente  toccato.  Se  il 
velluto  presentasse  macchie  di  unto  o  di  cera, 
bisognerebbe  bagnar  la  parte  macchiata,  an- 
che dal  lato  rovescio,  con  alcool  puro,  appli- 
carvi un  pannolino  umido  dello  stesso  alcool, 
e  passarvi  sopra,   in  tiltimo,  un  ferro  caldo. 

Volete  ancora  un  consiglio  utile? 

Vi  insegnerò  come  si  può  togliere  qua- 
lunque macchia  di  grasso  dalla  carta.  Basta 
passarvi  sopra  più  volte  una  pasta  compo- 
sta di  benzina  e  magnesia.  Vi  dirò  pure  co- 


me si  distruggono  te  tarme  dei  gnandali: 
esponendo  i  medesimi,  per  2  o  3  giorni,  in 
camere  chiuse  ove  s'è  fatto  evaporare  del 
solfuro  di  carbonio,  e  poi  lasciando  svanire 
all'aria  libera  il  loro  cattivo  odore.  Nelle  ca- 
mere, perù,  non  si  entri  con  lumi  accesi:  ne 
verrebbe  un'esplosione. 

E  adesso  una  curiosità:  il  burro  profu- 
mato. Sicuro:  negli  Stati  Unit:  si  profuma 
il  burro  da  tavola.  Sapete  come?  Ridotto  a 
pani,  ciascuno  avvolto  in  un  pezzetto  di  mus- 
sola, si  dispone  in  un  vasetto  di  maiolica, 
circondandolo,  da  ogni  parte,  di  petali  di  rose 
(o  d'un  altro  fiore).  Poi  sugli  ultimi  petali  si 
versa  del  ghiaccio.  Dopo  dieci  ore,  il  burro 
viene  estratto  impregnato  dell'aroma  voluto. 
Non  vi  viene  voglia  di  imitare  gli  americani? 


Chiudiamo  con  qualche  ricetta  per  lo  scrit- 
toio, per  la  toilette,  per  la  cucina. 

Come  ottenere  un  buon  inchiostro  rosso 
da  scrivere?  con  gli  ingredienti  seguenti: 
Cai-minio  vero  Nacarat,  grammi  40;  ammo- 
niaca Hquida  a  22»  grammi  2U0;  gomma  ara- 
bica, grammi  40  acqua;  grammi  1000.  Si  fa 
sciogliere  il  carminio  nell'ammoniaca  aggiun- 
gendovi circa  100  grammi  d'acqua;  nell'acqua 
rimanente  si  fa  sciogliere  la  gomma;  In  fine 
si  mescolano  insieme  le  due  soluzioni.  Que- 
st'inchiostro è  ottimo,  ed  un  litro  può  costare 
lire  3,50. 

Come  ottenere  una  buona  acqua  odorosa? 
Con  lo  spirito  di  vino  a  36  gradi  almeno  (si 
dicono  acque  ma  si  fanno  con  lo  spirito)  e 
con  petali  di  fiori  o  essenze. 

Le  migliori  si  fanno  per  distillazione;  ma 
si  possono  ottenere  discrete  anche  colla  ma- 
cerazione, mettendo  in  fusione  una  certa 
quantità  di  pètali,  o  di  foglie  odorose,  nel- 
l'alcool, come  si  fa  pei  liquori,  e  filtrandole 
lentamente  dopo  un  certo  tempo  che  varia, 
secondo  le  diverse  qualità.  Si  possono  fare 
anche  colle  essenze,  e  si  fa  più  presto;  ma 
le  essenze  buone  sono  costose.... 

In  cucina  resteremo  pochi  istanti  solo  per 
preparare  una  pietanza  e  un  dolce.  Vi  inse- 
gnerò a  fare  le  polpette  e  i  pasticcini  con  frutta. 

Le  polpette  sono  una  specialità  del  gene- 
re: tagliate  delle  fette  di  vitello  della  lar- 
ghezza di  due  dita  e  della  lunghezza  di  tre, 
fatele  divenire  piatte  battendole:  mettete  in 
ogni  fetta  del  ripieno  come  meglio  vi  piace, 
avvolgete  aggiungendo  sopra  ogni  polpetta 
un  pezzettino  di  lardo,  quindi  legate  e  fate 
cuocere  a  lento  fuoco. 

I  pasticcini  con  frutta  ve  li  garantisco 
squisiti.  Unite  a  un  ettogrammo  e  mezzo  di 
zucchero,  8  kg.  di  farina  bianca:  incorpora- 
tevi un  uovo  intero  e  4  hg.  di  burro.  Lavo- 
rate la  pasta  fino  a  ridurla  alla  spessore  di 
un  grosso  cartone.  Tagliatela  con  l'orlo  di 
un  bicchiere  in  tanti  dischi  che  orlerete  con 
un  nastro  della  pasta  stessa.  Ciò  fatto  riem- 
pite l'interno  di  ciascun  disco  con  fragole 
spolverizzate  con  zucchero  o  marasche  o 
marmellata  di  pere,  di  mele,  di  prugne,  eo. 
In  mancanza  di  tutto  ciò,  indorate  l'interno 
con  rosso  d'uovo,  spolverizzate  con  zucchero 
e  mandorle  grossamente  tritate.  Cuccete  al 
forno  a  calore  forte. 

E  a  rivederci  a  Marzo. 


6li  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 

MARZO 


1  (1814).  —  Il  generale  Villata,  con  U 
50  reggimento  ita'iano  di  linea,  un  distacca- 
mento di  cavalleria  ed  una  batteria,  scaccia 
gli  Austriaci  ed  i  Napoletani  che  occupano 
Guastalla.  Un  drappello,  comandato  dal  te- 
nente Varese,  assale  uno  squadrone  e  fa  tren- 
ta prigionieri. 

ft  (1814).  —  Il  generale  Grenier,  con  trup- 
pe franco  italiane,  dà  l'assalto  a  Parma:  tre 
compagnie  italiane  guidate  dal  capitano  Bo- 
niotti  scalano  le  mura,  mentre  altre  colonne 
attaccano  il  nemico  da  porta  San  Michele 
prendendo  500  prigionieri  e  2  cannoni. 

3  (1809).  —  Il  capitano  Mascheroni,  col 
4°  battaglione  del  5«  fanteria,  di  390  uomini, 
d'avanguardia  alla  divisione  Pino,  prende  il 
ponte  sul  Llobregat,  in  Catalogna,  ma,  cir- 
condato da  un  gran  numero  di  spagnoli,  è 
costretto  a  formare  le  sue  truppe  in  quadrato, 
ritirandosi  al  passo  di  Ordal.  Sono  encomiati 
per  valore  i  capita'ni  Mascheroni  Piccoli  e 
Provana  e  il  tenente  Ghilini. 

4  (1862).  —  Il  capitano  A.  Angioli  del 
30o  fanteria,  ed  un  distaccamento  di  pochi 
soldati,  assaliti  da  numerosi  briganti  sul  fiume 
Bradano,  si  difendono  lungamente  e  li  met- 
tono in  fuga,  combattendo  sempre  quantun- 
que feriti  il  caporale  Milanesi,  ed  i  soldati 
Valeriano,  Quaglia,  Bongianni,  Manfredini  e 
Baroffin. 

5  (1831).  —  Antonio  Morandi,  con  un  bat- 
taglione di  volontari,  a  Novi  di  Modena,  fa 
virile  resistenza  per  molte  ore  ad  un  corpo 
di  6000  austriaci  condotti  dal  generale  Gep- 
pert,  mandati  a  ristabilire  il  governo  del 
duca,  e  si  ritira  in  buon  ordine  su  Modena 
lasciando  trenta  morti  sul  campo. 

6  (1814).  —  Soli  300  uomini  delle  truppe 
italiane  del  viceré,  difendono  il  passo  della 
Secchia  contro  numerose  truppe  austriache 
e  napoletane,  respin^'cndo  la  intimazione  di 
arrendersi.  Lo  stesso  Murat,  ammirandone  il 
valore,  corre  a  preservare  i  pochi  superstiti 
dalle  carice  di  cavalleria,  e  trova  un  solo 
ufBfiale  e  11  soldati  di  fanteria  ancora  in 
grado  di  combattere. 

7  (1814).  —  Il  generale  Severoli,  con  tre 
battaglioni,  fa  fronte  al  ponte  di  San  Mauri- 
zio CModena)  agli  Austriaci  ed  ai  Napoletani 
di  Murat.  Avendo  fracassata  una  coscia  da 
una  cannonata  al  principio  dell'azione,  il  Se- 
veroli cede  il  comando  al  generale  Eambourgt, 
dicendo  essere  la  sua  ferita  di  poca  entità  per 
un  combattimento  glorioso. 

8  (1814).  —  Il  colonnello  Cecqopieri,  usci- 
to da  Mantova  col  4"  fanteria,  caccia  ardi- 
tamente il  nemico  da  Castellaro.  Sopraggiunta 
una  brigata  di  rinforzo  agli  austiiaci,  il  Oeo- 
copieri  con  forze  molto  inferiori  mantiene  la 
po.sizione  acquistata,  nonostante  che  abbia 
due  cavali)  uccisi  sotto  di  sé. 


.  9  (1863).  -  Il  brigadiere  Michele  Lo- 
mero  assalito  in  Accadia  (Puglia)  da  60  bri- 
ganti, asserragliatosi  in  alcune  case  difende 
il  paese  con  6  carabinieri  ed  alcune  guardie 
nazionali,  accorrendo  con  un  solo  compagno, 
quando  teme  che  i  briganti  abbiano  trovato 
la  strada  per  entrare  nell'abitato,  e  ponen- 
doli in  fuga  dopo  averne  uccisi  e  feriti  dieci. 

10  (1862).  -  Pasquale  Chicoli,  maggiore 
della  G.  N.  di  Spinazzola,  giovane  di  27  anni, 
circondato  con  pochi  militi  da  una  numerosa 
banda  a  cavallo  comandata  da  Crocco  e  Ca- 
ruso, si  difende  da  valoroso  fin  quando,  gra- 
vemente ferito,  è  preso  e  sottoposto  a  cru- 
deli tormenti. 

11  (1814).  —  Ettore  Gerbaix  de  Sonnaz, 
poi  generale  d'armata,  n.  a  Thonon  nel  1787, 
entrato  volontario  nelle  guardie  d'onore  di 
Napoleone  I  nel  1813,  dopo  salvata  la  vita  al 
suo  colonnello  de  Monteil,  ad  Hanau,  fa  pro- 
digi di  valore  alla  battaglia  della  Kothière  ed 
a  Montmirail  affrontando  con  pochi  altri  ca- 
vaUeri  una  carica  di  cosacchi,  e  contribuisce 
alla  presa  di  sei  cannoni  prussiani. 

la  (1863).  —  Il  tenente  Giacomo  Bian- 
chi, dei  cavalleggerl  di  Saluzzo,  n.  a  Origgio 
(Milano)  è  assalito  da  200  briganti  a  cavallo 
appostati  nella  masseria  Catapano  (Melfi).  Il 
Bianchi,  grazie  alla  bontà  del  suo  cavallo, 
potrebbe  mettersi  in  salvo,  ma  visti  1  suoi 
18  cavalleggerl  alle  prese  con  tanto  numerosi 
assalitori,  torna  indietro  a  condividere  la  loro 
sorte,  e  con  essi  cade  combattendo,  sotto  i 
colpi  nemici. 

13  (1811).  —  Una  divisione  navale  franco- 
italiana  attacca,  quattro  fregate  inglesi  a  Lis- 
sa;  ma  per  mancanza  di  buona  direzione  è 
presto  sbaragliata.  Il  capitano  Pasqualigo, 
veneziano,  con  la  Corona  afl'ronta  per  due  ore 
il  fuoco  di  tre  fregate,  e  gli  Inglesi  facendolo 
finalmente  prigioniero  gli  lasciano  la  spada 
in  attestato  di  ammirazione.  Il  capitano  Giu- 
seppe Duodo,  comandante  della  Bellona,  con 
una  gamba  spezzata  da  un  colpo  di  cannone, 
si  fa  legare  all'albero  maestro  e  continua  a 
combattere  a  colpi  di  piatola  fino  alla  morte. 

14  (1864).  -  Sul  piano  di  Sant'Elia  (Sora) 
11  tenente  Carcopino  ed  il  sott.  Giordano,  con 
39  granatieri  del  5»  reggimento,  sconfiggono 
e  ricacciano  entro  il  confine  pontificio  100  bri- 
ganti della  banda  Fuoco,  uccidendone  4  e 
prendendone  7. 

15  (1814).  —  La  flottiglia  italiana  del  Iago 
di  Garda,  comandata  dal  capitano  Tempie, 
batte  la  flottiglia  austriaca  e  ne  cola  a  fondo 
tre  navi  :  il  Tempie,  combattendo  da  valo- 
roso, è  gravemente  ferito. 

16  (1810).  -  Il  capitano  Della  Noce,  della 
guardia  nazionale  di  Budrio,  assale  a  Vedrana 

{Continua  a  pag.  78), 


RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
piPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


5.    -    TIZIANO    VECELLIO 
(Pieve  di  Cadore  1477-1576J 

può  dirsi  il  principe  della  scuola  veneziana,  ed  al  Ruskin  parve  il  più  grande  dei  pittori. 
Coloritore  eccellente,  fu  specialmente  grande  nel  riprodurre  le  bellezza  femminile  e  nei 
ritratti.  Fra  i  suoi  quadri  più  famosi:  l'Amor  sacro  e  l'Amor  profano  (Vedasi  Almanacco 
Italiano,  voi,  IX,  p.  285),  l'Assunta,  la  Pala  dei  Pesaro, 


MARZO  1908 


76  — 


(11»  Settimana) 


8  Domenica  I    P»''"'»  «>'  quaresima, 
68-399  ossia    quaranta   giorni 

— 'avanti    la    Pasqua.    — 

S.  Giovanni  di  Dio,  portoghese,  fondò  l'or- 
dine dei  Fate-bene-fratelli.  Durante  la  sua  gio- 
ventù si  arruolò  soldato  e  condusse  vita  spen- 
sierata. Riflettendo  però  a'  suol  traviamenti, 
risolse  di  espiarli  e  s' imbarcò  per  l'Africa  per 
soccorrervi  gli  schiavi  cristiani.  Tornato  in 
Spagna,  fissò  sua  dimora  in  Granata  dove 
morì  nel  1D50.  —  S.  Cataldo,  patrono  della 
città  di  Taranto. 

Memorandum.  —  Prima  domenica  di  Qua- 
resima. In  molti  luoghi  la  tradizionale  ceri- 
monia della  pentolaccia. 


9  Lunedì      |    ^'  Wetodio,  vescovo. 
69-298  Fii  CO"  s-  Cirillo,  suo 

'fratello,  apostolo  degli 

Slavi,  e  morì  sulla  fine  del  sec.  IX.  -  S.  Cateri- 
na, bolognese,  verg.  minorità,  morta  l'a.  1463. 
—  S.  Francesca  Rom.,  ved.,  morta  l'a.  1440.  — 
S.  Vitale,  da  Castronuovo  di  Sicilia  (Palermo), 
abate  basiliano,  onorato  a  RapoUa  e  Armento 
(Basilicata),  e  in  Castronuovo  di  cui  è  patrono, 
morto  l'a.  994.  —  B.  Coletta,  vergine,  nata  a 
Corbia  (Piccardia),  visse  dal  1380  al  1447.  Morì 
nel  convento  delle  religiose  di  Gand,  nella 
cui  chiesa  fu  sepolta. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  22,42'».  — 
Comincia  la  Grande  Quaresima  nel  calenda- 
rio Greco-Russo.  —  Da  oggi  al  12  fiera  a  Man- 
duria  (Lecce)  per  la  festa  di  S.  Gregorio  Magno 
ohe  cade  il  12. 


10  Martedì 

70-397 


j  S.  Leonzio 
soldato,  martire  con  al- 
'tri  trentanove  compa- 
gni, a  Sebaste,  in  Armenia,  l'anno  320.  — 
B.  Andrea,  abate  vallombrosano  (secolo  XI), 
onorato  nella  diocesi  di  Fiesole  (Firenze).  — 
8.  Attalo,  abate  di  Bobbio  (Pavia):  sec.  VI. 
—  SS.  Caio  e  Alessandro  martiri  in  Apamea 
(Frigia)  sotto  Marco  Aurelio  l' a.  279,  o  sotto 
Severo  sul  principio  del  III  secolo.  Sono  no- 
minati sotto  questo  giorno  nel  Martirologio 
romano. 

Memorandum.  —  Per  l'anniversario  della 
morte  di  Giuseppe  Mazzini  (1872),  comme- 
morazione patriottica  alla  tomba  di  lui  a  Sta- 
glieno,  presso  Genova.  —  Grande  fiera  di  ca- 
valli a  Verona.  Dura  dieci  giorni.  Spettacoli 
d'opera  al  Teatro  Filarmonico,  corse  e  altri 
spettacoli.  —  Oggi  per  i  protestanti  tedeschi 
è  il  giorno  di  Buss  und  Bettag  (penitenza  e 
preghiera). 


1 1  Mercoledì!    S-  Eulogio,  prete,  m. 
71-396  Spagnuolo,   di    Cor- 

'  dova,  perì  vittima  della 

persecuzione  de' Mori:  800-859.  —  S.  Bene- 
detto Crespi,  vesc.  di  Milano  681-725,  sepolto 
in  S.  Ambrogio.  —  S,  Pietro,  anacoreta,  ono- 


rato a  Banco  (Roma).  —  S.  Firmano,  ricordato 
dal  Baronie  nell'anno  993,  onorato  a  Fermo 
(Ascoli  Piceno).  —   Tempora  di  primavera. 

Memorandum.  —  Commemorazione  a  To- 
rino dei  martiri  del  1821.  -  Si  apre  la  gran 
fiera  di  Franooforte  sul  Meno,  che  dura  14 
giorni. 


12  Giovedì 

73-395 


S.  Gregorio  Magno 

papa,  dal  590  al  604.  In- 
trodusse  il  canto  eccle- 
siastico, chiamato  dal  suo  nome  Gregoriano, 
arrestò  in  Italia  le  scorrerie  dei  Longobardi, 
fu  dottore  di  Santa  Chiesa  e  lasciò  ricco 
tesoro  di  dottrine.  —  S.  Mamiliano,  martire, 
a  Roma,  sotto  Alessandro  Severo.  —  S.  Fina, 
vergine,  morta  l'a.  1253,  onorata  a  San  Ge- 
miniano  (Siena).  —  B.  Rustico,  generale  della 
congregazione  vallombrosana  (sec.  XI),  ricor- 
dato nella  diocesi  di  Fiesole  (Firenze). 

Memorandum.  —  Pagamento  delle  pensioni 
governative  di  tei'za  categoria  (superiori  a 
L.  2000  annue). 


13  Venerdì  |  S.  Cristina,  vergine. 
73-394  Martire  in  Persia.  — 
'  S.  Ansovino,  veso.  di  Ca- 
merino (Macerata):  sec.  IX.  —  S.  Eldrado,  o 
Aldrado,  abate  di  Novalesa  (Susa).  —  B.  En- 
rico, terziario  francescano,  onorato  a  Perugia. 
—  S.  Macedonio,  prete.  —  S.  Eufrasia,  v.  m.  Si 
ritirò  giovane  ancora  dal  mondo  in  un  mo- 
nastero dove  fu  modello  alle  compagne.  Morì 
a  soli  trent'anni  nel  410.  —  B.  Arrigo,  principe 
di  Danimarca.  —  Secondo  giorno  delle  tempora. 

Memorandum.  —  Scadenza  delle  cedole  se- 
mestrali della  Rendita  Turca. 


14  Sabato 

74-393 


S.  Matilde 


imperatrice  di  Germa- 
nia, e  moglie  ad  Arrigo 
duca  di  Sassonia.  Visse  con  lui  molti  anni, 
esempio  d'ogni  virtù,  sempre  data  alla  pre- 
ghiera, umile  fra  lo  splendore  della  reggia 
e  caritatevole.  Fu  mal  compensata  dai  figli 
che  la  spogliarono  d'ogni  suo  avere,  e  fu  co- 
stretta di  andare  raminga.  Morì  l'a.  968.  — 
S.  Afrodisio,  martire.  Soffrì  il  mart.  sotto  1 
Vandali,  verso  l'anno  484.  —  S.  Giovanni  II, 
abate  di  Montecassino.  —  Terzo  giorno  delle 
tempora. 

Memorandum.  —  Oggi,  natalizio  del  defunto 
re  Umberto  I,  si  fa  la  commemorazione  ufQ- 
ciale  della  sua  morte  (ved.  29  luglio).  —  Nella 
provincia  di  Sassari  è  permessa  da  oggi  alla 
fine  del  mese  la  caccia  agli  uccelli  di  passo. 


MARZO  1908 


—  77  - 


(12*  Settimana) 


15  Domenica 

75-292 


Seconda  di  quaresima. 

S.  Lnncrino.sold.,  m. 
11  medesimo  che  osò 
ferire  11  corpo  di  Gesù  in  Croce:  convertitosi, 
subì  II  martirio  a  Cesarea  in  Cappadoi-ia: 
sec  I.  —  8.  Masoriano,  venerato  a  Trento: 
seo.  IV-V.  —  S.  Matrona,  vergine,  venerata  a 
Capua  Vetere:  sec.  V  o  VI.  —  B.  Valerio,  o 
Valerlano,  arcivescovo  di  Ravenna  dall' a.  809 
all' 8 12. 

Memorandum.  —  Nella  prov.  di  Lucca  cessa 
oggi  il  permesso  di  caccia  col  fucile.  —  Da 
oggi  sino  al  15  giugno  è  vietata  la  pesca  flu- 
viale e  lacuale  (salvo  certe  eccezioni  ricordato 
a  suo  luogo).  La  pesca  con  la  lenza  fatta  da 
terra  è  sempre  permessa. 


16  Lunedi 

76-291 


S.  Eriberto,  vescovo. 

Vesc.  di  Colonia:  m. 
l'a,  1022.  —  Ss.  Ilario, 
vescovo,  e  e,  martiri  ad  Aquileia:  sec.  III.  — 
S.  Agapito,  vescovo  di  Ravenna  dal  206  al  232. 
—  B.  Torello  da  Poppi  (Arezzo),  monaco  val- 
lombrosano  morto  l'a.  1282.  —  Ss.  Valentino, 
da  Terracina  (Roma),  vesc,  e  Damiano,  diaco- 
no, onorati  a  S.Valentino  nell'Abruzzo  Cite- 
riore (Chieti):  sec.  IV.  —  Ss.  Ciriaco  e  comp. 
martirizzati  in  Roma  sotto  Diocleziano. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Cittadella.  Dura 
7  giorni.  —  Estrazione  del  Prestito  a  premi 
della  Città  di  Milano  18GG  (rimb.  il  15  giugno). 


17  Martedì 

77-290 


S.  Patrizio. 

Fu  vescovo  di  Nola 
(Caserta)  nel  secolo  III 
o  IV.  —  S.  Patrizio,  apo.st.  d'Irlanda,  nacque 
sulla  fine  del  IV  secolo,  in  un  villaggio  della 
Scozia.  Tratto  schiavo  in  Irlanda,  fu  ridotto 
a  sorvegliare  gli  armenti.  Sofferse  con  rasse- 
gnazione confidando  in  Dio.  Ordinato  prete  in 
patria,  torno  in  Irlanda  a  predicarvi  11  Van- 
gelo. Mori  l'a.  464. 

Memorandum.   —  Per  gli  Israeliti  primo 
giorno  delle  feste  di  Punm,  o  delle  Sorti. 


18  Mercoledì'  S.  Gabriele,  arcangelo. 

7S-289  j      Annunziò  a  Maria  SS. 

'  la  nascita  di  s.  Giovanni 


Battista  e  la  di  lei  maternità  (Vang.  di  s.  Lu- 
ca: 1, 19-26).  —  S.  Anselmo,  vesc.  di  Lucca  dal 
1073  al  1086.  Patrono  di  Mantova,  dove  oggi  è 
festa  di  precetto.  —  B.  Salvatore,  minorità, 
morto  a  Cagliari  nel  1567.  —  B.  Bartolomeo 
Maggi,  da  Anghiari,  minorità.  —  B.  Giovan- 
ni III,  da  Benevento,  abate  di  Monteoassino, 
del  secolo  X  o  XI. 


Mfmorandum.  —  ®  L.  P.  a  ore  3.29».  — 
Itoondo  ^omo  delle  feste  di  Furim,  o  delle 

•U  Oli  rtlNi  P.  SMfo  e  FIaU  di  Onioiii  mo  flii  witel  MrfftU. 


Sorti.  —  Anniversario  della  prima  delle  glo- 
riose Cinque  Giornate  di  Milano  (1848).  Fino 
a  tutto  il  22  la  città  è  imbandierata.  S'inau- 
gura pure  una  fiera  popolare  a  Porta  Vit- 
toria. —  Anniversario  della  proclamaz.  della 
Comune  di  Parigi,  festeggiato  dal  partito  anar- 
chico internazionale.  —  Fiera  di  8.  Giuseppe 
a  Ostuni  :  dura  3  giorni. 


19  Giovedì 

79-288 


S.  Giuseppe. 

Patrono  della  Chiesa 
cattolica.  Tale  fu  di- 
chiarato da  Leone  XI  ti,  e  invocato  come  spe- 
ciale patrocinatore  de' moribondi.  —  Ss.  Quin- 
to e  compagni,  martiri,  ricordati  a  Soi-rento. 
B.Bonaventura  Torniello,  servita,  morto  l'a. 
1491,  onorato  a  Venezia.  —  B.Andrea  de'Gal- 
lerani,  morto  nel  1252,  venerato  a  Siena. 

Memorandum.  —  Festa  di  S.  Giuseppe,  so- 
lenne per  la  Chiesa,  ma  non  riconosciuta  dallo 
Stato.  —  Questo  è  il  solo  giorno  dell'anno  in 
cui  a  Roma  le  donne  possono  visitare  la  cap- 
pella di  S.  Elena  nella  chiesa  di  S.  Croce  di 
Gerusalemme.  —  A  Scandiano  fiera  di  S.  Giu- 
seppe. Dura  tre  giorni.  —  Fiera  a  Solmona, 
che  dura  7  giorni. 


20  Venerdì  I        S-  GìoacJiino. 

80-287  Padre  di  Maria  SS. 

'  —  Ss.  Grato,  e  Marcello, 

preti,  ricordati  a  Forlì,  forse  del  IV  o  V  se- 
colo. —  B.  Ippolito  Galantini,  fondatore  d'una 
congregazione  per  l'insegnamento  della  dot- 
trina cristiana  (1365-1619).  —  S.  Ambrogio  da 
Siena,  domenicano  (1286)^  ricordato  nella  sua 
città.  —  Patronale  di  S.  Ottone  ad  Arezzo 
(Toscana). 


Memorandum.  —  Pagamento  delle  pensioni 
governative  di  seconda  categoria  (superiori 
a  L.  500,  ma  non  a  L.  2000  annue). 


21  Sabato 

81-286 


S.  Benedetto,  abate. 
Fu  il  patriarca  del 
monaci  d'occidente;  il 
suo  monastero  di  Montecassino,  ove  mori 
l'a.  543,  dura  tuttora,  dopo  attraversate  le 
più  difficili  vicende  in  dodici  secoli.  —  S.  Gia- 
como, vescovo  di  Catania:  sec.  VIII.  —  S.  Ella, 
vesc,  venerato  nell'isola  di  s.  Giulio  presso 
Orta  (Novara).  —  S  Giustino,  vescovo  di  Ver- 
celli, verso  gli  anni  452-470. 

Memorandum.  —  Equinozio  di  Primavera. 
Oggi  il  giorno  e  la  notte  sono  di  egnal  lun- 
ghezza. —  Entra  il  Sole  in  Ariete,  e  oomlnoia 
la  Primavera  astronomica.  —  Chiusura  della 
oaooia  nell*  proviaoiA  di  BatL 


{MAÈZO  -  Vedi  a  pag.  74). 
una  forte  banda  di  malfattori  capitanata  dal 
temuto  assassino  Baschierl,  e  dopo  quattro 
ore  di  combattimento  la  disperde,  ucciden- 
done il  capo  ed  altri  pericolosi  briganti,  ed 
avendone  in  premio  l'ordine  della  Corona 
ferrea. 

17  (1861).  -  All'assedio  di  Messina,  ca- 
duta una  bomba  in  mezzo  ad  un  gruppo  di 
soldati  del  S&°  fanteria,  il  volontario  Graziano 
Cecchini,  da  Chiusi,  vi  si  slancia  sopra,  estrae 
la  spoletta,  e  mostrandola  sorridendo  ai  com- 
pagni, grida:  Siam  tutti  salvi! 

18  (1883).  —  Il  brigadiere  dei  reali  ca- 
rabinieri Domenico  Romeo  affronta  il  ban- 
dito Morrone,  e  quantunque  gravemente  fe- 
rito alla  gamba  sinistra  da  un  colpo  tiratogli 
dal  brigante,  riesce  ad  arrestarlo  dopo  viva 
ed  accanita  lotta. 

19  (1807).  —  II  generale  Teuliè,  incari" 
cato  di  bloccare  Colberg  (Prussia)  con  tre  reg- 
gimenti italiani  occupa  le  ridotte  di  Selnon, 
e  respinge  una  sortita  dalla  piazza,  prendendo 
al  nemico  6  cannoni  e  300  prigionieri.  Il  sol- 
dato Vannotti  salva  il  capitano  Barbavara  per 
due  volte  ferito. 

30  (1861).  —  Le  truppe  italiane  coman- 
date dal  generale  Luigi  Mezzacapo  costrin- 
gono a  capitolare  la  fortezza  di  Civitella  del 
Tronto,  considerata  quasi  inespugnabile.  Si 
distinguono  il  tenente  colonnello  Sircana  e 
il  ma^rgior  Finazzi  del  27°  fanteria;  il  capi- 
tano Prevignauo  ed  il  tenente  Boyer  dei  ber- 
saglieri. 

ai  (1849).  —  Alla  Sforzesca,  il  2°  e  3° 
squadrone  Nizza  cavalleria,  guidati  dal  mag- 
giore Gazzelli  di  Rossana  e  dal  capitano  di 
Stato  maggiore  Mazè  de  la  Roche,  caricano 
due  reggimenti  austriaci,  proteggendo  la  riti- 
rata delle  brigate  Regina  e  Cuneo,  distin- 
guendosi il  tenente  Avogadro,  poi  colonnello 
del  reggimento  Monferrato. 

J82  (1865).  —  In  uno  scontro  fra  un  drap- 
pello dell'  1  lo  fanteria  comandato  dal  sergente 
Carta,  e  la  banda  Proto,  nelle  vicinanze  di 
San  Giorgio  (Ariano)  il  caporale  Giuseppe 
Barbieri  uccide  il  capo  della  banda,  ed  il 
soldato  Pasquale  Tonachella  arresta  il  bri- 
gante d'Ambrosio. 

«3  (1849).  -  Alla  battaglia  di  Novara, 
Ferdinando  di  Savoia  duca  di  Genova,  dopo 
essersi  impadronito  con  la  i«-  divisione  della 
Bicocca,  ed  avere  cacciata  la  divisione  d'Aspre 
da  Olengo,  avendo  avuto  due  cavalli  uccisi  e 
riportata  una  forte  contusione  al  petto,  rior- 
dinati tre  battaglioni,  a  piedi,  alla  loro  testa, 
occupa  di  nuovo  la  Bicocca,  da  dove  è  ul- 
timo a  ritirarsi  con  in  pugno  la  spada  insan- 
guinata. Alla  stessa  battaglia,  il  portabandiera 
del  H»  fanteria,  trovatosi  momentaneamente 
separato  dalla  sua  scorta  è  tutt'a  un  tratto 
circondato  dai  cacciatori  tirolesi,  che  lo  feri- 
scono e  stanno  per  Impadronirsi  della  ban- 
diera, quando  il  soldato  Chiaffredo  Pienotto 
oorre  in  suo  aiuto,  e  con  un  colpo  di  fucile 
atterra  un  tirolese,  poi  si  fa  largo  con  la  baio- 
netta, e  pretta  la  bandiera  dalle  mani  dell'  uf- 


-  78  - 

fidale  morente  la  consegna  ad  un  altro  uffi- 
ciale sopraggiunto. 


34  (1870).  —  II  sottotenente  Vegezzi,  del 
420  fanteria,  di  picchetto  ad  un  quartiere  di 
Pavia,  assalito  da  rivoltosi,  che  avevano  in- 
telligenze con  qualche  sottufficiale,  senza  esi- 
tanza, alla  testa  dei  pochi  ixoraini  di  guardia, 
imponendo  loro  col  proprio  contegno,  re- 
spinge l'assalto  rimanendo  gravemente  ferito. 

35  (1831).  -  Alle  Celle,  fuori  di  Rimini, 
il  generale  Zucchi,  con  poche  centinaia  di 
uomini,  per  proteggere  la  ritirata  delle  forze 
rivoluzionarie  che  avevano  dovuto  lasciare 
Bologna  dirigendosi  ad  Ancona,  sostiene  l'urto 
della  avanguardia  austriaca  agli  ordini  del 
generale  Geppert,  segnalandosi  il  generale 
Grabinski  in  un  ritorno  offensivo  contro  il 
nemico,  il  suo  capo  di  Stato  maggiore  Ippo- 
lito Benelli,  il  colonnello  Cesare  Ragani,  ed 
il  sottotenente  A.  Meloni,  poi  arrestato  nel 
1833  per  cause  politiche. 

36  (1874).  —  Due  compagnie  del  56o  ac- 
cerchiano la  banda  Donato  su  i  monti  di  Ni- 
castro,  continuando  per  due  ore  un  vivo 
scambio  di  fucilate.  Vittorio  Bortolotti,  zap- 
patore, quantunque  ferito,  penetra  fra  i  primi 
nella  grotta  dove  la  banda  si  era  rifugiata, 
contribuendo  all'uccisione  del  Donato  ed  alla 
resa  degli  altri. 

37  (1811).  -  Sebastiano  Cavallari  di  Vi- 
cenza, ferito  al  ponte  di  Vilamara  in  Spagna, 
prega  i  compagni,  che  volevano  salvarlo,  a 
salvare  loro  stessi  lasciandolo  al  suo  destino: 
eguale  preghiera  rivolge  al  generale  Palom- 
bini,  dicendo  di  non  curarsi  del  genere  di 
morte  serbatogli  dai  nemici,  pur  di  ben  me- 
ritare della  patria. 

38(1843).  —  Al  Cerro,  nell'Uruguay, 
Giuseppe  Garibaldi,  alla  testa  della  legione 
Italiana,  mette  in  fuga  le  truppe  d'Oribe  da 
un'  altura  protetta  da  trincee,  assalendole  a 
baionetta  calata  senza  sparare  un  colpo,  me- 
ritando i  più  caldi  elogi  del  governo  di  Mon- 
tevideo. 

39  (1849).  —  Muore  a  Novara,  in  con- 
seguenza di  una  ferita  in  fronte  riportata 
nella  battaglia  del  23,  il  generale  Ettore  Per- 
rone  di  San  Martino,  n.  a  Torino  nel  178l>, 
antico  soldato  napoleonico,  comandante  la 
3»  divisione  dell'esercito  sardo.  Raccolto  da 
due  soldati  sul  campo,  aveva  voluto  essere 
portato  dinanzi  al  Re,  dicendogli  d'avere  or- 
mai compiuto  il  proprio  dovere. 

30  (1848).  —  Marianna  Antonini,  armata 
di  una  pistola,  ferma  una  carrozza  di  sup- 
posti fuggiaschi  da  Udine,  temendo  che  por- 
tino infox'mazioni  agli  Austriaci,  opponendo 
il  suo  corpo  ai  cavalli  spinti  alla  corsa. 

81  (1862).  —  Diretti  ad  Ascoli  Satriano 
in  Capitanata,  50  cavalleggeri  Lucca,  appena 
giunti  colà  ed  avvisati  della  presenza  del 
briganti  in  quelle  vicinanze,  muovono  con- 
tro di  essi,  e  trovandosi  circondati  da  più  di 
200  uomini,  combattono  valorosamente  riti- 
randosi nel  paese  e  lasciando  le  di  loro  sol 
oampo. 


--  79  -^ 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


6.  -  GIOVANNI  LUTERI,  più  noto  col  nome  di  DOSSO  DOSSI 
(Dosso  presso  Ferrara  e.  1480-1642) 

è  forse  il  maggiore  artista  della  scuola  ferrarese  nel  suo  bel  flore.  Fu  anche  chiamato  per 
il  suo  valore  nel  paesaggio,  per  la  potenza  della  sua  fantasia  e  vivacità  di  colorito,  l'Ariosto 
della  pittura.  L'opera  sua  più  pregiata  è  la  Circe  della  Galleria  Borghese. 


MABZO  1908 


(13»  Settimana) 


22  Domenica 

82-285 


Terza  di  quaresima. 
I  Dolori  di  Maria  SS. 


S.  Paolo,  già  proconsole  romano  di  Cipro, 
indi  vescovo  di  Narbonne  (Francia):  sec.  Ili 
(Migne).  —  S.  Benvenuto  Scotlvoli,  vescovo  di 
Osimo  (Ancona),  dal  126é  al  1283.  —  S.  Lea, 
matrona  romana,  morta  l'a.  304.  —  S.  Basilio 
d'Ancira,  prete  e  martire,  imprigionato  per  la 
fede,  morì  fra  i  tormenti  (862).  —  S.  Ottaviano, 
arcidiacono,  martire  a  Cartagine. 


Memorandum. 


23  Lunedì 

83-384 


S.  Turibio  Alfonso 
Mogrovejo,  martire. 

Arciv.  di  Lima  (Perù), 
S.  Pelagia,  martire.  — 
martiri,  circa 


dal  1578  al  1G06.  - 
Ss.  Nicone,  vesc,  e  compagni 
l'a.  250,  ricordato  a  Taormina  (Messina).  — 
S.  Procopio,  vescovo  di  Taormina  (sec.  X).  — 
—  S.  Procolo,  vescovo  di  Verona  (sec.  III).  — 
S.  Ottone  od  Odone  della  famiglia  Frangi- 
pane, anacoreta  del  sec.  XII. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  prima 
delle  Dieci  gloriose  Giornate  di  Brescia  (1849). 


24  Martedì  I         s.  Simone. 

84-283  Martire,  l'a.  1475.  — 
'  S.  Latino    Flavio,  vesc. 


di  Brescia  (III  sec),  onorato  in  questa  città. 
La  sua  salma  riposa  nella  chiesa  di  S.  Afra. 
—  S.  Caterina  di  Svezia,  verg.,  1330-1381.  — 
Ss.  Marco  e  Timoteo,  mm.  a  Roma  sec.  II.  — 
S.  Bertulfo,  o  Bernulfo,  vescovo  di  Asti,  verso 
gli  anni  800-813,  martire,  venerato  a  Mon- 
dovì  (Cuneo). 

Memorandum.  — 


25  MercoledìL  ..,J""""<^?^'o"t ,  . 

85-383  dell  Arcangelo  Gabriele 

. 1  a  Maria  SS. 

Gli  atti  del  concilio  di  Toledo,  tenutosi 
l'a.  656,  recano  la  più  antica  testimonianza  di 
questa  festa.  —  B.  Tommaso  da  Costacciaro 
(Perugia),  morto  l'a.  1337.  —  S.  Umberto  di 
MaroUes,  prete  (682).  La  sua  festa  si  celebra 
il  6  settembre,  essendosi  in  quell'anno  tra- 
slate la  sue  reliquie  nella  chiesa  del  oonvento 
da  lui  eretto  ed  abitato. 

Memorandum.  -  C  U>  Q-  a  ore  18,33>«.  — 
Fiera  di  oaTalil  a  Itouigo  (provinola  di  Tloen* 


za),  frequentatissima.  —  Chiusura  della  cac- 
cia nella  provincia  di  Avellino.  —  A  Milano, 
festa  del  Perdono,  negli  anni  pari  in  Duomo, 
e  nei  dispari  all'Ospedale  Maggiore. 


26   Giovedì  1    ^"  Teodoro,  vescovo. 

86-281  Primo  di  questo  nome, 
^  resse    la   Chiesa   mila- 


nese dal  475  al  490.  Era  stato  in  gioventù 
milite  sotto  gli  imperatori  Diocleziano  e  Mas- 
simiano, ma  professava  la  religione  di  Cristo. 
Si  oppose  vivamente  all'editto  imperiale,  che 
condannava  i  soldati  che  persistessero  nella 
religione  di  Cristo  e  subì  il  martirio.  —  S.Ema- 
nuele, mart.  —  S.  Felicita,  vergine  padovana. 
—  B.  Marco,  da  Bologna,  minorità,  ricordato 
a  Piacenza:  sec.  XV. 

Memorandum.  —  Mezza  Quaresima,  festeg- 
giata in  più  luoghi  con  tradizionali  costu- 
manze, con  burle,  con  balli,  ec.  A  Firenze  il 
giuoco  fanciullesco  delle  scale:  a  Reggio  Emi- 
lia facevano  le  vecchie  (ora  in  disuso). 


27  Venerdì 

87-280 


S.  Marciano,  vescovo. 

Ricordato  a  Tortona. 
(Alessandria);  sec.  II. 
(vedi  6  marzo).  —  S,  Giovanni  eremita,  vis- 
suto a  Nicopoli  nell'Egitto,  morì  l'a.  394.  — 
S.  Augusta  V.  m.,  onorata  a  Serravalle  (Tre- 
viso). —  S.  Adalberto  di  Ravenstein,  vescovo 
di  Trento,  martire  presso  Roveredo  l'a.  1156. 
—  Ss.  Baronzio  abate  e  Desiderio,  suo  disce- 
polo, venerati  a  Pistoia:  sec.  V. 

Memorandum.  —  Oggi  pagamento  degli  sti- 
pendi agli  impiegati  governativi. 


28  Sabato    I     S.  Cirillo,  diacono. 

88-2'?9  I       Martire  ad  Eliopoli 

(Fenicia),  l'anno  362.  — 

S.  Speranze,  abate  presso  Norcia,  citato  da 
Gregorio  Magno  nel  quarto  de' suoi  Dialoghi. 
S.  Sisto  III,  papa  dal  432  al  440.  -  S.  Gon- 
trano,  re  dei  Franchi.  —  Ss.  Castore  e  Doro- 
teo,  martiri  a  Tarso. 


Memorandum. 


MARZO- APRILE  1908       -  81  - 


(14''  Settimana) 


29  Domcnical  9"*"^»  **'  quaresima. 


89-278  I       S.Eiistasio,  monaco, 

detto  anche  Eu'^tazio, 
fa  vescovo  di  Napoli,  verso  l'anno  180.  — 
Ss.  Costantino  e  Simplicio,  abati  di  Monte- 
cassino:  scc.  IV. 

Memorandum.  —  A  Roma,  al  Vaticano,  cap- 
pella papale:  sull'altare  è  esposta  la  rosa 
d'oro,  benedetta  dal  papa  In  sacrestia  prima 
della  messa,  e  da  lui  destinata  a  un  principe 
cattolico,  o  ad  una  chiesa  insigne,  ec.  —  0{,'f,M 
a  Milano  e  in  molte  altre  città  della  Lombar- 
dia scadono  molti  affitti  semestrali  e  si  fanno 
i  traslochi.  —  A  S.  Ilario  d'Enza  nel  Re;?jia- 
no,  fiera  detta  dei  Bovi  grassi,  —  I  tre  ultimi 
piorni  di  marzo  e  i  primi  tre  di  aprile  nelle 
llomague  sono  chiamati  i  giorni  della  recirt.- 
e  si  annettono  a  questo  nome  varie  super- 
stizioni. 


30   Lunedi    |S.  Quirino,  soldato  e  m. 
90-2'?7  Visse  nel  sec.  II.  — 

B.  Amedeo  III,  duca  di 

Savoia,  morto  l'anno  1742.  —  S.  Zosimo,  vesc. 
di  Siracusa:  sec.  VII.  —  S.  Secondo,  mart. 
ricordato  ad  Asti. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  vitto- 
ria di  Goito  e  della  resa  di  Peschiera.  Festa 
dell'arma  d'artiglieria.  —  Fiera  a  Ciriè,  — 
Estraz.  pel  rimborso  delle  Obblig.  della  So- 
cietà Veneta  per  Imprese  e  costruzioni  pub- 
bliche. 


31  Martedì 

91-276 


S.  Mauricillo. 

Fu  vescovo  di  Mi- 
lano nel  661-662  (dal 
6.')7  al  C68  secondo  il  Sassi).  Le  sue  ceneri 
riposano  nella  chiesa  di  S.  Satiro.  —  S.  Bai- 
bina,  vergine.  —  S.  Beniamino.  —  S.  Amos, 
profeta  minore,  visse  circa  800  anni  prima 
di  G.  C. 

Memorandum.  —  Cessa  il  permesso  di  cac- 
cia agli  acquatici  e  ad  altre  varietà  speciali 
di  uccelli  nelle  province  di  Alessandria,  Bel- 
luno, Cagliari,  Campobasso,  Catanzaro  (ai  qua- 
drupedi), Livorno,  Milano,  Modena,  Pavia, 
Pisa,  Sassari,  Siena,  Siracusa,  Teramo,  Torino, 
Verona;  della  caccia  in  genere  nelle  province 
di  Bologna,  Cosenza,  Foggia,  Forlì,  Macerata, 
Massa,  Napoli,  Potenza,  Ravenna,  Roma. 


1  Mercoledì  1    s.  Teodora,  vergine, 
92-275  I 

— morta  a  Roma  (132).  — 

S.  Ugo,  vesc  Nacque  in  Valenza.  Abbracciato 
lo  stato  ecclesiastico,  fu  richiesto  a  Grenoble 
come  vescovo,  ma  desideroso  di  solitudine, 
si  ricoverò  in  un"  abbazia.  8.  Brunone  con  al- 
cuni suoi  compagni,  cercando  un  asilo,  ve 
lo  incontrò  e  lo  condusse  alla  Certosa.  Morì 
l'anno  1132. 

Memorandum.  —  @  L.  N.  a  ore  6,2"».  — 
Attenzione  ai  pesci  d'aprile  che  i  burloni  dan- 
no con  tanta  facilità  a  pescare  alle  persone 
di  buona  fede!  —  Da  oggi  fino  a  tutto  settem- 
bre  orario   estivo   per  gli  uffizi  telegrafici  a 


orario  di  giorno  completo  e  ad  orario  limitato 
(per  i  primi  dalle  7  alle  21;  per  1  secondi 
dalle  8  alle  12  e  dalle  15  alle  19).  —  Chiusura 
della  caccia  nelle  province  di  Ancona,  e  in 
quelle  di  Reggio  Calabria  anche  per  gli  uc- 
relll  acquatici.  Nello  province  di  Catania  e 
Messina  da  oggi  è  permesso  il  tiro  alle  qua- 
glie; in  quella  di  Catanzaro,  a  tutti  i  volatili 
di  passo;  in  quella  di  Genova,  alle  tortore, 
ortolani,  quaglie,  beccaccini,  palmipodi,  entro 
una  certa  zona;  in  quella  di  Sassari,  la  caccia 
alle  volpi  con  i  segugi.  —  Da  oggi  sino  a  tutto 
agosto  è  vietata  la  raccolta  delle  ostriche. 
Invece  è  permessa  la  pesca  dei  gamberi  di 
acqua  dolce.  —  Scadenza  cedole  semestrali 
Prestito  Cattolico  1860-64;  Prestito  Bloiint 
1866;  Obbligaz.  5%  Asse  Ecclesiastico  1870; 
Ferrov.  Vittorio  Emanuele;  Obbligaz.  Ferrov. 
4% netto;  Prestito  Unificato  Fioi-entino  1880; 
Cartelle  Fondiarie  di  tutti  gli  istituti;  Obblig. 
Acqua  Pia,  antica  Marcia ;.Obbl:g.  Alti  Forni 
e  Acciai  rie  di  Terni;  Obbligaz.  3  %  SS.  FF. 
Merid.;  Estraz.  Prestito  Città  di  Napoli  1875 
(rimb.  lo  maggio);  Buoni  trentenn.  Ferrovie 
Merid.;  Obbligaz.  4  "/,  Ferrovie  Second.  della 
Sardegna.  —  Oggi  a  Torino  si  sogliono  pagare 
gli  affitti  semestrali.  —  Entrano  in  funzio;:e 
i  nuovi  capitani-reggenti  della  Repubblica  di 
San  Marino  (fino  al  30  settembre). 


2   Giovedì     1  ^-  Francesco  di  Paola. 

93-274  Fondatore  dei  Mini- 

— ■ '  mi,  morto  nel  1507.  Era 


nato  in  Paola,  citts\  della  Calabria,  verso  il  1416 
ed  uscito  dai  religiosi  di  S.  Francesco  d'As- 
sisi, si  ritirò  in  una  spelonca,  dove  fondò  un 
monastero. 

Memorandum.  —  Oggi  per  gli  Ebrei  prin- 
cipia l'anno  religioso,  secondo  l'antico  calen- 
dario l'abbinico. 


3  Venerdì    1         S-  Riccardo 

94-273  vescovo   di   Chichester 

(Inghilterra)  (1245-1253) 


—  S.  Pancrazio,  v?sc.  di  Taormina  (I  sec?). 

—  S.  Eraldo,  vescovo.  —  S.  Agape  e  sorelle, 
martiri  sotto  Diocleziano  (304).  —  S.  Ulpiano 
martire  a  Cesarea  (Palestina). 

Memorandum.  —  In  Toscana  credono  che 
se  piove  oggi,  pioverà  per  40  giorni;  "  Terzo 
Aprilante,  quaranta  durante  „;  in  altre  parti 
d' Italia  il  prognostico  è  preso  dal  tempo  che 
farà  domani. 


4   Sabato      !  S.  Isidoro 

95-272  vesc.  di  Siviglia.  Nacque 

in  Spagna,  e  fu  educato 

dai  vescovi  Leandro  e  Fulgenzio  suoi  fra- 
telli. Il  concilio  di  Toledo  lo  chiamò  insigne 
dottore  della  Chiesa  cattolica  in  virtù  de' suoi 
scritti,  e  Leone  IV  lo  propose  quale  emulo 
di  Gerolamo  e  di  Agostino.  Mori  nel  636.  — 
Morte  di  S.  Ambrogio,  vesc.  e  patrono  della 
Chiesa  milanese  (397)  (v.  7  die). 

Memorandum.  —  A  Frascati  feste  per  la 
ricorrenza  del  natale  della  città. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 


-  82  — 
I  CONSIGLI  DEL  MESE  (Igiene  ed  Economia  Domestica). 

MARZO 

L'influenza  e  i  suoi  derivati  —  Igiene  fisica  e  morale  —  Il  sangue  dal  naso  dei  bamiini  —  Il 
petrolio  inodoro  —  Per  togliere  le  macchie  d'inchiostro  dalla  tela  —  Polvere  di  cipria  fio- 
reatina  —  Lingua  di  manzo  —  Marmellata  di  mele  —  I  proverbi  del  mese. 

pane  sostengono  la  vita;   ina  l'aria  pura  ed 
il  sole  sono  indispensabili  alla  salute. 

3.  Igiene  digestiva.  —  La  frugalità  e  la 
sobrietà  sono  il  migliore  elisir  di  lunga  vita. 

4.  Igiene  della  pelle.  —  La  pulizia  pre- 
Dunque,  questo  mese  parleremo  prima  di    serva  dalla  ruggine;  le  macchine  meglio  pu- 


L'influenza  non  è  più  una  malattia  di 
moda:  resta,  però,  una  malattia  noiosa  e, 
spesso,  pericolosa.  Se  non  è  curata  in  tempo 
può  esserci  fatale:  alla  men  peggio  ci  lascia 
strascichi  un  tantino  sgradevoli. 


tutto  dell'influenza  e  dei  suoi  derivati 

11  deputato  Borne,  dottore  in  medicina, 
diventato,  qualche  anno  fa,  improvvisamente 
celebre  per  averne  guarito  rapidamente  Lou- 
bet,  Waldeck-Rousseau  e  Deschanel,  rivela  la 
sua  ricetta,  che  è  la  seguente  :  Acqua  cloro- 
formizzata, 60  grammi;  acqua  distillata,  60; 
magnesia,  8;  salci,  1;  betol,  1;  antifibrina,  1; 
sciroppo  di  fiori  d'arancio,  35.  Agitare  e  pren- 
dere con  cucchiaio  da  minestra  ogni  20  mi- 
nuti nel  primo  giorno.  Negli  altri  giorni  pren- 
dere la  medicina  seguente:  magnesia,  10  gr.; 
betol,  5;  salol,  2  e  mezzo;  terpina,  2  e  mezzo 
in  20  cachets;  due  la  mattina,  e  due  la  sera, 
coricandosi.  Guarirete.  Le  dosi  vanno  mo- 
dificate secondo  l'età,  il  sesso  e  il  tempera- 
mento del  malato.  Il  metodo  si  basa  sulla 
necessità  di  disinfettare  le  vie  digestive  e 
I-espiratorie,  per  distruggere  i  microbi  dell'in- 
fluenza. 

Ma  se  l'influenza  è  divenuta  oggi  meno 
frequente  di  quello  che  per  un  lungo  periodo 
di  tempo  non  sia  stata,  i  raffreddori  la  so- 
stituiscono tuttora  largamente.  Per  chi  avesse 
la  sventura  di  trascinarsi  addosso  un  noioso 
se  non  grave  catarro  cronico,  consiglierei  uno 
sciroppo  composto  di  datteri,  giuggiole,  fiori 
di  ninfea,  seme  di  papavero,  radice  di  liquo- 
rizia,  radice  di  malva  secca,  erba  capillare 
secca.  Bisogna  far  bollire  ogni  cosa  nello  sci- 
roppo di  zucchero,  lasciar  rafii-eddare,  po- 
sare e  passare  per  panno.  È,  una  bevanda  un 
po' complicata,  ma  di  sicuro  effetto. 

Il  dottor  Roux,  invece,  è  riuscito  a  fare 
abortire  corizze  incipienti  e  a  dissipare  leg- 
giere bronco-tracheiti  con  un  metodo  molto 
più  semplice:  mediante  forti  aspirazioni  per  il 
naso  e  per  la  bocca  di  acqua  di  Colonia.  Ba- 
sta versarla  sopra  un  fazzoletto.  Il  raffred- 
dore di  testa,  poi,  si  elimina  presto  respi- 
rando per  lo  spazio  di  trenta  secondi,  in  due 
o  tre  volte,  dell'ammoniaca,  o  collocandosi 
sul  vapore  dell'acqua  bollente  in  cui  si  sono 
gettate  alcune  goccic  di  spirito  canforato.  Oc- 
corre, però,  coprire  bene  la  testa  con  un  faz- 
zoletto per  impedire  che  il  vapore  sfugga. 


L'igiene  ha  anch'essa  le  sue  regole,  dalle 
quali  non  bisognerebbe  derogare.  Il  dottore 
Ducornet  le  ha  riassunte  in  dieci  comanda- 
menti che  voglio  ripetere  alle  mie  lettrici. 
Li  meditino  attentamente,  e  cerchino  di  se- 
guirli, perchè  sono  giusti,  brevi,  ed  igienici 
davvero: 

1.  Igiene  generale.  —  Alzati  presto,  vai 
a  letto  presto,  occupa  la  tua  giornata. 

2.  Igiene  respiratoria.  —  L' acqua  ed  il 


lite  fanno  servizio  più  lungamente. 

5.  Igiene  del  sonno.  —  Un  riposo  suf- 
ficiente ripara  e  fortifica:  un  riposo  troppo 
lungo  ammollisce  ed  indebolisce. 

6.  Igiene  delle  vesti.  —  Vestirsi  bene  e 
conservare  al  corpo,  colla  libertà  dei  mo- 
vimenti; il  calore  necessario,  preservandolo 
da  ogni  brusco  mutamento  di  temperatura. 

7.  Igiene  dell'abitazione.  —  La  casa  pu- 
lita e  gaia  rende  amabile  il  focolare  dome- 
stico. 

8.  Igiene  morale.  —  Lo  spirito  si  riposa 
e  si  affina  nelle  distrazioni  e  nei  divertimenti; 
ma  l'abuso  spinge  alle  passioni  e  queste  ai 
vizi. 

9.  Igiene  intellettuale.  —  L'allegria  fa 
amare  la  vita  e  l'amore  della  vita  è  la  metà 
della  salute.  Al  contrario,  la  tristezza  e  lo 
scoraggiamento  anticipano  la  vecchiaia. 

10.  Igiene  professionale.  —  Se  ti  nutri  il 
cervello  non  ti  lasciare  anchilosare  né  le  brac- 
cia né  le  gambe.  Se  guadagni  la  tua  vita  a 
colpi  di  zappa,  non  dimenticare  di  ornare 
e  di  estendere  la  tua  intelligenza. 


Dai  consigli  profilattici  del  dottor  Ducor- 
net, passiamo  a  qualche  consiglio  terapeu- 
tico. Voglio  darlo  questa  volta  alle  nostre 
mammine,  tanto  facili  ad  allarmarsi  d'un  fe- 
nomeno che,  in  realtà,  non  presenta  nulla  di 
grave:  del  sangue  dal  naso  dei  bambini. 

Le  cause  possono  essere  parecctiie,  ma 
sempre  di  natura  leggiera;  sorvoliamoci  sopra 
e  vediamo  un  po'  di  trovare  così  alla  buona, 
senza  inforcare  gli  occhiali  e  senza  assumere 
un  tono  dottrinario,  qualche  rimedio  al  male, 
se  non  grave,  certo  penoso  per  i  pazienti  e 
per  chi  li  circonda. 

Prima  di  tutto,  non  asciugate,  sul  mo- 
mento, il  naso  col  fazzoletto;  se  mai  ci  pen- 
serete qualche  ora  dopo,  quando,  cioè,  ri- 
stretta o  cicatrizzata  la  ferita,  il  coagulo  può 
venir  tolto  con  più  facilità.  Se  l'emorragia  è 
persistente,  sì  metteranno  in  pratica  i  mezzi 
più  popolari;  si  farà  sollevare  e  tener  ritto 
il  braccio  del  lato  corrispondente  a  quello 
della  narice  che  sanguina;  si  applicherà  del 
freddo  (compresse  fredde,  vescica  di  ghiaccio) 
sulla  fronte  e  sulla  narice  del  naso. 

Se  non  basta,  si  potranno  praticare  nella 
narice  stessa  delle  iniezioni  di  acqua  molto 
calda,  di  sugo  di  limone,  di  acqua  emosta- 
tica Pagliari. 

Invece  di  queste  iniezioni,  ed  anche  suc- 
cessivamente quando  esse  si  siano  mostrate 
insufficienti,  si  potrà  ricorrere,  con  molto  van- 
taggio, all'introduzione  nella  narice  stessa  di 
piccoli  tamponi  che  potranno  prepararsi  im- 


bevendo  11  cotone  idrofllo  d'un  po' di  «cqna 
eniostatlc»  Pagliari  o  d'una  soluzione  di  per- 
cloruro  di  ferro,  se  l'aveste  nella  vostra  far- 
niaoia  domestica. 

Può  giovare  anche  l'insufflazione  nel  naso 
di  polveri  astringenti:  quali  il  tannino,  l'al- 
lume di  rocca  od  altro. 

Quasi  sempre  bastano  questi  mezzi,  ripe- 
tuti con  majTgiore  o  con  minore  insistenza, 
ad  arrestare  emorragie  anche  ostinate:  ma 
se  non  vi  si  riuscisse,  sarebbe  indispensabile 
di  mandare  pel  medico  specialista.  E,  nella 
sua  attesa,  cooperare  all'emostasi  tenendo  le 
narici  11  più  che  sia  possibile  immobili  e  non 
toccandole  in  modo  alcuno.  Riguardi  grandi 
dovranno,  altresì  usarsi  quando,  dopo  qualche 
ora,  o  dopo  qualche  giorno,  si  leverà  il  tam- 
pone, perchè  facilmeute  l'emorragia  potrà 
ripetersi. 


In  pieno  secolo  ventesimo  parlare  ancora 
di  petrolio  sembra  una  stonatura. 

Pure  non  tutti  hanno  il  gran  vantaggio 
del  gas  o  dell'impianto  eleltiico  In  casa,  e 
debbono,  volere  o  no,  rassegnarsi  alla  fiamma 
meno  vivida  dei  lumi  a  petrolio,  e  soppor- 
tare tutti  gii  inconvenienti  di  questo  mine- 
rale pericoloso.  Mi  rivolpo  ad  essi  consiglian- 
do, nel  caso  di  incendio,  di  non  ricorrere  mal 
all'acqua.  Se  si  ha  in  casa  molta  cenere,  sab- 
bia o  polvere  di  detriti,  tanto  da  seppellire 
il  liquido  infiammato,  se  ne  faccia  subito  uso. 
Di  eff"etto  più  pronto  e  più  sicuro  è  però  il 
latte,  h  una  proprietà  che  pochi  conoscono, 
ma  di  grande  potenza.  Non  esitate  a  versarlo 
istantaneamente  sulle  fiamme  devastatrici,  se 
volete  convincervene  davvero. 

Un  altro  inconveniente  ha  il  petrolio  : 
quello  del  cattivo  odore.  Per  farglielo  per- 
dere basterà  aggiungere  100  gr.  di  cloruro  di 
calce,  per  ogni  4_  litri  e  mezzo,  più  un  po' di 
acido  cloridrico.  È  necessario  però,  dopo  aver 
bene  agitato  tutto,  versare  il  liquido  in  un 
altro  recipiente  che  contenga  calce  viva.  Dopo 
avere  ancora  una  volta  agitato  il  miscugUo, 
si  lascia  riposare  senz'altro. 

Qualcuno,  poi,  consiglia  di  mettere  una  o 
due  palline  di  naftalina  per  ciascun  litro  di 
petrolio,  assicurando  che  non  solo  si  conse- 
gue cosi  lo  stesso  effetto,  ma  che  la  luce  viene 
a  ravvivarsi  considerevolmente  per  l'azione 
del  carburo  di  calce  di  cui  la  naftalina  è  ricca. 
xj  un  metodo,  se  non  altro,  d'una  semplicità 
estrema.  Mette  conto  di  tentar  la  prova. 

Ma  non  voglio  chiudere  questo  reparto.... 
profumato,  senza  suggerirvi  un  rimedio  ad 
un  terzo  inconveniente  del  petriolo;  alla  sua 
trasudazione. 

Chi  adopera  lampade  di  metallo  o  di  vetro 
ne  sa  qualche  cosa.  Mescolate,  dunque,  del 
silicato  di  pota.ssa  con  della  glicerina  in  parti 
uguali:  versate  il  miscuglio  nell'interno  della 
lampada,  già  ben  pulita  ed  asciugata,  e  agi- 
tate in  modo  che  di  quella  composizione  si 
formi  uno  strato  su   tutta  la  superficie  In- 


terna. Vuotate  li  globo  del  miscuglio  ecce- 
dente e  lasciatelo  asciugare.  Il  processo  è 
ben  semplice,  giova  e  costa  pochissimo. 


E  adesso  vi  darò,  al  solito,  qualche  con- 
siglio pratico  e  qualche  ricetta  gastronomica. 
Già  vi  dissi  come  possono  togliersi  le  mac- 
chie di  grasso  dalla  carta:  ora  vi  dirò  come 
togliere  quello  d'inchiostro  dalla  tela. 

Se  la  macchia  d'inchiostro  è  recente,  si 
bagni  subito  la  parte  con  del  sugo  di  limone, 
o  con  forte  aceto  di  vino  e  sapone.  La  mac- 
chia sparirà  immediatamente. 

Per  la  vostra  toilette  potete  ottenere  una 
cipria  eccellente  finissima,  mescolando:  Ami- 
do di  grano,  gr.  GOO:  Radice  d'iride  in  pol- 
vere, gr.  100;  Fiori  di  cassia  in  polvere,  gr.  10; 
Chiodi  di  garofani  polverizzati,  gr.  1. 

In  cucina  se  volete  ammatmire  una  lingua 
di  manzo,  scottate  la  lingua  nell'acqua  bol- 
lente per  20  minuti:  ritiratela  dal  fuoco,  pe- 
latela e  tagliatela  a  fette.  Prepai*ate  una  salsa 
bianca  di  farina  e  burro  allungata  con  aciua, 
e  condita  con  pepe,  sale,  erbe  odorose,  alcune 
fettine  di  lardo  e  un  bicchiere  di  vino  rosso. 

Disponete  la  lingua  in  tale  salsa  e  lascia- 
tela cuocere  lentamente  per  un'ora. 

Per  fare  una  buona  marmellata  di  mele  (il 
solito  piatto  dolce)  sbucciate  questo  frutto, 
liberatelo  dai  semi,  mettetelo  in  una  casse- 
ruola, fatelo  bollire  adagio,  preferibilmente 
su  fiamma  a  gas.  Allorché  cominciano  a  di- 
ventare molli,  versatevi  ogni  otto  chilogram- 
mi di  frutta  mezzo  litro  di  rhnm,  il  succo  di 
tre  limoni  ed  un  chilogr.  di  zucchero  fi  is- 
simo.  Poi  bollite  di  nuovo  tutto  insiemo  fin- 
ché sia  bene  incorporato,  e  deponete  in  un 
recipiente. 


Chiuderò  coi  proverbi  del  mese.  Sono 
molti  e  graziosi:  Marzo,  pazzo;  Marzo  spesso 
cambia;  Marzo  non  conosce  la  costanza:  ora 
piange,  ora  ride;  Marzo  é  figlio  del  capriccio: 
ora  piove,  ora  nevica,  ora  fa  bel  tempo,  ed 
ora  tira  vento;  Se  marzo  non  marzeggia, 
aprile  non  festeggia;  Chi  nasce  di  marzo 
è  matto  (la  qual  cosa  non  esclude  che  dei 
pazzi  non  nascano  anche  negli  altri  undici 
mesi);  Marzo  stringe  il  cuore  alle  vecchie  e 
le  fa  morire;  Marzo  aflferra  l'inverno  perla 
gola;  Marzo  al  principio  e  alla  fine  versa  sem- 
pre il  suo  veleno;  Marzo  è  quello  che  dà  più 
pane  ai  becchim';  Se  Marzo  viene  come  un 
leone,  se  ne  va  come  un  agnello,  se  viene 
come  un  agnello,  se  ne  va  come  un  leone; 
Nel  marzo  non  bevere  acqua,  ma  impegna 
piuttosto  il  mantello  per  comprar  vino;  Mar- 
zo ha  il  veleno  nella  coda;  M;irzo  toglie  ad 
aprile  tre  cattivi  giorni:  il  primo  fa  gelo,  il 
secondo  fa  neve,  ed  il  terzo  vento  furioso; 
Marzo  vien  con  la  testa  di  una  vipera  e  se 
ne  va  con  la  coda  d'un  pavone. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
il  rimedio  delie  malattie  deali  oroani  diaerenti. 


-  84  - 

EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 

APRILE 


1  (1849).  —  Il  popolano  di  Brescia  Carlo 
Zima,  dopo  aver  fatto  prodigi  di  valore  com- 
battendo contro  gli  Austriaci,  continua  a  di- 
fendersi asserragliato  in  una  osteria  quando 
il  nemico,  dopo  dieci  giorni  di  lotta,  entra 
nella  città  insorta.  Alcuni  croati,  sfondata  la 
porta,  riescono  a  prenderlo,  e,  bagnat  lo  di 
acqua  ragia  gli  dan  fuoco  dicendogli:  "  Balla 
adesso!  „  Lo  Zima,  saltato  improvvisamente 
addosso  ad  uno  di  essi,  non  lo  lascia,  e  am- 
bedue muoiono  orribilmente  ustionati. 

a  (1896).  —  Il  6»  battaglione  indigeni, 
mandato  a  raggiungere  il  colonnello  Stevani 
a  Kassala,  è  assalito  dai  Dervisci  a  Monte 
Mocrom.  Lo  Stevani,  accorso  con  4  batta- 
glioni, respinge  i  Dervisci  a  Tucruf,  da  dove 
li  sloggia  il  giorno  seguente:  muoiono  com- 
ìiattendo  eroicamente  1  tenenti  Partini,  Bas- 
setti, Stella  e  De  Salvo. 

3  (1809).  —  Il  generale  Mazzucchelli,  con 
tre  reggimenti  italiani,  occupa  Caldas  in  Ca- 
talogna, dove  è  attaccato  da  numerose  truppe 
spagnole.  Avviene  un  accanito  combattimen- 
to, e  si  segnalano  i  capi  battaglione  Peraldi 
e  Santandrea  ed  il  capitano  Visconti,  mila- 
nese, mortalmente  ferito. 

4  (1815).  —  Carlo  Filangieri,  duca  di  Sa- 
triano,  generale  dell'esercito  napoletano  di 
Murat  che  fronteggia  gli  Austriaci  sul  Pa- 
naro, alla  testa  di  24  cavalieri  passa  il  ponte 
(li  Spilamberto  caricando  il  nemico.  Non  se- 
condati dalle  altre  triippe,  alcuni  retrocedono, 
altri  cadono  feriti;  otto  soli  rimangono  con  11 
generale  e  sono  uccisi.  Egli  stesso,  grave- 
mente ferito,  è  creduto  morto:  ma  frattanto 
Murat  ha  tempo  di  giungere  alla  riscossa, 
cacciando  gli  Austinaci  fino  a  Modena. 

5  (1862).  —  Fra  Cerignola  e  Lavello,  34 
soldati  di  fanteria  sorprendono  la  numerosa 
banda  Croceo  in  una  masseria,  al  proprietario 
della  quale  aveva  imposto  un  ricatto,  e  ne 
nasce  iin  combattimento,  nel  quale  cadono 
uccisi  25  briganti. 

6  (1862).  —  Dugento  uomini  della  banda 
Chiavone,  si  gettano  sul  villaggio  di  Luco 
(Avezzano)  guardato  dal  sergente  Pasolini 
del  44°  fanteria  con  14  uomini.  Asserragliati 
iti  una  casa,  questi  si  difendono  disperata- 
mente, fin  quando  essa  non  è  in  preda  alle 
fiamme.  11  caporale  Silvestro  Fantuzzi,  di  pat- 
tuglia con  tre  uomini,  accorre  ad  aiutare  i 
compagni  o  morire  con  loro,  ed  entra  In 
paese  facendo  fuoco  e  gridando  Savoia!  I  bri- 
ganti fuggono,  credendosi  sorpresi  da  molta 
truppa,  inseguiti  dai  11)  valorosi. 

7  (1862).  —  Gaetano  Negri,  tenente  del 
C."  fanteria,  poi  senatore  e  sindaco  di  Mi- 
lano, con  34  uomini,  incontra  più  di  cento 
briganti  sulle  montagne  di  Calltri.  Condotti 
con  mirabile  sangue  freddo  i  suoi  uomini 
sopra  un'  altura  circondata  di  macerie,  apre 
il  fuoco  e  lo  continua  fin  quando  bastano  le 


munizioni:  poi,  invocato  con  brevi  parole  un 
atto  di  suprema  enei'gia,  scende  con  impeto 
alla  testa  di  quel  gruppo  di  valorosi,  che  si 
fa  strada  con  la  baionetta,  in  mezzo  ai  bri- 
ganti. 

8  (1848).  —  L'avanguardia  dell'esercito 
sardo  attacca  la  retroguardia  austriaca  a 
Goito.  Il  tenente  Giuseppe  Lions  assale  e 
conquista  le  barricate  dietro  le  quali  stanno 
gli  Austriaci;  e  la  seconda  compagnia  bersa- 
glieri, saltato  in  aria  il  ponte  sul  Mincio,  lo 
passa  su  di  un  parapetto  rimasto  in  piedi  e 
prende  due  cannoni  al  nemico.  Si  distin- 
guono i  soldati  Berta  del  9o,  Faccio  del  10», 
il  caporale  Martini  e  il  foriere  Becchio  dei 
bersaglieri. 

9  (1848).  —  Il  maggiore  Alessandro  Fi- 
lippa, della  2*  brigata  artiglieria  da  campo, 
ed  il  capitano  del  genio  Vittorio  Morand, 
sotto  il  fuoco  delle  batterie  nemiche,  rico- 
struiscono in  poche  ore  il  ponte  di  Mozam- 
bano  fatto  saltare  in  aria  dagli  Austriaci:  il 
Filippa  riceve  in  premio  la  medaglia  d'oro 
al  valore. 

10  (1813).  —  Il  generale  Palombini,  dopo 
avere  scacciato  con  la  sua  divisione  gli  Spa- 
gnoli dalle  posizioni  di  Azcoytia,  vi  è  nuo- 
vamente assalito  da  altre  truppe,  e  costretto 
egli  stesso  a  combattere  all'arma  bianca  per 
non  rimanere  prigioniero,  riesce  ancora  a  vin- 
cere gli  assalitori. 

11  (1863).  -  Il  bersagliere  Ronchetti,  del 
25o  battaglione,  smarritosi  nei  boschi  della 
Sila,  mentre  seguiva  un  drappello  mandato 
di  notte  a  portar  soccorso  ad  alcune  persone 
ricattate  dai  briganti,  scorge  all'alba  la  banda 
Monaco  con  gli  ostaggi.  Senza  perdersi  d'ani- 
mo, comincia  a  far  fuoco  gridando:  Bersaglieri, 
avanti!.,,  a  destra!..,  a  sinistra!  I  briganti  sor- 
presi si  danno  alla  fuga;  due  rimangono,  ma 
il  Ronchetti  li  obbliga  a  ritirarsi,  e  libera  il 
vescovo  di  Tropea  ed  altri  due  signori. 

la  (1862).  —  Il  capitano  Papp  del  49» 
fanteria,  con  soli  43  uomini,  assale  nella  ca- 
scina Del  Giudice  (Capitanata)  207  briganti 
comandati  dall'  ex-ufficiale  borbonico  Cop- 
pola, e  dopo  due  ore  di  combattimento  li 
obbliga  a  sparpagliai'si  nella  campagna,  la- 
sciando 3  morti  e  parecchi  feriti. 

13  (1809).  —  La  brigata  Mazzucchelli, 
di  2500  uomini,  difende  coiUro  6000  Spagnoli 
la  posizione  di  San  Feliù.  È  gravemente  fe- 
rito fra  gli  altri  molti,  e  muore  pochi  giorni 
dopo,  il  valoroso  capitano  Orlando  Visconti, 
di  Milano,  del  1»  leggero. 

14  (1814).  —  La  nave  scuola  del  regno 
Italico  Superiore,  montata  dagli  allievi  del 
battaglione  della  flotta,  che  vedono  il  fuoco 
per  la  prima  volta,  atì'ronta  due  legni  inglesi 
nelle  acque  di  Castellazzo,  obbligandoli  a 
prendere  il  largo. 

{Continua  a  pag.  88), 


RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


7.  -  GIULIO  PIPPI  detto  GIULIO  ROMANO 
(Roma  1482-1546) 

scolare  di  Raffaello,  compì  molte  delle  opere  lasciate  incompiute  da  lui.  Meravigliosi  gli 
affreschi  da  lui  fatti  a  Mantova  nel  Palazzo  Ducale  e  nel  Palazzo  del  Tè,  non  tutti  di  lui, 
come  un  tempo  si  credeva. 


APRILE  1008 


86 


(15»  Settimana) 


5  Domenica 

96-271 


S.  Vincenzo  Ferreri. 

Nacque  in  Valenza. 
A  17  anni  entrò  nell'or- 
dine di  S.  Domenico,  e  la  fama  della  sua  elo- 
quenza corse  per  la  FrauL-ia,  l'Italia,  la  Ger- 
mania, l'Inghilterra  ed  i  Paesi  Bassi  dove 
predicò  pace  e  concordia  fra  due  papi  che 
si  disputavano  l'autorità  pontificia.  Morì  in 
età  moUo  avanzata  a  Vannes,  l'anno  1419.  — 
y.  Onorio  martire  in  Sicilia. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Bitouto:  dura  3 
giorni.  —  In  Toscana  oggi  si  dice:  "San  Vin- 
cenzo chiaro,  assai  grano;  se  ò  oscuro,  pane 
ulano,  n 


6  Lunedì     1    S-  Celestino  I,  papa. 
Q'T-Q'TO  Mandò  missionari  in 

• Iscozia  e  Irlanda;  morì 

l'anno  432.  —  S.  Secondo,  martire,  patrono 
di  Asti  (sec.  IV}.  —  S.  Filareto,  palermitano, 
monaco  di  S.  Basilio,  venerato  a  Tauriano 
(Calabria). 

Memorandum.  —  Pagamento  delle  pensioni 
governative  di  prima  categoria  (non  oltre  le 
L.  500  annue). 


7  Martedì     |   ^-  Amatore,  vescovo. 

98-369  Successe,  l'anno  388, 

" nel  vescovado    di    Au- 

xerre  a  S.  Elladio;  mori  l'a.  418.  —  S.  Afraate, 
anacoreta  nella  Siria  del  sec.  IV  e  forte  di- 
fensore della  fede  cattolica  contro  l'eresia 
ariana.  —  S.  Saturnino,  vescovo  di  Verona. 


Memorandum. 

Iella  Grecia. 


Festa  della  indipendenza 


8  Mercoledì  1    S.  Dionigi,  vescovo 

99-368  di  Corinto,  uno  fra  i  più 
'illustri  del  II secolo. In- 


signe per  pietà  e  per  dottrina,  le  sue  lettere 
dimostrano  come  egli  abbracciasse  nella  sua 
carità  tutti  1  Cristiani.  Ebbe  tanto  in  rive- 
renza 1  romani  pontefici,  che  nei  giorni  di  do- 
menica leggeva  in  pubblico  le  loro  epistole.  — 
S.  Paolo  della  Croce,  nato  in  Ovada  nella  Li- 
guria, fondatore  dell'ordine  dei  Passionisti. 
—  S.  Redento,  vesc.  di  Ferentino  presso  Roma, 
verso  gli  anni  660-587. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  17,32">. 


9  Giovedì 

IO  0-367 


S.  Maria  di  Cleofa 

madre  dell'apostolo 
Giacomo  il  minore. 

—  S.  Giovanni  l'Elemosiniere,  patriarca  della 
Chiesa  di  Alessandria  d'Egitto,  morto  l'a.  016. 

—  S.  Valtrude,  vedova.  —  Ss.  Demetrio  e  com- 
pagni, martiri  a  Roma.  —  S.  Pr'ócoro  o  Pro- 
copio di  Antiochia,  nipote  di  S.  Stefano  pro- 
tomartire, e  compagno  e  coadiutore  di  S.  Gio- 
vanni Evangelista.  Fatto  vescovo  di  Nicome- 
dia  nella  Bitinia,  morì  martire. 

Memorandum.—  


10  Venerdì 

101-366 


S.  Pompeo  martire. 

Morto  in  Africa  du- 
rante la  persecuzione  di 
Fulberto,  vescovo  di 
circa.  —  S.  Beda  il  gio- 
l'a.  883,  onorato  nella 
-  S.  Ezechiele,  profeta, 
contemporaneo  di  Ge- 
a  Babilonia,  sotto  Na- 


Decio  (250-254).  -  S. 
Chartres  1007  al  1029, 
vine,  monaco  morto 
diocesi  di  Genova.  - 
di  stirpe  sacerdotale, 
remia.  Morì  laijidato 
buoodonosor. 

Memorandum.  —  Chiusura  della  caccia  col 
fucile  agli  acquatici  nelle  province  di  Ber- 
gamo, di  Brescia,  di  Como,  di  Cremona  (per 
gli  uccelli  di  passaggio),  di  Reggio  Emilia  (per 
la  beccaccia),  di  Sondrio.  —  Scade  la  seconda 
rata  bimestrale  delle  imposte  dirette  erariali 
e  sovrimposte  comunali  e  provinciali.  Non 
pagando  entro  gli  otto  giorni  successivi  alla 
scadenza,  il  contribuente  incorre  nella  multa 
del  4  %. 


1 1   Sabato     1 S-  Leone  Magno,  papa. 
103-365  I       Resistette  allo  ster- 

minatore Attila,  re  de- 
gli Unni,  che  minacciava  Roma,  persuaden- 
dolo a  ritirarsi  oltre  il  Danubio;  fu  dottore 
della  Chiesa  ed  ebbe  dal  popolo  il  titolo  di 
Magno.  Morì  l'a.  461.  —  S.  Barsanufrio  o  Bar- 
sanofrio,  venerato  a  Rodi  (Capitanata)  :  sec.  II 
(v.  anche  30  agosto).  —  S.  Filippo,  vescovo 
di  Candia.  —  S.  Isacco,  monaco,  di  Spoleto. 

Memorandum.  —  Festa  popolare  della  Ma- 
donna delle  Milizie,  che  si  celebra  nel  Santua- 
rio omonimo  presso  Scicli  (Siracusa)  con  una 
finta  battaglia. 


APRILE  1908 


-  87  — 


(16*  Settimana) 


12  Donieilical  Domenica  delle  Palme, 
10*^-264  dttt^l  tinche  delle  olite. 

S.  Zenone,   voscovo 

dt  Verona  dal  3G2  al  3S0.  -  S.  Angelo  Cai- 
lettl  da  Ohtvasso,  morto  l'a.  1492.  —  S.  La- 
raro,  diacono,  mart.,  venerato  a  Trieste  se- 
colo li.  —  S.  Vlssia,  verjj.,  mart.,  festeggiata 
a  Fermo.  —  S.  Alferio,  abb.  di  Cava  de' Tir- 
reni, morto  l'a.  1098. 

Memorandum.  —  Domenica  delle  Palme.  — 
A  Roma,  messa  solenne  alla  basilica  di  S.  Pie- 
tro (ore  9).  Si  cantano  al  Passio  i  cori  di  Avila, 
all'Offertorio  lo  Stabat  di  Palestrina,  e  dopo 
l'elevazione  il  Bent-dictus  di  Daini.  —  Pelle- 
grinaggio al  Santuario  della  Madonna  del 
Conforto,  ad  Arezzo. 


13  Lunedi 

104-263 


S.  Ermenegildo,  mart. 

Figlio  di  Leovigildo 
re  dei  Visigoti  (586).  Fu 
sposo  a  Ingonda  figlia  di  Sigeberto,  re  catto- 
lico di  Austrasia.  Convertito  dalla  moglie  al 
cattolicisrao.  Il  padi-e,  saputa  la  cosa,  gli  tolse 
gli  onori  del  regno  e  lo  diseredò,  né  volendo 
per  questo  cedere,  Ermenegildo  fu  carcerato 
ed  ucciso  nell'a.  586.  —  S.  Giustino,  filosofo, 
martire  (sec.  II).  —  S.  Orso,  veso.  di  Ravenna 
(sec.  IV;.  —  S.  Ida,  vergine. 

Memorandum.  —  Pagamento  delle  pensioni 
governative  di  terza  categoria  (superiori  a 
L.  2000  annue). 


1^  Martedì 

105-262 


S.  Lamberto,  vescovo 

di  Lione  dal  680  al  690. 

—  Ss.  Valeriane  e  Mas- 
simino,  martiri  l'anno  229.  —  S.  Procolo,  vesc. 
di  Terni  (sec.  IV),  martire.  —  S.  Massimo,  sol- 
dato della  legione  tebea,  martire  l'a.  287. 


15  Mercoledì!     S.  Paterno,  vescovo 

106-261  di  Vaniies  (sec.  V).  — 
Ss.  Basilissa  e  Anasta- 
sia, martiri  a  Roma  (sec.  I).  —  S.  Eutichio, 
mart.  a  Roma,  venerato  a  Ferentino.  —  S.  Don- 
nina, vergine,  martire,  e  sue  compagne,  fe- 
steggiate a  Terni  (a.  250-254).  —  S.  Annibale, 
martire. 

Memorandum.  —  Mercoledì  Santo.  —  A 
Roma,  al  Valicano,  alle  ore  16,  cappella  papale 
per  l'ufficio  delle  Tenebre.  Vi  si  cantano  al 
primo  notturno  una  Lamentazione  a  4  voci 
di  Palestrina,  e,  dopo  11  Benedictus  delle  laudi, 
il  Miserere  a  versetti  alternati  di  Bai  o  di 
Bainl.  Alla  basilica  Vaticana,  dopo  il  Miserere, 
ostensione  delle  grandi  reliquie  della  Pas- 
sione: la  lancia,  il  legno  della  vera  croce,  il 
velo  di  S.  Veronica.  —  Chiusura  della  caccia 
agli  uccelli  marini  nella  provincia  di  Bari  ; 
alle  pavoncelle,  pivieri,  storni  e  gambette  con 
l'aucupio  nella  provincia  di  Lucca;  agli  acqua- 
tici nelle  province  di  Modena,  di  Padova,  di 
Parma  (anche  per  le  beccaccie  e  i  tordi),  di 
Pisa,  di  Roma,  di  Rovigo,  di  Treviso  e  di 
Vicenza  (anche  per  le  beccaccie),  di  Udine  (an- 
che per  le  beccaccie,  storni  e  passeri),  alle  tor- 
tore e  alle  quaglie  nella  prov.  di  Siracusa.  — 
Estraz.  pel  rimb.  delle  Obbligaz.  FF.  Nord- 
Milano. 


16  Giovedì 

107-260 


Istituzione 
delia  SS.  Eucaristia. 
Ricorda  la  Chiesa 
l'ultima  cena  celebrata  dal  Divin  Redentore 
co'  suoi  apostoli  nel  cenacolo  di  Gerusalem- 
me. —  S.  Coiitardo,  del  principi  Estensi,  mor- 
to l'anno  1249,  onorato  a  Broni  (Pavia). 

Memorandum.  —  (*5)  L.  P.  a  ore  17,55™.  — 
Giovedì  Santo.  -  Da  oggi  sino  al  Lunedi  di 
Pasqua  inclusivamente  sono  chiuse  le  Biblio- 
teche governative:  e  sino  al  Martedì  tutte  le 
scuole.  Licei  e  Istituti  Tecnici  hanno  vacanza 
per  tutta  la  Settimana  Santa.  —  Al  Vaticano, 
alle  ore  10,  cappella  papale.  —  Si  canta  al- 
l'offertorio il  mottetto  Fvatres  di  Palestrina. 
Dopo  la  messa  il  Papa  porta  processional- 
mente  l'Ostia  consacrata  alla  cappella  Paolina, 
illuminata  sui  disegni  del  Bernini.  A  mezzo- 
giorno lavanda  dei  piedi  a  tredici  preti  stra- 
nieri. Alle  ore  16,  al  Vaticano,  ufficio  dello 
Tenebre:  la  prima  Lamentazione  è  di  Pale- 
strina, il  Miserere  di  Bai  e  di  Allegri.  A  S.  Pie- 
tro, alle  18y2,  dopo  il  Miserere,  lavanda  dell'al- 
tare maggiore  fatta  dal  Capitolo,  e  ostensione 
delle  grandi  reliquie.  —  Oggi  e  domani,  a  Na- 
poli, tradizionale  passeggiata  dello  struscio  per 
Toledo  (via  Roma).  —  Primo  giorno  della 
Pasqua,  o  Fesach,  israelitica. 


17  Venerdì 

108-259 


La  Morte 
di  N.  S.  Gesù  Cristo. 

Solenne  e  commo- 
vente ricordo  praticalo  in  tutte  le  chiese.  — 
S.  Aniceto,  papa,  successo  a  S.  Pio  I,  morì 
martire,  al  principio  della  persecuzione  di 
Marco  Aurelio  l'a.  166.  —  S.  Innocenzo,  ve- 
scovo e  patrono   di  Tortona  (sec.  Ili  o  IV). 

Memorandum.  —  Venerdì  Santo.  —  Pro- 
cessione del  Cristo  Morto  in  molte  parti  d'Ita- 
lia. —  Al  Vaticano,  alle  9  i^,  cappella  papale  : 
canto  delPussjocon  i  cori  di  Avila;  adorazio- 
ne della  Croce,  con  gli  Improperi  di  Palestri- 
na; processione  alla  Cappella  Paolina  ed  espo- 
sizione della  Vera  Croce.  Alle  15  V2  ufficio 
delle  Tenebre:  la  prima  Lamentazione  è  di 
Allegri.  —  Secondo  giorno  della  Pasqua,  o 
l'esach,  Israelitica. 


18  Sabato 

109-258 


S.  Caldino. 

Della  famiglia  della 
Sala,  arciv.  di  Milano 
dal  1166  al  1176.  —  8.  Calocero,  bresciano, 
martire  ad  Albenga  (sec.  II). 

Memorandum.  —  Sabato  Santo.  —  A  Roma, 
nella  basilica  di  S.  Giovanni  in  Laterano,  alle 
ore  8,  benedizione  del  fuoco  nuovo,  dell'in- 
censo e  del  cero  pasquale  fatta  dal  Cardinal 
Vicario.  Alle  9,  al  Vaticano  e  a  S.  Pietro, 
ufficio  solenne,  con  musica  di  Palestrina.  Al 
Gloria  in  excelsis  suonano  le  trombe  d'ar- 
gento dall'alto  della  cupola.  —  Antica  ceri- 
monia tradizionale  dello  scoppio  del  carro  a 
Firenze.  —  Fiera  de'  balocchi  a  Palermo,  che 
dura  sino  al  martedì  dopo  Pasqua.  —  Fiera  a 
Gravina.  Dura  5  giorni.  —  Nella  provincia  di 
Venezia  è  chiusa  la  caccia  agli  acquatici  e 
alle  beccaccie. 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Onegiia  sono  gli  unici  perfetti. 


(APRILE  -  Vedi  a  pag.  84).  —   o 

15  (1848).  —  La  3»  compagnia  bersaglieri, 
composta  di  volontari  studenti  e  comandata 
dal  capitano  Cassinis,  fa  una  brillante  rico- 
gnizione sotto  Peschiera,  meritando  le  lodi 
di  re  Carlo  Alberto,  presente  al  valoroso  slan- 
cio di  quella  gioventù  eletta. 

16  (1848).  —  In  una  fazione  sotto  Pal- 
manuova,  contro  gli  Austriaci,  muore  com- 
battendo valorosamente,  con  50  compagni, 
Antonio  dall'Ongavo,  pittore  veneto,  che  ave- 
va preso  parte  alla  rivoluzione  di  Venezia  ed 
alla  fazione  di  Sottoselva. 

17  (I8i5).  —  Nella  campagna  di  Grenoble, 
il  caporale  Dubouchet,  di  avamposto  presso 
Maltaverne,  circondato  da  un  drappello  di 
cavalleria  francese,  si  difende  valorosamente, 
e  ritirandosi  coperto  di  ferite  giunge  alla  gran 
guardia  e  gridando:  "  Ecco  il  nemico!  „  spira 
ai  piedi  del  suo  capitano. 

18  (1848).  —  Al  combattimento  di  Go- 
vernolo,  il  reggimento  Genova  Cavalleria  in- 
caricato d'inseguire  il  nemico,  esita  un  mo- 
mento al  passaggio  d'un  ponte  battuto  dal 
fuoco  degli  Austriaci.  Il  tenente  conte  Ro- 
dolfo Gattinara,  sfoderata  la  sciabola,  salta  ì 
cadaveri  che  coprono  il  ponte  e  si  slancia 
sulle  baionette,  cadendo  ucciso.  Il  cav.  Bru- 
netta ed  il  sottotenente  Appiotti  cadono  come 
lui,  ma  la  strada  è  fatta,  ed  il  reggimento 
passa  e  sbaraglia  il  nemico. 

10  (1862).  —  L'aiutante  maggiore  tenente 
signor  Gorgellino  del  reggimento  Piemonte 
Reale,  con  4  lancieri,  e  12  contadini  con  fu- 
cili da  guardia  nazionale,  ma  senza  cartuccie, 
attacca  29  disertori  armati  in  un  bosco  vi- 
cino a  Crema,  e  con  la  presenza  di  spirito  li 
fa  prigionieri  senza  spargimento  di   sangue. 

aO  (1835).  —  Michele  Zambelli,  briga- 
diere dei  gendarmi  pontifici,  poi  giunto  al 
grado  di  colonnello,  saputo  che  il  noto  mal- 
fattore Panna,  ricercato  inutilmente  nelle 
montagne  del  Montefeltro  da  una  colonna 
mobile,  «i  trova  in  un  mulino,  armato  di  sola 
sciabola  e  pistola  lo  aiìronta,  e  dopo  viva 
lotta  Io  arresta. 

ai  (1815),  —  A  Giovanni  Battista  Vercel- 
lana,  di  Moncalvo,  tamburo  maggiore  nelle 
truppe  sarde  mandate  all'assedio  di  Greno- 
ble, si  presenta  un  emissario  francese  con 
lusinghiere  promesse  ed  una  lettera  del  co- 
lonnello del  240  fanteria,  che  lo  invita  a  tor- 
nare al  servizio  francese.  Il  Veroellana  fa 
prigioniero  l'emissario  e  lo  presenta,  conia 
lettera,  al  suo  colonnello. 

«a  (1848).  -  Dopo  tre  giorni  di  resi- 
stenza contro  16000  uomini  comandati  dal 
Nugont,  la  città  di  Udine,  aperta  da  ogni 
lato  e  nella  assoluta  Impossibilità  di  difesa, 
deve  accettare  la  capitolazione  onorevole  ot- 
tenuta dall'arcivescovo.  Ma  alcuni  compo- 
nenti II  governo  provvisorio,  come  Prospero 
Antonini,  non  vogliono  firmarla;  l'avv.  Plateo 
la  firma  e  poi  si  suicida. 

23  (1891).  —  S'Incendia  e  scoppia  la 
polveriera  di  porta  Portese  a  Roma.  Il  ca- 


porale de' bersaglieri  Cattaneo,  capoposto,  fa 
quanto  è  umanamente  possibile  per  scon- 
giurare la  catastrofe  e  per  darne  avviso  al- 
l'intorno: i  bersaglieri  Bordignon  e  Corte- 
sotto,  allontanatisi  momentaneamente,  per 
ordine  del  caporale,  vi  tornano  appena  av- 
venuto io -scoppio. 

24  (1890).  —  Una  barca  a  vapore  del 
Volta,  agli  ordini  del  sottotenente  di  vascello 
Carlo  Zavagli,  di  Rimini,  è  assalita  a  tradi- 
mento dai  somali  sulla  spiaggia  di  Varsheik.  11 
timoniere  Gonella  la  difende  valorosamente  ; 
il  sottonocchiere  Bertolucci,  quantunque  fe- 
rito, si  getta  in  mare  per  accomodare  un  gua- 
sto all'elica,  e  lo  Zavagli,  ferito  da  una  freccia 
alla  gola,  prima  di  spirare  dà, gli  ordini  op- 
portuni per  salvare  la  barca. 

25  (1868).  -  A  Cologna  Veneta  in  un 
conflitto  con  malfattori,  il  carabiniere  Secon- 
do Modena  fa  scudo  della  sua  persona  al  te- 
nente Carcano,  alle  prese  con  uno  di  essi, 
rimanendo  gravemente  ferito  per  salvare  il 
suo  superiore. 

26  (1852).  -  Paolo  Filippo  Sacchi,  fu- 
riere della  1»  compagnia  operai  d'artiglieria, 
addetto  alla  polveriera  di  Borgo  Dora  a  To- 
rino, essendo  in  essa  scoppiato  un  incendio, 
con  ammirabile  sangue  freddo  impedisce  che 
il  fuoco  si  comuiiichi  al  magazzino  delle  pol- 
veri, salvando  da  sicura  rovina  una  parte 
della  città,  ed  è  ricompensato  dal  governo 
con  la  medaglia  d'oro  e  la  promozione  a  sot- 
totenente ;  il  Municipio  gli  dà  una  pensione 
ed  intitola  una  strada  al  suo  nome. 

2'y  (1859).  —  Il  carabiniere  Vincenzo  Bec- 
caria, rimasto  in  abito  borghese  nel  territorio 
di  Voghera  occupato  dagli  Austriaci,  col  bri- 
gadiere Fea  riesce  a  spiare  inosservato  le 
mosse  del  nemico;  poi  solo  esplora  le  rive 
del  Po  da  Gerola  alla  Stjlla,  in  continuo  pe- 
ricolo di  esser  fatto  prigioniero  e  fucilato. 

28  (1848).  —  Un  plotone  della  brigata  Sa- 
voia tenta  di  penetrare  in  una  casa  dove  sono 
asserragliati  alcuni  Croati.  Il  sottotenente 
Cocatrix  si  avanza  primo  per  atterrare  la 
porta,  ma  il  soldato  Benedetto  Perier  gli  si 
slancia  davanti,  e  cadendo  colpito  da  tre 
palle  nel  petto,  muore  dicendosi  felice  d'aver 
salvata  la  vita  al  suo  supeiùore. 

29  (1862),  —  Il  vice  brigadiere  dei  reali 
carabinieri  Luigi  Passoni,  con  I  carabinieri 
Ghigliazza,  Nigra,  Andreoli,  Franceschina  e 
Janavel,  respingono  da  Castellucclo  e  da 
Lecce  Vecchio  ( Avezzano)  una  banda  di  50  bri- 
ganti, costringendoli  a  precipitosa  fuga  con 
un  vigoroso  attacco. 

30  (1848).  -  Alla  battaglia  di  Pastrengo, 
dove  lo  squadrone  di  carabinieri  a  cavallo 
di  scorta  a  Carlo  Alberto  deve  caricare  due 
volte  il  nemico  per  proteggere  il  Re,  com- 
battono valorosamente  II  conte  Cesare  Balbo 
con  cinque  figli,  Prospero,  Luigi,  Ottavio, 
Ferdinando,  ucciso  un  anno  dopo  a  Novara, 
e  Casimiro.  Un  figlio  minore,  Paolo,  andò  vo- 
lontario In  Crimea  nel  1855. 


DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogf) 


8.  -  RAFFAELLO    SANZIO 
(Urbino  1483-1520) 

uno  dei  più.  meravigliosi  artisti  del  Rinascimento,  pittore,  scultore  e  architetto  che 
toccò  le  somme  cime  dell'arte  soprattutto  nella  pittura,  unendo  come  nessun  altro  mai 
la  pei-fezione  plastica  delle  forme  e  la  magia  del  colore  alla  gentilezza  del  sentimento  cri- 
stiano. Delle  numerose  opere  ch'egli  produsse,  non  ostante  la  brevità  della  vita,  ricorde- 
remo la  Madonna  di  San  iiislo  (Raffaello  è  il  vero  pittore  della  Vergine),  gli  affreschi  Vati- 
cani, la  famosa  Trasfigtirazione. 


APRILE  1908 


—  90 


(17*  Settimana) 


19  Domenica 

110-257 


Pasqua  di  Risurrezione. 

Ricorda  il  miraco- 
loso passagt,'io  del  Mar 
Rosso  compiuto  dagli  Ebrei  sotto  la  condotta 
del  Legislatore  Mosè,  e  la  conseguente  libe- 
razione dalla  schiavitù  dei  faraonidi.  Fra  i 
Cristiani  è  commemornta  la  gloriosa  risur- 
rezione di  Cristo.  —  S.  Leone  IX,  papa,  se- 
gui nel  pontificato  romano  a  papa  Dama- 
so  II,  l'a.  1049;  fu  già  vesc.  di  Toni.  —  S.  Vi- 
gilia, verg.,  martire,  festeggiata  a  Livorno.  — 
S.  Espedito,  martire,  protettore  delle  cause 
urgenti. 

{Memorandum.  —  Solennità  della  Pasqua. 
—  Oggi  sono  chiusi  anche  i  Musei  e  le  Gal- 
lerie. —  Gran  pellegrinaggio  al  Santuario  di 
N.  S.  di  Lourdes.  —  Oggi  in  Inghilterra  "  fe- 
sta delle  pratoline  „,  Primrose  day,  dedicata 
dai  tovies  inglesi  alla  memoria  di  Lord  Bea- 
consiìeld,  di  cui  ricorre  l'anniversario  della 
morte  (1881). 


20  Lunedi    1     '■""®*'^  dell'Angelo. 
111-356  I      S.Marcellino,  vesco- 

vo di  Embrun,  morto 


l'anno  374.  —  S.  Agnese,  vergine,  nativa  di 
Montepulciano,  Consegnata  alle  Suore  dette 
del  sacco,  vi  diede  l'esempio  di  ogni  virtù. 
Umile  ed  obbediente,  occupavasi  negli  uffici 
più  bassi.  Dormiva  sulla  nuda  terra  e  digiu- 
nava a  pane  ed  acqua.  Morì  l'a.  1317. 

{Memorandum.  —  Entra  il  Sole  In  Toro.  — 
Pellegrinaggio  alla  Madonna  dell'Arco  presso 
Napoli.  —  Processione  dei  ceri  al  famoso  San- 
tuario della  Madonna  di  Trapani.  —  Fiera  a 
Varese.  —  Cessa  oggi  nelle  prov.  di  Arezzo  e 
di  Ascoli  Piceno,  il  permesso  di  caccia  agli  ac- 
quatici di  passo;  nella  provincia  di  Livorno,  ai 
croccoloni  nelle  praterie;  in  quella  di  Reggio 
Emilia,  ai  palmipedi  e  trampolieri.  Invece 
nella  provincia  di  Chieti  comincia  il  pex-messo 
per  la  caccia  alle  quaglie;  e  in  quella  di  Te- 
ramo, alle  quaglie  e  alle  tortore  nei  terreni 
incolti. 


21  Martedi   1  S.  Anselmo 

llS-355  vesc,  che  resse  la  sede 

'  di  Canterbury.  Nacque 

in  Aosta  da  nobili  genitori.  Perduta  la  ma- 
dre, si  lasciò  adescare  dalle  vanità  terrene,  ma 
ben  presto  se  ne  disgustò.  Tocco  dalla  gra- 
zia, si  ritirò  in  un  monastero  di  Normandia 
ove  divenne  specchio  di  virtù.  Morì  nel  1109. 

Memorandum.  —  Natale  di  Roma  (a.  753 
av.  Cr.,  secondo  Vurrone).  —  Pagamento  delle 
pensioni  governative  di  seconda  categoria  (su- 
periori a  L.  500,  ma  non  a  L.  2000  annue). 


22  Mercoledì 

113-354 


Caio,  papa 

I  (283-206),    dalmata, 


fu 


{Memorandum.  —  Settimo  giorno  della  Pa- 
squa, o  Pesach.  israelitica.  —  Anniversario  in 
Giulianova  dell'apparizione  della  Vergine  SS. 
sotto  il  titolo  dello  Splendore,  avvenuta  nel 
1557  :  grande  festa  e  fiera,  processione  al  San- 
tuario, ec. 


23  Giovedi 

114-353  I      Nacque  in  Milano,  e 

fin  da  giovine  si  ritirò 
nell'ordine  dei  Chierici  regolari  di  s.  Paolo. 
Eletto  vescovo  di  Aleria  in  Corsica,  diede 
splendide  prove  di  carità,  e  lo  zelo  mostrato 
nel  tempo  della  carestia  e  della  peste,  gli  me- 
ritò da  Benedetto  XVI  il  titolo  di  angelo  di 
pace.  Trasferito  al  vescovado  di  Pavia,  vi  morì 
l'a.  1592.  Fu  recentemente  (1906)  da  pp.  Pio  X 
annoverato  nell'albo  dei  santi.  —  S.  Marolo, 
vescovo  di  Milano  (408-423).  —  S.  Giorgio, 
vescovo  di  Snelli  (Cagliari),  morto  l'anno  1117. 
—  B,  Elena  Valentinis.  A  Campobasso  e  a 
Ferrara  festa  patronale. 

{Memorandum.  —  C^  U.  Q.  a  ore  20,7"'.  — 
Ultimo  giorno  della  Pasqua,  o  Pesach,  israe- 
litica. 


2^  Venerdi 

115-353 


vittima  della  persecu- 
zione, regnando  Diocleziano  e  Massimiano. 


S.  Giorgio,  martire 

(303).  Nacque  in  Cappa- 
docia  da  illustre  fami- 
glia, entrò  nella  milizia  sotto  Diocleziano,  ed 
ebbe  la  dignità  di  tribuno.  Venuto  però  alla 
corte,  ed  udendo  con  quanta  crudeltà  erano 
trattati  i  Cristiani,  confessò  apertamente  la 
fede.  Sdegnato,  l'imperatore  ordinò  venisse 
in  varie  guise  tormentato  e  quindi  decapitato 
nel  303.  —  S.  Fedele  (1906)  da  Sigmaringa,  cap- 
puccino, martirizzato  dai  calvinisti  (1577-1622). 

—  S.  Saba,  martire  con  altri  sessanta  a  Roma, 
l'a.  272.  —  Ss.  Maurizio  e  compagni,  martii-i 
della  legione  febea,  onorati  a  Pinerolo  (a.  287). 

—  S.  Onorio,  vesc.  di  Brescia  (sec.  VI). 

Memorandum.  —  Venerdì  Santo  nel  calen- 
dario Giuliano  o  Greco-Russo.  —  Oggi  (San 
Giorgio)  nella  Lombardia  si  rinnovano  i  con- 
tratti di  pascolo  e  di  fornitura  di  latte  e  lat- 
ticini. Il  popolo  festeggia  il  santo  odierno,  pro- 
tettore dei  lattivendoli,  con  gite  campestri  e 
scorpacciate  di  panna  e  del  cosiddetto  pan 
di  miglio. 


25  Sabato 

116-351 


S.  Marco  evangelista. 

Scrisse  il  secondo  tra 

'i  vangeli   canonici.  Fu 

vesc.  di  Alessandria,  ove  morì  mart.  l'a.  68. 

Memorandum.  —  Litanie  maggiori  secondo 
il  rito  ambrosiano,  —  Anniversario  della  mor- 
te di  Torquato  Tasso  (1595).  Pellegrinaggio  ai 
convento  di  S.  Onofrio  di  Roma,  dove  è  visi- 
bile al  pubblico  il  Museo  Tassiano,  —  Fiera 
di  cavalli  a  San  Bonifacio  (prov,  di  Verona). 
—  Processione  sacra  in  Rossano  Calabro,  in 
memoria  del  terremoto  del  1836. 


APRTLE-MAOGIO  1908     -  91  - 


(18»  Settimana) 


26  Domenica!     Domenica  In  albls, 
117_350  p  più   precisamente 


albis  lìeponitin,  cosi  detta 
perchè  oggi  yella  primitiva  Chie«;a  cristltma 
si  deponevano  le  vesti  bianche  dai  novelli 
battezzati.  —  S.  Cleto  pp.,  romano,  76-88,  era 
stato  discepolo  di  8.  Pietro,  e  morì  martire. 
—  S.Marcellino  pp.,  romano  e  martire,  2%- 
304.  —  Ss.  Guglielmo  e  relle^rino  d'Antio- 
chia, protettori  di  Foggia  dove  è  lesta  pa- 
tronale. —  S.  Lucido  o  Lucilio  ;  vescovo  di 
Verona,  tra  il  250  e  il  35ft. 

Memorandum. —  Pasqua  nel  calendario  Giu- 
liano o  (ireco-lìusso.  —  Pasqua  per  gli  Abis- 
sini. —  Fiera  di  And  ria.  Dura  due  giorni.  — 
Pellegrinaggio  a  Genazzano,  presso  Valmon- 
tone  (prov.  di  Roma),  al  Santuario  della  Ver- 
gine del  Buon  Consiglio. 


27   Lunedi    |  ^-  Peregrino  Laziosl 

118-349  dell'ordine  de' Serviti, 
'vissuto  dalTa.    12')5   al 


1345.  —  S.  Zita,  vergine,  venerata  a  Lucca, 
ove  morì  l'a  1282.  —  S.  Maria  Egiziaca  (se- 
colo IV).  -  S.  Anastasio  I,  papa  dal  31)9  ai  401. 
—  S.  Tertulliano,  vesc.  di  Bologna  fsec.  V).  — 
S.  Liberale  o  Liberio  d'Aitino, prot.  di  Treviso. 

Memorandum.  —  Da  oggi  sono  permesso  le 
solennità  nuziali  sino  al  sabato  che  precede 
la  prima  domenica  dell'Avvento.  —  Anniver- 
sario della  seconda  fuga  del  granduca  Leo- 
poldo II  da  Firenze  (1859).  La  città  è  Imban- 
dierata. —  Per  S.  Zita,  patrona  degli  ortolani, 
festa  in  Bisagno,  sobborgo  di  Genova.  —  Fiera 
a  Francavilla  al  Mare  (prov.  di  Chietii,  che 
dura  8  giorni.  —  Oggi  pagamento  degli  sti- 
pendi agli  impiegati  governativi.  —  Comin- 
ciano gli  esami  di  ammissione  degli  ufl&ciali 
alia  Scuola  di  Guerra  in  Torino. 


28  Martedì 

119-248 


Ss.  Vitale  e  Valeria, 
martiri. 
Nacque  Vitale  a  Mi- 
lano da  nobile  famiglia  e  fu  sposo  a  S.  Valerla 
e  padre  del  ss.  mm.  Gervaso  e  Protaso.  Ar- 
ruolatosi nella  milizia,  salvò  molti  cristiani  e 
incoraggiava  altri  a  sostenere  il  martirio.  Sa- 
putosi che  Vitale  era  cristiano,  ed  avendolo 
egli  stesso  affermato,  fu  straziato  con  pettini 
di  ferro  l'anno  62.  Vitale  è  ricordato  a  Ra- 
venna, Valeria  a  Milano.  Ad  Alba  ed  a  Tre- 
viso festa  di  precetto. 


29  Mercoledì 

120-247 


S.  Pietro,  martire. 


Nacque  a  Verona  da 
genitori  eretici.  Fu  a 
Bologna  per  studiarvi  lettere,  ed  appena  quin- 
dicenne si  presenta  a  S.  Domenico  per  en- 
trare nell'ordine  dei  predicatori.  Tra  le  vi- 
gilie ed  i  digiuni  intese  a  perfezionarsi  nelle 
scienze,  sicché  acquistò  il  nome  di  apostolo 
dell'Italia.  Fu  inquisitore  per  la  Lombardia, 
e  come  tale  ucciso  lungo  lo  stradale  che  da 
Milano  conduce  a  Como  (1252).  Sul  luogo 
stesso  dell'assassinio  (Seveso  s.  Pietro)  sorge 
una  chiesa  annessa  al  Seminario  minore,  dove 

L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto 
il  rimedio  delle  malattie 


annualmente  è  celebrata  la  festa.  —  S.  Li- 
berio I,  vescovo  di  Ravenna  dal  185  al  206.  — 
Festa  patronale  ad  Oropa. 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  del  Por- 
togallo. 


30  Giovedì 

121-246 


S.  Caterina  da  Siena. 

Suora  domenicana 
che  si  rese  celebre  per 
la  santità  della  sua  vita  ed  il  suo  sapere.  I  lio- 
rentini  la  scelsero  mediatrice  fra  essi  e  papa 
Gregorio  XI.  Mentre  papa  Urbano  XI  la  man- 
dava a  Giovanna  di  Napoli,  essa  morì  nel  1380, 
a  soli  33  anni  di  età. 

Memorandum.  —  ®  L.  N.  a  ore  UM^.  - 
A  Roma  le  società  democratiche  commemo- 
rano la  difesa  di  Roma  contro  i  francesi  del 
1849.  —  A  Parigi,  vernissage  al  Salone  dei 
Campi  Elisi.  —  Chiusura  della  caccia  agli  ani- 
mali acquatici  nelle  province  d'Ancona,  di 
Ferrara,  di  Firenze,  di  Grosseto,  di  Lucca, 
di  Macerata,  di  Massa  (anche  per  le  quaglie», 
di  Napoli  (per  il  croccolonej,  di  Perugia,  di 
Ravenna,  di  Reggio  Calabria,  di  Siena,  di  Ve- 
i-ona.  In  quella  di  Pisa  è  da  oggi  vietata  la 
caccia  con  reti  ai  trampolieri,  pivieri,  ec; 
o^ini  genere  di  caccia  nella  provincia  di  Pe- 
saro. 


1  Venerdì 

122-245 


Ss.  Filippo 
Giacomo  il  minore, 
apostoli. 

Memorandum.  — Calendimaggio,  festeggiato 
in  molto  campagne,  specialmente  in  quello 
toscane.  —  Festa  internazionale  del  lavoro, 
istituita  nel  Congresso  internazionale  di  Pa- 
rigi del  1889.  -  Fiera  ad  Ancona:  dura  8 giorni. 

—  Si  apre  la  fiera  di  Ravenna,  che  dura  8  giorni. 

—  Fiera  di  Bpinazzola.  Dura  3  giorni.  —  Festa 
in  Aidone  (Caltanissetta)  del  patrono  S.  Filip- 
po. —  Feste  di  S.  Elisio,  patrono  di  Cagliari. 

—  Da  og-i  è  permessa  la  pesca  con  reti 
od  altri  apparecchi  a  strascico  a  qualunque 
distanza  dalla  costa  del  mare.  —  Da  oggi  è 
permessa  la  raccolta  dei  mitili  fcozze  nere, 
peoci,  muscoli);  e  nel  golfo  di  Napoli  anche 
quella  delle  vongole  o  arselle.  —  Estrazione 
Prestito  a  premi  della  Croce  Rossa  Italiana. 

—  Estrazione  ammortizz.  obbligaz.  Prestito 
provinciale  e  comun.  di  Reggio  Calabria  1870; 
Prestito  comun.  di  Genova  1869  e  1893;  Ob- 
bligaz. 4  %  Navlgaz.  Gener.  Italiana  (rimborso 
30  giugno).  —  Scadenza  delle  Cedole  del  Prest. 
a  premi  e  frutt.  della  città  di  Napoli  (1868). 

—  Oggi  a  Firenze  si  cambiano  gli  alloggi. 


2  Sabato 

123-244 


S.  Anastasio,  vescovo. 

Vesc.   d'Alessandria 
d'Egitto.  Mori  l'a.  373. 
—  S.  Antonino,  vesc.  di  Firenze,  m.  l'a.  1459. 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  della  Spa- 
gna. —  Fiera  di  animali  a  Canicatti,  che  dura 
due  giorni.  —  Da  oggi  al  10  maggio  in  Napoli 
ogni  giorno  si  ripete  il  miracolo  della  lique- 
fazione del  sangue  di  S.  Gennaro. 

ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
dea!!  oraani  diaerenti. 


—  92  — 

I  CONSIGLI  DEL  MESE  (Igfiene  ed  Economia  Domestica). 

APRILE 

Come  dimagrare  —  Cure  depurative  del  sangue  —  La  colorazione  artificiale  dei  fiori  —  Le 
febbri  malariche  —  Igiene  della  calzatura  —  Le  fragole  —  I  fungiti  —  Contro  le  tarme 
degli  abiti  —  Per  couseroare  i  tappeti  —  Stoffe  impermeabili  —  Acq_na  di  Colonia  ed  acqua 
contro  il  rossore  —  Carciofi  a  vapore  —  Pane  di  Spagna. 


"  Aprile  dolce  dormire!  „  suona  il  prover- 
bio. E,  infatti,  si  dorme  tanto  volentieri  in 
questo  dolce  mese  !  Ma  il  sonno  fa  ingrassare 
e  al  mondo  v'è  una  quantità  grande  di  gente 
che  se  ne  spaventa.  Non  vorrei  curarmi  dei 
loro  lamenti,  non  vorrei  dir  loro  a  quante  e  a 
quali  ore  debbono  limitare  il  proprio  sonno, 
di  quali  cibi  debbono  alimentarsi  a  prefe- 
renza per  rimaner  magri,  se  non  mi  sentissi 
in  dovere  di  servire  un  po' tutti.  Ecco,  dun- 
que, una  bi-eve  serie  di  consigli  ad  hoc,  e.... 
peggio  per  chi  li  desidera.  Non  dormire  più 
di  sei  ore  e  non  dormire  mai  dopo  pranzo; 
bere  vino  bianco  e  non  più  di  tre  bicchieri 
quotidianamente;  bere  poca  acqua  e  cercare 
di  non  bere  nulla  durante  i  pasti;  evitare  il 
pane,  le  patate,  il  riso,  i  fagiuoli,  i  latticini, 
le  uova,  le  carni  di  maiale,  il  miele,  la  crema, 
il  cioccolatto,  il  cervello,  i  liquori,  la  birra. 
Abolire  dalla  propria  tavola  i  cibi  succulenti, 
come  il  fegato  d'oca,  le  oche,  i  piccioni,  le 
salse,  il  salmone,  le  anguille,  il  burro,  l'olio, 
le  noci,  le  ulive,  ec. 

Mangiare,  invece,  bove  o  montone  arro- 
sto, sogliole,  branzino,  pollo,  d'india,  legumi, 
asparagi,  prezzemolo,  frutti  aciduli,  come  sa- 
rebbero gli  aranci,  le  fi*agole,  le  mele;  pren- 
dere caflfè  senza  zucchero,  brodo  sgrassato. 
Si  consigliano  i  bagni  freddi,  le  docce,  i  bagni 
di  mare  e  molto  cammino  nelle  ore  antime- 
ridiane. 


Non  siamo  ancora  in  piena  primavera,  ma 
non  siamo  più  nemmeno  in  inverno.  Coloro 
che  hanno  la  lodevole  abitudine  di  depurare 
il  proprio  sangue  con  una  piccola  cura  pri- 
maverile faranno,  dunque,  bene  a  cominciar- 
la in  questo  mese,  per  poterla  continuare  a 
lungo  prima  che  il  caldo  faccia  il  solito  suo 
ingresso  ufficiale. 

Sono  molti  i  depurativi  che  si  consigliano 
dai  medici  :  oltre  al  solito  joduro  di  potassio 
—  che  ha  ii  privilegio  di....  rovinare  lo  sto- 
maco —  si  trovano  in  commercio  una  quan- 
tità enorme  di  preparati  gustosi,  ma....  co- 
stosi e  non  sempre  molto  indicati.  Voglio 
darvi  una  ricetta  assai  pratica  ed  econonaica: 
ma  eseguitela  da  voi  stessi,  che  il  farmacista 
vi  farebbe  spendere  non  meno  di  sei  lire. 
S'intitola  II  Kob,  e  se  ne  prende  un  cucchiaio 
al  giorno.  Fate  cuocere,  dunque,  in  tre  litri 
d'acqua,  tre  once  di  salsapariglia  florettone, 
otto  mazzi  di  dulcamara,  tre  once  di  salsa 
siciliana,  sei  mazzi  di  cannicela,  due  once  di 
sassofrasso,  due  di  china  molle,  e  mezzo  chi- 
logr;imma  di  zucchero.  Quando  il  liquido, 
bollendo,  ò  ridotto  alla  sua  terza  parte,  il 
depurativo  è  fatto. 


Ma  non  guastiamoci  il  sogno  della  prima- 
vera con  queste  miserie.  Siamo  nella  stagione 


dei  fiori  e  sarà  meglio  parlare  dei  loro  gai 
colori. 

Ahimè,  colori  spesso  artificiali!  Oggi  tutto 
si  falsifica  e  i  fiori  stessi  sovente  non  hanno 
il  loro  colore  oi'iglnale.  Vi  insegnerò  a  falsi- 
ficarne anche  da  voi.  Alla  fine,  siano  pur  tra- 
mutati stranamente,  restano  fraganti  e  gai. 
Anzi  la  novità  introdotta  dai  fiorai  parigini, 
dona  un  aspetto  più  leggiadro  a  certi  fiori. 
Breve:  ai  fiori  si  cambia  colore.  Volete  che 
il  geranio,  la  pervinca,  le  rose  rosse  e  rosee, 
acquistino  un  color  verde  carico?  Immerge- 
tele nell'etere  solforico,  a  cui  sia  stata  ag- 
giunta una  piccola  quantità  (circa  un  decimo 
di  volume)  di  ammoniaca.  Volete,  ancora, 
delle  violette- verdi?  Immergete  i  loro  steli 
nell'anilina  verde  malachita,  sciolta  nell'ac- 
qua. Con  altre  tinte  di  anilina  si  ottengono 
altre  colorazioni  :  il  viola  di  metile  dà  il  vio- 
letto, il  cloridrato  di  rosanilina  dà  il  rosa.  Gli 
steli  dei  fiori  debbono  rimaner  quarantotto 
ore  nella  soluzione  colorante,  e  debbono  es- 
sere incisi  in  modo  da  peimetteie  al  liquido 
di  salir  fino  ai  pètali.  Per  conto  mio  prefe- 
risco i  colori  che  ci  ha  dato  la  natura;  ma 
se  voi  volete  divertirvi  ad  alterarli,  ora  sa- 
pete come  fare. 


Dopo  le  pioggie  di  primavera  è  molto  fa- 
cile buscarsi  le  temute  febbri  malariche.  Io 
vi  augux'o  di  non  incapparci,  ma,  ad  ogni  buon 
fine,  raggruppo  qui  alcuni  consigli  atti  a  com- 
batterle con  efficacia.  Il  più  semplice  ce  lo 
offre  un  limone:  si  fa  bollire,  tagliato  a  pezzi 
e  non  premuto,  in  un  recipiente  che  contenga 
circa  tre  bicchieri  d'acqua,  e,  quando  l'acqua, 
evaporando,  è  ridotta  ad  un  terzo,  si  toglie 
via,  si  preme,  si  fa  raftVeddare  e  l'emulsione 
che  ne  risulta  si  dà  a  bere  agl'infermi. 

I  contadini,  esposti  più  di  tutti  alla  ma- 
laria, devono  astenersi  dall'uscir  di  casa  dopo 
il  tramonto,  o,  almeno,  debbono  uscir  ben 
coperti,  dopo  aver  mangiato  e  bevuto,  e  cam- 
minar spediti.  Essi,  potendo,  bevano  molto 
catte  e  vino  chinato.  Ad  ogni  menoma  indi- 
sposizione, poi,  prendano  il  chinino.  E  sic- 
come perchè  spesso  i  loro  mezzi  non  per- 
mettono quest'ultima  spesa,  le  febbri  mala- 
riche li  tormentano  per  mesi  interi. 

Essi  potrebbero,  però,  curarsi  lo  stesso 
valendosi  dell'estratto  idroalcoolico  di  foglie 
di  olivo  :  è  il  vecchio  rimedio  dei  contadini 
francesi,  approvato  da  Bouchardat,  e  si  pre- 
para con  sessanta  grammi  di  foglie  di  oliva 
e  un  litro  di  vino  bianco.  Le  foglie  si  tagliuz- 
zano e  si  fanno  macerare  per  una  settimana 
nel  vino,  che  poi  si  passa  attraverso  un  pezzo 
di  tela  bianca.  Prendendo,  per  quindici  gior- 
ni, a  digiuno,  mezzo  bicchiere  la  mattina  e 
mezzo  la  sera  di  questo  vino  febbrifugo,  le 
febbri  cessano.  A  rendere  più  economica  la  po- 
zione, Invece  del  vino  si  può  usare  l'acqua: 


^  0)^ 


ma  bisogna  a;;ginngero  un  mozzo  bicchiere 
di  spirito,  porcile  le  foglie  di  oliva  non  sono 
molto  solubili  senza  nò  vino  uè  spirito. 


Prima  che  finisca  il  mese,  appariratmo  in 
tavola  le  fragole.  Eccovi  un  gruppo  di  con- 
sigli sul  modo  di  prepararle  se  non  prefe- 
rite di  mangiarlo  senza  condimento  alcuno. 
Esse  possono  condirsi  con  vino  ordinario,  con 
marsala,  col  sugo  di  limone,  col  cognac,  col 
capri  bianco,  con  lo  champagne  freddissimo, 
col  maraschino,  col  kummel,  col  cura(;ao  e 
con  altri  liquori,  a^jginngendo  sempre,  natu- 
ralmente, una  quantità  più  o  meno  grande 
di  zucchero.  Possono  pure  condirsi  con  crema 
di  Chantilly  e  znccliero  di  vainiglia. 

Agli  stomachi  deboli  consiglio  la  prepa- 
razione al  sugo  di  limone  e  sconsiglio  quella 
al  latte:  alle  persone  eleganti  propongo  lo 
champagne  freddissimo,  cU'è  un  sistema.... 
inglese  garantito  ! 


Dalle  fragole  ai  fion/hi  v'è  un  bel  passo: 
ma  siccome  i  funghi  si  trovano  in  tutte  le 
stagioni  io  non  posso  evitarli.  Poche  cose  han- 
no un  sapore  più  buono  dei  funghi,  ma  poche 
"se  più  di  esse  vengono  eliminate  dalle  ta- 
...le. 

I  funghi  sono  velenosi!  E  vero;  ma  non 
tutti,  e  quelli  che  lo  sono  si  possono  facil- 
mente distinguere  quando  si  voglia  (v'è,  per 
questo,  un  apposito  Manuale  Hoepli).  In  ogni 
modo  molti  funghi  velenosi  oggi  si  rendo- 
no innocui  grazie  al  metodo  proposto  dal 
dott.  Gen-ard.  Basta  lasciarli,  per  due  ore, 
nell'acqua  salata  (due  cucchiai  di  sale  da  cu- 
cina iu  un  litro  d'acqua  ove  può  stare  400  gr. 
di  funghii  o  acidulaUx  (tre  o  quattro  cucchiai 
di  aceto  forte  in  un  litro  d'acqua  ove  può  star 
la  stessa  quantità  di  funghi)  e  sciacquarli, 
poi,  ripetutamente,  prima  in  acqua  fresca 
I)oi  in  acqua  bollita,  poi  in  acqua  fresca  di 
nuovo.  I  funghi  perderanno  un  po' di  sapore 
e  di  aroma,  ma  pare  diventino  innocui.  Il 
(lott.  Gerrard  ne  potè  mangiare,  senza  danno, 
•opo  quella  operazione,  una  quantità  consi- 
erevole  delle  più  velenose  specie,  in  poco 
mpo. 

Ed  ora,  al  solito,  qualche  consiglio  utile. 
-^;vrete,  penso,  in  procinto  di  conservar  gli 
abiti  dtc  inverno:  per  evitare  che  si  tarlino,  se 
non  vi  garba  metterli  in  casse  con  la  nafta- 
lina, accomodateli  pure  in  un  armadio  ove 
avrete  già  esposto  un  pezzo  di  tela  o  di  carta 
rnbevuto  di  trementina,  che  va  rinnovata 
ogni  mese.  Giova  al  vostre  scopo  lo   stesso. 

Insieme  agli  abiti,  vanno  conservati  anche 
i  tappeti,  e  per  essi  occorre  altresì  qualche 
cura.  Se  li  batterete  bene,  li  allargherete  e 
distenderete  sopra  fondi  di  caffè  o  su  foglie 
verdi  di  tè  o  d'altra  erba,  prima  di  piegarli 
diligentemente  e  di  metterli  in  locali  asciutti 
ed  oscuri,  potrete  essere  sicurissimi  di  ritro- 
varli l'anno  venturo  intatti  nella  trama  e  nel 
colore. 

A  proposito  di  stoffe,  vi  posso  anche  sug- 
gerire due  metodi  per  renderle  impermea- 
bili. Sono  abbastanza  sicuri  e  molto  pratici. 


SI  immerga  il  tessuto  che  si  vuol  ronderò 
Impermeabile  nel  seguente  liquido: 

Allume gr.  10 

Acetato  di  piombo   ...     ,10 

Acqua kg.    1 

Quando  s'è  bene  imbevuto  si  ritiri,  si  sgoc- 
cioli e  si  lasci  asciugare. 

Il  chimico  Paolo  Charpentier,  consi^^lla 
di  prendere  50(J  grammi  di  gelatina,  e  500  di 
sapone  neutro  di  sego,  di  farli  fondere  in 
17  chilogrammi  di  acqua  bollente,  di  aggiun- 
gervi a  piccole  dosi  750  gr.  di  allume;  e  di 
far  bollire  tutto  per  un  quarto  d'ora.  Ridotto 
il  liquido  latteo  atla  temperatura  di  50  cen- 
tigradi vi  s'immerge  il  tessuto  che,  dopo  im- 
bevuto, si  ritira  e  si  lascia  asciugare  senza 
torcere.  Indi  si  lava  di  nuovo,  di  nuovo  si  fa 
asciugare  e  si  stira. 


Non  dimenticherò  nemmeno  questo  mese 
le  esigenze  della  toilette,  né  quelle  della  cu- 
cina. 

Per  le  prime  vi  darò  una  ricetta  indica- 
tissima  a  ottenere  una  buona  acqua  di  Co- 
lonia, e  la  ricetta  per  un'  acqua  contro  i  ros- 
sori. L'acqua  di  Colonia  è  presto  fatta  me- 
scolando parti  650  di  alcool  a  90,0;  parti  50 
di  acqua  di  rose  ;  parti  50  di  acqua  di  aran- 
cio; parti  200  di  neroli;  parti  400  di  essenza 
di  lavanda  ;  parti  900  di  essenza  di  petit  grain; 
parti  250  di  essenza  di  rosmarino;  parti  50  di 
essenza  di  mirto;  parti  200  di  essenza  di  ber- 
gamotto. 

L' acqua  contro  i  rossori  si  prepara  con  1 
seguenti  ingredienti: 

Essenza  di  lavanda  gr.  25,  essenza  di  ce- 
dro gr.  6,  limone  gr.  135,  alcool  gr.  85,  acqua 
gr.  80,  aceto  buono  gr.  6C0.  Esporre  al  sole 
per  3  giorni  e  poi  filtrare. 

Ed  eccoci  giunti  in  cucina.  Parleremo  dei 
carciofi,  piatto  di  stagione. 

In  Orbetello  li  preparano  all'olio,  e  ciò 
costituisce  la  specialità  del  paese.  È  assai  sem- 
plice: s'immergono  i  carciofini  nell'olio  dopo 
aver  dato  loro  mezza  cottura  nell'acqua.  Poi 
si  condiscono  con  pepe,  sale  e  coriandoli. 

I carciofi  al  vapore  rappresentano  un  piatto 
più  complicato. 

Mondati  e  lasciato  loro  il  gambo  della  lun- 
ghezza dì  due  dita,  disponeteli  in  una  casse- 
ruola piccola,  in  modo  che  rimangano  in  pie- 
di, appoggiati  gli  uni  agli  altri  e  sostenuti  dai 
relativi  gambi.  Nel  fondo  della  casseruola  po- 
nete dell'acqua  per  l'altezza  di  due  dita:  indi 
aprite  alquanto  le  foglie  del  carciofo  e  ver- 
sate, nel  cuore  di  ciascuno,  olio,  pepe  e  sale. 
Coprite  bene  la  casseruola  e  fate  bollire  l'ac- 
qua del  fondo.  In  tal  modo  i  carciofi  cuoce- 
ranno a  vapore,  e  rimarranno  conditi. 

Il  solito  dolce  è  questa  volta  il  ptne  di 
Spagna.  Come  ottenerlo?  Semplicemente:  si 
mescolano  bene  insieme  300  gr.  di  zucchero, 
8  torli  d'ovo,  un  po' di  corteccia  di  limone 
grattugiata,  e  vi  si  aggiungano,  a  poco  a  poco, 
2.50  gr.  di  farina  bianca.  La  farina  deve  ca- 
dere adagio  dallo  staccio. 

Si  continua  a  sbattere  da  20  a  25  minuti. 
Poi  si  depone  la  pasta  in  una  tortiera,  che 
si  sarà  ben  unta  di  burro,  e  spolverizzata  di 
zucchero,  e  si  manda  a  cuocere  al  forno. 


Gli  Olì  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


94  - 


EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 
MAaaio 


1  (1859).  —  Il  vlcesindaco  di  Corana  (Vo- 
ghera) Giovanni  Battista  Minelli,  affconta  un 
sergente  austriaco  tragittato  sulla  riva  de- 
stra del  Po,  e  quantunque  armato  di  tutto 
punto  lo  fa  prigioniero  di  guerra,  inviandolo 
a  Voghera  con  i  dispacci  dei  quali  ei-a  latore, 
con  manifesto  ed  imminente  pericolo  di  es- 
sere fucilato  al  sopraggiungere  degli  Austriaci. 

fò  (1800).  —  Il  capo  squadrone  France- 
schi, aiutante  di  campo  del  generale  Soult, 
incaricato  da  Bonaparte  di  portare  dispacci 
a  Massena  rinchiuso  in  Genova,  scoperto  da- 
gli Inglesi  mentre  di  notte  si  avvicina  alla 
città,  si  butta  a  nuoto;  ma  accortosi  di  aver 
lasciato  la  spada  nella  barchetta  che  lo  por- 
tava, va  a  prenderla,  l' afferra  con  i  denti,  e 
sotto  il  fuoco  nemico  riesce  ad  arrivare  al 
molo. 

3  (1863).  Francesco  Nullo,  di  Bergamo, 
capo  di  un  manipolo  di  Italiani  andati  a  com- 
battere per  l'indipendenza  della  Polonia,  do- 
po avere  avuto  un  cavallo  ucciso  sotto  di  sé, 
combattendo  i  russi,  cade  colpito  al  cuore, 
e  presso  di  lui  cadono  Elia  Marchetti  e  Febo 
Arcangeli. 

4  (1859).  —  Cesare  Fronti,  applicato  di 
P.  S.  ad  Alessandria,  incaricato  di  portare  un 
importante  dispaccio  agli  avamposti  dell'eser- 
cito sardo,  al  ritorno  cade  nelle  mani  degli 
Austriaci  a  Ponte  Ourone,  dove  frugato  e  più 
volte  interrogato,  con  la  sua  presenza  di  spi- 
rito riesce  ad  eludere  i  sospetti  e  ad  essere 
messo  in  libertà. 

5  (1848).  -  A  Rivoli,  è  ferito  ad.  una 
gamba  combattendo  nel  folto  della  m^lschia, 
il  colonnello  Boglione,  già  ufficiale  dell'eser- 
cito napoleonico,  andato  volontario  per  la 
guerra  dell'indipendenza  con  l'uniforme  del 
suo  grado  il  fucile  e  lo  zaino,  sempre  in  prima 
Illa  nelle  più  arrischiate  imprese. 

6  (1848).  -  Al  combattimento  di  Santa 
Liicia,  sotto  Verona,  il  tenente  d'artiglieria 
(ìiovacchino  Bellezza,  d'Oggebbio,  vista  la 
brigata  Aosta  sopraffatta  dagli  Austriaci,  corre 
con  due  pezzi  a  300  metri  dagli  assalitori, 
facendo  fuoco  a  mitraglia,  caricando  e  pun- 
tando egli  stesso  un  pezzo  rimasto  senza  ser- 
vent ,  e  facendo  danni  enormi  al  nemico  che 
si  ritira. 

7  (1813).  -  Due  battaglioni  del  2»  reggi- 
mento leggiero  italiano,  preceduti  dal  4°  cac- 
ciatori a  cavallo  pure  italiano,  scontrati  i 
Itussi  nella  forte  posizione  di  Lienbach  (Sas- 
sonia) li  respingono,  e  impediscono  loi*o  di 
tagliare  11  ponte,  segnalandosi  gli  ufficiali 
Benvenuti,  Ccracchi  e  Belotti,  ed  il  sergente 
Busetti. 

8  (1859).  -  Alla  testa  di  ponte  di  Casale, 
la  3»  compagnia  cacciatori  delle  Alpi  coman- 
data da  Carlo  De  Cristoforis,  insieme  al  5» 
battaglione  bersaglieri,  assaltano  due  volte 
alla  baionetta  gli  Austriaci,  impadronendosi 
di  un  avantreno.  SI  distinguono,  oltre  il  De- 


Cristof.)rIs,  il  furiere  Giuseppe  Guerzoni  ed 
il  soldato  De  Angelis. 

9  (1824).  —  Santo rre  de  Rossi  conte  di 
Santa  Rosa,  esule  dal  Piemonte  nel  1821  dopo 
avere  consigliato  invano  al  principe  di  Cari- 
gnano  di  mettersi  alla  testa  dei  liberali,  an- 
dato a  combattere  per  la  libertà  della  Gre- 
cia come  semplice  soldato,  cade  difendendo 
valorosamente  contro  i  Turchi  l'isola  di  Sfao- 
teria. 

10  (1861).  —  Il  tenente  Giacomo  Asinari 
di  Bernezzo  dei  lancieri  Milano,  inseguendo 
una  banda  di  briganti  sulla  riva  destra  del- 
l'Ofanto,  montato  sopra  un  generoso  cavallo, 
si  trova  molto  avanti  del  suo  drappello  quando 
il  cavallo  ferito  a  morte  cade  trascinandolo 
nella  caduta.  I  briganti  gli  sono  sopra,  ma 
il  tenente,  svincolatosi  con  vigoroso  sforzo, 
ne  uccide  uno  con  un  colpo  di  rivoltella  ed 
i  lancieri  sopraggiungendo  mettono  in  fuga 
gli  altri. 

11  (1809).  —  Carlo  Alemagna,  scudiero 
del  viceré  Eugenio,  mentre  la  Piave  era 
straordinariamente  gonfia,  sì  offre  di  passarla 
per  portare  ordini  al  generale  Macdonald,  e 
quantunque  trascinato  dalla  corrente  per 
lungo  tratto,  ed  ormai  creduto  perso,  riesce 
a  raggiungere  l'altra  sponda. 

1^  (1848).  —  Il  generale  marchese  Ales- 
sandro Guidetti,  di  Bologna,  antico  soldato 
di  Napoleone,  dopo  aver  preso  parte  alla  ri- 
voluzione del  '31,  avendo  nel  1848  il  comando 
di  una  brigata,  ingiustamente  Timproverato 
dal  generale  Ferrari,  combatte  da  semplice 
soldato  in  una  sortita  da  Treviso  contro  gli 
Austiiaci,  e  spintosi  avanti  rimane  ucciso  da 
una  palla  al  cuore,  mentre  gli  cade  accanto 
ferito  il  padre  Ugo  Bassi. 

13  (1810).  -  Gli  italiani  della  divisione 
Mazzucchelli  occupano  il  forte  di  Hostalrich 
in  Spagna,  dopo  sconfitti  gli  Spagnoli  che 
cercavano  di  allontanarsene  nascostamente. 
Il  capitano  Ceracchi,  con  soli  17  uomini,  fa 
prigionieri  4  ufficiali  e  50  soldati;  il  6°  fan- 
teria fa  prigioniero  il  governatore  con  8  uf- 
ficiali e  400  uomini,  e  prende  una  bandiera. 

14  (1866).  —  Il  tenente  de  Gio vannini, 
comandante  dei  carabinieri  ad  Atessa,  con 
13  carabinieri  e  cinque  uomini  della  legione 
ungherese  assale  50  briganti  della  banda  Can- 
none, che  avevano  sequestrato  13  guardie 
nazionali,  ed  inseguendoli  per  dieci  chilo- 
metri libera  i  catturati,  uccidendo  un  bri- 
gante e  ferendone  altri.  Si  segnalano  con  il 
loro  comandante,  il  vicebrigadiere  Moschetti, 
ed  i  carabinieri  Casolari,  Faro  e  Bai. 

15  (1860).  —  A  Calataflmi,  in  Sicilia,  i 
volontari  sbarcati  con  Garibaldi  quattro  gior- 
ni prima  a  Marsala,  battono  4000  Borbonici 
comandati  dal  generale  Laudi.  Primeggiano 
per  valore  Nino  Bixio,  Benedetto  Cairoli,  Me- 
notti Garibaldi,  Schiaffino,  Augusto  Elia,  Gior- 
gio Manin,  Francesco  Sprovieri,  e  Giuseppe 
Dezza. 

{Continua  a  jaag.  98), 


RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-WII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


9.  -  ANDREA  VANNUCCHI  o  ANDREA  DEL  SARTO 
Firenze  (1486-1531) 

che  il  Vasari  disse  artista  "raro  perchè  l'opere  sae  sono  senza  errori,.  La  Madonna   del 
ducco  e  il  Cenacolo  di  San  Salvi  sono  tra  le  opere  di  lui  le  più  famose. 


MAGGIO  1908 


-  96  - 


(IQa  Settimana) 


3  Domenica 

124-343 


Ritrovamento 
della  Santa  Croce. 

Seguito  per  opera  di 
S.  Eleiia,  madre  dell'imperatore  Costantino. 

—  S.  Giovenale  II,  vescovo  di  Terni  e  Narni, 
dal  658  al  565,  e  patrono  di  Tossano  (Cuneo). 

—  S.  Ursio,  onorato  a  Monsummano(sec.VIII). 

—  S.  Viola,  vergine  e  martire,  festeggiata  a 
Verona.  —  S,  Alessandro  I,  papa  dal  105  al 
115,  martire. 

Memorandum.  —  Processione  di  S.  Vigilia, 
compatrona  della  città  di  Livorno,  in  memo- 
ria del  terremoto  del  5  aprile  1642.  —  A  Pe- 
scia  liera  e  festa  del  Crocilisso.  —  Pellegri- 
naggio alla  Madonna  del  Sasso.  —  A  Roma, 
nella  chiesa  di  S.  M.  del  Pianto,  ha  luogo  la 
pubblica  gara  di  catechismo  fra  i  giovanetti 
romani,  e  il  vincitore  è  nominato  Imperatore 
della  Dottrina  CristUina.  —  Grande  e  impor- 
tante fiera  di  bestiame,  detta  della  Schiavo- 
nea,  dal  luogo  ove  si  tiene,  in  territorio  di 
Corigliano  Calabro.  Darà  tre  giorni.  —  Festa 
del  Crocifisso  a  Monreale  con  corso  di  barberi 
e  processione  caratteristica.  Festa  di  S.  Giu- 
seppe alla  Bagheria  pure  con  corso  di  barberi. 
Tutt'e  due  attirano  grande  folla  da  Palermo. 
Festa  del  SS.  Crocifisso  a  Monreale.  —  Fiera  e 
festa  del  Crocifisso  in  Castronuovo  di  Sicilia. 


^  Lunedì     1    ^-  Paolino,  vescovo. 

135-243  Vescovo  e  patrono  di 

Senigallia,  nel  sec.  IX. 

—  S.  Ciriaco,  vesc,  patrono  d'Ancona,  mar- 
tire nella  persecuzione  di  Giuliano  l'apostata 
(361-363).  —  S.  Monica,  madre  di  S.  Agostino, 
morta  ad  Ostia  nel  ;i87.  —  S.  Giacomo,  dia- 
cono, venerato  a  Bergamo. 

Memorandum.  —  Festa  di  S.  Floriano  mar- 
tire in  Jesi,  con  fiera  e  altri  festeggiamenti 
popolari.  —  Oggi  a  Napoli  e  in  molte  altre 
città  dell'Italia  meridionale  scadono  gli  affìtti 
annui  delle  case  e  si  fanno  1  traslochi. 


5  Martedì 

126-241 


S.  Pio  V,  Papa. 

Successe  a  Pio  IV, 
'  ed  era  nativo  di  Bosco. 
Mori  l'a.  1572.  —  B.  Amedeo,  duca  di  Savoia. 
—  S.  Floriano  mart.,  invocato  specialmente 
negli  incendi.  —  Festa  patronale  a  Bova  (Reg- 
gio Calabria)  di  s.  Leone  (vedi  19  aprile). 

Memorandum.  —  Anniversario  della  par- 
tenza da  Quarto  per  la  Sicilia  dell'eroe  Gari- 
baldi con  i  Mille  (1860).  —  Festa  di  S.  Secondo, 
patrono  di  Asti.  Corse  di  cavalli.  Al  merco- 
ledì successivo  grande  fiera.  -  A  Milano,  so- 
lenne funzione  in  Duomo,  dove  il  Sacro  Chio- 
do ò  sollevato  con  una  macchina  aerea,  insie- 
me a  un  prete  e  due  chierici,  fin  sotto  la  cu- 
pola dell'aitar  maggiore.  La  reliquia  era  stata 
calata,  ed  esposta  alla  venerazione  del  pub- 
blico, il  3,  festa  del  Ritrovamento  della  S.  Cro- 
ce. —  Fiera  a  Salerno:  dura  nove  giorni.  — 
Festa  in  Licata  (Girgenti)  del  patrono  S.  An- 
gelo. —  Pagamento  delle  pensioni  governa- 
tive di  prima  categoria  (non  oltre  le  500  lire 
annue). 


6   Mercoledì   1         S.  Protogene. 

127-240  Vescovo    nella   Me- 

'sopotamia  (sec.  IV).  — 

S.  Giovanni  Damasceno,  ossia  da  Damasco, 
dottore  della  Chiesa  greca,  morto  l'a.  756.  Fu 
grande  propugnatore  del  culto  delle  imma- 
gini sacre  contro  gli  Iconoclasti. 

MenK>randum.  —  Grande  festa  civile  e  re- 
ligiosa di  S.  Nicola  a  Bari,  per  l'anniversario 
della  traslazione  delle  ossa  del  Santo  da  Mira 
a  Bari.  Pellegrinaggio  alla  basilica,  famosa  p'"0- 
cessione  a  mare,  ec.  —  Fiera  ad  Eboli:  dura 
3  giorni.  —  Festa  di  S.  Giorgio  nel  calendario 
Giuliano  o  Greco-Russo.  Onomastico  del  Re 
di  Grecia.  Festa  patronale  della  famiglia  prin- 
cipesca del  Montenegro. 


S.  Stanislao,  vescovo, 
martire. 

Morì  l'anno  1079.  — 
S.  Guglielmo  arciv.  Era  eonte  di  Nevers,  fu 
educato  da  Pietro  l'Eremita  suo  zio  e  si  diede 
agli  studi  ed  alla  preghiera;  fu  canonico  a 
Soissons  ed  a  Parigi,  quindi  arcivesc.  di  Bour- 
ges.  Morì  nel  1209.  —  Ss.  Flavia  e  ce.  verg., 
mart.,  onorate  a  Terracina  j^ec.  I?).  —  S.  In- 
nocenzo, vesc,  onorato  a  Gaeta.  —  S.  Alberto, 
confessore,  onorato  a  Cremona,  morto  nel 
1190. 


Memorandum. 


8  Venerdì 

129-238 


S.  Acacie,  martire. 

Centurione  nell'eser- 
cito dell' imperat.  Ga- 
leno, martire  l'a.  S06,  patrono  di  Squillace. 
—  S.  Metrone,  prete,  onorato  a  Verona.  — 
S.  Amato,  patrono  di  Saludecio  (Rimini).  Ap- 
partenne al  terzo  ordine  di  S.  Francesco  e 
fondò  l'ospedale  di  S.  Maria  di  Monte  Orciaie, 
antico  istituto  di  beneficenza. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  12.23m.  — 
Pellegrinaggio  e  fiera  al  Santuario  di  San  Mi- 
chele sul  Gargano  (comune  di  Monte  Sant'An- 
gelo). —  Festa  a  Valle  di  Pompei  in  comrae- 
moraz.  del  VI  annivers.  della  consacrazione 
del  Tempio  dedicato  alla  Madonna  del  Ro- 
sario. --  Fiera  a  Caltanissetta,  —  Oggi  a  Bo- 
logna, si  cambiano  gli  alloggi. 


9   Sabato      l^-  Gregorio  Nazianzeno 

130-237  I  patriarca  di  Costantino- 

poli. Morì  l'a.  389.  Era 
nato  a  Nazianzo.  e  fatti  i  primi  studi  a  Ce- 
sarea di  Palestina  recossi  ad  Atene  con  S.  Ba- 
silio. Eletto  vescovo,  tutto  si  adoperò  per 
condurre  a  salvezza  11  gregge  affidatogli.  Morì 
l'anno  389.  —  S.  Luminosa,  vergine  pavese 
(sec.  V).  —  Festa  della  Madonna  del  Bosco 
(Brianza)  con  3  guu-ni  di  fiera.  Patronale  a 
Bari  di  S.  Nicola  (vedi  10  settembre). 

Memorandum.  — 


MAGGIO  1908 


-  97  - 


(20a  Settimana) 


10  Doinenica!        ^.  Patrocinio 
131-236  <*'  ^-  Giuseppe. 

'       B.  Nicolò  Albergati, 

vesa,  cardinale.  Governò  la  Chiesa  di  Bolo- 
gna dal  1417  al  1443.  —  Ss.  Quarto  e  Quinto, 
martiri,  venerati  a  Capua.  —  8.  Cristina,  verg., 
mart.,  venerata  a  Palermo  ed  a  Padova. 

Memorandum.  —  Festa  di  SantWlflo  con 
fiera  in  Trecastagni  (prov.  di  Cataniii).  —  Oggi 
lu'il»  prov.  di  .\ncona  eessa  il  permesso  di  cac- 
cia cun  la  rete  alle  quaglie. 


11  Lunedi 

132-S35 


S.  Francesco 
di  Gerolamo. 

Natora.l642anrot- 
taglie  (Lecco),  morto  a  Napoli  l'a.  1716.  — 
Ss.  Anastasio  e  compagni,  martiri,  onorati  a 
Camerino.  —  Ss.  Primo  e  compagni,  martiri 
di  Trieste  fsec.  II).  —  S.  Illuminato,  compa- 
gno di  S.  Francesco  d'Assisi  (1182  1226),  ono- 
rato a  a.  Severino.  —  A  Chieti,  festa  patro- 
nale di  S.  Giustino  (vedi  13  aprile). 

Memorandum.  —  Giorno  festivo  per  Livor- 
no. In  ricordo  dell'eroica  resistenza  delia  città 
assediata  nel  1849  da  20,000  Austriaci  con- 
dotti dal  generale  d'Aspre. 


12  Martedì 

133-234 


S.  Pancrazio,  m. 

patrono  di  Albano  La- 
ziale (Roma)  morto  ver- 
so il  303.  —  Ss.  Acilleo,  Nereo  e  compagni,  mar 
tiri  sotto  Traiano,  l'a.  99.  Furono  battezzati 
da  S.Pietro  ed  erano  al  servigio  di  Flavia 
Domitilla.  Catturati,  vennero  relegati  nell'iso- 
la di  Ponza,  dove  persistendo  nel  ritìnto  di 
sacrificare  agli  idoli,  dopo  crudeli  tormenti 
furono  decapitati.  —  S.  Gemma,  vergine,  pa- 
trona di  Goriauo  Sicoli  (Abruzzi). 

Memorandum.  —  Oggi,  domani  e  doman 
l'altro  sono  detti  in  Germania  i  Santi  di 
ihinccio,  perchè  di  solito  segnano  un  notevole 
abbassamento  di  temperatura.  —  Anche  In 
Italia  da  oggi  al  18  si  ha  per  i  meteorologi 
un  periodo  critico,  che  i  PP.  Secchi  e  Lais 
chiamarono  burrasca  di  San  Bonifacio.  —  Pa- 
gamento delle  pensioni  governative  di  tei*za 
categoria  (superiori  a  L.  2000  annue). 


13  3Iercoledì| 

134-233 


S.  Giovanni 
il  silenziario. 

Di  nascita  armeno, 
impiegò  i  suoi  beni  nell' erigere  una  chiesa 
ed  un  monastero,  dove  si  ritirò  a  18  anni.  Ap- 
prezzando il  silenzio,  si  abituò  a  parlar  poco, 
e  da  ciò  gli  venne  il  soprannome.  L'arcive- 
scovo di  Sebaste  lo  elesse  a  28  anni  vescovo 
di  Colonia,  ma  dopo  nove  anni  si  ritirò  a 
Banta  Sala,  dove  mori  centenario  l'anno  569. 


Memorandum.  -  Festa  della  fratellanza  al 
Brasile,  anniv.  dell'abolizione  della  sohiavità 
(1888). 


14  Giovedì   1   ^-  Bonifacio,  martire. 
135-232  I       Viveva  in  Roma  al 

principio  noi  IV  secolo. 

Visitando  l'Oriente  giunse  a  Tarso,  dove  ve- 
duto gli  efferati  supplizi  a  cui  erano  soggetti 
i  martiri,  si  getta  fra  loro  abbracciandoli.  In- 
vitato a  sacrificare  auli  dèi,  vi  si  rifiuta.  Fu 
decapitato  l'anno  307.  —  S.  Ampellio,  festeg- 
giato a  Bordighera.  —  Ss.  Coi-ona  e  Vittore, 
patroni  di  Feltre  (sec.  II).  —  .A  Milano,  festa 
della  elevazione  dei  corpi  dei  santi  Ambrogio, 
Protasio  e  Gervasio. 


Memorandum. 

al  Paraguay. 


Festa  dell'indipendenza 


15  Venerdì   ÌS.Gìo.  Batta  De  laSalle. 
136-231  Istitutore  della  con- 

pregazione  dei  Fratelli 

delle  scuole  cristiane.  Nacque  a  Ikeimsnel  16.t1 
e  mori  a  Ronen  nel  1719.  Fu  canonizzato  da 
Leone  XIII  il  24  maggio  del  1900.  —  S.  Don- 
nino, diac.  confessore,  venei'uto  a  Piacenza 
(sec.  V). 

Memorandum.  —  Festa  della  Democrazia 
Cristiana.  Istituita  per  contrapposto  al  Primo 
maggio  della  Democrazia  Sociale,  e  in  com- 
memorazione della  data  della  Enciclica  di 
Leone  XIII  lìerum  tiovarum,  del  15  mag- 
gio 1891,  sulle  condizioni  dei  lavoratori.  — 
Fiera  a  Viterbo.  —  Fiera  di  San  Bernardino 
in  Altavilla  Irpina  (Avellino).  Dura  4  giorni. 
—  Cessa  nella  provincia  di  Campobasso  il 
permesso  di  caccia  agli  uccelli  acquatici;  in 
quella  di  Catania,  ai  passeri  con  le  reti;  di 
Foggia,  alle  quaglie  e  agli  uccelli  di  passo; 
nella  provincia  di  Livorno,  doU'aucupio  coi 
mignattini,  con  reti  a  maglia  larga;  nella 
provincia  di  Portomaurizio.  alle  quaglie,  alle 
tortore,  ortolani  e  acquatici.  —  Estrazione 
Prest.  a  premi  Città  di  Napoli  1S71:  Obbliga- 
zioni 4%  SS.  FP.  Mediterr.  ;  Obbligaz.  3% 
SS.  FF.  Meridionali. 


16  Sabato 

137-230 


j  S.  Giovanni  Nepomuceno 
martire. 

Nato  a  Nepomùk.  in 
Boemia,  l'a.  1330,  morto  martire  del  segreto 
confessionale,  l'a.  13S3.  —  S.  Ubaldo,  vescovo 
e  patrono  di  Gubbio. 

Memorandum.  —  ©  L.  P,  a  ore  5.32™.  — 
Festa  dei  ceri  a  Gubbio.  —  Si  apre  la  caccia 
al  cignale  nella  prov.  di  Cagliari. 


GII  Oli  d'oliva  P,  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gii  unici  perfetti. 


(MAGÙiO  -  Vedi  a  pag.  94). 

16  (1848).  —  Il  caporale  Prato,  del  reg- 
gimento Savoia  cavalleria,  trovasi  di  fronte 
a  quattro  ussari  vicino  a  Sommacampagna. 
All'intimazione  di  arrendersi,  risponde  spa- 
rando la  carabina  ed  uccidendone  uno;  poi 
cadutagli  quell'arma  mentre  la  rimetteva  al 
gancio,  scende  a  raccoglierla  e  raggiunge  1 
compagni  clie  accorrevano  in  suo  soccorso. 

ly  (1809).  -  La  divisione  Fontanelli 
combatte  valorosamente  a  Tarvis  contro  sei 
reggimenti  austriaci  con  numerosa  artiglie- 
ria, prendendo  dodici  cannoni  e  facendo  3000 
prigionieri,  fra  i  quali  molti  ufficiali.  Meritano 
speciali  encomii  il  generale  Bonfanti,  i  co- 
lonnelli Gifflenga  e  Zucchi,  e  molti  altri  uffi- 
ciali. 

18  (1859).  —  Centocinquanta  Austriaci,  a 
Casteggio,  assaltano  una  barricata  difesa  da 
cinque  terrazzani,  Folcini,  Bernocchi,  Garan- 
te, Truffi  e  Gallini,  muniti  di  poche  cartuc- 
cie;  ma  il  vivo  fuoco  dei  difensori,  lo  scop- 
pio di  alcuni  mortaretti  ed  il  suono  delle 
campane  a  stormo  persuadono  presto  gli  as- 
salitori ad  allontanarsi. 

19  (1801).  —  Giovanni  Bavastro,  posto 
dal  Massena  con  tre  legni  a  difesa  della  bocca 
del  porto  di  Genova  assediata  dagli  Inglesi, 
assalito  da  forze  molto  superiori  e  sopraf- 
fato dopo  lungo  resistere,  quantunque  ferito 
si  butta  a  nuoto,  e  riesce  ad  arrivare  al  ponte 
di  San  Lazzaro. 

aO  (1859).  -  A  Montebello,  la  cavalleria 
italiana  —  quattro  squadroni  dei  regg.  No- 
vara Aosta  e  Monferrato  —  comandata  dal 
colonnello  brigadiere  Maurizio  Gerbaix  de 
Sonnaz,  trattiene  per  due  ore  25,000  austriaci. 
Tutti  si  comportano  da  eroi,  distinguendosi 
particolarmente,  oltre  il  De  Sonnaz,  i  capi- 
tani Vasco,  Angelo  Piol a  Caselli,  Cravetta  e 
Ristori,  i  tenenti  Cocconito  di  Montiglio  e 
Sapelll,  i  sottotenenti  Avogadro,  Medici  di 
Marignano,  De  Blonay,  Govone,  Scassi,  i  ca- 
porali Robert  e  Collat,  1  volontari  Coriolis 
e  Cigala. 

ai  (1860).  -  Rosolino  Pilo,  di  nobile  fa- 
miglia palermitana,  sbarcato  nascostamente 
in  Sicilia  nell'aprile,  saputo  il  cattivo  esito 
della  sollevazione  tentata  in  Palermo,  accorre 
in  quella  provincia  con  800  giovani,  per  aiu- 
tare le  bande  armate  che  si  sostengono  nelle 
montagne,  e  muore  valorosamente  combat- 
tendo i  Borbonici  sul  monte  di  San  Martino, 

aa  (1859).  —  Perde  gloriosamente  la  vita 
caricando  con  pochi  uomini  un  grosso  nucleo 
di  austriaci  a  Borgo  Vercelli,  Edoardo  Bru- 
netta d'Usscaux,  quarto  di  sei  fratelli  che 
combatterono  con  valore  le  campagne  per 
l'indipendenza  d'Italia. 

a3  (1864).  -  Vicino  a  Rionero  (Basili- 
cata) il  tenente  Anatolio  Falaschi,  del  1°  fan- 
teria, è  assalito  improvvisamente  da  molti 
briganti  a  cavallo,  che  fanno  pi-igionieri  al- 
cuni soldati.  Con  i  17  che  gli  rimangono,  for- 
mati in  gruppo,  il  Falaschi  si  ritira  verso 
Ripacandida,  facendo  un  continuo  fuoco.  Lun- 
go la  strada  sopraggiunguno  altri  CO  briganti  ; 
ciò  non  ostante  quel  gruppo  d'eroi  continua 
a  resistere  ad  oltranza,  ft:i  quando  arriva  in 
soccorso  una  compagniu  di  bersuglieii. 


98  - 


34  (186Ó).  ~  Garibaldi  arriva  a  Palermo 
ed  entra  in  città  non  ostante  la  viva  resi- 
stenza dei  Borbonici,  particolai-mente  al  pon- 
te dell'Ammiraglio,  dove  sono  gravemente 
feriti  Benedetto  Cairoli,  Giacinto  Carini  e 
Francesco  Cucchi,  ed  illustrano  il  loro  nome 
Nino  Bixio,  F.  Nullo,  e  Giuseppe  Dezza. 

35  (1835).  —  Girolamo  Berlinguer,  di 
Sassari,  capitano  dei  cavalleggeri  di  Sarde- 
gna, riportando  gravi  ferite  arresta  tre  peri- 
colosi banditi,  ed  è  ricompensato  con  la  prima 
medaglia  d'oro  al  valore,  da  poco  istituita 
da  Carlo  Alberto. 

36  (1859).  -  I  cacciatori  delle  Alpi,  con- 
dotti da  Garibaldi  combattono  contro  gli 
austriaci  dellUrban  a  Varese  e  Malnate, 
dalle  41/2  a  mezzogiorno.  Oltre  Garibaldi,  Me- 
dici e  Cosenz,  meritano  ampia  lode  il  Sac- 
chi, 1  capitani  Fanti,  Susini  e  Vacchieri,  i 
tenenti  Griziotti,  Migliavacca,  e  Robustini, 
quest'  ultimo  ferito,  11  tenente  Eleuterio  Pa- 
gliano, il  Simonetta  comandante  le  guide,  ! 
cacciatori  Giustiniani,  Vigevano,  ed  Enrico 
Cairoli  rimasto  morto. 

37  (1848).  —  Per  ordine  del  governo 
veneto,  il  forte  di  Malghera  è  sgombrato  dai 
difensori  dopo  alcuni  mesi  di  assedio  e  23 
giorni  di  bombardamento,  durante  i  quali  si 
segnalano  il  maggiore  Carlo  Mezzacapo  co- 
mandante l'artiglieria,  Giovanni  Mengotto 
luogotenente,  Correr  padre  e  figlio,  e  molti 
altri  valorosi. 

38  (1864).  —  Il  capitano  di  Stato  maggiore 
Ottolenghi,  poi  ministro  della  guerra,  con  il 
tenente  Matteiicci  e  15  cavalleggeri  Lucca, 
caricala  banda  di  Malacarne.  Sei  cavalleggeri 
rimangono  morti  nel  combattimento  a  corpo 
a  corpo;  l'Ottolenghi  è  ferito  ó^aI  Malacarne, 
ucciso  alla  sua  volta  dal  Matteucci  con  un 
colpo  di  rivoltella. 

39  (1848).  —  A  Curtatone  e  Montanara, 
la  divisione  toscana  comandata  dal  generale 
Cesare  de  Laugier,  con  il  battaglione  univer- 
sitario, un  battaglione  del  IO»  di  linea  napo- 
letano e  un  battaglione  di  volontari  di  Napoli, 
combattono  valorosamente  tutta  la  giornata 
contro  gli  Austriaci. 

30  (1811).  -  All'assalto  del  forte  Olivo, 
a  Tarragona,  il  granatiere  italiano  Domenico 
Bianchini,  sette  volte  ferito  in  quella  guerra, 
fa  solo  deporre  le  armi  a  quattro  ufficiali  e 
5  soldati,  ed  al  generale  Palombini  cne  gli 
domanda  quale  ricompensa  desideri,  rispon- 
de :  "  L' onore  di  montare  il  primo  all'  assalto 
di  Tarragona!  „ 

31  (1859).  -  Il  villaggio  di  Pai  estro,  con- 
quistato il  30  con  gloria  delle  armi  piemon- 
tesi, e  particolarmente  dei  reggimenti  9°,  IO» 
e  16°  fanteria  e  7»  battaglione  bersaglieri,  è 
difeso  contro  un  nuovo  attacco  degli  Austriaci. 
Il  90  fanteria  ed  il  colonnello  Brignone  vi  me- 
ritano la  medaglia  d'oro:  il  bersagliere  Me- 
guier  è  primo  a  passare  un  ponte  battuto 
dall'artiglieria  nemica,  e  Vittorio  Emanue- 
le II,  lanciatosi  nel  fìtto  della  mischia,  trat- 
tenuto dagli  zuavi  del  3»  reggimento,  dice 
loro:  Laissez-moi,  nien  enfunta,  il  y  a  tei  de  ìa 
gioire  pour  toua  / 


-^  90  — 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogì). 


10.  -  DOMENICO  BECCAFUMI  detto  MECARINO 
(Siena  1486-1549) 

si  formò  alla  scuola  del  Sodoma.  Bastano  alla  sua  gloria  le  decorazioni  del  palazzo  della 
Repubblica  a  Siena  e  i  cartoni  pd  pavimento  del  Duomo  della  stessa  città, 


MAGGIO  1908 


100  — 


(21»  Settimana) 


17  Domenica 

138-339 


S.  Pasquale  Baylon. 

Ebbe  i  natali  in  Tor- 
re Hermosa  (Aragona). 
Fanciullo  custodiva  gli  armenti,  ma  ispirato 
da  Dio  si  fece  religioso  e  si  diede  ad  una 
straordinaria  austerità  di  vita.  Dava  il  pro- 
prio cibo  ai  poveri,  dormiva  sulla  nuda  terra 
e  flagellavasi  a  sangue.  Morì  nel  1592.  —  A 
Lugo,  festa  patronale  della  Madonna  del  Mu- 
lino. A  Torino,  della  S.  Sindone. 

Memorandum.  -  Pellegrinaggio  al  celebre 
Santuario  di  Capurso  (Madonna  del  Pozzo), 
diocesi  di  Bari.  —  Fiera  dì  San  Pasquale  a 
Cotrone  (prov.  di  Catanzaro).  —  Festa  patro- 
nale della  Madonna  di  Maripuglia  in  Crucoli 
(prov.  di  Catanzaro),  caratteristica  per  i  co- 
stumi locali.  Dura  3  giorni.  —  Fiera  in  Ca- 
strogiovanni  (Caltanissetta).  Dura  2  giorni.  — 
Genetliaco   del  re  Alfonso  di  Spagna  (1886). 


18  Lunedì    1  S.  Venanzio. 

139-338  Mart.  (250),  venerato 
a  Camerino.  —  S.  Teo- 


doto,  mart.   —  S.  Felice,  vescovo  di  Spello 
(sec.  III-IV). 

Memorandum.  —  Fiera  dì  Foggia.  Dura 
tutto  il  mese.  —  Anniversario  della  Confe- 
renza delI'Aja  e  della  istituzione  della  Corte 
permanente  dì  arbitrato.  Festa  annuale  delle 
Società  per  la  Pace. 


19  Martedì  1     S-  **'®*''o  Celestino 

140-337  eletto  papa  l'anno  1294. 
'  Prese  il  nome  dì  Cele- 


stino V.  L'anno  stesso  della  elezione,  fece  il 
g>-an  rifiuto  e  lasciò  il  papato  a  Bonifacio  Vili. 
Morì  l'anno  1296,  in  fama  di  santo.  È  patrono 
di  Aquila  degli  Abruzzi. 

Memorandum.  —  Fiera  in  Aquila;  dura  3 
giorni. 


20  Mercoledì! ^'  Bernardino  da  Slena. 
141-336  Francescajio,  vissu- 

ito  dal  1380  al  1444.  Era 

nato  a  Massa  e  consacratosi  a  Dio,  diede  prova 
di  pietà  nella  peste  del  14U0.  Fu  mandato  a 
predicare  in  parecchie  città  d'Italia  con  grande 
successo.  Kitiutò  ì  vescovadi  di  Siena,  di  Fer- 
rara e  di  Urbino.  Morì  in  Aquila,  ed  è  pa- 
trono della  città  di  Carpi  (Modena). 

Memorandum.  —  Fiera  a  Carpi.  —  Oggi 
ad  Aquila  degli  Abruzzi  si  aprono  alla  venera- 
zione dei  fedeli  il  mausoleo  che  racchiude  il 
corpo  di  San  Bernardino  da  Siena,  e  la  stan- 
zetta abitata  dal  Santo  nell'ex  convento  di 
San  Francesco.  —  Fiera  a  Siracusa.  —  Estraz. 
ammortam.  Prestito  Città  di  Barletta  1870.  — 


Pagamento  delle  pensioni  governative  di  se- 
conda categoria  (superiori  a  L.  500,  ma  non 
a  L.  2000  annue).  —  Nelle  province  d'Ancona, 
Chietì  e  Macerata  chiusura  della  caccia  alle 
quaglie  col  fucile;  di  Aquila  e  Forlì  per  gli 
uccelli  di  passaggio,  di  palude  e  quaglie;  di 
Arezzo  e  Ascoli  alle  quaglie;  di  Pesaro,  Sira- 
cusa e  Teramo,  alle  quaglie  e  tortore,  col 
fucile;  di  Pisa  ai  mignattini.  —  Festa  nazio- 
nale negli  Stati  Uniti  di  Coloml.ia  (anniver- 
sario della  proclamazione  dell'indipendenza). 


2 1  Giovedì   1  5*  f^^'ice  <**  Cantallce. 
143-335  Laico  cappuccino, 

'  morto  l'a.  1687.  -  S.  Co- 


stantino, venerato  a  Bova  (Reggio  di  Cala- 
bria). —  S.  Ospizio,  eremita  presso  Nizza  di 
Provenza.  —  A  Locate  Triulzi  ed  a  Voghera 
patronale  dì  6.  Elena  (vedi  18  agosto). 

Memorandum.  —  Entra  il  Sole  in  Gemelli.  — 
Fiera  a  Scarperia  (provincia  di  Firenze). 


22  Venerdì 

143-334 


S.  Giulia,  verg.,  mart. 

Venerata  in  Corsica 
e  a  Brescia  (sec.  V?).  — 
Ss.  Casto  ed  Emilio,  martiri  nel  250.  —  S.  Eu- 
sebio, vescovo  di  Como  nel  sec.  VI.  —  S.  Gio- 
nata,  venerato  a  Belluno  (sec. III-IV).  —  S.Ful- 
genzio, vescovo  di  Otricoli  (sec.  VI). 

Memorandum.  —  Festa  di  S.  Giulia,  patro- 
na di  Livoi'no.  —  Anniversario  della  morte 
dì  Alessandro  Manzoni  (1873).  È  aperta  alla 
pubblica  visita  in  Milano  la  casa  del  Manzoni 
in  Piazza  Belgioioso. 


23  Sabato 

144-333 


S.  Giovanni  Battista 
De  Rossi. 

Ligure,  morto  l'an- 
no 1764.  —  S.  Desiderio,  vescovo,  venerato  a 
Genova  0  Cremona.  —  Ss.Eutichio  e  Fiorenzo, 
monaci,  presso  Norcia.  —  S.  Bobone,  venerato 
nelle  diocesi  di  Tortona,  Verona  e  Lodi:  in  Li- 
guria è  ìnvocatoquale  protettore  degli  armenti. 

Memorandum.  —  C;  U.  Q.  a  ore  1,17^.  — 
A  Bologna  solenne  processione  per  11  tra- 
sporto della  Madonna  di  San  Luca  dal  Monte 
della  Guardia  alla  Metropolitana  di  San  Pie- 
tro. La  Sacra  immagine  è  riportata  al  San- 
tuario il  giovedì  seguente,  festa  dell'Ascen- 
sione. —  anniversario  del  supplizio  di  fra 
Girolamo  Savonarola  (1498).  iSuI  luogo  ove 
sorse  il  rogo,  in  Piazza  delia  Signoria  a  Fi- 
renze, si  fa  la  fiorita,  ossia  si  spargono  fiori 
a  cura  di  ammiratori  devoti  della  memoria 
del  martire. 


MAGGIO  1908 


101  — 


(22*  Settimana) 


24  Domenica 

145-SS3 


ss.  Donazlano 
e  Rogaziano,  martiri. 
Molti  a  N;iMtes,  loro 
patria,  l'a.  2S7.  Donaziano  si  con  voitì  por  primo 
alla  fede  di  Cristo;  Rogi\zia:io  abbracciò  puro 
'v  fede  e  chiese  il  battesimo  che  non  potè  ri- 
avere essendo  fuggito  il  vesc,  ondo  togliersi 
alla  persecuzione.  —  S.  Elpidio,  vose,  di  Atclla 
o  Aversa  (Ferrarlo)  nel  secolo  IV  o  V,  CiOTie 
prete  edEIplcio,  diacono,  venerati  a  Salerno. 
—  S.  Robnstiano,  martire  a  Milano.  —  S.  Zoilo 
e  ce,  martiri,  venerati  nell'Istria. 

Memorandum.  —  Fesia  di  Santa  Croce  in 
Castcltormini,  con  due  giorni  di  fiera. 


25  Lunedi 

146-221 


S.  Maria  Maddalena 
de'  Pazzi. 

Carmelitana,  a.  1607. 

—  S.  Canio,  vescovo,  mart.,  venerato  ad  Ace- 
ronza  (Potenza):  secolo  XI.  —  S.  Dionigi,  vesc. 
di  Milano,  dal  352  al  367  circa.  —  S.  Zeno- 
bio,  vesc.  e  patrono  di  Firenze,  dal  418  al  428. 

—  S.  Urbano  I,  pp.  e  mart.,  222-230.  —  Primo 
giorno  delle  rogazioni  (rito  romano). 

Memorandum.  —  In  Giugliano  (prov.  di 
Napoli)  festa  della  SS.  Vergine,  col  tradizio- 
nale rolo  dell'Angelo.  —  Festa  dei  Banderesi 
o  della  Ciammaùhella  a  Bucchianico  (prov. 
di  Chieti),  in  onore  di  Sant'Urbano  I,  papa. 

—  Fiera  a  Sant'Angiolo  presso  Rossano  Ca- 
labro. Dura  3  giorni.  —  Nella  prov.  di  Na- 
poli è  pennessa  da  oggi  fino  al  10  giugno  la 
caccia  alle  quaglie  con  le  reti;  e  anche  in 
quella  di  Roma,  ma  soltanto  fino  al  31  mag- 
gio. —  Festa  dell'indipendenza  della  Repub- 
blica Argentina  e  dell'Uruguay. 


26  Martedì  1      s.  Filippo  Neri. 

j[_47_220  I       Fondatore  dei  Filip- 

pini. Nacque  in  Firenze 


27  Mercoledì 

148-219 


S.  Restltuta,  vergine, 
martire. 
Mart.  verso  l'a.  290. 
È  venerata  a  Napoli  ed  è  la  principale  pro- 
tettrice  di   Sora  (Caserta).    —    Tor/:o  yiorno 
delle  rogazioni  (rito  romano). 

Memorandum.  —  Palermo  festeggia  l'anni- 
versario dell'entrata  di  Garibaldi  nel  1860.  - 
Anniversario  della  incoronazione  dello  zar  Ni- 
colò II.  —  Oggi  pagamento  degli  stipendi  agli 
impiegati  governativi. 


28  Giovedì   1  Ascensione  di  N. S.G.C. 

-  Mfs  n^ Q  {avvenuta  40  (pomi  dopo 

"      I     la  sua  risu'-rezione). 

S.  Elcónide,  martire.  —  S.  Agostino,  mo- 
naco, apostolo  dell'Inghilterra. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  Sono 
chiuse  le  Biblioteche  governativo,  lo  Gallerie, 
i  Musei.  —  Fiera  a  Piazza  Armerina,  che  dura 
sino  aU'8  giugno.  —  Nella  prov.  di  Cosenza 
si  chiude  la  caccia  con  lo  reti. 


29  Venerdì 

150-217 


I    S.  Massimo,  vescovo 

di  Cittanova (Istria),  se- 
colo IV.  -  S.  Restituto, 
martire  romano  (sec.  III-IV). 

Memorandum.  —  A  Firenze,  in  Santa  Cro- 
ce, commemorazione  funebre  dei  volontari 
Toscani  caduti  a  Curtatoue  oMontanara(1848). 


30  Sabato 

151-216 


il  22  luglio  1515.  Studiò  a  Roma  ed  istituì  la 
Confraternita  della  SS.  Trinità  e  l'Ospizio  dei 
pellegrini.  Fa  ordinato  prete  a  36  anni.  Amava 
la  gioventù,  istruiva  i  fanciuHetti  indirizzan- 
doli alla  virtù:  fondò  la  Congregazione  del- 
l'Oratorio, contradistinta  col  suo  nome.  Morì 
nel  1595.  —  Secondo  giorno  delle  rogazioni 
(rito  romano). 

Memorandum.  —  Pellegrinaggio  al  San- 
tuario di  Caravaggio,  presso  Treviglio,  per 
V  anniversario  della  apparizione  della  Ma- 
donna. —  A  Larlno  (provincia  di  Campobasso), 
famosa  festa  dei  carri  infiorati,  a  ricordo  del 
ricupero  delle  reliquie  di  S.  Pardo.  —  In  To- 
scana oggi  si  suol  dire:  "  Quando  piove  per 
Wan  Filippo,  il  povero  non  ha  bisogno  del 
ricco  „  perchè  è  pioggia  preziosa  per  la  cam- 
pagna. 

L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto 
il  rimedio  delle  malattie 


S.  Ferdinando  III, 

re  di  Castiglia  (1199- 
1252).  -  S.  Angela  Me- 
rici,  da  Desenzano,  fondatrice  delle  Orsoline 
di  famiglia,  morta  l'a.  1440.  —  S.  Silao,  vene- 
rato a  Lucca. 

Memorandum.  —  @  L.  N.  a  ore  4.15™.  — 
Festa  militare  per  l'arma  di  artiglieria,  che 
commemora  gli  anniversari  gloriosi  della  ca- 
pitolazione di  Peschiera  e  della  vittoria  di 
Gòito  (20-30  maggio  1848).  —  Festa  di  San  Fer- 
dinando, santo  patrono  di  tutta  la  Spagna.  — 
—  Decorafion  Day,  ossia  giorno  della  decora- 
zione delle  tombe;  festa  nazionale  agli  Stati 
Uniti  di  America.  —  Chiusura,  nella  provin- 
cia di  Bari,  della  caccia  col  fucile  alle  quaglio 
ed  alle  tortore;  alle  sole  quaglie,  nella  provin- 
cia di  Catania;  ai  soli  uccelli  di  passaggio, 
nella  provincia  di  Reggio  Calabria.  —  Estraz. 
pel  rimborso  delle  Obbl.  della  Società  di  Na- 
vigaz.  Gener.  Ital.  (1878). 

ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
degli  organi  digerenti. 


—  102  — 

I  CONSIGLI  DEL  MESE  (Igiene  ed  Economia  Domestica). 

MAGGIO 

La  cura  dei  fiori  —  La  d'fiinf ezinne  degli  appartamenti  —  Per  caiihiare  il  sapore  alle  fr.itfa 
—  La  digestione  —  Le  Miivwsioni  dei  bambini  —  //O  sbadiglio  —  Come  si  stirano  i  vier- 
lg(lj  _  Per  garantire  il  ferro  dalla  ruggine—  Olii  profumati  —  Fegato  alla  triestina  — 
Un  ottimi)  dolce. 

Se  l'aprile  è  il  mese  dei  fiori,  anche  più  *** 

lo  è  il  maggio.  Non  so,  dunque,  oggi  comin- 
ciar meglio,  che  fermandomi  un  po' appunto 
sui  fiori.  Essi  sono  la  poesia  della  vita:  ma  la 
poesia  non  va  mai  disgiunta  dalla  prosa,  e, 
purtroppo,  essi  vengono  minacciati  da  certi 
vermiciattoli  schifosi.  Bisogna,  quindi,  darsi 
cura,  avanti  flutto,  di  proteggerli  contro  le 
loro  insidie.  È  una  cosa  semplicissima:  basta 
inaffiare  1  vasi  dove  si  raccolgono,  con  una 
soluzione  di  farina  di  senapa.  Ne  scioglierete 
un  cucchiaio  in  ogni  5  litri  dacqua.  Le  piante 
non  ne  soffrono  alcun  danno.  Ma  non  basta 
uccidere  i  vermi  per  aver  belle,  rigogliose 
piante  di  fiori.  Occorre  anche  sapere  sce- 
gliere il  terreno  in  cui  si  coltivano:  ed  inaf- 
fiarli  con  un  certo  metodo.  Per  la  prima  cosa, 
tutti  coloro  1  quali  non  siano  tìoricultori  di 
professione,  possono,  senza  ricorrere  al  a 
zappa  ed  alla  vagliatura,  raccogliere  la  terra 
delle  talpaie,  che  si  trova,  già  bella  e  divisa 
dalle  pietre,  nei  prati  a  piccoli  mucchi,  agli 
ingressi  delle  tane  delle  talpe:  essa,  prove- 
niendo  dal  sottostrato  della  prateria,  non  an- 
cora sfruttato  dalla  coltura,  è  sostanziosa  e 
molto  permeabile  all'acqua.  Per  la  seconda 
cosa,  occorre  un  po'  d'attenzione:  i  fiori  si 
innufiino  pure  abbondantemente  ma  lenta- 
mente, in  modo,  cioè,  che  l'acqua  imbeva 
tutte  le  particelle  della  terra.  Nulla  di  più 
pericoloso,  poi,  delle  spruzzatine  quotidiane: 
ne  viene  il  male  che  verrebbe  se  d'estate 
I)iovesse  tutti  1  giorni... 

II  mese  scorso  vi  parlai  del  nuovissimo 
metodo  per  colorire  i  fiori  artificialmente. 
Oggi  vi  dirò  come  si  può  ottenere  che  un  dato 
fiore  cresca  addirittura  sulla  pianta  d'un  co- 
lore diverso  dal  suo.  Per  esempio  voi  non 
avrete  visto  mai  garofani  neri.  Ebbene,  essi 
si  ottengono  col  metodo  seguente:  si  mescoli 
la  polvere  impalpabile  di  fiori  secchi  di  on- 
tano con  concime  ovino,  sale,  e  aceto;  si  ponga 
)l  miscuglio  pastoso  intorno  alla  radice  della 
jiianta  (che  se  è  di  garofano  bianco  dà  mi- 
gliore risultato)  e  si  innaffi  sempre  con  acqua 
tinta  del  medesimo  miscuglio.  Va  detto  per 
garofani  e  por  altri  fiori. 


Dalle  notizie  sulla  trasformazione  del  co- 
lore dei  fiori  vengo,  oi"a,  a  quelle  sulla  tra- 
sformazione del  sapore  dei  frutti.  Tanto,  i 
frutti  sono,  in  questo  mese,  come  i  fiori,  d'at- 
tualità. La  trovata  è  tutta  parigina:  si. tratta 
di  iniettarvi  dei  profumi.  Con  l'aiuto  di  un 
grosso  ago  si  praticano  nei  frutti  dei  fori  suf- 
ficientemente profondi;  poi  essi  si  immer- 
gono nel  recipiente  che  contiene  l'essenza 
prescelta.  In  capo  a  pochi  secondi,  i  frutti 
cambiano  sapore.  Sottoposti  due  volte,  ad  in- 
tervalli di  una  settimana,  all'operazione,  essi 
si  lasciano  maturare  senz'altro.  Ma  i  frutti, 
purtroppo,  profumati  o  no  artificialmente, 
spesso  nuocciono  al  nostro  stomaco  delicato. 
Anche  maturi,  contengono  acidi  vegetali  che, 
corrugando  la  mucosa  del  ventricolo,  produ- 
cono, nelle  persone  deboli,  indigestioni,  cram- 
pi, gastralgie.  Quando  ci  sentiamo,  dunque, 
un  po' sofferenti  di  stomaco,  ricordiamoci  di 
ricorrere  a  un  po' d'acqua  di  menta,  inzuc- 
cherata (o  no)  in  cui  avremo  sciolto  da  mezzo 
grammo  ad  uno  di  bicarbonato  di  soda,  che, 
come  si  sa,  neutralizza  gli  acidi.  A  parte  l'in- 
fluenza dei  frutti,  vengono  indigestioni  a  chi 
non  cura  di  levarsi  da  tavola  sempre  con  un 
po' d'appetito,  a  chi  mangia  leggendo,  abitu- 
dine che,  attirando  il  sangue  al  cervello,  nuo- 
ce alle  funzioni  digestive,  le  quali  hanno  bi- 
sogno di  tutti  quei  soccorsi  che  possono  for- 
nire le  secrezioni. 


Ma  passiamo  oltre.  In  questo  mese,  avvi- 
cinandosi l'estate,  molti  usano  fare  una  di- 
sinfczione agli  appartamenti.  Vi  dò  un  buon 
rimedio  per  ottenerla  bene.  Se  l'ambiente  è 
1  roprio  infetto,  ripulite,  aereate  ed  imbian- 
cate le  mura  con  latto  di  calce  ed  acido  fe- 
nico (ó'y,,),  innaffiate  e  lavate  più  volte  il  suolo 
con  una  soluzione  di  solfato  di  ferro  (20  %) 
ed  acido  fenico  (5%).  Se  non  v'è  infezione, 
mescolate  e  fato  evaporare  sopra  un  piatto 
50  grammi  d'acqua,  50  di  alcool,  uno  di  es- 
senza di  eucaliptus,  una  di  essenza  di  garo- 
fano, Sfirà  un  Rimedio  anche  profumato, 


Ci  siamo  già  occupati  del  sangue  del  naso 
dei  bambini.  Diciamo,  ora,  una  parola  su  le 
convulsioni  che  sovente  li  assalgono  con  no- 
stro grande  terrore.  Il  primo  sintomo  è  uno 
stiramento  muscolare  che  prosenta  il  corpo 
del  bambino  desto  o  addormentato.  L'attacco 
non  dura  che  pochi  minuti;  ma  quando  è 
ripetuto  può  essere  fatale.  È  necessario  chia- 
mar subito  il  medico.  Mentre,  però,  s'attende 
il  suo  arrivo,  non  bisogna  starsene  inerti,  e 
si  debbono  prendere  con  ogni  energia  tiitte 
quelle  misure  necessarie  ad  attenuai-e  l'inten- 
sità degli  accessi. 

Si  tolgano  al  fanciullo  tutti  gli  abiti  e  lo  si 
metta,  per  qualche  istante,  in  un  bagno  tie- 
pido. La  sua  testa  deve  mantenersi  fresca; 
so  si  sente  calda  vi  si  applichino  subito  delle 
compresse  di  acqua  diaccia.  Sarà  anche  bene 
fare  al  bambino  un  clistere  d'acqua  e  sapone 
od  anche  somministrargli  una  piccola  dose 
d'olio  di  ricino.  Queste  misure  bastano,  di 
solito,  per  arrestare  le  convulsioni;  ma  sic- 
come bene  spesso  si  ignora  la  causa  del  male, 
che  può  dipendere  da  spavento,  da  grande 
agitazione,  da  indigestione,  da  vermi,  da  den- 
tizione, ec,  così  è  necessario  l'intervento  del 
medico,  anche  se  ogni  pericolo  sembra  scom- 
parso. Superato  r  attacco  convulsivo,  il  barn- 


-  103 


;  10  Tiiolto   iiorvoso.   Tu   tnl 
.^>*>  non  l>ii>ogiiik  «.'ontiariarlo  lino  a  che  non 


è  rimesso  del  tutto. 


M»I  come  in  qxiesto  niose  comincia  a  farsi 
sentirò  nelle  nostre  vene  un  lan<,'uorc.  La 
prinia>ora  Inoltrata  ci  tiene  i  nervi  abbattuti, 
e  lo  sb?diglio,  sintomo  del  rilassamento  del 
sistema  nervoso,  trionfa. 

Non  ve  ne  spaventate:  la  scienza  moderna 
ci  incoraggia  a  sganasciarci.  Un  medico  di 
L'psia  dopo  Innghe  esperienze  ha  potuto  de- 
durre che  lo  sbadiglio  praticato....  ragione- 
volmente, metodicamente,  è  uno  dei  migliori 
mezzi  per  fortiacare  una  costituzione  d;*bole. 
Una  luii^a  serie  di  sbadigli  rappresenta  il  mi- 
glior tonico  per  un  organismo:  sviluppa  i 
polmoni,  giova  alla  tromba  d'Eustachio,  alle 
affezioni  della  laringe,  e,  stirando  le  braccia, 
mette  perfino  in  moto  un  certo  numero  di 
muscoli,  specie  quello  del  torace,  che  altri- 
menti si  atrofizzerebbero.  "  Lo  sbadiglio,  egli 
dice,  è  una  forza  naturale  di  esercizio  respi- 
ratorio, che  si  deve  incoraggiare,  specie  per 
gli  effetti  fisiologici  ch'esso  esercita  sull'ap- 
parato respiratorio  della  gola  e  del  petto.  Di 
guisa  che,  bisogna  avvezzarsi  a  sbadigliare 
x-ar.ionalmcute,  forse  anche  per  suggestione, 
più  volte  di  seguito  al  mattino,  per  ventilare 
normalmente  i  polmoni.  Questa  alternativa  di 
assorbimento  e  di  remissione  dell'aria,  favo 
rirà  il  libero  funzionamento  di  tutto  il  nostro 
organismo.  „ 

Lo  scienziato  aggiunge  che  bisogna  sba- 
digliare alla  grossa,  stirando  le  braccia  e  le 
gambe:  ciò  costituisce  la  migliore  ginnastica 
da  camera  per  le  persone  che  fanno  vita  se- 
dentaria, e,  soprattutto,  per  coloro  che  sof- 
frono di  un'affezione  nelle  vie  respiratorie. 
Resta  a  stabilire  come  provocare  lo  sbadi- 
glio quando  non  viene  da  se  stesso.  Sarà  una 
cosa  agevole,  del  resto  :  basterà  assistere  ad 
una  commedia  noiosa,  ad  un  dramma  sim- 
bolico, o  leggere  un  romanzo  sociale  o  una 
raccolta  di  poesie  nuovo  stile.  E  poi  è  così 
facile  procurarsi  dieci  minuti  di  conversa- 
zione con  una  persona  noiosa!  Pui-chè  non 
si  sbadigli  troppo....  apertamente.  In  questo 
caso  si  corre  il  rii^chio  di  rimanere  a  bocca 
aperta  per  un  pezzo.  Gli  angoli  delle  ma- 
scelle possono,  infatti  (è  accaduto  diverse 
volte),  accavallarsi  e  il  paziente  non  ha  più  il 
modo  di  farle  tornare  al  loro  posto.  In  tali  casi 
un  pugno  secco  sotto  il  mento  è  sufficiente 
per  aócomodare  tutto:  ma  il  pugno  non  sem- 
pre si  sa  dare  bene  dai  profani.  E  .illora  oc- 
corre l'intervento  del  medico  che  conosce 
la  struttura  anatomica,  e  sa  dove  mettere 
le  mani. 


E  veniamo  a  qualche  consiglio  utile.  Vi 
dirò,  avanti  tutto,  come  si  debbono  imbian- 
care e  insaldare  i  merletti.  Voi  li  avrete  già 
tolti  dalle  casse  per  usarne  lungamente  du- 
rante tutta  l'estate.  Ebbene,  immergeteli, 
Sènza  strofinarli,  più  volte  nell'acqua  ca'da 


Jnsaponaln,  meltotoli  quindi  ad  asciugare  al 
sole,  e,  asciutti  ohe  siano,  attaccateli  con 
degli  spilli,  ben  distesi,  sopra  un  tappeto. 
Ciò  fatto  inumiditeli  con  una  spugna  finis- 
sima, intinta  in  acqua  gommata,  e,  con  altra 
spugna  finissima  e  secca,  asciugate  il  sover- 
chio della  bagnatura.  Quando  vi  parranno 
asciutti  del  tutto,  staccateli  dal  tappeto  o 
stirateli  con  cura.  Ac(iuisteranno  l'aspetto  di 
merce  u.scita  allora  allora  dal  negozio. 

Dal  merletti  passiamo,  con  un  salto  nn 
po'  forte,  al  ferro.  Non  è  inutile  sapere  come 
può  garantirsi  dalla  ruggine.  Le  ricette  sono 
tre  ed  lo  ve  le  enumero  tutte:  Se  volete  ese- 
guire la  prima  basta  che  distendiate  sul  fer- 
ro, con  un  pennello,  una  soluzione  calda  di 
zolfo  neir  essenza  di  trementina.  Allorché 
l'essenza  s'è  evaporata,  vi  rimane  nn  sottile 
strato  di  zolfo  che  si  unisce  intimaracnto  al 
metallo,  esponendolo  ala  fiamma  d'una  lam- 
pada a  spirito.  Questa  vernice,  nera,  brillanto 
e  solida,  forma  un'eccellente  patina  por  chia- 
vi, armi,  coltelleria,  ec,  ec.  Se  vi  piace  più  di 
eseguire  la  seconda,  spalmate  il  ferro  con  la 
biacca  finamente  polverizzata  e  diluita  con 
essenza  di  trementina:  otterrete  un'ottima 
patina  che  garantirà  dalla  corrosione  e  dallo 
scagliamento  i  posti  su  cui  viene  spalmata. 
Il  terzo  metodo  consiste  nella  verniciatura 
del  metallo.  Fate  sciogliere  nella  trementina 
dell'asfalto  e  del  bitume  di  Giudea.  Otterrete 
una  vernice  economica  ed  eccellente,  e  po- 
trete distenderla  sul  ferro  con  un  pennello 
qualunque. 


Per  la  toilette  vi  darò,  adesso,  due  olii 
profumati,  il  primo  variamente,  il  secondo 
al  bergamotto.  Per  ottener  l'uno  basta  me- 
scere bene  insieme  gli  olii  seguenti:  parte 
mezza  d'essenza  di  fiori  di  canrtella,  parte 
mezza  d'essenza  di  garofani,  parti  3  di  ber- 
gamotto, parti  3  di  cedro,  parti  3  di  essenza 
di  vainiglia.  Per  ottenere  l'altro,  occorrono 
parti  500  d'olio  di  mandorla  o  di  nocciuole; 
parti  60  d'essenza  di  bergamotto.  Lasciate 
macerare  quattordici  giorni  al  sole  poi  im- 
bottigliate. 

Una  pietanza  e  un  dolce  :  per  finii-e  : 

Volete  un  eccellente  fegato  uìla  triestina? 
fate  rosolare  in  una  casseruola  un  poco  di 
burro,  un  pezzetto  di  lardo,  una  fetta  di  pro- 
sciutto e  qualche  erba  aromatica,  aggiungen- 
dovi mezzo  bicchiere  di  vino  malaga.  Si  passa 
tutto  allo  staccio,  si  ripone  la  salsa  al  fuoco, 
e,  quando  essa  è  bollente,  vi  si  versano  den- 
tro le  fette  di  fegato  salate,  che  si  saranno 
prima  fritte  a  metà  convenientemente  nel 
burro.  Si  serve  in  tavola  caldo. 

Quanto  al  dolce  si  può  fare  prestissimo 
e  senza  difficoltà.  Mescolate  bene  170  gr.  di 
zucchero  in  polvere  e  sei  torli  d'ovo,  mon- 
tate l'albume  di  quelle  sei  ova,  aggiungen- 
dole al  resto,  e  mescolate  leggermente,  per- 
chè l'albume  non  smonti;  poi  prendete  100  gr. 
di  fiore  di  farina  che  aggiungerete  alla  pasti. 
Imburrate  una  forma  e  mettetevi  dentro  la 
pasta  che  manderete  al  forno.  Come  profu- 
mo, tagliuzzate  fine  fine  della  corteccia  di 
limone  e  aggiungete  fior  d'arancio. 


L'olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
il  rimedio  delle  malattie  degli  organi  digerenti. 


104  — 


EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 

GIUONO 


1  (1877).  —  Precedendo  il  delegato  Luc- 
chesi ed  alcuni  carabinieri,  il  tenente  Adolfo 
(jiannini  di  Livorno,  con  12  bersaglieri  del 
4»  reggimento,  assale  ad  Aliminusa  il  bri- 
gante Leone  ed  i  suoi  compagni,  due  dei 
quali  rimangono  uccisi  con  lui,  dopo  disperata 
difesa. 

a  (1808).  —  Giuseppe  Correale,  con  venti 
barche  cannoniere  napoletane,  tagliala  strada 
ad  una  liottiglia  inglese  e  borbonica,  che  ten- 
tava uno  sbarco  all'isola  d'Ischia,  e  ne  ri- 
ceve l'assalto,  respingendo  i  legni  nemici 
malconci,  dopo  tre  ore  di  combattimento,  e 
riportando  una  grave  ferita,  non  ostante  la 
quale  non  abbandona  il  ponte  della  sua  nave 
fin  quando  non  l' ha  ricondotta  in  porto. 

3  (1849).  —  La  legione  italiana  coman- 
data da  Garibaldi,  il  battaglione  Pietramel- 
lara,  la  compagnia  Medici  ed  il  battaglione 
Manara,  assaliti  dai  francesi  prima  che  sia 
scaduto  l'armistizio,  combattono  valorosa- 
mente per  tutta  la  giornata,  a  villa  Corsini 
ed  al  casino  de' Quattro  Venti  fuori  di  porta 
San  Pancrazio,  a  Roma.  Angelo  Masina,  con 
i  suoi  lanceri,  sale  al  galoppo  la  grande  sca- 
lea di  Villa  Corsini.  I  difensori  di  Roma  hanno 
19  ufficiali  morti  e  32  feriti,  e  500  soldati 
morti  o  feriti. 

4  (1859).  -  Il  v)o  battaglione  bersaglieri 
comandato  dal  maggiore  Angelini,  d'avan- 
guardia alla  divisione  Fanti,  deposti  gli  zaini 
a  Mercallo,  giunge  al  passo  di  corsa  a  Ma- 
genta, abbatte  in  uh  batter  d'occhio  la  can- 
i-oliata della  stazione  della  ferrovia,  penetra 
nel  paese,  e  cacciando  il  nemico  alla  baio- 
netta, decide  la  vittoria  in  favore  degli  al- 
leati. 

5  (1848).  -'  Pietro  Calvi,  difensore  del 
Cadore,  accorso  alla  Chiusa,  stata  abbando- 
nata ed  occupata  dagli  Austriaci  senza  colpo 
ferire,  fa  un'  ultima  disperata  difesa  contro 
;ìOOO  uomini  al  passo  di  Mauria,  con  poche 
centinaia  di  montanari  male  armati  e  con 
.scarse  munizioni,  ed  è  costretto  a  ritirarsi 
dopo  un  ostinato  combattimento. 

6  (1363).  -  Il  sottotenente  Lautard  del 
46"  fanteria,  con  40  soldati,  assale  nel  bosco 
Volturino  (Potenza)  la  banda  Masini  forte  di 
70  briganti,  no  uccide  cinque  e  ne  ferisce  al- 
tri, avendo  un  solo  soldato  ferito.  Nel  com- 
battimento si  distingue  particolarmente  an- 
che il  sergente  Mazzoldi. 

y  (1859).  —  Le  guide  garibaldine  a  ca- 
vallo Francesco  Nullo  e  Curo,  entrano  la 
sera  con  abiti  borghesi  in  Bergamo,  occupata 
da  800  Austriaci,  e  nel  cuore  della  notte  tor- 
nano a  riferix-e  al  generalo  Garibaldi,  in  Ai- 
menno,  quanto  hanno  visto  con  i  propri 
occhi. 


dopo  essersi  distinto  a  Lemitten  (Prussia) 
soUre  gravi  perdite  per  proteggere  la  bri- 
gata Guyou.  Cadono  morti  il  colonnello,  il 
capo  squadrone  Soffietti,  varii  ufficiali  e  più 
di  CO  cacciatori.  Napoleone,  per  ricompen- 
sare il  coraggio  dei  cacciatori  italiani,  li  chia- 
ma al  quartier  generale  unendoli  alla  sua 
guardia. 

9  (1846).  —  Il  generale  Guglielmo  Pepe, 
non  ostante  l'ordine  di  Ferdinando  H  che 
richiamava  le  truppe  mandate  in  Lombardia 
a  combattere  gli  Austriaci,  passa  il  Po  a  Pon- 
telagoscuro  con  un  battaglione  di  cacciatori 
(maggiore  Ritucci)  una  batteria  da  campagna 
(tenente  Carlo  Mezzacapo)  volontari  milanesi, 
bolognesi  e  Napoletani,  andando  a  Venezia. 

10  (1843).  -  Il  maggiore  Luigi  Cecca- 
rini,  di  Roma,  comandante  il  battaglione  uni- 
versitario, a  Vicenza,  su  i  colli  Borici,  con 
tre  sole  compagnie  fa  fronte  ad  una  brigata 
austriaca,  abbandonando  la  posizione  sol- 
tanto quando  gli  Svizzeri  pontifici  si  ritirano 
dalla  Madonna  del  Monte. 

11  (1862).  —  Il  brigadiere  Falini,  con  i 
carabinieri  Biotti,  Robuifetti  e  Garau,  e  con 
11  guardie  nazionali  mobili,  tornando  a  San 
Bartolomeo  in  Galdo  (Benevento)  da  una  per- 
lustrazione, sono  accerchiati  da  una  nume- 
rosa banda  di  briganti  a  cavallo.  Esaurite  le 
munizioni,  cadono  ad  uno  ad  uno  i  quattro 
carabinieri  e  nove  guardie  nazionali,  due  sole 
potendo  trovare  scampo. 

IH  (1862).  -  Il  capitano  Morelli,  con  40 
uomini  del  35»  fanteria,  respinge  la  banda 
Chiavone  forte  di  250  uomini,  facendole  fron- 
te fino  air  arrivo  del  generale  Chiabrera  che, 
sopravvenuto  con  due  compagnie  del  1»  fan- 
teria ed  una  del  35o  bersaglieri,  la  disperde 
e  la  mette  in  fuga. 

13  (1848).  —  In  una  recognizione  sotto 
le  mura  di  Verona,  il  conte  Ferdinando  Maf- 
fei  di  Boglio,  di  Torino,  comandante  il  reg- 
gimento cavalleria  Novara,  assalito  da  quattro 
ulani  si  difende  energicamente,  ne  rovescia 
uno  di  sella,  ed  ha  salva  la  vita  dall' accor- 
rere del  tenente  Angelo  Piola  Caselli,  dello 
stesso  reggimento. 

14  (1809).  -  Alla  battaglia  di  Raab,  le 
divisioni  italiane  del  viceré  Eugenio  si  bat- 
tono valorosamente  contro  gli  Austriaci  trin- 
cerati nella  città.  Il  villaggio  di  Sztabadhegy 
è  preso  e  ripreso  tre  volte  dai  capi  batta- 
glione Porro  e  Barbieri.  Il  generale  Buon- 
fanti  ha  tre  cavalli  uccisi  sotto  di  sé,  ed  il 
generale  Severoli,  quantunque  due  volte  fe- 
rito, rimane  alla  testa  della  sua  divisione. 
Muoiono  il  capo  battaglione  Destre,  i  tenenti 
Carlo  Medici  di  Marignano,  Fontana  e  Ro- 
berti. 


8  (1807).  -  Il  reggimento    cacciatori   a  15  (1859).  —  Nel  combattimento  di  Tre 

cavallo  italiani,  comandato  dal  colonnello  Al-     Ponti  (Brescia),  sostenuto  dai  Cacciatori  delle 
Ijerto  Zanetti,  addetto  alla  (Jivisione  Lassulle,    Alpi  contro  la  divisione  Urban,  oltre   al  tff- 

{Continua  a  j)ag.  108), 


DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


11. 


FRANCESCO  MAZZOLA  detto  il  PARMIGIANINO 
(Parma  1504-1540) 


imitatoi-e    del    Correggio.  Fu 
ritenuto  dei  suoi  migliori. 


felice   nei  ritratti,   e   questo   eh' ci  fece  di  sé  medesimo,  ò 


MAGGIO-GIUGNO  1908   —  103  - 


(23a  Settimana) 


3 1  Domenica 

153-215 


S.  Petronilla,  vergine. 

Fu  tra  i  primi  cri- 
stiani   convertiti    da 


s.  Pietro  apostolo  (sec.  I). 

Memorandum.  —  Pellegrinaggio  al  Santua- 
rio di  Santa  Maria  a  Rupes,  presso  Ronci- 
glione  (Viterbo).  —  Festa  civile  a  Valle  di 
Pompei,  in  commemorazione  dell'istituzione 
delle  opere  di  beneficenza  sorte  a  fianco  di 
quel  Santuario.  —  Festa  della  Madonna  della 
Medaglia  in  Ragusa.  —  Scade  il  teimiine  utile 
per  la  presentazione  delle  domande  di  am- 
missione agli  esami  di  licenza  ginnasiale  e 
liceale  sessione  estiva:  ma  per  gravi  motivi, 
e  con  l'assenso  del  Provveditore,  si  accettano 
domande  tardive  fino  al  15  giugno.  —  Nella 
provincia  di  Genova  si  chiude  oggi  la  caccia 
alle  tortore,  ortolani,  quaglie,  ralli,  beccac- 
cini, gallinelle  e  palmipedi  in  certe  zone;  alle 
sole  quaglie  nella  provincia  di  Messina;  alle 
quaglie  e  altri  volatili  di  transito,  in  quella 
di  Trapani.  —  Cessa  il  permesso  di  caccia 
generica  nelle  prov.  di  Girgenti  e  Lecce.  — 
Estraz.  Obblig.  Prestito  Prov.  di  Alessandria 
1882:  rimborso  30  giugno. 


1  Lunedi 

153-314 


S.  Giustino. 

Filosofo  e  va.  Morì 
per  la  fede  l'a.  167.  — 
S.  Crescentino  o  Crescenziano,  martire,  l'an- 
no 287,  patrono  di  Urbino.  —  Primo  giorno 
delle  litanie  ambrosiane. 

Memorandum.  —  Principio  della  stagione 
di  Estate,  secondo  l'uso  meteorologico.  — 
Oggi  e  i'  due  giorni  seguenti,  litanie  del  rito 
Ambrosiano.  Corrispondono  alle  rogazioni  del 
rito  romano.  Oggi  si  danno  le  Ceneri,  che 
nel  rito  romano  si  danno  il  primo  mercoledì 
di  Quaresima.  —  Oggi  si  apre  la  caccia  al  cin- 
ghiale nella  provincia  di  Sassari,  —  Per  que- 
sto mese  e  per  tutto  luglio  sono  vietati  la 
pesca  e  il  commecio  dello  tinche  e  dei  ca- 
gnetti.  —  Da  oggi  è  permessa  la  pesca  delle 
ariguste.  —  Scadenza  cedole  seniestr.  Prestito 
Rothschild  1857.  —  Estraz.  ammort.  Prest. 
Unificato  Napoli  1881. 


2  Martedì 

154-313 


S.  Marciano  vescovo. 


,       Martire,  fcsteguiato 

a  Gaeta.  —  S.  Verdiana, 

patrona  di  Castelfiorentino.  —  S.  Eugenio  I, 
pp.  dal  655  al  657.  —  S.  Erasmo,  vesc,  mart. 
Essendo  presule  in  una  città  del  patriarcato 
d'Antiochia  per  la  feroce  persecuzione  mossa 
da  Diocleziano,  si  ritirò  sul  monte  Libano, 
quindi  passò  in  Italia  e  precisamente  a  For- 
mio, dove  operò  conversioni  e  miracoli.  Im- 
prigionato e  liberato  miracolosamente,  mori 
a  Mola.  Volgarmente  è  chiamato  S.  Elmo,  ed 
è  patrono  de'marinai.  —  Secondo  giorno  delle 
litanie  ambrosiane. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  morte 
di  (Giuseppe  Garibaldi  (1882).  Commemora- 
zione a  Caprera,  e  in  tutte  le  i)rincipali  città 


d'Italia;  a  Roma  è  aperto  al  pubblico  il  Mu- 
seo Garibaldino  al  Campidoglio.  —  Anniver- 
sario della  nascita  di  S.  S.  Pio  X,  il  quale 
oggi  compie  i  73  anni. 


3   Mercoledì  1     ^-  Clotilde,  regina. 
155-313 


Figlia  di  Chilperico, 
■  ancor  giovinetta  per- 
dette per  opera  dello  zio,  bramoso  di  regnar 
solo,  i  genitori  e  due  fratelli.  Fatta  sposa  a 
Clodoveo,  lo  converti  al  cristianesimo  e  die- 
tro lui  fece  battezzare  i  suoi  sudditi.  Vedova, 
volle  vendicare  i  suoi  genitori  e  trascorse  a 
crudeltà,  che  amaramente  scontò  nel  suo  ri- 
tiro a  Tours.  Mori  il  549.  —  S.  Cecilio,  mart. 
—  Terzo  giorno  delle  litanie  ambrosiane. 

Memorandum.  —  Fiera  a,  Viterbo.  -  Derby 
d'Epsom.  —  Gran  festa  nella  Cina:  festa  del 
Diagone  (l'tcan-iang),  che  ricorre  il  quinto 
giorno  della  quinta  luna. 


4  Giovedì 

156-311 


S.  Francesco  Caracciolo, 
martire. 

Visse  dal  1563  al  1610. 

—  S.  Marziale,  vescovo  di  Spoleto,  morto  l'an- 
no 350.  —  S.  Quirino,  vescovo  della  Scizia. 

Memorandum.  —  Festa  dell'Ascensione,  se- 
condo il  calendario  Giuliano,  o  Greco-Russo. 

—  Anniversario  della  battaglia  di  Magenta 
(1859).  Servizio  funebre  all'Ossario  elevato 
nel  luogo  della  battaglia. 


5  Venerdì 

157-310 


S.  Nicànore,  martire. 

Soffrì  il  martirio  sot- 
to Massimino  li,  detto 
Daia  (313  circa).  —  Ss.  Giusto,  vescovo,  e  Cle- 
mente, prete,  patroni  di  Volterra.  —  S.  Euti- 
chio,  vescovo  di  Como  dal  525  al  539.  —  S.  Bo- 
nifazio, vesc.  e  mart.  Nacque  in  Inghilterra 
verso  l'a.  680.  Fatto  prete  a  30  anni,  formò 
il  progetto  di  portare  il  Vangelo  nella  Ger- 
mania ed  ebbe  pieni  poteri  da  Gregorio  II, 
che  due  anni  dopo  lo  consacrò  vescovo  di 
Magonza.  Aflfaticossi  nell' istruire  i  fedeli,  e  il 
successo  arrise  al  suo  apostolato.  Fu  ucciso 
in  Frisia  dagli  idolatri,  l'a.  755. 

Memorandum.  —  Sciavuot,  o  Pentecoste 
israelitica.  —  Festa  della  Costituzione  in  Da- 
nimarca. —  Pagamento  delle  pensioni  gover- 
native di  prima  categoria  (non  oltre  le  500 
lire  annue). 


6  Sabato 

158-309 


S.  Eustorgio  II,  vesc. 

Fu  vescovo  di  Mi- 
lano, dal  512  al  518.  — 
Ss.  Lucio  e  Amanzio,  martiri,  veneiati  a  Cor- 
niglio  (Parma).  —  S.  Norberto,  arciv.  di  Magde- 
burgo  (1134). 

Memorandum.  —  A  Roma,  al  Vaticano,  alle 
ore  17  Va  cappella  papale  per  i  primi  Vespri. 
Si  cantano  il  Dixit  e  \\  Beatiis  vir  di  Cascio- 
lini,  scritti  nello  stile  di  Palestrina.  —  Se- 
condo giorno  di  Sciavuot,  o  Pontecoste  israe- 
litica. 


GIUGNO  1908 


—  107  - 


(24»  Settimana) 


7  Doilìcnica  '    ^®^**  ^'  Pentecoste. 

150-2O8  I       Kicoidiv    la    discesa 

—  — — ■ — —  dello  S.  S.  sopra  gli  Apo- 

■11  raccolti  noi  Cenacolo  di  Gerusalemme 
oiiHiuanta  giorni  dopo  la  Uisurreziono  di  Cri- 
si o.  —  8.  Roberto,  abate,  fondatore  dell'or- 
dine dei  Cistcrciensi  (115'J).  —  S.  Claudio,  ve- 

—  oYo  di  Besan^on  (Francia),  morto  l'a.  696. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  ò.50">.  — 

—  Festa  nazionale  dello  Statuto  (Legi,'e  3  mag- 
gio 1S61.  n.  7».  In  tutte  le  città  che  hanno 
guarnigione,  riviste  militari:  alla  sera  illumi- 
nazione degli  edifìci  pnbHlici.  A  Roma  la  tra- 
dizionale iiivandola  e  la  seduta  pubblica  so- 
lenne air  Accademia  dei  Lincei,  dove  sono 
proclamati  i  vincitori  dei  Premi  Reali.  Sono 
chiuse  le  biblioteche,  le  gallerie,  i  musei.  — 
Pellegrinaggio  al  santuario  di  Montevergine. 
I  pellegrini  partiti  il  venerdì  da  Napoli  e  da 
altri  luoghi  vicini,  passano  il  sabato  a  Mer- 
cogliano,  e  salgono  la  mattina  sei,'Uonte  al 
santuario.  Ritorno  nei  giorni  di  lunedi  e  mar- 
tedi.  —  A  Correggio  liera  di  S.  Quirino.  — 
Fiera  a  Capua  :  dura  5  giorni.  —  Fiora  ad 
Afragola,  presso  Napoli:  dura  una  settimana. 

—  Fiera  a  Lanciano  (prov.  di  Chieti):  dura 
una  settimana.  —  Importante  fiera  di  bestia- 
me detta  della  Bonza  in  territorio  di  Bocchi- 
glione  (prov.  di  Cosenza).  Dura  3  giorni  ed 
è  antico  uso  che  duranie  essa  fiera  si  pa- 
ghino i  fitti  dei  pascoli  nella  regione.  —  Da 
oggi  fino  all'ultima  domenica  di  ottobre  a 
Napoli  si  paga  la  crimpayna  ai  portieri  dall'una 
dopo  la  mezzanotte  in  poi.  —  Grand  steeple- 
chase  de  Paris,  ad  Auteuil. 


8  Lunedì 

160-307 


S.  Vittorino,  martire. 

Perì  sotto  i  Vandali 
(sec.  V).  —  S.  Medardo, 
vescovo  di  Noyon  (Francia),  morto  l'a.  345. 
Dopo  avere  atteso  alle  scienze  sacre,  fu  onìi 
nato  prete,  e  divenne  ornamento  del  clero, 
ottenendo  co'  suoi  discorsi  e  colla  forza  dei 
suoi  esercizi  gran  frutto.  Soflferse  molte  per- 
secuzioni dagli  idolatri.  —  S.  Fortunato,  vesc. 
e  patrono  di  Fano  (sec.  VI  o  Vili.  —  S.  Gi- 
lardo,  vescovo  di  Rouen,  fratello  a  S.  Me- 
dardo (511  ?j  (Butler). 

Memorandum.  —  Fiera  a  Pavia  oggi,  do- 
mani e  doman  l'altro.  —  Festa  del  Divino 
Amore  a  Castel  di  Leva  nei  dintorni  di  Al- 
bano. Gran  concorso  di  popolo,  specialmente 
da  Roma,  donde  si  recano  al  Santuario  su 
vetture  riccamente  ornate.  —  Famosa  Festa 
del  Paradiso  nella  grotta  di  Adelsberg  (Car- 
nlola),  alla  quale  accorrono  visitatori  da  ogni 
paese. 


9  Martedì 

161-206 


Ss.  Primo  e  Feliciano, 
martiri. 

A  Roma  l'a.  287.  - 


S.  Massimiano,  vescovo  di  Siracusa  dal  590 
al  594.  —  S.  Riccardo  vescovo  e  patrono  di 
Andria  (sec.  V).  —  S.  Colombo,  abate  in  Irlan- 
da (597),  chiamato  l'apostolo  dei  Pitti,  fonda- 
tore di  parecchi  monasteri  della  Scozia.  — 
S.  Pelagia,  vergine  e  martire  in  Antiochia.  — 
S.  Lupo,  confess.  a  Bergamo,  morto  l'a.  300, 


10  Mcrcoledil         S.  Margherita. 

162-205  I  Regina  di  Scozia, 
morta  l'a.  1093.  Di  stir- 
pe reale,  sprezzò  11  mondo  fin  da  giovinetta. 
Sposatasi  a  Malcolmo  re  di  Scozia,  si  conciliò 
l'alYetto  dello  sposo,  così  che  fatta  padrona 
del  di  lui  cuore  e  del  regno,  ne  dispose  a  prò 
dei  sudditi.  Tenera  madre  de' poverelli,  a  tutti 
provvedeva,  visitava  gl'infermi,  frequentava 
le  chiese  e  praticava  rigorosi  digiuni.  —  Ss.  Mo- 
destino,  vescovo,  e  compagni,  martiri,  ricor- 
dati ad  Avellino  (sec.  Ili  o  IV).  —  Primo  giorno 
delle  tempora  d'estate. 

Memorandum.  —  Vicenza  festeggia  l'anni- 
versario dell'eroica  difesa  della  città  nel  1848 
contro  gli  Austriaci.  —  Cessa  11  permesso 
della  caccia  alle  quaglio  con  le  reti  nella  pro- 
vincia di  Napoli.  —  Scade  la  terza  rata  bime- 
strale delle  imposte  dirette  erariali  e  sovrim- 
poste comunali  e  provinciali.  Non  pagando 
entro  gli  otto  giorni  successivi  alla  scadenza, 
il  contribuente  incorre  nella  multa  del  4  %. 
—  Estr.  Prest,  a  premi  città  di  Napoli  18(58. 


11  Giovedì 

163-204 


S.  Barnaba. 

Apostolo,  che  si  vuo- 
le abbia  pel  primo  pre- 
dicata la  fede  a  Milano;  subì  dai  giudei  il 
martirio  della  lapidazione. 

Memorandum.  —  In  Chioggla,  festa  dei 
Santi  Felice  e  Fortunato.  --  In  Toscana  si 
dice  oggi:  "A  San  Barnaba,  la  falce  al  prà.  „ 


12  Venerdì  1  S*  Onofrio,  eremita. 
164-203  I  Passò  fra  i  deserti 
della  Tebaldo  nell'ora- 
zione e  nella  penitenza  ben  sessant'anni  (se- 
colo IV).  —  Ss.  Basilidé  e  compagni,  soldati, 
martiri  a  Roma  (sec.  lite  IV).  -  S.  Guido  o 
Guidone,  daCortona.mnorita,  morto  l'a.  1250. 
—  Festa  patronale  ad  Aquila  di  S.  Pietro  Ce- 
lestino (vedi  6  aprile).  —  Secondo  giorno  delle 
tenapora. 

Memorandum.  —  Comincia  la  famosa  fiera 
di  Padova  di  animali  bovini  e  di  cavalli.  Corse 
al  trotto  e  altri  festeggiamenti.  —  Pagamento 
delle  pensioni  governative  di  terza  categoria 
(superiori  a  L.  1500  annue). 


13  Sabato 

165-202 


S.  Antonio  da  Padova. 

Nacque  a  Lisbona. 
Prese  l'abito  de' fran- 
cescani, e  divenne  protettore  della  città  di 
Padova,  ove  morì  a  trentasei  anni,  l'a.  1231. 
Era  entrato  a  15  anni  nell'ordine,  e  divenne 
in  breve  uno  dei  più  zelanti  discepoli.  Viaggiò 
molto,  predicando  con  grande  ardore.  Egli 
seppe  rimproverare  il  feroce  Ezzelino  che 
aveva  fatto  sterminio  dei  cittadini  di  Padova. 
—  Festa  patronale  ad  Arezzo,  a  Nicastro  ed 
a  Padova.  —  Terzo  giorno  delle  tempora. 

Memorandum.  —  Nascita  della  Principessa 

Elena,  Duchessa  d'Aosta  (1871). 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 

Il   r!m<^din   dellp   malattia   Honli    nrnani    rìinprAntL 


{GIZjGNO  -  Vedi  a  pag.  104). 
nente  colonnello  Cosenz,  il  Turr,  il  maggiore 
Lipari,  si  distingue  per  valore  il  capitano 
Narciso  Bronzetti,  trentino,  uno  dei  primi  ad 
occupare  il  roccolo  di  San  Giacomo  ;  e  muore 
due  giorni  dopo  per  le  ferite  riportate  nel 
difendere  la  posizione  occupata. 

16  (1892).  —  Il  capitano  Hidalgo,  uscito 
dal  forte  di  Agordat  con  il  tenente  Spreafico, 
120  ascari  e  200  uomini  delle  bande  del  liarca, 
sconfìgge  a  Serobeiti  800  uomini  e  100  cavalli 
dervisci,  comandati  dall'  Emiro  Hibraim,  uc- 
cidendone 150  e  riconquistando  le  prede  raz- 
ziate. 

ly  (1815).  —  Il  capitano  Bartolommeo 
Bertolini,  dopo  aver  guerreggiato  per  la  Fran- 
cia dal  1792  al  1813,  riportando  ventisette 
ferite,  tornato  in  Francia  durante  i  cento 
giorni,  combatte  a  Lagny  come  capo  squa- 
drone nella  divisione  di  cavalleria  del  gene- 
rale Subervie,  e  si  distingue  ai  Quatre  Bas 
nell'inseguimento  del  duca  di  Wellington. 

18  (1848).  -  Il  conte  Massimiliano  Boc- 
chiardi  di  San  Vitale,  di  Pinerolo,  maggiore 
del  140  fanteria,  con  il  suo  battaglione  e  la 
compagnia  bersaglieri  studenti,  attaccato  da 
3000  Austriaci,  li  respinge  con  molte  perdite 
dopo  tre  ore  di  vigoroso  fuoco  e  due  attac- 
chi alla  baionetta,  meritando  la  medaglia 
d'oro  al  valore. 

19  (1801).  —  Una  cinquantina  di  abitanti 
di  Portoferraio  (isola  dell'Elba)  sorprendono 
di  notte  una  batteria  de' Francesi  che  asse- 
diano la  città,  inchiodano  i  cannoni,  uccidono 
un  ufficiale  e  12  soldati,  ne  fanno  altri  pri- 
gionieri, e  s'impadroniscono  delle  munizioni. 

HO  (1855).  —  Il  marinaro  sardo  Zebù  è 
ferito  orribilmente  aBalaclava,  a  bordo  d'una 
delle  navi  da  guerra  sarde:  cinque  anni  dopo, 
al  bombardamento  d'Ancona,  prende  tran- 
quillamente dal  cassero  della  Carlo  AlbeHo 
una  granata  nemica  con  la  spoletta  accesa, 
e  la  getta  in  mare. 

21  (1849).  -  Il  capitano  Gorini,  per  or- 
dine del  colonnello  Medici,  va  a  riprendere 
la  villa  Barberini  occupata  dai  Francesi  du- 
rante la  notte.  Non  trovando  resistenza,  i 
volontari  occupano  le  sale  dove  sono  sor- 
presi dai  Francesi,  prima  nascosti  nelle  can- 
tine. Quasi  tutti  riniangono  feriti,  comin- 
ciando dal  capitano:  Gerolamo  Induno,  cir- 
condato dai  Francesi,  è  ferito  da  17  colpi  di 
baionetta,  e  salvato  da  Enrico  Guastalla. 

«a  (1859).  -  Luigi  Mainoni  d'Intignano, 
volontario  nel  1°  squadrone  cavalleggeri  Mon- 
ferrato, ora  generale  comandante  il  III  corpo, 
essendo  di  punta  ad  un  drappello  in  esplo- 
razione fra  il  Chiese  ed  il  Mincio,  veduto  un 
drappello  di  cavalieri  austriaci,  dà  l'allarme 
al  suol,  ma  non  si  ritira  e  combatte  corpo  a 
corpo,  meritando  la  promozione  a  sottote- 
nente per  merito  di  guerra. 

»3  (1829).  -  Il  maresciallo  dei  RR.  Ca- 
rabinieri Giuseppe  Rovello,  trovandosi  per 
cura  ai  bagni  d'Acqui,  chiede  di  far  parte  di 
un  drappello  di  7  carabinieri  e  10  soldati 
della  brigata  Casale,  mandati  In  cerca  del 
bandito  Andriano,  uccisore  di  quattro  cara- 
binieri. 11  bandito,  rifugiatosi  jjcUa  casa  dol 


108  — 


parroco  di  Montechìaro,  sì  difende  disperata- 
mente: altri  due  carabinieri  sono  caduti  sotto 
i  suoi  colpi,  quando,  per  risparmiare  nuove 
vittime,  il  xievello  entra  disarmato  nella  casa 
ed  intima  la  resa  all' Andriano,  che  depone 
le  armi  e  si  dichiara  vinto  da  tanto   valore. 

34  (1859).  —  Alla  battaglia  di  San  Mar- 
tino meritano  la  medaglia  d' oro  al  valore  le 
bandiere  del  5°  e  G»  fanteria,  i  colonnelli  Be- 
retta  e  Caminati  del  7»  e  13°,  il  tenente  co- 
lonnello Balegno  di  Carpeneto  del  14o,  il  capi- 
tano cav.  Gerolamo  Avogado  dei  cavalleggeri 
Monferrato,  e  la  menzione  onorevole  11  1»  e 
10»  battaglione  bersaglieri. 

aS  (1848).  —  Dopo  tre  mesi  d'assedio  e 
parecchi  giorni  di  bombardamento,  capitola 
la  piazza  di  Palmanuova  assediata  dagli  Au- 
striaci e  comandata  dal  vecchio  generale 
Zucchi.  Sono  fra  l  difensori  il  capitano  E.  Cu- 
gia  con  la  5»  compagnia  d' artiglieria  da  for- 
tezza piemontese,  Antonio  Somma,  Ippolito 
Caffi,  Bragadin,  Gustavo  Modena  con  la  mo- 
glie. Gli  artiglieri  piemontesi  escono  con  gli 
onori  militari:  poi  il  colonnello  Kopetsch  fa 
abbassare  la  bandiera  italiana  e  stenderla  in 
terra  perchè  gli  Austriaci  vi  passino  sopra. 

«6  (1808).  -  Il  colonnello  Maransini,  co- 
mandante la  legione  piemontese  che  com- 
batte in  Portogallo  agli  ordini  del  generale 
Junot,  dopo  una  marcia  lunghissima  assale 
la  città  di  Beia,  scalando  le  mura  ed  atter- 
rando le  porte,  per  vendicare  alcuni  legio- 
nari sgozzati  a  tradimento  dagli  abitanti. 

ay  (1849).  —  Cesare  Rossarol,  di  Napoli, 
che  comandava  la  batteria  di  Sant'Antonio 
sul  ponte  della  laguna,  a  Venezia,  resiste  tutta 
la  giornata  al  fuoco  degli  Austriaci,  pur  ve- 
dendo smontati  5  dei  suoi  7  pezzi.  Uno  degli 
ultimi  colpi  nemici  lo  stramazza  dall'  alto 
del  parapetto,  e  trasportato  in  città,  muore 
invocando  l' Italia  e  raccomandando  al  gene- 
rale Pepe  la  sua  batteria. 

«8  (1811).  —  Il  granatiere  bolognese  Do- 
menico Bianchini,  ottenuto  dal  maresciallo 
Suchet  l'onore  di  essere  il  primo  a  montare 
all'assalto  di  Tarragona,  in  premio  del  suo 
valore,  con  30  granatieri  francesi,  supera  la 
breccia,  e  ferito  d' arma  bianca  in  più  parti 
del  corpo,  si  getta  d'un  saito  in  mezzo  ai 
nenaici  e  cade  morto.  Ma  i  dragoni  Napoleone, 
poi  il  maggiore  Ollini  con  un  battaglione,  lo 
seguono  ed  occupano  la  piazza. 

39  (1861).  —  I  soldati  Bossi  e  Vicari,  della 
1»  compagnia  del  39°  fanteria,  si  offrono  spon- 
taneamente di  andare  ad  avvertire  un  di' 
staccamento  in  marcia  della  presenza  della 
banda  Crocco  a  Torre  d'Oppido  (Basilicata) 
e  si  avviano  vestiti  da  contadini.  Scoperti  dal 
briganti,  si  difendono  a  sassate,  ed  atterrati 
dai  cavalli  si  rialzano  benché  feriti,  ricadendo 
esanimi  per  nuove  ferite,  zuuscendo  però  nel 
loro  scopo  di  salvare  l  camerati. 

30  (1866).  —  Il  capitano  Luigi  Mussi  dei 
lancieri  Foggia,  con  il  suo  squadrone  ed  i 
sottotenenti  Santi  e  RLnaldini,  attacca  e  scon- 
figge a  Gazzoldo  una  colonna  nemica  molto 
superiore  in  forze,  e  continua  a  combattei'e 
bcijchè  ferito  nel  primo  scontro, 


—  100  - 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


12.  -  GIORGIO   VASARI 
(Arezzo  1511-1574) 


pittore,  architetto,  scrittore.  Devo  la  sua  fama,  più  che  alle  sue  opere   d'arte,  alle 
de'  ^iù  eccellenti  scultori,  pittori  ed  architetti. 


Vite 


GIUGNO  1908 


—  110  — 


(25*  Settimana) 


14  Domenica!       La  ss.  Trinità. 

166-301  Solennitàresadipre- 

— — ^  cetto  da  papa  Giovan- 
ni XXII  nel  1333.  —  S.  Basilio  Magno,  vescovo 
di  Cesarea,  dottore  della  Chiesa  greca,  morto 
l'a.  379.  —  S.  Marzano,  primo  vescovo  di  Si- 
racusa (prima  delsec.  IV)  e  patrono  di  Tri- 
gento.  —  S.  Marco,  vescovo  di  Bovino,  vene- 
rato anche  a  Benevento. 

Memorandum.  —  ®  L.  P.  a  ore  14.55"'.  — 
Pentecoste,  secondo  il  calendario  Gi'cco-Russo 
o  Giuliano.  —  Fiera  a  Venosa.  —  Grand  Prix 
à  Loììgchamjas. 


15  Lunedì 

167-200 


Ss.  Vito,  Modesto 
e  Crescenzia,  martiri. 

Questi  santi  diedero 
la  vita  per  la  fede  sul  principio  del  IV  se- 
colo: S,  Vito,  siciliano,  fu  dal  padre  mandato 
alla  scuola  di  Modesto;  questi  e  Crescenzia 
sua  moglie,  educavano  il  ragazzo  nella  fede 
di  Cristo.  Saputosi  ciò  dal  padre,  lo  consegnò 
a  Valeriane  governatore.  Sottrattosi  Vito  ai 
suoi  persecutori,  fuggì  coi  maestri,  ma  presi 
furono  martii-izzati  (303).  —  S.  Fortunato,  ve- 
scovo di  Napoli  dal  344  al  359. 

Memorandum.  -  Fiera  a  Taggia  (prov.  di 
Porto  Maurizio).  Dura  tre  giorni.  —  Fiera  a 
Nola:  dura  8  giorni.  —  Comiiioia  nella  pi'ov. 
di  Bari  il  permesso  di  caccia  agli  uccelli  marini 
sulla  spiaggia  del  mare.  In  quelle  di  Napoli 
e  di  Roma  cessa  il  permesso  della  caccia  alle 
quaglie  col  fucile.  —  Pubblicazione  all'albo 
municipale  lino  al  30  giugno  di  ogni  singolo 
comune  delle  liste  elettorali  politiche  e  am- 
ministrative, definitivamente  approvate  dalla 
Commissione  elettorale  provinciale.  —  Oggi 
devono  terminare  le  lezioni  nelle  Università 
e  altri  istituti  superiori.  Comincia  la  prima 
sessione  degli  esami  speciali.  —  Scade  il  ter- 
mine per  la  presentazione  delle  domande  di 
ammissione  alle  classi  ginnasiali  e  liceali,  per 
gli  esami  della  sessione  estiva:  per  giustifi- 
cati motivi  e  col  permesso  del  Provveditore 
possono  però  essere  accolte  fino  al  25  del 
mese.  —  Scade  il  temline  utile  per  presen- 
tare le  domande  di  ammissione  ai  Collegi 
Militari  e  alla  Scuola  di  Modena  (per  esami). 
—  Estrazione  ammort.  Obbligazioni  Ferrovia 
Cuneo  1855  e  1857.  —  I  contadini  toscani  cre- 
dono che  se  piove  oggi,  giorno  di  San  Vito, 
il  prodotto  dell'uva  va  a  male. 


16  Martedì 

168-199 


S.  Francesco  Regis. 

Nativo  di   Narbona. 

Mori  in  età  di  43  anni, 

nel  1(540.  —  S.  Ciro,  festeggiato  a  Portici.  — 

Memorandum.  —  Da  oggi   ò  permessa  la 

l)esca  tluviale  o  lacuale. 


169-198 


17  Mercoledì   Ss.  Gervasio  e  Protaslo 
martiri. 

Figli  dei  santi  Vitale 
e  Valeria,  furono  maitirizzati  nel  sec.  IT:  Io 
loro  salme  riposano  nella  cripta  di  S.  Ami) 


gio  a  Milano. 


S.  Metodio,  vesc.  di  Costa 


tinopoli,  festeggiato  a  Siracusa.  -■  S.  Agrippi- 
no, vescovo  di  Como  dal  607  circa  al  613.  — 
A  Pisa  festa  patronale  di  8.  Ranieri. 


Memorandum.  —  Per  San  Nicandro,  patro- 
no del  paese,  festa  di  3  giorni  in  Venafro 
(Molise). 


18  Giovedì 

170-197» 


Corpus  Domini. 

Festa  istituita  da 
papa  Urbano  V  in  onore 
del  SS.  Sacramento.  Funzioni  speciali  in  ogni 
chiesa.  —  Ss.  Marco  e  Marcelliario,  martiri, 
Morti  per  la  fede  l'a.  286.  Erano  fratelli' d'il- 
lustre famiglia,  sotto  Diocleziano,  furono  arre- 
stati e  condannati  alla  decapitazione.  Non  val- 
sero le  lacrime  dei  parenti  a  smoverli  dal 
rifiuto  di  sacrificare  agli  dèi;  anzi  li  conver- 
tirono insieme  al  prefetto  di  Roma,  che  li 
pose  in  libertà.  Traditi  in  appresso,  furono 
crocifissi  ed  uccisi.  —  S.  Calogero,  eremita, 
festeggiato  a  Sciacca  e  a  Naro  (Girgenti),  in 
Sicilia  (secolo  IV).  —  S.  Speciosa,  vergine  pa- 
vese, sorella  di  S.  Epifanio  (sec.  V).  —  S.  Osan- 
na Andrasia,  \ ergine  mantovana  dell'ordine 
di  s.  Domenico,  morta  l'a.  1505. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  Sono' 
chiusi  anche  i  musei  e  le  gallerie.  —  Pellegri- 
naggio ad  Orvieto  nel  cui  duomo  venerasi  il- 
Sacro  Corporale  sul  quale  accadde  il  mira- 
colo di  Bolsena.  —  In  grandissimo  numero; 
di  città  e  paesi  d'Italia  la  solennità  odierna 
è  celebrata  con  festeggiamenti  tradizionali,  e' 
particolarmente  con  processioni,  alcune  delle' 
quali  degne  di  eslser  vedute.  A  Genzano  l'In- 
fiorata, a  Campobasso  la  processione  dei  Mi- 
steri, ec.  —  Festa  in  Naro  (Girgenti)  del  pa- 
trono San  Calogero.  —  Anniversario  della 
istituzione  dei  Bersaglieri  (1836),  festeggiato, 
dal  corpo.  —  Festa  nazionale  Olandese  (Anni- 
versario della  battaglia  di  Waterloo,  1815). 


19  Venerdì 

171-196 


S.  Giuliana  Falconieri. 

Fondatrice  delle  Man- 
tellate,  morta  l'a.l  341.— 
Ss.  Gaudenzio,  vesc.  di  Arezzo  e  Columato  suo 
diacono,  martiri,  circa  l'a.  382.  —  B.  Miche- 
lina, vedova,  patrona  di  Pesaro,  nìorta  l' a.  1356. 
—  Festa  patronale  dei  Ss.  Gervaso  e  Protasia 
a  Domodossola  ed  a  Sermide  (vedi  17  giugno). 

Memorandum.  —  Fiera  a  Corleone  oggi  e 
domani.  —  Estrazione  Prestito  Città  di  Na- 
poli 1877. 


20  Sabato 

172-195 


S.  Silverio,  papa,  mart. 

Segui  nel  pontificato 
a  papa  s.  Agapito.  Elet  to 
pontefice,  rifiutò  costantemente  di  accordare 
all'imperatrice  Teodora  il  ristabilimento  di 
Antimo  nella  sede  episcopale  di  Costantino- 
poli. Irritata  l'imperatrice,  tanto  fece  che  il 
santo  papa  fu  deposto  e  cacciato  in  esiglio 
nella  Licia.  Si  ascrive  il  suo  ma  tirio  nel  53^^. 
È  i)atrono  di  prosinone.  —  S.  Daria,  martire^ 
sorella  di  S.  Nicandro  (vedi  17  giugno),  vene- 
rata in  Atina  (Caserta).  —  S.  Ettore. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  presa 
^'\  Perugia  dallo  truppe  pontificie  (1859).  —  Fe- 
sW.  doU'indiperidenza  della  Colombia.  —  Pa- 
gamento delle  pensioni  governative  di  seconda 
categoria  (superiori  a  L.  500,  ma  non  a  L.  1500 
annuo). 


GIUGNO  1908  111  - 

•2  1  Domenica       S.  Ugl  Gomaga. 

j^73_j[94  j        Di    famigliti    princi- 

• — pesca,  entrò  m>11a  Coiti- 

papilla  di  (losù,  e  miri  a  ventiquiUtr'anni 
d'etii,  vittima  dola  carità  neirassistere  gli 
appastati  (1591). 

Memorandum.  -,  C  V.  Q.  a  ore  6,20».  - 
-tizio  d'estate.  E  il  giorno  più  lungo  del- 
i  anno.  -  Entra  il  Sole  In  Cancro,  e  comincia 
l'Estate  astronomica.  —  Festa  di  Ognissanti, 
nel  calendario  Giuliano  o  Greco-Russo.  —  Oggi 
e  i  due  giorni  seguenti,  feste  nazionali  del 
Belgio,  per  l'anniversario  dell'avvenimento 
al  trono  di  Leopoldo  I  e  doUa  proolamaz. 
dell'indipendenza. 


(28»  Settimana) 


22  Lunedì    !    S-  Pao""»  «*»  Noia, 

174-193  ^«"°^°- 

Nativo  di  Bordeaux 


^provincia  di  Catania):  dura  due  giorni.  — 
Fiera  di  San  Giovanni  a  Venafro  (Molise): 
dura  quattro  giorni.  —  A  Palermo  comincia 
la  passeggiata  sorotina  alla  Marina,  ohe  cessa 
.Illa  rinfrescata,  —  Cessano  le  lezioni  in  tutte 
le  scuole  medie  (classiche,  tecniche,  normali 
e  complementari)  e  in  questo  giorno  e  nei 
successivi  si  adunano  le  commissioni  esami- 
natrici per  procedere  agli  scrutini  fi  ali  e 
dichiarare  quali  alunni  siano  dispensati  dalle 
prove  d'esame,  quali  vi  siano  ammessi,  quali 
ne  siano  esclusi. 


e  vescovo  di  Nola  (Caserta).  A  25  anni  si 
fece  battezzare  e  si  ritirò  nella  Spagna,  di- 
videndo eoi  poveri  i  beni.  Tornato  in  Italia 
dimorò  a  Nola,  dove  il  popolo  lo  elesse  ve- 
scovo e  la  sua  carità  arrivò  a  tal  punto  da 
darsi  schiavo  ai  Vandali  per  liberare  il  figlio 
di  una  povera  vedova.  Mori  nel  431.  —  S.  Giu- 
liano, martire,  patrono  di  Rimini  (siC.  III).  - 
9.  Biagio,  vescovo  di  Verona,  morto  l'a.  750 
(vedi  3  febbraio). 

Memorandum.  —  Famosa  festa  dei  gigli  a 


23   Martedì  !     S.  Zenone,  martire. 
±7S-±Q2  Suh\  il  martirio  nel 

sec.  Ili  a  Filadelfia  di 


Arabia.  —  S.  Lanfranco  de' Beccari,  vesc.  di 
Pavia  dal  1180  al  1193.  -  S.  Giovanni,  prete. 

Memorandum.  —  Vigilia  di  San  Giovanni. 
Stanotte,  falò  per  le  campagne  in  tutta  It.alia, 
festa  popolare  a  Roma  e  concorso  di  canzoni 
di.ilettali  romanesche.  —  Fiera  ad  Oneglia, 


24  Mercoledì  Nativi^  di  S.  Gìo.  Baita. 
±7Q.±Q±  \     Feste  patronali  a  Fi- 

renze,  a   Fere:)tino,    a 

Foi-mia  (Gaeta»,  a  Genova,  a  Monza,  a  Nuoro 
ed  a  Torino.  —  S.  Fausto,  e  altri  venti  mar- 
tiri a  Roma. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  vit- 
toria di  Solferino  e  San  Martino  commemo- 
rato ai  due  Ossari  sui  teatri  delle  due  bat- 
taglie: estrazione  di  premi  in  favore  di  militari 
italiani,  che  presero  parte  alla  battaglia  di 
San  Martmo  (ma  di  solito  la  commemora- 
zione è  rimandata  alla  domenica  successiva, 
cioè  il  2Si.  —  Festa  patronale  dell'Ordine  So- 
vrano di  San  Giovanni  di  Gerusalemme,  ossia 
dei  Cavalieri  di  Malta.  —  Fiera  a  Scarperia 
(provincia  di  Firenze).  —  Fieia  a  Randazzo 


25   Giovedì   1    S-  Guglielmo,  abate. 

i77»_j[90  Nac.iue  a  Vercelli,  e 
— '  mori  r  a.  1149.  —  S.  Pro- 


spero, vescovo  e  patrono  di  Reggio  Emilia, 
morto  l'a.  466.  Fu  dottore  della  Chiesa  e  se- 
gretario di  S.  Leone  Magno  papa. 

Memorandum.  —  Festa  dei  Quattro  Altari 
o  del  Riscatto  Baronale  a  Torre  del  Greco, 
in  memoria  del  riscatto  del  Comune  dal  feu- 
dalismo. —  A  Casacanditella  e  in  altri  luoghi 
degli  Abruzzi,  processiono  dei  carri.  —  Fiera 
a  Sansevero  (Capitanata)  fino  al  2  luglio.  — 
Termine  per  presentare  le  domande  di  am- 
missione all'esame  di  maturità,  sessione  esti- 
va, per  parte  dei  candidati  provenienti  da 
scuole  private  o  paterne. 


26  Venerdì 

178-189 


Il  SS.  Cuore  di  Gesù. 

Festa  decretata  da 
papa  Clemente  XIII 
nel  176.").  —  Ss.  Giovanni  e  Paolo,  martiri. 
Erano  fratelli  e  vivevano  in  Roma  celebri 
non  meno  por  ricchezze  e  natali,  che  per  zelo 
ed  amore  alla  religione  cristiana.  Giuliano 
l'Apostata  impiegò  ogni  mezzo  per  indurre  i 
due  fratelli  al  suo  servizio.  Essi  però  ricusa- 
rou),  e  Terenziano,  trovatili  invincibili  nella 
fede,  li  fece  trucidare  l'anno  362.  —  S.  Vi- 
gilio, vescovo  di  Trento  dal  388  al  405,  e  pa- 
trono della  stessa  città.  —  S.  Elisa,  vergine 
e  martire.  —  S.  Rodolfo,  vescovo. 


27  Sabato    1        ^hK^**!*"' 

179-188  ""^  *1^"9*'«"2- 

Sali  a  questo  trono 

forzato  dal  voto  del  popolo  e  tosto  si  diede 
a  ristabilire  le  leggi  ed  a  favorire  la  religione. 
Fu  sorpreso  dalla  morte  l'a.  1095.  —  S.  Mai:- 
giorino  vescovo  d'Acqui,   prima  dell' a.  368. 

—  S.  Diodato,  o  Adeodato,  vescovo  di  Nola 
dal  442  al  473.  —  S.  Ferdinando,  vescovo 
di  Caiazzo  (Caserta),  morto  circa  l'anno  1050. 

—  S.  Adleida,  vedova,  venerata  a  Bergamo. 

Memorandum.    —   Oggi   pagamento  degli 
stipendi  agli  impiegati  governativi. 


CU  GII  d'oliva  P.  Sasso  e  Fi^li  di  Ondgiia  sono  gli  unici  perfeUi. 


-  ilt2  - 
t  CONSIGLI  DEL  MESE  (Ig^iene  ed  Economia  Domestica). 

GIUGNO 

La  freschezza  del  letto  —  Per  togliere  gli  insetti  dai  mohlli  —  Contro  le  zanzare  —  La  cura 
delle  frutta  —  La  fatica  della  digestione  —  Le  varie  conserve  di  frutta  —  Per  rimettere 
a  nuovo  i  nastri  color  lilla  —  Contro  la  traspirazione  delle  mani  —  Piccioni  in  fricassea  — 
—   Uova  alla  Svedese  —   Uova  alla  neve. 

poiché  le  loro  buccie  contengono  in  quantità 
maggiore  l' etere  che  agisce  utilmente  sul 
nostro  organismo  accelerando  il  moto  di  di- 
sgregazione e  di  rinnovazione  dei  tessuti,  di 
mangiarle  con  la  buccia.  Poi  si  avverte  che 
le  frutta  debbono  essere  molto  mature.  Nu- 
tritevi, quindi,  osservando  questi  consigli,  ab- 
bondantemente di  fragole,  che  sono  antigot- 
tose e  vermifughe  ;  di  uva  spina  che,  decon- 
gestionante e  ricostituente,  giova  alle  persone 
eccitabili;  del  lampone,  che,  ricco  di  identiche 
virtù,  giova  contro  le  costipazioni  croniche; 
di  ciliegie,  che  rifanno  il  sangue,  giovane  e 
vigoroso,  rendono  agili  le  reni  e  ci  colori- 
scono il  viso  ;  di  albicocche,  toniche  e  depu- 
rative; di  prugne  che  hanno  effetti  purgativi; 
di  pesche  che  sono  una  vera  risorsa  per  i 
diabetici;  di  noci,  che  ci  rendono  refrattari! 
alla  azione  dei  veleni;  di  mellone,  emolliente, 
lassativo  e  diuretico,  che  guai-isce  l'idropisia 
e  calma  l'agitazione  dei  nervi  e  dei  sensi; 
di  pere,  molto  digestive;  di  pomi,  che  gio- 
vano alla  vescica  e  alle  reni;  di  nespole,  utili 
nelle  dilatazioni  di  stomaco  e  nelle  gastral- 
gie; di  aranci,  tonici  e  sedativi;  di  limoni, 
antisettici  e  astringenti;  di  fichi,  che  rischia- 
rano il  cervello  e  addolciscono  il  petto  ;  di 
datteri,  che  nutriscono  come  la  carne:  di  pi- 
stacchi, infine,  che  aumentano  il  latte  alle  nu- 
trici. 


L'estate  ci  è  addosso.  Dna  delle  prime 
cose  a  cui  bisogna  badare  è  la  pulizia  grande 
e  la  freschezzta  del  letto.  Un  letto  fresco,  dal 
quale  si  tengano  lontani  ogni  sorta  d'insetti, 
rappresenta,  senza  dubbio  alcuno,  un  sollievo 
notevole  nella  stagione  afosa.  Se  vi  giunge  in 
tempo  il  consiglio,  se,  cioè,  state  facendo  scar- 
dassare la  lana  dei  vostri  materassi,  spargetevi 
subito  dei  fiori  secchi  di  lavanda.  Otterrete 
il  doppio  scopo  di  avere  un  letto  profumato 
e  di  preservarvi  dalle  tarme  e  da  altri  in- 
setti. Ma,  ove  mai  gli  insetti  ci  fossero  già, 
vi  dò  qualche  rimedio  indicatissimo  a  distrug- 
gerli. Sei  grammi  di  essenza  di  terebentina, 
aggiunti  a  tre  grammi  di  canfora  e  un  gram- 
mo di  sublimato  con-osivo  già  sciolti  in  125  gr. 
d'alcool,  costituiranno  una  pennellatura  fatale 
alle  cimici;  un  mezzo  più  semplice  -  utile 
anche  contro  le  tarme  —  sono  i  fiori  secchi 
di  crisantemo,  che  si  sminuzzano  facendone 
la  cosiddetta  razzia  e  si  spargono,  quasi  pol- 
verati,  nei  matarassi  o  negli  armadii.  A  di- 
fendere i  mobili  dagli  insetti,  v'è,  poi,  un'utile 
vernice:  si  ungano  con  un  miscuglio  di  tre 
quintini  di  olio  di  trementina,  18  gocce  di  olio 
di  garofano,  ed  un'oncia  di  ojio  di  pietra. 


Fino  ad  ora  non  abbiamo  considerati  gli 
insetti  con  le  ali....  Pure  essi  ci  sono  e  ci  fe- 
licitano coi  primi  caldi  in  una  maniera  spesso 
allarmantissima.  Alludo  alle  zanzare.  Si  ven- 
dono una  quantità  di  coni  fumanti  che  hanno 
il  privilegio  di  affumicare  le  stanze  senza 
nulla  altro  conchiudere.  Un  medico  ameri- 
cano ci  assicura  che  nulla  giova  meglio  allo 
scopo,  del  petrolio.  Basta  spargerne  in  pic- 
cola quantità  dove  si  trovano  larve  di  zan- 
zare perchè  queste  muoiano  all'istante  asfis- 
siate: basta,  dicono,  bruciarne  poco  nella  ca- 
mera da  letto  per  vederle  scomparire.  Però 
è  espediente  poco  prudente:  e  se  vi  si  ricorre, 
dopo,  si  apriranno  un  minuto  le  finestre:  ma 
senza  accendere  nemmeno  un  fiammifero.  In 
tutti  1  modi,  se,  prima  delle  vostre  precau- 
zioni, zanzare,  vespe,  calabroni,  api,  tfifani, 
mosche  velenose,  pulci,  vi  morderanno,  voi 
potrete  guarirvi  dalla  irritazione  della  loro 
puntura,  strofinando  la  parte  gonfia  con  un 
porro.  Questo  legume  opera  davvero  mira- 
colosamente. 


Passiamo  ad  altro.  Torna  di  moda,  ora 
che  la  stagione  si  presta,  la  cura  delle  frutta. 
Già  esistevano  da  tompo,  in  (ìermania  ed 
in  Isvizzora,  stazioni  per  la  cura  dell'uva, 
che,  in  molti  casi  di  perturbamento  nelle 
funzioni  d»ll'inte;jtino,  dello  stomaco,  e  nelle 
gravi  anemie  dà  ottimi  risultati;  oggi  si  vuole 
estendere  la  teoria  a  tutte  le  frutta,  appli- 
cando ai  diversi  mali  le  loro  qualità  specia- 
lissime. Avanti  ogni  altra  oosa  si  raccomanda, 


Ma  se  questo  è  il  periodo  più  adatto  alla 
cura  della  frutta,  è  anche  il  periodo  più  critico 
per  la  digestione  di  qualunque  cibo.  I  primi 
caldi  rappresentano  un  fiero  nemico  per  lo 
stomaco,  che,  nelle  persone  di  costituzione 
non  forte,  sofl're  ed  ha  bisogno  di  riguardi 
speciali. 

In  tesi  generale  la  nuova  medicina  con- 
siglia di  mangiar  pochissimo.  Tutti  i  malanni 
da  cui  la  povera  umanità  è  afflitta,  hanno  la 
loro  radice  nella  digestione.  Si  digerisce  male 
e  l'organismo  ne  sotfre  in  ogni  sua  parte;  si 
digerisce  bene  e  le  cose  camminano  per  dritta 
via,  E  per  digerire  bene  occorre  un  alimento 
igienico  non  solo  ma  scarso.  Mentre  man- 
giamo il  nostro  corpo  lavora  e  fatica  :  la  me- 
dia degli  sforzi  che  fanno  masticando  le  ma- 
scelle, dice  il  dott.  Black,  è  di  45  chilogrammi 
con  i  denti  molari  e  di  90  chilogrammi  con 
i  denti  incisivi.  Noi  ripetiamo  questi  movi- 
menti mascellari  almeno  500  volte  al  giorno; 
ciò  porta  a  concludere  che  il  lavoro  fornito 
quotidianamente  dalle  nostre  mascelle  equi- 
vale alla  forza  che  sarebbe  lìeoessarìa  per 
sollevare  un  peso  di  50  chilogrammi  ad  un 
metro  di  altezza.  A  questa  prima  fatica,  suc- 
cede quella  dello  stomaco,  la  quale  non  sem- 
pre si  compie  in  condizioni  normali.  Ne  de- 
rivano, allora,  alcuni  incomodi  che  vengono 
considerati  come  cosa  da  nulla  e  si  trascu- 
rano, mentre  per  evitare  ohe  degenerino  in 
altre  e  proprie  gravi  malattie,  è  più  ohe  mai 


-  un  - 


•leeessarlo  ollmlnarli  con  eneivlca  prontezza. 
[  Ciitarro  di  stomaco,  per  esoinpio,  che  gli 
immolanti  Rttiibuiscotio  a  calore  eccessivo, 
proviene  da  abbon<lftaza  di  succhi  gastrici  o 
dalla  decomposizione  acida  delle  sostanze 
/uceheriiie  od  alcooliche  ingerite.  Infatti,  1 
bevitori  sono  più  degli  altri  quelli  che  ci 
vanno  soggetti  e  che  danno,  poi,  Il  maggiore 
contingente  di  cutarri  di  stomaco.  Per  curar- 
sene bisogna  prima  evitavo  la  eausa  produt- 
trice del  male:  quindi  non  abusare  di  ali- 
menti, massime  se  zuccherini  —  questo  per 
le  signore  che  generalmente  li  preferiscono 
—  proteggere  dalle  intiuenze  atmosferiche 
r  epigastrio,  cioè  la  parte  superiore  del  ven- 
tre con  una  fascia  di  lana.  Poi  bisogna  usare 
bibite  alcaline  o  acque  minerali  a  questa  base, 
o  acque  estemporanee,  sciogliendovi  mezzo 
cncchiaino  da  catìe  di  bicarbonato  In  mezzo 
bicchier  d'acqua,  e  almeno  due  volte  al  giorno 
prender  qualche  polvere  assorbente  fatta  di 
un  po' di  bismuto,  e  di  fosfati  e  carbonato 
di  calce,  20-30  cent,  di  ciascuno,  per  volta. 
L'Inerzia  dello  stomaco  che  vlen  detta, 
e  non  a  torto,  la  malattia  degli  uomini  di 
studio,  di  coloro,  cioè,  che  vivono  vita  seden- 
taria, rende  anche  assai  penosa  la  digestione. 
Occorre,  per  sopprimerla,  ricorrere  a  qualche 
eccitante,  e  preferire,  come  cibo,  i  legumi, 
le  carni,  eseludendo  del  tutto  i  farinacei.  An- 
che occorre  far  molto  moto  e  abituarsi  al 
bagno  freddo  tutte  le  mattine.  Come  ecci- 
tante vi  consiglio  di  prendere,  mezz'ora  prima 
della  cena,  sciolti  in  un  po' d'acqua  semplice, 
venti  goecie  di  questo  aperitivo  che  ho  espe- 
rimentato cun  grande  giovamejito  io  stessa  e 
che  giova  pure  alle  persone  all'ette  da  inap- 
petenza: tintura  di  china,  tintura  di  genziana 
e  tintura  di  rabarbaro  anagrammi  5,  tintura 
di  noce  vomica,  grammi  3.  In  una  bottiglia 
contagoccle. 


E  adesso  non  sarà  fuori  proposito  indi- 
care dei  mezzi  atti  a  conservare  alcune  frutta 
per  un  lungo  periodo  di  tempo.  I  metodi 
sono  diversi.  Il  più  enei-gico  è  quello  di  col- 
locarle, dopo  averle  fatte  asciugare  bene  al- 
l'aria, in  ampie  casse,  fra  uno  strato  e  l'al- 
tro di  gesso  cotto,  in  p'ivere.  Bisogna  stare 
attenti  che  anche  fra  una  frutta  e  l'altra  vi 
sia  uno  straterello.  In  siffatta  maniera  im- 
ballate, furono  spedite  dall'America  in  Eu- 
ropa ben  130,000  casse  di  frutta  e  arrivarono 
in  ottimo  stato  di  conservazione.  Vi  è  di  più: 
il  gesso  adoperato  un  anno  può  servire  pel 
secondo.  Le  pere  e  le  mele  si  conservano 
anche  per  un  lungo  tempo,  fi'esche  e  belle 
collocandole  ad  una  ad  una  sopra  cannici,  o 
sulla  paglia  in  una  stanza  ben  chiusa,  poco 
illuminata  e  ad  una  temperatura  media.  Di 
quando  in  quando  si  rivedono  e  si  scelgono 
quelle  più  mature  per  venderle  o  per  man- 
giarle e  si  gettano  quelle  guaste  se  ve  ne 
sono.  Quanto  alle  castagne  vi  insegnerò  un 
processo,  dovuto  al  Magne:  consiste  nel  col- 
locare le  castagne,  stratlticate  con  sabbia  per- 
fettamente asciutta,  in  vasi  chiusi  e  nell' im- 
mergere questi  vasi  in  ammassi  di  terra  sab- 
biosa e  secca.  Per  tal  guisa  si  conservano 
fresche,  più  saporite  e  facilmente  digeribili. 
Basterà  pure  che  le  teniat«  per  sette  od  otto 


giorni  in  nn  rastrello  di  acqua,  che  avrei* 
cura  di  cambiare  giornalmente.  Poi  mettetele 
ad  asciugare  ben  bene  su  di  un  tavolo  o  su 
di  un  canniccio  all'ombra. 


Adps«!o  due  consigli  pratici. 

Volete  rimettere  a  nuovo  i  nastri  color 
lilla  —  ora,  certo  Indicati  alla  vostre  toileUtt 
estiva?  —  dovete  strofinarli  con  una  spugna 
bagnata  In  una  soluzione  di  potassa  (a  15  "/o). 
asciugarle,  poi,  tra  due  salvietta  e  stirarli  an- 
cora bagnati;  e  se  volete  lavare  tessuti  stam- 
pati —  anch'  essi  di  stagione  —  dovete  la- 
varli in  acqua  saponata  quasi  fredda,  e  ri- 
sciacquarli (senza  mischiar  quelli  di  diverso 
colore)  in  acqua  fredda.  Pei  tessuti  turchini 
si  aggiunga  un  po' di  aceto  che  ravviva  il  co- 
lore: per  quelli  neri  o  bianchi  si  aggiunga 
un  po'  di  sale  di  cucina  che  li  impedisce  di 
ingiallire. 

Contro  la  traspirazione  dalle  mani,  che 
pure  in  questo  mese  comincia  a  divenire 
tanto  molesta,  vi  suggerisco  di  fregare  le  me- 
desime parecchie  volte  al  giorno  con  un  pezzo 
di  allume  ben  levigato,  che  potrete  procu- 
rarvi con  pochi  soldi  da  qualsiasi  droghiere. 
Prima  di  adoperarlo,  per  rendere  più  ener- 
gica la  sua  azione,  lavatevi  le  mani  con  acqua 
semplice:  il  sapone,  combinandosi  con  l'al- 
lume, vi  lascierebbe  la  pelle  unta  e  grassa. 


E  chiudo  con  le  solite  ricette  gastrono- 
miche. 

Volete  degli  eccellenti  piccioni  in  fricas- 
sea? mescolate  burro  e  farina,  e  quando  il 
miscuglio  è  in  ebollizione  ponetevi  1  piccioni 
tagliati  a  pezzi.  Cotti,  vi  verserete  sopra  una 
salsa  bollente  composta  con  tre  torli  d'uovo, 
un  po'  di  sugo  di  limone  e  prezzemolo  smi- 
nuzzato. E  servite  subito  a  tavola. 

Ed  ora  vi  insegne rò  a  fare  le  nova  alla  sve- 
dese, e,  come  dolce,  le  uova  alla  neve.  Per  ot- 
tenere le  prime  sciogliete  tre  acciughe  con 
olio,  unitevi  aglio  e  prezzemolo  tritato,  con- 
serva di  pomidori,  e  fate  bollire  ogni  cosa  In 
un  tegame.  Quando  le  acciughe  si  sono  St-iolte, 
rompete  le  uova,  versatele  nella  salsa  e  fa- 
tele cuocere.  Per  ottenere  le  seconde,  met- 
tete a  bollire  in  un  piatto  di  porcellana  ohe 
resiste  al  fuoco,  due  litri  di  latte,  cento  gram- 
mi di  zucchero,  un  pezzettino  di  valniglia: 
prendete  sei  uova;  separate  i  bianchi  dai 
gialli,  che  serberete.  Battete  i  bianchi,  ag- 
giungetevi duecento  grammi  di  zucchero  In 
polvere,  battete  ancora  un  poco  per  formare 
la  mescolanza.  Togliete  la  vainiglia.  prendete 
dalla  mescolanza,  delle  parti  che  formano  la 
grossezza  di  un  uovo  e  mettetele  nel  latte, 
che  deve  appena  riscaldarsi,  lasciandovele 
dodici  minuti.  Volt.ite,  lasciate  ancora  12  mi- 
nuti, fate  colare  sovra  uno  staccio  molto  fine, 
continuate  l'operazione.  Aggiungete  ai  gialli 
150  grammi  di  zucchero,  lavorateli  un  poco, 
scioglieteli  con  quello  che  resta  di  latte,  for- 
matene una  crema  inglese.  Lasciate  raffred- 
dare tutto:  al  momento  di  servire  mettete 
le  uova  formate,  come  ho  detto,  in  piramide 
sul  piatto,  bagnate  con  un  po' di  crema  e 
servite  il  resto  a  parte. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  $alute  delle  donne, 
il  rimedio  delle  malattie  degli  organi  digerenti. 


-  114  ^ 


EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 


LiiaXiio 


1  (1807).  —La  divisione Teulié  dell'eser- 
cito del  Regno  Italico  attacca  all'alba  la  for- 
tezza di  Colberg  difesa  dai  Prussiani.  11  com- 
battimento è  lungo,  ostinato,  sanguinoso;  vi 
muore  gloriosamente  il  capitano  Francesco 
Baccarini  del  1°  leggero. 

a  (1866).  —  Agostino  Romagnoli,  trom- 
bettiere nel  reggimento  lancieri  Aosta,  se- 
guendo l'ufficiale  comandante  del  suo  plo- 
tone per  le  strade  di  Medole,  vistolo  in  grave 
pericolo  perchè  scavalcato,  atterra,  con  un 
colpo  di  pistola  tirato  a  bruciapelo,  l'ulano 
inseguitore,  ed  a  sciabolate  fuga  gli  altri. 

3  (1846).  —  Luigi  Montaldi,  di  Genova, 
capitano  della  legione  italiana  a  Montevideo, 
navigando  per  l'Uruguay  è  assalito  dalle  for- 
ze navali  nemiche.  Abbandonato  dai  marinai, 
si  difende  solo  con  15  o  20  fucili,  e  costretto 
a  cedere  tira  l' ultimo  colpo  di  pistola  al  co- 
mandante degli  assalitori,  che,  con  un  braccio 
fracassato,  ammirando  il  valore  del  Monaldi 
gli  vuole  salva  la  vita. 

4  (1866).  —  Nicostrato  Castellini  di  Rez- 
zate (Brescia)  che  aveva  seguito  Garibaldi  nel 
1859  e  '60,  distinguendosi  per  valore,  muore 
al  combattimento  di  Vezza,  nel  Tirolo  ita- 
liano, conducendo  ad  un  attacco  alla  baionetta 
il  2»  battaglione  bersaglieri  volontari. 

5  (1809).  —  Neil' accanito  combattimento 
avvenuto  sul  colle  di  Wagram,  alla  vigilia 
della  battaglia  di  questo  nome,  fra  gli  ita- 
liani della  guardia  reale  si  distingue  il  ca- 
pitano Giuseppe  Jacopetti,  n.  nel  1774,  pro- 
mosso nel  1801  capitano  sul  campo  di  battaglia, 

6  (1849).  —  La  sera,  50  soldati  austriaci 
scelti  tentano  un  improvviso  assalto  al  piaz- 
zale del  ponte  della  laguna  di  Venezia,  e  i 
difensori,  sorpresi,  fuggono.  Rimane  Enrico 
Oosenz,  allora  maggiore  d'artiglieria,  che  af- 
frontato il  capitano  di  Stato  maggiore  andato 
con  gli  assalitori,  lo  uccide  a  sciabolate;  poi, 
radunati  alcuni  artiglieri,  caccia  il  nemico. 

7  (1886).  —  Al  poligono  di  Lombardore, 
l'artigliere  del  C»  reggimento  Giuseppe  Valli, 
di  Ravenna,  messo  in  vedetta  per  impedire 
il  passaggio  a  traverso  la  linea  di  tiro,  ferito 
alla  fronte,  ad  un  braccio  e  ad  una  mano 
da  scheggie  di  granate  scoppiate  vicino  a  lui, 
non  si  muove  dal  suo  posto,  tìn  quando,  finito 
il  tiro,  non  si  va  a  rilevare  le  vedette. 

9  (1861).  —  La  8»  compagnia  del  5°  fan- 
teria, comandata  dal  capitano  Giovanni  Mot- 
tura,  dà  l'assalto  a  Montefalcione  (Avellino) 
dove  la  popolazione  aveva  fatto  causa  co- 
mune con  j  briganti.  Dopo  tre  ore  di  combat- 
timento, la  compagnia,  esaurite  le  naunizioni, 
fa  sosta  in  un  convento  da  essa  occupato;  i 
briganti  lo  assaltano,  e  vi  appiccano  il  fuoco. 
Ciò  non  ostante,  con  le  parole  e  l' esempio,  il 
capitano  Mottura  fa  si  che  la  resistenza  si 
prolunghi  lino  al  mattino  seguente,  quando, 
giunti  rinforzi  di  truppe,  i  briganti  si  danno 
ulla  fuga. 


10  (1813).  —  Il  sergente  piemontese  Mi- 
netti,  nei  dintorni  di  Dresda,  rimasto  alla 
testa  di  un  drappello  incaricato  di  ricono- 
scere gli  avamposti  nemici,  obbliga  questi  a 
ritirarsi,  quantunque  disponga  di  soli  25  uo- 
mini, e  riceve  da  Napoleone  stesso  sul  cam- 
po, le  insegne  della  Legion  d'onore. 

11  (1866).  —  La  legione  di  volontari  e 
guardie  nazionali  mobilizzate,  posta  a  difesa 
dello  Stelvio  e  del  Tonale,  al  comando  di  En- 
rico Guicciardi,  scaccia  il  nemico  dai  Bagni 
Vecchi  e  dal  ponte  del  Diavolo.  Pietro  Pe- 
dranzini,  tenente  della  G.  N.  di  Bormio,  me- 
rita la  medaglia  d'oro  al  valor  militare,  gui- 
dando una  colonna  a  traverso  il  difficilissimo 
passo  della  Reit,  e  scendendo  il  primo  sulla 
strada  postale,  ancor  occupata  dagli  Austriaci, 
con  l'aiuto  di  sole  quattro  guardie  doganali. 

IH  (1862).  —  Giuseppe  Volpi,  capitano 
nel  1°  battaglione  di  volontari  della  G.  N., 
occupa  il  villaggio  di  Montecilfone  (Campo- 
basso) disperdendo  una  banda  di  400  bri- 
ganti, ed  uccidendone  44. 

13  (1865).  —  Il  maresciallo  dei  RR.  Ca- 
rabinieri Pietro  Jo velli,  comandante  la  sta- 
zione di  Fivizzano,  va  con  un  milite  ad  arre- 
stare un  disertore  nel  villaggio  di  Collecchia. 
Ma  il  disertore,  già  arrestato,  atterra  il  ca- 
rabiniere Boggino  e  si  da  alla  fuga.  Il  Jovelli 
lo  raggiunge,  lo  afferra,  e  fra  i  due  incomincia 
una  fiera  lotta.  A  difesa  del  delinquente  ac- 
corrono parenti  e  compaesani  aVmati,  impo- 
nendo al  maresciallo  di  liberarlo;  ma  esso 
resiste,  ed  aiutato  dal  Boggino  li  disperde. 

14  (1863).  —  Giuseppe  Zerletti,  sottote- 
nente nel  46"  fanteria,-  mandato  da  Abriola 
a  Potenza  con  25  uomini  a  ritirare  i  fondi 
per  le  paghe,  a  sette  chilometri  dal  paese  si 
trova  di  fronte  alla  banda  Masini,  forte  di 
140  briganti.  Dopo  due  ore  di  combattimento, 
si  apre  un  varco  fra  i  briganti  guidando  i 
suoi  pochi  uomini  ad  un  attacco  alla  baio- 
netta, e  può  raggiungere  un  distaccamento 
dell' 8"  fanteria,  accorso  in  suo  aiuto. 

15  (1866).  —  Il  capitano  Dario  Delu,  di 
Casale,  essendo  giunto  a  Padova  d'  avanguar- 
dia alla  1»  divisione,  con  uno  squadrone  del 
reggimento  lancieri  Vittorio  Emanuele,  si 
spinge  con  pochi  uomini  fino  a  Vicenza,  an- 
cora occupata  da  truppe  austriache,  ed  en- 
trato nella  stazione  sorprende  e  s'impadro- 
nisce di  un  convoglio  di  viveri  sale  e  tabacchi, 

10  (1863).  —  La  1"  e  la  2»  compagnia  del 
18o  battaglione  bersaglieri  inseguono,  nei  bo- 
schi di  San  Giorgio  La  Molara,  la  banda  del 
brigante  Caruso,  mentre  uno  squadrone  di 
cavalleria  è  mandato  a  tagliarle  la  strada. 
L'inseguimento  continua  dall'alba  fino  al  po- 
meriggio :  i  bersaglieri  sono  sfiniti  ;  ma  li  ria- 
nima la  voce  e  l'esempio  del  capitano  Pa- 
scili, e  la  banda  di  oltre  100  individui,  si 
disperde,  lasciando  su  terreno  12  morti 

17  (1895).  -  Alle  7  ant.  T  avanguardia 
della  colonna  del  generale  Baratieri  giunga 
{Covfinui  a  porf.   US). 


—  Ilo  -. 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


13.  -  GIACOMO  ROBUSTI,  detto  il  TINTORETTO 
(V^enezia  1518-1594) 

Artista  fecondissimo  e  potente  che  volle  nelle  sue  tele  sposare  il  disegno  di  Michelan- 
gelo al  colorito  del  Tiziano.  Il  suo  capolavoro  è  il  Miracolo  di  Sau  Marco. 


GIUGNO-LUGLIO  1908    -  116  - 


(27»  Settimana) 


28  Domenica!     S.  Leone  ll,  papa. 
180-18*?  Resse  la  Chiesa  dal 

■  6S2  al  683.  —  S.  Ireneo, 

vesc.  di  Lione,  nato  a  Smirne  l'a.  121,  morto 
mart.  l'a.  202.  Fu  educato  da  S.  Policarpo, 
vescovo  di  Smirne,  alla  cui  scuola  crebbe 
ornamento  della  Chiesa.  Mandato  da  lui  nelle 
Gallio  a  piedicarvi  il  cristianesimo,  le  sue 
eminenti  virtù  Io  fecero  eleggere  dal  vescovo 
di  Lione  sacerdote.  Gli  successe  poi  nella  sede 
vescovile.  -  S.  Paolo  I,  papa  dal  757  al  767. 

Memorandum.  —  ©  L.  N.  a  ore  17,32™.  — 
Eclisse  anulare  di  Sole,  visibile  in  parte  in 
Italia  Cóme  eclisse  parziale.  —  Oggi,  vigilia 
di  S.  Pietro,  a  Torino  le  società  militari  e 
popolari  si  recano  a  fare  onoranza  al  monu- 
mento di  Pietro  Micca.  —  A  Roma,  nella  ba- 
silica di  San  Pietro,  benedizione  dei  Palili 
fatta  dal  Papa  o  dal  Cardinale  officiante.  — 
A  Roma  oggi  nelle  ore  pomeridiane  e  domani 
tutta  la  giornata,  sono  aperte  le  Grotte  Va- 
ticane ai  soli  uomini.  —  Fiera  e  festa  di  S.  Pie- 
tro in  Castronuovo  di  Sicilia,  importantissi- 
ma. Dura  due  giorni. 


29  Lunedi  |  Ss.  Pietro  e  Paolo. 
181-186  Furono  i  principali 
propagatori  del  cristia- 
nesimo. —  Feste  patronali  a  Mercatello,  Lecco, 
e  Lui  no.  —  S.  Cassio,  vescovo  di  Narni,  dal 
536  al  558. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  Sono 
chiusi  anche  i  musei  e  le  gallerie.  —  Digiuno 
israelitico  di  Tumuz.  —  Fiera  a  Gallipoli,  fino 
al  3  luglio.  —  Comincia  la  fiera  di  Faenza, 
che  dura  8  giorni. 


30  Martedì  |   ^'  A'^ele,  abbadessa. 
182-185  Figlia  di  Dagoberto 

'  II,  re  d' Austrasia.  Mori 

verso  l'anno  734. 

Memorandum.  —  A  Roma,  nella  basilica  di 
San  Paolo  extra  mtiros  si  espongono  al  pub- 
blico le  catene  dell'Apostolo.  —  Hanno  ter- 
mino le  lezioni  nei  Gitmasi  e  nei  Licei.  — 
Chiusura  dell'anno  scolastico  per  le  scuole 
tecniche  e  gl'istituti  tecnici.  —  Chiusura  del- 
l'anno finanziario  per  tutte  le  amministra- 
zioni governative.  —  Scade  la  prima  rata 
semestrale  della  tassa  di  maiìomorta.  Il  pa- 
gamento deve  essere  fatto  entro  i  primi  20 
giorni  del  mese  entrante  di  luglio.  —  Scade 
11  termine  per  la  presentazione  delle  domande 
di  ammissione  (per  esame)  ai  Collegi  Militari. 
—  Estraz.  Prest/a  premi  per  la  Cassa  Naz. 
di  Previd.  e  per  la  "  Dante  Alighieri  „;  del 
Prest.  Città  di  Venezia  1869  (rimb.  1"  novem- 
bre), e  del  Prest.  a  premi  riord.  Bevilacqua 
La  Masa. 


S.  Teobaldo,  monaco. 

Camaldolese  del  se- 
colo  XI.  -  S.  Regina, 
sposa  ad  Adalberto  oonte  d'Ostrevaut.  Morì 


1  Mercoledì 

183-184 


verso  la  fine  del  sec.  VIII.  —  B.  Bartolomeo 
diBraganza,  vesc.  di  Vicenza,  dal  1256  al  1270. 

Memorandum.  —  Si  pubblicano  f'ruoli  sup- 
pletivi delle  imposte  dirette,  e  restano  depo- 
sitati per  otto  giorni  negli  uffici  comunali.  — 
Comincia  la  sessione  estiva  di  esami  nei  Gin- 
nasi e  Licei.  —  Nella  prov.  di  Foggia  oggi 
si  apre  la  caccia  col  fucile  alle  quaglie  e  agli 
altri  uccelli  di  passo.  —  Festa  della  proclama- 
zione dell'indipendenza  dallo  Stato  del  Congo. 
—  Oggi  cominciano  i  pajramenti  del  2°  seme- 
stre della  rendita  consolidata  3,75  %  nomina- 
tiva. —  Oggi  maturano  le  cedole  semestrali 
del  maggior  numero  dei  valori  bancari  e  indu- 
striali. —  Prest.  a  premi  Città  di  Milano  1861; 
Prest.  a  premi  Napoli  1881;  Obblig.  Tunisine 
1889;  Prov.  1888  e  Comunali  1892  di  Torino; 
Obbl.  di  Ferrara  1882. 


2  Giovedì 

184-183 


Visitazione 
di  Maria  Vergine. 

La  tradizione  rife- 
risce l'incontro  di  Maria  Vergine  con  la  sua 
cognata  S.  Elisabetta,  vuoisi  nella  piccola  città 
di  Aain  Karem,  poco  distante  da  Gerusalem- 
me. —  S.  Adeodato,  pi-ete,  venerato  a  Galliano 
(Cantù,  prov.  di  Como). 

Memorandum.  —  Fiera  di  cavalli  a  S.Bo- 
nifacio (prov.  di  Verona),  detta  di  S.  Giuliana. 
—  A  Fiesole  fiera  di  S.  Romolo.  —  Palio  a 
Siena.  —  Festa  di  Maria  Santi.ssima  Incoro- 
nata di  Pozzano,  protettrice  della  città  di  Ca- 
stellammare di  Stabia.  —  Festa  della  Ma- 
donna della  Bruna  in  Matera,  con  fiera.  — 
Festa  di  S.  M.  Nuova  a  Monreale.  —  Festa 
patronale  in  Castrogiovanni. 


3  Venerdì    1  s.  Dato. 

185-183  Vescovo   di  Raven- 

na  dal    175  al    185.   - 

S.  Eliodoro,  vescovo  di  Aitino  (Chieti),  dal  381 
al  407.  —  Ss.  Ireneo  e  Mustiola,  martiri,  vene- 
rati a  Chiusi.  —  S.  Tiingdano,  o  Lindano,  ab., 
patrono  di  Sessa  (Gaeta):  sec.  V-VI? 

Memorandum.  —  A  Ronaa,  nella  chiesa  di 
S.  Pietro  in  Vincoli,  si  espongono  al  pubblico 
le  catene  di  S.  Pietro. 


4  Sabato 

186-181 


S.  Ulrico. 

Vescovo  di  Augusta. 
Mori  dopo   50   anni  di 
episcopato,  a  ottantatrè  anni  d'età,  nel  972. 

—  S.  Gallo,  vescovo  di  Clermont,  dal  527 
al  553  circa.  —  S.  Alberto  Qnairelli,  vescovo, 
venerato  a  Lodi  (sec.  IX».  —  S.  Mustia,  vergi- 
ne, venerata  a  Pesaro.  —  A  Piacenza  festa 
patronale  di  S.  Antonino  (vedi  2  maggio). 

Memorandum.    —   Anniversario  della   na- 
scita del  generale  Giuseppe  Garibaldi  (1807). 

—  Festa  dell'indipendenza  degli  Stati  Uniti 
d'America  (Auuivers.  della  Dichiarazione  del 
1776). 


LUGLIO  1908 


—  117  — 


(28*  settimana) 


5  Domenica  |       8.  Zoe,  martire. 
187- 180  Romana    di    nascita 

,g^^^.  III. IV).  -  Ss.  Aija- 

-Mie  0  Triflna  o  Trifoinona,  siciliani,  martiri, 
.  cnenitl  a  Minori  (Amalfi).  —  8.  Marce'liano, 

romita,  venerato  ad  Aitino  (sec.  IV- V).  — 
^.  Filomena  de'Clavelll,  vergine  di  Sanseve- 
nno  Marche  (Macerata).  —  S.  Antonio  Maria 
Ziiocj»rla,bar?iabita.  festeggiato  a  Milano'1502- 
l.">69).  Fu  annoverato  fra  i  santi  nel  ma(»gio 

Memorandum.  —  A  Roma  oggi  sono  aperto 
le  Grotte  Vaticane  alla  visita  delle  sole  donne. 
Fiera  di  S.  Filomena  a  Roccella  Jonica  (pro- 
vincia di  Reggio  Calabria):  dnra  3  giorni.  — 
Festa  di  San  Calogero  in  Girgenti.  —  Fe- 
sta nazionale  della  Repubblica  del  Venezuela 
(Anniv.  della  proclamazione  dell'indipendenza 
nel  1810).  —  Per  la  festa  di  S.  Vito,  patrono 
del  paese,  grandi  feste  a  Forio  d'Ischia. 


6   Lunedi      1^*  Lorenzo  da  Brindisi. 
188-179  Cappuccino  e  cele- 

bre  predicatore  in  varie 

lingue;  predicò  con  buon  esito  una  crociata 
contro  i  Turchi  in  difesa  dell'Ungheria,  morì 
l'a.  1619.  —  S.  Romolo,  martire  (sec.  I?)  pa- 
•  reno  di  Fiesole.  —  S.  Domenica,  verg.,  mart., 
venerata  in  Tropea  (Monteleone  di  Calabria): 
is^ec.  III-IV).  —  8.  Tranquillino,  martire. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  21,25'».  — 
Pagamento  delle  pensioni  governative  di  pri- 
ma categoria  (non  oltre  le  500  lire  annue). 


7  Martedì 

189-178 


S.  Claudio,  abbate. 

Nacque  nel  521  e 
quantunque  figlio  del 
re  Clodomiro,  rinunciò  al  mondo  per  farsi  sa- 
cerdote, e  ringraziava  quotidianamente  il  Si- 
gnore di  averlo  liberato  dalle  mollezze  della 
corte.  Fu  ordinato  nel  551  e  si  ritirò  a  Nogen, 
dove  eresse  una  chiesa.  Mori  nel  560  a  soli 
38  anni.  —  Ss.  Crescenzio  e  compagni,  martiri, 
venerati  a  Fiesole.  —  8.  Apollonio,  vescovo  di 
Brescia  dal  119  al  135  (Gamsj.  -  8.  Console, 
vesc.  di  Como  dal  489  al  495  circa.  —.3.  Astio 
o  Asteo,  vescovo  e  martire  di  Durazzo.  —  Ad 
Ivrea  patronale  di  S.  Savino  (vedi  11  luglio). 


8  Mercoledì  !  S.  Elisabetta,  regina. 
190-177  Figlia  di  Pietro  III 
^re  d'Aragona,  e  di  Co- 
stanza figlia  di  Manfredi  re  di  Sicilia.  Fu  nel 
1271  sposa  a  Dionigi  re  del  Portogallo.  Mortole 
il  marito,  si  ritirò  nel  convento  delle  Clarisse, 
dove  mori  benedetta  dai  suoi  popoli  l'a.  1336. 
—  S.  Apollonio,  vescovo  di  Benevento  dal  326 
al  3i0  circa.  —  S.  Illuminato,  eremita,  presso 
Tiferno  Tiberino,  ora  Città  di  Castello  (Peru- 
gia). —  S.  Adiiano  HI,  papa,  morto  nell'SSó. 

L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto 
il  rimedio  delie  malattìe 


—  S.  Paolo  della  Croce,  nato  in  Ovada  (Ligu- 
rlah  Fin  dalla  prima  fanciullezza  dimostrò 
grande  amore  al  Crocifisso.  Arruolatosi  nel- 
l'cserv-ito,  compiuta  la  ferma  o  reduco  in  pa- 
tria, rinunciò  a  ricchi  sponsali  per  darsi  tutto 
alla  vita  mistica.  Compiuti  gli  studi  teologici 
ed  ordinato  sacerd.,  essendo  pontelico  Bene- 
detto XIII,  istltui  l'ordine  d<;i  Passlonlsti.  In 
luogo  solitario  del  Monte  Argentario  eresse 
un  monastero.  Morì  nel  giorno  stesso  da  lui 
predetto  l'anno  1775.  Fu  canonizzato  da  papa 
Pio  IX,  e  da  pochi  anni  venne  aggiunta  nel 
breviario  la  sua  affi  eia  tara. 


9  Giovedì     ]   B.  Giovanna  Scopello. 

191-176  I       Carmelitana,  nata  a 

Reggiod'Emiliara.1438, 

morta  l'a.  1491.  —  S,  Veronica  Giuliani,  nata 
a  IMercatello  d'Urbino,  cla'issa.  morta  a  ses- 
santasetto  anni  d'età,  nell'a.  1727.  —  8s.  Eu- 
sanio  e  compagni,  martiri,  venerati  a  Santo 
Eusanio  Forconese  (Aquila  de^li  Abruzzi»: 
secolo  I?  —  B.  Brizio,  vescovo  di  Martana 
(Lecce):  sec.  I-III.  —  Ad  Acqui,  festa  patro- 
nale di  S.  Guido  (vedi  12  settembre). 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  de|lla  re- 
pubblica Argentina. 


10  Venerdì 

192-175 


S.  Felicita 
e  i  suoi  sette  figli,  martiri. 

■       Madre  cristiana  del 

secondo  secolo,  la  quale  accusata  con  i  figli 
come  tale,  venne  con  loro  martirizzata  a 
Roma  l'anno  175.  —  Ss.  Ruflna  e  Seconda, 
romane,  verg.,  martiri  l'a.  260.  —  8.  Pater- 
niano,  vescovo  di  Fano  dall'  a.  300  al  344  e. 
—  S.  Pietro,  abate,  onorato  a  Perugia  (sec.  X). 

Memorandum.  —  Peregrinaggio  e  fiera  al 
Santuario  di  Santa  Felicita,  presso  la  Mefite 
d'Aiisanto,  nell'agro  di  Rocca  San  Felice 
(Avellino).  —  Fiera  a  Muro  Lucano  (prov.  di 
Potenza).  —  Estraz.  aramort.  Prest.  Milano 
unificato  1886  ^rimborso  l»  ottobre».  —  Sca- 
denza cedole  semestrali  Azioni  Acquedotto 
Nicolay. 


11    Sabato     |S.  Pio  l,  papa,  martire. 
193-174  I       Successe  a  S.  Iginio, 

— ^140155.  —   Ss.  Savino  e 

Cipriano,  bresciani,  martiri  Lsec.  III-IV?).  — 
8.  Giacomo,  vescovo  di  Nisibi  nella  Mesopo- 
tamia  (350).  La  sua  festa  è  celobx-ata  secondo 
il  rito  in  giorni  diversi. 

Memorandum.  —  Celebri  feste  in  onore  di 
Santa  Rosa'.ia  a  Palermo  ripristinate  da  12 
anni  nell'antica  pompa.  Durano  cinque  giorni. 

ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
de^li  organi  digerentif 


{LUGLIO  —  Vedi  a  pag.  Ili). 
davanti  a  Cassala,  ed  è  assalita  di  fianco  da 
un  grosso  partito  di  cavalleria  dei  dervisci. 
11  capitano  Francesco  Carchidio  Malavolti, 
con  l'unico  squadrone  di  cavalleria  nostra, 
carica  più  volte  i  soverchianti  cavalieri  ne- 
mici, e  mentre  si  fa  largo  fra  loro  a  colpi  di 
sciabola,  cade  trafitto,  combattendo  a  corpo 
a  corpo,  da  undici  colpi  di  lancia. 

18  (1810).  -  Duemila  italiani  della  bri- 
gata Fontane,  formanti  l'avanguardia  della 
divisione  Macdonald  in  marcia  su  Barcellona, 
sono  assaliti  alle  strette  di  Garriga  da  3000 
spagnoli.  Il  colonnello  Peri,  i  capitani  Bian- 
chelli  e  Nogarina  del  5»  fanteria,  il  capitano 
Giorgi  del  2°  leggero,  secondati  da  una  ca- 
rica di  cavalleria  fatta  dal  colonnello  Palom- 
bini,  permettono  alla  colonna  Macdonald  di 
])assare  liberamente,  facendo  ripiegare  gli 
spagnoli  su  Oaldas. 

19  (1848).  —  Un  drappello  del  reggi- 
mento cavalleria  Novara,  ritirandosi  da  Dos- 
sobuono  verso  Villafranca,  è  inseguito  da  un 
distaccamento  d'  ulani.  Il  cavallo  del  soldato 
Fiora  incespica  e  cade,  ed  il  Fiora  si  trova 
improvvisamente  circondato  da  cinque  ulani 
che  gli  intimano  di  arrendersi.  Egli  balza  in 
piedi,  fa  nmlinello  con  la  lancia,  uccide  un 
ulano,  ne  ferisce  altri  due:  gli  altri  fuggono, 
ed  egli  salta  in  sella  e  raggiunge  i  compagni. 

aO  (1860).  —  A  Milazzo,  Giuseppe  Gari- 
baldi, accorso  ad  incoraggiare  con  l'esempio 
i  suoi  volontari  caricati  dalla  cavalleria,  si 
trova  improvvisamente,  con  pochi  del  suo 
Stato  Maggiore,  circondato  da  uno  squadrone 
di  usseri  borbonici.  Il  capitano  Enrico  Sta- 
tella  atterra  il  sergente  con  un  colpo  di  pi- 
stola :  Giuseppe  Missori  colpisce  altri  due 
assalitori  ed  il  sopraggiungere  di  alcuni  cara- 
binieri genovesi  disperde  gli  altri. 

JJl  (1866).  —  Al  combattimento  di  Bez- 
zecca,  il  capitano  Vincenzo  Olivieri,  coman- 
dante la  9-1  batteria  del  5°  artiglieria  da  cam- 
pagna, dopo  essere  riuscito,  con  il  suo  sangue 
freddo,  ad  arrestai*e  la  marcia  del  nemico, 
eseguisce  la  ritirata  facendo  un  vivissimo 
fuoco  a  mitraglia,  consumando  tutte  le  mu- 
nizioni, e  perdendo  un  terzo  degli  uomini  e 
dei  cavalli,  nui  portando  in  salvo  i  pezzi. 

JJ2  (1848).  —  11  capitano  Carlo  Frola,  con 
la  sua  compagnia  di  bersaglieri  d'avanguar- 
dia alle  forze  destinate  a  guardia  del  passo 
(li  Rivoli,  attaccato  da  800  uomini,  li  trattiene 
l)er  nn'  ora  e  mezzo  con  vivo  fuoco.  Colpito 
da  una  palla  nel  ventre,  da  un'  altra  in  una 
spalla,  non  vuole  ritirarsi,  e  rimane  ad  in- 
coraggiare i  superstiti  compagni,  finché  non 
è  ucciso  da  una  terza  palla  nel  petto. 

23  (1866).  —  Il  23o  battaglione  bersa- 
glieri, comandato  dal  maggiore  De  Petro. 
seguito  da  un  battaglione  del  28»  fanteria, 
dà  l'assalto  a  Borgo  (Trentino)  sostenendo  il 
ben  nutrito  fuoco  dell'artiglieria  e  della  fu- 
cileria nemica.  Raccolti  intorno  a  se  un  cen- 
tinaio di  bersaglieri,  il  De  Petro  fa  suonare 
la  carica  alla  baionetta,  ed  insegue  alle  spalle 
la  fanteria  nemica,  mentre  il  rimanente  del 
battaglione  raggiunge  la  prima  schiera,  en- 
trando con  e>sa  nel  paese. 

J84  (1812).  —  I  marinari  della  guardia 
rtftle  italiana  tjettauo  un  ponte  sulla  Dwina, 


118  — 

sul  quale  passa  Napoleone.  Un  battaglione 
del  lo  leggero  italiano,  comandato  da  Sci- 
pione Della  Torre,  e  l'artiglieria  della  guar- 
dia reale  combattono  sotto  gli  occhi  di  Na- 
poleone, mettendo  in  fuga  i  Russi.  Singolari 
prove  di  valore  sono  date  dagli  ufficiali  ita- 
liani Succhia,  Lorenzi  capo  squadrone  dei 
cacciatori  a  cavallo,  Antonio  Giulini,  ed  Allari 
scudiere  del  viceré  Eugenio  Beauharnais. 


aS  (1848).  —  Il  20  battaglione  del  5"  fan- 
teria, comandato  dal  maggiore  Filiberto  Mol- 
lard,  mandato  dal  generale  Bava  di  rinforzo 
al  lo  reggimento  granatieri  a  Custoza,  com- 
batte buona  parte  della  giornata  contro  un 
nemico  superiore  di  forze,  che  occupava  po- 
sizioni formidabili.  Carlo  Alberto  conferisce 
la  menzione  onorevole  a  tutto  il  battaglione. 

36  (1863).  —  Il  tenente  Carlo  Borromeo 
dei  cavalleggeri  Saluzzo,  distaccato  a  Venosa, 
riceve  l'ordine  di  muovere  verso  Melfi.  Con 
35  cavalleggeri,  stanchi  per  molte  perlustra- 
zioni fatte  nei  giorni  precedenti,  si  trova  di 
fronte  più  di  100  briganti  a  cavallo.  Ciò  non 
di  meno  li  attacca,  ma  appena  raggiuntili,  al- 
tri ne  sopraggiungono.  Ventuu  cavalleggeri 
cadono  combattendo  valorosamente:  il  Bor- 
romeo, con  sei  di  loro,  compiendo  inauditi 
atti  di  coraggio,  si  apre  un  passaggio  e  riesce 
a  tornare  a  Venosa. 

fòV  (1848).  —  Un  distaccamento  del  14° 
fanteria  di  retroguardia  alla  brigata  Pinerolo, 
è  attaccato  improvvisamente  da  due  squa- 
droni di  usseri.  All'intimazione  del  maggiore 
austriaco  che  grida  "•  abbasso  le  armi!  ^i  il 
soldato  Castellare  risponde  "  giù  da  cavallo!  „ 
e  spianato  11  fucile,  l'uccide. 

28  (1883).  —  In  occasione  del  terribile 
terremoto  che  devasta  Casamiociola,  il  te- 
nente dei  Carabinieri  Giuseppe  Artina,  com- 
pie tali  atti  di  coraggio  e  di  abnegazione  da 
meritarsi  la  medaglia  d'oro  al  valore  civile. 

29  (1871).  —  11  brigadiere  dei  RR.  ca- 
rabinieri Chiaffredo  Bergia,  trovandosi  con 
tre  militi  in  una  capanna  del  bosco  Schiap- 
paro  (Sulmona)  è  assalito  dalla  banda  Tola. 
Uscito  dalla  capanna,  il  Bergia  l'affronta  con 
i  suoi,  l'obbliga  a  ritirarsi,  poi  la  insegue  di 
corsa  per  otto  chilometri,  ferendo  e  cattu- 
rando il  capo  banda. 

30  (1870).  —  Il  tenente  Enrico  Gonnella, 
del  9"  artiglieria,  passeggiando  per  Pavia,  vi- 
sto appiccicato  al  muro  un  cartello  pieno  di 
contumelie  contro  il  Re  e  l'esercito,  lo  stacca 
e  lo  strappa.  Gli  si  fa  allora  intorno  un  gruppo 
di  individui,  oltraggiandolo,  chiamandolo  spia, 
ed  imprecando  a  Vittorio  Emanuele.  Sguai- 
nata la  sciabola,  il  Gonnella  ferisce  l'insul- 
tatore, e  tien  testa  a  tutti,  fin  quando  non 
sopraggiungono  altri  militari, 

31  (1862).  —  11  tenente  Del  Buontrom- 
boni  del  40"  fanteria,  con  95  uomini  della 
14»  compagnia,  da  Monte  Monaco  (Benevento) 
tenta  di  aggirare  la  numerosa  banda  Gior- 
dano appostata  su  monte  Vado.  1  briganti, 
fanno  fi-onte,  ed  il  Del  Bnontroraboni  dispera- 
tamente si  slancia  contro  i  briganti  alla  baio- 
netta alla  testa  de'suoi.  1  briganti,  p'-esi  dal 
pànico,  si  danno  alla  fuga  e  si  disperdono. 


-  11 


RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogl). 


14.   -  G.   B.   MORONE 
(n.  Bondo  presso  Aitino  in  prov.  di  Bergamo,  1525-1578) 

è  soprattutto  apprezzato  »ei  ritratti.  Quello  chiamato  il  SartOf  è  ritenuto  come  il  suo  ca- 
polavoro. 


LUGLIO  1908 


—  120  — 


(29»  Settimana) 


12  Donienical  ^-  ^'ov^"""  Gualberto. 
194-173  j       Fondatore  dei  Val- 

lombrosani,     morto     a 

ottantott'anni  d'età,  nel  1073.  —  S.  Paolino, 
primo  vescovo  di  Lucca  (seo.  I?).  —  A  Ster- 
zano (Bergamo)  festa  dell'apparizione  della 
B.  V.  ]\r.  —  A  Corneto  (Roma)  festa  patronale 
di  S.  Litardo. 

Memorandum.  —  Festa  di  S.  Biagio  in  Co- 
miso. 


13  Lunedi    1    ^s-  ^'^bore  e  Felice 
195-172  martiri  a  Milano  l'a.  304. 

'  —  S.  Giustina,  vergine  e 

martire  a  Trieste  l'a.  289.  —  S.  Eugenio,  vesc. 
di  Cartagine,  con  altri  compagni,  confessori 
sotto  i  Vandali  (505). 

Memorandum.  —  ®  L.  P.  a  ore  22.48>n.  — 
Pagamento  delle  pensioni  governative  di  terza 
categoria  (superiori  a  L.  2000  annue). 


14  Martedì 

196-171 


S.  Bonaventura,  card, 
e  dottore  della  Chiesa. 

Nacque  nel  1221  a 
Bagnoreain  Toscana.  Papa  Gregorio  X  lo  creò 
cardinale  e  vescovo  di  Albano.  Al  concilio  ge- 
nerale di  Lione,  raccolto  allo  scopo  di  facili- 
tare l'unione  della  Chiesa  latina  alla  greca,  fu 
il  primo  che  parlò  all'assemblea.  Dopo  la  ter- 
za sessione  del  concilio  si  ammalò,  e  mori  11 
14  luglio  del  1274.  Apparteneva  all'ordine  dei 
Francescani.  —  S.  Felice,  primo  vescovo  di 
Como  (verso  gli  anni  380-391).  —  Ss.  Rufino  e 
Avenauzio,  eremiti,  onorati  a  Tortona.  —  Fe- 
sta patronale  di  S.  Marciano  a  Trigento,  pro- 
vincia di  Avellino  (vedi  14  giugno). 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  della  Re- 
pubblica Francese  (anniversario  della  presa 
della  Bastiglia,  1789).  —  Festa  nazionale  al 
Brasile  (Giubileo  della  repubblica,  della  li- 
bertà e  della  indipendenza  dei  popoli  ame- 
ricani). 


15  Mercoledì!  S.  Enrico. 

197-170  Nel  «95  successe  al 

■  padre  nel  ducato  di  Ba- 

viera. Si  meritò  il  titolo  di  l'io.  Era  tiglio  ad 
Enrico  duca  di  Baviera.  Nel  995  successe  al 
padre  nella  reggenza  dello  Stato  e  morto 
nel  1002  l'imperatore  Ottone  suo  cugino,  fu 
eletto  in  suo  luogo  imperatore  di  Germania. 
Dopo  22  anni  di  regno,  mori  a  soli  52  armi. 
—  S.  Atanasio  I,  vescovo  di  Napoli  dall' a.  850, 
all'a.  872.  —  S.Camillo  de  Lellis,  nativo  di 
Bucchlanico  neyll  Abruzzi,  fondatore  della 
congregazione  dei  Miaistri  degli  infermi,  o 
Camilliani, 


Memorandum.  —  Hanno  termine  le  feste 
di  Santa  Rosalia  a  Palermo,  con  la  proces- 
sione notturna  delle  reliquie  della  Santa.  — 
Da  oggi  è  permessa  la  caccia  ai  passeri  con 
le  reti  nella  provincia  di  Catania;  nella  pro- 
vincia di  Cosenza,  apertura  della  caccia  col 
fucile;  in  quella  di  Foggia,  della  caccia  con 
le  reti. 


16  Giovedì 

198-169 


B.  Vergine  del  Carmine. 

La  solennità  trae  sua 
origine  dall'ordine  dei 
Cai'melitani,  così  chiamati  dal  Monte  Car- 
melo nella  Siria,  e  da  Giovanni  patriarca  di 
Gerusalemme  nel  XII  secolo  il  quale  diede 
la  prima  regola.  Nel  1209  Alberto,  pur  esso 
patriarca  della  stessa  città,  diede  la  re;,'ola 
definitiva  dell'ordine.  Festa  patronale  a  Con- 
cesa. —  Ss.  Quirifo  e  Giuli tta,  martiri,  l'a.  304, 
festeggiati  a  Panilo  lodigiano.  —  S.  Vitaliano, 
vescovo  di  Capua,  morto  verso  l'a.  728  (vedi 
27  gennaio). 

Memorandum.  —  Feste  a  Napoli  nella  sto- 
rica chiesa  del  Carmine  e  nel  popolare  quar- 
tiere del  Mercato.  —  Digiuno  israelitico  di 
Tamuz.  —  Da  oggi  sino  alla  fine  del  mese 
le  biblioteche  governative  sospendono  il  ser- 
vizio del  prestito  di  libri  a  domicilio  :  le  opere 
già  prestate  devono  essere  restituite  in  que- 
sta quindicina.  —  Da  oggi  ò  concessa  la  cac- 
cia agli  uccelli  con  pania  e  reti  nella  prov. 
di  Cagliari.  —  Fiera  a  Monteleone  (Calabria 
Ulteriore)  fino  al  22  luglio. 


17  Venerdì 

199-168 


S.  Marcellina,  vergine. 

Sorella  ai  Ss.Ambro- 

'  gio  e  Satiro.  Ritiratasi 

a  vita  privata,  diede  origine  ai  primi  mona- 
steri di  vergini  in  Lombardia.  Morì  sulla  fine 
del  secolo  IV.  —  S.  Marina,  verg.,  festeggiata 
a  Venezia.  —  S.  Generoso,  martire,  venerato 
a  Tivoli.  —  S.  Leone  IV  pp,  (847-855),  prov- 
vide alla  difesa  di  Roma,  ai  restauri  di  S.  Gio- 
vanni Laterano,  alla  disciplina  del  clero. 


18  Sabato 

300-167 


S.  Sinforosa 
e  I  suoi  sette  figli. 

•  i        Martiri  verso  gli  an- 

ni 117-138,  patroni  di  Tivoli,  loro  patria.  - 
S.  Materno,  vescovo  di  Milano  dal  282  al  304. 

—  S.  Elio,  confess.,  onorato  a  Capo  d'Istria. 

—  S.  Materno,  vescovo  di  Milano,  dal  282  al 
304,  o  303  secondo  il  Sassi. 

Memorandum.  —  Festa  dell'indipendenza 
della  repubblica  dell'Uruguay. 


.UGLIO  1008 


~  121  — 


(30»  Settimana) 


19  Domenica 

201-166 


S.  Vincenzo 
de'  Paoli. 

'       Fu     la    personiftoa- 

xlono  della  beiie&oenza  in  FraiiciA  nel  sc;- 
colo  XVII. Diyenuto  sacerdote,  fondò  l'istituto 
del  Preti  della  Missione,  o  I>azzaristi,  istituì 
rlcov«ri  per  poveri,  per  vecchi,  per  trovatelli: 
sollevò  In  o>;nl  maniera  1  condannati  alle  ga- 
lere ed  introdusse  primo  le  Suore  di  carità. 
Morì  ottuaf:euario,  l'aii  io  lt>59.  —  S.  Pietro 
de' Cresci,  oonf.,  morto  l'a.  1323,  onorato  a 
Foli -no. 

Memorandum.  —  Trad  /  onale  Sagra  del  Re- 
dentore, test  effigiata  tutti  la  notte  a  Venezia, 
in  rifordo  delhi  cessazioi-.e  della  pestilenza 
del  1578.  —  Cominciano,  di  solito,  le  rappre- 
sentazioni wagneriane  al  teatro  di  liayreuth. 


20  Lunedi 

203-165 


S.  Gerolamo  Emiliani. 


Appartenente  a  no- 

'  bile     famiglia    veneta, 

dopo  una  gioventù  spensierata  si  diede  ad 
una  vita  tutta  di  sacrifizio  a  vantaggio  de'fan- 
ciulli  orfani  ed  abbandonati,  pei  quali  primo 
istituì  orfiinotrofi  e  ricoveri.  Creò  la  Congre- 
gazione dei  Soma-schl,  così  detta  da  Somasca, 
paese  vicino  a  Lecco.  Mori  l'a.  1537.  —  S.  Mar- 
gherita, verg.  d'Antiochia,  mart.  verso  l'a.  275, 
festeggiata  a  Cremona  e  a  Monteflascone. 

Memorandum.  —  C  U-  Q-  »  ore  13.2>n.  — 
Anniversario  della  morte  del  Sommo  Ponte- 
fice Leone  XIII  (1903).  —  Onomastico  di  S.M. 
la  Regina  Madre  Margherita,  —  Apertura  del- 
la famosa  fiera  di  Santa  Maria  Maddalena  in 
Sinigaglia.  Dura  17  giorni.  —  Estraz.  per  il 
rimborso  certificati  Prestito  Cattol.  18G0-64 
(rimb.  al  1«  ottobre  successivo).  —  Pagamento 
delle  pensioni  governative  di  seconda  catego- 
ri.^   «superiori   a  L.  500,  ma   non    a  L.  2000 

!uie). 


21  Martedì  i  S.  Prassede,  vergine. 
303-164  Figlia  di  Prudente, 
^senatore  romano  e  so- 
rella dei  SS.  Novato,  Timoteo  e  Prudenziana, 
sacrificò  tutto  il  suo  a  prò  dei  Cristiani  per- 
seguitati da  Marco  Antonio.  Moriva  giovine 
di  anni,  ma  ricca  di  meriti  nel  153,  —  S,  Vit- 
tore di  Marsiglia,  martire  sotto  l'imperatore 
Massimiano,  dopo  la  strage  della  legione  te- 
bea  (290).  —  S.  Macrina,  verg.,  da  Cesarea  di 
Cappariocia  (Turchia  asiatici),  morta  l'a.  379. 
—  Ss.  Giulia,  vergine,  Claudio,  Giusto  e  Gio- 
condiuo,  martiri  a  Trojes. 


22  Mercoledì!    *•  ***•"'*  Maddalena. 
204-163  Sorella  a   Marta  (29 

J..._ii..\    _     ^    Lazzaro. 


luglio)    e 

Passò  trent'annl  In  arduo  penitenze  e  pare 
morisse  l'a.  GG.  —  S.  Gerolamo,  vescovo  di 
Pavia  dal  778  al  787.  —  S.  Gualtiero,  couf., 
morto  l'a.  1224,  onorato  a  Lodi. 

Memorandum.  —  Fiera  a Bisceglle,  fino  al  30. 


23  Giovedì  I  S.  Apollinare,  v.,  m. 
S05-162  Apostolo  e  patrono 
di  Ravenna,  ove  la  tra- 
dizione lo  dice  mandato  dallo  stesso  S.  Pietro. 
Fu  il  primo  che  occupò  la  sede  di  Ravenna,  la 
quale  tenne  per  20  anni.  Alcuni  storici,  sulla 
testimonianza  di  Pier  Crisologo,  vogliono  che 
non  sia  stato  martirizzato,  ma  che  dopo  aver 
sostenuto  vari  tormenti  per  la  fede,  vivesse 
ancora  lungo  tempo  in  continue  fatiche  apo- 
stoliche. Morì  sulla  fine  del  I  secolo.  —  Ss.  Ro- 
mula  e  compagne,  vergini  romane  (fine  del 
sec.  VI), 


Memorandum. 


Entra  il  Sole  in  Leone. 


24  Venerdì  1  ^'  Francesco  da  Solano. 
206-161  Francescano,   evan- 

'gelizzatore  del  Perù,  a 

Lima,  Tucuman  ed  a  Ilio  delia  Piata.  Morì  a 
Lima  l'anno  1610.  —  Ss.  Cleonico,  Stratonico, 
e  compagni,  da  Leiitini,  martiri.  —  S.  Giu- 
liano e  compagni,  onorati  a  Lodi  (sec.  III-IV). 
—  S.  Cristina,  verg.  e  mart.  Professando  fin 
dalla  fanciulle/.za  la  religione  cristiana,  fu 
maltrattata  dal  padre  idolatra.  Tradotta  da- 
vanti ai  giudici  fu  sottoposta  a  crudi  tor- 
menti, che  sarebbero  incredibili,  se  la  storia 
non  fosse  là  a  testimoniarli.  Morì  nel  30n.  È 
onorata  specialmente  a  Palermo,  dove  fu  tra- 
sportato il  suo  corpo. 


25   Sabato     1    ^'  Cristoforo,  martire 


207-160 


della  Licia,  regione  del- 

^^  l'Asia  Minore,  verso  l'a. 

250:  è  patrono  della  città  di  Gallarate  (Mi- 
lano). —  S.  Giacomo  il  maggiore,  apostolo 
e  fratello  di. Giovanni,  figlio  di  Zebedeo  (se- 
colo I).  —  A  Mezzojuso  (Corleoue),  patronale 
del  SS.  Crocifisso. 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  della  Ba- 
viera. 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Rgli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


—  122  — 
I  CONSIGLI  DEL  MESE  (Igiene  ed  Economia  Domestica). 

LUGLIO 

La   villeggiatura    —  Al  mare  o   ai  monti?    —    Funzione  sanatrice   delle  piante 
Il  gelato  e  le  fragole  —  La  distruzione  delle  formiche  e  delle  mosche. 


Siamo  finalmente  giunti  al  mese  tipico 
lìella  villeggiatura.  Tutti  coloro  i  quali  hiiuno 
trascorso  l'intero  anno  nell'ambiente  mal- 
sano d'una  grande  città,  lavorando  quotidia- 
namente, e  anche  peggio  esaurendosi  negli 
svaghi  snervanti  della  vita  mondana,  provano 
oggi  il  bisogno  di  ritemprarsi  all'aria  pura 
dei  monti  o  del  mare.  Non  v'ò  famiglia  ari- 
stocratica che  non  abbia  già  un  villino  pronto 
ad  accoglierla,  non  v'  è  misero  impiegato  che 
non  si  conceda  il  lusso  d'un  mese  o  due  di 
«luiete  in  un  modesto  quartieri  no  ammobi- 
liato in  riva  al  mare  o  alle  falde  dei  monti. 
Si  andrà  più  o  meno  lontano,  si  sarà  cii'con- 
dati  da  maggiori  o  minori  agi,  ma  si  starà 
a  debita  distanza  dai  grandi  centx'i,  dove  quasi 
manca  il  respiro. 

La  villeggiatura  è  un'abitudine  come  un'al- 
tra, e  dal  luglio  al  settembre  restare  in  città 
ò  un  vero  mortorio.  È  un  bene  o  un  male 
contrarre  simile  abitudine?  Potrà  essere,  in 
molti  casi,  un  male.. .  economico,  ma  è  sem- 
pre un  bene  fisico.  Anche  le  donnine,  dirò 
così,  snob,  che  inducono  i  mariti  ad  affron- 
tare il  sacrificio  d'una  spesa  superiore  alle 
proprie  forze  per  non  apparire  da  meno  di 
fronte  alle  loro  amiche,  in  fondo,  se  ne  av- 
vantaggiano. Dalle  persone  di  robusta  costitu- 
zione si  soffrirebbe  un  poco  a  reagire  contro 
simile  uso,  ma  a  poco  a  poco  esse  si  adatte- 
rebbero senza  gravi  conseguenze  alla  conti- 
nua vita  cittadina;  dalle  persone  deboli  in- 
vece, si  soffrirebbe  molto,  e  l'organismo  non 
ritemprato  diventerebbe  ancora  meno  resi- 
stente a  sopportare,  al  caso,  una  malattia. 
La  vita  di  campagna  è  una  vera  medicina; 
si  dorme  molto,  anche  dormendo  poco,  per- 
chè il  sonno  è  tranquillo,  riparatore  vero 
delie  forze;  si  mangia  con  maggiore  appe- 
tito, si  fa  più  moto,  e  più  igienico;  si  riposa, 
insomma,  la  mente  col  corpo,  si  accumula 
energia  nervosa  per  ricominciare  la  solita 
vita  attiva. 


La  villeggiatura,  dunque,  io  la  consiglio 
a  tutti,  la  consiglio  in  modo  speciale  alle 
persone  deboli,  ai  bambini.  Ma  qui  mi  si 
l)resenta  la  questione;  Al  mare  o  ai  monti? 
Non  si  può  stabilire  una  regola  comune:  di- 
j)ende  dalla  natura  degli  individui.  Vi  darò 
solo  qualche  base  generale,  che  vi  pei-met- 
terà  di  decidervi  senza  paura  di  commettere 
una  sciocchezza.  I  bambini,  dunque,  il  cui 
sviluppo  procedo  lento,  i  bambini  linfatici,  e 
tutti  gli  adulti  il  cui  sistema  nervoso  è  de- 
presso, le  cui  funzioni  organiche  sono  intor- 
pidite per  malattie,  per  fatiche,  per  dolori  od 
emozioni,  vadano,  senza  pensarci  due  volte,  al 
mare.  Al  contrario,  1  bambini  a  i*ai)ido  svilup- 
po, dal  sistema  nervoso  eccitabile,  le  donne 
nervose  e  gli  uomini  che  loro  somiglino,  si 
rechino  ai  monti.  Ma  sarà  bene  che  si  pre- 
scelga un'altezza  inedia,  per  non  correre  il 
rischio  di  eccitarsi  di  più.  .\  mille  metri,  per 


esempio,  l'aria  è  pura  e  tonica,  ma  non  ec- 
cita. In  certi  casi  speciali  io  consiglio  di  con- 
tentarsi anche  di  quattro  o  cinquecento  me- 
tri, o  addirittura  della  semplice  campagna 
in  nianura. 


Interniamoci  ancora  nell'argom^ento  e  par- 
liamo di  piante.  Non  della  beller:za  dei  loro 
colori,  però,  e  nemmeno  dell'  effluvio  che 
spargono  per  l'aria.  Vediamo  invece,  quale 
utile  ufficio  esse  abbiano  sulla  salute  umana. 
Il  prof.  Ingram  osserva  che  le  piante  iti  gene- 
rale e  gli  alberi  in  modo  speciale  assorbono 
l'umidità  del  suolo,  che,  in  caso  diverso,  si 
farebbe  spesso  sentire  sotto  torma  di  mici- 
diali esalazioni.  La  vita  vegetale  sviluppa  del- 
l'ossigeno  e  libera  l'aria  dei  principii  di  cor- 
ruzione, dimodoché  la  moltiplicazione  degli 
alberi,  arbusti  e  piante  erbacee,  aumenta  le 
qualità  vivificatrici  dell'aria,  purificandola.  È 
naturale  che  l' efficacia  non  sia  la  stessa 
in  tutti  gli  alberi.  Bisogna  dunque  sapersi 
regolare,  se  si  desidera  ottenere  con  una 
piantagione  di  alberi,  un  beneficio  dall'aria. 

Gli  alberi  a  larghe  foglie  vellutate  non 
sono  adatti  per  città:  le  particelle  di  carbonio 
che  volano  nell'aria  si  attaccano  alle  foglie 
rugose  e  le  distruggono  completamente.  I 
pini  e  gli  abeti  vogliono  un'aria  purissima. 
Il  tiglio,  il  platano,  l'acero,  l'olmo  ed  il  ca- 
stagno sono  nel  numero  delle  specie  che  pro- 
sperano nelle  città.  In  ogni  modo,  i  terreni 
bassi  e  palustri  guadagnano  molto  allorché 
vengono  asciugati  con  coltivazioni  arboree. 
Per  creare  ricche  vegetazioni  nessun  sacri- 
ficio è  grave.  Il  prof.  Ingram  sostiene  anche 
l'idèa  che  piantando  alberi  intorno  a  certi 
pozzi,  l'acqua  potrebbe  venir  garantita  contx'o 
le  infiltrazioni  infette. 

Ma  non  solo  per  la  funzione  che  esei'ci- 
tano  sul  terreno  le  piante  giovano  alla  no- 
stra salute:  v'è  un  infinito  numero  di  erbe 
che  rappresentano  efficaci  medicamenti.  Oltre 
alla  foglia  di  Cassis  di  cui  demmo  notizia  in 
una  precedente  rubrica,  vi  è  la  foglia  dei 
geranii  d'ogni  specie.  Essa  presenta  il  van- 
taggio di  guarire  prontamente  1  tagli,  le  la- 
cerazioni e  le  altre  piaghe  di  simil  genere.  Si 
prende  una  foglia,  si  schiaccia  un  poco  sopra 
una  pezzuola  di  lino  e  poi  si  applica  sul  punto 
malato. 

Sarebbe  ottimo  consiglio  quello  di  colti- 
vare in  casa  le  erbe  più  adatte  in  vario  con- 
tingenze dolorose  della  vita. 


Mai  come  in  questo  mese  le  nostre  fauci 
arse  desiderano  rinfrescarsi  con  una  bibita 
diaccia:  e  il  gelato  trionfa.  Cade  opportuno 
raccontarvene  l'origine. 

Per  gli  Ebrei,  gli  Egizi,  i  Persiani  e  gl'In- 
diani fu  una  necessità  far  uso  di  bevande 
fresche,  che,  ud  onor  del  veio,  erano  molto 


—  I2;i 


ftl  iiiM>iu>  ui  <im-ii'-  li  i'„ •'.  i.i-  iMi.iti»  ghiac- 
ciate ron$isteva<)o  tu  liquidi  che  si  facevano 
gelare  in  vrt<;t  oircoadati  di  neve;  inn  i  sor- 
bi': Ulte  erano  ignoti  ai  popoli  orion- 
ta  o  verso  la  meta  del  secolo  XVII 
il  :!ani  perfezionarono  il  modo  di 
fare  i  ^olati.  Nel  1660  Procopio  Coltelli  andò 
a  Parigi,  si  stabiVi  dirimpetto  alla  Commedia 
Francese  e  cominciò  a  servire  gelati  di  ogni 
qualità.  L'uso  si  sparse  subito  in  provin- 
cia e  1  limonai  fecero  affiggere  sulla  loro 
porta:  lei  on  phiee,  per  attirare  così  i  consu- 
matori. La  Corte  ed  1  riechi  non  rimasero 
indifferenti  dinanzi  a  quest.i  scoperta  gastro- 
nomica, e  il  celebre  Vatel  inventò  dei  trionfi 
di  gelati  che  servi  alla  tavola  del  vincitore 
Rocroi.  Ciò  avvenne  il  giorno  in  cui  Condó 
riceveva  Luigi  XIV  nella  sua  magnifica  di- 
mora di  Chantilly.  La  sontuosa  cena  si  faceva 
a  venticinque  tavole,  e  alla  fine,  sopra  una 
elegante  coppa  di  vermeil,  si  servì  un  ovo 
grosso  in  varii  colori.  La  meraviglia  fu  gene- 
rale: tutti  si  domandavano  come  figurasse 
un  ovo  al  desitert,  ma  si  assaggiò,  e  quel 
sorbetto  compatto  come  il  marmo,  fece  fu- 
■  le.  Vatel  ottenne  delle  lodi  per  il  delizioso 
■rbetto. 

Ma  il  gelato,  che  tuttora  costituisce  la  de- 
lizia del  genere  umano,  va  preso,  come  ogni 
rinfresco,  con  cautela.  Sta  bene  subito  dopo 
il  pranzo  e  sta  bene  anche  a  digestione  com- 
piuta, dopo  cioè  almeno  quattro  ore  dacché 
ci  siamo  alzati  da  tavola.  Al  contrario  sarebbe 
un  madornale  errore  sorbirlo  durante  la  fa- 
tica della  digestione.  Come  risultato  otter- 
remo un  arresto  della  medesima,  le  cui  con- 
seguenze non  tarderebbero  a  manifestarsi  e 
a  perdurare  per  parecchi  giorni. 

Ciò  stabilito,  consiglio  alle  persone  che 
soffrono  di  gotta  il  gelato  di  fragola.  Non  vi 
sembri  strana  questa  uscita:  se  preferiscono 
di  mangiar  le  fragole  senza  gelo  faranno  me- 
glio. La  ragione  sta  qua:  le  fragole  conten- 
gono, in  alta  dose,  acido  salicilico.  Ciò  è  stato 
scoperto  in  seguito  alle  indagini  di  alcuni 
scienziati  mossi  a  curiosità  dal  fatto  che  quel 
frutto  squisito  ad  alcune  persone  cagionava 
inesplicabili  disturbi,  come  l'orticaia.  I  due 
chimici  francesi  Portes  e  Desmoulières  por- 
tano, dunque,  una  rivoluzione  nella  terapeu- 
tica medica:  le  fragole  finora  proibite  a  co- 
loro che  soffroiio  di  reumatismi  e  di  gotta 
sono  quello  che  ci  vuole  appunto  per  essi. 
M.ingiandone  molte,  prenderanno  acido  sali- 
cilico nella  forma  più  inoffensiva,  senza  pe- 
ricolo di  rovinarsi  lo  stomaco. 


Siamo  in  una  stagione  che  favorisce  lo 
sviluppo  d'ogni  genere  d'insetti.  Formiche, 
vespe,  mosche,  vanno  attorno  con  gioia  petu- 
lante; è  una  cuccagna I  Come  liberarcene? 

Per  le  formiche  non  giova  l'acqua  bol- 
lente che  uccide  solo  gl'insetti  i  quali  veu- 
gono  colpiti  direttamente  e  non  gli  altri. 
L'acido  cloridrico  e  l'ammoniaca  sono  pure 
di  scarso  risultato. 

11  dottor  Malinjac,  dopo  avere  sperimen- 


muiii  per  dtstrng,'ore  le  formiche,  ha  fatto 
una  serio  di  esperienze  per  determinare  il 
miglior  mezzo  per  sbarazzarsene. 

Egli  ha  preso  dei  tubi  di  vetro  di  20  cm. 
di  altezza  e  di  2  cm.  di  diametro,  li  ha  riem- 
piti a  metà  altezza  di  terra  contenente  delle 
formiche,  poi  ha  umidito  la  terra  con  alcune 
goccle  di  soluzioni  diverse,  evit:indo  qualun- 
<iue  eccesso  che  avrebbe  soppresso  le  for- 
miche annegandole. 

Le  soluzioni  studiate  fui-ono  le  seguenti: 

1.  Acido  fenico  al  5  "'y;  2.  Acido  fenico  al- 
l'I %;  3.  Sublimato  corrosivo  all'I  °'„:  4.  Clo- 
ruro di  zinco  all'I  Vzy,  5.  Olio  naturale  di 
litantrace,  un  ventesimo. 

Con  le  soluzioni  1,  2,  3,  4  si  ottiene  la 
morte  di  tutte  le  formiche  del  tubo  in  dieci, 
quindici  e  trent;i  minuti.  Con  l'ultima  l'ef- 
fetto è  istantaneo.  In  seguito  a  queste  risul- 
tanze, nei  dintorni  di  Setif  si  sono  fatti  degli 
esperimenti  sui  nidi  di  formiche  che  in  quei 
luoghi  sono  numerosissimi. 

Qualunque  sia  la  soluzione  adottata,  il  ri- 
sultato iniziale  era  sempre  lo  stesso:  dal  for- 
micaio innaffiato,  le  formiche  piene  di  spa- 
vento (emozione  ben  giustificata)  uscivano  in 
folla  e  scappavano  via  di  corsa,  poiché  in  soli 
cinque  minuti,  una  formica  fa  abbastanza 
cammino  per  sottrarsi  all'emanazione  funesta 
dell'acido  fenico.  Non  vi  fu  che  una  eccezione, 
e  questa  fu  per  la  soluzione  N.  5,  cioè  quella 
dell'olio  naturale  di  litantrace.  Con  quest.» 
prodotto  l'asfissia  delle  formiche  è  talmente 
rapida,  che  la  maggior  parte  degli  abi!:anti 
del  nido  non  hanno  tempo  di  sfuggire,  in 
nessuna  maniera,  alla  sua  azione. 

Due  minuti  dopo  l'inaflìamento  con  tale 
olio,  si  può  scoprire  un  nido  e  non  vi  si 
scorge  più  essere  vivente.  Alla  fine  di  quattro 
giorni  le  formiche  non  tornano  ancora  a  vi- 
sitare le  rovine  delle  loro  città  distrutte,  men- 
tre che  con  gli  altri  procedimenti  esse  rien- 
trano alla  loro  dimora  in  capo  a  pochi  minuti. 
È  dunque  assodato  che  l'azione  dell'olio  di 
litantrace  distrugge  radicalmente  i  nidi  delle 
formiche  ed  allontana  questi  insetti. 

Allorquando  si  vuole  sbarazzarsi  dalle  for- 
miche che  infestano  un  armadio  o  una  cre- 
denza, è  sufficiente  collocarvi  per  24  ore  un 
piatto  contenente  dell'olio  di  litantrace:  si 
può  aggiungervi  una  decozione  concentrata 
di  legno  di  panama.  Questo  rimedio  efficace 
costa  un  prezzo  minimo,  da  20  a  30  centesimi 
il  kg.,  ossia  tra  un  centesimo  e  un  quarto  di 
centesimo  al  litro.  A  questo  prezzo  chi  non 
vorrebbe  difendersi  dalle  formiche? 

Contro  le  mosche  basterà  tenere  nella 
stanza  un  ramo  di  ricino,  pianticella  graziosa 
che  quegli  insetti  non  possono  soffrire.  Ma 
se  si  volesse  un  rimedio  più  energico,  si  ri- 
corra alla  lucillna,  petrolio  non  purificato,  che, 
l'anno  scor-so,  venne  riconosciuto  in  un  con- 
corso "  ad  hoc,  „  indetto  da  una  nota  rivista 
francese,  come  il  rimedio  migliore  per  ucci- 
dere anche  le  larve  del  noioso  insetto.  Si  ado- 
pera gettandola  nei  cessi  e  in  tutti  quei  luo- 
ghi ove  le  mosche  possono  ritrovarsi  nella 
loro  forma  embrionale. 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


124  — 


EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 


AQOSTO 


1  (1887).  —  Al  passo  del  Forcel  Eosso, 
nel  gruppo  dell'Adamello,  mentre  una  com- 
pagnia d'alpini  sfila  lungo  la  gola,  il  tenente 
Togni  scivola  precipitando  in  fondo  al  nevaio. 
Il  soldato  Basilico,  che  lo  precede,  gli  si  getta 
contro  per  fermarlo,  ed  egli  pure  è  travolto: 
ma  le  sue  grida  danno  l'allarme  a  quelli  già 
arrivati  in  basso  che,  fatta  catena,  fermano 
incolumi  il  tenente  ed  il  valoroso  soldato. 

a  (1878).  —  A  San  Lupo  (Basilicata)  il  ca- 
rabiniere Vincenzo  Tommasi  affronta  solo 
quattro  mallattori,  e  quantunque  ferito  ne 
arresta  uno,  mentre  gli  altri  tre  si  danno 
alla  fuga. 

3  (1864).  —  Il  sergente  Volonterio  del 
5»  granatieri,  con  un  distaccamento  di  pochi 
uomini,  perlustrando  la  linea  del  Tufo,  in- 
contrata una  banda  di  briganti  11  saluta  con 
un  vigoroso  fuoco,  poi  attacca  la  banda  alla 
bajonetta  e  la  mette  in  fuga. 

4  (1848).  —  Sotto  le  mura  di  Milano,  ca- 
dono valorosamente  combattendo  il  capitano 
d'artiglieria  Felice  Avogadro  di  Valdengo,  di 
Biella;  Carlo  Felice  Gazzelli  torinese,  tenente 
nella  brigata  guardie;  Stefano  Molinati  sot- 
totenente dell'Ilo  fanteria;  e  Tommaso  Ca- 
stelli Diana,  d'Ozieri,  capitano  nello  stesso 
reggimento:  a  porta  Vigentina  si  segnala,  re- 
spingendo il  nemico,  il  capitano  d'artiglieria 
conte  Genova  Thaon  di  Revel,  oggi  collare 
dell'Annunziata. 

5  (1848).  —  Il  sergente  de' bersaglieri 
Orengo,  ricoverato  due  giorni  prima  per  ma- 
lattia all'ospedale  di  Milano,  saputo  che  re 
Carlo  Alberto  corre  pericolo  di  essere  assa- 
lito nel  palazzo  Greppi  dalla  folla  eccitata,  si 
veste,  corre  facendosi  largo  fra  la  folla  fino 
al  palazzo,  e  salito  sopra  un  colonnino  vicino 
al  portone,  si  difende  da  alcuni  forsennati 
ohe  lo  assalivano  gridando  sempre:  —  Am- 
mazzatemi pure,  ma  viva  il  Re  —  fin  quando 
non  riesce  ad  entrare,  ed  unirsi  a  quanti  sono 
Intorno  al  Re  per  difenderlo. 

O  (1864).  -  11  tenente  della  G.  N.  di  Bella 
(Potenza),  Eustachio  Sansone,  respinge  con  6 
militi  il  capo  banda  Totaro  con  15  briganti, 
e  dopo  tre  ore  di  fuoco  li  mette  in  fuga,  me- 
ritando un  solenne  encomio  del  gen.  Palla- 
vicini. 

y  (1848).  —  Il  generale  Welden,  avendo 
investita  Bologna  da  più  parti  con  un  corpo  di 
truppe  austriache,  incomincia  a  porta  San  Fe- 
lice una  fiera  mischia,  durante  la  quale  il  po- 
polano Paolo  Mela,  quantunque  bersagliato 
di  colpi,  riesce  a  chiudere  detta  porta,  pre- 
ludendo all'epica  lotta  del  giorno  seguente, 
nel  quale  gli  Austriaci  furono  oaoclati  dalla 
città. 

8  (1888).  —  Il  capitano  Cornacchia,  man- 
dato a  sorprendere  nel  suo  campo  il  traditore 


Debeb,  lo  as.'5ale  a  Saganeiti  con  400  ascari 
e  300  uomini  della  banda  di  Adam  Aga.  Il 
Cornacchia,  col  tenente  Poli,  sono  uccisi  in 
un  fortino  da  essi  occupato;  il  tenente  Vi- 
gano nel  villaggio  di  Saganeiti;  i  tenenti  Brero 
e  Virgini  tentando  un  contrattacco  durante 
la  ritirata. 

9  (1812).  —  I  fratelli  Giovio,  di  Como, 
Benedetto  tenente  nei  ciicciatori  a  cavallo 
italiani,  e  Paolo  nel  9°  reggimento  di  fanteria 
francese,  sono  particolai-mente  encomiati  dal 
viceré  Eugenio  per  la  loro  condotta  a  Vi- 
liz,  in  Russia:  il  primo  è  promosso  capitano 
sul  campo,  il  secondo  decorato  della  legion 
d'onore. 

10  (1849).  —  Il  colonnello  Alessandro 
Monti,  con  la  legione  italiana  andata  a  com- 
battere per  r  indipendenza  dell'  Ungheria, 
marciando  verso  Arad  ode  il  rombo  del  can- 
none, e  presago  del  pericolo  riconduce  la  le- 
gione verso  Temesvar.  Essa  arriva  a  tempo 
a  riprendere  agli  Austriaci  mezza  batteria  di 
cannoni,  e  combattendo  fino  a  nette  avanzata, 
protegge  la  ritirata  degli  Ungheresi  verso  il 
confine  turco. 

11  (1812).  —  A  Majahonda,  in  Spagna,  11 
generale  Schiazzetti,  con  i  dragoni  Napoleone 
ed  altra  cavalleria  italiana,  carica  la  cavalleria 
inglese  e  portoghese  dell'  avanguai-dia  del 
duca  di  Wellington,  e  la  mette  in  fuga  fa- 
cendole molti  prigionieri. 

13  (1861).  —  Il  cav.  Pietro  Eleonoro  Ne- 
gri, già  decorato  della  medaglia  d' oro  al  va- 
lore per  il  combattimento  del  Garigliano,  con 
un  battaglione  del  61"  fanteria  dà  l'assalto  a 
Pietralcina,  dove  sono  trincerati  numerosi 
briganti  ed  è  nominato  uffiziale  dell'ordine 
militare  di  Savoja.  Si  distinguono  particolar- 
mente anche  i  tenenti  Roisecco  e  Borgognini, 
i  sergenti  Taflfarolo  e  Mighelli,  ed  il  soldato 
Vanini. 

13  (1872).  —  Nei  boschi  di  Atessa,  il  ca- 
rabiniere Verdelli,  sorpresi  alcuni  briganti, 
si  mette  alle  calcagna  d'uno  di  loro,  lo  rag- 
giunge e  lo  afferra,  rotolando  ambedue  stret- 
tamente avvinghiati,  finche,  dopo  avere  sviato 
un  colpo  di  rivoltella  sparatogli  a  bruciapelo, 
lo  uccide  ferendolo  nella  testa. 

14  (1810).  —  L'ufficiale  della  marina  ita- 
liana Dinelli,  comandante  la  Teli,  scortando 
un  convoglio  nelle  acque  di  Arbe  (Dalmazia) 
assalito  da  un  brick  corsale  con  16  cannoni 
e  100  uomini  di  equipaggio,  se  ne  impadro- 
nisce e  libera  due  prede. 

15  (1848).  —  Una  colonna  austriaca  at- 
tacca i  volontari  di  Garibaldi  a  Luino,  dove 
egli  era  anunalato  all'albergo  della  Beccac- 
cia. Annunziato  l'avanzarsi  del  nemico,  Gia- 
como Medici  si  apposta  sulla  sinistra  della 
strada;  Garibaldi,  montato  a  cavallo  lascia 
avvicinare  gli  Austriaci  e  li  carica  alla  bajo- 

{fiontimta  a  ^ag.  130), 


-  125  - 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


15.  -  PAOLO  CALIARI,  detto  PAOLO  VERONESE 
(Verona  1528-1588} 

Nelle  sue  grandi  tele  ritrasse  il  lusso  e  lo  splendore  di  Venezia.  Notissime  le  sue  Cene. 
Si  ricordano  specialmente  di  lui  le  Nozze  di  Cana,  il  Convito  nella  casa  del  Levita  e  gli  stu- 
pendi affreschi  nella  villa  Barbaro  presso  Maser. 


LUGLIO- AGOSTO  1908    -  126  - 


(31»  Settimana) 


26  Domenica!  s.  Anna. 

208-159  Sposa  di  S.  Gioachi- 

. — — _  j,^  g  madre  avventurata 

di  Maria  SS.  A  Napoli  festa   di   precetto.  — 
S.  Germano,  vesc.  di  Auxeri-e  (4J8). 

Memorandum.  —  A  Firenze,  anniversario 
della  cacciata  del  Duca  d'Atene  (1343).  Al- 
l'antico tempio  di  Or  San  Michele  sventolano 
le  bandiere  delie  corporazioni  d'arti  della 
Repubblica  fiorentina.  —  Fiera  di  Sant'Anna 
a  Bovalino  (prov.  di  Keggio  Calabria):  dura 
tre  giorni.  —  Festa  di  Sant'Anna  (dura  tre 
giorni)  a  Castelbuono  (Palermo)  dove  si  con- 
serva il  cranio  della  Santa  patrona.  —  In  Aci- 
reale, festa  della  patrona  Santa  Venera.  —  In 
molte  parti  d'Italia  si  crede  che  se  piove  il 
giorno  di  Sant'Anna,  pioverà  un  mese  e  una 
settimana. 


27  Lunedì 

209-158 


S.  Giuliano,  vesc,  mart. 

S.  Aurelio,  martire 
'  a  Cordova  nella  perse- 
fuzione  de'Mori,  l'a.  8.52.  —  Ss.  Pantaleone,  o 
Pantaleo,  medico,  ed  Ermolao,  martiri  l'a.  303. 
Pantaleo  era  medico  alla  corte  di  Galerio 
Massimiano,  ed  aveva  da  giovinetto  abbrac- 
ciato il  cristianesimo,  ma  in  mezzo  alle  sedu- 
zioni ed  al  triste  esempio  di  tante  sozzure 
che  vi  si  commettevano,  rinnegò  la  fede.  S.  Er- 
molao gli  parlò  e  Vo  ricondusse  a  Cristo.  — 
Festa  patronale  della  diocesi  di  Crema. 

IVIemorandum.  —  Oggi  pagamento  degli  sti- 
pendi agli  impiegati  governativi. 


28  Martedì 

SlO-157  . 


Ss.  Nazaro  e  Celso,  mart. 

per  la  fede.  Nazaro  era 
'  figlio  di  un  pagano  che 
occupava  un  posto  elevato  nell'impero.  Fu 
urrestato  a  Milano  col  giovane  Celso  che  lo 
accompagnava,  e  vennero  condannati  alla 
morte  verso  l'anno  68.  Sono  festeggiati  a  Mi- 
lano. -  S.  Innocenzo  I,  papa  dal  401  al  417.  — 
S.  Vittore  I,  pp.  dal  181»  al  1!)9. 

Memorandum.  —  Q  L.  N.  a  ore  8,17"».  — 
Fiera  ad  Assisi:  dura  quattro  giorni.  —  An- 
niversario della  morte  del  Re  Carlo  Alberto 
(1849).  Messa  funebre  solenne  nel  Duomo  di 
Torino  per  cura  del  Ministro  dell'  Interno. 
—  Oggi  (15  luglio  nel  Calendario  russo)  si 
apre  la  famosa  fiera  di  San  Macario  a  Nijni- 
Novgorod.  Si  chiude  il  7  settembre  (25  ago- 
sto). —  Festa  nazionale  del  Perù  (Anniversa- 
rio del  giuramento  dell'Indipendenza,  1821). 


29  Mercoledì 

311-156 


S.  Marta. 

Della  famiglia  di  Laz- 
zaro (vedi  22  luglio).  Se- 
condo le  più  probabili  tradizioni  mori  l'a.  84. 
—  S.  Faustino,  festeggiato  a  Todi  (sec.  III-IV). 
Memorandum.  —  Anniversario  della  morte 
del  re  Umberto  I,  ucciso  a  Monza  11  1900.  La 
commemorazione  ufficiale  è  fatta  il  14  marzo. 


30    Giovedì    !   S.  Alessio,  pellegrino. 

S12-155  I     Appartenente  ad  agia- 

^     .  j^  famiglia   romana,  si 

senti  ispirato  a  lasciare  il  mondo  per  darsi  a 

\itn  yeniteiit'^.  Ritornato,  p  non  riconosciuto 


dalla  famiglia,  rimase  per  parecclii  anni  in  un 
sottoscala  della  casa,  vivendo  di  carità.  Morì 
verso  l'a.  416.  —  S.  Rufino,  martire,  onorato 
ad  Assisi.  —  S.  Terenzio,  diacono,  protettore 
di  Faenza. 


31  Venerdì 

S13-154 


S.  Ignazio  da  Loyola. 

Fondatoredella  Com- 
)agnia  di  Gesù.  Soldato 
nella  sua  gioventù,  condusse  una  vita  dissi- 
pata. Nel  1521  all'a.ssedio  di  Pamplona  una 
palla  da  cannone  gli  ruppe  la  gamba  destra 
e  feri  la  sinistra.  Durante  la  malattia,  un 
giorno  chiese  un  libro  da  leggere,  gli  si  diede 
la  vita  di  Cristo,  e  da  qui  principia  la  sua 
vita  di  penitenza.  Mori  il  31  luglio  del  1556. 
—  S.  Giovanni  Colombini,  fondatore  de'Ge- 
suati,  morto  l'a.  1367. 

Memorandum.  —  Festa  al  Santuario  di 
Sant'Ignazio,  pre.sso  Lanzo  Torinese.  —  Fiera 
a  Salsomaggiore  (prov.  di  Parma).  —  Chiu- 
sura dell'anno  scolastico  nelle  Università.  — 
Nella  provincia  di  Palermo  cessa  il  permesso 
della  caccia  alle  quaglie  e  agli  altri  volatili 
di  transito.  —  Ultimo  termine  per  iscriversi 
nelle  liste  dei  giurati  presso  l'uificio  comu- 
nale, sotto  pena  di  una  multa  di  L.  50.  — 
Scade  il  termine  utile  per  le  dichiarazioni  dei 
nuovi  redditi,  delle  variazioni  e  della  cssa- 
zione  dei  redditi  già  accertati,  agli  effetti  del- 
l'applicazione dell'imposta  sulla  Ricchezza 
Mobile*  Non  facendo  le  dichiarazioni  in  tempo 
utile,  si  può  chiedere  la  rettificazione  dei  red- 
diti anche  durante  tutto  il  mese  di  agosto,  ma 
in  tal  caso  non  si  può  ridurre  la  soprattassa 
che  della  metà.  —  Scade  il  termine  per  la  pre- 
sentazione dei  titoli  nei  concorsi  ai  posti  va- 
canti di  insegnante  nelle  scuole  elementari 
del  Regno. 


1  Sabato 

214-153 


S.  Pellegrino,  eremita. 

Morì  a  mezzo  il  se- 
colo IV,  -  S.  Pietro  in 
vinculis. 

Memorandum.  —  Ferragosto  (da  Feriag  Au- 
f/Hsli),  per  antichissima  usanza  in  molti  luoghi 
d'Italia  giorno  di  maiicie  (che  In  qualche  paese 
si  danno  invece  per  la  Madonna  di  Feriagosto, 
cioè  per  l'Assunta,  che  ricorre  il  15  del  mese). 
—  Da  oggi  agli  8  del  mese  sono  esposte  al  pub- 
blico a  Roma  nella  chiesa  di  S.  Pietro  in  Vin- 
coli le  catene  di  S.  Pietro.  —  Festa  titolare  in 
Lanzo  di  Piemonte.  —  Oggi  si  apre  la  caccia 
nelle  Provincie  di  Ancona,  Ascoli  Piceno,  Be- 
nevento, Bergamo,  Bologna,  Brescia  (alle  sole 
quaglie  con  fucile  e  con  quagliere),  Catan- 
zaro, Cremona,  Girgenti,  Milcerata,  Modena, 
Parma  (solo  alle  quaglie  e  tortore).  Piacenza, 
Porto  Maurizio  (soltanto  agli  orioli),  Potenza, 
Reggio  Emilia,  Siracusa,  Venezia  (solo  ai  bec- 
caccini, alle  quaglie  e  alle  tortore,  con  fucile  e 
quagliere),  Vicenza.  Nellaprov.  di  Sassari  cessa 
il  permesso  di  caccia  coi  segugi  alle  volpi.  — 
Estraz.  Prest.  a  premi  della  Croce  Rossa  Ita- 
liana. —  Estraz.  arnmort.  Prest.  Città  di  Li- 
vorno 1871-74.  —  Estraz.  pel  rimborso  delle 
Ohbligaz.  della  Società  degli  Alti  Forni  e  Ac- 
ciaierie di  Terni.  -  Scadenza  Cuponi  del  Pre- 
stito apremie  frutt.  della  citta  di  Napoli (1871), 


AGOSTO  1908 


(32»  Settimana) 


noilicnica  '    S.  Alfonso  de' LIguorl. 


215-153 


'  Vosoovo  di  S,  .\ì:.\- 
-  ta  de" Goti  (Benevento). 
dottoro  della  Chiesa  latina,  nato  l'anno  ICDO, 
morto  nel  1787.  —  S.  Massimo,  vescovo  di  Pa- 
dova, verso  fili  anni  ISS-lOfi.  —  S.  Maria  degli 
Angeli  (Assisi).  —  S.  Sereno,  vescovo  di  Mai  si- 
jrlia  dal  :»9ò  al  COI  circa,  venerato  a  Blandrale. 

—  S.  Stefano  I,  papa  dal  254  al  257  martire. 

Memorandum.  —  Pello-rinagsio  all'insigne 
Santuario  della  Porzluncnla,  o  di  Santa  Maria 
degli  Angeli,  per  ì\  perdono  di  Assisi.  —  Fiera 
detta  di  San  Donato  in  Controne  (Salerno). 

—  A  Milano  oggi  ricorre,  come  dicono,  la  fest.T 
dei....  minchioni:  ciò  che  dà  pretesto  a  scherzi 
sboccati  e  a  canzonature,  .\vviso  a  chi  toccai 


3  Lunedi 

316-151 


S.  Aspreno. 

Vescovo   di   Napoli, 
morto  l'a.  89.  -  11  ri- 


trovamento delle  reliquie  di  S.  Stefano  pro- 
tom.,  avveimto  sotto  Teodosio  li.  —  S.  Gre- 
gorio, abate  di  Nonantola  (Modena),  morto 
nel  933.  —  S.  Pietro,  vescovo  di  Auagni  dal 
1062  al  1105. 


4  Martedì 

317-150 


S.  Domenico  di  Guzman. 

Spagnuolo,  fondatore 
dell'ordine  de' Predica- 


tori, detti  dal  nome  di  lui  anche  Domenicani. 
Eletto  superiore  nulla  cangiò  della  vita  di 
austerità,  non  usando  altro  letto  che  un  irto 
saccone  di  bronchi,  sul  quale  mori  a  Bologna 
il  6  agosto  del  1221.  —  S.  Agabio,  vescovo  di 
Verona.  —  S.  Perpetua,  vedova  romana,  di- 
scepola di  S.  Paolo. 


5  Mercoledì  |   *■*"*  ss.  delia  Neve. 

218-14:9  i       Festa    in    memoria 

della  dedicazione  della 

basilica  di  S.  Maria  Maggiore  a  Roma.  —  S.  Pa- 
ride, vescovo  di  Teano  (Terra  di  Lavoro),  dal 
333  circa  al  346.  —  S.  Virginia,  verg.  e  mart. 

—  Festa  patronale  di  S.  Emidio  ad  Ascoli 
Piceno. 

Memorandum.  —  Q  P.  Q.  a  ore  10,40™.  — 
A  Roma  solenni  funzioni  nella  basilica  di 
Santa  Maria  Maggiore;  durante  l' ufficio,  dal- 
l'alto della  chiesa  si  gettano  dei  bianchi  fiori. 

—  La  festa  della  Madonna  della  Neve  è  ce- 
lebrata con  grande  solennità  e  concorso  di  po- 
polo sulla  vetta  del  Rocciamelone,  al  nord  di 
Susa  (m.  3537».  —  Fiera  a  Vasto  (Abruzzo): 
dura  sei  giorni.  —  Fiera  a  Matera  :  dura  sei 
giorni.  —  Pagamento  delle  pensioni  governa- 
tive di  prima  categoria  (non  oltre  le  500  lire 
annue).  —  Ultimo  giorno  utile  per  la  presen- 
tazione delle  domande  di  ammissione  alla 
Scuola  militare  di  Modena  e  all'Accademia  mi- 
litare di  Torino.  Le  ammissioni  erano  aperte 
dal  1"  luglio. 


(>    Ci  io  vedi     I  Trasfigurazione  di  G.C. 
319-148  I       Ss.  si^to  II  piipft  0 

compagni,   mart.   sotto 

Valeriano  e  Gallieno,  sul  principio  dell'ot- 
tava persecuzione,  l'anno  258.  —  S.  Ormisda, 
papa  dal  514  al  52.3. 

Memorandum.  —  Comincia  oggi  d'ordinario 
per  le  Scuole  elementari  del  Regno  il  periodi» 
degli  esami  di  ammissione,  di  promozione,  di 
proscioglimento  e  di  licenza.  —  Festa  nazio- 
nale della  Bolivia  (Anniversario  della  procla- 
mazione dell'indipendenza,  lS25t. 


7  Venerdì 

320-147 


S.  Gaetano  da  Thiene. 

Nacque    in    Vicenza 


nel  1480  da  illustri  na- 
tali, e  grande  fu  il  profitto  che  fece  nelle 
scienze  sacre.  Abbracciato  lo  stato  ecclesia- 
stico, andò  a  Roma,  ma  rifintò  i  posti  della 
prelatura  e  ritornato  alla  sua  Vicenza  attese  a 
santificare  se  stesso  e  gli  altri.  Unitamente  al- 
l'arcivescovo di  Teate  (Chieti),  a  Paolo  deGhi- 
slieri  ed  a  Bonifacio  del  Colle,  fondò  l'ordine 
dei  Teatini,  avente  per  scopo  di  dare  un  mo- 
dello ai  chierici  e  l'esempio  di  una  perfetta 
povertà,  di  ristabilire  la  maestà  delle  ceri- 
monie, di  visitare  gl'infermi  e  di  accompa- 
gnare i  malfattori  al  supplizio.  Morì  nel  1547. 
Festa  e  fiera  a  Thiene.  —  S.  Donato,  vescovo 
d'Arezzo  dall'anno  349  al  302,  martire.  — 
Ss.  Pietro  e  Giuliano,  martiri  a  Roma,  circa 
gli  anni  254-260.  —  Ss.  Carpoforo  e  compagni. 
—  S.  Donato,  diacono,  protettore  d'Imola  (Bo- 
logna), vissuto  verso  «li  anni  446-483.  —  .\d 
Arezzo,  Mondovì  e  Pinerolo  feste  patronali. 

Memorandum.  —  Oggi  cominciiino  in  tutta 
Italia,  le  ferie  annuali  del  Fòro   giudiziario. 


8   Sabato      !     ss.  Ciriaco  e  comp. 

221-146  i       Martiri  sotto  Diocle- 

ziano  verso  la  fine  del 

sec,  IIL  —  S.  Famiano,  conf.,  morto  l'a.  llóo, 
patrono  di  Gallese.  —  8.  Arturo,  martire.  — 
S.  Emiliano,  vesc.  nell'Ellesponto.  —  S.  Ma- 


rino il  vecchio, 
vero  di  Vienn; 


martire   in  CiUeia.  —  S.  Se- 
sacerdote. 


Memorandum.  —  Anniversario  della  cac- 
ciata degli  Austriaci  da  Bologna  (1848).  La 
città  è  imbandierata.  —  Commemorazione 
della  morte  di  Benedetto  Cairoli(1889)  a  Grop- 
pello  Cairoli.  —  Nella  provincia  di  Firenze  si 
apre  la  caccia  agli  uccelli  estatini. 


L'Olio  Sa3S0  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  dells  danne, 
il  rimadio  ddlie  malattie  deali  organi  digarenti. 


AGOSTO  1908 


—  128  — 


(33»  Settimana) 


9  Domenica  1   Ss.  Fermo  e  Rustico, 

322-145  '"*'^'" 

a  Verona  (sec.  III).  — 

Festa  patronale  a  S.  Fermo  (Brianza).  —  Fe- 
ste patronali  a  Cuneo  ed  a  Cirié. 

Memorandum.  —  Da  oggi  all'  11  grande 
pioggia  di  stelle  cadenti,  detta  comunemente 
delle  lacrime  di  San  Lorenzo,  e  dagli  astro- 
nomi sciame  delle  Perseidi. 


10  Lunedi 

333-144 


B.  Amadeo,  monaco 

fondatore  a  Milano  del- 
-'la  congregazione  degli 
Amadelsti,  mori  l'a.  1582.  —  S.  Lorenzo,  dia- 
cono, martire,  verso  il  258. 

Memorandum.  —  Apertura  della  sessione 
ordinaria  dei  consigli  provinciali.  —  In  Udine 
fiera  importantissima  di  San  Lorenzo.  Dura 
tre  giorni,  mai  festeggiamenti  si  protraggono 
per  tutto  il  mese.  Rinomata  per  i  cavalli  che 
vi  son  portati  dalla  Croazia.  —  Apertura  della 
caccia  nelle  province  di  Belluno,  Genova  (ai 
soli  rigogoli,  a  posto  fisso),  Perugia,  Roma  (alle 
sole  lepri),  Rovigo,  Treviso.  —  Scade  la  quarta 
rata  bimestrale  delle  imposte  dirette  erariali 
e  sovrimposte  comunali  e  provinciali.  Non  pa- 
gando entro  gli  otto  giorni  successivi  alla  sca- 
denza, il  contribuente  incorre  nella  multa 
del  4  %.  —  Oggi  sulle  spiagge  marittime  della 
Romagna  costuma  fare  l' ultimo  bagno  di 
mare.  —  Oggi  in  Lecce  e  in  altri  luoghi  delle 
Puglie  terminano  le  annate  locative  e  si  fanno 
i  traslochi.  —  Oggi  in  molte  località  del  Pie- 
monte si  pagano  i  fitti  dei  terreni.  —  In  To- 
scana oggi  si  dice:  "  Sant'Antonio  gran  fred- 
dura, San  Lorenzo  gran  caldura,  l'una  e  l'altra 
poco  dura:  ,  ma  è  proverbio  comune  a  tutti 
ì  dialetti  d'Italia.  —  Festa  nazionale  della  re- 
pubblica dell'Equatore  (proclamazione  del- 
l'indipendenza). 


11  Martedì 

224-143 


S.  Tiburzio,  martire. 

Appartenente  a  fa- 
miglia patrizia  di  Roma. 
Fu  decapitato  verso  la  fine  del  secolo  III. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Piacenza,  da  oggi 
al  15  agosto.  —  Nella  provincia  di  Cuneo  si 
apre  la  caccia,  ma  nelle  sole  zone  di  pianura. 


12  Mercoledì 

225-142 


S.  Cliiarà,  vergine. 

Nacque  verso  il  1275 
r'ad  Assisi,  istituì  il  pri- 
mo monastero  delie  Clarisse,  e  morì  l'a.  1253. 
—  S.  Cassiano,  vescovo  di  Benevento  verso  gli 
anni  340-344. 

Memorandum.  —  (9)  L,  P.  a  ore  5,59».  —  A 
Siena  flora  detta  dell'Assunta.  Dura  due  gior- 
ni. —  Pagamento  delle  pensioni  governative 
di  terza  categoria  (superiori  a  L.  2000  annue). 


13   Giovedì         S.  Ippolito,  martire 

226-141  sotto  Valeriano,    circa 
l'a.258.SagraaCasl.>tto 


(Piano  d'Erba),  dove  si  conserva  hi  salma.  — 
S.  Simpliciano,  vose,  di  Milano  dal  397  al  400, 
successo  a  S.  Ambrogio.  —  S.  Radegonda,  re- 
gina di  Francia. 

Memorandum.  —  A  Perugia  fiera  di  Mon- 
teluce.  Dura  otto  giorui. 


14  Venerdì 

227-140 


S.  Eusebio,  prete,  mart. 

Carcerato  dall'impe- 
ratore Costanzo,  con- 
sunto dai  malanni,  dopo  sette  mesi  morì, 
l'a.  347.  -  S.  Alfredo,  mart. 

Memorandum.  —  Fiera  ad  Altamura  (Bari): 
dura  8  giorni.  —  Grande  festa  della  tirata 
del  velo  in  onore  della  Madonna  dei  seffe  veli 
di  Trapani.  Le  feste  durano  dal  13  al  16:  la 
sera  del  15  ha  luogo  una  famosa  illumina- 
zione. —  Pellegrinaggio  notturno  a  Bisacquino 
(colonia  albanese  di  Sicilia)  al  Santuario  della 
Madonna  del  Balzo  sul  monte  Triana.  —  Si 
apre  la  caccia  nella  provincia  di  Palermo.  In 
quella  di  Sassari  limitatamente  ai  caprioli, 
daini,  cervi  e  mufloni. 


15   Sabato     1  Assunz.  di  di  Maria  Verg. 

228-139  È  pia  ed  universale 

tradizione  fra  i  cristiani, 
fin  dai  tempi  più  remoti,  che  dopo  il  suo 
transito,  Maria  SS.  fosse  trasportata  dagli  An- 
geli in  cielo.  —  S.  Tarsicio,  ancor  giovinetto, 
nel  terrore  della  persecuzione  indetta  dal- 
l'imperatore Valeriano,  mentre  trasportava 
la  SS.  Eucarestia  ai  i)rigionieri  cristiani,  venne 
scoperto  ed  ucciso  a  furia  dai  pagani,  Va.  257. 

—  S.  Arduino,  sacerdote,  morto  l'a.  1009,  fe- 
steggiato a  Rimini. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  In  qual- 
che luogo  considerano  oggi  come  il  Ferrago- 
sto (vedi  lo  agosto).  —  Natale  di  Civitavecchia 
(ossia  anniversario  della  riedificazione  della 
città,  che  era  stata  distrutta  dai  Saraceni 
neir889).  —  Festa  alla  Madonna  di  Forno 
(Valli  di  Lanzo,  a  m.  1340  di  altezza).  -  Pelle- 
grinaggio alla  Madonna  di  Caravaggio.  —  Fe- 
sta di  Sant'Agape  a  Chiari.  —  A  Sassari  tra- 
dizionale processione  dei  Candelieri.  —  A  Mes- 
sina grandi  feste  col  giro  del  tradizionale 
Camello  e  della  Bara.  —  Grande  fiera  di  be- 
stiame a  Cantù  in  Brianza:  dura  4  giorni.  — 

—  Festa  a  Piacenza,  col  tradizionale  Placchi- 
none pirotecnico.  —  Gran  fiera  a  Cesena  che 
dura  sino  alla  fine  del  mese.  —  Comincia  la 
fiera  di  Fermo  che  ha  termine  il  5  settem- 
bre successivo.  —  Fiera  a  Cosenza.  —  Festa 
patronale  della  Vergine  Achirotipa,  protet- 
trice di  Rossano  Calabro.  —  Fiera  a  Strongoli 
(provincia  di  Catanzaro).  —  Festa  a  Randazzo 
(prov.  di  Catania):  giro  della  tradizionale  Bara. 

—  Chiusura  delle  Scuole  elem. (salvo  eccezioni 
locali  in  alcune  province).  —  Scade  il  termine 
utile  per  la  presentazione  delle  domande  di 
ammissione  (per  titoli)  ai  Collegi  Militari.  — 
Si  apre  la  caccia  nelle  province  di  Alessandria 
(con  molte  eccezioni),  Aquila,  Avellino,  Bari, 
Bergamo  (con  le  reti),  Brescia,  Cagliari  (per 
la  caccia  minuta),  Catania,  Como,  Ferrara, 
Foggia,  Forlì,  Grosseto,  Lecce,  Lucca,  Massa, 
Milano,  Modena  (alle  lepri,  pernici  e  starne), 
Napoli,  Novara,  Padova,  Parma,  Pavia,  Pe- 
saro, Piacenza,  Ravenna,  Reggio  Calabria,  Ro- 
vigo (agli  acquatici  e  alle  beccacele),  Siena, 
Siracusa  (con  le  reti,  lacci  e  cappi),  Torino 
(in  pianura,  col  fucile),  Udine,  Venezia  (cou 
reti  alle  quaglie),  Verona. 


AGOSTO  1908 


—   1-20  — 


(34»  Settimana) 


16   Domenica!   S.  Rocco,  pellegrino. 
829-138  I       Nacque  .i  Moiitpel- 

• lier;  a  20   anni   divise 

<iio  patrimonio  fra  lo  rio  ed  i  poveri,  e  pel- 
legrinò a  Roma.  Servi  ;:H  appestati  ad  Acqua- 
pendente, Rimlni  e  Cesena;  Indi  tornò  in 
patria.  Creduto  una  spia  fu  tradotto  davanti 
al  governatore,  die  era  il  proprio  zio,  al  quale 
però  non  si  palesò.  Fu  imprifjionato  e  mori 
verso  \\  1327.  —  A  Carate  Dnanza  e  Chiari 
feste  patronali. 

Memorandum.  —  Palio,  ossia  Carriera  delle 
eontraiìe,  a  Siena.  —  Apertura  della  caccia 
nelle  province  di  Caltanissetta,  Caserta,  Gir- 
genti  iper  i  couigliì.  —  Festa  campestre  alla 
Macchia  dell'Antonini  snllWppennitio  pistoie- 
se, con  gran  concorso  di  popolo  dalla  Val- 
di  nievole,  da  Pistoia,  ec. 


1^7   Lunedì     1  S-  Mammete,  martire. 
230-137  !        i^i    seìjnalò   per  fer- 

vore  nella  fede,  e  subì 

martirio  sotto  Aureliano,  verso  l'a.  274.  — 
iliiara   da   Montefalco   (Perugia),  n.  1266, 

i.  1308. 

Memorandum.  — 


18  Martedì  1  S.  Eiena,  ìriiperatrlce. 
231-136  I  Madre  dell' impera- 
'  tore  Costantino  il  Gran- 
de, ebbe  il  merito  di  ritrovare  la  Croce  di 
Cristo,  stata  sepolta  sul  Calvario  (vedi  3  mag- 
gio), ritrovamento  avvenuto  mentre  per  sno 
ordine  si  facevano  gli  scavi  per  l'erezione  di 
nn  tempio  al  Redentore.  —  S.  Agapito,  da  Pa- 
lestrina,  mart.,  verso  gli  anni  270-276. 

Memorandum.  —  (C  U.  Q.  a  ora  22.26"'.  — 
Onomastico  di  S.  M.  la  Regina  Elena.  Sono 
chiuse  le  Biblioteche  governative.  —  Anni- 
versario della  nascita  dell'imperatore  Fran- 
cesco Giuseppe  '1830),  festeggiato  in  Austria 
o  Ungheria.  —  Fiera  a  Francavilla  di  Sicilia: 
dura  sino  al  sabato  veniente. 


19  Mercoledì  |       S,  Donato,  prete. 
232-135  Francese,  mori  verso 

^ra.535edè  venerato  ad 

Avignone,  dove  si  conservano  le  sue  reliquie. 

—  «.Magno,  vescovo  di  Trani,  mart.,  la.  254. 

—  S.  Luigi,  vescovo.  Figlio  di  Carlo  II,  re  di 
Napoli  e  nipote  di  S.  Luigi  1-e  di  Francia,  ri- 
nunciò ai  diritti  della  corona,  ricevette  gli 
ordini  sacri  e  fu  nominato  vescovo  di  Tolosa. 
La  morte  lo  rapi,  a  soli  23  anni,  nel  1297. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Benevento  :  dura 
sino  al  27  agosto. 


20   Giovedì   I     S-  Bernardo,  abate, 
233-134:  dottore  della  Chiesa. 

'      Fondatore  do' Cister- 


ciensl,  e  scrittore  di  molte  opere.  Sprezzati 
gli  agi  del  castello  di  Fontalne  suo  luogo  di 
nascita,  entrò  col  fratelli  e  con  altri  compagni 
nel  chiostro  di  Cistercio  e  fondò  l'ordine  omo- 
nimo a  Chlaravalle.  Indebolito  più  dalla  fatica 
che  dagli  anni,  morì  nel  1153.  —  S.  Filiberto, 
martire. 

Memorandum.  —  Data  media  della  cosid- 
detta burrasca  delle  due  Madonne,  che  una 
lunga  esperienza  ha  provato  accadere  fra  il 
15  agosto  (Assunzione)  e  l'rt  settembre  (Na- 
tività della  V.).  Il  P.  Secchi  la  constatò  CO 
volte  su  72  anni.  11  Ragona,  dalla  ricorrenza 
odierna,  la  chiamò  invece  burrasca  di  San 
lieruardo.  —  Apertura  della  caccia  nelle  pro- 
vince di  Arezzo,  Campobasso,  Firenze,  Li- 
vorno, Pisa.  —  Estraz.  del  Prestito  a  premi 
della  città  di  Barletta  (1870).  —  Pagamento 
delle  pensioi.i  governative  di  seconda  cate- 
goria (superiori  a  L.  500,  ma  non  a  L.  2000 
annue).  —  Festa  di  Santo  Stefano  re,  razio- 
nale per  l'Ungheria. 


S.  Giovanna 

Francesca  Frémlot 

di  Chantal. 

Nata  ad  Annecy  in  Savoia  nel  1578  da 
nobile  famiglia  e  rimasta  vedova  a  ventot- 
t'anni,  dispose  della  buona  educazione  dei 
suoi  quattro  figli,  e  si  ritirò  in  un  chiostro 
da  lei  fondato  per  la  congregazione  delle  mo- 
nache della  Visitazione  di  Maria.  Mori  d'anni 
63,  l'a.  1641.  —  S.  Paterno,  martire,  festeg- 
giato a  Fondi.  —  S.  Natale,  prete,  festeggiato 
a  Casale.  —  Ss.  Luxorio,  Cesello  e  Camerino, 
da  Cagliari,  onorati  a  Pisa  (sec.  III-IV).  — 
S.  Riccardo,  eletto  vescovo  di  Andria  (Bar- 
letta) l'a.  402. 

Memorandum.  — 


22  Sabato     '     S-  Timoteo,  martire 

235-132  U  Roma.  l'a.  312  circa. 

S.  Antonino,  carne- 


fice do' cristiani,  poi  martire  egli  stesso, 
Roma  (?),  l'a.  183.  —  S.  Andrea,  diac,  onorato 
a  Fiesole  (sec.  IXì.  -  B.  Bernardo  da  Siena, 
fondatore  degli  Olivetani,  morto  l'a.  1348. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Battaglia.  Dura 
3  giorni.  —  Comincia  la  fiera  di  Bergamo. 
Dovrebbe  chiudersi  agli  8  di  settembre,  ma 
d'ordinario  si  prolunga  fiio  alla  metà  del 
mese.  —  Fiera  a  Vicchio  di  Mugello,  impor- 
tante per  11  bestiiime.  Dura  quattro  giorni. 
—  Festa  di  Sant'Agrippina  a  Mineo  con  la 
corsa  dei  nudi. 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


-  im 


(AGOSTO  -  Vedi  a  pag.  124). 

netta,  mentre  Medici  piomba  sitI  loro  fianco, 

sbaragliandoli  ed  inseguendoli. 

16  (1855).  —  Rodolfo  Gabrielli  di  Mon- 
tevecchio,  promosso  da  pochi  giorni  generale 
di  brigata,  caricando  i  Uussi  alla  Cernaja  ha 
un  cavallo  ucciso  sotto  di  lui:  montatone  un 
altro,  cade  ferito  da  una  palla  che  gli  per- 
fora il  polmone  sinistro,  e  si  compiace  di  tro- 
vare la  morte  sul  campo  di  battaglia  per  il 
He  e  per  la  patria. 

ly  (1812).  -  Il  caporale  Guerrini,  di  Forlì, 
marciando  all'estrema  avanguardia  delle  di- 
visioni italiane  da  Smolensko  a  Kisseleff,  è 
sorpreso  dai  cosacchi  che  gli  promettono 
salva  la  vita  purché  non  dia  l'allarme.  Ve- 
dendo che  il  suo  silenzio  avrebbe  lasciato 
.sorprendere  la  colonna,  egli  grida  a  squarcia- 
gola: —  Fuoco,  soldati,  fuoco....  salvate  il  vi- 
ceré! —  e  con  la  sua  morte  assicura  la  sal- 
vezza dei  compagni. 

18  (1813).  —  La  brigata  Zucchi  respinge 
i  Prussiani  di  Blùcher  a  Laha;  poi  con  4  bat- 
taglioni, 40  cavalli  e  due  cannoni  attacca  9000 
russi  e  li  ricaccia  al  di  là  del  fiume  Bober; 
si  segnalano  il  colonnello  Peri,  il  capo  batta- 
glione Ceccopieri,  ed  il  sottotenente  Ricci, 
promosso  tenente  sul  campo. 

19  (1862).  —  Centocinquanta  briganti, 
molti  de' quali  a  cavallo,  entrano  nel  villag- 
gio di  San  Pietro  Infine  (Cassino),  incendiano 
varie  case,  e  saccheggiano  le  altre,  abbando- 
nate dagli  abitanti.  Accorso  il  sottotenente 
Alessandro  Marchese  con  36  uomini  dell'll» 
fanteria,  divisa  la  truppa  in  due  drappelli, 
sorprende  i  briganti  ohe  gavazzano  sulla 
piazza  e  li  mette  in  fuga,  uccidendone  uno 
e  prendendo  vari  cavalli. 

aO  (1870).  —  Il  sergente  Ferrarone,  del 
lo  battaglione  bersaglieri,  con  15  uomini,  as- 
sale sul  monte  Palombella  la  banda  Talarico, 
ed  uccide  il  capo  bandito,  secondato  valoro- 
samente dai  caporali  Chapelle  e  Comelli  e  dal 
trombettiere  Dall'Erba,  che  suona  incessan- 
temente la  carica,  facendo  supporre  la  pre- 
senza di  numerosa  truppa. 

21  (1806).  —  Giacomo  Carli,  capitano  di 
un  legno  corsaro,  mandato  ad  approvvigio- 
nare la  guarnigione  italiana  bloccata  dagli 
Inglesi  nell'isola  di  Tremiiti,  non  ostante  le 
cannonate  di  una  fregata  nemica  si  avvicina 
alla  rocca  e  sbarca  le  provvigioni:  poi  ripi- 
^'lia  il  mare,  e  perseguitato  da  una  fregata  e 
da  tre  piccole  navi  inglesi,  prende  terra  e 
manda  a  picco  il  suo  legno. 

^it  (1807).  —  I  granatieri  e  volteggiatori 
italiani  della  divisione  Pino  penetrano  per  i 
l)rimi  noH'isoia  di  Danholm  (Pomerania  sve- 
dese) segnalandosi  il  capo  battaglione  Cotti, 
il  sottotenente  Marinetti  del  '2°  leggero,  ed  il 
capitano  Luigi  Rivaira  alutante  di  campo  del 
generale. 

23  (1861).  —  Il  carabiniere  Agostino 
Sciavo,  assalito  solo  sullo  stradale  di  Cre- 
mona da  9  malviventi,  che  gli  impongono  di 
gridare  "  morte  al  Re,  viva  la  Repubblica  „ 
non  vuole  obbedire  alle  loro  intinuizionl,  di- 
fendendosi fin  quando  cade  gravemente  fe- 
rito ed  è  creduto  morto. 


24  (1808).  —  Il  capo  battaglione  Dulong, 
del  320  fanteria  leggera  francese,  composto 
di  piemontesi  e.  genovesi,  scelti  40  uomini 
dei  migliori,  li  veste  con  uniformi  inglesi  od 
entra  con  essi,  ricevuto  amichevolmente,  nella 
città  di  Trafaria  (Portogallo).  Sopragi^iunto 
per  mare  un  distaccamento  di  veri  inglesi, 
ne  segue  un  combattimento,  e  gli  uomini  del 
Dulong  respingono  g'i  Inglesi  e  s'impadro- 
niscono di  una  loro  scialuppa. 

25  (1809).  —  Il  colonnello  Cotti,  con  il 
2"  leggero  italiano,  occupa  Bagur  cacciandone 
gli  Spagnoli.  Il  capitano  Ceroni,  gettandosi  a 
nuoto  con  la  sua  compagnia,  s'impadronisce 
di  una  nave  corsara  con  due  cannoni  e  di 
altre  barche  cariche  di  merci,  trasportandole 
fino  a  Palamos. 

26  (1848).  -  Una  colonna  di  5000  Au- 
striaci, comandata  dal  generale  D'Aspre,  si 
presenta  davanti  a  Morazzone  (Varese)  oc- 
cupata da  Garibaldi  con  poche  centinaia  d'  uo- 
mini, che  sostengono  intrepidamente  l'urto 
nemico,  protraendo  la  difesa  fino  a  notte  inol- 
trata. Aprendosi  un  varco  con  la  baionetta, 
si  buttano  poi  con  il  loro  capo  all'aperta 
campagna,  e  raggiungono  alla  spicciolata  il 
confine  svizzero. 

27  (1861).  —  Il  maggiore  Virginio  Beau- 
fort  del  46"  fanteria,  accorso  con  molti  uo- 
mini di  truppa  ad  estinguere  un  incendio 
sviluppatosi  nella  casa  Tarino,  a  Torino,  te- 
mendo che  alcuni  soldati  saliti  ai  piani  su- 
periori siano  esposti  a  troppo  grave  pericolo, 
li  raggiunge,  rimanendo  vittima  del  generoso 
istinto  insieme  al  tenente  colonnello  Trotti 
dei  Reali  carabinieri. 

28  (1812).  —  Il  So  reggimento  cacciatori 
italiani,  sostenuto  dalla  artiglieria  leggera, 
scaccia  i  Russi  di  posizione  in  posizione,  sulla 
strada  da  Dorogobui  a  Paulowa.  precedendo 
il  4°  corpo  dell'esercito  napoleonico,  coman- 
dato dal  viceré  d'Italia. 

29  (1812).  —  La  brigata  Zucchi,  ridotta 
a  pochi  combattenti,  alla  retroguardia  del- 
l'Ilo corpo,  assalita  da  tre  divisioni  russe  si 
difende  intrepidamente  sulla  Katzbach.  Il 
capo  squadrone  d'artiglieria  Francesco  Neri 
fa  prodigi  di  valore  con  i  suoi  cannoni,  ser- 
vendone uno  egli  stesso,  gettando  poi  in  un 
toi-rente  quelli  che  non  riesce  a  salvare. 

30  (1868).  -  Il  capitano  Guglielmo  Gaz- 
zaniga,  del  27o  fanteria,  nelle  vicinanze  di 
Monte  Morrone  (Mignano)  assale  durante  la 
notte  una  banda  di  briganti,  dirigendo  abil- 
mente la  truppa  ;  e  gettata  l'arma  della  quale 
era  provvisto,  afferra  con  le  proprie  mani  il 
capo  brigante  Guerra,  tenendolo  sottomesso, 
non  ostante  due  ferite  riportate,  fino  al  so- 
praggiungere dei  soldati. 

31  (1823).  -  Carlo  Emanuele  Nicolis  di 
Robilant  e  di  Cereaglio,  scudiere  del  principe 
Carlo  Alberto  di  Carignano,  lo  accompagna 
in  Spagna,  dove  quegli  è  addetto  al  quartier 
generale  del  duca  di  Angoulème,  ed  all'  as- 
salto del  forte  del  Trocadero,  vicino  a  Cadice, 
si  segnala  insieme  col  principe,  e  viene  deco- 
rato della  legione  d'onore  e  dell'ordine  di 
San  Ferdinando. 


RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


16.  -  ANNIBALE  CARACCI,  o  CAKRACCI 
(Bologna  1560-1609) 

il  più  ce.ebie  della  famit,'lia  che  dette  all'arte  tanti  valorosi  personaggi.  Si  tenne  lontano 
dai  delirii  degli  imitatori  di  Michelangelo  e  segu'j,  compatibilmente  al  suo  teinpo,  il  Cor- 
reggio e  il  Tiziano.   Il  suo  capolavoro  è  la  decorazione  della  grande  galleria  del  Palazzo 

Fiirn.---.  . 


AGOSTO  1908 


—  132  - 


(35»  Settimana) 


23  Donienical    s.  Filippo  Benizzi. 

336-131  Apparteneva  all'or- 

- — ^ dine  dei  Serviti,   e  ne 

fu  in  seguito  anche  generale  (1233-1285).  Era 
nato  a  Firenze  da  nobile  famiglia,  studiò  me- 
dicina a  Parigi,  e  rimpatriato  entrò  nei  Ser- 
viti. Sapendo  che  i  cardinali  dopo  la  morte 
di  Clemente  V  disegnavano  farlo  papa,  fuggì 
e  rimase  nascosto  fino  alla  elezione  di  Gre- 
gorio X.  —  S.  Ciriaco,  o  Quirico,  vescovo  di 
Ostia  e  Velletri,  verso  gli  anni  229  e  259,  mart. 
coi  compagni  Massimo,  prete,  Archelao,  dia- 
cono, ed  altri.  —  Ss.  Ermogene  e  Fortunato, 
martiri  ad  Aqui'.ela  (sec.  HI- IV). 

Memorandum.  —  Entra  il  Sole  in  Vergine.  — 
Festa  di  San  Pellegrino  martire  in  Altavilla 
Irpiiia  (Avellino).  Dura  tre  giorni. 


24  Lunedì 

237-130 


S.  Bartolomeo,  apost. 

Fu  evangelizzatore 
nelle  Indie,  nell'Arabia 
Felice,  nella  Persia,  nell'Abissinia  e  nell'Ar- 
menia, dove  convertì  alla  fede  quel  re  e  do- 
dici città,  che  provvide  di  zelanti  pastori.  Subì 
il  martirio  ad  Albanopoli  verso  l'a.  47.  — 
S.  Tolomeo,  vesc.  di  Nepi  (sec.  I?). 

Memorandum.  —  A  Carpi  e  a  Pavullo  nel 
Frignano  fiera  detta  di  San  Bartolomeo.  — 
Fiera  a  Caserta:  dura  una  settimana.  —  Fiera 
a  Bisceglie.  Dura  tre  giorni. 


25   Martedì   |S.  Luigi  IX,  re  di  Francia. 

238-1S9  Protettore  dei  Ter- 

~ — 'ziari  francescani;  fu  il 


principale  promotore  della  settima  crociata, 
0  morì  di  pesto  a  Tunisi,  nell'età  di  44  anni, 
nel  1270.  —  S.  Genesio,  mimo  a  scherno 
de' cristiani,  poi  martire  egli  stesso,  a  Roma, 
l'a.  286  o  303.  —  S.  Felice,  prete,  onorato 
a  Pistoia,  —  8.  Patricia,  vergine,  da  Napoli, 
morta  l'a.  365.  —  S.  Grata,  vedova,  onorata 
a  Bergamo  (fine  del  sec.  III). 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  all'Uru- 
guay (anniversario  dell'indipendenza). 


26  Mercoledì 

339-138 


S.  Alessandro,  mart. 

Alfiere  della  legione 
Tebea,  subì  il  marti- 
rio verso  l'a.  288.  È  patrono  della  città  di 
Bergamo.  —  Ss.  Oronzio  e  compagni,  martiri, 
patroni  di  Lecce.  —  Ss.  Simplicio  e  compagni, 


festeggiati  a  Celano  (Aquila  degli  Abruzzi).  — 
S.  Elia,  benedettino,  vesc.  di  Siracusa,  morto 
l'a.  560.  —  S.  Secondo,  mart.  presso  Ventimi- 
glia,  verso  l'a.  287.  —  S.  Rufino  vesc.  di  Capua 
tra  il  418  e  il  430. 

Memorandum.  —  ®  L.  N.  a  ore  23,59'».  — 
Fiera  di  Sant'Oro nzio  a  Lecce,  che  si  rin- 
nova per  tutti  i  lunedì  e  venerdì  di  settemb. 


27  Giovedì 

340-127 


S.  Giuseppe 
da  Calasanzio. 

Istituì  la  congrega- 
zione de' chierici  regolari  delle  Scuole  Pie 
(Scolopi).  Era  nato  a  Petralca,  in  Aragona, 
nel  1556,  ed  abbracciò  lo  stato  ecclesiastico. 
Andò  a  Roma  e  si  diede  all'istruzione  dei  fan- 
ciulli, dove  morì  all'età  di  92  anni,  nel  1648. 

Memorandum.  —  Grande  fiera  e  festa  della 
Madonna  del  Pozzo  a  Capurso  (provincia  di 
Bari):  dura  sino  al  lunedì.  —  Fiera  a  Poten- 
za: dura  3  giorni,  —  Oggi  pagamento  degli 
stipendi  agli  impiegati  governativi. 


28  Venerdì 

241-136 


S.  Agostino,  vescovo, 
dottore  della  Chiesa. 

Nato  a  Tagaste,  in 
Numidia  di  Africa.  Datosi  ai  vizi,  le  calde 
lagrime  di  sua  madre  S.  Monica,  i  sermoni  di 
S.  Ambrogio  e  le  lettere  di  S.  Paolo  ebbero  il 
potere  di  scuoterlo.  Fu  battezzato  da  Am- 
brogio, e  divenuto  vescovo  di  Ippona  si  mo- 
strò esempio  di  carità  e  di  abnegazione  pel 
suo  gregge.  Morì  il  28  agosto  del  430,  e  le  sue 
ceneri  riposano  in  magnifioa  arca  marmorea 
a  S.  Pietro  in  Ciel  d'Oro  di  Pavia.  —  Ss.  For- 
tunato, e  compagni  patroni  di  Salerno  (se- 
colo III-IV). 

Memorandum.  —  Fiera  a  Pavia  fino  a  tutto 
il  5  settembre. 


Decollazione 
di  S.  Giov.  Battista. 


29  Sabato 

343-135 

" '  Essa  avvenne  per  co- 
mando di  Erode,  nell'anno  26  dell'era  vol- 
gare. —  S.  Sabina,  martire  a  Roma  (sec.  Il),  — 
S.  Adolfo,  vescovo  di  Metz,  verso  la  fine  del 
sec.  IV.  Le  sue  reliquie  si  trovano  a  Neuvil- 
lers,  nella  chiesa  che  porta  il  suo  nome. 

Memorandum.  —  Fiera  di  cavalli  a  S.  Bo- 
nifacio (prov.  di  Verona).  —  Fiera  a  Lucerà: 
dura  3  giorni. 


SETTEMBRE  1908 


(36»  Settimana) 


^0  Domenica! 

243-134 


S.  Rosa  da  Lima, 
vergine. 

Fin  da  gii>vinettaca- 
stlgò  la  stis  carne  con  rigorosi  digiuni  ed 
aspre  penitonzy.  Entrò  quindi  nella  religione 
di  8.  Domenico  e  tanto  fu  osservante,  ohe 
tornò  necessario  frenarla  nell'eccessivo  eser- 
cizio di  qne««to  rigore.  Mori  rei  lfil7  a  soli 
31  anni.  —  S.  Barzanofrio  ab.  patrono  di  Oria, 

Memorandum.  —  Fiera  di  Sant'K^Mdio  pres- 
-'<  Montefusco  (provincia  di  Avellino).  Dura 
■  giorni.  —  Fiera  di  Santa  Rosa  a  Palei-miti 
prov.  di  Catanzaro):  dura  tre  giorni.  —  Oggi 
ossa  nella  provincia  di  Siracusa  il  permesso 
li  caccia  con  le  reti,  lacci  e  cappi.  —  Estra- 
•ione  pel  rimborso  delle  Obbligaz.FF.  Torino- 
Novara. 


31  Lunedi 

244-123 


S.  Raimondo  Nonnato. 

Si  adoperò  pel  ri- 
'  scatto  degli  schiavi,  nel- 
r  ordine  della  Mercede.  Morì  nel  12iO.  — 
S.  Giuliano  patrono  di  Macerata. 

Memorandum.  —  Nascita  della  Principessa 
Maria  Isabella,  Duchessa  di  Genova  (1863).  — 
Fiera  a  Muro  Lucano  (prov.  di  Potenza).  Dura 
2  giorni.  —  Apertura  della  caccia  con  le  reti 
nella  prov.  di  Caserta.  —  Estraz.  ammortizz. 
Obbligazioni  6%  Ferrovia  Novara,  185(>;  Fer- 
rovia Vittorio  Emanuele.  —  Estraz.  pel  rim- 
borso delle  Obbligaz.  della  Società  di  Navi- 
gazione Generalo  Italiana  (1878). 


1  Martedì 

245-132 


S.  Egidio,  abate. 

Nativo  di  Atene.  Fio- 
ri sul  declinare  del  se- 
colo VII  e  non  tardò  a  farsi  conoscere  per 
un  vero  uomo  di  Dio,  sicché  la  di  lui  fama 
giunse  fino  al  re.  Sollecitato  dal  monarca  ad 
abbandonare  la  solitudine,  rifiutò,  piegandosi 
solo  a  ricevere  seco  alcuni  discepoli  coi  quali 
fondò  un  monastero  della  regola  di  S.  Bene- 
detto. —  S.  Costanzo,  vescovo  d'Aquino. 

Memorandum.  —  Principio  della  stagione 
di  autunno,  secondo  l'uso  meteorologico.  — 
(Jnomastico  di  S.  M.  il  Re  Vittorio  Emanue- 
le Ut.  Oggi  sono  chiuse  le  Biblioteche  go- 
vernative. —  A  Messina  si  festeggia  l'anni- 
versario della  prima  rivoluzione  siciliana  con 
tro  i  Borboni  (1847).  —  Fiera  a  Lanciano 
(provincia  di  Cbieti),  fino  al  15  del  mese.  — 
Fiera  di  Sant'Antonino  a  Sant'Angelo  dei  Lom- 
bardi. —  Da  oggi  si  può  cacciare  nella  pro- 
vincia di  Alessandria,  agli  uccelli  acquatici, 
col  fucile;  di  Brescia,  alla  lepre;  di  Catanzaro, 
ai  quadrupedi;  di  Chieti,  in  genere;  di  Como, 
al  camoscio,  alla  lepre  con  cani  da  corsa  o  sc- 
ingi nella  zona  del  castagno  e  in  quella  ad 
f-ssa  superiore,  col  fucile  e  col  cane  da  fer- 
mo; di  Cremona  e  di  Ferrara,  alle  lepri;  di 
Genova  e  di  Messina,  in  genere;  di  Milano, 
con  le  reti  fisse  e  panie  in  genere;  di  Mo- 
dena, con  le  reti  agli  storni;  di  ?^apoli,  alle 
quagli3  col  fucile;  di  Novara,  ai  fagiani,  per- 
nici rosse,  francolini,  e  con  reti  di  ogni  spe- 
cie; di  Padova  e  di  Parma  alla  lepre;  di  Pe- 
rugia, col  fucile  agli  acquatici  e  con  le  reti 
in  genere;  di  Piacenza,  alla  lepre;  di  Porto 


Maurizio,  In  genere;  di  Rovigo,  alla  lepre;  di 
Sassari,  alle  quaglie,  pernici  e  lepri;  di  Son- 
drio, in  genere;  di  Torino,  in  montagna  col 
fucile:  di  Trapani,  In  genere;  di  Treviso,  di 
Venezia  e  di  Verona,  alla  lepre.  —  Nella  pro- 
vincia di  Reggio  è  vietata  da  oggi,  per  due 
mesi,  la  caccia  con  le  reti  fisse  e  panie,  e  pei 
tordi  sino  a  tutto  marzo,  con  le  reti  a  mano.  — 
Da  oggi  è  permessa  la  raccolta  delle  ostriche. 
—  Scadenza  delle  cedole  semestrali  del  Pre- 
stito provinciale  e  comunale  Reggio-Calabria 
1870.  —  E.straz.  ammort.  Obbligazioni  Fer- 
rovie Siculo  Occident.  (1»  cmiss.).  —  A  Fi- 
renze oggi  si  devono  aver  già  riconfermati  o 
disdetti  gli  aflBtti  e  pagate  le  pigioni  del  se- 
mestre dal  1»  novembre  al  30  aprile. 


2  Mercoledì 

246-121 


S.  Stefano,  re 

d'Ungh<^iia,  npnstolo  e 
padre  del  suo  popolo. La 
sua  memoria  è  tuttora  in  grande  venerazione 
nel  reame  ch'egli  governò.  —  S.Elpidio,  aìia'e, 
patrono  di  Sant'Elpidio  a  Mare  (Ascoli  Pi- 
ceno). —  S.  Ottaviano,  prete,  confessore,  ono- 
rato a  Volterra  (sec.  V).  —  A  Saluzzo  festa  pa- 
tronale di  S.  ChiofiTredo. 

Memorandum.  —  Anìilversario  della  batta- 
glia di  Sédan  (1870)  t'osteggiato  in  tutto  l'im- 
pero tedesco.  —  Nella  provincia  di  Cosenza 
si  apre  la  caccia  con  le  reti. 


3  Giovedì 

247-120 


S.  Serafina  vergine  e  m. 

Sostenne  il  martirio 
verso  l'a.  12.5.  —  S.  Au- 
sano Crivelli  vesc.  di  Milano,  dal  556  al  567. 
--  B.Alberto  Besozzi,  morto  l'a.  1359,  ono- 
rato a  Besozzo  (prov.  di  Como).  —  S.  Clelia, 
vergine,  martire. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  21.51».  — 
Pellegrinaggio  uotturno  al  siintuario  del  Mon- 
te Pellegrino  presso  Palermo,  in  onore  di 
Sauta  Rosalia.  Si  è  introdotto  di  recente  il 
costume  di  fare  in  questa  occasione  il  con- 
corso delle  canzoni  dialettali  siciliane.  —  Fie- 
ra a  Cerignola  (Terra  di  Bari)  fino  al  7  set- 
tembre. —  Festa  di  San  Marino,  patrono  della 
repubblica  omonima. 

4;  Venerdì     1       ^'  Rosalia,  V.  m. 
248-119  Patrona  di  Palermo, 

'luogo    di    sua    nascita. 

—  S.  Rosa  da  Viterbo,  verg.,  morta  l'a.  1254. 
Memorandum.  —  Fiera  a  Crevalcore  (Bo- 
logna). Dura  4  giorni.  —  Pellegrinaggio  a  Vi- 
terbo, alla  tomba  di  Santa  Rosa. 

5  Sabato  1^-  t-o^enzo  Giustiniani. 
249-118  Primo   patriarca  di 

—"Venezia,  vi  era  nato  nel 

1381;  nel  1424  fu  eletto  generale  dai  canonici 
regolari  di  8.  Giorgio,  quiridi  elevato  da  papa 
Eugenio  IV  alla  sede  patriarcale.  Morì  nel 
1455.  —  S.  Vittorino,  vescovo  di  Amiterno 
(sec.  V  o  VI). 

Memorandum.  —  Cominciala  fiera  di  Lugo, 
che  ha  termine  il  30  settembre.  —  Pagamento 
delle  pensioni  governative  di  prima  categoria 
(non  oltre  le  500  lire  annue). 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  ii  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
il  rimedio  delle  malattie  degli  organi  digerenti. 


—  134  — 

I  CONSIGLI  DEL  MESE  (Igiene  ed  Economia  Domestica). 

AGOSTO 

Il  caldo,  l'acqua  e  le  bibite  fresche  —  Per  fabbricar  ghiaccio  in  casa  —  L'  utilità  del  pino, 
dell'abete  e  del  noce  —  Contro  la  sete  —  Lavatura  dei  cappelli  di  pay'ia  —  Arrosto  di 
vitello  al  latte  —   Gelato  di  fragole. 

que  minuti,  i  coni  verdi  di  tali  piante,  dopo 
averli  tagliati  —  a  seconda  della  loro  gran- 
dezza —  in  due  o  quattro  pezzi,  ne  risulta  un 
decotto  che  è  un'eccellente  tisana  per  gli 
stomachi  deboli  e  per  le  malattie  gravi  della 
gola,  compresa  la  tisi  tracheale,  nel  quale  ul- 
timo caso  il  decotto  si  adopera  per  fare  quat- 
tro o  cinque  gargarismi  al  giorno,  con  un 
intervallo  di  riposo  (ogni  tre  settimane)  di 
quindici  giorni. 

Questa  tisana  è  di  grande  effetto  anche 
contro  gli  accessi  e  per  i  petti  deboli,  nel 
qual  caso  costitnisce  una  vera  cura:  la  co  Vi 
detta  cura  della  resina.  Essa  si  può  fare  pure 
sciogliendo  nella  zuppa,  o  in  qualche  bevanda, 
un  pezzetto  di  regina  grosso  quanto  una  len- 
ticchia o  un  pisello. 

La  scorza  di  pino  ha,  dal  canto  suo,  qua- 
lità curative,  quando  la  si  faccia  seccare  al- 
l'aria, in  un  luogo  asciutto,  e  sia  presa  da 
un  albero  giovane. 

Per  non  recare  danno  agli  alberi  novelli, 
si  toglie  la  scorza  dei  i-ami  e  se  ne  fa  un  de- 
cotto che  purifica  il  flato.  Non  è  molto  gu- 
stoso, ma  per  migliorarlo  basta  mettervi  den- 
tro un  po'di  finocchio. 

Il  decotto  di  germoglio  di  pino,  bollito 
per  mezz'ora,  riesce  ancora  utile  nei  gonfia- 
menti delle  articolazioni,  nelle  eruzioni  ec.  In 
tale  caso,  non  si  adopera  che  insieme  con  le 
fasciature.  Usata  sotto  forma  di  bagno,  la  de- 
cozione aiuta  ad  espellere  le  sostanze  mor- 
bose. L'abate  Kneipp,  tuttavia,  prescrisse  di 
rado  questi  bagni  caldi,  poiché  l'ammalato 
può  essere  facilmente  indotto  ad  abusai-ne. 
Egli,  quindi,  consigliò  di  preferenza  la  cami- 
cia, il  manto  spagnolo,  le  fasciature  immerse 
in  taU  decozioni.  Queste  bagnature  non  si 
applicano  che  solo  due  volte  (per  le  persone 
forti  anche  tre)  la  settimana  e  durante  2  o  3 
settimane. 

La  resina  di  pino,  è,  infine,  un  rimedio 
popolare  por  fare  uscire  un  corpo  estraneo 
entrato  nella  pelle. 

Quanto  al  noce,  i  suoi  vantaggi  sono  del 
pari,  e  forse  più,  notevoli. 

Il  noce  (Jujlans  Regia)  appartiene  alla  fa- 
miglia delle  luglandee,  ed  in  tutte  le  sue 
parti,  oltre  che  nel  legno,  è  utilissimo  p::r 
vai"ie  guise. 

La  scorza  dei  ramoscelli  e  delle  i-adici,  lo 
foglie  e  i  fiori  maschi,  la  trupa  verde  o  mallo, 
l'epidermide  della  noce,  infine  la  noce  stessa 
danno  pi-odotti  di  cui  si  giovano  le  arti  e 
l'igiene.  La  mandorla  della  noce  contiene,  per 
metà  del  suo  peso,  un  olio  seccativo  adope- 
rato nelle  industrie,  e  anche,  rinforzandone 
l'azione  con  alcuni  spicchi  d'aglio,  come  ver- 
mifugo, a  digiuno,  nella  dose  di  150  grammi 
durante  quindici  giorni. 

L'epidei-mide  che  ricopre  la  mandorla  è 
d'un  sapore  amaro  quando  è  fresca:  essa 
rappresenta  un  tonico  astringente,  ricco  di 
tannino.  La  seconda  scorza  dei  giovani  rami, 
raccolti  alla  primavera,  e  infusa,  nella  dose 


Uno  dei  maggiori  errori,  in  questo  eh' è 
il  più  caldo  mese  dell'  anno,  consiste  nel 
lavarsi  abbondantemente  con  acqua  molto 
fredda  il  viso  e....  lo  stomaco.  Nulla  danneg- 
gia più  l'epidermide  e....  la  pelle.  Alle  mie 
lettrici  gentili,  che  vogliono  conservarsi  mor- 
bide e  vellutato  le  guancie,  io  raccomando 
di  tenersi  lontane  dall'acqua  fi-edda  quando 
hanno  il  volto  infiammato  dal  calore  artifi- 
ciale o  naturale.  Facciano,  invece,  delle  ablu- 
zioni d'acqua  tepida,  senza  sapone,  e,  dopo 
si  inciprino  senza  asciugarsi.  Il  consiglio,  del 
resto,  vale  anche  per  l'inverno,  e  d'inverno 
come  d'estate,  esse,  se  si  asciugano,  usino 
un  asciugamano  fine,  un  po' consumato,  pas- 
sandolo con  delicatezza  sul  volto.  Una  stro- 
tìnazione  forte,  con  tela  dura,  indurirebbe  e 
ingrosserebbe  la  pelle.  I  signori  uomini,  poi, 
evititìo  di  immei'gore  la  testa  nella  catinella; 
è  un'abitudine  anti  igienica. 

Quello  che  si  dice  per  il  freddo  esterno  può 
dirsi  anche  per  l' interno.  È  generalizzato 
l'uso  di  bere  bevande  freddissime  senza  ri- 
flettere come  ne  risenta  male  lo  stomaco. 
Durante  le  ore  della  digestione,  bere  acqua 
ghiacciata  significa  ammazzarsi;  in  ore  di- 
verse è  sempre  una  sciocchezza.  Prima  di 
tutto  la  sete  aumenta  molto  di  più,  e  poi  le 
funzioni  interne  si  perturbano  nella  peggior 
maniera.  Nuoce  anche  bere  a  moderata  tem- 
peratura, se  si  beve  molto  ;  1'  eccesso  di  be- 
vande, fredde  o  tepide,  durante  questi  forti 
•alori,  diluiscono  troppo  i  succhi  gastrici,  che, 
isì,  perdono  della  loro  efficacia  sugli  alimenti 
■  sottraggono  troppo  calore  allo  stomaco.  Per 
fili  deve  lavorare  con  le  braccia  o  con  la 
mente,  gioverà  un  uso  discreto  di  acqua  e 
caffè  amaro:  così  si  disseterà  senza  rovinarsi. 

Tuttavia,  poiché  il  ghiaccio  serve  a  tante 
altre  cose  in  questo  mese,  io  vi  darò  un  me- 
todo per  fabbiicarvelo  da  voi  in  quindici  mi- 
nuti. Prendete  un  vaso  cilindrico  di  ^^rè*,  si- 
mile a  quelli  che  si  adoperano  per  le  con- 
serve, versatevi  57"gr.  di  acido  solforico,  33  gr. 
di  acqua,  aggiungetevi  150  gr.  di  solfato  di 
suda  in  polvere.  Prendete  un  altro  vaso,  della 
stessa  forma  ma  più  piccolo  o  di  metallo  o 
di  latta  cristallizzata,  riempitelo  d'acqua  pura, 
mettetelo  nel  primo  vaso,  e  coprite  il  tutto. 
In  un  quarto  d'ora  l'acqua  del  vaso  più  pic- 
colo sarà  trasformata  in  un  magnifico  blocco 
di  ghiaccio. 


Abbiamo  già  veduto,  nei  mesi  prec:'dL'nti, 
come  siano  utili  alla  nostra  salute  alcuni  al- 
bori e  quale  valore  abbiano  nella  medicina 
alcune  erbe.  Continuiamo,  confortandolo  di 
luiovi  elementi,  questo  esame.  Ed  occupia- 
moci del  pino,  dell'abete  e  del  noce. 

Le  qualità  salutari  del  pino  e  dell'abete 
stanno  nella  resina  di  cui  quegli  alberi  sono 
ricchi. 

Se  si  fanno  bollire,  per  venti  o  venticin- 


.  N>.  pilo 

Ulto.  Lu 

■  Il  foglie 

iu>i.N'  !>italiu.4Ut  di  luatoi'ia  t^ra^sa. 

Quanto  alle  sue  foglie,  esso  oi  forniscono 

,  1.1  «11^,1  ii.^i;  uso  intorno  e  un  decotto  por 

1  .*)  a  30  gr.  per  ogni  litro  d'acqn;0. 

;issai  nt'Ile  debolezze  costituzio- 

'lunhini,  nelle  malattie  lunghe  ribelli, 

Ulti,  che  ne  coiisoguono.  L'altro  è  ef- 

-ino  contro  la  scrofol;\. 

L'azione   del  rimedio  è  lenta,  e  general- 

•nte  non  comincia  a   manifest«rsi   prima 

Ila  ftne  del  primo  mese  di  cura:  ma  le  gua- 

-ioni  a  cui  porta,  sono   radicali  e  perma- 

■:iti,  per  tre  quarti  dei  casi. 

In  generale,  la  foglia  di  noce  è  uno  dei  più 

hietti  e  più  attivi  t-onicl  e  corroboranti,  ed 

.i  speciale  efficacia  nel  sollevar  le  forze  del 

ventricolo.  Giova,  infine,  e  molto,  a  vincere 

le  frequenti  ed  insidiose    vorminazioni   dei 

bambini,  e  anche  la  tii;iia. 

Ogni  famiglia  farà,  quindi,  ottima  cosa  a 

rovvedersi  di  queste  foglie  magiche:  basta 

Mccarle  dall'albero  quando  sono  bene  svi- 

ippatee  si  mostrino  sane.faiie  prontamente 

LX-are  e   riporlo   in   cassette  di  legno  o  in 

>acchi  di  tela  fitta  o  carta  grossa  e  resistente, 

da  conservarsi  in  locali  asciutti,  al  riparo  dalla 

luce,  dall'aria  e  soprattutto  dall'umidità. 

Esse  servono  pure,  sparse  nel  guardaroba, 
a  difendere  dalle  tignole  le  stoffe  di  lana. 

Le  foglie,  del  resto,  possono  essere   rim- 

'iazzate  da  mallo  a  dose  doppia.  Il  sugo  del 

lallo  della  noce,  allungato  con  acqua,  ferma 

a-ovolmeiit^  la  dissenteria,  e  costituisce  un 

buon  gargarismo  nelle  angine  croniche. 

Non  bisogna,  infine,  dimenticare  che  col 
legno,  colla  cort<?ccia,  colle  foglie  e  coi  malli 
•Ile  noci  si  ottengono  tinture  brune  perle 
~:offe.  Queste  tinture  riescono  stabili,  se  si 
immergono  pienamente  in  una  soluzione  di 
allume  i  panni  che  si  vogliono  tingere.  La 
materia  colorante  scura  del  mallo  si  usa  an- 
che dai  fabbricanti  di  mobili  per  tingere  in 
bruno  i  legni  bianchi,  e  dar  loro  l'aspetto  del 

lo-.w-i     -n     .i,.^n. 


50  qu  'st  1  riiuodlo  non  vi  h.:  ■^• 
giglio  di  tonerò  a  lungo  dell":  m 
bocc.%  op[iur;?  di  f;vr  uso  delb  ;  -si 
dette  acidule,  fatto  coli' acido  tartarico  o  ta- 
lora col  l'acido  citric  ). 

Contro  la  sete....  canina,  poi,  addito  la  bi- 
bita iu  uso  presso  gli  alpinisti,  1  cacciatori  o 
i  velocipedisti: 

Vino  rosso.  .  .  .  gr.  500 
Sciroppo  citrico     „    120 

51  potrà  bo.-e  a  sorsi,  quando  non  c*ò 
acqua,  oppure  allungato  con  acqua.  Si  ot- 
terrà, COSI,  la  celebre  limonata  vinosa  rimessa 
in  voga  da  pojo  tempo  nella  medicina. 


Rimaniamo  in  tema  di  stagione  e  vediamo 
come  può  pulirsi  un  cappello  di  paglia.  La 
più  indicata  delle  ricette  è  la  più  semplice: 
una  soluzione  di  sale  comune  nell'acqua  di 
fonte,  nella  proporzione  di  un  cucchiaino  per 
ogni  bicchiere.  Strofinate  leggermente  con 
una  piccola  spugna:  fate  asciugare  al  sole  e 
stirate  nuovamente  il  cappello. 

Più  energico  ma  più  complicato  è  il  me- 
todo che  80^ uè  : 

Il  cappello  si  spoglia  d'ogni  ornamento, 
si  insapona  con  lisciva,  strofinandolo  per  ogni 
verso  mediante  un  pezzo  di  lana  bianca.  La 
schiuma  di  sapone  che  lo  ricopre  si  mand.\ 
via  per  mezzo  di  altro  pezzo  di  lana  bianca 
imbevuta  d' acqua  semplice.  Ciò  fatto  (e  senza 
bagnare  troppo  il  cappello,  che  si  potrebbe 
formare)  si  prepari  una  piccola  cassa  di  le- 
gno che  chiuda  bene  in  fondo,  e  che  contenga 
una  pietra  larga  o  una  lastra  di  metallo  su 
cui  sia  sparso  dello  zolfo.  Si  sospenda  il  cap- 
pello al  coperchio  della  cassetta  (ad  un'al- 
tezza che  lo  preservi  dal  prender  fuoco)  per 
mezzo  d'un  filo  di  ferro,  si  accenda  lo  zolfo 
e  si  chiuda  ermeticamente.  Dopo  mezz'ora 
si  tolga  il  cappello  e  si  stiri  con  un  ferro 
ben  caldo,  avendo  cura  di  mettere  un  foglio 
di  carta  tra  la  paglia  e  il  ferro. 


Vi  darò  adesso  alcuni  consigli  assoluta- 
mente di  stagione.  E,  prima  di  tutto,  qual- 
che rimedio  contro  la  sete  che  ci  sti-azia  in 
questi  giorni  di  caldo.  Non  è  sempre  vero 
ihe  la  sete  scompaia  ingerendo  molta  acqua 
iello  stomaco.  Al  conti-ario,  spesso,  in  tali 
isi  aumenta.  E,  quindi,  gran  vantaggio  co- 
iioscere  come  si  può  evitare  che  la  sete  ina- 
ridisca le  nostre  fauci.  I  cacciatori,  gli  alpi- 
nisti, i  velocipedisti  usano  di  tenere,  durante 
;i  loro  cammino,  la  bocca  chiusa  e  respirano 
-  ilo  per  il  naso.  La  sete,  infatti,  è  alimentata 
i^sai  dalla  polvere  che  si  deposita  sulla  lingua. 
Ma  se,  non  ostante  questa  misura  di  pre- 
cauzione, siamo  presi  dalla  sete?  Tentiamo, 
in  tal  caso,  dissetarci  senza  bere,  come  usano 
l'inglesi.  Essi  immergono  le  mani,  fino  so- 
ia 1  polsi,  nell'acqua  fresca;  tenendo  vele 
per  qualche  minuto  secondo,  le  vene,  rinfre- 
scate dall'acqua,  comunicano  un  generale  be- 
nessere iu  tutto  il  corpo,  ed  at:;utiscono  la 
sensazione  della  sete. 


Ed  ora  non  mi  resta  spazio  che  por  in- 
dicarvi la  solita  pietanza  ed  il   solito   dolce. 

Un  Hvru-to  di  vitello  al  latte  potrete  avere 
friggendo  del  burro  con  un  cucchiaio  di  fa- 
rina bianca  e  una  fetta  di  prosciutto  tagliata 
minutamente.  Quando  tutto  avrà  preso  co- 
lore, mettetevi  a  rosolare  sette  od  otto  etti 
di  vitello  tagliato  dalla  parte  posteriore  della 
bestia;  salate  e  aggiungete  un  bicchiere  di 
latte,  poi  un  secondo,  un  terzo,  un  quarto, 
un  quinto,  lasciando  bollire  il  vitello  senza 
coprirlo. 

Asciugato  che  sia  il  quinto  bicchiere  di 
latte,  l'arrosto  è  pronto  e  saporitissimo.  Ser- 
vitelo coir  intingolo  nel  quale  è  cotto. 

Un  gelato  di  fr.igole  lo  avrete  passando 
allo  staccio  sei  ettogrammi  di  fragole  e  in- 
corporandole in  una  zuppiera  con  trenta  gr. 
di  colla  di  pesce  sciolta.  Vi  aggiungerete  quat- 
tro ettogrammi  di  zucchero  sciroppato,  poi 
il  ^ugo  di  due  aranci  e  di  due  limoni.  Il  com- 
posto lo  lavorerete  sul  ghiaccio,  ponendolo, 
infine,  in  uno  stampo  liscio,  spalmato  ante- 
cedentemente con  gelatina  al  maraschino. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 

il   rimeriin   rtpflp   m;4lnttip   rtpnli   nrn;ini   riinprenti. 


-  136 


EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 

SETTEMBRE 


1  (1861).  —  Il  sergente  Giovanni  Gram- 
matica, del  40»  fanteria,  sulla  montagna  di 
Nola,  si  slancia  animosamente,  con  soli  9  no- 
mini, su  30  briganti,  uccidendone  alcuni  e 
facendone  altri  prigionieri;  i  soldati  Barcello, 
Giovannelli  e  Stefano,  continuano  a  combat- 
tere quantun(iue  feriti,  incoraggiando  i  com- 
pagni. 

2  (ISOS).  —  Gli  Italiani  attaccano  a  San 
Boy,  presso  Barcellona,  gli  Spagnoli  che  ri- 
piegavano per  farli  cadere  in  una  imboscata. 
Il  capitano  G.  Bianchi,  con  tre  compagnie, 
fa  una  diversione  sul  tìanx?o  del  nemico,  men- 
tre il  capo  battaglione  Cotti  carica  alla  bajo- 
netta  gridando  •*  Viva  l' Italia!  „  Quattro  utfi- 
ciall  cadono  morti  e  13  feriti,  ma  gli  spagnoli 
fuggono  lasciando  3  cannoni  e  molti  pri- 
gionieri, 

3  (1861).  —  Sebastiano  Tegas  e  Giuseppe 
Sforzini,  soldati  dell' 11°  fant.»,  insospettiti  del 
contegno  di  quattro  viandanti  intimano  loro 
di  precederli  verso  Maranola  (Formia)  e  poi- 
ché due  si  ribellano,  riescono  a  legarli  con 
le  cinghie  dei  fucili,  conducendoli  a  Formia, 
dove  sono  riconosciuti  come  pericolosi  bri- 
ganti: uno  di  essi  è  il  sassone  Kalkreuth, 
capo  di  una  banda. 

4  (1867),  -  In  Ardore  (Sicilia)  la  popo- 
lazione, spaventata  dal  colèra,  tumultua  al 
grido  di  "morte  agli  avvelenatori  „  Il  sotto- 
tenente Garzoni  del  GS»  fanteria,  fidando  nella 
simpatia  dimostratagli  in  varie  occasioni,  spe- 
rando di  calmare  la  folla  con  buone  parole, 
le  muove  incontro  e  cade  cadavere  con  due 
palle  nel  petto. 

5  (1837).  —  Il  carabiniere  Landolfo  Ber- 
nardo, dopo  aver  difesa  eroicamente  la  ca- 
serma dei  carabinieri  in  Ardore  (Sicilia)  contro 
la  folla  che  continuando  i  tumulti  voleva  im- 
padronirsi di  persone  rifugiatevisi,  si  apre  un 
varco  a  mano  armata  fra  i  più  furenti,  e  rie- 
sco a  portare  in  salvo  i  supposti  avvelenatori, 

6  (1863).  -  Il  furiere  Giulio  Videmari, 
con  10  soldati  del  39o  fanteria  e  6  guardie 
nazionali,  in  quel  di  Benevento,  è  assalito 
dal  capobanda  Caruso  con  40  briganti.  Tutti 
si  difendono  con  bravura,  ed  11  Videmari, 
atterrato  Caruso,  sta  por  ucciderlo,  quando 
egli  stesso  è  ferito  mortalmente  al  capo,  e 
sono  uccisi  ai  suoi  fianchi  il  caporale  Sac- 
chetti ed  i  soldati  Silva  e  Mazzoni. 

y  (1812),  -  La  fanteria  italiana  del  viceré 
Eugenio  assale  Bo rodino,  posta  sopra  un  luogo 
eminente,  e  difesa  da  un  corpo  considerevole 
di  Kussi,  e  se  ne  impadronisce  non  ostante 
il  vivo  fuoco  dell'artiglieria  dei  ridotti,  pro- 
seguendo al  mattino  seguente  la  marcia  su 
Mosca, 

8  (1809).  —  Il  generale  Mazzucchelli,  col 
&o  fanteria  italiano,  dà  l'assalto  al  ridotto 
degli  Angeli  a  Gerona,  noi  quale  entrano 
primi  r  aiutante  di  campo  capitano  Giovanni 


Re,  gli  ufìfìziali  De  Lorenzi,  Cottafava  e  Ge- 
roni,  i  soldati  Cilloni,  Gaspari,  Garbagnati, 
Conti  e  Genolini, 

9  (1841).  —  Nicola  Ricciotti,  poi  fucilato 
con  i  fratelli  Bandiera,  combattendo  in  Spa- 
gna nelle  truppe  costituzionali,  si  avventura 
con  altri  12  italiani  fra  le  gole  dei  monti  di 
Navarra,  dove  s'incontra  con  una  guevvilhi 
carlista  di  circa  1000  uomini,  guidati  dal  Bal- 
maceda.  Alla  intimazione  di  arrendersi,  ri- 
spondono con  colpi  di  moschetto,  e  sempre 
difendendosi  trovano  scampo  di  balza  in  balza. 

10  (1805).  —  Giuseppe  Bavastro,  con  la 
sua  flottiglia  di  barche  leggere  e  lo  sciabecco 
Massella,  attacca  cinque  legni  inglesi  nelle 
acque  di  Lissa  e  li  cattura  conducendoli  ad 
Ancona. 

11  (1362).  -  Il  sottotenente  Pizzi  del  20o 
battaglione  bei'saglieri,  perlustrando  la  valle 
dell'  Ofanto  con  14  uomini,  imbattutosi  in  una 
numerosa  banda  a  cavallo,  si  trincera  in  una 
cascina.  Dopo  quattr'ore  di  fuoco,  terminate  le 
munizioni  ed  incendiata  la  casa  dai  briganti, 
l'eroico  drappello  tenta  di  aprirsi  un  varco 
alla  baionetta,  e  combattendo  a  corpo  a  cor- 
po, tutti  i  bersaglieri  cadono  con  il  loro  uf- 
ficiale. 

13  (1813).  -^  A  San  Marcin,  vicino  a  Lu- 
biana, il  capitaao  Laugier  della  divisione  Lo- 
chi, ferita  o  dispersa  la  poca  gente  che  aveva 
seco,  col  sergente  Battarini  ed  un  tamburino, 
messosi  al  coperto,  fa  batter  la  carica,  dando 
tempo  a  due  compagnie  di  accorrere  a  man- 
tenere la  posizione  fino  al  giorno  seguente. 

13  (1866).  -  Il  brigadiere  Remigio  Ta- 
roni,  dopo  essersi  difeso  strenuamente  contro 
centinaia  di  assalitori  armati,  nell'ufficio  co- 
munale di  Ogliastro  Cilento,  ridotto  agli  estre- 
mi, fatta  sventolare  ancora  una  volta  la  ban 
diera  nazionale  al  grido  di  viva  Vllnlia!  viva 
il  He!,  si  suicida  invece  di  arrendersi,  ed  imi- 
tano il  suo  esempio  i  carabinieri  Flocchini, 
Tettamanti  e  Catgiu. 

14  (1860).  —  All'assalto  di  Perugia,  il 
sergente  Giovanni  Ruggia  e  gli  zappatori 
Isoardo  e  Cabiati,  della  1»  compagnia  del 
genio,  sotto  un  vivissimo  fuoco,  praticano 
una  apertura  nella  porta  Santa  Margherita, 
per  la  quale  il  Ruggia,  con  straordinario  ar- 
dimento, entra  per  il  primo  nella  città,  e  se- 
guito da  pochi  uomini  accorre  alla  caserma 
San  Domenico,  intimando  ed  ottenendo  la  resa 
degli  artiglieri  pontifici. 

15  (1867).  —  Il  tenente  Bertoni,  del  44-> 
fanteria,  quantunque  addolorato  per  la  per- 
dita della  moglie  mortagli  di  colera  in  un 
piccolo  paese  delle  montagne  Abruzzesi,  con 
mirabile  abnegazione  sostituendosi  alle  auto- 
rità civili  scomparse,  prodiga  le  proprie  cure 
ai  colpiti  dal  morbo. 

IO  (1882).  —  Irrompendo  le  acque  dell'A- 
dige dentro  Verona,  la  guarnigione  di  quella 
(Continua  a  pag.  HO). 


-  la?  - 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogì) 


17.  -  MICHELANGELO  MERIGHI  DA  CARAVAGGIO 
(Caravaggio  1569-1609) 

vihse  quasi  sempre  a  Roma,   vi  iniziò  la  cosiddetta  Scuola  de'  Tenebrosi,  cui  appartennero 
più  tardi  il  Guerciuo  e  il  Ribera.  Splendidi  fra  i  suoi  quadri  II, giocatore  ladro  e  la  Depo- 


SETTEMBRE  1908 


138  - 


(37 a  Settimana) 


6  Domenica  I  S-  Teoctisto,  pilota,  m. 

350-11'?  I       Vittima  della  perse- 

cuzioiie  di  Decio,  presso 

Alessandria  d'Egitto,  l'a.  249.  —  S.  Settimio, 
\c-sc,  di  Jesi  (so e.  IVj,  martire.  —  S.  Zaccaria, 
padre  di  S.  Giovanni  Battista.  —  S.  Fronti- 
niano,  martire,  patrono  di  Alba  Piemonte).  — 
S.  Consolata,  vergine  e  m.,  venerata  a  Reggio 
Ein  lia. 

Memorandum.  —  Seconda  festa  di  San  Gre- 
gorio Magno  a  Manduria. 


7  Lunedi 

251-116 


S.  Regina,  verg.,  mart. 

i  Delsec.III-S.Clau- 
j^jy^  abate,  morto  l'an- 
no 560  circa.  —  S.  Anastasio,  mart.,  venerato 
ad  Aquileia  (sec.  III-IV).  —  S.  Giovanni,  bene- 
dettino, vescovo  di  Gubbio  dal  1105  al  1106. 
—  Ad  Aosta  festa  patronale  di  S.  Grato. 

Memorandum.  —  Annivei-sario  della  cac- 
ciata dei  Francesi  da  Torino  (1706).  Solenne 
(!ommemorazione  nella  chiesa  di  N.  S.  della 
Salute  con  intervento  delle  autorità.  Il  giorno 
appresso  la  commemorazione  si  ripete  alla 
Basilica  di  Superga,  —  Stasera  a  Firenze  tra- 
dizionale costumanza  deWe  rificolone.  — Sta- 
notte a  Napoli  festa  tradizionale  della  Ma- 
donna di  Piedigrotta,  ove  si  cantano  le  nuove 
canzoni  popolari  dell'anno,  —  Lahor  day,  Fe- 
sta del  lavoro,  solennità  nazionale  agli  Stati 
Uniti  d'America.  —  Festa  dell'indipendenza 
del  Brasile.  —  Oggi  (25  agosto  nel  calendario 
russo)  si  chiude  la  liera  di  Nijui-Novgorod. 


8  Martedì  1  Natività  di  Maria  Verg. 
252-115  1  La  più  antica  e  si- 
cura  memoria  della  in- 
troduzione di  questa  festa  si  ha  nel  sec.  VII. 
—  Festa  di  Maria  SS.  Bambina,  in  uno  spe- 
ciale santuario  a  Milano,  addetto  ad  un  mo- 
nastero di  Suore  della  carità.  —  Festa  patro- 
nale della  Madonna  ad  Alzate  (Como)  con 
ti  ora. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  —  A 
Niniis  (Udine)  tiera  nell'ampia  prateria  della 
Madonna  delle  Mattonelle,  cui  concorrono 
tutti  gli  abitanti  delle  Prealpi  Giulio.  —  Pel- 
legrinaggio al  Santuario  di  Montenero  presso 
Livorno.  —  Fiera  a  Prato  di  Toscana:  dura 
■1  giorni.  —  Secondo  pellegrinaggio  al  Mon- 
tevergine  in  prov.  di  Avellino.  —  Festa  in 
Taurasi  (prov.  di  Avellino)  con  processione 
del  corpo  del  santo  martire  Benigno.  —  Fiera 
a  Molfetta  :  dura  9  giorni.  —  Fiera  della  Ma- 
donna delle  Grazio  a  Rossano  (prov.  di  Co- 
senza): dura  2  giorni.  —  Festa  della  Natività 
a  Monreale.  —  Gran  lìora  di  bestiame  a  Pa- 
terno. —  Fiera  e  festa  di  Piedigrotta  in  Ca- 
atronuovo  di  Sicilia. 


9  Mercoledì 

253-114 


S.  Claudia,  verg.,  m. 

S.Tuzio  eremita,  fe- 
steggiato ad  Aquila  de- 
gli Abruzzi.  —  Ss.  Gorgonio  e  Doroteo,  sol- 
dati, martiri  nell'  a.  304.  —  S.  Sergio  I,  papa 
dal  687  al  701. 

Memorandum.  —  Estrazione  pel  rimborso 
delle  Obbligaz.  FF.  Lucca-Pistoia.  —  In  To- 
scana oggi  dicono:  "  Se  piove  per  San  Gor- 
gonio, tutto  l'ottobre  è  un  demonio.  „ 


10   Giovedì  i^-  Nicola  da  Tolentino. 

254-113  Morì  l'a.  1308.  —  S.  Pie- 
tre  Claver  (m.  1654). 


Memorandum.  —  ®  L.  P.  a  ore  I3.23m.  — 
Nella  provincia  di  Como  è  permessa  da  oggi 
la  caccia  alla  lepre  con  segugi  nella  zona 
inferiore  a  quella  del  castagno;  in  quella  di 
Vicenza,  la  caccia  alla  lepre  e  pollame  sel- 
vatico. —  Estrazione  pel  rimborso  delle  Ob- 
bligaz. Ferrov.  Livornesi. 


1 1   Venerdì  1  ^*  Diomede,  m.  in  Siria. 
255-112  S.  Valentino,  mart., 

— —  sepolto  nella  basilica  di 

S.  Vittore  a  Milano.  —  S.  Sperandea,  vergine 
benedettina,  festeggiata  a  Cingoli.  —  S.  Emi- 
liano, vescovo  di  Vercelli,  dal  501  al  520  circa. 

Memorandum.  —  Comincia  il  nuovo  anno  ia 
Abissinia.  Festa  solenne  del  San  Giovanni.  — 
Fiera  a  Copertino  (Terra  d'Otranto)  fino  alla 
domenica  prossima.  —  All'albo  municipale  di 
ogni  comune  si  pubblica  la  tabella  dei  contri- 
buenti per  l'imposta  di  ricchezza  mobile. 


12   Sabato    I   S-  ®"'''°'  sagrestano. 
256-111  I        Esercitò  l'umile  uf- 

:  ficio  presso  il  santuario 

di  S.  Maria  di  Laken  (Bruxelles).  Un  giorno 
ch'egli  pregava  nella  chiesa,  il  curato  rimase 
sorpreso  nel  vedere  la  di  lui  pietà,  e  gli  pro- 
pose di  rimanervi,  ciò  eh'  egli  accettò.  Intra- 
prese il  pellegrinaggio  in  Terrasanta.  Ritornato 
dopo  sette  anni,  il  sottodecano  del  capitolo 
di  Anderlecht,  suo  paese  nativo,  lo  alloggiò 
iu  propria  casa,  nò  volle  lasciarlo  tornare  a 
Laken.  Moriva  nel  1012.  —  S.  Silvino,  vesc. 
di  Brescia,  dal  •tlO  al  444  circa. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Viterbo,  che  dura 
15  giorni.  —  Oggi  per  i  Russi  è  la  festa  di 
Sant'Alessandro  Nevski.  —  Pagamento  delle 
pensioni  governative  di  terza  categoria  (su- 
periori a  L.  2000  annue). 


SETTEMBRE  1908 


(38*  Settimana) 


1  ì  Domenica!  "  ss.  Nome  di  Maria. 


»oiiienica|  "  ^^ 

25«7.1,10  Festw  istituita  da  pp. 

'  Innwenxo  XI,  a   ooni- 

iiiorar.-'  In  vittoria  ottenuta  contro  1  tur- 
cli  ^.  —  S.  Eulois'io,  pa- 

tii itto.  :^l(ui  nel  tì08. 

-     -  U7.8,  dal  422  al  44*.». 

s.  Aiuato  abate  e  >>.  Amato,   vescovo  di 
ri  (627). 

Memorandum.  —  Festa  alla  Madonna  del 
>>iio  isoliborgo  di  Torino!  in  ricordo  del  mi- 
..ivolo  ivi  avvenuto  nel  1644.  —  FestA  del- 
ì"  Unione  Federativa  delle  Misericordio  che 
ha  luogo  ogni  anno  nella  città  indicata  dal 
Capitolo  generalo  della  Unione  stessa,  fon- 
data in  Pistola.  —  Fiera  della  Santa  Croec 
a  I.ncca,  che  dura  sino  al  29  settembre.  — 
Pi,"  i   alla   Madonna  del  Consolo  a 

K-  ihria.  —  Festa  della  Madonna 

de:  in  Acireale,  con  fiera.  —  Festa 

della  Madonna  delle  Grazie  in  Castoltermini, 
con  fiera.  —  Fiera  a  Castrogiovanni  per  la 
festa  del  SS.  Crocifisso.  —  Estraz.  pel  rim- 
borso delle  Obbligazioni  FF.  Romane,  FF. 
Centrali  Toscane.  —  Scadenza  cedole  seme- 
strali Rendita  Turca. 


14  Lunedì 

258-109 


Esaltazione 
della  Croce  di  G.  C. 

riportata  solennemente 


Gerusalemme  da  Ei-aclio  in  questo  stesso 
rno.  A  Lucca  festa  patronale.  —  S.  Cre- 
nzio.mart.,  protettore  di  Siena (sec.III-lV). 

Memorandum.  —  Fiera  di  San  Cipriano  a 
.  ijitedecimo  (Genova).  —  Festa  della  Ma- 
donna del  Ponte,  patrona  di  Lanciano.  Dura 
tre  giorni.  —  A  Perugia  si  festeggia  l'anni- 
Tersarlo  dell'ingresso  delle  truppe  italiane 
(18601.  —  In  Toscana.si  suol  dire  :  "  Per  Santa 
Croce,  pane  e  noce,  „  perchè  di  questo  tempo 
:     noci  sono  mature. 


15    Martedì    I   S.  Caterina  da  Genova 

259-108  i  della     nobile     famiglia 

de'Fieschi.  —  S.  Nico- 

niedo,  martire  (sec.  I?). 

Memorandum.  —  Anniversario  della  nascita 
del  Principe  di  Piemonte,  ereditario  d'Italia 
(1904).  —  Scade  il  termine  utile  per  la  pre- 
tentazione  delle  domande  di  ammissione  alla 
sessione  autunnale  degli  esami  di  licenza  gin- 
nasiale e  liceale,  e  agli  esami  di  ammissione 
alle  classi  del  ginnasio  e  del  liceo;  ma  per 
gravi  motivi,  e  con  l'assenso  del  Provvedi- 
tore, si  accettano  domande  tardive  sino  al 
20  del  mese  per  i  primi,  al  25  per  i  secondi. 
—  Nella  provincia  di  Bologna  og^-i  si  apre 
la  caccia  con  le  reti  fisse;  in  quella  di  Milano, 
la  caccia  alla  lepre;  in  quella  di  Modena,  con 
le  reti  fisse  e  panie;  di  Novara,  coi  cani  se- 
gugi, nelle  località  inferiori  alla  zona  del  ca- 
stagno; di  Parma  e  di  Piacenza,  con  le  reti 
fisse  e  con  le  panie;  di  Pisa,  con  reti  e  altri 
mezzi  di  aucupio.  —  Estraz.  pel  rimborso 
delle  Obbligaz.  FF.  Romane  (comuni).  —  Festa 
nazionale  nelle  repubbliche  di  Costa-Rica, 
Guatemala,  Honduras,  Nicaragua  (giorno  del- 


l'Indipendenza). —  Cominciano  I  corsi  alla 
Scuola  Magistrale  Militare  di  Scherma  In 
Itnnia. 


16  Mercoledì! 

260-107 


S.  Cipriano,  dottore 
della  Chiesa,  martire. 

Vesci>vo  di  Caitii^'i- 
gine,  martirizzato  l'a.  25.S.  —  Ss.  Marciano  e 
(liovanni,  festeggiati  a  Civita  Castellana.  — 
Ss.  Lucia  e  Geniiniano,  martiri  a  Roma,  ve- 
nerati a  Lucca  (sec.  Ill-IVi.  —  Primo  giorno 
dello  tempor.i  di  autunno. 

Memorandum.  —  Estraz.  Prestito  a  piemi 
Milano  l,s(>(;  (rimborso  il  15  dicembre). —  Festa 
nazionale  del  Messico  (anniversario  della  pro- 
clamazione dell'indipendenza,  1810). 


17  Giovedì  ' 

261-106 


Le  Stimmate 

di  S.  Francesco 

d' Assisi. 


Ricorda  il  prodigio  avvenuto  al  Santo  men- 
tre si  trovava  in  devoto  raccoglimento  sul 
monte  dell'Alvernia.  —  S.  Colomba,  da  Cor- 
dova, vergine,  martire  de'  Mori,  l'a.  834.  — 
S.  Satiro,  fratello  di  S.  Ambrogio  e  di  S.  Mar- 
cellina.  Fu  destinato  a  governatore  in  una 
provincia  d'Italia,  ma  preferì  riunirsi  a  S.  Am- 
brogio, eletto  allora  vescovo  di  Milano.  Mori 
nell'anno  37U. 

Memorandum.  —  (Q  U.  Q.  a  ore  11,33™.  — 
Pellegrinaggio  al  monte  dell'Alvernia  presso 
Firenze,  e  visita  al  Saero  Speco  dove  accadde 
il  prodigio. 


18  Venerdì 

263-105 


S.  Giuseppe 
da   Copertino. 

'     Nato  a  Napoli  l'a.  1603, 

morto  l'a.  1(566.  Respinto  da  tutti  i  conventi 
perchè  creduto  idiota,  riuscì  a  compiere  il 
noviziato  fra  gli  oblati  del  terzo  ordine.  La 
sua  umiltà  ed  esattez;5,a  nell'adempiere  i  bassi 
uffizi,  gli  procacciarono  tale  venerazione  che 
fu  ordinato  sacerdote.  —  Ss.  Costanzo  e  com- 
pagni, martiri,  tebei,  circa  l'a.  287,  festeggiati 
a  Dronero  (Cuneo).  —  S.  Eustorgio  I,  vescovo 
di  Milano,  verso  gli  anni  316-332.  —  Secondo 
giorno  delle  tempora." 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  del  Chili 
(anniversario  della  proclamazione  dell'indi- 
pendenza, 1870). 


19  Sabato  5-  Gennaro,  vesc,  mart. 
263-104  Patrono  di  Napoli,  o 

^  vescovo  di  Benevento, 

martirizzato  durante  la  persecuzione  di  Mas- 
simiano e  Diocleziano  l'a.  305.  È  fama  che 
esposto  con  altri  compagni  nell'anfiteatro  per 
essere  divorati  dalle  fiere,  queste  non  li  toc- 
carono ed  anzi  si  posero  a  lambir  loro  atfet- 
tuosamente  le  mani  ed  i  piedi.  —  Ss.  Festo  e 
Desiderio,  forse  del  tempo  di  S.  Gennaro,  ono- 
rati a  Benevento.  —  S.  Costanzo,  venerato  a 
Capri.  —  Terzo  giorno  delle  tempora. 

Memorandum.  —  Da  oggi  fino  al  26  settem- 
bre, si  rinnova  in  Napoli  ogni  giorno  il  mira- 
colo della  liquefazione  del  sangue  di  San  Gen- 
naro. Pellegrinaggio  a  Pozzuoli,  teatro  del 
martirio  del  Santo. 


Gli  Oii  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gii  unici  perfetti. 


—  140 


{SETTEMBEE  —  Vedi  a  pag.  136). 
città,  accorsa  a  soccorrere  i  cittadini,  compie 
mille  nobilissimi  atti  di  coraggio  e  di  abne- 
gazione, meritando  le  lodi  del  generale  Pia- 
nell  ed  una  manifestazione  di  entusiastica  ri- 
conoscenza da  parte  della  popolazione. 

17  (1860).  —  Un  battaglione  del  2»  reg- 
gimento granatieri  e  due  compagnie  del  90 
battaglione  bersaglieri  diurno  l'assalto  alla 
rocca  di  Spoleto.  La  compagnia  di  bersaglieri 
comandata  dal  capitano  Prevignano,  superata 
la  prima  porta,  corre  alla  seconda,  e  perduti 
parecchi  uomini  si  riordina  e  torna  all'as- 
salto, decidendo  i  difensori  a  capitolare.  Si 
distinguono,  con  il  Prevignano,  il  tenente 
Boyer,  ed  i  sottotenenti  Montalti,  Martini  e 
Ponti. 

18  (1860).  -  A  Castemdardo,  il  26o  batta- 
glione bersaglieri,  ed  il  IO»  fanteria  condotto 
dal  prode  colonnello  Bossolo,  respingono  i 
pontilìei  comandati  dal  generale  Pimodan, 
molto  superiori  di  numero;  mentre  il  9°  fan- 
teria attacca  una  colonna  uscita  da  Ancona, 
facendole  200  prigionieri.  Meritano  speciale 
ricompense  al  valore  il  colonnello  Bossolo, 
il  capitano  Barbavara,  11  tenente  Miguet  ed 
il  sergente  Romagnoli. 

19  (1860).  —  La  divisione  Turr  dell'eser- 
cito garibaldino  fa  una  recognizione  sul  Vol- 
turno di  fronte  a  Capua,  seguendone  un  vivo 
combattimento  nel  quale  si  segnalano  il  ca- 
pitano Blanc,  il  colonnello  brigadiere  Puppi 
ucciso  da  un  colpo  di  mitraglia,  il  maggiore 
Brucoli,  r  artigliere  Zuppa,  ed  il  capitano 
Pedotti  che  salva  due  pezzi  di  artiglieria. 

aO  (1870).  -  All'assalto  della  breccia  di 
porta  Pia  a  Roma,  il  sottotenente  Federico 
Oocito  del  12»  battaglione  bersaglieri  è  pri- 
mo a  raggiungerne  il  ciglio.  Il  capitano  Leo- 
poldo Serra,  comandante  quel  battaglione, 
ed  il- capitano  Andrea  Ripa,  sono  contempo- 
raneamente feriti:  ciò  non  ostante  il  Seri-a 
lotta  a  corpo  a  corpo  con  uno  zuavo  ponti- 
licio,  ed  il  Ripa,  non  permettendo  ad  alcuno 
di  fermarsi  a  soccorrerlo,  esorta  i  bersaglieri 
gridando   Aranti!  Savoia! 

ai  (1866).  -  Il  maggiore  Brunetta  d'Us- 
seaux,  sbarcato  a  Palermo  ribellatasi  al  go- 
verno del  Re,  col  2lo  battaglione  bersaglieri, 
prende  d' assalto  una  grande  barricata  ai 
quattro  Cantoni,  e  superatala,  spinto  dal  suo 
coraggio,  si  avanza  trovandosi  circondato  dai 
ribelli  con  pochi  ufficiali,  60  bersaglieri  ed 
il  carabiniere  Ludovico  Stefanelli,  facendosi 
con  essi  nuovamente  strada  fra  1  combat- 
tendi. 

fta  (1861).  —  Nel  bosco  Castiglione  (Avel- 
lino) il  sottotenente  Michele  Gliamas  del  39» 
fanteria,  sorpi-csa  la  banda  Caruso,  con  soli 
15  uomini;  udendo  sopraggiungere  altri  sol- 
dati, l'assale  dividendo  i  suoi  in  due  drap- 
pelli, e  la  mette  in  fuga,  uccidendo  un  bri- 
gante ed  impadronendosi  di  49  cavalli,  armi 
e  viveri,  coadiuvato  arditamente  dal  caporale 
Sartori. 

28  (1801).  —  Giuseppe  Grazia,  volontario 
nella  colonna  mobile  di  guardia  nazionale 
bolognese  comandato  del  generale  Vignolle, 


è  uccìso  combattendo  valorosamente  in  di- 
fesa di  un  convoglio  viveri.  Il  suo  nome  è 
messo  all'ordine  del  giorno,  ed  è  concessa  una 
pensione  alla  vedova. 

34  (1809).  —  La  divisione  italiana  co- 
mandata dal  generale  Pino  batte  in  Spagna 
una  colonna  mandata  in  soccorso  dell'asse- 
diata Gerona,  contro  la  quale  si  slanciano  i 
dragoni  Napoleone,  con  il  generale  Palombini 
ed  il  colonnello  Schiazzetti,  ed  i  battaglioni 
comandati  da  Santandrea  e  Pelissier,  che 
s'impadroniscono  di  un  convoglio  di  viveri, 
e  fanno  prigionieri  32  ufficiali  e  circa  1000 
soldati. 

aS  (1860).  -  Il  230.  e  il  25»  battaglione 
bersaglieri,  comandati  dai  capitani  Massimi- 
liano Menotti  e  Macedonio  Pinelli,  prendono 
d'assalto  il  poggio  d'Altavilla  dinanzi  ad  An- 
cona, battuto  dal  forte  di  monte  Pelago.  Am- 
bedue i  comandanti  sono  promossi  maggiori 
per  merito  di  guerra.  Il  tenente  Cantarelli, 
uno  dei  primi  nell'azione,  ha  la  testa  fra- 
cassata da  un  colpo  di  cannone. 

36  (1860).  —  Il  sergente  Bar tolommeo 
Dutto  dell' 11»  battaglione  bersaglieri,  sotto 
Ancona,  occupata  una  casa,  riceve  con  il  vivo 
fuoco  di  pochi  uomini,  a  breve  distanza,  l'at- 
tacco di  una  compagnia  di  cacciatori,  e  fatta 
suonare  la  carica  dal  trombettiere  Caramelli, 
insegue  gli  assalitori  fino  sotto  le  batterie  del 
forte  di  monte  Pelago,  quantunque  sia  ferito. 

37  (1825).  —  Una  piccola  divisione  na- 
vale Sarda,  comandata  da  Francesco  Sivori, 
presentatasi  il  24  davanti  a  Tripoli,  avendo 
quel  bey  dichiarata  guerra  alla  Sardegna, 
assale  di  notte  i  legni  tripolini  ancorati  in 
porto,  prendendone  alcuni,  abbruciandone 
altri.  Si  segnalano,  con"  il  Sivori,  gli  ufficiali 
Mameli,  Pelletta,  Chigi,  Millelire,  T^anca  e 
Villarey,  il  guardia  marina  Carlo  Persane,  il 
nostromo  Bottini,  i  timonieri  Belledonne  e 
Zicavo. 

38  (1863).  —  Il  sottotenente  del  4°  gra- 
natieri Niccolò  Flumiani,  di  Udine,  saputo 
che  le  bande  Caruso  e  Schiavone  erano  bi- 
vaccate in  una  masseria,  parte  da  Rocchetta 
(Basilicata)  con  i  pochi  soldati  disponibili,  e 
circondato  dai  briganti  prima  di  giungervi, 
cade  combattendo  valorosamente  insieme  con 
i  granatieri  Grassi,  Avaldi,  Cressino,  Gazzotti, 
D'Agostino,  Crivelli,  Accania. 

a9  (1862).  —  Le  regie  navi  Vittorio  Ema- 
nuele (comandante  Albini),  Goternolo  (D'Aste) 
e  Costituzione  (Wright)  battute  dal  fuoco  di 
80  pezzi  della  fortezza  d'Ancona,  bombardano 
da  600  m.  le  batterie  del  molo,  e  la  Carlo 
Alberto  da  200  m.  facendo  saltare  in  aria  la 
torre  della  lanterna  e  determinando  la  resa 
della  piazza.  I  comandanti  sono  decorati  della 
medaglia  d'oro. 

SO  (1861).  -  Il  capitano  Gio.  Batta  Bo- 
doni  del  40»  fanteria,  si  slancia  per  primo  in 
una  casa  di  campagna  occupata  dai  briganti 
nel  territorio  di  Nola,  atterrandone  due  fat- 
tiglisi  incontro  con  l'arma  In  pugno,  arre- 
stando gli  altri. 


RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


18.  -  GUIDO  RENI 
(n.  Calveueano  presso  Bologna,  1575-1642) 

pittore  altra  volta  portato  alle  stelle  anche  più  che  non  richiedesse  il  suo  merito  reale. 
Lavorò  troppo  e  talora  abborracciò:  ma  è  sempre  un  grandissimo  artista,  basterebbero 
a  farlo  tale,  la  Madonna  della  Pietà  e  il  Massacro  degli  Innocenti  (l'uno  e  l'altro  a  Bologna), 
la  famosa  Aurot-a,  e  i  suoi  Ecce  homo. 


SETTEMBRE  1908 


—  149  — 


(39a  Settimana) 


20  Domenica!  ^*  Eustachio,  soldato,  m. 
364-103  S.  Candida,  vergine 

■ — —  e  martire,   cartaginese 

(sec.  IL  ?),  festeggiata  a  Ventotene  (Pozzuoli). 
—  S.  Agapito,  papa  dal  535  al  536.  -  S.  Cli- 
eerio,  vescovo  di  Milano  dal  436  al  433. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  caduta 
del  potere  temporale  e  della  unione  di  Roma 
all'Italia.  Festa  civile  legale.  Commemora- 
zione alla  breccia  di  Porta  Pia  a  Roma.  Sono 
chiuse  le  Biblioteche,  le  Gallerie,  i  Musei.  — 
Festa  campestre  caratteristica  alla  Madonna 
della  Rocca  a  Taormina.  —  Nella  provincia 
di  Porto  Maurizio,  è  pei-messa  da  oggi  la 
caccia  con  le  reti  fisse  o  portatili,  panie  ed 
uccelliei-e.  —  In  tutta  la  Confederazione  Sviz- 
zera, giorno  di  pubbliche  preghiere. 


21  Lunedi     |    S.  Matteo,  ap.  ed  ev. 
365-103  Da  pubblicano  chia- 

'  mato  a  seguir  G.C.,  ere- 

desi  morisse  martire  in  Etiopia.  —  A  Salerno 
ed  a  Belgioioso  feste  patronali. 

Memorandum.  —  Fiera  ad  Este.  Dura  otto 
giorni.  —  Fiera  a  Frascati.  —  Fiera  di  San 
Matteo  a  Salerno,  ricca  di  cavalli  e  bestiame. 
—  In  Toscana  si  dice:  "A  San  Malte,  l'uccel- 
latore salta  in  piò.  „  —  Pagamento  delle  pen- 
sioni governative  di  seconda  categoria  (supe- 
riori a  L.  500,  ma  non  a  L.  2000  annue. 


22   Martedì    1'  ^  Dolori  di  Maria  SS. 

366-101  S.  Maurizio,  soldato, 

"  martire.  Capo  della  le- 
gione tebea,  martirizzato  l'a.  287  unitamente 
ai  suoi  compagni.  —  Festa  patronale  a  Jesi  di 
S.  Settimio  (vedi  6  settembre).  —  Ss.  Digna 
ed  Emerita,  sorelle  martiri  a  Roma  verso  gli 
anni  254-260. 

Memorandum.  —  Principio  dell'anno  se- 
condo il  Calendario  repubblicano  francese. 
Oggi,  primo  Vendemmiale,  comincial'anno  116. 


23  MercolediiS.  Lino,  papa,  martire. 
367-100  I  Fu  l'immediato  suc- 
cessore  di  S.  Pietro  sul- 
la cattedra  pontificale,  nel  67  (o  76?).  Era 
figlio  ad  Ercolano  e  nato  a  Volterra.  —  S.  Te- 
cla, venerata  comò  la  prima  martire  tra  le 
vergini  (sec.  I).  Avendo  fatto  voto  di  verginità, 
un  giovane  signore  al  quale  era  stata  pro- 
messa sposa,  si  unì  coi  di  lei  parenti  per  tra- 


durla davanti  al  giudice  come  cristiana.  Fu 
condannata  ad  esser  pasto  alle  fiere.  Uscitane 
illesa,  dicesi  finisse  1  suoi  giorni  in  Seleucia. 
—  S.  Sofia,  verg.,  mart.,  venerata  a  Sortine 
(Siracusa). 

Memorandum.  —  Equinozio  d'autunno.  — 
Oggi  il  giorno  e  la  notte  solare  sono  di  uguale 
durata.  —  Entra  il  Sole  in  Libica,  e  comincia 
l'Autunno  astronomico.  —  Anniversario  della 
morte  di  Francesco  Domen.- Guerrazzi  (1873). 
Commemorazione  a  Livorno  per  cura  delle 
Società  democratiche. 


21^  Giovedì 

368-99 


8.  Gerardo,  vesc,  mart. 

Nobile  veneto,  entrò 
neir  ordine  benedetti- 
no, e  divenne  l'apostolo  dell' Ungheria  e  ve- 
scovo di  Casnad.  Per  ordine  del  re,  fu  la- 
pidato l'a.  1046.  —  S.Terenzio,  mart.,  circa 
gli  anni  244-249,  patrono  di  Pesaro,  —  S.  Cleto, 
confessore,  venerato  a  Tivoli.  —  Commemora- 
zione dei  SS.  Monaci  della  badia  di  Nonan- 
tola,  stati  massacrati  dagli  Ungheresi  nel  903. 


Memorandum. 


25  Venerdì   l^-  Tomaso  daVillanova. 
369-98 


Arcivescovo  di    Va- 

'  lencia,  in  Ispagna,  nato 

morto   l'a.  1555.    —    S.  Anatalone, 
Il  64,  o  dal 


l'a.  1488. 

primo  vescovo  di  Milano  dal  51 

53  al  61  secondo  il  Sassi. 


Memorandum.  -  Ci)  L.  N.  a  ore  1 5,59™.  — 
Termine  per  presentare  le  domande  di  am- 
missione all'esame  di  maturità  nella  sessione 
autunnale  per  parte  dei  candidati  provenienti 
da  scuola  privata  e  paterna.  —  Si  chiude  nella 
provincia  di  Sassari  la  caccia  alle  quaglie, 
pernici  e  lepri. 


S.  Guerino,  monaco. 

Di  Corvey  in  Sasso- 
IX. 


26  Sabato 

370-97 

~ — — '  nia,  fiori  nel  see. 
—  S.  Virgilio,  vescovo  di  Brescia,  tra  gli  anni 
480  e  516  circa.  —  S.  Nilo,  abate  di  Grotta- 
ferrata  (a.  980).  —  S.  Giovanni  Meda,  fondatore 
dell'ordine  degli  Umiliati. 

Memorandum.  —  Boac-Ascianà,  ossia  Capo- 
danno israelitico.  Principia  1'  anno  5669.  — 
Fiera  ad  Isernia.  Dura  3  giorni. 


SETT.-OTTOBRB  1908      -  1 1  •  - 


(40a  Settimana) 


7  Domenica 

271-96  I 


Ss.  Euprepio, 
Cosma  e  Damiano,  mm. 
Questi  ultimi  erano 
i  vtolll.  od  acftbl  di  nascita.  Educati  nel  crl- 
6tiancsfiiio,  si  applicarono  allo  studio  della 
medicina,  Lisia,  spedito  da  Diocleziano  ad 
Egea  come  prefetto,  li  fece  torturnr?.  Scam- 
pati miracolosamente,  vennero  fatti  decapi- 
tar© l'a,  30.S.  —  S.  Adolfo,  martire  del  sec.  IV. 
—  Festa  patronale  di  S.  Veronica  a  13ina->co. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Vignola.  —  Fiera 
dei  Ss.  Cosma  e  Damiano  a  Secondlgliano, 
presso  Napoli:  dura  sino  al  1»  ottobre.  — 
Fiera  o  festa  dell'Addolorata  in  Mirabella 
Eclauo  (prov.  di  Avellinol.  11  Sabato  succes- 
sivo trasporto  del  carro  in  paese.  —  Fiera  di 
Sant'Antonio  a  Spezzano  Albanese  (provin- 
cia di  Cosenza):  dura  sino  alla  1»  domenica 
di  ottobre.  —  Festa  solenne  per  gli  Abissini, 
detta  Masqnl  o  Fesfa  (iella  Croce.  —  Comincia 
il  mese  di  Ramadan  per  i  mussulmani. 


28  Lunedi 

272-95 


S.  Venceslao. 

Re  di  Boemia,  si  ado- 
però nel  diffondere  la 
ligione  cristiana  fra  i  suoi  sudditi.  Fu  ucciso 
tradimento  dal  fratello  Boleslao,  il  28  set- 
inbre  939.  —  8.»  Eustochia,  discepola  di 
Gerolamo,  morta  1'  a.  41'J. 

Memorandum.  —  Fiera  detta  di  San  Mi- 
.  hele  in  Controne  (Salerno).  -  Oggi  paga- 
mento desìi  stipendi  agli  impiegati  gover- 
nativi. 


29  Martedì 

373-94 


S.  Michele,  arcangelo. 

Oggi  si  festeggia  la 
dedicazione  di  un  tem- 
pio eretto  a  s.  Michele  sul  monte  Gargano. 

Memorandum.  —  Fiera  di  San  Michele  à 

irano  in  Valtellina.   —  Fiera   di   cavalli  a 

-.  Bonifacio    (prov.    di    Verona).   Dura    due 

orni.  —  Festa  dell'Arcangelo  San  Michele 

n  fiera  a  Coronata  di  Cornigliano  (Genova). 

-  Famosa  fiera  di   uccelli  a  Montopoli  nel 

Valdarno  inferiore.  —  Anniversario  della  li- 

iK-razione    di   Ancona  (1S60),    festeggiato   in 

M  nella  città.  —  Pellegrinaggio  al  Monte  Gar- 

■  ino.  —  Fiera  a  Caltanissetta  per  la  festa  del 

itrono  S.  Michele.  —  Oggi  a  Milano  in  molte 

tre  città  della  Lombardia  e  nelle  Romagna 

•adono  gli  aflBtti  annui  delle  case  e  si  fanno 

traslochi.  —  In  Toscana  si  dice  oggi:  "  A 

San  Michele  il  calore  va  in  cielo;  .,  e  anche: 

"Quando  l'Angiolo   [Michele]   si  bagna  l'ale 

fcioè  piove],  piove  sino   a  Natale  „. 


30  Mercoledì     ^-  Gerolamo,  dottore. 
274-93  I        ^  "<•  d*^'  P'*^   grandi 

dottori    della   Chiesa 

latina,  mori  nonagenario  a  Betlemme,  l'a. 420. 
Nacque  a  Stridone  in  Dalmazia;  il  desiderio 
di  perfezionarsi  nelle  scienze  gli  fece  intra- 
prendere diversi  viaggi,  e  potè  affiatarsi  con 
uomini  di  sapere.  Venuto  a  Roma,  papa  Da- 
maso  lo  ritenne  presso  di  sé  e  dopo  la  costui 
morte,  si  ritirò   nella  Palestina,   dove  mori 


nel  420  a  90  anni.  —  S.  Amato  patrizio  e  primo 
vescovo  di  Nusco  dal  y'.>7. 

Memorandum.  —  Cessa  nella  provincia  di 
Catanzaro  il  permesso  di  caccia  alle  quaglie 
e  ai  volatili  di  passo  con  qualunqiie  mezzo; 
in  quella  di  Ferrara,  la  caccia  coi  levrieri  alle 
lepri,  e  con  le  reti  detto  *  diluvio  „  agli  uc- 
celli :  di  Parma  e  Piacenza,  con  1  levrieri;  di 
Sassari,  ai  caprioli,  daini,  cervi  e  mufloni. 


1  Giovedì 

275-93 


S.  Remigio,  vescovo. 

Fin  dall'adolescenza 
fece  tali  progressi  nella 
lettere  che  fu  eletto,  sebben  giovane,  vescovo 
di  Reims.  Si  reso  celebre  per  la  conversione 
di  Clodoveo,  re  dei  Franchi,  e  della  nazione 
francese  al  cristianesimo.  Mori  il  13  gennaio 
533.  —  S.  Gregorio  Magno,  pp.  (590-604)  ono- 
rato ad  Orvieto. 

Memorandum.  —  Comincia  la  sessione  au- 
tunnale di  esami  nei  Ginnasi  e  Licei.  —  Co- 
minciano i  corsi  alla  Scuola  d'applicazione 
d'artiglieria  e  genio  e  alla  Scuola  di  guerra 
in  Torino.  —  Da  oggi  fino  a  tutto  marzo  ora- 
rio invernale  per  gli  uffizi  telegrafici  a  orario 
di  giorno  completo  e  ad  orario  limitato  (per 
i  primi  dalle  8  alle  21,  per  i  secondi  dalle 
9  alle  12  e  dalle  14  alle  19).  —  In  questo 
mese  è  permessa  la  caccia  con  le  reti  por- 
tatili nelle  provincie  di  Bologna,  di  Milano, 
di  Modena,  di  Parma,  di  Piacenza;  la  caccia 
ai  cervi,  daini  e  mufloni  nella  provincia  di 
Cagliari;  con  le  reti  vaganti  e  con  la  ragna 
al  capannello,  con  richiami  in  quella  di  Massa 
icox\  la  civetta  e  panie  a  tutto  novembre): 
coi  lacci  ai  tordi  (soltanto  sino  al  giorno  15), 
in  quella  di  Napoli;  coi  segugi  e  cani  da 
corsa  nei  terreni  non  coltivati  a  vigna  (fino 
a  tutto  dicembre),  in  quella  di  Torino.  — 
Finisco  la  stagione  della  pesca  del  corallo. 
Da  oggi  fino  a  tutto  aprile  è  anche  vietata 
la  pesca  dello  vongole  o  arselle  nel  golfo  di 
Napoli.  —  Oggi  a  Torino  si  sogliono  pagare 
gli  affitti  semestrali.  —  Entrano  in  funzione  i 
nuovi  capitani-reggenti  della  repubblica  di 
San  Marino  (fino  al  31  marzo). 


2  Venerdì 

276-91 


I  ss.  Angeli  Custodi. 
Festa  istituita  da 
Paolo  V,  ed  estesa  a 
tutta  la  Chiesa  da  Clemente  X  l'anno  1670. 
—  S.  Modesto,  martire,  festeggiato  a  Bene- 
vento (sec.  III-IV). 

Memorandum.  —  Roma  festeggia  l'anniver- 
sario del  plebiscito  in  favore  dell'unione  al 
Regno  d'Italia  (1870).  —  Fiera  ad  Onoglia. 


3  Sabato  ^-  Calimero,  vesc,  mari. 
277-90  I       Morto  in  Milano  sot- 

to  Commodo,  verso  l'a. 

191.  (Vedi  anche  31  luglio).  —  S.  Gerardo, 
abate  di  Brogne.  —  S.  Candido,  martire  a 
Roma. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  7,14»".  — 
Estraz.  pel  rimborso  delle  Obbligazioni  fer- 
roviarie Vittorio  Emanuele  (1863). 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
il  rimedio  delle  malattie  denti  oraani  dìaerentl. 


-  144  - 

I  CONSIGLI  DEL  MESE  (Igiene  ed  Economia  Domestica). 

SETTEMBRE 

Per  im^nanear  la  pelle  abbronzata  dal  sole  —  Il  bagno  d' acqui  dolce  —  La  vita  igienica  — 

II  pane  —  La  voce  —  La  cura  del  giardino  —  Spugne  florifire  —  Contro  le  punture  d'api, 
vespe,  ec. 


I  bagni  di  mare,  a  cui  nei  due  scorsi  mesi 
vi  sarete  abbandonati  largamente,  e,  forse, 
anche  oggi  v'andate  abbandonando,  vi  avran- 
no, senza  dubbio,  abbronzata  la  pelle.  Poco 
male  per  gli  uomini  che  acquistano,  anzi, 
così,  un  aspetto  più  marziale;  ma  malissimo 
per  le  donne  a  cui  è  caro  di  poter  mostrare 
una  carnagione  candida  come  i  gigli.  Ad  esse, 
dunque,  io  darò  un  rimedio  per  imbiancare 
di  nuovo  la  loro  pelle.  Mescolino  125  gr.  di 
mollica  di  pane  di  segala,  allora  allora  uscita 
dal  forno,  con  l'albume  di  quattro  ova  fresche 
e  con  mezzo  litro  di  aceto  di  vino;  agitino 
alquanto  la  miscela,  la  filtrino  attraverso  un 
pezzo  di  tela,  e  se  ne  lavino  il  viso.  Ba- 
stano due  o  tre  giorni  di  seguito  di  simili 
abluzioni,  perchè  la  pelle  torni  perfettamente 
bianca. 

E  allora  potrete  cominciare  1  vostri  bravi 
bagni  d'acqua  dolce,  che  presi  in  casa  o  in 
luoghi  chiusi,  vi  lasceranno  il  volto  bianco. 
Io  credo  non  vi  sia  mese  più  propizio  del 
settembre  per  abituarsi  al  bagno  dolce  quo- 
tidiano. L'acqua  fredda  ha  un'influenza  assai 
benefica  sul  nostro  organismo:  essa  lo  toni- 
fica, lo  rinvigorisce,  lo  rende  immune  da  una 
quantità  grande  di  malattie.  Ma  il  suo  effetto, 
d' invei-no,  è  di  gran  lunga  superiore  che 
d'estate.  Bisogna  danque  abituarcisi  fin  da 
questo  mese,  che  ha  ancora  una  temperatura 
mite,  ma  che  segna  l'ultimo  confine  del- 
l' estate. 

Vi  sono  varil  sistemi  per  fare  il  bagno  In 
casa,  e,  prima  di  decidervi  a  sceglierne  uno, 
voi  dovrete  studiare  il  vostro  temperamento. 
Le  persone  nervose,  eccitabili,  si  debbono 
tener  lontane  dalle  docce,  che  aumentereb- 
bero la  loro  eccitabilità;  le  persone  calme, 
invece,  possono  prenderne  liberamente.  Come 
si  sostituisce  la  doccia?  In  una  maniera  sem- 
plicissima: o  con  doccia  a  getto  senza  forza 
alcuna,  o  con  la  spugna.  Molti,  a  cui  la  doc- 
cia violenta  viene  sconsigliata,  ricorrono  al 
bagno  ad  immersione  o  al  cosiddetto  impacco 
nel  lenzuolo  bagnato.  Io  però  credo  che  la 
spugna  sia  meglio  di  tutto.  Vi  mettete,  ap- 
])ena  alzati  dal  letto,  completamente  nudi,  in 
una  vasca  vuota  di  zinco,  e  con  una  grossa 
spugna  più  volte  Imbevuta  d'acqua,  bagnate 
il  corpo  intero.  L'acqua  deve  essere  fredda, 
e  prima  di  cader  sul  corpo,  deve  aver  toc- 
cato 11  volto,  la  fronte.  Diversamente  il  san- 
gue affluirebbe,  con  danno,  tutto  al  cervello. 

Seguendo  questi  consigli,  voi  tollererete 
l'inverno  benissimo,  guarirete  dalla  sonno- 
lenza, riavrete  un  equilibrio  mentale  perfetto. 
Dopo  il  bagno,  però,  non  dimenticate  di  far 
la  reazione,  o  con  efficace  moto  all'aria  aperta, 
o  anche  rimettendovi  per  cinque  minuti  a 
letto  sotto  le  coperte  di  lana. 

II  bagno  freddo  giova  non  solo  alle  per- 
sone che  soffrono  di  prostrazioni  nervose,  ma 
alle  donne  dispeptiche,  biliose  e  corpulente, 
a  ohi  (e  In  questo  caso  deve  esser  bagno  a 


doccia)  soffre  di  disordini  catarrali  dell'inte- 
stino, dipendenti  da  torpore  epatico. 


Però  il  solo  bagno  non  basta  a  dare  la 
salute  perfetta  del  corpo  e  dell'anima.  Bi- 
sogna crearsi  tutto  un  metodo  di  vita  igie- 
nico. Per  esempio  non  dormite  molto,  fate 
moto  ogni  giorno,  fuggite  l'umido  e  le  cor- 
venti  d'aria,  lasciate  che  nella  vostra  stanza 
l'aria  (tranne  quando,  lo  ripeto,  si  incroci 
in  corrente)  entri  libera;  procurate,  prima  di 
uscire  dagli  ambienti  caldi  ed  entrare  nei 
freddi,  di  cacciare  a  poco  a  poco,  il  calore 
dalle  membra;  alla  pulizia  del  corpo  accop- 
piate quella  dell'ambiente  in  cui  vivete;  non 
leggete,  e  soprattutto  non  scrivete  nelle  ore 
della  digestione;  non  rimanete  a  lungo,  di 
sera,  a  scrivere,  tenendo  gli  occhi  fissi  sulla 
carta  bianca  e  dinanzi  a  un  lume  a  petrolio 
(se  vi  siete  costretti  e  volete  evitare  l'oftal- 
mia, usate  lenti  affumicate). 

Ed  a  proposito  dell'occhio  non  si  avranno 
mai  cure  soverchie  per  proteggerlo  contro  le 
insidie  che  ne  minacciano  ora  per  ora  la  de- 
licatissima natura. 

Che  la  luce  naturale  sia  l'elemento  indi- 
spensabile della  vista,  e  che  sia  pure  la  più 
conforme  alla  funzione  dell'occhio,  non  ha 
bisogno  d'essere  dimostrato.  Essa  è  per  gli 
occhi  come  gli  alimenti  per  lo  stomaco.  Di- 
fatti gli  alimenti  sono  necessari  alla  vita:  ma 
se  se  ne  ingeriscono  in  gran  quantità,  o  in 
poca,  la  salute  umana  ne  soffre.  Lo  stesso  si 
PkUÒ  dire  della  luce:  se  è  troppo  intensa  o 
mal  diretta,  affatica  l'organo  visivo;  se  è 
troppo  debole  lo  predispone  a  malattia.  La 
viva  luce  del  sole,  oltre  che  per  l'attività 
dell'occhio,  è  ancor  necessaria  per  la  salute 
generale.  Tutti  sanno,  per  esempio,  come  fra 
le  vallate  profonde  e  rimosse  dalle  alpi,  dove 
il  sole  o  non  penetra  o  vi  si  mostra  per  po- 
che ore  del  giorno,  o  per  alcuni  mesi  del- 
l'anno, si  cercherebbe  invano  fra  la  popola- 
zione che  vi  è  nata  e  vi  cresce,  aspetto  sano 
e  rigoglioso. 

E,  per  conchìudere  questo  paragrafo,  di- 
ciamo una  parola  pure  sulla  voce.  Una  cul- 
tura molto  negletta  nelleducazi  )ne  del  bam- 
bino è  quella  che  a  questo  istrumento  umano 
si  riferisce.  Non  si  insegna  a  respirare,  né  a 
pronunziare;  non  sì  corregge  il  timbro  difet- 
toso, dimenticatìdo  che  una  bella  voce,  ben 
netta,  chiara,  vibrante,  tale  da  poter  portar 
lontano  la  parola,  è  non  solamente  un  pre- 
gio, ma  una  necessità  della  nostra  vita  so- 
ciale. Mentre,  più  o  meno,  tutte  le  signorine 
sanno  tormentare  un  pianoforte,  ben  poche 
sanno  guidare  la  propria  voce,  e  cantare  con 
gusto  e  metodo. 

Il  dott.  C.  E.  Busey  ha  fatto  degli  studil 
interessanti  in  proposito.  Egli  considera  il 
canto  come  un  profilattico  contro  la  tisi.  L'au- 


•  -IH  su  (|iir<io  tinto.  ixMi  iKUo  un 
.  tso  tutti  I  popoli  i  fiuftli  ooltl- 
■  .    gif   iiullvidni    sono   piti  forti, 
il  hanno  li  petto  più  largo  e  più 
1  tutti  1  sensi.  Le  primo  manife- 
.»  tisi  si  producono  gcnernlntento 
nella  purie  superiore  del  polmoni,  airapltc. 
Ciò  si  spiega  coir  Inattività  relativa  di  queste 
parti  superiori  e  con  la  disposizione  partico- 
lare dei  bronchi.  In  virtù  della  quale   l'aria 
Insperata  è  condotta  più  facilmente  verso  lo 
1)..  -i>  le  sommità  polmonari.  Siccome 

r.  ■  tutta  la  capacità    polmonare, 

li'  rcizio  vocale  la  quantità  d'aria 

inspiraci  por  minuto,  è  più  considerevole. 
Il  canto  può,  dunque,  considerarsi  a  buon 
diritto  come  uno  dei  rimedii  più  efficaci  per 
prevenire  gravi  attacchi  di  tisi. 

Un  altro  coefficientu  alla  salate  sono  gli 
alimenti.  State  attenti  a  non  farvetie  sfuggire 
alcuno  men  che  genuino.  Molte  volte  è  dalla 
loro  adulterazione  che  ci  vengono  i  peggiori 
malanni. 

Io  non  ho  il  modo  di  mettervi  in  guardia 
-u  tutto:  ma  aggiungerò  poche  parole  sul 
pane,  il  primo  nostio  alimento.  —  È  meglio 
mangiarlo  fresco  o  duro?  —  si  chiede  qnal- 
•Mino.  Gli  stomachi  vig«ìrosi  preferiscono  il 
■(.•ondo  eh' è  più  sapido  e  ch'essi  possono 
.:gerir  bene;  gli  ammalati  di  dispepsia  e  di 
gastrolgia,  si  attengono  al  primo.  Vi  è,  però, 
un  fatto  che  dovrebbe  consigliare  il  pane 
fresco  per  tutti:  esso  non  contiene  micror- 
ganismi; perchè  l'alto  calore  del  forno  li  ha 
uccisi,  mentre  il  pane  duro,  in  special  modo 
se  è  affettato,  è  invaso  subito  da  micròbi  che 
ivono  e  prolificano  nella  mollica.  Il  pane 
lanco  poi.  più  acido,  ospita  più  colonie  del 
l-ane  bigio. 

Quindi  siamo  intesi.  Volete  la  salute?  Fate 
Kagni  freddi  quotidiani  con  la  spugna,  crea- 
tevi un  sistema  igienico  di  vita,  e....  mangiate 
pane  fresco. 


II  settembre  ò  il  mese  propizio  alla  cul- 
tura delle  piante  ornamentali.  Quale  occa- 
ione  migliore  di  questa,  per  discorrere  un 
:  ico  sulla  cura  che  bisogna  dedicare  al  pro- 
prio giardino? 

Non  è  qui  il  caso  di  fare  menzione  di 
quelle  specie  provenienti  da  climi  tropii-ali 
che  nei  loro  paesi  vengono  usate  come  piante 
di  utilità,  mentre  cresciute  nelle  nostre  serre 
non  sono  che  di  puro  ornamento:  ma  cùtc- 
remo  quelle  già  molto  dilfu.se  nei  nostri  giar- 
dini, che  possono  trovare  un  posticino  anche 
nella  cucina. 

Fra  le  molte  specie  di  erbe  aromatiche 
alcune  sono  impiegate  nei  giardini  per  for- 
mare dflle  graziose  bordure,  come  il  Timo 
l'iintua  vulyaris),  la  Maggiorana  (Orìgamim 
'l'ijurancides),  la  Santoreggia  (Satureia  hot- 
(ensis),  le  diverse  varietà  di  Basilico  (Ort/mam 
basilicum)  e  qualche  altra  delle  quali,  mentre 
il  cuoco  si  serve  per  aromatizzare  le  vivan- 
de, il  giardiniere  si  serve  per  aggiungere  pro- 
fumo ai  mazzi  di  tiori.  I  fiori  della  Cap- 
puccina e  Nasturzio  (Tropenlum  majns)  che 
coi  colori  smaglianti  fanno  il  più  bell'orna- 
mento dei  giardini,  della  terrazza  e  persino 
delle  finestre,  servono  come  un'aggiunta  delle 


devolnienttì  plreantc,  e  lo  Siunontl  non  ni 
tutto  mature  si  conservano  in  aceto  e  rim- 
piazzano 1  capperi.  I  fiori  del  Begliuomini 
l/iiipiilient  litiltiftminn)  fanno  parte  delle  guar- 
niture delle  insalate  e  di  altri  piatti  freddi.  I 
frutti  di  diverso  specie  di  zucchetto  ornamen- 
tali a  formo  tanto  bizzarre  sono  delicatissimi 
so  mangiati  fritti,  colti  però  non  maturi  e  cloò 
prima  ehe  la  loro  scorza  s'indurisca;  la  specie 
a  forma  di  arancio  {Cucurbita  anrantiaefunnis), 
quella  a  forma  di  mela  bianca  (C.  mnliformis), 
quella  candida  a  forma  d'uovo  {C.  oviformis), 
la  specie  detta  Benincasa  (litnincasn  cerifera) 
sono  pregevoli  se  cucinate  nel  modo  suindi- 
cato, mentre  non  mancano  di  ornare  coi  loro 
bei  frutti  gli  steccati  o  le  cerchiate  al  quali 
si  arrampicano  gli  esili  loro  fusti.  L'Jpio» 
tuberosa  o  Gli/cine  Apios  è  una  graziosa  pian- 
ticella rampitìcante  a  fiori  molto  odorosi;  le 
sne  radici,  che  sono  tuberose  e  possono  rag- 
giungere la  grossezza  media  di  una  mela, 
sono  feculenti  ed  hanno  un  grato  sapore  se 
cucinate  come  lo  patate. 

Il  fagiuolo  di  Caracalla  {Phaseolus  Cara' 
calla)  è  uno  dei  più  bei  rampicanti  a  fiori 
con  petali  carnosi  e  bizzarramente  inanel- 
lati, 1  q^ali  sono  eccellenti  se  fritti  con  burro 
e  formaggio.  Potremmo  citare  qualche  altro 
genere  ma,  come  già  dicemmo,  quanto  più  vi 
è  merito  ornamentale,  il  merito  culinare  di- 
venta minimo  ed  insignificante. 

Indichiamo,  invece,  un  mezzo  semplicis- 
simo per  ornar  le  sale  con  vasi  di  verdura. 
Si  tratta  di  piante  contoiute  nelle....  spugne. 
Sicuro:  spugne  fiorifere  di  grazioso  efletto. 
Si  prende  una  spugna  ordinaria,  piuttosto 
grossa;  la  si  imb.'ve  bene  con  acqua  calda, 
quindi  la  si  comprime  colle  mani  fino  a  che 
abbia  perduta  la  metà  dell'acqua.  S'intro 
ducono  nei  fori  della  spugna  varie  qualità 
di  semi  che  germogliano  con  facilità,  come 
miglio,  trifoglio,  ec.  Si  colloca  la  spugna  così 
preparata  in  un  vaso  che  può  appendersi  nel 
vano  di  una  finestra.  Tutte  le  mattine  si  deve 
bagnare  la  spugna.  I  semi  in  breve  germo- 
gliano, e  si  ottiene  una  specie  di  zolla  ver- 
deggiante con  varie  colorazioni  a  seconda 
dei  semi  che  si  sono  adoperati. 


Qualche  consiglio  pratico.  Il  mese  porta 
un  vero  sciame  di  vespe,  api  e  brutta  com- 
pagnia. Come  guarire  dalle  punture  che  per 
caso  ci  possono  infliggere  e  che,  se  in  gene- 
ralo iniettano  una  piccola  quantità  di  veleno 
inoflensivo,  in  casi  speciali  possono  perfino 
produrre  la  morte? 

Al  primo  sintomo  di  dolore,  ro.ssore  e 
tumefazione  della  parte,  occorre  ricercare 
per  mezzo  d'una  lente  d'ingrandimento  ed 
estrarre  il  pungiglione.  Poi  si  laverà  la  parte 
con  miscuglio  di  100  gr.  d'acqua,  100  gr.  di 
alcool  e  10  gi\  di  ammonìaca.  Infine  si  appli- 
cherà un  po'  d'ovatta  imbevuta  in  50  gr.  di 
cloridrato  di  cocaina. 

Altro  rimedio  buono  è  quello  di  strizzare 
sulla  parte  otìesa,  in  modo  che  vi  mandi  sopra 
il  succo,  un  ramoscello  di  timo,  menta,  mag- 
giorana, rosmarino  o  altra  pianta  aromatica. 
Se  la  piant  cella  è  secca,  basta  umettarla  eoa 
un  po'  di  saliva. 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


^  14G  - 


EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 

OTTOBRE 


1  (1860).  —  Durante  la  battaglia  del  Vol- 
turno, il  maggiore  garibaldino  Pilade  Bron- 
zetti, con  soli  205  uomini,  difende  valorosa- 
mente la  posizione  di  Castel  Morrone,  estrema 
destra  della  linea  di  battaglia,  contro  6000 
Borbonici  condotH  dal  generale  Perrone,  e 
cade  combattendo  a  corpo  a  corpo,  mentre 
Giuseppe  Mirri,  ferito  da  varii  colpi  di  baio- 
netta mentre  tenta  aprirsi  una  strada,  rimane 
sopraffatto  dal  numero  e  prigioniero. 

a  (1870).  -  Il  brigadiere  Chiaffredo  Bor- 
gia, appostato  nel  villaggio  di  Furci  (Chieti) 
con  quattro  carabinieri,  raggiunge  il  capo- 
banda Pomponio,  che  sorpreso  si  era  dato 
alla  fuga,  e  lo  afferra  quantunque  il  brigante 
gli  spari  quattro  colpi  di  rivoltella  a  brucia- 
pelo: il  carabiniere  Pavan  sopraggiunto,  uc- 
cide il  Pomponio  e  salva  la  vita  al  suo  su- 
periore. 

3  (1882).  -  I  carabiBieri  Zuccotti  e  Poli 
mandati  da  Adria  a  sorvegliare  alcu  le  loca- 
lità minacciate  dalla  inondazione,  durante  la 
notte,  udite  delie  grida,  accorrono  con  una 
barca  e  salvano  13  persone,  poi  ne  raccolgono 
altre  19,  che  vengono  tutte  poste  in  salvo  al 
sopraggiungere  del  mai'esciallo  Tormena,  con 
barelle  e  soldati  del  39o  fanteria. 

4  (1882).  —  Lo  stesso  carabiniere  Gio- 
vanni Poli,  saputo  che  una  vecchia  sordomuta 
di  87  anni  ed  un'altra  inferma  di  77,  abban- 
donate in  una  casa  stavano  per  annegare, 
gettatosi  a  nuoto,  una  dopo  l'altra  trasporta 
in  salvo  le  due  Infelici  sulle  proprie  spalle, 
con  grave  rischio  di  essere  travolto  dalla  cor- 
rente. 

5  (1812).  -  Il  cav.  Angelo  Olivieri  de  Ver- 
nler,  di  Torino,  entrato  nel  1806  volontario 
nella  guardia  d'onore  del  viceré  d'Italia,  dopo 
l'occupazione  di  Mosca,  essendo  tenente,  è 
incaricato  della  difesa  del  castello  di  Pechon- 
kow,  e  vi  si  mantiene  per  4  giorni  con  soli  100 
uomini,  respingendo  gli  assalti  dei  cosacchi 
e  mantenendosi  in  comunicazione  con  Mosca, 
avendone  lode  da  Napoleone,  la  promozione 
a  capitano  e  la  legione  d'onore. 

6  (1811).  -  Il  capo  battaglione  Falavelli 
del  C'>  fanteria  italiana,  perduti  230  uomini 
e  mancando  assolutamente  di  vettovaglie,  è 
costretto  a  capitolare  dopo  avere  difeso  per 
nove  giorni  contro  numerose  forze  spagnole 
un  convento  di  Calatuyad,  essendo  occupata 
già  la  città.  Il  maresciallo  Suchet  loda  il  va- 
lore della  truppa  nella  "  brillante  e  vigorosa 
difesa.  „ 

7  (1861).  -  Il  tenente  Versar!,  del  44»  fan- 
teria, difende  il  paese  di  Rendinara  in  vai 
Roveto,  assalito  da  Chiavone  con  300  briganti, 
e  li  costringe  a  ritirarsi  dopo  sei  ore  di  fuoco. 

8  (1868).  -  Il  brigadiere  dei  RR.  Cara- 
binieri Camillo  Srambilla,  costretto  a  com- 


battere contro  tre  briganti  in  terreno  intie- 
ramente scoperto,  nel  territorio  di  Bagnara 
(Calabria)  ne  uccide  uno,  e  ferisce  e  ne  fa  pri- 
gioniero un  secondo. 

9  (1895).  —  Il  maggiore  Amelio,  con  sei 
compagnie  e  due  pezzi,  attacca  1200  uomini 
della  retroguardia  abissina  a  Debra  Ailà,  so- 
stenuto dal  3°  batt.  indigeno  e  dii  cacciatori 
Italiani.  Quantunque  gli  Abissini  combattano 
con  molto  valore,  la  posizione  è  occupata  alla 
baionetta  dopo  mezz'ora  di  fuoco,  distinguen- 
dosi, oltre  l'Amelio,  i  capitani  Pinelli,  Angherà 
e  Martini,  i  tenenti  Miani  e  Sapelli,  e  il  fu- 
riere Fresco. 

10  (1303).  —  I  veliti  italiani,  comandati 
dal  capo  battaglione  Cotti,  assalgono  il  campo 
di  Milans  in  Catalogna,  prendendo  molti  pri- 
gionieri, viveri  e  sei  cannoni  da  montagna. 
La  compagnia  del  capitano  Tinti  affronta  al- 
cune centinaia  d'inglesi  sbarcati  dalla  squa- 
dra, e  sotto  il  fuoco  delle  navi,  li  respinge 
avanzando  nel  mare  con  l'acqua  fino  al  petto 
ed  impadronendosi  di  varie  barche. 

11  (1861).  -  Il  brigadiere  Luigi  Galim- 
berti, con  il  carabiniere  Brunera,  attaccano 
quattro  briganti,  ed  il  Galimberti,  lottando 
con  due  di  essi  a  corpo  a  corpo,  riesce  a  di- 
sarmarli ed  arrestarli. 

\%  (1805).  —  Il  capitano  Ravicchlo,  pie- 
montese, passato  al  servizio  dell'Austria  quan- 
do fu  sciolto  l'esercito  Sardo,  dopo  la  batta- 
glia di  Michelsberg  perduta  dall'  arciduca 
Ferdinando,  fermato  nella  stretta  di  Peters- 
dorf  dagli  esploratori  francesi,  riesce,  inco- 
raggiando con  l'esempio  1  soldati,  a  salvare  i 
suoi  pezzi  precipitati  giù  dalla  strada,  ed  è 
per  questo  fatto  creato  barone  di  Petersdorf. 

13  (1848).  —  Dopo  alcuni  mesi  d'assedio  e 
33  sortite,  ridotti  a  300,  smunti,  laceri  e  sfi- 
niti perchè  mancanti  di  viveri,  capitolano  i 
valorosi  difensori  del  forte  d'Osoppo,  che  com- 
battevano agli  ordini  dell' ing.  Leonardo  An- 
dervolti,  di  Gaio  (Friuli)  e  di  Licurgo  Zannini, 
modenese.  Essi  ottengono  onorevoli  condi- 
zioni di  resa  dal  Van  der  Mill,  già  in  possesso 
del  paese,  ed  escono  dal  forte  con  musica  in 
testa  ed  a  bandiera  spiegata,  davanti  la  qua- 
le la  bandiera  austriaca  s'inchina  in  segno 
d' onore. 

14  (1812).  —  Sebastiano  Melis,  con  un  figlio 
ed  un  cannoniere,  difende  sulla  costa  orien- 
tale della  Sardegna  una  torre  assalita  dai 
barbareschi.  Mortogli  il  tìglio,  ucciso  da  uno 
dei  primi  colpi  del  nemico,  morto  poco  dopo 
anche  il  cannoniere,  continua  a  difendersi  fin 
quando  gli  abitanti  de'  paesi  vicini  non  giun- 
gono in  soccorso  di  lui. 

15  (1861).  —  Il  capitano  conte  Litta  ed 
il  tenente  Tecchio,  del  lancieri  Milano,  con  60 
uomini, raggiungono  e  sorprendono  sul  monte 

(CoH^tuMa  a  ^ag.  150), 


117- 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


19.  -  GIUSEPPE  RIBERA  detto  lo  SPAGNOLETTO 
(Xatlva  in  Spagna,    1588-1G52) 

visse,  studiò  e  dipinse  in  Italia,  quasi  sempre  a  Roma  e  a  Napoli.  Scolaro  di  Michelan- 
gelo da  Caravaggio,  si  distinse  per  un  realismo  potente  e  aspro.  Fu  anche  abile  acqua- 
fortista. Vedasi  il  Martirio  di  San  Bai-iolonieo,  l'Adorazione  dei  Fautori.  Pittore  fecondo,  si 
ripeteva  spesso. 


OTTOBRE  1908 


—  143 


(41»  SeUìmana) 


^  Doinenicn  I        "  SS.  Rosario 

378-89  I    <•'  ""^'••^  V«'"3''"^  ^S- 

^ — ■  Festaistituita  da  Gre- 
gorio XITI,  a  comiìieTnorazioiie  della  vittoria 
di  Lepanto  riportata  contro  i  Turohi  iielT ot- 
tobre del  1571.  —  S.  Francesco  d'Assisi.  Fon- 
datore dell'ordine  francescano  e  de'terziarì, 
]iafrotio  della  sua  città  natale.  Visse  dal  1182 
i.l  12-2G.  —  S.  Petronio,  vesc.  di  Bologna  dal 
41'0  al  450,  patrono  di  questa  città. 

Memorandum.  —  A  Fiesole,  fiera  di  San 
Francesco;  dura  3  giorni.  —  In  San  Giorgio 
a  Cremano,  presso  Napoli,  festa  della  Madon- 
na del  Buon  Consiglio.  —  Festa  e  lìera  a 
Hrancavilla  (Catania)  per  San  Placido  patrono 
del  luogo.  —  Oggi  per  i  protestanti  tedeschi 
è  la  Ei-iìtefest  (festa  delle  mèssi). 


5   Lunedi      I S.  Placido,  abate,  mart. 


379-88 


>  S.  Marcellino,  vesc.  di 
Ravenna,  dal  232  al  285. 
—  S.  Galla,  vedova,  del  tempo  di  Teodorico 
(457-525).  —  S.  Renato,  vescovo  di  Sorrcuto 
verso  gli  anni  421-450. 

IVIemorandum.  —  Chipur,  ossia  Giorno  del- 
l'espiazione per  gl'israeliti.  —  Pagamento 
delle  pensioni  governative  di  prima  categoria 
(non  oltre  le  500  lire  annue). 


6   Martedì     I  S.Brunone 

380-87  abate,  di  Colonia,  fon- 
datore  del  nuovo  ordi- 
ne dei  Certosini.  Morì  l'a.  IICI.  -  S.  Magno, 
vesc.  di  Oderzo,  verso  l'a.  640.  —  S.  Adelgi- 
so,  vescovo  di  Novara,  dall' 835  all' 860.  — 
—  S.  Probo,  vescovo  e  martire,  onorato  a 
Gaeta. 

IWemorandum.  —  Nella  prov.  di  Cagliari  si 
apre  la  caccia  agli  uccelli  acquatici. 


7   Mercoledì  1    S.  Brigida,  matrona. 
381-86  I       Principessa   di  Sve- 

zia,  moglie  ad  Ulfone; 

ritirossi  per  tempo  in  un  monastero,  dove  è 
lama  avesse  frequenti  visioni  celesti.  Morì  nel- 
l'anno 1473.  —  S.  Giustina  da  Padova,  verg., 
mart.  (sec.  l?j.  —  S.  Palazia  vergine,  protet- 
trice di  Ancona.  —  S.  Geroldo,  assassinato 
l)resso  Cremona  (sec.  XIH).  —  S.  Marco,  papa 
nel  336. 

IVIemorandum.  — 


8    Giovedì     1  S.  Reparata. 

383-85  Verg.,  martire,  circa 

^l'a.  250,  onorata  nella 
diocesi  di  Aiaccio  (Corsica),  e  a  Firenze.  — 
S.  Pelagla,  commediante  in  Antiochia.  Tro- 
vandosi un  giorno  ad  una  predica  del  ve- 
scovo Nonno,  fu  tocca  dalle  sue  parole  e 
pianse.  Si  gettò  a'  suoi  piedi,  dicendo  di  voler 


riparare  alle  sue  colpe,  quindi  vendute  robe  e 
gioie,  distribuì  il  denaro  ai  poveri  e  dopo  fer- 
vente espia;',ione,  ottenne  il  battesimo.  Prese 
il  velo  delle  religiose,  e  terminò  i  suoi  giorni 
ili  vina  grotta  del  monte  Oli  veto. 

Memorandum.  —  In  Toscana  oggi  si  dice: 
'*  A  Santa  Eeparala  ogni  oliva  inoliata.  „ 


9   Venerdì     |S.  Dionigi,  l'areopagita. 
383-84  I       Vescovo    di    Atei' e; 

poi  apostolo  di  Lutezia 
(Parigi),  ove  credesi  morisse  martire  nella  se- 
conda persecuzione,  l'anno  tì6.  —  S.  Donnino, 
martire,  patrono  di  Borgo  San  Donnino  (se- 
colo III-IV).  Era  ufficiale  di  certe  dell'impe- 
ratore Massimiano  Erculeo.  Fu  banditala  pex'- 
secuzione  contro  i  cristiani,  e  un  giorno  uscito 
di  palazzo,  non  vi  tornò  più.  Fu  a  Roma,  dove 
sperava  di  iiasicondersi.ma  l'improvvisa  scom- 
parsa destando  sospetti,  furono  mandati  sulle 
sue  tracce  alcuni  soldati.  Tra  Parma  e  Piacenza 
venne  raggiunto,  e  senza  ch'egli  opponesse  al- 
cunaresistenza,glifu  tagliata  la  testa.  —  S.Dio- 
dato, abate  di  Montecassino,  morto  l'a.  834. 

Memorandum.  —  (5)  L.  P.  a  ore  22.3"',  _ 
Fiera  a  Castelfranco  nell'Emilia.  —  Festa  na- 
zionale nella  repubblica  dell'Equatore  (indi- 
pendenza di  Guayaiuil). 


10  Sabato 

384-83 


I    S.  Francesco  Borgia. 

I  Figlio  di  Giovanni, 
duca  di  Gandia,  fu  chia- 
mato Francesco  per  voto  fatto  dalla  madre 
a  S.  Francesco  d'Assisi.  Divenne  intimo  di 
Carlo  V  e  lo  seguì  nelle  sue  impx-e^e  guer- 
resche. Viceré  di  Catalogna,  rimasto  vedovo, 
fu  da  S.  Ignazio  ascritto  alla  sua  Compagnia, 
ed  ordinato  sacerdote  a  Roma.  Venne  più 
tardi  creato  generalo  dei  gesuiti,  e  moi-ì  nel 
1572.  —  S.  Cerbo,  o  Cerbonio,  vesc.  di  Massa 
Marittima  (Populonia),  morto  l'a.  573  (Baro- 
nio).  — •  S.  Paolino,  vescovo  di  Capua,  dall'BSS 
air843.  —  S.  Andrino,  vesc.  di  Sens  dall'830 
all' 840.  Mori  a  Ferricres,  dove  pure  fu  se- 
polto. 

Memorandum.  —  Primo  giorno  di  Succot,  o 
Festa  delle  capanne  (per  gl'israeliti).  —  Scade 
la  quinta  rata  bimestrale  delle  imposte  di- 
rette erariali  e  sovrimposte  comunali  e  pro- 
vinciali. Non  pagando  entro  gli  otto  giorni 
successivi  alla  scadenza,  il  contribuente  in- 
corre nella  multa  del  4  %.  —  Da  oggi  al  31 
ottobre  nella  prov.  di  Como  è  perme-ssa  la 
caccia  con  reti  portatili;  e  quella  coi  segugi 
e  cani  da  corsa,  anche  nei  vigneti,  nella  prov. 
di  Torino.  -  Estraz.  pel  rimb.  djlle  Obbllg. 
ferroviarie  Torlno-Savoua-Acqul. 


OTTOBRE  1908 
1 1  Domenica 

SS5-82 


S.  Firmino. 

Voscovo  <r  Uzòs,  m. 

, y^   5j^3    _  ^   piaoidia, 

t^rjfhie,  mofta  verso  l'a.  JCO,  onorata  a  Vp- 

Memorandum.  —  Secondo  giorno  di  Succo', 
re>*t;\  dolio  oapanno.  —  Omvtl  Prie  d'Ati- 
itnifi  a  Parigi. 


12  Lunedì    ! 

386-81 \ 


S.  Serafino 
da  Montegranaro. 

Morì  settantacin- 
Hionnc,  l'anno  1604.  —  8.  Pulcheria,  impe- 
ritrice:  339  453  (Mipne:  10  sett.).  -  S.  Edi- 
tio,  niart.  (sec.  III-IV),  ricordato  a  Ravenna. 
-  S.  Opilio,  diacono,  confessore,  onorato  a 
Piacenza:  fiorì  verso  l'a.  420  Ferrarlo).  - 
s.  Eustachio,  prete,  venerato  a  Borro  San  Don- 
nino. 

Memorandum.  —  Famosa  fiera  dell'  Impru- 
l'ctii,  presso  Firenze:  dura  sino  al  mercoledì. 

—  Fiora  di  S.  Serafino  in  Montegranaro  (Mar- 
<'he).  —  Pagamento  delle  pensioni  governative 
di  terza  categoria  (superiori  a  L.  2000  annue). 

—  CoIi<inhi(s  (Idi/,  ossia  anniversai-io  della  sco- 
perta dell'America  per  opera  di  Cristoforo 
t'olombo  (1492),  festeggiato  in  Spagna  e  in 
molte  parti  deir.\merica  Latina,  specialmente 
111  quella  Centrale,  e  anche  in  vari  Stati  del- 
l'Unione nordamericana. 


13   Martedì    !  S.  Edoardo 

SST-SO  i*e  d'Inghilterra,  salì  al 

trono  ancor  giovinetto, 

ma  la  matrigna  di  lui  Elfrida  si  era  opposta 
a  codesta  elezione,  ed  aveva  tentato  ogni  via 
perchè  fosse  eletto  il  principe  Etelredo.  Riu- 
scito vano  ogni  tentativo,  essa  dopo  tre  anni 
di  regno  lo  fece  pugnalare  da  un  suo  domo- 
si  ico  (  10G6)  mentre  trovavasi  a  caccia.  —  S.  Che- 
lidonia, verg.,  morta  l'a.  1152,  ricordata  a  Su- 
biaco  (Roma).  —  S.  Romolo,  vesc.  di  Genova, 
verso  gli  a.  641-649.  —  S.  Luca,  abate,  morto 
l'a.  993,  onorato  a  Carbone  e  ad  Armento, 
provincia  di  Potenza, 

Memorandum.  — 


1^  Mercoledì  !  S-  Callisto  I,  papa,  m. 
288-79  Si  attribui.sce  a  Cal- 

'  listo  la  erezione   della 

chiesa  dedicata  alla  Madonna  in  Trastevere 
ed  il  cimitero  sulla  via  Appia.  Istituì  pure  il 
digiuno  delle  tempora,  e  benché  la  religione 
cristiana  fosse  allora  tollerata,  pure  vi  furono 
martiri.  Lo  stesso  Callisto  fu  decapitato  sotto 
Eliogabalo  nel  222.  —  S.  Fortunato,  vescovo 
di  Todi,  circa  dal  528  al  542.  —  S.  Fortunata, 
verg.  e  mart.,  l'a.  301,  onorata  a  Napoli. 

Memorandum.  — 


'     -  (42»  Settimana) 

15   Giovedì    1       S.  Teresa,  verg. 
289-78  I        Nacque  ad  Avihi  l'a. 

— _ . 1515.  Fu  la  riformat  rlco 

deiroi'dlno  de' Carmelitani  Scalzi.  Scrisse  ope- 
re ascetiche  di  alto  valore,  fn  una  vera  mar- 
tire di  penitenza,  e  morì  nel  1582.  —  S.  Rug- 
gero, ve.sc.  di  Canne  (sulla  fino  del  sec.  V?), 
venerato  a  Barletta. 

Memorandum.  —  All'albo  mumcipalo  di 
ciascun  comune  si  pubblica  la  lùsta  dei  giu- 
rati, compilata  dalla  Giunta  mandamentale. 
—  Oggi,  di  regola,  si  aprono  le  scuole  elemen- 
tari; ed  oggi  pure  comincia  l'anno  scolastico. 
Comincia  la  seconda  sessione  degli  e«<ami  spe- 
ciali (che  in  qualche  università  maggiore  può 
e-osere  anticipata  al  1«  ottobre),  ma  le  lezioni 
cominciano  molto  piì  tardi.  —  Cominciano 
i  corsi  ai  Collegi  Militari  di  Roma  e  Napoli 
e  alla  Scuola  Militare  di  Modena.  —  Scad. 
cedole  annuali  Società  Ang'oRom.  illumin. 
a  gaz.  —  Apertura  della  caccia  nello  Pro- 
vincie di  Alessandria,  Bergamo  e  Milano  con 
i  cani  segugi;  nella  prov.  di  Pavia,  alle  solo 
lepri  con  i  .segugi;  nelle  prov.  di  Piacenza, 
con  la  muta  per  le  quaglie:  nella  prov.  di 
Udine,  con  la  spingarda.  —  Oggi  in  Toscana 
d  cono:  "*  Per  Santa  Teresa  prepara  la  tesa. ., 
Avviso  agli  uccellatori!  —  Da  oggi  sino  al  15 
gennaio  sono  vietati  la  pesca  e  il  commercio 
delle  trote,  del  carpioni  e  delle  bottatrici. 


16  Venerdì 

390-77 


I  S.  Ga'Io.  n^i-to 
detto  r  apostolo  (Iella 
Svizzera,  morì  a  novan- 
tacinque aimi,  nel  646.  Era  nato  in  Irlanda 
dopo  la  metà  del  sec.  VI,  e  fu  tra  i  dodici 
che  seguirono  S.  Colombano  in  Inghilterra. 
Ricuperata  la  sanità  sul  la.jo  di  Costanza, 
eresse  alcune  celle,  origine  del  monastero  be- 
nedettino sotto  il  nome  di  S.  Gallo. 

Memorandum.  —  Oscinanà-Rnbbà,  o  Fe'Jta 
di  confermazione  per  gl'israeliti.  —  Nascita 
della  Princ.  Maria  Pia,  Regina  di  Portogallo 
(1847).  —  Oggi  cominciano  le  lezioni  nelle 
scuole  secondarie  classiche  e  tecniche  del  Re- 
gno. —  In  Toscana,  ci-edono  che  se  piove  oggi, 
giorno  di  S.  Gallo,  pioverà  per  cento  giorni. 


17    Sabato     1     S.  Edvige,  matrona. 

291-76  1       Donna     d'illustro 

lignaggio.   Le   sue   en- 


trato venivano  consumate  nel  soccori-ere  gli 
infelici,  e  rimasta  vedova,  vestì  l'abito  fra 
le  religiose  di  Frebnitz.  Morì  nel  1243.  — 
S.  Margherita  Maria  Alacoque,  zelatrice  della 
divozione  al  S.  Cuore  di  Gesù  (1645-1690).  — 
S.  Caterio,  mart.,  patrono  di  Tolentino.  — 
8.  Vittore,  vescovo  di  Capua,  dal  541  al  564. 

Memorandum.  —  (C  U.  Q.  a  oro  4,35™.  — 
Sceininì  Azéred,  o  Festa  di  chiusura  per  gli 
israeliti. 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


{OTTOBRE  —  Vedi  a  pag.  146).  —    150   — 

Quercia  (Melfi)  una  numerosa  banda  a  cavallo, 
e  dopo  un  vivo  combattimento  ne  uccidono  31, 
fra  1  quali  i!  capobanda  Boschetta,  e  mettono 
gli  altri  in  fuga,  prendendo  39  cavalli. 


16  (1811).  —  Il  capo  battaglione  Cecco- 
pieri,  ritii-andosi  ad  Illcesca,  in  Aragona,  con 
617  uomini  compresi  20  ufficiali,  è  circondato 


citta,  sono  assaliti  da  varie  compagnie  di  pa- 
palini contro  i  quali  combattono  per  un'ora 
e  mezzo,  col  fuoco  e  la  bajonetta,  cadendo 
morti  nella  mischia  il  Cairoli,  Antonio  Man- 
tovani, e  Giuseppe  Moruzzi  e  parecchi  altri 
feriti. 


24  (1861).  —  Il  tenente  Roberto  Castelli, 


d&  5500  spagnoli  condotti  da  Mina,  e  marcia    casalese,  del  3°  battaglione  bersaglieri,  muore 


facendo  fuoco  per  dieci  ore  consecutive,  fin 
quando  ferito,  esaurite  le  munizioni,  e  con  20S 
morti  e  30i  feriti,  è  costretto  ad  arrendersi 
con  le  lodi  dello  stesso  nemico. 

17  (1815).  —  Il  tenente  d'artiglieria  Elì- 
sio Melis,  di  Cagliari,  di  presidio  al  forte  di 
Sant'Antioco  con  17  artiglieri,  assalito  da  un 
migliaio  di  Tunisini  sbarcati  nell'isola,  si  di- 
fende fin  quando  colpito  alla  testa,  cade  mor- 
to, dopo  aver  veduto  morire  undici  de" suoi 
compagni. 

18  (1805).  —  Il  dragone  Manenti,  pie- 
montese, all'assalto  di  un  ponte  sul  fiume 
Leck,  affluente  del  Reno,  visto  il  suo  capi- 
tano ferito  e  caduto  nell'acqua,  si  getta  nel 
fiume  sotto  una  grandine  di  palle,  quantun- 
que da  lui  punito  lo  stesso  giorno,  lo  salva 
è  corre  subito  nuovamente  all'assalto.  Na- 
poleone gli  appende  egli  stesso  al  petto  le 
insegne  della  Legione  d'onore. 

19  (1900).  —  Un  drappello  di  12  marinai 
italiani,  di  scorta  ad  un  convoglio  di  viveri, 
respinge  valorosamente  presso  Ma  Tao,  in 
Cina,  una  banda  di  200  hoxers. 

a©  (1880).  —  Il  6»  e  70  bersaglieri,  soste- 
nuti dalla  brigata  Regina  con  artiglieria,  as- 
saltano la  posizione  del  Macerone  difesa  dal 
generale  Douglas  Scotti  con  30,000  Borbonici. 
Si  distinguono  il  maggiore  E.  Negri,  i  capi- 
tani Bernini,  Brunetta,  Gastinelli  e  Gusberti 
ed  i  sergenti  Ferrerò,  Betemps  e  Pibiri  dei 
bersaglieri.  Uno  squadrone  dei  lancieri  No- 
vara comandato  dal  capitano  V.  Cocconito  di 
Montiglio,  sfonda  il  l»  reggimento  fanteria 
Borbonica,  gli  prende  la  bandiera  e  fa  pri- 
gioniero il  generale  comandante  in  capo. 

ai  (1805).  —  L'ammiraglio  Carlo  Gra- 
vina, di  Palermo,  comandante  della  squadra 
spagnola  alleata  della  francese  a  Trafalgar, 
muore  gloriosamente  combattendo  a  corpo 
a  coi-po,  sul  ponte  AeW Alyeciras,  con  l'equi- 
paggio della  nave  inglese  Townant  salito  al- 
l'abbordaggio. 

«2  (1813).  -  Gabriele  Galateri,  morto 
ispettore  generale  dell'esercito  Sardo  e  gran 
collare  dell'Annunziata,  essendo  ufficiale  al 
servizio  della  Russia,  non  ostante  un  vivo 
fuoco  di  mitraglia  si  slancia  primo  a  traverso 
un  ponte  di  legno  in  fiamme,  sul  fiume  Ems, 
tagliandone  la  parte  verso  il  nemico,  ed  è  no- 
minato cavaliere  dell'ordino  di  Vladimiro, 
sul  campo. 

«3  (1867).  -  A  Villa  Glori,  sul  monti  Pa- 
rioli,  poco  fuori  di  Roma,  78  garibaldini  con- 
dotti da  Enrico  Cairoli,  scesi  per  il  Tevere 
da  passo  Corese  col  diseguo  di  penetrare  iu 


da  valoroso  combattendo  contro  una  nume- 
rosa banda  di  briganti  a  Sant'Angelo  di  Palma. 

25  (1867).  —  All'attacco  di  Monterotondo 
da  paite  dei  garibaldini,  il  capitano  Marziano 
Ciotti,  friulano,  intrepido  sotto  il  grandinare 
dei  proiettili,  dà  fuoco  alla  porta  San  Rocco 
per  la  quale  entra  per  il  primo  dentro  le 
mura.  Garibaldi  lo  promuove  maggiore  con 
una  lettera  nella  quale  gli  invia  pure  "  un 
bacio  paterno.  „ 

26  (1867).  —  Il  capitano  Giuseppe  Ber- 
nardi, senese,  con  pochi  ufficiali  e  volontari 
garibaldini  della  colonna  Nicotei'a,  rimasto 
isolato  nella  casina  Va'entini  a  Monte  San  Gio- 
vanni (Frosinone),  si  difende  ad  oltranza  con- 
tro 300  pontifici,  fin  quando  il  fabbricato  non 
va  in  fiamme.  Allora,  fatti  uscire  prima  i  suoi 
compagni  da  una  finestra,  li  segue  e  cade 
colpito  da  una  palla  tirata  dai  nemici  che  si 
ritirano. 

27  (1848).  —  Alessandro  Poerio,  ottenuto 
dal  generale  Pepe  il  permesso  di  prender 
parte  in  prima  linea  ad  una  sortita  contro  gli 
Austriaci  trincerati  nel  villaggio  del  Cavallino 
(Mestre),  con  Damiano  Assanti  supera  fra  i 
primi  una  barricata  difesa  da  700  uomini  e 
due  cannoni.  Colpito  al  ginocchio  da  una 
palla  stanca,  continua  ad  avanzare,  combat- 
tendo fin  quando  cade  ferito  di  mitraglia  gri- 
dando Viva  l'Italia! 

28  (1860).  -  Il  tenente  Giovanni  Ca- 
nazza,  aiutante  di  campo  del  generale  Pinelli, 
si  segnala  a  Pizzoli  'Ascoli)  combattendo  con- 
tro le  bande  reazionarie  ed  inseguendole,  ed 
è  nominato  cavaliere  dell'ordine  militare  di 
Savoja. 

29  (1860).  -  Al  ponte  del  Garigliano, 
dopo  una  brillantissima  carica  del  reggimento 
Piemonte  Reale,  il  7°  batt.  bersaglieri,  coman- 
dato dal  maggiore  Negri,  segnalatosi  pochi 
giorni  prima  al  Macerone,  spintosi  avanti  tra- 
sportato dal  proprio  valore,  rimane  per  qual- 
che tempo  solo  a  fronte  di  migliaia  di  Bor- 
bonici. 

30  (1805).  —  Alla  battaglia  di  Caldiero, 
1  due  reggimenti  dragoni  italiani  ed  il  2»  fan- 
teria uniti  alle  truppe  di  Massena,.  combat- 
tono con  molta  lode.  Vi  rimangono  feriti  il  ca- 
pitano Giovanni  Camurri  ed  il  tenente  Luigi 
suo  fratello;  ucciso  il  sergente  Fen-arini.  Il 
tenente  d' artiglieria  Luigi  Camozzi  merita 
speciali  encomi. 

81  (1900).  —  Una  colonna  di  truppe  ita- 
lo-tedescho,  agli  ordini  del  colonnello  Gar- 
roni, composta  di  350  uomini,  occupa  bril- 
lantemente Kuau  Ksiea  difesa  da  lòOO  ciuesi 
oca  5  cuuuoui. 


—  151  - 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


20.  -  GIOVANNI  FRANCESCO  BARBIERI  detto  il  QUERCINO 
(Cento  1591-1666) 

studiò  Tiziano  e  il  Caravaggio.  Fu  grande  nel  chiaroscuro  e  nel  tocco.  Citiamo,  tra  le  sue 
opere  migliori,  V  Ecce  Homo  della  Galleria  Corsini,  e  V Auro»  a  di  Villa  Ludovisi. 


OTTOBRE  1908 


-  152 


(43»  Settimana) 


18  Domenica!    S.  Luca,  evangelista. 

393-75  Discepolo  e  segreta- 

— ^  rio  di  S,  Paolo,  scrisse 

il  terzo  Vangelo  canonico,  e  gli  Atti  degli  apo- 
stoli. Si  crede  morisse  martire  a  Patrasso 
l'anno  8G.  —  S.  Giuliano  Saba,  anacoreta.  — 
S.  Monone,  anacoreta  del  VII  sec.  --  S.  Paolo 
delia  Croce,  fondatore  dei  Passionisti  (1G94- 
1775)_  _  Testa  della  dedicazione  del  duomo 
di  Milano,  compiuta  da  S,  Carlo  Borromeo 
noi  157G. 

Memorandum.  —  Simlri-Torà,  o  festa  della 
Legge,  per  gl'israeliti. 


19  Lunedì  1  ^-  P'^*''^  d'Alcantara. 
393-'74  Uno  dei  più  illustri 
'  santi dell'iberia:  fu  mo- 
naco francescano  ed  a  soli  20  anni  destinato 
supcriore  di  Badacos,  esercitò  il  suo  uffico  in 
modo  da  attirarsi  l'universale  ammirazione. 
Morì  a  63  anni  nel  1562.  —  S.  Massimo,  dia- 
cono, patrono  d'Aquila  degli  Abruzzi,  mar- 
tire verso  r  a.  250.  —  Ss.  Procolo  e  Nicea, 
martiri,  rammentati  a  Pozzuoli.  —  S.  Euste- 
rio  o  Asterio,  vesc.  di  Salerno  dal  535  al  539. 

Memorandum.  — 


20  Martedì 

394-73 


S.  Ele^zario,  francese. 

Ammalò  a  Parigi,  e 
'  vi  n)ori.  in  fama  di  san- 
tità, l'anno  1323.  —  S.  Giovanni  Canzio  o  da 
Kent,  polacco,  nato  verso  il  1403,  morto  nel 
H73.  —  S.  Irene,  vergine  e  martire. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Rovigo.  Dura 
8  giorni.  —  Pagamento  delle  pensioni  gover- 
native di  seconda  categoria  (superiori  a  L.  500, 
ma  non  a  L.  20jO  annue). 


21  Mercoledì!  S.  Orsola 

395-73  ®  compagne  verg.,  mart. 

Il  martirio  sarebbe 

avvenuto  a  Colonia  verso  l'a.  453.  Molte  leg- 
gende si  formarono  in  seguito  sul  numero  e 
sulla  patria  di  queste  vergini.  A  Colonia  si 
mostrano  anche  presentemente  molte  reliquie 
delle  compagne  di  S.  Orsola.  —  S.  Follano, 
vescovo,  martire,  verso  l'anno  383,  onorato  a 
liUcca.  —  S.  Bertoldo  da  Parma,  confessore, 
morto  l'a.  1101.  —  B.  Felice  Moda,  compa- 
trono di  Posai'o. 

Memorandum.  —  Fiera   di    Sant'Orsola   a 
Caulonia  (prov.  di  Bcggio  Calabria). 


22   Giovedì   !  ^-  "^'■'o"^,  anacoreta. 


396-71 


Mori 
età,  l'a. 


in  tardissima 
371.  -  S.  Ve- 
recondo, vesc.  di  Verona  (a.  522?).  —  S.  Gio- 
vanni Buono,  eremi' ano,  morto  l'a.  1249,  ono- 
rato a  Mantova.  —  S.  Filippo,  vesc.  di  Fermo 
verso  gli  anni  251-254,  martire.  —  S.  Mode- 
ramno,  vescovo,  morto  nel  730,  onorato  a  Ber- 
ceto  (Parma).  —  S.  Giovanni  Buono,  eremi- 
tano, morto  nel  1269,  onorato  a  Mantova.  — 
S.  Verecondo,  vescovo  di  Verona  verso  il  522, 

Memorandum.  —  Festa  della  Madonna  della 
Neve  a  Torre  Annunziata,  in  ricordo  delia 
eruzione  del  Vesuvio  del  1822. 


23  Venerdì 

397-70 


S.  Giovanni 
da  Capistrano. 

Nato  nell'Abruzzo, 
abbracciò  la  religione  di  S.  Francesco,  con- 
vertì molti  eretici  e  contribuì  a  far  togliere 
Tassodio  a  Belgrado  nel  1456  e  dar  vittoria 
ai  cristiani  contro  i  Turchi.  Morì  nel  1456. 
—  S.  Vero,  vescovo  di  Salerno  (sul  principio 
del  sec.  V).  —  S.  Severino  Boezio  (verso  l'anno 
470-525),  martirizzato  presso  Pavia  da  Teodo- 
rico. —  S.  Croscio,  martire,  ricordato  a  Fie- 
sole. —  S.  Severo,  confess.,  ricordato  a  Mon- 
tefalco  (s-c.  V).  —  B.  Pietro  Luigi  Chanci, 
missionario,  marista,  il  primo  martire  del- 
l'Oceania, dove  fu  ucciso  nel  1841. 

Memorandum.  —  Entra  il  Sole  in  Scor- 
pione. —  Commemoraz.  patriottica  a  Roma, 
presso  lo  storico  niaiidoi-lo  sui  colli  Parioli,  per 
l'anniversario  della  morte  dei  fratelli  Cairoli, 
caduti  combattendo  contro  i  soldati  pontilìci 
(1867).  —  Fiera  a  Potenza:  dura  3  giorni. 


24^  Sabato     !  ^^"  Raffaele,  arcangelo. 
398-69  S.  Maglorio,  vescovo 

in  Bretagna,  morto  l'a. 

575.  —  S.  Marcio,  eremita,  ricordato  a  Mon- 
dragone,  presso  Sessa  Aurunca  e  Carinola 
(Gaeta).  —  S.  Maiorio,  martii-e,  circa  Fa.  450, 
onorato  a  Tivoli.  —  B.  Angelo  Porro,  servita, 
morto  l'a.  1506,  onorato  a  Milano.  —  Ss.  Fe- 
lice, vesc,  Adautto  e  Felice  preti,  Fortunato 
e  Settimio,  lettori,  martiri  a  Venosa  (Potenza) 
nel  302. 

Memorandum.  —  ATuiiversai-io  del  matri- 
monio delle  LL.  MM.  il  re  Vittorio  Ema- 
nuele III  e  la  Regina  Elena  (1896). 


OTTOBRE  1908 


f44*  Settimana) 


25  Domenica       ^  ^S-  Crispino 

29c»_0S  ®  Crlsplniano.  martiri. 

Martiri    a    Soissons, 

Ma  po:spi'U7.loiie  di  Miissimiaix»  o  Diode 
iii'i.  l'rt.  •>S7.  Net  sceolo  III  questi  duo 
Ulti,  con  S.  Quintino  ed  altri,  vennero  da 
■  ma  in  Francia  a  predicare  il  Vangelo  i' 
;»l>iliix>no  loro  stanza  u  Soissons.  Giunti  nella 

•  .lilla  Deltiica,  M;issiiiii:«no  Frculeo  fattili  ar- 
.  st«re,  li  consegnò  al  pretore -peroh»»  li  in- 
duoos.sc  a  saeri  tifare  ai;!"  idoli.  Rifiutando  essi, 
ftirono  decapitati.  —  S.  «ìavino,  protettore  di 
Sassari.  —  S.  Miniato,  niart.,  l'a.  'J54,  venerato 
a  Firenze.  —  Ss.  Crisnnto  e  Daria,  martiri  a 
Uoma,  verso  l'a.  284.  —  Ss.  Teodoro.  Lucio, 
^larco.  Pietro,  0  altri  centocinquantaduc  mar- 

ri  a  Roma,  verso  l'anno  265.  —  Ss.  Proto,  o 
lopto.  prete,  e   Gennaro,  diacono,   martiri, 
\vrsj  l'a.  W2. 

Memorandum.  —  ®  L.  N.  a  ore  7,47"».  — 

'  "mmeniorazione  patriottica   a  Roma,  della 

la^e  del  lanificio  Aiani  in  Trastevere  (1867) 

Fiora  a  Treviso.  Dura  3  {giorni.  —  In  Barra. 

:  osso  Napoli,  festa  popolare  detta  dei  Gigli. 

Termina   osgi   d'ordinario,  per  le  scuole 

•^mentari  del  regno,  il  periodo  utile  perle 

•  mande  d'iscrizione  e  per  gli  esami  di  am 
:::!Ssione  e  riparazione  e  di  maturità.  —  Da 
l'ggi  fino  alla  prima  domenica  di  giugno  a  Na- 
poli si  paga  la  rampogna  ai  pr  rMeri  dalla  mez- 
zanotte in  poi.  —  A  Parigi  seduta  pubblica  e 
I>lcnaria  dell'Istituto  di  Francia  per  il  confe- 
rimento dei  premi  nei  diversi  concorsi. 


26   Lunedi    i      S.  Evaristo.  papa. 


300-67 


Martire  della   teiza 

persecuzione,  sotto 

Traiano,   l'a.   105.   Nacque   a  Betlemme,    fu 

•  ■tto  papa  nel  97,  e  governò  la  Chiesa  sotto 
-.'imperatori  Domiziano,  Nerva  e  Traiano, 
l-.ffli  primo  stabili  che  i  matrimoni  fossero 
fatti  pubblicamente  colla  benedizione  del  sa- 
cerdote. —  S.  Gaudisio,  vescovo   di   Salerno 

ec.  VI-VII).  —  8.  Fulco  Scotti,  vescovo  di 

avia  dal  1216  al  1229. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Varese.  —  Finisce 
il  mese  di  Jiaiundnn  per  i  mus!?u'mani.  Ul- 
timo ;,'iorno  di  dl-'iuno. 


27   31artedi    '^'  Frumemlo,   vescovo. 

301-66  j        Onorato  dagli  Abis- 

'  sini  come  uno  degli  apo- 

.stoli  dell'Etiopia:  sec.  IV.  —  8.  Florio,  o  Fiore, 
vose,  di  Aemonia  (Cittanova,  nell'Istria),  verso 
i  anni  524-546,  festeggiato  a  Pota  (Istria).  — 
-  Elseban  re  etiopico  (532).  Rinunciato  a,! 
irono,  finì  i  suol  giorni  in  oo  monastero  po- 
sto sopra  una  deferta  montagna  (Butler).  — 
B.  Francesco  da  Pesaro. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Montecchio  nel 
Reggiano.  Dura  tre  giorni.  —  Oggi  pagamento 
degli  .stipendi  agli  impiegati  governativi.  — 
Oggi  e  i  due  giorni  successivi  grande  Beiram 
per  1  mussulmani. 

L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto 
il  rimedio  delle  malattie 


Ss.  Simone, 
e  Giuda  Taddeo 


28  Mercoledì! 

303-65 

uposioli,  marti ii/./,ati  in 
Persia  dopo  av*r  predicato  la  fedo  in  Asia.  — 
S.  Firmiliano,  vose,  di  Cesarea  in  Cappadocia, 
morto  l'anno  272.  —  8.  Cirilla,  vergine,  mar- 
tire a  Roma,  verso  l'a.  2'>0.  —  S.  Fedele,  sol- 
dato teboo,  martire  verso  l'a.  28S,  venerato 
a  Milano. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  nascita 
di  Simone  Bjlivar  detto  il  Liberatore  (17H3), 
festeggiato  in  molti  stati  del  Sud,  e  del  Cen- 
tro-.\merlca. 


29   Giovedì    1    S.  Ermellna,  vergine. 
303-64  Onorata  a  Meldraért, 

presso    Hugard.   Mori 

verso  l'a.  595.  —  B.  Angelo  d'Acri  (Calabria), 
cappuccino,  nato  l'a.  1669,  morto  nel  1739.  — 
Ss.  Giacinto  e  compagni,  martiri,  ricordati  a 
Caggiano  (?  Salerno).  —  S.  Eusobia,  verg.,  m. 
(sec.  III-IV),  onorata  a  Bergamo.  —  B.  Ben- 
venuta Boiani,  ricordata  a  Cìvidale  del  Friuli. 

Memorandum.  —  Fiera  di  eavalli  a  San  Bo- 
nifacio (prov.  di  Verona).  Dura  due  giorni. 


30  Venerdi 

304-63 


SS.  Marcello  e  Cassiano. 

Martirizzati  l'a.  298. 
—  S.  Germano,  vescovo 
di  Capua,  dal  518  al  541  circa.  —  S.  Gerardo, 
vescovo  di  Potenza,  morto  verso  l'a.  112;).  — 
S.  Cherubino,  martii-e.  —  S.  Saturnino,  vesc. 
e  mart.  nella  Gallia  f250).  Romano  di  na- 
scita, si  recò  nella  Gallia  verso  il  245  man- 
datovi da  x>apa  Fabiano,  dove  converti  gran 
numero  d'infedeli,  non  essendo  ancora  la  re- 
ligione cristiana  propagata  in  quella  regione. 

Memoraiidum.  —  Nella  provincia  di  Cagliari 
resta  vietata  da  oggi  la  caccia  ai  cervi,  daini 
e  mufloni.   . 


3  1    Sabato     |   S.  Alfonso  Rodriguez. 

305-63  Nato    l'anno     l.">;il. 
^m.  nel  1617.  -  S.  Anto- 


nino vesc. di  Milano,  verso  gli  anni  655-661.  — 
S.  Germano,  patriarca  di  Costantinopoli.  Vi-se 
nel  tempo  di  Leone  Isaurico  e  col  grande  Da- 
masceno fu  insigne  oppugnatore  dell'icono- 
clasta imperatore.  Cacciato  in  esilio,  vi  mori 
nonagenario. 

Memorandum.  —  Si  chiudono  oggi  in  al- 
cuno province  diverse  caccio  speciali,  che 
durano  un  solo  mese  o  anche  meno  (vedi 
l"  e  10  ottobre).  Nella  provincia  di  Sondrio 
si  chiude  la  caccia  al  camoscio  e  al  gallo  di 
montagna. 

ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
degli  organi  digerenti. 


—  154  — 

I  CONSIGLI  DEL  MESE  (Igiene  ed  Economia  Domestica). 

OTTOBRE 

La  minestra  —  L' umidità  —  Le  tende  al  letto  e  alle  finestre  —  La  pulizia  del  corpo  —  RI- 
medii  contro  le  contusioni  ed  il  singhiozzo  —  Per  conservare  i  fiori  tagliati  —  Per  pu- 
lire i  cristalli  dalle  contaminazioni  delle  mosche  —  Costoline  di  montone  —  Elisir  di  china. 


Fino  a  questo  momento  avrete  trovato 
ch'io  dò  poca  parte  ai  consigli  gastronomici. 
È  vero  ;  ma  lo  spazio  mi  costringe  a  limi- 
tarmi solo  all'attualità.  Tuttavia,  poiché  l'ot- 
tobre è,  dirò  così,  un  mese....  neutrale,  io  ne 
profitto  per  parlarvi  un  po' della  minestra, 
che,  senza  dubbio,  ha  un'importantissima 
parte  nel  nostro  nutrimento.  Avanti  tutto  vi 
faccio  osservare  ch'essa  dovrebbe,  al  contra- 
rio di  quel  che  non  si  taccia,  mangiarsi  in  fine 
di  tavola:  infatti,  essa  non  solo  riempie  lo 
stomaco  (cosa  che  non  permette  di  mangiare 
qutUo  che  vieu  dopo)  ma  assottiglia,  con  la 
sua  fluidità,  i  succhi  gastrici,  e,  quindi,  inde- 
bolisce la  forza  della  digestione.  Chiarito  ciò, 
entriamo  nella  pratica  dell'argomento. 

Si  può  preparare  una  buona  minestra 
senza  carne?  si  domandano  tutti  coloro  i 
quali  preferiscono  un  pezzo  di  carne  arrosto 
ad  un  pezzo  lesso.  Bisogna  rispondere  di  si 
secondo  l'assicurazione  di  competentissime 
persone.  Nella  Germania  del  Nord  si  fanno 
zuppe  di  vino,  birra,  e  frutta;  nella  Germa- 
nia del  Sud  si  adoperano  invece  gli  estratti 
di  carne.  È  vero  che  le  prime  non  sono  delle 
ottime  minestre,  e  le  seconde,  fondandosi  su 
estratti  che  non  si  sa  se  vengono  da  animali 
sani,  e  che,  oltre  ad  avere  un  odore  piccante, 
sgradevole  a  molti,  riscaldano  e  provocano 
alle  persone  nervose  e  anemiche  palpitazioni 
di  cuore  e  ribollimenti  di  sangue,  nutriscono 
poco  e  costano  molto  ;  ma  resta  sempre  che 
sono  entrambe  minestre  artificiali. 

Quali,  dunque,  le  minestre  senza  carne, 
buone  davvero?...  Quelle  preparate  bene  con 
acqua  o  succhi  vegetali.  Bisogna  scegliere 
acqua  in  cui  siano  state  cotte  radici,  carote, 
patate,  o  meglio,  cavoli  fiori,  asparagi,  legumi 
di  qualunque  specie.  Con  una  crosta  di  pane 
ed  una  piccola  cipolla  senza  sbucciare,  si  darà 
al  brodo  un  bel  colore  giallo.  Il  miglior  modo 
è  il  seguente:  fate  bollire  fagioli,  fave  o  len- 
ticchie, con  alquanto  sale  ed  erbe  da  zuppa, 
aggiungetevi  un  po' di  soda,  e,  appena  giunta 
ogni  cosa  a  cottura,  fatela  riposare.  Così  il 
brodo  si  chiarificherà  e  potrà  cuocere  riso, 
orzo,  pasta,  ec.  Se  vi  aggiungerete  qualche 
torlo  d'uovo,  o  un  po' di  burro  o  un  po' di 
farina  bruscata,  la  minestra  sarà  anche  più 
sapida  delle  solite  minestre  di  carne. 

Buona  dui  pari  e  la  cosiddetta  zuppa 
Kneipp.  Si  fa  con  burro,  uova,  farina  o  latte 
inacidito,  aggiungendovi,  oppur  no,  la  carne; 
utile,  invece  agli  stomachi  deboli,  è  la  cosid- 
detta Leitziger  Allerìei,  che  si  fa  cuocendo 
separatamente  varie  specie  di  legumi  freschi, 
ed  aggiungendovi  sugo  di  farina,  prezzemolo 
pesto,  rosso  d'uovo  e  cipolla  rosolata. 

Ottime  zuppe  si  ottengono,  poi,  con  la  fa- 
rina di  avena  e  con  la  farina  bigia  ;  nella 
prima  si  mette  a  bollire  un  po'  di  buccia  di 
limone;  nella  seconda  pochi  funghi  porcini 
cotti  nel  burro.  Ai  bambini,  ai  vecchi,  ai  con- 
valescenti, a  tutti  coloro,  insomma,  ohe  non 


possono  masticare,  consiglio  una  zuppa  fatia 
con  pane  di  cruschello. 

*** 

E  passiamo  ai  veri  e  propri  consigli  del 
mese. 

L'ottobre  è  il  mese  delle  piogge;  è  l'au- 
tunno avanzato  che  esercita  i  suoi  diritti. 
Bisogna  stare,  quindi,  in  guardia  dall'umi- 
dità, che,  quando  si  prolunga  troppo,  acqui- 
sta delle  proprietà  nocive.  L' umidità  ostacola 
le  funzioni  organiche  e  sopratutto,  quelle 
della  pelle;  la  tensione  elettrica  diviene  de- 
primente, la  radioattività  dell'aria  si  modi- 
fica, e  la  nostra  energia  vitale  diminuisce. 
Noi,  quindi,  ci  vediamo  ridotti  in  pessime 
condizioni  per  resistere  alle  malattie.  Nelle 
città  fredde,  dove  già  si  usano  i  camini,  le 
stufe,  i  caloriferi,  si  nota  una  cattiva  combu- 
stione di  carbone  :  il  carbone,  è  infatti,  im- 
bevuto di  umidità,  l'aria  che  circola  nei  fo- 
colari è  umida.  Il  cattivo  funzionamento  dei 
camini  si  riverbera  sopra  di  noi.  che  inciam- 
piamo in  mille  malanni.  Se  volete  conoscere 
il  livello  della  salute  pubblica,  osservate  i 
camini  e  le  stufe:  ove  il  fuoco  si  spenga  o, 
per  diversi  giorni,  bruci  male,  state  attenti 
alla  vostra  salute,  che  le  condizioni  atmosfe- 
riche sono  sfavorevolissime!  Non  vi  esponete 
troppo,  e,  in  casa,  copritevi  bene,  evitate  di 
afl'aticarvi  in  qualunque  modo. 


È  in  questo  mese  che  comunemente  s'usa 
rimettere  in  onore  le  tende  per  il  letto  e  le 
finestre.  Tale  abitudine  se  soddisfa  il  nostro 
senso  estetico,  non  rappresenta  certo  un  fat- 
tore d'igiene.  Al  contrario,  è  causa  nociva  alla 
salute.  Noi  non  possiamo  restar  dieci  minuti 
senza  che  si  muti  l'aria  nei  nostri  polmionf. 
Abbiamo  assoluto  bisogno  dell'aria,  e  la  notte 
non  meno  del  giorno.  La  notte,  invece,  dor- 
miamo d'ordinario,  con  la  porta  e  le  finestre 
chiuse.  L'aria  così  non  si  rinnova  punto,  e, 
se  la  camera  è  piccola,  finiamo  col  respirare 
aria  rarefatta  che,  col  suo  acido  carbonico,  è 
dannosissima  al  nostro  sangue.  La  mattina, 
quindi,  nell' alzarsi,  spesso  ci  sentiamo  la  testa 
pesante  e  un  senso  di  malessere. 

Le  persone  che  riducono  anche  più  l'aria 
della  loro  stanza  chiudendo  il  proprio  letto 
fra  le  tende,  commettono  un  errore  gran  lis- 
simo.  Essi  non  fanno  altro  ohe  privarsi  di  un 
indispensabile  alimento.  L'aria  passa,  sì,  an- 
che a  traverso  le  tende;  ma  le  tende  impe- 
discono all'aria  di  circolare  liberamente  e, 
nello  spazio  che  occupano,  lasciano  stagnante 
l'aria  emessa  da  chi  dorme. 

Bisogna,  dunque,  non  solo  togliere  le  tenda 
che  circondano  il  letto  ma  anche  far  sì  che 
entri  nelle  camere  aria  pura  dalla  strada.  La- 
sciare, perciò,  almeno  una  finestra  socchiusa. 

Ciò  che  ho  detto  delle  tende  attorno  ai 


-  155 


.,,.   .....  -;ìo.  Non 

no  pussare  luce 
che  iinpudlscono 


di 
ed. 

ti  pjissji--!.»   :ill  ;i.ti;l. 

I^   loro  prpsenz*  ci  priva  dol   principale 
olotnento:  «love  non  entrano  aria  o  luoo,  on- 
>  il  medio» 


Detto  della  luce  e  dell'aria,  diclamo  pure 

;;\  pulizia  del  nostro  corpo,  eh' è  un  altro 
»•  non  meno  capitale  fattore  di  benessere.  La 
signora  Sticl  hvsciò  scritto,  che  la  pulizia  del 
corpo  è  un  secondo  pudore;  essa  dà  all'uomo 
di  tutte  le  età  e  di  tutte  le  classi  una  flso- 
nomia  più  aperta,  delle  maniere  più  spigliiite 
che,  insieme,  ispirano  simpatia.  Nulla  di  più 
vero  e  di  più  giusto.  La  pulizia  ha  un'in- 
flaenza  notevole  sul  benessere  dell'uomo. 
L'operalo  deve  tutti  i  giorni  curare  la  toilette 
del  suo  corpo  nell'interesse  della  sua  salute. 
Non  gli  è  permesso  di  dimenticare  che  a  cia- 
scun momento  la  superficie  del  suo  corpo  si 
copre  di  sudore,  di  molecole  terrose  e  metal- 
liche, le  quali  impediscono  le  funzioni  dei 
pori  e  sospendono  quella  più  importante  della 
traspirazione. 

Il  professionista,  l'impiegato,  l'uomo  d'af- 
fari, il  ricco,  tutti,  insomma,  si  inchinano 
ugualmente  a  questo  bisogno  imperioso  che 
inette  la  pelle  in  condizione  di  esercitare  le 
sue  capitali  funzioni  e  prima  di  ogni  altra, 
l'esalazione  cutanea.  Si  calcola  che  ascenda 
a  circa  1  chilogrammo  e  447  grammi  per 
ogni  24  ore.  Tale  materia,  deponendosi  sulla 
superficie  della  pelle,  s'evapora  ma  vi  lascia 
un  residuo  solido  formato  da  sali  e  da  pul- 
Tiscolo  animale. 

Mescolandosi  coi  residui  della  epidermide 
e  le  polveri  venute  da  fuori,  questi  depositi 
formano  uno  strato  grassoso  che  bisogna  to- 
gliere. 

La  seconda  funzione  della  pelle  è  la  sen- 
sibilità tattica  che  può  essere  affievolita  dal 
prodotti  che  l'esalazione  cutanea  lascia  alla 
sua  superficie:  prodotti  in  parte  destinati  ad 
essere  assorbiti  dalla  biancheria  che  si  in- 
dossa, in  parte  dalle  abluzioni,  o,  meglio  an- 
cora, dai  baguL 


Ed  occupiamoci  della  nostra  salute,  pas- 
sando dal  generale  al  particolare.  Vi  darò 
qualche  rimedio  contro  le  contusioni  ed  il 
singhiozzo. 

Le  contusioni  si  curano  In  un  modo  solo  : 
mettendo  subito  sulla  parte  oflfesa.  bagnoli  di 
acqua  freddissima,  e  continuandoli,  se  la  con- 
tusione è  grave  ed  estesa,  per  molto  tempo. 

Più  si  avrà  questa  pazienza,  e  minore  sarà 
l'ecchimosi  e  per  conseguenza  più  breve  il 
periodo  che  conduce  alla  guarigione. 

Talnui  adoprano  anche  irapiaotri  freddi  di 
aceto  e  midolla  di  pane,  altri  usano  la  tin- 
tura d'arnica  allungata  con  l'acqua.  Ma  tanto 
l'aceto  quanto  la  tintura  d'arnica  non  hanno 
nessuna  azione  snlla  diffusione  del  sangue 
sotto  l'epidermide;  essi  rafforzano  soltanto 
i  tessuti  e  tanto  giovano  inquantochè  impe- 
discono la  rottura  della  pelle. 

Per  le  contusioni  alla  tempia  o  sul  resto 
della  testa,  è  bene  applicare  dopo  l'acqua 


freilda  nna  densa  pasta  formata  di  amido 
sciolto  nell'acqua.  Quella  pasta  si  stonde  e 
impedisco  che  formi  il  bozzolo. 

Contro  11  singhiozzo  vi  dò  anche  varie 
ricette.  Questa  convulsione  del  dl.aframma, 
causata  spesso  dall' aver  mangiato  troppo,  si 
fa  cessare  o  con  una  sorpresa,  o  Inghiottendo 
alquanti  sorsi  d'acqua  fredda,  pura  o  acidu- 
lata,  a  brevi  intervalli  l'uno  dall'altro.  Nel 
caso  pooo  frequente  dol  singulto  troppo  osti- 
nato si  ricorre  all'etere,  al  ghiaccio,  all'oppio, 
ai  senapismi  applicati  sulla  forcella  (bocca^ 
dello  stomaco. 

Un  altro  rimedio  semplicissimo  ed  Infal- 
libile consiste  nel  mesc'olure  dello  zucchero 
con  buon  aceto  e  inghiottirne  una  cucchiaiata. 

Il  singhiozzo  più  ostinato  si  vince  turan- 
dosi il  naso  e  le  orecchie  con  le  mani,  ap- 
plicando il  pollic*"  sulle  narici  o  il  medio  sul 
padiglione  dell'orecchio,  bevendo  a  piccoli 
sorsi  un  mezzo  bicchiere  d'ac-iua. 


Chiudo  con  qualche  consiglio  utile  e  le 
solite  ricette  gastronomiche. 

Oggi  di  fiori  sulle  piante  non  se  ne  tro- 
vano più  molti,  e  bisogna  tenere  di  conto 
quelli  che  si  accolgono  in  casa.  Recideteli 
bene,  con  un  affilato  temperino,  ogni  qual- 
volta cambierete  l'acqua  ove  li  custodite; 
non  lasciateli  esposti  ad  una  luce  troppo  viva, 
sia  essa  naturale  o  artificiale,  e,  di  notte,  co- 
priteli con  un  gran  foglio  di  carta. 

In  compenso  oggi  contin  ;ano  a  rallegrarci 
le  mosche  e  lasciano  costantemente  le  loro 
tracce  sui  quadri,  sulle  cornici,  sugli  spec- 
chi, ec.  Per  pulire,  basta  fregar  la  parte  con- 
taminata col  succo  delle  cipolle  fresche.  Le 
cipolle  si  tagliano  in  fette  al  momento  di  ser- 
virsene. Questo  mezzo  non  ha  che  l'incon- 
veniente di  un  odore  sui  generis,  che,  del 
resto,  svapora  molto  presto  e  serve  ad  allon- 
tanare gli  altri  insetti. 


Ed  eccovi  la  scienza  per  preparare  le  co- 
stoline  di  montone.  Ben  battute  e  infarinate, 
disponetele  In  una  tortiera,  con  un  pezzo  di 
burro,  qualche  cucchiaio  d'olio,  un  po'  di 
lardo,  e  qualche  fetta  di  prosciutto.  Quando 
avranno  preso  colore,  salatele,  bagnatele  con 
un  bicchiere  di  vino  buono,  e  fatele  cuocere 
a  lento  fuoco.  Consumato  il  vino,  versatevi 
del  sugo  o  del  brodo;  terminata  la  cottura, 
mettetele  in  un  piatto.  Sgrassate  il  fondo, 
pa.ssatelo  allo  staccio  e  servitelo  con  fette  di 
pane  fritte  nel  burro. 

Se  volete  servire  fredde  le  costoline,  con- 
ditele con  la  gelatina  ben  limpida. 

Una  buona  ricetta  per  preparare  VElisir 
di  china,  è  poi  la  seguente: 

gr.    25  di  china  calissaia  pestata. 
„        3    „    cannella  in  polvere. 
r,        3    ,    coocinijilia  in  polvere. 
„        1    fl    garofani. 
„    600    ,    alool  a  30  ",  y. 

Si  lasci  macerare  il  tutto  per  5  o  6  giorni, 
quindi  si  aggiunga  un  chilogramma  di  zuc- 
chero e  gr.  600  di  acqua. 

Si  filtri  e  s'imbottigli. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
il  rimedio  delle  malattie  degli  organi  digerenti. 


-  156  - 

EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 

NOVEMBRE 


1  (1805).  —  Due  reggimenti  dragoni  e  i 
granatieri  del  2»  fanteria  italiana,  attaccano 
al  di  là  di  Pojano  (Valpantena)  la  retroguardia 
austiiaca  dell'arciduca  Carlo,  facendola  pri- 
gioniera con  il  generale  Willinger. 

2  (1860).  —  Dopo  parecchi  giorni  di  as- 
sedio e  tre  di  bombardamento,  capitola  Capua 
contro  la  quale  opei*avano  truppe  garibaldine 
e  dell'esercito  regolare,  agli  ordini  del  gene- 
rale Enrico  Morozzo  Della  Rocca.  Si  erano 
segnalati  fra  i  garibaldini  il  generale  Vin- 
cenzo Orsini  e  il  colonnello  Bruzzesi;  fra  gli 
ufficiali  dell'esercito,  il  tenente  colonnello 
Emilio  Pallavicini  ed  il  capitano  Pautrier  dei 
bersaglieri,  ed  il  capitano  del  genio  De  Be- 
nedictis,  non  che  il  maggiore  Jovene  che  nella 
città  assediata,  contro  la  quale  dirige  il  fuoco, 
sa  di  avere  la  propria  famiglia. 

3  (1862).  -  Il  capitano  G.  Bota  del  36° 
fanteria,  di  Brescia,  con  il  tenente  Perino  di 
Napoli,  36  uomini  e  2  carabinieri,  Cena  e 
Paris,  muove  contro  ad  una  banda  di  circa 
200  briganti,  nel  territorio  di  Santa  Croce  di 
Magliano,  e  23  di  quei  40  prodi  pagano  con 
la  vita  la  loro  audacia,  compresi  il  capitano 
e  il  tenente. 

4  (1860).  —  Il  lo  e  20  reggimento  grana- 
tieri, ed  il  i°  e  24»  battaglione  bersaglieri  as- 
salgono di  fronte  e  di  fianco  le  truppe  bor- 
boniche a  Mola  di  Gaeta,  sbandandole  e  co- 
stringendole a  vifugiarsi  nella  fortezza.  La 
bandiera  del  1"  granatieri  è  decorata  di  me- 
daglia d'oro,  quella  del  2"  di  medaglia  d'ar- 
gento. Li  guidano  all'assalto  delle  batterie 
nemiche  i  generali  Manfredo  Fanti,  Maurizio 
de  Soiinaz  e  Cai-lo  Mezzacapo.  Si  distinguono 
il  colonnello  Gozzani  di  Treville  del  2<>  gi-ana- 
tieri,  i  maggiori  Zanoni  e  Ratti,  i  capitani 
Grosso  Campana,  Fumagallo,  Borelii  e  No- 
vellis  dei  bersaglieri,  ed  il  granatiere  Effisio 
Janna. 

5  (1883).  -  A  Castel  San  Pietro  (Bologna) 
il  carabiniere  Antonio  Romagnoli  attVonta  solo 
vurii  malfattori  armati  di  fucile,  e  riesce  ad 
arrestarne  due  non  ostante  la  loro  viva  resi- 
stenza. 

O  (1863).  -  Sedici  insorti  friulani,  residuo 
di  una  banda  di  55,  dovuta  disperdersi  per- 
chè itiseguita  ed  incalzata  da  truppe  austria- 
che, avendo  alla  testa  il  vecchio  patriota  An- 
tonio Andreussi  di  Navarons,  si  difendono 
valorosamente  sul  monte  Castello  da  una 
compagnia  sulla  quale  rotolano  grossi  massi, 
e  riescono  a  mettersi  in  salvo  sul  monte  Do- 
dismala,  lasciando  prigioniero  un  solo  ferito, 
G.  B.  Dal  Zotto. 

7  (1861).  —  Il  sottotenente  De  Toffoll, 
con  pochi  bersaglieri  del  240  battaglione,  di- 
sperde vicino  a  Muro  Lucano  (Melfi)  una  nu- 
merosa banda  di  briyauti,  facendo  alcuni  pri- 


gionieri,  e  liberando   un    distaccamento    di 
guardie  nazionali  da  essi  bloccato  in  una  casa. 

8  (1808'.  —  Davanti  a  Palau,  il  generale 
Fontane  con  il  l»  reggimento  leggero  ed  un 
battaglione  del  !<>,  facenti  parte  della  divi- 
sione Pino,  occupa  le  importanti  posizioni 
di  Selva  de  Mar  e  Llans,  cacciandone  gli  Spa- 
gnuoli  e  obbligando  gl'Inglesi  a  rimbarcarsi. 
Si  segnala,  rimanendo  ferito,  il  capo  batta- 
glione Pellissier. 

9  (1862).  -  Alla  torre  di  Montebello,  nel 
Molise,  11  capitano  Marco  Berti,  bolognese, 
del  2G0  battaglione  bersaglieri,  con  24  bersa- 
glieri, 4  carabinieri  e  20  cavalleggieri  di  Luc- 
ca, assale  la  banda  del  brigante  Prizzi,  detto 
"  il  generale  „,  occupando  stanza  per  stanza 
con  l'armo  alla  mano,  ed  uccidendo  il  capo- 
banda ed  altri  briganti. 

10  (1861).  -  Il  capitano  Icilio  Pellizza, 
di  Parma,  comandante  di  una  compagnia 
del  62o,  rinforzata  da  numerose  guardie  na- 
zionali, è  assalito  fra  Aliano  e  Stigliano,  in 
Basilicata,  dalle  bande  di  Crocco,  Borjes  e 
Langlois,  circa  1400  uomini,  od  è  ucciso  ca- 
ricando valorosamente  alla  bajonetta,  da  un 
colpo  di  pistola  tiratogli  dallo  stesso  Borje.s, 
combattendo  con  lui  a  corpo  a  corpo. 

11  (1861).  —  Il  capobanda  Chiavone,  con 
500  uomini,  piomba  sopra  Isoletta  del  Liri 
guardata  da  IS  uomini  del  43"  fanteria  co- 
mandati dal  sergente  Eracliano  Cobelli,  che 
si  difendono  lungamente  dentro  una  casa.  Il 
soldato  Bartolommeo  Casella,  di  Pallanza, 
perchè  una  piccola  bandiera  nazionale  non 
fosse  offesa  dai  briganti,  si  slancia  fuori  a 
toglierla  e  cade  trafitto  da  molti  colpi.  Altri 
sette  soldati  sono  uccisi;  gli  altri,  col  Cobelli, 
decorato  per  questo  fatto  della  medaglia  d'oro, 
e  poi  promosso  ufficiale,  riescono  a  raggiun- 
gere la  compagnia  a  San  Giovanni  Incarico. 

12  (1806).  —  Il  colonnello  Peyri,  col  2°  leg- 
gero italiano,  con  il  generale  Lamarque,  pren- 
de parte  all'assalto  dato  a  Maratea  difesa  da 
numerosi  Borbonici,  segnalandosi  con  gli  uffi- 
ciali Donegana,  Olié,  Cirali  e  molti  sottuffi- 
ciali e  soldati. 

13  (1863).  -  Il  soldato  Vincenzo  Finale 
del  39»  fanteria,  smarx-iti  i  compagni  con  i 
quali  perlustrava  i  boschi  di  Cusano  (Bene- 
vento) incontra  sette  briganti  che  gli  inti- 
mano di  arrendersi.  Fa  fuoco  e  ne  ferisce  uno, 
poi  ritirandosi  sollecitamente,  sempre  facondo 
fuoco,  riesce  a  mettersi  in  salvo. 

14  (1812).  —  Quantunque  le  divisioni  ita- 
liane giungano  disordinate  a  Smolemsko,  ri- 
tirandosi da  Mosca,  e  manchino  di  viveri  e 
di  munizioni,  il  3"  leggero  combatte  dall'alba 
alla  sera  contro  la  divisione  Ozarowski  pro- 
teggendo la  ritirata,  e  Paolo  Brasa,  bolognese, 

{Continua  a  ;pag.  160), 


-  157  - 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogl). 


21.  -  PIETRO  BERRETTINI  DA  CORTONA 
(Cortona  li:9d-1669) 

pittore   e   architetto.  Pre,^iato  come  decoratore  bar<iCCo  nel  qual  genere  l'opera  sua  più 
notevole  è  la  maestosa  e  macchinosa  vòlta  della  immensa  sala  nel  palazzo  Barberini. 


NOVEMBRE  1908 


—  158  - 


(45»  Settimana) 


1  Domenica  |    ""està  di  tutti  i  Santi. 

306-61  Ordinata  per  tutta  la 

'  Chiesa  da  papa  Sisto  IV 

(1473).  —  Ss.  Cesario,  diacono,  e  Giuliano 
prete,  martiri  a  Terraciua  (sec.  I?).  —  S.  Se- 
verino, monaco,  confessore,  onorato  a  Tivoli. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  15,16.  — 
Festa  C'ivi  e  legale.  Sono  chiusi  anche  i  mu- 
sei e  le  gallerie.  —  Festa  della  Eiforma  per  i 
firotestanti  tedeschi.  —  Si  pubblicano  i  ruoli 
suppletivi  delle  imposte  dirette,  e  restano 
depositati  per  otto  giorni  negli  uffici  comu- 
nali. —  Apertuia  della  caccia  con  segugi  e 
cani  da  corsa  nella  provincia  di  Cuneo;  della 
caccia  ai  quadrupedi  nelle  prov.  di  Napoli  e 
di  Eoma.  —  Da  oggi  a  tutto  marzo  è  vietata 
la  pesca  dei  gamberi  d'acqua  dolce.  —  Estra- 
zione del  Prestilo  a  premi  della  Croce  Hossa 
Italiana.  —  Estrazione  pel  rimborso  delle  Ob- 
blig.  FF.  Palermo-Marsala-Trapani  (2*  emis- 
sione). —  Estrazione  ammortizz.  Obbligazioni 
del  Prest.  prov.  e  comun.  Reggio-Calabria  1870; 
Prest.  comun.  di  Genova  IfeGi)  e  1893;  Ferr.  Si- 
cule  Occidentali  (2*  emissione).  —  Scadenza 
dei  cuponi  del  Px'estito  a  premi  e  frutti  della 
città  di  Napoli  (1868).  —  Oggi  a  Firenze  si 
cambiano  gii  alleggi;  e  nelle  Eomagne  sca- 
dono gli  affitti  rustici. 


2   Lunedi      1       Commemorazione 
307-60  ■"■^^"-  --^  "  "-' 


di  tutti  i  Fedeli  Defunti. 

Fin  dal  IV  secolo 
orano  stabilite  orazioni  speciali  pei  morti, 
non  solo  nel  giorno  del  decesso,  ma  anche 
nel  terzo,  nel  settimo,  nel  trigesimo  e  nell'an- 
niversario annuale.  Il  primo  a  lissare  la  com- 
memorazione dei  morti  fu  S.  Oddone  di  Cluny, 
che  volle  fosse  nel  giorno  che  seguiva  la  festa 
dei  Santi.  —  S.  Giusto,  martire  l' a.  287,  pa- 
trono di  Trieste.  —  S.  Vittorino,  vescovo  e 
martire,  nell'alta  Pannonia,  e  precisamente 
in  quella  parte  che  ora  costituisce  la  Stiiia 
(290-304).  k  lii'oi-dato  da  S.  Girolamo.  — 
S.  Marciano,  anacoreta  nella  Siria,  la  cui  morte 
si  ascrive  al  387. 

Memorandum.  —  Oggi  sono  chiuse  le  .scuole 
e  le  biblioteche  governative.  —  A  Perugia, 
liera  dei  Morti.  Dura  8  giorni.  —  Fiera  detta 
dei  Morti  a  Corigliauo  Calabro.  Dura  3  giorni 


3   Martedì     |     ^-  un'erto,  vescovo. 
308-59  Successe  a  S.  Lam- 

^ ^berto  nel  vescovato  di 

Maestrlcht.  E  Invocato  come  patrono  de'cac- 
ciatori.  Morì  l'a.  727.  —  S.  Silvia,  madre  di 
s.  Gregorio  Magno  (sec.  VI). 

Memorandum.  —  Anniversario  del  combat- 
timento di  Mentana  (1807). 


4  Mercoledì  1    ^-  ^*'''°  Borromeo. 
309-58  Infaticabile  aroiveso. 

di  Milano.  Nacque  nella 

rócca  di  Arona  il  2  ottobre  del  1538.  Suo  zio 
pp.  Pio  IV  (Medici)  lo  creò  cardinale,  gli  con- 
feri l'arcivescovado  di  Milano  e  la  carica  di 
grande  penitenziere.  Fu  di  una  carità  singo- 
lare: e  quando  infiorì  la  peste,  mise  più  di  una 
volta  a  cimento  la  sua  vita  stessa  per  soccorso 
dei  miseri  appestati,  aprendo  la  sua  casa  ai 
bisognosi  e  provvedendoli  di  cibi  e  di  vesti. 
Promosse  il  concilio  di  Tz-ento,  e  fu  severo 
correttore  della  disciplina  ecclesiastica.  Morì 
a  45  ainn',  nel  1 J84.  —  Nel  Canton  Ticino  fe- 
sta di  precetto. 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  di  Svezia 
e  Norvegia.  —  Ogi;i  finiscono  in  tutta  Italia 
le  ferie  annuali  del  Fòro  giudiziario.  —  Estraz. 
rimborso  Obblig.  Canale  Cavour. 


5    Giovedì     1  S.  Magno. 

310-5'?  Vescovo    di  Milano 
'dal   518  al  530.  Fu  se- 


polto in  S.  Eustorgio  a  Milano,  sotto  la  mensa 
dell'altare  maggiore.  —  S.  Zaccaria,  profeta, 
padre  di  San  Giovanni  Battista.  —  S.  Felice, 
prete,  ed  Eusebio,  monaco,  martiri,  ricordati 
a  Terracina  (sep.  I-II).  —  S.  Dominatore,  ve- 
scovo di  Brescia  (595-600). 

Memorandum.  —  Ultimo  termine  per  il 
principio  delle  lezioni  universitarie.  —  Paga- 
mento delle  pensioni  governative  di  prima 
categoria  (non  oltre  le  500  lire  annue). 


6  Venerdi 

311-56 


S.  Leonardo 
da  Porto  Maurizio. 

Francescano,  cele- 
brato per  la  devozione  della  Via  crucis  (1676- 
1761).  —  Ss.  Felice  cMrvo,  monaco,  e  Andrea, 
vescovo,  onorati  a  Fondi  (Gaeta).  —  S.  Emi- 
liano, vesc.  patrono  di  Faenza.  —  A  Legnano 
patronale  di  S.  Magno. 

Memorandum.  — 


7  Sabato 

313-55 


Ss.  Vitale  ed  Agricola, 
martiri. 

Morti  per  la  fede 
nella  persecuzione  di  Diocleziano  e  Massi- 
mino.  I  loro  corpi  furono  rimessi  in  onore 
con  pompe  solenni  da  S.  Ambrogio  l'anno  884. 

—  S.  Prosdocimo,  vesc.  di  Padova  (sec.  l-II). 

—  S.  Ercolano  I,  vesc.  di  Perugia  (sec.  III-IV). 

—  S.  Casto,  vesc.  e  mart.,  ricordato  a  Bene- 
vento (sec.  III). 

Memorandum.  — 


NOVEMBRE  1908 


159  — 


(48»  Settimana) 


S  Domenica  1     S.Adeodato,  papa. 

313-5'4  Tomi  •  la  cattedra  di 
'S. Pietro  dal  015  al  f.lS. 


—  8.  n«->(rredo.  vesc.  d'Amiens  dal  1104  al  1 1 1:>. 

—  I  Quattro  SS.  Martiri  coronati,  Severino. 
8«veriano,  C«rpofo»-o  e  Vittorino  fratollf,  i  cui 
corpi  rìpf-'iuio  n'alia  chiosa  a  loro  eretta  sul 
ni>  1  i  insieme  ad  altri  cinque 
ni.i  ini,  Claudio,  Nicostrato, 
Sin  'e  Simplicio.  Snt)irono 
tutti  il  martino  in  Roma  stessa,  nel  304.  Il 
titolo  della  chiesa  rimase  ad  un  cardinalato 
>  ^Tn«no. 

Memorandum.  —   ®  L  P.  a  ore  22.8.  - 

•I  111  (Jr-.-in  s;  l),>nl.^^!•io,  festa  sjlenne. 


9    Lunedi      |    S.  Aurelio,  vescovo. 
314-53  Oocnpò  la   sede    di 

; '  Ariatate.in  Cappadoeia. 

ri  l'a.  3S3.  È  ricordato  anche  nella  dio- 
cesi milanese,  avendo  egli,  aderendo  alle  pre- 
Ifhiere  dell'arcivescovo  S.  Ambrogio,  resti- 
tuito il  corpo  del  vescovo  S.  Dionigi,  morto 
per  la  fede  appunto  nellfi  Cappadoeia.  — 
8.  Agrippiro,  vescovo  di  Napoli  (prima  del  se- 
c«->lo  IIMVI,  patrono  di  Brindisi,  onorato  an- 
che a  Venezia. 

Memorandum.  —  Natalizio  di  S.  M.  il  Re 
d- Inghilterra  Edoardo  VII  (1841). 


10   Martedì   1     S.  Andrea  Avellino. 
315-52  1       Dell'ordine  dei  Tea- 

tini  e  fu  dottore   as.sai 

erudito.  Ordinato  sacerdote,  trattò  per  molto 
tempo  e  con  rara  facondia  cause  nel  fòro 
ecclesiastico.  Aveva  fatto  due  voti;  di  contra- 
dire sempre  la  propria  volontà,  e  di  crescere 
ogni  giorno  in  perfezione,  e  li  mantenne.  A 
lui  si  deve  la  fondazione  di  parecchie  case 
del  suo  ordine  anche  a  Milano,  dove  sorsero 
oongi-ogazioni  sotto  il  suo  patrocinio.  Mori  di 
nn  colpo  apcrplettico,  a  U7  anni,  mentre  dava 
principio  alla  messa,  l'anno  1608.  —  Ss.  Tri- 
fone e  compagni,  mart  ri,  ricordati  a  Roma, 
(sec.  IH».  —  S.  Bandolino,  vescovo,  festeggiato 
ad  Alessandria,  Solerò,  e  Ovigllo  (Piemonte). 

Memorandum.  —  Fiera  a  Nola:  dura  G 
giorni.  ••  Nella  prov.  di  Belluno  cessa  con 
oggi  11  permesso  di  caccia  al  camoscio. 


1 1  Mercoledì,     S-  Martino,  vescovo 
316-51  d'   Tours.  Era  nato   a 

— '  Sabaiia,  ed   entrato    a 

15  anni  nella  milizia  vi  marflenne  tale  con- 
dotta da  essere  modello  a'  buoi  commilitoni. 
Eletto  vescovo  di  Tours,  vi  mori  nel  400.  A 
Belluno,  Novara  e  Treviglio  feste  patronali.  — 
Ss.  Valentino  e  compagni,  martiri,  ricordati  a 
Ravenna  (sec.  III-IV).  —  S.  Menna,  soldato, 
mart.  sotto  Diocleziano  (304).  —  S.  Verano,  ve- 
scovo di  Puy,  onorato  nella  chiesa  di  questa 
Città,  che  porta  il  suo  nome  (Butler). 


Memorandum.  —  Natalizio  di  S.  M.  il  Re 
Vittorio  Emanuele  III  il  quale  compi<^  39  anni. 
—  Og;:i  sono  chiuse  le  scuole,  lo  biblioteche 
governative,  1  musei  e  le  gallerie.  —  Fesl.-i 
dell'esercito  (ad  ec-ce/.iono  dei  corpi  d'arti- 
gì  cria  e  genio  che  festeggiano  Santa  Bar- 
bara). —  D'ordinarlo  per  San  Martino  si  pub- 
blicali Gran  bo'lettim»  militare  con  la  promoz. 
nell'esercito.  —  Oggi  scadono  gli  affitti  dei 
terreni  In  Piemonte.  —  Per  tutto  il  Friuli 
oggi  è  la  scadenza  delle  pigioni  e  delle  af- 
fittanze coloniche.  —  Fiera  a  Barletta:  dura 
12  giorni.  —  Fiera  a  Casale  Monferrato  per 
la  festa  del  patrono  Saiif  Evasio.  —  In  To- 
scana "  a  San  Martino,  o:,'ni  mosto  è  vino;  „ 
e  poiché  in  questi  giorni  si  ha  quasi  sempre 
un  sensibile  rialzo  di  temperatura,  si  dice 
pure:  "  L'estate  di  San  Martino  dura  3  giorni 
e  un  pocolino.  „ 


12    Giovedì    1     S.  Martino  I,  papa. 
317-50  I       Successore   di  papa 

Teodoro.  Nacque  a  Todi 


e  dopo  assidui  studi  a  Roma,  si  formò  alle  pra- 
tiche della  perfezione  evangelica.  Ritiratosi 
in  una  provincia  francese,  fondò  a  Sai.it-s  un 
monastero  di  cui  fu  eletto  abate.  Mori  martire 
l'a. 655.  —  S.  Donato,  confes.sore,  solennizzato 
a  Lentini  (sec.  XI).  —  S.  Arsazio  Casati,  ve- 
scovo di  Milano  (665),  sepolto  nella  basilica 
collegiata  di  S.  Stefano. 

Memorandum.  —  Pagamento  delle  pensioni 
governative  di  terza  categoria  (superiore  a 
L.  20t0  annue). 


13    Venerdì    1    S-  Stanislao  Kostka. 
318-49  I       Eccitato    a    godere 

dei  vantaggi  che  otlriva 

il  suo  stato,  diceva:  "  Io  non  sono  nato  per 
le  cose  temporali,  ma  per  le  eterne.  „  Entrato 
nella  Compagnia  di  Gesù,  divenne  In  poco 
tempo  maestro  a  tutti  in  santità,  e  mori  a 
18  anni  nel  1568.  —  S.Omohono, sarto, onorato 
a  Cremona,  morto  l'a.  1097. 

Memorandum.  —  Festa  solenne  ad  Asti,  e 
funzione  religio.sa  nella  chiesa  di  San  Secondo, 
patrono  della  città,  in  memoria  della  vittoria 
sul  Maramaldo. 


14    Sabato     |    S.  Lorenzo,  vescovo 

319-48            jdi  Dublino.  Mori  nella 
povertà,    l'a.    1180.    — 


S.  Giocondo,  vescovo  di  Bologna,  verso  gli 
anni  485-490.  —  S.  Andronico,  vesc.  di  Ve- 
rona (.sec.  VII?).  —  S.  Verano,  vescovo,  pa- 
trono di  Albenga  (Gen  .va):  sec.  VI.  —  Ad 
Acireale  festa  di  S.  Venera. 

Memorandum.  —  Grande  pioggia  di  Stelle 
cadenti  (sciame  delle  Leoneidl). 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


(KO  VFMriìE  —  Vedi  a  pag.  156). 

capo  squadrone  dei  dragoni  Regina,  con  gli 

ufficiali  Bucchi,  Lorenzi  e  Chiozzola  e  pochi 

cavalieri,  carica  più  volte  impetuosamente  i 

Cosacchi. 

15  (1812).  —  Il  colonnello  Cosimo  Del  Fan- 
te, di  Livorno,  con  pochi  uomini  della  guar- 
dia reale  italiana,  si  slancia  per  aprire  un 
passo  al  viceré  Eugenio  circondato  da  20  mila 
Russi  a  Krasnoe,  e  colpito  prima  da  due  gravi 
ferite,  è  ucciso  da  una  cannonata.  Napoleone 
assegna  una  particolare  pensione  ai  di  lui 
genitori. 

IG  (1860  .  -  Il  sottotenente  Pietro  Lega, 
all'assedio  di  Civitella  del  Tronto,  mandato 
in  perlubtrazione  a  Sant'Andrea,  sostiene  un 
vivo  combattimento  con  le  bande  reazionarie, 
ricevendo  tre  ferite,  non  ostante  le  quali  ri- 
naane  al  comando  del  suo  reparto. 

17  (1860,.  —  Il  colonnello  Quintini  con 
4  compagnie  del  40o  fanteria  assale  11  paese 
di  Fiamignano,  nell'Abruzzo,  dove  sono  trin- 
cerati 300  briganti.  11  tenente  Rosatelli  ed  il 
sottotenente  Spinelli,  alla  testa  di  pochi  sol- 
dati, sloggiano  parto  dei  briganti  da  una  selva 
prossima  al  paese,  nonostante  un  vivissimo 
fuoco,  concorrendo  efficacemente  al  buon 
esito  dell'impresa. 

18  (1861).  —  Dugentodieci  guardie  nazio- 
nali di  Pietragalla  (Basilicata),  riunitesi  nel 
castello,  si  difendono  contro  le  bande  riunite 
di  Crocco,  Borjes  e  Langlàs  —  più  di  2000  uo- 
mini —  sparando  sugli  assalitori  soltanto  a 
bruciapelo,  e  ricorrendo,  per  ultima  difesa,  a 
caldaie  d'olio  bollente  che  si)arpagliano  i  bri- 
ganti spaventati. 

IO  (1900).  —  La  colonna  italo-tedesea  co- 
mandata dal  colonnello  Garrioni,  nonostante 
la  neve  e  la  temperatura  di  —  14  centigradi, 
dopo  quattro  giorni  di  marcia  da  Nuai  Lai, 
occupa  Kalagau  al  di  là  della  gran  muraglia 
della  Cina,  dopo  vivo  combattirriento. 

20  n812).  -  Nella  ritirata  di  Russia,  il 
caimoniere  di  marina  della  guardia  Finetti, 
genovese,  rimasto  solo  con  un  compagno,  lo 
minaccia  di  morte  se  tenta  arrendersi,  ed 
eseguita  la  fatta  minaccia  si  allontana  rapi- 
damente dai  cosacchi  che  stavano  per  farlo 
[)rigioniero,  e  difendendosi  a  colpi  di  fucile, 
fra  un  albero  ed  un  altro,  si  mette  in  salvo. 

J81  (1808).  -  L'artigliere  piemontese  Ros- 
setti, trovandosi  alla  difesa  di  Barcellona, 
meiitro  le  truppe  francesi  si  ritirano  dopo  un 
combattimento  con  17,000  spagnuoli,  aiutato 
da  qualche  fantaccino,  salva  un  cannone  d'una 
batteria  abbandonata  per  mancanza  di  traino, 
<'  lo  conduce  lino  ad  una  nuova  posizione  da 
dove  il  nemico  è  respinto,  grazio  al  concorso 
di  quel  cannone. 

Hit  (1866).  -  Il  tenente  Pirzio  Biroli  del 
;ì9"  fanteria,  aggredito  dalla  banda  Fuoco  in 
'l'erra  di  Lavoro,  si  difende  con  soli  venti 
uomini:  ferito  subito  gravemente  alla  coscia 
desitra,  combatte  ancora  per  alcun  tempo,  ed 


160 


è  ucciso  poi  con  il  sergente  Pellegrini,  mentre 
il  caporale  Bnzzetti  egli  pure  ferito,  riesce 
a  portare  in  salvo  i  compagni. 

23  (1861).  —  Il  capitano  Bartolomeo  Lam- 
berti, del  6"  fanteria,  da  Calitri  (Basilicata), 
accorre  con  la  sua  compagnia  in  soccorso  del 
comune  di  Bella,  attaccato  da  una  grossa 
banda  di  briganti,  che  esso  sbaraglia  salvando 
i  paesi  vicini  dall'invasione  e  dal  saccheggio. 

24  (1808).  -  Gli  Italiani  della  divisione 
Pino  occupano  di  viva  forza  la  città  ed  il 
campo  trincerato  di  Rosas,  in  Catalogna,  prin- 
cipalmente per  merito  dei  capi  battaglione 
Cornetti  e  Percival  del  l»  leggero  e  e»  fan- 
teria e  del  capitano  Trolli  del  2«  leggero. 

aS  (1863).  -  Il  sottotenente  Giuseppe 
Mancini  del  39»  fanteria  insegue  una  banda 
scovata  nei  boschi  della  Basilicata  dal  capi- 
tano Diaz,  e  l'obbliga  a  ricoverarsi  in  una 
grotta  e  ad  arrendersi,  coadiuvato  partico- 
larmente dal  sergente  Fracchia  e  dai  soldati 
Bonoldi  e  Vacca. 

JJG  (1861).  —  Un  centinaio  di  guardie  na- 
zionali, comandate  dal  capitano  Gaetano  La- 
viano,  difendono  Pescopagano  (Basilicata)  per 
20  ore  consecutive  da  700  briganti  coman- 
dati dal  Crocco,  e  li  mettono  in  fuga  ucci- 
dendone 135.  Oltre  il  capitano,  si  distinguono 
suo  fratello  Francesco  Paolo  col  tìglio  sedi- 
cenne Pasquale,  non  che  il  sacerdote  Giu- 
seppe Balbi  e  G.  M.  Bavoso,  morti  combat- 
tendo intrepidamente. 

27  (1866).  —  Il  sottotenente  Pietro  Ar- 
duino, con  15  soldati  del  44°  fanteria,  sor- 
prende in  una  masseria  dell'Aquilano  la 
banda  di  Domenico  De  Vito,  che  si  difende 
con  accanimento,  ed  è  gravemente  ferito  riu- 
scendo pero  a  catturare  tre  briganti. 

28  (1842).  -  Per  liberare  il  colonnello 
Nera,  mortalmente  ferito  e  caduto  in  mano 
dei  soldati  di  Oribe,  la  legione  italiana  di 
Montevideo,  comandata  da  Garibaldi,  si  pre- 
cipita sul  nemico,  e  quantunque  esso  sia  rin- 
forzato da  nuove  truppe,  lo  scaccia  dalle 
posizioni  occupate  e  recupera  il  corpo  del 
colonnello. 

2»  (1812..  —  Passata  la  Beresii^,  a  Ple- 
acenkovic,  il  generale  Pino  con  il  maresciallo 
Oudinot,  ambedue  feriti,  una  ventina  d'uffi- 
ciali e  10  soldati,  tutti  italiani,  barricati  in 
una  casa  di  legno,  resistono  a  2000  cosacch*, 
fin  quando  altri  italiani  non  sopraggiungono 
a  liberarli.  Combattono  eroicamente  il  gene- 
rale Fontane,  il  colonnello  Varese,  l'aiutant'e 
del  viceré  Fontana,  e  il  chirurgo  della  guar- 
dia De  Filippi. 

30  (1808).  -  Il  capo  battaglione  Cornetti 
tenta  l'assalto  del  forte  del  Bottone,  a  Rosas, 
in  Catalogna,  rimanendovi  ucciso  il  capitano 
Sabatier,  e  distinguendosi  gli  ufficiali  Bacca- 
rini,  Hoze,  Piccoletti  e  Filiberto  di  Breme, 
questi  ultimi  due  feriti. 


—  un  - 


RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogl). 


22.  -  SALVATOR   ROSA 
(Napoli  1615-1673) 

pittore  fecondo  e  immaginoso,  famoso  per  1  paesag^ri  e  per  le  ballagli*».  Fu  anche  Incisore 
e  poeta  apprezzato,   h' Apparizione  dell'ombra  di  Samuele  a  Haiile  è  tra  i  suoi  quadri  più 


NOVEMBRE  190Ò 


-  1G2  - 


(47 a  Settimana) 


l^^  rinmenical       P''''"^  di  Avvento 
SSO?!*?  *"  "*"  ambrosiano. 

• '      S.  Gertrude,  vergine, 

abbadessa  benedettina,  patrona  del  Brabante. 
A  trent'anni  fu  eletta  abbadessa  nel  mona- 
ster9  Elpediano,  e  morì  l'a.  1334.  Risplen- 
deva in  lei  la  virtù  in  grado  eminente.  Par- 
lava delle  cose  di  Dio  con  tale  grazia  che 
rapiva  il  cuore;  e  nell'esercizio  delle  sue  fun- 
zioni si  portò  sempre  con  prudenza,  carità 
e  discrezione.  —  S.  Loterio,  vescovo  di  Verona 
verso  gli  anni  7G0-780.  —  S.  Leopoldo  d'Au- 
stria. —  Negli  istituti  carmelitani  si  festeggia 
la  commemorazione  dell'Ordine. 

Memorandum.  —  Processione  dell'Incoro- 
nata a  Mantova,  in  memoria  della  città  votata 
alla  "Vergine  nel  1640.  —  Ultimo  termine  per 
presentare  le  domande  di  immatricolazione 
all'università.  Per  giustificati  motivi,  da  rico- 
noscersi dal  Rettore,  potrà  l'immatricolazione 
concedersi  fino  al  30  novembre.  —  Chiusura 
della  caccia  con  reti  fisse  nelle  provincia  di 
Bologna  e  di  Milano.  —  Estraz.  ammortizz. 
Obbligaz.  5%.  Lavori  del  Tevere;  Prestito  a 
premi  Città  di  Napoli  1871;  Obbligaz.  Ferr. 
Mantova-Modena.  —  Anniversario  della  pro- 
clamazione della  repubblica  negli  Stati  Uniti 
del  Brasile  (1889). 


16  Lunedì  1  S-  °'^90»  monaco. 
331-46  Francescano,  morto 
^^l'a.  1136.  -  S.Edmon- 
do, vescovo  di  Canterbury,  morto  l'a,  1242. 
Era  nato  ad  Oxford  e  vi  insegnò  teologia, 
meritando  grandi  elogi:  fu  creato  vescovo  da 
Gregorio  IX.  Vigilante  della  disciplina  del  cle- 
ro, sollecito  pel  ricovero  dei  fanciulli,  largo 
coi  poveri,  era  la  carità  personificata.  —  S.  Fi- 
denzio,  vescovo  di  Padova  (sec.  II?).  —  S.  Eu- 
cherio,  vescovo  di  Lione. 

Memorandum.  —  (Q  V.  Q.  &  ore  0,41.  — 
Fiera  a  Belluno,  per  tre  giorni.  —  Chiusura 
della  caccia  alle  tortorelle  e  alle  pernici  nella 
provincia  di  Cagliari. 


17  Martedì  iS.  Gregorio  Taumaturgo. 
3S3-45  Scolaro  di  Origene, 

~  divenuto  vesc.  di  Neo- 
cesarea  nel  Ponto,  con  la  parola  e  coi  mira- 
coli vi  converti  molti  idolatri  alla  fede.  Morì 
l'a.  270.  —  8.  Eugenio,  diacono,  confessore, 
morto  l'a.  422,  onorato  a  Firenze. 


Memorandum. 


18  Mercoledì!         S.  Oddone  ab. 

323-44  I       Resse    l'abbazia   di 

Cluny,     fondata  da 

S.  Bei-none.  Morì  l'a.  942.  —  S.  Fi'ediano,  ve- 
scovo di  Lucca  dal  560  al  588,  patrono  della 
stessa  città  e  diocesi.  —  S.  Alfeo  3  compagni, 


martiri  nella  persecuzione  di  Diocleziano.  — 
S.  Ilda,  badessa  inglese  in  un  monastero  del 
Nortumberland.  Morì  nel  680,  o  683.  La  sua 
salma,  dopo  la  distruzione  del  monastero, 
riposa  a  Glastenburg  (Butler).  —  S.  Romano, 
martire,  soldato  pagano  e  persecutore  del  dia- 
cono S.  Lorenzo.  Colpito  dalla  costanza  di 
quel  diacono,  volle  abbracciare  la  fede  di  Cri- 
sto ed  istruirsi  in  quella.  Inferocito  l'impe- 
ratore a  tale  notizia,  ordinò  che  fosse  sottopo- 
sto allo  stesso  supplizio  del  glorioso  martire. 

Memorandum.  — 


19   Giovedì    I    S-  Elisabetta,  regina. 

3S4-43  Consumò    la    breve 
^  sua  vita  in  continue  e 


grandiose  opere  di  beneficenza.  Morì  di  24  anni 
nel  1231.  Era  figlia  del  re  d'Ungheria  Andrea  II 
e  avea  sposato  Lodovico  IV,  langravio  di  Tu- 
ringia.  —  S.Ponziiino.  pp.  dal  230  al  235,  e  Fi- 
lippo, prete,  suo  compagno  d'esilio. 

Memorandum.  — 


20  Venerdì  1    S-  ^®''^®  '''  vaiois. 

335-43  Compagno  a  s.  Gio- 

— — —  vanni  da  Matha,  fondò 

con  lui  l'ordine  de' Trinitari.  Morì  a  85  anni, 
nel  1212.  —  S.  Simplicio,  vescovo,  festeggiato 
a  Terranova.  —  Ss.  Ampelo,  e  Caio,  martiri, 
ricordati  a  Messina  (sec.  III-IV).  —  Ss.  Ottavio 
e  compagni,  martiri  a  Torino,  verso  l'a.  287 
o  288.  —  S.  Teonesto,  soldato  febeo,  martire, 
tutelare  di  Vercelli  (a.  287  o  288  circa).  — 
S.  Canzia,  vergine,  martire,  onorata  a  Viterbo. 

—  S.  Colombano,  eremita,  onorato  a  Civitella 
di  Romagna. 

Memorandum.  —  Natalizio  di  S.  M.  la  Re- 
gina Madre  Margherita  (1851).  — •  Oggi  sono 
chiuse  le  scuole,  le  biblioteche  governative, 
le  gallerie  e  i  musei.  —  Fiera  del  Cassero  a 
Terni,  una  delle  più  importanti  dell'Umbria. 

—  Pagamento  delle  pensioni  governative  di 
seconda  categoria  (superiori  a  L,  600,  ma  non 
a  L.  2000  annue).  —  Da  oggi  cessa  il  permesso 
di  caccia  con  le  reti  fisse  e  portatili,  panie  ed 
uccelliere  nella  prov.  di  Porto  Maurizio.  — 
Estraz.  del  Prestito  a  Premi  Città  di  Bar- 
letta (1870).  —  Estrazione  pel  rimborso  delle 
Obblig.  ferroviarie  Udine-Pontebba. 


21  Sabato 

326-41 


492  al  496 

patrono  di  Parenzo  (Istria), 


La  Presentazione 
di   Maria  al  tempio. 

S.  Gelasio  I,  papa  dal 
S.  Mauro,  mart.,  verso  l' a.  283, 


Memorandum.  —  Festa  votiva  tradizionale 
della  Salute  a  Venezia. 


NOVEMBRE  1908 


lon  — 


(48*  Settimana) 


22  Domenica      feconda  di  Avvento 
ggp^^^Q  j      di  rito  ambrosiano. 

'       a.  Cecilia,  verdine,  e 

.;irt,  lllust 'e  romana  del  secolo  IH.  Aveva 
tatto  voto  di  verginità,  ma  costrettA  dai  ge- 
nitori, si  legò  in  niatrimtinio  con  Valcriano, 
che  ella  seppe  convertire  alla  vera  relijjione. 
A  questa  conversione  ajifjiunse  quella  di  Ti- 
Iturzio  suo  cognato  e  di  Massimo.  1  quali  fu- 
rono pochi  piorni  dopo  condannati  a  morte. 
K  la  protettrice  delle  arti  musicali.  Parecchie 
rinomate  accademie  in  Italia  portano  il  nome 
di  questa  santa.  Subi  il  martirio  per  la  f<'de, 
sotto  Alessandro  Severo,  I'ìì.  230.  —  SS.  De- 
metrio e  Giuliano,  martiri,  ricordati  a  Pa- 
renzo  (Istr.a). 

Memorandum.  -  Entra  11  Sole  in  Sagittario. 
-  Fiera  importantissima  di  Santa  Caterina 
a  Udine.  Dura  5  giorni. 


23   Lunedi    1  S.  clemente  l,  Papa,  m. 
328-39 


Mori  martire  nel 
'  Chersoneso,  sotto  l'im- 
pero di  Traiano  l'a.  97,  e  il  suo  corpo  fu  poi 
trasportato  a  Roma.  —  S.  Gregorio,  vescovo 
di  Girgenti  (a.  660).  —  S.  Lucrezia,  vergine, 
m.irtire. 

Memorandum.  —  ©  L.  N.  a  ore  22,53"'.  — 
Grande  pioggia  di  steile  cadenti. 


24  Martedì    1  ^-  Giovanni  della  Croce. 

329-38  Uno  de'  riformatori 

-dell'ordine  Carmelita- 
no, soffri  molte  persecuzioni  da  parecchi  suoi 
confratelli,  e  morì  l'anno  151>1,  a  49  anni.  — 
8.  Firmina,  verg.,  mart.,  l'a.  303,  festeggiata 
ad  Amelia.  —  8.  Crisogono,  mart.,  nominato 
ad  Aquileia  fsec.  III-IV).  -  8,  Protaso  Alvisl, 
milanese,  vescovo  di  Milano  dal  331  al  353, 
sepolto  nella  basilica  di  8.  Vittore.  —  Festa 
patronale  della  diocesi  a  Rovigo. 

Memorandum.  —  Seconda  festa  patronale 
a  Giulianova  fprov.  di  Teramo)  per  la  com- 
memorazione della  traslazione  del  corpo  di 
8.  Flaviano,  con  fiera  (v.  18  febbraio). 


25  MerCOlediI  S-  Caterina 

330-37  vergme  e  martire. 

.  Onorata  come   pro- 

tettrice degli  studi.  Sofferse  ad  Alessandria 
d'Egitto  il  crudele  martirio  d'essere  lacerata 
da  ruote  con  uncini,  l'anno  307.  —  8.  Mosè, 
prete,  martire  a  Roma,  verso  l'anno  251.  — 
8.  Gioconda,  vergine,  onorata  a  Reggio  Emilia 
verso  la  metà  del  sec.  V. 


Memorandum.  —  Fiera  di  Santa  Caterina 
di  Novi.  Dura  3  giorni.  —  Fiera  a  Gorgonzola. 
—  Gran  ticra  di  Santa  Caterina  a  Foggia: 
dura  3  giorni.  —  Festa  nazionale  al  Paragual 
(giorno  della  Costituzione).  —  Estraz.  rirab. 
Obbl.  Debito  per  le  Opere  Edilizie  di  Roma. 


26  Giovedì 

331-36 


S.  Alipio,  stinta. 

Fiori  sullo  scorcio 
del  secolo  sesto  ad 
Adrianopoli  di  Paflagonia,  e  per  cinquant'anni 
dimorò  su  di  una  colonna  dando  esemplo 
della  vita  più  austera.  —  8.  Bellino,  vescovo, 
patrono  di  Adria  (Rovigo),  ucciso  l' a.  1549 
(Ferrara).  —  S.  Audenzio,  confessore,  onorato 
nella  diocesi  di  Novara.  —  S.  Gaudenzio,  mo- 
naco, onorato  a  Fiesole  (sec.  V  o  VI).  —  S.  Sil- 
vestro, abate   ad   Osimo,  morto  nell'  a.  1267. 

Memorandum.  — 


27   Venerdì   i  ^*  Giosafatte  vesc,  m. 

332-35  I       Fu  polacco  d'origi- 

ne,  e  divenne,   per  la 

sua  facondia  e  la  santità  della  vita,  vescovo 
di  Polocz.  Fu  martirizzato  dagli  scismatici 
l'a.  1623.  —  S.  Valeriano,  vescovo  di  Aqui- 
leia, verso  gli  anni  369  3H8.  —  B.  Margherita, 
duchessa  di  Savo'a,  detta  la  madre  dei  popoli, 
morta  l'a.  1574.  —  S.  Vigilio,  vescovo.  —  S.  Li- 
dia, verg.,  mart.,  a  Roma. 

Memorandum.  —  Oggi  pagamento  degli  sti- 
pendi agli  impiegati  governativi. 


28   Sabato     |  ^-  ^ìiacomo  delia  Marca. 
333-34 


Francescano,  nativo 
di  Monteprandune, 
(Ascoli  Piceno),  fu  compagno  di  S.  Bernar- 
dino da  Siei'a  e  di  S.  Giovanni  da  Capistrano 
in  alcune  missioni  di  Germania,  Baviera  ed 
Ungheria.  Visse  dal  1389  al  1479.  -  S.  Rufo, 
mart.  a  Roma  (sec.  III-IV).  —  S.  Gregorio  III, 
papa  dal  731  al  741.  —  8.  Acacio,  martire 
a  Sebaste  in  Armenia  con  molti  compagni, 
l'anno  303. 

Memorandum.  — 


L'Olio  Sasso  Madicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
il  rimedio  delle  malattie  deili  ornani   dinerenti. 


—  164  — 
I  CONSIGLI  DEI/  MESE  (Igiene  ed  Economia  Domestica). 


NOVEMBRE 

Gli  aUìiìenti  del  bnmbino  e  dei  convalescenti  —  Utilità  dei  vegetali 
zucchero  —  Decorazioni  campestri  —  Per  pilli 
Le  ca^ze  nuove  —  Inchiostro  nero 
—  Ciiracao  di  famiglia. 


„.>, „.         Il  valore  alimentare  dello 

guanti  e  le  scarpe   di  pelle  bianca  — 
Gnocchi  alla  lombarda  —  Polpi  e  seppie  alla  teglia 


Occupiamoci  questo  mese  degli  alimenti 
dei  bambini,  ai  quali  già  dedicammo  altri  pa- 
ragrafi in  questa  rubrica. 

Nei  primi  mesi  della  sua  esistenza,  il  bam- 
bino ha  bisogno  di  una  nutrizione  che  sia, 
nello  stesso  tempo,  e  nella  medesima  misura, 
molto  sostanziosa,  digeribile  e  assimilabile: 
il  latte  assoluto  presenta  queste  tre  qualità. 
Perciò  la  madre,  quando  lo  stato  fisico  gliel 
consente,  ha  lo  stretto  dovere  di  porgere  il 
seno  alla  propria  creatura.  Ma  non  basta  nu- 
trire il  bambino  col  proprio  latte;  bisogna 
saperlo  nutrire.  E  trascorse  appena  poche 
ore  dal  parto,  bisogna  sospenderlo  al  seno. 
Non  è  vero,  come  si  crede,  che  il  primo  latte 
sia  cattivo  ;  è  latte  acquoso,  ma,  appunto  per- 
chè tale,  è  efficace.  Dopo  verrà  il  latte  più 
nutriente  e  del  quale  esclusivamente  fino  al 
quinto  o  sesto  mese  si  deve  alimentare  con 
otto  o  nove  poppate  al  giorno  (una  o  due  di 
notte)  diminuendo  gradatamente,  il  bambino. 
Quello  di  porgergli  il  seno  ogni  volta  che  il 
bimbo  piange  è  una  cattiva  abitudine;  perchè 
non  piange  solo  per  il  bisogno  di  nutrirsi,  ma 
jjer  tante  e  svariate  cause  delle  quali  non  ul- 
tima certo  è  la  indigestione  di  cui  la  mamma  è 
inconsciamente  la  causa.  I  bambini  sono  come 
si  abituano:  quindi  bisogna  abituarli  ad  una 
certa  regolarità  nei  pasti.  Questi  possono  es- 
sere misti  durante  l'allattamento,  solo  nel 
caso  che  non  sia  sufficiente  quello  materno; 
allora  si  può  ricorrere  o  al  latte  di  vacca,  che 
recenti  studi  ed  esperienze  mettono  al  diso- 
l)ra  di  ogni  critica  di  opposizione,  o  al  latte 
umanizzato  Gartner  preparato  appunto  per 
agevolare  il  compito  alla  mamma  dell'allat- 
tamento artificiale  misto,  o  alla  farina  lattea 
o  ad  altre  farine  per  pasti  delie  quali  11  com- 
mercio ha  tanti  preparati. 

Unicamente  di  queste,  oltre  il  settimo 
mese,  si  deve  nutrire  il  bambino:  pappe  leg- 
gere dapprima;  fresche  e  tepide  sempre.  Le 
uova  verso  il  decimo  mese,  e  le  carni,  salvo 
casi  speciali,  dopo  che  il  bambino  ha  messi 
i  denti  molari. 


Ho  già  parlato  varie  volte  di  rimedii  con- 
tro il  raffreddore  ed  altre  piccole  indisposizio- 
ni: non  voglio  dimenticare  oggi  tutte  quelle 
persone  che,  uscito  da  una  malattia,  si  trovan 
ancora  nel  periodo  penosissimo  della  conva- 
lescenza. Esse  hanno  bisogno  di  qualche  cosa 
che  ripari  al  più  presto  le  forze.  Prendano, 
dunque,  a  cucchiaiate,  durante  il  giorno,  la 
seguente  pozione  :  far  bollire  lentamente,  in 
un  litro  d'acqua,  finché  il  tutto  sia  ridotto  alla 
metà,  500  grammi  di  carne  magra  di  vacca 
o  di  bue  ben  pestata,  8  grammi  di  sale  da 
cucina,  1  grammo  di  clorui-o  di  potassio,  100 
grammi,  se  si  vuole,  di  verdura  (carote,  porri, 
navoni);  quando  11  tutto  è  raffreddato,  farvi 
disciogliere,  a  calore  lento,  50  grammi  di  ge- 


latina. La  pozione  si  raffredda  di  nuovo  e  si 
può  cominciare  a  prendere.  Non  v'è  nulla 
di  più  corroborante. 


E  poiché  siamo,  in  certo  modo,  a  parlar 
di  cose  gastronomiche,  ecco  qualche  consiglio 
intorno  alla  cicoria,  a  questa  insalata  d'in- 
verno eh' è  delle  più  gustose.  Le  famiglie  che 
la  coltivano  nei  loro  orti,  possono,  con  poca 
fatica  e  nessuna  spesa,  averne  tutto  l'in- 
verno. Ai  principii  di  novembre  estraggano, 
dunque,  dal  terreno,  con  una  vanga,  le  ra- 
dici della  cicoria  e,  fattene  dei  fascetti,  le 
portino  in  cantina  e  le  coprano,  fino  al  col- 
letto, con  sabbia  asciutta.  Le  pianticelle  col 
calore  dolce  e  uguale,  a  poco  a  poco  rinvi- 
goriscono e  producono  in  abbondanza  dei 
getti  teneri  e  gustosi.  Se  però  le  radici  fu- 
rono estratte  da  terra  bagnata,  esse  debbono 
asciugarsi  in  luogo  arioso  prima  di  trapian- 
tarle in  cantina. 


Le  erbe  ricorrono  spesso  nelle  nostre  chiac- 
chierate mensili.  Oggi  voglio  completare  le 
notizie  degli  scorsi  mesi,  e  dirvi  di  nuove 
virtù  di  vegetali. 

L'asparagio  è  un  potente  diuretico  e  può 
formare  la  principale  cura  dei  reumatismi. 
L'acetosa  è  rinfrescante  e  funziona  da  ele- 
mento principale  della  zuppa  che  la  cucina 
francese  indica  dopo  una  faticosa  giornata. 
Le  carote,  che  contengono  una  considerevole 
quantità  di  zucchero,  son  molto  apprezzate 
da  certi  popoli,  mentre  altri  le  respingono 
come  alimento  troppo  indigesto,  poiché  se  il 
rosso  esterno  delle  carote  è  tenero  e  rinfre- 
scante, la  parte  gialla  dell'interno  si  digerisce 
difficilmente  (i  contadini  della  Savoia  l'uti- 
lizzano in  fusione  quale  specifico  per  l'itte- 
rizia). La  cipolla  grossa  ordinaria  è  ricca  di 
sali  alcalini  e  combatte  con  grande  vantaggio 
gli  eccessi  di  gotta  reumatizzata;  cotta  len- 
tamente in  brodo  leggero  e  condita  di  pepe 
Nèpaal,  è  un  eccellente  regime  per  le  per- 
sone laboriose,  che  hanno  abitudini  sedenta- 
rie ;  il  ravizzone  è  molto  indigesto,  e,  per 
quanto  ben  preparato,  non  deve  mai  essere 
servito  alle  persone  di  complessione  delicata. 
La  lattuga,  oltre  ad  essere  utilizzata  come 
un  narcotico  dolce,  è  di  facilissima  digestione. 
11  cavolo  è  indicatissimo  per  la  gotta,  ha 
azione  calmante  nei  casi  di  ubbriachezza  (gli 
egiziani  quando  intendono  di  bere  molto  vino 
durante  il  pasto,  man^'iano  una  grande  quan- 
tità di  cavoli),  è  un  ottimo  rimedio  contro 
l'avvelenamento  prodotto  da  altri  cibi  vege- 
tali. Ai  vegetali  utili  in  cosi  elevata  maniera 
all'uomo,  va  aggiunta  la  salvia. 

Per  pulire  i  denti  e  le  gengive  e  per  man- 
tenerli sani  non  v'è  nulla  di  meglio  che  fre- 


—  1G5  — 


galli  con  lo  sue  fo^jlie.  Oaipariz/.iinilosl  con 
dell'noqua  in  oui  sìa  stata  bollita  alquanta 
salvia,  si  corrt'ggo,  quando  ve  ne  sia  bisogno, 
la  saliva. 

Prendendt>  ogni  giorno,  per  qualche  tem- 
po, una  o  due  chicchere  di  decotto  di  salvia, 
e  facendo  uso  di  ossa  nel  cibo,  possiamo  li- 
berarci da  cattivi  succhi  gastrici.  La  salvia 
purifica  gli  Intestini,  presa  sotto  forma  di 
tè  o  IH  qualche  vivanda.  Essa  è  efficace  lu 
modo  particolare  nollc  malattie  di  fegato  e 
delle  reni;  e  nella  tosse  violenta  per  eru 
sioni  interne. 

Le  vecchie  piaghe  esterne  si  possono  gua- 
rire se  si  lavano  tre  o  quattro  volte  al  giorno 
con  acqua  in  cui  sia  stata  bollita  la  salvia. 
L'effetto  è  più  sicuro  se  si  beve  anche  un 
decotto  fatto  coti  la  stessa  pianta. 


Parliamo,  adesso,  delio  zucchero.  La  sua 
importanza,  quale  elemento  riparatore  delle 
forze  muscolari,  è  ben  nota,  e  molti  ricorde- 
ranno le  esperienze  eseguite  in  proposito  su 
cavalli  dell*  esercito  tedesco,  che,  dopo  lun- 
ghe marcie,  bevendo  acqua  inzuccherata,  po- 
terono ritornare  freschi  e  volenterosi  di  fa- 
tica come  se  fossero  usciti  allora  dalle  stalle. 
Sull'uomo  lo  zucchero  ha  lo  stesso  potere: 
l'alimentazione  zuccherina  produce,  mantie- 
ne e  rinnova  l'energia  muscolare.  Ciò  è  di 
importanza  speciale  per  tutti  coloro  i  quali 
si  dedicano  ad  esercizi  sportivi.  Angelo  Mosso 
si  occupò  di  questo  importante  argomento 
con  felice  esito.  Egli  dimostrò  l'influenza  dello 
zucchero  sulla  costituzione  muscolare.  Per 
conseguire  questi  resultati  è,  però,  d'impor- 
tanza capitale  la  dose  dello  zucchero.  Sono 
le  dosi  minime  o  medie  (da  5  a  60  gr.)  ohe, 
assorbite  in  una  volta,  sviluppano  nel  mu- 
scolo stanco  un  maxmum  di  energia.  Al  di- 
sopra di  60  gr.,  introdotto  in  una  volta  sola, 
la  produzione  di  energia  decresce  coll'aumen- 
tare  della  quantità  di  zucchero.  Una  dose  di 
6  gr.  di  zucchero  è  già  atta  a  comunicare  al 
muscolo  una  attività  notevole  ma  di  corta 
durata.  Anche  la  quantità  di  acqua  impie- 
gata a  sciogliere  lo  zucchero  ha  notevole  im- 
portanza: quelle  di  sei  a  dieci  parti  è  la  più 
indicata.  Lo  zuccheru  permette  il  massimo 
del  lavoro  meccanico  allorché  se  ne  usa  in 
misura  conveniente:  in  caso  diverso  conduc<* 
ad  opposti  risultati. 


"Voglio,  ora,  suggerirvi  un  mezzo  per  or- 
nare la  vostra  casetta  campestre  con  pochis- 
sima spesa.  Si  tratta  di  ottenere  delle  lastre 
di  zolfo  disegnate,  assai  atte  ad  abbellire  le 
pareti  domestirhe.  Staccate  e»' incisione  da  un 
qualunque  giornale  illustrato,  disponetela  sul 
fondo  d'un  recipiente  qualsiasi  (anche  d'un 
piatto)  badando  di  voltare  verso  l' alto  la 
parte  stampata,  versatevi  sopra  dello  zolfo 
fuso,  lasciate  raffreddare.  Ne  risulterà  una 
stiacciata  di  zolfo  a  cui  avrà  aderito  la  carta 
dell'incisione.  Mettetela,  allora,  nell'acqua,  e 
strofinando  leggermente  con  un  dito,  libera- 


to'a  (lilla  caria.  Rn'ia  si.a.-.-iai.i  ài  /...no  vi 
resterà  impresso  il  disegno  In  ogni  linea,  o 
voi  potrete  fregarlo  —  senza  grattare  —  an- 
che con  l'aoqua.  Il  disegno  non  scomparirà. 


E  termino  con  qualche  consistilo  pratico 
di  stagione  e  con  lo  ricette  per  la  tavola. 

Vi  insegnerò  a  pulire  i  guanti  bianchi  di 
pelle:  fregateli  con  una  flanella  che  avrete 
immersa  nel  latte  scremato,  bollito,  nel  quale 
avrete  disclolto  del  sapone  in  proporziono 
suflìciento  per  aver  una  spuma  abbondante. 

Altri  conslKlia  di  porre  i  guanti  sovra  un 
piatto  pulito  e  sfregarli  per  mezzo  di  una 
spazzola  piuttosto  dura,  con  un  miscuglio  di 
argilla  e  allume  in  polvere  finissima.  Si  bat- 
tono, poi,  e  si  spolverano  con  altro  miscuglio 
di  crusca  e  bianco  di  Spagna,  che  si  toglie, 
infine,  battendoli  ancora. 

Per  le  scarpe  di  seta  bianca,  adoperate  un 
pezzo  di  lana  bianca  che  avrete  immersa  in 
una  soluzione  di  sapone  nello  spirito  di  vino. 

Ma  debbo  pure  darvi  un  consiglio  intorno 
alle  calze. 

Molti,  per  non  dire  tutti,  usano  metteie 
le  calze  nuove  appena  comprate.  È  un  er- 
rore: esse  debbono  prima  lavarsi  con  ogni 
cura.  Con  questa  precauzione  non  solo  si  im- 
pedirà che  il  colore  danneggi  la  pelle,  ma  si 
garantirà  alle  calze  una  durata  più  lunga. 

Ed  ora  per  finire,  la  ricetta  di  un  ottim  ) 
inchiostro  nero.  In  un  litro  d'ac'iua,  fate  bol- 
lire cento  grammi  di  campeggio  ridotto  ia 
minutissimi  pezzi.  Dopo  venti  o  trenta  mi- 
nuti di  ebollizione,  ritirate  dal  fuoco,  filtrate 
o  passate  attraverso  un  paimo,  ed  aggiunge- 
te, subito,  da  sei  a  dieci  grammi  di  cromat  > 
di  potassi.  È  questo,  fra  i  tanti,  uno  dei  mi- 
gliori metodi  per  aver  l'inchiostro  ben  nero 
e  che  non  ossida  affatto  le  penue. 


Ed  eccoci  in  cucina.  Prepariamo  g\i  gnoc- 
chi alla  lombiirda.  Fate  cuocere  un  chilo  di 
patate;  sbucciatele  e  passatele  per  setaccio 
di  crine;  impastatele  con  mezzo  chilo  di  fa- 
rina bianca,  manipolando  a  lungo  per  otte- 
nere una  pasta  consistente  ed  uniforme.  For- 
mate gli  gnocchi  e  lasciateli  asciugare  esposti 
all'aria  sopra  una  tovaglia  di  bucato.  Mettete, 
intanto,  al  fuoco  una  caldaia  con  molta  acqua 
e,  quando  questa  bolle,  salatela  e  gettatevi, 
a  poco  per  volta,  gli  gnocchi. 

Eccovi  pure  la  ricetta  per  preparare  polpi 
e  >>eppie  alla  teglia. 

Dopo  averli  puliti,  tagliateli  a  quadrelli, 
e,  fatto  soffriggere  in  teglia  un  pezzetto  di 
burro,  una  cipollina  e  un  pizzico  di  prezze- 
molo ben  triturati,  gettateveli  dentro.  Fritti 
che  così  siano  a  fuoco  violento,  conditi  con 
una  quantità  giusta  di  sale  e  un  po'  di  pepe, 
dispon<-teli  in  corona  in  un  laru'o  piatto,  nel 
cui  centro  verserete  una  salsa  qualunque. 

Un  buon  cura^ao  di  famiglia  si  ottiene 
mescolando  in  un  va.so  grande  e  facendo  in- 
fondere per  10  o  15  giorni,  100  grammi  di 
scorze  di  arancio. 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


1G6 


EFFEMERIDI  DEL  VALORE  ITALIANO 

DICEMBRE 


1  (1860.)  -  Una  banda  di  400  reazionari 
dell'Ascolano  tenta  sorprendere  due  compa- 
gnie del  27°  fanteria,  ma  è  costretta  a  darsi 
alla  fuga.  Meritano  particolari  ricompense  al 
valore  il  sottotenente  Luigi  Certani,  ed  il 
sottotenente  Cesare  Bosi,  morto  capitano  nel 
1870  per  una  ferita  riportata  a  porta  Pia. 

a  (1805).  —  La  guardia  reale  a  piedi  co- 
mandata dal  generale  Teodoro  Lecchi  e  quella 
a  cavallo  comandata  dal  generale  Pietro  Via- 
ni,  con  una  batteria  a  cavallo  comandata  dal 
capitano  A.  Mussi,  combattono  valorosamente 
ad  Austerlitz,  meritando  particolari  encomii 
dall'  Imperatore  Napoleone. 

3  (1861).  —  Il  capitano  Vincenzo  Delù, 
con  la  1»  compagnia  dell'Ilo  fanteria,  sor- 
prende vicino  a  Fondi  l'avanguardia  di  una 
banda  di  oltre  500  briganti,  e  dopo  avere 
sostenuta  una  scarica  quasi  a  bruciapelo, 
l'assale,  e  la  mette  in  fuga,  impadronendosi 
di  viveri  e  munizioni. 

4  (1863).  —  Il  sergente  Tome  del  39»  con 
due  carabinieri  e  due  soldati  del  45°  circon- 
dano 6  briganti  sul  m.onte  Licinio  (Benevento) 
intim^ando  loro  di  arrendersi.  Essendosi  rifiu- 
tati, il  Tome  finge  di  allontanarsi  con  gli  altri  ; 
invece  corre  nel  cuor  della  notte  al  più  vi- 
cino paese,  si  provvede  di  sostanze  infiam- 
mabili, e  prima  dell'alba  le  accende  sull'aper- 
tura della  grotta  dove  i  briganti  sono  rifugiati, 
obbligandoli  a  deporre  le  armi. 

5  (1866).  —  11  capitano  Gustavo  Pollone, 
del  72°  fantei'ia  paga  con  la  propria  vita  e 
con  quella  di  uno  dei  suoi  soldati  l'ardire 
con  il  quale  assale  e  disperde  gli  avanzi  di 
bande  brigantesche  riuniti  sui  monti  di  Ro- 
senzane,  in  Terra  di  Lavoro. 

6  (1864).  -  Il  tenente  Arrigo  del  39o  fan- 
teria, con  il  sergente  volontario  Luigi  Raggi 
o  14  uomini,  coadiuvato  dal  Raggi  nell'esor- 
tare  i  soldati,  scaccia  30  briganti  a  cavallo  da 
una  masseria  nel  bosco  Colonna  (Basilicata) 
li  mette  in  fuga,  e  li  insegue  fin  quando  la 
notte  non  obbliga  il  piccolo  drappello  a  fer- 
marsi. 

7  (1895).  -  Il  maggiore  Pietro  Toselli, 
con  il  40  battaglione  indigeni  e  650  uomini 
delle  bande  dell'OcuIè  Cusai,  difende  contro 
20  mila  Abissini  il  passo  dell'Amba  Alagè  sulla 
strada  Aschianghi  Antalò,  cadendo  con  le  armi 
alla  mano  con  5  capitani,  altri  12  ufficiali 
ed  un  gran  numero  di  soldati  :  tre  soli  uffi- 
ciali si  salvano,  riconducendo  i  300  superstiti 
al  campo   del  generale   Arimondi. 

8  (1861).  —  Il  maggiore  Franchini  del  lo 
battaglione  bersaglieri,  avvertito  che  il  Bor- 
jes  avviato  verso  lo  stato  pontificio,  è  rifu- 
giato con  28  compagni  in  una  cascina,  parte 
da  Tagliacpz^p  poi>  3p  t)ersaglieri,  sorprende 


r  avventuriero  spagnuolo,  e  dopo  un  accanito 
combattimento  con  la  banda  trincerata  den- 
tro la  casa,  fa  prigioniero  il  Borjes  che  è 
fucilato  il  giorno   seguente  a  Tagliacozzo. 

9  (1808),  —  Costante  Ferrari,  sergente 
nel  1"  reggimento  leggero  italiano,  più  tardi 
colonnello,  all'assalto  di  una  ridotta  del  forte 
Rosas  in  Catalogna,  salva  la  vita  al  suo  ca- 
pitano Ambrosi  fex'ito,  uccidendo  un  grana- 
tiere spagnolo  che  stava  per  finirlo  a  colpi 
di  baionetta. 

10  (1891).  —  Il  tenente  Vito  Scuro,  nato 
a  Massafra  (Lecce),  del  65»  fanteria,  afi'ronta 
senz'  armi  nella  caserma  Sant'  Eustorgio,  a 
Milano,  un  soldato  che,  armato  di  fucile,  spa- 
rava contro  chiunque  gli  si  avvicinasse,  e  lo 
disarma,  quantunque  gravemente  ferito  al 
braccio  destro,  che  dovette  essergli  amputato. 

11  (1811).  —  La  goletta  italiana  La  Gloria 
e  la  feluca  La  Principessa  assalgono  nelle 
acque  di  Rovigno  un  legno  corsaro  inglese 
e  lo  catturano,  riprendendogli  due  navi  pre- 
date. 

la  (1812).  —  Gaetano  Millo,  torinese,  uf- 
ficiale d'artiglieria  nelle  truppe  della  Cisal- 
pina, poi  in  quelle  del  regno  Italico,  dopo 
essersi  segnalato  come  colonnello  alla  batta- 
glia della  Moskowa  ed  al  passaggio  del  Wop, 
è  uno  degli  ultimi  a  ripassare  il  Niemen  a 
Krowno,  combattendo  da  semplice  soldato 
accanto  al  maresciallo   Ney. 

13  (1804).  —  A  Calais,  dieci  soldati  della 
divisione  italiana  del  generale  Teuliè,  sopra 
alcune  barche  peschereccie,  s'impadroniscono 
della  nave  inglese  Matilde,  e  Napoleone  or- 
dina che  fra  i  dieci  valorosi  sia  diviso  il  ri- 
cavo della  preda. 

14  (1861).  —  Il  sottotenente  Giardino  del 
39"  fanteria,  sorpreso  in  marcia  con  un  drap- 
pello da  numerosi  briganti,  l'insegue  fino  ad 
un  molino,  detto  Quarto  di  Panno,  dove  un 
gruppo  di  essi  cerca  rifugio.  Il  caporale  Ar- 
tino  ed  il  soldato  Vannini  entrano  primi  nel 
molino  e  catturano  tre  briganti. 

15  (1861).  —  Il  sottotenente  Giacomo 
Dall'Acqua,  del  36o  fanteria,  accorre  con  28 
uomini  da  Rotella,  facendo  sei  mi'4ia  al  passo 
di  corsa,  e  salva  il  tenente  Cigala  che,  con 
un  drappello  di  lancieri  Montebello,  bloccato 
da  80  briganti  a  cavallo  si  difendeva  valo- 
rosamente, avendo  già  perduto  5  uomini  ed 
essendo  in  fiamme  la  casa  dove  erasi  asser- 
ragliato. Il  Dall'Acqua,  disposti  i  suoi  uomini 
in  posizione  vantaggiosa,  mette  in  fuga  la 
banda  che  lascia  12  morti. 

10  (1808).  —  Fra   Cardedou  e  Llinas  in 
Catalogna,  gli  Spagnoli  del  generale  Vives  son 
battuti  dagli   italiani  del  generale  Pino  ohe 
{Continua  a  pag.  170). 


-  ÌCu  - 


RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI   ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogl). 


23.  -CARLO    DOLCI 
(Firenze  1616-1686) 

è  l'Ultimo  dei  pittori  della  scuola  fiorentina.  La  sua  P'""'^  ^  Q"»^' J^l^^f^^Xf^fi-t! 
soggetto  sacro,  e  più  specialmente  di  Madonne,  dall'aspetto  placido  e  semplice.  Può  dirsi 
un  Beato  Angelico  del  seicento. 


NOV.-DICEMB.  1908 


—  168  - 


(49a  Settimana) 


29  Domenical        Prima  d'Avvento 

secondo  il  rito  romano, 
terza  di  rito  ambros. 


334-33 


S.  Filomena,  martire,  di  Ancira,  condan- 
nata, durante  la  persecuzione  di  Aureliano, 
al  supplizio  del  fuoco,  l' a,  274.  —  Ss.  Satur- 
nino e  compagni  apostoli  delle  Gallie,  vi  subi- 
rono il  martirio  per  la  fede  con  altri  compagni. 

IVIemorandum.  —  Oggi,  1»  domenica  del- 
l'Avvento, comincia  l'anno  ecclesiastico.  — 
Da  oggi  sono  proibite  le  solennità  nuziali 
sino  al  giorno  seguente  all'Epifania  dell'anno 
prossimo. 


30  Lunedì 

335-33 


S.  Andrea,  apostolo. 

Nacque  da  un  pe- 
scatore di  Betsaida. 
Dopo  l'ascensione  di  Cristo  al  cielo  e  la  di- 
scesa dello  Spirito  Santo  sopra  gli  Apostoli, 
Andrea  predicò  nella  Scizia,  nell'  Etiopia  e 
nell'Albania.  Da  ultimo  fu  l' apostolo  del- 
l'Acaia.  Subì  il  martirio  della  croce  sopra  due 
legni  incrociati  ad  X.  Si  assegna  alla  sua  morte 
l'a.  62.  —  Feste  patronali  ad  Amalfi  dove  si 
conserva  il  corpo,  ed  a  Sarzana.  —  S.  Co- 
stanzo, confessore  a  Koma  (anno  417). 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  22.44m.  - 
All'albo  municipale  si  affigge  per  10  giorni 
la  lista  dei  giurati  approvata  dalla  Giunta 
distrettuale.  —  Oggi  si  chiude  la  caccia  coi 
segugi  e  cani  da  corsa  nelle  Provincie  di  Ber- 
gamo e  di  Milano;  la  caccia  con  le  reti  nelle 
provinole  di  Cremona,  di  Cuneo,  di  Piacenza, 
di  Pisa,  di  Rovigo  e  di  Venezia;  la  caccia  alle 
lepri  nella  provincia  di  Ferrara;  con  la  ci- 
vetta e  le  panie  nella  provincia  di  Massa; 
alle  lepri  e  agli  uccelletti  al  disotto  della  fa- 
miglia dei  tordacei,  nella  provincia  di  Son- 
drio; al  capriolo  6  al  camoscio  nella  provin- 
cia di  Udine.  —  Estraz.  Prestito  Provinciale 
di  Alessandria  1882.  —  Thanksgiving  day,  gior- 
no di  preghiera  agli  Stati  Uniti,  stabilito  per 
tutta  la  Confederazione  da  un  proclama  del 
presidente  Roosevelt  nel  1905. 


1  Martedì 

336-31 


S.  Leonzio,  vescovo. 

Nacque  a  Nìmes  e 
divenne  vose,  di  Fréjus. 
Mori  verso  l'a.  432.  —  S.  Ansano,  patrono  di 
Siena,  mart.  l'a.  303.  —  S.  Olimpio,  martire 
l'anno  303,  ricordato  ad  Amelia  (Perugia).  — 
S.  Evasio,  vescovo  d'Asti  (sec.  Ili  o  IV),  e  pa- 
trono di  Casale  Monferrato.  —  S.  Bosso  mart. 
(s?c.  IlI-IV),  patrono  d' Ivrea. 

Memorandum.  —  Principio  della  stagione 
d'Inverno,  secondo  l'uso   meteorologico.   — 

—  Da  oggi  nella  provincia  di  Alessandria  è 
permessa  la  caccia  coi  levrieri  e  altri  cani 
da  corsa;  e  in  quella  di  Pisa  la  "  scaccia  „ 
ai  merli  e  tordi  alla  macchia.  —  Da  oggi  fino 
a  tutto  aprilo  è  vietata  la  pesca  con  reti  ed 
altri  apparecchi  a  strascico,  sino  a  tre  chilo- 
metri da  qualsiasi  punto  della  costa  del  mare. 

—  Fiera  a  Caselle  Torinese.  —  Scadenza  ce- 
dole semestrali  del  Prestito  Rothschild  18ó7. 

—  Estraz.  ammortizz.  del  Prestito  Unificato 
Napoli  del  1881.  —  Estrazione  pel  rimborso 
delle  Obbligazioni  della  Società  di  Naviga- 
zione Generale  Italiana  (1878). 


2  Mercoledì  I  ^-  Biblana,  verg.,  mart. 

33'7-30  Dopo  la  morte  del  pa- 

dre,  fu  ridotta  nella  più 

squallida  miseria.  Appropriano,  governatore 
di  Roma,  fé'  di  tutto  per  indurla  all'idola- 
tria, ma  nulla  valse  a  rimuovere  la  giovinetta 
dai  santi  propositi;  allora  ordinò  che  fosse 
legata  ad  una  colonna  e  battuta  con  fruste 
armate  di  piombo,  fino  a  morte  ^363).  —  S.  Cro- 
mazio,  vesc.  di  Aquileia,  verso  gli  a.  388-407. 

Memorandum.  —  In  molte  parti  d'Italia, 
p.  es.  a  Roma,  credono  che  se  piove  oggi, 
giorno  di  Santa  Bibbiana,  piove  quaranta  gior- 
ni e  una  settimana  —  Estraz.  pel  rimb.  delle 
Cbblignz.  della  Società  di  Navigaz.  Generale 
Italiana  (1887). 


3   Giovedì     1  ^'  Francesco  Saverio. 
338-S9  Uno   de' primi  com- 

pagni  di  s.  Ignazio   da 

Lojola.  Era  nato  nel  castello  diZaverio  appiè 
de'  Pirenei.  Giovanni  III  re  di  Portogallo  lo 
mandò  nelle  Indie  a  predicarvi  il  Vangelo. 
Giunse  a  Goa  nel  maggio  del  1542.  Dopo  molti 
anni,  estenuato  dalle  fatiche,  morì  nel  dicem- 
bre del  1552  nell'isola  di  Sanciaiio. 


Memorandum.  — 


4i  Venerdì     1  ^-  Barbara,  verg.,  mart. 
339-28  Nacque  in  Nicome- 

'dia,  e  suo  padre  Dio- 
scoro  era  molto  devoto  degli  idoli.  Essa  trovò 
modo  di  farsi  istruire  nella  religione  di  Cristo 
e  battezzare.  Il  padre,  quando  seppe  questo, 
la  trascinò  innanzi  al  governatore.  Ella  parlò 
francamente,  ed  il  padre  infuriato  le  tagliò 
la  testa.  Ciò  avvenne  sotto  l'impero  di  Massi- 
mino  I,  l'a.  235.  —  S.  Clemente  d'Alessandria, 
dottore  della  Chiesa,  morto  verso  l'a.  216.  — 
S.  Bernardo  Uberti,  vallombrosano,  cardinale, 
vesc.  di  Parma,  dal  1106  al  1113. 

Memorandum.  —  Oggi  festa  militare  per  i 
corpi  di  artiglieria,  del  genio  e  per  la  marina. 
Festa  auche  per  i  minatoti,  per  i  pompieri,  ec. 
—  Festa  di  Santa  Jiarbara  a  Francavilla  (Si- 
cilia) —  Festa  a  Paterno  per  Santa  Barbara 
patrona  della  città. 


5  Sabato 

340-27 


S.  Pietro  Crisologo. 

Fu    vescovo   di  Ra- 

'  venna  dal  433  al  449.  — 

S.  Basso,  vescovo  di  Nizza  Marittima,  mar- 
tire, circa  l'a.  253.  —  SS.  Aureliano  e  Sem- 
pronio, martiri,  ricordati  a  Brindisi  (sec.  IV). 
—  Ss.  Cirino  e  Quingesio,  vescovi,  ricordati 
a  Salei-tio.  —  S.  Consolata,  vergine,  ricordata 
a  Genova. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  cac- 
ciata dogli  Austriaci  da  Genova  (1746).  —  Pa- 
gamento delle  pensioni  governative  di  prima 
categoria  (non  oltre  le  500  lire  annue). 


DICEMBRE  1908 


—  ir.o  — 


(60*  Settimana) 


6  Domenica 

3  1 1-26 


Seconda  d'Avvento 
secondo  il  rito  romano. 
J   quarta  di  rito  ambros. 


<    N         '•.  vescovo,  niartiio  di  Mira,  r an- 

■  III  o  IV  sooolo,  o  pare  ohe 

•lezlano.  Piiina  però  aveva 

M.util  mercanti  di  lJari,visl- 

iicl  \'M^1  le  ossa  di  (inosto  santo, 

COSI  mal  custodito,  che  pcnsa- 

:  Ir  m  sicuro,  portrtndole  nel  loro 

.  dedicato  un  tempio  ed  è 

.  Altre  feste  in  suo  onore 

M.U..  ,.uii-  lu  -^u  a  Lecce  ed  a  Sassari.  — 

■-    Apollinare,  suddiacono,  martire  a  Trieste 

-oc.  II),  onorato  a  Verona. 

Memorandum.  —  Oggi,  di  regola,  hanno 
luo;;»  le  elezioni  biennali  alle  Camere  di  Com- 
iiienì'».  —  Grande  festa  a  Uari  delle  Puglie. 


7  Lunedì 

343-25 


S.  Ambrogio,  vescovo. 
Patrono  di  Milano, 
nato  in  Treviri  l'a.  340, 
morto  a  Milano  l' a.  397.  La  data  che  si  festeg- 
gia oggi  è  quella  dalla  sua  elezione,  la  quale 
è  tradizione  avvenisse  miracolosamente,  es- 
sendo egli  prefetto  civile  dell'alta  Italia.  La 
sua  basilicA,  una  delle  più  rinomate,  serba  in 
preziosa  urna  la  sua  salma.  —  Festa  di  pre- 
cetto anche  a  Vigevano.  —  S.  Gerardo,  ve- 
scovo di  Velletri,  dal  1067  al  1077,  e  patrono 
della  stessa  città-  —  S.  Sabino,  vescovo  di 
Assisi,  martire  circa  l'a.  303,  ricordato,  con 
altri,  a  Spoleto. 

Memorandum.  —  i*»)  L.  P.  a  ore  22,44»n.  — 
Eclisse  di  Luna  nella  penombra,  visibile  In 
Italia. 


8   Martedì     '  Irnmacolata  Concezione 
343-24  i  di  Maria  Vergine,  festa 

— che   risale   al  secolo  V. 

Pio  IX  defini  solennemente,  l'a.  18ó4,  il  dot:ma 
Iella  Immacolata  Concezione   di  Maria  Ver- 
dine, sempre  credutosi  nella  Chiesa  fin  dalla 
uà  origine. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  —  Sono 
fiiusi   anche   i  musei  e  le  gallerie.  —  Fiera 
'■Ila  Concezione  a  Veuafro  (Molise):  dura  una 
.-•  ftirnana. 


9  Mercoledì  i       S.  Siro,  vescovo. 
344-23  I       Patrono  della  città  di 

Pavia,  mori  in  tarda  età 

verso  l'a.  96.  —  S.  Eracliano,  vesc.  di  Pesaro 
<ec.  IV?),  patrono  della  stessa  città.  —  A  De- 
>;o  ed  a  Soresina  feste  patronali. 

Memorandum.  — 


10   Giovedì   ]     8.  Melchlade,  papa. 

345-22  I        Succ.  di  s.  i:u>.cbi<). 

—  Africano  di  nascita,  fin 

da  fanciullo  si  ritirò  In  un  monastero.  Creato 
pontoflco  nel  311,  celebrò  duo  anni  dopo  11 
concilio  di  Laterano,  in  cui  condannò  Donato, 
vescovo  e  capo  del  Donatisti,  1  quali  nega- 
vano la  validità  del  battesimo  dato  ajjli  ere- 
tici, e  rigettavano  l'Infallibilità  della  Chiesa 
cattolica.  Mori  l'anno  dop<j  il  concilio  stosso. 
Fu  il  primo  papa  che  potesse  uscirò  libera- 
mente dalle  catacombe  all' esercizio  pubblico 
del  culto  cattolico,  in  forza  del  decreto  im- 
periale del  314.  —  Ss.  Carpoforo,  prete,  e  Ab- 
bondio, diacono,  martiri,  ricordati  a  Spoleto 
fsec.  III-IV).  —  Ss.  Mercurio,  soldato,  o  altri 
diciannove  compagni  martiri,  ricordati  a  Len- 
tini  (sec.  IV).  —  Festa  della  Traslazione  della 
santa  Casa  di  Nazaret,  comunemente  chia- 
mata di  Loreto. 

Memorandum.  —  Festa  della  Madonna  di 
Loreto,  celebrata  in  tutte  le  Marche,  special- 
mente nella  notte  dal  9  al  10,  anniversario 
della  Traslazione  della  Santa  Casa.  —  Scado 
l'ultima  rata  bimestrale  delle  Imposte  diretto 
erariali  e  sovrimposte  comunali  e  provinciali. 
Non  pagando  entro  gli  otto  giorni  successivi 
alla  scaienza,  il  contribuente  incorre  alla 
multa  del  4  %.  —  Estraz.  pel  rimb.  delle  Ob- 
blig.  ferroviarie  Maremm.  Toscane.  —  Estra- 
zione Prest.  a  premi  Città  di  Napoli  1868. 


11  Venerdì 

346-21 


S.  Damaso 


papa. 

Nacque  in  Guima- 
vaens  nel  Portogallo,  o 
come  altri  vogliono,  in  Roma  nel  304.  Accom- 
pagnò l'esule  pontefice  S.  Liberio  a  Mila- 
no, dove  fu  ordinato  prete  e  fatto  cardinale 
sotto  papa  Felice  li.  Eletto  alla  sua  volta 
pontefice  nell'età  di  72  anni,  sedò  lo  scisma 
mosso  dall'antipapa  Orsicino,  e  diedesi  con 
zelo  apostolico  al  governo  papale.  Mori  l'a. 
.■J84.  —  Ss.  Trasono,  Ponziano  e  Pretestato, 
martiri  a  Roma  fsec.  III-IV).  —  S.  Vincen- 
zio, vescovo  (li  Bieda  iDìera:  Viterbo)  avanti 
l'anno  287. 

Memorandum.  —  


12  Sabato 

347-20 


S.  Valerio,  abate. 

Discepolo   di  s.  Co 
lombano    e     Istitutur» 


egli  stesso  di  comunità  religiose.  Mori  l'a.  622. 
—  S.  Amalia,  regina. 

Memorandum.  —  Pagamento  delle  pensioni 
governative  di  terza  categoria  (sup.  a  L.  2000 
annue).  —  Estrazione  pel  rlmb.  delle  Obbllg. 
ferroviarie  Genova- Voltrl. 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


DICEMBRE  —  Vedi  a  pcig.  166) 


—  170  — 


prendono  2  bandiere,  14  cannoni  e  1400  pri- 
gionieri. Gli  ufficiali  dei  dragoni  Napoleone 
Lonati,  Pompeo  Litta,  Colleoni,  Bovio,  Scan- 
nagatti  sono  sempre  primi  nelle  ripetute  ca- 
riche sulle  batterie  del  nemico. 

ly  (1806).  —  Il  generale  francese  Verdier, 
con  3200  uomini  ed  artiglierie,  tenta  l'assalto 
per  sorpresa  della  città  di  Amantea  in  Ca- 
labria, difesa  dal  colonnello  Mirabelli  con 
pochi  soldati  e  tre  vecchi  cannoni,  ma  <>  re- 
spinto con  gravi  perdite  dagli  stessi  cittadini 
e  costretto  a  levare  l'assedio. 

18  (1894).  —  Batha  Agos,  ribellatosi  agli 
Italiani,  assale  con  1600  uomini  la  compagnia 
del  capitano  Castellazzi  nel  forte  d' Halai. 
Essa  resiste  intrepidamente  fin  quando  il 
maggiore  Toselli  non  giunge  alla  riscossa  con 
un  battaglione  ed  una  sezione  di  artiglieria. 
Meritano  speciali  encomii,  oltre  il  Castellazzi 
e  il  Toselli,  i  capitani  Folchi,  Olivari,  Galli  e 
Ciccodicola,  i  tenenti  Angherà,  Soliani-Ra- 
schini,  Bodrero,  Tarlozzi,  Riguzzi,  Giannini, 
Basile,  Mulazzani,  i  furieri  Frignani  e  Galva- 
gno,  il  sergente  Neri. 

19  (1861).  —  Il  maggiore  Melegari,  col 
18»  battaglione  bersaglieri,  accerchia  e  di- 
strugge a  Cervinara  la  banda  di  Cipriano  La 
Gala,  contro  la  quale  la  2»  compagnia  co- 
mandata dal  capitano  Bonaccorsi  sostiene  sola 
il  fuoco  per  lungo  tempo. 

JJO  (1864).  —  Il  capitano  Francesco  Fera 
del  460  fanteria,  con  il  sergente  Bignami,  sor- 
prendono e  catturano  il  capo  banda  Masini 
vicino  a  Padula  (Salerno)  mentre  il  tenente 
De  Vecchi,  il  furiere  Balbiani,  il  sergente 
Daverio  ed  il  capitano  Padula  della  G.  N.  si 
impadroniscono  dei  suoi  compagni  disper- 
dendo intieramente  la  banda,  dopo  vivissima 
lotta  all'arme  bianca. 

ai  (1893).  -  Il  colonnello  Arimondi,  con 
1400  uomini,  assale  10,000  dervisci  che  mi- 
nacciano il  forte  di  Agordat,  e  dopo  due  ore 
di  vivissimo  combattimento  li  respinge  e  li 
mette  in  fuga,  essendo  promosso  generale 
per  merito  di  guerra.  Si  segnalano  partico- 
larmente il  tenente  colonnello  Cortese,  il  ca- 
pitano Galliano  che,  con  il  3°  battaglione  in- 
digeni, riprende  4  pezzi  e  le  posizioni  perdute, 
i  capitani  Forno,  Framarin  e  Carchidio,  i  te- 
nenti Miani  e  Brizio  e  il  furiere  Profili  d'ar- 
tiglieria. 

aa  (1866).  -  Il  tenente  Felice  Albani, 
dopo  aver  combattuto  lungamente  con  la 
banda  Cannone  Guerra  nel  bosco  Castagna 
(Isernia)  si  ritira,  cedendo  II  terreno  palmo 
a  palmo,  fino  a  Ceresole,  dove  riprende  l'of- 
fensiva e  ricaccia  i  briganti  nel  bosco,  coa- 
diuvato dal  caporale  Gatta  quantunque  gra- 
vemente ferito. 

«3  (1883).  —  A  Belgioioso,  il  carabiniere 
Federigo  Pierotti  trovatosi  alle  prese  con  tre 


malfattori  ai'mati,  che  gli  sparano  a  brucia- 
pelo più  colpi  di  pistola,  riesce,  benché  ferito 
gravemente,  ad  arrestarne  uno. 

34  (1863).  —  Il  capitano  Giorgio  Diaz, 
del  39"  fanteria,  solo  ed  inei'me,  sale  con 
rapido  e  sicuro  piede,  una  scala  a  pinoli, 
unico  accesso  ad  una  grotta  detta  delle  fate, 
in  provincia  di  Benevento,  dove  erano  rin- 
chiusi sette  briganti,  e  sorprendendoli  con 
tanto  ardire,  con  persuasioni  e  con  minacele 
riesce  a  far  loro  depositare  le  armi. 

aS  (1800).  —  A  Pozzolo,  sul  Mincio,  dove 
11  generale  Dupont  sostenuto  dal  Suchet  ri- 
caccia gli  Austriaci  di  là  dal  fiume,  Giambat- 
tista Caracciolo  duca  di  Vietri,  napoletano, 
capo  squadrone  dei  cacciatori  a  cavallo  della 
Cisalpina,  si  segnala  per  il  suo  valore  ed  è 
promosso  colonnello  dal  maresciallo  Brune. 

aO  (1811).  —  La  divisione  Palombini  passa 
a  guado  il  canale  Favara.  di  fronte  a  Valenza, 
sotto  il  fuoco  nemico,  cadendo  valorosamente 
il  colonnello  Barbieri,  il  capobattaglione  Lo- 
renzi, i  capitani  Mariannini  e  Ordinari,  il  te- 
nente Gussoni,  e  distinguendosi  il  colonnello 
Peri,  ferito,  il  capitano  del  genio  Vacani,  i 
capitani  Baccarini  e  Saluzzo  La  Manta,  il 
volteggiatore  Tosi. 

«y  (1888).  —  Gaetano  Fantuzzi,  di  San 
Giovanni  in  Persicieto,  trombettiere  di  ar- 
tiglieria, in  occasione  dello  scoppio  della  pol- 
veriera avvenuto  in  un  forte  di  Messina, 
espone  ripetutamente  la  propria  vita  per  tra- 
sportare fuori  di  pericolo  quattro  casse  di 
polvere. 

«8  (1876).  -  Nel  territorio  di  Baschi 
(Perugia)  il  brigadiere  dei  carabinieri  Pietro 
Òasorati  si  segnala  per  il  suo  valore  in  un  con- 
flitto da  lui  sostenuto  col  latitante  Daniele 
Felice  e  suoi  compagni. 

39  (1860).  -  Nella  notte  dal  28  al  29,  il 
6°  ed  il  7»  battaglione  bersaglieri  comandati 
dai  maggiori  Radicati  di  Passerano  ed  E. 
Negri  respingono  brillantemente  una  vigo- 
rosa sortita  da  Gaeta,  fatta  con  numerose 
truppe  dal  generale  Bosco. 

30  (1862).  —  Un  distaccamento  di  caval- 
leggeri  Saluzzo,  comandato  dal  tenente  En- 
rico Pizzagalli,  assalta  nel  tenimento  Boreano 
(Venosa)  una  grossa  banda  comandata  da  Car- 
bone, uccidendo  4  briganti  e  facendone  15  pri- 
gionieri. Si  segnalano,  oltre  il  Pizzagalli,  il  ca- 
porale Sabatini  ed  1  cavalleggeri  Tebaldini  e 
Coatti. 

31  (1868).  -  Il  sottotenente  Pietro  Mo- 
randi,  del  440  fanteria,  con  due  carabinieri 
e  pochi  soldati,  a  Torre  d' Italia  nell'Aquilano, 
riesce  dopo  vivo  combattimento  a  catturare 
il  brigante  Amedeo  del  Soldato,  raggiungen- 
dolo in  fuga  e  colpendolo  con  11  calcio  del 
fucile  alla  testa.  Ugo  Pesci, 


—  171  — 

RITRATTI  DI  GRANDI  PITTORI  ITALIANI  DEI  SECOLI  XV-XVII 
DIPINTI  DA  LORO  STESSI.  (Fot.  Brogi). 


24.   -   LUCA    GIORDANO 
(NapoU  1632-1705) 

piUore  feracissimo  ed  estemporaneo,  onde  fu  detto  Lura  Fapresto  e  Proteo  della  Pittura. 
>:  1  scolaro  delio  Spagnoletto,  ma  poco  ritenne  di  lui.  Fu  un  grande  affreschista,  e  soprat- 
tutto decoratore  barocco. 


DICEMBRE  1908 


—  172  - 


(51»  Settimana) 


1  i?  Tinnì  fili  cai        Terza  d'Avvento 
^2«  fa  secondo  il  rito  romano, 

d^a-w ]   quinta  di  rito  ambros. 

S.  Lucia,  verg.,  mavt.  Accusata  come  cd- 
stiana,  protestò  davanti  ai  giudici  con  inau- 
dita fermezza,  che  nessuno  avrebbe  potuto 
costringerla  a  lasciare  la  nuova  fede  da  essa 
abbracciata.  Subì  il  martirio  l'a.  SOI.  È  invo- 
cata contro  le  malattie  degli  occhi.  —  A  Sira- 
cusa, festa  di  precetto  con  fiera.  —  S..Aiitioco, 
martire,  l'a.  125,  venerato  in  Sardegna. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Forlì,  —  Fiera  a 
Taggia  (provincia  di  Porto  Maurizio).  Dura 
3  giorni. 


1^  Lunedi     1  ^-  Giocondo,  martire. 
349-18  Ucciso  col  suo  vesc. 

s.Pascasio,  durante  una 

invasione  di  barbari,  l'anno  453.  —  S.  Pom- 
peo, o  Pompeio,  vescovo  di  Pavia,  verso  gli 
anni  96  e  100  (Gams). 


Memorandum. 

giorni. 


Fiera   a  Siracusa:    dura 


15   Martedì   1    ^-  Wassimino,  abate. 

SBO-l"?  S.  Santolo,    o   Sanc- 

tulo,  prete,  ricordato  a 

Norcia. 

Memorandum.  —  (0  U.  Q.  a  ore  22,13™.  - 
Il  Sindaco  invita  con  pubblico  avviso  tutti 
coloro  che  possono  averne  diritto  a  chiedere 
entro  il  31  dicembre  la  loro  iscrizione  nelle 
liste  elettorali  politiche  e  amministrative.  — 
Ultimo  termine  per  la  presentazione  delle 
domande  d'iscrizione  ai  diversi  coi'si  univer- 
sitari. —  Da  oggi  soltanto  fino  al  25  del  mese 
nella  provincia  di  Roma  è  permessa  la  caccia 
con  1  lacci  alle  paludi.  E  nella  provincia  di  lio- 
vigo  cessa  oggi  la  caccia  alle  lepri.  —  Estraz. 
pel  rimb.  delle  Obbligaz.  ferroviarie  Cuneo, 
Lombarde,  del  Sud  dell'Austria.  —  Estraz.  pel 
rimb.  delle  Obbligaz.  ferroviarie  Meridionali 
(serie  A,  B,  C,  D,  F,  G).  —  Estraz.  ammort. 
Obbligaz.  ferroviarie  Cuneo  1855  e  1857;  Pre- 
stito Città  di  Napoli  1861;  Obbligaz.  ferrovia- 
rie Lombardo-Venete  (Sùdbahn). 


16  Mercoledì 

351-16 


S.  Eusebio,  vescovo 

di  Vercelli.  Al  tempo 
di  papa  Liberio,  venne 
esiliato  dall' imperatoi'e  Costanzo  a  Scitopoli 
nella  Tebaldo,  ove  morì  tra  orribili  stenti,  ver- 
so l'a.  370.  —  S.  Adelaide,  imperatrice,  figlia 
di  Rodolfo  II.  re  di  Borgogna,  moglie  di  Lo- 
tario, re  d'Italia.  Vedova,  soft'rì  indegni  trat- 
tamenti e  perdette  l'impero  per  la  perse- 
cuzione di  Ottone  suo  figlio,  che  in  seguito 
compreso  1  suoi  torti,  e  la  richiamò.  xMorto 
il  figlio,  ella  fu  oì)bligata  ad  assumere  la  reg- 
genza. Morì  a  Seltz  nel  999.  —  S.  Albina,  ver- 
gine, martire  verso  l'a.  250,  venerata  a  For- 
mia  (Gaeta).  —  Primo  giorno  delle  tempora 
d'inverno. 


Memorandum.  —  Anche  oggi  in  Napoli,  ri- 
correndo la  festa  del  Patrocinio  di  San  Gen- 
naro, si  rinnova  il  miracolo  della  liquefazione 
del  sangue  di  quel  Santo.  —  Chiusura  della 
caccia  in  genere,  nella  provincia  di  Cuneo.  — 
In  Monopoli  (prov.  di  Bari),  festa  della  ve- 
nuta di  Maria  SS.  della  Badia. 


\'J   Giovedì        ^'  Olinipia»  vedova. 
353-15  Nacqiie  da  nobile  fa- 

'miglia  e   ad  una   rara 

bellezza  univa  una  profonda  virtù.  Sposa  al- 
l'intendente privato  di  Teodosio  il  Grande, 
i-imasta  vedova,  fu  consigliata  dall' impera- 
toi'e  a  sposare  un  suo  parente,  ma  resistette 
e  furono  inutili  preghiere  e  minacce.  Seque- 
stratile i  beni,  non  si  lamentò  punto.  Ebbe 
l'officio  di  diaconessa  presso  la  Chiesa  di  Co- 
stantinopoli. Mori  l'a.  510.  —  S.  Lorenzo,  mo- 
naco di  Subiage  (Migne:  Sollago).  —  S.  Ot- 
tilia, religiosa,  protettrice  dell'Alsazia  (seco- 
lo VIII)  dove  è  ricordata  con  culto  speciale. 

Memorandum.  — 


18  Venerdi 

353-14 


S.  Desiderato,  monaco 

dell'abbazia  di  Fonte- 
nelle,  ove  si  santificò 
nella  pratica  delle  più  austere  virtù.  Morì 
verso  la  fine  del  sec.  VII.  —  S.  Eusebio,  ve- 
scovo di  Sutri  (a.  405).  —  S.  Graziano,  vescovo 
di  Tours,  verso  la  metà  del  III  secolo.  Co- 
stante nel  suo  zelo,  non  si  lasciò  vincere  nò 
dalle  contradizioni,  né  dai  patimenti,  e  si 
diede  alla  conversione  degli  infedeli.  Per  sot- 
trai-si  alla  persecuzione,  radunava  il  suo  gregge 
in  luoghi  sotterranei,  e  vi  celebrava  santa- 
mente i  divini  misteri.  Il  suo  nome  rinaase 
alla  cattedrale.  Dope  le  diverse  traslazioni 
fatte  della  sua  salma,  questa  fu  arsa  dagli 
Ugonotti  nel  1562.  —  Secondo  giorno  delle 
tempora. 

Memorandum.  —  Estraz.    ammortizz.   Ob- 
bligaz. Canali  Cavour  1802. 


19    Sabato     1 S.  Maria  degli  Angeli,  v. 

354-13  Fu  lustro  dell' or- 

dine  carmelitano.  Morì 


l'a.  1717.  —  S.  Fausta,  matrona  romana  (seco- 
lo III-IV).  Fu  celebre  la  Basilica  Fausta,  unii  a 
presentemente  alla  basilica  di  S.  Ambrogio  a 
Milano.  —  S.  Eberardo,  o  Berardo  Paleara, 
benedettino,  vesc.  di  Teramo,  dal  1115  al  1122. 
—  Terzo  giorno  delle  tempora. 

Memorandum.  —  Ilami'à,  o  Commemora- 
zione della  i)urificazione  del  tempio,  per  gli 
israeliti.  —  Estraz.  del  Presi.  Città  di  Napoli 
1877.  —  Oggi,  secondo  il  calendario  Giuliano 
o  Greco-Russo,  festa  di  San  Nicola  di  Bari, 
protettore  della  Russia. 


DICEMBRE  1908 


—  173  - 


(62»  Settimana) 


20  Domenica:     Q^l'^l dAwento 

355-13  1  secondo  II  rito  romano, 


sesta  di  rito  ambros. 

S.  rìlornntij  Marinojio.  Prestò  preziosi  ed 
o:  ;  durante  la  pesto  del  1528.  Mori 

a  1  1.'62.  Fu  benemerito  della  città 

e.    '^  ondovi  fondato  un  monte  di  pie- 

tà. —  S.  lilogonio,  vese.  d'Antiochia,  morto 
nel  3.">3  (^ligne).  —  S.  Domenioo,  vescovo  di 
r.rescia,  circa  gli  anni  613-G17. 

Memorandum.  —  Nascita  della  Principessa 
Maria  Laetitia,  Duchessa  d'Aosta  (1866). 


21  Lunedì   1     ^'  '''®*''°  Canisio. 

356-11  Gesuita,  fu  mandato 
in  Germania  per  com- 
battere l'eresia  di  Lutero,  e  mori  a  76  anni 
:iel  1597.  —  8.  Tommaso,  apostolo  (sec.  I).  — 
^.  Temistocle,  martire. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  vitto- 
ria di  Agordatsui  Dervisci  (1893),  festeggiato 
nella  Colonia  Eritrea.  —  Pasjamento  delle  pen- 
sioni governative  di  seconda  categoria  (supe- 
riori a  L.  500,  ma  non  a  L.  2000  annue). 


22   Alartedì    1    ^-  ^'avlano,  martire, 

357-10  I       Patrono    di    Monte- 

fiascone.  —  S.  Ischirio- 

jie,  martire  in  Egitto  durante  la  persecuzione 
•li  Decio.  —  S.  Gherardo  dei  cavalieri  di  Malta, 
liorentino.  Fu  zelatore  della  redenzione  dei 
Cristiani,  e  spese  la  sua  vita  nella  cura  degli 
infermi.  Morì  nonagenario  nel  1258. 

Memorandum.  —  Solstizio  d'inverno.  —  È 
il  giorno  più  breve  dell'anno.  —  Entra  il  Sole 
in  Capricorno,  e  comincia  l'Inverno  astrono- 
mico. 


23  Mercoledì!         s.  Servolo. 

358-9  I       Rattratto   di  corpo, 

fu  obbligato  a  vivere  di 

mendicità,  e  tali  furono  le  sue  virtù  e  in 
grado  così  elevato,  che  fu  poi  onorato  qual 
santo,  alla  sua  morte,  avvenuta  l'a.  590.  — 
S.  Vittoria,  vergine,  martire,  ricordata  a  Pia- 
cenza (sec.  IV-V).  Fu  una  vittima  della  perse- 
cuzione di  Decio.  Un  giovane  romano  le  aveva 
proposto  la  sua  mano,  ma  ella  rifiutò  reci.''a- 
iiiente.  Un  tale  rifiuto  inafprì  il  giovane,  che 
aspettandola  cristiana,  la  denunciò  ai  tri- 
l'unali.  11  giudice,  non  potendo  ottenere  che 
la  giovine  sacrificasse  agli  dèi,  la  fece  uccidere. 

Memorandum.  —  ®  L.  N.  a  ore  12.50™.  — 
Eclisse  anulare  di  Sole,  invisibile  in  Italia, 
visibile  nell'America  meridionale  e  nell'Africa 
australe.  —  Oggi  sono  chiusi  gl'Istituti  Tecnici 


e  i  Licei.  Per  1  primi  è  vacanza  fino  al  2  gen- 
naio inclusive.  —  In  molte  città  stanotte  si 
ha  il  curioso  spettacolo  del  mercato  del  pesce 
per  la  vigilia  di  domani,  che  a  Koma  è  chia- 
mato il  Cotlto. 


24  Giovedì   1     ^-  Tarsllla,  vergine. 
359-8  I       I  ^^-  martiri  della 

Cocincina  (1835-1810) 
ricordati  anche  a  Milano.  —  S.  Gregorio,  pre- 
te, martire,  ricordato  a  Spoleto  (sed.  III-IV). 
Sentendo  Diocleziano  che  a  Spoleto  erano 
molti  cristiani,  mandò  colà  il  governatore 
Fiacco  per  giustiziare  coloro  che  non  sacri- 
ficassero agli  idoli.  Arrestato  Gregorio,  di- 
chiarò imperterrito  d'adorare  solo  il  vero  Dio. 
Fu  decapitato  (sec.  III-IV).  —  S.  Irma  o  Ir- 
mina,  matrona  al  tempo  di  Dogoberto  II,  — 
S.  Delfino,  vescovo  di  Bordeaux. 

Memorandum.  —  Vii^ilia  di  Nat.i1e.  —  O^gi 
sono  chiuse  le  biblioteche  governative  e  tutte 
le  scuole. 


25  Venerdì 

360-7 


Natale  di  Gesù  Cristo. 
È  la  festa  più  cai-a 
e  solenne  del  cristiane- 
.simo,  perchè  ricorda  la  venuta  del  Salvatore 
del  mondo.  Secondo  i  cronologi,  il  gran  fatto 
sarebbe  avvenuto  1'  a.  747  di  Roma,  38  del- 
l'impero  di  Augusto,  7  dell'era  volgare.  — 
S.  Anastasia,  romana,  mar.,  l'a.  330.  —  S.  Eu- 
genia, romana,  vergine,  martire,  l'a.  261. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  —  Oggi 
in  molte  località  del  Piemonte  si  pa.'ano  gli 
affitti  dei  terreni.  —  Oggi  in  Grecia  San  Spi- 
ridione,  festa  solenne. 


26    Sabato     |  ^'  Stefano  protomartire. 

361-6  1  Tu  tra  l  primi  sette 
diaconi  eletti  dagli  Apo- 
stoli, ed  el.be  tanto  zelo,  che  accese  di  furore 
i  nemici  del  nome  cristiano,  i  quali  lo  con- 
dannarono alla  lapidazione.  Fu  il  primo  mar- 
tire (Protomartire)  del  cristianesimo,  l'a.  30. 
Era  nato  a  Gerusalemme,  e  colla  sua  predi- 
cazione operò  numerosi  miracoli,  cosicché  su- 
scitò contro  di  lui  l'odio  de'  primari  giudei 
che  lo  accusarono  di  bestemmiatore.  —  Feste 
patronali  a  Biella.  Capua  e  Prato.  —  S.  Dio- 
nigi, papa  dal  259  al  268.  —  S.  Zosimo,  papa 
dal  417  al  418.  —  Da  questo  giorno  a  tutto 
il  28,  quatrldlo,  rinomata  solennità  religiosa 
a  Triceslmo  (Udine). 

Memorandum.  —  Comincia  il  Carnevale.  — 
Oggi  si  aprono,  per  la  stagione,  un  gran 
numero  di  teatri,  e  fra  essi  tutti  i  teatri 
massimi  d'Italia.  —  Oggi  sono  chiuse  le  bi- 
blioteche governative. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  II  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 

il    rimoriin    rtpllo    mi>'.:»Hìe,     iian:<     nrnttn'i     Minoranti 


-  174  - 
I  CONSIGLI  DEL  MESE  (Igiene  ed  Economia  Domestica). 

DICEMBRE 

I  piani  di  Natale  —  Il  pesce  —  Come  bisogna  difendersi  dal  freddo  —  Gli  uragani  —  Le  carni 
e  la  loro  conservazione  —  Per  rimettere  a  nuovo  i  vecchi  abiti  —  Le  vivande  di  Gennaio. 


Credo  che  in  tutto  l'anno  non  si  consumi 
tanto  pesce  come  in  una  giornata  sola  di 
questo  mese  :  nella  vigilia  di  Natale.  Vi  sono 
paesi  ove  ci  si  tiene  di  più  o  di  meno,  ma 
dappertutto  la  sera  del  24  dicembre,  figu- 
rano a  tavola,  secondo  lo  permettono  i  mezzi 
della  famiglia,  una  o  diverse  specie  di  pesci. 
Cade,  dunque,  acconcio  dire  oggi  qualche 
cosa  sul  pesce. 

Molti  lo  credono  più  nutritivo  della  carne. 
E  un  errore:  esso  è,  piuttosto,  più  leggero 
e  giova  meglio  perchè  se  ne  può  mangiare 
molto  senza  gravare  Io  stomaco.  Non  tutte 
le  sue  specie,  però,  hanno  simili  vantaggi: 
l'anguilla,  le  aringhe,  e,  in  genere,  tutti  i 
pesci  salati,  sono,  anzi,  abbastanza  pesanti.  I 
più  leggeri  pesci  sono  il  merluzzo,  la  spi- 
nola, la  ti-ota  ec,  che  si  possono  dare  libe- 
ramente a  qualunque  ammalato  non  affetto 
da  eruzioni  di  pelle.  Perchè  a  tutti  coloro  i 
quali  soffrono  malattie  di  pelle,  o  hanno  un 
temperamento  nervoso,  nuocerebbe  qualun- 
que qualità  di  pesce.  La  pi-ima  cosa  da  os- 
servare, nel  pesce,  intanto,  è  la  freschezza. 
Non  è  difficile  accorgersene  subito:  gli  occhi 
del  pesce  fresco  non  debbono  essere  velati, 
le  sue  branchie  debbono  aver  un  bel  color 
rosso  vivace;  esso,  inoltre,  dev' essere  tutto 
rigido  e  duro,  anche  quando  si  tiene  oriz- 
zontalmente. 

Durante  la  cottura  è  più  facile  a-^cora 
sincerarsi  della  freschezza  del  pesce:  si  im- 
merge neir  acqua  ove  esso  bolle,  un  cuc- 
chiaio d'argei\to,  e,  se  questo  annerisce,  il 
pesce  è  in  decomposizione.  Infatti  la  pre- 
senza dello  zolfo,  a  cui  si  deve  l'annerimento 
del  cucchiaio,  è  un  prodotto  della  decompo- 
sizione. Nell'estate  anche  artificialmente,  si 
dura  fatica  a  conservare  il  pesce  fresco  ;  ma 
nell'inverno,  immergendolo  in  un  bagno  di 
aceto,  acqua  e  birra  (dopo  averlo  ben  pulito 
e  vuotato)  si  mantiene  fino  a  due  giorni. 
Molti,  per  vuotare  il  pesce,  praticano  delle 
incisioni  inutili;  v'è,  invece,  l'apertura  delle 
branchie  che  sembra  fatta  apposta....  Si  riu- 
scirà, poi,  a  squamarlo  meglio,  intingendolo 
per  un  istante  nell'acqua  bollente. 

Il  pesce  va  cotto  in  molta  a 'qua,  anzi  è 
questa  una  condizione  essenziale  per  poterlo 
mangiare  sapido:  ma  nell'acqua  fredda  in 
cui  si  mette  a  cuocere,  va  versato  un  po'  d'ace- 
to che  giova  a  mantenergli  soda  la  carne. 

Gli  inglesi  cuociono  il  pesce  al  forno  ed 
assicurano  che  ci  guadagna.  Noi  usiamo,  in- 
vece, la  gratella,  che  non  deve  pulirsi  mai 
con  acqua  se  non  si  vuol  correre  il  rischio 
di  vedervi  attaccar  su  malamente  il  pesce. 
Nel  friggerlo,  poi,  si  usa  il  fuoco  e  l'olio: 
perchè  i  pesci  vengano  croccanti  non  biso- 
gna metterne  molti  in  una  sola  volta  nella 
padella.  Fritto  che  sia,  il  pesce  si  sala  e  si 
guarnisce  con  prezzemolo. 

Il  pesce,  come  è  njto,  non  si  tocca  col 
coltello  :  ma  oggi  si  usa  a  tavola  una  posata 


speciale,  cioè  una  forchetta  e  un  coltello 
uniti  a  lama  d'argento.  Non  avendola  o  non 
trovandola,  contentiamoci  dell'uso  antico  e 
mangiamo  con  la  sola  forchetta. 


Siamo  nel  cuore  dell'inverno. 

Gli  effetti  del  freddo  si  sentono  in  ra- 
gione della  saa  intensità,  della  sua  durata,  e 
della  forza  di  reazione  che  ogni  persona  vi 
oppone. 

L'aria  fredda  e  secca  abbassa  la  tempe- 
ratura della  pelle  e  provoca,  quasi  istanta- 
neamente, una  resistenza  di  calore,  i  cui  ef- 
fetti favorevoli  son  ben  presto  sentiti  dal- 
l'organismo umano. 

Essa  agisce,  dunque,  come  tonico  e  sti- 
molante, e  aumenta  la  vitalità. 

Le  bevande  alcooliche,  le  quali  apparen- 
temente provocano  una  specie  di  calore  ester- 
no, deprimono,  invece,  l'energia  della  rea- 
zione calorica  e  abbassano  di  due  o  tre  gradi 
la  tempei-atura  normale  dei  corpi. 

L'azione  del  freddo  in  sostanza,  non  è 
fortificante  che  per  le  persone  che  si  nutrono 
bene,  che  mangiano  abitualmente  alimenti 
sostanziosi,  che  si  coprono  bene,  che  hanno, 
in  una  paiola,  una  grande  riserva  di  vigore. 
Bisogna,  avanti  tutto,  sottrarsi  all'aiiione  ge- 
nerale e  locale  del  freddo,  abitando  una  casa 
conveniente,  e  ben  riscaldata.  Poi  bisogna 
seguire  un'alimentazione  sostanziosa,  suffi- 
ciente e  talvolta  un  po'  stimolante.  Infine 
occorre  un  esercizio  appropriato,  e  il  passeg- 
giare all'aria  aperta  è  il  migliore  di  tutti  gli 
esercizi. 

11  dottore  viennese  Herck  incoraggia  a 
seguire  un  sistema  molto  energico  per  ri- 
guardarsi con  buon  risultato  dal  freddo.  Che 
cosa  dice,  egli?  Il  freddo  è  una  cattiva  abi- 
tudine; rea^^ite  contro  di  essa.  Invece  di  ve- 
stiti pesanti,  usate  a  preferenza  abiti  leggieri, 
mangiate  carne  arrostita,  legumi  cotti  in 
molto  burro.  Coricatevi  in  camere  non  molto 
calde,  e  dormite  con  poche  coperte.  Cammi- 
nate a  te -ita  alta  per  via;  non  usate  mai  il 
foulard  e  abituatevi  alla  doccia  fi'edda  quo- 
tidiana, a  frizioni  con  guanto  e  spazzola  di 
crini  per  tutto  il  corpo,  alla  ginnastica  con 
pesi  da  cinque  chili  per  quasi  dieci  minuti. 

Seguire  queste  prescrizioni  non  mi  sem- 
bra un  gran  sacrifizio.  È  vero,  le  conosce- 
vamo già,  mi  direte  ;  ma....  che  vale  conoscere 
una  cosa  quando  non  la  si  mette  in  pratica? 

*** 

Parleremo  anche  oggi,  che  il  mese  ce  ne 
desìi  uraanni.  Gli  uragani  esercitano 


invita,  degli  uragani.  Gli  uragani  esercitali 
una  notevole  influenza  sugli  individui  debol 
e  sulle  donne  e  i  fanciulli.  Mentre  essi  in 
perversano,  i  dolori  reumatici  e  nevralgie 
si  rendono  più  acuti,  lo  stato  febbrile  si  ag 


-  n: 

..,.,;,-.......   ..<..,.   ...    asma  od 

u  morbosi:  lortuniitHuientc  tutto 
-00  appena  l'atmosfera  ridiventa 

Non  potendo  consigliare,  ali*  infuori  di 
uaU-he  oordiah',  alcun  rimedio,  darò  qual- 
(le  consiglio  per  ripararsi  dagli  effetti  della 
l»;ore. 

Contrariamente  a  un'opinione  molto  dif- 
fusa, nulla  prova  che  l' uragano  abbia  come 
movente  della  sua  direzione  una  corrente 
d'aria.  Il  pericolo,  dunque,  non  aumenta  per 
chi  corra  durante  un  uragano  o  lasci  aperte 
le  finestre  della  propria  abitazione.  È,  in- 
■  <'oe,  molto  pericoloso  ripararsi  sotto  le  pian- 
,  nelle  chiese  e  nelle  case  elevate  sprovvi- 
ste di  parafulmini;  suonare  le  campane,  o 
sparar  colpi  d'arma  da  fuoco.  La  minore 
permeabilità  delle  stoffe  di  seta  e  di  lana  al 
iluido  elettrico,  in  confronto  da  quelle  di 
i-anapa,  di  lino  o  di  cotone  è  un  fatto:  tut- 
tavia anche  vestiti  con  stoffe  di  seta  o  di 
lana  il  pericolo  non  si  dilegua. 

Mezzi  infallibili  per  ripararsi  dagli  effetti 
della  folgore  non  ve  ne  sono;  ma  possono 
relativamente  giovare  i  due  seguenti;  rifu- 
giarsi in  un'abitazione  protetta  dal  paraful- 
mine; mettere  in  mezzo  alla  stanza  un  letto 
a  materassa  di  lana  e  sdraiarvisi  sopra. 

In  tal  modo  isolati,  si  può  aspettare  im- 
passibili la  fine  dell'uragano:  se  anche  la  fol- 
gore entrasse  e  tutto  distruggesse,  rispar- 
mierebbe  voi. 

*% 

E  adesso  una  breve  chiacchierata  sulle 
carni  e  sui  metodi  migliori  per  conservarle. 
Tanto  come  antidoto  a  quella  sul  pesce  che 
ha  aperto  la  rubrica  del  mese. 

Tra  le  carni,  quella  di  pollo,  di  vitello  o 
di  bue  sono  le  migliori,  cioè  le  più  digeribili 
e  più  nutritive.  Quella  di  piccione  è  grave 
allo  stomaco;  pesante  è  quella  delle  anitre 
e  di  tutti  gli  uccelli  acquatrici;  nociva,  spes- 
so, quella  di  maiale;  di  difficile  digestione 
sono  anche  i  salumi  affumicati;  non  cosi  il 
salame  e  il  prosciutto  in  proporzioni  mode- 
ste. Le  cesi  detta  in'eriora  (fegato,  cervello, 
polmone)  sono  di  più  difficile  digestione  della 
carne  dell'animale  a  cui  appartengono. 

Gli  uccelli  avvolti  nella  salvia,  e  cotti  ar- 
rosto, conditi  con  poco  burro,  rappresentano 
un  ottimo  cibo.  Sempre  che  non  siano  lar- 
dellati né  ingeriti  in  numero  strabocchevole, 
nò  troppo  guarniti  di  polenta  imbevuta  di 
burro  stracotto.  In  genera'e  tutta  la  selvag- 
gina è  riparatrice  delle  forze. 

Detto  ciò,  vediamo  come  possano  conser- 
varsi le  carni  allo  stiito  fresco. 

Comunemente  si  usa  di  aspergerle  di  sale, 
di  caffè  In  polvere,  di  sugo  di  limone,  d'aceto 
o  di  carbone. 

Le  carni  che  si  vogliono  conservare  si  ten- 
gano, inoltre,  quanto  più  è  possibile  lontane 
dal  contatto  dell'aria,  dopo  averne  coperta 
la  superficie  coli* una  o  coli' altra  di  quelle 
materie. 

Ma  in  America,  dove  tutte  le  cose  si  fanno 
in  grande,  sono  riusciti  a  praticar  delle  inie- 
zioni antisettiche  di  acido  borico  sciolto  nel- 
l'acqua calda  alla  temperatura  del  sangue, 
per  conservar  intieri  capi  di  bestiame  uctM.so. 


\ : .. ..l..,;;.à;,,i.  .  ..[iQ- 

razione  non  richiese  oltre  cinque  minuti  ver 
ogni  capo.  L'antisettico  adojH'rato  nori  mo- 
difica né  l'aspetto,  né  la  qualità  della  carne; 
ed  i  risultati  dimostrano  che,  usato  in  mi- 
nima proporzione,  rende  la  carne  conserva- 
bile per  oltre  due  settimane  in  estate,  e  duo 
o  tre  mesi  nell'inverno  senza  bisogno  del 
ghiaccio. 

Barbaro  o  no  che  sia,  questo  sistema  è  con- 
venierite  sotto  tutti  i  rapporti.  Il  costo  del 
preservativo  non  oltrepassa  la  spesa  di  qua- 
ranta o  cinquanta  centesimi  per  ovino,  e 
l'apparecchio  richiesto  è  molto  semplice. 


Ma  pensiamo  anche  un  po' ai  nostri  indu- 
menti. 

L'inverno  ci  fa  levare,  oggi,  dal  guarda- 
roba gli  abiti  neri  da  società.  Non  tutti,  pur- 
troppo, ne  abbiamo  di  nuovi  fiammanti:  mol- 
ti, anzi,  li  veggono  con  dolore  che  lustrano 
nei  gomiti,  nelle  manopole  e  nei  ginocchi.  Se 
non  possono  rifarli,  li  tengano  per  una  mez- 
z'ora nell'acqua  fredda,  li  ritirino,  li  sten- 
dano sopra  una  tavola,  e  spazzolino  dove 
lustrano  con  un  scardasso  da  cappellaio  un 
poco  usato,  pieno  di  fiocchi  di  lana.  Poi  li 
mettano  ad  asciugare,  e,  infine,  tornino  a 
spazzolarli,  per  il  verso  del  pelo,  con  una 
spazzola  dura  asciutta. 

Se,  poi,  desiderano  mettere  a  nuovo  il 
bavero,  cosi  facile  ad  ungersi,  basterà  che  si 
preparino  una  tazza  d'acqua  calda  in  cui 
sia  stata  sciolta  dell'  ammoniaca. 

Stendete  il  vestito  che  volete  pulire,  so- 
pra una  tavola  coperta  d'un  grosso  panno: 
tuffate  un  pezzo  di  tìanella  pulita  nel  liquido 
e  stropicciate  il  collo  del  vestito,  umettan- 
dolo con  abbondanza  al  di  là  della  macchia. 
Poi  con  un  panno  bianco  (badate  che  noii 
lasci  giù  la  peluria)  premete  vigorosamente 
il  bavero  per  assorbii-ne  l'acqua.  Mettete, 
quindi,  ad  asciugare,  dopo  aver  ripiegato  il 
collo  nella  sua  posizione  normale. 

La  stoffa  non  serba  nessun  cattivo  odore 
né  risente  nella  tinta. 


Qupsta  volta,  poiché  il  mio  addio  deve  es- 
sere definitivo,  voglio  darvelo  p  ■rlandosi  an- 
cora per  qualche  istante  di  cibi.  Se  no  mi 
parrebbe  troppo  monotono.  Eccovi,  dunque, 
un  breve  elenco  di  vivande  che  potrete  man- 
giar nel  mese  di  Gennaio.  Cosi  la  mia  me- 
moria resterà  con  voi  ancora  trenta  giorni. 

Ca>*n»:  bue,  montone,  vitello, maiale,  agnel- 
lo, daino,  cervo,  capriolo,  cignale,  lepre,  co- 
niglio. 

S'^lvaggina  e  pollame:  capponi,  polli,  oche, 
aniti-e,  tacchini,  pernici,  fagiani,  beccacce  e 
piccioni. 

Pesce:  carpi,  tinche,  bai-bl.  anguille,  pesce 
persico,  trote,  salmoni,  merluzzo,  sogliole, 
aringhe,  razze,  naselli,  rombi,  gamberi,  ari- 
guste,  telline. 

Erbaggi:  cavolfiori,  cardi,  sedani,  patate, 
cavoli,  sauerkrant,  raperonzoli,  barba  cap- 
puccina, scorzenere. 

Frutta:  pere  d'inverno,  mele,  aranci,  ca- 
stagne, noci,  nocciole. 

Cenbkentola. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  è  il  perfetto  ricostituente,  la  salute  delle  donne, 
il  rimedio  delle  malattie  degli  organi  digerenti. 


DICEMBRE  1908 


176 


(53»  Settimana) 


27  Domenica 

362-5 


S.  Giovanni,  apostolo, 
ed  evangelista. 

Nativo  di  Galilea,  fu 
chiamato  da  Gesù  Cristo  a  seguirlo.  Dopo  la 
morte  del  Divin  Maestro,  lasciata  la  Giudea, 
predirò  nell'Asia  Minore,  venuto  a  Roma  fu 
gettato  in  una  caldaia  d'olio  bollente,  da  cui 
uscì  illeso.  Relegato  nell'isola  di  Patmos,  vi 
scrisse  la  sua  Apocalisse,  e  si  trovano  di  lui 
tre  lettere,  registrate  tra  le  apostoliche.  Mori 
in  età  tardissima,  l'anno  100. 

Memorandum.  —  Annivei-sario  della  morta 
di  Francesco  il,  ex  re  di  Napoli,  commemo- 
rato  dal   partito    borbonico  meridionale. 


28  Lunedì 

363-4 


I        Santi  Innocenti. 
Ricorda     la    strage 

^orribile  ordinata   da 

Erode  di  tutti  i  bambini  del  suo  regno  al 
disotto  dei  due  anni,  alfine  di  comprendervi 
il  neonato  Messia,  il  quale,  invece,  scampò  in 
Egitto  (Matt.  II,  13-18).  -  S.  Abele,  il  giusto, 
figlio  dei  progenitori  Adamo  ed  Eva. 

Memorandum.  —  Oggi  pagamento  degli  sti- 
pendi agli  impiegati  governativi. 


29  Martedì 

364-3 


S.  Tomaso  Becket. 

Vescovo  di  Canter 
bury,  martire  messo  a 
morte  l'a.  1170.  Era  nato  da  nobili  genitori  a 
Londra,  e  fu  uno  dei  più  dotti  del  suo  tempo. 
Eletto  vescovo,  si  diede  alle  opere  di  pietà  ed 
impiegava  le  notti  in  orazione.  Avendo  disgu- 
stati alcuni  grand)  del  regno,  perdette  la  gra- 
zia sovrana  e  tu  trucidato  da  quattro  ufficiali 
mentre  trovavasi  in  chiesa.  —  8.  Davide,  re 
d'Israele.  —  S.  Melania,  verg.  mart. 

Memorandum.  —  Eitraz.  pel  rimborso  delle 
Obbligaz.  ferroviarie  Mantova-Cremona. 


30  Mercoledì!    S-  Eugenio,  vescovo. 
365-3  Onorato     a    Milano 

quale  difensore  del  rito 

ambrosiano,  quando  al  tempo  dell'imperatore 
Carlo  Magno  si  tentò  di  abolirlo  (sec.  Vili). 
—  S.  Gerardo,  confessore,  minorità,  morto 
l'a.  1345,  onorato  a  Valenza  (presso  Alessan- 
dria). —  Festa  patronale  della  diocesi  a  Bar- 
letta. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  6,40™. 


31    Giovedì   1      S.  Silvestro,  papa. 

366-1  Successore  d:  s.  Mel- 
^chiade.  Ebbe  la  conso- 


lazione di  vedere  cessata  la  persecuzione 
contro  la  Chiesa  mercè  l' opera  e  lo  zelo  del 
grande  Costantino,  ma  il  suo  regno  fu  ama- 
reggiato dall'eresia  di  Ario,  che  cominciò  a 
predicare  contro  la  divinità  di  Gesù  Cristo. 
Morì  dopo  più  di  venti  anni  di  governo,  nel  335. 
—  S.  Colomba,  vergine,  martire,  verso  gli  an- 
ni 270-275,  patrona  di  Riminl.  —  Ss.  Stefano 
e  compagni,  martiri,  ricordati  a  Catania  (se- 
colo III-IVj.  Can.  O.  Pantalini. 

Memorandum.  —  Ultimo  termine  per  chie- 
dere la  iscrizione  nelle  liste  elettorali  poli- 
tiche e  amministrative.  —  Chiusura  dell'anno 
finanziario  delle  aziende  comunali,  degli  isti- 
tuti bancari,  delle  case  commerciali,  ec.  — 
Scade  la  seconda  rata  semestrale  della  tassa 
di  manomorta.  Il  pagamento  deve  esser  fatto 
entro  i  primi  20  giorni  del  mese  di  gennaio 
entrante.  —  Oggi  sono  chiuse  le  biblioteche 
governative.  —  Chiusura  della  caccia  in  genere 
nelle  province  di  Ales^iandria,  Ai-ezzo,  Como, 
Cremona.  Milano,  Modena,  Novara,  Padova, 
Parma,  Pavia,  Piacenza,  Regij;io  Emilia,  To- 
rino, Treviso,  Udine,  Venezia  e  Vicenza;  della 
caccia  alle  lepri  e  ai  caprioli,  e  di  quella  colle 
reti,  lacci  e  vischi  nella  provincia  di  Belluno; 
col  fucile  e  colle  reti  ai  fagiani  di  monte,  uru- 
galli,  coturnici,  ec.  nella  provincia  di  Ber- 
gamo ;  alle  lepri,  pernici  e  starne  nelle  pro- 
vince di  Bologna  e  di  Pesaro;  alle  lepri,  nelle 
province  di  Brescia  e  di  Verona;  ai  conigli 
nella  prov.  di  Girgenti;  alle  pernici  e  starne 
nella  prov.  di  Roma.  —  Estraz  Presi,  a  premi 
per  la  Cassa  Nazionale  di  Previdenza  e  la 
"  Dante  Alighieri  ,.  ;  del  Prestito  a  premi 
Città  di  Venezia  1869  (rirab.  1"  maggio  succ). 
e  del  Prest.  a  premi  riordinato  Bevilacqua 
la  Masa.  —  Estraz.  pel  rimb.  delle  Obbligaz. 
della  Società  Veneta  por  imprese  e  costraz. 
pubbliche;  e  delle  Obbligaz.  Ferrara  1875, 


DIARIO  DEI  SANTI  RICORRENTI  NELL'ANNO'*) 


Ahbnndin.  •  «prile:  31  agosto. 


>;  15  die. 

•        '  1.    ,     ./.jio. 

AdallH-uto,  Ui  aprile:  20  ging. 
Adalgiso,  C  ottobre. 

»'Ì:"<^'\    16    n3il;,'glO. 

le,  16  dicorabi-e. 
24  di<'e rubre. 

!  libre. 
jiio:  2  luglio; 
■      -t  .brc. 

ìa.  27  giugno. 

\  -.    ;:o,  17  giugno;  27  sett. 

Adone,  16  dicembre. 

.Adriano,  4  marzo;  8  luglio. 

Afta,  24  maggio. 

Afraiite,  7  aprile. 

Afrodi->io,  14  marzo. 

Agabio.  4  agosto. 

Agape,  15  febbraio. 

Agapito,  16  marzo;  17  aprile; 
18  agosto:  20  settembre. 

Agata,  6  febbraio. 

.\gatone,  10  gennaio;  5  luglio. 

Aggeo,  4  luglio. 

.Agilberto,  24  giugno. 

A-jiT^llo,  14  dicembre. 

Ajii'  sp,  21  gennaio:  20  aprile. 

A_-    ardo,  24  giugno. 

A.    -tino  d'Inghilt.,  28  magg. 

A_-   -:ino,  28  agosto. 

A_r    ola,  7  novembre. 

A_i:ppina,  23  giugno. 

A_'i!iipino,  17  giugno;  9  nov. 

Ahicoque  M.  M.,  17  ottobre. 

Albano,  22  giugno. 

Alberico  (6),  26  gennaio. 

Alberto,  7  a;.'osto:  1  settem- 
bre: 21  novembre. 

Alberto  B.,  3  settembre. 

Albina,  16  dicembre. 

Albino,  5  febbraio;  1  marzo; 
15  settembre. 

Aldegonda,  30  gennaio. 

Aldeinaro,  24  marzo. 

Alfeno,  12  aprile. 

Alessandro,  Il  gennaio; 26 feb- 
braio; 3  maggio:  4.  6  giu- 
gno; 10  luglio:  26  agosto; 
9  settembre. 

Alessandro  S.,  23  aprile. 

Alesso,  .30  luglio. 

Alfro,  18  novembre. 

Altv-ro.  12  aprile. 

Alfio,  10  maggio. 

-\lfonso  L.,  2  agosto. 

Alfredo.  12 gennaio;  14  agosto. 

Alice,  5  febbraio. 

Alipio,  26  novembre. 


Alverio,  2  gennaio. 

Amabile,  19  ottobre. 

Aniadoo  (fc),  10  agosto. 

Amalia,  10  luglio:  12  dicemb. 

Amando,  6  febbraio. 

Amanzio,  8  aprilo:  6  giugno. 

Amasio,  23  gennaio. 

Amato,  8  maggio,  13,  30  set- 
tembre. 

Amatore.  7  aprilo. 

Ambrogio,  20  marzo:  16  ago- 
sto; 16  ottobre;  7  dicembre. 

Ambrogio  (Morte  di),  4  aprile. 

Amedeo  (b),  30  mar.  ;  5  magg. 

Amelberga,  10  luglio. 

Amos,  31  marzo. 

Ampelio, 8  febbraio;  14  magg. 

Anania.  25  gennaio. 

Anastasio,  15  aprile;  28  ott. 

Anastasio,  27  apiile:  28  magg. 

Andrea,  26  febbraio;  22  ago- 
sto; 6  novembre. 

Andrea  A.,  10  novembre. 

Andrea  (op.),  30  novembre. 

Andrea  (ft),  9  genn.  ;  1  lebb. 

Andrea  C,  14  gennaio. 

Andrea  G.,  19  marzo. 

Andronico,  14  novembre. 

Angela  da  Foligno,  4  gennaio. 

Angela  M.,  30  maggio. 

Angeli  custodi,  2  ottobre. 

Angelina,  22  dicembre. 

Angelo,  5  maggio. 

Angelo  (b),  25  gennaio. 

Angelo  \b)  d'Acri,  29  ottobre. 

Angelo  C,  12  aprile. 

Angelo  P.  (b),  24  ottobre. 

Aniceto,  17  aprile. 

Anicio,  23  ottobre. 

Anna,  26  luglio. 

Annibale,  15  aprile. 

Annone.  4  dicembre. 

Annunziuzione,  25  marzo. 

Ansano,  1  dicembre. 

Anselmo,  3,  18 marzo;  21  apr. 

.Ansovino,  13  marzo. 

Antere,  3  gennaio. 

Antigono,  27  febbraio. 

Antimo,  21  febbraio. 

Antioco,  13  novembre. 

Antonia  (&.»),  28  febbraio. 

Antonina,  12  giugno. 

Antonino,  14  febbraio;  2  mag- 
gio; 22  agosto;  31  ottobre. 

Antonio  abate,  17  gennaio. 

Antonio  da  Padova,  13  giugno. 

Ant.  Maria  Zaccaria,  5  luglio. 

Apelle,  22  aprile. 

Apollinare,  23  luglio;  6  die. 

Apollonia,  9  febbraio. 

Apollonio,  16  febbraio;  18  apr.; 
7,  8  luglio. 

Appia,  22  novembre. 

Appiano,  2  aprile. 


Aquila,  8  luglio. 
Aquilina,  13  giugno. 
Aquilino,  29  gennaio;  4  febbr. 
Aratore,  21  aprile. 
Arcadio,  10  gennaio. 
Arcangelo  (6).  17  aprile. 
Arduino,  9  giugno;  16  agosto. 
Argeo,  2  gennaio. 
Armando,  6  febbraio. 
Armentario,  30  gennaio. 
Arnaldo,  10  febbraio, 
Arnolfo,  J8  luglio;  15  agosto. 
Arrigo  (h),  13  marzo. 
Arsazio  Casati,  12  novembre. 
Arsenio,  10  luglio. 
Artemia,  18  febbraio. 
Ascario,  3  febbraio. 
Aspreno,  3  agosto. 
Assunzione  di  Maria  Santissi' 

ma,  15  agosto. 
Asterie,  3  marzo. 
Astio.  7  luglio. 
Atanasia,  14  agosto. 
Atanasio,  26  gennaio;  2  m.ig- 

gio;  15  luglio. 
Attala,  10  marzo. 
Attica,  18  febbraio. 
Attico,  6  novembre. 
Attila,  10  marzo. 
Attinea,  16  giugno. 
Attone,  22  maggio. 
Auberto,  13  dicembre. 
Audenzio,  26  novembre. 
.\ugusta,  27  marzo. 
Augusto,  7  maggio  :  7  ottobre. 
Aurei  ia,  25  settembre. 
Aureliano,  22  maggio;   5  dio. 
Aurelio,  27  luglio,  9  novemb. 
Ausano,  3  settembre. 
Auson'o,  20  maggio. 
Avenanzio,  14  luglio. 
Aventino,  4  febbraio. 
Avertano  (6),  25  febbraio. 
Avilo,  22  febbraio. 
Avito,  19  dicembre. 
Avventore,  20  novembre. 
Azia,  18  aprile. 

Babila,  24  geimaio. 
Balbiua,  31  marzo. 
Baldassarre,  6  gennaio. 
Baldovino,  8  gennaio. 
Bambina  M..  8  settembre. 
Barbara,  4  dicembre. 
Barbaziano,  5  marzo. 
Barnaba,  11  giugno. 
Barsano,  11  aprile. 
Barsanofrio,  30  agosto. 
Bartolomeo  (fc),    28   gennaio; 

18  marzo. 
Bartolomeo,  24  agosto. 
Basilide,  12  giugno. 
Basilio,  1  genn.;  2, 6,  22  marzo; 

14  giugno. 


(*)  Per  rettiflcbe  od  ajrsiante,  scrivere  al  can.  Oreste  Panfalini,  Milano,  via  Orva, 
omesso  l'indice  delle  feste  mobili  che  sono  già  notate  in  apposita  tal.cll3,  a  pag.  3. 


—  fc  stato 


fiasilissa,  ó  genn.;  15  api*. 
Basilla,  20  maggio. 
Bassiano,  19  gennaio. 
Basso,  5  dicembre. 
Batilde,  26  gennaio. 
Battista  G.  Rossi,  23  maggio. 
Battista  [Natività  di  s.  Giovan.), 

24  giugno. 
Battista  (Z>ecoZ/a2:»one  di  S.  G.), 

29  agosto. 
Beatrice  (b),  19  gennaio;  29  lug. 
Beda,  10  aprile;  27  maggio. 
Bellino,  26  novembre. 
Benedetta,  17  aprile;  6  magg. 
Benedetto  R.,  12  febbr. 
Benedetto,   17   febbraio;    11, 

21  marzo. 
Benedetto  G.  L.,  16  apr. 
Beniamino,  31  marzo. 
Benigno,  26  luglio;  l  nov. 
Benno,  16  giugno. 
Benvenuta  (b),  29  ott. 
Benvenuto  S.,  22  marzo. 
Berardo,  16  gennaio. 
Berardo  P.,  19  dicembre. 
Bernardino  da  Feltre,  28  sett. 
Bernardino  da  Siena,  20  mag. 
Bernardo,  15  giugno;  20, 22  ag. 
Bernardo  U.,  4  dicembre. 
Bemerio,  16  ottobre. 
Berta,  24  marzo. 
Bertoldo,  21  ottobre. 
Bertrando  1  m*rzo;  6  giugno; 

3  luglio. 
Ber  tulio,  24  marzo. 
Besso,  1  dicembre. 
Biagio,  3  febbraio  ;  22  giugno. 
Bianca,  5  agosto. 
Bibiana,  2  dicembre, 
Boezio  23  ottob. 
Bona,  24  aprile. 
Bonagiunta,  11  febbraio. 
Bonaventura  T.,  19  marzo. 
Bonaventura,  14  luglio. 
Bonfiglio,  11  febbraio. 
Bonifacio,  5  giug.;  14  maggio. 
Bovone,  22  maggio. 
Brigida,  7  ottobre  ;  1  febbraio. 
Brizio,  9  luglio. 
Brunone,  6  ottobre. 
Buono  Giov.,  22  ottobre. 

Caio,  10  marzo  ;  22  aprile. 
Calimero,  3  ottobre. 
Callisto,   14   ottobre;   28  die. 
Calocero,  18  aprile. 
Calogero,  18  giugno. 
Camerino,  21  agosto. 
Camillo,  15  luglio. 
Candida,  4,  20  settembre. 
Candido,  11  marzo,  3  ottobre. 
Canuto,  17  febbraio. 
Canzia,  20  novembre. 
Canzianilla,  31  maggio. 
Canziano,  31  maggio. 
Canzio  G.,  20  ottobre. 
Carlo,  4  novembre. 
Carlomanno,  17  agosto. 
Carmela,  Carmelo,  16  luglio. 
Carpoforo,  7,  20  agosto;  10  di- 
cembre. 
Casimiro,  4  marzo. 


-  178  - 

Cassiano,  26  marzo;  12,  13  ag. 

Casto,  22  maggio,  7  novemb. 

Castulo,  26  marzo. 

Cataldo,  10  maggio. 

Catello,  19  gennaio. 

Caterina  R.,  13  febbraio. 

Caterina,  9,  24  marzo;  30 apri- 
le; 4,  15  settemb.;  25  nov. 

Catervo,  10  dicembre. 

Cattedra  di  S.  Pietro,  18  gen- 
naio; 22  febbraio. 

Cecilia,  22  novembre. 

Cecilio,  3  giugno. 

Celerino,  3  febbraio. 

Celestino,  pp.,  6  aprile. 

Celestino  P.,  19  maggio. 

Celidonia,  13  ottobre. 

Celso,  28  luglio,  21  novembre. 

Cerbo  o  Cerbonio,  10  ottobre, 

Cesario,  25  febbraio. 

Cesello,  21  agosto. 

Chelidonia,  13  ottobre. 

Cherubino,  30  ottobre. 

Chiara,  26  luglio;  12,  17  ag. 

Chioflfredo,  2  settembre. 

Cipriano,  21  aprile;  11  luglio; 

16  settembre. 
Circoncisione  di  G.  C,  1  genn. 
Ciriaca,  17  giugno. 
Ciriaco,  16  marzo;  4  maggio; 

8,  23  ag. 
Cirilla,  28  ottobre. 
Cirillo,  28  gennaio;  28  marzo; 

5  luglio;  28  ottobre. 
Cirino,  10  maggio;  5  dicembre. 
Ciro,  24  gennaio;    16  giugno. 
Claudia,  9  settembre. 
Claudiano,  6  marzo. 
Claudio,  7  giugno;  7  settemb. 
Clemente,  5  marzo  ;  5  giugno; 

17  ottobre;   23  novembre; 
4  dicembre. 

Cleofe  M.,  9  aprile. 

Clelia,  3  settembre. 

Cleonico,  24  luglio. 

Cleto,  26  aprile. 

Clinio,  30  marzo. 

Clotilde,  3  giugno. 

Coletta,  (&),  9  marzo. 

Colomba,  17  settemb.;  31  di- 
cembre. 

Colombano,  20  novembre. 

Columato,  19  giugno. 

Concetta,  8  dicembre. 

Concordia,  13  agosto. 

Concordio,  1  gennaio. 

Cenone,  28  marzo. 

Consiglio,  26  aprile. 

Consolata,  21  giugno;  5  die. 

Console,  7  luglio, 

Coiitardo,  16  aprile. 

Conversione  di  Paolo,  25  genn. 

Corbiniano,  8  settembre. 

Corona,  14  maggio. 

Cornelio,  2  febbraio;  16  sett. 

Corrado,  19  febbraio. 

Cosma,  27  settembre. 

Costantino,  29  marzo  ;  21  magg. 

Costanza,  18  febbraio. 

Costanzo,  14  maggio;  1,  18, 
settembre  ;  30  novembre. 

Crescentino,  1  giugno. 


Cresccnzia,  15  giugno. 
Crescenzio,   7  luglio;  11  sott. 
Crescio,  23  ottobre, 
Crisanto,  25  ottobre. 
Crisanziano,  17  febbraio. 
Crisogono,  24  novembre. 
Crispina,  5  dicembre. 
Crispiniano,  25  ottobre. 
Crispino,  7  genn.;  25  ottobre. 
Cristiana,  15  dicembre. 
Cristina,    13  marzo;    10  mag- 
gio; 24  luglio.    . 
Cristoforo,  25  luglio. 
Croce  {Esaltaz.  della),  14  sett. 
Croce  {Ritrov.  della),  3  magg. 
Cromazio,  2  dicembre, 
Ctesifonte,  15  maggio, 
Cunegonda,  3  marzo, 
Cuniberto,  12  novembre, 
Cutberto,  20  marzo, 

Dalmazio,  5  dicembre, 

Damaso,  11  dicembre, 

Damiano,  12   aprile;   27   sett, 

Daniele,  3  gennaio. 

Daria,  20  giugno;  25  ottobre. 

Dato,  3  luglio, 

Davide  re,  29  dicembre. 

Dazio,  14  gennaio. 

Decoroso,  15  febbraio. 

Defendente,  2  gennaio. 

Defunti  (Commemorazione  di 
tutti  i  fedeli),  2  novembre. 

Degna,  11  agosto, 

Dellina,  27  settembre. 

Demetria,  21  giugno, 

Demetrio,  9  aprile;  22  novemb. 

Desiderato,  18  dicembre. 

Desiderio,  27  marzo;  23  mag- 
gio; 19  settembre. 

Devota,  27  gennaio. 

Diana,  10  giugno. 

Diego,  16  novembi'e. 

Diodata,  14  dicembre. 

Diodato,  27  giugno;  9  ottobre. 

Diodoro,  17  gennaio, 

Diomede,  11  settemb  i*e, 

Dionigi,  8  aprile;  25  maggio; 
9  ottobre  ;  26  dicembre. 

Dionisia,  6  dicembre. 

Dolcissimo,  7  luglio. 

Domenica,  6  luglio. 

Domenico,  4  agosto;  20  die. 

Domitilla,  7  maggio. 

Domiziano,  9  agosto. 

Domneo,  5  gennaio. 

Donato,  4  febbraio;  7,  19  ago- 
sto; 1  settembre;  12  nov, 

Donaziano,  24  maggio. 

Donnina,  15  aprile;  30  sett. 

Donnino,  15  maggio;  7  ago- 
sto: 9  ottobre. 

Dorotea,  6  febbraio. 

Doroteo,  28  marzo;  5  giugno, 

Dunstano,  18  maggio. 

Eberardo  P.,  19  dicombi-e. 
Edberto,  24  aprile;  6  ma^'gio. 
Edilberto,  24  febbraio. 
Ediltrnde,  23  giugno. 
Edistio,  12  ottobre. 
Editta,  16  settembre. 


Edmondo,  10.30.34  novei«1>r<^. 
1-kloardo,  IJJ  ottobre. 
Edvige,  17  ottohre. 

KfeWo,  16  febbraio. 

KAsio,  15  gonuaio;  15  fclthraio. 

Efrem,  8  ottobre. 
Ejfidio,  1  sottombr*». 
Elconide,  28  majJTjiio. 
Eldrado,  13  mar/.o. 

Eleazaro,  20  ottobrr. 
Eie  Ila,  18  agosto. 

EleucAdio,  14  febbraio. 

Eleuterio,  20  febbraio:  18  apr. 
Elia.  20  luglio;  11  settembre. 

EUgio,  1  dicembre. 

Elio.  18  luglio. 

Eliodoro,  3  luglio. 

Elisa,  26  giugno. 

Elisabetta,  8  luglio:  19  nov. 

Elisabetta  P.,  l'J  febbraio. 

Eliseo,  14  giugno. 

Elodìa,  22  ottobre. 

Elpidio,  24  maggio;  2  settemb. 

Elvira,  27  gennaio. 

Elzeario,  27  settembre. 

Emanuele,  26  marzo. 

Emeranziana,  23  gennaio. 

Emerico,  4  novembre. 

Emidio,  5  agosto. 

Emilia.  5  aprile. 

Emiliano,   27   gennaio;   6  no- 
vembre; 6  dicembre. 

Emilio,  22,  28  maggio;  G  ott. 

Emmerico,  4  novembre. 

Enrico,  13  marzo;  15  luglio. 

Eucherio,  Iti  novembre. 

Epifania,  6  gennaio. 

Epifanio,  21  gennaio  ;  12  magg. 

Equizio,  7  marzo. 

Eracliano,  7  novembre. 

Erasmo,  2  giugno. 

Erberto,  16  marzo. 

Ercolano,  1  marzo. 

Ercole,  5  settembre. 

Eriberto.  16  marzo. 

Erizzo  (fc),  9  febbraio. 

Ermagora,  11  giugno. 

Ermanno,  7  aprile. 

Ermas,  9  maggio. 

Ermelinda.  29  ottobre. 

Ermenegildo,  13  aprile. 

Ermete.  4  gennaio  :  28  agosto. 

Erminia,  26  agosto. 

Ermogene.  23  agosto. 

Ermolao,  27  luglio. 

Ernesta,  22  novembre. 

Ernesto,  12  gennaio. 

Ersilia,  11  agosto. 

Esuperanzio,  24  gennaio. 

Esuperia,  2C  luglio. 

Esaperio,  28  settembre. 

Ettore,  20  giugno. 

Eucherio,  20  febbraio. 

Eufemia,  16  settembre. 

Eufrasia,  13  marzo. 

Eugenia,  11  settembre;  25  die. 

Eugenio,  24  gennaio;  2  giugno; 
17  novembre;  30  dicembre. 

Eulalia,  27  agosto. 

Eulalio,  16  febbraio. 

Eulogio,  11  marzo;  13  sett. 

Euprepio,  27  settembre. 


-      1.'.'      - 

Eusanlo,  0  luglio. 

Kusebia,  2i>  ottobre. 

Eusebio,  5  marzo;  18  aprile; 
21  giugno;  14  agosto;  16, 
18  dicembre. 

Eustachio.   20  sett.  ;  12  ott. 

Eustasio,  29  marzo. 

Eustorglo,  6  giugno;  18  sett. 

Eutiohiano,  8  dicembre. 

Eutiehio,  15  aprile;  23  mag- 
gio; ó  giugno. 

Eutropia,  15  gennaio;  14  die. 

Eutropio,  27  maggio. 

Eva,  8  settembre. 

Evaldo,  3  ottobre. 

Evaristo,  26  ottobre. 

Evasio,  1  dicembre. 

Evenzio.  12  gennaio;  8  febbr. 

Evodio,  11  novembre. 

Ezechiele,  10  aprile. 

Fabiano,  20  gennaio. 

Fabio,  17  maggio, 

Fabiola.  27  dicembre. 

Faleo.  9  agosto. 

Fausta,  19  dicembre. 

Faustina,  18  gennaio. 

Faustiniano,  26  febbraio. 

Faustino  15,  26  febb.;  29  lag. 

Fausto,  15  febbr.;  24  giugno. 

Fede.  1  agosto. 

Fedele,  24  aprile;  28  ottobre. 

Federico,  18  luglio. 

Felice,  13, 14,  16,  30  genn.;  25 
febb.;  18,  21  maggio;  23  giu- 
gno; 13  luglio;  25  agosto: 
21  ottobre;  6,  20  novemb. 

Feliciano,  24  genn.;  9  giugno. 

Felicissimo,  15  luglio. 

Felicita,  26  mar.  ;  10  luglio. 

Feliciola,  13  giugno. 

Ferdinando  re,  30  maggio. 

Ferdinando,  27  giugno. 

Fermo,  9  agosto. 

Ferruccio,  28  ottobre. 

Festo,  19  settembre. 

Fiacrio,  30  agosto. 

Fidenzio,  16  novembre. 

Filadelfio,  10  majrgio. 

Filareto,  6  aprile. 

Filemone,  22  novembre. 

Fileto,  27  marzo. 

Filiberto.  20  agosto. 

Filippo,  1  maggio;  22  ottobre. 

Filippo  B.,  23  agosto. 

Filippo  N.,  26  maggio. 

Filogonio,  20  dicembre. 

Filomena,  5  lug.;  29  nov. 

Fina,  12  marzo. 

Fiore,  27  ottobre. 

Fiorentino,  1  aprile. 

Fiorenzo,  14  febbr.;  23  magg. 

Firmiliano.  28  ottobre. 

Firmina,  24  novembre. 

Firmino,  11  ottobre. 

Fiacco,  18  settembre. 

Flavia,  7  maggio. 

Flaviano,  27  gennaio;  14,  28 
febbraio;  22  dicembre. 

Flavio  L.,  24  marzo. 

Flora,  11  giugno. 

Floriano,  4  maggio. 


Floro,  27  ottobre. 

Foca,  5  marzo. 

Folco,  11  ottobre. 

Follano,  21  ottobre. 

Formoso,  15  febbmio. 

Fortunata.  14  ottobre. 

Fortunato,  9  gennaio;  27  feb- 
braio; 8,  15  giugno;  23,  28 
agosto;  14,  15  ottobre, 

Fortunazlano.  1  settembre. 

Fosca,  13  febbraio. 

Francesca,  9  marzo. 

Francesco,  2  aprile;  11  ma?. 

Francesco  C,  4,  16  giugno, 

Francesco,  24  luglio;  4,  10, 
27  ottobre. 

Francesco  di  S.,  29  gsnnaio; 
3  dicembre 

Frediano,  18  marzo:  18  nov. 

Frontone,  25  agosto. 

Frumenzio,  27  ottobi-e. 

Fruttuoso,  21  gennaio;  10  ap. 

Fulberto,  10  aprile. 

Fulco  S.,  26  ottobre. 

Fulgenzio,  22  maggio, 

Gabino,  19  febbraio, 

Gabriele,  18  marzo, 

Gaetano,  7  agosto, 

Galdino,  .18  aprile, 

Galgano,  3  dicembre. 

Galla,  5  ottobre. 

Gallieno,  fi  agosto. 

Gallo,  4  luglio;  16  ottobre. 

Gaspare,  6  gennaio. 

Gaudenzia,  30  agosto. 

(ìaudenzio,  22  ge;inaio:  12  feb- 
braio: 19  giugno;  25  otto- 
bre; 26  novembre. 

Gaudioso,  7  marzo;  26ottìb. 

Gavino,  25  ottobre. 

Gelasio,  21  novembre. 

Gemma,  12  mag,'io, 

Geminiano,  31  gennaio;  10  set- 
tembre. 

Gemino,  4  febbraio. 

Gemma,  12  maggio. 

Gemmulo,  4  febbraio. 

Generoso,  17  luglio. 

Genesio,  25  agosto;  22  die. 

Gennai'o,  19 settembre;  24  ott. 

Genoveffa,  3  gennaio, 

Gerardo,  6  giugno;  24  set- 
tembre; 3,  30  ott.;  7,  31»  die. 

Geremia,  1  maggio. 

Germana,  15  luglio. 

Germano,  21  febbr.;  2«  mag- 
gio; 26  luglio. 

Gerolamo,  20,  22  luglio;  28,  30 
settembre. 

Gertrude,  17  marzo;  15  nov. 

Gervasio  e  Prot.,  19  giugno. 

Ghei  ardo,  24  settembre;  7  die. 

Giacinta  M.  (fo),  30  genn. 

Giacinto,  16  agosto;  29  ott. 

Giacomo,  21  mar.;  4  magg. 

Giacomo  (6),  1  giugno;  11  lu^l. 

Giacomo,  25  lug.  ;  28  nov. 

Giasone,  11  maggio. 

Gilberto,  4  febbraio. 

Gioachino.  16  apr,;  20  marzo. 

Giobbe,  10  maggio;  23  sett. 


180 


Gioconda,  25  novembre. 

Giocondo,  14  novembre. 

Giona,  21  settembre. 

Giordano,  13  febbraio. 

Giorgio,  23,  24  aprile. 

Giosafatte,  27  novembre. 

Giovanna  S.  (6),  9  .luglio. 

Giovanna  F.  F.,  21  agosto. 

Giovanni,  31),  31  gennaio;  2, 
8,  14  marzo;  9  aprile;  13 
maggio;  23,  2G  giugno;  7, 
16  settembre. 

Giovanni  ap.  ev.,  27  dicemb. 

Giov.  Batt.  De  Rossi,  23  m:igg. 

Giovanni  Buono,  22  ottobre. 

Giovanni  C,  15,  27  gennaio. 

Giovanni  Capistr.,  23  ottobre. 

Giovanni  Colomb.,  31  luglio. 

Giovanni  eremita,  27   marzo. 

Giovanni  G.,  12  luglio. 

Giovanni  M.,  8  febbr.  ;  20  die. 

Giovanni  N.,  16  maggio. 

Giovanni  III  (&),  18  marcio. 

Giovenale,  3  maggio. 

Giovita,  15  febbraio. 

Giuda,  30  ottobre. 

Giuditta,  ,10  dicembre. 

Giulia,  22  maggio. 

Giuliana,  16  gennaio;  7  aprile. 

Giuliana  F.,  19  giugno. 

Giuliano,  13  febbraio;  22  giu- 
gno; 27  luglio;  7,  31  agosto. 

Giulio,  31  gennaio. 

(xiulitta,  16  giugno. 

Giuseppe,  4  febbr.  ;  19  marzo; 
18  sett. 

Giuseppe  0.,  27  agosto. 

(ìiustina,  10  gennaio;  13  lu- 
glio; 7  ottobre. 

Giustiniano,  23  agosto. 

(Giustino,  13  aprile;  1  giugno. 

Giusto,  5  giugno;  26  agosto; 
2  novembre. 

Giuventino,  25  gennaio. 

Glicerio,  20  settembre. 

Goffredo,  8  novembi-e. 

Gontramo,  28  marzo. 

Gorgonio,  9  settembre. 

Goslino,  12  febbraio. 

(Jottardo,  5  maggio. 

Grata,  1   maggio;   25   agosto. 

Gratiniano,  1  giugno. 

Grato,  20  marzo  ;  7  settembre. 

(oraziano,  1  giugno,  18  dicemb. 

Greciana,  16  giugno. 

(ìregorlo,  17,  23,  28  novembre; 
24  dicembre. 

Gregorio  di  Langres,  4  genn. 

< Gregorio  Magno,  12  marzo. 

(iregorio  Nazian.,  9  naaggio. 

Gualberto,  12  luglio. 

Gualtiero,  22  luglio. 

(Juarino,  6  febbraio. 

Gudula,  8  gennaio. 

(iuerino,  26  settembre. 

Guglielmo,  10  genn.;  10  feb.: 
4,  26  aprile;  7  maggio;  25 
giugno. 

Guido,  12  settembre. 

Guidone,  12  giugno. 

Gundisalvo,  2  gennaio. 

Gustavo,  2  agosto. 


Ida,  15  gennaio;  13  aprile. 
Idelfonso,  23  gennaio, 
Ifigenia,  21  settembre. 
Igino,  11  gennaio. 
Ignazio,  1  febbraio;  31  luglio. 
Ilaria,  3  dicembre. 
Ilario,  14  gennaio;  16  marzo. 
Ilarione,  22  ottobre. 
Ilda,  18  novembre. 
Ildebrando,  22  agosto. 
Ildegarda,  17  settembre. 
Ildegarde,  11  settembre. 
Ildegonda,  20  aprile. 
Illuminata,  29  novembre. 
Illuminato,  11  maggio  ;  8  lugl. 
Imelda,  16  settembre. 
Imerico,  17  giugno. 
Immacolata  M.,  S  dicembre. 
Innocenti,  28  dicembre. 
Innocenzo,  14  marzo  ;  17  apr.  ; 

7  maggio;  23  luglio. 
Invenzio,  8  febbraio. 
Ippolito,  30  genn.;  11  febbr.; 

13,  22  agosto. 
Ippolito  Gal.  (b),  20  marzo. 
Irene,  22  gennaio. 
Ireneo,  28  giugno. 
Irma  o  Irmina,  24  dicembre. 
Isabella,  22  febbraio. 
Isacco,  25  marzo. 
Isaia,  0  luglio. 
Isauro,  17  giugno. 
Isidora,  17  aprile, 
Isidoro,  2  gennaio;   4  aprile; 

15  maggio. 
Ismaele,  17  giugno. 
Italo,  19  agosto. 
Ivone,  28  maggio  ;  27  ottobre. 

Jòdoco,  13  dicemibre. 

Ladislao,  27  giugno. 
Lambei'to,  14  aprile. 
Landò,  5  maggio. 
Landolfo,  7  giugno. 
Lanfranco,  23  giugno. 
Latino  F.,  24  marzo. 
Laura,  19  ottobre. 
Lazaro,  11  febbr.;  17  die. 
Lea,  22  marzo. 
Leandro,  27  febbraio. 
Leonardo  (6),  10  febbraio. 
Leonardo,  6  novembre. 
Leone,  papa,  11,  19  aprile. 
Leone,  vesc,  20  febbraio. 
Leonida,  22  aprile. 
Leonina,  17  gennaio. 
Leonzio,  13  genn.;  10  marzo; 

20  agosto;  1  dicembre. 
Leopoldo,  15  novembre. 
Leucio,  11  gennaio. 
Libera,  15  aprile. 
Liberale,  28  aprile. 
Liberata,  18  genn.;   29  apr.; 

27  maggio. 
Liberio,  23  settembre. 
Libia,  15  giugno. 
Liborio,  23  luglio. 
Licinio,  13  febbraio. 
Lidia,  27  novembre. 
Lldulna,  14  aprile. 
Lino,  23  settembre. 


Litarlo,  12  luglio. 
Lodovica,  31  gennaio;  11  ag. 
Lodovico,  19  agosto;  9  ott. 
Longino,  15  marzo. 
Lorenza,  8  ottobre. 
Lorenzo,  3  febbraio;  6  luglio; 

10  agosto;  14  nov.;  17  die. 
Lorenzo  Giustiniani,  8  genn. 
Loterio,  15  novembre. 
Luca,  18  ottobre. 
Luca  B.  (&),  17  febbraio. 
Lucia,  16  setterab.;  13  dicemb. 
Luciano,  7  gennaio. 
Lucidio,  26  aprile. 
Lucilla,  29  luglio. 
Lucina,  30  giugno. 
Lucio,    5    marzo  ;    6   giugno 

12  luglio. 
Lucrezia,  15  marzo;   23  nov. 
Luigi  G..  21  giugno. 
Luigi,  19,  25  agosto. 
Luminosa,  9  maggio. 
Lupicino,  3  febbraio. 
Lupo,  9  giugno. 
Lutgarda,  16  giugno. 
Luxorio,  21  agosto. 

Macario,  2  gennaio  ;  28  febbr. 
Macedonio,  24  genn.;  13  mai-. 
Macrina,  14  gennaio;  21  lug. 
Maddalena  M.,  25  maggio;  22 

luglio. 
Maggiorino,  27  giugno. 
Maglorio,  24  ottobre. 
Magno,  4  febbraio;  16  aprile; 

19  agosto;  6  ottobre;  5  nov. 
Magoriano,  15  marzo. 
Maiorio,  24  ottobre. 
Malachia,  3  novembre. 
Malo,  15  novembre. 
Mamante,  17  agosto. 
Mamerto,  11  maggio. 
Mamiliano,  12  marzo. 
Mammete,  17  agosto. 
Manfredo  S.,  27  gennaio. 
Manlio,  23  ottobre. 
Mansueto,   19  febbraio;  3,  0, 

settembre. 
Marcella,  31  gennaio. 
Marcellina,  18  luglio. 
Marcellino,  9  gennaio;  20,  26 

aprile. 
Marcello,  16  gennaio  ;  20  mar- 
zo; 30  ottobre. 
Marciana,  9  gennaio. 
Marciano,  27  mar.;  2,  17  giug. 
Marcio,  24  ottobre. 
Marco,  24  mar.;  25,  28  aprile; 

14,  18  giugno;  25  ottobre. 
Marcolino  (6),  24  gennaio. 
Margherita,    22    febbraio;    10 

giugno;  20  luglio. 
Margherita  M.  A.,  17  ottobre. 
Margherita  (b),  27  novembre. 
Maria  Bambina,  8  settembre. 
Maria  C,  9  api;ile. 
Maria  degli  Angeli,  19  dicemb. 
Maria  del  Carmine,  16  luglio. 
Maria  della  Neve,  5  agosto. 
Maria  Eg.,  27  aprile. 
Maria  M.  de' Pazzi,  25  maggio. 
Maria  Maddalena,  22  luglio. 


>T;iria  ss.  (yomé  lìi),  9  sctt. 

Marj.1  ss.  dei  Kosuriu,  7  ott. 

M;irl:iiio.    1    (liiTiiiblT. 

M.xritM,    17   liu-h... 

Maniu..  a  s.  f.  mi. io;  20  dio. 

Mario.  27  k' 

Marcio,  2» 

Marta,  29  lu^...... 

Martina,  1  gennaio. 

Martiniano,  2  gennaio:  9  die. 

Martino,  11,  12  novembre. 

Marzia,  21  gìu^'no. 

Marziale.  4,  30  giugno. 

Marziano,  14  giugno. 

Massenzio.  12  dicembre. 

Massima,  26  marzo. 

Massimiano,  9  giugno. 

Massimiliano,  21  febbraio;  12 
marzo. 

Massimino,  14  aprile;  29  mn-A- 
gio;  15  dicembre. 

Massimo.  14  aprile:  29  mai;- 
gio;  2  agosto;  10,  19  ottobre. 

Materno,  18  luglio;  14  sctt. 

Matilde,  14  marzo. 

Matrona,  15  marzo. 

Matteo,  21  settembre. 

Mattia,  24  febbraio. 

Maura,  13  febbraio;  30  sett. 

Maurelio.  6  maggio. 

Maurenzio,  31  agosto. 

Manrìcillo,  31  marzo. 

Maurilio.  13  settembre. 

Maurizio,  15  gennaio;  24  api-.: 
22  settembre. 

Mauro,  15  gennaio;  13  set- 
tembre; 21  novembre. 

Medardo,  8  giugno. 

Meinrado,  22  gennaio. 

Melania,  8  gennaio;  29  die. 

Melchiade,  10  dicembre. 

Melchiorre,  6  gennaio. 

Melezio,  12  febbraio. 

Mellito,  24  aprile. 

Menna,  11  novembre. 

Memore,  9  febbraio. 

Mercede,  24  settembre. 

Mercuriale,  1  giugno. 

Metodio,  9  marzo;  17  giugno. 

Michele,  8  maggio:  29  sett. 

Michelina,  19  giugno. 

Milbarga.  23  febbraio. 

Milone,  23  febbraio. 

Minerva,  23  agosto. 

Miniato,  25  ottobre. 

Modesta^  13  marzo;  4  nov. 

Modestino,  14  febbraio. 

Modesto,  12  genn.;  12  febb.; 
15  giugno;  2  ottobre. 

Monaldo,  15  marzo. 

Monica,  4  maggio. 

Monitore,  10  novembre. 

Monone,  18  ottobre. 

Montano,  24  febbraio  ;  26  mar. 

Mosè,  4  settembre;  25  nov, 

Mastia,  4  luglio. 

Muzio,  22  aprile. 

Naborre,  12  giugno;  13  luglio. 
Narciso,  29  ottobre:  2  genn. 
Natale,  13  maggio  ;  21  agosto. 
Natale  di  G.  C,  25  dicembre. 


Natalia,  1  dlocmhi-c. 

NataUnn,  vose.,  S  gfin 
Na/.i:  -Ilo. 

Na.'  .,'no. 

N»Mii  j      Mohro. 

Nereo,  12  maggio- 
Nestore,  27  febbraio:  4  marzo. 
Nicandro,  17  gluj,'no. 
Nicànore,  5  giugno. 
Nlca.sio,  11  ottobre;  U  die. 
Nlceforo,  9  febbraio. 
Niceta,  20  marzo. 
Nlcezio,  12  settembre. 
Nicola,  10  settembre. 
Nicolao  (6),  11,  23  febbraio. 
Nicolò  A.,  10  maggio. 
Nicolò,  6  dicembre. 
Nicomede,  15  settembre. 
Nicone,  23  marzo. 
Nilo,  26  settembre. 
Nomadia,  14  gt^nnaio. 
Norberto,  6  giugno. 
Nonna,  5  agosto. 

Oddone,  IS  novembre. 
Odilia,  13  dicembre. 
Odiloue,  1  gennaio. 
Odone  (6),  14  gennaio. 
Odorlco,  14  gennaio. 
Ognissanti,  1  novembre. 
Olao,  29  luglio. 
Olga,  11  luglio. 
Olimpia,  17  dicembre. 
Olimpio,  1  dicembre. 
Oliva,  10  giugno. 
Omobono,  13  novembre. 
Onesimo,  16  febbraio. 
Onofrio,  12  giugno. 
Onorata,  12  gennaio. 
Onorato,  8  febbraio;  2»  ott. 
Onorina,  27  febbraio. 
Onorio,  6,  24  aprile. 
Opilio,  12  ottobre.' 
Oreste,  9   novembre;   12  die. 
Ormisda,  6  agosto. 
Oronzio,  22  gennaio;  26  ag. 
Orso,    1  febbraio:   13  aprile. 
Orsola,  11,  21  ottobre. 
Ortensio,  11  gennaio. 
Osanna,  18  giugno. 
Osea,  4  luglio. 
Osmondo,  4  dicembre. 
Ospizio,  21  maggio. 
Ostiano,  30  giugno. 
Osvaldo,  29  febbraio;  5  ag. 
Ottaviano,  2  settembre. 
Ottavio,  20  novembre. 
OtOlia,  17  dicembre. 
Ottone,  20  marzo;  2  luglio. 

Pacifico,  5  giugno. 

Pacomio,  14  maggio. 

Pafnuzlo,  11  settembre. 

Pancrazio,  3  aprile  ;  12  raagg. 

Panfilo.  28  aprile. 

Pantaleo  o  PantaleOne,  27  lug. 

Panteno,  7  luglio. 

Paola,  6,  26  gennaio. 

Paolina,  2  dicembre. 

Paolino,  11, 28  genn.;  4  marzo; 
22  giugno;  12  luglio;  31  ago- 
sto; 10  ottobre. 


I  .»oli>,  10  genn.;  9  febbraio; 
i'i  m.irzo;  8  aprile;  8  lugli». 

l'aride,  5  agosko. 

Parmenio,  22  aprile. 

Partinio,  10  maggio. 

Pasoasio,  10  foltbraio. 

Pivsquale,  14,  17  ma;,'gio. 

Paterio,  21  febbraio. 

Patorniaiio,  10  luglio. 

Paterno,  15  aprile;  21  agosto. 

Patrizia,  25  ago.sto. 

Patrizio,  17  marzo. 

Patroclo,  21  gennaio. 

Pelagia,  23  marzo,  8  ottobre. 

Peleo,  20  febbraio. 

Pellegrino,  27  aprile;  1  agosto. 

Perfetto,  18  aprile. 

Perpetua,  4  agosto. 

Petronilla,  31  maggio. 

Petronio,  4  ottobre. 

Pier  Dam.,  23  febbraio. 

Pietro  (6),  19  febbraio. 

Pietro,  29  giugno;  10,  19  lu- 
glio; 1,  7  agosto;  19,  25  ott. 

Pietro  C,  10  sett.;  5.  21  dio. 

Pietro  I,  3,  8  genn.;  11  marzo. 

Pietro  M.,  211  aprile. 

Pietro  Urs.,  10  gennaio. 

Pio,  5  maggio;  11  luglio. 

Placidia,  11  ottobre. 

Placido,  5  ottobre. 

Platone,  4  aprile. 

Plautina,  20  maggio. 

Policarpo,  26  gennaio, 

Polissena,  23  settembre. 

Poliuto,  13  febbraio. 

Pompeo,  10  aprile;  14  die. 

Pomponio,  14  maggio. 

Ponziano,  19  novembre. 

Ponzio,  14  maggio. 

Porfirio,  26  febbraio;  20  a-. 

Potino,  2  giugno. 

Potito,  13  gennaio. 

Prassede,  21  luglio. 

Pretestato,  24  febbraio. 

Primitiva,  24  febbraio  ;  23  lug. 

Primitivo,  18  luglio. 

Primo,  11  maggio;  9  giugno. 

Prisca,  18  gennaio. 

Priscilla,  16  gennaio. 

Priscilliano,  4  gennaio. 

Prisco,  15  aprile;  9  maggio; 
1  settembre. 

Probo,  12  gennaio;  10  nov. 

Processo,  2  luglio. 

Procolo,  14  aprile. 

Proeopio,  23  marzo. 

Procoi-o,  9  aprile. 

Prosdocimo,  7  novembre. 

Prospero,  25  giugno. 

Protasio,  17  giugno. 

Protaso  Al,,  24  novembre. 

Proto,  14  giugno;  25  ottobre. 

Protogene,  6  maggio. 

Provino,  8  marzo. 

Prudenzio,  6  aprile. 

Pudente.  19  maggio. 

Pulcheria,  12  ottobre. 

Purificazione  di  M,,  2  febb. 

Quartina,  19  marzo. 
Quarto,  10  maggio. 


Quattro  coronati,  8  nov. 
Qaingesio,  5  dicembre. 
Quinidio,  15  febbraio. 
Quintino,  31  ottobre. 
Quinto,  19  marzo;  10  ruagj;i<). 
Quirico,  16  giugno;  23  agosito. 
Quii'ino,  25,  30  marzo;  i  giug. 

Kabano,  4  febbraio. 

Radegonda,  13  agosto. 

Raffaele,  24  ottobre. 

Raimondo,  22  genn.;  28  lag. 

Raimondo  N.,  31  agosto. 

Rainaldo,  18  agosto. 

Ranieri,  17  giugno. 

Redenta,  23  luglio. 

Redento,  8  aprile. 

Regina,  1  luglio;  7  settembre. 

Regolo,  30  marzo. 

Remedio,  3  settembre;  1  ott. 

Remigio,  1  ottobre. 

Renato,  6  ottobre. 

Reparata,  8  ottobre. 

Restituta,  17  maggio. 

Restituto,  29  maggio. 

Revocato,  9  gennaio. 

Riccardo,  7  febbraio;  3  aprile; 
9  giugno. 

Richieri.  26  aprile. 

Rigoberto,  4  gennaio. 

Rinaldo,  9  febbraio. 

Rita,  22  maggio. 

Roberto,  21,  27  marzo  ;  7  giug. 

Robustiano,  24  maggio. 

Rodippo,  2  febbraio. 

Rodrigo,  15  maggio. 

Rocco,  16  agosto. 

Rodolfo,  26  giugno;  17  ott. 

Rogaziano,  24  maggio  ;  28  die. 

Romana,  23  febbraio. 

Romano,  28  febbraio;  9  ago- 
sto; 18  novembre. 

Romarico,  8  dicembre. 

Rombaldo,  1  luglio. 

Romeo  (b)  25  febbraio. 

Romola,  23  luglio. 

Romolo,  6  luglio;  13  ottobre. 

Romualdo,  7  febbraio. 

Rosa,  30  agosto;  4  settembre, 

l'iosalìa,  4  settembre. 

Rosalinda,  12  dicembre. 

Rosmunda,  14  luglio. 

Rufina,  10  luglio. 

Rufino,  11  febbr.;  14,  .'jO  lu- 
glio; 11,  26  agosto. 

Rufo,  27  agosto  ;  28  iiuv. 

Ruggero,  5  marzo:  15  ottob. 

Rustico  (b),  12  marzo. 

Rustico,  9  agosto. 

Rutilio,  2  agosto. 

Saba,  24  aprile. 
Sabina,  29  agosto;  27  ottobre. 
Sabino,  17  gennaio;  7,  11  lu- 
glio; 7  dicembre. 
Sallustio,  2  febbraio. 
Salomone,  28  settembre. 
Salvatore,  18  marzo. 
Samuele,  16  febbi-aio;  20  ag. 
Sancio,  5  giugno. 
Sansone,  28  luglio. 
S'/nli  (Tulli  i),  1  novembre. 


Santino,  22  settembre. 

Santolo,  15  dicembre. 

Satiro,  17  settembre. 

Saturnina,  4  giugno. 

Saturnino,  7  aprile;  29  nov. 

Savina,  30  gennaio. 

Savino,  11  luglio. 

Scolastica,  10  febbraio. 

Sebastiano,  2,  17,  20  gennaio. 

Seconda,  10  luglio. 

Secondiano,  9  agosto. 

Secondina,  15  gennaio. 

Secondo,  30  marzo;  6  aprile; 
26  agosto. 

Sempronio,  5  dicembre. 

Senatore,  7  gennaio. 

Serafina,  3  settembre. 

Serafino,  12  ottobre. 

Serapione,  29  febbraio. 

Sereno,  2  agosto. 

S9rgio,  9,  25  settembre. 

Servazio,  13  maggio. 

Serviliano,  20  aprile. 

Servolo,  26  febbraio;  23  die. 

Sette  (I)  fondatori,  servi  di  M., 
11  febbraio. 

Settimia,  10  dicembre. 

Settimio,  6  settembre. 

Settimo,  17  agosto. 

Severa,  20  luglio. 

Severino, 8 gennaio;  8  giugno. 

Severo,  1,  13  febbraio;  6  lu- 
glio; 23  ottobre, 

Sidonio,  14  novembre. 

Sigismondo,  1  maggio. 

Silao,  30  maggio. 

Silvano,  10  febbraio. 

Silverio,  20  giugno. 

Silvestro,  31  dicembre. 

Silvia,  3  novembi'e. 

Silvino,  12  settembre. 

Silvio,  21  aprile. 

Simeone,  5  genn.  ;  18  febbr.; 
26  luglio. 

Simone,  24  marzo;   28  ottob. 

Simonino,  24  marzo. 

Simpliciano,  13  agosto. 

Simplicio,  2  marzo. 

Sinforiano,  8  novejnbro. 

Sinforosa,  18  luglio. 

Siricio,  26  novembre. 

Siro,  9  dicembre. 

Sisinnio,  29  novembre. 

Sisto,  6  aprile;  6  agosto. 

Sofìa,  30  aprile  ;  23  settembre. 

Sofronio,  11  marzo. 

Sollecito  (b),  6  marzo. 

Sostene,  10  settembre. 

Sotere  (&•),  10  febbraio. 

Sotero,  22  aprile. 

Speciosa,  18  giugno. 

Speranza,  1  agosto. 

Spiridiono,  14  dicembre. 

Sposalizio  di  M.  V.,  23  geuu. 

Stanislao,  7  maggio. 

Stanislao  K.,  13  novembre. 

Stefana  Q.,  2  gennaio. 

Stefania,  18  settembre. 

Stefano,  2  sett.;  26,  31  die. 

Stratonico,  24  luglio. 

Sulplzio,  20  aprile. 

Susanna,  18  gennaio. 


Tafldeo,  28  ottobre. 

Talassio  e  e,  22  febbraio. 

Tammaro,  15  ottobre. 

Tarsicio,  15  agosto. 

Tarsilla,  24  dicembre. 

Taziana,  12  gennaio. 

Tecla,  10  gennaio;  23sottemb. 

Telemaco,  1  gennaio. 

Telesforo,  5  gennaio. 

Temistocle,  21  dicembre. 

Teobaldo,  1  luglio. 

Teodemiro,  25  luglio. 

Teodora,  1,  28  aprile. 

Teodorico,  2  febbraio. 

Teodoro,  24  gennaio;  7  feb- 
braio; 26  marzo;  19  settem- 
bre; 25  ottob.;  9  novembre. 

Teodosia,  2  aprile;  11  sett. 

Teodosio,  11  gennaio;  1  ag. 

Teodoto,  18  maggio. 

Teodulo,  2  maggio. 

Teofanie,  26  gennaio. 

Teofilo,  28  febbraio;  27  apr. 

Teonesto,  20  novembre. 

Teotisto,  6  settembre. 

Terenzio,  15  luglio;    24   sett. 

Teresa,  15  ottobre. 

Tertulliano,  27  aprile. 

Terzo,  6  dicembre. 

Tiberio,  24  aprile. 

Tiburzio,  11  agosto. 

Timoleone,  19  dicembre. 

Timone,  19  aprile. 

Timoteo,  22  agosto. 

Tirso,  28  gennaio. 

Tito,  4  gennaio. 

Tiziano,  16  gennaio;  3  marzo; 
4  maggio. 

Tolomeo,  24  agosto. 

Tomaso  d'Aquino,  7  marzo. 

Tomaso,  25  marzo;  25  settem- 
bre; 21  dicembre. 

Tomaso  B.,  29  dicembre. 

Torello  (&),  16  marzo. 

Torniello  B.  (6),  19  marzo. 

Torquato,  15  maggio. 

Tranquillino,  6  luglio. 

Tranquillo,  15  marzo. 

Trasfigurazione  di  G.  €.,  6  ag. 

Trasone,  11  dicembre. 

Triflna,  5  luglio. 

Trifomena,  5  luglio. 

Trifone,  10  novembre. 

Trinità,  7  giugno. 

Trofimo,  29  dicembre. 

Tullia,  5  ottobre. 

Tullio,  19  febbraio. 

Turibio,  16  aprile. 

Tuzlo,  9  settembre. 

Ubaldo,  16  maggio. 
Uberto,  3  novembre. 
Ugo,  1  aprile. 
Ugolino,  13  ottobre. 
Uguccione  R.,  11  febbraio  ;  8 

settembre. 
Ulderico,  4  luglio. 
Ulpiano,  3  aprile. 
Ulrico,  4  luglio. 
Ultano,  31  ottobre. 
Umberto,  4  marzo;  6  sett. 
Umiltà,  22  masgio. 


l'rjkicato,  Il  lumlio,  1  die. 

VHl«>nte.  26  IurUo. 

N  .il.'Mflnliiiio,  3  (riUf^no. 

\  .i'.<iitino,.7,   14  f«'h.  ;  16  mnr- 

/■>:  n      *•       '      ;  13  novelli- 
biv 

\ 

N  .14  aprile; 

,  '>sto;  27  no- 

vt  lubio. 
Valerio,    16,    29   {gennaio;    15 

marzo:  1*2  dicembre. 
Valfredo,  15  febbraio. 
Valtrude,  9  aprile. 
Venanzio,  18  maggio. 
V.Mioeslao,  28  settembre. 
V.nera,  14  novembre. 
^■eIlerando,  25  maggio. 
Vera.  17  settembre. 
Verano,  Il  novemb.;  14  noY. 
Verdiana,  1  febbraio. 
Verecondo,  22  ottobre. 


—  la^  - 

■  mondo.  13  febbra 

Wn-o,  23  ottobre. 

Veronica  (6),  13  gennaio;  4  feb- 
braio. 

Viclnio,  23  agosto. 

Vigilia,  19  aprile. 

Vigilio,  26  giugno;  27  novem. 

Villana  B.,  29  gennaio. 

Villel)rordio,  7  novembre. 

Vincenzio,  Il  dicembre. 

Vincenzo.  22  gennaio;  5  apri- 
le; 19  luglio. 

Virginia,  5  agosto. 

Virgilio,  5  marzo:  2'»  sett. 

Visitazione  di  M.  V.,  2  luglio. 

Vissia,  12  aprile. 

Vitale,  9  marzo;  28  api-ile; 
7  novembre. 

Vitaliano,  27  gennaio;  16  lug. 

Vito,  15  giugno. 

Vittore,  21,  28  luglio;  17  ott. 

Vittoria,  23  dicembre. 

Vittoriano,  26  agosto. 

Vittorino,  8  giugno;  5  sett.: 
2  novembre. 


Vladiiultu,  ìb  >u;<li(>. 
Volfango,  81  ottobri;. 
Volusiano,  IH  gennaio. 


W;iast,  6  fobliraio. 
Waldertrude,  ?»  aprilo. 
Walfrldo.  15  febbraio. 
Wenefrida,  8  novembre. 


Zaccaria,  15  marzo;  5  nov. 
Zaccheo,  23  agosto. 
Zama,  24  gennaio. 
Zefirino,  26  agosto. 
Zenaide,  5  giugno. 
Zenobio,  25  maggio. 
Zenone,  12  aprile;  23  giugni 

8  dicembre. 
Zita,  27  aprile. 
Zoe,  5  luglio. 
Zoello,  24  maggio. 
Zoilo,  24  giugno. 
Zosimo,  30  marzo;  26  die. 


TABELLA  DEI  DIGIUNI  E  DELLE  ASTINENZE 

(Decrkto   della   suprkm.v   S.  C.   del   S.  U.,   17   settembre   1906). 


i*  Digiuno  di  stretto  magro  ossia  d'OLIO. 

1.  Venerdì  delle  Tempora  di  Quaresima. 

2.  Venerdì  Santo. 

3.  Vigilia  dell'  Assunta. 

4.  Vigilili  del  Natale. 

È  vietata  la  carne  e  tutto  ciò  che  trac 
erigine  dalla  carne,  cioè:  latte,  burro,  for- 
maggio, uova,  e  condimento  di  grasso  di  qua- 
lunque animale. 

Il"  Digiuno  e  astinenza  dalle  carni. 

1.  l'rimo  giorno  del  digiuno  quaresimale. 

2.  Venerdì   e   Sabati  di   Quaresima   e  di 

Avvento. 

3.  Mercoledi,  Venerdì  e  Sabati  delle  Tem- 

pora. 

4.  Vigilie   di  S-tn  Giuseppe,   dell'  Annun- 

ciata (in  Quaresima),  di  Pentecoste, 
dei  Ss.  Apostoli  Pietro  e  Paolo  e  di 
Ognissanti. 

Nella  refezione  principale  sono  permesse 
le  uova  e  i  latticinii;  e  per  condimento  fan- 
che  nella  piccola  refezione^  è  permesso  l'uso 
di  qualunque  gra.sso,  del  borro,  della  mar- 
garina  e  cimili. 


Ili»  Digiuno  coli' uso  delle  carni. 

Tutti  i  giorni  di  Quaresima  {escluse  le 
Domeniche),  che  non  sono  compresi 
sotto  i  numeri  |o  e  II". 

Le  carni  sono  permesse  nella  sola  refe- 
zione principale,  per  gli  obbligati  al  digiuno; 
nella  piccola  refezione  sono  permes.si  i  con- 
dimenti di  qualunque  grasso,  burro,  ec, 

IVo  Astinenza  dalle  carni  senza  digiuno. 

Tutti  i    Venerdì   non   segnati  ai  numeri  \o 
e  \\°,  eccettuato  il  giorno  di  Natale. 

Sono  permessi  i  condimenti  di  qualunque 
grasso  e  l'uso  delle  uova  e  del  latticinii. 

Vo  Avvertenze. 

1*  La  promiscuità  di  carne  e  pesce,  nella 
medesima  refezione,  è  vietata  in  tutta  la  Qua- 
resima, comprese  le  Domeniche,  e,  nel  corso 
dell'anno,  in  tutti  i  giorni  di  digiuno. 

2»  Quando  è  vietata  la  carne  s'intende  vie- 
tato anche  il  brodo  di  carne. 

3*  Per  benigna  disposizione  del  Sommo 
Pontefice  l'Ordinario  potrà  concedere  spe- 
ciale indulto,  sotto  determinate  condizioni, 
per  i  giorni  di  digiuno  e  di  astinenza  fuori 
di  Quaresima  e  di  Avvento. 


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—  184 


GLI  EVANGELI  DOMENICALI  PER  TUTTO  L'ANNO 
GIUSTA  I  DUE  RITI  ROMANO  E  AMBROSIANO 


Trima  domenica  dell'Avvento:  Fogni  pre- 
cursori della  fine  del  mondo.  San  Luca, 
cup.  XXI.  -  Rito  ambros.  Terza  d'Avvento: 
8.  Giovanni  dalla  prigione  manda  due  di- 
scepoli a  Cristo,  il  quale  ne  fa  l'elogio. 
San  Matteo,  cap.  XI. 

Domenica  II  dell'Avvento  :  Il  precedente  del 
rito  ambrosiano.  -  Rito  ambros.  Quarta  d'Av- 
vento: L'ingresso  trionfale  del  Salvatore  in 
Gerusalemme.  San  Matteo,  cap.  XXI. 

Domenica  III  dell'Avvento:  I  Sacerdoti  man- 
dano ad  interrogare  San  Giovanni  Battista,  e 
questi  preannunzia  il  Messia.  San  Giovanni, 
cap.  I.  -  Rito  ainhros.  Quinta  d'Avvento:  So- 
lenne testimonianza  resa  da  San  Giovanni 
alla  persona  di  Cristo.  San  Giovanni,  cap.  I. 

Domenica  IV  dell'Avvento:  La  predicazione 
di  San  Giovanni  Battista.  San  Luca,  cap.  III. 

-  R'to  ambros.  Annuncio  dell'angelo  a  Maria 
che  concepirebbe  il  divin  Verbo.  San  Luca, 
cap  I. 

Natale  di  N.  S.  G.  C,  comiinp  ai  due  riti.  Alla 
prima  messa  :  Nascita  di  Cristo,  San  Luca, 
cap.  IL  -  Alla  seconda  messa  :  I  pastori  ado- 
rano Cristo,  nel  presepio,  San  Luca,  cap.  IL 

-  Alla  terza  messa:  Principio  del  Vangelo 
di  San  Giovanni,  cap.  I. 

Domenica  infra  l'Ottava  di  Natale:  Infanzia 
di  Cristo.  Simeone  lo  benedice.  San  Luca, 
cap.  IL  -  Rito  ambros.  E  ripetuto  il  Van- 
gelo della  seconda  messa  di  Natale. 

Festa  della  Circoncisione,  comune  ai  due  riti: 
Circoncisione  di  N.  S.  G.  C.  San  Luca,  cap.  IL 

Epifania,  com.  ai  due  riti:  I  Ss.  Magi.  San  Mat- 
teo, cap.  IL 

Domenica  I  dopo  l'Epifania,  comune  ai  due 
riti:  Gesù  disputa  coi  dottori  nel  Tempio. 
San  Luca,  cap.  IL 

Domenica  II  dopo  l'Epifania,  comune  ai  due 
riti:  Le  nozze  di  Cana.  San  Giovanni,  cap.  IL 

Domenica  III  dopo  l'Epifania:  II  lebbroso  ed 
il  paralitico.  San  Matteo,  cap.  .'HI.  -  Rito 
ambros.  Gesù  sana  il  figlio  del  Centurione. 
S.  Matteo,  cap.  Vili. 

Domenica  IV  dopo  l'Epifania:  Gesù  calma 
una  tempesta  in  mare  e  rimprovera  gli  apo- 
stoli di  poca  fede.  Sin   Matteo,  cap.  Vili. 

-  Rito  ambros.  Discorso  di  Gesù  a  Nico- 
demo.  San  Giovanni,  cap.  III. 

Domenica  V  dopo  l'Epifania:  Parabola  della 
zizzania  seminata  insieme  al  grano.  San  Mat- 
teo, cup.  XIII.  -  Rito  ambros.  La  prodi- 
giosa moltiplicazione  dei  pani  e  dei  pesci. 
San  Luca,  cap.  IX. 

Domenica  VI  dopo  l'Epifania:  Il  regno  dei 
Cieli  paragonato  al  seme  di  senape  e  al  pez- 
zetto di  lievito.  San  Matteo,  cap.  XIII.  -  Rito 
ambros.  Gesù  risana  il  lunatico.  San  Matteo, 
cap.  XV IL 

Scttuagesima,  comune  ai  due  riti:  Gli  operai 
chiamati  nelle  diverse  ore  della  giornata  a 
lavorare  la  vigna  del  Signore:  San  Matteo, 
cap.  XX. 

Sessagesima,  comune  ai  due  riti:  La  parola  di 
Dio  rassomiglia  al  seme  del  coltivatore;  una 
parte  sola  cade  in  buon  terreno.  San  Luca, 
cap.  VIIL 


Quinquagesima:  Guarigione  del  cieco  nato  di 
Gerico.  San  Luca,  cap.  XVIII.  -  Rito  am- 
bros. Parabola  della  zizzania  seminata  nel 
campo  insieme  al  buon  frumento.  San  Mat- 
teo, cap.  XIII. 

Domenica  I  di  Quaresima,  comune  ai  due  riti: 
Le  tentazioni  di  Cristo  nel  deserto.  San  Mat- 
teo, cap.  IV. 

Domenica  II  di  Quaresima:  La  Trasfigurazio- 
ne sul  monte  Tabor.  S(n  Matteo,  cap.  XXll. 

-  Rito  ambros.  La  Samaritana.  San  Giovanni, 
cap.  ì  V. 

Domenica  III  di  Quaresima:  Gesù  libera  un 
ossesso.  San  Luca,  cap.  XL  -  Rito  ambrox. 
Istruzione  di  Ci'isto  ai  giudei  sulla  libertà 
e  la  schiavitù.  San  Giovanni,  cup.  Vili. 

Domenica  IV  di  Quaresima:  La  prodigiosa 
moltiplicazione  dei  pani  e  dei  pesci.  San  Gio- 
vanni, cap.  VI.  -  Rito  ambros.  Guarigione 
del  cieco  nato.  Sun  Giov.inni,  cap.  XVIIl. 

Domenica  V  di  Quaresima  :  I  Giudei  non  cre- 
dono alle  parole  di  Cristo  e  vogliono  lapi- 
darlo. San  Giovanni,  cap.  Vili.  -  Rito  ambr. 
La  risurrezione  di  Lazzax'O.  San  Giovanni, 
cap.  XL 

Domenica  VI  di  Quaresima:  Gesù  entra  trion- 
fante in  Gerusalemme.  Sccn  Matteo,  cap.  XXL 

-  Rito  ambros.  Gesù  è  convitato  a  pranzo 
da  Lazzaro.  San  Giovanni,  cap.  XI. 

Pasqua  di  Resurrezione,  comune  ai  due  riti:  La 
resui-rezione  di  Cristo.  Sju  Marco,  cap.  XVI. 

Domenica  in  Albis,  comune  ai  due  riti:  Gesù 
risorto  appare  ai  discepoli.  San  Giovanni, 
cap.  XX. 

Domenica  II  dopo  Pasqua:  Gesù  immagine 
del  buon  Pastore.  San  Giovanni,  cap.  X.  - 
Rito  ambi-os.  San  Giovanni  addita  alle  turbe 
il  Redentore,  confessandolo  pubblicamente 
pel  vero  Figlio  di  Dio.  San  Giovanni,  cap.  L 

Domenica  III  dopo  Pasqua,  comune  ai  due 
riti:  Gesù  preannuncia  la  sua  Ascensione 
al  Cielo.  San  Giovanni,  cap.  XVI. 

Domenica  IV  dopo  Pasqua,  comune  ai  due  riti: 
Gesù  promette  agli  apostoli  di  mandare  lo 
Spirito  Santo.  San  Giovanni,  cap.  XVI. 

Domenica  V  dopo  Pasqua,  comune  ai  due  riti: 
Gesù  raccomanda  di  pregare  l'eterno  Padre 
in  suo  nome.  San  Giovanni,  cap.  XVI. 

Ascensione  di  N.  S.  G.  C.  :  Gesù  manda  gli 
apostoli  a  predicare  il  vangelo  pel  mondo 
e  sale  al  Cielo.  San  Marco,  cap.  X  VI,  - 
Rito  ambros.  Cristo  conxmette  agli  apostoli 
l'alta  missione,  di  cui  loro  parlò  durante 
la  sua  vita  mortale,  e  sale  al  Cielo.  San  Luca, 
cap.  XXIV. 

Domenica  infra  l'Ottava  dell'Ascensione:  Gesù 
predice  agli  apostoli  le  gravi  persecuzioni 
che  dovranno  soffrire  in  suo  nome.  San  Gio- 
vanni, cap.  XV  e  XVI.  -  Rito  ambros.  Gesù 
chiede  all'eterno  Padre  quella  gloria  ch'Egli 
ebbe  con  lui  prima  che  il  mondo  fosse. 
San  Giovanni,  cap.  XVII. 

Pentecoste:  Gesù  raccomanda  ai  discepoli  di 
osservare  le  sue  parole,  che  sono  quelle 
del  suo  eterno  Padre,  e  che  lo  Spirito  Santo 
li  illuminerà.  San  Giovanni,  cap.  XIV.  -  Rito 
ambros.  Gesù  dimostra  che  non  ama  vera- 


1  .L'osto:  (ìosù  manda 

Ilare  e  battozzaiv  il 
luouJo.  ^.<«  MM(e^>,  cap.  XXVIJI.  -  Jiito 
amfn-09.  Qysiì  predice  «gli  apostoli  le  gravi 
per!>eeu7.ioni  di  cui  saranno  ojfyelto.ÌKinG' tt»- 
ranni,  cap.  XVI. 

Festa  del  Corpus  Domini,  comune  ai  due  rith 
Il  mistero  della  SS.  Eucarestia.  San  Gio- 
ca hhì,  cap.  V[. 

Domenica  infra  l'Ottava  del  Corpus  Domini: 
La  parabola  degli  invitati  alla  cena  nu- 
ziale. San  Luca.  cap.  I.  -  Rito  ambros.  Le 
mormorazioni  dei  jjmdei  contro  Cristo,  per- 
ohò  conversava  familiarmente  coi  peccatori. 
SfiM  Matteo,  rap.  IX. 

Domenica  III  dopo  la  Pentecoste:  La  peco- 
rella smarrita.  San  Luca,  rap.  XV.  -  Rito  am- 
hi'fsiaito:  Gesù  raccomanda  la  misericordia. 
San  Luca,  cap.  VL 

Domenica  IV  dopo  la  Pentectiste:  La  pesca 
prodifiiosa.  San  Luca,  cap.  V.  —  Rito  am- 
btxt^.  Parabola  del  ricco  Epulone.  San  Lma, 
cap.  XVI. 

Domenica  V  dopo  la  Pentecoste  :  Gesù  rac- 
comanda la  carità.  San  Matteo,  cap.  V.  - 
Rito  ambros.  Gesù  {guarisce  i  dieci  lebbrosi. 
San  Luca,  cip.  X  VII. 

Domenica  VI  dopo  la  Pentecoste:  Moltipli- 
cazione dei  pani  e  dei  pesci.  San  Marco, 
cap.  Vili.  -  Rito  amhvog.  Parabola  degli 
invitati  alla  cena.  S<in  Luca,  cap.  XIV. 

l»omenica  VII  dopo  la  Pentecoste,  comune  ai 
(tue  riti:  Gesù  ammonisce  di  guardarsi  dai 
falsi  profeti.  San  Matteo,  cap.  VII. 

Domenica  Vili  dopo  la  Pentecoste:  Pai-abola 
del  cattivo  servo.  San  Luca,  cap.  XX  VL  -  Rito 
ambros.  La  pecorella  smarrita.  Sun  Luca, 
cap.  XV. 

Domenica  IX  dopo  la  Pentecoste:  Gesù  pian- 
ge sai  destino  di  Gerusalemme.  Som  Luca, 
cap.  XIX.  -  Rito  ambros.  La  pesca  prodi- 
giosa. S<in  Luca,  cap.  V. 

Domenica  X  dopo  la  Pentecoste:  Parabola 
del  Fariseo  e  del  Pubblicano.  San  Luca, 
cap.  XVIII.  -  Rito  ambros.  Parabola  del 
ricco  che  avendo  raccolto  immense  prov- 
vigioni, pensa  a  darsi  bel  tempo.  San  Luca, 
cap.  XII. 

Domenica  XI  dopo  la  Pentecoste:  Guarigione 
di  un  sordomuto.  San  Marco,  cap.  VII.  - 
iato  ambros.  11  fariseo  ed  il  pubblicano. 
San  Luca,  cap.  X  Vili. 

Domenica  XII  dopo  la  Pentecoste:  Parabola 
del  Samaritano  caritatevole,  S.  Luca,  cap.  X. 

-  Rito  ambro».  La  perfezione  della  nuova 
legge  a  paragone  dell'antica.  San  Matteo, 
cap.  V. 

Domenica  XIII  dopola  Pentecoste:  Guarigione 
dei  dieci  lebbrosi.  San  Luca,  cap.  XVII.  - 
Rito  ambros.  Moltiplicazione  dei  pani  e  dei 
pesci.  San  Marco,  cap.  Vili. 

Domenica  XIV  dopo  la  Pentecoste:  Non  si  può 
servire  a  due  padroni.  Sfin  Matteo,  cap.  VI. 

-  Rito  ambros.  Guarigione  di  un  sordo- 
muto. San  Marco,  cap.  VII. 

Domenica  XV  dopo  la  Pentecoste,  comune  ai 


(li   Naim.   S.n,    /.:„«,  <<,j,.    in. 
l'onu'uica  XVl  dopo  la  l'entecoste:  Gesù  ri- 
sana  un    idropico   in   giorno   di   sabi.to.   - 
San  Luca,  cap.  XIV,  -  Rito  ambros.  Dome- 
nica I  dopo  la  Decollazione:  Lo  agitazioni 
di  Erode  all'udire  lo  meravigliose  gesta  di 
Cristo.  San  Luca,  cap.  IX. 
Domenica  XVII  dopo  la  Pentecoste:  I  coman- 
damenti di  amare  Dio  e  di  amare  11  pros- 
simo. San  Matteo,  rap.  XXII.  -  Rita  ambros. 
Domenica  II  dopo   la   Decollaziono:    Gesù 
ammonisce  di  guardarsi  dai  falsi  profeti. 
San  Matteo,  cap.  VII. 
Domenica  XVIII  dopo  la  Pentecoste:   Gesù 
rimette  i  peccati  al  paralitico.  San  Matteo, 
cttp.  IX.  —  Rito  ambros.  Domenica  III  dopo 
la  Decollazione:  La  parabola  del  Samari- 
tano. San  Luca,  cap.  X. 
Domenica  XIX  dopo  la  Pentecoste  :  Parabola 
del  He  che  invita  alle  nozze  del  figlio,  e  fa 
punire  chi  è  venuto  senza  la  veste  nuziale. 
San  Matteo,  cap.  XXII.  -  Rito  ambros.  Do- 
menica IV  dopo  la  Decollazione:   Maledi- 
zione della  ficaia  infruttifera.   San  Matteo, 
cap.  XL 
Domenica  XX  dopo  la  Pentecoste:  Gesù  gua- 
risce  il  figlio  di  un  signore  a  Cafarnaum. 
San  Giovanni,  cap.  IV.  -   Rito  ambros.   Pa- 
rabola dei  vignaiuoli,  dei  servi  e  del  figlio 
del  Padrone.  San  Matteo,  cap.  XXL 
Domenica  XXI  dopo  la  Pentecoste:  Parabola 
del  padrone  che  condona  il  grosso  debito  al 
servo  e  questi  incrudelisce  contro  un  suo 
debitore.  San  Matteo,  cap.  XVIII.  -  Rito  am- 
bros. Domenica  I  di  ottobre:  La  ficaia  ste- 
rile risparmiata  ancora  per  un   anno   dai 
coltivatore.  Sin  Luca,  cap.  XXIII. 
Domenica  XXII  dopo  la  Pentecoste:  Date  a 
Cesare  ciò  che  è  di  Cesare,  date  a  Dio  ciò 
che  è  di  Dio.  San  Matteo,  cap.  XXII.  -  Rito 
ambros.  Domenica  II  di  ottobre:  La  donna 
adultera.  Saìi  Gioranni,  cap.  III. 
Domenica  XXIII  dopo  la  Pentecoste:   Gesù 
resuscita  una  fanciulla  defunta,  ed  un'am- 
malata guarisce  toccando  le  di  Lui  vesti. 
San  Matteo,  cap.  IX.  -  Rito  ambros.  Dome- 
nica III  di  ottobre:  La  solenne  dedicazione 
del  tempio  di  Salomone  a  Gerusalemme. 
San  Giovanni,  cap.  X. 
Domenica  XXIV   dopo  la  Pentecoste:   Gesù 
predice  la  distrazione  di  Gerusalemme  e  la 
fine  del  mondo.  San  Matteo,  cap.  XXIV.  - 
Rito  ambros.  Domenica  I  dopo  la   dedica- 
zione: Parabola  del  padrone  che  condona 
un  grosso  debito  al  suo  servo,  mentre  que- 
sti incrudelisce  contro   un  suo  conservo. 
San  Matteo,  cap.  XVIII. 
Domenica  XXV  dopo  la  Pentecoste  (  Vedi  NB). 
-  Rito  ambros.  Domenica  II  dopo  la  dedi- 
cazione:  Il   tributo   a  Cesare.  San  Matteo, 
cap.  XXII. 
NB.  —  Se  le  Domeniche  dopo  la  Pentecoste 
fossero  più  di  24  prima  di  arrivare  alla  prima 
dell'Avvento,  dopo  la  XXIII  si  ripetono  i  Van- 
geli delle  ultime  domeniche  dopo  l'Epifania. 
In  ogni  caso  il  Vangelo  della  Domenica  XXlV 
dopo  la  Pentecoste  resta  l'ultimo. 


KQTIZie 
MMINI^RATIVe  ^TflTI^TKHr 


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SERIE  DEI  SOMMI  PONTEFICI  ROMANI 

SECONDO  LA  CR0N0TA8SI   DEL  LIBER   PONTIFICALIS  E   DELLE  SUE  FONTI 


S.  Pietro,  di  Betsaida  in  Galilea,  Principe 
degli  Apostoli,  che  ricevè  da  Gesù  Cri- 
sto la  Suprema  Pontificia  Potestà  da 
trasmettersi  ai  suoi  successori;  risiedè 
prima  in  Antiochia,  quindi  in  Roma,  ove 
incontrò  il  martirio  nell'anno  67  o  64 
dell'era  volgai-e,  avendo  da  quest'ultima 
città  governata  la  Chiesa  anni  25(?). 

S.  Lino,  della  Tuscia,  Mart.,  creato  nel  67, 
o  76(?). 

S.  Cleto  I,  Romano,  Mai-t.,  76-88  (?). 

S.  Clemente  I,  Romano,  Mart.,  88-97  (?). 

S.  Evaristo,  Greco,  Mart.,  97-105. 

S.  Alessandro  I,  Romano,  Mart.,  105-115  ('?). 

S.  Sisto  I,  Romano,  Mart.,  115-125  (?)  (go- 
vernò 10  anni). 

S.  Telesforo,  Greco,  Martire,  125-136  (?) 
(11  anni). 

S.  Igino,  Greco,  Mart.,  136-140  (?)  (4  anni). 

S.  Pio  I,  Italiano,  Mart.,  140-155  (15  anni). 

S.Aniceto,  Siro, Mart.,  155-166 (?)  (11  anni). 

S.  Sotero,  della  Campania,  Mart.,  166-175  (?) 
(8  anni). 

S.  Eleuterio,  Epiroto,  Mart.,  175-189  (15  a.). 

S.  Vittore  I,  Africano,  Mart.,  189-199  (11  a., 
2  m.,  10  g.). 

S.  Zefirino,  Romano,  Mart,  199-217  (8  a., 
2  m.,  10  g.). 

S.  Calisto  I,  Romano,  Mart.,  217-222  (5  a.). 
[Ippolito,  217-235]. 

S.  Urbano  I,  Romano,  Mart.,  222-230  (8  a.). 

S.  Ponziano,  Romano,  Mart.,  230-235  (5  a., 

2  m.,  7  g.). 

S.  Antere,   Greco,  Mart.,  21  nov.  235-236 

3  gennaio  (1  m.,  12  g.). 

S.  Fabiano,  Romano,  Mart.,  10  genn.  236- 
250  20  gennaio  (IO  a.,  10  g.). 

S.  Cornelio,  Romano,  Mart.,  251-253  (2  a., 
3  m.,  10  g.). 

[Novanziano,  251]. 

S.  Lucio  I,  Romano,  Mart.,  25  giugno  253- 
254  5  marzo  (8  m.,  10  g.). 

S.  Stefano  I,  Romano,  Mart,,  12  maggio 
254-257  2  agosto  (3  a.,  2  m.,  21  g.). 

S.  Sisto  II,  Greco  (?),  Mart.,  30  agosto  257- 
258  6  agosto  (11  m.,  6  g.). 

S.  Dionisio,  di  patria  ignota,  22  luglio  259- 
268  26  dicembre  (9  a.,  5  m.,  4  g.). 

S.  Felice  I,  Romano,  Mart.,  5  genn.  269- 
274  26  dicembre  (9  a ,  5  m.,  4  g.). 

S.  Eutichiano,  di  Luni,  Mart.,  4  genn.  275- 
283  7  dicembre  (8  a.,  11  m.,  3  g.). 

S.  Calo,  Dalmata,  Mart.,  17  dicembre  283- 
2S6  22  aprile  (12  a.,  4  m.,  7  g.). 

S.  Marcellino,  Romano,  Martire,  30  giu- 
gno 296-304  25  ottobre  (8  a.,  3  m.,  25  g.). 

S.  Marcello  I,  Romano,  Mart.,  27  mag- 
gio 308-309  16  gennaio  (7  m.,  20  g.)- 


31.  S.  Eusebio,  Greco,   Mart.,   18  aprile  309- 

311  17  agosto  (4  m.). 

32.  S.  Milziade,  Africano,  Mart.,  2  luglio  311- 

314  11  gennaio  (2  a.,  6  m.,  8  g.). 

33.  S.  Silvestro  I,  Romano,   31  gennaio  314- 

335  31  dicembre  (21  a.,  11  m.). 

34.  S.  Marco,  Romano,  18  genn.  336-336  7  ot- 

tobre (8  m.,  20  g.), 

35.  S.  Giulio  I,  Romano,  6  febbraio  337-352 

12  aprile  (15  a.,  2  m.,  6  g.). 

36.  Liberio,  Romano,  17 maggio  352-366  24  set- 

tembre (14  a.,  4  m.,  7  g.), 

[S.  Felice  II,  355-365]. 

37.  S.  Damaso,    Romano,    1   ottobre   366-384 

11  dicembre  (18  a.,  2  m.,  11  g.). 
[Ursino,  366-36'/]. 

38.  S.  Siricio,  Romano,   die.  384-399   26  nov. 

(15  a.). 

39.  S.  Anastasio  I,  Romano,  27  nov.  399-401 

19  dicembre  (2  a.,  21  g.). 

40.  S.  Innocenzo  I,    di  Albano,   22  dicembre 

401-417  12  marzo  (15  a.,  2  m.,  21  g.). 
4l!  S.  Zosimo,  Greco,  18  marzo  417-418  26  die. 
(1  a.,  9  m.,  9  g.). 

42.  S.  Bonifacio  I,    Romano,    29  die.   418-422 

4  settembre  (3  a.,  8  m.,  6  g.). 
[Eulalio,  418-419]. 

43.  S.  Celestino  I,  della  Campania,  18  settemb. 

422-432  27  luglio  (9  a.,  10  m..  17  g.).  - 

44.  S.  Sisto  III,   Romano,    3  luglio    432-440 

19  agosto  (8  a.,  19  g). 

45.  S.  Leone  il  Grande,  Tusculano,  29  settem- 

bre 440-461   10  nov.   (21  a.,  1  m.,  13  g.). 

46.  S.  Ilario,  Sardo,  19  nov.  461-468  29  febbr. 

(6  a.,  3  m.,  10  g.). 

47.  S.  Simplicio,  di  Tivoli,   3  marzo   468-483 

10  marzo  (15  a.,  7  g.). 

48.  S.  Felice  III  (II),  Romano,   antenato   di 

S.  Gregorio   Magno,    13  marzo   483-492 
1  marzo  (8  a.,  11  m.,  7  g.). 

49.  S.  Gelasio  I,  Africano,    1  marzo    492-496 

21  novembre  (4  a.,  8  m.,  18  g.). 

50.  S.  Anastasio  II,  Romano,  24  nov.  496-498 

19  novembre  (11  a.,  11  m.,  24  g.). 

51.  S.  Simmaco,  Sardo,  22  novenabre  498-514 

19  luglio  (15  a.,  3  m.,  27  g.). 
[Lorenzo,  498-505]. 

52.  S.  Ormisda,   di  Frosinone,  20  luglio  514- 

523  6  agosto  (9  a.,  1 7  g.). 

53.  S.  Giovanni  I,  Tusculano,  Mart.,  13  agosto 

523-526  18  maggio  (2  a.,  9  m.,  16  g.). 

54.  S.  FeUce  IV  (III),  Samnio,  12  luglio  526- 

530  22  settembre  (4  a.,  2  m.,  12  g.). 

55.  Bonifacio  II,  Romano,  22  settembre  530- 

532  17  ottobre  (2  a.,  26  g.). 
[Dioscoro,  530]. 

56.  Giovanni  II,   Romano,  2  gennaio  532-535 

8  maggio  (2  a..  4  m.,  6  g.). 

{Conti/ma  a  pag.  191). 


m:RIK  DKI 
RITRATTI 
DEI  SOMMI 
PONTEFICI 


^> 


Ùmi 


^    "ili    i;,i'?^ 


S.  Pietro. 


S.  Lino. 


S.  Cleto 


S.   CLESTCNTK    I.  S.    i:VARISTO.  S.    ALESSANDRO    I.  S.    SlSTO    I. 


8.  Telesfobo. 


8.  Igino. 


S.  Pio  I. 


8.  Aniceto. 


ri.  Vittore  I. 


'V, 


S.  Calisto  I. 


S.    PONZI.VNO. 


S.  Antero, 


S.  Fabiano. 


S.  Cornelio. 


S.  Lucio  I. 


S.  Stefano  I. 


S.  Sisto  II. 


S.  Dionigi. 


S.  Felice  I. 


S.   EUTICHIANO. 


8.  MiLZiADK.  S.  Silvestro  I.  S.  Marco. 


S.  Giulio  I. 


Liberio. 


S.  Felice  II. 


S.  Damaso  I. 


S.   SlEICIO. 


'#    ^"^''''^•^ 


S.  Simplicio. 


S.  FkI,I(  E   III. 


S.  Gelasio  I  S.  Anastasio  II. 


S.  SiM.MAf  o.  S.  Ormisda. 


8.  Giovanni  I.  S.  Felice  IV. 


Bonifacio  II.  Giovanni  II. 


S.  Agapito  I. 


S.   SlLVERIO. 


Vigilio. 


Pelagio  I.  Giovanni  III.  Benedetto  L 


Pelagio  II.  S.  Gkegorio  I  il  Gr.e  Sabiniano.  Bonifacio  III. 


S.  Bonifacio  IV.  S.  Adeodato  I.  Bonifacio  V. 


Onoeio  I. 


Giovanni  IV, 


Teodobo  I.  S.  Martino  I. 


S.  Eugenio  I.  S.  Vitaliano. 


Adeodato  II. 


Dono  I. 


1:M 


53.  ^^ 
C».  N 
00 


.  'inailo,    13   m.a^igio   53.'>-53C 
1  m.,  8  p.). 

Frosltiono,  Mart.,  1  o  8  gon- 
s(?»  (»m.U 
ino,  giugno  f»38(?)-665  (18  a.. 


ftl 


62 


63 


64 


Pelagio  I,     Romano,     16  aprild    555-561 

4  marzo  (4  a.,  10  in.,  18  g.). 
Giovanni  III.  Romano,   17  luglio  661-671 

18  luglio  (12  a.,  11  m..  26  g.). 
Benedetto  I,   Romano.   2  giugno  575-.')70 

SO  luglio  (4  a.,  1  m.,  28  g.). 
Pelagio  II.  Romano,  26  novemb.  579-590 

7  gennaio  (10  a.,  2  m.,  10  g.h 
8.  Gregorio  I,  il  Grande,  Romano,  3  sett. 

690-604  12  marzo  (13  a.,  6  m,,  10  g.). 

65.  Sablnlano,  Tuscalano,  13  settem.  604-60C 

22  febbr.iio  (1  a.,  5  m.,  9  g.). 

66.  Bonifacio  111,  Romano,  17  febbraio  607-607 

12  novembre  (8  m..  22  g.). 

67.  S.  Bonifkoio  lY.  dei  Marsi.  25  agosto  608- 

615  8  maggio  (6  a.,  8  m.,  13  g.). 
CS.  S.  Adeodato  I,  Romano,  19  ottobre  615- 
618  8  novembre  (3  a.,  20  g.). 

69.  Bonifacio  V,  di  Napoli.  23  dicembre  619- 

625  25  ottobre  (5  a.,  10  g.). 

70.  Onorio  I,  della  Campania,  27  ottobre  625- 

638  12  ottobre  (12  a.,  11  m..  17  g.). 

71.  Severino,  Rom.,  28  maggio  640-640  2  ago- 

sto (2  m.,  4  g.). 

72.  Giovanni  IV,  Dalmata,  24  dicem.  640-642 

12  ottobre  (1  a.,  9  m.,  18  g.). 

73.  Teodoro  I,  Greco,  24  novembre  642-649 

14  maggio  (6  a.,  5  m.,  18  g.). 

74.  S.  Martino  I,  di   Todi,  Mart.,  luglio  649- 

655  16  settembre  (6  a.,  1  m.,  26  g.). 
7.'..  S.  Eugenio  I,  Romano,  settembre  635-657 

2  gi'igno  (2  a.,  9  m.,  1  g.). 
S.  Vitaliano,  di   Segni,   30  luglio   657-672 

27  gennaio  (14  a.,  6  m.). 
Adeodato  II,   Romano,   Il  aprile  672-676 
17  giugno  (4  a.,  2  m.,  5  g.). 

78.  Dono  I,  Romano,  2  nov.  676-678  11  aprile 

(1  a ,  5  m.,  10  g.). 

79.  8.  Agatone,  Siciliano,   27  giugno  678-681 

10  gennaio  (2  a.,  6  m.,  14  g.). 

80.  8.  Leone  II,   Siciliano,   17  agosto  682-683 

3  luglio  (10  m.,  17  g.). 
S.  Benedetto  II,  Romano,  26  giugno  6S4- 

685  8  maggio  (10  m.,  12  g.). 
Giovanni  V,  Siro,  23  luglio  685-686  2  ago- 
sto (la.,  9  g.i. 
Conone,  della  legione   Tracia,  21  ottobre 
686-687  21  settembre  (11  m.). 
[Teodoro,  687]. 
[Pasquale,  687-692]. 
S.  Sergio  I,  Siro  nato  a  Palermo,  16  die 
687-701  8  settembre  (13  a.,  8  m.,  23  g.). 
(ìiovanni  VI,  Greco,  30  ottabre  701-705 

11  gennaio  (3  a.,  2  m.,  12  g.). 
Giovanni  VII,   Greco,    1   marzo  705-707 
18  ottobre  (2  a..  7  m.,  17  g.). 

87.  Sisinnio,  Siro,  15  gennaio  708-708  4  febb. 

(20  g.). 

88.  Costantino,  Siro,  25  marzo  708-715  9  apr. 

(7  a.,  15  g.). 

89.  S.  Gregorio  II,  Romano,  19  maggio  715- 

731  11  febbraio  (15  a.,  8  m.,  24  g.K 

90.  S.  Gregorio  III,  Siro,  18  marzo  731-741 

10  dicembre  (10  a.,  8  m.,  24  g.). 

91.  S.Zaccaria,  Greco.  10  dicembre  741-732 

22  o  23  marzo  (10  a.,  3  m.,  15  g.). 


76. 


77. 


81. 


82. 


83. 


84. 


86. 


96. 
97. 
98. 
99. 

100. 
101. 
102. 

103. 
104. 
105. 
106. 
107. 
108. 
109. 
110. 
111. 
112, 
113. 
114. 
115. 
116. 
117. 
118. 
119. 

120. 
121. 
122. 
123. 
124. 
125. 


a.  Sufano  II.  UoinaiU),  2.1  m.irzo  7j2-7j2 

25  marzo  (3  g.). 

Stefano  ILI,  Romano,  26  marzo  752-757 

26  aprilo  (5  a.,  29  g.). 

8.  Paolo  I.  Romano,  26  maggio  757-707 

2'<  giugno. 

[Coslanthio  TI,  767-768]. 
[Filippo,  768]. 
Stefano  IV,   Siciliano.    7  agosto    76.^-772 

3  febbraio  (3  a.,  5  m.,  16  g.). 
Adriano  I,  Romano,   9  febbraio  772-795 

26  dicembre  (23  a.,  10  m.,  17  g). 
S.  Leone  III,  Romano,  27  dlcem.  795-816 

12  giugno  (20  a.,  5  m.,  16  g.). 
S.Stefano  Y,  Romano,  22  giugno  816-817 

24  (?)  gennaio  (7  m.). 
8.  Pasquale  I,  Romano,  25  genn.  817-824 

16  febbraio  (7  a..  17  g.). 

Eugenio  II,  Romano,  21  febbraio  824-827 
agosto  (3  a.,  2  (?)  m.,  23  (?)  g.). 

Valentino,  Romano,  agosto  (?)  827-837 
settembre  (?)  (1  m.,  10  g.). 

Gregorio  IV,  Romano,  29  marzo  828-844 
gennaio  (16  a.). 

[Giovanni,  844].  —  [Anastasio,  835]. 

Sergio  II,  Romano,  genn.  844-847  27  gen- 
naio (3  a.t. 

8.  Leone  IV,  Romano,  10  aprile  847-853 

17  luglio  (8  a.,  3  m.,  '5  g.). 
Benedetto  III,  Romano,  6  ottob.  835-858 

17  aprile  (2  a..  6  m.,  10  g.). 
S,  Niccolò  I,  il  Grande,  Romano,  24  aprilo 

858-867  13  novembre  (9  a.,  6  m.,  10  g.). 
Adriano  II,  Romano,  14  dicemb.  867-872 

14  dicembre  (5  a.). 

Giovanni  VIII,  Romano,  14  die.  872-882 

16  dicembre  (10  a.,  2  g.). 
Marino  I,  di  Gallese,  16  dicemb.  882-884 

15  maggio  (la.,  5  (?)  m.). 

8.  Adriano  III,  Romano,  17  maggio  884- 
885  circa  17  settembre  (la.,  4  m.). 

Stefano  VI,  Romano,  settembre  885-891 
fine  settembre  (6  a.,  9  (?)  g.i. 

Formoso,  vescovo  di  Porto,  6  ottob.  891- 
896  4  aprile  (4  a.,  6  m.). 

Bonifacio  VI,  Romano,  apr.  896-896  apr. 
(15  g.). 

Stefano  VII,  Romano,  maggio  896-897 
agosto  (la.,  3  g.). 

Romano,  di  Gallese,  agosto  897-897  fine 
novembre  (3  m.,  23  g.). 

Teodoro  II,  Rom.,  dicembre  898-898  di- 
cembre (20  g.). 

Giovanni  IX,  di  Tivoli,  gennaio  898-900 
gennaio  (2  a.,  15  g.). 

Benedetto  IV,  Romano,  gennaio  o  febb. 
900-903  fine  luglio  (3  a.,  6  (?)  m.,  16  (?)  g.). 

Leone  V,  di  Ardea,  fine  di  luglio  903-903 
settembre  (1  m.,  27  g.). 

[Cristoforo,  romuno,  903]. 

Sergio  IIL  Romano,  29  gennaio  904-911 
14  aprile  (7  a.,  3  m.,  17  g.). 

Anastasio  III,  Romano,  aprile  (?)  911-913 
giugno  (2  a.,  2  m.). 

Landone,  Sabino,  fine  luglio  913-914  feb- 
braio (6i?)m.,  10  g.). 

Giovanni  X,  di  Ravenna,  marzo  914-928 
maggio  (14  a.,  2  m.,  (?)  g.). 

Leone  VI,  Romano,  maggio  928-928  di- 
cembre (7  m.,  5  g.|. 

Stefano  VIII,  Romano,  fra  dicemb.  929- 
931  febbraio  (2  a.,  1  m.,  12  g.). 

(Continua  a  pag.  195). 


S.  Agatone. 


Leone  II.  S.  Benedetto  II.  Giovanni  V. 


CONONE. 


S.  Sergio  I.  Giovanni  VI.  Giovanni  VII. 


Costantino  I.  S.  Geegobio  II.  S.  Gkecjoeio  III. 


Costantino  II.  SiErANO  IV.  Adbiano  I.  S.  Leone  III. 


Grfgorio  IV 


Sekgio  il 


tì.  Leone  IV.  Bknedetto  HI. 


^^'^Xrrs^^.^^ 


S.  Nicolò  I. 


Adriano  II.  Giovanni  Vili. 


Mabino  I. 


Adkiano  in.  Stefano  VI. 


Formoso. 


BOKIFACIO  VI. 


>-:^i^'x— 7^^^?^' 


LSi 


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'w^jsmifi^ 


Steìano  vii. 


EOMANO. 


Teodoro  IL  Giovanni  IX. 


Benedetto  IV.  Leone  V. 


Cbistoforo. 


Seegio  III. 


Anastasio  III. 


Landone.  Giovanni  X. 


Leone  VI. 


Stefano  VIII.  Giovanni  XI. 


Leone  VII.  Stefano  IX. 


Mabino  II. 


Agapito  II.  Giovanni  XII.  Leone  VIII. 


Benedetto  V.  Giovanni  XIII.  Benedetto  VI.  Bonifacio  VII. 


XI,    Rom.i;io,   marzo    931-030 
tnbrt»  i4  ii.,  10  mX 
.1,  nomano,   3(?)genii.  930-939 
i.)  (3  a.,  6  m.,  10  g.). 
>  \.  Uoniano,  14  (?>  luglio  939-94!I 

(3  a.,  3(?l  m.,  ISg.)- 
1.  Romano,  30{?)ottob.  942-946 
.  (3  a.,  3  ni.,  13  g.). 
1;K\  Ai;i4'it.i  II,  Romano,  10  maggio  946-955 

(9  a.,  7  m..  10(?ig. 
131.  Giovanni  XII,  Romimo,  dei  Conti  Tusco- 
ìani,  16(?)  dicembre  955-964  14  maggio 
(S  a.,  4  m.,  28  (?)  g.). 
i'»>.  Leone  Vili.  Romano,  6  dlcomb.  963-965 
1  marzo  (1  a.,  8  m.). 
(.  Benedetto  V,  Romano,  22  (?)  maggio  964- 

966  4  lu-tlo  (1  (?)  m.,  2  g.). 
t.  Giovanni  XIII,   Romano,   1  ott.  966-972 
.'  sottombre  (6  a.,  11  m.,  5  g.). 

o  VI,  Romano,  19  genn.  973-974 

1  a ,  6  mX 
IT,  Rom.,  974  —  ed  Ag.,  984-9.'i5]. 
lòti.  Benedetto  VII,  Romano,  dei  Conti  Tusro- 
lani,  ottobre  974-983  10  luglio  (9(?)  a.t. 

137.  Giovanni  XIV,  di  Pavia,  dicemb.  983-984 

20  agosto  (8  m.). 

138.  Giovanni  XV,  Romano,  agosto    985-996 

marzo  (10  a.,  7  m.). 

139.  Gregorio  V,  Tedesco,  dei  duchi  di  Ca- 

rimiu,  3  maggio  996-999   18  febbraio 
(2  a,,  9  m.,  15  (?)  g.). 
[Giovanni  XVI,  Greco  ap.,  997-993]. 

140.  Silvestro  II,  Francese,  dell' Alvernia,  Ger- 

bet-to,  2  aprtlo  999-1003  12  maggio  (4  a., 

1  m.,  9  (?)  ir.). 
Ul.  Giovanni  XVII,  Romano,  Secco,  giugno  (?) 

1003-1003  6  novembre  (5  m.,  25  g.). 
142.  Giovanni  XVIII,  Romano,  genn,  (?)  1004- 

1009  luglio  (?)  (5  a.,  6  (?)  m.). 
14.i.  Sergio  IV,  Romano.  31  luglio   1009-1012 

12  maggio  (2  a.,  9  m.,  12  g.). 

144.  Benedetto  VIII,  Romano,  dei  Conti  Tosco- 

lani,  18  maggio  1012-1024  9  aprile  (li  a., 
10  m.,  21  g.). 

[Gregorio,  1012]. 

1 45.  Giovanni  XIX,  Romano,  dei  Conti  Tusco- 

lani,  aprile  o  maggio  1024-1032. 

146.  Benedetto  IX,  Romano,  dei  Conti  Tusco- 

lani,  e.  1032,  rinunziò   nel  1044  (12  a., 

4  m.,  20  g.). 
117.  Silvestro  III,  20  genn.  1045-1045  10  mar, 

(1  m..  19  g.). 
1  48.  Benedetto  IX,  la  seconda  volta,  10  marzo 

1045-1045  1  maggio  (1  m.,  21  g.). 
1 49.  Gregorio  VI,  Romano,  5  maggio  1045-1046 

20  dicembre  (1  a.,  7  m.,  15  g.). 
l.'-O.  Clemente  II,  Sassone,  dei  Signori  di  Mo- 

resleve  ed  Horneburg,  Suidyero  pese,  di 

Bamberga,  25  dicemb.  1046-1047  9  ott, 

(9  m.,  16  g.t. 

151.  Benedetto  IX,  la  terza  volta,  8  novemb. 

1047-1048  muglio  (8m.,  9  g.), 

152.  Damaso  II,  di  Baviera,  Foppo,  vescovo  di 

Bressanone,  17  luglio  1048-1048  9  ago- 
sto (23  pX 

153.  S.  Leone  IX.  Tedesco,  del  Conti  di  Egi- 

sheim-DagaÌMurg,  Brunone  vescovo  di 
Toul,  12  febbraio  1049-1054  19  aprile 
(5  a„  2  m.,  7  g.), 

154.  Vittore  II,  del  Nordgau,  dei  conti  di  Dol- 

lenslein-Hirschberg,  GeberdoII,  vescovo 
di  Eichstadt,  1055-1057. 


1.1J.  StofaiioX,  Toiu-sco,  il.i  Da  hi  di  I^ren  / 

3  ng.  1057-1058  29  marzo  (7  m.,  20  (?i  ^' 
[Benedetto  X,  li»m.,  diti  con  i  Timculani,  5  aprii . 

1058-10Ù9  24g€nniio]. 

156.  Niccolò  II,  della  Borgogna,  24  gennaio 

1059-1061    27  (?)  luglio  (2  a..  6  m,.  3  g,'. 

157.  Alessandro  II.  di  Baggio,  presso  Miian 

80  settembre  1061-1073  21  aprile  (11  a  , 
6  m.,  22  g.), 

[Onorio  II,  1061-1072]. 

158.  S.  Gregorio  VII,  di   Sovana,  Ildebrando, 

22  aprilo   1073-1085   25  maggio   (12  a., 
1  m.,  3  g.). 

[Clemente  III,  1080-1100], 

159.  Beato  Vittore  III,  di  Benevento,  Deside- 

rio, 9  maggio  1037-1087  16  settembre. 

160.  B,  Urbano  li,  di  Reims,  dei  Signori  di  Cita- 

tillon,  12  marzo  1088-1099  29  lugl.  (11  a., 

4  m.,  17  g.). 

161.  Pasquale  II,  di  Bieda,  Ranieri,  14  agosi 

1099-1118  21  gennaio  (18  a.,  4  m.,  7  t,'. 
[Teodorico,  1100]. 
[Alberto,  1102]. 
[Silvestro  IV,  1105-1111]. 

162.  Gelasio  II.  di  Gaeta,  Caetani,  24  gennaio 

1118-1119  28  gennaio  (1  a.,  4  g.). 
[Gregorio  VIII,  1118-1121]. 

163.  Calisto  II,  del  conti  di  Borgogna,  4  febbraio 

1119-1124  13  dicemb,  (5  a.,  10  m.,  11  g.). 

164.  Onorio  II,   di    Fagnano    nel   Bolognese 

Lamberto  15  dicemb.  1124-1130  13  feb- 
braio (5  a.,  1  m.,  28  g.). 

[Celestino  II,  1124]. 

165.  Innocenzo  II,  Rom.,  Papareschi,  14  febbr. 

1130-1143  24  sett.  (13  a..  7  m.,  10  g.). 
[Anacleto  II,  1130-1138].  —  [Vittore  IV,  1138]. 

166.  Celestino  II.  di  Città  di  Castello,  26  sett. 

1143-1144  8  marzo  (5  m.,  12  g.). 

167.  Lucio  II,  BoloQnoiiey^Caccianemici  dell'Or- 

so, 12  marzo  1144-1145  15  febb.  (11  m., 

4  g.). 

168.  B.  Eugenio  III,  di  Montemagno  (Pisa),  Pa- 

ganelli, 15  febbraio  1145-1153  8  luglio 
(8  a.,  4  m.,  23  g.). 

169.  Anastasio  IV,    Romano,    della  Suburra, 

Corrado,  12  luglio  1153-1154  3  dicemb. 
(1  a.,  4  m.,  24  g.). 

170.  Adriano  IV,  Inglese,  Brecikspeare,  4  di 

1154-1159  1  settembre  (4  a.,  8m.,  28;r. 

171.  Alessandro  III.  Senese,  Ban<i»n««j,  7set' 

1159-1181  30aKosto  (21  a.,  llm„23g. 

[Vittore  IV,  1159-1164]. 

[Pasquale  III,  1164-1168]. 

[Callisto  III,  1168-1178]. 

[Innocenzo  III,  1179-1180]. 

172.  Lucio  III,  di  Lucca.  Allucingoli,  1  settem. 

1181-1185  25  nov.  (4  a.,  2  m.,  24  g.). 

173.  Urbano  III,  di  Milano,  Crivelli,  25  novem. 

1185-1187  20  ottobre  (1  a.,  10  m.,  25  g.l. 

174.  Gregorio  Vili,  di  Benevento,  de  Morra, 

21  ottob.  1187-1)87  17  dio.  (1  m.,  27  g.i. 

175.  Clemente  III,  Romano,  Scolari,  19  dicem. 

1187-1191  marzo  (3  a.,  3  m.,  (?)  g). 

176.  Celestino  III.  Romano,  Bobone,  30  marzo 

1198-1216  8  gennaio  (18  a.,  0  m.,  8  g.). 

177.  Innocenzo  III,   di   Anagnl,  dei  Confi  di 

Segni,  8  gennaio  1198-1216  16  luglio. 

178.  Onorio  III,   Romano.    Savelli,   18  luglio 

1216-1227  18  marzo  (10  a.,  8  m.). 

179.  Gregorio  IX,  di  Anagni,  dei  Conti  di  Se- 

gni, 19  marzo  1227-1241  22  agosto  (14  a., 

5  m.,  3  g.). 

[Contìnua  a  pag.  199). 


DoHo  IL 


Benedetto  VII.  Giovanni  XIV.  Giovanni  XV. 


Gregokio  V. 


SiLVESTBO  II.  [  Giovanni  XVII.  Giovanni  XVIII. 


Sergio  IV.  Benedetto  VIII.  Giovanni  XIX.  Benedetto  IX. 


Gregorio  VI.  Clemente  II.  Dama  so  IL 


S.  Leone  IX. 


Vittore  IL 


Stefano  X. 


Nicolò  IL  Alessandro  IL 


Vittore  III.  Ubbano  II.  Pasquale  II. 


(ìelasio  li. 


Calisto  II.  Onorio  II. 


Innocenzo  II. 


Celestino  II.  Lucio  IL  Eugenio  III.  Anastasio  IV. 


Adriano  IV.  Alessandro  III.  Lucio  IH. 


Urbano  III. 


tìCEGOBIO   Vili.  CLEMENTE  HI.  CELESTINO   III.  INNOCENZO   III. 


Onorio  III. 


Gkegokio  IX.  Celestino  IV.  Innocenzo  IV. 


Alessandro  IV.  Urbano  IV.  Clemente  IV.  Gregorio  X. 


Innocenzo  V.  Adriano  V.  Giovanni  XXI.  Nicolò  III. 


Martino  IV.  Onorio  IV.  Nicolò  IV.  S.  Celestino  V. 


Bonifacio  Vili.  Benedetto  XI.  Clemente  V.  Giovanni  XXII. 


m  rV.  di  Milano.  Cattìgììonì,  25  ott. 

,-..rj41   10  nov.  (16  CI. 
181.  ImnKfiizo  IV.  di  GtMiowi,  Fitachi,  25  giù- 

pno  1243-1Ì54  7  die.  (11  a.,  6  m..  12  g.). 
181  AKss;uuiro  IV.  di  Anagnl.  del  Conti  di  Se- 

./M'.  12  dioeinbro    1254-1261  26  maggio 

ir.  a..  .")  in..  13  «.). 

153.  Urbano  IV.  di  Troyos.  r,ni.'<ìleon,  29  ago- 

sti» ]•>»')  1-1*264  2  ottobre  CI  a..  1  ni..  3  g.). 

154.  l'I.  in.  ;i*.>  IV.  Frauc.  I^  Oros,  5  febbraio 

»  noveinb.  (3  a.,  9  m.,  24  g.). 
1  S.'S.  1  \  ili  Piacenza,  Visconti,  1  sett. 

!..  1-1.. o  it»  gennaio  (4 a.,  4  m.,  10  g.). 

186.  B.  Innocenzo  V,  Savoiardo,  d«  Tarenta- 

»ia,  21  genn.  1276-1276  22  giugno  (6  m., 
1  eX 

187.  Adriano  V.  di  Genova,  Fiesehi,  11  loglio 

1276-1276  18  agosto  (1  m.,  7  g.). 

18.^.  Giovanni  XXI.  di  Lisbona.  Giuliano,  8  set- 
tembre 1-276-1277  20m.agj:.  (8  m.,  12  g.). 

1S9.  Niccolò  III,  Rom.,  Omini,  25  nov.  1277- 
1280  22  agosto  (2  a.,  8  m  ,  28  g.). 

190.  Martino  IV,  Francese,  Mompilié  de  Brie, 

24  febb.  1281-1285  28  marzo  (3  a.,  1  m., 

Or.). 

191.  Onorio  IV,  Romano,  Savelli  2  aprile  1285- 

IJ^T  3  aprile  (2  a.,  1  g.). 
1  <_'.  N.    .  lo  IV,   d'Ascoli,   Mosci,   13  febbraio 
12<^-r292  4  aprile  (4  a.,  1  m.,  13  g.). 

193.  S. Celestino  V,  d'Isernia  Angeleri  dal  Mur- 

rone,  5  lugl.  1-294-1294  13  die.  (5  m.,  8  g.) 
si  dimise  dal  Pontificato.  Morì  il  19 
mas^MO  1290. 

194.  Bonifacio  VIII,  di  Anagnl,  Caetani,  24  die. 

1-294-1303  11  o  12  ott.  (8  a.,  9  m.,  17  e.\ 

195.  B.  Benedetto  XI,   di   Treviso,  JBoccasini, 

22  ott.  1303-1304  7  lugl.o  (8  m.,  16  g). 
106.  Clemente  V,  Frane,   de   Go'h,  5  giugno 
1305-1314  14  aprile  (8  a.,  10  m.,  15  g.i. 

197.  Giovanni  XXII,  Frane.,  Z)Mè«(f!,  7  ag.  1316- 

1334  4  dicembre  (18  a.,  3  m.,  29  g.). 
[Xircoìò  V,  1328-1330]. 

198.  Benedetto  XII,  Francese,  Foumier,  20  die. 

1334-1342  25  aprile  (7  a.,  4  m.,  5  g.). 

199.  Clemente  VI,  Francese,  Roger,  7  maggio 

1342-1352  6  dicembre  (IO  a.,  6  m.  29  g.). 

200.  Innocenzo  VI,  Frane,  Auhert,  18  dicem- 

bre 1352-1362  12  sett.  (9  a.,  8  m.,  25  g.). 

201.  B.  Urbano  V,  Frane,  Grimoard,  ottobre 

1362-1370  19  die.  (8  a.,  1  m.,  13  g.). 
■j02.  Gregorio  XI,  Francese,  Roger,  30  dicemb. 
1370-1378  27  marzo  (7  a.,  2  m.,  27  g.). 

203.  Urbano  VI,  di  Napoli,  Frignano,  8  aprile 

1378-1389  15  ottobre  (11  a.,  6  m.,  7  g.). 

204.  Bonifacio  IX,  di  Napoli,  TmnaceUi,  2noT. 

1389-1404  1  ottobre  (14  a.,  11  m.). 

205.  Innocenzo  VII,   di  Sulmona,  Migliorati, 

17  ott  1404-1406  6  nov.  (2  a.,  2.)  g.'. 

206.  Gre gorioXII,  Veneziano,  Correr,  e.  30  no- 

vemb.  1406  rinunziò  nel  1415  4  giugno 
(8  a.,  6  m.,  4  g.).  Mori  il  18  ott.  1417. 

P    PI  AVIGNONESI 

[Clemente  VII,  de'  conti  di  Savoia,  20  sett  1378- 

1394  16  settembre]. 
[Benedetto  XIII,  Aragonese  de  Lune,  28  sett. 

1394-1423  23  maggio]. 


[aemente  Vili,    Ma7i03,    10  giugno  1423-14^9 

16  luglio]. 
[Benedetto  XIV,  Garner,  12  nov.  1425- 1430](7) 


TAPI  PISANI 

[Alessandro  V,  di   Cmdia,  Filargo,  26  «in 

1409-1410  3  maggio). 
[Giot'flMMi  XX III,  di  Napoli,  Cassa,  e.  Il  mai,'  r. 

1410  rim<>»'<o  dal   Fonlifleato   nel  141ù], 

Mori  22  novembre  1419. 

207.  Martino  V.  Romano.  Colonna,  di  anni  50, 

11  novemb.  1417-1431  20  febbraio  (13 a, 
3  m.,  9  g.). 

208.  Eugenio  IV.   Veneziano,   Condulmaro,  di 

anni  48.  3  marzo  1431-1447  23  febbràio 
(15  a.,  11  m.,  20  g.). 
[Felice  V,  S-Jvoia,  6  novemb.  1439-1449  7  aprile 
rinunziò].  Morì  7  gennaio  1451. 

209.  Niccolò  V.   di    Sarzana.   Far.'oltt  elli,    di 

anni  48.    6  marzo  1447-1455    21  marzo 
(8  a.,  18  g.). 

210.  Calisto  III.  Spagnuolo.  Borgia,  41  anni  78, 

8  aprile  1455-1458   6  agosto  (3  a.,  3  m., 

29  g.). 

211.  Pio  II.  di  Siena,  Pìccolomini,  di   anni  53, 

19  agost  1458-1464  15  agost  (5  a.,  11  m., 
26  g.). 

212.  Paolo  II,  Veneziano.   Barho,   di  anni  43, 

30  ag.,  1464-1471  26  luglio   (6  a.,    10  m., 
26  g.). 

213.  Sisto  IV,  di  Savona,  della  Rovere,  di  a.  57. 

9  ag.,  1471-1484  12  ag.  (13  a..  3  g.). 

214.  Innocenzo  Vili,  di  Genova,  Cibo,  di  a.  52, 

29  agost  1484-1492  25  luglio  (7  a.,  lOm., 

26  g.). 

215.  Alessandro  VI,  Spagn.,  Borgia,  di  anni  60, 

11   agosto  1492-1503    18  agosto  (11  a., 

11  m.,  7  g.). 

216.  Pio  III,    di  Siena,   Todeschini-Picrolomini, 

di  anni  64,  22  sett  1503-1503  18  ottobre 
^26  g.). 

217.  Giulio  II,  di  Savona,  della  Rovere,  di  a.  50, 

31  ott  1503-1513  21  febbraio  (9  a.,  3  m., 
21  g.). 

218.  Leone  X,  Fiorentino.  Medici,  di  anni  38, 

10  marzo  1513-1521   1  dicembre  (8  a., 
8  m.,  30  g.). 

219.  Adriano  VI  di  Utrecht,  Adriano  Dedel, 

di  a.  63.  9  gennaio  1522-1523  14  settem- 
bre (1  a.,  8  m.,  6  g.). 

220.  Clemente  VII,  Fiorentino.  Medici,  di  a.  45, 

18  novembre  1523-1534   25  sett   (10  a., 
1  m.,  5  g.). 

221.  Paolo  III,  Romano,  Farnese,  di  anni  66, 

13  ott  1534-1549  10  nov.  (15  a.,  28  g.). 

222.  Giulio  III,    Romano,   Ciocchi  del   Monte, 

di  anni  63,  7  febbr.  1550-1555  23  marzo 
(5  a..  1  m.,  16  g.). 

223.  Marcello  II,   di  Montepulciano,   Cervini, 

di  anni  54,  9  aprile  1555-1555  30  aprile 
(21  g.). 

224.  Paolo  IV,  Napoletano,  Carafa,  di  anni  79, 

23  magg.  1555-1559  18  agosto  (4  a.,  2  m., 

27  g.). 

225.  Pio  IV,  Milanese,  Medici,  di  a.  60,  25  die 

1559-1565  9  die.  (5  a.,  11  m..  15  g.). 

226.  S.  Pio  V,  di  Bosco  (Piemonte).  Ghìslieri, 

di  anni  62,  7  genn.  1566-1572  1  maggio 
(6  a.,  3  m.,  24  g.). 

227.  Gregorio  XIII,  Bolognese,  Boneomp'tgni, 

di  a.  70,  13  maggio  1572- 158.1  10  aprile, 

12  a..  10  m.,  28  g.). 

228.  Sisto  V,  di  Grottamare  (Marche).  Peretlì, 

di  anni  64,   24  aprile  1585-1590  27  ago- 
sto (5  a.,  4  m.,  3  g). 

{Continua  a  pag.  203). 


Benedetto  XII.  Clemente  VI.  Innocenzo  VI. 


Urbano  V. 


Geegokio  XI.  Urbano  VI.  Clemente  VII.  Benedetto  XII. 


Bonifacio  IX.  Innocenzo  VII.  Gregorio  XII.  Alessandro  V. 


Giovanni  XXHI.  Martino  V.  Eugenio  IV. 


Nicolò  V. 


Calisto  III. 


Pio  II. 


Paolo  II. 


Sisto  IV. 


( 


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v*V 


Mll.  Al  KSS.VNDHO    VI 


Pio  111. 


Giulio  II. 


1 


^:*._iy 


Leoxk  X. 


Adriano  VI.  Clemente  VII. 


Paolo  III. 


GnTLio  UI. 


Mabcello  II. 


Paolo  IV. 


Pio' IV. 


8.  Pio  V.  Gbegobio  XIII. 


Sisto  V. 


Ubbano  vii. 


Gbegoeio  XIV.  X>-yocE>-zo  IX.  Clemente  Vili. 


Leone  XI. 


i   ^^ 


^ 


N^ 


Paolo  V. 


Gkegokio  XV.       Urbano  Vili.       Innocenzo  X. 


Alessandro  VII.      Clemente  IX.      Clemente  X.       Innocenzo  XI. 


Alessandro  Vili.    Innocenzo  XII.      Clemente  XI.     Innocenzo  XIII. 


Benedetto  XIII.     Clemente  XII.     Benedetto  XIV.     Clemente  XIII. 


Clemente  XIV.        Pio  VI. 


Pio  VII. 


Leone  XII. 


Pio  vili. 


Gkkuorio  \VI. 


Pio  IX. 


Leonk  XIII. 


VII.  Romano,  Castagna,   15  sett. 
'•0  27  sett.  (13  g.). 
'XIV,  Cromonrso,  Sfotidi'afi,  di 
wnu  ó5,  5  dicembre  1590-1591   16  otto- 
re  (IO  m.,  10  g.). 
,.,..  »;iiiocenzo  IX,  Bolognese,  Faerh inatti,  dì 
anni  72,  29  ottobre  1591-1591  30  dicem- 
bre (2  m.K 
:".2.  Clemente  VIII,  Fiorentino.  Aldóbrandini, 
di  anni  56,  30  genn.  1592-1605  3  marzo 
(13  a.,  1  m.,  2  g.\ 

233.  Leone  XI,  Fiorentino,  Medici,  di  anni  70, 

I  aprile  1605-1605  27  aprile  (27  g.). 

234.  Paolo  V,  Romano,   Borghese,   di  anni  53, 

16  magg.  1605-1621  28  geun.  (15  a.,  8  m., 

12  g.). 
015.  Greporio  XV,  Bologn..  Ludovisi,  di  a.  67, 

9  febbraio  1621-1623  8  luglio  (2  a.,  5  m.). 
-   '>.  Urbano  VIII,   Fiorentino,  Barberini,    di 

anm  55,  6  ag.  1623-1644  29  luglio  (20  a., 

II  m.,  21  R.i. 

237.  Innocenzo X,  Romano,  Pamphily,  dia.  71, 

15  sett.  1644-1655  5  gennaio  (10  a.,  3  m., 
23  g.). 

238.  Alessandro  VII,  di  Siena,  Chigi,  di  a.  56, 

7  aprile  1655-1667  22  magg.  (12  a.,  1  m., 
15  g.). 

239.  Clemente  IX,    di   Pistoia,  Rospigliosi,  di 

anni  67,  20  giugno  1667-1669  9  dicemb. 
(2  a.,  5  m.,  9  g.). 

240.  Clemente  X.  Romano,  Altieri,  di  anni  80, 

29  aprile  1670-1676  22  luglio  (6  a.,  2  m., 
23  g.). 

241.  Innocenzo  XI,   di   Como,    Odescalchi,    di 

anni  65,  21  settembre  1676-1689  11  ag. 
(12  a.,  10  m.,  22  g.). 
12.  Alessandro  Vili,  Veneziano,  Ot'oboni,  di 
anni  79,  6  ottobre  168J-I691  1  febbraio 
(1  a.,  3  m..  27  g.). 
43.  Innocenzo  XII,  di   Napoli,  Pignatelli.  di 
anni  76,  12  luglio  1691-1700  27  settem- 
bre (9  a.,  2  m.,  15  g.). 
244.  Qemente  XI,  di  Urbino,  Albani,  di  a.  51, 


23  nov.  1700-1721  19  marzo  (20  a.,  3  m., 
15  g.), 
245-  Innocenzo  XIII,  Romano,  Conti,  di  a.  66, 
8  maggio  1721-1724  7  marzo  (2  a.,  9  m., 
29  g.). 

246.  Benedetto  XIII,  Romano,  Orsini,  di  a.  75, 

29  maggio  1724-1730  21  febb.  (5  a.,  8  m., 
23  g.). 

247.  Clemente  XII.  Fiorentino,  Corsini,  d\  a.  73, 

12  luglio  1730-1740   6  febb.   (9  a.,   6  m., 
25  g.). 

248.  Benedetto  XIV,   Bolognese,    Lnmbertini, 

di  anni  65,  16  agosto  1740-1758  3  mag- 
gio (17  a.,  8  m.,  16  g.). 

249.  Clemente  XIII,  Venez.,  Rezzonico,  di  a.  66, 

6  luglio  1758-1769   2  febb.   (10  a.,  6.  m., 
27  g.). 

250.  Clemente  XIV,  di  S.  Angelo  in  Vado,  Gan- 

ganeìli,  di  anni  64,  19  niajrg.  1769-1774 

22  settembre  (5  a.,  6  m.,  3  g.). 
Pio  VI.   di   Cesena,   Branchi,  di   anni  5S, 

15  febb.  1775-1799  20  agosto  (24  a.,  8  m., 

14  g.). 
Pio  VII,  di  Cesena,  Chiaramonti,  di  a.  58, 

13  marzo  1800-1823  20  ag.   (23  a.,   5  m., 
6g.). 

263.  Leone  XII,  Spoletino,  nato  In  Genga,  della 
Genga,  di  a.  63,  28  settembre  1823-1829 
10  febbraio  (5  a.,  4  m.,  14  g.). 

254.  Piovili,  di  Cingoli,  CasUglioni,  di  a. 69, 

31  marzo  1829-1830  30  nov.  (1  a.,  8m.). 

255.  Gregorio  XVI,  di  Belluno,  Cappellari,  di 

anni  66,  2  febbraio  1831-1846   1  giugno 
(15  a.,  3  m.,  29  g.). 

256.  Pio  IX,  di   Senigallia.  Mastai- Fé  netti,  di 

anni  54,  16  giugno  1840-1878  7  febbraio 
(31  a.,  7  m.,  22  g.). 

257.  Leone  XIII,  di  Carpineto,  dioc.  di  Anagni, 

Pecci,  di  anni  68,  20  febbraio  1878-1903 
20  luglio  (25  a.,  5  m.). 
Pio  X,  di  Riese.  dioc.  di  Treviso.  Sarto, 
gloriosamente  regnante,  eletto  il  4  :i 
cor.  9  agosto  1903,  di  anni  68. 


251. 


252. 


258. 


H 


u 


OPUSCOLI  E^ 
SCHIARIMENTI 


STflBX.  ARNALDI-ViA  B.Vitruvio  9-niLfll10 


204  — 


LA  SANTA  CHIESA  ROMANA 


SOMMO    PONTEFICE 

CCLXIV  dopo  San  Pietro 
PIO    X 


(Fotogratia  Pouiiucia  u.  l  eiietto,  Treviso). 


GIUSEPPE    SARTO 

nato  in  Eiese,  diocesi  di  Treviso 
addì  2  giugno  1835. 


Seguirono  in  Roma  nel  1903: 


la  sua  Esaltazione  al  Pontificato 
la  sua  Coronazione 


4  agosto 
9  agosto 


GLI  E.mi  e  R.ml  SIGNORI  CARDINALI 

COMPONENTI  IL  SACRO  COLLEGIO 

CON  IL  LUOGO  E  LE  DATE  DELLA  LORO  NASCITA 

ED  ELEVAZIONE  ALLA  PORPORA. 

Ordine  del  Vescovi. 

*  Luigi  Oreglia  di  Santo  Stefano  (Bene  Va- 
gienna  1828),  Vescovo  di  Ostia  e  Velie- 
tri,  Decano  del  Sacro  Collegio  (1873). 

Serafino  Vannutelll  (Genazzano  1834),  Ve- 
scovo di  Porto  e  S.  Riiflna,  Sotto-Decano 
del  Sacro  Collegio  (1887). 

Antonio  Agliardi  (Colo^no  al  Serio  1832), 
Vescovo  di  Albano  (1896),  Vice-Cancelliere 


*  Cardinale  croalo  dalla  S.  M.  di  Pio  IX;  i  se- 
p\if vti  ('irono  tutti  creati  dalla  S.  M.  di  Leone  XIII. 


di  S.  R.  C,  Abate  comrn.  di  S.  Lorenzo  iti 
Damaso. 

Vincenzo  Vannutelli  (Genazzano  1836),  Ve- 
scovo di  Palestrina,  commendatario  di 
S.Silvestro  in  Capite  (1889). 

Francesco  Satolli  (Marsiano  1839),  Vescovo 
di  Frascati  (1895). 

Francesco  di  Paola  Cassetta  (Roma  1844), 
Vescovo  di  Sabina  (1899),  commendatario 
dei  SS.  Vito,  Modesto  e  Crescenzio. 

Ordine  dei  Preti. 

Giuseppe  Sebastiano  Neto  M.  O.  (Legis 
1841),  Primo  Prete,  del  tit.  dei  SS.  XII 
Apostoli,  patriarca  di  Lisbona  (1884). 

Alfonso  Capecelatro  C.  O.  (Marsiglia  1824), 
del  tit.  di  S.  Maria  del  Popolo,  bibliote- 
cario della  S.  Rom.  Chiesa,  Arciv.  di  Ca- 
pua  (1885). 

Patrizio  Francesco  Moran  (Leiglilinbrid,?e 
1830),  del  tit.  di  S.  Susanna,  Arcivescovo 
di  Sidney  (1885). 

Giacomo  Gibbons  (Baltimora  1834),  del  tit. 
di  S.  Maria  in  Trastevere,  Arcivescovo  di 
Baltimora  (1886). 

Mariano  Rampolla  del  Tindaro  (Polizzi  1843), 
del  tit.  di  S.  Cecilia  (1887). 

Francesco  M.  Beniamino  Richard  (Nantes 
1819),  del  tit.  di  S.  Maria  in  Via,  Arci- 
vescovo di  Parigi  (1889). 

Antonio  Giuseppe  Gruscha  (Vienna  1820), 
del  tit.  di  S.  Maria  degli  Angeli,  Arcive- 
scovo di  Vienna  (1891). 

Angelo  Di  Pietro  (Vivaro  1828),  del  tit.  di 
S.  Lorenzo  in  Lucina  (1893). 

Michele  Logue  (Raphoe  1840),  del  tit,  di 
S.  Maria  della  Pace,  Arcivescovo  di  Ar- 
magh  (1893). 

Claudio  Vaszary  O.  S.  B.  (Kerszthel  1832), 
del  tit.  dei  SS.  Silvestro  e  Martino  ai 
Monti,  Arcivescovo  di  Strigonia  (1893). 

Giorgio  Kopp  (Duderstadt  1837),  del  tit.  di 
S.  Agnese  fuori  le  mura,  Vescovo  di  Bre- 
slavia  (1893). 

Vittore  Luciano  Sulpizio  Lecot  (Montscout 
Lizerolles  1831),  del  tit.  di  S,  Pudenziana, 
Arcivescovo  di  Bordeaux  (1893). 

Ciriaco  Maria  Sancha  y  Hervas  (Quintana 
del  Pidio  1838).  del  tit.  di  S.  Pietro  in 
Molitorio,  Patriarca  delle  Indie  Occiden- 
tali, Arcivescovo  di  Toledo  (1894). 

Andrea  Ferrari  (Pratopiano  1850),  del  tit.  di 
S.  Anastasia,  Arcivescovo  di  Milano  (1894). 

Girolamo  Maria  Gotti  C.  S.  (Genova  1834), 
del  tit.  di  S.  M.  della  Scala  (1895). 

Salvatore  Cassanas  y  Pagés  (Barcellona 
1834),  del  tit.  de' SS.  Quirico  e  Giulitta, 
Vescovo  di  Barcellona  (1895). 

Domenico  Ferrata  (Gradoli  1847),  del  tit.  di 
S.  Prisca  (1896). 

Serafino  Crotoni  (Soriano  1833),  del  tit.  di 
S.  M.  sopra  Minerva  (1896). 

Giuseppe  Prisco  (Boscotrecase  1836)  del  tit. 
di  S.  Sisto,  Arcivescovo  di  NapoU  (1897). 

Giuseppe  Maria  Martin  de  Herrera  y  de 
la  Iglesia  (Aldeadàvila  1835),  del  tit.  di 


L>or> 


^pontina  Arcivescovo  dt  Com-  *  Alo-^srindro  Luft'iU  TMiìnno  1858),  del  tlt.  -!• 
i^^.  Aiidna  o  Gre^jorlo  aJ  Munto  Cello,  A; 
olvpscovo  di  ralenii')  (11)07). 
Desiderato  Mercler  (Braille  i'Allend  18:.  l 
del  tlt.  di  8.  Pietro  iu  ViucoU,  Arclvesco\ 
di  Mallries  (iy07). 


1  Conine   (Parigi  1829),  del  tlt. 

iìc'Aj.  .SS.  Trinità  al  Monte  Pinclo,  Arcive- 
scovo di  Lfbne  (18i>7). 

Giovanni  Battista C;vsali  del  Dra?ofRoma  1838) 
del  Ut.  S.  M.«  della  Vittoria  (1899). 

Alessaudro  Sammiulatelli  Zabarella  (Radicon- 
doli  1840)  del  Ut.  dei  SS.  Marcellino  e  Pie- 
tro (1899). 

Gennaro  Portauova  (Napoli  1845),  del  Ut.  di 
8.  Clemente,  Arcivescovo  di  Reggio  di  Ca- 
labria (i8;>'.t). 

Giuseppe  Frandca  Nava  di  Bontifè  (Cata- 
nia 1846),  del  Ut.  dei  Ss.  Giovanni  e  Paolo, 
Arcivescovo  di  Catania  (1899). 

*  .ancesco  Desiderato  Mathieu  (Einville  1839), 
del  Ut.  di  S.  Sabina  (18919). 

Pietro  Respighi  (Bologna  1843),  del  Ut.  del 
ss.  Quattro  Coronati,  Vicario  generale  di  S.  S. 
(1899). 

Agostino  Richelmy  (Torino  1850),  del  tit.  di 
S.  Eusebio,  Arcivescovo   di  Torino  (1899). 

BebasUano  Martinelli  O.E.S.A.  (S.Anna  1848) 
del  Ut.  di  8.  AgosUno  (1901). 

Casimiro  Gennari  (Maratea  1889)  del  Ut.  di 
S.  Marcello  (1901). 

Leone  Shrbensky  (Hausdorf  1863),  del  tit. 
di  8.  Stefano  al  monte  Celio,  Arcivescovo 
di  Praga  (1901). 

Giulio  Boschi  (Perugia  1839).  del  tit.  di  S.  Lo- 
renzo in  Panisperna, Arciv.diFerrara(1901). 

Giovanni  Kniaz  de  Kozielskio  Puzyna  (Guar- 
diec  1842),  del  Ut,  dei  S.  S.  Vitale  Gervasio 
e  Protasio,  Arcivescovo  di  Cracovia  (1901). 

Bartolomeo  Bacilleri  (Breonlo  1842),  del  Ut. 
di  8.  Bartolomeo  all'Isola,  Vescovo  di  Ve- 
rona (1901). 

Carlo  Nocella  (Roma  1826),  del  tit.  di  S.  Cal- 
listo (1903). 

Beniamino  Cavicchioni  (Velano  1836),  del  tit. 
di  S.  Maria  in  Aracoeli  (1903).  - 

Giovanni  Katschthaler  (Hippach  1832),  del 
tit.  di  S.  Tommaso  in  Parione,  Arciv.  di 
Salisburgo  (1903). 

Antonio  Uberto  Fischer  (Giullk  1840),  del  tit 
dei  SS.  Nereo  ed  Achilleo,  Arcivescovo  di 
Colonia  (1903). 

*  Raffaele  Merry  del  Val  [spagnuolo]  (Londra 
1865),  del  tit.  di  8.  Prassede  (1903). 

*  Giuseppe  Samassa  (Aranyos  Marot  1828),  del 
tit.  di  8.  Marco,  Arcivescovo  di  Agria  (1905). 

*  Gioacchino  Arcuverde  de  Albuquerque  Ca- 
valcanti (Pernambnco  1850).  del  titolo  dei 
SS.  Bonifacio  ed  Alessio,  Arcivescovo  di  Rio 
de  Janeiro  (1905). 

*  Aristide  Cavallari  (Chloggia  1849)  del  tit.  di 
8.  Maria  in  Cosmedin,  Patriarca  di  Vene- 
zia (1907). 

*  Gregorio  Maria  Agulrre  y  Garda  (Pola  di 

Gordon  1S35),  del  tit Arcivescovo 

di  Burgos  (1907). 

*  Aristide  Rinaldinl  fMontefaloo  1844),  del  tit 
di 0907». 

*  Benedetto  Lorenzelli  (Badi  1853),  del  tit  di 
8.  Croce  in  Gerusalemme,  Arcivescovo  di 
Lucca  a907). 

*  Pietro  Maffl  (Corteolona  1858),  del  tit.  di 
S.  Grisogono,  Arcivescovo  di  Pisa  (1907). 


Ordine  dei  Diaconi. 

Andrea  Steinhuber  S.  J.  (UUau  1825),  Dlaconc 

di  8.  Agata  alla  Suburra  (1893). 
Francesco  Segna  (Poggio  Ginolfo  1836),  Dia 

cono  di  S.  Maria  in  Portico  (1894). 
Giuseppe  Vlves  y  Tuto  M.  Cap.  (S.  Andrea  da 

Llevanneras  1854),  Diac. di  S.Adriano (1899) 
Francesco  Salesio  della  Volpe  (Ravenna  1844) 

Diacono  di  S.  Maria  in  Aquiro  (1899). 
♦Ottavio  Cagiano  de  Azevedo  (Fresinone  1845), 

Diacono  dei  SS.  Cosma  e  Damiano. 

Titoli  e  Diaconie  vacanti. 

Titoli.  -  S.  Balblna  —  S.  Giovanni  a  Por- 
ta Latina  —  S.  Girolamo  degli  Schiavonl  - 
8.  Pancrazio.  —  8.  Onofrio.  —  8.  Bernardo 
alle  Terme. 

Diaconie.  —  S.  Maria  in  Via  Lata  —  8.  Ma 
ria  ad  Mavtyrea  —  8.  Maria  in  D  ^mnica  — 
S.Nicola  in  Carcere  —  S.Giorgio  in  Velahro  — 
8.  Angelo  in  Pescheria  —  S.  Cesareo  tnPaia/i* 
—  S.  Eustachio. 

La  Gerarchia  Cardinalizia  è  distinta  nef 
tre  ordini:  Episcopale,  Presbiterale  e  Diacoìuile 
Gli  appartenenti  al  primo  occupano  le  Sedi 
Vescovili  suburbicarie,  cioè  limitrofe  a  Roma, 
che  sono  6;  gli  appartenenti  al  secondo  e  al 
terzo  prendono  il  titolo  da  diverse  delle  più 
antiche  chiese  di  Roma,  53  per  l'uno  e  KJ 
per  l'altro,  in  tutto  75  titoli,  ma  di  questi 
non  se  ne  conferiscono  che  70.  Il  Collegio  Car- 
dinalizio perciò  è  oggi  cosi  composto: 

Creati  da  Pio  IX i 

„        da  Leone  XIII 47 

„        da  Pio  X 11 

Cappelli  vacanti il 

Pieno  dei  Sacro  Collegio  70 


(•)  Creati  dal  regnante  rontefìce  Pio  X. 


PARTE  DELLA  FAMIGLIA  E  CAPPELLA 
PONTIFICIA. 

Cardinali  Palatini. 

Em.o   Angelo  di  Pietro,  Prodatario. 

r,  Raffaele  Merry  del  Val,  Segretario  di 
Stato  e  Presidente  della  Commissione 
Cardinalizia  Amministratrice  dei  Bini 
della  Santa  Sede. 

•       ,  Segretario  dei  Brevi. 

Prelati  Palatini. 

Mons.  Gaetano  Bisletl,  Maggiordomo  di  S.  S. 

„       ,  Maestro  di  Camera. 

P.  M.  Alberto  Lepidi  O.  P.,  Maestro  del   Sa- 
cro Palazzo  Apostòlico. 

Camerieri  Segreti  Partecipanti. 

Mons.  Augusto  Sili,  Arcivescovo  tit.  di  Cesa- 
rea del  Ponto,  Elemosiniere  segreto. 


—  206 


Mons.  Vincenzo  Sardi,  Segretario  dei  Brevi  ai 
Principi. 

„  Giacomo  della  Chiesa,  Sostilnto  della 
Segreteria  di  Sialo  e  Segr.  della  Cifra. 

„      Francesco  Spolverini,  Sottodatario. 

y,  Aurelio  Galli,  Segretario  delle  Lettere 
Ialine. 

„      Riccardo   Sanz  de  Samper,  Coppiere. 

„  Raffaele  Scapiuelli  di  Lègaigno,  Segre- 
tario d' ambasciata. 

„       Camillo  Caccia  Dominioni,  Guardaroba. 

„      Adamo  Sapieha. 


Mons.  Guglielmo  Pifferi,  O,  E.  S.  A.,  Vescovo 
tit.  di  Poriìreone,  Parroco  dei  Sacri 
Palazzi  Apostolici. 

„  Lodovico  Grabinski,  Segretario  delle 
S.  C.  Cerimoniale. 

„       Carlo  Eespighi,  Sottosegretario. 

Grandi  cariche  ereditarie  dì  Corte. 


Principi 


S.  E.  Don  Marcantonio  prin 

cipe  Colonna  ,    assistenti  al 

S.  A.  S.  Don  Filippo  principe  l         Soalio 
Orsini  duca  di  Gravina.         j  ^ 

S.  E.  Don  Mario  principe  Chigi-Albani,  Ma- 
resciallo perpetuo  di  S.  R.  C.  e  Custode  del 
Conclave. 

Camerieri  seg.  di  Spada  e  Cappa  partecipanti. 

Principe  D.  Frane.  Ruspoli,  Maestro  del  Sa- 
cro Ospizio. 

Principe  di  Cerveteri  D.  Alessandro  Ruspoli, 
Coadiutore  al  predetto  con  successione. 

March.  Urbano  Sacchetti,  Foriere  Maggiore 
dei  Sacri  Palazzi  Apostolici. 

Giulio  dei  March.  Sacchetti,  Coadiutore  al  pre- 
detto con  successione. 

March.  Luigi  Serlupi  Crescenzi,  Cavallerizzo 
Maggiore  di  S.  S. 

Principe  D.  Camillo  Massimo,  S.  G.  P. 

Conte  Edoardo  Soderini,  Latore  della  Rosa 
d'Oro. 

Ufficiali  superiori 
del  Corpo  delle  Guardie  nobili  pontificie. 

D.  Camillo  Principe  Rospigliosi,  Tenente  Ge- 
nerale, Capitano  comandante. 

Marchese  Filippo  Naro  Patrizi  Monterò,  Te- 
nente Generale   Vessillifero  di  S.  R.  C. 


Mons.   Lorenzo   Passerini,    Patriarca   tit.    di 

Antiochia,   Vicecamerlengo  di  S.  R.  C. 
Mons.  Antonio  Sabatucci,  Arcivescovo  tit.  di 

Antinoe,   Uditore  Generale   della  Rev.  Cam. 

Apostolica. 

Tesoriere  Generale  della  R.  C.  A. 

P.  Pacifico   da  Seggiano,  M.  Cap.,  Predicatore 

Apostolico. 


SACRE  CONGREGAZIONI. 
S.  Romana  ed  Universale  inquisizione. 

Ha  per  iscopo  la  conservazione  della  pu- 
rità e  della  fede.  Accorda  le  dispense  per  i 
digiuni,  per  i  matrimonil  misti,  i  poteri  per 
i  casi  di  concussione,  di  eresia,  o  di  ritorno 
dallo  scisma,  ec.  —  Uffìzio:  palazzo  del  S.  Uf- 


ficio, dietro  il  colonnato  di  S.  Pietro,  a  destra 
della  Piazza. 

La  Santità  di  Nostro  Signore,  Prefetto. 
Emo  Serafino  Vannutelli,  Segretario. 

Concistoriale. 

Incaricata  di  esaminare  le  persone  da  riu- 
nirsi in  Concistoro.  —    Uffizio:  palazzo  della 
Cancelleria,  piano  2". 
La  Santità  di  Nostro  Signore,  Prefetto. 
,  Segretario. 

Commissione  Pontificia 
per  la  riunione  delle  Chiese  dissidenti. 

Creata  dal  S.  P.  Leone  XIII  per  facilitare 
il  compimento  dell'unione  tra  le  Chiese  occi- 
dentale ed  orientale,  nonché  delle  Chiese  dis- 
sidenti. —    Uffizio:  palazzo  Ap.  Vaticano. 
La  Santità  di  Nostro  Signore,  Prefetto. 
Mons.  Luigi  Veccia,  Segretario. 

S.  Visita  Apostolica. 

Cura  la  Visita  delle  chiese  di  Roma  e  re- 
gola la  celebrazione  delle  messe  fondate,  ec. 
—  Uffizio:  palazzo  della  Cancelleria,  piano  l". 
La  Santità  di  Nostro  Signore,  Prefetto. 
Mons ,  Segretario. 

Vescovi  e  Regolari. (i) 

Si  occupa  delle  Regole  di  tutti  gli  Ordini 
ed  Istituti  religiosi  sia  maschili  che  femmi- 
nili, ne  approva  gli  Statuti  per  le  nuove  fon- 
dazioni, e  ne  modifica  quelli  esistenti,  qualora 
occorresse  il  bisogno;  e  principalmente  delle 
cause  che  possono  sorgere  tra  preti  e  Vescovi, 
tra  religiosi  e  loro  superiori;   approva  e  ri- 
vede le  costituzioni  degli  ordini  religiosi,  re- 
gola l'accettazione  dei  novizii,  ec.  —  Uffizio: 
palazzo  della  Cancelleria,  piano  2o. 
F,mo      Domenico  Ferrata,  Prefetto. 
Mons.  Oreste  Giorgi,  Segretario. 
„      Luigi  Budini,  Sottosegretario. 

Concilio. 

Interpreta  le  decisioni  del  Concilio  di  Tren- 
to, si  occupa  delle  cause  di  matrimonio,  fa  la 
revisione   degli  atti   dei   concilii  provinciali, 
sinodi  diocesani,  e  decide  nei  casi  di  diver- 
genza disciplinare  tra  preti  e  vescovi,  ec.  — 
Uffìzio:  palazzo  della  Cancelleria,  piano  1». 
Emo  Vincenzo  Vannutelli,  Prefetto. 
Mons.  Gaetano  De  Lai,  Segretario. 
„      Michele  Lega,  Sottosegretario. 

Residenza  dei  Vescovi. 

Si  occupa  di  studiare  le  istanze  dei  Vescovi 
che   desiderano   per  giustificati  motivi  cam- 
biare o  rinunziare  alla  loro  diocesi.  —  Uffìzio: 
palazzo  della  Cancelleria,  piano  l». 
Emo  Pietro  Respighi,  Prefetto. 
Mons.  Gaetano  De  Lai,  Segretario. 


(1)  Con  Motu  proprio  del  1906,  il  Sommo 
Pontefice  Pio  X  ha  abolite  le  S.  R.  Congre- 
gazioni sopra  lo  stato  dei  Regolari,  della  Di- 
scipli}ia  regolare  e  della  Immunità  ecclesiastica 
riunencjoje  a  questa  Congregazione. 


De  Propaganda  Fide. 

L»  più  impoitaiite  »ii  tutto  1.  ;...,..  ..i- 
Sioni  romane,  tmito  ohe  il  Cardinale  Trelotio 
si  chiama  il  l'apa  rtutso.  Si  oecuj)a  di  «iitanto 
risguarda  le  Missioni  di  ojjni  paese  e  da  essa 
dipendano  tutti  1  Vesci>vi.  Delegati,  Vicarii  o 
Prefetti  ehe  propa^jano  la  fede  per  gl'idolatri. 
Accorda  il  titolo  di  mission  n-io  apostolico.  Nes- 
sun gabinetto  di  Ministro  deyli  Esteri  è  cosi 
bene  informato  dejjU  affari  africani  e  del- 
l'estremo Oriente,  nonché  di  quanto  avviene 
nei  più  remoti  siti  del  mondo  comprese  le 
terre  antartiche,  come  il  Prefetto  generale  di 
Propaganda.  —  Uffìzio:  palazzo  proprio,  piazza 
di  Spagna. 

'    Girolamo  M.»  Gotti.  Prefetto  generale. 
Francesco  Salesio  della  Volpe,  Prefetto 
dMl' Economia. 

MS.  Lnigi  Veccia,  Segretario. 
,  Pro'oiiotario  Apost. 

De  Propaganda  Fide, 
per  gli  affari  del  Rito  Orientale. 

E"»  Girolamo  M.»  Gotti,  Prefetto. 
Mons.  Gliolamo  RoUeri,  Segretario. 

Azienda  generale 
della  Rev.  Camera  degli  spogli. 

E™"  Francesco  P.ilosio   della  Volpe.  Prefetto. 
Mons.  Giovanni  Battista  Costa,  Segretario. 

Indice. 

Esamina  i  libri  che  vengono  pubblicati  e, 
dove  ne  è  il  caso,  ne  proibisce  la  lettura,  e 
accorda  il  potere  di  leggere  i  libri  proibiti, 
—    Uffìzio:  palazzo  della  Cancelleria. 
E»"  Andrea  Steinhuber,  Prefetto. 
P.  M.  Alberto  Lepidi,  Assistente  perpetuo. 
P.  M.  Tommaso  Esser,  Segretario. 

Sacri  Riti,  Indulgenze  e  Sacre  Reliquie.! i) 

Regola  le  quistioni  liturgiche,  esamina  le 
cause  di  Beatitioazione  e  Canonizzazione,  esa- 
mina l'autenticità  delle  Reliquie  e  regola  le 
Indulgenze.  —  Uffizio:  palazzo  della  Cancel- 
leria. 

E"»  Serafino  Cretonl,  Prefetto. 
Mons.  Diomede  Panici,  Arciv.  tit.  di  Laodicea, 
Segretario. 
„       Alessandro  Verde,  Promotore  della  fede. 
„      Angelo  Mariani,  Assessore  e  Sottupromo- 
tore  della  fede. 

Commissione  liturgica. 

Rmo  Calcedonio  Mancini,  C.  M.,  Presidente. 
R"»  P.  Giorgio  Schòber  C.  SS.  R.,  Segretario. 

Commissione  storico  liturgica. 
Rmo  Mons.  Luigi  Duchesne,  Presidente. 


fi)  Con  Motu  proprio  del  1906  il  Sommo 
Pontefice  Pio  X  ha  riunita  la  S.  R.  Congre- 
gazione delle  Indulgenze  e  Sacre  Reliquie, 
a  questa  dei  Riti. 


Commissione  per  l'edizione  Vatican 
dei  libri  liturgici  Gregoriani. 

R™»  P.  Abate   1>.  Giuseppe   Polhier  O.  S.  B., 

Presidente. 
R»"»  P.  Angelo  de  Santi,  Uela'ore. 

Commissione  per  la  musica  e  il  canto  Sacro. 

R™»  P.  Abate  D.  Giuseppe  Pothler,  Presidente:. 
Mons.  Carlo  Respigbi,  S-gretario. 

Cerimoniale. 

Decide  nelle  quistioni  cerimoniali,  non 
strettamente  liturgiche;  ricevimenti. etichetta 
di  Corte,  ec.  —  Uffizio:  palazzo  di  Santa  Maria 
Maggiore. 

E">«  Luigi  Oreglla  di  Santo  Stefano,  Prefetto. 
Mons.  Lodovico*  Grabinskl,  Segretario. 
Mons.  Carlo  Respighi,  Sottosegretario. 

Esame  dei  Vescovi. 

Questa  Congregazione  si  occupava  una 
volta  di  esaminare  in  teologia  e  sacri  canoni 
gli  eletti  ad  un  vescovato.  Ma  ora  essendo  gli 
eletti  dispensati  da  questa  formalità,  esiste 
solo  di  nome. 

Pref. 

,  Segretario. 

Reverenda  Fabbrica  di  S.  Pietro. 

Fondata  in  principal  modo  per  ammini- 
strare i  beni  della  Basilica  vaticana  e  farvi 
eseguire  1  lavori.  È  pure  incaricata  di  accor- 
dare dispense  a  proposito  dei  le;;ati  pii.  fon- 
dazione di  messe,  ec.  —  Uffìzio:  palazzo  dell;i 
R.  F.  Aracoeli. 

Emo  Mariano  Rampolla  del  Tindaro,  PrefeH'  . 
Mons.  Saverio  Ganzano,  Economo,  Segretario. 

Lauretana. 

Si  occupa  di  quanto  risguarda  il  mondiale 
Santuario  di  Loreto,  e  prima  che  il  governo 
italiano  ne  incamerasse  i  beni, li  amministravn 
rigorosamente,  aumentandone  ogni  anno  il  pa- 
trimonio, ora  ridotto  quasi  al  nulla.  —  Uffi- 
zio: Vaticano,  Segreteria  di  Stato. 
E»»  Raffaele  Merry  del  Val,  Prefetto. 
Mons.  Francesco  Spolverini,  Segretario. 

Affari  Ecclesiastici  straordinari. 

Esamina  gli  affari  politico-religiosi  nei  rap- 
porti tra  la  Santa  Sede  ed  i  governi  di  tutto 
il  mondo.  —  Uffizio:  Vaticano,  piano  3'. 
Mons.  Pietro  Gasparri  Arciv.  tit.  di  Cesarea 
di  Palestina,  Segretario. 
„      Umberto  Benigni,  Sottosegretario. 

Studi. 

Si  occupa  di  quanto  concerne  l'insegna- 
mento in  generale,  dell'erezione  di  Univer- 
sità cattoliche,  ha  il  potere  di  conferire  i  gradi 
accademici  riconosciuti  nell'intero  orbe.  — 
Uffìzio:  palazzo  della  Cancelleria. 
Emo  Francesco  Satolli,  Prefetto. 
Mons.  Ascenso  Dandlni,  Segretario. 


—  208 


Commissione  pontificia  per  la  codificazione 
del  Diritto  canonico. 

Emo  Serafino  Vannutelli,  Presidente. 
Mons.  Pietro  Gasparri,  Segretario. 

Commissione  cardinalizia  amministratrice 
dei  beni  della  Santa  Sede. 

£•"0  Raffaele  Merry  del  Val,  Presidente. 
Mons.  Nazzareno  Marzolini,  Segretario. 

Penitenzierla  Apostolica. 

È  un  tribunale  o  ufficio  di  concessioni  in 
materia  di  coscienza   e  di  Foro  interno.  — 
Uffìzio:  palazzo  della  Cancelleria. 
Emo  Serafino  Vannutelli,  Penitenziere  Maggiore. 
Mons.  Alessandro  Garcani,  Reggente. 
P.  Domenico  Palmieri,  Teologo. 
Mons.  Basilio  Pompili,  Datario. 

Cancelleria  Apostolica. 

Ufficio  incaricato  della  spedizione  e  regi- 
strazione delle  Bolle  pontificie.  —  Uffizio:  pa- 
lazzo della  Cancelleria. 

Emo  Antonio  Agliardi,  Vicecancell.  e  Sommista. 
Mons.  Cesare  Spezza,  Reggente  e  Sottosommista. 

Datarla  Apostolica. 

Uffizio  incaricato  della  concessione  delle 
grazie  in  materia  di  benefizi!  ;  accorda  pure 
le  dispense  matrimoniali.  —  Uffìzio:  palazzo 
della  Dataria  al  Quirinale. 
Emo  Angelo  di  Pietro,  Prodatario. 
Mons.  Francesco  Spolverini,  Sottodatario. 


Rev.  Camera  Apostolica. 

Era  l'antico  ministero  delle  finanze  dello 
Stato  pontificio. 

Emo  Luigi  Oreglia  di  Santo  Stefano,  Camer- 
lengo di  S.  Eom.  Chiesa. 
Mons.  Lorenzo  Passerini,  Patriarca  tit.  di  An- 
tiochia,  Vicecamerlengo. 
Mons.  Antonio  Sabatucci,  Arcivescovo  tit.  di 

Antinoe,   Uditore  Generale. 
,  Tesoriere  Generale. 

Segreterie  Palatine. 

Emo   Raffaele  Merry  del  Val,  Segret.  di  Stato. 
Mons.  Giacomo   della  Chiesa,  Sostit.  e   Segr. 
della  Cifra. 


Emo ,  Segretario  dei  Brevi. 

Mons.  Nicola  Marini,  Sostituto. 


Mons.  Vincenzo  Sardi,  Segretario  de' Brevi  ai 
Principi. 

Mons.  Aurelio  Galli,  Segr.  delle  Lettere  Latine. 


Biblioteca  Apostolica  Vaticana. 

Emo  Alfonso  Capecelatro,  Bibliotecario  di  S. 

R.  C,  Protettore. 
P.  Francesco  Ehrle  S.  J.,  Prefetto   o  Custode. 
Licurgo  Zucchetti,  segretario. 

Archivii  della  Santa  Sede. 

Emo  Francesco  Segna,  Prefetto. 
Mons.  Pietro  Wenzel,  Sotto-archivista. 
{Stampato  il  31  agosto  1907). 


SERIE  CRONOLOGICA  DEI  SOVRANI  DELLA  REAL  CASA  DI  SAVOIA 


1003.  Umberto  I  Biancamano,  Conte  d'Aosta,     1285. 
di  Moriana,  di  Savoia,  eo.;  sue  prime 
notizie  nel  1003,  ultime  nel  1056. 

1056.  Amedeo   I,  la  Coda,  Conte  di  Savoia. 

....  Odone,  figlio  di  Umberto  I,  Marchese 

d'Italia,  morto  nel  1060.  1323. 

1060.  Pietro  I,  figlio  d' Odone,  morto  nel  1078. 

....  Amedeo  II,  fratello  del  prec,  morto 

verso  il  1080.  1329. 

....  Umberto  II,  il  Rinforzato,  figlio  del 

prec,  morto  il  1103.  1343, 

1103.  Amedeo  III,  figlio  del  prec.  Conte  di 

Torino,  di  Borgogna  e  di  Lombardia,     1383. 
nato  nel  1095,  moi'to  nel  1148. 

1148.  Umberto  III  (Beato)  figlio  del  prec, 

nato  circa  il  1129,  morto  nel  1189.         1391. 

1189.' Tommaso  I,  figlio  del  prec,  nato  nel 
1178,  morto  nel  1233. 

1233.  Amedeo  IV,  Duca  del  Chiablese,  figlio 
del  prec,  morto  nel  1253. 

1253.  Bonifacio,  l'Orlando,  figlio   del  prec, 
nato  nel  1244  o  '45,  morto  nel  1268. 

1263.  Pietro  II,  il  piccolo  Carlomagno,  terzo- 
genito di  Tommaso  I  nato  nel  1203,  1439. 
morto  nel  1268.  Ebbe  in  dono  dal- 
l'Abate di  San  Maurizio  l'anello  (oggi 
perduto)  di  detto  Santo,  col  quale  si 
dava  investitura  del  regno. 

1268.  Filippo  I,  l:glio   di   Tommaso  I,  nato 
nel  1207,  morto  uel  1385. 


Amedeo  V,  il  Grande,  Conte  di  Savoia, 
Duca  del  Chiablese,  secondogenito  di 
Tommaso  II  Conte  di  Fiandra,  figlio 
questi  di  Tommaso  I,  nato  dopo  il 
1252,  morto  nel  1323. 

Odoardo,  il  Liberale,  figlio  del  prece- 
dente, nato,  si  crede,  nel  febbraio  1284, 
morto  nel  1329. 

Aimone,  il  Pacifico,  fratello  del  prece- 
dente, nato  nel  1291,  morto  nel  1343. 

Amedeo  VI,  Conte  Verde,  figlio  del  pre- 
cedente, nato  nel  1334,  morto  nel  1383. 

Amedeo  VII,  Conte  Rosso,  figlio  del 
precedente,  nato  nel  1360,  morto  nel 
1391. 

Amedeo  Vili,  il  Pacifico,  primo  Duca 
di  Savoia,  figlio  del  prec,  nato  nel  1383, 
morto  nel  1451.  Nel  1439  in  novembre 
dal  Concilio  di  Basilea  fu  eletto  Papa 
col  nome  di  Felice  V,  e  rinunziò  alla 
corona;  quando  conobbe  la  sua  ele- 
zione non  essere  stata  legittima,  de- 
pose in  aprile  del  1449  la  tiara. 

Ludovico,  figlio  del  prec,  nato  nel  1414, 
morto  nel  1465.  Ludovico  e  la  moglie 
ebbero  con  atto  del  22  marzo  1452  il 
prezioso  dono  della  Sagratissima  Sin- 
done da  Margherita  dei  Signori  di 
Charny,  vedova  del  Conte  Umberto  di 
Villar-Sexel. 


—  200 


Mr.'v  j*  meneo  ìA  I .  '      Iflproo.,  nato 

nel  ìi'òò,  «Il  '. 

H62.  Filiberto I,»7<  -ilo  del  prec, 

nato  nel  14G3,  multo  nel  1482. 

143'2.  Carlo  I,  i7  Guerriero,  fratello  del  prec, 
nato  nel  HG8,  morto  nel  uyO.  Car- 
lotta di  Lusignano,  zia  di  Carlo  I,  Re- 
gina di  Gerusalemme,  di  Cipro  e  di 
Armenia,  nel  1445  cedette  al  nipote  i 
suoi  diritti  sui  detti  rogni. 
0.  Carlo  Giovanni  Amedeo,  detto  Car- 
lo II,  figlio  del  prec,  nato  nel  1489, 
morto  nel  1496. 
1  M>.  Filippo  II,  Sema  Terra,  quartogenito 
del  Duca  Ludovico,  nato  nel  1443, 
morto  nel  1497. 

1407.  Filiberto  II,  i7  ife^/o,  primogenito  del- 
l' antecedente,  nato  nel  1480,  morto 
nel  1504. 

1004.  Carlo  III,  il  Buono,  fratello  del  prec, 
nato  nel  1486,  morto  nel  1553.  Sposò 
Beatrice  figlia  del  re  Emanuele  di 
Portogallo  :  da  questo  glorioso  Re  ven- 
ne in  uso  nella  R.  Casa  di  Savoia  il 
nome  di  Emanuele. 

1563.  Emanuele  Filiberto,  Testa  di  ferro, 
figlio  del  prec,  nato  nel  1528,  m'erto 
nel  1580.  Vincitore  a  San  Quintino,  ri- 
storatore della  monarchia.  Mandò  le 
sue  galere  capitanate  da  Andrea  Pro- 
vana alla  battaglia  di  Lepanto. 

1580.  Carlo  Emanuele  I,  il  Grande,  figlio 
del  precedente,  nato  nel  1562,  morto 
nel  1630. 

1630.  Vittorio  Amedeo  I,  figlio  del  prece- 
dente, nato  nel  1587,  morto  nel  1637. 
Fu  proclamato  Re  di  Cipro  il  l»  gen- 
naio 1633. 

1637.  Francesco  Giacinto,  figlio  del  prec, 

nato  nel  !632,  morto  nel  1638. 

1638.  Carlo  Emanuele  II,  detto  l'Adriano 

del  Piemonte,  fratello  del  prec,  nato 
nel  1634,  morto  nel  1675. 

1675.  Vittorio  Amedeo  II,  primo  re  di  Sar- 
degna, figlio  del  prec,  nato  nel  1666, 
morto  nel  1732.  Coronato  re  di  Sicilia 
in  Palermo  nel  1713,  poi  re  di  Sarde- 
gna nel  1720.  Abdicò  nel  17.30. 

1730.  Carlo  Emanuele  III,  figlio  del  prec, 
nato  nel  1701,  morto  nel  1773. 

1773.  Vittorio  Amedeo  III,  figlio  del  prec, 
nato  nel  1726,  morto  nel  1796. 

1796.  Carlo  Emanuele  IV,  figlio  del  prec, 
nato  nel  1751,  morto  nel  181«.  Rinun- 
ziò ai  suoi  Stati  di  terraferma  per  la 
rivoluzione  francese  nel  1798,  ed  ab- 
dicò nel  1802  in  favore  del  seguente. 

1802.  Vittorio  Emanuele  I,  fratello  del  prec, 
nato  nel  1759,  morto  nel  1824.  Ritornò 
dalla  Sardegna  nel  1814  nei  riacqui- 
stati ed  ampliati  Stati,  ed  abdicò 
nel  1821. 

1821.  Carlo  Felice,  fratello  del  prec,  nato 
nel  1765,  morto  nel  1831.  Colla  morte 
di  Re  Carlo  Felice  s' estinse  la  linea 
primogenita  dei  Reali  di  Savoia  e  pas- 


sò la  Corona  a  raiìo  AUioito,  deliri  li- 
nea di  Savoia-Carignano,  cominciata 
dal  Principe  Tommaso,  tìglio  di  Carlo 
Eniiiiiuole  I. 

1831.  Carlo  Alberto,  figlio  del  Principe  Carlo 
Emanuele  di  Savoia-Carignano;  nacque 
il  2  ottobre  1798,  e  morì  il  28  luglio 
1849.  Rinunziò  alla  Corona  a  Novara 
a  favore  del  figlio  Vittorio  Emanuele 
il  dì  23  marzo  1819. 

1849.  Vittorio  Emanuele  II,  Re  d'Italia  fi- 
glio del  precedente,  nato  il  14  mar- 
zo 1820,  morto  il  9  gennaio  1878.  Pro- 
clamato Re  d'Italia  con  legge  del  17 
marzo  1861. 

1878.  Umberto  I,  Re  d'Italia,  figlio  del  pre- 
cedente, nato  il  14  marzo  1844,  morto 
il  29  luglio  1900. 

1900.  Vittorio  Emanuele  III,  Re  d'Italia, 
figlio  del  precedente,  nato  l'il  no- 
vembre 1869. 

Ramo  di  Savoia-Carignano-Soissons-Villafranca 

{ora  regnante). 

Tommaso,  figlio  di  Carlo  Emanuele  I,  nato 
nel  1596,  morto  nel  1656,  sposò  Maria  di 
Borbone-Soissons. 

Emanuele  Filiberto,  figlio  del  prec,  nato  nel 
1628,  morto  nel  1709. 

Vittorio  Amedeo,  figlio  del  prec,  nato  nel  1690, 
morto  nel  1741. 

Luigi  Vittorio,  figlio  del  prec,  nato  nel  1721, 
morto  nel  1778.  L'ultimo  de' suoi  figli  fu 
avo  di  Eugenio  Emanuele  Giuseppe,  Prin- 
cipe di  Carignano,  nato  nel  1816,  morto 
nel  1888.     - 

Vittorio  Amedeo,  figlio  del  prec,  nato  nel 
1743,  morto  nel  1780. 

Carlo  Emanuele,  figlio  del  prec,  nato  nel 
1770,  morto  nel  1800,  padre  di  Carlo  Al- 
berto, che  salì  al  trono  di  Sardegna  nel 
1831  {vedi  sopra). 

Ramo  di  Savoia-Soissons. 

Eugenio  Maurizio,  Conte  di  Soissons,  figlio 
di  Tommaso,  stipite  del  ramo  di  Savoia- 
Carignano,  nato  nel  1633,  morto  nel  1673. 
Fra  i  suoi  figli  fu  Eugenio  Francesco  il 
Grande,  detto  il  Principe  Eugenio,  nato 
nel   1663,  morto  nel  1736. 

Luigi  Tommaso,  figlio  del  prec,  nato  nel  1657, 
morto  nel  1702. 

Emanuele,  figlio  del  prec,  nato  nel  1687, 
morto  nel  1729. 

Eugenio  Giovanni  Francesco,  Duca  di  Trop- 
pau,  figlio  del  preic,  nato  nel  1714,  morto 
nel  1734,  ultimo  della  sua  linea. 

Ramo  dei  Principi  d'Acaia  e  della  Morea 
Signori  del  Piemonte. 

Tommaso  II,  Conte  di  Moriana,  di  Fiandra 
e  di  Haynault,  figlio  di  Tommaso  I,  morto 
nel  1259. 


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—  210 

Tommaso  III,  figlio  dei  prec,  nato  dopo  il 
1251,  morto  nel  1282. 

Filippo,  figlio  del  prec.  Signore  del  Piemonte, 
Principe  d'Acaia  e  della  Morea,  nato  nel 
1258,  morto  nel  1334.  Nel  1295  assunse  il 
governo  del  Piemonte. 

Giacomo,  figlio  del  prec,  morto  nel  1367. 

Filippo,  tìglio  del  prec,  morto  nel  1368. 

Amedeo,  fratello  del  prec,  nato  nel  1363, 
morto  nel  1402. 

Ludovico,  fratello  del  prec,  nato  nel  1364, 
morto  nel  1418  senza  prole.  Ultimo  della 
linea  d'Acaia.  Dopo  la  morte  della  vedova. 
Bona  di  Savoia,  figlia  di  Amedeo  VII,  il 
Pienaonte  passò  alla  linea  primogenita. 


Linea  di  Savoia 
Baroni  di  Vaud,  Signori  del  Bugey  e  di  Valromey. 

Ludovico  I,  figlio  di  Tommaso  II,  e  fratello 
di  Tommaso  III,  nato  dopo  il  1253  e  morto 
nel  1302. 

Ludovico  II,  figlio  del  prec,  morto  nel  1350, 
Senatore  di  Roma.  La  vedova  del  suo  figlio 


Giovanni,  premorto  al  padre,  e  la  figlia  Ca- 
terina, morta  senza  prole  nel  1359,  cede- 
rouo  il  p'iese  di  Vaud  ad  Amedeo  VI. 

Linea  di  Savoia-Nemours 
Ducili  del  Genovese,  di  Nemours  e  di  Aumale. 


Filippo,  figlio  di  Filippo  II  Senza  Terra,  Conte 
del  Genovese,  poi  Duca  di  Nemours  dopo 
la  morte  della  sorella  Filiberta,  vedova  di 
Giuliano  de' Medici  Duca  di  Nemours,  nato 
nel  1490,  morto  nel  1533. 

Giacomo,  Duca  di  Nemours  e  del  Genevese, 
figlio  del  prec,  n.  nel  1531,  morto  nel  1585. 

Enrico,  figlio  del  prec.  Marchese  di  San  Sor- 
lino, Duca  di  Nemours,  nato  nel  1572, 
morto  nel  1632. 

Luigi,  figlio  del  prec.  Duca  di  Nemours,  del 
Genevese  e  di  Aumale,  morto  nel  1641. 

Carlo  Amedeo,  fratello  del  prec,  nato  nel 
1624,  morto  nel  1652  senza  prole  maschia. 
La  figlia  primogenita  Maria  Giovanna  Bat- 
tista sposò  nel  1665  Carlo  Emanuele  II 
Duca  di  Savoia. 


FAMIGLIA   REALE   D»  ITALIA 


S.  M.  Vittorio  Emanuele  MI -Ferdinando- 
Maria- Gennaro,  per  grazia  di  Dio  e  per  vo- 


S.  M.  Vittorio  Emanuele  IH. 
{Fotografia  Comerio  Luca  -  Milano). 

lontà  della  Nazione,  Ke  d'Italia,  nato  a 
Napoli  ril  novembre  1869,  figlio  del  re 
Umberto  I  (nato  a  Torino  il  14  marzo  1844, 


t  il  29  luglio  1900)  e  della  regina  Marghe- 
rita nata  principessa  di  Savoia  (ved.  ap- 
presso), ammogliato  a  Roma  il  24  otto- 
bre 1896  con 

M.  Elena,  regina  d'Italia,  nata  Petro- 
vic-Njégos,   principessa    del   Montenegro, 


S.  M.  LA  llK(iiNA  Elena. 


nata  a  Cettigné  1' 8  ^gennaio  1873,  figlia  di 
Nicola  I  Petrovic-Niegos,  principe  del  Mon- 
tenegro. 


-  211 


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-  212  - 


Madre  del  Re. 


S.M.  Maria- JtfarpA«n7a-Teresa-Giovanna,  re- 
gina madre,  nata  principessa  di  S  avola, 
nata  a  Torino  il  20  novembre  1851,  figlia 
del  principe  Ferdinando,  duca  di  Genova 


S.  M.  LA  Regina  maoke. 
(Fot.  Brogi). 

e  della  principessa  Elisabetta  di  Sassonia, 
maritata  a  Torino  il  22  aprile  1868  col 
principe  Umberto  di  Savoia  (poi  re  Um- 
berto I),  vedova  il  29  lugUo  1900. 

Zii  del  Re. 

A)  Principessa  Maria -C7o<t7f?e- Teresa -Luisa, 
nata  a  Torino  il  2  marzo  1843,  maritata  a 
Torino  il  30  gennaio  1859  col  Principe  Gi- 
rolamo Napoleone,  vedova  il  17  marzo  1891 
{Moncalieri).  Ha  tre  figli:  1)  Principe  Na- 
poleone-FiVtorio-Girolamo-Federigo,  nato  il 
18  luglio  1862;  2)  Princ.  Napoleone- Lw/^ft- 
Giuseppe-Girolamo,  nato  il  16  luglio  1864; 
3)  Princip.  M&rìa.-Laetitia  (ved.  appresso). 

B)  [t  Principe  Amedeo,  duca  d'Aosta,  nato  a 
Torino  il  30  maggio  1845,  re  di  Spagna  dal 
4  die.  1870  all' 11  febbraio  1873,  t  il  18  gen- 
naio 1890;  ammogliato:  1°  a  Torino  il  30 
maggio  1867  con  la  Principessa  Maria  Vit- 
toria Dal  Pozzo  Della  Cisterna  (nata  il 
9  agosto  1847,  t  1*8  novembre  1876);  2°  a 
Torino  l'il  settembre  1888  con  la  nipote] 


Maria  -Zae<('f/flr  -Napoleone-T!ugenia-  Caterftia- 
Adelaide,  nata  a  Parigi  il  20  dicembre  1866. 

Figli:  a)  del  1»  letto:  —  1)  Principe  i^na- 
nMeZe-i^/Zi&erio -Vittorio  -Eugenio  -  Alberto- 
Genova -Giuseppe -Maria,  già  duca  delle 
Puglie,  ora  duca  d'Aosta,  nato  a  Genova 
il  13  gennaio  1869,  tenente  generale,  co- 
mandante il  X  Corpo  d'Armata  (Napoli), 
ammogliato  il  25  giugno  1895  a  Kingston- 
on-Thames  con: 

£7e«a- Luisa -Enrichetta  di  Orléans,  nata  a 
Twickenham  il  13  giugno  1871,  figlia  del 
princ.  Luigi-Filippo,  conte  di  Parigi.  Loro 
figli  :  Principe  ^wer/eo-Umberto-Isabella- 
Luigi- Filippo -Maria-Giuseppe-Giovanni, 
duca  delle  Puglie,  nato  il  21  ottobre  1898 
a  Torino:  Principe  ^/mone-Roberto-Mar- 
gherita-Giuseppe-Maria-Torino,  duca  di 
Spoleto,  n,  il  9  marzo  1900  a  Torino. 

2)  Principe  Fj«or/o-£'wanMe?e- Torino- Gio- 
vanni-Maria, conte  di  Torino,  nato  a  To- 
rino il  24  nov.  1870,  maggior  generale  co- 
mand.  la  7»  Brigata  di  Cavalleria  (Firenze). 

3)  Principe  iw/^»- Amedeo -Giuseppe -Maria- 
Ferdinando-Francesco,  duca  degli  Abruzzi, 
nato  a  Madrid  il  29  gennaio  1873,  capitano 
di  vascello  nella  marina  italiana  (Torino). 

b)  del  secondo  letto:  —  4)  Principe  Uniberto- 
Maria-Yittorio-Amedeo-Giuseppe,  conte  di 
Salemi,  nato  a  Torino  il  22  giugno  1889. 
C)  S.  M.  Maria-Pia,  regina  madre  di  Porto- 
gallo, nata  a  Torino  il  16  ottobre  1847, 
maritata  per  procura  a  Torino  il  27  set- 
tembre e  in  persona  a  Lisbona  il  6  otto- 
bre 1862  con  Luigi  re  di  Portogallo;  ve- 
dova il  19  ottobre  1889  (Lisbona).  Ha  2  figli: 
1)  Carlo  7- Ferdinando-Luigi-Maria- Vitto- 
rio -  Raffaele  -  Gabriele  -  Gonzaga  -  Saverio- 
Francesco  d'Assisi-Jose-Simao,  re  del  Por- 
togallo e  delle  Algarvie,  nato  il  28  settembre 
1863;  2)  Principe  ^^/bnso-Henriques-Maria- 
Luigi-Pietro  d'Alcantara -Carlo -Umberto- 
Amedeo  -Fernando  -  Antonio -Michele  -Raf- 
faele -  Gabriele  -  Gonzaga-  Saverio  -  France- 
sco d'Assisi  -  Joao  -  Augusto  -Giulio  - Volfan- 
do-Ignazio,  duca  d'Oporto,  nato  il  31  lu- 
glio 1865. 

Avola  materna  del  Re. 

Maria -ET/sa&eWa-Massimiliana-Luisa-Amelia- 
Francesca-Sofia-Leopoldina-Anna-Battisti- 
na-Saveria-Nepomucena,  principessa  di 
Sassonia,  figlia  del  re  Giovanni  di  Sasso- 
nia, nata  a  Dresda  il  4  febbraio  1830;  mari- 
tata a  Dresda  il  22  aprile  1850  col  Principe 
Ferdinando  di  Savoia,  duca  di  Genova  mato 
il  15  novembre  1822,  fratello  dell'avo  pa- 
terno del  Re);  vedova  il  10  febbraio  1855; 
rimaritata  morganaticamente  a  Stresa  nel- 


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duraturo.  —  Non  confondere  il  nostro  specitìco  con  altri  preparati  che  non  hanno 
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213  — 


l'ottobre  l«^fi  »?ol  maroii.  Nim.n.  Rapallo: 
nuovamente  vedova  11  27  novembre  1882 

^  •gli:  1)  Principessa  Maria- ATriry^^nVa-Teresa- 
Qiovanna;  vedova  di  Umberto  1  (v.  avanti). 
,  duca  di 
lio  18Ó4, 
.  (  ronfio); 
ammogliato   a  Nimpheuburg  li  H  aprile 
1883  con  la 
Principessa  Maria-7*ai«7/a-Lulsa-Amella-Elvl- 
ra-Blanca-Eleoiiora,  principessa  di  Bavie- 
ra, nata  a  Nymphenburg  il  31  agosto  1863, 
figlia  del  fu  principe  Adalberto  di  Baviera. 

Fiffìi:  Principe  /Vrcfinando-Umberto-Filippo- 
Adalberto-Maria,  piinc.  di  Udine,  sottote- 
nente di  vascello,  nato  a  Torino  il  21  apr. 
1884;  —  Princ  Fi7i6#r/o-Lodovico-Massimi- 
liano-Emanaele-Maria,  duca  di  Pistoia,  n.  a 
Torino  il  10  marzo  1S95;  —  Princ.  Maria- 
Bona- Afni-t/A^z-iVa- Albertina- Vittoria,  nata 
ad  Agliè  il  1»  ag.  1896;  —  Princ,  Adnlberto- 
Luitpoldo-Elena-Giuseppe-Maria,  duca  di 
Bergamo,  nato  ad  Agliè  il  19  marzo  1898; 
—  Princ  Maria  ^dWntWe-Vittoria-Amalia- 
Elisabetta-Marca,  nata  a  Torino  il  25  apri- 
le 1904;  —  Princ.  Etigenio-Alfonso-Gixae^ 
pe-Maria,  duca  d'Ancona,  nato  a  Torino  il 
13  marzo  190C. 

Sono  legati  di  sangue  alla  Famiglia  Reale 
di  Savoja,  ma  non  godono  di  nessun  privile- 
gio né  titolo  principesco:  a)  i  Conti  di  Mira- 
fiori  e  Fontanafredda,  nati  dal  matrimonio 
morganatico  del  defunto  re  Vittorio  Ema- 
nuele II,  nonno  del  re  attuale,  con  Rosa  Ver- 
cellone,  nata  il  3  giugno  1833,  creata  con- 
tessa di  Mirafiori  e  Fontanafredda  l'il  aprile 
1859,  maritata  il  7  novembre  1869,  t  il  27  di- 
cembre 1885;  6)  1  conti  di  Villafranca-Soissons, 
che  traggono  origine  dal  matrimonio  morga- 
natico del  defunto  principe  Eugenio  di  Savoia 
Carignano  (nato  U  14  aprile  1816,  f  il  15  di- 
cembre 1888)  cugino  in  6»  grado  del  re  at- 
tuale, con  la  vivente  Felicita  Crosio,  nata  a 
Torino  il  4  maggio  1844,  maritata  il  25  no- 
vembre 1863,  creata  contessa  di  ViUafranca- 
Soissous  il  14  settembre  1888. 

Casa  di  S.  M.  il  Re. 

CASA  MILITARE  DI  S.  M. 

Primo   Aiutante    di   Campo  generale.    —    Ugo 

Brusati. 
Aiutanti  di  Campo  generali.  —  Raffaele  Mar- 

selll  —  Conte  Vittorio  Trombi. 
Aiufnnti  di   Cfimpo.    —    Gaetano    Cafiero    — 

Nob.  Vittorio   de   Raymondi    —    Edoardo 

Ravazza  —  Alberto  Peano. 
Comamlanie  lo  Squadrone  Guardie  del  Re.  — 

Ulderico  D'Alessandro. 


CASA  CIVILE  01  S.  M.  IL  RB 


Minittro  dellii  R.Ca$a.  -  Emilio  Ponzio  Vaglia. 

Prefetto  di  Palazzo  Gran  Ma*>ro  delle  Ceri- 
monie. —  Conte  Cesare  Federico  Gianotti. 

Primo  Mastro  delle  Cerimonie  di  Corte  —  Mar- 
chese G,  B.  Borea  d'Olmo 

Mastri  delle  Cerimonie  di  Corte.  —  Marchese 
Ivaldo  Scozia  di  Calliano  —  Conte  Luigi 
Premoll  ~  Conte  Francesco  Giuseppe  Toz- 
zoni  —  Massimo  Montalto  Duca  di  Fragnito. 

—  Conte  Francesco  Avogadro  degli  Azzonl 

—  Duca  Ferdinando  Cito  dei  march,  di  Tor- 
recuso.  —  March.  Angelo  Gavotti-Verospl 
(a  disposizione). 

Grande  Scudiere.  —  N.  N. 

Scudiere  (con  le  attribuzioni  e  le  competenze 

di  Grande  Scudiere).  —  March.  Carlo  Ca- 

labrini. 
Gran   Cacciatore.  —  Conte  Giulio  Carminati 

di  Brambilla. 
Cappellano  Maggiore.  —  Giuseppe  Beccarla. 
Ingegnere  Architetto  a  disposizione  di  S.  M.  — 

March.  Achille  Majmmi  d'Intignano. 
Medico  di  S.  M.  —  Giovanni  Quirico. 

MINISTERO  DELLA  R.  CASA 

Ministro  della  R.  Casa.  —  Emilio  Ponzio 

Vaglia. 
Direttore  Generale.  —  Raffaele  Lambarini. 
Ispettore  Centrale.  —  Giorgio  Giorgi. 
Divisione  1». 

Direttore  Capo  di  Divisione.  —  Ferdinando 
Comotto. 
Divisione  2». 

Direttore  Capo  di  Divisione.  —  Pietro  Gen- 
tilinl. 
Divisione  3». 

Direttore    Capo   di    Divisione.    —    Vittorio 
De  Sanctis. 
Divisione  4». 

Direttore  Capo  di  Divisione.  —  Carlo  Filippi. 
Divisione  5». 

Direttore  Capo  di  Divisione.  —  Enrico  Man- 
zuoli. 
Ufficio  d'obdine. 

Direttore  Capo  d'  Ufficio.  —  Alfonso  Gam- 
berini. 

CORTE  DI  S.M.LA  REGINA 

Dame  di  Corte.  —  Contessa  Francesca  Guic- 
ciardini —  Alberta  Marnili  duch.  d'Ascoli, 
prino.  di  Sant'Angelo  del  Lombardi  — 
Contessa  Maria  Costa  Carrù  di  Trinità  — 
Contessa  Giulia  Trigona  —  March.  Eleo- 
nora Calabrini  —  Contessa  Maria  Bruschi 
Falsari. 


IGIENE 


SAVON  SIMON 


BELLEZZA 


Il  più  puro,  il  più  soave,  il  più  delicatamente  profumato. 
Indispensabile  alla  toilette  dei  bambinL 


214  — 


Gentiluomini  di  Corte.  —  Conte  Lodovico  Guic- 
ciardini —  Sebastiano  Marnili  duca  d'Ascoli, 
l)rinc.  di  Sant'Angelo  —  Conte  Paolo  Costa 
Carrù  di  Trinità  —  Conte  Romualdo  Tri- 
gona dei  principi  di  Sant'Elia  —  Mar- 
chese Carlo  Calabrini  —  Conte  Luca  Bru- 
schi Falgàrl. 


Gen'ihiomini  di  Corte.  —  March,  Carlo  Torri- 
giani  —  Conte  Luigi  Ricca  di  Castelvecchio 
—  Bar.  Fernando  Perrone  di  San  Martino. 

Casa  di  S.  A.  R.  il  Principe  Vittorio  Emanuele 
Conte  di  Torino. 

Aiutante  di  Campo.  —    Carlo  Asinari  di  Ber- 
nezzo. 


CORTE  DI  S.  M.  LA  REGINA  MADRE     jj/fìciale  d'  Ordinanza.  -  N.  N. 


Dama  d'  Onore.  —  Marchesa  Paola  Pes  di  Vil- 
lamarina  Montereno. 

Cavaliere  d' Onore.  —  March.  Ferdinando  Guic- 
cioli. 

Dame  di  Corte.  —  Principessa  Carolina  Pal- 
lavicini —  Duchessa  Vittoria  Sforza  Cesa- 
rini  —  Teresa  Arborio  di  Gattinara,  du- 
chessa di  Sartirana  —  Evelina  Capomazza, 
marchesa  di  Campolattaro  —  Principessa 
Adelaide  Pignatelli  Strongoli  — Principessa 
Maria  di  Sant'  Elia  —  Duchessa  Teresa  Mas- 
simo —  Marchesa  Maria  Trotti. 

Gentiluomini  di  Corte.  —  Conte  Alessandro 
Zeno  —  Conte  Luigi  Provana  di  Collegno 
—  Conte  Gerolamo  Oldofredi  Tadini  — 
Marchese  Giorgio  Capraiiica  del  Grillo. 

Corte  di  S.  A.  R.  la  Principessa  IVIaria  Laetitia 
vedova  di  S.  A.  R.  il  Principe  Amedeo  Duca 
d'Aosta. 

Dima  d'Onore.  —  N.  N. 

Dume  di  Palazzo.  —  Marchesa  Felicita  Fer- 
rari di  Castelnuovo  —  Contessa  Maria 
Balbis  Bertone  di  Sambuy. 

Cavaliere  d'Onore.  —  March.  Carlo  Del  Car- 
retto di  Moncrivello  e  Gorzegno. 

Gentiluomini  di  Corte.  —  Conte  Giuseppe  Fos- 
sati Reyneri  —  Cesare  Bonvicino. 

Casa  di  S.A.  R.  il  Principe  Emanuele  Filiberto 
Duca  d'Aosta. 

Primo  Aiutante  di  Campo.  —  Oberto  San  Mar- 
tino d'Agliè. 

V, fidali  di  Ordinanza  —  Luigi  Bregoli  —  Conte 
Paolo  Piella. 


Corte  di  S.  A.  R.  Eiena  Duchessa  d'Aosta. 

Dame  di  Palazzo.  —  March.  Anna  Torrigiani- 
Fry  —  Contessa  Luisa  Ricca  di  Castelvec- 
chio  —  Bar.  Maria  Perrone  di  San  Martino. 


Casa  di  S.  A.  R.  il  Principe  Luigi  Amedeo 
Duca  degli  Abruzzi. 

Ufficiali  d' Ordinanza.  —  Eduardo  WInspeare 
—  Federico  Negrotto  Cambiaso. 

Corte  di  S.  A.  R.  la  Principessa 

Maria  Elisabetta  di  SassonìaDuchessa  di  Genova 

Madre. 

Dama  d'Onore.  —  Contessa  Maria  Clementina 
Malabaila  di  Canale  e  Castellinaldo,  mar- 
chesa di  Cercenasco. 

Cavaliere  d'Onore.  —  Conte  Alberto  Gazelli  di 
Rossana. 

Darne  di  Palazzo.  —  Contessa  Lidia  Gazelli 
di  Rossana  —  Contessa  Laura  Galli  della 
Loggia  —  Marchesa  Luisa  Pignone  del  Car- 
retto dei  Principi  di  Alessandi'ia. 

Gentiluomini  di  Corte.  —  Arialdo  nobile  Ra- 
dicati di  Brozolo  —  Marchese  Massimi- 
liano D'Oria. 

Casa  di  S.  A.  R.  il  Principe  Tommaso  di  Savoia 
Duca  di  Genova. 

Primo  Aiutante  di  Campo.  —  Raimondo  Ga- 
briele nob.  Mengoni  Marinelli  Ferretti. 

Aiutante  di  Campo.  —  Enrico  nob.  Marenco  di 
Moriondo. 

Ufficiali  d'Ordinanza.  —  Carlo  nob.  Casana.  — 
Luigi  nob.  T«rni  de  Gregori. 

Corte  di  S.  A.  R.  la  Principessa  Maria  Isabella 
di  Baviera  Duchessa  di  Genova. 

Dame  di  Palazzo.  —  March.  Silvia  Pilo  di  Boyl 
e  di  Putifigari  —  Cont.  Giulia  Radicati  di 
Brozolo  —  Baronessa  Isabella  Despine  — 
Contessa  Giannina  Faà  di  Bruno. 

Gentiluomini  di  Corte.  —  Conte  Alessandro 
Ricardi  di  Netro  —  Leonzio  nob.  Balbo 
di  Vinadio. 

{Stampato  il  20  settembre  1907). 


ANEMIA     ^    ^ 


NEURASTENIA  ■&) 


RACHITISMO     ^j 


SCROFOLA        ^ 


DEBOLEZZA      ^ 


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e  C,  Milano. 


—  215  — 

SENATO   DEL  REGNO 

XXII  LKOISLATURA  -   1»  SKSSIOMK 

UFFICIO  DI  PRESIDENZA 

Pr.'^Ì.Jf'ufé:  Canontoo   ai'v.  Taaore  li.  dttt.  Paolo,  Marietti  avv.  Filippo,  Arrlvabono- 

i-'iiti:  Blasenia  prof.  Pietro,  Pa-  Valentl-Qon/.aga   conte   Silvio,    Di    Prainporo 

-A  prof.  Emanuele,   Villari  prof,  cont»  Antonino,  Melodia  comm.  Nlcvolo. 

. —  Questori:   Colonna  Avella  princ.  Fabrizio, 

ikjft-eiari:  Taverna  conte  Rinaldo,  Fabrizi  Serena  bai:  Ottavio. 

ELBNCO  DB!  SENATORI 

S.  A.  R.  Il  Principe  Emanuele  Filiberto  di  Savoia-Aosta,  Duca  d'Aosta. 
S.  A.  R.  il  Principe  Ferdinando  di  Savoia-Genova,  Principe  di  Udine. 
S.  A.  R.  il  Principe  Luigi  Amedeo  di  Savoia-Aosta,  Duca  degli  Abruzzi. 
S.  A.  R.  il  Principe  Tommaso  di  Savoia-Genova,  Duca  di  Genova. 
S.  A.  R.  il  Principe  Vittorio  Emanuele  di  Savoia-Aosta,  Conte  di  Torino. 


COGNOME  E  NOME 


AdamoI!  ing.  Giulio 

AJbini  conte  Augusto,  Contro- 
ammiraglio  a  riposo 

Alfazo  arv.  Giovuuiìl,  Prefetto 
di  Provincia 

Amato-Pojero  Michele 

Annaratone  are.  Angelo,  Pre- 
fetto di  Procincia 

Aporti  acv.  Pirro 

Arcoleo  ave  Giorgio,  Profes- 
sore nella  R.  Università  di 
Napoli 

Armò  S.  E.  Giacomo,  Primo 
Presidente  di  CoHe  di  Cas- 
sazione a  riposo   

Arrivabene- Valenti -Gonzaga 
conte  Silvio 

Astengo  art».  Carlo,  Presid.  di 
Sezione  del  Consiglio  di  Stato. 

Àtenolfi  Pasquale  marchese  di 
Castelnuovo 

Aula  ing.  Nunzio 

Avarna  Nicolò  dura  di  OhmI- 
tieri 

Aventi  avv.  Carlo . 


Baccelli  avv,  Giovanni,  Presi- 
dente di  Sezione  della  Colie 
dei  Conti 

Badini  Confalonieri  avv.  Al- 
fonso   

Baldissera  S.  E.  Antonio,  Te- 
nente Generale  in  posizifite 
ausiliaria 

Balenzano  avv.  Nicola 

Balestra  arv.  Giacomo 

Barracco  barone  Giovanni  .  . 

Barracco  barone  Roberto.  .  . 

Bassini  dott.  Edoardo,  Profes- 
sore nella  II.  Università  di 
padjca  ..,,..., 


RESIDENZA 

ABITUALE 


Cairo 
Roma 


Milano 
Puìtroio 


Firenze 
Milano 


Napoli 

Palermo 

Firenze 

Roma 

Napoli 
Trapani 

Napoli 
Forlì 


Roma 
Torino 

Firenze 

Bari 

Roma 

Roma 

Napoli 

Padova 


COGNOME  E  NOME 


Bava-Bcccaris  nobile  Fiorenzo, 
Tenente  Generale  di  riserver. 


Beltrami  atvh.  Luca 

Beltrani-Scal'ia  ave.  Martino, 
Consigliere  di  Stato 

Bertiui  at'p.  Giovanni  Battista. 

Bettoni  conte  dntt.  Federico.  . 

Bianchi  S.  E.  avv.  Francesco, 
Presidente  del  Consiglio  di 
Stato 

Biscaretti  di  Ruffia  conte  Ro- 
berto   

Blaserna  dott.  Pietro,  Profes- 
sore nella  R.  Univers'.tà  di 
Roma 

Bocconi  comm.  Ferdinando.  . 

Bodio  prof.  Luigi,  Consigliere 
di  Stalo 

Bombrini  Giovanni 

Bonasi  conte  Adeodato,  Presi- 
dente di  S-'zione  del  Consi- 
glio di  Stato 

Boncompagni-Imdovisl  Igna- 
zio principe  di  Venosa  .  .  . 

Boncompagni-Ludovisi  -  Otto- 
boni  Marco  duca  di  Fiano. 

Bonvicini  avv.  Eugenio  .  .  .  . 


Bordonaro  Gabriele  barone  di 

Chiaramonte 

Borgatta  acv.  Carlo 


Borghese  Felice,  principe  di 
Rossano 

Borgnini  S.  E.  avv.  Giuseppe, 
Procuratore  Gen.  di  Corte 
di  Cassazione 

Brusa  comm.  Emilio,  Profess. 
nella    R.    Università   di    To- 


nno 


Buonamici  Francesco,  Profes- 
sore nella  R.  Università  di 
Pisa 


RESIDENZA 

ABITUALE 


Roma- Fossa  no 

(Cuneo) 
Milano 

Roma 

Palermo 

Prescia 


Roma 
Tortilo 


Roma 
Milano 


Roma 
Genova 


Roma 

Roma 

Roma 

Massa  Lombar- 
da (Ravenna) 

Palermo 
Roccagrimahl't 
(Alessandria) 


Roma 
Torino 
Torino 
Pi9a 


—  216 


COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 

ABITUALE 

COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 

ABITUALE 

c 

Cerrutl  prof.  Valentino,  diret- 

tore della  R.  Univ.  di  Roma. 

Roma 

Cadenazzi  avo.  Giuseppe  .  .  . 

Mantova 

Chiesa  Michele 

Torino 

Cadolini  ing.  Giovanni,  Colon- 

Chigi-Zondadari marchese  Bo- 

nello a  riposo 

Roma 

naventura  

Siena-Roma 

Caetani  Onorato  duca  di  Ser- 

Cibrario  nob.  avv.  Giacinto  .  . 

Torino 

moneta 

Roma 

Cittadella  Vigodarzere    conte 

Gagnola  avv.  Francesco  .... 

Lodi 

Gino 

Padova 

(Milano) 

Civelli  comm.  Antonio 

Firenze 

Calabria  Giacomo,  Consigliere 

Cognata  dott.  Giuseppe  .... 

Girgenti 

di  Corte  di  Cassazione.  .  .  . 

Napoli 

Coletti  avv.  Domenico 

Padova 

Caldesi  avv.  Clemente 

Faenza 

Colmayer  avv.  Vincenzo,  Pre- 

(Ravenna) 

fetto  di  Provincia 

Roma 

Calenda  di  Tavani  bar.  S.E. 

Colocci  tnarch.  Antonio  .... 

Jesi  (Ancona) 

Vincenzo,  Frocnratore  Gen. 

Colombo  prof.  Giuseppe,  Di- 

di Corte  di  Cassazione.  .  .  . 

Napoli 

rettore  del  R.  Istituto  Tecnico 

Camerini  conte  Giovanni.  .  .  . 

Ferrara 

Superiore  di  Milano 

Milano 

Candiani  Camillo,  Contrammi- 

Colonna Fabrizio  principe  dì 

raglio  in  posizione  ausiliaria. 

Olivola 

Avella,  Magg.  nella  riserva. 

Roma 

(Alessandria) 

Colonna  Prospero  principe  di 

Canevaro   Felice  Napoleone, 

Sonnino 

Roma 

Viceammiraglio  in  posizione 

Compagna  barone  Francesco. 

Napoli 

ausiliaria 

Venezia 

Compagna  dei  baroni  Pietro  . 

Palma  Campa- 
nia (Caserta) 

Cannizzaro  Stanislao,  Profes- 

sore nella   lì.   Università  di 

Comparetti  prof.  Domenico.  . 

Fii-enze 

Rotna 

Roma 

Consiglio  Davide 

Napoli 

Canonico  avv.  prof.  Tancredi, 

Conti  Emilio 

Milano 

Pres.  del   Senato,  già   Pres. 

Cordopatri  Pasquale 

Napoli 

della  Corte  di  Cassaz 

Roma-Firenze 

Corsini  Tommaso  principe  di 

Capellini  Giovanni,  Prof,  della 

Sismano 

Firenze 

R.  Università  di  BoUgna  .  . 

Bologna 

Cotti  avv.  Pietro,  Presidente  di 

Caracciolo  Gaetano  jpWwn^e  di 

Sezione  della  Corte  dei  Conti. 

Roma 

Castagneta 

Rotnu 

Cruciani  Alibrandi  comm.  En- 

Caracciolo di  Sarno  avv.  Emi- 

rico  

Roma 

lio,  Prefetto  di  Provincia .  . 

Napoli 

Cucchi  nobile  Francesco.  .  .  . 

Roma 

Carafa  Riccardo,   duca  d'An- 

dria 

Napoli 

D 

Caravaggio  arv.  Evandro, pre- 

fetto  di  Provincia  a  riposo. 

Castiglione  del- 

D'Adda marchese  Emanuele  . 

Milano 

le  Sliviere 

D'Ali  Giuseppe 

Trapani 
Pisa 

(Mantova) 

D'Ancona  prof.  Alessandro  .  . 

Cardarelli  doti.  Antonio,  Prof. 

D'Antona  dott.  Antonino,  Pro- 

nella R.  Università  di  Napoli. 

Napoli 

fessore  nella  R.  ZTniversità  di 

Cardona  Michele,  Primo  Pre- 

Roma 

Napoli 

Napoli 
Mantova-Roma 

sidente  di  Corte  d'Appello  . 

D'Arco  conte  Antonio 

Carle  Giuseppe,  Profess.  nella 

D'Ayala  Valva  conte  Pietro.  . 

Taranto    (Lec- 

R.  Università  di  Toi-ino .  .  . 

Torino 

De-Cesare  S.  E.  avv.  Michelan- 

[ce) 

Carnazza-Amari  avv.  Giusep- 

gelo, Primo  Presid.  onorario 

pe,  Professore  nella  R.  Uni- 

di Corte  di  Cassazione.  .  .  . 

Roma 

versità  di  Catania 

Catania 

De  Cristoforis  dott.  Malachia. 

Milano 

Carnazza  -  Puglisi    Giuseppe, 

De  Cupis  avv.  Adriano,  Avvo- 

Professore nella  R.  Univer- 

cato Generale  Erariale .... 

Roma 

sità  di  Catania 

Catania 

De  Giovanni  dott.  Achille,  Pro- 

Caruso avv.  Raffaele 

Comiso 

fessore   nella   R.  Università 

(Siracusa) 

di  Padova  

Padova 

Carutti   di    Cantogno   barone 

De-Larderel  conte  Florestano. 

Livorno 

Domenico,  Presidente  onora- 

Delfico De  Fllippis  marcìiese 

rio   di  sezione  del  Consiglio 

Trajano  conte  di  Longano  . 

Roma 

di  Stato 

Torino 

(Teramo) 

Casana  (dei  baroni)   noh.  ing. 

Del  Giudice  Pasquale,  Profes- 

Severino  

Torino 

sore   nella   R.  Università  di 
Pavia 

Cavalli  dott.  Luigi 

Vicenza 

Pavia 

Cavasola  avv.  Giannetto,  Pre- 

Del lAiììgo comm. prof.  Isidoro. 

Firenze 

fetto  di  Provincia  a  riposo. 

Roma 

Del  Mayno  S.  E.  conte  Luchi- 

Cefaly  Antonio 

Roma 

no    Tenente  G enei'ttle  in  t*o- 

Cerrutl  uff.  Alberto,   Tenente 

sizione  ausiliaria 

Milano 

Generale  in  posiz.  ausiliaria. 

Genova 

Del  Zio  prof.  Flox-iauo 

Melfi  (Potenza) 

217 


RESIDENZA 

RESIDENZA 

COONOUE  E  NOME 

ABITCALK 

COGNOME  E  NOME 

A.BITUALK 

D«  Mari  marchf^e  Marcello  . 

Savona 
(Genova) 

E 

D«  Marinls  8.  E.  apv.  Già».. 

Ellero  prof.  Pietro,  Presidente 

l'foeur.  g«M«ra1e  di  Cor.'*  di 

onorario  di  Sezione  del  Con- 

( 'assasione 

Palermo 

siglio  di  SfcUo 

Roma 

Martino  tinh.  Giacomo  .  . 

Roma 

EmoCapodilistaroft/tfAntonio. 

Padova 

.      i;.:                         JVof.nel- 

i  /.                            Sapoìi.  . 

Napoli 

F 

I>.-s,-t.i  •  ,                  l'i-anoesoo 

Palermo 

l^tì  Sier-so  rcdele 

Napoli 

Fabrizi  doti.  Paolo 

Pontedera 

De    Sonnaz    (Gerbaix)    conU 

(Pisa) 

Carlo  Alb.,   Inviato  straor- 

Facheris aw.  Giovanni  .... 

Inzago 

dinario  0   Ministro  pfenipt- 

(Milano) 

t ernia  rio  a  riposo 

Torino-Roma 

Faina  eonte  dott.  Eugenio.  .  . 

Perugia 

Di  Broglio  dott.  Ernesto,  Pre- 

Faina  eonte  Zeffirino 

Perugia 

(.idtnte  della  Corte  dei  Conti. 

Roma 

Faldella  aw.  Giovanni 

Saluggia 

Di  Camporeale principe  Paolo. 

Roma- Palermo 

(Novara) 

Di  Carpegna  (Falconieri)  conte 

Faraggiana  nobile  Raffaele  .  . 

Novara 

Guido  Orazio 

Roma 

Farina  Mattia 

Baroni  ssi 

Di  Casalotto  (Bonacce rsi)m«r- 

(Salerno) 

chese  Domenico 

Catania 

Fava  barone  Saverio,  Inviato 

Di    Castrofilippo    (Contarini) 

s'raordinario  e  Ministro  ple- 

duca Laigi 

Girgenti 

nipotenziario  con  credenziali 
di  Ambasciatore  a  riposo  .  . 

Di  Collobiano  Arborio  Avoga 

Roma 

dio  (dei  conti)  Luigi,  Inviato 

Fecia  di  Cessato  S.  E.  nobile 

s'r  io-.ìi'i  1   io  e  Ministro  pie- 

Luigi,    Tenente   Gener.,  Co- 

■j                "->  con  credenziali 

mandante  il  IX  Corpo  d' ar- 

i(  .l'/r.  ;v  l'itors  a  riposo.  . 

Torino 

mata   

Roma 

Di  Martino  conttn.  Girolamo  . 

Palermo 

Pergola  prof.  Emanuele.  .  .  . 

Napoli 

Di  Marzo  ave.  Donato 

Napoli 

Ferro    Luzzi   aw.   Giovanni, 
Primo   Presiden'e    di    Corte 

Dini   Ulisse,  Professore    nella 

R.    Università  di  Pisa  .... 

Pisa 

di  Cassazione  ......... 

Palermo 

Di  Prampero  conte  Antonino. 

Figoli  des  Geneys  conte  Eu- 

colonnello a  riposo 

Udine 

genio  

Ar  emano 

Di   Revel   (Thaon)  conte  Ge- 

(Genova) 

nova,    Tenen'e    Generale    a 

Finali  S.  E.  Gaspare,  Presi- 

riposo  

Milano 
Torino 

dente  della  Corte  dei  Conti . 
Fiocca    aw.   Antonio,    Presi- 

Roma 

Di  Kevel  (Thaon)  conte  Ignazio 

Di   Sambuy  (Balbo   Bertone) 

dente  di  Sezione  di  Corte  di 

conte  £mesto  ......... 

Torino 

Cassazione 

Roma 

Di  San   Giuliano   march.  An- 

Fogazzaro dott.  Antonio.  .  .  . 

Vicenza 

tonino   

Londra 

Frescot  aw.  Filiberto 

Erigerlo  8.  E.  Giov.  Galeazzo, 

Torino 

Di  ScaIea(Lanza-Spinelli)prin- 

cipe  Francesco 

Palermo 

Viceammiraglio  in  poxizione 

Di  Terranova  (Pignatelli)  duca 
Giuseppe 

Roma 

ausiliaria 

Roma 

Frola  aw.  Secondo 

Torino 

D'Oncieu    de   la  Batie  eonte 

Paolo,  Tenen'e  Gener.  nella 

G 

riserra 

Torino 

Doriamar<;A«««  Ambrogio.  .  . 

Genova 

Gabba  Carlo  Francesco,  Pro- 

Doria marchese  Giacomo  .  .  . 

Borzoli 

fessore   nella   R.   Universi' à 

(Genova) 
Napoli 

di  Pisa 

Pisa 

Doria  d'Eboli  duca  Francesco. 

Garroni   march,  aw.  Camillo. 

Doria  Pamphyll  principe  Don 

Prefetto  di  Provincia  .... 

Genova 

Alfonso 

Roma 

Gattini  conte  Giuseppe  .... 

Matera 

D'Ovidio  Enrico,   Prof,  nella 

(Potenza) 

R.  Università  di   Torino.  .  . 

Torino 

Gherardlni   march.  Gianfran- 

D'Ovidio  Francesco.  Profess. 
nella  R.  Università  di  Napoli. 

Napoli. 

cesco  

Reggio  Emilia 

Ginistrelll  Edoardo 

Napoli 

Driquet  nob.  Edoardo.  Tenente 

(Capodimonte) 

Generale  a  riposto 

Firenze 

Giorgi  aw.  Giorgio,  Presidente 

Durand    De   La  Penne    S.  E. 

di   sezione   del    Consiglio    di 

march.  Luigi,  Tenente  Gene- 
rale in  posizione  ausiliaria. 

Roma 

Stalo 

Roma 

Giorfeini  Gin.  Batt.,  Professore 

Durante  dott.  Francesco,  Pro- 

emerito delle  RR.  Unir^rsità 

fessore   nella   R.  Università 

di  Pisa  e  di  Siena 

Montignoso 

di  Soma 

Roma 

(MassaCarrara) 

—  218  — 


COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 

COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 

ABITUALE 

ABITUALE 

Golgi  Camillo,  Professore  nella 

Marietti  ai>i>.  Filippo,   Consi- 

li. Università  di  l'aria  .  .  . 

Pavia 

gliere  di  Statò.  .".  : 

Roma 

Grassi-Pasini  Michele 

Acireale 

Mariotti  at;y.  Giovanni 

Parma 

(Catania) 

Martelli  avv.  Mario 

Milano 

Gravina  march.  Luigi,  Prefetto 

Martinelli  prof  Giovanni .  .  . 

Ferrara 

di  Provincia  a  riposo  ,  .  .  . 

Catania-Roma 

Martuscelli  avv.  Enrico,  Con- 

Greppi conte  Giuseppe,  Inviato 

sigliere  della  Corte  dei  conti. 

Roma 

straordinario  e  Ministro  Ple- 

Masi S.  E.  avv.  Giorgio,  Primo 

nipotenziario  con  credenziali 

Presidente  di    Corte  di  Cas- 

di Ambasciatore  a  riposo  .  . 
Groc'co  prof.  Pietro 

Milano 
Firenze 

sazione  

Napoli 

Porto  Maurizio 

Massabò  avv.  Vincenzo  .  .  .  . 

Guala   avv.  Carlo,   Consigliere 

Massarucoi  conte  Alceo  .  .  .  . 

Roma 

di  Sialo  a  riposo 

Roma 

Mazzolani   barone  avv.  Carlo, 

Guarneri  avv.  Andrea,  Profes- 

Presid. di  Sezione  del  Consi- 

sore  nella   P.  Università  di 

Palermo 

glio  di  Stato  

Roma 

Palermo 

Medici  march.  Luigi 

Melodìa  Niccolò 

Guerrieri-Gonzaga  mar.  Carlo. 

Rotna  -  Gonzaga 

Roma 

(Mantova) 

Men afoglio  march.  Paolo  .  .  . 

Modei/a 

Guglielmi  march.  Giacinto  .  . 

Roma 

Mezzanotte  Camillo 

Chieti 

Guiccioli   march.  Alessandro, 

Mirabelle  S.E.  Carlo,  Contram- 

Inviato straordinario  e  Mi- 

miraglio, Ministro  della  Ma- 

nistro plenipotenziario  .  .  .  . 

Belgrado 

rina  

Roma 

Monteverde  prof.  Giulio  .  .  . 

Roma 

1 

Morandi  prof.  Luigi 

Roma 

Morin  Costantino,   Viceammi- 

Inghilleri Calcedonio,    Consi- 

raglio in  posiz.  ausiliaria.  . 

Forte  dei  Mar- 

gliere di  Stato 

Romei 

Morisani    Ottavio,  Professore 
nella  R.  Università  di  Napoli. 

mi  (Lucca) 

Napoli 

L 

Morra    di   Lavriano    e    della 
Monta  S.  E.  con' e  Roberto, 

Lanza  S.  E.  conte  Carlo,  Te- 

Tenente Generale  in  riserva. 

Viareggio 

nente  Gene)-.,   Ambasciatore 

(Lucca) 

a  riposo    

Torino 

Moscuzza  dott.  Gaetano .... 

Sìi^QCUSCt 

Lanzara  avv.  Giuseppe  .... 

S'arco  (Salerno) 

Mosso  dott.  Angelo,  Professore 

Levi  noh.  Ulderico 

Reggio  Emilia 

nella    R.  Università    di    To- 

Lioy nob.  Paolo 

Vicenza 
Vicenza 

rino  

Torino 

Lucchini  avv.  Giovanni  .... 

Municchi  conte  avv.  Carlo,  Pre- 

Luciani dolt.  Luigi,  Professore 

fetto  di  Provincia  a  riposo. 

Firenze 

nella  R.  Università  di  Poma. 

Roma 

N 

M 

Nannarone  Raffaele 

Foggia 

Maìelli  S.E.  Giuseppe,  Primo 

Niccolini  march.  Ippolito.  .  . 

Firenze 

Presid.  di  Corte  di  Cassazione 

a  riposo 

Pulei'mo 

0 

Majnoni  D'Intignano  S.  E.  nob. 

Luigi,   Tenente  Generale  .  . 

Milano. 

Oddone  avv.  Giovanni.  .  .  .  • 

Alessandria 

Malvano  avv.  Giacomo,  Cotisi- 

Odescalchi  princ.  Baldassarre. 

Roma 

gliere  di  Stato 

Roma 

Terni  (Perugia) 

Olivei'i  Eugenio 

Palermo 

Manassei  conte  Paolano.  .  ,  . 

Orengo  march.  Paolo,  Viceam- 

Manfredi S.  E.  avv.  Giuseppe, 

miraglio  in  posiz.  atisiliaria. 

Roma  e   Venti- 

Procuratore  Generale  di  Corte 

miglia  (Porto 

di  Cassazione 

Firenze 

P 

Maurizio) 

Manfrin    (Di    Castione)    conte 

Pietro 

Roma  -  Rossano 

Pacinotti  Antonio,  Professore 
nella  R.  Universiià  di  Pisa. 

veneto 

Pisa 

(Vicenza) 

Pagano-Guarnaschelli     S.    E. 

Mangingalli  prof.  Luigi  .... 

Milano 

Giambattista,  Primo  Presi- 

Mangili  Cesare 

Milano 

den'e  di  Corte  di  Cassazione. 

Roma 

Mantegazza   dolt.  Paolo,  Pro- 

Palberti avv.  Romualdo.  .  .  . 

Torino 

fessore    nel    li.    Isfituto    di 

Palumbo  S.  E.  Gius.,  Viceam- 

Studi  Superiori  di  Firenze. 

Firenze 

miraglio  in  posiz.  ausiliaria. 

Napoli 

IMaragliano  doti.  Edoardo,  Pro- 

Pansa  S.  E.   Alberto,   Inviato 

fessore   nella   R.    Università 

straordinario  e  Ministro p>^e- 

di  Genova  

Genova 

nipotenziario  con  credenziali 
di  ambasciatore 

Marazio   di  Santa  Maria  Ba- 

B'rlino 

gnolo  bar.  Annibale ,  .  ,  ,  . 

Torino 

Papadopoli  con  e  Nicolò.  .  .  . 

Venezia 

RESIDENZA 

COGNOME  E  NOME 

AOITUALR 

ParpagUà  »ob.  arr.  Salvatore  . 

Oristano 

. 

(Cagliari) 

Pasolini  font«  Pier  Desiderio. 

Roma-Ravenna 

>'Asohni-Zaue'>Ii   conte  Gius.  . 

Faenza 

(Ravenna) 

«tamia  prof.  Carmelo  .  .  .  . 

Napoli 

i  atemò  di  Sessa  Emanuele. 

Pi-off ssott  nella   R.   Univer- 

.«f'i^  rfi   Roma 

Roma 

stro   don.  Francesco, 

'ier«   delia    Corte   dei 

Roma 

loui  S.  E.   Ettore,  Tenente 

l'tenerale,  Cotnattd.  il  IV Cor- 

Peiroleri  mo6i7«  idei  baroni)  av- 

rnrnio  Augusto,  Inviato  srn- 

'      irto   e  Ministro  Vieni- 

urto  a  riposo 

Torino 

ni  aiw.  Clemente   .  .  . 

Venezia 

l'eli   ux  Luigi,   Tenente  Gene- 

rale in  posizione  ausiliaria. 

Bord  ighera 

(Porto    Manri- 

Pessina  a  re.  Enrico,  Professore 

[zio) 

nella  R.   Uni  ver.  di   Napoli. 

Napoli 

Petrella  Gu}:Iielmo  Ugo,  Pre- 

sidente di  Sezione  di  Corte  di 

Cassazione  . 

Roma 

Piaggio  Erasmo 

Genova-Roma 

Pierantoni  ave.  Augusto,  Pro- 

fessore nella   R.    Università 

di  Roma 

Roma 

Piuelli  S.  R  conte  Tullio,  PH- 

mo  Presid.  di  Corte  di  Cas- 

sazione   

Torino 

Pisa  doti.  Ugo 

Plutiao  Fabrizio 

Reggio  Calabria 

Polvere  tnarch.  avv.  Nicola  .  . 

Benevento 

Ponti  Ettore 

Mila  no 

Ponza  di   San  Martino  conte 

Coriolano,  Tenente  Generale, 

Coinand.  il    VI  Corpo  d'Ar- 

mata     

Bologna 

Ponzio   Vaplia    8.  E.    Emilio, 

Tenente  Getter,  nella  riserva, 

ministro  della  Reni  Casa.  . 

Roma 

Primerano  Domenico,  Tenente 

Generale  nella  riserva.  .  .  . 

Roma 

Prinetti  Carlo 

Milano 

Pullè  conte  Leopoldo 

Roma 

Q 

Quarta  S.  E.  avv.  Oronzo,  Pro- 

curatore Generale  di  Corte  di 

Qui-ina-Puliga  Carlo  Alberto, 

Viceammiraglio 

R 

Racagni   Felice.    Tenente   Ge- 

Roma 

nerale  in  poffiz.  aii^iliaHa  . 

Torino 

Racioppi  Giacomo.  Consigliere 

■ìi  Stato 

Roma 

rtazzi    S.    E.  avv.   Urbano. 

Jdi it ini/ 0  di  Salo.  ,,,,,, 

Roma 

RESIDENZA 

COGNOME  E  NOME 

Restl-Ferrarl   avv.  Giuseppe, 

Primo  Presidente  onorario  di 

Corte  di  Cassizion» 

Bolo  (Reggio- 

Kniilla) 

Riberl  arr.  Spirito 

Cuneo 

Hicoiuti  Nicola,  Primo  Presi- 

dente di  Corte  d'appello.  .  . 

Napoli 

Ricotti  8.  E.  Cesare,  Tenen'e 

Generale  a  ripiso 

Novara 

Ridoltì  march.  Luigi 

Scan  dicci 

Righi  Augusto,  Profes.1.  nella 

(Firenze) 

R.  Universum  di  Bologna  .  . 

Bologna 

Rignon  con'e  Felice 

Torino 

Riolo  Vincenzo,  con'edel  Piano. 

Roma-Naro 

(Girgenti) 

Rossi  barone  Giovanni   .  .  .  . 

Schio  (Vicenza) 

Rossi  avv.  Luigi.  ........ 

Milano 

Rossi-Martini  eonte  Gerolamo. 

Genova 

Roux  avv.  Luigi 

Roma-  Torino 

Ruffo    Fabrizio,    principe    di 

Motta  Bagnara 

S 

Sacchetti  ing.  Gualtiero.  .  .  . 

Roma 

Bologna 

Saladini   conte  Saladino,  Pre- 

fetto di  Provincia  a  riposo  . 

Cesena  (Forlì) 

Saletta  S.  E.  Tancredi,  Tenente 

Generale,  Capo  di  Sfato  Mag- 

giore dell'Esercito 

Roma 

Sani  Giacomo.  Maggior  Gene- 

rale  Commissario   nella   ri- 

serva  

Roma 

San  Martino   Valperga  conte 

Santamaria-Nicolini  8.  E.  avv. 

Francesco,  Primo  Presidente 

di  Corte  di  Cassazione.  .  .  . 

Napoli 

Schiaparelli    prof.    Giovanni. 

Professore    nel     R.    Istituto 

Tecnico  Superiore  di  Milano. 

Milano 

Schininà  Giuseppe  march,  di 

Sant'Elia 

Ragusa 

(Siracusa 

Schupfer  Francesco,   Profes- 

sore  nella   R.  Università  d' 

Roma 

Scialoia  «rr.  Vittorio,  Profes- 

sore  nella   R.   Università  di 

Roma 

Roma 

Senise   Carmine,   Prefetto    di 

Provincia  a  riposo 

Corleto-Pertica- 

ra  (Poteuzaj 

Senise  Tommaso,  Professore 

nella   R.  Università   di  Na- 

noli 

Napoli 

Serena  bar.  avv.  Ottavio,  con- 

siglière di  Stato 

Roma 

Severi  avv.  Giovanni 

Arezzo 

Sismondo  Felice,  Tenente  Gè- 

ner.  in  posizione  ausiliaria. 

Asti    (Alessan- 

dria) 

Sonnino  barone  Giorgio.  .  .  . 

Firenze-Roma 

i  Soi-mani  -  Moretti    conte    are. 

\     Luigi,  Prefetto  di  Provincia. 

Reggio- Emi  Uà 

—  220  — 

RESIDENZA 

RESIDENZA 

COGNOME  E  NOME 

ABITUALE 

COGNOME  E  NOME 

ABITUALE 

Speroni  ing.  Giuseppe 

Milano 

Treves  De  Bonflgli  barone  Al- 

Spinola march.  Federico  Co- 
stanzo, Inviato  straordinario 

berto  

Venezia 

Trincherà  prof.  Francesco  .  . 

Ostuni  (Lecce) 

e    Ministì'o  plenipotenziario 

Trotti  marchese  Ludovico  .  . 

Milano 

Arma  di  Taggia 
(Porto  Mauriz.) 

V 

Strozzi  principe  Piero 

Firenze 

Vaccaj  Giuseppe 

Pesaro 

T 

Vacchelli  dott.  Pietro 

Cremona 

Valotti  conte  Diogene 

Brescia 

Taiani  avv.  Diego 

Roma-Fortici 

Veronese  dott.  Giuseppe,  Pro- 

(Napoli) 

fessore  nella   R.    Università 

Tasca  Lanza  conte  Giuseppe. 
Tassi  avv.  Camillo 

Piacenza 

Vidari  avv.  Ercole,  Professore 

Taverna  conte  Rinaldo,  Mag- 

nella R.  Università  di  Pavia. 

Pavia 

gior  Generale  nella  riserva. 

Roma-Milano 

Vigano  S.  E.  Ettore,  Ten.  Ge- 

Tiepolo  conte  avv.  Lorenzo  .  . 

Venezia 

ner.,  Ministro  della  Guerra. 

Roma 

Tittoni  S.  E.  avv.  Tommaso, 

Vigoni  nobile  ing.  Giulio   .  .  . 

Milano 

Ministro  per  gli  Aff.  Esteri. 

Roma 

Vigoni  nobile  ing.  Giuseppe.  . 

Milano 

Todaro  doti.  Francesco,  Pro- 

Villari Pasquale,  Professore  nel 

fessore  nella   E.   Università 

R.  Istituto  Super,  di  Firenze. 

Firenze 

di  Roma 

Roma 

Siena 

Vischi  nob.  avv.  Nicola 

Visconti-Venosta  S.  E.  march. 

Trani  (Bari) 

Tolomei  conte  Bernardo.  .  .  . 

Roma 

Emilio 

Tornielli-Brusati  di  Vergano 

Visocchi  Alfonso 

Atina 

S.E.  conte  Giuseppe,  Inviato 

(Caserta) 

straordinario  e  Ministro  ple- 

Volterra Vito,  Professore  nella 

nipotenziario  con  credenziali 

R.  Università  di  Roma  ... 

Roma 

di  Ambasciatore 

Parigi 

Torrigiani  marchese  Pietro  ,  . 

Firenze 

z 

Tortarolo  ing.  Pietro 

Genova 

Tournon  Ottone,  Tenente  Ge- 

Zoppi conte  Vittorio,  Prefetto 

nerale  a  riposo 

Torino     [zaro) 

di  Provincia  a  riposo  .  .  .  . 

Alessandria 

Traufo  avv.  Carlo 

Tropea  (Catan- 

Zumbini  prof.  Bonaventura  . 

Portici-Napoli 

{Stampato  il  20  settembre  1907). 


UN  BEL  SENO 

ottengono  Signore  e  Signorine  col  nostro  metodo  speciale.  —  Effetto  garantito  e 
duraturo.  —  Non  confondere  il  nostro  specifico  con  altri  preparati  che  non  hanno 
dato  mai  risultato.  —  Importante  opuscolo  si  spedisce  gratis,  dietro  carta  da 
visita.  Scrivere  V.  Lagala.  —  Via  Cedronia,  23.  —  Napoli  (Italia). 


LIQUORE 

TONICO  DIGESTIVO 

DITTA  ALBERTI 

BENEVENTO 


2*21  — 

CAMERA  DEI  DEPUTATI 

xxn  LsaxsLATiniA  •  !•  sEssiom 


UFFICIO  DI  PRESIDENZA 

Piffìdentf:  Marcora.  Segretari:  Morando,  Pavia,  Lnclfero,  Sca- 

l'ir'|j/y*r(fcN//.- De  RUels,Qorio,  Torrigianl,    lini,   Sanarellf,   Rovasenda,  De  Novellis,  Vi- 
Fiuocchiaro-Aprilo.  socchi,  Cimati. 

Questori:  De  Asarta,  Podestà. 


ELENCO  ALFABETICO  DEI  DEPUTATI 

con  l'indicazione   del   Collegio   elettorale   che  rappresentano. 


Abbruzzese  Antonio 
Abignente  prof.  Giovanni 

Abozzi  ave.  Michele 
Agnesi  ing.  Giacomo 
Agnettl  dott.  Alberto 
Agnini  Gregorio 
Aguglia  avv.  Francesco 
Albasini-Scrosati  avv.  Erm. 
Albertini  Giacomo 
Albicini  march.  Alessandro 
Alessio  prof.  Giulio 
Aliberti  Gennaro 
Angiolinl  dott.  Antonio 
Antolisei  avv.  Lamberto 
Aprile  avv.  bar.  Pietro 
Arigò  avv.  Giuseppe 
Arlotta  Enrico 
Arnaboldi  -  Gazzaniga  conte 

Bernardo 
Aroldi  avv.  prof.  Cesare 
Artom  dott.  Emesto 

Astengo  acv.  Giuseppe 
Aubry  coniramm.  Augusto 

Avellone  avv.  Salvatore 


3[d  tigno 
Mercato   Sc/n    Se- 

verino 
Sassari 
Oneglia 
Borgataro 
Mirandola 
Termini  Imerese 
Milano  I 
Torino  III 
Pesaro 
Padova 
Napoli  X 
Prato  in  Toscana 
Macerata 
Regalbuto 
Messina 
Napoli  HI 

Canta 

Bozzolo 

Castelnuovo    di 

Garfagnana 
Savona 
Castallammare  di 

Stuòia 
Corleone 


Baccelli  arr.  dott.  Alfredo 
Baccelli  prof.  Guido 
Badaloni  dott.  Nicola 
Ballarini  ing.  Carlo 
Baragiola  dott.  Pietro 
Baranello  ing.  Nioolangelo 
Bamabei  dott.  Felice 
Barracco  bar.  Alberto 
Barzilai  avv.  Salvatore 
Basetti  dott.  Gian  Lorenzo 

Bastogl  conte  Gioacchino 
Battafjlieri  arr.  Augusto 
Battelli  prof.  Angelo 
Benaglio  avv.  Giacinto 
Berenini  avv.  Agostino 
Bergamasco  ing.  Eugenio 
Bernini  arr.  Cesare 
Bertarelli  aw.  Pietro 
Bertesi  Alfredo 
Bertettl  avv.  Michele 


Tivoli 

Roma  III 

Badia  Polesine 

Budrio 

Erba 

Campobasso 

Atri 

Spezzano  Grande 

Roma  V 

Castelnuovo  nei 

Monti 
Montepulciano 
Casal  Monferrato 
Urbino 
Martinengo 
Borgo  S.  Donnino 
Martora 
Novara 
Tortona 
Carpi 
Ciri> 


Bertolinl  avv.  Pietro 
Bettòlo  contramm.  Giovanni 
Biancheri  avv.  Giuseppe 
Bianchi  avv.  Emilio 
Bianchi  prof.  Leonardo 
Bianchini  co/j^eapp.  Vincenzo 
Bissolati-Bergamaschi  app. 

Leonida 
Bizzozero  nób.  avv.  Carlo 
Bolognese  app.  Domenico 
Bona  Eugenio 
Bonacossa  ing.  Giuseppe 
Bonicelli  avv.  Giacomo 
Borciani  app.  Alberto 

Borghese  princ.  Scipione 
Borsarelli  di  Rifreddo  march. 

Luigi 
Boselli  app.  Paolo 
Bottacohi  Giuseppe 
Botterl  dott.  Giambattista 
Bovi  app.  Giovanni 
Bracci-Testasecca  nob.  Gius. 
Brandolin  conte  Gerolamo 
Brizzolesi  Enrico 
Brunialti  prof  AttUIo 
BucceUi  Vittorio 


Cacciapuoti  dott.  Francesco 

Paolo 
Calissano  app.  Teobaldo 
Callaini  app.  Luigi 
Calieri  app.  Giacomo 
Calvi  app.  Gaetano 

Calvi  dott.  Giusto 
Camagna  avv.  Biagio 
Camera  app.  Giovanni 
Camerini  dott.  Paolo 
Cameroni  avv.  prof.  Agost. 
Campi  app.  Emilio 
Campi  dott.  Numa 
Campus-Serra  arp.  Antonio 
Canevari  app.  Alfredo 
Cantarano  dott.  Guglielmo 
Cao-Pinna  nob.  ing.  Antonio 
Capaldo  ape.  Luigi 
Capece-Minutolo  march.  Al- 
fredo 
Cappelli  march.  Raffaele 


Montebelluna 

Becco 

San  Remo 

Lari 

Montesarchio 

Treviso 

Pesca  rolo 
Varese 
And  ria 
Biella 
Vigevano 
Brescia 
Montecchi 
l'Emilia 
Albano  Laziale 


nel- 


Vaiadeati 

Avigliana 

Biandraìe 

San  Pier  d'Arena 

Palmi 

Orvieto 

Conegìiano 

Capriata    d'Orba 

Thiene 

Nizza  Monferrato 


Napoli  VI 

Alba 

Colle  di  Val  d'Elsa 

Ceva 

San    Nazaro    dei 

Burgundi 
Valenza 

Reggio  Calabria 
Sala  Consilina 
Este 

Trevig^io 
Cuggiono 

Rocca  S.  Casciano 
Cagliari 
Viterbo 
Gaeta 

Serramanna 
Lacedonia 

Napoli  II 
San  Demetrio  nei 
Vestini 


-  222  - 


Capufi  Ercole 
Carboni-Boj  ain\  E  irico 
Carcano  avv.  Paolo 
Cardani  prof.  Pietro 
Carmine  ing.  Pietro 
Carnazzaprof.  avv.  Gabriello 
Carugati  Egildo 
Casciani  dott.  Paolo 
Cascino  avv.  Calogero 
Cassato  avv.  Dario 
Castellino  prof.  Pietro 
Castiglioni  conte  Baldassare 
Castoldi  ing.  Alberto 
Cavagnari  avv.  Carlo 
Celesia  di  Vegliasco  avv.  Gio- 
vanni 
Celli  prof.  Angelo 
Centurini  Alessandro 
,Cerulli  Giuseppe 
Cesaroni  Ferdinando 
Chiapusso  dott.  Felice 
Chiesa  rag.  Eugenio 
Chimienti  avv.  prof.  Pietro 
Chimirri  avv.  Bruno 
Chiozzi  ing.  Antonio 
Ciacci  df>it.  Gaspero 
Ciappi  ing.  Anselmo 
Ciartoso  dott.  Luigi 
Cicarelli  avv.  Carlo  Vittorio 
Ciccarone  doft.  Francesco 
Cimati  Camillo 
Cimorelli  Edoardo 
Cipelli  avv.  Vittorio 
Cipriani  Marinelli  Giuseppe 
Cirmeni  dott.  Benedetto 

Ciuflfelli  Augusto 
Cocco-Ortu  avv.  Francesco 
Cocuzza  Federico 
Codacci-Pisanelli  prof.  avv. 

Alfredo 
Coffari  bar.  Gerolamo 
Colajanni  dott.  Napoleone 
Colosimo  avv.  Gaspare 
Comandini  avv.  Ubaldo 
Compans  march.  Carlo 
Conte  avv.  Emilio 
Cornaggia-Medici  Castiglio- 
ni nob.  dott.  Curio  Ottavio 
Cornalba  avv.  Giuseppe 
Cortese  prof.  Giacomo 
Costa  Andrea 
Costa-Zenoglio  dr.  Rolando 
Cottafavi  avv.  Vittorio 
Credaro  prof.  Luigi 
Crespi  dott.  Silvio 

Croce  Francesco 
Curioni  avv.  Giovanni 
CuiTeno  avv.  Giacomo 
Cuzzi  avv.  Giuseppe 


Ariano  di  Puglia 

Oristano 

Como 

Parma  I 

Vimercafe 

Catania  I 

Zogno 

Pistoia  I 

Piazza  Armerina 

Livorno  I 

Foggia 

Breno 

Iglesias 

Rapallo 

Albenga 

Cagli 

Terni 

Giulianova 

Cortona 

Susa 

Massa  Carrara 

Brindisi 

Set-ra  San  Bruno 

Portormtggiore 

Scansano 

S.  Severino  Mar- 

Savigliano       [che 

Atripalda 

Vasto 

Pcntremoli 

Isernia  [da 

Fiorenzuola  d'Ar- 

Bitonto 

Militello  in  Val  di 

Catania 
Todi 
Isili 
Pagusa  Superiore 

Trìcase 

Aragona 

Castrogiovanni 

Serrastretta 

Cesena 

Cai  uso 

Sora 

Milano  IV 
Lodi 

Cairo  Montenotte 
Lnola 
Chiavari 
Correggio 
Tirano 

Caprino   Berga- 
masco 
Capannori 
Borgomanero 
Chcrasco 
Pallanza 


Da  Como  avv.  Ugo 

Lonatq 

Dagosto  avv.  Francesco 

Brienza 

D'Ali  Antonio 

Alcamo 

D'Alife  (Gaetani)   conte  Ni- 

cola 

Rossano 

Dal  Verme  conte  Luchino 

Bobbio 

Daneo  avv.  Edoardo 

Torino  I 

Danieli  avv.  Gualtiero 

Tregnngo 

Dari  avv.  Luigi 

San  Be'ned  tto  del 

Tronto 

D'Aronco  aveh.  Raimondo 

Gemona 

De  Amicis  Mansueto 

Solmona 

De  Andreis  ing.  Luigi 

Ravenna  li 

De  Asarta  conte  ing.  Vittorio  Palmanova 

De  Bellis  Vito 

Gioia  dd  Colle 

De  Felice  Giuffrida  Gius. 

Catania  li 

De  Gennaro  avv.  Emilio 

La  r  ino 

De  Giorgio  avv.  Pietro 

Lanciano 

Del  Balzo  bar.  Girolamo 

Bctjano 

Dell'Acqua  Carlo 

Busto  Arsizio 

Della  Pietra  a>nK  Gioacchino 

Nola 

Dell'Arenella  (Valguarnera) 

duca  Giuseppe 

Palermo  IV 

De  Lucaayy.  Ippolito  Onorio  Canicatti 

De  Luca  avv.  Paolo  Anania  Sant'  Angelo    dei 

Lombardi 

De  Marinis  prof.  Enrico 

Salerno 

De  Michele  Ferrantelli  Do- 

menico 

Bivona 

De  Michetti  avv.  Carlo 

Teramo 

De  Nava  avv.  Giuseppe 

Bagnara  Calabra 

De  Nobili  march.  Prospero 

Spezia 

De  Novellis  dott.  Fedele 

Verb  Icaro 

De  Riseis  bar.  Giuseppe 

Città  Sant'Angelo 

De  Seta  ing.  Luigi 

Paola 

De  Stefani  avv.  prof.  Carlo 

Bardolino 

De  Tilla  avv.  Domenico 

Napoli  V 

De  Viti  De  M-avco  prof .  An- 

tonio 

Gallipoli 

Di  Cambiano  (Ferrerò)  mar- 

chese dott.  Cesare 

Torino  V 

Di  Lorenzo  dott.  Nicolò 

Calata/imi 

Di  Rudinì  (Starrabba)  mar- 

chese Antonio 

Caccarno 

Di  Rudinì  (Starrabba)  mar- 

chese Carlo 

Noto 

Di  Saluzzo  march.  Marco 

Saluzzo 

Di  Sant'Onofrio  (del  Castillo) 

march.  Ugo 

Castroreale 

Di  Scalea  (Lanza)  principe 

Pietro 

Serradifalco 

Di  Stefano   Napolitani  avo. 

Giuseppe 

Palermo  I 

Di  Trabia  (Lanza)  principe 

Pietro 

Palermo  III 

Donati  avv.  Carlo 

Lonigo 

Fabri  avv.  Carlo 
Facta  avv.  Luigi 
Facili  Emilio 
Falaschi  avv.  Enrico 
Falcioni  avv.  Alfredo 
Falconi  conte  dott.  Gaetano 
Falconi  avv.  Nicola 
Falletti  di  Villafalletto  con- 
te Paolo 
Fani  avv.  Cesare 
Faranda  dott.  Giuseppe 
Farinet  Alfonso 
Farinet  prof.  Francesco 
Fasce  prof.  Giuseppe 
Fazi  doti.  Francesco 
Fazzi  dott.  Vito 
lede  dott.  Francesco 
Félissent  Gian  Giacomo 
Fera  avv.  Luigi 


Bettola 

Pinerolo 

Parma  II 

Siena 

Domodossola 

Fermo 

Agnona 

Possano 

Perugia  II 

Naso 

Aosta 

Verrès 

Genova  III 

Foligno 

Lecce 

Riccia  [ta 

S.  Biagio  in  Cullai- 

Ragliano 


—  i^'j;")  — 


rri  iMT. 
rrl  arv. 


Qiacomo  • 

.  Mjuisimo 
irr.  Ignazio 
.^  Aprile  are.  Ca- 


Trc.  Filippo 
rtirus  are.  Alessandro 
Fortunati  Alfredo 
Fortunato  doti.  Giustino 
Fracassi  di  Torre   Rossano 

march,  doti.  Domenico 
Fradeloito  pt-of.  Antonio 
Franchettl  ilott.  Leopoldo 
Franciea-Nava  Giovanni 
Folci  are.  Ludovico 

Fnlcl  arr.  Nicolò 
Furnari  ave.  Santi 
Fusco  arr.  Lodovico 
Fusinato  prof.  Guido 


Vignai* 

Arqui 

ilonzafja 

San  Hi  or  inni   in 

l'érsiceto 
Lepanto 
Licata 

Frizzi 
Miatrettri 
Poggio  Mirteto 
Anngni 
Melfi 

Creseentinn 
Venezia  III 
Città  di  Castello 
Siracusa 
Fr^incai'illadiS: 

eilia 
Milazzo 
Patti 
Popoli 
Feltr* 


'■■  tlimbertl  aw.  Tancredi 
.«.illetti  di  Cadilhac  Arturo 
Galli  arr.  Roberto 
Gallina  arv.  Giacinto 
Gallini  arr.  Carlo 

Gallino  ing.  Natale 
Galluppi  arr.  Enrico 
Gandolfo  arr.  Enn-o 
Gatti  dott.  Girolamo 
Gattoni  ing.  Bortolo 
Gattorno  Federico 
Gaudenzi  Giuseppe 
Gavazzi  Lodovico 
Giaccone  avv.  Vittorio 
Gianturco  arr.  Emanuele 
Giardina  prof.  Frane.  Sav. 
Ginori-Conti  principe    do'.t. 

Piero 
Giolitti  are.  Giovanni 
Giiir  lano-Apostoli  iar,  Giu- 

oli  prof.  Giuseppe 

-. clli  «rr.  Odoardo 

Girardi  avv.  Francesco 
Giuliani  Gaetano 
Giunti  bar.  Leopoldo 
Glosso  eonte  Girolamo 
Goglio  ing.  Giuseppe 
Gorio  avv.  Carlo 
Graffagni  atro.  Angelo 
Grassi- Voces  doti.  Giuseppe 
Greppi  avv.  Emanuele 
Grippo  avv.  Pasquale 
Gualtieri  avv.  Alberto 
Gnarracino  ave.  pr^.f.  Aless. 
Goastavino  Pietro 
Gucci-Boschl  conte  diAt.  Gio- 

vanni 
Guerci  ing.  Cornelio 
Guerritore-Broya  Eirico 
Guicciardini  co/j<t;  Francesco 
Gussoni  Gaspare 


Cuneo 

Moìttegiorgio 
Chioggia 
Abbialegrasso 
Favuli o   nel   Fri- 

gnauo 
Fon',  edecimo 
Civitavecchia 
Oneglia 
Os'iglia 
Codogno 
Bimini 
Forlì 
Lecco 
Mondor\ 
Ntipoìi  I 
bronte 

Volterra 
Dronero 

Alghero 

Roma  I 

Asti 

Napoli  TV 

CapcKcio 

Cast  rov  il  tari 

Manfredonia 

Cuorgnè 

Verolanujva 

Voltri 

Acireale 

Milano  fi 

Potenza 

Napoli  VII 

Torre  Annunziata 

Genova  I 

Faenza 
Langhirano 
Xocern  Inferiore 
San  Miniato 
elusone 


.latta  Antonio 


Lacava  avv.  Pietro 
Landuccl  avv.  Landò 
Larizza  avv.  Bruno 
Lazzaro  prof.  Giuseppe 
Leali  conte  Pietro 
Leone  avv.  Giuseppe 
Libertini  dott.  Gesualdo 
LibcrtiJii  di  San  Marco  Pa 

squale 
Loero  avv.  Attilio 
Lucca  ing.  Piero 
Lucchini  Angelo 
Lucernari  conte  Annibale 
Luciani  avi:  Tito 
Lucifero  march.  Alfonso 
Lucifero  march.  Alfredo 
Luzzatti  pnf.  Luij,'i 
Lozzatto  ing.  Arturo 
Luzzatto  avv.  Riccardo 


Macola  conte  Ferruccio 

Magni  Magno 
Majorana  avv.  Angelo 
Majorana   aw.  prof.  Gius. 
Malcangi  avv.  Cataldo 
Malvezzi  conte  dott.  Nerio 
Manfredi  ittg.  Giuseppe 
Mango  avv.  Camillo 
Manna  avv.  Gennaro 
Mantovani  avv.  Oreste 
Maraini  avv.  Clemente 
Maraini  Emilio 
Marazzi  con'e  Fortunato 
Marcello  conte  Girolamo 
Marcerà  arr.  Giuseppe 
Maresca  dott.  Eugenio 
Marescalchi  Alfonso 
Margarla  ing.  G. 
Marghieri  prof.  Alberto 
Marinuzzi  avv.  Antonio 
Marietti  avv.  Ruggero 
Marsengo  -  Bastia    avvocato 

Ignazio 
Martini  prof.  Ferdinando 
Marzotto  Vittorio 
Masciantonio  arr.  Pasquale 
Masi  avv.  Saverio 
Masini  dott.  Giulio 
Masoni  ing.  prof.  Udalrigo 
Masselli  dott.  Antonio 
Massimini  avv.  Fausto 
Materi  Francesco  Paolo 
Matteucci  avv.  Francesco 
Mauri  avv.  Angelo 
Mazziotti  avv.  Matteo 
Mazzitelli  Achilie 
Meardl  avv.  Francesco 
Medici  Francesco 
Melll  Elio 
Mondala  Vincenzo 
Merci  avv.  Cesare 


Minervino  Murgt 


Corleto  Perticai 

Arezzo 

Melilo  Porto  Sdr  . 

Conversano 

Mon'efiascona 

Palata 

Caltagirone 

Augustta 

Pifve  di  Cadore 
Vercelli 
Gavirate 
Pontecorco 
Aeqnaviva  d^Ue 
Cotrone        [Fonti 
Taranto 
Abano  Bagni 
Montevarchi 
San    Daniele   n^l 
Friuli 


Casi  'J franco     Va- 
nito 
Belluno 
Nicosia 
i'aternò 
Corato 
B:,log,ia   r 
Castel  S.  Gìovan- 


Lagonegro 
Aquila 
Mantova 
Prosinone 
Legnago 
Crema 
Venezia  II 
Sondrio 
Ostuni 
Bologna  II 
Barge 
A  mal  fi 
Palermo  II 
Fano 

Vigorie 
Pescia 
Valdagno 
Gessopalena 
Monreale 
Empoli 
Napoli  IX 
San  Severo 
Leno 
Tricarico 
Lucca 
Codogno 
Torcili  ara 
Teano 
Voghera 
Oviglio 
Cornacchia 
Chinromimte 
Firenze  IV 


{ni 


—  224  — 


Meritati!  Giovanni 
Mezzanotte  avv.  Camillo 
Miliani  Giambattista 
Mira  avv.  Francesco 
Mirabelli  Roberto 
Modestino  Alessandro 
Molmenti  dott.  Pompeo 
Montagna  Francesco 
Montanti  Giovanni 
Montemartini  dott.  Luigi 
Monti  nob.  avv.  Gustavo 
Monti-Guarnieri    avv.    Sta- 
nislao 
Morando    conte    dott.   Gian 

Giacomo 
Morelli  avv.  Enrico 

Morelli-Gualtierotti  avv.  Gi- 
^     smondo 
Morgari  Oddino 
Morpurgo  rag.  Elio 
Meschini  ing.  Vittorio 


Isola   della  Scala 

Chieti 

Fabriano 

Milano  in 

Ravenna  I 

Mirabella  Belano 

Salò 

Acerra 

Pietras'-inta 

Stradella 

Pordenone 

Senigallia 

Ciliari 

S.   Maria   Capua 
Vetere 

Pistoia  II 
Torino  II 
Cividale  nel  Friuli 
Poriogruaro 


Nasi  avv.  Nunzio  Trapani 

Negri  De'  Salvi  conte  Edoar.  Marostica 
Niccolini  dott.  Pietro  Ferrara 

Nitti  avv.  Frane.  Saverio       Muro  Lucano 
Nuvoloni  avv.  Domenico        Porto  Maurizio 


Odorico  ing.  0  dorico 
Orioles  avv.  Giuseppe 
Orlando  ing.  Salvatore 
Orlando  avv.  Vittorio  Ema- 
nuele 
Orsini-Baroni  Francesco 
Ottavi  dott.  Edoardo 


Pagani-Cesa  avv.  Luigi 
Pais-Serra  Francesco 
Pala  avv.  Giacomo 
Pandolfini  conte  Roberto 
Panie  avv.  Felice 
Pansini  avv.  Pietro 
Pantano  dott.  Edoardo 
Papadopoli  conte  Angelo 
Pascale  avv.  Carlo 
Pasqualino-Vassallo  avv.  Ro- 
sario 
Pastore  dott.  Alceo 

Pavia  avv.  Angelo 
Pavoncelli  Giuseppe 
Pellecchi  avv.  Giuseppe 
Pellei-ano  avv.  Silvio 
Pennati  avv.  Oreste 
Persone  nob.  Luciano 
Pescetti  avv.  Giuseppe 
Patroni  avv.  Gian  Domenico 
i:*ilacci  avv.  Arturo 
Pinchia  conte  doit.  Emilio 
Pini  avv.  Enrico 
Pinna  avv.  Giuseppe 
Pipitnne  prof.  Vincenzo 
Pistoia  ten.  gen.  Francesco 
placido  avv.  Pasquale 


Spilinibergo 
Messina  II 
Livorno  II 

Parti  nico 
Pontedera 
Vigoma 


Vittorio 

Ozieri 

Tempio  Pausania 

Firenze  I 

Torino  IV 

Molfetta 

Giarre 

Adria 

Altamura 

[Ha 
Terranova  diSici- 
Castiglione  delle 

Stiviere 
Soresina 
Cerignola 
Tropea 

Borgo  a  Mozzano 
Monza 

Campi  Salentina 
Firenze  IH 
Bari  delle  Puglie 
Montalcino 
Ivrea 

Bologna  III 
Nuoro 
Marsala 
Casalmaggitre 
Napoli  XI 


Podestà  no7>.  Luigi 
Poggi  dott.  Tito 
Pompilj  dott.  Guido 
Puzzato  avv.  Italo 
Pozzi  avv.  Domeriico 

Pozzo  avv.  Marco 
Prinetti  march,  ing.  Giulio 
Pugliese  avv.  Gius.  Alberto 


Oteggìo 

Cotogna   Veneta 
Perugia  I 
Rovigo 
Borghetto  Lodi' 

giano 
Santhià 
Brivio 
Castellaneta 


Queirolo  prof.  Giov.  Batta.   Pisa 
Quistini  avv.  Giovanni  Iseo 


Raccuini  avv.  Domenico 
Raggio  conte  avv.  Edilio 
Raineri  dott.  Giovanni 
Rampoldi  prof.  Roberto 
Rasponi  conte  dott.  Carlo 
Rastelli  avv.  Giovanni 
Rava  avv.  prof.  Luigi 
Ravaschieri  conte  Vincenzo 
Rebaudengo  conte  Eugenio 
Reggio  march,  ing.  Giacomo 
Resta-Pallavicino  conte  dott. 

Ferdinando 
Ricci  march.  Paolo 
Riccio  avv.  Vincenzo 
Ridola  dott.  Domenico 
Rienzi  avv.  Nicolò 
Rizza  Evangelista 
Rizzetti  Carlo 
Rizzo  avv.  Valentino 
Rizzone-Tedesclii  Corrado 
Rocco  conte  avv.  Marco 
Rochira  avv.  Fi-ancesco 
Romanin  -  Jacur    dott.    ing. 

Leone 
Romano  Giuseppe 
Romussi  avv.  Carlo 
Ronchetti  avv.  Scipione 
Rondani  avv.  Dino 
Rosadi  avv.  Giovanni 
Roselli  avv.  Francesco 
Rossi  avo.  Enrico 
Rossi  Gaetano 
Rossi  prof.  Luigi 
Rossi  avv.  Teofilo 
Rota  avv.  Attilio 
Rota  conte  dott.  Francesco 

Rovasenda  conte  avv.  Aless. 

Rubini  ing.  Giulio 
Ruffo  Ferdinando  dei  prin- 
cipi di  Spinoso 

Rummo  prof.  Gaetano 
Ruspoli  Bomolo  dei  principi 
di  Cervetri 


S 

Sacchi  avv.  Ettore 
Salandra  dott.  Antonio 
Salvia  ctvv.  Ernesto 
Sanarelli  prof.  Giuseppe 


Rieti 

Novi  Ligure 

Piacenza 

Pavia 

Ceccano 

Lanzo  Torinese 

Vergato 

Napoli  Vili 

Bra 

Genova  II 

Melegnano 
Recanati 


Matera 

Cefalà 

Comiso 

Varallo 

Oderzo 

Modica 

Casoria 

Manduria 

Piove  di  Sacco 

Sessa  Aurunca 

Corteolona 

Gallarate 

Cossato 

Firenze  II 

Città  Ducale 

Petralia  Sottana 

Schio 

Verona  II 

Carmagnola 

Bergamo 

San   Vito  al    Tu- 

gliamento 
Borgo    San    Dal- 

mazzo 
Menaggio 

San  Bartolomeo  in 

Caldo 
Benevento 

Velletri 


Cremona 
Lucerà 
Napoli  XII 
Bibbiena 


225  -- 


^ìiUt.   ROlVO 

Vinco  Tiro 


Catailit$f'0 

Ji,,r-     'f 
A. 

1/./ 


S. 

S.  .UUltiAUSUato 

s  .  Mariano 

i>^: .".  Carlo 

8corci*rini-Coppolarfo^/.An- 

JTflo 

*^  Ma  arr.  Qnstavo 

ri  cimte  doti.  Umb. 
■  't.  Giuseppe 

Sulu'l  arr.  Adelmo 

Sili  Cesare 

Silva  Cesare 

Simeoni  «rr.  Luigi 

Sinibaldi  nrr.  Tito 

Sola-Cabiati  conte  Andrea 

Solimbergo  arv.  Giuseppe 

Solinas-Apostoli  dM.  Gian 
""— n 

.  bar.  rfo/^  Sidney 
!  mute  Pietro 
Enrico 

Si  irr.  Giuseppe 

Spirito  avo.  Beniamino 
Spirito  orr.  Francesco 

-  luitti  arr.  prof.  Baldass. 
-tiiglianò  OFF.  Natale 

Stoppato  OFF.  Alessandro 
Stripari  ctff.  Giovanni 
Guardi  conte  dott.  Gianforte 


Talamo  off.  Roberto 
Targioni  off.  Giuseppe 
Taroni  ing.  Paolo 
Tasca  .Alessandro 
Terchio  off.  Sebastiano 
Tedesco  «FF.  Francesco 
Teodorl  Enrico 
Teso  arr.  Antonio 


SitLuit  o 
l'escina 
Acersa 

Piedimonte  d'Ali- 
fé. 

r// 

(iuastd'hi 

Camenno 

I)  itio 

A  fragola 

Spoleto 

Gorgonzola 

Udine 

Maeomer 

San  Casciano 

Affari 

Brieherasio 

Cosenza 

lieflgio  Emilia 

Campagna 

Montecorvino  Ro- 
vella 

Monteleone  Cahib. 

C  hiaravalle  Cen- 
trale 

Montagnana 

Pozzuoli  [rio 

Trescare  Bttlnea- 


[nia 
Vallo  della  Luca- 
Campi  Bisenzio 
Lugo 
Sciacca 
Venezia  I 
Ortona  a  Mare 
Ascoli  Piceno 
Vicenza 


Testa<;r.'  ;     .  1^ ..    _  .  i 

Tlno7.f.»  iin:i.  Domenico  lemne 

Tizzoni  prof.  Guido  Vicopìsano 

Todeschtni  arv.  Mario  Vé-ronn  1 

Torlonla  princ.  Giovanni  Avezano 
Torloniar/M'-rt  dott.  Leopoldo  Ifotna  IV 

Torriglani  marrh.  Filippo  Borgo  S.  I^r?»: 

Treves  Claudio  Milano  VI 

Turati  acv.  Filippo  Milano  V 

Turbiglio  f/FF.i>i-o^.  Giorgio  CetUo 

Turco  OFF.  Alessandro  Cassano  al  Jonio 


Umani  avr.  Augusto 

Jesi 

V 

Valentino  «rr,  Giuseppe 

Caulonia 

Valeri  im/.  Domenico 

Osimo 

Valle  Gregorio 

Tolmezzo 

Valli  aFF.  Eugenio 

Lentlinara 

Vallone  ing.  Antonio 

Maglie 

Vecchini  acv.  prof.  Arturo 

Ancona 

Vendemini  avv.  Gino 

S.    Arcangelo    << 

Romagna 

Venditti  off.  Antonio 

Cerreto  Sannita 

Vendramini  «ff.  Francesco 

Rossano 

Veneziale  (Gabriele 

Bojano 

Ventura  arr.  Eugenio 

yicastro 

Verzillo  avv.  Michele 

Capila 

Vetroni  Achille 

A  vellino 

Viazzi  Pio 

Grossetc 

Vicini  «FP.  Antonio 

Sassuolo 

Villa  avv.  Tommaso 

Villanova    d'Ast 

Visocchl  avv.  Achille 

Cassino 

Weil-Weiss  bar.  Giuseppe     Rho 
Wollemborg  dott.  Leone       Cittadella 


Zabeo  Egisto  Mirano 

Zaccagnino  off.  Domenico   S.  Xicamlro  Gar- 

ganico 
Zerboglio  off.  prof.  Adolfo  Alessandria 


] 


CARTOLERIA  NARCISO  VESTRIM 

FIRENZE  •  Via  del  Proconsolo  •  FIRENZE 
SPI.EXniI>A   OCCANIOXE   -   Vedi  Buoni  di  riduzione. 


EMPORIO  ~ 


E  A.  LAPINI 

9  .  FIREHZE 


GRATIS  Catalogo. 


«ha«toa^i«to*««te 


_  22G  — 

INDICE  DEI  COLLEGI  ELETTORALI  DEL  REGNO  D'ITALIA 

col  nome  dei  Deputati  che  li  rappresentano  alla  XXII  legislatura. 


t 

COLLEGIO 

1 

COLLEGIO 

'O 

PROVINCIA 

DEPUTATO 

■o 

PROVINCIA 

DEPUTATO 

m 

ELETTOEALE 

a 

ELETTORALE 

1 

Abano  Bagni 

Padova 

TMZzatti 

53 

Bitonto 

Bari 

Cipriani-Mari- 

2 

Abbiategrasso 

Milano 

Gallina 

nelli 

8 

Acerenza 

Potenza 

Santoliquido 

54 

Bivona 

Girgenti 

De  Michele  Fer- 

4 

Acerra 

Caserta 

Montagna 

rantelli 

5 

Acireale 

Catania 

Grassi-  Voces 

55 

Bobbio 

Pavia    [so 

Dal   Verme 

6 

Acquaviva  del- 

56 

Boiano 

Campobas- 

Veneziale 

le  Fonti 

Bari 

Luciani 

57 

Bologna  I 

Bologna 

Malvezzi 

7 

Acqui 

Alessan- 

58 

Bologna  II 

Bologna 

Marescalchi 

dria 

Ferraris  M. 

59 

Bologna  III 

Bologna 

Pini 

8 

Adria 

Rovigo 

Papadopoli 

60 

Borghetto  Lo- 

9 

Afifori 

Milano 

Sormani 

digiano 

Milano 

Pozzi 

10 

Afragola 

Napoli 

Sitrieoni 

61 

Borgo  a  Moz- 

11 

Agnone 

Campobas- 

zano 

Lucca 

Pellerano 

so 

Falconi  N, 

62 

Borgomanero 

Novara 

Curioni 

12 

Alba 

Cuneo 

Cui  issano 

63 

Borgo   S.   Dal- 

13 

Albano  Laziale 

Roma 

Borghese 

mazzo 

Cuneo 

Rovasenda 

14 

Albenga 

Genova 

Celesta  di    Ve- 

64 

Borgo  S.  Don- 

gliasco 

nino 

Parma 

Berenini 

15 

Alcamo 

Trapani 

D'Ali 

65 

Borgo    S.    Lo- 

16 

Alessandria 

Alessan- 

renzo 

Firenze 

Torrigiani 

dria 

Zerboglio 

66 

Borgotaro 

Parma 

Aynetti 

17 

Alghero 

Sassari 

Giordano  -  Apo- 

67 

Bozzolo 

Mantova 

Aroldi 

stoli 

68 

Bra 

Cuneo 

Rebaiidengo 

18 

Altamura 

Bari 

Pascale 

69 

Breno 

Brescia 

CasUglioni 

19 

Amalfi 

Salerno 

Marghieri 

70 

Brescia 

Brescia 

Bonicelti 

20 

Anagni 

Roma 

Fortunati 

71 

Bricherasio 

Torino 

Soulier 

21 

Ancona 

Ancona 

Vecchini 

72 

Brienza 

Potenza 

Dagosto 

22 

Andria 

Bari 

Bolognese 

73 

Brindisi 

Lecce 

Chimìenti 

23 

Aosta 

Torino 

Farinet  A. 

74JBrivio 

Como 

Prinetti 

24 

Appiano 

Como 

Scalini 

75jBronte 

Catania 

Giardina 

25 

Aquila 

Aquila 

Manna 

76;Budrio 

Bologna 

Ballar  ini 

26 

Aragona 

Girgenti 

Coffari 

77 

Busto  Arsizio 

Milano 

Dell'Acqua 

27 

Arezzo 

Arezzo 

Landucei 

78 

Caccamo 

Palermo 

Di  Budini  A. 

28 

Ariano  Puglia 

Avellino 

Caputo 

(Starrabba) 

29 

Ascoli 

Ascoli 

Teodori 

79 

Cagli 

Pesaro  e 

30 

Asti 

Alessan- 

Urbino 

Celli 

dria 

GiovanelU 

80 

Cagliari 

Cagliari 

Campus-Serra 

31 

Atessa 

Chieti 

Riccio 

81 

Cairo     Monte- 

32 

Atri 

Teramo 

Barnabei 

notte 

Genova 

Cortese 

33 

Atripalda 

Avellino 

Cicarelli 

82 

Calatafimi 

Trapani 

Di  Lorenzo 

34 

Augusta 

Siracusa 

Libertini     Pa- 

83 

Caltagirone 

Catania 

Libeitini 

squale 

84 

Caltanissetta 

Caltanis- 

35 

Avellino 

Avellino 

Vetroni 

setta 

Testasecca 

36 

Aversa 

Caserta 

Schanzer 

85 

Caluso 

Torino 

Compans 

37 

Avezzano 

Aquila 

Torlonia  G. 

86 

Camerino 

Macerata 

Sili 

88 

Avigliana 

Torino 

Boselli 

87 

Campagna 

Salerno 

Spirito  B. 

39 

Badia  Polesine 

Rovigo 

Badaloni 

88 

CampiBisenzio 

Firenze 

Targioni 

40 

Bagnara    Ca- 

89 

Campi     Salen- 

labra 

Reggio  C. 

De  Nova 

ti  na 

Lecce    [so 

Persona 

41 

Baiano 

Avellino 

Del  Balzo 

90 

Campobasso 

Campobas- 

Baranello 

42 

Bardolino 

Verona 

De  Stefani 

91 

Canicatti 

Girgenti 

De  Luca  I.  0. 

43 
44 

Barge 

Bari  delle  Pu- 

Cuneo 

Margaria 

92 

Cantù 

Como 

Arnaboldi-G  az' 
zaniga 

glie 

Bari 

Petroni 

93 

Capaccio 

Salerno 

Giuliani 

45 

Bassano 

Vicenza 

Vendramini 

94 

Capannori 

Lucca 

Croce 

46 

Belluno 

Belluno 

Magni 

95 

Capriata  d'Or- 

Alessan- 

47 

Benevento 

Benevento 

Summo 

ba 

dria 

Brizzoleai 

48 

Bergamo 

Bergamo 

Rota 

96 

Caprino  Berga- 

Bergamo 

Crespi 

49 

Bettola 

Piacenza 

Fabri 

masco 

50 

Biandrate 

Novara 

Bottacchi 

97 

Capua 

Caserta 

Verzino 

61 

Bibbiena 

Arezzo 

Sanarelli 

98 

Carmagnola       Torino 

Rossi  T. 

62 

Biella 

Novara 

Bona 

99 

Carpi 

Modena     1 

Berteai 

t 

COLI.XOIO 

t 

COLLEGIO 

= 

i 

KLKTTOaALK 

PROVINCIA 

DEPUTATO 

ì 

ELKTTOEALX 

PBOVIVCIA 

DEPUTATO 

100 

Casal    Monfer- 

Alessan- 

152 

Conegliano 

Treviso 

Drandolin 

rato 

dria 

Pattaglieri 

153 

Conversano 

Bari 

iMZzaro 

101 

Casalniaggiore 

Cremona 

Pistoia 

154 

Cerato 

Bari 

Malcangi 

102 

OaserU 

Caserta 

Saniamnt:ìa 

155 

Corleone 

Palermo 

AveUoHé 

lOS 

Casoria 

Napoli 

Rocco 

156 

Corleto   Perti- 

104 

Cassano  al  Jo- 

cara 

Potenza 

Locava 

nio 

Cosenza 

Turco 

157 

Correggio 

Reggio    di 

105 

Cassino 

Ca:>erta 

Visocchi 

Emilia 

Col  In  fa  vi 

106 

Castelfranco 

158 

Corteolona 

Pavia 

homusxi 

Veneto 

Treviso 

Macola 

159 

Cortona 

Arezzo 

Cesarotti 

107 

Castellamare 

160 

Cosenza 

Cosenza 

Spada 

di  Stabia 

Napoli 

A  iihrtf 

161 

Cessato 

Novara 

Rondoni 

■> 

Castellaneta 

Lecce 

l'uglies» 

162 

Cotrone 

Catanzaro 

Lucifero 

. .  •'.• 

Castelmag;?." 

Bologna 

Tanari 

163 

Crema 

Cremona 

Ma  razzi 

HO 

Castelnovo  nei 

Reggio    di 

164 

Cremona 

Cremona 

Sacchi 

Monti 

Emilia 

nasetti 

165 

Crescentino 

Novara 

Fracassi 

111 

Castelnovo    di 

Massa    e 

166 

Cnggiono 

Milano 

Campi 

Garfajjnana 

Carrara 

Aftom 

167 

Cuneo 

Cuneo 

Galimberti 

112 

Castel  San  Gio- 

168 

Cuorgnè 

Torino 

Goglio 

vanni 

Piacenza 

^fanft•e(^^ 

169 

Desio 

Milano 

Silva 

113 

Castelvetrano 

Trapani 

Saporito 

170 

Domodossola 

Novara 

Falcioni 

114 

Castiglione  del- 

171 

Drenerò 

Cuneo 

Gioliiti 

le  Stiviere 

Mantova 

Pastore 

172 

Empoli 

Firenze 

Musini 

115 

Castrogiovanni 

Caltanis- 

173 

Erba 

Como 

Baragiola 

setta 

Cola  Janni 

174 

Este 

Padova 

Camerini 

Ufi 

Castroreale 

Messina 

Di  Sani' Onofrio 

175 

Fabriano 

Ancona 

Miliani 

117 

Castrovillari 

Cosenza 

Giunti 

176 

Faenza 

Ravenna 

Gucci-Boschi 

118 

Catania  I 

Catania 

Carnazza 

177 

Fano 

Pesaro  e 

119 

Catania  II 

Catania 

De  Felice  Giitf- 

Urbino 

Mariotti 

frida 

178 

Feltro 

Belluno 

Fusinato 

120 

Catanzaro 

Catanzaro 

Sansecerino 

179 

Fermo 

Ascoli    Pi- 

121 

Caalonia 

Reggio  C. 

talentino 

ceno 

Falconi  G. 

122 

Ceccano 

Roma 

Rasponi 

180 

Ferrara 

Ferrara 

Nùcolini 

123 

Cefalù 

Palermo 

Rienzi 

181 

Fiorenzuola 

124 

Cento 

Ferrara 

Turbiglio 

d'Arda 

Piacenza 

Cipelli 

125 

Cerignola 

Foggia 

Pavoncelli 

182 

Firenze  I 

Firenze 

Pandolfini 

126 

Cerreto  San- 

183 

Firenze  II 

Firenze 

Rosadi 

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Benevento 

Venduti 

184 

Firenze  III 

Firenze 

Pescetti 

127 

Cesena 

Forlì 

Comandini 

185 

Firenze  IV 

Firenze 

Merci 

128 

Ceva 

Cuneo 

Calieri 

186 

Foggia 

Foggia 

Castellino 

129 

Cherasco 

Cuneo 

Curreno 

187 

Foligno 
Forlì 

Perugia 

Fazi 

130 

Chiaravalle 

188 

Forli 

Gaudemi 

Centrale 

Catanzaro 

Stagliano 

189 

Fossano 

Cuneo 

Folletti 

131 

Chiari 

Brescia 

Morando 

190 

Francavilla   di 

132 

Chiaromonte 

Potenza 

Mendaia 

Sicilia 

Messina 

Fulci  L. 

133 

Chiavari 

Genova 

Costa- Zenogl  io 

191 

Fresinone 

Roma 

Maral  ni  C. 

134 

Chieti 

Chieti 

Mezzanotte 

192 

Gaeta 

Caserta 

Cantarano 

135 

Chioggia 

Venezia 

GaUi 

193 

Gallarate 

Milano 

Ronchetti 

136 

Chivasso 

Torino 

Sesia 

194 

Gallipoli 

Lecce 

DeViti  De  Mar- 

137 

Cine 

Tonno 

Bertetti 

195 

Gavlrate 

Como 

Lucchini  A.  [co 

138 

Cittadella 

Padova 

WoUemhorg 

196 

Gemona 

Udine 

D' Aronco 

139 

CittàdiCastello 

Perugia 

Franchetti 

197 

Genova  I 

Genova 

Gugstavino 

140 

Cittadocale 

Aquila 

Roselli 

198 

Genova  II 

Genova 

Reggio 

141 

Cittanova 

Reggio  C. 



199 

Genova  III 

Genova 

Fasre 

142 

Città  S.  Angelo 

Teramo 

De  Riseis 

200 

Gerace  Marina 

Reggio  C. 

Scaglione 

143 

Cividale    del 

201 

Gessopalena 

Chieti 

Masciantonio 

FriuU 

Udine 

Morpitrgo 

202 

Giarre 

Catania 

Pantano 

144 

Civitavecchia 

Roma 

Galluppi 

203 

Gioia  del  Colle 

Bari 

De  Bellis 

145 

ausone 

Bergamo 

Gussoni 

204 

Girgenti 

Girgenti 



146 

Codogno 

Milano 

Mauri 

205 

Giulianova 

Teramo 

Cerulli 

147 

Colle   di    Val 

206 

Gonzaga 

Mantova 

Todeschini 

d'Elsa 

Siena 

Callaini 

207 

Gorgonzola 

Milano 

Sola-Cabiati 

148 

ColognaVeneta 

Verona 

Poggi 

208 

Grosseto 

Grosseto 

Viazzi 

149 

Comacchio 

Ferrara 

Meni 

209 

Guastalla 

Reggio    di 

150 

Comiso 

Siracusa 

Rizza 

Emilia 

Sichel 

151 

Como 

Como 

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210 

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Cagliari 

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228 


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271 

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Iseo 

Brescia 

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272 

Modena 

Modena 

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213 

Isernia 

Campobas. 

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273 

Modica 

Siracusa 

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214 

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Cagliari 

Cocco-Ortu 

274 

Modugno 

Bari 

Abruzzese 

215 

IsoladellaScàla 

Verona 

Meritani 

275 

Molfetta 

Bari 

Pansini 

216 

Ivrea 

Torino 

Pinchia 

276 

Mondovì 

Cuneo 

Giaccone 

217 

Jesi 

Ancona 

Umani 

277 

Monopoli 

Bari 

Semmai  a 

218 

Lacedonia 

Avellino 

Copalcìo 

278 

Monreale 

Palermo 

Masi 

219 

Lagonegro 

Potenza 

Mango 

279 

Montagnana 

Padova 

Stoppato 

220 

Lanciano 

Chieti 

De  Giorgio 

280 

Montalcino 

Siena 

Pilaci 

221 

Langhirano 

Parma 

Guerci 

281 

Montebelluna 

Treviso 

Bertolini 

222 

Lanusei 

Cagliari 

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282 

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223 

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Torino 

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224 

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Pisa 

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283 

Montecorvino 

225 

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Campobas. 

De  Gennaro 

Rovella 

Salerno 

Spirito  F. 

226 

Lecce 

Lecce 

Pazzi 

284 

Montefiascone 

Roma 

Leali 

227 

Lecco 

Como 

Gavazzi 

285 

Montegiorgio 

Ascoli    Pi- 

Galletti di  Ca- 

228 

Legnago 

Verona 

Maraini  E. 

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229 

Lendinara 

Rovigo 

Valli 

286 

MonteleoneCa- 

230 

Leno 

Brescia 

Massimini 

labro 

Catanzaro 

Squittì 

231 

Levante 

Genova 

Piamberti 

287 

Montepulciano 

Siena 

Bastogi 

232 

Licata 

Girgenti 

Filì-Astolfone 

288 

Montesarchio 

Benevento 

Bianchi  L. 

233 

Livorno  I 

Livorno 

Cassuto 

289 

Montevarchi 

Arezzo 

Luzzatto  A. 

234 

Livorno  II 

Livorno 

Orlando  S. 

290 

Monza 

Milano 

Pennati 

235 

Lodi 

Milano 

Cornalha 

291 

Mortara 

Pavia 

Bergamasco 

236 

Lonato 

Brescia 

Da  Como 

292 

Muro  Lucano 

Potenza 

Nitti 

237 

Lonigo 

Vicenza 

Donati 

293 

Napoli  I 

Napoli 

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238 

Lucca 

Lucca 

Matteucci 

294 

Napoli  II 

Napoli 

Capece- Minuto- 

239 

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Foggia 

Salandra 

295 

Napoli  III 

Napoli 

Ari  otta           [lo 

240 

Lugo 

Ravenna 

Taroni 

296 

Napoli  IV 

Napoli 

Girardi 

241 

Macerata 

Macerata 

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297 

Napoli  V 

Napoli 

De  Pilla 

242 

Macomer 

Cagliari 

Solinas  Apostoli 

298 

Napoli  VI 

Napoli 

Cacciapuoti 

243 

Maglie 

Lecce 

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299 

Napoli  VII 

Napoli 

Gualtieri 

244 

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300 

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245 

Manfredonia 

Foggia 

Ginsso 

301 

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Napoli 

Masoni 

246 

Mantova 

Mantova 

Mantovani 

302 

Napoli  X 

Napoli 

Aliberti 

247 

Marostica 

Vicenza 

Negri 

303 

Napoli  XI 

Napoli 

Placido 

248 

Marsala 

Trapani 

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304 

Napoli  XII 

Napoli 

Salvia 

249 

Martinengo 

Bergamo 

Penagli  0 

305 

Naso 

Messina 

Faranda 

250 

Massa 

Massa  Car- 

306 

Nicastro 

Catanzaro 

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Chiesa  E. 

307 

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Catania 

Majorana  A. 

251 

Matera 

Potenza 

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308 

Nizza  Monferr. 

Alessan- 

252 

Melegnano 

Milano 

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Buccelli 

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309 

Nocera  Infer. 

Salerno 

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253 

Melfi 

Potenza 

Fortunato 

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254 

Melilo  Porto 

Reggio  Ca- 

310 

Nola 

Caserta 

Della  Pietra 

Salvo 

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311 

Noto 

Siracusa 

Di  Rudim  C. 

255 

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Como 

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312 

Novara 

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256 

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313 

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Alessan- 

verino 

Salerno 

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Raggio 

257 

Messina  I 

Messina 

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314 

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258 

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Messina 

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315 

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Treviso 

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259 

Milano  I 

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316 

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260 

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Milano 

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317 

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261 

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Milano 

Mira 

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262 

Milano  IV 

Milano 

Cornaggia 

318 

Oristano 

Cagliari 

Carboni-Boj 

263 

Milano  V 

Milano 

Turati 

319 

Ortona 

Chieti 

Tedesco 

264 

Milano  VI 

Milano 

Treves 

320 

Orvieto 

Perugia 

Bracci 

265 

Milazzo 

Messina 

Pulci  N. 

321 

Osimo 

Ancona 

Valeri 

266 

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322 

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Mantova 

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Catania 

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323 

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Lecce 

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267 

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324 

Oviglio 

Alessan- 

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Bari 

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Medici 

268 

Mirabella  Ecla- 

Avellino 

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325 

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Sassari 

Pais-Serra 

269 

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Modena 

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326 

Padova 

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270 

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Udine 

De  Asaita 

385  Rho 

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334 

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386 Riccia 

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391  Roma  I 

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Messina 

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Pavia 

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393  Roma  III 

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Baccelli  G. 

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Modena 

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395  Roma  V 

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Teramo 

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396  Rossano 

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Perugia 

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345;  Perugia  II 

Perugia 

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397  Rovigo 

Rovigo 

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346  Pesaro 

Pesaro  e 

398  Sala  Consillna 

Salerno 

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399  Salerno 

Salerno 

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347  Pescarolo     e 

400 

Salò 

Brescia 

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Cremona 

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401 

Saluzzo 

Cuneo 

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348Pescia 

Lucca 

Martini 

402 

S.  Bartolomeo 

349  Pescina 

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in  Galdo 

Benevento 

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350Petralia   Sot- 

403 

San  Benedetto 

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Palermo 

Rossi  E. 

del  Tronto 

Ascoli    Pi- 

3511 Piacenza 

Piacenza 

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352 1  Piazza    Arme- 

404 

San  Biagio   in 

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Caltaniss. 

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Treviso 

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353 

Piedimonte 

Caserta 

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405 

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d'Alife 

pola 

Val  di  Pesa 

Firenze 

Sonnino 

354 

Pietrasanta 

Lucca 

Montatiti 

406 

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355 

Pieve    di    Ca- 

Friuli 

Udine 

Luzzatto  R. 

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Belluno 

Loero 

407 

San    Demetrio 

356 

Pinerolo 

Torino 

Facta 

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Aquila 

Cappelli 

357 (Piove  di  Sacco 

Padova 

Romanin  Jacur 

408 

SanGiovanniin 

358  Pisa 

Pisa 

Queirolo 

Persiceto 

Bologna 

Ferri  G. 

359, Pistoia  I 

Firenze 

Casciani 

409 

San  Miniato 

Firenze 

Guicciardini 

360  Pistoia  II 

Firenze 

Morelli  -  Guai- 

410 

San  Nazzaro 

tierotti 

de'Burgondi 

Pavia 

Calvi 

361  Poggio  Mirteto 

Perugia 

Fortis 

411 

San    Nicandro 

362  Pontassieve 

Firenze 

Serristori 

Garganico 

Foggia 

Zaccagniito 

363  Pontecorvo 

Caserta 

Lucernari 

412 

S,  Pier  d'Arena 

Genova 

Batteri 

364  Pontedecimo 

Genova 

Gallino 

413 

San  Remo 

PortoMau- 

365  Pontedera 

Pisa 

Orsini-Baroni 

rizio 

Biancheri 

366  Pontremoli 

Massa    e 

414 

San     Severino 

Carrara 

Cimati 

Marche 

Macerata 

Ciappi 

367  Popoli 

Aquila 

Ftisco 

415 

San  Severo 

Foggia 

Masselli 

368  Pordenone 

Udine 

Monti 

416 

SantaMariaCa- 

369  Portogruaro 

Venezia 

Monchini 

pua  Vetere 

Caserta 

Morelli 

370  Portomaggiore 

Ferrara 

Chiazzi 

417 

Sant'  Angelo 

371  Porto  Maurizio 

PortoMau- 

1    de' Lombardi 

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De  Luca  P.  A. 

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Nuvoloni 

418 

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372]Potenza 

Potenza 

Grippo 

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Forlì 

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373  Pozzuoli 

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419 

Santhià 

Novara 

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374 

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420 

San  Vito  al  Ta- 

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Firenze 

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Udine 

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375 

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Palermo 

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4211  Sassari 

Sassari 

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Aprile 

422  Sassuolo 

Modena 

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376;Ragnsa    Supe- 

Siracusa 

Cocuzza 

423|Savipliano 

Cuneo 

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424  j  Savona 

Genova- 

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377  Rapallo 

Genova 

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425  Scansano           |Grosseto 

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Ravenna 

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COLLEGIO 

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PROVINCIA 

DEPUTATO 

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PROVINCIA 

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ELETTORALE 

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427 

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Girgenti 

Tasca 

467 

Trapani 

Trapani 

Nasi 

428  Senigallia 

Ancona 

Monti    Guar- 

468 

Tregnago 

Verona 

Danieli 

nieri 

469 

Trescore    Bal- 

429 

Serradifalco 

Caltanis- 

neario 

Bergamo 

Suardi 

setta 

Di  Scalea 

470 

Treviglio 

Bergamo 

Cameroni 

430 

Serramanna 

Cagliari 

Cao-Pinna 

471 

Treviso 

Treviso 

Bianchini 

431 

Serra  S.  Bruno 

Catanzaro 

Chimirri 

472 

Tri  carico 

Potenza 

Ma  feri 

432 

Serrastretta 

Catanzaro 

Colosimo 

473 

Tricase 

Lecce 

Codacci-Pisa- 

433 

Sessa  Aurunca 

Caserta 

Bomano 

nelli 

434 

Siena 

Siena 

Falaschi 

474 

Tropea 

Catanzaro 

Pellecchi 

435 

Siracusa 

Siracusa 

Frandca-Nava 

475 

Udine 

Udine 

Solhnbergo 

436 

Solmona 

Aquila 

De  Amicis 

476 

Urbino 

Pesaro  e 

437 

Sondrio 

Sondrio 

Marcora 

Urbino 

Battelli 

438 

Sora 

Caserta 

Conte 

477 

Valdagno 

Vicenza 

Marzotto 

439 

Soresina 

Cremona 

Pavia 

478 

Valenza 

Alessandr. 

Calvi 

440 

Spezia 

Genova 

De  Nobili 

479 

Vallo  della  Lu- 

441 

Spezzano  Gr.ilc 

Cosenza 

Barracco 

cania 

Salerno 

Talamo 

442 

Spilimbergo 

Udine 

Odorio 

480 

Varano 

Novara 

Rizzetti 

443 

Spoleto 

Perugia 

Sinibaldi 

481 

Varese 

Como 

Bizzozero 

444 

Stradella 

Pavia 

Montemartini 

482 

Vasto 

Chieti 

Ciccarone 

445 

Subiaco 

Roma 

Scaramella  Ma- 

483 

Velletri 

Roma 

Ruspali 

netti 

484 

Venezia  I 

Venezia 

Tecchio 

446 

Susa 

Torino 

Chiaptisso 

485 

Venezia  II 

Venezia 

Marcello 

447 

Taranto 

Lecce 

Lucifero 

486 

Venezia  III 

Venezia 

Fradeletto 

448 

Teano 

Caserta 

Mazzitelli 

487 

Verbicaro 

Cosenza 

De  Novellis 

449 

Tempio  Pausa- 

488 

Vercelli 

Novara 

Lucca 

nia 

Sassari 

Pala 

489 

Vergato 

Bologna 

Bava 

450 

Teramo 

Teramo 

De  Michetii 

490 

Verolanuova 

Brescia 

Gorio 

451 

Termini    Ime- 

491 

Verona  I 

Verona 

Todeschini 

rese 

Palermo 

Aguglia 

492 

Verona  II 

Verona 

Rossi  L. 

452 

Terni 

Perugia 

Centurini 

493 

Verrès 

Torino 

Farinet  F. 

453 

Terranova     di 

Caltanis- 

Pasqualino- 

494 

Vicenza 

Vicenza 

Teso 

Sicilia 

setta 

Vassallo 

495 

Vicopisano 

Pisa 

Tizzoni 

454 

Thiene 

"Vicenza 

Brunialti 

496 

Vigevano 

Pavia 

Bonacossa 

455 

Tirano 

Sondrio 

Credaro 

497 

Vignale 

Alessan- 

Ferraris C. 

456 

Tivoli 

Roma 

Baccelli  A. 

dria 

457 

Todi 

Perugia 

CiuffelU 

498 

Vigono 

Torino 

Marsengo    Ba- 

458 

Tolmezzo 

Udine 

Valle 

stia 

459 

Torchiara 

Salerno 

Mazziolti 

499 

Vigonza 

Padova 

Ottavi 

460 

Torino  I 

Torino 

Daneo 

500 

Villadeati 

Alessandr. 

Borsarelli 

461 

Torino  II 

Torino 

Morgari 

501 

Villan.  dAsti 

Alessandr. 

Villa 

462 

Torino  III 

Torino 

Albertini 

502 

Vimercate 

Milano 

Carmine 

463 

Torino  IV 

Torino 

Panie 

503 

Viterbo 

Roma 

Canevari 

464 

Torino  V 

Torino 

FerrerodìCam- 

504 

Vittorio 

Treviso 

Pagani- Cesa 

biano 

505 

Voghera 

Pavia 

Meardi 

465 

Torre    Annun- 

506 

Volterra 

Pisa 

Ginori-Conti 

ziata 

Napoli 

Guarraccino 

507 

Voltri 

Genova 

Graffagni 

466 

Tortona 

Alessandr. 

Bertarelli 

508 

Zogno 

Bergamo 

Carugati 

{Stampato  il  20  settembre  1907). 


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-  231  - 


ORA!in>I  rFFTCIAT.T  DKI.r.O  ATATO 


C»T»llerl  deirOnline  Supremo  d.'ll;i  SS.  Am- 
;ii7iat)i        Pro^idcntl  «lei  Parlamento  N;izio- 
:  ili  Stato  —  Sottose- 
11  Stato  —  Generali 
■  o^..  —  11  Presidente  del 
-  Primi  Presidenti  delle 
•  —  Proouratori  Generali 
n  ione  —  Il  Presidente  della 

!'•  1  Tenenti  Generali  desi- 

pi  '.i  un'armata  in  jfuerra  — 

1.  ;e  dell'esercito.  —  Il 

M  i  -  Il  Prefetto  del 

lì'  :         '  Aiutante  di  Campo 

del  litì  —  11  primo  Segretario  del  Gran  Ma- 
gistero dell'Ordine  Mauriziano  —  I  Tenenti 
Oenerali comandanti  titolari  di  corpo  d'armata 
—  I  Viceamininmli  comandanti  in  capo  tito- 
lari di  dipartimeuto  marittimo   —   U  Presi- 


d.^iifo  del  Consiglio  superiore  di  Marina  — 
1  Comandanti  in  capo  titolari  delle  squadre 
navali  —  Il  Tenente  Generale  comandante  in 
capo  dell'arma  dei  carabinieri  reali,  se  assi» 
milato  di  rango  ai  comandanti  di  corpo  d'ar- 
mata  —  Gli  Ispettori  Generali  di  artiglieria  e 
del  genio,  se  assimilati  di  rango  al  comandanti 
di  corpo  d'armata  —  Il  Presidente  del  Tribu- 
nale supremo  di  Guerra  e  Marina  —  Il  Go- 
vernatore Civile  dell'Eritrea  (allorché  risiede 
nella  Colonia). 

I  Grandi  Ufficiali  dello  Stato  godono  del 
trattamento  dj  Eccellenza.  Uguale  distinzione 
è  concessa  alle  consorti  dei  Cavalieri  dell'Or- 
dine supremo  della  SS.  Annunziata,  dei  Mi- 
nistri di  Stato,  dei  Generali  d'armata  e  de- 
gli  Ammiragli. 


MINISTRO  DI  STATO 

Ubbako  Rattazzi,  senatore.  —  Luigi  Luzzatti,  deputato. 


PRESIDENZA 

DEL 

CONSIGLIO   DEI  MINISTRI 

{ROMA,  pia  San  Pantaleo,  palazzo  già  Brascbi). 


Giovanni  Giolitti. 


Giovanni  GIOLITTI,  presidente. 

(Consiglio  dei  Ministri  -  Relazioni  del  Ga- 
binetto col  Ministero  della  Casa  Reale  e  col 
primo  Aiutante  di  campo  di  S.  M.  —  Affari 
riservati  politici  ed  amministrativi.  —  Studio 
ed  esame  di  disegni  di  leggi  e  di  decreti.  — 
Ordine  supremo  della  SS.  Annunziata.  —  Re- 
lazioni del  Gabinetto  col  gran  Magistero  del- 
l'Ordine dei  SS.  Maurizio  e  Lazzaro  —  Com- 
missioni Reali). 

Camillo  Peano,  segretario  capo. 
Giulio  Rossi,  segretario. 

Dalla  Presidenza  del  Consiglio  dipende  la 
Commissione  reale  per  il  monumento  nazio- 
nale in  Roma  a  Giuseppe  Mazzini. 
Pasquale  Vi  Ilari,  presidente. 


CO?rSIGI.IO  DEI  9fI3nSTRI 

Presidenza Giolitti. 

Interni Giolitti. 

Aflari  Esteri Tittoni. 

Agricoltura,  Industria  e  Commercio Cocco-Ortu. 

Finanze Lacava. 

Grazia,  Giustizia  e  Culti Orlando. 

Guerra Vigano. 

Istruzione  Pubblica Rava. 

Lavori  Pubblici Gianturco. 

Marina Mirabello. 

Poste  e  Telegrafi Schanzer, 

Tesoro Carcano. 


232  — 


MINISTERI  DA] 


PRESIDENTI 

MINISTRI 

INTERNO 

ESTERI 

DKL   . 

*  senza  portafogli 

FINANZE 

CONSIGLIO  DEI  MINISTRI 

**rosidentipresi?o 
S  M.  al  campo 

Balbo  (dal   16   marzo   al  27 
luglio  1848) 

- 

Ricci  V. 

Pareto 

Di  Revel  0. 

Casati   (dal  27  luglio  al  15 
agosto  1848) 

*  Gioberti 
**  Moffa  di  Lisio 

Plezza 

Pareto 

Ricci  V. 

Alfieri  (dal  15  agosto  all' 11 

ottobre  1848,  surrogato  da 

Perrone  sino  al  16  die.  1848) 

*  Colla 
**  Regis 

Pinelli 

Perrone 

Di  Revel  0. 

Gioberti  (dal  16  dicembre  1848 
al  21  febbraio  1849,  surro- 
gato da 

Chiodo  sino  al  27  marzo  1849) 

" 

Sineo 
Rattazzi 

Gioberti 

Colli 

Deferrari 

Ricci  V. 

Delaunay  (dal  27  marzo  al  7 
maggio  1849,  surrogato  da 

D'Azeglio  sino  al  21  maggio 
1852) 

*  Gioberti 

Pinelli 

Galvagno 

Pernati 

Delaunay 
D'Azeglio 

Nigra 
Cavour 

D'Azeglio  (dal  21  maggio  al 
4  novembre  1852) 

- 

Pernati 

D'Azeglio 

Cibrario 

Cavour  (dal  4  novembre  1852 
al  lo  maggio  1855) 

— 

Ponza    di     San 

Martino 
Rattazzi  regg. 

Dabormida 
Cavour 

Cavour 

Cavour  (dal  4  maggio  1855  al 
19  luglio  1859) 

*  Paleocapa 

Rattazzi 
Cavour 

Cibrario 
Cavour 

Cavour 
Lanza 

La  Marmora  (dal  19  luglio  1859 
al  21  gennaio  1860) 

- 

Rattazzi 

Dabormida 

Oytana 

Cavour  (dal  21  gennaio  1860 
al  6  giugno  1861) 

*  Corsi 

*  Niutta 

Cavour  regg. 
Farini  L.  C. 
Minghetti 

Cavour 

Vegezzi 
Bastogi 

Ricasoli  (dal  12  giugno  1861 
al  3  marzo  1862) 

- 

Minghetti 
RicasoU 

Ricasoli 

Bastogi 

Rattazzi  (dal  3  marzo  air8  di- 
cembre 1862) 

*  Poggi 

Rattazzi 

Rattazzi 
Durando 

Sella 

Farini  (dall' 8  dicembre  1862 
al  24  marzo  1863) 

— 

Peruzzi 

Pasolini 

Minghetti 

Minghetti  (dal  24  marzo  1863 
al  28  settembre  1864) 

- 

Peruzzi 

Visconti  -  Veno- 
sta 

Minghetti 

La  Marmora  (dal  28  settem- 
bre 1864  al  31  dicem.  1865) 

— 

Lanza 
Natoli  int. 
Chlaves 

La  Marmora 

Sella 

La  Marmora  (dal  31  dicembre 
1865  al  20  giugno  1866) 

Chlaves 

La  Marmora 

Scialoia 

(a)  Il  Ministero  della  marina  rimase  imito  con  quello  della  guerra  fino  al  1860,  tranne  i 
coltura  industria  e  commercio,  e  poi  delle  finanze. 

{b)  IL  Ministero  d'agricoltura,  industria  e  commercio,  creato  il  22  agosto  1848,  fu  soppresse 
li  16  dicembre  1877. 


48    AL    iqo7. 


—  2^ì  — 


LAVORI 
PUBBLICI 


ss  Ainbrois 
Ueoc«p» 
mU  Rosa 

ecchio  MMioi'0 

;■> 

:  >sa  int. 

ftleocapa 
kleocapa 


alcocapa 
ona 

bnticelU 


icini 
eruzzi 


n-uzzl 
epretis 
«nabrea 

enabrea 
icini 

icini 


GRAZIA 

K 

GIUSTIZIA 


Sclopis 

Gioia 

Merlo 


Rattazzl 
Sineo 


Cristiani 

De  Margherita 

Siccardi 

Galvagno  int. 

Deforesta 

Galvagno 

Boncompagni 


Boncompagnl 
Rattazzi 


Deforesta 

Miglietti 

Cassinìs 

MigUetti 


Cordova 
Conforti 


PisaneUi 


PlsaneUi 


Vacca 
Cortese 


De  Falco 


ISTRUZIONE 
PUBBLICA 


Boncompagni 


Rattazzi 
GioberU 

Merlo 
Boncompagni 


Cadorna  C. 


Gioberti  int. 
Mameli 
Gioia 
Farinl  L.  C. 


Boncompagni 
regg 

Cibrario 


Lanza 
Cadorna 


Casati 


Mamiani 
De  Sanctis 


De  Sanctis 


Mancini 
Matteacci 


NatoU 


Berti 


GUERRA 


Franzini 


Collegno 


Franzini 
Dabormida 
La  Marmerà 

De  Sonnaz 
La  Mai-mora 
Chiodo 


Dabormida 

Della  Rocca 

Bava 

La  Marmora 


La  Marmora 


La  Marmora 
Durando 


Dorando 
La  Marmora 

La  Marmora 
Fanti 

Ricasoli  regg. 
Della  Rovere 

Petitti 
Della  Rovere 

Della  Rovere 
Petitti 

Di  Pettlnengo 


MARINA 


V.  Guerra 


V,    Gtierra    poi 

Agricoltura 

(a) 


V.  Guerra 


Cavour 

Menabrea 
Di  Persano 


Ricci  G. 
Di  Negro 
Menabrea  int. 

Menabrea  int. 
Cugia 

LaMarmora  reg. 
Angioletti 


Angloletti 


AGRICOLT. 


Durini 
Rattazzi 

Alfieri  int. 
Santa  Rosa  int. 
Torelli 


Buffa 


Galvagno 
Mathieu 
Santa  Rosa 
Cavour 


ib) 


Corsi 
Natoli 


Cordova 

Pepoli 

Manna 

Manna 
ToreUi 

Berti  regg. 


npo  dall' 11  ottobre  1850  al  29 
16  febbraio  1852,  ricostituito  il 


maggio  1852,  dorante  il  quale  fu  annesso  al  Ministero  dell' agri- 
12  loglio  1860  e  nuovamente  soppresso,  benché  per  pochi  mesi, 


234 


PRESIDENTI 
DEL 

INTERNO 

ESTERI 

FINANZE 

TESORO 
(a) 

CONSIGLIO   DEI  MINISTKI 

Ricasoli  (dal  20  giugno  1866 
al  10  aprile  1867) 

La  Max-mora  ministro  sen- 
za portafogli. 

Ricasoli 

Ricasoli  int. 
Visconti  -  Veno- 
sta 

Scialoia 
Depretis 

- 

Rattazzi  (dal  10  aprile  al  27 
ottobre  1867) 

Rattazzi 

Di  Campello 

Ferrara 
Rattazzi  regg. 

- 

Menabrea  (dal  27  ottobre  1867 
al  5  gennaio  1868) 

Gualtcrio 

Menabrea 

Oambray-Digny 

- 

Menabrea  (dal  5  gennaio  1868 
al  13  maggio  1869) 

Cadorna 
Cantelli 

Menabrea 

Cambray-Digny 

- 

Menabrea  (dal  13  maggio  al 
14  dicembre  1869) 

Ferrarlo 
Di  Rudi:ù 

Menabrea 

Cambray-Digny 

- 

Lanza  (dal  li  dicembre  1869 
al  9  luglio  1873) 

Lanza 

Visconti  -  Veno- 
sta 

Sella 

— 

Minghettl  (dal  io  luglio  1873 
al  18  marzo  1876) 

Cantala 

Visconti  -  Veno- 
sta 

Minghetti 

- 

Depretis  (dal  25  marzo  1876 
al  25  dicembre  1877) 

Nicotera 

Melegari 

Depretis 

- 

Depretis  (dal  26  dicembre  1877 
al  23  marzo  1878) 

Crispi 
Depretis  int. 

Depretis 

Magliani 

Bargoni 

Cairoli   (dal  24  marzo  al  19 
dicembre  1878) 

Zanardelli 

Corti 
Cairoli 

Seismit-Doda(fe) 

Seismit-Doda 

regg 

Depretis  (dal  19  dicembre  1878 
al  14  luglio  1879) 

Depretis 

Depretis  int. 

Magliani 

Magliani  regg. 

Cairoli  (dal  14  luglio  al  25 

novembre  1879) 

Villa 

Cairoli 

Grimaldi 

Grimaldi  regg. 

Cairoli  (dal  25  novembre  1879 
al  29  maggio  1881) 

Depretis 

Cairoli 

Magliani 

Magliani  regg. 

Depretis  (dal  29  maggio  1881 
al  22  maggio  1883) 

Depretis 

Mancini 

Magliani 

Magliani  regg. 

Depretis  (dal  25  maggio  1883 
al  30  marzo  1884) 

Depretis 

Mancini 

Magliani 

Magliani  regg. 

Depretis   (dal  30  marzo  1884 
al  29  giugno  1885) 

Depretis 

Mancini 

Magliani 

Magliani  ì-egg. 

Depretis    dal  29  giugno  1885 
al  4  aprile  1887) 

Depretis 

Depretis  int. 
Di  Robilant 

Magliani 

Magliani  regg. 

Depretis  (dal   4  aprile  al  29 

luglio  1887) 

Crispi 

Depretis 
Crispi  int. 

Magliani 

Magliani  regg. 

Crispl  (dal  7  agosto   1887  al 
9  marzo  1889) 

Crispi 

Crispi  int. 

Magliani 
Grimaldi 

Magliani  int. 
Perazzi 

(a)  Con  decreto  26  dicembre  1877  veniva  istituito  il  Ministero  del  tesoro  e  soppresso   quel 

(b)  Dal  21   marzo   1878   al   29   dicembre    1888  i  Ministri  delle   finanze  furono   incaricati   del 
le)  Con  legge  30  giugno  1878  fu  ricostituito  il  Ministero  di  agricoltura,  industria  e  commerci 


.  -VORI 
PUBBLICI 

GRAZIA 

B 

GIUSTIZIA 

ISTRUZIONE 
PUBBLICA 

(;ri  i:k\ 

MARINA 

AG  RICO  LT. 

kcinl 

B  Vincenti 

Borjjattl 
Ricasoll  int. 
Cordova  tfgg. 

Berti 
Correnti 

Di  Pettlnengo 
Cugia 

Depretis 
Biauchcri 

Cordova 

lovanola 

Tecchio  senioit 

Copplno 

Di  Rcvel  I. 

Pescctto 

De  Blasils 

uitoIU 

Mari 

BroGllo 

Bcrtelè-Viale 

Menabrea  regg. 
Provana 

[i>,t. 
Cambray-Digiiy 
Broglio  regg. 

fcntolli 
àsini 

ordini 

De  Filippo 

De  Filippo 

Pironti 

Vigliani 

Broglio 
Bargoni 

Bertolè-Viale 
Bertolè-Viale 

Riboty 
Riboty 

Broglio  regg. 
Clccone 

MinghetU 

adda 

e  Vincenzi 

Raeli 
De  Falco 

Correnti 
Sella  regg. 
Scialoia 

Govone 
Ricotti 

Castagnola  regg. 
Acton  G. 
Riboty 

Castagnola 

oavciita 

Vigliani 

Scialoia 
Cantelli  regg. 
Bonghi 

Ricetti 

Di  Saint-Bon 

Finali 

fardelli 
epretis  int. 

Mancini 

Copplno 

Mezzacapo 

Brin 

Majorana -Cala- 
tabiano 

ercz 

Mancini 

Copplno 

Mezzacapo 

Brin 

(a) 

accarini 

Conforti 

De  Sanctls 

Bruzzo 
Bonelli 

Di  Brocchetti 
Brin 

(e)  Cairoli  regj. 
Pessina 

«zzanotte 

Tajanl 

Copplno 

Mazè  de  la  Ro- 
che 

Ferracciù 

Majorana- Cala- 
tabiano 

accarinl 

Vare 

Perez 

BonelU 

Bonelli  regg. 

Cairoli  regg. 

ftccarini 

Villa 

De  Sanctls 
BaccelU 

Bonelli 

Milon 

Ferrerò 

Acton  F. 

Miceli 

aocarini 

ZanardelU 

Baccelli 

Ferrerò 

Acton  F. 

Berti 

enaia 

Glannuzzi  -  Sa- 
velli 

Baccelli 

Ferrerò 

Acton  F. 
Del  Santo 

Berti 

enaia 

Ferracciù 
Pesslna 

Ceppino 

Ferrerò 
Ricotti 

Brin 

Grimaldi 

enaia 

T^ani 

Ceppino 

Ricotti 

Brin 

Grimaldi 

iracco 

Zanardelli 

Ceppino 

Bertolè-Viale 

Brin 

Grimaldi 

iracco 

Zanardelli 

Ceppino 
BoselU 

Bertolè-Viale 

Brin 

Grimaldi 
Miceli 

agricoltura,  industria  e  commercio. 
Xenza  del  Ministero  del  tesoro. 


236 


PEESIDENTI 

DEL 

INTERNO 

ESTERI 

FINANZE 

TESORO 

LAVORI 
PUBBLICI 

CONSIGLIO   DEI  MINISTRI 

Crìspi  (dal  9  marzo  1889  al 
6  febbraio  1891) 

Crispi 

Crispi  int. 

SeismitDoda 
Giolitti  regg. 
Grimaldi 

Giolitti 
Grimaldi  int. 

Finali 

Di    Budini    (dal   6   febbraio 
1891  al  15  maggio  1892) 

Nicotera 

Di  Budini 

Colombo 
Luzzatti  int. 

Luzzatti 

Branca 

Giolitti  (dal  15  maggio  1892 
al  28  novembre  1893) 

Giolitti 

Brin 

EUena 
Grimaldi  itU. 
Gagliardo 

Giolitti  int. 
Grimaldi 

Genala 

Crispi  (dal  15  dicembre  1893 
al  i  marzo  1896) 

Crispi 

Blanc 

Sonnino 
Boselli 

Sonnino  int. 
Sonnino 

Saracco 

Di  Budini  (dal  10  marzo  1896 
al  14  luglio  1896) 

Codronchi-Argeli  (mini- 
stro senza  portafogli) 

Di  Rudini 

Caetani    di 
Sermoneta 

Branca 

Colombo 

Perazzi 

Di  Budini  (dal  14  luglio  1896 
al  14  novembre  1897) 

Codronchi-Argeli  (mini- 
stro senza  portafogli) 

Di  Budini 

DiRudinìm^. 
Visconti -Ve- 
nosta 

Branca 

Luzzatti 

Prinetti 

Di  Budini  (dal  14  novembre 
1897  al  lo  giugno  1898) 

Di  Rudini 

Visconti-Ve- 
nosta 

Branca 

Luzzatti 

Pavoncelli 

Di  Budini  (dal  1°  giugno  1898 
al  26  giugno  1898) 

Di  Budini 

Cappelli 

Branca 

Luzzatti 

Afan   de  Ri 
vera 

Pelloux   (dal  29  giugno  1898 
al  3  maggio  1899) 

Pelloux 

Canevaro 

Carcano 

Vacchelli 

Lacava 

Pelloux  (dal  14  maggio  1899 
al  24  giugno  1900) 

Pelloux 

Visconti -Ve- 
nosta 

Carmine 

Boselli 

Lacava 

Saracco  (dal  24  giugno  1900 
al  6  febbraio  1901) 

Saracco 

Visconti-Ve- 
nosta 

Chimirri 

Rubini 
Chimirri  int. 
Finali 

Branca 

Zanardelli  (da  principio  sen- 
za port.)  dal  15  febbraio 
1900  al  21  ottobre  1903 

Giolitti 
Zanardelli 

Prinetti 
Morin  int. 

Wollemborg 
Càrcano 

Di  Broglio 

Giusso 
Balenzano 

Giolitti    (dal   23   novembre 
1903  al  16  marzo  1905) 

Tlttonl  interim  (dal  16  al  28 
marzo  1905) 

Giolitti 
Tittoni  int. 

Tittoni 

Rosano 
Luzzatti  int. 

Luzzatti 

Tedesco 

Fortis  (dal  28  marzo  1905  al 
24  dicembre  1905) 

Fortis 

Tittoni 

Maiorana 

Carcano 

Ferraris 

Fortis  (dal  24  dicembre  1905 
air  8  febbraio  1906) 

Fortis 

San  Giuliano 

Vacchelli 

Carcano 

Tedesco 

Sennino  (dall' 8  febbr.  1906 
28  maggio  1906) 

Giolitti  (dal  29  maggio  1906 
al 

Sennino 
Giolitti 

Guicciardini 
Tlttonl 

Salandra 

Massimini 
Majorana  inf. 
Lacava 

Luzzatti 

Majorana 
Carcano 

Carmine 
Gianturco 

(a)  Con  decreto  del  10  marzo  1889  fu  istituito  il  Ministero  dello  poste  e  telegrafi. 


— 

237  - 

B  TKLEGR. 

GRAZIA 

X 

GIUSTIZIA 

ISTRUZIONE 
PUBBLICA 

GUERRA 

MARINA 

AGRICOLT. 

(«) 

Zanardelli 

BosellI 

Bertolè-Viale 

Brin 

Miceli 

Branca  int. 

Ferraris  L. 
Chlmirri 

Villari 

Pelloux 

Di  Rudin'i  int. 
De  Saint-Bon 

Chlmirri 

DI  Rudini  int. 

Flnoochiaro- 
Aprile 

Bonacci 

Eula 

Santamaria-Ni- 

coUni 
Armò 

Martini  F. 

Polloux 

De  Saint-Bon 
Brin  int. 
Bacchia 

Ijacava 

Ferraris  M. 

CalendadeiTa- 
vani 

Baccelli 

Mocennl 

Morin 

BosellI 
Barazzuoli 

Cannine 

CosU  G.  C. 

Gianturco 

Ricotti 

Brin 

Guicciardini 

Slnco 

Costa  G.  C. 
Di  Budini  ini. 
Giauturco 

Gianturco 
Codronchi-Ar- 
geli 

Pelloux 

Brin 

Guicciardini 

3inco 
Luzzatti  int. 

Zanardelli 

Gallo 

San  Marzano 

Brin 

Cocco-Ortù 

Frola 

Bonacci 

Cremona 

San  Marzano 

Canevaro 

Luzzatti  int. 

Nasi 

Finocchiaro- 
AprUe 

Baccelli 

San  Marzano 

Palumbo 

Fortis 

DI  San  Giuliano 

Bonasi 

Baccelli 

Mirri 

Pelloux  int. 
San  Martino 

Bettole 

Salandra 

Pascolato 

Gianturco 

Gallo 

San  Martino 

Morin 

Càrcano 

OalimberU 

Cocco-Ortù 

Nasi 

San  Martino 
Ottolenghi 

Morin 
Bettolo 
Morin  int. 

Picardi 

Zanardelli  im^ 
Baccelli 

Stellati-Scala 

Ronchetti 

Orlando 

Pedottl 

Mirabelle 

Bava 

Morelli  -  Gual- 
tierotti 

Finoochiaro- 
Aprile 

Bianchi  L. 

Pedotti 

Mirabollo 

Rava 

Marsengo-Ba- 
stia 

Finocchiaro- 
Aprile 

Qe  Marinis 

Mainonl   d'In- 
tignano 

Mirabelle 

Fortis  int. 
Malvezzi 

Baccelli  A. 

Sacchi 

BosellI 

Mainoni  d'In- 
tignano 

Mirabelle 

Pantano 

Schanzer 

Gallo 
Orlando 

Fusinato 
Bava 

Vigano 

Mirabelle 

Cocce  Ortu 

—  238  — 
MINISTERO  DEGLI  AFFARI  ESTERI 

{ROMA,  piazza  del  Quirinale,  palazzo  della  Consulta). 


Tommaso  TITTONI,  Ministro.  —  Guido  POMPILI,  Sottosegretario  di  Stato. 


Eiccardo  Bollati,  segretario  generale. 
Andrea  Carlotti,  Capo  di  Gabinetto  di  S.  E.  il  Ministro. 

Francesco  Tommasini,  e  Tito  Bacchetti,  segretari  particolari  di  S.  E.  il  Ministro. 
N.  N.,  capo  della  Segreteria  di  S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato. 

Pasquale  Sandicchi   e  Luca  Orsini  Baroni,  segretari  particolari  di  S.  E.  il  Sottosegre- 
tario di  Stato. 

Ufficio  diplomatico. 

Ferdinando  Fassati  di  Balzola,  capo  di 
divisione. 

Ufficio  coloniale. 

Giacomo  Agnesa,  direttore. 

Commissariato  dell'emigrazione. 

(riazza  dei  SS.  Apostoli,  73), 

Carlo  Leone  Reynaudi,  incaricato  delle  ff. 
di  commissario  generale. 

Ispettorato  generale 
delle  scuole  italiane  all'estero. 

Angelo  Scalabrini,  ispettore  generale. 


Divisione  I».  —  Affari  commerciali. 
Cesare  BertòUa,  capo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  Affari  prirati  e  contenziosi. 
Giulio  Vaccaj,  capo  di  divisione. 

Divisione  III».  —  Personale. 

Federico  Barilari,  capo  di  divisione. 

Divisione  IV».    —   Biblioteca,  registrazione  e 
spedizione. 

N.  N.,  capo  di  divisione. 

Divisione  V*.  —  Ragioneria. 

Ludovico  Calvari,  capo  di  divisione. 

Archivio.  —  Giacomo  Gorrini,  capo  di  divi- 
sione, direttore. 


S.  E.  il  Ministro  riceve  il  Corpo  diploma- 
tico tutti  i  mercoledì  dalle  ore  3  alle  6  pom. 

Sua  Fccellenza  non  ha  ore  fisse  per  rice- 
vere gli  Onorevoli  Membri  del  Parlamento, 
i  regi  ufficiali  diplomatici  e  consolari  e  tutte 
le  altre  persone. 

Consiglio  del  Contenzioso  diplomatico. 

Istituito  con  R.  Decreto  29  novembre  1857 
e  ricostituito  con  R.  Decreto  17  febbraio  1885 
n.  1236,  presieduto  da  S.  E.  il  Ministro. 

Il  Consiglio  è  chiamato  ad  emettere  il  suo 
parere  sovra  le  questioni  di  diritto  interna- 
zionale, di  nazionalità,  di  leva  militare,  di  emi- 


TOMMASO   TlTTONl. 

grazione,  di  estradizione,  sovra  l'interpreta- 
zione dei  trattati,  ec. 

Il  Ministro,  presidente. 

Giuseppe  Biancheri,  vicepresidente. 

Consiglio  dell'emigrazione. 

Luigi  Bodio,  presidente. 

Francesco  Paolo  Materi,  vicepresidente. 

Consiglio  coloniale. 

Il  Sottosegretario  di  Stato  per  gli  aflfari 
esteri,  presidente. 

GOVERNO  DELLA  COLONIA  ERITREA 

Giuseppe  Salvago  Raggi,  R.  Commissario 
civile  straordinario. 

Ufficio  di  Governo.  —  Giuseppe  Cavalli,  di- 
rettore della  Segreteria. 

Alberto  Corsi,  direttore  degli  affari  civili. 

Giov.  Battista  Del  Corso,  dirett.  di  finanza 
e  contabilità. 

GOVERNO  DEL  BENADIR 

Tommaso  Carletti,  R,  Commissario  civile 
straordinario. 


—  2JÌ0  — 
MINISTERO  DI  AGRICOLTURA,  INDUSTRIA  B  COMMERCIO 

{HO}fA,  rin  della  Stamperia). 

FranoMCO  COCCOORTU,  .VÌHÌ$!ro.  —  Giuseppe  SANARELLI,  Sottosegretario  di  Stato. 

niMe  Zanotti,  Capn  di  Gabinetto  di  S.  K.  il   Miniatro. 

Lorenzo  Ratto,  Capo  di  Gabinetto  di  S.  E,  il  Sottosegretario  di  Stato. 

It*Io  Bonardi,  segretario  particolare  di  S.  E.  il  Ministro. 

Einantiole  rtat tesoli»,  segretario  partieotar»  di  S.  E.  il  So'tosegretario  di  Sta***. 

Sottosegretariato  di  Stato. 
Economato  ■  Cassa. 

Giuseppe  Marmiroli,  tconomthcatsiere. 
Biblioteca. 

Vittorio  Stringher,  bibliotecario. 
ntvisioxK  I«,  —  Personale,  Affari  generali 
proprietà  intellettuale. 

Samuele  Ottolenghi,  capo  di  divisione. 
iviRioxK  II*.  Ragioneria. 

Vincenzo  Marinucci,  capo  di  divisione 

Direzione  generale  dell'Agricoltura. 

Giancarlo  Siemoni,  direttore  generale. 
Tito  l'asqui.  ispettore  generale. 
Luiiri  l'<lftti,  Giovanni  Moriniello  e  Anni- 
bale rrn;i -hi,  iapeltori  superiori  forestali. 
■  K       i-Rossellini,  Leobaldo  Da- 

P;itanè.  ispettori  delVagri- 
-  jnamento  agrario. 
VISIONE  III».  Agricoltura,  Coltivazioni  e  Fa- 
tJngia  vegetale. 

Carlo  Barbarisi,  capo  di  divisione. 
DI^^SIONE  IV».  Industrie  agrarie. 

Vittorio  Nazari,  rapo  di  divisione. 
DivisioKK  V».   Foreste,  Miniere. 

Filippo  Grisolia,  capo  di  divisione. 
Divisione  VI».  Legislazione  agraria. 

Francesco  Colaci,  capo  di  divisione. 
Divisione  vii».  Insegnamento  agrario. 
Tito  Pasqui,  ispettore  generale. 

Ispettorato  zootecnico. 

Bartolomeo  Moreschi,  ispettore. 

Ispettorato  del  bonificamento  agrario 

e  della  colonizzazione. 
Cesare  Desideri,  ispettore. 

Ispettorato  delle  miniere. 
Lucio  Mazzuoli,  ispettore. 

Ufficio  geologico. 

Pietro  Zezi,  ingegnere  capo. 

Museo  agrario. 
Giancarlo  Siemoni,  direttore  generale  del- 
l'Agricoltura. 

Ufficio  centrale  di  meteorologia. 
Luigi  Palazzo,  direttore. 

Ispettorato  Generale 
deir  Industria  e  del  Commercio. 

Gherardo  Callegari,  ispettore  generale. 
Vincenzo  Guerriero,  Luigi  Belloc  e  Emi- 
lio Veuezian,  ispettori. 


rUAÌtCKiiCO    COCCO-UUìAj. 

Divisione  Vili».  Industria  e  commercio. 

Luigi  Belloc,  ispettore  generale. 
Divisione  IX».  'Insegnamento  industriale,  prò- 
fessionale  e  commerciale. 

Giuseppe  Castelli,  capo  di  divisione. 

Laboratorio  centrale  metrico  e  del  saggio 
delle  monete  e  dei  metalli  preziosi. 

Napoleone  Reggiani,  direttore. 

Ispettorato  generale 
del  credito  e  delia  previdenza. 

Vincenzo  Magai  di,  ispettore  generale. 

Francesco  Palumbo  Cardella,  ispett.  rapo. 

Edoardo   Squatriti,    Pasquale   D'Urso   e 
Ascanio  Rubino,  ispe'tori  superiori. 

Alfredo   Salvatore,   Tullio  Bagni,  Oreste 
Tatoni,   Alfredo    Maraldi,   Ettore   Bianchi, 
Angelo  di  Nola,  ispettori. 
Divisione  X».  Credito. 

Vincenzo  Magaldi,  ispettore  generale. 
Divisione  XI».  Previdenza. 

Cesare  Palopoli,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  della  Statistica. 

(Piazza  San  Hfirnardo  alle  Teriin»). 
Carlo  De  Negri,  direttore  generale. 
Divisione  XII».  Affari  generali.  Statistica  am- 
ministrativa e  giudiziaria. 
Giambattista  Boselli,  capo  Si  divisione. 


—  240  — 


Divisione  XIII».  Statìstica  demografica,  econo- 
mìcn  e  scolastica. 
Enrico  Raseri,  capo  di  divisione. 

Ufficio  del  lavoro. 

Divisione  XTV«:  Giovanni  Montemartini,  capo 
di  divisione. 

Economato  generale. 

Federico  Lanusol,  caposezione,  direttore. 

S.  E.  il  Ministro  riceve  1  Senatori  e  i 
Deputati  e  il  pubblico  tutti  i  giorni  (meno 
il  giovedì  e  la  domenica)  dalle  ore  11  alle  12. 

S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  il 
pubblico  tutti  i  giorni  non  festivi  dalle  ore  10 
e  vaey.zo  alle  12. 

I  Direttori  Generali  e  i  Capi  di  Divisione 
ricevono  nelle  ore  disponibili  di  ufficio. 

L'ufficio  delle  privative  industriali  è  aperto 
dalle  ore  15  alle  17. 

L'Ufficio  dello  Stud-Book  italiano  è  aperto 
dalle  ore  9  alle  12,  e  dalle  14  alle  18. 

Consigli  e  Commissioni  permanenti. 

Commissione  dei  capi  di  Servizio.  —  Il  Sotto- 
segretario di  Stato,  presidente. 

Commissione  centrale  di  revisione  dei  reclami 
sulle  privative  industriali.  —  Michelangelo 
De  Cesare,  presidente. 

Commissione  superiore  metrica  e  del  sagr/'o 
delle  monete  e  dei  metalli  preziosi.  —  Ulisse 
Dini,  presidente. 

Commissione  consultiva  per  il  credito  agrario. 

—  Gaspare  Finali,  presidente. 

Consiglio  della  previdenza.  —  Gaspare  Finali, 
presidente. 

Consiglio  dell'industria   e    del   commercio.    — 

N.  N.,  presidente. 
Commissione  centrale  dei  valori  per  le  dogane. 

—  Il  Direttore  generale  delle  Gabelle,  pres. 
Consiglio   dell'  ordine   equestre   "  al  merito  del 

lavoro  „.  —  Il  Sottosegr.  di  Stato,  presidente. 
Commissione  di  vigilanza   sugl'impegni  e  sul 

bilancio.  —  Il  Sottosegr.  di  Stato,  presidente. 
Commissione  arbitrale  per  V  applicazione  delle 

leggi  portanti  provvedimenti  per  la  Sardegna. 

—  N.  N.,  presidente. 


Commissione  consultiva  per  le  operazioni  dema- 
niali nelle  provincie  meridionali.  —  Ottavio 
Serena,  presidente. 

Commissione  per  le  borse  nazionali  di  pratica 
commerciale  cdV estei'o.  —  Il  Direttore  gen. 
dell'Agricoltura,  presidente. 

Commissione  centrale  per  V  insegnamento  arti- 
sti co-industriale.  —  Camillo  Bòito,  presidente. 

Consiglio  di  agricoltura.  —  Felice  Borghese, 
presidente. 

Consiglio  per  l' istruzione  agraria.  —  Il  Mini- 
stro, presidente. 

Commissione  centrale  di  viticoltura  e  di  enolo- 
gia. —  Giuseppe  dei  conti  di  Rovasenda, 
presidente. 

Consiglio  ippico.  —  Il  Direttore  generale  del- 
l'Agricoltui'a,  presidente. 

Commissione  consultiva  per  la  fillossera.  — 
Paolo  Di  Camporeale,  presidente. 

Commissione  consultiva  per  la  pesca.  —  Enrico 
Giglioli,  presidente. 

Consiglio  forestale.  —  N.  N.,  presidente. 

Commissione  d' idraulica  agraria.  —  N.  "S.,  pre- 
sidente. 

Consiglio  direttivo  di  meteorologia  e  di  geodi- 
namica. —  Pieti'o  Blaserna,  presidente. 

Commissione  per  il  bonificamento  dell'Agro  ro- 
mano. —  Il  Direttore  generale  dell'Agricol- 
tura, presidente. 

Consiglio  superiore  del  lavoro  e  comitato  per- 
manente del  lavoro.  —  Il  l:A\ms,tvo,  presidente. 
Ugo  Pisa,  presid.  del  comitato  permanente. 

Consiglio  zootecnico  e  per  le  epizoozie.  —  Carlo 

Gorio,  presidente. 
Consiglio  delle  miniere.  —  Il  Ministro,  presid. 

Comitato  per  il  personale  del  R.  Corpo  delle 
miniere.  —  Il  Ministro,  presidente. 

Comitato  geologico.  —  Giovanni  Capellini,  pre- 
sidente. 

Consiglio  superiore  di  statistica.  —  Luigi  Bodio, 
presidente. 

Commissione  centrale  per  le  cooperative  di  pro- 
duzione e  lavoro.  —  Vincenzo  Magaldi,  pre- 
sidente. 

Commissione  di  vigilanza  per  la  stampa  delle 
leggi  e  decreti.  —  N.  N.,  presidente. 


MINISTERO  DEI/LE  FINANZE 

(ROMA,  via  XX  Settembre  e  via  Cernaia  —  Palazzo  del  Ministero  delle  Finanze). 

Pietro  LACAVA,  Ministro.  —  Vittorio  COTTAFAVI,  Sottosegretario  di  Stato. 

Carlo  Tocci,  capo  di  Gabinetto  di  S.  E.  il  Minis'ro. 
Francesco  Scardaccione,  segretario  particolare  di  S.  E.  il  Ministro. 
Guglielmo  Fiastri,  capo  di  Gabinetto  di  S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato. 
Desiderio  Arcliinti,  .segretario  particolare  di  S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato, 


Segretariato  generale. 

Giuseppe  Mainardi,  ispettore  generale. 

Divisione  I».  —  Personale. 
N.  N.,  capo  di  divisione. 


Divisione  II».  —  Affari  generali. 

Antonio  Dell' Abbadessa,  capo  di  divisione. 

Ragioneria. 

Tancredi  Cattaneo,  direttore  capo  della  ra- 
gioneria. 


I">tvi"^Tov«  I»»  —  C0HÌi  patvimtmtali  0  eoHlaii- 

/rrì    S"Vri/l". 

'  >  Dal!»  Casa,  rapo  di  divìaion^. 
■  >:  li».  —  (ì^glionf  lìelltt  entrat- 
10  (Joltìori,  capo  di  diviaiottt. 
>  iiaoNB  III*.  —  (ittlìoMe  delie  fpese. 
Giovanni  Alberto  Berrutl,  copo  dì  dlv:.i. 

Uficio  Trattati  e  Legislazione  doganale. 

Lodovico  Luoiolli,  I)'fe:tor,\ 

Direzione  generale  delle  Gabelle. 

Gioacchino  Busca,  diretlore  generale. 
GiovMunt  Varvelll,  vicedirettore  generale. 
AiiLrn'it.-'  1? -'Pio.  Alfonso  Casaltoli,  ispetto  i 


DivisiONK  I».  —  Affari  generali  e  personale. 
Emilio  Gaglieri,  capo  di  divisione. 
VISIONE  II*.  —  Dogane. 
Gin?vpp«»  Fran«"»«<*hi,  capo  di  divisione, 
consumo  e  tasse  di 

-•di  divisione. 
Divisione  IV*.  —  Personale  amministrativo  e 
d€Ue  Guardie  di  Finanza. 

Enrico  Bonaga,  capo   di  divisione, 
'oratorio  chimico  centrale. 

Vittorio  Villavecchia,  direttore. 
'ìrio  centrale  di  revisione. 
Luigi  Pietro  Bazzoro,  direttore. 

Comando  generale 
del  Corpo  della  Guardia  di  Finanza. 
Tulio  Masi,  maggior  generale. 

Direzione  generale  delle  Privative. 

Roberto  Sandri,  direttore  generale. 

Enrico  Bondi,  vicedirettore  generale. 

Giovanni  Bellavite,  Pietro  Catastini.  An- 
pelo  Corner,  Tommaso  Pasetti,  Giovanni  Ma- 
stracchlo,  ispettori  centrali  delle  Privative. 


11      - 

Giacinto  Carena,  f^obastiano  Tanl  o  Gin* 
seppe  Ferlgo,  ispettori  tecnici. 
T^  VISIONE  I*.    —  (Affari    generali,   personali' 
Il  'bricarlone  e  chinino) 
Domenico  Botti,  capo  di  dirisione. 
Divisione  II».   —  (Privativa   del  tabacchi 
Coltivazioni  ed  acquisti). 
Leonardo  Angeloni,  f.f.  capo  di  divisio»' 
Divisione  III».  -  (Trasporti  e  magazzini  <l 
deposito). 

Francesco   Alessandro  De  Giuli,  capo  <ii 
divisione. 
Divisione  IV».  —  (Privativa  del  sale). 

N.  N.,  capo  di  divisione. 
Divisione  V».  —  (Servizio  della  vendita  dei 
sali  e  tabacchi). 

Pietro  Giuseppe  Fabris,  capo  di  division- 
Divisione  VI».  —  (Privativa  del  lotto). 
Angelo  Bini,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  del  Demanio 
e  delle  Tasse  sugli  Affari. 

Ghino  Fucini,  direttore  generale. 
Marcello  Bolla,  Giuseppe  Gisci,  vicediret- 
tori generali. 

Filippo  Chiappe,  Francesco  Novaro,  Giu- 
seppe Fares,  Tito   Cupello,  Giuseppe  Pa- 
gliarulo,  Paolo  Molla,  ispettori  Sìtperiori. 
Divisione  I»,  —  (Affari  generali  e  personale). 

Carlo  Semitecolo,  capo  di  divisione. 
Divisione  II».  —  (Demanio  pubblico  e  ge- 
stioni speciali). 
Amedeo  Pavesio,  capo  di  divisione. 
Divisione  III».  —  (Amministrazione  del  de- 
manio patrimoniale). 

Tullio  Marchesini,  capo  di  divisione. 
Divisione  IV».  —  (Asse  ecclesiastico). 
Emidio  Pedrini,  capo  di  divisione. 
Divisione  V».  —  (Tasse  di  registro). 

Carlo  Tocci,  capo  di  divisione. 
Divisione  VI».  —  (Tasse  sulle  successioni). 

Giovanni  Salvago,  capo  di  divisione. 
Divisione  VII».  —  (Tasse  di  bollo  e  spese  di 
giustìzia^. 

Luigi  Princivalle,  capo  di  divisione. 
DwisiONE  Vili».  —  (Servizi  promiscui). 
Francesco  Campione,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  delle  Imposte  Dirette. 

Leone  Calosso,  direttore  generale. 
Lorenzo  Tiraboschi,  vicedirettore  gener. 
Antonio  Ferrari,   Alfonso  Giolitti,   Oscar 
Givannl,  Teodoro  Bassino,  Antonio  Ascari, 
ispettori  superiori. 
Divisione  I».  —  (Affari  generali  e  personale  1. 
Giuseppe  Boitani  e  Felicissimo  Oiauna. 
capi  di  divisione. 
Divisione  II».  —  (Imposte  fondiarie). 
Enrico  Abbate,  capo  di  divisione. 
Divisione   III».  —  (Imposta  sulla  ricchezza 
mobile). 

Raffaele  Sera,  capo  di  divisione. 
Divisione  IV».  —  (Riscossione  —  Imposte  sul 
beni  rustici  e  sul  fabbricati  —  Sovrimposte 
provinciali  e  comunali). 
Francesco  Pelli,  capo  di  divisione. 

IG 


242  — 


Direzione  generale  del  Catasto, 
e  del  Servizi  tecnici. 


Natale  Civardi,  direttole  generale. 

N.  N.,  vicedirettore  generale. 

Carlo    Clavenzani,    Alessandro    Bottassi, 
ispettori  superiori. 
Divisione  I».  —  (Affari  generali  e  Personale). 

Giuseppe  Ernesto  Degioanni,  capo  di  di- 
visione. 
Divisione  II^  —  (Formazione  del  catasto). 

N.  N.,  capo  di  divisione. 
Divistone  IH».  —  (Servizi  tecnici). 

Silvio  Ami,  capo  di  divisione. 

S.  E.  il  Ministro  riceve  tutti  1  giorni  i  Se- 
natori e  i  Deputati. 

S.  E,  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  i  Se- 
natori e  i  Deputati  nei  giorni  di  lunedì,  mer- 
coledì e  venerdì  dalle  11  alle  12. 

Le  altre  persone  devono  chiedere  udienza. 

I  Direttori  Generali  e  i  Capi  di  Divisione 
ricevono  tutti  i  giorni  nelle  ore  libere  d'ufficio. 

Consiglio  del  Catasto. 

Antonino  Di  Prampero,  presidente. 

Commissione  Censimria  centrale. 
Il  Ministro,  presidente. 
Raffaele  Cappelli,  vicepresidente. 
Consiglio   Superiore  dei   lavori  geodetici   dello 
Stato. 
N.  N.,  presidente. 
Commissione  centrale  per  la  risoluzione  dei  ri- 
corsi contro  la  tassa  sul  consumo  del  gaz-luce 
e  dell'  energia  elettrica. 

Valentino  Cerruti,  presidente. 
Commissione  centrale  per  V  attuazione  dei  prov- 
vedimenti relativi  al  dazio  consumo. 
Carlo  Sandrelli,  presidente. 
Commissione  permanente  pei  lavori  relativi  ai 
trattati  di  commercio  ed  alle  tariffe  doganali. 
11  Segretario  generale  del  Ministro  degli 
Esteri,  presidente. 


Commissione  centrate  di  sindacalo  per  V ammi' 
nistrazione  e  per  la  vendita  dei  beni  prove- 
nienti dall'Asse  ecclesiastico. 
Il  Ministro,  presidente. 

Commissione  centrale  pei  reclami  riguardanti 
le  imposte  dirette. 

Calcedonio  Inghilleri,  presidente. 

Collegio  consultivo  dei  periti  doganali. 
Adeodato  Sonasi,  presidente. 

Consiglio'  d' amministrazione   pel    fondo    della 
massa  del  Corpo  delle  Guardie  di   Finanza. 
Gioacchino  Busca,  presidente. 

Commissione  centrale  pel  conferimento  dei  Ban- 
chi  di    Lotto    e   per    l' amministrazione   del 
Monte  vedovile  dei  ricevitori  del  Lotto. 
Raffaele  Perla,  presidente. 

Consiglio  tecnico  per  l' amrninistr.  dei  Tabacchi. 
Giuseppe  Colombo,  presidente. 
Roberto  Sandri,  vicepresidente. 

Commissione   centrale  di  perizia  per  la  cam- 
pagna di  coltivazione  dei  tabacchi. 

Il  Direttore  gener.  dell'Agricoltura,  pres. 

Commissione  di  vigilanza  sul  servizio  del   chi- 
nino di  Stato. 

Francesco  Todaro,  presidente. 

Commissione  centrale  per  risolvere  in  via  am- 
ministrativa ed  in  appello  sui  reclami  contro 
le  decisioni  dei  funzionari  di  cui  all'art.  91 
del  Regolamento  sid  Lotto. 
Enrico  Bondi,  presidente. 

Commissione  centrale  per  la  risoluzione  dei  ri- 
corsi contro  i  giudizi  dei   Comitati  peritali 
sulla  produttività  giornaliera  delle  fabbriche 
di  spiriti  non  munite  di  misuratore. 
Emanuele  Paterno,  presidente. 

Commissione  centrale  per  le  polveri  piriche  ed 
i  prodotti  pirotecnici. 
N.  N.,  presidente. 

Consiglio  centrale  dei  valori  per  le  dogane. 
Il  Direttore  gener.  delle  Gabelle,  presid. 


MINISTERO  DI  GRAZIA  B  GIUSTIZIA  B  DBI  CULTI 

{ROMA,  piazza  Firenze), 


Vittorio  Emanuele  ORLANDO,  Ministro.  —  Marco  POZZO,  Sottosegretario  di  Stato. 


Gabinetto  del  Ministro.  —  (Affari  dei  quali 
il  Ministro  si  riserva  la  trattazione  —  Utficio 
di  traduzione  —  Relazioni  col  Parlamento, 
con  le  Commissioni,  ec). 

Ludovico  Mortara,  capo  di  gabinetto. 
Modestino     Petrozziello,    segretario    del 
Guardasigilli. 

Ufficio  di  traduzione. 

Giuseppe  Magrini,  direttore. 
Gabinetto  dkl  Sottosegretario  di  Stato. 
—  (Ufficio   dell'  Ispettorato,   Economato   e 
Cassa,  Biblioteca,  ed  Archivio  Generale,  Per- 
sonale del  Ministero). 

Luigi  De  Marchi,  capo  di  gabinetlo. 
Giovanni  Angusto  Bottaro,  segretario  par- 
ticolare. 


Publio  Spinetti,  Ad.  Antonini,  Giocondo 
Pasquinangeli,  Nicola  Alvaro,  ispettori. 

Divisione  I».  —  (Ufficio  di  studi  legislativi  e 
pubblicazioni  delle  leggi). 

Alessandro  Caraciotti,  capo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  (Personale  del  Ministero  e 
.  della  Magistratura). 

Alfonso  Susca,  capo  di  divisione. 

Divisione  III».  —  (Personale  e  servizi  di  can- 
celleria). 

Augusto  Qentilihl,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  degli  Affari  civili  e  penali 

Nicola  Cocucci,  direttore  annerale. 


•Jl:: 


Uaitoli  A\  velluti,  raito  dì  tìiri^. 
l\  -  ((irario). 
^!:^nfrcdl.  r»#/>o  di  dìrisìon^. 

Dir,       e  ijonerate  dei  Culli  e  del  Notariato 
Arena  Gtigliolmo,  dirtttot'e  gtntraU. 

Divisione  VII». —  (Glnrisdir..  e  polizia  .  •  ' 
Domenico  Tesoroni,  cnpn  di  dir 

Divisione  Vili*.  —  (Patrimonio  eoo;. 

Giuseppe  Azzolini,  rapo  di  divisuni'. 

Divisione  IX».  -  (Notariato). 

Federico  Set;reti,  rapo  di  divisione. 

Raoioxebia.  -  Raffaele  Zegrctti,  direttore. 


S.  E.  11  Ministro  riceve  i  Senatori  e  l  De- 
putati tutti  i  giorni  tranne  il  giovedì  e  la  do- 

,  ..  ....,,„  11  alle  12,  i  Ma<,Mstrati  ed  Avvo- 

lod'i  e  venerdì  dalle  10  alle  11,  le 
■•  quando  ne  facciano  motivata 
inalidii,    nei   giorni  che   di   volta   in   volta 
.    rranno  stabiliti  dal  Ministro. 


VrCTOUIO  £MAìrU£I.E  Ublando. 

S.  E.  Il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  l 
viatorie  i  Deputati,  tutti  i  giorni,  meno  la 
menica  ed  il  lunedi  dalle  11  alle  12,  Magi- 
rati  ed  Avvocati   negli  stessi  giorni  dalle 
•■  alle  17,  e   tutte  le  altre  persone  che  ne 
!i-ciano  domanda  motivata,  nei  giorni  e  nello 
:e  che  verranno  loro  notiticati. 
I  Capi  di  divisione  ri("f'Voiio  nelle  ore  di- 
.•>poniblli  d'uÉBcio. 


''~'inmÌKì*to)ie  ronsidtiva  p"»-  le  nomine,  promo- 
zioni e  Iranferimento  dei  matfi forati. 

Giambattista  Pagano-Guarnaschelli,  pre- 
sidente. 
Commisg.  della  «tatistica  giudiziaria  e  notarile. 
Martino  Beltrani  Sonlia    m-^sidente. 


/)(•>/»  tni'nfe  djVn  ttalistlca  ylinUzi  n 
rd.-. 

.)tmo  Heltrail  Scal'ia,  prettidenle. 
Direzione  generale  del  Fondo  per  ii  Culto. 

(Ilenia,  «aUt:»  <1ol  (JnM.i). 

Emanuele  Moiflno.  direttore  g'n^rale. 
Carlo  Monti,  viredlretlore. 
Gauinetto   del   DmKTTonE   Gkskiiale. 
(Personale  —  Servizio  d' Ispeziono  —  Ct; 
>  di  amministrazione  —  Relazioni  col 
iiiiento,   con   la   Commis.sione  di  vlgl« 
.1  e  con  la  Corte  dei  Conti  —  Affari  ri- 
snvati  al  Direttore  Generale  —  Corrisp'" 
denza  speciale   del   Direttore  Generale 
Decime  agrigentine  —  Servizio  dei  decr^;. 

—  Apertura,  distribuzione  e  spedizione  di 
tutta  la  corrispondenza  della  Direzione  Ge- 
nerale —  Protocollo  —  Archivio  e  Copi- 
steria). 

Luigi  Romano,  capo  di  g.ihinetto. 
Ufficio  si-kciale  del  Fondo  di  Benefi- 
cenza E  Rki-igione  della  città  di  Roma 
alla  immediata  dipendenza  del  Direttore 
Generale.  —  (Accertamento  sulla  natura  e 
carattere  degli  enti  di  fronte  alle  leggi  di 
soppressione  —  Presa  di  possesso  —  Accer- 
tamento delle  dotazioni  e  patrimonii  -~ 
Pensioni  e  assegni  al  religiosi  e  alle  reli- 
giose —  Godimento  delle  pensioni  all'estero 

—  Enti  stranieri  —  Beneficii  e  Cappellanle 

—  Rivendicazioni  e  svincoli  —  Commuta- 
zioni —  Affrancazioni  —  Riversibilità  — 
Liti  e  transazioni  —  Ipoteche  —  Vendite 

—  Affitti  —  Sospensione,  riattivazione  e 
stralcio  di  rendite  sul  debito  pubblico 
Amministrazione  dei  beni  —  Accertameli 
di  debiti  e  crediti  —  Annullamento  e  rinvi.. 
di  articoli  -  Riscatto  di  stabili  -  Rimborso 
d'imposte  —  Concentramentl  di  famiglie 
religiose  —  Riparazioni  a  fabbricati  mona- 
stici, alle  chiese  e  ad  altri  immobili  —  No- 
mine del  rettori  —  Erogazione  del  fondo 
di  beneficenza  e  religione  nella  città  di 
Roma  —  Consiglio  d'amministrazione). 

Divisione  I».  —  (Applicazione  delle  leggi  di 
soppressione:  Accertamento  della  natura 
carattere  degli  enti;  prese  di  possesso;  qn 
stionl  amministrative  e  giudiziarie  d'inso^ 
primlbilità;  conseguenti  provvedimenti  — 
Adempimento  di  legati  pii  e  oneri  religiosi 
e  assegni  per  spese  di  culto  già  a  carico 
degli  enti  soppressi;  ufficiatura  di  chiese: 
giudizi  relativi  —  Lscrizione.  rinnovazione, 
restrizione  e  cancellazione  delle  ipoteche; 
pagamento  delle  spese  relative  —  Prenota- 
zione catastale  del  dòmini  diretti.  —  Mas- 
simario —  Stipulazione  di  atti  e  contratti 
ai  termini  degli  articoli  102,  103  e  104  d.  1 
regolamento  sull'amministrazione  del  pa- 
trimonio e  sulla  contabilità  generale  d(  ! 
Stato;  tenuta  del  repertorio  per  gli  atti 
contratti,  per  le  autenticazioni,  e  per  l  de- 
creti soggetti  a  registrazione  nelle  formo 
stabilite  dagli  articoli  113,  114  e  115  della 
legge  sul  registro  20  nia<»gio  1897,  n»  217. 

—  Accertamento  della  coiislstenza  del  pa- 
trimonio amministrato  dal  Fondo  per  II 
Culto  mediante  gl'inventari  —  Imposte  sul 
fondi,  sui  fabbricati  e  sulla  ricchezza  mo- 
bile; Imposte  congeneri  e  comunali;  tassa 


244  — 


di  manomorta;  denunzie,  liquidazioni,  pa- 
gamenti, ricuperi,  vertenze  amininistrative 
e  giudiziarie  relative). 

Luigi  Cioffi,  direttore  capo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  (Soppressione  dei  Canoni- 
cati e  dei  Beneficii  minori  esuberanti  nelle 
Chiese  cattedrali  —  Beneficii  contemplati 
dalle  Bolle  "  Dum  coUatis  „  e  "  Religionis 
decus  „  —  Liquidazione  delle  spese  di  culto 
e  degli  assegni  vitalizi  agli  investiti  e  par- 
tecipanti degli  enti  secolari  soppressi  — 
Svincoli  e  rivendicazioni,  dismissione  di 
beni  e  conseguenti  liquidazioni,  annulla- 
menti di  articoli,  ec.  —  Devoluzione  delle 
rendite  delle  chiese  ex  ricettizie  ai  Comuni, 
per  le  leggi  15  agosto  1867  e  4  giugno  1899; 
conseguenti  dismissioni  di  beni,  liquida- 
zioni, annullamenti  di  articoli,  ec.  —  Stralci 
di  quote  curate  —  Quota  di  annuo  con- 
corso, denuncie,  liquidazioni,  riscossioni, 
dilazioni,  vertenze  amministrative  e  giudi- 
ziarie, annullamento  e  tenuta  dei  campioni 
—  Congrue  e  supplementi  di  congrua  ai 
parroci  —  Assegni  per  spese  di  culto  alle 
chiese  parrocchiali  ex  conventuali  —  As- 
segni agli  Economi  spirituali  e  alle  Mense 
vescovili  —  Assegni  al  clero  sardo  —  As- 
•  segni  in  compenso  di  abolite  decime  — 
Spese  di  culto  a  carico  dello  Stato,  delle 
province  e  dei  comuni  —  Azienda  dei  dan- 
neggiati dalle  truppe  borboniche). 

Tulio  Gisci,  direttore  capo  di  divisione. 

Divisione  IH».  —  (Gestione  mobiliare,  appura- 
mento,  riscossione,  dilazione,  appalto,  com- 
mutazione, affrancazione,  riduzione  e  an- 
nullamento di  crediti,  censi,  canoni,  livelli, 
decime  e  prestazioni  a  generi  e  a  danaro, 
vertenze  amministrative  e  giudiziarie  rela- 
tive —  Vigilanza  sull'appuramento  generale 
delle  rendite  e  dei  crediti  risultanti  dagli 
elenchi  dei  residui  attivi  —  Quarto  di  ren- 
dita sui  beni  delle  soppresse  corporazioni 


religiose  ai  Comuni  per  le  leggi  7  luglio  1S6S 
e  4  giugno  1899  —  Debiti  di  gestione  del 
Contabili  e  degli  altri  funzionari,  accerta- 
mento, vertenze  amministrative,  giudizi  di 
responsabilità,  ec.  —  Cauzione  dei  conta- 
bili, prestazioni,  sostituzione,  riduzione  e 
svincoli). 

Giacomo  Carezzi,  dirett.  capo  di  divisione. 
Divisione  IV».  —  (Gestione  immobiliare:  af- 
fitto, vendita,  espropriazione  per  pubblica 
utilità  e  riparazione  degli  immobili  in  ge- 
nere :  cessione  e  restauri  dei  fabbricati  mo- 
nastici in  particolare,  chiusura,  restauro  e 
cessione  di  chiese  :  monumenti  —  Librei'ie 
e  oggetti  d'arte  —  Arredi  sacri  —  Concen- 
tramento di  religiose  —  Passaggio  di  beni 
al  Demanio  —  Accertamento  della  rendita 
immobiliare  inscritta  e  da  inscriversi  dal 
Demanio:  tassa  del  30  per  cento,  riparto 
delle  annate  promiscue,  revisione  dell'an- 
tica gestione  demaniale,  conti  di  dare  e 
avere  col  Demanio  —  Concentramento  delle 
istituzioni  di  beneficenza  —  Kiversibilità  e 
devoluzioni  —  Doti  di  maritaggio  —  Pen- 
sioni monastiche  —  Accertamento,  ricogni- 
zione e  affrancazione  delle  passività  patri- 
moniali, revisione  ed  epurazione  dei  conti 
già  inscritti  per  dette  passività  —  Servizio 
attivo  e  passivo  delle  acque  di  Palermo, 
esclusi  gli  affari  di  personale). 

Marco  Petrini,  direttore  capo  di  divisione. 

Ragionekia.  —  Luigi  Cominetti,  direttore  capo 
di  divisione. 

Commissione  di  vigilanza.  —  N.  N.,  presidente. 

Consiglio  di  amministrazione  del  Fondo  per  il 
Culto. 
Ignazio  Filì-Astolfone,  presidente. 

Consiglio  d'amministrazione  del  Fon  lo  di  be- 
neficenza e  religione  nella  città  di  Eomu. 
Leopoldo  Torlonia,  presidente. 


MINISTERO  DEI/I/A  GUERRA 

{ROMA,  vìa  XX  Settembre). 


Ettore  VIGANO,  tenente  generale.  Ministro. 

Giuseppe  VALLERIS,  maggior  generale,  Sottosegretario  di  Stato. 


Segretariato  generale. 

Divisione  Gabinetto  Civile. 

Luigi  Bombelli,  capo  di  divisione. 
Divisione  Gabinetto  Militare. 

Francesco  Marchi  [incaricato). 

Divisione  pensioni,  economato  e  cassa. 

Guido  Rousseau,  capo  di  divisione. 
Divisione  Ragioneria. 

Gustavo  Caroncini,  capo  dioisione. 

Ufficio  d'Ispezione  Veterinaria. 
Alessandro  Costa,  capo  ufficio. 

Direzione  della  Rivista  militare  italiana. 
Amilcare  Strani,  direttore. 

Direzione  generale  di  Fanteria. 

Lamberto  Bolognesi  (incaricato). 

Ufficio  affari  generali. 
Kafìaele  Pasca,  segretario. 


Divisione  fanteria. 

Giuseppe  Regondi  (incaricato). 
Ufficio  del  Tiro  a  segno  ed  educaz.  fisica. 

Icilio  Casali,  rapo  d'ufficio. 

Direzione  generale  di  Cavallerìa. 

Augusto  Alvini  (incaricato). 

Ufficio  affari  generali. 

Giorgio  Luzzatto,  segretario. 
Divisione  ippica. 

Ernesto  Quercia  (incaricato). 

Ufficio   personali  dì  Cavalleria 
e  del  Corpo  veterinario. 

Felice  Robert,  capo  d' ufficio. 

Divisione  artiglieria. 

Francesco  Sciaratfia,  capo  di  divisione. 
Laboratorio  fotolitograpico. 

Antonio  Arnaldi,  direttore. 


Dnrutox»  OKXio, 

Alberto  Scio,  aipo  di  divisione. 

Divisione    amministrativa    ABTioLiEniA 

OBXIO. 

Angusto' Fi  td(ìi,  (Mpo  di  divisione. 


Direzione  generale  Leve  e  truppa. 

Vittiirio  Corusia,  direttore  tjeneralc. 

Ufficio  affabi  ok^rram. 
Pio  Cartoni,  segretario. 

Divisioni?  I*.  —  Leve. 

GoflTredo  Qaleazzi,  capo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  Leve. 

Carlo  Barale,  capo  di  divisione. 

Divisione  Tbuppa. 

Federico  Lippi,  capo  di  divisione. 

Divisione  Mathicole. 

Francesco  Fantasia,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  Revisione  dei  conti. 

Paolo  Pagliano,  direttore  generale. 

Ufficio  affari  generali. 
Luigi  Bafla,  segretario. 

Dn'isioNE  conti  degli  assegni. 

Carlo  Renda  Gaetani,  capo  di  divisione. 

Divisione  conti  del  materiale. 

Rlconovaldo  Betti,  capo  di  divisione. 

Divisione  conti  interni  dei  corpi. 

Francesco  Cencettl,  capo  di  divisione. 


Ettore  Vigano. 

Direzione  generale  Servizi  amministrativi. 
Ernesto  Mirabelli  {incaricato). 

Ufficio  affari  generali. 

Luigi  Biagioni,  capo  d' ufficio. 
Divisione  assegnl 

Adolfo  Nardi,  capo  di  divisione. 
Divisione  sussistenze. 

Alessandro  Aleggiani,  capo  di  divisione. . 
Divisione  vestiario  ed  equipaggiamento. 

Giovanni  Monti,  capo  di  divisione. 
Divisione  personali  amministrativi. 

Ernesto  Piazzoni,  capo  di  divisione. 
Divisione  casermaggio  e  trasporti. 

Carlo  Ridold,  capo  di  divisione. 

Ufficio   personali  sanitari 
e  materiale  sanitario. 
Nicola  Galardi,  capo  d'ufficio. 


Commissione  permanente  per  l' esecuzione  delle 
leggi  pei  veterani  1S48-49  sulla  reintegrazione 
dei  gradi  perduti. 

Felice  Sismondo,  presidente. 


Commissione  per  l'esame   dei  ricorsi  contro  It 
decisioni  dei  Consigli  di  Leva. 
Antonio  Mangiagallì,  Presidente. 


Commissione  per  il  riconoscimento  della  Cai 
pagna  dell'Agro  Romano  nel  1867. 
Felice  Sismondo,  presidente. 


Udienze  dei  Membri  del  Parlamento: 
di  8.  E.  Il  Ministro:  tutti  i  giorni  eccetto  il 
Giovedì  e  la  Domenica  dalle  11  alle  12. 
Gli  UfiBciall  Generali  e  Superiori  per  vi- 
site di  dovere  tutti  i  giorni  dalle  10  alle  11 
eccetto  il  Giovedì  e  la  Domenica 
di  S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato:  tutti 

i  giorni  dalle  11  alle  12. 
dei  Direttori  generali:  tutti  i  giorni,  dalle 
10  e  mezzo  alle  11  e  mezzo. 


MINISTERO  DELL'INTERNO 

(ROMA,  piazze  Navona,  di  Pasquino  e  di  San  Pun'aleo  —  Palazzo  Braschi). 


Giovanni  GIOLITTI,  Ministro.  —  Luigi  FACTA,  Sottosegretario  di  Staio. 


Gabinetto.  —  (Affari  poliUci  e  riservati  — 
Corrispondenza  particolare  —  Corrispon- 
denza telegrafica  —  Relazioni  del  Ministro 
col  Parlamento  —  Nomina  dei  senatori  — 
Elezioni  poUtiche  —  Circoscrizioni  elettorali 


—  Studi  e  preparazione  di  disegni  di  legge 
e  regolamenti  —  Onorificenze  cavalleresche 

—  Funzioni  pubbliche  —  Cerimoniale,  ec). 
Uffici  dipendenti  dal  Gabinetto:  Lettura  e  rias- 
sunto sommario  dei  giornali  nazionali   ^■^. 


246 


esteri  —  Consulta  Araldica,  Medaglie  com- 
memorative, e  affari  relativi  agli  atti  di  va- 
lore civile  —  Segreteria  del  R.  Ordine  Civile 
di  Savoia  —  Direzione  della  Gazzetta   Uff. 

Camillo  Peano,  capo  del  gahinetlo. 

Giulio  Rossi,  seg re' ario  p  articolare  di  S.  E. 
il  Ministro. 
Gabinetto  del  Sottosegretario  di  Stato. 

Vincenzo  Casoli,  capo  di  Gabinetto. 

Michele  Darbesio,  segretario  particolare. 

Ispettori  generali  amministrativi 
e  della  pubblica  beneficenza. 

Caio  Dalmazzi,  Giovanni  Muflone,  Riccar- 
do Lualdi,  Nicola  Bellini,  Carlo  Calvi,  An;j;elo 
Pesce,  Achille  de  Giorgio,  _  Alberto  Pirunti, 
Vincenzo  Bianchi. 

Ispettori  generali  di  pubblica  sicurezza. 

Paolo  Sessi,  Almerindo  Rinaldi,  Giulio 
Rossi,  Paolo  Mandolesi,  Guido  Guida,  Achille 
Severe,  Giuseppe  Fucarino  Alongi. 

Ispettori  generali  delle  Carceri. 

Gaetano  Cardosa,  Eugenio  Sampò,  Er- 
nesto De  Angelis,  Giustino  De  Sanctis. 

Ispettori  di  ragioneria. 

Raffaele  Ferri,  Domenico  Zanellato,  An- 
tonio Zanon. 

Divisione  !«■.  Personale.  —  (Personale  del  Con- 
siglio di  Stato  e  delle  Amministrazioni  cen- 
trale e  provinciale  —  Matricola  e  contabi- 
lità —  Questioni  di  nazionalità  e  cittadi- 
nanza —  Danneggiati  politici  —  Vedove  ed 
orfani  di  benemeriti  della  patria  —  Mille 
di  Marsala  e  superstiti  di  Talamone  —  Af- 
fari diversi  non  attribuiti  alle  altre  divi- 
sioni —  Biblioteca  del  Ministero  —  Econo- 
mato —  Archivio  e  protocollo  genei*ale,  ec). 
Enrico  Emprin,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  dell'Amministrazione  civile. 

{Comprende  le  Divisioni  II-III). 

Arnaldo  Raimoldi,  direttore  generale. 
Divisione  II».  Amministrazioni  dei  Comuni  e 
delle  Provincie.  —  (Tratta  anche  gli  affari 
relativi  ai  confini  dello  Stato,  alle  circo- 
scrizioni comunali  e  provinciali,  alla  liqui- 
dazione dei  danni  di  guerra,  agli  Archivi 
di  Stato). 

Attilio  Jéhan  de  Johannis,  capo  di  divis. 
Divisione  III».  Beneficenza  pubblica. 

Lorenzo  Ambi  osino,  capo  di  divisione. 
Ufficio  per  il  credito   comunale  e  pro- 
vinciale   E    PER    LA    MUNICIPALIZZATONE 
DEI   PUBBLICI   SERVIZIL 

Gerardo  Girardi,  cajw  di  divisione. 
Direzione  generale  di  Pubblica  Sicurezza. 

{('oinjirendc  le  Divisioni   I]'-V). 

Francesco  Leonardi,  f.  f.  di  dirett.  gener. 

Adriano  Zajotti,  vicedirettore  generale. 
Divisione  IV*.  Polizia  giudiziaria  ed  ammini- 
strativa. 

Riccardo  Zoccoletti,  capo  di  divisione. 
Divisione  V».  Personale  di  polizia. 

Achille  Pe  Giorgio,  capo  di  divisione. 


Direzione  generale  della  Sanità. 

{Comprende  le  Divisioni  VI- VII- Vili). 
(Via  in  Aquiro,  lOP). 

Rocco  Santoliquido,  direttore  generale. 

Alberto  Lutrario,  vicedirettore  generale. 

Adolfo  Cotta,   capo  dell'Ufficio  affari  ge- 
nerali. 

Alessandro    Messea,    Serafino    Ravieini, 
ispettori  generali  medici. 

Domenico  Falleroni,  ispettore  del  servizio 
celtico. 

Carlo  Bisanti,  Telemaco  Guerrieri,  ispet- 
tori veterinari. 
Divisione  VI».  Tecnica. 

Angelo  Pavone,  capo  di  divisione. 
Divisione  VII».  Amministrativa. 

Francesco  Chiarlone,  capo  di  divisione. 
Divisione  Vili».  Servizio  Zooiatrico. 

Leonardo  Colucci,  cajyo  di  divisione. 

Direzione  generale  delle  Carceri. 

{Vomp>reni:ie  le  Divisioni  IX-X). 
(Via  Larga). 

Alessandro  Doria,  direttore  generale. 
Luigi  Bonacini,  vicedirettore  generale. 
Divisione  IX».  Fabbricati,  Lavorazioni,  Man- 
tenimento. 

Antonio  Martani,  capo  di  divisione. 
Divisione  X».   Personale  d'amministrazione  e 
di  custodia  e  movimento  dei  detenuti  e  dei  gio- 
vani corrigendi. 

Michele  Varriale,  capo  di  divisione. 
Divisione  XI».  Ragioneria  Centrale. 

Alfredo  Giovannettl,  capo  di  divisione. 

S.  E.  il  Ministro  non  ha  giorni  né  ore  fisse 
per  ricevimenti. 

S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  i 
Senatori,  i  Deputati  e  i  Prefetti  tutti  i  giorni 
meno  i  festivi  dalle  10  alle  11  V2;  le  altre 
pei'sone  nel  giorno  e  nell'ora  indicati  nelle 
disposte  alle  domande  di  udienza. 

I  Direttori  generali  e  i  Direttori  capi  di 
divisione  ricevono  in  ufficio  nelle  ore  dispo- 
nibili. 

REALE  ORDINE  CIVILE  DI  SAVOIA 

Consiglio  dell'Ordine. 

Il  Ministro,  presidente. 
Attende   all'esame   dei  titoli   per  il  conferi- 
mento dell'onorificenza  dell'Ordine,  ed  al- 
l'amministrazione del  patrimonio  partico- 
lare dell'Ordine  medesimo. 

Consulta  Araldica. 

Il  Ministro,  presidente. 
Dà  parere  al  Governo  in  materia  di  titoli 
gentilizi,  stemmi  ed  altre  pubbliche  ono- 
rificenze e  pel  riconoscimento  del  diritto 
di  portare  titoli  gentilizi  per  successione  od 
in  forza  di  concessioni  od  investiture. 

Commissione  per  esaminare  le  domande  di  ri- 
compense al  valor  civile. 

Il  Comandante  la  Divisione  Militare  di 
Roma,  presidente. 

11  Prefetto  della  Provincia  di  Roma,  ri 
presidente. 


•_M7  - 


i!t  />W«.'«t-i  tifile  iHttt'imtf  «ictliiiHt. 
'^'  irtlno  B^ltrarai  Hcalìa,  pttshìente. 

ira  pel    ritaMaméttto  dffla 

^  /za,  presiiìfHle. 

ommiMiome   c*Mti-aie  pel  eredito  comunale  e 
inttcitwiale, 

N.  N.,  pttsidente. 

Consiglio  delle  Carceri. 

11  Ministro,  pretidente. 

Consiglio  superiore  di  assistenza 
e  beneficenza  pubblica. 

Gaspan-  Finali.   <u,'<i.ì,„'^. 


Consiglio  per  gli  Archivi. 


'.Mende  alln  ooniplliir.ionc  ed  intcrprcUzioii 

'■■"'"  ' ' 'unenti,  ordlnameniu 

del  corrispondente 
.\()ri  di  ordinazione 

<•  piìiiitiiiM/ (ii';4ii  atti;  programmi  (!• 

;,'ll  esami  d'aninussioiio  <'  promozinne  1 
K'ii  ufflziali;  promozione  deyli  nfllziali  i-- 
merito. 

Pasquale  Vlllarl,  presidente. 

Consiglio  superiore  di  Sanità. 

Porta  la  sua  attenzione  sui  fatti  ris;,'uar- 
danti  r Igiene  e  la  .sanità  pubblica  del  Re- 
tino, dei  quali  sia  informato  dal  Ministero 
dell'Interno;  propone  i  provvedimenti,  lo 
Inchieste  e  le  ricerche  scientifiche  che  giu- 
dichi convenienti  al  fini  dell'amministrazio- 
ne sanitaria;  dà  parere  sulle  questioni  eh 
gli  sono  deferite  dal  Ministro  dell' Intern 
Guido  Baccelli,  prf-^iil'-n'p. 


MINISTERO  DELIBA  ISTRUZIONE  PUBBLICA 

{liuMA,  piazza  della   Minerva). 
Luigi  BAVA,  Ministro.  —  Augusto  CIUFFELLI,  Sottosegratario  di  Sluto. 


Libero  Fracassettl,  capo  di  gabinetto  di  S.  E.  il  Ministro. 
Giovanni  Bedeschi.  segretario  particolare  di  S.  E.  il  Minis'ro. 
Alberto  Pironti.  capo  di  gabinetto  di  S.  E.  il  Sttltosegretario. 
Luigi  Trivelli,  segretario. 
Vittorio  Fiorini,  Camillo  Corradlnl,  ispettori. 


LClUl    hAVA. 


Divisione  II».  —  Istruzione  superiore.  —  CVni- 
versiti   e    Istituti    d'istruzione    superiore 
—  Personale). 
Francesco  Coppola,  capo  di  divisione. 
Divisione  III».  —  Istruzione  superiore.  —  (Ma- 
teriale). 

Giovanni  Battista  Cao-Mastio,  capo  di  di- 
visione. 
Divisione  IV».  —  Istruzione  media  (Personale). 

Carlo  Pranzetti,  capo  di  divisione. 
Divisione   V».    —   Istruzione    media  (Legisla- 
zione e  Amministrazione). 

Rodolfo  Fonteanivo,  rapo  di  divisione. 

Direzione  generale 
per  l'Istruzione  primaria  e  popolare. 

Leone  Massimo  Girlodi,  f.  f.  di  direttore- 
generale. 
Divisione  VI».  —  Ordinamento  della  scuola  pr 
maria. 

Agostino  Emanuele  Poverelli,  capo  di  di- 
visione. 


Divisione  VII».  —  Personale,  materiale,  edific 
DiviMONE  I-.  -  Amministrazione  centrale  -  Averardo  Casaglia,  capo  di  dicisiotte. 

Provveditori  —  Biblioteche  —  Affari  generali.     Divisione  Vili».  —  Istituti  di  edttcazione. 
Bruto  Amante,  capo  di  divisione.  Domenico  Enrico  Bruno,  capo  di  divis. 


LaYorazione  speciale  in  CAPPELLI  e  BERRETTI  per  Fllarmoniclie 

FORNITORE  DEL  MUNICIPIO 

A.  LAPINI  .  FIRENZE,  Via  del  Giglio,  9. 

-<^    INVIO    FIGURINI    GRATIS   ^^ 


248 


Divisione  IX".  —  Educazione  ftsìcx,  fondazioni 
scolastiche,  seminari.  (Corso  Vittorio  Ema- 
nuele N.  18). 

Vittore  Ravà,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  delle  Antichità  e  Belle  Arti. 

(Piazza  Venezia). 
{Palazzo  delle  Assicurazioni  generali). 

Corrado  Ricci,  direttore  generale. 
Divisione  X».  —  Antichità. 

Vincenzo  Masi,  capo  di  divisione. 
Divisione  XI\  —  Monumenti. 

Alfonso  Sparagna,  capo  di  divisione. 
Divisione  XII».  —  Belle  Arti. 

Alberto  Avena,  capo  di  divisione. 

Divisione  peti  la  Ragioneria. 
Luigi  Cossu,  capo  di  divisione. 

Consìglio  superiore  della  Pubblica  Istruzione. 

Il  Ministro,  presidente. 
Antonio  Scialoia,  vicepresidente. 


Sono  annesse  al  Ministero  dell'Istruzione 
una  Giunta  Superiore  di  Belle  Arti,  una  Com- 
missione centrale  per  i  Monum&nti  e  per  le 
Opere  di  Antichità  e  di  Arte,  una  Commissione 
permanente  per  le  arti  musicale  e  dì'ammatica, 
una  Commissione  consultiva  per  le  questioni  re- 
lative al  personale  e  per  i  ricorsi,  tutte  pre- 
siedute dal  Ministro. 


S.  E.  il  Ministro  riceve  i  Senatori  e  i  Depu- 
tati tutti  i  giorni  dalle  11  alle  12  eccetto  il 
Giovedì  e  la  Domenica.  Coloro  che  hanno 
chiesto  e  ottenuto  udienza,  nel  giorno  e  nel- 
l'ora  indicati  nella  lettera  d'invito.  Ricevei 
Professori  d'Università  ed  i  Capi  d'Istituti 
dipendenti  dal  Ministero  il  Lunedì,  Mercoledì 
e  Sabato  dalle  10  alle  11. 

S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  i 
Senatori  e  i  Deputati  tutti  i  giorni  nelle  ore 
d'ufficio,  i  Professori  d'Università  ed  i  Capi 
d'Istituti  dalle  11  alle  12. 

I  Capi  servizio  ricevono  i  Senatori  e  i  De- 
putati tutti  i  giorni  durante  l'orario  d'ufficio. 


MINISTERO  DEI  LAVORI  PUBBLICI 

{ROMA,  via  della  Mercede). 
Emanuele  GIANTURCO,  Ministro.  —  Luigi  DARI,  Sottosegretario  di  Slato. 


Giovanni  Dominedò,  capo  di  gabinetto  del  Ministro. 
Giuseppe  Masti'ostefano,  segretario  particolare  del  Ministro. 
Giacomo  Barberi,  s^gretai-io  particolare  del  Sottnf<et)retario  di  Stato. 

Segretariato  generale. 

Divisione  I».  —  (Affari  generali  —  Personale 
del  Ministero  dei  Circoli  ferroviari  di  ispe- 
zione e  del  Genio  Civile  —  Dichiarazioni  di 
pubblica  utilità,  piani  regolatori  e  di  am- 
pliamento —  Regolamenti  edilizi  —  Lavori 
per  conto  di  altre  amministrazioni. 
Carlo  Marzolle,  capo  di  divisione. 

Ragioneria  centrale. 

Giovanni  Forza,  dirett.  capo  di  ragioneria. 
Augusto  Giorgi,  ispettore  centrale  di  ra- 
gioneria. 

Ufficio  d'ispezione  e  servizi  speciali. 

1.»  Riparto:  Contratti  ~  Economato  —  Bi- 
blioteca —  Cassa  —  Bollettino. 
Ennete  Zoccoli,  ispettore  superiore. 
2.0  Riparto:  Opere  di  Roma  ed  edifici  uni- 
versitari di  Napoli. 

Guglielmo  Telano,  ispettore  superiore. 


Servizio  speciale  per  le  opere  pubbliche 
nella  Basilicata  e  nelle  Calabrie. 

Carlo  Riverì,   ispettore  superiore. 

Direzione  generale  di  Ponti  e  Strade. 

Angelo  Paulucci,  direttore  generale. 

Divisione  II».   —   (Costruzione  delle  strade 

nazionali  e  provinciali). 

Domenico  Abbati,  capo  di  divisione. 
Divisione  IH».  —  (Manutenzione  delle  strade 

nazionali  —  Cantonieri  —  Trazzere  dema- 


Emanuklk  Giantukco. 

niali  —  Classificazione,  consorzi   e  polizia 
delle  strade). 

Giovanni  Barbieri,  capo  di  divisione. 
Divisione  IV».  —  (Strade  ed  opere  comunali: 
esecuzione  diretta  dello  Stato  —  Sussidi  — 
Strade  vicinali). 
Adolfo  Ramasse,  capo  di  divisione. 


p  generale  delle  Opere  idrauliche. 

.e  Mautranellii,  lìirt't.'nif  ,/<'ii<'r<iU. 
iviMo>s  V*.  —  (Opere  Idrauliche  di  1»  e  li» 
categoria  —  Idrojfrafla  fluviale  —  Sistema- 


1 

-i'DIf. 

DI^ 

,    U\\ 

IN 

.    —    Conces- 

d:    UvM 

ia  NarduUl, 

capo 

Condutture 
la  e  nelle  Ca- 

labne» 
Nico 

di  di 

vitione. 

Direzione  generale  delle  Bonifiche  e  dei  Porti. 

Virtorio  Teglie,  direttola  generale. 

io  Mazza,  ricfdirettore  generale. 
r.  VIK  —  (Opere  di  bonifica  -  Si- 
one    idraulica  e  bonifiche  in   Sar- 

laldo  Vetrari,  capo  di  divisione. 
^. ...... E  Vili*.  —  (Porti,  splaggie  e  fari). 

Francesco  Joele,  capo  di  divisione. 

Consiglio  superiore  dei  Lavori  Pubblici. 

Giovanni  De  Greporio,  presidente. 
Sezione  1».  —  (Viabilità  ordinaria  e  fabbri- 
cati). 
Enrico  Verdinols,  presidetUe. 
Sezione  II*.  —  (Opere  idrauliche  terrestri  e 
marittime). 
Italo  Maganzini,  presidente. 
Sezione  III».  —  (Strade  ferrate  e  tramvie). 
Nicola  Coletta,  presidente. 

Amministrazione  delle  Strade  Ferrate. 

Collegio  arbitrale.  —  Giambattista  Pagano 
Guarnascholli,  pi-esidente;  Adeodato  Sona- 
si, vicepresidente. 

Comitato  superiore  delle  Strade  Ferrate.  —  Ici- 
lio C&U' ori,  presidente  ;  Mario  Manfroni,  se- 
gretario. 

Uficio  speciale  delle  ferrovie  e  tramvie 

e  degli  automobili. 
De  Vito  Roberto.  direttor>'. 
Divisione  IX».  —  (Affari  generali  —  Tramvie 

—  Automobili  in  servizio  pubblico  —  Con- 
cessione di  ferrovie  all'industria  privata  — 
Autorizzar.ione  di  ferrovie  privale  —  Deri- 
vazioni di  acque  pubbliche  nei  rapporti  con 
'.••  ferrovie  I. 

Andrea  Vietri,  capo  di  divisione. 
VISIONE  X».  —  (Gestione  di  fondi  per  co- 
struzione di  ferrovie  a  ■  filando 
dei  Lavori  pubblici  —  S  oni  an- 
teriori al  1879  —  Strah  ni  fer- 
rovie eseguite  dallo  Stato  anteriormente  al 
1»  luglio  11K)5  —  Liquidazione  dei  contri- 
buti degli  enti  interessati  —  Sus-sidi  conti- 
nuativi al  personale  licenziato  dalle  oostra- 
zioniì. 

Filippo  De  Rossi,  capo  cU  divisione. 
Divisione  XI».  —  (Sorveglianza  sull'esercizio 
delle  ferrovie,  tramvie,  automobili  e  navi- 
gazione lacuale   in   corrispondenza  con  le 
ferrovie  —  Concessioni  speciali  e  biglietti 

—  Riscontro  finanziario  e  sindacato  sulle 
ferrovie  concesse  all'industria  privata  — 
Corrispettivo,  garanzia  e  sovvenzioni  do- 


ferratc,  ser- 
bili —  Con- 

Giu\aiuu  ìiou\iin.du.  prt'icCt'j,  capo  di  div. 

Direzione  generale  delie  Ferrovie  di  Stato. 

(\ia  I.uloviM.  IC). 

Riccardo  Bianchi,  direttore  generale. 

Ausano  Calo,  incaricato  di  »o$titnire  il  Di- 
rettore generale  in  caso  di  assenza  e  coadiu- 
tarlo  nella  dirigenza  dei  Servizii  VI,  XI, 
XII,  XIII. 

Luigi  Alzona,  incaricato  di  coadiuvare  il 
Direttore  generale  nella  dirigenza  dei  Ser- 
vizi   VII,    Vili.  IX. 

Luigi  Cagnetta  —  Gaetano  Crugnola  — 
Gino  Della  Rocca  —  Luigi  Lulggi  —  Augu- 
sto Mortara  —  Emilio  Nunziante  —  Cesare 
Rota  —  Corrado  Sella,  membri  del  Consiglio 
di  amministrazione. 

Servizi  centrali. 

Servizio  I».  —  Segretariato  —  Studi  generali 
—  Contratti  —  Statistica. 
Andrea  Alessandri,  capo  sertizio,  reggente. 
Servizio  II».  —  Ragioneria  —  Preparazione 
del  bilancio  —  Cassa. 
Giovanni  Cortassa,  capo  servizio. 
Servizio  III».  —  Legale. 

Adriano  Mengoni,  capo  servizio^  reggente. 
Servizio  IV».  —  Personale  —  Istituti  di  pre- 
videnza. 

Severino  Rodini,  capo  servizio. 
Servizio  V».  —  Sanitario. 

Tebaldo  Ricchi,  capo  servizio. 
Servizio  VI».  —  Approvvigionamenti  —  Ma- 
gazzini. 
Francesco  Simone,  capo  servizio. 
Servizio  VII".   —   Esercizio   —   Movimento 
treni  —  Orari  —  Reparto  veicoli. 
Ferdinando  Samuelli,  cupo  servizio. 
Servizio  "N  III°.  —  Commerciale. 
Luigi  Barzanò,  capo  servizio. 
Servizio  IX».  —  Controllo  dei  prodotti  e  delle 
gestioni  di  stazione. 

Giovanni  Cortassa,  predetto,  capo  servizio 
per  interim. 
Servizio  .\».  —  Trazione  —  Materiale  rotabile. 

Nicolò  Nicoli,  capo  servizio. 
Servizio  XI»  (con  sede  a  Bologna).  —  Sorve- 
glianza e  mantenimento  delle  linee. 
Rinaldo  Rinaldi,  capo  servizio. 
Servizio  XII».  —  Costruzioni. 

Emilio  Ovazza,  capo  servizio. 
Servizio  XIII».  —  Esame  delle  domande  di 
concessione  e  delle  proposte  di  riscatto  — 
Stralcio  delle  gestioni  dipendenti  dalla  leg- 
ge 27  aprile  1885,  n.»  3048  —  Consegna  allo 
stato  delle  linee  e  del  materiale. 
Domenico  Marchiano,  capo  servizio. 

S.E.  il  Ministro  riceve  I  Senatori  e  i  D< 
putati  tutti  l  giorni,  tranne  il  giovedì  e  la  d 
menica,  dalle  10 '/s  alle  11  Ve-  Tutte  le  alti, 
persone  saranno  ricevute  nel  giorni  di  mar- 
tedì e  venerdì  dalle  10  alle  10  ' '2. 

S.  E.  11  Sottosegretario  di  Stato  riceve  i  S^ 
natori   e   i  Deputati   tutti   i   giorni   esclusi 
festivi  dalle  11  alle  12.  Tutte  le  altre  persoiv 
saranno  ricevute  nei  giorni  di  lunedì  e  gio- 
vedì dalle  10  alle  11. 


—  250  — 
MINISTERO  DBI/I/A  MARINA 

{ROMA,  piazzetta  di  Sant'Antonino  de' Portoghesi). 


Carlo  MIRABELLO,  Ministro. 
Segretariato  generale. 


Augusto  AUBRY,  Sottosegretario  di  Si 


Segreteria. 

Guglielmo  Capomazza,  capo   della  segre- 
teria. 
Economato. 

Enrico  Porzio,  economo. 
Ufficio  del  Genio  militare. 

Giovanni  Moneta,  capo  d'ufficio. 

Uffici  aggregati  al  Segretariato  generale. 

Ufficio  tecnico. 

Francesco  Viterbo,  capo  d'ufficio. 
Ufficio  sanitario. 

Salvatore  Grisolia,  direttore. 
Ufficio  di  revisione, 

Edoardo  Cali,  direttore  dell'  Ufficio. 
Ufficio  di  Stato  M  iggiore. 

Giovanni  Bettolo,  capo  di  Stato  Maggiore. 

Direzione  generale  del  Personale 
e  del  Servìzio  militare. 

Leone  Viale,  direttore  generale. 

Divisione   Ufficiali  e  servizio  militare. 

Francesco  Roberto  Marzinghi,  capo  di  di- 


Divisione  Corpo  Reale  Equipaggi. 

Edoardo  Imperatori,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  delle  Costruzioni  Navali. 

Giuseppe  Valsecchi,  direttore  generale. 

Divisione  Costruzioni  servizio  generale. 
Alfredo  Lettieri,  capo  di  divisione. 

Divisione  Macchine. 

Archimede  Genardini,  capo  di  divisione. 

Divisione  Nuove  costruzioni. 

Leone  Lesti,  capo  divisione  regg. 

Direzione  generale  di  Artiglieria  e  Armamenti. 

Carlo  Avallone,  direttore  generale. 

Divisione  Artiglieria  e  armamenti 
Ettore  Fascila,  capo  di  divisione. 

Divisione  Armi  subacquee  e  materiale  elettrice, 
Adolfo  Pouchain,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  dei  Servizi  amministrativi 
e  delle  Contabilità. 

Francesco  Pages,  direttore  generale. 
Divisione  personali  civili  e  servìzi  vari. 
Pasquale  Albini,  capo  di  divisione. 

Divisione  conlabililà  dei  corpi. 

Alberto  Careggi,  capo  di  divisione. 
Divisione  contabilità  del  materiale. 

Umboi'to  Vigolo,  capo  di  divisione. 

Ufficio  di  Ragioneria. 

Cesare  lluberti,  capo  di  divisione. 


CAKLO    iVilRABELLO. 


Direzione  generale  della  Marina  mercantile. 

Lorenzo  Fiorito,  direttore  generale. 
Ufficio  di  affari  generali.  —  (Affari  di  massi- 
ma risguardanti  la  navigazione  —  Trattati 
di  commercio  e  di  navigazione  —  Conven- 
zioni per  i  servizi  marittimi  —  Norme  per 
le  visite  dei  piroscafi  postali  —  Vigilanza 
sul  registro  italiano,  ec). 

Giulio  Azara,  capo  di  divisione. 
Divisione  Gente  di  mare,  proprietà  navale  -  Po- 
lizia della  navigaziot^. 

Carlo  Bruno,  capo  di  divisione. 
Divisione  Porti  e  spiagge  -  Pesca  -  Demanio  ma- 
rittimo. 

Francesco  Chiane:!,  capo  di  divisione. 
Divisione  Premi  e  tasse  marittime. 

Decio  Pierfederici,  f.  f.  di  capo  di  divisione. 

Consiglio  superiore  di  Marina. 

Enrico  Gualterio,  presidente. 

Commissione  dei  ricorsi  per  la  leva  di  mare. 

Alberto  De  Orestis,  presidente. 

Consiglio  superiore  della  marina  mercantile. 
Paolo  Boselli,  presidente. 

S.  E.  il  Ministro  riceve  i  Senatori  e  i  De- 
putati tutti  i  giorni  eccetto  il  Giovedì  e  la 
Domenica  dalie  11  alle  12, 

S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  i  Se- 
natori e  i  Deputati  tutti  1  giorni  dalle  11 
alle  12. 

I  Direttori  Generali  ricevono  i  Senatori  e 
i  Deputati  tutti  i  giorni  dalle  10  e  mezzo 
alle  11  e  mezzo. 


MINISTERO  DELLE  POSTE  E  DEI  TELEORAFI 


(h'OMA.   i/<i   .M  Sf minuti, .1 


Carlo  SCHANZER.  Mmiati-o.  -  Michele  BERTETTl.  SMnnét/i-ttnn'o  di 


Stgretariato  generale. 

Gt<>r?!<>   K'>(l!<no,  liirenoif  ij^nfriì-  . 
•■\\.   ispettore  generale. 

•  I  io  Mosconi,  cnpo  di  t/ahi- 

lif(tbÌH4ltodiS.  E. 

"•'Ijrelario  particolare  ili 

■segretario  parliciitarc  (^» 
V  L.  ti  HA.imjreUirio  di  Stalo. 

VOVATO    DEL   Ml>"ISTEn<l,    —    ];..7n,.lM     ];.  - 

•a,  economo. 

isiosK  I*.  —  (Personal.     .     i      -  .   i»  «••- 

fforl»). 

Temistocle  Brauzzi,  capo  di  diciJtioti> . 

^K  II».   —    (Personale  subalterno  di 

fuori  ruolo). 
^'1  Venezia,  f.f.capo  di  ditisione. 

isioNElII»  —  (Ricevitori  e  servizio  rurale). 
Barnaba  Castrati,  capo  di  divisione. 

isioxK  IV«.  —  (Edifici,  locali  e  affari  di- 
.  ersi). 
Carlo  Colombo,  capo  ili  di  risiane. 

Direzione  generale  delle  Poste. 

Carlo  Gamond,  direttore  generale. 
Giuseppe  Cacopardo,  ispettore  generale. 

isioKK  I».  —  (Corrispondenza). 
X.  N.,  capo  di  divisione. 

isiosE  II«.  —  (Pacchi). 

Pietro  Stettiner,  capo  di  divisione. 

-(Trasporti  e  movimenti  delle 
/e  e  dei  pacchi). 
J'Iengini,  capo  di  divisione. 

DinsioxE  IV».  —  (Servizio  postale  e  commer- 
ciale marittimo). 

Carlo  Civalioro,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  dei  Servizi  elettrici. 

Gustavo  Franchini,  direttore  generale. 
Gaspare  Duran,  ispettore  generale. 

isioNE  I».  —  (Telegrafi). 

Michele  Paladino,  cupo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  (Telefoni). 

Amos  Candeli,  capo  di  divisione. 

DivisioKB  III».  —  (Radiotelegrafia  e  costru- 
zioni radiotelegrafiche). 

Quirino    Maiorana.   direUtre   dell'Istituto 
superiore  postale  telegrafico. 

Divisione  IV».  —  (Costruzioni  telegrafiche  e 
lefoniche). 
Alessandro  Capponi,  capo  di  divisione. 

l'I  VISIONE  V».  —  (Istituto  telegrafico  centrale). 
Quirino  Majorana,  predetto. 


0^ 


Direzione  generale  dei  Vaglia  e  dei  Risparmi. 

Ernesto  Scotti,  diret'ore  generale. 
Giuseppe  Greborio,  ispettore  generale. 

Divisione  I».  —  (Servizio  dei  vaglia.  -  Parte 
amministrativa). 

Etìsio  Mortarini,  cjpo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  (Servizio  dei  vaglia.  -  Parte 
contabile.) 

Gaetano  Romanelli,  capo  di  divisione. 

Divisione  III».  —  (Casse  di  risparmio.  -  Parte 
amministrativa). 

Pietro  Solaro,  capo  di  divisione. 

Divisione  IV».  —  (Casse  di  risparmio.  -  Parte 
contabile). 

Giovanni  Tavolacrini,  f.f.  capo  di  divis. 

Ragioneria. 

Oreste  Galanti,  rajw  ragioniere. 

Consiglio  superiore  dei  servizi  elettrici. 
Augusto  Righi,  presidente. 

S.  E.  il  Ministro  riceve  i  Senatori  e  i  De- 
putati, tutti  i  giorni,  meno  il  giovedì  e  la  do- 
menica, dalle  oro  11  alle  Vi,  ì  privati  che 
hanno  chiesto  e  ottenuto  udienza,  nel  giorno 
e  nell'ora  indicati  nella  lettera  d'invito. 

S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  1 
Senatori  e  i  Deputati  tutti  i  giorni  meno  la 
domenica  dalle  11  alle  12. 

I  signori  Ispettori  generali  e  (Centrali  ed 
i  signori  Capi  di  divisione  ricevono  tutti  i 
giorni  nelle  ore  d'ufficio. 


—  252  ^ 
MINISTERO  DEI/  TESORO 

a  XX  Settembre  e  vìa  Ceniaia,  palazzo  del  Ministero  delle  Finanze). 


(R03fA, 

Paolo  CARCANO,  Ministro 


Giuseppe  FASCE,  Sottosegretario  di  Stato. 


Gabinetto  del  Ministro 
e  dei  Sottosegretario  di  Stato. 

(riovanni  Cigliana,  capo  di  gabinetto. 
Vittorio  Bottini,  segretario  del  Sottosegre- 
tario di  Stato. 

Segretariato  generale. 

(Personale  —  Economato  —  Biblioteca). 

Edoardo  De  Nipoti,  dirett.  capo  di  divis. 

Ragioneria  generale  delio  Stato. 

Paolo  Bernardi,  ragioniere  generale. 
Ennio  Grasselli,  ispettore  generale. 
Ufficio  di  ispezione  delle  Eagionerie.  —  ("Vigi- 
lanza sulle  Ragionerie,  sugli  Economi-cas- 
sieri e   sull'applicazione   del  riscontro  ai 
magazzini  dello  Stato). 

Federipo  Zapelloni,  Pier  Luigi  Bergama- 
schi, Paolo  Guerrieri,  Carlo  Alberto  Pirzio 
Biroli,  Felice  Garbazzi,  Luigi  Ottavio  Boz- 
zoni, ispettori  centrali  di  ragioneria. 
Divisione  I».  —  (Aflfai'i  generali  e  scritture). 
Giuseppe  De  Flaminj,  direttore  capo  di 
ragioneria. 
Divisione  II».  —  (Bilanci). 

Edoardo  Bodini,  dirett.  capo  di  ragioneria. 
Divisione  IH».  —  (Vigilanza  sulle  contabilità 
delle  amministrazioni  centrali). 
N.  N.,  direttore  capo  di  ragioneria. 

Direzione  generale  del  Tesoro. 

Serafino  Zincone,  direttore  generale. 
Augusto  Mortara,  ispettore  generale. 
Nicolò  Meroadante,  ispettore  generale. 
Divisione  I».  —  (Portafoglio). 

Gennaro  Cantisani,  dirett.  capo  di  divis. 
Divisione  II».  —  (Preparazione  dei  bilanci  e 
conti  consuntivi  dello  Stato  in  linea  ammi- 
nistrativa). 

Nicolò  Mercadante,  direttore  capo  di  di- 
visione, reggente. 
Divisione  III.»  —  (Entrate  speciali  del  Tesoro). 
Guglielmo  Mangili,  direttore  capo  di  divis. 
Divisione  IV".  —  (Ammissione  a  pagamento 
dei  mandati  e  degli  altri  titoli  di  spesa  a 
carico  dello  Stato). 
Felice  Crespo,  direttore  capo  di  divisione. 
Divisione  V».  —  (Affari  generali  e  riservati). 
Federico  Brofferio,  direttore  capo  di  divis. 
Divisione  VI».  —  (Ragioneria). 

N.  N.,  direttore  capo  della  ragioneria. 
Divistone  VII^  —  (Buoni  del  Tesoro). 

Giuseppe  Carlo  Romani,  dirett.  capo  di  div. 
Divisione    Vili».   —   (Ufficio   centrale    delle 
Pensioni). 

N.  N.,  direttore  capo  di  divisione. 

Tesoreria  centrale  del  Regno. 

Innocente  Carnevale,  tesoriere  centrale. 
Elmireno  Prevogna,   controllore  centrale, 
reggente. 


Commissione  permanente  per  la  vigilanza  sulla 
circolazione  e  sugli  istituti  di  emissione. 
Il  Ministro,  presidente. 
Ufficio  centrale   di  ispezione  per  la  vigilanza 
sugli  Istituti  di  emissione  e  sui  servizi  del 
Tesoro. 
Achille  Padoa,  ispettore  generale. 

Direzione  generale  del  Debito  Pubblico. 

Vincenzo  Mancioli,  direttore  generale. 
Angelo  Zuliani,  ispettore  generale. 
Divisione  I».  —  (Affari  generali). 

Giuseppe  Garbazzi,  direttore  capo  di  di- 
visione. 
Divisione  II».  —  (Protocollo  generale  e  ope- 
razioni su  rendite). 

Serafino  Pietracaprina,  direttore  capo  di 
divisione. 
Divisione  III*  -  I»  Reparto.  —  (Iscrizioni  ed 
altre  operazioni  su  rendite  nominative). 
Luigi  Tonino,  direttore  capo  di  divisione. 
Divisione  III».''!^  -  II»  Reparto.  —  (Iscrizioni 
ed  altre  operazioni  su  rendite  nominative). 
Igino  Amerio,  direttore  capo  di  divisione. 
Divisione  IV».  —  (Traslazioni  e  tramutamenti 
di  rendite  nominative). 
Arturo  Casini,  direttore  capo  di  divisione. 
Divisione  V».  —  (Conversione  della  rendita). 
Fortunato   Fiorani,  direttore  capo  di  di- 
visione. 
Divisione  VI».  —  (Conservazione  del  Gran  Li- 
bro dei  consolidati  3.75  e  4.50  %  netto). 
Ernesto  Lubrano,  direttore  capo  di  divis. 
Divisione  VII».  —  (Ragioneria  —  Contabilità 
centrali). 

Corrado  Macchi,  direttore  capo  di  diois. 


DivisiosK  Vili».  —  (RAgionerl»  —  ra^ameHto 

(tii>;liolmo  Tertl,  direttore  capo. 
l'iT.-io  iì''rA,}f:,!f  eomlabiU  dèi  Titoli  d*t  D«- 

Vi:  <  Ti  ll'V'i'i"!.  (fj^n'e  cofif  (''iV^. 

l';-  :r.'  «J.ivasia,  con'roUorf  capo. 
■■■Il  ^  •     .■  tfi  vigilama  giti  Debito  Pubblico. 
^ì..\c  Ilio  Sani,  prtfidente. 

Direiione  generale  della  Cassa  dei  Depositi 
e  Prestiti. 

Lnigi  Venosta,  direttore  generale. 
Salvatore  Medolaghi  e  Filippo  Bainaldi, 
ispettori  generali. 

Divisione  I*.  —  (Affari  generali). 
Francesco  Guerra. 

1.0  Riparto. 

Divisione  IK  —  (Depositi). 

Carlo  Galletti,  direttore  cupo  di  dioisione. 

D. VISIONE  IH».  —  (Prestiti  ordinari  In  con- 
t.iiitii. 

K  mesto  Mells,  direttore  capo  di  divisione 
I>i VISIONE  IV».  —  (Sezione  autonoma  di  cre- 
dito comunale  e  provinciale). 

Giovanni  Cerasole,  direttore  capo  di  divi- 
sione. 


DiviSTONK  V».  —  (Ra^flonorln). 

N.  N.,  direlt.  capo  di  ragioneria 

2.*  Riparlo. 

Filippo  Rftinaldl,   inpet'.ore  generale  cn 
del  riparto. 

Divisione  VI».  —  (Istitati  di  previdenza]» 
gli  insegnanti  e  medici  condotti). 
Lino  Galli,  capo  di  divi$ione. 

Divisione  VII».  —  (Istituti  di  previdenza  r  " 
rU  straordinari  del  catasto  e  per  i  soi,'i 
tari  comunali). 
Concino  Concini,  capo  di  dicisione. 

Divisione  Vili».  —  (Ragioneria). 
Tito  Puccioni,  direttore  capo. 

8.  E.  il  Ministro  riceve  tutti  I  giorni  nelle 
ore  d'ufficio  così  pure  S.  E.  il  Sottosegreta- 
rio di  Stato, 

Committsione  parlamentare   di  vigilanza  sulla 
causa  depositi. 
Pietro  Vacchelll,  senatore,  presidente. 

Commissione  permanente  per  l'esame  dei  bilanci 
tecnici  e  le  proposte  legislative  risguardanti 
gli  Istituti  di  previdenza  amministrati  dalla 
Cassa  depositi  e  prestiti. 
Cesare  Ricotti,  senat<ìre,  presidente. 


CONSIGLIO  DI  STATO 

(ROÒIA,  piazza  Capodiferro,  palazzo  Spadai. 
Giorgio  GIORGI,  presidente.  —  Carlo  PASTORE,  segretario  generale. 


;  ziONE  I».   Interno.  —  (.AJTari  dei  Ministeri 
ìeir Interno  e  dell'Istruzione). 
Giacomo  Mal  vano,  presidente. 

II».  Grazia  e  Giustizia.  —  (.\ffari  dei 
-ri  di  Grazia  e  Giustizia,  dei  Lavori 
1  uijwiici,  delle  Poste  e  dei  Telegrafi  e  de- 
gli Affari  Esteri). 

Adeodato  Sonasi,  presidente. 


Sezione  III».  Finanze.  —  (Affari  dei  Ministeri 
delle  Fmanze,  del  Tesoro,  dell'Agricoltura, 
della  Guerra  e  della  Marina). 
Carlo  Astengo,  presidente. 
Sezione  IV».  Giustizia  amministrativa. 
Calcedonio  Inghilleri,  presidente. 


CORTB  DBI  CONTI 

(ROMA,  via  Pastrengo,  palazzo  del  Ministero  delle  Finanze). 

Ernesto  DI  BROGLIO,  presidente  -  Giuseppe  DI  LORENZO,  procuratore  generale 
Antonino  Armelisasso,  segretario  generale. 


Skzionk  I».  —  Riscontro  degli  atti  ri<;guar- 
da!)ti  i  Ministri  del  Tesoro,  delle  Finanze, 
degli  Eiteri  (e  Colonia  Eritrea)  di  Grazia  e 
Giustizia  (e  Fondo  per  il  Culto)  —  Bilancio 
attivo;  Vigilanza  sulle  entrate;  Debito  Pub- 
blico; Casse  Depositi;  Contabilità  di  porta- 
foglio: Fondo  per  l'emigrazione;  Buoni  del 
tesoro;  Officina  carte  valori;  Cassa  speciale 
pei  biglietti  a  debito  dello  Stato;  Spese  fisse 
a  debito  vitalizio. 

Ernesto  Di  Broglio,  presidente. 

Antonino  Armelisasso,  segretario. 

Sezione  II».  —  Riscontro  degli  atti  risguar- 
danti i  Ministeri  dei  Lavori  Pubblici,  della 
Guerra,  della  Marina,  della  Istruzione  pub- 
blica, dell'Agricoltura  e  delle  Poste  —  Ma- 
gazzini di  Stato:  .\mminlstrazione  delle  fer- 


rovie di  Stato  —  Cassa  centrale  delle  poste 
e  dei  telegrafi. 

Enrico  Martuscelli,  presidente. 

Giulio  Franceschi,  segretàrio. 

Sezione  III».  —  (Revisione  definitiva  e  glui 
zio  dei  conti  dei  contabili  dello  Stato 
Giudizi  speciali  e  di  responsabilità  dei  pub- 
blici funzionari  —  Ricorsi  in  appello  dalle 
decisioni  dei  consigli  di  prefettura  in  ma- 
teria di  conti  comunali  e  di  conti  delle 
Opere  Pie  —  Esame  e  visto  di  decreti  re- 
lativi all'accettazione  e  svincolo  delle  cau- 
zioni del  contabili  dello  Stato. 

Giovanni  Baccelli,  presidente. 

Torquato  Pacini,  segretario. 


Sezione  IV» 
creti   reali 


(Esame  e  visto  di  tutti  1  de- 
ministeriali  di  cul.'ocamento 


254  - 


a  riposo,  dispensa  dal  servizio  e  destitu- 
zione dall'impiego  —  Liquidazione  delle 
pensioni  e  delle  indennità  per  una  volta 
tanto  —  Revisione  e  giudizio  dei  conti  dei 
tesorieri  provinciali  e  de^'li  istitati  dipen- 
denti), 

Francesco  Paternostro,  presidente. 

Arturo  Pelosi,  segretario. 

Uffici  della  Corte  dei  Conti. 

Serjretaviato  generale.  —  Segreteria  particolare 
di  S.  E,  il  Presid.  —  (Personale  della  Corte 
dei  Conti  —  Afifari  riservati  e  d' ordine  ge- 
nerale —  Corrispondeiiza  ufficiale  —  Cor- 
rispondenza telegrafica  —  Apertura  della 
corrispondenza  —  Protocollo  generale  — 
Copisteria  —  Segreteria  della  I*  Sezione 
della  Corte  —  Funzioni  di  cancelleria  giu- 
diziaria davanti  le  Sezioni  riunite  della 
Corte  —  Registrazione  dei  decreti  —  Ai-- 
chivio  Generale  —  Biblioteca), 

Antonino  Armelisasso,  segret.  generale. 

Divisione  I»,  —  (Conti  dello  Stato,  del  Co- 
muni e  delle  Opere  Pie  —  Funzioni  di  can- 
celleria in  aifari  contenziosi  contabili  presso 
la  Illa  Sezione  della  Corte  —  Copisteria  — 
Economato), 

Torquato  Pacini,  capo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  (Pensioni  e  conti  provinciali 
-   Segreteria  della  IV»  Sezione). 
Arturo  Pelosi,  f.  f.  capo  di  divisione. 

Divisione  IH»,  —   (Agricoltura,   industria  e 

commercio,  Segreteria  della  Sezione  II). 

Giulio  Franceschi,  capo  di  divisione. 

Divisione  IV»,  —  (Riscontro   agli  atti  e  alle 
spese  delle  Finanze  e  del  Tesoro), 
Giuseppe  Sabatini,  capo  di  divisione. 

Divisione  V",    -  (Riscontro   agli  atti   e  alle 
spese  dell'Interno  e  degli  Atìari  Esteri). 
Giulio  Vassalli,  capo  di  divisione. 

Divisione  VI^,  —  (Riscontro  agli  atti  e   alle 
spese  della  Grazia  e  Giustizia  e  del  Fondo 
per  il  Culto), 
Luigi  Sidoti-Maniaei,  capo  di  divisione. 


Divisione  VII''»,  —  (Riscontro  agli  atti  e  alle 
spese  dei  Lavori  Pubblici). 
Giulio  Boldi,  capo  divisione. 

Divisione  Vili»,  —  (Riscontro  agli  atti  e  alle 
spese  del  Ministero  della  Guerra), 
Cristoforo  Visentini,  capo  di  divisione. 

Divisione  IX».  —  (Riscontro  agli  atti  e  alla 
spese  dell'Istruzione  Pubblica), 
Giuseppe  Vaeiini,  capo  di  divisione. 

Divisione  X*,—  (Liquidazione  delle  spese  fisse 
e  debito  vitalizio), 
Domenico  Masera,  capo  di  divisione. 

Divisione  XI»,  —  (Riscontro  ai  Magazzini  dello 
Stato), 
Enrico  Ihvernizzi,  cajyo  di  divisione. 

Divisione  XII».  —  (Riscontro  agli  atti  e  alle 
spese  del  Ministero  delle  Poste  e  dei  Tele- 
grafi). 

Giovanni  Bado,  capo  di  divisione. 

Divisione  XIII*.  —  (Riscontro  agli  atti  e  alle 
spese  del  Ministero  della  Marina). 
Eugenio  Borgia,  capo  di  divisione. 

Divisione  XIV.  —  (Entrata). 

Giuseppe  Ferreri,  capo  di  divisione. 

Ufjlcio  di  riscontro  presso  la  Direzione  Gene- 
rate  del  Debito  Pubblico  —  Doppio  del  Gran 
Libro. 
Gaetmio  D'Ajello,  direttore  capo  d'  ufficio. 

Ufficio  di  riscontro  presso  la  Cassa  Depositi  e 
Prestiti. 

Giuseppe  Somma,  direttore  capo  d' ufficio. 

Ufficio  di  riscontro  presso  la  Direzione  Gene- 
rale delle  ferrovie  di  Stato. 

Gennaro  Perrino,  direttore  capo  d'  ufficio. 

Ufficio  di  riscontro  presso  la  Cassa  centrale  del 
Ministero  delle  poste  e  dei  telegrafi. 
Luigi  Annibali,  direttore. 

Ufficio  di  delegazione  presso  la  cassa  speciale 
del  Tesoro  in  Poma. 
Pompeo  Righetti,  delegato. 

[Stampato  il  lo  settembre  1907). 


forniture  ][)cr  Società  Jilarmonicfie 

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Invio  GRATIS  Catalogo — 


GERARCHIA  CATTOLICA 


Arcivescovi  e  Vescovi  delle  Sedi  Residenziali  italiane. (*) 


PIEMONTE  E  LIGURIA 

Jmm.  StMfff.  —  Vesc.  Luni-Sarzana  (Unito 
con  Brngnato). 

Genova.  -  M^lr.  —  Eduardo  Piilciano. 
SMffr.  WhengtL  —  Filippo  Allegro. 

Bobbio  - 

Brutmato  —  Giovanni  Carli. 
Chiavari  —  Fortunato  Vinelli. 
Savona  e  Noli  —  «liuseppe  Scatti. 
Tortona  —  l'^'ino  Bandi, 
Ventimiglia  —  Ambrogio  Daffra. 

Torino.  -  Metr.  —  Agostino  Riohelmy,  corti. 
Snffr.  Acqui  —  Disma  Marchese. 
Alba  —  (ìiuseppe  Francesco  Re. 
Aosta  —  Augusto  Giuseppe  Due. 
Asti  —  Giacinto  Arcangeli. 
Cuneo  —  Andrea  Fiore. 
Possano  —  Emiliano  Manacorda- 
Ivrea  —  Matteo  Filipello. 
Mondovì  —  Giovanni  Battista  Ressia. 
Pinerolo  -  G.  B.  Rossi. 
Saluzzo  —  Giovanni  Oberti,  S.  P. 
Susa  —  Carlo  Marozio. 

Vercelli.  -  M«tr.  —  Teodoro  Valfrè  di  Bonzo. 
SHfTì:  Alessandria  della  Paglia  —  OiM<-'ppe 
Capecci.  O.  E.  S.  A. 
Biella  —  Andrea  Masera. 
Casale  —  Ludovico  Gavotti. 
Novara  —  Giuseppe  Gamba. 
Vigevano  —  Pietro  Berruti. 


LOMBARDIA  E  VENETO 

Imnt.  f>ogg.  -  Arciv,   Udine  —  Pietro   Zam- 
burli'ni. 

Milano.  -  iietr.  —  Andrea  Ferrari,  card. 
Suffr.Bergavno  —  Giacomo  Radini  T»'d.->^chi. 
Brescia  —  Giac.  Corna  Pellegrini. 
Como  —  Alfonso  Archi. 
Crema  —  Ernesto  Fontana. 
Cremona  —  Geremia  Bonomellf. 
Lodi  —  G.  B.  Rota. 
Mantova  —  Paolo  Qrigo. 
Pavia  —  Francesco  Ciceri. 


Mett 


Aristide  Ca- 


Venezia  iPatruircafó). 
vai  lari,  card. 
Sxffr.  Adria  —  Antonio  Polin. 
Belluno  e  Feltre  —  Francesco  Cherubin. 
Ceneda  —  Sigismondo  Brandolini  Rota. 

Andrea  Caron,  coad.  ton  sttccensione. 
Chioggia  —  Lodovico  Marangoni,  M.  C. 
Concordia  —  Francesco  Isola. 
Padova  —  Luigi  Pelizzo. 


Treviso  —  Andrea  Giacinto  Longhin, 

Cap. 
Verona  —  Bartolomeo  Bacllicri,  card. 
Vicenza  —  Antonio  Feruirlio. 


ANTICHI  STATI  DELLA  CHIESA 

Iinm.  Sitji/.  '  Akciv.  Ancona  ed  Umana 

Giovan  Batt.  Ricci. 
Camerino  —  Celestino  Del  Frate. 
Ferrara  —  Giulio  Bijschi,  card. 
Perugia  —  Dario  Mattei  Gentili. 
Spoleto  -  Domenico  Serafini,  O.  S.  B. 
Vesc.  Acquapendente  —  Gisleno  Veneri. 
Alatri  —  Benedetto  Spila,  O.  F.  M, 
Amelia  —  Francesco  M.  Berti  M.  C. 
Anagni  —  Antonio  Sardi. 
Ascoli  Piceno  —  Bartolomeo  Ortolani. 
Assisi  —  Ambrogio  Luddi  O.  P. 
Bagnorea  —  Rinaldo  Camillo  Rosset  O.C.D. 
Città  di  Castello  -  Aristide  Golfteri. 
Città  della  Pieve  —  Domenico  Fanncchi. 
Civita  Castellana,  Orte  e  Gallese  —  Gia- 
como (ìhezzi,  O.  F.  M. 
Cometo  e  Civitavecchia  —  Beda  Carili- 

nale  O.S.B. 
Fabriano  e  Matelica  —  Luciano  Gentilu  ( 
Fano  —  Vincenzo  Franceschini. 
Ferentino  —  Domenico  Bianconi. 
Foligno  —  Carlo  Bertuzzi. 
Gubbio  —  Giov.  Bat.  Nasalli  Rocca. 
Jesi  —  Giuseppe  Gandolfl. 
Montefiascone  —  Domenico  Mannaioli. 
Nami  —  Francesco  Moretti, 
Nocera  —  Rocco  Anselmini. 
Norcia  —  Ercolano  Marini. 
Orvieto  —  Salvatore  Frattoechi. 
Osimo  e  Cingoli  —  G.  B.  Scotti. 

Poggio  Mirteto  - 

Recanati   e   Loreto  —   Vittorio  Ame.l 

Ranuzzi  del  Bianchi. 
Rieti  —  Bonaventura  Quintarelli. 
Segni  —  Pancrazio  Giorgi. 
Sutri  e  Nepi  —  Bernardo  Giuseppe  Dooh- 

bing,  O.  F.  M. 

Temi  — 

Terracina,  Sezze  e  Pipcrno  —  Donifiiifo 

Ambrosi. 
Tivoli  —  Prospero  Scaccia. 
Todi  —  Giovanni  Graziani. 
Treja  —  (Sotto  l'amm.perp.  di  Cameriii 
Veroli  —  Paolo  Fioravanti. 
Viterbo  e  Toscanella  —  Antonio  Mai 

Grasselli,  M.C. 

Bologna.  -  Metr.  — 

Siiffr.  Faenza  —  Gioacchino  Cantagalli, 
Imola  —  Frane»----  h  ■'»■-■••'•;, 


(*)  /m/M.  Soffff.  Sedi  immediatamente  soggette  alla  Santa  Sede,  —  .V«.'>-.  Sede  arcivesco- 
vile metropolitana.  —  Suffr.  Sedi  vescovili  suffraganee  alla  metropolitana  immediatamente 


—  256  — 


Fermo.  -  Melr.  —  Carlo  Castelli. 
Siiffr.  Macerata  e  Tolentino  —  Ranieri  Sar- 
nari. 
Montalto  —  Luigi  Bonetti, 
Ripatransone  —  Luigi  Boschi. 
San  Severino  —  Giosuè  Biechi. 

Ravenna.  -  Metr.  —  Pasquale  Morganti. 
Suffr.  Bertinoro  —  Federico  Polloni. 
Cervia  —  Federico  Foschi. 
Cesena  —  Giovanni  Cazzani. 
Comacchio  —  Annibale  Lupi. 
Forlì  —  Raimondo  Jaffei. 
Rimini  —  Vincenzo  Scozzoli. 
Sarsina  —  Domenico  Riccardi. 

Urbino.  -  Metr.  —  Giovanni  Maria  Santarelli, 
O.  F.  M, 
Suffr.  S.  Angelo  in  Vado  e  Urbania.  —  .  .  . 

Cagli  e  Pergola  — 

Fossombrone  —  Achille  Quadrozzi. 
Montefeltro  —  Alfonso  Andreoli. 
Pesaro  —  Paolo  Marco  Tei  M.  Cap. 
Senigallia  —  Tito  Maria  Cucchi. 


TOSCANA  ED  EMILIA 

linm.  Sogg.  -  Arciv.  Lucca  —  Benedetto  Lo- 

renzelli,  cat'd. 
Vesc.  Arezzo  —  Giovanni  Volpi. 

Borgo  S,  Donnino  — 

Cortona  —  Michele  Baldetti. 

Montalcino  —  Jader  Bertini. 

Montepulciano  —  Giuseppe  Batignani. 

Parma  —  Francesco  Magani. 

Piacenza  —  Giovanni  M.»  Pellizzari. 

Firenze.  -  Me'r.  —  Alfonso  M.  Mistrangelo,  S.P. 
Saffi'.  Borgo  S.  Sepolcro  —  Raffaele   San- 
drelli. 
Colle  di  Val  d'Elsa  —  Massimiliano  No- 
velli. 
Fiesole  —  David  Camilli. 
S.  Miniato  -  Carlo  Falcini. 
Modigliana  —  Sante  Mei. 
Pistoia  e  Prato  —  Marcello  Mazzanti. 

Modena.  -  Metr.  —  Natale  Bruni, 
Stiffr.  Carpi  —  Andrea  Righetti, 
Guastalla  —  Andrea  Sarti, 
Massa  di  Carrara  —  Enrico  Maria  Miniati. 
Reggio  —  Arturo  Marchi, 

Pisa.  -  Metr.  —  Pietro  Maffl,  card. 
Suffr.  Livorno  —  Sabatino  Giani. 
Pescia  —  Giulio  Serafini. 
Pontremoli  —  Angelo  Fiorini,  M,  Cap, 
Volterra  —  Giuseppe  Gelli, 

Siena.  -  Metr:  —  Benedetto  Tommasi, 
Suffr.  Chiusi  e  Pienza  —  Giacomo  Bellucci. 
Grosseto  —  Ulisse  Bascherini. 
Massa-Mai-ittima  —  G,  B.  Boracchia. 
Sovana-Pitigliano  —  Michele  Cardella,C.P. 


PROVINCIE  NAPOLETANE 


Lnm.  Sogg.  -  Aitcìv.  Amalfi  —  Enrico  De  Do- 
minicis.  —  Anton  M.»  Bonito,  Avciv.  tit. 
di  Scitopoli,  coadiutore  con  successione. 

Aquila  —  Pellegrino  Stagni  0.  SS.  M, 

Cosenza  —  Camillo  Sorgente, 

Gaeta  —  Francesco  Niola, 

Rossano  —  Orazio  Mazzella, 
Vesc,  Aquino  —  Antonio  Jannotta, 

Pontecorvo  (Antichi  dominii  della  S,  Sede) 
e  Sora  —  Antonio  Jannotta. 

Aversa  —  Francesco  Vento, 

Cava  e  Sarno  —  Giuseppe  Izzo, 

Foggia  —  Carlo  Mola,  C,  O, 

Gravina  e  Montepeloso  —  Nicola  Zima- 
rino. 

S,  Marco  e  Bisignano  —  Carlo  Vincenzo 
Ricotta, 

Marsi  (Sede  in  Pescina)  —  Frane.  Giacci. 

Melfi  e  RapoUa  —  Giuseppe  Camassa. 

Mileto  —  Giuseppe  Morabito. 

Molfetta,    Terlizzi   e   Giovinazzo    —  Pa- 
squale Picene. 

Monopoli  —  Francesco  di  Costanzo. 

Nardo  —  Giuseppe  Ricciardi, 

Penne  e  Atri  —  Raffaele  Piras, 

Teramo  —  Alessandro  Beniamino  Zanec- 
chia  Ginnetti  O,  C.  D. 

Trivento  —  Carlo  Pietropaoli, 

Troia  —  Paolo  Emilio  Bergamaschi. 

Valva  e  Sulmona  —  Nicola  Jezzoni. 

Acerenza  e  Matera.  -  Metr.  —  Anselmo  Pecci 
O,  S,  B. 
-Sw/fr.  Anglona  Tursi  —  Vincenzo  Idelfonso 
Pisani  C.  R.  L. 
Potenza  e  Marsico  Nuovo  —  Ignazio  Mon- 
terisi. 

Tricarico  — 

Venosa  —  Felice  del  Sordo. 

Bari.  -  Metr.  —  Giulio  Vaccaro. 
Suffr.  Conversano  —  Antonio  Lamberti. 
Ruvo  e  Bitonto  —  Pasquale  Berardi. 

Benevento  (Antichi  Stati  della  Chiesa)  -  Metr. 
Don  Benedetto   Bonazzi    di   Sannican- 
dro,  O.  S.  B. 
Suffr.  Sant'Agata   dei   Goti   —  Ferdinando 
M.  Cleri. 

Alife  —  Settimio  Caracciolo  di  Torchiarolo. 

Ariano  —  Andrea  d'Agostino,  C.  M. 

Ascoli   Satriano    e   Cerignola  —  Angelo 
Sti-uffolini. 

Avellino  —  Serafino  Angelini. 

Bojano  —  Felice  Gianfelice. 

Bovino  —  Giuseppe  Padula, 

Larino  —  Bernardino  di  Milla,  M,  Cap, 

Lucerà  —  Giuseppe  Consenti,  C.  S,  S.  R. 

S.  Severo  —  Emmanuele  Merra. 

Telese   e  Cerreto  Sannita  —  Angelo  Mi- 
chele Jannacchino. 

Termoli  —  Angelo  Balzano. 

Brindisi  ed  Ostunl.  -  MHr.  —  Luigi  Morando. 


Cura  medica  tonico- 
ricostituente    delle 


Varici  alle  gambe,  Varicocele,  Emoiroitli. 

vene,  razionalo,  scientifica.  —  Sollecita  e  definitiva  scomparsa  di  peso,  dolori,  ec. 
—  Opuscolo  illustrativo  a  richiesta.  —  Vademecum  dei  sofferenti  e  predisposti 
(Cause,  Cura,  Igiene).  Voi.  100  pag.  ili.  li.  1.  —  Dott.  Stefano  Bolognese.  Casella 
postale  602,  NAPOLI.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  prin- 
cipali lingue. 


L0m 


Mi«M« 


^«Mtfl^MMkMk 


-  257  - 

Alfonso  C«p«cdalro,  C.  O 


—  Federico  do  Martino. 
IO  —  Alfonso  Mari»  Qiordftno. 


Isonilìi  e  VtMiatr 
Sess»  Auruuca  - 


-  «;oniinr<>  ('<tson7..i. 

-  Nn-ola  M.M-..l;i. 
G.  B.  M.  Diamar." 


ChieU  e  Vasto.  •  Mttr. 
C.  M. 


Sorrento.-  .V«»/r.  -  Ohneppe  nfnsllnl.in!. 
Snji:  OastellanKuare  di  Stabia  —  Mlohelo 
de  Jorio. 

Tartnto.  -  Mftì:  -  Pietro  Alfonso  Jorio, 
Sttffr.  Castellanetft  —  Giocondo  Do  Nlttls, 
O.  F.  M. 
Orla  —  Antonio  di  Tommaso. 

Meti:  —  Francesco   Paolo 


Gennaro  Costagliela,    Tran!  e  Barletta. 

Oarrano. 
Saffr.  Andrla  —  Giuseppe  Staiti  di  Branca- 
Coma  e  Campagna.  -  Mftr.  —  Nicola  Piccirilli.  leone. 

V  <         \i      ■     •      T,. imbardi  e  Bisaccia  Blsceglle    —    Amministratore    perpetuo, 

l'arciTescovo  di  Trani. 

!      .  •.•,.*  <..!     •    .■!..     PiZrl. 

M.uo    -  Kaffaole  Cupone,  C.  S.  S.  R.  SICILIA 


Angelo  della 


Lanciano  e  Ottona.  -  Mett 
Cioppa. 


Manfredonia  e  Viesti.       ''        i-.-i-  --.r 
gliardi. 

Napoli.  •  MfU:  Giusopp.^  iTist-o.  r,u;i. 
Suffr.  Acerra  —  Franoesco  de  Pietro. 
Ischia  —  Mario  Palladino. 
Kola  —  Agnello  Renzullo. 
Pozzuoli  —  Michele  Zezza. 

Otranto.  -  M^tr.  -  Gaetano  Caporali,  C,  P.  S. 
Sitffr.  (ìallipoli  —  Gaetano  Muller. 
Lecce  —  Gennaro  Trama. 
Ugento  —  Luigi  Pugliese. 


Gennaro  Porta- 


Reggio  Calabria.  -  Metr. 

nova,  cuéd. 
Suffr.  Beva  —  Domenico  Pogliatti. 

Cassano  all'  Ionio  —  Pietro  La  Fontaine. 

Catanzaro  —  Pietro  di  Maria. 

Cotrone  — 

Gerace  —  Giorgio  Delrio. 

Nicastro  —  Giovanni  Regine. 

Oppido  —  Domenico  Scopelliti. 

Niootera  e  Tropea  —  Dom.  Taccone  Gai- 
lucci. 

Squillace  —  Raffaele  Morisclano. 

Salerno  e  Acemo.  -  Metr.  —  Valerio  Laspro. 
Capaccio- Vallo  —  Paolo  lacuzio. 
Diano  e  Te;jruriano  —  Camillo  Tiberio, 
Marsico  Nuovo  —  Ignazio  MonterLsi. 
Nocera  dei  Pagani  —  'Luini  del  Forno. 
Nusco  —  Michele  Arcangelo  Pirone. 
Policastro  —  Giovanni  Vescia. 

Sìverlna  (Santa).  -  ifetr.  Carmelo  Pujia. 
>/</fr.  Cariati  —  Lorenzo  Chleppa. 


Imm.  Sogg.  •  Abciv.  —  Giuseppe  Francica 

Nava  di  Bontlfè,  card. 
Vesc.  Acireale  —  G.  B.  Arista  Vigo  C.  O. 

Messina.  -  Metr.  —  Lltterio  d'Arrigo. 

Su/fr.  Lipari  — 

Nicosia  —  Ferdinando  Fiandaca. 
Patti  —  Francesco  Traina. 

Monreale.  -   Metr.  —  Dom.   Gasp.  Lancia  di 
Brolo,  O.  S.  B. 
Suffr.  Caltaiiissetta  —  Antonio  Augusto  In- 
treecialagli  O.  C.  D. 
Glrgenti  —  Bartolomeo  Lagumina. 

Palermo.  -  Metr.  —  Alessandro  Lualdl,  card. 

Suffr.  Cefalù  — 

Mazzara  —  Nicola  Andino. 

Trapani  —  Francesco  M.»  Raltl,  O.  C.  C. 

Siracusa.  -  Metr.  —  Luigi  Blgnami. 
Suffr.  Caltagirone  —  Damaso  Pio  De  Bono. 
Noto  —  Giovanni  Blandini. 
Piazza  Armerina  —  Mario  Sturzo. 

SARDEGNA 

Cagliari.  -  Metr.  —  Pietro  Balestra,  M.  C. 
Suffr.  Galtelli-Nuoro  —   Luca  Canepa. 
Iglesias  —  Raimondo  Ingheo. 
Ogliastra  —  Giuseppe  Paderi. 

Oristano.  -  Metr.  —  Salvatore  Tolu. 
Suffr.  Ales  e  Terralba  — 


Sassari.  -  Metr.  —  Emilio  Parodi. 
Suffr.  Alghero  —  Ernesto  Piovella. 
Ampurias   e   Tempio  —  Antonio  Maria 

Contini. 
Bisarchio  —  Filippo  Bacciu. 
Bosa  —  Giambattista  Vinati. 


(Stampato  il  !<>  ottobre  1907). 


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-  258  - 
CULTO  EVANGELICO 


il  mito  evan:^elico  è  rappresentato  in  Ita- 
lia da  chiese  di  varie  denominazioni.  Tutte  le 
chiese  evangeliche  hanno  le  credenze  princi- 
pali comuni,  come  per  esempio  l'esistenza 
di  un  Dio  personale  e  vivente,  1*  immortalità 
dell'anima,  la  Bibbia  come  unica  regola  di 
fede,  e  sono  fra  di  loro  organizzate  (V  Alleanza 
Evangelica  fu  fondata  a  Londra  nel  1846),  ma 
ogni  chiesa  è  individualista,  serba  la  sua  li- 
bertà, la  sua  autonomia  senza  legarsi  a  nes- 
suna schiavitù  che  toglierebbe  il  maggior 
pregio  del  protestantesimo  che  è  l'indipen- 
denza di  ogni  uomo  da  qualsiasi  giogo  non 
creato  da  Dio.  Così,  sebbene  tutti  i  protestanti 
abbiano  le  stesse  credenze  fondamentali,  pure 
ognuno  è  libero  di  esplicare  la  sua  attività 
religiosa  secondo  le  convinzioni  interne,  se- 
condo i  metodi,  i  principi  che  maggiormente 
gli  sembrino  adatti.  Ma,  come  ripetiamo,  la 
fede  delle  chiese  evangeliche  è  una  soltanto  : 
ognuna  di  esse  rigetta  tutte  quelle  dottrine 
che  dalla  Chiesa  di  Roma  furono  aggiunte 
alla  religione,  come  per  esempio  l'adorazione 
della  Vergine  e  dei  Santi,  il  primato  del  ve- 
scovo di  Roma,  le  indulgenze,  la  confessione 
auricolare,  la  messa,  la  presenza  materiale  di 
Cristo  nell'Eucarestia,  il  purgatorio,  la  vali- 
dità delle  preghiere  pei  defunti,  e  tutte  le  al- 
tre dottrine  che  agli  evangelici  sembrano  in 
aperta  contradizione  con  gli  insegnamenti  di 
Cristo  e  degli  apostoli.  In  ogni  chiesa  evange- 
lica il  culto  è  celebrato  nella  lingua  nazionale 
e  consiste  nella  lettura  e  nella  spiegazione 
della  Bibbia;  le  immagini  non  ci  sono  e,  quan- 
do ci  sono,  non  servono  che  per  ornamento 
e  non  per  adorazione;  i  sacramenti  sono  due, 
il  battesimo  e  la  Santa  Cena  (comunione)  che 
vien  celebrata  sotto  la  sua  forma  primitiva 
mediante  la  distribuzione  del  pane  e  del  vino 
a  tutti  i  fedeli;  infine,  non  vi  è  distinzione 
fra  laici  e  ministri  del  culto,  non  vi  è  alcuna 
gerarchia  ecclesiastica,  e  i  ministri  del  culto 
non  sono  obbligati  al  celibato. 

Accenniamo  qui  alle  chiese  protestanti  di 
Italia  e  le  maggiori  opere  e  associazioni  da 
esse  dipendenti. 


Chiese  Italiane  in  Italia. 

1.  Chiesa  Valdese.  —  Una  delle  più  antiche, 
più  illustri,  più  perseguitate  chiese  evange- 
liche, tanto  da  meritare  l'appellativo  di  Israele 
delle  Alpi.  Attraverso  le  persecuzioni  dell'  In- 
quisizione, essa  è  rimasta  nella  sua  sede  delle 
Alpi,  nelle  valli  di  Pinerolo  e  nelle  valli  cir- 
costanti. Essa  risale  al  secolo  XII,  quando 
Pietro  Valdo,  ricco  mercante,  distribuì  le  sue 
ricchezze  ai  poveri  e  si  mise  a  predicare  il 
Vangelo;  ma  altri  la  fanno  risalire  fino  al  se- 
colo IX,  ai  tempi  del  vescovo  di  Torino,  Clau- 
dio, che  combattè  gli  abusi  e  le  superstizioni 
religiose,  protestando  contro  1'  adorazione 
delle  immagini. 

Il  terzo  concilio  convocato  nel  1179  nella 
chiesa  del  Laterano  negò  a  Valdo  il  diritto 
di  predicare  l'Evangelo,  salva  l'approvazione 
del  clero  locale,  ma  avendo  Valdo  continuato 


nella  sua  predicazione,  il  concUlo  di  Teronfl 
del  lisa  lo  scomunicò  insieme  ai  suoi  seguaci. 
Allora  i  primi  valdesi  (già  li  chiamavano  così) 
si  sparsero  in  tutta  Europa;  l'Inquisizione  li 
perseguitò,  e  a  poco  a  poco  furono  tutti  di- 
strutti, eccetto  coloro  che  trovarono  rifugio 
nelle  Alpi  e  che  sono  sopravvissuti  fino  ad 
oggi.  Così  la  più  antica  chiesa  evangelica  che 
oggi  esista,  è  una  chiesa  italiana.  Studiando 
la  Bibbia  i  Valdesi  primitivi  riuscirono  ad 
emanciparsi  da  molte  credenze  aggiunte  alla 
religione.  Tradussero  quasi  tutta  la  Bibbia,  e 
sembra  che  si  siano  occupati  a  tradurla  in  al- 
tre lingue  e  diffonderla  fra  i  popoli.  Nel  1484 
il  vescovo  di  Mondovi  spinse  Innocenzo  Vili 
ad  obbligare  il  duca  Carlo  I  di  Savoia  a  per- 
seguitare i  Valdesi;  e  la  crociata  fu  diretta 
contro  quei  di  Val  Luserna.  Gli  aggrediti  si 
difesero  eroicamente  tanto  che  il  duca  chiese 
pace  e  promise  di  non  inquietarli  più.  Ma  il 
papa,  tre  anni  dopo,  scagliò  una  bolla  di  cro- 
ciata contro  i  Valdesi  e  fu  a  tutti  i  fedeli  pro- 
messa indulgenza  plenaria  e  una  parte  dei 
beni  da  confiscare  se  avessero  preso  parte 
alla  crociata.  Molti  furono  massacrati,  ma  non 
tutti  furono  soppressi;  alcuni  riuscirono  ad 
emigrare  in  Piemonte  e  in  Provenza.  Fin  d'al- 
lora risale  la  prima  emigrazione  nelle  Calabrie 
e  nella  Capitanata.  Intanto  che  la  chiesa  val- 
dese riusciva  a  sopravvivere  alle  persecuzioni 
e  alle  stragi,  sorse  la  Riforma  in  Germania  e 
in  Svizzera;  i  Valdesi  riunirono  il  Sinodo,  a 
cui  erano  presenti  molti  pastori  e  alcuni  rifor- 
matori Svizzeri,  e  fu  decretata  l'adesione  alla 
Riforma.  Intanto  Olivetano,  cugino  di  Calvino, 
tradusse  la  Bibbia  in  francese  (lingua  usata 
nelle  valli).  Cominciarono  i  Valdesi  a  predi- 
care per  tutto  il  Piemonte  attirando  le  sim- 
patie tanto  dei  patrizi  che  del  popolo,  ma 
non  tardò  la  reazione  a  trionfare.  Sui  roghi 
arsero  i  predicatori  più  zelanti  e  nel  1560 
Emanuele  Filiberto  lanciò  un  editto  severis- 
simo contro  il  culto  rifoi-mato.  Il  conte  Costa 
della  Trinità  mosse  contro  le  Valli,  ma  fu  re- 
spinto, tanto  che  fu  firmata  la  pace  nel  1561 
per  la  quale  in  un  modo  però  assai  limitato 
venne  assicurata  la  libertà  del  culto.  Ma  in- 
tanto venivano  perseguitati  1  Valdesi  di  Cala- 
bria: i  villaggi  distrutti,  gli  uomini  torturati, 
le  donne  e  i  fanciulli  venduti.  Con  questi 
mezzi  il  Santo  Utfizio  potè  vincere,  e  di  Val- 
desi non  rimase  traccia  In  Calabria.  Dopo  po- 
chi anni  di  tranquillità  la  persecuzione  contro 
r"  eresia  „  tornò  più  violenta;  e  nel  1655  la 
Propaganda  Fide  segnò  una  delle  sue  pagine 
più  sanguinose.  Nel  cuore  dell'inverno  fu  ai 
Valdesi  intimato  di  ritirarsi  nelle  località  più 
settentrionali,  ed  essi  ubbidirono  mentre  i 
cattolici  saccheggiavano  e  ardevano  le  loro 
case.  Il  marchese  di  Pianezza,  intanto,  senza 
aspettare  il  i-itorno  della  deputazione  Valdese 
che  era  andata  a  Torino  a  chieder  giustizia, 
ricorse  all'inganno  e  con  quindicimila  uomini 
penetrò  nelle  valli:  e  dette  il  Sabato  Santo  il 
segnale  della  strage.  Gli  uomini  furono  scan- 
nati, i  fanciulli  strappati  dalle  braccia  delle 
madri  e  sfragellati.  gli  infermi  e  i  vecchi 
precipitati  dalle  roccie,  le  donne  disonorate 


--  269  - 


•  r  ^r^o  por  t«  rio.  Alto  f.ineinllo 
Ti'  il  ventre  e  po-^fo  dentro  imiiI 

•  );.- i  grillo  d'orrore  SI  levò  In  tutta 

Europa  quando  si  seppo  questo  macello:  la 
storia  non  n«  ha  altri  di  più  crudeli.  Tutto 
le  potenxe  protostanti  difesero  la  eausa  val- 
dese, ed  il  poeta  Milton  scrìsse  uno  dei  suoi 
più  famosi  sonetti.  Finalmente  fa  C'>noluso 
un  trattato  a  Pinerolo  che  assicurava  la  pace 
al  Valdesi;  ma  la  pace  durò  pochi  anni.  Nel 
1686  Luigi  XIV  intimò  a  Vittorio  .\medeo  di 
scacciare  i  Valdesi;  dopo  aver  resistito,  il 
duca  fu  costretto  ad  obbedire  ed  inviò  nelle 
valli  1  soldati  che  \iccldevauo  e  obbligavano 
all'abiura  o  all'esilio. 

Dodicimila  valdesi  furono  oUra;::?latl  e  in- 
carcerati; e  quando  dietro  le  insistenze  del'a 
Svizzera  le  prigioni  furono  riaperte,  soltanto 
tremila  poterono  riparare  a  Ginevra,  che  ge- 
nerosamente offri  loro  ospitalità  e  in  Ger- 
mania, perchè  gli  altri  novemila  erano  morti 
nelle  carceri  di  fame  e  di  torture.  Ma  i  Val  lesi 
non  potevano  a  lungo  rimanere  lontani  dalle 
valli  natie:  e  nel  1689  novecento  di  essi  mar- 
ciando sulle  Alpi  di  notte,  consigliati  dal- 
l'eroe Gianavello  e  guidati  dal  pastore  Amaud 
penetrarono  nelle  valli,  sconfissero  2500  sol- 
dati francesi  riprendendo  la  terra  lo:o.  Nel 
1694  fu  finalmente  da  Vittorio  Amedeo  assi- 
curata la  tranquillità  ai  Valdesi:  ma  ciò  no- 
nostante altre  persecuzioni  non  mancarotio 
contro  il  prode  Arnaud  e  gli  emigranti  fran- 
cesi, e,  più  tardi,  nel  1730  contro  i  valdesi 
di  vai  Chisone:  Napoleone  concesse  all'eroico 
popolo  le  prime  libertà,  annullate  col  trattato 
del  1815.  Dopo  la  concessione  dello  Statuto 
Carlo  Alberto  pubblicò  il  17  febbraio  1848 
l'editto  d'emancipazione  dei  Valdesi:  con 
questo  editto  essi  poterono  entrare  a  far 
part<e  degli  impieghi  civili  e  delle  cariche 
militari  ed  avere  gli  stessi  diritti  dei  sudditi 
cattolici.  Nulla  fu  innovato  però  riguardo  al 
culto  ;  ma  avendo  sempre  1  governi,  da  allora 
in  poi,  dato  all'editto  un  significato  più  libe- 
rale di  quello  che  l'editto  non  avesse,  i  Val- 
desi oggi  godono  libertà  di  culto:  per  essa 
hanno  combattuto  per  tanti  se(*oli.  per  essa 
hanno  sopportato  i  più  inauditi  massacri.  I 
Valdesi  si  sonA  o^^\  sparsi  in  tutta  Italia  e 
hanno  cr  •    intiere  persino  in  Ame- 

rica:  e  :  lari  si  sono  dedicati  al- 

l'evang*  :  l.*llo  Zambesi  in  Affrica, 

dove  sono  state  convertite  intiere  tribù  con 
i  loro  re.  La  Chiesa  valdese  gode  molte  sim- 
patie dovunque  è  conosciuta;  ha  avuto  uo- 
mini che  le  hanno  reso  onore  per  alti  uffici 
e  per  ingegno:  ha  avuto  deputati,  e  fra  que- 
sti l'attuale  sottosegretario  agli  interni,  l'on. 
Facta;  ad  essa,  infine,  appartiene  l'Inventore 
del  telegrafo  senza  fili,  Guglielmo  Marconi. 

Tavola  valdese.  —  È  l'amministrazione 
superiore  della  Chiesa,  e  ne  è  capo  (mode- 
ratore) il  comm.  G.  P.  Pons.  Ogni  anno  è  eletta 
dal  Sinodo  a  cui  intervengono  pastori  e  laici 
essendo  la  Chiesa  valdese  retta  da  costitu- 
zioni eminentemente  democratiche  (la  Chiesa 
valdese  è  calvinista  come  tutte  le  chiese  pre- 
sbiteriane di  Scozia,  d'Olanda  eoc.l. 

Parrocchie  VALDESI.  —  Angrogna.  —  Bob- 
bio Penice.  —  Massello.  —  Perrero.  —  Pine- 
rolo —  Pomaretto.  —  Praly.  —  PramoUo.  — 
Prarostino.  —  Rodoretto.  —  Rorà.  —  San  Ger- 


m.ino  Chfsono.  —  fliin  rtiovannl  T^n^érrlA.  — 
Tonno.  -  Torre  Pelllcc.  -  Villar  Pelllce.  — 
ViUaseooa.  —  Questa  p;irrocchie  dipendoii' 
dalla  Tavola,  ed  oi^nuna  di  esse  ha  Souol  ' 
diurne,  composto  di  varie  classi. 

Istituti  valdesi.  —  Rifugio  Cario  Alberto 
a  Lusorna  San  Giovanni,  per  cronici  poveri  ; 
Collerjio  Vdlìese  a  Torre  Pel  lice,  che  com- 
prendo il  Gintiiislo  e  il  Liceo  parci,'.i.i' i  : 
Scuola  KoriHfìle  Femminile  a  Torro  !*<■  I 
Ospedale  a  Torre  Pelllce:  Orfinolrofìo  !■'■  m- 
minile  a  Torre  Pelllce;  Scuola  Latina  a  Pom;i 
retto  (comprende  le  prime  classi  ginnasiali 
Ospedale  a  Pomaretto;  Collegio  degli  artigiu 
nelli  Valdesi  a  Torino;  Ospedale  a  Torino; 
Istituto  Gould  a  Roma:  Asilo  Umberto  e  Mar- 
gherita a  San  Germano  Chisone,  per  i  vecchi  ; 
Orfanotrofi'*  Maschile  a  Vallecrosia  presso 
Bordighera;  Istituto  pei  pre'.i  convertii  i  A\\om\: 
Scuole  elementari  maschili  e  femminili  presso 
moltissime  che?e;  Società  di  Storia  Valdese 
a  Torre  Pellice;  Cn^a  italiana  delle  Diaconesse 
a  Torino,  via  Bertholet,  da  cui  escono  le 
Suore  di  carità;  e,  finalmente,  la  Scuola  di 
Teologia  di  Firenze,  da  cui  escono  1  pastori. 
Molti  altri  istituti  valdesi  si  trovano  in  Italia 
come  dispensari  medici,  cucine  economiche, 
ec.  eo. 

Statistica.  —  La  popolazione  Valdese, 
nelle  Valli  de!  Piemonte,  è  di  ventieinque- 
mila  anime:  inoltre  seimila  Valdesi  si  trovano 
in  Francia  e  altrettanti  in  America.  Per  il 
resto  dell'Italia  ecco  il  riepilogo  statistico 
apparso  al  Sinodo  del  1907:  Chiese  46.  — 
Stazioni  68.  —  Diaspore  24.  —  Membri  della 
chiesa  6708.  —  Catecumeni  637.  —  Alunni 
delle  scuole  diverse  2410.  —  Delle  scuole  do- 
menicali 3682.  —  Contribuzione  dell'anno 
lire  87,523.61.  Questi  dati,  ben  s'intende,  si 
riferiscono  per  l'Italia  non  considerate  le 
Valli.  Quindi  la  popolazione  valdese,  com- 
plessivatnente,  si  aggira  sopra  le  quaranta- 
mila anime. 

Stampa.  —  La  Tipografia  Claudiana,  fon- 
data nel  1865,  ha  sedo  in  Firenze,  nel  palazzo 
di  Via  dei  Serragli,  51.  Essa  pubblica  gior- 
nali, opuscoli,  libri  vari  e  Sacre  Scritturo. 
Altra  tipografia  è  pres.so  l'Istituto  Gould,  a 
Roma.  Periodici:  La  Rivista  Cristiana,  men- 
sile, esce  a  Firenze,  diretta  dai  proff.  Bosio, 
Luzi  e  Rostagno;  I'  Rinnovamento,  settimanale, 
esce  a  Roma,  diretto  dal  dott.  Meynier;  L' Italia 
.Erart^re/im,  settimanale,  esce  a  Firenze,  diretta 
dal  sig.  B.  Pons:  L'Amico  dei  Fanciulli,  setti- 
manale di  Firenze;  La  Buona  Novella,  men- 
sile di  Firenze;  L'Amico  di  Casa  e  la  Stren- 
na dei  Fanciulli,  almanacchi  annui;  L'Echo  dee 
Vallèe»,  settimanale,  di  Torre  Pellico,  La  Sen- 
tinella Valdese,  bollettino  della  Tavola,  di- 
retto dal  pastore  Tron  ;  il  Bollettino  della  So- 
cietà di  Storia  valdese  di  Torre  Pelllce,  oltre 
ai  giornali  alpini. 

Chiese.  —  Il  Comitato  di  Evangelizzazio- 
ne, di  cui  è  presidente  il  pastore  sig.  Arturo 
Muston,  ha  sede  in  via  Nazionale  107  a  Roma. 

—  Ancona  —  Andreis  (Udine)  —  Aosta,  7  me 
Croix  de  Ville;  località  visitate:  St.  Pierre, 
Villeneuve,  St.  Cristophe  —  Arogno  (Lugano) 

—  Baio  (Torino)  —  Barcellona-(Messlna);  loc. 
vis.  Meri,  Venetioo,  Spadafora  —  Barga  (Luc- 
ca) —  Bari,  Corso  V.  E.  164  ;  loc.  vis.  Modu- 
gno,  Ginosa,  Gioia  del  Colle  —  Biella  —  Bgr- 


260 


dighera  e  Vallecròsia,  Villa  Violetta;  loc.  vis. 
Oiieglia.  Ventimiglia  —  Uorello,  loc.  vis.  Ca- 
stel del  Giudice,  San  Pietro  Avellano,  Monte- 
ferrante,  Ateleta,  Carovilli  —  Borgofranco 
(Torino)  -^  Brescia,  Via  Fontana  Rotonda  — 
Brindisi  —  Caltanissetta,  Via  Maida  15  ;  loc. 
vis.  Villarosa  e  Licata  —  Campobasso,  Via 
Pietrunto  14  ;  loc.  vis.  Petrella  Tifernina,  Cam- 
po di  Pietra,  Boiano,  Civitacampomarano  — 
Capua  —  Carema  (Torino)  loc.  vis.  Donnaz, 
Pont  S.  Martin,  valle  Gressonej',  Settimo, 
Vittore, Monaglio,  Andrate  —  Carunchio(Chie- 
ti)  —  Cerignola  (Foggia)  —   Champ-de-Praz 

—  Chieti,  corpo  Marruccino  165;  loc.  vis.  Te- 
ramo, Rosburgo,  Silvi,  San  Valentino,  Castel- 
lamare,  Jesi,  Trevi,  Guardiagrele,  Filetto, 
Ripa  Teatina,  Tocco  da  Casauria,  Carratiiia, 
Pescara,  Ortona  a  Mare  —  Como,  Via  Rusconi 
loc.  vis.  Ponte  Lambro,  Turate,  Menaggio, 
Cernobbio,  Argegno  —  Corato  (Bari)  —  Ca- 
salanguida  (Chieti)  —  Casale  Monfei-rato  — 
Castiglione  delle  Stiviere  —  Catania,  Via  Nau- 
machia 22:  loc.  vis.  San  Maria  di  Licodia  e 
Regalbuto  —  Chiasso  (Svizzera)  —  Cicagna 
—Coazze  (Torino)  —  Codisotto  (Mantova)  — 
Courmayeur  —  Cuneo;  loc.  vis.  liialpo,  Fe- 
stiona.  Demonte,  Valoria,  Roccavione,  Robi- 
lante,  Entracque,  Dronero,  Piasco,  Mondovì, 
Saluzzo,  Paglieres,  Savigliano  —  Cuorgnè  — 
Pont  (Torino);  loc.  vis.  Salto,  Frassineto,  Ca- 
stellamonte,  Agliè  —  Demonte  (Cuneo)  —  Dru- 
sacco  (Torino)  —  Falerna  (Catanzaro);  loc.  vis. 
Nocera  Terinese,  Fuscaldo  —  Favaio  (Genova) 

—  Felonica  Po  (Mantova)  —  Firenze,  Via 
Manzoni  11  e  Via  dei  Serragli  51  (Scuole  Via 
Maffia  33,  disp.  medico  e  cucina  economica 
Borgo  Stella  9)  —  Floridia  —  Forano  (Peru- 
gia); loc.  vis.  Cerchiara  —  Fragneto  l'Abate 

—  Genova,  Via  Assarotti  — ■  Giarre  (Catania) 

—  Gioia  del  Colle  —  Girgenti,  Via  Etnea  42 

—  Gissi  (Chieti)  —  Grotte  (Girgenti)  oon  un 
Istituto  —  Guastalla  —  Guglionesi  (Campo- 
basso) —  Guidizzolo  —  Ivrea,  Corso  Botta  5; 
loc.  vis.  Cavaglià,  Visehe,  Porosa  Canavese, 
Ba.io,  Montalto,  Chiaverana,  Burolo,  Palazzo 

—  La  Salle  (Torino)  ;  loc.  vis.  S.  Didier,  Mor- 
gex  —  Lecce  —  Livorno,  Piazza  Manin,  2: 
loc.  vis.  Cecina,  Piombino  —  Lucca,  Via  Galli 
Tassi;  loc.  vis.  Barga,  Castelnuovo,  Ponte 
Buggianese,  Camaiore,  Ponte  a  Moriano,  San 
Marco  di  Lucca  —  Lugano  (Svizzera)  Para- 
diso; loc.  vis.  Pugerna,  San  Fedele  —  Mad- 
dalena, Corso  V.  E.;  loc.  vis.  Cantiere,  Sassari, 
Iglesias  —  Mantova,  Via  Bacchio  5  —  Mar- 
mirolo  (Reggio  Emilia)  —  Messina,  Via  Monte 
di  Pietà  22-24,  con  Istituto,  vico  Teatro  V.  E. 

—  Milano,  Via  Carlo  Alberto  e  Foro  Bona- 
parte  7;  Sala  di  evang.  Porta  Volta  —  Mi- 
lazzo —  Monza  —  Monzambano  (Mantova) 

—  Napoli,  San  Tommaso;  loc.  vis.  Caserta, 
Santa  Maria  Capua  Vetere,  Capua,  Cicoiano, 
Benevento,  San  Bartolommeo  in  Galdo,  Castel- 
venere,  Faicchio,  Fratte  di  Salerno,  Ravello, 
Minori  e  San  Pietro  al  Sangro  —  Nardo  (Lec- 
ce) —  Nizza,  50  rue  Gioffredo  (chiesa  italiana 
e  chiesa  francese)  —  Orbetello,  corso  Prin- 
cipe Amedeo  —  Orsara  di  Puglia  (Avellino) 

—  Ostiglia  (Mantova)  —  Pachino  (Siracusa) 
loc.  vis.  Marzamemi,  Porto  Palo  —  Palermo, 
Via  Macqueda  36  e  Via  Ruggero  di  Lauria  1  ; 
Sala  di  evang.  alle  falde  del  Pellegrino  — 
Pedorobba  (Treviso)  —  Piedicavallo  (Novara); 


loc.  vis.  Rialmosso,  2umaglia,  Cassato,  Cafl' 
dele,  Gaglianico,  Palluae  —  Pietra-Marazzi 
(Alessandria)  —  Pietra[.erzia((>altanissetta)  — 
Pisa,  Via  del  Museo  9;  loc.  vis.  Viareggio  — 
Poffabro  (Udine)  —  Poggio  Mirteto;  loc.  vis. 
Castelnuovo,  Monte  Santa  Maria,  Salisano, 
Mompeo,  Poggio  Catino,  Catino,  Fara  Sabina, 
Toflfia,  Poggio  Maiano,  Pozzaglia,  Montorso, 
Frasso,  Casaproda  —  Portoferraio  —  Quattro 
case  (Mantova)  —  Quingentole  (Mantova)  — 
Revere  (Mantova);  loc.  vis.  Santa  Lucia,  Bor- 
gofranco—  Riesi (Caltanissetta);  loc.  vis.  Sam- 
marino —  Rio  Marina,  loc.  vis.  Rio  Alto, 
Marciana,  Lanzone  —  Rocca  Imperiale  (Co- 
senza) —  Roma,  Via  Nazionale  107;  Sala  di 
evang.  43  Via  Cavour  —  Salle  (Chieti)  loc. 
vis.  Caramanico  —  San  Fedele  d'Intelvi  — 
San  Giacomo  degli  Schiavoni  (Campobasso) 
loc.  vis.  Guglionesi  —  San  Martino  in  Strada 
(Forli);  loc.  vis.  Predappio,  Ravenna  —  San 
Giacomo  delle  Segnate  (Mantova)  —  Santa 
Lucia  (Mantova)  —  Sampierdarena,  Via  Ca- 
vour 1  ;  loc.  vis.  Cornigliano,  Sestri  Ponente, 
Bozzoli,  Pegli,  Pra,  Rivarolo  ^  San  Remo, 
Via  Roma;  loc.  vis.  Pieve  di  Teco,   Albenga 

—  San  Potito  Sannitico  (Napoli)  —  Schiavi 
d'Abruzzo,  loc.  vis.  Villa  Canale  d'Agnone. 
San  Giovanni  Lipioni,  Torrebruna,  Caccavo- 
ne,  Belmonte  del  Sanalo  —  Siena,  Viale  Cur- 
tatone  5;  loc.  vis.  Montalcino,  Poggibonsi  — 
Siracusa,  Via  Cavour  83,  loc.  vis.  Floridia, 
Canicatti,  Bagni  —  Susa,  Via  Umberto  I.  14; 
loc.  vis.  Borgone,  Bussoleno  —  Taranto,  Via 
d'Aquino  190;  loc.  vis.  Brindisi  —  Tenda 
(Cuneo);  loc.  vis.  Vievola,  San  ]Jalmazzo,  Mi- 
niera, Borghe  —  Teramo  —  Torino,  Corso 
V.  E.  11-12  (eh.  di  lingua  italiana  e  di  lingua 
francese);  loc.  vis.  Noie  Canavese,  Piobesi, 
Alijignano,  Collegno  —  Torazza-Verna  (Ivrea) 

—  Tramonti  (Udine)  —  Trapani,  Palazzo  Agu- 
gliara  29  ;  loc.  vis.  Partanna,  San  Marco,  Mon- 
te San  Giuliano,  Marsala,  Mazzara,  Santa 
Ninfa,  Castelvetrano  —  Trausella  (Cuorgnè) 

—  Traversella  (id.)  —  Treviso  —  Venezia, 
palazzo  Cavagnis  —  Verona,  Via  Duomo,  ang. 
Via  Pigna  —  Vittoria  (Siracusa). 

2.  Chiesa  dei  Fratelli,  la  seconda  in  Ita- 
lia per  anzianità.  Sorse  per  opera  del  conte 
Piero  Guicciardini  che,  insieme  ad  altri  amici, 
fece  propaganda  evangelica  per  la  quale  sof- 
frirono prigione  ed  esilio.  Ogni  chiesa  è  di- 
retta dagli  anziani,  e  tiene  scuola  domeni- 
cale. La  sede  principale  è  a  Firenze. 

Chikse.  —  Acqui,  via  della  Bormida.  — 
Acquaviva  (Bari).  —  Alessandria,  via  Pia- 
cenza 8,  —  Arezzo,  via  Guido  Monaco  11.  — 
Asti,  via  Grassi  19.  —  Barra  'Napoli),  —  Bas- 
signana  (Alessandriai.  —  Bettolio  (Siena).  — 
Bibbiena  (Arezzo).  —  Bologna,  Riva  Reno  116. 

—  Bressana  (Pavia\  —  Brindisi,  via  Carlo  de 
Marco  5  bis.  —  Camagna  (Alessandria).  —  Car- 
dazzo  (Pavia).  —  Carrara  (Massa).  —  Casasco 
(Alessandria).   —  Cascina  Grossa  (id.).  —  Ca- 

.  sorzo  (id.).  —  Castelnuovo  (id.)  —  Castel  Ce- 
riolo  (id.).  —  Castino  (Cuneo).  —  Catanzaro, 
larghetto  Tranfa  10.  —  Cavaglià  (Novara).  — 
Chiusano  (Alessandria^.  —  Ginaglio  (id.).  — 
Città  di  Castello  (Umbria).  —  Cortandone 
(Alessandria).  —  Calliano  (id.».  —  Cossom- 
brato  (id.t.  —  Empoli.  —  Ferrara,  corso  Ripa 
grande  23.  —  Firenze,  via  Vigna  Vecchia  15-17 
e  via  Nazionale   12.  --  Foggia,  via  Cappuo- 


261  - 


etnl  81.  —  Fontun»  Santa  (P«vlàV  --  Foinno 

(AreuoU  —  Oenovn,  \i.\   dolti'   Vij;iu<,  5.   — 

iir»i/iiA  (Ni.v.ii.ii.        «tiiarrora  (Alessandria). 

;<Miov«i.  —  MalTicIno 

(Kt.).   -  Marin'ro!o 

t  di  Savoia  FoK(?la). 

;i  11.  —  Milano,  via 

■IH  (  Atossandria). — 

!..(id.).  —  Mon- 

id.).  —  Mon- 

i\  laK  —  Napoli. 

^  Novara,  vico  doU'Arcofi. 

-  Pavia,  corso  Cavour  aa. 

-     -    :.).   —  Pietrabruna   (Porto 

Haunziu;.  —  i'ietragravina  'Alessandria).  — 
Piverone  (Ivrea).  —  Ponte  Curone  (Alessan- 
dria». —  Pontalbera  (Pavia).  —  Pozzeni?o (Ales- 
sandria). —  Rivaita  Bormida  (.Vlessandria).  — 
RoppolJo  (Novara).  —  Saiiteramo  (Bari).  — 
8.  Dani:  .  iidria).  —  S.  Damiano  (Pa- 

via). —  (Alessandria).  —  8.  Ste- 

fano Br:  ;  .  —  Santhià  (Ivrea).  —  Sar- 

cana, piazza  Firma  Fede  5.  —  Sessant  (Ales- 
sandria). —  Soleto  (Lecce).  —  Solonghelio 
(Alessandria).  —  Spineto  (Alessandria)  —  Spi- 
netta Marengo  (Alessandria).  —  Stradella.  — 
Btrevl  (Alessandria).  — Torino,  via  Gioberti  3. 

—  Tortona,  —  Tronzano  (Novara).  —  Vallano 
(Siena).  —  Vercelli,  via  Caserma  Fanteria  8.  — 
Vlllanuova  (Novara).  —  Vo-hera,  via  Scaia- 
belli  28. 

3.  Chiesa  Evangelica  Italiana,  costituitasi 
nel  1865.  Cinque  anni  dopo  essa  formulò  una 
confeasione  di  fede  e  prese  il  nome  di  Chiesa 
Libera  Italiana  e  nel  1889  quello  di  Chiena 
Ecangeliea  d'Italia.  Con  decreto  2  luglio  1891 
8.  M.  il  Re  l'eresse  ente  morale  col  nome  di 
Chiesa  Ecangeliea  Italiana  con  sede  centrale 
in  Firenze,  7  via  dei  Benci.  Però  una  parte 
di  essa  si  uni  pochi  anni  fa  alla  chiesa  me- 
todista; nd  è  a  credere  che  i  rimanenti  fra- 
t^^'l  ilio  quanto  prima  ad  una  chiesa 
p;  ".  p.  es.  la  Chiesa  Valdese.  È 
!'■                        n'opera    11    pastore    Lodovico 

'       liti. 

Chiese.  —Balmuccla(Valsesia).  —  Firenze, 
..a  dei  Benci  7,  con  scuole  di  6  classi,  asilo 
e  refezione  scolastica:  loc.  vis.  Viareggio,  Fie- 
sole. Settignano.  —  Roma,  via  Panico  43,  con 
scuole  diurne  di  6  classi  e  asilo;  loc.  vis.  Al- 
bano, Ariccia,  Genzano.  Farfa. 

Pubblica  il  Piccolo  Messaggere,  diretto  dal 
cav.  S.  Fera,  a  Firenze. 

4.  Chiesa  Evangelica  Italiana  sedente  in 
Livorno,  via  Indipendenza  ó.  Presieduta  dal 
sig.  V.  Notarbartolo. 

Chiese.  —  Bologna,  via  Battisasso  16.  — 
Campiglia  Marittima  (Pisa).  —  Livorno,  via 
dell'Indipendenza  5  con  scuole  diurne  in  via 
Michon.  —  Mistretta.  —  Palermo,  via  Celso 
89.  —  Pappiana. —  lisa  e  Asciano  di  Pisa,  con 
scuole.  —  Pordenone  (Udine).  -  Stimigliano 
(Romai.  —  Volterra. 

5.  Chiesa  Metodista  Wesleyana.  —  Origi- 
a  dalla  chiesa   an;,'licana.   fu    fondata  da 

■  ovanni  Wesley  che  andato  nel  1720  all'Uni- 
versità di  Oxford,  fondò  una  piccola  società 
i  cui  membri  leggevano  il  Vangelo,  visita- 
vano le  prigioni  e  i  poveri  e  conducevano 
una  vita  tanto  regolare,  tanto  metodica  che 
furono  chiamati  metodisti.  A  lui  si  uni  più 
tardi  Giorgio  Wit^iield  e  dopo  aver  insieme 


predicato  ncli  >  i  Inghll* 

toir.i  e  hi  mi  i  aperta, 

a  stare  In  ni<'  ,  i  !l  t>l   di- 

visero di  buon  accordo  per  alcune  dive- 
gonze  dottrinali.  I  due  padri  del  metodisni 
organizzarono  delle  chie<^e  potenti  ohe,  an- 
che oggi,  offrono  mirabile  esempio  di  fede  e 
di  spirito  veramente  evangelico.  I  metodisti 
ascendono  a  25  milioni.  In  Italia  la  chiesa 
Wesleyana  comincio  la  sua  missione  nel  1861; 
oggi  essa  è  diretta  dal  rev.  William  Burgess  e 
la  presidenza  è  in  Roma,  via  delle  Coppelle  28. 
CuiKSK.  —  .Aquila,  loc.  vis.  Adria,  Camarda, 
Capestrano,  C&stellamare,  Carruso,  Cesapro- 
bo,  Coppito,  Corvara,  Introdaequa,  Lor^  • 
Aprutino,  Marane,  Mutignano,  Ofena.  Oiiii  • 
Pacentro,  Paganlca,  Pentima,  Pescara, Pescou- 
sansonesco,  Pettorano,  Popoli,  Prezza,  Baiano, 
Rocearaso,  S.  Jona,  Torre  dei  Passeri,  Villa 
Carufo,  Villa  S.  Lucia.  —  Carrara,  via  Gari- 
baldi; loc.  vis.  Forano,  Casano,  Massa,  Orto- 
novo, Ponteeimato.  —  Caserta,  via  S.  Gio- 
vanni 38.  —  Cosenza,  via  Aurelio  Saffi  28; 
loc.  vis.  Spezzano  Piccolo,  Pedace,  Regina, 
Macchia.  —  Cremona,  via  Milazzo.  —  Domo- 
dossola, piazza  dello  Statuto  6;  loc.  vis.  Van- 
zo,  Villadossola,  Quarna.  —  Eboli,  loc.  vis. 
Postiglione,  Castelcivila,  Sicignano,  Auletta, 
Sassano,  Colliano,  Laviano.  —  Fara  Novarese 
(Novara);  loc.  vis.  Br>ana,  Ghemme,  Baca,  Ca- 
vagliò,  Momo,  Cavaglietto,  Romagnano,  Gri- 
gnasco.  —  Fontevivo  (Parma);  loc.  vis.  Fon- 
tanellato,  Borghetto,  Borgo  S.  Donnino,  Cor- 
seto,  Soragna.  —  Intra  (Novara),  via  V.  E.  4. 
con  un  Orfanotrofio  Evrngflico  in  via  Roma  4; 
loc.  vis.  San  Giano,  Pallanza,  Sana,  Laveno, 
Stresa,  Belgirate,  Angera.  —  Luino,  via  Fer- 
rari con  Biblioteca  pastorale  circolante  "  Pro 
Italia  „  ;  loc.  vis.  Porto  Valtravaglia,  Mesen- 
zana.  —  Mezzano  Inferiore,  con  scuole  di 
5  classi  e  asilo,  refezione  scolasticra.  —  Mi- 
lano, via  Cesare  Correnti  9  e  via  Francesco 
Melzi  10:  loc.  vis.  Cassano  d'Adda,  Cascina 
Fraschera.  —  Montorfano  (Como)  con  scuole 
rurali;  loc.  vis.  Mergozzo,  Fondatace.  —  Na- 
poli, largo  8.  Anna  di  Palazzo:  loc.  vis.  Ca- 
stellamare  di  Stabia,  Ravva,  Nocera,  Torre 
Annunziata,  Fuorigrotti,  San  Paolo  Civitate. 

—  Noceto  (Parma).  —  Omegna  (Novara)  loc. 
vis.  Quarna,  Ornavasso,  Pettenasco,  Crusi- 
nallo.  —  Padova,  via  Mentana  22-A;  loc.  vis. 
Rovigo,  Adria,  Gavello.  —  Palermo,  piazza 
Sanf  Ignazio  Florio  45-47,  con  scuole  e  asilo. 

—  Parma,  borgo  del  Cappello  14;  loc.  vis. 
Reggio  Emilia,  Susa,  San  Secondo.  —  Pia- 
cenza, via  8.  Giuliano  7.  —  Potenza,  via  Pre- 
torlo 18;  loc.  vis.  Atella,  Avlgliano,  Craco, 
Episcopia,  Lagonegro,  Lauria  Inferiore,  La- 
vello, Melfi,  Moliterno,  Pittlcci,  Rapallo,  Rio- 
nero in  Volture,  Ruoti.  —  Pozzuoli,  via  Na- 
poli; loc.  vis,  Bagnoli,  Fuorigrotta,  Precida, 
Ventotene,  Pianura,  Marano.  —  Ramello  (No- 
vara) con  scuola  rurale  di  5  classi  ;  loc.  vis. 
Cornerò,  Cambiasca,  Miazzina,  Intragna,  Tro- 
baso.  —  Roceapietra  (Novara);  loc.  vis.  Cava- 
glia,  Balmuccia.  —  Roma,  via  della  Scrofa  63 
e  altro  loc.  d'  culto  nel  quartiere  Testacelo.  — 
Salerno,  corso  V.  E.  8:  loc.  vis.  Fratte,  Gif- 
foni,  Montecorvino,  Pontecagnano,  Pellezzano, 
Penta.  —  San  Marco  Argentano  (Cosenza); loc. 
vis.  Cervicati,  Tarsia,  Spezzano  Albanese,  Ca- 
strovUlarl,  Francavill»  Marittima,  Trebisaoce. 


262  — 


—  Santa  Maria  Capna  Vetere,  via  Tari  23; 
loc.  vis.  Caserta.  —  Spezia,  via  da  Passano  3-5, 
con  scuole  di  5  classi  e  asilo.  —  Sulmona, 
via  Solismo  110.  —  Vicenza,  via  Zanella  10; 
loc.  vis.  Seghe  di  Velo,  Arsiero,  Montebel- 
luna,  Negare,  Carmignano.  —  Vicobellignano 
(Cremona)  con  scuole  di  4  classi;  loc.  vis.  Vil- 
lanova,  Motta  Bozzolo,  Cappella,  Vicobane- 
ghisio,  Ponteterra,  Asola,  Remedello  sopra. 
San  Martino  dell'Argine. 

L'opera  Wesleyana  ha  un  fondo  per  le 
vedove  e  per  gli  orfani  dei  Ministri  ed  Evan- 
gelisti, a  Napoli,  vico  Monteroduni;  il  nu- 
m3ro  dei  suoi  membri  si  avvicina  a  2000,  ed 
ha  parecchie  centinaia  di  aderenti. 

6.  Chiesa  Metodista  Episcopale  sorta,  come 
abbiamo  visto,  insieme  alla  Wesleyana.  Ha 
conservato  la  forma  episcopale.  L'autorità 
suprema  risiede  nella  Conferenza  Generale 
che  si  tiene  ogni  quattro  anni  negli  S.  U. 
d'America  ed  è  presieduta  dai  vescovi.  Ogni 
anno  poi  si  tengono  Conferenze  distrettuali 
nelle  singole  nazioni.  Il  vescovo  per  l'Eu- 
ropa è  ildr.  ■W.Burt(22  Englischervierlstrasse, 
Zurigo,  Svizzera).  Nel  settembre  del  1870  la 
Chiesa  Met.  Ep.  d'America  deliberava  di  por- 
tare in  Italia  la  sua  attività  missionaria;  nel 
1874  si  apriva  in  Bologna  la  prima  Confe- 
renza distrettuale  e  nel  1881  si  procedeva 
alla  costituzione  della  Missione  Italiana  in 
conferenza  annuale.  Nel  1886  a  coadiuvare  il 
dr.  Vernon  venne  il  dr.  "W.  Burt  e  nel  1888 
assumeva  l'intiera  direzione  dell'opera  con- 
servandola fino  al  1904,  epoca  in  cui  venne 
elevato  al  grado  di  vescovo.  Il  I  distretto  è 
presieduto  dal  rev.  Clark  (via  Firenze  38,  Ro- 
ma); il  II  dal  rev.  F.  H.  Wright;  il  III  dal  rev. 
r.  Dardi;  lo  Svizzero  dal  rev.  Ed.  Tourn  (Cha- 
pelle  du  Valentin,  Losanna). 

La  Chiesa  Metodista  Episcopale  novera  in 
Italia  58  ministri,  3400  membri,  2700  aderenti. 

Istituti  Metodisti  Episcopali.  —  Colle- 
gio Crandon  per  signorine,  a  Roma,  con  corsi 
di  perfezione  in  musica,  sotto  la  direzione 
del  comm.  Sgambati  coadiuvato  dai  primi 
professori  di  S.  Cecilia;  Collegio  Femminile, 
a  Roma;  Collegio  Maschile,  a  Roma;  Istituto 
Isabella  Clark,  a  Roma;  Ricreatorio  Guglielmo 
Marconi,  a  Roma;  Istituto  di  Beneficenza,  a 
Napoli,  casa  materna  per  bambini  orfani  e 
abbandonati;  Scuola  Femminile  Professionale, 
a  Pisa;  Istituto  Evangelico  Industriale,  a  Ve- 
nezia, ec.  I  collegi  metodisti  di  Roma,  spe- 
cialmente, sono  assai  favorevolmente  noti. 

Stampa.  —  La  Chiesa  Met.  Ep,  fondò 
nel  1831  la  Casa  Editrice  La  Speranza  che 
oggi  ha  sede  nel  palazzo  di  via  Firenze  ed 
è  in  condizioni  floridissime;  pubblica  gior- 
nali, riviste  e  libri  non  solo  evangelici  ma 
di  indole  varia.  Altra  tipografia  è  presso  l'Isti- 
tuto Indiisti-iale  Metodista  di  Venezia,  Cana- 
regio  923,  anch'essa  bene  avviata.  Periodici: 
L'Evangelista,  settimanale  di  Roma,  diretto 
dal  dott.  Lala;  Lumen  de  Lumine,  rivista  men- 
sile di  Bologna,  diretta  dal  rev.  A.  Tagliala- 
tela;  Vita  Gioconda,  mensile  pei  fanciulli,  di 
Roma,  dii-etto  dalla  signora  Ines  Ferreri. 

Chiese.  —  Albanolla  (Salerno)  con  scuole 
di  4  classi;  loc.  vis.  Castellone  al  Volturno, 
Pizzone,  Cerro  Foce,  Scapoli,  San  Vincenzo, 
Colli  Montaquila,  Filignano  Selvone.  —  Ales- 
sandria, via  GhUini  6,  — '  Aucona,  vi»  Mar- 


sala 12.  —  Bari,  corso  V.  E.  165  e  via  Um- 
berto 1;  loc.  vis.  Mottola.  —  Bassiguana 
(Alessandria);  loc.  vis.  Valenza.  —  Bologna, 
via  del  Carbone  3.  —  Calosso  (Alessandria) 
loc.  vis.  Castiglione  Finella,  Agliano,  Canelll. 

—  Firenze,  via  San  Gallo  2,  con  Scuola  prepa- 
ratoria. —  Forlì,  via  Saffi  26;  loc.  vis.  Faenza 
e  Pesaro.  —  Genova,  piazza  Paolo  da  Novi 
24  rosso.  —  Ginevra,  via  Montée  Terraillet  2; 
loc.  vis.  Ugon,  Chéne.  —  Lausanne,  Chapelle 
du  Valentin  ;  loc.  vis.  Morges,  Chexbres,  Ren- 
nes-Gare.  —  Livorno,  via  degli  Asili  10-12  e 
piazza  Cappellini  1,  con  scuole  diurne  di 
6  classi.  —  Mandanici  (Messina)  con  scuole 
di  4  classi.  —  Marsiglia,  Boulevard  de  Stra- 
sbourg 36;  loc.  vis,  Tolone,  —  Milano,  corso 
Buenos  Aires  12.  —  Modena,  via  San  Vin- 
cenzo 5;  loc.  vis.  Sassuolo.  —  Montaldo  Sca- 
rampi  (Cuneo)  con  scuole  elementari  e  asilo  ; 
loc.  vis.  Montegrosso  d'  Asti.  —  Napoli,  via 
Duomo  279;  loc.  vis.  Seccavo.  —  Neuchàtel, 
rue  du  Pommier,  —  Nizza  di  Sicilia;  loc,  vis. 
Reggio  Calabria,  Messina,  Mandanici,  Ali,  Roc- 
calumere.  Scaletto.  —  Palombaro  (Ghieti)  con 
scuole  di  6  classi;  loc,  vis.  Gnardiagalle,  Lan- 
ciano, Fara.  —  Pavia.  —  Perano  (Cnieti);  loc. 
vis.  Atessa.  —  Perugia,  via  Priori  13.  —  Pe- 
sciana  di  Todi  (Perugia);  loc.  vis.  Montecchio. 

—  Pisa,  via  San  Martino  56;  loc.  vis.  Marina 
di  Pisa,  Pontasserchio,  Ghezzano,  —  Pistoia, 
via  dell'Ospizio.  —  Roma,  via  XX  settembre, 
angolo  via  Firenze.  —  Ronco  Canavese  (To- 
rino) loc.  vis.  Forzo  Campiglia,  Ingria,  —  Sa- 
vona, largo  via  Montenotte  1.  —  Sestrl  Po- 
nente, via  Mazzini  19.  —  San  Marzano  Olivete 
(Alessandria)  con  scuole  di  6  classi.  —  Son- 
drio, via  De  Simoni  303;  loc.  vis.  Chiavenna, 
Bette,  San  Giacomo  e  Filippo,  Prato  Compor- 
tacelo, Fusine  Cedrasco,  Caiolo,  Albosaggia, 
Sasso  San  Luigi,  Casaccie,  Tirano,  Chiuro, 
Ponte,  Tresivio,  Pendolasco,  Montagna,  Col- 
da,  Ponchiera,  Caparari,  Gualtieri,  Spriana, 
Caspoggio,  Torre  Santa  Maria  Zarri,  Chiesa, 
Lanzada,  Aschieri,  Mossini,  Colombera,  San- 
t'Anna, Morroni,  Triangia,  Castione,  Polag- 
gia.  San  Pietra  Berbenno.  —  Spinazzola  (Bari), 
corso  Vitt.  Em.  23,  —  Terni,  corso  Vitt,  Em.  10. 

—  Torino,  via  Lagrange  15;  loc,  vis.  Agliè  e 
Bussoleno.  —  Trieste,  via  del  Monte  e  Scala 
dei  Giganti.  —  Udine,  via  Mercato  Vecchio  45; 
loc,  vis.  San  Daniele,  Cividale,  Carnia,  Co- 
droipo,  Tarcento,  Tricesime,  Vito  d'Assio,  Pa- 
derno,  Basaleldella.  —  Vevey,  rue  du  Marche 
48;  loc.  vis.  Montreux,  Clarens,  Aigle.  —  Ve- 
nezia, sottoportico  del  Cavalletto.  —  Zurigo, 
Planzschulstrasse  82;  loc,  vis,  Oerikon,  Bulak, 
Hargen. 

7.  Unione  Cristiana  Apostolica  Battista.  — 
Fin  dai  primi  tempi  della  Riforma  sorsero  in 
Germania  gli  anabattisti,  che  professavano 
idee  ancora  più  radicali  dei  riformatori.  La 
differenza  che  li  distingue  specialmente  dalle 
altre  comunità  evangeliche  è  che  non  am- 
ministrano il  battesimo  se  non  nell'età  adulta, 
ciò  che  è  praticato  però  anche  in  altre  chiese 
non  battiste,  secondo  il  desiderio  delle  fa- 
miglie e  dei  fedeli  ;  e  lo  amministrano  per 
immersione,  come  nell'età  apostolica.  Es- 
sendo molto  arditi  per  quei  tempi  circa  le 
questioni  sociali  furono  perseguitati;  sono 
oggi  sparsi  per  tutto  il  mondo  ed  hanno  mem- 
Ijri  di  chiesa  dei  più  elevati  gradi  sociali  tanto 


''riit^iantt   .4 /»<>».'<>' «Vvi    Rttfixfa    n\ 


ne  fu  prasldr  attual- 

meote  n«  è  i  :  -  -  ,  .  >  :  ti  dr.  E. 
GiU  •  per  il  Sud  il  dr.  D.  S.  WhiitinhiU.  La 
•eoonda,  inviaU  dalla  Società  BattisU  Mis- 
sionaria di  Londra,  la  più  antica  e  grande 
società  del  genere  fondata  nel  1792,  comin- 
ciò la  sua  opera  nel  186ó,  opera  che  oggi  ha 
la  sede  in  Roma  e  comprende  qujittro  di- 
stretti. \j' 1'hìi»i«  Cristiana  Apostolica  Hattixta 
ha  il  suo  presidente  nella  persona  del  rev,  W. 
Keinme  Lati^Uls  (Corso  Siccardi  51,  Torino). 

IsTiTiri.  Stampìw,  kc.  —  Si  è  fondata  re- 
centemente la  Tipografia  *  Il  Risveglio  ,  per 
opera  della  Società  Battista  di  Pubblicazione  ; 
l'organo  dell'Unione  è  II  Testimonio,  quin- 
dicinale di  Roma,  diretto  dal  sig.  L.  Paschetto. 
Il  Fondo  Vedors  e  Orfani  è  a  Torino;  la  Scuola 
Teologica  Battista  a  Roma;  l'Istituto  Evange- 
lico d'Infamia  a  Reggio  Calabria;  due  Biblio- 
teche Circolanti  a  Roma;  una  Missione  Me- 
dica a  Roma. 

U  Unione  annovera  più  di  2000  membri  e 
molti  aderenti. 

Chiese  dklui  Missione  Ital,o-Amebicaka. 

—  Altamura  (Bari).  —  Andretta.  —  Ausonia. — 
Avola.  —  Azzano.  —  Decimo.  —  Avellino, 
strada  Conservatorio  35.  —  Bari,  via  Spa- 
rano 103.  —  Barletta,  vicolo  Via  Nuova  66.  — 
Bernalda.  —  Bisaccia.  —  Boscoreale  (Napoli). 

—  Boscotrecase  (id.».  —  Cagliari,  via  Carmi- 
ne 1.  —  Calitri  (Avellino).  —  Comeri  (Pie- 
monte). —  Carid.^  (Calabria).  —  Carpi  (Mo- 
dena). —  Castelforte  (Minturno).  —  Castel- 
morato  (id.).  —  Cellole  (id.).  —  Consandolo 
(Modena).  —  Cordenons  (Pordenone).  —  Di- 
nomi (Calabria).  —  Dogliani  (Mondovi).  — 
Fasani  (Minturno).  —  Ferrara,  via  Romei  46. 
Firenze,  Lungarno  Guicciardini  7  bis.  —  Fiu- 
me. —  Gallico  (Calabria).  —  Genova,  vico 
Denegri  18.  —  Goletta  (Affrica).  —  Gravina 
(Bari).  —  Grottole.  —  Iglesias  (Cagliari).  — 
Laureana  di  Borrello  (Calabria).  —  Matera 
(Potenza;.  —  Messina,  via  Varese,  palazzo 
Romano.  —  Migllarina  (Modena).  —  Miglio- 
nico  (Potenza)  con  Co  >perativa  Evangelica  e 
Monte  Frutnentario.  —  Milano,  via  Giulinl  1. 

—  Minturno  (Caserta).  —  Modena.  —  Mon- 
dovi, via  Beccaria  80.  —  Mo  mescagli  oso  (Po- 
tenza). —  Napoli,  via  Foria  93  con  Circolo 
Evangelico  Battista.  —  Noto  (Siracusa)  —  No- 
vara, vicolo  Carabinieri,  angolo  piazza  del 
Carmine.  —  Oneglia  (Porto  Maurizio).  —  Orti 
(Calabria).  —  Palmi  (id.).  -  Pellano  (id.).  — 
Palermo,  via  Bandiera  24.  —  Pescopagano 
(Avellino).  —  Pomarico  (Potenza).  —  Porde- 


i.  .-  ,i  >.,...».  corso  GaribaMi  91  con  Oruìpn 
Cristiano  Sociale.  —  Porto  Maurizio.  —  l'Ju- 
trahriina.  —  Onarto.  —  Rndicena.  —  Raponc. 

i.  via  Filippini  7.  -  Roc- 
-  Roma,  via  Teatro  Val- 

:  Monte  (Avellino).  —  San- 
p.onlarcn;v,  vie.  LSarabino  4.  —  San  Cosimo 
(Minturno).  —  San  Giorgio  a  Cremano  (Na- 
poli) con  Scuola  diurna.  —  San  Giovanni  a 
Teducclo.  —  San  Martino  (Avellino).  —  San 
Michele  (Mondovi).  —  Sanremo,  via  Privata  3. 

—  San  Sebastiano  al  Vesuvio.  —  Scaletta.  — 
Selva  Cava.  —  Siliqua  (Cagliari).  —  Spigno 
Saturnia  (Minturno).  —  Taormina  (Messina). 

—  Trecate  (Novara).  —  Tufo  (Minturno).  — 
Tunisi  (Affrica),  Avenue  Jules  Ferry  20.  — 
Venezia,  Campo  della  Guerra.  —  Venosa 
(Minturno),  —  Vercelli  (Novara).  —  Villanova 
(Mondovi).  —  Villa  San  Giovanni  (Calabria). 

Chiese  della   Missione   Italo-Inglese. 

—  Albano.  —  Bugnara  (Aquila).  —  Bussila 
(Genova).  —  Calenzano  (Prato).  —  Carbo- 
gnano  (Viterbo).  —  Castelletto  (Cuneo).  — 
Civitacastellana.  —  Civitavecchia,  via  Um- 
berto I  58.  —  Calano  (Prato).  —  Figline  (id.). 

—  Firenze,  Borgognissanti  6.  —  Genova,  via 
Ettore  Vernazza  18.  —  Graverò  (Susa).  — 
Mattie  (id.).  —  Meana  (id.).  —  Moutenerodomo 
(Aquila).  —  Palena  (Chieti).  —  Ponte  alla  Ma- 
rina (Prato).  —  Prato,  via  Carraia  con  Scuole 
serali.  —  Roma,  piazza  in  Lucina  35;  loc.  di 
evangelizzazione  in  via  Borgo  Nuovo  168, 
via  Cola  di  Rienzo  129  e  131,  con  Asilo  In- 
fantile, via  Conte  Verde,  via  Urbana  154,  via 
degli  Equi  68  e  via  della  Lungaretta  124,  In 
Trastevere.  —  Ronciglione  (Viterbo).  —  San 
Benedetto  de'  Marsi  (Aquila).  —  San  Germano 
Chisone.  —  San  Giorgio  (Susa).  —  San  Mar- 
tino (Prato).  —  Sant'Antonino  (Susa).  —  Sul- 
mona (Chieti).  —  Susa.  —  Tivoli.  —  Torino, 
angolo  via  Passalacqua  e  via  Bertela.  —  Torre 
Pellice.  —  Velletri.  —  Vetralla.  —  Viterbo. 

8.  Opera  condizionalista  battista  indipen- 
dente, con  sede  a  Torre  rellice,  nelle  Valli 
Valdesi.  I  fratelli  d'Italia  si  riuniscoro  una 
volta  l'anno  nel  Meeting  Alpestre  del  15  ago- 
sto. Le  riunioni  si  tengono  all'aperto,  nei  vil- 
laggi. Periodico:  L'Ape  Biblica,  mensile  di 
Torre  Pellice,  diretta  dal  sig.  Cocorda. 

Chiese.  —  Torre  Pellice,  via  Garibaldi.  — 
Luserna  San  Giovanni.  —  S.  Germano  Chi- 
sone. A  Torino,  Milano  e  a  Santa-Fè  nell'Ar- 
gentina si  tengono  riunioni  nelle  case  private. 

9.  Missione  battista  delia  Spezia,  fondata 
dal  sig.  E.  Clarke  a  Spezia  noi  1866,  insieme 
a  miss  Clarke  e  miss  Smith.  Oggi  è  presie- 
duta dai  signori  E.  Clarke  e  Arrigo  Erberto 
PuUen.  L'opera  si  occupa  specialmente  di 
distribuire  la  Bibbia,  di  evangelizzare  i  sol- 
dati e  i  marinai  d'Italia,  di  visitare  e  pre- 
dicare sui  bastimenti  italiani  e  stranieri  che 
approdano  a  Spezia. 


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le  più  efficaci  nelle  bronchiti,  polmoniti,  catarri,  ec. 

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'•"aM 


—  264 


La  missione  si  estende  in  Liguria,  To- 
scana, Emilia,  Veneto,  ec;  ha  scuole  feriali 
con  più  di  700  bambini,  autorizzate  dal  Go- 
verno e  state  fatte  sedi  per  gli  esami  gover- 
nativi :  Ila  scuole  domenicali  con  oltre  500  bam- 
bini, un  Orfanolvofio  femminile,  una  Società 
Ginnaaiica,  ec  La  sede  è  in  Casa  Alberto, 
via  Persio  3,  Spezia. 

Opere  varie  e  associazioni. 

Esercito  della  Salvezza  (Salvation  Army).  — 
Quest'opera  di  pietà,  che  si  propone  special- 
mente 11  salvataggio  morale  e  sociale  delle 
vittime  dell' alcoolismo,  del  giuoco,  del  vizio 
e  del  male  sotto  tutte  le  sue  forme,  fu  fon- 
data 43  anni  fa  da  William  Booth  che  ne  è 
ancora  il  Generale.  Ha  nella  sua  organizza- 
zione interna  una  forma  militare  per  assi- 
curare l'unità  della  sua  azione  e  la  rapidità 
dei  propri  movimenti.  Essa  nacque  nei  bas- 
sifondi dell'Est  di  Londra:  uscita  dal  popolo, 
è  verso  il  popolo  che  si  dirige  e  cerca  d'adat- 
tare i  suoi  metodi  alla  natura  ed  alle  aspi- 
razioni di  coloro  che  vuol  salvare:  oggi  è 
sparsa  nel  mondo  intiero.  Il  suo  effettivo 
conta  19,134  ufficiali  ed  impiegati;  44,600  sot- 
tufficiali; 18,683  musicisti;  7,133  società;  1 
suoi  aderenti  si  contano  a  centinaia  di  mi- 
gliaia sparsi  in  52  nazioni  e  colonie.  I  suoi 
giornali  e  le  sue  riviste  hanno  una  tiratui*a 
settimanale  di  un  milione  di  esemplari.  Le 
sue  opere  filantropiche  comprendono  non 
solo  tutti  i  generi  di  assistenza  che  figurano 
nei  manuali  di  opere  pubbliche  e  private, 
ma  di  opere  sociali  come:  emigrazione,  co- 
lonizzazione, banche  popolari  ec.  in  numero 
di  687.  Esse  possono  soccorrere,  assistere  e 
ricevere  fra  le  proprie  mura  più  di  22,000  per- 
sone al  giorno.  Le  sue  considerevoli  opere 
sono  mantenute  in  parte  dal  lavoro  di  quelli 
che  ne  beneficano,  ma  anche  dalla  carità  pub- 
blica e  da  contribuzioni  di  un  certo  numero 
di  Governi  e  Municipi.  Fra  coloro  che  sot- 
toscrissero pei  diversi  fondi  dell'opera  filan- 
tropica dell'Esercito  della  Salvezza  notiamo 
i  nomi  di  Edoardo  VII,  della  Regina  Ales- 
sandra, di  Casimir  Perier  ex  presidente  della 
Repubblica  Francese,  di  Re  Cristiano  di  Da- 
nimarca, della  Regina  Gughelmina  d' Olanda, 
del  Duca  d'Aosta,  del  principe  Bernadette 
di  Svezia,  olti-e  ad  altri  sovrani  e  principi  e 
ad  elevate  autorità  politiche  e  intellettuali 
di  Inghilterra,  America,  Australia,  ec. 

Ili  Italia  r  Esercito  della  Salvezza  ha  por- 
tato il  suo  lavoro  da  molti  anni,  e  dappert- 
tutto  esso  ha  dato  buoni  risultati.  Pubblica 
Il  Grido  di  Guerra.  Da  quest'anno  1907  ha 
aperto  a  Milano  la  Villa  Speranza,  una  Casa 
di  riabilitazione  per  donne  traviate  e  ragazze 
madri.  Quest'opera  si  sosterrà  parte  col  lavoro 
delle  donne  accolte,  parte  con  sottoscrizioni. 

Il  Quartiere  Generale  Italiano  dell'  Eser- 
cito della  Salvezza  è  a  Milano,  ViaLeopardi  19. 
Ne  è  capo  territoriale,  per  interim,  il  briga- 
diere Jeanmond,  in  sostituzione  dei  tenenti 
colonnelli  A.  e  B.  Peyron  Roussell.  Ecco  gli 
indirizzi  delle  Sale  italiane: 

Milano,  piazza  Durini.  —  Torino,  via  Maz- 
zini 8.  —  Genova,  via  Laura  Pinelli  12.  — 
Firenze,  via  Palazzuolo  67.  —  Bologna,  via 
Nosadella  19-A.  —  Venezia,  Rio  Terrà  3120, 


S.  Margherita.  —  Livorno,  via  Ponte  ^aovo  4. 
—  Spezia,  corso  Cavour  24.  —  Torre  Pellice, 
sala  centrale.  —  Luserna  San  Giovanni,  Aux 
Blancs.  —  Fassiotti.  —  Ariano  di  Puglia,  via 
Annunciata  53.  —  San  Germano,  Carema,  via 
Basiha  30.  —  New  York,  14  Roosevelt  Street. 

Unione  delle  Scuole  domenicali,  una  delle 
più  estese  organizzazioni  protestanti.  Nel  no- 
vemb.  1891  sotto  gli  auspici  delle  Unioni  delle 
Scuole  Domenicali  per  i  bambini  di  Londra  e 
di  New  York  fu  nominato  un  Comitato  per 
l'Italia,  comitato  che  oggi  è  composto  di  due 
ministri  per  ciascuna  denominazione  evange- 
lica che  lavora  in  Italia,  e  di  cui  è  segretario 
generale  il  cav.  Filippini.  Il  Comitato  pubbli- 
ca La  Scuola  Domenicale,  trimestrale,  a  Roma 
e  le  Vignette  illustrative  (tiratura  settimanale 
6000  copie).  Ecco  le  statistiche: 

Scuole  in  Italia  261  —  all'estero  (Ital.)  25.  — 
Insegnanti  823.  —  Scolari  nei  registri  12,160.  — 
Scolari,  media  della  frequenza  10,950. 

Opera  di  colportaggio,  che  si  occupa  della 
diffusione  della  Sacra  Bibbia;  è  tenuta  dalla 
Società  Biblica  Britannica  e  forestiera  e  dalla 
Società  biblica  di  Scozia. 

Società  Biblica  Bkitannica  e  fokestie- 
EA.  —  Agenzia  d'Italia:  rev.  R.  O.  Walker, 
via  Due  Macelli  63,  Roma;  Deposito  Generale 
per  r Italia:  sig.  John  Thomas,  via  Due  Ma- 
celli 63,  Roma.  Colportori  della  Società:  Adria, 
Cesare  Barbetta,  San  Pietro  Basso  2059.  — 
Aquila,  Quintino  Scarti,  via  Tre  Marie,  14.  — 
Avellino,  Ippolito  Rosi,  via  Mancini  33.  — 
Bari,  Niccolò  Copertine,  via  Monte  Santa  Ma- 
ria 3,  Gravina.  —  Bologna,  Umberto  Melotti, 
via  Santa  Croce  13.  —  Campobasso,  Dome- 
nico Gaeta,  via  Sant'Antonio  115.  —  Chieti, 
D.  Salerno,  villino  del  Grosso,  San  Francesco 
di  Paola.  —  Como,  Tim.  Zucchi,  Argegno  sul 
Lago.  —  Firenze,  Leandro  Vecchi,  via  Gel- 
somino 8.  —  Foggia,  Salvatore  Cornei,  via 
dell'Uva  e  Biagio  Cornei,  corso  Garibaldi  149. 

—  Foligno,  Luigi  Baldone,  via  Maurizio  Qua- 
drio 14.  —  Forlì,  Remo  Jardella,  via  Mura  di 
San  Pietro  10  a  destra.  —  Grotte,  Giuseppe 
Licata,  via  Roberto  d'Azeglio,  2.  —  Iglesias, 
Luigi  Pisano,  via  Pisani  21.  —  Ivrea,  Gio- 
vanni Monteverdi,  via  CastPllazzo  7.  —  Mes- 
sina, Giuseppe  Greco,  via  San  Francesco  14.  — 
Milano,  Enrico  Dahò,  viale  dei  Mille.  —  Na- 
poli, Salvatore  Russo,  via  Fabio  Galeata  3.  — 
Nardo  (Lecce),  Luigi  Sperticati,  p.  rest.  — 
Novara,  Giovanni  Mariani,  borgo  San  Michele, 
via  Vercelli  93.  —  Padova,  Pietro  Sist,  via 
Cappelli  5.  —  Palermo,  Angelo  Deodato,  corso 
Pisani  146.  —  Roma,  Francesco  Zito,  via  Prin- 
cipe Amedeo  135,  int.  14.  —  Santa  Maria  Ca- 
pua  Vetere,  Eg.  De  Turris,  corso  Adriano  38. 

—  Torino,  Giov.  Operti,  via  Duchessa  Jo- 
landa 12.  —  Vicenza,  Antonio  Dalla  Fontana, 
via  Santa  Stefano  866.  —  Rivenditori  dtlla 
Società:  Gioia  del  Colle,  Raffaello  Aglione, 
via  Principe  Amedeo  38.  —  Parma,  Giuseppe 
Callegeri,  strada  Massimo  D'Azeglio  230.  -^ 
Sanremo,  Felice  Perni,  via  Berigo  15.  —  Sct 
stri  Ponente,  Cost.  Parodi,  via  Cat.  Rossi  C, 
int.  6.  —  Verona,  Domenico  Contarini,  vii^ 
Porto  Palio  68.  Il  catalogo  italiano  della  Sor 
cictà  può  aversi  dal  deposito  o  da  qualsiasi 
colportore. 

SociKTÀ  Biblica  di  Scozia.  —  Agente  in 
Italia:  Rev.  Dr,  I.  Gordou  Qr»ay,  7  via  Venti 


266 


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n-i.  ^  .  :^ -       --^^-     — ^  ---. 

Al;  ,    li    VI»   Cavour.   —   Kiuiieru 

(r  rolamo  Corinna.   —   Sanremo, 

*^  'se.  —  Sa'isari,  Michele  Qaran, 

ti.  —  Soudrio,  Nicola  Cola. 
0   Cristiana  della  Gioventù.  — 
t^>  '    '    \  j.oxontii  \n  1- 

li.i  -..A  IN'.:.;  sol; 

II"     -  -  calo  li  pini:  -o 

Nazionale,  l'rcajJente  del  ConiitaU)  Na/-io- 
nale  è  11  dr.  P.  K.  Prochet.  Pubblica:  Gio- 
p^M.'ù'  Tii.>iis  1.»,  di  Roma.  S«iioni:  Aagrogna, 
Ca  Aluron.  Serre.  San  Lorenzo,  — 

B  .   —   Massello.  —  Novara,  via 

Carolina  i.  —  Pinerolo,  eh.  Vald.  —  Poma- 
retto.  —  Pradeltorno.  —  San  Germano  Chi- 
sone.  —  Luserna  San  Giovanni.  —  San  Se- 
condo. —  San  Secondo  Prarostino.  —  Torino, 
Tla  Pio  V,  15,  —  Torre  Pellico,  ai  Chabrios, 
ai  Coppieri,  Inverso  Rolando,  Tagliaretto, 
Villa  via  Arnaud.  —  Villar  Pellico,  Maussa, 
Inverso.  Teynan.  —  Viilasecca.  —  Milano, 
San  Giovanni  in  Conca  9.  —  Padova,  via 
Mentana  22- A.  —  Venezia,  palazzo  Cavagnis, 
Santa  Maria  Formosa.  —  Firenze,  via  della 
Spada  1.  —  Genova,  via  B.  Bosco  85-2.  —  Rio 
Harìua,  via  Sc^ppini  10.  —  Spezia,  via  da 
Passano  B.  —  Carunchio  (Chietij.  —  Napoli, 
piazzetta  Tagliavi^.  —  Roma,  via  della  Con- 
sulta 67  (palazzo  proprio)  segr.  generale  C. 
M.  Ferreri.  —  Catania,  via  Naumachia  22.  — 
Grotte  (<5irgentii.  —  Palermo,  piazza  Igna* 
rio  Florio  —  Vittoria,  via  Garibaldi  38. 

Unione  cristiana  delle  giovani.  —  Iniziata 
nel  1892  nelle  Valli  valdesi  e  nelle  città  set- 
tentrionali; nel  1898  ebbe  luogo  la  prima 
conferenza  nazionale.  Presidentessa  del  Co- 
mitato nazionale  è  la  signora  Schalck,  a  To- 
rino. Pubblica:  L'Alba,  diretta  dalla  sig.na 
Meynier,  l'Almanae/^o  Unionista,  il  Motto,  ec. 
Setiomi:  Angrogna.  —  Bobbio.  —  Laserna  San 
Giovanni.  —  Massello.  —  Pomaretto.  —  Prali. 
—  PramoUo.  —  Prarostino.  —  Rorà.  —  San 
Germano  Chisone.  —  Torre  Pellice.  —  Villa 
Pellice.  —  ViUaseoca.  —  Aosta.  —  Bergamo, 
Pradello  2.  —  Bologna,  piazza  Calderini.  — 
Bordighera,  st.  £van<?.  —  Forano  Sabina.  — 
Firenze,  via  Lorenzo  il  Magnifico  39.  —  Ge- 
nova, via  Bosco  35.  —  Livorno,  8  piazza  Ma- 
genta. —  Milano,  via  Monte  Napoleone  -31.  — 
Napoli,  palazzo  Cariati.  —  Orbetello,  palazzo 
Sances.  —  Pinerolo.  —  Pisa,  8  via  Ri8or{,'i- 
mento.  —  Lucca,  18  via  Galli  Tassi.  —  Roma, 
64  via  Nazionale.  —  Rio  Marina.  -  San  Remo, 
via  Roma.  —  Sampierdarena.  —  Spezia,  28  via 
Maria  Adelaide.   -  Torino,  ^1a  Pio  V,  15. 


!ic    nuli  ajjjjani'iH.'UU   a! 

liei  per  tutto,  eccezionali 
j     r  i  Tino,  82  Corso   V.  K. 

Milano,  via  Munto  Napoleone  31.  —  Romi 
casa  internazionale,  54  via  Nazionale.  —  Cha 
let  Unioni-ita,  Serre  d'Agrogna,  Torre  Pellic 

—  Colonia  Alpina  (Montagne  bergamascli' 
(li  Bergamo.  Colonia  Marina,  Napoli,  nei  dm 
torni  ili  Napoli. 

Federazione  degli  studenti  per  la  cultura 
religiosa.  —  Presidente  il  prof.  dott.  (Jiovanni 
Luzzi,  via  del  Serragli  51  Firenze.  Sezioni  : 
Firenze,  51  via  dei  Serragli.  —  Messina,  fil 
via  Varese.  —  Napoli,  305  via  Duomo.  —  Pi- 
nerolo, Ch.  Vald.  —  Roma,  67  via  della  Con- 
sulta. —  Torre  Pellice,  Liceo  Valdese.  — 
Pradeltorno.  —  Campobasso,  33  via  Pietrunto. 

—  Catania,  CO  via  Monserrato.  —  Genova,  21 
via  Cesare  Gabella.  —  Padova,  3  via  Casselli. 

—  Palermo,  24  corso  Tuckery.  —  Pavia,  col- 
le;,'io  Ghislicri  —  Pisa,  8  via  del  Risorgimento. 

—  Torino,  2  via  Arcivescovado.  —  Trieste, 
59  via  Acquedotto.  —  Udine,  45  via  Mercato 
Vecchio.  —  Venezia,  198  Ponte  San  Gre- 
gorio. 

Società  di  attività  Cristiana.  —  Firenze,  r>A 
Borgognissanti.  —  Genova,  21  via  Cesare  Ca- 
bella.  —  Potenza,  Ch.  M.  W.  —  Roma,  35 
piazza  in  Lucina;  63  via  della  Scrofa;  43  via 
Panico.  —  Torino,  51  corso  Siccardi.  —  Vi- 
cobelliguano,  Ch.  M.  W. 

Altre  opere.  —  Numerosissime  sono  le 
opere.  le  associazioni,  gli  istituti  evangelici 
sparsi  in  tutta  Italia;  fra  gli  altri  rammente- 
remo i  seguenti. 

Lega  Antialcoolica  Italiana,  con  sede  in 
Firenze,  via  Manzoni  13.  Pubblica  //  Bene 
Sociale,  mensile. 

Asilo- Rifugio  Louise  André,  fondato  e  di- 
retto dalla  sig."  André,  morta  quest'anno 
all'ospedale  di  Firenze,  ancor  giovane.  La 
signorina  andava  per  le  strade  di  Firenze  a 
cercare  i  delinquenti,  i  fanciulli  abbandonati, 
li  portava  via,  li  convinceva,  ne  faceva  lavo- 
ratori onesti.  Questa  casa  di  redenzione,  che 
per  i  miracoli  compiuti  meraviglia  tutti,  è  in 
via  Brunetto  Latini:  si  pensa,  ora,  ad  affi- 
darla all'opera  dell'Esercito   della   Salvezza. 

Asilo  professionale  Evangelico  di  Firenze 
(via  Aretina  8),  fondato  dal  Dott.  G.  Comandi 
e  ora  diretto  dalla  signora  C.  Comandi.  Alunni 
circa  100.  Classi  elementari  e  tecniche;  scuola 
di  canto.  Principali  officine  annesse  all'Asilo: 
ebanisteria,  intaglio  e  meccanica.  .Scuola  Agri- 
cola al  Trebbiolo.  In  estate  bagni  marini  all'Ar- 
denza per  150  fanciulli  scrofolosi. 

Scuole  evangeliche  S.  H.  Carruth^rs  auto- 
rizzate,  fondate   dalla   defunta   mi.ss   Carru- 


f  £iqttorc  Sellini  ^^ 

V  VINI  -  LIQUORI  •  VERMOUTH  •  CHAMPAGNE 


SPECIALITÀ  DELLA  CASA 

^.sco  Monaco  e  ^igli 


di  CATANIA 


—  266 


thers  circa  l'anno  1SG2.  Istituto  Femminile 
in  Pisa,  via  San  Giovannino  11  con  6  classi 
elementari,  8  insegnanti.  Scuole  a  Carraia  e 
a  Cisanelio  con  3  classi  elementari  ciascana 
e  4  insegnanti. 

Altre  opere:  Ospedale  protestante  di  Ge- 
nova ;  Ospedale  Internazionale  e  Ospedale 
Tedesco  di  Napoli;  Ospedale  Protestante  di 
Roma;  Asilo  Evangelico  di  Milano  che  acco- 
glie nella  sua  bellissima  villa  ammalati  di  ogni 
nazionalità  e  di  ogni  religione,  senza  alcuna 
imposizione  confessionale  (via  Monte  Rosa  12); 
laboratorio  Femminile  di  Torino;  Ospedale 
Betania,  Marienheim  e  Istituto  Evangelico 
Femminile  di  Firenze.  La  chiesa  Valdese  sta 
fondando  vari  Asili,  una  Scuola  maestri  evan- 
gelisti e  un  Asilo  per  i  vecchi  poveri  evan- 
gelisti di  Sicilia. 

Altbi  giornali  :  Il  Cristiano,  mensile  di 
Firenze,  diretto  dalsig.  Anderson;  //  Dispen- 
satore, bimestrale  di  Milano,  diretto  dal  sig. 
Carruthers.  Inoltre,  sono  da  notarsi  i  seguenti 
periodici  italiani  che  si  pubblicano  all'estero: 
Ape  Etangelica,  Pittsburg  ;  Dio  e  popolo,  Chi- 
cago ;  Fiaccola,  Zurigo;  Ideal  American,  "New 
York;  Messaggero,  Mount  Vernon  N.  J.  ;  La  Pa- 
role, Scranton;  Risveglio,  Buenos  Ayres;  Rivi- 
sta Evangelica,  New  York;  Verità,  Philadelphia. 

Chiese  italiane  alP  estero. 

Missioni  battiste.  -  Chiese.  Albany  (N.  Y.) 
Hudson  Ave  —  Banksville  (N.  Y.)  —  Barre 
(V.  A.)  —  Boston,  332  Hannover  Street  —  Bri- 
stol (Conn.)  —  Brooklyn  (N.  Y.)  90  Union  Ave. 

—  Buffalo,  Edison  Street.  —  Camden  (N.  Y.) 
Line  Street.  —  Fordham  (N.  Y.)  936  Crescent 
Ave.  —  Gioversville  (N.  Y.)  —  Hartford,  Main 
St.  —  Haverhill  (Mass)  214,  Washington  Street. 

—  Lawrence  (Mass). —  Monfon  (Mass).  —  Mo- 
unt Vernon  (N.  Y.)  —  Newark,  25  M.  A.  Pro- 
spect  Ave.  —  New  Haven,  303  George  Street, 

—  New  York  city,  angolo  di  Oliver;  Mutt 
Street;  Nella  Second  Aven.,  tra  la  IO.™»  e  la 
ll.'raa  strada.  —  New  London,  464  Banco  Str. 

—  Grange  (N.  Y.)  —  Paissao  (N.  Y.)  19  Me 
Lean  St.  commissioni  in  Gartield,  Lodi,  Cli- 
pton  0  Paterson  presso  le  Ch.  Batt.  Ameri- 
cane. —  Pittsburg,  19  Manetta  St.  e  Dean 
Street.  —  Saratoga  (N.  Y.)  —  Schenectady 
(N.  Y.)  -  Silver  Lake  (N.  Y.)  —  Soutle  Nor- 
walk,  Ely  Ave.  —  Springfield  (Mass.)  105 
Williani  St.  —  Stamford  (Coun.)  Angolo  Ri- 
chmond Hill.  —  Torrington.  —  Troy  (N.  Y.) 
Fifth  Aven.  -  Wakefleld  (Mass.)  —  Waterburg 
(Conn.)  Grand  St.  -  Westchelmsford  (Mass.) 

—  Wiliamsbridge,  Whithe  Plains  Road. 
IVIissionl  di  altre  chiese  (questa  lista  non 

è  completa).  —  Alientown,  Maplestr.  1337.  — 
Altoona  (Pa).  —  Auburn  (N.  Y.)  —  Baltimore 
(Md)  —  Berlin  (Conn.)  Box  T15.  —  Berna, 
10  Graffenriedsweg.  —  Berwick  (Pa).  —  Bondo, 
Grigioni.  —  Borgonovo,  id.  -  Boston  (Mass.) 
287  Hannover  St.  —  Bridgeport  (Conn.)  391 


Av.  Castitas.  —  Bristol  fPa).  —  Brooklyn  (N. 
Y.)  91  Pine  St.  con  chiese  a  Vistale,  Bath 
lunction  e  Woodhaven.  —  Brushton  (Pa).  — 
Brusio  (Grigioni).  —  Buenos  Ayres,  718  Cor- 
rients.  —  Buffalo  (N.  Y.)  135  West  Eagle  St. 

—  Camden  (N.  Y.)  —  Chicago  71  W.  Ohio  St. 
e  1653  Gorfleld  Boulevard.  —  Cleveland,  1904 
Woodland  Aven.  e  300  Murry  Hill  Aven.  — 
Colonia  Alejandra  (R.  Ar.)  —  Colonia  Belgrano 
(R.  Ar.)  —  Colonia  Valdense  (Uruguay).  — 
Dedham  (Mass.)  —  Devon  (Pa).  —  Detroit 
(Mich.)  629  Congress.  str.  —  Forqueta  di  San 
Sebastiano  de  Cahy   (Porto  Alegre,  Brasile). 

—  Fall  River  (Mass.)  386  Cherry  st.  —  Garret 
(Pa)  121  Box  Ginevra,  6  Cours  de  Rive,  7 
Chemin  de  Malagnan,  Ronte  de  Troinex.  — 
Hartford  (Conn.)  —  Harleton  (Pa)  564  Carson 
st.  —  i'.illsville  (Pa).  —  Johnstown  (Pa)  loc. 
vis.  Scotdale,  Counelsville.  —  Kensington,  Box 
16.  —  Lambertville  (N.  Y.)  —  Long  Island, 
630  Hamilt  st.  —  Losanna,  Chapelle  du  Va- 
lentino. —  Marsiglia,  2  Rue  Melchion.  — 
Montclair  (N,  Y.)  —  Montreal  (Canada)  350 
City  Hall  Avenue.  —  Neuchàtel,  23  Avenue 
de  la  Gare.  —  Newark  (N.  J.)  391  Hunterda 
st.  511  Market  st.  —  New  Britain  (Conn).  — 
Newcastle  (Pa)  101  Westrannok  st.  —  New 
Haven  (Conn)  285  Hamilta  Street;  14  North 
Lafayette.  —  New  York,  395  Broome  st.; 
4098  -  E  -  114  Street;  29  Lafayette  Place;  63 
Park  st.  —  New  Orleans,  792  South  Liberty; 
1310  Magazine  st.  ;  1428  Bryt^nia  st.  2018 
Melpomene  st.  —  Ombres  de  Lavalle  (Uru- 
guay) -  Philadelphia,  1409  South  15.th  str; 
1916  South  12  str.;  1024  Cristian  st.  —  Pitt- 
sburg (Pa)  529  Collins  Aven.,  7714  Fleury  St., 
43  Mayslower  St.  —  Pittston  (Pa).  —  Plu- 
mouth  (Mass).  —  Poschiavo  (Grigioni).  — 
Providence  (R.  I.)  65  American  st.  —  Roche- 
ster (N.  J.)  249  Penn  st.  -  Roseto  (Pa)  via  Ga- 
ribaldi. —  San  Francisco  (California).  —  San 
Paulo  (Brasile)  131  Rua  das  Immigrantes,  91 
Rua  da  Speranza,  42  Rua  Alegria.  —  Santa 
Rita  do  Passa  Quattro  (San  Paolo,  Brasile).  — 
Schenectady  (N.  Q.).  -  Scranton  (Pa)  620  W. 
Lackwauna  Av.:  loc.  vis.  Carbondale,  Wilke- 
sbarre,  Pittston,  Mayfield.  —  Soglio  (Grigioni). 

—  Springfield  (Mass.)  —  Sterbenville.  —  Tam- 
pa (Fla.)  —   Toronto   (Canada)  63  Elm  str. 

—  Torrigton  (Conn).  —  Valdese  N.  C.  — 
Vico  Soprano  (Grigioni).  —  Vineland  (N.  Y.) 
822  Quince  st.  ;  loc.  vis.  Harleton  ;  Ham- 
monton,  Trenton.  —  Trenton.  Trinitad  (Col.) 
312  Commencial  st.  —  Wakefleld  (Mass.)  — 
Washington  (D.  C.)  —  Waterbury  (Conn)  47 
Wetan  st.  -  Wellsville  (O.)  —  Yokers  (N.  V.), 
59  N.  Broadway.  —  Zurigo,  82  Phlanzschul, 
str.  e  117  Limmastrasse. 

Chiese  estere  in  Italia. 

Chiese  ugonotte  (francesi).  —  Bordighera, 
Park  Hotel.  —  Firenze  9,  Lungarno  Guicciar- 
dini, con  Biblioteca,  Società    di    Beneficenza  e 


ANEMIA      ^    ^ 


NEURASTENIA  ^ 


RACHITISMO     ^ 


SCROFOLA        ^ 


DEBOLEZZA      ^ 


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e  Oriente,  ZINI, 
BERNI,  BIANCHI 
e  C.  Milano. 


—  267  — 


V  —  Qe-  Ani<'<1e<->.    —    Montilolno    {Alenai.    —  Nnpoll, 

I    citro-  173  p.iroo  MarjjluMita.  —  Koma  'l'À-K  vi»  Mim- 

.  . ondosi.  —  te  Tarpeo.  --  8ii!i  Ucnio.   —  ViMu-zla,    Luit-'o 

;o  Iti  traMC  e  toologioo  8an  Vio  738. 


■^        Firenze, 

:\,    4    Via 

'    -  Ll- 

~  (I- 

II 

[■<-r 

liouìii.,  1  via 

.  la  Koma  villa 

_.  .. -.111  Marco. 

Chiese  episcopali  (inglesi).  —  Alassìo  (Ge- 
\-»\  St.  Johns  Church.   —  Bagni  di  Lucca. 
'  (Sovarai.  —  lUIlugio.  —  Bologna  Ho- 
1.  —  Bordu'lura,  Ali  Saints  Church. 
•iiabbia  (Coinoi,  church  of  the  Ascen- 
sioM.   —   Capri,  via  Tragara.  —  Castellamare 
8.,  Hotel  Rovai.  —  Courmayeur,  G.  Hotel  Ro- 
yal.  —  Firenze,  via  Lamarmora;  18  via  Mag- 
gio ;  piazza  del  Carmine   (am»<riVoHa);  e  via 
degli   Angeli,   a   Fiesole.  —  Genova,  piazza 
Marsala.  —  La  Cava,  Uótel  Victoria.  —  Le- 
vanto.  —  Livorno,  9  via  degli  ElisL  —  Mar- 
sala, Baptist  Church.   —   Menaggio   (Como) 
Grand  Hotel  Victoria.  —  Messina,  11  via  del 
Gran  Priorato.  —  Milano,   15  via  Solferino. 

—  Napoli,  via  San  Pasquale,  Chiaia.  —  Nervi 
(Genova)  Hotel  Eden.  —  Ospedaletti  (San 
Remo)  Hotel  Suisse.  —  Pallanza  (Novara) 
Grand  Hót<>l.  -  Palermo,  via  Stobile.  -  Pegli 
(Genova)  Hotel  Mediterranée.  —  Perugia,  Ho- 
tel Bonfani.  —  Pisa.  —  Rapallo  (Genova).  — 
Roma,  via  Babuino  (ri  tu  al  ist  church),  18  piazza 
del  Popolo;  via  Nazionale  chiesa  di  San  Paolo 
(americana)  e  Piazza  San  Silvestro.  —  Salso- 
maggiore. Grand  Hotel  des  Termes.  —  San- 
remo, villa  San  Giorgio  e  Pensione  Bella  Vista. 

—  Savona,  Seamen's  Istitute.  —  Siena,  Oh.  Val- 
dese. —  Sorrento,  Hotel  Tramontano.  —  Spe- 
lla, Hotel  Croce  di  Malta.  —  Stresa  (Novara), 
Hotel  des  lles  Borromees.  —  Taormina.  — 
Torino,  15  via  Pio  V.  Ch.  Valdese.  —  Varese, 
Gran  Hotel.  —  Venezia.  Campo  San  Tio.  — 
Viareggio,  144  SantWndrea.  —  Villa  d'Este 

■  adova).  • 

Chiese  luterane  (tedesche).  —  Firenze,  Lnn- 
g  Arno  Toniglanl.  —  Genova.  11  via  Contardo. 

—  Livorno.  10«  Corso  Amedeo.  —  Messina, 
29»  Corso  Cavour.   —   Milano,  via  Principe 


Vecchi  cattolici. 

Rimane  ora  a  di i  .  'o- 

chl  cattolici,  di  cui  \  la 

in  Italia.  Essi  non  .-  ifi 

ma,  certo,  sono  più  spluti  nulle  loiu  idee  del 
vecchi  cattolici  di  Svizzera  e  di  Germania. 
Come  si  sa,  i  vecchi  cattolici  si  limitano  a  ri- 
gettare l'autorità  e  l'infallibilità  del  papa  e 
poche  altre  cose;  furono  organizzati  dal  ca- 
nonico Dòllinger  e  sono  numerosissimi. 

A  Ginevra  fece  attiva  propaganda  il  pa- 
dre Giacinto  Loyson,  ex  carmelitano.  I  vecchi 
cattolici  aumentano  dappertutto  membri,  ade- 
renti e  chiese. 

In  Italia  dopo  il  1850  venne  un  movimento 
di  riforma  cattolica  indipendente  da  Roma; 
ne  era  l'anima  la  società  dell' L'manripalore 
enttolico,  ispirato  dal  cardinale  D'Andrea.  Il 
movimento  era  aiutato,  per  Interesse,  dal  go- 
verno che  concedette  le  quattro  più  belle 
chiese  di  Napoli  dove  i  preti  nazionali,  sco- 
municati dal  Vaticano,  esercitavano  gli  uffici 
divini,  seguiti  da  molto  popolo.  Tra  gli  ade- 
renti vi  era  l'illustre  Pasquale  Stanislao  Man- 
cini. Mail  Vaticano  ordinò  al  card.  D'Andrea 
di  tornare  a  Napoli  e  riconoscere  così  11  nuovo 
regime;  e  allora  il  governo  ritolse  le  chiese, 
soppresse  ogni  sussidio,  ruppe  l'impegno  col 
card.  D'Andrea  di  eleggerlo  papa  nazionale 
quando  Roma  fosse  liberata,  e  Pio  IX  fuggi- 
to!! Nondimeno  la  chiesa  dei  vecchi  cattolici 
sopravvisse  e  contò  molte  migliaia  di  mem- 
bri. Il  principale  promotore  di  questo  movi- 
mento protestante  fu  il  conte  Enrico  di  Cam- 
pello,  canonico  di  S.  Pietro  in  Vaticano,  che 
abiurò  il  cattolicisrao:  nel  1901  egli  morì  in 
un  ospedale,  riconciliato,  dicesi,  con  la  Chiesa 
romana.  Alcuni  anni  prima  il  pastore  di  San 
Remo  con  tutta  la  sua  chiesa  vecchia-catto- 
lica era  passato  alla  Chiesa  Valdese.  Non  bi- 
sogna confondere  i  vecchi  cattolici  con  i  co- 
sidetti  moderniè'i;  questi,  ancora,  rispettano 
l'autorità  di  Roma  da  cui  non  si  vogliono 
dividere  e  da  cui  forse  non  avranno  coraggio 
di  dividersi  mai.  Fuuio  Liinzi. 


MOH   AVEVA    ILVERO   FAMALE\ 

cut  PORM  ÌMPRE55/1  QUESTA  MARCA  LtC^LMtnT? 
OEPOSITflMtLrt  PflROW  "AOUILAS,, 
FflBBRIOI  f."-  5flriTIINI- FERR/IR^   't 


268 


CULTO   ISRAELITICO 


Ecco  la  consueta  statistica  degli  israeliti  italiani,  secondo  I  più  recenti  risultati: 


COMUNITÀ 
ISRAELITICHE 


Acqui 

Alessandria    .    .    . 

Ancona 

Ascoli  Piceno    .    . 

Asti 

Biella 

Bologna 

Bozzolo  ..... 

Brescia 

Bussato 

Carmagnola  .    .    . 

Carpi    

Casale  Monferrato 

Cento 

Cherasco 

Chieri 

Conegliano.  .  .  . 
Correggio  .... 
Cortemaggiore  .    . 

Cuneo  

Ferrara 

Finale  (Modena)  . 
Fiorenzuola  di 

Arda 

Firenze 

Fossano 

Genova    

Guastalla    .... 

Imola 

Ivrea   

Livorno  

Lucca 

Lugo 

Mantova 

Massa  e  Carrara  . 

Milano 

Modena 

Moncalvo   .... 

Mondovì 

Monticelli  d'Ong. 

Napoli 

Nizza  Monferrato. 

A  riportare.    .    . 


20945 


RABBINI   NEL    1906 


R.  A.  Ancona. 
R.  Emanuel  Foa. 
R.M.LR.  Tedeschi. 

R.  Marco  Foa. 

R.  Alberto  Orvieto. 


R.  Aldo  Lattes. 
V.  R.  M.  Levi. 


R.  M.  A.  Hasdà. 
R.  M.  G.  Jarè. 


-  [lies. 
R.M.  cav.  S.  Margu- 
R.  cav.  G.R.Mouta- 

gnana. 
R.  M.  G.  Sonino. 


R.M.Sam.  Colombo. 


R.  M.  I.  Levi. 


R.M.  cav.  A.DaFano 
R.  M.  G.  Cammeo. 


—        [sco. 
R.M.  L.  Laide  Tede- 


COMUNITA 
ISRAELITICHE 


Ripoì-to 
Novara    . 
Novell  ara 
Ostiano    . 
Padova   . 

Palermo  . 
Parma.  . 
Perugia  . 
Pesaro.  . 
Piacenza. 
Pietrasanta 
Pisa.  .  . 
Pitigliano 
Prato  .  . 
Ravenna. 
Reggio  (En 
Revere  . 
Roma  .    . 

Rovigo.  . 
Sabbioneta 
Saluzzo  . 
San  Remo 
Scandiano 
Senigallia 
Sermide  . 
Siena  .  . 
Soragna  . 
Spezia.  . 
Terni  .  . 
Torino.  . 
Treviso  . 
Trino  (Nov 
Udine  .  . 
Urbino  . 
Venezia  . 
Vercelli  . 
Verona  . 
Viadana  . 
Viareggio 
Vicenza  . 
Vittorio  . 
Voghera . 


Xamero 

degli 
Israel. 

20945 
22 
30 
12 

860 

54 
400 

60 
103 

20 

20 
570 
250 

50 

13 
230 

25 
8600 

170 
20 

130 
94 
20 

130 
20 

175 
70 
60 
20 
5400 
50 
40 
80 
92 
3000 

369 

600 
30 
25 
50 
45 


Totale  dei  Comuiii  )1.  82    42974       Rabbini  N.  31 


RABBINI   NEL  190G 


R.M.Alessand.Zam- 
matto. 


R.  D.  Camerini. 


R.  A.  V.  Benedetti. 
V.  R.  S.  Pergola. 

(Sede  vacante). 

R.  M.  cav.  V.  Casti- 

glioni. 
R.  Amleto  Servi. 

R.  Marco  Levi. 


R.  G.  Musatti. 
(Sede  vacante). 


R.  M.  cav.  G.  Bolaf- 
-  [fio. 


R.M.M.'Coen  Porto 
R.M.  cav.  I.  G.  Cin- 
R.  G.  Calò.       [goli. 


La  Salute  e  la  Forza 

—  alla  portata  di  tutti 

-^  Vedi  articolo  nel  corpo  del  volume.  ^^ 


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Prefetti  dell*  ProvUicie  •  Sindaci  delle  Città  capolnoftil  di  Provincia. 


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NOMR  K  COONOMK 

rSOVlNCIA 

DEL  PBEFSTTO 

DXL  BISDACO  DKL  CAroLTTOOO 

««undii».    ...... 

Giuseppe  Ludo 

Paolo  Sacco 

Al,          -.  .     . 

Pietro  Ferrt 

Alfredo  Felici 

A'i 

Salvatore  Colnccl 

Vincenzo  Camerini 

A.. 

Olovannl  Biir.i;:?! 

Antonio  Guiducci 

A-.-.        1  .    •  ..  ■       .    . 

Carlo  Baldovuu. 

N.  N. 

Av.ì:  :i.,. 

Gennaro  Min.  rvini 

Cannine  Barone 

15.ì; 

Angelo  Bupanza 

Luipl  Milena 

B. 

Francesco  Prandi 

Vittorio  Zftiion 

li- 

Enrico  Galeri 

Nazareno  Cosentini 

B. 

Faustino  Aphel 

N.  N. 

B. 

Ernesto  Dallari 

N.  N. 

B: 

Carlo  Cataldl 

Gerolamo  Orefici 

Cagliari.    .    . 

Onorato  Gernionio 

N.  N. 

Caltanis&etU 

Cesare  Saibante 

Berengario  Gactanl 

Campobasso 

Casimiro  Rovasonda 

Eugenio  Spetrino 

CaserU 

(im^eppe  Grignolo 

Ernesto  Ruta 

Catania 

r^are  Poggi 
I  '     lato  S.ins<>ne 

Santi  Consoli 

Catanzaro 

Giovanni  Jannoni 

OiieU 

■  ppe  Paliimbo-Cardella 

Gaetano  Moscone 

Como. 

ilo  S.nlvarezza 

Lazzaro  Pagani 

c<— - 

-1  Marcialis 

N.  N. 

C: 

Carnevali 

Dario  Ferrari 

Ci. 

ieo  Naselli  Rocca 

Attilio  Pirinoll 

Fer:,.:  . 

iizo  Fabris 

Ettore  Magrti 

Fir.-i;/. 

lo  Annaratone 

Francesco  Sans;iorgl 

Fo^'s-'ia 

re  BtTtafrnoni 

Emilio  Perrone 

Forlì  . 

IO  De  Nava 

Giuseppe  Bellini 

Genova 

ilio  Eugenio  Garroni 

Gerolamo  Da  Passano 

Glrgent 

'  .::o  Re   ucci 

Filippo  Meudolia 

Grosset'                           .    . 

Federico  Spairani 

N.N. 

Lecce                             .    . 

Giuseppe  Sorcc 

Carlo  Fumarola 

ldToni< 

Carlo  Panizzardi 

Giuseppe  Malencbini 

Lncca 

Carlo  Brizio 

Lelio  Chicca 

Macera 

Ildebrando  Merlo 

Milziade  Cola 

Mantov 

Carmine  Adami-Rossi 

N.N. 

Massa 

Pio  Vittorio  Ferrari 

Alfredo  Brugnoli 

Messiti  ;ì 

Adriano  Trlnchieri 

Enrico  Martinez 

Milano 

Giovanni  Alfazio 

Ettore  Ponti 

Modena 

Riccardo  J'rola 

Luigi  Albinelli 

Napoli 

Emilio  Caracciolo  Di  Samo 

Ferdinando  Del  Carretto 

Novara 

Claudio  Musi 

Carlo  Busser 

Padova 

Maurizio  Ceocato 

Giacomo  Levi-CIvita 

Palemi 

Francesco  De  8eU 

Giuseppe  Lucio  Tasca-Lanza 

Panna 

Raffaele  Doneddn  Ardol  io 

Luigi  Lusignani 

Pavia. 

Carlo  Ferrari 

Giovanni  Vidari 

Perugia 

Carlo  Re 

Luciano  Valentin! 

Pesaro                                     Francesco  Maggiotti 

L.  Becchi 

Piacenza                                  Gabriele  Chiericati 

Francesco  Pallastrelli 

Pisa   .    .    . 

Pietro  Cloja 

Giuseppe  Gamblni 

Porto  Mauri/ 

Giovanni  De  Rossi 

Filippo  Alrenti 

Potenza    .   . 

Vincenzo  Quaranta 

Nicola  Vaccaro 

Bavenna  . 

Adolfo  Ferrari 

Ferdinando  Gallira 

Reggio  Calabi 

Raffaele  Orso 

Demetrio  Tripepi 

Rrg^o  Emilia     .    . 

;  (^ktano  Gargiulo 

Camillo  Rossi 

CONFETTI  VENCHI 


TORINO 


270  - 


PROVINCIA 

NOME  E  COGNOME 
DEL   PREFETTO 

NOME  E   COGNOME 
DEL   SINDACO   DEL  CAPOLUOGO 

Vincenzo  Colmayer 
Gaspare  Focaccetti 
Giovanni  Parisini 
Marcello  Lavezzeri 
Pietro  Gandin 
Augusto  Borselli 
Emilio  Venturi 
Luigi  Molinari 
Giovanni  Gasperini 
Odoardo  Anceschi 
Giulio  Focia  di  Cessato 
Alessandro  Brunialti 
Iacopo  Vittorelli 
Edoardo  Verdinois 
Giovanni  Facciolati 

N.  N. 

Salerno             •        . 

Lorenzo  Cavaliere 

Pietro  Satta  Branca 

Siena 

Mario  BiaTichi  Bandinelll 

Siracusa    

Sondrio 

Teramo 

Giuseppe  Toscano 

Giuseppe  Botterini   de  Pelosi 

Bernardo  CeruUi 

Trapani    

Eugenio  Scio 

Udine 

Domenico  Peeile 
Filippo  Griraani 
Luigi  Bellini  Camesali 
Giuseppe  Eoi 

Verona  

{Stampato  il  21  settembre  1907). 


CAMERE   DI   COMMERCIO 

CAMERE   DI   COMMERCIO   ED   ARTI   NEL   REGNO 


CAMERA 
DI   COMMERCIO 

PRESIDENTE 

CAMERA 
DI   COMMERCIO 

PRESIDENTE 

Alessandria  .    .    . 

Carlo  Michel 

Foggia 

Raffaele  Nannarone 

Ancona*  .    .    .   . 

Raffaele  Jona 

Foligno 

Pietro  Clarici 

Aquila 

Giulio  Visconti 

Forlì 

Leonida  Bonavita 

Arezzo  

Francesco  Nenci 

Genova*  .    .    .    . 

Carlo  Dané                  [tano 

Ascoli  Piceno  .   . 

Erasmo  Mari 

Girgenti    .    .    .   . 

Ignazio  Caramazza  Gangi- 

Avellino    .    .    .    . 

Carlo  Amabile 

Lecce 

Eugenio  Calillei 

Bari 

Antonio  De  Tullio 

Lecco    

Giorgio  Enrico  Falck 

Belluno 

Vittorio  Vedana 

Livorno 

Francesco  Ardisson 

Benevento    .    .    . 

Michele  Capo  re 

Lodi  ...... 

Giov.  Battista  Rossi 

Bergamo  .... 

Alessandro  Tacchi 

Lucca* 

Giovanni  Silvestrini 

Bologna    .    .    .   . 

Giuseppe  Gaietti 

Macerata  .    .    .    . 

Vittorio  Bianchini 

Brescia 

Dominatore  Mainetti 

Mantova   .    .    .    . 

Gioacchino  Giannantonj 

Cagliari 

Francesco  Nobilioni 

Messina 

Giorgio  Peirce 

Caltanissetta    .    . 
Campobasso    .   . 

Guglielmo  Lanzirotti 
Tommaso  Allocati 

Milano*    .    .    .    . 
Modena 

Angelo  Salmoiraghi 
Fermo  Corni 

Carrara 

Caserta 

Filippo  Binelli 

Frane.  Saverio  Correrà 

Napoli 

Novara 

Nicola  Giannini 
Giuseppe  Bottacchi 

Catania 

Concetto  Fichera 

Padova 

Amedeo  Corinaldi 

Catanzaro     .    .    . 

N.  N. 

Palermo    .... 

Giovanni  La  Farina 

Chiavenna    .    .    . 

Carlo  De  Giacomi 

Parma 

Aristo  Isola 

Chieti 

Biase  Mezzanotte 

Pavia 

Angelo  Lanzoni 

Civitavecchia  .   . 

Tommaso  Alibrandi 

Pesaro   

Romolo  Cecchi 

Como 

Enea  Brambilla 

Piacenza  .... 

Rinaldo  Lusardi 

Cosenza    .    .    .    . 

Antonio  Castriota 

Pisa 

Vittorio  Supino 

Cremona  .    .    .   . 

Pietro  Rizzi 

Porto  Maurizio  . 

N.  N. 

Cuneo    

Marco  Cassili 

Potenza 

Francesco  Martorano 

Fermo 

Luigi  Ruggieri 

Ravenna    .    .    .    . 

Roberto  Gulmanelli 

Ferrara 

Cesare  Pirani 

Reggio  Calabria. 

Giuseppe  Mazzitelli 

Firenze*  .    .    .   . 

Giorgio  Niccolini 

Reggio  Emilia.   . 

Achille  Caselli 

*  Le  Camere  contrassegnate  con  asterisco  avevano  nel  1900  stabilimenti  di  saggio 
condizionatura  della  seta. 


Tq  PllPQ  HoIId  170110  WOrìPnCO  {Vafid  alU  gamie,  varicocel e,  emorroidi) 
UCL  tuia  UuilC  VCilU  VaiibUOC  dei  Dott.  Stefano  Bolognese  (Casella  po- 
stale 502,  NAPOIjI)  bonifica  e  ricostituisce  le  pareti  venoso  malate  e  tutto  l'appa- 
recchio circolatorio.  —  Sofferenti  e  predisposti  !  Esso  ruppresi'nta  la  vostra  salvezza! 
—  Opuscolo  illustrativo  a  richiesta.  —  Vademecum  dei  sofferenti  e  predisposti 
(Cause,  cura,  igiene).  Voi.  100  pag.  ili.  ¥i.  1. 


-271  - 

CAMKXA 

.1  coJOiKrn.^ 

rnxsiossTa 

COIKRA 
DI   COMMKRCIO 

RlminJ  .   .    ...   . 

Riocnrdo  R(>veRiiiini 

Torino 

Teofllo  Rossi 

Ro-. 

V >  .  Tittoni 

Trapani 

Fr.iiii-esco  Iix.t^i.v..  o 

R.. 

Hombardl-LaveMo 

Treviso 

Alberto  Coletti 

8«; 

,0  Pellegrino 

Udine  • 

Elio  Morpurgo 

8«.ssjin 

N.  N. 

Varese 

Enea  Torelli 

8»Ton»  

GloTunnl  MlsUardl 

Venezia 

Giulio  Coen 

8len» 

Enrico  Righi 

Verona 

Giacomo  Apostoli 

Siracusa    .    .    .   . 

Francesco  Mortellaro 

Vicenza 

Giuseppe  Marchetti 

8pe«j» 

Italo  Zannoiii 

CAMERE  DI  COMMERCIO  ESTERE  IN  ITALIA 

FRANCESI 

^!ILA^•o,  —  Francesco  Gondrand,  Pre9id«nte. 
l.oMA.  —  Luigi  Marte],  Presidente, 

INGLESE 

soxK.  —  Eran  Mackenzie,  Presidente. 
MiLAKO  (Sezione  dlj.  —  W.  P.  Cbnrchward, 
Pi-eeidente 


Turchia.  —  Costantinopoli  (Galata,  San  Pie- 
tro Han,  16),  Isacco  Fernandez,  Presidente. 

Turchia.  —  Smirne  (presso  II  R.  Consolato 
d'Italia),  Barone  Enrico  Allotti,  Presidente. 

Romania.  —  Bccarest  (Strada  Pannilor,  Scuo- 
la Italiana),  J.  Rosaz/a,  Presidente. 

Uruguay.  —  Montevideo  ^Calle  Juncal,  235), 
Al'^ssandro  Talice.  Presidente. 

Messico.  —  Messico  (2»  Ca'.le  de  Dolores,  18), 
Ugo  Bassetti,  Presidente. 

Cina.  —  Shanghai,  Achille  Riva,  Presidente. 


CAMERE  DI  COMMERCIO  ITALIANE 

ALL'  ESTERO 

(tuaeidiate  daX  S.  Governo). 

Egitto.  —  Alessandria  (Via  della  Chiesa  Deb- 

banp.  81,  Alramico  Tilche,  Presidente. 
Francia.  —  Parigi  iRueMatignon,  28),  Cesare 

Tre/ra  di  Muso  11  a.  Presidente. 
Francia.  —  ìIarsk-lia  (Rne  de  la  Républi- 

qae.  7i.  Guido  Allatini,  Presidente. 
Gran  Bretagna.  —  Londra  (Leadenhall  Cham- 

bers.  4,  Saint  Mary  Axe,  E.  C),  Paolo  Po- 

len^'hi.  Presidente. 
Argentina.  —  Bcekos  Aires  (Calle  Corrientes, 

424),  Alessandro  Ferro,  Presidente. 
Argentina.  —  Rosario  di  Santa  Fé  (Calle  San 

Juan.  9'20).  Stefano  Morchlo,  Presidente. 
Stati  Uniti  d'America.  -  New  York  (35,  Broad- 

way).  Antonio  Zucca,  Presidente. 
Stati  Uniti  d'America.  -  San  Francisco  di  Ca- 

Lirr>RxiA  (Montgomery  Street,  712),  G.  Ca- 

legarls.  Presidente. 
Brasile.  —  San  Paolo  (Rua  do  Commercio,  25), 

Giovanni  Briccola,  Presidente. 
Tunisia.  —  TtrNisi  (Rue  de  la  Commission), 

Giuseppe  Attla,  Presidente. 


ADDETTI  E  DELEGATI  COMMERCIALI  ITALIANI 
ALL'ESTERO 

Francia.  —  Parigi,  Conte  Candido  Sabini, 
Dele-ato  Commerciale,  Regia  Ambasciata 
d'Italia. 

Turchia.  —  Costantinopoli,  Carmelo  Mella, 
Addetto  commerciale,  Posta  austriaca,  uf- 
cio  di  Pera. 

Cina.  —  TiEN-TsiN,  Cavalier  Giovanni  Vigna 
Del  Ferro,  Delegato  commerciale.  Regio 
Consolato  Generale  d'Italia. 

Messico.  —  Messico,  N.  N. 

Stati  Uniti  (Nord  America).  —  Washinoton 
D.  C,  Antonio  Ravaioli,  Delegato  commer- 
ciale. Regia  Ambasciata  d'Italia. 


AGENZIE   COMMERCIALI   ITALIANE 
ALL'ESTERO 

(tussididte  dal  R.  Governo). 
Turchia  Europea.  -  Albania.  -  Janina. 


CACAO     VENCHI 

TORINO 


CIRCOSCRIZIONI  MILITARI 
Comandanti  dei  Corpi  d'Armata  e  delle  Divisioni  del  Regno. 


CORPI  D'ARMATA 


NUMERO  E  SEDE 


I.  Torino  .  .  . 

II.  Alessandria 

III.  Milano  .  .  . 

IV.  Genova.  .  . 

V.  Verona.  .  . 

VI.  Bologna  .  . 
VH.  Ancona.  .  . 
Vili.  Firenze.  .  . 

IX.  Roma.  .  .  . 

X.  Napoli  .  .  . 

XI.  Bari 

XII.  Palermo  .  . 


GENERALE  COMANDANTE 


DIVISIONI 


SEDE 


Lodovico  Barbieri. 
Giovanni  Goiran.  . 


\  Torino  . 
■>  Novara, 
i  Alessandria  . 
(i Cuneo,  . 

I 


Luigi  Majnoni  d'Intignano.  .  . 

Ettore  Pedotti 

Gaetano  Gobbo 

Coriolano  Ponza  di  San  Martino 

Asinari  di  Bernezzo 

M.ario  Lamberti 

Luigi  Fecia  di  Cessato 


S.  A,  R.  il  Duca  d'Aosta. 

Francesco  Rogier 

Francesco  Mazza  ,  .  .  .  , 


i  Milano  .  , 
/Brescia.  . 
i  Piacenza , 
^Genova.  . 
i Verona. . 
^Padova  .  , 
ì Bologna  . 
/Ravenna  . 
ì Ancona ,  , 
JChieti.  .  . 
(Firenze,  , 
/Livorno,  . 
(Roma  .  ,  , 
/Perugia  , 
I  Cagliari  . 
Napoli  .  . 
/Salerno  . 
ÌBari.  .  ,  , 
j Catanzaro 
i Palermo  , 
^Messina,  . 


GENERALE  COMANDANTE 


Ces  (re  Poma  di  S.  Martino 
Pio   Valcamonica 
Francese)   Vicino  Pallavicino 
Enrico  Radicati  Talice  di  Pas- 

serano 
Ferdinando  Costantini 
Francesco  Bellini 
Enrico  Sapelli  di  Caprigllo 
Giovanni  Bertoldo 
Vittorio  Caneva  di  Scilaso 
Alberto  Incisa  di  Camerana 
Luigi   Vacquer  Paderi 
Roberto  Brusati 
Giovanni  Gtistinelli 
Vincenzo  Goggia 
Giuseppe  Della  Noce 
Luigi  Zuccari 
Achille  Mazzitelli 
Onorato  Moni 
Alberto  Pallio 
Luigi  Cadorna 
Pietro  Frugoni 
Camillo  Tommasi 
Florenzio  Aliprindi 
Carlo  Corticeìli 
Paolo  Sp ingardi 


{Stampato  il  10  settembre  1907). 


STANZE  DEI  CORPI  CON  I  CAMBIAMENTI  DI  GUARNIGIONI 
DELL'AUTUNNO  1907 


BRIGATE  DI  FANTERIA 


denomi- 
nazione 


Granai."  di 
Sardegna. 


Piemonte 
Aosta.  . 
Coneo,  , 
Regina  . 
Casale  , 
Pinerolo 
Savona , 
Acqui.  , 


SEDI 
DEI 

comandi 


Roma,  , 
Verona  , 
Firenze. 
Chieti.  . 
Milano  . 
Livorno 
Salerno , 
Padova  . 
Genova. 
Pisa  .  .  , 


REGGIMENTI  FANTERIA 


1°  Gr. 

2°  r, 

\  loFant. 
I  3"     , 

•(60  , 
i  70  , 
•(80       , 

•(lOo  ^ 
ilio       , 

'{rio    , 

•(l^o  „ 
il''>°  „ 
•(Ifi"       . 


SEDE 

DEL 

REGGIMENTO 


Roma 

Roma 

Verona 

Verona 

Pistoia 

Firenze 

Ascoli 

Chieti 

Milano 

Milano 

Siena 

Livorno 

Salerno 

Salerno 

Padova 

Padova 

Genova 

Savona 

Spezia 

Pisa 


BRIGATE  DI  FANTERIA 


DENOMI- 
NAZIONE 


SEDI 

DEI 

COMANDI 


REGGIMENTI  FANTERIA 


Brescia.  . 

Napoli  .  .  . 

Cremona  . 

Reggio  Cai. 

Como  ,  .  . 

Novara,  .  , 

Bergamo  . 

Torino  ,  .  , 

Pavia  .  .  . 

Firenze.  .  . 

Pisa.  .  .  . 

Nooera  Inf. 

Siena  .  .  . 

Cuneo.  .  .  . 

Livorno.  . 

Palermo  .  . 

Pistoia  .  . 

Bologna   ,  , 

Ravenna.  . 

Mantova  .  . 

aOoFant 

(20O  „ 

S210  „ 

(220  , 

(230  ^ 

(240  „ 

|25o  „ 

(26"  „ 

j27o  „ 

(280  „ 

j29o  „ 

(30"  „ 

1310  ^ 

(320  „ 

1330  y, 

(340  fl 

)35o  „ 

(3t)0  „ 

137»  „ 

(38°  r, 


SEDE 

DEL 

KEGGIMENTO 


Napoli 

Napoli 

Monteleon© 

Reggio  Cai. 

Novara 

Novara 

Torino 

Torino 

Firenze 

Firenze 

Potenza 

Nocera  Inf, 

Fossano 

Cuneo 

Glrgenti 

Palermo 

Bologna 

Modena 

Venezia 

Mantova 


273  - 


niUTI  n  FAITCRU 

REMIIEITI  FAimii 

nUAn  01  FAITERIA 

RDGeilEITI  FAHTERU 

•  ini 

■  RDB 

■  uni 

■  BOB 

!  SOM»- 

*    DKI 

KUMSBO 

DSL 

DXKOMI- 

DKt 

NUMKBO 

DBL 

NAZtOSB 

COMANDI 

nKOOnfKNTO 

«ASIOMB 

COMAMOI 

BBOOIMRHTO 

BeltiM... 

Aquila  .  .  . 

SD»  Fani. 
400     , 

Aqnlla 
Fojrjfi» 

Palermo    . 

Treviso.  .  . 

67»Fant. 

68»     , 

Treviso 
Belluno 

■odtu.  .  . 

GaeU.  .  .  . 

41»     , 

4-2'     , 

Gaeta 
Caserta 

Ancona  .  . 

Ravenna  .  .55»:     ;; 

Cesena 
Ravenna 

rorU 

Parma  .  .  . 

43»     . 
44<»      , 

Parma 

PngUe.  .  . 

AlessandrIajJJ"     " 

Alessandria 
Alessandria 

imit... 

Napoli  .  .  . 

4:»<'    , 

4C»     , 

"" 

Lombardia 

Brescia...?]:    ;; 

Bergamo 
Brescia 

Femrr.  .  . 

Roma.  .  .  . 

47o     , 
48»     , 

Roma 

lapoU.  .  . 

Oenova.  .  .\]'^„    ^ 

Genova 
Genova 

Parai  .  .  . 

Piacenza  .  . 

490     , 

(50«     , 

Piacenza 
Piacenza 

Toscana.  . 

^>^» !?r.  : 

Brà 

Alba 

ilpl 

Perugia.  .  . 

51»     , 

162«     , 

Perugia 
Spoleto 

Berna  .  .  . 

Venezia.  .  .}J»:    ^ 

Udine 
Venezia 

Umbria.  .  . 

Vercelli.  .  . 

53»     , 
64<»     , 

VercelU 
Ivrea 

Torino.  .  . 

Ancona... gj:     ; 

Ancona 
Fano 

■irete..  . 

Cremona.  . 

550     , 
[560     , 

Reggio  Em. 
Cremona 

Veneiia  .  . 

CaUnla.  .  .|»j;     ; 

Messina 
Catania 

Abmd.  .  . 

Sassari  .  .  . 

67»     , 

5«»     , 

Sassari 
Cagliari 

Terona  .  . 

Palermo  .  .\^^    ; 

Trapani 
Palermo 

Calabria  .  . 

Roma.  .  .  . 

69*     , 
60»     , 

Civitavecch. 
Viterbo 

FrinU  .  .  . 

-- IS:  : 

Bari 
Bari 

SidUa  .  .  . 

Forlì  .  .  .  . 

61»     , 
62»     , 

Forlì 
Rimini 

Salerno  .  . 

Messina.  .  .j«j:     ^ 

Messina 
Siracusa 

CacUazi.  .. 

Novi  Llg.  . 

63»     . 

l64»     , 

Novi  Ligure 
Tortona 

Basilicata. 

Torino... p,     ;; 

Torino 
Torino 

Taltamn.. 

Milano  .  .  . 

65»     , 

60»     , 

1 

Como 
Milano 

Icssina.. 

Catanzaro  .[JJ^    ^ 

Lecce 
Catanzaro 

BE6GIIEITI  BEBSABLIERI 


XrMF.EI   K   SEDI 

I>KLLO 

ITATO    MAGOIOnK 

E   DEL   DEPOSITO 


BATTAGLIONI 
E  SEDI   DEI  COMANDI 


1»   REtiOIMENTO 

San  Remo 


1»  Taggia 
7»  San  Remo 
9»  Ventimiglia 


2«  Reogihento       i 
Roma  I 


2»  Roma 

4»  Roma 

17»  Roma 


3»  Reggimento       » 
Livorno  f 


18»  Livorno 
20»  Maddalena 
25»  Livorno 


4»  Reggimknto 

T'-rino 


26»  Moncenisio 
29"  Torino 
31»  Torino 


5"  Reggivcnto       I 
Bologna  / 


14'>  Bologna 
22»  Bolo;,Mia 
24»  Bologna 


NUMERI   e   SKDI 

DfcLLO 

STATO    maggiore 

E    DEL   DEPOSITO 


11»  Reggimento 

Asti 


DATTAOLIONI 
E  SEDI  DEI  COMANDI 


7»  Reggimento 
Brescia 

8»  Brescia 
!*•>  Brescia 
11»  Descnzano 

8»  Reggimento 
Palermo 

(       3»  Palermo 
\      5»  Palermo 
/     12»  Palermo 

9«  Reggimento 

Napoli 

(     28»  Napoli 
\     30»  Napoli 
/     32»  NapoU 

10»  Reggimento 
Verona 

(     Ifi»  Verona 
{     34»  Peschiera 
/     35»  Verona 

15»  Asti 
27»  Casale 
33»  Asti 


6»  Reggimento       ( 
Ancona  / 


6»  Ancona 
13»  Ancona 
19"  Ancona 


12»  Reggimento       ( 
Milano  / 


21»  Milano 
23»  Milano 
36»  Milano 


—  274  — 


REGGIMENTI  ALPINI 


NUMKRI   E   SEDI 

DELLO 

DENOMINAZIONE 

STATO    MAGGIORE 

DEI    BATTAGLIONI 

E    DEL    DEPOSITO 

Battaglione 
Pieve  di  Teco 


lo  Reggimento 
Mondovì 


Battaglione  Cera 


Battaglione  Mondovì 


/  Battaglione 

Borgo  San  Dalmazzo 


2°  Rkg cimento 
Cuneo 


Battaglione  Salozzo 


Battaglione  Dronero 


Battaglione  Pinerolo 


30  Reggimento 
Torino 


Battaglione  Fenestrelle 


Battaglione  Exilles 


Battaglione  Snsa 


40  Reggimento 
Ivrea 


Battaglione  Ivrea 


Battaglione  Aosta 


Battaglione  Morbegno 


5»  Reggimento 
Milano 


Battaglione  Tirano 


Battaglione  Edolo 


Battaglione  Vestono 


Battaglione  Verona 


C"  Reogimrnto 
Verona 


Battaglione  Vicenza 


Battaglione  Bassano 


Battaglione  Feltro 


70  Reggimento 
Conegliano 


Battaglione 
Pieve  di  Cadore 


Battaglione  Gemona 


CORPO  INVALIDI  E  TCTERANI 
NAPOLI 
di  plotone  -  Asti. 


Distaccamenti 


di   soli   invalidi  -   Massalu- 
brense. 


BRIGATE  DI  CAVALLERIA  (al  15  luglio  1907) 


reggimrnti 
che  le  compongono 


Novara  (5") 
Caserta  (17°) 


Milano  (7o) 
Alessandria  (14«) 
Roma  (20») 


Nizza  (1°) 

Piemonte  Reale  (2°) 
Monferrato  (13°) 
Guide  (19°) 


Montebello  (8°) 
Piacenza  (18») 


Genova  (4o) 
Vicenza  (24») 


Vittorio  Emanuele  II  (10») 
Saluzzo  (12») 
Catania  (22») 

Savoia  (3°) 
Lucca  (16») 
Umberto  I  (23») 


Firenze  (9») 
Lodi  (15») 
Padova  (21°) 


Aosta  (6») 
Foggia  (11») 


SEDI 

DEI 

COMANDI 


Torino 


Alessandria 


MilaMO 


Verona 


Udine 


Bologna 


Firenze 


Caserta 


Napoli 


REGGIMENTI  CAVALLERIA 


REGGIMENTI 


Nizza  cavalleria  (1») 
Piemonte  R.  cavalleria  (2°) 
Savoia  cavalleria  (3») 
Genova  cavalleria  (4°) 
Lancieri  di  Novara  (5») 
Lancieri  di  Aosta  (6») 
Lancieri  di  Milano  (7°) 
Lancieri  di  Montebello  (8°) 
Lancieri  di  Firenze  (9>) 


Lane.  Vittorio  Emanuele  II  (10°) 
Cavalleggpri  di  Foggia  (11°) 
Cavallegger!  di  Saluzzo  (12») 
Cavaiiegg.  di  Monferrato  (13°) 
Cavallegg.  di  Alessandria  (14°) 
Cavalleggeri  di  Lodi  (15°) 
Cavalleggcri  di  Lucca  (16°) 
Cavallegg.  di  Caserta  (17°) 
Cavallegg.  di  Piacenza  (18°) 
Cavalleggeri  Guide  (19») 
Cavalleggeri  di  Roma  (20°) 
Cavalleggeri  di  Padova  (21°) 
Cavalleggeri  di  Catania  (22°) 
Cavalleggeri  Umberto  I  (23°) 
Cavalleggeri  di  Vicenza  (24°) 


SEDE  DEL  REGG. 
E  DEL  DEPOSITO 


Milano 
Nola 

Savigliano 
Padova 
Vercelli 
Fii-enze 
Brescia 
Vicenza 
S.   Maria    Ca- 
pua  Vetere 
Parma 
Napoli 
Bologna 
Lodi 
Saluzzo 
Aversa 
Lucca 
Faenza 
Verona 
Voghera 
Milano 
Caserta 
Torino 
Roma 
Udine 


EEOeiHEITI  AHTIOLIBRU  DA  CAIPAGIA 


m 

SKIìK 

1» 

2» 

fc 

OELRtGOmtNTO 

BATTERIE  DISTACCATE 

COMPAQNIA 

COMPAONI\ 

K 

EDELOCPOSITO 

TURNO 

TUKNJ 

1- 

Follano  .... 

3«  Ancona       7»  Poniffia     |S«  Perugia 

Foligno 

Bracciano 

2- 

l'è  varo 

<•  Fano 

5*  Fano 

Pesaro 

Pesaro 

3- 

ll.tlo}{i  a.  .  .  . 

Bolu;;iia 

Bologna 

i* 

rromona  .  .  . 

Cremona 

Cremona 

8* 

Vonar.»  U    .  . 

Venarla  R. 

Venaria  K 

6- 

Vigevano  .  .  . 

T<»riiio 

Vigevano 

■  ^     '•     r» 

0»   T  ly.^.-".^ 

s^  T  iv'^rnr» 

Pisa 

Pisa 

■na  .  .  .  . 

Verona 

Verona 

■  •« 

il                       '■..., 

.')•  >:\';saii 

Genova 
Caserta 

Genova 
Caserta 

11 

0»  Novi  Li?. 

7«  Novi  Llg. 

Alessand. 

Alessan'. 

I-i                    .  .  .  . 

S*  Nettuno 

Cai)na 

Capna 

13»  1  H..m;i 

•2*  Nettuno 

Roma 

14» 

Fermra  .... 

2«  Forlì 

3-  Forlì 

Ferrara 

15» 

Reggio  E.    .  . 

6»  Modena 

7»  Modena 

8»  Modena 

Reggio  K. 

!«• 

Brescia  .  .  .  . 

2*  Berframo 

3»  Bergamo 

Brescia 

IT» 

Novara  .  .  .  . 

7«  Vercelli 

Novara 

18» 

Aquila 

i*  Sulmona 

5»  Sulmona 

Aquila 

19» 

Firenze  .  .  .  . 

Firenze 

*)• 

Padova  .  .  .  . 

C*  Treviso 

7»  Treviijo 

Padova 

21» 

Piacenza  .  .  . 

3»  Parma 

A*  Parma 

5*  Parma 

Piacenza 

2>. 

Palermo.  .  .  . 

16*  Messina 

17>  Messina 

Messina 

23» 

Acqni 

1»  Cuneo 

2«  Cuneo 

3»  Cuneo 

Cuneo 

24. 

Napoli 

4*  Nooera!i!.  5»  Noceralal. 

1 

Napoli 

\ 

REGGIIEHTI  D'ARTIGLIERIA  DA  COSTA 

REGGUEHTO  ARTIGLIERIA 

E  DA  FORTEZZA 

ARTIGLIERIA 

A  CAVALLO 

■= 

DA  lOHTAGIA 

Milano 

zi 

lì 

DA  COSTA 

II 

DA  FORTEZZA 

•S 

:s 

laltrrir  iìkUni'e.    | 

Ilogtfl- 

Torino 

5»  e  6-  batteria 

Verona 

1» 

fi  cnova(eon  bri- 

lo 

Torino  (con  br. 

ineiito 

4»  comp.  treno 

Verona 

gate  a  Vene- 
zia e  Savona) 

2» 

a  Bologna) 
Alessandria  (i'<  Iti 

i  rijjata 

Cone- 

2» 

Spezia 

brigata  a  Ve- 

«lei Ve- 
neto 

gllano 

3-» 

Messina  (con 
brigate  a  Ta- 
ranto. Reggio 
C.  e  Gaeta) 

Brigata    della 
Sardeiina  (al- 

3» 

rona) 

Boma  (con  bri- 
gate a  Piacen- 
za, .Mantova  e 
Alessandria). 

la  Maddalena) 

C0IPA6MIE   OPERAI   D'ARTIGLIERIA 


COMPAOjnK 

SKI>K 

(•omi'.u;mk 

sr.!>K 

1»  M.VVU«TRAKZ.\ 

2»           Id. 

3»  ARTIFICIERI 

Miinrova 
Mantova 
Mantova 

4*  ABTIFICISBI 
6*  ARMAIUOLI 

Mantoya 
Mantova 

-  27G  - 


REGGIMENTI   GENIO 


NUMERI  E  SEDI  DELLO  STATO  MAGGIORE  E  DEL  DEPOSITO 

lo 

20 

30 

40 

50 

Brigata 

(Zappatori) 

(Zappatori) 

(Telegrafisti 
e  specialisti) 

(Pontieri 
e  lagunari) 

(Minatori) 

ferro- 
vieri 

Pavia 

Casale 

Firenze 

Piacenza 

Torino 

Torino 

Brigate  e  com- 

Bn'gate e  com- 

Brigate e  compa- 

Brigate e  compa- 

Brigate e  compa- 

Comp. 

pagnie  distac- 

pagnie distac- 

gnie distaccate. 

gnie  distaccate. 

gnie  distaccate. 

distac. 

cate. 

cate. 

— 



_ 

— 

— 

3a  brigata  -  Pia- 

1» comp.  -  Roma. 

6»  comp,- Ozieri. 

1«  brigata  -  Ro- 

1» brigata -Bo- 

cenza. 

la  brigata  -   Ve- 

Sa comp,   -   Bar- 

la    e    2^ 

ma, 

logna. 

4*  brig.  -  Verona. 

rona. 

donecchia. 

comp.- 

S'i^eomp.-Ospe- 

Brigala    speciali- 

Brigatalagunari- 

4a  brigata  -   Al- 

Roma. 

daletto. 

sti  -  Roma. 

Venezia. 

benga 

Sez  io  n  e 

4abrigata-Mes- 

Ila  comp.  -  Mes- 

2» comp.  treno  - 

automo- 

sina. 

sina. 
2'^  comp.  treno  - 

Roma. 
Dislaccarnen.  tele- 

grafìs'.i  •  Ozieri 

Verona. 

bilisti  - 
Roma. 

COMPAGNIE   DI   SANITÀ 

COMPAGNIE   DI   SUSSISTENZA 

Niimoro 

SEDE 

JfuBifro 

SEDE 

Sumero 

SEDE 

Xumtro 

SEDE 

la 

Torino 

7a 

Ancona 

la 

Torino 

7a 

Ancona 

2» 

Alessandria 

8a 

Firenze 

2'* 

Alessai-.dria 

8» 

Firenze 

3» 

Milano 

9a 

Roma 

3--^ 

Milano 

9a 

Roma 

4» 

Piacenza 

10» 

Napoli 

411 

Genova 

lOa 

Napoli 

5» 

Verona 

Ila 

Bari 

5'' 

Verona 

11» 

Bari 

6» 

Bologna 

12-- 

Palermo 

6a 

Bologna 

12a 

Palermo 

Plotone  autonomo  della 

Plotone  autonomo  della 

divisione  di  Cagliari 

divisione  di  Cagliari 

-  Cagliari. 

-  Cagliari. 

(Stampato  il  lo  ottobre  1907). 


ORDINE   GIUDIZIARIO 


Primi  Presidenti  e  Procuratori  Generali  delle  Corti  di  Cassazione  e  di  Appello. 


Ancona 

Aquila 

Bologna 

Brescia 

Cagliari 

Casale  Monferrato 

Catania 

Catanzaro 

Firenze 


Corte  d'Appello 


Corte  di  Cassazione 
Corte  d'  Appello 


Genova 
Lucca 


Primo  Presiden'e 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procura/ore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Geneì-ale 
Primo  Presidente   ■ 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 


Lodovico  Mortara 
Augusto  Nazari 
Natale  Palummo 
Alfonso  De  Biasio 
Oreste  Petrilli 
Matteo  Barracano 
Giuseppe  Favini 
Giovanni  Melegari 
Giovanni  Pietro  Capotorti 
Emanuele  Fois 
Enrico  De  Giuli 
Gio,  Batta  Prato 
Ottorino  Pianigiani 
Emmanuele  Pandolfini 
Francesco  Ciaccia 
Domenico  Giordano 
Vincenzo  Cosenza 
Giuseppe  Manfredi 
Francesco  Penserini 
Francesco  He  r  mi  te 
Benedetto  Scillamà 


Francesco  Bruni 

Genesio  D'Arcayne  Delltala 


M<'*vlii» 

Corte  d'Appello 

/', 

nfé 

Davide  Invrca 

r, 

u^rnl^ 

Isidoro  HroKgl 

M  l.-*v,.. 

^ 

J'rur.., 

.  ,.„.,..»./« 

Federico  Criscuolo 

Pro(Mrxìtor«  G^nernìé 

Luigi  Lado  Manca 

N.M.oh 

Corte  di  Cassasinno 

Primo 

fWnidont^ 

Giorgio  Maivl 

("alonda  nob.  do'Tii- 

• 

Corte  d'Appollo 

Pr 

•iutl                  [vani 
.             .    .paldo 

Palermo 

Corte  di  Cassar.ionò 

Pr 

V 

(JioNnmii  Ferro  Lur.7,1 

P, 

nt-i-alé 

Olusoppo  De  Marlnis 

• 

Corto  d'Appello 

Pru 

■  lite 

Paolo  Mnz2:ella 

Parma 
Berna 


.    rlno 


Tram 
Venezia 


Corte  di  Cassasiono 
Corte  d'Appello 
Corte  di  Cassazione 
Corte  d'Appello 


ProcHtaCuif.  iieneraìé   Guglielmo  Vacca 
Primo  Pìtsidenté  Pietro  Marsilio 

Procuratore  GenaraU    Knrlco  Mazza 
Primo  Pt^aidenie  G.  B.  Pagano  GuarnaschelU 

Procuratore  Generale   Oronzo  Quarta 
Primo  Presidente  Michele  Cardona 

Procuratore  Generale    Sebastiano  Caprino 
Primo  Presidente  Cesare  Alag«ia 

Procuratore  Generale   Giuseppe  Borgnini 
Primo  lYesidente  Leopoldo  Ostermann 

Procuratore  Generale   Angelo  Garelli 
Primo  Presidente  Enrico  Cefalo 

Procuratore  Generale   Gaetano  Mancini 
Primo  Presidente  Enrico  Tlvaronl 

Procuratore  Generale   Raffaele  Garofalo 

{Stampato  il  1"  ottobre  1907). 


AGENTI  DIPLOMATICI  DI  S.  M.  IL  RE  D'ITALIA 
PRESSO  I  GOVERNI  ESTERI 


Argentina  (Buenos-Ayres).  —  Nob.  Vincenzo 
Maochl  dei  conti  di  Cellere,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziario. 

Austria  Ungheria  (Vienna).  —  Duca  Giuseppe 
Avarila,  umbasciatore. 

Baviera  (Monaco).  —  Emanuele  Berti,  inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 

Belgio  '  Bru.r^Ues).  —  Conte  Lello  Bonln  Lon- 
^:;ir.  ,  ;:.•.  ito  straordinario  e  ministro  ple- 
I..J:    t'  i;7;.ino. 

Bolivia.  —  K.  N.,  inviato  straordinario  e  mi- 
nistro plenipotenziario  (residente  a  Lima). 

Brasile  ilUo  Janeiro).  —  Conte  Giulio  Cesare 
Viruì.  Hi  \  .Ito  straordinario  e  ministro  ple- 
nipc'ten/iario. 

Bulgaria  (Sofìa).  —  Fausto  Cucchi  Eoisso, 
Silente  e  console  generale. 

CWIÌ  (Santiago).  —  Nob.  Francesco  Carignani 
dei  duchi  di  Novoli,  inviato  straordinario 
e  ministro  plenipotenziario. 

Cina  (Pechino).  —  N.  N.,  Inviato  straordinario 
e  ministro  plenipotenziario. 

Colombia  (Bogotà).  —  Buffino  Agnoli,  ministro 
residente. 

Corea  {Seoul).  —  N.  N.,  ministro  residente. 

Costarica.  —  Carlo  Nagar,  ministro  residente 
(residente  a  Guatemala). 

Cuba  (Avana).  —  Oreste  Savina,  ministro  re- 
sidente. 

DanimarcarC<)p«no^;i«M)-— Conte  Giorgio  Carlo 
Calvi  di  Bergolo,  inviato  straordinario  e  mi- 
nistro plenipotenziario. 


Egitto  (Cairo).  —  Giulio  Malmusl,  agente  di- 
plomatico. 

Equatore.  —  N.  N..  inviato  straordinario  e  mi- 
nistro plenipotenziario  (residente  a  Lima). 

Etiopia  (Addis  Abeba).  —  Federico  Ciccodicola. 
regio  rappresentante. 

Francia  (Parigi).  —  Conte  Giuseppe  Tomie! 
Br usati  di  Vergano,  senatore  del  Reguu, 
ambasciatore. 

Germania  (Berlino).  —  Alberto  Pausa,  sena- 
toro  del  Regno,  ambasciatore,  accreditato 
puro  in  qualità  di  inviato  straordinario  e 
ministro  plenipotenziario  presso  i  Regni  di 
Sassonia  e  di  Wurtenberg,  presso  i  grai 
ducati  di  Assia,  di  Baden,  di  Mecklemburt." 
Bchwerin,  di  Mecklemburgo-Strelltz,  di  u:- 
demburgo  e  di  Sassonia  Weimar-Eisenach  e 
presso  i  ducati  di  Brunswich,  di  Sassonia- 
Altenburgo,  di  Sassonia-Coburgo  e  Gotha  o 
di  Sassonia-Meiningen. 

Giappone  (Tokio).  —  Conte  Giovanni  Gallina, 

ambasciatore. 
Gran  Bretagna  (Londra).  —  March.  Antonino  di 

San  Giuliano,  ambasciatore. 
Grecia  (Atene).   —   N.  N.,  inviato  straordlii 

rio  e  ministro  plenipotenziario. 
Guatemala.  —  Carlo  Nagar,  ministro  resident 
Haiti.  —   Oreste  Savina,  ministro  resident 

(residente  all'Avana). 
Honduras.  —  Carlo  Nagar,  ministro  resldein 

(residente  a  Guatemala). 
Lussemburgo.  —  Nob.  Giuseppe  Sallier  de  ' 

Tour,  duca  di  Calvello,  inviato  straordinu- 


278 


rio  e  ministro  plenipotenziario  (residente 
all'Aja). 
Marocco  (Taiigerì).  —  Cesare Nerazzi ni, inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 

Messico  (Messico).  —  Conte  Cesare  Ranuzzi  Se- 
gni, inviato  straordinario  e  ministro  pleni- 
potenziario. 

Monaco.  —  Giuseppe  Rosset,  console. 

Montenegro  (Celtig)ie).  —  March.  Andrea  Car- 
lotti,  inviato  straordinario  e  ministro  ple- 
nipotenziai'io. 

Nicaragua.  —  Carlo  Nagar,  ministro  residente 
(residente  a  Guatemala). 

Paesi  Bassi  {Aja).  —  Nob.  Giuseppe  Sallier 
de  la  Tour,  duca  di  Calvello,  inviato  stra- 
ordinario e  ministro  plenipotenziario. 

Paraguay  {Assunzione).  —  Ettore  Gazzaniga, 
incaricato  d'afifari. 

Persia  (Teheran).  —  Conte  Francesco  Mazza, 
inviato  straordinario  e  ministro  plenipo- 
tenziario. 

Perù  (Lima).  —  N.  N.,  inviato  straordinario 
e  ministro  plenipotenziario. 

Portogallo  (Lisbona).  —  Conte  Raniero  Pao- 
lucci  de'  Calboli,  inviato  straordinario  e  mi- 
nistro plenipotenziario. 

Rumania  (Bucarest).  —  Nob.  Emanuele  dei  mar- 
chesi Beccaria  Incisa,  inviato  straordinario 
e  ministro  plenipotenziario. 


Russia  (rieirohurgo).  —  Giulio  Melegari,  am- 
basciatore. 

Salvador.  —  Carlo  Nagar,  ministro  residente 
(residente  a  Guatemala). 

San  Domingo.  —  Oreste  Savina,  ministro  resi- 
dente (residente  all'Avana). 

Serbia  (Belgrado).  —  March.  Alessandro  Guic- 
eioli;  inviato  straordinario  e  ministro  ple- 
nipotenziario. 

Siam.  —  Federico  Ciccodicola,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziario. 

Spagna  (Madrid).  -  Nob.  Giulio  Silvestrelli, 
ambasciatore. 

Stati  Uniti  d'America  (Washington).  —  Bar.  Ed- 
mondo Mayor  des  Planches,  ambasciatore. 

Svezia  e  Norvegia  (Stoccolma).  —  Enrico  Fer- 
rara Dentice,  inviato  straordinario  e  mini- 
stro plenipotenziario. 

Svizzera  (Berna).  —  March.  Luigi  Gerolamo  Cu- 
sani  Confalonieri,  inviato  straordinario  e 
ministro  plenipotenziario. 

Turchia  (Costantinopoli).  —  March.  Guglielmo 
Imperiali  di  Francavilla,  ambasciatore. 

Uruguay  (Montevìdeó).  —  Vittorio  Cobianchi,  in- 
viato straord.  e  ministro  plenipotenziario. 

Venezuela  (Caracas).  —  Carlo  Filippo  Serra,  mi- 
nistro residente. 

(Stampato  il  !<>  ottobre  1007). 


AMBASCIATE  E  LEGAZIONI  ESTERE  PRESSO  S.  M. 


Argentina  (Repubblica).  —  Enrico  B.  Moreno,  in- 
viato straordinario  e  ministro  plenipotenz. 

Austria-Ungheria.  —  Conte  Enrico  Lutzow  de 
Drey-Lutzow  und  Seedorf,  ambasciatore. 

Baviera.  —  Bar.  Rodolfo  De  Tann-Rathsam- 
hausen,  inviato  straordinario  e  ministro  ple- 
nipotenziario, 

Belgio.  —  Leone  Maskens,  inviato  straordina- 
rio e  ministro  plenipotenziario. 

Brasile.  —  J.  H.  De  Mello  e  Alvini,  inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 

Bulgaria.  —  Dimitri  Mintchovitch,  agente  di- 
plomatico. 

Chili.  —  Augustin  Edwards,  inviato  straordi- 
nario e  ministro  plenipotenziario. 

Cina.  —  Huang-Kao,  inviato  straordinario  e 
ministro  plenipotenziario. 

Colombia.  —  Giuseppe  Marcelin  Hurtado,  in- 
viato straordinario  e  ministro  plenipotenz. 

Costarica  —  Raffaele  Montealegre,  incaricato 
d'affari. 


Cuba.  —  Emilio  Ferrer  y  Picabia,  inviato 
straordinario   e   ministro  plenipotenziario. 

Danimarca.   —   Conte  Carlo  Moltke,  inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 
Equatore.  —  N.  N. 
Francia.  —  Camillo  Barrère,  ambasciatore. 

Germania.  —  Antonio  De  Monts  de  Mazin,  am- 
basciatore. 

Giappone.  —  N.  N.,  inviato  straordinario  e  mi- 
nistro plenipotenziario. 

Gran  Bretagna.  —  Edwin  Henry  Egerton,  am- 
basciatore. 

Grecia.  —  Chr.H.Mizzopoulos,  incaricato  d'af- 
fari. 

Guatemala.  —  Giuseppe  Tibie  y  Machado,  in- 
caricato d'affari  (residente  a  Londra). 

Messico.  —  Gonzalo  A.  Esteva,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziario. 

Monaco.  -  Pietro  Dugué  de  Maccarthy,  in- 
viato straordinario  e  ministro  plenipoten- 
ziario. 


CIOCCOLATO  VENCHI 


TORINO 


27.) 


a  Parigi  U 

'«     -       .1    —  Thor  TOM  Dition.  invilito  stmor- 
'  «  mlntwtro  plontpotcìty.iario. 

■— ^'  v-irico    De   Wcodo.    iiivinto 

Mlstro  pIoDlpotoiuliirlo. 

; ....  Khan.  Inviato  straordina- 
rio e  ministro  plenipotenziario. 

Peni.    —    Avellno   Caceres    Andres,    inviato 
straurdi Ilario  e   ministro  plenipotenziario. 

PortogaHo.  —  Mattia  De  Carvalho  o  Vasoon- 
•  !>  '>.  inviato  atraurdinario  e  ministro  ple- 
::.l'   toniiario. 

Rumania.  —  Nicola  Fleva,  inviato  straordinario 
e  ministro  plenipotenziario. 

Russia.   —   Conte  Nicola  Mouravieff,  amba- 
sciatore. 


Serbia.    -    Milovano   MiIovnnovit«'h.   Invin' 

straordinario  e  minliitro  plonipotcMiziario 
Siam.  —  Phya  Hurlya  Niivatr,  inviato  Htrani 

dtnario   e   ministro   plenipotenziario   (ri's 

dento  a  rnrlKi). 
Spagna.  —  (liuseppo  Brunetti  y  Gayoso,  ducu 

d'Arcos,  amba.st.«latore. 

Stati  tiniti  {Amfiicn  del  Nord).  -  Henry  White, 
ambasciatore. 

Svezia.  -  Dar.  Carlo  Nils  Daniele  de  Bildt,  in- 
viato straordinario  e  ministro  plenipoteii/ 

Svizzera.  -  Giovanni  BattisU  Pioda.  invia' 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario 

Turcllia.  —  Moustafa  Rùchid  Bey,  ambascia 

Uruguay.  -  Giovanni  Cuestas,  inviato  straordi- 
nario 0  ministro  plenipotenziario. 
Venezuela.  -  N.  N. 

[Stampato  il  I*"  ottobre  1907). 


CONSOLATI  ITALIANI  DELLE  PRINCIPALI  LOCALITÀ  STRANIERE^') 


Argentina. 

Buenos  .^ires  —  Ludovico  Gioja,  e.g. 
Cordoba  —  Giosuè  Notarl.  e. 
La  Piata  —  Onorato  Gaetani  d'Aragona,  e 
Rosario  —  Luigi  Testa,  e. 

Austria-Ungheria. 

Budapest  —  Alessandro  Stlattioli  Pasqua- 
lini,  e.g. 
Fiume  —  Carlo  Caccia  Domlnioni,  e.  g. 
Innsbruck  —  Guido  De  Lucchi,  e. 
Spalato  —   Enrico  Grabau. 
Trieste  —  Nicola  Squittì,  e.  g. 
Zara  —  Gustavo  Zanotti-Bianco.  e. 


Bruxelles  —  Leone  Cassel,  e.  g. 
Anversa  —  An>erto  H.  Bary,  e.  g. 
Liegi  —  Augusto  Gillon  de  Robaulx,  e. 

Bolivia. 

La  Paz    -  Giovanni  Torti,  e 

Brasile. 

Ilio  Janeiro  -  Lodovico  Centurione,  e. 
Bahia  —  Salvatore  Luciano  Rocca,  e. 
Bello   Horìzontd   —   Temistocle   Filippo 

Bernardi,  r.  e. 
Juiz  de  Fora  —  Gualtiero  Chllesotti,  p.  e. 
CuritJba  —  Tancredi  Castiglia,  e. 
Florianopolis  <glà  Desterro)  —  Gerolamo 

De  Rossi,  r.  e. 
Para  —  Giulio  Ricciardi,  p.  e. 
Fernambuco  —  Gino  Macchioro.  e. 
Porto  Alegre  —  Francesco  De  Velutlis,  r. 
San  Paolo  —  Pietro  Baroli,  e.  g. 
Vittoria  —  Giov.  Batta  Beverini,  e. 

Chili. 

Valparaiso  —  Alfredo  Ancarano,  e. 

Cina. 

Canton  —  Eugenio  Zanonl-Volpieelli,r.i^. 
Shanghai  —  Attilio  Monaco,  e.g. 


Mongtzé  —  Pier  Luigi  Grimanl,  e. 
Tientsin  —  Oreste  Da  Velia,  *•. 
Hankow  —  Romolo  Tritonj,  e. 

Colombia. 

Bogotà  —  Buffilo  Agnoli,  e.g. 
Barranquilla  —  N.  N.,  ftgg.  il  connolnto. 
St-Josè  di  Cucuta  —  Agostino  Berti,  e. 

Congo. 

Boma  —  Giacomo  Mondello,  e. 
Matadi  —  Ettore  Villa,  e. 

Corea. 

Seoul  -  N.  N.,  e.  g. 

Costarica. 

San  José  -  Ettore  Do  Benedictis,  regg.  il 
consolato. 

Cuba. 

Avana  —  Oreste  Savina,  e.g. 

Danimarca. 

Copenaghen  —  Valdemar  Gluckstadt,  r. 

l'osttedi menti  danesi  in  America. 

Saint-Thomas  —  Edoardo  IL  Moron,  e. 

Equatore. 

(iuayaquil  —  Alfonso  Roggiero,  e. 

Francia. 

Be-saufon  —  N.  N.,  e. 

Bordeaux  —   Ernesto   Ugo  Grimm   Pro- 

vence,  e. 
Cette  —  Guglielmo  Vivaldi,  v.  e. 
Chambéry  —  Ugo  Carutti  di  Cantogno,  e. 
Havro  —  Francesco  Bruni  Grimaldi,  e 
Lione  —  Enrico  Ferrod,  e.  g. 
Marsiglia  —  Antonio  Marazzi,  r.  g. 
Nizza  —  Vittorio  Thaon  di   Revel,  e.  g. 
Tolone  —  Paolo  Apollinare  Burdese,  v.  e. 

Corsica, 

Bastia  —  Cesare  Biancheri.  e. 


(1)  Cg.,  Console  generaUe  —  e,  cunrule  —  v.  e,  viceconsole. 


280  — 


Possedim,  francesi  in  Africa,  Asta  ed  America. 

Algeri  —  Gherardo  Pio  di  Savoia,  e.  g. 

Bona  —  Girolamo  De  Eossi,  v.  e. 

Cajeuna  —  Ippolito  Edoardo  Antier,  e. 

Fort  de  Franco  —  Macario  Grisolia,  e. 

Noumea  (Nuova  Caledonia)  —  N.  N.,  e. 

Point-à-Pitre  (Guadalupa)  —  Leopoldo 
Petrelluzzi,  e, 

Kufisque  (Seuegambia)  —  Ernesto  Hor- 
tala,  e. 

Saigon  —  Oscar  Du  Crouzet,  regg.  il  e. 

Saint-Denis  (Riunione)  —  Alberto  Pan- 
cera,  e. 

Tamatava  (Madagascar)  —  Desiderio  Mai- 
grot,  e.  g. 

Germania. 

Berlino  —  Enrico  Keibel,  e.  g. 

Amburgo  —  Domenico  Pappalepore  Ni- 
colai, e,  g. 

Breslavia  —  Giorgio  Haase,  e. 

Colonia  —  Filippo  Rogeri  di  Villano  va,  e.  g, 

Dresda  —  Giorgio  Arnstàdt,  e. 

Francoforte  s.  M.  —  Bernardo  Lamber- 
tenghi,  e.  g. 

Kiel  —  Rodolfo  Lehment,  e. 

Konigsberg  —  Augusto  Preuss,  e.  g. 

Lipsia  —  Federigo  Guglielmo  Krause,  e. 

Mannbeim  —  Ottone  Bornhausen,  e.  g. 

Monaco  di  Baviera  —  Rodolfo  de  Olden- 
bourg,  e.  g. 

Norimberga  —  Teodoro  Schilling,  e. 

Saarbrùcken  —  Emilio  Guzzo  Crea,  v.  e. 

Stettino  —  Massimiliano  Metzler,  e. 

Stoccarda  —  Guglielmo  Federer,  e.  g. 

Gran  Bretagna. 

Londra  —  Lazzaro  Allatini,  e.  g. 
Cardiflf  —  Angelo  Dall'Aste  Brandolin,  e. 
Dublino  —  Lorenzo  Salazar,  e. 
Glasgow  —  Giorgio  Breen,  e.  g. 
Liverpool  —  Paolo  Bajnotti,  e.  g. 

Possedimenti  inglesi  nel  Mediterraneo. 
Gibilteri'a  —  Lorenzo  Rossi,  e. 
Malta  —  Carlo  Magenta,  c.g. 

Possedimenti  inglesi  in  Africa. 

Johannesbourg  —  Cesare  Poma,  e.  g. 
Capetown  —  Ferdinando  Daneo,  v.  e. 
Freetown  —  Giuseppe  Tommaso  Zolla,  e. 
Mahè  —  H.  Bergue,  regg.  il  e. 
Port  Louis  —  John  Walpole  HoUway,  e. 

Possedimenti  inglesi  in  Asia. 
Aden  —  N.  N.,  e.  g. 
Bombay  —  Giovanni  Gorio,  e. 
Calcutta  —  Luigi  Mercatelli,  e.  g. 
Colombo  —  Clem.  Otto  Pòhu,  e. 
Hong-Keng  —  Eug.Zannoni-Volpicelli.c.^r. 
Rangoon  —  Federigo  Stork,  e. 
Singapore  —  Il  Console  dei  Paesi  Bassi, 
regg.  il  e. 

Possedimenti  inglesi  in  America. 
Bridgetown  —  N.  N.,  e. 
Halifax  —  Guglielmo  Giacomo  Fisher,  e. 
Kingston  —  Federigo  Cohen  IIenriques,c, 
Montreal  —  Rizzardo  Rizzetto,  e.  g. 
Porto  Stanley  —  Guglielmo  Harding,  e. 
Trinità  —  Federigo  Giovanni  Scott,  e. 

Possedimenti  inglesi  in  Australia. 

Melbourne  —  Camillo  Bertola,  e.  g. 
J*erth  —  Leopoldo  Zunini,  v,  e, 


Grecia. 

Corfù  —  Paolo  Grande,  e.  g. 

Patrasso  —  G.  B.  Bertolucci  Godolini,  v.c. 

Pireo  —  Gerolamo  Naselli,  e.  g. 

Guatemala. 

Guatemala  —  Carlo  Nagar,  e.  g. 

Haiti. 

Porto  Principe  —  Enrico  Odoardo  Eein- 
bold,  e. 

Honduras. 

Amapala  —  Teodoro  Kòhncke,  e. 

Lussemburgo. 

Lussemburgo 


Giuseppe  "Weber,  e.  g. 
Giulio  Malmusi,  e.  g. 


IVIarocco. 

Taugeri 

Messico. 

Messico    — -    Conte    Cesare    Ranuzzi    Se- 
gni, e.  g. 
Veracruz  —  Emilio  Gonzales  de  Castillo,c;. 

JVIonaco. 

Monaco  —  Giuseppe  Rosset  [residente  a 
Nizza],  e. 

{Montenegro.  ^ 

Antivari  —  Corrado  Niccolini,  e. 

Nicaragua. 

Managua  —  Davide  Compari,  e.  g. 

Norvegia. 

Cristiania  —  Emilio  Hallager,  e.  g. 

Paesi  Bassi. 

Amsterdam  —  Enrico  Van  Dam,  e. 

Rotterdam  —  Giovanni  Hudig,  e. 
Possedimenti  olandesi  neW Oceania. 

Batavia  —  Francesco  Isasca,  e. 
Possedimenti  olandesi  in  America. 

Cura9ao  —  Gomez  Haim  Da  Costa,  e. 

Paramaribo  —  Enrico  Benjamins,  e. 

Panama. 

Panama  —  Arturo  Koehpcke,  console  di 
Germania,  regg.  il  e. 

Paraguay. 

Assunzione  —  Ettore  Gazzaniga,  e.  g. 

Persia. 

Teheran  —  Augusto  Medana,  e.  g. 

Perù. 

Lima  —  N.  N.,  e.  g. 

Callao  —  Frane.  Medici  di  Marignano,  v.  e. 

Portogallo. 

Lisbona  —  Rodrigo  De  Souza  Monteiro,  c.g. 

Funchal  —  Ferdinando  M.  De  Bianchi,  e. 

Oporto  —  Giovanni  Edoardo  De  Brito  e 
Cunha.  e. 
Possedimenti  portoghesi  in  Africa. 

Louren90  Marques  —  Alessand.  Uebel,  e. 
Possedimenti  portoghesi  in  Asia. 

Macao  —  Albino  Antonio  Pacheco,  e. 

Romania. 

Galatz  —  Enrico  Acton  e.  g. 
Constanza  —  Lodovico  Centurione,  v.  e. 

Russia. 

Pietroburgo  —  Alfredo  Miiser,  e.  g. 
Abo  —  Trapanus  Seth,  e. 
Batnm  —  Lorenzo  Yalerj,  e. 


SI 


Moso%  - 
Odessa  - 
Big*  - 
VanavU 


San  Salvador  —  Varco  Mostorgi, 


San  Domingo  —  Lnisl  Cambiaso,  e.  g. 

Sm  Marta*. 

San  Marino  —  Oiolio  Cesare  Loasada,  «. 

Stni. 

Bangkok  —  Federico  Ciooodicola,  e.  g. 

Spagna. 

Madrid  —  Luigi  Fernandez  de  Heredia.r.<7. 
Barcellona  —  David  De  GaeUni,  e.  g. 
Cadice  —  Riccardo  Santasilia,  e. 
Santander  —  N.  N.,  e. 

ypagnuoìi  in  Africa. 
•e  di  Teneriffa  —  Giorgio  de  Ga- 

■jg.  il  e. 

Stati  Uniti  d'America. 

Washington  —  Antonio  Rarajoli,  rtgg.  il  e. 

Boston  —  Gustavo  Tosti,  e. 

Ch.ca^o  —  Guido  Sabetta,  c.g. 

Denver  —  Pasquale  Corte,  e. 

Filadelfia  —  Giacomo  Fara  Forni,  r. 

Honolulu  —  Feder.  Augusto  Schaerer,  e. 

Manilla  (Filippine)  —  Francesco  Reyes,  e. 

Nuova  Orléans  —  Lionello  Scelsi,  e. 

Nnova  York  —  Annibale  Raìbaudi-Mas- 
siplia,  c.g. 

PitUburg  —  Attilio  Fabbri,  v.  e. 

San  Francisco  —  Luciano  Salvatore  Roc- 
ca, e.  g. 

San  Giovanni  (Portorico)  —  AJessaudro 
Bozzo,  e. 

Svezia. 

Stoccolma  —  Carlo  Gustavo  Thulin,  e,  g. 
Gothemburg  —  Giovanni  Eckman,  e. 

Svizzera. 

Basilea  —  Cesare  Romano,  e.  g. 
Briga  —  Tito  Chiovenda,  r.  r. 
Coirà  —  Tommaso  Lardelli,  r.  e. 


v....t....  —  Giuseppe  lUstóo,  e.  i/. 
Lugano  —  Ferdin.  Lucchesi-Palli,  e. 
Zurigo  —  Vito  Fimi,  e.  g. 

Turchia. 

Costantinopoli  —  Emilio  riapelU.  <•.  7. 

Adriauopoli  — Giovanni  Salerno  M»io  •  -- 

Canea  —  Vittorio  Lebrecht,  e.  g. 

Giannina  —  Mario  Camicia,  e.  g. 

Monastlr  —  Giuliano  de  Vlsart,  e 

Salonicco  —  Silvio  Milazzo,  e. 

Scutari  —  Alessandro  Leoni,  e.  g. 

Serajevo  —  Giuseppe  Giacchi,  e.  g. 

l^skub  —  Augusto  Stranieri,  e. 
Provincie  d'Asia. 

Aleppo  —  Adelchi  Gazzurelli,  e. 

Beirut  —  Riccardo  Motta,  e.  g. 

Damasco  —  Stefano  Carrara,  v.  e. 

Gerusalemme  —  Carlo  Senni,  v.c. 

Hodeida  —  Ferdinando  Sola,  e.  g. 

Smirne   -  Odoardo  Toscani,  e.  g. 

Trebisonda  —  Felice  Beauregard,  e. 
Provincie  d'Africa. 

Bengasi  —  Antonio  Pittaluga,  e. 

Tripoli  —  Giulio  Pestalozza,  e.  g. 
Vice  Reame  d'Egitto. 

Alessandria  —  Guido  Meli  Lnpi  di  Sora- 
gna,  e. 

Cairo  —  Vittore  Siciliani,  e. 

Porto  Said  —  Carlo  Mancinelli  Scotti,  e. 
Beggema  di  Tunisi. 

Susa  —  N.  N.,  V.  e. 

Tunisi  —  Archimede  Bottesini,  e.  g. 
Bulgaria. 

Sofia  —  Fausto  Cucchi  Boasso,  c.g. 

Filippopoli  —  Felice  Beauregard,  e. 
Uruguay. 

Montevideo  —  Niccolò  Massi,  e.  g. 

Venezuela. 

Caracas  —  Carlo  Filippo  Serra,  e  g. 
Maracaibo  —  Luigi  Fossi  Ferrini,  e. 
Puerto  Cabello    —    Carlo  H.  Gramoko, 
regg.  il  e. 

Zanzibar. 

Zanzibar  —  Tommaso  CarlettI,  e.  g.  e  go- 
vematore  della  colonia  del  Benadir. 

(Stampato  il  1"  ottobre  1907). 


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PRIM^IPflLI  STATI  DEL  MONDO  ■=■  ^M 

4 


RITRATTI  DEI  SOVRANI,  STEMMI 
NOTIZIE  STATISTICHE 


1.  —  ABISSIWIA  

Monarchia  assoluta. 

MENELIK  II,  Negus  {n.  17  agosto  1844,  acc.{*)  12  marzo  1889,  mar.  a  Taitù). 


Menelik 


Abissinia 


Popolazione:  circa  8,000,000.  —  Religione,  della  maggioranza,  copta.  —  Littgue:  amarica, 
tigrina,  galla,  somala,  ec.  —  Superficie:  km.  q.  540,000.  —  Ferrovie:  km.  306.  da  Gibuti  a  Dire- 
Dama,  presso  Harrar.  —  Telegrafi:  km.  800.  —  Capitale:  Addis-Abeba  (a&.  e.  50,000).  -  Com- 
mercio: Importazione  2,234,245  talleri  di  Maria  Teresa  (L.  2,50);  Esportazione  2,718,752.  — 
Esercito:  pace  150,000. 


2.  —  AFGAWISTAK 

Monarchia  assoluta. 


ABIB-ULLAH  KAN,  Emiro  (n.  1872,  acc.  l"  ottobre  1901). 

Popolazione:  5,000,000. 
Religione:  maomettana. 
Supet-ficie:  km.  q.  558,000. 
Capitale:  Cabul  (ah.  60,000). 
Esercito:  guerra  75,000,  pace  60,000. 


Abib-Ullah  Kan 


t*)  Acc,  data  dell' accessioue  al  potere  sovrano. 


—  2h:{  — 

.1.  —  AlVIIORRA 

■otto  il  protoilorato  dolU  Franrta 

■   '   '  ^"  '    '■T--0I. 


B.  MAESTRE-MOLINES. 


J'opalmtiom:  5331. 

Ji0tigion*:  o«ttuHoA. 

Lintfua:  catalana. 

Superficit:  km.  q.  462. 

CapitaU:  Andorra  [ab.  600). 

4.  —  ARftfSNTINA 


Andorra 


RepubìAica  federale  di  H  proviticie  e  9  territori. 
J.  F16UER0A  ALCORTA,  vicepresidente,  fungerà  da  presidente  per  tutto  il  tempo  in  cai 
avrebbe  dovuto  ^'overnare  il  defunto  Presidente  Manoel  Quintana,  cioè  fino  all'ottobre  del 

1910  (are.  12  marzo  1^06). 

PKtpolaz.:  5,7UO.OOO  (1903).  - 
Reiig.:  cattolica.  —  Lin- 
gua: spagnuola.  —  Super- 
ficie: km.  q.  2,806,400.  - 
Capitale:  Buenos- Aires  afr. 
1,046.517  (1906).  —  Com- 
merriu:  Imp.  205,154,000: 
Esp.  322,844,000  pesos  oro. 
—  Ferrovie:  km.  19,683.  — 
Telegr.:  45,262.  —  Eser- 
cito: guerra  120,000;  pace 
18,469.  —  Flotta  da  guer- 
ra: 48bastlm.  —  BiU- Entr. 
69,502.000  pesos  carta  e 
44,520,468  in  oro;  Uscita 
116,142,978  in  carta  e 
23,945,579  In  oro  (1906). 


FlGt'EROA    ALCOBTA 


Aboektika 


5.  —  AU8TRIA-U5IGHERIA  

Due  monarchie  costituzionali:  Impero  d'Austria  e  Regno  d'Ungheria,  con  unione  personale. 

FRANCESCO  GIUSEPPE,  Imp.  (».  18  agosto  1830,  acc.  2  die.  1848.  -  Din.  Asburgo-Lorena), 

Fopriiazione:  4r,,!)96,303.  —  Religione:  cattolica.  —    Lingue:  tedesca,   ungherese,  boema, 

polacca.  orr.,ita,  italiana,  ec.  —  Superf.:  km.  q.  673,091  comprese  le  Provincie  d'occupazione 

11;  1  ti:,  li;   MI   1  .   ;  I.iv. rovina).-  CopiVa/i:  Vienna  (a6. 1,90. 639)  (1906);  Budapest  (a6. 733,322). 

'•nm;,.,-  ,..:    i-.jH  ::.i7:ione  2,146,i;«,0<X);   Esportazione '2,243,780,000   di   corone  (1906).  — 

y-rr..<,^:  km.  41,'M.i  (iy<»5).  —  Telegr.:  km.  63,613.  -  Eserc:  guerra  1,872,178;  pace  382,176.  — 

yin't'i  d'i  >iHi-rra:  118  navi.  -  Bilancio:  Entr.  1,797,794,264;  usciU  1,794,673,041  corone  (1904). 


Austria 


1  Fbahcxsgo  Giussfpk 


—  284  — 


6.  —  BEIiOIO 


Monarchia  costituzionale. 

LEOPOLDO  II,  i?e  (w.  9  aprile 
1835,  acc.  10  dicembre  1865. 

—  Dinastia  di  Saxe-Cobur- 
go-Gotha). 

Popolazione:  7,160,547  (1905).— 
Religione:  cattolica.  —  Lin- 
gua: francese.  —  Superficie: 
km.  q.  29,457.  —  Capitale: 
Bruxelles  {ab.  198,614)  (1905). 

—  Commercio:  Importazio- 
ne: 3,068,300,000;  Esporta- 
zione: 2,333,700,000(1906).- 
Ferr.  :  km.  4586.  —  Telegr.  : 
6619  (1904).  -  Eserc:  guèrra 
237,693;  pace  46,470.  -  Bi- 
lancio: entrata  558,863,927; 
uscita  566,668,192  (1906). 

7.    —    CONGO     

Stato  indipendente  sotto  il  dominio  di 

LEOPOLDO  II,  Re  del  Belgio. 
Popolazione:  19,000,000. 


Leopoldo  II 


Belgio 


Superficie:  km.  q.  2,382,800. 

Capitale:  Boma  (ma  la  sede  del  Governo 
xelles). 


a  Bru- 
Esportaz.  63,955 


Commercio:  Importazione  23,933 

migliaia  di  fr. 
Ferrovie:  km.  605. 

Esercito:  pace  15,686  senza  i  quadri  europei. 
Flotta  da  gtterra:  41  navi,  più  diversi  velieri. 
Bilancio:  entr.  29,452,725;  Uscita  34,250,800  franchi 

-  8.  —  BEIiUCISTAX  - 

Monarchia  assoluta 


sotto  il  protettorato  dell'Inghilterra. 
MIR  MOHAMMED,  Kan  {n.  ?,  acc.  agosto  1893), 
Popolazione:  600,000. 
Superficie:  km.  q.  350,000. 
Capitale:  Khelat. 


. B   Congo 
».  — BHUTAUT- 


Monarchia    dispotica 
sotto  il  controllo  del  Governo  Britannico. 

MIPHUM  VISCHI  GNODUP,  Dheb  Rajà,  che 
esercita  il  potere  temporale  in  luogo  del 
Dharma  Rajà,  da  eleggersi. 

Popolazione:  250,000.  —  Religione:  buddi- 
stica. —  Superficie:  km.  q.  34,000.  —  Commer- 
cio: Importazione  20,100  diecine  di  rupie; 
Esport.  88,290  diecine  di  rupie.  —  Capitali: 
Tassisudon  (d' estate),  Panaka  (d' inverno). 

IO.  —  BOL.IVIA    

Repubblica. 


ISMAEL  MONTES,  Presidente 
(n.  ?,  acc.  6  agosto  1904.  — 
Durata  della  carica:  4  anni). 


Popolazione:  1,734,000  (1900). 
Religione:  cattolica.  —  Lin- 
gua: spagnuola.  —  Superfi- 
cie: km.  q.  1,226,600.  —  Ca- 
pitale: Sucre  {ab.  20,907).  - 
Commercio:  Importazione 
19,823;  Esportazione  21,163 
[in  migliaia  di  boliviani] 
(1  boliv.  =  fr.  2,20).  -  Fer- 
rovie: km.  1129.  -  Telegr. 
5013.  —  Esercito:  guerra 
90,000  ;  pace  2975.  —  Bilan- 
cio: entrata  10,406,233;  usci- 

.    ta  11,688,556  boliv.  (1906). 


—  2s:)  — 


A.  A.  DE  MOREIRA  PKNKA 


11.  —  BRANII^K  (Stati  Uniti  drì) 

lìepuhhìica  f^dtrale  di   21   ttati. 


ALFONSO  AUGUSTO  DE  M0.{ 
REIRA  PENNA,  r,fnid«nté^ 
(«.30  novcnihio  1.H47,  ncc. 
16  novemlirt*  l'.tof..  />«- 
raia  delia  c.rica:  G  auiii). 

Hìpotaz.:  TaluUta  nel  1008 
a  16,000.000.  —  Belig.:  cat- 
tolica. —  Lingua:  porto- 
ghese. —  Super.:  km.  q. 
8,468,950.  —  Capitale:  Rio 
d«  Janeiro  {ab.  700,000).  — 
Comm.:  Import.  464,993; 
Esport.  685,457  migliaia  di 
mila  reis  in  carta.  —  Fer- 
rovie: km.  17,059  (1905).  — 
Telegrafi:  24.395  (1903).  - 
Eserc:  pace  28,160,  più  gli 
ufficiali  e  gli  allievi  di 
Scuole  miliUri.  —  Flotta 
da  guerra:  80  navi.  —  Bi- 
lan.:  entr.  69.074.931  mll- 


BBA8II.E 

reis  in  oro  e  223,826,000  In  carta;  uscita  48,311.512  milreis  in  oro  e  286,348,218  In  carta  (1906). 


1«.  —  BBUKEI 


Monarchia  assoluta,  sotto  il  protettorato  inglese. 
HASIM  JALIUL  ALAM  AKAMALDIN,  Sultano. 
Popolazione:  50,000. 
Superfìcie:  km.  q.  22,000. 
CapitaU:  Brunel  (ah.  12.000). 


•v\ 


Pedbo  Montt 
95,850,000  pesos  [1  peso 


13.  —  CHIIil  — 

Repubblica. 

FEDRO  MONTT,  Presidente 
(n.  ?,  acc.  31  agosto  1906. 
Dur.  dfilla  carica:  5  anni). 

j  Popolazione:  3,205,992  (1 903). 

—  Beligione  :  cattolica.  — 
Lingua:  spagnuola.  —  Su- 
jx!r/ìci«!.-  km.  q.  759,000. - 
Cap.  Santiago  (a&.  334.638). 

—  Comm.;  Imp.  1S8.5;»6,000; 
Esport  265,209,000  pesos 
(1906).  -  Ferr.:  km.  4730. 

—  Telegrafi:  km.  19,135. 
I  —  Eserc:  guerra  150,000; 
I  pace  9062.  —  Flotta  du 
I  guerra:  34  navi,  più  varie 
I  navi-scuole.  —  Bilancio: 
I     entrata  96,960.000  ;  uscita 

1  fr.  91  e]  —  Possedimenti:  isola  di  Pas<iua 


OHU.Ì 


14.  —  CIUTA 


Monarchia    assoluta. 

KUANG  HSU  (TSAI-T'  lEN),  Imperatore  («.  16  agosto  1871,  acc.  22  gennaio  1876.  -  Dina- 
s'ia  Mansciù). 

TSEU-HSI  Imperatrice  reggente  (»».  17  novepibre  1834,  zia  e  madre  adottiva  dell'Impe- 
ratore regnante). 

Popol.:  426,447,325,  compresa  la  Mancluria,  la  Mongolia,  il  Tibet  e  il  Turchestan  (Gens,  del 
marzo  1903).  —  Beligione  della  grande  maggioranza:  confuciana;  poi  buddisti,  taoistl,  maomet- 


-  286  — 

tani,  ec.  —  Lìngua:  cinese.  —  Superf.:  11,138,880.  —  Capit.: 'Pekìno  (a&.  1 ,650,000).  —  Comni.: 
Importazione  447,101;  Esportazione  227,888  migliaia  di  tael.  (1  taci  =  fr.  3,78).  —  Ferrovie: 
km.  5528  (1904).  —  Tel.:  km.  23,000.  —  Esercito:  112,500.  —  Flotta  da  guerra:  22  navi,  più  varie 
cannoniere  e  torpediniere.  —  Bilancio:  entrata  88,200,000;  uscita  101,120,000  taèl. 


Imperatore  Kuang-Hsu 


Imperai R.  reggente  della  Cina 


Cina 


15. 


OOIiOMBIA  (già  NUOVA-O RANATAJ 

I  Repubblica. 

RAFAEL  REYES,  Presid.  {n.  ?. 
acc.  \o  genn.  1905.  —  Durata  della 
\  carica:  10  anni). 
I  Popolazione:  4,630,000.  (*) 

!  Religione:  cattolica. 

Lingua:  spagnuola. 

Supeì-ficie:  km.  q.  1,206,200.  (*) 

Capitale:  Bogota  {ab.  85.000). 

Commercio:  Impor.  11,083,028; 
Esp.  19,157,788  pesos  d'oro  (1898). 

Ferrovie:  km.  661. 

Telegrafi:  km.  10,421. 

Eser.:  guerra  30,000;  pace  6000. 

Flotta  da  guerra:  4  navi. 

Bilancio:  entrata  e  uscita 
21.019,118  (1905-06)  pesos  di  carta 
[1  peso  =  5  e]. 


Rafael  Reyes. 


(*)  Dopo  la  separazione  della  ro- 
pubblioa  di  Panama,  1103. 


16.  —  COSTA-RICA 

Repubblica, 


GONZALES  VIGUEZ, 

Durata  della  carica: 


Presidente  (n.  ?, 
4  anni). 


acc.  8  maggio  1906. 


Popolazione:  334,297  (1905). 
Religione:  cattolica. 
Lingua:  spagnuola. 
Superficie:  km.  q.  48,410. 
Capitale:  San  José  (ah.  24,770) 
Commercio  :  Iraportaz.  4,848,000 

(1905;  in  pesos  d'oro 
Ferrovie:  km.  473  (1905), 
Telegrafi:  km.  1523  (fili). 
Esercito:  pace  1000;  guerra  15,000.' 
Flotta  da  guerra:  un  incrociatore. 
Bilancio:  entrata  7,332,164;  uscita  7,331,395  (1906-07) 

[in  colones  ==  2  fr.  15  o.] 


Esportaz.  8,138,000 
5  fr.  30  e). 


Colombia 


Costa-Rica 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  ii  ricostituente  sovrano. 


-  '2^1  — 


17.  —  C'IBA- 

ItepHhhlicit. 

CARLO  MAGOON.  l'rt- 

aitlfnte   jn-orrimnio. 

I\>poUuÌf: 

(oensti 

1899). 

oattoliua.  —  1Ah<ìhìi  : 

spagimola.  —  Sup^'r- 

ficié:  km.  q.  118.t<33. 

—  (\ipital«:  Avana 


(iyo4-i-ji':.j.-  i-trr.: 

.     km.  2386  (19031.  - 

IV/«vra/f:  km.  3711. 

—  Eserc:  pace  31)30. 

—  Bilancio:  entrata 
i..>63,255;  usci-a  21.728,398  dollari  (1906-1907). 


Cuba 


18.  —  DANIMARCA  

Monarchia  costittizionale. 
FEDERICO  VIM,  Re  (h.  3  giugno  1843,  aec.  31  genn.  1906,  mar.  a  Luisa,  principessa  di  Svezia. 

—  Dinastia  di  Holstem-UIùeksbar^  ). 

Popolai. :  2,604,149.  —  Relig.:  protestante.  —  Lingua:  danese.  —  Superf.:  km,  q.  39,854.  — 
(comprese  le  F;ìr«>er).  —  tVi/>i7a/e.- Copenhagen  («fe.  514,134).  —  Comiuercio:  Import  599,244  ; 
Esportai.  497,836  (llK)4;  in  migliaia  di  corone)  (corona  =-  fr.  1,39).  —  Ferr.:  km.  3215  (1903). 
7U4V>x>/f:km.  3792  (1904).  -  Esercito:  guerra  61,582:  pace  9,769.  —  Flotta  da  guerra:  62  navi 
«  26  secondarie.  —  Bilancio:  entraU  85,520,674;  uscita  85,881,034  corone  (190G-07).  —  Colo- 
nie e  possed.:  Islanda,  Groenlandia,  Antille  danesi  (compi,  km.  q.  193,244,  ab.  120,892)  (1901). 


FEDERICO  Vili 


Luisa  di  Danimarca 
1».  —  KQIIATORE 


Danimarca 


Ilcpubblica. 

LIZARDO  GARCIA,  Presidente  («.?.  acc.  1  SPtt.  1905.  -  Du- 
rata della  carica:  4  anni). 

Popolazione:  1,272,000. 

Religione:  cattolica. 

Lingua:  spagnuola. 

Superficie:  km.  q.  307,243. 

Capitale:  Quito  {ab.  80,000). 

Commercio:  Importazione  15,734  ;  Esportazione  18,566 

migliaia  di  sucres  (1905). 
Ferrovie:  km.  270. 
Telegrafi:  km.  4130. 
F^sercito:  guerra  90,000;  pace  4,648. 
Flotta  da  guerra:  4  navi. 

B'ihtnrin   lUi).;-    Piitr     11  7 1 .1  7fin  cnnr*»B  •    ncr»    1  9  9.18  Iftn 


—  ao.  —  FRANCIA  — 

Repubblica. 

CLEMENTE  ARMANDO  FAL- 
LIÈRES,  Presidente  {n.  1841, 
acc.  18  febbraio  1906.  —  Du- 
rata della  carica:  7  anni). 

Popolazione:  38,961,945  (censi- 
mento 24  gennaio  1901).  — 
Religione:  cattolica.  —  Lin- 
gua: francese.  —  Superfìcie: 
km.  q.  536,464.  —  Capitale: 
Parigi  (2,714,068).  —  Com- 
mercio: Importazione  6079; 
Esportazione  5577  milioni 
di  franchi.  —  Ferrovie:  km. 
46,008.  -  Telegrafi:  154,655. 
—  Esercito:  pace  550,216; 
guerra  4,372,000.  —  Flotta 
da  guerra  :  427  navi,  oltre  a 
38  sottomarini  :  133  navi  di- 
Bilancio:  entr.  3,705,048,413;  uscita  3,709,192,067  (1906).  —  Co- 
lonie: Algeria,  Senegambia,  Sudan  francese,  Guinea,  Dahomey,  Congo  francese,  Riunione, 
Madagascar;  Cocincina,  Pondi chéry,  Annam,  Tonchino,  Cambodge;  Antille,  Guyana,  St.  Pierre 
e  Mignolon;  Nuova  Caledonia,  isole  della  Società,  ec;  km.  q.  10,984,400,  ah.  51,317,000. 


Fallières 
verse  in  costruzione  (1905). 


Francia 


21.  —  ANNAM 


i.—  CAMBODGE 


Monarchia,  sotto  il  protettorato  francese. 

THAM  THAI,  Re  («.  1878,  acc.  31  genn.  1889). 

Popolazione:  6,000,000. 
Superficie:  km.  q.  135,000. 
Capitale:  Huè  {ab.  50,000). 


Monarchia,  sotto  il  protettorato  della  Francia. 

SISOWATH,  Re. 

Popolazione:  1,103,000. 
Superficie:  km.  q.  96,900. 
Capitale:  Pnom-Penh  {ab.  50,000). 


33.  —  TUNISI 


Mohamed-el-Nasr 


Monarchia,  sotto  il  protettorato  della  Francia. 


MOHAMED-EL-NASR,  Bey  (n.  14 

luglio  1855,  acc.  11  maggio 
1906). 

Popolazione:  1,820,000  fdi  cui 
1,700,000  indigeni,  75,978 
italiani,  24,204  francesi). 

Superficie:  km.  q.  167,400. 

Capitale:  Tunisi  {ab.  170,000, 
di  cui  50,000  europei). 

Commercio:  Imp.  90.965,000: 
Esportaz.  58,277,000   (1905). 

Ferrovie:  km.  962. 

2V  legrafi  :  km.  3449. 

Bilancio:  Entrata  77,284,200: 
uscita  67,281,400  (1904). 


«4.  —  OERSIAIiriA    

Impero  federale   di  26  stati 

(4  regni,  6  granducati,  5  ducati,  7  principati:  in  tutto  22  monarchie  delle  quali  20  co- 
stituzionali; 3  città  libere;  e  un  territorio  dell'Impero). 

GUGLIELMO  II,  Imperatore  {n.  27  gennaio  1859,  acc.  15  giugno  1888,  mar.  ad  Augusta 
Vittoria  di  Slesvig-Holsteln.  —  Dinastia  degli  HohenzoUern). 

Popolazione:  60,037,859  (cens.  dicembre  1905).  —  Religione:  protestante  (salve  le  ecce- 
zioni segnate  più  avanti).  —  Lingua:  tedesca.  —  Superficie:  km,  540,748.  —  Capitale:  Berlino 
{ab.  2,040,148)  (1905).  —  Commercio:  Importaz.  7,436,263;  Esportazione  6,841,817  migliaia  di 


(iUOLiKUiO  II 


ACODSTA   VlTTOKIA 


Gkumania 


«5.  —  ALSAZIA-LORENA    

[Reicbslaxc]. 
Principe  ERMANNO  DI  HONENLOHE-LANGEN- 
BURG,  Srntfhaìter. 

•■       •    :.    \  >U,5tì4.  —  Rfìig.:  cattolica  (dei 

tedesca  (SttO/o)  e  francese  f  12  "/„) 

.;ii.  q.  14,515.  —  Capii.:  Strasburgo 

(ab.  167.1  Gbj.  -  Ferr.:  km.  1732.  —  Bilancio: 

entr.  52,815,423;  use.  52,693,338  marchi  (1905). 


9(6.  —  AMBURGO 


Libera  città  anseatica  ossia  Comune  liWro. 

J.  H.  BURCHARD  primo  borgomastro. 
Pnpcìazione :  874,878  (la  città:  «02,793  nel  1905 1. 

—  Superficie:  km.  q.  415.  —  Bilancio:  entrata 
101,166,697;  uscita  107,613,819  marchi  (1905). 

—  (otnm.:  Impjrtaz.  4223,2;  Espot taz.  3794,4 
milioni  di  marchi  (1904). 


27.  ~  ANHALT 


Monarchia  costituzionale. 

LEOPOLDO  FEDERIGO,  Duca  (n.  19  agosto  1856,  acc.  gen 
y   i     '  '       ■  Maria  Principessa  di  Baden). 

Popolazione: 
328,029  (1906). 

Superficie: 
km.  q.  2.29». 

Capitele: 
Dessau  (ab.  55,134). 

Bilancio: 
uaclu*  1  26,288,750  marchi  (190607). 


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19 


Ehnesto  Luigi  V. 


—  290  — 

28.    —    ASSIA   [HessenI 

Monarchia  costituzionale. 
ERNESTO  LUIGI  V,  Granduca 
(n.  25  nov.  1868,  acc.  lii 
marzo  1892,  mar.  a  Eleo- 
nora, princip.  di  Solms- 
Hohensolms-Lifh.  —  Din. 
(li  Brabante).  \ 

Popolazione: 
1,210,104  (lyOó). 
Superficie  : 
km.  q.  7681. 
Capitale: 
Darmstadt  (ah.  83,123). 
Ferrovie: 
km.  53.  ! 

Bilancio: 
entrata  ed  uscita,  72,099,833 
marchi  (190(J-7). 


20. 


BADEN 


Ltiitpoldo 


Monarchia  costituzionale. 

FEDERIGO  II,  Grand,  [n.d  lu- 

j     glio  1857,  acc.  28  settembre 
j     1907,  mar.  a  Hilda  princi- 
pessa di  Nassau.  —  Dinastia 
1     di  Zaehringen-Hochberg). 
Popolazione:  2,009,320  (1905). 
Religione:  cattolica  (dei  2/3). 
Superficie  : 
km.  q.  15,263 
(compresa  la  parte  badese 
del  Lago  di  Costanza'. 

Capitale  : 
Carlsruhe  (ab.  111,200). 

}  Bilancio  (1906)  : 

30.  —  BAVIERA  [Batekn]  - 
Monarchia  costituzionale. 

OTTONE  I,  Ee  [n.  27  aprile 
1848,  acc.  13  giugno  1886.  — 
Dinastia  di  Wittelsbach). 

LUITPOLDO  in.  1821,  Prine. 

reggente  dal  10  giugno  1886, 

mar.  a  Augustina,  princip. 

imper.  e  arcid.  d'Austria). 

Popolazione:  6,524,372  (1905). 

Religione: 

cattolica  (per  i  '/ij)- 

Superficie:  km.  q.  75,870. 

Capitale: 

Monaco  (ab.  538,983). 

Bilancio  (1907): 

entrata  \  408,176,340  marchi 
uscita     /        '      ' 


31.  —  BREMA 


Libera  città  anseatica  ossia  Comune  libero. 

C.  BARKHAUSEN  (dal  1903  al  1907),   D'  MARCUS    (dal  1906  al   1909),  borgomu^tri  alterna- 
ti r<nncnte  alla  testa  del  governo. 

Popolazione:  263,440  (la  sola  città:  214,861  [1905]).   —  Superficie:  km.  q.  256. 
Bilancio:   entrata  35,207,774;  uscita  43,170,593  marchi  (1905-06). 


—  J:»!   — 


»«.  —  BRUNSWICK  (Hrausschwkuj] 


GIOVANNI  ALBERTO,   «lue*  di   M.-rklenl.urR-Schwcrln, 

.1.  </"    r.yvoi.v  (»f.  s  (lioeni1>ro  IS.%7,  »»«v ma^Klu  l»o7. 

Mr>i-.  .1  Ki.is\iiKTtA  prlnc.  di  S:issonlR  Weimar-Elsenarln. 

J'ttpolagioMe: 
4f»5.fi5A  (1905). 

Supet-fici»: 
km.  q.  3.672. 

Capitaìe: 
Brunswick  (ah.  136,10.2). 

Bilancio: 
»-ntrafa  13.474,<^>0;   -  usclU  14,588,308  marchi  (11)05-7). 


83.  —  LIPPE 


Hbtnswick 


Monarchia  cofttituzionaìe. 

LEOPOLDO  IV,  Principe  («.  30  maggio  1871,  acc.  26  sett. 
1904,  mar,  a  Beuta,  principessa  di  Ucsse-Phllippsthal- 
Barchfeld.  —  Di»    tìi  Lippe-Blesterfeld). 

Popoi  azione: 
145,577  (1905) 

Superficie: 
km.  q.  1,215. 

Capitale: 
Detmold  {ab.  13,272). 

Bilancio: 
♦»ntraU  2,108,247;   -  uscita  2.118,072  marchi  (1906-07). 


LirPE-DKTMOLI> 


84.  —   LUBECCA 


Libera  città  anseatica  ossia  Comune  libero. 
N.  X.  .  .  .  Borgomastro. 

Popolazione:  105,857  (1903;  la  sola  città  91,541)).  —  Superficie:  km.  q. 
Bii'incio:  entrata  7,536,298;  uscita  7,646,972  marchi  (1905j. 


85.  —  MECKLENBURQ-SCHWERIN- 


-36. 


MECKLENBURQ-STRELITZ 


Due  MoH'irehie  assolute  Umperate  dagli  Stati  (In  comune  fra  1  due  Granducati). 


FEDERICO  FRANCESCO  IV, 

'il (induca  (n.  t»  aprile  1882. 
lice.  10  aprile  18971,  mar.  ad 
Alessandba  di  Brunswick- 
Lunehurg). 

Popolazione: 

625,045  (1905). 

Supei-ficie: 
km.  q.  13,127. 

Capitale: 

Schwerln  (ab.  41,028). 

Ferrovie  : 

km.  1108. 

Bilancio: 

16,686,000  marchi  (1905-06). 


Mecklenbcbo-Schwebiit 
K  Stbelitz 


ADOLFO  FEDERICO,  Granduca 
(tt.  22  luglio  1848,  acc.  29 
maggio  1904  >n<,r.  a  ELISA- 
BETTA di  Anhalt). 

Popolazione: 
103,451   (190.5). 

Superficie: 
km.  q.  2,930. 

Capitale: 
Neu-8treUtz  (ab.  ll,65Sj. 

BiUtncio: 
entrata  4,216,600  marchi, 
uscita     3,560,000      ,  (1904-05) 


—  292 


37.  —  OLDENBURG    — 

Monarchia  costituzionale. 

FEDERICO   AUGUSTO,    Granduca  (n.  16   novembre   1852, 
acc.  13  giugno  1900),  mar.  a  Elisabetta  di  Mecklenburg). 

Popolazione  : 
438  853  (1905). 

Superficie: 
km.  q.  6,427. 

Capitala: 
Oldenburg  {ab.  'i8,565). 

Ferrovie:  km.  564  (1905). 

Bilancio: 
entrata  8,726,662  marchi;  uscita  9,594,788  marchi. 


—  38.  —  PRUSSIA- 

[Pketjssen] 
Monarchia  costituzionale. 


GUGLIELMO  II,  Re  (n.  27  gennaio  1859,  acc.  15  giugno 
1888,  mar.  ad  Augusta  Vittoria  di  Slesvig-Holstein.  —  Di- 
nastia degli  Hohenzollern). 

Popolazione:  37,293,324  (1905). 

Religione:  per  ^/g  protestanti,  per  V3  cattolici. 

Superficie:  km.  q.  348,658. 

Capitale:  Berlino  ab.  2,040,148  (1905). 

Bilancio: 


Entrata:  \ 


2,910,344,396. 


Uscita  :      / 
30.  —  REUSS-GREIZ 


OLDÌ.NBUKG 


40.— 


(Linea  primogenita). 
Monarchia  costituzionule. 

ENRICO  XXIV,  Principe  [n.  20 
marzo  1878,  a  e.  19  aprile 
1902). 

ENRICO  XIV  [vedi  di  tianco], 
lieggente. 

J'opolazione: 
70.6U3  (1905). 

Superficie: 
km.  q.  316. 

Capitale: 
Greiz  (ab.  23,118). 

Bilancio  : 

Entrata  e  uscita: 

1,780,702  marchi  (1906). 


Reuss-Greiz 
E  Rkuss  Schleiz-Gera 


Prussia 

REUSS-SCHLEIZ-GERA 

(Linea  cadetta). 
Monarchia  costituzionale. 

ENRICO  XIV,  Principe  (n.  28 
maggio  1832,  arc.^  11  luglio 
1807,  mar.  ad  Agnese  del 
Wurtemberg). 

Popolazione: 
144,584  (1905). 

Superficie  : 
km.  q.  827. 

Capitale: 
Gera  (ab.  46,909). 

Bilancio: 

Entrata  e  uscita: 

2,480,156  marchi  (1905-07). 


CONTRO  TOSSI   E 

CATARRI  USATE 

S€MPRC 


PANERAJ 


P/4  STIGLI  E, 

eESTRATTO-^ìc 


Federico  Augusto  III. 


41.  —  SASSONIA  [Hachiikk] 


FEDERICO    AUGUSTO   III. 

N«    (N.  35  magKio   1^5, 
acr.  15  ottobre  ltt04). 

Popol<uioH«: 
4,50^,533  (1905'. 

Roliginne  della  famig.  re- 
(riiante,  cattolica;  della 
grande  maggior,  della 
popolaz.,  protestante. 

Superficie: 
km.  q.  14,993. 

Capitale: 
Dresda  {nb.  516,996). 

Bilancio:  Entrata  e  ascila 

318,069.«;69  marchi 

(1906-07). 


Sassonia 


4«.  —  SAS80NIA-ALTENBURQ 

Mcnarehia  cottitmionale. 

ERNESTO,  Duca  (n.  16  settembre  1826,  ace.  3  agosto  1853). 


Popolazione  : 
206  508  (1905) 

Superficie  : 
km.  q.  1,324. 

Capitale: 
Alteubarg  (ab.  38,818/. 

Bilancio: 
Entrata  e  uscita  4,226.143  marchi  (1905-07). 


Sassonia- AxTKMii  UBO 


43.  —  SASSONIA-COBURQO  E  GOTHA 

Monarchia  costittizionale. 


CARLO   EDOARDO,   Duca  {n.  19  luglio  1884,  ace.  IdOO, 
ViTToBiA  AoELAiOK  di  Slesvig-Holstein). 

Popolazione: 
242,432  (1905). 

Su]^rficie: 
km.  q.  1977. 

Capitali: 
Coburgo  (ab.  22.488)  e  Gotha  (ab.  36,947). 

Bilancio: 
7,183,615  marchi. 


Sassonia-Cobuboo  e  Gotha 


294  — 


44.  —  SASSONIA-MEININGEN 

Mo  il  a  rrh  ia  cast  it  uzionale. 
I 
GIORGIO  II,  Duca  {n.  2  aprile  1826,  acc.  20  sett.  1866). 


Popolazione: 
268,196  (1905). 

Supei-ficie: 
km.  q.  2,468. 

Capitale: 
Meiningen  {ab.  15,945). 

Bilancio  : 
entrata  9,586,630  marchi  ;  uscita  8,580,600. 


S  assonia-Meiningen 


45.  —  SASSONIA-WEIMAR-EISENACH 

Monarchia  costituzionale. 


GUGLIELMO  ERNESTO,   Granduca  (n.  10  giugno  1876, 
acc.  5  gennaio  1901). 

Popolazione: 

388,095  (1905). 

Superficie: 
km.  q.  3,617. 

Capitale: 
Weimar  {ab.  31,117). 

Ferrovie:  km.  105. 

Bilancio  : 
12,414,740  marchi  (1905-07). 


Sassonta-Weimar 


46.  —  SCHAUMBURQ-LIPPE 

Monarchia  costituzionale 


GIORGIO,  Principe  (n.  10  ottobre  1846,  acc.  8  maggio 
1893,  mar.  a  Maria  Anna  di  Sassonia-Altenburg). 

Popolazione: 
44,992  (1905). 

Superficie: 
km.  q.  340. 

Capitale: 
Bùckeburg  {ab.  5683). 

Bilancio: 
986  659  marchi  (1906), 


SCHAUMBURG-Liri'E 


Lavorazione  speciale  in  CAPPELLI  e  ItERRETTl  per  Filarmoniche 

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l,i-is\  >li  s»hònhurg-Wal- 
«U'uJ.urjf». 

♦.♦6,836   (!'.• 

Sttperflrit . 
km.  q.  941. 

Capitale: 
Rudolst«dt  (ab.  12,495). 

Bilancio  : 
i.e.M.ìXtO  marchi  (1906-08). 


SCHWABZBURO-RCDOLSTADT 
K   SoNDERSHAUSEN 


Mouiivrhiit   riiMitìtiiitmilii. 

CARLO  GUNTERO,  Vri»., 
[n.  7  agosto  1H30,  aer.  17  I 
gito  1880,  mar.  a  MaIIIa 
SasHonìa-AItouburgl. 

Popolazione: 
85,152  (1905). 

Superficie: 
km.  q.  862. 

Capitale: 
Sondershausen  (ab.  7383). 

Bilancio: 

3,541,588  marchi  (1901-07» 


4».  —  WALDECK 


Monarchia  costituziottale. 

FEDERICO    ADOLFO    ERMANNO,    Principe    (n.  20  gen- 
naio 1865,  acc.  12  maggio  1893,  mar.  a  Batilde  di  Schaum- 

l.un:-I.ipt.,'l. 

J''>pvletzione: 
.v.«,127  (1905) 

Superfkie: 
km.  q.  1.121. 

Capitale: 
Arolsen  (ab.  2.811). 

Bilancio: 
1,357,442  marchi  (1907). 


Guglielmo  II 


-50.  —  WURTEMBERG 
Monarchia  contitmionale 

GUGLIELMO  II,  Re  (n.  25  feb- 
braio 1848,  acc.  6  ottobre 
1891,  mar.  a  CARLOTTA  di 
Schaumharg-Lippe). 

Popolazione:  2,300.330(1905'. 

Religione: 
Vi  protestante,  Vs  cattolica. 

Superficie:  km.  q.  19,514. 

Capitale  : 
Stuttgart  (ab.  249,443). 

Ferrovie:  km.  1962. 

Telegrafi:  km.  6534. 

Bilancio  (1905-06). 
Attivo:     82,863,402  marchi. 
Passivo:   82,921,253 


som 


te«» 


WURTEMBEBG 


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296 


■51.  —  GIAPPONE 


Monarchia  costituzionale. 
MUTSU  HITO,  Imperatore  (n.  3  novembre  1852,  acc,  13  febbraio  1867,  mar.  a  HarxikoJ. 
Popolazione:  40,732,139  (cens.  31  die.  1903).  —  Religione:  di  Sinto  e  Buddistica.  —  Lin- 
gua: gxai^-poaese.  —  Superfìcie:  km.  q.  382,416;  con  l'isole  Formosa,  Volcano,  Sakkaline  e 
kuang-tung,  454.868.  —  Capitale:  Tokio  {ab.  1,818,655).  —  Commercio:  Import.  972,500,000; 
Esportazione  837,500,000  franchi.  —  Ferrovie:  km.  10,094.  —  Telegrafi:  km.  31,146.  —  Eser- 
cito: pace  e.  230,000;  guerra  1,500,0(10.  —  Flotta  da  guerra:  94  navi,  13  cannoniere  e  76  tor- 
pediniere, oltre  a  12  navi  tolte  ai  Russi  a  Port  Arturo  e  a  Tsuschima;  8  in  costruzione.  — 
Bilancio:  (1905-1906):  entrata  305,667.190;  uscita  211,973,848  yen  (1  yen  =  fr.  2,62  . 


Haruko 


Giappone 


52.  —  COREA 


Monarchia  dispotica  sotto  il  protettorato  del  Giappone  per  i  trattati  del  20  die.  1905 
e  del  25  luglio  1907. 

YI-SYEK,  Imperatore  (n.  25  marzo  1874,  acc.  19  luglio  1907). 

Fopolaz.:  5,713,244  (1901).  -  Supetf.:  km.  q.  218,650.  —  Capitale:  Seul  (ab.  193,606),  -  Com- 
mercio: Import.  31,959,582;  Esportaz.  12,111,106  dollari  (1905).  —  Ferrovie:  km.  1108  (1905).  — 
Eser.:  pace  9000.  -  Bit.:  entr.  14,960,574;  use.  19,113,665  dollari  (1905)  [1  doli,  coreano  =  fr.  1,25]. 


Edoardo  VII 


53.  —  €JRAlf  BRETAOXA 

[United  Kingdom  of  Great 
Britain  and  Ireland] 
Monarchia  costituzionale. 


EDOARDO  VII,  Re  (w.  9  no- 
vembre 1841,  acc.  15  feb- 
braio 1901,  mar.  ad  Ales- 
sandra di  Danimarca.  — 
Dinastia  di  Brunswick- 
Luneburg), 

Popólaz.:  44,177,000  (1906). 
—  Religione:  protestante 
(anglicana).—  Lingua:  in- 
glese. —  Superfìcie:  km. 
q.  314,339.  —  Capitale: 
Londra  (ah.  4,649,088,  con 
i  sobborghi  6,907,756).  — 
Commercio:  Importazione 
551,019,917;  Esportazione 


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'.  In  costrur-lono:  4fi  navi  di  vario  tipo.  -  BiìaneUr.  entrata 

ro^ifiìitn.  mfnninli:  Olbllterra.  Malta;  Cipro,  Aden  e  Perire, 

i:.iii(f,  India  e  dipendenze  (i>tf(f.  a  parie), 

>)>o,  Colonia  dui  fiume  Urangc,  Colonlft 

u  l'rotctf. 

Africii. 


ile 


i,  Zaiizilmr,  (ìombia.    Laffos.    Ni^ferla. 

,   ^'lo,   S.  Elena,   Ascensione,   is.  Tristan 

Ma,  is,  Maurizio,  is.  Seychelles,  is.  Socotora;  Bermude, 

,  iritd.  a  parte),  is.  Falkland,  Guiana  Inglese,  Honduras 

1)  •     '  '      *  ili.   Terranova  e   Labrador;   Australie 

(r-  .  Nuova  Zelanda,  Nuova  Guinea,  isole 

8;»:  .>ole  Gilbert,  ec.  —  complessivamente 

in  Europa km.  q.  9,590;  nfe.  467,710 

In  Am;i  (o. mi. rese  le  Indie).     5,191,700     ,     302,035,000 

in  A  ':i   l'Egitto,  e 

»■  I  litiche  repub- 

bi.v ...    ...«X  .tilricane)  ,    .    .     5,341,800     ,       43,630,000 

In  America  (compreso  il  Ca- 
nada)    10,028,700     ,         7,870,684 

In  Oceania  (compresa  l'Au- 

stralia) 8,257,800     ,        6,667.000 


km,  q,  28,829,100;  ah.  359,570,430 


Qban  Bbetaona 


54.  —  AUSTRALIA 


[.\.USTBALIAN    CoMMONWFALTH] 


Federazione  cMle  sei  colonie  britanniche  dell'  Australia  : 
Queensland,  Nuova  Galles  del  Sud,  Vittoria,  Australia 
del  Sud,  Australia  Occidentale.  Tasmania,  sotto  l'alta 
sovranità  della  Corona  d'Inghilterra. 

Popolazione:  4,325,000. 

Superficie:  km.  q,  7,929,009. 

Colpitale  designata  (nell'agosto  1904):   Dalgety,   pie- 
Io  villaggio  di  300  ab.  a  295  m.   al   8,   di   Sidney.  - 
:  rovvisoriamente  Melbourne  (ab.  508,45v»). 

Commercio:  Importaz.  38,346,731;   Esport.  56,841,035 
•rline  (1905). 

F'rrocie:  km.  23,964  (1905). 


AUSTBALIA 


■55.  —  CANADA  [DoMiNiOM  or  Canada]- 


Governo  autonomo  eogtUuxionaU,  sotto  l'alta  sovranità  e 
controllo  della  Corona  inglese. 

Popolazione:  5,372,000  (1901). 

Superficie:  km.  q.  9,589, 7W  (senza  i  laghi  canadesi  e  con 
le  isole  artiche). 

Capitale:  Ottawa  (ab.  69,928  [1901]). 

Comm.:  Import.  261.911,435;  Esport.  203,816^72  dollari. 

Ferrovie:  km.  31,560  (1904). 

Telegrafi:  km,  60,319. 


Canada 


—  298  — 

56.  —  INDIA 


Governo  autonomo,  esercitato  da  un  Governa- 
tore generale  in  nome  dell'  Imperatore  delle  In- 
die, sotto  il  controllo  del  Governo  britannico. 

EARL  OF  MINTO  (G.  J.  Elliot),  governatore  ge- 
nerale in.  t)  luglio  1845,  acc.  settembre  1905'. 

Popolazione:  295,213,000,  compresi  gli  Stati 
Tributari  (censimento  1901).  —  Superficie:  km.  q. 
4,820,100.  —  Capitale:  Calcutta  {ab.  847,796  [1901]) 
—  i/i  estate,  Simla.  —  Commercio:  Importazione 
92,623,347;  Esportazione  116,340,362  sterline.  (Com- 
presi i  metalli  preziosi.  1903-04).  —  Ferrovie:  km. 
44.361.  —  Telegrafi:  96,063.  —  Bilanc:  entrata 
1,251.^95,000;  use.  1,237,938,000  rupie  (15  rupie  = 
1  steri.).  —  Protettorati:  Stati  indigeni  di  Haidera- 
bad,  Baroda,  Mysore,  Kascmir,  Sikkim  e  più  di  200 
stati  feudatari  governati  da  principi  indigeni  sotto 
il  protettorato  dell'  Impero  Indiano  ;  complessiva- 
mente ab.  62,461,549  (censimento  del  1901)  su 
km.  q.  1,759,556. 


57.  —  OBECIAJEllas] 
Monarchia  costituzionale. 


Olga   di  Russia. 


GIORGIO  I,  Be   (n.  24  dicembre   1845,  acc.  5  giugno  1863,   mi 
Dinastia  di  Holstein-Glucksburg). 

Popolaz.:  2,433,806  (1896).  —  Belig.  :  ortodossa.  —  Lingua  :  greca.  —  Superficie:  km.  q.  64,679. 

—  Capitale:  Atene  {ab.  111,486).  —  Cotnmercio:  Importazione  137,016;  Esportazione  90,570  mi- 
gliaia di  dracme  (1905)  (1  dracma  =  Fr.  0,63).  —  Ferr.  :  km.  1035.  -  Telegr.:  km.  6303.  —  Eser- 
cito: guerra  82,125:  pace  22,515.  —  Flotta  da  guerra:  11  navi,  più  15  torped.  e  21  navi  second. 

—  Bilancio:  entrata.:  125,753,359;  uscita  124,461,577  dracme  (1906). 


Giorgio 


58. 


Estrada  Cabrerà 


Olga 
GUATEMAL.A 

Repubblica. 


Grecia 


MANUEL    ESTRADA     CABRERÀ. 

Presidente  {n.  21  novemb.  1857. 
acc.  8  febbraio  1905.  —  Duraf(t 
della  carica:  6  anni). 

Popolazione:  1,842,134  (1903).  - 
lielig.  :  cattolica.  —  Lingua  : 
spagnuola.  —  Superficie  :\im.q^. 
113,030.  —  Capitale:  Guate- 
mala la  Nuova  {ab.  71,527).  - 
Commercio:  Import.  6,844,444; 
Esport.  8,237,758  pesos  d'oro 
(1965).  —  Ferrovie:  km.  640.  — 
Telegrafi:  km.  5199  (1904).  - 
Esercito:  pace  56,915;  guerra 
86,354.  —  Bilancio  :  uscita 
27,317,659  pesos.         .^^. 


■^. 


•>on  — 


Nord  Alexis 


Haiti 


-  Mi.  —  HAITI 

NORD  ALEXIS,  Presidente 
(n.  1819.  ace.  18  dicem- 
bre l»Oa.  —  Durata 
dèlia  rat-ira:  7  anni). 

Popolai.:   1,4J5.000  aVOO. 

—  Relig.:  cattoUoa.  — 
Lingua:  francese.  —  Su- 
perfine:   km.  q.  28,680. 

—  Capitale:  Port-au- 
Prlnce  {ah.  61,(X)0).  — 
Commercio:  Importazio- 
ne 3.981,676;  Esporta- 
«lone  8,585,687  doli.  — 
Esèrcito:  pace  6S28.  — 
Marina:   ."<  cannoniere. 

-  Bila**.:  entr.  0,471,726 
pesos  d'oro  e  3.016,506 
di  carta;  use.  5,609,853 
doro  e  2,913,940  di  car- 
ta (1905-06). 

60.  —  HONDURAH  - 

Repubblica. 

Generale  EMANUELE  BO- 
NILLA,    Presidente  (n.  ?.  i 
are.    \"  marzo    1906.  —  j 
Durata     della      carica:  ! 
4  anni). 

Popolaz.:  660,000  (1902). 
Religione:  cattolica. 
Lingua:  spagnuola. 
Superficie:  km.  q.  114,670. 
Capitale:  Tegucigalpa  (ah. 

26,265). 
Commercio:  Importazione 
444,827;  Esport.  443,569 
sterline. 
Ferrovie:  km.  92. 
EiiANCKLE  BoxiLLA  Te/^ra/?;  km.  4650  (fili).  HonuUuas 

Esercito:  guerra  50,672  ;  pace  600  (1902). 
FloUa:  2  navi. 
Bilancio:  entraU  3,043,500:  uscita  3,043,500  pesos  d'argento  (1904-1905). 


61.  —  ITAIilA 


Monarchia  costituzionale. 

VITTORIO  EMANUELE  III,  Re  (n.  Il  novembre  1869,  aec.  21  luglio  1900,  mar.  ad  Elkna 

'!•  1  Moiiteni-gro.  —   Dinastia  di  Savoia). 

Popolai.:  33,733,1 9>*  (valutata  al  1»  genn.  1906).  —  Relig.:  cattolica.  —  Lingua:  italiana.  — 
1'^»/.;  km.  q.  286,682,2  +-0.96  (cifra  definitiva  secondo  i  calcoli  dell'Istituto  geogr.  militare 
fatti  dal  1884  al  1901).  —  Capit.:  Roma  (afe.  462,783;  cens.  1901).  —  Cnmm.  (1904):  Import. 
1,958.266;  Esp.  1,606,930  migliaia  di  lire.  —  /-'«♦t;  km.  16,226  (1906).  —  Telegrafi:  km.  47,731. 
—  Eserr.:  guerra  3.323,446;  pace  278.156.  —  Flotta  da  guerra:  333  navi,  compresi  4  sottoma- 
rino; in  costruzione  :  6  corazzate  di  1*  clas.se,  4  controtorpediniere,  26  torpediniere  d'alto 
mare,  1  torpediniera  di  3»  classe,  2  sottomarini  (1905).  —  .B//a«cfo:  (prevls.  1906-07)  entrata 
2,00'.>,sTl,«4(t;  uscita  l,9S2,757,7iH.  —  Possedimenti  coloniali:  Colonia  Eritrea  («fe.  329,516,  d' 
quali  3911  Europei  (1905),  km.  q.  600,000),  Protettorato  sui  Danakil  e  Protett.  sulla  Somali 
(compresi  i  possed.  del  Benadir):  in  tutto,  ah.  1,400,000,  km.  q.  825,000. 


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Arttjbo  Babclay 


ARTURO  BARCLAY,  Presidente 
(n.  ?,  a;c.  4  novembre  1904), 

Popolazione  (negra): 
circa  1,500,000. 

Religione:  protestante  quella 
ufficiale,  ma  del  maggior 
numero  pagana. 

Lingua:  inglese. 

Superficie:  km.  q.  95,400. 

Capitale:  Monrovia  [ah.  5,000). 

Esercito:  circa  3000. 

Bilancio:  entrata  333,104  dol- 
lari; uscita  338,481  dollari 
(1903). 


63.  —  L.IECHTEXSTEIlf 

Monarchia  costituzionale. 


LlBEBIA 


GIOVANNI  II,  Principe  [n.  5  ottobre  1840,  acc.  12  novem- 
bre 1858). 

Popolazione:  9477  (1901). 

Religione:  cattolica. 

Lingua:  tedesca. 

Superficie:  km.  q.  159. 

Capitale:   Vaduz  {ah.  1206). 

Bilancio: 

entrata  913,946;  uscita  910,820  corone  austriache  (1905). 


Liechtenstein 


64.  —  liUSSEMBUROO 

Monarchia  costituzionale. 

GUGLIELMO,  Granduca  in.  22  aprile  1852,  acc.  17  nov.  1905,  mar.  a  Maria-Anna  infanta  di 
Portogallo.  —  Dinastia  di  Nassau). 

Popolazione:  246,455.  —  Religione:  cattolica.  —  Lingua:  tedesca.  —  Superf.:  km.  q.  2,587. 
—  Capitale:  Lussemburgo  (ah.  21,024).  —  Ferrovie:  km.  525.  —  Telegrafi:  km.  1099.  —  Eser- 
cito: pace  313.   -  Bilancio:  entrata  12,780,770;  uscita  14,390,094  fr.  (1905). 


Guglielmo 


Mabia  Anna 


LXJSSEMBUEGO 


—  \V)\ 


HITI.KT  AUD-UL-AZIZ 


Monnrrhia  dinpotirn 

MULEY^BD.UL-AZIZ, 

Sultano  (n.  24  feb- 
braio 1878,  acr.  6  giu- 
gno 1894). 

PopolaMiotu:  8,650,000.  — 
IMigione:  maometta- 
na. —  Lingua:  araba. 
—  Superficie:  km.  q. 
439,240  (non  rom pre- 
si il  Tuat  uè  il  de- 
serto». —  Capitale: 
Fez  (ab.  150.000).  - 
Commercio:  Importaz. 
60,247,750;  Esportar. 
87,2y»,775  fr.  (1904) 


«6.  —  MESSICO 


Repubblica  federativa  di  27  stati,  3  territori  e  un  distretto  federale. 

PORFIRIO  DIAZ,  Presid.  (n.  16  settembre  1830.  ace.  per  la  6>  volta  il  1<>  dicembre  i:)04, 

Durata  della  carica:  6  anni). 


Popól.:  13,607,259(1900).  - 
Religione:  cattolica.  — 
Lingua:  spagnuola.  — 
Superf.:  km.  q.  1 ,987,201. 
—  Capitale  :  Messico  : 
{nb.  530,723).  —  Commer- 
cio: Import.  85,861,082 
dollari  d'  oro  ;  Esport. 
193,854,716  pesos  d'ar- 
gento (1904-05).  —  Ferr.: 
km.  17,446(19061.  -  Te- 
legr.:  78,009  (190fij.  — 
Es.  :  guerra  82,150;  pace 
26,595.  —  Flotta  da  guer- 
ra: l'i  navi.  —  Bilancio: 
entrata  90,073,i>00  pe- 
sos; uscita  89,897,397 
pesos  (fr.  2,66)  (1906-07). 


PoByiBio  Diaz 


Messico 


AXBXBTO 


—    «7.  —  MOUTACO   - 

Principato  assoluto 

sotto  il  protettorato  della 

Francia. 

ALBERTO  ONORATO  CARLO, 

Principe  in.  13  nov.  1848. 
ace.  10  settembre  1889.  — 
Dinastia  dei  Grimaldi- 
Goyon-Matignon). 

Popolazion*:  16,180.  —  Reli- 
gione: cattolica.  —  Lin- 
gua: francese.  —  Superfi- 
cie: km.  q.1,6.  —  Capitale: 
Monaoo(a6.3,292).  —  Forza 
pubblica  :  4  uff.  e  82  carab. 
(gendarmi).  —  Bilancio  : 
entraU  ordin.  :  1.277.545; 
uaciU  ordin.:  1,252,137. 


Monaco 


—  302  — 

■  68.  —  ]»IOXT£WEORO  [Cbnagoea]  • 
Monarchia  costituzionale. 


NICOLA  I,  Principe  («.7  ottobre  1841,  acc.  14  agosto  1860,  mar.  a  Milena  Petrovna  Vu- 
coticova.  —  Dinastia  dei  Petrovic-Niegos). 


Nicola  I 


MONTENEOriO 


PopoL:  227,841.  —  Relig.:  ortodossa.  —  Lingua:  serba.  —  Superf.:  km.  q.  9,080.  —  Capitale: 
Cettigne  (a/>.  4355).  —  Commercio:  Import.  4  648,711;  Esport.  1,705,039  corone  austr.  (1905). 
—  Telegr.:  km.  850  (1905).  —  Bilan.:  entr.  e  use:  1,763,824  corone  austr. 


69.  —  MOBK^XBT 


yo.  —  XEPAIi 


[Altenberg,  Vieille-Montagne] 

Teiritorio  neutro,  fra  il  Belgio  e  la  Prussia, 
amministrato  da  un  borgomastro,  sotto  la 
sovranità  mista  dei  due  stati  limitrofi. 

Superficie:  km.  q.  5,5. 

Popolazione  :  ab.  8000. 


Monarchia  dispotica,  tributaria  della  Cina. 

PRITHVI  BIR  BIKRAM,  SHAMSHER  JANG,  Ma- 

harayà  DJiiraJ  [n.  18  agosto  1875,  acc.  17  mag- 
gio 1881). 

Popolaz.:  3,000,000  circa.  —  Relig.:  buddista. 
Sup.:  km.  q.  154,000.  —  Capit.:  Khatmandou 
{ab.  50,000).  —  Commercio:  Import.  1,498,651  ; 
Esp.  2,640,649  diecine  di  rupie.  —  Esercito: 
pace  51,000. 


71.  —  NICARAGUA  

Repubblica. 
J.  SANTOS  ZELAVA,  Presidente  [n.  ?,  acc.  1  gennaio  1906.  —  Durata  della  carica:  4  anni). 
Popolazione:  429,310. 
Superficie:  km.  q.  128,840. 
M-  \  Capitale:  Leon  [ab.  45,000). 

■Il  1  Commercio . 

lif     ;^;f^  itM  \        Importazione  492,184  sterline. 

Esportazione  730,458 

Ferrovie:  km.  276  (1904). 
Telegrafi:  km.  4600  (fili) 

Esercito  : 

guerra  40,000;  pace  4000. 

Flotta  da  guerra 

8  battelli  a  vapore. 

Bilancio:  entrata  8,815,815; 
use.  12,517,002  in  peso  car- 
ta. (1  peso  carta  =  fr.  0,73).  Nicauagua 


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Monarchia  co^filnsionaU. 
HAAKON  VII,  h'f   (1.  :ì  agosto  1872.  n«v.  27  novembre  l.»-:, 


a  Mai'd,   prlnplp»'HS! 


3,311,537  11005).  —  /{«/vìoim:  Protestante  luterana.  —  Lingua:  Norvef^tana 

,r     Kin.  q.  321.477.  —  CapitaU:  Cristiania  (afr.  227,62G).   -    Cimimerrio:  Imp.  3l2,;i  .*.. 

ir..  2I7,'.m;o   (111    inii^'Uaiii    <ll    corone.  11K)5)   —    Feivuvif:  km.  '25(iO  (ItfOCl.  —    Telegrafi: 

*  (l'HUli.  -  h:jier,-ifo:  pace  »0,»(H);  guerra  81,700.  —  Flotta  da  guerra:  53  navi,  240  can- 

-'  uomini.  —   JUhthcio  di  entrata  e  uscita:  i)5,8H6,rt00  corone  (cor.  =-  1.3'.>l  (IUO4.0 


Uaakox  vii 


Maui) 


■    73.  —  OL<A!VDA  [Nedkbland,  Pays  Bas] . 

Monarchia  costituzionale. 
GUGLIELMINA,  h'egina    (n.  31  agosto  1880,   are.  23    novembre  1890,   mar.  ad   Enkico  di 
Mei  KLENBURO.   —   Dinastia  di  Nassau). 

l'opolazione:  6,5yi,6'J5  (190.S).  —  Heligione:  protestante  (presbiteriana).  —  Lingua:  olan- 
dese.  —   .s'Mp<s;-/iri>;  km.  q.  33,000.  —    C'apiVa/e;  Amsterdam    (ai;.  651,445  (1904)).  —  6'om»««rc^it>: 
Importazione  24 19.5;  Esport.  1985,fi  milioni  di  fiorini  d'Olanda.  —  Ferrovie:  km.  3090  (1»06).  — 
Telegrafi:  km.  6'.>l2.  -  Esercito:  pace  41.030;  guerra  184,3G1.  -  Flotta  da  guerra:  98  navi,  più 
\  navi  scuole  e  4  navi  trasporto.  —  Bil.:  entr.  177,740,765;  uscita  185,l»71,-2«7  fiorini  (1907). 
Colonie:  Indie  Orientali  (Giava,  Sumatra,  Borneo,  Celebes.  Molucche.  Piccole  isole  della 
~  inda.  Nuova  Guinea  Occidentale  e  Ternate),  Indie  Occidentali  (Piccole  Antille  e  SurinaiP' 
>mpl.  37,879,000  aò.  su  2,045,647  km.  q. 


GC0L.IXJ.MXNA 


Paesi  Ba^-si 


74.  —  OMAN  

Monarchia  assoluta. 
FEISEL  BEN  TURKI,  Sultano  («.  1865,  acc.  4  giugno  1888). 
Popolazione:   l.ddri/Mio.   —    Religione:  maomettana.  —  Lingua:  araba.  —  Superficie:  km. 
q.  194,200.  —   rapUul>,.  Mascate  (ab.  40,000).  —   Exercito:  circa  10,000.  —  Commercio:  Impor- 
Uzione  4,044,549;  Esportazione  2,054,300  dollari  (1904-05). 


—  304 


75.  —  PANAMA 

Repubblica  (separatasi  dagli  Stati  Uniti  di  Colombia  nel  novembre  1903). 


Manoel,  Amadoe  Guerbeko 


MAN.  AMADOR  GUERRE- 

RO,  Pres.  {n.  ?,  acc.  17 
febbr.  1904.  —  Durata 
della  carica:  5  anni). 

Popolazione:  400,000. 

Religione  :  cattolica. 

Lingua:  spagnuola. 

Superficie:  km.  87,480 
compresa  la  zona 
americana  del  Canale 
(striscia  larga  10  mi- 
glia inglesi  lungo  il 
tracciato  del  Canale), 
ceduta  agli  Stati  Uniti 
d'America  col  tratta- 
to del  18  nov.  1903. 

Capitale:  Panama  (ab. 
30,000). 

Commercio:  Importaz. 
16,875,000;  Esportaz. 
5,500,000  franchi. 

Ferrovie:  km.  76. 


^d^    t>^ 


Panama 


76.  —  PARA  GUAI 

Repubblica. 

BENIGNO  FERREYRA,  PresìV?.  («.?,  acc  25  nov.  1906). 
—   Durata  della  carica:  4  anni. 

Popolazione:  631,347,  compr.  50,000  indiani  (1905). 

Religione:  cattolica. 

Lingua:  spagnuola. 

Superficie:  km.  q.  253,100. 

Capitale:  Asuncion  (ab.  60,259). 

Commercio:  Import.  4,678.514;  Esport.  5,232,770  pe- 
sos  d'oro  (1905). 

Ferrovie:  km.  247. 

Telegrafi:  km.  1828. 

Flotta  da  guerra:  2  piccoli  vapori. 

Bilancio:  entrata  11,532,576;  uscita  11,416,200  pesos 
a  50  e. 


Paeaguai 


MoHAMED  Ali  Mikza 


yy.  —  PERSIA 

Monarchia  costituzionale. 

MOHAMED  ALI  MIRZA,  Scià,  (n.  21 
giugno  1872,  acc.  10  genn.  1907). 

Popolazione:  9.000,000  circa. 

Religione:  maomettana. 

Lìngua:  persiana. 

Superficie:  km.  q.  1,645,000  circa. 

Capitale:  Teheran  [ab.  280,000). 

Commercio:  Importazione  349.915; 
Esport.  247.961  migliaia  di  kran 
(1  kran  =  Fr.  0,45)  (1904-05). 

Ferrovie:  km.  13. 

Telegrafi:  km.  10,395. 

Eserc:  guerra  60,000;  pace  24,500. 

Flotta  da  guerra:  2  vapori. 

Bilancio:  entr.  1,327,000  lire  ster- 
line (1903-04). 


"--^ 


FosK  Pardo 


—  7H.  —  F  K  R  Ci   

lifpuhhlirn, 

JOSÉ   PARDO   Y   BARREDA, 

IWnid^-nt»  (»i.  KS('.«,  tue.  24 
settetn.  1904.  —  Durata 
(itila  fa»-irti  ;  4  annU. 

Popolazione:  4,559,550 

Religìotte:  cattolica. 

Lingua:  «ipn^niuola. 

Superfìcie:  km.  q.  1,769.804. 

Capitale:  Lima  (nft.  133,000). 

Commercio:  Imp.  4 ,'.»y8,0O3  : 
Esport.  4.()«;i5.«i  <9  st.  (19(14  '. 

Ftrrorie:  km.  li'.v.i. 

Telegrafi:  km.  «,021. 

Eterci'o:  pace  6,807;  guerra 
89,42:<. 

F/o/.'rt  da  guerra:  Due  incro- 
ciatori, 2  vapori  a  elica, 
1  nave  scuola  e  6  piccoli 
vapori  a  ruote. 

Bilancio:  entrata  2.527,766; 
uscita  2.17.S.2Ò2  sterline  (190() 


Pkbù 


79.  —  PORTOGALLO    

Monarchia  costituzionale. 

CARLO  I,  Jie  (M.  28  settembre  1863,  are.  19  ottobre  1889,  mar.  a  Mahia  AscelU  d'Orlcan-. 

—  Dinaftia  di  Bra;;an7.a-Saxe-Coburgo-Gotba). 

l'opolmione:  5,423,132.    —    Superfìcie:  km.  q.  92,157   (comprese  le  Azorre  e  Madera).  — 

Religione:  cattolica.  —  Lingwi  :  portoghese.  —   Ca^)i7a/e;  Lisbona  («<».  357,fKX)).  —   Commercio: 

Iiiip Ttazione  62,107,299;  Esportazione  30,711.115  milreis  (1  milreis  =  circa  fr.  4,50).  —  Fer- 

km.  2397.  —    Telegrafi:  8641.   -    E-tercito:  pace  30,000;  guerra  149,115.    —    Flotta   da 

42  navi,  più  2  navi  scuola  e  un  sottomarino.  —  Bilancio:  entrata  61,311,112;  uscita 

-     '.4  milreis  (19<».=l-19f»r,). 


Cablo  I 


Portogallo 


Possedimenti  d'Oltremare:  Is.  del  Capo  Verde,  Guinea.  Isole  di  St.  Thomé  e  del  Piincii 
Angola,  Mozambico,  Goa,  Dvnao,  Diu,  Macao,  Timor  e  Kambing:  in  tutto  ab.  7,270,00<i 
km.  q.  2,270,000. 


HO.  ~  RUMEXIA 


Monarchia    costituzionale. 

CARLO  I,  Se  (n.  20  aprile  1839,  acc.  26  marzo  1866,   mar.  ad  Elisabetta  di   Wied. 
Dinastia  degli  Hohenzollem). 

Popolaz.:  6,480,300(1905).  —  JUlig.:  greca-ortodossa.  —  Lingua:  rumena.  —  Superfi- 
km.  q.  131,353.  -   Capitale:  Bucarest  (ab.  285,445).  —  Commercio:  Import.  337,538;  Espor 


—  306  — 

iione  457.101  migliaia  di  tei  (1  lei  =  fr.  1).  —  Ferrovie'  km.  31^8.  -  Telegrafi:  km.  7012.  - 
Esercito:  gueri'a  171,948;  paoe  64,250.  —  Flotta  da  guerra:  20  navi.  —  Bilancio:  entrata 
e  uscita  230,1389,238  lei  {190(;-07j. 


Elisabetta  (Carmen  Sylva^ 


81.  —  RUSSIA 


Monarchia  costiliizionale  sotto  unrj  Zar  autocrate. 

NICOLA  II,  Zar  o  Imperatore  (n.  18  maggio  1868,  acc.  1»  novembre  1894,  mar.  ad  Ale- 
XAKDBA  Feodorovna  nata  Alice  di  Hesse.  —  Dina-itia  dei  Romanow-Holstein-Gottorp). 


Nicola  I 


:ÉéB' 


Alexandra 


Russia 


Popolazione:  130,469,000  (compresa  la  Finlandia  e  i  governi  del  Caucaso.  Siberiani,  del- 
l'Asia Centrale  e  Transcaspiani,  Bucara  e  Chiva)  (cens.  del  28  genn.  1897).  —  Religione:  greca- 
ortodossa,  con  gran  numero  di  cattolici  (polacchi),  protestanti,  ebrei,  maomettani,  armeni,  ec. 

-  Lingue:  russa,  polacca,  ec.  —  Superficie:  km.  q.  22,874,453  (comprese  le  acque  interne),  — 
Capit.:  Pietroburgo  («fe.  1,439,375).   —  Comm.:  Iraportaz.  709,585,000;  Esportaz.  1,005,747,000. 

-  Ferrovie:  km.  65,708  (1905).  —  Telegrafi:  km.  180,178,  compresa  l'Asia.  —  Esercito:  guerra 
3,615,410;  pace  1,087,000.  —  Flotta  da  guerra:  362  navi,  più  6tì  bastimenti  ausiliarii  e  30  in 
costruzione  (1906).  —  Bilancio:  entrata  od  uscita  2.510,972,775  rubli  (1906). 


82.  —  BOCHARA 

Monarchia    assoluta 
sotto  il  vassallaggio  della  Russia. 

ABDUL  AKHAD,  Emiro  (n.  26  marzo  1859,  acc. 

12  novembre  1885). 
Fopolazione:   1,250,000.    —    Superficie:   km.  q. 

205,000.  -  Capitale:  Bochara  {ah.  70,000).  — 

Eserc:  pace  11,000. 


83.  —  CHI  VA 


Monarchia  assoluta 
sotto  il  vassallaggio  della  Russia. 

MOHAMMED  RAKKIM  BAHADUR,  Kan  (n.  1845, 

acc.   1805). 

Popolazione:  800,000. 
Superficie:  km.  q.  60,000. 
Capitale:  Chiva  (ah.  30,000). 


-  307  — 


H4.    —    FINLANDIA 


(irvm'fHniUt  itu'oriM>r«lo  all'lmpcru  (11  UuHsla,  con  «inDiliiutrAXiuiie  mtrrim  KpffJnl- 

'■       '    '      ■,  V-,.   .  ;.■.._ •   vfAiite,    —   /.fHji/M^;  «vedono    e    Iliinica.   —   .-..- 

s  {ab.  10fì,067).   —   Commét-cio:   IrnportRZlone 
oro.    —    »rrori«;   km.  3329.   —    lUhinrin:  en- 

t.4   1 1 U. . i -j :>.'.», So  ;  u^.itii   r^o,:i4f.,f,:t4  nurolii  (1   maroo     -   1  fr.). 


Pedijo  J.  Escalon 
86.— 


.    85.  —  MAr.VADOR 

HepubUùa. 

PEDRO  JOSÉ  ESCALON.  l'reMi 
dente  {n.  ?,  tur.  1°  marzo 
190S.  —  Durata  della  cari 
ca:  4  anni). 

Popolai.  :  1.006,848  (1902).  - 
Iteliyioue:  cattolica.  —  Lia 
guit:  spagnola.  —  Supeifi 
eie:  km.  q.  -il. 100  -  Cup. 
San  Salvador  (ab.  59,544). 
Commerrio:  Esp.  16,5aH,611 
pesos  d'arg.  (1  peso  arg.  = 
fr.  2,19).  -  Ferr.:  km.  167. 
Telegrafi:  km.  3809.  -  JK^er- 
cito:  pace  3,000  più  la  ri- 
serva di  18,000  uomini.  - 
Flotta  da  guerra  :  1  nave.  - 
Bilancio:  entrata  8,536.443 
'  uscita  10.04."),413  pesos  d'ar 
gente  (1905). 

SAX  DOMIXOO  [Rf.pcbbU(a  Domikicama] 
Repttbhlica. 


Salvadok 


RAIMONDO  CACERES,  Prediente  (n.  ?,  acc.  1906. 
'ila  della  carica:  4   anni). 


Du- 


Popolazione:  416.000. 

Religione:  cattolica. 

Lingua:  spagnuola. 

Superficie:  km.  q.  48,.'>77. 

Capitale:  San  Domingo  (ab.  20,000). 

Commercio:  Importazione  3.096.000;  Esportazione 

6,896,000  dollari  d'oro  (1905). 

Ferrovie:  km.  188. 

Telegrafi:  km.  690. 

Flotta  da  guerra:  2  navi  a  elica. 

rìii„»r:n    n<»nM     ^  entraU  3.635.317  dollari. 
B,lanc,o    (190..)      j   ^^^.^^      1,1H,978         , 


87.  —  SASr  MARIXO 

Repubblica. 


Due  Capitani  Reggenti  che  si  rinnovano  ogni  sei  mesi. 

Popoluzione:  9535. 

Religione:  cattolica.  —  Lingua:  italiana. 

Superficie:  km.  q.  61. 

Capitale:  San  Marino  (ab.  1600), 

Milizia:  38  ufficiali  e  950  uomini. 

Bilancio:  entrata  540,8:33;  uj-cila  5'i7,720  ^1906- 07  . 


iì^a  hLxitiHQ 


—  3f)8  — 

88.  --  SARAWAK 

Monarchia  assoluta,  sotto  il  protettorato  inglese. 
CARLO  JOHNSON  BROOKE,  Rajà  (n.  3  giugno  1829,  acc.  11  giugno  1868). 
Popolazione:  300,000.  —  Superficie:  km.  q.  110,000.  —  Capitctle:  Kuking. 


80. 


H£RBIA- 


Monarchia   costituzionale. 

PIETRO  I,  Re  (n.  29  giugno 
1844,  acc.  15  giugno  1903. 
—  Dinastia  dei  Karageor- 
gevic). 

Popolazione:  2,088,747  (cens. 
31  die.  1905).  —  Religione: 
greca-ortodossa.  —  Lin- 
gua: serba.  —  Superficie: 
km.  q.  48,303.  —  Capitale: 
Belgrado  {ab.  80,747).  - 
Commercio:  Importazione 
55,601;  Esportaz.  71,996  in 
migliaia  di  dinar  (1  dinar  ^= 
1  franco)  (1905).  —  Ferro- 
vie: km.  562.  —  Telegrafi: 
km.3281.  —Esercito:  guerra 
353,122;  pace  27,412.  —  Bi- 
lancio: entrata  88,046,000; 
use.  87,632,279  din.  (1905). 
90.  —  SIAM 


Sekhia 


Monarchia  assoluta. 

SCIULALONKORN,  Re  (n.  21  settembre  1853,  acc.  lo  ot- 
tobre 1868). 

Popolazione:  6,000,000. 
Religione:  buddistica. 
Lingua:  siamese. 
Superficie:  km.  q.  633,000. 
Capitale:  Bangkok  {ab.  600,000). 
Commercio:   Importazione   68,769,030;   Esportazio- 
ne 103,130,000  ticals  (1  tical  ==  fr.  1,40)  (1905). 
Ferrovie:  km.  618. 
Telegrafi:  km.  5290. 
Esercito:  guerra  30,000;  pace  12,000. 
Flotta  da  guerra:  24  navi. 

Bilancio:  entrata  53,619  569;  uscita  52,873,083  ticals 
(1905-06). 

91.  —   SPACJXA  [EsPAXAj   

Monaì-chia  costituzionale. 
ALFONSO  XIII,  Re  (n.  e  acc.  17  maggio  1886,  mar.  a   Eugenia  (Ena)   di   Battemberg. 

Dinastia  dei  Borboni). 


Alfonso  XXII 


Eugenia  |  . Spagna 


l\,p,Ja{.  ,1  ai  dio.  IWK»).  -  h«lig.:  cattolica,  -  Lingua:  Hpai{iiuoU  o  out*lni 

SMiMrf.:  ki  -  r.tpit-  Madrid  (oA.  530,835).   -  Comm.:  Importai.  055.4(KMh'. 

'"' "         '    IH'seta  --'   1  fr.l.      ■    Fermrii-:  km.   H.WiT.   -    Trl-grafì: 

^  I'»oo  93,132.  —   Fh>tt,t  lUt  gtiét-ra:  8.'.  navi,  più   12  nari 

"            '  izione.  —  Bilancio:  entrata  1,010J.17.'J»G  pesctas:  uscita 

»<M*,s.-.«;,Tr.o  (l'.KV.i.  -  (•„/,....>.  Fernando  Po,  dipendenza  d'Annobon,  Rio  Munì,  Ilio  de  Oi 
km.  q.  aiS,700;  ab.  291,000. 


HTATI   UNITI    n*AMRRI<  A 

Republtlica  federale 

Unione  di  48  SUtl,  8  ter- 
ritorti  e  un  distretto  fe- 
derale. 

TEODORO    ROOSEVELT, 

l'reKidentf  in.  IS-^H,  are. 
14  settembre  1905.  — 
Durata  della  carica:  i 
anni). 

Popolazione  stimata  al  lo 
gittgno  1906:  84,216,433, 
compreso  l'Alaska  e  le 
isolo  HawaJ.    —    Relig.: 
protestante  delle  diver- 
se sètte  per  una  grande 
metà,  cattolica  per  me- 
no della  metà.  —  Lin- 
gua: inglese  perla  grande  maggioranza.  —  Sitpfrf.:  km.  q.  9,42(»,B70.  —  CupUaìe:  V  ashingtoi 
(a6.  293.217).    —    Commercio:  Import   1119,9;    Esport.  1552,4  milioni  di  dollari.  —   Ferrovia- 
km.  341,736  (1904).  -  Telegrafi:  km.  337,890.  -  fJtiercito:  guerra  179,602;  pace  64,336.  -  Flo/^ 
da  guerra:   136  navi  di  1»  ordine,   140   di  2o  ordino   e  38  navi  in  costruzione.   —   Bilanci 
entrata  738,590,515;  uscita  746,590,515  dollari  (1905  6).  —  Possedimenti  coloniali:  Puertori( 
is.  Filippine,  Guam,  Samoa,  Wake  e  Johnston,  in  tutto  o6.  8,602,000  su  km.  q.  3n<;Mn. 


BOOSKVKLT 


Stati  Uniti  ui  amkuica 


93.  —  fSTBZIA     

Monarchia   costituzionali. 

OSCAR  II,  Re  (m.  21  gennaio  1829,  18  settembre  1872,  mar.  a  Sofia  di  Xassau^ 
Dinastia  dei  Bernadotte). 


Oscar 


Sofia 


Popolazione:  6,294,885  (1905).  —  Religione:  protestante  luterana.  -  Lingua:  svedese. 
Superficie:  km.  q.  447,864.  —  Capitale:  Stocolma  {ah.  324,448).  —  Commercio:  Importazioii 
578,453:  Esportazione  414,724  migliaia  di  corone  (1  cor.  =  l,39i.  —  Ferrovie:  km.  12,53!* 
—  Telegrafi  ;  km.  9572  (  1903).  —  Esercito:  guerra  513,425  ;  pace  60.130  (1905).  —  Flotta  da  ,, 
72  navi,  più  53  navi  secondarie  e  1  in  costruzione.  —  Bilamio:  entrata  e  uscita  193, 
corone  (1907j. 


1310 


. 94.  —  SVIZZERA 

Repubblica  federale 
di  25  Cantoni. 

EDUARDO  MULLER,  Presidente  del  Consiglio  Federale 
per  il  1907  (n.  1848;  durata  della  carica:  1  anno). 

Popolazione:  3,325,023. 

Iteligione:  pi'otestante  (59%)  e  cattolica  (41%). 

Lingua:  tedesca  in  18  cantoni,  francese  in  5,  italiana  in  1, 
romancia  in  1. 

Superficie:  km.  q.  41,346. 

Capitale:  Berna  (ab.  71,748). 

Commercio:  Imp.  1,458,321,700;  Esp.  1,007,822,756  fran- 
chi (1905). 

Ferrovie:  km.  4460. 

Telegrafi:  km.  6264. 

Esercito:  guerra  233,088. 

Bilancio:  entrata  129,303,264;  uscita  116,716,180  franchi 
(1905. 


^^^.MfffPi^^ 


SvI^;zEKA 


05.  _  TOXCJA  (Isole)  

Monarchia  costituzionale 
(sotto  il  protettorato  inglese  dal  1899). 

GIORGIO  II,  Re  {n.  18  giugno  1874,  acc.  1893). 

Popolazione:  20.832  (censimento  31  dicembre  1902). 
Raligione:  protestante. 
Supei-flcie:  km.  q.  997. 
Capitale:  Nukualofa. 

Commercio:  Import    70,868;  Esport.  118,707  sterline  (1905). 


96.  —  TURCHIA 

Monarchia  dispotica. 

ABDUL  HAMID  II,  Gran 
Sultano  (n.  22  settem- 
bre 1842,  acc.  31  ago- 
sto 1876). 

Popolaz.:  24,028,900  (sen- 
za la  Bulgaria,  la  Ku- 
melia  orientale,  Creta, 
Samos,  l'Egitto  e  Tri- 
poli). —  Relhjione:  mao- 
mettana, greca  ortodos- 
sa, armena,  ec.  —  Lin- 
gue: turca,  araba,  greca, 
albanese,  ec.  —  Superf.: 
km.  q.  2,987,100.  -  Ca- 
pitale :  Costantinopoli 
{ab.  1,106.000).  -  Com- 
mercio  :  Importazione 
2,449,654,000;  Esporta- 
zione 1.559,141,000  lire  turche.  —  Ferr.:  Europa  km.  2042;  Asia  2929.  —  Teleg): 
0  Asia  km.  41.462.  —  Esercito:  guerra  1.677,000;  pace  360.000.  —  Flotta  da  gmrra 
Dilancio:  ent.  18,511,322;  use.  18,429,411  lire  turche  (:=  23  franchi  e  05  centesimi). 


Abdul,  Hamid  II 


Turchia 


Europa 
78  navi. 


LIQUORE 

TONICO  DIGESTIVO 

DITTA  ALBERTI 

BENEVENTO 


—  JU 1  — 

•7.    —   BULGARIA 


Momarehia    tontituainnnì* 
tribntaria  della  Torchia,  con  la  provliiol»  autonoma  dolU  RnmoUa  orientalo. 

FERDINANDO  I.  /'n».r,>.  (n.  2<. 
I.hl.raio  lji«l.  aec.  7  InRli- 
1^87.   —     lUnaatia    di    >  .■•  ■ 
Cobargo-flotha). 

/'npo/a/ioNc  {compresa  1 
mt'lta  (.rtontulol:  In 
(190.%).  -  I{«t>g.:  jrrei^i 
dossa.   —   Lingua:   bi, 

—  Superficie:  km.  q.  .' 

—  Capit.:  Sofia  («6.  8.i.i.-.i 

—  Commercio:  Importazioni 
12*2,250,<KKì  ;  Esportazioii. 
147.961,000  lei  (1  leiì  ^  1  fri 

—  Ferrovie:  km.  16i8.  —  Tr- 
ìegr.:  km.  ll.i;<3.  -  Esercito: 
guerra  190,452;  pace  53,.N74. 

—  Fhìtt.  da  guerra:  16  navi.  — 
Bilan.:  entrat.i  117.953.000: 
uscita  117,948,420  lei  (1906'. 

»8.  —  CRETA   


i- KRl-UJANDU    1 


Br  LO  A  LIA 


ìrermo  autonomo  costituzionale,  sotto  il  protettorato  delle 
potenze  Europee  e  l'alta  sovranità  della  Turchia. 


ALESSANDRO  T.  A.  ZAIMIS, 

16  ottobre  19061. 


Allo  Commissario  (n. 


colazione:  303,M3  (1900). 
li^igione:  greca  ortodossa. 
Lingua:  greca. 
Superficie:  km.  q.  8,618. 
Capitate:  La  Canea  {ab.  21,001). 

Commercio:  \  ^^^Vonta.\one  13.J^2.000 
\  Esportazione   10,491,000 
T.Ugrafi:  km.  368. 

(  entrata  4,317,973  /  ,         , , 
"^«'^  1  uscita     4;578:C65  )  f''*"^"^'- 


franchi  (1905-6). 


Abbas  II 


99.  —  EGITTO    [MisK]   

Monarchia  assoltUa,  tributaria 
della  Turchiu,  sotto  il  con- 
trollo dell'  Inghilterra. 

ABBAS  li,   HILMI,   Kedice  (n.  14 

luglio  1874,  are.  7  genn.  1892). 

Popolazione  :  1 2,000 .(  »00  (  1 907 1.  — 
Religione:  maomettana.  —  Lin- 
gua: araba.  —  Superficie:  chi- 
lometri q.  994,300.  —  Capitale: 
Cairo,  ab.  640.<hkk  1907).  -  Coni- 
mercio:  ImporUiz.  21,564,000; 
Esportaz.  20,360.030  lire  crì- 
zlane  (  l'.>05).  -  Ferr.  :  km.  5,204. 
—  Telegrafi:  km.  4,084.  — 
Esercito:  pace  18,364.  —  Bi- 
lancio :  entrata  13,500.000  ; 
uscita  13.u<:m).000  lire  egiziane 
(=  25  franchi  92  cent.)  (1906). 


L 


aieno  pure  allo  alalo  rrnniro,  (guarite  con  le  cel'lni 
Pillole  Molventi  antieniorroidali  Fat- 
tori .fi  l'neriK'iito  antieiiiorroidale  Fat- 
tori.  —    Scatola    Pillolf>  L.  'l.'M)    -    Va.so    di  l'ii- 

gueiito  L.  2.  lu  tutte  le  Fariuatie  e  dai  Chimici  G.  FATTURI  e  C,  Via  Monforte,  H), 

Milano.  —  Opuscolo  gratis  a  richiesta. 


EMORROIDI 


1 
J 


—  1)12 


lOO.  —  SAMOS 


101.  — TRIPOLI. 


Principato  tributario  della  Turchia. 
GIORGIO  GEORGIADES,  Principe  {n 

acc.  30  agosto  1907). 
Popol.:  53,424  (1902).  —  Rei.:  greca  ortodossa. 
—  Lingua:  greca.  —  Superf.:  km.  q.  468.  — 
Capit.:  Vathi  (aò.  2400Ì.  —  C'omm.  :  Import. 
18,935,220;  Esp.  18,370,312  piastre.  —  Bi- 
lan.:  entr.  3,268.900;  use.  3,103,406  piastre 
(L.  0,221/2)  (1906-07). 


REDJEB  PASCIÀ,  Governatore  generale. 

Popolazione:  1,000,000. 

Superficie:  km.  q.  1,051,400, 
compr.  il  ììiìite.ssariflik  di  Bengasi.' 

Capitale:  Tripoli  (a&.  30,110). 


-  103.  —  URUOUAX 

Repuhhlica. 

JOSÈBATLLEYORDONEZ, 

P)-esid.  (n.  ?,  acc.  1°  mar- 
zo 1903.  —  Durata  della 
carica:  4  anni). 

Popol.  :  1,038,086  (1904).  - 
Religione:  cattolica.  — 
Lingua  :  spagnuola.  - 
Superficie:  chilometri  i 
178,700.  -  Cajnt.:  Moii 
tevideo  {ab.  273,665).  — 
Commercio  :  Importaz. 
30,774,000  ;  Esportazio- 
ne 30,778,000  pesos  na- 
zionali (1905).  —  Ferr.  : 
km.  1,944.  -  Teleg.:  km. 
2049.  —  Esercilo:  pace 
5015.  —  Gu'trdia  wizio- 
nale:   35,000.  —    Flotta 

da  guerra:  1  cannoniera  e  2  vapori.  —  Bilancio:  entrata  18,30^,255, 

nazionali  il  peso  =  5  fr.  e  50  e.)  (1906-071. 


UliUtìUAY 

scita  18200,220   pesos 


103. 


VE]VEZUE1.A 


Repubblica  federativa  di  20  stati,  un  distretto  federale,  5  territori  e  2  colonie. 

I  CIPRIANO  CASTRO,  Presiden'e 
I      («.  ?,  acc.  giugno  1905.  —  Dui: 

della  carica:  6  anni). 
Popolazione  :  2,590,981 . 
Religione:  cattolica. 
Lingua:  spagnuola. 
Superficie:  km.  q.  942,300. 
Capitale:  Caracas  (ab.  72,429). 
Commercio:  Import.  48.434,144 

bolivares  (=:  1  fr.)  (1904-05j. 
Ferrovie:  km.  842. 
Telegrafi,  km.  6490. 
Esercito:  guerra  250,000;  pace 

7600. 
Flotta  da  guerra:  6  navi. 
Bilancio:  entr.  e  use.  55,000,000 

(1905-6). 


CiPKIANO    CaSTKO 


104.  —  KASfZIBAK 


Monarchia  assoluta,  sotto  il  protettorato  inglese. 

SAIO  ALI  BEN  HAMUD,  Sultano  {n.  7  tfiugno  1884,  acc.  18  luglio  1902.  —  Dinastia  degli 
imam  di  Mascate). 

]'o/>olaziune:  250,000. 

Religione:  maomettana. 

Lingua:  araba  e  suahe'i. 

Superficie:  (delle  sole  isole):  km.  (].  2640. 

Capitale:  Zanzibar. 


Stampato  il  i"  ut'obre  l'J07, 


L'ALTO  ADIGE 


Il  confln*  naturale. 

I  ^    -r-xn  i-.rchiti  (lolle  Alpi,  prooiso  o  nic- 
j;»  r.ne  divide,  netto,  dalle  conter- 

Il  n<«  ItilltMIia. 

^   qualunque   nomo 

s' .  <di.  e  sia  egli  na<o 

I'.  i  stvanloro,  un'evl- 

d<  )ie  ni  ir  animo:  Qui 

e-  l'am-he  rIì  odierni 

o  '   Riai-oiaiio  di  gran 

o  i^eppuio  «lualohe  valle  alber- 
ila stirpe  diversa,  nondimeno,  o 
^    .^    .....  ..  .ci  dal   Cenlsio   o   dal   Gottardo, 

dalla  Funrebba  o  dal  Brennero,  non  appena 
le  «<'qne  s.-orrono  a  merrodi  l'alma  terra  si 
discopre  tutta  e  si  manifesta  in  un  istante, 
bella  come  un  prodigio. 

II  le-  r^!  Ftalia  DHh  xarra.  Sono   questi  già 

ci  suoi  fiori,  le  sue  correnti  e 
li.  Prima.  l'Alpe  precipita,  poi 
si  accavallano  degradando,  le 
no  a  spira,  le  prealpi  si  disten- 
:e  si  allungano  nella  pianura,  la 

;io,  si  perde  infinitamente  verde 

lontana  verso  l'Adriatico  e  l'Appennino. 
E  da  rpiosta  immensa  discesa  dalle  cime 
n  "     ^i  eampi  padani,  da  questo 

M  .'fiumi  verso  inostri  mari, 

»1'  1»>  vero;  non  si  dimostra, 

mi   -.  '  h     <    terra  d'Italia  anch'essa,  la 

Regione  Atesina,  tutta  intera,  dalle  fonti  d'Adi- 
u'»,- ••  li  Ism-n  fino  alle   rive   del   Garda  e  ai 
>Iii  dì  Verona. 


Sanno  gl'Italiani   tutti  che  al  di  qua  del 
rénnero  vi  sono   contocinquantamila  te.le- 
■hi'i  che   dentro   i    confini  della  patria  un 
.isto  paese  accoglie  da  secoli  genti  straniere? 
Qtiesto  vasto  paese  è  ì'AKo  Aiì'ge,  la  valle 
re  atesina  con  le  altre  che  scendono 
.ivendo  per  centro  la  città  di  Bolzano. 
.\dige  benché  appartenga  Incontesta- 
bilmente  all'Italia   geografica,    e   abitato   in 
maggior  parte  da  popolazioni  tedesche.  Però, 
nel  piano  del  fiume  v'è  ancora   numeroso 
reletìipnto   nostro,  e   nelle   valli   intorno  si 
maiiti»^ne  compatto  il  popolo  d'idioma  latino, 
respingendo  le  sopraflfazioui  e  le  insidie  del 
germanesimo. 

Queste  ciroostanze  non  sono  abbastanza 
note  agli  Italiani.  L'opinione  nazionale  nuu 
è  abbastanza  illuminata  sulle  condizioni  et- 
niche ai  confini.  Bisogna  che  anche  nel  po- 
'  lo  si  faccia  strada  il  convincimento  della 
i prema   importanza  della  questione  atesina. 

Trentino  e  Aito  Adige. 

Il  bacino  dell'Adige,  benché  negli  aspetti 
(turali  svariatissimo,  mostra  —  quanto  alla 
nforniazione  e  al  caratteri  piiucipali  della 


valle  principale  e  delle  condun  t 
f.'tfa  unità.  D.nlta  pianura  v<'».. 

genti   del   fiume,   è  tutta   una   „ 

iUllana. 

Poro  alooni  secondari  tratti  geografici  \ 

se;;nano  una  dl>ttinzione.  Il  terrltortt)  n* 

idrograficamente  unico,  apparisce  or" 

niente  anco  dnplife,  pfafvhf*  dn<»  Ini' 

tene   di   ntonti 

Ccvedale  da  u' 

l'altra  fino  a  e; 

dividono  11  bacino  medio   del   fluuu.,   cìul 

Trentino,  dal  superiore  o  Alto  Adige. 

Il  Trentino  è  la  parte  meridionale  di-I 
valle  atesina,  insieme  coi  grandi  bacini  lat- 
raliche  le  spettano,  *  cwn  altri  versanti  d'alt 
acque  venete  e  lombarde  i  quali  storlcamei  • 
vi  sono  annessi;  e  l'antico  Principato  di  Tr» 
to. Nell'attuale  divisione  politica,  il  Trentii. 
equivale  ai  due  circoli  di  Trento  e  di  Rovereto: 
ambedue  italianissimi  con  tanta  compattezza 
e  purità  quanto  può  esserlo  qualsiasi  provin- 
cia italiana:  è  quel  Trentino  esemplare  nella 
tenacia  nazionale  e  infle.'sibile  nelle  sue  aspi- 
razioni patriottiche  eh' è  riuscito  (finalmente!» 
a  farsi  conoscere  e  comprendere  dagli  Italia! 
a  farsi   anche  riconoscere  e  rispettare  da. 
stranieri. 

Vittore  Ricci  lo  ha  magistralmente  dcsci  • 
to  in  uno  di  questi  Almanuvchi  (anno  19"! 
Della  italianità  del  Trentino  fa  ben  fede  abba- 
stanza —  per  omettere  mille  altri  argomenti  — 
il  cennimenlo  ufficiale  atmtriaco.  È  una  pubbli- 
cazione sulla  cui  buona  fede,  rispetto  alle  na- 
zionalità .soggette,  molto  vi  sarebbe  a  ridire, 
e  nondimeno  ne  risulta  che  su  347,9'29  abitari  n 
sono  italiani  338  259.  In  altri  termini  su  H' 
abitanti.  972^  parlano  l'italiano,  24,,  il  te  1 
SCO,  0,5  lo  czèco  e  2,5  lo  sloveno.  Queste  fra- 
zioni straniere  son  costituite  quasi  per  intero 
dalle  guarnigioni  militari. 

Nel  distretto  di  Primiero,  dove  non  c'è 
guarnigione,  sono  di  nazionalità  italiana  999,| 
per  1000  abitanti. 

Bastano  le  cifre,  non  è  vero?  e  sono  inu- 
tili i  commenti.  Nel  Trentino,  l'italianità,  in- 
tegra e  salda,  provvede   egregiamente  alla 
propria  dilesa.  A  repellere  i  tentativi  germa- 
nici e  a  proseguire  l'assorbimento  delle  pie- 
col*'  e  disperse  Isole  tedesche,  s'adopera  la 
Lega  Nazionale.  Però  a  questo  la  Lfga  si  li- 
mita, e  con  tutte  le  forze  sue,  e  fosse  anche 
con  l'aiuto  legittimo   della   Dante  AVighieri, 
altro  non  può   né  potrebbe,  se  i  mezzi  non 
saranno  maggiori.  Intanto  l'opera  grande,  il 
terreno  vero  della  lotta,  la  regione  bisogi' 
vole  di  pronta  e  vigorosa  azione,  è  l'Alto  A': 
gè;  —  il  circondario  di  Bolzano  cioè,  con 
valli  superiori  bagnate  dall'Adige,  dall'Isaia 
e  dai  loro  affluenti:  questa  bellissima  rep 
ne,  Italianissima  di  sito  geografico,  di  climii. 
d'aspetto,  italiana  anche  in  buona   parte  dt 
abitatoli,  polche  l'elemento  nostrano  s'avanza 


CONTRO  TOSSI   E 

CflT^RRf  USATE 

S€MPRC 


PANERAJ 


P/ISTIGLIE, 

E  ESTRATTO-:::- 


—  314  — 


coslantemente  per  il  Valda^lige  e  già  cir- 
conda e  penetra  Bolzano  e  Merano,  e  pur 
sempre  sui  monti  laterali  l'elemento  latino 
resiste  sostenendo  miche  etnograficamente  i  di- 
ritti della  nazione  italiana  fin  proprio  all'Alpe 
Centrale. 

Il  Brennero. 

L'Alpe  Centrale!  Chi  pnò  avvicinarsi  alla 
grande  catena  spartiacque  senza  sentire  una 
impressione  solenne  come  al  confine  di  due 
mondi  ?  Recinge  essa  la  nostra  penisola  col  più 
forte  e  terribile   confine   che  sia  in  Europa. 

Quindicimila  leghe  di  paese  alpestre  e  im- 
pervio, assurgente  di  monte  in  monte  fino 
alla  muraglia  di  ghiacci  eterni  che  l'incorona 
e  gira  tutt' intorno  larga,  compatta,  fulgida 
e  inaccessibile! 


paeselli  italiani,  e  la  favella  nostra  sulle  lab- 
bra di  tutti  ;  ecco  la  pianura  iTunT-'^nsa  e  popo- 
losa, la  grande  unità  nazionale  dove  quei  riga- 
gnoli stranieri  appena  giunti  si  disperdono. 
No;  gli  scambi  e  il  transito,  anche  centuplicati, 
non  portano  ne  porteranno  la  zona  gricjia. 

I  sedimenti  germanici  nell'Alto  Adige  sono 
invece  un  residuo  di  conquista.  Ma  chiUTiqne 
volti  la  gleba  sul  versante  meridionale  alpino, 
egli  è  italiano.  Le  alpi  non  si  cancellano,  né 
si  può  negare  l'influsso  del  clima  sui  carat- 
teri fisici  e  intellettuali  di  chi  spreme  le  uve 
a  mezzodì  e  di  chi  taglia  gli  abeti  a  setten- 
trione del  monte.  I  150,000  tedeschi  cisalpini, 
insediati  lungo  l'Adige,  non  offuscheranno 
l'unità  nazionale,  come  non  la  turba  l'idioma 
francese  dei  200,000  valdostani. 

Nel  circondario  di  Bolzano  questi  germani 
cisalpini   o   tirolesi,   albergano  in  quotidiano 


^m^m 


La  grande  catena-spartiacque  belle  Alpi  Centrali 
{tratto,  nel  gruppo  dell'Ezio,  sopra  la  Val  Venosta). 


Nel  tratto  che  sovrasta  l'Alto  Adige  è  rotta 
in  tre  punti,  al  Resca,  al  Brennero  e  a  To- 
blaco  :  tre  valichi  donde  alemanni,  baiuvari  e 
slavi  penetrarono  nei  foschi  secoli;  e  il  più 
fatale  di  essi  è  il  Brennero,  giusto  nel  mezzo 
del  paese:  ianua  Jiarbaroruni. 

Ai  nostri  di,  pel  Brennero  e  per  Toblaco, 
come  pel  Cenisio,  pel  Gottardo,  pel  Sempione 
e  per  Pontebba,  serpeggia  la  ferrovia,  e  le 
regioni  transalpine  comunicano  agevolmente 
con  le  cisalpine.  Ma  il  transito  e  gli  scambi 
non  offendono  menomamente  la  purità  etnica 
delle  nazioni  contermini  laddove  siasi  conser- 
vato integro  il  territorio  nazionale.  Nelle  re- 
gioni finitime  (Valtellina  e  Cadore)  la  gente 
vcnetae  la  lombarda  mantengono  il  possesso 
del  suolo  fino  al  preciso  spartiacque.  Dalle 
verdi  valli  della  Carinzia  e  della  Svizzera, 
dove  tra  gli  abeti  spuntano  i  campanili  aguzzi 
e  risuonano  le  germaniche  canzoni,  ogni  gior- 
no salgono  sbuffando  al  sommo  dieci  convogli, 
—  centinaia  o  migliaia  d'uomini  in  gran  parte 
stranieri,  —  e  dopo  il  valico,  dopo  la  prima 
scesa,  ecco  subito  tra  i  castagni  e  le  vigne  1 


contatto  con  '10,000  atesini  italiani  (e  ladini]' 
Né  l'uno  né  l'altro  popolo  ha  ragione  di  in- 
fliggere torti  ed  offese  al  vicino.  È  da  desi- 
derare che  anche  nel  campo  della  cultura, 
e  specie  dell'istruzione  scolastica,  cessino  le 
sopraffazioni  da  parte  tedesca,  mentre  di  certo 
non  ne  avvengono  da  parte  degli  Italiani. 
Questi  —  si  dovrà  pur  riconoscerlo  —  non 
hanno  mai  tentato  di  snazionalizzare  altrui 
attirando  alle  proprie  scuole  dei  bambini  del- 
l'altra stirpe  o  corrompendo  gli  adulti  per 
aggregarli,  imbastarditi,  alla  propria  compa- 
gine. L'italianità  non  procede  con  siffatti  arti- 
fici (altrettanto  riprovevoli  quanto  inefficaci), 
bensì  per  lenta  sostituzione  di  famiglia  a  fa- 
miglia, da  un  villaggio  all'altro. 

Da  questo  processo,  e  non  da  altro,  trae 
la  sua  vera  forza  il  nostro  sviluppo  etnico. 
Ed  è  necessario  che  la  nazione  intera  pensi 
finalmente  a  intervenire  nella  lotta,  affret- 
tando, dove  più  avanza,  il  riflusso  italiano, 
sostenendo  l'inondazione  straniera  dove  più 
pericolosa  ruppe,  mirando  dappertutto  a  ri- 
guadagnare gli  argini  perduti.  Oggi  più  che 


GII  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  dì  Onaglia  sono  gli  unisi  perfetti. 


—  31G 


mai  le  soi;ti  del  popolo  italiano  appariscono 
congiunte  alle  sorti  delia  sua  lingua;  e  tute- 
larla e  sostenerla  e  reinte^jrarla  lino  ai  con- 
lini naturali,  è  il  suo  primo  diritto  e  il  suo 
primo  dovere. 

Il  Valdadige  da  Salerno  a  Bolzano. 

Venendo  dal  Regno,  e  da  Trento,  il  primo 
tratto  dell'Alto  Adige  è  quello  che  si  stende 
pianeggiante  dalla  stretta  di  Salorno  alla  città 
di  Bolzano,  splendido  per  ubertosità  del  suolo 
e  per  maestosa  bellezza  del  paesaggio. 

Il  quadro  di  Bartolommeo  Bezzi  che  vien 
qui  riprodotto  rappresenta  il  fiume  regale  coi 


peggi  profonda  e  larga  una  via.  Nel  pian  della 
valle  scorre  solenne  il  fiume  Adige  e  diritta 
nel  mezzo  va  la  ferrovia,  mentre  la  strada 
postale  segue  la  costiera  dei  monti  di  levante. 

Il  primo  abitato  dell'Alto  Adige,  venendo 
da  Ti-ento,  è  il  gl'osso  borgo  di  Salorno,  già 
quasi  tutto  ripreso  dall'elemento  nostro,  l^oco 
più  innanzi,  Egna,  la  romana  Endidne,  i-acco- 
glie  il  commercio  della  gran  valle  italiana  di 
Flemme,  sedendo  in  un  piano  fertilissimo  cui 
fanno  corona  i  villaggi  bilingui  di  Mazzone, 
La  Villa,  Gleno,  Pinzano,  Montagna:  que- 
st'  ultimo  dominato  dal  superbo  castello  della 
contessa  Albrizzi  di  Venezia. 

Sull'altra  sponda  dell'Adige  s'allineano, 


Alto  Adige 
quadro  di  Bartolomeo  Bezzi,  trentino. 


monti  che  lo  fiancheggiano  all'estremità  set- 
tentrionale del  Trentino,  laddove  appunto  si 
forma  la  troppo  celebro  stretta  di  Salorno. 

In  linea  etnografica  e  nazionale  la  stretta 
di  Salorno  non  è  confine.  Può  valere  per  con- 
fine solo  in  questo  senso,  che  a  mezzodì  di 
essa  la  popolazione  è  tutta,  puramente  e  in- 
tegralmente, italiana,  mentre  al  di  sopra  è 
mista  di  Italiani  e  di  tedeschi;  con  prevalenza 
però,  nel  primo  tratto,  degli  italiani. 

A  ponente  fiancheggiano  il  Valdadige  bol- 
zanino, alti  ed  eguali,  corno  una  parete  bruna 
e  continua,  i  monti  che  sostengono  l'Anaunia 
(>  Valle  di  Non,  a  levante  più  rotti  e  più  vari 
•  lucili  che  dividono  dalla  Vallo  di  P'iemme. 
l>iotro  a  questo  due  cortine,  la  naziojialita 
italiana  si  i)rotoiide  a  destra  e  a  sinistra  in- 
tera 0  compatta  raggiungendo  e  oltrepassando 
in  latitudine  sottontrionale  il  parallelo  di  Bol- 
zano, Flemme  e  Anaunia  sono  come  due  vasti 
terrapieni  sostenuti  da  argini,  tra  i  quali  ser- 


&  piò  dei  monti.  Rovere  della  Luna,  paesello 
tutto  italiano,  patria  dei  fratelli  Bronzetti,  gli 
eroi  garibaldini  —  Magre,  un  grosso  villaggio 
di  contadini  in  gran  parte  italiani,  dove  hanno 
1  loro  beni  i  baroni  Salvador»  di  Trento  —  Cor- 
tazza,  con  molti  coloni  della  contessa  Albrizzi 
—  Termeno  ricca  di  vigneti  famosi  e  di  belle 
case  signorili. 

In  questa  costiera  si  trovarono  vetustis- 
simi sepolcreti  italici;  qualche  chiesetta  con- 
serva afl'reschi  romanici  di  gran  pregio;  i 
documenti  affermajio  la  continuità  e  Timpor- 
tanza  dell'elemento  italiano  anche  nei  secoli 
di  mezzo. 

Fra  Egna  e  Termeno  la  valle  raggiunge 
il  massimo  della  sua  larghezza:  indi  si  rompe 
In  colli  ed  altipiani  di  lineo  vaghissime  e 
intlnitamente  armoniose:  le  pendici  dell'Ol- 
tradigtì  coperte  di  vigneti  e  sparse  di  paeselli 
ridenti,  lo  specchio  d'un  lago  e  il  nereggiar 
delle  selve,  le  alte  pareti  dei  monti  e  le  mac- 


L'Ollo  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


eh.. 
là  1 

U   V 
1115 

1 

pn 
od   V 
Ma 

dOI'v 

In  in.v-v  1 

nostro  Riunire,   si 
porta  di  Bolzano. 


.ignto.  cótn- 

;  (Il  ral.l.im 


Bo!/ani 


Bolzano. 

iiMitro  naturale 


lUt 


il  capo- 


idustre  cittadina  ospita 

.. :.iliani  senr,a  contare  gli 

ntixi.  Giace  presso  al  conSuente  del  fiume 


•ra  In  liìil  ;i  . 

1  '  <•  il  Duomo. 

Rlpi'  ;  •>^.'•>  portale, 

(Il  puro  stile  loiiibaido.  I<H  piiU  (lell'alt:\r  ma({- 
t?ii>ro  è  del  veneziano  Lazzarini:  un  altro  al- 
iare è  fondazione  dei  Mercanti  alle  celebri 
Aero  (UniTcrsitas  Ncifotiantium  ad  Nundinas 
confluentinm)  e  recali  motto  bolzanino  "  pnl- 
chrior  ex  merce.  .  N(»tcv(»ll  sono  ancora  l'an- 
tico Palazzo  Meirantilf,  il  Municipio,  il  con- 
vento dei  Domenicani  con  1>asìlica  antica  e 
quello  del  Cappuccini  con  la  cappella  dov'è 
tradizione  che  San  Francesco  d'Assisi  abbia 
servito  la  messa  quand'era  ancora  mercante. 

Gli  Italiani  a  Bolzano  sono  la  massa  ope- 
raia, sono  la  piccola  industria,  la  servitù,  il 
contado,  e  solo  in  parto  formano  l'elemento 
borghese  e  mercantile.  I  Tedeschi  costitui- 


La     l'IAZZA    «jRA>l>E. 


{Fot.  J.  Gugler,  Bolzano J. 


Isarco,  il  quale  scende  dal  Brennero,  nel  fiume 
regale  che  viene  dalla  Val  VenòÉta.  Il  subur- 
bio ha  un  aspetto  tutto  italiano:  vi  allignano 
nelle  pendici  solatie  l'olivo  e  il  cipresso,  vi 
maturano  vini  famosi.  Italiana  e  anche  l'ar- 
chitettura delle  vecchie  case  nel  cuore  della 
città  mentre  le  fabbriche  nuove  copiano  lo 
stile  TTì'>d''mf>  comune  ai  luoghi  di  grande 
co;  azionale. 

:  sono  ipoiiìci,  simili  a  quelli 
del.-  -.-te  ed  emiliane,  caratteristica 


scono  la  ma<;gioranza  della  borghesia  e  del 
grande  commercfo,  la  nobiltà  e  la  massima 
parte  del  possesso  fondiario.  Quindi  l'elemeiii  o 
italiano  sente  e  riconosce  la  propria  inferio- 
rità numerica  e  morale.  Ma  è  nel  ricordo  di 
tutti  che  l'italianità  fu  qui  predominante,  e 
tutti  osservano  che  negli  ultimi  anni  l'elf- 
mento  nostro  ha  rìpres<j  d'assai;  molti  tede- 
schi dicono  che  Bolzano  non  si  riconosce  più, 
e  iu  certe  parti  e  a  certe  ore  del  giorno  pare 
ridivenUU  una  città  italiana. 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


318 


Bolzano  —  Portale  dkl  Duomo. 
(Fot.  J.  Gityler,  Bolzano). 


La  tokre  di  Deuso,  presso  Bolzano. 


Castel  Fikmiano. 


{.t'ol.  J.  G'ig  er,  Bolzano). 


Da  Bollino  •  Merano. 

.,,■',.    ,1      11   .        >r    .    v-.ns   •   M-x    (.1   ..^,,..tl   la 

•  III 

.Iti 

,1  >    11. •!    »  iiii-:i    aciKic   USCI 

Principi  di  Tronto. 
-o,  rtf  romana  origln*»,  ri- 
1    l'onqul'jtutore 
nell'Alto  Adige 

.    «.'alltTiuino  con  ville  si- 
.  rustici,  onde  tutto  il  pian 

V   ..   ,vndu'l  intorno  ridono  di  dl- 

iinane  tra  le  culture  floride;  una  va- 
\:\  \\ìco  Vi  Hi  ftidotide  dalle  vette  della 
'   "■  *    di  Trento;  verso  po- 

mo Oltrailijje.  Castel 
'..■niir.  solitario  come 


•  '.  M'-rano  ò  un  Ino^n  di  cura,  dol 

I  I  mondo.  Una  chlohtia  di  <>olliue 

^it vitc'onda  la  città,   le  cui  mura  e 

cane  antiche  «compaiono  dietro  le  nuove  fab- 
briche sfarr.ose.  Slt?nore'.fifla  la  valle  11  vec- 
chio Castello  di  Tirolo,  nido  del  conti  degnai 
nome  che  furono  fra  i  più  potenti  vassalli  del 
Prini-lpl  di  Trento,  e  In  due  secoli  di  guerre 
n-  mria  del  "  pueso  all'Adige. , 

1  rita,  ultima  della  sua  stlT» 

1"  e  agli  Absburgo. 

U  Valle  Venosta. 

A  monte  di  Merano  s'interna  la  Valle  Pas- 
Siria,  mentre  verso  ponente  continua  quella 
dell'Adige,  ma  più  elevata  od  alpestre;  e  in 
quest'ultimo  tratto,  fino  alle  sorgenti  del  fiu- 
me, si  chiama  Valle  Venosta. 


Castel  Tibolo,  prtsio  Mera, 


Aiun^u,  Trci 


..Ila, 

l.'l- 

poll 

•  he  !>i  contendono,  nelle:   bottupost^   campa- 

Kue,  Il  possesso  della  gleba  e  il  diritto. 

Fra  Bolzano  e.  Merano  si  trovano  ancora 
due-  villaggi  in  gran  parte  Italiani.  La  valle, 
^pa7i<>sa,  diritta,  sale  a  ponente,  fiancheggiata 
da  alti  monti,  cinta  d'antichi  castelli  dalle 
beile  linee  latine.  Ognuno  d'«ssi  narra  la  sua 
légc»'nda  poetica,  o  vaiata  qualche  pagina  di 
storia,  truce  o  gentile.  Grossi  borghi  .si  sten- 
dono al  piano,  i  quali  conservano  nomi  an- 
tichissimi d'origine  romana  o  preromana. 

Gli  italiani  spesseggiano  Intorno  alla  città 
di  Merano,  l'antica  capitale  del  "  paese  al- 
r.\dige.  ,  ora  fiorente  per  l'industria  del  fo- 
restiere. ric<*a  d'alberghi,  di  ville  e  di  giardini. 

I  dintorni  di  Merano  sono  meritamente 
celebri  per  la  dolcezza  del  clima  e  la  beltà 


"Venusta  vali  i.s  „;  ed  è  veramente  bellis- 
sima. 

Non  ha  la  meridionale  magnificenza  del 
Valdadige  Inferiore,  nò  la  bellezza  rotnantica 
della  Pusteria,  ma  nelle  sue  ampie  linee  mae- 
stose, nel  suol  monti  granitici  e  nel  suo  vasto 
orizzonte,  qualche  cosa  di  classico  e  di  so- 
lenne. 

Vi  prosperano  ancora  le  culture  cisalpine; 
fino  a  Castelbello  (ted.  Knsteibeìl)  alligna  11 
granturco  e  frutta  il  fico,  l  vigneti  ci  accom- 
pagnano fino  a  Curze,  seminascosto  tra  gìgan* 
te.schi  castagni  ;  la  ma^'gior  parte  della  valle 
ha  fiora  e  frutta  meridionali. 

Dopo  Corze  s'apre  un  secondo  e  più  breve 
bacino,  dove  i  campi  di  biade  s'alternano  a 
frutteti  (Celebrati  per  la  squisitezza  dei  loro 
prodotti  e  a  lande  incolte  deva-state  spesso 
dalla  furia  d»ri  torrenti.  Finalmente  il  plano 
dove  siede  Glorenza  nelle  sue  mura  quadrata 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  II  ricostituente  sovrano. 


320 


raocoglie  le  apqne  dello  Stolvio  e  dpl'a 
Valle  di  Monasteio,  e  di  li  hi  valle  ri- 
monta a  settentrione,  tutta  alpestre,  co- 
ronata e  chiusa  dall'eccelsa  catena  cen- 
trale. Lassù  rirìono  tre  laghi  e  sgorga 
l'Adige. 

La  Venosta  chp  vanta  ancora  nume- 
rosi monumenti  dell'epoca  romana,  si 
conservò  latina  in  gran  parte  attraverso 
tutti  i  secoli  dol  medio  evo  e  del  moderno 
lino  a  dagento  anni  da  noi.  Latini  sono 
ancora  gli  abitatori  della  vaile  di  Mona- 
stero, latini  i  nomi  dei  villaggi  e  dei  cam- 
pi. Riproduciamo  una  delle  molte  vecchie 
torri  d'origine  romana  che  sorgono  nei 
luoghi  più  forti  a  guardia  della  lenusta. 

Il  bacino  dell' isarco. 

L'Adige,  giù  dalla  Venosta  e  pel  ri- 
dente Meranese  giunto  a  Bolzano,  riceve 
da  man  sinistra  un  grosso  tìume,  l'Isar- 
co,  a  ritroso  del  quale  andrà  salendo  fino 
ai  culmini  dell'Alpe  Centrale  chi  percorra 
la  ferrovia  del  Brennero  per  recarsi  in 
Germania. 

La  valle  doU'Isarco,  presa  dalle  po- 
polazioni tedesche,  è  angusta  e  selvag- 
gia, scarsamente  abitata.  Sui  monti  che 
la  fianchi^ggiano  da  mattina  —  {la  Gar- 
dena) —  vive  un  forte  nucleo  di  quat- 
tro^nlla  ladini.  C'è  in  Val  d'Isarco  un 
solo  bacino  aperto,  e  in  esso  siede  la  cit- 
tadina di  Bressanone:  Bressanone  dalle 
molte  chiese,  stata  sode  d'un  principato 
■clesiastico  otto  volte  secolare,  ed  ancora  con- 
iderata  come  una  ròcca  della  fede  religiosa. 

Poco  più  oltre  un'enorm^  fortezza  (la  Fran- 
c'Hs/ttì'e)  chiude  il  cammino  in  sulla  biforca- 
zione di  due  valli  che  salgono  fino  all'Alpe 
(.•entrale:   quella,   cioè,    dell"  Isarco,  sempre 


TOBBE  BOMANA  IN  VaL  VENOSTA. 

Nella  Pasterìa  mette  capo  la  profonda  e 
popolosa  Badia,  ch'espande  alle  foci  per  buon 
tratto  intorno  la  sua  gente  latina.  Qui  toc- 
chiamo ancora  da  mezzogiorno  alle  belle  mon- 
tagne del  territorio  ladino  —  montagne  che  1 
Tedeschi  chiamano  ìVaeìsche  Ii>den,  cioè  Suolo 


HuuNlco.  iiellu  J'ustena. 


chiusa  tra  monti  e  profonda  lino  al  celebre 
varco  del  Brònncro,  e  (inolia,  conlluciite,  della 
llionya,  o  Valle  di  IMi.stcna,  che  tutta  verde 
e  gaia  di  paeselli  alpini  scorre  a' piedi  della 
gran  catena  Uno  a  ragjjiungerlu  al  passo  di 
Tyblaco. 


Italiano  —  e  già  il  confine  naturale  d'Italia  che 
altri  crede  si  remoto  da!  conline  linguistico, 
è  là  davanti,  ai  nostri  sguardi,  sovrasta  alla 
Pusterni  c(  n  la  sua  massa  inaccessibile. 

11    capoluogo    della    Pusteria  è  Brunico, 
Teucbia  cittadina  che  eleva  campanili  e  torr( 


611  Oli  d'oliva  P.  Sasto  •  Figli  di  Oneglla  tono  gli  unici  perfatti. 


Coli 


Patita. 


In  nn  \Axr.o  nmonissimo.  La  popolazione  della 

rìi-;,-r.;i  .    t.  '••  >  .1.   ì  t'ir  h'';   .  par^ì   hi    qnasl 

;  1   l!a- 

■lle 

Il    rf Aitai  iuliaui   an- 
abiUtóri  del  Friuli. 

«.ui     (Mii    9u<'na  r.ui    i.i.x.lO    tlll    dialcttO    laditlO, 

non  meno  dei  ralii^iani  di  Fassa  e  dell'Anau» 


n!n,  i  cai  dialetti  si  oongiungono  danna  parte 
a  quelli  di  Gardena  e  di  Livinallongo  e  dal- 
l'altra al  trentino  e  al  veneto. 

Della  Ludi  ma,  ossia  del  complesso  delle 
valli  ladine,  parlò  ai  lettori  di  quest'vl/>.v«- 
naceo  il  Brentari  (nel  yol.  X,  ì'JOb). 

Celebre  nel  mondo  dei  glottologi,  pei 
singolarità  dell'idioma,   non  minor  fama   .. 
acquistano  la  bellezza  incomparabile  dello 


1 


Cùhtina 


Alpi  Dolomitiche,  la  poesia  delle  leggende  an-  deirisarco  per  congiungersi  ai  dialetti  tran* 

tichissime,  la  tenacia  del  piccolo  popolo  che  tini    e    lombardi,    forma   contro    il    dilagare 

seppe  difendere  il  suo  retaggio  ideale  e  con-  del   germanesimo   una  barriera   d' inestima- 

servare  l'impronta  di  Roma.  bile  valore. 


Castello  de  Zanna,  in  Ampezzo. 

Ampezzo  e  Lìvinallongo.  Gli  Italiani  tutti  devono  pensare  a  soste- 

nere le  valli  ladine,  moralmente  e  material- 
All'Alto   Adige    vanno  congiunte,  per   la    mente,  con  tutti  i  mezzi  che  possono  giovare 
pertinenza  politica,  due  belle  valli  alpine  che     quando  due  grandi  civiltà  a  fronte  a  fronte 
geograficamente  apparterrebbero  all'alto  Pia-     si  contendono  le  prime  linee,  quelle  da  cui  di- 
ve, cioè   Ampezzo  e  Livinallongo. 

Entrambe  sono  italiane,  oltre  che  di 
suolo,  anche  di  storia  e  di  popolo. 

Cortina  d'Ampezzo  è  famosa  nel  mon- 
do perchè  siede,  graziosissima  villa,  nel 
mezzo  d'un  anfiteatro  di  monti  fra  i  più 
grandiosi  e  fantastici  di  tutte  le  Alpi;  né 
in  alcun  altro  luogo  si  ammirano  masse 
alpestri  di  linee  tanto  armoniose. 

La  valle  stette  per  secoli  e  secoli  unita 
al  Cadore,  e  conservò  anche  sotto  la  do- 
minazione austriaca  i  suoi  liberi  ordina- 
menti e  statuti.  A  difierenza  di  quello 
all'Adige,  che  son  piene  di  castelli  feu- 
dali, non  ha  die  una  piccola  ròcca,  o  piut- 
tosto casa  munita  di  torricelle,  che  fu 
della  famiglia  do  Zanna,  e  di  cui  si  mo- 
strano lo  rovino  a  testimonio  dell'avita 
libertà  della  patria  insofferente  di  qual- 
siasi dominazione. 

Contigua  alla  valle  d'Ampezzo  è  quella 
di  liivinullongo,  d'una  bellezza  modesta 
nella  sua  verde  solitudine,  dominata  dal- 
l'enorme Boò,  chiusa  dalla  massa  dolo- 
mitica di  Sella,  donde  scendono  a  raggio 
le  quattro  vaili  ladine.  S'apre  a  mezzodì 
sull'Agordlno,  sorella  delle  valli  venete, 
da  cui  la  disgiunse  nel  secoli  il  dominio 
(lei  Principi  di  Bressanone.  I  loro  Capi- 
ni  sedevano  nel  castello  d'Andrùz,  di 
li  tuttora  si  vedono  le  maestose  rovine. 

Il  dialetto  di  Livinallongo,  come  quel- 
lo d'Ampezzo,  benché  conservi  alquanto 
della  morfologia  ladina,  si  può  tenero  per 
veneto,  come  sono  veneto  la  storia  e  lo 
tradizioni  locali. 

Questa  zona  di  dialetti  nostri  che  si 
distendo  dal  C^adore  u  traverso  il  lìacino       Rovine  dkl  Castello  h'Andràz  in  Lwinallungo. 

L'Olio  Sasso  Medicnale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


•  non  TOKliono    (tne  politico  sc<*nde  gìii,  intorno  al  bacino 
■H  Tront'»  *•  'Il     montana  dHrAdljro,  fino  »i«»l  ciior«t  dnlU  pi». 


del  Tornante  italiano  (l>. 


aa  llucii     asi><-'tti  .   a  'l'ioiito.    «ìuurl.i    lo    il-nl''    valli 
*  appiè  dell'Alpe,  che  serra   Lamagna  suvra 


Lungo  qnesU  linea  lu  straniero  apri  par 

...t.o  t..n  ,ÌMi,-i  i.roo...-.-  _  la  maggiore,  e 

-:e.  A  ponente 

>  flnme  il  con- 

'  *  -acciando 

'  alle  al- 

.■•re  dove 

j", litico  eoon- 


;lui 


r"incv:<<iiM  • 
fine  di  nasi' 

Ha  nel  n  iiiinciare  dal  Monte 

!  ateroo  e  djtllc  Xrc  Cime  di  Lavaredo,  il  con- 


Tirali!.  ,  Là,  con  l'anima  dei   nostri  Poeti, 
devono  convergere  1  pensieri  e  le  opere  d«rii 
Italiani,  onde  la  lingua  di  Dante  e  di  CardU' 
suoni  fino  al  *  tremendo  spalto. , 

Siamo  lungi  dall'Intendimento  d'una  pro- 
paganda aggressiva,  ma  fin  dove,  entro  i  li- 
miti nntnrall  d'Ifalin.  IWm'^ntn  italiano  ar- 
ri-. I  dovere 
^  IO  fatale 
a'i  1  suo  av- 
venire. 

Ettobb  ToLOXin. 


(Il  A  sostenere  1  diritti  italiani  sulla  regione  atesina,  ponendo  ad  essi  fondamento 
■  uro  negli  stadi,  principalmente  geografici  e  storlfl.  ò  «jorto  ì'.tr.hiri'r,  per  l'Alto  Adige,  beli 
ri.-ca  e  valorosa  rivista  che  ha  sede  a  Gì-  izano.  (Trento,  Gì. 

/ij  ;■••!,  editore.  Abb.  annuo  Lire  20).  La  i  i-  sorreggano  e  p: 

giTv.  un'lniriaiiva  di  tanta  importanza,  <•!.  nire. 

(A'tfTa  del  Dir.). 


Antinevrotico  DE  GIOVANNI 

TONICO    RICOSTITUENTE 

DEL    SISTEMA    NERVOSO 


-  324  - 

ROCCHE  MARCHIGIANE 


Tiii  luce  bianca  del  plenilunio  pasquale 
iirompe  per  1  aperta  finestra  nella  quieta 
anza,  ora  che  la  garrula  covata  dei  bimbi 
immersa  nel  suo  primo  sonno,  mentre  l'as- 
^siduo  tnc-tac  dell'orologio  a  pendolo  appeso 
al  muro  m'avverte  che  non  sono  però  solo 
a  vegliare.  Nella  tranquillità  notturna  mi 
giunge  a  tratti  il  fischio  di  qualche  treno  in 
corsa,  che  saluta  cosi  la  città  addormentata, 
prima  di  riprofondarsi  nella  solitudine  auste- 
ra dei  campi,  verso  la  mèta  lontana:  ed  ecco 
(•113  un'associazione  d'idee,  o  forse  un  incon- 
scio impulso  di....  mimetismo  psicologico  lan- 
cia al  galoppo  la  fantasia. 

Come  si  va  lesti!  Ed  eccomi  a  Fano,  nella 
dolce  casa  paterna:  ecco  la  cara  cameretta 
della  mia  fanciullezza.  La  finestra  non  dà  so- 
pra una  strada  orribilmente  polverosa,  ne  la 
linea  volgare  di  un  borgo  di  case  sbarra  il 
volo  all'occhio,  che  può  spaziare  a  suo  agio 
e  per  ogni  verso.  Qua,  a  dritta,  si  sente  più 
che  non  si  veda  un  lembo  azzurro  di  mare, 
seminascosto  da  un  oscuro  ciuffo  di  giovani 
pini;  sul  davanti,  un  orto,  con  pochi  alberi 
clie  balzano  al  disopra  del  rosso  muro  di 
cinta;  al  di  là  di  quello,  accigliata,  rigida 
sullo  sfondo  cupo  del  cielo,  la  mole  possente 
I Iella  Rocca  malatestiana,  con  i  suoi  speroni 
a  sghembo  e  il  maschio  merlato. 

Piantata,  incuneata  quasi  nelle  mura  stesse 
della  città,  di  cui  forma  un  angolo,  cinta  an- 
cora dal  fossato  profondo  dove  correva  il 
pò. ite  levatoio,  del  quale  rimangono  le  sca- 
nalature ai  fianchi  della  porta  d'ingresso, 

sembra  che  mediti 

Severa  il  lento  volger  dei  secoli, 
•Che  in  odi  e  in  amori  selvaggi 
Cozzarono  sotto  l'erme  torri.... 

(Non  dite,  vi  prego,  che  questi  versi  sono 
brutti;  perchè....  sono  miei). 

Ne  sono  passati,  infatti,  degli  anni,  da 
<luaiido  il  magnifico  ed  eccelso  sigiiore  mes- 
ser  Sigismondo  Pandolfo  de'Malatesti  ne  ini- 
ziava nel  1438  la  costruzione,  o  troppe  ne 
deve  aver  viste,  da  allora  ad  oggi:  ma  pure 
c'è  (la  scommettere  che  altre  e  più  strane 
vicende  potrebbero  tiiccarle  ora,  se,  per  esem- 
pio, dovesse  acconciarsi  a  divenire....  il  mat- 
tatojo  comunale,  come  propose  un  giornaletto 
cittadino, 

L'ntilit:»rismo  jrrotto  del  nostri  borgho- 
succl  rimpannucciati  non  vuol  tollerare  gli 
ozi  di  una  vita,  dicinmo  così,  oontomi)latl\a 
l>er  quel  poveri  avanzi  di  bisogni  di  allri 
ti-mpi;  e  come  ha  saputo  trasformar  chiese 
111  caserme,  in  niagizzini,  in  atri  di  espe- 
llali e  magari....  in  stazioni  di  ferrovie  elet- 
trichtf,  oosi,  profitta  in  qualche  modo  anche 
dello  vecchio  fortezze.  Diamine  I  che  stiano 
ni  o/.io  le  pi-rs  )ne,   tninseit;    ma   gli    edilìzi 


antichi,  questo,  poi  no!  o  vadano  pure  a  farsi 
benedire  le  ragioni  storiche  o  estetiche,  in- 
sieme a  quegli  ingenui  che  timidamente  osa- 
no ancora  balbettarle. 

Ed  eccole,  quindi,  quelle  povere  fortezze 
ridotte,  nella  migliore  delle  ipotesi,  a  servire 
di  carceri,  come  a  Pesaro,  a  Fano,  a  Seni- 
gallia ;  e  i  maschi,  i  torrioni  formidabili  tra- 
sformati in  serbatoi  per  acquedotti,  come  a 
Sassoferrato  e  presto,  forse,  ad  Acquaviva 
Picena,  non  ostante  il  grido  di  allarme  le- 
vato nella  stampa,  per  quest'ultima  minaccia 
di  sfregio,  da  quell'eletto  artista  che  risponde 
al  nome  di  Adolfo  De  Karolis.  E  ben  vero 
che  un  tempo,  per  esempio  a  Otfagna,  si  se- 
guiva un  metodo  anche  più  semplice  e  sbri- 
gativo, distruggendo  qualche  parte  dell' edi- 
tìzio  per  ricavarne....  materiale  da  costruzione. 
Cosi  l'opera  del  tempo  e  dell'uomo,  am- 
bedue cieche  e  inesorabili,  si  danno  la  mano; 
ma  mentre  il  primo  si  contenta  di  sgret;olare 
e  atterrare,  il  secondo  riesce  spesso  anche  a 
deturpare  e  avvilire. 

Dalla  finestra  più  non  irrompe  il  fiotto 
bianeo  delia  luce  lunare,  arrestato  da  una 
diga  di  nuvoloni  plumbei  che  si  vanno  ad- 
densando nel  cielo:  viene,  invece,  un  soitìo 
grasso,  viscido  di  libeccio  e  agita  la  fiamma 
fungosa  della  candela,  che  con  il  suo  saltel- 
lamento sembra  accennare  alla  faiitasia  eh' è 
ora  di  tornar  alla  stalla;  ed  essa.,  infatti, 
come  un  cavallaccio  arrembato,  non  se  lo  fa 
dire  due  volte. 

Ho  sott' occhio  una  raccolta  di  queste  vec- 
chie rocche  marchigiane,  così  rassomiglianti 
e  pure  così  diverse  le  une  dalle  altre,  quali 
meglio,  quali  peggio  conservate,  dal  rudere 
mezzo  informe  all'editìzio  quasi  perfetto,  sì 
che  poca  meraviglia  farebbe  il  vederne  uscire 
un  magnifico  castellano,  per  la  "  mostra  „ 
consueta.  Forse  nessun' altra  regione  d'Ita- 
lia ne  conta  un  numero  così  grande»,  e  que- 
sto, sia  per  la  configurazione  del  suolo,  spez- 
zato e  frastornato  da  catone  di  colline  che 
favorivano  l' isolamento  dei  singoli  piccoli 
centri,  sia  per  la  non  ambita  sorte  di  aver 
appartenuto,  durante  tanti  secoli,  a  quel  pa- 
trimonio di  San  Pietro,  che  fu  il  più  fertile 
semenzaio  di  piccoli  e  grandi  tirannelli  e  si- 
gnorotti locali. 

Al  bisogno  generale,  in  ogni  comunità 
d'allora,  di  agguerrir-d,  di  fortificarsi  a  di- 
fesa dai  nemici  lontani  e  vicini,  e  anzi  più 
da  questi  ohe  da  quelli,  quàn  lo  non  fosso 
addirittura  a  vantaggio  di  una  fazione  o  di 
una  famiglia,  mirante  a  stabilire  o  rassodare 
il  suo  predominio,  si  deve  aggiungere  la  ne- 
cessità speciale  di  iironiunirsi  contro  il  pe- 
ricolo d'incursioni  e  sacelu'ggi  da  parte  del 
pirati  barbareschi,  la  i-ui  perpetua  minaccia 
per  le  cittaditie  della  costa    adriiitica.  era    e 


LIQUORE 

TONICO  DICESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


:vj:i 


^^^ 


W^'^M' 


1     /  ..A  MAi.Ait.HANA;  iiuul.  c-.urux   -     3.  /V„.o,  Kocìa  Mvlatf>tiana  :  tr- 

^  .1    città   ed    IngresMo.  -  2  e  4.  Sinigaglia,  Bocca  PEI  Dt'CHl  1>KLLA  Bo%EBJ 

•     '  .    Castelia)  di  Bocca  Peioba. 

(FtUografU  dèi  ori/».  «.  Baviera). 


32G  — 


fu  tutt'  altro  che  ipotetica  anche  fino  a  tempi 
il  noi  relativamente  vicini. 

Cosi  non  c'è  borgo,  noti  c'è  villaggio,  non 
c'è  città,  si  può  dire,  tra  le  cento  e  cento 
disseminate  per  le  piccole  valli  ubertose  la 
vista  della  marina  azzurra,  o  arrampicate 
sull'erte  e  appollaiate  sull'azzurre  vette  del- 
l'Appennino, 

SI  come  falchi  a  meditar  la  caccia, 

non  c'è  luogo  delle  Marche,  per  quanto  mi- 
nuscolo e  oscuro,  che  non  possegga  la  sua 
rocca;  anche  perchè,  forse,  a  nessun  Pierpont 
Morgan  è  saltato  ancora  il  ticchio  d'impac- 
chettarcele e  imballarcele,  per  arricchirne 
qualche  mastodontico  museo  d'oltreoceano, 
com'era  avvenuto  al  Piviale  d'Ascoli  di  fa- 
migerata memoria. 

Cominciamo  dalla  più  settentrionale  delle 
quattro  province,  in  cui  oggi  si  divide  il  bel 
paese,  che  una  volta,  secondo  l'espressione 
dantesca,  sedeva 

tra  Romagna  e  quel  di  Carlo. 

Quante  ne  troveremo,  soprattutto  nell'irto 
e  sassoso  Montefeltrol 

Si  lasci  pure  da  parte,  tanto  è  nota,  la 
cittadina  alla  quale  vassi  ancora,  come  ai 
tempi  di  Dante,  per  una  sola  e  non  facile 
via:  8an  Leo,  che  per  la  sua  formidabile  po- 
sizione può  ben  considerarsi  quasi  tutt' una 
rocca;  eccovi  il  castello  di  Maceratafeltria, 
memore  della  sosta  garibaldina  del  29  luglio 
1849;  eccovi  la  rocca  malatestiana  di  Co- 
riano,  eccovi  le  rocche  aeree  di  Pietracuta, 
ili  Maiolo,  la  bellissima  quattrocentesca  di 
l'iandimeleto  e  quella  podei-osa  di  Sassocor- 
varo.  Non  ne  possiede  più  alcuna,  invoce, 
l'rhino,  la  città  che  diede  il  volo  a  Bramante 
<■  Rafifaello  e  potè  vedere  il  proprio  nome, 
i  fasti  del  Rinascimento,  unito  a  quelli  di 
1  jrrara  e  di  Mantova  in  grazia  di  quello 
luile  feltresche  che  la  scolsero  a  nido  e  di 
1,  con  il  titolo  di  conti  e  di  duchi,  covarono 
l"r  lunghi  anni  buon  tratto  della  montuosa 
legione.  Ma  dai  torrlcini  di  quel  famoso  pa- 
lazzo di  dove  l'eletta  corte  della  duchessa 
illisabetta,  levandosi  dai  ragionamenti  in  cui 
1>'  era  voluta  la  notte,  contemplava  giù  nel 
ciclo  il  rosseggiare  dell'alba,  poteva  essa  scor- 
tire  allora  anche  la  rocca,  di  cui  oggi  re- 
ano  pochi  ruderi  informi,  oltre  alla  via  sot- 
'■rranea  che  la  univa  alla  sontuosa  dimora 
(lucalo. 

Nò  e]uosta  è  la  sola  fortezza  del  Monte- 
(iltro  ohe  sia  scomparsa,  e  non  por  improv- 
visa ribellione  di  popolo,  ohe 

lo  sue  ferree  zane 

gode  nello  fortezze  esercitare; 

ma  furono  anzi,  a  volte,  gli  stessi  duchi  che 
i<'  fecero  abbatterò.  Così  Guidobaldo  I,  per- 
ihè  non  se  ne  impadronisse  il  Borgia,  fece 
distruggere  nel  1502  la  famosa  rocca  di  Ca- 
gli, erotta,  sotto  Federico  suo  padre  su  di- 
sogno del  senese  Francesco  di  Giorgio  Mar- 


tini; quantunque,  per  fortuna,  ne  venisse 
risparmiato  il  torrione,  prezioso  documento 
per  la  storia  delle  nostre  costruzioni  mi- 
litari. 

Miglior  sorte  toccò,  per  dire  solo  delle  più 
note  e  maggiori,  alle  rocche  di  Novilara,  di 
Mondavio,  di  Mondolfo  ;  a  Fossombrone,  che 
può  ancora  mostrare  il  Cassero  della  rocca 
di  Torricella,  opera  del  XIII  secolo,  e  a  Pe- 
saro, con  la  sua  Rocca  Costanza  —  oggi  tra- 
sformata in  carceri  giudiziarie,  —  la  Roc- 
chetta, che  serve  da  polveriera  e  il  superbo 
Castello  dell'Imperiale. 

Assai  caratteristica  e  importante  è  quella 
che  ci  offre  Gradara.  Condotta  a  termine  dai 
Malatesta  nel  primo  quarto  del  quattor  lice- 
simo  secolo  —  benché  si  voglia  che  il  maschio 
ne  fosse  già  edificato  tra  il  1000  e  1182,  —  è 
chiusa  in  una  cerchia  di  mura  merlate  e  tur- 
rite a  difesa  piombante,  dentro  le  quali  è 
pure  raccolto  il  paesello,  di  circa  500  anime. 
Passata  dai  Malatesta  agli  Sforza  di  Pesaro 
e  da  questi  ai  Della  Rovere  —  con  i  due 
brevi  intermezzi  del  duca  Valentino  e  di 
Lorenzo  de' Medici  il  giovane,  —  finì  per  ri- 
tornare alla  Chiesa;  né,  a  vederla  oggi,  fosca, 
turrita,  massiccia,  si  potrebbe  affermai*e  che 
le  pesino  troppo  i  sei  o  sette  secoli  che  ha 
sulle  spalle.  E  non  sembra  che  i  grossi  muri 
naerlati  conservino  ancora  l'eco  della  voce 
di  messer  Pandolfo  Collenuccio,  l'umanista 
pesarese,  che,  rinchiusovi  per  due  volte  da 
Giovanni  Sforza,  ivi,  alla  vigilia  di  esser  giu- 
stiziato (18  sett.  1504),  avrebbe  composto,  se- 
condo una  sua  tradizione,  quella  notissima 
canzone  alla  morte? 

Questa  che  ha  nome  vita,  falso  in  terra 
Ch'altro  è  che  fatica,  affanno  e  stento?... 
Questa  af^erba  matrigna 
Natura,  in  tanti  mal,  questo  sol  bene 
Per  pace  dette,  libertade  e  porto.... 
Tu  so'  quella,  tu  sei  quella  benigna 
Madre  die  1  vii  pensier  dai  petti  sgombri, 
E' nostri  mali  adombri 
De  longa  oblivion,  de  imnjortal  scorte. 
Soccorri  adunque,  o  gratiosa  morte! 

Non  vi  par  di  sentire  qualcosa  di  leopar- 
diano, a  più  di  tre  secoli  di  distanza? 

Così  la  cupa  ombra  del  nìaschio  di  Gra- 
dara, che  tuttora  avvolge  il  tragico  fato  del- 
l'umanista pesarese,  vide  almeno  spuntare 
questo,  oh' è  tra  i  più  freschi  fiori  della  li- 
rica del  Rinascimento.  Ben  altro  capolavoro 
si  era  compiuto  invece,  quasi  nel  medesimo 
tempo,  intorno  alla  rocca  di  Senigallia:  ca- 
polavoro di  sottile  perfidia,  dovuto  all'anim  ■ 
senza  scrupoli  e  calcolatrice  di  Cesare  Bui 
già,  e  ch'ebbe  a  testimone  ed  a  storico  Nn 
colò  Ma«!hiavelli. 

All'avvicinarsi  del  terribile  duca,  Gio- 
vanna di  Montofoltro,  la  cosiddetta  "  Prefet- 
tessa,  „  era  slata  sollec  ta  a  mettersi  in  salvo 
e,  tranne  la  rocca,  custodita  per  lei  da  An- 
drea Dorla,  aveva  abbandonato  la  città  agli 
Orsini  e  ad  Ulivorotto  da  Formo.  Ma  essi,  e 


[EMORROIDI 

^Mih 


sieno  pure  allo  slato  croniio,  guarite  con  lo  col 
Pillole  Solventi  autiemorroidali  Fat 
tori  ed  ITiii^uento  antietnorroidale  Fat 

tori.  —  Scatola  Pillole  L.  2,,'iO  -  Vaso  di  Un 
^'uonto  1>.  2.  In  tutto  lo  Fannacio  e  dai  Chimici  G.  FATTORI  e  C,  Via  Monforfo,  16 
Milano.  —  Opuscolo  gratis  a  lichiosta. 


ftt-  1 


-  327 


1.  Poì-tortcanati,  Tokkione   e  axtico*castello,  oggi  palazz'»  min,    ;.  ,,  ,  _.      ;///,  li 

ToBRioxB.  —  3,  MontaUo,  Torbioke  s  Porta  Patrizia.  —   4.  It   vink  ukli.a  l'.orcA  i 
*  Sasta  Lucia  ,,  di  sad-orest.  —  5.  Senigallia,  Rocca  Bov£kì.ì>.a;  lutircsoo. 


328  - 


Vitellozzo  Vitelli,  che  pure  si  trovava  colà, 
avevano  eoa  il  Valentino  vecchi  conti  da  sal- 
dare: e  pagarono;  e  cornei  "  Questa  notte  „, 
scrive  il  Machiavelli,  il  1«  dell'anno  1503,  "  ad 
ore  dieci  questo  Signore  fé' morire  Vitellozzo, 
0  mess.  Oliverotto  da  Fermo,  e  li  altri  due 
sono  rimasi  ancora  vivi:  credesi  per  vedere 
se  il  Papa  ara  avuti  nelle  mani  il  Cardinale 
(Orsini)  e  gli  altri,  che  erano  a  Roma..,;  e  di 
poi  ne  delibereranno  di  tutti  di  bella  bri- 
gata. La  Rocca  di  Sinigaglia  questa  mattina 
a  buon'ora  si  arrese  al  Duca,  e  così  si  tiene 
per  lui,...  „ 

Dovevano  ben  esserci  avvezzi  gli  uomini 
di  allora  a  simili  fatti,  per  parlarne  con  tanta 
indifferenza;  e  non  solo,  ma  c'erano  anzi 
molti  che  plaudiyano  al  colpo  magnitìco.  Vo- 
lete sentire,  per  esempio,  quello  che  ne  pen- 
savano a  Fano,  cioè  a  due  piissi  dal  teatro 
dell'avvenimento? 


ribelli  e  ingrati,...  e  tagliata  loro  la  testa  11 
lasciò  andare  in  libertà,  „  (!) 

Strangolati  o  decapitati  che  fossero,  ve- 
dete come  la  loro  trista  sorte  aveva  messo 
di  buon  umore  il  cancelliere  fanese,  che  dopo 
il  macabro  scherzo  conchiudeva:  "  0  veruni 
Cesdi'ein,  aiideo  dicere,  primum  in  Italia  pr in- 
cipem  fortnnatissiolum  cui  jam  lihans  tota  pa- 
ret  Italia.  „  Immaginiamo  il  putiferio  che 
solleverebbe  oggi  la  ripetizione,  anche  atte- 
nuata, di  un  simile  fatto  per  noi  brigantesco; 
e  confortiamoci  nel  pensiero  che,  a  dispetto 
dei  pessimisti  e  dei  brontoloni,  il  mondo, 
anzi  l'uomo  migliora. 

Ma  via  dall'angoscia  e  dal  ribrezzo  chea 
noi  moderni  incutono  simili  sanguinosi  ri- 
cordi: vale  meglio,  piuttosto,  riprender  la 
corsa  per  dare  una  rapida  occhiata  alla  Rocca 
Priora  di  Falconara  Alta,  a  quella  dell' Asta- 
gno o  di  Capodimonte  in  Ancona,  al  Castel 


Veduta  generale  di  lla  Rocoa  d    Ofpaona, 


"  L'Ill.mo  et  Ecoellen.mo  Nostro  Signore 
il  Sig.  Cesare  Borgia,  duca  e  principe  „  —  tra- 
duco dall'enfatico  latino  del  volume  dei  Con- 
sigli, dove  il  oancellttiìro  notò  il  caso  memo- 
rabile —  "  mejitre  nevicava  In  copia  e  con  un 
freddo  crudele  e  acuto,  ginnse  felicemente 
in  questa  sua  fedelissima  città,  desiderato  e 
visto  da  tutti  con  gran  desiderio  e  audace- 
mente proprio  come  un  secondo  magnanimo 
l'osare,  anzi  piuttosto  come  il  ])rimo  Cesare, 
in  mezzo  a  mille  pericoli,  co  i  tutto  il  suo 
esercito....  e  rimase  nella  città  lino  al  giorno 
(li  sabato,  ultimo  di  dictimbre.  Nel  qual  gior- 
no, all'alba  parti  e  mosse  fortemente  con 
tutte  le  milizie  ai  danni  e  alla  o-ipugnazione 
«li  Senigallia,  dove  trovò  mess.  Uverotto  di 
l'ermo  e  i  Sig.  Orsini  che  maoohlnavano  un 
iittato  contro  di  lui,  ed  egli  li  prese  come 


d'Emilio  presso  Agugliano,  alla  quadrata  roc- 
ca quatti-ocentesoa  di  Oft'.igna,  maestosa  co- 
struzione innalzata  dagli  anconitani,  con  cinta 
turi'ita,  fossati,  cortine  a  scarpata  e  terrapie- 
nate,  e  la  torre  maestra  e  l'altra  del  ponte 
levatojo  a  difesa  piombante. 

A  Castel  Raimondo,  il  Cassero  o  Torre  di 
Berenga,  vecchio  Titano  fulminato  dalla  pa- 
ralisi, vede  ora  volare  strisciando  lungo  le 
sue  mura  poderose  l'agile  e  lucida  vettui'a 
della  ferrovia  elettrica,  che  s'arrampica  senza 
sforzo  su  su,  lino  a  Camerino,  l'arduo  nido 
dei  Varano,  il  nome  dei  quali  si  ricollega  or- 
mal,  si  può  diro,  ad  ogni  pietra  e  ad  ogni 
memoria.  Ed  ecco  la  pittoresca  Rocca  d'Aiello, 
la  rocca  di  Lanciano,  il  fortilizio  di  Boldi 
letto;  m«entre,  nella  circostante  regione,  Gual- 
do, San  Severino,  Tolentino,  Ripe  San  Glne- 


mquorcpiii 

I  VINI  -  LIQUORI  -  VERMOUTH  -  ( 


SPECIALITÀ  DELLA  CASA 

^.sco  Monaco  e  ^^igli 


di  CATANIA 


\SA| 

9(i| 


1.  Gradara,  Veduta  okkkbalk  dkuji.  Rocca.  —  2.  Fermo,  Bocca  di  Monte  Vaemine. 
3.  ToBEiOKE  DELLA  RocCA  di  Acquaviva  Picena.  —  4.  San  Benedetto  del  Tronto.  T"»'!' 
DELLA  Rocca.  —  5.  Porto  San  Giorgio^  Tobbio»t  e  bovine  dell'astioo  castki 


—  330  — 


rio,  TJrbisaglia,  Trftja,  Eecanatì  coi>  il  suo 
Castello  di  Montetìore  e  mille  altri  luoghi 
hanno  ciascuno  qualche  cosa  da  mostrare. 

Un  antico  castello  a  Grottammare,  le  roc- 
che di  Offlda,  di  Porto  San  Giorgio,  di  Ar- 
quata  del  Tronto,  gli  avanzi  di  mura,  di  tor- 
rioni, di  porte  con  saracinesche  e  merli  a 
Foi'ce,  ad  Amandola,  a  Massa  Fermana,  a 
Ripatransone,  a  Rotella,  la  caratteristica  )-occa 
raedioevale  di  San  Benedetto  del  Tronto 
(sec.  XIV),  a  forma  di  nave,  con  la  prua  ri- 
volta al  mare,  come  lanciata  a  una  perpetua 
difesa  contro  le  temute  fusto  dei  saraceni,  e 
infine  il  gigantesco  maschio  della  Rocca  di 
Acquaviva.  il  più  completo  esempio  del  ge- 
nere, l'antico  feudo  dei  ducili  di  Atri  che, 
a  sentire  la  tradizione,  si  ricongiungerebbe 
nientemeno  che  a  Carlo  Magno,  attestano  che 
neppure  la  più  nieridionale  delle  quattro  pro- 
vince picene  difetta  di  simili  interessanti  ri- 
coi'di  di  tempi  tramontati  per  sempre. 

Quale  migliore  propaganda  per  la  pace, 
che  il  vedere  inerti  e  inoperose,  decrepite 
sotto  la  soma  degli  anni,  quelle  moli  son  più 
minaccianti  e  terribili,  nelle  quali  si  com- 
pendiano tanti  e  tanti  secoli  di  storia  e  di 
sangue?  E  altrettanto  decreijiti  sono  i  loro 
antichi  signori,  anche  i  meno  remoti.  Mala- 


testa  e  Montefeltro,  Sforza  e  della  Rovere, 
Chiavelli  e  Ottoni,  Borgia  e  Varano;  parole 
ormai  vuote  di  senso  per  la  maggior  parte 
dei  discendenti  da  quelli  stessi,  ch'ebbero  a 
provarne  la  carezza  o  l'artiglio  grifagno. 
L' arte  medesima,  nella  turbolenta  e  cruenta 
vita  agitatasi  intorno  a  quei  colossi  che  fu- 
rono, pare  aver  perduto  qualcosa  della  sua 
potenza  eternatrice,  sì  che  quasi  a  nessuna 
di  tante  rocche  e  fortezze  s'accompagna  il 
nome  di  chi  ne  ideò  ed  eresse  i  fianchi  tvur- 
riti  ;  e  solo  pochi  esperti  ricercano  e  ricono- 
scono, nella  purezza  delle  linee  e  nelle  par- 
ticolarità della  tecnica,  l'opera  di  Giuliano 
o  di  Antonio  da  Sangallo,  di  Baccio  Pintelli 
o  di  Francesco  di  Giorgio  Martini.... 

Dalla  finestra  penetra  di  nuovo  la  luce 
vittoriosa  del  quieto  plenilunio  pasquale  ;  ma 
la  fiamma  della  candela,  sempre  più  saltel- 
lante, si  prepara  a  darmi  l'addio.  Buona  notte, 
dunque!  e  andiamo  a  dormire.  Chi  sa  che 
non  sogni  di  scivolare  cautamente,  sotto  le 
vecchie  mura  della  Rocca  malatestiana,  come 
quando,  sfuggito  al  vigile  occhio  materno, 
sgattaiolavo  di  casa,  per  andar  a  caccia  di 
coccinelle  d'oro,  tra  l'erba  folta  e  la  men- 
tuccia odorosa,  nel  solitario  fossato. 

Giulio  Gbimaldi. 


L'  "  UMBRIA  VERDE  „ 


A  dar  di  questa  terra  forte  e  soave  una 
più  chiara  immagine,  sì  da  farne  rivivere 
r  anima  delle  città  e  del  paesaggio,  nulla 
forse  gioverebbe  meglio  che  accogliere  le 
alate  espressioni  di  quanti  furono  avvinti  dal 
fàscino  che  da  essa  sprigiona.  E  qual  mèsse 
s'avrebbe!  Dalle  parole  di  Seneca  sui  cupi 
boschi  sacri  presso  Spoleto,  popolati  d'alberi 
annosi  che  tolgono  la  vista  del  cielo,  ombre 
misteriose  die  fanno  nascer  l'idea  vi  risieda 
un  Dio,  e  recessi  fronzuti  di  cui  Plinio  di- 
ceva che  noi  v'adoriamo  lo  stesso  silenzio; 
a  quelle  di  Virgilio  sulle  fonti  del  Clitumno, 
dove  s'ubboveiavano  1  candidi  armenti,  vit- 
time destinate  de' maggiori  trionfi  di  Roma; 
e  così  via,  fino  a  quelle  del  Milton,  del  Byron, 
del  Goethe,  dello  Stendhal,  del  Taine,  del- 
rOzaitam,  del  Bourget,  del  Carducci:  qual 
inno  vibrante  ha  palpitato  su  queste  verdi 
vallate,  tra  le  quali  sinuosa  si  svolge  la  stri- 
scia scintillante  del  Tevere;  e  par  tuttora 
v'alt'ggi  sui  borghi  e  le  città  ond'è  seminata, 
che  l'arte  e  la  natura  han  fatto  sede  di  bel- 
lezza eterna.  Poiché,  proprio  nel  centro,  nel 
cuore  d'Italia,  tra  il  Lazio  e  la  Toscana,  que- 
sta culla  Bt-rena  di  santi  o  d'artisti,  parve 
^«•nipro  in  modo  singolare  accogliere  l'omag- 
gio di  quanti  attrae  la  poesia  dei  luoglii  e  la 
magia  del  ricordi  storici.  Quei  ricordi  ai  quali 
neiri'mbria  mirabilinonte  rispondono  l'aspet- 


to stesso  della  terra,  le  eloquenti  memorie 
d'una  grande  civiltà  che  v'ebbe  stanza,  le 
città  dominate  dalle  antiche  rocche  forti,  che 
paiono  ancora  tra  loro  rinnovarsi  le  sfide 
d'un  tempo,  i  severi  palazzi  comunali,  le  con- 
trade ripide,  strette,  ineguali,  I  conventi,  lo 
chiese,  i  chiostri  pieni  di  serena  poesia:  il 
tutto  armoniosamente  disposto  in  paesaggi 
ridenti  d'ulivi  e  di  vigneti,  verdeggianti  di 
prati,  corsi  d'acque  limpidissime  mormoranti 
tra  i  frassini,  dove  molli  declinano  le  coste 
ed  i  colli  coltivati,  poggiati  a  monti  e  dirupi 
selvaggi,  coperti  di  querceti  e  di  castagni, 
dominanti  i  chiari  orizzonti. 

Pur  quanti  realmente,  anche  d'Italia,  han- 
no peregrinato  per  queste  terre?  Par  quasi 
melanconia  chiederlo;  se  in  fondo  non  si  ri- 
conoscesse che  in  questo  tenersi  un  po'  ap- 
partata da  quelle  grandi  arterie  di  comuni- 
cazioni, per  le  quali  solo  sembra  pulsare  la 
vita  dell'oggi,  lungi  un  po' dall'infesto  turi- 
smo di  maniera,  che  misura  i  punti  d'  ammi- 
razione sulla  lista  degli  hótels  ingombranti  i 
paesaggi,  l'Umbria  più  gelosamente  conserva 
e  rattiene  il  proprio  carattere  e  la  propria 
fisionomia.  Sono  ancora  le  miti  terre  che  si 
percorrono  non  al  solo  rombo  dei  direttis- 
simi: i  troni  qui  son  di  quelli  benevoli  verso 
i  contemplatori  del  paesaggio;  buone  le  stra- 
de, facile  l'accesso  fino  ai  più  remoti  cantucri. 


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SPECIALITÀ  DELLA   CASA 

^.sco  Monaco  e  ^ig(i 

di  CATANIA 


VINI  -  LIQUORI  -  VERMOUTH  -  CHAMPAGNE 


qnt>\  c»i    w  «• 

qu»K-t>»«  A  ch\  h  I  >-t'r>'l; 


Pieve.  Norcia,  MonieiHl- 
continuo  d'immagiul  se- 

Td,  per  ripetere  una  delle 

■;  dJ  Rrn:\fn  Srhnpldrr.  M 


•    -    ■■•"  ■    '■  — •   ^1- 

.•l 

IlU, 

.1.  C.  — 

•  n  v'al- 

i  <|tiali 

■w  11  la^u  li.  10- 

l'^r  quelle  d.  le 

, acque   ohe  ; -..  ; , mo 

le  fritture  famoso  dei  Trasimenn,  che  ormai 
fanno  del  la(?o  la  più  utile  rinomanza,  e  soa 
forse  non  ultima  ragione  se  ancora  sembra 
allontanato  il  pericolo  di  rederlo  scomparire, 
prosrtn-^ato   rnmo   da   tempo    s'andò   Tr«nti- 


<.-<.>(  {>a  vici  l)cu\cuuu>;    i   tic  l&ghi  di  Chiusi, 
di  Montepulciano  e  del  Trasimeno;  le  tre  mi- 


cai>tulii>.  e  Tuvcriicllu;  di  qua  1'. 
lungi  da  Tuoro,  dove  vuoisi  s' 


Ptrtiffia  —  CoLUCOio  okl  Cambio.  Il  Tbibunale. 


N^rifMe  opaM,  come  le  dice  il  Boarget,  ond'è 

inr^ro<vtata  l'amplissima  vallata,  sprigionanti 

n'•h^le  violacee  a  velar  le  linee  dei   mouti 

rh<^  !;mi?aTiA  l'Orirr-^nt»*.  N*»)!' Ombria  s'en- 

I  !a  distesa  az- 

1  di  pescatori, 

lespata  da  una 

:  cattftetl  ricoprenti 

mente  dfjjradano  le 

.;o  alluvionale  d'un 

•fo  speciale.  Tre  iso- 

>.  l'isola  Polvese.  la 

'-'"   —  '   -  —  -..,»« 


i  Numidi  d'Annibale  nella  terribile  loro  ava 
zata  sui  Romani,  de' quali  il  nome  d'un  t<' 
rentello,  il  8an${uineto.  par  tuttora  ricordar 
la  «truffe  paurosa.  Poi  Magione,  storico  bor. 
V'.  "il  palazzo  abazialo  fiero  come  ■ 

{<  no  Magione,  dopo  breve  trac 

la  10  della  regione,  Perugia. 


Oli  storici  ed  i  geologi  hanno  discusso  «^^ 
pra  le  genti  die  prime  abitarono  questa  ten  < 
che  si  vuol  fondo  d'nn  vastissimo  baH'"^-  "•  ■ 
trale  che  il  Tevere  formava  prima  di  . 
Ti*»l  Tirreno:    bacino   nel   quale  i  ci<  • 

'  '  "  limenli.  emergendo  pian  yAim, 

numerosi   cOlU   circondanti    le 
.  E  ne  citano  lo  traocie  fòssili 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  iodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


332 


de'  vari  periodi,  venute  alla  luce  negli  avanzi 
plraiosi  del  Tevere  primitivo,  i  numerosi  re- 
sidui dell'operosità  delle  prime  genti:  e  se- 
Kiiaiio  anche  le  traccie  del  lentissimo  colmarsi 
o  prosciugarsi  della  regione,  la  quale  neppure 


quand'ebbe  i  primi  contatti  con  Roma.  È  la 
storia  d'una  lotta  lunga  e  fiera  nella  quale 
l'Etrusco  gradatamente  scompare  fondendosi 
col  vincitore  e  seguendone  poi  nelle  buone  e 
nelle  cattive  vicende,  la  sorte. 


Perugia  —  Piazza  del  Duomo.  Fonte  Maggioke. 
{Fot.  Alinari). 

sotto  i  Romani  vuoisi  avesse  l'attuale  aspetto.  E  Perugia,  vecchia  città   di   rifugio   e   di 

T^la  nessun  nome  e  nessuna  data  sarebbe  si-  difesa,  serrata  sopra  un  colle  nella  valle  aei 

cura  per  la  stirpe  clie  prima  ebbe  stanza  nel  Tevere  che  le  scorre  ai  piedi,  sembra  ni  parte 

paludoso  deserto;  uè  accertata  è  l'epoca  nella  ritlettere    ancora   nell'  aspetto   i   tumultuosi 

quale  cedeva  il  posto  a  quell'altro  popolo  che  eventi  della  sua  storia.  E,  nel  Museo,  le  ve- 


ferugia 


CHifisA  DI  San  Piexuo,  vista  dai  Giardini. 
{Fot.  AUnari). 


in  questi  luoghi  eloquentemente  affermava  stigla  numerose  del  complesso  spirito  degli 

<luello  spirito  e  quel  carattere  singolare,  non  Etruschi;    ed  i   resti   delle  vecchie  mura,    e 

ancor  del  tutto  uscito  dal  mistero  onde  sono  V  Ipogeo   dei   Volumni,    tre  miglia    discosto, 

avvolte  le  sue  origini  e  le  suo  prime  vicende:  parlano  ancora  della  potenza  dell'antica  lu- 

l'Etrnsco.  La  vera  storia  comincia  anche  qui  cumonia.   Più  eloquente  ancora  nel  nome  e 


Perugia  —  Pobta  Ubbica  Etrusca. 
(Fot.  Ali  nari). 


»viano  Anj^asto;  risorta  poi  per  volere  di 

i-'-M.  (■  fatta  iininiripio  .v.!  titolo  d'AuRU- 
!  a  porta.  Solo 
>oii  Vibio  Tre- 

••,.r:i<'!i  avanzi 


tlglla  di  continuo  colle  città  vlcloe.  Ed 
queste  fiere  lotte  si  compendia  la  storia  di- 
città:  più  volte  alleata  coi  pontofi.M;  tali 
anche  ribelle  al  jjiogo  che  lo  volevano  i 
porre;  quel  giogo  eh"  >•'■'  i '.in  i>  .,.i,>  ni    > 


FoTìigia  —  CUUCSA  K  MOKASTXBO   DI  SaK   PibTBO. 


d.  li" ai. fica  porla  Marzia,  che  il  San jallo  sal- 
vava sulla  crando  arce  guelfa  di  l'aolo  ili.  la 
r^-vi  V';i'-inia,  ctqìXa  ad  coercen  'am  l'erutino- 
"1. 

registra  poi  l'assedio  e  la  deva- 
i  olila,  quelli  d'Agilulfo,  di  Bachi, 


bellata  Perugia,  le  imponeva  in  modo  pauro- 
samente t.iiit.Mbile  colla  tlera  rocca,  la  (filala 
gravò  per  tre  secoli  corno  un  liicut>o  penoso 
proprio  nel  cuore  della  città,  imp>\,borM>n 
fraerto:  compagine  ben  salda  e  massiccia,  che 
solo  r ancor  più  .salda  tempra  dei  Perugini 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


-  BB4  - 


riusciva  a  smantellare,  dopo  gioi-ni  tristissimi, 
quando  l' Umbria  entrava  a  far  parte  del  nuo- 
vo regno. 

Pur  fra  tanto  turbinare  di  minacciosi  even- 
ti, in  questa  terra  che  scrisse  la  propria  sto- 
ria coir  armi  in  pugno,  che  pace  si  gode  di 
quassù,  dalla  grande  terrazza  Vittorio  Ema- 
nuele, il  belvedere  che  sporge  proprio  dove 
la  ròcca  Paolina  spingeva  minacciosa  le  sue 
cortine!  Qual  serenità  nel  vastissimo  oriz- 
zonte verdeggiante  in  mille  toni,  sotto  la  vòlta 
di  questo  bel  cielo!  Da  un  lato,  i  colli  au- 
gurali degli  Etruschi  che  ci  nascondono  il 
Trasimeno;  dall'altro  le  anella  tortuose  del 
Tevere  che  inargenta  il   fondo  della  valle. 


può  far  comprendere  la  serena  idealità  del- 
l'arte umbra.  Più  lungi  dileguano  fra  i  vapori 
i  colli  di  Chiusi,  fino  alle  vette  dell'Amiata. 
E  che  pace  ancora  dalla  terrazza  del  Fron- 
tone, l'altro  mirabile  belvedere  di  Perugia, 
all'estremità  di  borgo  San  Pieti-o,  un  bastione 
che  si  protende  come  la  prora  d'una  nave 
verso  un  oceano  verdeggiante  di  vallate  e  di 
colli.  L'Umbria  ci  sta  dinanzi  in  tutti  i  suoi 
più  singolari  aspetti,  con  tutta  la  poesia  del 
suo  paesaggio,  le  sue  memorie,  la  sua  arte, 
la  sua  storia,  la  sua  fede.  Ecco  ancora  lo  scin- 
tillìo del  Tevere  che  s'interna  nelle  fresche 
vallate  fin  sotto  Todi;  Togiano,  Marsiano, 
classici  nomi.  Sulla  sponda  sinistra,  alle  falde 


Perugia  —  Chiesa  di  San  Bernabdino. 
{Fot.  Alinari). 


Rimpetto,  tra  l'ondular  delle  colline,  il  ser- 
peggiar d'una  bianca  strada  maestra  che  mena 
ad  un  dolce  asilo  di  pace  che  di  quassù  non 
si  scorge:  Città  della  Pieve,  la  plus  merveil- 
ìeufte  de  l'Ombrie,  come  la  giudicava  il  Brous- 
sole,  sopra  una  bosco.sa  collina,  a  sinistra 
della  Val  di  Chiana,  dominatrice  d'un  oriz- 
zonte d'incanto:  vecchia  città  ricca  di  me- 
morie, il  cui  severo  aspetto  allieta  il  sorriso 
dell'arte  nello  sue  chiose,  ed  ancor  più  la 
gloria  del  maggiore  de' suoi  figli,  Pietro  Van- 
nucci,  il  Perugino,  di  cui  gelosamente  con- 
serva qualclie  opera  ritlettento  quella  limpi- 
dità della  natura  circostante,  la   quale   solo 


d'una  catena  di  colline  ohe  separano  la  vallo 
dalla  pianura  di  Foligno,  Deruta,  cinta  da  vec- 
chie mura,  colla  sua  bella  chiesa  di  San  Fran- 
cesco :  la  terra  donde  sortirono  quelle  maio- 
liche dai  grotteschi  riflessi  ti' iride  ond'ebbe 
consacrata  ovunque  una  fama  che  ancor  oggi 
con  fortuna  tenta  conservare.  Rimpetto,  sotto 
l'alta  mole  del  Subasio,  Assisi,  che  si  volge  ver- 
so Perugia  come  un  minaccioso  sperone  a  rie- 
vocar lo  aspre  lotte  d'un  tempo,  1  fabbricati 
del  convento  di  San  Francesco  che  nitidi  spic- 
cano sul  bruno  sfondo;  più  in  alto,  la  sua  ròc- 
ca diruta;  più  in  basso,  la  cupola  di  Santa  Ma- 
ria degli  Angeli  colla  Porziunoola;  più  in  basso 


Lavorazione  speciale  in  CAPPELLI  e  lìERKETTl  per  Filarmoniclie 

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ndouo  Spoleto,  <lt  otti 


u  E  solo  p«r  comprenderne  U  irrtnde  poo«l« 

«    converrebbe  peregrinare  tr»  lo  dtli  umbr»" 

•olo  si  Kortce    Poragi*  ci  «Urae.  fiera  e  gentile  ad  un  iviui 


Città  di  Castello  —  Palazzo  dki  Puiori. 
{Fot.  Alinari). 

la  ròcca.  Qua  e  là  ancora  altri  bortfhì  romiti,  colle  memorie,   coi  monamenti,  colla  limj' 

•trotti  intorno  al  campanile,  che  paiono  ad-  dezza  degli  orizzonti,  che  ad  ogni  svolto  deli' 

dormirsi  in  sogni  solo  di  pace  e  d'amore,  sotto  ripide  contrade,   ricordanti  un  po' quelle  di 

11  sole  o  tra  l'ombre  dei  contraflforti  violacei  Siena,   luminosi  s'afTaociano  a  sorridere  tra 


^ 


San  OÌHttino  —  Villa  Bufalixl 
{Fot.  Alinari). 

degli  Appennini  sfamanti  neirar.ziirro  delle  le  cupe  muraglie.  Severa  dall'esterno,  cinta 
montagne  lontane:  e —  laudato  mH  mi  Signore  di  forti  mura,  dove  s'aprono  vecchie  p  sto- 
noM  tutte  tu*  le  creature,  per  la  visione  serena  riehe  porte,  ancor  minacciose  verso  chi,  ae- 
di qnoista  terra.  mioo,  tenti  violarle;  gaia  all'interno  pei  glar- 

L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


~  386 


dilli,  per  le  piazzo  dalle  quali  s'addentrano, 
siil^ono,  scendono  i  meandri  dell'antiche  viuz- 
ze oscure;  elegante  nel  corso  Vannucoi,  l'ar- 
teria principale,  dove  la  modernità  s'è  Instal- 
lata nel  vecchio  quadro,  con  tutto  il  suo  male 
ed  il  suo  bene,  senza  però  togliere  alla  città 
il  suo  singolare  carattere,  n«  far  pensare  che 
v'alberghi  una  gente  che  rinunzia  alla  poesia 
dt'lle  memorie  per  l'unico  utile  di  qualche 
rettifilo  o  di  qualche  sventramento.  Né  si  po- 
trebbe all'un  dei  capi  di  questo  corso  rinve- 
nire un  luogo  che  più  meriti  di  conservare 
la  nobile  armonia  con  cui  il  tempo,  più  che 
gli  uomini,  sa  fonder  opere  di  diverso  carat- 
tere, ed  illeggiadrire  quelle  asimmetrie  d'edi- 
fici che  i  moderni  tanto  fastidiscono.  È  la 
piazza  del  Municipio,  la  solita  piazza  comu- 
nale delle  città  italiane,  ancora  salda  ed  in- 


no ed  appassito  per  la  patina  dei  secoli,  ma 
ridente  ancora  nella  cornice  della  vecchia 
piazza,  sotto  il  fresco  zampillo  dell'acqua  di 
monte  Pacciano. 

Da  un  lato  della  piazza,  bello  di  maschia 
bellezza  il  Palazzo  Pubblico,  oggi  Comunale: 
massiccio  alla  base  come  per  resistere  agli 
urti,  più  leggero  ed  aereo  nelle  finestre  tri- 
fore dell'ordine  superiore;  grave  nella  mer- 
latura guelfa  che  lo  corona.  Fu  ideato  sullo 
scorcio  del  Dugento,  e  lentamente  compiuto, 
vuoisi  ancora  da  Fra  Bevignate  dapprima, 
poi  da  Giacomo  di  Servadio  e  Giovanni  di 
Benvenuto.  Ci  ferma  la  leggiadra  porta  verso 
il  corso,  per  le  delicatissime  sculture,  degna 
di  una  cattedrale.  Più  severa  invece  l'altra 
verso  la  piazza,  sopra  un'altra  rampa,  fian- 
cheggiata in  alto  dal  grifo   perugino   e  dal 


j^r^" 


^mmm^Mìà 


\  .    Il-      1    '  ■  \'     ,  :    ror,  Palazzo  dei  Consoli 
li  1.' ABSIDE  DI  San  rcANCESco.  .    (Fot.  Alinaii). 


tera  come  nel  Medio  Evo,  dove  si  fronteg- 
giano la  casa  del  popolo  e  quella  di  Dio,  la 
vita  civile  da  un  Iato,  l'arte  e  la  fede  dall'al- 
tro. Qui  ancora:  il  Seminario,  l'Arcivescovado, 
la  loggia  di  Braccio.  Nel  centro,  non  la  brut- 
tura di  qualche  monumento  moderno,  ma  un 
fiore  marmoreo,  la  Fonte  Maggiore,  cara  come 
la  pupilla  degli  occhi  ai  Perugini,  come  scrive 
lo  storico  della  città,  ti  Bonazzl.  Flore  delicato 
e  gentile  invero,  pur  sbocciato  In  età  fortu- 
nosa, nel  cuore  del  Dugento,  con  i  disegni  di 
Fra  Bevignate  e  di  Boninsegna  Veneziano; 
condotto  nello  delicatissimo  sculture  delle 
due  vasche  nnirmoree  da  Nicola  e  Giovanni 
Pisano  e  da'  loro  scolari,  e,  nella  tazza  bron- 
zea, da  un  maestro  Rubens:  o^f^.  un  po'bru- 


leone  di  parte  guelfa,  che  ancor  paiono  arti- 
gliare le  catene  strappate  alle  porte  di  Siena 
nel  13.^8.  È  in  questo  palazzo  che  si  racchiudo, 
vera  gemma  della  città,  la  Pinacoteca  Van- 
nucci.  mirabile  raccolta  ov'è  ritlessa  tutta 
riiidoU>  intensa  della  pittura  umbra,  coU'ope- 
ra  del  Bonfigli,  di  Fiorenzo  di  Lorenzo,  del 
Perugino,  del  Pinturicchio.  E  qui  ancora,  in 
questi  giorni.  In  Mostra  d'Arte  dell'Umbria, 
con  tanta  amore  formata,  ed  Indice  si  elo- 
quente dei  tesori  di  bellezza  di  questa  terra. 
Ma  qual  nobile  cornice  per  tant'arte  che  v'è 
accolta!  La  Sala  del  Consiglio,  la  Cappella 
do'  Priori,  la  Sala  del  Mal  Consiglio  —  così 
detta  perchè  colà  decretavasi  l'errore  di  li- 
berar gli  uomini  di  Giovanni  Acuto  fatti  prl- 


in'iK'r-a.    velini  loicnn  più   lO! 
tic*  •  (l'ognt  «rtdn  Imlngiiio. 


Molto  altro  coso  ci  fiTincrehbeio 
a   Porujjia:   il   Duomo.   8«ii  LorcMixo,   arditi» 
costriir.l<ino  trecontosoa.  anrora  di  Fra  HcvI- 

•  "  "•'   V'    - • '"iitaniunte  e  più  volte 

•  fiero  lotte  di  cut  fn 

it»  allVstprno;   pnr 

ivi.  di  so- 

••he  rao- 

.  i  !    .il  Si;;iio- 

rilli;    u:ia    LiL-pu>izi..uc'    del    U.irot-i-io  ;    altre 

buono   pitture   di   scuola  umbra   e    to>i<'aiia; 

tra  le   vetrate  a  colori,   una   oiu.inecintes.-a 


O'Mbifio  —   l'AJ^AZZO  DEI   COSISOLI.  GulAh  —   PALAZZO  CoMTTXAXJK  OlA  PRETORIO. 

{Fot.   Atinar!). 


•-'>rnioi  dai  delicati  inla^' 

ancora  ha  valore  e  per  m;  «  pt-r  liiisietiie  di 

cui  fji  parte:  I  banchi  dei  c.imblatori.  I  mo- 

""^    ■•  •      ".•■'•<',         !.. •.,..„....       ..li      ...»:,;-^i^ 

VA' 


-  -     ,.     -  ;:..„.  ^1  avanzi  delK    :....., ^ 

di  Ire  papi  che  <]ui  tiiroiio  sepolti,  Innocen- 
zo IH,  Urbano  IV  e  Martino  IV.  quel  papa 
ghiottone  che  nel  Purgatorio  sconta 

....  per  digiuno, 
le  angaille  di  liolseua  e  la  verimccln. 
(Canto  XXIV). 


li.  not.'iMli  .MU'ora.  il  spi 


)lcro  del  \  • 
lei  coiu 
tdiiddol 


].a<.»<.   di  tali  niAli: 

che  ci  offre   eon 
chiamo  solo  le  pi 

s»r  suo:  f>t  otti*n'tii 

c'e.'t  là  f{i4'«*t  le  p' 
critiq'i^....  esclami 
Città  delia  Pieve. 


,i,trr 


-ui  bellu  bioii/.eii  di  Giulio  ili,  il 

uè   cer-  grava  in  Perugia  la  libert 

deU'es-  opera  giova-ii!- ■''•'  '  "  "  ■■ 
ffiiniMM  Tfa  le  tan 

i.'fiifiiMf;  df  ricordo  S  . 


la  citta,  degnissim* 

deiniiirlo  del  Tre- 

;  Mi   tardi. 

ita,    pur 
.■  ■'.  ra,  col- 


6li  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gii  unici  perfetti. 


338  - 


l'abside  traforata  da  un'immenea  finestra 
ogivale,  e  racchiudente  delle  tante  opere 
d'arte  ond'era  un  tempo  famosa,  ormai  solo 
il  celebre  mausoleo  di  lieuedetto  XI,  asse- 
gnato a  Giovanni  Pisano. 

Qui  però  ci  fermano  ancora  in  un  altare 
alcune  gentili  terrecotte  colorate  d'Agostino 
di  Duccio,  lo  squisito  lapicida  fiorentino,  ve- 
nuto a  Perugia  sul  declinare  del  Quattrocento 
a  fonder  l'incanto  dell'arte  toscana  a  quella 
umbra.  E  d'Agostino  e  del  di  lui  compagno 
Polidoro  di  Stef.mo  ricorderemo  ancora  la 
Pox*ta  San  Pietro,  grandiosa,  ma  disgraziata- 
mente incompiuta.  Così  pure,  opus  Augustini 
floretitini  lapicidcie  si  legge  in  chiari  caratteri 
sulla  fronte  di  quella  nitida  miniatura  mar- 
morea che,  in  una  vasta  e  desolata  piazza, 
presso  la  grigia  chiesa  di  San  Francesco,  ci 
sorride  ancora  colla  freschezza  d'un' eterna 
giovinezza,  l' oratorio  di  San  Bernardino.  Ce- 
lebra un  asceta  (è  ancora  lo  Schneider  che 
parla  col  suo  fiorito  linguaggio),  pur  dà  l'ad- 
dio all'ascetismo:  lo  celebra  accompagnandosi 
di  ghirlande,  arabeschi  e  di  quanto  più  ele- 
gante ha  trovato  la  decorazione  antica.  Ecco 
1  festoni  di  foglie  di  lauro  e  di  quercia,  gra- 
ziosamente ricurvi  e  sostenuti  da  piccoli  geni. 
Ecco  le  ghirlande  di  frutti  legati  da  nastri  ce- 
sellati con  amore.  È,  con  meno  libertà  ed  am- 
piezza, lo  stesso  paganesimo  che  sospese  le 
ghirlande  del  Ghiberti  alle  porte  del  Batti- 
stero di  Firenze,  e  quelle  del  Della  Robbia 
attorno  a' suoi  tabernacoli.  Ecco  sotto  l'arco 
a  pieno  centro  I  cassoni  antichi,  dove  le  te- 
ste d'angelo  tengono  il  posto  della  rosa  tra- 
dizionale, e  s'attacciano  sorridenti  quasi  per 
augurar  il  benvenuto  a  quelli  che  vengono 
a  pregare.  Lavoro  di  decorazione  pieno  di 
reminiscenze  antiche  e  contemporanee,  ricco 
senz'esser  sovraccarico,  mirabile  fusione  della 
terracotta  col  marmo.  Si  può  dir  che  Agostino 
di  Duccio  è  quasi  il  solo  nell'Umbria  che  ab- 
bia potuto  confidar  al  marmo  ed  alla  terra- 
cotta un  simile  sogno  di  bellezza:  sogno  che 
l'arte  umbra,  quasi  rifuggendo  dall' adoprar 
materie  dure,  confidò  alla  sola  pittura....  Ma 
perchè  analizzare  questa  piccola  sinfonia? 
Agostino,  come  ogni  decoratore  di  genio,  è 
l'uomo  dell'insieme,  e  dopo  l'analisi  bisogna 
tornare  alla  sintesi,  all'impressione  generale 
che  è  quella  d'un  tutto  equilibrato  in  sé: 
gioiello  armonioso  che  nel  suo  piccolo  rac- 
chiude tanto  cose:  novità  antiche  della  Ri- 
nascenza, gonio  fiorentino,  spirito  cristiano, 
soavità  umbra,  talento  delicato  e  fine  di  Duc- 
cio: tutto  ciò  si  fonde  In  una  combinazione 
di  bellezza  profondamente  italiana.  Oh  per- 
chè, conclude  nel  suo  entusiasmo  lo  Schnei- 
der, non  posso  metter  questa  gomma  in  uno 
scrigno  e  portarmela  via?  Piano  però:  che 
non  si  senta  di  là  dell'Atlantico,  dove  par  vi 
siano  leve  di  vari  gradi,  ma  poderose  tutte, 
d'acciaio  e....  d'oro,  anche  per  scalzar  gli 
edifici! 

La  chiosa  di  San  Pietro,  all'estremità  d'un 
sobborgo,  tra  lo  piii  aniicho  della  città  e  dolio 
meglio  architottate,  il  cut  svolto  campanile 
spicca  di  lontano  e  da  molti  Inoghi  doll'Um- 
briasi  scorgo,  godo  pure  singolare  rinonianza 
per  le  pre/.lose  opere  d'arte  che  racchiudo,  lo 
quali  fanno  d'essa  un  vero  museo:  un  delizioso 
tubt-rnucolo  di  Mino  da  Kieiiole,  pitture  del- 


l'Alfani,  di  Masolino,  d'Eusebio  di  San  Gior- 
gio, di  Sebastiano  del  Piombo,  del  Perugino 
e  della  sua  scuola,  di  Raffaello  stesso,  di  Guido 
Reni,  e  d'altri  ancora;  e,  dietro  il  prezioso 
aitar  maggiore,  un  coro  intagliato  e  intarsiato 
di  Stefano  da  Bergamo,  una  vera  meraviglia. 


Foliijìio  —  Chiesa  Cattedrale 
DI  San  Feliciano. 

(Fot.  Alinarf). 

Ma  quanti  altri  asili  d'arte  e  di  pace,  qua 
e  là  per  la  vecchia  città!  San  Severo  frescate 
dal  Perugino  e  dal  suo  grande  scolaro,  Raf- 
faello. Santa  Maria  Nuova,  con  uno  di  quei 
singolari  esemplari  della  mistica  pittura  del- 
l'Umbria, un  gonfalone  del  Bonfigli:  ne  hanno 
anche  il  Carmine  e  San  Fiorenzo.  A  Sant'Ago- 
stino un  altro  preziosissimo  coro  di  Braccio 
d'Agnolo;  e  qui  ed  in  Sant'Agnese  altri  lavori 
del  Perugino  e  della  sua  scuola.  Singolare 
poi  dall'esterno,  al  fondo  d'una  ripida  sca- 
linata, Sant'Ercolano,  vetusto  edificio,  alto, 
ottagonale.  In  fondo  ad  un  sobborgo,  quasi 
all'aperta  campagna,  Sant'Angelo,  antichis- 
simo esso  pure,  vuoisi  del  V  secolo,  e  pieno 
di  memorie  nella  sua  veste  semplice  e  disa- 
dorna. Così,  San  Francesco  al  prato,  oggi  tri- 
ste e  abbandonato  e  spoglio  di  tant'arte  che 
un  giorno  lo  rendeva  famoso;  e  San  Costanzo 
che  solo  può  mostrarci  oramai  la  bella  porta 
di  sapore  bizantino.  Poi,  più  all'aria  aperta. 
Santa  Maria  di  Monte  Luce,  San  Francesco 
al  Monte.  San  Matteo  in  Campo  d'Orto,  Santa 
Giuliana,  col  bel  chiostro  attiguo,  oggi  ospe- 
dale militare,  nitidi  nel  cielo  sereno,  tra  gli 
orti  fioriti,  gli  ulivi  ed  i  cipressi,  parlanti  solo 
di  cose  serene. 

Più  fieri  invoce,  nella  città,  gli  edifici  ci- 
vili riflettono  la  forte  tempra  di  questo  po- 
polo: archi  massicci  che  travei"sano  i  meandri 
delle  vie  cupe,  torri,  palazzotti  severi  costi- 
tuiscoiio  la  fisionomia  singolare  della  vecubia 


ttl.  conto  d!  spnda  e  di  pugnalo, 


-ondiamo  li  ooUe  di  Ponigla  vcr« 
{'•'vro,  fin  dove,  quasi  alle  fiilde.  in  un 
cesso   che   qualcosa  ha  invero  di  soìto  < 


Chiosibo  dell'Abbazia  i>i  bASsovivo,  iiresuo  Foligno.  (Fot.  Alinari). 


•  mpre  proota  aU'avventnra  di  sangue.  Noi 

•  • — ancora  alla  Piazza  del  Sopramuro, 

■  1  mercato  animato,  noi  due  pa- 
lpitano del  popolo  e  della  Vecchia 
L  niversita;  poi,  nell'Università  attuale,  al  pre- 


misterioso, s'incontra  una  delle  più  eloquenti 
vestigia  degli  antichi  £trus(*hi;  l'ipogeo  dei 
Volnmni:  un  luogo  in  cui  sembra  di  vivere 
fuori  della  realtà  nella  visione  di  quei  palazzi 
sotterranei  e  di  quegli  uomini  mitici  di  ctil 


A^ìii  —  riA^UJL.  \ li  ionio  ilMJLSiX^Ki^,  COL  iLMi-io  Hi  ìli>ikJi\A^  {,FU.  Minar!). 


zioM)  Museo  Archeologico-  "  -^  -•  ^  "••• — » 

m  qualche  rudere  della  n  > 

de-M  So'ri.  alla  casa  di  l'-.i 

t-  :i  ancora  da   i'<>rta  >..!.•.   a^ 

i  rava  la  fertile  curta  umbra 

r;.    ,  sorride  e  ci  invita. 


•""Io  delle  prime  età,  che,  ri- 
iiei  più  nascosti  ripostigli 
:  in  quelle  tenebrose  ca- 
rgono  e  s'aflfollano  al  no- 
>.  "*  L'impressione  che  mi 
ii  questa  necropoli  ,  scrl- 


L'Olìo  Sasso  Medicinale  semplice,  jo<Uto  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


340  - 


veva  il  Deniiis,  uno  dei  piìi  pi-ofomii  iiivesti- 
t^atoil  de'nii>ten  di  quel  popolo  "  m'indusse 
mi  Interossarmi sempre  più  alleantichitàetru- 
.sche.  „  E  punfje  invero  il  desiderio  di  pene- 
trare nella  vita  di  questa  gente  morta  da  venti 
secoli,  le  cui  ligure,  recumbenti  sui  sarcofagi 
li  terracotta  coperta  di  stucco  bianco,  e  d'  una 
'ingoiare  intensità  d'espressione,  paiono  vol- 
^'ersi  ad  interrogare  l'importuno  moderno 
che  profana  il  silenzio  della  loro  dimora.  Fu 
nel  18J0  che,  per  lo  spi*ofondai-si  d'un  bue 
che  arava  in  quel  luogo,  veniva  alla  luce  que- 
sto singolare  sepolcreto  sotterraneo,  forse  già 
violato  in  antico,  pur  conservante  ancora  nelle 
dieci  stanze  che  lo  costituiscono  preziosi  esem- 


carattoristico,  si  biforca,  seguendo  da  un  lato 
a  ritroso,  11  corso  del  fiume;  dall'altro  inter- 
nandosi fra  gli  aspri  dirupi  che  ci  nascondono 
Gub1)io:  più  ridente  la  prima,  pittoresca- 
mente selvaggia  invece  od  alpestre  l'ai  ira. 
L'una  ci  guida,  attravei-so  la  valle  verdeg- 
giante tra  i  monti,  ad  Umbertide,  l'antica 
Fratta,  amena  cittadina  in  fertile  piano  alla 
sinistra  del  Tevere  che  ne  lambe  le  mura; 
non  cupa  d'aspetto  come  gli  antichi  borghi 
umbri,  pur  ricca  di  memorie  storiche,  con 
vecchi  edifici,  chiese  ed  un'antica  ròcca.  Poi, 
alla  dritta.  Montone,  la  terra  dei  Fortebrac- 
cio,  non  lungi  dalla  vetusta  Pieve  di  Saddi, 
Poi,  nel  classico   agro   dei  Tiferniati,   il  Ca- 


Tempio  di  MiNi:iiVA. 


{Fot.  Ali  nari). 


Assisi  —  Chiesa  e  Santuakio 
DI  San  Fkancesco. 


l.lari  dell'arte  e  dolio  spirito  degli  Etruschi, 
onde  fu  ottcrta  larghissima  materia  agli  inda- 
gatori dei  misteri  di  quell'antica  gente.  Ma 
la  fantasia  stessa  quant' altro  c'ispira  dinanzi 
a  tali  vestigia  d'uomini  e  cose  si  lontani  e  si 
jirescnti  art  un  tempo:  pensieri  fors'anche  un 
j)o' tristi  che,  In  (luosto  buio  asilo,  in  questo 
silen/lo  di  morte,  ci  opprimono  e  ci  spingono 
:i  risalir  all'aperto,  sotto  11  gaio  sole  che  oggi 
rrldc  a  noi,  corno  sorrise  un  tempo,  in  que- 
li  luoghi,  ad  Arunte  Volumnio  ed  a' suol. 
La  strada  che  da  Perugia  muove  verso 
nordest,  varcato  il  Tevore,  che  s'attVetta  ver- 
so mc/./.oglorno  già  col    suo    torbido   colore 


sirum  felicitads,  Città  di  Castello,  vecchia  e 
storica  città,  oggi  però  gaia,  biancheggiante  e 
regolare  nell'antica  sua  cinta  medioevale,  in 
alcuni  punti  doppia  e  munita  di  fossati,  la 
quale  solo  par  rievocare  le  fortunose  vicende 
d'un  tempo:  le  sedizioni,  le  discordie  che 
travagliart)no  il  luogo,  le  gare  fra  i  Vitelli  o 
i  Qiustini,  l'assedio  delle  milizie  di  Sisto  IV. 
capitanate  da  Giuliano  Della  Rovere  ed  il 
dominio  di  Cesare  Borgia.  Ancor  fieri  però 
nella  sobria  e  severa  struttura  s'ergono  nella 
linda  cittadina  i  palazzi  del  Podestà  e  dtl 
Comune,  architettali  da  Angelo  da  Orvieto. 
E   l'urte   ancora  c'invita  nel  Duomo,   costi- 


[liquore  Sellini 

L  VINI  -  LIQUORI  •  VERMOUTH  -  ' 


SPECIALITÀ  DELLA   CASA 

^.sco  Monaco  e  ^tgli 

di  CATANIA 


troA  di  Hrcra)   sono  deK'>A'>i<'iite  r.i 

tati.  N»'  ni"!i'>  -t'-'uo  di  rlcor<l<»  '•••• 


(J-'ift.  Alinari). 


'" •  --■■♦-  opero  d'oroficprla  del  se- 

>o  pure  vantano  cosplcut 

\   umbra:  ed  anche   non 

■hi  d'agli  atiti'-ht   palazzi  che  abbelliscono 

odierna" città.  qnoUi  dei  Bnfallni,  dei  Man- 


per   le   arti  e  !••  ^lllill■^LI•io  che  vi  florisc->i 
e  per   quella  fisionomia  di  ci«-tà  liet-i  ed 
tiva  che,  nella  gaia  cornice  che  la  circuU' 
parla  dello  spirito   vivace   degli   odierni   ' 
fenifati.  Potremo  ancora  contemplar  qu»^ 


^  ,U^-., 


A$sWi  —  Chiesa  di  ìSanta  Culuia. 
(Fot.  Alinari). 

Ili,  dei  Vitelli,  dei  Picrleoni:  singolare  do-    laogo  felice,  trai  saoi  fertili  terreni,  e  le  s-. 
•rfa  fl'arff»  eh»'  p^rmiso  a  <Mttn  di  Ca<?tr-!ln     singolari  culture  di  taba<vo,   dalla  vetta  <1 

v'ù  il  Santuario  delia  Madonna  del  ]!' 
e  spaziar  di  Ih-vjÙ  sull'ampia  vali  r 

V  '.TC, 


342 


Procedendo  Invece  ancora  verso  il  nord, 
fino  al  limite  estremo  dell' Umbria,  poco  di- 
scosto ormai  da  Sun  Sepolcro,  quasi  sotto  le 
giogaie  di  monte  Giove  e  dei  brulli  contraf- 
forti cLe  scendono  verso  la  valle  dall'Alpe 
della  Luna,  corno  sentinella  avanzata  di  que- 


Spoltto  —  Catxkcbale 

o   Santa   Maria   Assunta. 

(Fi)t.  Alinari). 

sta  terra,  San  Giustino  appare  colla  pittoresca 
mole  del  castello  Bufalini  merlato  e  turrito, 
entro  un  gaio  giardino  signorile.  Non  molto 
distante,  sopra  un  colle  qjje  domina  tutta  la 
vallata,  fino  ai  monti  della  Vernia,  a  quelli 
ili  Gubbio  e  d'Assisi,  Citerna:  antico  e  fiero 
borgo,  sorriso  anch'esso  dall'arte  nelle  sue 
chiese,  uè  privo  di  storiche  memorie:  non 
ultima  tra  queste,  quella  dell'ospitalità  of- 
ferta nel  1841)  a  Garil)aldl,  allora  triste  con- 
dottiero di  vinti.  Sopra  un  colle  lì  presso 
mostrano  ancora  un  cippo  che  ricorda  i  1 
luogo  ove  per  tre  giorni  l'Eroe  fece  sosta, 
contendendo  alla  morte  ed  ai  nemici  la  sua 
Anita. 


Più  alpestre  Invece  la  strada  che  con- 
duce a  Gubbio,  internandosi  e  serpeggian- 
do tra  dirupi  brulli  d'un  pittoresco  severo, 
lino  a  sboccare  nella  fresca  vallata  Eugu- 
bina, chiusa  dalle-  aspre  giogaie  degli  Ap- 
I)innlni,  che  nitidi  si  profilano  nel  cielo. 
In  fondo,  alle  falde  dell' Ingino,  ecco  Gubbio, 
(Mille  sue  vecchie  mura,  le  suo  torri,  i  suoi  cupi 
(difici,  sui  quali  domina  gigante,  turrito  0  mer- 
lato, il  fioro  Palazzo  del  Consoli  che  spicca  sul 
bruno  sfondo,  simbolo  eloquente  del  carat- 
tere dell'antica  città.   La  storia  del  luogo  ò 
però  ancor   più   veneranda  di   memorie:   lo 
celebri  Tavole  Eugubine,  nell'antico  dialetto 


umbro,  i  grandiosi  avanzi  del  Teatro  Roma- 
no, fuori  porta  Trasimeno,  e  non  poche  al- 
tre classiche  vestigia,  testimoniano  la  nobiltà 
dell'origine  di  Gubbio  e  le  sue  più  remote 
vicende;  come  concordano  anche  gli  storici 
latini  che  dell'antica /^mh'm/»  fainio  parola  fin 
da' tempi  della  guerra  sociale.  Non  meno  me- 
morande però  le  vicende  successive,  quando 
Gubbio  era  espugnata  da  Totila,  poi  sogiretta 
agli  Esarchi  ravennati;  poi  coi  Longobardi, 
ed  infine,  divenuta  libero  comune,  anch'essa 
in  aspra  lotta  colle  città  vicine;  florida  e  po- 
tente assai  nel  Trecento,  l'età  che  in  essa  la- 
sciava quelle  singolari  vestigia  che  tuttora  ne 
costituiscono  la  caratteristica  più  spiccata, 
dandole  quel  fiero  aspetto  di  città  di  difesa 
che  sì  bene  ha  saputo  conservare.  Basterebbe 
per  questo  il  Palazzo  dei  Consoli,  l'unico  che 
potrebbe  contestare  il  primato  al  Palazzo 
fiorentino  della  Sit,'noria:  iniziato  nel  1332, 
nel  portale,  da  Angelo  da  Orvieto,  come  testi- 
monia in  versi  leonini  un'iscrizione,  ma  ar- 
chitettato, sembra,  da  Gattapone  da  Gubbio. 
Guardiamolo  dalla  piazza  Vittorio  Emanuele, 
elegante  e  sevei'o,  dominatore  della  città,  so- 
pra una  serie  di  poderose  arcate  che  lo  ten- 
gono in  alto  come  temuta  insegna  del  potere 
comunale:  tetro  e  fosco  invece  quando  nei 
crudi  inverni  torreggia  sulla  città  bianca  di 
neve.  Singolare  l'accesso  nella  fronte,  con 
una  ripida  scalinata  che  vi  si  slancia  e  s'ap- 
poggia a  guisa  d'un  arco  rampante;  delicati 
il  balcone  ed  il  portale;  massiccio  e  compatto 
il  corpo,  di  pietra  calcare  scura;  poi,  una 
serie  di  belle  finestre,  un  loggiato  aperto  e, 
per  ultimo,  la  corona  della  merlatura  gu^'lfa, 
cui  sovrasta  una  svelta  terricciola.  Nel  com- 
plesso, uno  dei  più  caratteristici  monumenti 
medioevali  dell'Umbria. 

Non  meno  severo,  quantunque  non  per- 
fettamente conservato,  gli  sta  di  fronte  il  Pa- 
lazzo Pretorio,  esso  pure  di  Gattapone  da  Gub- 
bio: oggi  sede  del  Comune,  della  Biblioteca 
Sperclliana,  dell'Archivio  Armanni,  e  d'una 


Spoleto  —  Cattedrale. 

MONUMKNTO   A   FRA   FlLirPO    LlPPI. 
{Fot.  Alinari). 

raccolta  d'arte  ragguardevole,  con  buone  tele 
e  preziosi  cimeli  storici  del  luogo;  tra  questi, 
gelosamente  conservate,  le  sette  bronzee  ta- 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


fer\eiit«  dell' Uiiibriii  I 


-r    In    pi'to- 


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u   b'ieta 

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l'età  m 

Tsno  Ift 

.  e  ia  Curte  Ducaie  aeiiu 

•oorcio 

da  Lacidii"  ^i. 

i.nto.   architettata  forse 

-To  onre 

Invece  lo  «qti 

>  della 

Porta  e  l'arcd 

■orani- 

boni.  Da  segti. 

•tich*,  ipala7 

qaello  de' Fa) 

■1- 

che  tn  qaest. 

sorrM  e  segii 

KelU  da  tìwhì 

%€■   • 

M.. 

i- 

mici...  .-.,  . 

.  ...-.u- 

stria,  onde  ti 

.na  fa- 

ino«o  tnttors 

'.  ii  quei 

rir.. 

d. 

f. 

il. 

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Ottaviano   " 

c) 

•  •^■'    mlrab.. 

,    

b; 

„-..tlchc.  rose  itaha- 

tir 

xiulsita  di  Fra  Be- 

VI. 

.  lai 

I  ».tr<j    ancora 

tn   questo 

lu 

•.   61 

fiero  e  rcIoso 

•ustode  di 

ta: 

,  si 

appartato  nella 

sua  valle 

/.     ■  .  ni  di  Spoleto  —  Chiesa 
I  San  Ponziamo. 

(Fot.  Alinari). 

ditAno  aneora  le  rovine  sul  pendio  del  raont. 
Petrara.  Di  qui  la  strada  porta  al  famus" 
ponte  della  Botte  sul  torrente  Foce  che  nt- 
fluisce  nel  Burano.  Poi,  per  le  monta^'ne  del 
Corno,  all'Eremo  di  Fonte  Avellana,  sotto 
quei  gioghi  che 

fanno  un  gibbo  che  si  chiama  OatriM. 
(Parg.  XXI). 

La  strada  che  vien  dalle  Marche  scende 
Invece  nell'Umbria  da  Schepjjia  verso  la  vali. 
del  Topino.   Ed   ecco   dapprima  Gualdo  T;» 
dlno,  gentile   ed   industriosa   cittadina      ''' 
falde   degli    Appennini,   dominata   an   ' 
da  una  fiera  rocca  nicdioevale:   altn. 

;  7a<//»«»«m  degli  autori  lati  ir.  m 
a  di  Totila  del  552,  11  domi- 
r.ll,  1  sicché;:?!  di  hnrb;i:i,  la 


ceiico,  della  tk».  Annunziata;  ed  ancor  imi  il 
nome  d'un  pittore:  quel  Matteo  di  G\iaM<i 
di  cui  la  Mostra  Perugina  offro  saggi  hiiigo- 
larl  dell'arte  sua  di  transizione  umbro-mar- 
chigiana. 


344 


Non  lontane  da  Gualdo  e  degne  pure  di 
memoria,  Fossato  di  Vico  e  Sigillo,  sui  resti 
dell'antica  via  Flaminia,  con  pittoreschi  ponti 
romani,  alle  falde  del  Monte  Cucco,  uno  dei 
più  elevati  dell'Appennino  Umbro,  celebre 
per  le  sue  curiose  grotte  di  stalattiti. 

Scendendo  inve.-e  per  la  valle,  s'arriva  a 
Nocera,  tutta  serrata  tra'  monti,  sulla  riva 
destra  del  Topino,  aperta  solo  verso  la  pia- 
nura di  Gualdo:  luogo  già  noto  agli  antichi 
per  le  sue  limpide  fonti  d'acqua  salubre, 
quell'acqua 

—  buona  alla  febbre  e  al  dolor  colico 
GnaHsce  la  renella  e  il  mal  di  petto, 
Fa  diventar  allegro  il  malinconico. 
L'appigionasi  appicca  al  cataletto. 

(Redi), 


nella  chiesa  di  San  Francesco,  in  San  Giovanni 
Bittista  e  nel  Duomo,  che  racchiude  una  pre- 
ziosa ancóna  di  Niccolò  da  Foligno. 

La  valle  scend'ì  ancora  verso  Foligno  che 
giace  in  pianura  ridente,  dove  s'incrociano  lo 
strade  del  Lazio,  della  Toscana,  delle  Marche 
e  di  Todi.  Altra  terra  felice,  oggi  attiva  ed 
industriosa,  ma  un  tempo  essa  pure  teatro 
di  quelle  fortunose  vicende  ond'è  piena  la 
storia  dell'Umbria.  La  città,  pulita  e  regolare 
nella  forte  cinta  a  muri  e  fossati,  è  allietata 
dall'arce  nelle  sue  belle  chiese,  il  Duomo, 
San  Niccolò,,  Sant'Agostino,  Santa  Maria  infra 
Portas,  Santa  Caterina  od  altre  ancora:  pallidi 
affreschi  di  vecchia  scuola  umbra  e  qualche 
saggio  della  pittui-a  vigorosa  ed  intensa  di 
Niccolò  da  Foligno,  detto  l'Alunno. 

Fra  gli  edifici  governativi,  il  Palazzo  del 


'Terni  —  Cascata  delle  Mahmobe. 
{Fot.  AUnari). 


E,  certo,  se  non  altro  por  l'amenità  del 
luogo,  qui  non  dovrebbero  sorgere  che  im- 
magini serene  I  Alle  fonti  si  giunge  per  una 
bella  strada  che  serpeggia  dominando  la  valle 
del  Topino.  Ripido  invece  salgono  nella  ri- 
dente cittadina  le  strado,  sboccando  sulla 
piazzetta  del  Duomo  che  è  la  parte  più  alta 
del  fabbricato,  e  dove,  sull'orlo  che  precipita 
in  balzo  roccioso,  stamio  «li  avanzi  dell'antica 
ròcca  con  una  robusta  torre  quadrangolare  e 
parte  del  caseggiato  Litorale.  Né  manc.i  l'arto 


Governo  ricorda  invece  l'età  in  cui  le  sorti 
di  Foligno  erano  rotte  dai  Trinci,  signori  ele- 
ganti ed  umanisti  come  i  MontefcUro,  ohe 
chiamavano  ad  abbellir  la  ciippella  della  loro 
dimora  Ottaviano  Nelli  da  Gubbio.  Nò  di  tra- 
scurarci le  squisitezze  cinquecentesch"»  delle 
case  degli  Orsini,  del  Barugi  e  di  quella  dol 
Nuti-Deli,  che  vuoisi  arohitefctat-a  dal  fioren- 
tino Baccio  d'Agnolo.  Poi,  su  per  una  collina 
vicina,  ove  ora  fra  lo  boscaglie  pascolano  solo 
gli  armenti,  tra  gli  elei  ombrosi,  la  romita  o 


LIQUORE 

TONICO  DIGESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


-  JW6  - 


muuto, 


Food  più  in  su  di  Foliguo,  sul   declivio 

._..«.  „..-  .   ^..1   W..I,-  .  ,    g  sulla  strtidK  iii»- 

oiirr«  ili  Toscaua  da 

.:ti(i   nel    CMorp    dfl- 


Infrft  i!  Tnpfno  f»  Vneqnn  rhf  di^oend' 
Dal 
Forr 

i.)u  -ddo. 

Da  l'orUi  S.)Ic,  u  dit'ictru  lu  pianile 
Per  greve  giogo  Nocera  con  Gualdo. 


{FU,  Almarii. 


■ .  la  /)-/.M  y 

>ettiste  ^.. 

.-.  1.'  v.-->nsi. 

t'  ri'>*,>,  le  ;;r..: 

»:.aoc  la  citta, 


Condoli 
le  mura 

•  :  r,  pili 


•Ile  stradotttt   »tio«cei>«ì  di  oitU 
la  guerra  che  per  la  pace,  ove 

al 


ma   Oriento:    e    la    ttrra   ciip  -  T    \,va 

grande  dei  mistici,  colui  che  ai  -     uo- 

mini la  visione  e  l'amore  di  I-   >  :!•  .  ••  jmù 
.::  .:    I-ose  create  e  proclamò,  nel  suo  riturno 
ra  fede  evangelica,   dinanzi  all'Itali* 
l'i^'ento,  il  gran  dovere  d'amarsi. 
Due  pero  sono  1  nomi  che  possono  com- 
prender la  storia  e  l' anima  di  questo  luogo. 


Properzio  e  San  Francesco  ;  !•• 
anzitutto  romana,  ed  alta  v< 
s'ac<vi<>tò  con  fervore  nel  %u- 
—  '  "  vecchie  chiese  i 
.'lo  peregrino  ptr 
forni  nomini  ;»': 


^.v,.i  fu 


.'    upcrc  a  diritto  ri,^u.ii'<iutc'  Ira  ?>uui 

••ri;    la   ricca  tribuna  doll'altar  mag- 

..    il  Rocco  da  Vicenza,  un  pulpito  di  Si- 

•lon  da  Campione,  una  squisita  croc^*  d'ar- 

•.nto  smaltai*^  ed  altre  cose  preziose.  Poi 


tro:   il  Duomo,  severo  edilinu  del  ««-e.  XI 
buuta  Chiara,   1»  soave  chiesa  dugeut^^ 


346 


dalla  squisita  rosa  sulla  facciata  a  fascte  bian- 
che e  rosse,  che  nell'interno,  ov'è  conservato 
il  corpo  della  mistica  seguace  di  San  Fran- 
cesco, offre  saggi  dell'arte  di  Cimabue  e  di 
Giunta  Pisano.  Non  possiamo  dilungarci  su 
quell'insieme  veramente  unico,  vero  trifoglio 
a  quattro  foglie,  come  lo  chiama  lo  Schneider, 
costituito  dal  chiostro,  dal  convento  e  dalle 
due  chiese  di  San  Francesco,  poiché  certo 
non  potremmo  mai  in  questi  solenni  luoghi 
di  preghiera,  architettati  da  Frate  Lapo  nella 
prima  metà  del  Dugento,  soffermarci  quanto 
si  dovrebbe  per  darne  una  pur  pallida  idea  : 
nella  chiesa  inferiore,  una  vòlta  larga  e  bassa 
dove  l'occhio,  raccogliendo  la  luce  dei  pochi 
finestroni  gotici,  corre  per  l'ampia  navata  va- 
riopinta come  sopra  un  antico  messale  allu- 
minato, sull'opera  di  Giotto,   Cimabue,  Si- 


di  Bernavdone  ."issava  temprando  l'intelletto 
in  queir  armonica  intuizione,  prima  radice 
di  quella  perfezione  morale  che  gli  additava 
le  vie  serene  del  misticismo.  Ecco  al  basso 
ancora  la  cupola  vignolesca  di  Santa  Maria 
dogli  Angioli;  poi  Bastia,  cogli  avanzi  della 
ròcca  e  delle  mura  e  la  chiesa  di  San  Mi- 
chele eretta  dai  Francescani.  Rimpefto,  Bet- 
tona  appoggiata  alle  colline,  altra  storica  terra 
che  tuttora  conserva  vestigia  preziose  della 
sua  cinta  etrusca.  Poi,  verso  il  nord,  Perugia 
nel  suo  aspetto  fiero  e  pittoresco,  col  poetico 
sfondo  delle  colline  e  dei  monti  che  sfamano 
verso  la  Toscana.  Vei'so  sud,  l'ampia  e  ri- 
dente vallata  fino  a  Spoleto:  ad  occidente, 
Bevagna  tra  colline  ubertose,  ricca  d'arte  e 
di  memorie  romane  e  medioevali,  sulla  strada 
che  s'interna  tra  i  monti  verso  Todi.  Da  que- 


Nanii  —  Duomo.  Cappella  del  Sacramento. 
(Fot.  Alinari). 


mon  Mommi.  Taddeo  Gaddl  ;  nella  chiesa 
superiore,  nella  luco  che  piove  dalle  quat- 
tordici mirabili  finestre  colorate,  ancora  il 
trionfo  dei  puri  maestri  del  nostro  primo 
rinascimento:  Giotto,  Cimabue,  Giunta  Pi- 
sano, con  quel  perfetto  connubio  d'arte  e  di 
fede,  dipoi  perdutosi,  che  fa  di  questi  luoghi 
il  più  completo  oommento  alla  vita  ed  alla 
fede  del  gran  santo  che  vi  colebrano. 

Affacciamoci  Invece  dal  grande  loggione, 
sporgente  nella  verde  vallata  dalla  molo  mas- 
siccia del  convento,  che  s'appDggia  sulla  col- 
lina sopra  una  serio  di  poderoso  arcate:  nella 
serena  visiono  che  ci  si  offro  s'avrà  l'esatta 
rispondenza  e  fors" anche  l'intima  ragiono  di 
tante  cose  bolle.  È  un  altro  poetico  angolo 
dell'Umbria  che  di  lassù  si  scopro,  sorridente 
nella  limpidità  del  cielo,  che  il  giovine  figlio 


sto  lato  ancora  Montefalco,  in  deliziosa  posi- 
zione, sulla  ringhiera  dell'Umbria:  borgo  un 
tempo  fiero  e  p  )tente,  al  quale  Benozzo  Goz- 
zoli  sali  nel  1449  por  dipinger  alcuni  de'  suoi 
primi  affreschi,  ondo  s\  pregiate  sono  le  chiese 
di  Sant'Agostino  e  San  Francesco.  Non  unici 
sorrisi  però  dell'arte  di  quella  lieta  terra 
che,  come  quasi  tutte  le  città  umbre,  ebbe 
anch'  essa  il  suo  pittore,  Melanzio  ;  il  quale, 
con  Tiberio  d'Assisi,  lavorava  in  quelle  due 
chiese,  od  in  Santa  illuminata,  e  nel  poetico 
convento  di  San  Fortunato,  poco  discosto,  tra 
viottoli  perduti  nel  verde. 


Tornati   a   Foligno,    riscend'amo    ancora 
nella  valle   verso   Spoleto.   Ed    altra   sosta: 


Gli  Oli  d'oliva  P.  $asso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


-  347  - 


Tr. 
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d  . 
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irt- 
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;»e,  se-     cr' 

!ii».    vi     «t; 

r.-..>.    N. 


iiiiiiio,  HtlitUiito  ad 
IO  tuttora  dJ  poe- 
•-'  •"  di'llf  antlch»» 
i  i'las»i<\i  Vt* 
■  è  ancora  a 
■.       -..r  r,,    I..     ,u. 


.    Ciinu  j;iu:  hi;  mirrila  un  Icilio  più  dolce  viene 

mio  in  rinfrescarvi  la  fronte,  è  lui  che  l'invia.  8e  1. 

_      .     ...  , k  e  rlm-  riva  s'abbellisce   ancora  d'una  più  rident 

Ugo  d  aver  Uato  att«ao:  un  pi<x-olo  colle  verxura,  se  la  freschezza  di  questo  bel  luo^' 


Todi  —  Oli  A? 


i:  DEI  Puioui,  oBA  Palazzo  Comunale. 
AH  nari). 


U  domina,  ombreggiata  da  un  bosco  d' antichi 
cipressi.  Al  suoi  piedi  esce  la  fontana  che  zam- 
pilla  in  varie  fenditure  ;  ella  si  fa  strada  fra 
le  onde  che  essa  stessa  produce,  e  si  spande 
in  un  ampio  bacino  cosi  puro  e  trasparente 
che  si  possono  contare  nel  fondo  le  moneto 
che  Ti  si  gettano  o  i  sassolinL  Poi,  senza  al- 
cuna inclinazione  di  terreno«'*Taa  solo  per 
l'abbondanza  delle  acque,  s'avanza  verso  le 
campagne.  E  ancora  una  sorgente,  ma  è  già 
un  largo  fiume.  Le  rive  sono  rivestite  di 
frassini  e  pioppi,  la  cui  verde  immagine  è 
limpide  e  fresche  come 
>  si  sofferma  a  descrivere 
•  !r^,i ;ivan''  H'-i  >.acelli  che 
pupulavaii'i    yiieila    :  '..i  sacra, 

che  Virgilio,   Prop-  .  -venale 

cantarono,  Onorio  e  >  appo- 


vi  tocca  il  cuore,  se  questo  battesimo  della 
natura  scaccia  per  un  momento  l'arida  pol- 
vere dalia  vita  importuna,  è  lui  che  le  vo- 
stre preghiere  devono  ringraziare.  — 


Avvicinandosi  a  Spoleto,  la  seconda  città 
dell'Umbria  per  importanza,  s'ha  tosto  l'im- 
pressione d'un  luogo  che  reca.  In  caraiNn 
indelebili,  scolpita  in  fronte  la  pn»pria 
Pittorej>co  ne  è  raspett4ì  a  chi  viene 
Ugno;  poggiata  sopra  una  collina  al  .Mmui^- 
Luco,  entro  un  austero  p;iesa;jj,'io  in  cui  do- 
minano le  quercic.  lontani  rnnipolli  ancora 
di  quei  boschi  sacri,  ai  cu;  !u  Vm- 

bri  appendevano  offerte  ai  in- 

columità presiedevano   l-  -.         ,  t*l  ui 


—  348 

quali  s'offrivano  vittime  con  formule  che  an- 
cora si  conservano.  All'interno,  vie  ripide  e  • 
tortuose,  piazze  in  declivio.  In  alto,  la  storica 
ròcca  medioevale,  ov'era  forse  l'acropoli  del- 
l'antica città.  Ovunque,  i  resti  deile  veccliic 
mura  etrusche  e  romane;  quelle  mura  che 
furon  forti  come  i  petti  dej,'li  antichi  Umbri 
a  far  fronte  ad  Annibale,  vittorioso  al  Tra- 
simeno, nella  celebre  resistenza  di  Spoleto, 
per  la  quale  la  città,  ancor  fiera  di  tanta  me- 
moria, scrisse  sopra  una  porta,  detta  porta 
Fuga  o  d'Annibale,  una  solenne  iscrizione  a 
commemorale  l'antico  valore  dei  suoi  che, 
come  scrive  Plinio,  allora  salvavano  Rom.a. 
E  le  vestigia  di  Spoleto,  divenuta,  optinio 
iure,  municipio  romano,  pullulano  ovunque: 
il  ponte  Sanguinario,  gli  avanzi  del  teatro  e 
dell'anfiteatro,  quelli  d'una  sontuosa  abita- 
zione, pitture,  mosaici  ed  iscrizioni  nume- 
rose. Poi,  traccie  d' un  portico  del  VI  secolo, 
che  si  vorrebbe  d'un  palazzo  fatto  erigere  da 
Teodorico,  ed  ampliato  poi  dai  Longobardi: 
che  non  si  dimenticherà  esser  stato  Spoleto 
sede  d'un  potente  ducato  longobardo.  Non 
minore  però  l'importanza  delle  sue  vecchie 
chiese:  il  Duomo  del  secolo  XII,  col  campa- 
nile e  la  fronte  lombarda,  decorata  questa  da 
un  elegante  portico  dello  scorcio  del  Quattro- 
cento; prezioso  all'interno,  rimodernato  dal 
Bernini,  specie  per  le  opere  d'arte  che  rac- 
chiude, tra  le  quali  primeggiano  le  pitture 
di  Fra  Filippo  Lippi,  qui  morto  e  sepolto  nel 
1498;  Sant'Ansano,  San  Domenico,  SS.  Gio- 
vanni e  Paolo,  ed  altre  ancora.  Ragguardevoli 
poi  nei  dintorni  le  vetuste  chiese  del  Croci- 


rodi  —  Chiesa,  di  Santa  Maria 
DKi.T.A  Consolazione. 

(Fot.  Alinari). 

ti,.w,  .*....,,...  v;\.,  ....  .Iti  architettonici  ro- 
mani. San  Pietro  colla  facciata  riccamente 
istoriata  da  singolari  sculture  di  sapore  bi- 
zantino, San  Ponziano,  San  (Giuliano.  Ma  de- 
liziosi anche  di  i)er  se  i  dintorni  stessi,   nel 


Todi  —  Duomo. 

[Fot.  Alinari). 

piano  fertile  ed  irrigato  da  acque  copiose, 
nei  colli  e  nelle  vallate  cupe  di  querceti;  ed, 
in  particolar  modo,  tra  le  forre  boscose  o  su 
per  il  Monte  Luco,  dal  quale  Spoleto  ò  di- 
visa da  una  gola  profonda,  traversata  dal 
Ponte  delle  Torri,  che  s'indica  come  la  cosa 
più  singolare  del  luogo:  antica  e  grandiosa 
costruzione  a  dieci  arcate,  le  centrali  ad 
un'altezza  vertiginosa  sul  cupo  burrato.  Di 
qui  si  sale  sul  monte  tra  le  macchie,  e  di 
lassù,  da  un  bastione  del  convento,  ove  vuoisi 
abbia  pregato  San  Francesco,  un  altro  oriz- 
zonte d'incanto  aperto  sull'Umbria.  Così  pure 
dalla  pittoresca  ròcca  del  cardinale  Albornoz, 
sulla  vetta  del  colle  Sant'Elia,  storica  e  signo- 
rile dimora  di  principi,  dominatrice  dei  ver- 
dissimi piani  e  dei  colli  dell'ampio  paesaggio 
che  si  stende  dinanzi,  fino  ad  Assisi,  Perugia 
ed  alle  creste  dei  monti  lontani. 

La  strada  poi  abltandona  il  piano  per  ar- 
rampicarsi ed  internarsi  tra  i  monti  verso  la 
Sabina,  chiudenti  la  pittoresca  valle  della 
Nera.  Questa  confina  con  quella  di  Rieti,  che 
la  sovra  ta  di  150  metri  nel  luogo  ove  sbocca 
il  Velino,  formando  al  salto  dolio  Marniere 
quelle  maestose  concrezioni  calcaree  che  un 
tempo  contrastavano  l'uscita  del  fiume,  crean- 
do il  lago  Velino  che  impaludava  l'agro  rea- 
tino. Ma  dall'emissario  aporto  già  da  Curio 
Dentato  console,  e  più  volte  in  seguito  allar- 
gato, il  Velino  trovò  libero  sbocco;  e  dall'al- 
tezza di  IGO  metri  precipita  a  piombo  con 
velocità  di  baleno  e  rimbombar  di  tuono  giù 
per  l'alpestre  ciglione  incrostato  da  mirabili 
stalattiti  calcaree.  È  un  inferno  d'acquo  che 
rovina  spumeggiando  nel  baratro,  e  ruggc 
mugghia,  ribolle  in  un  vapore  nebuloso  clu" 
Irrora  di  continuo  l'aspra  vallata  circostante: 
bello  d'orrenda  bellezza.  Ma,  canta  il  13yroii 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


•  lunato?  A 

t'u-i   che  da 

■  inalar»" 

ti   cho 


»  U  eàUeilrale  e  U  ehlr^JA  di 
puiiii»ri    Hconlaro  ch>«  anche 

•  asilo,  e  Ia  ritta  !     •   -1 

)  eventi  della  huji 
ini.  (Il  rJhomonl 
I>iM-o   or.inial   hiMi  I 
1    sa;;itjino    nullo   inni. 
■l'I,   ti'A   il    fratjore    dfi    i: 
hijul.j  e  dei  telai,  i  lampi  dell' ar.i.iu.  li.jiu  '. 
e  d«»lla   luce   elettricn;    lo    lotte   «.nde    Tori  i 
trai»   «niiniai    le    dmi    l.-jittime    laMuni    d'oi- 


<;■    'v  S.iN  ;m1..  a    ritroso  ti  corso   del  Velino   ci 

vaii.n.i  ai    unni.    i,;\  ouia  «•  poco  di-     s'addentra    nell'antica   Sabina,   nell'agro    di 
salle  rive  del  tiunie  stesso,  tra  le  pen-    U!eti,  uno  dei  più  fertili  e  ridenti  d'Italia,  la 


VxXOUJMK  DELI^   CITTÀ. 
yFot.  Aiinari). 


i\\  vi^ieti. 
.li  Tacito. 


,  e  le 
ricca, 
mnra 


vi. 

eh. 

ver,  _    .    ■  _  .   _  _  .    , 

che  tu  »<.-upfrt«  alle  laid«  delie  vicine  c<.>iliiie 

ai  ruderi  romani  che  qua  e  là  ancora  emer 

gono   a   testimoniar   la   potenza  dell'antico 


7>iM/y?  reatina,  i  >  ...    ;....  .  ,.  ...   ;; 

è  all'estremità  d'un  alripiano  stretto  dalle 
alture  occidentali  degli  Appennini,  e  corso 
■' "  "^    *  ilHne   che   formano   alcuni   lu- 

i  moderna  occnpa   le   roviiu- 
'',  patria  di   VarmTif.   sftn.f  i 
Milla   M.i   S  liana  sull. 
nelle  veo-hie  mura  ;ì 
che  la  coronano  e  y 
pubblica  ver.*o  il  colle  di  San   ^i 
cose  qui  possono  fermare:  il  lai 

pale  di  severa  struttura,   la  Catt     .    ..   i 

dintorni,  l'Abbazia  di  San  Pastoie,  11  Ponto 
sul  Turano:  meri  saggi  però  di  quanto  no- 
bilita anche  questo  estremo  lembo  meridio- 


850 


naie  dell'Umbria,  che  s'addentra  come  uti 
cuneo  eoi  colli  sabini  tra  il  Lazio  e  l'Abruzzo, 
già  dominando  il  sacro  deserto  di  Roma.  E 
ricordiamo  solo  da  questo  lato  :  Magliano  Sa- 
bino, Eòcca  Sinibalda,  Montubuono,  Tarano, 
Poggio  Mirteto,  Aspra,  Koccantica,  Torri  in  Sa- 
bina, Monteleone,  ed  altri  cento  borghi  per- 
duti tra  i  colli  boscosi,  ognuno  con  qualche 
saggio,  o  vestigia  dell'arte  e  della  poesia  che 
intiora  la  classica  terra.  E,  quasi  all'  estremo, 
sopra  un  colle  isolato,  Fara  Sabina,  coli' an- 
tichissima Abbazia  di  Farfa,  venerando  edi- 
ficio, cui  le  memorie  storiche,  l'arte,  le  cro- 
nache preziose  hanno  dato,  a  ragione,  singo- 
lare rinomanza. 

La  Nera  prima  di  sboccar  nel  Tevere  tocca 
ancora  Narni,  luogo  che  additano  tra  i  più 
deliziosi  dell'Umbria,  ed  altro  di  quei  can- 


sulla  Nera,  ricordato  qua!  meraviglia  da  Mar- 
ziale e  da  Procopio,  nobile  e  pittore-co  ele- 
mento per  delizie  dei  lieti  dintorni  di  Narui, 
verdeggianti  d'elei,  noi  rientreremo  invece 
nel  cuore  della  regione,  ancora  verso  la  valle 
del  Tevere,  per  Todi. 

La  vecchia  città  di  Fra  Jacopone.  appol- 
laiata sopra  un  erto  colle,  sul  cui  suolo  gi- 
ganteggiano ancora  i  blocchi  delle  mura  etru- 
sche,  vorrebbe  anch'essa  una  sosta:  ed  il 
Duomo  e  San  Fortunato  ne  sarebbero  ben 
degni;  che  anche  quassù  l'arte  ha  lasciato 
nobili  vestigia.  Ed  ancor  più  la  meritereb- 
bero il  Santuario  della  Consolazione,  una 
delle  più  elette  creazioni  della  Rinascita,  ed 
il  Palazzo  de'Priori  o  Comunale,  dove,  come 
in  quasi  tutte  le  città  umbre,  una  pinacoteca 
accoglie  le  gemme  dell'esuberante  fioritura 


Orvieto. 


Paxazzo  dkl  Capitano  del  Popolo. 
{Fot.  Alinari). 


tuccl  dove  l'arte,  la  storia,  la  natura  si  sono 
armoniosamente  unite.  Ma  occorre  indugiare? 
questa  terra  oramai  ci  ha  abituato  a  tali  mi- 
racoli, e  vano  sarebbe  accozzare  altre  frasi 
od  aggettivi  per  designarlo  come  meritereb- 
be: è  una  vera  cittadina  Umbra:  memorie 
di  vicende  remote,  storie  tempestose,  vene- 
rande vestigia  d'arte  e  di  fede,  tra  cupe 
viuzze,  entro  una  turrita  cinta  medioevale, 
sotto  i  più  fulgidi  sorrisi  del  cielo  e  del  pae- 
saggio. Lo  storico  vi  parlerà  di  Cocceio  Nerva 
o  del  Gattumolata,  Il  poderoso  condottiero 
che  par  tuttora  vivevo  nel  celebro  bronzo 
donatflliano.  L'artista  si  fermerà  invece  alle 
squisite  eleganze  «luiittrocentesche  del  vec- 
chio Duomo,  ed  allo  ammirande  vetustà  di 
tante  altro  chiese:  San  Francesco,  San  Do- 
menico, Santa  Maria  Impensole,  San  Gero- 
lamo, Sant'Agostino,  o  de;.'li  antichi  palazzi. 
Dopo  un'occhiata  al  celebre  Ponte  romano 


pittorica  di  questa  terra  fortunata.  Ma  il  no- 
stro turbinoso  giro  sarebbe  compiuto:  verso 
occidente,  nella  fresca  vallata  della  Paglia, 
Orvieto,  l'ultimo  e  più  fulgido  fiore  deli'  Um- 
bria sembra  ormai  darci  il  saluto  del  com- 
miato. E  di  questa  città,  che  sembra  solo  ab- 
bia ragione  d'essere  per  il  miracolo  del  suo 
Duomo,  la  grandios.x  filograna  marmorea  do- 
minatrice sorridente  delle  viuzze  cupe,  dell.i 
ròcca,  dei  palagi  dei  consoli  e  dei  vescovi, 
e  di  tante  altre  storiche  memorie  dell'antica 
sua  vita,  nulla  si  dovrebbe  aggiungere:  il 
scio  nome  del  luogo  è  di  per  sé  troppo  elo- 
quente a  dir  della  gloria  dell'arte  di  questa 
terra,  e  della  fulgida  schiera  d'artisti  che 
l'illustrò,  dal  Maitani  ad  Arnolfo,  da  Nicola 
e  Giovanni  Pisano  al  Signorelli. 

Con   quest'ultima  serena  visione  di  bel- 
lezza, il  commiato  dell'Umbria  anche  per  noi 
qui  sembra  un  sorriso,  o  piuttosto,  un  invito. 
Ugo  Nkbuia. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice  jodato  ed  emulsionato  ò  II  ricostituente  sovrano. 


CARLO  GOLDONI  E  IL  BICENTENARIO 
DELLA  SUA  NASCITA 


d. 

mi 
d. 
d. 
•i> 
di 
n> 

C!'. 
P' 

di> 

•Ui.vw 

Roma,  > 
ntc  «  I 
fession< 
ch«  fluo 
dolce    r 


l>a- 
.iilo 
Mo- 


:  ..  la 
fan- 

,    - tom- 

iiii,  e    pensò    a 

burattini  ;    poi. 

•■•i.  parti  per 

iia,  e.  pas- 

1  <?n:i  pro- 

'  arlo. 

olla 


▼iU  stii 
tu  rii    >N 
pr 
A 

di.'. 
di 

con  .11 
tatù  ht 
l«gall 


po' più  oitt 
anni    da  li 


;;li  studii 
ma,  sor- 


da uu  Lrtiv<.-  aoc«t>iH>  di  misticismo, 
Interrompe  di  nuovo.  Lo  ritroviamo  im- 


preso 
lllnte 


La    '  CX    ZaMA.Nì  r    A    6A^     Ì'jUA 
DOVE   NACQUE   IL   GoLJ)OM. 


Cablo  Oolooxi 
Incisione  di  G.  P.  fiaztcit-j. 


piegato  nella  raneelleria  di  Cbioggia 

jx.i  iti  quella  di  Feltre;  in  questa  citt 

IO  per  la  prima  volta   di  un 

i  per  btMie,  che  sarebbe  for- 

.:.i  sua  moglie  s<'  avesse  avuto  ii: 

pu  ptu   di  spirito  e  una  bellezza  meri 
facile  a  sfiorire.  Ln  morte  del  padre,  h\ 

• ■ "  -    "     -li  1731,  Io  d.  • 

la  laurea  di 
ntar»'  l.i  ma- 


ineiit^j    i> 

(Goldoni. 

Itosi   in  un 

tin  rnatrim<^ 

IO    ;i\  HI, 

tu  cosi  reti  <■ 

bandona: 

•   recarsi  a  ^; 

tntt^  lo 

erano  ri; 

;  i\i  k'  liaiiii 
il  toro.  Il  qu.> 

.-    ....... ,..     ^ul.^i    C"H 

mo  di  camera  con  Orazio  ! 
Ridente  veneto  a  Milano;  di 

-'- STTrtarT'-'.    r.    iwr,ir:t<'   la  K'i»"i"r:i   ■;      -   ;    • 
e    --:  '.;    1         i,.i.   si   da  alla  dipi  ni  1- 

/i.i  <   .lil.i  i,./:;..!.  iiiH'hè  non  c'entia  di 


-  352  - 


mezzo  11  grazioso  visetto  di  una  veneziana, 
ciie  è  causa  indiretta  che  egli  si  guasti  col  Bar- 
toliiii.  e  lo  abbandoni.  Dopo  varie  .avventure, 
a  Verona  si  occupa  colla  compagnia  veneta 
dell' Imer,  la  quale  era  al  servizio  del  Grimani, 
proi)rietario  dei  due  teatri  di  San  Samuele 
e  di  San  Giovanni  Grisostomo,  in  Venezia. 
Il  Goldoni  fu  impiegato  in  ambedue,  e,  al 
San  Samuele,  la  sera  del  24  nov.  1734,  assaporò 
col  Belisario  l'ebbrezza  di  un  primo  trionfo; 
al  lisìisario  egli  fece  seguire  parecchie  altre 
tragedie,  che  tutte  piacquero.  Nella  prima- 
vera del  1736,  avendo  seguito  a  Genova  la 
sua  compagnia,  ebbe  la  fortuna  di  conoscervi 
e  sposarvi  (23  agosto  173G)  una  buona  e  leg- 
giadra fanciulla,  Nicoletta  Connio,  che  fa  la 
compagna  amorosa  e  fedele  di  tutta  la  sua 
vita.  Condotta  a  Venezia  la  giovane  sposa, 
seguitò  ad  attendere  ai  suoi  impegni  teatrali; 
ma  nou  si  volse  alla  commedia  che  due  anni 
dopo  col  Momolo  coriesaw.  L'occasione  gli  fu 


piena  decadenza.  Era  una  commedia  improv* 
visata  dagli  attori  sulla  schematica  guida  di 
un  magio  scenario  (detto  anche  canovaccio  o 
soggetto),  che  si  limitava  ad  indicare  la  suc- 
cessione delle  scene,  e  i  punti  salienti  del- 
l'intrigo. Il  resto  era  abbandonato  all'arbitrio 
dei  comici  i  quali  creavano  a  lor  posta  il 
dialogo,  variavano  frizzi,  interpolavano  lazzi 
e  buffonate,  abbandonandosi  il  più  delle  volte 
a  un'azione  di  una  vivacità  indiavolata,  e  con 
un  gusto  particolare,  a  scene  di  rumori,  fu- 
ghe, e  bastonature  solenni.  A  facilitare  l'im- 
provvisazione contribuiva  il  fatto  che  i  per- 
sonaggi erano  fissi,  e  taluni  di  essi  stereotipi 
al  segno,  che  l' enunciare  il  loro  nome  valeva 
dirne  l'indole,  i  modi,  il  dialetto  e  perfino 
la  fisionomia  e  il  vestito.  Questo  avveniva 
specialmente  per  le  maschere,  di  cui  le  prin- 
cipali, quelle  che  ebbero  vita  più  duratura, 
furono  qvLaittro  :■  Pantalone,  il  Dottore,  Arlec- 
chino e  Brighella, 


r.  bonghi  —  Scena  comica  con  le  maschere. 


pòrta  da  alcuni  mutanunti  di  personaggi  av- 
venuti nella  compagnia  dell' Imer,  e  special- 
mente dall'essere  entrato  a  far  parte  di  essa 
il  colfcbro  Truttaldino,  Antonio  Sacchi,  il  co- 
mico più  rinomato  del  tempo  suo.  Il  Goldoni 
si  trovava  ad  avere  a  sua  disposizione  una 
compagnia  comica  qua^si  perfetta,  e  pensò  di 
trarne  partito  per  tentare  un'impresa,  che 
(la  qualche  tempo  lo  allettava  singolarmente: 
({uoila  di  farsi  riformatore  della  commedia 
italiana,  che  vedeva  caduta  In  troppo  basso 
loco. 

A  quel  tempo,  è  noto,  sui  teatri  pubblici 
d'Italia  regnava  dispotica,  e  senza  rivali  la 
C:>niniKUa  dell'aite,  che  aveva  avuto  un  pas- 
sato  glorioso,  ma  che   si   trovava  allora   in 


l'antaloiiC  è  veneziano,  mercante  e  vec- 
chio; spesso  inniunorato,  più  spesso  ancora 
burlato,  come  il  senex  delle  commedie  la- 
tine da  cui  discende  in  hnea  retta:  ha  Sbar- 
betta grigia  a  punta,  brache  rosse  e  zimarra 
nera.  11  Dottore  è  riconoscibile  a  una  larga 
macchia  rossa  che  ha  sul  volto  ;  è  bolognese, 
ignorante  e  pretenzioso;  parla  volentieri  la- 
tino, affastellando  spropositi  :  anche  lui  spesso 
innamorato  e  sempre  burlato.  Due  buone  lane 
sono  Arlecchino  e  Drightlla,  i  due  servi,  am- 
bedue bergamaschi,  il  primo  sciocco,  il  se- 
condo astuto  pur  nella  sua  grossezza  di  con- 
tadino. Arlocchino  è  più  popolare  col  suo 
vestito  a  losanghe  multicolori,  la  maschera 
nera,  il  berretto  colla  coda  di  lepre  e  la  spa- 


CONTRO  TOSSI   E 

CflTflRRr  USATE 

S€MPRC 


PANERAI 


P/l  STIGLI  E. 

eESTRATTO-V 


mi 


di  ti 

iho 

«fu 
di  u 
siili. 


hai 


«lotato  dt 

liù  d««uil- 

':  KVidii  t« 

.  il  pn)|»riu 

1 -ho   il    suo 

h;»  lutto  Taspi-tto 


•tt 


•  Il  irli  Hfrit,  si» 

ira.  Orazio 

•:>o  som  prò 

,...v.  tutt'al  più 

inn   iiicapaois- 

l'Hiuto  4l.>i  loro 

•  luali 

ione, 

i    i: 


quale,  ipv 
jiniifnti.  •• 

tl.Uli    . 
UUIl 

«la  . 

d-Ai. 

noi    M 

Il    ■■ 

voleva  autiitio  a  («eiiuvit,  pi-i<bal>i 
reclamare  iiiriiideniittà  pel  suo  > 
coiiHole;  voleva,  passando,  fermar- 
per  impetrare  dal  Duca  la  rcititn 
suo  rendite:  una  sequela  di  casi 
riare  di  tanto  itinerario  e  pro;:i 
noi  1744  lo  ritroviamo  stabilito  a 
f<proita  o»n  i>nr.re  o  pri.rtrto  \■^.    i 


nn  arrolfttore  «Il  rerf- 
ntarl  <•  monti  ni  (ì>A- 


u\Àiu*iiMii  iK'ii  .i/.<>iiti  t>ouo  il  à'-^'i'tnU  e  il 
i'itpititH'i,  due  «ariL-aturo  che  servivano  atl 
«'Sils»-"--  '1  ..-i.i.!,  ...  ,1  T,,i„io  ct>i  suoi  ma- 
dor:  lo  con  una  smar- 

»;ia^~  >  dalla  sua  dap< 

pOiM_'»*   11'-. 

Tali  ;:r interlocutori  soliti  delle  commedie 

dell'. trt,  b-  qn;»M.  b^Hihò  abbiano  lo  origini 


ptu 

«Ila 

ved- 

met4>di  «.   . 

riela  in  t.^ 

•lairli  attoi. .  ;..„  ...  . 

da<  curdo  coita  veros 

poiob^'  eli  attori  non 

si.tt  ■ 

pa«. 


i"  un'aria  di  fami- 
lu  che  in  esse  si 
.-'_'i.   e   di  alcuni 
•tàXi.  La  va- 
lva portata 
la   st'mpre 
ladec<*n/a, 
.         .   tantti   pel 
■<!  trattav  a  ui  cuii'iuistarc  sim- 


o  1  iifpftf  tli  talf  .-ommcUe. 
!«e  in 
arte, 
•i  na- 
>  aul  principio  di  tenere  un 
ttori  con  uno   scenano  più 
''••I    s>liti,    e    re-itnii^'d-e 
*»•  delle   maachere;  gli 
••die  nna  condotta   al- 
•      ■  •        tttere 

iMira; 
non 
ic-.sto 
•  .  La 
io  fu 
>.(';  ina  un  «.utuulo  di 
l'»l<»  di  nuovo  nelle  av- 
..    vfdt'rla   rappresentare 
dalia  rompmifiiia   d«*ll' liner   per  cui   l'aveva 
«mposta.   In   primo   luou-o  egli    che   aveva 
-o  console  di  <te- 
'a   la   spiacevole 
•nrica  onorifica, 
•  rtava  seco 
Il  una  qui- 
'1  ì    tasca 
ta   la 
>.   il 


e  fri 
ami 
che 

Z.iK>\ 

po 

par 

l'a/ 

ba.- 

qu.. 

dei 

**    I 


ClT' 

verità 


chi 
no% 


propria.  Xcl    ttnipo    - 
tmfla  di  un   scdiccnt. 


di  nuove  cuiuiurdic;  quesl' ultimo  uiiiCt  iieiM.**) 
a  strapparlo  per  sempre  dal  suo  stadio  d'av- 
vocato, e  ad  impegnarlo  come  poeta  comico 
nella  compagnia  del  Medebach  (1748). 

Da  questo  punto  la  vita  del  cìoldoni  s'im- 
medesima a  tal  segno  col  teatro,  che  narrarla 
è  lo  stesso  che  fare  la  storia  delle  sue  com- 
medie. F.^'i  vivo  p.-l  t.-.àtr'(  e  nel  teatr«i,  tra 
le  CI'  .  -la  e  f  comici  cho 

dov.  tro  avvenimento 

gitili  :  ,       •  lite  che  non  cre- 

de necva'tario  litaciarcene  la  memoria  nella 
sua  autobiogratia,  la  quale,  mentre  nella  pri- 
ma parte  procede  tutta  vivace  di  avventure 
e  ricca  di  macchiette  e  aneddoti,  nella  se- 
conda, che  concerne  il  periodo  della  sua  mag- 
gioro attività  artistica,  non  parla  che  della 
sua  prt)duzione,  dell'occasiono  che  diede  ori- 
gine a  iia'^ta  o  quella  commedia,  del  suc- 
ces>  .  M.e.  delle  critiche  che  suscitò: 

non   .  i    l'uomo   nella  società,  ma 

l'ar;!--  .  alla  sua  opera. 

E  lu  davvero  un  periodo  di  rude  lavoro 
quello  che  si  protrasse  dal  4.S,  data  del  primo 
impegno  col  Medebach,  al  (>2.  anno  in  cui 
partì  per  la  Francia:  quattordici  anni  di  la- 
voro n.>n  interrotto,  ch«»  lo  ffcero  l'artista 
sommo  di  cui  oggi  l'I  ra.  Dal    4.S 

al  53  il  (ìoldoni  rimas  ich  ai  Tea- 


tro Sant'Angelo, 
e  fu  l'areni  in 
l'ardita  sfida  hu 
un  anno  solo  st^-'l 
de  furc«  inaudito 


i<  rime  armi, 

'lite   tenne 

di  dare  in 

■ve.  Un  tour 

•he  lo  cosiiinae  a  un  la- 
voro enorme,  e  lo  lasciò  spossato,  senza  frut- 
targli da  parte  del  Medebach  neppure  un 
centesimo  più  del  solito  stipendio,  che  lo 
obbligava  a  sole  otto  commedie  l'anno.  Egli 
ridette  allora  ai  ca>i  suoi;  si  trovò  troppo 
mal  pagato,  ed  accettò  lo  condizioni  più  van- 
Uggiose  che  gli  fac  va  il  nobil  uomo  Ven- 
draniin.  pi  del   Teatro   San    Luca, 

di  cui  ne!l  !   175:1  il   Goldoni   di- 

ventò l'anf  ;iit'.\ngelo  gli   subentra 

l'abate  Pietro  Chiari,  che  già  da  qualche 
tempo  si  atteggiava  a  suo  emulo.  La  rivalità 


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I   di  CASCARA  S.AGRADA 


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STITICHEZZA] 

Opuscolo  ijffthn  a  richiesti.  I 

UILA2ÌQ  A 


-  854  - 


allora  si  accciitna,  e  Venezia  assiste  e  parte- 
cipa alla  singolare  tenzone  che  s'ingaggia  tra 
i  due  teatri. 

Strano  a  dirsi!  il  Chiari  conta  quasi  al- 
trettanti partigiani  che  il  Goldoni.  Nei  caffè, 
nei  ridotti,  nelle  sale  patrizie  come  nei  par- 
latori! dei  conventi,  goldoniani  e  chiaristi  non 
fanno  che  discutere  delle  ultime  commedie 
allestite  dai  due  avversarli  di  un  merito  pur 
tanto  differente.  Contro  il  Goldoni  si  scaglia 
il  Baretti  in  alcuni  violenti  articoli  della  sua 


suoi  detrattori,  e  d'altra  pafte  lo  sosteneva 
la  coscienza  del  proprio  valore,  l'approva- 
zione dei  buoni  tra  i  quali,  per  ragioni  dif- 
ferenti, piace  ricor  lare  Gaspare  Gozzi,  tanto 
lontano  dalle  turbolenze  fraterne,  e  il  Vol- 
taire, il  dittatore  letterario  di  tutta  Europa. 
Nel  1750  un  viaggio  a  Parma  gli  fruttò  la 
nomina  di  Poeta  della  Corte  Borbonica,  e 
una  pensione.  Nell'ottobre  del  58  si  recò  a 
Roma,  invitato  dal  Teatro  di  Tordinona,  e 
vi  rimase  tino  al  luglio   dell'anno   seguente. 


Monumento  al  Goldoni  in  Venezia  di  Antoni. io  Dal  Zotto. 


Frusta,  e  contro  (Joldoni  e  Chiari  insorge  fu- 
ribonda l'Accademia  del  Granelleschi,  con  a. 
capo  l'intemperante  Carlo  Gozzi.  Sonetti,  ca- 
pitoli, composizioni  satiriche  di  ogni  sorta 
invadono  la  città  che  no  è  tutta  in  brusio. 
Il  Goldoni  si  lascia  andare  qualche  volta  a 
rispondere,  ma  non  troppo  spesso  se  si  pensa 
quanto  frequenti  fossero  le  provocazioni:  egli 
era  troppo  occupato  per  poter  dar  retta  ai 


Ma  al  Teatro  troppo  popolare  di  Torainona 
le  sue  commedie  furono  pochissimo  gustate; 
meno  male  che  contemporaneamente  al  Tea- 
tro Capranica  si  recitavano  con  applauso 
straordinario  le  commedie  sue  già  stampati-  : 
sicché  il  suo  amor  proprio  ne  era  lar„'amente 
ristorato.  Tornato  a  Venezia  lo  attendeva  an- 
cora qualche  anno  di  lotta  e  l'amarezza  di 
vedere  il  pubblico  disertare  le  sue   comme- 


DITT» 

loREHZ» 


.  FIRENZE 

CORSO  TINTORI  8 


PREMMTO 

FONDATO 


ST/1BILIMENT0 

NEL    1740 


CONIAZIONE  DI  MEDAGLIE 

BOTTONIiNMETrtLLOM»  LIVREE  i  MILIZIA 

INCISIONI-RI OOZIONl  flRTISTICHE-MECCflMICfl 


«>  p*r  }*>  TìAìf,  che  Carlo  GoskI  con  liberti    VAcarf  fimtnir,  non  cbbo  U  «Icm»  fortnna' 

<:t.-.fiiiT<;4'3    Trr(tr\n  In  iM'Tn  :  pnt   tin  hrj     ncmpìlmm  ;  flupr.  rif  ossa  11  CJr.linnI  nnii  rr.Ti 


»!•  alinrn  nelln  più  «rjin- 


tu 
tr>M 


..  'l.i  lui  ol- 
mi di  prrva 
atu  in  Italia, 


Uva.  La  su»  vetvhU-zi»  trasooi-se  pactlii-a  • 
iiiiualo  (ino  a  che  la  Rivoluxlonp  nun  vom 
a  privarlo  della  pensione  accordatairll  dal 
f'nrte.  ('on  decreto  del  7  febbraio  ITfS  1 
''  '   •      '•n  pr<^iposta  di  tilHseftpM  Mni 

i  restituiva;  nia  il  ttoldoni  <•; 

".<>  prima,  In  ntia  casa   ora  (!• 
Il  ;';o  Pavée-Saint-Sanveur,  Il  0  di 

ff' 

•  i  complcsàiva  alla  produzione 


COIOIZXOBAZIOXK  DEL  GOLDOHI  A  VKKXZIA.  {Fotogr.  A.  Ct-OCt). 


se  non  irli  fosse  st«U>  offerto  nn  impiego  ono- 
rifico alla  corte  di  Versailles:  quello  di  mae- 
stro d'Italiano  alle  Principesse  di  Francia.  Un 
tale  impiego  pll  fruttò  più  tardi  nna  pensione 
Vitina  di  qoii'-  •   assieu- 

-rgll  nn.i  V-  -uà  car- 

•ra  dram  mi  la;   nel 

'■'ì  la  Conte  He  Fvuu^H'  .iva  con 

imo  successo.  i>  Hun  i  '.  il  ml- 

;or  documento  della  nu »..     .•  vcrsati- 

•a  dell'indegno  goldoniano.  Un'altra  com- 
•di^  rarimente  scritta  da  lui  in    francese. 


goldoniana  ce  ne  rivela  subito  la  tendenza 

più  spiccata,  che  è  quella  al   realismo,  tr 

realismi!  sano  e  robusto,  che  annunziatosi 

principio  rotn'*  semplice  repnu'iKiiira  arj  o;- 

«salerà/: 

andò  s*  ! 

La  sua    • 

egli  riuscì  cccellcnuj  pittore;  poioho  non  < 

dette  mal  al  prejfiudizio  volgare  che  anc<  • 

a  qualcuno  fa  trovare  troppo  povera  niatt. 

ria  quella  che  loro  porge  la  vita  quotidiana. 

Il  Goldoni  rappresentò  con  verità  ed  effica- 

^ARITA    RADICALMENTE 

CON    I   CELEBRI 


MISOHI   DI 

VEDI     ANNUNCIÒ    DI   ^RÓN^i-li 


-  356  - 


da  o;»nt  classe  di  persone;  ma,  poiché  la  sua 
potente  originalità  gli  permetteva  di  vedere 
il  lato  tip  co  e  cai-atteristico  di  ogni  azione 
umana,  si  compiacque  specialmente  a  sco- 
prir poesia  laddove  altri  non  vedeva  che  vol- 
j^arità.  Egli  che  amava  Venezia,  e  aveva  l'ani- 
ma aperta  alla  suggestione  degli  ambienti, 
dipinse  vol'Mitiori  calli,  cninpieli,  canali,  li  po- 
polò di  donnicciuole,  gondolieri,  mercanti; 
volle  che  tutti  cinguettassero  nel  grazioso  e 
dolce  dialetto  nativo,  e,  poiché  il  lungo  eser- 
c.zio  aveva  resa  franca  e  sicura  la  sua  tecnica, 
potè  compiere  opera  magnifica  e  mirabile  di 
verità. 


La  celebrazione  del  bicentenario  della  sua 
nascita  è  stata  utile  in  diverso  modo  alla 
gloria  goldoniana:  in  primo  luogo  ha  mo- 
strato quanta  simpatia  egli  goda  in  Italia  e 
fuori  d'Italia,  ed  ha  inoltre  avviato  gl'Ita- 
liani a  giudicarlo  con  criteri!  assoluti  e  non 
relativi,  come  una  grandezza  vera  che  si  può 
francamente  contrapporre  a  qualunque  glo-. 
ria  straniera.  A  Venezia  più  che  a  ogni  altra 
città  incombeva  l'obbligo  di  rendere  solenni 
onoranze  al  Goldoni,  6  possiamo  dire  che  la 
nobile  città  ha  ben  saputo  mettersi  all'altezza 
che  le  imponeva  la  qualità  gloriosa  di  patria, 
e  patria  diletta  del  poeta. 


Monumento  a  (Joldoni  a  Pauigi. 
(Da  fotuff rafia  favorita  dal  signor  duca  Francesco  Mdzi  d'Eril). 


Ma  oltre  che  di  verità  le  sue  commedie 
c\  appaiono  materiate  d'onestà,  non  l'onestà 
bigotta  ed  arcigna  che  d'ogni  cosa  s'adonta 
e  vive  sospettando,  ma  l'onestà  bonaria  ed 
ilare,  clie  sa  compatire  e  non  ditlida,  o  ac- 
canto al  male  vede  ancora  11  bone.  Il  (Gol- 
doni, osservatore  acuto,  uomo  di  mondo  pas- 
sato per  tanto  avventuro,  trovatosi  a  contatto 
con  gonte  di  tutte  le  risme,  non  potè  Igno- 
rare Il  nulle;  ma  esso  non  valse  ad  intorbi- 
dargli la  concezione  sereni  della  vita,  né  ad 
oscurare  lo  tinte  liete  del  .suoi  quadri:  nes- 
suna amarezza  s'infiltrò  noU'amabile  riso  di 
cui  circonfuse  le  debolezze  altrui,  e  tanto 
^sPbsso  le  proprie. 

La  sua,  come  ogni  arto  vera,  guadagna 
ad  essere  studiata  e  meditata,  o  porclo  è  bene 
cogliere,  e  axagari  creare,  le  occaiioui  di  farlo. 


La  commemorazione  a  Venezia  non  è  sta- 
ta una  funzione  ufficiale;  le  autorità  ne  hanno 
presa  la  direzione,  o  ne  hanno  accresciuta 
col  loro  intervento  la  solennità,  ma  la  citta- 
dinanza tutta  vi  ha  vivacemente  e  largamonte 
partecipato  nei  cinque  giorni  (dal  24  al  28 
febbraio  1907)  che  sono  durate.  Le  feste  fu- 
rono Iniziate  nel  pomeriggio  del  giorno  24, 
con  un  corteo  imponente  che  mosse  dal  Mu- 
nicipio, e,  sotto  un  fluttuar  di  bandiera,  si 
recò  quasi  in  pellegrinaggio  ad  apporre  una 
targa  commemorativa  di  bronzo  al  monu- 
mento goldoniano  di  Campo  San  Bartolomeo  ; 
là,  tra  sorridente  e  pensoso,  quale  lo  scolpi 
il  Dal  Zotto.  attendeva  Carlo  Goldoni,  e,  colla 
mano  appoggiata  al  bastone,  pareva  che  p.as- 
seggiando  si  fosse  arrostito  un  po' sorpreso, 
e  guardasse,  cervMuio  d'Indovinare,  la  folla 


ii.UÌZO- 

no   se- 
.    vi    fu 

iMa.  sin- 

l)er  fetta 

aiutava  a 


lompo  e  l'ambiente  in  cui   il 


mono^riitlA  sul  (}old  mi,  opora  di   a 

Ori  >Iani.  e   presto   verrà   iiilxiatH   l'i-  1 

completa  di  tatt<'  lo  opero  del  Kraiide  ven 
siano;  il  ohe  {rioverà  alla  i;loria  di  lui  as. 
più   che   non   farebbero   parecchio   stri'  ■ 
monumenti    I  quali  del  resto  non   ;:  > 
nepptiro  ©««si,  giacché  dei  veri  Grandi 


Quadro  di  AUttindro  Longhi  {iIu$eo  Civico  Correr). 


La  sera  al  teatro  Qoldoni  (che  si  chiamò 

un  t-^mpo  li  San  Luca),  prima  che  Famela,  nel- 

!<i  I  k  (iramatica^  presentas-te 

si  -tion&re  ancora  una  volta 

:a  virtù  un  tantino  la;;ri- 

mfelici,  D.>m'»nico  Oliva 

•  ed  elevato  discorso,  in 

.    ;^  --^  competenza  tratteggio  un 

evidente  del  Goldoni  nella  vita 


conservare  e  rinfrescare  la  tutti   i  modi 

memoria.  Tu  h.i>tn  a!  Ooldonl.  dono  del  Dn 
M  .1   della  Dm 

yl'  in   tale   o.' 

al  N  «tré-Dame.  I. 

gu  lu.ji^o  con  una  certa  > 

\>-n  ata  dal  fatto  che  Par< 

dr. .._..  ....^-.,.i  l'onore  di   avere,  più 

lungo  di  ogni  altra  citta^ ospitato  il  gran  con 
m«*dtografo  Vi  sono  stati  naturalmente  mo 
''li  qaali  la  Marcia  reula  Italia; 
>e  hanno   avvicendato  le   l* 
lo  una  tinta  uà  po'rettorica 


-  358 


cordialità  internazionale,  in  una  festa  che  (il 
rettorica  poteva  fare  a  meno.  Jl  busto  sorge 
sopra  una  colonnina  svelta  ed  olef;a»te;  è 
opera  dello  scultore  Edoardo  Frontini,  che, 
idealizzando  alquanto  la  tìsonomia  del  Gol- 
doni, ne  ha  quasi  iniziata  l' apoteosi,  confe- 
rendole quella  specie  di  serenità  inalterabile 
e  un  po' sdegnosa,  senza  la  quale  non  ci  pare 
di  poter  credere  all'autenticità  del  Gènio. 

Un  altro  busto  è  stato  inaugurato  a  Mo- 
dena, patria  d'origine  della  famiglia  Goldoni. 
Onoranze  solenni  si  sono  fatte  anche  in  Fi- 
renze: il  Goldoni  ha  oramai  la  sua  lapide  in 
Santa  Croce,  con  una  epigrafe  dettata  dal 
prof.  Guido  Mazzoni,  e  una  piazza  che  s'in- 
titola dal  suo  nome.  Nel  Salone  del  Cinque- 
cento Ernesto  Masi,  benemerito  degli  studii 
goldoniani,  ha  parlato  degnamente  del  Gol- 
doni; e  un  altro  notevole  discorso  ha  con 
composta  eloquenza  pronunziato  Isidoro  del 
Lungo,  innanzi  al  Monumento  a  Goldoni;  e 
poi  c'è  stata  una  recita  dcgV  In»  amo  rati,  una 
delle  più  belle  commedie  che  egli  abbia  com- 
poste, e  una  Mostra  di  cimelii  goldoniani,  e 


l'annunzio  di  una  edizione    nazionale   dello 
commedie  goldoniane  promossa  da  Luigi  Rasi. 

A  lloma,  a  Napoli,  a  Milano,  a  Genova  sono 
state  altre  ommemorazioni  più  o  meno  de- 
gne di  ricordo;  e  inoltre  non  c'è  stata  pic- 
cola città  che  non  abbia  voluto  onorarlo  (è 
vero  che  se  n'è  impicciata  anche  la  buro- 
cratica Minerva!);  le  edizioni  del  suo  teatro 
sono  state  tratte  giù  tutte  dai  più  alti  pal- 
chetti delle  più  polverose  biblioteche,  ed 
lianno  rivista  la  luce  del  sole  che  convien 
loro  cosi  bene:  naolte  commedie  sono  rivis- 
sute per  una  sera  nel  loro  ambiente  natu- 
rale, il  teatro,  ed  hanno  convinto  ancora  molti 
dell'eccellenza  dwlla  loro  fattura. 

È  stato  un  coro  di  voci  laudative,  nelle 
quali  non  è  mancata  una  nota  un  po'....  amena. 
Giacché  in  Arcadia  si  sono  ricordati  die  il 
Goldoni  ebbe  un  tempo  l'investitura....  pie- 
tica delle  campagne  Fegee,  e,  a  Roma  e  a 
Napoli,  pastori  e  pastorelle  si  adunarono  a 
commemorarlo  sotto  il  nome  di  Polisseno 
Fegeio  ! 

Maria  Ortiz. 


Una  delle  sale  della  Mostra  Goldoniana 

NEL  Museo  Correr  di  Venezia.  (Fot.  Abeniacar). 


CARAMELLE  VENCHI 


TORINO 


-  359 

CENTENARI,  COMMEMORAZIONI,  CONGRESSI 
ED  ESPOSIZIONI  DEL  1908 


iiue  di  btudi  «uU'auUoa  podM.à     rnUts^  l't.dtUo,  nato  11  9  iiiotiutbrd  likM,  luui 


Gi<  vwNi  Milton 
{da  un  rilrmtté  «W  Umpo). 


re1i;,'iosa  italiana  o  intorno  l'arte  umbra  e  la 
storia  di  Todi  ai  t«inpi  di  lacopoae. 

A  Trento  si  è  coàtitaito  an  comitato  per 
rendere  solenni  onoranze  alla  memoria  del 
(grande  scultore  A/e--<*aHdro  Vìtforia,  di  cui  a 
V'>nezia  si  ammirano  tante  opere  stupende, 
ito  a  Trenru  nel  1524,  morto  a  Venezia  il 
,7  maj^gio  IGuS. 


il  1674:  —  £■<  '  ricetti,  iìùu 

«tre,  inventor  tro.  nato  a  1 

il  15  ottobre  1  .  il  1647  (o- / 

colo  »pecial«  qui  appresto^,  —  Giwteppe  T  m-  »■ 
fort,  di  Alx,  famoso  botanico,  nato  il  16r>' 
morto  il  28  dicembre  1708:  —  il  P.  Sacer, 
Betlinetli,  gesuita  e  letterato  mantovano,  nat 
U  1718,  morto  U  13  settembre  1803;  —  M 


-  360 


rhìorre  CesaroUi,  letterato  e  poeta  padovano, 
traduttore  di  Ossian,  nato  il  1730,  morto  a  Sel- 
vazzano  Dentro  il  3  novembre  1808;  —  Giu- 
seppe l'iennarini,  di  Foligno,  valente  archi- 
tetto (fra  le  sue  opere  anche  il  Teatro  della 
Scala,  1778).  nato  il  1734,  morLo  a  Foligno  il 
18  febbraio  1808;   —  Carlo  Promis,  di  Torino. 


tJìien  ole  la  Diòois,  nato  a  St.  Cristophe  presso 
Romans  il  7  giugno  180«,  morto  il  18fi5.  de- 
putato alla  Costituente  e  a  l'Assemblea  Legi- 
slativa nel  1848,  proscritto  dopo  il  2  dicemb., 
che  fondò  nel  1859  al  ritorno  dall'esilio  il  fa- 
moso Almanacco  meteorologico. 

Altre    commemorazioni    che    si    avranno 


Savebio  Bettinelli 
(da  un'incisione  dì  Domenico  Cagnoni). 


nrcheolo^o  ed  arohltetto,  nato  11  18  febbraio 
180S,  morto  il  1872;  -  Francesco  Dall' Onqaio, 
patriota  e  poeta,  autore  di  popolaiissimi'stor- 
nelli,  nato  a  Mansuè  nella  Marci  Trevigiana 
nel  1808,  morto  il  1873;  -  e  ftualmente,  non 
possiamo  passarne  il  nome  sotto  silenzio  trat- 
tandosi di  un  illustre  collega,  l'hil.  Ani.  M.  Ma- 


nel  1908,  saranno  il  centenario  della  elezione 
di  Gioacchino  Murat  a  re  di  Napoli:  Gioac- 
chino dovè  la  corona  a  un  decreto  imperiale 
del  15  luglio  1808,  entrò  nel  regno  il  5  set- 
tembre, il  6  nella  capitale.  Ricorre  pure,  nella 
seconda  metà  d'aprile,  il  primo  centenario 
della  fondazione  del  Conservatorio  di  Musica 


GII  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


-  361 


mi:l       L'II 


iturl.   lidia  SoctelH  pvl 
;.Tt  o  floHa  8i>utt)tH  In- 
.'  1 1I.I/.IOII.1I-    <•.  .1.    ^liiorgtitori  ohe  ha  sedo  a 
Colonia);    od    11    iJon}(roHs4t   floi;li    Italiani  al- 
l'Kstero.   Iwmdilo  ptT  l'ottoliri'  ad  iniziativa 
4;iu  iM'Si,  i'  il  ;'.">"'    a!iniv<-isin  lu  dilli»  inula-     dell'Istituto  Coloniale  Italiano,  come  coiive- 
Eione  alla  Capitale  dell" /W».M/o  borico  Ilalìano,     j»"»  preliminare  del  grande  Cong^rcaio  da  ttJ- 


MsLCHioBRX  Cksaeotti.  di  aniii  70 
{da  uh' itcitioiu  di  Fraueetco  Roaaapìna). 


della  fondazione  del  grande  giornale  romano     nersi  pure  in  Roma  nel  1911  per  le  feste  giù* 
/xi  Ti-ifruna,  della  conquista  del  roncAi/to  fatta 

dal  Franco -7. 


Kè  n;.  l'urtanti   con- 

gressL  ^'  'iia.  dal  6  al- 

l'I! apr,  r nazionale  di 

Con^rc9»o  internazionale  de- 


bilari  doli' unità  italiana. 

r " *ifo  indetto,  per  li  marzo, 

dal  '  Ielle  Donne  Italiane  un 

Coh.  lille  Donne  Italiane  che 

dovrà  studiuK'  i  \nn  importanti  problemi  del 
femminismo,  l  tomi  sono  i  seguenti:  Eduea- 
zioue  ed  Istruzione  -  Assistenza  e  previ- 
denza -  Condizione  morale  e  ^riuridica  della 


LaYorazlone  speciale  In  l".\rrELLI  e  BERRETTI  per  Filarmoniclie 

FORNITORE  DEL  MUNICIPIO 


A.  LAPIM  -  FIRENZE,  Via  del  Giglio,  9. 

-^    INVIO    FIGURINI    GRATIS    5^ 


362  — 


donna  -  Igiene  -  Arte  e  letteratura  femmi- 
nile -  Emigrazione. 

Ricordiamo  pure  il  IX  Congresso  Interna- 
zionale di  Geografia  che  sarà  tenuto  a  Gine- 
vra: il  Congresso  Internazionale  di  Radiologia 
ed  Elettroterapia  che  avrà  luogo  ad  Amster- 
dam; r  VII!  Congresso  Internazionale  di  Idro- 
logia, Climatologia  e  Terapia  fisica,  che  si  terrà 


Doveva  aver  luogo  a  Roma  nel  1903  la 
IV  Olimpiade  per  voto  del  Congresso  In- 
ternazionale dei  Giuochi  Olimpici  tenuto  a 
St.  Louis  nel  1904,  ma  non  parve  che  l'Italia 
fosse  degnamente  preparata  a  queste  gare,  e 
l'iniziativa  non  ebbe  seguito.  Invece  i  Giuo- 
chi Olimpici  del  1908  saranno  tenuti  a  Lon- 
dra, dove  si  sta  costruendo,   a  Shepherd's 


Francesco  Dall' Ongauo. 


iid  Algori  dal  5  al  10  ottobre;  il  VI  Congresso  Bush,  un  grande  Stadium,  capace  di  70,000 
Internazionale  degli  Editori,  che  si  terrà  a  Ma-  spettatori  e  per  il  quale  si  spenderanno 
(irid  dal  26  al  30  maggio.  40,000  sterline.   Si   prevede   un  concorso  di 

circa  2000  campioni,  che  verranno  da  25  na- 
***  zioni,  della  vecchia  Enro[)a,  dell'America,  del- 

l'Asia (india  e  Giapponei.  Le  tre  precedenti 
A   Londra   sarà    tenuta   una    Esposiziono     Olimpiadi  furono  tenuto  ad  Atene  nel  1896,  a 
anglo-franocae.  Parigi  nel  1900,  a  St.  Louis  nel  1904. 


-  363  - 

FAENZA  E  IL  III  CENTENARIO 
DI  EVANGELISTA  TORRICELLI  (1608-1908) 

*ì;m»,  se  ma    rapldaunnto    r.o»  niiiU«av»    il    terrena 

'.  Il  Hiir»  d'onde  l' Assassinio  del  Signore  l'aveva  o> 

'•'■■,   nò   In  ciato,  od  nn  bel  K^orno,  per   ima  sommo^^ 

;,'li  abitanti.,  armata  con  lanslllo  fiorentino,  In  quel  tri 

•  della  geiiUle  ribile  e  fulmineo  «luoco  di  anni  ♦»  di   a^t 

vi.i-   iwu.a^.i  ■»   .<>    .ili.   >j>iitaoolosa  guida  rie,  —   OloTannt   Bentlyn  "  io.   il 

dell' ItAlta.  edita  dal  Moutier  in  Amsterdam  Bergamino  condottler  di  >  :i  fi 

n«l  1660,  di  cui  ripruduolamo  qui  la  pian-  ror  di  popolo,  --  il  giovn.  uio  III 

U  (Fig.  1).  "il  Signorino  ,  potè  cblamare  padri  e  protf  t 


IELLA    CITTÀ   DI  FaKKZ  ^ 

Che  11  biU,  rt-ià.la  gli  abitaoU  beati,  qui 
più  cbe  altrove,  non  pare,  almeno  in  questi 
tempi,  perché  1  faentini  purtroppo  sono  an- 
ch'essi di  amano  genere  procreati:  ma  che 
Faenza  sia  il  cuor  di  Romagna  hanno  pensato 
sempre  anche  i  fiorentini,  dacché  stipularono 
con  Msa  nel  I204  un  trsttat^j  di  commercio 
per  aprirsi  le  vie  della  Jloui.in  f!  .f.i.  E  oltre 
che  pensato,  l'hanno  d»"  -^  <•  poi 

quando,  —  morto  Galeot-  peixil- 

timo.  Signore  per  mano    •.  Fran- 

cesca UentiToglio.  mandaiìu  o  conaenzicnti 
Giovanni  II  Bentivoglio  e  Lodovico  il  Moro  — 
la  Repubblica  del  >!■••'.•..    '  ..-n   un   astu- 


tissimo tiro  alla  di; 
brosiana.  Cosi.  m«^^M: 
certa  di    aver?  oc<-n; 
za,  ai  danni   di    Fir>  i 
non  s'accorse  cbe  U 


iicn  ed  am- 
biava  ormai 
irò   (Il    Faen- 
ui  tx»nfiiiava, 
pianamente 


tori  delio  Htato  paterno  i  Signori  della   iie- 
pubblica  Medicea. 

Da  quosta  tragedia,   —   che  il   Mor'     - 
dussead  un  bisticcio  sentimentale.  -  i 
Fir<»iire  si  ciociò  in   Uomagna  e  vi  t 
S"*  '  ■       Ili  —   ("  questo  P'-;. 

tu'  .1  oro,  „  scrivono 

a  1'  .  .        hio),  alla  condoli. i 

mano  di    Venezia,  al    tumultuoso    e  ciucii; 
(;uizzo  della  potenza  di    ('esare   Borgia,  ali.» 
disperata  ed  onorata  difesa  contro  il  kh..  .1 
canlto  duplice  assedio,  alla  pietosa  mori 
l'ultimo    Manfredi,  è   breve   il    tratto 
L50i)  e  pur  quanta  guerr:i  '^'  —  .juim- 

fraj^ore  d'armi,  quale  co/.  ■  d'ire 

e  di  odii,  e  s<jvra  essi  la  -  'a  dp| 

Beato  da  Feltre  che  passa 
rifa,  e  l'a-te  gentile  di  ] 
che  dipiujj'e  la  Madonna  V  e 


364 


il  Beato  e  11   Signoi'e  Iti   sua  grazia   serena 
d'ingenuità. 

Si  spe;;iie  cosi  quella  dulcissima  gens  Man- 
freda  che  dal  1313  aveva  tenuto  in  sua  balìa 
In  stato  Faentino,  dacché  Francesco,  defensor 
civìtatis,  rinnovando  per  l'imminente  rina- 
scimento !e  gloriose  antiche  tradizioni  civi- 
che, aveva  asceso  il  Palazzo,  più  come  Si- 
gnore che  come  Vessillifero  di  Giustizia  e 
Capitano  del  Popolo,  —  dacché  Giovan  (ìa- 
Itazzo  aveva  fìssat  )  la  legislazione  della  città 
e  dello  Stato  e  delle  Arti,  legittimando  col 
titolo  di  Contea,  il  possesso  della  Valle  d'Amo- 
re, mentre  Astorgio  II  aveva  dilatato  i  contini 
del  suo  Vicariato  sulla  vicina  Imola  e  sulla 
Valle  de)  Senio,  —  tinche  Carlo  II  e  Galeotto, 
nell'amor  delle  arti  della  pace  e  della  jjnerra 
per  un  fatale  succedersi  di  vicende  allietate 
dal  magnifico  sorriso  della  Rinascenza,  ma 
precipitate  dall'urto  di  terribili  passioni,  era- 
no violentemente  scomparsi,  cedendo  la  si 
gnoria  ad  un  bimbo  di  tre  anni,  Astorgio  III. 
Disfatto  lo  stato  autonomo,  per  l'insaziata 
sede  di  dominio  del  Valentino,  e  l'avi  suben- 
trata la  Serenissima  di  Venezia;  ma  asceso 
alla  Cattedra  di  Roma  il  gran  vecchio  mi- 
chelangiolesco, Giulio  II,  nel  1503  mandò  in 
Romagna  a  rifar  lo  Stato  di  San  Pietro  il 
cardinal  Alidosi,  e  a  riocoupar  così  Faenza 
e  la  sua  contea. 

Il  mandato  era  assoluto:  riavere  la  città 
ad  ogni  costo,  e  gli  ingiungeva  *  ....facenti- 
tium  agìvm  devastavi....  tonnenfn  bellica  ad 
uiuros  Civilatis  conduci  facian  et  ad  desolatio- 
iifin  civilatis  ferro  flammaqiie  tanquam  cordra 
h'iereticoschrisi  ia  nae  fidei  hostes  deveniri  facias, 
ut  caeieris  transeant  in  exemplnin....  „  inti- 
mando di  non  badare  ai  mezzi  "  etinm  si 
i/itìsctimqtie  nostras  et  Sedis  aposloUcae  fucnl- 
fiifef,  et  Beati  Peti-i  palrimoniuin  expouere  de- 
linrenws.  „ 

Il  terribile  Pontefice  fa  soddisfatto:  ri- 
presa Faenza  a  Venezia,  nel  maggio  essa  rien- 
trò definitivamente  nello  stato  della  Chiesa; 
la  fanfara  rivoluzionaria  del  1790  —  duce 
Angereau  —  scosse  per  un  momento  le  po- 
jiolazioni  assopite;  il  2  febbraio  1797  la  "  bat- 
taglia di  Faenza  „  e  la  palla  del  cannone  di 
Honaparte  sfondarono  le  porte  —  ormai  apei- 
t(3  —  all'invasione  francese  che  tante  spo- 
gliazioni costò  alla  Romagna,  finché,  —  spen- 
tasi la  meteora  napoleonica  e  ristaurat;  gli 
antichi  dominii.  —  i  sussulti  generosi  della 
rivoluzione  nazionale  non  furono  "soflfooati 
nel  sangue,  di  quel  sangue  stesso  abbeve- 
ranti la  sete  di  libertà  in  che  ardevano  le 
]iopolazioni  roinatjnole. 

Furono  allora  i  tragici  episodi  della  ri- 
surrezione, i  santi  fervori  per  la  causa  della 
I)atria  comune:  I  Pasi,  i  Laderchi,  i  Caldesl 
-  a  dir  Cai  desi  si  dieta  Jiomagna,  scrive 
l'Abba  —  0  mille  altri  generosi,  coi  generosi 
d(!lle  città  sorelle,  prepararono  l'avvento 
(Iella  fortuna  d'Italia:  Il  13  giugno  1859  la 
volontà  del  popolo  dava  lo  provinolo  di  Ro- 
magna alla  terza  Italia. 


Cessata  la  signoria  del  Manfredi,  Faenza 
non  ebbe  vicende  speciali.  Dice  però  un  an- 
tico cronista,  che  i  faentini  furono  sempre 
più  proprii  ai  fatti  —  per  non  dire  più  atti 
a  venire  alle  mani  —  che  a  conservarne  le 
memorie.  Onde  da  lei  e  dal  suo  contado  la 
Valle  d'Amone  compresa,  trassero  sempre  i 
Condottieri  tenaci  e  pugnaci  soldati  ;  i  Naldi 
e  i  loro  "  Brisighelli  _  —  cosi  chiamati  da 
Brisighella,  capoluogo  della  Valle,  si  illustra- 
rono in  mille  fazioni  e  tennero  alto  il  nome 
dell'armi  italiane  contro  le  più  reputate  armi 
straniere. 

E  come  era  rimasta  memoranda  la  di- 
sfatta della  Gran  Compagnia  del  Conte  di 
Landò  alle  Scalelle,  diruto  passo  dellAppen- 
nino,  in  cui  il  valore  e  la  ferocia  dei  valli- 
giani e  l'orrida  natura  ebbero  ragione  di  mi- 
gliaia di  cavalieri  e  di  fanti  che  erano  stati 
il  terrore  d'Italia  (1358);  come  era  ancor  vivo 
il  ricordo  della  prigionia  di  Niccolò  Piccinino 
e  della  morte  di  Oddo  da  Montone  fra  Fo- 
gnano e  Brisighella  (1425)  allorché  avevano 
tentato  d'invadere  con  l'oste  fiorentina  lo 
stato  di  Guido  Antonio  Manfredi  alleato  del 
duca  di  Milano,  —  cosi  por  molt'annifu  fe- 
steggiata la  ricorrenza  di  un  sanguinoso  gior- 
no dii  San  Giovanni  del  1521,  in  cui,  in  vera 
battaglia  a  barricate,  furono  cacciati  di  citta 
gli  Svizzeri  di  Papa  Leone. 

Ma  se  l'arte  dell'armi  era  retaggio  co- 
mune agli  abitanti  del  luogo,  non  però  erano 
trascurati  il  viver  civile  e  la  cordiale  ospi- 
talità. Qui  Francesco  Guicciardini,  Preside  di 
Romagna  nel  1524,  aveva  avuto  accoglienz.i, 
festosa  ed  onorata,  qui  egli  invitava  il  Ma- 
chiavtlli  a  far  recitare  una  sua  commedia: 
qvii  infine  visse  a  lungo,  negli  orti  della  Com- 
menda Gesorobmitana,  sugli  spalti  delle  mura 
di  Borgo,  in  un  eremo  delizioso,  dimora  di 
religione  e  d'arte,  casa  di  sapiente  e  di  ca- 
valiere, quel  celebre  fra  Sabba  Castiglioni, 
ancor  così  vivo  nella  leu'genda  popolare.  Mi- 
lite dell' ordine  sacro,  ebl)e  l'amicizia  delia 
prima  gentildonna  d'Italia,  Isabella  Gonzaga, 
e  alla  sua  casa  non  disdegnò  discendere  nel 
1529,  Papa  Clemente  VII,  che  si  recava  a! 
famoso  Congresso  di  Bologna. 

Quel  frate  filosofo  ed  esteta,  autore  dei 
KieorJi  o  Animaestranienti  sulle  cose  che  si 
ricercano  a  un  gentiluomo,  innalzò  la  sua 
casa  '*  diis  immorta'ibus  et  honestae  vo- 
luptati;  „  ivi  radunò  tesoro  di  opere  d'insi- 
gni maestri  —  Donatello  e  il  Lombardi  in- 
formino —  e  si  lasciò  poi  ritrarre  in  un 
affresco  maraviglioso  dal  "  suo  „  Girolamo 
da  Treviso  "  pittore  certo  valente  e  celebre, 
presto  risoluto  e  universale  nel  colorito,  nel 
chiaro  et  scuro,  in  fresco,  a  giazzo,  ad  oglio, 
prattlco  di  paesi,  di  lontani,  di  casamenti,  di 
prospettive  sì  come  fanno  fede  le  opere  sue 
....massimamente  in  Faenza  nella  capella  del- 
la chiesa  della  Magione,  nella  quale  penso 
che  vanzasse  sé  medesimo.  „ 


[ 


CARTOLERIA  NARCISO  VESTRIl 

FIRENZE  •  Via  del  Proconsolo  •  FIRENZE 
l«il*liKXI>ll>A  OCCAiSIOXE   -   Vedi  Buoni  di  riduzione. 


ai 
1« 

Al: 
cia:< 

pò. 

Inr 
A 


urAì,  noi  150S.  FA«»ntii  j»»«oo!»#  l'oste 

i  (vni'-ttnfli!  rar.ltti»!f  Mflohr.iMtltnf 


.inni  |ic(-    l.i 
i  i»,  ftirotiu  d»'- 

uier&no  st;àtt^ 

ia    '  8iils   dello    Stelle  « 

jLÌ<i  Tentva  flrni»t«,  il  l'i 

io-.'-',  <in  11*    celebre    •  0*»ic*iwi..»i« 

■  ,  che    dal    Mumt<trl   fu    detta  una 

uA  ,  e  che  torn>  JVrrAra,  dopo  11  so- 

>  dominio  di'lla  casa   d'Este,   iti   mano 

SaiiU  Sode. 


dalla  nalum  •  dalla  enidlrlon»,  dalia  Tavr  ' 
^  dilla  Hfnrfn    t"n«Tfif!n  p«»r  jor»   rnnt"    Iin 


di  maioliche  e  '  f>i»»xari  ^  si  dissero  i  mai  > 
lioari. 

La  letteratura  stessa  n'impalroni  d»'l  f •• 
nomono.  il  Tiissont  vestti  di  maiolica  11  dr;i|i 
pello  faentino  andato  in  soccorso  de'bol<>- 
uncii  per  ricon'|ulstare  la  Serrhìn  rapita,  o  II 
Lippi  a'iornó  *  </•  $Ma>(dica  tvthil  di  Ftt^Mzn.  . 
Ijé  spogli*  e  i  ffonteMpizii  ^  della  (ialleria  dvll- 
Naiadi  del  suo  MalinantUe. 


Tìz.  2.  -  FoxTAVA  worJxnxMSTtiLS.  ni  Faenza  rxkVQvnxi  \  n 


UICKMBB£   1620. 


«  In  uno 

ria.  dò 

di    lavo- 

iiuliCJirl  quelli, 

■  ~  .  ;...  uomo  che  aep- 

re  di  fronte  ai  raggiante  peusiero 
V  bellissima  ori;,MU«iità  del   pro> 

i'""    !••  "-,•!.». 

I  majolicari  oondas.sero  il  nome  di  Faen- 

ra  alls  n^riorte  d»  tnrtf,  »*d.  entrando  il  600, 
'  '  l>ellezza 

gli    og- 


Che  tale  art..*  fos.^e  poi  rimunerativa,  or 

assicura  fra  T.'^-aniro  Alberti  (1^«(M,  p:irlan 

di   '*        ■  .  .    :  -..--- 

d.  „      .       ■ 

nta4iit,  t  jjiiijoim  <<jn  diietjsi  C't'uiu  e  fijme,  ■ 
tengont»  il  primato  aopra  tiUti  li  altri  vaxi 
terra  cotta  d' Italia:  e  credo  eh-  »t  Plinio 
veM'T,  li  lodarebbe  sopra  tifili  gì' nitri,  etian' 
gV aretini.  Dì  questi  casi  ne  cacano  i  faenn. 
conducen'toli  in  qua  et  in  là  per  Ftalia,  e  tu'i 
siine  a  holojna,  gran   deiuiri.  Onde    tni   di- 
uno  di  essi  Artefici  eh*  noi  unente  nella  riyi 
dell'  A  *ce astone  delta  Ma-ìoniut    in  Bologna  ne 
traslte  di  f^si  rasi  .HOO  durali  d' oi-o  et  altri  chi 
CO.  ih'   in  ^  ,hì  it'iH  e  chi  in^no,  sti-ondo  V te- 


^  Ber,  ^ 


t)' altronde  la  stessa  legge  locale  assecon- 
rtava  questo  sviluppo:  gii  statutari  del  1527, 
continuando  la  logislazioneaiiteatta,  prosegui- 
loiii)  il  loro  favore  ai  "^  fijiUÌ.  „  purché  non 
«  -iorfitassero  prima  di  essere  "  matricolati  ^ 
astringendoli  audio  con  giuramento  (però 
non  più  di  una  volta  l'anno!)  a  far  vasi  de 
hono  lìito  et  non  de  li  ino,  acciò  durassero  e 
resistessero  al  fuoco.  Il  Comune  riconobbe 
così,  e  si  feoo  paladino  e  diffonditore  di  tale 
bella  fioritura  d'arte,  e  poiché  era  suo  co- 
stume a  principi  e  cardinali  esser  largo   di 


dine  del  partìcotar  tustt'o  dato  a  detta  fahhrlón 
a  gloria  della  citlà  ^  il  quale  stanziamento  si 
ripete  negli  anni  successivi,  riducendosi  poi 
a  30  scudi  romani,  qualcosa  più  che  150  lire. 
E  tale  arte  tradizionale  si  mantenne  at- 
traverso vicende  liete  e  tristi:  divenne  nel 
sec.  XVIII  e  XIX  vanto  precipuo  della  nobil 
Casa  Ferniani,  in  cui  quasi  s'infeudò,  sin  che 
risorta  a  mezzo  il  sec.  XIX  per  opera  del  Fa- 
rina e  del  Berti  —  questi  ancor  vivente  e 
per  mezzo  secolo  maestro  e  consulente  di 
tutta   la   produzione    artistica    locale    —  ac- 


Flg.  3.   -   EVANOEUSTA   TOHRICELLI   (1608-1647). 

(Slampa  del  tempo,  favoritaci  dal  prof.  Antonio  Berti  di  Faenza). 


ospitalità  e  cortese  di  doni  —  salvo  mostrare 
nccorrendo,  le  unghie  del  suo  leone  —  così 
icgaiava  gli  ospiti  illustri  di  illustri  presenti, 
piatti  col  leone  faentino,  anfore  e  bacili,  cre- 
ili'iue,  come  allora  si  diceva,  con  l'arma  del- 
l'onorato. E  tali  maioliche  riportavano  la 
palma  anche  suU' argento. 

Più  tardi,  alla  line  dei  settecento,  troviamo 
iK^lle  "  'rah(!lle  „  ossia  bilanci  del  Comune, 
delle  partite  signiticative:  cosi  nel  ITfs'J  è  sta- 
bilita una  elargizione  di  scudi  3t>  "  al  diret- 
tore della  f\iUl/iitU  dtlUì  maiolica    in    gratitU' 


oenna  ora  a  progredir  nuovamente  ed  è  an- 
cor vivo  il  ricordo  dei  meritati  trionfi  dell-' 
maioliche  faentine  alle  ultime  Mostre  —quella 
di  Uavenna  del  1V>04  e  rinternazionaie  di  Mi- 
lano del  190(5  informino. 


Nel  1908  ricorrerà  il  III  centenario  di 
Evan^'olista  Torricelli,  e  sarà  celebrato  a 
Faen2a  con  speciale  solennità.  Eruditi  e  di- 
lettautl  si  accapigliano    ancora    sul    mistero 


luogo  i*.l  nMrtt*  «leirinTonforw  di»l  Raro- 

•ru.  o   p<>it;;^iii..  Julia. /.i   <^    tnioVi    o  T«-;>-l 


Iti... 

Il  .'!. 

che  iiiAiktA  « 

Il  !a  tv\i*i    Uel  suo 

bftttcsluio.  il  ; 

umt'iito  a  proTare 

ove  effU  Bla  < 

•  ■"••■    "•••!  toylio 

però  che  1»  ' 

scieii 

Alatosi*  Incon 

'  .'>  nato 

il    1&  oUubif 

.V    ,» 

Fnutoeeoo  ne  ; 

rere  ti*  Rnm.i 

•  I 

ni; 

p, 

Ba- 

' per  oia,  uulU  sappiamo 

sti 

.1  non  ninncano  gli  ar- 

g..: 

...;c  Che  80  egli  non  è  nato 

a  }                      artlene    a   famiglia  indubbia- 

n».                    * 

, ,  . , 

'i  straordinaria  dif- 

fQ>.,  :,. 

:io  faentino,  della 

fan.  _• 

•mi   più    o    meno 

oi.r 

;••    toponoma- 

•ti 

•he    75   anni 

(i:. 

:  /.a   Giti  e    l'io 

p«ri>^>i)o  chtì  i 

i.uguome,  meutie 

risalendo    coi 

al    principio    del 

•ec.  XIII.  tro\... 

...     :e  nel  1205  un  /chim- 

m09  Tmricie,  Kel 

1375  e  già  morto  un  altro 

ei»»ammi  de   Ttn-im^Ua  da  Pèur^n/a  6 fila  soola 

ji   ^^  —    j     ,1 

-    *     '      -  '^      -"      ^    "          'l're 

V.1  o   pm 

fr.  oi  con- 

du<  pò,  per 

cinque  i^i-ncrd7tc*u)  ^kh'affutU  ù  l'uiictila,  l'avo 
di  Giovanni  Evan^^elista,  l'inventore  del  Baro- 

«Saele  non  troviamo  altri   nessi  gè- 
direifameMle  procedenti;  ma  le  no- 
>w»T  iMrtt-  ci  dicono  esser  stato  un  Al'^iisandro 
di  BafTac'le  che  poi  vesti  l'abito  canialdolesf* 
ool   nome  di  Don  Jacopo.    <*   una    l.-icoha   di 
Raflliele  sorella  di  Al  .^ 

sconosciuta.   Il  gran  i 

appunf"  liti  rxiS.  -. 

li*'  '  il  don 

Ja>  'dama 

«tr..        1  _:       .:._..      ..         .        .he   Ga- 

spart;  »ta  Ugli<i  di  Kadaciv  e  trateliu  quindi 
di  don  Jacopo  «Alessandro)  di  Jaooba  e  de- 
gli altri  *'-■''  '«■   «■■*▼•'      «■    • -  • '•'■•;n 

In  altra 
che  ri  ] 
ri*' 

ai>. 

e 

ca- 

ai") 

Infatti  il  Dotaru  •ia^eriace   essere    qu- 

è  chiamato  a  rogare  il  11  ottobre  Ita 

renz<>,  nel  pai»"-    i-- \t../iici  "  in  viu  ... 

mansione  ubi  >>  -  rìpUm  domtntia  te- 

l'itor  ,  le  ultii.  '.A  Prudente  e  molto 

Illtistrt  signor  >,'';»../'  -.-a  <iW  quondam  G»- 
mpat-o  Torricelli  da  Faenza  eceeUeiUisnmo  ma- 
tematico e  filosofo  d^l  A^renissimo  Gran  Duca 
'.   Toscana;  —  la  tavola  fanebr*  forta  in- 


cise le  parole  •  Kr/^tufsìlstri  Tn-rìc^ttìiu»  f.itu- 
.*iii»'».  .   t»'a!tr.)ude  i  suol  rnnt«'m|)ur.\iicl  c<. 

I  suol  m«»dl  ■ 

pnrlare,  n 

II  \ila.  qu«l; 

hloi'U  e  K'ii  altri  ora  risultali  d>tUe  uii 
i*erche.  *v  u<«  danno  inoppa;;nabile  ci 
l'Io  non  può  e!«dudere.  natui-almento.  ;.  ,...,> 
di'lla  sua  nascita  in  altro  luogo  che  a  Faenza, 
per  una  aocldontalità  qualunque. 

Intanto  di  lui  t-ertamonto  sapii'amo  che 
qui  nato  o  venuto  )>ambino  e  allt  lato  for-' 
alle  curo    della    zia   Jacoba,  studio   sotto    li 
Ilo   zio   «'amaldolese;  indi    p<! 
.scuola  d<d  Gesuiti  ;   o    qui    i 
imo  al  1025,  poiché  In  un  docui: 
aiiaui.i  Ignoto,  lo  rinveniamo  fungere  da   t' 
stimonio  ad  un  ri>;;ito  stipulato  nella  parroi' 
chia  di  Sant'Ippolito  il  »  novembre,  mentre 
lo  sapevamo  giù  presente  ad  un  atto  di  ma- 
trimonio   celebrato   il   25   giugno    dell'anno 
stesso. 

Forse  nel  1620  si  recò  egli  a  Roma,  ali  > 
studio  del  celebre  Padre  Castelli,  e  ne  diventi' 
segretario  e  por  breve  tempo,  anche  sosti 
tuto.  «'olà  e^Ii  apinese  a  venerare  (ìalileo  • 
a  seguirne  il  metodo  e  la  dottrina.  Nel  1641. 
il  Castelli  presentò  a  Galileo  due  opere  del 
faentino,  dove,  seguendo  le  proposizioni  con- 
tenute ne' Dialoghi  delle  Scienze  Nuove,  il 
Torricelli  dimostrava  teoremi  originali.  Si 
compiacque  il  gran  Cieco  di  Arcetri  del  gio- 
vane che  Ri  gloriava  di  essere  di  profexsio»- 
e  di  setl't  galilnisln,  ne  comprese  il  genio,  . 
lo  Invitò  a  recarsi  presso  di  ini  per  eonfifri. 
gli  aldine  relii/uie  di  pfiutieri  tnateinatici  > 
fiMÌci,  per  potere  col  »>tn  aiti  o  ripu/irifli.  Il  Tor 
ricelll  accettò  con  entusiasmo  l'invito,  e  .'«i 
ridusse  a  Firenze  il  10  ottobre  1641,  ma  per 
pochi  mesi  soltanto  potò  godere  della  com- 
pagnia dello  scienziato  sommo. 

11  *  nostro  Vecchio,  come  lo  chiamano,  scri- 
vendosi, il  Castelli  e  il  Torricelli,  mori  l'S  gen- 
naio 1642,  e  questi  ne  fu   elette   suocessor* 
allo  studio  floreutino,  quale  lettore  di  mate- 
matiche, e  filosofo  e  matematico   del   Gran- 
duca. L'anagramma  del  tempo  *  Eh  rirescit 
Oalileus  alter:  Evangelista  Turricellius  „  ci 
riassume  la  grandezza  del  filosofo  faentino: 
in  quanto  che  egli  ampliava  la   dottrina    di 
.\rchiiuede  con  i  trattati  geometrici  dei  solidi 
sferali  e  iperbolici,  con  la  quadratura  della 
cicloide  e  di  altre  curve,  completava  i  teoremi 
galileiani    d' idraulica    e    ne   perfezionava  il 
cannocchiale,  inventava  il  microscopio  a  pal- 
line e  con  la  scoperta  del  peso  dell'aria  (1643) 
—  d'onde    il   barometro   —  consegnò   il   suo 
".i  storia  e  lo  diffuse  pel  mondo. 
IO  cosi  rivendicati  allo    spirito    del- 
•  serene  bellezze  della  ra^rioiie,  col 
re  il  tenebroso  principio  d^'llorron- 

11    SMltatit)    grande    matematico    • 
:•  con  la  vastissima  sua 
.1  —  che  tanto  giovò  al 
<"    piena    lotta   ,'!""r  » 
COI  -'lenza:  —  «•, 

par'  dotta  briga? 

fr.'s  ■    -    -^    '-- 

nel 
tue 
fra  le  l.e-c 


e  le  alle -rL-  cjmiueJie  e  1^ 


B()8  — 


Olegaiiti  e  argute  dispute,  avrà  foi-se  compo- 
sto Il  Torricelli  quell'epiijframma  sul  Ponte 
fli  Pisa,  fatto  e  tosto  crollato,  epigramma  che 
è  riuuisto  iiinlto  celebre  e  che  si  annovera 
l'ia  le  poche  sue  opere  letterarie  (F;g.  4). 


Ahimè!  un  destino  strano  e  doloroso  gravò 
su  quest'uomo  e  sull'opera  sua!  Colpito  qua- 
si improvvisamente  dalla  morte  alla  Corte 
granducale  (2ó  ottobre  UHI)  sul  trentesimo- 
nono anno  di  sua  vita,  nella  pienezza   della 


PX 


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Kl'IOKA 


MMA   AUTOGIIAFO   DEL    ToilKICELLI    SULLA    ROVINA   DEL   PoNTE   DI   PlS.V, 


Ve  l'onte  Pivis  refe<to  anno  Vìi /,  qui  non- 
iììim  perfectuin  curruif,  Alessandro  liartolotto 
nfniclurae  praeferto,  tet/Hfinla  FenUnandtì  II 
Elritriae  Magno  Z>»«r  et  U'bimo  Vili  l'otitìlke. 

J'Wit  Alexitndm-  ponte»),  (ot  ntiliihns  iitiitm 

Quem  ci/o  pr  lerìpìtem  magna  riiiua  dedìt, 
Kcchttnure  lihet  finnt  ifi  tum  male  pontes, 
O  Nortifn  miilog  tempora  potitificea 
^caiiyetiulu  Torricell..tt  Muihe.n:itic(iniiii  Fior, 
[l'rufessor. 


mentalità,  mentre  con  l'opera  attiva,  illumi- 
nata avrebbe  portato  la  scienza  a  prodigiosa 
altezza,  -  racco^nandò  la  povertà  dei  suti  fra- 
telli, e  le  sue  opere  per  la  stampa;  ^  e  proi- 
bendo la  pompa  del  funerale,  desiderò  "  e 
con  molestia  V accennava,  onorata  sepoltura,  e 
quando  altrimenti  non  fosse  giudicato  meglio^ 
pregò  impetrarsi  quella  de' Canonici  di  ^an  Lo- 
remo.  „  Ma  non  parve  bene  al  Granduca 
"  cimentarsi  con  il  signor  Pri.re  di  San  Lo- 
r  /<cj  e  Ca.ion'.ci  ptr  farlo  mellere   ntUa  loro 


GIOSUÈ     CARDUCCI     1885  {Fot.  Giacomo  BrggiL 


:u;0  — 


Luì  vua. 

Il  OrAttduom  commise  allo  scultore  Fog- 
glni  II  i.K.f.i  .io|  mstemsUco,  che  tanto  ne 
aT«  la  Corte,  ma  sppxr.atosi  11 

m«  ro  la  cosa  non  procede  oltre, 

e  la  ii)einori.i  dell'uomo  insigne  rimase  ne* 
gletta. 


tii  «'iioiu  dt'Uu  sin- 

golare monito  .1  Mintili 

PIÙ  tflrdl  nel    1 i i    j o  al- 
cuni  lavori   del   gl'inde  iaentlno.   altri    più 
tardi  ancora  ne  uscirono  nel   IH49,  flnohA  II 
Ghlnassl  nel  IsCi.  In                       .   ..- 
razione  del  moniitm  ; 
dallo  8<Miltore  Torali.i 

Vita,  alcune  lettere,  il   catalogo   d.llu   oiicro 
a  stampa  0  l'elenco  del  manoscritti. 


Flg.  6.   -   MOXCMEXTO 

▲D  Etavgkusta  Tobuickuli  is  Tazsza. 


Né  miglior  sorte  ebbero  lo  sue  opere. 
Mentre  taluni  non  si  erano  peritati,  lui  vi- 
rente, di  arrou'arsl  le  sue  scoperte  ed  egli 
stesso,  nel  morire,  temè  che  altri  non  se  ne 
api'  to,  e  raccomandò  che  di 

tut  <>omplesse  un  esatto  re- 

j-'i-t  -Nbe  incarico  dallo  stesso 

Gr.i  .riiriie  l'edizione,  sopravvisse 

di    :  anni  ai   Torricelli,  né  potè  o 

tr  ordinarie  tutte  per  la  st.irapu. 

i\i«u«  «luuidi  attendere  il  1715,  in  cui  ne 


Nel  1903,  al  Congresso  intemazionale  dello 
Scienze  Storiche  in  Konia,  il  prof.  Teoria,  rie- 
vocando la  flgnra  del  grande  dimenticato 
dalla  scienza  ufficiale,  dichiarava  essere  do- 
vere della  patria  italiana  ed  impresa  nazio- 
nale la  pubblicazione  de' manoscritti  Torricel- 
lianl.  Il  voto  trovò  eco:  il  Comune  di  Faenzii 
si  renderà  cosi  editore  dell'opera  del  sommo 
figliuolo. 

Contemporaneamente  saraimo  celebrato 
con  solennità  e  col  consenso  e  la  simpatia  di 
lutto  11  mondo  di  scienza  e  d'Intelletto  que- 
ste nuove  *  Saecularia  „  che  scioglieranno  11 
debito  che  la  città  natia  e  la  patria  comuno 
hanno  verso  il  sommo  scienziato. 

Il  Congresso  Internazionale  di  Fisica,  la 
Esposizione  del  Barometro  e  delle  applicazioni 
degli  studi  del  Torricelli  alla  fisica  moderna, 
saranno  associati  ad  una  Mostra  Keglonale  per 
l'industria,  con  una  sezione  retrospettiva  per 
le  Ceramiche,  una  Mostra  nazionale  d'agraria 
e  la  Prima  biennale  romagnola  d'arte. 

Intanto  ferve  l'opera,  e  Faenza,  insieme 
con  tutta  Romagna,  dimostrerà  come  nelle 
feconde  lotte  del  lavoro  e  nell'alte  idealità 
del  pensiero,  nella  vivezza  del  desiderio  e 
nella  gagliardia  dell'  attuazione  stiano  la  ci- 
vile rasfione  della  vita  e  la  serena  bellezza 
dell'operare,  la  ferma  speranza  di  un  dive- 
nire più  lieto  e  la  tranquilla  dignità  del  com- 
piuto dovere. 

Faenza,  aprile  1907. 


ARTRITE 


MìSOHt   DI 


ANNUNCIO      DI     FRONTE 

;i.     ALL    INDICE     GENERAI 


< 

5UARITA    RADICALMENTE     1 

CON    1  CELEB  R  1                         | 

ri 

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ir.i 

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j 

1 

Casa  dovb  è  nato  Giosuè  Cakducci  a  Valdicastello. 


GIOSUÈ  CARDUCCI 


L'Italia  ha  perduto  quest'anno  il  suo 
grande  poeta. 

Giosuè  Carducci,  nato  11  28  luglio  1835  a 
Val  di  Castello,  frazione  del  comune  di  Pie- 
trasanta,  nella  Versilia,  discendeva  dalla  fa- 
miglia Carducci  di  Firenze,  che  aveva  dato 
il  gonfaloniere  Francesco  Carducci  alla  Re- 
pubblica quando  questa  venne  aggredita  e 
spenta  dal  Papa  e  dall'  Imperatore.  Il  dottor 
Michele,  padre  di  Giosuè,  conservava  gli  ar- 
denti spiriti  repubblicani,  fu  carbonaro  e  par- 
tecipò ai  moti  toscani  del  1831;  e  però  ebbe 
a  soflfrire  prigionia  e  persecuzioni.  Per  avere 
un  po' di  quiete  dalla  polizia  granducale  ab- 
bandonò la  Versilia  e  si  recò  ad  esercitare 
l'arte  sua  in  Maremma,  a  Bolgheri,  frazione 
di  Castagneto,  feudo  dei  conti  della  Gherar- 
desca.  Qui  11  dottor  Michele  rimase  undici 
anni,  sino  al  1849. 

Quale  vita  conducesse  il  piccolo  Giosuè  In 
quet-'ll  anni,  che  furono  la  sua  triste  prima- 
rem,  raccontò  egli  più  tardi.  Sino  a  quattor- 
dici anni  non  ebbe  quasi  altro  maestro  che 
suo  padre,  11  quale  altro  non  gì' insognava 
che  latino;  ma  un  po' per  l'indole  sua,  un 
po' per  1  doveri  di  medico,  gli  lasciava  mo^^a 
libertà  e  molto  tempo  per  leggere. 

E  così  lesse  e  rilesse  1  Promessi  Sposi  (suo 
padre  era  un  manzoniano  fervente),  poi  Vllia- 
de,  V Eneide,  la  Gerusaìcmme,  In  Storia  Rumnnn 
del  Rolliti,  la  Storia  della  involuzione  fran- 
cese del  Thiers:  1  poemi  con  iiielTabile  rapi- 
mento, le  storie  con  un  serio  oblio  di  tutto 
U  resto.  Invasato  così  di  ardore  epico  e  di 


furore  repiibblicano  sentiva  il  bisogno  di  tra- 
boccare il  suo  idealismo  nell'azione;  e  per 
ciò  in  brigata  co' suoi  fratelli  e  con  altri  ra- 
gazzi del  vicinato,  organizzava  sempre  repub- 
bliche, e  repubbliche  sempre  nuove,  ora  rette 
ad  arconti,  ora  a  consoli,  ora  a  tribuni,  pur- 
ché la  rivoluzione  fosse  la  condizione  nor- 
male dell'essere,  e  cosa  di  tutti i giorni  l'urto 
tra  i  partiti  e  la  guerra  civile!  Quando  poi 
le  chiassate  passavano  il  sepno,  compariva  la 
faccia  burbera  del  padre  che  condannava  il 
figliuolo  a  lunghe  prigionie,  dorante  le  quali 
non  poteva  leggere  che  libri  ascetici,  o  quasi, 
che  per  lui  rappresentavano  la  mortificazione, 
la  solitudine,  la  privazione  di  libertà  e  d'aria 
e  di  combattimento,  la  fame  delle  grandi  let- 
ture, un  nuovo  carcere  tertulliano. 

Giunse  il  1848  e  il  dottor  ISIichele  si  buttò 
nella  rivoluzione.  Ma  venuta  la  reazione  egli, 
uomo  libero  e  battagliero,  facile  ai  litigi  in 
un  periodo  di  umori  così  diversi  e  divisi,  do- 
vette trasportare  le  sue  tende  prima  a  Ca- 
stagneto, poi  a  Laiatico  e  infine  riparare  (1849) 
a  Firenze,  dove  la  famiglia  si  allogò  in  una 
povera  casa  in  fondo  di  via  Romana,  segnata 
del  n.o  1843.  I  figliuoli,  Giosuè  di  14  anni, 
Danto  di  13  e  Valfrodo  di  8,  furono  subito 
messi  alle  Scuole  Pie. 

Compiuti  nel  1852  i  tre  anni  di  studi  se- 
condari agli  Hcolopii,  Giosuè  andò  colla  fa- 
miglia a  raggiungere  il  padre,  che  l'anno  in- 
nanzi era  andato  medico  condotto  a  Celle 
nel  Monte  Cetone.  Quivi  potè  abbandonarsi 
In  piena  libertà  ai  suoi  studi  letterari  asse- 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Onegiia  sono  gli  unici  perfetti. 


infiiir' 


DIANA   GIUNTINT 


NATA  NELLA  TERRA  DI  SANTA  MARIA  A  MONTE 

1>!    ri^^    !»io  CULTO   DA   DCXXVIII    ANNI    VENERATA 

E  CON  FESTA  SACRA  E  CIVILE 

NFI  ni  \III  \IV  APRILE  MDCCCLVII 

ONORATA    SOLENNEMENTE 

ODE 

DRDICATA   ALLA   ILLlSTRISSim   SIGNORA  MARCHESA 

MADDALENA  BOURBON  DEL  MONTE  NATA  PUCCI 

PUSSIM.A   BENEFICENTISSnU 
INSIGNE   d'ogni   CRISTIANA    MRTÙ. 


wui  dove  »rTÌ<ìf  I  fortunali  clivi 
Perenne  aprile  e  1'  aure  molli  odora 
E  ondeggiai)  messi  e  placido  d'  oli\  i 

Bosco  s' infiora. 
Qoftndo  pie  voglie  e  be'coslunù  onesti 
Erano  in  pregio  e  cortesia  fìorìva 
Le  losche  terre,  qui  l'uman  traesti 

Tuo  giorno,  o  diva . 
E  ti  fur  Tanto  gtì  amorosi  alTanni 
Onde  nutristi  a  Dio  la  nova  etate, 
E  fredda  e  sola  nell'ardor  degli  anni 

Verpnitalc. 
Pur  risplendeva  oltre  il  mortai  costume 
La  dia  bellezza  nel  sereno  viso. 
E  dolce  ardea  di  giovinezza  il  lume 

Nel  tuo  sorriso. 
Te  in  luce  aperta  qui  l' eteree  menti 
Gimolar  prima  di  letizia  arcana: 
Poi  te  beata  salutar  le  genti. 

Alma  Dfana. 
Onde  a  te  dotta  dell  uman  dolore 
n  noatro  canto  e  prece  d' inni  ascende; 
E,  pieno  Fa  ira  e,  di  votivo  onore 

L'ara  ti  splende. 
A  te  rindoslre  open  oeata:  mm 
A  le  il  tra^-agiio  delb  vita  e  Ttff% 
>'oia:  si  spande  per  le  vie'festoM 

Turba  e  s'ailegva. 
Esulta  il  gregge  nell'erboso  piano: 
Disciollo  il  bove  nfKM-mora  un  muggilo:  j 
E  so  raratro  ancor  dal  SBko  attrìlo 

Canta  il  villano. 
Deh  sii  presente:  il  tuo  terren  natale 
A  te  t'adorna,  ed  al  tuo  piede  intanto 


TANMIMATO 
sroircRu  rucxmtt 


Gigli  sommette  e  rose  e  l'immortalo 

Fior  d'amaranto. 
Deh  sii  presente:  e  ne'conrilii  sanii 
Se  nostra  dirli,  o  buona,  anco  ti  gio\a, 
Del  gcner  tristo  e  degl'infermi  erranti 

Amor  ti  mova.  Ip-ll 
Odi  le  caste  vergini:  il  lamento  L— -, 

Della  canuta  clatc  odi:  e  su  'I  pio  IfLlI 
Vulgo  com'aura  di  benigno  vento       L— i 

S^)ira  da  Dio.         THl] 
Ruinan,  vrdi,  a  soffrir  lutto  audari     L^ 
Le  menti  um.inc  in  dis|H'rata  guerra  .     jji] 
E  delle  furie  le  sanguigne  fari  L~:J 

Corron  la  terrn:  jnjl 
Odio  e  furore  i  torvi  animi  avvani|i.i  V — 
E  ciechi  mena  con  la  sua  rapina  \t\\\ 
Ove  pietate  è  in  bando  o\c  s.'a(Tani|i,i    \_' 

L'ira  divina;  Hill 

Erra  in  ombra  di  morte  e  le  vitali  [ILI 
Fiamme  rifugge  la  mortai  cagione:  r~n| 
E  di  pensieri  fervo  e  di  pugnali  iLlil 

Bieca  tenzone.  rrn] 
Ma  noi  pio  gregge  a  le  su  '1  puro  altare  \Qi\ 
Voli  mandiantO  a  cui  pietà  risponde.  ^— il 
Ragguarda,  o  buona;  ai  ligli;  e  sienli  care]Dl| 

l>e  nostre  sponde,  t^ 
Volgi  sereno  a  questi  campi  il  sole:  Ip-lj 
Benigna  assisti  a' focolari  aviti:  ==1 

Multjplicata  invochi  te  la  prole  ||l[| 

Co*  paini  riti.  tri 

Qui  delle  caste  menti  ama  il  governo:  filil 
Qui  sanU  e  madre  al  popol  tuo  li  mostra:!-— ^ 
Né  a  danno  irrompa  qui  possa  d'i nfemo,|ffl| 

Te  duce  nostra.     U?=j 

PEL  OOTT.  CtOiVi  CAROUOa  |BJ,| 


Uha  dkixx  pana  poeuz  a  nuak.  del  Cabocccz. 


-  372  - 


condando  le  sue  attitudini  di  erudito  e  di 
artista,  passando  altresì  a  comporre  odi  saf- 
tìche  o  alcaiche,  sonetti  burleschi  e  satirici, 
e  anche  poemetti  romantici. 

Sulla  tìne  del  1853,  vinto  per  concorso  un 
posto  gratuito,  entrò  nella  Scuola  Normale 
di  Pisa,  scegliendo  così  per  la  sua  vita,  la 
carriera  dell'insegnamento.  A  quei  tempi  né 
ginnastica,  né  scherma,  né  biliardo,  né  altro 
giuoco;  ma  oh  le  riunioni  clamorose  e  gio- 
conde, che  erano  per  Giosuè  —  dice  un  suo 


per  tutto  il  tompo  che  duro  iVpidemia,  S'tl 
dopo  la  metà  del  settembre,  qume  presidente 
d'una  Commissione  d'assistenza  pubblica  no- 
minata dal  Municipio.  "  Come  è  dovere  di 
buon  cittadino,  scriveva  egli  allora,  misi  da 
una  parte  la  vita  meditativa  per  la  attiva,  la 
quale  come  c'insegna  il  nostro  crran  Leopar- 
di, è  più  degna  e  più  naturale  all'uomo  che 
non  sia  l'altra,  E  così  farò  in  ogni  circostanza 
in  che  il  bisogno  pubblico  lo  richieda,  avendo 
io   dato  studio  alla  vita  meditativa  a  punto 


^•-l^^-^-^^^^-^ts^' 


^/-^^^^cW,    a^ '^u-z^^.^'^-'T^^ 


condiscepolo  —  il  divagamento  più  grato;  le 
disou.ssioni  interminabili  cogli  altri  collegiali, 
sul  Manzoni  e  sugli  altri  poeti  moderni,  facendo 
<^ssi  stessi  il  ponce  bianco,  che  sorseggiavano 
'i  allegramente  tra  I  più  svariati  e  gioviali 
uscorsi  e  sollazzi!  Prese  la  laurea  nel  1855, 
i!  nel  1866  il  grado  di  magistero  con  una  dis- 
sertazione sul  tema  da  lui  svolto:  "Dell'in- 
fluenza provenzale  sulla  lirica  del  sec.  XIII  ,. 
A  Pian  Castagnaio  nell'agosto  1866  era 
scoppiato  11  colèra,  e  tllosuè  che  era  colà  in 
vacanza,  messi  da  parte  i  suoi  classici,  si  die- 
de ainma  e  corpo  alla  ciira  dc^li  ammalati, 


perchè  l'attiva  ci  era  vietata  dalle  condizicnl 
del  paese  nostro  infelicissimo  „. 

Nell'autunno  del  1856  era  a  Santa  Maria 
a  Monte,  dove  intanto  il  padre  aveva  avuta 
la  condotta  medica,  quando  per  le  vivissime 
raccomandazioni  delle  autorità  scolastiche  di 
Pisa  ebbe  un  posto  d'insegnante  nel  Ginna- 
sio di  San  Miniato  al  Tedesco.  Quale  vita  vi 
conducesse  si  può  leggere  nel  suo  briosissimo 
scritto  :  *  Le  risorse  di  bau  Miniato  al  Te- 
desco „. 

Vin.se  poco  dopo  il  concorso  a  una  catte- 
dra nel  (Ginnasio  municipale  di  Arc/./o;  ma 


Ulcerazioni  varicose, 


eczemi,  eritemi,  ec,  con  medicature  locali  non 
possono  guarire,  poiché  bisogna  curare  la  causa, 
cioè  la  malattia  o  debolezza  dello  vene.  Ciò  si  ottiene  solo  mediante  la  cura  ra- 
dicale medica  (unica  al  mondo)  del  Dott.  Stefano  Jioloi/n-se  (Casella  postale  502,  NA- 
POLI). —  Opns(ìolo  illustrativo  a  richiesta.  Vademecum  (100  pag.  ili.)  Lj.  1.  — 
Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  principali  lin;,'uc. 


-  373 

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mpormncamer.te, con  altri 


monti  " 

traduci., , * ,     . 

kIo  di  commenti  alle   poesie  del  Carini,    <1 
Fosoolo  e  del  Leopardi. 

'       juelli»  stesso  tempo  (18661  la  giovano 
1   prese  nome  di  Amici  pedanti.  Chi  ìm 
<•  COSI  fu  uno  degli  amici  stessi,  G.  T. 
(iur^^iini,  con   ano   scritto  audace  e  imper' 
uente  (son  parole  del  Chiarini),  dove  per 


BlTBATTO   DI   Ti: 

ffià  proptieià  di  J«*0Ì«  WMite  Mario  0  da     ■ 

amici,  artlooli  di  Tarla  letieratara  nelle  Let- 
ture  di  famiglia  d<>l  Tbcoar.  Diede  pare  alla 

Imv,  col  tij.  lo  L'Arpa  del  pojto/a,  ana  *  scelta 
di  p<.)es;.>  r.'ligiose  morali  e  patriottiche  ca- 
.  ite  dai  nostri  autori  p  accomodate  all'intel- 
.:enza  del  popolo,  con  annotazioni  ..  (Flren- 
-,  tip.  Galileiana,  1^55):  volarne  di  cai  ebbe 
la  commissione  Ho  sappiamo  da  una  lettera 
del  padre  sao»  da  "  an  novero  di  dotti  reli- 
giosamente civili  ..  Ma  le  vere  prove  lette- 


L- 


M>lotu>. 


(età,  del  classicismo   nelle  lettere  si  attacca- 
vano e  si  sbertavano  sotto  11  nome  di  roma" 
ttcl  tatti   quelli  scrittori   grandi  o  piccini 
mediocri  che  essi  giudicavano  contrari  al  lo. 
concetto  della  italianità  delle  lettere,  che  non 
adoravano  come  essi  gli  aatori  greci  o  latini. 
Quello  scritto  ("Diceria  sai  poeti  odiernissi- 
mi.l   tirò  addosso  ai  Garganl  un  diluvio  di 
critiche  acerbe,  d'impertinenze,  di  motteggi 
da  tutti   i  giornali  fiorenti::!  d'allora.   Figu> 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


—  374  — 


rarsl  se  gli  amici  pedanti,  solidali  col  Gar- 
gaiii  si  tacquero  I  Le  poletniche  vivissime  che 
seguirono  racconta  anch'  egli,  il  Carducci, 
iicde  Confessioni  e  battaylie  (Opere,  voi.  IV). 
A  San  Miniato  pubblicò  una  prima  rac- 
colta di  sue  poesie  (liime  di  G.  C,  Tip.  Ristori, 
1857),  sulle  quali  i  giornali  e  i  giornalisti  av- 
versari degli  amici  pedanti  si  gettarono  rab- 
biosamente, facendone  uno  strazio  bestiale; 
ed  ICgli  bi  difese  da  par  suo,  in  i)rosa  e  in 
versi.  Ma  se  per  quel  libriccino  piovve  sul 
capo  del  giovane  poeta  così  gran  diluvio  di 
mele   marcie   delia   cifica  conciti adina,  su  di 


esso  posò  benigno  lo  sguardo  del  Guerrazzi; 
e  la  reputata  hivista  contemporanea  di  Torino 
vi  trovava  un  preludio  di  gloria  novella  e 
gran  lode  per  lui  che,  mentre  tutto  declinava 
a  pravo  costume,  sapeva  durare  co'  pochi 
nell'operosa  virtù  e  nella  carità  della  patria, 
Faldo  tra  gli  ozi  codardi  e  la  pressura  de' forti 

Io   scherno   de' vili,   vincendo   ogni   prova 

Ila  fede  d'un  tempo  migliore. 

Era  da  poco  venuto  a  Firenze  quando  fu 
colpito  da  un  primo  grave  lutto:  suo  fratello 
Dante  che  egli  amava  teneramente,  si  era 
ucciso.  Il  padre  affranto  dal  doloi-e  non  potè 
I>lù  riaversi,  e  pochi  mesi  dopo  segui  il  figliuo- 


lo nel  sepolcro.  "^Ed  Io  non  l'ho  visto  prima 
di  morire  (dice  11  poeta  in  una  straziante 
lettera  al  Chiarini),  ed  egli  non  ha  visto  me; 
e  gli  occhi  suoi  si  sono  chiusi  desiderando  i 
figlinoli  lontani,  ed  è  morto  pensando  che  li 
lasciava  soli  e  dispersi  nel  mondo,  e  che  forse 
la  sua  povera  vedova  può  mancare  anche  di 
pane,  e  che  forse  andremo  tutti  mendicando: 
non  aveva  ancora  ciiiquatit'anni.  Non  è  potuto 
sopravvivere  al  suo  figliuolo!  „ 

Non  perciò  si  perdette  d'animo.  Fece  ve- 
nire con  se  la  madre  e  il  fnitello;  e  dopo  un 
conveniente  lasso  di  tempo,  nel  marzo  1859, 
impalmò  la  fanciulla  colla  quale,  prima  delle 
sue  sventure  domestiche,  si  era  fidanzato: 
Elvira  Menicucci,  un  poco  sua  parente.  Il  pa- 
dre del  Carducci  morendo  aveva  lasciato  per 
tutta  eredità  al  figliuolo  dieci  paoli  —  come 
scrisse  egli  da  sé  rispondendo  a  chi  lo  ac- 
cusava di  non  essere  nel  1S59  partito  per  la 
guerra  dell'indipendenza. 

La  nuova  condizione  in  cui  venne  a  tro- 
varsi il  Carducci  non  gli  fece  mutare  abitu- 
dini; continuò  a  studiare,  a  dare  lezioni  pri- 
vate, a  trovarsi  cogli  amici.  "  Se  dovessi  dire 
oggi  come  vivessi  mi  troverei  imbrogliato: 
delle  volte,  pare,  non  più  d'una  volta  forse, 
a  certe  età  si  vive  anche  di  nulla.  „ 

Lavorò  pure  per  l'editore  Gaspero  Bar- 
bèra, iniziando  con  le  pi-efazioni  ai  volumetti 
della  Collezione  Diamante  "  quel  nuovo  me- 
todo di  critica  letteraria,  storico  ed  estetico 
ad  un  tempo,  del  quale  doveva  Indi  a  poco 
assurgere  maestro  a  tutti,  e  maestro  sommo  „. 

Cessate  le  polemiche  letterarie  sulle  gaz- 
zette, e  ventilatosi  tra  il  Carducci  e  gli  altri 
due  amici  pedanti,  Chiarini  e  Nencioni,  il  di- 
segno di  pubblicare  un  periodico  di  studi 
seri,  incoraggiati  dal  Mamianl,  dall' Ambro- 
soli,  dal  Gussalli  e  da  altri  lettei-ati  italiani, 
fecero  presto  uscire  il  Poliziano,  dove  il  Car- 
ducci pubblicò  tra  l'altro  1  sonetti  per  la 
guerra  dell'indipendenza  e  l'Annessione,  e 
che  fu  sospeso  poi  per  l'incalzare  degli  av- 
venimenti politici.  "  Nel  momenti  supremi  iu 
che  11  popolo  più  civile  d'Italia  dovea  dichia- 
rarsi se  avesse  o  no  ad  essere  italiano,  chi 
avrebbe  potuto  scrivere  di  filosofia,  o  chi 
avrebbe  voluto  leggere  scritture  di  filologia?  „ 

Il  10  gennaio  1}^59  Vittorio  Emanuele  II 
pronunciava  le  famose  paixjle  "  non  siamo 
Insensibili  al  grido  di  dolore  che  da  tante 
parti  d'Italia  si  leva  verso  di  noi  y„  che  elet- 
trizzarono tutto  il  paese  e  lo  fecero  sussul- 
tare di  speranza  e  di  gioia.  Interprete  del 
sentimento  nazionale  scrisse  il  Carducci  la 
Canzone  a  Vittorio  Emanuele  e  poi  l'ode  Alla 
Croce  di  Savoia  che  fu  messa  in  musica  e  can- 
tata da  Manetta  Piccolomini,  con  grande  ac- 
compagnamento di  coro,  al  Teatro  Pagliano, 
la  sera  del  4  dicembre.  Poco  mancò,  come 
attesta  il  Carducci  stesso,  che  egli  non  riu- 
scisse il  poeta  laureato  dell'opinione  pubblica 
in  Toscana. 

Alla  fine  del  1859  gli  fu  data  la  cattedra 


EMPORIO 


MUSICALE  A.  LAPINI 

Via  del  Giglio.  9  •  FIRENZE 

Invio  GRATIS  Catalogo. 


-  375  - 


-r^      r.       ^  x^^r"    /^/-^^-.^    ^--* 


t^tt^^x^y^^Z-^^v^    '    t^^\jt^c^^       -^^U^-r      ^      /l      *1*^ 


AfrroOBAFO  DEI,  Cabovcci  (Od«  a//a  JZ<y<Ma  d'Italia  1878). 


—  376  - 

di  preco  al  liceo  di  Pistola;  ed  era  a  Pistoia  miani,  il  18  agosto,  gli  risposo  offrendogli  la 

quando  sparsasi  la  voce  della  spedizione  di  cattedra  d'italiano  nell'Università  di  Bologna. 

Garibaldi  in  Sicilia,  egli  profondamente  scos-  11  Carducci  andò  a  Bologna  il  10  novembre: 

so  scrisse  l'ode  La  Sicilia  e  la  Rivoluzione.  aveva  allora   25  anni,   e   a  Bologna  passò  il 

Nel  gennaio  18G0  era  stato  nominatomi-  rimanente  della  sua  vita, 
nistro  dell'istruzione  a  Torino  Terenzio  Ma-  Da  quell'anno   in  poi  è  tutta  una  nuova 


Lo   STUDIO   DEL   CARDUCCI. 


{Fot.  Cassarini). 


miani,  che  pensò  subito  al  Carducci,  chie- 
dendogli se  fosse  disposto  ad  accettare  una 
cattedra  di  liceo  a  Torino  o  Milano,  come 
avviamento  a  salire  più  alto  tra  poco  tempo. 
Pistoia  era  soggiorno  gradito  al  Carducci, 
perchè  vicina  a  Fiienze;  ma  quanto  avrebbe 


serie  ininterrotta  di  lavori,  di  studi,  di  pub- 
blicazioni, di  lotte  e  poi  di  trionfi.  Prese  un 
bagno  freddo  di  filologia  e  si  ravvolse  nel  len- 
zuolo funerario  dell'erudizione.  "  Oh  begli  anni 
dal  61  al  65  vissuti  in  pacifica  e  ignota  soli- 
tudine fra  gli  studi  e  la  famiglia,  la  quale  tu 


Madksimo  sullo  Spluga. 
per  quasi  vent' anni  abituale  villeggiatura  del  Carducci. 


egli  avuto  caro  di  tornare  a  Firenze  stessa: 
oh  i  lunghi  colloqui  con  le  edizioni  antiche 
e  coi  codici  riccardiani  o  maglinbechiani  ! 
Scrisse  al  Mamiani  esternandogli  il  desiderio 
ci' un  posto  in  un  liceo   fiorentino,  e  il  Ma- 


governavi  ancora,  o  madre  mia  veneranda, 
che  m'insegnasti  a  leggere  nell'Alfieri  e  non 
m'inculcasti  la  superstizione  1  Mi  era  dolce 
in  quel  grande  anfanare  di  vita  nuova,  im- 
medesimarmi con  le  ombre  incappucciate  del 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  $  il  ricostituente  sovrano. 


377 


éi 


f'.**"'^ 


—  378  — 

sec.  XIV  e  XV.  E  costeggiai  il  mare  morto    quali  doveva  poi  illustrare  tutta  la  lettera- 


dei  medio  evo,  per  entro  alle  cui  acque  plum- 
bee si  scorgono  ancora  le  ruine  della  città 
del  passato....  „  E  il  passato,  che  egli  cos'i  pro- 
fondamente sentiva  faceva  pur  sempre  sen- 
tire agli  scolari.  Le^'gendo  i  classici  ed  illu- 
strandoli egli  si  obliava  in  loro,  li  riscaldava 


tura  Italiana.  In  lui  il  professoie,  l'erudito, 
l'artista,  il  poeta  etano  una  cosa  sola,  erano 
cioè  quattro  facce  diverso  della  stessa  per- 
sona, ciascuna  delle  qua!i  completava  le  altre. 
Ma  la  scuola  e  gli  studi  non  scemavano 
il  suo  interessamento   per  le  cose  politiche. 


del  suo   affetto,  li   faceva  rivivere,  li  faceva    Addolorato  per  i  nuovi  atteggiamenti  della 
ripalpitare  ;  e  quei  palpiti  comunicandosi  al-    politica  italiana,  protestò  e  ritornò  alle  sue 


1905 


{Fot.  Casalboni). 


V  uditorio  lo  commovevano,  lo  elevavano, 
esercitando  cos\  sui  giovani  una  influenza 
benefica  e  dui-atura. 

Nelle  lunghe  lettere  che  egli  scriveva  al 
Chiarini  versava  tutto  sé  stesso,  tutta  l'esu- 
beranza d'ideo  che  gli  studi  ostinati  e  pio- 
fondi  facevano  sbocciare  dall'ingegno  caldo 
e  fremente;  e  niente  meglio  di  quelle  lettere 
può  spiegare  l'influenza  grande  che  l'inse- 
gnamento suo  ebbe  d'allora  in  poi  sulla  gio- 
ventù che  accorreva  alla  sua  scuola.  Facendo 
lezione,  egli  Iniziava  i  suoi  scolari  alla  intel- 
ligenza delle  sue  poesie  e  delle  opere  con  le 


origini  politiche,  che  erano  state  repubbli- 
cane. Dal  1862  al  1878  fu  di  sentimenti  re- 
pubblicani: ed  a  questo  periodo  apparten- 
gono precisamente  le  sue  poesie  più  vigorose, 
quelle  che  ne  resero  il  nome  popolare.  Dalla 
canzone  a  Vittorio  Emanuele  passa  all'ode 
Dopo  Aspromonte. 

Nel  1865  prese  per  la  prima  volta  lo  pseu- 
donimo di  Enotria  Romano,  stampando  in 
pochi  esemplari  l'Inno  a  Satana,  del  quale 
il  concetto  è  questo:  tutte  le  novità  dalla 
Chiesa  sono  odiate  e  sono  chiamate  inven- 
zioni di  Satana  ;  ma  siccome  nelle  novità  c'ò 


Pastiglie  DUPB£  fer  u  Tosse 

le  più  efficaci  nelle  bronchiti,  polmoniti,  catarri,  ec. 

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indo  prontr» 
HapremA  glottr» 


ma  p«r 


Av.iiit  .  .i\.iii;i,  .>  tn-si^gere  armata 
Di  fede  e  di  valore  I 
Sa  l'alt  Tostre  a  più  felice  ttaU 
Lancio  li  mio  vivo  oaore~~ 

Quando  poi  ▼<»nn*ro  fuori  nel  1873  entro 
Il  voiura*.  col  t  *  '  *  y  I  tot  poéaiér  II  libro 
andò  a  ruba,  •  .tote  del  Canto  d^l- 

l'ffn'i-i  rh--  ra  i  m  «;fn[r!1nrnno  fuftl 


Giosck  Cauducci  sul  letto  di  uobte. 
{Fot.  A.  Croce). 


Le  po^-sie  di  questo  periodo,  pubblicate 
qua  e  la  sui  «.".orbali,  ebbero  ammiratori,  ma 
ebb*?ro  anchr*  cvii>ori  poco  erbati,  ai  quali 
il  Cdrdacci  rispose  col  giambo  A  eerti  nnaori, 
che  è  fra  le  cose  sae  più  elevate. 

Cosi  le  b<»lle  e  I  vati  e  1  aarl  in  coro 

MI  vi>;-ra-o  eoo  gesto 

Dt  drammatico  orrore  11  sacro  alloro.... 

lieh  via,  chi  re  l'ha  chiesto? 
Quani'io  salgo  de' secoli  sul  monte 

Triste  in  sembiante  o  solo, 

L'van  le  stroie  iiit  irno  a  la  mia  fronte 

Si.-<-.,rn''  l.ili.-hi   li    \.ilo. 
Kd  o^iii  strofa  lia  un'anima;  ed  a  ralle 

Preoipiu  e  rimbomba,        »• 

Come  fuga  d'indomiU  cavalla 

Con  la  spada  e  la  tromh;»: 


L'anno  1870  era  stato  nefasto  al  CardnwM. 
Al  primi  di  febbraio  gli  era  morta  la  ma  lr<'. 
Ilde(;onda  Celli,  donna  di  alti  sansi;  e  il  «  di 
novembre  gli  mori    l'unico   figlio   ma 
Dante,  di  poco  più  di  tre  anni,  nn  am 
bambino  intorno  al  quale  egli  aveva  a\  . 
chiato  tutte  le  bue  gioie,   tutte  le  sue  spe- 
ranze, tutto  il  sno  avvenire. 

•  Pare  a  certnnl,  —  scriveva  egM  al  Chia- 
rini —  che  la  morte  di  un  bambinetto  di 
tre  anni  debba  essere  una  miseria  compor- 
tabile. Non  è  mica  vero  :  vanno  via  tre  pezzi 
deUa  vita.  « 

L'albero  a  cai  stendevi 
La  partroletta  mano, 
Il  verde  melograno 

p<."b -l   vnrmk'li   l^'T. 


IGIENE 


CREME  SIMON 


BELLEZZA 


Senza  rivali  per  rendere  morbida,  bianca  e 
e  proteggerla  contro 


o  e  d'Ile  mani 


380  — 


Nel  muto  orto  solingo 

Rinverdì  tutto  or  ora, 

E  giugno  lo  ristora 

Di  luce  e  di  calor. 
Tu  fior  de  la  mia  pianta 

Percossa  e  inaridita, 

Tu  de  l'inutil  vita 

Estremo  unico  fior, 
Sei  ne  la  terra  fredda. 

Sei  ne  la  terra  negi'a. 

Né  il  sol  più  ti  rallegra 

Né  ti  risveglia  amor. 

Egli  si  rifugiò  nell'arte  e  nell'erudizione. 
I  Giambi  e  gli  Epodi  gli  avevano  data  la 
fama;  ma  ciò  non  gli  bastava.  Si  era  sciolto 
dall'imitazione  dei  classici;  i  poeti  moderni, 
specialmente  francesi,  avevano  infuso  nuovi 
spiriti  nella  sua  poesia.  Il  suo  orizzonte  si 
allargava  ogni  ajorno  più.  Egli  si  sente  at- 
tratto dal  Goethe.  Legge  i  colloqui  del  Goethe 
con  Ackermann  e  le  Elegie  romcote.  "  Quelle 
letture  lo  fanno  ritornare  con  tutta  l'anima 
e  la  persuasione  alla  grande  poesia  greca,  la 
più  gran  poesia  della  terra  ,  (Chiarini)  e  si 
propone  di  abbandonare  l'usata  poesia  per 
tornare  all'arte  pura  e  serena.  Si  era  nel 
1876.  Per  attuare  il  suo  proposito  si  accinge 
a  scrivere  le  Odi  barbare,  nelle  quali  le  più 
sane  tradizioni  dell'arte  classica  si  compo- 
nevano in  bella  armonia  colle  più  nobili 
idealità  moderne 

Intanto  il  llegno  si  andava  assettando. 
Per  l'acquisto  di  Roma  venne  a  mancare  al 
partito  repubblicano  il  principale  obbiettivo 
dell'azione;  e  per  la  morte  di  Mazzini  era 
venuto  a  mancare  il  capo.  E  il  Carducci  fu 
tra  quei  repubblicani  che  per  timore  di  per- 
dere r  unità  con  tanti  sacrifici  anche  col  loro 


Maschera  di  Carducci 
dkllo  scultore  golfarelli. 

concorso  acT.ulstata,  si  convertirono  sincera- 
mente alla  monarchia. 

Nella  solitudine  dogli  studi  era  nata,  ora 
cresciuta,  si  era  raflorzata  in  lui  l'idea  re- 
pubblicana. Per  lui  la  repubblica  era  l'asset- 
tamento morale  della  democrazia  ne' suoi 
termini  razionali.  Tale  essendo  la  repubblica, 


credeva  altresì  che  corra  obbligo  più  ai  re- 
pubblicani c^ie  ad  altri  d'insegnar  il  rispetto 
al  dogma  della  sovranità  popolare  e  di  sot- 
tomettersi. Nel  1878  quando  i  nuovi  sovrani, 
Umberto  e  Margherita,  fecero  il  giro  d'Italia 
ed  a  Bologna  ebbero  entusiastiche  accoglien- 
ze da  quel  popolo  che  dieci  anni  prima  II 
aveva  accolti  cosi  freddamente,  il  Carducci 
fu  conquiso  alla  monarchia  e  scrisse  la  splen- 
dida e  tenera  ode  Alla  Regina.  Come  nel 
Canto  dell'amore  aveva  poco  prima  raccolto 
e  idealizzato  le  voci  della  natura  e  dell'arte 
umbra,  nell'ode  alla  Regina  raccolse  e  idea- 
lizzò i  pensieri,  i  sentimenti  e  gli  entusiasmi 
del  popolo  bolognese.  "  Io  di  educazione  e 
di  costumi  repubblicano,  per  un  continuo 
svolgimento  di  comparazione  storica  e  poli- 
tica, mi  sentii  riattratto  e  convertito  inge- 
nuamente alla  monarchia,  con  sola  la  quale 
credo  ormai  fei-mamente  possa  l'Italia  man- 
tenersi unita  e  forte  „  (Opere,  XII,  440).  In 
questo  stato  d'animo,  calmo,  potè  darsi  ai 
prediletti  studi  e  al  culto  dell'  arte.  Ed  ecco 
le  grandi  odi  storiche  Piemonte,  Bicocca  di 
)S  n  Giacomo,  Cadore,  Alla  città  di  Ferrara, 
La  chiesa  di  Polenta,  e  anche  il  canto  alle 
Valchirie  pei  funerali  di  Elisabetta  d'Austria. 
Nella  primavera  del  1885  fu  colto  da  grande 
esaurimento  nervoso.  I  medici  gli  consiglia- 
rono la  montagna;  e  ogni  anno  egli  andò  a 
passar  l'estate  sulle  Alpi.  Era  stato  nel  1884 
a  Courmayeur;  indi  fu  in  Carnia,  fu  a  Ca- 
jirile,  e,  dal  188!r  al  1905,  a  Madesimo  sullo 
Spinga. 

Ollertagli  nel  1887  la  cattedra  dantesca, 
allora  istituita  in  Roma,  i  bolognesi  per  mez- 
zo delle  rappresentanze  municipali  e  provin- 
ciali fecero  voti  che  egli  non  lasciasse  una 
città  dalla  quale  era  considerato  ed  amato 
come  figlio,  e  il  Carducci  che  per  altre 
ragioni  non  si  sapeva  decidere  ad  accet- 
tare la  cattedra  romana,  la  rifiutò.  Fin 
dal  1866  Bologna  l'aveva  eletto  consi- 
gliere comunale,  e  l'aveva  rieletto  più 
volte:  quell'anno  1887  egli  riuscì  il  pri- 
mo della  lista  e  inaugurò  come  fun- 
zionante da  sindaco  le  adunanze  con- 
sigliari.  Fece  anche  parte  del  Consiglio 
provinciale.  Nel  1876  era  stato  candi- 
dato alla  deputazione  politica  di  Lugo: 
In  eletto  ma  fu  poi  sorteggiato  come 
professore.  Dieci  anni  dopo  fu  portato 
candidato  in  Maremma  contro  Giuseppe 
Toscanelli,  ma  benché  i  suoi  fautori  aves- 
sero gagliardamente  sostenuta  la  lotta, 
non  riuscirono  a  farlo  eleggere.  Nel  1890 
fu  nominato  senatore. 

Compiuti  nel  1896  i  trentacinque  anni 
del  suo  insegnamento  universitario  ebbe 
solenne  tributo  d'ammirazione  dagli  sco- 
lari, dai  cittadini  di  Bologna,   da  tutta 
Italia:  manifestazioni  che  si  ripeterono 
cinque  anni  dopo  quando  egli  compì  II 
40°.  Ma  nel  1899  fu  colto  da  un  nuovo 
malore  che  gli  paralizzò  il  braccio  e  la 
mano  destra.  Andò  sempre   più  deperendo 
in  salute  e  cessò  presso  che  interamente  da 
ogni  attività  letteraria,  tanto  che  negli  ultimi 
tempi  non  si  occupava  omai  più  che  della  pub- 
blicazione delle  sue  Opere;  e  finalmente  rinun- 
cio, nel  1904,  alla  cattedra  con  tanto  onore  oc- 
cupata per  quarantacinque  anni.  Il  Ministro 


fwl  - 


in^m-lfO  con 


M. 

cho  il  pr. 
ferito  a 

abbi..  .•..•,  ■ 
beli..  ;•!  -  •..- 
Oar.i  :■ 
id.Ml;  .■:.■■  -■' 
tri;».  ■■■  :l  i  ;.! 

rltu    ii.mm! 
Bildt.    hi   '-.r 

il  vostro  »M'. 
■ter»  Mmi>liv 

.•  <U   tnft*  le  Op«»v,  prose  e 

V'- 

ór 
d. 

è. 

pabblicst*   (Itila 
IO  di  venti  volumi, 
1  <sn.  1,1»  collerioiio 

hbriiiol907». 

lo  Pofsit.  In 

aii.- 
COSI  pare 

'bllcaudallm 
,  /.anioheili  «l"  rdii^ume  nel  1901 1; 
an  volume  oontononte  una  scelta 

ì  !    ;.   .11.*/./.»  nella  »jual«  siirt:' 
t  .   \  •:>  le  alte  cime,  tutta  l'an- 
.ta  tifila  vostn  ^  '•■'  -'••><)  pregi 

FX^^EBAU  DI  Cauì^ucci  a  BuLOONA. 


(Fo<.  ^.  Oo<»). 


L'Accademia  di  Svezia  nel  conferimento 
dei  premi  Nobel  per  il  1906,  assegnò  quello 
della  letteratura  al  Carducci,  e  per  la  impos- 
sibilità in  cui  il  poeU  si  trovava  di  recarsi 
a  Stocolma,  il  Re  di  Svezia  ad  attesUre  Tarn- 
mirasione  sua  e  della  Svezia  verso  il  poeta 
della  Nazione  iuliana,  volle  in<»ncare  il  rap- 
presentente  della  Svezia  a  Roma,  barone 
Bildt,  di  congegnare  il  premio  al  poeta  in 
Bologna. 


elevatissimi,  innanzi  ai  quali  c'inchiniamo 
tutti,  a  qualunque  religione  e  partito  noi 
apparteniamo. , 

È  morto   la   mattina  del  16  febbrai<i.    La 
commozione  che  invase  i  cuori,  la  »<>! 
e  l'imponenza  dei  funerali.  le  matilfe^' 
d'Italia  e  di  tutto  il  mondo  civile  su;...  ... 

dimenUcabili. 

Tutu  Bologna  e  i  rappresentanti  di  tutta 
Italia  erano   là  a  seguire  in  lungo  interml- 


Fmnrrnifìi  *''"*'*  *^°  r epurazione  recidivano  (Prof.  TiUaaz).  La  vera  cura 
IXLUUiiUiUl  scientiflca  e  razionale  è  la  cura  radicale  medica  defle  vene  raricoee 
scoperta  dal  Dott  Stefano  Bologneee  (Casella  postale  602,  NAPOLI).  Spiegazioni  a 
richiesta.  Vademecum  dei  sofferenti  e  predisposti  (100  pag.  ili.)  I4.  1.  —  Consul- 
tjzioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  primipall  lingue. 


382  - 


nabile  covfeo  la  bnra  che  racchiudeva  le  spo- 
glie gloriose.  Presso  la  bara,  il  conte  di  To- 
rino rappresentava  il  Capo  dello  Stato.  "  Non 
è  stato  un  corteo,  scrisse  Guido  Mazzoni,  è 
stato  il  passare  per  tutta  Bologna  d'un  carro 
trionfale  ,.  Avanzava  lento  tra  due  schiere  di 
popolo;  piovevano  dalle  finestre  ramoscelli 
d'alloro  e  fiori;  il  sole  accompagnava  lumi- 
noso quel  procedere  di  stendardi,  di  ban- 
diere, di  corone. 

La  bara  fu  collocata  nella  nuova  sepoltura 
offerta  dal  Municipio  in  sostituzione  della 
tomba  acquistata  dal  Carducci  per  sé  e  per 
1  suoi  con  atto  del  29  aprile  1873  e  nella 
quale  furono  trasportati  i  resti  della  madre 
sua  e  dei  figliuoletti  Francesco  e  Dante. 

Alla  Camera  l'onor.  Giolitti,  presidente 
del  Consiglio,  tra  le  acclamazioni  dei  depu- 
tati d' ogni  settore,  presentò  un  disegno  di 
legge  per  l' erezione  d' un  monumento  na- 


zionale al  Carducci  in  TJoma.  TTna  ftiozione 
dell' onor.  Rosadi  e  d'altri  deputati  perche  i 
resti  del  Poeta  fossero  deposti  in  Santa  Cro- 
ce, nella  città  che  serba  le  Itale  glorie,  presso 
il  mausoleo  di  Dante,  tu  s-ubito  approvata 
dalla  Camera;  ma  la  famiglia  e  i  Bolognesi 
vollero  che  essi  rimanessero  a  Bologna.  E  la 
tomba  del  grande  Maestro  è  là  nella  Certosa, 
nel  cimitero  che  Egli  aveva  cantato. 

E.  Salvebaglio. 


COSSILA  BAGNI 

presso  BIELLA.  -  Piemonte 

STAGIONE  10  GIUGNO  -  1o  OTTOBRE 

medico-direttore 

Dr.  L.  e.  BURGONZIO 


I  CENTO  MIGLIORI  LIBRI  ITALIANI 


Da  quando,  circa  venti  anni  fa,  un  gior- 
nale di  Londra,  la  l'alt  Mail  Gazette,  pubblicò 
un  opuscolo  intitolato  2  he  hest  hundred  books 
(1  cento  migliori  libri)  composto  con  un  refe- 
rendum fra  i  suoi  lettori,  si  sono  avute  in 
tutte  le  letterature  un'infinità  di  liste  sifl"atte, 
tutte  diverse  l'una  dall'altra,  sia  perchè  que- 
ste scelte  di  libri  possono  servire  a  scopi  di- 
versi ed  è  perciò  naturale  che  il  criterio  della 
scelta  varii  secondo  gl'intendimenti  del  com- 
pilatore; sia  perchè,  infine,  la  scelta  è  sempre 
soggettiva,  potendo  fra  più  libri  buoni  di  au- 
tori diversi  o  anche  di  uno  stesso  autore, 
sembrare  migliore  ad  uno  quello  che  invece 
non  è  tale  per  un  altro. 

Già  l'Almanacco  nel  suo  primo  anno  (1896), 
a  pag.  355,  pubblicò  una  lista  più  breve  di 
Cinquanta  eccellenti  libri  italiani  ;  ma  essa  me- 
glio avrebbe  dovuto  dirsi  dei  50  eccellenti 
autori,  poiché  realmente  essa  era  una  scelta 
dei  migliori  autori  in  ogni  secolo  della  lingua, 
indicandosi  per  ciascuno  di  essi  una  o  più 
fra  le  opere  sue  che  si  reputavano  le  mi- 
gliori. Invece  questa  lista  ampliata  è  fatta 
con  metodo  aftatto  diverso.  Essa  è  destinata 
a  dare  un'idea  di  quanto  di  meglio  hanno 
prodotto  la  letteratura  ed  il  pensiero  italiano, 
con  esclusione  delle  opere  scientifiche  pro- 
priamente dette,  e  con  prevalenza  della  let- 
teratura contemporanea.  Dei  nostri  classici 
8i  sono  indicati  soltanto  quelli  le  cui  opere 
hanno  tuttora  un  interesse  reale,  e  che  non 
vivono  soltanto  per  lo  studioso  della  storia 
della  letteratura,  quelli  insomma  che  ogni 
persona  mezzanamente  colta  dovrebbe  cono- 
scere. Maggiore  sviluppo  si  è  dato  alla  cono- 
scenza della  letteratura  moderna  e  massime 
della  contemporanea,  con  prevalenza  delle 
opere  di  poesia  e  di  fantasia  (ad  eccezione 
dell'Alfieri  e  del  Goldoni,  niente  teatro,  con- 
siderandolo come  forma  letteraria  a  se):  ma 
vi  sono  molte  buone  opere  di  critica  e  di 
storia,  non  in  quanto  possano  costituire  un 
corso  di  istruzione  critica  o  storica,  ma  in 
quanto  coi.tribuibcano  ad  educare  e  a  l'or- 


mare il  pensiero.  Ho  aggiunto  una  piccola 
scelta  di  scrittori  dialettali,  tutti  poeti,  che 
erano  a  torto  trascurati  in  altre  liste  simili, 
mentre  il  sentimento  che  in  essi  vibra,  si  nu- 
tre alle  fonti  più  schiette  dell'anima  del  po- 
polo ;  e  finalmente  un  brevissimo  elenco  di 
libri  di  consultazione  che  non  dovrebbero 
mancare  in  nessuna  modesta  libreria.  Tutto 
sommato,  poiché  la  mia  lista  comprende  sol- 
tanto libri  che  si  trovano  in  commercio,  di 
edizioni  recenti,  a  prezzo  mite  (salvo  pochis- 
sime eccezioni),  essa  costituisce  a  parer  mio 
il  piccolo  fondo  di  una  vera  e  buona  biblio- 
teca popolare,  e  potrà  essere  tenuta  presente 
sia  da  coloro  che  volessero  creare  altre  isti- 
tuzioni di  tal  genere,  sia  dagli  stranieri  che 
desiderassero  per  le  biblioteche  o  per  le  scuo- 
le avere  il  modo  di  procacciarsi  una  cogni- 
zione relativamente  compiuta  della  lettera- 
tura italiana. 

La  Libreria  Bemporad,  editrice  di  questo 
Almanacco,  si  incarica  di  provvedere  tutti  1 
libri  indicati  nella  presente  lista. 

G.  Fttmagaixi. 


Scrittori  classici  fino  a  tutto  II  sec.  XVII. 

Alighieri  Dante.  -  La  Divina  Commedia,  col 
commento  di  Pietro  Fraticelli.  Firenze,  Bar- 
bèra, 1892.  L.  4,50. 

Ariosto  Lodovico.  -  L'Orlando  Furiono.  Note 
di  E.  Camerini.  Milano,  Sonzogno,  1896,  L.  1. 

Boccaccio  Giovanni.  -  Il  Decamerone.  Con 
note  di  P.  Fanfani,  E.  Camerini  e  altri.  Mi- 
lano, Sonzogno,  1898,  voi.  2.  L.  2. 

Cellini  Benvenuto.  -  La  vita,  ad  uso  delle 
scuole,  con  note  di  O.  Sacci.  Firenze,  San- 
soni, 1902.  L.  1,50. 

Della  Casa  Giovanni.  -  U  Galateo  ovvero  Av- 
visi di  buona  creanza,  con  annotazioni  di 
B.  Fabbricatore.  Napoli,  Morano,  1879. 
L.  1,50. 

Galilei  Galileo.  -  Il  Saggiatore,  a  cura  di 
G.  Chiarini.  Firenze,  Barbèra,  1890.  L.  2,25. 


Mit<-hiavp1h 

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'ò.  -  ti  Ptincip*.  c^n  com- 
li  ()iu»«pp«  Li«tu.  Firciixo. 

'>%».  con  notr  dt  niU' 


ScrittoH  cUtsici  dei  tee  XVIII. 

Alflorl  Vittorio.  -  Tr.>gf<ìie,  scelte,  commen- 
tate e  Illustrate  da  Ugo  Brilli.  Firenze,  San- 
soni.  18>1».  L.  2.60. 

IW'tvjiria  cesare.  -  Dèi  délUti  «  d4lU ptnt.  Mi- 
lano. Sonioguo.  ld»4.  L.  0,25. 

GoM.mi  Carlo.  -  Commedi»  BctUe.  Firenze, 
Lf  Monnler.  189S.  L,  1,75. 

Goni  <ta5pare.  -  L'Otstr catare.  Firenze,  Bar- 
b  r.v  L.  2. 

Paruu  Oiuiioppe.  -  Le  poesie,  scelte  e  illa- 
suate  da  Michele  Scherillo.  2*  ed.  Mi- 
Udo,  HocpU,  iyo6.  L.  1,50. 

Scrittori  clastici  della  prima  metà  del  sec.  XIX. 

lU'ivhot    «iiovaiuii.   -    P'I'rif-^   e   lomume.  Ml- 

laii...  .•v.ii/.oKiio.   : 
F>'sr.  1  .  1-  .  -  .>*  -e  Poesie,  con 

noi,-    li  l'.  Spa.::  i.,  HoepU,  l»Ul. 

L.  I. 
Giunti  Giuseppe.  -  Pottìe,  annotate  da  Pietro 

Fanfaiil.  Milaii..,  Carrara.  1877.  L.  3.50 
Giusti  (Jiusejip'-.  -  Fpt-toìario  edito  e  inedito, 

rat-ot.lt<i  da  F.  Mirtini.  Firenze,   Le   Mon- 

'■■'..   V..!.   ■>.   L.   8. 

(  i>  ..  -  Mirco  Vieronti,  romanzo 

••v.7i\  Le  Monnier.  L.  1,75. 
Uu- r!  -co  Domenico.  -  L'Assedio 

di  /  mzo   storico.  Milano,   Tie- 

Tes.   I  j.  L.  2. 

Leopardi  Giacumo.  -  /  canti,  con  la  vita  del 

poeta,  a  cura  di  M.  StherlUo.  2»  edlz.  Mi- 
lano. Uoepli.  1907.  L.  1. 
Manzoni   Alesaandro.  -  /  Prome  ti  Sposi.  Mi- 
lano, Hoepll.  L.  1. 
Mazzini  Giuseppe.  -  Scritti  éeelti,  oon  note  e 

cenni  biograAcl  di  J.  W.  Mario.  Firenze, 

Sansoni.  18M.  L.  3. 
Monti  Vincenzo.   -    Tragedie,  poemi  e  canti. 

Milano,  Sonzogno,  18M.  L.  L 
Pellico   SiÌTio.  -  Pro»0  (L#  mit  prigioni  e   i 

Doreri  degli  uomini)  e  Tragedie  Bcelt4,  2*  ed. 

Milano.  Uoepli,  Ì90C.  L.  L 

Poeti  contemporanei. 

Carducci  Giosuè.  -  Poesie.  Bologna,  Zanichelli. 

L.  10. 
D'Annunzio   Gabriele.  -  Poeti*:  Canto  noto  - 

Intermezio.  Edizione  deftnitlra.  Milano,  Tre* 

▼es,  IbM.  L.  4. 
Marradi  Giovanni.  -  Poe^ne  notamente  rareoltt 

e  ordinate,  4*  classe.  Firenze,  Barbèra,  1V05. 

L.  4. 
Orsini  Giulio  (l>omenico  Gnoli).  -  Poesie  edite 


ed  infdite.  1  >.  Sooioli  tlpoifrafi 

editrice  Ui  '"•  L.  6. 

Pascoli   Oiov*i..,..  -   i,.é»i  poemetti.  4*  ed 

Bologna,  Zanichelli,  1»07.  L.  4. 
Pascoli  ftiovanni.  -  /Vmmhì  conrivitH.  2*  e»! 
1  o  corretta.   Bologna,  Zanlcli 
4. 

ni.  -   Poesie  scelte,  a  cnr.i  di  F- 
duiuud.j   MarUni.   Firenze,    Saustoni,    l^yi. 
L.  1,50. 
Raplsardl  Mario.  -  Lucifero,  poema,  3*  eJlz. 

Milano,  Brigola,  18fcO.  I-.  4. 
Stecchetti   Lorenzo  (Olindo  Guerrlnl).  -  Le 
Jtimt.  Bologna,  Ziiniclien:,   IVOJ.  L.  6. 

Prosatori  contemporanei. 

Carduc-d  Giosuè.  -  Prote.  Bologna,  Zanlcli 

li.  L.  10. 
Correnti  Cesare.  -  Il  libro  del  popolo  italiano, 

Roma,  Forzanl.  I«y5.  L.  3. 
D'Annunzio  Gabriele.  -  Prose  scelte.  Milano. 

Treves,  1905.  L.  4. 
De  Amicis  Edmondo.  -  Maro.xo.  Milano,  T 

ves.  L.  5. 
De  Amicis  Edmondo.  -  Gli  ylmiV/. Milano,  Ti 

ves.  1S83.  L.  7. 
De  Amicis  Edmondo.  -  Cuore,  libro  per  i    a 

gar.7.1.  Milano,  Treves,  L.  2. 
Lessona  .Michele.  -  Volerf  è  potere.  Fireii/  . 

Barbèra.  L.  3. 
Mantegazza  Paolo.  -  Un  giorno  a  Madera.  1 

renze,  Bemporad,  1903.  L.  1. 
Martini   Ferdinando.  -   Nell'Affrica  italin 

Milano,  Treves.  1«96.  L.  2. 
Stoppani   Antonio,      f  >>  '  *-.  Milano,  C, 

gliati.  L.  2. 

Romanzieri  e  novellieri  contemporanei. 

Barrili  Anton  Giulio.  -  L'Olmo  e  l'  edera.  Mi- 
lano, Treves.  1895.  L.  1. 

Barrili  Anton  (iiulio.  -  Come  un  sogno.  Mila: 
Treves.  L.  1. 

Carcano  Giulio.  -  Angiola  Maria,  storia  do- 
mestica, coir  aggiunta  del  Manoscritto  del 
Vicecurato.  Milano,  Carrara,  189  J.  L.  2  r-" 

Castclnuovo  Enrico.  -  Nella  lolla,  romaii 
Milano.  Treves,  1S93.  L.  4. 

Collodi  Carlo  (Carlo  Lorenr.ini).  -  Le  arrm- 
ture  di  Pinocchio,  storia  di  un  burattino. 
Firenze,  Bemporad.  L.  2,5U. 

De  Amicis  Edmondo.  -  La  vita  militare.  Mi- 
lano, Treves.  L.  4. 

De' Marchi  Emilio.  -  Demetrio  Piantili,  ro- 
manzo. Milano,  Galli,  1890.  L.  3,50. 

Farina  Salvatore.  -  Mio  fijlio,  novella.  Mila 
Baldini  e  Castoldi.  1900.  L.  5. 

Farina  Salvatore.  -  Pe' begli  orchi  deìla  gloria: 
scene  quasi  vere.  4*  ediz.  Milano,  Galli,  1896. 
L.  4. 

Fogazzaro  Antonio.  -  Malombra.  Milano,  Bal- 
dini e  Castoldi,  1903.  L.  \ 

Fogazzaro  Antonio.   -    /  '<>  antico, 

romanzo.  Milano,  Bai  1  li.  L.  5. 

Fucini  Benato.  -  Le  r«'i  ■   l'aesi  e 


EMPORIO 


MUSICALE  A.  LAPINI 

Via  del  Giglio,  9  •  FIREHZE 

Invio  GRATIS  Catalogo. 


§94 


figure  della  campagna  tóSCfltta.  Milano,  Hoe- 

plj,  1904.  L.  2,50. 

Giacosa  Giuseppe.  -  Novelle  e  paesi  valdostani. 
Milano,  Cogliati,  1901.  L.  5. 

Neera  (Anna  Radius  Zuccarl).  -  Addio.  5»  ediz. 
Milano,  Galli,  1890.  L.  2. 

Nievo  Ippolito.  -  Le  confessioni  di  tin  ottua- 
genario. Milano,  Treves,  1899,  voi.  3.  L.  3. 

Pratesi  Mario.  -  In  proiincia:  novello  e  boz- 
zetti. Firenze,  Barbèra,  1883.  L.  é. 

Ruifini  Giovanni.  -  Lorenzo  Beloni  o  memo- 
rie di  un  esule  italiano.  Vers.  di  Giuseppe 
Rlgutini  con  discorso  biografico  e  critico 
di  Augusto  Franehetti.  2»  ediz.  Milano,  Tre- 
visini,  1887.  L.  2,50. 

Serao  Matilde.  -  Il  romanzo  della  fanciulla.  Mi- 
lano, Treves,  1896.  L.  '2. 

Sorao  Matilde.  -  All'  erta,  sentinella  !  Racconti 
napoletani.  4»  ediz.  Milano,  Galli.  1896.  L.  3. 

Vecchi  Augusto  Vittorio.  -  Leggende  di  mare. 
3»  ediz.  Bologna,  Zanichelli,  1887.  L.  1. 

Verga  Giovanni.  -  Vita  dei  campi:  Cavalleria 
rusticana  e  altre  novelle.  Milano,  Treves. 
L.  3. 

Verga  Giovanni.  -  J  Malavoglia:  romanzo. 
Milano,  Treves,  1881.  L.  5. 

Libri  moderni  di  critica  e  di  storia. 

Abba  Giuseppe  Cesare.  -  Di  Quarto  al  Vol- 
turno. Noterei  le  di  uno  dei  Mille.  Bologna, 
Zanichelli,  1899.  L.  2. 

Bragagnolo  G.,  Bettazzi  E.  -  La  vita  di  Giu- 
seppe Verdi  narrata  al  popolo.  Milano,  G.  Ri- 
cordi e  C,  1905,  in-16».  L.  2. 

Cantù  Cesare.  -  Storie  minori.  Torino,  Unione 
tipografico-editrice,  1867,  voi.  2.  L.  15. 

Capponi  Gino.  -  Storia  della  repubblica  di  Fi- 
reme.  Firenze,  Barbèra,  1888,  voi.  3.  L.  12. 

D'Azeglio  Massimo.  -  /  miei  ricordi.  Con  l'ag- 
giunta dei  Bozzitti  della  vita  italiana.  Fi- 
renze, Barbèra,  1899,  voi.  3.  L.  8. 

De  Sanctis  Francesco.  -  Saggi  critici  e  Nuoin 
saggi  critici.  Napoli,  Morano,  1879-1881, 
voi.  2.  L.  9. 

Duprè  Giovanni.  -  Pensieri  sulV arte  e  ricordi 
autobiografici.  Firenze,  Le  Mounier.  L.  2,60. 

Ferrerò  Guglielmo.  -  L'Europa  giovane.  Studi 
e  viaggi  nei  paesi  del  Nord.  Milano,  Tre- 
ves, 1903.  L.  4. 

(iuerzoni  Giuseppe.  -  Vita  di  Garibaldi.  Fi- 
renze, Barbèra,  1900.  L.  9. 

Mario  Alberto.  -  La  camicia  rossa.  Milano, 
Sonzogno,  1875.  L.  1. 

Martini  Luigi.  -  /  martiri  di  Belfiore.  Firenze, 
Barbèra,  1904.  L.  2,50. 

Massari  Giuseppe.  -  'La  vita  e  il  regno  di  Vit- 
(Olio  Emanuele  IL  Milano,  Treves,  1896, 
voi.  2.  L.  2. 

Morandi  Luigi.  -  Antologia  della  nostra  cri- 
tira  letteraria  mo'ierna.  Città  di  Castello, 
Lapl.  L.  i. 


Orsi  Pietro.  -  L' Italia  molsma.  Milana,  lìoe* 

pli,  1900.  L.  6,50. 
Settembrini  Luigi.  -  Ricordanze  della  mia  vita. 

Napoli,  Ghio.  L.  3. 

Poeti  diaiettaii. 

Arnulfl  Alberto  (Fulberto  Alami).  -  Sonetti  ^ 
poesie  in  vernacolo  piemontese.  Con  pref.x 
zione  di  Edmondo  De  Amicis.  Torino,  Cf.- 
sanova,  1889.  L.  3. 

Barbarani  Berto.  -  Canzoniere  ve>-onese,  2»  ea. 
Milano,  Società  editr.  lombarda,  1901.  L.  3. 

Barbiera  Ratì'aello.  -  Poesie  veneziane  sceUe 
ed  illustrate.  Firenze,  Barbèra,  1886.  L.  3,50. 

Belli  Giuseppe  Gioacchino.  -  Duecento  sonetti 
in  dialetto  romanesco,  a  cura  di  L.  Morandi. 
3"  ediz.  Firenze,  Barbèra,  1889.  L.  3. 

BrofFerio  Angelo.  -  Canzoni  piemontesi.  Tori- 
no, Casanova.  L.  3. 

Di  Giacomo  Salvatore.  -  Poesie.  Raccolta  com- 
pleta con  note  e  glossario.  Napoli,  R.  Ric- 
ciardi, 1907.  L.  4. 

Fucini  Renato.  -  Poesie  in  vernacolo  pisano. 
Pistoia,  Bracali.  L.  2. 

Levi  Eugenia.  -  Fiorita  di  canti  tradizionali 
del  popolo  italiano  scelti  nei  vari  dialetti  e 
annotati.  Firenze,  Bemporad,  1895.  L.  4,50. 

Meli  Giovanni.  -  Puisii  siciliani.  Palermo, 
Pedone-Lauriel,  1884.  L.  2,50. 

Pascarella  Cesare.  -  Sonetti.  Roma,  Società 
Editrice  Nazionale,  1000.  L.  4. 

Porta  Carlo.  -  Opere  in  dialetto  milatiese,  ri- 
vedute ed  annotate  da  un  milanese.  Milano, 
Robecchi,  1887.  L.  4. 

Testoni  Alfredo.  -  /  sonetti  della  "  Sgnera 
Cattareina  „  2*  ed.  Bologna,  Zanichelli,  1901, 
L.  1. 

Opere  di  consultazione. 

De  Sanctis  Francesco.  -  Storia  della  lettera- 
tura italiana.  9»  ediz.  Napoli,  Morano,  1898, 
voi.  2.  L.  8. 

Fumagalli  Giuseppe.  -  Chi  l'ha  detto?  Tesoro 
di  citazioni  italiane  e  straniere  antiche  e 
moderne.  4»  ed.  Milano,  Hoepli,  1904.  L.  5. 

Galli  Amintore.  -  La  musica  ed  i  musicisti  del 
secolo  X  sino  ai  nostri  giorni.  Milano,  Can- 
ti, 1871.  L.  8. 

Llpparini  Giuseppe.  -  Storia  dell'arte,  con 
prefazione  di  E.  Panzacchi.  Firenze,  Bar- 
bèra, 1902.  L.  4. 

Petrocchi  Policarpo.  -  Dizionario  della  lin- 
gua italiana  dell'uso  e  fuori  d'uso,  con  la 
pronuncia,  la  flessione  dei  nomi  e  l'etimo- 
logia. Milano,  Treves,  1899.  L.  5,60. 

Rigutiui  Giuseppe.  -  Vocabolario  della  lingua 
italiana,  per  uso  specialmente  delle  scuole. 
Firenze,  Barbèra,  1895.  L.  7, 

Zambaldi  Francesco.  -  Grammatica  della  lin- 
gtta  italiana.  Milano,  Sonzogno,  1905.  L.  2. 


"ì 


NON  AVEVA    ILVERO   FANAL 

foiE  PORlfl  IMPRE55/1  QUEHfl  (^flRCfl  LdOflLMtnif  /gj\ 
iDEPOSITflM  E  Lfl  PAROLA   "AQUILAS^v  ((^w!!)/ 


M  A \;  I T r  ^^v   5 r  I F  M  T'^ 


-A^^ 


JuLóoti^^ 


^4 


■  "S^-^éfiAL^*  il  1  ^ -r*E:r  n^ 


É 


(1906-1907) 


I.    -  I^isica  e  Chimicn. 


luoihittor»'  ili  vi- 
ituzioue  all'attuale 

Ter  coiu|ii  '  plicazione  bisogna 

"io  dica  qua  Wat-.o  voltai<o  ran- 

...nte,  scopert*> »^ — •<-!;  cercherò  di  spie- 
gare brevemente,  aiatandomi  coi  segaente 
schizzo  s<>hematico: 


"i"  ^ 


La  lettera  B  indichi  una  batteria  di  accn- 
mulatori.  oppure  un'altra  fonte  qualsiasi  di 
corrente  continua,  che  per  mezzo  di  fili  venga 
portau  ai  due  carboni  di  una  lampada  ad 
arco  A;  se  i  due  carboni  si  trovano  in  comu* 
nteasione  oltre  che  con  la  detta  fonte,  anche 
con  mi  f'OT», i..i.kat., re  elettrico  C  (i>er  es- una 
t.i  li  Lejda)  e  con  un  roo- 

cL  ione  D,  cosi  come  è  «e- 

{rnaio  III  ^_'ll^l^  I  arco  Toltaioo  che  si  stabi- 
lisce tra  i  due  carboni  dà  un  tono  musicale 
di  altezza  determinata, ed  il  circuito  elettrico 
risalta  percorso  da  una  corrente  alternata  la 
cai  frequenza  coincide  col  numero  di  vibra- 
zioni del  detto  tono. 

Questa  scoperta  del  Duddel  porge,  come 
ognuno  vede,  an  mezzo  assai  semplice  per 
trasformare  una  corrente  continua  in  cor- 
rente alternata,  oppure,  ciò  che  è  lo  stesso, 
in  vibrazioni  elettriche:  in  tm  apparecchio 
simile  il  condensatore  fnnziorai  in  un  certo 
qaal  modo  da  serbatoio,  e  caricandosi  e  sca- 
ricandosi altemativamente  imprime  alle  vi- 
brazioni, per  sé  stesse  irregolari,  dell'arco 
Toltaico  una  regolarità  caratterizzata  da 
un'altezza  di  tono  costante. 

Scoperto  il  f«>nomeno  di  Duddel,  sorse  sa- 
bito l'idea  di  applicarlo  alla  produzione  di 
vibrazioni  elettriche  per  la  telegrafia  senza 
fili,  sostituendo  vantaggiosamente  l'arco  vi- 
brante alle  successive  scintille  scoccanti  fra 
due  sfere  metalliche,  però  da  principio  i  ten- 


tativi fallirono  |><T  iu  l;^^lll^>^li.I^l:l  li  i    :      '' 

plicare  le  vibrazioni  dell'arco  fino  a  si^ 

\.\  frrqncn7a  prirri^ipotifl'-titr  al  toni  j  ■ 

bil; 

ir;. 

tlP.i         :      : 

Il  prof.  Kuhuicr,  ncuriLiidu  all'upplictzio:: 
di  un  elettromapnete,  riusci  a  portare  la  fi. 
quenza  fino  a  SO.CKK)  vibrazioni:  il  merito  prit; 
cipale,  però,  dell'applicazione  del  fenomon 
di  Duddel  spetta  al  Poulsen,  che  è  arrivato 
produrre  da  200,000  ad  un  milione  di  vibi.. 
zioni  al  secondo,  facendo  scoccare  l'arco  fi 
un  bastone  di  carbone  ed  un  tubo  di  raTi: 
raffreddato  da  una  corrente  da 
atm(>sf<ra  di  idrogeno  che  prow 
rattriddamento,   fra  i  poli  di  un 
gnete.  Con  quest'ultimo  sistema  si  e  i 
il  problema  di  lanciare  continuaroent 
spazio  onde  elettriche  di  frequenza  dt,; 
nata  con  esattezza,  ed  in  conseguenza  si  ot- 
tiene, come  risult-a  dagli  esperimenti  pratici, 
un  notevole  risparmio  di  energia  ed  un 
tonia  mai  raggiunta  per  l'innanzi,  ridi: 
al  minimo  il  pericolo  che  più  stazioni  i  . 
nando  insieme  si  possano  disturbare  recii)i 
camente. 

Con  la  scoperta,  dell' arco  vibrante  o  can 
tante  ha  fatto  un  rapido  progresso  anche  !.. 
telefonia  senza  fili:  infatti,  sapendo  che  se  v 
collega  il  carbone  inferiore  di  una  lampad 
ad  arco  con  la  terra  o  l'altro  con   un   fil 
isolato  nell'aria,  quest'ultimo  «mette  vibra 
zioni  eteree  in  modo  uniforme  e  costante,  s 
può  interporre  un   microfono  nel  filo  aerc" 
e  far  variare  le  intensità  dH!e  vihrajrionl  e 
variare  della  voce  «li 
fono  stesso.  Per  rie 
riprodurre  la  voce  !,• 

fonico,  attraventato  da  debole  cori  cute,  i>i  i:. 
tercala  la  cosiddetta  cella  «lettrolitica,  idt-a» 
>t:i  <li  un  vas  ■ 
•   rlco  e 

Ilio  0  di 


•111; 


iich,  che  è  coi'ii 
A  soluzione  ■'■ 
idi  platin.' 
;iiica  con  un'ji^iit  m  a  vri 

l'intensità  della  ci:;; 
lioracol  variare  dfll*'  \  ii-i  ii 
'".al  tr.iviii. nitore  all'asta  nivt.H 
1.    (in  ,   r  produce  i  suoni  tr:i 
in.ilo  iii."liaiite  il  microfono. 
Un   si^tenia  simile  di  telefonia  senza  fil 
benché  non  sia  ancora  adatto  ad  uno  scambi 
di  comunicazioni  molto  rapide,  pure  incomii 
eia  di  già  ad  entrare  nel  campo  della  pratica 
gli  esperimenti  in  proposito  sono  riusciti  al. 
distanza  di  50  km. 


daii. 

COI   ■ 

di 

cui  !.:;■  '  •■ 
tical.-  1-. Li- 
fonici  \ai  .1 
eh»'  ann  .m 
lica  ''.'ir  aj. 
smessi    '1,1 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


886 


L'industria  del  freddo.  —  Il  problema  a^ssai 
importante  di  distribuire,  durante  l'estate, 
il  freddo  a  doniiciUo  come  finora  si  pratica 
coll'acqua,  col  gas,  col  calore  e  coli' elettri-- 
cita,  è  stato  praticamente  risoluto  dopo  vari 
tentativi  più  o  meno  felici,  ed  un  servizio  in 
proposito  funziona  già  regolarmente  in  al- 
cune grandi  città  americane. 

In  diversi  impianti  erano  finora  adoperati 
a  tale  scopo  dei  liquidi  incongelabili  raffred- 
dati, e  distribuiti  per  mezzo  di  tubature  ad 
apparecchi  refrigeranti  a  circolazione  impian- 
tati nei  singoli  locali  a  simiglianza  di  quanto 
si  fa  coi  caloriferi  ad  acqua  calda  o  termosi- 
foni; però  il  sistema  che  si  è  addimostrato 
più  utile  e  vantaggioso  nella  pratica  è  quello 
fondato  sul  principio  dell'evaporazione  di  un 
liquido  volatile  nel  vuoto. 

È  noto  che  quando  un  corpo  qualunque 
passa  dallo  stato  solido  a  quello  liquido  o  da 
quello  liquido  al  gassoso  esso  sottrae  calore 
ai  corpi  circostanti  e  su  questo  principio  è 
stato  fondato  il  sistema  di  raff"reddamento  ad 
ammoniaca.  Gli  ambienti  da  raffreddare  sono 
collegati  all'officina  centrale  da  un  sistema  di 
tre  tubature,  di  cui  la  prima  serve  per  l'an- 
data dell'ammoniaca  liquida  sotto  pressione, 
una  seconda  per  riportare  in  officina  l'ammo- 
niaca vaporizzata  che  viene  di  nuovo  lique- 
fatta mediante  l'azione  di  compressori,  ed 
una  terza,  dove  si  fa  il  vuoto  dalle  pompe, 
collegata  col  singoli  apparecchi  refrigeranti, 
serve  ad  ottenere  in  questi  ultimi  l'evapora- 
zione dell'ammoniaca  liquida  che  vi  arriva. 

Non  è  qui  il  caso  di  entrare  in  dettagli 
sulla  costruzione  delle  stufe  refrigeranti  che 
sono  munite  di  valvole  speciali  per  l'intro- 
duzione e  r  uscita  dell'ammoniaca  e  delle  so- 
lite nervature  esterne  per  aumentarne  la  po- 
tenza di  conduzione  perchè  entrerei  in  un 
campo  assolutamente  tecnico;  basta  notare 
che  i  risultati  ottenuti  nella  pratica  con  que- 
sto sistema  sono  soddisfacentissimi  e  tanto 
più  importanti  in  quanto  che  non  si  tratta 
di  esperimenti  di  laboratorio,  ma  di  veri  e 
propri  Impianti  industriali. 

Aeronautica.  —  Gli  studi  e  gli  esperimenti 
intorno  agl'importanti  problemi  della  navi- 
gazione aerea  sono  incessanti  in  tutti  i  paesi, 
ed  anche  quest'anno  sono  da  notarsi  i  pro- 
gressi fatti  in  proposito. 

In  Germania  lo  Zeppelin  incoraggiato  dal 
governo  ha  costruito  un  nuovo  dirigibile  in 
alluminio  lungo  quasi  110  m.  diviso  in  sei 
scompartimenti  riempiti  di  gas  con  due  mo- 
tori Daimler  ognuno  della  forza  di  83  cavalli 
ed  ha  compiuto  con  esso  verso  la  fine  del- 
l'anno scorso  delle  ascensioni  molto  soddi- 
sfacenti; l'aerostato  si  sollevò  sul  lago  di 
Costanza  rimanendo  in  aria  per  oltre  due  ore 
e  viaggiando  con  discreta  velocità,  quindi 
discese  dolcemente  fino  a  pochi  metri  dal- 
l'acqua per  innalzarsi  di  nuovo,  descrivere 
delle  curve  prostabilite,  ec. 

A  Berlino  il  dirigibile  militare  e  l'altro  a 
nome  l'arsival  hanno  anche  fatto  ottima  pro- 
va, salendo  a  notevoli  altezze,  viaggiando 
contro  forti  venti  contrari  e  ritornando  al 
punto  preciso  di  partenza. 

È  notevole  che  in  Germania,  per  dare 
sempre  più  incremento  agli  studi  aeronau- 


tici, è  stata  istituita  11  maggio  di  quest'anno 
una  speciale  scuola  aeronautica  a  (Jhemnitz 
per  coloro  che  intendono  dedicarsi  alla  co- 
struzione ed  alla  direzione  delle  navi  aeree; 
la  direzione  ne  è  stata  affidata  al  dr.  P.  Spie- 
gel  tecnico  di  competenza  eccezionale  in  ma- 
teria, che  ha  già  compito  oltre  GOO  ascensioni 
ed  ha  contribuito  con  pubblicazioni  e  confe- 
renze alla  diffusione  di  questi  studi. 

In  Francia  è  da  notarsi  la  perfezione  rag- 
giunta dal  dirigibile  militare  l'atrie,  lo  strano 
aerostato  a  forma  di  pesce  allungato  fornito 
di  poderose  pinne,  che  ha  ottenuto  un  suc- 
cesso clamoroso  alla  rivista  del  14  luglio  per 
le  evoluzioni  precise  che  ha  eseguite  inap- 
puntabilmente descrivendo  ora  linee  rette, 
ora  curve  strettissime,  ora  sollevandosi  a  no- 
tevoli altezze,  ora  scendendo  verso  terra  fino 
a  far  sentire  il  fremito  dei  motori  ed  udire 
la  voce  degli  ufficiali  che  comandavano  la 
manovra.  Per  rendersi  conto  personalmente 
della  perfezione  di  manovra  del  dirigibile,  il 
presidente  dei  ministri  Clemenceau  ed  il  mi- 
nistro della  guerra  Picquart,  hanno  voluto 
farvi  un'ascensione  ed  a  bordo  di  esso  hanno 
compiuto  un  giro  di  circumnavigazione  in- 
torno a  Parigi,  rimanendo  soddisfattissimi 
del  modo  con  cui  funziona  la  Patrie  che  può 
rendere  segnalati  servigi  in  caso  di  guerra. 

In  Italia  finalmente  sono  da  segnalarsi  i 
primi  esperimenti  di  applicazione  dell'aero- 
nautica al  servizio  di  bordo  delle  navi  da 
guerra  per  l'esplorazione  del  mare  e  la  se- 
gnalazione: infatti  nello  scorso  giugno  a 
bordo  della  nave  Elba  furono  eseguite  nu- 
merose ascensioni  col  pallone  frenato  sia  per 
accertare  la  profondità  del  mare  e  la  pre- 
senza di  ostacoli  naturali  od  artificiali,  sia 
per  segnalare  a  grandi  distanze  l'avvicinarsi 
di  navi,  sia  per  rilevare  la  presenza  di  sotto- 
marini e  mine  subacquee.  Per  dare  un'idea 
dell'importanza  di  questo  servizio  basterà 
ricordare  che  elevandosi  di  500  m.  sul  mare 
si  può  esplorare  l'orizzonte  in  un  raggio  di 
ben  80  km.  :  pare  che  gli  esperimenti  in  pro- 
posito saranno  continuati  su  più  vasta  scala 
nelle  grandi  manovre  navali  di  quest'anno. 

E  questo  pei  palloni;  ecco  qualche  novità 
cii'ca  gli  apparati  più  pesanti  dell'aria. 

Oltre  i  due  idroplani  dell' ing.  Forlanini 
e  del  conte  Lambert,  i  quali  non  sono  che 
dei  canotti  di  piccolo  pescaggio  messi  in  mo- 
vimento da  grandi  eliche  che  funzionano 
nell'aria  invece  che  nell'acqua  producendo 
velocità  che  arrivano  ai  70  km.  all'ora,  e  co- 
stituiscono un  quid  medium  tra  il  canotto  au- 
tomobile e  l'aeroplano,  sono  degni  di  ricordo 
gli  esperimenti  eseguiti  con  successo  dal  pro- 
fessore americano  Montgomery  col  suo  aero- 
plano Santa  Clara. 

Il  Montgomery  ha  costruito  un  apparec- 
chio abbastanza  semplice  munito  di  due  ali 
paraboliche  che  vanno  dalla  punta  all'orlo 
posteriore  di  una  coda  piana  e  di  una  terza 
ala  verticale  più  piccola,  e  con  esso  ha  po- 
tuto compiere  le  esperienze  piìi  riuscite  di 
aviazione  che  siano  state  fatte  finora.  L'ap- 
parecchio sollevato  per  mezzo  di  un  pallone 
ed  abbandonato  a  sé  stesso  nell'aria,  vi  si 
sostenne  e  ridiscese  da  solo  senza  alcun  inci- 
dente; la  prima  volta  la  discosa  fu  di  245  m., 
la  seconda  di  GCO,  la  terza  di  912,  finalmente 


a^T  - 


mucchi  Ita  si 
(  di  l'iin  m.. 


:im)  m. 
r»  ;?ran 


rlcATitro  da  esso  I* 
jfidfuto.  Ori»  qu(»s»<i 


menti  non  risolvono  com- 
.        'lem»   tifir  aiMophuio.    la- 
•ct*uw  »p«r«te  bone. 

La  teoiMrta  del  polo  magnetico.  -  il  oap. 
rmaen.U  primo  niiTi<:atore  che  ha  traversato 
,   passa{r?!0  nnn1ov*"<!t  nef  nmrl  polari,  rlfe- 
rtóoe  !«■  ;">jione  artica. 

le  qaal  :i  raggiunto  il 

polo  II.  •   .11  averlo  rag- 

gi ,;:o  che  le  bussole  cessa- 

r»  .'  gli  aghi  rimasero  asso- 

la-   .  - 

Il  r  .  riportato,  dalla  sua  spedl- 

«lone.  ;  (lei  vari  movimenti  delle 

bu«solr  »<.>ii<<  I  iiuiuensadel  polo  magnetico; 
pero  ancora  qualche  anno  perchè  egli 
svilappare  tutti  i  calcoli  in  proposito 
e  riunire  in  un'opera  le  numerose  osserTa- 
sionL 

L    r  ^    ^mprMsa  per  calmare  le  onde.  — 

.\merioano  Brasher  aveva  osser- 

-        -Alte  gli  scavi  di  una  galleria  a 

"W  Vurk,  sotto  l'East-River,  le  fughe  d'aria 

inpressa  dai  cassoni  pneumatici  affondati 

il-  ''"'■•■-■  - '1   per  effetto  di  produrre 

a:  medesima  una  calma  per- 

{>  ;  torno  l^^  ond^  sf>?ultavano 

ad  t'ssore  in:  ito,  fatti 

degli  espenn.  .  ed  ha 

ottenuto  dei  I  a  quelli 

che  si  hanno  col  vecchio  e  nolo  sistema  di 
spargere  olio  sull'acqua.  Egli  propone  come 
prima  conseguenza  di  questi  studi  di  implan- 
tare lungo  le  dighe  ed  i  moli  dei  porti  delle 
ooodutture  subacquee  di  aria  compressa  da 
potersi  far  funzionare  nei  momenti  opportuni 
per  rendere  facile  e  sicuro  alle  navi  ed  alle 
imbarcazioni  l'approdo  durante  le  tempeste; 
poi.  subordinatamente  alle  esigenze  della  na- 
Tiga^ione,  propone  di  munire  le  navi  stesse 
di  una  cintura  estema  subacquea  donde  l'aria 
compressa  potesse  sprigionarsi  in  caso  di  pe- 
ricolo, permettendo  cosi  di  navigare  anche  in 
mezzo  a'.la  tempesta  con  facilità  e  sicurezza. 

La  ttereofotogrammetria.  —  Nella  rivista 
scientifica  del  1905  accennai  alla  invenzione 
fatta  dal  prof.  Pulfrich  dello  stabilimento 
Zeiss  di  Jena  di  un  apparecchio  che  si  fonda 
sul  principio  di  prendere  <jipntemporanea- 
mente  due  o  più  vedute  di  uno  stesso  og- 
getto lontano  da  due  o  più  punti,  la  cui  di- 
stanza reciproca  è  perfettamente  nota  per 


con  8U«'. 

mare,   ii 

mal  coni 

di  mor..' 

por  qu. 

ti.-:.                                11 

fu-                                .1 

d.  ;      :a. 

Ilt.-n'<i(-i  i»s:< 
ntemporai 


Cuurdinundo  I  risultati  di  numero^ 
rienzo  si  potrà  arrivare  a  stabilire  s. 
Ilde  basi  una  teoria  dol  movimento  delle  on. 
dalla  quale  l'arte  delle  costruzioni  navali  u< 
potrà  non  ricavare  notevoli  vantaggi. 

Nuove  lampade  elettriche.  —  Un  nuovo  fli  ' 
monto  por  lampada  elettricaad  incandescen/i 
e  stato  costruito  di  recente  da  H.  C.  Parker  e 
W.  Q.  Clark  della  "  Columbia  University  ,  di 
New  York,  i  quali  da  ben  sette  anni  lavora- 
vano intorno  a  quest4)  problema.  Il  nuovo 
filamento,  composto  principalmente  di  silicio 
ridotto  e  depositato  su  di  un  filo  sottilissimo 
di  carbonio,  è  stato  chiamato  Hélion  per  la  sna 
luce  brillante  e  bianca  somigliante  a  quella 
del  sole:  il  consumo  di  elettricità  della  lam- 
pada è  di  1  watt  per  candela-ora  e  quindi 
più  di  tre  volte  inferiore  a  quello  delle  lam- 
pade comuni:  la  durata  ne  ò  pure  abbastanza 
lunga. 

Una  delle  ultime  novità  In  fatto  di  lam- 
pade elettriche  è  la  lampada  ai  Tungsteno, 
detto  anche  Woìfram,  che  pel  momento  non 
credo  sia  ancora  in  commercio,  ma  vi  sarà 
ben  presto:  la  sua  luce,  simile  a  quella  dei 
becchi  Auer  ad  incandescenza,  è  bianchis- 
sima, 11  consumo  di  corrente  è  moderatis- 
simo (1  watt  per  candela-ora)  e  la  durata  è 
di  circa  1500  ore. 


colo  ed  interessante  apparecchio  di  invenzioi; •_ 
americana  che  serve  a  regolare  a  volontà 
l'intensità  luminosa  delle  lampade  elettriche 
e  consiste  in  una  resiatema  metallica  collo- 
cata In  un  involucro  refrattario  che  Impedi- 
sce l'irradiazione  calorifica  e  chiusa  nel  boc- 
cinolo o  portalampada  (in  inglese  aocket). 
Questo  boccinolo  a  regolatore  è  comandato 
da  una  chiavetta  rotativa  esterna,  non  è  più 
voluminoso  di  quello  ordinario  e  si  monta 
all'istesso  modo:  girando  semplicemente  la 
chiavetta  si  regola  la  luce  come  in  una  fiamma 
a  gas  e  si  può  arrivare  al  debole  chiarore  di 
un  lumino  da  notte.  Questo  sistema  di  rego- 
lazione è  molto  semplice  e  si  è  dimostra*^ 
preferibile  a  quello  consistente  nell'adoi 
rare  lampade  speciali  a  più  filamenti  utili. 
zabili  tutti  od  in  parte. 

Fotografìa  colorata.  —  L'anno  scorso  ac- 
cennai all'ingegnoso   procosso   Lumière   per 


Vene  varicose. 


Guarigione  rapida,  radicale,  sicura,  senza  calze  elastiche  né 


dn)  del  Dott.  5.  Bolognese  (Casella  posUle  502,  NAPOLI).  Congressi  medici.  Inter- 
na.tion.Ue  (Madrid  1903)  e  Nazionale  (Roma  1906)  Gran  Premio  e  Medaglia  d'oro 
a  Hnma,  Bordeaux,  Palermo,  Firenze,  Parigi.  —  Opuscolo  spiegaHvo  a  richiesta. 
Vademecum  (100  pag.  ili.)  li.  1.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza 
nelle  principali  lingue. 


ottenere  delle  foto;::t'afie  colorate  e  feci  notare 
come  ili  questo  sistema  1  colori  non  possono 
esser  riprodotti  che  sul  negativo  e  le  lastre 
sensibilizzate  non  si  possono  utilizzare  che 
per  trasparenza.  Ora  il  Giornale  d' Ti  ali  a  in 
una  Nota  di  urte  del  19  luglio  (n.  200)  riporta 
la  notizia  che  uno  studioso  romano,  il  signor 
Battistini,  in  seguito  a  lunghi  e  pazienti  studi 
è  riuscito  ad  ottenere  certe  sue  negative  spe- 


ciali che,  stampate  sulla  carta  riproducono 
i  vari  colori  degli  oggetti  t'oto^i^rafciti:  le  po- 
sitive hiinno  l'aspetto  e  le  qualità  delle  più 
belle  tricromie,  ed  inoltre  se  ne  possono  ti- 
rare quante  copie  si  vuole  senza  variazione 
di  colore  o  sciupio  di  materiale.  Registro  la 
notizia  per  semplice  debito  di  cronaca  scien- 
tifica, perchè  l'autore  mantiene  il  segreto  sul 
suo  processo,  almeno  per  ora. 


II.  —  Scienze  naturali,  mediche  ed  affini. 


Una  scoperta  agricola.  —  G.  Bonnier  del- 
l'Accademia delle  scienze  di  Parigi  pubblica 
nella  Revue  del  !<>  aprile  un  articolo  su  di 
una  scoperta  del  dr.  Brocq-Rousseau.  Agli 
agricoltori  è  purtroppo  noto  che  i  chicchi  dei 
cereali  od  i  foraggi  riposti  nei  granai  e  nei 
tienili  molto  spesso  si  alterano  e  prendono  un 
odore  sgradevole  (rnoisi)  in  seguito  allo  svi- 
luppo di  un  fungo  microscopico  finora  scono- 
sciuto; ora  il  prof.  Brocq-Rousseau  studiando 
questo  fungo,  cui  a  posto  nome  Streptothrix 
Jjussonvillei  in  onore  del  suo  collaboratore 
nelle  ricerche,  ha  notato  che  esso  si  presenta 
al  microscopio  sotto  forma  di  filamenti  com- 
posti di  spore  ovali  o  di  bastoncini,  assume 
la  forma  di  ciuffi  ramificati  nell'aria  umida, 
e  resta  distrutto  da  una  temperatura  di  50»  C. 
Applicando  alla  pratica  la  sua  scoperta,  il 
professore  ha  costruito  un  apparecchio  com- 
posto di  un  gran  cilindro  girevole  diviso  in 
vari  scompartimenti  collegati  con  un  calori- 
fero ad  aria  calda:  nel  cilindro  è  introdotto 
Il  grano  avariato  che  viene  rimescolato  ed 
investito  da  una  corrente  d'aria  calda  a  50»  C 
colla  velocità  di  oltre  10  metri  a  secondo.  Con 
questo  trattamento  il  grano  e  gli  altri  cereali 
vengono  a  liberai-si  completamente  d.i\\\AStrep- 
tothrix  e  dal  conseguente  cattivo  odore,  ed 
eventualmente  anche  dall'insetto  detto  pun- 
teruolo; inoltre  i  chicchi  diventano  lucidi, 
brillanti  e  perdono  ogni  eccesso  di  umidità 
che  potrebbe  danneggiarli. 

Il  trattamento  è  di  costo  minimo,  dai 
15-f-20  Omi  per  quintale  di  cereale;  e  può 
facilmente  intendersene  il  valore  commer- 
ciale quando  si  pensi  che  il  deprezzamento 
del  grano  per  il  rnoisi  sale  a  circa  2  lire  il 
quintale. 

La  gomma  cereale.  —  Il  Techniml  World 
di  Chicago  descrive  un  unovo  metodo  di 
estrazione  della  gomma  dal  frumento  dovuto 
all'inventore  inglese  W.  Threenfall  Car.  Il 
processo  si  basa  sull'azione  della  ptialina 
(elemento  chimico  della  saliva,  che  i  maiali 
secernono  in  abbondanza)  sull'amido  conte- 
nuto nel  grano;  la  ptialina  agisce  come  fer- 
mento trasformando  l'amido  in  destrina,  la 
quale  a  sua  volta  modificata  da  ti-attamenti 
speciali,  assumo  le  caratteristiche  della  gom- 
ma: si  ottengono  diversi  gradi  di  densità  ar- 
•stando  in  diversi  momenti  il  processo  di 
rmentazione.  Per  ora  sono  state  trovate  sei 
^«radazioni  di  gomma  elastica,  che  possono 
servire  ai  seguenti  usi:  rendere  impermea- 
bili le  stofle,  fabbricar  tubi  ed  altri  oggetti, 
fabbricare  gomme  pei  veicoli,  sostituire  il 
linultuin,  fare  pavimenti,  confezionare  palle 
da  yo'f:  la  nuova  specie  di  gomma  può  pure 


essere  assoggettata  al  processo  di  indurimen- 
to e  vulcanizzazione  come  la  gomma  naturale 
e  la  guttaperca. 

Il  nuovo  prodotto  potrà  fare  una  vantag- 
giosa concorrenza  alla  gomma  naturale  pel 
suo  costo  relativamente  basso  :  in  Inghilterra 
si  è  già  costituito  un  sindacato  per  lanciarlo 
in  commercio. 

Azione  a  distanza  dei  medicinali.  -  Le  inte- 
ressanti e  curiose  esperienze  iniziate  in  pro- 
posito dai  dottori  Bourru  e  Burot  professori 
a  Rochefort,  e  continuate  dal  dottor  Berjon, 
sono  state  recentemente  ripetute  dal  prof. 
Luys  dell'Accademia  di  Parigi  dinanzi  all'Ac- 
cademia stessa  in  condizioni  tali  da  non  poter 
ammettere  alcuna  soperchieria  o  trucco.  Sva- 
riatissime  sostanze  solide,  liquide  o  gassose, 
contenute  in  provette  chiuse,  poste  a  distanza 
di  8~f^l0  cm.  da  soggetti  preventivamente 
ipnotizzati,  hanno  prodotto  costantemente  ef- 
fetti immediati  e  costanti  per  ognuna  di  esse 
sostanze,  e  variabili  soltanto  col  variare  delle 
regioni  sensibili  o  sensoriali  del  soggetto  su 
cui  si  facevano  scorrere. 

Eliminata  ogni  causa  di  errore,  avendo 
fatti  lunghi  studi  pi-eventivi  sui  soggetti  ipno- 
tici, che  immersi  nello  stato  di  letargia  ed 
abbandonati  a  sé  stessi  non  davano  luogo  al 
alcun  fenomeno,  il  prof.  Luys  ha  potuto  spe- 
rimentare l'azione  a  distanza  di  54  sostanze, 
tra  cui  ricorderò  l'ossigeno,  l'idrogeno,  l'acido 
carbonico,  il  protossido  d'azoto,  l'iu'ido  solfo- 
rico, il  cloroformio,  l'etere,  il  cloralio,  alcune 
essenze  odorose,  l'alcool,  il  cattò,  il  tabacco, 
il  cloridrato  di  morfina,  la  polvere  di  vale- 
riana, quella  di  ipecacuana,  il  laudano,  l'ha- 
schisch,  il  solfato  d'atropina,  l'ergotina,  il 
solfato  di  stricnina.  Le  regioni  del  corpo  cui 
furono  avvicinati  i  tubi  contenenti  le  diverse 
sostanze,  furono  il  collo,  la  nuca,  il  braccio  e 
l'avambaccio,  l'orecchio,  l'occhio  e  le  narici: 
i  risultati  si  mostravano  diversi  per  la  stessa 
sostanza  a  secondo  della  regione  cui  essa  era 
avvicinata,  insultati  più  notevoli  furono  però 
ottenuti  avvicinando  i  tubi  a  10  cm.  dalle  re 
gioni  laterali  del  collo. 

Non  posso  in  questa  rapida  nota  entrar, 
in  particolari  che  pur  sarebbero  iaterossann 
né  ripi)rtare  i  risultati  specifici  delle  varu 
esperienze,  devo  limitarmi  a  ricordare  che  gli 
ettetti  delle  varie  sostanze  nel  loro  complesso 
furono  slmili  a  quelli  che  e.s.se  produrrebbero 
se  fossero  state  immesse  ettettivamente  nel- 
l'organismo, ad  es.  gli  alcoolicì  producevano 
i  sintomi  dell'ubriachezza,  i  narcotici  quelli 
dell"  abbattimento  e  del  sonno  profondo,  gli 
emetici  quelli  del  vomito,  ec.  :  il  più  impor- 
tante si  é  che  questi  effetti  in  molti  casi  du- 


pur  non  oi»sondo  ii 
<»i»r*  <]>i«'l  ri»!»<»i.  In 


e    «li    triHtr^za,    la 
<|U«Ue  di  sMh  e  di 


Ita:. 


detta  fototerapia  e  t'inniienza 

Iella  IttM  tuì  :     -  <li 
ekrobargo 

•ss  fruArii!!  <-e 

axzart .-.  io 

con  e--  la 

•■-'-■  .t.3 

•if- 


rftDeAtnente  le  rinste  scientifl- 
riportano  pU  stadi  interessan- 
ti sono  fatti  recentemente  in 
rnjf?!  ultra-violetti,  e  sulla  loro 


le  e  Kurt-Wolf,  hanno  spe- 
di qa«««ti    n»??1  itn  varie 


■  he 

'  dai  rai;($i  l'aluo  (di 

tto  da  aoo  schermo 

......  alle  diverse  specie 

Ito  che  i  batteri  venjfon»» 

io  nella  illaminazione  non 

..iiK-.ino    I    ra;::;!  altraTiolaÉii :    la    sorgente 

imiDosa  paó  essere  qnaluflqae.  però  netUe 

-pfTifnTo  fn  nsata  la  lampada  ad  arco. 

uale  socoesso 
>  e  neiridro- 
tn'acia  dei  soli 


ròcca  ed 

<  comune 

..l-itt,   n. 

non  lascia  pas- 
;,'ll   «sperimenti 

(•ristailo 
fuso  in 

.  di  Jena 

(1 
il 
d 
è 

■lotto  speciali' 
-•  Uberamente 

b4 

ultraMuklli,  «  battori  luiunu  m^ualmeute  di- 
strutU. 

Il  vino  ed  il  bacillo  di  Eberth.  -  Nel  1903 
A.  Pick  avfva  <>ss«'rvaf<)  «'onie  il  vino  avesse 
un'azione  battoririda  pur  il  bacillo  del  tifo: 
ora,  di  recente,  1  dottori  Sabrazès  e  Marcati» 
dier  hanno  compiuto  in  proposito  det;li  stadi 
sistematici  di  cui  rendono  fonto  ne»fll  "  An- 
nales  de  Tlnstitut  Pasteur.  XXI,  per  dvter- 
minareso.  ,->  por  quanto  t.-tniM.  il  |-..icjll.'  resti 
vivo  e  11'  !io. 

Dap:  ■'). 

luti,  ris  ■  iipo 

che  varia  dai  di«;ei  itunuu  allt^  due  uie.  se- 
condo il  tipo  di  vino  adoperato:  occorre  an 
tempo  doppio  o  triplo  per  il  vino  annacquato 
a  metà  volume:  in  generale  razione  batteri- 
cida  è  più  fort4»  nei  vini  bianchi  che  nei  rossi, 
ed  ha  maggi"  r.ido  di  acidità 

che  quello  a'  itura  ha  pure 

la  >Tia  impi'!  ■ 

iiza    di    tutto 

.  olare  il  vino 

lo  ore  prima 

di  usarla,  secondo  che  si  tratta  di  vino  bianco 

o  rosso. 

Un  nuovo  metodo  d'immunizzazione.  — 

noto  che  n"!  plasma  shiil'iUumio  oUr*»  d<*l  <•• 

!"■       ■■  '  '        ■  ■■■•    « 

■:t* 

.ito 

:.      1  :ie 

<1,    _■■  r.i 


Wright  e  l>uu^las   che  la  impurtHitii 
ben  nota  proprietà  dei  leucociti  di    ' 

(fagocitare)  i  m*--»''  ■ ivi  che  si  tro\ai.  .  , 

sangue,    dip-  .amente   dalla   pr 

senza  di  cert<  ntenute  nel  piasi:, 

sanguigno. 

Nei  loro  esperimenti  i  detti  professe 
hanno  lll).rat.)  1  Inuoocttl  d.i  ogni  trafiMa  ; 
plasma  111 

una  s<>!  no 

mescol.i  .  ì>i 

alla  tenipt^-ratura  del  corpo   un 
finché  le  cose  restavano  cosi,  • 

servato   al   microscopio  che   l   ; 

microbi  restavano  affatto  inattivi  gii  uni  :< 
canto  agli  altri;  p'To  n<«n  ai'f>ona  alla  n 
scolanza   si    a  "        ' 

sanguigno  la 
leucociti  div 

81  d.  Ili 

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di  essi  0  sui  microbi:  la  prima  Ipotesi  però 
è  da  scai  tiirsi  perchè  trattando  i  microbi  col 
siero  e  dopo  lavandoli  in  modo  da  eliminarne 
ogni  traccia,  essi  divengono  innocui  e  sono 
ugualmente  divorati  dai  leucociti.  La  so- 
stanza contenuta  nel  siero  cui  si  deve  questa 
modificazione  dei  microbi  è  stata  detta  opso- 
nina,  dal  greco  opsono  (preparo  il  banchetto). 
Scaldando  il  siero  del  sangue  a  65°  C.  Vop- 
sonina  viene  distrutta,  cioè  il  siero  perde  la 
proprietà  descritta,  ma  se  si  scaldano  a  Qó^ 
ì  microbi,  dopo  averli  lasciati  a  contatto  col 
siero,  i  leucociti  possono  ancora  distruggerli, 
quindi  Yopsonina  ha  una  temperatura  di  de- 
composizione ben  determinata,  ma  i  batteri 
sono  da  essa  moditìcati  chimicamente  e  du- 
revolmente. È  pure  acquisito  che  qualunque 
sia  la  provenienza  dei  leucociti,  da  un  uomo 
sano  o  malato,  o  da  un  animale,  l'azione  di 
essi  resta  costante  verso  gli  stessi  microbi, 
cioè  ogni  leucocita  idivora  sempre  lo  stesso 
numero  di  microbi;  quindi  il  potere  difen- 
sivo del  corpo  dipende  esclusivamente  dalla 
quantità  di  opsnnina  che  contiene. 

Avendo  inoltre  provato  sperimentalmente 
che  la  quantità  di  opsonina  contenuta  nel 
siero  di  un  uomo  sano  è  costante,  che  il 
siero  contiene  nn' opsonina  per  ogni  microbio, 
che  tutte  le  opsonine  sono  indipendenti  fra 
loro,  e  che  finalmente  esse  conservano  per 
parecchi  giorni  la  loro  attività  fuori  del  corpo, 
si  è  potuto  arrivare  a  giudicare  dello  stato 
di  resistenza  di  un  individuo  ad  una  data 
malattia:  perciò  basta  determinare  qitanti 
microbi  della  data  specie  vengono  distrutti 
in  media  dai  leucociti  dell'individuo  in  espe- 
rimento, e  trovare  il  rapporto  di  questo  nu- 
mero con  quello  già  noto  dell'  uomo  sano. 
Questo  rapporto  è  detto  indice  opsonico. 

L'applicazione  pratica  di  queste  scoperte 
alla  cura  di  certe  malattie  ha  condotto  a  ri- 
mettere in  onore  le  Inoculazioni  di  microbi 
morti;  infatti,  comportandosi  i  leucociti  ver- 
so i  microbi  morti  come  verso  1  vivi,  cioè 
distruggendoli,  si  ottiene  colla  razionale  ino- 
culazione di  questi  ultimi  una  immediata  di- 
minuzione di  opsonina,  ma  subito  dopo,  per 
reazione,  un  aumento  vantaggioso  di  essa, 
cioè  un  elevamento  dell'iM^ice  opsonico:  ac- 
cade cioè  qualche  cosa  di  analogo  a  quello 
che  si  verifica  colle  tossine  e  le  corrispon- 
denti antitossine. 

Le  iniezioni  vanno  fatte  a  dosi  crescenti, 
ma  per  averne  un  effetto  utile  bisogna  ba- 
dare che  l'iniezione  precedente  abbia  già 
prodotta  la  sua  i*eazione,  cosa  facile  a  veri- 
iicarsi  colla  determinazione  deW indire  opso- 
nico, altrimenti  l'effetto  potrebbe  essere  con- 
trario 0  dannoso. 

Una  nuova  diagnosi  della  tubercolosi.  —  Il 

j>rof.  Roux  ha  recentemente  comunicato  al- 
l'Accademia delle  Scienze  di  Parigi  ohe  il  dot- 
tor Pirquet  di  Vienna  ha  trovato  un  mezzo 
assai  semplice  e  pratico  di  diagnosticare  la 
tubercolosi  incipiente  anche  nei  suoi  primis- 
simi stadi,  quando  cioè  i  sintomi  della  ma- 
lattia sono  diflicilissiml  a  riconoscersi,  men- 
tre la  cura  potrebbe  esser  facile  e  di  effetto 
quasi  sicuro. 

Il  dottor  Pirquet  pratica  sulla  pelle  del  pa- 
llente lina  piccola  scalfittura  e  vi  fa  cader 


sopra  qualche  goccia  della  tuhercolinrt  Koch; 
dopo  qualche  tempo  osserva  la  ferita;  se 
l'individuo  è  immune  dalla  malattia,  la  ci- 
catrizzazione si  compie  senza  alcuna  compli- 
cazione, se  invece  egli  è  già  colpito  dalla 
malattia,  pur  non  presentandone  visibimente 
i  sintomi  caratteristici,  sulla  ferita  si  forma 
una  pustola  che  in  capo  a  pochi  giorni  as- 
sume l'aspetto  di  quella  del  vaiolo. 

Al  riguardo  il  prof.  Calmette  ha  proce- 
duto in  modo  quasi  analogo,  facendo  altre 
esperienze  nell'ospedale  di  Lilla:  egli  inietta 
nell'occhio  dell'individuo  in  esame  una  goc- 
cia all'I  o/i,  di  tubercolina  secca  pi'ecipitata 
dall'alcool  a  90°  nell'acqua  distillata  steri- 
lizzata; se  c'è.  tubercolosi  si  manifesta  nella 
palpebra  un  edema  che  sparisce  dopo  24  ore; 
se  no,  non  si  nota  alcun  effetto  apprezzabile. 

Il  signor  Moussu  nel  Journal  d' Agriculture 
consiglia  agli  allevatori  di  bestiame  un  me- 
todo simile  per  diagnosticare  la  tubercolosi 
bovina,  metodo  assai  semplice  e  pratico  che 
qualunque  agricoltore  può  adoperare.  Basta 
radere  sul  collo  dell'animale  il  pelo  per  una 
larghezza  di  lO-f-15  cmq,  poi  fare  con  un  col- 
tello dei  piccoli  tagli  superficiali  che  provo- 
chino r  uscita  di  un  po'  di  sangue,  e  distendere 
sui  tagli  una  soluzione  di  tubercolina  in  ac- 
qua salata  al  50  <'/,);  se  l'animale  è  sano  le 
piccole  ferite  si  cicatrizzano  subito,  se  è  in- 
vece in  qualunque  modo  tubercoloso,  i  bordi 
delle  ferite  si  infiammano,  ed  in  due  o  tre 
giorni  si  coprono  di  croste  giallastre. 

Siero  contro  le  morsicature  dei  serpenti  ve- 
lenosi. —  Lo  stesso  prof.  Calmette  dopo  una 
lunga  serie  di  esperienze  sugli  animali,  è 
riuscito  a  trarre  un  siero  antitossico  dal  san- 
gue dei  cavalli  resi  refrattari  all'azione  ve- 
nefica dei  serpenti  con  successive  inocula- 
zioni. I  cavalli  inoculati,  dopo  16  mesi  danno 
un  siero  che,  conservato  dentro  tubetti  steri- 
lizzati, resta  efficace  per  oltre  due  anni  in 
qualunque  clima;  essiccato  ha  un  grado  di 
conservazione  illimitato:  variando  i  diversi 
veleni  di  inoculazione  nei  cavalli  si  ottengono 
i  diversi  sieri  antivenefici,  e  si  giunge  a  pre- 
parare anche  i  sieri  polivalenti. 

In  casi  normali  il  siero  si  inietta  nel  tes- 
suto sottocutaneo  dell'addome  in  dose  di 
10  cm.  cubi;  se  è  trascorso  molto  tempo  dalla 
morsicatura,  ed  i  fenomeni  di  avvelenamento 
sono  divenuti  gravi,  si  raddoppia  o  si  triplica 
la  dose:  in  oasi  disperati  si  inietta  addirit- 
tura in  una  vena:  gli  effetti  benefici  del  siero 
si  manifestano  rapidamente,  ed  in  molti  casi 
anche  quando  ogni  speranza  di  salvezza  pare 
già  perduta. 

La  scoperta  del  dottor  Calmette,  suffragata 
oramai  da  una  lunga  pratica,  assume  un'im- 
portanza straordinaria  per  quei  paesi  che 
sono  infestati  dai  rettili  velenosi  come  l'India, 
l'Australia,  l'Africa  e  l'America  equatoriale, 
ed  hanno  perciò  appunto  una  mortalità  ele- 
vatissima :  basti  ricordare  che  nella  sola  pe- 
nisola indostanica  muoiono  annualmente  per 
morsicature  di  serpenti  oltre  20,000  persone  1 

Una  teoria  radioattiva  delle  malattie.  —  Nel 

Bisvei/lio  Medico  il  dottor  P.  (}.  Bevilacqua 
svolge  una  sua  teoria  per  cui  il  corpo  umano 
sarebbe  una  continua  sorgente  di  radioatti- 


—  :vM 


ksl  orna  id'i'Uia''-.  doler 
trbazioni  ur^.inlohe,  eioò 

■>  a  d»re 

>ra  non 

!■'  >  le  quali 

•  l'acconto  spo- 

\  A«io  «foura  !il- 


u.  dil    .ii.slciua 

II'  .  I feria. 

I  .  i  .•.■»dr.-M).>ro 

tulio  te  dulli  la 

febbre,  le  disi  :i 

bAttcrÌL<«  e  liui..v....i,v  i. .„,,...  „■  ,iMM.-,i  «al- 
l'unità  inorl>o9a  caudata  da  batteri  di  specie 
diversa,  oc.  ec,  dando  luogo  al  trionfo  della 
8ola  lef?ge  naturale  della  materia  radiante  in 
UUto  di  attività. 


III.  —  Meccanica,  tecnologia  ed  ingeg^neria. 


Torpedini  a  turbina  e  torpedini  dirigibili.  — 

Govt^rno   d<>>;U    Stati    Uniti    in   st'guito  ad 
'  •"^•nti  riusoit)  molto  soddisfacenti,   ha 
'    per   la   sua   marina   da   guerra  nn 
■ip.>    di    siluro     inventati    da    Bliss- 
che  per  velocita,    pn-. -i-i.  ino   e    pò- 
ipera  opni  altro  »sisn  me.  Questa  ter- 
ìel  diametro  di  533  mm  consta  oome 
le  aiue  di  tre  parti;  la  testa,  che  contiene 
flO  kg.  di  fulmicotone  umido  compresso  in 
dischi  con  la  relativa  cartuccia  di  innesco  al 
oeniro  e  l'acciarino  di  solito  modello,  la  parto 
centrale  o  srbatoio  che  occupa  più  della 
metà  della  lunghcr- ■  •  •-'"    .-d  è  costruita 
di  speciale   accia  •  i   cui   è  com- 

pressa l'aria  fino  .>  .  .  -  di  lAO  atmo- 

fere;  e  la  parte  poster  il 

:'>tore  di  tipo  afliatto  sp  Il- 

aria compressa.  Questo  i   di 

ria  piccola   turbina  la  quale   fa  a^'iru   due 
che  giranti  in  direzioni  opposte  e  di  cui 
.  j.na  e  ft&sata  sull'albero  centrale,  l'altra  su 
di  nn  albero  sviluppante  esterno:  la  turbina 
si  mnoTe  con  una  velocità  di  circa  10,000  giri 
al  minuto,  ridotti  sulle  eliche  ad  800  giil   e 
svllappa  una  forza  di  circa   160  cavalli  cui 
corrisponde  una  velocitai  di  40  miglia  all'ora. 
V  poppa  del  motore  ò  la  camera  di  immer» 
'>ne,  col  regolatore  destinato  a  mantenere 
sii  oro  alla  profondità  voluU:  il  costo  del 
Siluro  è  di  eira  25,000  lire. 

Accennai  Tanno  scorso  agU  esperimenti 

di  Anubo  per  dirigere  a  dlstansa  I«  torp^tni 

l  i  sottomarini  mediante  le  onde  hertziane, 

i  oramai  in  seguito  al  risultati  esaurienti  di 

f:>sl,  si  può  ammettere  che  la  torpedine  sia 

dirigibile.  Un  apparecchio  antomatioo  rsooo- 

(^litore   delle  diverse  onde  elettriche  devesl 

all'ingegnere  francese  Oabet  e  cousta  essen- 

ztalmenu>  dì  una  r^a  ad  otto  pale,  ciascuna 

delle  quali  e  azionata  a  distanza  da  una  data 

corrente  oscillatoria  e  comunica  uno  speciale 

movimento.  Il  comandante  dal  suo  posto  (a 

bordo,  sulla  spiaggia,  in  un  f^rte)  può  comò- 

'.imente  far  manovrare  la  torpedine  (visibile 

r  le  sole  antenne  raccoglitrici)  e  trasmet- 

•  re  i  seguenti  ordini  :  /V^rf^,  A'i'iftio,  Ft-ì-ni'i, 


A  déMra,  A  nnistra.  Dritto:  le  altre  due  pale 
della  ruota  servono  a  dare  il  movimento  o 
a  toglierlo. 

Anche  in  Ispagna  si  sono  sperimentati  a, 
parecchi  di  questo  genere  ed  il  Torre»  Qu-  - 
vedo   ha  perfezionato  un  portatorpedini   di 
questo  tipo  ohe  si  sta  provando  a  San  Seba- 
stiano. 

A  proposito  di  torpedini  f   •  '^, 

ricordo  che  il  governo  francese  :  t- 

tato  per  la  propria  marina  un  i.  .    .       ...     di 

torpediniera-automobile  ideata  dall' ing.  De 
Recopé.  Essa  si  compone  di  uno  scafo  in  ac- 
ciaio lungo  n  metri,  e  contiene  due  motori 
ad  esplosione  di  150  cavalli  sistema  Gazo,  che 
possono  Imprimerle  una  velocità  di  16  nodi 
all'ora:  sul  davanti  porta  il  tubo  lanciator- 
pedini.  Questa  piccola  torpediniera,  quando 
ha  i  boccaporti  chiusi,  riesce  quasi  invisibile; 
può  esser  trasportata  facilmente  sulle  grandi 
corazzate  e  si  addimostra  di  grande  utilità 
nella  difesa  costiera,  avendo  un  raggio  medio 
di  azione  di  circa  100  miglia  marine. 

Cannoni  elettrici.  —  È  noto  che  un  roc- 
chetto di  aio  di  rame  attraversato  da  una 
corrente  elettrica  si  polarizza  e  si  comporta 
COI  stando  attrazioni  ' 

ri;  rocchetto,  e  che  - 

qi,  :  Ito  il   motore  el-'- 

trico,  in   cui   un  roccLctto  può  fare  fino  a 
100  giri  per  secondo:  ora  se  11  movimento 
invece  che  ciroolare  si  immagina  rettilineo 
si  comprende  il  principio  del  cann' 
tricl  1  quali  realizzano  sui^ll  altri  11  va 
di  essere  silenziosi  e  funzionare  senz<i  ..>.^i 
e  fumo. 

Fin  dal  190S  11  prof.  Blrkeland,  danese,  « 
tenne  nn  brevetto  al  riguardo,  però  l'inven- 
Eione  allora  non  ebbe  gran  portata  nel  campo 
pratico,  perchè  per  ottenere  delle  velocità 
convenienti  occorreva  un  rocchetto  esagera- 
tamente lungo,  oppure  una  corrente  di  tale 
tensione  da  fondere  1  conduttori;  lo  scorso 
anno  11  signor  S.  T.  Poster  di  New  York  ha 
ritirato  un  altro  brevetto  con  cui  si  modiflc* 
«tihnen»'»   la   precedente   Invenzione,  appli- 


IGIENE 


CRÈME  SIMON 


BELLEZZA. 


Senza  rivali  per  rendere  morbida,  bianca  e  vellutata  la  pelle  del  viso  e  delle  mani 
e  proteggerla  contro  l'azione  del  sole. 


—  392  — 


cando  osternamcute  alla  canna  del  pezzo  sette 
rocchetti  d'induzione  che  sono  attraversati 
successivamente  dalla  corrente  elettrica  per 
brevissimo  tempo,  mentre  è  il  proiettile  stesso 
che  stabilisce  automaticamente  la  detta  cor- 
rente nei  rocchetti  e  riesce  cosi  a  sommare 
gli  etfetti  utili  nella  velocità. 

Gli  esperimenti  fatti  linora  hanno  dato 
buoni  risultati:  un  piccolo  cannoncino  elet- 
trico di  prova  ha  lanciato  proiettili  di  oltre 
un  chilogrammo  di  peso  a  1500  metri  di  di- 
stanza senza  alcun  rumore:  l'inventore  però 
si  propone  di  migliorare  la  sua  invenzione 
dal  lato  pratico  per  ottenere  velocità  e  forza 
di  penetrazione  maggiori. 

Il  lusoio.  —  È  il  nome  commerciale  di  una 
nuova  luce  artificiale  dovuta  all'ing.  Denay- 
rouze,  francese,  che  ha  insieme  inventata 
un'apposita  lampada  già  adottata  in  via  di 
esperimento  dal  municipio  di  Parigi.  Come 
per  la  luce  a  gas  acetilene,  anche  per  questa 
il  gas  illuminante  si  sviluppa  nella  lampada 
stessa,  però  nel  lusoio  si  tratta  di  un  liquido 
speciale  che  dal  calore  della  lampada  stessa 
vien  convertito  nel  vapore  che  va  poi  ad  ar- 
roventare una*  reticella  Auer. 

La  lampada  è  ermeticamente  chiusa  e 
lascia  scappare  il  vapore  da  un  solo  forel- 
lino  piccolissimo,  che  forma  l'unica  comuni- 
cazione tra  l'interno  e  l'esterno,  cosi  ogni 
versamento  pericoloso  di  liquido  è  impossi- 
bile; il  modello  presentato  come  tipo  ha  un 
potere  illuminante  di  100  candele  ed  un  con- 
sumo tre  volte  meno  caro  di  quello  del  pe- 
trolio (s'intende  dove  questo  vale  8  -f- 10  cm. 
il  litro)  e  da  sette  ad  otto  volte  meno  caro 
di  quello  dell'elettricità.  L'unico  inconve- 
niente del  sistema  consiste  nell'accensione 
un  poco  lenta  e  che  richiede  un  apparecchio 
sussidiario  ad  alcool,  però  quest'inconve- 
niente è  molto  tenue  rispetto  ai  vantaggi  di 
questo  nuovo  lume  tanto  economico,  che  non 
dà  cattivo  odore  né  fumo,  e  spande  una  luce 
sempre  ugualmente  chiara,  bianca  e  brillante. 

Nuove  stufe  a  gas.  —  L'ing.  Delage  ha 
inventata  una  nuova  stufa  a  cartocci  radio- 
inoandescenti,  il  cui  potere  calorifico  è  del 
100  %  superiore  a  quello  dei  cartocci  Auer, 
infatti  mentre  le  reticelle  comuni  di  tipo 
Auer  trasformano  una  fiamma  azzurra  in 
radiazioni  luminose  il  cui  spettro  è  ricco  di 
raggi  gialli  e  verdi  con  pochi  raggi  rossi,  il 
nuovo  cartoccio  Delage,  in  cui  predomina 
come  componente  il  cerium,  dà  uno  spettro 
ricco  di  raggi  rossi  e  calorifici. 

11  Delage  applica  quattro  o  cinque  di 
questi  cartocci  ad  ogni  caminetto:  essi  sono 
sostenuti  da  uncini  agganciati  ad  una  verga 
sostenuta  da  due  regoli  fissati  anche  in  basso 
da  un'  altra  traversa  formando  nell'  insieme 
un  (]uadr<)  rigido;  i  cartocci  sono  investiti 
da  tante   lianiine    indipendenti    fra    loro,    in 


modo  clie  si  può  regolare  il  calore  a  volontà 
accendendo  una.  due  o  più  fiamme,  le  quali 
hanno  ciascuna  una  chiave  propria:  ciò  riesce 
più  comodo  della  chiave  unica  che  modei*a 
l'altezza  di  tutte  le  fiamme. 

Dal  prof.  Junkers  di  Dessau  è  stata  in- 
ventata un'altra  nuova  stufa  a  gas,  che  ha 
pure  il  vantaggio  di  poter  sospendersi  al 
muro  a  qualsiasi  altezza  dal  suolo.  L'aria 
fredda  entra  dal  fondo  inferiore  della  stufa, 
passa  nel  lato  posteriore  dietro  al  riflettore, 
ed  attraversando  numerosi  tubi  circondati 
dalle  fiamme  del  gas,  sale  sino  al  davanti 
della  stufa  ed  esce  dai  due  lati  per  mesco- 
larsi all'aria  dell'ambiente:  contemporanea- 
mente i  raggi  calorifici  portati  in  basso  dal 
riflettore  riscaldano  il  pavimento  e  lo  strato 
inferiore  dell'aria.  Il  riscaldamento  dell'am- 
biente con  questa  stufa  risulta  presso  che 
uniforme,  la  combustione  del  gas  è  com- 
pleta, di  un  rendimento  molto  elevato  e 
perfettamente  inodore  ed  igienica,  perchè  i 
prodotti  di  essa  vengono  da  un'apposita  tu- 
batura separati  dall'ambiente  ed  emessi  al- 
l'esterno: il  prezzo  di  queste  stufe  in  Ger- 
mania varia  dalle  25  -f-  175  lire  secondo  la 
grandezza  e  la  decorazione  esterna. 

Il  Kronarografo.  —  All'Esposizione  di  stru- 
menti musicali  ed  apparecchi  accessori  te- 
nuta di  recente  a  Berlino  il  signor  L.  Kronar 
esponeva  un  apparecchio  inventato  da  lui 
per  scrivere  automaticamente  la  musica  ese- 
guita sul  pianoforte  o  su  qualunque  altro 
istrumento  a  tastiera. 

L'apparecchio  ha  le  dimensioni  di  un'or- 
dinaria macchina  da  scrivere,  e  può  colle- 
garsi alla  tastiera,  sia  in  immediata  vicinanza 
di  essa,  sia  lontano  :  la  sua  parte  sostanziale 
consta  di  un  rullo  munito  delle  varie  note 
musicali,  sotto  del  quale  un  motore  elettrico 
fa  scorrere  un  rotolò  di  carta  con  movimento 
perfettamente  uniforme.  Ogni  tasto  del  pia- 
noforte corrisponde  nell'apparecchio  ad  una 
speciale  elettro-calamita  (ce  ne  sono  87)  in 
modo  che,  quando  esso  vien  toccato,  si  chiude 
un  circuito  elettrico  che  produce  un  movi- 
mento nel  rullo  mettendo  la  nota  rappre- 
sentata dal  tasto  di  fronte  alia  carta  e  scri- 
vendola automaticamente:  dalla  distanza  che 
separa  una  nota  o  un  accordo  (gruppo  di 
note)  dalle  seguenti  si  ricava  facilmente  il 
valore  di  tempo  di  essa.  Ogni  rotolo  di  carta 
è  lungo  100  metri  ed  ha  una  larghezza  di 
19  cm.;  l'apparecchio,  che  può  essere  messo 
in  azione  dalla  corrente  d'illuminazione,  è 
costato  al  Kronar  lunghi  anni  di  lavoro,  ed  è 
stato  accolto  con  molto  plauso,  perchè  risolve 
un  problema  assai  interessante  pei  composi- 
tori di  musica. 

La  scala  mobile  Hocquard.  —  Ha  l'aspetto 
di  una  scala  comune,  ma  i  gradini  sono  for- 
mati da  tante  lastre  verticali  di  acciaio  dolio 


Emnrrnlfìi  *''^'"''*'®  ^'^"  r epurazione  recidivano  (Prof.  Tillaux).  La  vera  cura 
scientifica  e  razionale  è  la  cura  radicale  medica  delle  rene  varicose 
scoperta  dal  Dott.  Stefano  Jiologne.se  (Casella  postale  502,  NAPOLI).  Spiegazioni  a 
richiesta.  Vademecum  dei  sofferenti  e  predisposti  (100  pag.  ili.)  li.  1.  —  Consul- 
tazioni di  persona  e  per  corrispondenza  nello  principali  lingue. 


—  303  - 


jpci» 

ni;-- 

MI).. 

> 

^ 

j 

unto  Ai 
del  pi;i 

vaudo  Im  puc> ,,. ...... 

trasioa*  completa  si  abbassa,  deponendovi  I 
pMMgglert. 

U  morlmento  è  dato  da  nn  meccanismo 

abbastanza  semplice,  che  abbi<(oKna  di   uua 

forxa  variabile  dai  8  -f-  6  cavalli  secondo  il 

earloo,  il  quale  poò  arrivare  al  massimo  di 

fio  persone.  QaesU  scala  mobile  è  molto  più 

v«nU;;dosa  decli  ascensori  nei  luoghi  affol- 

!  "1.  alberghi,  teatri,  ec.:   In- 

'■  .ero  straordinario  di  viag- 

''""fare  (lino  a  4000  l'ora) 

;ta,  perchè,  veriflcan- 

■  >  un  guasto  al  meu- 

seguitare  a  servire  come 

;a. 

a  scala  è  stata  già  adottita 
fu'  e  dalla  stazione  ferroviaria 
'  "••oy. 

Il  canotto-carrozza  automobile.  —  H  sig.  Ra- 
vailher  di  l'aripl  presentava  pochi  mesi  or 
s-'no  al  Mini^uro  francese  della  guerra  un'au- 
tomobile di  sua  invenzione  che  può  correre 
per  le  strade  e  può  traversare  mi  fiume,  uu 
Imo  e  magari  un  braccio  di  mare. 

Il  corpo  del  reicolo,  costruito  tutto  in  ao- 
<  laio,  è  a  forma  di  chì;,'lia  ed  il  motore  di 
2<t  cav.  può  mettere  in  azione  le  ruote  o 
un  «Ik-a.  ••(isiichc  In  pochi  minuti  il  movi- 
mento adatto  alla  terra  può  trasformarsi  in 
qneUo  adatto  all'acqua:  è  naturale  che  tutti 
gli  assi  sporgenti  dallo  scafo  sono  calettati 
a  eh  insù  r»  ermotica,  e  che  la  disposizione 
int'rna  d'Ila  v.  t  tura  sia  calcolata  per  il  per- 
f>-tio  equiiitjno  di  galleggiamento. 

Gii  esp<frimenti  eseguiti  sulla  Henna  hanno 
Uto,  a  quanto  pare,  buoni  risultati:  il  vei- 
(•do  percorre  in  terra  30  km.  all'ora,  e  può 
-'tendere  da  solo  nell'acqua  se  la  spiaggia  ha 
.oa  pendenza  ohe  non  supera  il  16 '/q. 

Applieazlone  M  giroteoplo  agli  automo- 

bili.  —  L'inventore  della  ferrovia  ad  una 
sola  roUia  Brennan  ha  ide^o  dt  applicare 
agli  automobili  lo  stesso  principio  di  equili- 
brio della  detta  ferrovia  mediante  il  giro- 
scopio: il  nuovo  automobile  si  muterebbe  in 
in'enorme  motocicletta  sempre  in  equilibrio 
•  che  non  correrebbe  alcun  pericolo  nel  fcr- 


'in 
ro 
.»t- 

rfa 

>%\ 

ni 


•r- 

•  i   al 

..«mille  *  The  Car  ,  di  Londra,  egli  kì  ino- 

'rò  convinto  di  poter  applicare  il  piincipio 

ilei  giroscopio  anche  alla  naviga7:ione  aerea, 

risolvendo  così  il    problema    della  stabilità 

degli  aeroplani  contro  le  correnti  laterali  che 

tendono  a  modiflcarnc  la  direzione. 

Un  livellatore  meccanico  per  carreqgiate.  — 
Il  signor  A.  Savio  di  Costanzana  (Vercelli) 
ha  costruito  un  apparecchio  meccanico  assai 
utile  in  pratica  per  la  manutenzione  delle 
vie  carreggiabili,  apparecchio  che  serve  a  li- 
vellare quei  solchi  spesso  profondi  che  si 
formano  per  il  passaggio  dei  veicoli  ed  osti- 
colano  la  ulteriore  circolazione. 

Un  carro,  che  può  essere  a  trazione  n:. 
male  od  automobile,  trascina  due  ferri  posti 
In  forma  di  V  dietro  ciascuna  ruota,  la  parte 
che  sfrega  il  terreno  ha  una  specie  di  vo- 
mere che  solleva  la  cresta  della  carreggiata 
e  la  ricaccia  in  essa:  due  cilindri  pesanti,  che 
seguono  i  ferri,  girando  comprimono  la  col- 
mata del  solco;  un  sistema  di  leve  permette 
di  sollevare  tutto  l' apparecchio  quando  non 
si  vuole  che  funzioni.  Il  lavoro  eseguito  da 
questo  apparecchio  è  molto  rapido  ed  uni- 
forme ;  il  costo  può  variare  d  ■!  10  -7-  30  cm. 
per  km. 

I  progressi  dell' automatismo.  -  In  qn. 
ultimi  anni  l'uso  d.  .  Im 

è  andato  dilTondei  .so 

ed  applicandosi  ai  ,  in- 

dustria: ecco  qualcuiiii  tra  it>  più  uutevoli  o 
curiose  delle  ultime  applicazioni. 

Un  funzionario  della  direzione  generale 
dei  telefoni  di  Berna  ha  inventato  il  Utefoito 
atUomatieo,  per  ctii  ogni  cittadino  può  ser- 
virsi del  telefono  mettendo  una  moneta  da 
due  soldi  nella  fessura  dell'apparecchio.  La 
moneta  stessa  cadendo  nell'interno  mette  in 
moto  t  congegni  necessari  per  la  comunica- 
zione e  se  per  una  ragione  qualunque  que- 
sta non  potesse  aversi,  basta  premere  il  bot- 
tone esterno  per  riavere  la  moneta. 

Un  italiano  E.  Boggiano  ha  inventato  una 
macchina  per  votart,  cui  ha  posto  il  nome  di 
ptefngrafo  destinandola  a  facilitare  le  mani» 
festazioni  della  volontà  pnfddica  colla  sop- 
pressione dell'urna  tradizionale  ma  fragile  e 
malsicura  e  dello  scrutinio  finale  lento  e  non 
sempre....  imparzi.ile.  L'apparecchio  presenta 


Joniiture  per  Società  Jilamoniche 

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—  394  — 


tre  fori  'pcr  1  tre  voti  :  sì,  no,  astenufo  ed  in 
essi  il  votante  introduce  un  disco,  che  per 
mezzo  di  un  doppio  sistema  di  leve  fa  agire 
due  indici  su  di  un  quadrante:  uno  segna  il 
numero  dei  diversi  voti,  l'altro  il  numero 
totale  dei  votanti.  Il  disco  è  unico,  di  una 
forma  e  di  un  peso  che  è  difficile  falsificare  ; 
i  fori  sono  protetti  da  una  nicchia  in  cui  si 
nasconde  la  mano  per  la  segretezza  del  voto, 
il  quadrante  finalmente  è  fatto  in  modo  che 
resta  coperto  fino  al  termine  della  votazione. 
L'apparecchio  fu  esposto  l'anno  scorso  al- 
l'Esposizione di  Milano  nel  Padiglione  della 
Pace. 

A  Londra  nell'ufficio  della  Posta  sono  state 
aperte  al  pubblico  delle  cassette  automatiche 
per  l'acquisto  dei  francobolli  e  delle  carto- 
line sul  tipo  di  quelle  che  in  Italia  servono 
per  l'acquisto  dei  biglietti  di  entrata  nelle 
stazioni  ferroviarie,  per  i  cioccolattini,  ec. 
Esse  sono  di  invenzione  del  tedesco  Abel; 
agiscono  per  la  caduta  della  moneta  intro- 
dotta senza  bisogno  di  alcuna  manovella  la- 
terale, e  funzionano  con  vantaggio  del  pub- 
blico specialmente  nelle  ore  in  cui  gli  uffici 
della  Posta  restano  chiusi:  1  nuovi  automatici 
vennero  mostrati  ai  delegati  del  Congi-esso 
postale  internazionale  tenutosi  a  Roma  l'anno 
scorso. 

Il  francese  Jagot,  Intercalando  una  meri- 
diana solare  In  un  apparato  elettrico,  ha  co- 
struito un  orologio  regolatore  automatico  che 
segna  con  precisione  il  passaggio  del  sole  al 
meridiano  e  l'annuncia  col  suono  di  una  po- 
tente suoneria  elettrica:  l'apparecchio  è  mu- 
nito di  un  sistema  speciale  di  orologeria  per 
regolare  l'orientazione  dell'insieme  a  seconda 
delle  diverse  stagioni.  Un  orologio  solare  elet- 
trico di  questo  tipo  funziona  nel  gran  giar- 
dino di  orticultura  di  .Le  Mans  (SartheJ  in 
Francia. 

Un  apparecchio  automatico  dei  più  re- 
centi e  curiosi  è  finalmente  in  esercizio  a 
Berlino  per  la  lucidatura  delle  scarpe.  Si 
tratta  di  una  specie  di  piattaforma  simile  a 
quella  delle  bilance  automatiche,  che  porta 
due  guide  di  ottone  per  appoggio  delle  mani 
ed  è  munita  ai  due  lati  di  due  corpi  rilevati 


donde,  appena  messo  in  movimento  11  mec- 
canismo colia  caduta  dei  soliti  due  soldi, 
escono  delle  spazzole  che  puliscono  e  luci- 
dano gli  stivali  alla  perfezioiie.  I  lustrascarpe 
ne  dicoi:o  però  molto  male! 


Chiudendo  questa  rubrica  ricordo  ai  let- 
tori che  a  Parma,  prima  che  il  presente  Al- 
manacco veda  la  luce,  cioè  nel  prossimo  set- 
tembre, si  sarà  compiuto  un  avvenimento 
scientifico  di  grande  importanza,  che  potrà 
influire  specialmente  in  Italia  sul  progresso 
delle  scienze:  intendo  parlare  del  Congresso 
per  V Associazione  italiana  pel  progresso  delle 
scienze  (vedasi  più  oltre  l'articolo  speciale). 

Nelle  altre  nazioni  esistono  da  tempo  As- 
sociazioni consimili,  ed  anche  in  Italia  ne 
sono  esistite  pel  passato  con  gran  vantaggio 
nella  coordinazione  dei  progressi  nei  singoli 
rami  scientifici:  ora  dal  futuro  Congresso, 
prestabilito  a  Milano  in  occasione  dell'ultima 
grande  Esposizione,  si  potranno  attendere  i 
germi  di  un'organizzazione  specialmente  van- 
taggiosa nel  campo  AeW  Associazione  per  le  ri- 
cerche e  della  pubblicazione  periodica  di  In- 
dici bibliografici  completi  per  ogni  singola 
scienza. 

Anche  dal  lato  finanziario  sarebbe  desi- 
derabile una  forte  associazione  che  potesse 
disporre  dei  fondi  necessari  per  le  ricerche 
dispendiose,  cui  non  bastano  le  elargizioni 
occasionali  ed  incomplete  del  Governo  o  di 
qualche  singola  Società. 

Napoli,  agosto  1907. 

Ing.  F.  Clèmenzo. 


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Oh  mainin»  dlrebW  11  protagoniaU  do^lt 
c,><f.-..  *,cnn  come  ó   dolce    questa   parola; 
..-oarozK*  r  orecchio.^.,  ma  altrettanto 
è  la  (x^&a. 
(tu  e  an  fatto  ohe  noi  siamo  ammalati  e 
?io  la  malattia  del  mooIo.  vera,  speciale,  pro- 
na di  questo  eeoolo,  e  che  non  si  potrebbe 
noeplre  in  nessan  altro  di  quelli  che  fu- 
ouo.  è  la  ntmi-asteitia. 

L'illustre  prof.  Achille  De  Giovanni,  Di- 
rettore della  Clinic»  Medica  della  B.  UniTer- 


Profl  Comm.  Aohxllk  Ds  GiovAinrx. 

finta  or*  d«l  Rtgno 

DirtUort  dMa  Clinica  medica  di  Padova. 

-à  di  Padova  e  senatore  del  Regno,  il  quale 

'  mpre  si  è  occupato  lo  mudo  speciale  della 

uevrosi  e  della  nevrasteuia  oosì  si  esprime 

nel  presentare  il  suo  nuovo  rimedio   l'Anti- 

nevrotico  D4  Gif/vanni: 

*  La  osservazione  sall'andaraento  di  molti 
sintomi  e  fenomeni  nervo*>i  specialmente  nella 
nevrosi  e  nella  nevrastenia,  mi  guidò  a  poco 
a  poco  a  comprendere  il  modo  col  quale  nella 
maggioranza  dei  casi  possono  prodursi  e  in- 
tratttiH  rsi.  Kon  voglio  dire  j^e  tutti  i  miei 
T  ro  e  siano  esattunente  conformi 

a  r.ili:  ma  non  erano  certo  inve- 

.  |.^  .«jbè  l'esperimento  terapeutico  li 
'.iva.  lo  vedeva  che  l'applicazione  dei 
.  generalmente  raccomandati  in  molti 
rasi  ia.>ciavano  me,  come  tanti  altri,  in  asso: 
e  venendo  sorpreso  da  fatti  di  coincidenza 
della  scomparsa  del  fenomeno  nervoso,  con 
un  mutamento  funzionale,  del  quale  sfugge 
;.  rapporto  che  può  avere  col  fenomeno  ner- 
\  uso,  sia  o  sensoriale  o  motorio  possa  la  sua 


insorgenrn  ventre  dotemilnata  dal  conoorto 
di  più  anomalie  funzionali  elementari. 

a  Intanto    r  o.sservnztnnc   continua   sugli 


stessi  f'»nomenl.  mi 
terapeutico  che  br. 
influire  il  centro  ([■ 

cond 

iia<«e  ad  un  propetto 

—  T'   -  •      -  -     ';-no: 

lue 

modi;  con  un  mr 

sl- 

bilità.  ed  un 
motori,  ed  1! 

-.o« 

-•a. 

,  Man  m:i 

.    ;   ...ir- 

tuni  faceva  \\    , 
tate   dall'.    ; 
venni  a  ci 
ricorreva  • 
siome  deli  . 
azione  anti«.p.i>iM. 

1...  vcuivaiiutlot- 
■  ':■  1    sintomi   e  cosi 
i  :  .ruiula  alla  qualo 

mi  pareva  che  l'in- 
'  >);la  richiedesse  una 

sul  sistema  nervo- 

so,  uno  stimolo  nei  centri  vaso-motori,  ed 
un  cardiocinetico.  Le  mie  esperienze  ri- 
montano a  molti  anni  addietro,  quando  mi 
ero  proposto  un  tema  di  terapeutica  del 
quale  spero  occuparmi  in  altra  occasione.  « 
Difatti  rAntinevrotico  De  Giovanni  è 
un  ottimo  tonico  nervino  muscolare:  au- 
menta la  sensibilità  dei  nervi  di  senso;  la 
vista  si  fa  più  forte,  l'olfato  e  l'udito  più 
aouti;  stimola  le  fibre  muscolari  liscie 
dello  stomaco  e  dell'intestino,  ed  è  quindi 
un'eccellente  rimedio  contro  la  dispepsia 
atonica  e  la  stitiobez?:».  nna  delle  mag- 
giori molestie  per  i  n  i  ed  uno 
dei  computi  più  diffio  lieo  che 
intende  provvedervi;  .••bolezza 
sessuale,  accresce  i  putni  della  mente; 
toglie  quel  senso  di  confusione  e  di  peso 
al  capo  (cappa  di  piombo)  che  rendono  il 
neurastenico  incapace  di  attendere  alle  sue 
occupazioni;  guarisce  l'insonnia  e  l'ipocon- 
dria e  con  l'uso  continuato,  libera  pure  da 
quel  senso  molestie  di  spossatezza,  cascag- 
gine e  malessere,  specie  dopo  i  pasti,  che 
sono  fra  i  sintomi  più  costanti  della  neu- 
rastenia.  È  un  tonico  cardiaco:  aumenta 
la  contrattilità  del  cuore  e  ne  regolarizza 
il  ritmo,  oviando  alle  palpitazioni  e  ai  ni" 
teplici  disturbi  che  i  neurastenicl  avv 
tono  in  corrispondenza  del  cuore. 
L' Antinevrotico  De  Giovanni  stimola  il 
centro  respiratorio,  togliendo  quel  senso  di 
oppressione  e  serramento  di  petto  non  infr^ 
quente  nei  neurastenicl  ed  isterici. 

È  un  tonico  stomatico:  promuove  la  s 
erezione  dei  succhi  digestivi,  gastro-intesti- 
nali ed  eccita  quindi  l'appetito,  facilita  la 
digestione,  Inducendo  una  notevole  moiiflca- 
zione  nel  ricambio  materiale  ed  un  a 
dei  processi  di   nutrizione  nel  si8t<  ; 
voso  e  in  tutu  gli  altri  tessuti  ed  • 

L'Antlnevrotico  De  Giovanni,  mentre  ser- 
ve a  tonicizzare  l'intero  organismo,  è  anche 
calmante,  in  quanto  serve  mirabilmente  a  di* 
mtnuire  l'eccitabilità  riflessa  e  l' impolsività 
del  carattere. 

L'Antlnevrotico  De  Giovanni,  infine,  sod- 
disfa a  tutte  le  indicazioni  della  neurasteoia, 
dell'isteria  e  dell'ipocondria;  ne  è  il  rimedio 
più  completo  e  sicuro,  e  deve  essere  il  rim- 
dio  preferito  dai  malati  e  dal  medico  prati' 
Dott.  G.  G. 


ALFABETICO 

ANNUALE 

DéLLé  16661 


Trincipali  disposizioni  emanate  con  leggi,  decreti,  regolamenti, 
circolari,  ec,  dal  i»  luglio  1906  al  30  giugno  1907. 


Acque:  5  maggio  1907,  Legge  n.o  257.  —  Ap- 
prova l'istituzione  del  Magistrato  delle 
acque  per  le  province  Venete  e  di  Man- 
tova, 

Acquedotto  Pugliese:  26  agosto  1906,  D.  R. 
n.o  532.  —  Approva  la  tabella  delle  quote 
per  la  spesa  nella  costruzione  e  nell'eser- 
cizio dell'Acquedotto  Pugliese. 
16  settembre  1906,  D.  R.  n.»  533.  —  Ap- 
prova lo  Statuto  del  Consorzio  fra  lo 
Stato  e  le  Province  di  Foggia,  Bari  e 
Lecce  per  la  costruzione,  la  manuten- 
zione e  l'esercizio  perpetuo  dell'Acque- 
dotto Pugliese. 

Agordo:  4  agosto  1906,  D.  R.  n.»  465.  —  Con- 
cede alla  città  di  Agordo  la  medaglia 
d'oro  in  ricompensa  delle  azioni  patriot- 
tiche compiute  dalla  cittadinanza  nel  pe- 
riodo del  Risorgimento  Nazionale. 

Agricoltura:  16  agosto  1906,  Legge  n."  475.  — 
Approva  la  convenzione  per  la  creazione 
di  un  Istituto  Internazionale  di  Agricol- 
tura conchiusa  fra  l'Italia  ed  altri  Stati 
il  7  giugno  1905. 
29  luglio  1906,  D.  R.  n.»  547.  —  Concerne 
l'ordinamento  e  la  ripartizione  dei  ser- 
vizi di  bonificamento  agrario  e  coloniz- 
zazione. 
16  giugno  1907,  Legge  n.»  337.  —  Approva 
alcune  norme  e  disposizioni  sulla  risi- 
coltura. —  (Ved.  Sardegna). 

Biglietti  di  Banca:  30  dicèmbre  1906,  Legge 
n."  657.  —  Proroga  a  tutto  il  31  dicem- 
bre 1907  il  corso  legale  dei  Biglietti  di 
Banca  e  le  agevolezze  fiscali  per  la  liqui- 
dazione delle  immobilizzazioni  degli  Isti- 
tuti di  emissione. 

Calabria  (ved.  Terremoti). 

Carducci:  17  marzo  1907,  Legge  n.»  56.  —  Ap- 
prova l'erezione  in  Roma  di  un  monu- 
mento a  Giosuè  Carducci. 

Case  popolari:  9  dicembre  1906,  D.  R.  n.»  696. 

—  Sostituisce  e  modifica  alcuni  articoli 
del  Regolamento  approvato  con  R.  De- 
creto 24  ai)rile  1904,  n.»  1(54  per  l'esecu- 
zione della  legge  sulle  Case  popolari. 

Colonia  Eritrea:  26  agosto  1906,  D.  R.  n.»  531. 

—  Approva  la  convenzione  fra  il  R.  Go- 


verno e  la  Banca  d'Italia  per  un  prestito 
di  L.  3,250,000  a  favore  della  Colonia 
Eritrea. 
5  ottobre  1903,  D.  R.  n.o  562.  -  Apporta 
alcune  modificazioni  ed  aggiunte  al  R.  D. 
3  novembre  1894,  n.»  463,  che  istituisce 
una  medaglia-i-icordo  della  campagna 
d'Africa. 
10  gennaio  1907,  D.  R.  n.o  14.  —  Approva 
la  Tabella  dei  tributi  per  l'esercizio  finan- 
ziario 1906-1907  per  le  popolazioni  indi- 
gene della  Colonia  Eritrea.  —  (Ved.  Trat- 
tati Internazionali). 

Commercio  (ved.  Trattati  Internazionali). 

Comuni  e  Province:  16  agosto  1906,  D.  R. 
n.o  563.  —  Modifica  l'art.  4  del  Regola- 
mento approvato  con  R.  D.  25  novem- 
bre 1900,  n.o  484  per  l'esecuzione  della 
Legge  concernente  i  mutui  ai  Comuni  e 
alle  Province  per  costruzioni  e  restauri 
ad  edifici  scolastici.  —  (Ved.  Smole). 

Contravvenzioni  :  .19  luglio  1906,  Legge  n.o  379. 

—  Concerne  la  conciliazione  delle  con- 
travvenzioni in  materia  forestale. 

Danneggiati  (ved.  Vesuvio,  ved.  Terremoti). 

Dazi:  15  luglio  1906,  Legge  n.o  353.  -  Mo- 
difica la  tariffa  generale  dei  dazi  doga- 
nali nella  parte  relativa  alla  applicazione 
della  soprattassa  dell'alcool  ai  vini  im- 
portati dall'estero. 
17  aprile  1897,  D.  R.  n."  179.  -  Approva  le 
tare  legali  per  il  dazio  sugli  olii  minerali 
di  resina,  di  catrame  ed  altri. 

Diritti  d'autore  (ved.   Trattati  internazionali). 

Emigrazione:  2  dicembre  1906,  D.  R.  n.o  621. 

—  Approva  il  regolamento  per  il  servizio 
degli  addetti  consolari  incaricati  dell'as- 
sistenza agli  emigranti  italiani. 

Esercito:  1»  luglio  1906,  Legge  n.»  298.  —  Sta- 
tuisce gli  obblighi  di  servizio  degli  uffi- 
ciali in  congedo. 

8  luglio  1906,  Legge  n.»  305.  —  Istituisce 
i  farmacisti  militari  di  complemento,  e 
modifica  il  quadro  organico  dei  farma- 
cisti militari  etfettivi. 

12  luglio  1906-,  Logjie  n.o  843.  —  Approva 
alcune  modificazioni  al  testo  unico  della 
legge  sull'ordinamento  dell'esercito. 


^EEI^ 


-  ri!»:  - 


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Il 

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1,     >  .. 
naie  <li 
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arr- 
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15  I 
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17  I. 


D.  n.  II.*141.  —  Accorda 

.•■•iifiarro  tuaf nimnio    ni 


, „...- -lol 

;i  militari. 

R.  n.  Wl.  —  Approva  11 
'  r  le  indennità  «Tontuali 

—  (Ved.  Kngioitieri). 
inbrc  vym.  1».  R.  n.-  ^79. 


».  —  Approva 
!•>  Internazio- 

i.<»324, -Con- 
:>l^.llleFerrat«Me• 
'iune  della  gestione 


Approva 
\\<i  della 


—  Approva  lo 
S:.  li  previdenza 

1":  assunto  in  ser- 

vi lnV7. 

23  II.  rova  Io  Statuto  del- 

l' !  Il  za  per  il  personale 

suto. 

Garibald  7,  Legge  n.»  316.  — 

A-  i^^i<^>  alla  memoria  di  Ga- 

I  t 'V  nilione  di  lire  a  favore  dei 

snj.  !-!•;  j  iibaldlni  in  ristrette  condi- 
xlooi  di  fortuna. 
28  giugno  1W7,  Legge  n.»  3M.  -  Dichiara 
f«t^  i,i»7i,.„  .u   li  giorno  4  luglio  1907. 
k  nascita  del  generale  Gin- 
Genova;  r  \M)i\nì  i2fo6.  Legge  n.*  319.  —  Auto- 
rizza la  conoeasione  perpetua  dell'acque- 
dotto De  Ferrmrt-Galliera. 

Geometri  <  \  ed.  Ragimieri). 

Indennità    \ -d.  EtetxUoS. 

Ipoteche:  i'.«  loglio  19M.  Leg^  n*  370.  - 
Approva  alcoue  disposizioni  relative  alte 
Conservatorie  delle  Ipoteche. 

LefS  Nasale  Ived.  Marima). 

Lotterìa    voi.  Ripomsiomi). 

Maestri  iv-  ].  Settolé). 

Marina:  -'  -     ''■■-    '\  R.  n.»  600.  — 

(y  '■  personale  del 

*'<■  <>  per  servizio 

di   >--  ii.r:  .rinL 

31   j-.nnai'.  7.    —  Apprrr. 

alcuno  11  -ione  degli  a; 

lievi  al  corso  iiunaaìc  della R.  Accademia 
Navale. 

7  febbraio  1907.  D.  E.  n.»^.  -  Modifica 
il  regolamento  pel  serrflno  delle  Dire- 
zioni dei  lavori  e  per  la  Contabilità  del 
maf«Tiale  nei  Reali  Arsenali  e  Cantieri 
marittimi. 

16  ;:)Uk'n'.  11*07,  n.»  345.  —  Concede  una  Lot- 
teria Nazionale  a  favore  della  Lega  Na- 
vale Italiana. 

16  giugni  ItKr.  L<»jr.je  n.«  346.  —  Approva 
le  dispos  7  V.- al  matrimonio  dc- 

^li  nflBci.i  larina. 

Matrimonio  iv  ,   ved.  Manna). 


Messina 
Milano 
Monete  : 

Cimi  ti  k^jr-vo  Ivt;;^!»  UtUlu  iiiuucti:  :> 
Ktonall  ed  estere  e  degli  antlutii  Hta 
d'Italia. 

17  marzo  1907.  D.  R,  n.»  138.  -  Ai 
la  II.  ZeiH>a  a  pruvvederd  alla  cor 

di  iit:    -■  ^-     ■    "nr(T«||to  pel  \uioi   11 

min 

25  ajM  216.  -  Approvu 

cap't      >  ;:ì  lu  norme  per  i 

veiid  •  i  di   nichelio  mi»' 

da  CM.:. 

Iti  Nazionali:   il  U\^J^\<^   uhm;.  D.  i 
n.«  47S.    —  Dichiara    mouuineiito   nar.  ■ 
naie  il   tumpiu  di  llera  I..aclnla  pres^ 
Cotrone. 
I:  29  novembre  1906,  D.  R.  n.»  TSa  - 

Approva   il   re/   '   ' *      -    -   '---'- 

zione  dell'art.  1' 
n.«  S.'il  circa  1  • 
in<  Il  I. 

Ragioni  e  n  _-e  n.«  3'27. 

Con  .1    professioii 

di  ra«^.uniurtì  u  da  alcuno  disposizioni  .^ 
riguardo. 

19  luglio   1906,   D.  B.  n.«  4.'*4.  —  Ar».r .^ 
una  modificazione  all'art  2  del  I 
che  redola  l'avanzamento  del  Ra. 
geon    '-    ^  "'  ';f»nlo  Militare. 

9  di«  1).  R.  n.»  715.  —  Approv 

il    !  per    r  esectizione    deli. 

Le_-  l.n-,.    li.      ;j7    sull'eser- 

cizi —     ■.       :     i-    _      il:.T.«. 

Rendita:  :  •    i i'   i:         '.i".    - 

Ant.  1 ,/ /..  i.i   1'    ■  ,•     ■■■  '.    ■ 

bit..  V  i'.'.'       '  -i  r.:  .-     .ir.    ' 

tatOi-i'  ile;ic  ic;,iljti'  e.  ii>u;.  ... 

in  fac-simile  a  partire  dal  1  •  ^'    ì 
22  novembre  l»Ort.   D.  R.  n.    •  !• 

cern    '      •-  ■   ■•     .  •   . .   ■ 

ali 
25   ai 

nor^ 

dir.. 
Sanità  Pu: 

—  M..,1ì:ì.-.i    1  .;,:.  :o    .1.  ;.a    ;.  .;^o    22    <; 
cerni. re   l>v>v^.  n.'  .'>>4'.t  per  l.i  tutela  d-i 
l'iKieuc  e  della  sanità  pubblica. 
19  luglio    1906,   D.  R.  n.*  466.  —  Approva 
il  Regolamento  per  l'esecuzione   della 
legge  ri^aardante  rassi<»tenza  Hanitaria, 
la  vigilanza  igienica  e  l' igiene  degli  abi- 
taM  del  Comnnl  del  Regno. 

n.»  61.  —  Approva 

per  la  esecuzione 

iiirc  le  cause  della 

UiAlorU  u  per  la  vendita  del  Chinino  di 


i:     12     luglio     l'.XM'.       I»      It      no    4-..-Ì       _ 

Autorizza  un  ci 
prietari  delle  \>\ 

sari  e  Potenza  cti--  a..ni« ir  imiti. > 

loro  aziende  agrarie  secondo  1  precedei!  t 

rt«»rret1  di  poncor^'^. 

Stampi     '  -       -  \ 


Scuole  : 

tuls. 


—  398  — 


Segue:  Scuole. 

29  luglio  1906,  D.  R.  n.o  4G9.  —  Approva 
le  norme  regolamentavi  per  l' ai^plica- 
zioiie  delle  disposizioni  riguardanti  gli 
insegnanti  delle  Scuole  medie  pareggiate. 

28  agosto  1906,  D.  R.  n.°  512.  —  Approva 
alcune  disposizioni  sullo  stato  giuridico 
degli  insegnanti  delle  Scuole  medie. 

8  settembre  1906,  D.  R,  n.»  581.  —  Approva 
il  Regolamento  per  l'applicazione  delle 
leggi  sull'istruzione  primaria  nella  parte 
relativa  alla  materia  degli  stipendi  dei 
maestri  elementari  e  dei  concorsi  e  rim- 
borsi dello  Stato  ai  Comuni. 
2  dicembre  1906,  D.  R.  n."  703.  -  Approva 
il  Regolamento  e  le  istruzioni  per  la  com- 
pilazione di  progetti  circa  la  costruzione 
degli  edifìci  per  le  Scuole  elementari.  — 
(Ved.  Maestri). 

Terremoti:  19  luglio  1906,  Legge  n.»  369.  — 
Modifica  l'art.  94  della  legge  25  giu- 
gno 1906,  n.o  265,  sui  provvedimenti  per 
la  Calabria. 
16  settembre  1906,  D.  R.  n.o  511.  —  Ap- 
prova le  norme  per  le  costruzioni,  rico- 
struzioni e  riparazioni  degli  edifìci  pri- 
vati e  pubblici  nella  regione  calabrese 
e  nella  provincia  di  Messina  danneggiati 
dal  terremoto. 
24  dicembre  1906,  D.  R.  n.»  640.  —  Approva 
il  Regolamento  generale  per  i  provvedi- 
menti a  favore  dei  danneggiati  dal  ter- 
remoto nella  Calabria. 

Torino  (ved.  Esposizioni,  ved.  Scuole). 

Trattati  internazionali:  29  luglio  1906,  Leggo 
n.o  446.  —  Approva  una  convenzione  ad- 
dizionale alla  convenzione  di  amicizia  e 
di  buon  vicinato  fra  l'Italia  e  San  Ma- 
rino del  28  luglio  1897  sottoscritta  a  Roma 
il  16  febbraio  1906. 

29  luglio  1906,  Legge  n.»  474.  —  Concerne 
la  convalidazione  dei  Regi  Decreti  per  la 
proroga  dell'accordo  commerciale  prov- 
visorio fra  l'Italia  e  il  Montenegro  del 
22  dicembre  1903  e  del  precedente  Trat- 
tato di  commercio  del  28  marzo  1883. 

lo  settembre  1906,  Legge  n.»  501.  —  Ap- 
prova il  Trattato  di  commercio  e  navi- 
gazione fra  l'Italia  e  la  Repubblica  del- 
l'Equatore del  12  agosto  1900. 

10  settembre  1906,  D.  R.  n.o  543.  -  Dà  ese- 
cuzione all'accordo  postale  amministra- 
tivo fra  l'Italia  e  l'Egitto. 

16  settembre  1906,  D.  R.  n.o  689.  —  Dà 
piena  ed  Intera  esecuzione  all'accordo 
conchiuso  fra  l'Italia  e  il  Portogallo  per 
la  reciproca  tutela  dei  diritti   d'autore. 

14  ottobre  1906,  Legge  n.o  567.  —  Approva 
11  Trattato  di  commercio,  di  dogana  e 
di  navigazione  fra  l'Italia  e  la  Bulgaria 
del  13  gennaio  1906. 

21  ottobre  1906,  Legge  n.o  568.  -  Concerne 


S^gue:  Trattati  internazionali. 

r esecuzione  del  Trattato  di  amicizia  e 
commercio  e  navigazione  concluso  fra 
l'Italia  e  la  Repubblica  di  Nicaragua  il 
25  gennaio  1906. 

13  gennaio  1907,  D.  R.  n.o  27.  —  Dà  piena 
ed  intera  esecuzione  alle  annesse  stipu- 
lazioni dell'  atto  generale  firmato  ad  Al- 
gesiras  il  7  aprile  1906. 

17  gennaio  1907,  D.  R.  n.o  13.  —  Dà  piena 
ed  intera  esecuzione  alla  Convenzione 
fra  r  Italia  e  la  Svizzera  per  disposizioni 
uniformi  sulla  pesca  nelle  acque  comuni 
ai  due  Stati. 

30  marzo  1907,  D.  R.  n.o  114.  —  Dà  piena 
ed  intera  esecuzione  alla  convenzione 
contro  le  epizoozie,  conclusa  fra  l'Italia 
e  la  Serbia. 

30  marzo  1907,  Legge  n.o  115.  —  Approva 
il  Trattato  di  commercio  e  navigazione 
stipulato  fra  l'Italia  e  la  Serbia  il  14  gen- 
naio 1907. 

4  aprile  1907,  Legge  n.o  134.  —  Dà  esecu- 
zione al  Trattato  di  commercio,  dogana 
e  navigazione  fra  l'Italia  e  la  Romania 
del  5  dicembre  1906. 

4  aprile  1907,  Legge  n.o  188.  —  Approva  il 
Trattato  di  commercio  fra  l'Italia  e  la 
Etiopia  firmato  ad  Addis-Abeba  il  21  lu- 
glio 1906.  -  (Ved.  Colonia  EHtrea). 
Vesuvio  :  19  luglio  1906,  Legge  n.o  390.  —  Ap- 
prova vari  pi-ovvedimenti  a  favore  dei 
danneggiati  dalle  eruzioni  del  Vesuvio 
dell'aprile  1906. 

29  luglio  1906,  D.  R.  n.o  404.  —  Designa  i 
Comuni  ai  quali  è  accordata  la  revisione 
straordinaria  dei  redditi  in  seguito  alla 
legge  pei  danneggiati  dall'eruzione  del 
Vesuvio. 

16  settembre  1906,  D.  R.  n.o  510.  -  Approva 
il  Regolamento  per  l'applicazione  del- 
l'art. 61  della  legge  19  luglio  1906,  n.o  390 
a  favore  dei  danneggiati  dall'eruzione 
del  Vesuvio. 

3  gennaio  1907,  D.  R.  n.o  17.  —  Approva  il 
Regolamejito  per  la  concessione  dei  mu- 
tui ai  danneggiati  dall'eruzione  del  Ve- 
suvio nell'aprile  1906. 
Zolfi  :  15  luglio  1906,  Legge  n.o  333.  —  Ap- 
prova l'istituzione  di  un  Consorzio  e  dà 
vari  provvedimenti  per  l'Industria  sol- 
fifera  siciliana. 

22  luglio  1906,  D.  R.  n.o  378.  —  Fissa  le 
norme  da  seguirsi  durante  la  gestione 
provvisoria  del  consorzio  obbligatorio 
per  l'industria  solflfera  siciliana. 

19  aprile  1907,  D.  R.   n.o  213.  —  Contiene 
le    norme    per    l'elezione   del   Consiglio 
d'Amministrazione  del  consiglio  obbliga- 
torio per  l'industria  solfìfera  siciliana. 
Avv.  Bortolo  Belotti 
Avv.  Abrigo  Fachkbis. 


ARTRITE 


r^NOHI   DI 


VEDI     ANNUrMCIO     DI    FRONTE 
.  -n'fr      •?;>    ALL'INDICE    GENERALE 


GUARITA   RADICALMENTl 

CON    I  CEl^^B  R» 


i 


;ì!ifl  — 


IL  TEMPIO  DELL'ORO 


Ir«  Borsa,  la  sua  vita,  i  suoi  congeg^. 


Ci 


.  —  È  l'tlemento  essontiale,  U 

,    .o...  •.••^-'>'>M..  fra mtlle  mani, 

r«,  dà  vita  ad 

1 :  1Mndn«tr(a 


del  Aoo;  «  una   iuat«riii  ed  una  fur/.a.  qu<tl- 
dM  coca  di  vivo  e  di  instabile,  che  rifugge  i 
♦  — .«^..ait    ^,,    .a    .,,.  i,..„  ...wMdito  forziere, 
isi  in  imprese 
'  cammino  di 
lite,  pur 
Mta. 
1  prp^<:n 
::i  di  credito,  ir 
ormai  apparten»: 
iju-ho  Dicooll,  an  ■' 

nli  e  couiijierciali  cercano 
.ivolosi  talora,  che  la  Borsa 

.  ... i..;eH. 

>  per  totto:  la  specalazione  dilaga  e 
travolge,  ma  permette  al  piccolo  pro- 
prietario di  partecipare  ad  imprese  colossali 
come  il  taglio  d'un  istmo,  o  la  costruzione  di 
un*  Intiera  città;  e  le  Industrie  più  svariai**, 
"ochl  e  nuovi  tendono  ad  assog- 
rma  nuovissima  della  "  Società  , 
■ietà  Anonima.  , 
1  per  azioni.  -  L' istituzione  che 
imprese  che  sarebbero  state 
v<r..i<>   .i.i.i.  <'r  sono   tacciate  di  pazzia,  è  la 
Società  per  Azioni  che  senza  dubbio,  dopo  la 
eambiale,  fu  la  più  geniale  innovazione  por- 
tata dal  commercio,  nella  viu  finanziaria. 

E  il  capitale  che  sostituisce  all' uomo,  la 
P'^tenza  del  denaro  e  del  credito  che  vince 
.-ni  ostacolo,  è  l'associazione  vasta  illimiUta 
le  domandando  poco  ai  singoli  partecipanti, 
assorge  ad  una  forca  inaudita.  Centinaia,  mi- 
gliaia di  piccoli  capitalisti  riuniti  In  un  solo 
pensiero,  spinti  da  un  unico  desiderio,  riu- 
niscono le  loro  forze  modeste,  per  dar  Tita 
ad  nna  impresa  promettitrlce  di  forti  goa- 
dagnL 

La  Società  Anonima  Tenne  a  dar  forma  a 
questo  che  cento  anni  or  sono  sarebbe  parao 
un  sogno.  LimiUU  la  responsabilità  del  soci 
e  rappresentata  la  loro  compartecipazione  da 
un  titolo  negoziabile  per  eccellenza  quale  è 
l'azione,  la  personalità  degli  azionUti  dlTenne 
sempre  meno  importante,  {Intitolo  girando 
di  mano  in  mano,  si  diffuse  fra  un  gran  nu- 


mero di  persone,  e  il  far  parte  di  nns  società 
anonima,  non  voUe   più  dire  intraprender»* 
speculazioni  m<'nMntlli  o  industriali,  ma  sm 
pltcemente  lm|>i«>ean>    in  modo  più  o  mei 

:      "  '  •  denaro. 

fo  di  aumentare  I  prop 

•n  n-nl  ria  pfi"  fn-l^mr 


altrt.aUnte  luerci,  ■•  :atte  le 

leggi  della  domandi  lutte  le 

oscillazioni  di  un  n;. ,....  .o  quan»  " 

altri  mai,  sensibile  come  un  barometro  > 
prìccioso  ai  temporali  e  alle  burrasche  de... 
finanza. 

Questo  commercio  si  compie  in  un  luogo 

Tnfs-tprlnsjn.   in   un   tempio  dell'oro   ricco   di 

riti,  regolato  da  in-  la- 

'•ati  da  una  termi  I  a 

iprensibile  ai  profai  ,a- 

ra  a  elu   voglia   soflfermarsl   un  moiueatu   a 

studiarla  no' suol  principi. 

Lji  Borsa.  —  La  parola  Borsa.  In  sert<^^ 
proprio,  sta  a  indicare  le  riunioni,  autor; 
zate  con  decreto  reale,  dei  commerciane 
capitani  di  navi,  mediatori,  ec,  per  trattare 
affari  di  commercio  in  genere  e  sopratutto 
la  negoziazione  del  valori  pubblici  e  privati. 
Questi  convegni  servono  da  un  Iato  ai  com- 
mercianti per  trovarsi  senza  perdita  di  tempo 
In  giorni  ed  ore  fisse,  ed  offrono  loro  dal- 
l'altro l'opportunità  di  avere  prontamente 
tutte  le  notizie  utili  al  commercio  e  di  ao- 
certare  il  corso  dei  valori  pubblici  e  privati. 

Alla   Borsa   hanno   libero   ingresso   tuf 
coloro  che  sono  capaci  di  obbligarsi,  ad  . 
cezione   del   falliti  11  cui   nome  sto   -^-r  • 
nell'albo,  di  coloro  che  furon  condii  i 

pene  giudiziarie  per  reati  contro  la  f«.d.   i - 

blica  o  contro  la  pubblica  proprietà,  relativi 
al  commercio  e  di  quelli  in  fine,  che  eser- 
citano notoriamente  l' ufficio  di  mediatore 
senza  aver  ottenuto  11  certificato  di  iscrizione 
sul  ruolo. 

La  pratica  dell'Istituto  della  Borsa  non 
i  difficile  per  chi  abbia  famigliare  la  termi- 
nologia relativa  all'oggetto  di  cui  la  Borsa 
si  occupa  maggiormente. 

Il  tttoio.  —  Sul  mercato  finanziarlo,  dr 
•ono  le  spede  di  tit4.*li  che  vengono  comm< 
date:  1  Utoll  o   fondi   pubblici,  e   i  titoli 
fondi  prlvatL 

Sotto  la  denominazione  di  fondi  o  eff' 
o  valori  pubblici  ed  anche  di  titoli  o  carte  d 
Débito  pubbiieo  si  comprendono  tutti  quei  ' 


Pastiglie  DUPBE  per  la  Tosse 

le  più  efficaci  nelle  bronchiti,  polmoniti,  catarri,  ec. 

VENDITA    PRESSO   IL    PREPAR.-VTOKE    A   RI.MIXI    -   PREZZO!    L.    1. 


—  400  — 


toli  che  vengono  creati  dallo  Stato,  dalle  pro- 
vince o  dai  comuni,  in  dipendenza  di  prestiti 
richiesti  per  sostenere  bisogni  di  carattere 
straordinario  e  che  non  possono  essere  so- 
stenuti con  le  entrate  effettive,  derivanti  dalle 
rendite  e  dalle  imposizioni  ordinarie  (tasse 
dirette  e  indirette). 

I  fondi  privati,  comprendono  le  azioni  e  le 
obbligazioni  di  società  e  le  cartelle  di  Credito 
fondiario,  e  presentano  forse  maggiore  inte- 
resse dei  valori  pubblici  per  la  sconfinata 
diffusione  ch'essi  vanno  prendendo  di  giorno 
in  giorno. 

II  capitale  delle  Società  Anonime  e  di 
talune  società  in  accomandita  è  diviso,  ab- 
biamo visto,  in  tante  parti  che  sono  rappre- 
sentate dai  titoli  e  si  dicono  Azioni. 

Le  azioni  di  una  società  possono  essere 
nominative  o  al  po)-tatore,  però  le  azioni  non 
intieramente  liberate  debbono  essere  nomi- 
native. 

A  maggior  chiarezza  ricorderemo  che  di- 
oonsi  liberate  le  azioni  il  cui  importo  è  stato 
intieramente   versato. 

Sino  a  questo  momento  l'azione  rimane 
vincolata  ed  iscritta  col  nome  del  sottoscrit- 
tore nel  libro  dei  soci. 

Anche  prima  della  li'oerazio^d  i  titoli  pos- 
sono venir  commerciati,  tenendo  -conto  na- 
turalmente della  passività  che  grava  sopra 
di  essi. 

I  contratti  di  Borsa.  —  Le  negoziazioni  sui 
valori  mobiliari,  si  fanno  in  due  modi  diversi, 
a  contanti  e  a  termine,  e  su  queste  due  specie 
di  contratti  si  basano  le  più  comuni  opera- 
zioni, quelle  che  comunemente  vengono  chia- 
mate giuochi  di  borsa. 

È  in  questi  contratti,  che  la  speculazione 
appare  in  tutta  la  sua  portata,  lasciando  in- 
dovinare quanto  di  fittizio  e  di  falso  vi  sia 
sotto  il  commercio  dei  titoli. 

Le  operazioni  a  contanti  o  a  pronti,  sono 
sempre  operazioni  i-eali  nel  senso  proprio 
della  parola  e  cioè  hanno  effetto  con  la  con- 
segna dei  titoli  e  col  ritiro  del  denaro  per 
il  venditore,  e  pagamento  o  relativo  ritiro 
dei  titoli  per  il  compratore. 

Le  operazioni  a  termine  come  chiaramente 
indica  il  nome,  sono  quelle  che  comportano 
la  consegna  o  il  pagamento  dei  titoli  a  date 
differite  o  fisse  che  in  termine  di  banca  e  di 
borsa,  vengono  chiamate  date  di  liquidazione 
e  ricorrono  ordinariamente  al  15  o  alla  fine 
d'ogni  mese. 

Le  transazioni  a  termine  sono  conside- 
rate In  generale  come  speculative  e  fittizie. 

L'acquisitore  e  il  venditore  di  titoli  a 
termine,  si  propongono  di  ottenere  un  utile 
nella  differenza  di  prezzo  del  titolo  dal  giorno 
del  contratto  a  quello  della  liquidazione. 

Cosi,  chi  ac(iuista  oggi  un  titolo  per  100 
lire  fine  mese,  è  animato  dalla  speranza  che 
il  titolo  stesso  al  giorno  della  liquidazione, 
ubbia  un  valore  maggiore.  Supponendo  ad 
I  sempio  che  il  prezzo  raggiunto  in  quel  giorno 
lai  titolo  stesso  sia  di  L.  105,  il  venditore  sarà 
costretto  a  procurarselo  al  corso  della  gior- 
nata, per  farne  la  consegna,  sopportando  una 
perdita  di  L.  5. 

Ora  comunemente,  per  evitare  un  inutile 
movimento  di  denaro,  si  liquida  la  partita, 
col  pagamento  delle  sole  differenze. 


L'operazione  diviene  fittizia,  ed  acquista 
tutti  i  caratteri  di  un  giuoco. 

Anziché  sulla  compera  o  sul  rialzo,  la 
speculazione  si  può  fare  sulla  vendita  del  ti- 
tolo, ed  allora  prende  il  nome  di  giuoco  al 
ribasso. 

L'operazione,  pur  rimanendo  immutata 
nelle  sue  finalità,  si  basa  su  previsioni  oppo- 
ste, nella  speranza  cioè,  che  nel  giorno  di  li- 
quidazione il  valore  del  titolo  sia  ribassato. 

Un  esempio  :  Tizio  vende  una  quantità 
di  titoli,  che  oggi  hanno  il  valore  di  L.  100 
ciascuno,  a  fine  mese. 

Egli  spera  che  il  titolo  venduto  cada  pre- 
cipitosamente. Se  nel  giorno  di  liquidazione 
egli  potrà  procurarselo  a  L.  80,  avrà  guada- 
gnato L.  20  per  ogni  titolo  venduto. 

Naturalmente  anche  qui,  il  venditore  non 
consegnerà  affatto  i  titoli  venduti,  ma  si  ac- 
contenterà di  ritirare  dal  compratore  la  dif- 
ferenza causata  dal  ribasso. 

Le  operazioni  a  termine  presentano  il  de- 
stro a  speculazioni  su  grandi  quantità  di  titoli, 
con  minimo  movimento  di  capitale,  perchè 
in  caso  di  guadagno  o  di  perdita,  non  si  do- 
vranno consegnare  o  ricevere  1  titoli,  ma 
basterà  regolare  le  differenze  favorevoli  o 
contrarie. 

Acquistando  ad  esempio  L.  2500  di  ren- 
dita Italiana  3,75  %  fine  mese,  noi  operiamo 
virtualmente  sopra  un  capitale  di  L.  50,000 
ma  in  via  di  fatto  ci  mettiamo  nella  possi- 
bilità di  incassare,  o  di  pagare  a  seconda  dei 
casi,  una  somma  che  potrà  aggirarsi  sulle 
500  o  le  1000  lire. 

Il  contratto  a  pronti,  porta  invece  con  sé 
la  reale  ed  immediata  consegna  dei  titoli  da 
parte  del  venditore  e  il  pagamento  da  parte 
del  compratore,  e  rende  necessario  un  mo- 
vimento di  capitali  conguagliati  al  corso  dei 
titoli. 

In  rari  casi  l'operazione  a  termine  può 
celare  un  contratto  reale  e  fermo. 

Accade  ad  esempio  che  un  capitalista  pos- 
sieda un  valore  il  cui  corso  elevato  lo  invogli 
a  realizzare,  e  che  momentaneamente  non 
abbia  a  disposizione  il  titolo  stesso. 

In  questo  caso  il  capitalista  può  proce- 
dere ad  una  vendita  a  termine,  effettuando 
naturalmente  la  consegna  dei  valori  al  giorno 
di  liquidazione. 

Nella  pratica  tali  operazioni  sono  rare,  e 
11  contratto  a  termine  serve  a  mascherare  il 
giuoco  propriamente  detto,  quale  è  praticato 
da  centinaia  di  individui,  che  del  giuoco  di 
borsa  si  sono  fatta  una  professione. 

Il  fatto  che  il  giuoco  a  termine  non  ri- 
chiede la  disponibilità  di  grandi  capitali,  ha 
servito  a  dargli  una  voga  straordinaria,  così 
la  maggior  parte  di  coloro  ohe  direttamente 
o  por  via  di  remisiem  frequentano  la  borsa, 
si  abbandonano  a  questo  genere  di  opera- 
zioni, attratti  dal  miraggio  di  grandi  e  facili 
guadagni. 

Riporto  e  deporto.  —  Le  operazioni  a  ter- 
mine si  risolvono  all'epoca  di  liquidazione, 
che  scade  al  15  o  alla  fine  d'ogni  mese. 

Accade  però  sovente  che  il  compi atore  a 
tarmine,  voglia  prolungare  la  portata  della 
sua  operazione,  oltre  la  data  fissata,  sia  per 
non  avere  a  disposizione  i  mezzi  di  effet- 
tuare il  contratto,  sia  nella  speranza  di  rag- 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  joOato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


-  101  - 


ro(;t  delio  scailonza,  utt 


o. 


■  ■•»<■■  "on  può 
•TV  aro 
j.'  sue- 

IIU'XIIO,  si  f« 


ho  nn  prrstitf»  rt» 
tt'-  It,  il  -jua;.-'  v-l;i- 
dliiU  f«tU  «Ila  por^ 

Tie   per  U  i.  vicuia. 

r*  entrm  tn  i  titoli 

.   ,.,  ..    .v.^..iairll  ali»  llqii.  . ..^   ni  guento 

dietro  11  Tersatncnto  del  prezzo  stipulato, 
•fOcreaciato  dt  un  interesse  convenuto  fra  le 
parti.  Questo  interesse  prende  in  lingua  tec- 
nica la  denomiiiasione  di  ripario.  Si  dirà  cosi 
ohe  t  riporti  sono  cari  o  a  buon  mercato,  per 
dire  cha  l'interesse  da  corrispondersi  per  il 
periodo  di  anticipazione  mensile  o  quindici* 
i>.ilo  .•  r>iu  o  meno  elevato. 

re  che  fa  riportare  i  nuovi  ti- 

I  col  nome  di  riportato,  in  op- 
...  9<iVTentore  di  fondi  che  si  chiama 

re. 

inpratore  riportato  deve  al  giorno 
Clona  liquidazione,  prendere  possesso  dei  ti- 
toli, pagandone  l' interesse  e  le  apese  diverse 
o  fare  un  nnr.vn  riporto. 

iRherà  il  solo  Inte- 

delle  spese,  riser- 

.  .alla  nuova  liquida- 

~>   il  nuovo  corso  di  compensazione 

•"levato  del  corso  di  compensazione 

j..vvv.iei>te,  egli  deve  pagare  la  differenza 

stessa,  quando  il  corso  di  compensazione  è 

più  elevato. 

Nella  pratica  l'agente  di  cambio  interme- 
diario delle  operazioni  a  termine  esige  dai 
clienti  un  deposito  cheto  possa  coprire,  prima 
delle  soe  commissioni  e  spese,  poi  delle  even- 
tuali osoUlastoni  di  ralort,  che  potessero  met- 
tere il  oliente  in  perdita. 

'  '-J  o  deposito,  si  fa  in  denaro 

Moralmente  l'agente  di  cambio, 
o.  ..v..;^.....  vii  an  deposito  del  10  o  del  15%- 
Quando  l'operazione  volge  a  male,  e  du- 
rante successive  operazioni  di  riporto  le  spese 
\<i  perdita  hanno  assorbito  11  deposito,  l'a- 
nte di  eambio  ne  rfdiiede  la  integrastone. 
L'operasione  di  itpario  è  precisamente 
riverso  del  riporto,  e  consiste  In  un  pre- 
te di  titoli  da  una  liquidazione  all'altra. 
Come  lot-'-razione  di  riporto  è  frequen- 
tissima, è  rara  quella  di  diporto 
essendo  piegare  titoli  in  deporto 

*"  modo  v..,..»iivo  e  non  eocessivamenie 

-.•hioso. 
I  contratti  i  premio.  —  Accanto  al  con- 
tratti a  termine  e  a  contanti,  •!  riporti  e  ai 
deporti,  florisoono  altri  giuochi  più  o  meno 
sinceri,  basati  in  massima  su  rischi  sssai  forti. 
Fra  questi,  sono  comuni,  i  contratti  a 
termine  l.lnri,  o  a  premio. 


Non  s.-no  molti  anni,  che  qnos»»  rat.  tr  n  i.a 
di  oontmtll  è  entrata  In  voic.i  tra  l  ))aii<'lii<  ri 
che  corcano  febbrilmente  oUcuti  da  «pcuuac- 
chiare. 

Il  timore  di  forti  perdite  causate  dalle 
convulsioni  di  borsa,  riesce  a  trattenere  molti 
dal  gettarsi  in  affari  aleatori  e  sovente  ru- 
vinosi. 

.1  preiHlo  tende  » 
.    specie    di    assio  . 
razione,  quando  4 
bcula^M-ro  troppo  onerosi. 

In  essi,  all'atto  stesso  della  stipulazlon-' 
uno  del  contraenti  si  rlserba  la  facoltà  di 
recedere  dal  contratto  stipulato,  e  ciò  me- 
diante una  somma  pattuita  che  si  chiama 
premio. 

Vi  sono  due  specie  di  premi:  l'uno  co- 
mune, chiamato  di  cui  o  dont  e  l'altro  detto 
ittellafte. 

Chi  paga  il  dont,   se  è  compratore,  si  r 
serba  la  facoltà  di  ritirare  o  no  i  titoli  con 
trattati    (e   il  premio    dicesi   a  ricevere);   se 
venditore,  si  rlserba  di  consegnare  a  meno  i 
titoli  veniuti   e  allora  il  premio  si  dice  a 
eonsegttare. 

Naturalmente  tale  diritto  è  subordinato 
alla  risposta  che  colui  che  ha  pagato  il  pre- 
mio, deve  dare  al  suo  contraente  nel  giorno 
convenuto  fra  le  parti. 

Ed  ecco  come  si  procede: 

L'acquisitore  a  premio  stabilisce,  facendo 
il  suo  contratto,  una  penale,  pagando  la  quale 
egli  potrà  recedere  dal  contratto  stesso,  che 
sarà  cosi  definitivamente  annullato.  È  facile 
capire  che  il  premio  varierà  a  seconda  delle 
probabilità  maggiori  o  minori  di  ribasso  ohe 
presenta  il  titolo  all'epoca  del  contratto.  Così 
il  compratore  potrà  al  momento  della  ' 
dazione   rinunziare   al   contratto,   se 
non  gli  parrà  conveniente,  pagando  ^' 
Gemente  il  premio  e  le  spese  portate  da  11 
perazione. 

Diversamente  corrono  le  cose  per  il  pr( - 
mio  gtellage. 

Chi  paga  lo  »taiag4,  si  riserba  la  facoltà 
di  ritirare  o  consegnare  all'altro  contraente 
una  data  quantità  di  titoli  o,  in  altre  parole, 
di  essere  compratore  o  venditore,  a  seconda 
delle  sue  convenienze. 

Cosi  l'uno  dei  contraenti  potrà  a  suo  pia- 
cimento farsi  consegnare  una  data  quantità 
di  titoli,  al  prezzo  di  liquidazione  o  di  fine 
mese,  o  costringere  l'altro  contraente  ad  ac- 
cettarla da  luL 

Se  Tizio  paga  L.  400  di  premio  per  avere 
Il  diritto  di  consegnare  a  Caio  o  di  tarsi  da 
lui  consegnare  per  fine  mese  L.  2000  di  Ren- 
diU  It.  8,75,  %  ^  eorso  di  96,26,  preavviso  il 
36  corrente  ore  2,  egli  nel  giorno  di  risposta 
dichiarerà  di  rIUrare  1  Utoli,  se  la  rendiU  avrà 
un  prezzo  superiore  alle  97,25,  dt  consegnarli 
se  avrà  un  prezzo  minore. 

Infatti,  se  il  corso  fosse  salito  a  97.26,  Tizio 
avrebbe  in  liquidazione  nn  guadagno  di  L.  1 


ARTRITE 


MNOHt    DI 


V  EDI     ANNUNCIO     Di    F  R  ONT  g 


< 

3UARITA    RADICALMENTE     1 

CON    1   CELEB  R  1                         | 

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—  402  — 


per  Of?ni  L.  3,75,  di  rendita,  e  per  L.  2000 
il  guadagno  sarebbe  di  L.  533;  ma  questo 
guadagno  basterebbe  appena  a  compensare 
il  contraente  del  premio  pagato  e  l'opera- 
zione si  risolverebbe  senza  guadagno  e  senza 
perdita. 

Gli  acquisti  a  premio  limitano  1  rischi 
dell'operazione,  mediante  il  pagamento  del 
premio  che  in  certo  qual  modo  rappresenta 
una  assicurazione  sull'attare;  ma  salvo  casi 
speciali  di  forti  oscillazioni,  essi  sono  poco 
rimunerativi  per  lo  speculatore. 

Le  convulsioni  delia  Borsa.  —  I  farisei  che 
un  nuovo  Redentore  dovrebbe  cacciare  a 
sferzate  dal  Tempio  dell'oro,  sono  legione; 
ma  si  nascondono  mirabilmente  sotto  le  vesti 
della  sana  speculazione  e  sanno  vociare  in- 
vocando, come  scusa  dei  loro  loschi  com- 
merci, le  necessità  dell'industria  e  la  salute 
delle  patrie  finanze. 

Sono  difficili  costoro  da  scovare  fra  la 
folla  che  s' aggira  avida  intorno  al  tempio 
della  ricchezza,  perchè  i  loro  travestimenti 
sono  sempre  originali  e  sempre  nuovi.  Com- 
paiono a  volte  protetti  dalla  tuba  del  ban- 
chiere o  dal  cappello  a  cencio  dell'industriale 
affaccendato,  si  travestono  da  militari,  da 
buontemponi,  da  preti  e  da  funzionari  dello 
Stato. 

Scendono  dalla  montagna  affamati  di  go- 
dimenti e  di  oro,  e  si  gettano  furiosamente 
contro  ogni  ostacolo,  decisi  di  vincere,  di 
vincere  ad  ogni  costo,  rovesciando  ogni  bar- 
riera che  possa  sorgere  sul  loro  cammino. 

Che  cosa  fanno  per  questo?  Ecco  una  do- 
manda che  non  ha  facile  risposta. 

Un  giorno,  fra  le  infinite  e  sempre  eguali 
turpitudini  della  cronaca  quotidiana,  compare 
sui  giornali  importanti  del  regno,  un  annun- 
zio così  concepito  : 

Ci  telegrafano  da  Caracas. 

"  Nella  regione  tale,  venne  scoperto  un 
"  giacimento  ricchissimo  di  cobalto. 

"  Le  recenti  applicazioni  di  questo  pre- 
"  ziosissimo  minerale  alla  elettricità,  dicono 
"  senz'altro  l'Importanza  della  scoperta.  Il 
"  cobalto  ha  oggi  un  prezzo  elevatissimo,  e 
"  il  nuovo  giacimento  sarà  una  miniera  d'oro 
**  per  1  suoi  sfruttatori.  „ 

Nuli' altro;  la  forma  non  è  peregrina,  ma 
In  cambio  la  notizia  si  presenta  semplice  e 
verosimile.  Di  dove  essa  venga  è  impossibile 
saperlo  e  nessuno  se  lo  chiede;  l'attenzione 
del  pubblico  sta  per  rivolgersi  ad  altro,  quan- 
do in  uno  dei  palazzi  più  eleganti  della  città, 
all'altezza  del  primo  piano  nobile,  compare 
una  grande  insegna  ricca  di  ori  e  di  vivaci 
colori: 

'^11  Cobalto,,  Sorie'à  Anonima  per  l'eser- 
cizio delle  miniere  di  Caracas.  Capitale  sotto- 
scritto 10,000,000  interaniente  versato. 

Provatevi  a  salire,  e  vi  troverete  in  uno 
splendido  ufficio  grande  come  un  ministero, 
popolato  di  cento  impiegati  che  scrivono  su 
registri  di  fantastiche  dimensioni.  Un  fatto- 
rino possibilmente  moro  vi  offrirà  un  pacco 
di  stampati  e  per  di  più  un  piccolo  pezzettino 
di  cobalto....  proprio  come  lo  si  estrae  dalle 
miniere  di  Caracas. 

Ma  se  voi  spin^-este  uno  sguai-do  sullo 
Stieler,  vi  accorgereste  che  al  Venezuela  la 
regione  tale  non   esiste,  e  uno  scienziato  vi 


dirà  probabilmente  ohe  in  tutta  la  repubblica 
venezuelana  non  si  troverebbe  a  cercarlo  un 
centigramino  del  prezioso  minerale. 

Non  importa.  La  società  è  costituita  le- 
galmente, e  fra  i  nuovi  amministratori  figu- 
rano i  nomi  più  noti  delle  patrie  finanze. 

Le  azioni  sono  state  emesse  a  50  lire.... 
dopo  10  giorni  esse  saranno  salite  a  cento  e 
dopo  venti  il  listino  di  borsa  le  quoterà  a  500. 

Le  convulsioni  cominciano  e  la  crisi,  la 
terribile  crisi  che  passa  ogni  poco  come  un 
ciclone  a  rovinare  i  castelli  di  creta  fatti  sul 
terreno  della  speculazione,  scoppierà  vio- 
lenta, irrefrenabile. 

La  danza  comincia  agitata  dapprima,  poi 
vertiginosa,  fantastica.  Le  "  Cobalto  „  sono 
sulla  bocca  di  tutti.  Ne  parlano  gli  uomini 
d'affari  negli  uffici,  le  signore  nei  salotti,  i 
gaudenti  nei  ristoratori  notturni.  I  giornali 
dedicano  colonne  intere  al  titolo  meraviglioso 
che  impinguerà  le  non  floride  finanze  paesane, 
e  le  allodole,  le  povere  allodole  della  finanza 
correranno  affannate  verso  lo  specchio  agitato 
dalla  cooperazione  di  mille  faccendieri  che 
sanno  trascinare  una  folla. 

La  domanda  incessante  fa  salire  i  prezzi. 

Le  "  Cobalto  „  non  danno  un  soldo  di  di- 
videndo, ma  si  parla  sotto  voce  dei  profitti 
futuri.  Basta,  i  piccoli  risparmi  accumulati 
con  stenti  che  non  si  saprebbero  narrare,  si 
cambiano  in  azioni. 

Il  denaro  corre  verso  gli  speculatori  e  i 
titoli  si  sparpagliano  nelle  calze  di  lana  dei 
piccoli  ed  inconsci  risparmiatori. 

È  il  momento  propizio  per  lo  scoppio 
della  crisi,  chi  si  è  riempito  le  tasche  di  ti- 
toli, vorrebbe  cambiarli  in  denaro....  e  cerca 
di  venderli.  Le  disillusioni  cominciano.  Le 
azioni  sono  quotate  a  1000  lire  e  a  mala  pena, 
oggi,  si  vendono  a  900.  Domani,  al  primo  pà- 
nico corso  nel  pubblico,  il  valore  delle  pro- 
digiose "  Cobalto  r,  scenderà  a  500,  poi  di  colpo 
a  100  per  precipitare  in  un'ultima  convulsione 
a  25,  a  15,  a  5  lire. 

È  la  rovina  e  la  fine  improvvisa  di  tanti 
sogni  accarezzati  lungamente,  e  la  disillu- 
sione terribile  di  chi  si  credeva  ricco  e  si 
vede  a  un  tratto  gettato  in  una  miseria  che 
strazia  e  avvilisce. 

È  una,  questa  e'  la  più  comune  delle  crisi 
di  borsa.  Dopo  scosse  simili,  tutti  gli  affari 
risentono  di  un'orribile  stanchezza,  la  sfiducia 
guadagna  gli  animi  e  il  contraccolpo  si  fa  sen- 
tire in  tutti  i  rami  del  commercio  e  dell'in- 
dustria. La  diffidenza  sopravviene,  il  credito 
diminuisce  e  i  fallimenti  fioccano. 

La  storia  della  finanza  ci  narra  di  ben 
altri  prodigi.  È  ancora  nella  memoria  di  tutti 
la  terribile  crisi  che  arricchì  il  vocabolario 
universale  di  un  nuovo  termine  II  Panama. 

Tutta  una  nazione,  i-icca  e  fiorente,  seb- 
bene uscita  appena  da  terribili  prove,  si  gettò 
con  sconfinato  entusiasmo  nell'impresa  che 
doveva  produrre  milioni,  il  taglio  dell'istmo 
che  unisce  le  due  Americhe. 

Qui  la  crisi  più  violenta  è  complessa.  Tutti 
coloro  che  specularono  sull'affare  colossale, 
ne  rimasero  travolti.  I  fiduciosi  che  acqui- 
starono le  azioni  a  500  poi  a  1000  e  a  2000 
franchi,  si  trovarono  a  stringere  dei  pezzi  di 
inutile  carta.  I  finanzieri  che  specularono 
ignobilmente  su  un  disastro  che  tanto  doveva 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  II  ricostituente  sovrano. 


—  lor?  — 


di    ZZ. 

Un»  11 


mii> 


dell' ar- 

:  .  Lessep», 

:o  il  dubbio  e 
deiroro.  Gli 
'  :u-<amnlato  i  titoli 
prezzi  alti,  6  si  Ti- 
-so. 
•ai.  lo  in  an  canto  onore,  oo- 
r  di  patria,  giocarono  al  ribasso. 
a  t<^rmÌH0  quantità  prodifriose 
ro  in  quattro  per  aume- 
?ià  conquistava  la  folla. 
.  ..  e  accesso  dell' impresa  ohe  gli 
.latori  sognavano  ora:  era  la  sua 
a  e  immediata;  la  banda  nera 
k  sua  volontà. 
E  non  s'erano  ingannati  i  vampiri,  specu- 
lando al  ribasso,  solo  previdero  per  1  titoli 
dtl  Panam.^  una  caduta  precipitosa,  e  la  ca- 
duta fa  r»I.iti\;i!ii..nte  lenta. 

I:i         (-:  Idiote,  gli  speculatori  perdettero 
te  giocando  al  rialzo  e  comple- 
istro  giocando  al  ribasso, 
ra  stata  completa  in  ogni  sua 
.  e  terribile  nel  suo  svolgimento. 
,.uOCa.  —  Abbiamo  visto  le  specie 
uti  più  comuni  nella  pratica  corrente 
rsa.  Altri  acrobatismi  finanziari,  altre 
azioni  ardite  si  compiono  nel  Tempio 
(Ifll'oro,  ma  esse  sono  riserbato  ai  professio- 
nisti del  genere. 

Per  le  menti  aperto  alle  complicazioni 
della  politica  e  della  finanza,  la  Borsa  è  un 
campo  sconfinato,  una  palestra  aperta  ai  più 
svariati  esercizi,  ed  al  salti  più  arrischiati. 

Da  tottocfò  debbono  però  tenersi  lontani 
i  piccoli  capitalisti  che  cercano  un  impiego 
lucroso  ai  loro  risparmL 

L'incompleta  conoscenza  di  un  organismo 
complesso  e  Intricato  quale  è  la  Borsa,  li  met- 
terebbe in  una  condizione  di  inferiorità  di- 
sastrosa e  li  getterebbe  poi  in  balia  dei  pro- 
fessionisti del  genere,  1  quali  non  sempre 
regolano  la  loro  azione  secondo  le  leggi  co- 
muni dell'onestà. 

I  piccoli  banchi  di  cambio,  gli  intermediari 
non  autorizzati,  gli  usurai  vanno  a  gara  nel 
cercare  clienti  da  spogliare  e  certo  non  sono 
mai  imbarazzati  nella  scelta  del  mezzo. 

Essi  promettono  guadagn^antastJci,  rea- 
lizzi sicuri   e   dividendi  favoIosL  Lavorano 


^  e  non  hanno 
Li   vittima  In 

.',.<  razioni,  dalla 

ra  che  dopo  aver  subito 


falsi  progetti 
chinar*»  il  p»\' 

da  •  -'      - 


fto 

.ia 
I     Ita 

non  ò 

'lutare 
parole 
V,  poco 

T 
tà 


min- 


ili  nii^rii 


h   d.; 


■  rt! 


Come  si  dovrebbe  giuocare.  —  L'osserva- 
zione dei  fenomeni  borsistici  che  si  svolgono 
ogni  giorno  sotto  i  nostri  occhi  ci  porterebbe 
ad  un  consiglio  elementare  ma  assai  efficace: 
giuocare  poco. 

Giuocare  quando  le  condizioni  del  titolo  e 
del  mercato  in  genere  si  presentino  come 
realmente  favorevoli  alla  speculazione  avve- 
duta. E  per  tentare  la  speculazione,  rivolgersi 
esclusiramenté  agli  agenti  di  cambio  accredi- 
tati presso  le  singole  Camere  di  Commercio 
o  alle  grandi  Società  di  credito,  il  cui  nome 
per  universale  consenso  rappresenti  una  salda 
garanzia. 

Coloro  che  sono  lontani  dai  centri  d'afl'arl, 
le  donne  amministratrici  del  propri  beni,  che 
non  possono  sorvegliare  incessantemente  le 
sorti  e  il  cammino  della  speculazione,  do- 
vrebbero astenersi.  I  piccoli  proprietari  fon- 
diari sparsi  nella  provincia,  i  millUri,  I  piccoli 
salariati  che  riuscirono  ad  accumulare  pa- 
zientemente nn  gruzzolo  discreto,  sono  ge- 
naralmente  le  più  facili  vittime  di  quella 
macchina  meravigliosa  e  temibile  ohe  si  chia- 
ma la  Borsa. 

Un  vero  metodo  per  il  giuoco  di  borsa 
non  esiste,  come  non  esistono  le  cabale  si- 
cure per  il  lotto  e  1  sistemi  certi  per  far  sal- 
tare il  banco  al  trtnU-rt-quarani»  di  Monte- 
carlo. 

Bono  troppo  numerose  -e  troppo  svariato 
le  cause  che  possono  influire  sul  corsi  del 
valori  di  borsa,  perchè  si  possano  dettare  mas- 
sime In  proposito.  Questo  è  certo,  ohe  un 
grande  acume  e  una  grande  perspicacia  sono 
necessari,  ma  non  bastano  sempre  a  salvar* 
gii  speculatori  dai  disastri  e  dalle  rovine.il) 
Dott  G.  Lbva. 


(1)  Tedi:  Im  Borm»  «  il  tuo  meetanitmo, 
O.  Leva,  Torino,  Lattee  e  O.  Editori,  l\> 
—  L.  1,50. 


IHSìì^^ 


CONSERVAZIONE   DEL  VINO 


Decalogo. 

1".  —  Vino  sano,  senza  difetti  o  malattie 
latenti,  conti-atte  durante  la  bollitura  (fer- 
mentazione) del  mosto  e  successive  lavora- 
zioni; equilibrato  ne'suoi  principali  compo- 
nenti, e  sufficientemente  fornito  in  particolar 
modo  di  spirito  (alcool)  e  acidità  (da  non 
confondersi  con  acetosità  o  spunto). 

2°.  —  Cantina  pulitissima,  senza  nulla  di 
quanto  possa  fermentare,  o  spandere  nel- 
l'aria emanazioni  nocive  al  vino,  liquido  de- 
licatissimo che  assorbe  con  estrema  facilità 
gli  odori  dell'ambiente  in  cui  si  trova.  Per 
tale  ragione,  in  estate  sopratutto,  non  si  de- 
vono portare  a  conservare  nella  cantina  ne 
salumi,  né  ortaggi,  nò  altro  soggetto  a  fer- 
mentazione o  capace  di  spandere  nell'aria 
emanazioni,  come  fu  detto  teste.  Si  evitino 
i  forti  sbalzi  di  temperatura  quanto  più  si 
può:  come  pure  si  ripari  la  cantina  contro 
i  grandi  calori,  proteggendo  i  muri  con  fìtte 
piantagioni  arboree,  riparando  le  finestre  con 
stuoie  o  fraseaglie,  aprendole  nelle  ore  più 
fresche  della  notte  e  chiudendole  di  giorno. 
Una  volta  al  mese  vi  si  abbruci  dello  zolfo, 
in  modo  da  fare  una  vera  solforazione  a  tutta 
la  cantina. 

30.  —  Botti  pulite,  sane,  perfettamente  pri- 
ve di  fondaccio  e  di  vecchio  tartaro  feccioso 
(ciò  per  prevenire  la  grave  malattia  del  suJb- 
bollimento,  o  vin  cercone,  mercuriella,  ec.)  ; 
e  ben  depurate  se  hanno  contenuto  vino  am- 
malato; abolire  l'uso  della  conserva  (vino  o 
residuo  di  vino)  nelle  botti  vuote;  invece, 
appena  vuotate,  pulirle  perfettamente,  la- 
varle, asciugarle,  chiuderle  e  riempirle  di 
fumo  di  zolfo  una  volta  al  mese.  Sempre 
nettissime  esternamente,  e  soffrogate  forte  di 
(inaiido  in  quando,  con  uno  straccio,  con  pa- 
raffina, o  colla  miscela  fatta  di  chil.  3  di  cera 
gialla  a  cui  si  aggiunge,  dopo  fatta  fondere 
a  fuoco  lento,  chll.  1  di  acqua  ragia  o  di 
olio  di  trementina. 

4».  —  Travasare  una  prima  volta  In  dicem- 
bre-gennaio, dopo  che  11  vino  abbia  subita 
r  azione  della  bassa  temperatura  sul  7-8  cen- 
tigr.  per  un  palo  di  settimane  almeno,  poi  una 
seconda  volta  immancabilmente  in  marzo, 
j)rima  dei  tepori  primaverili,  una  terza  volta 
prima  di  cominciare  la  vendemmia,  e  se  il 
vino  si  conserva  per  anni  in  botti,  travasarlo 
in  marzo  ogni  anno.  I  fondacci  (deposito, 
feccia)  non  solo  non  giovano  al  vino,  ma  colle 
sostanze  inerti  contenendo  anche  germi  vivi 
di  malattie,  di  ì\  possono  minacciare  e  nuo- 
cere al  vino;  perciò  importa  allontauarli  a 
tempo  cou  yli  opportuni  travasi. 


50.  —  Colmare  le  botti  periodica-nent? 
ogni  settimana  ad  impedire  che  si  formi  il 
vuoto  nella  botte,  e  togliere  così  il  contatto 
diretto  prolungato  dell'aria  col  vino,  dal 
quale  contatto  hanno  oi-igine,  o  sono  favo- 
rite, le  più  comuni  alterazioni  dei  vini,  spunto 
o  acetosità,  rancidume,  fioretta,  subboUiinento, 
casse,  ec;  è  questa  una  delle  operazioni  più 
efficaci  per  la  conservazione  dei  vini  special- 
mente in  estate:  per  ciò  non  vi  si  insisterà 
mai  abbastanza. 

6°.  —  Chiarificare  o  filtrare  in  febbraio- 
marzo,  onde  eliminare  le  sostanze  tenute  In 
eccesso  in  sospensione,  e  così  allontanare  le 
cause  che  possono  o  ostacolare  la  perfetta 
limpidità  del  vino,  o  fare  sviluppare  delle 
alterazioni  nei  mesi  ealdi. 

7».  —  Usare  il  solfito  di  calcio  massime 
per  i  vini  comuni,  deboli,  o  che  non  lasciano 
pei'fettamente  tranquilli  sulla  loro  stabilita, 
come  sono  quelli  provenienti  da  uve  gran- 
dinate, peronosporate,  guaste  da  crittogame, 
o  da  insetti,  o  dalla  stagione,  ec:  quantità 
12  a  15  grammi  per  ettolitro  ogni  circa  qua- 
ranta giorni  (non  si  fa  altro  che  versarlo 
nella  botte  pel  foro  del  cocchiume);  condi- 
zione indispensabile  è  che  sia  puro,  prepa- 
rato per  uso  enologico,  onde  non  introdurre 
nel  vino  sostanze  estranee  :  dal  solfito  si  svol- 
ge poco  per  volta,  ma  continuamente,  del 
fumo  di  zolfo,  il  quale  impedisce  l'azione 
funesta  dell'aria  sul  vino  e  rende  inerti,  im^ 
potenti  ad  offendere,  i  germi  delle  altera- 
zioni; l'uso  del  solfito  è  permesso  anche  dalla 
nuova  legge  sul  vino,  perchè  innocuo  e  non 
lo  pregiudica;  trattandosi  di  vini  poveri  di 
acidità,  col  solfito  conviene  aggiungere  an- 
che acido  tartarico  nella  quantità  doppia  del 
solfito. 

8".  —  Per  l  vini  soggetti  alle  casse  (cam- 
biamento di  colore  all'aria)  o  ricchi  di  so- 
stanze grasse  (albuminoidi),  quali  sono  quelli 
di  uve  di  terreni  fertili  o  lautamente  leta- 
matl(i),  bisogna  aggiungere  50  a  100  o  più 
grammi  di  acido  tartarico  per  ettol.  (secondo 
che  11  vino  è  più  o  meno  deflcente  di  acl- 


(1)  Per  riconoscere  se  un  vino  è  soggetta 
a  queste  alterazioni,  se  ne  mette  In  due  o 
tre  bottiglie,  che  si  tengono  aperte,  sceme, 
esposte  alla  luce  In  locale  a  temperatura  di 
20  o  25  cent.,  e  si  osserva  dopo  24  o  3C  ore 
se  il  vino  cambia  colore,  se  annerisce,  fa  del 
deposito  nerastro  e  alla  superficie  si  vedono 
come  del  riflessi  metallici  iridescenti;  se  sì, 
si  fa  la  cura,  perchè  il  vino  va  soggetto  ad 
ammalarsi. 


mi 

>\o 
ro 

m 
'11 


l.ui  -■pr». 

'J-.  —  Imbottigliare  in  marzo,  In  giornate 
»or-  IX-  con  altn  pressione  barometrica.  I  vini 

sui'<':t n  tu  1  >;  imbottigllauo  dopo  che  ab- 


blAUu    i>ii>.<vUt 


meno  di  due   Inverni   in 


io*.  —   N  !.i  ut  i>r<-t{iu<li/.it  non 

fondati  altr"  iiornn/a  o  sul   cieco 

empirismo.  <.•  ......  .'.....«ro  alla  luna  cb«>  nelle 

faccende  della  cantina  non   ha  nulla  a  che 
fare. 


INGRASSAMENTO  DEI  BOVINI 


È  pratica  nella  quale  tutu  dal  più  al  meno 
hxniio  la  mano,  come  si  dice:  ma  vi  sono 
talun<>  ooiulisioni  alle  qaali  non  tutti  badano, 
credo n. lui.'  di  p.nc.T  conto,  e  che,  per  lo  con- 
trarlo, ooir.i  mo. 

litneral:  ^tinano    all'ingrassa- 

n^ento  anr  ;  da  tiro  e  le  vacche 

]>.H-t>  re<l(liti\f  o  da  i>carto.  Vanno  ingrassati 
per  1  priiiu  vi  al  più  presto  i  buoi  da  tiro 
nji'lt  •  i  ••  'he  in  età  giovane  sono  un 
evvtll  ile  da  ingrasso,  e  costitui- 

scon.'  .  .speculazione,  mentre  come 

animali  <i:(  uro.  sono  di  p'ù  poca  utilità.  E 
per  lo  contrario,  gli  animali  troppo  veochi  e 
sciupati,  frusti,  sono  i  meno  convenienti,  per 
U  ragione  <^e  per  un  proficuo  ingrassamento 
è  della  maggior  importanza  che  il  foraggio 
impiegato  veutra  utilizzato  al  massimo  grado: 
orbene,  è  certo  che  un  animale  molto  magro 
richiede  una  quantità  straordinaria  di  cibo 
prima  che  si  inizi  uno  stato  proficuo  di  in- 
grassamento; consuma  cioè  una  quantità  di 
mangime  sproporzionata  al  risultato,  pel  fat- 
to che  uno  stato  di  eccessivo  dimagramento 
agisce  sfavorevolmente  sulla  formazione  dei 
tessuti,  della  carne,  del  grasso.  Conviene  l'in- 
graaMunento  di  un  bovino  adulto  sempre 
quando  ogni  SI  ore  si  abbia  un  incremento 
nel  peno  rivo  non  inferiore  a  0,20  per  cento. 
Ì.C  attitudini,  le  favorevoli  disposizioni  al- 
l' ii);.'rassamento  hanno  pure  la  loro  parte  uel 
•-  -     -ato  finale. 

soelta  degli  animali  all' ingrassamento 
be  dunque  farsi  tra  soggetti  in  buone 
r^  ii'iiuool  di  nutrizione,  dell'età  dai  5  agli 
8  anni,  con  ossatura  non  troppo  groasolana, 
tronco  largo  «  profondo,  petto  ampio,  spalle 
robuste,  corpo  rotondo  bottiforme.  con  ven- 
tre né  pendente  né  rattratto.  lombi  larghi 
e  pieni,  fianchi  spaz'osl.  coscie  polpute,  croce 
1  trga,  dorso  dritto  e  largo,  pelle  distaccata, 
;-essa  soffice,  ricca  di  pieghe,  temperamento 
iraoquillo  e  vivace  appetito  (G.  Kuhn).  Oli 
animali  di  media  taglia  s<^>no  quelli  che  di 
solito  rimunerano  meglio  l'ingrassamento. 

Fatta  una  buona  scelta,  tftra  condizione 
rimaria  di  snooesso  è  l' alimentazione,  si  sa. 
Ma  per  ingrassare  non  è  a  credere  basti  ca- 
ricare la  mangiatoia  di  buoni  mangimi:  .si 


ARTRITE 


T/^NOHI    DI 

VEDI     ANNUrvJCiO     Oi    frOnxe 
-:■:-       -:•-     A ll-   INDICE     GENERALE 


deve,  invece,  non  lesinare  l'alimento,  d'  ■ 
cordo,  ma  somministrarne  all'animale  qu>'iKi 
quantità  che  esso  è  capace  di  utilizzare,  senza 
sovraccaricare    gli   organi    digerenti,  e    non 
di  più. 

Un  brusco  passaggio  dall'alimentazione 
ordinaria  a  quella  da  ingrasso  determina  non 
soltanto  un'incompleta  utilizzazione  dell'ali- 
mento, e  quindi  uno  sperpero;  ma,  a  motivo 
della  voracità  degli  animali,  è  pure  cagione 
di  disturbi  digestivi,  che  l'ingrassatore  deve 
ad  Ogni  costo  evitare.  Da  principio  l'alimen- 
tazione non  sia  fatta  subito  con  predominio 
di  sostanze  molto  nutritive:  la  si  renda  in- 
vece gradatamente  sempre  più  generosa  e 
nutritiva,  a  misura  che  gli  organi  digestivi 
dell'animale  sono  in  grado  di  utilizzarla: 
lo  che  si  riconosce  per  un 'accresciuta  pasto- 
sità dei  tessuti  connettivi  che  stanno  sotto 
la  pelle;  allora  è  venuto  il  momento  di  spin- 
gere l'ingrassamento  con  razioni  ricche.  Se 
in  sul  finire  dell'ingrassamento  l'appetito 
rallenta,  si  diminuisca  il  contenuto  in  so- 
stanza secca,  e  si  faccia  maggior  uso  di  ali- 
menti facilmente  digeribili,  come  la  farina 
dei  cereali,  ohe  ha  davvero  una  speciale  Im- 
portanza nell'ultimo  stadio  dell'ingrassamen- 
to. Non  si  dimentichi  mai  di  fare  uso  di  salo 
pastorizio:  ha  una  grande  importanza  por 
mantenere  vivo  l'appetito  ed  integra  la 
Iute  del  bestiame,  condizione  prima  per  tra 
ne  il  maggior  profitto  del  cibo. 

Il  numero  dei  pasti  più  conveniente  è  di 
tre  e  dati  sempre  alla  stessa  ora;  non  si  fac- 
cia mai  una  seconda  somministrazione  di  fo- 
raggio prima  che  la  precedente  sia  stata 
dirorata.  a  meno  che  sia  alterata,  o  non 
piaccia  all'animale. 

Quiete,  tranquillità  assoluta,   poca   In 
temperatura  moderata  (15"  a  18*  C),  letti'  : 
sana,  abl>ondante,  strigliatura  e  spazzolati!  n 
giornaliera:  queste  sono  altre  condizioni  ii< 
cessarle. 

Quando  conviene  cessare  l'ingrassament 
Generalmente  quando  l'aumontn  di  pe«o  pv 
naliero  diioende  sotto  il  «^  ' 

E  quindi  necessaria  la 
possa  esattamente  dirci  s' 
vi  sia  nell'ingrassamento. 

GUARITA   RADICALMENTE    j 


CON    I  C  ELE  B  R  I 


I 


—  406  - 
BACHI  DA  SETA 


Tn  un  grammo  di  uova  (semi)  di  bachi  da 
seta  vi  sono  in  media  1300  a  1500  uova  se  di 
razza  nostrana,  1500  a  1800  se  di  razza  giap- 
ponese. Da  un  grammo  di  uova  si  ottengono 
da  cliil.  1  a  2,5  di  bozzoli  di  razza  nostrana; 
0,1  a  1,9  se  giapponese,  secondo  che  l'alle- 
vamento riesce  discreto  o  ottimo. 

Età  I»     giorni  6  compresa  la  dormita. 
^     II*         „        6  dalla  levata  alla  dormita 

compresa. 
r,    III»      „       7        id.        id.        Id. 
„     IV»       „       8        id.        id.        id. 
_     V»         -       9  dalla  levata  alla  salita. 


Spazio  sulle  stuoie 
aumentandolo  gradata- 
mente durante  le  rispet- 
tive età  coi  regolari  dira- 
damenti in  modo  che  tra 
un  baco  e  l'altro  vi  sia 
sempre  posto  per  un 
terzo. 

Età  1»  mq.  1  a  4 
„  II»  «  4  a  8 
„  III»  r,  8  a  14 
„  IV»  „  14  a  36 
„     V»        .     36  a  70 


Foglia 


per  ogni  età. 

chil.  5  a  6 
„  15  a  20 
„  45  a  60 
«  130  a  160 
„    750  a  900 


Col  sistema  friulano  (col  quale  i  bachi  nel- 
r  ultima  età,  e,  volendo,  anche  a  partire  dalla 
terza,  si  tengono  su  cavalloni  o  su  piani  oriz- 
zontali e  ricevono  la  foglia  attaccata  ai  rami) 
bastano  25  metri  quadrati  di  superficie,  e  oc- 
corre da  un  quarto  a  un  quinto  meno  di 
foglia  di  quella  suindicata,  necessaria  col  si- 
stema comune. 

Incubazione,  —  Fino  a  tutto  marzo  il  seme 
va  tenuto  non  In  sacchetti  o  a  strati  spessi, 
bensì  disteso  a  strati  sottili  in  scatole  ben 
aerate,  ad  una  temperatura  costante  non  su- 
periore a  40  o  5»  R.  Poi  aumentai-e  gradata- 
mente la  temperatura  ad  8»  o  9»  al  massimo, 
Impedendo  nel  frattempo  ogni  oscillazione 
di  temperatura,  ogni  salto  Indietro;  e  rego- 
larsi coU'andameiito  della  stagione  per  por- 
tare ulteriormente  gradatamente  il  seme  a 
ITo-lH»  R.  per  l'incubazione.  Per  cominciare 
questa  non  è  sufficiente  criterio  che  la  tem- 


peratura sia  mite,  che  molti  alberi  siano 
carichi  di  foglie:  è  necessario  attendere  che 
i  gelsi  della  propria  località  abbiano  già  le 
prime  foglioline,  allora  si  dà  principio  all'in- 
cubazione, sollecitando  o  ritardando  secondo 
che  il  seme  durante  l'inverno  fu  tenuto  a 
temperatura  più  o  meno  bassa. 

Quanto  più  bassa  sarà  la  temperatura  della 
canaera  di  conservazione,  tanto  più  lenta- 
mente si  porterà  il  seme  a  10°  R..  alla  quale 
temperatura  lo  si  terrà  per  2  o  3  giorni,  si 
aumenterà  poi  di  1  grado  per  ogni  24  ore 
fino  a  toccare  i  14  gradi. 

A  14°  lo  si  terrà  per  48  ore  e  poi  si  avan- 
zerà di  1  grado  ogni  24  ore  fino  ai  16»  R. 
(20°  C.)  e  si  terrà  poi  per  2  giorni  a  questo 
grado;  quindi  di  nuovo  si  aumenterà  il  ca- 
lore di  1  grado  per  giorno  fino  a  IS.»  Con 
ciò  si  comprende  che  non  si  può  ottenere 
una  regolare  schiusura  o  col  calore  del  corpo 
umano  o  nel  letto,  o  simili:  bensì  ci  va  o  una 
incubatrice  o  una  cameretta  risealdabile.  Non 
bisogna  mai  spazientirsi  se  lo  schiudimento 
va  un  po'  a  lungo:  si  aumenterà  la  tempe- 
ratura di  un  grado,  solo  quando  saranno 
schiuse  le  prime  uova.  Nella  stanza  o  nella 
incubatrice  si  tenga  un  secchio  o  recipiente 
pieno  di  acqua,  affinchè  non  manchi  l'umi- 
dità nell'ambiente. 

Levata.  —  Per  levare  i  bacolini  si  stende 
sul  seme  in  schiusura  un  pezzo  di  garza  o 
crivellone  rado,  sopra  un  foglio  di  carta  bu- 
cata (a  fori  piccoli  e  ravvicinati)  e  sopra 
questo  si  spruzza  uno  strato  leggero  ed  uni- 
forme di  foglia  finamente  tagliuzzata;  met- 
tendo direttamente  la  carta  forata  o  la  foglia 
intiera  sul  seme,  coi  bacolini  si  portano  via 
facilmente  anche  dei  semi,  1  quali  schiude- 
ranno con  ritardo  irregolare,  causando  così 
disuguaglianza:  si  levano,  si  portano  al  sito 
destinato,  a  temperatura  di  un  paio  di  gradi 
soltanto  più  bassa.  Si  dispongano  radi,  si  ten- 
gano subito  radi  fin  dalle  prime  ore,  ad  ogni 
pasto  si  diradino  a  niezzo  di  foglie  intiere 
messe  qua  e  là;  altrimenti  tenendoli  fitti 
fitti,  accavallati,  muoiono  a  centinaia,  a  mi- 
gliaia, soffocati  o  di  fame,  senza  che  ve  ne 
accorgiate. 


NUOVA  RACCOGLITRICE  PER  LE  OLIVE 


La  raccolta  delle  olive  è  operazione  che 
si  fa  generalmente  a  mano.  Ma  la  mancanza 
di  mano  d'opera  ohe  si  va  vieppiù  accen- 
tuandi),  causa  l'emigrazione,  crea  delle  gros- 
se difficoltà  anche  ai  proprietari  di  olivetl 
per  la  raccolta  del  frutto. 

L'ingegnere  V.  Gandolfl  di  Genova  ha 
Ideata  una  raccoglitrice  che  risolve  bene  il 
problema.  Essa  e  cusUtuita  da  un  telaio  mou- 


tato  su  due  ruote.  Alla  estremità  anteriore 
del  telaio  sono  fissati  dodici  cilindri  a  spaz- 
zola, isolati  uno  dall'altro,  percnè  si  adattino 
alle  irregolarità  del  terreno  in  modo  che  non 
è  necessario  prepararlo  perfettamente  piano. 
I  singoli  peli  delle  spazzole  sono  costitniti 
da  piccole  spirali  flessibili,  terminate  da  una 
capocchia  sferica.  Avanzando  la  macchina  sul 
terreno  spai-so  di  olivo,  le  spazzole,  per  scm- 


LIQUORE 

TONICO  DICESTIVO 

DITTA  ALBERTI 

BENEVENTO 


•  liscia  (li 
Ile  Unto 
ime  pro- 

olive   unno   qaanU  In- 

^.1  alila  del  prodotto  U  rac- 

ouiia;  appnexzf  ranno  quindi  l'utilità  di  qucsU 
nuora  raccoglitrice,  la  quale,  oltre  a  procu- 
rare uoa  forte  economia  nella  spesa  della 
raccolt*.  intluisoe  anche  favorevolmente  sulla 
qualità  del  prodotto. 


Muova  baccooijtbicb  pkb  olitc 


MALATTIE  ED  INSETTI  DELLE  PIANTE 


Vftc. 


Il  solfito  di  rame  è  sem> 
pre  il  rimedio  soTrano:  il  sistema  di  darlo 
itt  tolmaiomt  mll»  foglia  »  tu  polver»  «tu'  grap- 
poti  «  «M*  mm09Ì  germogli  appena  cominciano 
I  twilupparsi,  è  quello  che  nella  graude  pra- 
oa  fa  ottenere  il  pieno  risultato  di  uua  si- 
ira  e  completa  difesa.  Il  solfato  di  rame  si 
dà  in  soluzione  colla  calce  in  queste  propor- 
zioni: calce  spenta  (in  pastello)  grammi  800 
o  900,  o  da  spegnere  (pesata  come  esce  dalla 
fornace)  mezzo  chilo,  solfatq  di  rame  chilog.  1  : 
quando  l'invasione  scoppiasse  riolenta,  diml- 
j,.,,-^  -^.  ....  qnarto  la  quantità  della  oiloe: 
misto  a  zolfo  al  5%  (potendosi 
r  re  contemporaneamente  anche 

' >iiio).  i.a  condlzir»ne  della  difesa  è  che  *miU 
'jli*  4  mù  grappoli  pi  già  »0mprf  il  Hmodio 
injtMort;  quindi  cominciare  i  trattamenti 
appena  t  nuovi  germogli  hanno  raggiunto  la 
loagfaezza  di  8  a  10  centimetri,  continuarli 
mao  mano  si  sriluppano  afflnchè  la  nuova 
^  '^getazione  sia  essa  pure  temprt  protMta,  e 
(>eterli  ogni  volta  o  per  esaurimento  del 
Rimedio  (circa  23  o  SO  giorni  da  ogni  trat* 
lamento  generale)  o  per  condizioni  di  sta- 
gione (piogge,  temporali,  burrasche,  ec.)  la 
▼ite  rimanga  priva  del  rim^o. 

I  periodi  più  periocdosi,  ed  in  cui  per 
conseguenza  è  più  necessario  ohe  la  vite,  e 
cpedalmente  i  grappoli,  si  trovino  permaneit- 
ttmmt*  in  isUto  di  completa  difesa,  sono 
qnando  i  grappoli  sono  formati,  poco  prima, 
dorante  e  poco  dopo  la  fioritura,  al  princi- 
pio dell' iuvaiatura  (quando  l'u^^a  comincia  a 
'•'Morirsi):  questo  pei  grappoli:  —  per  le  fo- 
'  e,  la  difesa  è  sempre  necessaria,  ma  è  par- 
molarmente  da  raccomandarsi  una  completa 


dir<;sa  delle  foglie  così  dette  maggenghe, 
quelle  che  sono  più  vicine  alle  uve  dalla 
parte  superiore  del  tralcio,  da  quando  inco- 
mincia il  periodo  della  maturazione  alla  ven- 
demmia, perchè  è  in  esse  che  si  prepara  lo 
zucchero  che  passa  poi  nell'uva. 

OTd'o.  —  Si  combatte  con  lo  zolfo:  è  un 
rimedio  preventivo,  ma  anche  curativo;  però 
e  sempre  meglio  prevenire,  onde  avere  I'uva 
netta,  sana.  Si  cominciano  le  solforazioni 
quando  i  nuovi  getti  hanno  raggiunto  la  lun- 
ghezza di  8  o  10  centimetri.  1  periodi  in  cui 
sono  più  particolarmente  necessarie  le  S"! 
forazioni  sono:  alla  fioritura,  poco  prima 
mietere,  poco  prima  che  l'uva  cominci  ad 
Invaiare  (a  colorirsi  e  maturare). 

Airtnenoti  (vaiolo).  —  Il  sistema  di  difesa 
più  sicuro  è  di  prevenire  la  malattia,  lavand  < 
o  spennellando  1  tralci  di  1  o  2  anni,  e  megi 
tutta  la  pianta  dopo  averla  scortecciata,  e<>  i 
una  soluzione  fatu  di  40  chilogrammi  di  sol- 
fato di  ferro.  1  di  acido  solforico  e  100  litri 
di  acqua.  Questo  trattamento  va  fatto  dopo 
l'Inverno,  prima  che  lo  gomme  si  muovano 
(io  febbraio). 

Marciume  o  ma!  bianco  delle  ridici.  —  Sra- 
dicare e  distruggere  le  piante  am-nalate;  <! 
slnfettare  il  terreno    lavorandolo    profon'l  ^ 
mente  e  rimescolandovi  calce   viva   o    irr  - 
randolo  di  una  soluzione  di  solfato  di  ratn« 
al  3  o  8  per  cento,  oppure  iniettandovi  del 
solforo  di  carbonio  in  ragione  di  200  a  800 
grammi    per   metro    quadrato;    distruggere 
cwmpletamente  ogni  rimasuglio  o  detrito  di 
radice,  se  no  si  ripropaga  il  male;  non  n 
piantare  se  non  dopo  un  anno   da  ques- 
operazioni,  durante  il  quale  il  terreno  va  1  > 
vorato  parecchie  volte;   drenare  il  terrea. 

Clorosi   {ingiallimento   <UUe  fogli*),  —  l'u 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


408  — 


tare  le  viti  ammalate  prima  dell' inverno,  e 
precisamente  appena  cominciano  a  cadere  le 
foglie,  e  poi  applicare  subito  sui  tagli  fatti 
alla  potatura,  e  su  tutta  la  pianta,  una  so- 
luzione fatta  a  freddo  con  40  o  45  chilogram- 
mi di  solfato  di  ferro  in  100  litri  di  acqua: 
fare  in  modo  che  la  scorza  ne  rimanga  ben 
imbevuta. 

Erinosi  (fitoptosi).  —  Di  solito  si  arresta  in 
seguito  alle  ordinarie  solforazioni.  Asportare 
ed  abbruciare  le  foglie  infette. 

Arrossamento  delle  foglie.  —  Contro  l'ar- 
rossamento delle  foglie  causato  dall'insetto 
Tetranicus  Telarius  (insetto  che  si  è  consta- 
tato che  reca  gravi  danni  anche  allo  sviluppo 
dei  giovani  bottoni)  in  Francia  si  ottenne  un 
completo  successo  coli' uso  dello  zolfo  preci- 
pitato alla  nicotina:  giova  anche  l'estratto 
fenicato  di  tabacco  in  soluzione  alI'lVg  o  2 
per  cento. 

Cochylls  {tignola,  baco,  bruco  dell'uva).  — 
Scortecciare  le  viti  in  inverno  ed  abbruciare 
ciò  che  cade  colla  raschiatura,  e  spennellare 
tutto  il  ceppo  colla  poltiglia  bordolese  molto 
densa  (3%  di  calce,  3%  di  solfato  di  rame): 
o  meglio  colla  miscela  Laborde,  calce  viva 
chil  30,  olio  pesante  di  catrame  10,  soda 
caustica  1,  solfuro  di  carbonio  5,  acqua  54  ; 
si  scioglie  la  soda  in  24  litri  di  aequa,  poi 
vi  si  versa  lentamente,  agitando  sempre,  la 
miscela  di  olio  pesante  di  catrame  e  di  sol- 
furo di  carbonio:  quindi  questa  miscela  si 
incorpora  a  poco  a  poco  colla  calce  fatta  spe- 
gnere a  parte  con  acqua,  rimescolando  sem- 
pre, onde  ottenere  una  massa  ben  omogenea. 
Con  questa  soluzione  trattare  anche  i  pali. 


Taglinre  le  punte  alle  canne  che  lian;^o  ser- 
vito da  sostegno  ed  abbruciarle.  In  prima- 
vera-estate colle  dita  e  con  una  pinzetta 
schiacciare  l'insetto  (larva)  che  alla  fioritura 
sta  annidato  nel  gomitoletto  fattosi  nel  grap- 
polino  di  uva:  giova  pure  spruzzare  sui  grap- 
poli invasi,  per  tempo,  appena  si  vedono 
formati  gli  accennati  gomitoletti,  una  di  que- 
ste soluzioni  insetticide: 

a)  Sapone  nero  molle  potassico  chil.  3, 
Acqua  litri  100; 

h)  Sapone  chil.  3,  alcool  ìd.  V'g.  benzina 
o  petrolio  id.  1%  a  2,  acqua  litri  100; 

e)  Sapone  chil.  3,  polvere  di  piretro  id. 
1.500,  Acqua  litri  100; 

d)  Sapone  chil.  3,  essenza  di  tremen- 
tina id.  2,  acqua  litri  100; 

e)  Solita  poltiglia  bordolese  più  1  V2  per 
cento  di  rubina. 

Noctua  aquilina  0  cipollara.  —  Dare  la 
caccia  di  notte  sui  tralci  e  praticare  dei  fori 
vicini  ai  ceppi  entro  ai  quali  fori  l'insetto  si 
raduna  e  al  mattino  schiacciax-velo. 

Rinchite  0  sigaraio.  -  Raccogliere  le  fo- 
glie rotolate  incartocciate  come  sigari,  e  ab- 
bruciarle per  distruggere  le  uova  che  con- 
tengono. 

Pirale.  -  Formula  Targioni:  da  una  parte 
si  fa  una  mescolanza  di  10  chili  di  solfuro  di 
carbonio  o  di  petrolio  con  1  di  olio  di  pesce, 
dall'altra  2  di  potassa  del  commercio  in  10 
di  acqua:  si  uniscono  le  due  soluzioni  agi- 
tandole in  un  recipiente  di  legno:  infine  vi 
si  aggiungono  50  litri  di  acqua.  Si  spruzza 
sulle  foglie  e  sui  tralci:  quando  sono  giovani, 
è  necessario  allungare  di  più  la  miscela. 


SCOTICATORE  DEI  PRATI 


Quando  occorre  sistemare  un  prato  o  rin- 
giovanirlo, come  si  suol  dire,  senza  perdere 
il  vantaggio  della  cotica  esistente,  se  ancora 
in  buone  condizioni,  lo  si  scotica,  cioè  se  ne 
taglia  la  cotica  a  quadrelli,  si  ammucchia,  si 
fauno  le  operazioni  necessarie  al  terreno,  e 


scopo.  Questo  arnese  ha  per  organi  lavo- 
ranti tre  dischi  taglienti:  i  quali  staccano 
verticalmente  due  striscio  di  terreno,  ed  una 
lama  orizzontale  che  stacca  le  strisce  stesse 
dal  suolo.  Con  questa  macchina  si  rispar- 
miano i  tagli  che  sono  I  più  faticosi,  si  opera 


Scoticatore  dei  pbati  Bozzi. 


poi  si  rimette  la  cotica  a  posto.  È  questa  una  su  20  pertiche  milanesi  al  giorno,  e  un  opc- 

operazlono  lunga,  molto   dispendiosa  e  che  rain  su  terreno  cosi  preparato  impiega  a  oom- 

non  sempre  si  fa  bene,  e  quindi  II  risultato  piere  il  restante  lavoro  mezza  giornata  per 

non  compensa  sempre.  Un   agricoltore  lom-  pertica. 

bardo,  il  signor  Bozzi  di    Trenno   milanese.  La  convenienza  che  si  ha  impiegando  lo 

ha  Ideato  uno  scoticatore  che  risponde  allo  scoticatore,  è  grandissima.  L'ingegnere  .\m- 


—    HìO 


«u  «Uii«  M  *U«  lOU  ii(«,  »«rv«  p«r  tuulU    l'up«r«to  si  aiI«Uoa  luului  meno. 


LA  GALLINA  VALDARNO 

Dorso.  —  Spiovente  fniiiltn  (Ji  laii<-.f(.' hi! 

1  t:h.'  e  iK-iulontl. 

i  Spalle.    -   Assai   lar^rh-  s.n/.i  .ss.  r.-  (in  . 

»~                                                                                   •  drati-  corno  nt>Ilo  r.i/./<'  asi.it icln-. 

ti                                                                                      .••  Ali.    -  Piuftusto  liuu'hc  ii'l.r.-iifi  ili  <-Mrj 

C«                                                                                 .  i  ')  Petto.  —  li»Mi  proiiuu/.iuU>,  rutuuJu  e  ^jin; 

g«                                                                 <lu«"sto  gente,  coscli-  pi.liujM?. 

•i'                                                                      iratterl  Tarsi.    -    Nudi,  p'uttosto  corti  •  forti  r 

9*-                                               n  ...v».ii.iu   SU  al-  me  generalmente  nelle  razze   ri'    -     " 

cv.                                            ipato  anche  il  Con-  luppo,  di  colore  seuro,  dita  (jiir 

f r                                              tnra  d!  MantoTa.  p  zampa  cfn  n!ij:hi-  lunghe  e  di  . 

si  amai  aiu   maggiore    e  C<il.\.                    nento   molto   eretto,   ji. 

lUliana.  il  cav.  U1>aldiii>>  i  intere  alquanto  largii' 

Guidi,  di  presentarvi  lo  ijv  nate. 

Taldamo.  Credo  utile  farlo  cuuosocre  quulc  Portamento.  -  Ardito  e  Aero,  voce  squil- 

tu  approvato  dal  Congresso,  aooiò  poasa  ter-  lante. 

Tire  di  guida  nella  selezione  di  questa  razza  Volume.  —  Un  poco   superiore   a  quella 

pregerolissima,  ben  sapendosi  quanto  la  pu-  delle  comuni. 

rezza  della  razza  e  la  continuità  sua  nelle  Livrea.  —  Nera  oniformemente  in  tntt 
-^produzioni  influiscano  sul  prodotto.  il  corpo  senza  accenni  ad  altra  tinte. 
OMCrìtione.  —  Pollo  di  volume  poco  più  Carattere.  -  Assai  vivace  ed  ardente. 
.  zo  della  razza  italiana,  s&nza  minima  trac-  PeSO.  -  Tre  chili  (3  kg.). 
c\A  di  ciuffo  e  di  calze,  mantello  uniforme- 
menta   nero,  portamento   ardito,  svelto   ed  Qatlina* 
elegante.  Origine,  Valdamo  inferiore,  pianura 

Nelle  caratteristiche   generali   la  gallina 

—  Piuttosto  minata.  non  differisoe  dal  gallo  altro  che  per  il  vo- 

—  BusUctssima,  molto  precoce,  di  lame  del  corpo  un  po' inferiore,  nella  cresta 

io  allevamento,   vagabonda,  ottima  ^^^  è  ben  pronunziata,  ma  invece  di  esset  ' 

fatstrlce  e  pochissimo  inclinata  a  covare.  eretta  è  ripiegata  su  un  lato  della  testa.  p< 

QitaHti  della  carne.  —  Delicata  e  saporita.  '  bargigli  che  sono  assai  meno  lunghi  e  più 

rotondi  ed  anche  gli  orecchioni  sono  alquanto 

Qaiif.  più  piccoli,  i  tarsi  sono  per  la  maggior  parte 
più  scuri  di  quelli  del  gallo. 

TMtaL  —  Voluminosa  e  più  forte  ohe  nella  Pmq.  —  Due  chilogrammi  e  mezzo  il  mi 

cornane,  cresta  alta,  svllappattssima,  carnosa,  nore. 

•oempla.  regolarmente  seghettata  (sei  denti)  rMO  Mito  nova.  —  Dai  sessantasel  al  set- 
terminanti  con  uno  di  forma  quasi  rettan-  tantaquattro  grammi  per  cadauno. 
?olaro  di  colore  rosso  capo,  forte  alla  base 

qoale  oombacta  saldamente  col  becco  e  Scala  dei  punti. 
•  oocazKolo  e  si  prolanga   Indietro  senza 

:nbaeiare  colla  nuca;  becco  sufflcientemen-  H       *,_■    ■■*.■■.                        ^^ 

lungo  e  leggermente  corvo  In  panta  e  di  Orecchi  .ni  e  bargigli                       15 

:ot«comeo:gaanoe  tosse  accese:  bargigli  Larghezza  di  spalle    .                     io 

at>bondanU  e  langliisatml,  rossi  come  la  ere-  Lung^ozzad*.|  dorso 6 

sta.  occhi  con  iride  arandone  e  pupUla  nera  ^o^»  lunghezza  e  portamento   .     6 

dilatata  vivacissimi,  oreooblonl  di  colore  blan-  Livrea  nera  completa 20 

i  e  di  forma  ovale,  talvolta  con  qual-  Lunghezza  e  spessore  del  tarsi .   10 

itura  rosea.  Volume 10 

'       o    -   Alnuanto  arcuato  non  lungo  e  Aspetto  generale -   10 

100 


LAVATURA  SPURGO  ED  IMPASTAMENTO  DEL  BURRO 


Sono  operazioni  che  influlsronomoltisslmo  mentre  è  allo    stato  di  irr.imiLizionp;    ma   il 

la  bontà  e  sulla  conservazion»*  del  burro,  prof.  Besana  raecoin.inda  di  farlo  quando  le 

1  si  libera  il  burro  dal  latticello  e  più  fa-  granulazioni    non  ttonu   f>iù   i/rwnf    dei   grani 

cilmente  il  burro  si   conserva.   Per   togliere  di  rivo:  si  deve  perciò  esplorare  di  frequent' 

il  latticello  al  burro  il  mezzo  più  pratico  e  il  contenuto  della  zangola  durante  lo  sbat- 

più  spedito  è  quello  di  lavarlo  nella  zangola  timento,  per  poter  arrestare  a  tempo  oppor- 

L'Olio  $a$$o  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


410  — 


tuno  il  movimento  e  procedere  alla  lavatura 
del  burro;  poiché  quanto  più  il  burro  è  mii- 
nuto,  tanto  più  intiuìamente  si  lava;  se  si 
lascia  oltrepassare  il  momento  giusto,  si  trova 
nella  zangola  il  burro  allo  stato  di  grossi 
nnduli,  ed  allora  la  lavatura  diventa  imper- 
fetta ed  inefficace,  perchè  l'acqua  non  può 
penetrare  nell'interno  del  burro  ed  esportare 
le  sostanze  in  essa  solubili.  Questa  operazione 
il  prof.  Be^ana  consiglia  di  farla  così:  allor- 
ché i  grani  di  burro  hanno  raggiunto  la  gros- 
sezza opportuna,  si  spilla  il  latticello  dalla 
zangola  e  si  versa  in  quest'acqua,  nella  pro- 
porzione di  un  terzo  ad  una  metà  del  latti- 
cello estrattone.  Si  imprimono  pochi  giri  alla 
zangola,  dopo  di  che  si  spilla  l'acqua  di  la- 
vatura, la  quale  risulterà  bianca,  e  la  si  so- 
stituisce con  nuova  acqua  limpida  ;  girasi 
ancora  la  zangola  per  alcuni  istanti  e  si  ri- 
pete la  lavatura  con  nuova  acqua  se  si  ritiene 
ciò  necessario.  Nelle  circostanze  ordinarie 
bastano  due  lavature:  ma  qualora  il  latte 
fosse  di  cattiva  qualità,  o  che  la  panna  fosse 
troppo  acida  o  di  qualche  proprietà  anor- 
male, conviene  praticare  tre  l?ivature.  Natu- 
ralmente nella  stagione  calda,  l'acqua  da 
lavare  il  burro  deve  essere  raffreddata  a  suf- 
ficenza  con  ghiaccio.  Durante  l'ultima  lava- 
tura si  conduce  il  movimento  della  zangola 
in  modo  da  agglomerare  vieppiù  il  burro  e 
poterlo  così  ritirare  facilmente  con  una  mano 
o  con  una  spatola.  Non  è  vero  che,  come 
pensano  i  casari,  colle  lavature  11  burro  cali 
di  peso,  perda  il  sapore  e  pi-ofumo,  che  il 
burro  si  snervi,  e  così  via.  Sono  obiezioni 
che  non  sussistono:  ma  quando  anche  aves- 


L' anzidetta  operazione  si  completa  col- 
V  impastamento  del  burro,  che  oltre  allo  scopo 
di  spurgarlo,  lo  rende  compatto  ed  omogeneo. 
Questo  lavoro  è  difficile  e  faticoso  se  fatto  a 
mano,  è  facile  e  comodo  se  fatto  con  mac- 
chine apposite;  anche  senza  considerare  che 


Impastatbice  a  tavola  kotativa. 

le  mani  debbono  toccare  il  meno  possibile 
un  grasso  così  delicato  com'è  il  burro,  so- 
pratutto per  questione  di  pulizia. 

L'arnese  più  semplice  per  impastare  il 
burro  è  la  gramola;  ma  vi  sono  arnesi  che 
compiono  iì  lavoro  assai  meglio  :  tale  è  l'  im- 
pastatrice a  tavola  rotativa.  Un  uomo  appli- 
cato alla  manovella,  fa  girare  lentamente  la 
tavola  circolare;  un  altro  uomo  mette  su 
questa  il  burro  da  lavorare,  il  quale,  pas- 
sando sotto  il  rullo  scanalato,  viene  schiac- 
ciato e  spurgato;  appena  uscito  il  Imrro  dal 
rullo,  l'operaio  lo  arrotola  e  lo  volta  ad  an- 
golo retto,  In  modo  da  presentarlo  nuova- 
mente al  rullo  in  senso  diverso  dal  preceden- 
te. Contemporaneamente,  un  secchio  pieno 
d'acqua  lascia  cadere  un  filettino  d'acqua 
sul  burro,  allo  scopo  di  vieppiù  purificarlo 
ed  anche  di  raffreddarlo  quando  occorra; 
nell'estate  quest'acqua  deve  essere  rafi'red- 
data  con  ghiaccio  per  mantenere  una  suffi- 
ciente durezza  al  burro. 


Spatola  di  leono  per  burro. 


Gramola  ikr  iìii'astare  il  burro. 

sero  qualche  fondamento  di  vero,  il  Besana 
osserva,  e  ben  a  ragione,  che  cadrebbero  da- 
vanti al  grandissimo  vantaggio  che  si  rag- 
giunge colla  lavatura,  qual'è  quella  di  una 
maggior  conservabilità  del  burro,  vantaggio 
assai  apprezzato  iu  commercio. 


Il  burro  si  fa  passare  otto  o  dieci  volle 
sotto  il  rullo  scanalato  e  poi  si  modella  in 
pani.  La  temperatura  più  opportuna  per  lo 
.spurgo  del  burro  secondo  il  Besana  è  da  8  a 
12  R.  Per  evitare  quanto  più  é  possibile  il  con- 
tatto del  burro  colle  mani,  si  adoperano  spa- 
tole di  legno  per  voltare,  per  raccogliere  o 
portare  il  burro. 


PERCHÈ  IL  TERRENO  VERGINE  È  SPESSO  DANNOSO 


Ter  t<»rrfno  vrrt:lii-  <.•.  in'ond.'  ,iu.;ii>  rtu> 

St«imin«<lt*Uunt>iito   •..■!:..  1.'  v;i.ito  i-nltiv.»t... 

•moaaoooi  aolit;  s!  iato  di  terreno 

ttn»nìm»nf  <  h.-  —  di  natura 

•fttalc.  oqoMi.  A  .1...  w  '  ~  •  — ' 

0  ponto  sfrattato  dallo  i-' 

Ti  ai  aceumuiano  i  mati  ri.;  . 

n  acandono  dallo  strato  attivo,    ai  amie. 

Una  delle  principali  ragioni  per  cui  si  oon> 
stgliano  laTorl  più  profondi,  è  appunto  qaesta, 
di  sfruttare  le  risorse  fertillzranti  che  sono 
latenti  nello  strato  Tergine  del  terreno,  oltre 
a'inteud*;  frll  altri  benefici  di  cffrire  alle  radici 
an  maggior  cubo  di  terra  smossa  sana,  di 
Immagaazlnare  maggior  riserva  di  acqua,  ec. 

Dato  ciò,  parrebbe  la  cosa  più  naturale 
quella  di  tirar  su  quanU  più  terra  vergine 
si  posM:  ma  In  pratica  si  sa  che,  coltivan- 
doTi  pianto  annuali,  spesso  Inveoe  di  an  van- 
teggio se  ne  ha  uno  svantaggio.  Perchè?  Per- 
chè la  terra  è  ingrata,  si  dice  volgarmente, 
è  aelvatlca.  Ma  con  ciò  si  spiega  ancora  poco 
e  troppo  empiricamente.  Già  il  mio  maestro 
Glo«<'nnt>  Aiit.>iiio  Otuvi  aveva  spiegato  il 
Cstt  in  cui  si   trovano  i  mate- 

riali I  contenuti  nello  strato  ver- 

ci"  -*'  ^    airalimentasione  delle 

1  ..i  !upo,  diceva,  perchè  tali 
ii..>  ISSO  degli  agenti  atmo- 
sierici,  pa&sino  dallo  stato  inerte  allo  stato 


attivo,  arabile.  Ultimamont<-  il  l'^'^'lLunpi 
diede  una  spiegasiono  più  (iK.iMt  In  <|ii  ii<-, 
mentre  conferma  in  tnissun.i  ,|ti,  ii;i  d.-nnt- 
tavl.  da  la  esauriente   i.it;i.iii.'  .(••I  i--ii..tii.'iiu. 

II,,. .11.,  ,.).,.  .1,..,..,.,.,   i,itiiiii;i/i..ii.',  t!  vh.;  o 

i    iii.it.  r.. 4    attlvii,  atta 

•    |i:;iMt".   ii\  \  ione    per 

opera  ai  ninniti--  mi  «s-.  ri   viMuti,  luicror- 

gsnisml.  La  lun>   ]>ii.s<  n/.a  .■  assolatamente 

neoMsaria. 

Qaasto  adente,  «l;»---  il  I>.-^rhaini)H.  non 
esiste  In  tntti  i  t.-n.-M.  lu.inca  «lovi-  non  c'è 
aria,  calore  ed  umidita;  nei  tirreni  buuni  ò 
sopratutto  abbondante  nello  strato  smosso 
dall'aratro;  e  ciò  spiega,  conchiude,  come  la 
lavorazione  profonda  delle  terre  fatta  d'  un 
colpo  solo  e  portando  alla  superficie  molto 
terreno  vergine,  sia  cos'i  spesso  dannosa  noi 
primi  tempi  che  seguono  l'operazione. 

Como  fare?  Approfondire  poco  per  anno 
la  lavorazione  in  modo  da  porur  su  pochi 
centimetri  di  terra  vergine  per  anno,  e  con 
frequenti  lavori  superficiali  (tali  da  non  fare 
un  miscuglio  dei  dae  terreni,  vergine  ed  at- 
tivo) facilitare  la  anzidetta  operazione.  O,  vo- 
lendo godere  subito  degli  altri  benefici  del 
lavoro  profondo,  all'aratro  far  seguire  il  ri- 
puntore:  in  tal  modo  al  rivolta  lo  strato  at- 
tivo e  si  lascia  In  posto  quello  inerte,  vergine 


INFLUENZA  DEL  VOLUME  DEL  TERRENO  SULLO  SVILUPPO 
DELLE  PIANTE 


Che  lo  BTilappo  e  la  composizione  delle 
piante  risentano  dell'influenza  esercitata  dal 
velame  di  terreno  esplorato  dalle  radici,  era 
gl4  ,v.*"  i.<  c...»,,(to  alle  osservazioni  di  molti 
••P'  quali  Woliny,  Hellriegel.  Le 

oasit  •♦•  ultimamente  da  Pfelffer  e 

da  LaiDOierma:  ^engono  a  confer- 

mare quel  fatt'  .  lo  maggiormente 

e  mettono  in  «vi  n't  drooatansa  che 

interesisno  anche  la  pratica  agrute. 

Le  dednslool  et»  per  la  pratica  tra*  ti 
prof.  MenoszI  dal  risaltati  di  qaesta  aspe' 
rienze,  aooo  che  qaando  per  la  tentiltà  dello 
strato  coltivabile  il  volume  di  terreno  esplo- 
rf)».i]e  daQe  radici  delle  piante  è  limitato,  noi 


possiamo  ragglangere  prodazioni  elevate  col 
concentrare  In  quello  strato  una  quantità 
relativamente  grande  di  materie  nutrienti,  e 
quindi  con  abbondanti  concimazioni,  ma  ohe, 
aumentando  lo  spazio  disponibile  per  le  ra- 
dici, con  la  stessa  qnantità  di  materiali  nu- 
trienti si  otterrà  maggior  prodotto.  Quindi 
coi  lavori  profondi,  qaando  questi  sono  con- 
sentiti e  dal  lato  fisico  e  da  quello  economico, 
non  solo  aumentiamo  la  quantità  di  sostanze 
nutrienti  disponibili,  nelle  condizioni  più  co- 
muni, ma  potremo  ottener  maggior  prodotto 
per  là  ateasa  quantità  di  materiali  nutrienti 
che  aggiungiamo  coi  concimi,  e  quindi  un 
maggior  profitto  delle  oonolmazionL 


CONCIMAZIONE  DEGLI  ORTAGGI 


Iti  I  ...i..  un  fondo  di  fertilità  collo  stal- 
latico è  necesaario:  ma  l'uso  dei  concimi  chi- 
mici a  t«>mpo  opportuno  è  di  grande  profitto, 
e  per  taluni  ortaggi  è  anche  questione  di  pu- 
lizia di  i;;ien<?:  si  sa  infatti  che  certe  malattie 
infettive  fra  le  più  terribili  si  propagano  cogli 
ortaggi  concimati  con  cessino  che  ne  porta 
a  loro  1  germi.  Premesso  ciò,  ecco  come  se- 
condo le  diverse  coltivazioni  si  possono  ado- 
perare i  concimi  chimici,  per  ogni  100  metri 
quadrati: 

Cavoli  {cappueei,  verze,  eapolftori,  broccoli). 


Carciofi,  Insalate,  Cat^t,  cifjtn-ici,  Finocchi, 
FmMmtoto,  BkioU  da  «oste:  perfosfato  chil.  4 
a  5,  solfato  d!  potassa  a  a  1,80  nitrato  di  soda 
o  »oir>  2  50  a  8. 

h  liatHoiarci,  Rnftini,  Ra- 

vtmei'  "U,  l'atate.  Cipolle,  Por. 

ri.  Agli.  ec.  :  perforato  chil.  4,50  a  S,  solfsto 
di  potassa  2  a  2,50,  nitrato  di  soda,  o  solfato 
ammonico  3  a  2,50. 

Legumi,  Fave,  Pise!'  '  "■•'.  Lmpi'ni, 

Leguminoee  (queste  pì.>-  ■•  proprietà 

di  assorbire  l'azoto  d.;..  .......... ^a;  tuttavia 


Gli  Olì  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  41 


sono  gii  unici  perfettL 


—  412  — 


risentono  gran  giovamento  dai  coneiniì  azo- 
tati) :  perfosfati  chil.  6.  solfato  di  potassa  2, 
nitrato  di  soda  o  solfato  ammoiiioo  1  a  1,50. 

Il  perfosfato,  il  solfato  di  potas-a  e  il  sol- 
fato ammonico  si  interrano  coi  lavori  di  pre- 
parazione del  terreno.  Se  come  concime  azo- 
tato si  adopera  il  nitrato  di  soda,  lo  si  sparge 
in  due  o  tre  volte  lungo  le  file  o  attorno  aile 
singole  piante,  se  piantate  a  distanza,  e  leg- 
germente lo  si  interra  colle  zappature. 

Cetrioli,  Cocomeri,  il/eZo«t;  entro  le  buche: 
perfosfì'to  chil.  4  o  5,  solfato  di  potassa  3, 
solfato  ammonico  2:  oppure  all'inapianto  il 
perfosfato  e  il  solfato  di  potassa,  poi  chil.  2 
di  nitrato  di  soda  sparso  in  due  o  tre  volte 


attorno  alla  pianta  prima  delle  zappature  e 
con  esso  interrato. 

Fornitoli:  pei-fosfato  chil.  5,  solfato  di 
potassa  3  a  3,50,  solfato  ammonico  2,  inter- 
rati coi  lavori  del  terreno.  Al  solfato  ammo- 
nico si  può  sostituire  chil.  2,50  di  nitrato  di 
soda,  sparso  in  due  o  tre  volte  prima  delle 
zappature. 

Asparagi:  al  principio  di  ogni  primavera 
sopra  le  fosse,  e  per  ogni  100  metri  lineari, 
si  interrano  leggermente  :  perfosfato  chil.  2,50, 
solfato  di  potassa  1,  nitrato  di  soda  gr.  500: 
e  poi,  non  appena  è  fatta  la  raccolta  degli 
asparagi,  s'interra  leggermente  un  altro  chilo 
di  nitrato  di  soda. 


PRODUZIONE  DEL  PREZZEMOLO  NEI  BARILI  PER  L'INVERNO 


Farà  certamente  comodo  poter  aver  tutto 
l'inverno  una  pianta  così  necessaria  per  la 
cucina. 

A  tal  uopo  si  piantano  d'autunno  le  ra- 
dici in  cantina  nella  sabbia,  dove  ben  presto 
mettono  giovani  foglie.  Queste  ultime  sono 
tenere  e  delicate,  ma  non  hanno  l'aroma 
delle  piante  cresciute  all'aperto:  di  solito  vi 
si  rimedia  mettendo  un  certo  numero  di  ra- 
dici nei  vasi  tjnuti  in  un  ambiente  illuminato 
e  riparato  del  gelo.  Questo  basta  per  un  pic- 
colo consumo:  ma  pei  grandi  bisogni  la  prov- 
vista è  presto  esaurita.  Si  può  ottenere  una 
produzione  maggiore  facendo  così: 

Si  prende  una  cassa,  oppure  un  barile 
di  qualsiasi  grandezza,  e  con  un  succhiello, 
di  3  o  4  centimetri  di  diametro,  si  fanno  nei 
fianchi  dei  buchi  distanti  15  centimetri  l'uno 
dall'altro;  si  riempie  il  fondo  del  recipiente 
con  uno  strato  di  terra  soffice,  ed  attraverso 
i  buchi  più  bassi  si  fanno  passare  delle  ra- 
dici sane  e  possibilmente  robuste  di  piante 
di  prezzemolo  colla  testa  all' infuori.  Poscia 

si  mette  dell'altra  terra  fino  alla  seconda  fila  tre  radici  sulla  superficie  del  terreno  che 
dei  buchi,  attraverso  ai  quali  egualmente  si  si  innaffia  alquanto,  se  è  asciutto,  e  poi  si 
passano  delle  radici,  e  si  procede  cosi  finché  colloca  il  barile  in  un  luogo  chiaro  e  ripa- 
li  barile  è  pieuo.  Da  ultimo  si  piantano   al-    rato  dal  gelo. 

Agr.  Giovanni  Maechese. 


Barile  coltivato  a  prezzemolo 
PEB  l'  inverno. 


AOUIL.AS 


MON  AVEVA    ILVERO   FAMALE\^ 

CHE  PORM  IMPRE.55/1  QUE^W  MARCA  UGflLMtflTE      ~ 
DEPOMTflraELfl  P/ÌRQLfl  "AQUILAS,* 


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R.  SCUOLA  SUPERIORE  DI  AGRICOLTURA  IN  PORTICI 

(Anno  XXXV). 


L'istruzione  viene  impartita  in  un  corso  di  quattro  anni,  al  ter- 
mine dei  quali  gli  alunni  conseguono  la  Laurea,  col  titolo  di  Dot- 
fnre  in  scienze  agrarie.  La  Laurea  della  Scuola  di  Portici  ha  gli 
Tetti  legali  di  tutte  le  Lauree  rilasciate  dalla  Università  e  dagli 
tiltri  Istituti  superiori  del  Regno,  ed  abilita  all'  insegnamento  delle 
discipline  agrarie  in  qualsiasi  grado  di  Scuole  di  agricoltura,  alla 
Direzione  delle  Cattedre,  Cooperative  e  Consorzi  agrari;  ai  post- 
di  tecnici   nel  Monopolio  dei  Tabacchi,  nell'Amministrazione  C; 
istale,  nel  Ministero  di  Agricoltura,  nella  Direzione  delle  Aziende 
i^rarie,  ec. 

Per  essere   ammessi   alla  Scuola  occorre  di  essere  forniti  di 
Licenza   liceale,   o   d'Istituto  tecnico,    o  delle  Scuole  speciali  di 
Viticoltura,  o  dell'Istituto  forestale  di  Vallombrosa. 
Si  ammettono  anche  uditori. 

Tassa  d'iscrizione  annuale  per  gli  alunni.     .  L.  100 
Tassa  d' iscrizfbne  per  gli  uditori  e  per  ogni  ma- 
teria   20 

I  corsi  cominciano  il  4  novembre  di  ogni  anno. 
Si  distribuiscono   contro   richiesta   i  programmi  scolastici  ed 
il  regolamento  della  Scuola. 

//  Direttore 
Prof.  0.  Comes. 


414 


LE  RECENTI  NORME  PER  LA  COLONIZZAZIONE 
NEL  BRASILE 

IL  NUOVO  REGOLAMENTO  FEDERALE 


Trattandosi  di  disposizioni  che  possono 
a  più  titoli  interessare  i  nosti-i  lettori,  tanto 
al  Brasile  quanto  in  Italia,  ove  il  problema 
dell'emigrazione  è  così  grave  e  complesso, 
diamo  integralmente  il  testo  del  recente  Re- 
golamento brasiliano,  sulla  immigrazione  e 
colonizzazione,  testé  emanato  dal  governo 
della  Repubblica  del  Brasile. 

Eccolo  : 

Testo  dei  decreto  N.  6455  del  19  aprile  1907 
che  approva  le  disposizioni  regolamentari  pel 
popolamento  del  suolo  brasiliano: 

Il  presidente  della  Repubblica  degli  Stati 
Uniti  del  Brasile,  usando  della  facoltà  con- 
cessagli dall'articolo  35,  n.  XVIH,  alinea  se- 
condo  della  legge  30  dicembre  1906  n.  1617 

Decreta: 

Articolo  Unico  —  Sono  approvate  le  di- 
sposizioni regolamentari  per  il  servizio  di 
popolamento  del  suolo  nazionale  firmate  dal 
ministro  di  Stato  per  l'industria,  agricoltura 
e  lavori  pubblici. 

Rio  de  Janeiro,  19  aprile  1907,  19°  della 
Repubblica, 

AFFONSO  AUGUSTO  MOREIRA  PENNA 

Miguel  Calmon  du  Pin  e  Almeida. 


Disposizioni  regolamentari  per  servizio  di 
popolamento  del  suolo  nazionale  approvate 
col  decreto  n.  6,455  del  19  aprile  1907. 

TITOLO  I 

Capitolo  Ukico. 
Disposizioni  preliminari. 

Art.  1».  —  Il  servizio  di  popolamento  del 
suolo  nazionale  sarà  promosso  dal  governo 
della  repubblica,  mediante  accordo  coi  go- 
verni degli  Stati  federali,  imprese  di  naviga- 
zione fluviale,  compagnie  di  strade  ferrate  ed 
altre  società  e  injprese  consimili  e  con  par- 
ticolari, sotto  l'osservanza  delle  garanzie 
necessarie,  in  conformità  colle  seguenti  di- 
sposizioni. 

Art.  2°.  —  Saranno  ricevuti  come  immi- 
granti gli  stranieri  minori  di  sessant'annl,  i 
quali  non  siano  affetti  da  malattie  contagiose, 
non  esercitino  mestieri  illeciti,  non  siano  co- 
conosciuti  come  vagabondi,  delinquenti,  men- 
dichi, facinorosi,  mentecatti,  invalidi  e  che 
sbarchino  nei  porti  brasiliani  con  biglietto 
di  terza  classe  pagato  dal  governo  della  Re- 
pubblica, dagli  Stati  e  da  terzi  :  e  coloro 
che  in  condizioni  eguali,  avendo  pagato  del 
proprio  il  loro  trasporto,  vogliano  godere  i 
favori  concessi  ai  nuovi  arrivati. 

Gl'individui  d'età  superiore  ai  60  anni  e 
gli  inabili  al  lavoro  saranno  ammessi  soltanto 
quando  siano  accompagnati  dal!a  loro  fami- 
glia, quando  vengano  In  compagnia  della 
stessa  purché  di  essa  faccia  parte  almeno  un 
individuo  valido  per   ogni   uno   invalido,  o 


uno  o  anche  due  individui  maggio;!  di  ses- 
sant'anni. 

Art.  30.  —  Agli  immigranti  che  si  stabi- 
liranno in  qualsiasi  punto  del  Brasile  e  si 
dedicheranno  a  qualunque  ramo  dell'agri- 
coltura, industria,  commercio,  arte  od  occu- 
pazione utile,  saranno  garantiti:  l'esercizio 
pieno  della  loro  attività,  intera  libertà  di  la- 
voro, esclusi  i  casi  in  cui  vi  sia  offesa  alla 
sicurezza,  alla  salute  od  ai  costumi  pubblici, 
libertà  di  credenze,  di  culto,  e,  finalmente 
il  godimento  di  tutti  i  diritti  civili  attribuiti 
ai  cittadini  brasiliani  dalla  Costituzione  fe- 
derale e  dalle  leggi  in  vigore. 

Art.  40.  —  Il  governo  della  Repubblica 
dirige  od  ausilia  di  comune  accordo  cogli 
Stati  e  indipendentemente  dell'azione  iden- 
tica di  questi,  l'introduzione  e  la  colloca- 
zione di  immigranti  che  intendano  fissarsi 
come  proprietari  del  suolo  ;  protegge  e  guida 
gì'  immigranti  spontanei  che  abbisognino  di 
aiuti  per  la  loro  prima  installazione:  e,  solo 
in  casi  eccezionali,  introdurrà  a  sue  spese 
immigranti  che  si  destinino  a  lavorare  senza 
l'obbligo  di  acquisto  di  terreni,  in  qualsiasi 
punto  del  Brasile, 

TITOLO  II 

DELLA  COLONIZZAZIONE. 

Capitolo  I 
Delle  Colonie  e  loro  fondazione. 

Art.  5°.  —  Colonia  (o  Nucleo  Coloniale) 
per  gli  effetti  di  questo  decreto,  è  la  riunione 
di  lotti,  misurati  e  divisi  con  limiti  precisi, 
di  terre  scelte,  fertili  e  adatte  all'agricoltura 
e  all'industria  agro-pecuaria  (od  agro-pasto- 
rizia), con  buone  condizioni  di  salubrità,  con 
abbondanza  d'acqua  potabile,  per  1  diversi 
bisogni  della  popolazione,  dovendo  ogni  lot- 
to contenere  un'ai-ea  sufficiente:  essere  ser- 
vito da  strade  atte  a  permettere  trasporti 
comodi  e  preparati  per  l' installazione  di  im- 
migranti in  qualità  di  proprietari. 

Art,  60,  —  La  fondazione  delle  Colonie 
potrà  essere  promossa; 

1)  Dal    governo    della   Repubblica  col- 
r  ausilio  dei  governi  degli  Stati  ; 

2)  Dal  governi  degli  Stati  con  o  senza 
l'ausilio  del  governo  della  Repubblica. 

8)  Da  compagnie  di  strade  ferrate  o  di 
navigazione  fluviale,  imprese,  compagnie  ed 
associazioni  o  da  particolari  con  o  senza  l'au- 
silio della  Repubblica  o  di  quello  degli  Stati. 
Paragrafo  unico.  —  Il  governo  della  Re- 
pubblica potrà  intervenire  nella  vita  e  nel 
funzionamento  delle  Colonie  organizzate  da 
imprese,  compagnie  di  navigazione  e  ferro- 
vie o  da  particolari,  quand'anche  i  loro  fon- 
datori non  godano  benefici  o  sovvenzioni 
utBclall,  ogni  qual  volta  il  governo  intenda 
sian  necessari  provvedimenti  suoi,  per  re- 
golarizzare i  servizi  o  applicare  misure  re- 
pressive di  abusi. 


iir>  - 


CAriTOLo  n 
Otilt  Colonie  fondate  del  Governo  della 


Art.  7*.  —  La  fondailone  delle  colonie  (o 


.CiiUerà 
k   fonda- 

2)  Se  1«  terre  t>uno  hhvt*  tà 
di  ano  de<U  SiaU  federali,  il  ,  la 
'•'"^"♦'Hlo*  si  accorderà  col  k^. ,*ct- 

•Tìne  d'ottenere  la  cessione  dell'area 
lite  per  la  formazione  della  Colonia. 
1(1  qaesto  oaso  lo  Suto  ansilierà  la  spesa 
r  la  delimitazione  della  terra,  nei  termini 
uUa  so»  lestslaxione  statale:  e  permetterà 
che  siano  effettuati   i   lavori  preparatori  e 
deflniUTi:  —   studi  preliminari  per  la  divi- 
sione in  lotti  e  pel  tracciato  delle  linee  di 
-^manicazione   interna  ed  esterna,  misura- 
;one  e  rilevamento  di  lotti  rurali;  opere  di 
risanamento,  quando  siano    necessarie:    co- 
struzione di  case,  strade  e  sentieri  :  dissoda- 
mento, nel  lotto  rurale,  dal  terreno  destinato 
alle  prime  culture;  organizxasione  della  sede 
della  Colonia  e,  nel  OMO  oonvenisse  dei  lotti 
urbani  attorno  alla  stessa;  e  collocazione  de- 
gli immigranti. 

3)  Appena  si  trovino  misurati  e  deli- 
mitati i  lotti,  conforme  li  disposto  dell'alinea 
antecedente,  la  cessione  dei  medesimi  al  go- 
verno della  Repubblica,  sarà  consideraU  ef- 
fettiva oolla  clausola  implicita  ohe  i  lotti  sa- 
:  Anno  venduti  agli  immigranti  od  utilizzati 

.1  profitto  della  Colonia. 

4^  Se  i  terreni  sono  di  proprietà  per- 
colare, saranno  acquistati  amtchevolmente 
t'-r  compra  o  convenzione,  o  saranno  espro- 
priati dallo  Stato,  spettando  al  gov>«rno  della 
Repubblica  l'esecuzione  dei  lavori  prepara- 
tori e  definitivi  nei  termini   dell'alinea  IL 

6)  Lo  Stato  fornirà  gratuitamente  agli 
Immigranti,  ferramenta,  e  semenze  come 
ausilio  alle  loro  prime  installasioui,  potendo 
il  governo  della  Repubblica  conoedero  loro 
eguali  favori  oltre  gli  altri  vantaggi  Msioa- 
rati  dal  presente  Regolamento. 

6)  Se  a  goremo  dello  Stato  volesse 
fondare  presso  I»  sede  della  Colonia,  poderi 
sperimentali  e  dimostrativi,  gli  sarà  riser- 
vata l'area  necessaria  a  tal  fine,  ooU' ausilio 
pecuniario  fissato  dalla  legge,  d'accordo  col 
progetto  e  bilancio,  prevlamenie  approvati. 
Art.  8*.  —  U  governo  dello  Stato  può  con- 
cedere qualsiasi  sovvenzione^li  immigranti 
indipendentemente  da  quene  che  avranno 
ottenuto  dal  governo  della  Repubblica  e 
istituire  premi  d'incoraggiamento. 

Art.  »«.  —  I  titoli  provvisori  o  definitivi 
di  proprietà  d^i  lotti  saranno  spediti,  rogati, 
lirmati  dai  funzionari  federali  a  tale  scopo 
designati. 

Alt.  IO».  —  n  prodotto  della  vendila  dei 
lotti  apparterrà  ai  governo  della  Repubblica 
salvo  il  caso  di  convenzione  con  [troprietarì 
di  tei  re  paiUcolan,  che,  per  con  u  atto,  si  iia- 


per  la   liikoUit4*ioii4»  U«iJ«   Urna   t>   loi\>   n 
gliorlo. 

*•♦  U».  -  L'e«fl' i->i  ,i-.).M(  <i..  .lini- 

1,  In  cons<',  :ol 

lolle  cane  <•    .  >rà 

taiiA  dal  governo  dona  iii'piiuniica. 

Art.  12*.  -  La  scelte  dello  località  per 
crrarlonn  dfllr  rnlonlo  dipenderà  da  pre\ 
t>t  '.  dopo  attento  esame  cr 

iio  da  preferirai  per  le  <■ 
Ionie  le  località  notoriamente  salubri  che  S(' 
disfino  le  esigenze  previste  dell'art.  6«  e  ri 
niscano  i  seguenti  requisiti: 

1)  Altitudine  conveniente  e  terre  adatte 
alla  pluricoltura. 

2)  Ubicazione  sul  margine  o  in  pros- 
simite  di  strade  ferrate,  in  traffico  o  in  co- 
struzione, di  vie  fluviali  servito  da  naviga- 
zione a  vapore  e  pr<  •  popolati  onde 
possano  i  proprie!. >  i  vendere  con 
profitto  i  prodotti    '.                 >\oro. 

8)   Abbondanza   d'  a4.-<iue   correnti,  pe- 
renni e  potabili  :   che  bastino  agli  usi   fami- 
gliari do^li  occupanti  dei  lotti;  all'abbevern- 
zione  degli  animali  e  agli  altri  lavori  agricv 
e  industriali,  irrigazione,  canali,  ec 

4)  Configurazione  topografica  e  condi- 
zioni di  suolo  che  consenteno  l' applicazione 
di  processi  agricoli  meccanicL 

5)  Esistenza  di  foreste,  sul  luogo  o  nelle 
vicinanze,  che  favoriscano  le  condizioni  cli- 
matiche, e  la  produttività  della  regione  e  as- 
sicurino r  uso  economico  dei  legnami  per  le 
costruzioni  od  altre  operazioni  necessarie 
alla  colonia:  e  combustibile  8tif«  •>'>"»« 

6)  Area  sufficiente  per  ne 
della  colonia  di  guisa  che  i  d  ti- 
retti dei  primi  Immigranti  in  ossa  sTainuii, 
i  membri  delle  loro  famiglie  o  persone  delle 
loro  relazioni  od  intimità  residenti  all'estero, 
possano,  tento  se  costituiscano  nuova  fami- 
glia o  chiamati  e  vengano  a  risiedere  nella 
colonia,  diventerò  proprieteri  di  terre  nella 
stessa  colonia  e  nei  dintorni. 

Art.  14*.  —  Effettuate  la  scelte  della  lo- 
cante per  la  costituzione  della  colonia,  al 
procederà  all'organizzazione  del  piano  geno> 
rale  e  al  bilancio  dei  lavori  probabili;  in  se- 
guito le  terre  saranno  suddivise  in  iDtti.  coli* 
necesaaria  perfeslone.  eseguendo  tutti  i  la- 
vori indispensabili  e  rimuovendosi  tutto  quan- 
to possa  essere  nocivo  alla  astute  pubblio*. 
Il  governo  della  Repubblica  darà  le  istra- 
doni  neoeasarie  per  istudiare,  progetterò  e 
preparar  on  sistema  regolare  di  strade  evi 
di  oomunicazione. 

Art.  16».  —  Ove  eslKt'"^  '''"•«i  iVrtn.^u.i  ■, 
convenga  farlo,  1  lavori  ri- 

levamento dei  medesimi  ]  lU- 

niometro,  conficcandosi  piciK-tti  !••  cui  ••>tre- 
mite  superiori  rimangano  ra^nti  al  suolo, 
ognuno  di  essi  segnati,  da  appropriate  plac- 
che di  rame  colle  indicazioni  e  la  numera- 
zione d'uso  affine  sia  faciliteto  il  poatoriore 
tracciato  dalle  linee  divisorie  dei  lotti  pro- 
getUU. 

Organizzate  la  pianta  idrotrraflca,  sopra 
di  essa  si  formerà  il  progetto  di  distnbuzioLe 


416  - 


delle  torre  in  lotti,  seguendosi  il  rispettivo 
tracciato  sul  tcnreno. 

Art.  IG".  —  Ove  non  esistano  corsi  d'acqua 
o  non  sia  mestieri  farne  il  rilevamento,  la 
divisione  delle  terre  in  lotti  sarà  preceduta 
da  diligenti  esarai  delle  condizioni  locali. 

Art.  170.  —  I  lotti  saranno  metodicamente 
numerati  e  le  loro  linee  divisorie  seguiranno 
sempre  che  non  vi  siano  inconvenienti,  le 
direzioni  vere  di  nord-sud  e  est-ovest. 

Art.  I80.  —  Se  la  posizione  e  l'importanza 
della  colonia  esigano  la  formazione  d' una 
sede  centrale  di  popolazione  o  una  futura 
borgata,  sarà  riservata  a  questo  fine  l'area 
sufficiente,  ben  situata,  nella  parte  più  piana 
della  sona,  purché,  in  essa  non  manchino  le 
condizioni  necessarie  alla  salubrità  dei  centri 
popolati.  La  preparaazione  del  terreno,  le 
costruzioni  ed  opere  indispensabil  saranno 
eseguite  in  conformità  del  progetto. 

La  sede  sarà  il  punto  di  convergenza  delle 
principali  strade  della  colonia. 

Art.  19».  —  In  ogni  colonia,  saranno  con- 
servati i  lotti  disponibili  per  l'erezione  di 
edifici  scolastici,  campi  sperimentati  di  col- 
ture vegetali  che  possano  adattarsi  alle  terre 
della  regione,  campi  di  dimostrazione,  ser- 
vizi industriali  o  per  altri  fini  d'interesse 
generale. 

Art.  20».  —  I  lotti  saranno  classificati  in 
rurali  ed  urbani. 

§  1".  —  Lotti  rurali  saranno  quelli  desti- 
nati all'agricoltura  od  all'allevamento  del 
bestiame,  con  area  sufficiente  per  il  lavoro 
dei  coloni  che  li  acquistino. 

§  2".  —  In  generale  l' area  d' ogni  lotto 
rurale  non  oltrepasserà  i  26  ettari,  se  la  co- 
lonia sorge  sul  margine  o  nella  prossimità 
delle  ferrovie  o  di  fiume  servito  da  naviga- 
zione a  vapore.  Negli  altri  casi  potranno  es- 
sere estesi  fino  a  60  ettari. 

§  3«.  —  Lotti  urbani  saranno  quelli  della 
sede  centrale  della  colonia,  destinati  a  costi- 
tuire la  futura  borgata  o  villaggio  ed  avranno 
la  loro  linea  di  fronte  rivolta  verso  strade  o 
piazze. 

§  40.  —  L' area  di  ogni  lotto  urbano  non 
eccederà  1  3,000  metri  quadrati,  salvo  se  sa- 
ranno destinati  a  fini  speciali. 

Art.  21".  —  Normalmente  in  ogni  lotto 
rurale  sarà  costruita  una  casa  in  buone  con- 
dizioni igieniche,  per  la  residenza  dell' im- 
migi'ante  e  sua  famiglia,  apprestandosi  il 
terreno  necessario  per  le  prime  colture  che 
saranno  fatte  dal  colono  il  quale  acquisterà 
il  lotto. 

§  1°.  —  Per  accondiscendere  alla  volontà 
del  colono  che  Intenda  costruire  la  casa  per 
suo  conto  e  secondo  11  proprio  gusto  si  po- 
tranno conservare  lotti  sprovveduti  di  case. 

§  2».  —  Nel  caso  del  paragrafo  prece- 
dente, al  colono  acquirente  e  alla  sua  fami- 
glia sarà  fornito  gratuitamente  un  alloggio 
provvisorio,  fino  a  quando  non  sia  costruita 
la  sua  casa,  ma  11  tannine  non  potrà  ecce- 
dere un  anno. 

Art.  22".  —  I  lotti  rurali  saranno  venduti 
mediante  pagamento  a  vista  od  a  termine  e 
ai  coloni  acquirenti  sarà  consegnato,  nel  pri- 
mo caso,  un  titolo  definitivo  di  proprietà,  e 
nel  secondo,  un  titolo  provvisorio,  che  sarà 
sostituito  dal   titolo  definitivo,   quando    sia 


terminato  il  rispettivo  pagamfinto  del  prezzo 
d'acquisto. 

§  1".  —  Al  compratore  del  lotto,  che  ab- 
bia stipulato  la  condizione  che  il  pagamento 
sia  fatto  in  rate,  è  lecito  liquidare  spontanea- 
mente il  proprio  debito,  in  tutto  o  in  parte 
prima  del  termine,  in  q  'alsiasi  tempo,  affine 
di  ricevere  più  presto  il  titolo  definitivo  della 
sua  proprietà. 

§  2".  —  Nel  caso  previsto  dal  paragrafo 
precedente,  il  colono  acquirente  godrà  i  van- 
taggi specificati  nell'art.  40,  §  2. 

Art.  23".  —  I  lotti  urbani  saranno  ven- 
duti soltanto  verso  pagamento  immediato 
del  prezzo  rispettivo. 

Art.  24".  —  I  lotti  saranno  venduti  a 
prezzo  modico,  previamente  fissato,  e  varia- 
bile secondo  l'area  e  l'ubicazione. 

Art.  25".  —  Al  prezzo  dei  lotti  in  cui  sia 
una  casa,  sarà  addizionato  il  valore  venale 
di  essa. 

Art.  26".  —  Ad  agricoltori  accompagnati 
dalle  loro  famiglie  potranno  essere  venduti 
a  termine  lotti  rurali. 

Art.  27".  —  L' agricoltore  che  non  si  trovi 
nelle  condizioni  dell'articolo  anteriore  potrà 
acquistare  un  lotto  rurale,  soltanto  mediante 
pagamento  a  vista. 

Art.  28".  —  È  permesso  all'immigrante 
accompagnato  da  famiglia,  acquistare  un 
nuovo  lotto  dopo  che  abbia  ottenuto  il  titolo 
definitivo  di  proprietà  del  primo  lotto.  Se 
però  la  famiglia  si  compone  di  cinque  per- 
sone atte  al  lavoro  o  se  l'immigrazione  avrà 
dato  grande  sviluppo  alle  culture  del  primo 
lotto  e  lo  abbia  sensibilmente  migliorato,  al 
colono  il  quale  si  trovi  in  questo  caso,  sarà 
concessa  preferenza  per  la  compra,  anche  a 
termine,  del  secondo  lotto  contiguo  e  pros- 
simo. 

Art.  29".  —  All'immigrante  straniero  che 
sia  agricoltore  e  conti  meno  di  due  anni  di 
residenza  nel  paese,  o  che  contragga  matri- 
monio con  una  brasiliana  o  figlia  di  brasiliano 
nato,  o  all'agricoltore  brasiliano  che  si  sposi 
con  straniera  arrivata  al  Brasile  da  meno  di 
due  anni  come  immigrante,  sarà  concesso  un 
lotto  di  terre  a  titolo  provvisorio,  che  sarà 
sestituito  da  altro  definitivo  di  proprietà,  sen- 
za oneri  di  sorta  per  la  coppia  coniugale,  se 
questa  abbia,  durante  il  primo  anno,  a  con- 
tare dalla  data  del  titolo  provvisorio,  con- 
vissuto in  buona  armonia  ed  abbia  svilup- 
pato la  cultura  del  lotto,  con  animo  di  con- 
tinuarlo. 

Art.  30".  —  All'immigrante  straniero  o 
nazionale,  nelle  condizioni  dell'articolo  pre- 
cedente, che  voglia  acquistare  un  lotto  a  ti- 
tolo definitivo,  immediatamente  dopo  il  ma- 
trimonio, il  lotto  sarà  venduto  per  la  metà 
del  pi'ezzo  stipulato. 

Art.  31".  —  Nel  titolo  provvisorio  dato  al- 
l'immigrante, consterà  il  prezzo  totale  del 
lotto  e  le  principali  condizioni  a  cui  è  su- 
bordinato 11  rilascio  del  titolo  definitivo. 

Art.  32".  —  I  lotti  i  cui  titoli  definitivi 
siano  spediti  ad  immigranti,  che  nulla  deb- 
bano alla  colonia,  costituiranno  proprict. 
piena  e  completa  dei  loro  acquirenti. 

Art.  33".  —  Fino  a  quando  esso  sia  de- 
bitore della  colonia,  l'occupante  del  lotto 
non  potrà  senza  previa  autorizzazione  scritta 


si.    debito  . 

.....i  .a-    baono.  v_ 

^o  ioUo,    air  anno  sulle  rate 

I  3».   —   I/Un. 


pa?h*ri 


.•Htiiit.i    <iii;il -ia».!    nido    <1<'' 
-aso  coir  animi nUtraxione  de: 


coui.  fecui),  (idei,  oc 

Art.  86».  —  Dentro  il  termine  del  primi 
jM>i  rr..%vi  .  ...^Tìi.t^  dalla  data  del  loro  arrivo 
I  o  al  raccolto  o   alla  ven- 

ti lotti,  grimmt^anti  venuti 

dati  cMoroo  iii><KU  iati  come  proprietari,  avran- 
no, M  neoMaitassero.  la  soTrensione  alimen- 
tarla  Indiapensabile  alla  loro  conservazione 
ed  a  quella  della  famlK'  a. 

Art.  37».  —  Durante  .  un  anno 

da  contarsi  d' accordo  .  >   antece- 

dente si  sommiulstreranuo  «{tatuiliunente  a 
tutti  gli  immigrasti  servizi  medici  e  farma- 
ceutici. 

Questo  favore  potrà  essere  prolungato 
per  un  mag^^or  periodo  di  tempo  se  l' am- 
ministrazione della  colonia  Io  giudichi  op- 
portuno. 

Art.  5?".  —  Nelle  colonie  saranno  creati 
inA/;i7  1  di  oommebUbili  e  altri 

^•f  ii«T  oessltà  per  garantire  l'ali- 

ment.)/  ^   popolazione,  che  saranno 

vendute  a  ytvia-o  mcxlico,  restando  libera  e 
piena  agl'immigranti  la  facoltà  di  comperare 
tali  generi,  per  proprio  conto,  ovunque  loro 
convenga. 

Art.  39*.  —  Nel  primo  anno  dell' installa- 
cione,  o  per  ano  spazio  maggiore  di  tempo, 
se  il  governo  così  risolvesse,  sarà  facilitata 
agl'immigranti,  che  lo  mpliano,  la  compra 
o  l'affitto  di  agricole, 

animali   e  ^  >sari  od 

utili  alla  Colt  ó'iioria  e 

al  trasporto  dm  ptuilotti. 

Art.  40*.  —  I  prezzi  dei  lotti,  con  o  senza 
la  casa,  quando  siano  comprati  a  termine, 
come  tutte  e  quali  si  siano  le  sovvenzioni 
quando  non  abbiano  il  carattere  ed  il  valore 
di  rinumerasione  di  lavoro,  e  siano  c'assill- 
cati  coma  favori,  saranno  registrati  in  no  li- 
bretto consegoato  al  debitore,  conveniente- 
mente disposto  in  forma  di  conto  corrente,  e 
coatitairamio  debito  degl'iminigrantl,  posto  a 
carfoo  del  capo-Cuniglla,  che  dovrà  incomin- 
ciare ad  ammortizzarlo  in  rate  annuali,  al  pia 
tardi  alla  fine  del  secondo  anno  dalla  sua  col- 
locazione. 

Da  qnest*  data  in  avanti,  in  mancanza 
ii  parlamento,  gU  sarà  addebitato  rinteres»e 
tìimora  in  ragione  del  8  percento  all'anno 
sulle  prestazioni  scadute. 

§  1*.  —  Quando  la  colonia  sia  situata  a 
laargine  o  in  prossimità  di  strade  ferrate  o 
i  fiumi  serviti  da  navigazione  a  vapore,  il 
•  rmine  per  l'ammortizzamento  sarà  di  cin- 
que anni,  a  contare  dal  primo  giorno  del  terzo 
anno  dalla  collocazione  dell'immigraute;  in 
caso  contrario,  o  quando  il  governo  lo  ritenga 
conveniente,  il  termine  sarà  protratto  di  otto 
anni  nelle  stesse  condizionL 


Alt.  41  \  -  In  caso  di  morte  del  capo- 
famiglia in  nomo  del  quale  «la  stato  spedito 
il  titolo  provvisorio  o  definitivo  di  proprietà 
il  lotto  sarà  trasferito  agli  eredi  o  legatari 
nelle  stesse  condizioni  in  cui  era  posseduto 
dal  defunto. 

§  unico.  —  8e  la  colonia  non  fosse  .i 
Cora  emancipata,  la  tia^m<c«inne  sarà  fatta 
via  amministrativa  itlii'iale,  seti/ 

intervento  dell' au'  aria. 

Art.  42".  —  In  r  ite   del   capo- 

famiglia che  la^ci  vedova  e  oitani.  qualunque 
debito  contratto  da  lui  colla  colonia,  sarà  di- 
chiarato estinto,  salvo  il  debito  proveniente 
dalla  compra  del  lotto  a  termine. 

Art  43".  —  Se  il  lotto  fosse  stato  acqui- 
stato a  termine  e  l'acquirente  venisse  a  mo- 
rire dopo  avere  pagato  per  lo  meno  tre  rate 
del  suo  debito  per  la  cornprn,  la  vedova  e 
gli   orfani  del   defu  Ul 

pagamento  delle  r<  >ii- 

cora  scadute  e  sarà  -   lo 

definitivo  di  proprietà. 

Art.  44».  —  Il  governo  creerà  e  manterrà 
scuole  primarie  gratuite  nelle  colonie  e  fHru 
organizzare   esposizioni  e  fiere  di  prod<  " 
agricoli   e   Industriali,  sempre  che  si   tr>^ 
conveniente,  nelle  colonie. 

Art.  4ó».  —  Saranno  istituiti  premi  di  em 
lazione  per  quelli  fra  i  produttori  che  più  - 
distinguano  nelle  esposizioni,  o  in   qualsia.>l 
altro  modo  rivelino  la  loro  superiorità  sogli 
altri. 

Art.  46«.  —  Nelle  colonie  destinate  a  stra> 
nieri,  .«i  potrà  vendere  a  ooloni  nazionali,  un 
nomerò  di  lotti  occupati  daK'li  stranieri.  Tut- 
tavia, quando  in  una  colonia  la  quantità  del 
lotti  posseduti  da  coloni  stranieri  raggiunga 
o  sia  snperiore  al  numero  di  3U().  sarà  or- 
ganizzata, se  si  reputerà  opportuno,  una  se- 
zione contigua  di  lotti  per  gli  agricoltori  na- 
zionali. 

Art.  47«.  —  Negli  Stati,  o  nelle  zone  d. 
non  eaiatano  colonie   antiche  o  stabilimen- 
per  ooloni  ati..  iti  in  conformità  del 

presente  de<-i  rno  Federale  potrà 

adottare  prov  -.  ■  ocezionali.  una  volta 

che  risultino  ii>dtM|ien»«bili.  per  la  garanzia 
della  formazione  della   la  colonia   in  oondl- 
zlonl  proprie  al  soo  svilup|K>  ei  essa  servir'^ 
di  centro  d'attrazione  per  lo  stabilimento 
crescenti  masse  d'immigranti. 

Art  48*.  —  Con  istruzioni  spedali  saranno 
regolati  i  servizi  e  I  lavori  d'ogni  oolont», 
tenendo  conto  delle  circostanze  pecoliari  alla 
località  e  alle  necessità  occorrenti. 

Art.  49*.  —  L'emancipazione  delle  colonie 
sarà  decisa  dal  governo,  non  appena  cessi  la 
necessità  della  somministrazione  di  alati  agli 
immigranti  collocativL 

t» 


418  — 


Capitolo  III. 

Delle  Colonie  degli  Stati  d'accordo 
col  Governo  della  Repubblica. 

Art.  50».  —  Il  governo  della  Repiibblica 
potrà  effettuai-e  l'introduzione  di  immigranti 
che,  sotto  il  patrocinio  degli  Stati,  debbano 
essere  collocati  come  proprietari  in  colonie 
che  i  rispettivi  governi  decidono  fondare  di 
loro  iniziativa  e  per  proprio  conto  o  mediante 
contratti  con  proprietari  di  terre,  ma  a  pat- 
to che  siano  riconosciute  la  situazione  favo- 
revole delle  colonie,  l'eccellenza  delle  con- 
dizioni igieniche,  l'ottima  qualità  di  terreni 
e  la  normalità  dei  lavori  d'adattamento  ne- 
cessari a  tal  line. 

Art.  51o.  —  Agli  Stati  che  intendono  fon- 
dare colonie  sotto  la  loro  amministrazione  di- 
vetta, saranno  concesse  sovvenzioni  da  parte 
del  governo  della  llepubblica,  in  conformità 
colle  disposizioni  degli  articoli  susseguenti  e 
in  proporzione  delle  risorse  disponibili  del 
bilancio. 

Art.  52°.  —  La  fondazione  delle  colonie 
sotto  l'amministrazione  diretta  degli  Stati 
con  ausilio  del  governo  della  Repubblica,  ob- 
bedirà alle  condizioni  previste  in  questo  ca- 
pitolo, e  specialmente  alle  seguenti: 

1)  Il  governo  dello  Stato  sceglierà  la 
località  che  gli  paia  in  condizioni  di  salubrità, 
coltivabilità,  sicurezza,  facilità  ed  economia 
di  trasporto  e  comunicazioni,  sottomettendo 
tale  scelta  col  piano  generale  della  colonia 
inclusive  il  tipo  delle  case  coloniche  e  le  altre 
necessarie  indicazioni,  all'approvazione  del 
Governo  Federale  per  gli  effetti  delle  sovven- 
zioni che  questo  debba  prestare. 

2)  Soltanto  dopo  ottenuta  l'approva- 
zione della  scelta  della  località  e  del  piano 
surriferiti,  potrà  il  governo  dello  Stato  far 
eseguire  i  lavori  preparatori  e  definitivi  dalla 
colonia. 

3)  Compiute  le  opei*e  necessarie  in  modo 
da  assicurare  il  trasporto  comodo  e  la  colloca- 
zione regolare  degl'immigranti  e  loro  fami- 
glie, in  lotti  perfettamente  delimitati  e  rile- 
vati conforme  il  piano  approvato,  il  governo 
della  repubblica  promuoverà  a  sue  spese  la 
venuta  degli  stessi  affinchè  possano  esservi 
collocati  a  spese  del  governo  dello  Stato  al 
quale  è  riserbato  il  diritto  di  scelta  degl'im- 
migranti per  intermedio  di  commissari  spe- 
ciali. 

4)  Tutte  le  spese  per  la  fondazione 
della  colonia  saranno  a  carico  del  governo 
dello  Stato. 

6)  Lo  Stato  sarà  ausiliato  dal  governo 
federale  col  25  per  cento  delle  spese  di  cui 
è  parola  nell'articolo  antecedente  sotto  la 
condizione  che  tale  contribuzione  non  oltre- 
passi la  somma  di  ottocento  milreis  per  ogni 
lamiglia  straniera  installata  nella  colonia.  (1) 
Le  prestazioni  che   il   governo   della  Re- 


(1)  In  virtù  della  legge  del  (>  dicembre  l'.tOPf 
n.  1575  che  creò  la  Cassa  di  Conversione  della 
carta-moneta  brasiliana,  e  fissò  il  cambio  nella 
lagione  di  IG  milreis  ogni  lira  sterlina,  la  som- 
ma di  800  milreis  corrisponde  ad  italiane  lire 
mille  dugentocinqnanta. 


pubblica  dovrà  pagare  al  governo  dello  Stato 
sono  tre: 

a)  La  primi,  fino  a  250  milreis  per  casa 
del  tipo  accettato  dal  governo  federale,  co- 
struita in  un  lotto  rurale; 

h)  La  seconda,  anch'  essa  fino  a  250  mil- 
reis quando  l'immigrante  e  la  sua  famiglia 
abbiano  preso  possesso  del  lotto  e  abbiano 
ricevuto  il  titolo  provvisorio  o  definitivo  di 
proprietà  dello  stesso.  La  terza,  dell'impo- 
sto giammai  superiore  ai  300  milreis,  coii- 
foi-me  la  valutazione  del  funzionario  federale 
espressamente  designato,  quando  siano  de- 
corsi sei  mesi  dall'installazione  dell'immi- 
grante e  sua  famiglia  nel  lotto  ed  in  esso 
permangano. 

Art.  53».  —  Nelle  colonie  sussidiate  dal 
governo  centrale  la  proporzione  dei  lotti 
destinati  a  coloni  nazionali  non  dovrà  ecce- 
dere la  percentuale  del  10  per  cento  dei  lotti 
riservati  agli  agricoltori  stranieri. 

La  contribuzione  del  governo  federale  per 
la  collocazione  di  famiglie  coloniche  nazio- 
nali non  potrà  in  nessun  caso  sorpassare  per 
la  somma  di  500$  in  rate  come  agli  alinea 
a)  e  b)  dell'articolo  precedente;  però  essa 
non  potrà  essere  pagata  se  non  quando  la 
percentuale  delle  famiglie  coloniche  straniere 
installate  nella  colonia  abbia  raggiunto  le  pro- 
porzioni fissate  in  quest'articolo. 

§  unico.  —  Il  governo  dello  Stato  potrà, 
indipendentemente  da  qualsiasi  sussidio  del 
governo  federale,  formare  col  numero  di 
lotti  che  trovi  opportuno,  sezioni  contigue 
alle  colonie  esistenti,  destinandole  a  colonie 
nazionali. 

Art.  5*0.  —  I  titoli  di  proprietà  dei  lotti 
saranno  spediti  da  funzionari  dello  Stato 
d'accordo  colle  rispettive  disposizioni  in  vi- 
gore. 

Art.  55».  —  Il  prodotto  della  vendita  dei 
lotti  spetterà  in  ragione  del  75  per  cento  al 
governo  dello  Stato,  salvo  accordi  esistenti 
coi  proprietari  delle  terre  vendute  agl'im- 
migranti o  coloni.  L'altro  25  per  cento  spet- 
terà al  governo  federale  a  titolo  di  rifusione 
dei  sussidi  prestati. 

Art.  56°.  —  incombe  al  governo  dello 
Stato  la  riscossione  di  qualsiasi  debito  con- 
tratto dai  coloni  coli' amministrazione  delle 
colonie. 

Art.  57".  —  Le  colonie  fondate  dagli  Stati 
colla  contribuzione  del  governo  della  Repub- 
blica saranno  subordinate  al  regime  adottato 
per  le  colonie  federali. 

Art.  5So.  —  Verificata  la  utilità  della  co- 
struzione di  vie  ferrate  economiche  per  le- 
gare terre  libere  colonizzabili  e  colonie  esi- 
stenti con  strade  ferrate,  centri  di  consumo, 
porti  marittimi  o  fluviali,  il  governo  della 
Repubblica  potrà  ausiliare  in  ragione  di  (5 
contos  de  reis  (1)  per  ogni  chilometro  aperto 
al  traffico  la  costruzione  di  tali  vie. 

In  un  contratto  preliminare  saran  definite 
le  condizioni  che  dovranno  essere  osservate, 
sia  di  carattere  tecnico,  sia  relativamente  a 
termini,  indennizzo  di  favori  concessi,  esten- 
sione massima  dei  medesimi  e  qualsiasi  altra. 


(1)  Lire  italiane  9,376,00. 


ColOlìittaiione  mediante  compagnie 
tfi  strade  ferrate  e  navigazione. 

Art.  5^.  —  n  popolamento  <li  terre  sul 
marini   In  prossimità   di   Ktrado   ferrate    iti 

(>i>«|r. .■,..!>>«      ..      in      ».-^fti    ..>      ..      ,li      .,,,.    ,1..      «.llllo 

SY'  <n>'    a 

\i\  .         .  ..;:iv.ito 

daiie  n>*poiuvi>  imprese  o  eoinpa;;iue.  tndl- 
peDdMit«ineiit«  da  qualsiasi  InlxtatlTa  dei 
««▼•roi  della  RepnbbiioA  o  degli  Stati  asso- 
clasioni  o  partlcolart. 

Art.  60».  -  8' intende  per  imprese  ferro- 
viarie e  oompajpnlo  di  naviyar.ioiie  o  sempli- 
remente  per  imprese  per  i  fini  e  gli  effetti 
di  questo  capitolo,  qualsiasi  ente  singolare 
o  eollettivo  che  abbia  a  suo  carico  la  costru- 
alone  e  l'eaereisio  di  ferrovie  o  strade  car- 
roscahlli  o  ««>rvisi  di  navigazione,  in  virtù  di 
cor*  "  "    itivi  col  governo  federale  o  con 

qtj  al. 

Il  popolamento  si  efTettueri 
ir.  Il  famiglie  d'immi- 

ij^coU,  o    pratici 
<'.'  i/.ia,  come  proprio- 

Uri  «li  lotti  rfgolarmviue  misurati  e  deli» 
mltati  posU  a  margine  o  dentro  la  zona  di 
ao  chilom ••''-'  r..»..  ^ynl  lato  dell'asse  della 
strada  <  ..loqna  (tbalweg)  del  rio 

navigali..  <  nuclei  o  linee  coloniali. 

Art,  6z'.  i.<-  imprese  ferroviarie,  stradali 
O  di  navigazione  che  voprlisno  utilizzare  dei 
sossldì  e  favori  definiti  in  questo  capitolo,  deb- 
bono osservare  le  disposizioni  del  presente  de- 
creto e  ottenere  previa  autorizzazione  ufficiale 
che  11  governo  concederà,  quando  convenga, 
limitando  la  sua  responsabilità  nella  misura 
delle  risorse  disponibili  del  bilancio. 

Art.  63*.  —  La  scelU  delle  località  più 
appropriate  a  nuclei  e  linee  coloniali  obbe- 
dirà a  previo  studio  di  tutte  le  circostanze 
essenziali  al  suo  sviluppo,  tenendosi  sempre 
in  vista  la  benignità  del  clima  e  la  salubrità 
l'abbondanza,  qualità  e  distribuzione  delle 
acque:  le  condizioni  orografiche,  la  natura  e 
fertilità  della  terra  e  soe  proprietà  produt- 
tive, estensioni  a  foresta,  boscaglie,  praterie, 
e  coltura;  l'area  disponibile  e  tutto  quanto 
neoessttt  per  la  costituzione  vantaggiosa  e 
r.rr.ftf tavole  dclle  colonic. 

|o.  —  Rosta  subordinata  allo  studio 

^,'nere  ed  ispettore  tecnico  federale, 

a  II  «•rviiiiie  od   all' aooettazione  del   governo 

della  Bepobblica  la  soelu  doUa  looaUtà,  fatU 

dalle  improse  o  compagnie. 

Art.  6&*.  —  Sarà  sottoposto  all'approva- 
zione dello  stesso  governo  il  plano  generale 
della  colonia,  della  divisione  in  lutti,  loro  area 
strade  carrozzabili  e  vicinali  «del  tipo  delle 
case  per  gl'immigranti.  Tale  progetto  (re bo- 
rale sarà  eseguito  in  confotmita  delle  dispo- 
sizioni del  decreto  che  lo  approva,  sotto  pena 
che  siano  re^jolate  le  sovvenzioni  e  i  lavori 
di  cui  si  tratta  nel  j>resente  capitolo. 

Art.  66«.  —  I  terreni  necessari  per  la  fon- 
dazione di  tali  nnclei  o  linee  coloniali  sa- 
ranno a.  >  le  impreso  o  compagnie 
per  coi;  ne  o  convenzioni  cogli 
Stati  or  ari.  In  caso  di  necessità 
potrà  essere  autorizzata  l'espropriazione. 


S  nnloo.  —  è  imprescindibile  la  verlfl.  r\ 
aiitioipKta  ohe  I  forrcni   v-.ik.  liìf,i  <l.i  lui, 
od  oiH-rl  e  MMX   • 
vtoiiii  eonooss;. 

«•Ih-  pdssa  ev^ti  •  .;, 

prt.pru'tii  i\vn\i  ,>{<•-  un  gravame 

o  c.irloo  di   «iti.iKinvi 

Art.  07».  --  S«  Ia  «liu.i  "   '-''    -  ' 

nie  (nuclei  o  linee  colonia  ; 
lotti  rurali  richiod.iMo   In 
s*»de  centrale,  i 
o  borgata,  sp» 
provvedere  a  ^ 

tivi  lotti  urbani  e  di  ccjuformiU  c^l  pru;ii;t!.. 
previamente  approvato  dal  governo  della 
Repubblica. 

Art.  fts».  —  Il  collocamento  delle  famik'lie 
d'immigranti  sarà  fatta  a  misura  che  l  intM 
rurali  saranno  apprestati  e  serviti  da  istrud- 
regolari. 

Art.  69«.  —   L'impresa   o   la   eompu^ni.-i 
manterranno  coi  mezzi  più  oonvo. 
portata  ed  in  armonia  colle  dct 
del  governo  federale,  un  servizi  i 

ganda  nei  paei>i  stranieri  per  la  vciiditu  dei 
lotti,  debitamente  rilevati  e  approntati,  ad 
immigranti  esercitati  in  lavori  agricoli  o  uel- 
r  industria  agro-pastorizia  e  atti  ad  occupare 
utilmente  i  lotti  medesimi. 

Art.  70».  —  Il  Governo  Federale  potrà 
antorizzare  o  promuovere  per  suo  conto  l' in- 
troduzione d'immigmnti  de<<t(nati  all*>  colo- 
nie (nuclei  o  linee  <■■•'         '      ' 
nel  presente  capitol' 
dal  porto  del  paese  <!• 

di  destino  come  pnrehumiuiul^strutidu  ì  me/./i 
di  sbarco  ed  alloggio  e  il  trasporto  fino  all.t 
stazione  più  prossima  alla  colonia. 

Art.  Ti».  —   11   servizio   di   collocamento. 
compresi  i  sussidi  per  il  primo  periodo  d'In- 
stallazione, correrà  per  conto  dello  Impreso 
o  compa>fnie  le  quali  dovranno  altresì  for- 
nire  agi'  immigranti    nuovi    arrivati,   ferra- 
menta, utensìli,   attrezzi    e   semente,   prov- 
vedendo loro,  sempre  che  non  vi   siano  in- 
convenienti, lavori  a  salario   nelle   .^traile  o 
nella  vicinanza  dei  lotti  afllne 
l'esistenza  di  essi  o  sommi nistr.> 
migranti.  Ano  al  primo  raccolto, 
abbiano  bisogno,  generi  alimcutari  u  dt^uarw 
per  acquistarli. 

Art.  72*.  —  I  lotU  rivali  colle  migliori- 
che  avessero  avuto,  saranno  venduti  a;;!' im- 
migranti mediante  pagamento  a  vista  od  .i 
termine. 

Art.  78*.  —  Il  prezzo  dei  lotti  e  delle  ca- 
se e  lo  condizioni  di  pagamento  dipendono 
da  approvazione  del  governo  della  lU-imh 
bllca,  che  si  riserva  la  facoltà  di  esenitar. 
una  azione  di  controllo  sopra  tutto  qu.iiito 
interessi  la  prosperità  dei  coloni  e  relativa- 
mente ai  diritti  loro  asalcnrati. 

Art.  74».  —  I>e  imprese  o  .•oTm.aimi.-  han- 
no l'obbli.o  di  faciliUre  it  ■ 
dotti  delle  colonie  conce  1 
noli  fino  al  60%  de"©  tar.ii-  ...  ..*....  -.. 
rante  cinque  anni  a  partire  dalla  data  del 
collocamento  della  prima  famiglia  nella  co- 
lonia, sia  nel  caso  ch'essa  sia  sUU  fondata 
secondo  le  disposizioni  del  presente  capitolo 
sia  nel  caso  in  coi  essa  sia  staU  fondaU  dal 
Governo  della  Repubblica  o  dai  Governi  da- 


—  420  — 


gli  stati  eolla  fissazione  degli  immigranti  al 
suolo  come  proprietari. 

Art.  75°.  —  Le  impi'ese  o  compagnie  prov- 
vedera:ino  gl'immigranti  stabiliti  di  tutti  i 
mezzi  alla  loro  portata  perchè  possano  più 
vantaggiosamente  capitalizzai-e  i  loro  pi-odot- 
ti,  animando  la  produzione  o  l'incremento  di 
piccole  industrie,  promuoveranno  nelle  co- 
lonie di  loro  creazione  l'istituzione  di  scuo- 
le primarie  gratuite  e  costruiranno  chiese 
per  il  culto  religioso,  professato  dagli  stessi 
immigranti. 

Art.  76°.  —  Il  Governo  Federale  concede- 
rà a  titolo  di  sussidio  de'  premi  alle  imprese 
e  conapagnie  ferroviarie  e  di  navigazione  che 
olfettueranno  con  regolarità  il  collocamento 
di  immigranti  stranieri^  come  proprietari,  a 
termini  del  presente  regolamento. 

Questi  premi  saranno  combinati  e  fissati 
nell'atto  in  cui  sia  approvato  il  progetto  ge- 
nerale del  quale  è  parola  nell'art.  65  del  pre- 
sente decreto  e  non  dovraimo  eccedere  le 
seguenti  somme  massime: 

1)  Dugento  milreis  per  ogni  casa  co- 
struita in  lotto  rurale,  a  patto  che  sia  co- 
struita sul  tipo  ufficialmente  approvato  e  sia 
abitata  da  famiglia  di  immigranti. 

2)  Per  ogni  famiglia  d'immigranti,  in- 
trodotti dall'estero  a  spese  delle  imprese  e 
compagnie  e  installata  in  lotto  rurale,  nella 
Ci)lonia  essendo  eccettuate  le  famiglie  che 
risiedevano  anteriormente  nel  paese. 

Cento  milreis  quando  siano  decorsi  sei 
mesi  dalla  installazione  della  famiglia. 

Dugento  milreis  quando  la  famiglia  ri- 
sieda da  un  anno  senza  interruzione  nel  lotto 
ed  abbia  ampliato  la  coltura  e  l'allevamento 
con  evidente  proposito  di  continuare  a  ri- 
siedervi. 

3)  Cinque  contos  di  reis  (1)  per  ogni 
gruppo  di  cinquanta  lotti  rurali  occupati  da 
famiglie  d'immigranti  stranieri  che  nella  co- 
lonia, entro  lo  spazio  di  due  anni  della  loro 
collocazione  abbiano  riscattato  il  loro  debito 
e  siano  entrati  in  possesso  del  loro  titolo 
definitivo  di  proprietà. 

Art.  77°.  —  Quando  le  famiglie  d'immi- 
granti agricoltori  non  siano  state  introdotte 
dall'estero  per  conto  delle  imprese  o  com- 
pagnie, questo  si  obbligano  a  installare  le 
famiglie  coloniche  nelle  stesse  condizioni  del- 
l'articolo precedente  non  avendo  però  diritto 
se  non  ai  premi  1)  e  3). 

Art.  78o.  —  Quando  siano  effettivamente 
occupati  cinquanta  lotti  rurali  da  famiglie  di 
immigranti  stranieri,  le  imprese  o  campagne 
potranno  installarvi  cinque  famiglie  di  co- 
loni nazionali  in  lotti  contigui  e  così  succes- 
sivamente, obbligandosi  in  tal  caso  il  Gover- 
no Federale  a  concedere  gli  stessi  premi 
stabiliti  nell'articolo  precedente  per  il  collo- 
camento di  famiglie  straniere. 

Art.  7yo.  —  È  lecito  alle  imprese  o  com- 
pagnie chiedere  ai  governi  degli  Stati  Inte- 
ressati tutti  gli  altri  favori  e  sussidil  oltre 
quelli  concessi  dal  Governo  della  Repub- 
blica. 


Capitolo  V. 


(1)  Un  conto  di  reis  al  cambio  della  legge 
In  vigore  rappresenta  la  somma  di  lire  ita- 
liane 1,503,00. 


Colonizzazione  a  mezzo 
di  compagnie  o  società  e  particolari. 

Art.  80°.  —  Le  compagnie  e  società  e  1 
particolari  idonei  che  dispongano  di  terre  in 
situazione  e  in  condizioni  proprie  alla  colo- 
nizzazione e  si  obblighino  a  suddividerle  in 
lotti  ed  effettuarne  la  vendita  a  termine  ad 
immigranti  stranieri  agricoltori  che  in  essi 
si  stabiliranno  come  proprietari,  potranno 
ricevere  sovvenzioni  dal  Governo  della  Re- 
pubblica o  dai  governi  degli  Stati  secondo 
il  sistema  che  più  convenga  al  caso. 

§  1".  —  Saranno  osservate  come  condi- 
zioni essenziali  per  le  sovvenzioni  del  Gover- 
no Federale  : 

a)  Che  le  terre  destinate  alla  coloniz- 
zazione siano  esenti  da  litigi,  contestazioni, 
ipoteche  o  altri  oneri  reali  di  qualunque  na- 
tura o  che  si  provi  l'esistenza  di  contratto 
regolare  fra  il  debitore  e  il  creditore  ipoteca- 
rio, in  modo  che  l'immobile  possa  essere  tra- 
smesso e  ceduto  all'immigrante  libero  da 
ogni  e  qualsiasi  peso. 

b)  Che  l'area  sia  sufficiente  per  la  in- 
stallazione di  50  famiglie  di  immigranti  al- 
meno, in  egual  numero  di  lotti  rurali  contigui 
o  sparsi  in  una  regione  il  cui  raggio  massimo 
non  ecceda  i  dodici  chilometri. 

e)  Che  le  ten-e  siano  fertili,  in  zone  as- 
solutamente salubri,  a  conveniente  distanza 
dai  centri  commerciali,  ai  quali  siano  legate 
da  strade  ferrate  o  carrozzabili  in  condizioni 
che  permettano  ai  coloni  l'espansione  delle 
colture  ed  industrie  e  la  vendita  dei  prodotti 
con  lucri  rinumerativi  del  loro  lavoro;  che 
vi  esistano  fonti  d'acqua  potabile  in  guisa 
da  fornire  d'acqua  tutti  i  lotti  per  il  con- 
sumo, degli  abitanti,  per  l'irrigazione  del 
terreno  e  abbeveratorio  degli  animali  e  final- 
mente che  vi  sia  tutto  il  complesso  di  cir- 
costanze indispensabili  alla  prospeiùtà  del 
nuovi  proprietari. 

d)  esame  previamente  ed  ufficialmente 
fatto  della  regione  e  dei  documenti  riguar- 
danti le  terre,  e  constatazione  che  tutte  le 
clausole  summenzionate  furono  adempite. 

e)  I  lotti  debbono  avere  la  superficie 
sufficiente  per  lo  sviluppo  del  lavoro  dei  suol 
acquirenti. 

§  2o.  — 11  Governo  della  Repubblica  non 
anticiperà  nessuna  somma  alle  compagnie, 
società  e  particolari. 

Art.  81».  —  Constatato  l'adempimento 
delle  condizioni  essenziali  statuite  nell'arti- 
colo precedente,  gl'immigranti  con  famiglia 
che  debbano  essere  collocati  come  proprie- 
tari nelle  colonie  fondate  da  società,  compa- 
gnie o  particolari  potranno  essere  introdotti 
dal  governo  della  Repubblica  direttamente 
o  mediante  il  rimborso  dei  biglietti  di  im- 
barco ai  prezzi  in  vigore  purché: 

a)  Siano  gl'immigranti  in  caso  di  di- 
sporre dei  mezzi  necesisarì  per  l' acquisto 
del  lotto  a  vista  in  denaro  e  por  mantenersi 
coltivando  la  terra  o  dedicandosi  a  qualsiasi 
industria  fino  a  ritrarre  i  primi  guadagni 
senza  altri  favori. 

b)  I  proprietari  delle  terre  provino  aver 
firmato  contratti  cogli  stessi  o  col  governo 


d. 

U 

pr 
Ia; 

iv.. 
1  ..>r 


121  - 


al  pArUool&n  preiu.    ^t  u 

ImmlgTftnU  oolloontc  i)u.i  ^  i 

anno  e  meuo  dalla  luro  ;.....^ i<.»-v>- 

lara  •  il  trovino  in  isiato  prospero  e  mostrtno 
11  proposito  di  permanerTi. 

J  1».  —  Il  nomerò  di  f.  '     lioollo- 

camento  darà  luogo  al  pr<  v  o  come 

pare  l'Importo  e  il  mu<'.  iiuxione 

dello  stesM  saranno  prefissi  dal  Governo  Fe- 
derale OMO  per  caso. 

SS*.  —  n  governo  dello  Stato  interessato 
potrà  aosiliare  la  misurazione  e  il  rileva- 
mento del  lotti  e  concorrere  con  altri  favori 
alla  fondaaione  delle  colonie. 

Art.  8S*.  —  Quando  il  Governo  Federale 
avrà  riconosciuto,  di  ooofurmità  cogli  arti- 
coli 80  e  81,  l'esistenza  di  circostanze  che 
garantiscano  il  collocamento  favorevole  di 
immigranti  come  proprieUri  e  avrà  antoriz- 
sato  le  oompagnie,  società  od  i  particolari 
i  lavori  per  la  fondazione  della 
altresì  il  termine  per  la  con- 
olosione  dei  lavori  necessari  sotto  pena  ohe 
cessi  la  responsabilità  dell'Unione  Federale 
quanto  alle  prestazioni  di  sussidi  e  premi. 

Ari.  84*.  —  Alle  compagnie,  società  ed  ai 
particolari  idonei  che  promuovano  il  popo- 
lamento in  larga  scala  di  terre  di  loro  pro- 
prietà, nel  caso  del  paragrafo  I  alinea  a),  r) 
e  <<|  dell'artioolo  80  e  si  propongono  a  legarle 
per  messo  di  ferrovie  economiche  con  fer- 
rovie esistenti,  centri  di  consumo  o  porti 
marittimi  o  fluviali,  potrà  il  governo  federale 
oonoedere,  quando  !o  trovi  conveniente,  e 
mediante  previe  conti  atto,  un'unica  sovven- 
sione  di  6  contos  de  reis,  per  chilometro 
aperto  al  traffloo. 

In  un  previo  contratto  saranno  definite  le 
condizioni  ohe  dovranno  esMre  osservate,  sia 
d'ordine  toank» ohe  relattve  a  termini,  esten, 
di  soasldi.  indennità  od  alati 
Islasl  altra. 

Art.  8ft«.  —  Le  ÌMMÓb»  di  credito  agrario 
e  sindacati  agrIooU  cbm  si  oostttnisoano  se- 
condo la  legialaslone  in  vigore,  se  si  sotto- 
metteranno alle  condizioni  di  questo  decreto, 
avranno  preferenza  per  il  oonsegolmento 
dei  sussidi  e  premi  nel  termini  del  presente 
regolamento. 

« 
Capitolo  VL 


Art.  $6«.  —  Linee  coloniali  cioè  strade  car- 
rozzabili o  servizi  di  navigazione  com'è  detto 
nel  capitolo  IT,  saranno  stabilite  a  partire  da 
punti  marginali  di  strade  ferrate  in  traffloo 
o  contrazione  o  di  fiumi  serviti  da  naviga- 
zione a  vapore. 

Art.  87».  —  Unee  coloniali  sono  strade 


otrooktanze  eventuali,  ooiiìiiKluia  railoclun 
di  questo  sistema  per  il  loro  miglioro  pi< 
fitto. 

Art  89".  ~  Nelle  terre  Ubere,  le  linee  e 
loniali  saranno  costruite  solamente  dal  i: 
spettivi  Stati  o  mediante  accordo  cogli  steH- 

Art.  90*.  —  Lo  stabilimento  definitivo   '. 
linee  coloniali  In  terre  di  proprietà  partlo 
lare  potrà  essere  effettuato  da  proj  ! 
o  d'accordo  con  questi:  salvo  il  caso 
possibilità  di  qualsiasi   convenzione 
senza  di  vantaggi  nell'espropriazione  di  ten 
per  utilità  pubblica,  constate  dal   rispetti, 
studi. 

Art.  91*.  —  Le  linee  coloniali,  per  tut 
gli  effetti  del  presente  decreto,  sono  equ. 
parate  alle  colonie. 


TITOLO  III 
DELL'  IMMIGRAZIONE. 

Capitolo  I. 
Dell'  introduzione  degr  immigrtntf . 

Art.  92».  — »I1  Governo  Federalo  promuo- 
verà l'introduzione  d'immigranti  che,  easond 
agricoltori  e  accompagnati  dalla  famiglia,  d- 
slderano  fissarsi  nel  paese  come  proprietà) 
territoriali,  nei  lotti  delle  colonie,  oppure  i  > 
altre  terre  In  condizioni  da  soddisfare  le  c>: 
genze  di  questo  decreto. 

Art.  93».  —   L'introduzione   desìi 
granti  sarà  fatta   man   mano   che   1    ! 
terre  siano  misurati,  rilevati  e  re^i  ut:.  .. 
ceverli. 

Art.  94*.  —  In  casi  straordinari  e  per  prò . 
vedere  In  tempo  a  necessità  troppo  ev-  •   - 
Il  Qovemu  Federale,  quando  loglud: 
cessarlo,  potrà  contrattare  ed  introd 
proprie  spese,  insegnanti  pratici  d'a 
tura  o  d'indostria,  Immigranti  di  qu.i: 
nazionalità  e  professione  per  la  cestri, 
di  ferrovie,  lavori  pubbllal.  officine  e  alt 
scopi,  ohe  offrano  garanzie  di  collocameni 
vantaggioso  per  gli  stessi  Immigranti. 

Art.  96».   —  Si   considerano    imm 
spontanei  coloro  ohe  arrivano  al  Brn 
porti  stranieri  con  biglietto  d'imbarco  v.  .- 
o  8*  classe  per  conto  proprio. 

Art.  9««.  —  Il  governo  della  Bepubbllr» 
restltoisoe   agli    Immigranti   spontan< 
siano  agrlooltori,  costituiti  in   famigi 
tre  persone  di  età  maggiore  di  12  anm 
nori  di  60  per  lo  meno,  atte  al  lavoro  e  eh 
si  stabiliscano  come  proprietari  di  terre,  l' in 
porto  corrispondente  a*  biglietti  di  passaggi 
di  8*  classe  dal  porto  d' imbarco  a  quello  <'■ 
destino. 


422  — 


§  lo.  —  Nel  casi  in  cui  l'importo  dei  bi- 
glietti di  passaggio  debba  essere  rimborsato, 
questo  prezzo  sarà  calcolato  d'accordo  coi 
prezzi  pagati  nello  stesso  mese  alle  compa- 
gnie di  navigazione  che  avranno  trasportato, 
tra  gli  stessi  porti,  degli  immigranti  per  conto 
dell'  Unione  Federale  o  alti-imenti,  per  conto 
degli  Stati. 

Nel  caso  che  manchi  la  base  per  tale 
compito,  il  rimborso  sarà  fatto  d'  accordo  coi 
prezzi  correnti  delle  surriferite   compagnie. 

§  2°.  —  Il  diritto  a  codesto  rimborso 
cesserà,  ogui  qual  volta  gl'interessati  non  lo 
richiedano  nel  termine  di  due  anni,  a  con- 
tare dal  giorno  dell'entrata  del  vapore  che 
li  avrà  trasportati. 

Art.  97°.  —  Fino  a  che  l'entrata  degli 
immigranti  spontanei  nel  paese,  non  sia  di- 
ventata sufficientemente  abbondante  e  pro- 
gressiva, il  governo  della  Repubblica  fornirà 
gratuitamente  —  senza  obbligo  per  i  bene- 
ficiati, d'indennizzare  il  Governo  o  chicches- 
sia —  agli  stranieri  che  esercitano  il  mestiei"e 
di  agricoltori  e  arrivino  accompagnati  dalle 
loro  famiglie,  o  richiamati  dalle  stesse,  sem- 
pre che  siano  in  grado  di  essere  accolti  come 
immigranti  nei  termini  dell'art,  2° e  vengano 
a  stabilirsi  come  proprietari  territoriali: 

1)  Biglietto  d'imbarco  di  3»  classe  dal 
porto  d'imbarco  a  quello  di  Rio  Janeiro  o 
a  qualunque  altro  porto  nazionale,  dove  si 
sia  stabilito  il  servizio  di  ricevimento  e  al- 
loggi. 

2)  Nei  porti  surriferiti  —  ricevimento, 
sbarco  delle  persone  e  dei  loro  bagagli,  al- 
loggio, vitto,  medico  e  medicine,  in  caso  di 
malattia  —  al  loro  arrivo  e  per  tutto  il  tempo 
indispensabile,    fisso    al    proseguimento    del 

.  viaggio  verso  la  località  di  loro  scelta. 

3)  Trasporto  in  ferrovia  o  sulle  linee 
di  navigazione  a  vapore,  fino  alla  stazione  o 
porto  a  cui  si  destinano. 

Art.  98°.  —  Agli  immigranti  spontanei  o 
a  coloro  che,  con  passaggio  pagato  degli  Sta- 
ti, oppure  da  terzi,  sbarchino  nel  porto  di 
Rio  de  Janeiro  o  nei  porti  in  cui  il  servizio 
di  ricevimento  e  alloggio  sia  già  stato  orga- 
nizzato, saranno  assicurati  gli  stessi  favori 
menzionati  nel  paragrafo  2o  e  3°  dell'articolo 
precedente. 

Art.  990.  —  Godranno  pure  i  favori  del- 
l'art. 97  gli  immigranti,  la  cui  entrata  sia 
avvenuta  per  conto  del  governo  della  Re- 
pubblica nei  termini  dell'art.  94 

Art.  lOOo.  —  I  bagagli  degli  immigranti, 
inclusi  gli  strumenti  agrari  o  appartenenti 
alla  loro  professione,  sono  dichiarati  esenti 
dai  diritti  d'importazione,  d'accordo  colla 
legislazione  iu  vigore. 

Art.  lOlo.  —  Agli  immigranti  saranno  som- 
ministrati tutti  gli  schiarimenti  di  cui  avran- 
no bisogno,  par  mezzo  d'interpreti,  che  li 
dovranno  accompagnare  quando  sia  neces- 
sario. 

Art.  102o.  —  Gli  immigranti  sono  liberi 
di  scegliere  e  di  dirigex'sl  verso  il  luogo  che 
desiderano,  essendo  assolutamente  vietato  di 
far  loro  qualsiasi  imposizione  a  questo  ri- 
guardo. 

Art.  103».  —  1  rappresentanti  del  Brasile, 
(!  gli  incaricati  del  servizio  d'emigrazione 
all'estero,  devono  impicgai-o  tutti  i  mezzi  per 


evitare  la  venula  di  passeggieri  di  2»  e  G» 
classe,  che  non  possono  essere  accolti  come 
immigranti,  nei  termini  dell'articolo  2o  di 
questo  decreto. 

Gli  incaricati  del  ricevimento,  i  medici 
del  servizio  sanitario  e  di  polizia  del  porti 
brasiliani,  devono  impedire  lo  sbarco  degli 
stessi,  e  le  compagnie  di  navigazione  che  li 
trasportano,   sono   obbligate   a   rimpatriarli. 


Capitolo  II 

Delle  formalità  per  l'introduzione 
degli  immigranti. 

Art.  104°.  —  L'introduzione  degl'immi- 
granti per  conto  del  governo  della  Repub- 
blica, è  fatta  dalle  compagnie  di  navigazione 
o  da  armatori  pienamente  autorizzati  dai 
rappresentati  del  Governo  della  Repubblica, 
che  ne  abbiano  la  facoltà,  mediante  accordo 
previo  sui  prezzi  e  condizioni  che  assicurino 
l'igiene  e  le  comodità  per  i  passeggieri,  os- 
servando le  disposizioni  di   questo   decreto. 

Art.  105o.  —  L'accordo  deve  esser  fatto 
con  una  o  più  compagnie  come  e  quando 
voglia  il  Governo  della  Repubblica,  dando 
la  preferenza  a  quelle  che  meglio  corrispon- 
dano agli  intenti  del  governo  stesso  e  oflrano 
maggiori  garanzie  e  vantaggi  di  prezzo,  ra- 
pidità di  viaggio,  condizioni  di  comodità  e 
vitto  per  gli  immigranti. 

Art.  106°.  —  Tutte  le  convenzioni  stipu- 
late per  l'introduzione  di  immigranti,  avran- 
no la  durata  che  convenga  al  Governo  della 
Repubblica,  il  quale  si  riserva  il  diritto,  con 
atto  suo  e  dei  suoi  rappresentati  competenti, 
di  esercitai-e  il  più  ampio  controllo,  di  sce- 
gliere gli  immigranti,  di  rifiutare  quelli  che 
non  si  trovino  nelle  condizioni  stabilite,  so- 
spendere l'imbarco,  limitare  il  numero  dei 
passaggi  e,  finalmente,  rescindere  il  contratto 
in  qualsiasi  tempo,  senza  indennità  di  nes- 
suna specie. 

Art.  I07o,  —  11  Governo  dell'Unione  in- 
trodurrà per  conto  proprio  soltanto  gli  im- 
migranti, i  cui  passaggi  sono  domandati  alle 
compagnie  di  navigazione,  colle  quali  ha  do- 
gli accordi,  dai  suoi  rappresentati  debita- 
mente autoinzzati. 

Art.  108°.  —  Per  tutta  la  durata  dell'ac- 
cordo; le  compagnie  sono   obbligate  a: 

1)  Concedere  a  tutti  gli  immigranti,  che 
si  trovano  in  condizioni  da  essere  classificati 
come  immigranti,  in  conformità  dell'art.  2" 
di  questo  decreto,  e  vogliono  imbarcarsi  con 
biglietto  d'imbarco  di  2»  o  di  3»  classe,  a  loro 
spese  (spontanei),  la  riduzione  del  10  per 
cento  sui  prezzi  ufficialmente  convenuti,  se- 
condo l'età  rispettiva  e  i  porti  d'imbarco  e 
di  destino. 

2)  Trasportare,  per  prezzi  mai  supo- 
rioi'i  a  quelli  stabiliti  nell'accordo  col  Go- 
verno della  Repubblica,  a  seconda  delle  età 
e  tra  gli  stessi  porti,  gli  immigranti,  che  even- 
tualmente dobbono  essere  introdotti  per  mez- 
zo degli  Stati  federali,  imprese,  associazioni 
o  privati.  In  questi  casi  le  spese  corrono  per 
conto  di  questi  esclusivamente. 

Art.  109o.  —  Avranno  preferenza  per  l'im- 
barco sui  vapori  delle  compagnie  di  naviga- 


l     M  I  I      I 


Dtl  ••Triti  di  riotviiMnto.  »bAroo,  tliooflltf, 
vitto  •  tp««xl«nt  é^li  Mmilrtiitt. 


AH.  UT 


T  nervini  <li  rJix'vlnuffito,  sii 


•  «t  go- 
i':»rt«nca 

.  p.,...«..u.-  1..1.  Arrivo.  II 
tte  II  trasporta  e  11  nu- 
diti —  con  nnttclparjnnp 


Art.  li  A», 
vici  al  quali  v: 
restano  a  car 
tendo  p«rò  il 
porro rvj  {v>l  f -, 


ihbllca 


:ico  in  dupli- 
>.  lo  stato,  iia> 
^  !>  di  parentela 
i  e  il  iiutnero  del  bagagli 
licblarazione  degli  lmmi> 
:  fatto  nessuna  spesa  per 
ividuall,  per  quelli  delle 

!1-Ii. 

I  nrUre  II  •  ri- 

.  del  governo 

mbarco.  o  in 

Ilio  del 

liisporta 

iuta  ptT  Conto  iJ»-l  «iovenu.  della  Re- 

I  dove  anche  organizzare  un  elenco 

i..,  »... ,....!«  cijg  |g  sono   affidati,  per 

I  altri  documenti,  a^li  in- 

"nto  noi  porto  di  •jhan'o. 

"ai 


''  incaricati  ufficiali 

ri  devuno  essere  cor- 

r  Menti,  che  si  esigono 

da  quelli  elle  60iio  tra*>portati  per  conto  del 
governo  della  Repubblica. 

Art.  IMO.  —  I  bagagli  degli  immigranti 
■  vono  essere  imbarcati  sugli  stessi  vapori 
i  cui  viaggiano:  e  la  rispettiva  compagnia, 
al  riceverli  nel  porto  d'imbarco,  consegnerà 
•  dascuDO  immigrante  o  ad  ogni  capo  fa- 
miglia una  ricevuta  indicando  il  numero  del 
colli  che  loro  appartengono  e  le  marche  ohe 
senrooo  a  facilitare  il  ri ntraocf amento. 

Queste  rlc*»Tute  danno  oorrispoodenza  al- 
l'elenco  menzionato  nell'art.  11*  di  questo 
decreto. 

Art.  115*.  —  II  grado  di  parentela,  l'età, 
domicilio,  e  professione  degli  immigranti  de> 
▼ODO  essere  comprovati  da  documenti  degni 
di  fede,  vidimati  dall'incaricato  alBclale  del 
•ervizio  nel  porto  d'Imbarco,  o  in  assenza  di 
questo,  dal  console  o  agente  consolare  bra- 
siliano, i  quali  hanno  il  d||itto  di  rifiutare 
questi  o  altri  documenti,  ODe  sembrino  loro 
viziati  o  deficienti. 

Art.  116".  —  Negli  accordi  con  le  com- 
pagnie di  uavigasione  si  devono  determinare 
]••  ro.'ole  da  osservare  in  riguardo  della  com- 
■  <-'  della  famiglia  degli  immigranti 
■  ri.  che  devono  essere  introdotti  per 
...,;.  .lei  Governo  della  Repubblica,  come 
pure  tutte  le  altre  condizioni  che  interessino 
il  servizio. 


menta,  »Uarc 
granti  sono  st 

se  sono  spont.. 

cloni  determinatn  da  qu< 

Art.  laoo.  -  All'infu.': 

ticolo  precedente.   1    

spese  reltttive  noti  ». 

della  Repubblìcn.  II!  . 

conto  degli  St.i  .i/.i.mi.o  p.u 

ticolart. 

Art.  121  \  .»   autorizzi 

zi'  •  alle  Impresi 

as  ..«rico   deli 

sta:  ^         _     

Art.  122".  —   Le  sovvenzioni  del  «J 
della  Repubblica  nei  oasi  dell'art.  ll'.<. 
Il  pagamento  ;!••'■  ^•'•♦'  'li  una  quota  pi-  >  ...- 
mente  fissata  m  media  per   oi^ni 

tmmiicrante,   ;  <    delle   condizioni 

del  porto,  del  uvio  ai  sliarcu.  e  del  tempo 
di  alloggio,  che  non  potrà  superare  I  sei 
giorni,  aalvo  il  caso  di  malattie  dell'immi- 
grante o  di  persone  della  di  lui  famiglia. 

g  unico.  —  Ogni  qualvolu  il  Governo  <1<  I- 
lo  Stato  interessato  sia  entrato  in  aocor  :         ! 
Qoverno  della  Repubblica,  intorno  all.i 
di   cui    si   tratta   quest'articolo,   il   >> 
della  Repubblica  nuin terrà,  nel  •>-'•' 
leggio  un  funzionario  federale, 
procedere  al   compenso  dell' ii: 
quote  ohe  dovranno  essere  pagaie,  e  prn\ 
vedere    altresì,   quando   sia    necessario,    a 
l'avviamento  a  destino  degli  immigranti 
fornir  loro  le  informazioni  di  cui  avrann 
bisogno. 

Art.  123<>.  —  Il  trasporto  nelle  linee  fv. 
roviarie.  marittime  e  fluviali  sarà  fai? 
conto  del  Ooverno  della  Repubblica   j 
'gli  Immigranti  siano  spontanei  e  Io   :...... 

dano.  quando  siano  introdotti  a  spese  del 
Ooverno  della  Repubblica,  d'imprese,  asso- 
dazioni  o  particolari  oppure  quando  queste 
vie  di  oomonicazlone  siano  amministrate  dal 
Governo  stesso. 

Art.  124».  —  II    trasporto    In    strade  c«>- 
muni  o  rotabili,  dalla  stazione   ferroviart.i 
porto  marittimo  o  fluviale  fino   al   luogo   n, 
destino  dell'immigrante,  nella  colonia,  sarà 
pagato  dal  Ooverno  centrale,  se  la  colonia  è 
amministrata  direttamente  dallo  stesso:  e  a 
spese  degli  Stati,  imprese,  associazioni  o  par 
ticolari,  nel  caso  in  cui  le  colonie  siano  sut 
fondate  da  essi,  oppure  essi  abbiano  prò 
mosso  direttamente  la  venut»  degli  immi- 
grantL 


424 


Art.  1250.  —  L'alloggio  deo[li  immigranti 
nuovi  arrivati  alla  colonia  o  al  luogo  di  loro 
destino,  rimane  a  carico  dell'amministrazione 
della  colonia  o  di  coloro  che  avranno  prov- 
veduto ad  introdurli,  siano  questi,  il  Governo 
della  Repubblica,  quello  degli  Stati,  imprese, 
associazioni  o  particolari. 

Art.  126°.  —  I  servizi  di  ricevimento,  sbar- 
co, alloggio,  vitto  e  condizione  degli  immi- 
granti devono  essere  attentamente  curati 
dall'amministrazione  pubblica,  e  gli  immi- 
granti devono  essere  circondati  da  tutte  le 
cure  e  attenzioni  necessarie. 

Capitolo  IV. 

Del  rimpatrio. 

Art.  1270.  —  Il  governo  della  Repubblica 
concederà  il  rimpatrio,  quando  gli  sia  richie- 
sto, agli  immigranti  agricoltori  introdotti  per 
suo  conto,  se  avranno  meno  di  due  anni  di 
permanenza  al  Brasile  e  si  trovino  nei  se- 
guenti casi: 

1)  Vedova  e  orfani  che  non  possono  as- 
solutamente provvedere  al  proprio  sostenta- 
mento, né  abbiano  altri  membri  di  famiglia 
che  servano  loro  di  aiuto. 

2)  Coloro  che  effettivamente  siano  di- 
ventati incapaci  in  seguito  ad  infermità  in- 
curabile o  ad  infortunio  sopravvenuto  nel 
lavoro  in  cui  erano  impiegati  e  non  abbiano 
altri  membri  della  famiglia,  atti  al  lavoro  e 
atti  a  proteggerli. 

3)  Sposo  e  figli  minori  di  12  anni  di 
immigranti,  nel  caso  sopra  citato,  se  in  ve- 
rità non  potranno  provvedere  al  manteni- 
mento della  famiglia. 

*)  Minori  di  12  anni,  membri  di  famiglia 
d'immigranti  nelle  circostanze  surriferite. 

Art.  1280.  —  Per  concedere  il  rimpatrio 
agli  immigranti  nei  casi  1)  3)  e  4)  dell'arti- 
colo precedente,  è  necessario  che  abbiano 
vissuto  abitualmente  sotto  lo  stesso  tetto  e 
col  padre  di  famiglia  la  cui  mancanza,  o  in- 
validità servono  a  motivare  la  domanda. 

Art.  129°,  —  Agli  immigranti  spontanei, 
riconosciuti  come  tali  d'accordo  con  le  di- 
sposizioni di  questo  decreto  e  che  si  trovino 
nei  casi  dell'articolo  127  combinato  coli' art. 
128,  sarà  concesso  il  rimpatrio,  quando  ri- 
chiesto. 

Art.  130".  —  Agli  immigranti  nelle  condi- 
zioni dei  tre  articoli  preceilenti,  che  vogliano 
ritornare  al  paese  d'origine,  il  Governo  della 
Repubblica,  concederà  passaggi  di  3»  classe 
fino  al  porto  più  prossimo  dei  loro  destino  e 
la  somma  di  50$OaO  a  200$000  per  le  speso 
del  ritorno,  a  seconda  del  numero  di  perso- 
ne di  famiglia  e  della  distanza  che  avranno 
da  percorrere. 

Art.  131".  —  I  lotti  di  terra  posseduti  a 
titolo  definitivo  dagli  immigranti  che  avranno 
diritto  al  rinipatrio,  potranno  esser  venduti 


da  loro  stessi  oppure  trasmessi  in  loro  pro- 
fitto senza  offesa  ai  diritti  di  terzi. 

Sarà  condonato  qualunque  debito  che  per 
caso  abbiano  contratto  col  Governo  dell'Unio- 
ne :  e  se  il  titolo  non  è  che  provvisorio,  sarà 
concessa  l' autorizzazioiie  per  poterlo  ven- 
dere o  trasferire  in  loro  profitto,  con  tutti 
i  diritti  che  potevano  derivar  loro  dal  pos- 
sesso del  titolo  definitivo. 


TITOLO  IV 

Capitolo  Unico. 
Disposizioni  generali. 

Art.  132".  —  Annualmente  il  Governo  della 
Repubblica,  concederà  dei  premi  di  viaggio 
al  luogo  o  paese  di  origine,  agli  immigranti 
che  abbiano  almeno  tre  anni,  e  non  più  di 
sei,  di  residenza  al  Brasile,  stabiliti  come 
proprietari  territoriali  a  titolo  definitivo,  e 
possono  essere  classificati  tra  quelli  che  più 
abbiano  progredito  e  si  siano  distinti  per  la 
loro  condotta,  le  loro  abitudini  d'ordine,  di 
moralità  e  di  lavoi'o. 

Art.  133°.  —  Il  governo  federale  determi- 
nerà tutti  gli  anni  il  numero  degli  immi- 
granti che  potranno  usufruire  dei  premi  men- 
zionati nell'articolo  precedente,  autorizzerà 
la  loro  scelta,  e  fornirà  loro  il  viaggio  di  an- 
data e  ritorno. 

Art.  134°.  —  Si  agevolerà,  quanto  sia  pos- 
sibile, per  interpreti  e  con  altri  mezzi,  la  tra- 
smissione e  il  ricevimento  e  la  distribuzione 
della  cori-ispondenza  postale  e  telegrafica,  tra 
gli  immigranti  e  i  loro  parenti  o  conoscenti 
con  residenza  all'estero. 

Art.  1350.  —  La  fondazione  della  colonia, 
destinata  esclusivamente  ad  agricoltori  na- 
zionali, sarà  effettuata  dal  Governo  della  Re- 
pubblica, soltanto  q;uando  la  necessità  pub- 
blica lo  esiga  e  lo  Stato  interessato  non  si 
possa  provvedere  direttamente. 

In  ogni  caso,  lo  Stato  dovrà  sottostare  ad 
una  parte  delle  spese  necessarie  a  tal  fine. 

Art.  1360,  —  Il  Governo  della  Repubblica 
impiegherà  i  mezzi  necessari  per  far  cono- 
scere largamente  all'estero  i  vantaggi,  la 
moitiplicità  delle  ricchezze  naturali  e  la  fa- 
cilità di  vita  che  il  Brasilo  offre  ai  lavoratori 
che  vogliano  impiegare  la  loro  attività  in  un 
punto  qualunque  del  sue  territorio. 

Art.  137°.  —  Per  la  intera  e  fedele  ese- 
cuzione di  questo  decreto,  saranno  spediti 
gli  atti  complementari  e  le  istruzioni  che  sa- 
ranno necessarie. 

Art.  138".  —  Sono  revocate  le  disposizioni 
in  contrario. 

Rio  de  Janeiro,  19  aprile  1907. 

Miguel  Calmon  du  Pin  e  Almeida. 


-^s^^ 


I. 


Carità  e  Beneficenza. 


—  Io  Torrel  «bollte  tutte  le  feste  di  be- 
neficenza —  rimihiara  un  vecchio  sii^nore, 
comodamente  seduto  in  uu  c^ituccio  del 
vafone. 

—  E  lo  inrece  credo  che  una  dama  può 
benlMtmo  diTertlrsi  e  far  del  ben<>,  —  ri- 
battè ìm  «ifBOim  con  Tooe  un  po'  aspra. 

—  B  M  eoa»  ne  pensa?  —  mi  chiese  d' un 
tratto  qaaat  cercando  an' alleata. 


che  s' infiocca  e  s'infrunxola,  direi,  e  ohe  am- 
mette l'cl<  ^.'iiiiza  e  la  c(HfM*tterit.  - 

La  signora  sorrise.  ra|;t;iantc.  Il  vecchio 
signore  mi  fulminò  con  un'occhiata,  ed  io, 
non  riconoscendolo  per  (ìiove:  —  Ma  se  o 
verol  —  esclamai  —  provino  un  po' a  far 
vendere  ad  un  Bazar  di  beneficenza,  da  si- 
gnore impacciate,  tutte  brutte  e  senza  spi- 
rito, e  poi  vedranno  che  fallimento  sarà! 


K,  90ciali»ta  e  propaganditta  per  il  voto  alt»  donne. 


—  !  .M  credo  anch'io,  perchè  altro  è  ben^ 
ficeu7.s.  altro  è  carità. 

—  Sottigliezze !.»  —  Scattò  il  vecchio  si- 
gnore con  fare  da  orco. 

—  ...Eppure  io  scriverei  rarità  colla  C 
maiuscola,  e  beneficenza  colla  h  minuscola, 
—  continuai  io  —  perchè  mi  pare  che  la  ca- 
rità sìa  qualcosa  di  sublime,  che  implica  la 
rinuncia,  l'abnegazione,  il  bene  fatto  nel- 
l'ombra; mentre  la  iv^-fi-.—'T  è  un  doven 


—  Ma  cerio,  ma  certo  t...  —  ribadiva  la  si- 
gnora —  Io  poi,  vorrei  che  ci  fosse  mi  lia- 
cfle  in  ogni  salone  da  ballo,  e  che  tutti  i 
convenuti  vi  mettessero  i  loro  nlmll. 

—  Id..  :...   -  mi   li 
inviperlt.                     ompagno  d 

—  Sara    .  ;•  aè  veiiuUa 
ho  l'abitudiiiu  di  cantar  l'inno  ri- 

—  Oggi  molti  pensieri    umaii 
f..77q„,.  ppr  socialisti  —  disse  la  „„.. 


—  420  — 


-  Ora  ci  si  tuffa  nella  politica!  Anche  le 
signoi-e,  oggi....  —  Fremente,  il  vecchio  si- 
gnore lasciò  la  frase  in  tronco.  E  come  per 
reagire,  si  alzò,  si  stirò,  abbassò  un  vetro, 
sporse  il  capo  dal  finestrino,  incurante  del- 
l'aria fredda,  per  fortuna  proprio  nel  mo- 
mento in  cui  io  dicevo:  —  Ma  anche  nel  so- 
cialismo vi  sono  idee  splendide!...  — 

Se  non  che,  nel  muoversi  così,  il  signore 
fece  uscir  di  tasca  un  giornale  ch'egli  vi  aveva 
mal  riposto.  La  signora  ed  io  ci  scambiammo 
un'occhiata  telegrafica;  se  quel  foglio  era  il 
suo  Vangelo,  si  comprendevano  facilmente 
gli  scatti  e  le  intransigenze  del  nostro  com- 
pagno di  viaggio.  Perciò,  sorridendo  ammu- 
tolimmo. 

Ma  quando  rialzato  il  vetro  del  finestrino 
e  ravvoltosi  di  nuovo  negli  scialli  morbidi, 
il  vecchio  signore  s'appisolò  a  poco  a  poco, 
componendo  il  volto  ad  una  gravità  impo- 
nente, la  signora  riprese  il  dialogo  interrotto, 
e  mi  narrò  appunto  di  un  ballo  di  beneficenza. 

Io  vi  trascriverò  ciò  che  mi  disse,  poi  se 
non  vi  spiace,  gentili  Lettrici,  uscendo  dal 
vagone,  che  continua  la  sua  corsa  vertigi- 
nosa, continuerò  a  parlarvi  un  po'  di  carità 
e  di  beneficenza. 

Quel  ballo  dunque  era  stato  dato  a  Mi- 
lano al  Corso-Hotel,  per  la  Fondazione  Begina 
Elena,  e  per  YAnibuluma  Scuola;  ed  aveva 
ottenuti  risultati  finanziari  ottimi. 

Quest'Ambulanza  Scuola  fu  fondata  dalla 
Croce  llossa  Italiana  (Sezione  Milanese),  su 
proposta  della  signora  Sita  Meyer  Campei-io. 

A.d  imitazione  di  quanto  si  fa  in  Francia, 
Svizzera,  Giappone,  Germania,  Russia,  le  si- 
gnore s'inscrivono  per  aver  un  corso  d'istru- 
zione, sui  soccorsi  d'urgenza.  I  corsi  sono 
due;  per  l'uno  la  tassa  d'iscrizione  è  di  L.  20; 
per  l'altro,  che  è  festivo,  è  di  L.  2. 

Le  allieve  del  Corso  teorico  pratico  sono 
320;  appena  i  mezzi  lo  consentano  sarà  ag- 
gregata e  questa  scuola  l'Ambulanza. 

L'idea  dell'applicazione  pratica  dell'in- 
segnamento teoi'ico  è  utilissima  per  chi  vuol 
sapientemente  giovare  ai  malati  della  fami- 
glia, ai  poveri  o  anche,  come  all'  estero,  apiùrsi 
una  via  quale  infermiera.  Non  basta  sapere  a 
memoria  i  primi  soccorsi  da  prestarsi  in  tanti 
casi  urgenti,  pei"chè  in  faccia  al  caso  grave 
e  improvviso,  se  non  si  è  corazzati  da  una 
provvida  esperienza,  si  perde  subito  la  te- 
sta, s'impiccia  invece  di  aiutare,  si  sviene, 
magari,  invece  di  agire. 

E  dunque  lodevole  il  pensiero  d'impian- 
tare anche  in  Italia  una  Scuola  Ambulanza, 
facendo  fiorire  un  altro  ramo  della  carità 
femminile. 

Nel  comitato  v'hanno  nomi  già  noti  nel 
campo  della  beneficenza,  quali,  (cito  a  caso), 
Donna  Carlotta  Negri  Origoni,  Contessa  Nina 
Ottolenghi  Levi,  Donna  Giulia  Crespi  Morbio, 
Frieda  Cramer  Mosterts,  ec. 

Ma  poiché  sono  entrata  nel  campo  bene- 
detto della  filantropia,  devo  rammentare  una 
benemerita  dama,  da  non  molto  rapita  alla 


nostra  affettuosa  stima,  Felicita  Morandi  che 
fra  le  sue  carte  lasciò  pregievoU  memorie 
patrie  e  letterarie  dei  tempi  del  nostro  Ri- 
sorgimento, ed  a  cui  Mihino  va  debitrice  della 
Pensione  benefica  per  le  giovani  Lavoratrici. 
Oggi  questo  Istituto  alberga  84  ragazze,  ope- 
raie ed  impiegate,  paganti  la  modestissima 
retta  di  L.  25  mensili. 

Qiianto  sarebbe  utile  che  sorgesse  una 
pensione  analoga,  ma  per  persone  di  età  più 
avanzata!...  Una  Pensione  benefica  per  lavora- 
trici umane,  ove  pagando  una  tenue  retta, 
o  comrjletandola  con  dei  lavori  necessari  al- 
l'azienda stessa,  potessero  trovare  un  tetto 
e  un  focolare,  un  desco  e  un  po'  di  pace, 
tante  impiegate,  tante  operaie,  tante  persone 
che  un  tempo  ebbero  giorni  migliori,  e  che 
ora  lottano  col  bisogno  come  titani  sorri- 
denti, per  pianger  sole,  scombuiate  dallo 
sconforto,  quando  sono  a  tu  per  tu  col  pro- 
prio cuore!... 

Chissà!?  forse  la  mia  idea  espressa  qui 
alla  meglio,  può  essere  incontri  l'anima  buo- 
na che  l'accolga,  e  assecondandola  traduca 
il  sogno  in  realtà.  Volesse  il  Cielo  che  il  se- 
me buttato  al  vento,  trovasse  il  terreno  pro- 
pizio! 

Ora  intanto  dell'Opera  Morandi  si  occu- 
pano con  mirabile  lena  due  donne  profonda- 
mente buone  e  intelligenti  Linda  Malnati  e 
Donna  Rachele  Saporiti  (Fulvia),  di  cui  molte 
lettrici  conosceranno  pagine  squisite. 

Perchè  ben  sovente  l'intellettualità  e  la 
filantropia  si  accoppiano,  si  vede  spesso  l'ar- 
tista o  la  scrittrice  dedicarsi  a  opere  alta- 
mente umanitarie.  Cosi  fanno  appunto,  come 
dissi,  Linda  Malnati,  la  fine  scrittrice  di  no- 
velle per  bambini,  Ada  Negri  coli' Asilo  Ma- 
riuccia,  di  cui  è  fondatrice  Ersilia  Maino, 
quella  donna  fervente  di  amore  pel  suo  pros- 
simo sicché  non  indietreggia  davanti  a  nessun 
ostacolo  per  salvarlo  e  proteggerlo  e  Fulvia 
anima  della  Fondazione  Regina  Elena. 

Che  cos'è  mai  questa  Fondazione?  È  un 
istituto  per  accogliere  i  bimbi  che,  già  or- 
fani di  padre,  avevano  nella  mamma  il  loro 
unico  sostegno  materiale  e  morale,  per  modo 
che  perdendo  anche  quest'ultima  àncora  di 
salvezza  rimangono  soli,  e  disorientati  come 
ciechi  senza  bastone. 

Molte  creature  pietose  e  a  cui  la  vita  sor- 
ride, fecero  larghe  oblazioni,  e  nel  comitato 
per  la  nuova  opera  pia,  si  vedono  nomi  già 
noti  ai  poveri  che  li  benedissero,  quali  la 
Contessa  Luigia  Cicogna  Della  Somaglia,  Gina 
Donati,  Donna  Annita  De  Francisci  Sessa, 
Maria  Gnecchi  Sessa  ed  altre  molte. 

Il  bisogno  che  provano  in  generale  le 
donne  di  non  occupar-si  soltanto  di  cose  in- 
tellettuali ma  di  as.sociare  a  queste  quelle 
che  occupano  il  cuore,  si  rivela  in  mille  altri 
modi. 

La  famiglia  Mylius  ebbe  l'ottima  idea  di 
fondare  la  Società  della  Formica,  un'associa- 
zione di  signore  che  si  riuniscono  in  vari 
gruppi  per  lavorare  pei  poveri,  e  che  alla 


r^PILLOLE  FATTORI 

I   di  CASCARA  SAQRADA  contro 

I  Scatole  di  25  pillole  L.  1.  di  60  pili 

1     Dirigere  riihlesie  ai  Chiniici  FainKifisti 


..  stitichezza] 

ile  L,  2.  —  Opuscolo  gratis  a  richiesta.  | 


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/ione,  permette  di 
.  fra  cui  quello  di 
«»  haln«>«H.  di  rldti- 


pruv«U>  che  < 
o<»nosccndo  V 
piana  e  v-- 

Chi  II 
vi  fn  il  ■ 


MI    m    diiettanu    i: 
^'nato.  ne  è  a  front' 


e  presi- 
itiKiu,  e  che  conta 
.i  Parravlcini  Stan- 
mi  sfagge  il  nome, 
i  un'operosità  pra- 
!!i  pfn  sincera  am- 


ile per- 


ii- 
fr 
ga  .  .......... 

ma  ohe  so  tu  : 
fica  e  ben«»fi 
mirasion 
Cosa 

SOD«  spi: 

Quante  idee  uou  accolguuo,  quante  non 
ne  rubano  ad  altri  paesi,  con  un  furto  che 
non  è  un  delitto? 

Una  di  tali  idee,  già  accolta  in  Germania 
ed  in  Inghilterra,  è  quella  che  diede  origine 
alla  *  Festa  delle  Uova. ,  Le  signore  del  Co- 
nUUto  tro  AtUo  InfantiU  dèi  Ciéeki,  Cecero 
incetta  di  nova  artiftctali,  presso  famiglie, 
pasticcerie,  chlneagtterte.  ecc.  Poi  riempirono 
queste  uova  di  soeoberlal  di  ogni  maniera,  e, 
nascosti  in  modo  mom  troppo  ateoto  i  graziosi 
gingilli,  fecero  entrare  nel  giardino  dell' Isti- 
tato  del  dedii,  a  gruppi,  1  bimbi  agiati  ohe 
li  doverano  trovare.  La  tassa  d'ingresso  era 
di  una  lira;  poi  T'erano  i  mille  ingegnosi  tra- 
nelli per  spillar  quattrini,  fra  cui  la  lotteria 
•-h»  aveva  per  premio  le  sei  magniflube  uova 
.alate  dalla  Regina  Madre. 

Fatto  sta,  che  all'appello  scritto  da  Fulvia 
ai  mondo  minuscolo,  i  bimbi  Milanesi  accor- 
sero in  gaio  «dame  coi  parenti  loro,  e  la 
festa  gioconda  fn  coronata  da  un  felice  esito 
finanziario,  a  cut  si  aggiunse  M splendida  ca- 
rità di  un  ignoto  che  consegno  al  Direttore 
dell'Istituto  dei  Ciechi  cinque  mUa  lire.  Fra 
le  benemerite  signore  che  tanto  s'industria- 
rono per  tale  festa,  si  devono  rammentare 
U  marchesa  Trotti  e  la  baronessa   Leonino. 

I  ciechi  esercitano  on  fàscino  speciale  so- 

a  ogni  cuore  ben  fatto  ;  che  ciò  sia  vero, 

lu  provano  appunto  1  cuori  e  le  menti  che 

si  occupano  con  pietoso  interessamento  di 

loro. 


bte   clu:i;e,  che  i>i  i:^. 
timanapor  la  Confci 

zolo,  deponendo   in    -..._ 

rimane  segreta. 

Gli  oboli  suddivisi,  servono  poi  per  pagai 

1  buoni  di  carne,  pane,  riso;  buoni  dlstr-' 

dalle  Dame   stesse  ai  poveri  che  si  r- 
visitare.  Fra  le  pietose  visitatrici  eh- 
gano  fino  ai  quartieri  più  luri<! 
Congregazione  di  Carità  dispone 
pò  scarsi,  e  dove  la  polizia  gi<>. 
entrai-vi,  noto  Donna  Teresa  Pauzu:u,  la  :>ua 
intelligente  figliuola  Eugenia,  e  l'int^llettualo 
Signora  Teresita  Frledmann  CodurL 

Si  può  dire  che.  in  generale,  una  delle 
principali  attrazioni  subita  dal  cuore  umano, 
sia  quella  dell'  Infanzia. 

Appunto  pel  bambini,   alcuni  mesi  son' 
ftipresaa  Roma  una  iniziativa  degna  di  v< 
nir  imitata  per  cura  dell'  IttihOo  Momtatto  ti'  > 
beni  «tabili. 

Questo  Istituto,  che  si  propone  Ara  le  al 
tre  cose,  di  costruire  case  Igieniche  con  ba 
gni  e  giardini  per  gli  operai,  e  che  destiu 
nn  premio  per  gl'inquilioi  che  conservali 
meglio  li  loro  quartlerino,  ha  edificato  la  Ca"  • 
dei  Hambini. 

La  "  Caaa  dei  Bambini ,  è  una  casetta  m<  ' 
destissima,  ma  ohe  ha  una  grande  impoi 
tanca  morale,  polche  raccoglie  gratuitament 
i  piccini  dai  tre  al  sette  anni,  ossia  nell'epoca 
in  cui  non  possono  per  l'età  o  per  casi  spe- 
ciali, frequentare  le  scuole  elementari.  Ogni 
casamento  deU'i«(tl«ro  dol  Umi  atabili  ha  a« 
gregata  questa  Qua  d«i  bambini,  che  oonst  > 
di  un  paio  di  camere  ove  si  raccolgono  i  flgl  \ 
di  quei  genitori  che  il  lavoro  chiama  di  buon 
mattino  lontani  dalle  pareti  dnmf^tiche.  Fin- 
ché un  nuovo  indirizzo  delle  industrie  e  dellM 
beneficenza  non  restituirà  la  madre  al  for«i 
lare,  è  importante  supplirla  fin  dove  si  pu' 
strappando  i  bimbi  alla  scuola  della  strad  ■ 

Una  direttrice  e  una  custode,  attender 
per  ora  all' cducacione,  all'igiene,  allo  svi 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


—  428  — 


Inppo  morale  e  fisico  dei  bimbi,  che  nella 
casa  a  loro  adibita  trovano  banchi  per  qual- 
che rudimentale  lezione,  seggioline  di  paglia, 
e  dolci  e  regali  il  giorno  della  Befana.  Mae- 
stra dei  piccini  è  la  signora  Candida  Lucci- 
telli;  e  dei  bimbi  ha  la  sorveglianza  Maria 
Montessori,  la  valente  e  benefica  Dottoressa. 
La  baronessa  Ferrerò,  Olga  Lodi,  Donna  Maria 
Talamo  e  molte  altre  signore,  si  fecero  una 
cara  festa  d'inviar  doni  alla  Casa  dei  Bam- 
bini, perchè  la  Befana  fosse  più  prodiga  verso 
quei  loro  protetti. 

Anche  in  Sicilia,  all'infanzia  si  largiscono 
oboli  e  regali. 

A  Trapani  la  signora  Eugenia  De  Sanctis 
Fornaris  istituì  la  Società  detta  del  Mondo 
piccino,  che  fornisce  ai  bimbi  poveri  pane, 
chicche,  indumenti  nelle  diverse  solennità 
dell'  anno,  oltre  molti  libri  e  giornalini  edu- 
cativi. 

Ai  bimbi,  ed  è  doveroso,  si  è  pensato  e 
si  pensa  molto. 

Anche  per  protoggei-e  i  piccoli  italiani  al- 
l' Estero,  come  per  i  bambini  operai,  quante 
anime  auree  si  sono  commosse,  ed  hanno  tu- 
telati i  nostri  fanciulli! 

V'è  però  tuttora  una  categoria  di  persone 
a  cui,  almeno  in  Italia,  mi  pare  (e  quanto 
sarei  lieta  d'ingannarmi!)  non  si  pensi  af- 
fatto. E  questa  la  categoria  dei  poveretti  che, 
deformi  dalla  nascita,  danno  la  loro  sventure 
in  pasto  alla  crudele  e  m.alsana  curiosità  dal 
pubblico,  lucrando  sulla  propria  disgrazia. 
Ogni  fiera  di  villaggio,  ogni  circo  di  gran 
città,  ha  spesso  "  l' uomo  cane  «  "  la  donna 
che  scrive  coi  piedi  „  essendo  priva  delle 
braccia,  i  "  gemelli  attaccati  insieme  „  "  l'uo- 
mo senza  braccia  e  senza  gambe  „  che  tiene 
un  discorso  a  chi  entra  nel  baraccone  pa- 
gando pochi  soldi,  e  si  fa  portare  in  braccio 
o  mettere  in  carrozzella  sotto  gli  occhi  di 
una  folla  dimentica  del  rispetto  per  la  sven- 
tura, e  della  dignità  umana. 

Li  studino  i  medici  questi  sventurati,  mia 
non  li  osservino  come  un  mostruoso  gingillo, 
dei  volgari  profani. 

Il  ricovero  Cottolengo  di  Torino  accoglie 
senza  restrizione  di  pratiche  burocratiche  le 
più,  orribili  (se  si  potesse  dire!)  deformità 
umane:  ma  in  Francia  v'è  un'istituzione  che 
fa  ancor  meglio;  che  strappa,  non  solo  alla 
miseria,  ma  all'abiezione  tanti  poveri  dise- 
redati dalla  Natura,  cercando  usufruirne  la 
scarsa  potenzialità  fisica  e  intellettuale,  e 
dando  loro  il  modo  di  campar  la  vita  in  parte 
o  completamente  col  lavoro  proprio.  Per  tal 
m,odo,  quest'Istituto  che  assicura  un  tetto 
e  un  cespite  di  guadagno  a  molti  deformi 
d'ambo  i  sessi,  impedisce  che  essi  abituino  la 
mente  al  pensiero  d'esser  costretti  a  far  da 
giullari  al  prossimo  in  pieno  Secolo  XX. 

Ma  che  dico,  giullari?  I  giullari  erano  pun- 
genti e  astuti;  improvvisando  divenivano  spes- 
so satirici  come  poeti  civili.  Ma  i  meschini  che 
oggi  esj)()iig()no  al    pul)blico   lo   loro   penose 


anormalità,  aggravano  la  mancanza  di  deco- 
ro, colla  strisciante  vigliaccheria  di  chi  s'in- 
grazia il  cliente. 

Ma  vanno  perdonati!  Sono  1  sani,  che  si 
devono  incolpare  se  ciò  avviene;  poiché  i 
sani  non  provvedono. 

Le  leggi  son  di  là  da  venire,  come  per 
ciò  che  concerne  i  domatori,  le  domatrici,  i 
fanciulli  ginnasti,  le  bimbe  equilibrista,  e  chi 
più  ne  ha  più  ne  metta. 

Per  l'appunto  le  domatrici  e  i  domatori 
chi,  a  mente  fredda  e  a  cuore  caldo,  può  ap- 
provarli e  metterli  d'accordo  colle  superbe 
pretese  di  gente  civilizzata  di  che  ci  gratifi- 
chiamo ad  ogni  momento? 

Eppure,  molte  signore  sensibili  che  si  sde- 
gnerebbero di  veder  il  servitore  a....  (come 
dire?)  gestir  col  lìiede  sgridando  il  cane,  ri- 
mangono tranquille  e  sorridendi  ammirando 
il  domatore  o  la  domatrice  mettere  il  capo 
in  bocca  al  leone,  o  far  saltare  le  belve  in- 
ferocite attraverso  i  cerchi  infiammati.  E  poi 
noi  italiani  d'oggi  condanniamo  aspramente 
1  romani  di  ieri,  e  diciamo  barbari  gli  spa- 
gnoli che  conservano  la  tradizionale  corsa  dei 
tori,  salvo  poi  ad  estasiarci  vedendo  dei  fan- 
ciulli e  delle  giovinette  far  dei  giochi  di  de- 
strezza pericolosi  fino  alla  tragicità,  sulla  fune, 
sui  cavalli,  sulla  bicicletta!... 

Ah,  se  si  fosse  meno  ligi  alle  brutte  tra- 
dizioni nostre,  meno  pronti  a  scimmiottare 
i  forestieri,  anche  nel  male  e  più  ansiosi  del 
bene  altrui,  come  camminerebbero  meglio 
tante  cose  di  questo  paese,  non  vi  pare,  mie 
pazienti  lettrici? 

Ma  ditemi  di  non  deragliare. 

Ora  (ritorno  in  carreggiata)  una  grave 
preoccupazione  per  chi  ha  sensi  di  alta  mo- 
ralità, era  il  problema  di  ospitare  in  modo 
decoroso  tante  giovani  straniere  momenta- 
neameute  disoccupate.  Nel  pensiero  di  una 
saggia  salvaguardia,  ecco  sorgere  a  Milano 
fino  dal  1893,  per  merito  di  un  comitato  di 
signore  in  parte  straniere,  una  Home,  e  più 
tardi,  vedendosi  la  necessità  di  una  pensione 
famiglia  per  signorine  impiegate  o  studenti, 
obbligate  a  vivere  lontane  dalla  casa  pater- 
na, r  Unione  Cristiana  delle  giovani,  organizzò 
un  Foyer.  Infine,  durante  l'Esposizione  Inter- 
nazionale del  1906  funzionò  la  Pensione  Fem- 
minile di  Piazza  d'Armi,  ove  trovarono  allog- 
gio circa  400  signorine,  e  che  fu,  specialmente 
durante  il  Congresso  per  la  Pace,  una  vera 
provvidenza. 

Anima  di  queste  istituzioni  altamente  uma- 
nitarie, è  la  signora  Lina  Noerbel  la  quale 
si  occupa  pure,  colle  signore  Vonwiller  e  Ce- 
derna,  dei  malati  povei-i  bisognosi  della  cura 
di  Salsomaggiore,  e  che  è  un  membro  atti- 
vissimo della  Lega  Internazionale,  delle  Ami- 
che delle  giova  nette. 

Eccomi  a  spiegarvi  cos'è  quest'Unione 
Internazionale  tanto  benefica. 

La  Lega  di  signore  detta  "  Le  Amiche 
delle  giovanotte  „  venne  fondata  a  Ginevra 


ARTRITE 


FANGHI    DI 


«".UARITA   RADICALMENTE 

R  I 


VEDI     ANNUNCIO     DI    FRONTE 
•;•>      ^;v     ALL    INDICE    GENERALE 


IJI» 


fanciulla  «x>!i{r«(U  a  la-ociar  la  ca.Htiovo  u«ci)uci. 
p«r  o«roar  altrovo  U  mexxo  di  procacciarsi  lì 
pano. 

In  pari  t4>rapo  ha  quello  di  protoi;^ere 
ostil  ragAJixa  sene' appoj/frlo  od  ohMt^'KtK  a 
TlTcro  la  un  ambiente  malsano.  '  ,10 

nasionalitit  ella  6ia,  qualunqt4* 
futi,  qualunque  ^ianu  le  siu>  O'  .  i.a 

Conferenza  del  18dS  ha  confermata  la  taso 
orlsUana  evangelica  dell' Unione,  che  ha  la 
sua  lede  a  Neuchitel,  ma  che  conserva  In 
ogni  paese  il  suo  comitato  nazionale,  dal 
quale  dipendono  i  vari  comitati  locali.  Tale 
Lega  possiede  e  dlstribuist^e  ad  ogni  suo 
membro  il  regolamento,  o  un  libretto  cogli 
indirixzi  di  tutte  le  *  Amiche  .  per  modo 
ohe  ogni  Socia  può  mettersi  in  oomanica- 
Blone  colle  altre.  L' Unione  diede  (come  dissi) 
Tita  alle  Home*  o  case  per  ospitAro  le  ra- 
gasse  forestiere,  ad  uffici  di  collocamento, 
manda  ad  aooogliere  le  arrivanU  alle  sta» 
xioni,  ed  appoggia  ogni  iniziativa  per  la  mo- 
ralità. 

Questa  e  la  Lega  per  gì'  imtere*MÌ  Femminili, 
di  cui.  com'è  ormai  noto,  è  fata  benefica  Er- 
•ili*  Mi^no,  provano  quanto  bene  possa  fare 
U  carità  accoppiata  al  criterio. 

Ha  ora  voglio  richiamare  la  vostra  atten- 
sione,  sa  qualcosa  di  affatto  speciale,  che 
parte  dalla  beneficenza  per  arrivare  alla  con- 
quista d' un  diritto.  È  questa  nuova  creazio- 
ne detU  la  Cosa  dei  Pane,  ideaU  dal  cav. 
Sangiorgl  di  Roma,  e  di  coi  è  apostolo  in- 
faticato ed  oblatore  generoso  11  prof.  cav. 
Marcello  Galli-Dunn,  Consigliere  provinciale 
di  Siena.  La  Contesse  Parravicini  prima,  poi 
Giovanni  Borelli  riferirono  sull'opera  alla  Re- 
gina Ma^lre.  che  ne  accettò  l'alto  patronato. 

'"  '^  circolare  della  Marchesa  La- 

i.    presidente    del    Comitato    di 

i\a  lo  sropo  della  Vana  del  l'ane, 

e  una  prefazione  di  Giovanni  Pascoli  al  libro 

delSanglorgi  ne  afferma  rintendimcnto  ci  vile. 

Sangiorgl  parte  dal  principio  che  "L'uo- 
mo nascendo,  ha  diritto  al  pane  ;  ,  "  diritto 
che  l'avidità  degli  uomini  ha  reso  monopolio 
'it  pochi..  Questo  diritto  egli  vuole  sia  ri- 
nosciuto  e  adempiuto  dopo  tanti  secoli 
.oblio,  scrive  Pascoli;  e  continua:  *  Il  pane 
a  tatti!  A  tatU?  Anche  ai  fannulloni?  Sicuro: 
aon  lo  neghiamo  al  delinquenti.  Ma  allora 
eome  lavoreranno?  Peggio  per  loro,  se  non 
vorranno  godere  d  -Uè  loro  membra  e  della 
loro  anima.  Ma  lavoreranno;  non  dubitate. 
Sono  i  denutriti  che  non  lavorano;  e  non 
lavorano  perchè  sono  spossati  del  corpo  e 
dello  spirito.  Ad  ogni  modo  è  un  loro  diritto 
<1  pane,  come  il  sole,  comprarla,  come  il 
.'te  della  loro  mamma.  , 

Dopo  le  parole  del  poeta,  dae  righe  sul- 
ì  ingranaggio  pratico  dell'impianto. 

A  Massalombarda,  ove  già  funziona  la  pri* 
ma  "Casa  del  Pane,,  Il  forno  di  questa  cuore 


pane  ai  soli  |><> 

puti*à  dare  a  ■ 

modo    che   o, 

l'a^^qua,  che  > 

che  nessun  ita; 

la  beviamo  alia  lontann  piii>itii.'.i. 

Fra  i  grandi  vantaggi  che  porteranno  le 
CaM  del  Pane,  vi  sarà  qur-'To  ,\i  far  sparire 
l'orribile  piar  >  ■'Jo,  che  pa- 

reva pur  troiai  n   tante  Pro- 

vincie d'Italia.   '  ..k  <lt  Signore 

forma  il  ComiUlo  dt  Huma,  «■  "' 

lano.  Fra  queste  benemerite.  11 
Maria  Quecchi  Sessa,  Contessa  l;...-».. 
romeo.  Donna  Catulla    MyliuK,  la    M 
Trotti  Belgioioso,  presidente  del  Coni. 
Milano,  e  parecchie  altre. 

Quasi  analoga  per  caratteristica  moralizr.i 
trice  allTntoiM  Inter»', :iunnlf^  d^rté  -  Amirl. 
delle  giannette,  ^^\  cu 
detta  fjtercito  della 
ha  per  solo  scopo  lì;  ; 
ma  fonda  colonie  agricole.  a.->ili  noilui  < 
di  collocamento,  case   per   fanciulli.  1 
cendo  mai  opera  settaria,  e  occupati...  . 
tutto  quanto  possa  avere  attinenza  colle  o]» 
re  sociali,  e  di  elevazione  morale. 

Ben  a  ragione  Antonietta   Oiaoom*  Hi    ^i 
lagnava  che  in  Italia  tale  accolta  di  ]<•  i-   n< 
che  fa  tanto  bene  in   altri   paesi  non   • 
considerata  come  si  merita,  perchè  ni 
rità  ne  fa  pure  nel  nostro  paese  Mls- 
gelina  Booth.  figlia  del  fondatore  dell'/ 
della  Saletita,  che  si  merita  uno  dei   priuu 
posti  fra  lo  vere  fllantrope. 

All'estero,  sempre  nel  campo  della  filan- 
tropia, si  devo  ricordare  una  donna  che   1 
madre  intellettuale   di    tanti  nostri   opera: 
Gemma  Monferrini. 

Questa   signorina    ch'era    insegnante    <: 
lingua  Italiana  a  Zurigo,  vi  fondò,  coli' ai u; 
del  .Municipio  che  le  coiic*'sse  1  locali,   e   >'. 
alcuni  studenti,  una    Scuola    festipa.  Lczioi 
di    lettura,    scrittura.    oonte^fRio.    attrass.  : 
HO  operai  alla  nuova  scuola  che  la  <- 
gnoiina  dirigeva.  Ella  rivolse  anni  son 
agli  spazzacamini  la  sua  attenzione  f^.. . 
quando  ancora  non  erano  stati  cos'i  eflicat-' 
mente  protetti,  e  un  occhio  acuto  avreht> 
001    '  •    •        forme  utili  <•■ 
qi;  i;i.  All'amm 

la  ila  di  bene 

cenno  affettuoso  Emilia  M 
rimpianto  poiehè  ella  fu 
sua  giovinessa  doveva  es^ 
più  sereni. 

Un'altra    splendida    affermazione   di    al- 
truismo, ce  l'olTre  l'americana  Miss  A.lt.  r- 
mann  che  fece  cinque  volte  il  giro  del  ' 
col  vivo  desiderio  di  progredire  inU' 
mente,  e  di  rendersi  utile  al  suoi  sin 

Questa  donna,  la  .quale  è  convii.' 
'la  bontà  sia  un  sentimento  innato  : 


[ 


(ARTOLEiiiA  imm  nmm 

FIRENZE  -  Via  del  Proconsolo  -  FIRENZE 
SPLENDIDA   OCCAWIOXE   -    Vedi   Buoni  di   riduzione. 


-  430  - 


essere  umano,  „  viaggiando  fece  opera  di 
propaganda  per  la  Lega  detta  lìegno  della 
Giovinetta,  un'istituzione  sorta  in  Inghilterra 
ed  ormai  diffusissima,  avente  per  iscopo  an- 
che questa  di  tutelare  e  proteggere  le  fan- 
ciulle, di  avviarle  ad  una  professione,  di  in- 


MlSS   ACKEKMANN 

propagandista  del  "  Regno  della  Giovinetta  „, 

segnar  loro  un'arte,  un  mestiere,  quando 
la  famiglia  non  è  in  caso  di  servir  loro  di 
guida.  Le  due  principessine  Alessandra  e 
ÌVIaud  di  Fife,  nipoti  del  Ile  d'Inghilterra, 
sono  entrate  a  far  parte  del  provvidenziale 
Comitato. 

In  Inghilterra  la  Regina  Alessandra  dà 
l'esempio,  per  quello  che  concerne  la  carità, 
come  l'Imperatrice  di  Germania  che  fondò 
le  prime  case  operaie.  All'attuale  Regina 
d'Inghilterra  si  deve  se  il  suo  paese  d'ado- 
zione conta  gli  ospedali  per  la  cura  del 
lupus. 

Le  donne  inglesi  agiate  (rammento  di 
aver  letto  uno  studio  in  proposito),  non  aven- 
do il  bisogno  di  occuparsi  delle  cure  dome- 
stiche, pensano,  per  prima  cosa,  al  modo  di 
giovare  con  praticità  ed  efficacia,  agli  infe- 
lici. E  una  nobile  gara  nasce  fra  le  dame; 
chi  si  dedica  all'educazione  degli  orfani,  chi 
raccoglie  ragazze  già  sfiorate  da  un  vento 
malsano,  e  ne  ricomincia  l'educazione  mo- 
rale; chi  fonda  scuole  di  ricamo  e  cucito,  cer- 
cando di  mettere  a  profitto  meglio  che  sa  la 
propria  coltura,  non  con  quell'  entusiasmo 
effimero  tanto  biasimevole,  ma  con  tranquilla 
tenacia. 

Per  tornare  alle  teste  coronate,  io  nutro 
una  reverente  ammirazione  per  l'atto  corag- 
gioso e  caritatevole  compiuto  dalla  Regina 
(li  Spagna  quando,  dopo  lo  scoppio  della 
l)omba  lanciata  per  attentare  alla  sua  vita  e 
a  quella  del  suo  sposo,  di  quella  bomba  che 
If  bruttò  di  sangue  l' immacolato  candore 
del  suo  abito  nuziale,  si  recò  dopo  poco  sul 
luogo  dol  disastro  con  suo  marito,  e  cercò  di 
confortare  i  feriti.  11  vincere  il  ribrezzo,  il 
terrore,  lo  sdegno  dell'animo  cosi  rudemente 
scosso,  mi  è  sembrata  la  caratteristica  d' una 
grande  bontà  e  di  una  vera  fortezza. 

Del  resto,  del  bene  che  possono  fare  le 
Regine  quando  si  sentono  sorelle  dei  poveri 
e  dei  tribolati,  ne  diede  e   ne   dà  continuo 


esempio  la  nostra  Regina,  che  fra  gli  orrori 
dei  terremoti  o  fra  i  gemiti  dei  malati,  si 
trova  padrona  dell'  ambiente  come  nelle  sale 
della  reggia. 

Amica  di  una  regina  pure  assai  caritate- 
vole, la  Regina  Vittoria  d'Inghilterra,  fu  la 
Baronessa  inglese  Burdett  Coutts  morta  a 
Londra  quasi  centenaria  al  principio  di  que- 
st'anno,  e  detta  a  ragione  La  Regina  della 
carità.  Questa  donna  sublime  esercitava  un 
vero  fàscino  intorno  a  sé.  L'opera  sua,  che 
concerne  le  carità  pubbliche,  include  la  fon- 
dazione d'istituti  d'ogni  genere  non  solo  in 
Inghilterra,  ma  per  tutto  l'Impero  Inglese: 
dall'Australia  al  Canada,  dall'Africa  del  Sud 
all'  India  :  e  prova  dell'  ingegno  di  questa 
donna  piena  d'intuizione,  è  questa,  che  ogni 
opera  promossa  o  fondata  da  lei,  oggi  fiori- 
sce. Ella  che,  ricchissima,  frequentava  il  gran 
mondo  per  risparmiarsi  le  utopie  nutrite 
così  spesso  da  chi,  dedicandosi  alla  carità, 
finisce  per  isolarsi  dalla  società,  fu  la  prima 
dama  dell'aristocrazia  che  frequentò  i  tu- 
guri, "  inaugurando  quelle  relazioni  tanto  utili 
tra  i  diversi  Stati  Sociali.  „  Un  interessante 
studio  su  questa  eletta  personalità  femminile 
e  da  cui  tolgo  queste  note,  lo  scrisse  G.  Ma- 
lagodi  il  quale  ci  apprende  che  la  Baronessa 
Burdett  Coutts  era  una  grande  protettrice  di 
artisti  e  letterati.  Si  rivolse  a  Dickens  perchè 
scrivesse  una  circolare  che  richiamasse  l'ope- 
rosa pietà  delle  signori  inglesi,  attorno  a 
tante  poverette  sviate  dal  retto  cammino. 
L'egregia  donna  che  va  considerata  come  la 
personificazione  dello  spirito  caritatevole,  che 
1  poveri  di  Londra  hanno  pianta  come  una 
madre,  alla  cui  necrologia  tutti  i  giornali  lon- 
dinesi riservarono  la  prima  pagina,  soleva 
dire,  alcuni  anni  sono,  di  non  essersi  lasciata 
estorcere  denari  dai  ciarlatani  e  dagli  impo- 
stori quel  denaro  che  essa  secondo  una  sua 
espressione,  "  doveva  agli  infelici  e  al  mi- 
seri. „ 

Per  lei  mi  piace  di  ripetere  1  versi  di 
Leonardo:  ^^.^^^ 

Come  una  giornata  bene  spesa  dà  lieto  dor- 
Cosi  una  vita  bene  spesa  dà  lieto  morire. 

Ho  notato  spesso  che,  a  intralciare  l'opera 
altamente  umanitaria  di  tante  istituzioni,  vi 
sono  parecchi  microbi  patogeni:  la  politica, 
l'intransigenza  religiosa,  la  rivalità,  e  il  me- 
si ierantismo,  che  allontana  i  cuori  ango.sciati 
e  genera  la  gelida  aridezza. 

Quest'  aridezza  è  così  opposta  all'  acco- 
gliente pietà  di  Cristo,  che  specie  quando  la 
si  riscontra  in  persone  religiose,  urta  come 
un'irrisione.  Io  credo  che  una  delle  prime 
doti  di  chi  si  dedica  al  bene  dei  fratelli,  do- 
vrebbe essere  l'amabilità  e  l'indulgenza. 

Rammento  a  questo  proposito  la  madre 
di  Giovanni  Visconti  Venosta,  la  quale  vo- 
leva "  che  anche  la  virtù   fosse   attraente.  „ 

Bisogna  pagar  d'anima,  mi  pare,  se  si  vuol 
davvero  recare  un  refrigerio  a  chi  soffre; 
ossia  studiare  e  dividere  col  proprio  cuore 
le  sofferenze  altrui. 

Sarebbe  poi  tanto  bello  di  poter  ottenere 
quella  tolleranza  di  cui  alcuni  sacerdoti  di 
altre  religione  ci  danno  così  spesso  un  mi- 
rabile esempio,  e  che  non  si  potrebbe  man- 
car di  praticare  se  si  ramnìentasse    sovente 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


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lig; 

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come  qa«ll«  di  Cari:  •  «]  di 

sopra  di  qaMt*  ptcc  i 

Oj^l  aenUmento  pooo  buono  dovrebbe 
etwr  «cerrnito  oome  scoria  Ingombrante  che 
Inceppa  11  oonsegnlmento  degli  alti  ideali 
delia  carità  umana.  Cerchiamo  di  far  nostro 


l<ttrlc'^ 
Chi  di 
quc.  <] 
plot 

1 
llrr 


giardo  con  la  veridicità. 


i<s   ii'i^ira  v^nrita 


^^HiTTìT?»  qnnlfhi» 


II.  —  Progresso  intellettuale.  •  Elevazione  morale. 

7  :  <ì  >nna  Italiana  e  le  donnt  itWEdtr9), 


81  ebbe  un'Idea  esatta  dell' aL:if:irsi  di 
molte  qoistioni  femmintli,  e  dell.i  ~->>ii.i.kn'  tà 
che  lega  fra  loro  le  donne  dei  vari  paoM,  dal 
ooninresso  tenutosi  a  Milano  nella  Villa  Keale 
nell'aprile  di  quest'anno,  e  promosso  da  nu 
Comitato  di  Signore  del  quale  fecero  parte 
la  Signora  Fonai,  la  Contessa  ParraTietno,  le 
Signore  Magnocwallo-Coari,  e  la  Principessa 
Castelbaroo  d.  .  la. 

Presero  pa  .no  donne  egregie 

per  coltura  e  m  ••  oosa  ammirabile, 

Nin^resso  fu  lufonuato  a  larga  tolleranza. 

Basta,  per  oouTinoersi  di  questo,  notare 
.  itomi  di  alcuni  aderenti,  pervenuti  al  Co- 
mitato, fra  i  quali  ri  sono  quelli  di  mons. 
Bonomelli,  e  Don  Luigi  Vitali,  il  sacerdote 
patriotta.  La  signora  Buchner,  la  signorina 
Luisa  Aozf^tti  e  la  Contessa  ParraTicini 
UeTel,  erano  le  Presidenti,  e  t  temi  da  stu- 
diare furono:  L.  Il  programma  minimo  fem- 
minista. —  2.  Le  Istituzioni  economiche  e  la 
donna.  —  3.  La  donna  nella  pubblica  mora- 
lità. —  4.  La  donoa  nell'uOlcio  del  lavoro.  — 
5.  n  coordinamento  delle  opere  di  pubblica 
beneficenza.  —  «  <-.rr.r.,  f-.m".....!..  f.'nrien- 
taxione  nnoTa  come 

ben  ossenrava  .  rirelo 

nell' assiduità  delie  irequeniainci  ano  iiedute 
che  occuparono  eirea  olnque  ore  fr^  la  mat- 
tina ed  il  pomerlcgto,  •  l'aniiiusione  delle 
disoOMloni  sempre  serie  e  STolte  con  ordine. 
Gli  attriti  UeTl  e  facHmente  sedaU  dalla  pre- 
sidentessa, erano  piottoato  sintomi  dello  zelo 
spiegato  da  ogni  relatrice,  che  di  divergenze 
profonde  sul  modo  di  agire.  Per  quello  che 
coocerneTt  il  tema:  *  l' ufflcio  del  lavoro  e  la 
donna,  fu  approvato  all'unanimità  un  ordine 
del  giorno  reclamante  la  riforma  in  senso 
democratico  del  Consiglio  superiore  del  la- 
voro, il  quale  dovrebbe  componi  soltanto  del 
rappresentanti  del  pubblici  pot^  e  delle  as- 
sociazioni operaie,  perdendo  rStoale  carat- 
tere eccessivamente  parlamentare,  e  recla- 
mante pure  r ingresso  in  esM  della  donna: 
cosa  questa  che  dovrebbe  formare  oggetto  di 
forte  agitazione  da  parte  delle  a<tsoclaztoni 
oo«»rale  femminili. 


Uni  discussione  venne  intavolata  snll.! 
necessità  di  una  cultura  preparatoria  per  chi 
entra  a  far  parte  delle  istituzioni  di  benefi- 
cenza. Le  signore  Majno  e  Malnati  non  la 
credettero  necessaria;  la  prima  propose  In- 
vece di  coordinare  le  Istituzioni  esist«-iitl  in 
modo  che  permettano  una  conoscenza  i<iii 
esatta  del  bisogni  del  povero,  la  <>•'  :  !:i 
caldeggiò  delle  pubM 
dere  le  leggi  riferent 
un  dibattito  si  accor  1 

giorno  della  prof.  Boscltfttt,  che  dice\.i  ir.i 
l'altro:  "  Il  Con^jresso  afferma  la  nerr.^ita 
di  completare  l'istruzione  femminile  c< ni  in 
insegnamento  teorico  pratico  del  lavora  >•- 
ciale;  la  necessità  di  una  forte  aglta/Kni.' 
per  ottenere  che  in  ogni  amministrazione  d  I 
Opere  Pie  vengano  nominate,  come  di  di- 
ritto, le  donne,  e  la  necessità  di  unire  Io 
sforzo  delle  donne  italiane  per  ottenere  il 
coordinamento  delle  opere  di  beneflcenza,  eo. 

Sulla  *  donna  e  la  pubblica  moralità,  .  la 
seduta  si  aperse  con  Timporunto  e  chiara 
relazione  della  signora  Buohner,  a  cui  fec<- 
seguito  quella  del  professor  Bettazzi  sulle 
stesso  tema.  A  questa  tenne  dietro  una  vera 
gara  di  provvidi  consigli  per  la  salvezza  di 
tante  povere  donne  In  balia  di  un  deaUoo 
raccapricciante. 

81  citarono  fatti  che  sasoltarono  lo  «drj^ri" 
e  la  pietà  commossa  deipresent: 
in  proposito  le  signore  Mi^no 
Conte  Valmarana:   la  Contessa   i 
Bével  diede  notizia  dell'adesione  invtau  al 
Convegno  dal  Consiglio  Nazionale  delle  donn.- 
lUllane. 

La  signora  Nedlato  riferì  intorno  al  te- 
ma; "  La  Stampa  femminile.  .  La  confereii- 
siera  dimoatrit  ••  -  —  -•  Ma  Stampa  in 

ogni  momento  ione  social* . 

ciu  ohe  spiega  l  ma  entri  an- 

che in  questa  nuova  via  ;  •■  {ir.* sento  un  suo 
ordine  del  giorno  pieno  dt  praticità  e  di  idee 
profonde. 

A  discnssioi  •  «l'i»*- 

st' ordine  del  e;  -ut.* 

i-h«>  1»  donna  h-  ..   .._  , -     j^a  una 


CONTRO  TOSSI   E 

CflTflRRf  USATE 

SGMPRC 


PANERAJ 


P/l  STIGLI  E, 

eESTRATTO-:ìc- 


432  - 


missione  da  compiere  in  difesa  di  so,  del- 
l'infanzia della  pubblica  moralità  e  d'ogni 
altra  nobile  causa  si  fanno  voti  perchè  si  pre- 
pari la  donna  ad  esplicarsi  in  questo  campo.  .„ 

Venne  pure  letto  ed  approvato  un  tele- 
gramma chiudente  il  diritto  del  voto  ammi- 
nistrativo per  le  donne,  diritto  che  doveva 
più  tardi  (nel  luglio)  esser  studiato  da  un'ap- 
posita commissione.  La  commissione  richiese 
per  prima  cosa  di  conoscere  press' a  poco  il 
numero  delle  donne  comprese  in  alcune  ca- 
tegorie a  cui  sarebbe  concesso  con  probabi- 
lità di  votare. 

A  congresso  finito,  la  scambievole  corte- 
sia delle  intervenute  era  più  vivace  che  mai, 
e  l'impressione  generale  di  quanti  parteci- 
parono al  Convegno,  fu  la  soddisfazione  per 
la  serietà,  l' ordine,  la  reciproca  tolleranza 
che  lo  avevano  reso  ammirabile. 

Dopo  il  ringraziamento  all'adunanza  e  le 
parole  di  congedo  pronunciate  dalla  signora 
Buchner,  la  signorina  Anzoletti  ringraziò  alla 
sua  volta  la  signora  Buchner,  "  l'impareggia- 
bile conduttrice  della  nostra  pacifica  ma  non 
Imbelle  campagna,  „  le  relatrici  e  la  stampa 
cittadina  che  si  valido  appoggio  diede  al  con- 
vegno, raccogliendo  su  di  esso  la  pubblica 
simpatia,  e  mettendone  in  rilievo  la  serietà. 
Si  augurò  ohe  la  cordiale  intesa  fra  i  diversi 
gruppi  delle  aderenti  si  mantenga  nell'azione 
cui  il  convegno  darà  vita,  fondata  sul  reci- 
proco rispetto  del  carattere  morale  e  sulla 
rettitudine  del  buon  senso.  Concluse  ricor- 
dando come  adesso  un  grande  compito  si 
imponga:  di  evitare  che  a  questo  fortunato 
episodio  del  risorgimento  femminile  tengano 
dietro  stanchezza  o  sconforti  atti  a  giustifi- 
care un  movimento  contrario  dell'opinione 
pubblica  ed  il  conseguente  ritorno  delle  cose 
allo  stato  di  prima. 

Il  peimltirao  congresso  femminile  ebbe 
luogo  a  Berlino  nel  1904;  e  venne  fissata 
Roma  per  sede  del  nuovo  Congresso  indetto 
pel  1908. 

Kispecchia  in  modo  esatto  tutto  questo 
fervido  lavorio  d'ingegni,  tutto  questo  ane- 
lare di  cuori  ad  un  progresso  morale,  il  gior- 
nale fondato  quest'anno  a  Roma  da  Sofia  Bisi 
Albini,  dal  titolo:  "  Vita  femminile  Italiana.  „ 

Prima  di  questa  creazione,  si  sentiva  la 
mancanza  di  un  periodico  che  fosse  davvero 
l'organo  del  movimento  femminile  d'Italia. 
Non  è  che  manchino  giornali  dedicati  alle 
signore.  Ma  santo  Cielo!  quanto  spesso  sono 
appena  gingilli  in  cui  il  pensiero  moderno, 
vigoroso  e  umanitario,  vi  è  consider^ato  come 
uno  Sport,  in  cui  non  si  capisce  la  vita  senza 
il  turbine  dei  balli,  in  cui  la  moda  è  la  ti- 
ranna venerata,  sicché  la  dispendiosa  ele- 
ganza tiene  il  posto  dell'arte  vera. 

È  dunque  stata  un'ottima  ispirazione, 
quella  di  riempire  questa  lacuna.  Sfogliando 
l'elegante  periodico  diretto  da  Sofia  Bisi  Al- 
bini, apprendiamo  che  questo  pubblica  atti 
e  notizie  del  Consiglio  Nazionale  delle  Donne 
Italiane,  della  Cooperativa  Industrie  femmi- 
nili Italiane,  e  vi  scorgiamo,  fra  le  collabora- 
trici i  nomi  più  simpatici  della  nostra  lette- 
ratura femminile,  oltre  ad  una  palestra,  direi 
ove  si  esplicano  gli  ingegni  di  molte  elette, 
abituate  a  pensare  altamente  in  fatto  di  mo- 
rale e  di  filantropia. 


Le  istituzioni  benefiche  o  educative,  l'edu- 
cazione dei  tìgli,  la  donna  nella  casa,  negli 
opifici,  in  campagna,  nei  laboratori,  la  rasse- 
gna delle  riviste  estere  più  importanti  per 
gl'interessi  femminili,  e  delle  pubblicazioni 
di  economia,  scienze,  lettere,  arti,  sono  scelte 
con  sapienza  come  vi  son  studiate  con  amore 
le  più  ardue  quistioni  di  morale.  Sappiamo 
da  queste  pagine  di  cui  cerco  darvi  qualche 
idea,  che  Lady  Aberdeen  moglie  del  viceré 
d'Irlanda,  e  benemerita  presidente  del  Con- 
siglio Internazionale  delle  donne,  viaggiò  l'Eu- 
ropa e  venne  in  Italia  allo  scopo  di  fortifi- 
care la  solidarietà  di  tutti  i  Consigli  esistenti. 

Parecchie  sezioni  si  dividono  l'arduo  com- 
pito del  Consiglio  Internazionale  :  per  ciò  che 
riguarda  l'Italia:  Sezione  Educativa  —  Vita 
Cittadina  —  Assistenza  legislativa  —  Moralità 
pubblica  —  Pace  —  Igiene. 

Felicita  Buchner  fa  sentire  per  mezzo  di 
questa  rivista  le  sue  parole  a  volte  sferzanti 
come  staffilate,  ma  benefiche  come  il  ferro 
d'un  chirurgo,  e  che  insegnano  la  missione 
della  donna  nella  lotta  contro  l'immoralità, 
e  Dora  Melegai'i  ci  esprime  i  suoi  pensieri 
profondi  sui  criminali  incoscienti,  ella  che 
già  ci  ha  dato  quel  libro  interessante  e  pre- 
zioso, dal  titolo  Faiseurs  de  peines  et  faiseurs 
de  joies.  Clelia  Fano  poi,  si  occupa  dell' edu- 
cazine  professionale  della  donna,  con  saga- 
cia e  competenza. 

Tra  le  manifestazioni  di  filantropia  fem- 
minile che  si  esplicano,  non  più  in  pagine 
dense  di  pensiero  ma  in  utili  istituzioni,  no- 
terò la  fondazione  delle  case  per  le  impie- 
gate di  Roma,  ove  tante  fanciulle,  che  do- 
vrebbero vivere  stentatamente  e  forse  in  un 
malsano  ambiente  morale  trovano,  invece, 
tutto  quanto  di  meglio  può    convenir   loro. 

A  Milano,  la  Scuola  gratuita  per  i  com- 
messi e  le  commesse  dell'Unione  Coopera- 
tiva, che  si  impartisce  per  turno  nei  locali 
stessi  doli" azienda,  permette  anche  a  tante 
fanciulle  di  perfezionarsi  nell'italiano,  di  im- 
parare francese,  computisteria,  calligrafia,  ciò 
che  dà  il  mezzo  alle  ragazze  che  sentono 
vivo  il  desiderio  di  studiare,  di  divenire  da 
apprendiste  o  operaie,  commesse  ed  impie- 
gate valenti. 

A  Genova,  un  Comitato  nel  quale  v'hanno 
nomi  di  egregie  signore,  pensò  di  raccogliere 
gli  orfani  del  mare:  e  l'istituto  fiorisci. 

A  Palermo  dà  vita  ad  un'opera  di  eleva- 
zione morale  della  donna,  la  signorina  Irene 
Tocco,  fondando  la  Società  femminile  di  mutuo 
Soccorso,  che  distribuisce  pure  denaro  in  caso 
di  malattia,  e  che  apri  da  tempo  una  Scuola 
Serale  per  le  annlfahele. 

A  Firenze  un'altra  donna  testé  rapita  alla 
gratitudine  del  popolo  tutto,  lascia  una  no- 
bile traccia  delia  sua  esistenza.  È  questa 
donna  la  signorina  Luisa  André,  figlia  di 
un  pastore  evangelico,  nata  a  Ginevra.  Ella 
fondò  V Asilo-Iìifuijio  ove  accoglieva  una  ter- 
ribile famiglia  di  vagabondi,  pregiudicati  e 
reietti,  riuscendo  a  compiere  a  volte  con- 
versioni miracolose,  e  andando  a  cercare, 
per  ricoverarli  e  redimerli,  i  più  pericolosi 
soggetti.  Pi.\V Asilo- Rifugio,  Luisa  André  lasciò 
le  ultime  sue  duemila  lire. 

La  Regina  Elena  che  dell'elevamento  mo- 
rale della  donna  s'interessa  vivamente,  dopo 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gii  unici  perfetti. 


-  jon 


a    vili- 
cui  kIà 


ola  è  U 
membri 


!>mm(nl!f» .  non  c.M»tf«ntft  Ai  vc- 


M«  fiancMé  tundAta  nel  isTV. 


«.lai  Marchese 
'.  re. 

.1  fr«  donne, 
.  del  suolo  pa- 
coinmoveute 
•  luandi»  u  tri.riia'i-  -  La  liouna.  di  Torino 
fec«  au  appello  alle  donne  Italiane  invitan- 
dole a  una  manifestazione  di  simpatia  col 
plebiscito  in  omaggio  a  Lucia  Dreyfus,  la 
moglie  dell'eroe  dell'Isola  del  Diavolo.  Da 
ogni  parte  del  nostro  paese  dovevano  essere 
e  furono  in  fatti  spodìto  cartoline  con  frasi 
d'au^mrio.  Le  cartoline  postali  raccolte  fu- 
ro—   ,^.„.- .  .«.  .....  ......i,,.  .,,j  gj  deve  te- 

1:  tlia  si  aggiun- 

se •  prime  classi 

■..!.;  j:.ni;ile 
.  l;  •,■  ■     -    \\  1-.  ^.   e 
■..•1   iniDt.ui.   -•    (L'ile 
.  scnttrlci  nostre.  Il  5  febbraio  il  di- 
di  Donma  faceva  il  suo  rtsoconto  in- 
aila visita  fatta  alla  signora   Dreyfus, 
alU  quale  venivano  conse»;nati  gli  albam.  Lo 
st««ao  giornale  riferiva  la  breve  ed  efficace  ri- 
sposta dell'insigne  donna  francese  alle  donne 
d'Italia,  che   in  gran   parte   già   la  conosce- 
vano,  non   solo  per  i  grandi  dolori   sofferti, 
ma  per  le  sue  lettere  al   marito   pubblicate 
e  lette  anche   fra   noi.  e   che   rivelavano   la 
tempra    sublime   di  donna  soave  e  forte,  la 
C'  «lapiente  che  conos<'e    tutte    le 

<*.  .i:isie  e  le  abne^razfoni  dell'amore. 

I  Fratifia  da  alcuni  anni  si  va 
acoc'Utuaiidu  un  benefico  risveglio  delle  oo- 
sctenze  femminili. 

ir>r>uato  qacAto  pa«se.  fino  dal  1901.  acco- 
on  riverenza  le  parole  di  AL">«  Paul  de 
erger  De  Witt.  che  col  suo  appello 
Moe  richiamava  Io  sguardo  distratto 
>'  dame  sulle  miserie  di  molte  diagra- 
T  coraggiosa  fliantrnpa  rimproverava 
in  genere:  "Percii- 
^tano  d'Ile  zone  i:: 
le  noi  dobbiamo  .t 
bba  svanire?  gli  orfani,  i  malati  i  lutuuo 
.ille  vostre  cure  ed  alle  vostre  preoo- 

!ii,  ma  delle  creature  4fee  dovrebbero 

-nere  pre>*r%-ate  dal  contagio  morale,  e  non 
-sendolo  vi  soccombono,  non  v'interessano 
più!  Vorrei  sapere,   allora,  a  chi  devono  in- 
teressare !  - 


M.—  1 
prttldente  dell'  L/ni"> 


hi,HH«  ft-anetMì 


Molte  signore   f:  no 

attivamente  di  cos»  ir- 

te   delle    LtUjhr  prr  ha 

signora  Giaila  Feris    :  u- 

tebiri.   "  L'educazioii'  /a 

dopo  la  scuola,  la  reila-.' Il  !'•! 

patronato,  furono  le  prime  cose  a  cut  sr 
tercssarono  le  signore  Iscritte  ,  si  legge  n 
resoconto.  E  il  Comitato  Femminile  lo  in- 
viamo pure  presso  ogni  circolo  maschile  della 
Lega,  perchè,  come  pregava  la  circolare,  'le 
signore  incoraggiassero  le  istituzioni  scola- 
stiche dcl'.a  regione. , 

Il  progresso  delle  idee  femminili  in  Spagna 
è  assai  più  lento,  tanto  che  non  v'è  neppni' 
un  giornale  per  le  signore,  e  non  vi  sono  e 
coli  femminili. 

Il  Portogallo  pure  non  è  certo  fra  gli  8t,i 
che   abbiano  molte  pioniere  del  progress ' 
L'ultimo  att4)  omipiuto  da  una  donna  cb> 
attirò  lul  Portogallo  l'attenzione  delle  altre 
nazioni,  fu  qu<>llo  della   Regina  Amalia,  ch(» 
salvò  un  pes     '  '  licolo  di  morte,  g*' 

tandosi  tm  ]■  mare.  La  fune  e! 

doveva  perni'  t  mpiere  il  salvatagt: 

/•>  a  un  tratto,  e  senza  il  valido  aiuto 
i.:lna,  li  pescatore  sarebbe  stato  tr»> 
l'ornata  a  palazzo  la  Sovrana  tacque 
più  che  potè  r accaduto;  ma  il  povero  pe- 
scatore pensate  se  rimase  zitto! 

Le  Prinetpcssa  ereditaria  Olga  di  Grecia, 
si  occupò  alacremente  della  Hocietà  per  la 
difluslone  dei  libri  utili  avente  per  isoopo 
l'educazione  morale  e  Intellettuale  del  po- 
polo mediante  la  lettura  di   libri   buoni,  o 


SuorcScifini 

k  VINI  -  LIQUORI  •  VEKSO-JTn  -  C 


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SPECIALITÀ  DELLA  CASA 

3^.sco  Monaco  e  Jigli 


di  CATANIA 

VINI  -  LIQUORI  •  VZItlOUTn  -  CHAMPAONB 


-  434  - 


fiuadri  nartnrali,  opUsooH,  fr.gli  volanti,  ec. 
Fino  dal  1901  a  tale  fondazione  venne  aggve- 
{,'ata  qnella  di  biblioteohiue  circolanti  per  le 
scuole  elementari  e  medie. 

La  donna  Itussa  che  ha  sempre  avuto  un 
grande  entusiasmo  per  la  coltura,  tanto  che 
a  volte,  se  i  suoi  mezzi  glielo  permettono,  le 
dedica  gran  parte  della  vitaguada.;,'nandosi  di 
mano  in  mano  parecchie  lauree,  ora  ò  tutta 
votata  al  suo  sogno  di  libertà. 

Per  avere  un  compare  che  l'aiuti  nello 
scopo  di  propaganda  politica,  essa  contrae 
spesso  il  COSI  detto  "  matrimonio  perla  causa  ., 
ossia  per  l'ideale  patrio.  Compiuta  la  ceri- 
monia nuziale,  gli  sposi  si  lasciano,  e  cuuti- 
nuano  ciascuno  dal  canto  loro  i  lavori  di 
conferenziere,  scrittore,  ec.  Ma  quando  e'  è 
da  operare,  da  prender  parte  ad  un  com- 
plotto, da  scrivere  o  distribuire  un  proclama, 
e  l'opera  pex'sonale  abbisogna  di  esser  coa- 
diuvata in  modo  valido,  i  due  richiedono 
r  aiuto  reciproco.  E  non  è  raro  il  caso  che 
il  compagno  della  propaganda,  e  la  compa- 
gna che  ne  porta  il  nome  e  che  quindi  gode 
maggior  libertà  essendo  signora  e  non  dipen- 
dendo più  dalla  famiglia,  rimangan  vittime 
entrambi  dello  scoppio  di  qualche  bomba  da 
loro  stessi  preparata. 

In  Germania  vi  sono  molte  iniziative  utili 
che  servono  alla  donna  degli  opifici.  Va  messa 
fra  queste  la  Confidente  delle  operaie,  che  è 
una  signora  o  una  signorina  che  abita  nello 
stabilimento  industriale,  ed  esercita  sulle  don- 
ne ivi  impiegate  una  vigilanza  materna,  an- 
dando a  trovarle,  scambiando  molte  idee  con 
loro,  facendo  insieme  scampagnate  nella  buona 
stagione,  consigliandole  se  scoraggiate,  an- 
dando a  curarle  se  malate.  Nei  laboi-atori 
misti  tale  sorveglianza  diede  ottimi  resultati. 
Sempre  in  Germania  si  vede  fiorire  la  col- 
tura agl'aria  della  donna,  in  Baviera,  in  Prus- 
sia ed  in  Sassonia.  In  quest'ultimo  paese 
nella  scuola  agraria  s'insegna  l'economia  do- 
mestica, la  fabbricazione  del  burro,  del  for- 
maggio, la  pollicoltura,  i  lavori  del  giardino 
e  dell'orto,  l'allevamento  delle  vaccine  e  dei 
suini. 

La  possibilità  che  la  donna  maiilata  e  che 
frequenta  gli  opifici  non  venyra  al  tutto  sot- 
tratta alla  sua  famiglia,  fa  si  che  in  Germania 
il  D.""  Schoemerus  proponga  agli  industriali 
di  dividere  in  due  squadre  le  operaie,  for- 
mando cosi  la  squadra  delle  ragazze  e  quella 
delle  donne  maritate,  una  che  lavora  la  sera, 
l'altra  la  mattina.  Questo  nuovo  sistema  di 
suddivider  le  ore  di  lavoro,  ott'rirebbe  il  van- 
taggio, come  osserva  un  pratico  articolo,  "  di 
persuadere  alle  ragazze  di  addestrai-si  ai  la- 
vori casalinghi  per  modo  che  non  siano  di- 
sordinate o  inetto  quando  avranno  un  nido 

(li    suo.  ri 

Nell'intento  di  creare  un  centro  adatto 
per  discutere  e  scambiarsi  idee  reciproche, 
si  fondò  a  Vienna,  di  recente,  un  club  fem- 
minile, ove  trovano  simpatiche  riunioni  tante 
signore  che  altrimenti  sarebbero  obbligate  a 
una  vita  atl'atto  solitaria.  Molto  compagne  di 
lavoro  hanno  contratte  amicizie  aflettuose  e 
desinano  colle  conoscenti  predilette;  poi  pas- 
sano nelle  sale  di  letture  o  conferenze.  Qui 
una  volta  al  mese  vi  si  tengono  conversazioni 
sugli  interessi  femminili.  La  musica  rallegra 


i  five  o'  clock,  e  delle  letture  inlei'éssatiti  ren- 
dono piacevoli  le  serate. 

L' Inghilterra  che  già  da  anni  aveva  isti- 
tuite case  per  orfani  e  orfane  di  madre,  ne 
fondò  una  nuova  quest'anno  a  Uouslow,  di 
cui  merita  davvero  di  parlare.  Un  bel  villino 
in  postura  ridente,  con  boschi  d'into  no  ac- 
coglie i  poveri  esserini  che  rimangono  privi 
della  loro  mamma,  dai  cinque  anni  in  su. 
Il  babbo  paga  por  loro  una  modica  retta, 
ed  essi  hanno  bambinaie,  buone  maestre, 
vitto  sano,  ottimo  ambiente  morale.  Fra  1 
migliori  resultati  di  quest'  istituzione,  vanno 
annoverati  questi,  che  il  babbo  non  è  obbli- 
gato né  a  dare  una  matrigna  ai  tìgli,  per 
l'urgenza  di  dar  loro  una  bambinaia,  come 
accade  pur  troppo  di  frequent:j  fra  di  noi, 
e  che  il  padre  non  si  disinteressa  dei  figli, 
dovendo  provvedere  alle  rate  pel  loro  man- 
tenimento. Se  però  il  padre  non  lo  potesse, 
dei  benefattori,  come  accade  sovente,  paghe- 
rebbero per  lui. 

Pure  in  Inghilterra  troviamo  un  esempio 
commovente  di  altruismo  in  prò  di  ogni  crea- 
tura bisognosa  di  redenzione  morale.  Voglio 
alludere  a  Josephine  E.  Butler,  morta  nel- 
l'età di  79  anni  il  3  gennaio  u.  s. 

Q.aesta  signora,  moglie  di  un  valente  pro- 
fessore, ebbe  larga  coltura,  fu  amica  di  uo- 
mini illustri,  scrittrice  di  alcune  opere  pre- 
gevoli, musicista  e  pittrice  distinta.  La  crociata 
condotta  dalla  signora  Butler  contro  certe  im- 
moralità, la  fece  a  torto  considerare,  in  quei 
tempi  lontani,  ofifuscati  da  un  falso  pudore, 
come  persona  pericolosa  e  da  non  riceversi 
nelle  famiglie.  Di  questo  l'egregia  donna  sof- 
ferse molto;  ma  ciò  non  valse  a  sviarla  dalla 
sua  mèta  ch'era  un  fulgido  ideale  di  bene. 
Immagino  che  questa  eletta  signora  credesse 
che  si  debba,  allontanarsi  da  tutto  quello  che 
è  male,  quando  non  si  può  rimanere  che 
spettatori;  ma  avvicinarsi  al  male,  quando 
la  nostra  carità  ci  dà  la  speranza  di  guarirlo. 

Un  ramo  della  coltura  femminile,  la  mu- 
sica, ha  nella  Svizzera,  e  precisamente  nel 
conservatorio  di  Ginevra,  un  nuovo  apostolo, 
come  si  legge  nella  Vie  Illnstrée.  È  questo  il 
prof.  Giacomo  Dalcroze,  che  impartisce  l'in- 
segnamento musicale  anche  a  tante  giovi- 
nette, insegnando  loro,  prima  della  musica, 
la  ginnastica  ritmica.  Il  prof.  Dalcroze  invece 
di  pretendere,  come  si  fa  generalmente  per 
l'insegnamento  della  musica,  di  apprendere 
ritmo,  suono  o  meccanismo  insieme,  comin- 
cia coi  dare  all'alunna  la  coscienza  del  ritmo, 
esercitandola  al  punto  da  rendere  indipen- 
denti con  vari  movimenti,  le  parti  del  suo 
corpo.  Ottenuto  ciò  egli  passa  a  insegnare  il 
suono.  "Tutto  quanto  il  corpo „  dice  il  Dal- 
croze "  deve  scandersi  al  vibrare  del  periodo 
sonoro,  perchè  il  corpo  sta  al  ritmo  come 
l'orecchio  sta  alla  sonorità.  „ 

11  problema  della  coltura  occupa  anche  la 
mente  degli  intellettuali  danesi,  che  vogliono 
educare  la  donna  all'amore  del  lavoro,  perchè 
essa,  in  Danimarca,  deve  spesso  lavorar  per 
sé  e  per  aiutar  il  suo  compagno.  "Amare  la 
vita„  è  uno  degli  insegnamenti  religiosi,  si 
legge  nel  Cro[/iw>lo  in  un  interessante  arti- 
colo ohe  riassumo,  e  questo  precetto  informa 
tutta  l'opera  danese  ad  una  costante  e  se- 
rena  alacrità. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


■«j»i 


>  utili  |>er  la  cutiversar.ione. 

".   nel   sotterraneo   del'a  scuol.i. 

■  -'-rdinate  dallo  stende  allieve 

la  lezione  di  K'Astrononila 

lica  ©  pratico.  Poi  v'è  l'or» 

"'j'i.  (i>'i:a  ginna!>tica  e  del  ballo,  cbc 

obbligatorio  ma  che  molte  imparano 


liei 

i  ]•)  in*M>)fMaotl 
masi  inNHohlll: 
o  non  baniii» 
alle  opoie  di 
'  -•••  ni  sono 
■I  e  degli 
.fn>  Tal- 


occupato  spcrialmente  •; 
iuferuii,  hall  Inttito  «tii 
ooolismo,  ha-   -  -  "im, 

ed    Ufflci  di    <-  ;h.'t 

i  sessi.  Qutli  fofl 

titubanze  il  so»><>  fniti*  a)>l>:;i  s-  .•••n.Iaio  tante 
ilformc  femminile,  e  il  fatto  che  fino  ad  or* 


La    CAJtA    TKR    LE    IMI'IEOA TK    A    l'AKIOI.    -    L  XA    1  AMi:iIA 


AI.     1   LIMO    I'IA>"« 


perchè  Insegnato  nel  ir'"'"  f.i'ii.'re  sì  da 
farne  aa  eaercUio  arti>-  leo.  I  pa- 

renti kono  speMo  prvv  '  lesioni 

ix>me  agli  eÀml,  ok«  la  ìa  vi<.^.^  iii<(eguante 
^omui  oommlaiiooe,  chiedendo  •  volte  con- 
biffilo  si  parenti  col  da  Cani.  Per  qn<^t*abi- 
tudiiK?  le  madri  sgridano  e  con-  sso 

l<-  t);:l:e  III  presenza  di  chi  a.>>  va 

d'esame,   no  t-be  a  noi,  abltii  i  litri 

«mbieuti,  fa  veramente  stapor».  Le  It^zioni 
durano  dalle  9  alle  2  o  atta  3. 

I>ove  la  ooltara  è  aasaAiffosa  è  in  Fin- 


tanto che  gli  analfabeti  sono  raris- 

la  donna  segue  1  corsi  di  cultura  su- 

iesiderlo  d'istruirsi,  anche 

ti  richiedono  ch'ella  lavori 

;  din»  che  <opn»  4000  glo- 

'  -oudarte, 

ricevere 

■'  studen- 


la-  d. 
»imì; 
p.-ii. 

>e  i  > 
per  > 

\aMi 

;:ra<li 

Ne«li  impieghi  delle  banche,  le  donne  ten- 
_i>no  il  priuiu  posto,  e  vi  concorrono  signo- 

Bcilezza  del  viso  coir  uso  del  LAHE  ANTEFEUCO  o  Latte  Candès.  Vedtrt  U  wtodo  ditervirttM 

...  _  _  ■      _.  u:ìla  i»  DOfihia  della  coitei  fitta  dtl  vtiumt,  . 


la  donna  Finlandese  pur  occupandosi  con  taiitt 
solerzia  di  arsomeuU  gravi,  e  di  studi  p 
fondi,  seppe  mantenersi  buona  madre.  «<: 
essa  la  prima  Istitutrioe  de'  suoi  n  .li  sik 
se  ricca,  cosa  pur  troppo  che  in  Italia  si  v< 
molto  di  rado! 

In    America  già  da    i;  vi  sono 

quelle  utili  case  che  Oftp  i-ntesse. 

ed  in  cui  si  trovsno  sai<  •nz*-.  bi- 

blioteche, ecc.  Sul  moftetlt)  di  4UC!.ti  j 
pensioni,  sorge  a  l'.-iri;;!  una  <-asa  {>' 
piei,'atc,  e   un'altra   .ic  Mirgvra  fra 
Milano.   Tali  gencti   di   pt.isioni  si 
pure   in  Svizr^ra  ed   in  Norvegia.    M 

drtch,  la  pre-;-^  ...    ^  n..  f...  ».• 

nicipalt  di  >• 

conferenzji    ì, 

Bionaie  -/V  7<    /< 

di  quest'.i-iii    .'•!;.  .1   -  . 

700  dojiii-    «••■•:?•   •••     > 

rammitUstra/.     .  : 

utili  ad  ogni  i  •    .■       -  'H 

queste  opere  m  la  r;>t  ...  ,;''«» 


--  436  - 


(VTnformrtzion!  ed  Indicatore  della  lieneficema. 
Anche  a  Parigi  se  ne  conta  uno.  per  merito 
della  signora  Lefebvre  e  della  Società  di  Or- 
ganizzazione di  Londra  e  New  York  che  intra- 
prende pratiche  per  soddisfare  a  domande  di 
sussidio,  indica  le  più  adatte  istituzioni  di  be- 
neficenza, prende  determinazioni  urgenti,  ec. 
A  Roma  la  Contessa  Pasolini  fondava  un  ugua- 
le genere  di  uSìl-ìo,  che  visse  due  anni;  ora  la 
Società  Vila  Cittadina  dà  un  nuovo  impulso 
all'opera  utilissima. 

La  signora  Majno  Bronzini  ne  fondò  uno 
p\ire  a  Milano,  che  diede  poi  origine  a  quelli 
di  Firenze  e  Torino. 

Ma  le  donne  Americane,  sempre  instan- 
cabili nella  loro  propaganda,  hanno  ottenuto, 
mesi  sono,  di  far  votare  una  legge  dal  Senato 
di  New^  York  che  equipara  gli  onorari  degli 
uomini  a  quelli  delle  donne. 

Quale  differenza  fra  queste  signore  piene 
di  anima,  che  si  occupano  con  solerzia  di  be- 
neficare e  redimere  di  soccorrere  e  lavorare,  e 
le  donne  di  altri  paesi,  fra  cui  le  greche,  per 
esempio,  dal  bellissimo  tipo  classico,  di  grandi 
occhi  sereni,  ma  dalla  garbata  inerzia,  dai  pre- 
giudizi atavici,  conservati  in  modo  indiscusso. 

Ad  Atene  si  passeggia  lunghe  ore  senza 
incontrare  donne,  e  se  si  vuol  aver  un'idea 
delle  signore  elleniche,  bisogna  gettare  un'oc- 
chiata nei  cortili.  Non  si  vedono  mai  nei  cafl"è 
neppure  col  marito  o  coi  parenti,  ed  hanno 
ancora  l'idea  che  una  donna  debba  mostrarsi 
in  pubblico  il  meno  possibile.  Ma  siccome  il 
sesso  forte  è  molto  retrogrado,  così  si  mo- 
stra assai  contento  di  questo  stato  di  cose; 
d'altronde  sembra  che  la  famiglia  greca  sia 
un'ideale  di  moralità.  Il  costume  greco,  or- 
mai abbandonato  anche  dalla  doinia,  lo  si 
vede  pur  sempi*e  nelle  campagne,  ove  porta 
la  nota  pittorica  dei  suoi  ricami  a  vivaci  co- 
lori. La  signora  greca,  anche  se  ricca,  amala 
grande  semplicità  della  casa,  ed  è  aftezionata 
alla  pacifica  monotonia  del  suo  tenore  di  vita. 
Ma  non  vi  stupite,  lettrici,  di  quest'esistenza 
hamholesca  ! 

C'è  ben  altro I 

La  Rivista  Coenohltini  riporta  una  lettera 
di  una  giovine  araba  dell'Aralz,  in  cui  questa 
si  dice  molto  fiera  de'costumi  orientali,  e  sde- 
gnosa di  sentir  chiamare  schiava  la  donna 
mussulmana. 

"  Le  europee  che  visitarono,  essa  scrive, 
i  nostri  harem,  debbono  aver  riportata  un'im- 
pressione edificante  della  purezza  dei  nostri 
costumi  (!),  delle  dolcezze  delle  nostre  sfere  (!!) 
che  vivono  in  pace  amandosi,  e  amando  in- 
sieme lo  sposo  comune.  „  Eh,  dico  io,  chi  si 
contenta  gode! 

La  giovine  araba  prosegue,  dicendo  che 
loro  donne  hunno  un  vero  raccapriccio  per 
1(!  occupazioni  e  il  genere  di  vita  delle  nostre 
connazionali.  "  Il  nostro  gran  Profeta,  ^  con- 
tinua poi,  "  disse  che  la  donna  è  il  profumo,  il 


gioiello  del  mondo.  Il  Mussulmano,  penetrato 
da  questa  massima,  non  lascia  i  suoi  gioielli 
in  giro  per  le  strade,  e  racchiude  in  una  boc- 
cetta le  preziose  essenze  riconfortanti.  „  Vi 
stupite  signore?  Ma  sapete  pure  che  tutti  i 
giudizi  che  si  danno,  dipendono  molto  dal 
punto  di  vista  scelto  per  osservar  le  cose  da 
giudicare!  Dunque  avanti  con  coraggio. 

"  Non  si  vede  mai,  „  prosegue  la  sdegnata 
giovane  araba,  "  pi-esso  i  Mussulmani  l'iniquo 
spettacolo  di  una  sposa  obbligata  a  lavorare 
per  guadagnarsi  la  vita.  Da  noi  l'uomo  prov- 
vede largamente  e  da  solo,  ai  bisogni  delle 
loro  spese.  „ 

—  Così,  noi  europee  possiamo  sgolarci  a 
gridare  che  appunto  l'aver  trattata  la  donna 
come  un  oggetto  di  lusso,  portò  l'indeboli- 
mento della  razza  e  la  decadenza  della  ci- 
viltà antica  dell'  Islam,  e  che  fu  un  tempo 
meravigliosa.  Ma  intanto  la  fanciulla  araba 
chiude  il  suo  articolo  dicendo  che  "  gli  am- 
bienti domestici  dei  Mussulmani  sono  felici,  n 
sicché,  dico  io,  a  noi  europee  non  resta  che 
da  aggiungere  :  Dolci  sorelle,  contente  voi.... 
Megio  de  cussi  vo  la  podaria  andar!  — 

Non  tutte  le  donne  dell'Oriente  però, 
hanno  un  concetto  così  ideale  della  loro  vita 
e  di  quella  delle  loro  connazionali.  La  si- 
gnora Ayché  Zaìké,  una  colta  signora  turca, 
che  non  potendo  reggere  al  pessimo  regime 
imposto  dalla  civiltà  (?)  orientale,  fuggì  tra- 
vestita in  Inghilterra,  nel  fascicolo  di  gen- 
naio del  "  Ladies  Kealm,  „  ci  parla  con  ben 
altro  tono  di  quella  vita.  Essa  nota  come  la 
coltura  che  s'impartisce  oggi  negli  Harem, 
lascia  indifferente  la  massa  delle  recluse, 
mentre  in  alcune  più  sveglie  ne  acutizza  le 
sofferenze.  Fra  queste  ve  ne  sono  che  recla- 
mano il  diritto  di  vivere  intellettualmente, 
d'esser  considerate  un  po' più  di  un  gingillo, 
senza  sentirsi  soffocare  dall'autorità  del  ma- 
rito, del  padre,  del  figlio  maggiore.  Le  loro 
lettere  ed  i  loro  ninnoli  personali,  sono  sotto 
l'autorità  dell'uomo,  il  quale  se  ha  tre  figli 
e  tre  figlie,  richiesto  del  numero  dei  figliuoli, 
risponde  :  tre  !  Le  visite  fra  signore  sono 
rai-e,  anche  perchè  tutti  gli  uomini  della  fami- 
glia debbono  ritirarsi  al  giungere  dell'ospite. 
L'/jarew  conclude  l'articolo,  chiude  in  sé  le 
più  intime  tragedie  causate  anche  dalla  ge- 
losia; ed  il  matrimonio  è  accettato  come  una 
gran  disgrazia  dalla  fanciulla  turca.  Come  ve- 
dete, in  complesso  in  Arabia  le  donne  sono 
più  filosofe. 

Un  proverbio  orientale,  dice  :  "  La  donna 
deve  avere  la  chioma  lunga  e  l' intelligenza 
corta.  „  Ma  siccome,  quanto  alla  chioma  non 
so,  ma  quanto  all'intelligenza  non  è  poi 
tanto  ottusa,  generalmente,  in  tutte  le  donne 
orientali,  così  possiamo  vedere  che  in  Tur- 
chia e'  è  un  fermento  quale  in  .\rab:a  non 
si  saprebbe  capire. 

I  turchi  reclamano  dei  diritti  politici,  cs- 


UN  BEL  SENO 

ottengono  Signore  e  Signoi'ine  col  nostro  metodo  speciale.  —  Effetto  garantito  e 
duraturo.  —  Non  confondere  il  nostro  specifico  con  altri  preparati  che  non  hanno 
dato  mai  risultato.  —  Importante  opuscolo  si  spedisce  gratis,  dietro  carta  da 
visita.  Scrivere  V.  Lagala.  —  ViiCedronia,  'l'i.  —  Napoli  (Italial. 


«tjjnor*  ture».  Nouryò  No»>rl. 


Llm- 

11  rln- 


conscrTata,  Io  in<'la;;r»ti 


lorm    del    ftontoi 

..il.M.i.lu    !..    -.far 


t  ve!>titA  iill'«;ui-o|>fa,  !HX>llata  ed 

.  Oltre  la  signorina  Nouryè,  fra 

-  ■•••ono  modernamento  v'è  la 

Haydar.  che  esce  per  le  vie 

-tMi«a  il  caratterìstioo  velo 

I  abito  pari|;tno.  ohe  viag» 

lite   e  passa  alcant  mesi 

n-em  persiano  suscitò 

.ce  fraiioese,  la  Prin- 

:  1   riassamo  per  toI, 

>.    pcroiie    vi    facciate   un'idea 

I  lieta  che  queste  poverette  ispi* 

..   >  -  uropee. 

I.a  Principessa  Murat  uarra  come,  dopo 
dieci  «fio mi  di  Tia^o,  bruciata  dal  sole  ar- 
dente del  deserto,  intirizaita  dalla  neve  che 
l'investi  turbinando  al  passag^o  delle  goU 
maJMette,  arrivò  alla  città  di  Chlraz  che  ap- 
pariva  nella  pianura  colle  cupole  delle  sue 
moediee.  Quando  la  dama  giun^  al  palazzo 
della  sposa  (la  prediletta)  del  Sultano,  11  ser- 
Tldorame  accorre  da  tutte  le  parti.  Ella  passa 
per  un  misterioso  viale  di  cipressi,  fitto  d'om- 
bre, ove  un  rivoletto  serpcg^  gorgogliando, 
e  alla  porta  dell'harem  è  accolta  dal  Sul- 
tano Abdul  Hamid  II  che  le  fa  un  compli- 
mento fiorito  come  il  suo  giardino,  e  la  gui- 
da attraverso  un  labirinto  di  corridoi  che 
•epurano  il  quartiere  del  Sovrano  da  quello 
spose.  Poi  l'introduce  presso  la  Princi- 
DSfamlleh.  in  una  gran  sala  dalle  pareti 
tutte  a  mosaico,  la  cui  vòlta  è  sorretta  da 
snelle  colonnine.  È  un'eccezione  alla  regola 
non  solo  la  risiu  di  un'europea,  ma  il  fatto 
che  il  Sultano  veda  le  sue  donne  in  pubblico. 
Poicliè  era  l'epoca  di  commemorare  il  mar- 
tirio di  Hussein,  venerato  in  Persia  come  un 
grande  profeta,  tutte  le  donne,  padrone  e 
schiave,  vestivano  di  nero,  con  grandi  veli 
scuri,  che  a  malapena  adombravano  la  fresca 
bellezza  di  alcuni  visinL  Oli  occhi  di  quelle 
donne  sono  in  generale  neri  e  morbidi  come 
Il  velluto,  malgrado  ch'esse^sino  sottolineare 
le  sopraoolgUe  con  tinte  olpe,  ohe  sembre- 
rebbe dovessero  agiginngere  qualcosa  di  duro 
all'espressione  dello  sguardo.  I  capelli  sono 
tr.itt>?nati  da  piccoli  fermagli  d'oro. 

De  Ile  bizzarre  sedie  di  ebano  scolpite  sono 
ii>po»te  a  guisa  di  ooro:  noi,  prosegue  la 
hnliipessa  firaneeee,  ci  sediamo  su  quelle,  e 
ominciacosì  il  ricevimento.  Oli  schiavi  bron- 
zo!, (rii  eunuchi,  portano  sui  vassoi  enormi 
dolciumi  persiani,  dei  curiosi  gelati  dalle  for- 
mo svariate  composti  di  neve  naturale  presa 


1  .. 

a\«  ...  v^,  V ..  .,*,..  ....  ^.... 

un'altra  donna!... 

Le  usanze  matrimoni  . 
inumane.  Le  fanoiu"  'i   o  iz 

anni,  quando,  ma!.  -.i   della 

raxza  orfr-nt.ilo   <i.  nino   a 

volte  lo  "r- 

vano  la  re 

sottomc-        :  _■■<>. 

Spesso  devono  a  quei>to  stato  di  cose  «li  i 
maner  sciupate  per  tutta  la  vita. 

In  una  visiU  fatta  alla  prlncipesu    M 
Snltan,  notai  ch'ella  zoppicava  l<-t;;;ornuMr 
Chiesto  il  perchè   di   questa   inferni it».   n 
mia  interprete  seppi  pur  troppo  da 
pendeva.  In  una  citta  come  Chiraz  s 
gli  avvenimenti  che  ne   rompono   In 
tenia,  ragione  per  cut  un  , 

è  atteso  anche  come  uno  ii* 

cipessa  Mah  Sultan  desi<ì  l-^ 

nozze  di  un'amica  fldanzau.  \ 
la  ricca  acconciatura  nuziale.  Il  : 

l'assenso,  ella  disubbidì,  ed  av>. ^. 

monia.   Ma  qualche  ora  più  tardi  la  8cr^-l 
della  principes.Mi  la  trovò  immersa  in    ti: 
pozza  di  sangue.  Il  marito,  scoperta  la  .•><. 
dlsobbedienza,  le  aveva  spezzata  una  gani> 
con  un  colpo  di  rlvoltrlla! 

L'interessante  ni  iiiude  con  qn' 

sta  fra.se  delle  don:  •  Povere  s 

relle  d'Europa!  qii.  ;i  piarn:ÌJuno 

dover  vedere  tanti  uumiiil  al 
vere  sorelle  d'Oriente  —  possisi 
noi  —  che  immaginate  i  nostri  ........ 

crati  come  1  vostri!  Ma  forse,  io  i 
una  provvida  ignoranza,  la  loro,  p< 
prigione  aurea  sembrerebbe,  a  quelle  |><>\ 
rette,  più  arida  di  pace  e  avara  di  lietezz 
se  esse  sapessero  che  oltre  quelle  mura  < 
sono  tanti  cuori  virili,  cosi  diversi  da  qui  ì 
che  battono  loro  accanto! 

La  Cina,  il  paese  governato  da  quella  ' 
ranna  coltissima  che  è  l' Imperatrice  attn» 
(che  però  non  combatte  l' analfabetismo  h' 
che  fra  le  altre  cose  tenga  sempre  davai  - 
a  so  nei  ricevimenti  le  tavolette  per  pr<  : 
dere  degli  appunti),  è  agttaU  provvidamen 
da  una  propaganda  ottima. 

La  Società  che  la  propugna,  è  quella  ctit.^ 
maU  "  Società  del  piede  naturale.  ,  La  lott  . 
iniziato  è  bene  organizzata,  dispone  di  gran  ' 
rapitoli,  è  suddivisa  in  Comitati  sparsi  p- 
tutto  il  Celeste  Impero.  Non  è  molto,  un'a^l  . 


l'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jotfato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


438 


nanza  di  donne,  in  un  teatro  di  Soiangai, 
s'occupava  con  entusiasmo  della  quistione 
d'impedire  l'oriibile  usanza  tradizionale  di 
costringere  con  una  dolorosa  fasciatura  i 
piedi  dei  neonati,  in  modo  di  cambiar  loro 
la  forma  e  da  atrofizzarli  stortandoli  perfi- 
damente. Immaginate,  lettrici,  che  quest'abi- 
tudine, che  rimonta  a  tempi  antichissimi,  fa- 
ceva sì  che  nei  primi  mesi  di  vita  le  biml)e 
Cinesi  soffi-issero  in  modo  indicibile,  rima- 
nendo poi  col  piede  rattrappito  fino  alla 
morte.  Di  questo  fatto  si  commosse  in  modo 
speciale  Misti-ess  Little  che  fondò  la  Società 
del  piede  na'urale,  a  cui  oggi  appartengono 
pure  molti  uomini  di  elevata  condizione,  e 
fece  numerosi  viaggi  di  propaganda  con  mi- 
rabile abnegazione  riconosciuta  ed  ammirata 
dai  suoi  stessi  compagni  di  lavoro. 

Guerra  non  meno  efficace  venne  fatta  nel 
Giappone  contro  un'altra  piaga,  quella  del- 
l'alcoolismo.  Propagandista  è  la  signora  Kaji- 
Yajima  che  mesi  sono  tenne  una  conferenza 
a  Filadelfia,  appunto  per  combatter  l' alcoo- 
lismo e  spiegare  i  mezzi  escogitati  nel  Giap- 
pone per  frenarlo.  La  stessa  persona  si  de- 
dica con  sapienza  al  miglioramento  morale 
della  donna  dell'Impero  del  Sole  Levante. 

Con  questi  esempi  sott' occhio,   come   ci 


pare  lontano  quel  tempo  in  cui  Vigny  scri- 
veva a  proposito  della  donna  i  versi  se- 
guenti; ma  come  siamo  contente,  in  fondo, 
che  a  una  soave  e  perpetua  convalescente 
sia  succeduta  la  creatura  conscia  ed  energi- 
camente benefica  di  oggi!  Eccoli  i  versi  che 
mi  paiono  scritti,  se  non  erro,  intorno  al  183U. 

Ta  ponsée  a  dea  honds  comme  ceux  des  gazelles 
Mais  ne  saurnit  marcher  sans  guide  et  sa»s  ap- 

[pui, 
Le  sol  meurtri  ses  pieds,  l'air  fatigue  ses  ailes, 
San  oeil  se  ferme  aiijour  dès  que  le  jour  a  lui; 
l'arfois,  sur  leshauts  lieux  d'un  seul  èhm  posée, 
l'ronhléì  an  hruit  des  ven's,  ta  mobile  pensée 
Ne  petit  seule  y  veiller  sans  crainte  et  sans  ennui. 

VlGNY. 

Ah,  grazie  al  cielo  i  tempi  son  cambiati! 
Oggi  in  molti  paesi  qualunque  donna  può 
augurare  all'altra: 

Que  tonpied  sur  le  sol  laisseune  nohle  empreiute; 
Et  peut-étre  suivant  tes  sentiers  après  fai, 
Quelqueespì-ittourinentéparledoiifeellacrainte, 
lìetroHvera  Vespoir,  le  conrage  et  la  fot. 

M">9  E.  De  Pressensé. 

E  l'augurio  può  spesso  mutarsi  in  bene- 
detta realtà. 


III. 


Noterelle  letterarie  ed  artistiche. 


Neera  con  Creoalcore  e  Grazia  Deledda  con 
L'ombra  del  passato,  hanno  accresciuta  la  let- 
teratura italiana  di  libri  ove  si  i-ispecchiano 
le  loro  intelligenze  superiori.  Jolanda  oltre 
alla  pubblicazione  del  romanzo  Suor  Maria 
Jiniiiacolala, si  rivelò  pure  conferenziera,  come 
Fidila  che  a  Venezia  commemorò  in  modo 
commovente  Felicita  Morandi. 

Clarice  Tartufari  vedrà  uscir  presto  in  ita- 
liano ed  in  tedesco  contemporaneamente  il 
Volo  d'Icaro,  mentre  già  in  teatro  rappresen- 
tava il  suo  decimo  lavoro.  —  Conferenziera 
è  pure  Elda  Gianelli,  che  parlò  a  Trieste  del 
poema  Rima  nel  1000  di  Filippo  Zamboni. 

Un  romanzo  drammatico  ce  lo  oflre  Silvia 
Albertoni,  con  L'Ombra  ed  altre  molte  scrit- 
irici  si  cimentano  ti-attando  i  più  svariati  sog- 
getti. 

Fra  le  lavoratrici  più  meritevoli  di  ammi- 
razione e,  oggi,  di  rimpianto,  va  annoverata 
Adelaide  Gualberta  Beccari,  la  fondatrice  del 
primo  giornale  infantile  italiano,  che  morì 
assistendo  un  bimbo  malato  di  difterite,  — 
e  che  fu  un  raro  esempio  di  coraggio  morale. 

Due  fatti  saltano  all'occhio  nella  lettera- 
tura dovuta  alla  donna  odierna;  la  tristezza 
sconfortante  che  vi  predomina,  e  la  mancanza 
di  quel  riflesso  di  profonda  bontà  che  dà  vita 
a  tante  opere  femminile.  Nel  romanzo,  nelle 
novelle,  molto  spesso  anche  le  scrittrici  az- 
zardano i  soggetti  più  scabrosi,  non  per  il  fine 
morale  di  frustare  per  guarire,  ma  perche  la 
moda  letteraria  vuole  il  tema  arrischiato,  sic- 
rhc  o  per  indolenza  colpevole,  o  per  malsano 
lascino  subito,  seguono  la  corrente. 

Si  trovano  perfino  autrici  che  con  mille 
lenocinli  di  forma,  coli' orpello  d'uno  stile 
spigliato,  con  isteriche  declamazioni,  cadendo 
nell'errore  di  considerare  un  caso  patologico 
come  un  caso  tipico,  o  gabellandolo  per  tale 


ai  lettori  grossolani,  tentano  di  gettar  le  basi 
di  una  comoda  morale  inventata  perchè  ne 
profittino  i  loro  personaggi  degenerati. 

Tutta  la  corrente  di  simpatia  umana,  di 
carità  operosa,  di  altruismo  moralizzatore,  di 


M.'""  Daniel  Lesueuk. 

filanti'opia  innovatrice,  che  ispira  la  miglior 
parte  della  società  femminile  moderna,  non 
ha  ancora  la  romanziera,  la  novellutrice  che 


Bellezza  del  viso  COll'uSO  del  LATTE  ANTEFELICO  o  Latte  Candès.  Vedere  il  modo  di  servirsene 
iie'ld  i*  i<igin(i  iltUu  copertina  del  volume. 


MUOVO  toiulenio  «'osi 

1,'lri  1.  in. A  l'avr»,  mi 
u«  che  II 
M-bè  oo  n« 

.  ivhr  ..s- 


in- 


'•v 


VlVIlÈX     l  UAKTHES. 

{Fot.   raHtcki,  Artico  é-  C). 


In  Francia  molto  intolletiaall  «ogliono  cir- 


'v>nd»r»i  TO'»  '—  — 

-' -*-'  •* -"  -*"}'.*  Intol- 

u'enre.  Abb 

i  Piind- 

;  .'««  di  F» 

;  are  nna 

_•■  rif  1.-    poet«-.v.«.    • 
:     M     -  Daulet  n 

li  qaello 
Daodet, 

1   i  ..  -tre   fcrittn-. 

a  stoSM. 

Po.:.-.<i  pur. 

la  Felix 

Fan  re  «ì'Vi 

ir  paasa 

per  la  in  ; 

.  Francia. 

In   - 
un  nu 

.Je  l;..iit-r  si  |*ieM>nta  ot»n 
lai  tito.o  //»!/>  nMthUoòtio, 

ed   al!  

/"'*<fo  si  e  addottorata 

Riccarda  Hi 

bre  romanzi«ra  che 

Htndit^i   o   <t\: 

opere  il  nostro  Ri- 

•         ;a   lar 

n irò  ad  Alessandro  Laslo 

col  «no  nltimo  libro  *  no  poema 


cnatUà  <|ue« 
«•afogorla   a 


I  II. 

'HI» 

iii'Tif   la  tniisloa,   la  {ilttiiraola 

Vivlcn  Chartres.  la  fata  violi* 

'ti  di<(<i«   *  favolofta  ..   e  che 

Srila  d'Italia  e  dell' Katern. 

s<  iin>lo.   Ma   fomc   non  è 

p<-rchè  i  geni  fanno 

ta  bimba  è  un  vero 

•  Uro  campo  Adelaide 

v  rimpianta  come  ar- 

i>a,  di  cui  vi  prcftcnto 


uiiuiio  Mtratt 


ADKLAIOB  BOTOBL 

iF'^t.  Abeniaear). 


Frale  scaltrlci.  per  parlare  appena  ó>' 
emergenti,  noterò  la  ^i^nora  I.anceMnt  Or 
e  Adelaide   M  .  t« 

•tatae  adoni  ^nf 

ed  eateri,  e  i  >  «ì 

riréUt  da  bambina  quaud'clU  cercava  imi- 
tare  11  babbo  soaltore. 

Maneggiano  il  pennello  con  ammirerole 
maeatrla  Eroma  Ciardi  che  quest'anno  a  Ve- 
nesia  eapose  uno  studio  su  8an  Marco,  tft 
Contessa  Sofia  di  Bricherasio.  che  rende  In 
modo  squisito  la  poesia  invenule.  Carola  De 
Agostini  che  alla  Permanente  di  Milano  mi 
fece  notare  pel  suo  quadro:  Mamma  ha  fa», 
Maria  Martinetti  che  a  Roma  ha  esposto  u 
lodatissinia  Grnziflla,  o  molte  altre. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


440 


IV.  —  Lo  Sport  in  rapporto  all'  igiene. 


Le  grandi  caccie  nelle  tenute  romane. 


Era  fra  i  rancidi  pregiudizi  di  una  volta 
quello  che  alla  donna  non  si  dovesse  conce- 
dere la  libertà  di  far  del  moto  a  suo  piaci- 
mento, come  se  un  razionale  esercizio  gin- 
nastico, o  delle  passeggiate  igieniche,  toglies- 
sero  qualcosa  alla  grazia  femminile. 

Illustri  educatori  h  inno  cercato  di  strap- 
par dalla  mente  aluui  queste  nocive  scioc- 
cherie, che  oggi  si  rammentano  con  mera- 
viglia e  compassione. 

Dal  tempo  in  cui  le  educande,  per  ri- 
crearsi camminavano  a  due  a  due  come  se 
accompagnassero  un  mortorio,  ad  oggi  in  cui 
parecchie  signore  vanno  altere  di  prender 
parte  alle  caccie,  non  più  quali  spettatrici 
come  nel  medioevo,  ma  come  membri  attivi 
e  sono  orgogliose  del  fucile,  degli  stivaloni  e 
delie  gonne  corte,  —  di  passi  se  ne  son  fatti! 

Kesta  a  vedere  se,  com'  ora  nociva  un 
tenapo  la  vita  spesso  sedentaria  e  monotona, 
non  sia  nocivo  oggi  l'eccesso  opposto. 

Ciò  io  non  so  dirlo,  ma  rammenterò  qual- 
che precetto  igienico  in  proposito. 

Ad  ogni  modo  a  chi  ripone  l'orgoglio  di 
italiane  anche  in  ciò,  farà  piacere  di  sapere 
che  ormai  le  donne  d'Italia  apprezzano  e 
coltivano  lo  Sport,  come  ce  lo  dimostra,  per 
prendere  un  esempio  abbastanza  recente,  la 
gita  da  Oulx  a  Brian(;on,  passando  dal  Mon- 
ginevra,  indetta  dal  T.  C.  Italiano  nel  gen- 
naio di  quest'anno,  gita  cui  a  presero  parte 
moltissime  signore. 

Dobbiamo  poi  rammentare  le  grandi  cac- 
cie che  hanno  luogo  nelle  tenute  romane  a 
cui  prendono  parte  tutte  le  damo  dell'ari- 
stocrazia, e,  a  volte,  anche  la  Duchessa  Elena 
d'Aosta,  che  come  ognun  sa  è  un'amazzone 
piena  di  coraggio,  e  un'intrepida  guidatrice 
di  cavalli  vivaci. 

La  nostra  Regina,  quand'ò  a  San  Rossore, 
si  dedica  molto  alla  pesca;  ma  ella  pure   è 


appassionata  ai  cavalli  e  a  Monza  accompa- 
gnava spesso  Re  Umberto  quando  cacciava  n^  1 
l'arco  Reale. 

Le  inglesi  che  affrontano  anche  gli  Sporis 
più  ardui,  anche  quelli,  come  vedete,  di  viaggi 


Miss  Ashton  Haubord 

cJte  guadagnò  la  coppa  Krahbì  per  un  lungo 

viaggio  aereo. 


CONTERÒ  TOSSI  E 

CATARRI  USATE 

S€MPR€ 


PANERAJ 


P/4  STIGLI  E. 

eESTRATTO-^Ìc 


.111.1..)...    'rmdlno,  un»  toiit».  In   tt;! 


s  DoBoTHT  LKvrrr,  comeontnU  al  premio  Ile 


nod«  rocoic,  debbono,  «  loro  volta,  amminre 
•lire  coraKK<os«  che  affrontano  fatiche  di  i  a- 
tura  diversa,  qaella  dei  grandi  viaggi  e  delle 
ardae  asconsioni,  come  sappiamo  da  gicr- 
nalJ  locali. 


i  Beduini  cercano  di  oflHr  la  loro  mercanxi 
(madagline,  rlcordf,  collane),  e  s'informai 
della  salute  <!•  lista:  —  8Ui  i 

—  Non  hai  pa  -  Non  soiV' 

tiglnl?   -   Per.)  duini  ce  11  u 


Miss  D.  Hampsox,  egregia  automobilùHa  inglese. 


Ecco  infatti  una  sicrnora  parii^ina  salire 
alle  Pimmidf,  malvado  qMei  ciclopici  gra- 
dii.' ■  .  loro  altezza. 
K  -  mo  nella  ma- 
Hit  :                                                 -    le  prende  la 


che  poMlede  dei  rimedi  infallibili  per  qu< 
stl  mail,  e  onnvfnto  di  quest'infallibilità,  n<  n 
dimentii. I    '  :  agare. 

La  di  l'iramidi  non  è  toom  <!. 

impressi  < 


6li  Oli  d'Oliva  P.  Sa$so  e  FI9II  di  Oneglia  tono  gli  unici  perfetti. 


442  — 


Pensate,  lettrici!  Bisogna  saltare  dei  massi 
d'un  metro  d'altezza,  e  il  vuoto  s'apre  da- 
vanti allo  sguardo,  per  circa  centoquaranta 
metri! 

Ma  la  tnuyisle  parigina  non  ha  indietreg- 
giato neppure  i.n    faccia   a    questo,  paga   di 


Um'akuitxV  vja(U4iatkice  Francese 

IN    OniENTE. 

aver  potuto  contemplar  da  presso  le  Sfìngi 
e  la  piramide  di  Cheope,  e,  dall'alto  della 
piattaforma  di  questa,  d'aver  potuto  osser- 
vare a  suo  bell'agio  la  pianura  verdeggiante 


A  Davos  ed  a  Saint  Moritz  dove  la  colonia 
svernante  abbisogna  di  esercizi  eseguiti  al- 
l'arca aperta,  ve  ne  sono  di  curiosissimi. 

È  qui  che  troviamo  anche  moltissime  si- 
gnore, quando  la  temperatura  è  spaventosa- 
mente fi-echta,  e  la  natura  invei-nale  si  mostra 
prodiga  di  colori  come  s'immaginano  diffi- 
cilmente in  quei  luoghi  rigidi,  mentre  ospiti 
degli  alberghi  locali  stanno  intente  al  gioco 
del  ciirling,  sopra  le  lastre  di  vetro  smeriglia- 
to, dei  laghi  ghiacciati,  e  le  squadre  di  toho- 
ganers  scivolanti  sulle  chine  nevato,  liete  di 
esercitarsi  cogli  Skys  o  di  salire  in  hohs  eìgh. 

Il  holsleigh  o  specie  di  slitta  di  origine 
scandinava  sulla  quale  stanno  parecchie  per- 
sone a  cavalcioni,  ha  alla  testa  un  jiilota  che 
dirige  il  timone,  e,  da  poco,  anche  un  utile 
freno. 

Miss  Boot  fu  una  delle  vincitrici  delle 
gare  di  tobogga»,  o  slitta  costrutta  molto  so- 
lidamente foderata  in  ferro,  su  cui  si  sale 
colle  scarpe  ferrate  ed  i  ginocchielli  per  pro- 
teggersi dal  possibile  pericolo  di  ribaltare, 
dovendo  manovrar  colle  gambe  e  puntare  i 
piedi  onde  regolar  la  velocità  del  veicolo. 

Auguro  che  questo  nuovo  genere  di  gam- 
breuìciggio  non  obblighi  a  degli  atteggiamenti 
improvvisi  quanto  incomodi  le  aggraziate 
gentildonne  e  le  ideali  fanciulle. 

Oltre  questi  generi  di  Spm-ts,  è  molto  in 
uso  il  pattinaggio,  sul  bel  lago  di  Saint  Moritz, 
dove  volano  sul  ghiaccio  signore  dell'estremo 
Nord,  dell'America  e  dell'Italia.  Il  curling, 
che  è  un  gioco  d'origine  scozzese,  rammenta 
un  po'  il  gioco  delle  bocce,  e  consiste  nel  lan- 
ciare sul  ghiaccio  palle  di  granito  di  forma 
un  po'  schiacciata,  in  modo  che  vadano   più 


Oggi  ecco  anche  un' escursionista  tra  i  ghiacciai  preaso  Zennutt 


vicino  al  deserto  sconfinato,  e,  lontane,  le  pi- 
ramidi di  Chifrou  e  di  Mycherinos. 

Passando  dal  deserto  ai  ghiacciai,  mi  placo 
rammentare  una  regione  che  è  celebro  per 
gli  Sporis  Ijizzarri  che  Vi  liunno  luogo;  l'En- 
gudina. 


vicino  ad  un  dato  punto:  i  giocatori  poi,  sono 
muniti  di  scope  (da  cui  il  nome  del  gioco  l, 
por  spazzar  via  la  neve  caduta  di  fresco  da- 
vanti alle  palle. 

Non  so  comprendere  l'alta  poesia  di  que- 
sta spazzatura,  ma  vi  dirò  che  le  signore  iu- 


»i'- 

<M-       ^«IIIIO     , 

■     V«T'i 

in 

rh 

M  una  cH»i 

NtltUlt» 

e 

r- 

1-. 

■AUiJ      U 

Cì> 

Klunp. 

At 

modo  n«»rando. 


|«/>o  «o/o  y/i  uomini  ri  de^ìirntano 
ali*  ardue  talite. 

ma  •ODO  es«rclEl  che  oonTengono  app«na  a 

chi  è  sano  di  cuore  e  di  polmoni;  in  caso      lIrs.R.C.T.  Bkatox,  ramj>i'oiM  (M  eroqaet. 

-^ntra^r.  (f  avrcbbcro   sbocchi   di  sangue, 


.  >to  sTilappa  tutto  il  corpo  perchè  Io 
e<K>ri:i^  completamente;  ma  anche  questo 
esercizio  non  ra  tetto  che  da  organismi  sani, 
per  lo  sbalzo  di  temperatura  a  cai  Tengono 
esposti. 

La  bicicletta  da  molU  medici  è  detta  utile 
per  le  ragazze  fino  al  13  o  14  anni;  ma 
non  più  sTanti,  perchè  richiede  un'atteggia- 
mento della  persona  che  corrisponde  ad  uno 
sforzo  eccessivo,  e  srilnppa  forme  morbose 
che  fanno  pigliare  In  uggia  iMtarallo  d'ao- 
ciaio. 

Ecco  dei  versi  di  qualcuno  che  non  la 
pensa  certo  cosi;  sentiteli:  ve  ne  riporto  la 
prima  strofa. 

La  tamda  détta  hieidtita. 

Laudata  sia  la  macchina  d'acciaio 
Su  la  qaal  voi  ginnjreste. 
EteruAlmentc  sia  lodato  il  paio 


Il  latoH-tenn'»  è  ottima  ginnastica  perdiè 
cserciU  tutu  1  musooii;  e  il  eroqt^t  lo  pos- 
sono giocare  anche  le  persone  di  età  avan- 


ti pattinaggio  ohe  rappresenta  sempre  un 
gioco  pericoloso  per  1  Csdli  sdruccioloni,  è 
adatto  soltanto  per  ehi  è  avrezzo,  essendo 
sano  di  onore  e  polmoni,  a  sopportare  senza 
danno  i  climi  rigidi. 

Lo  Aating-ring  fatto  in  ambienta  chiuso, 
colla  facilità  che  presenta  alle  lussazioni,  è 
soonsigliabile. 

Lo  sport  degli  «l-y«  può  recare  talora  danno 
alla  salute  per  l' aria  fredda  che  richiede,  e  lo 
sforzo  faticosissimo. 

Il  ballo  potrebb' essere  un  esercizio  sano; 
ma  invece,  quand'è  ftgurmto,  perde  ogni  va- 
lore di  esercizio  fisico,  e  presenta  fra  le  altre 
cose  l'inconveniente  di  far  inspirare  1  mi- 
crobi sollevati  dai  vostri  strascichi,  signoru 
gentili! 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


444  — 


Il  cavalcare  non  corvisponde  al  vero  eser- 
cizio fisico  se  non  col  galoppo,  ma  per  la 
donna  è  sconsigliabile  se  fatto  all'uso  inglese, 
perche  la  stanca  e  la  prepara  a  gi-avi  malat- 
tie, costringendola  a  star  seduta  sopra  un 
solo  fianco,  e  cioè  in  modo  non  equilibrato. 

Perchè  tale  esercizio  non  nuocesse,  biso- 
gnerebbe iraitai-e  le  abitatrici  delle  Estancias 
nell'America  del  Sud,  che  percorrono  enormi 
distanze  cavalcando  come  gli  uomini  in  co- 
stume virile. 

L'automobile  è  assolutamente  nocivo  quan- 
do si  hanno  affezioni  oculari,  a  cagione  del 
vento  e  della  polvere  che  sferzano  di  conti- 


ACCONCIATUKA   CARATTERISTICA 
PER    AUTOMOBILISTA. 

nuo  il  volto  e  offuscano  la  vista;  anche  per  i 
disturbi  della  laringe,  come  per  altri  mali  più 
gravi  quali  la  tubercolosi,  tanto  più  che  la 
violenta  corrente  che  viene  in  faccia,  ostacola 
la  respirazione,  e  può  quindi  rincrudire  le 
malattie  polmonari. 

Sarà  bene  che  la  velocità  non  superi  i  40 
chilometri  all'ora,  perchè  questo  sport  tanto 
benefico  in  certi  casi  in  cui  è  utile  distrarsi 
gradevolmente,  riposando  lo  spirito  in  am- 
biente diverso  dal  consueto,  non  diventi  un 
pericolo  per  la  salute. 

E  poi,  dico  io,  ohe  gusto  ci  pigliate  a 
viaggiate  colla  stessa  velocità  di  un  treno 
lampo,  anzi  con  una  celerità  assai  maggiore, 
quando  nulla  v'è  di  urgente  che  ve  lo  im- 
ponga? Non  amato  voi  di  godervi  la  vista  del 
bel  paesaggio?  Siete  indifferente  a  tante  bel- 
lezze della  natura  che  dovrebbero  lasciarvi 
commosse  e  rapito?  Ma  io,  piuttosto  di  viag- 
giar così,  come  chiusa  in  una  botto,  preferi- 
rei tornare  alle  antiche  diligenze!  Tanto,  se 
quelle  ribaltavano  con  facilità,  gli  automobili 


si  sfasciano,  e  rovinano  spesso  la  gente  con  gli 
scoppi  delle  caldaie,  sicché.... 

Il  remare  in  piedi  non  è  in  genere  un 
buon  ose  cizio  fisico,  per  la  posizione  con- 
tratta in  cui  si  è  costrette  a  stare.  Il  remag- 
gio col  sedile  scorrevole  esercita  più  una 
parte  dell'altra. 

Pei'ò  il  remare  in  piedi  permette  che  i  pol- 
moni si  espandano,  esercita  tutti  1  muscoli, 
rende  agguerrito  il  corpo  alle  differenze  di 
temperatura,  ed  è  quindi  per  questo  riguardo 
uno  degli  sports  consigliabili. 

Ma  noi  che  ci  preoccupiamo  tanto  del- 
l'igiene, se  rammentiamo  come  la  cercassero 
nei  giochi  e  nella  vita  i  nostri  antenati  di 
certi  tempi,  dobbiamo  trasecolare. 

Avevano  un  esercizio  igienico  nel  quattro- 
centesco gioco  della  palla,  da  cui  derivò  l'idea 
prima  del  tennis.  Ma  v'era  poi  il  gioco  del 
calcio,  così  crudele,  e  che  oggi  troviamo  lar- 
vato nel  foot-hall,  come  vediamo  nella  boxe 
qualcosa  dell'antico  gioco  del  ponte,  che  a 
Pisa  non  fu  meno  celebrato  delle  famose  corse 
di  cavalli  in  uso  ancora  oggidì  a  Siena. 

L'igiene  dell'acqua,  poi,  era  affatto  igno- 
rata. 

Poco  prima  della  Rivoluzione  francese,  le 
vasche  da  bagno  erano  rai-issime,  a  Parigi, 
e  le  brocche  e  le  catinelle  minuscole.  Molta 
cipria,  molti  nei,  ma  acqua  poca.  E  le  dame 
tutta  leggiadria  e  arguzia  che  ballavano  alla 
perfezione  il  minuetto,  partivano  dal  princi- 
pio che  in  complesso  la  pulizia  era  superflua. 

Ah,  se  quei  galanti  cavalieri  dallo  spadino 
e  dal  tricorno  avessero  loro  fatto  omaggio, 
invece  di  tanti  madrigali,  di  qualche  robusto 
pettine  1  Ma  è  vero  che  anche  il  sesso  forte 
d' allora  sentiva  più  desiderio  di  acqua  odo- 
rosa che  di  acqua  di  fonte  I 

Non  bisogna  però  inorgoglirsi  troppo  pen- 
sando che  tutte  le  donne  moderne  siano  com- 
prese dei  vantaggi  dell'igiene. 

Ne  son  prova  le  medicone,  le  sonnambule, 
le  mille  empiriche  che  infestano  villaggi  e 
città,  e  che  vivono  rovinando  la  salute  delle 
credulone,  a  cui  non  è  bastante  spauracchio 
lo  spolpamento  del  proprio  borsellino. 

Pare  un  sogno  che  nel  Secolo  XX  ci  siano 
ancora  queste  maghe  che  coi  capelli,  colle 
fotografie  e  i  cenci  degli  abiti,  sappiano  con- 
quistarsi \in  pubblico  non  sempre  affatto  in- 
colto, fabbricando  medicine,  impiastri  e  be- 
vande misteriose,  —  residui  degli  antichi 
filtri,  —  e  dandoli  ad  ingoiare  a  chi  spesso 
ne  ammala,  com'è  facile  prevedere. 

Meglio  di  tali  passioni,  è  la  medicina  che 
consiglia  la  signora  Osler,  un'americana  la 
quale  suggerisce  come  cura  'gienica  l'alle- 
gria: e  in  ciò  si  accorda  col  modici  del  suo 
paese. 

Ma  r  allegria  è  uno  stato  d'animo  che  ri 
chiede  dei  coefficenti;  non  si  può  decidersi 
ad  essere  allegri  nello  stesso  modo  con  cui  ci 
si  decide  a  comprare  un  cappellino  o  a  far 
una  gita  in  campagna. 

Non  credo  che  anche  una  puntualissili 
signora  tedesca,  destatasi  il  mattino,    po>- 
ordinare  a  se  stossa  "  quest'oggi  dallo   du 
alle  quattro    esercitazione    dei    musooli    far 
ciali  al  sorriso,  e  rassegna  di  pensieri  atti  .i 
suscitare  allegria  „,  coUf^  sicur^zzA  di  eseguirò 
il  programma. 


1 1 


dt>l 
può 


«Un  paii«.  In  certi  etti.  It  Tiu«com«'ì- 


oci  ti 
M-  non 
iiidcre 


K  U  bontà  int«Uib>ent«  di  ohi  l'attornia, 
«dia  deve  rlooudurla  a  ciò. 


Forche  la  éellxlA.  qn^nto  potentltilmo  roef- 
floente  di  hrrtfs^i'rr  fisico  aìm  «•in.'44-r,  panni 
dobba  es"  ■■   ociMirc   por  do 

esser*  un  Ui-onn  J  pc«inlnil- 

»ti;  ma  <•  ^  i.iIcuh;»  elio  Ci  «o- 

stvntta  ni 

Qnciit'  '  è  d.ilo   a  volte  dalla 

cosclenau  i. ...       .  ..  ;siro  campo,  per  mino- 

atx>lo  ohe  Bla.  ■!  può  sempre  easere  utili  o 
benefici  a  qualcuno.  ••  «noha  l'Indegno  ò 
mediocre,  purché  il  ouore  ala  luminoso. 


V.  —  Economia  domestica. 


Non  ho  mai  potuUi  oomprendero  perfhc, 
di  ^-.>!:r.^  ■>ra  scrive  un  ar- 

tlci>I.' .'.;  .1.  si  riduca  spesso 

a  itUM-iciia;.  .      ...  ..^'liere  le  macchie, 

di  lavar  le  daneiie.  e  di  realizzare  delle  eco- 
nomie «H>n   un   sistema  che   io   non   esito  a 


Mitili  lettrici? 

<r»pm  non  ricordo 


non  sciupare 

mano. .  Pan''. 

oov   ■ 
tei 


prat. 


iTtt  dai  costadini. 

Chi  di  noi  non  rammenta  che  essi,  per 
non  oonaumare  gii  xoccoli  nuovi  o  le  scarpe 
della  fesU,  Il  tengono  in  mano? 

Ansi,  oàl  dlspl«r«*  che  l'articolista  non  ab- 
bia conttnnau  :  delle  mode 
rurali,  perché  .>  punto  osser- 
vando i  l>\)..i.  che  anche 
dell'omlT  -ouerio 
Ingoard..  .irante 
I  persod:  '>i<i  1" 
contadlii'  1 
fanno  s<>) 


'*>  la  praticità  senza  uno 
ù  parlando  a  delle 
oletto  continuava 
■k'ali  alle  amiche, 
<-on  uu  flore, 
i  più  eoono- 
alle  maude 
'itrazie.. 

l'idee  rammentai  che  a 

—   •vno  certo  di  que- 

ppunto  l'abitudine 

■»  r«>galia,  avevano 

*  -\.'nor  grazie., 

•ne  che  pur 

.  re  affli  spec- 

N'-gnlre 

nasco- 

esigila 

che  o'e  dav- 

caooiar  via 


di  non  nc'jrd.i 
supplendo  ai 
mico  di  tiii;»   ; 
con  un  ^ 

Per  :. 
an    •■  -  —  ■' 

•t'i 
dis 
appioppalo  II 

Ma.  laadani 
di  sparagnare  i 
chi  e  il  fumo  alle  r 
1  dettami  di  un  m*-: 
sto  sotto  11  nom<-    V 
al  figliuolo:    *  ^ 
vero  di  solido 

nHnia    Ai    tutti.    .. 

>mo  da  pai  - 
quelle  che  : 
'  rii-cherze:   n-- 
ma  non  minore. 

.u  alludere  con  ciò  alle  pazzie  delle 
o.ii  ardane  americane.  Una  Interessante  cor- 


pr. 


e  ca- 
rperò 
sdegno 


rispondenza  da  New  Tork  d  racconta  le  mor- 
bosità quattrinaie  di  questi  nuovi  arricchiti. 
Nella  famosa  "  Quinta  Avonue,  ,  lo  sfarzo  si 
rivela  negli  equipaggi,  e  nello  acconciature 
delie  signore  di  cui  il  più  semplice  abito  da 
mattina  costa  la  bagatu-lla  di  du(;ento  dol- 
lari. Un  pranzo  duto  da  una  dello  mondane 
più  in  voga  dà,  alla  mondana  in  quistione, 
p^nniert  gravi$*imi.  Prima  di  tutto  la  com- 
pera d'un  servizio  antico  per  la  tavola,  poi 
le  spese  minute,  che  vennero,  all' incirca, 
riassunte  cosi  in  moneta  italiana  Ornamenti 
per  la  tavola  L.  500.  Merletti  per  la  uvola 
L.  »50.  Oggetti  per  completare  l'atvonciatura 
della  padrona  di  casa  L.  20U.  Fiori  L.  50.  Csn- 
diti  L.  25.  Sigari  L.  50.  Due  cappellini  L.  450. 

Hisssumo  quanto  scrisse  una  signorina 
inglese  circa  un  giorno  trascorso  come  ospite 
presso  una  ricca  americana. 

Questo  giorno  s'iniziò  con  un  *lHneh40H^ 
di  signore,  in  cui  ogni  convitata  ricevette  co- 
me ricordo  un  leKatovagliuolo  di  seta  con 
un  fermaglio  di  ametista.  La  tavola  rapitre- 
sentava  un  grazioso  giardino  giapponese.  Ma 
poiché  si  scoperse  che  tale  genere  di  deco- 
razione era  già  stata  fatta  per  uu'altra  si- 
gnora, la  padrona  di  casa  mise  soaaopra  tutta 
la  servitù,  e  rimproverò  11  maggiordomo,  sor- 
bando un  broncio  di  parecchi  palmi,  a  quanto 
pare. 

Cambiata  la  tnUtit*  «1  fecero  alcun*  vi- 
site, poi  ^''  un  tta-room  smagliante 
come  nnu  l'eleganza  delle  sif  nore 
raggiunge  \  v  o  dove  gli  uomini  erano 
in  abito  di  nociuta.  Un  moretto  servi  in  tazze 
finissime  il  tè  potandolo  sopra  un  tavolino 
che  sembrava  quasi  ricoperto  dai  fiori.  Il  />  e 
qualche  pasticcino  costavsno  vcntlcimiue  lire. 

Oiunte  a  caaa  mutammo  nuovamente  abiti, 
a  jl  pranzò;  poi,  cambiata  ano<^>r!t  >*'  v...f>(. 
rio.  si  andò  al  teatro.  Dopo  lo  S|  ' 
runa,  ci  attendeva  una  cenetta:  < .. 
selvaggina,  gelatina,  conserve  di  iniin  i  >:i. 
Io  eroaflhinta,  "oonolude  la  aignorina  fran- 
cese «  a  la  mia  ospite  si  preparava  a  riconun- 
ciare  l'Indomani  la  stessa  fantasmagoria  di 
svaghi  dispandiosL  Q'>m  in  un  altro  artif'l  > 
Ginatina  Sibilla.»  cioè  (volevo  dire  l'unni.! 
sottoscritta,  ma  potete  far  conto  che  sia  lo 
steaao)  aveva  detto  di  metter  questa  ridda 
di  dollari  pazzamente  dissipati.sotto  gli  occhi 
delle  signore  europee,  allo  stesso  modo  che 
1  patrizi  romani  mettevano  sotto  gli  occhi 
dei  figli  gli  schiavi  ubriachi. 

Non  obbietutemi,  gentili  lettrici,  che  que- 
sto vortice  mondano  promuove,  colle  sue  cai- 
ganze  raffinate,  il  commarcio. 


|.'Oiio  Sasso  MsdiciMle  semplice,  iodato  ed  emuUiooato  è  11  rloostitiitato  tovraot. 


-  44G  - 


Il  commercio  non  si  potrebbe  incorajj:?iare 
Cun  spese  dallo  scopo  meno  frivola  e  con  un 
tenore  di  vita  meno  insulso  e  vacuo?... 

Contro  le  spese  inutili,  anche  se  picco'e, 
Franklin,  nelle  sue  opere  morali,  porta  un 
un  esempio  evidente,  raccontandoci  la  storia 
del  suo  tiscliietto. 

Forse  non  tutte  le  Lettrici  la  rammen- 
tano, ed  io  la  riassumerò  alla  mej,'lio. 

L'autore  comincia  il  racconto  dicendo  che 
secondo  lui  si  potrebbe  trarre  assai  majrsior 
bene  e  soffrire  assai  minor  male  dal  mondo, 
se  si  avesse  cura  di  spender  meno  per  il  pro- 
prio fischietto,  poiché  tanti  infelici  diventano 
tali  per  aver  trascarata  una  simile  precauzione. 

Ma  che  vuol  dire  spender  troppo  pel  pro- 
prio fischietto?  IjQggete  e  lo  saprete. 

Quando  ero  un  bambino  di  cinque  o  sei 
anni,  un  •giorno  di  festa,  parenti  ed  amici  mi 
riempirono  le  tasche  di  soldi. 


Io  mi  recai  subito  ad  una  bottega  dove 
vendevano  tanti  ninnoli,  ma  rapito  dal  suono 
di  un  fischietto  posseduto  da  un  ragazzo  in- 
contrato per  via,  diedi  al  bambino  il  mio  da- 
naro, e  tutto  felice  presi  in  cambio  il  fischietto. 

Tornai  a  casa  zufolando  a  più  non  posso 
con  gran  disperazione  della  mia  famiglia  che 
ne  aveva  straziate  le  orecchie,  e,  cosa  molto 
amara  per  me,  quando  fratelli  e  cugini  udi- 
rono che  io  avevo  speso  tutti  i  miei  quat- 
trini pel  famoso  fischietto,  mi  fecero  riflet- 
tere quante  belle  e  buone  cose  avrei  potuto 
comprare  invece  di  quello,  e  mi  convinsero 
che  l'avevo  pagato  dieci  volte  di  più  del  suo 
giusto  valore.  Insomma,  mi  canzonarono  tan- 
to,  che  quel  trastullo  diventò  la  mia  croce. 

Questo  però  mi  ha  fruttato  una  salutare 
lezione;  perchè  ogni  volta  che  io  volevo  com- 
prar qualcosa  che  non  m'era  necessaria,  di- 
cevo fra  me:  Non  «pendiamo  troppo  per  un 
fischietto;  e  risparmiavo  il  denaro. 

Entrato  nel  mondo  e  considerati  gli  uo- 
mini, vidi  che  una  quantità  di  gente  spendeva 
troppo  per  il  suo  fi ith ietto. 

Quando  vidi  qualcuno  che  sciupava  tem- 
po, si  degradava  divenendo  strisciante,  sa- 
crificando amici  veri  e  libertà  per  ottenere 
qualche  piccola  distinzione,  ho  detto  fra  me  : 
Colui  spfH'ie  troppo  pel  suo  fischietto. 

Quando  vidi  qualcuno  avido  di  rendersi 
popolare,  sempre  occupato  in  pubbliche  con- 
testazioni, e  perciò  incurante  dei  suoi  affari 
privati,  rovinarsi  per  questa  negligenza,  et/U 
spend't  troppo,  dissi,  pel  suo  fischietto. 

Quando  osservai  un  avaro  ohe  viveva  a 
stecchetto  potendo  farne  a  meno,  che  rinun- 
ciava a  tutto  il  piacere  di  far  del  bene  i  gli 
alrri,  alla  stima  dei  suol  compatrioti  e  a  tutte 
le  dolcezze  dell'amicizia  per  avere  un  pezzo 
di  metallo  giallastro,  J 'over'  nomo,  dìss'io,  voi 
spendete  troppo  pel  vostro  fischietto! 

Quando  incontrai  un  uomo  solito  a  con- 
durre una  vita  disordinata,  che  distruggeva 


la  propria  esistenza  Umaniola  giorno  pei* 
giorno  colle  continue  scioperatezze,  ~  Uonn 
ingannato,  diss'io,  voi  ri  procurate  delle  pene 
amiche  d^'i  piaceri.  Voi  spenle'e  tropp»  per 
il  vostro  fischietto. „ 

So  ho  veduto  un  altro  fanatico  pei  begli 
abiti,  i  ricchi  eciuipagi^i,  le  case  splendide, 
tutto  al  di  sopra  del  suo  patrimonio,  finire 
miseramente,  Ahimè.'..,  ho  detto,  egli  ha  ptu- 
gato  troppo  caro  il  suo  fischietto. 

Quando  ho  veduta  una  bellissima  giovine 
di  carattere  buono  e  dolce,  maritata  con  un 
uomo  cinico  e  brutale.  Che  peccato,  dissi,  che 
ella  abbia  pagato  così  caro  il  suo  fischietto! 

Infine  mi  sono  convinto  che  la  massima 
parte  dei  mali  del  genere  umano  provengono 
dalla  falsa  stima  del  valor  delle  cose,  e  "dal 
pagar  troppo  i  fischietti. .„ 

Nullameno  lo  sento  che  debbo  pietà  a 
questi  infelici,  quando  considero  che  con 
tutta  la  saggezza  di  cui  mi  vanto  vi  sono 
tante  cose  cosi  attraenti  che  se  fossero  messe 
air  incanto,  io  arrischierei  di  rovinax-mi  per 
comprarle  e  convincermi  che  una  volta  di 
più  avrei  speso  troppo  per  il  mio  fischietto. 

Cosi  termina  la  novella  di  Beniamino  Fran- 
klin, il  quale,  fra  le  altre  cose,  era  anche  il 
beniamino  del  buonsenso;  la  novelletta  di  un 
uomo  di  genio  che  non  tradotta,  ma  appena 
riassunta  dame,  vi' sembrerà  paragonabile  a 
una  signora  decaduta. 


Ma,  tornando  un  passo  addietro,  poiché  al 
principio  di  questa  chiacchierata  dicevo  erro- 
nea l'interpretazione  che  si  dà  troppo  sovente 
alle  parole  economia  domestica,  cosi  ne  par- 
lerò nel  modo  che  mi  pare  più  esatto. 

L'economia  domestica  è  quella  parte  del- 
l'economia sociale  che  tratta  dei  capitali  pri- 
vati; vediamo  un  po'  come  c'insegna  a  con- 
servare e  ad  accrescere  i  patrimoni. 

Il  patrimonio  si  divide  in  parte  attiva  r 
parte  passiva.  La  differenza  fra  1  redditi  o  i 
cespiti  di  rendita  che  da  il  lavoro  e  gli  oneri 
del  patrimonio,  costituisce  il  reddito  dispo- 
nibile netto,  e  da  cui  si  toglie  il  risparm:i> 
quando  si  sa  evitare  lo  sbilancio. 

Suppongo  che  alle  lettrici  interessei'à  p 
la  vita   pratica  che   oggi  guadagna  sempr 
più  terreno,  di  sapere   quale   mezzo   di  im- 
piego .sia  consigliabile  nei  vari  casi. 

Fra  gì'  impieghi  .stabili,  ossia  quelli  clic 
ritraggono  dalla  sostanza  i-edditi  durevoli,  vi 
sono;  acquisti  di  fabbricati  ad  uso  industria 
o  abitazione,  di  titoli,  prestiti  a  interessi. 

Sarà  bene  tener  presente  che  l'acquisto 
di  beni  stabili,  fatto,  come  si  sa,  a  mezzo  del 
notaio,  non  dev'esser  concluso  prima  che,  ri- 
salendo trent'anni  addietro  dall'acquisto  della 
proprietà,  si  controlli  se  non  era  gravato  <!:« 
ipoteche  per  via  degli  antichi  proprietari. 

/  terreni  si  fanno  fruttare  in  molti  mod 
o  affittandoli,  o  facendoli  lavorare  o  coltivare 
direttamente.  Il  tittabile  nelle  annate  scarso, 


ore  Sellini 


VINI  ■  LIQUOr.I  -  VailMOUTH  -  CHAMPAGNE 


SPECIALITÀ  DELLA   CASA  | 

^.sco  Monaco  e  Scigli  j 

di  CATANIA  ! 


'  In  tutt'>  n  in  p»rt«    mentre  l«  mani  an  tempo  uffiU  al  plano. 
U»  d«>irantto;  ed  »     »on  fittt^  torpM^  oom«»  nr<1(<.»iil   r'Hjt»lno«i| 
u  mio  r*«!iicu-    Il  1  ■  . 

1' 


la  ili  un  i|w  ' 
•ione,  0  <!<•; 

.   ., _  .  .-•.tri», 

ìli  Kl  usi  venia  se  iiisUlu  iti  queste  no- 
.  . 'Ul  di   economia  domestica,   rons|(1«>rando 
rhe  oggi  le  si|;n<>re.  hanno  assAi  i 
di  no  tempo  nell'  IngranagK'lo  o. 
famiglia,  o  p.-r.'i..  <>->.■  jM.fi.ui 

in  m'jnlc  cj- 

i'O. 

Unì,   Lettrici, 

n.Hii,  non  s^a  unica- 

stabili,   polche  oo- 

.  •  .~L.,..i„.   ...........  si  possano  a%'er  su- 

-•    non  si   e  più  a  tempo  a  far  ciò,  e 

,  un  hlso-no   urgente,  kI  dovrà  rioor- 

r<  >ssibilment«  ad  Interesse 

11:  iinzla  ipotecarla  I  propri 


Accennoro  ad  alcune  Ira  queste.  Un  » 
rlttft  «'ho  rniiti  ussal  lene,  pur  non  n 
■   ii-i<'r>'at<irlo.  potr.-'  '      ' 

.  odar  concerti  ii' 

■  dell' estero.   M:\ 
Il  pò  Giscosa.  ' 

«li  :  te  premiata 

^11         ^  •  .  ebbe  a  dlr> 

di  htutli  avrebbe  dovuto  essere  i.-t>Ui%ato 
molte  Migliore  Italiane,  i-ome  Io  è  da  mu 
forestlor»-.  Altra  professione  che  all''-'' 
fiorisce,  è  quello  di  lllustraro  libri.  I. 
rlne  vi  si  dedicano  e  vi  riescono  ottln 
te.  Uno  del  primi  esempi  fu  la  famo^^.^  i. 
Oreeneway. 

Fra  Ir   arti   applicata   allMiiflnstria    j  ^ 


'..'     r<  .    Vi    M>uo    pure  le  uììuhi 

)  ,  ;  \antagxiOM  dei   titoli  dello 

:i  iiiAi  sicure  come  questi. 

caso  aveste   tomm*  diaponihili 

••  rhe  pure  non  voleste  lasciare 

atele  a  breve  scadenza  nei 

.    ttl    anche   buoni   dei   Tt' 

mi   111  lini  di  buoni  fmt- 

he 


.  sono  utili  le  Casse 
di  ino  lo  svantaggio  di 

l.i  ro  delle  somme.  Per 

.-  '..  un  ottimo  impietro 

'    mui>'<>  'III  ■nino  mi    ipil9chm  «M  hemi  gtabili. 

!  redditi,  1  gmuéagni  pi'ofettioHaii  o  le  pen- 

■  'mi.  che  sodo  per  solito  I  proventi  con  cui 

vive   la  famiglia,  devono  essere  erogati  in 

modo  non  solo  di  far  sì  che  questa  sia  in  caso 

di  vivere  secondo  la  soa  postaione.  ma  di 

provvedere  all'avvenire  dei  figli,  facendo  fare 

•  qoestl  degli  studi  die  li  mettano  In  grado 

di  hiHLare  a  se  stessi,  e,  possibilmente,  di 

!  irò   un   gruzzolo.   Alla  mancanza  di 

quando   il   reddito  sia  unicamente 

'iv->3iuoale.  fÀ  supplisce  coli' Asnlcu razione. 

Al  giorno  d'oggi  è  indispensabile  che  anche 
ragazse  abbiano  una  coltura  sufBclente  per 
reggersi  da  sole,  t>en  Inteso  fltaendo  conto 
della  compagine  fisica,  intellettuale  e  psichica 
della  donna,  cosa  che  molu,  ai  vostri  tempi, 
dimenticano  affatto  di  prendere  in  conside- 
nuEionc. 

Il  proverbio:  'Impara  l'arte,  e  mettila 
da  parte,  mi  pare  un  detto  d'altre  volte. 
Oggi,  imparata  l'arie,  si  deve  coltivarla  per 
tep..r^,  il,  .-on'izlo:  non  aspettare  che  il  l»l- 
s<  .  a  farci  accorte  che   riposando 

si;_  -)  Hi  è  più  in  corrente  di  nulla, 

pt'iLii'   ,'i;  -  ii'li  soa  progrediti  In  mille  modi. 


M^lgrittlu  luttij  quctkto  \tf  uiKil<:  all'.i' 
tlvità  Intellottnale  della  donna,  la  mania  ■: 
strappar  lauree  e  diplomi  non  tende  a  sc< 
mare,  perchè  è  basata  In  gran  parte  suU'oi 
goglio  dei  genitori. 

Già  da  anni  un  valente  melico  franca. 
prendeva  a  criticare  questa  dannosa  u-.^^^/. 
invalsa,  o  inoflvn  pr»r  riil  molte  <^\n\-.rr. 
si  vcdoii. 

Le   I 
doppio    \ 

sta  vr>cale),  ili  nun  tu.;lu-i't.'  la  dunna  a. 
che  altrimenti  sjrebl)e  tras4-urata,  «• 
mettere  di  realizzare   sia   lavorando   i 
sia   per  l'azienda   domestica,  delle  )': 
economie.  Perchè,  va  bene  lavorare,  i 
la  vita  rincarata  di  oj^gt,  non  ba<ta:  I' 
risparmiare  lavorando  noi.  lo  credo  un 
di  chi  esamina  stiperfl  'talmente  la  q<! 
femminile,  di  creder  '  l'he  app> 
n  la  moglie  abbiano  bisogno  d; 
casa.  Non  pensano  quanto  sU 
utile  per  chi  si  trova  sola,  v<>. 
c'avere  l'appotrgio  materiale  <•  : 
compagno,   e   deve  lavorare   p- 
avere  una  mance  un  occhio  vigilu  ]< 
soprintendere  o  a  fare  da  sé  certi  la\ 
l'azienda  domestica,  o  certi  lavori  don 

Mi  par  giusto  In  tutto  e  per  tntt>> 
che  a  questo  propo^tto  disse  in  una 
renza  una  sigli'  i.  Annetta  «'•>: 

In  questo  sec'  agitano  le  p.-: 

sparate    qnr'st;  ,-iiH.    .•   in  ,mi;   • 

c*>7  -  mie  d'idee  i 

!.->  .1  donna  p<-t 

tr.i  :  1   passato  e  i' 

sieme    ai   uuuvi  bisogni  soi'uli, 
maneggiare  ugualmente  bene  I 
na  (o  11  pennello,  eoc.l  "*  L'uoir. 
classi  non  basta  a  sopperire  da  s. 
genti  bisogni  quotidiani,  è  dmi  i 

compag^na  cooperi    portando  il  sun  v;m>.<j-»  « 


LCIio  Sasso  Medicinale  sempiice.  joda'.o  ed  emu:shnato  è  il  ricastitiiente  tovreno. 


448 


il  suo  fuscello  al  nido.  La  donna  odierna, 
stante  le  nuove  esigenze,  dovre'>be  saper 
accudire  alle  casseruole  come  al  fuso;  al  so- 
stentamento della  propria  vita  come  all'edu- 
cazione razionale  della  prole.  „ 

Se  mi  dite,  gentili  lettrici,  che  ciò  non  è 
frequente,  vi  risponderò  che  è  vero.  Se  mi 
dite  che  questo  è  impossibile,  vi  ricorderò  un 
esempio  luminoso.  La  benedetta  autrice  della 
"  Capanna  dello  zio  Tom  „  la  Beecker  Stowe, 
raccontò  a  quante  cose  attendesse  e  soprin- 
tendesse, pure  stando  colla  penna  in  mano. 
Spesso  la  cuoca  veniva  a  chiederle  consiglio 
per  un  pasticcio  oppure  una  ragazza  veniva 
a  chiederle  di  darle  un  puntino  alla  gala  della 
gonna;  oppure  ancora  ella  doveva  alzarsi 
ad  un  tratto,  smettendo  di  scrivere  per  sor- 
vegliare i  bimbi. 

Del  danno  che  porta  alla  madre  il  lavoro 
gravoso  che  la  strappa  alla  culla,  si  occupò 
con  amore  Ellen  Key  di  cui  le  idee  sociali  e 
tilosofiche  suscitarono  tanto  clamore  di  i)o- 
lemiche.  L'illustre  svedese  dice:  "La  don- 
na è  soggetta  a  leggi  eterne  a  cui  non  può 
ribellarsi  senza  perire.  La  donna  vuol  com- 
petei'e,  lottare  coli' uomo  nella  resistenza  al 
lavoro  e  alla  fatica?...  Sia  pure!  Male  stati- 
stiche ci  dicono  che  l'immensa  mortalità  in- 
fantile nei  paesi  industriali,  ha  per  causa  la 
mancanza  di  cure  materne;  che  i  bambini 
rachitici  o  malaticci  nascono  da  donne  de- 
formate da  lavori  faticosi.  E  le  cifre  della 
delinquenza  precoce  salgono  d'anno  in  anno 
con  spaventoso  crescendo;  mentre  la  madre 
attende  al  lavoro  fuori  di  casa,  i  figli  ricevono 
(spesso  se  non  sempre!)  la  loro  prima  educa- 
zione nei  trivii  e  nel  fango  delle  vie.  "  In  altri 
casi  poi,  Hellen  Key  ritiene  che  la  donna,  più 
educata,  coU'ordine,  coli' economia,  colla  ge- 
niale sua  abilità  e  la  sorveglianza  sui  figli, 
possa  contribuire  più  efScacemente  che  col 
faticoso  lavoro,  al  benessere  della  famiglia.  ^ 
Cosa  anche  questa  giustissima,  perchè  non 
tutti  a  questo  mondo  nascono  con  una  hosse 
speciale,  o,  anche  avendola,  non  ricevono  una 
coltura  atta  a  svilupparla  al  punto  da  trarne 
partito. 

La  pensatrice  svedese  osserva  poi,  come 
non  solo  il  bisogno,  ma  la  mondanità  e  la 
filantropia  (perfino  questa!)  allontanino  la 
donna  dalla  casa,  e  vorrebbe  richiamarvele 
per  amore  di  tanti  bimbi  a  volte  ricchi,  ma 
trascurati  dalle  mamme,  che  solo  si  occupano 
di  loro  '*  per  incidenza.  „ 

La  valorosa  autrice  di  II  Secolo  del  fan- 
chilli  apprezzata  anche  a  Milano  come  con- 
ferenziera  dalla  logica  stringente  e  convin- 
cente, incontrò  molte  ostilità  all'attuazione 
dei  suoi  i)iani,  essendo  razionalista.  Ben  in- 
teso, che  chi  cercò  di  sbarrarle  la  via  furono 
soltanto  persone  col  cervello  rattrappito  e 
con  la  vista  moralmente  miope.  Ma  fu  mal  di 
l)oco,  perchè  un'anima  consacrata  al  bene 
altrui,  fervente  di  carità,  pietosa  e  austera, 
oltre  alla  rivf>r(Mi/.ii  lia  diritto  :t,  (niella  i)ietà, 


gentile,  ohe  non  ofiende,  e,  clie  chi  crede  iti 
Dio  come  m«,  prova  per  chi  manca  di  questo 
grande  conforto.  E  poi,  se  si  ragiona,  non  ha 
più  merito  chi  agisce  come  meglio  sa  e  può 
senza  speranza  di  "  un  guiderdon  che  cova 
oltre  le  nubi,  „  di  chi  fa  tanta  carità  colla 
certezza  che  il  buon  Dio  ne  terrà  conto,  se 
non  nella  vita  terrena,  almeno  in  paradiso? 

Ma  basta  di  ciò. 

Dunque  come  ideale  di  posizione  sociale, 
mi  pare  vada  considerata  quella  della  donna, 
che,  maritata  o  no,  esercita  una  professione 
in  casa. 

Ma  appunto  perchè  già  la  vita  femminile 
odierna  richiede  riunite  in  una  sola  persona 
attitudini  cosi  disparate,  io  penso  che  se  si 
concedesse  il  voto  amministrativo  alla  donna, 
ciò  finirebbe  per  darle  un  siinnenage  enorme, 
pericolo  già  imminente  oggi,  e  poi  a  con- 
dannare il  focolare  ad  un  vero  disordine  in 
tutto  il  suo  funzionamento.  Così,  malgrado 
sia  persuasa  che  l'istintivo  bisogno  di  ordine 
e  la  pazienza  di  cui  noi  signore  in  generale 
siamo  dotate  possa,  come  disse  il  Luzzatto, 
recare  ottimi  frutti  specie  per  quello  che  con- 
cerne gli  organamenti  delle  scuole  e  degli 
istituti  di  beneficenza,  non  so  metter  d'ac- 
cordo che  dalla  trascuratezza  delle  singole 
aziende  domestiche,  possa  provenire  un  mi- 
gliore assetto  del  Paese.  Non  lo  comprendo, 
ripeto,  perchè  mi  pare  che  sarebbe  come  pre- 
tendere, sommando  castagne  e  fichi,  di  avere, 
per  esempio,  un  totale  di  sedie. 

Si  sa  che  Luigi  XIV  negò  il  voto  alle 
donne,  e  che  le  leggi  napoleoniche  non  fu- 
rono mai  favorevoli  a  queste.  Nel  1816  nel 
Lombardo-Veneto,  la  donna  fu  ammessa  al 
voto.  Vari  progetti  dal  '48  al  '50  fino  a  quello 
di  Cavour  nel  1859  (progetto  che  non  venne 
alla  stampa)  come  pure  altri  mai  raggiun- 
sero appieno  l'intento;  finché  nella  unifica- 
zione legislativa  del  1865  le  donne  furono 
escluse  assolutamente  dal  voto  amministra- 
tivo. 

Se  statisti  valenti  e  illustri  oratori  teme- 
vano, allora  concedendo  il  voto,  di  stornare 
le  donne  dalle  cure  della  famiglia  io  mi  trovo 
dunque  d'accordo  con  loro,  press'a  poco  come 
Perpetua  col  Cardinal  Federigo.  A  parte  che 
questi  vedevano,  oltre  tal  pericolo,  quello 
della  discordia  in  famiglia  causata  dalle  di- 
vergenze politiche  fra  i  coniugi. 

Fra  i  moderni  il  Saredo  proclama  1'  ugua- 
glianza dei  due  sessi  nei  poteri  politici,  poi- 
ché, egli  dice  "  la  donna  è  capace  di  bene  e 
male  come  l' uomo.  „ 

L'on.  Lucchini  affermandosi  pel  voto  in 
una  prefazione  al  libro  dello  Scapinelli  (libro 
che  sostiene  i  vantaggi  di  questo  voto),  si 
appoggia  al  Romagnosi  ed  allo  Stuart  Mill, 
e  vorrebbo  palleggiatala  condizione  giuridica 
dei  due  sessi. 

Una  proposta  circa  il  voto  femminile  che 
mi  pare  abbastanza....  dirò  curiosa,  è  quello 
di  lasciar  votaie   appena  le  signore  di  cui  i 


ARTRITE 


F/INOHI    DI 


VEDI     ANNUNCIO     DI    FRONTE 
-::;-      •:•>     ALL'  INDICE    GENERALE 


r 

JUARITA    RADICALMENT! 

CON   1  CELEB  R  t                       ( 

1 

l'f  JV 

lil 

i 

II 

V.i'v.i  à 

LU 

ti. 


le    broso.  dal  tn 
■'.     nel    iN»u'no    ri. 


;  i  Dav 

S  iriil  d; 
'i<i»nm;<i  )»•  ii-ari'Ui  (.-ho     a 
ItoRMiio  votare  con  fo-    t. 

Il 

■        •   t,       ci..      \ 


'•iiiiiii.    !'•    s.in-iiiH." 

In    questo  lodto 

ili   Mn  f  fin  notar* 

lo 


L  che  in  taccia  al  i 
«tatn  di  coHO,  a  , 


H«.l. 

sita  d»*lla  V 


graffi  •: 


Il  nna  prigione  p«r    n 


tbbe  più  eh?  mal  diri» 

profondo  rispetto:  p- 

••  h' Impone  anche  a  < 

r integrità  del  carattcì 


(ARTOLERIA  WIUISO  VESTKIM 

FIRENZE  -  Via  del  Proconsolo  •  FIRENZE 
SPLEXniDA   OC:C  AHIO\E    -    Vedi    Buoni   di    riduzione. 


-  450  - 
VI.  —  Lavori  donneschi. 

Le  Tiidustiìe  femminili  Italiano  hanno  rav-  diesa  De  Viti  Di  Maico,  la  Contessa  Pftria- 
vivato  il  gusto  delle  signore,  facendo  risorgere  vicino,  la  Contessa  Danieli,  e  molte  altre  da- 
moifi  lavori  caratteristici  delle  varie  piovincie     me  intelligenti  e  benetìche,  vanno  annoverate 


Velo  ier  canai' 


ToVAliLlNA    DA    TJ:. 

Italiane,  permettendo  a  tante  donno  del  pò-  fra  le  attivo  propagandiste,  le  infaticate  pa- 

polo  di  guadagnare,  pur  non  allontanandosi  tronesse  di  (luest'opora  non  solo  dal  lato  ar- 

dalla  famiglia.  tistico  ma  dal  lato  morale. 

La  Contessa  Sarvognan  di  lira:izà,  la  Mar-  Oltre  le  imitazioni   dell'antico  che   quasi 


CE?fTT.O    PI    TAVOLA 


452  - 


Sottobottiglia  a  bicamo  Richelieu. 


ClTABT.OTTK    VVAX    lìAMIÌINK    (piOìtO   piPUO). 


1  ..i..  li.  ^ 

tla  t^  tk  fiori 
ffoHfi   f»   Il    ]:\\ 


MI 


par  oainp  i 

:  ni   ijv.1. 

.  lo  effetto  tono  *  :i 

1  rt<?urc,  dovato  <l  - 

Fi  >rtiUBpi^  rowl-  Ali 

lin<*,    V  >M-    j-.i  >    T-...-..  ■■-   v.^'^uiio  sa   tol»  blu  può  ch<.^  j..<ti<i.- 

piatt<Mto  tloa,  oon  della  seta  lavabile  bianca:  bimba,  o  Vhnrlotu  in  battista. 


.itnano  con  giuto 
Itilllno  di  oap;»--"  ■ 


Tramkzzo  al  modano. 


■  ri    sjifri.iu    ••II».- 

'  colle  semplici 
I  ■  •  stelo,  in  verde 

nei  cuori  dei  fiori  si  deve  metterò 

>  azKuro. 

Tc-nuinato    il    ricamo   si   stira    aconrata- 

menU>  da  rovescio,  e  volendo  se  ne  ornano 

i  bordi  oon  una  doppia  gala  in  r«/.fi.>>  .»  •> 


Ih  ina<lre  che   I.ivora    »i<mi      '    i  •..    .      .  ..i 

'  riniMì  por  la  mu»   fain  .  >:k-« 

•  di  CUI  il  ruv»r  lo  ci  .1  per 

Min;»  1.1  vita,  che  ci  fa  pt/n^in  •  i'mi  ì -tittro 
rimpianto  alle  oro  tra-icurs»."  pienso  di  lei  la- 
vorando insjt'm»',  '•  l«'^;!fni')  "  p:»-!arif|f»  men- 
tre le  sue  ni  I  ti»» 
tanti  utili  ■  or- 
goglio, non  I  UH 
ur,;oglio  che  non  eia  co;i(l  viiit;ibtlc,  purché 
aveva  un  fondo  di  amon-  :  di  amore  cos'i  vero 

.•   /ru-Kl..    Tumcirc  l\li:il.'! 

NlNINA   ABPB^ANf. 


VII.  —  La  pagana  futile. 


I>opo  Unte  pagine  savie,  scritte  apposta    sufflcente  a  reggerli,  a  formare  una  pettins- 


p«r  indiesm,  o  meglio,  incoraggiarvi  a  pro- 
seguire sa  sa  per  lo  spinoso  ed  arduo  cam- 
mino della  vinù.  per  farvi  più  buone,  più 

generose  e  più  sapienti,  sars   ''■   - '♦  1 

l'umile  paginetta  destinata  a 

Ecco  ire  bozzetti,  tr-  p' 
parigini,  creati  da  case 
jrran  mondo,  riprodotta 
di  Lurr.  l'artista  squi^  - 
parigina  di  tatie  le  riviaio   d'',lLj;auzf.  C  •- 
bisogno  di  aggiungere  che  si   parla  dvìl'AiH 
et  la  ilodtf  ^ 

Sorvoliamo  «ui  voluminosi  cappelli,  tutti 
piume  ed  ali  su  tew  inuoense  e  spioventi. 
Quale  caplgliatiir.1.  anche  se  copiosi»!ma.  ^arà 


tur.i  ami)  1.1 


cnr*    e    d;^i- 

'  I  nostri 

atoun'in- 

fflci 

tur- 
ino 
in- 
cori 

,,,r- 
i   a     cbulli/:- 

iiore:  prlmu 
l'-a   al    parruc- 
iti  a  voi  corno 
11   quasi 


-^   jr,.i 


alla  porta  da  una  modista  di  Nizza  assai  nota 
nei  fasti  dell'eleganza  e  tenera  della  propria 
reputazione,  e  che  ritinto  di  provarle  dei 
cap|)elli,  se  prima  non  si  accomodava  la  pet- 
tinatura. De  petììes  boHcles,  tn(i(liunc,itne  masse 
de  petites  Ooucfes. 

E  vada  per  i  ricciolini;  soltanto  abbiate 
cura  di  sceglierli  un'inezia  più  chiari  dei  vo- 
stri capelli,  pei'chè  non  induriscano  la  vostra 
espressione  nouveau  jeu,  tutta  leggerezza  in 
apparenza  e  spensieratezza  e  vivacità  scher- 
zosa, un  qualche  cosa  di  mezzo  nel  significato 
tra  un  leggiadro  minuetto  di  Boccherini  e  la 
sxiuma  di  una  coppa  di  champagne. 

E  sotto  la  pioggia  di  riccioli  incornicianti 
deliziosamente  il  visino,  una  velatura  di  ci- 
pria Rachel  o  rosea,  secondo  che  siete  brune 
o  bionde,  a  meno  che  non  preferiate  ed  è 
meglio,  di  fare  uso  continuo  di  lozioni  rin- 
frescanti, ohe  diano  alla  pelle  freschezza  e 
candore. 

È  consigliatissimo,  tra  le  aitivi  il  Latte  an- 
tefelico  o  Latte  Candès,  sovrano  contro  le 
lentiggini,  triste  retaggio  della  stagione  del 
sole,  e  ottimo  a  prevenire  le  irritazioni  che 
si  producono  in  corto  pelli  delicate  ai  pri- 
mi freddi  e  sotto  l'azione  del  vento.  Si  può 
usare  sia  puro  che  diluito  nell' .acqua  e  fa 
sparire  in  quindici  giorni  qualsiasi  altera- 
zione della  pelle,  rendendola  morbida  e  le- 
vigata. 

Un  sottilissimo  velo  biondo  o  marron  chia- 
ro, che  va  su  tutti  cappelli  di  qualsiasi  colore 
fuorché  sui  neri,  ben  teso  sull'ala  e  che  non 
oltrepassi  il  mento  aggiungerà  una  sfuma- 
tura calda  e  misteriosa  al  viso  e  terrà  a  freno 
i  riccioli  ribelli.... 

Intorno  al  collo  una  morbida  volpe  az- 
zurra, più  bella  all'occhio  della  tanto  apprez- 
zata volpe  argentea,  darà  eleganza  anche  ad 
un  semplice  costume  tailleur,  permetterà  di 
portare  in  certe  giornate  miti,  se  puie  in- 
vernali, i  deliziosi  vestiti  a  sottana  e  vita,  che 
mettono  in  evidenza  le  linee  armoniose  delle 
personcine  svelte  ma  tondeggianti,  e  che  in 
questi  ultimi  tempi  si  vedono  cos'i  poco  per 
le  strade,  con  grande  rimpianto  dei  mono- 
coli, dogli  occhialetti  e  dei  pochi  occhi  acuti 
di  buon  gusto. 


Rammentiamoci  che  l'italiana,  nonostante 
i  molteplici  incrociamenti  di  razza  è  ben  di 
rado  alta  e  slanciata  come  le  donne  nordiche; 
deve  procurar  di  non  infagottarsi,  deve  re- 
stare più  che  può  nature;  le  parigine  l" hanno 
inteso,  e  rinunciano  alle  sotto-sottane  tutte 
svolazzi  e  fruscii  per  le  ctdottes....  schocking! 
Ammettiamo,  per  salvare  capra  e  cavoli,  la 
sottana  di  seta  o  di  raso  attillatissima  ai 
fianchi  e  con  voluminoso  pieghe!  tato  a  mac- 
china in  fondo. 

Non  è  delizioso  il  vestito  di  trina  impero, 
nella  vita  accorciata  della  tunica,  un  po'  se- 
condo impero  nella  linea  cadente  d'elle  spalle 
e  Luigi  XV  nei  nodi  d'amore?  Queste  ac- 
cozzaglie, contaminazioni,  per  dirla  classica- 
mente, di  stili,  furoreggiano  e  non  sempre  con 
buon  esito.  Qua  però,  bisogna  oonfessai-lo, 
l'insieme  è  squisito.  La  tunica,  formata  di 
strisele  di  merletti  differenti,  permette  alle 
signore  di  adoprare  pezzi  di  trine  antiche  o 
fatte  da  se,  clie  ritenevano  inservibili  per 
scarsezza  di  metratura,  senza  tagliuzzarle. 
Tagliuzzare  le  trine  vere,  checché  consiglino 
certe  sarte  poco  scrupolose,  è  imperdonabile. 
Come  avreste  il  coraggio  di  sciupare  un  la- 
voro fatto  colle  vostre  mani  con  pazienza 
mirabile,  dove  ogni  fiore,  ogni  foglia,  ogni 
.curva  è  stata  curata  e  carezzata  con  sapiente 
misura  d'arte? 

Quante  trine  fatte  durante  il  periodo  della 
villeggiatura,  nelle  sieste  pomeridiane,  ador- 
neranno i  velluti  e  le  pelliccie  quest'inverno, 
per  ricomparire  poi,  sempre  belle  e  anche  più 
apprezzate,  sui  vestiti  estivi,  dopo  che  la  tri- 
naia le  avrà  rimesse  a  nuovo  od  anche  dato 
quel  color  pei-gamena  particolare  a  quelle 
antiche! 

Ma  perchè  i  pizzi  durino,  perchè  l'opera 
paziente  delle  nostre  mani  non  vada  presto 
perduta,  attenzione  alla  scelta  del  materiale. 
Il  cotone  ed  il  refe  D.  M.  C.  adatti  all'ese- 
cuzione di  qualsiasi  ricamo  o  merletto,  of- 
frono garanzia  assoluta  di  buona  riu^icita  e 
di  durata  e  si  trovano  in  tutti  i  immeri,  dal 
filo  d'Aracne  per  i  Bru-telìes  ai  grossi  cor- 
doncini che  formano  l  rilievi  dell'Irlanda. 

Lavorate,  signore,  lavorate  ;  e  lavorate  so- 
prattutto.... a  farvi  belle! 

Y. 


Vili.  —  Fiorentina  e  parigina. 


Armonia  della  toilette.  —  Eleonora  Ditse   e  Gabriella  liéjan* 


L'arte  di  Ein  Ha  Boss 


La  donna  di    Firenze   come   la    parigina    o  grise'te  si  permette  qualunque  bizzarria, 


jjossiede  l'arte  non  facile  di  sapersi  ben  met- 
tere, colla  dit!erenza  che  l'  una  è  più  sobria, 
più  semplice,  ben  osserva  l'armonia  del  a 
linea  e  del  colore  con  quell'istinto  naturalo 
che  è  proprio  ai  figli  della  regina  dcH'Arno, 
mentre  l'altra,  la  francese,  sia  es.sa  gran  dama 


qualunque  audacia,  pur  non  riuscendo  mai 
ridicola,  dando  anzi  all'  insieme  della  toilette 
un  cachet  speciale  quasi  sempre  delizioso.  Ma 
la  parigina  ^  lei  e  non  si  discute;  se  un'altr.i 
donna  di  quahuK^ue  paese  essa  sia,  vuole 
imitarla,  deve,  por  non  cadere  nel  grottesco, 


ANEMIA      if)    vt 


NEURASTENIA    t 
RACHITISMO     -^j 

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DI  e  C,  Milano. 


>^-^ 


—  45G  — 


rlcon-cre  a  una  suU  e  a  una  modista  che 
non  sieno  delle  semplici  mestieranti  ma  delle 
artisie  vere,  che  sappiano  adattare  la  foggia 
dell'abito  e  del  cappello,  all'età,  alla  figura, 
alla  tinta  dei  capelli,  al  colore  del  volto,  che, 
sappiano  anche  conoscere,  e  più  che  cono- 
scere indovinare  con  quell'intuito  che  non 
s'insegna  In  nessuna  scuola,  il  carattere  di 
una  signora. 

Ti  sembra  strano,  lettrice  mia?  Eppure  è 

COSI. 

Le  vestimenta  in  genere,  come  la  petti- 
natura, come  il  profumo,  pnre  variando  sem- 
pre a  seconda  del  capriccio  della  moda,  de- 
vono però  conservare  qualche  cosa  di  armo- 
nico con  l'età,  il  person"ale,  l'incarnato,  il 
carattere  di  una  donna.  Io  non  saprei,  per 
esempio,  iìnmau:inare  la  divinissima  nostra 
Eleonora  Duse  dalle  bianche  mani,  dalla  voce 
d'oro,  vestita  diabolicamente  di  scarlatto,  nò 
la  vivace  Gabriella  Eéjane  ravvolta  in  un 
peplo  di  melanconica  tinta  violacea. 

Attente  dunque,  mie  signore,  alla  scelta 
della  sarta,  che  può,  pur  non  avendone  in- 
tenzione, essere  la  vostra  feroce  nemica. 

A  Firenze,  culla  dell'arte,  non  manca  na- 
tui-almente  la  reginissima  fra  le  artiste  del 
genere,  e  questa  signoi-a  che  sa  tutti  i  se- 
greti e  le  sottili  malìe,  che  conosce  il  fàscino 
di  ciascuna  stoffa,  adatto  ad  ogni  persona, 
che  poggia  sovra  le  teste  de' meravigliosi  cap- 
pelli dalle  ombre  sapienti,  con  piume,  o  va- 
ghe corone  o  ciuffi  fioriti,  o  intrecci  armo- 
niosi di  aerei  voli,  ed  augelli  e  velluti,  quesla 
signora,  il  cui  nome  dovrebbe  figurare  fra 
(luelli  degli  artisti  più  insigni,  si  chiama 
Emilia  Bossi. 

Nei  suoi  grandiosi  locali  in  via  Rondinelli 
e  nella  vetusta  piazzetta  degli  Antinori,  mol- 
tissime operaie,  lavorano  indefessamente  da 
un  anno  all'altro  senza  riposo  mai. 

Ad  ogni  stagione  la  signora  Emilia  Bossi 
porta  a  Firenze,  pet  la  prima,  ogni  grande, 
ogni  piccola  novità.  L' alta  aristocrazia,  il  fior 


fiore  dei  forestieri  residenti  o  di  passaggio 
accorrono  a  questo  gratidioso  lavoratorio,  ed 
anche  talvolta  Elena,  la  nostra  graziosa  re- 
gina, si  compiiice  affidare  i  suoi  comandi  alla 
squisita  genialità  di  Emilia  Bossi. 

Erinni. 


Bellezza  del  viso.  —  Il  vero  segreto  della 
bellezza  è,  per  la  donna,  l'uso  del  Latte  An- 
tefelico  o  Latte  Candès,  che  sia  allo  stato 
puro  o  misto  con  acqu;i,  fa  sparire  in  quindici 
giorni  circa  le  macchie  di  rossore  e  tutte  le 
attrazioni  della  pelle  del  viso. 

Le  macchie  della  pelle  nel  periodo  della 
gravidanza  sono  pure  completamente  eli- 
minate. 

Usato  quotidianamente  come  acqua  da 
toelette,  conserva  la  freschezza  della  carna- 
gione, e  nella  stagione  estiva  è  il  migliore  an- 
tisettico. 

Questo  ottimo  prodotto  ha,  del  resto,  più 
di  55  anni   di   esistenza  e  di  buon  suc<;esso. 

{Vedere  il  modo  di  servirsene  nella  1»  pa- 
gina della  copeitina  del  volume). 


Felicità  domestica  e....  gastronomia.  —  La 

buona  massaia  non  disdegna  di  lasciare  qual- 
che volta  il  salotto  per  la  cucina  e  di  sorve- 
gliare ella  stessa  la  cuoca;  rocchio  della  pa- 
drona, si  sa,  rende  le  pietanze  più  gustose: 
ed  una  buona  pietanza,  checche  so  ne  dica, 
ha  grande  influenza  sulla  feicità  domestica. 
Se  la  buona  massaia  sarà  poi  assistita  da  un 
buon  manuale  di  gastronomia,  la  felicità  do- 
mestica poserà  su  solide  basi.  E  il  miglior 
manuale  di  gastronomia,  il  solo  anzi  che  ab- 
bia serietà  e  competenza,  è  —  tutti  lo  sanno 
—  L'I  Scienza  in  cucina,  di  Pellegrino  Artnsi. 
Si  trova  in  tutte  le  librerie,  e  si  può  riceverò 
franco  di  porto  inviando  cartolina  vaglia  di 
lire  tre  alla  ditta  Bemporad,  Firenze. 


LA  SCUOLA  PRATICA  AGRARIA  FEMMINILE  DI  NIGUARDA 


Secondo  1"  ultimo  censimento,  le  donne 
che  si  dedicano  all'agricoltura  sono  in  Italia 
3.200,000,  d'ogni  grado  e  condiziono,  da  quelle 
che  amministrano  fondi  propri,  a  quelle  sot- 
toposte alle  più  pesanti  fatiche  materiali,  con- 
tadine, giardiniere,  ortolane,  allevatrici  di  be- 
stiame, avicultrici,  raccoglitrioi  di  funghi  e 
di  cicoria:  perfino  taglialegne  e  carbonaie.... 

Che  si  è  fatto  in  Italia  per  ottenere  da  que- 
sta infinita  schiera  di  lavoratrici  quell'opera 
meno  empirica  e  più  razionalo  di  cui  le 
nostre  terrò  hanno  così  urgente  bisogno? 
1  campiceli!  istituiti  dal  ministro   Baccelli  e 


qualche  nozione  d'agraria  impartita  alle  mae- 
stre, e  dalle  in:iestre  alle  troppo  giovani  al- 
lieve, non  hanno  dato  risultati  apprezzabili: 
speriamoli    migliori    dai    provvedimenti    del 
ministro  Uava.  ma  in  verità,  nessuna  istitu- 
zione, nessuna  scuola  finora  si  rivolge  diret- 
tamente in  Italia  alla  popolazione  femmiml 
campesii-e,  se  non  questa  di  cui  vogliamo  fi 
parola:  la  Scuola  Aifrariu  Pratica  Femmina 
fondata  in  Nignarda,  iirosso  Milano,  dal  n^ 
loro    pertinace   di   una   donna,   la  signorii. 
A  urei  la  Josz. 

Perchè  a  questa,   più  che   ad   ogni  altra 


UN  BEL  SENOS 


ottengono  Signore  e  Signorine  col  nostro  metodo  speciale.  —  Efletto  garantito  e 
duraturo.  —  Non  confondere  il  nostro  specilico  con  altri  preparati  che  non  hanno 
dato  mai  risultato.  —  Importante  opuscolo  si  spedisce  gratis,  dietro  carta  da 
visita.  Scrivere  V.  Lagala.  —  Vii  Ceironia,  '23.    -  Napoli  (Italia). 


SCUOLA  PILVTIC'A  AGRICOLA  FEMMLMI  I    hi   \i.i 


IVV      l.»/I. 


m 

■  — 'VTALE   D  AOBAUIA. 


fonnu  (li  aLtività  sociale  si  sia  wilta  l'atten- 
zione di  lei,  non  è  difficile  scoprire  a  chi 
conosca  da  un  lato  la  sua  cultura  vasta 
specialmente  nel  campo  storico  e  in  quello 
geo^'rafico,  clic  le  mostra  ad  ogni  passo  l'im- 
portanza preponderante  della  vita  agricola  nei 
destini  dei  popoli  e  dall'altro  al  suo  ufficio 
d'insegnante,  che  facendole  sfilar  davanti,  tra 
falangi  di  giovinette  cittadine,  anche  molte 
giovinette  campagnole,  le  dà  giornalmente 
un  saggio  delle  delusioni  e  degli  errori  a  cui 
va  incontro  la  popolazione  rurale  emigrante 
verso  la  città. 

La  lettura  di  un  articolo  della  Contem- 
porari/  lieview  (agosto  IS'JS),  nel  quale  Mrs. 
Crawford  lamentava  l'incuria  dell'Inghilterra 
d'allora  per  le  piccole  industrie  agrarie,  e 
additava  ammirata  l'opera  del  governo  belga 
a  prò  dell'istruzione  agraria  femminile,  fer- 
mò l'attenzione  della  signorina  Josz,  e  dette 
forma  concreta  alle  sue  idee  :  che  aita  opera 
di  carità  individuale  e  patria  sarebbe  quella 
di  trattenere  nel  loro  elemento  nativo  la 
maggior  parte  di  quelle  giovinette  che  dal 
contado  vengono  a  sfiorire  in  città  in  cerca 
di  un  diploma;  e  insegnare  a  loro  e  a  tutte 
quelle  altre  fanciulle  di  campagna  che,  o 
vivono  in  una  supina  ignoranza,  o  sono  fuor- 
viate dall'  istruzione  vana  dei  collegi,  a  di- 
ventare provvide  e  sapienti  massaie,  come 
si  fa  appunto  nel  Belgio  1 

La  giovinetta  trova  in  quel  piccolo  e  flori- 
dissimo stato,  come  anche  in  Svizzera  e  in 
Germania,  e,  da  poco  tempo  in  Inghilterra, 
diversi  tipi  di  scuole  di  vario  grado  scientifico, 
di  vario  grado  sociale,  con  insegnamento  teo- 
rico e  pratico,  che  l'addestrano  nei  molti  la- 
vori della  casa  e  della  fattoria.  In  alcune  di 
queste  scuole  la  donna  può  conseguire  diplomi 
che  l'abilitano  all'insegnamento  agrario  o  alla 
direzione  di  aziende  rurali;  in  tutte  ella  ac- 
quista quelle  abilità  che  la  renderanno  pre- 
ziosa collaboratrice  del  padre  o  del  marito 
nei  lavori  agricoli,  fonte  di  una  ricchezza, 
difficile  da  calcolare  in  cifre,  ma  spesso  ben 
maggiore  di  quella  che  rimunera  lavori  con 
determinato  stipendio,  a  servigio  d'altri. 

E  nell'andazzo  de'  nostri  tempi  di  pre- 
giare sommamente  le  lstituzi(mi  estere  e  di 
trapiantarle  da  noi,  senza  molto  domandarsi 
so  siano  destinate  a  fiorire  nel  nuovo  suolo. 
Ma  r  Idea  che  affascinò  la  signorina  Josz, 
d'i.stituire  scuole  agrarie  femminili,  in  un 
paese  essenzialmente  agricolo  come  il  nostro, 
che  non  dà  alla  sua  terra  che  una  parte  mi- 
nima delle  forze  e  de' capitali  che  sarebbe  suo 
supremo  interesse  di  dare,  è  di  tale  evidente 
bontà,  che  la  discussione  non  è  possibile. 

Solo  nell'autunno  15)05,  col  concorso  del 
Ministero  di  Agricoltura  e  Commercio,  la 
signorina  Josz  potè  imprenderò  un  viaggio 
d'istruzione  per  visitare  lo  scuole  agrarie 
femminili  fiorenti  all'estero.  (V.  bollettino 
Ufi",  del  Min.  di  A.  \.  e  C,  1900).  Ma  già  prima 
ella  eia   ihisi-ita  al   iiei|iiistare  profonda  co- 


noscenza dc'.r  avgovnenlo,  e  sui  modelli  del- 
l'estero dette  vit.i,  appena  fu  possibile,  alki 
sua  Scuola  Agraiin,  e  l'andò  foggiando  via 
via  che  l'eseguita  dei  mezzi  a  lei  concessi 
si  faceva  minore,  e  l'idea  poteva  tradursi  in 
realtà. 

"  Io  vorrei  che  sorgessero,  ella  scrive,  al 
pari  delle  .scuole  aijrarie  maschili,  molte  scuo- 
le per  le  figlie  dei  fattori,  di  proprietari  e  di 
tutto  quel  ceto  medio  che  ha  interessi  ru- 
rali, con  carattere  spiccatamente  professio- 
nale e  casalingo  insieme,  sul  tipo  deHe  Mé- 
Ttagh-es  Agricoles  del  Belgio,  e  conferenti  un 
diploma  che  dia  adito  a  certi  impieghi  della 
grande  e  piccola  industria  agraria.  Ma  vicino 
a  queste  vorrei  parimente  che  sorgessero  le 
scuole  di  tipo  più  umile,  sotto  forma  di  se- 
zioni temporanee,  come  le  scuole  dette  Am- 
bulanti nel  Belgio:  strumenti  di  una  cultura 
che  giunga  là  dove  il  bisogno  è  più  sentito, 
là  dove  la  Ince  non  arriverebbe,  perchè  nes- 
suno, per  tristezza  di  condizioni  materiali, 
moverebbe  a  incontrarla.  „ 

A<ttendendo  che  il  Governo  Italiano  com- 
pia questi  voti,  è  lecito  sperare  qualche  altro 
tentativo  dall'iniziativa  privata?  Qua  e  là 
l'idea  elettissima  accenna  a  dittondersi;  si 
susurra  che  provvide  trasformazioni  si  pre- 
parino di  antichi  collegi  e  particolarmente 
di  orfanotrofi,  spesso  i-icchi  di  denaro  e  ter- 
reni, in  scuole  agrarie  pratiche;  è  noto  inol- 
tre il  vasto  piano  d'istruzione  agraria  for- 
mato dalla  Contessa  di  Brazzà  a  favore  delle 
Calabrie. 

La  fiamma  si  allargherà,  è  sperabile,  ora 
più  rapidamente.  Ma  sarà  sempre  doveroso 
ed  equo  ricordare  la  piccola  favilla  che  l'ha 
accesa. 


Facciamo  brevemente  la  storia  di  questa 
giovane  istituzione. 

Alla  propaganda  attiva  ed  instancabile  del- 
la signorina  Josz  fu  facile  fare  de'prt>seliti,  e 
così  si  formò  a  Milano  nel  1901  un  comitato 
che  ebbe  ed  ha  tuttora  a  Presidente  la  Signora 
Maria  Camperio  Siegfried.  Più  difficile  cosa 
fu  raccoglier  i  mezzi  necessari  all'attuazione 
dell'idea.  Sussi.li  dagli  enti  benefici  cittadini, 
dalla  Provincia,  dal  Governo,  promossi  e  lar- 
giti infatti  più  tardi  (così  da  formare  ora,  an- 
che con  elargizioni  di  privati,  la  base  finanzi.i- 
lia  della  Scuola)  non  potevano  essere  concessi 
finché  la  scuola  stessa  non  avesse  cominciato 
a  funzionare:  co.sicchò  fu  detto  argutamente 
bisognava  risolvere  il  singolare  quesito  di  vi- 
vere prima  di  essex'e  nati. 

Provvidenzialmente  sorse  intanto  nel  con- 
siglio dell'Orfanotrofio  milanese  l'idea  di 
sperimentare  un  corso  di  agraria  per  le  or- 
fanello. Una  benefica  alleanza  si  strinse  al- 
lora fra  le  due  istituzioni:  l'Orfanotrofio  for- 
niva locali  e  terrtMio  sperimentale:  il  Comitato 
torniva  insoLMianli  ed  attrezzi,  e  aveva  diritto 


LIQUORE 

TONICO.DICESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


ma 
ter- 

Il  e 

no*    .'v.ui.. 


àUilt  A^rtuoiturit,  Iittlu»tri»«  Cviu- 

timi     II     si 1,.     .V..I..  .     ...f1l..l...,l... 


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sta  '  ■.■!.. 

lo  il  Cou vitto,  O 
•:t*,  necessaria  a 
- ->..  L-steuderai  all'Iu- 
tiera ipornatB.  Le  aiiieve  vi  sono  ammesse 
regolarmeute  a  14  anni,  dopo  oonsegoita  la 
lioensa  elementare,  almeno  il  certiflcato  di 
matorita,  e  pagano  la  reUa  di  L.  400.  Bono 


.1  un 

'   limi» 

•ondo  Invero  allo 

-.-noia  di  Nljjnar- 

niiiroMmeiite  da  ar.icii- 

I>sra- 
•nato 

KM»'   >>vi/7,rr<'    <> 

incontro  ali»   f.r 
pnr<l  ai  pia  nn 

rnm««  1*»  loro  minpu- 

r^                ■     -         'Il    So 

pie 

loro 

che   '..  l'Ili  riluc«.<nti  «li  i>ulitt!/.2ii,  d.il 

loro  I  1   apiari.   da^U   orti   vord«»p- 

gianti  <:  :.-.i-::.i.  parta  un  cncnnpio  salutare 
tutto  all'intorno,  e  si  sfAtino  cHjrte  vecchie  « 
ahi!  non  immeritate  accuse  di  sudiciume,  di 
trasonratez7.a  e  d' iKiiornnr.a.  che  gravano 
salle  donne  dei  nostri  campi. 

Akka  EnnKD.t. 


COME  S'IMPARA  A  LEGGERE  E  A  SCRIVERE  NEL  SEC.  XX 


Il  metodo  col  qaale  noi  e  i  nostri  babbi 
v  I  ba  ,bi  dei  babbi  imparammo  a  leggere  e 
a  scrivere,  è  ormai  divenuto  un  ricurdo  del 
passato,  oost  come  il  tranvai  a  cavalli  e  il 
fanale  a  petrolio. 

Si  ammetteva  allora  come  assioma  peda- 
irogioo,  ohe  la  lettnra  e  la  scrittara  r>sH<>ro  <1.^ 
considerare  come  strumenti  di  ' 
futoro  plnt<o«to  che  come  me /.zi 

giore  STfloppo  dell' intelligenza  d  

I  maestri  dicevano,  e  molti,  partmppo,  ripe- 
tono  ancora:  *  La  lettnra  e  la  scrittura  non 
sono  che  nn  meccanismo.  • 

Lettura  e  scrittara  erano,  di  fatto,  sem- 
plice meccanismo.  Il  fandnllo  (ricordate?) 
era  appena  entrato  nella  scuola,  e  già  gli  si 
apriva  sul  bxiico  nn  quaderno  rigato  per  il 
Inniro  e  per  il  larRo;  e  insegnatogli  a  regger 
frs  le  dita  il  manico  della  penna,  gli  si  face- 
vano tirare  le  une  dietro  le  altre  centinaia  e 
nii?U»i  t  ,\,  »^tf.  Con  certi  msjrtri  que«to 
est';  lava  per  tatto  ivWto  il  primo 

ami  e  a'Iora  prendeva  forma  di 

nn  Mii>j>i./i  •  ^ero  e  proprio,  da  cui  lo  spi- 
rito del  fanciallo  non  poteva  avere  che  danno. 

In  qnsMtA  poi  «(  1*»jr7<»r*».  il  <*'ii  e*»»r**lrio 
si  t 
(on  •: 
pesv 

per  eoai  due  ciiuio 
mente,   e   poi   il   sillif 
opptir*»   A.   K.   F.   <>.    l 


tutti,  e  specialmente  sai  principio,  formati  di 
sefrni.  che  pel  fanciullo  non  avevano  nessuna 
attrattiva.  Per  un  fanciullo  di  sei  o  sette  anni, 
che   è  mai   una  sillaba  o   una  lett«>r:i?   r-he 
relazione  diretta,  intima,  può  ma 
la  sna  anima  il  snono  di  questi 
vocale,  di  questa  o  di  quella  cons  ■ 
clamo  pnre  anche  di  questa  o  di  quolU  pa- 
rola, quando  la  parola  non  sia  trattata  in  né 
e  per  sé,   ma  nolo  conn-  mi  x.lmio    frt>(1<lo  e 
morto?  In  questo  es'  -:•■.  la 

forza   viva  della  sua  ••  m 

disparte,  inoper'i    ■    '  r»'.-»- 

tive  del  conosc.-  •  n  • 

eccitate  né  ewi'  i»"- 

ciallo  è  piò  cbe  altro  I 
non  aiatata  nel  suo  sv  ) 
essere  da  ogni  vera  s< 
edacatore. 

E  non  è  a  dire  che  i  danni  di  questo  inse- 
gnamento si  risentissero  s..l(.  ii.-l  nrmio  anno 
o  nei  primi  anni  di  -  .«iitn 

della  tenera  età.  lo  - 1  •   pi»" 

d'ogni  altro  particolari  p«-i- 

ché  è  la   base   di   tu»  ««o- 

Ia«»t4<v>:  e  non  di  rad<.  •!u'»«*o 


tro,   il  dife; 

r.Ti'lrar  1"  t 


■  itaro 


dGO 


labiea  puramente  meccanico:  —  si  ritrovano 
spessissimo  in  uomini  già  fatti;  per  non  dire 
che  si  mantengono  costantemente,  se  pur  non 
si  accrescono,  nei  giovinetti  del  ginnasio  b 
del  liceo. 

Si  trova  anche  nei  giovani  delle  nostre 
scuole  classiche  l'uso  di  leggere  passando  ol- 
tre, senza  curiosità,  ai  vocaboli,  ai  costrutti, 
alle  locuzioni  non  mai  incontrate,  ignorate, 
oscure.  Proprio  come  se  leggei'e  non  dovesse 
significare,  anzitutto,  apprendere,  intendere, 
percepire;  mii  semplicemente  vincere  con  il 
moto  delle  labbra  e  con  la  voce  certe  diffi- 
coltà di  segni,  indipendentemente  dal  loro 
significato. 

E  questo  difetto  è  il  frutto  di  un  seme 
gittato  appunto  nei  primi  anni  di  scuola,  e 
poi  non  potuto  mai  sradicare;  che  cioè  la  let- 
tura debba  essere  un  insegnamento  pura- 
mente meccanico  :  e,  quando  il  fanciullo  legga 
una  data  paiola,  non  debba  ne  affaticarsi, 
come  pensano  alcuni,  nò  aiutarsi,  come  di- 
cono altri,  col  pensare  anche  al  suo  signitì- 
cato.  Onde  la  lettura  veramente  perfetta  sa- 
rebbe quella  di  parole  che  non  avessero  signi- 
ticato,  di  sillabe  accozzate  insieme  a  caso,  le 
cui  difficoltà  il  fanciullo  dovrebbe  superare 
con  la  conoscenza  delle  singole  lettere. 

E  se,  dicono,  ques*o  modo  di  imparare  a 
leggere  non  presenta  attrat  ive  per  il  fan- 
ciullo, non  è  questa  ragione  sufficiente  per 
abbandonarlo.  Si  sa,  le  radici  della  educa- 
zione sono  amare,  i  frutti  saranno  dolci. 

Però,  è  strano,  per  non  dii-e  peggio,  che 
si  debba  riserbar  l'amaro  proprio  per  l'edu- 
cazione di  quella  età  prima,  cosi  bella  e  così 
cara,  appunto  perchè  lieta  e  serena. 


Orbene,  da  qualche  tempo  si  viene  pen- 
sando che,  se  qualche  parte  dell'albero  della 
scienza  deve  esser  dolce,  questa  deve  essere 
proprio  la  radice.  Gli  scienziati  o  i  letterati 
potranno  anche  resistere  alle  amarezze  della 
loro  scienza  o  della  loro  arte;  ma  al  fanciullo 
i  primi  principii  del  sapere  devono  offrirsi 
più  che  mai  allettevoli.  Togliendo  il  fan- 
ciullo a' suoi  giuochi  liberi,  alle  sue  corse, 
al  suo  prato,  al  suo  giardino,  alla  sua  casa, 
e  intrcjducendolo  nella  scuola,  bisogna  non 
troncare  quella  espansione  di  pensieri  e  di  af- 
fetti, ma  rispettarla  ed  aumentarla.  La  scuola 
dev'essere,  non  un  luogo  dove  artificialmente 
si  formi  la  vita,  ma  un  luogo  dove  la  vita  del 
fanciullo  continui  a  svolgersi  naturalmente, 
in  condizioni  pia  favorevoli  che  non  nella 
stessa  casa  o  nella  via  o  nel  cortile. 

Ed  oggi  per  l' appunto,  il  principio  sul 
quale  poggia  l'insegnamento  elementare  della 
scrittura  e  della  lettura  è  l'opposto  doll'an- 
tloo;  si  crede,  cioè,  che  lettura  e  scrittura 
debbano  essere  considerate  come  un  mezzo 
fra  i  più   efficaci   insieme  e   più   dilettevoli, 


cioè  più  vevnniente  naturali,  dello  sviluppo 
e  perfeziouaniento  intellettuale  del  fanciullo, 
e  perciò  in  questo  insegnamento  si  rifugge 
da  tutto  ciò  che  possa  sembrare  meccanico, 
per  renderlo  il  più  possibile  razionale. 

Dico  che  oggidì,  come  il  fanciullo  è  en- 
trato in  classe,  non  si  presentano  ai  suoi  occhi 
o  ai  suoi  orecchi  forme  e  suoni  di  lettere, 
vocali  o  consonanti.  L'alfabeto  è  tanto  lon- 
tano dalla  sua  mente  quanto  può  esser  da 
quella  di  un  selvaggio.  Nell'età  di  sei  anni  il 
fanciullo  non  conosce  altro  e  non  ama  altro 
che  le  cose.  Ogni  cura  della  sua  semplice  ani- 
ma, ogni  moto  de'  suoi  instabilissimi  sensi  è 
per  esse  e  verso  di  esse.  Che  un  cavallo  passi 
dinanzi  a  lui,  che  un  cane  gli  abbai  intorno, 
che  una  palla  gli  ruzzoli  fra  i  piedi,  e  voi  lo 
vedrete  interrompere  quel  qualunque  di- 
scorso che  altri  gli  faccia,  e  muoversi,  cor- 
rere, gridare,  agitarsi  in  un  verso  o  in  un 
altro. 

È  l'alba  dei  sensi,  è  la  loro  primavera: 
quando  le  prime  luci  si  diffondono,  quando 
i  primi  profumi  si  alzano  dall'anima  su  cui 
piovono  i  primi  raggi  della  vita. 

Che  luogo  di  tormento  diventa  la  scuola 
ogni  volta  che  soffoca  questo  magico  incanto! 
E  per  continuarlo,  per  accrescerlo,  è  ne- 
cessario che  il  maestro  crei  intorno  al  fan- 
ciullo un  n\ondo  non  differente  da  quello  da 
cui  esce;  anzi  migliore,  più  atto  a  illuminarne 
la  intelligenza,  ad  affinarne  il  sentimento,  a 
risvegliarne  l'attenzione.  Il  maestro  diventa  ■ 
un  compagno  de"  suoi  alunni,  un  fratello  mag- 
giore, che  finge  di  vedei-e,  di  pensare,  di  sen- 
tire con  la  stessa  anima  loro;  che  non  inse- 
gna, non  impone  le  idee  sue  come  venute  dal 
di  fuoi'i,  ma  le  idee  fa  spontaneamente  ger- 
mogliare nella  mente  dei  fanciulli. 

Siamo  ben  lontani  ancora  dal  parlare  di 
lettuia  o  di  scrittura;  ancora  non  si  propon- 
gono al  fanciullo  se  non  le  immagini  delle 
cose,  o  le  cose  stesse  nella  loro  realtà:  una 
rosa,  una  palla  o  un  banco  della  scuola  o  la 
scuola  stessa,  o  essi,  gli  scolari. 

Poi,  un  giorno,  il  maestro  disegna  sulla 
lavagna  la  flgui'a  di  quella  rosa  che  ha  fatto 
vedere  in  realtà  e  toccare  e  fiutare,  anche, 
a' suoi  allievi;  e  dopo  aver  così  illuminato 
l'oggetto  in  tutte  le  sue  parti,  lentamente  si 
distacca  da  esso,  per  tìssai-e  l'attenzione  dei 
fanciulli  sul  nome  da  cui  l'oggetto  è  signifi- 
cato: rosa. 

La  scolaresca  pronunzia  questo  nome, 
senza  sapere  ancora  che  esso  sia  una  piro/o, 
senza  ancora  riuscire  a  distinguere  in  essa 
vari  suoni,  e  tanto  meno  sillabe  e  lettere, 
vocali  e  consonanti.  Per  il  fanciullo,  come 
già  accennammo,  la  parola  è  qualche  cosa 
di  intimamente  unito  al  pensiero  che  esprime 
e  all'oggetto  che  rappresenta,  non  analizza- 
bile, non  scomponibile  in  se.  Per  il  fanciullo 
il  linguaggio  tutto  è  qualche  cosa  di  continuo, 
come  il  respiro  che  gli  finisce  dalla  bocca,  o 


IGIENE 


POUDRESIMON 


BELLEZZA 


Polvere  di  riso  senza  bisuuao, 
invisibile,  aderente,  deliziosamente  profumata. 


DI  sniiTTriu  DiRirrA 

ÓtUAlO. 


C?a*KV*l  "Ì^KWcJ.-.!»  plxcu^mj, 


/U'  Wxulcrvne,  <)!i  airucjcfu/  ru/ile.  °^^^J^  ''^''*^  iwlu^ 

Il iMJvnio'  {Jmwym.  d  (Mml  e. 
ImM  I 

Itmce  |i/tfikw  il  (muio:  &  aitò/ 
e  <x)wmMóam4;  dóiw 


-  462  - 


che  egli  plasma  diversamente  secondo  l'ani- 
mo. Quando  il  bambino  dice:  Queatn  enne  è 
bello,  non  s"  avvede  di  pronunziar  quattro 
parole;  nel  suo  dire  ogni  parola  è  fusa  con 
l'altra;  il  nome  è  impastato  con  l'articolo, 
col  verbo,  con  l'aggettivo;  e  rari  sono  i  casi 
nei  quali  correntemente  parlando,  il  fanciullo 
distinirua  neltaimnte  una  parola  dalle  altre. 
Fatevi  toi-nare  in  memoria  scritture  di  per- 
sone ignoranti,  e  rinnoverete  le  risa  per  certe 
divisioni  fantastiche  di  una  parola  in  due  o 
tre  pezzi,  o  su  certe  appiccicature  mostruose 
di  tre  o  quattro  parole  insieme,  come:  "  T'id- 
dico  che  lata  vola  s'ièrottunpiede.  „ 

Dopo  aver  fatto  conoscere  la  cosa  (nel 
caso  nostro,  una  rosa)  il  maestro  farà  dun- 
que conoscere  veramente  la  parola,  non  an- 
cora scritta,  ma  parlata;  e  la  farà  conoscere 
in  sé  e  per  sé,  nella  sua  natura  e  nelle  sue 
parti,  cioè  nelle  sue  sillabe  e  ne' suoi  suoni 
semplici,  e  porrà  gran  cura  che  il  fanciullo 
la  pronunzi  rettamente,  perchè  la  retta  pro- 
nunzia è  come  il  fondamento  della  i-etta  scrit- 
tura. Già  a'  suoi  tempi  il  Rosmini  raccoman- 
dava: "  Innanzi  di  far  leggere  e  scrivere  i 
fanciulli,  si  rendano  perfetti  nella  pronunzia.  „ 

A  questo  punto,  quando  cioè  il  fanciullo 
conosce  la  parola  in  sé,  e  per  via  analitica 
la  spai-tisce  in  sillabe,  e  le  sillabe  spartisce 
in  suoni,  e  poi  per  via  sintetica  ricompone 
i  suoni  in  sillabe  e  con  le  sillabe  forma  nuova- 
mente la  parola:  a  questo  punto  si  può  dii-e 
che  la  parte  essenziale  della  lettura  sia  com- 
piuta, senza  pur  che  ancora  si  sia  vista  una 
lettera.  Il  fanciullo  non  conosce  l'alfabeto; 
eppure,  sulla  via  del  leggere  e  dello  scrivere 
egli  è  molto  più  avanti  d'un  che  lo  conosca, 
ma  al  quale  manchi  la  percezione  uditiva 
della  parola  così  esatta.  Questa  si  chiama 
lettura  mentale,  dopo  la  quale  si  presenta 
al  fanciullo  la  parola  scritto. 

Il  maestro  scrive  sulla  lavagna,  sotto  la 
figura  della  rosa,  il  nome  "  rosa  ^i ,  a  grandi 
e  semplici  caratteri  ;  e  avverte  i  suoi  ragazzi 
che  ha  scritto  la  parola  "  rosa  ,.. 

Dapprima  questa  è  per  i  fanciulli  una  in- 
tuizione confusa,  come  potrebbe  essere  per 
noi  quella  di  una  parola  cinese,  di  cui  pur 
conosciamo  il  suono,  ma  di  cui  non  cono- 
scessimo né  le  forme  né  i  valori  delle  singole 
lettere.  Bisogna  dunque  che  il  maestro  faccia 
distinguere  al  fanciullo  nella  parola  scritta 
quegli  stessi  elementi  che  egli  già  sa  distin- 
guere nella  parola  parlata.  E  allora,  sotto  11 
nome 


il  maestro  scrive  separato,  come  già  separate 
le  pronunziò,  le  due  sillabe: 

ro  -  sa 

e  fa  leggere  ai  fanciulli  prima  l'una,  poi  l'altia 
parte  del  nome;  e  poi  scrive  le  quattro  let- 
tere separate 

rosa 

In  modo  che  il  fanciullo  nei  singoli  sogni 
riconosca  i  rappresentanti  distinti  dei  sin- 
goli suoni.  E  la  lettura  è  fatta. 


Questo  metodo  por  imparare  a  leggere 
chiumasi  metodo  delle  parole  normali,  in  quan- 
to che  i  primi  suoi  elementi,  non  sono  già 
né  lettere  né  sillabe,  ma  una  serie  di  pa- 
role appositamente  scelte  (come  Nino,  uno, 
vino,  lino,  uva,  pane,  cane,  rosa,  ec.),  e  dispo- 
ste in  ordine  progressivo  in  modo  che  pas- 
sando dall'una  all'altra  il  fanciullo  non  trovi 
di  nuovo  più  che  una  consonante  o  una  vo- 
cale, e  gli  altri  elementi  siano  a  lui  noti  dalla 
composizione  e  scomposizione  delle  parole 
precedenti.  Queste  parole  sono  i-accolte  in  un 
libricoino  di  lettura,  che  sostituisse  l'abbece- 
dario e  il  sillabario.  Questo  metodo  sorto  in 
Francia  per  opera  del  Jacotot,  si  ditfuse  in 
Germania  largamente,  e  fiorisce  ora  nel  Bel- 
sio,  nella  Svezia,  nell'Ungheria,  nell'Austria, 
nella  Svizzera,  nelle  due  Americhe,  e  in  Italia 
sta  mettendo  radice  da  qualche  anno,  con 
promessa  di  buoni  frutti.  Delle  170  classi  pri- 
me delle  Scuole  elementari  di  Torino,  po- 
chissime si  mantengono  fedeli  al  vecchio  me- 
todo; le  altre  hanno  adottato  il  nuovo. 

Il  quale,  mentre  non  richiede  maggiore 
abilità  nel  maestro  nò  maggiori  fatiche,  la 
sua  etficacia  è  tale  da  non  poterglisi  para- 
gonar l'antico  neppur  lontanissimamente. 

I  difetti  che  vedemmo  derivai-e  da  questo 
scompaiono  totalmente  coli' uso  di  quello.  I 
fanciulli  leggono  senza  più  ombra  di  sillaba- 
zione anche  parole  nuove  e  lunghe.  "  Inve- 
ro, chi  ha  imparato  a  leggere  la  pai'ola  nane, 
senza  sillabazione,  giustamente  osservava  un 
egregio  direttore,  il  signor  Luigi  Rossi  nella 
Rassegna  Scolastica  di  Firenze,  saprà  leggei'e 
senza  sillabare  e  sin  dai  primi  esercizi,  le 
parole  tane,  pane,  cane,  rane,  vane,  sane,  mane, 
non  appena  gli  sarà  insegnato  a  leggere  la 
consonante  con  cui  esse  cominciano,  e  che 
è  il  solo  elemento  nuovo  dinanzi  al  quale  si 
trovi  il  fanciullo.  „ 

Di  più,  l'insegnamento  reso  tutto  intuitivo, 
diviene  un  mezzo  sicuro  insieme  e  piacevole, 
per  risvegliar  sempre  nuova  vita  nella  mente 
del  fanciullo  desiderosa  di  conoscere. 


In  quanto  all'insegnamento  della  scrittura 
dobbiamo  dire  che  esso  procede  contempo- 
ranemente  a  quello  della  lettura,  con  la  dif- 
ferenza che  mentre  il  processo  di  questa  è 
analitico,  cioè  conduce  il  fanciullo  dalla  pa- 
rola alla  lettera,  il  processo  di  quella  è  sin- 
tetico, cioè  conduce  il  fanciullo  dalla  lettera 
alla  parola. 

Dopoché,  ad  esempio,  il  maestro  ha  fatto 
conoscere  ai  fanciulli  la  parola  rosa,  porge 
loro  le  quattro  lettere  stampate  su  altrettanti 
cartoncini,  e  fa  ricomporre  la  parola  ad  ognu- 
no di  essi.  Poi,  dopo  esercizi  di  disegno  pre- 
liminari, il  maestro  presenta  a  una  a  una 
le  lettere  sulla  lavagna  e  fa  distinguere  In 
esse  le  varie  parti:  il  filetto,  l'asta,  le  curve, 
denominandole,  facendo  notare  ai  fanciulli  le 
loro  proprietà,  1  movimenti  della  mano  e  il 
tempo  necessario  per  eseguirli.  Poi,  racco- 
gliendo gli  sparsi  elementi,  ricostruisce  la 
lettera  e  invita  1  fanciulli  a  rifarla  parte  per 
parte,  dapprima  in  aria  con  l'indice  spiegalo 


<i«>tU  m.v 
de  d«>IU 

poi  "-. 


li  In  o»o  in  moUe  «cuoio 

dello  forme. 

•  >  In  COSI  detu  tHrittar* 

Chi  hd    v«»dotn    f   \ 

V  o  bel«»  che  dir  si 

d:.1                           .      •       .    . 

\u  9hggto  iirllr  foto- 

r.i 

•♦to  jrfucre  di  sorlt- 

ni' 

j  air«utloo.  In  ciJl  non 

.|ii.  i 

■  ro  propre<-o,  ò  u'ierilca. 

tutt.   :■   - 

.IL'll     ahllllll     I.l     im-i/    iHK' 

mo.l,,    a,     : 

m"r(i»»(H  oftotfl  d^rlrn* 


ntr4>. 

E  di  qnl  a  Tenti  «uni,  In  tatto  il  mond' 
II  silUbaiio  non  sarà  più  che  an  ricordo. 

Habent  «n<i  fata  liMIi! 

Ltioi  AMBROSUd. 


RECENTI  METODI  DI  CURA 


La  moUiciDa,  M  non  ha  soddisfatto  certe 
-!'e't.t7:oi''.  un  po* eooesslTe,  ha  però  man» 
feti  >1elle  !iperany.e  susciute,  ed  ha 

In  mi   anni   beneficato   l'uinanit;! 

nuovi  metodi  di  cura  d'indi- 
.•la. 
■  leinpo,  dopo  il   trionfale  *ni^- 

revso  (i»»iia  «•loroterapia  a; v   '  '*  ' 

dio  del  rtoercatorl  ai  è  1 1 
a  duo  malattir-  oho  sono  • 


Invece  molte  speranze  della  t<»rapputl' 
si  aono  rivolte,  non  a  torto,  a  mesat  di  cui 
più  Kenerali.  di  un'aKiouc  meno  limitata 
piuttosco  intesa  a  rinvi^^orire  tutte  le  prin 
cipali  funK;oni  dell'organiMno  ;  tali  m«'/'i  ' 
cura!M>no  et^scnzlalniente fisici, quali  !'• 
terapia,  la  radioterapia,  la  fototerapia, 

' le  cure  d'aria,  di  moviiii'  ■  ' 

•  •stl  od  altri  mezzi  di  cu 
'•--1  nn  Tnftndn   del   ttifr 


eoudoi; 
tfa  a  d< 

l'or-- 

IT)' 

ri. 
P- 
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at. 

du 

1: 


ra; 
sa- 

assiduo 

meno    ;: 

€<■••  • 

at. 


veru^iutìuieute  cutu^r  la  cau^a  della 


•'■ '•'■■  -'>tto  che, 

■  •l  esco- 

loendo 

1  t«iii,invi  sierote* 

vien  dirlo,  con  re- 

r.\. 


uuiert-wìimedit 
opluiamalisna. 


.■e  attribuito 
inpo  alla  ra- 

'cuni  anni  un 

tnato  rtof'  ti 


»  ìnteittu  spcouUtivo.  cosicchtì  il  medico 
trova  sempre  nella  necessita  di  attener»! 
preparati  di  antica  e  provata  efficacia. 

L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice  jodato 


rcvoliucitte. 

Dei  più  importanti  medicamenti  nnovi 
dei   più  efficaci  mezzi  di  cura  sannomina- 
diró  qui  brevemente. 

Mfdirammnti  niinri.  I  Cìarorf/fo/ifaraenicoal! 

'i'.if  .  .!  '         ■'  molto  usnf    ■■     - 

.      -      ~  per  la  via  - 

!        '    .  soni)    V.lr- 


ciaKcuiia  (.')  pillole  al  u'ioriiu),  cui)t;>> 
bolezza,  diminuzione  di  appetito,  pr 
speclalmeute  dalla  tubcrc<>i>)<si. 

Contro  la  gotta  e  la  <ì.- 
palarsi  la  l'iperazimn,  al<  .> 
caustico  e  non   tossico  del  »;i'>|.|m>  <ì<  nr?  |> 
ridine:   ha  la  proprietà   di   scloi;li«:re  grai 
didima  quantità   »!l   arido   urico.   Contro  ;  ^ 
'•udore  da  iafezloiu 
.  on  buon  successo 


ssi  ellicvcc!:    I«  fktjfmitH't  è  n 
dell'ioduro  di  potassio  (pr 


bi, 

dotti      !>*>  '•!   I. 

Come  autifebbrile  va  ricordata  VAr'un 
china,  che  è  un  derivato  insipido  del  chinin' 
che   pur   ncn   avendone    tutta   l'efflcacia, 
molto   utile   uelle  forme  leggere,  e  sovn: 
tutto  è  ì>en    toll'-r.Hfo. 

Di  r  ' 
gouo  tiit- 
prepara'.    . 

ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


Uri 


0  arsenicali,  6c.;  lo  sciroppo  d'ipnfosfiti  del 
l'ellows  resta   ancora  fra  i  mi.i;liori. 

11  D!(jalen  (digitoxinaiimort'a  solubile  Cloet- 
ta),  è  slato  proposto  come  succedaneo  dela 
digitale,  e,  secondo  i  resultati  ottenuti  da 
vari  ricercatori  e  specialmente  dal  dott.  Va- 
rallini  di  Parma,  nelle  malattie  di  cuore, 
esso  conserva  tutte  le  V)iiO!ie  qualità  della 
di^Mtale  eliminandone  quasi  tutti  i  difetti.  È 
messo  in  commercio  dalla  casa  Hoftmaiin  Le 
Roche  e  C.  di  Basilea  in  una  soluzione  tito- 
lata di  cui  un  cmc.  cjrrisponde  a  0,3  mgm. 
di  sostanza  attiva. 

Ij' Emcopol  è  un  bromidrato  di  scopola- 
mina, chimicamente  puro,  messo  in  vendita 
dalla  casa  Riedel  di  Berlino  che  si  ditferenzia 
dal  prodotto  iscritto  nella  Farmacopea  te- 
desca per  l'assenza  di  basi  straniere  e  per  la 
sua  inattività  ottica.  È  utile  nelle  paralisi 
agitanti,  negli  spasmi  muscolari  clonici  e  to- 
nici, nei  tics  d'origine  nervosa,  nelle  affezioni 
nervose  in  genere.  Il  Bromural  è  un  nuovo 
ipnotico,  appartenente  al  gruppo  dei  derivati 
dall'acido  valerianico;  alla  dose  di  gr.  0,3-0,6 
è  un  eccellente  ipnotico.  L'azione  si  mani- 
festa dopo  5  a  25  minuti:  persiste  da  3  a  5 
ore.  Da  usarsi  nei  casi  d'insonnia  leggera.  Nel 
mal  di  mare  fu  usato,  sembra  con  successo, 
11  Validolo,  che  è  l'etere  mentolico  dell'acido 
valerianico  coll'aggiunta  del  30  %  ^'^  men- 
tolo liquido.  Il  validolo  è  stato  raccomandato 
anche  come  un  eccellente  analettico  contro 
l'emicrania,  cotne  mezzo  specifico  nella  in- 
tossicazione alcoolica  acuta,  nelle  nevrosi  ri- 
flesse ed  anche  come  stomatico. 

Quanto  alle  sua  azione  nel  mal  di  mare, 
bisogna  attendere  resultati  più  sicuri,  tanto 
più  che  la  massima  incertezza  regna  per  ora 
anche  sulle  cause  del  noioso  disturbo. 

Idroterapia.  —  L'idroterapia  è  uscita  fi- 
nalmente dal  i)eriodo  empirico  moderno,  che 
comiiicia,  si  può  dire  con  Priessnitz  e  finisce 
coll'abate  Knoipp.  Come  ho  già  notato  avanti, 
la  medicina  si  è  messa  da  tempo  sulla  via 
delle  risorse  naturali,  sfruttando,  per  quanto 
è  possibile,  tre  elementi  essenziali  di  forza 
e  di  salute,  vale  a  dire  l'aria,  l'acqua  e  la 
luce. 

L'idroterapia,  che  deve  la  sua  meritata 
fortuna  specialmente  al  Winternitz,  è  entrata 
trionfalmente  fra  i  metodi  di  cura  più  usati 
e  più  effi  -aci:  ossa  —  come  dice  il  Vinai  — 
agisce  sull'organismo  umano  per  la  tempe- 
ratura ora  calda  ed  ora  caldissima  dell'ac- 
qua, per  l'urto  pi  i  o  meno  potente  portato 
sul  corpo  dalle  varie  sue  operazioni,  agisce 
termicamente  e  meccanicamente  quindi  sul 
sistema  nervoso,  sulla  circolazione  del  sangue, 
sulla  crasi  sanguigna,  sulla  forza  muscolare, 
sul  respiro,  sul  ricambio  organico,  modifica 
e  regola  il  calore  a  seconda  delle  suo  appli- 
cazioni, e  dopo  di  aver  perturbato  colle  sue 
eccitazioni  e  col  suol  stimoli  tutto  l'organi- 
smo, ristabilisce  colle  sue  reazioni  l'equilibrio 
vitale. 

L'idroterapia  si  applica  con  successo   in 


svari atissime  forme  m^rljo^e  Special  m'-n'-O 
nello  nevrosi,  i;i  alcune  ma'a'ctie  orgaul.-he  del 
sistema  nervoso,  nelle  malattie  ^'astro  infe- 
stinali  e  in  quelle  del  i-icam'ùo.  Ri,'uardo  alle 
nevrosi  l'idroterapia  non  ha  altro  ulflcio  che 
quello  di  ridare  all'organismo  quel  tono  che 
per  varie  ragioni  è  venuto  meno:  non  biso- 
gna dimenticare  perj  che  l'idroterapia,  sia 
pure  associata  a  iniezioni  ricostituenti,  non 
è  sufficiente  alla  guarigione:  le  nevrosi  hanno 
un  fondo  psichico  sul  quale  bisogna  prima 
di  tutto  operare:  insieme  all'igiene  del  cor- 
po, conviene  curar  l'igiene  dell'anima  e  rie- 
ducare il  ragionamento. 

Nelle  forme  di  dispepsie  a'oniche  e  di  ato- 
nie gastro-intestinali,  assai  frequenti  e  spesso 
associate  a  disturbi  nervosi,  sono  utili  le  doc- 
cie  fresche,  fredde,  a  ventaglio  sull'epigastrico 
e  sull'addome  di  breve  durata  e  semicupi 
freddi  a  doccia  circolare,  perfrigeramento  lo- 
cale cogli  apparecchi  di  Winternitz,  la  fascia 
di  Nettuno  ed  inoltre  l'elettricità  e  il  mas- 
saggio. L'elettricità  viene  applicata  sotto  for- 
ma di  faradizzazioni  piuttosto  energiche  del- 
l'epigastrico  e  dell'addome,  di  massaggio 
elettrofaradic  )  oppure  di  galvanizzazioni  po- 
nendo un  polo  sull'epigastrico  ed  infine  in 
forma  di  semicupi  e  bagni  elettro-faradici, 
di  applicazioni  elettrostatiche:  il  massaggio 
è  largamente  adoperato  e  giova  indubbia- 
mente a  modificare  l'atonia  gastrica  e  del- 
l'intestino in  particolar  modo.  (Baduel). 

Anche  le  malattie  del  ricambio  igotta,  po- 
lisarcia, artrite,  èc.)  si  avvantaggiano  della 
idroterapia  in  quanto  che  in  essa  e  nell'elet- 
troterapia, nel  massaggio,  nella  ginnastica  me- 
dica trovano  il  mezzo  di  ridestare  le  sopite 
funzioni,  di  ravvivare  le  secrezioni  ed  elimi- 
nare i  prodotti  regressivi  formatisi  per  il 
rallentato  ricambio.  Per  queste  forme  è  molto 
in  uso  oggi  anche  il  bagno  di  luce  Kellog. 
Secondo  Baduel  non  è  necessario  andare  a 
temperature  troppo  alte:  meglio  è  mantenere 
il  malato  nel  bagno  di  luce  un  po' più  a  lungo 
ad  una  temperatura  dai  43o  ai  óO»  C. 

S'intende  ohe  anche  per  le  malattie  del- 
l'apparato respiraiorio  è  indicata  spesso  la 
idroterapia,  la  quale  ò  un  potente  mezzo 
preventivo  contro  le  facilità  con  la  quale  si 
incontrano  i  rattVeddori  e  Io  afìezioni  del 
tubo  respiratorio.  Le  spugnature,  le  frizioni 
col  lenzuolo  bagnato,  le  applicazioni  locali 
calde  e  fi-edde,  i  bagni  raft'reddati,  le  doceie 
circolari  scozzesi,  ec.  sono  indicate  nelle  varie 
forme  raccomandate.  Questi  sono  anche  i 
principali  modi  coi  quali  si  applica  l'idrote- 
rapia, modi,  che  cambiano  naturalmente  di 
intensità,  di  temperatura  e  di  pressione  a 
seconda  delle  m.ilat  ie,  dei  casi,  e  soprattutto 
degli  individui. 

Molti  sono  oggi  in  Italia  gli  stabilimenti 
moderni  dove  l' idroterapia  viene  applicata 
in  tutte  lo  regole:  rammenteremo  fra  i  prin- 
cipali quelli  di  Varallo,  di  Andorno,  di  Cossila, 
di  Castiglione  dei  Pepoli  ec.  ec. 

Kinesitentpia  e  ginnastica  medica.  —  li  mo- 


^^^■■^^%1^^\  ^^W^^"»  sieno  pure  allo  stalo  cronico,  guarite  con  le  celebri 
I  LMIIUUIIIIII  t'illole  Holventi  aiitiemorroidali  Fat- 
I  II  III  llllllllllll  tori  ed  Uutrneuto  autiemorroidale  Fat- 
I  UAlJL  W  A&Aft  wAA/JI  tori.  -  Scatola  Pillole  L.  2,50  -  Vaso  di  Un- 
I  guento  L.  2.  In  tutte  le  Farmacie  e  dal  Chimici  G.  FATTORI  e  C,  Via  Monforte,  16, 
^  Milano.  —  Opuscolo  gratis  a  richiesta. 


—  40Ó  — 

M  mtale  «  di  viu:    ti  ì 
•«,   niU'irimr*»  l'or-    v< 


•ono  «ondorr*  a  reitiiUH  f» 


gorta.  Sono 
dentiti  o<>l 

q 


lotU  A. 

ha  tro- 

..  ^ - .tà  del!» 

'.    net    reni    e   quindi    gli 
-ra  canalicoli  e  sangue. 
u>zr.a  abituale  Dell'atonia 
«terapia  è  indioatlssima : 
Miorimeati   metodici  e  ra- 
clic  CUI! trattare  e  nelle  parasi,  spe- 
••  di  origine  tsterioa. 
->no  malattie  come  la  tabe  dorsale  « 
11  motbo  di  Friedreich.  nelle  qnali  il  disturbo 
pia  ^»parisoente  è  costituito   dall'atassia  o 
«•-••-•onmento  nella  deambulazione:  in  tali 
si  può  dire  che   la  terapia  fisica  è 
.   efficace:   si  tratta  di  mantenere  in 
t  -f>ro  7.10  i  musooli  e  di   riabituarli  ai  movi- 
menti che  non  si  possono  più  fare  per  la 
con^n^nta  via  nervosa,  data  la  distruzione  av- 
T«  i:dolIo  spinale.  Cosi  nella  tabe 

s'  ì  massaggio,  la  sospensione,  la 

r.>  dei  movimenti,  l'elettricità,  la 

idroterapia,  i  bafrni  di  acido  carbonico,  la 
e!imato(erapia.  8' intende  che  la  U>rapia  fi- 
sica est  ♦">■'■•  '••  '=■'"  "•■i'^''he  a  quasi  tutte  le 
forme  •*:  >.  ma  più  special- 

mente  i  ..Ai  Ti  è  deficienza  di 

tono,  inde;>r>iiinenTo  ot-iia  condizione  nervosa 
o  della  forza  muscolare,  diminozioue  del- 
l'energia volitiva,  anemia  cerebrale,  ec. 

Per  terminare  questa  parte  interessante 
e  tntla  moderna  della  terapia,  nella  quale 
in  mezzo  a  motte  cose  atill  si  sono  Infiltrate 
—  bisogna  dirlo  —  molte  esagerazioni,  ricor- 
derò quello  che  oggi  si  pensa  riguardo  alla 
ginnastica  del  bambino,  che  è  ancora  troppo 
trascurata  e  che  è  invece  di  un'importanza 
capitale.  I  movimenti  che  bisogna  far  com- 
piere al  bambino  devono  presentare  tre  qua- 
lità principali:  devono  esser  semplici  e  fsclli  ; 
devono  essere  utili,  e  riereare  11  bambino. 

Secondo  il  Labmrtk*  che  tk  è  occupato 
particolarmente  di  questo  soggetto,  per  ogni 
specie  di  musooli  si  posson  trovare  1  movi- 
menti adatti,  divertenti  per  il  fanciullo.  Così 
per  i  muscoli  delle  braccia,  della  naca,  bi- 
sognerà far  camminare  il  bambino  a  quattro 
piedi  rialzando  la  testa,  come  se  volesse  imi- 
tare il  cane  che  abbaia.  Si  fanno  poi  imitare 
al  bambino  svariati  mestieri,  gli  si  fanno 
prender  varie  po-iizioni.  che  d«-I  re-to  pos- 
sono variare  all'infinito,  ma  che,  ripetute  me- 
todicamente e  siàtematicameutc,  senza  noiare 


■  i    I  : 

l;i'   ;     :. 

a/  n 

■'^'v.'l,'- 

un.'»,  oltre  alla  «uà 
rvosa,  che  vien  au- 
•nda  che  vie»  con- 
polo  positivo  o  d 
to  «1  ^  potnto  < 


la  loro  a/ 

Negli  ult;.!! 
zione,  i- 

O   SUtic.i 

quokta  •'; 
speciale  if  r  ■ 
elettrico.  nn<  i 
assorbire,  mi: 

Per  la  odi  i 
azione  sull'e* 
mentata  o  din 
siderata  in  vh 
negativo,  ^  H' 
servare  n 
degli  io 
produce 

che  imbevono  1  te-- 
trodi  avviene  un  ti 
ioni:  gli  acidi  e  l'o-- 

sitivo  od  anodo  {aniont^;  le  ba-iieJ  i  uietalU 
verso  il  negativo  o  catoie  (eatiomi). 

Non    possiamo  trattenerci   a  considerare 
l'importanza  di   tali  azioni  elettrolitiche  ri- 
guardo alla  nutrizione  dei    tessntf.  m»  no- 
tiamo che  di  esse  ci  serviamo   : 
rapia  per  le  applicazioni  cataf<  ó 

per  l'introduzione  nell'orgauisni'  v> 

medicamentose. 

Sono  entrate  nella  terapia  anche  le  c<^>i 
renti  ad  alta  frequenza  e  tensione  di  'r>-s:  . 
Arsonval,  prodotte  da  un  grosso  r<  ' 
dt  Ruhmkorff,  capace  di  dare  scintillo 
25  centimetri  di  lunghezza:  tali  corre< 
state  riconosciute   vantaggiose    nel  ■'. 
gotta,  reumatismo  articolare  ed  aneti 
tubercolosi  polmonare  cronica,  dove 
taggio  è  dovuto  essenzialmente  allo 
aloni  di  maggior  resistenza  nelle  qn 
posto  l'organismo:  secondo  alcuni  t.^ 
renti  avrebbero  anche  la  proprietà  <l 
nulre  la  tensione  arteriosa   negli  in  : 
che  l'hanno  eugerata. 

Un  sistema  di  cura  ancora  assai  poco  noto 
in  Italia,  ma  già  molto  diffuso  all'Estero, 
specialmente  in  Svizzera  e  in  Qermania,  è  la 
terapia  eleUromagnelica,  nella  quale  ci  si  ser- 
ve dei  campi  magnetici  ondulatori  e  inten- 
sissimi prodotti  dalle  elettrocalamite.  Tal' 
campo  magnetico  ha  un'azione  calmante  spic- 
catissima sul  sistema  nervoso,  ed  anche  una 
azione  ipnotica.  Inoltre  da  numerose  espe- 
rienze fatte  risalta  che  tali  campi  magnetici 
aumentano  notevolmente  il  contenuto  ossie- 
moglobinico  del  sangue.  Lo  strumento  quale 
fu  costruito  dairing.  Mùller,  consiste  in  una 
poderosa  elettrocalamita  con  un  nucleo  grosso 
di  ferro:  l'elettrocalsmita  è  animata  da  una 
corrente  elettrica  che  cambia  zapidameute 
di  senso,  cioè  circa  30  volte  al  secondo.  Il 
più  noto  istituto  per  tal  genere  di  cura  è  il 
Saius  InJìiitHt  di  Zurigo. 


L'Olio  Sasso  MedidMle  sooipUci,  jodato  «d  ornuUionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


-  466  - 


l?tfiynt''yap'a.  —  Tu  qnosM  rltimi  tempi  la 
sferoterapiii  fn  tentata,  si  può  dire,  per  tutte 
le  malattie  infettive:  si  sono  ottenuti  parziali 
successi  nel  carbonchio,  nel  tetano,  nella 
pneumonite,  ec.  Il  siero  Doyen  contro  il  can- 
cro ha  dato  luogo  a  molte  discussioni,  ma 
non  si  può  dire  ancora  niente  di  decisivo 
sulla  sua  efficacia  curativa.  Koch,  Maragliano, 
Behring  hanno  compiuto  studi  lunghi  e  in- 
defessi sulla  sieroterapia  della  tubercolosi,  e 
sui  resultati  non  è  lecito  ancora  pronunziarsi 
con  precisione. 

Marmorek  presentò  fino  dal  1903  all'Ac- 
cademia di  Medicina,  il  suo  siero  antituber- 
colare, che  accolto  con  scetticismo  forse  so- 
verchio da  principio,  presenta  ormai  una 
statistica  assai  favorevole;  dalle  numerosis- 
sime esperienze  fatte  l'esulta  che  l' applica- 
zione del  siero  Mai-morek  è  di  un'innocuità 
assoluta:  che  ha  un'azione  benefica  in  tutte 
le  forme  tubercolari  ma  più  specialmente 
nelle  forme  ossee:  che  tale  azione  si  mani- 
festa su  tutti  i  sintomi  della  tubercolosi  pol- 
monare; dispnea,  febbre,  segni  stetoscopici, 
stato  generale,  espettorazioni,  ec.  In  non  po- 
chi casi  si  è  constatata  la  guarigione  com- 
pleta. 

Opoterapia.  —  Il  metodo  d'introdurre  nel- 
l'organismo sostanze  derivate  da  particolari 
organi  di  animali  per  compensare  o  sostituire 
l'alterata  o  mancante  funzione  di  questi,  ha 
avuto  molti  seguaci  entusiasti. 

Per  ridurre  le  cose  al  loro  vero  valore 
diremo  che  l' opoterapia  non  ha  dato  tutti  i 
resultati  che  aveva  lasciato  sperare  :  tuttavia 
nel  trattamento  del  mixedema,  del  cretinismo, 
del  morbo  di  Basedov?,  dove  si  ha  un'alterata 
funzione  delle  glandolo  tiroidi,  la  cura  ti- 
roidea ha  dato  resultati  assai  soddisfacenti. 
Dopo  vari  tentativi,  oggi  si  somministra  ge- 
neralmente l'estratto  per  mezzo  di  tabloidi, 
formati  di  sostanza  tiroidea  in  preparati  sec- 
chi. I  migliori  sono  quelli  delle  case  13ur- 
rougs  Welcome  di  Londra  o  di  Merck  di 
Darmstadt, 

La  cura  tiroidea  necessita  prudenza  ed 
oculatezza,  potendo  produrre  fenomeni  assai 
gravi,  come  dimagramento,  accelerazione  del 
l)olso,  del  respiro,  anoressia,  insonnia,  ec. 

O.  Federici  nella  Clinica  Pediatrica  di  Ro- 
ma e  il  dott.  Zanonl  nella  Clinica  Medica  di 
(ienova,  hanno  osservato  efficaci  resultati  cu- 
rativi con  la  opoterapia  surrenale  nella  tosse 
convulsiva.  Numerosi  furono  in  seguito  gli 
studi  sull'adrenalina  (principio  attivo  delle 
capsule  surrenali),  che  fu  usata  con  successo 
nella  pertosse,  nelle  emorragie,  nell'astenia 
cardiaca,  ec,  I  sali  di  calcio  e  l' opoterapia 
epatica  sono  stati  raccomandati  nella  epiles- 
sia, ottenendosi  l'aumento  del  potere  coa- 
gulante ed  ovviando  alla  frequente  insuffi- 
cenza  funzionale  del  fegato. 

Jiadiolerapia  e  fototevapia.  —  Bisogna  in 
questo  campo  distinguere  i  raggi  emessi  dal 


tubo  di  Crookcs  dalle  radiazioni  del  corpi 
perciò  chiamati  radioaLfcivi;  i  primi  sono  i 
cosiddetti  raggi  X  o  di  Eoentgen,  le  seconde 
i  raggi  di  Becquerel.  I  raggi  X  sono  stati  lar- 
gamente impiegati  nella  cura  di  malattie  cu- 
tanee e  in  special  modo  nelle  forme  parassita- 
rie e  in  quelle  in  cui  si  tratta  di  determinare 
la  caduta  dei  peli  con  buon  successo. 

Nella  tigna  specialmente  il  trattamento 
radioterapico  assume  molta  importanza,  per- 
chè si  fanno  cadere  i  capelli  malati  co3i  la 
loro  radice  senza  provocare  una  calvizie  de- 
finitiva. La  durata  dell'esposizione  è  di  20  o 
iJO  minuti. 

Ottimi  resultati  si  ebbero  anche  nella  tu- 
bercolosi cutanea  e  ganglionare  e  nei  can- 
croidi.  Nella  leucemia  sono  stati  pure  appli- 
cati i  raggi  X,  ottenendosi  una  diminuzione 
dei  leucociti  del  sangue  e  la  riduzione  della 
milza. 

Secondo  alcuni  la  radioterapia  può  essere 
applicata  con  successo  anche  nella  cura  del 
cancro;  questo  guarirebbe  radicalmente  quan- 
do sia  possibile  distruggere  in  totalità  il  foco- 
laio iniziale.  Però  è  bene,  per  ora,  non  farsi 
soverchie  illusioni  in  proposito,  essendo  an- 
cora insufficiente  l'esperienza. 

Della  Fototerapia  è  stato  già  parlato  in 
questo  Almanacco.  Mi  limiterò  qui  a  notare 
che  l'applicazione  dei  raggi  attinici  (metodo 
Finsen)  è  andato  senapre  più  estendendosi 
anche  in  Italia.  I  più  notevoli  successi  sono 
stati  ottenuti  nelle  forme  di  lupus  volgare 
ed  eritematoso,  di  eczema,  e  di  acne,  di  ni- 
CHS  rodena,  di  epiteliomii  superficiali  e  nella 
tigna  favosa;  fino  dal  1904  esiste  in  Firenze 
un  istituto  Fototerapico  completo,  dovuto 
all'iniziativa  del  prof.  Celso  Pellizzari  e  so- 
stenuto da  oblazioni  degli  enti  pubblici  e 
dei  privati. 

Psicoterapia.  —  Molte  malattie  nervose  in 
oggi  più  frequenti  riconoscono  couìe  causa 
principale  tin  turbamento  delle  psiche  che 
crea  ed  esagera  dei  sintomi  morbosi  e  li  fissa 
per  un  tempo  più  o  meno  lungo,  come  se 
si  trattasse  di  disturbi  organici. 

Il  Dubois  di  Berna  fu  tra  i  primi  a  ricono- 
scere la  natura  tutta  mentale  della  più  gran 
parte  di  forme  di  nevrastenia  e  d'isterìa; 
altri  clinici  autorevoli  ne  confermarono  poi 
le  vedute. 

Tale  concezione  delle  malattie  nervose 
inorganiche,  dette  da  Dubois  psiconevroni, 
portò  ad  un  mutamento  sensibile  della  cura 
che  consisteva  fino  ad  ora  esclusivamente 
nell'idroterapia  e  in  una  cura  tonica  gene- 
rale. Senza  voler  escludere  i  benefizi  di  tali 
mezzi  terapeutici,  bisogna  riconoscere  che  in 
tali  forme  la  rieducazione  della  psiche  e  delle 
attitudini  volitive  molte  depresse  o  attenuato 
in  tali  malattie,  ha  un'importanza  eccezio- 
nale. Il  malato  viene  posto  nelle  migliori 
condizioni  poss  bili  di  calma  e  di  tranquil- 
lità: la  psicoterapia  procede  di  giorno  in  gior- 


ARTRITE 


F/r/yom  dì 


VEDI     ANNUNCIO     DI    FRONTE 
.>:■:-      •::>    ALL'  INDICE    GENERALE 


GUARITA   RADICALMENTF 

CON    I  CELEB  RI 


r 

i 


I 


!•'  Me*  •  I    tr>VM«l  In  ann  «tsfo  ili  «toniirltrnnA  o  to  d 

una'."  MiH.»     Mir.-tr..  di    unii  d    <tii    ^'f  ««■^f n.pjiti..  i.i-vi.i,t. 


'^•-  l:itMi»  noli.'  >U',;  bili  ldc<»j{cno,  hft  dato  co-. 

Quando  è  n'HN»s««rlo,  Il  malAto  viene  al-  lenti  resultati, 
itaiiato  dall'anibÉeiite  farnij^lUre,  Tiene  i$o> 
<  per  un  tempo  più  o  meno  lungo,  e.  —  Flreitt*  Dott  C.  Qucbstti. 


GLI  OPERAI  ITALIANI  AUTODIDATTI 


II 

»'.  ■ 
U 
y- 
ar 

de. 
CUv 

pri- 

f  '  ■ 

di 

m 

ni' 

C- 

a; 
U 
d*  ; 
11. 


•  e  U  duve  il  sociaìisiuto, 
i  malcontento  antJftscale 
-a  i  bisogni  spedfioi  delle 
quali  trovano  nelle  prò- 
-ori  della  classe. 

•    socialiste    preTal- 
;:li  avvocati,  i  red- 
ini; In  Austria,  Gor- 
Mnintavi  i  frruppi  parla- 
p.o  quasi  esclusivamente 


ava  ch'ei  sarà  ben 
i  usciere  e  grldure  : 
oro.  — 
industriali  hanno 

••^nnlo  nn  nofrv. .1.-. 


aa»uut.rti  il  ^oi«riiv>  dt  itup«>rUiiU  orgauu- 
saztonl. 

L*  più  audace  e  grandiosa  nostra  azienda 
eooperativa  schiettamente  operaia  —  la  *  Ve- 
treria Operaia  Federale  .  —  è  diretu  da  un 
giovanotto  livornese  di  M  anni,  C>«ar«  Rié> 
C'ardi,  figlio  di  un  commeaao  e  di  una  sarta 
e  già  compositore  tipografo.  U  Ricciardi,  ohe 
ad  11  anni  dovett«  lasciare  le  scuole  per 
r officina,  ha  diretto  l'organo  settimanale 
della  Federazione  iUliana  del  ^tUgliai  e  ha 
scritto  interessanti  monografle^H' industria 
del  vetro:  è  oratore  stringente,  appassionato, 
ed  ha  snuv>atis<sim*'  at'itndini  comrnerclall. 


•e   m-lU  i-.i 
il  ana!rat>eti.  i. 

.     1.      ijU  non  è  o.i-   .    ,        .     la 

pnnlixato  nelt' organizzare  i  suoi  coileRhi  di 
lavoro,  ha  l'abito  dello   studiolo   riru;.'LM>utfl 

dal  chiassi  e  dallo  folle.  A   ''•    

a  lavorare  accendendosi  pi 
sione  del  sapere.  Ha  divo, 
di  economia,  di  scienze  soi-iali. 
—  da  sé  —  il  francese  e  un  po'  'l 
tedf.iiro.  I...-  sin*  i.iii/.;<»!ii  ai  r 

Sni;.  , 

in  ^ 

./■   .  ,    .     ..;j 

.i/.io)ii  up«>raie  itniiane  utili  qtiaif*  ar- 

anche  l'Aimanacco  Italiano  fu  lieto 

.il   |...i..ɻlioare  Io  scorso  a::" ^  .....     .n 

lull.  Hiede  nel  collegio  dei  ; 
bia:ica  a  Milano  e  nella  C.  :. 
ciale  di  beneficenza. 

Della  Federazione  Edilizia,  forte  di  circa 

T>0  mila  soci,  è  mente  <■  1  anlfu.i  r--'/-.-    Q  m- 

I  tenace  bl»-  i  ! 

provincia!'  > 

;  !ìol  collegio  i"    .  i 

nel  bielles"?.  ha  40  anni.  Uà  fati 
■ino  al  189.5  e  dopo  poco  veniva  i 
gretario  propagandista  della  sua  !..•<../ 
Nelle  trattative  per  risolvere  vertenze  fr.i  .m- 
pitale  e  lavoro  è  nn  diplomatico.  Nei  ooni./.i 
fa  scatenare  tempeste  di  fischi  mettendosi 
contro  ai  matti  e  ai  violenti.  La  dora  d  la 
vince. 

Doti  di  organizzatore  e  di  nomo  di  stu- 
dio sono  riunite  nel  segretario  della  Fede- 
razione metallurgica,  Ernttto  Verri,  nato  35 
anni  sono  a  Firenze,  da  un  falegname  e  da 
una  domestica  e  collocato  in  nna  offlcinn 
meccanica  a  Vi  anni.  Alla  letteratura  del  Con- 


Pastiglie  DUPRÉ  per  la  Tosse 

le  più  efficaci  nelle  bronchiti,  polmoniti,  catarri,  ec. 

VENDITA    PRESSO   IL   PKEP.\RATOKE    A    RIMI.M   -   PREZZO!   L.    1. 


—  468  — 


sfsrlio  Superiore  del  Lavoro  ha  dito  la  re'a- 
zioae  sul  trattameuio  da  farsi  al  personnle 
della  manifattura  d'^i  tabacchi  ;  scrive  settima- 
nalmente nel  Metallurgico  e  diresse  qualche 
tempo  fa  la  rivista  Le  arti  it^tallurgich»,  in- 
sieme a  Cleobulo  Rossi.  Il  suo  libi-o,  teste 
uscito,  sul  Moviiiiento  operaio  metafliirgico  in 
Italia  attesta  un  ingegno  acuto,  pi'onto,  ge- 
niale. Nel  contratto  collettivo  di  lavoro  con 
l'Itala  di  Torino,  il  Verzi  fu  mugna  pars. 

Il  Grimaldi  dell'oratoria  socialista  è  l'ex 
tipografo  Ettore  Reina,  oratore  facile,  fluente, 
appassionato.  Ricoi-re  ne' suoi  discorsi  la  nota 
sentimentale.  Ha  gusti  letterari.  Segretario 
della  Federazione  Cappellai,  ha  scritto  sulla 
evoluzione  di  tale  organizzazione  una  delle 
migliori  monografie  edite  dall'Ufficio  del  la- 
voi'o  di  S;ato.  Deve  aver  perpetrato  una 
commedia.  Per  certo  il  Reina  è  tra  i  più  at- 
tivi e  intelligenti  membri  del  Consiglio  Su- 
periore e  del  Comitato  permanente  del  la- 
voro. Nacque  a  Milano  nel  1871,  da  genitori 
piccoli  borghesi,  e  lasciò  la  scuola  a  10  anni. 

Singolarmente  travagliata  e  dolorosa  fu 
la  prima  età  di  due  altri  autodidatti:  il  ver- 
niciatore Chiesa  ed  il  contadino  Entrata. 

Pietro  Chiesa,  nato  nel  1858  ad  Asti  da 
nn  povero  cocchiere  e  da  una  domestica,  non 
ebbe  campo  di  frequentare  la  scuola  che  fino 
alla  seconda  elementare.  A  10  anni  dovette 
cominciare  a  guadagnarsi  il  pane!  Lavorò, 
lavorò  in  una  quantità  di  mestieri,  appassio- 
natamente, onestamente:  fu  persino  mon- 
darisi,  a  40  centesimi  il  giorno!  Infilò  poi  il 
mestiere  di  verniciatore;  e  ci  rimase  anche 
quando,  per  due  legislature,  il  collegio  di 
S.  P.  d'Arena  prima,  quello  di  Budrio.poi, 
lo  mandarono  alla  Camera  dei  Deputati  dove 
parlò  poche  volte,  ascoltatissimo.  Ha  lucido 
il  pensiero,  pratico  lo  spirito  e  tuttavia  alita 
nelle  sue  parole  un  ingenuo  perenne  soflio 
di  idealità,  di  poesia.  È  un  educatore.  Oggi 
appartiene  al  Consiglio  Comunale  di  S.  P. 
d'Arena,  al  Provinciale  di  Genova,  al  Comi- 
tato esecutivo  del  Consorzio  del  porto  di 
Genova,  al  Consiglio  del  lavoro,  al  Consiglio 
della  Cassa  Nazionale  di  previdenza.  Questo 
ex  mondarisi  scrive  anche  delle  commedie 
che  teatri  e  giornali  "  borghesi  «  giudicano 
simpaticamente.  Col  Calda  e  il  Murialdi  co- 
stituisce la  triade  del  movimento  operaio 
del  genovesato. 

Ancor  più  tristi  furono  l'infanzia  e  l'ado- 
lescenza del  trovatello  Senofonte  Entrata,  nato 


Il  20  settembre  1S70  in  nn  p'c^oTo  comitne 
del  Manto  .ano.  Venne  su  in  una  famiglia  di 
contadini.  Frequentò  la  scuola  del  villaggio 
sino  a  9  anni.  Quindi  chiese  il  pane,  per  sé 
e  per  la  matrigna,  alla  vanga  del  contadino, 
alla  carriola  del  bracciante.  Si  ridusse  per- 
sino nelle  miniere  del  Piemonte.  Emigrò  in 
Francia.  Tornato  nel  Mantovano,  si  gettò  nel 
movimento  di  organizzazione  di  quei  lavo- 
ratori della  terra,  costituendo  leghe,  coope- 
rative, circoli.  Da  alcuni  mesi  è  alla  dipen- 
denza della  Direzioie  centrale  del  Partito 
socialista,  incaricato  della  propaganda  eco- 
nomica. Possiede  una  oratoria  calda  e  insi- 
nuante. 

Ma  quello  tra  gli  operai  autodidatti  Ita- 
liani che  più  emerge  —  e  che  una  tragica 
sventura  concorre  a  collocar  alto  anche  nel 
pensiero  degli  avversarli  politici  —  è  Rinaldo 
RiynJa. 

Figlio  di  un  tintore  e  di  una  stiratrice  di 
Biella,  nacque  il  Rlgola  nel  1868.  Fu  lasciato 
a  scuola  s  no  ai  12  anni;  ma  nei  primi  due 
anni  di  tirocinio  come  intagliatore  in  legno 
potè  frequentare  i  corsi  serali  di  disegno, 
plastica  e  intaglio,  educando  così  l'occhio,  la 
mano  e  lo  spirito  per  natura  squisito.  In- 
torno ai  vent'anni  ondeggiò  fra  l'anarchismo 
e  il  socialismo.  Emigrò  in  Francia,  rimpa- 
triando socialista.  Biella  lo  elesse  nelle  ele- 
zioni del  1900  deputato  al  parlamento;  ed 
ivi,  come  in  altri  campi  di  attività,  avrebbe 
segnato  il  suo  solco  se  una  feroce  malattia 
non  gli  fosse  piombata  addosso,  accecandolo. 
Alle  elezioni  del  190t  gli  elettori  dovettero 
usargli  violenza  morale  perchè  riaccettasse 
il  mandato  che  tenne  sino  al  maggio  1906, 
quando  il  gruppo  socialista  diede  le  dimis- 
sioni in  massa. 

Rinaldo  Rigola  è  indubbiamente  il  migliore 
scrittore  che  la  classe  operaia  italiana  abbia 
dato  al  patrocinio  della  propria  causa:  uno 
scrittore  dalle  idee  nette,  dal  periodo  agile, 
dallo  stile  quasi  sempre  elegante.  Una  sua 
lettera  ad  un'amica,  scritta  inaugurando  la 
piccola  macchina  dattilografica  sulla  cui  ta- 
stiera scorre  con  le  svelte  dita,  fece  il  giro 
dei  giornali  italiani.  Era  un  lembo  dell'anima 
del  cieco;  del  cieco  che  finalmente  poteva 
scrivere,  non  più  dettare.  Oggi  dirige  il  set- 
timanale La  Confederazione  del  lavoro  ed  è  il 
segretario  politico  della  omonima  istituzione 
operaia. 

Angiolo  Cabbini. 


IGIENE 


POUDRE  SIMON 


BELLEZZA 


Polvere  di  riso  senza  bismuto, 
luvisibile,  aderente,  deliziosameute  profumata. 


—  1.;:»  — 


FREQUENZE  DELLE  MALATTIE  DI  PETTO 
E  L'ELISIR  "LACRIME  DI  PINO,,  DEL  PROF.  POLLACCI 


T>9\\t   IfiMillo    c-ho  I   morbi   f<ni«'  !».>    ;illa 

uUot«   del   corpo   umano  lo   pm    j-.n»    l.s.-. 

-  m«  quoU-  chi-  M-mlnaiio  un  ituiiu'r»  dt  vtl- 

:ne  stragrande,  M>n<)  ^o^/.l  aiouu  dubbio  lo 


T  .ire  cho 

1°  :))«     poi- 

»:  ......._ ij'.T  cento 

di  kaiie  1«  sltre  maUttte  som- 


ProfilMti  ed  igiene  delle  malattie  di  petto. 

Qaeslo  ci  spiagm  perchè  la  pener»sione 
presentie,  delle  preoedentt  meno  fiaUUatioa- 
mente  raasegnaataai  a  questi  mali,  ooH'igiena 
collettiva  ed  individuale  si  afont*  di  restrin- 
gere sempre  più  11  campo  iftuions  alle  nu- 
merose faUnfri  di  agenti  InfettivL 

M-  ^-'^ .'  •  prevenire  che  reprimere:  è  un 
ass  luA  aiitichlasimo  della  medicina,  che  mai 
owm«  ora  trova  la  so*  appUoasione  pratica. 

In  neesuna  malattia  questo  ooncetto  della 
preTensione  è  tanto  flnsto  come  nelle  fui  me 
polmonari,  perchè  »«  si  pensa  quanta  parte 
abbia  l'eredità  nel  trasmettere  al  Agli,  se  non 
nn  gOTino.  come  da  alcuni  patologi  anche  in- 
1  al  rtteneTa,  almeno  quella  naturale  pre- 
ehe  si  risolve  in  una  debolesza 
ooDcenlta  per  cui  più  facilmente  l'organismo 
ammala,  id  comprende  come  ala  dovere  del 
medico  e  della  famiglia,  nell'interesse  su- 
premo degli  ammalati,  di  metter  subito  in 
atto  tatti  quei  mezzi  che  tendono  a  raffor- 
zare gli  organi  dei  quali  la  natura  è  stata 
artefice  insofficiente. 

Pur  troppo,  però,  finora  non  si  è  mal  data 
grande  importansa  alla  prevenzione  del  mali 
in  genere  e,  qneilo  ohe  è  paggio,  ancor  meno 
alla  prevenzione  detto  malattie  pdmonarL 
Non  v'è  alcnno  cbe,  nelln  propria  famiglia 
o  in  quella  di  parenti  od  amici,  non  abbia 
visto  persone  palesemente  ailette  da  forme 
polmonari,  convivere  con  to  persone  sane, 
senza  la  benché  minima  precauzione  Igienica. 

letervento  curativo  precoce  nelle  malattie 

respiratorie. 


Ma  v'ha  di  pio.  Ed  è  la  poca  o 
cura,  che  comunemente  si  ha  di  una  malat* 
tia  bronchiale  o  pollncnare  inij^e,  che.  qaaet 
rapre,  con  falso  ottimismo,m  dsssiikra  per 
iffreddore,  per  catatr-v  hromehial*,  non   per 
•mcÀite,  parola  ohe  anche  il  medico  deve 
n  guardarsi  dal  pronunciare,  come  se   la 
;  arola.  non  l'essenza  del  male,  foase  quella 
che  deve  preoccupare.  E  cosu  di  giorno  in 
giomo,  si  vedono   uomini   robustissimi,  ra- 
gazze e  <q)ose  fiorenti  avrizzire,  e  le  gote 
d  a  .Ite  e  rosee  farsi  pallide  e  ca- 

ri ìlio  spetmersi.  e  quando  si  corre 

AI  .  ^aante  volte  è  troppo  tardi!  E 


C'IlM^-ll.mi     U     >4    <-i  I  11,    llll     J    :  IIH'IKI    III.'     xi^lICSOV 

al  malo  fino  dall'inizio  V»bi  consistere. 

Perchè  le  malattie  polmonari  tono  le  pM 

frequenti  ? 

Dei  vartl  apparecchi  funzionali  dd  corpo 
umano.  Il  respiratorio  è  quello  che  più  fa- 
cilmente va  soggetto  ad  ammalare,  e  perchè 
la  mucosa  dell'altero  respiratorio  offre  una 
vasta  superficie  assort>ente,  solla  quale.  du> 
rantc  il  passaggio  dell'aria  n'*"'---    '"'--'■'' 
fun/ionale,  vengono  ad  esser 
Kit  innumerevoli  germi  infetti v. 
gna  l'aria  che  si  respira  e  perche  la.  ■ 
respiratoria  non  ha  mal  treirua.  La  f 
circolatoria  pure  non  ha  mai  tregua,  II 
parato  che  vi  presiede  è  molto  meglio    '. 
feso. 

La  funzione  di  digestione  può  anche 
lungo  esser  sospesa  senza  pregiudizio  per 
vita;  inoltre,  durante  la  sua  funzione,  l'a. 
parato  digerente  colle  sue  elatrara/i  "'  * 
chimiche  difende  l'organl^^mo  da  mol' 
che  gli  agenti  esterni  gli  tendono.  L'u 
chio  respiratorio  invece  lU  trova  in  con 
di  una  macchina  che  corra  senza  p 
contrade  in  condizioni  di  umidità,  di  ; 
ratura,  di  clima  le, più  svariate  e  più  rs] 
dameote  varianU.  È  vento,  è  pioggia,  è  p< 
vere,  è  sole,  è  la  micidiale  aria  di  una  risaia 
di  una  miniera,  di  un'officina:  la  macchina 
lavora  incessante. 

In  queste  cose  dla«imili  e  bruscamente 
mutanti  condizioni  di  ambiente,  si  inunagi: 
la  delicatissima  macchina  respiratoria  ioci 
santemente  attiva,  questa  macchina  espirante 
che,  in  una  all'ossiiceno  necessario  aÙa  vita, 
porU  all'organismo  tanti  e  Unti  germi  In- 
fattivi  di  cui  l'aria  è  impregnata. 

Non  si  è.  a  vero  dire,  mai  data  grande 
importanza,  nella  ricerca  della  via  di  entrata, 
d'un' infezione,  all'apparato  respiratorio,  e, 
in  quesU  rioerfa,  tutt' altro  si  pensava  fosse 
la  via  di  penetr.ftZlone  fuorché  quella  che  è 
oggidì  dagli  scienziati  riconosciuta;  è  o^gi 
verità  inoonfotabile  che  per  la  via  della  re- 
spirazione e  specie  di  slcune  apparentemente 
InnoceoU  forme  tonMllari  (angine  catarrali) 
si  possono  preparare  nell'organismo  tnféiioiii 
gravissime. 

COME  CI  SI  DIFENDE? 

È  per  questo  che  l'antisepsi  boccale,  fa- 
ringea, tracheale  e  di  tutto  l'apparato  respi- 
ratorio è  nn  dovere  cbe  l'individuo  de\ 
imporre  a  sé  stesso,  antisepsi  ohe  viene  n; 
rabllmente  raggiante  coir  uso  delle  Lacrime 
di  Pino,  Elisir  preparato  dall'  ninstre  Com- 
mendator  Professor  Pollacci,  il  quale,  alle 
altre  sne  beoemerenze  scientifiche,  ne  hs, 
con  questo  preparatn.  aggiunta  una  maggfjrs 
verso  l'umanità  sofferente. 


-  470 


Ed  è  una  vera  soddisfazione  per  il  me- 
dico di  trovare  ogni  tanto  un  buon  rimedio 
ai  quale  non  occorra  una  réeJanm  commer- 
ciale perchè  è  di  quelli  che  da  soli  si  Im- 
pongono colla  loro  efficacia.  Coli'  Elisi i-  "La.- 
crime  di  Pino  torniamo  all'antico,  e  quante 
volte  in  terapia  questo  ritorno  all'antico  non 
è  stato  per  gli  ammalati  più  vantaggioso 
della  complicatissima  terapia  moderna,  la 
quale  ha  ingombrato  l'arsenale  terapeutico 
al  punto  da  mettere  molte  volte  in  imba- 
razzo il  medico  sul  rimedio  da  scegliere,  — 
CoìV  Elisir  Lacrime  di  Pino,  invece,  non  si 
fa  che  continuare  l'uso  di  un  rimedio  che, 
da  Galeno  tino  ai  nostri  giorni  (se  si  volesse 
consultare  la  storia  della  medicina  e  la  let- 
teratura medica  se  ne  avrebbe  la  conferma), 
fu  sempre  ritenuto  il  vero  balsamo  delle  ma- 
lattie dell'apparato  respiratorio,  con  questi 
vantaggi  sugfi  altri  preparati  congeneri;  1» 
chei  principii  attivi  dell'  olio  essenziale  di  tere- 
bene  sono  in  esso  mirabilmente  amalgamati  in 
rtiodo  da  essei-e  perfettamente  tollerati  dall' or- 
ganismo anche  se  T  Elisir  venga  usato  assai  a 
lungo;  e  da  non  destare  mai  fenomeni  di  ir- 
ritazione suW  apparato  digerente,  condizioni 
sine  que  non  perchè  un  rimedio  possa  servire 
in  terapia;  2°  di  rispondere  perfettamente  co- 
me rimedio  specifico  in  tu' te  le  malattie  dell'  ap- 
parato respiratorio. 

Prima  però  di  seguirci  nella  rivista  delle 
singole  forme  polmonari,  e  di  conoscere  i  mi- 
rabili eflfetti  curativi  dell'  Elisir  Lacrime  di 
Pino,  coloro,  che  coli' anatomia,  per  diver- 
sità di  occupazione  e  di  studi,  non  hanno 
dimestichezza,  molto  volentieri  accetteranno 
un  rapido  cenno  schematico  dell'anatomia 
dell'apparato  respiratorio  e  del  circolatorio 
dal  primo  assolutamente  indissolubile. 

Anatomia  dell'apparecchio  respiratorio 
e  circolatorio. 

L'apparecchio  respiratorio  è  grossolana- 
mente paragonabile  ad  un  tronco  d'albero 
rovesciato,  di  cui  il  canale  laringe-tracheale 
costituisce  il  tronco  che  viene  a  dividersi  in 
due  grossi  rami:  grosso  bronco  destro  e 
grosso  bronco  sinistro,  i  quali  a  loro  volta 
si  vanno  differenziando  in  piccoli  bronchi  e 
bronchioli,  tino  alla  terminazione  nelle  areole 
l)olmonari. 

Ma  l'apparecchio  respiratorio  non  si  li- 
mita a  questo  :  esso  si  commette,  o  megUo,  si 
biforca  in  alto  verso  l'esterno  ad  Y;  delle 
diramazioni  verso  l'esterno,  T  inferiore,  pro- 
segue per  la  faringe,  mette  capo  alla  bocca 
ed  all'esterno  all'apertura  boccale:  la  supe- 
riore, continuando  pure  colla  faringe  nella 
retrocavità  delle  fosse  nasali,  nel  naso,  finisce 
;iir  esterno  colle  narici. 

L'uria  arrivata  ai   polmoni   quale   ufficio 


vi  compio?  e  rome  si  compie  l'unìcio  suo? 
Per  rispondere  a  questa  domanda  è  neces- 
sario far  precedere  una  breve  descrizione 
dell'apparato  circolatorio,  perchè  solo  questa 
conoscenza  può  permettere  di  comprendere 
il  nesso  importante,  di  causa  ad  efletto,  che 
le  alterazioni  dell'apparato  respiratorio  han- 
no sulla  circolazione,  e  le  ragioni  per  le  quali 
tanto  frequentemente  e  rapidamente  le  pri- 
me si  ripercuotono  sulle  seconde,  e  perchè  si 
debba  prontamente  ricorrere  a  quei  rimedi 
che  ne  impediscono  le  successioni  morbose. 

Il  prevenire  le  malattie  bronchiali  e  pol- 
monari, l'agire  energicamente  all'inizio  loro 
è  salvaguardare  il  cuore,  centro  della  circo- 
lazione, da  gravi  compartecipazioni  al  pro- 
cesso morboso:  è  salvaguardare  l'organismo 
tutto  da  possibili  infezioni  generali  di  gran 
lunga  peggiori  delle  malattie  locali  polmonari 
e  bronchiali. 

E  per  questo  scopo  di  evitare  il  peggio, 
si  deve  fin  dal  suo  primo  apparire  di  una 
forma  bronco-polmonare,  far  uso  delle  La- 
crime di  Pino,  il  miglior  profilattico,  uno 
di  quei  rimedii  che  gli  Inglesi,  con  frase  as- 
sai felice,  chiamano  a  cure  ali,  un  tocca  e  sana. 

Il  sangue,  nell'organismo  umano,  compie 
due  circoli  distinti  che  costituiscono  la  grande 
e  la  piccola  circolazione. 

Per  la  grande  circolazione  avviene  sempre 
la  irrorazione  e  la  nutrizione  dei  singoli  or- 
gani delle  varie  parti  del  corpo  per  il  tia- 
mite  delle  arterie,  che,  dal  cuore  sinistro,  vi 
portano  il  rosso  e  vivido  sangue  ossigenato. 
Ma  per  portare  e  nel  portare  la  vita  e  di- 
stribuirla nell'organismo,  il  sangue  è  costretto 
a  cedere  di  se  i  migliori  elementi  (ossigeno) 
caricandosi  di  sostanze  di  regresso. 

E  così  il  sangue  arterioso,  giunto  agli 
estremi  tessuti,  finisce  nel  finissimo  reticolato 
capillare  donde  si  raccoglie  nelle  vene  che 
lo  riportano  al  cuore  destro. 

Dal  cuore  destro,  il  sangue,  per  1'  arteria 
polmonare,  viene  portato  ai  polmoni  dove, 
avvenuti  a  contatto  dell'aria  l'epurazione  e 
l'abbandono  delle  sostanze  dannose  all'eco- 
nomia (carbonio)  e  compiutosi  il  processo  di 
ossigenazione,  per  le  vene  polmonari  ritorna 
al  cuore  sinistro,  donde  ripiglia  il  circolo  de- 
scritto. 

Prima  di  passare  alla  trattazione  partico- 
lare delle  varie  malattie  dell'apparato  respi- 
ratorio è  necessario  stabilire  questo  supremo 
principio  terapeutico:  Che  in  ogni  malattia 
deve  avere  la  preferenza  quel  rimedio  che  ri- 
sponda e  soddisfa  a  queste  due  indicazioni: 
causale  e  sintomatica,  «  cioè  a  quel  rimedio 
cho  oltre  a  sedare  i  sintomi  morbosi,  agisce 
radicalmente  sulla  causa  del  male. 

E  appunto  per  questa  ragione  precipua, 
l'Elisir  Lacrime  di  Pino  è  l'ideale  dei  ri- 
medi contro  le  malattie  polmonari. 


ASMA. 

Delle  malattie  doli' apparato  respiratorio  termina  la  contrazione  del  muscoli  costrittori 

la  più  impressionante  per  la  rapidità  con  cui  delle  corde    vocali   e   della   laringe   ed   una 

Insorge,  per  la  violenza  e  l'imponenza  del  chiusura  ermetica  della   stessa,  con  impedi- 

sintomi,  è  certamente  l'Asma,  malattia  cau-  mento  al  passaggio  dell' aria  durante  l'inspi- 

sata  da  una  grave  irritazione  del  nervi  che  razione. 
]iiesiedon9  iil)a  funzione  laringea,  e  che  de-  Un  bambino  sta  giocando. 


irovoos  u  compar*»  dati'  aoi-< 


•taitn 


delbrov.- 
i  di   Olia 

lo. 


«lei  cél^nv  i«riugw 


per  iocanto  l'atUcoo  cou- 

iia  sua  forma 

ne  sintomatloa 

i/ionl  Uringee, 

■■?a  priori 

iiattie  che 

...^  .  i..-v.tt;enxa  di 

;  ime  di  Pino.  le  qaall 
'  ron- 

ibt- 
ipe- 

.  •  iCU. 

.  rendo  oo- 
'  »puUlono 
bruuduale,  che,  Ur 


1"  tatui  I 
eh»  Urne»  a 
dteomporwi; 


a*  ' 

tmattriaié  « 
eomdUi 
eopia  .' 
e*4  «  ./ 
II  I 
bene,  i 
U  sua  torin 
quanto  al  d.i 
dotta  dai  pr 
•enzlale  di  t 
rio,  astone  ^ 
altri  princip. 
eocf laute  TaliJu  dell' oi. 


:o  alle  aegoenu  n 

*    '"  ^Mpttloraì'ì 

■■rati  é  a 

'a  qu9MUé  dtl 

mpògiaiom»  4*1 

Migliorar*   tt 

f  iHa  tram 

Iti  brom» 
.  .i^iJi. 
re- 
ni; 
>  in 

ro- 
CS- 

-l-irato- 
.«lc*»ol  od 

i  di  un 


BRONCHITE,  CATARRO   BRONCHIALE. 


Lm  bronchite  si  disungue  in  :  acuta  e  cro- 
nica. 

La  bronchite  aoaU  può  aver  primltlTa  o 
se«.-nndana  ad  altre  malattie. 

E  pnn.itira  quella  prodotta  da  agenti 
termici  (freddo),  chimid  (gas  Irritanti),  mec- 
canici (pulviscolo). 

E  secondaria  quella  che  aooompagna  o 
sussegue  le  alue  lufesionL 

I  sintomi  oomoal  a  tutte  le  forme  sono  : 
la  prodactone  di  catarro  e  la  tosse. 

Hall' acuta  la  febbre  non  manca  mai. 

Questi  sintomi  variano  di  Intensità,  a  se- 
conda della  gravità  della  mslstris 

Tanto  più  grave  e  la  bronchite,  quanto 
più  l'espettorato  è  denso,  vischioso  e  abbon* 


Se  troppo  denso  e  vischioso  sssal  diffl- 
dlmente  è  espulso,  malgrado  la  tosse  più 
violenta,  se  troppo  abbondante,  troppo  tos- 
si eh  •.>  sono  le  fermentazioni  putride  a  cui 
<i*  luogo. 

Inoltre  tanto  più  penosa  è  la  malattia 
quanto  più  violenta  è  la  toese,  per  11  trauma- 


tismo violento  che  una  tosse  insistente  de- 
termina  snll'organlamo  già  deboia  ad  esaurito 
dal  male. 

Quindi  i  compito  della  terapia  di  fluidi- 
ficare, disinfettare  le  secrezioni  bronchiali  a 
diminuire  la  tosse. 

A  questi  scopi  risponde  a  perfezione  l' Kll- 
Kir  Lacrime  di  Pino,  il  quale  ha  la  proprietà 
di  favorire  l'usciU  degli  sputi  fino  a  quando 
ne  sia  iuarldita  la  sorgente,  di  agire  da  di- 
sinfettante energico  e  da  parasaiticida  e  di 
mantenere  la  tosse  nei  limiU  di  Intensità  • 
di  frequenza  compatibile  colle  forsa  dal> 
r  ammalato. 

Le  forme  bronchiali  hanno  la  caratteri* 
stlca  di  recidivare  assai  Csollmente  a  cau«a 
della  persistenza  degli  agenti  infettivi  nelle 
ultime  termlnaalonl  del  bronchi  non  del 
tutto  guariti. 

Anche  In  questo  caso  le  Lacrima  di  Pino, 
usate  durante  la  convalescenza,  mantenendo 
una  continua  e  completa  antisepsi  dell'ap- 
parato respiratorio.  Impediranno  11  faoUti  « 
flraqueate  ritomo  della  malattia. 


POLMONITE. 


Non  è  ancora  risolta  la  questiori--  ■- •  !.i 
polmonite  genuina  o  franca  o  crui. "-.i  sia 
l'effetto  di  adenti  patogeni  o  roicror.:aiibmi 
Kpffilìi^i  fpiì.-u!n<joooco  di  Frledlinder  o  dl- 
pU.co-.'M  di  Fiarikel  o  non  piuttosto  di  di- 
verge forme  di  microrganismi  (tifo,  meningite. 
vaiolo)  di  CUI  in  tal  caso  la  forma  polmonare 
non  sarebbe  che  H  sintomo  capitale.  È  in 


(>  :nl  III 
II. ir.-  t.i 


i\>t  «civrtafo  r)ì-  r  i;if.  /:..ne  polmo» 
tM  j,i.j  f.i.-.lij..  ut.  .rv  .■'.:-. -e.  quanto 
:  -  .:i.  :■•  I-.. Il  ;i-:. Ili  'l'ambiento 

li  una  mal^lUa  a  carattere 
. luentesi  determinano  quan- 

Uu  y:'.,i    ',.|.w i  antisettici  non  si  cerchi  di 

rendere  l'spparato  respiratorio  tetragono  ai 
molteplici  insuiu  che  gli  possono  venire  dal- 


472 


l'estovno.  Ove  si  pensi  che  la  polmonite,  sia 
sotto  la  sua  forma  franca,  che  sotto  tutte  le 
altre  forme,  broncopolmonlte  catarrale  (dei 
bambini)  polmonite  astenica  od  adinamica  è 
delle  malattie  acute  quella  che  semina  mag- 
gior strage,  non  parrà  esagerazione  il  racco- 
mandare con  insistenza  di  curare  scrupolosa- 
mente l'antisepsi  del  proprio  apparato  respi- 
ratorio, cosa  a  cui  si  soddisferà  con  certezza  di 
buona  riuscita  usando  delle  Lacrime  di  Pino. 

Adempiuto  a  questa  necessità  profilattica, 
si  deve  tener  sempre  presente  questo  assio- 
ma: Nella  polmonite  il  cuore  uccide  il  polmone. 

Ed  è  tanto  vera  e  inconfutabile  questa 
asserzione,  che,  per  farsene  una  convinzione, 
basta  richiamare  le  brevi  nozioni  anatomiche 
ricordate. 

Queste  insegnano  come  il  sangue,  di  ri- 
torno al  cuore  dopo  aver  compiuto  la  grande 
circolazione,  dal  cuore  destro  per  l' arteria 
polmonare  è  spinto  al  polmone  per  lo  scam- 
bio dei  suoi  prodotti  di  regresso  coli' ossi- 
geno dell'atmosfera. 


La  polmonite  anatomo-patologlcamente  è 
costituita  da  una  congestione  sanguigna  tale 
che,  dalle  areole  polmonari,  per  questo  stato 
patologico  di  cose,  viene  scacciata  l'aria,  tan- 
toché il  polmone  diviene  più  denso  e  com- 
patto, passa  cioè  allo  stato  di  epatizzazione 
rossa,  col  qual  vocabolo  si  vuol  dire  che 
perde  la  sua  normale  consistenza  floscia  per 
acquistare  la  consistenza  propria  del  fegato. 

Si  capisce  facilmente  come  in  questo  caso 
il  sangue  che  viene  spinto  dal  cuore  destro 
per  l'arteria  polmonare  al  polmone  troverà 
un  ostacolo  ed  una  diflìcoltà  a  penetrare 
nel  polmone,  obbligando  così  il  cuore  ad  un 
lavoro  miaggiore.  Ma  il  cuore  molte  volte,  se 
la  congestione  dura  assai  a  lungo,  si  stanca 
e  cede  e  si  arresta. 

È  per  questo  che  tutta  la  terapia  della 
polmonite  è  terapia  eccitante  del  cuore. 

Usare  delle  Lacrime  di  Pino,  la  cui  azione 
eccitante  e  tonica  fu  più  volte  ricordata  è  ri- 
spondere alla  prima  indicazione  nella  cura 
della  polmonite. 


CORIZZA  ACUTA. 


Quante  persone  oppresse  da  dolore  gra- 
vativo,  bruciore,  prurito  nelle  cavità  nasali, 
accompagnato  da  molesto  dolore  alla  fronte 
per  diffusione  dell'infiammazione  ai  seni  fron- 
tali, con  disturbo  della  sensibilità  tattile  e 
gustatoria,  pure  essendo  questi  disturbi  sog- 
gettivi assai  intensi,  non  se  ne  preoccupano, 
perchè  un  raffreddore  non  merita  il  conto 
di  esser  preso  sul  serio,  come  se  trascurato, 
non  potesse  dar  luogo  a  serie  complicazioni 
polmonari!  Le  cure  cosi  dette  abortive  della 
Corizza  hanno  abortito  completamente,  ora 
la  terapia  si  riduce  alla  profilassi  delle  suc- 
cessioni morbose  broncopolmonari. 

Ed  è  coi  balsamici,  ed  in  ispecie  colle  La- 
crime di  Pino,  che  noi  veniamo  a  stabilire  su 
tutta  la  mucosa  dell'apparato  respiratorio, 
dalla  nasale  alla  faringea,  alla  laringo-tra- 
cheale  giù  giù  fino  alla  più  lontana  mucosa 


dei  minimi  bronchi  un'  atmosfera  antisettica, 
che  impedisce  l'impianto  di  altre  forme  mor- 
bose ed  è  curativa  della  malattia  in  atto  in 
quanto,  per  l'azione  del  terebene,  viene  ad 
esser  facilitato  il  distacco  e  l'eliminazione 
delle  mucosità,  la  cui  presenza  dei  sintomi 
subiettivi  avvertiti  dall'ammalato,  è  quella 
che  riesce  la  più  tediosa,  perchè,  occludendo 
e  tumefacendo  le  fosse  nasali,  lo  obbliga  a 
respirare  continuamente  a  bocca  aperta  ed 
anche  allora  con  somma  difficoltà. 

Chi  non  conta  fra  le  persone  di  propria 
conoscenza  qualcuno  che  non  sia  morto  per 
un  COSI  detto  raffreddore  trascurato? 

E  con  quanta  leggerezza  viene  comune- 
mente trascurato  un  raffreddore  quando  ba- 
sterebbe per  opporsi  alle  sue  pericolose  con- 
seguenze far  uso  ab  initio  del  balsamo  per 
eccellenza  le  Lacrime  di  Pino? 


DIFTERITE  E  CROUP  LARINGEO. 


Il  trionfo  della  sieroterapia  nel  croup  la- 
ringeo e  nella  difterite,  trionfo  al  quale,  per 
il  bene  dell'umanità  è  da  augurarsi  ne  se- 
guano altri  nella  cura  delle  malattie  infet- 
tive, ha,  se  non  segnato  la  fine,  almeno  molto 
ridotta  e  semplificata  la  cura  farmaceutica 
di  queste  due  malattie,  la  cui  essenza  mor- 
bosa, se  non  identica,  è  molto  simile  certo. 

Ed  è  un  bene  che  siano  state  bandite 
tutte  quelle  manovre  che  facevano  del  mo- 
dico l'aguzzino  e  il  babau  del  piccolo  am- 
iniilato  e  che  ad  altro  non  tendevano  che  a 
liberare  l'ostacolo  meccanico  prodotto  dalle 
jìseudomembrane  difteriche,  non  modificando 
per  nnlla  In  causa  del  male. 

Un  bambino  è  colpito  dal  croup  o  dalla 
difterite. 

Rapidamente  passando  dallo  stadio  catar- 
lale  allo  stadio  di  laringo  stenosi,  arriva  a 
<!  nello  della  narcosi  carbonica  od  asfissia, 
preceduta  da  un  accesso  spaventoso  in  cui, 


per  r  incalzare  della  dispnea,  il  bambino  porta 
le  mani  al  collo  come  per  rimuovere  l'osta- 
colo che  gì'  impedisce  la  respirazione,  e  chiama 
in  sussidio  tutti  i  muscoli  perchè  le  ordina- 
rie potenze  respiratorie  non  sono  sufficienti. 

Banditi  gli  emetici  che  non  facevano  che 
deprimere  l'organismo,  le  spennellature  inu- 
tili, anzi  pericolose,  perchè  potevano  provo- 
care la  caduta  di  una  falsa  membrana  in 
laringe  colle  conseguenze  di  una  subitanea  ed 
improvvisa  soflbcazione,  vi  sono  1  sussidi  tera- 
peutici che  costituiscono  tutta  la  cura  odierna. 

La  sieroterapia,  l'antisepsi,  l'intubazione 
e  la  tracheotomìa,  sussidii  causali  i  primi, 
sintomatici  gli  altri  contro  la  chiusura  della 
laringe. 

Per  tacere  delle  altre  cure,  noi  sappiamo 
che  la  trementina  è  sempre  stata  nelle  forme 
laringee  in  genere  e  in  questa  in  ispecie,  il 
rimedio  a  cui  fino  "  ab  antico  „  ricorrevano 
tutti  1  sanitari  per  determinare,  nell'ambito 


11)' 

'incolta     rt! 

•   (>   la     In 


INFLUENZA  O  ORIPPB. 


L'loflaen*«,  <inf^ta  forma  epidemica  che 
ln&4»rUr<  ;  nte  nella  aUgtone 

UiTerna  1 11  pooa  enilU,  tà- 

tre  voltp  .    .  senta  sempre  sotto 

vno  dei  scfiucnu  upi  :  Il  roumatiooarttoolare. 
U  ffastro<«nterioo.  o  il  bronoopolmonare  a 
seconda  che  l'affeslone  colpUoe  le  artloola* 
alODt.  l'apparato  digerente  o  gli  organi  della 
M^itraxlonc. 

Sta  nell'ano  che  nell'altro  tipo  morboso, 
«na  nota  è  oaratieristlca  nell  influenza:  l'aste- 
nia od  adinamia  fisica,  morale,  ed  intellet- 
toale  provocata  da  un  profondo,  graTissimo 
eaaarimento  nerroso. 

L'ammalato  si  paò  ritenere  guarito  del 
sintond  morbosi  acati  che  al  sono  qnasl  dis- 
sipati; ciò  non  ostante  l'organismo  è  disfktto, 
le  forse  non  soccorrono:  non  è  possibile  alcan 
lavoro  manuale,  né  alcuna  oocupazione  men- 
tale, e  questo  stato  di  cose  pennane  per  set- 
timane e  mesi,  anche  quandi  ìa  malattia  non 
è  durata  olM  pochi  glornL  È  la  cu.la  dell'in- 
floenza,  dicono  i  profAni,  e  quelli  dell'arte 
^atro  qocatl  poitnmi  combattono  oon  ogni 


possa,  ben  sapendo  quanto  faollmenle  in  un 
organismo  In  tali  cooditlonl  possano  Impun 
tarsi  1  germi  di  tuMa  le  pia  oomani  iaf«- 
Blonl. 

L'Blisir  LaeHwi  «  Pln«,  por  le  fkute  oon- 
slderazioMl,  è  il  rlmodio  che  meglio  rispondo 
alle  esigense  terapeutlohe  di  questa  mal  itt.i 
perchè,  oltre  esser  uno  speoifloo  nelle  r 
di  influensa  a  tipo  bronco-polmonari',  i 
le  forse  dell'ammalato  e  combatto  la  dvpru^ 
sione  grave,  quello  doè  tra  i  segni  dell'in 
fluenza  che  maggiormente  di  pensiero  r  eh- 
più  deve  esser  sorvegliato.  Inoltre,  per  : 
proprietà  toniche  dello  stomaco  non  • 
tato  neppure  dalle  persone  affette  dal  In 
di  influensa  a  tipo  gastroin testi  • 
sooressia,  le  gastralgie  e  la  dl>: 
assolutamente  invincibili  coi  oou.     . 
A  Ciò  si  aggiunga  ohe  l' Elisir  LaorloM  ù 
essendo  un  rimedio  che  sostiene  et 
il  sistema  nervoso  sensa  ecoitarlo.  si  oi/ir^..- 
alla  comparsa  delle  gravi  forme  di  aennute- 
nia  consecutive  all' influensa  con  depreaslonc 
nervosa  intensa. 


PERTOSSE  O  TOSSE  FERINA. 


Questa  malattia  è  un  catarro  infettivo  )a- 
rlnffo-brooelUale  con  Ipereccitabilità  del  nervo 
laringno  «iperiore,  branca  terminale  del  nervo 


La  forma  cllnica  può  esser  distinta  In  tre 
periodi:  catarrale,  spasmodico  e  di  de<dina- 

.ne. 

Sei  primo  periodo  si  mantfsstaho  le  note 

un  catarro  bronchiale  comune,  senso  di 
bmclore  in  gola,  voce   rauca,  tosse  molesta 

Hel  secondo  compariscono  i  parossismi  di 

-e  qMSOMdloa. 

.SI  avverte  nn  senao  di  vellleamento  alla 
laringe  e  subito  sopravviene  nn  atto  Inspl- 
ntorlo  susseguito  da  una  serie  interrotu  di 
colpi  di  tocse. 

Il  bambino  diviene  daootloo.  con  gli  oc- 
chi iniettati  e  lagrimosi  :  una  profonda  inspi- 
rasiune  pare  dia  un  po' di  tregua,  ma  subito 


un  altro  accesso  interviene  e  dopo  questo  un 
altro,  fino  a  quando,  con  un  conato  di  vo- 
mito o  oon  un  colpo  di  tosse  anoor  piò  vio- 
lento degli  altri,  non  si  espella  nn  po' di 
muoco  asaai  denso,  con  che  Tacoeno  è  lìnito. 
—  Nel  terso  periodo  questi  sintomi  vanno  at- 
tenuandosi, fino  a  scomparire  gradatamente. 

Dalla  deflnisione  e  dal  quadro  stntcma 
tlco.  emergono  chiaramente  le  indlCMloni  da 
osserverò  nella  cura  di  questa  malattia. 

Modtfioare  il  caurro  dei  broodU. 

Diminuire  recciubtiità  del  nervo  laringe). 

Combattere  l'infesione. 
.  tutte  queste  Ij 
LacHine  41  Phm,  nn  : 
bronchiale,  un  ei^cttorante.  un  antlMttlco  ed 
un  calmante  che  non  è  — oondo  a  nessun 
altro  rimedio  congMicr»,  rtntooMtieaniento 
superiore  a  molli  eo^  detti  ■pcoiflal  della 
tosse  ferina. 


PLEURITE. 


Qualunque  sia  la  forma  di  questa  malat- 
tia, acuta  o  cronica,  generale  o  parziale,  pri- 
mitiva, reumatica  o  secondaria  ad  altra  ma- 
lattia infettiva  acuta,  si  può  dichiarare  af- 
fermando un  giudizio  esatto  che  gran  parte 
delle  pleuriti  sono  di  natura  tubercolare. 

Fatta  questa  premessa,  si  capisce  a  priori 
come  air  infuori  della  cura  medica,  vesdca- 
torìi,  salicitato,  jodoro,  e  della  cura  chirur- 


gica, toraoentesi  o  rctezione  dello  oo-ite  ove 
il  liquido  nella  cavità  della  pleura  sia  troppo 
abbondante  o  si  sia  organissato  in  sostanza 
purulenta,  è  da  mettersi  in  atto  fin  dal  suo 
primo  inizio  (per  sorprendere  la  causa  pre- 
cipua del  male)  una  cura  balsamica,  le  Ln- 
efWM  di  Pino,  la  cui  astone  sorprandente  nel 
principio  di  questa  malattia  fu  più  e  più  volte 
esperimentata. 


474  - 


TUBERCOLOSI  POLMONARE. 


Delle  malattie  polmonari  è  la  tubercolosi 
quella  a  cui  rum.anità  paga  il  magg'or  tri- 
buto di  vittime,  in  quautochè  di  tutte,  la 
tubercolosi  polraonare  è  quella  che  piti  trova 
la  sua  ragione  d'essere  e  svilupparsi  in  mol- 
teplici coeffioenti  favorevoli  di  ereditarietà, 
di  ambiente,  di  cattiva  nutrizione,  di  debo- 
lezza organica,  di  predisposizione  indivi- 
duale. 

Malattia  infettiva,  specifica,  prodotta  da 
un  bacillo  speciale,  il  bacillo  di  Koek  o  ba- 
cillo tubercolare,  il  quale  penetra  nell'orga- 
nismo sia  per  la  via  dell'apparecchio  pol- 
monare colFaria  inspirata,  sia  per  inoculazioni 
accidentali,  nella  dissezione  di  un  cadavei-e  o 
di  carni  infette,  sia  per  la  via  del  tubo  ga- 
stro-intestinale ove  si  ingeriscano  alim.enti 
infetti  e  in  ispecie  latte  di  vacche  colpite  da 
tisi  perlacea. 

Malattia  che  insorge  spesso  insidiosamente, 
assai  raramente  in  modo  tumultuario,  con 
segni  comuni  di  un  lieve  catarro  bronchiale, 
inappetenza  inarcatissima,  stanchezza  sulle 
prime  ore  della  sera,  qualche  brivido,  feb- 
bre, sudori  notturni.  Segni  molto  vaghi,  ma 
costanti  nell'inizio,  che  solo  più  tardi  si  ac- 
centuano ed  aggravano  nel  passaggio  più  o 
meno  i-apido  dal  periodo  iniziale  a  quello  di 
intiltrazione  catarrale  e  in  ultimo  a  quello 
di  rammollimento  ed  ulcerazione  del  tessuto 
polmonare. 

A  combattere  una  malattia  così  grave  si 
dtiz?arono  le  menti  e  le  armi  di  tutti  i  filan- 
tropi f.  dei  pratici  migliori:  furono  esperite 
ardimentose  prove  quali  la  causticazione  del 
polmone  colpito,  le  iniezioni  intrapolmonari 
con  soluzioni  di  acido  fenico,  di  sublimato, 
di  creosoto;  salii-ono  in  gran  fama  rimedi 
vantati  come  specifici,  ma  nessuno  ha  realiz- 
zato le  speranze  che  su  di  esso  si  erano  fon- 
date. 

T^on  bisogna  però  disconoscere  che  la 
grande  scoperta  di  Koch  segna  una  data  me- 
morabile nella  scienza,  e  che  se  n'avvantag- 
giò grandemente  la  terapia  col  dare  impulso 
allo  studio  di  quei  farmaci  i  quali,  s«  non 
uccidono  sicuramente  il  bacillo,  ne  attenuano 
la  virulenza. 

Non  possedendo  la  medicina  lo  specifico 
della  tubercolosi,  compito  della  terapia  è  di 
usare  tutti  i  mezzi  che  si  oppongono  al  ra- 
pido sviluppo  della  malattia.  Per  lottare  con- 
tro la  vita  rigogliosa  del  bacillo,  si  devono 
attuare  due  indicazioni: 

Aumentale  la  resistenza  dell'organismo,  e 
opporsi  alla  rapida  invasione  dell'elemento 
devastatore  coi  rimedi  antifermentativi  che 
v:jlgono  a  diminuire  il  catarro  broncopolmo- 
naie  d'origine  bacillare. 

Per  il  fatto  che  l'Elisir  Lacrime  di  Pino, 
perfettamente  risi^onde  all'una  ed   all'altra 


indicazione,  senza  tema  di  smentita  si  può 
dire  che  le  Lacrime  di  Pino  rappresentano  il 
più  razionale  rimedio  antitubercolare. 

Della  sindrome  della  tubercolosi  le  gastro- 
patie, sia  sotto  forma  di  dispepsia  iniziale 
premonitoria,  sia  di  gastrite  di  compressione 
del  pneumogastrico  (di  Guénan  de  Mussy) 
sono  quelle  che  maggiormente  tormentano 
gli  ammalati  e,  per  le  rapide  loro  conse- 
guenze, quelle  che  in  poco  volger  di  tempo 
inducono  l'organismo  in  condizioni  d'esauri- 
mento grave  per  i  sospesi  processi  di  assi- 
milazione. Che  se  questi  sintomi,  non  insor- 
gono spontaneamente,  molte,  troppe  volte, 
sono  provocati  dall'uso  di  rimedi  la  cui  ef- 
ficacia terapeutica  viene  ad  esser  neutraliz- 
zata dalle  gastropatie  che  possono  provocare. 

Non  è  COSI  a  dirsi  dell'Elisir  Lacrime  di 
Pino  che,  non  essendo  rifiutato  neanche  dalle 
persone  affette  da  gravi  forme  gastriche;  e 
inoltre  non  producendo  come  il  creosoto  ir- 
ritazione sul  tubo  gastrointestinale,  è  il  ri- 
medio antitubercolare  a  cui  si  può  e  si  deve 
sempre  ricorrere  nei  casi  in  cui,  per  esser 
in  atto  forme  gastriche  od  enteriche  di  na- 
tura specifica  sono  assolutamente  controin- 
dicati quei  balsamici  che,  esagerando  i  di- 
sturbi funzionali  dell'apparato  digerente, 
i-endono  impossibile  l'iperalimentazione  del- 
l' ammalato  e  impediscono  così  di  ricorrere 
al  mezzo  che,  tollerato,  più  d'ogni  altro  ri- 
sponde allo  scopo  capitale  di  aumentare  la 
resistenza  dell'organismo. 

Ecco  la  ragione  per  cui,  nella  prepara- 
zione dell'Elisir  Lacrime  di  Pino,  più  che 
d'altro,  l'illustre  preparatore  si  preoccupò 
di  elaborare  un  rimedio  che,  anche  nell'  uso 
continuato,  non  dovesse  influire  sinistramente 
suir  apparato  digerente  che  è,  per  cosi  dire, 
il  fulci-o  di  tutte  le  altre  funzioni. 

Opporsi  alla  rapida  invasione  dell'  ele- 
mento devastatore  diminuendo  il  catarro 
bronco-polmonare  d'origine  bacillare,  ecco  il 
compito  del  medico. 

Il  farmaco  più  in  uso  per  le  sue  qualità 
antisettiche  e  modificatrici  del  catarro  bacil- 
lare concomitante  è  l'essenza  di  trementina 
che,  nelle  Lacrime  di  Pino,  rappresenta  la 
base  e  il  principio  attivo  del  farmaco  a  cut 
si  aggiunge  la  potente  azione  ossidante  che, 
rialzando  la  quantità  dei  materiali  di  com- 
bustione, esercita  suU' organismo  una  azione 
tonica  rilevante. 

L'eccipiente  o  veicolo  elixir,  per  l'alcool 
che  contiene,  è  un  analettico,  ed  eccitante 
energico.  Por  tutte  queste  proprietà  antiset- 
tica, balsamica,  eccitante,  tonica,  può  dirsi 
che  il  preparato  è  il  rimedio  principe  di  tutti 
i  congeneri  della  serie  balsamica. 

Ed  è  con  soddisfaziowe  che  sì  raccomanda 
un  rimedio  cosi  efficace  ove  si  pensi  che  la 


LacfiiMb  HI  Prm 


(VMiVfnL 


51- 


PErria 


'*r«>  *  c«ir*h(lf»   (Il    •  1 


UCllK    Ci 

Con 

oh*»  11.  . 


ileordo  storie 


li.  . 


:   ecco 


«  nwevli  che  dif- 
continuato,  poto- 


10  0  drt  v«ii' 

S-HUo  0  a  n. 


UiUi,  col  nuoTo  preparato,  Elisir  Lacrime 


La  e<MM6nton«  Meliultra  p«r  la  T^n^lfM 
deU'Blatr  AmHm»*  et  iSm  rran*  AlBd  i 
DittUUrm  Ogn»  di  Milano.  Soololà  a 
p«r  «cloni,  con  Capitala  di  L.  800.001*. 

Il  presto  di  una  bottiglia  irrwido  è  di  L.  ' 
di  una  bottiglia  medi*  L.  4,  di  un  flaoone  L 
(oltre  lo  spese  di  porto  In  L.  1).  —  L' Elisir 
trora  In  rendita  nelle  principali  farmacie. 
Fscilttszloni  speciali  sono  offerte  ai  posses- 
sori dell' J/«MiMM«a  italiano  (redi  boono  <ii 
rtdusione  nel  fiMoleolctto  del  BmmSi. 


COME  POSSO  GUARIRE  DELL'ANEMIA? 

(Della  cura  fosfo-arsenicale). 


Lacaraarsenico-rerragiuosa  Laac^uUUto 
In  questi  ultimi  tempi  una  grande  importanea 
terapentica,  dando  sempre  fUid  risultati  in 
*  :tti  qaei  casi  di  depauperamento  dell'or- 
iiismo  per  lenti  o  rapidi  prooeasl  di  esau- 
.  uiento.  nei  quali  si  richiede  un  agente  ripa- 
nuore  di  pronta  efficacia.  Il  torpore  nutritivo. 
fi  ricambio  materiale  rallentato,  sono  vinti,  e 
cosa  provata,  dall'azione  combinata  dell' ar- 
riioo  e  del  ferro.  Maggiormente  razionale 
!.  si  è  dimostrato  in  questi  ultimi  tempi 
.  .LTione  dell'arsenico  sull'organismo  umano, 
dm  quando  il  prof.  Armando  Qsutier  di  Pa- 
rigi ne  hA  assodato  la  presenza  nel  corpo 
tuuAoo.  L'astone  medicatrice  dell'arsenico  è 
stata  lungamente  dimostrata  dagU  studi  re- 
cenU  del  Brfot,  OotUleb,  laoobl,  Biva  •  spo- 
-il  mente  del  Oaatler. 

L'arseoleo  Introdotto  nell'organismo  al» 
:  V  a  il  processo  vegetativo  depresso,  ^mlna 
le  cellule  Invecchiate  ed  inutili,  aumenta  il 
consuDO  degli  albominati.  ripristina  il   rin- 
nnvsmonto  dei  globuli  rossl  nel  fegsto  e  nella 
1  è  rapidamente  assorbito  dai  globuli 
del  sangue. 
Mii  se  da  una  parte,  l'arsenico  goie  di 
la  cosi  grande  virtù  rinnovatrice  dell'erga- 
.   amo,  dall'altra  il  suo  potere  tossico  pre- 
senta gravi  Inconvenienti  nellipommlnistra- 
sione,  e  non  sempre  il  suo  potere  curativo 
può  essere  aumentato  da  una  maggiore  dose 
del  rimedio. 

Il  prof.  Armand  Gautier  di  Parigi,  oottsoio 
di  questo  inconveniente  dell'arsenico,  si  mise 
alla  ricerca  di  un  adente  terapeutico,  che  ri- 
spondesse allo  scopo  di  avere  una  maggiore 
..r ,,.,,..  ^  QQn  tossicità  infinitamente  minore 
<  intento  raggiunse  culla  medicazione 
i  di  cui  egli  fu  l'introduttore. 


Questa  i;ia  segnsvs  un  qualche  va 
sulla  cura  arsenlcslo.  parche*   sd   nu  a 
maggiore  univa  un  minimo  gr&do  <ll  t' 
K  per  questo  mcontcKLnbiie  vsntaxiT^o  ìu  <mi 
dei  eacodilati  per  Ih  vi»  iitodermira.  Cloe  p 
mer.zo  di  iniezioni,  ha   dato  risultati  sod  l 
sfacenti. 

Ma  di  fronte  a  questi  vantaggi,  la  mrdi 
cazlone  cacodlllca  ha  il  grave  ini*onvcnient" 
di  non  potersi  senza  pericolo  sommioivtr4re 
per  la  via  gastrica. 

Per  ovviare  a  (]aei»ti  Inconvenienti.  H  'i»'i- 
tier  intraprese  altre  ricerche,  e  pot*- 
delle  sedute  dell'Acoademia  di  medi 
Parigi  (febbrslo  1902)  presenUre  U  rUnM» 
del  suol  studi  sopra  di  un  preparato  di  ars 
niso  organico,  assoluUmente  inoffensivo,  Sh 
ohe  a  grandi  dosi. 

Qussto  preparato  Introdotto  in  terapia  dal 
Gaatior  è  U  m»0tilar9imtt9  dia-iirn. 

■spsrtmsntato  dal  Oaatier  e  ' 
l'ospedalo  militare  di  Algeri,  d 
soddisfacenti  n<>n<>  ffhhri  paluNt.  . 
gotto  delle  es!  lotL  Albert  i 

di  Pioard  ed  i  anche  ita: 

mttUartimaia  ù.mv^.^j  ...  piuclamato  uu  ì.ì.. 
dio  dJ  slcan»  sOMto  In  tntU  quel  casi  cui  era 
Indicata  la  cura  arsenlcsle  e  <<«<H>d(!io«. 

ConslderaiMlo  1  buoni    ) 
finora  dall' ansnteo  eombn 
ovTio  ritoners  «he  nn  mtii 
sarebbe  stato  «un  sussidio  tera^icuUcj  li  t;rA  i 
de  Importanza. 


Noi  abbiamo  bisogno  di  fermarci  sof- 
l'axioae  ricostituente  del  ferro:  sa  questa 
non  foste  cooformaU  dal  felici  risoltaU  delie 


476 


varie  cnre  ferruginose,  e  deirimmonto  nume- 
rico dei  globuli  rossi  in  set,'UÌto  aila  soinmi- 
lìistrazioiìe,  basterebbe  il  solo  fatto  della  sua 
preseiiza  nell'organismo  per  stabilirne  la  ne- 
cessità. 11  Metilarbinato  di  ferro  di  difficile 
preparazione  finora,  ci  viene  fornito  dai  la- 
boratori di  Germania  e  di  Francia,  in  uno 
stato  garantito  di  assoluta  purezza. 

Ma  in  tutte  le  malattie  esaurienti,  in  cui 
la  cura  arsenicale  è  cosi  bene  indicata,  il  si- 
stema nervoso  subisce  anche  una  continua 
diminuzione  del  suo  elemento  più  importante, 
.cioè  il  fosforo.  Finora  si  era  cercato  di  ripa- 
rare a  questa  perdita  colle  cure  fosfatate  di- 
verse cioè  per  mezzo  dei  fosfati,  degli  ipo- 
fosfiti,  del  fosforo  e  dell'acido  fosforico.  Ma 
mentre  se  ne  scorgeva  l'imperfetta  assimi- 
lazione si  potè  constatare  che  quel  poco  che 
veniva  assimilato,  doveva  per  così  dire  ani- 
malizzarsi;  e  quindi  per  risparmiare  questa 
soverchia  fatica  all'  organismo,  il  dott.  Robin 
pensò  di  ricorrere  allo  stesso  principio  fosfa- 
tato  organico,  che  compone  il  tessuto  nervoso. 
Tale  principio  è  la  Lecitina,  che  entra  per  il 
20  %  nella  composizione  del  cervello  e  del 
midollo  spinale. 

Partendo  dal  principio  che  un  medica- 
mento è  tanto  più  assimilabile,  quanto  più 
s'avvicina  alla  composizione  del  nostro  orga- 
nismo, era  una  facile  deduzione  che  l'unione 
dell'arsenico  organico  col  fosforo  organico 
avrebbe  dato  alla  terapeutica  il  più  razionale 
e  completo  dei  ricostituenti.  Veramente  il 
primo  ad  avere  l'idea  di  somministrare  in- 
sieme in  un  solo  preparato  l'arsenico  ed  il 
fosforo  organico,  è  stato  il  dott.  A.  Mouneyrat, 
che  nella  seduta  del  17  marzo  1902  dell' Ac- 
cadenaia  delle  Scienze  di  Parigi,  presentò  il 
risultato  delle  sue  esperienze.  Egli  esperi- 
mentò sopra  un  certo  numero  di  tubercolosi 
nel  primo  e  secondo  stadio  la  cura  del  me- 
tilarsinato  col  fosforo  organico,  ed  in  seguito 
all'uso  di  questa  soluzione  di  arsenico  e  fo- 
sforo allo  stato  organico,  ha  potuto  ottenere 
un  miglioramento  rapido  dello  stato  gene- 
rale, con  aumento  di  appetito,  di  sparizione 
dei  sudori  notturni  e  della  febbre  e  diminu- 
zione della  tosse.  Potè  anche  constatare  che 
il  numero  dei  globuli  rossi  aumentava. 

Da  queste  esperienze,  confermate  da  altre 
fatte  recentemente  da  pratici  italiani,  si  può 
assolutamente  ritenere  che  l'unione  del  me- 
tilarsinato  di  ferro  col  Fosforo  organico  debba 
costituire  un  potente  sussidio  terapeutico  in 
tutte  le  malattie  esaurienti. 


Un  preparato  che  riunisse  questi  due  ele- 
menti era  dunque  desiderato;  ed  a  ciò  prov- 


vide un  distinto  chimico,  il  dott.  A.  Mena- 
uni  di  Napoli,  ponendo  in  connnercio  il  Me- 
tarsi/e,  preparato  purissimo,  che  riscos.se  fino 
dal  suo  apparire  la  geneiale  approvazione 
dei  medici,  ed  il  favore  unanime  del  pub- 
bl  co. 


Il  Metarsiìe  preparato  dal  dott.  Menarini 
è  una  soluzione  di  metilarsinato  e  di  Fosforo 
organico  in  liquore  tonico. 

Per  l'azione  dell'arsenico  e  del  fosforo  allo 
stato  organico  e  del  ferro,  il  Metursile  è  i li- 
di catissimo  nelle  febbri  malariche  dove  i  sali 
di  chinino  non  sempre  riescono. 

11  Metursile  riesce  utile  in  tutte  le  forme 
d'indebolimento  nervoso  spinale  cerebrale, 
comprendendo  quegli  stati  morbosi  nei  quali 
esistono  delle  innegabili  e  pronunziate  alte- 
razioni della  funzionalità  del  cervello  e  del 
midollo,  come  cagione  dei  quali  non  si  può 
riconoscere  ne  ammettere  la  pi'esenza  di  una 
qualsiasi  lesione  anatomica  grave. 

In  tutti  gli  esaurinfenti causati  da  influenze 
psichiche  che  danno  luogo  allo  sviluppo  della 
neurastenia  l'uso  del  Metarsiìe,  sopperendo 
alla  deficiente  quantità  e  difettosa  qualità 
della  forza  nervea,  apporta  spesso  la  guari- 
gione e  sempre  un  miglioramento. 

Ma  dove  esso  fa  veramente  prodigi  si  è 
nella  clorosi  e  nelle  anemie,  dove  poco  tempo 
dopo  della  cura  si  nota  il  risveglio  delle  fun- 
zioni digestive,  con  aumento  di  appetito,  con 
ritorno  del  colorito  roseo  delle  labbra  e  delle 
gengive.  L'esame  del  sangue  ha  sempre  di- 
mostrato r  aumento  numerico  dei  globuli 
rossi. 

Nella  scrofolosi,  nel  rachitismo,  e  nelle 
malattie  dell'infanzia  per  imperfetto  sviluppo 
del  sistema  osseo,  il  Metarsiìe  è  il  ricostituente 
più  indicato  per  i  bambini  in  causa  del  minimo 
potere  tossico  dell'arsenico  e  del  fosforo  or- 
ganico. 

Pei  casi  di  grave  esaurimento,  dove  è  re- 
clamata una  più  pronta  azione  del  rimedio, 
e  nei  casi,  ben  rari,  dove  vi  fosse  intolle- 
ranza del  rimedio  per  la  via  dello  stomaco, 
sono  preparate  soluzioni  di  Metarsiìe  per  inie- 
zione ipodermica,  in   ampolline   sterilizzate. 


Crediamo  aver  fatto  cosa  grata  ai  nostri 
lettori  col  segnalare  questa  importante  con- 
quista della  terapia,  che  è  la  cura  fosfo  ar- 
senicale. Maggiori  schiarimenti  e  centinaia  di 
attestazioni  potranno  procurarsi  gl'interes- 
sati scrivendo  al  dott.  A.  Menarini,  4,  via  Ca- 
labrito,  Napoli. 


-  4' 


NOTE  DI  MEDICINA 

Alcttui  cenni  Intorno  aU*BPILBSSIA  e  Bnol  metodi  di  cura. 


L'«pile«rlA,  ooD  derominastonl  dtrcrM.  fa 

ioaa  prodaoa 
laanità,  lono 

ui-.ir    ii<>iii«ii'.ir    (tur    (juaii    ncnUOCIIO   !#    più 

rwcntt  •  •erarmt*  riMrolM  wl«ntiAoh*  hanno 
potato  rispondere. 

HoB  poò  r  epiles-^ift  esitere  contide nU  oo> 
<^  «n»  entità  morbosa  autonoma,  non  è  nn* 
Ttost  ststeaiatissata,quantanqu>'  t-ilnni  al»- 
biano  Tolato  ammetterla  fra  qti- 
nalattle  oerrose,  ma  deresi  p 

darare  oome  un  sindrome  di  fc. ..     . 

di  spettanxa  nerross,  che  iroTano  ueii?  •*. 
Tersiti  di  modo  di  manifestazione  different 
"-fai»,  patogcuetica. 

L'accesso  epilettico  completo,  quello  che, 
rocednto  dall'aura  epilettica  (cioè  da  un 
oistnrbo  particolare  sia  sensitiTo,  motorio  o 
psIehleoK  si  inixia  col  grido  improTTiso:  la 
perdita  di  coscienza,  la  caduU.  cui  seguono 
laoianost  al  Tolto,  l'arresto  della  respirazione, 
le  oonirazioni  di  tatto  il  corpo,  la  schiuma 
alla  bocca,  i  morsi  alU  Un;;ua  e  fluisce  col 
lanciare  l'ammalato  in  uno  stato  di  stupore, 
che  non  sempre  si  manifesta. 

Oeneralm""'     • ro  dal  fatto  più  sem- 
plice, l'equi V..  ico,  che  si  appalesa 
talvolta  con                    .    .   i>a««e^Tera  di  co- 
-ienza.  o  taluna  aiiu<>HK.  :i   poche 
ntrazioni  conTulsive  s:  I  corpo 
il  un  arto,  e  di  un  i  :                  ■••ma  di 
i;iii--uii.  al  vero  accesso  epilettico  si  arriva 
],  r    114  gamma  di  dUTerenti  oiaaifastazioni. 
K  non   meno  devono  aaaare  ascritte  al- 
->pUcssla  certe   forme  di  itt4ri»m*o,  talnne 
He  quali,  anzi,  meritarono  il  nome  di  ».«/•»- 


Quale  la  causa  di  sì  svariate  e  multiple 
manifestazioni?  Molte  e  le  più  disparate  fu- 
rono invocate  nei  diversi  tempi  e  dalle  Tarie 
•eaole,  ma  neasnna  finora  che  abbia  potato 
UaponL  Lasciando  a  parte  la  iavoeaie  lesioni 
approssabili  dei  centri  nenrcai,  che  le  piò 
aocoiota  rloerdhe  non  arrivarono  ancora  a 
dimostrare,  e  featte  le  altre  influenze  ohe  si 
Tollero  sttribuire  all'età,  al  aesM  e  a  certe 
altre  condizioni  flstdoglehe,  qaali  cause  de- 
terminanti r  epileesia,  e  <^e  meritano  la  mag- 
gior attenzione,  si  notano  :  gli  avvelenamenti 
eronici  di  vario  genere,  le  malatt'e  Infettive 
e  in  primo  luogo  le  eruttive,  alcune  diatesi 
morbose,  fra  le  quali  primissima  la  luetica. 
Ino!tr«  <ri   e  attribuita  importanza  di  grave 
T!o  sviluppo  d^mipiloasia  alla 
i  del  genitori,  aO' eredità  e,  pri- 
11  importanza  grandlasima  l'ai- 
.  In  una  parola,  l'eziologia  ha  pav 
rassegna  ogni  possibilità,  ma  con  tutti 
:  f.  ^    :. sparati  modi  d'origine,  l'epilessia  si 
manifesta  sempre  sopra  o^tretti  con  predi- 
sposizione  nevropatica  ed  individualmente 
prepara  tL 


k  naturale  che  in  così  oompleoaa  vari''tà 
di  vedute,  tutti  i  sanitari  volgessero  Is  loro 
mente  a  cercare,  a  seconda  delle  lon»  opi- 
nioni, il  messo  per  combattere  si  terribile 
mort>o. 

È  noie  che  due  epilessie  sono  pariir  Axt- 

mente  distinte:  la  parziale  e  la  generale  S>A 

qui  non  istaremo  a  considerare  tatti  1  ten 

tattvi  di  carattere  chlrargloo  messi  in  opor  i 

par! u-  la. mente  nei  casi  della  prima  formi 

oksoniana,  e  1  mediocri  risui 

preme  però  far  rilevare  com 

..  .  casi  doU'eplleesia  parziale  si  i 

mente  esiguo,  in  oonfronio  delta  » 

«.••■■irò  di  questa,  l'empirismo  non  '- 
feriore  alla  scienza  positiva;  infinite  < 
reno  stabilite suH'oeservazione  e<ipcrl Ti: 
altre  Ideate  anche  dai  più  emin<  : 
della  scienza,  innamerevoll  in; 
più  o  meno  rumorosa  rieUimu  fu  i 
come  infallibili,  nessun  j  finora  che  abbu  po- 
tuto dirti  veramente  lo  spcciflco  untoo  contro 
r  epilessia. 

Ma  ad  onor  del  vero  possiamo  affermar' 
che  nessun' altra  formula  è  stata  coronata  <i^ 
così  brillanti  risuluti.  come  quella  del!"  P'>' 
Viri  anUopUattieha  che  il  Farmacisu  /> 
da  oltre  35  anni  prepara  nel  eoo  stabll.; 
di  Castelfranco  Veneto. 

Di  fatto,  non  solo  gli  innamerevoll  beno 
ficatl  e  gran  numero  di  Medici,  di  81oda<<. 
di  Parroci  hanno  sentito  il  dovere  di  air<-r- 
mare  l' efficacia  di  questo  prodotto,  ma  anc  >e 
la  SUmpa  ha  creduto  di  doversene  occupare, 
e  noi  con  piacere  riproduoiamo  •  idudizi  di 
due  riputati  gioruRli  ;  il  Siculo  M  Mitamo  e  11 
Movimento  di  Grnovi. 

Il  primo  scrive:  *  Un  rimedio  semplice  ed 
economico  contro  l'epilessia  o  mal  oadato, 
l'isterismo  ed  il  mal  nervoso  à  stato  inveo 
tato  da  un  modesto  farmacista  di  Castel- 
franco Veneto  Iprovtnda  di  Treviso).  D.  Mmn». 
Namemalssime  sono  le  gnacigiotti  otiaaate 
con  questo  ^ooifloo.  I  migliorameaii  «i  fhano 
sentire  in  pochi  giorni,  e  gli  secassi  roadoosi 
meno  flroqoenti  ed  il  fiero  malore  va  grada- 
tamente svanendo.  « 

U  secondo  scrive:  *  D  slcnor  D.  Momti  di 
Castelfranco  Veneto,  nooio  di  studi  e  di  po- 
derosa dottrina,  pare  ^e  abbia  Analmente 
risolto  a  problena  di  earare  efficaceoseote 
il  Mal  caduco  (epitaaia).  Humerool  oarttfioatl 
di  Dottori,  Direttori  di  Ospedali,  di  Parroci, 
di  Sindaci,  ec  attesfsno  la  bontà  drt  ano  ri- 


Qaaleha  altro  glomale  se  n'à  pars  ooou- 
peto  nell'interesse  del  pubblico,  e  lo  fhcdamo 
Tolentlart  aaohe  noi,  essendo  cosa  utile  a  tutti 
il  seguire  giorno  per  giorno  le  nuove  sco- 
perte della  scienza,  specie  quando  essa  ri- 
flette questo  supremo  bene:  ì\  ealate  del 
corpo. 


478  — 


LE  VENE  VARICOSE 

(Varici  alle  gambe  -  Varicocele  -  Emorroidi) 
e  la  cura  radicale  medica  scoperta  dal  Dott.  Stefano  Bolognese 

{Casella  postale  502  -  NAPOLI), 


La  straordinaria  meritata  e  preveduta  ini- 
rortanza  e  ditìiisione,  che  la  cura  radicale 
medica  antivaricosa  del  dott.  Stefano  Bolo- 
t-nese  (casella  postale  502,  Napoli)  va  ogni 
giorno  più  conquistando,  ci  porp^e  la  gra- 
dita occasione  di  riparlare  di  questa  gran- 
diosa scoperta  tutta  italiana,  che,  come  di- 
cevano, è  venuta  ad  aprire  un  nuovo,  vasto, 
quanto  tinora  inesplorato,  campo  alla  terapia 
scientifica;  e  tanto  più  ne  riparliamo  con 
piacere,  in  quanto  il  principal  merito  di  que- 
sta cura  meravigliosa  consiste  sopratutto  nella 
sua  semplicità:  Se  il  Dottor  Bolognese  fosse 
vissuto  ai  tempi  della  Inquisizione,  nessuno 
avrebbe  potuto  salvarlo,  poiché  il  suo  metodo 
sarebbe  stato  senz'altro  bollato  per  una  pra- 
tica magica.  Infatti,  non  è  sorprendente  di 
vedere  con  quanta  facilità  e  rapidità  guari- 
scono e  ridivengono  agili,  sane,  ilari,  felici, 
pei-sone  che  da  anni  ed  anni  erano  vjostrette 
a  subire  la  tormentosa  schiavitù  di  calze  ela- 
stiche e  fasciature,  o  che  trascinavano  a  stento 
le  loro  gambe  pesanti,  gonfie,  dolenti,  erite- 
matose,  eczematose,  ulcerate,  per  vene  dila- 
tate esterne  o  interne? 

E  qui  facciam  nostra  l'idea  espi-essa  tempo 
fa  da  un  giornale  di  Napoli:  "  Se  nel  moto 
sta  la  vita,  il  Dottor  Bolognese  può  ben  af- 
fermare di  ridare  la  vita  ai  softerenti  di  que- 
sta noiosissima  affezione,  i  quali  si  vedevano 
finora  costretti  a  muoversi  poco,  con  dolore, 
e  sempre  sotto  l'incubo  di  gravissimi  peri- 
coli! „ 

Spigoliamo  ora  un  po' fra  le  innumerevoli 
spontanee  dichiarazioni  che  tuttodì  affluisco- 
no all'indirizzo  del  Dottor  Bolognese: 

Il  Dottoì-  P.  Malerba,  Direttore  della  Cat- 
tedra di  Chimica  fisiologica  dell'Università 
di  Napoli,  dice:  "  Il  mio  raccomandato,  dopo 
il  brevissimo  periodo  di  cura  fatto,  mi  assi- 
cura che  nulla  più  soffre.  „ 

Il  Prof.  Cav.  I.  Laccetti,  chirurgo  primario 
degli  Ospedali  di  Napoli  e  Professore  di  Pa- 
tologia e  Clinica  chirurgica  dell'  Università 
di  Napoli,  scrive:  "  Avendo  sperimentato  con 
grande  vantaggio  la  vostra  cura  antivaricosa 
su  persona  di  mia  famiglia,  ec.  „ 

Il  Dott.  N.  Eossi  scrive  :  "  ....la  signora, 
che,  per  consiglio  del  comune  maestro  Prof. 
P.  Lupo  (Direttore  degli  Ospedali  dei  Pelle- 
grini e  di  Loreto  e  professore  di  Patologia 
e  Clinica  chirurgica  dell'  Università  di  Napoli), 
affidai  alle  vostre  cure,  migliora  rapidamen- 
te; „  e,  poco  dopo,  è  in  grado  di  affermare: 
"  Una  Signora  affetta  da  enormi  varici,  che 
le  rendevano  impossibile  perfino  lo  stare  in 
piedi,  è  presto  e  bone  guarita,  mediante  la 
cui*a  medica  del   Dottor  S.  Bolognese,  ec.  , 

Il  Dottor  li.  de  Rienzo,  Chirurgo  degli 
Ospedali  riuniti  e  coadiutore  alla  Clinica 
o-iietrico-ginoculogica,  scrive:  "  Ho  potuto  in 
moltissimi  casi  controllare  gli  ottimi  risul- 
tati della  Cura  medica  delle  Vene  Varicose 
del  Dottor  Stefano  Bolognese.  „ 

11  Dottor  F.  Pepe,  ostetrico,  eorive  :  "  Una 


signorina  di  28  anni,  aletta  da  5  anni  di  va- 
rici, che  le  davano  gravi  sofierenze,  è  rapi- 
dissimamente guarita  mediante  la  cura  del 
Dottor  Bolognese,  e  son  già  due  anni  che 
non  risente  più  alcuna  noia.  „ 

11  Dott.  L.  Nota  (il  quale,  per  consiglio  del- 
l'illustre  Prof.  Sevator  T.  Senise,  Direttore 
della  3»  clinica  medica  dell' Uni  vei'sità  di  Na- 
poli, affidò  una  Signora  alle  cure  del  Dottor 
Bolognese)  scrive  :  "  La  malata,  benché  ,  al- 
l'inizio della  cura,  ha  sentito  già  un  migliora- 
mento, ec.  „ 

Il  Prof.  G.  Galli  scrive:  "  Il  primo  pe- 
riodo di  cura  ha  già  dato  risultati  tali,  che 
incoraggiano  a  proseguire.  „ 

Il  Dottor  A.  Settembrini,  dell'Istituto  di 
Terapia  Fisica  di  Napoli  ed  insegnante  di 
ginnastica  delle  loro  Altezze  i  Figli  del  Duca 
di  Aosta,  afferma:  "  Il  mio  raccomandato, 
malgrado  il  brevissimo  periodo  di  cura  se- 
guito, non  soffre  già  più.  „ 

E  qui  potremmo  far  seguire  una  inter- 
minabile lista  di  attestati  di  persone  guarite; 
ma  il  Dottor  Bolognese,  curante  assai  più 
del  rispetto  ai  clienti  che  del  proprio  inte- 
resse, si  è  imposta  la  pia  rigorosa  discrezione 
e  segretezza:  egli  ha  presso  di  sé  numerosis- 
sime lettere,  che,  per  esplicita  autorizzazione 
(lei  clienti,  sono  ostensibili  a  chiunque  voglia 
prenderne  visione. 

Dal  1906,  che  accennammo  a  questa  Cura, 
ad  oggi,  le  edizioni  del  relativo  opuscolo  il- 
lustrativo (che  si  spedisce  contro  francobollo) 
si  sono  moltiplicate;  ed,  inoltre,  il  Dottor  Bo- 
lognese ha  recentemente  pubblicato  una  in- 
teressantissima monografia  completa  ed  esau- 
riente sulle  Vene  Varicose  (Varici  alle  gambe, 
Varicocele,  Emorroidi,  Cause,  Cura,  Igiene"^, 
che  mancava  nella  Letteratura  medica  e  che 
costituisce  il  vero  Vade-mecum  dei  sofferenti 
e  dei  predisposti. 

Perchè  i  lettori  possano  formarsi  un'idea 
della  straordinaria  importanza  di  questo  pre- 
gevolissimo lavoro,  riproduciamo  qui  l'indice 
dei  capitoli,  che  sono  svolti  col  massimo  ri- 
gore scientifico  e  con  quella  insuperabile 
competenza  che  solo  una  lunga  pratica  spe- 
cializzata può  dare  :  I.  Un  po'  di  Anatomia  e 
Fisiologia  della  Circolazione;  II.  Vene  Vax'i- 
cose;  III.  Etiologia:  Cause  ed  origini,  con- 
comitanze e  rapporti;  IV.  Sintomatologia, 
Diagnosi  ;  V.  Decorso  e  complicanze  ;  VI. 
Vene  Varicose  e  cure  proposte  finora;  VII. 
Giudizio  dei  Maestri  della  Chirurgia  sull'ope- 
razione; VIII.  La  mia  cura.  Comunicazione  al 
Congresso  Nazionale  di  Medicina  (Roma,  ot- 
tobre 1906):  IX.  Del  Varicocele:  X.  Delle 
Emorroidi;  XI.  Igiene  dei  varicosi  e  pi-edi- 
sposti.  (Questo  volume,  di  100  pagine,  illu- 
strato, si  spedisce  franco  e  raccomandato 
contro  L.  1,10  per  l' Italia,  L.  1,35  per  l'Estero). 
Dirigere  corrispondenze  (nelle  principali 
lingue),  vaglia,  ricliieste  di  opuscoli  e  medi- 
cinali al  D  itfor  Stefano  Bolognese,  Ca.sella 
postale  502,  Napoli, 


IGIENE  E  TERAPIA 


Alla  conquista  della  forca. 


Qmi9  Importali  K*  «bbe  preaao  1'  «nHchliÀ 
crrvA  e  rv>ui&n»  IVdooasloii*  ftstca  della  irlo- 
ventu,  non  e  ohi  lt>  ignori:  •  tutti  nuninenuno 
rh«  «>!«•  |>rtH>o<Mi|H>  I  l«ftelatorl  al  ponto,  da 
d««4d«r«  Licurgo  ad  enianare  la  legge  rhe 
tnmin  abbandonati  od  aerici  1  bambini  nati 
gradii  e  deboU.  Squilibrio  delle  facoltàjnen* 
talt  forca  e  realatenxa,  coraggio  ed  tntrepl* 
dcasa  nel  pericolo,  amor  di  patria  erano  1  be> 
nelUtl  eh' casi  M  ne  Hr"'-^'"'  ♦»'"*"""  "  ''be  ef- 
fetilramenteroiisegt)  -tadel 

mondo  Intero:  tant< 
orgoglio  11  cittadino  (k>i<>;>  v  M>Kt» 
ripetere  U  motto:  roHtamu»  mm! 

Per  lungo  volger  di  anni  non  per- 
tanto la  edveasione  fisica  molto  r» 
del  «no  valore  nella  mente  del  p<>ì 
polc^  le  lettere,  le  scienze,  le  i 
arti  ocmparono  l'attività  dell' uomo 
fino  dal  sool  primi  anni,  e  la  gioventù 
rimase  confinata  per  lunghe  ore  nelle 
•roole,  speuo  senz'  aria  e  senza  luce, 
longl  da  ogni  attività  mtiscolare;  o 
non  seppe  trovare  altra  via  ad  Ingan- 
nare Il  tempo  che  1  luoghi  di  diletto 
e  di  piacere. 

Per  buona  ventura  II    problema 

la  edoeaElone  fisica  toma  oggi  ad 
'  apare  a  buon  diritto  l'attenzione 
di  legtelatori  ed  Istitutori,  preoccupati 
c»me  essi  sono  della  decadenza  fbica. 
alla  quale  fatalmente  slamo  andati  in- 
contro. E  come  nelle  molteplici  forme 
di  tport  1  nostri  giovani  ritrovano  va- 
ghessa  e  salate,  ooat  anche  nella  tera- 
pia ftaiea  la  medicina  scorge  ed  ad- 
dita una  sorgente  sicura  e  valida  di 


organiamo,  che  egli  ha  diiamaSn 
tmrni»  ftr  Im  rottmt't  flgten.  Baso  é  tia«ai<  >  «mi 
polensialltà  muscolare  ttaiologlca  ddla  (|iini<* 
ciascun  Individuo  è  dotato:  e  si  efEsCtoa  •  ou 
movimenti  combinati,  che.  rióUmóiHtóo  al  nm- 
scoli  aforxl  eontrappoati,  dàauo  aHitM  uguali 
a  quelli  che  si  ottengono  coi  toUcvuaent/t  di 
pesi,  evitandone  gli  Inconvenienti,  stantechi 
non  abbisognano  di  alcuna  fatleu  eccessiva. 
I  resultati  sono  meravigliosi:  ool  metodo 
Wehrhelm  Infatti  l'aumento  muscolare  In  tre 


beneasere. 
Bmeatl 


mestieri  tuttavia  riconoscere  che 
non  tutti  gli  eaerefad  sportivi  avflnp- 
pano  eguatanente  ed  unlformalmente 
U  statama  muscolare  distribuito  nelle 
varie  regioni  del  nostro  corpo  e  le  sue 
fonxloBl.  e  riescono  a  dargli  queir  armonica 
bellessa  che  noi  ammiriamo  nel  capolavori 
della  scultura  antica;  cime  non  può  negarsi 
che  easl  trovano  talora  nelle  condizioni  in- 
dlTiduall  certe  controlndlcacionl  per  poter 
essere  praticati  senza  danno.  Il  clctiamo.  ad 
esemplo,  essi  cita  solo  le  gambe,  Issetenilo 
Inattivo  a  resto  del  corpo,  e  deionia  la  ^Ina 
dorsale  a  causa  della  poslslons  del  dorso 
ctirvo  sul  manubrio  della  hiddetta. 

La  scherma  permette  che  ana  parte  dd 
corpo  si  tenga  in  esercizio  sasdl  meno  della 
opposta,  e  però  può  dlsporlo  a  deformarsL 

Consimili  oaservadonl  potrebbero  dedursl 
del  pari  sulle  altre  forme  di  esercizio  musco- 
lare oggi  molto  In  voga. 

Cosicché  in  viste  di  sifTattl  InconvenienH 
0  prof.  Wehrhelm  (noto  qmrtman)  residente 
a  Torino  (Val  Salice)  ha  Ideato  un  metodo 
di  sport,  pratico,  eseguibile  da  qualslaai  per- 
sona. In  qualunque  età  e  condizione  di  salute, 
pienamente  efficace  a  corroborare  il  nostro 


McscoLATtma  pkl  pbok.  \Vehiuii:i>ì. 


mesi  è  In  media  di  A-7  cm.  al  bracrio  ed  alla 
coscia,  di  S-4  rm.  all'avambraccio  ed  alla 
gamba,  di  10-It  cm.  al  petto:  ed  il  Wehrhelm 
'  s  ottenuto  lo  sviluppo  del 
8»  a  HO;  del  braccio  da  28  a 
3»;  dsU'avambraoeio  da  14  a  S2:  della  cosda 
da  4T  a  «0:  del  polpaccio  da  U  a  t8^  e  nel- 
raltessa  da  cm.  1T6  a  ITS. 

Oon  questo  mstodo  di  ootton  flsloa  la  sa» 
luto  mlgUora  prootsmsnts,  si  prova  un  he- 
nesser  mai  ssntlto  sd  una  maggtors  attltu- 
dina  alla  vita  laboriosa,  il  sonno  si  rende  elB- 
caca  ooeflkieote  a  riparare  le  forse  perduto 
neUa  lotto  per  l'eaistensa.  Non  soto  quelli 
adunque  che  aspirano  a  divenire  robusti  e 
forti,  ma  quelli  esiandlo  che  conducono  una 
vita  sedentaria  né  possono  altrimenti  ripa» 
rare  ai  danni  che  essa  arreca  aU*  organlsBo. 
gU  obesi.  1  nevrastemel.  i  malati  nelle  fbn- 
stoni  gastriche,  gli  affetti  da  stitichesaa  abi- 
tuale, gl'ipereccitabili,  gli  seoltotiei  si  avval- 
gono «m  notevole  profitto  di  un  tal  astodo. 


—  480 


Se  gli  esercizi  fisici  entrassero  nelle  nostre 
abitudini  e  1  giovnni  cominciassero  a  prati- 
carli da  fanciulli,  non  si  vedrebbero  più  tante 
persone  curve,  deformate,  anemiche,  nei'vose, 
malaticcie  e  disgustate  della  vita  e  di  se  stesse 
anzi  tempo. 

Spesse  volte  noi  diciamo  di  sentirci  bene, 
di  non  aver  bisogno  di  ricorrere  al  consiglio 
medico,  eppure  altrettante  volte  forse  ci  in- 
ganniamo. Riflettendo  che  ai  più  sono  ignote 
le  norme  e  le  vie  per  le  quali  il  nostro  or- 
ganismo compie  la  sua  vita  fisiologica,  si  do- 
vrà convenire  che  prevenire  le  malattie  è 
saggia  cosa,   ancor   più   che  saperle  curare; 


espressione  di  marcata  virilità  e  robustezza: 
e  le  eroine  che  passo  passo  la  storia  oi  ram- 
menta, ad  uno  spirito  àrdentissinio  accoppia- 
vano una  tempra  veramente  ammirevole  per 
forza  e  resistenza. 

Ben  volentieri  esporrei  i  particolai-i  di  que- 
sto metodo  di  coltura  fisica  che  all'estero,  ed 
anche  fra  noi,  ha  molti  devoti  ammiratori  e 
seguaci.  Ma,  perchè  il  lettore  non  ne  perda 
i  minuti  particolari,  lascio  il  compito  al  pro- 
fess.  Wehrheim  stesso,  il  quale  ne  dà  lezioni 
per  corrispondenza  e  manda  opuscolo  gratis. 
Così  r  allievo  riceve  o;,'ni  settimana,  e  per 
tre  mesi,  nei  quali  dura  il  corso    completo, 


Un  allievo  del  Phof.  Win^HEiM. 


anche  perchè  un  organismo  robusto  resiste 
meglio  afjli  effetti  delle  influenze  morbose, 
quando  pure  non  riesce  ad  evitarne  il  sini- 
stro influsso. 

Né  infine  si  può  omettere  di  osservare  che 
nella  vita  di  relazione  con  i  nostri  simili  l'este- 
tica a  buon  diritto  vuole  la  sua  parte.  Un 
uomo  ed  una  donna  dal  colorito  pallido,  dal- 
l' andatura  incerta,  dallo  sguardo  scialbo,  con 
voce  esile,  con  carni  flaccide  sono  espressione 
di  una  vita  che  tramonta,  ed  è  triste  assai 
se  ciò  avviene  anzi  tempo.  I  cavalieri  sema 
paura,  che  formarono  soggetto  di  romanze- 
sche avventure,  ci  sono  invece  dipinti  quali 


un'istruzione  particolareggiata  dei  movimenti 
da  eseguire  e  l'illustrazione  dei  medesimi. 

Gli  esercizi  d'ordinario  si  fanno  la  mat- 
tina subito  dopo  alzati,  e  la  sera  prima  di  an- 
dare a  letto.  Se  essi  sono  eseguiti  a  rigoro 
secondo  la  prescrizione,  danno  risultati  sor- 
prendenti e  rapidi,  non  mai  raggiunti  con  altri 
metodi. 

Non  rimano  dunque  che  esperimentare  11 
metodo  del  Wehrheim  qualora  se  ne  senta  la 
necessità,  od  anche  la  convenienza,  per  con- 
servare lo  stato  di  sufficiente  benessere  chd 
già  si  possiede.  Ed  è  quello  che  consiglio  al 
lettore.  DoU.  G.  Silla. 


isl   - 


RA/AIOLA 


PRIMO  UNICO  STABILIMENTO  ITALIANO  TER  LA  CURA  DELLE  MALATTIE 
dello  STOMACO.  INTESTINO.  NUTRIZIONE 


Noi  paese  nostro  e8Ì>teTa  una  grave  la- 
cuna. 

i..   T»,i,,   "  o"^!4T»  uno  Sta'-'''"' "♦  '  ^'" 
ndosl  dallr 
.iNse  per  il  - 
I   anco,  per  ;a  >i)a  organizza/' 
oolnta  garanzia  di  potervi  co 
uno  stadio  accurato  e  diliger 
1"  più  aempolose  cure  dietcUche  e  tìsiche. 
stabilimeDtl  di  questo  gener*  flnrfacono  In 
.-ran  numero  all' estero,   e  spedalment*  In 
Germania,  ore  il  r  "o  conscio  della 

importanza  della  ne  e  delle  cure 

tutiehe  praticate  ii.  ^..  .^  ^.,  tranquillo  •  ben 
nifaoisxato.  Ti  ricorre  numeroeo  facendo  con 
omaggio  al  precetto  degli  antichi  Romani: 

Fmg*  toeum  mbi  afrolatti. 

Il  clima,  la  regokta  alfm«>ntnr1r>n(r  «otto 
la  sorregtianca  di  vn   :  una 

vita  eminentemente  lgi<  ;;• 

^■ere  le  predlspoeizloni  rdi- 

nare  le  conaeguenze  che  factUucutc  vi  ven» 
{^no  dalla  odierna  vita  sodale,  la 
medica  rontinua.  lllamlnatA,fMtnano 
plesso  di   fattori,  che  t4^t«Aente 
nelle  nostre  famiglie. 


Il  Leyden  ebbe  a  seriTcre: 

Qui  btmt  nmtrit,  lene  curai. 

Questo  concetto  positivo  sulla  alimenta- 
zione  trova  massimamente  la  aiprovacioDe 


nella  cura  (i  dello  ttomaco,  r! 

Vinteti  ino,  e  xone. 

*'-TTìe  sp«»?u  »i  i-uii traggono  del  distargli 
itgestione  mangiando  male,  coel  con 
inU  faciliti  Si  può  guarire  di  qneMl, 
do  giu!«tamente  l'alimentazione. 
Medico  che  stablliace  un  regime  dl«t«* 
r  un  individuo  afflitto  da  dlsiorbl  dello 

stouiaio  e  dell' <M/««<JMe,  segue  un  connetto 

naturalistico,  pol^è,  abbandonando  gii  arti- 

floi  delle  meditino,  con  mia  aana  elnoastloft 


alimentare.  ^ 

e  nel  U. 

miti  della  ù 

turbato 

nella  win  • 

.•UT. 

Rei  : 

Iti  program t 

così  d< 

i'armense  li 

MIQLA.  in- 

arriva —  come  In- 

vece  si  è  ott.                   MIOLA  -  a  coogln»> 

gere  elemeiit 

i  loro  armoniszaaM, 

poiché  qoas. 

i^inentedanot. 

totiMioalc 

vengono  acolte 

m  Ivofhi  pr 

l'Ili  solo  delle 

attrattivo  osi 

hianure 

rnttonsioiie  ' 

Cod  noi    .....-; 

*tommr». 

d'imtett imo,  ammalati  di 

tendevo 

che  venga  la  stagione  p^ 

tarsi  bi 

luoghi  di  cura  sonsadist 

rrannoso 

ricerca  del  fresco,  preten 

.1  dima. 

tutti  quei  vantaggi  che 

•tendere 

dalle  cure  fatte  In  Camtg; 

aspettaUve  sono  dHose.  ; 

laterali  sono  sempre  po<- 

Lo  Subilimento  di  BAMIUÌ.A.  eretto  ap- 

positamente in  na  dima  temperato,  prwsn» 

tante  delle  predpne  qualità  curative  per  ani» 

31 

—  482  — 


malati  di  stomaco,  i'infes'ino  e  della  nutrizione 
ti  presenta  con  un  magnifico  fabbricato  ri- 
.vpondente  alle  più  scrupolose  esigenze  del- 
l'ingegneria sanitaria,  ricco  di  quel  comfort 
tanto  utile  per  le  persone  che  attendono  esclu- 
sivamente alla  cura  del  loro  organismo;  oflfre 
tutti  quei  requisiti  che  fino  ad  oggi  avevano 
formato  la  caratteristica  degli  stabilimenti 
consimili  dell'  estero. 


con  grandi  risultati,  le  cure  nella  stagione 
invernale,  proprio  quando  l'ammalato  di  sto- 
maco e  d'intestino  ha  più  bisogno  delle  risorse 
curative. 

In  tre  anni  di  vita  lo  Stabilimento  di  RA- 
MIOLA  ha  assunta,  in  Italia  e  all'estero,  una 
grande  e  meritata  considerazione. 

I  maggiori  Clinici  d'Italia  e  numerosi  me- 
dici italiani  e  dell'estero,  hanno  mandato  e 


L'ospite  entrando  nello  Stabilimento  di 
EAMIOLA  ha  la  assoluta  garanzia  di  essere 
minutamente  studiato  in  ogni  particolare  dei 
suoi  disturbi,  in  ogni  esplicazione  della  sua 
attività  vitale,  e  quello  che  più  importa  di 
essere  quotidianamente  diretto  nella  cura, 
per  guisa  di  provare  subito  quella  quiete, 
quell'alto  conforto  di  sapersi  oggetto  di  as- 
sistenza afifetluosa  e  severa. 

Nello  Stabilimento  di  RAMIOLA  si  prati- 
cano esclusivamente  le  cure  piùcnoderiie  per 
le  malattie  dello  stomaco,  dell'intestino  e  della 
mttrizione. 

Restando  aperto  tutto  l'anno  oflfre  il  grande 
vantaggio  di  potervi  accedere  in  ogni  stagione. 

11  clima  uniforme  e  temperato,  il  riscalda- 
mento generale  a  termosifone,  permettono, 


mandano  a  RAMIOLA  i  loro  Clienti,  mani- 
festando sempre  al  Medico  direttore  Dott. 
r.  Melocchi  la  loro  alta  approvazione  per 
l'indirizzo  serio,  scientifico,  per  i  lusinghieri 
risultati  delle  cur-». 

Consigliando  ai  nostri  lettori  di  far  cono- 
scere a  chi  ne  può  aver  bisogno  lo  Stabili- 
mento di  RAMIOLA,  siamo  certi  di  fare  opera 
meritoria  e  patriottica,  di  rendere  un  gi'ande 
servigio  alla  umanità  soflferente. 


Scrivendo  alla  Amministrazione  di  RA- 
MIOLA si  ricevono,  franche  di  porto,  notizie 
illustrative  dello  Stabilimento. 


UN  ANGOLO  TRANQUILLO  SULL'APPENNINO 


(Castiglione  dei  Pepoii). 


''-■"-■•''    ""del  Pepoìi  e  an  Cornane  della 
i'-ologna  e  sede  di  Pretura.  Qne- 
-inpatiea  borgau.  dall'aspetto 
0  metri  sai  mare,  sta  a  ridosso 
iida  del  Monte  OatU. 
i»  è  quanto  mai  grandioso;  roc- 
chio spazia  per  tutta  lampla  e  ridente  val- 
laU  sottostante,  e  si  riposa  sol  verde  del 
prati  e  del  boschi  che  ammantano  il  dorso 
montuoso  di  questo  pittoresco  ed  attraente 


La  contrada  è  famosa  per  la  ricche/za  del- 
le sue  sorgenti  di  acqua  fredda  e  purissima. 

In  questo  angolo  tranquillo  la  natura  sor- 
ride d'un  sorriso  calmo  ed  aperto.  Invitando 
alla  vite  cootemplatira,  al  riposo  dalle  sner- 
vanti cure  della  vita  quotidiana. 

Ivi,  fra  11  monte  ed  il  cielo,  è  «orto  per 
opera  dell'uomo  uno  stablUmento  idrotera- 
pfoo  che  è  quanto  di  più  moderno  si  possa 
desiderare,  con  annesso  un  grande  Albergo» 
Pensione,  provveduto  di  tutto  Ù  comfort  dei 
prandi  Hótot  cittadini. 

Crediamo  opportuno  d«dieai«  «kmae  pa- 

>,  dettate  dalla  ricoDoeomia.  a  quMto  an- 

K'^lo  di  paradiso,  dove  paaMmmo  giomi  in- 

cante>oll.  lontano  dalie  noie  e  dal  fhwtoono 

della  città. 

I  dintorni  della  StabaimeA  al  prestano 
a  lunghe  ed  amenMne  passeggiate  ombroae 
e  ad  escuraioni  CsefU  ed  inter^saanti.  delle 
quali  le  più  vicine  sono:  U  saliU  del  Monte 
Gatta,  e  quelle  alla  ridente  borgata  di  Bara- 
gazza  ed  al  celebre  Santuario  di  Boocedirio 
alla  PineU  di  Montepiano.  favorito 
estivo  dell'Appennino  Toscano. 


Qui  si  ha  l'immenso  vantaggio  di  unira  al 
benefico  effetto  dell'aria  montanina  e  delle 


lunghe  passeggiate,  l'aalone  rigeneratrice  • 
una  doccia  salutare,  di  un  bagno  di  luce, 
un  buon  massaio  svedese! 

Il  locale  destinato  alle  cure  idro-elettr»> 
terapiche,  di  recente  costruzione  è  fornito  di 
vasche  per  ba^fni  «empiici  e  medicati. di  bagno 
di  acido  carbonico,  di  bagno  elettrico,  di  stufe 
per  bagni  di  aria  calda  e  a  vapore,  di  Unozxe 
per  Immersioni  alternate,  di  una  vasta  pi- 
scina naUtoria  ad  acqua  corrente  della  ca- 
pacità di  69  mila  litri,  di  un  nuovo  implantr. 
elettrico  con  presa  dalla  corrente  stradai* 
ba^no  di  Inoe.  apparecchi  per  maasaggt  >. 
bratorl  e  ginnastica  medica. 

Lo  subillmenlo  è  fttato  premiato  all'Espo- 
sizione tenutasi  in  Roma  in  o«-oasiooe  éfì 
Congresso  internazionale  di  Terapia  teloa  (ot 
tobre  1907).  ^ 

Annesso  allo  Stabilimento  Idio-eleltro-tc 
rapioo  vi  è  l'Hótel-Pension.  che  olfre  tatto  > 
*>om$firt  abituale  oggi  nei  più  oelebraU  Stebll 
menu  eUmatioI  d'Italia:  otUme  stanze  solew 
giste,  con  ampie  flnestre,  la  maggior  parte  pro- 


SAL\  l'A  liiuxnDo. 


4S4 


spleen  ti  la  spaziosa  vallata  sottostante,  opperò 
con  vista  pnuoramica  incantevole;  ha  anove 
sale  appartate  per  lettujra,  per  conversazione, 
per  musica  e  ballo,  sale  da  bi<?liardo,  sale  spe- 
ciali, e  un  grandioso  salone  da  pranzo  che  oc- 
cupa la  superficie  di  250  mq.,  spaziose  tettoie 
coperte  per  passeggio  e  per  reazione  in  caso 
di   cattivo  tempo.  Annessi  a  questo  Stabili- 


La  direzione  medica  affidata  al  Prof.  Cav. 
Giovanni  But'alini,  Direttore  dell'Istituto  di 
Materia  Medica  e  Terapia  nel  R.  Istituto  di 
Studi  Superiori  a  Firenze,  coadiuvato  dal 
Dott.  Leonardo  Rodolico,  assistente  del  Prof. 
Grocco,  assicurano  a  questa  Stazione  e)  ma- 


y.VLA  DA  FBANZO. 


Saia  di  convkesazioxe. 


mento  vi  sono  chioschi  e  giardinetti  ombreg- 
giati, dominanti  la  vallata  sottostante,  dove 
possono,  nella  quiete  di  questi  luoghi,  stare 
tutto  il  giorno  a  respirare  aria  tonica  e  bal- 
samica, tutti  quei  neurastenici  o  deboli,  o 
esauriti  o  anemici,  o  nervosi,  o  convalescenti, 
la  cui  cura  abbia  per  base  principale  l'as- 
soluto x'iposo  fisico  e  mentale. 

Per  quelli  ai  quali  è  permesso  o  indicato 
il  i>asseggiare,  si  trovano  vicino  allo  Stabili- 
mento boschi  immensi  di  castagni  secolari, 
quindi  passeggiate  amenissime  tanto  in  piano 
come  in  dolce  ed  erta  salita. 

A  pochi  passi  dallo  Stabilimento,  sovra  un 
ampio  piazzale,  vi  è  il  Lawn-Tennis,  giuoco 
igienico  ed  el 


tica  e  di  cura  una  importanza  speciale  e 
quale  le  spetta  per  la  sua  incantevole  posi- 
zione e  pel  suo  clima  ideale:  e  la  raccomanda 
in  particolare  a  chi  ha  bisogno  di  una  seria 
cura  tonica  ricostituente  o  fortificante. 

Nel  medesimo  tempo  la  dolcezza  del  clima, 
la  elevazione  non  eccessiva,  l'aria  balsamica 
e  il  luogo  adatto  a  un  passeggio  non  faticoso, 
rendono  lo  Stabilimento  di  Castiglione  eccel- 
lente per  le  persone  anziane  o  bisognose  di 
rinfrancarsi  con  dolce  riposo,  e  noi,  forti  del- 
l'esperienza, lo  raccomandiamo  vivamente  a 
tutti  coloro  che,  sfiniti  dal  quotidiano  lavoro 
mentale,  anelano  di  trovare  la  quiete  rige- 
neratrice di  un  angolo  tranquillo  montanino. 

M. 


lettostre; 


JNDUSTRIE 


L'INDUSTRIA  DEL  VETRO 


I.  —  Cenni  storici.  (2) 


II 
•it  i'  ,. 

lo     V   , 

l'.o]  :■ 
rav.    ■ 

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tìf.  ì 

Ui;- 

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ftl   Ctkiijt%)   il    ■ 

COSÌ  per  ca- 
li vetro  ;. 

Sidonf,  fJa  1 
r«rt.'  di  ta^ 
moJi;  a  lii.: 
tinta    as'-ai  • 


quvst 

Romat: 
ds    l3 
•atoni- 
che le  ia'-tr 
pel  Doa  fos- 
tnr»   colnt.- 
ri 


■•■.il   .-iiiti»'!!»  e 

■  •  ;     1     1    >  r    .1.  piivjl^,' 

li  ;    •  j'arazlono 

i    :      ■  irosi    COlO- 

i: ''ine  pittare 
:  >   nelle  tombe 
tto  il  regno  di 
■  -"fraria  già 
500  anni 
!  »<«nmen- 
-iie 
Te- 
la- 
aia 
lo- 

-       -he 

-o  cwudueendo 
1  vetro. 

- '-da 

va 

irl 

ti- 

II- 

di 

'.cauti  iiìÌA  Kk-c  og- 

he   danno   una  idea 

sTilappo  che  prese 

epoca. 

-  sale  dA  bagno  dei 


ne 
rn- 

'it- 
.    !1 


no  ,liv.  ii:i  ■   V.  -  A 

r;ri  .      v\ 

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lungo  tomi.  .    jM 

^;  -r.:  •;.  ■: 

.    .], 

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mercio  '.-.■■  ■ 

.1  •      ■■  \  iM    lido. 

Nel   Wlll   .. 

si 

andò  diii'i;  :•  ,! 

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fondat. 

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baio  e 

,  r.  .IT 

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sono  ai 

I.;   ;   ,, 

,1  ;!  -i  noli* 

pratica  lai.i.; 

:   ■       \. 

1  .■  .;,-  rva  s.-m- 

preperò  il  prin 

■    .  I  .•;    ]a 

;  .u 

■■  nr-i-tl.-:i -lolla 

fabbricar.ione  .1 

\  iTi  (1.  .  . 

1.  :» 

>.-iror«  unaiilind 

la  ; 
cad»n7 
sionl  ut 


di  tutti  i  competenti,  nessuna  fabbrica  del 
mondo  può  competere  ooUe  vetrerie  vene- 
ziane per  l'eleganza,  la  squisitezza  ed  il  gusto 
del  suoi  lavori. 

Come  tutte  le  industrie  che  derivano  dalla 
chimica  applicata,  anche  questa  dal  vetro  ha 
fatto  negli  ultimi  anni  grandi  progressi  nella 
tecnica  della  lavorazione  e  nelle  appUcadonl 
più  varie.  Uggi  l'industria  del  vetro  è  ani- 
mata da  uno  speciale  spirito  d'iniziativa  per 
moltiplicare  e  perfezionate  i  suoi  lavori:  • 
malgrado  l'ostacolo  della  loro  fragilità  «  la 
oonoorrenza  delle  arti  del  metallo,  riesce  a 
diffondere  ovunque  i  suoi  avariati  prodotti 
che  vanno  dal  modesto  servizio  da  tavola  di 
vetro  ordinario  ai  più  Ani  cristalli  di  Boemia 
e  di  Baccarat,  dagli  articoli  di  eomttrm  da  po- 
chi soldi  fino  al  più  delicati  oggsttl  artistici 
di  Venezia,  dogli  specchietti  mlcrosoopicl  aUs 
enórmi  lastre  di  vetrina,  dallo  tonti  seono» 
^nlohe  per  occhiali  agli  obblsttlTl  oostoolaslml 
per  gli  istrumentl  di  predaloDO. 

~     «doperà  generalmente  la  parola  9ei' 
r*tr0,  In^.  glam,  tsd.  ]flaj>,  spagn.  ' 
;  T  Indloars  tatti  I  sllicau  ad<>t» 
iiistria  e  prodotti  dalla  comt' 
lice  e  dell'acido  silicico  con  \ 


luest'lndnsti 
IHJ»,  le  seg< 
'"IH  utatm^ì 

lana,   l&ya.   L.  CoKlIOSAL,    Vf 

J.  HENBiVArx.  La  verrerie  à  '  . 

vetrerie  au  XX  eiMe,  1903;  \V.   ,.  ......-.,.,.. 

C.  Wetzel,  Die  BearbeUuHff  con   Gt-fkiirpeifì,   1 
(2)  Vedi  per  questa  parte:  Devillk,  Hi9to> 


di  Arti  ed   /itdiuirie  di  PABirr<> 
.  D'AxoBLo.   //  Mfro,  HoepU,  1»' 

f'Oiitc'ittt  de  gtaem  et  critiauT.  '1  \- 
K,   Le  perrt,   Par: 
.  Ì90i',  J.  HEitRtv 
-    '"''Wimg,  4th  e4..  .. 
'  'ìern*  Qtàmr,  1^ 
e. 


486 


La  silice  si  trova  in  natura  allo  stato  cri- 
stallizzato od  amorfo  sotto  form.a  di  quarzo 
e  di  sabl/id,  ed  è  spesso  combinata  con  so- 
stanze metalliche  ed  alcalino -terrose  for- 
mando le  argille,  i  feldspati,  le  rocce  ig  en, 
le  puddinghe,  ec. 

Una  prima  divisione  dei  vetri  può  farsi 
tenuto  conto  della  loro  solubilità  nell'acqua: 


1  vetri  soluhili  sono  dei  silicati  «-empiici  di  «oda 
0  di  potassa  che  si  sciolgono  perfettamente 
nell'acqua  calda  ed  hanno  vario  impiego  nelle 
industrie,  però  hanno  poco  a  che  fare  coi  ve- 
tri propriamente  detti  che  sono  i  retri  inso- 
lubili, miscugli  in  varia  proporzio.ie  di  silicati 
insolubili. 


II.  —  Composizione,  proprietà  generali,  ec. 


Le  materie  prime  usate  per  la  fabbrica- 
zione del  vetro  sono  l' arena  più  o  meno  pura, 
qualche  volta  argillosa  o  ferruginosa,  i  car- 
bonati di  potassa,  di  soda  e  di  calce  surrogati 
talvolta  dai  solfati  delle  stesse  basi;  l'allu- 
mina, gli  ossidi  di  ferro,  di  manganese  e  di 
piombo  e  vari  altri  corpi  che  servono  a  co- 
lorire, ed  a  correggere  le  qualità  tìsiche  e 
chimiche  dei  prodotti.  Tolgo  dall' Henrivaux 
la  seguente  tabella,  che  presenta  in  modo  sin- 
tetico la  percentuale  degli  elementi  compo- 
nenti i  veti'i  più  usati  nell'industria: 


«JlSBl 

d    e4      1     jo    1    2      1       i       1       1 

fmm  !P 

DJlflJJ 

rH       t-       (N 

c4    oi    2      1       1       1       1       1       1       1 

»l|Bins 

o             co                                             co     OD 
j;;      1     oò     1      1      1      1       1     o    d 

8sgj)s 

38.2 

7.8 

1.0 
53.0 

«!!»l?-in!ii 

42.5 

0.5 

11.7 

1.8 

43.5 

«IUDSUJ 

O     !0     o>                                          o 
o    ci    oò      1       1       1       1       1     cj      1 

ssii3-ni»j} 

co    IO    n                   co 

S  2  i5'    1     '    ^    '     '     '     ' 

53.35 

29.22 

5.48 

6.01 
5.74 

_ 

i^miìi  «p  ojjoi 

OT     ce               IO               >Jv                                          1 

^  «  1  t^  1  <N  1   1   1   1  1 

1 

69.75 
13.31 

15.22 

1.82 

1     «o    o    o           eo    <?<    O)  .<N 

y!iu.i»g!p»jj»\|    pf   o   jH     1    (N   <N   eò   6     1     1 

mm  *m    g   '  5   i    i    i    i    i    i    i 

UDiniBJ   IP 

mm  wi»A 

S    1    1   ^    1    1    1    1    1    1 

H 

1 

a 

Silice 

Calce 

Potassa 

Soda 

Magnesia 

Allumina 

Ossido  di  ferro.    .    . 
,       di  manganese 
„      di  piombo    . 

Acido  stannico.   .    . 

Nella  fabbricazione  dei  vetri  comuni  si 
usano  le  potasse  e  le  sode  grezze  ed  anche 
le  ceneri  dei  vegetali:  la  soda  induce  nel  ve- 
tro una  leggera  colorazione  azzui-ra  e  verda- 
stra, mentre  la  potassa  produce  dei  vetri 
meno  brillanti  ma  privi  di  colorazione:  il 
biossido  di  manganese  in  piccole  dosi  serve 
ad  attenuare  nei  vetri  trasparenti  la  tinta 
verdastra  comunicata  dalle  tracce  di  ossidi 
di  ferro,  in  forti  dosi  serve  a  prodijrre  il  ve- 
tro nero  del  commercio,  che  è  però  nero  per 
riflessione  e  non  per  trasparenza.  Il  piombo, 
il  bario  e  lo  zinco  danno  al  vetro  una  fusi- 
bilità maggiore  ed  un  maggiore  indice  di  ri- 
frazione alla  luce  ;  i  metalli  alcalini  in  genere 
aumentano  la  fusibilità  e  la  plasticità,  men- 
tre l'allumina  in  proporzioni  superiori  al  SO^/o 
rende  il  vetro  molto  refrattario  e  pratica- 
mente infusibile;  la  caratteristica  dei  cristalli 
è  la  presenza  del  silicato  di  piombo  che  con- 
ferisce loro  la  maggior  densità  e  le  proprietà 
di  rifrazione  alla  luce. 

Il  peò-o  specifico  del  vetro  nelle  sue  varietà 
è  dato  in  ordine  crescente  dalla  seguente  ta- 
bella: 


Qualità  di  vetro 

Densità 

Vetro  di  Boemia 

Crown-glass        .                .           .    . 

2.396 
2.487 

Vetro  comune 

2.642 

Vetro  da  bottiglie 

Cristallo 

Flint-glass 

2.732 
3.255 
3  600 

Quanto  alla  durezza,  il  vetro  si  lascia  dif- 
ficilmente incidere  da  una  punta  di  acciaio, 
mentre  è  attaccato  dallo  smeriglio  e  dal  co- 
rindone: fra  le  varietà  il  cristallo  è  il  più  te- 
nero, il  vetro  di  Boemia  il  più  duro. 

Il  vetro  è  cattivo  conduttore  del  calore  e 
dell'elettricità  e  per  la  prima  ragione  si  rompe 
facilmente  sotto  l'azione  di  un  brusco  cam- 
biamento di  temperatura:  la  temperatura  di 
fusione  delle  ordinarie  composizioni  vitree 
oscilla  tra  i  1200°  -f-  ISOO»  C.  Pel  suo  debole 
potere  emissivo  il  veti'o  può  conservare  per 
un  tempo  abbastanza  lungo  la  sua  alta  tem- 
peratura, permettendo  cosi  la  lavorazione  allo 
stato  pastoso  senza  bisogno  di  un  frequente 
riscaldamento. 

L'acqua,  come  ho  già  accennato  parlando 
dei  vetx-i  solubili,  non  ha  azione  apprezzabile 
sui  vetri  insolubili:  gli  acidi  hanno  un'azione 


«1d         II  Tetro  pivMnU  Anain«nt«  ano  •Uh 

'.  >     f.-n.-niouM     s.. !»..;.  -vf  .   alfa, i  ,!!.'•  .li  un  i  ?. 


ttiaU  un*  ••- 
U  vetro  si  «? 


III.  ~  Fabbricazione  del  vetro. 


La  materie  YetrifL*«blll  mUt«  In  rarla  pro- 
porzione, sacondo  U  diversa  quAlltÀ  del  vetro 
'■«  ùbbricare.  Tengono  fuse  in  crogiuoli  di 
rr»  refrattaria,   nei  ro!»lildetU  formi  di  fn- 

'  mo,  uaato  ancora  oggi  nei  pic- 
eni a  scaldamento  diretto  con 
t  t  -  ii  carbon  fossile  ed  era  oo- 

•»•  r.fnte  da  una  grande  for- 

!  .-tiri  orizzontale  coperta  da 

!  i  un  gradino  su  cui  si 
fusione  scaldati  dal 
.:inn.'  e  Jol  carbone 
loe 
11- 

,-.     --:      iL-lla 

per  oalciiiart»  ie  ma- 
vetro  laTorato.  Q  iie- 

.  ..  .il.  i^.^wu.w  -  :ndrau  o  ciroo- 

tre  aTerano  una  M  lavoro,  vale 

.  1!r*  che  nel'e  pa  .  .  di  esso  erano 

da  uno  o  pili  luti  i<-iic  ai>erture,  donde 

nU  potCA  ano  prendere  il  vetro  fuso  da 

:  fri  questi  forni  si  potevano  fondere 

.  dUposizioni  da  1500  -^  I8O1»  kg. 

iando  da  1800  ~  2090  kg.  di  car- 

forni  a  gas  (  >  )  con  oembustlbili 
:  >  più  artificiali  sono  a  scalda- 

A.   4..„_  .  ., »,g   pren- 

s.  Quen- 

.ano   sul 

^'Citante  i  gas 

carlMn  foss:le 

-i  ben  dtoUnU 

lidamento  pre- 

i  combustione 

che  prendono 

-  '*namcnto  del 

•  esce  dall' ar- 

...^......  -j...  4«.^r  i^.  ...  ..>.>. ^■.«.Azione  del  TO' 

>  e  rientra  nel  campo  generale  della  tecno- 
^a  del  calore:  ad  ogul  modo,  accennerò  In 
roposlto  che  11  ìfOMoféMo,  di  Tarlo  tipo  se- 
>ndo  la  qualità  del  comboatlbUe  osato  ed  li 
raggfo  naturale  o  eoaUto,  oonsAa  eeaenslal- 
wente  di  un  fornello  ohtaeo  a  tramoggia  con 
griglia  ad  incUaaslona  Tariabile  «toTe  U  car- 
bone ^  distillato  e  trasformato  in  gas  oom* 
■;  (ossido  di  cart>onio>  Andottato  me- 
pportune  tubature  al  forno  di  fusione 
]■..>  esser  situato  Immediatamente  sopra 
detto  gassogeno,  oppure  al  una  certa  dl- 
anza  da  esso:  il  rienpei-atort  è  oostitoito  ad 
;ia  o  più  camere  di  muratura  In  coi  sono 
-•poste  delle  cataste  di  mattoni  attrsTerso 
■'  quali  si  Canno  passare  altematlTamente  1 


prodotti  dei  gas  tN>ttit.ustibill  braolatlnel  for- 
no di  fusione  e  l'aria  eotcma  che  deve  servire 
per  la  ulteriore  combustione:  qaesto  movi- 
mento alternativo  del  fumo  e  d^'arta  In 
senso  contrario  è  regolato  da  un  nt>i><iitiino 
statemadl  valvole,  e  serve  spi- 
rare buona  parte  del  calore  e! 
sperdeva  Inutilmente  nt-U'atmo^u-ia  ìm— .1 .. 
tichi  fomL 

Nel  forno  di  tipo  Siemens  fu  nppMcato  jm 
la  prima  volta  pratic.km<;nte  il  i  ::« 

ricuperazione  del  calore,  ed  1:  •">• 

vazione  della  f>ti«ra  di  fnnioiu  >  •  le 

materie  vetrlllcablU,  Invece  che  in  cru^luoU 
separati  son  disposte  In  un  unico  bacino  scal- 
dato  a  fiamma  libera,  ow.  :..  .1  ~..i:i  irra^iL». 
zione  :  questo  sistema  aff^ 
cato  in  tutte  le  grandi  : 
una  fusione  ed  un  lavoru  imiiìiìiuu  9\:iii.»  ut- 
sogno  di  alcuna  interruzione  neceaearta  al  oa> 
rlcamento  dei  crogiuoli  vuotati.  Non  mi  dlf> 
fondo  in  altri  particolari  sai  forni  di  fkialone 
e  sul  nuovo  sistema  a  spolette  divise  In  soom- 
partimentl.  perchè  uscirei  dal  limiti  assai  mo- 
desti di  un'esposizione  popolare,  e  passo 
descrivete  brevemente  1  due  metodi  di  la\ 
razione  della  pasta  di  vetro:  il  motn4o  ciu^ 
del  vetro  tofflato,  e  quel!  tfalo. 

a)  Vetro  toMato  -  i  1  soflla- 

mento.  che  è  il  più  antiou  v  pm  uuiusu  per  la 
produzione  di  oggetti  di  ogni  forma,  atillasa, 
come  dice  il  suo  nome,  un  sofflo  o  getto  di 
aria  compressa,  spinto  nella  maasa  peelosa  d<  : 
vetro  per  aumentarne  il  volume  e  proda t 
no*  oavitA  a  forma  di  bolla,  che  sneeewlv» 
mente  e  mediante  opportuni  artifloi  Tiene 
modificata  e  ridotta  alla  forma  desiderata. 
I^  forza  di  pressione  dell'aria  oompres».i 
iniettata  naturalmente  con  le  labbra  o  m> 
canlcamente,  può   venir  combinata  oon 
forza  di  gravità,  ed  allora  il  metodo  pig^in 
il  nome  più  particolare  di  pr<*f*aMo  4mi  eilimàri 
o  tuamieotti,  oppure  oon  la  forza  centrlfoga 
col  si  sottopone  la  pasta  di  vetro  Csoendola 
girare  rapidamente,  ed  allora  si  ha  il  prsrw», 
(Mfe  eor«m«  o  dH  diteki:  pegli  oggetti  di  formo 
oomplioate  si  osano  stampi  speciali  oontr« 
quali  si  comprime  il  Tetro. 

Per  la  aoflUtora  si  impiegano  1  segoen 
utenÀli: 

La  eatma,'  di  ferro  forgiato  ohe  ha  u: 
langhezza  da  m.  1.60  -f-  3.00  oon  un  diame! 
di  on  MI  o  poco  piò  ed  è  muniU  di  un  di  . 
nioo  di  legno  presso  l'imboccatura, 

H  tmmnmo,  che  è  on  pezzo  di  ferro  fuso 
fornito  di  caTttà  emisferiche  di  diametri  dif- 
ferenti destinate  ad  arrotondare  le  maase  di 
Tetro    pastoso   aderenti   all'  estremità  della 


(1)  Tedi  per  questa  parte   V  importante  Gli  ttampi,  che  sono  dei  blocchi  di  ar- 

opera  tecnica:  SicxKSis.  Four9  régémérateurt.    giUa  ó  di  legno  a  cavità  interne  cillndrirli 


488  - 

e  presentano  nelle  loro  superflci  i  disegni  da    generati-ice,   e  sviluppando  in  forni  speciali 


riprodursi:  spesso  sono  formati  di  pezzi  con- 
giunti a  cerniera  (stampo  di  Ilickets,  Carillon, 
pompa  Robinet,  ec), 

Il  rastiatoio,  che  è  una  lamiera  cilin- 
drica di  ferro  con  manico  di  legno  od  un  in- 
cavo semicircolare  negli  orli  per  riunire  il 
vetro  fuso  e  serve  a  riunire  il  vetro  verso 
l'estremità  della  canna  quando  si  prende 
dalla  massa  pastosa. 

Inoltre  si  usano  i  politoì  per  sostenere  il 
vetro  appena  sta  caio  dalla  canna,  le  pinze 
per  modellare  le  imboccature  delle  bottiglie, 
le  forbici  per  ritagliare  le  appendici  inutili  e 
vari  altri  utensìli  di  importanza  secondaria. 

L'antico  e  ti-adizionale   soffiamento    ese- 


detti da  stendere.  Questi  si  compongono  es- 
senzialmente di  tre  parti  principali:  la  trombi 
in  cui  si  riscalda  il  cilindro  o  man  cotto,  la 
galleria  in  cui  si  fa  pervenire  la  temperatura 
al  grado  di  rammollimento  del  vetro  per  ese- 
guire lo  sviluppo,  Varco  in  cui  la  temperatura 
va  decrescendo  e  nel  quale  si  esegue  la  ri- 
cottura della  lastra  sviluppata:  l'operazione 
dello  sviluppo  si  esegue  sulla  pietra  da  sten- 
dere composta  di  materia  refrattaria  mediante 
cilindri  e  spatole  di  legno.  Nelle  fabbriche 
inglesi  si  sogliono  ottenere  le  lastre  di  vetro 
sotBato  col  metodo  dei  dischi  e  si  procede  cosi: 
Formata  una  grossa  bolla  cava  di  vetro  fuso 
nel  modo  che  ho  descritto  avanti,  la  si  sofl&a 


guito  con  la  bocca  è  l^n' operazione  che  ora    contro   una  lastra  di  ferro  che  ne  limita  lo 


non  si  pratica  quasi  più,  poiché,  oltre  all'es- 
sere poco  igienica  anzi  dannosa  per  la  salute 
degli  op  rai,  non  si  presta  ai  bisogni  della 
grande  inQastria  ove  la  produzione  deve  es- 
ser rapida  e  su  larga  scala:  sono  quindi  in 
esercizio  degli  speciali  apparecchi,  detti  di 
Appert  dal  nome  del  loro  inventore,  in  cui 
l'aria  compressa  a  2  o  3  atmosfere  di  pres- 
sione dai  compressola  dell' olficina  è  mandata 
in  diversi  serbatoi  a  pressione  regolabile  e 
da  questi  nei  cosid detti  manicotti  <H  soffia- 
mento, che  sono  connessi  alle  canne  da  sof- 
fiare e  possono  girare  ed  oscillare  liberamente 


sviluppo  nel  senso  verticale  finche  si  arriva 
allo  spessore  voluto,  poi  si  stacca  con  un  ferro 
un  pezzetto  della  bolla  in  direzione  opposta 
alla  canna,  si  scalda  alla  bocca  del  forno  e 
si  imprime  alla  canna  un  movimento  di  i*o- 
tazione  sempre  crescente  in  modo  che  il 
globo  si  appiattisce  fino  a  divenire  un  disco 
piano  che  poi  si  squadra  in  forma  di  lastra. 
b)  Vetro  co'ato.  —  L'industria  del  vetro 
colato,  con  cui  si  fabbricano  le  grandi  lastre 
per  vetrine  e  specchi,  i  mattoni  e  le  matto- 
nelle a  vari  disegni  per  costruzione,  le  lastre 
di  vetro  armato,  ed  in  generale  tutti  quegli 


in  tutte  le  direzioni,  secondo  la  natura  degli    oggetti  di  uso  domestico  o  industriale  per  cui 


oggetti  da  produrre. 

Per  costruire  un  cilindro  di  vetro  soffiato 
si  prende  la  pasta  dal  crogiuolo  coli' estre- 
mità svasata  della  canna  scaldata  preventi- 
vamente al  calor  rosso,  si  arrotondisce  il 
blocco  nella  cavità  del  marmo,  e  si  comincia 
a  soffiarlo  girando  contemporaneamente  la 
canna  intorno  al  suo  asse:  si  ottiene  una  spe- 
cie di  pera  che  si  riscalda  alla  bocca  del  forno, 
indi  si  eleva  la  canna  verticalmente  e  per  la 


vetro  fuso  è  direttamente  versato  in  stampi 
speciali,  si  esercita  ordinariamente  in  grandi 
impianti  provveduti  di  macchinario  completo 
mosso  da  forza  motrice  idraulica  od  elettrica, 
collegati  alla  stazione  ferroviaria  più  vicina 
da  binari  di  servizio  e  corredati  di  officine 
per  la  produzione  e  lavorazione  dei  mate- 
riali necessari  all'industria  stessa. 

li' officina  di  colata  ha  generalmente  pianta 
rettangolare:  sui  lati  lunghi  di  essa  sono  di- 


forza di  gravità  la  massa  di  vetro  passa  dalla    sposti  i  forni  di  ricottura  (fr.  carcaises),  lungo 


forma  di  pera  a  quella  di  calotta  sferica, 
riabbassando  la  canna  ed  imprimendole  un 
movimento  di  oscillazione  la  calotta  si  al- 
lunga, si  stira  e  si  va  trasformando  in  un 
cilindro.  Le  pareti  di  questo  cilindro  non  sono 
di  uniforme  spessore,  perchè  il  vetro  pel  pro- 
prio peso  tende  ad  accumularsi  verso  il  basso  ; 
per  correggere  questo  difetto  è  necessario 
produrre  vari  allungamenti,  scaldando  suc- 
cessivamente le  parti  di  maggior  spessore: 
finalmente,  per  staccare  le  calotte  terminali, 
si  adagia  il  cilindro  sopra  un  cavalletto  di 
legno  e  si  circondano  le  calotte  con  un  cor- 
doncino di  vetro  incandescente,  toccando  poi 
le  circonferenze  con  un  ferro  freddo. 

Un  abile  operaio  soffiatore  può  in  un'ora 
fabbricare  in  media  10  manicotti  di  oltre  un 
metro  di  larghezza  e  23  cm.  di  diametro  e 
del  peso  di  circa  4  kg.  con  procedimenti  ana- 


l'asse  centrale  i  forni  di  fusione  in  numero 
proporzionale  ai  primi,  in  senso  longitudinale 
corrono  i  binari  di  servizio  per  trasporto  delle 
cosiddette  tavole  di  colata.  Queste  sono  degli 
stampi  piani  in  metallo  di  forma  rettangolare 
e  di  dimensioni  variabili  da  una  fabbrica  al- 
l'altra, che  poggiano  su  robusti  carrelli  e  sono 
provveduti  su  d'un  lato  d' un  cavalletto  per 
appoggio  del  cilindro  metallico  che  serve  a 
stendere  il  vetro  fuso:  questo  cilindro  scorre 
su  regoli  metallici  alti  quanto  è  lo  spessore 
da  dare  alla  lastra.  In  alcuni  stabilimenti  le 
tavole  di  coluta  raggiungono  le  dimensioni  di 
m.  7X4:  la  tavola  più  grande  delle  famose 
vetrerie  di  St.  Gobain  in  Francia  pesa  270  q. 
e  costa  oltre  le  100,000  lire. 

Ciò  posto,  ecco  in  breve  come  procede 
l'operazione  della  colata: 

Un  grosso  crogiuolo  contenente  il  vetro 


loghi  ma  più  complicati,  ed  usando  i  diversi    fuso  a  giusta  consistenza  si  estrae  dal  forno 
stampi  opportuni  si  fabbricano  globi,  fiaschi,     di  fusione  con  una  grande  tanaglia  montata 


bottiglie,  vasi,  boccette  ed  in  generale  tutti 
gli  oggetti  di  forma  e  destinazione  diversa  che 
si  trovano  in  commercio.  I  tubi  sottili  che  si 
usano  in  chimica  e  fisica  si  ottengono  stirando 
un  manicotto:  le  lastre  piane  che  og^i  si  fab- 
bricano generalmente  con  l'altro  metodo  della 
colata,  come  dirò  in  seguito,  si  possono  otte- 
nere anche  col  metodo  descritto,  tagliando 
un  cilindro  di  vetro  sottiato  secondo  una  sua 


su  d'un  carrello  (carretto  a  tanaglia),  si  schiu- 
nni  rapidamente  e  si  trasporta  sotto  la  grue 
girevole,  che  lo  solleva  sull'orlo  anteriore 
della  tavola  di  colata,  e  lo  versa:  si  mette 
allora  in  movimento  il  cilindro  che  scorre 
sulla  tavola,  forma  la  lastra  e  scaccia  il  vetro 
soverchio  che  cade  in  alcune  cassette  sotto- 
stanti. Rapidamente  si  ripiega  un  orlo  della 
lastra,  la  si  solleva  dalla  grue  sopra  una  ta- 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


pi 

moiiat,  ^(fr»iii  1  is(>;:in> 

di  on*  UvotA  ut  di  ri- 

oottun  MM  ^  vajron- 

ci?i  di  s«rvixi>  r,t 

dove  tono  acki  ni 

opportane.eq  <> 

Iii600ftnica«  du'> 
oaMlTe  di  t»;-^ 

LWfi9«MiitiM. ..  >. .  .^  _  ^.-^...^  .^  .-.,w. 

gnuidi  piatUforme  orissonUli  e  girevoli  di  an 


>  Boooeniva  dt  Mbbu  grosta 
\ù  •  «m^rlfflio  ìm  lustra  fl«Mtt 

})i.iuAtoi-mA  cor  ^      '  ■  V  forro  fOM  (iMM/omi 
0  provocano  l  I»  rotaziona  del- 

l'una e  (1<*(;1t  M-destmo  »enao  oon 

velocità  •: 

La  p  '^  ha  lo  scopo  di  levigare 

le  sapern  i.intre  e  ron<l<rli'  trasi»»- 

TìM  mcdiaube  lo  «troAnamento 

li,  che  sono  rivestiti  di  feltro 

...ia  solaziune  di  ossido  e  so11a„  

(£r.  pot^e). 


IV.  —  Applicazioni  del  vetro. 


Sarebbe  a.'^'.ai  1mi);:'i  a^N-oiinai  e  anche  bre- 
:;entc  a  tutte  k*  api>Ii.Mzii'iii  che  ricc\'  il 
■  ro  nella  prati.-.i.  jn  rche  Mltr<  a;;ll  usi  i»m 
avariati  cui  «•  alili:.!  \nr  l:i  t.nula.  la  can- 
tina, la  too".<.-tt.i,  SI  pTiu  'lir<-  <hf  r.on  vi  ha 
•cienza  appucata  ed  industria  moderna  che 
non  si  valga  di  esso  per  qualche  cosa;  le 
•eienxe  flsiohe.  chimiche,  naturali,  mediche 
al  servono  del  vetro  per  fame  pri*mi,  lenti, 
tptccki,  tubi  di  taggio,  di  barometro,  teriKome- 
tro.  atorU,  provini,  ec.:  rinct^snoria  o  l'arte 
delle  costruzioni  lo  ntllir./ .  rmadl 

lattr*  per  invetriate,  mail  'ro  ar- 

nuMto,  wtattomeUe  da  pavime  -tra  or' 

namamtaìe  (pietra  di  vetro),  ce;  lu  industrie 
tecnologidie  ed  elettrotecniche  lo  utilizzano 
come  vetro  eofubiìe,  r*tf„  hì,,i„  ••  n.r  <'.iBtruire 
ieo^'atori,  lampade  ad  le  arti 

applicate  infine  si  »:  i  vasta 

scala  per  i  vetri  co'unn,.  .../.i».w.  .«..-i,  e  per  ' 
gli  ematti,  I  wtoeaici,  le  imitationi  dHìe  gem- 
me,  ec. 

Mon  potendo  fermarmi  su  tutte  le  appU- 
oazionl.  aroeonerò  solo  a  qualcuna  delle  pia 
tmpTf  ifiti,  tralasciando  le  più  comuni. 

^  '•  ottica  si  preferisce  11 

gii  chlali.  il  fUtU-ptaet per  I  t«i«- 

scr ,  deve  easer  sena*  difetti,  di 

atruuura  perfettamente  omogenea,  molto 
duro  ed  Inalterabile  agli  agentt  atmosferici; 
-  fmporUntisslmo  l'indice  dl^riCraaione.  11 
Ho  delle  lenti  per  gli  stnaAntl  di  ottica 
-egac  in  laboratori  speciali,  ed  esige  ctira 
e  precisione  straordinaria  ed  un  tempo  assai 
lungo:  esso  si  esegue  sopra  sagome  di  rame 
con  lavorazioni  snocecslve  di  pulitura.  I  vetri 
per  orologi  sono  di  due  specie,  semplicemente 
ritagliati  da  palle  sofBate  di  15  -^  10  cm.  di 
diametro  gli  uni,  vetri  ourvi  trùformatl  in 
piatti  col  metodo  del  dischi  gli  altri  :  I  primi 
costano  meno;  il  taglio  si  esegue  con  una 
specie  di  compasso  meccanico  a  punta  di 


(1  .nuante.  I  tubici  vetro  che  servono  ] 
\\'\  .bile  -1,1)7.0  fisiche  e  chimiche  bi 
ii  i>ar<  ;>•  s  .tti;.'  o  doppirt,  secondo  l'ti 
ventililo   ;.  -tu  m  ;  ..Lt!.  r  .  iin'»iiN-  «juvlli  per 
ri<-.-r  li'-   .■hiii. ..•!,.■    si    i.iiivM   -■.•;ili.   aflìnchò 
messi  al  fuoco  nuu  i>i  rompano    ;  •  -    li   Ifnn 
poca  condactbilitH  al  cslore;  qU' 
per  la  liquefazione  del  gas,  per  1< 
ganiche  e  per  1  livelli  delle  caldMie  a  ^ 
devono  essere  a  pareti  doppie  e  re» 
perchè  sono  sottoposti  a  pressioni  mol: 
vate,  che,  dalle  15  -f-  20  atmosfere  in  questi 
ultimi,  possono  salire  fino  a  100  atmosfere 
net  tubi  di  analisi  organiche. 

I  vetri  per  epeceki  (0  si  ottengono  quasi 
generalmente  col  metodo  della  colata,  e  d>*- 
vono  essere,  per  qusnto  è  possibile,  senza  di- 
fetti, lavorati  in  lastre  perfettamente  piar  •  . 
di  speasore  uniforme.  Un  tempo  si  fab'  n- 
cavano  gli  specchi  applicando  alle  Uaitr 
un'amalgama  di  mercurio  e  si  usavano  dei 
tavoli  orizzonUll  ctrcondstl  da  telai  di  legno 
su  cui  ai  stendfova  prima  un  foglio  di  sia- 
gnola,  e  poi  il  mercurio  adagiandovi  ^  ;  r.\ 
e  premendovi  il  vetro  In  modo  da  non  tnr 
vuoti  o  bollicine  di  aria  tra  le  .tiipi-r- 
a  contatto:  l'operazione  ers  compi*  ta 
dopo  una  quindicina  di  glomL  Da  molti  aunt, 
però,  questa  fabbricazione  ha  subita  una  com- 
pleta trasformazione  aostituendosi  all'antico 
proceaso  quello  dell'argentatura  del  vetro 
con  cui  si  ottengono  specchi  pln  belli  ed  inal- 
terabili, ed  all'uopo  ai  fanno  agire  sul  ni- 
trato di  argento  messo  a  contatto  del  vetro 
delle  sostaoxe  riduttriol  cbe  lo  deoomp  >r)- 
gooo  e  fanno  precipitare  l'argento  meuiiico. 
Ordinariamente  si  adopra  oome  sostanza  rl- 


(1)  Vedi  per  gli  specchi  :  B.  XamAS,  La  f.ih- 
bricaiione  d^gli  tpecrhi  «  la  decoratiome  dot 
vetro  e  dei  a  istallo,  UoepU,  18»8. 


—  490  - 


duttricp  il  cosiddetto  sale  di  sfilgtielte  che  è 
un  tartrato  doppio  di  soda  e  potassa,  e  l'ope- 
raxione  si  esegue  su  banchi  riscaldati  da  ca- 
loriferi ad  acqua  o  vapore  per  ottenere  ri- 
sultati più  pronti:  dopo  l'argentatura  le  lastre 
vanno  lavate,  asciugate  all'aria  libera  o  negli 
essiccatoi,  e  verniciate  a  più  strati  con  ver- 
nici alcooliche  a  base  di  gommalacca,  mastice 
o  sandracca.  Ricordo  come  la  fabbricazione 
degli  specchi  fosse  un  tempo  esercitata  dai 
soli  Veneziani  che  eccellerono  in  quest'aite. 
Fra  le  moderne  applicazioni  del  vetro  al- 
l' arte  delle  costruzioni  merita  di  esser  ricor- 
dato il  vetro  armato,  ohe  si  ottiene  inserendo 
nello  spessore  delle  lastre  pezzi  e  reti  metal- 
liche che  ne  aumentano  notevolmente  la  re- 
sistenza, rendendole  adatte  a  grandi  coper- 
ture e  la  pietra  di  vetro  che  si  fabbrica  coi 
detriti  di  vetro  portati  ad  una  temperatura 
di  oltre  i  1250»  C,  e  compressi  da  presse 
idrauliche  dentro  forme  o  matrici.  Questa 
pietra  pel  fenomeno  di  devetritìcazione  può 
assumere  l'aspetto  del  marmo,  del  granito,  ec. 
e  si  presta  alla  decorazione  esterna  degli  edi- 
fici. Tralasciando  le  applicazioni  del  vetro 
alla  pavimentazione  sotto  forma  di  matto- 
nelle o  lastre  stampate,  traforate,  placcate, 
marmorizzate,  perchè  molto  note  ed  in  uso 
da  tempo,  ricordo  Invece  l'impiego  dei  mat- 
toni vuoti  di  vetro  per  le  intelaiature  e  quello 
dei  grossi  lastroni  per  formare  pareti  doppie, 
cattive  conduttrici  del  calore,  tra  le  quali  pos- 
sono inserirsi  le  condutture  dell'acqua,  del 


g!<s  e  dell'elettricità  :  un  esempio  abbastanza 
r^^cente  di  tali  costruzioni  fa  dato  all'Esposi- 
zione di  Parigi  del  1900  col  Castello  luminoso. 

Prima  di  passare  alle  applicazioni  del  vetro 
alle  arti  ornamentali,  mi  resta  ad  accennare 
al  vetro  solubile  ed  al  vetro  filato.  Il  vetro  so- 
lubile si  prepara  per  via  secca  ed  umida,  ti-at- 
tando  la  silice  solubile  con  le  soluzioni  alca- 
line e  si  adopera  spesso  come  materia  prima 
la  cosiddetta  farina  fossile,  fatta  di  avanzi  di 
diatomee,  calcinandola  precedentemente  per 
distruggervi  ogni  traccia  di  materia  organica 
ed  averne  soluzioni  trasparenti.  Le  applica- 
zioni del  vetro  solubile  sono  varie:  in  pittura 
si  adopera  come  fissativo  dei  colori,  in  Inge- 
gneria come  vernice  per  proteggere  dagli  in- 
cendi i  materiali  di  costruzione,  nell'industria 
dei  saponi  come  ingrediente  di  saponi  adatti 
alla  pulitura  dei  metalli  e  degli  organi  di  mac- 
chine. Il  vetro sohib'le  si  scioglie  perfettamente 
nell'acqua  calda,  poco  nella  fredda,  sempre 
però  che  essa  non  sia  dura,  altrimenti  si  forma 
silicato  di  calce. 

Il  vetro  filato  di  diversi  colori  serve  final- 
mente neir  industria  tessile  a  formare  colla 
lana  e  la  seta  delle  stoffe  di  effetto  sorpren- 
dente. Il  costo  molto  elevato  di  siffatti  pro- 
dotti è  l'unico  ostacolo  che  ancora  si  oppone 
alla  diffusione  di  essi.  A  Parigi  questi  tessuti 
sono  fabbricati  da  una  Società:  il  vetro  è  filato 
da  bastoncini  riscaldati  alla  temperatura  di 
l'200o  C.  da  cui  si  ottengono  fino  a  1500  m.  di 
filo  per  minuto. 


V.  —  L*arte  e  la  decorazione  del  vetro,  (i) 


a)  Colorazione  del  vetro.  —  I  vetri  colorati 
si  ottengono  mescolando  alle  materie  vetri- 
ficabili in  fusione  alcuni  ossidi  metallici  in 
piccole  proporzioni:  basta  un  centesimo  di 
ossido  per  colorire  un  iìitero  crogiuolo  di 
vetro.  Più  usati  sono  gli  ossidi  d'oro,  d'ar- 
gento, di  rame,  di  ferro,  di  nikel,  di  cobalto, 


di  cromo,  di  uranio,  I  biossidi  di  rame,  di 
ferro  e  di  raagnese,  lo  zolfo  e  carbone,  e  l'an- 
timoniato  di  piombo:  le  colorazioni  che  ne 
derivano  variano  secondo  che  i  vetri  da  co- 
lorire sono  a  base  di  soda,  di  potassa  o  di 
piombo;  eccole  riunite  in  un  utile  specchietto 
comparativo  : 


Mateuia  colorante 


Ossido  di  cobalto .  .  . 
Biossido  di  rame  .  .  . 
Ossido  di  rame.    .    .    . 

„        di  cromo   .    .    . 

„  d'uranio.  .  .  . 
Biossido  di  manganese 
Ossido  di  nikel .... 
Biossido  di  ferro  .  .  . 
Ossido  di  ferro  .... 

,        d'oro  

„  d'argento  .  .  . 
Carbone  e  zolfo.  .  .  . 
Antimoniuto  di  piombo 


Vetro  di  soda      Vetro  di  potassa    Vetro  di  piombo 


azzurro-violetto 

celeste 

rosso -porpora 

verde-d'erba 

giallo-verde 

violetto-rossastro 

violetto-giallastro 

verde-bottiglia 

verde-azzurro 

castagno-azzurro 

arancione 

giallo-canario 

bianco  (opaco) 


azzurro-verde 

celeste 

rosso-porpora 

verde-giallo 

giiillo-canario 

violtìtto-a:netista 

verde-giallastro 

verde-azzurro 

rosso- rosa 

arancione 

giallo-oro 

bianco  (opaco) 


azzurro 

verde 

rosso-sangue 

giallo-rossastro 

giallo-topazio 

violetto-rosso 

violetto-azzurro 

verde-giallo 

rosso-rosa 

nero 
arancione  (opaco) 


(1)  Per  l'arte  del  vetro  vedi  le  importanti  opere  speciali  moderne:  H.  Bertran,  M ttiuel 
de  la  peinlure  sur  verre,  porcelaine  et  sur  email,  1901  ;  L.  F.  Day,  Stained  Gìass,  1903  ;  E.  R.  SuF- 
FLiNO,  Trea'ise  on  ths  art  of  Glass  painting,  1902;  E.  Wichmann,  Vorlagen  filr  moderne  Gian- 
muterei  und  Glasiitzerei,  1900. 


ti 


▼e: 

col 
Of 

11  1 


lei  \elTO  (tedAo.  «  ]a%oiauilo 
A  fasioDe  alla  temperatura  più 


ali.  —  L'imiUsione  delle 

PKlnrali  con  vetro  oo- 

1.  ....  «nisca  un'arte 

CP'  *«  fatto  negli 

ul:  ; -Itosi. 

i  !  crloiel- 

he:  1  seco- 

lo \  •  ...        .  oni  ed 

ha  una  cun)pi>»i£ioue  «.'he  »i  awiciia  molto  al 
yiint-filas»;  pel  suo  potere  rifrangente  abba- 
starna  elevato  e  pel  suo  peso  sp«ciflco  che 
varia  da  3,4  a  3,6  come  quello  del  diamante, 
si  presta  molto  bene  all'imitazione  di  quo- 
st'oltdno.  Ecco,  secondo  il  Donnault,  le  mi- 
fUorl  compostjEioiii  di  mint: 


I 

n 

III      IV 

Cristallo  di  rooos   . 

.   .    800 

800 

300     300 

Sabbia. 

800 

8(>0 

800     800 

Minio  . 

470 

300 

462     800 

Biacca.    . 

470 

514 

462     800 

Potassa  aii  aicc>ui    . 

.     163 

»« 

160       96 

Borace 

.    .       22 

27 

18       27 

Acido  arsenioso  .    . 

.    .         1 

1 

0,5      l 

La  fusione  di  queste  composizioni  deve 
farsi  in  cro^uoli  di  porcellana  dura,  i  soli 
ette  non  alt^^-rino  il  colore  e  la  limpidezza 
dello  ttiuis»;  quanto  più  la  fusione  è  tran- 
quilla e  prolungata,  tanto  migliore  riesce  il 
prodotto. 

Fondendo  lo  ttras*  oon  altre  sostanze  si 
ottent^ono  le  imitazioni  delle  diverse  gemme 
colorate:  ecco  uno  specchietto  per  le  pnn- 
rlpaM: 


Strass  incolore .  . 
Vetro  d'antimonio 
Ossido  di  ferro  .   . 

Strass  bianco  .  . 
Topazio 


Z.M  rir.o 


j  Strass  inco!ore  .    . 

.  Ossido  di  rame.   . 

i  ,        di  cromo  . 

i  Strass  bianco.   .  . 

\  Ossido  di  cobanb. 


Strass  bianco.   .   .   . 
Ossido  di  manganese 

,       di  cobalto.    . 
Porpora  di  Cassio    . 


1000 

40 

1 

8 

I 

1000 
8 
0,2 

1000 
15 

1030 
8 
5 
0,J 


e)  Smalto.  —  E  una  materia  vitrea  ri- 
snltante  dall'impiego  dell' ac<d<i  «tilioioo  e  bo> 
rivo  cogli  ossidi  terrosi  e  metallici:  si  dà  pure 
il  nome  di  smalti  ad  alcune  altre  composi- 
zioni rese  opache  con  l'inclusione  di  sostanze 


irano  collo  smalto 

-(H>laio  oon  gli  os- 

s  di  metallici  culuianu.  una  formola  di  com- 

posizioos  per  lo  smalto  bianco  i  la  sagaenis: 

Vetro  bianco 800 

Borace -.  100 

Nitrato  di  potassa    ....  35 

Antimonio 100 

Gli  smalti  trovano  spplloazions  nell'inda» 
stria  della  ceramica,  in  quella  del  ferro  smal- 
tato e  neiroreflceris:  a  Venezia  si  fabbricano 
anche  oggetti  di  vetro  smaltato  di  gusto  squi- 
sito. 

d)  Pittura  sul  vetro.  —  Uno  dei  più  vaghi 
ornamenti  delle  antiche  cattedrali  erano  i  ve- 
tri dipinti,  (1)  ed  a  cominciare  dal  XII  secolo 
in  poi  l'arte  dcHa  pittura  sul  vetro  si  man- 
tenne sempre  in  flore;  oggi,  oon  lo  sviluppo 
deU'^Jrfe  nuova,  anohe  le  vetrate  dipinte  sono 
ritornate  in  onore  per  la  deoorazione  degU 
edifici. 

Le  lastre  dipinte  possono  esser  di  un  sol 
pezzo,  nel  qual  ciso  si  rionociono  tutt' in- 
tere dopo  dipinte,  oppure  possono,  come  un 
mosaico,  constare  di  vari  pezzetti  di  vetro 
colorato  su  cui  vengono  aggiunti  i  contorni, 
le  ombre,  le  sfumature.  I  colori  che  si  usano 
sono  all'acqua  o  all'essenza  di  trementina  e 
si  applicano  sul  vetro  c«>n  diversi  artifici  che 
non  è  qui  il  caso  di  esporre:  la  ricottura 
delle  lastre  dipinte,  dopo  che  sono  terminate, 
si  esegue  in  alcune  casse  speciali  di  terra  re- 
frattaria, dette  muffote,  che  hanno  un'aper- 
tura grande  sul  davanti  per  introdurvi  le 
lastre  ed  una  piccola  sul  coperchio  per  far 
uscire  i  gas  che  si  sviluppano  nella  oomliu- 
stlone,  e  sono  munite  di  j>irom«rr<  e  di  pozzi 
di  prova,  affinchè  si  possa  sorvegliare  l'anda- 
mento della  cottura. 

e)  Incisione  sul  vetro.  —  Si  può  incidere 
il  vetro  cuo  vari  metodi,  coli' addo,  ool  getto 
di  sabbia,  col  diamante,  e  con  lo  smeriglio. 

Il  metodo  dell'incisione  chimica  sul  vetro 
è  identico  a  quello  sul  rame,  salvo  il  reagente 
addo  che  è  diverso:  all'uopo  si  ricopre  la 
lastra  di  uno  strato  di  vernice  preservstiva, 
che  per  lo  più  si  compone  di  una  parte  di 
bianco  di  balena  e  due  di  asfalto  di  Giudea 
sciolte  oell'easeosa  di  iremenUna.  e  su  di 
esso  si  esegue  il  disegno  oon  una  punta  me- 
tallica; si  ottiene  T  Incisione  attaccando  la 
parte  scoperta  con  l'acido  fluoridrico  allo 
stato  di  vapore,  oppure  premendo  sul  vetro 
con  nnapi«sss  dei  f<>-  ^ìbuls  imbe- 

vuti di  scido  liquidi»  di  diversa 

profondità  e  le  mez/'  uà  intensità 

si  ottengono  In  più  vultc.  ricoprendo  uou  la 
vernice  le  parti  già  incise  suIBcientemente  e 
ripetendo  l'attaciv  dell'acido  sulle  sole  psrti 
che  devono  risultare  più  profonde. 


(1)  Vedi  l'eccellente  album  di  A.  Kliiocc, 
MeÌ4Urtc«i-1c€  der  kirchlicfttn  Gla^mattrtit 
1894-97. 


492 


Nell'incisione  al  getto  di  sabbia,  inventata 
nel  IfcTU  da  Eil>,'boman  di  Filadeltìa,  si  impie- 
gano apparecchi  speciali  in  cui  la  forza  del 
vapore  o  dell'aria  compressa  lancia  contro  la 
lastra  da  incidere  una  fitta  pioggia  di  sabbia 
che  attacca  la  superficie  del  vetro  renden- 
dola opaca:  anche  in  questo  sistema  si  rico- 
pre la  lastra  di  uno  strato  protettore  su  cui 
si  traccia  il  disegno;  una  pellicola  di  gelatina 
al  bicromato  impiegata  come  negativo  foto- 
grafico ofl're  una  resistenza  sufficiente  ad  un 
getto  di  sabbia  lanciato  con  piccola  velocità 
e  può  servire  ad  otteneie  delle  buone  ripro- 
duzioni. Con  questo  sistema  una  lastra  è  in- 
cisa in  pochi  minuti,  e  tutta  la  superficie  non 
protetta  resta  smerigliata:  il  vantaggio  igie- 


nico sul  sistema  all'acido  è  d'importanza  de- 
cisiva. Non  occorre  fermarsi  sull'incisione 
alla  pnnta  di  diamante  che  non  presenta  al- 
cuna difìerenza  dell'incisione  al  bulino  che  si 
pratica  sui  metalli.  Per  l'incisione  allo  smeri- 
glio il  processo  è  tecnicamente  analogo  a  quel- 
lo del  getto  di  sabbia,  ma  pratica  è  usato 
soltanto  per  piccole  lastre  e  lavori  di  poca 
importanza.  La  lastra,  ricoperta  di  carta  o  di 
uno  strato  di  mastice  su  cui  sta  il  disegno, 
si  fissa  al  fondo  inferiore  di  nna  scatola  in 
cui  si  versa  la  polvere  di  smeriglio  e  del 
piombo  da  caccia;  si  chiude  la  scatola  e  la 
si  agita  fortemente  in  senso  verticale,  finché 
lo  smeriglio  non  abbia  attaccato  sufficiente- 
mente la  superficie  di  vetro  scoperta. 


VI.  —  Succedanei  del  vetro. 


Il  vetro  è  materia  che  per  le  sue  qualità 
di  trasparenza  trova  difficilmente  del  succe- 
danei; l'unico  veramente  pratico  è  la  mica, 
con  cui  si  fabbricano  lastre  di  protezione  per 
automobili  e  tubi  o  scartocci  per  becchi  ad 
incandescenza. 

Si  adopra  spesso  per  oggetti  minuti  il  cel- 
liduide  trasparente,  ma  questo  prodotto^  emi- 
nentemente moderno,  presenta  insieme  amol- 
ti vantaggi  l'inconveniente  abbastanza  grave 
della  facile  accensione:  il  cosiddetto  vetro  fles- 
sibile dell' Ebstein,  usato  nelle  farmacie,  si 
prepara  sciogliendo   del    cotone    fulminante 


nell'etere,  ciò  che  dà  un  collodio  denso,  cui 
si  aggiunge: 

Olio  di  ricino 0,02  ~  0,04 

Balsamo  del  Canada.  .  0,04 -f  0,10 
Per  tettoie  è  stato  in  voga  per  un  pezzo 
un  prodotto  detto  tectoriuni,  composto  da  una 
rete  di  ferro,  tra  le  cui  maglie  si  trovava  uno 
strato  di  gelatina  cromata  trasparente:  ora 
però  questo  prodotto  è  stato  sostituito  com- 
pletamente dal  vetro  armato. 
Aprile  1907. 

F.  Clèmenzo. 


INDUSTRIE  CHE  SI  EVOLVONO 


Il  pane. 


Vi  sono  nella  vita  sociale  dei  popoli  certe 
forme  di  attività  che  continuano  a  ripetersi 
da  secoli  negli  identici  modi,  senza  sentire 
menomamente  l'influsso  della  evoluzione  dei 
mezzi  meccanici  intorno,  senza  nulla  appren- 
dere dal  progresso  di  tutte  le  altre  manife- 
stazioni di  energia  umana. 

E  ciò  è  tanto  più  strano,  in  quanto  tali 
forme  di  attività  sono  più  vicine  all'uomo, 
sono  indistaccabili  dalla  sua  stessa  esistenza 
quotidiana  e  contribuiscono  a  formarne  e  a 
rinnovarne  l'essenza  materiale. 

Una,  ad  esempio,  è  la  fabbricazione  del- 
l'alimento fondamentale:  il  pane. 

Lo  strumento  in  mano  dell'uomo  si  è  po- 
derosamente e  prodigiosamente  trasformato 
e  perfezionato.  Oggi  si  può  persino  concepire 
che  un  solo  individuo  abbia  a  sua  disposi- 
zione, sotto  la  pressione  di  una  leva,  tutta 
l'energia  dinamica  che  può  prodursi  nel  mon- 
do col  carbone  estratto  dalle  miniere,  con 
l'acqua  che  balza  dai  monti  e  scorre  pei  fiu- 
mi, colle  correnti  del  vento,  coi  raggi  del  sole, 
col  flusso  delle  maree,  e  che  sia  in  grado  di 
lanciarla  utilmente  nella  direzione  che  me- 
glio gli  aggrada,  mettendo  in  movimento  i 
moccanismi  più  delicati,  più  potenti  e  più 
intelligenti.  E  questi  già  servono,  oggi,  a  fab- 
bricar gli  oggetti  d'uso  assai  differenti  e  di 
molto  migliori,  per  qualità  e  disegno,  di 
quelli  adoperati   soltanto   un   secolo   fa,   ma 


non  in  egual  proporzione  e  misura  sono  essi 
applicati  alla  preparazione  del  pane. 

Ad  esempio,  anche  nelle  più  remote  cam- 
pagne, le  donne  non  fabbricano  più  da  loro 
medesime  gli  abiti  per  se  o  per  gli  uomini,  ma 
si  vestono  di  cotonine  stampate  o  rigate  che 
le  grandi  fabbriche  mandano  loro  a  buon 
prezzo,  ma  mangiano  un  pane  confezionato 
in  modo  affatto  primitivo,  nel  quale  entrano 
come  ingredienti  anche  le  ghiande,  che  non 
lievita,  è  duro,  pietroso,  e  si  ricollega  di- 
rettamente coi  pani  scoperti  negli  scavi  di 
Pompei  o  con  quelli  che  si  fabbricano  gli 
abitanti  del  Marocco,  facendolo  cuocere  al 
calore  della  fermentazione  degli  escrementi 
di  cammello. 

Nei  maggiori  centri  urbani  l'igiene  e  la 
tecnica  hanno  fatto  progressi  direi  quasi  ti- 
rannici per  la  vita  dei  cittadini  i  quali  vivono 
sotto  l'incubo  dell'una  e  dell'altra  per  avere 
prodotti  salubri  e  pei-fetti  ad  ogni  costo. 
Questa  regola  è  costante  per  tutti,  in  tutti 
gli  strati  sociali,  per  moltissime  cose  anche 
non  indispensabili,   fuorché  per  il  pane. 

È  incredibile  la  noncuranza  dei  consuma- 
tori e  la  disinvoltura  dei  panettieri  per  quel 
che  riguai-da  la  confezione  del  pane!  La  pu- 
lizia delle  cose  che  vi  si  adoperano  e  la  sa- 
lute degli  uomini  che  vi  sono  addetti  sono 
affatto  negative. 

Ogni  inchiesta  che  è  stata  compiuta  sul 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrana 


Uy 

tu 

r- 

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un'lnchi«»ta 

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\'il>il'i   che  In 

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ira  che,  bopra  600 

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Tio    l'aria   'la    c<>r:, 

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s.  : 

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le 

t^ 

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lei 

da,  CUI) 

do   trasportata  in 

B«'I 

•bbODd. 

l.ile  Unto  ricca  di 

a  \ 

cenni,  d 

lU  di  leUtne  equi- 

si   ; 

DO.  ec. 

sl  sulla  pasta  o  sul 

faci 

pane.  N- 

:.L*i  sotterranei  pa>- 

gar-  '- 

ira  che  spesso 

b 

./ioni  gas  no- 

ci\ 

>  K-he  il  Oiiso  di 

Tere  p.r>iit<-   di 


■h'',  verendo  assorbiti 


dalle  farine,  rendono  naaseabondo  il  pano. 

Soltanto  1^3  forni  sono  in  buone  condi- 
zioni di  illuminazione,  cosi  che  negli  altri  407 
riesce  difficile  far  bene  la  pulizia  e  può  ta- 
cili".-nf.-  ;i.-.-..dere  che  sul  pavimento  ammuf- 
fit  cada  qualche   pezzo  d!  pasta 

cu  calore   del   forno  non  basta  a 

st-  .  wf  e.  tanto  meno,  a  liberare  dal  di- 
.'■^'  >  ■  -  >  odore  di  muffa. 

I:.  HI  ca!>i  la  nettezza  dei  panifici  fu  di* 
ch»«ratA  insufficiente  perchè  le  pareti  vi  sono 
Imbiancate  o^ni  due  o  più  anni,  non  si  dà 
sapone  ai  lavoranti  per  la  loro  pulizia  per- 
sonale, si  somministra  un  solo  asciugamano 
per  più  persone,  e  non  esistono  catini,  sì  che 
1  lavoranti  si  lavano  nel  così  detto  tazzone. 

La  pulizia  generale  degli  operai  lascia 
moltissimo  a  desiderare.  Essendoci  a  Milane 
troppa  scarsità  di  bagni  popolari,  aperti  du- 
raste l'intiera  annata,  l'operaio  deve  ricor- 
rere a  bagni  parziali  che  non  sono  certo  suf- 
ficentl  per  una  completa  e  vera  polizia.  I 
bagni  alle  cvtreniità  inferiori  si  fanno  oon 
ana  certa  frequenza,  ma  il  sapone  manca  in 
più  di  800  panifici.  Sono  prorvisU  di  cattot 
205  panifici,  ma  alcune  volte  faron  trovati 
ricoperti  di  ano  strato  di  polvere.  Iodico  di 
lungo  disuso,  e.  per  confessione  degli  stessi 
operai,  la  lavatura  viene  fatta  o  nelle  seochie 
del  sale,  o  (più  spesso)  nel  tazzone,  rarissime 
Tolte  alia  tromba. 

Le  latrine  sono  lo  grande  maggioranza 
lontane  dal  locale  del  panilMD,  spesso  Del- 
l'i^partamento  del  padrone,  tà  die  gli  operai 
trovano  più  comodo  e  sbrigativo  rioorrere  a 
secchie  o  alla  vasca  della  tromba.  Solo  in 
quattro  forni  si  trovano  sputacchiere  I 

Queste   constatazioni    furono   confermate 


un»   inrhioata   compiuta   i-\ 

fi  dH  lavoro  di   Koina;  i  p.i 

"   -rui»*!.    mancano  di 

HpcMHo  più   adatti 

lo  e  le  muffo 
.ro  non  »<»no 

il"      Jils-.l  «o 


facile  la  trasmisaione  di  parassiti  e  di  malatti< 


Quali  le  cause  di  questo  ripugnante  quan- 
to strano  stato  di  cose  in  una  industria  in 
cui  la  luce,  il  candore  del  muri  e  delle  tel< 
e  l'igiene  della  persona  dovrebbero  esser' 
cànoni  imprescindibili?  Due  precipuament<  : 
il  fraz'ouamento  della  industria  e  il  l,iVor  • 
notturno. 

La  confezione  del  pane  viene  generalmente 
considerata  come  una  industria  delle  più  sem- 
plici, delle  più  elementari  -  per  baco'  Io 
fabbricano  le  nostre  donnette  del  cont.i  :  !i 
casal  —  e  quindi  viene  assunta  da  un  ^'.  -..•> 
all'altro  da  chiunque  voglia  darsi  a  «|uisia 
occupazione  con  un  capatale  più  che  limitato. 

Basta  l'affitto  di  una  bottega,  la  ou<ttrU'> 
zione  in  essa  del  forno,  e  l'acquisto  di  qual- 
che quintale  di  farina,   la  clientela,  special- 
mente nei  quartieri  nuovi  di  una  ijrande  città 
non  manca  mai,  e  si  dà  fuo<>o  al  forno  e  -^ 
divenU  panetUeri.  Per  via  poi  si  apprender  . 
meglio  il  mestiere.  Così  a  Mlliino  la   •••»• 
dissima  ma^icioranza  dei  paniiici,  491  i 
r81.70  percento,  inipiCKada  unoapoi- 
di  tre  quinuli  di  farina  per  giorno,  e  occupa 
tre  operai.  Nel  SI, 28  per  cento  dei  panifici  il 
proprietario  partecipa  direttamente  alle  ma- 
Dipolazloni  del  pane,  con  funzioni  varie,  e 
oiiadiuvato  o  dai  membri  della  famiglia  o  da 
qualche  operaio  salariato. 

Si  comprende  che   in   queste   con' 
l'industria  «iella  panifloasiooe  non  p' 
rimanere  antiquata,  essere  antigienica,  .  . 
snltare  costosa,  antlecooomloa. 

Il  guadagno  netto  sopra  due  o  due  quin- 
tali e  mezzo  di  farina  panificaU  è  necessa- 
riamente piccolo  —  perciò  molti  fornai  ven- 
dono col  pane  altri  generi  alimentari,  dall'olio 
alla  cioccolata  —  e  questa  povertà  dell'  indu- 
stria obbliga  1  piccoli  fornai  a  ridurre  al  mi- 
nimo le  opere,  e  ad  accrescere  in  tutti  1  modi, 


l         SPI 


(JAKTOLERIA  NARCISO  VESTRIM 


FIRENZE  -  Via  del  Proconsolo  •  FIRENZE 
SPL.EXDII>A   OCCASIONE   -   Vedi   Baonl   di   riduzione. 


-  494  - 

leciti  ed  illeciti,  i  guadasrni  :  "  a  itnpiegar  To-  L'assenza   quasi    completa  della  concor- 

cali   di   infimo   ordine  ;  a  non  far  faticiie   e  renza  fra   pioduttori    e    prodotti    di    luoghi 

speseper  tenerli  puliti;  a  impiegar  farine  glia-  differenti,  per  il  carattere   locale   dell' indu- 

ste  o  adulterate  coWe  peggiori  miscele,  a  non  stria  che  ne  ostacola  l'accentramento,  rendo 

cuocer  bene  il  pane,  dando  acqua  invece  di  quasi  impossibile   il  perfezionainento    della 

materia  nutriente;  a  frodare  sul  pane,  a  far  panificazione  e  il   sorgere  della  grande  ira- 

crcd.to  ai   loro   clienti;  a  trarre   dal  lavoro  presa,  e  favorisce  l'esistenza  dei  piccoli  nu- 

degli   oijerai  il  massimo  elletto  utile,  assog-  merosissimi  fornai  poveri  di  me/zi. 


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Il  lavoro  notturno  è  un'altra  delle  cause 
della  poca  pulizia  nella  panificazione. 

La  luce  artificiale  è,  in  lujghi  già  oscuri, 
e  riposti,  inferiore  alla  luce  naturale  e  la 
(1)  Vedi   l'inchiesta  sul  lavoro  notturno    sostituzione  della  notte  al  giorno  sul  lavoro 


gettandoli  a  uno  speciale  regime  di  semi- 
clausura e  protraendo  la  durata  del  lavoro; 
a  impiegar  ragazzi  Invece  di  operai. ,  (1) 


dei  fornai,  fatta  dall'  Ufficio  regionale  del  la- 
voro. 


è  per  gli  operai  causa  indubbia  di  deteriora- 
mento fisico  e  morale,  di  grave  inebetimento; 


L'Olio  Sasso  Medicinale  sempitce,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


-    l'.C)  - 


nnA*  più  ^if 


>  fanH- 

ho.  A 

. .  ^i  meno 

mm  In  lulu 


(lolla  j>.)|iiii;u'i..m'  e  rl|>osaiido 


Mi 
tu: 

■I^KIAIO  11  HV 

U  clomo. 

Sin  qui,  abblAmo  detto,  perchè  sembra 
ormai  die  l'aboUxione  del  i«Turo  notturno 
debba easer  presto  In  Italia  un  fatto  compiuto, 
e  for^e  nuan<lo  uuosto  AlwaHiicco  vedrà  la 
lai--  a  approvato  il  di- 

se-  «lai  deputato  for- 

n*  ,.....v  -wLilisce  che  è  proibito 

ìm\  ivurare  di  notte  nella  fabbri- 

ca.- .u',  salvo  opportune  deroghe  in 

occasiono  ui  nere,  fettlTlta  speciali,  immigra* 
aloni  temporanee. 

La  necessità  della  lejf^c  si  ò  Imposta  per 
qu.  - 
ta 
pe 

tic  iiiii  il  pAiie  fre.>uo  alle  uove  dal 

ma  .«^-  alle  sette,  si  spuntava  con- 

tro ...  .    ...    ..l'uza  degli  altri  fornai  i  quali, 

fabbricando  il  pane  la  notte,  lo  fornivano 
prima  agli  operai,  all'ora  di  andare  al  lavoro. 
E  gli  operai  abbandonavano  la  Ck>operativa 
per  gli  altri  fornai  dimentichi  del  danno  che 
così  poruvano  ai  loro  compagni  panattieri 
costretti  a  continuare  a  fare  di  notte  giorno. 

La  legge  palifica  le  condizioni  di  lavoro 
per  tutu  i  lavoranti  e  quelle  di  freschezza 
del  pane  per  tatti  i  consumatori. 

I  quali  però  non  avranno  troppo  a  soflTrire 
della  provvida  riforma  legislativa  che  miglio- 
rando l'aomo  migliorerà  anche  la  co!»a,  il 
pane,  e  molti  degli  inconvenienti  lamentati 
polendo  alla  luce  del  sole  e  dopo  una  notte 
di  riposo  essere  facilmente  eliminati.  t)ltre  a 
ciò  uno  speciale  lievitai  di  recente«invenzio- 
ne,  preparato  nelle  prime  ore  della  «era,  per- 
mette che  ai  confezioni  il  pane  la  mattina  e 


lo  Ki  m<>t«a  in  >•  '.do  che  anche  al- 

lura  d.«l  carte  -  ne  si  possa  avere 

pan  fresco  e  p ^..  . 

Inllutrà  l'aboiiKione  del  lavoro  notturno 
anche  aulla  e\oluiiune  ncorssarla  della  pa> 
■  '"   -  ■'    net 

canta  MpoaUloiM  tenuta  a  Bu<lnp<ht 
i  qnsH  progrc^  «i  ^Innn  farti  nri   h" 
in  quesf  •  » 

d 


prestino  a  cuocere  lu  furiue  più  kvaruu  «  più 
delicate  di  pane  per  le  quali  sono  famosi  spe- 
cialmente 1  viennesi. 

Forni  tipici,  modello,  esistono  io  tutte  le 
grandi  metropull:  le  coo|>eraUve  socialiste 
belgbe  di  Bruxelles  e  di  Gand  ne  vanuno 
di  bellissimi  :  sono  stati  costruiti  Impianti  io 
cui  il  grano  diventa  pane  senza  passare  per 
le  mani  dell'uomo;  e  scuole  di  paolfloazlone 
chiamano  la  flsii>a  e  la  chimica  a  sussidio  di 
quest'arte,  che  è  generalmente  allo  stato  pa- 
triarcale. Ma  siamo  ancora,  dappertutto,  allo 
stato  di  tipi,  di  eccezione.  La  gran  massa  del 
pane  è  fabbricata,  come  diciannove  secoli  fa, 
a  Pompei.      . 

In  Italia  qualche  panificio  tipico  funziona 
già;  per  esempio  quello  dell'Alleanza  coope- 
rativa di  Torino,  e  la  tendenza  a  munici- 
palizzare questo  servizio  va  accompagnata 
dall'impianto  di  macchine  In  locali  Igienici, 
aereati,  luminosi. 

Possiamo  quindi  prevedere  che  slamo  alla 
fine  dello  stadio  patriarcale,  domestioo  della 
fabbricazione  del  pane,  e  che  forze  Tarlo  e 
indirette,  di  carattere  sociale:  l'organizza- 
zione operaia  premente  per  l'abolizione  del 
lavoro  notturno,  la  oooperaziooe  per  l'eser- 
cizio di  questa  industria  e  '■■  "  '■"  •■»  della 
municipalizzar.ione  di  que^  ^.nen- 

zialmento   pubblico,  contri!  '  nte- 

mente  e  rapidamente  a  trai>t<<rin.H!  •■  t  ■■istemi 
tecnici  insieme  con  l'ambiente.  superan<to  le 
difficolti  intrinseche  ohe  l'accuinpai^nanu  a 
che  ne  rendono,  sembra,  assai  piccolo  il  mar- 
gine utile. 


Il  bucato. 


y.  quel  che  si  è  detto  per  il  pane  al  può 
:  altr.  s.  i><  r  il  bucato:  lo  stesso  fraziona- 
mi- -  'Istria,  lo  stesso  retrogradare 
del.  t  Stessa  condizione  di  lavoro 
ecc«.  •  a.iomiala,  mentre  la  trasforma- 
zione in  senso  proin«sstTo  con  l'adozione  di 
mezzi  meccanici  al  mantiene  allo  stato  spo- 
radico e  tipico. 

A  Milano  U  quasi  totalità  della  biancheria 
della  popolazione  vieiK-  l.ivat4  n.-lio  num**- 
rose   piccole   lavand»-:  (;  j. 

città  situata  lungo  i  < 

In  generale,  ogni  i  -  > 

della  famigli-t  del  proprleUno  o  dell  affittua- 
rio dei  locali,  del  terreno  (che  ora  e'  è  ora 
no)  per  sciorinare  ed  ascioirare  i  panni,  del 
materiale  occorrente  per  l'imbianchimento, 
e  del  carro  con  cavallo  per  prendere  e  ri- 
portare a  domicilio  la  biancheria. 

Ubo  o  due.  o  talvolta  anche  tutti  i  mem- 
bri della  famiglia  partecipano  alla  azienda  in 


qualità  di  dirigenti  0  personale  assunto  a 
mese  o  a  giornata. 

Il  lunedi,  il  padrone  o  la  padrona,  aiutati 
da  uno  o  due  figliuoli  o  dal  membri  più  gio- 
vani della  famiglia,  con  un  carro  speciale, 
piatto,  provvisto  di  ripari  al  quattro  lati, 
condotto  da  un  cavallo  molto  spesso  veloce, 
vanno  al  domicilio  dei  clienti  a  ritirare  en- 
tro sacchi  la  biancheria  sudicia. 

Nel  pomeriggio  dello  stoitso  giorno  II  pa- 
drone e  la  padrona  procedono  sita  ripartizione 
della  biancheria  dei  clienti,  senza  valersi  di 
alcun  segno  di  riconoscimento  applicato  ai 
pezzi,  ma  della  sola  lunga  pratica  nel  ricono- 
scere la  biancheria  di  questo  e  di  quel  diente 
dalla  qualità  del  tessuto. 

Quindi,  dalle  lavandaie  avventizie,  si  pro- 
cede alla  prima  lavatura  della  biancheria  a 
pezzo  a  pezzo  col  sapone. 

Nelle  lavanderie  meglio  costrutte  l'acqua 
scorre  sotto  una  tettola  aperta  da  uno  o  due 


496  - 


lati,  dove,  perciò,  le  lavandaie  sono  soggetfe 
a  tutti  i  ligori  della  staj^ione.  Appena  lavati, 
1  panni  vengono  disposti  a  strati  nei  mastelli 
o  nelle  caldaie,  collocando  la  biancheria  più 
sudicia  o  macchiata  di  sostanze  più  tenaci, 
in  fondo. 

Nei  mastelli  l'acqna  bollente  viene  ver- 
sata a  mano  dalla  caldaia  a  legna  o  a  carbone 
per  mezzo  di  recipienti  speciali. 

Le  caldaie  invece  sono  di  zinco  foderate 
inteinamente  di  aste  di  legno  distanziate  fra 
di  loro.  Nel  centro  un  tubo  comunicante  in 
basso  col  rccppiente  dell'acqua  sotto  il  quale 
sta  il  fuoco,  inonda  la  caldaia  di  acqua  bol- 
lente. L'opera  dell'uomo  si  limita  quindi  a 
versar  l'acqua  fredda  in  un  serbatoio  e  ad 
alimentare  il  fuoco.  All'acqua  bollente  è  me- 


ora  la  tarilia  a  pezzo.  Per  i  clienti  vecchi, 
da  molti  lavandai  si  pratica  tuttora  il  sistema 
dell'abbonamento  mensile  à  forfait,  che  va 
scomparendo  perchè  dà  minori  guadagni  ia 
confronto  alla  lavatura  a  pezzi. 

Il  pagamento  a  peso,  è  adottato  solo  per 
la  biancheria  degli  ospedali,  e  dalle  lavan- 
derie a  vapore. 

Nelle  piccole  lavanderie  l'amministrazione 
è  tenuta  dal  padrone,  cosicché  tutto  procede 
in  modo  patriarcale  sia  nei  rapporti  co' clienti 
e  col  personale  avventizio  e  fisso,  come  nella 
gestione  amministrativa. 

Il  personale  fisso  è  rappresentato  da  uno 
o  due  uomini  che  fanno  le  fatiche  più  grosse, 
alimentano  il  fuoco,  versano  l'acqua  bollente, 
scaricano   e   caricano  i  sacchi,   sciorinano   e 


Lavanderia  sociale  in  via  Magolfa,  Milano. 


scolata  lisciva  chimica  (soda  caustica  e  po- 
tassa), già  preparata,  e  che  viene  acquistata 
in  casse  presso  le  fabbriche  che  la  produ- 
cono. 

Tolta  dal  mastello  o  dalla  caldaia  la  bian- 
cheria viene  nuovamente  lavata  e  quindi 
messa  ad  asciugare  in  estate  sui  fili  di  zinco 
tesi  attraverso  un  prato,  In  giorni  di  pioggia 
o  d'inverno  in  casa,  su  stanghe,  dopo  averla 
passata  nella  stufa  centrifuga  mof^sa  da  un 
motore  a  vapore.  Questa  però  è   assai  rara. 

Il  giovedì  e  venerdì  la  biancheria  asciutta, 
rimessa  nei  sacchi,  è  pronta,  e  viene  ripor- 
tata a  domicilio. 

Per  gli  alberghi  Invece  il  servizio  vien 
fatto  due  volte  la  settimana  od  ogni  due 
giorni  e  talvolta  ogni  giorno. 

Il  sistema  più  comune  di   pagamento   è 


raccolgono  la  biancheria,  curano  il  cavallo.    1 
Il  maggiore  strapazzo  fisico,  ò  quello  di  dover     1 
passare,  d'inverno,  dal  cortile  aperto  coi  panni 
sulle  braccia  al  locale  delle  caldaie  dove,  per 
il  calore,  l'aria  è  riscaldata  e  fortemente  im- 
pregnata di  vapore  acqueo. 

Gli  inconvenienti  che  questo  sistema  pre- 
senta sono  vari;  la  mancanza  di  disinfezione 
della  biancheria  che  è  mescolata  senza  cri- 
terio da  una  famiglia  all'altra;  la  facilità  di 
smarrimenti  dei  pezzi  di  biancheria  dei  quali 
la  piccola  azienda  non  può  rispondere  per  i 
l'esiguità  del  suo  capitale;  l'eccesso  di  lavoro 
al  (piale  sono  costretti  a  sottoporsi  in  alcuni 
giorni  della  settimana  i  lavoranti  che  sono 
lu  maggioranza  donne  e  dorme  attempate. 

Infatti  la  classe    dei    lavandai,  o    meglio 
delle  lavandaie,  sia  che  lavorino  per  conto 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


SULLE  RIVE  DEL  TEVERE 

Tricromia  eseguita  e  stampata  con  Clichés  in  CELLULOIDE 

Leggere  articolo  a  pagina  508 


L'Olio  sasso  Nieaicinaie  semplice,  joaaio  eu  umuisiunaiu  o  n  ii«.uaiiiuciuc  «w» 


-■  -io: 


q 
««> 

temiirli»,  e  111 
vare  uba  Utu 


li*  <1» 

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•  Ili  .1      |Ml     ,,....1,     .... 

Uroro  '  .  ,  I-, 

Meni.  ■  i.  ,1.»  ],  ,v-   -■:'  ■ 

Toro  delie  doni.»-  •»!  .l<»vrcl.b.«  a\ii  .  •• 
dentemento  por  le  ntMM  ore  di  la\ .  > 
Uvo: 

In  loTertio: 
sul  lavoro  or*  16,  rtpo«i  p«|  pMil  or«  :> 
UToro  effettlTO  SI  nelle  00  ore, 

in  esUte: 
sul  IsToro  ore  49.  ripoci  pei  pasti  ore  6. 
lavoro  effettivo  42  nelle  72  ore,  •  dovrebbe 


conosccììtì   a- 

delle  domett. 
abbiente. 
Ordlnarlaii 


fv^    LATAXDCBM 


6  o  alle  «de:  -• 

fi  martedì  e  il  lUi .  '  i  U  au- 

die  alle  20  e  21.  r  ;  alle  12. 

La  giornata  di  lave , ....._     ust  per 

dne  giorni,  ed  un  niiotmo  di  11  ore  sino  a 
ou  maaaimo  di  20  ore.  Oli  orari  più  frequenti 
Fonn  quelli  di  18.  ore  roo  lut^rralU  di  rlpoao 
di  un'ora  per  la  colazione  e  di  un'ora  e 
mezxa  per  il  pranzo.  Qualche  pasto,  oome 
il  cailò  alla  notte  e  la  colazione  al  mattino, 
vengono  consumaU  senxa  abbandonar*  Il  pò* 
Ito  sol  lavoro. 


<iii.«l<-h«'  »ltr.i 
Da  questo  ^ 
so  preteso  In  n 
ne  viene  ohe  11  Uvuto  hi 
numero  di  giornate  In  un 

dagno  settimanale  viene  a   

mente,  d'onde  derivano  queste  oondiziout  d: 
fatto: 

1*.  L'impossibilità  per  una  donna  di 
eserdtsre  11  solo  mestiere  di  larandala  per 
assicurare  a  sé  stessa  un  messo  oontiaoo  di 
sostentamento: 

2*.  La  necessità  quindi  che  questo  me- 
•ttere  sia  esercitato  soltanto  dalle  osssHnriis, 


-  498  - 


eome  mezzo  di  integrazione  del  bilancio  di 
famiglia,  abbatidonaiido  per  due  o  dae  gior- 
nate e  mezzo  quasi  interamente,  ogni  setti- 
mana, in  mano  ai  vicini  o  nella  strada  i 
figlioletti  pieculi  e  trascurando  affatto  il  go- 
verno della  casa. 

Per  questo  lavoro  il  salario  degli  uom.ini 
oscilla  fra  una  e  due  lire  e  cinquanta  al 
giorno,  in  danaro,  al  quale  aggiungendo  il 
vitto  e  l'alloggio  si  arriva  a  un  guadagno 
complessivo  di  2,20  a  4,30  al  giorno;  le  donne 
guadagnano  da  1  a  1.50  nei  giorni  di  lavoro 
e  altri  20  o  30  centesimi  per  il  vitto,  negli 
altri  giorni  in  cui  cercano  in  altri  lavori  al- 
tri cespiti  di  guadagno,  questo  va  da  meno 
di  50  cent,  a  2  lire. 

L'anormalità  di  siffatta  coudizione  di  cose: 


In  tutto  il  paese,  ma  specialmente  a  Lon- 
dra, si  sono  moltiplicate  le  Società  che  pos- 
siedono uno  o  più  stabilimenti  di  lavanderia 
—  alcune  ne  hanno  12  e  più  —  a  vapore, 
provvisti  di  macchine  ottime. 

In  questi  stabilimenti,  per  la  divisione  del 
lavoro,  una  sola  camicia  dovrà  passare  per 
sette  od  otto  macchine  diverse,  durante  una 
sola  stiratura.  Al  posto  della  donna  maritata 
di  età  matura  o  della  vedova,  vediamo  dei 
meccanici  esperti  alla  direzione  di  un  hangar 
pieno  di  macchine,  mentre  ventine  di  ragazze 
e  di  fanciulle,  delle  quali  le  più  giovani  hanno 
13  anni,  "  sorvegliano  le  diverse  macchine  da 
stirare.  „  Anche  negli  altri  lavori,  "  segnatu- 
ra, „  "  amidatura,  „  il  lavoro  è  predisposto  e 
regolato  come  in  una  officina  ordinaria. 


Lavatoio  i'ubblico  municipale  in  via  Mario  Pagano,  Milano. 


lavoro  prolungato  ed  esauriente  per  due  gior- 
ni della  settimana,  e  disoccupazione  negli  al- 
tri sarebbe  tolta  con  gli  impianti  di  lavanderie 
me«'caniche,  a  vapore,  in  cui  il  lavoro  può  es- 
sere compiuto  rapidamente  con  orari  normali, 
In  modo  da  poter  consegnare  da  un  giorno  al- 
l'altro la  biancheria  alla  clientela. 

In  Inghilterra  specialmente,  in  pochi  anni, 
la  lavanderia  ha  preso  uno  sviluppo  econo- 
mico molto  rapido,  ed  ha  subito  una  note- 
vole trasformazione. 

L'antica  industria  domestica  è  diventata 
un'"  azienda  .  di  tipo  moderno,  meccanico, 
caratterizzata  dal  raggruppamento  delle  ope- 
raie in  uno  stesso  locale  e  sotto  un'unica 
direzione,  colla  suddivisione  del  lavoro  e  con 
l'impiego  di  macchine  che  eoonomizzano 
aula  mano  d'opera. 

L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato 


Ma  accanto  a  questi  impianti  moderni 
sussistono  anche  a  Londra  in  larghissima 
scala  le  piccole  lavanderie  a  mano,  alcune 
delle  quali  si  trovano  nel  sottosuolo  in  vere 
caverne  nere,  illuminato  da  un  becco  a  gas 
e  cosi  piene  di  vapore,  che  lo  due  operale 
che  vi  lavorano  non  si  possono  neppur  ve- 
dere tra  loro.  La  legge  è  in  parte  impotente 
e  in  parte  insuBìciente  a  proteggere  i  lavo- 
ranti di  fronte  alle  esigenze  del  pubblico 
che  consegna  la  biancheria  il  lunedi  e  il  mar- 
tedi  e  la  rivuole  al  sabato,  d'onde  un  lavoro 
ecceSvSivo  il  giovedì  e  il  venerdì,  anche  di 
notte,  cosicché  nel  1903  scriveva  il  Wood 
queste  considerazioni  estensibili  anche  agli 
altri  paesi: 

"  Niente  impedisce  che  la  biancheria  rice- 
vuta 11  lunedi   sia   riconsegnata,    anziché  11 

ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


*  K  perchè  poi  un' industri»  doMt>bb^  rt- 

nianrr<«  <1Uor-*aiiur.it.»  e  iioii  i<'v*i>hif*  snlo 
p«r  '  it»  che 

IHM.  \a  ch9 

è  i'. 

'>sa  applica* 

mbb*Tn< 

C«rsl  alit 

Avrebbo  ; 

tela  del  y  <  cvpace  al  padioue  pia 

rapace,  o  strare  che  quest'esodo 

sarebbe  !.. 

*  In  rralta  m  e  sfruttata  la  simpatia  d?l 
pubblico  per  la  povera  vedova  a  profitto  dei 

padi •»•  -  -  <n  capiscono  neppure  1  propri 

aria  •  del  bucato  delle  madri  di 

fati.  ri  sono  ingrossate  oltre  mi- 

sura por  mantenere  un  sistema  crudele  e  ro- 
Tinoso. 

*>è  tempo  di  metter  fine  a  un  tale  stato 
di  cose  io  nome  dell'umanità  e  in  nome  del 
•enso  comune  degli  affari. , 

Ora,  infatti,  sta  dinanzi  alia  Camera  dei 
Comuni  un  disegno  di  leg^e,  già  approvato 
in  seconda  lettura  della  Camera  dei  Lorvii, 
col  quale  tutti  gli  stabilimenti  di  lavanderia 
•ODO  aottoposU  alla  legge  del  1901  sulle  fab- 
briche e  sugli  opifici  soggetti  alla  ispezione, 
comprese  quindi  le  lavanderie  fin  qui  escluse 
dall'oasenranza  della  lep;:^  che  oltre  ai  mem- 
bri della  famiglia  hanno  due  lavoranti  'sala- 
riati. Solo  per  far  fronte  all'urgenza  del  La- 
voro, gli  stabilimenti  di  natura  commeivialo 
potranno  impiegare  delle  donne  tre  volte  la 
settimana,  per  13  ore,  comprese  le  ore  di 
riposo,  riducendo  però  proporzionalmente  le 
ore  di  lavoro  negli  altri  giorni,  cosi  ohe  il 
numero  delle  ore  di  lavoro  nella  settimana 
non  ^np^'rt  1**  ♦?*. 

e  limiUtrice  del 
lav  ;>provata  come  in 

Inp  '   minat-ciata  come 

lo  Germania  ha  vjmpre  sollevato  le  proteste 
(tei  proprietari  lavandai  perchè,  affermavano, 
avrebbe  rovinata  l'industria.  Invece. dopo,  si 
•ODO  persuasi  che  1  timori  erano  affatto  insos- 
ststeotL  A  L<indra  il  proprietario  di  una  gran- 
de lavanderia  a  mano  confessava  che  d^po 
l'applicaxlooe  della  legge,  con  W  operai,  egli 
otteneva  Io  stesso  lavoio  di  prima  con  72.  In 
Olanda  anohe  le  lavandaie  erano  contrarie  alia 
ridaalone  della  giomaU  di  11  ore  per  una  ra- 
gione~~  di  dirertlmeoto.  Prima,  lavorando 
dalle  5  del  mattino  alle  8  di  sera,  dormivano 
nella  sUbtlimento,  e  alla  sera  dalle  8  alle  li 


d'ai 

un  1  : 
mo'' 

St4>> 

tutt 

IT»'''- 

!   <»i>|)«>iie  11   r.into    più    elevato  rti-l 
lavato. 

N  meno,  una  applicazione  rigorosa  e 
vigliamo  della  legge  sul  lavoro  delle  donne 
e  dei  fanciulli  può  ottenere  questo:  di  abo- 
lire il  lavoro  notturno,  di  ridurre  la  gtornat.i 
di  lavoro  nei  suoi  limiti  normali  sopprimcnclo 
l'orario  continuativo  e  spossante  di  in  o  20 
ore  su  24,  di  rendere  superfluo  il  sistema  del 
pagamento  della  mercede  in  parte  in  natura 
anziché  tutto  in  danaro,  di  ridare  quindi  al- 
l'operaio maggior  riposo,  maggior  libertà  e 
maggiori  garanzie  della  esatta  ed  Integrale 
percezione  del  suo  salario. 

Oltre  a  ciò,  dovendosi  il  lavoro  oggi  com- 
piuto in  3  giorni  a  Ift  e  20  ore  al  giorno,  con 
riposi  effimeri,  compiere  in  giornate  di  12  a 
16  oro  con  riposi  di  2  ore,  ne  verrebbe  di 
necessità  che  o  si  aumenterebbe  il  penonale 
o  si  prolungherebbe  11  lavoro  per  un'altra 
giornata  nella  settimana,  rendendo  più  sta- 
bile, in  questo  secondo  caso,  l'occupazione 
delle  lavandaie,  le  quali  non  avrebbero  biso- 
gno di  andar  cercando  occupazioni  in  altri  me- 
stieri, ricavando  esse  l'intero  sostenumento 
settimanale  dalla  loro  professione  abituale. 

Ciò  andrebbe  un  po'  contro  le  abitudini 
del  pubblico,  il  quale  dovrebbe  adattarsi  a 
ricevere  i  panni  imbiancati  il  venerdì  o  il 
sabato  invece  del  giovedì,  ma  il  danno  non 
sarebbe  tanto  rilevante  da  non  poter\Ìja  abi- 
tuare. 

11  pane  raffermo  alla  prima  colazione,  e 
la  camicia  il  sabato  invece  che  il  giovedì 
valgono  bene  la  salute  e  il  riposo  di  migliala 
di  persone,  e  la  maggiore  igiene  nei  procesal 
tecnici  per  tutti. 

Né  è  detto  che  sotto  1  nuovi  blaogni  la 
tecnica  non  escogiti  anche  nel  bacato  alsleml 
di  lavorazione  meno  oostoai  del  grandi  im- 
pianti a  vapore,  che  oooeilino  !•  eàleeine  del 
lavoranti  con  quelle  della  clientela,  mentre 
la  oooperazione  può  efflcaoemente  aiutare  11 
perfezionamento  di  questa  industria  anendo 
in  aziende  importarti  e  provviste  di  mezsl  i 
pici-oli  lavandai  rozzi,  arretrati  e  alieni  del- 
l'adozione di  qualunque  sintema  oos't  igienloo 
oome  meocanioo  moderno. 

AuEasAXUBo  Sanavi. 


MUSICALI:  A.  LAPINI 
Via  del  Giulio,  9  •  FIREIZE 

Invio  GRATIS  Catalogo. 


rT^k^^'" 


Lo  STABILIMENTO   DELLA  NUOVA   SOCIETÀ   G.  B.  BORSALHTO   FU   LaZZABO   E   C. 
PEB  LA  FABBRICAZIONE  DEI   CAPPELLI. 


COME  SI  FANNO  I  CAPPELLI 


Nel  passato  si  può  dire  che  ogni  città  ita- 
liana avesse  la  sua  particolare  industria,  clie 
la  rendeva  rinomata  in  ogni  parte  del  mondo. 
Purtroppo,  per  il  maggior  numero,  essa  non 
rimane  clie  ricordo.  Pochissime  hanno  sa- 
puto conservare  la  tradizione,  adattarla  alle 
esigenze  della  moderna  vita  industriale,  così 
da  serbarle  sotto  nuovo  aspetto  la  primitiva 
grandezza. 

Una  di  queste  città  fortunate  è  certamen- 
te Alessandria.  Se  l'industria  dei  cappelli  si 
è  impiantata  anche  altrove,  Alessandria  ha 
saputo  mantenerle  un  carattere  aristocratico 
per  la  liuezza  della  sua  produzione.  Questa 
era  nell'antichità  affidata  esclusivamente  alla 
piccola  industria.  Erano  legioni  gli  artieri  che 
lavoravano  il  cappello  in  una  piccola  bottega, 
aiutati  da  qualche  operaio.  Ma  è  ormai  un 
secolo  che  per  opera  dei  Camagna  prima  e 
per  quella  di  Giuseppe  e  Lazzaro  liorsalino 
poi,  la  grande  industria  prese  il  posto  del- 
l'antica: assorbì  la  mano  d'opera,  e  colla 
progressiva  e  sempre  più  vasta  adozione  dei 
mezzi  meccanici  riuscì  a  far  penetrare  dap- 
prima, ad  imporre  poi  su  tutti  i  mercati  del 
mondo,  la  supremazia  della  sua  produzione, 
circoscritta  cioè  ai  ciippelli  fini  di  feltro  di 
pelo.  Ne  è  venuto  cosi  che  il  nome  di  Ales- 
sandria è  diventato  oggi  per  11  mondo  in- 
tero sinonimo  di  finezza  di  materia  prima, 
di  bontà  di  lavorazione,  cosicché  questa  pro- 
venienza italiana  non  è  più  nascosta  dai  cap- 
pellai forestieri,  magari  sotto  11  nome  di  qual- 
che città  inglese,  come  si  faceva  in  passato. 

Da  tutto  ciò  è  derivato  che  in  Alessandria 
ha  potuto  fermarsi  una  maestranza  di  spe- 
cialisti nella  lavorazione  del  cappello:  ognuna 
delle  Infinite  operazioni  per  cui  questo  og- 
getto così  necessario  deve  passare  prima  di 
far  bella  mostra  di  sé  nella  vetrina  di  un 


cappellaio  ha  degli  operai  specialisti  per  com- 
pierla; operai  cioè  che  hatuio  spesso  eredi- 
tato di  padre  in  figlio  le  particolari  attitu- 
dini, così  da  poter  essere  considerati  insu- 
perabili. 


Or  sono  circa  due  mesi  che,  trovandomi 
in  Alessandria,  mosso  da  curiosità,  volli  as- 
sumere informazioni  sull'industria  alessan- 
drina del  cappellificio,  sulla  sua  prosperità. 
E  con  grande  piacere  appresi  che  l'industria 
va  sempre  più  prosperando.  La  prosperità 
anzi  è  tale  che  la  vecchia  ditta  Giuseppe 
Borsalino  &  Fratello  non  è  più  sola  a  far 
onore  al  nome  industrialmente  glorioso  doi 
Boi-salino.  Morti  Giuseppe  Borsalino  e  il  di 
lui  fratello  Lazzaro,  i  tìgli  di  entrambi  soii 
diventati  l'anima  di  due  Società:  una,  l'ai 
tica,  è  oggi  un'anonima  avente  alla  sua  test.i 
uno  dei  figli  di  Giuseppe;  l'altra,  nuovissi- 
ma, è  un'accomandita,  di  cui  è  anima  il  figlio 
di  Lazzaro,  vale  a  dire  Giovanni  Battista 
Borsalino,  che  per  ben  un  ventennio  aveva 
fatto  parte  della  vecchia  Società,  acquistando 
in  essa  singolare  competenza  e  perizia.  Non 
un  astioso  spirito  di  l'ivalità  e  di  concorrenza 
fu  la  causa  di  questo  scindersi  di  forze,  ma 
un  bisogno  di  ditì'erenziazione  reso  necessa- 
rio dalle  crescenti  richieste  del  mercato  in- 
ternazionale. E  che  ciò  sia  la  verità  lo  di- 
mostra il  fatto  che  nel  mentre  la  Società 
anonima,  ohe  risponde  al  nome  antico,  non 
fu  per  nulla  scossa  dal  sorgere  della  nuova, 
questa  in  soli  otto  mesi  è  arrivata  a  una 
produzione  quotidiana  di  1200  cappelli,  che 
dovrà  essere  portata,  non  appena  ultimati  i 
nuovi  impLintl,  a  l.>00,  e  ohe  salirà  certa- 
mente sempre  di  più. 


-      e  1111-  Sjxjrial" 

\r>i  c«sl  parlerò 

:<-s«0  In-  ftppO;iXl'>  ,     ; 

merita  p«r-  miracolo  Industriai»  poUMM  oouptn 


elaie  con  cui  l»<\v 
fu  Lascaro  e  C.  si 
interamente  versato 


•nato 


subito  a  L.  3,360.000,  ed  elevabile  a  4  milioni. 


Io  non  conocoevo  dHrindastrla  del  cop- 
pelli che  11  piooolo  saggio  capotto  al  pnV> 
blioo  nella  aalleria  del  Lavoro  deirBapo»; 


UKA   I>ELLE  MACXUiXi:   UIBASTITUIì  I. 

(Fot.  Origgi,  Atfstamdria). 


la  soli  oinqae  moti  fa  p<»ssfbna  adattare 
l'antico  grandioso  stabile  della  Società  Eno- 
logica Italo-Oermanlca,  aamMitarlo  di  an 
plano,  creargli  attorno  padiglioni,  fornire  lo 
stfbllimento  di  tolte  le  più  recenti  e  per» 
fesiooate  macchine,  iniziando  nel  latito  la 
lavorazione,  che  oggi  da  gii  lavoro  a  700  ope- 
rai ed  è  in  grado  —  come  dicevo  —  di  far 
fronte  alle  richieste  con  1300  cappelli  gior- 
nalieri. Sa  10,000  mq.  di  area  sorgono  oggi 
11,000  mq.  di  laboratori  azionati  da  ana  forza 
motrice  a  vapore  —  ohe  col  nuovi  impianti 
salirà  a  400/500  cavalli  —  e  da  150  cavalli 
di  enerva  elettrica. 


zione  di  Milano.  Ma  in  questa  si  trattava  di 
una  lavorazione  speciale   e  limitata,  quale 
poteva  essere  consentita   nel   breve  spazio 
ooooesso  ad  una  mostra.  Ed  essa  non  aveva 
per  tale  ragiono  ^  oaratt4>ri  che  contraddi- 
stlnguono  una  grande.  coloRsale  produzione. 
Ho  perciò  chiesto  di  poter  visitare  i  gran- 
diosi sUbilimenU  della  *  O.  B.  Borsalino  fa 
Lazzaro  •  C^  •  giacché  e<si.  per  la  loro  reoen 
tlsalma  fondazione,  pote%-ano  darmi  un'Ida- 
completa  di  quello  che  di  più  moderno  con 
traddlstlngue   oggi  Tindostrla   dei   csppelU 
fini.  QU  amministratori  della  fortunau  Im- 
presa, 1  direttori  della  statsa  mi  fOrono  lar- 


502 


ghi  di  ogni  più  ospitale  accoglienza,  consen- 
tendomi di  farmi  un'idea  del  processo  per 
il  quale  un  cappello  lìiio  di  feltro  di  pelo  si 
forma. 

Un  cappello!  La  parola  è  una  sola,  ma 
dietro  quest'unità  immagina  il  pubblico  cosa 
si  nasconda?  Esso  potrà  farsene  un'idea  ap- 
prossimativa pensando  alla  varietà  delle  for- 
me, delle  tinte  e  alla  mutevolezza  incessante 
della  mode.  Un  cappelliflcio  che  non  produce 
quel  genere  dozzinale  che  è  riservato  alle 
classi  fra  le  quali  gli  influssi  della  moda  si 
risentono  più  lentamente  e  quasi  sempre  di 
seconda  mano,  ma  bensì  il  genere  line  —  che 
deve  accontentare  i  gusti  e  spesso  crearli,  e 
non  i  gusti  soltanto  del  popolo  di  una  na- 
zione, ma  di  molti  popoli  delle  più  differenti 
nazioni,  che  deve  quindi  preoccuparsi  delle 
diverse  esigenze  dei  climi,  delle  diverse  aspi- 
razioni di  infinite  categorie  di  persone  — 
deve  essere  un  po' come  un  osservatorio.  A 
chi  mi  legge  non  è  mai  accaduto  di  ritro- 
vare *i  qualche  vecchio  canterano  un  cap- 
pello dimenticato  da  qualche  anno  e  di  ri- 
manere stupito  per  l'enorme  ditteronza  che 
passa  fra  esso  e  il  cappello  oggi  usato?  Qual- 
che centimetro  di  più  o  di  meno  nell'altezza 
della  "  cupola  „  o  nella  larghezza  delle  ali 
stabilisce  subito  una  differenza  per  la  quale 
se  voi  usciste  col  cappello  antico,  muovere- 
ste al  riso.  Ciò  dimostra  l'estrema  delica- 
tezza estetica  che  governa  la  produzione 
industriale  del  cappello.  Non  siamo  più  ai 
tempi  in  cui  il  cappello  di  castoro  durava 
la  vita  d'un  uomo  e  passava  poi  in  eredità 
ai  suoi  successori.  Oggi  la  moda  capricciosa 
muta  rapidamente  i  gusti,  moltiplica  le  esi- 
genze e  il  minor  costo  —  reso  possibile  da- 
gli sviluppati  commerci  e  dalle  applicazioni 
meccaniche  —  combinato  col  maggiore  be- 
nessere seconda  questa  varietà  e  questa  mu- 
tevolezza di  gusti. 

Basti  il  dire  che  le  forme  più  in  voga 
attualmente  in  Italia  sono  un  centinaio  per 
i  cappelli  molli  e  una  cinquantina  per  i  duri. 
Ma  se  noi  usciamo  d'Italia  e  volgiamo  verso 
i  paesi  caldi  o  verso  quelli  freddi,  o  attra- 
versiamo i  mari,  troviamo  che  le  foggio  dei 
cappelli  duri  sono  circa  200  e  quelle  dei  cap- 
pelli molli  oltre  660.  E  oltre  alle  forme  ci 
sono  i  colori  —  io  ne  ho  contati  36  —  che 
mutano  essi  pure  con  una  insensibile  suc- 
cessione di  nuances,  e  che  danno  circa  600 
combinazioni  diverse  di  tinte. 

La  nuova  Società  "  G.  B.  Borsallno  fu 
Lazzaro  e  C.  „  esporta  i  suoi  prodotti  attuali 
In  tutti  gli  Stati  d'Europa,  alle  Antille,  al 
Sud-Africa,  alle  due  Americhe,  all'Estremo 
Oriente,  all'Australia:  quindi  e><sa  può  dare 
un'idea  esattissima  di  ciò  che  è  il  cappello 
fine  in  tutti  i  paesi  del  mondo. 

Data  questa  enorme  varietà  di  forme  è 
difficile  precisare  come  la  lavorazione  di  un 
cappello  si  compia.  Quando  si  pensi  che  io 
ho  veduto  in  lavorazione  cappelli  molli  che 
non  pesavano  neppur  40  grammi  e  alcuni 
duri  che  ne  pesavano  appena  65,  ed  altri  in- 
vece straordinariamente  pesanti  —  perchè 
così  sono  richiesti  dall'uso  o  dalle  esigenze 
climatiche  di  parecchi  paesi  —  si  compren- 
derà come  ogni  tipo  voglia  una  lavorazione 
8U»  propria, 


Contentiamoci  perciò  di  una  rapida  scorsa 
attraverso  le  sezioni. 

Ecco  il  deposito  del  pelo.  Un  vastissimo 
ambiente,  ove  in  pacclii  è  il  pelo  quale  ar- 
riva dalle  conperies  di  Francia  e  d'Inghil- 
terra: pelo  di  castoro,  di  lepre,  di  coniglio  e 
sovratutto  di  quella  specie  di  conigli  da  pelo 
detti  garennes.  11  pelo  della  pelle  d'un  intero 
animale  è  tagliato  dalle  conperies  e  impaccato, 
in  modo  che  voi  lo  potete  riconoscere  in  ogni 
sua  parte  ed  escludere  a  prima  vista  che  di 
esso  faccia  parte  quello  che  ricopriva  le  gam- 
be e  la  coda,  che  essendo  troppo  forte  sa- 
rebbe inadatto.  Del  pelo  vengono  fatte  mi- 
sture, a  seconda  della  qualità  del  cappello 
che  si  vuol  produrre.  Stabilita  la  mescolanza, 
il  pelo  viene  sottoposto  col  mezzo  delle  sof- 
fiatrici a  un'operazione  intesa  ad  eliminare 
ciò  che  può  contenere  di  scarto  o  di  pelo 
troppo  coriaceo.  Gli  si  toglie  così  il  20%.  Il 
resto,  che  viene  a  formare  come  una  piuma, 
tanto  è  soffice  e  leggero,  costituisce  la  ma- 
teria prima  destinata  a  creare  la  cosiddetta 
"  imbastitura  „  o  il  primo  feltro. 

La  macchina  "  imbastitrice  „  è  interessan- 
tissima. In  scatole  di  metallo  è  la  quantità 
di  pelo  necessaria  per  formare  il  feltro;  quan- 
tità maggiore  o  minore  a  seconda  che  questo 
dovrà  servire  a  formare  un  cappello  pesante 
o  leggero.  La  massa  del  pelo  viene  introdotta 
dall'alto  della  macchina  imbastitrice,  la  quale 
a  mezzo  di  un  soffio  lo  divide  in  tutti  i  suoi 
componenti  e  lo  fa  cadere  così  sciolto  in  una 
specie  di  cameretta  di  vetro.  Nel  mezzo  di 
questa  è  un  cono  reticolato  a  fori  finissimi, 
girante  velocissimamente  intorno  a  un  pernio 
e  sotto  questo  cono  si  effettua  una  forte  aspi- 
razione d'aria,  che  si  accompagna  a  una  piog- 
gia d'acqua  calda.  Il  pelo  soffiato  dall'alto  e 
aspirato  dal  basso  viene  così  a  distribuirsi  in 
superficie  uguale  sul  cono  e  l'acqua  calda 
opera  il  primo  intrecciamento  dei  peli  fra 
loro,  così  da  costituire  una  massa  unita,  che 
forma  appunto  l'imbastitura,  o  la  trama  del 
feltro  futuro. 

Questi  coni  di  feltro  sono  grandissimi  e 
data  la  loro  grandezza  voi  non  supporreste 
mai,  che  di  quella  specie  di  sacco  conico,  di 
un  impreciso  color  grigiastro,  era  in  origine 
costituito  il  cappello  che  portate  in  capo,  per- 
chè esso  deve  ancora  passare  per  una  quan- 
tità di  operazioni,  le  quali  significano  altret- 
tante riduzioni.  Eccolo  infatti  sottoposto  a 
una  asciugatrice  a  forza  centrifuga,  poi  a  va- 
rie specie  di  massaggi  asciutti  ed  umidi. 

L'operazione  d' "infeltrire „  è  una  delle 
più  complicate:  ai  bagni  acidi  destinati  a  sia- 
nave  il  feltro,  segue  l'opera  delle  follatrici 
americane,  quella  delle  vouìettines  destinate 
tutte  a  rendere  il  feltro  più  spesso  e  resistente. 
Là  lo  si  sfrega,  qua  lo  si  lava,  più  in  là  Io  si 
comprime  e  lo  si  batte.  Quello  che  la  basti - 
tura  viene  così  acquistando  in  resistenza  lo 
perde  in  grandezza,  tantoché  la  vediamo  sem- 
pre più  impicciolirsi.  E  quando  l' infeltrimento 
è  completo,  comincia  la  lavorazione.  L'opera 
di  tintoria  varia  a  seconda  della  qualità  e  della 
tinta;  per  certi  generi  essa  è  compiuta  du- 
rante l'infeltrimento,  per  altri  a  lavorazione 
già  iniziata. 

I  procedimenti  per  I  quali  11  cappello  Tiene 
assumendo  una  forma  sono  infiniti:  U  feltro  è 


-  503 


no  affldaM.  Il  cappello  ti 

e  Col  tiu'7.?.o   di    »:otH   di 

•    ■  i.-e, 


—  che  ■ 
scorre I ■ 
lo  sUt> 
ooloni't- 
netti  e      : 
donne  atmnduiio, 
del  laToro.  alle  op 
un  ordiniì  e    ui:a  i 


g 


L^    *  LATO&AZIuXX   BIAXCA  , 

(Fpf.  Griffo,  A. 


lENB   L  airiU.TKUUUCTO. 


tmpeni  per  ofnl  partloolerità.  ed  ogninift  di 
esse  rappreeente  un*  Tera  ounquiste  del  gè* 
Dio  dell' aomo. 

L'opera  di  rtflntmento  InterrieDe:  fl  oap- 
a#e»eo  ^ 


pello  è  spazzolato,  stirato, 
applicati  bordi,  nastro,  marooolUiio,  fòdere. 
Fra  il  cappello  duro  e  quello  molle  paeea 
questa  differenza,  che  il  primo  è  sottopoeto 
a  una  speciale  operazione  detta  d' inoatrama- 
tara.  compiuta  con  una  soluzione  speciale, 
la  quale  gii  dà  Im  necessari*  durezza. 

Ha  ciò  ch'io  ho  detto  se  paò  bastare  a 
dare  una  idea  della  complessità  delle  opera- 
zioni per  cui  passano  il  pelo  prima  di  diven- 
tare feltro  ed  U  fe.tro  prima  di  diveuUre 


ohe  n  ceppello  prima  di  naw^re  ha 
stato  ri'.  ■■      ;■  .•■■'*  ' 
ogni  pa 
•Ilo  SU' 

qnantit..  ore.  la  g:  . 

nonché  .ento.  Qoc^- 

eacloni      „  «  paasaport. 

peto  a  cappello  nel  suo  nascere,  nel  suo  i 
marsi.    perchè   l'ordinazione   porta  a  ter.- 
segnate  tutte  le  operazioni  per  le  quali 
cappello  dovrà  passare,  e  ogni  operaio  che 
le  compie  deve  segnare  il  suo  nome. 

Ciò  spiega  oi>me  il  cappello,  malgrado  una 
produzione  cod  ooloasale,  s' individualizzi,  e 
l'ordine  venuto  i\»l  Meaiioo  per  date  forme 


-  504  - 


(ìi  testa,  trovi  con  una  precisione  e  una  ra- 
pidità meravigliosa,  un'esecuzione  perfetta 
del  pari  di  quello  arrivato  dai  paesi  nordici. 


Vi  sono  poi  in  questa  produzione  dei  lati 
di  un  singolare  interesse. 

Nella  lavorazione  del  c.ippello  si  usano  due 
generi  di  forme:  quella  por  la  cupola  e  quella 
per  le  ali.  Il  battesimo  di  queste  forme  è 
lasciato  agli  stessi  operai.  Questi  i)ropongono 
e  il  capo  operaio  sceglie  e  dispone. 

Per  le  forme  della  cupola  non  c'è  gran 
libertà  di  scelta;  poiché  variano  meno,  si  è 
tenuto  per  esse  i  nomi  di  citìà.  Le  forme 
delle  ali  invece,  essendo  assai  più  numerose 


Carducci,lV[azzini,Zola,Noebel.  Bellini.  Bracco, 
Doni7,etti,  Franchetti,  Verdi,  Giusti,  Pasteur, 
Cilèa,  Bonci,  Caruso,  Garbin,  Salvini,  Aligi, 
Mila,  Jorio,  Iloio,  Zazà,  Ornella,  Vinicio,  Ursus, 
Elsa,  Pai'sifal,  Tristano,  Isotta,  Wagner,  Zac- 
coni,  Nennelle,  Alceste,  Argo,  Amleto,  Bovio, 
Brunilde,  Barnave,  Boito,  Cattaneo,  Danton, 
Darwin,  Diderot,  Imbriani,  Ibsen,  Lear,  Lu- 
tero, Loria,  Milton,  Mirabeau,  Melò,  Notari, 
Oberdan,   Socrate,  Saffi,  Sarpi,  ec,  ec. 

Anche  le  tinte  dei  cappelli  portano  titoli 
speciali,  ma  questi  sono  nomi  di  luogo  e  an- 
che nomi  fantastici,  come  ad  esempio:  Alpe, 
Cesio,  Liri,  Scais,  Garda,  P^del.  Rupe,  Erbea, 
Fauno,  Fraele,  Venina,  Zana,  Tauro,  Rolla. 

Ho  voluto  notare  questo  particolare  che 
mi  ha  colpito,  perchè  esso  prova  come  quel 


Le  macchine  pressatrici  nella  sezione  informatura. 
(Fot.  Griggi,  Alessandria). 


e  suscettibili  di  modificazioni,  portano  quello 
di  persone  reali  o  fantastiche,  di  glorie  sta- 
bili o  di  quelle  molto  passeggere  dell'ora  che 
passa.  L'opera  letteraria  o  artistica  che  fa 
rumore  trova  ripercosso  11  suo  successo  nel 
battesimo  che  dà  a  una  data  forma  d'ala  di 
cappello.  Ieri  erano  1  personaggi  del  Quo 
Vadis?  e  oggi  sono  quelli  della  Figlia  di  Jorio 
che  Imperano.  II  nome  dell'autore  che  tutto 
sacriBca  al  successo,  si  trova  accostato  a 
quello  del  martire  ohe  sacrifica  la  vita  all'  idea. 
Ma  di  questi  nomi  ho  voluto  notare  quelli 
ohe  mi  si  affacciarono  all'occhio,  ed  eccone 
alpunl  :  Dante,  Edison,  Marconi,  Volta,  Tasso, 


tanto  d'idealità  e  di  poesia  che  l'operaio  ita- 
liano aspira  fuori  dalla  vicenda  incombente 
del  suo  lavoro,  si  ripercuota  poi  in  questo, 
lo  accompagni  nell'opera  quotidiaiia,  raggo 
di  luce  intellettuale,  ondata  avvivatrice  di 
calore  morale,  che  certamente  cooperano  a 
rendere  la  sua  produzione  esteticamente  mi- 
gliore. 

Un  altro  rilievo  degno  di  nota,  è  come 
questa  grande  industria  faccia  tutto  da  sé: 
dalle  forme  alle  fodere  dei  cappelli,  alle  stam- 
pigli3  dei  marocchini,  alle  casse  e  alle  scatole 
d'imballaggio,  portando  così  nella  confezione 
dei  (iettagli  una  vigilanza  assidua  ed  efficace, 


Ma  r industri»  dol  cappeHtflrio  In  Alessan- 
dria mi  licliiAnia  anche  n^  an  altro  atifo- 
nMnto.  ohe  rl^'uarda  din^ttàmeote  gli  operai. 
U«a  don*  ra«rli'ni  p.r  1.»  . inali  spetM  un'in, 
dosirla  locale  decade  è  che  essa  non  sa  te- 

-  -  !e  oondlziODi  della  mano  d'opera  al  li- 


i'ià 
Ja- 

o   a 

t  «lampa  Italia» 

\  n  r.-n<-r.«  un» 

-ot- 

j.cr 

**" -      - vw.,      t-,,«     ,-     ,    il->-<llll£ÌUllO 

dei  nuoTi  operai  e  le  modalità  di  lavoro,  eoo 


Una  deio^k  sxzioxx  ovx  i  cai 


:  SBALLANO  PEB  KSSKKX  OIFrUSl  Ut  TUTTO  tL  MQSl>'> 

{Fot.  iiriggif  Alétaamàrio). 


vello  eoi  hanno  aapnto  glangere  altre  inda- 
strie^  onsiooliè  questo  Msorbono  gli  elementi 
migliori.  ^^ 

Ricordo  ohe  or  non  è  nllto  tempo  ebbi 
a  interessarmi  dell'indastria  del  coltelli  di 
(  .amn.)t>sMo.  QiiestA  Città,  cho  fo  colebr*  in 
-  ->  nella  produzione  dei  coliHIini  e  delle 
flnameoto  lar orati,  non  ha  qna^i  più 
i .  .  ^  ria.  Solo  pochi  vecchi  operai  resistono 
H  :•  I  er  vira  la  tradiiione.  Quale  la  ragione 
di  :.i;^ta  deoaden;:a?  Una  sola,  e  cioè  le  dif- 
ficili condizioni  economiche  create  agU  operai 
di  qaesta  indastrla.  Tali  condizioni  hanno 
^tto  SI  che  molti  operai  hanno  preferito  oer- 


una  garmnsia  pecn- 
rai  p«r  l'osservai' 
rata  e  l'impegno  • 
prlo  contratto,  acc 
cointeressanza  sti;. 
iribnzione  all'erezi 


.-irte  degli  ope* 
i*he  per  la  dn* 
un  vero  e  pro- 

;';<ri  t<emp«>  no« 
'  forma  di  con- 
-..<>  operaie. 


Il  contratto  di  Tonno  —  col  quale  quella 
fabbrica  di  automobili  si  garantiva  la  propria 
maestranza,  di  front»  alla  ricerca  febbrile  di 
operai  da  parte  di  nuove  fabbriche  —  non 
era  però  il  primo  d'IUlia.  Questo  primato 
spetU  alla  ditta  Q.  B.  Borsalino  tu  Lassare 
e  C  della  quale  mi  occupo,  di»  alo  dal  17 
ina^o  1906  e  cioè  due  mesi  prlnw  d'IalxUur* 


506 


la  propria  lavora/Ione,  stabiliva  colla  Fede- 
razione italiana  dei  lavoianti  cappellai  un 
contratto,  di  cui  credo  utile  dare  le  princi- 
pali disposizioni. 

Con  esse  la  ditta  si  impegnava  di  non  as- 
sumere personale  per  la  lavorazione  del  cap- 
pello al  difuori  della  Federazione  Italiana 
Cappellai,  che,  all'uopo,  costituiva  nella  pro- 
pria sezione  in  Alessandria,  un  ufficio  di  col- 
locamento, di  cui  faceva  parte  anche  un  rap* 
presentante  della  Ditta.  Nel  caso  però  in  cui 
detto  ufficio  di  collocamento  non  potesse 
provvedere  un  dato  personale  richiesto  dalla 
Ditta,  questa  allora  avrà  diritto  di  procu- 
rarselo altrove,  direttamente,  impegnandosi, 
però,  a  dar  la  i)recedenza  ai  federati,  ed  ec- 
cettuati, in  ogni  caso,  gli  espulsi  dalla  Fede- 
razione. 

Con  apposito  regolamento  interno,  con- 
cordato fra   le  parti,  sono  stabiliti  gli  orari, 


ancora  una  nuova  conciliazione  dal  Consiglio 
della  Federazione  (sezione  Alessandria)  uni- 
tamente ai  dele^'ati  biella  D  tta. 

Se  invece  la  vertenza  riguarda  quistionl 
disciplinari  o  di  interpretazione  del  regola- 
mento e  del  contratto  di  lavoro  o  altra  qual- 
siasi di  carattere  giuridico,  le  parti  si  rimet- 
teranno ad  un  Collegio  arbitrale  composto 
di  due  membri  nominati  dalla  Ditta,  di  altri 
due  nominati  dalla  Federazione  Cappellai,  i 
quali  quattro  eleggeranno  il  quinto  artdtro. 
Nel  caso  di  disaccoido  in  tale  nomina,  il  quin- 
to arbitro  sarà  di  diritto  il  direttore  dell'Uf- 
fìoio  governativo  del  Lavoro  o  persona  da 
lui  scelta. 

Nel  caso  di  introduzione  di  nuove  mac- 
chine che  importino  diminuzione  di  mano 
d'opera,  il  personale  così  sopravanzato  si  de- 
stinerà in  altre  sezioni  di  lavorazione  affine 
ed  a  parità  di  guadagno. 


L  USCITA   DEGLI   OPEEAI   DALLO   STABILIMKNTO   G.  B.   BoKSALINO   FU   LAZZABO   E   C. 

(Fot.  Griggi,  Alessandria). 


l'osservanza  del  riposo  domenicale,  la  mer- 
cede per  le  ore  di  lavoro  straordinarie  e  tutta 
la  materia  disciplinare,  che  non  sancisce  mul- 
te, e  la  cui  osservanza  è  affidata,  per  le  qui- 
stionl di  carattere  particolare  o  personale  ai 
delegati  degli  operai,  e,  nei  casi  più  gravi, 
ad  una  Commissione  interna  composta  di  tre 
delegati  operai  e  di  tre  rappresentanti  della 
Ditta. 

Riuscito  vano  anche  questo  tentativo,  le 
parti,  previo  "  ultimatum  „  e  sempre  quando 
la  vertenza  riguardi  una  qulstione  di  tarlile 
o  di  modalità  di  lavorazione,  saranno  libere 
di  agire  come  meglio  crederanno. 

Se  coir  intervento  di  tale  Commissione  in- 
terna non  si  ottenesse  raccordo,  sarà  tentata 


Come  si  vede,  si  tende  con  tali  accordi 
non  soltanto  a  impedire  gli  scioperi  vani,  dan- 
nosi per  tutti,  ma  a  tramutare  le  Leghe  in 
vere  Società  di  lavoi-atori  specializzati,  fa- 
cendo rivivere  quelle  corporazioni  d'arti  e 
mestieri  che  furono  in  passato  gloria  d'Italia. 

Si  aggiunga  che  la  giornata  di  lavoro  ò 
di  10  ore,  che  questa  il  sabato  o*  il  giorno 
ohe  precede  due  feste  è  ridotta  ad  otto  ore 
e  mezza;  che  alla  Cassa  di  soccorso  interna 
e  all'assicurazione  alla  Cassa  Nazionale  di 
Previdenza  contribuisce  largamente  la  Ditta, 
la  quale  infine  per  patto  statutario  destina  il 
5%  degli  utili  agli  operai:  si  .aggiunga  tutto 
ciò  —  dicevo  —  e  si  comprenderà  come  in 
pooUi  mesi  la  nuova  Ditta  abbia  potuto  for- 


msni.  rtin»  .^n»r<»    Mltnrrt*  »  te  luoiu  •oo«l-     iirA 
lenti  clouirnti  ci  imporsi.  Oon< 


■TtiT»' 


QqaiiUì  ho  scriiitt  |>anul  debba  estere  n- 
Klon«  di  vlT»  Roddufaxione  per  li  paese  no- 
stro <•••• •  •  ■•  *■■  i...... 

il  >l  dobblsmo  ni'    per 


■  Ijudu   al 

iue«t«  vi> 

mesi  una 

la,  cresta  e  svt- 

risaltati  solo  ot- 

d'annl. 

non  possiamo 

qn*«»t«>  diflTeren- 

•       rsi  di 

nva- 


psrte  del    •  tid. 

arabi,  eglr.  con 

fteresxa  ad  i   In 

lettere  Itallohe,  Ui  lui»{tia  U'  ^  -'- 

ftstioasiont,  seiixa  rldaxioni.  ^ 
ni,  e  penssTo  ohe  e«Ma  dal  i  ■  Uv- 

daecento  cappelli   dlMemin.-.  nte 

oranqae.  sa  oi^nl   terra  «tr  bbe 

istillato. In  molte  teste  rispetto  e  c<.ii«.iriera- 
zlone  per  questa  nostra  patria  lUliana. 
Augusto  Biaoi. 


[Fot.  Grigli,  JlMmuirio). 


LA  MODERNA  STEREOTIPIA 

Applicazione  della  Celluloide.  ^^^ 


11  progresso  nell'arte  tipografica  —  vero 
prodigio  dell'umano  sapere  —  continua  la  sna 
linea  ascendcMitale,  ra^'gi ungendo  man  mano 
le  più  inspprate  altezze.  "  L'uomo  —  cosi 
Adolfo  Padoaii  —  è  il  prodigio  di  Dio,  il  li- 
bro è  il  prodigio  dell'uomo  „. 

Ma  facendo  ancor  nostro  il  pensiero  del 
Sala,  illustre  collaboratore  à.e\V Archivio  Ti- 
pografico, diciamo  che  l'uomo,  ergendosi  sul 
meraviglioso  sviluppo  delle  industrie  e  del 
commer(!io,  ha  voluto  ad  esso  coordinare  la 
nu)ltiplica/ioiie  delle  riproduzioni  a  stampa. 
VA  al  pertezionamento  delle  macchine  tipo- 
grafiche, che  lanciano  in  un'ora  nel  mondo 
migliaia  e  migliaia  di  esemplari  dai  più  sem- 
plici ai  pili  complicati,  non  solo  ad  uno  ma 
bensì  a  vari  colori,  ha  tenuto  pari  il  pro- 
gresso nella  rapida  esecuzione  delle  forme 
e  dei  cliches;  ed  eccovi  che  anche  la  mac- 
china da  cumporre  ebbe  degna  alleata  la  ste- 
reotipia in  piombo,  che  permette  di  ripro- 
durre da  una  prima  composizione  parecchie 
altre  identiche,  rendendo  cosi  ancor  più  sol- 
lecita la  stampa  degli  esemplari. 

Ria  il  sistema  di  stereotipia  non  poteva 
fermarsi  alla  prima  tappa,  a  quella  cioè  in 
piomiio. 

L'uomo  nella  sua  febbre  di  innovazione 
e  di  perfezionamento,  nel  mentre  veniva  man 
mano  a  conoscere  come  detto  sistema  non 
potesse  reggere  degnamente  a  lato  delle  altre 
sue  creazioni,  né  potesse  seguirlo  fin  dove 
egli  intendeva  elevarlo,  ne  escogitava  una 
degna  e  sicura  emancipazione.  E  fu  dopo 
studi  pazienti,  continui  e  diligenti,  che  rag- 
giunse finalmente  la  splendida  Invenzione 
della  stereotipia  in  celluloide. 

Non  vi  ha  composizione  per  quanto  com- 
plicata, non  vi  ha  cliché  per  quanto  fine,  che 


sfugga  al  nuovo  trovato  :  e  con  una  sola  ma- 
trice, pur  essa  in  celluloide,  possono  con  una 
velocità  incredibile  riprodursi  innumerevoli 
stereotipie. 

Ai  tipografi  il  giudicare  la  importanza  di 
simile  trovato,  che  con  spesa  insignificante 
permette  di  riprodurre  in  celluloide  anche 
il  più  meraviglionn  processo  fotomeccanico:  la 
Tricromia,  e  con  una  precisione  assoluta  nella 
sovrapposizione  dei  colori,  prestandosi  alla 
stampa  con  grandissima  facilita. 

Chiunque  abbia  visitata  la  Galleria  del  Tia- 
voro  nella  grandiosa  Esposizione  di  Milano, 
avrà  potuto  assistere  alla  esecuzione  delle 
stereotipie  ed  alla  tiratura  dei  clichés  in  cel- 
luloide eseguite  in  modo  sorprendente. 

L'importanza  del  nuovo  sistema,  protetto 
da  brevetto  di  invenzione  in  tutte  le  nazioni, 
ebbe  degno  apprezzamento  dai  tecnici  del- 
l'arte tipografica  ed  una  grandiosa  Società 
Internazionale  sorse  a  Genova  con  tre  milioni 
di  capitale,  sotto  la  denomin.azione  di  Società 
Anonima  fnleriuiziofiale  per  i  Clichés  in  Cellu- 
loide Uacignhcpi,  collo  scopo  di  far  conoscere 
ovunque  e  di  cedere  le  licenze  agli  stabili- 
menti tipografici  i  quali,  da  soli,  potranno 
cosi  eseguire  stereotipie  col  nuovo   sistema. 

Alla  ditta  Ridolfi  ed  Agostini  di  Firenze, 
venne  affidata  la  Rappresentanza  Generale  per 
r Italia:  ad  essa  dovranno  quindi  rivolgersi 
le  domande  di  concessione. 

La  presente  pagina  e  la  riproduzione  a 
colori  che  abbiamo  voluto  dedii-are  all'im- 
portante invenzione,  vennero  stampate  con 
clichés  in  celluloide.  Con  queste  ognuno  può 
giudicare  a  quale  grado  di  perfezionamento 
il  genio  umano  abbia  oggi  elevato  il  sistema 
di  stereotipia. 


(l)  La  celluloide  usata  per  simile  lavorazione  è  di  qualità  speciale  e  brevettata. 


^11    11^^ 


La  oxakdx  Caxhxkjl  Y.  Valtamou  Vbaxoo  or  QxanàOXAXO  (rorfiM). 


COME  SI  FA  LA  CARTA 

(Visitando   una   grande    Cartiera), 


'.irta  di  strac  M.  nota  ai  Cinesi  da  tempo 
>lmo.  si  coiiiJni'iò  a  fabbricare  in  Oc- 
solo  nei  XII  !>ecolo.  Il  niunoscritto  più 
!i  carta  di  stracci,  fra  (lui-lli  che  ci  Tv 
portano  una  data,  e  dei  1154.  E  dopo 
re  di  Spa^'na.  che  »<ino  le  primitive 
:.a  fu  a  XativaK  par*'  che  la  cirtiera 
.    tica  »ia  stata  ui  Italia   quella   di    Fa- 
briano  nella  Marca  di  Ancona,  già  fiorente 
nel  Moolo  Xlil. 

Nel  primi  tempi  dell' tndastria  gii  stracci 
si  fiaceTano  semi-impatridire  e  fermenure 
neir  umidita,  poi  si  tritavano,  bi  scaldavano 
e  ai  batteTano  flr><.  a  r  durll  ia  pasta. 

Le  primo  <>arta,  destinate  sol- 

tanto a  scn.  peaantlaslme  ed  lo- 

coliate,  nel  ke-i:<<.<j  .v  <  i.  »i  introdiuae  la  carta 
senra  colla  pei  libri  e  le  sUmpe  In  genere. 
Perfezionamenti  notevoli  nella  fabbrica- 
zione della  carta  a  maocbinaitarouo  apportati 
verso  il  prtuclpio  del  secolo  scorso  dai  tede- 
sebi  e  dagli  inglesi:  le  macchine  complica- 
tissime che  ogKi  si  tuuuiu  nelle  (crandi  car- 
tiere traggono  origine  da  quelle  del  Dickinson 
e  del  Foudrinier,  cbe  pei  primi  dettero  nuovo 
impulso  all'industria  moderna. 

La  carta  può  fabbricarsi  a  mano  o  a  mao* 
china:  il  primo  metodo  si  adatu  principal- 
mente alla  carta  di  pezza  di  maggior  valore; 
questo  sistema,  usato  anticamente  in  tutte 
le  fabbriche,  oggi  si  è  ristretto  di  molto,  e 


serve  soltanto  per  la  fabbt trazione  delta  carta 
speciale  di  luiwo,  della  carta  bollata  e  per  la 
fornitura  di  qualche  amministrazione:  inAmr'' 
rica  nou  vi  sono  più  fabbriche  di  carta  a  oui> 
ed  anche  le  carte-valori  hi  fanno  a  macchili- 

Oggi  quasi  tutta   la  fab.  ricazion<'    !•  :  i 
carta  è  fat:a  con  macchine,  che  o.Ti 
grandixstmi  vantaggi  dulia  celerità,  d- 
uomta  e  dflla  precisione.   Anche  n«' 
bricazione  della  carta  a  mano  lo  pil> 
produzione  della  pasta  ed  altri  aoceabij: 
mosjte  meci-anicamente,  quello  peri»  ch«  e  • 
ratterizza  la  fabbricazione  a  macchina  ai 

l'impteiro  dei  mecca-"- ""^Mcati  che  V  > 

«formano  automati  ,  cita  In  rar 

la^fl|Mpuio,  la  ri;..  irano.  la  t  . 

glIQ^nimlnando  i  a7.i"n<-  'eretta  dell'ope- 
raio.  e  la  porgono  finalmente  iu  rotoli  dJ 
Indefinita  lunghezza. 

Aawentaodo  via  via  l'uso  ed  il  oonsatr. 
della  carU  pel  diffondersi  della  civiltà  e  d< 
rtstruzlone.  per  l'estendt-r-^i    ì-i  i-..inuiet 
e  per  la  creazione  di   t^ 
tempo  è  risultato  insuffli- 

gni   la  materia  prima  Ui—  -  : 

zione  della  carta,  e  si  è  reso  a— oiotamenU 
necessario  l'uso  di  sapoedaoel  al  «Miei.  Il 
cui  commercio  è  r  m  uto,  j>«r  U  mu  stMn 
natura,  quasi  stazionario. 

Per  trovare  un  materiale  booDO  ed  «co» 
nomlco,  Tennero  provai*  moUlailae  »jrt>n— 


—  510  — 


vegetali  fibrose,  come  paglia  di  graminacee, 
foglie  di  sparto,  luppoli,  ginestra,  ortica,  fieno, 
trifoglio,  juta,  alghe,  palme;  detriti  e  raschia- 
tura di  legno,  ec,  in  Italia  si  propende  per 
le  paglie  di  graminacee.  In  generale,  si  può 
dire  che  tutte  le  sostanze  filamentose  si  pre- 
stano per  la  fabbricazione  della  carta,  e  la 
scelta  deve  farsi  con  criteri  economici,  per 
cui,  scartando  le  materie  tessi  i  ricercate  per 
le  tilature  e  quindi  costose,  bisogna  fermarsi 
a  quelle  altre  che  si  trovano  a  buon  mercato  e 
non  richittdono  un  trattamento  troppo  costoso. 
Il  legno  si  trova  in  abbondanza  dovun- 
que, ed  è  perciò  quello  più  g  neralmente 
usato.  La  qualità  di  legno  da  impiegare  varia 
naturalmente  secondo  i  paesi  e  subordinata- 
mente secondo  la  qualità  di  carta  da  fab- 
bricare. La  pasta  di  legno  in  generale  però, 
essendo  formata  di  fibre  grosse  e  corte,  non 
si  adopera  quasi  mai  sola  nella  fabbricazione 
della  carta,  c!ie  riuscirebbe  troppo  rigida  e 
fragile,  ma  si  mescola  in  varia  proporzione 
con  pasta  di  cenci,  secondo  la  qualità  del 
prodotto  che  si  vuole  ottenere. 


Una  fra  le  più  importanti  cartiere  è  senza 
dubbio  quella  di  Germagnano  (presso  To- 
rino), che  avemmo  il  piacere  di  visitare  ac- 
curatamente qualche  tempo  fa,  mercè  la  gen- 
tilezza del  signor  V.  Valvassori  Fi-auco  e  dei 
suoi  amministratori. 

Questa  importante  fabbrica  di  carta,  che 
ha  la  sua  sede  amministrativa  in  Torino,  via 
Cavour,  n.  15;  d'^positi  in  Torino,  Firenze  e 
Bologna,  e  rappresentanze  nelle  principali 
città  d'Italia,  ha  il  suo  stabilimento  in  Ger- 
magnano, appiè  di  un  monte,  ove  si  estende 
per  molte  migliaia  di  metri  quadrati. 

L'aspetto  dell' intorno  dello  Stabilimento 
è  veramente  grandioso  :  circa  cinquecento 
operai  lavorano  assiduamente  alle  granii 
macchine. 

Fra  queste  sono  notevoli  due  grandi  mac- 
chine a  lavoro  continuo,  e  tre  grandi  slibratoi 
per  la  fabbricazione  meccanica  della  pasta  di 
legno. 

Questa  fabbricazione  è  senza  dubbio  una 
delle  più  interessanti  ad  osservare,  eseguen- 
dosi quasi  tutto  il  lavoro  automaticamente. 

La  fabbricazione  meccanica  della  pasta 
di  legno  richiede  un  impianto  speciale,  in  cui 
i  diversi  meccanismi  si  succedono  l'uno  al- 
l'altro con  una  disposizione  a  gradinata  e 
che  porta  ordinariamente  il  nome  di  mac- 
china di  Voelter,  benché  il  suo  modello  sia 
stato  poi  successivamente  modificato. 

EocDne  qualche  cenno.  I  piccoli  tronchi, 
già  tagflciti  a  mano  grossolanamente,  sono 
stritolati  in  un  primo  apparecchio  detto  smi- 
niizzalore,  che  consisto  in  una  mola  verticale 
mossa  velocomente  contro  di  cui  1  pezzi  di 
legno  sono  compressi  da  quattro  o  cinque 
c«wjj ■•«»*«»•/ speciali:  la  mola  è  continuamente 
bagnata  da  un  filo  d'acqua  ohe  evita  11  ri- 
scaldamento del  legno  e  forma  nello  stesso 
tempo  il  veicolo  che  trasporta  poi  il  le«no 
sminuzzato  negli  apparecchi  detti  depuratori. 

Questi  sono  composti  da  truogoli  di  la- 
miera, ili  oui  si  movouo  del  panieri  funzio- 


nanti da  staocio,  del  cilindri  a  pnreti  forate 
che  lasciano  passare  soltanto  le  fibre  di  una 
certa  finezza,  e  dei  rastrelli  che  schiumano 
il  liquido  e  ne  fanno  cadere  al  di  fuori  le 
parti  grosse  che  vi  nuotano.  I  depuratori 
sono  in  numero  variabile  di  due  o  tre,  ed 
hanno  uno  staccio  sempre  più  sottile:  da 
questi,  sempre  per  effetto  di  dislivello,  i  pro- 
dotti passano  al  ra/finatore  che  utilizza  e  per- 
feziona le  parti  non  sminuzzate  a  sufficienza, 
ed  è  formato  da  una  piccola  mola  circolare, 
mossa  da  un  sistema  di  ingranaggi,  e  che  può 
esser  serrata  più  o  meno  conti-o  il  piatto  mo- 
bile superiore;  da  ultimo  la  pasta  di  legno 
passa  nei  classatori  che,  in  numero  di  tre, 
servono  a  filtrai-e  e  dividere  le  fibre  secondo 
il  loro  grado  di  finezza  e  sono  composti  dì 
tamburi  girevoli  a  staccio  metallico  sempre 
più  fitto. 

A  questo  punto  la  pasta  di  legno  è  ri- 
dotta abbastanza  fina  da  potersi  adoperare 
per  la  fabbricazione  della  carta. 

La  Cartiera  Valvassori  Franco  di  Germa- 
gnano produce  ogni  genere  di  carte  a  mac- 
china, bianche  e  colorate,  da  scrivere,  da 
stampa,  da  registro  musica,  assorbenti,  da 
imballaggio  fine  e  mezzo  fine,  cartoncini  bian- 
chi e  colorati,  fini  e  mezzo  fini. 

La  forza  motrice  è  data  da  sei  turbine 
di  1000  cavalli  vapore  ciascuno,  e  da  due 
motrici  a  vapore  di  160  HP. 

Nulla  di  più  impressionante  di  questa 
enorme  forza,  distriljuita  automaticamente, 
nei  diversi  reparti,  che  pone  in  azione  tante 
macchine  di  forma  e  di  uso  diversi;  nulla 
di  più  interessante  di  vedere  in  piccolo  spazio 
di  tempo  i  ti-onchi  d'albero  ridotti  in  pasta, 
e  la  pasta  ridotta  in  larghi  fogli  di  carta,  di 
ogni  colore  e  dimensione,  pronti  ad  invol- 
gere o  ad  essere  impressi. 


La  Cartiera  Valvassori  fornisce  il  mate- 
riale per  stampare  ad  una  clientela  ricca  e 
scelta,  quale  una  Casa  di  prim' ordine  si  me- 
rita. La  maggior  parte  dei  libri  editi  dalla 
ditta  R.  Bemporad  e  figlio,  specie  quei  nitidi 
volumetti  per  le  scuole  che  si  trovano  in  ogni 
parte  d'Italia,  sono  stampati  su  carta  uscita 
dallo  stabilimonto  di  Germagnano. 

Anche  il  GininUino  della  Do  nenica,  quel 
gioiello  di  periodico  edico  e  stampato  con 
tanta  cura  e  tanta  eleganza  del  quale  par- 
liamo difTusamonte  più  innanzi,  viene  im- 
presso su  carta  Valvassori. 

Siamo  dispiacenti  che  la  ristrettezza  dello 
spazio  c'impedisca  di  riportare  alcune  inte- 
ressantissime fotografie,  che  abbiamo  sott'oc- 
chio,  riproducenti  l'interno  del  grandioso 
stabilimento,  le  macchine,  gli  operai  al  la- 
voro, ec.  I  nostri  lettori  avrebbero  seguito  in 
tutto  il  suo  svolgimento  anche  la  lavorazione 
della  carta,  insieme  alla  stampa  e  alla  compi- 
lazione del  giornale. 

Se  lo  spazio  e  le  esigenze  di  varietà  della 
pubblicazione  ce  lo  permetteranno,  non  man- 
cheremo di  riprodurle  neW Almanacco  1909, 
certi  ohe  tutti  coloro  che  s'interessano  al  pro- 
gressi dell'industria  nazionale  ce  ne  saranno 
grati.  M. 


—  .MI    — 


Caxtomx  di  Yapbxo  D'Adda. 


LE  CARTIERE  AMBROGIO  BINDA  &  C.  -  MILANO 


La  ditta  Atmbrogio  Binda  <t  C,  fondata 
nel  1855.  deve  oonaiderani  f^  le  più  impor- 
tanti d'Italia  per  reooeUenxa  dei  suoi  pro- 
dotti e  per  la  forte  esportazione  nell'Estremo 
Oriente  e  nelle  Americhe.  La  Ditta  Binda  pos- 
siede dne  Cartiere,  una  alla  Conca  Fallata 
presso  Milano,  die  oooapa  oltre  mille  ope- 
rai, l'altra  a  Yaprto  d'Adda,  die  oocupa  circa 
600  operai. 

La  Dttu  Amibrogi»  Bimda  ^  C  produce  an- 
Doalnurate  5  miUoiil  di  kf .  di  oarie  Unisalme 
e  Ani  da  lettere,  da  etempa,  da  registri,  da 
disegno,  da  elMMcrafla,  da  eeuola. 

Bpeetali  rtpettl  sono  destinati  alla  oonfé- 
sione  ddle  carte  In  scatole,  dalle  p!è  eleganU 
aUe  pia  eoooomicbe,  ai  bfgUettt  da  Ttaita, 
r'arte  da  latto,  quaderni,  eoa 

Altre  specialità  sono  la  preparazione  delle 
arte  oso  pelle,  marmorate  per  legatori,  pa- 
tinate per  orano  e  per  illastrazioni,  ed  In 


tale  specialità  ha  raggiunto   la   prodoxtone 
di  3000  kg.  al  giorno. 

Nella  fabbricazione   delle  baste  Uene  n 
primo  posto,  prodacendone  600  mila  al  gl<> 
no.  cifra  ohe  sta  per  essere  aomealata  e 
l'impianto  di  nuove  macelline. 

Il  merito  principale  del  sIgDOr  Ambrog 
Binda  e  dei  suoi  snooessorl  oonsiste»  non  soi 
nella  importanza  della  sna  prodnsloiie.  ma 
anche  nel  fatto  di  aver  introdotto  molti  rami 
di  lavoro,  il  coi  fine  è  la  trasformazione  della 
carta,  e  che  ogaono  di  essi  eosUtalsoe  una 
vera  indostrla  ohe,  o  aoo  eststera  In  Italia. 
oppure  vi  si  troTava  allo  stato  rudimen- 
tale. 

Trattasi  dunque  di  una  delle  più  lmp<' 
tanti  case  nszionall.  non  solo  per  la  quanuui. 
ma  anche  per  la  qualità  e  la  speoiatità  del 
suol  prodotti,  ohe  sono  altamente  appressati 
sui  principali  m«t«ati  d 


L'Ufficio  ABBONAMENTI,  nella  Libkeeia  Bempokad. 


COME  SI  FA  UN  GRANDE  GIORNALE  PER  RAGAZZI 


Quando  sono  nati  i  primi  giornali  per  la 
fanciullezza?  La  questione  si  ricollega  con 
quella  piìi  generica  dell'origine  dei  giornali, 
ma  è  molto  meno  oscura  e  più  facile  a  ri- 
solversi, perchè  in  realtà  possiamo  esser  quasi 
sicuri  che  tino  al  secolo  passato  non  sono 
esistiti  veri  e  propri  giornali  compilati  e  stam- 


Vamba  (Luigi  Bertelli). 


pati  esclusivamente  ad  uso  dei  ragazzi.  Ed  è 
naturale.  Per  molti  e  molti  anni  anche  il  gior- 
nale per  grandi  fu  concepito  come  una  cosa 
di  lusso,  come  un  grazioso  strumento  di  pet- 
tegolezzi 0  di  satira,  o  come  palestra  lette- 


raria; soltanto  nel  secolo  XIX  esso  diventò 
una  grandiosa  miniera  d'informazioni,  l'amico 
d'ogni  famiglia,  quasi  un  oggetto  domestico 
di  cui  nessuno  può  fare  a  meno. 

E  così  a  poco  a  poco  si  pensò  che  questo 
poderoso  mezzo  di  diffusione  d'idee  e  di  sen- 
timenti poteva  avere  anche  un' elficacia  edu- 
cativa, e  si  concepì  la  possibilità  di  periodici 
destinati  all'infanzia.  D'altra  parte  l'istinto 
d'imitazione  e  la  curiosità  —  così  sviluppati 
nei  ragazzi  —  doveva  far  provare  a  questi 
vivissimo  il  desidei-io  d'avere  un  giornale 
tutto  per  loro,  come  l'avevano  i  loro  babbi. 
E  i  primi  giornali  per  l'infanzia  sorsero,  prima, 
naturalmente,  in  Inghilterra  e  in  Francia,  pi)i 
anche  nel  nostro  paese.  Ricordiamo  subito 
L'ami  de  In  J^unestie  et  des  fnmil'es,  L'ami 
chtétien  desfamillts,  L'ami  de l'Enfance,  L'ami 
des  Enfants,  Le  nioniteuv  du  jeune  óge;  e  in 
Italia  Scritti  per  fanciulli  (1853)  fondato  e  di- 
retto dal  benemerito  Pietro  Thouar;  L'amico 
dei  fanciulli  e  anche  L'amico  delle  fanciulle, 
L' Infanzia  e  L'Adolescenza,  e  perfino  II  Caffè, 
tutti  di  Firenze,  come  pure  di  Firenze  era 
Il  Nonno!  Tutti  titoli,  come  si  vede,  poco  di- 
vertenti, e  troppo  rivelatori  dell'intento  di 
propaganda  morale  e  religiosa  che  i  fonda- 
tori si  prefiggevano,  senza  raggiungerli  mai, 
perchè  quei  giornali  erano  letti  da  tutti  tranne 
dai  ragazzi,  i  quali  sono  meno  resistenti  al) a 
noia  degli  adulti  !  A  Cremona  poco  dopo  sor- 
geva La  piccola  aiuola,  titolo  che  farebbe  ri- 
dere un  ragazzo  moderno,  e  a  Napoli  Lo 
spione  educativo....  che  non  spronava  davvero 
ad  abbonarsi.  E,  dentro,  c'era  di  tutto  un  po': 
notizie  del  mondo  intero,  prese  a  ca^o  dai 
giornali  quotidiani,  dissertazioni  scientifiche 
non  metio  inesatto  che  pesanti,  e  più  che  al- 
tro novelline,  apologhi,  romanzetti  educativi 
scritti  con  quello  stile  Involuto  e  ricercato 
che  usava  allora,  e  che  non  doveva  conciliare 
molto  la  simpatia  dei  piccoli  lettori  verso 
quegli  ideali  morali  che  lo  scrittore  preten- 
deva Inculcare.  Morale  del  resto  molto  facile, 
molto  semplice,  molto  —  diciamo  pure  la 
brutta  parola  —  banale,  senza  nulla  che  la 


Tricromia  eseguiU  e  sUmpaU  eoo  CUcbés  in  CELLULOIDE 

Leggere  articolo  a  pagina  506 


'T^^mfwsmm:^^ 


-  519  - 

Ttri  rK^Mon  calore  di  frde.  no»,    a  ni^witt  ^r#^^fl<^;rla!(»  r^flyloM,  polf'ci 


ODO  nocui  di  B 


t  cipto  ohe 

v« 


a  menu.  Y 

;<io  non  mei^ 
Mialn  (i<>v«'\ 


Hasii  dire  che     tacili  a 
tu  poi  anche    difficult 


J.  cu»  UiJile  ma- 


:<».  M,  a' Intende  m; 
e,  di  divertire  aeii 
■  r  mai  iivi  monotono,  nell" 
,o»o^^  quatido  si  deve»  fare  (!■ 
e  deirart«  per  radazzi,  qaan  . 
rinunziare  a  tutti  quei  veoehi  mer 


In  tipogi-afìa:  Sala  dkllk  MAOCHlirs. 


!.ll,0     .TI)c 

1,    stari 


<n  msmore  desiderio, 
•lopu  il    iiiitrnale   d*i 

Tr.v.-^    :i    M  U    ..    i:..- 


a:iooni  stentAtamciiU;,  c*?rc.tii<1u  d'ot- 
la  preferenza  con  la  mitezsa  del  prezxo, 
iiKiaudo  perciò  a  ogni  eleganza  e  qtuul 
j,  o^'iii  dignità  di  aoaUasa  e#i  forma. 

//  Giornalino  dolio  Dommica,  oompano 
alla  luce  il  S4  giogno  1906  dopo  langhlaauna 
o  accurata  preparazione,  edito  senza  rispar- 
mio d'energia  ne  di  denaro  dalla  ditta  B.  Bem- 
r...rvi  e  F.  di  Firenze,  e  diretto  da  Vnmba 
Beriel'.it  vale,  a  dire  da  nna  delle  pln 
1  personalità  del  giornalismo  italiann, 
iiii  uMìmpronta  onmpletameote  diversa  da 
tutti  quelli  che  lo  precedettero. e.  raigli<  rin  lo 
sempre  per  virtù  propria,  io  omag^o  a  un 
latralo  di  perfezione  autouomo  e  uuu  attuto 


a  quei  tradizionali  ttmmenti  dell'arte  •' 
divertire  ohe  altrove  possono  adoperarsi  lar- 
L- tt!i.-Mt<>.  Ma  qui.  in  nn  giornale  per  ra^azzu 
s .  {>os'«ono  dire  né  far  vedere  4elle  enee 
u  n  sulo  sconcie,  maneppor»  minimamoute 
proosoi;  qoi  non  si  pao  la 

fondamentale  dell'arte  <!  '■•> 

è  r<Mierff;  qui  btso-^a  re«  «r»;  u<-iiii"  •••utti 
di  convenienza,  d'opportunità  e  aaote  di 
facilità  ben  deAnltl  e  neoessariamente  rlstrei> 


Queste  è  la  prima  dlOooItà  ohe  It  Ci' 
nalimo  eolia  Doatoniea  ha  brllUntemente  *>' 
pereto,  ool  sussidio  dei  pln  notevoli  tage^il 
che  il  Doetro  paese  abbia  prodotto  in  questo 
campo.  Rd  è  gloria  del  (ìiormalimo  avere  non 
solUiito  richiamato  l'attenzione  dei  migliori 
scrittori  e  artisU  di  fama  gm  subilita.  1  quali 
hanno  tutti  trovato  in  fondo  alla  loro  aatma 
nna  nota  gentile  da  dedicare  al  nostri  rs* 
gassi,  ma  d'avere  a^iclie  rivelato  delle  per» 
souol.tà  arti»tiatie  e  lettencM  noteTollaslme, 


-  514  - 


èiie  aitrimonti  sareijtìevo  rima?itc  chi  sa  pr>r 
<Hiaiito  tempo  iiell' ombra.  >iessuii  giornule, 
par  esempio,  conta  un  numero  di  scrittrici 
valenti  e  originali  paragonabile  a  quello  che 
forma  il  vanto  del  Giornn/ino  delUi  Domenim. 
È  innegabile  che  nella  letteratura  infantile 
le  donne  hanno,  per  quantità,  il  primato  su- 
f{li  uomini,  mentre  per  qualità  li  pareggiano. 
E  forse  naturale  e  certamente  utile  che  sia 
così,  ma  ad  ogni  modo  il  fatto  non  era  ap- 
parso mai  cosi  evidente  come  ora,  e  il  Gior- 
nalino  può  andar  lieto  d'aver  contribuito  ad 
affermare  questa  simpatica,  onesta  forma  di 
femminile  intellettualità. 

Passando  ad  altro  campo,  quanti  pittori 
e  disegnatori  che  finora  non  si  erano  mal 
troppo  curati  di  rivolgere  lo  sguardo  attento 
al  mondo  dell'infanzia  per  trarne  le  loro  ispi- 
razioni, quanti  arguti  caricaturisti  d'uomini 
politici  e  di  divettes  da  caffè  concerto,  quanti 
illustratori  di  cartelloni  genialmente  commer- 
ciali, dopo  l'apparizione  del  Giornalino  si  sono 
accorti  che  esisteva  ancora  un  campo  ster- 
minato alle  imprese  del  loro  pennello,  sono 
stati  lieti  di  poter  purificare  e  rinfrescare  la 
loro  fantasia  nella  riproduzione  pittorica  della 
vita  dei  ragazzi! 

Le  copertine  del  Giornalino  hanno  ormai 
richiamato  l'attenzione  di  tutti  i  critici  e  di- 
lettanti oltre  che  del  pubblico  giovine  ed  en- 
tusiasta che  aspetta  ogni  settimana  di  sorri- 
dere, di  commuoversi,  di  pensare  davanti  a 
quelle  scenette  dipinte  con  grazia,  con  vi- 
goria, sopratutto  con  sincerità.  Gli  Editori 
del  Giornalino  hanno  affrontato  un'ingentis- 
sima  spesa,  e  chi  dirige  si  è  sobbarcato  a  una 
grave  responsabilità  estetica  prendendo  l'im- 
pegno di  pubblicare  ogni  settimana  il  gior- 
nale sotto  una  veste  nuova!  I  bozzetti  per 
copertina  affluiscono  continuamente  da  ogni 
parte  d'Italia,  ma  come  difficile  e  laboriosa 
è  la  scelta!  Pure,  questo  arrivare  ininterrotto 
di  disegni  dimostra  un  lusinghiero  interessa- 
mento dei  nostri  pittori  per  la  maggiore  pub- 
blicazione del  genere  che  esista  in  Italia,  ed 
è  tanto  piìx  significativa  in  quanto  si  suppone 
che  non  soltanto  il  desiderio  di  lucro  muova 
l'amoroso  pennello  dei  bravi  artisti. 

Abbiamo  detto  che  il  Giornalino  è  la  mag- 
gior pubblicazione  del  genere  in  Italia.  Po- 
tremmo aggiungere  ch'esso  si  avvia  a  co- 
stituire senz'altro  uno  fra  i  più  importanti 
periodici  del  nostro  paese,  di  qualunque  ge- 
nere! La  sua  tiratura  aumenta  con  moto 
rapido  e  sicuro  e  il  numero  degli  abbonati 
è  tale,  che  si  può  dire  non  vi  sìa  paesello  in 
Italia  dove  almeno  qualche  copia  del  G  or- 
vulino  non  giunga  ad  allietare  i  ragazzi,  e.... 
a  distrarre  i  grandi  dalla  vita  monotona  della 
provincia.  Perchè  il  Giornalino  ha  fatto  que- 
sto miracolo;  di  diventare  indispensabile  alle 
persone  adulte  della  famiglia  non  meno  che 
al  bambini  cui  sarebbe  dedicalo:  risultato 
facile  a  spiegarsi  quando  si  pensi  ch'esso  co- 
stituisce una  modesta,  ma  coscienziosa  e  ge- 
niale opera  d'arte,  e  che  l'arte  vera  è  in 
fondo  identica  ed  egualmente  attraente  per 
tutti,  grandi  o  piccoli  che  siano. 

Per  completare  questo  breve  cenno  in- 
torno alla  fortunata  pubblicazione,  accen- 
rriamo  rapidamente  alla  parto  tecnica  della 
compilazione  e   dulia   stampa.   Qauiitu   ullu 


prima,  essa  hn  per  princi'pr  essenziali,  che  1 
lavori  debbano  essere  quanto  è  possibile 
d'attitalifà.  ri'jppcchiare  cioè  la  vita  i^aliana 
e  mondiale  conteinporanea  e  mapari  giorna- 
liera in  quanto  possa  interessare  i  ragazzi. 
Questi  devono  avere  dinanzi  :igli  occhi  un 
vero  giornale,  non  una  rivista  incolore,  sem- 
pre uguale  di    numero   in  numero,  o  conte- 


In  redazione:  CEnALACCA  E  Maestro  Sapone 
(due  de' pili  popolari  redattori)  spogliano  la 
numerosissima  corrispondenza. 

nente  scritti  che  si  possono  riferire  all'oggi 
come  a  dieci  anni  addietro.  Tale  impronta 
di  freschezza,  che  distingue,  a  confessione  di 
tutti,  il  Giornalino,  è  anche  il  segreto  del  fà- 
scino speciale  che  esercita  la  sua  lettura.  Gli 
scritti  sono  tutti  pagati,  ciò  che  assicura  la 
collaborazione  coscienziosa  e  attiva  dei  mi- 
gliori, e  sono  illustrati  (ecco  un'Altra  novità 
di  grande  importanza)  appositamente  con  di- 
segni originali,  mentre  finora  si  usava  adope- 
rare ripetutamente  dei  rlichés  vecchi,  e  su 
questi  fabbricare  l'articolo  esplicativo,  il  rac- 
contino o  la  poesiola,  rinunziando  così  ad 
ogni  sincerità  d'espressione  e  spontanei ^à 
d'ispirazione. 

Messo  insieme,  secondo  questi  principi,  il 
materiale  per  ciascun  numero  (al  quale  si 
cerca  di  dare  la  massima  varietà,  alternando 
gli  scritti  e  le  illustrazioni  più  diverse  per 
genere  e  per  maggiore  o  minore  facilità)  il 
giornale  viene  rapidamente  e  accuratamente 
stampato  in  uno  dei  più  grandiosi  Stabili- 
menti tipo-litografici  di  Firenze,  che  ha  fatto 
appositamente  acquisto  di  macchine  moder- 
ne e  perfezionate. 

La  stampa  del  Giornalino  costituisce  un 
lavoro  del  più  interessanti  :  è  diretta  da  un 
esperto  direttore  tipografico  e  sorvegliata 
dal  principio  alla  fine  dalla  Direzione.  Cre- 
diamo che  pochi  giornali  illustrati  (e  nessuno 
a  parità  di  prezzo)  siano  impaginati  e  com- 
posti con  un  buon  gusto  paragonabile  a  quello 
del  Giornalino:  cosa  notevolissima  anche  per- 
chè, come  dicemmo,  i  numeri  di  questo  non 
vengono  mai  preparati  molto  tempo  prima 
e  pubbiicuti  via  via,  ciò  che  sarebbe  iroppo 


ti  •  tlAmpiiti  sotti-    dui  LtinMl,  qnnndo  «1  mmlncU  ii  m<»!»«»rf 

in1    «!!"  uìtiiij.'    tiu>-     iiin  ■•  Ji  Ili»,  al   (l  ..   r^li  *.-<»     .1.1  .•,•,,  ^r,,.  1 


e    «nr  ri» 
r    hkiiiiu  I' 


.1  tlivt-ri»!  cviurt.  Ir»?, 

colore  rlob'.ede  iia- 

V   spooiale.  Per  da» e 

lavorio  di   stampa 

..  rendiamo  come  bvse 

.'t>.oOO  copie  (che   sarà 

nel  nuovo  anno*  per  un 

pr.'^tn  di  24  paplne  di  te- 

.     i  ri.   Sono 

re  36,000 

r  le  pa- 

•      •   :1« 


prupattaxi^a  < 
dedioaiiu  a  <; 

in'-'"  •■■    ; 

^•' 

roMMf 
hanno 
copie  i1' 

paeM».  Intrutluicj.clulu  1 
nendolo  tra  le  mani  di 
di  ragafrl.  1  «(uaii  m  .1 
Ispirazioni,  r- 
La  coj,cifi 
può  ispirare  <  i..    .. 
Ij^tto  molto,  e  un  ar 


ulibondauu  uellu  stabilioituio.  In  ccmplcssu. 


Umcio  spKDiztoint  k  cmcio  amKnon. 


INSEGNE  VETRINE 

rUlKIISTIUISMin     FEIILcIECOZI 


ri""'vaniinTTi 


?5L«mT0  (Ofl  MEDflClW  D  ORO     <' 
->    Au  t^WJiZlont  01  Milano  i«0« 

^-7  //?  'Din:  j:ioi*[  ù/  verK/^f  fi  fin, 

CMCO/^OLI/)     OVIRCCnTO   Oli  t| 

CORiO  vÀLEftTlHO.  24     C>_^.^!S^ 
orric.NAMO*a>ayiA  ftAReni.Sr    1 


BIG 


COME  SI  PREPARANO  LE  DIFESE  CONTRO  LA  PIOGGIA 

(Una  visita  alla  Fabbrica  Niccolini). 


C'iii  La  provato  la  i^omma  voluttà  di  cam- 
hiiiiare  leni  amente,  iiuif^auiente,  ben  coper- 
to da  un  ampio  impermeabile,  i  piedi  In 
un  paio  di  ben  attillate  caloehes,  sotto  la 
pioggia  fitta  e  incessante  che  sterza  il  volto 
come  una  carezza  rude;  chi,  dopo  una  lunga 
corsa  nella  sua  tida  24  HP,  sotto  l'imperver- 
sare dell' acqvia,  ha  lasciato  alle  cure  dello 
chautìeur  la  macchina  irriconoscibiie  sotto 
la  mota,  ed  è  uscito  caldo  ed  asciutto  di  sotto 
all' inespugnabile  copertone;  colui  avrebbe 
provato  come  noi  un  vivo  piacere  nell' assi- 
stere a  tutti  1  più  minuti  particolari  della 
fabbricazione  delle  tele  incerate  nella  visita 
che  facemmo  qualche  tempo  fa  alla  Casa  Nic- 
colini,  una  ('elle  più  importanti  del  genere. 

La  fabbrica  di  tele  cei-ate  e  vernici  Gior- 
gio Niccolini  &  C.ia,  che  occupa  un  ampio  fab- 
bricato sul  Viale  Mazzini,  a  Firenze,  va  men- 
zlonat.i  fra  le  più  impoxtanti  industrie  fioren- 
tine, che  devono  alfa  nobiltà  (il  ISfarchese 
(iiorgio  Niccolini  appartiene  ad  una  delle  più 
antiche  famiglie  ])atriziej  la  loro  origine  e  la 
loro  prosperità. 


li.  Makchksìì 


I.IO    >.K  COLINI. 


La  fabbrica  occupa  una  superficie  di  10,000 
metri  quadrati,  non  troppo  lontano  dal  cen- 
tro della  città,  nei  pressi  del  "  Campo  di  Mar- 
te. „  Ben  cento  fra  operai  ed  operaie  lavorano 
assiduamente  in  questo  grandioso  opificio, 
azionato  da  tre  macchine  a  vapore  della  forza 
di  12  cavalli  vapore  ciascuno. 

La  produzione  principale  della  fabbrica 
consiste  nelle  tele  cerate  di  ogni  genere,  lisce 
da  una  e  da  due  parti,  ad  una  e  a  due  vernici; 
tele  cerate  per  fai  macìe,  per  lépia,  per  Inibal- 
h'.ggi,  per  art  coli  da  viajglo,  per  letti,  ec. 


Le  tele  cerato,  imitazime  legno,  per  co- 
pritavola (iujituzione  acajou.  palis  a  >dio,  ace- 
ro, quercia)  meritano  una  speciale  menzione, 
insieme  ai  tappeti  da  pavimenti,  guide  bor- 
date ai  lati,  alle  tele  stampate  per  tivole,  per 
sulfltti  e  pareti  di  vagoni  e  tranvai,  battelli, 
vetture,  ec. 

Una  vera  specialità  della  fabbrica  sono  le 
tele  marrocchinate,  che  vengono  fabbricate 
in  dieci  tipi  principali  e  in  cinquaniadue  co- 
lori assortiti. 

Viene  quindi  la  fabbricazione  degli  oggetti 
impermeabili  per  abiti:  mantelli,  cappucci, 
cappelli,  fiiacche  e  calzoni  per  minatori,  grem- 
biali e  bavaglini  per  bambini. 

Ma  la  produzione  che  fece  soprattutto  co- 
nosceie  in  ogni  parte  d'Italia  e  all'Estero  la 
Fabbrica  Niccolini,  è  quella  djlle  coperture 
impermeabili  di  tela  **  olona  „  per  vagoni, 
furgoni,  navi,  per  trasporti  di  mercanzia,  per 
locomobili,  trebbiatrici,  ec. 

La  Casa  ha  anche  intiaprcso  su  vasta  scala 
il  servizio  dei  copertoni  a  nolo. 

Non  possiamo  tralasciare  le  tele  per  tende 
d'isolamento  e  le  tele  idrofughe,  che  non  t  - 
mono  confronti  per  la  loro  durata  e  la  loro 
impermeabilità. 

Questa  fabbrica  fa  impiantata,  con  criterio 
sagace  e  pratico,  in  modo  da  poter  produrle 
essa  stessa  le  vernici  che  servono  ai  suoi  la- 
vori: non  solo,  ma  essa  confeziona  anche  le 
vernici  per  la  vendita. 

L'impianto  per  stemperare,  cuocere  e  mi- 
schiai-e  i  colori,  è  dei  più  moilerni,  e  corri- 
sponde ijerfettamente  al  tipo  della  produ- 
zione. 

La  Fabbrica  Giorgio  Niccolini  &  C.>*  pro- 
duce e  vende  i  seguenti  tipi  di  vernice:  co- 
]iale  per  vettura,  sopraffina,  marca  A  e  marca 
13,  vernice  da  pulimento,  di  prima  e  seconda 
qualità;  vernice  nera  del  Giappone,  vernice 
da  cuoio,  vernice  da  seccare,  vernice  da  de- 
corazione, copale  bianca  sopraffina,  copale 
per  mobili  in  due  qualità,  copale  di  diverse 
qualità,  Diiuar  bianca,  vernice  chiara  da  pit- 
tori, e  smalti  di  tutti  i  colori. 

I  locali  sono  vasti,  ben  aereati:  niente  di 
più  interessante  che  di  veder  funzionare  la 
macchina  per  la  tintui-a  delle  tele,  messa  in 
azione  da  un  motore;  gli  essiccatoi  sono  gran- 
dissimi. Nel  lavoratorio  di  cucitura  lavorano 
continuamente  venti  macchine  da  cucire. 

La  fabbrica  di  cui  ci  siamo  occupati  nel 
presente  articolo  ha  ottenuto  le  migliori  ri- 
compense alle  esposizioni  italiane  e  straniere: 
citiamo  il  Grande  Diploma  d'Onore  a  Genova 
nel  18it2,  e  la  Medaglia  d'Oro  a  Torino  nel  1903. 

II  Marchese  Giorgio  Niccolini,  cui  si  devo 
la  fondazione  e  l'incremento  continuo  del- 
l'importante stabilimento,  fu  creato  recente- 
mente Cavaliere  del  Lavoro. 

In  poche  parole,  noi  possiamo  assicurare 
che  questo  stabilimento  onora  l'industria  ita- 
liana e  gareggia  degnamente  con  le  più  im- 
portanti faìibriche  per  il  (jcncie  de. la  sua 
produzione. 


^rw 


1  s 


-  518  — 

L'INDUSTRIA  SICILIANA 

FRANCESCO   MONACO    &  FIGLI. 


Il  grande  Stabilimento 
Fkancesco  Monaco  &  Figli  -  Catania. 

La  Sicilia,  dal  punto  di  vista  delle  risorse 
agricole  e  industriali,  merita  di  attirare  par- 
ticolarniente  l'attenzione  degli  Economisti. 
Infatti  questo  paese,  fino  a  poco  fa  molto  ne- 
gletto, si  assimila,  a  poco  per  volta  i  progressi 
scientifici  e  procede  alla  loro  pratica  appli- 
cazione; ogni  giorno  le  industrie  agricole  si 
vanno  perfezionando  e  danno  dei  prodotti 
apprezzati.  In  oltre,  fili  uomini  di  iniziativa 
vi  moltiplicano  i  centri  di  attività  e  creano 
numerose  imprese,  arricchendo  la  interes- 
sante pot)olazione  insulare  e  diffondendo  i 
prodotti  siciliani,  che  si  fanno  a  poco  alla 
\olta  conoscere  nel  continente. 

Fra  gli  stabilimenti,  i  cui  capi  hanno  spie- 
gato gli  sforzi  più  intelligenti  a  prò  dell'at- 
tività siciliana,  occorre  mettere  in  prima  fila 
la  Casa  Ffcmcesco  Monaco  e  Figli  di  Catania, 
la  quale  nel  suoi  diversi  rami  industriali  adot- 
tati si  è  assicurata  una  incontestabile  supe- 
ri oiùtà. 

Questa  Casa  fu  fondata  nel  1875  dal  signor 
Francesco  Monaco,  che  fece  le  sue  prime 
prove  come  fabbricante,  importando  in  Sicilia 
la  distillazione  delle  vinaccie.  In  seguito  im- 
piantò uno  Stabilimento  per  raffinare  la  sua 
produzione  di  acquavite,  ohe  non  tardò  a  rag- 
giungere una  grande  importanza,  tanto  più 
che  la  maggior  parte  dei  distillatori  siciliani, 
bramosi  di  emanciparsi  dalla  soggezione  in 
cui  sino  allora  li  teneva  l'Estero,  ricorsero 
alle  sue  buone  cure  per  rattiflcare  i  loro  pro- 
dotti. 

Nel  1894  11  signor  Francesco  Monaco,  colla 
collaborazione  dei  suoi  figli  oav.  Lorenzo  ed 
Antonino,  iniziò  arditamente  l'industria  mo- 
li trice,  dotandola  di  macchine  e  di  apparecchi 
di  molitura  perfezionati.  Cod.'>sfo  nuovo  Sta- 
bilimento prosperò  ed  aumentò  tanto  nella 


produzione,  che  di  recente  dava  circa  500  qnin- 
tiili  di  farine  al  giorno. 

Verso  la  stessa  epoca  creò  anche  un  pa- 
stificio, ohe  per  l'intelligenza  ed  iniziativa  dei 
direttori  guadagnò  la  stima  dei  consumatori, 
aumentando  di  anno  in  anno  in  importanza. 
Attualmente  questo  ramo  dell'industria  della 
Casa  Fi-ancesco  Monaco  e  Figli  produce  oltre 
600  quintali  quotidiani  di  paste  alimentari, 
che  possono  gareggiare  per  qualità  e  gusto 
colle  migliori  paste  napolitane,  e  ne  fanno 
grande  esportazione  nell'Americhe  e  nel- 
l'oriente. 

I  signori  Francesco  Monaco  e  Figli,  dotati 
di  instancabile  attività,  accrebbero  ancora  in 
questi  ultimi  anni  l'importanza  della  Ditta 
con  rami  nuovi.  Cos'i  nel  1900  stabilirono  su 
vasta  scala  la  produzione  dei  Cognacs  f'il  si- 
stema fi-ancese  perfezionato,  ponendo  a  capo- 
tecnico un  enologo  distintissimo  di  Bordeaux. 
Oggi  le  loro  cantine  posseggono  costantemente 
una  riserva  di  oltre  un  milione  di  litri  di  un 
ecceìlento  cognac,  che  meiMta  i  suffragi  dei 
più  delicati  buongustai.  È  certamente  il  più 
importante  deposito  che  esista  in  Italia. 

Contemporaneamente,  1 1  Casa  ha  centra- 
lizzato la  produzione  dei  liquori  e  vini  spu- 
manti, riportando  in  Italia  e  all' Estei'O  il 
plauso  dei  consumatori.  Fra  le  sue  specialità 
ha  avuto  meritata  fortutia  il  liquore  Bellini 
di  gusto  soave,  che  ormai  è  assicurato  dal 
gran  consumo.  Ha  anche  fondato  una  distil- 
leria speciale,  dove,  con  metodi  scientifici,  si 
fa  l'estrazione  dello  spirito  di  granturco. 

Tale  ultima  specialità,  che  si  è  sviluppata 
assai  in  seguito  alla  nuova  tariffa  sugli  alcools 
industriali,  prende  ogni  giorno  maggiore  im- 
porta-iza,  giacche  l'agricoltura  siciliana  trova 
un  impiego  prezioso  di  un  cereale  finora 
poco  rinumeratore. 

*Dal  punto  di  vista  commerciale  la  Casa 
Monaco  e  Figli  dispone  di  un'organizzazione 
che  è  all'altezza  del  suo  impianto  industriale. 
Man  mano  che  ingrandisco  la  sua  sfera  di 
aziono,  si  assicura  la  collaborazione  di  spe- 
cialisti, cui  aflida  1  nuovi  servizi.  Essa  studia 
nuovi  sbocchi  all'estero,  e  recentemente  dava 
la  massima  estensione  ai  suoi  affari  di  espor- 
tazione. 

Nel  corso  della  sua  lunga  carriera  indu- 
striale, la  Ditta  ebbe  numerosi  attestati  di 
stima  e  di  simpatia.  Nel  1889  a  Catania  ri- 
portò una  Medaglia  d'Argento  ed  una  d'Oro 
a  Palermo  nel  1891.  Nel  1900,  alia  nostra 
Esposizione  Universale  di  Parigi,  il  giuri  le 
decretava  il  Grande  Premio  per  le  sue  pa- 
ste alimentari  o  ultimamente  all'esposizione 
di  Milano  ottenne  4  medaglie  d'oro. 

(Traduzione  di  un  articolo  comparso  noi 
n.  5'25,  del  15  gennaio  1904,  della  Enctj  ìo^édie 
Contemp  traine  di  Parigi). 


SOCIETÀ  ANONIMA  PAbiinv.!  u.  DOLFI  -  FIRENZE 

Capitale  Lire  500,000  interamente  versato. 


n  19  di  giugno  oltimo  scor»o  fa  solenne» 

nieitte  inaucorato  il  grandioso  Pastificiu  che 

\nonima  l'astifici  O.  Dolfl  ha  oo- 

a  delle  Cento  Stelle. 

-1,  a  capo  del  quali  le  Autorità 

corsero  in  fuUa,  e  visitarono  lo 

riportandune  un'impressione  Te- 

laiu'iiir  entusiastica, 

Infatti  il  detto  aubilimento  per  la  Tastiti 
e  il  numero  delle  aule,  per  l' arieggiamento, 
per  l'arredo,  per  l'ordine,  per  la  pulizia 
hcrupulosa,  può  considerarsi  fra  i  primi  in 
Italia. 

11  maoehinarlo.  ^e  è  quanto  di  più  mo- 
derno possa  Immaginatesi  per  l' industria  della 
t>&stiiì<-&2ione.  fermò  l'attensione  ammirata  di 
rrenntt.  i  quali  non  avevano  mal 
pia,  la  rapidità  meravigliosa  e  la 
}.■,,•  /  ,.  ilei  prodotti,  prima  di  avere  oe- 
Kervato  le  forti  tarsinole  da  CO  s  100  kg.  •  1 
turchi  idrauhci,  KxceUlor  «  Bisibosi.  •  le 
presse  orizxontait  a  verticali,  dalle  quali  soen> 
de  costante,  molle,  bella  a  vedersi,  la  pasta, 
quasi  Ibase  la  produzione  fkvolosa  di  un'  Igno- 
ta energia.  #     • 

E  l'energia  si  sprigiona  potente  dalla  mo- 
trice a  vapore  dalla  forca  di  80  cavalli,  una 
delle  pia  perfezionate  ed  importanti  che  si 
abbiano  negli  stabilimenti  industriali. 

Dalla  gran  sala  delle  macchine,  la  folla  al 
riversò  nelle  bellissime  e  non  meno  mirabili 
sale  dell' essicoamento  rapido,  in  quelle  per 

la  tesa  e  per  l'asciugar --•rale;  tutto 

e  COSI  ),:raiidioso,  che  p-  .  sebbene 

uuiiierosi,    potevano  a. .  lu  a^io  e 

gmsìirare  la  prvdi^osa  ^ru4uzH>u9. 


I  locali  riservati  agli  operai  sono  quanto 
di  più  moderno  si  possa  domandare;  i  due 
refettori,  uno  per  gli  uomini  e  l'altro  per  le 
donne,  vasti  e  bene  areatl,  gli  spogliatoi.  1 
lavabi,  tutto  risponde  allo  esigenze  dell' Igiene, 
e  spirano  un  senso  di  benessere  •  direi  quasi 
di  riposo. 

La  sala  di  pronto  soccorso  è  fornita  di 
quanto  può  occorrere  ad  una  prima  medi* 
catura  in  caso  d'infortunio,  e  naila  è  trasca- 
rato perchè  tutto  sia  soUeeitaiiMaU  pronto 
per  il  momento  doloroao. 

au  operai  alloaU  •  IntoUlgontl  della  nae* 
chine,  coadiuvano  votontaroai  U  lavoro  di 
pt  od  azione,  e  sono  orgoglloal  di  eonoorrers 
ad  arrioohire  la  nostra  dttà  d'  «sa  industria 
fiorente,  eho  Imialsa  Firenso  artistica  all'Im- 
portanza di  città  cMBnere.ale  •  Indaatnale. 

Ad  nn  PastlAoÉo  eoma  qoaalo,  cha  è  on 
modello  del  suo  genere,  non  può  cho  ani» 
dere  11  successo,  porche  possa  ocoopato  tt 
posto  die  monta,  f^  gli  affini  d'Italia. 

Olà  ba  preso  nn  notovolo  sviluppo,  •  at- 
tsalmoHe  prodooo  droa  8000  kg.  di  pasU  al 
glomo.  di  coi  ona  parte  non  ludlflsraata  dMo 
varie  speoialltà. 

L'esportazione  si  effettua  lo  laifm  aoaU 
nelle  varie  parti  d'Baropa,  nolto  Amarlrihe 
e  nella  Tani»ia. 

Hello  subiltmento  lavorano  altaalmenie 
M  operai.  50  operaie  e  10  apprendisti  dal  1 4 
al  17  anni. 

Abbiamo  l't  ^»^...-.,,  -.»,o  i-«t.nr>  T.rn«4iTno 
parlando  di  -oà 

die  onorai.  -'O* 


—  520  - 

"  L'ITALIANA  „ 

(Società  Anonijia). 

Scale  Aeree  ed  Attrezzi  per  Pompieri. 

Carri,  Furgoni  comuni  -  Carrozzeria  Industriale. 

Filtro  Brevettato  "  Cav.  G.  Rossi.  „ 

Via  Nino  Bixio,  n.  30  -  MILANO  —  Telefono,  n.  19-30. 


Questa  Società  rilevatnria  della  ben  nota 
"  Società  Italiana  Scale  Aeree  „  in  pochissimo 
tempo  seppe  (ìnre  uno  sviluppo  assai  notevole 
alla  sua  industria  perfezionando  sempre  più 
la  costruzione  delle  scale  aereo  che  osci  pos- 
sono, per  precisione  di  meccanismi,  compe- 
tere coi  tipi  più  stimati  delle  Case  estere,  vin- 
ce^'do  la  conci  rrenza  colla  modicità  dei  prezzi. 
Id  infatti,  nella  recente  Esposizione  Interna- 
zionale di  Milano  ottenne  la  mairgiore  ono- 
rificenza per  scale  aeree  e  carrozzeria  da 
pompieri  e  l' Esposizione  stessa  le  fruttò 
l'acquisto  della  clientela  dei  principali  Corpi 
di  Pompieri  e  delle  primarie  Società  Elettri- 
che che  fanno  grande  uso  di  scale  e  attre  zi 
aerei. 

Non  minore  fu  lo  sviluppo  impresso  al'a 
costruzione  di  tutti  i  tipi  di  carri  per  ogni 
uso  del  commercio.  La  Società,  che  allargò 
le  otticine  quanto  mai  l'area  delio  stabili- 
mento concedeva,  non  mette  in  costruzione 
un  carro  senza  averne  prima  studiato  tecni- 
camente ogni  parte,  ottenendo  carri  di  costru- 
zione Tierfetta  ed  elegante,  e  della  portata  ri- 
chiesta. 

Fino  dalle  prime  sue  forniture,  la  Società 
s'acquistò  il  plauso  dei  competenti  e  le  af- 
lUii  ben  tosto  la  clientela  dei  principali  spe- 
dizionieri, di  molte  Case  automobilistiche  pei- 
carrozzeria  da  camions,  e  di  molti  industriali 
e  privati. 

La  Società  poi  ebbe  il  merito  di  tradurre 
In  atto  l'idea  del  marchese  Solari,  il  primo 
collaboratore  dell'illustre  Marconi,  di  create 
cioè  un  eai'r.)  portante  un'antenna  ripiega- 
bile che  si  sviluppa  in  pochi  minuti  fino  a  35 
metri,  otenendo  cos'i  una  stazione  radiotele- 
grafica mobile  che  venne  approvata  dall'illu- 
stro  scienziato  e  acquistata  dal  11.  Governo 
che  diede  poi  successive  ordinazioni. 

Essa  ora  trovasi  in  un  grande  sviluppo 
d'aflTari,  e  a  lei  spetta  il  merito  di  aver  dotato 
Milano  d'un  grande  St.ibilimento  montato 
perfettamente  e  ottiinatnente  diretto  per  la 
costruzione  di  scale  aeree,  carri  p  furgoni  di 
qualunque  natura. 


Essa  trovasi  già  nella  necessità  di  ampliare 
largamente  le  proprio  officine,  e  sappiamo  che 
il  lodevole   Consiglio   d'Amministrazione   ha 


intenzione  di  aumentare  il  capitale,  e  intanto 
s'a  cercando  un'area  ove  impiantare  un  gran- 
dioso Stabilimento,  rispondente  al  magjiojr 
lavoro  e4  ftUe  esigenze  mo4ey||i?, 


-  521  - 


LA  FABBRICA  DI  OREFICERIA  ED  ARGENTERIA 


MARIO    BBTTINI 
Fii«K\y.r.        I  .,./- 


l 'ino  p*- 
I  :  u  at  ticolo,  hi  pruVii  il  UdIcc  con- 

t  -'alare  che  in   Firenze   la  bella 

b.  .  ..' ..  w,  Alo,  glurfosa  di  inslgn!  maestri. 
iN>ine  il  Cellini.  il  Finigaerra,  il  Francia,  il 
CJliiberti  ed  altri,  non  solo  non  è  trainoutata, 
ni.>  aH!)U^(,'e  sempre  a  nuove  e  più  grasioso 
e-ii!'c.i/jui.i. 

Il  ij  Mutrie  Bettini,  con  la  ^sqnlslt»  gen- 
pertone  d:  ha  rli-e- 

)a  f«bbr1cA  to  tante 

1  iiotirle  fco  '1  ;ile  lavo- 

raaiui)«.  che  crediamo  di  i^r  cu*»  urliitM  al 
D»stn  lettori  parlando  un  po'  delle  spec  a- 
liti  che  easo  ..r,..in...- 

Dlremo  a  il  sig.  Mario  Bei- 

tini   è   com;  «  anoca—ore    della 

I»!tta  dl'Or»:    .  .  \;-«>ntrrip  V.  MaaelU 

F.-<1i  .•  ft^'li.  ri,.-  h.i  i]  ii..i^'.i/Mti  .  itj  VlaCer- 
rrtaiii  N.  III.  fieq<i..-iiUt<>  'Ulla  il.t'ntcla  fé- 
d-ltsAima  compeata  del  mij^lior  <-<*to  floreo- 
Udo  e  della  /  Ut  della  colonia  straniera. 

I  ireoerl  cbe  al  possono  acquistare  in  quel 
ma;:.tzzino  hanno  una  flne  impronta  artistica, 
ed  il  nome  solo  della  DitU  da  tatti  gli  alB- 
dementi  desiderabili.  ^ 

II  sic.  MatIo  De: Uni  ha  fnbltre  ami  Fab- 
brica di  Oi<>fleeria  e  Argenteria  da  cai  esce 
qnalnnqno  lavr.ro  >*.'■}  cifr**.  Il  ramo  più  im- 


poi 

t.in-.-  1    'U  >  i.«  T  r  .1  . 

/:   II-,  e  che  ne  costi- 

r-K~ 

■..     1.1    >J..,-,..'it    ;.     -      •- 

-      infììn  della  fab- 

ne  di   bl;. 

brillan- 

e  hanno    r. 

.i   Dostra 

rizlone.  Qn-  ~ 

att'ial- 

ir.t  iitt  h.Tiiro  >ifia  ritrhi'js^a  uumen^a  dal- 
l'Estei-..  V.-.  ,;  :i..  se^tiaUmente  esportate 
nepli  Stati  Ululi,  In  Inghilterra,  n -1  Brisile, 
tiell'Ar^eutiiM  9  iu  Gtrjruumia. 


La  fabbricazione  di  qaesto  artiiNilo  >'  tutto 
an  segreto:  coni  e  ttainpi  sp- 
mente  esegaiti  nella  fabbrica  s- 

il  metallo  tn  modelli  grazioai.H 

no\lt«,  e  t*un  proi*4  sso  pcrfetMitsuno 
ven,;ono  brillantati  e  riescono  di  un 
aorprendente. 

Cosi  abbiamo  Tedato  anelli,  spilli  da  cr 
vnttc.  hmrhe»,  pettini  per  oaiiigliatura  eapil 
d>  !K'«tiasime   per  ele;;anli  «MrrV 

<  itenelle  di  modelli  uvariatlaaiii 

rti-a  aono  adibiti  cinquanta  op 
ral,i.HliI  macchinario,  che  rapprvaentaqoanlu 
di  più  rispondente  si  può  aver*  D«l  gwwr*. 
è  atUvato  dall'energia  elettrica. 

L'arte  dell'orafo  è  anUoa  quanto  la  < 
viltà,  •  venne  a   noi  dall' oriente  insieme 
qaaaU.  Notevoli  sodo  I  progressi  tatti  ne 
bella  penisola  dal  primi  lavori  degli  arte' 
pela«gi,  etnuobl,  greot  e  fenld:  ma  la  k 
rlosa  tradldooe  «^  Don  al  è  mal  offttac* 
ed  ansi  toooò  col  OeOlnl  11  mawlmo  spie 
dorè  è  centinnata  defnaoiente,  onm«  vedi  > 
mo,  anohe  al  nostri  glomi.  Oonformaadoal  al 
tempi,  quest'arte  pare  al  4  democratlwta. 
•  oftn  anche  alla  povera  operala  11  glolallo 
artistico  a  boon   mercato,  mentr«>  prodn< 
per  le  ricche  slgn«ire  dei  te*orl  di  arte,  i 
che  di  metallo,  ohe  valgono  veri  patrtm»; 

X  noatrt  raUegramentl  al  sig.  Mano  ii< 
tini,  ohe  con   la  stia   fabbrloa  fondata  fii 
dal  1879  ha  pari*  «  ragfaantovole  odia  no- 
bile» gara. 

Questa  Casa  ha  riportato  distlnie  onorifi- 
cenze In  diversa  Espoftiziool  a  cai  ha  par: 
cipato:  m<-djglie  d'om  •  d'argeato  a  L 
ne  lOM. Anversa  18*^.  Chicago  1693. San  Fra. 
oisoo  VSH,  PAriyl  1900. 


—  522 


VITTORIE  DELL'ARTE  E  DELL'-INDUSTRIA  NAZIONALE 


Calzaturificio  Lombardo  Borri  e  Vitale 
(Lombardia). 


Busto  Arsizio 


Veduta  dello  Stabilimento. 

Il  nostro  Almanacco  Italiano,  che  mercè  il 
suo  nobile  programma  tenne  sempre  a  cuore 
l'arte  e  rindustria  nazionale,  nonché  Io  svi- 
luppo commerciale  dei  prodotti  che  vanno 
sempre  più  diffondendosi  pel  mondo  a  gloria 
ed  onore  della  nostra  Italia,  è  ben  lieto  di- 
nanzi alla  serietà  ed  alla  realtà  dei  fatti  di 
constatare  oggi  un  rapido  progresso  nazio- 
nale, che  è  frutto  di  studio  e  d.  lavoro  co- 
stante. 

Intendiamo  parlare  del  Calza'urificio  Lom- 
bardo Borri  e  Vitale  di  Busto  Arsizio  (Lom- 
bardia;, in  continuazione  alla  Ditta  Giuseppe 
Borri,  di  cui  già  tenemmo  parola  nel  nostro 
Almanacco  del  1906. 

La,  fama  che  gode  la  Casa  di  Busto  Arsi- 
zio  è  indiscutibile:  lo  sviluppo  pi-ogressivo  di 
essa,  la  vera  potenzialità,  l'importanza  singo- 
lare, la  buona  riuscita  o  meglio  la  perfezione 
nel  confezionamento  delle  calzature,  la  bontà 
della  produzione,  la  serietà  dell'azienda,  la 
soddisfazione  dei  clienti,  tutto  contribuisce 
oggi  a  fare  un'  eccezionalità  di  questa  casa, 
che  riuscì  in  breve  volger  di  tempo  a  por- 
lare  il  suo  prodotto  all'altezza  delle  case 
estere. 


Ed  iiilatti,  alia  grande  Esposizione  Interna- 
zionale di  Milano,  nella  Galleria  del  Lavoro 
mcti  i  visitatori  avrunao  jiotuty  ammirare  ì» 


fabbricazione  della  magnifica  e  razionale  Cal- 
zatura Sempione,  in  oggi  domandata  su  vasi  .a 
scala  da  tutta  la  clientela.  Di^tte  calzature  falv 
bricate  espressamente  ed  esclusivamente  dalla 
Ditta  Borri,  meritarono  dalla  Giuria  la  Grai.de 
Medaglia  d'oro. 

La  fabbrica  di  Basto  Arsizio  è  certamente 
una  delle  più  progi-edite  nel  genere  per  il  suo 
razionale  sistema  di  fabbricazione  meccanica, 
avendo  continuamente  seguito  tutte  le  inven- 
zioni del  ramo,  ed  a  ragione  può  vantarsi  la 
prima  in  Italia  ad  introdurre  il  rinomato  si- 
stema Goadyear. 


Col  nuovo  ampliamento  la  Ditta  Borri  e 
Vitale  arriccili  la  fabbrica  di  tutt«  quelle  mac- 
chine che  per  i  loro  brevetti  oftiono  maggior 
garanzia  alla  solidità,  uniformità  ed  eleganza 
alle  calzature  stesse,  portando  nel  medesimo 
tempo  la  produzione  giornaliei-a  di  450  pa  a 
a  1000/1200  paia  di  calzature. 

Il  materiale  impiegato  è  di  primissima 
qualità,  e,  la  lavorazk)ne  accuratissima,  in 
modo  che  i  suoi  articoli  primeggiano  su  quelli 
della  concorrenza  per  i  requisiti  t)pportunis- 
simi  di  leggerezza,  robustezza.  Hessibilità,  so- 
lidità, nonché  per  le  bellezze  di  linea  le  quali 
i-endono  le  calzature  ammirate.  Le  calzature 
della  Ditta  Borri  e  Vitale  vengono  distinte 
colle  seguenti  marche  di  fabbrica  depositate. 


(^UAI^lTÀ  SVfEBlOBJ:,  (^UALJIÀ  tXTB.\. 


MAIO     «luaic  anelli laiiio  l.t  jiri>!«]»jiitM 


BREVETTATO  PASTIFICIO  ACHILLE  ANTONELLI  &  C 

(Gli  TOMMASINI-.VN  rONKLLI-MAIXlNI) 

M«de  In   VKXEZIA 

I.TIME  ONORIFICF.NZE:  Diploma  d'Onoiir,  R.  IsUtaio  di  SctetiM.  Lettere  ed  Arti  1905. 
ILEOAOI.TK  d'Oro.  Palermo  19U3-U5,  Orléans  1»05,  Torino  1905. 
(Esportazione)  Meuaoua  u'Abobnto,  Esposizione  di  Milano  1906. 

è  nna  Serietà  in  «ccomandita.  Gerente  il 


•t;:  Antouelli,  che  <liri);e  tutti  e  tre 

g!  ti  due  del  quali  a  Venezia  e  uno 

a 

.  è  concesslonoria  dell'  uso  spe- 
tto d'E!>$icc  izione  ad  arlaoom- 

-  '     -tilxardia. 

aiDdeooa  produce 
■  ire  i»l  ^orno.  F^^o 


./.iulic. 

si  ampi  magassinl 

;  .i>ta  pronta  alle  spe- 

^:  pA-»i»a  in   una  gradiosa 

,  e  chi  entra  rimane  sor- 

-.■  ,.• .  ..  ....V .  i,vr  la  disposizione  dei  det- 

^'li  e  per  la  pulizia  veramente  meticolosa. 
L'ordine  è  perfetto,  sebbene  Ti  siano  im- 
piegati 150  fra  operai  ed  operaie  tutti  puliti 
ed  attenti  al  lavoro. 

Il  tnai^chinario  è   rappresentAto  da  due 

audl  impastatrici  che  lavorano  due  Qt.  di 

.  rina  per  volta,  quattro  gramole  della  stessa 

.i>4<-.ta.  du<-  raffinatriol  ultimo  sistema,  tre 

-  t.>aii  a  dne  campane  della 

<^U  di  pasta  per  ciascuna, 

'^-"' —  "^'Itkg.  120 

•    torchi 

•hlo  »l- 

Msposii  luiii  sitnmfiru-amente  e  nel 


!  rimo  plano  tà  trova,  aopra  la  sala  delle 
ux-hi»e,  un  altro  vastissimo  locale  dove  la- 
rano  le  operaie  par  la  pasta  a  mano  e  per 


approntare  gli  astuool.  pacchetti  e  sacchetti  ni 
di  pasta  destinata  all'estero,  buona  parte   '. i 
questa  per  l'America  del  Nord  e  per  l'Estreni 
Oriente. 

Divisi  dal  deposito  e  dalla  sa 
chine  da  un  vastissimo  cortile 
offldne   meocatiiche  e  per  la  t 
degl' imballaggi,  con  unito  il  sal< 
trlce  e  nna  Sa  a  per  la  I>inamo  • 

:i  elettrica  fornitaci  dalla  ^<•cscta  ari 

I  ■■>  Stabilimento  fu  onorato  fi  If  ^\n- 
guu  IMJb  dalla  visita  di  Sua  Ma<  i 
Madre,  che  ammirandone  la  pr<>': 

dine,  fu  larga  di  elogi  e  congr»'  .    r 

tutti. 

II  secondo  Stabilimento  Succursale,  posto 
pure  a  Venezia.  San  Martino,  è  atto  «i  •■■'- 
durre  50  Qt.  di  pasta  al  giorno,  ed  è  d< 

a  curare  la  fabbricazione  della  pasta 
Forniture  Militari. 

La  stessa  Società  ha  poi  in  oondazlone  un 
altro  importante  PasUflcio  di  Treviso  atto  a 
produrre  100  Qt.  di  pasta  al  giorno.  Emo  è 
munito  di  macchinario  di  recente  ooatrasioue 
ed  a  sistema  Idroelettrico  e  questo  con  essic- 
cazione a  mezzo  di  giostre  giranti. 

La  Società  che  per  la  garanzia  <U'{  propri 
prodotti  è  sotto  l'alto  patrocinio  dt  1  controllo 
chimico  pormanento  Italiano  di  Genova,  ài 
grado  di  fornire  qualunque  quantitativo  •' 
pasta  disponendo  dello  »cgaentt  sue  speci  • 
liU: 

Pasta  uso  Napoli  •  Pasta  lavorata  a  mai< 
ed  a  macchina  •  Pastine  gluttnate  per  amma- 
lati e  Patl^  con  Mtratto  il  camt. 


T 


.OPUSCOLI  E^ 
SCHIARinUTI 
<iRflTISj^<f 


STOB.C.flRM/ILDI-ViA  B.Vitruvio  S-MILANO 


Il 


iili^. 


Fig.  1,  —  Grande  festa  aerostatica  di  Bruxelles,  22  luglio  190G. 


L'AERONAUTICA  NEL  1907 


Il  poter  viaggiare  nell'aria  è  stata  sem- 
pre una  delle  più  vive  aspirazioni  dell'uomo, 
aspirazione  che  il  mond",  alla  notizia  della 
"  macchina  aerostatica  «  lanciata  dai  Fratelli 
Montgolfier  il  5  giugno  1783,  sentì  più  pro- 
fondamente e  fece  sperare  all'uomo  di  dive- 
nire ben  presto  padrone  dell'aria  e  di  poter 
così  avverare  il  sogno  di  tanti  secoli,  perpe- 
tuato dalla  leggenda,  con  la  caduta  di  Icaro 
e  Dedalo,  e  da  antichi  monumenti,  con  la  rap- 
presentazione di  uomini  volanti,  di  ascensioni 
e  di  viaggi  aerei. 

Dal  5  giugno  1783  più  di  un  secolo  è  pas- 
sato e,  benché  l' aeronautica,  in  un  progresso 
continuo  e  meraviglioso,  abbia  reso  immensi 
servigi  alla  metereologia,  all'astronomia,  alla 
fisica,  alle  arti  militari,  pure  non  è  ancora 
stato  completamente  realizzato  il  sogno  tanto 
desiderato. 

Gli  studi  aeronautici,  spinti  ora  con  tanta 
perseveranza  e  fondati  su  più  metodiche  espe- 
rienze, saranno,  certamente,  ben  presto  ricchi 


di  risultati;  e  le  speranze  che  il  mondo  riposa 
sulle  prove  già  così  brillanti  dell'aviazione, 
non  tarderanno  a  dare  all'umanità  anche  quel 
più  pesante  dell'aria  che  è  da  tutti  conside- 
rato come  l'unica  soluzione  logica  dell'im- 
portante problema. 


Nel  suo  movimento  progressivo,  l'aero- 
nautica va  sempre  conquistando  nuovi  pro- 
seliti tanto  dal  punto  di  vista  sportivo  quanto 
da  quello  scientilìco.  Prova  ne  sono  le  fio- 
renti società  aeronautiche  fondate  special- 
mente in  questi  ultimi  anni,  il  crescente  nu- 
mero dei  periodici  dedicati  esclusivamente 
all'aeronautica,  il  crescente  consumo  del  gas 
per  ascensioni  sportive  e  scientifiche  di  esplo- 
razione dell'alta  atmosfera,  ed  il  crescente 
numero  di  esperienze  e  costruzioni  di  di- 
rigibili ed  aeroplani  montati  ed  a  motori 
(Ved.  figg.  1,  2,  3). 


Tavola  I.  —  Società  Aeronautiche  e  Clubs  nei  diversi  Stati. 


Stati  e  Società,  aeronautiche 

km 

di 

roHdu. 

Sede 

Organo  sociale 

E 

Periodici  aeronautici 

Inghilterra: 

The    Aeronautica!    Society    of   Great 
Britain 

1866 

1901 
1902 

1872 

London 

London 
London 

Paris 

Aeronaulical  Ji.urnal  of 
Great  Bi  itain 

Baìloning  and  Aeronaittic 
(privato) 

L'Aéronanie 

The  Aeronautica!  Institute  and  Club. 
The  Aero- Club  of  the  United  Kingdom. 

Francia: 

Société  Francjaiso  de  Navlgatlon  Aé- 
lienne ,  , 

^  50'  - 


Fig.  2.  —  Coppa  Uohuom  BKirxxTT.  Pabioi  190G. 


Stati  k  SocietI  AzmoiiAUTicHB 


FMta. 


Frincia  dt^^uiro): 

A.-r.iiaut    l'I.  -Club  de  Frai  1S97 

A.  i..-t    iili  (1.-  Franco  .    .  1901 

Acro*  lub  du  Sud-Oucst    .....  1«0I 


Acad'  inio-Acronaut»qu»<  de  Fnnoe. 
U-s  Aéron«ute»  du  Sièjre  . 
.{(da  Ilhónc  et  dn  Sud-Bi 


Austria: 

Russi.i  : 


l'IaKtecliniscber  Verein  . 
A.ruClub 


■ir  Imperiale   SodeU 


Germania; 

Herliner  Terein  fùr  Laftschtflahrt . 


r  Verrin  fùr  Laftsrbiffabrt . 
ùscber  Verein  fùr  Luilschif- 


Au. 

X|. .      : 

fjhrt 

l'osencr  Verrln  far  Lafì«cbillahrt .   . 
CKtdcotscber   Verein    fùr    Luftschlf- 

f*hrt 

Frànkiocber  Verein  fùr  LofUchilIahrt. 
U  a  telrheinisober  Verein  far  LofUchlf- 

fahrt 

Kóiner  Klub  far  LgflwhMabrt   .    . 

Svezia: 

Fùrening  f5r  lofUegUngBkoniteiis  fi4> 

n^snk  .   .  .  ^   

Srenska  aéronaotlska  Sàiliskapei.    .  . 

Belgio: 

Aero-Clab  de  Belglqae 

Svizzera: 

Aéro-Clnb  8ui«-  .    .   . 

Ungheria:  1 

Un^ariscber  Acro-Club I 


1901 


iffH) 

1901 


1880 


1881 
1889 


im« 

1900 
1901 


190S 


1900 

1901 
1901 

190S 


fizOB 


OaoAifo  aocuui 

K 
PKKIOnid  ABBOVAUnri 


Paris  Is' Afi-nnautiqm 

Fari*  !.' Ai^t-nphife 

Bordeaux         / 


Parì^ 

/    • 

ParJ» 
Lyon 

L'Aviatkm  (prfrato) 

Wlcn 
Wien 

W'ùntr 

LtifUfMtffer.  Z 

8L  Petembonrg 

Atti  <'. 
tà  'I 

i 

Berlin 
XAnchen 

IUHHr,e,-it  AtroiuimtiBeh* 

Straasbarr' 
I>re«laa 
Aogaborf 

-- 

Barmen 
Poaen 

Orandena 
Wdrsborg 

- 

Coblena 
Kòln 

: 

Stncfcbolm 


Bruxellea 
Bem 

Badapeat 


Lm  tomqmtt* 


-  526  - 


Fìs.  3. 


Festa  pek  il  25»  annivebsabio  della  Federazione  Abbonautìca  Gebmanica. 
Beblino,  1906. 


Anno 

Organo  sociale 

Stati  e  Società  aebonautiche 

di 

Sede 

E 

Fondaz. 

Periodici  aeronautici 

Italia: 

Società  Aeronautica  Italiana     .    .    .   . 

1904 

Roma 

(Sezione  di  Roma). 

Società  Aeronautica  Italiana 

1906 

Milano 

\  Bollettino  della  Società  Ae- 

(Sezione  di  Milano). 

ronaìttica  Italiana 

Società  Aeronautica  Italiana 

1905 

Torino 

(Sezione  di  Torino). 

Stati  Uniti  d'America: 

[1907 
Atti   (Nuvigating  the  air. 

The  ACro-Club  of  America 

1905 

New  York 

The  Aero-Club  of  Saint  Louis      .    .   . 

1906 

St.  Louis 

The  Aero-Club  of  Philadelphia   .    .   . 

1907 

Philadelphia 

Aniei-ican  Magazine  of  Ae- 

Spagna: 

ronautics  (privato) 

El  Real  Aero-Club  de  Espana  .    .    .   . 

Madrid 

^ 

Messico: 

1905 

The  Aero-Club  of  Mexico 

1907 

Mexico 

- 

Tavola  II.  —  Consumo  di 
gas  per  escursioni  spor- 
tive nel  1906. 

Francia  ....  me.  617,400 

Germania 358,400 

Belgio 138,000 

Italia 154,000 

Spagna 140,000 

Inghiltena   ....  220,000 

Svizzera 23,800 

Svezia    ....       .  15,000 

Tabella  III.  —  Esperienze 
di  dirigibili  ed  aeroplani 
a  motore  nell'ultimo  de- 
cennio. 


Nazioni 

Dirigi- 
bili 

AcroplAni 
nsDtati  a  multre 

Francia  .    .   . 
Germania  .    . 
Inghilterra    . 
Stati  Uniti.   . 
Italia  .    .    .    . 
Danimarca.    . 

17 
5 
2 
5 

1 

6 

2 

1 

rig.  4. 


Ckkvo  volakte  per  esplobazionk, 
fotoobafib,  ec. 


L'Olio  Sasso  IMeoicinale  sempiicd,  jodato  ed  emuliionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


—  r,'>7  — 


Fiff.  ft.  —  CKBVI   VOLAKTI   PBB  BftPL<OftA210KK  UKUL'ALTA  AXMOUrKftA. 


?"         poliiMroAUMiino'r 
>!•    kcqaitU  «rropi' 

:jau..i  .1.  e  l'he  n»!  essa  prend-   

dj  qualche  anno.   Il   gentil   »(>■»•> 
che  VAiionaH'iijuf  Club  itr  Framt^' 
tuto  peniUio  «viNtttulro  un  «tv-     ' 
di  Datne.cotnix^sU)  di  ben   « 
la  più   eletfn    «ificl«-tn    dt    !" 
sono  1  CI'.' 
i  loro  SO' 
E  1.1    ; 


F'utni-ia,    (ternianta, 
Spagna,  e  via  ria  In 

s'Iiinal/.i    iiiae<tiof<o    u 


nrPIEOATO  XELL' E9EBC1TO  INGLESE. 

{La  »ffHora  Codff  è  nella  nac  ce': a,. 


Mentre  il  naovo  Sport  si  svlloppa  per 

o|?tit  dove  a  rapidi  pawl,  si  pop..Iarlwii 
f.i  nella  civiltà  del  popoli  II  st, 
.  vho  e  p«>tent««.  silo  srllnpi 
:.-  :,t:cord  lnU'Uetlti«led«iraouj 

esco  adempie  ptire  al   nn  «uro  «ooi 
K««o,  giorno  per  giorno,  tanto  più  ne  a< 


-  528 


MOTOBI  LEGGERI  PER  AERONAUTICA,  BUCHET  1906. 


vince,  tanto  più  ne  guadagna 
a  quegli  iiidimenti  invitti,  pei 
quali,  con  lentissimo  progres- 
so si  è  pervenuti,  alfine,  a  nuo- 
vi mezzi  di  più  meraviglioso 
dominio  dell'atmosfera. 

Non  più  il  correr  passivi 
le  sorti  dei  venti,  non  più 
r  ascendere  nell'  atmosfera 
quando  cielo  e  terra  consen- 
tono, ma  liberi,  indipendenti 
da  ogni  condizione  di  suolo, 
da  ogni  condizione  di  tempo 
e  di  vento,  su  macchine  vo- 
lanti o  su  aerostati  dirigibili, 
spaziare  per  l'aria  a  volontà, 
a  sazietà  infinita. 


A  tutti  è  sempre  presente  il 
popolare  giocattolo  del  fan- 
ciullo, il  cervo  volante  (fig.  4), 
ed  è  noto  altresì,  come  quel 
giocattolo,  fatto  gigante  in  unii 
multiforme  serie  di  sistemi, 
sia  stato,  a  mano  a  mano,  e  ;i 
grado  a  grado,  col  vol;.ere  dt- 
g!i  anni,  asservito  alla  scicnzii 
e  come  ausiliario   di   guerra. 

La  scienza  lo  adopra  a 
scuoprire,  nell'alta  atmosfera 
(fig.  6),  gii  intimi  segreti  dei 
fenomeni  della  natura,  anche 
jicr  periodi  di  più  giorni  con- 
secutivi, e  lo  ass(,cia  allo  laii* 


Fig.  8,  —  MOTOni  LKGOKKI  PER  AErONAUTICA, 

Antoinbtte  1906. 


«r5«*^ 


ilUOIBlLC   PA   t.l  1  >u  A    IKUKSCO,   LUGLIO    ltt07. 


Me  di  naìlonclni.  di  gomm*  o  di  oartA,  di 
ttnra.  cni  è  dato  il  compito  di 
-.  uelle  più  elevate  regioni  rag- 
cielo  :  nel  1906,  nella  campagna 
>,  fa  raggiunta  l'altitudine  di 


■      -rvo 

lit- 
tle 
t«:i  «re- 


di aollevare  l'aomo  •  tatto  U  pMod«gll  or 
gani  motori.  I  cenri  volanti  cedono  U  eampo 
agli  aeroplani:  le  Telature  debbono  dar*  fi 
sostentamento,  non  più  per  «ola  forca  vItil 
d>'l  vento  rontro  il  quali*  retUtono,  ma  per 
forca  viva  di  moto  proprio,  in  arte  calma  e 
contro  Tento. 


'TAme- 
■  ■  "-'■; 
fo 
..    re- 
di forti 
itla   poa- 

rapidn  prò- 
;.  if  mi  a  model- 

lare, iliille  oreatur«>  &l.-ile   «Il   natarm.  statomi 
a  grandi  aop«rftel  di  ■ootontammito,  capaci 


Fig.  10. 


Il  Goapil  in  Fran<-la.  i)  Maxim  e  Langi' 
in  America,  ti  Lll«enthal  in  (>«rmauta.  fra 
1885  e  il  I(»9<».  hanno  studiato   il   problema 
r»n  Tere  o  propri'}  norme  iccniehe,  aeppare 
mnr.r^  .  nìtiir-:.')i.  .   1 1<  s»L'Uttn  l!  Langl«7  «d  11 
!.  i erose  •aportoaaa  di 

^M  tiido  lo  primo  boat 

ti*>»:>>   ^  >•">    ••• Ml'aTlaafone:  ed  in 

America,  l' iiig.  ChAnuto  si  fa  aegaaoe  deotao 
del  Ltllentbal.  e  con  dae  precJoal  allievi, 
l'Herring  e  l'ATery,  è  penrenato  a  naovl  e 
brtllaau  rlsalUU. 

L'attenalono  del  teenid  di 
oful  nastooe.  oumluoU  cori  » 
•asora  aitrott*  e.BpMÉaUa«n' 
la  Francia,  Oormania  •  Aaatr 
si   Tollero  sabtto  emalare   , 
Amoricaiti. 

11  metodo  esperimeotAle  •: 
giogo,  al  quale  il  Marey  «dat 
lo  atadio  fotocrooograUco  «^ 
volo  dot  piceiooi.  gabbiani  e  i* 
chi,  e  col  quale  LlllenChal,  L.< 
gley,    Wellner.    Zahoi.    Mar- 
ICecknagel.    Voo    Loca» 
lacero  esperimenti  au: 
atenza  dell'aria,  sogfpt 
AEnoFLA-No  Wright.  STATI  U.MTi  1903.  pitooo   Forbor,  in  Fraocta,  di 

6U  Oli  d'olhra  P.  Som»  •  Figli  di  OnMlìa  tono  «H  mM  Mrfltit. 


5B0  - 


Fij^,  11.  —  Aeroplano  Santos  Dumont.  —  Record  di  volo,  210  metri. 


provvedere  con  esso  alla  sicurezza  dei  suoi 
esperimenti,  sospendendo  ad  un  yiogo  ro- 
tante i  propri  aeroplani,  con  e  senza  motore. 
Prove  che  p;)i  eseguì  di  nuovo,  secondo  Li- 
lienthal  e  Chanute,  con  semplici  partenze  da 
terra,  su  pendenze  appropriate,  provando, 
anche  personalmente,  le  avventure  cui  può 
andare  incontro  l'aviatore,  per  avere  errato 
nel  governo  del  suo  equilibrio. 

Il  Chanute  faceva  intanto  in  America  nuovi 
e  preziosi  allievi  nei  fratelli  Wright  (tìg.  10), 
i  quali,  col  17  dicembre  1903,  segnarono  la 
prima  data  alla  quale,  un  aeroplano  montato 
da  un  uomo  e  con  un  motore  da  16  cavalli, 
abbia  realmente  volato,  e  contro  un  vento 
avente  una  velocità  di  circa  10  metri  al  se- 
condo. 

Questo,  stimolò  vieppiù  in  Francia,  un 
nucleo  di  ferventi  aviatori,  con  a  capo  l'Ar- 
chdeacon,  il  Ferber,  l'Esnault-Pelleterie,  il 
quale  ultimo  ripetè  e  riprovò  le  prime  espe- 
rienze dei  fratelli  Wright.  Il  metodo  di  traino 
con  verricello,  escogitato  dal  Chanute,  fu 
trasformato  utilizzando  le  potenti  automo- 
bili. Indi,  riprendendo  l'idea  geniale  del- 
l'austriaco Kress,  fu  esperimentato  su  vasti 
e  calmi  specchi  d'acqua,  pervenendo  così  ai 
promettenti  risultati  del  Voisin,  del  Blcriot 
e  dell' Archdeacon. 

Passo  passo  ò  andato  così  aumentando  il 
numero  della  schiera  attiva  dei  fautori  del- 
l'aviazione. Passo  passo  si  sono  formate  co- 
gnizioni più  vaste  e  profonde  delle  velature 
e  strutture  necessarie  per  dati  pesi,  dello 
velocità  assolute  che  s'impongono  perchè 
sempre  più  limitate  supertici,  composte  di 
forme  della  maggiore  semplicità  ed  efficacia, 
possano  offrire  la  voluta  potenzialità  di  so- 
stentamento. L'investigazione  teorica,  pro- 
cedendo di  pari  passo  con  l'investigazione 
esperimentale,  comincia  ora  ad  apportare, 
ossa  pure,  il  suo  valido  concorso,  dal  quale 


dipenderà  certamente  la  soluzione  definitiva 
del  problema  dell'  aviazione. 

Concorrentemente,  l'industria  dei  potenti 
motori  ad  esplosione,  eccitata  dallo  stesso  au- 
tomobilismo a  creare  motori  sempre  più  po- 
tenti e  sempre  più  leggieri,  s'iiìteressa  pure 
della  stessa  domanda  fatta  dagli  aviatori  per 
i  loro  progetti  di  aeroplani  (figg.  7,  8,  28). 

Frattanto  i  fratelli  Wright  dell'America 
del  Nord,  sorprendono  il  mondo  intei-o  con 
la  notizia,  propalata  con  molta  arte,  che  con 
le  loro  esperienze  del  26,  29,  30  settembre,  e 
3,  4,  5  ottobre  1905,  sono  riusciti  a  fare  dolio 
volate  di  38  chilometri  in  33  minuti  con  un 
motore  di  soli  15  cavalli. ,  I  brillanti  risul- 
tati di  questi  inventori  misteriosi  spingono 
il  Bleriot  ed  il  Voisin  a  tentare  la  costru- 
zione di  aei-oplani  e  il  Santos  Dumont  che, 
aimi  prima  aveva  meravigliato  il  mondo  con 
le  sue  vittorie  sulla  dirigibilità  degli  aero- 
stati, si  trasforma  arditamente  in  aviatore, 
costruendo  quel  14  bis  che  gU  fruttò  la  Coppa 
Archdeacon.  Nelle  memorabili  giornate  del 
4  settembre,  13  e  23  ottobre  e  12  novembre 
del  1906  l'aeroplano  si  sollevò  da  terra  con 
una  semplice  rincorsa  di  avviamento  com- 
piendo prima  sbalzi  di  4  a  5  metri  a  circa 
1  nu'tro  dal  suolo,  poi  volate  decise  di  oltre 
50  metri  ed  infine  il  bel  tragitto  (tìg.  11),  del 
12  novembre,  di  ben  210  metri  in  21  secondi 
e  Vs  con  una  velocità  media  di  37  chilometri 
all'ora. 

Crediamo  interessante  per  l  nostri  lettdri 
di  dare  un  piccolo  resoconto  di  quella  me- 
morabile giornata. 

Ore  10  del  mattino:  L' appai-ecchio  si  sol- 
leva avanzando,  e  percorre  in  6  secondi  e  a 
40  centimetri  dal  suolo  una  volata  di  circa 
40  metri. 

Ore  10.25;  L'apparecchio  percorre  tutto 
il  campo  d'avviamento  eseguendo  due  vo- 
late: una  di  40  metri  e   l'altra  di  circa  GO. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricost'tuente  sovrano. 


^  .VU   - 


rig.    12.     -   AXBOPULKO   SaXTOS  Dl'MOMT.    1»07. 


percorso  termina  ooa  U  prora  41  una  voi* 
lata  ili  pieno  toU>.  arrestata  però  a  eaasa 
della  troppa  TU-iiiAnxa  di  aloaol  alberi  a  oirca 
nn  quarto  dell' evolaiiooe  a  dritta  già  oom- 
piata.  Ri  produce  un  foasto  di  poco  in<»- 
meuto  all'aaae  della  raou  destra  del  carrello 

di    tra>(>i>rtii 

'  picciolo  fnaato  è  stato   ripa- 
te  :  la  prima  di  50  e  la  seconda 
u:  ■  "      —  "     '     f^oè  aiia  ve- 

lo<  :iirora.  Non 

n*-  '  lU  a  destra 

Ore  trova    sopra 

nnal«i:.  jt.-ik!--  Mi- 

ti-.■ 
P" 


Se  ancora  qnah^e  dabbfn   pretn*  ■ 
molti,  che  le  notizie   ' 
fossero  apocrife,  orni 
reale    e   splt-n elido    i 
Santo<(-Ouinoiit 
il  Ferber.  lAi 

il  Kapferfr,  il  N „       , 

Vaulx,  il  Melvin.  il  Vaiieuian.  li  Uv  i>iun.  «t 
Vinet,  il  UaziM.  il  Hollrvne,  il  Zen».  Etrick  v 
Wells  (flg.  I3>.  ec 

Nella  prinisTera  del  IWiT  'tifz-  K.  1&)  M 
Delagrange  effettuò  vf»!at«»  »1l  .«lirf  so  m^tri 
ad   un'altesza    '     ' 
Vula  (ùg.  16)  < 
Ti'ììU-,  ri.-v-,.  fi 


In 


•••rrantl<»  subito  In  modo 
percorse  fa  di  210  metri 

iitos  Domont  prova 

IS)  di  dimensioni 

;>erienze  non  hanno 


10  metri  da  terra  il  15  IukIìo.  i> 
feto  una  voIaU  di  100  metri  in  e 
ed  il  IS  sgoslo  due  Tolste  ans 
a  S  metri  da  terra,  prose(iiend< 
altra  di  US  metri  tra  «  e  IO  tn< 
(flgg.  17,  18). 

l>istiagaere  fin  d'ora  I  tipi  multipianl,ce! 
Inlari  o  no,  dal  monoplaai,  sfcennare  all« 
caratt*risticho  wlgaase  •  qualità  aerodlaa 


Fii 


rijuro  EmcK  k  Wnxs.  1907. 


^  nr.^  — 


Fig.  14.  —  Aeroplano  Delagkange,  1907. 
{Superficie  60  mq.,  peso  260  kg.,  motore  50  cavalli). 


miche  def,'li  uni  e  degli  altri,  non  è  possibile; 
—  sono  tutti  basati,  ancora  troppo,  su  con- 
cetti empirici;  —  e  sinché  gli  appositi  studi 
metodici  di  aerodinamica  teorica  ed  applicata 
non  avranno  portato  loro  tutto  il  necessario 
concorso  magistrale  della  tecnica  sperimeij- 
tale  e  del  calcolo,  non  potranno  mai  entrare 
nel  campo  perfettivo  e  pratico,  e  su  di  essi 
non  potrà  ancora  esser  fatto  alcun  nssegna- 
mento. 

È  tuttavia  importante  la  dimostrazione, 
piena,  ami)ia,  indistruttibile,  che  l'uomo  oggi 
può  di  già,  effettivamente  e  bene,  sollevarsi 
da  terra  con  semplici  mezzi  similissimi  a 
quelli  delle  creature  alate  di  natura,  sebbene 
di  carattere  dinamico  differente. 


Vediamo  quanto  è  stato  fatto  concorre n 
temente  nel  campo  della  aero- 
statica. 

Vi  ricordate,  certo,  che  lìn 
dai  primi  tempi  della  maestosa 
mongolfiera,  del  magnifico  aero- 
stato sferico,  subito  furono  esco- 
gitati vari  mezzi  e  sistemi,  ag- 
giungendo appositi  remi  e  vele 
o  propulsori  ad  elica,  o  principi 
tìsici  di  reazione  del  mezzo  ae- 
reo, per  rendere  capaci,  quei 
globi  leggieri,  di  muoversi  nel- 
l'aria, liberi  ed  indipendenti  da 
qualsiasi  vento.  —  La  forma 
sferica  fu  poi  in  massima  abban- 
donata, sostituendola  in  genere 
con  forme  più  o  meno  allun- 
gate, ovoidi,  od  a  fuso,  od  a  si- 
garo, o  cilindriche  addirittura. 

Meusnier,  Giffard,  Dupuy  de 
Lome,  i  fratelli  Tissandior,  Yon, 
segnarono  orme  di  preziosi  con- 
cotti; —  od  il  noto  capitano  Re- 
nard, poi  colonnello  dell'eser- 
cito francese,  come  un  faro  vivo. 


sfidante  o  mi  più  fitta  tenebra,  di  un  cielo 
notturno,  cfucciuso,  ed  ingombro  di  nnbi  e 
tempeste,  dopo  aver  agitato,  incitato,  con  lotte 
e  dolori  infiniti,  menti  e  Governo,  infine,  nel 
1884,  soggioga  ogni  meraviglia  attonita  del- 
l'uomo, col  suo  dirigibile  La  France.  —  Fu 
però  una  favilla  del  genio  umano,  che  nel- 
l'ai'ia  ambiente  non  trovò  che  limitata  nutri- 
zione, e  che  andò  minacciando  di  spegnersi, 
lenta  lenta,  con  g.i  anni. 

Difatti,  si  ripetono  tentativi  dal  Woelfert, 
dallo  Schwartz  con  involucro  in  tutta  la- 
miera sottile  di  alluminio,  dal  Severo  col 
Fax,  dal  Bradsky,  —  ma  lasciano  solo  una 
traccia  di  sventure  e  dolori. 

Tuttavia  è  sempre  più  eccitata  la  fanta- 
sia dell'uomo,  —  ogni  concetto  di  utopia 
comincia  realmente  a  svanire  per  ogni  dove, 
—  e  sorge  in  Francia  un  mecenate  convinto, 


15.    —  Aeroplano  Delaguange,  l'JOT. 
e  IO  aprile  fece  volate  di  circa  60  tnstri. 

L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  iodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


Fig. 
marzo 


Fig.  1«.  —  AsmoPLAXo  TinA  (onroxo  l»07). 
/Ve»  mlcum*  0olats  di  circa  iOwt.aé»StH.da  tèrra. 


i5  italsoe  un 
i  per  primo 
>    alla    punta 


1  la  sfida,  un  vero 

ii.»^..  -^  .1  ..  i...       >,..;ì  .,    Dumotit:   —  e  Ir* 
gU  anni  1901-1  W2-rt03.  non  s<.l..  viiu-'-.  .ir  liU> 
ed   audace.  U  premio   Islifuito   dal    I><iirsirh. 
ma,  con  una  »e ne  di  ben  U  tipi  di  diri^'ib:!!. 
di  Tarte  dimensioni  e  ditT'-rctiti  unu  dall'al- 
tro, compie  una  s^rio  di  tentativi  »?  di  o^pf- 
rienze,  esponendosi  perfino   ad  una   aomma 
di  peripezie  una  più  aT^'enturosa  dell' altm. 
Il  xuu  dinirihiif   ti.  '.'  <;  i»<Tt.-)iito  il  mnslo 
rlusciU'  s-to  per 

ben  tre  'ntinua 

dei  partR.....  i...  «...    .  '  •'"  ' -^ 

ad  assistere  alle  corse  d 
dello   8t^«»"   m«»«o   •r«.n-'. 
proprio    ' 
des  Cha- 
sione  II  •' 

lazione  al   Ilc^tauiaiìt  <l»j  :a  <  .. 
de  Boologne,  il  14  luglio  vola  .-^ 
piena   .ir  A  .<1U  riTista  di  Loq|g< 
hr  n  presidenziale. 

itto  e  sempre  come   semplice 
es:;.,..- . ......v.io  di  una  genialità  multiforme 

meraTlgliosa,  e  tutto  e  sempre  col  solo  em* 

pirlsmo.   Santos    Dumont    tuttavia    apporta 

'  segnaroenti  pratici  ai  tecnici  e  co- 

nrr.rnt;  c-'t^'iti.  nf  qnall  furino  note- 
V  lU  dalla  Ger-* 

ni.  ■  lin.  che  sulle 

riv      .  -.seca  un  con- 

cotto  di  9tr;i*>r<ii:i.irìo  Ardimento. 

I  capisaldi  principali  dell' aeronautica,  con 


art  strati:  la  st  t 

h:\  tale  dell' in 

vo;  -  -  _••. 

gucii  il  ootwiio  u  seta,  gonfi 

più  o  ni  tamenie  di  gas  più  le;: 

gtero  dfci.  ... ....  ».n  litì  per  le  perdite  cofi'"*-; 

di  gas  attraverso  la  stoffa,  non  può  in 
contro  l'aria  urtata  dal  dirigibile.  n<  .     . 
versi  per  propria  propolsioiie,  come  non  pn 
marciare  contro  vento.  Mosa  ohe  1*   pn*'^ 
sione  interna  del  gas  non  cgtiagU  co«laat<- 
mente  quella  dell' aria  o  del  vento  aitaste 
la  punta  anteriore  dell' Involucro.  —  Perot» 
tener"  tal.-  nr«ssi.,n«  Interna,  ha  dato  per- 
ff"  icca  pure  di  stoOk,  e  <^ 

pr  ne.    disposta  all'intern 

'•-  r.. .,).,'..  „  ,.,.11 ,  'filile.  .* 

7.ion4- 

-  ferie* 

.   vuiiii*.  p«Tein»    ni«i«*i>(ieiido«i 

■^aeea,  ed  Impertendoel  te  pffe^» 

- 1  sacca  al  gas  deirinvntncr' 

n'Interno  dell'air 

•■^guagll    quella   d 


!(igge    dalla    kac.i-a 
la  piuttosto  nelle 


Lo 
d'ana 

arrT»"*»" 
eii 
ali 
i  r 
df 


e;:  .••    ^'ra\i     ln<-«»n\enient 

di  armatura  e  del  motor* 

con  •  raordinartameat»  te  ea- 

bator*   dcir  *rco*tato ,   portandola   a  circa 
12000  me,  -  e  per  reetare  Ut  limiti  di  •<• 


534 


Fig.  17.  —  Aeroplano  Bleriot  N.o  4,  1907. 


zione  maestra  di  conveniente  limitata  resi-     dide  esercitazioni  sopra  Mantes,  e  nella  mi 


cella  arriva  a  ti-asporcare  ben  6  persone; 
tìnchè,  l'insieme  del  sistemi,  riesce,  così  per- 
fezionato e  cosi  rispondente,  a  tutte  le  esi- 
genze della  navigazione,  che  i  fratelli  Lo- 
baudy  e  l'ing.  Julliot  non  esitano  più  a  pro- 
porlo al  Governo  francese,  per  l'applicazione 
alle  ricognizioni  ed  esplorazioni  da  guerra. 

Il  dirigibile  Lehaudy  1905  (fig.  10),  è  allora 
sottoposto  all'esame  di  una  speciale  Commis- 
sione militare,  che  aveva  tutte  le  cognizioni 
tecniche  e  scientifiche  adatte,  —  ed  il  27  giu- 
gno di  quell'anno,  sotto  il  controllo  di  quella 
Commissione  militare,  dava  prova  memora- 
bile delle  sue  qualità  nautiche,  sia  in  viaggi 
a  partenza  improvvisa  di  notte  e  di  giorno, 
sia  con  velocità  da  18  a  42  chilometri  all'ora 
a  seconda  della  marcia  contro  vento  o  col 
vento,  sia  compiendo  una  prima  tappa  di  94 


stenza,  la  il  suo  sistema  lungo  ben  123  me 
tri.  —  I  nostri  colossi  marini  usuali  esterior- 
mente gli  stanno  a  raffronto. 

I  mezzi  odierni  sono  tuttavia  ancora  in- 
sufficienti, o  non  corrispondenti  a  dirigibili 
di  quella  straordinaria  mole,  —  e  le  prime 
esperienze  dello  Zeppelin  del  1900  non  hanno 
un  risultato  soddisfacente.  —  Ma  la  tempi-a 
adamantina  dell'  uomo  vedi-emo  che  sfida 
qualsiasi  contrarietà  ed  avversità  dei  tempi, 
fisso  ed  incrollabile  nelle  sue  idee. 

Non  sono  ancora  dimenticate  le  aspetta- 
tive, già  fatte  ed  un   po' svanite   sullo    Zep- 
pelin,   che    appaiono    nuove   impressionanti 
notizie.  In  Francia  i  noti   fratelli    Lebaudy, 
lianno  consentito  larghezza  di  fondi,  ad   un 
ingegnere  loro  dipendente,  per  la  costruzione 
di  un  dirigibile.  —  E  quando  ognuno  meno 
se  l'aspetta,   ecco  comparire 
un  primo  tipo  di  questo   di- 
rigibile, dedotto  da  una  lunga 
serie  di  studi   ed  esperienze 
apposite. 

I  primi  risultati  sono  sod- 
disfacenti, e,  con  un  metodico 
studio  progressivo,  ne  vengo- 
no esperimentati  lentamente, 
e  senza  alcun  risparmio,  tutti 
i  particolari. 

Un  primo  periodo  di  espe- 
rienze si  compio  dal  2  novem- 
bre al  13  novembre  1902;  — 
un  secondo  periodo  dal  1» 
aprilo  al  15  giugno  1903;  — 
un  terzo  periodo  dal  24  giu- 
gno al  2  agosto  stesso  anno; 

—  un  quarto  periodo  dell*  8 
al  20  novembre  ancora  del 
1903,  —  ed  in  cui  da  Moisson 
si  reca  in  un'ora  e  40  minuti 
u  Parigi  con  una  velocità  di 
3»'»  km.  all'ora;  un  quinto  pe- 
riodo dai  -1  al  28  agosto  1904:         Fig.  Ift.  —  Bleriot  N.»  5,  1907.  —  6'  agosto,  due  volite,  mia 

-  un  sesto  periodo  dal  30  et-  di  122  m.  a  2  m.  da  terra,  ed  appena  toccato  il  suolo, 
tobre  al  22  dicembre,  pure  sema  arresto,  una  seconda  volata  di  143  m.  a  10-12  m. 
del  1904,  —  ed  in  cui  fa  splen-  da  terra;  percorso  totale,  265  m. 

Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Fiali  di  Onealìa  «onn  nll  imioi  norfoHI 


Fig.  1».  —  Lebacdt.  1905 
</    '  I  f'utttiflia  da  guerra  fraHCt**^  addétto  alla  pttuta  forU  di 


e)  ì  ore  «  Qaal. 

3  «rie  sino  subito  ^ 

ai-  ulOOkg.  pria  fl' 

di  xaTorra:  Ma  aroampaiido  aii'aperta  campa-  piiaci|>  > 
gna  dando  an>-h«>  buona  prova  di  resist«nia  Ed)' 

a  violenti  Ut.  t  rendendo  dopo  qa«-  al  fraU'Ui  l,- 

sti.  del  tntt<>  li  tormento  sabito,  condo  dlrigib 

le  sue  ascei)^.  -Nrc.  Mentre  p*' 

lVell'insietn(>  di  (inciiu  prov  pe  oondo  meravi 

•  5  gtomi  di  Tiaggio  consecott\  di  manifestazion 

•os^iorno  IMT  ripovi,  jM-r.-iTr-  Si-  dal  c<intt'   Ali: 

|..-  ■      ■      ■ 


naggra  prectao  at  luugbl 
terreno  preordenfeemente 
limi  ri>-<>ii«/x-iiii<i,  —  non  sfaiema  di  onneg» 
gio.  e  materiali  di  aoeampameot>>.  riapon- 
denti  come  realstenaa  a  TiolenUstiml  tem- 
porali, par  restando  abbandonato  a  aè  steMO 
giorno  e  notte. 

Kè  basu.  che  !'8  ottobre,  tempre  del 
1906,  mentre  della  guerra  fran- 

cese IroTava^  dirigibile  è  esporto, 

<-on  splendide  .  *d  ani  prova  di  na- 

i^asione  contro  forve  vento  «1  abbondante 
:  'jggia:  —  Il  17  ottobre  e'segaentJ,  è  ap- 
Ì<lìcato  ad  esolosive  prove  di  ricognlsione 
militare  sopra  la  piazza  forte  dJ  Tool  e  vi- 
cinanze. —  e  dorante  quelle  fa  e^roitasionl 
di  rilievi  fotoffraflcl,  e   r -^  :  anelo  di 

proìf'ttili  sui  forti  e  sulle  In  cinte. 

—  Infine,  in  a:ia  prova  naviga 

splendiilanuMit  •  ;»  >-\ira 

Q;ial.>  iii-T.iv!_-li.».  >.•    •  Ulto  mi- 

nuzia.M.«  e  >crni>'l'>sv  pr  '  /y  lyoi, 

fu  acquistato  deOititivamcui^  *i%i  (JO^^mo 
francese? 


VOI»,    «1  ' 
vanno  : 


peltri   Italiano. 

Oia  ardente  fautore,  nel  1S7S,  dei  < 
del  CordenonA.   -  p^r  Innjrhl  r  Inn,-' 
concepisce,  «•  i 
di  dirigibile  I 
di  forma,  con 
tara  rigida  tutuioa  dcgt. 
tuisce  una  geniale  careni 
cÀouch,  -  ed  allasUbilita  ' 
dinamico  dell'altitudine    : 
vede  con  una  coppia  dt  p 
verso  l'estremità  antenoi 
tro  verso  réatrrmifa  pf 

Lo  prove  d^-l  r»  >'-■  d 
però  che  un'. 
strazlone  deli- 
dare  quel  sL>t'  ' 

«ioni  di  mezzi  iiau.j»zi»ri  iuruuo  sempre  e 
critiche,  cbe  il  c^nte  Almerico  da  Schio,  n* 


530 


Fig.  20.  —  Aeronave  Italia,  1906. 


potè  mutare  rinsnffioifnte  motore  Buchet, 
previsto  e  provvisto  intorno  al  1890  di  soli 
12  cavalli  di  forza,  mentre  tutte  le  più  re- 
centi esperienze  di  dirigibili  consigliavano 
almeno  motori  da  40  e  50  cavalli. 

Tuttavia  l'Italia  effettuò,  tra  il  17  giugno 
ed  il  4  luglio  1905,  un  primo  ciclo  di  espe- 
rienze, che  nonostante  l'esile  motore,  de- 
perito da  lunghi  anni  d'inei'zia,  dimostrò 
soddisfacentissime  doti  nautiche  del  si- 
stema da  Schio.  Ed  il  1"  luglio,  eseguiva 
persino  delle  splendide  manovre  di  diri- 
gibilità  innanzi  alla  nostra  graziosa  e  pre- 
murosa mecenate,  S.  M.  la  Kogina  Mar- 
gherita di  Savoia. 


Dal  Renard  nel  1884,  eccoci  passati  al 
1905:  in  cui,  emergono  gli  splendidi  ri- 
sultati del  dirigibile  Lehaiuìij,  le  preziose 
promesse  deW'Italia,  i  misteriosi  tenaci 
tentativi  dello  Zeppelin. 


Nel  1906,  si  attendevano  tre  nuove  ma- 
nifestazioni dell'aeronautica:  —  il  se- 
condo dirigibile  commesso  dal  Governo 
francese  ai  fratelli  Lebaudy  coi  tipi  stessi 
dell' ing.  Julliot;  —  il  secondo  ciclo  di 
esperienze  del  conte  Almerico  da  Schio, 
—  il  primo  ciclo  di  esperienze  di  un  altro 
dirigibile,  dovuto  agli  studi  e  ai  lavoil 
di  due  eminenti  tecnici  italiani,  l'ing.  For- 
lanini,  già  noto  fin  dal  1870  per  il  primo 
apparecchio  più  pesante  dell'aria  che  si 
sollevò  coi  pj'oprì  mezzi  da  terra,  ed  il 
capitano  del  genio  cav.  Cesare  Dal  Fab- 
bro, l'organizzatore  del  tipi  di  costru- 
zione del  m.ateriale  aerostatico  militare 
del  nostro  esercito. 

Il  conte  Almerico  da  Schio,  pel  1906, 
oltre  ad  alcune  modificazioni  al  sistema 
di  governo  dinamico  del  suo  dirigibile 
(figg.  20.  21),  inteso  sostituire  il  motore 
da  12  cavalli  con  un  motore  extraleggero 
da  40  cavalli,  delia  rinomata  ditta  fran- 


cese Levasseur;  —  ma  sopraggiunse  la  fine 
della  stagione  autunnale,  e  l'inizio  della  ina- 
datta stagione  invernale,  senza  che  fossero 
ultimati  i  preparativi  per  il  -2"  ciclo  di  espe- 
rienze. 

Il  dirigibile   dei  signori  Forlanlnl   e  Dal 
Fabbro  non  era  ancora  compiuto. 


Jj'lg.     ^1.    AcIUJìNAVK     *  irAL.lA  „ 

DEL   CONTE    ALMERICO    Da    Scilro.    1  ,),)(>. 


t'Qiio  Sasso  M^dipin^ie  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituejite  sovrano, 


Flg.  22,  —  OtBioxfiiu:  Vamu,\ai^  1906. 


»,  ' 

In  competi^)  si   ebbero,  «d*  Amburgo  • 
neilmo   in  giugno  e  loglio,  aloaneesperieose 
dt  un  dirigibile  dH  Tna^^ore  tedesco  Puae- 
val  (Ag.  tSK  —  Ri.i  mente  per 

Ril  teitwUti^ra^'  i    per  la 

loro  f<>nna  sJii;:'.  r  la  loro 

«pecii»  Miti. 

—  M.1  ine 

geniali-  ...  .  .  .  .n 

ghe  estpenviise  «■  drlinitivo  . 
In  Franoj.i.  il  Conto  <l.- 
ste»i«  epoca,  a  tnostia  un  i 
di  720  ni.  <•.  itìx.  '-Mi.  stii-lin- 
scopo  sporiivti.  —  Le  prove  >«• 


riguardo  rito  stadio  tecnico  del  sUtema.  ma 
dimostrano,  per  ora  a!m«no,  rinadatiihilità 
del  dtrfrlblll  allo  sport 

N  '.re,  poi,  si  ebbe  ana  Inprovrisa 

ortita,  sul  Ugo  di  Oostanxa.  di 

K  ^rthìlo  dello  Zeppelin  (ftg.  24.  25|. 

•liiroj.  1900   e    1«04. 

per  «  «jgiante  e  mo» 

'I     tl.V..-       ....      ..^..  .t...i      »      ,(4      ...._ 

<•  per  aver 
.v«:il.  la  foi 


-^ 


I 


Fiff.  2.:: 


Aeronave  Zeppelin,  ottobre  1906. 


Fig.  25.  —  Aeronave  Zeppelin,  ottobre  1906. 


Fig.  26.  —  Il  dirigibile  da  guerra  "  Patrie  „  l'.)06 
20  din'aibile  della  Hottìalia  da  guerra  francese  addetto  alla  piazza  forte  di  Verdmi, 


yig.  J7.  —  I  TUfom   K  PIASI  STABXUZCATOBI  DU.  •  PaXKUC 


salta  abbia  ragglanta  la  libila  v^lor 
di  51  km.  all'ora. 

K   fat'^Ta   anche,  q'; 

2*2  novembre  1W«  1p  «:n 


.  2'it.   —    il   2;i.  24.  Uó. 
•gnano  marcato  prov< 

r.l..    ,1,r, ,.».,!.       .-he.    Il  ^  . 
'•-  il  SUO 

.:•>  mili- 
i<i>  K-i  SU»  firima  aaoen- 
luell'equifi 


;  UW7.  -  Qaale  tt  mov; 
'  iài  primi  di  qaeat'anno? 
le   oooa«iiiieDse.   derivata   d^ 

i..tt*  i-nfi  '^^-•-••Ti,  taate  Mp< 
«empre  p! 


I  'rniai.  tiiTT<^-  i«>  nazioni 
iiu'lu«a  l'Italia 
oniprese  del  deeiaiTO  puap  fatto 
dalla  Francia,  nai  co«Cltnir#  per  la 
prima  una  flotllglto  di  diriffblll  da 
gaerra,  —  e  sertaiD«nt«  impreasiona- 
te,  dal  progressi  rapidi  che  ra  fa- 
condo l'aviazione  in  Francia,  con  gli 
noropl""*  '^"'  ^<*ntos  Domont.  BI©- 
r^.T.    !  i^range,  ec.  tutte 

l"  ?n  .  !ii  sono  intento  ed 

a  -rudi   e  ai    laTori,   per 

pr  >nta  costruzione     di 
'.      j  .i.rr.pl.inl. 

sna  ti' 
Quatti 


8.  —   MOTOBS 

100  HP;  Ito  kf.;  19  eUim-iH. 

IlcpubUqne  e  Democratie  (1907|:  per  i  quali 
la    saranno  pare  completamente  organizsate  le 
lai     loro  risi>ottive  «taztoin  presso  le  piasse  forti 
'.•6».    nrinciDali  di  frontiera.      


-  540 


j 

Per  il  1910  la  flottiglia  sarà  portata  a  6 
dirigibili,  di  cui  uno  speciale  per  lo  Stato 
Maggiore. 

La  Germania  per  la  fine  del  1907  avrà  4  di- 
rigibili in  completo  assetto  :  il  Parseval,  un 
tipo  Parseval-Lebaudy  (fig.  27),  dell' ing.  Ba- 
senach,  più  lo  Zeppelin  III  1906  che  nel  1907 
subì  parecchie  vantaggiose  modificazioni,  cosi 
da  pervenire  a  compiere  meravigliosamente 
un  bel  }-(iid  di  7  ore  di  aeronavigazione  senza 
scalo,  con  un  percorso  di  circa  340  km.  e  ve- 
locità di  circa  45  km.  all'ora  in  media,  tra  i 
400  e  1000  metri  di  altitudine:  infine  lo  Zep- 
pelin IV,  tipo  1907,  lungo  130  metri,  e  270  ca- 
valli di  forza  motrice,  e  che  pel  novembre  e.  a. 
sarà  ultimato  ed  inizierà  le  sue  esperienze, 
porfando  a  bordo  anche  un  proiettore  ed  un 
impianto  radiotelegrafico. 

L'Inghilterra  nel  settembre  ha  esperirne  i- 
tato  un  nuovo  dirigibile  "  Nulli  Secttadiis  „ 
di  1750  metri  cubi,  cilindrico,  lunt^o  30  metri, 
diametro  9  metri,  motore  Antoinette  da  50  ca- 
valli. Perfezionato  con  appositi  piani  stabi- 
lizzatori, il  30  settembre  da  Aldershot  potè 
spingersi  fino  su  Londra,  ma  la  sua  velo- 
cità massima  ottenuta  in  calma  fu  appena 
di  lfi-20  km,  all'ora.  Ricostruito  e  modificato 
opportunamente,  prima  della  fin  d'anno  farà 
nuove  esperienze  e  segnerà  il  primo  tipo  della 
flottiglia  che  l'Inghilterra  ha  deciso  salito 
di  costruire  per  la  sua  difesa  nazionale. 

Il  Governo  inglese  atten<le  poi  ancora  a 
proprie  esperienze  di  aeroplani  per  servizio 
militare,  e  fin  dai  primi  d'ottobre  un  primo 
modello  montato,  riusci  a  volato  di  oltre 
100  metri. 


La  Spagna  e  l'Italia  avranno  a  buon  punto 
la  costruzione  del  loro  primo  dirigibile  mi- 
litare, con  caratteristiche  alquanto  differenti 
dal  tipo  Lebaudy.  L'Austria  sta  ultimando 
pure  il  suo  primo  dirigibile. 


Notevole,  in  tanto  movimento,  sono  le  pre- 
ferenze che  danno  l'Inghiltei-ra  agli  aero- 
plani, e  la  Germania  ai  dirigibili.  —  Ma  ciò 
dipende,  essenzialmente,  dalle  tendenze  delle 
personalità  tecniche  attuali,  più  eminenti  nel 
movimento  stesso  delle  singole  nazioni.  Di 
fatto  però,  i  dirigibili  e  gli  aeroplani,  per 
l'applicazione  alla  guerra,  si  completeranno 
a  vicenda,  —  le  speciali  doti  dell'uno  non 
potendo  essere  proprie  dell'altro. 

L'aeroplano  è  la  macchina  dalla  vertigi- 
nosa velocità  che  corre  d'un  guizzo  da  un 
luogo  all'altro.  Non  trasporta  che  un  limi- 
tatissimo numero  di  persone,  e  risente  gran- 
demente delle  critiche  coudizioni  organiche, 
per  i  potentissimi  motori  di  cui  ha  bisogno, 
e  per  l'enorme  quantità  di  combustibile  che 
quei  motori  consumano,  —  il  peso  di  tale 
combustibile,  e,  dell'apparecchio  intero,  es- 
sendo enorme  assai. 

Il  dirigibile  invece,  è  il  colosso,  di  molto 
maggiore  capacità  di  trasporto,  rispetto  al- 
l'aeroplano. —  Sotto  limitati  diametri,  ed 
estese  lunghezze,  può  essere  dotato  di  enormi 
forze  ascensionali  —  le  quali  danno  il  mezzo 
di  trasporto  di  quantità  rilevanti  di  carico,  di 
motori  più  resistenti,  e  del  combustibile  ne- 
cessario per  ima  lunga  durata  di  cammino.  — 


CONTRO  LA  STITICHEZZA  t 


:4  ii4:M«i  MJ«;/A7«i:i 


CHIEDERE  OPUSCOLO  EI-IXIR    PURGATIVO 

fmMH^ia:  ifia  Luigi  Miragli3, 1-2:  ViaConlc  di  Runa,  13- N/ì  POLI 


Flc.  aoi  ->  KuoomoM  dbi  Fkatblu  Dvrxxm,  Pabioi  ifoft  -  ciivirmA  IWM. 


I/aero^ratn  dirigibile  paò,  anobc.  spesso  nfriii» 
tare.  p!pn.ttT;f"n?f  e1  nmninttr'Jttr  ir  correnti 
«orti. 

lllSJ 

'■i  i/iu 

imi' 

>.triee 

—  1  treni   ferroviari, 

od   .1, 

In  .jii.MM  |t-iin(iu  iniiiHle  della  applica- 
zione di  quei  due  siittfoil  alla  guerra,  non  è 
ancora  lecito  di  dire  l'organlezazione  ohe  po- 
tranno assumere  1  senrizi  militari   inerenti: 

—  né,  sotto  quanti  differenti  aspetti,  di  ser- 
vizi  militari  propri,  o  di  servizi  privati,  mi- 
litarlzzabili  al  momento  oeoessaiio,  l'appU- 
cszione  poi  ri  essere  estMa. 

Ha,  alla  vostra  meut«  perspicace,  non 
•fuggirà  certo,  la  visione  dell' importanza 
straordinaria,  che  potranno  assumere  dislo- 
cazioni opportune,  e  rej?ionn"  '^-••"  *n  dal 
tempo  di  pace.  lun;;o  tutto  !c|lu 

Stato.  In  numero  convenleir  nieno 

complete  sUuUoDl  urne,  di  diM.jii>)ii  •  i  aeru> 
plani,  da  dIfiMA  «d  offf^i'a  e  di  più  o  meno 
potenti  isttlOlloal  private,  sportive,  inda- 
striali  e  conniiereiaU,  aeronautiche. 

Quo) la  Tietone  si  oonrreta  maggiormente 
con  la  >alataslone  dell' ampio  dominio,  della 
straordinaria  pr<-  ':  offesa  e  difesa, 

che.  dirigibili   <  poseooo  avere 

dalle  loro  elevat«  -...  '^-'  rapido  por- 

tarsi, su   ogni   luogo  inente,  ri- 

spetto alle  localizzate  :  ■■•'  di  terra 

e  di  mare,  e.  proporzionatavni^.  alle  moUo 
lente  mosae  di  tali  forse,  per  ^1  intricati 
cammini  sti  campi  e  terreni,  o  traTonvo  allo 
impedenti  acque. 


Dond^fM>^ iranno,  per  via,  trasformasioal 
«'^''tatirlnM.  nnl!r>  organizzazioni  stesse  delle 
terra  e  di  mare  —  avvlan- 
ver«o  quei  concetti  id«»all 
Naie  —  cui  tendono  già  d» 
idilli  i  •  <'rni  —  per  evitare  le  sem- 

pre ]■  M>.  provvedenti  alla  dife«a, 

»'■'  4.  ed    all'iufluente   aatorttà 

ne.  -  e  per  evitare  le  sempre  più 

icrre,  per  1  sempre  pio   terribili 

htriiiii' mi   di   guerra,  che   all'aomo  è  dato 

comporre   con  I    profr«Mi    della  MiMua  e 

delle  industrie. 


Né  vi  pala  strano  di  accennare,  sin  d'ora, 
a  tali  tranfcrmazioni  :  -  poiché,  a  lato  del 
progressi  dcKll  areoplanl  e  del  dirigibili,  si 
hanno  anche  degl'importanti  paesi  in  avanti, 
fatU  dagli  ellooptert. 

Quell'elica,  —  oIm  voi  avete  vista  appli- 
cata  come   propulsore  a    uavt  marine,    ad 
aeroplani  ed  acroeUU  dirigibili,  '^  se  la  di- 
•ponete  col  eoo  aase  verticale,  se  le  date  una 
costmzlone  propria,  diviene  e«»a  %ti^^**  r* 
pane   di  sollevare  riicvsnii  pesi, 
motore,  dal  quale  è  Catta  funzionar 
che  deve  governare  rappar<'i-clii<>.  I 
e  Svizzera,  Anatria  ed  I  ■  no  «uidi  • 

lavori  già  preziosi  in  t  39.  30),  e 

proprio  salta  fine  di  setu  a....^  ^.  quest'anno 
Il  glroplano  Brégnet,  che  non  è  «le  un  eli- 
coptero  con  i  coppie  di  elidie  di  aoelenta- 
mento,  e  con  un  motore  di  41  cavalli,  ha 
sollevato  Un  700  kg.  Indoso  Tnomo  che  mon- 
tava l'apparecchio,  oexia  circa  kg.  IS.BOO  por 
cavallo. 


CARAMELLE  VENCHI 


TORINO 


-  542  - 


L'elicoptoi'o,  via  via,  perverrà  ben  presto  a 
sostituire  l'aerostato  sferico,  in  tutte  quelle 
applicazioni  sportive,  scientifiche,  e  militari, 
per  le  quali  sarà  utile  aver  l'indipendenza 
assoluta  dai  venti,  e  dalle  condizioni  me- 
teorologiche, per  fare  ascensioni  locali  o  di 
piccolo  e  lento  spostamento. 

Nulla  vi  posso  dire  in  fatto  di  apparec- 
chi, che,  a  similitudine  degli  esseri  alati  di 
Natura,  abbiano  ali  battenti  —  o  in  velatura, 
o  in  strutture  simili  a  quella  degli  uccelli, 
od  insetti.  —  Assai  poco  v'ò  di  fatto  al  ri- 
guardo. —  Il  tecnico  è  troppo  attratto  ad 
ottenere,  per  ora,  un  pronto  ed  immediato 
utile  pratico,  da  meccanismi  ed  apparecchi 
di  più  facile  e  semplice  combinazione,  come 
aeroplani  ed  aerostati  dirigibili,  che  non  lam- 
biccai'si  faticosamente  il  cervello  per  conge- 
gni che  saranno  sempre  complicatissimi,  e 
mai  raggiungeranno  la  perfezione  di  Natura 
in  Natura. 

Ma  qui,  il  pensiero  non  può  a  meno  di  ri- 
correre ai  lavori  e  agli  studi,  di  profonda  in- 
vestigazione sul  volo  degli  esseri  alati,  fatti 
dal  celebre  fisiologo  il  prof.  Marey  di  Fran- 
cia, e  di  cui  nel  1905  fu  rimpianta  la  perdita 
da  tutto  il  mondo  scientifico. 

Un'altra  manifestazione  dell'anno  19C7  do- 
veva essere  la  pax-tenza  dallo  Spitzberg,  in  fin 
d'agosto,  della  spedizione  aeronautica  Well- 
mann,  col  dirigibile  America  (1907)  al  Polo 
Nord  (fig.  31). 

Questo  tentativo  audace  è  ancora  molto 
intempestivo  date  le  condizioni  tutte  pri- 
mordiali in  cui  sono  gli  attuali  dirigibili.  Per 


spedizioni  di  tal  genei'e,  in  regioni  inospitil- 
lissime  ed  inabitate,  occorrono  dirigibili  per- 
fetti e  provati  e  predisposizioni  speciali,  ol- 
treché per  il  regime  ignoto  dei  venti  e  delle 
condizioni  metereologiche  e  di  navigazione, 
anche  per  eventuali  anticipati  attcrraggi,  per 
eventuali  necessità  di  rifornimenti  di  gas  e 
di  combustibile  per  il  motore,  per  eventuali 
necessità  di  ritorno  a  piedi  per  abbandono 
del  dirigibile  sui  ghiacci,  ec. 

La  radiotelegrafia  sarà  per  certo  di  grande 
aiuto  alle  spedizioni  di  tal  genere,  ma  allo 
stato  attuale  le  comunicazioni  avverranno 
sempre?  Tutto  il  mondo  sta  in  aspettativa 
e  viva  ansietà  pei-  la  spedizione  Wellmann,  e 
gli  auguri  e  voti  vanno  ad  essa  tanto  più  caldi 
e  sinceri  quanto  più  seri  sono  i  timori  che 
tengono  sospesi  gli  animi.  E  certo  però,  che 
la  riescita  del  Wellmann  sarebbe  un  nuovo 
e  splendido  passo  avanti  fatto  dall'aeronau- 
tica, cui,  in  avvenire,  saranno  naturalmente 
affidati  i  più  difficili  compiti  delle  esplora- 
zioni scientifiche  e  geografiche. 

Guido  Castagneeis. 
Ottobre  1907. 


COSSILA  BACHI 

presso  BIELiI^A  -  Piemonte 

STAGIONE  1o  GIUGNO  -  lo  OTTOBRE 

MEDICO-DTKETTORK 

Dr.  L.  C.  BURGONZIO 


Fig.  31.  —  "  Amebica  „  agosto  1007. 

Dirigibile  della  spedizione  aeronautica  al  Polo  Nord, 

dell'  esploratore   Wellmann. 


CUCINE 
CALORIFERI 
VENTILAZIONE 
FORNI 


DELI  ORTO 


FEDERICO  DELU   ORTO  &   Cr  MILANO  | 


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hia  «  NMocw  divùe. 


644  - 


IL  PLOTONE  GRIGIO 


La  denominazione  P!olo>ie  grìgio  serve  ad 
indicare  l' inizio  di  una  grande  e  radicale  ri- 
iorma  nel  colore  delle  divise  dell'esercito 
italiano. 

Nel  1904  Luigi  Brioschi,  presidente  della 
Sezione  di  Milano  del  C.  A.  I.,  leggendo  delle 
stragi  della  guerra  russo-giapponese,  si  con- 
vinceva che,  data  la  spaventosa  potenza  di 
distruzione  delle  armi  da  fuoco  moderne,  che 
fanno  in  brevissimo  tempo  d' una  truppa  vi- 
sta una  truppa  distrutta,  avrebbe  avuto  un 
vantaggio  immenso  sull'avversario  quell'eser- 
cito che  si  vedesse  meno,  e  dalla  cui  divisa 
si  fossero  accuratamente  eliminati  tutti  gli 
accessori  inutili  e  tutti  i  colori  troppo  ac- 
centuati Si  deve,  in  una  parola,  poiché  per 
un  pezzo  non  si  riuscirà  a  sopprimere  la 
guerra,  rendere  questa  meno  micidiale  che 
sia  possibile;  e  ciò  si  può  in  notevole  mi- 
sura ottenere  avvicinando  il  colore  della  di- 
visa dei  soldati  al  colore  del  terreno,  del- 
l'ambiente in  cui  dovranno  combattere. 

Furono  fatti,  nel  battaglione  Morbegno 
del  50  Alpini  (allora  comandato  dal  tenen- 
te colonnello  Donato  Etna)  molti  esperi- 
menti sulla  visibilità  del  colori;  ed  al  ber- 
saglio, alla  distanza  di  COO  metri,  risultò 
che  ad  ogni  palla  che  colpiva  il  colore 
ritenuto  il  meno  visibile  (grigio-creta)  cor- 
rispondevano otto  palle  che  colpivano  la 
vecchia  divisa  degli  Alpini. 

Il  primo  plotone  grigio  istituito,  col  con- 
senso del  ministro  della  guerra,  per  ini- 
ziativa ed  a  spese  di  Luigi  Brioschi,  ed 
appartenente  al  predetto  battaglione,  fu 
vestito  la  prima  volta  a  Tirano  il  24  lu- 
glio 1906,  e  comandato  dal  tenente  Tullio 
Marchetti  di  Trento. 

La  riforma,  lodatissima  da  tntte  le 
autorità  militari,  in  tutti  i  suoi  particolari, 
mosse  il  governo  ad  estenderla  agli  al- 
tri due  plotoni  della  stessa  comp.ignia; 
ma  (per  quanto  in  via  di  prova)  si  vollero, 
nell'arredamento  e  nell'equipaggiamen- 
to, introdurre  modificazioni,  che  sono  al- 
trettanti peggioramenti. 

A  spiegar  questi,  bastano  poche  parole, 
unite  alle  vignette  inserite  a  i)ag.  seg. 

Il  primo  dei  cinque  soldati  visto  di 
fronte  e  di  fianco  veste  la  divisa  antica, 
con  tutti  i  suoi  pesi  ed  iTiconvenienti. 

Il  secondo  è  un  "alpino  grigio,,  puro, 
secondo  l' iniziativa  del  BrioscJii. 

Il  terzo  è  simile  al  secondo.  L'ala 
sinistra  del  cappello  (molle  come  quello 
del  soldato  precedente)  è  sollevata  alla  boera, 
e  tenuta  ferma  mediante  un  bottone  automa- 
tico. Tanto  il  secondo  che  il  terzo  di  questi 
soldati  ha,  in  cambio  del  vecchio  zaino  In- 
comodo e  pesante,  il  sacco  alla  tirolese,  giu- 
dicato comodo  e  praticissimo. 

Il  quarto  ha  il  vecchio  cappello  duro, 
colla  penna,  e  con  una  copertura  grigia;  due 


ritorni  all'antico,  due  riforme  clae  sono  linà 
peggiore  dell'altra. 

Il  quinto  —  il  martire  —  oltre  al  e  p- 
pello  duro  colla  sua  brava  penna,  anche  è 
caricato  del  doppio  zaino,  che  alle  manovre 
dello  scorso  anno  fu  bocciato  a  pieni  voti  da 
ufficiali  e  da  soldati,  i  quali  lo  detestano  come 
una  vera  tortura.  E  pure  si  ordinò  di  ripro- 
varlo e  si  ritenta  di  imporlo! 

Anche  gli  ufficiali  saranno  vestiti  come  i 
soldati.  Dei  tre  ufficiali  dei  quali  qui  si  dà 
il  ritratto,  quello  a  sinistra  di  chi  guarda  è 
il  sottotenente  Ferrerò;  nel  mezzo  il  capi- 
tano Treboldi  comandante  la  compagnia;  il 
terzo  (colla  vecchia  divisa)  il  tenente  Villani. 
Manca  il  quarto  ufficiale,  tenente  Barbieri. 

Mentre  in  Italia  si  va  così  lentamente 
esperimentando,  l'Austria  in  quest'  ultimo 
anno  ha  vestito  di  grigio  tutte  le  sue  truppe 
di  confine,  ed  il  Giappone  tutto  il  suo  esercito. 

L' iniziativa  del  Brioschi  trovò  un  grande 


Ufficiali  alpini:   vecchia  e  nuove  divise. 

difensore  e  propagandista  in  Ottone  Bren- 
tari,  che  sulla  rifoi-ma  scrisse  numergsi  arti- 
coli in  giornali,  tenne  conferenze  nelle  prin- 
cipali città  d'Italia,  e  pubblicò  due  opuscoli: 
Il  Plotone  grigio  e  Camicia  liossa  e  Plot  ove 
grigio  (Torino,  G.  B.  Paravia),  con  numerose 
lettere  di  generali,  colonnelli  c<'.  tutti  plau- 
denti all'idea  propugnata  dal  Brioschi. 


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pubbIic«Ta   infatti 

-     -       /le  politiche   d»  Mi- 

Uao,  Toruiu,  Vieuna.  Praga  e  dalla  Kpagiia; 

(li  avrisi  dell'arrivo  e  della  partenia  delle 

Bav<    ......->...   j   decreti  ed  i   provvedimenU 

*'  «tu  eccezione  però  perle  cro- 

»•'  ■■■<i  alle  quali  dedtcaTa  ogni  set- 

timiiia  11  >upitim«mto  di   rrm0:ia. 

Kel  5  di  ft«nnaio  1661  la  (ìazzetu  usci 
per  la  prima  Tolta  a  stampa  in  caratteri  rozzi, 
senza  in.  ifaisa  che  ogni  capoverso 

<!•▼»  ut  .>  :  zia.  E  COSI  talvolu  stAni- 

pau  ma  -  he  manoacrltta.  la  pab- 

blicazloue  continuo  i-on  qualche  interruzione 
durante  tutto  il  secolo  XVII  e  nella  prin.» 
metà  del  XVI li. 

La  serie  veramente  regolare  delle  Gaz- 
zette incouiiiicia  solo  nel  1741,  ma  il  gior- 
nale grande  meno  di  un  quarto  dell'attuale 
restò  un  arido  notiziario  nffifiale.  fino  a  che, 
nel  1760,  Gaspare  Gozzi  con  interessanti  rac- 
conti in  istile  lepido  non  ne  rese  piacevole 
la  lettura  e  non  diede  al  foglio  un  mirabile 
rtovoplio. 

È  in  quel  tempo  che  sì  rinviene  nel  gior- 
nale renc'ziaoo  la  moderna  pubblicità  per 
quanto  tu  embrione. 

Nel  nv7,  quando  giungeva  pure  a  Vene- 
zia il  soffi-I  possente  della  rivoluzione  fran- 
cese, la  OmuHtm  Ytnetm  itmiiama  fregiò  U  sua 
testata  ddl'embtenM  repubblioano  e  per  breve 
tempo  datò  Amn»  l  deUa  tOtrtà  UvUmmm. 

Col  1*  agosto  1796  la  Oauette  divenne 
quoudiana  ed  essendosi  tesa  eoo  altri  gior- 
nali che  le  erano  sorU  aooaoto  potè  awnea- 
tare  gradatamente  II  formato.  Nel  1816  as- 
sunse il  nome  di  Gasxrta  l'ritiltgiata,  indi 
di  Or,^-,'f..  „fr.., ,:,  «  finalmente  l'attuale  di 

(iu. 

N'enesia  che  conta  perciò 
166  ajiiii  'Il  T' isolare  pubblicazione,  segue  su- 
bito in  linea  d'anzianità  fra  i  giornali  ita 
liani.  la  GaziHta  di  Barmta. 

La  Gaztma  di  VmtMim  è  ifli^rtante  per- 
chè e  la  cronaca  degli  avvenimenti  storici  e 
politici  della  gloriosa  città  veneta. 

Essa  subì  le  peripezie  della  politica  e  mutò 
spesse  volte  indirizzo  e  colore.  Dopo  il  '06 


però  rimale  quasi  avmprp  poniicam^nie  p»! 
landò  l'organo  dei  liberali  monarvhlol  »  > 
carattere  più  o  meno  aoeentoato. 

In  anni  recenU  ebbe  a  direttore  Fecru. 
(4o  Macola,  che  ne  divenne  poi  il  proprietà 
rio.  Egli  la  c.Metle    ptloli  al   .N.nt-  P-patl 
poUdeKii 
Qicrmmlf 
in  prop: .     . 
partenenu  al  i 
sua  vita,  dlM- 
da  Lttoiano  Zu<.^oii. 


Detto  del 

-  l'iano  più 

accenneremo 

>riofto  defu 

C»-..„..„.     „ir<, 

,.  ...1,. .   . 

»<  ; 

fu,  come  V.  o: 

rale  e  il  diari)  « 

patria:  e  al  >  ' 

Cesena  radunò  l'av. 

Baldassarre  Avanziti 

Martini,  Francesco  1  )• 

ufficiale  e  Piacentini  dir«tu>r«»  d«ll«  ou. .'     i 

ufficiale. 

t'anftJla  ebbe  Vita  brillante,  ed  è  r 
dato  come  uno  dei  migHorl  giornali  d 

Ma  la  lista  dei  defunti  itarebbe  assai  .  . 
A  diecine  i  piccoli  fogli  modesti,  qvasi  ign-. 
rati  prendono  la  via  del  camposanto  In  Italu 
dove  si  legge  assai  poco  il  (tornale  (e  assa: 
meno  il  libroi  ma  anche  i  f*§timd  pltBl  di 
viu  e  di  ardire  ohe  ssfnaao  del  bel  testa- 
tivi nel  giomalisoio  Iterano,  quale  tt  OÌ0rm> 
fondato  da  Luigi  Lodi,  compilato  con  mo- 
derni criteri  e  nel  quale  acrivcvano  D'An- 
nunzio e  Mascagni  e  la  Serao,  ma  che  duro 
pochi  mesi. 

Meglio  dunque  psssare  ali*  stato  dvlle 
dei  TivenU  per  oonoeorre  un  po'  da  Tlelao  I 
ma(glort 


La  Trihmtm  ohe  ha  ventidnqoe  asnl  di 

vita    ■  •'• ->  (n  lUlia  in  fstto   di   polttira 

il  ^'  (jtorevale  perchè  volta  a  volta 

è  1  i^'overnl  di  sinistra  da  Cairoti 

a  Uioittii. 

Fu  fondato  da  Cairoli.  Crispi,  Zanardelll. 
Nicotera  e  Baocarint,  ed  ha  anche  per  questo 
la  sua  grande  importanaa  poUtioa.  Ebbe  nella 
redazione  l'on.  Atulio  Lozsattl  e  Salvatore 
Barzilai.  e  Luigi  MeroatelU.  e  la  collabora- 
zione del  migliori,  dal  Oardiaod  a  Paolo  Man- 
t egazza. 


Gambe  pesanti,  n 


•nfle  e  dolenti,  anche  se  ulcerate,  per  9«né  varirt^e,  di* 
^ngono  presto  leggiere,  asciutte,  agili  e  sane  medlaaM  la 
cura  radir.iJf  m<"ii  a  dei:^  r^M  9arìeom,  soopcTta  dal  Dott.  Stfamm  BtÌ9§m9m  (Ca- 
sella postale  5(^2,  NAPuLIi.  —  Opuscolo  splegativo  a  richiesta.  —  VadeaiMBm 
(100  pa^.  ilL)  I«.  1.  —  CoDsnltasioui  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  prin- 
cipali lingue. 


-  546  - 


Osgì  è  divetta  dal  senatore  Roux  pd  h\ 
la  coliabotazione  fissa  di  Vincenzo  Morello 
(Rastigiiac). 

Ebbe  dei  momenti  gloriosi  specie  per  le 
informazioni  rapide  che  riceveva  dai  suoi 
redattori  viaggianti  in  Africa  nelle  epoche 
delle  guerre  disastrose. 

Il  secondo  giornale  ufficioso  d'Italia  è 
Y Osservatore  Romano,  l'ufficioso  del  Vaticano. 
Non  ha  gi-ande  storia.  E  un  giornale  che  vive 
tranquillamente,  serenamente...  quanto  con- 
cerne l'amministi'azione.  E  diretto  dall'av- 
vocato Angelini. 

Molti  giornali  sono  dedicati  àll'esei'cito, 
ai  soldati.  Il  più  glorioso  e  il  più  importante 
è  l'Esercito  italiano  che  nacque  nel  '62  a  To- 
rino in  piccolissimo  formato  ad  iniziativa  del- 
l'editore Voghera  e  passò  poi  a  Firenze  e  a 
Iloraa.  Lo  dirige  il  cav.  De  Luigi  e  ne  sono 
collaboratori  o  redattori  distinti  ufficiali. 

Il  giornale  popolare  per  eccellenza  (par- 
liamo sempre  dei  giornali  della  capitale)  è 
senza  dubbio  il  Messaggero. 

Il  popolo  romano  non  sa  capire  un  tàpo 
di  giornale  diverso  dal  Messaggero  preoccu- 
pato specialmente  a  dare  i  "  maggiori  parti- 
colari r,  d'ogni  "  fatto  di  cronaca  „. 

Il  Messaggero  è  anche  come  1'  eco  dello 
spirito  popolare  romano  e  combattè  con  co- 
raggio molte  battaglie  democratiche.  Il  Mes- 
saggero diretto  per  alcun  tempo  e  poi  ammi- 
nistrato da  quella  forte  tempra  di  giornalista 
e  di  lottatore  che  è  Luigi  Cesana  è  anche 
(incredibile  a  credersi)  un'  ottima  specula- 
zione finanziaria  della  quale  per  la  saggia  isti- 
tuzione d'una  Cassa  di  previdenza  godono 
tutti,  redattori  e  tipografi. 

Ogni  partito  politico  ha  da  noi  il  suo  gior- 
nale o  i  suoi  giornali,  ma  dobbiamo  notai-e 
perchè  più  carattex'istico  il  giornale  del  par- 
tito socialista  l'^vaw^i.' fondato  per  sottoscri- 
zione fra  tutti  gli  iscritti  al  partito  socialista 
del  quale  segue  con  cura  le  cronache. 

Ij'  Avanti  !  et'be  a  direttore  Leonardo  Bis- 
solati,  un  giornalista  di  grande  ingegno,  di 
moderna  cultura. 

Per  le  diatribe  che  sconvolsero  il  partito, 
a  Bissolati  successe  l'onorevole  Ferri  dal  qua- 
le ricevette  grande  impulso  e  col  quale  com- 
battè molte  battaglie  per  la  morale  nella 
politica.  Il  giornale  subì  anche  varie  pei'ipe- 
zie,  peripezie  riservate  ai  giornali  di  partito 
estremo  nei  periodi  di  reazione. 


Detto  dei  più  caratteristici  giornali  della 
capitale,  girando  la  penisola  ci  incontriamo 
in  moltissimi  giornali,  pochi  dei  quali  hanno 
una  vera  importanza  storica. 

Noteremo  il  Mattino  e  il  (Homo  di  Napoli 
l'uno  dello  Scarfoglio,  l'altro  della  Serao. 


A  Firenze  vivono  per  tradizione  alcuni 
giornali  come  la  Nazione,  che  ha  gloriose  e 
antiche  tradizioni,  il  Fieraniisca,  è  sorto  di 
recente  II  Nuovo  Giornale,  un  foglio  che  ebbe 
diverse  avventure  e  disavventui-e  finché  dopo 
essere  stato  per  un  breve  periodo  di  tempo 
diretto  da  Luigi  Campolonghi,  oggi  è  diretto 
dall' avv.  Umberto  Ferrigni  figlio  di  Yorick. 

Torino  ha  la  Gazzetta  del  popolo,  vecchio 
foglio  battagliero,  democratico  e  la  Stampa 
un  giornale  ricco  quanto....  la   Tribuna. 

Bologna  ha  il  Resto  del  Carlino  diretto  da 
un  forte  giornalista,  Pio  Schinetti,  e  VAvve- 
nire  di  Bologna,  ultimo  venuto  nell' arringo 
giornalistico  ma  arditamente  battagliero  in 
nome  dei  democratici  cristiani. 

A  Genova  il  Sei-olo  XIX  e  il  Caffaro  hanno 
una  storia;  il  Lavoro  è  l'esempio  di  un  mi- 
rabile sforzo  di  solidarietà  operaia,  poiché  è 
il  giornale  delle  organizzazioni  operaie  ed  è 
anche  esempio  di  un  giornale  moderno  di- 
retto con  valore  da  quell'ottimo  uomo  e  da 
quel  valoroso  scrittore  che  è  Giuseppe  Ganepa. 

Milano  che  è  certamente  con  Roma  il 
centro  giornalistico  italiano  più  importante, 
e  dove  vivono  ben  trecento  giornali  fra  pro- 
fessionali e  letterarii,  va  specialmente  segnata 
nelle  cronache  del  giornalismo  per  due  grandi 
giornali  che  hanno  un'enorme  difl'usione  in 
Italia  e  fuori:  il  Corriere  dellt  S'irà,  e  il  Secolo. 

La  tiratura  di  questi  due  giornali  supera 
certo  la  tiratura  d'ogni  altro  giornale  italiano. 

Il  Corriere  della  Sera,  ricco  d'informa- 
zioni, di  collaborazioni,  benché  i-appresenti 
una  tendenza  politica  tempei-ata,  è  letto  e 
apprezzato  giornalisticamente  parlando  dal 
pubblico  più  vario. 

Il  Sscolo  è  il  giornale  del  popolo.  Ha  tra- 
dizioni democratiche  gloriose,  non  ultima  la 
sua  soppressione  ordinata  nel  '98  dai  tribu- 
nali militari. 

Per  la  copia  e  ricchezza  di  notizie,  perle 
illustrazioni  quotidiane,  per  le  varie  rubriche 
e  rassegne,  per  i  buoni  articoli,  ed  anche  per 
i  romanzi  che  pubblica  in  appendice  è  molto 
letto  e  ricercato. 

Un  particolare  molto  intimo  della  tecnica 
del  giornalismo  di  provincia.  Innumerevoli 
giornali  di  provincia  trovano  nel  Corriere  e 
nel  Secolo....  i  loro  dispacci  particolari! 


per  far  cre- 
scere Capelli, 
Barba  e  Baffi 


SEGRETO 

in  poco  tempo.  Pagamento  dopo  il  ri- 
sultato. Non  da  confondersi  con  i  soliti 
impostori.  Rivolitersi:  Giulia  Conte,  Vieo 
llerio  I  lolpiio,  N.  4,  NAPOLI. 


TIPI  B  FIGURE  DEL  QUARTO  POTERE  IN  ITAWA 


Parlare  di  giornalisti  in  Italia  dove  i  gior- 
nalisti sono  una  falange  è  davvero  un'  impresa 
assi  seria. 

Fare  una  rassegna  del  Quarto  potere  in  10 
pagine? 

Questa  ipotesi  che  mi  son  proposta  mi  ha 
assillato  per  un  anno  intero,  poi  si  è  cambiata 


in  un  assioma  che  non  ha  bisogno  di  dimo- 
strazioni: E  una  cosa  impossibile. 

Da  Roma  a  Peretola  ogni  città  e  borg:\ta 
ha  ormai  il  suo  giornale  e  ai  giornali  di  in- 
formazioni si  so;i  venuti  aggiungendo  quelli 
di  partito,  e  a  questi,  queili  di  classe  e  a 
questi   quelli  professional i.    Guai  poi  se  do- 


•U4>rtHI»  di  Tarlata 


rn  «d  «Tnmtnl«lrfttiTn 


•IO   por   »v?r«  sr>miire  un 
■  •ni  *'Hv#rp  le  loro  Idee, 
-i'hlerm  notm. 

-  i    ll*IU  «t*SM 

-  '^tm  Infenaità 
ni.iin  po'pocti 

Il**   ver  e«Mre 

te  d'iu- 

.  una  fn- 

...  .„..v.- i..v..,.  .   ..V    ..V...,,  ;)C  quanti 

..•,  st  V  potuto  far  un'idea  di  quel  che 

•IO. 

dunqae  tina  serie  di  biografie.  th9 
«lescriva  e  II  consegni  alla  stori*  colle 

11  qnosto  aìmnnnceo.  ma  Ta  de»crt- 

itil 

ne. 
:  oco  4|<mUo  die  mt  »on  propo«»lu  Ui  lare. 
<  Il  omessi  non  «e  n'abbiano  a  male,  ol  sarà 
}  o^to  per  loro  un  altr'anno. 

Il  direttore  del  grande  giornale. 

Luigi  Albertina 


•■.i'->  nn  ;.'iMrii.i!.'  che  riTa- 
altri  i»  r  !»  n.-<-bezra  del 
la    varietà   dolh*  sn*"  m- 

;  letto,  il  più  apprrrzHto  »>. 

Alta  Italia,  ha  una  struor- 
aiiiuMoiie  fra  lettori  di  ogiil  partito. 


LmOI   hVBMXTtKl. 

Questo  giornale  è   11  Correre  detta  Sera, 
ù  grande  fogli"  mH«n«aie  che  vlen  pubblicato 

in  due  e  tr       '  -       '    ' fi  otto  pagine. 

La  sua  forti, :  •  ai  messi  stra- 

ordinari di  .  ed   al  grande 

favore  del  puSbiioo,  e  certo  dorata  anche  al 

L'Olio  Sasso 


assunse  la  e 
anno,  In  segt: 
OUTa«  aasanse  ancQp  i»  (iiri*Ki<>iie  nei  ((lunia. 

n  direttore 

del  giornale  popolare. 

Carta  ROMML 

Cario  Romossl  Ttase  •!  Asesfe  e  rimase 
S4eot«.  Fa  anche  secondo  di  bordo  prim 
capitano  oia  dopoohè  Knnsto  Teodoro  lì 
neta  abbandonò  11  giornale  per  dedloersl  c< 


Camvo  Roncasi. 

maggiore  asstdalià  alia  sua  opera  di  prop . 
gaada  per  la  pece.  Me  è  eaehe  1*  anima  dt 
eoM  Sonsofno  dorè  ha  dato  vita  a  molte 
pabbUeaatonl  popolari  ed  ha  illustrato  par- 
ticolarità e  eortotftà  storiche  ed  artlstlrbe 


Al  &«o/e  —  e  quando  tI  fu  redattore  eaj 
ed  ora  che  Ti  è  direttore  -  ha  date  tatto 

sue    curi'  fao»-ndo  del    jjiornale  dimoerà': 


reMe  det  rumMiAl  e  del  ratMO:. 
noesi  si  poò  dire  che  aon  il 
e  dri  B»eoU»  del  qoale  è  Ttttlt:. 

èi 


548 


e  martire,  poiché  nel  1898  nel  periodo  delle 
repressioni  subì  con  Turati,  con  Tìon  Alber- 
tai-io  e  con  altri  giornalisti  il  carcere  per  non 
breve  tempo. 

Nell'ultima  legislatura  egli  è  stato  eletto 
deputato  di  Corteolona. 

Il  giornalista  socialista. 

Claudio  Treves. 

I  giornalisti  socialisti  sono  una  falange 
perchè  sono  pure  una  falange  i  giornali  so- 
cialisti. Ma  nel  mondo  giornalistico  sono  ri- 
conosciuti solo  i  maggiori:  V Avanti!,  il  Tem- 
2)0,  il  Lavoro,  la  Giustizin. 

Benché  V Avanti!  sia  l'organo  del  partito 
e  ne  segua  le  cronache,  il  Teiìtpo  che  é  gior- 
nale di  discussione  e  di  battaglia,  che  fu  sem- 
pre il  portavoce  della  parte  temperata  del 
partito,  che  vive  a  Milano  —  il  focolare  del 


La  discussione  vivace,  la  battaglia  ardente 
alle  quali  spesso  si  abbandonò  il  giornale 
appassionarono  il  pubblico  dei  lettori,  e  fe- 
cero convergere  vive  simpatie  su  Claudio 
Treves  così  da  portarlo  al  parlamento  con 
una  splendida  votazione. 

Al  Tempo  ora  egli  dedicherà  meno  cure 
forse,  ma  il  suo  articolo,  quello  di  Turati, 
l'attiva  redazione  di  quello  spirito  acuto  che 
è  Vittorio  Gottardi,  continueranno  a  fare  del 
Tempo  un  ottimo  giornale. 

Il  giornalista  combattente. 

Pietro  Guastavino. 

Ve  n'hanno  molti  altri  giornalisti  depu 
tati,  da  Faelli  a  Treves,  da  Tecchio  a  Bisso- 
lati,  ina  Pietro  Guastavino  mi  sembra  il  tipo 
perché  egli  pensava....  che  non  si  potesse  esser 
giornalista  senza  essere  deputato. 


Claudio  Tueves. 

mondo  operaio  —  e  che  ha  croato  intorno  a  sé 
un  pubblico  di  lettori  anche  fra  gli  uomini 
di  schiere  opposte,  rimane  perciò  il  più  di- 
scusso e  seguito  attentamente. 

E  ciò  anche  non  poco  per  la  tempra  del- 
l'uomo che  lo  dirige. 

Claudio  Treves  è  un  vero  giornalista,  e  al 
giornalismo  ha  dedicato  tutte  le  sue  energie. 

D'ingegno  pronto,  di  cultura  modernissi- 
ma, Claudio  Treves  studiò  il  giornalismo  te- 
desco e  ne  volle  imitare  i  metodi. 

Quando  II  Tempo  passò  dal  partito  radicale 
al  socialista  ed  egli  fu  chiamato  a  dirigerlo, 
il  giornale  prese  subito  un  posto  importan- 
tissimo nella  metropoli  lombarda. 

I  brevi  trafiletti  acuti,  satirici  che  Treves 
stillava  dalla  sua  penna  col  titolo  di  2^ote  in 
taccuino  costituirono  una  dote  del  giornale 
che  spesso,  anche  solo  per  questi,  era  com- 
prato. 


Pietro  Guastavino. 

E  fu  sempre  in  vista  con  polemiche,  con 
duelli,  con  ardimenti  che  talvolta  apparvero 
temerari  e  spavaldi. 

Cominciò  vent'  anni  fa  la  sua  carriera  nel 
Cuffaro  sotto  la  guida  di  Anton  Giulio  Bar- 
rili e  di  Luigi  Arnaldo  Vassallo.  Dopo  una 
breve  interruzione  romana  al  Don  Chisciotte 
tornò  al  Caffaio  di  dove  bombardò  i  partiti 
popolari,  stìdò  studenti  e  socialisti  sostenen- 
done poi  gli  assalti  dalle  finestre  di  reda- 
zione a  colpi  di  rivoltella,  spesso  o  sempre 
diteso  dalla  questura  o  dalla  truppa. 

Il  suo  atteggiamento  bellicoso  gli  amicò 
l'elemento  conservatore  e  affaristico  di  Ge- 
nova così  che  dopo  lo  sciopero  generale  egli 
riuscì  deputato  nel  posto  del  deputato  ope- 
raio Pietro  Chiesa. 

Ed  eccolo  giornalista  e  deputato,  giorna- 
lista abile  e  battagliero,  deputato  per  man- 
dare impressioni  p;ulameiitarialsuo  giornale. 


CONFETTI  UENCHI 

TORINO 


Il  giornalista  combattente. 

Luciano  ZuccolL 

1/luii»  ha  di  qno«t«  tempre  ardito  di 
romhuttonti.  di  ribelli,  di  «udaol.  ▼•nesla  è 
d«)>tinat«  A  roderne  passare  alcanl  nel  tuoi 
giornali. 

IKipo  Korrucoio  Macola,  eooo  nella  sieaaa 
(i<*^tHt<t  di  r#Mf.<<.i  Luciano  Zacooli.  on  let- 
terato di  val.ir<>.  un  oritioo  Mveru  ed  educato, 
un  polctntstA  «uiaoc. 


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n.-t    i'i.. 

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Ll\ia>u  Zoccoli. 


1  «. 


Nella  carriera  letteraria  Luciano  Zaccoll 
che  non  è  altri  se  non  il  conte  Ingenheim 
Luciano  di  Lugano,  cominciò  con  un  romanro 
/  lujiMmrioti  al  quale  segni  II  designato  e  una 
raccolta  di  novelle:  La  mtort*  d'Orfto. 

11  nome  chiaro  che  si  era  venuto  acqui- 
stando nelle  lettere  gli  procurò  l'incarico  di 
fondare  a  Modena  (1888)  un  giornale  politico 
quotidiano  La  Provincia  di  M'-detta. 

E  Luciano  Zucoofl  giornalista  diede  esem- 
plo d' un  temperamento  audace,  Ttoleoto,  oon 
polemiche  sostenuto  Aerameoto  e  non  di  rado 
finite  oon  vertonse  cavallerescbe..^  e  no. 

Fu  chiamato  a  Venezia  a  dirigervi  U  Oior- 
nal0  di  y«mg*ia  mentre  conUnnava  la  sua 
fortuna  lettorarla  e  i  suol  romanzi  venivano 
tradotti  In  tedesco  e  in  francese. 

Ossalo    nel    1906   il   Giomal9  di    Vtmtsiu 

Luciano  ZncooU  assumeva  In  quell'anno  la 

direzione  della  seconda  Ganttta  di  Vgtutta 

dandole  impulso  di  vivacità  polemica. 

La  Casa  Treves  ha  pubblicato  l'anno  soorso 


(1907)  un  suo  volume  di  novelle  col   titolo 
delia  L*ggei%. 


La 


n  giornalista  letterario. 

Pasquale  De  Luca. 

Volevo  dire  il  giomallsU  letterato,  ma 
giornalisU  letterario  mi  pare  meglio  kI  at> 
tagli.  Pasquale  De  Luca  anche  nel  giornale 
politico  scrive  letterariamente,  ed  è  11  diret- 
^re  della  rivista  letteraria  tipo,  Natmra  ed 


nel  Carfaro,  nel  Re§to  dèi  Carlino.  n<:ia  S^ra, 
nel  Capir  an  fra«a««a,  od  In  alt  r  .iU. 

Ma  cura  anche  11  roman  « 

dopo  una  serte  di  volumi,  di  i.^.v,..-. .;.  rao 
conti,  eooo  una  trilogia  romantica  desanata 
a  destargli  Intorno  gran  rumore. 

8i  è  Iniziato  con  AU0  porle  dalla  felieUà, 
è  continuata  con  le  Amtbisiaot,  •  finirà  con 
//  Cavatier*  di  Malta, 

È  una  trilogia  ohe  dcaortvc  l'ambiente  na- 
poletono  con  Tlveua  di  oolori  •  oon  grande 
nattiralesca. 

Intanto  fa  il  critico  d'arto  •  nella  sua 
rivisto  Illustra  gli  artiaU  •  la  espoaisioni.  Per 
la  Patria  dogli  Italiani  ha  compilato  col  r<>- 
todini  un  magnifico  album  dell'Eapoaliton»- 
Milano. 

A  Natura  od  Arto  dedica  cara  latalllgenn 
cosi  che  ha  saputo  fame  ona  rivista  mollo 
latta,  elegante,  moderna,  di  utlllartma  Iattura. 

Il  ^omalista  ambulante. 

Beco  un  tipo  originale  di  giomalisu.  ;i 
glorualisto  viseiriaote.  Uà  girato  mesco  bì< 
do.  ed  ha  Inondato  i  giornali  italiani  delle  ^ 
lettore  di  viaggio  piene  di  brio  e  r^^  -■ 
più  attraenti  dalle  Indovinato  earlr. 

Collo  pseudonimo  di  Mario  dW  /'• 
corrispondente  ivroaoo  del  Caffarodi  mcuox» 
e  della  Cicilia  di  Catania.  Cotlabormcoa  molto 
spirito  al  Traoaoo  dotto  iéoo,  compila  •  dirige 


550 


gioi'iiali  settimanali,  giornali  mondani,  gior- 
nali di  bagni.  Va  ora  famoso  come  direttore 
estivo  dell'estivo  Tettticdo  di  Montecatini. 

Ha  scritto  diversi  libri,  libri  di  viaggi,  ro- 
manzi, novelle,  una  commedia. 

Distratto,  bizzarro,  è  un  uomo  di  un  bel- 
l'ingegno ed  è  conosciutissimo  nel  mondo 
giornalistico. 

IJecentemente  ha  pubblicato  un  volume 
sul  giornalismo  romano,  dal  quale  spigoliamo 
alcane   notizie  per  questa  nostra   rassegna. 


Oipitan  Fracassa,  Il  Ve/ierdì  della  Coiifes'-a; 
e  di  cento  giornali  letterari  in  cui  sparse  boz- 
zetti e  novelle  a  centinaia.  Iniziò  neir82  la 
serie  dei  veristi  bozzetti  militari  sulla  allora 
nata  Gazzetta  del  Popolo  della  Domenica,  e  In 
Caserma  e  fuori  e  Galloni  d'argento  rispec- 
chiano, arditamente  per  quel  tempo,  la  vita 


Aldo  Chiekici. 

L'estate  scorsa  ha  peregrinato  per  la  Tri- 
polititnia,  la  Tui-chia,  l'Olanda  ed  il  Cairo. 

Tipo  di  bohhne,  lavoratore  attivo,  collega 
cordialissimo  e  simpatico.  Di  lui  merita  dare 
r  autocaricatura. 

Egli  si  è  ritratto  mentre  fa  gemere  i  tor- 
chi col  suo  II  Quarto  potere  a  Roma,  un  libro 
interessante  e  utile  alla  storia  del  giornalismo 
italiano. 

Il  collaboratore 
e   corrispondente. 

Maurizio  Basso. 

Maurizio  Basso  non  è  certo  nome  ignoto 
ai  giornalisti  che,  se  appena  appena  han  messo 
piede  nella  sala  della  loro  associazione  a  Mi- 
lano, l'han  visto  e  conosciuto,  né  ai  lettori  dei 
fogli  settimanali,  quelli  da  sartine  compresi, 
che  tutti  li  ha  inondati  dei  suoi  bozzetti,  delle 
sue  ^novelle. 

È  un  piemontese  trapiantato  a  Milano  da 
una  dozzina  d'anni;  e  dall' esercito^nel  quale 
era  ufliciale  passò  al  giornalismo.  È  uno  dei 
tipi  più  catatteristici  di  corrispondente  e  col- 
laboratore. 

Manda  alla  Gazzetta  di  Torino  ed  ul  Caf- 
faro,  lettere  briose  e  pupazzetti  gustosi  ed 
espressivi.  Fu  collaboratore  di:  Il  giornale 
di  Venezia,  L'  Ora,  La  Nazione,  Don  Chisciotte, 


Maukizio  Basso. 

militare.  Tentò  il  romanzo  con  Nel  vortice,  e 
Ragazze  da  marito,  e  le  novelle  di  lunga  lena 
con  L'Amica,  Il  Brigadiere  l'roveni.  La  Si- 
gnora Moìdauì-eau,  L'amuleto  del  Sor  Faolo, 
Un  uomo  utile. 

Pel  teatro  ha  scritto,  con  varia  fortuna, 
drammi  popolari  \,Il  Nibbi::,  che  il  Grasso  ri- 
produrrà in  veste  siciliana,  Il  colonnello,  Il 
romanzo  d'un  cospiratore,  Il  generale.  La  cólpa 
di  Clara,  Ritorno),  commedie  [La  scuola  della 
sorella.  La  casa  della  vedova)  e  pochades  {La 
tomba  di  famiglia.  La  corsa  delle  fiaccole).  Di 
due  operette  [La  piccola  Boheme  e  II  processo 
di  Venere)  rappresentate,  son  suoi  i  libretti, 
ed  altri  molti  sono  tuttora  in  attesa  d'un 
maestro  che  li  metta  in  musica.  I  suoi  schizzi, 
le  sue  caricature  sparse  un  po' dappertutto 
(notevoli  quelle  disegnate  per  L'album  di  Pa- 
squino e  per  Le  Maschere)  sono  parlanti. 

Segni  caratteristici  :  porta  la  caramella  al- 
l'occhio....  dicono  i  colleghi  malignando,  senza 
averne  bisogno. 


Il  corrispondente  viaggiante. 

Egli  è  naturalmente  Luigi  Barzini  di  Orvieto. 

Tempra  straordinaria  di  giornalista,  egli 
ha  creato  la  sua  fama  e  non  è  esagerato  dire 
che  è  il  giornalista  più  letto  e  più  amato 
d' Italia. 


TI  VHrirnPPlP  ^'^®"*'*''  indolente  in  pochissimi  giorni,  spesso  in  poche  ore, 
li  vaiiuUuUiu  Q  rapidamente  guarisce  solo  mediante  la  cura  radicale  medica 
delle  vene  varicose  scoperta  dal  Dott.  S.  Bolognese  (Casella  postale  602,  NAPOLI). 
Spiegazioni  a  richiesta.  "Vademecum  dei  sotterenti  e  predisposti  (voi.  100  pag.  ili). 
li.  1.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  principali  lingue. 


-tA  tu  un  MtUiuauvIe  dc.U     (• 


duU  KiurtMÌM«Mb«,  s4  raAau  owm«  «orittor*.    iiou  t««tr*)«  di  vaiur*  •  i 


Lctoi  Bamzxki. 


Umbesto  FnuuojtL 


Da  Londra  fu  mandato  in  Cina  di  dove  mandò 
Vttero  d'impressioni  e  n-»-  --*»<•>-.  «  -"rag- 
. ose  osservazioni  sulla  '  io- 

li*. Cr^^the  la  simpatt.i  ;  so 

fiere  se  lo  tenne  raro.  i/O  mando 
•   a  Belgrado  dopo  l'assassinio  di 
i.  RuHSia,  in  Terrasaata. 

vive  di  impressioni,  scritte 

brioso,  colorito,  erano  ri- 

:  imente  e  trovarono  presto 

1»  le  raooolsero  in  volume. 

:iiò  la  sua  specialità  di  cor- 

-  ...^   ...^.^ante,  si  può  dir»  plasmò 

del   rtporUr  con  on   Ì0p«r1ag»  fino, 

si  è  ancor  più  affezionato 
.-)  'ra,  «  causa  delle   lettere 

.1  >utoch«altrlglorsaltTaauo 

as5.  iiaiido  tipt  «11  rtftHl 
a  lui. 

L"  uhimc  sueimpraMi 

'alla  guerra  Roaao-Olappooeae  e 
■Mittif  PedUno-Parlfi  col  prio- 
,      .     ,  ,   ..j  Borghese. 

Un  nuovo  battagliero. 

Umberto  Ferrigni  (Yorìcitton). 

Umberto  Ferrigni  tix'lio  «li  Vor.-k  il  relè- 
bre  M-nttor-^   «•  l>'tt«  r.«f'<.  e   um-  <ì'-^\i  ultimi 
V.  nar;   nt'U" arriiik'o  del  gfornallsuio  politico. 
lo    diciamo  il  muovo  battagliero   per- 
ii en  a  arrivato  alla  direzione  del  Nuovo 

/u  di  Firenze  dove  era  passato  ardito 

ardimentoso  come   sempre,   un    tipo   btz<- 
-arro  di  giornalista  d' iogegno:  Luigi  Cam- 


teatro  diede  L*  primto  armi  rapptMenUta 
molti  teatri  con  sucoesao,  poi  /^  ocort4mtvt.i 
pure  ben  riusciti. 

Ora  attende  ad  altri  lavori,  che  presto  ve- 
dranno U  luce  della  rtbaltA. 

Conferenslera  il  fece  ap;tlaudlre  sp«cì-« 
mente  per  una  ommwnoraaiooe  di  Adelai  : 
Blateri  nel  suo  centenario  artistico. 

Tive  a  Firenze  ma  ha  viaggiato  pavecvh 
Dirige  pure  un  aettinusale  ereditato  da  ^n 
padre,  Lm  Dwmon'ea  Fiortotìm. 


II  giornalista  di  provincia. 


Veramente  non  ta  eempro  vIomalMn  di 
provincia  e  non  tu  come  per  oeemplo  un  al- 
tro valentlnlnio  ohe  ora  riposa  all'umbra  1 
«Ma  Sonaocoo  ma  che  bal<o  da  IMine  a  B'- 
gamo.  da  Bergamo  a  Verona  a  Padova.  h> 
rlco  Meroatali  che  compiè  anche  II  hmr  d* 
fort*  di  dirigere  due  giornali  oonleaiponnea- 
m*nu>.  Il  fmom  di  Udine  e  la  LArrtà  di 
I'al«.%a. 

Ma  Luigi  Maesoero  ha  crealo  no  tipo 
giornale  di  provincia  sorlo,  bene  Informa  t 
Tarlo,  la  sua  Prormeim  di  Como  e  11  gtom 
litmo  di  proviiicia  ha  avvicinalo  e  stndiat 
nel  suo  volume  Se  ut  *  Hpt   dtt  gioromiimmo 
IN  prorincia. 

Luigi  Uassnero  nacque  nel  IMI  a  Cham 
béry  da  flunlglla  plemonlase.  U  padre  sti 
Ferdinando  cadde  a  San  Martino  nel  186''' 

Entrò  nel  giornalismo  nel  IW3  oooM  e» 
rlqKNidente  deUa  G"M»Htm  Fi*m»omt«m  e  dr; 
TrOmma  da  ParigL  Tornato  in  Ualla  nel  \>- 


552 


collaborò  a  parecchi  giornali.  Nel  1885  fu  re- 
dattore aW  Arena  di  Verona,  Nello  stesso  anno 
fondò  a  Pavia  il  Corriere  Ticinese;  nel  1886 
entrò  alla  Gazzetta  Nazionale  fondata  a  Mi- 
lano dal  BolaflBo,  nel  1889  assunse  la  dire- 
zione d^W  Araldo  di  Como.  Nel   1892  fondò 


Egli  mette  alla  disperazione  i  suoi  colla- 
boratori col  monitn:  molte,  molte  illustra- 
zioni e  originali  e  cosi  ha  saputo  fare  del 
Secolo  XX  una  rivista  utilissima  e  certo  la 
più  letta. 

Ma  Achille  Tedeschi  che  ha  oggi  48  anni 


Luigi  Massueko. 


AcHUiLE  Tedeschi. 


la  Provivcia  di  Como  che  dirige  ancora  e  che 
gli  auguriamo  di  dirigere  per  molti  anni  an- 
cora —  quella  Provincia  di  Como  alla  cui 
campagna  coraggiosa  si  deve  il  rifacimento 
della  grande  esposizione  Voltiana,  distrutta 
dall'incendio. 

Scrisse  alcuni  opuscoli  e  volumi,  una  com- 
media Gli  illegittimi  che  tradotta  in  mene- 
ghino si  chiama  i  bastardi  e  viene  portata 
su  tutti  i  piccoli  teatri  dall'attore  Grossi. 

È  collaboratore  della  Patria  degli  Italiani 
di  Buenos  Aires  e  scrive  un  po' da  per  tutto 
sui  giornali  d' Italia. 

Il  direttore  di  rivista  illustrata. 

Achille  Tedeschi. 

Il  direttore  per  eccellenza  di  rivista  illu- 
strata è  senza  dubbio  Achille  Tedeschi,  che 
ha  la  grande  fortuna  di  dirigere  il  Secolo  XX 
la  ricca,  elegante  e  moderna  rivista  edita  da 
Casa  Treves  e  che  fu  una  delle  primissime 
a  sorgere  in  Italia  ad  imitazione  di  consimili 
riviste  fx-ancesi  e  dei  Mai/azines  inglesi. 

Ho  detto  che  è  direttore  per  eccellenza  di 
rivista  illustrata  perchè  egli  sapendo  inter- 
pretare 1  gusti  e  la  tretta  del  gran  pubblico 
che  leggo,  si  preoccupa  con  vera  passione  di 
oifrirgli  sempre  articoli  di  varietà  sui  più  di- 
spaiati argomenti  e  sopra  tutto  molto  illu- 
strati. 


ed  è  di  Verona,  figlio  d'un  negoziante  di 
filati  che  fu  pure  socio  della  libreria  editrice 
Drucker  e  Tedeschi  di  quella  città,  può  es- 
sere  detto  il  giornalista  dei  fanciulli. 

Egli  infatti  diplomato  ragioniere  trascorsi 
due  anni  a  Lipsia,  dove  frequentò  anche 
queir  università,  venne  a  Milano  e  per  la  casa 
Treves  fondò  e  diresse  il  giornale  La  Per- 
cola che  si  trasformò  nel  Giornale  dei  fan- 
ciulli, il  più  bello,  il  più  ricco  e  il  più  fortu- 
nato periodico  italiano  del  genere  d'una  die- 
cina d'anni  fa.  Vi  collaborava  quella  geniale 
sci-ittrice  che  è  Cordelia,  la  sorella  del  Tede- 
schi e  sposata  a  Giuseppe  Treves. 

Il  giornale  deliziò  i  fanciulli  molto  tempo, 
ma  poi  morì  perchè  Achille  Tedeschi,  che 
intanto  aveva  anche  collaborato  ai  quotidiani 
l'Italia,  la  Gazzetta  Nazionale,  il  Corriere  della 
&'«>•«,  passava  a  fondare  e  dirigere  il  Secolo  XX. 

A  questo,  ora  ha  dedicato  tutte  le  sue 
cure.  La  casa  sua  in  via  Goito,  dove  lavora 
più  volentieri  che  in  redazione  perchè  gode 
dei  chiassi  delle  sue  belle  bambine,  è  la  fu- 
cina del  XX,  occupata  tutta  da  manoscritti, 
disegni,    incisioni,  macchine   fotografiche. 

Achille  Tedeschi  è  anche  Leporello,  l'ap- 
prezzato critico  AeW  Illustrazione  Italiana  e 
ha  pure  pubblicato  dei  volumi  per  l'infanzia 
Le  gloriose  gesfa  dei  Nani  Burloni.  La  Zucca 
liei  Re,  un  canzoniere  Voci  di  Bimbi,  e  una 
monografia  sul   Teatro  della  Scala. 

In  collaborazione  con   Girolamo   Mariani 


IGIENE 


SftVON  Sf  MON 


BELLEZZA 


Il  più  puro,  il  più  soave,  il  più  delicatamente  profumato. 
Indispensabile  alla  toilette  dei  bambini. 


La  sriomalista. 


I  >  rvndrm*   prof u  : 


Matikl*  8r- 


raglomalt 


•1  gnitiao  o  i»  pia 
'  ome  lctt<'raU  è  »p- 
iuMisi  Mino  d«>i  nil> 
j:Horl  dell*  lotirratura  iH>Dt«mpor«nea.  Il  kuo 
•Ul«  «  forte  e  olTlle. 

Ma  oltre  che  alla  letteratura  ha  dedicato 
totto  II  soo  Ingegno,  tutto  11  sao  lavoro  al 
flomalksmo,  creandosi  una  fama,  ana  falan^ 

dì    Iftti.n      li!i..    \  .  r  1      ■   .    ria. 

periodo  eroico  del 
> .  CSomVr*  di  Sapoli. 
\  quando  roll- 
ino l'articolo 
niara  dram- 
matica   :  .1  e  Ga- 
briele <1  Serao 
daTa  ti:;                                                 ,.  di  Ifo- 
mccmi,  crtaz.;                                                 ux)!!  di 
letteratura  e                                            un' Infl- 
uita dlp«eu(l..: >    _ ino  Sor^ 

eoo  tuia  feooodita  covi  serena  •  oontlnaa  da 
àmUx  slopore. 


Il  *'  giovane  „ 
UnMrto  Paméltl. 


QoMl  oom«  Il  blot:rafo  (di 
rofeè  lo  ti  trova  quaiclf 
•1  poti»  dtUft  Arma  •  che  a  vei 
fu  diiamato  a  dlrlirere  La  Liht* 
Vv 


-irllal  è  ano  del  ptu  K^uvaoi  'i 
iiall  d'ItAlla. 

••"•'""-"  ^tinl  perchè  è  rav.  i 
.'i)nel  gennai'     -> 

Mia   non    ha  '  .    r. . 


8.  GlorK 

Fece  gh 

perohè  a  QIC 

■Mie  foUardir 

booofatora  alla 

di  debiti  cut  dovette  pro> 

nitore. 

Subito  dopo  perMfnlta; 
di  conquista  rarcò  la  frontler<à.  Vuito 
aera  e  la  Francia  corrispondendo  alla 
al  Cnrri4r*  d' Itaiia  e  al  '.*  •     - 

Ebbe  la  rappreaeotanr 
prandi,  e  nel  1901  dopo 


Allora  Giocnè  Ccrdood  le  fee«  II  migliore 
elogk>  :  *  Il  Toetro  giornale,  le  dlaae,  è  U  me- 
glio scritto  d'Italia  .  e  per  un  glomato  —  obi 
1  giornali  sono  la  detarpaaione  daDa  lingua 
dello  stile.  —  non  tk  potvrs  dir»  di  piò. 
Matilde  Serao  traaoorae  anal  fortonod  • 
pianto.  Ora  ha  caputo  er^sl  aoa  posi- 
ne tutta  sua,  ed  ha  fondiflb  e  dirige  /I 
"»tto.  iotonio  al  qnale  ha  raccolte  prMioae 
rze  di  giornalisti. 
Ultimamente  ella  ha  fatto  un  giro  trlon- 
e    nelle   città  italiane  ripetendo  una  sua 


UXBSBTO  FaSAi'isi. 

saggio  eooM  ODBter«aisi«r«  «d  attof*  «d  au 
toro  drammatico  In  teatri  popolari,  «ntru 
redattor  capo  al  giornale  quotidiano  Vni^m* 
ohe  al  stampara  a  Micxa  marittima. 

Mal  IW»  itapatriava.  eoegUando  oosm  ava 
rartdaBW  Oanova,  dova  fopdò  an  gloraala 
d'aria  I/Efm  étU'Ant,  Fi^Mindi  oollabara* 
torà  dal  Oqfara.  radattoralM  éimnttm  a  eco- 
aiata  del  Cfrif*  mmrmmUt*. 

Da  oltra  on  anno  dti  HPH  JIm  i  iti  ■  toxaw. 
foglio  battagliero  di  Livorno  pel  quale  Cili- 
berto Paradisi  scrive  degU  articoli  e  dal  tra 


Jorniture  per  Società  Jilarraoniche 

A.  LAFINI  -  Via  del  Giglio.  9  -  FIRENZE 


Invio  GRATIS  Catalogo 


^m^mm^^fmm^ 


554  — 


filetti  arguti  e  sostiene  tratto  tratto  polemi- 
che (destino  dei  giornali  di  provincia)  coi 
giornali  avversari,  diretti  da  quel  giornalista 
consumato  che  ò  Averardo  Borsi. 

Un    nestore. 

Eugenio  Checchi. 

A  Eugenio  Checchi,  lo  scrittore  manzo- 
niano, autore  di  libretti  d'opera,  oggi  redat- 
tore del  Giornale  d'Italia  domandammo  sue 


Eugenio  Checchi. 

notizie.  Egli  ce  le  fornì  con  una  lettera  cosi 
piena  di  spirito,  che  non  possiamo  far  a  meno 
di  riprodurre  per  intero: 

Egregio  Signore, 

I  maligni  dicono  che  io  sia  nato  il  4  ot- 
tobre 1838  e  purtroppo  hanno  ragione.  Alla 
età  di  sedici  anni,  mentre  facevo  le  viste  di 
studiar  legge  all'  Università  di  Siena,  comin- 
ciai a  scrivere  articoli  per  i  giornali  artistici 
e  letterari  di  Firenze.  In  quegli  anni,  visto 
che  il  codice  penale  non  comminava  pene 
per  certi  determinati  delitti,  osai  perpetrarne 
uno  drammatico  sotto  la  forma  di  commedia 
storica  in  due  atti  intitolata:  La  gioventù  di 
Goldoni,  rappresentata  in  varie  città.  Dopo 
parecchi  anni  e  parecchie  vicende,  ripresi 
sui  serio  la  professione  del  giornalista,  col- 
laborando alla  Gazzetta  del  Popolo  e  alla  Gaz- 
zetta d'Italia  di  Firenze,  alla  Perseveranza  di 
Milano,  al  Conte  Cavour  di  Torino  ec.  ec.  Fui 
uno  dei  collaboratori  del  Funfulla  dalla  sua 
fondazione  fino  alla  morte:  fui  per  quasi  un 
decennio  direttore  del  Fanfulla  della  Dome- 
nica: collat)orai  e  collaboro  a  Natura  ed  Arte, 
alla  Gazzetta  musicale  di  Milano,  alla  Nuova 
Antologia,  alla  liassegna  Nazionale,  alla  Cul- 
tura, e  non  so  a  quanti  altri  giornali  e  riviste. 

Non  ostante  lamia  fede  di  nascita,  con- 


tin.uo  a  scrivei-e  in  vari  giornali  e  sono  r'e- 
dattore  del  Giorwile  d'Italia. 

Ho  stampato  una  dozzina  di  volumi  fra  ì 
quali  Le  memorie  di  un  Garibaldino,  Note  e 
Motivi  (edizione  Ricordi),  Rossini  (Pantheon 
di  Barbèra),    Verdi  (idem),  Nostalgie   marine, 

I  Giardini  storici  romani,  L'I'olla  dal  1815 
ad  oggi,  Racconti  per  giovanetti  (.óemporad\ 
Fra  un  treno  e  l'altro  (Bemporad)  eo.  ec.  Nella 
biblioteca  '^  bijou  „  di  Treves  ho  pubblicato 

II  piccolo  Haydn  e  Mozart  fanciullo,  comme- 
die. Lo  stesso  Treves  pubblicnerà  nel  cor- 
rente anno  un  mio  volume  intitolato  Ombre 
fuggenti. 

A  tempo  avanzato  sono  anche  professore 
titolare  di  lettere  italiane  nel  Regio  Istituto 
tecnico  di  Roma,  con  ventiquattr'ore  d'in- 
segnamento ogni  settimana. 

Sto  scrivendo  un  libro  di  lettura  per  l'edi- 
tore Paravia. 

E  mi  pare  che  basti,  seppure  non  si  vuol 
mettere  in  conto  una  dozzina  di  prefazioni 
per  volumi  di  Le  Moimier,  Sonzogno  ed  altri. 

Fra  pochi  giorni  le  spedirò  il  ritratto  che 
sta  ancora  nella  negativa. 

Suo  dev.mo 
Eugenio  Checchi, 

PS.  -  Ultime  notizie:  Sono  stato  sempre  un 
originale:  tre  volte  nonno,  sposai  un  anno  fa 
una  bella  signorina  di  23  anni.  Caveant  con- 
sules. 

Un  veterano  della  stampa. 

Anton  Giulio  Barrili. 

Egli  è  Anton  Giulio  Barrili,  il  fecondo  let- 
serato,  il  romanziere  caro  a  tutti  gli  spiriti 
tentimentali. 


Anton  Giulio  Bakkili. 


CACAO     VENCHI 

TORINO 


V,  .1. 


ra  uni     ilouo  d'aUcttu. 


O.  Luioi 


LA  SOCIETÀ  ITALIANA  PER  IL  PROGRESSO 
DELLE  SCIENZE 


n  29  settembre  1907.  nHl'Anl»  Magna  deli» 
B.  UniTersltà  di  Pan  >  >^oIenaemente 

procUmaU  1»  coi^t  .i  Società  Ita- 

liama  p*r  a  Profifs  ^me;  Q.  ÌL  lì 

Be,  primo  ad  apprez.«ud  il  uobile  scopo  della 
Sooietà  —  promooTera  il  progresso  e  la  diffu- 
sione della  scienza  —  deguavasl  accordarle  li 
T'iprio  alto  Patronato. 

Cocì  si  è  reatizrato  il  Toto  solenne  fatto 
nel  Congresso  dei  Naturalisti  Italiani  tonatosi 
a  Milano  nel  settembre  1906. 

II  desiderio  di  quanti  amano  il  progresso 
e  la  diffusione  della  scienza,  la  necessità  di 
temp<>rare  fra  i  cultori  delle  scientiflche  di- 
scipline la  tendenza  alI'eccesslTaspecializza- 
xione.  la  nobile  aspirazione  infine  di  meglio 
disciplinare  le  riunioni  di  specialisti  dando 
loro  necessariamente  uua  benefica  armonia 
d'intenti,  troTansi  ora  anche  in  Italia  soddi- 
sfatti mercè  l'inde  fessa  operosi  tèdi  un  gruppo 
di  eletti  scienziati  che  costituitisi  in  Ck>mitato 
ordinatore  rollerò  e  seppero  ridonare  a  no- 
yella  rifa  nn'iittituztoMe  che,  già  antica  in 
alt-  .da  noi  visse  e  prosperò  nei 

U-v..  ^'nano  le  epoche  più  gloriose 

df-i  :  scatto  e  poi,  cessato  lo  scopo 

patnutiico,  era  andata  man  mano  illangui- 
dendo. 

Ricordiamo  i  Cottgi-estri  «Ufli  f>i-i«HZi<iii  Uà' 
liami  tenutisi  in  Pisa  (1S39I.  Torino  (1)^10), 
Firenze  n84ll.  Padova  (1812),  Lucca  (1843). 
j,;,-..  ,,.,,.  >'apoii  (1845),  OeuoTa  (1846), 
T.  Siena  (1862),  Roma  (1873),  Pa- 

le: 

'  '    i        .  •    !  in  un  i.l<ale  politico  che  ispira 

la  .<-■/"''<  /'  i'.     I»  I   l'-r  i!  I  rogre*90  détte  8eÌ4HM, 

lua  tin  pur..  ìì>-aìf  sceutitìco:  riunire  doò  le 
energie  vulonterose  oon  solo  S^  cultori  delle 
scienze,  ma  di  quanti  ne  seguono  oon  vigile 
simpatia  il  progresso  continuo  e  glorioso. 


La  Direzione  della  Società  è  aSdata  al- 
VUffUio  di  PrtMtum  oosi  costituito: 

PrmidtmU:  Prot  Vito  Volterra,  senator 
del  Regno  (Boms). 

yit»pr9Bid*nti:  Prof.  Giacomo  CiamidK 
(Bologna).  Prof.  Camillo  Golgi,  senatore  d< 
Regno  (Parla). 

S^grMario:  Prof.  Alfonso  Sella  (Roma). 

Victtgr.:  Prof.  Pasquale  Baccarloi  (  Firense). 

rie$tfr.  ogffimmto:  Prof.  Alfredo  PocheCttlio 
(Bonu). 

La  Sooietà  è  diriss  In  classi  gonenll  e 
queste  alla  loro  rolta  si  snddlrldoDO  In  se- 
zioni; le  Sezioni  finora  costituite  sono: 

I.  Matematica,  Astronomia,  Geodesia.  — 
PrétidenU:  Prof.  Valentino  Cermtl,  senatore 
del  Regno  (Roma). 

II.  Flsioa,  Fisica  terrestre.  Meteorolo- 
gia. —  Pr«*id0Mté:  Prof.  Augusto  Righi,  sen» 
tore  del  Regno  (B^ilogaai. 

IIL  Meccanica,  Ingegnerìa,  Bettrote<- 
nica.  —  Pmidentl:  Prof.  Luigi  Lutggl  (Rom* 
e  Ing.  Emanuele  Jona  (Milano). 

IV.  Chimica  ed  Applicaaioni.  —  Prmi- 
dfntt:  Prof.  Emanuele  Paterno,  semtors  del 
Regno  (Roma). 

V.  Agronomia.  —  PrtàiétmU:  PfX)f.  Gin 
seppe  Cuboni  (Roma). 

VI.  r;..n  .rufla  _  IWjHtUtit*:  Prof-  ri 
Ilppo  P.  I. 

VII  .1.  Geologia,  Paleontolo- 

gìa. —  i'rrm,<,,ni^   ,  iwf.  Arturo  Usel  (Genera* 

VIIL  Botanica.  -  PrtidtmU:  Prof.  An 
tonto  Boni  (Palermo). 

IX.  Zoologia.  AnatomU  oompsrata.  - 
Pi-étidtmu:  Prof.  Angelo  Andres  (Psrmn^ 

X.  Antropol<^|la,Etoofrsfla,Paletnogra- 
fia.  —  PrtJtidmmtt:  Prof.  Luigi  Pigortol  (Roma) 

XI.  Anatomia,  Lttolo^a.  —  Pi-^mid^ntt 
Prot  Frane.  Todaro,  sen.  4iel  Regno  (Roma^ 


^ 


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i 

I 

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DITT/q 

|oRENZ2^ 


.  FIRENZE 

CORSO  TINTORI  8 


PREMMTO 

FONDATO 


5T/1BHIHEI1T0Ì 

NtU  1740 


CONIAZIONE  DI  MEDAGLIE 

50TTONI,«MET/»aO  n»  LfVRtt  t  Mftm^ 

INCISIONI -RIDOZIOMIflRTlSTICME-MECCflMICrt 


556 


Xir.  Fisiologia,  Farmacologia.  —  Pre'ii- 
denle:  Prof.  Giulio  Fano  (Fii-enze). 

XIII.  Patologia,  Igiene,  Batteriologia.  — 
Presidente:  Prof.  Pio  Foà  (Torino). 

XIV.  Statistica,  Scien/.e  economiche.  — 
Presidente:  Prof.  Mafifeo  Pantaleoni  (Koma). 

L'istituzione  di  premi  e  incoraggia- 
menti per  ricerche  e  intraprese  scientifiche 
è  alfidata  ad  un  Comitato  S-ientifico  di  cui 
fanno  parte  l' Ufficio  di  Presidenza,  i  Presi- 
denti delle  singole  sezioni  e  otto  membri 
della  Società  eletti  dall'assemblea  di  Parma, 
cioè  i  professori:  Guido  Castelnuovo  (Roma), 
Ferdinando  Lori  (Padova),  Giovanni  Vailati 
(Roma),  Ernesto  Lugaro  (Mesiina),  Umberto 


Ricci  (Roma),  Gino  Galeotti  (Napoli),  Filippo 
Bottazzi  (Napoli),  Vincenzo  Tangorra  (Pisa). 

Amministratore  della  Società  è  il  comm. 
Bonaldo  Stringher(Roma)  ;  Economo-Cassiere  il 
prof.  Giuseppe  Folgheraiter  (Roma);  la  sede  so- 
ciale è  in  Roma,  via  del  Collegio  Romano,  26. 

Per  essere  soci  basta  far  domanda  all'  Uf- 
ficio di  presidenza  controfirmata  da  due  soci. 
I  soci  si  dividono  in  o-dinari  (pagano  L.  10 
all'anno),  in  fondatori  (sottoscrivono  una  o 
più  quote  da  L.  100,  oltre  la  quota  annua)  e 
in  benemeriti  (sottoscrivono  almeno  L.  500, 
oltre  la  quota  annua);  i  soci  possono  liberarsi 
dal  contributo  annuale  pagando  in  una  sola 
volta  20  annualità  da  L.  10.  Il  numero  attuale 
dei  soci  è  di  1200. 


L'UNIVERSITÀ  ESTIVA  FIORENTINA 


Non  ostante  il  grazioso  scetticismo  dei 
nostri  concittadini  e  l'opinione  ormai  diffusa 
che  Firenze  in  estate  sia  una  città  equato- 
riale, possiamo  segnalare  con  compiacenza 
l'ottimo  resultato  ottenuto  nel  1907  dal  primo 
esperimento  di  una  Università  fiorentina. 

Infatti  lo  scetticismo  non  tolse  che  mol- 
tissimi abbiano  allargato  a  tempo  opportuno 
1  cordoni  della  borsa,  tanto  che  nella  prima- 
vera passata  erano  state  già  raccolte  parec- 
chie migliaia  di  lire  che  permettevano  di 
guardare  al  futuro  con  una  certa  tranquil- 
lità. 

Il  secondo  degli  spauracchi,  dopo  quello 
dei  mezzi  finanziari,  era  il  caldo. 

Bisogna  tener  presente  che  non  tutti  gli 
studenti  vengono  da  paesi  più  freschi  dei 
nostri,  e  bisogna  soprattutto  sapere  com'è  il 
tipo  degli  studenti  estivi. 

Questi  non  sono  nò  buontemponi,  né  svo- 
gliati, né  epicurei.  Sono  professori,  studenti, 
avvocati,  scrittori,  studiosi,  che  approfittano 
dei  30  o  60  giorni  di  vacanza  da  un  ufficio, 
da  una  scuola  per  acquistare  nuove  cogni- 
zioni. Sono  persone  che  non  mancano  mai  a 
una  lezione  né  a  una  gita,  che  hanno  una 
volontà  febbrile  di  imparare.  Per  loro  l'as- 
senza di  un  professore  è  un  dispiacere  e  non 
una  gioia  come  per  altri  studenti.  Gente  mo- 
derna, di  ampie  vedute,  e,  in  generale,  di  non 
molti  quattrini,  segue  la  massima:  il  tempo 
è  moneta. 

Chi  ha  molto  tempo  e  molta  moneta  non 
frequenta  le  Università  Estive  né  di  Firenze 
né  di  Grenoble,  e  neppure  del  Capo  Nord; 
e  qualche  grado  di  più  del  termometro  non 
può  distogliere  persone  di  così  buon  propo- 
sito dal  venire  in  Firenze. 

E  l'Università  è  stata  un  successo.  Dicia- 
molo senza  false;  modestie,  perché  fino  ad 
ora  il  nostro  difetto  è  stato  appunto  quello 
della  modestia.  Temendo  forse  noi  stessi  del 


resultato,  non  avevamo  fatto  si  può  dire  al- 
cuna reclame.  Pochi  avvisi  stampati  distri- 
buiti ad  amici  personali  in  Italia  ed  all'estero. 
Poche  promesse  generiche  di  corsi  e  di  gite, 
senza  specificare  bene  il  programma  delle 
lezioni  né  1  luoghi  che  avremmo  visitato.  E 
basta. 

Invece  gli  studenti  sono  accorsi  più  nu- 
merosi di  quello  che  fosse  lecito  sperare.  Ne 
sono  venuti  da  tutti  i  paesi:  dalla  Francia, 
dall'Austria,  dalla  Germania,  dall'Ungheria, 
dalla  Svizzera,  dagli  Stati  Uniti,  dalla  Russia, 
dalla  Polonia  e  anche  da  altre  città  italiane. 
Ed  è  da  notarsi  un  forte  nucleo  di  studenti 
venuti  dalle  provi ncie  italiane  soggette  al- 
l'Austria e  che  quesfaltr'anno  aumenterà 
certamente. 

Sarebbe  difficile  stabilire  quanti  sono  stati 
quelli  attratti  più  dalla  Università  Estiva  Fio- 
rentina che  da  Firenze,  ma  poiché  l'Univer- 
sità è  in  Firenze,  noi  non  vogliamo  fare 
l'e-ame  di  coscienza  dei  nostri  studenti.  Sa- 
rebbe una  fatica  inutile.  Siamo  in  una  delle 
più  belle  e  interessanti  città  del  mondo,  in 
un  grande  centro  italiano,  dove  meglio  si 
parla  la  nostra  lingua.  Abbiamo  dei  vantaggi 
sulle  altre  città.  Approfittiamone! 

La  maggior  parte  dei  nostri  iscritti  era 
costituita  da  professori  e  maestri,  benissimo 
elemento  sia  per  sé  stesso,  sia  per  la  propa- 
ganda ohe  potrà  fare  alla  nostra  istituzione. 
Ma  abbiamo  avuto  anche  architetti,  legali, 
studenti  universitari  e  secondari,  artisti,  ec. 

E  tutti  sono  rimasti  soddisfatti  tanto  dei 
corsi,  quanto  delle  gite  artistiche,  e  delle  fa- 
cilitazioni che  abbiamo  loro  procurato. 

I  corsi  ebbero  Inizio  il  primo  agosto  con 
l'inaugurazione  fatta  alla  presenza  delle  auto- 
rità, ed  hanno  seguitato  ininterrottamente 
sino  alla  fine  di  settembre.  Le  lezioni  avevano 
luogo  tutte  le  mattine  dalle  nove  alle  dodici 
nel  magnifico  locale  dell'Istituto  Tecnico  geu- 


CUCINE 
CALORIFERI 
VENTILAZIONE 
FORNI 


DEILORTO 


FEDERICO   DELL'   ORTO   &    C."  MILANO 


tilni 


moiivinirnn    i;    :  ■     • 

Utlonc.  prrchè  era  rUotvato  alU  tfiu  éviu-  g«>< 

manale. 

r  avt'un   nrofr<»«nr<«   vi  era  propoato  cha  dai 

or^  ;  >Mtblle  organica  e  tot 

*fì  '.o  ohe  lo  atudrnta,  pli' 

il    ^umii-    Bi   iu^<w  i>4iiiii<  n  tuf se  IncOIDlllOÙUO 

potMM  approftlUroaubiio  irll'inncnaiminfi 


opjK>rtunl 

a. 

'•mc.logia, 

■  ■<•». 

-!«?0     ffttlO 

if.  t.n/..    (1.1    U|. 

•    1-    h'it*  ar- 
"  allo  vaila 


L'  Umi9m-»ità  Eativa  fiortmtima  m  tiwtoia,  17  agoa*9  1: 

DSL  Ckppow 


Le  materie  erano  le  aeifoentt:  Ungoa  Ita- 
liana, letteratora  Italiana,  atoria  fiorentina, 
letteratara  danteaca,  atoria  dell'arte. 

Il  prof.  Gargano  ha  tenuto  i  corsi  di  lin> 
gna  e  letteratura  italtana.  11  coreo  di  lingua 
comprendeva  la  lettura  e  dettatura  e  anche 
la  correzione  dei  rompiti,  che  il  prof.  Gar- 
gano si  è  addossai' I  con  quel  nobile  apirtto 
di  aacrificio  che  lo  distingue. 

La  letteratura  italiana  è  «lUa  nn  aegnito 
di  conferenze  sai  romanticismo  e  sulla  poesia 
popolare. 

Il  proL  Caggese  ha  illustrato  la  storia  flo- 


fnfrl  di  To«san««  giteartlsU» 
co  Influì;! 

Le  git<  io  FlxMkM  il  ftwvBO 

nel  ponei  no  atat*  ffuidale  qoaal 

aempre  dal  pruf.  Falnni.  che  ha  volato  ao> 
stenere  qaesta  non  piccola  fatica  per  U  aao 
grande   amore    alla    ivctn/Kuw.    v.   ^vim    irli 
studenti  hanno  avut 
monumenti:  San  Mii 

Santa  Croce.  Santa  Ttiiiii>.  r^ama  «•<••  .-••- 
Telia  e  Cappellone  degli  Spafooli.  Basto  Spi- 
rito. San  Lorenso,  SS.  Apoetolt,  Santo  Sde» 
faiio.  Palazzo  Vecchio,  Palazzo  Riorardl,  ed 


IGIENE 


SAVON  SIMON 


BELLEZZA 


Il  più  puro,  il  più  soave,  il  più  delicatamente  profumato. 
Indispensabile  alla  toilette  del  bambini 


—  558  — 


hanno  visitato  afcuratamonte  tutte  le  nostre 
gallerie  e  musei. 

Sono  state  ore  ed  ore  di  spiegazioni  sto- 
rico-artistiche. Che  ditìerenza  fia  il  visitare 
Firenze  in  questo  modo,  e  l'andare  giron- 
zolando come  fanno  per  forza  tanti  forestieri 
dietro  una  cosiddetta  guida  autorizzata  o  in 
compagnia  di  un  libro  pieno  di  asterischi  ! 
I  nostri  giovani,  ne  sono  sicuro,  hanno  sen- 
tito le  bellezze  di  Firenze  e  l'hanno  amata. 

Il  sabato  poi  partivamo  in  allegra  comi- 
tiva per  le  gite  fuori  di  Firenze,  e  talora 
siamo  rimasti  assenti  due  giorni. 


Le  gite  erano  organizzate  nel  modo  più 
economico  possibile.  Venivano  guidate  sem- 
pre da  un  membi-o  del  Consiglio  Direttivo  e 
da  un  professore.  Siamo  sempre  stati  rice- 
vuti dalle  autorità  del  luogo,  che  ci  sono  state 
larghe  di  tutte  le  facilitazioni  ;  e  sempre  qual- 
che specialista  della  città  visitata  ci  fu  cor- 
tese illustratore  dei  monumenti,  delle  chiese, 
dei  musei. 

Ma  oltre  l'arte  pura  abbiamo  voluto  far 
vedere  anche  l'arte  applicata  all' industria  e 
perciò  ci  siamo  recati  alla  Manifattura  Ginori 
di  Doccia,  alla  Manifattura   di   Signa,  a  Ca- 


L' Università  Estiva  fiorentina  a  Perugia,  24-25  agosto  1907.  —  Salendo  al  Gla-EDINEtto. 


La  prima  delle  gite  l'abbiamo  fatta  a  Fie- 
sole, quasi  per  vedei'e  se  gli  studenti  avreb- 
bero corrisposto  volenterosi  alla  iniziativa. 
Abbiamo  fatto  inoltre  le  seguenti  escursioni  : 
A  Pistoia,  sotto  la  guida  del  Chiappelli;  a 
Perugia,  per  vedere  l'esposizione,  e  quindi 
ad  Assisi;  a  Prato:  a  Forlì  e  Ravenna;  a  San 
Gimlgnano;  a  Signa,  Malmantile,  Montelupo 
e  Capraia,  per  visitare  le  fabbriche  di  cera- 
mica ed  al  tempo  stesso  far  vedere  il  tipo 
della  campagna  toscana.  Le  gite  di  Perugia 
e  di  Ravenna  hanno  preso  due  giorni,  le  al- 
tre un  giorno  soltanto. 


praia,  alla  Fabbrica  Quentin  Mossmayer,  ove 
si  procedeva  al  restauro  delle  vetrate  di  Santa 
Maria  Novella,  all'Arte  della  Ceramica,  alla 
Fonderia  Nelli,  alla  Fabbrica  Cantagalli  e 
dovunque  abbiamo  seguito  i  vari  processi  di 
lavorazione. 

Nessuno  vorrà  negare  che  siano  stati  due 
mesi  di  assidua  ed  intensa,  eppur  variata, 
attività. 

Quanto  alle  facilitazioni  e  ai  vantaggi  in- 
dividuali ofìeiti  agli  iscritti,  va  ricordata  in- 
nanzi tutto  l'opera  della  Associazione  perii 
Movimento  dei  Forestieri,  la  quale  agevolò 


Lavorazione  speciale  in  CAPPELII  e  BERRETTI  per  Filarmoniclie 

FORNITORE  DEL  MUNICIPIO 


A.  LAPINI  .  FIRENZE,  Via  del  Giglio,  9. 

-^   INVIO   FIGURINI   GRATIS  ^ 


il . 

fft 

S»r 
1* 

durAtiir 

poco  pia 

una  o«iu«ia  putiu  «4  uu  viuo  MMiipiict*  m* 

baono. 

A>,^'.,n.^  ,.,»j  ottonato  -•-'  ^«  •'•  ♦■■^>dclU 
Pti"  iKlon«  per  •  udcutt 
I»»:  •  dt  stona  ;  possa^- 
fto  Vii»'  ,'isiel  e  >:.iu.r:.>.  hssl  ne 
hanno  a;  i.oltKntnio  e  Ultini  oMer> 
Tarano  ■  .- •!  rl^paiml.  >1'Ue  tm*M 
d'Ingre^  ^a  i  de- 
nari df  veralU. 
Polche  K'  na  ta»sa 
d'isctixtutitf  ti.  (Ktr  ciascuno 
dei  mesi  di  a_                                .  con   diritto 


con  an  bel  eorredo   ' 

li    quello 


>ne  ool  Circolo  Fl- 
i  lina  comoda  sede 
""■diversità,  ab- 
bile sale  del 
-ti  sanno  che 
1-  r<j  in  afflilo  sol- 
Miale  rimangono  il 
Per  ricevere  qaaU 


I" 
b.v 

Ci: 
f^h 
ta 

Pa- 
canti, p«r  U  rtK'^àpiio  della  po^ta,  per  legifero 
giornali  e  riviste,  per  conoscersi  meglio  l' un 
l'aifri  T...,-  ....e...  1,  -"vri  tn  una  città  stra- 
ni' '  era  li  locale  più 
In  lire  che  ne  hanno 
fat-                                    >-,i,u. 

:  Studenti  che  sono  Te- 
nu;  !.o  speso  poco,  hanno  im- 

parato  niultu  ed  iianno  ottenuto  grandi  fa» 
dlitazioni. 

Quest'altr'anno  colla  pratica  acquistata 
nel  1907  potremo  fare  più  e  meglio.  Aggiun- 
geremo dei  oorfti  come  quello  di  fonetica 
pratica,  e  forse  quello  di  storia  della  Musica. 
Sdoppieremo  lo  stadio  di  IHnte  in  due  corsi  : 
letteratura  dantesca  e  Commento  della  Di- 
mima  O'mmudia, 

Alcuni  conferenzieri  già  Interpellati  hanno 
accettato  di  parlare  su  srarlatiasiml  argomenti, 
specialmente  per  far  oonoeoere  agli  stranieri 
la  nostra  Italia  moderna.  Polche  ci  slamo  ai.*- 
corti  che  molu  dei  nostri  ospiti  aono  partiti 


rentlnl  noi   Togliamo  «-h-    U 

ne  viva  e  protpeit  air«.:i  't* 


ni" 

P.M 

ini 

reti 

or^  . 

Tengono 

tasche  di 

mangia  i 

fatino,  ci. 

l'assenz  ' 

r ebbero  o  . 

Poiché  non  w  deve  .,:, 

blamo  studenti  di  t<r 

Presid •■    

conte  oti 

11  Cui. 
posto: 

Comm.  Piero  Barbèra,  Frt^d- 
eoto  Filologico.  s 

Comm.   Pr.  !  lo   Blagt,    J'tfftUo 

dtUa  BiUioton.  ,. 

Cav,  Fortun  . 

Cav.  Uff.  Ing.  Oelau  CapaocL 

Conte  Avv.  Leonello  De  NobllL 

Cav.  Prof.  Dr.  Guido  Falorat,  lutogi^amu 
Superiora  al  R.  IttUmto  Tomieo. 

Conte    Avv.    Luigi    Qallettt,    CmmoI«    JW 
Btlgio. 

Cav.  Uff.  Dr.  QinoGelll.  Pr^iUmU  iMCAt- 
toeiatioHé  per  la  difesa  di  Firtm**  Mt^erma. 

Conto  Avv.  Guretto  Oorettl  FlamlnJ. 

Dott.  J.  M.  Le  Diveleo  (teitoriere). 

Dott.  Franco  Magrini.  Pi^MidemU  déWAom' 
eioiUm*  pel  tno9Ìmt*nto  dèi  t'o  tttierL 

Att.  Alfredo  Medici. 

Avv.  Arturo  Ptlaoci,  Deptttat-  -'    p--'-,- 


Avv.  Piero  Roselll  (segretari' 

Per  lacrixiont  e  per  ogni    il*    >  •■^■ 

zione  rivolgersi  alla  sede  del  I  <      ^ ';"*..«  FNt;\  a 
Fiorentina,  presso  il  Cirouio  i^ii  icgxo  <ii.i- 
laxzo  Ferroni),  Ftrensc 
if97. 

AVT.  P.  BOSKLt.t. 


L'ASSOCIAZIONE  NAZIONALE  PER  I  PAESAGGI 
ED  I  MONUMENTI  PITTORESCHI  D' ITALIA 


*  II  paesaggio  è  fi  Tolto  amato  deUa  patria. , 
Informata  a  questo  concetto  venne  presa  a 
Bologna  l'iniziatiTa  per  una  nuova  Associa- 
zione nazionale.  Iniziativa  che  ha  iBCOOtmto 
generale  favore,  in  modo  che  la  società  Ta 
prendendo  quel  meraviglioso  sviluppo,  che 
merita. 

È  noto   che    nella    patria  no>tra    noi   mo- 
nnmenti  che  han'io  qtislche  Imp 
una  legge  dello  Stato  :  e  in  qua* 
vi  sono  comitati  speciali  pei  moi.wi..- 


rid  ed  arti«ticl.  ma  non  l»a«ta.  I 

piccole  località  ed  anche  In  Inot;). 

molte  bellexse  che  ora  sono  dichi.^r*t4f  -  m  >- 

nnmento  aasionale  ..  vengono  trascurato  e 

qnalobo  Tolta  deturpate. 

Keastino  poi  si  cura  41  difendere  le  bel- 
lezze natorali.  n  OoTemo  con  aoa  legge  si 
rura  dei  boschi  e  delle  acqo*  eoa  arttoff  più 
-     agricoli,  ma  è  nece«ario  provTe- 
i  -^  alla  Imporianra  e«U'l  Ica  delle  cose. 

...  ,*u*  esteUoo  nessano  difende  i  boschi. 


560  - 


le  acque,  i  panorami,  che  formano  una  grande 
ricchez/a,  un  patrimonio  immenso  e  meravi- 
glioso della  nostra  Italia. 

Per  questa  considerazione  a  Bologna,  sotto 
la  presidenza  del  cav.  Carlo  Sandoni,  giovane 
ed  attivissimo  promotore  e  propagandista,  si 
costituì  un  comitato,  composto  di  numerosi 
artisti  e  turisti,  perchè  d'acoordo  colle  bene- 
merite società  consorelle  Touring  Club,  Movi- 
mento dei  Forestieri,  Fra  Montibus,  potesse  sor- 
gere questa  nuova  Associazione  nazionale,  la 
quale  completi  la  nobile  azione  delle  prime 
e  che,  senza  essere  una  imitazione  vera  del 
Comité  des  Sites  et  Monuments  pitforesques,  che 
ha  tanto  sviluppo  in  Francia,  possa  svolgere 


Oaklo  Sandoni 

fondatore  e  presidente  dell'Associazione  Nazif 
naie  per  i  paesaggi  ed  i  monumenti  pittore 
schi  d'Italia. 


quest'opera  di  difesa,  di  ripristino,  di  illustra- 
zione delle  nazionali  bellezze  artistiche  e  na- 
turali, intensificando  l'opera  sua,  non  solo 
nelle  città  ove  altri  enti  non  pensano  a  ciò, 
ma  specialmente  in  tutti  1  paesi,  su  per  le 
valli  pittoresche,  e  pei  monti  che  limitano  e 
percorrono  tutta  l'Italia,  nonché  per  le  spiagge 
dei  mari  che  la  comprendono. 

L'idea,  invero,  come  abbiamo  detto,  venne 
accolta  ovunque  con  sincero  entusiasmo,  co- 


sicché da  ogni  parte  d'Italia  giunsero  arie- 
sioni,  tanto  dai  passi  sempre  coperti  di  neve 
quanto  da  quelli  che  troppo  di  frequente  sono 
agitati  dal  fuoco  dei  vulcani  meridionali. 

Giova  qui  ricordare  il  pensiero  di  un  uomo 
che  occupa  un'alta  posizione  politica,  noto 
per  la  genialità  del  sentimento  e  la  profon- 
dità della  coltura,  Luigi  Rava,  il  quale  nel 
plaudire  alla  iniziativa  mandò  ai  promotori 
come  segno  della  sua  benevolenza  la  copia 
del  discorso  fatto  alla  Camera  presentando  la 
legge  per  la  conservazione  della  Pineta  di 
Ravenna,  discorso  che  è  un  inno  di  poesia 
ispirata  e  gentile.  Egli,  dopo  aver  descritto 
quanto  si  fa  in  Francia  e  negli  Stati  Uniti 
d'America  per  le  bellezze  naturali,  aggiunge: 

"  Anche  in  Italia  dovrebbe  essere  generale 
e  profondo  il  rispetto  delle  linee  essenziali 
che  costituiscono  per  così  dire  l'immagine 
antica  e  sempre  giovane  del  sentimento  na- 
zionale. 

r,  Dovremmo  anche  noi  restaurare  e  far 
risorgere  con  amore  i  monumenti  naturali, 
che  il  tempo  guasta  o  denuda. 

„  Provvederemo  così  con  eguale  fortuna 
al  decoro  ed  agli  interessi  del  paese.  „ 

Già  nell'anno  ormai  scorso  ebbe  luogo  a 
Bologna  il  I  Congresso  Nazionale  dell'Associa- 
zione. Vi  intervennero  numerosi  soci  e  molte 
altre  persone  notevoli. 

Ugo  Ojetti  nell'artistica  sala  del  Liceo  Ros- 
sini tenne  il  discorso  inaugurale,  l'on.  Bru- 
nialti  parlò  delle  bellezze  siciliane.  Ottone 
Brentari,  il  march.  Crispolti,  il  cav.  Rubbiani, 
il  conte  Barbavara  e  tanti  altri  si  interessa- 
rono della  Associazione  e  diedero  ad  essa  as- 
setto definitivo. 

Ora  l'Associazione  continua  nel  suo  pro- 
gressivo sviluppo:  raccolti  i  soci,  verrà  iniziata 
l'opera  di  difesa,  di  illustrazione,  di  propa- 
ganda, e  nella  prossima  primavera  a  Torino, 
pel  II  Congresso  Nazionale,  si  potrà  sempre 
più  constatare  come  nella  sua  giovanile  vita- 
lità possa  essere  benemerita,  possa  e-iseie 
degna  del  motto  che  Lorenzo  Stecchetti  le 
ha  dato  "  Pulcra  tneri,  „  possa  essere  vera- 
mente degna  del  suo  scopo  patriottico  e  delle 
meravigliose  bellezze  della  patria. 


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fotogr.  di  B.  Moscioni;  il  numero  6,  da  fatcgr.  Betti j  U  «Uit,  ftdogr,  di  B. 


IX.  -  LA  CAMPAGNA  ROMANA 


La  poesia  del  paesaggio. 

La  campagna  romana  ha  una  severità  che 
impressiona  chiunque;  l' agricoltore  preferirà 
i  fertili  terreni  della  Toscana,  dell'Umbria  e 
delie  Marche  o  magari  le  verdi  pianure  del 
Po,  ma  l'artista,  l'archeologo  e  lo  scienziato, 
preferiscono  la  campagna  romana  dove  il  sole 
tramonta  con  bagliori  di  sangue  e  dove  il 
paesaggio  ha  del  melanconico,  del  solenne, 
del  truce  e  sempre  colpisce  e  fa  pensare. 

In  nessuna  altra  campagna  trovate  sparse 
a  centinaia  tombe  antichissime  e  monumen- 
tali, torri  e  rovine  cadenti  che  hanno  tutte 
una  storia.  E  che  dire  degli  acquedotti,  i  cui 
archi  massicci  ed  imponenti  s' inseguono  per 
chilometri  e  chilometri  nella  pianura  vasta 
ed  infinita?  Gli  antichi  erano  maestri  nella 
costruzione  delle  vie  specialmente  di  quelle 
per  cui  passava  l'acqua.  Migliaia  di  schiavi 
trasportando  i  pesanti  blocchi  di  pietra  riu- 
scirono ad  innalzare  dopo  enormi  fatiche 
questi  modelli  di  architettura,  che  sfidano 
ancora  i  secoli. 

Poeti,  pittori  e  romanzieri  di  ogni  nazione 
trassero  ispirazioni  dalla  campagna  romana; 
approssimativamente  si  calcola  a  diecimila  il 
numero  delle  opere  pubblicate  sull'argomento 
ma  nessuna  forse  ha  reso  fin  ora  il  fàscino 
della  campagna  romana.  La  pittura  —  come 
giustamente  notava  Ugo  Fleres  —  non  se  ne 
giovò  abbastanza  ;  la  malaria  fugò  spesso  l'ar- 
tista. Nicola  Poussin  e  Claudio  da  Lorena  non 
osarono  spingersi  troppo  oltre  fuori  porta  del 
Popolo  dove  abitavano  e  dipingevano.  Il  Pi- 
ranesi  si  allontanò  ancor  meno  per  trarre 
elementi  delle  sue  tetre  ispirazioni  contem- 
poranee e  congeneri  della  cosiddetta  poesia 
delle  rovine.  I  pittori  francesi  e  tedeschi  non 
trovarono  di  meglio  che  i  carri  di  fieno  e  le 
mandre  di  bufali;  e  del  resto,  le  barbe  in- 
colte, i  panciotti  rossi  e  tutta  la  colorazione 
a  bandiera  dei  ciociari  non  v'era  bisogno  di 
cercarla  al  di  là  della  scalinata  della  Trinità 
dei  Monti.  Tuttavia  il  Sartorio,  il  Colemau, 
il  Petiti,  il  Carlaudi  e  il  Costa  hanno  lavori 
assai  pregevoli. 

Le  cacce  nella  campagna  romana.  Le  bufale. 

La  campagna  offre  contrasti  e  soggetti  in- 
teressanti ad  ogni  passo.  Basta  prender  parte 
anche  una  sola  volta  alla  caccia  della  volpe 
por  averne  subito  prove  luminose.  Questa 
caccia  a  Roma  ha  un  sapore  tutto  speciale, 
e  il  terreno  si  presta  mirabilmente  per  lun- 


ghi galoppi.  Durante  la  notte  un  uomo  pra- 
tico dei  luoghi,  tappa  con  molta  cura  le  bu- 
che delle  volpi. 

All'appuntamento  fissato  generalmente  per 
le  11  del  mattino  accorrono  amazzoni,  cava- 
lieri e  miolti  ufficiali.  Un  centinaio  di  cani 
escono  abbaiando  da  un  carro  e  vengono  gui- 
dati sul  luogo  della  caccia.  Quando  la  volpe 
è  scovata,  si  lanciano  a  corsa  sfrenata  e  i  cava- 
lieri dietro,  saltando  naturalmente  ogni  osta- 
colo, muriccioli,  fossi,  marrane,  e  quelle  stac- 
cionate di  legno  che  dividono  un  terreno 
dall'altro.  Le  cadute  sono  frequenti  ma  non 
quasi  mai  gravi.  Né  mancano  i  timidi  o  per 
meglio  dire  i  paurosi,  che  preferiscono  far 
aprire  i  cancelli  ed  andai-sene  tranquilli  alla 
retroguardia;  i  più  esperti  li  chiamano  sar- 
casticamente i  cancellieri. 

La  volpe  spesso  è  presa  e  uccisa  dai  cani, 
talvolta  però  si  rifugia,  e  scompare  dopo  un 
galoppo  di  qualche  ora. 

I  conduttori  dei  cani  tagliano  la  testa  e 
la  coda  alla  volpe  i  cui  resti  sono  dati  ai 
cani;  il  master  otìro  la  testa  e  la  coda  di  s'o- 
lito all'amazzone  e  al  cavaUere  che  nella 
corsa  si  avvicinarono  di  più  ai  cani.  Gene- 
ralmente ciascun  dono  si  ricambia  coli' of- 
ferta di  50  lire  che  va  a  beneficio  dei  con- 
duttori dei  cani.  Nelle  giornate  di  pioggia  il 
ritorno  dalla  caccia  non  è  dei  più  attraenti; 
le  signore  grondano  acqua  e  sono  sporche 
di  fango.  Eppure  fra  qualche  giorno  torne- 
ranno all'appuntamento.  Non  è  soltanto  la 
caccia  alla  volpe  però  che  le  attrae;  il  più 
delle  volte  gli  appuntamenti  costituiscono 
una  vera  fiera  di  vanità.  Inutile  dire  che  per 
prender  parte  alle  cacce  bisogna  possedere 
ottimi  cavalli  ed  esser  ricchi.  Un  appassio- 
nato è  Gabriele  D'Annunzio  e  molte  signore 
straniere  vanno  appunto  per  vederlo.  Le 
americane  sono  entusiaste  della  campagna 
romana.  Quelle  che  risiedono  a  Roma  non 
mancano  quasi  mai  all'appuntamento. 

La  caccia  al  cervo  e  il  drag  hunter  richia- 
mano anch'esse  il  pubblico  aristocratico  e 
cosmopolita  di  Roma. 

I  cacciatori  di  volatili  poi  costituiscono  un 
vero  e  numeroso  esercito;  alcuni  sono  per- 
sino **  professionisti  „  ma  conducono  una 
vita  piena  di  peripezie  e  di  strapazzi  fisici. 
La  domenica  i  cosiddetti  "  cacciatori  della 
festa  „  invadono  i  dintorni  di  Roma  consu- 
mando inutilmente  molte  cartucce;  vestono 
come  arditi  esploratori  e  rimorchiano  so- 
vente l'intera  famiglia.  La  sera  le  osterie  sono 
piene  di  questi  pseudo-cacciatori  1  quali  oao- 


VESAOOI  DI 


\  ROMA 


1.  L'Oli.  Celli  distkibcisce  past^.  h.  «.uix;.»^.  - 
DI  Papa.  —  4.  Capaxua  Di  "  cicobiahk  ,.  - 
i^oGio  DI  CAPAinrx  PBxaao  Palkstiha.  —  (/.    ■. 
mei-i  é  e  5,  da  f<dogr.  Sbità;  U  altr*,  fotofr.  di  M, 


-  564 


ciano  in  cofpo  caratelli  di  vino  e  montagne 
di....  spaghetti. 

I  vei'i  cacciatoti  vanno  in  palude,  a  Mac- 
cavese  che  è  una  delle  più  vaste  tenute  della 
Campagna  Romana,  ma  anche  delle  più  in- 
salubri ed  infide  tanto,  che  i  contadini  dicono 
che  a  Maocarese  "  ci  si  sta  per  le  spese  „ 
poiché  lo  scarso  salario  non  basta  per  i  me- 
dicinali e  per  il  cibo  più  abbondante  di  cui 
si  ha  bisogno. 

I  cacciatori  trovano  molta  selvaggina  ma 
sono  costretti  a  camminare  attraverso  un  ter- 
reno acquitrinoso,  che  esala  miasmi  pestilen- 
ziali. Nella  vasta  e  solitaria  tenuta  non  ci 
sono  che  tre  o  quattro  fontanili  e  non  è  fa- 
cile rintracciarli.  Il  paesaggio  ha  del  pauroso  : 
le  bufale  pascolano  qua  e  là  e  vi  guardano 
sinistramente.  I  cacciatori  ne  hanno  un  vero 
terrore;  quando  si  vedono  inseguiti,  per  sfug- 
gire a  certa  morte  non  hanno  altro  scampo 
che  di  gettarsi  a  terra  e  rimanere  immobili. 
La  bufala  annusa,  scuote  la  testa  e  si  allon- 
tana ma  guai  se  la  paura  vi  fa  agitare!  la 
bufala  vi  è  sopra  e  vi  caccia  nelle  reni  e  sul 
ventre  le  sue  corna  ricurve.  Le  bufale  sono 
di  origine  indiana  e  pare  fossero  trasport(ite 
in  Italia  dai  longobardi:  addomesticate,  tirano 
enormi  pesi  e  obbediscono  ad  un  pungolo  di 
ferro  senza  bisogno  di  redini.  Allo  scricchiolìo 
di  un  fascetto  di  canne  poste  sotto  le  ruote 
del  carro  balzano  innanzi  impaurite:  con  que- 
sto strattagemma,  in  uso  specialmente  nelle 
cave  di  pietra,  si  fanno  trascinare  alle  bufale 
pesi  enormi.  I  bufolari  le  chiamano  per  nome 
e  le  mungono  ma  le  più  irrequiete  vengono 
legate  e  se  tardano  a  calmarsi,  le  bastonano 
senza  misericordia.  Nelle  Paludi  Pontine  e  a 
Maccarese  sono  riunite  quasi  tutte  le  bufale 
dell'agro  romano;  è  dilììcile  vederle  in  altri 
luoghi. 

Pastori,  bifolchi  e  butteri. 

La  vita  dei  campagnoli  dell'Agro  Romano 
è  delle  più  misere  e  penose.  I  pastori  sono 
per  lo  più  dell'Abruzzo  e  delle  Marche  (cii*- 
condario  di  Camerino).  Vivono  una  vita  con- 
temi)kitiva,  sdraiati  al  sole  e  avvolti  in  grosse 
pelli  di  capra.  Hanno  una  robustezza  feno- 
menale e  dimostrano  un  vero  stoicismo  in 
caso  di  malattia.  Curano  le  ferite  con  sale  e 
aceto,  e  sono  d'un' ignoranza  da  far  spavento. 
Le  loro  capanne  a  forma  di  cono  differen- 
ziano dalle  altro  a  forma  piramidale,  dove 
vivono  numerose  famiglie.  Spesso  per  la  di- 
stanza dei  pascoli  i  pecorari  non  tornano  alle 
capanne,  ed  allora  si  trascinano  una  cuccetta 
di  paglia  che  sembra  più  un  rifugio  da  cane 
che  un'abitazione  umana.  I  cani  sono  i  soli 
amici  dei  pastori;  «e  hanno  dei  grossissimi, 
traditori  e  feroci. 

Un  pastore  guadagna  una  quindicina  di 
lire  al  mese;  quando  muore  una  pecora  i 
pastori  la  scuoiano  per  prendere  la  pelle  e 


giugno  però  essi  tornano  alle  montagne,  fug- 
gendo COSI  il  caldo  soffocante  dell' estate  ciò 
che  non  possono  fare  i  bifolchi,  costretti  a 
passare  l'intero  anno  in  campagna.  I  bifolchi 
conducono  i  buoi  al  lavoro  ed  arano  la  terra. 

Guadagnano  il  doppio  dei  pastori,  cucinano 
spesso  in  comitive,  e  dormono  nelle  stalle  dei 
buoi  cui  danno  i  nomi  più  strani:  Nerone, 
litthacoì-e,  Facchino,  Cardinale,  Garibaldi.... 

La  vita  del  bifolco  è  meno  dura  però  di 
quella  del  vaccaro,  il  quale  non  ha  mai  ri- 
poso: munge  di  giorno,  munge  di  notte  e 
sempre  all'  aperto  anche  quando  imperversa 
il  temporale.  La  mattina  di  buon'ora,  in  qua- 
lunque stagione  dell'anno,  il  latte  vien  chiuso 
in  grossi  recipienti  di  rame  e  portato  a  Roma 
su  speciali  e  caratteristici  carri  tirati  da  ca- 
valli ispidi  e  selvaggi,  come  gli  uomini  che 
li  guidano;  questi  ultimi  vestono  pelli  di 
montone  e  spesso  hanno  a  fianco  un  grosso 
cane  da  pagliaio.  Cosi  equipaggiati  attraver- 
sano le  vie  della  città  spesso  inzuppati  come 
pesci,  reggendo  in  mano  un  mazzo  di  guide 
divenute  rigide  come  sbai-re. 

Questo  lembo  di  vita  primitiva,  che  passa 
in  vie  animatissime,  offre  un  contrasto  stri- 
dente che  forma  la  gioia  degli  stranieri  ma 
che  non  fa  onore  affatto  alla  nostra  civiltà. 
Al  Coi-so,  per  esempio,  passano  ogni  giorno 
le  diligenze  di  Campagnano  e  di  altri  paesi 
vicini  tirate  da  due  o  tre  cavalli  scheletriti  : 
queste  diligenze  traballanti,  sconnesse  e  pol- 
verose fanno  arricciare  la  pelle,  tanto  sono 
incomode  e  preadamitiche;  eppure  lo  splen- 
dore di  Roma  e  il  contatto  continuo  col- 
l'eterna  città  non  bastano  a  far  sparire  que- 
sto sconcio. 

Non  è  possibile  dare  un'idea  esatta  delle 
difficoltà  e  dei  disagi  che  offrono  i  viaggi  at- 
traverso la  campagna  i-omana  e  nei  paesi  ar- 
rampicati sui  monti.  Sovente  uomini  e  donne 
non  hanno  altro  mezzo  che  gli  asini  e  i  muli. 
Le  donne  vi  salgono  persino  in  tre,  e  si  ten- 
gono avviticchiate  e  guardinghe.  Ricordo  di 
averle  viste  scendere,  strette  le  une  alle  altre, 
la  ripida  discesa  del  Sacro  Speco  a  Subiaco  ; 
il  mulo  procedeva  cauto,  scrutando  i  sassi  e 
le  buche  come  se  fosse  compreso  della  sua 
responsabilità.  E  le  tre  donne  che  erano  a 
cavallo  come  altrettanti  uomini,  in  una  po- 
sizione cioè  assai  incomoda,  sorridevano  di 
contento.  Venivano  da  lenne  e  si  dirigevano 
a  Cervara,  un  vero  nido  d'aquila  inchiodato 
ad  una  roccia  altissima,  paurosa. 

Maestri  insuperabili  nell'arte  del  cavalcare 
sono  i  butteri  e  i  cavallari,  i  cui  esercizi,  per 
chi  non  li  ha  mai  visti,  hanno  qualche  cosa 
che  fa  rabbrividire.  Non  indietreggiano  di 
nanzl  a  nessun  ostacolo,  affrontano  l'animale 
più  ricalcitrante,  e  saltano  sulla  sua  groppa 
in  \u\  baleno.  Il  cavallo  s'impenna,  indietreg- 
gia, abbassa  la  testa  e  dà  balzi  spaventosi; 
poi  si  butta  in  tei-ra  cercando  di  fracassare 

gambe  del  cavaliere,  ma  il  buttero  è  già 


accrescere  di  pochi  soldi  lo  scarso  salario.  A     in  piedi;  poi  di  nuovo  aggrappato  alla  criniera 


■mi^^ 


NE  E  PAESAGGI  DELLV  CAMPAGNA  R( 


^!^  ^ 


yf» 


1.  Palude  pke««"  aixk  kotuts  di  Ndifa  (Fafofr.  M»9eiom{\.  —  S.  l'j»  jfWtPiCAimt,  a  Ca»- 
TEKANO    pr:^       "' o  ifotogr.  B.  Simbdiu  —   3.  MacCaXOB  (/««rr.  /*m*).  —  ♦.  In 

GREGGE  (  r  '  ("^wan  -  5-  ClJA  VECCHIA  PABALITICA  K  llAlJk»l<A  f/<rf^^.  *.  *»»- 

boli).  -  6.  1  io  PKUU.  PAOUA  (fot^i:  M.  Simboti). 


—  566 


e  ancora  una  volta  rigido  in  groppa.  Il  ca- 
vallo non  si  avi-ende,  o  continna  a  mettere 
a  dura  prova  il  coraggio  del  buttero,  finché 
avvilito  e  stanco  si  lascia  mettere  la  sella.  I 
butteri  si  cimentarono  anche  coi  cavalieri 
della  compagnia  di  Buffalo  Bill,  e  uscirono 
dalla  prova  con  molto  onore. 

Un  quadro  di  miseria. 

Durante  i  lavori  agricoli  di  maggiore  im- 
portanza dalle  Marche  e  dagli  Abruzzi  accor- 
rono nella  Campagna  Romana  un  gran  nu- 
mero di  contadini;  vanno  a  gruppi  di  50,  di 
100  e  a  Piazza  Montanara  vengono  assoldati 
dai  così  detti  caporali,  i  quali  prendono  l'im- 
pegno di  fare  questo  o  quel  lavoro  sfruttando 
i  sudori  dei  poveri  contadini  costretti  a  con- 
durre una  vita  nomade,  e  a  percorrere  spesso 
trenta  o  quaranta  chilometri  prima  di  giun- 
gere al  luogo  stabilito.  Lavorano  dall'alba  al 
tramonto  per  15  o  20  soldi  al  giorno;  dor- 
mono nei  fienili,  sotto  i  pagliai,  nelle  grotte, 
nelle  stalle  e  quando  non  è  possibile  avere 
queste....  comodità,  dormono  a  ciel  sereno  in 
un  ammasso  informe  di  stracci  e  di  miseina, 
senza  distinzione  alcuna  né  di  sesso,  né  di 
età.  Il  caporale  si  riserva  la  parte  del  leone, 
e  in  compenso  tratta  i  miseri  contadini  con 
una  durezza  brutale.  A  furia  di  privazioni  e 
di  patimenti,  questi  infelici  dai  quali  si  pre- 
tende il  massimo  del  lavoro  (i  più  deboli  e 
mingherlini  vengono  scartati  senza  pietà  dalia 
visita  i-igorosa  che  fa  il  caporale),  hanno  finito 
per  perdere  ogni  idea  di  amor  proprio  e  di 
coscienza. 

Il  dott.  Sinibaldi  proprietario  della  tenuta 
Casal  brucialo  mi  raccontava  di  aver  fatto 
venire  dalle  Marche  una  famiglia  di  bravi 
lavoratori,  ma  che  nonostante  1  riguardi  da 
lui  usati  si  avvide  che  quelli  a  poco  a  poco 
imbastardirono,  subendo  l'influenza  degli  al- 
tri, e  dopo  un  anno  di  permanenza  nell'Agro 
Romano,  divennero  talmente  oziosi  e  ribelli, 
che  per  farli  lavorare  si  dovette  ricorrere  al 
caporale. 

Una  vita  non  meno  penosa  è  quella  degli 
abitanti  delle  capanne.  Se  ne  trovano  un 
po' ovunque,  specialmente  nel  territorio  di 
Valmontone,  Arsoli  e  Tivoli. 

Ad  Ostia,  a  Lunghezza,  a  Palestrina,  a  Za- 
garolo,  si  può  assistere  a  vere  scene  di  vil- 
laggi africani.  Le  capanne  sono  fatte  di  paglia, 
canne  di  granturco,  strame,  e  un'  erba  spe- 
ciale che  fa  scorrer  via  l'acqua  delle  piogge. 
Un'apertura  assai  stretta  conduce  nell'interno 
delle  capanne  dove  vivono  una  o  due  fami- 
glie; però,  nei  capannari  come  in  quelli  di 
Salone,  vivono  trenta  o  quaranta  persone  1 
cui  letti  seno  divisi  da  fascine  ;  eppure  si 
afferma  da  molti  che  le  donne  si  mantengono 
di  una  castità  esemplare.  Il  fumo  rende  l' aria 
Irrespirabile;  il  vocio  dei  ragazzi,  1" abbaiar 
de' cani  vi  assorda.  Uscite  di  là  come  da  una 
bolgia  dantesca.... 


Naturalmente  in  luoghi  sifTattl  dove  la  pu- 
lizia non  si  conosce,  né  del  resto  sarebbe  di 
facile  attuazione,  la  febbre,  la  dissenteria  e 
il  gonfiore  della  milza  sono  all'ordine  del 
giorno.  Si  vedono  bambini  che  sembrano  ve- 
sciche gonfiate,  e  giovani  che  pur  sarebbero 
belle  se  1-e  schifose  croste  die  ricoprono 
buona  parte  del  viso  e  delle  labbra  non  le 
rendessero  ripugnanti.  Il  medico  per  lo  più 
è  lontano  e  arriva  con  grande  ritardo  quando 
pure  arriva.  Il  febbricitante  non  ricorre  al 
medico  se  non  quando  il  male  abbia  fatto 
enorme  progresso;  finché  il  contadino  può 
reggersi  in  piedi  lavora  e  produce.  Quando 
si  abbatte  sul  pagliericcio  aspetta  con  stoi- 
cismo le  conseguenze  del  male.  Se  la  perni- 
ciosa gli  rende  la  vita  impossibile,  allora  va 
allo  spedale. 

—  E  se  non  siete  in  tempo  a  trasportare 
il  paziente  per  la  gravità  del  suo  stato?  — 
chiesi  ad  una  povera  contadina  che  aveva  il 
marito  al  manicomio.  E  lei  con  terribile  filo- 
sofia : 

—  Allora  magna  muri  ecco!  —  (Bisogna 
rassegnarci  a  morir  qui  !) 

A  pochi  chilometri  dalla  stazione  di  Pa- 
lestrina là  nel  territorio  incantevole  un  tempo 
ammirato  por  splendore  di  nitide  ville,  deli- 
zia d'imperatori  come  Augusto,  Domiziano, 
Marco  Aurelio,  e  di  poeti  famosi  come  Ovi- 
dio, esiste  un  villaggio  di  capanne  chiamato 
Karchitti  dove  vivono  più  di  000  persone.  Un 
impasto  di  farina  di  granturco  cotto  in  forno 
è  l'unico  loro  cibo.  Ecco  perchè  non  appena 
vi  presentate  nei  pressi  delle  capanne,  una 
turba  di  ragazzi  sporchi,  laceri,  mezzo  sel- 
vaggi, vi  accerchia,  vi  preme,  vi  chiede  con 
insistenza  in  elemosina.  Se  avete  pane  e  paste 
la  folla  ingrossa  rapidamente;  ai  ragazzi  si 
uniscono  le  donne,  gli  uomini,  i  vecchi  tre- 
molanti. Le  mamme  vi  chiedono  suppliche- 
voli un  biscotto  per  i  figliuoli  malati,  ma  poi 
non  resistono  alla  tentazione  di  assaggiarne 
un  pezzettino....  Gli  uomini  più  diffidenti  e 
taciturni  vi  guardano  spesso  con  occhi  truci. 
Abituati  alle  sevizie  più  terribili,  odiano  tutto 
e  tutti,  e  temono  che  ogni  cortesia  nasconda 
un'insidia,  un  agguato.  Bisogna  entrare  nelle 
loro  grazie  a  poco  a  poco,  e  combattere  la 
loro  innata  diffidenza;  solo  allora  si  mostrano 
espansivi,  miti  e  buoui< 

La  inaiarla. 

La  malaria  è  II  terribile  nemico  che  miete 
ogni  anno  tanto  vittime.  Dal  1887  al  1895  mo- 
rirono di  malaria  più  di  15  mila  persone  al- 
l'anno; buona  parte  delle  vittime  apparte- 
neva all'Agro  Romano.  Anticamente  si  cercò 
di  combattere  il  flagello  ;  verso  la  prima  metà 
dell' 800  la  campagna  romana  fu  abitata  come 
non  lo  fu  mai;  i  terreni  coltivati  avevano 
come  centro  una  chiesetta  ed  una  torre,  in- 
torno a  cui  sorgevano  villaggi.  Di  queste  torri 
dette  anticamente  domoculte  se  ne  conservano 


INSEGNE  VETRINE 

FCRROCRISTAUOSMtnO     FERROn.NEEOZI 


G'VOGLOTTI 


PREMIATO  con  MEDAGLIA  D  ORO      "■;■=- 
-.1;-     ALL' E5P05IZI0ME   Di   MILflno    1906 

fiffi  Ltì  CO^TRUZlOnE  Ùl  VETRINE  fERRO, 
E  MEDAGLIA     DflRGEMTO   DEL 

Minivi ffO  fISRiCOlTUfitì  iH0</i1l>l/liC0»»SRCI0  , 


CORbO  VALENTINO.  24 

OFFiciMA  PROPRIA  VIA  BARETTI, 


57 


SCENE  E  PAESAGGI  DELLA  CAMPAGNA  ROMANA 


A'  ^É'' 


1.  La  CACCIA    ALLA    VOWK:   Vn  OAlX>FPO.    -    »-   L'CSrtTA    VZt  CAKl   U*  ^"^'^ 

TOBI    A    CAVALLO    A    B.ACC1A1.0.    -    I.  LA  CACCIA     ^*  ^ ';i,^ "^  ^J   '^SJu.O 
FRATE   FBAFCJCSCAJJO  A  CACCIA.  -   (/  IMH»Mn  ^  0  b  fot.  di  B,  Òmi^i,  «  »«"»  T*'  ^ 


5G8  — 


moltissim'».  Alla  Cervelletta  sorge  ancora  in 
ottimo  stato  un  sontuoso  casale,  costruito  nel 
secolo  XVIII. 

Alcuni  papi  dopo  il  Rinascimento  permi- 
sero di  seminare  i  terreni  incolti,  e  così  in- 
cominciarono i  primi  passi  verso  la  coloniz- 
zazione, ma  poi  r  opera  colossale  non  fu 
continuata  e  il  latifondo  uccise  ogni  lodévole 
iniziativa. 

Per  combattere  la  malaria  o  bisogna  libe- 
rarsi dalle  acque  prosciugando  le  paludi  o 
mettere  in  movimento  quelle  stagnanti  dove 
annidano  le  zanzare,  apportatrici  di  morte. 
Oggi,  dopo  gli  studi  importantissimi  di  tanti 
illustri  scienziati,  fra  1  quali  il  Grassi  e  il 
Celli,  due  sono  i  mezzi  efficaci  per  combat- 
tere la  malaria:  il  chinino  e  le  reticelle. 

Il  chinino  si  distribuisce  sotto  forme  varie 
a  confetti,  quadrettini,  cioccolatino,  globuli. 
È  efficacissimo  se  è  preso  per  prevenire  la 
febbre,  poiché  è  facile  distruggere  i  parassiti 
malarici,  appena  penetrati  nel  sangue;  è  più 
difficile,  invece,  distruggerli  dopo  che  hanno 
prodotte  le  febbri. 

La  vendita  del  chinino  aumenta  ogni  giorno 
e  ogni  giorno  diminuisce  il  numero  dei  morti. 
Ecco  una  eloquente  tabella  che  il  prof.  Celli 
ha  compilato  di  recente. 


Utili  netti 

dell'azienda 

del 

Chinino  di  Stato 

Consumo 

Mortalità 

di  chinino  di  Stat 

per  malaria 

Anno 
finanziario 

Kg. 

venduti 

Anno 

Totale 
morti 

Lire 

.... 

.... 

1900 

15,865 

.... 

.... 

1901 

13,358 

1902-1903 

2,242 

1902 

9,908 

34,000 

1903-1904 

7,234 

1903 

8,513 

183,038 

1904-1905 

14,071 

1904 

8,501 

183,382 

1905-1906 

18,712 

1905 

7,838 

293,295 

Le  reticelle  metalliche  diedero  sempre  ot- 
timi risultati;  tutti  i  caselli  ferroviari  ne  sono 
forniti.  I  guardiani,  inoltre,  possono  ripararsi 
le  mani  e  la  faccia  con  veli  e  con  guanti;  le 
reticelle  sono  utilissime  dal  tramonto  all'alba 
perchè  in  queste  ore  le  zanzare  sogliono  pun- 
gere con  più  accanimento. 

L'opera  della  Croce  Rossa  nell'Agro  Ro- 
mano è  veramente  un'opera  santa  ed  eroica. 
Ne  va  data  lode  al  prof.  Postempski  noto 
per  la  sua  dottrina,  per  il  suo  zelo  e  per  la 
sua  abnegazione. 

Usi,  costumi,  superstizioni. 

Ce  ne  sono  molte,  curiosissime  e  bizzarre, 
tanto  ohe  sembrano  persino  imijossibili.  Ne 


tolgo  alcune  da  un  interessante  libro  scritto 
da  Luigi  IVTercalli,  un  agricoltore  il  quale  visse 
e  vive  nella  campagna  romana.  Egli  racconta 
che  i  dolori  alle  gambe  si  curano  con  lom- 
brichi fritti  nell'olio.  Il  gonfiore  della  milza 
comunissimo  fra  i  contalìMi,  si  cura  con  un 
impiastro  composto  di  miele,  vino,  sigari  na- 
poletani triturati.  L' orina  di  maiale  maschio 
serve  a  liberare  le  mani  dagli  spini  che  pos- 
sano esservi  entrati.  Per  i  dolori  di  ventre  si 
recitano  sette  Ave  Maria,  quindi  si  dice  a 
voce  alta:  "  Vergine  Maria,  prima  la  vostra 
sant'ssima  mano  poi  la  mia.  Erano  tre  zit- 
telle, portavano  tre  scodelle,  una  d'acqua, 
una  di  sangue,  una  di  sale,  per  virtù  di  Dio 
e  delle  potenze  divine:  Padre  di  sapienza, 
figlio  di  Passione,  Spirito  Santo.  „ 

Per  le  distorsioni  si  lega  il  piede  o  il 
braccio  con  una  pozza  di  seta,  quindi  si  dice: 
"  Fermati,  stortura,  come  si  fermò  Nostro  Si- 
gnore Gesù  Cristo  alla  Colonna  (segno  della 
croce  e  nodo  colla  tela).  Formati  o  stortura 
come  si  fermò  Nostro  Signore  Gesù  Cristo 
nella  coronazione  di  spine  (segno  della  croce 
e  nodo).  Fermati  stortura  come  si  fermò  No- 
stro Signore  Gesù  Cristo  sui  chiodi  (altro 
segno  della  croce).  , 

Per  gl'incanti  del  malocchio  si  procede 
così:  si  prendono  tre  capelli,  sette  coppie  di 
chicchi  di  grano  e  un  bicchiere  pieno  d'acqua. 
Si  gettano  i  capelli  e  una  coppia  di  chicchi 
nell'acqua  dicendo:  "  Sette  fratelli  carnali  in 
vigna  stavano;  tre  zappavano,  tre  vangavano 
ed  uno,  l'invidia  scannava.  .„  Bisogna  pregare 
la  Vei'gine  Maria  perchè  mandi  via  l'invidia. 
Si  gettano  quindi  gli  altri  chicchi,  ripetendo 
sempre  le  stesse  parole. 

Chi  si  taglia  i  capelli  il  primo  o  l'ultimo 
venerdì  di  marzo,  non  soffrirà  di  mal  di  capo. 
Marzo  a  quanto  pare  è  un  ottimo  mese  per 
i  campagnoli;  i  primi  tuoni  di  questo  inese 
sono  attesi  con  ansia,  poiché  chi  riesce  a  ro- 
tolarsi per  terra  mentre  romba  il  suono,  gua- 
rirà dalle  malattie. 

Volete  conoscere  la  vera  origine  delle 
macchie  della  luna?  Eccola.  Caino  ucciso 
Abele;  non  sapendo  come  occultarsi  prese  un 
fascio  di  spini  e  cercò  di  coprire  la  luna. 


Questo  rimane  dopo  tanti  secoli  dell'an- 
tico splendore  della  campagna  romana  dove 
sorsero  le  ville  di  LucuUo,  di  Cicerone,  dei 
Quintili,  di  Pompeo,  dei  Claudi,  ville  che 
sembravano  città,  con  vie  ampie  e  comode 
e  torri  e  mura  di  difesa.  Intere  tenute  erano 
coltivate  a  roso,  molti  prati  messi  ad  erba 
medica  e  innatliati  abbondantemente.  Oggi 
il  pi i  gran  comune  del  mondo  di  212  mila 
ettari  è  diviso  in  solo  388  tenute  abitate  da 
molte  bestie  e  da  pochi  uomini. 


Roma,  24  marzo  1907. 


Raffaele  Simboli. 


DITT/I 

loREHC 


i"  FIRENZE 

CORSO  TINTORI  8 


PREIMI/ITO 

FONDATO 


ST/ÌBILIMENTO 

NEL    1740 


CONIAZIONE  DiMEDflGLIE 

BOTTONIinMETALLOpir  LIVREE  t  MILIZIA 

INCISIONI -RIDOZIONIflRTISTICHE-MECCflMICfl 


WESAGGI  DKLLA  CAMI 


1.  Ina   mi.k.knza  dt.ia.a  r 

TI  HAT"    I>A    BVFAIA.    - 
CHE   VA>Nu  4LLA  FK-Sl  • 


C'OXTADI!*!  I»  riA«J<,I...   —   «.  ' 

ATL  —'ji.  Oon-Ammi  raix'Ai 


(i 


570 


X.  —  SANTUARI  E  GROTTE  DELLA  MAIELLA 


Parlare  dell' Abruzzo  di  una  volta,  oggi 
che  una  vampa  di  febbrile  lavoro  arde  nel- 
l'anima d'ogni  abruzzese;  quando  i  proni 
giganti  della  nostra  conca  pullulano  di  stazioni 
climatiche  eleganti  ed  affollate  e  sui  fianchi 
rotondi,  su  le  mulattiere  petrose  dei  monti 
s'inerpicano  towistes  d'ogni  nazione;  quando 
i  corsi  d'acqua  eternamente  ribelli,  non  più 
dilagano  per  campi  e  per  villaggi,  ma  impri- 
gionati entro  tubi  di  ferro  imprimono  le  ve- 
locità più  alte  a  naille  turbine  che  animano 
tante  industrie  rigogliose;  parlare,  ripeto, 
dell'Abruzzo  di  una  volta  col  risveglio  agri- 
colo, industriale  e  commerciale  che  con  cre- 
scente fervore  pulsa  gagliardamente  in  tutte 
le  manifestazioni  della  vita  nostia,  non  è  ve- 
ramente da  abruzzese. 

Tuttavia,  se  io  mi  accingo  ad  uno  studio 
su  l'Abruzzo  di  ieri  è  principalmente  per 
mettei-ne  in  mostra  le  condizioni  di  oggi.  Ed 
ancora  due  altre  ragioni  mi  spingono:  quella 
di  far  cono-cere  come  in  questo  Abruzzo  — 
che  solo  per  vana  retorica  chiamano  la  Sviz- 
zera d'Italia  —  sono  tali  naturali  bellezze,  che 
poco  o  nulla  hanno  da  invidiare  a  quelle  che 
gl'italiani,  a  frotte,  si  recano  a  godere  ol- 
tr'  alpe. 

Mentre  —  e  non  è  a  dirsi  con  quanto  real 
vantaggio  fisico  ed  economico  —  potrebbero 
goderle  qui  le  vere,  le  grandi  bellezze,  fra  un 
popolo  forse  ancora  rude,  ma  schiettamente 
cordiale,  in  mezzo  ad  una  natura  meravigliosa 
e  così  varia,  così  multiforme  da  non  istancare 
mai  lo  sguardo,  da  mostrarsi  giorno  per  gior- 
no con  aspetti  sempre  nuovi  ed  affascinanti. 

L'altra  ragione  che  pure  ha  pesato  non 
lievemente  su  me  stesso  è  che  l'Abruzzo  pos- 
siede monumenti  grandiosi,  finissime  opere 
d'arte,  con  le  quali  si  potrebbe  ricostruire 
punto  per  punto  la  storia  di  nostra  gente. 
Ebbene,  inostri  monumenti  migliori  —  e  non 
8ono  pochi!  —  giacciono  in  uno  stato  di  de- 
solante, vergognoso  abbandono!.... 


Tutto  ciò,  dunque,  mi  ha  spinto  a  scri- 
vere di  alcune  nostre  bellezze  naturali  e  di 
alcune  pregevolissime  opere  d'arte  giacenti 
oscure  e  quasi  ignorate  su  la  Maiella,  "  la 
montagna  madre  „  d'Abruzzo. 

E  pure  da  questo  modestissimo  lavoro 
balzerà  viva  e  sincera  la  figura  dell'abruz- 
zese, che  non  è  fatto  tutto  di  quella  vitalità 
cieca,  selvaggia,  atavica  come  si  rivela  in 
qualcuno  dei  quadri  più  liricamente  intem- 
peranti di  Francesco  Paolo  Michctti  e  nelle 
altre  produzioni  appartenenti  al  secondo  pe- 
riodo evolutivo  della  sua  arte  sublime. 

È  vero  però,  che  Gabriele  D'Annunzio 
giustifica,  o  meglio,  completa  l'opera  del  suo 
grande  fratello  d' arte  dicendo  che  nei  quadri 


del  Michetti,  "  è  rappresentata  la  vivace  antica 
razza  d'Abruzzi,  così  gagliarda,  così  pensosa, 
così  canora  intorno  alla  sua  montagna  ma- 
terna d'onde  scendono  in  perenni  fiumi  al- 
l'Adriatico la  poesia  delle  leggende  e  l'acqna 
delle  nevi.  Qui  sono  le  immagini  eterne  della 
gioia  e  del  dolore  di  nostra  gente,  sotto  il 
cielo  pregato  con  selvaggia  fede,  su  la  terra 
lavorata  con  pazienza  secolare.  Qui  passano 
lungo  il  mare  pacifico  nell'alba  le  vaste  greggi 
condotte  da  pastoi'i  solenni  e  grandiosi  come 
patriarchi,  a  simiglianza  delle  migrazioni  pri- 
mordiali. Qui  si  svolgono  lungo  i  campi  del 
lino  fiorente,  lungo  i  campi  del  frumento 
maturo,  le  pompe  delle  nozze,  dei  voti  e  dei 
mortorii.  Qui  gli  uomini  accesi  da  una  brama 
inestinguibile  seguono  a  torme  la  femmina 
bella  e  possente  che  emana  dal  suo  corpo 
una  malìa  sconosciuta;  e  si  battono  a  colpi 
di  falce  tra  le  biche  gigantesche,  in  un  tra- 
monto sanguigno,  al  cui  lume  si  fan  più  nere 
e  più  tragiche  le  loro  ombre  sul  suolo  raso. 
Qui  turbe  fanatiche,  con  i  torsi  nudi  tatuati 
di  simboli  azzurri,  con  le  braccia  avvolte  di 
colubri,  o  con  le  canestre  di  grano  sul  capo. 
o  con  serti  di  rose  e  di  vitalbe,  vanno  dietro 
i  loro  idoli  gridando,  stupefatti  dalla  mono- 
tonia dei  loro  gridi.  Qui  la  vergine  dai  ca- 
pelli rossi  che  le  cingono  la  fronte  come  un 
diadema  di  fuoco,  chiusa  nella  sua  profonda 
inconsapevolezza,  conduce  al  pascolo  di  pri- 
mavera la  vacca  gravida  portando  nel  pugno 
una  canna  fronzuta  da  cui  geme  la  linfa  in- 
terrotta. Qui  la  vergine  esangue,  liberata  da 
una  fattura  d'amore,  dopo  aver  veduta  la 
faccia  della  morte,  va  a  sciogliere  un  voto 
in  compagnia  del  suo  parentado  che  porta  il 
dono  della  cera;  e  il  gracile  fantasma  bianco, 
in  mezzo  alle  belle  femmine  feconde,  in  mez- 
zo agli  agricoltori  adusti  e  nodosi,  passa  quasi 
aereo  nella  luce  del  meriggio,  sotto  l'azzurro 
inesorabile,  lungo  la  mèsse  alta  bionda  e  in- 
finita. Tutti  i  drammi  e  tutti  gli  idilii,  tutte 
le  imagini  della  gioia  e  del  dolore  di  nostra 
gente  sono  qui  come  in  un  visibile  poema. 
E  in  ognuno  di  questi  esseri  l'artefice  lascia 
intravedere  un'anima  senza  limiti,  il  mistero 
delle  sensazioni  confuse,  la  profondità  della 
vita  inconsapevole,  le  meraviglie  del  sogno 
involontario  ereditario  „  (1). 

Ma  a  rischio  di  passare  per  antl-dannun- 
ziano  —  mentre,  e  lo  dico  alto,  non  lo  sono 
—  mi  occorre  rendere  noto  che  l'Abruzzo  di 
oggi  non  è  più  quello  di  una  volta.  Oggi,  e 
non  solamente  da  oggi,  le  correnti  vigorose 
e  novatrici  della  vita  moderna  hanno  spaz- 
zato via  l'Abruzzo  di  Michetti  e  di  D'An- 
nunzio ! 


(1)  G.  D'Annunzio  —  Elogio  di  Francesco 
Paolo  Michetti. 


ì  P  ffSìfTllìP  nP^SSinn  ®  ^*  dolgono  dopo  esser  rimasti  un  po' in  piedi?  Atten- 
UG  gdliiUU  pUdClilU  zione!  Cominciate  a  divenire  varicosi!  Scrivete  subito 
al  Dott.  Stefano  Bolognese  (Casella  Postale  602,  NAPOLI),  e  mediante  la  sua  mera- 
vigliosa cura  medica,  guarirete  subito  come  per  incanto.  —  Consultazioni  di  per- 
sona e  per  corrispondenza  nelle  principali  lingue. 


-  571  - 


572 


Oggi  per  le  marine  cariche  di  azzurro, 
nelle  vallate  rivestite  di  friimonto  e  di  ulivi, 
sui  monti  quei-ciosi  è  un  popolo,  il  quale, 
pur  avendo  —  come  dice  lo  stesso  D'Annun- 
zio —  nella  sua  struttura  morale  le  stesse 
grandi  linee  della  sua  struttura  fisica,  non  è 
più  il  primordiale,   l'impulsivo,   il   fanatico 


negli  Spettri,  ma  di  quella  vera,  feconda,  ele- 
vatrice chiesta  da  Goethe  sul  letto  di  morte!... 

Santo  Spirito  a  IVIaieila. 

"  0  mura  dei  conventi  malinconici  e  queti, 
Celle  di  sognatori,  di  santi  e  di  poeti, 


Veduta  di  Caeamanico. 


popolo  di  un  tempo  che  va  definitivamente 
scomparendo. 

Le  periodiche  emigrazioni  o  immigrazioni, 
le  industrie  rigogliosamente  prosperanti,  i 
commerci  avviati  con  audace  spirito  d'ini- 
'ziativa  e  un  ideale  di  vita  più  sana,  più  libera, 
più  rispondente  ai  bisogni  urgenti  dei  tempi 
nuovi,  che  penetra  a  sotlìi  più  o  meno  larghi 


Voi  dell'arte  e  dei  sogni  siete  i  lucenti  fuochi, 
Voi,  vivi  solamente  nel  rimpianto  dei  pochi! 
GiACOSA  -   Una  partita  a  Scacchi  -  Prologo. 

Dalla  stazione  ferroviaria  di  San  Valentino, 
su  la  Castellamare  Adriatico-Sulmona,  pas- 
sando per  Caramanico,  una  elegante  stazione 
climatica  ricca  di  acque  solfuree   e  magne- 


Caramanico.  —  Veduta  generale  dello  Stabilimento. 


e  continui,  hanno  fatto  dell'abruzzese  un  po- 
polo destinato  a  conquistai'e  sicuramente  l'av- 
venire. 

Avvenire  però,  che  raggiungerà  quando  i 
più  profondi  revessi  della  sua  natura  e  lo  più 
remote  vallato  della  sua  terra  saranno  inon- 
dati di  luce  :  non  della  luce  invocata  da  OscaìUo 


slache,  e  per  l'alpestre  paesello  di  Roccamo- 
rice,  si  sale  a  SatUo  Spirito  a  Maiella,  posta 
su  rocce  a  picco  e  a  1130  m.  sul  livello  del 
mare. 

Tornate  con  gli  occhi  della  mente  quattro, 
cinque,  sei  secoli  addietro-  anche  col  (jiacosa 
ricorderò  che  "  mezzo  secolo   prima,  mezzo 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


-  r>73 


—  574  — 


secolo  poi,  a  me  non  giova  nulla  e  poco  im- 
porta a  voi  ri  -  e  immaginatevi,  se  è  possibile, 
un  santuario  cretto  quasi  fra  le  nuvole.  Sul 
sentiero  inerpicantesi  per  i  greppi  rivestiti 
di  vegetazione  selvaggia,  per  le  ripe  rossiccie, 
sotto  cui  con  l'impeto  di  un'orda  barbarica 
fragoreggia  rumorosamente  il  torrente  diac- 
cio, salgono,  arrampicandosi,  vecchi  ossuti  e 
incalliti,  donne  scalze  con  le  trecce  snodate, 
giovani  robusti  recanti  il  genitore  infermo  o 
qualche  estenuato  dall'ascensione  faticosa. 

Di  tanto  in  tanto  un  lieve  tintinnìo  di 
campane  vibra  dolcemente  alle  orecchie  e 
rincora  i  pellegrini  e  accelera  i  loro  passi 
per  l'erta  petrosa,  quasi  inaccessibile. 

Dove  vaimo?  A  S.  Spirito,  su  la  Maiella, 
per  la  Fes'a  del  Perdono. 

Giungevano  numerose  —  tra  la  fine  di 
agosto  e  di  settembre  —  le  compagnie  di 
fedeli  dalle  regioni  più  remote,  e  tutte  le 
classi,  tutti  gli  ordini  sociali  vi  si  confonde- 
vano bizzarramente,  guidati,  animati  dal  de- 
siderio di  ascendere  la  Scala  Santa,  eretta 
quasi  nel  cielo,  di  baciare  il  rozzo  saio  del- 
l'umile Pietro  di  Marrone,  di  implorare  ge- 
nerale pei'donanza  per  le  colpe  commesse, 
di  vedere  a  traverso  la  parola  e  il  gesto  del 
fraticello  d' Isernia  la  rivelazione  di  qualche 
grande  miracolo.... 

Le  storie  del  tempo,  confuse  con  una  nube 
fantastica  di  leggenda,  narrano  che  nel  1244, 
quando  Pietro  di  Morrone  si  ritirò  su  la 
Maiella  con  alcuni  compagni,  abitò  una  spe- 
lonca che  per  l'orridezza  delle  rupi  che  la 
circondavano,  fu  chiamata  la  paì-ete  dell'orso. 

Una  notte  che  l'incendio  distrusse  le  poche 
frasche  su  cui  gli  anacoreti  riposavano,  egli 
solo,  mentre  i  compagni  fuggivano  spaventati, 
si  slanciò  tra  le  fiamme,  le  quali  subito  per- 
dettero l'igneo  furore.... 

Il  mattino  dopo  apparve  a  Pietro  una  co- 
lomba che  nel  rostro  aveva  un  pezzo  di  carta 
con  la  scritta:  "In  questo  luogo  edificherete 
la  chiesa  in  onore  dello  Spirito  Santo.  „  E  la 
storia  e  la  leggenda  narrano  come  la  spelonca 
si  trasformasse  in  oratorio:  come  sul  colle 
ove  posavasi  la  colomba,  nunzia  di  fede,  si  er- 
gesse subito  per  volontà  di  Pietro  una  chiesa, 
poi  il  santuario  e  il  convento,  e  dicono  pure 
le  mirabili  apparizioni  di  angelici  cori,  che 
accrebbero  la  fama  al  santuario,  circondarono 
di  una  aureola  di  santità  Vinerniese  e  i  suoi 
compagni  e  richiamarono  da  ogni  parte  turbe 
di  fedeli,  non  che  alti  prelati  e  cavalieri  di 
nobilissimo  sangue. 

Tutti  sanno  come  nel  settembre  1292  Pie- 
tro da  Morrone  fosse  nominato  Papa  col  nome 
di  Celestino  V  e  come  egli  facesse  "  il  gran 
rifiuto  „  il  13  dicembre  dello  stesso  anno  "  non 
per  viltà  di  animo,  al  sensi  parziali  e  profani 
dell'Alighieri  —  se  pur  di  Celestino  intese 
egli  parlare  —  ma  per  virtuosa  generosità  di 
spirito  ai  sensi  della  verità  e  del  Cattolici- 
smo  „  (1). 

Mori  11  19  maggio  1296  nel  castello  di  Fu- 
mone,  nella  campagna  romana,  ove  lo  aveva 


(1)  Cf.  V.  Zecca,  Memorie  artistiche  e  stori- 
che della  badia  di  S.  Spirito  a  Maiella,  pag.  59. 


tenuto  quasi  imprigionato  Bonifacio  Vili,  e 
dieci  anni  dopo  da  Clemente  V  fu  solenne- 
mente canonii^zato  in  Avignone. 

Per  ben  due  secoli  il  Santuario  di  S.  Spi- 
rito crebbe  continuamente  di  fama. 

Il  Petrarca,  noverando  i  varii  ordini  mo- 
nastici d'Italia,  metteva  fra  i  primi  quello 
della  Maiella  —  "  hidicio  mine  etium  sunt  Coe- 
nobia,  ed  ìnfer  speìnncas  st/ìveòtres  devotissi- 
mas,  doiiius  Cristi  MulelU),  ee.  „  {De  Vita  so- 
litaria, libro  II,  cap.  IXj.  —  Per  un  certo 
tempo  vi  dimorarono  pure  Cola  di  Rienzo  e 
Torquato  Tasso. 

Ma  dopo  tre  secoli  di  vita  il  monastero 
rimase  deserto  di  monaci,  e,  tranne  la  chiesa 
di  costruzione  solidissima,  tutto  rovinò  e 
servì  di  rifugio  ai  pastori.  Gli  storici  del 
tempo  --  fra  cui  lo  Spinelli,  il  Marino,  il  Te- 
iera, per  non  dire  d' altri  —  ne  attrfbuirono 
l'abbandono  alla  selvaggia  asprezza  del  luogo 
ed  ai  continui  lamenti  che  i  Celestini  ne  fa- 
cevano. Rifiorì  però  n.l  1588,  crescendo  anzi 
in  maggioro  rinomanza  per  una  schiera  di 
nobili  ingegni  che  fra  i  benedettim  si  istruì 
ed  educò. 

M.  Salfi,  l'autore  delle  note  addizionali 
alla  vita  di  Ferdinando  Galliani  scritta  dal 
Ginguené,  così  giudicava  quei  Padri:  ''  Les 
pères  Célestins  se  distinguaient  par  un  esprit 
de  pliilosophie  et  de  sociabilité  qui  était 
alors  trés-rare  dans  les  ordres  monastiques. 
Tous  étaient  plus  ou  moins  évlairés;  il  n'y 
avait  pas  jusqu'au  cuisinier  qui  ne  se  fit  re- 
marquer  par  son  esprit.  Mais  de  tous  les 
hommes  célèbres  de  cette  Congrégation  j'en 
citerai  deux  seulenaent:  le  P.  Joseph  Orlandi 
ami  de  l'Abbé  Genovesi,  qui  merita  l'estime 
de  tous  les  savans  de  son  temps  par  ses  con- 
naissances  dans  la  physique  et  surtout  dans 
les  mathématiques;  et  le  P.  Bonafede,  qui, 
souvent  déguisé  sous  le  nom  de  Agatopisto 
Cromaziano,  a  public  divers  ouvrages,  et  sur- 
tout VHistoire  de  la  philosophie  ancienne  et 
moderne....„  Questo  elevato  consentimento  di 
stima  durò  fino  al  1807,  anno  in  cui  con  Na- 
poleone Bonaparte  suonò  l'agonia  per  il  co- 
spicuo ordine  —  legge  13  febbraio  1807  — 
Fu  portato  via  da  S.  Spirito  quasi  tutto  quello 
che  vi  era  e  vi  si  aggiunse  dopo,  nel  1820, 
anche  un  incendio  che  distrusse  gran  parte 
di  quanto  rimaneva.  Si  dovette  ad  un  buon 
sacerdote  di  Roccamorice  se  furono  salvi  un 
cenacolo  attribuito  allo  Speranza  —  1'  allievo 
del  Mantegna  —  un  mezzo  busto  di  San  Pie- 
tro Celestino,  l'antico  dipinto  di  Nostra  Donna 
e  un  grandioso  crocefisso. 

Nel  1850  ci  fu  un  tentativo  di  restaura- 
zione del  santuario  e  del  convento,  ma  per 
fatalità  di  uomini  e  di  cose  non  lo  si  potè 
condurre  a  termine. 

Oggi  S.  Spirito  con  tutta  la  qualifica  di 
monumento  nazionale,  è  poco  più  di  un  muc- 
chio di  rovine.  Oggi,  custode  .solitario  di  un 
passato  glorioso,  di  una  modesta  chiesetta  e 
di  poco  altro  che  ancora  resta,  è  un  romito. 
Il  quale  condurrà  il  raro  visitatore  fra  1  muri 
diroccati,  fra  i  massi  di  macerie  o  in  qualche 
stanzone  vuoto  e  dirà:  Qui  era  il  famoso 
Santuario  di  S.  Spirito.  Qui  convenivano  a 
migliaia  i  pellegrini  genuflessi   e  si   ristora- 


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-  576  - 


vano  presso  quelle  fontane  che  ora  hanno  lo 
vene  essiccate.  Qui  era  il  tempio  di  ordine  to- 
scano semplice  con  l'ingresso  misto  di.jonico 
e  di  corinzio;  laggiù  era  il  capo  altare  con  le 
colonne  doriche  sormontate  da  una  cornice 
triangolare,  e  più  in  fondo  erano  le  camere 
del  convento,  il  cortile  scavato  nella  rupe  e 
la  gradinata  —  la  Scala  Santa  —  lavorata  a 
scalpello  nel  vivo  della  roccia,  che  per  uno 
strano  artilìzio  di  scultura  serviva  da  destra 
parete  e  da  volta  —  imitazione  di  quell'ar- 
chitettura sdegnosa  di  cemento,  di  cui  si  ri- 
scontrano larghe  tracce  nelle  primitive  co- 
struzioni egiziane. 

Questo  dirà  il  romito  di  S.  Spirito,  e  non 
appena  avrà  egli  cessato  di  parlare,  un  sen- 
timento di  stupore  misto  a  tristezza  vi  per- 
vaderà l'animo.  E  mentre  il  sole  inonderà  di 
mille  sprazzi  luminosi  le  ombrie  folte  dei 
faggi;  mentre  le  rovine  al  bacio  del  sole  sus- 
sulteranno di  una  vita  misteriosa,  incompren- 
sibile, il  visitatore,  riandando  i  sei  secoli  di 
storiche  e  leggendarie  vicende  del  Santuario, 
si  commoverà,  e  si  sentirà  attratto  da  quelle 
pietre  che  parlano  alla  fantasia  —  come  dice 
Chateaubriand  —  e  da  quella  polvere  sotto 
cui  sono  certamente  i  segni  di  una  umana 
grandezza!... 

San  Liberatore  a  Maiella. 

Fin  dall'undicesimo  secolo,  prima  cioè, 
che  sorgesse  il  santuario  di  S.  Spirito,  quello 
di  S.  Salvatore  esisteva  già,  ed  aveva  fama 
di  centro  intellettuale  elevatissimo. 

Sotto  la  reggenza  di  un  abate  (1022-1032) 
amantissimo  delle  arti  si  arricchì  di  pitture 
ed  altre  opere  d' arte  preziose,  fra  cui  alcuni 
splendidi  codici  con  le  regole  stabilite  per 
provvedere  alla  cultura  intellettuale  dei  be- 
nedettini. 

La  chiesa  era  a  tre  navate  sostenute  da 
pilastri  terminati  da  tre  absidi.  Sul  davanti  si 
vede  un  ampio  porticato  con  avanzi  di  anti- 
chissimi affreschi  —  ve  n'è  uno  pure  di  Carlo 
Magno.  Della  chiesa  restano  le  mura,  una 
bellissima  porta  e  il  campanile.  11  chiostro 
a  mela  distrutto,  in  tempo  di  piena,  è  spesso 
invaso  da  un  torrente  che  vi  scorre  vicino. 

Non  è  molto  che  il  Ministero  della  Pub- 
blica Istruzione  ordinò  alcuni  restauri. 

San  Salvatore  di  Rapino. 

Sapino  è  uno  dei  paeselli  più  vicini  alla 
Maiella  che,  a  550  metri  dall'abitato,  s'innalza 
ripida  e  maestosa. 

Su  le  rovine  dell'antica  città  romana  di 
Tazze  —  costruita  nel  periodo  di  decadenza 
dell'impero  —  tra  le  monete,  i  vasi,  le  pit- 
ture e  le  pietre  riquadrate  del  tempo  sono 
pure  le  rovine  di  S.  Salvatore  a  Maiella.  Vi 
dimorò  Desiderio  del  Principi  di  Benevento, 
che  nel  108G  fu  nominato  papa  col  nome  di 
Vittore  II. 

Da  quell'epoca  In  poi,  l'abbazia  fu  pos- 
seduta dai  benedettini  ohe  l'abbandonarono 
nel  XVi  secolo. 


A  quattro  chilometri  da  l?aplil(S,  pure  su 
la  Maiella,  è  la  famosa  Grotta  del  Colle  c(jn 
bellissime  stalattiti  bianche  digradanti  in  bi- 
gio rossigno.  In  questa  grotta  si  rinvenne 
una  lastra  di  bronzo  —  il  bronzo  di  Rapinu 
di  cui  parla  anche  il  Moinmsen  —  con  iscri- 
zione arcaica  a  graffito. 

Tanto  S.  Liberatore,  quanto  S.  Salvatore 
si  trovano  nelle  vicinanze  di  Giiardiagrele, 
l'antica  città  ellenica,   celebre  col  nome  di 


1 

1 

1 

Guardiagrele.  —  Piiosìkxxo  dkl  Duomo. 

Athenae  Aprutii,  patria  di  nobilissimi  artisti 
quali  i  De  Litio,  celebri  pittori,  e  il  Galluccì, 
principe  di  tutti  i  cesellatori  e  precursore  — 
come  atferma  il  D'Annunzio  —  di  Benveimto 
(bellini. 

Le  Grotta  del  Cavallone. 


O  cuor  che  ascolti,  o  anima  che  sali. 
Ecco  la  balza  a  manca  arde  vestita 
Di  raggi  che  balenano  com'ali, 

E  in  alto,  a  destra,  s'apre  nell'ardita 
Nuda  parete,  e,  dei  silicei  canti 
Tra  gli  echi  dolci,  chiama  e  a  sé  e'  invita 
La  bella  grotta  dei  segreti  incanti. 

C.  De  Titta,  Jl  tanto  della  pietra. 

Si  chiamava  così.  Ma,  dopo  lo  strepitoso 
successo  del  La  Èigliu  di  Jorio,   %  tragedia 


CONTRO  TOSSI  E 
CflT/IRRf  USATE 


P/ISTIGLIE, 

rESTRATTO'^ic 


—  bii  — 


■».  I  memori 
vicino  •  cui 
si  PooU  chf 


n»|!^  ^n.»  .lei  «-«oon  lo  aito  d«  iUi  /V'»»»  -/i 
I  rimprva^one  al  r«rido  Mnaprv  ni«f  • 


1  .• 
oh. 
pa. 
Da 

In  ! 

eh 


•wi 

1904 


li*  lAìmn 
hiar*  cit- 
-v*...*  .».,.,...*,  per  un 
•enUero  dottoloao.e  dopo 
an'ora  f  m^r.f  d»  raTaU 
catura  si  .  alla 

irrotta,  n  .  sot- 

to di  esaa.  lina 

roccia  che  &ccude  a  picco. 
Fino  a  podi!  anni  ad- 
dietrv^.  lasi^'nsioae  della 
nn-  ntaalmA,  e 

r«I  ^'rotta,  al- 

tro ii^,..^.-l  ..V-  unerepac- 
eio  «aonne.  Oggi,  in  vere, 
per  la  ooraggioaa  inizia- 
Uva  di  aloani  eittadini  di 
Lama,  la  mina  e  11  piccone 
hanno  acarato  nella  roc- 
cia ana  rampa  a  xig^sairt 
per  Otti  è  resa  flMUiasima 
La  prima  impressione 


> 


'V    > 


*>♦' 


f^ 


Oretta  del  Cav/lom*.  —  UrrTAOLio 

DI  UKA   BOCCIA   KnrXSTTTA  DI  STAXJkTTm. 
{Fot.  Di  Marco,  Taranto  PeOpna). 

trando  Della  erotta  non  è  tanto  per  qoelTo 
che  si  vede.  qa.tut4j  per  la  miraiiile  riprodu- 


^  COX  Ul  kamta  a  no-ZAO. 
.  .  .  Marco,  Taramta  Flffmm), 

ginn,  tante  sono  le  mafaifloensa  die  al  dlseo» 
prono  allo  sguardo  ad  ogni  pa<(so.  tanto  è  artf- 
stica  l'armonica  disposizione  delle  stalagmiti 
verdine  nella  gola  della  grotta,  tanto  è  rego- 
lare  il  lieve  ondeggiare  dei  tllteHi  madrepo- 
rici sa  la  volta. 

Le  lampade  ad  acetileoa  ed  1  lampi  di 
magnesio  che  rlscbiarsno  il  cammloo  al  visi- 
tatori moltipllcano  meravigliosamente  le  fan- 
taxtlche  llgarasiont  delle  stalagmiti.  Sa  qoeata 
viMoni  stranlasime  e  fasdoatrlol  cori  me  ne 
K.rivova  II  prof.  Franebetla,  ono  dal  piò  ap- 
pa&aionati  Aoopritorl  del  ««greti  locanti  della 
grotU:  *  Dee  e  fate  ^porgono  sorridenti  nella 
nabe  ideale  del  candido  peplo..,  vergini  igno- 
de.^  mammelle  turgide.^  apalle  candide.^  oa 
magico  volteggiare  di  vlta..^  immagini  sovrap- 
posta  ad  ImaàaglJiL...  an  tarbloe  d'impraaslonl 
eh*  sTla  la  oontamplaslooa  mliwiloaa.  B  si 
cammina,  si  canualiu  nana  vtseaw  dalla  mon- 
tagna, coma  aa  ri  eorrsssi  ditto  «na  lÉag»  o 
▼er^  ona  mèta  ideala..  « 

B  la  soana  ri  aaroadono  alla  aeaoa:  an- 
fora agtaUa,  vari  greci  e  romani  modatIaU  pe- 
dali* aoqaa  diaccia  «ha  stilla  so- 
Incsisiota.  B  contUmano  la  vMonl  di 


canU  ori  senso  1 
volle  darà  a  qi 

Sotto  laohian 
0 


>  cka  Giorgio  Sagri 
parola. 

dalla  loca,  aotto 
Ute- 


sAiggooo.  tnarolaBO  dlaaari  aOo  sgnardo 
■rtarislo  dallrioaa  teoria  di  aMoHol.  maotra 
U  noMr  h»r%  drilo  riHHcldto  divanta  aa 
eha  ri  diBbada  eooM  U  dol- 
ursssa  nella  vita  Intartors,  a 
aooote.  rldeata  qnalofea  cosa  di  reprasao.  riM 
tende  a  sriirc 

Ma  nuova  meraviglie,  dopo  la  motts  già 
veduta,  vengono  ad  atttrara  n  Ttritatora;  aa 

17 


578- 


Grotta  del  Cavallone 


Una  fotogkafia  al  magnesio. 


taU,    é   non   lilià  Volta 
solai 

Uscendo  dalla  grot- 
ta, delle  comodissime 
tregge  traspoi  tano  i  vi- 
sitatoi'i  ai  piedi  della 
roccia.  Si  s:'ende,  si  sci- 
vola lentamente,  dolce- 
mente, mentre  una  glo- 
ria di  sole  avvolge  la 
Maiella,  questo  "gigan- 
tesco altare  de  l' estatica 
terra  offerto  ai  cieli,  „  e 
tutto  l'alpestre  pae- 
saggio. 

Torino  di  Sangro 
(Abruzzo  ,  agosto  1907. 

Rosario  Javicoli. 

Air  illustre    storico 
vivente  d'Abruzzo,  ca- 
valier  Vincenzo  Zecca, 
al  finissimo  artista  delle 
majoliche,   continuatore  dell'antica  arte  dei 
orrue,  Fedele  Cappelletti,  ai  valorosi  profes- 
sori lezzi,  Frtinchella  Vitacolonna  e  Rosica  si 


pozzo  si  apre  dinanzi  all'improvviso  e   nel- 
l'abisso che  si  sprofonda  si  riflette   per  un 
attimo  lo  zig-zag  luminoso   delle  lampade. 
Nel  fondo   di   una   pa- 
rete è  un  laghetto  lim- 
pido e  cheto,  che,  con- 
tornato da  colonne  sta- 
lattitiche  s'interna  an- 
ch'esso nella  roccia. 

Si  scende  e  si  entra 
nella  sala  delle  fa'e.... 

Ma  è  inutile  descri- 
vere ancora. 

Tornando  verso  la 
apertura  della  grotta 
dopo  due  ore  di  con- 
tinua esaltazione  si  ri- 
vedono il  Pantheoìi,  la 
galleria  moresca,  la  chie- 
suola gotica,  il  Culon-Jtato 
pagano,  la  necropoli,  Vo- 
ratorìo  di  Mila  di  Codr<>, 
la  cameia  di  Ornella,  la 
sala  di  Lazzaro  di  Rojo, 
la  caverna  di  Cosma,  il 
laghetto  di  Splendore,  il 
vestibolo  di  Candia  della 
Leonessa,  la  camera  di 
Aligi,  V  antinferno. 

Non  è  vero  che  certi 
nomi  danno  una  som- 
ma d'impressioni  che,  a  volte,  non  si  riceve     rendono  vivissime  grazie  per  le  loro  pubb'I- 
da  qualche  pallida  descrizione?  Occorre  ve-    cazioni  che  diminuirono  di  moltole  dilficolta 
dare,  invece,  vedere  con  i  proprii  occhi  mor-    del  mio  lavoro.  r.  j. 


Grotta  del  Cavallone.  —  Lago  di  Oandia  della  Leonessa. 


CIOCCOLATO  VENCHI 


TORINO 


IpPORTQmOCHI 
TEMP 


ALPINISMO 


Jj'AJmnnacco  ha  parlato  nei  volumi  prece- 
denti di  tutti  i  generi  di  Sport:  di  tutti,  uno 
eccettuato,  l'alpinismo,  che  di  essi  è  il  più  alto, 
il  più  vario,  il  più  nobile,  il  più  utile.  (1) 

Che  cosa  è  l'Alpinisino?  Ne  furono  date 
cento  definizioni:  ma  io  credo  che  una  sola 
sia  giusta:  l' alpinismo  è  la  passione  per  le  sa- 
lite alpine;  e,  come  tutte  le  passioni,  la  si 
sente  ma  non  la  si  ispira.  Ho  conosciute 
persone  di  grande  ingegno  che  non  sono  mai 
riuscite  a  comprendere  che  gusto  ci  si  trovi 
ad  arrampicarsi  sui  monti  con  fatica,  con 
sudore,  privazioni,  pericoli....  e  magari  anche 
andando  incontro  alla  morte.  Paulo  Fambri 
(una  delle  menti  più  vaste  e  complete  che 
io  abbia  conosciute)  mi  dava  del  matto  quan- 
do mi  entusiasmavo  a  parlargli  delle  voluttà 
dell'alpinismo,  e  considerava  questo  come 
uno  dei  generi  moderni  di  pazzia.  E  l'opi- 
nione del  Fambri  è  condivisa  da  moltissinai.... 
anche  fra  quelli  che  non  hanno  la  mente  di 
lui;  ed  in  occasione  delle  disgrazie  alpine 
(che  nel  1907  furono  dolorosamente  nume- 
rose) sentiamo  ripetere  le  solite  geremiadi. 
che  non  serviranno  certamente  a  trattenere 
dall'andare  in  montagna  alcun  appassionato 

Dunque  V alpinismo  è  la  passione  per  le 
salite  alpine.  È  vero;  vi  sono  varie  deriva- 
zioni dell'alpinismo,  varie  sue  applicazioni, 
varie  operazioni  che  hanno  bisogno  di  esso; 
ma  in  queste  l'alpinismo  è  mezzo,  non  scopo. 
Ecco  infatti  V  alpinismo  benefico,  che  induce 
provvide  istituzioni  a  condurre  in  montagna, 
(a  respirarvi  ottima  aria  e  bere  acqua  eccel- 
•  lente....  non  iscompagnata  dal  pane  e  dalla 
carne)  schiere  di  poveri  bambini  deboli  e 
linfatici;  ecco  V alpinismo  militare,  che  spinge 
a  sabre,  studiare,  munire  le  montagne  con- 
siderate quali  fortezze  naturali  per  la  difesa 
della  patria:  ecco  V alpinismo  scientifico  che 
manda  in  montagna  botanici  e  geologi  a  rac- 
cogliere materiali  per  1  loro  studi. 

Ma  si  tratta  qui  di  vero  alpinismo?  No! 
E  a  persuadersene  basta  leggere  i  libri  che 


(1)  È  ciiiaro  che  l'amico  Brentari  non  ha 
la  raccolta  completa  Aé\\' Almanacco,  altri- 
menti avrebbe  saputo  che  nel  voi.  I  (1896) 
è  stato  pubblicato  un  bellissimo  articolo  sul- 
V Alpinismo.  (Nola  del  Dir.  . 


i  più  illustri  botanici  dei  secoli  XVI  e  XVII 
scrissero  dopo  visitato  il  Baldo.  Su  quel  mon- 
te essi  videro  le  piante,  ma  nuli' altro;  e 
mostrano  di  non  aver  sentita  neppure  in 
ombra  quella  passione  che  costituisce  l' es- 
senza dell'  alpinismo.  E  che  forse  la  sentono 
molti  soldati  alpini,  che  pur  corrono  sui 
monti  come  camosci  ?  E  che  forse  la  sentono 


Quintino  Seli^a 
Fondatore  del  Club  Alpino  Italiano. 

gli  alpigiani,  che  sui  monti  passano  la  vita? 
No:  e  per  questo  appunto  fra  alpino,  alpi- 
giano ed  alpinista  la  differenza  è  Immensa; 
e  chi  non  la  capisce....  non  capisce  l'alpi- 
nismo. 

Quando  nacque  l'alpinismo?  In  molti  li- 
bri che  trattano  simile  materia  (libri  inglesi, 
tedeschi,  francesi,  italiain;  tanti  da  formare 


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il  flmno  WTOB— m— f  MiMUlTt  tatù» 

ni«m<»,  iU  par  !•  ttiBordlaart*  dUioolU 

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uB  pl4  «odbrao  fMtn  4'alpi. 

'  t/nw*  Btraftartii^  fan— la  Mio  di 

ru. }.|.o  III  r«  di  MA-  «  li— rrato  a yoiM.  I  qaaU, 

liAlcanl;  l'ioipMiton     ) 

)>  Siri*  •  rairilBat    I 

«iit«  eh*  «bbaro    «loua'alu* 
•1  Doa  poMlame    tri  mtomk 

Il      Pl«ÌrO    IU     MMM  •<•,  . 

eoct.  Mr-    doma  por  n 
^M  muto    noioso  o  p<  : 

1  nel     la  qvo  o   più    in    !•   aeu  orcimar.a 


non  troTam>  pia  fa  booM 

ifta  «d  opportono.  Al» 

n   l'oiictnaliU  oollo 


ed  •  la 
/»-    dooarlikMM  di  qaollo  wmHmmH  eho  da  qaakbo 

nl9    t^tnpo  forma  la  part«  pl4  aolom  rd 


.  L-«  sopero 
iy>mplau 

DI  qaesto  mi  uioe 

ne  potrebboro  e  ..  ma 

credo  ala  maglio  lui  cbe 

al  può  chiamare  Uptntamo, 

Oraslo  Booedott  o  nel  1774 

aalì  11  Crammoir  Muut  Mort,  noi 

1787  11  Monte  h.  vetU  ora  aUta 

anperata  la  prin^ .  ino  aatooedento 

dalla  guida  Balmat..  nei  1788  11  Brelthom. 
Ckime  ai  Tede  da  questi  dHti,  al  devono  cor* 
caro  le  origini  dell' alpinismo  nell'epoca  atea 
aa  In  cui  hi  cr-n-ano  qooUo.^  doUa  rlvolasiono 
france&e;  e  dobbiamo  qnl  toato  oaaenraro  oho 
la  procrt  op»,  la  pefilaw  «g*  ddl'alplnismo  è 
flaaata  dal  Canalngham  iTk«  jtfawoara  o^  tht 
Alp»)  noi  dooemiio  cbo  va  dal  1866  al  18«6. 
cioè  nel  dooonnte-.  dalla  rlToloslooo  italiana. 

È  tn  qort  doeamilo  apposto  ohe  ai  oompt- 
rono  le  pia  grandi  aaoenalool  aoUo  AIpK  o  cho 
ao  ne  domarono  le  piò  ardao  o  poriooloao  vet- 
te :  la  H5chste-8pltse.  detta  poi  Dofoar^Spitae. 
lo  più  alta  dmadel  Boaa.  o<^*  ^^'-'^  ><  <•'■'"'* 
Combin  od  II  Oran  Paradiso  ^ 
TlsoodilWolaabomnoll8«i; .. 
Doat  Blaiiobo,I>oiitd'Hérens  nei  iso);  e  giù 
gtà  alno  al  OarvlDo  noi  1666».  a  poi  di  aagolto 
aiao  al  Dento  dal  QlgaDto  aol  IBBL 

Ora  tatto  la  ooeolaa  vott*.  la  taitta  la  no- 
stra Tasu  oarefaia  alpina,  aooo  aiata  doaatat 
e  chi  Tool  trovaro  *  ponto  vergini  « .  ehi  vaolo 
arramploarri  li  ove  oeoaan'altra  orma  oniaaa 
era  mal  atata  aegnato,  dove  andar  a  caraara 
pionacolL,  deuU,  goglie.  tomi  roceloaa,  nol- 
l'oooreito  di  qaoUo  ohe  faaoo  oortogflo  allo 
dmo  maggiori,  o  ^o  orano  prima  atato  tra- 


Kooon  di  aipommo, 

iie  elaoeaao  dava  go- 

iiiuutagna  ooBM  mogtio  gli 

luosti  ultimi  maal  di  gran 

-    .^'jao  nataralmcnta  11  lampo 

che  irovmroDo. 

Quando  gli  alpinisti  al  aoeoraaro  d'aoarra 
In  boon  nomerò,  pooaarooo  di  Milnl  la  apo- 
olall  aodallsl  ;  o  ooai  aonare  la  aoalotà  alplaa, 
ohe  qoaai  da  por  tatto  al  illaiara  tlmk,  porokè 
la  prima  di  oaaa  aoraa  ooa  aa  tal  aoaao  la 
Inghilterra.  Lo  aooletà  alplao  ooatrlbalroao 
aaaat  a  dilToadara  l'alplalamo,  aflUaado  la  log- 
gaada  aal  partaoU  a  dlAoollà  dalla  aMatagoa, 
aoopraado  a  towaaado  booaa  galda,  aaf  an  do 
soatteri.  eriirendo  ritagli  fhoMdo  aotfaio  al- 
bergh  indo  carie,  Ubrl  di  guida, 

deocr.  te.  ed  illnatraodo  le  vallato 

olo  vcii<r  ».M..<^ .  capotto  artlatloo,  aotootlAco, 
atorlco.  Da  aa  passo  al  daaldara  aaa  hUtéo- 
frmfim  alpina,  eh§  oompranda  qimato  aoU' al- 
pinismo e  aalla  Alpi  fti  pabMÌealo,  apodal- 
mento  nella  aaeoada  OMià  dal  aaaolo  aoorao. 
In  libri,  opoaooll,  ilvlala,  gtonaM:  ma  qool 

atta- 
o  oba 

nel  Clmk  A'ptao  aoae  poco  aaaaaroal  l  biblio- 
grafi. 

1   4ipU4  Ctmk  vanaa  faadato  0  tS  dlorm- 

'5«,  dal  colabra  Kaaacdy,  a  por  I alala  - 

Ila  fkmlglla  Matthava.  Al  sad  BMAbri 

»i  aeTono  moitlaalma  prima  aaltta:  a  gli  la- 

glaH  haaao  a  diritto  di  vaaira  aoaaidarati 

coam  I  vari  foadalori  don'alplaiamo.  tonato 

aal  aao  aaaapo  parlaalme.  aaasa  aaooadl  tal. 

Hol  1M9  vaaaa  foadalo  a  Tlaaoa  rOasrcr- 

raUWsdUr  J/peo-Forwto   (Olab   Alplao  Aa- 

atrlaco)  o  aol   ISTt  a  Moaaoo  tt  MhmNtàtr 

AIpm-r$r9iu  {Club  Alplao  Todaoeo). cho  oel 

18T4  al  fkaaro  aal  IhmitHkm-  ama  Omui^ihi- 

tdttr  Atmetf  Tors^  oho  ha  11  aoma  piò  laafO 

od  U  pia  grande  aaaaaro  di  aod  fra  tatlala 


opoaooll,  ilvlai 
è  par  aampra. 


UN  BEL 


ottengono  Signore  o  Sigaorlaa  col  i 

duraturo.  —  Non  oonfoodora  II  noatto  ^odfloo  eoa  altri  praparatfiaha  aoa  I 
dato  mai  risaltato.  —  Importante  opoacolo  al  apodlaoo  gratta,  dietro  carta  da 
visita.  Scrivere  V.  Lagala.  -  YU  Codroaia»  ».  —  Xapoll  (Italia^ 


—  582  — 

B'tre  società  alpine.  Anche   questo  «sodalizio  nomo,  e  col  nome  di  Società  Alpina  Fiiitlana, 

contiibui   assai   all'illustrazione   delle   Alpi;  che,  presieduta  dal  celebi-e  geografo  profes- 

ina  esso  ebbe  il  grave  torto  di  lasciarsi  trop-  sor  Giovanni  Marinelli,  ed  ora  dal  figlio  di 

pò  inquinare  dalla  politica,  e  di  diventare  un  lui  professor  Olinto   Marinelli,  si   rese  assai 

po' alla  volta  un  puro  e   semplice  servitore  benemerita  della  illustrazione  del  territorio 

del  partito  pangermanistico  nel   Tirolo   Me-  alpino  friulano. 

ridionale,  nella  Ladinia.  nel  Trentino,  nella  Altre  società  alpinistiche  italiane  con  ca- 

Veuezia  Giulia.  rattere  autonomo  sono  o  furono  il  Club  AI- 

Il  10  aprile  1863  si  fondò  lo  Schìoeizer  Al-  pino  Sardo,  il  Club  Alpino  Siciliano,  la  Società 

pen-Club,  che  ha  sede  girante;  il  23  ottobre  Alpina  Meridionale. 

1863  (da  Quintino  Sella  reduce  da  una  gita  II  Club  Alpino  Italiatio  ha  la  sua  Sede  cen- 
ai Cervino,  Bartolomeo  Gastaldi,  San  Robert,  trale  a  Torino,  e  35  Sezioni  sparse  in  varie 
Perrone  di  San  Martino,  ec),  il  Club  Alpino,  città  d'Italia.  Ogni  sezione  fa  pagare  ai  pro- 
che  nel  1869  si  chiamò  Club  Alpino  Italiano:  pri  soci  dalle  12  alle  20  lire  annue;  e  per  ogni 
nel  1868  il  Norske  Turis'forrening  con  sede  a  socio  devono  essere  vei-sate  L.  8  alla  Sede 
Cristiania;  poi  lo  Soensl-a  Turistferrening  con  Centrale,  che  pubblica  la  Rivista  (mensile)  ed 
s  >de  a  Stoccolma;  nel  1876  V Appalachian  il  Bollettino  (annuale),  pubblicazioni  spedite 
Mountain  Club  con  sede  a  Boston  :  nel  1878  gratuitamente  a  tutti  i  soci  e  sussidia  i  lavori 
V Associaciò  d' Excursions  Catalana  con  sede  alpini.  tieWassemblea  dei  delegati  (unione  dei 
a  Barcellona:  nel  1882  il  Club  Alpin  Belge  rappresentanti  delle  singole  sezioni),  nel  di- 
consede  a  Bruxelles;  e  poi  altri  Glubs  ancora,  cembro  1906,  su  proposta  dello  scrivente  si 

E  qui  da  ricordarsi  in  modo  speciale  la  decise  di  sostituire  per  ogni  biennio,  al  Boi- 
Società  Alpina  Trentina,  sorta,  nel  1872,  sciolta  lettino  un  volume  della  Guida  d-lle  Alpi  Ita- 
dair  autorità,  e  risorta  poi  col  nome  di  So-  liane,  lavoro  che  dovrebbe  essere  il  vero 
cietà  degli  Alpinisti  T,  iden'ini.  Essa,  che  ha  monumento  di  gloria  del  possente  sodalizio, 
già  superato  il  numero  di  l'^OQ  soci,  contri-  Le  quattro  sezioni  più  vecchie  sono  quelle 
bui  in  modo  meraviglioso  ad  illustrare  e  far  di  Torino,  Aosta,  Varallo,  Agordo.  Delie  35 
conoscere  il  Trentino,  ed  a  porre  un  argine  ora  in  vita,  segno  di  vita  da  qualche  tempo 
possente  ed  insuperabile  al  tentato  dilagare  non  danno  la  Ossolana  (con  sede  in  Domo- 
dei  pangermanismo  nelle  vallate  italiane.  De-  dossola)  e  quella  di  Perugia;  le  altre,  disposte 
gne  di  menzione  e  di  lode  sono  pure  la  So-  in  ordine   decrescente   per  numero  di  soci, 

erano  le  seguenti  al  30  giugno  1906. 

Torino 1090 

Milano 1041 

CW  \    I             *'"  IPL>a*"^'               I        Ligure  (Genova! 600 

m,\    I              -«P***^                         i        Brescia 373 

W[^,    j                                                               Monza 322 

■   Wjjr                                                        ,        Varano 246 

*^^                            __llÌÉ              ;  ì        Koma 234 

t                             4t^dÉ0l            ì             I          ^^^^^ ^'^^ 

/     LjMl             .JMI^mvL.        E                  Bergamo 172 

Como .  171 

Verona 169 

Venezia 156 

Bitlla 151 

fu  ^i^m^'^m        Varese 122 

A   ■FJP^        Bologna 116 

Valtellinese  (Sondrio^ 103 

Verbano  (Intia^ 101 

Firenze 97 

Cuneo •  83 

Monviso  (Saluzzoì 82 

Lecco 77 

Cadorina  (Auronzo) 70 

Cremona 61 

Enza  (Parmaì 59 

Vicenza 57 

Schio 50 

Agordo 50 

Ali  CoNGKESso  Alìino,  Col  d'Olen                   Belluno 43 

6  settembre  1907.                                    Napoli 42 

Tre  presidenti:  l'avv.  comm.  kìiTO'S\o  GtB.OTiV,Vi,  at-        Catania 38 

tuale  presid.  generale  del  C.  A.  L;  ANTomo  Ck-        Jesi  (Ancona) 32 

lìKUSA,  presid.  della  Sezione  di  Sondrio;  IjVigi         Messina 31 

Brioschi,  presid.  della  Sezione  di  Milano.                Palermo '2:ì 

{Fot.  dell' ing.  P^stalozza).                                                                       Totale  6279 

cietà  delle  Alpi  Giulie  con  sede  a  Trieste  ed  Vinte  le  più  ardue  vette  (con  ascensioni 

11  Club  Alpino  Fiumano  con   sede  a   Fiume,  che  richiedevano  molto  tempo  e  molto  da- 

La  Sezione  di  Tolmezzo  del  C,  A.  I.  si  sciolse,  naro),  e  reso  più  facile  l'alpinismo,  questo  si 

per  risorgere  nel    1881,  con  carattere  auto-  diftuse  e  democratizzo;  e  quanti  trovavano 

L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionalo  è  il  ricostituente  sovrano. 


rcalpu,   e 

•>rasione, 

i&OO  aod. 

>«  à't-^ttpima  le 

l'ordine  crono» 

Alpina 

ila  tUUt 

.'.  Fisica 

l'inai  pina 

.    Monatti 

•  aduni  iriedimnlera): 

I^eooo)  :   EfCiirtion  iti  i 

KMrurtioniHi  Aronr^i 


a.   (MI- 
di  ouu- 


tiiwi  fonine. 

Li  oommemorare 

n    (<  alla    nmMlte   di 

le    del    Vof/n/arl  ^Z- 

.  nell'ottobre  del  1907 

_ _        .    ..a  gmrs  di  tiro  •  segno 

al  poligono  di  Mtlaou.  la  «laala  sarà  seguita 
nel  1908  da  una  Gara  di  tiro  a  segno  in  mon- 
tagna. 

Nò  qni  è  da  dimenticare  che  allo  studio 

dell»  Alpi  Italiane  oontribairono  e   giomal- 

I  tbaiscono  in  modo  notevolissimo 

itaiU  con  regio  decreto  16  ottobre 

■  ualmente  raggnippati  In  T  reggl- 

muaii,  composti  di  M  battaglioni  divisi  In  7» 

compagnie,  ognuna  delle  quali  dovrebbe  con- 

tare  SM  uominL 

Se,  in  cambio  d'nn  semplice  articolo,  do- 
vessi scrivere  un  libro  sull'alpinismo,  avrei 
modo  di  continuare  anc-»-^  •">'•  ""  f>ezxo,  per 
parlare  delle  varie  qua  Jl.dclre- 

qulsl ti  necessari  per  fu:  un  alpini- 

sta, del  vestito  ed  eqnipa>r«j*nicnu  neocvsari 
per  compiere  una  salita,  delle  aaoensloni  i  - 
1  »  età  e  per  ghiacciai,  dei  pericoli  dell 
nno  e  relative  disgrazie,  dell' al  pini" 
.rte.  nella  soiensa,  nella  strategU;   : 
inesto  mi  è  qui  imposvifailc.  VuUi- 
libro  ricco  di  geniali  dlvag» 
osservazioni  sali' argomento 

pinigmo  di   Paolo  Lioy.  Voltu  „ 

dati  tecnici  e  numerose,  tadloaxioni  biiilio- 
grafiche?  E  leggete  Alpinimno  di  Oiulio  Bro- 
c-herel.  Persuadetevi  poi  di  una  cosa:  pochis- 
sime salite  alpine,  anche  modesta, serviraono 
a  dirvi  se  voi  avete  i  reqtUsiti  Haiel  necessari 
per  le  salite,  e  per  mostrarvi  se  queste  vi 
danno  si  o  no  un  piacerò  che  vi  compensi 


-  684  — 


ad  usura  delle  fatiche  che  dovete  sostenere: 
fatiche  che  sono  del  resto  un  piacere  per  sé 
stesse.  Se  i  polmoni  vostri  (che  nelle  salite 
servono  più  che  le  gambe)  si  stancano  troppo 
e  si  ribellano,  se  nelle  salite  non  trovate  gu- 
sto, tornate  indietro,  e  cercate  altri  diverti- 
menti, altre  gioie,  altre  soddisfazioni.  Guai 
se  tutti  volessero  cori-ere  sulle  cime!  L'alpi- 
nismo è  un  piacere  faticoso;  e  non  è  fatto 
per  tutti;  per  alcuni  è  un  arduo  lavoro  inu- 


tile; per  altri  è  una  gioia  suprema;  io  sono 
fra  questi  ultimi  ;  sui  monti  passai  le  mie  più 
pure  e  vere  ore  di  voluttà  vera  e  serena;  e 
quando  avessi  a  persuadermi  (e  quello  sarà 
per  me  un  gran  brutto  giorno  !)  di  non  essere 
più  capace  di  salire  neppure  il  più  modesto 
dei  monti,  mi  trascinerò  sul  più  basso  dei 
colli  ed  esclamerò:  Et  nunc  dimitte  servum 
tuum,  Domine! 

Ottone  Bbentaei. 


AUTOMOBILISMO 

La  marcia  dell'  automobile  —  La  vettura  a  buon  mercato  —  Duemila  lire  gettate  dalla  fine- 
stra —  Materiale  di  primo  ordine  e  lavorazione  eccezionale  —  U  industria  italiana  ha 
trionfato  anche  in  questo  —  TI  "  raid  „  Pechino- Parigi. 


L'automobilismo  ha  fatto,  in  breve  vol- 
gere di  anni,  dei  passi  veramente....  automo- 
bilistici, raggiungendo  una  diffusione  che  era 
assai  difficile  prevedere,  dato  il  prezzo  certa- 
mente elevato  delle  vetture  fino  ad  ora  in 
commercio:  ma  la  sua  diffusione  sarebbe  di 
gran  lunga  maggiore  se  si  potesse  creare  una 
carrozza  economica,  accessibile  —  relativa- 
mente s'intende  —  a  tutte  le  borse.  "Quando 
la  vettura  automobile  da  8  a  10  cavalli  co- 
sterà attorno  alle  2000  lire,  allora  la  com- 
prerò ,.  Così  ragionano  molti,  anzi,  moltis- 
simi. Si  pone  quindi  il  problema:  è  possibile 
avere  una  buona  vettura  a  motore,  robusta 
e  sicura  al  prezzo  indicato?  Noi  sinceramente 
non  lo  crediamo,  né  crediamo  che  la  concor- 
renza fra  i  fabbricanti  possa  arrivare  —  come 
sperano  molti  —  al  punto  di  offrire  una  car- 
rozza rispondente  a  tutte  le  esigenze,  al  prezzo 
già  detto.  Le  frasi  come  quella  riportata  più 
sopra  sono,  a  mio  parere,  suggerite  dalla  man- 
canza assoluta  di  cognizioni  e  di  esperienza 
del  come  si  fabbrica  una  vettura  automobile 
e  delle  difficoltà  della  costruzione.  L'industria 
automobilistica  è  ormai  troppo  solidamente 
stabilita  per  poter  naufragare  in  una  lotta  di 
concorrenza  basata  piuttosto  sulla  bassezza 
dei  prezzi  che  sulla  eccellenza  della  fabbri- 
cazione, e  piuttosto  di  vedere  i  fabbricanti 
darsi  alla  fabbricazione  di  macchine  economi- 
che, nel  senso  che  commercialmente  si  dà  a 
questa  parola,  noi  nutriamo  fiducia  di  vedere 
invece  il  pubblico  convertirsi  all'idea  che  la 
merce  buona  bisogna  pagarla  bene  e  che  è 
meglio  spendere  bene  4000  lire  ohe  buttarne 
2000  fuori  della  finestra. 

Bisogna  aver  seguito  con  passione  ed  in- 
teresse lo  svolgersi  particolareggiato  di  que- 
sta lavorazione,  per  comprendere  subito  in 
quale  errore  cadano  coloro  che  sognano  di 
poter  avere,  in  non  lontano  avvenire,  delle 
buone  carrozze  ad  un  terzo  del  prezzo  che 
costano  attualmente. 

Gli  organi  di  un  automobile  —  niuno  ec- 
cettuato —  oltreché  essere  sottoposti  ad  un 
movimento  rapidissimo,  sono  soggetti  conti- 
nuamente —  per  le  accidentalità  del  terreno 
su  cui  scorrono  —  ad  una  innumerevole  quan- 
tità di  sforzi,  diremo  così,  complementari, 
come  quelli  di  torsione,  flessione,  tensione, 
urto,  tremolìo,  ec,  che  sono  affatto  scono- 
sciuti in  quasi  tutti  gli  altri  meccanismi.  Ne 


consegue  da  ciò  che  il  motore  automobile 
esige  per  sua  natura  anzitutto  dei  materiali 
di  primissima  qualità,  quindi  una  lavorazione 
accurata,  anzi  perfetta  sotto  tutti  i  rapporti. 

Le  locomotive  ferroviarie  —  che  sono  le 
macchine  più  paragonabili  agli  automobili 
—  sono  lontane  dall'  essere  sottoposte  a  tutti 
gli  sforzi  sopra  enumerati  così  come  la  su- 
perficie liscia  delle  rotaie  su  cui  debbono 
scorrere,  é  lontana  dal  rassomigliare....  alla 
maggioranza  delle  strade  pi-ovinciali  italiane. 
Ebbene,  sono  molte  decine  di  anni  che  si 
costruiscono  locomotive,  e  malgrado  la  ine- 
vitabile concorrenza  internazionale,  malgra- 
do le  gare  governative  e  private,  il  prezzo 
delle  locomotive  si  mantiene  sempre  all'al- 
tezza della  lavorazione  accuratissima  che  esi- 
gono. L' apparato  motore  di  un  automobile, 
che  rappresenta  come  il  cuore  di  questo  vi- 
vente m.eccanismo,  di  quante  cure  non  deve 
essere  oggetto  perché  possa  rispondere  pie- 
namente allo  scopo!  Cominciando  dalla  fu- 
sione dei  cilindri,  il  cui  modello  é  sempre 
molto  complicato  e  di  difficile  riuscita  per  le 
camere  interne  di  raffreddamento,  si  hanno 
le  prime  difficoltà:  basta  una  bollicina  d' aria 
nella  ghisa  perchè  il  getto  debba  essere  scar- 
tato. Molte  volte  la  bollicina  è  interna,  cosi 
da  non  palesarsi  che  col  funzionamento  del 
motore:  ecco  un  getto  costosissimo  per  sé 
stesso,  ed  il  cui  costo  è  reso  anche  maggiore 
dalla  inutile  lavorazione  che  se  ne  è  fatta  e 
che  deve  inesorabilmente  essere  scartata.    • 

Ma  qualora  anche  la  fusione  sia  perfetta- 
mente riuscita,  pochi  sanno  quanto  costi  il 
tornire  e  l'alesare  ed  il  finire  un  cilindro.  Ep- 
pure, quando  questo  pezzo  è  al  suo  posto, 
ben  pochi  sanno  rendersi  conto  del  suo  va- 
lore. E  se  i  cilindri  sono  due,  quattro,  otto 
il  lavoro  aumenta  in  proporzione,  anche  per 
il  macchinario  perfezionatissimo  che  esige  la 
loro  lavorazione. 

Ma  non  abbiamo  che  cominciato.  Sotto  i 
cilindri  trova  posto  il  carter:  esso  é  fatto 
quasi  sempre  in  alluminio,  o  meglio  in  una 
lega  di  alluminio,  lega  che  deve  essere  accu- 
ratamente studiata  perché  non  sia  né  troppo 
tenera,  così  che  i  fori  si  ovalizzino  facilmente, 
né  troppo  pesante  per  sovrabbondanza  di 
ferro.  Una  volta  trovata  la  lega  che  —  si 
noti  —  varia  col  variare  della  potenzialità 
del  motore,  occorre  ancora  il  lavoro  di  trac- 


-  586  - 


<*  .:fiiuUm«nto. 

d«tto,  h  noli* 
n  più  tnpor- 
leffll  Motel  d» 

:<tri»  «atomo- 

tn  nn  «tin  nt- 
umo  sili  lo  d-i;»  ; 
mal  InTaao  U  cann 
mat^rtaU.  Unto  c!i 
molla  OM*.  si  é  abbaadoiuiU  U  glu«*  p«r 

r  «coiaio. 

Sol  principio,  quando  <sioè  1»  Telocilà  era- 
no moderate,  la  natura  della  materia  implo- 
ir*ta  ara  di  una  importanza  secondarla,  ed 

■"•*"^ ^-atodi  qualità  ordinaria  aembrò 

1  ^jopo.  Ma  oggi  non  è  più  ooai. 

I-  onUnuo  della  T«looltà  «  la  oon- 

a(^guente  aiminntlono  di  pMo  ha  dimoatrato 
oom*  Amm  Deoemarto  rioorrere  a  della  qaa- 
liU  cpeeiaU  di  eodalo  ohe  oflHmaro.  nella 
•estone  più  piiSsola,  la  macKiore  reeiatensa. 

81  è  dovnto  qaindi  abbandonare  Unto  i 
t«Ut  dì  ìo^no  armato  quanto  qnelli  a  sbarre 
r  alla  lamiera  d'acciaio  sUmpato, 

^>  ^)  del  teUU  tatti  di  un  passo. 

..V  ....«.,«  è  qoindl  reeo  soUdteBÙiio^  ma 
ehi  immaginano qoaie  di^endloeo  pmeemo 

Urorasione  eel«MM>  atmOl  lelAt.  «empre 
complicati  ed  anche  qnestt  compre  variabUi, 
a  seconda  del  motore  che  debbono  soppor- 
tare. 

Occorre  ancora  parlare  —  dopo  ciò  — 
degli  alberi  a  gomito,  del  rolanti.  degli  in- 
cranaggi,  degli  assi,  delle  frizioni  e  di  tutto 
resto? 

In  tutti  questi  ImportanUssiml  organi  del 
itore  automobile  si  Impiega  oggigiorno 
a^xHaio  legato  col  nichel.  Ma  qui  pure  le 
:  fUooIU  sono  enormi,  poiché  la  gaouna  de- 
gli acciai  al  nichel  è  assai  estosa  e  non  è  In- 
differente l'usare  nn  tipo  plottoeto  che  on 
altro.  Cosi,  ste  pel  materiale  speoiallasimo 
che  occorre  per  tali  organi  dti  motore,  sia 
pel  oosto  di  produslone  shunto  a  quello 
della  sua  laToraslone.  si  arrira  ad  una  dfra 
molto  elavata,  ohe  deve  ersero  naturalmente 
oalcoiaU  sul  ralore  della  rettura  offerta  sul 


Ma  oltre  al  motore  Abbiamo  altri  organi 
non  meno  Importanti:  per  esemplo,  ossar- 
Tlamo  on  cambiamento  di  Teloettà.  Qol  pare 
abbiamo  O  mrur  In  altamlnio  speflUI*.  e 
dentro  a  morlmento  degli  tacraaiiiggl.  e«l 
pure  In  acciaio,  torniti.  ft-iMh.  tompMSil  e 
rettlllcatl;  tutto  fl  meoonnlmo diAsMoilale, 
la  paleggia  del  freno  e  l'Inisio  degli  alberi 
che  ranno  a  dar  movimento  al  pignoni  di 


padentr  ''<^*orup<->!<>«k  finltura 

questo. 

Ora.  i»...-.    !..   t.i  «I  1»  fif'Mi'mTita  a<v- 
nato  ngnardn  «^M(  ..-^.ji')'  pMtu-.pAii.  ,\„Tn  . 

s^re  ealaodio  fc.'i.;|< .un  t.t»  ai-^iuAt..    v 

tnUa  !•  altre  parti  di  ona  vetmra  aviomo- 
bUe,  —  ti  voole  oHwnn  «a 

ix^r  «al  ta  creata.  B  totta  qoaeto  eosta  tór 
qaatirtal.  ed  è  qnetto  —  aoa  altro  -  efea 
-  one  n  pmao  dcUe  macciitna  oa  po' al  di 
sopra  dalla  MOO  Mia  Tdata  da  tanti  aha  Ra- 
dicano aonsa  oonoeeere.ooci  ad  ooohlo  a  aroaa. 
basandosi  sa  qartlo  ohe  oasU  ana  Tottars  n 
catrallL..  di  carne. 

E  possiamo  dire  con  orgoglio  che  Tind  . 
atria  Italiana  ha^rtonCalo  aneha  la  qnesto:  il 


Pare  una  cosa  da  nulla,  ^scritta  In  quat- 
tro parole  e  che.  tIsU  moRaU  su  di  ont 
c&rrozza,  si  direbbe  un  gingillo:  ma  qa*le 


ormai  Impoeta  aneha  aa*wHfo,  a  noo  «alo 
In  Baropa  ma  aneba  nella  inilaeiilallMiia 
America,  è  dovato.  non  tanto  alla  nana  Tinta 
o  ai  rtetrda  battttH,  bm  aOa  layatailnna  ao- 


questo,  certo,  ohe  le  cattare  ItaUana  aono 
più  eoctoae  che  si  abbiano  tal  mercato,  u. . 
per  questo,  sono  anche  qaella  eka  il  com- 
prano di  più. 


al  trtonfo 

deU'tndostrla  antomobOistlca  nailonala,  cade 
in  aooondo  ricordare  l'ormai  fkoMeo  rmid 
Pechino- Parigi,  nel  qaala  tre  italiani,  «a  mac- 
china italiana,  riaseirono  a  percorrer-    fi-« 
inaudite  dlOooltà,  la  enorma  dlstoau 
diclmila  (ddloosetrl.  Fa  an  trionfo  di> 
stria  italiana,  ma  tu  altre«  «ma  saperu*  m-. 
fermaslone  della  tenace  flbra  latina. 

Se  è  Tero  che  una  macchina  mano  per 
fètu  e  meno  solidamento  costrolto,  non  «i 
rebbe  baataU  a  trionfare  dagH  tonamereTo 
ostacoli  disseminati  snlla  saa  Mnda,  è  ver<  > 
altrs^  che  Tlagglatori  aano  coraggtoiL  mano 
spressanu  del  pericolo,  arrebòtoo  abbando- 
nato l'Impresa  appena  lalsiato. 

È  doverceo  quindi  eonsegoara  alte  eloria 
su  questo  ^wawsnte  ohe  è  ooaM  te  cfooaoa 
annuale  dei  grandi  aTTanhnenti.  e  In  qaast» 
rabrlca  sportiTa,  0  ueadomero  detta  plb  Cor 
lumobBlillos.  U  prindi^ 
to  «rtttota  geniale  ed 
ba  foadaffaato  ona  granda 
vittoria  daU'iacagaa,  Lalgl  Bantnt.  ad  0  so- 
lca Oamardl  eba  aorò 
di  padre.  l'In- 
tegrità daltei 
Itala,  U  quale  portò  attraveiao  dna  oonti 
nentl,  fra  popoli  e  mw»  dlvetse.  Il  bel  tn 
colore  italiano,  segnacolo  di  driltà  e  di  pr< 
di  tenacU  e  di  ar.i 

T.  l'.  MiUMIASOO. 


Un.    A   ■  ■  ■ 

BorgBaasi 
la  cba  ba 


MON   AVEV/^    ILVERO    FANAL 
(DEPOilTflMEUl  WWW  •*A04JILASm 


AQUIUAò 


—  58G  — 

FIAT  VITTORIOSA 


La  FI  A  T  pnò  essere  considerata,  oramat, 
come  una  fulfjida  gloria  dell'Italia  d'oggi. 

Di  questo  forte  paese  che  da  alcuni  lustri, 
movendo  ad  una  grandezza  nuova  nel  suc- 
cedersi de'  suoi  alti  destini,  offre  al  mondo 
un  sì  mirabile  spettacolo  di  nobili  energie 
rinnovel!anti.si,  applicate  a  far  sorgere  e  fio- 
rire, entro  i  propri  confini  sacri  alle  arti, 
anche  le  industrie  più  nuove  e  più  ardue 
che  il  progresso  abbia  generate  nella  sua  in- 
cessante ascensione,  la  grande  fabbrica  tori- 
nese di  automobili,  rappresenta,  infatti,  tutta 
l'alacrità  imp.areggiabile,  tutta  la  genialità 
Innata  e  inesauribile,  tutta  la  potenza  con- 
quistatrice e  vittoriosa  sempre,  condensate 
ed  elevate  al  massimo  grado  iu  un  unico  or- 
ganismo produttore. 

Da  modeste  origini,  la  FIAT  salì.  In  otto 
anni  soltanto,  all'apogèo  del  successo  e  della 
rinomanza.  In  otto  anni  d'intenso  lavoro,  la 
FIAT  riuscì  ad  assicurare  ai  suoi  prodotti 
una  superiorità  grande  ed  incontestabile  su 
quelli  di  tutte  le  fabbriche  estere  che  la  pre- 
cedettero nell'applicazione  dei  principi  della 
nuova  locomozione,  e  a  perfezionarli  tanto 
da  farne  le  macchine  più  veloci  che  si  cono- 
scano. Otto  anni  di  vita  operosa  e  prospera, 
ed  altrettanti  di  continui  progressi,  di  conti- 
nue conquiste  nel  campo  della  meccanica  au- 
tomobilistica, altrettanti  di  vittorie  sempre 
maggiori  in  tutti  i  grandi  cimenti  interna- 
zionali! 

Questa,  sinteticamente,  la  storia  della  mag- 
gior fabbrica  Italiana  di  automobili.  Ma  noi 
ci  proponiamo  appunto  di  diffonderci,  sia 
pure  in  modo  sommario,  su  questa  storia 
breve,  ma  densa  di  fatti  e  di  avvenimenti 
significantissimi,  poiché  essa  costituisce  un 
elemento  capitale  della  storia  complessiva 
dell'automobilismo  in  Italia,  la  quale  è  già 
a  tal  punto  da  rappresentare  un  soggetto  di 
studio  oltremodo  interessante  ne' suoi  aspetti 
molteplici  e  vari. 


il  nome  formato  dall'unione  delle  iniziali  del 
titolo  della  società  F.  I.  A.  T.  (Fabbrica  Ita- 
liana Automobili  Torino\  "  Il  motto  ci  pare 
ben  scelto  —  scriveva  un  giornale  di  allora 
—  poiché  oltre  a  contenere  le  iniziali  della 
ragione  sociale  della  nuova  impresa  e  della 
città  che  ne  è  sede,  suona  buon  augurio  per 
l'avvenire  di  un  meccanismo  che  si  presenta 
sotto  così  buoni  auspici.  « 

Alla  fine  del  1899,  la  fabbrica  torinese  era 
aperta  definitivamente. 

Le  officine,  capaci  di  400  operai,  compren- 
devano un  vastissimo  locale  a  fheds,  conte- 
nente le  macchine,  sei  grandi  fucine,  nume- 
rosi magli,  alcuni  forni  per  la  cementazione, 
laboratori  per  i  ramai,  i  calderai,  i  vernicia- 
tori, magazzini  per  le  materie  prime,  per  1 
pezzi  lavorati  e  per  le  vetture. 

La  forza  motrice  era  fornita  da  tre  motori 
elettrici,  indipendenti,  della  forza  comples- 
siva di  36  cavalli.  Nell'officina  delle  macchine, 
si  era  iniziata  la  fabbricazione  di  una  serie 
di  60  vetture  marca  FIAT,  per  la  quale  ve- 
nivano impiegati  28  tornì,  forniti  dalle  mi- 
gliori Case  americane,  un  gruppo  di  6  frese 
pure  americane,  ed  un  altro  di  6  torni  à  re- 
volver, più  7  trapani  e  2  smerigliati-ici.  L'of- 
ficina comprendeva,  inoltre,  una  tool-room 
ricca  di  macchine  da  affilare,  smerigliare  e 
rettificare,  ed  aveva  quindi  già  allora,  un  at- 
trezzamento completo,  di  tipo  assolutamente 
moderno. 

I  tipi  di  vetture  messi  in  fabbricazione 
dalla  FIAT  in  quel  suo  primo  periodo  erano 
due  soltanto,  con  motori  a  due  cilindri  oriz- 
zontali situati  nella  parte  posteriore  del  te- 
laio, l'uno  della  forza  di  4  HP  l'altro  della 
forza  di  8  HP. 

Agli  ehà-<sis  che  s'andavano  costruendo 
era  applicabile  qualunque  forma  di  carroz- 
zeria, e  le  forme  adottate  dalla  fabbrica  erano, 
come  si  può  giudicare  dalle  fotografie  e  dai 
disegni  di  quell'epoca,  assai  notevoli  per  la 
loro  snellezza  e  la  loro  eleganza. 


Nel  giugno  dell'anno  1899,  per  iniziativa  di 
alcuni  signori  torinesi  che  già  allora  i  gior- 
nali chiamavano  automobilist',  vennero  gettate 
le  basi  di  una  società  anonima,  con  un  capi- 
tale di  L.  800,000  in  tante  azioni  da  L.  200 
ciascuna,  per  "  la  costruzione  ed  il  commer- 
cio degli  automobili  in  Italia.  „ 

La  Società  venne  definitivamente  costi- 
tuita ril  luglio  di  quell'anno,  con  sede  a 
Torino. 

Nell'ottobre  1899,  superate  lo  prime  dif- 
ficoltà, la  FIAT  vedeva  già  a  buon  punto  i 
propri  lavori  d'impianto,  poiché  già  sorge- 
vano quasi  ultimati,  i  locali  delle  officine,  su 
un  ampio  quadrato  di  terreno  (10,000  mq.) 
fronteggiante,  al  Valentino,  il  corso  Dante. 
Intanto  la  fabbricazione  dei  pezzi  greggi  era 
già  attivata,  e  si  provvedeva  alacremente  a 
rendere  possibile  il  pronto  inizio  del  montag- 
gio delle  macchine. 

Fu  allora  che  la  Direzione  della  Fabbrica, 
propose  di  assumere  come  marca  di  fabbrica 


Il  19  marzo  1900  ebbe  luogo  l'inaugura- 
zione ufficiale  dello  stabilimento  della  FIAT, 
alla  quale  assisterono  il  Duca  di  Genova,  il 
Principe  Ferdinando  e  più  di  500  invitati,  i 
quali,  esaminando  i  prodotti  già  ultimati  della 
nuova  fabbrica,  manifestarono  una  meraviglia 
pienamente  giustificata  dalla  celerità  con  la 
quale  i  fondatori  avevano  saputo  compiere 
l'impianto  ed  avviare  la  pi-oduzione. 

La  produzione  frattanto  continuava  in- 
tensa, procedendo  di  pari  passo  con  lo  svi- 
luppo che  l'automobilismo  andava  prendendo 
in  Italia  come  all'estero. 

Cominciavano  anche  in  Italia  le  prime  mo- 
stre e  le  prime  corse  di  automobili,  e  la 
FIAT,  quantunque  appena  nata,  era  già  in 
grado  di  farvi  flguiare  con  onore  le  vetture 
uscite  dal  suo  stabilimento. 

Alla  riunione  automobilistica  di  Padova 
del  luirlio  1900,  che  fu  una  delle  prime  che 
8i  tennero  in  Italia,   la  Fabbrica  Torinese 


-  687  - 

/i  t^rmt  (ti  6  RP  •  Mon(*4>nltto  (gnn  coy 

nrt  di  4  HP.    ?J<»II«  Amedeo)  »,  InnUr*» 

•>Uiu«  di  Ti>t1no  e  II    *     ■ 

.   (ti  vo-  nono  automo) 

v«»ltxll;«     1. 
1  ..  All<'->t.-i 


r  i  A  1   non  ni.uii''» 
onore.  riporUndo    ▼<<' 

la  ropp»  d'nnnr*».     or 


•t. 

toi        ,    . 

guidatore,  e  J»  .V.i.-.-J»\>.  uuv-,-.4 ;ii«.M.  fu  M)- 
cond*  col  suol  6  HP,  dietro  a  1  una  l'hamtrd' 
X^r..  «.-..•  '^<  !••  MI-  (.„,».•.  <>;  barone /Tra»»- 
db'  tn.  43.500  a!- 

!'•  li  km.  57,300 

I'. 

ncorrenti  v'erano 
li-  luft,  un»  Di  Dìom 

e  1  11  8  HP. 

1  corsa  di  re* 
8i>-'  A,   Cremona, 

Mauu>> ..  otroa), 

e  la  gara  impor- 

♦^"" — -  ;  molto 

■  ijte. 

«il,  la  FIAT  incominciò  la  co«tra> 
ziuiit'    leila  vettura  con  motore  a  4  cilindri: 
in  quell'anno  essa  ottenne  a  Torino  il  primo 
premio   nel  concorso  di  cnrrsnmo,  a  Mllnnn, 
Il  gran  premio  della  prin. 
stonale  di  automobili,  la 
e  la  ;.'r.i  1  i.-  medaglia  d'o: 
pr  in  una  cor>k  <ii  vt:loi;it^  La 

»n  :  !  ;e  vetture  F I  A  T  su  ogni  altro 

pr 'l'i-tria   automobilistica  ita- 

liana c<''  :'iqne  ad  affermarsi  «ad 


LavetKira  r  i  \  f  1904  pres«^r'-  -  -*-;  -  ■- 
tevoli  progressi  su  quella  dep 
dectL  Lo  chàa»i$  era  ancora  d. 
etto  da  traverse  di  ferro,  ma  II  rnorort-  «-ra 
già  verticale  e  situato  nella  part«  anteriore 
della  vettura.  U  carburatore  era  a  polverix- 
zastone  e  a  livello  costante,  con  prese  d'aria 
calda  e  d'aria  fredda  addizionato.  L'aoeen» 
sione  era  ottenuta,  come  dicono  to  deaeri- 
sioni  del  tempo,  *  mediante  un  apparecchio 
magneto-elettrioo  rotativo,  messo  in  salone 
dal  motore  stesso,  e  mediante  candele  spe- 
ciali a  martelletti.  «  Un  apperecohio  *  inge- 
gnosissimo, ,  brevettato,  dava  satomatlos- 
mente  nn  anticipo  all'aocenalNie,  proporslu- 
naie  al  numero  del  giri  del  motore. 

Pel  rafrre<Ir! amonto,  pompa oentrifaga,  ra- 
diatore <  ''  con  ventilatore.  Per  la 
lubrifica  '.indri,  apparei*chio  auto- 
matico L.      .  ::..     . 

Fu  con  vetture  di  questo  tipo,  ODO  la 
FIAT,  partecipando  quell'anno  a  tutte  le 
manifestazioni  automobilistiche,  riportò  11 
primo  premio  nella  corsa  in  salita  8assi-3n- 
perga  (Coppa  di  8.  A.  R.  il  Duca  degli  \bruzii). 
il  primo  premio  uell'sitr»  oorss  m  sahu  Sus»- 


p,. 
lt.i 

ailc-...„..^.„   .  , 

bite,  maebbe  >:i£agrandu 

sima  dal  pant-  ti^. 

Sorsero  nu(>\f  t  .  ..      .  .    . 

eslsCevano  furono   e 

dossero   sensibili    rn 

produzione,  oonrt.-  ■:. 

onorevolmente  a'    ■  -••      .  !..i  i  !  \  r  m  in.n- 

tenne  slls  test*  'ii  .i'i.vto  m  .v.in.  n-.     -  i.. 

sue  macchine  dal  nume  (atldloci  •'  !   r-nn- 

acquistarono  una  notorietà  mon  i  •:      i  > 

do«t  iti.N.r:»  tiMfnro  In  nfroi  maiUlcataZiuU'  . 
pi: 

,  listata  tsalo  rapi 

daun-ntf.   non  iivrfi.iM-  |M>lutO  OSSere  pi*: 

stifleata.  bisogna  convenirne,  né  più  in< 
N  Ila  giovane  Cabbrics  torlneee.  Tei. 

infatti,  metlcoloeanienie,  I  oonoetti 

Ilo  potevano  oontribalre  s  ter  ml- 

incessantemente  la  produsloDe.  La 

w^lu  del  materiale  era  fìuta  con  mlnuslo*  • 

cura,  la  lavorazione  di  ogni  parte  delle  mar 

e  iine  era  dlll?eiitU«linA    tvirn»   him/D  «  rtg  >- 

roeo  era  il  cn  '  '  lori 

pezsi,  e  scrop  ttura 

doveva  subire  pi.u...  ..  u-.. i«;>brk>a. 

Alcune  vettore  della  fShbrlaa  torlneo- 
eran  già  sUte  aoquivUte  dal  Ministero  deiu 
Guerra,  e.  quell'anno  furono  espertmeoUte 
per  la  prima  volta,  con  pieno  soeoesso,  du 
r4nte  le  grandi  manovre.  Altrs  veltars  FIAT 
divennero  proprietà  del  Re.  detto  Beglns  Ma- 
dre, dei  principi  di  Onss  8svois«  ohe  diedero 
e  mantennero  loro  to  preferenza,  ed  alto 
FIAT  11  Ministero  della  MaHna.  ordino  I 
motori  a  scoppio  di  gaz  di  petrulio.  da  150 
e  da  aOO  HP.  per  I  battelli  sottomarini  allom 
In  costruzione. 

Ls  produzione  intanto  cresceva  ancora.  • 
il  nnmero  degli  operai  ImpSegaU  nello  stabi 
iimeoto  di  Corso  Danto  doveva  essere  eon 
tinnsmento  somentato.  In  pari  tempo  «n* 
scerà  anche  II  nnmero  delle  onortflcens*  e 
del  successi  che  la  fa  'brlca  otteneva,  co'saol 
eccellenti  prodotii.  in  ogni  mostra  e  In  ogni 
grande  i  a  ed  a' l'estero;  e  '    • 
tore  FI  ^                     iva  ad  e«sere  pe- 
nato, a  n; , .  .  in  tipi  di  forse  di ^       ^ 

HeU'anno  liMMt  si  tentò  felicemente  to  coetro- 
zlone  di  ona  14  HP  eoo  ootevoti  mntaoMnM 
nelle  diverte  psrti  del  «eecsnismo.  mentre 


—  588 


11  tipo  normale  fissato  per  quell'anno,  esposto 
coi  tipi  dell'alino  precedente,  al  Salon  di  Pa- 
rigi del  1902  era  già  stato  universalmente 
notato  come  una  vex'a  i-ivelazione,  e  aveva 
ottenuto,  fra  le  molte  novità  che  quella  mo- 
stra comprendeva,  uno  straordinario  suc- 
cesso. 


Nel  1904,  salita  la  produzione  a  250  vet- 
ture e  salito  a  500  il  numero  degli  operai,  la 
FIAT  dovette  prontamente  provvedere  ad 
ampliare  le  proprie  ofificine,  ed  acquistò  a  due 
riprese  altri  30,000  metri  quadrati  di  teiTeno 
che  non  tardarono  ad  essere  coperti  da  nuove 
officine. 

Le  macchine  costruite  dalla  fabbrica  an- 
davano subendo  nuove  ed  importanti  modi- 
ficazioni in  ogni  loro  parte,  continuando  ad 
eccellere  per  il  loro  ottimo  funzionamento 
e  per  la  loro  eleganza,  oltre  che  per  le  qua- 
lità nuove  che  di  continuo  acquistavano,  dal 
punto  di  vista  dell'esecuzione  meccanica  e 
della  velocità. 

Lo  chàssis  di  legno  armato,  non  più  atto 
a  sopportare  un  motore  divenuto  potentis- 
simo e  capace  delle  massime  velocità,  era  già 
stato  abbandonato  definitivamente  e  sosti- 
tuito da  nn  robusto  chàssis  d.'a,GCi&ìo  embouti. 

La  potenza  del  motore  fa  aumentata  in 
alcuni  tipi,  fino  a  60  cavalli,  e  il  materiale  di 
costruzione  continuò  ad  essere  migliorato  in 
tutte  le  parti,  mentre  nuovi  dispositivi  veni- 
vano applicati,  per  l'accensione,  per  l'em- 
hrayage,  pel  cambio  di  velocità  e  così  via. 

Anche  in  quell'anno,  conscia  della  neces- 
sità di  assicurarsi  nna  notorietà  adeguata  al 
proprio  sviluppo  ed  alla  bontà  dei  propri 
prodotti,  la  EIAT  prese  parte  a  tutte  le 
manifestazioni  automobilistiche,  tanto  spoi-- 
tive  che  industriali,  e  la  vediamo  riportare 
i  primissimi  premi  nelle  corse  e  nei  concorsi 
di  Firenze,  vincere  a  Brescia  la  Coppa  d'Ita- 
lia, distinguersi  al  Taunus  e  brillare  a  Bom- 
bay tra  le  migliori  fabbriche  d'Europa  e 
d'America,  in  una  prova  di  velocità  e  in  una 
mostra,  nella  quale  ottenne  U  premio  riser- 
vato al  più.  bello  degli  automobili  esposti.  La 
celebrità  della  grande  marca  italiana  comin- 
ciava a  diventare  mondiale! 

Nel  1905,  le  officine  di  Corso  Dante  do- 
vettero essere  ancora  ampliate,  di  maniera 
che  la  superficie  totale  occupata  dallo  stabi- 
limento giunse  a  circa  50,000  metri  quadrati. 
Il  numero  degli  operai  era  salito  a  1000  e  la 
produzione  annuale  superava  ormai  i  500 
chàssis. 

I  successi  sportivi  della  marca  andavano 
Intanto  moltiplicandosi  vertiginosamente,  an- 
che perchè  i  dirigenti  della  grande  fabbrica 
avevano  saputo  assicurarsi  il  prezioso  con- 
corso di  guidatori  eccezionali,  quali  Vincenzo 
Lancia,  Alessandro  Cagno,  Felice  Nazzaro.  De- 
dicatasi anche  alla  costruzione  di  motori  spe- 
ciali per  canotti  automobili,  la  FIAT  oomin 
ciò  a  distinguersi  nelle  corse  di  vacera  e  di 
cruiser,  oltre  che  in  quella  di  vetture,  ed  ec- 
cola vittoriosa  a  Monaco  in  una  delle  prin- 
cipali categorie,  eccola  partecipare  molto  ono- 
revolmente con  un  canotto  rimasto  celebre 
il  Fiat  X  a  quel  memorabile  tentativo   che 


fu  la  corsa  temerariamente  battezzata  Algeri- 
Tolone. 

Poco  dopo  tre  vetture  FIAT  24  HP  pi- 
lotate rispettivamente  da  Vincenzo  Lancia, 
dal  marchese  Ferrerò  di  Ventimiylia  e  da 
Alessandro  Cagno  vinsero  un  primo,  un  se- 
condo e  un  terzo  premio  nell'importante 
concorso  di  turismo  dell'A.  C.  M.  Poi,  ecco 
la  Gordon  Bennett,  sul  circuito  d'Alvernia, 
alla  quale  partecipano  tre  FIAT  da  100  HP, 
guidata  da  Lancia,  Cagno  e  Nazzaro. 

Lancia  si  mantenne  alla  testa  per  i  primi 
due  dei  quattro  giri  della  corsa,  con  circa 
25  minuti  di  vantaggio  sugli  altri  corridori, 
e  avrebbe  vinto  certamente,  in  vece  di  Théry, 
se  un  malaugurato  incidente  non  lo  avesse 
costretto  a  ritirarsi  alla  fine  del  penultimo 
giro.  Nazzaro  e  Cagno  furono  secondo  e  terzo 
nella  classifica  finale,  e  Véquipe  italiana  fu  poi 
quella  che  più  si  distinse  in  cotesta  grande 
corsa. 

La  FIAT  primeggiava  ormai  fra  tutte  le 
marche  del  mondo,  e  la  serie  dei  suoi  trionfi 
nelle  maggiori  prove  internazionali  era  splen- 
didamente iniziata. 

Nel  settembre  di  quello  stesso  anno,  Lan- 
cia e  Nazzaro  dovevano  ancora  distinguersi 
nella  Coppa  Florio,  a  Brescia,  mentre  Cagno 
in  Francia,  al  Monte  Ventoux,  stabiliva  un 
record  di  velocità  in  salita  che  non  è  ancora 
stato  battuto.  E  infine  nell'ottobre,  alla  Coppa 
Vanderbilt,  in  America,  le  vetture  FIAT  s'im- 
ponevano ancora  all'ammirazione  del  mondo 
compiendo  una  coi-sa  meravigliosa,  che  come 
la  Gordon  Bennett  sarebbe  stata  vinta  da 
Lanca,  se  questi,  sfortunato  sempre,  non 
fosse  stato  investito  poco  prima  della  mèta, 
da  una  vettura  americana. 

Ed  eccoci  al  1906,  anno  nel  quale  alla  pri- 
m.itiva  Società  messa  in  liquidazione,  suben- 
travauna  nuova  Società  col  capitale  di  9,000,000 
di  lire. 

La  FIAT  cominciò  l'anno  col  farsi  nuo- 
vamente onore  nel  Meeting  di  Monaco,  nel 
quale  il  racer  battezzato  col  suo  nome  compì 
veri  prodigi  di  velocità.  Poi  colla  vettura  di 
Lancia,  vinse  la  memoranda  Coppa  d'Oro, 
nel  qual  concorso  Cagno  e  Nazzaro,  pure  iu 
FIAT,  furono  classificati  terzo  e  quarto,  e 
nel  mese  di  giugno  partecipò,  tutti  sanno 
con  quanto  onore,  al  Grand  Prix  dell'A.C.F., 
sul  Circuito  della  Sarthe. 

Nazzaro  il  futuro  trionfatore  di  tutte  le 
grandi  prove  del  1907,  arrivò  secondo  in 
quella  corsa,  a  brevissima  distanza  dal  vin- 
citore Sisz,  e  Lancia  prese  un  ottimo  posto 
nella  classifica  finale. 

In  ottobre  poi  la  FIAT  corse  per  la  se- 
conda volta  nella  Coppa  Vanderbilt  a  Long 
Island,  ed  anche  in  questa  corsa  s'impadronì 
del  secondo  posto,  con  100  HP  guidata  dal 
Lancia,  lasciandosi  indietro  parecchie  delle 
più  celebri  e  antiche  marche  francesi. 

La  grande  fabbrica  torinese,  a  questo 
punto  della  sua  gloriosa  esistenza,  gode  già 
di  una  fama  superiore  a  quella  di  ogni  altra. 
In  tutto  11  mondo  le  sue  macchine  sono  ricer- 
cate, apprezzate  ed  ammirate,  e  la  straordina- 
ria sua  prosperità  contribuisce  potentemente 
all'incremento  rapidissimo  dell'industria  au- 
tomobilistica italiana. 

La  produzione  delle  officine  di  Corso  Dan- 


-  5R9  - 


«Acorft  p^r  quanto  «It  roniMdpip* 

-inmrn'ntn  tn  l'a!!»  i;  mimrr"  r».i  Ilo 


Mu  ab'  la  Mpato  in»tt4rrtl  alU  ImU  di  ano 

tini   ptn   rrrrnrt   pr-v-rr^M. 


del 
Ut» 


o  .nso^ii.io  con  tna^^jor  rtspetto  delle  glu.-ti 
esigenze  del  pabbUoo. 


llA,per  esanrlre  il  nostro  c<$mpito,  ol  re- 
sta da  accennare  tn  altre  note  aommaHe  e 
rapide  come  te  procedenti,  all'anno  che  ora 
volge  alla  tire,  o  ohe  è  stato,  per  la  FIAT, 
vermmeote  tru-ntale. 

Taturia  la  Tar^  Florio,  la  Coppa  del- 
l'Imperatore e  il  Granrl  Prlx  francese  1907 
sono  aTTenniìcntì  ancora  tanto  recenti  e  sì 
nnlTersa-  I<er  avere  interessato  e 

appa<si<  ;  *  intero,  che  stimiamo 

lnuti:e   -1  >    pariamo  qai.  Ci  limi- 

tiamo qr.  Urli  soltanto,  in  queste 

pagine,  i  mte  tappe  della  merm- 

Ttx'liosa  ascvii!>ioii«  cumpiuta  con  si  meraTi- 
gliosa  celerità  dal  grande  organismo  indu- 
striale di  cTt\  et  Sfamo  proposti  rtt  tratteg- 
giare la  ^  runa 
all'altra.  iza  di 
temj'M,  -  in  una 
uri!  ..  po<ler»&-'  ^oiu  ^uUc  ali  lumi- 
no-                      >iia  e  della  Fama. 

\ -   -empre,  come  per  una  felice 

fatalità  irresistibile,  la  FIAT  ha  compiuto 
infatti   in   un  anno,  più  cammino  in  alt«>zza 

che   non   ne   abbiano        •     fin  dal  loro 

inizio  le  piò  rinoma:  dell'estero. 

L' en^otim'mt,  tanto    >  Kinstiflcato, 

che  l'odierna  civiltà  iraiif.^ta  p«r  l'auto- 
mobile e  rautomobtii.snM.  facendo  di  questo 
com-  iiii''-i>ressione  sintetica  della  propria 
atti'.  1.  è  ora  nel  suo  momento  di 

mii.  Mtà,  e  l'automobile  FIAT  è 

fra   ;  .     .  u  che  gode,  nel  mondo.  drll.\ 

cele)*rita  massima.  Un  risultato  t 
revole  non  poteva  dunque  cs»' 
dalla  grande  fabbrica  italiana,  ne  ii^t^a^-  i-w- 
teva  giovare  al  paese  piò  che  non  gii  abbia 
giovato,  a^aicvnuidogll  ti  primato  assoluto  in 
ma  indnsirfa  che  ha  davaatl  a  sé  uno  spiso» 
dido  avvenire. 

È  appunto  per  questo  che.  aoms  abbiamo 
affermato  in  principio,  la  FIAT  dev'essere 
considerata  come  una  vera  gloria  dell'  Italia 
d'oggi. 

La  FIAT,  riportando  soccssil  clamorosi 
dovnnqae  abbia  mandato  sue  mseehlns,  nel 
paesi  più  progrediti  e  nei  paesi  da  noi  p*à 
lontani,  è  bastata  da  sola  a  rivelare,  a  quanti 
non  potevano  ancora  saperlo,  di  che  cosa  sia 
capace  l' Italia  nuova,  l' Italia  lavoratrice, 
l'Italia  industriale  che  nacque  lori,  e 


.<o.  •  1  //#- 

FIAT   ha 

>  <*orsa 

■  vno 

'ì<>\9 

quanto  ha 

è  sufflclcn- 


fi-r/o  e  delle  nuu\L-  Mrtu 
liana. 

Di  questo.  l'Italia  dev' 
Bcente. 

Muteremo  d'altronde,  ohe,  di 
fktto  e  continua  a  fare  la  FIAT 
temente  ricompensata  dai  propri  succeaai.  idi 
corrisponde,  com'è  logico,  un  proporzionato 
sviluppo  commerciale. 

La  prodnsione  ancora  auroentatadell'anno 
scorso,  è  oggi  di  oltre  1500  eMuia  "A  nccnp» 
più  di  SOOO  operai.  Il  modello  \ 
sari,  come  quelli  degli  anni  pret 
dei  dom  delle  varie  Esposizlonf  e-  \ 

nostra  piò  grande  marca  nuovi  tribuu  d  aia- 
mirazlono  e  di  preferenza  da  parte  degli  au- 
tomobilisti, e  nuovi  trionfi  nelle  prosalme 
prove. 

La  FIAT  d'altronde,  mentr«  va  sempre 

aumentando   il  suo  mlrabl'^  ,  non 

trascura  alcuna  delle  applii-  -tore 

a  benzina  e.  oltre  alle  insnp*-i  .  r<>  che 

tutti  coni-  '.ice,  con  crescente  atti- 

viti, grui  i^eroaDOtAledomnibna, 

carri,  ve:<  ali  d'ogni  ftoors. 

I  canotti  tua  wulure  FIAT  sono  sempre 
fra  1  più  ammirati,  a  Monacn.  e  quest'anno 
vinsero,  nella  categoria  d si  er-imfr*   il  «  .un. 
plonato  del  Mare,  ed  altre  vitt' 
rono  nelle  regate  di  Livorno,  del 
Spezia.  Quanto  ai  carri  ed  al  c/- 
grande  marca,  beati  accennare  a 
furono  apprezzati  dallo  Stato  Ma/ 
ultime  grandi  manovre,  durai. t.- ;. 
dero  splendida  prova  di  uti   -.      .-.    :  a^  .  ut.» 
impeccabile:  e.  quanto  agli  ornn  ■  n.    «i  i:tni- 
teremo  a  constatare  che  già  parecchi  di  questi 
Teleoll.  usciti  dalle  oOctoe  di  Corso  Dante, 
diHimtifi/naoo  ODO  spIcDdlda  refolsritè  Im- 
'^rrisl  pabbllfll.  •  die  moiu  altri 
I  droolaskHM  nel  proe- 


rosi  si  può  gii  essere  certi  db»  quando 
Il  periodo  sportivo  dell' antomobUtsHio  sari 
deflnittTaaseBto  tramootstot  la  FIAT  oootl- 
Bttorà  a  trioalhrs  soa  Mio  oon  le  mo  voi- 
t«rs  da  tTlsmo,  va  anche  Intensi floaodo  la 
prodoslone  di  tatti  quel  velooU  antoaMbdl 
per  trasporti  di  morcl  e  per  trasporti  In  oo> 
lae 


B 
essa  snprà 
•FIAT  nttortosa 
dare  per  titolo  a  q 
oontlnoerind 
ipsrdato. 


•  aoB  aadrt 


590  - 


LA  PREPARAZIONE  DI  UN  CIRCUITO 

(Appunti  di  un  osservatore 
a  proposito  della  grande  corsa  del   Circuito  di  Brescia). 


L'esito  splendido  della  j^rande  corsa  del 
Circuito  di  Brescia  fu  senza  dub:  io  dovuto 
in  gran  parte  alla  accuratissima  preparazione 
della  strada,  la  quale,  per  comune  consenso 
della  stampa  e  d-lle  pei'sone  più  competenti, 
corrispose  In  modo  vei  amente  adeguato  alla 
importanza  del  grande  avvenimento  automo- 
bilistico. 

Purtroppo  le  strade  italiane,  in  genere, 
per  deficienza  di  solidità  della  massicciata, 
non  sono  le  più  adatte  per  e.-^ser  convertite, 
in  breve  tempo,  in  una  pista  da  automobili, 
tale  da  garantire  una  sutficiente  resistenza  e 
una  mancanza  quasi  assoluta  della  polvere, 
che  è  il  peggiore  nemico  dell'automobile. 

La  ristrettezza  dello  spazio  c'impedisce 
di  parlare  come  vorremmo  sulla  costruzione 
del  sotto  passaggio  alle  porte  di  Brescia  (co- 
struito col  cwncorso  dello  Stato,  della  Pro- 
vincia e  del  Comune),  sul  lungo  lavoro  di 
assodamento  della  m arsicciata,  di  allarga- 
mento di  vari  punti,  di  smussatura  delle  ri- 
svolte, di  profilatura  accurata  dei  cigli,  che 
costituì  la  prima  base  della  rlitficile  impresa. 

Dopo  una  energica  spazzatura  di  tutto  il 
circuito,  eseguita  da  tre  potenti  spazzatrici 
meccaniche  e  da  una  trentina  di  uomini  (l'in- 
tera spazzatura  fu  eseguita  in  due  giorni),  ed 
un  abbondante  innaffiamento,  dopo  aver  prov- 
veduto cioè  per  tutto  quanto  era  possibile  al 
miglioramento  della  carreggiata,  rimaneva  a 
disporre  per  la  più  importante  e  più  difficile 
operazione  di  t  giii  circuito,  e  cioè  alla  sop- 
pressione della  polvere. 

Dopo  maturo  esame  si  stabili  di  ricorrere 
all'innaffiamento  col  FIx,  il  noto  preparato 
della  Società  E.  Reinach  C.  di  :\rilan.o,  la  ben 
conosciuta  produttrice  di  lubrificanti,  primo 
fra  i  quali  l'ormai  celebre   OUoblitz. 

La  mancanza  dell'acqua  in  alcuni  punti 
del  circuito  rese  necessario  sostituire,  in  qual- 
che parte,  al  /'Yjj  la  incatramatura:  ma  (.Itre 
due  terzi  d^l  circuito  furono  trattati  col  Jix, 
con  ottimi  resultati. 

Per  il  trattamento  col  Fix  si  stabilirono 
depositi  di  barili  ad  ogni  due  chilometri  circa, 
ed  in  prossimità  dei  punti  di  rifornimento 
di  acqua.  Un  primo  inaffiamento  venne  fatto 
con  una  soluzione  al  10"/',),  seguito  a  breve 
distanza  da  un  altro  inaffiamento  con  solu- 


zione al  5%.  Quindici  carri  botti  disimpe- 
gnarono tale  servizio  con  un  consumo  di  Fix 
che  s'aggira  intorno  ai  500  quintali. 

In  alcuni  punti  speciali  del  circuito  dove 
mancava  l'acqua  e  sarebbe  stato  troppo  in- 
comodo eseguire  la  catramatura,  si  provvide 
con  un  serbatoio  di  riserva  con  pi<'p;irato 
Fix  contenente  4  metri  cubi,  per  modo  che 
con  una  botte  rimorchiata  da  una  locomo- 
tiva stradale  leggera,  si  sarebbero  potu;i  in- 
naffiare da  8  a  10  chilometri  per  giorno. 

Con  tali  mezzi  si  giunse,  se  non  ad  elimi- 
nare completamente  la  polvere  "il  che  non  si 
è  riusciti  a  raggiungere  neppure  negli  ubimi 
circuiti  esteri)  e  ridurla  ad  un  minimo  quasi 
trascurabile. 

Gli  ultimi  resultati  ottenuti,  confermarono 
una  volta  ancora  che  l'industria  italiana  non 
ha  nulla  da  invidiare  a  quella  straniera,  e  che, 
se  le  strade  del  nostro  paese  hanno  molto  da 
invidiare  a  quelle  delle  altre  nazioni,  per  ri- 
guardo al  turismo,  ciò  non  dipende  solo  dalla 
natura  delle  strade  stesse,  ma  anche  dalla 
manutenzione  di  esse,  molte  volte  troppo 
trascurata. 

Le  strade  costituenti  il  Ci>cuito  di  Bre- 
scia risentiranno  ben  oltre  il  periodo  delle 
corse  il  beneficio  della  preparazione  di  cui 
abbiamo  parlato,  e  ciò  dovrebbe  dimostrare 
alle  Amministrazioni  il  vantaggio  giai.de  ni 
molti  di  questi  lavori  che  dovrebbero  pene- 
trare nel  servizio  normale  della  manutenzio- 
ne: niun  dubbio  che  ove  ciò  si  facesse  e  si 
provvedesse  anno  per  anno  alla  sistemazione 
radicale  di  qualche  tronco  di  strada,  in  un 
non  lungo  periodo  di  tempo  si  potrebbe  al- 
tresì notevolmente  migliorare  tutta  una  rete 
di  strade. 

Ma  se  l'automobilismo  è  stato  il  primo  a 
risentire  i  benefici  del  Fix,  non  è  dette  che 
qui  debba  arrestarsi  il  cammino  di  questo 
meraviglioso  preparato.  Ben  più  vasto  ed 
importante  è  l'avvenire  che  gli  è  riserbato. 
I  progressi  dell'igiene  hanno  dimostrata  la 
necessità  di  combattere  nella  polvere  il  più 
terribile  veicolo  di  infezioni:  non  è  quindi 
lontano  il  giorno  in  cui  il  Fix,  grazie  all'in- 
teressamento sempre  maggiore  degli  enti 
pubblici  e  privati,  diventerà  uno  dei  più  ef- 
ficaci benefattori  della  salute  pubblica. 


MON   AVEV/q    ILVERO   FANALE  \ 

"^  — s.J! 

cut  PORTA  IMPRE55/>  QUESTA  (IflRCfl  l-ÉGflLMtflTE  /gjj\  - 
DEPOSITflMtLfl  PAROLA  "AQUILASo  VvÌ'h!?)^^ 
FABBRICA  F.'-  Schiusi -FERR/^R^   '-^-^^j 


AOUIUA 


CAVALLI    B    CORSB 
(Corte  al  galoppo). 


A«.A    <."'iriii  un   rilevai, 
iij.p..    <1p!!.«  .•..,,,•  Mi    , 


itso  ohv 
nno  cb« 

uoT*  riunione  Romana  dei  mesi  di 
i  apri!»*,  r'.f't'n  if  numero»©  irtornate 
•/i  (60.000)  ed 
ippo  dato  a:ia 
-•  giornate  ar- 
cuila >-r«.  Atloue  del  Crùti-iitm  (30.0001. 
v'.to  che  la  Lombarda  potè  mantenere 

programma  latte  le  grandi  prore  che 

Ha  «orsa  annata  erano  state  imlette.  in  via 
- .  aordinarla,  per  solcnniczare  l' EspostiKiooe, 
.^••giiarono  oompIessiTamente  un  periodo  di 
proapòttà  che  tutto  lascia  sperare,  e  noi  ri- 
▼ameote  auguriamo,  tara  Inido  di  nuore  ar- 
dimentoae  IntxlatlTe. 

Col  graduale  aumento  delle  corse,  sia  per 
numero  sia  per  allocazioni,  le  lotte  del  turf 
di  Tenteranno  meno  rorlnose   per   1   nost 
tpo>-tmtH,  e.  mentre  nascono  nuore  scudei 
e  si  cf^na  all'estero  materiale  di  classe,  ì; 
a'  -  o  adeguata  ri(H)mpen8a  al 

s.>  ;  er  il  miglioramento  deHa 

•  r  ..iu^......v  i.iK^.».-  i.a:  I  nostri  ca--  '  '^'  -— " 

n  rimarranno  più  palestre  <*-■ 
.  <>  o  cinque  competitori,  la  lo; 
combattuta,  ed  anche  qualche  picroia  .scuic- 
ria  estera  non  disdegnerà  di  seguire  le  riu- 
nioni italiane,  come  già  infatti  arvenne  per 
la  riunione  della  scorsa  primarera  a  Milano, 
ore  i  signori  Balsan.  Zafiropulo  e  Cammas 
•cecero  tn  campo  con  parecchi  caralli.  È  però 
doloroso  di  dorere  constatare  che,  almeno 
perora,  allo  sviluppo  delle  corse  ed  all'au- 

lB*»V««f'>       ^-'     r..-«r«i     non     »ia     pror^r, ,,,.,.»..    il 

n  illevament' 

tiu  .-.oltane  si  iMv- 

In  anno  i  una  p':>gg1ore  dell' aitra  i-on  una 
media  di  aarorra  reramente  desolante,  e  fa- 
cendosi sempre  più  rara  l'appartsione  di  un 
rero  buon  carallo.  Dopo  la  scomparsa  del 
grande  Satwmftto  passarono  parecchi  anni 
prima  che  l'alleramento  nazionale  produ- 
cesse nn  soggetto  di  classe:  bi«ogna  arrirare 
fino  a  Manema,  il  riociiore  del  Commercio 
19W,  per  rrorare  un  carallo  che  abbia  dato 
almeno  l' illusione  di  saper  seriamente  galop- 
pare: lo  stesso  CkiammtomU,  imbattibile  In 
Italia,  anche  con  65  chili,  sdle  distanze  in- 
feriori ai  2000  metri,  non  fu  capace,  lo  scorso 
settembre,  a  5  anni,  di  rincere.  con  47  chili. 
Jf.indicap  de  hi  Tamim  a  Maison»  Laffltte  su 
-  Mj  metri.  £  poi  generosità  il  non  rammen- 


r 

pr..u  .<. 
medio, 
ne  è  la  ' 
la  deflci-nf" 
Ioni,  e  farà  f.i 
solanti  rtsult 
dnzione  ««ert*- 
finirebbero  p 
rettlno:    da  i 

puro     Bit 

stalloix<- 
rincl|or. 
Uto  M' 
prorvt  : 
classe:  . 
Hikoi,  e 
m.Mit-  • 


ngurer<  : 
lerameir 
Vorn 
nostri  I  I 
tanto  a' 
rarsM-lo. 
It, 


iiaui«ulo  aìU  e  mìa  d«U« 


ì:> 

ha 

torla  ri; 
sarà:  \ 
Klena,  •'. 
Pb*dieke- 
bnllant<- 

Premio  A 

llastma  Ttttoris,  qua; 
una  dlstanaa  al  di 
puledra. 

Nell'annata  le  nostre  scuderie  tentaron 
ancora  la  ««irte  sugli  ippodromi  t^n^inl.   • 
oon  lieta  fortuna:  Chiama» 
tamom,    Madt'ié  e  {io9ta(*>  : 


(lquorc|iilÌ 

l  VINI  -  LIQUORI  -  VERMOUTH  -  CHAMPAOKB 


SPECIALITÀ  DELLA  CASA 

^.sco  Monaco  e  ^igli 

di  CATANIA 


] 


592  — 


fatM.  alla  riunione  intorna'ionale  di  Maisons 
LaOitte,  i  primi  tre  piazzandosi  negli  handi- 
caps  della  Tamise  e  della  Seine,  Tthtmon  pas- 
sando primo  il  palo  nel  Prix  de  l'Eacaut  e 
nel  Prix  Newmai-ket.  J^'haniticapper  francese 
era  stato  assai  generoso  coi  nostri  rappre- 
sentanti, assegnando  loro  dei  pesi  di  piuma, 
ma  ciò  non  ostante  le  corse  da  essi  fornite 
furono  assai  onorevoli. 

La  statistica  della  campagna  di  primavera 
(lo  marzo-30  giugno)  1907,  tenendo  anche  cal- 
colo delle  corse  disputate  all'estero,  porta  in 
testa  all'elenco  delle  scuderie  vincitrici  Sir 
Rholand  (signori  Scheibler,  Centurini  e  Flo- 
rio) con  L.  399,925,  somma  record  per  le  scu- 
derie italiane:  seguono  nell'elenco  il  Principe 
Doria  Pamphili  con  L.  124,650,  E,  F.  Bocconi 
con  121,825,  poi  Razza  Gerbido  80,150,  Petite 
Ecurie  47,725,  Principe  Deliella  36,500,  Fran- 
cesco Simonetta  34,575,  Alberto  Chantre  30,975, 
march.  Solaroli  29,200,  Riccardo  Sineo  26,100, 
Razza  Volta  25,000,  ec.  Sono  dunque  11  scu- 
derie che  toccano  le  25,000  L.,  nella  sola  cam- 
pagna di  primavera,  mentre  i  primi  risultati 
delle  riunioni  autunnali  assicurano  che,  a  fine 
d'anno.  Razza  Alchina,  Razza  Casilina,  conte 
Riccardo  Bastogi  aggiungeranno  i  loro  nomi 
alla  ricca  lista.  Madrée  occupa,  naturalmente, 
con  175,500  lire,  il  primo  posto  nella  lista  dei 
cavalli  vincitori  di  almeno  15,000  lire,  seguita 
daZ'/on/ere  50,550,  Gostaco  48,325,  ^e?6»c  41,325, 
ii&er/o34,450,  O^/vo 29,000, On^ra^a 26,000,  Chia- 
ramonte  20,475,  Savello  18,975,  Excelsior  18,175, 
Onorio  16,226,  Fruitière  16,050,  Eos  16,000  e 
King  David  15,625. 

Sempre  limitatamente  alla  campagna  di 
primavera,  in  testa  all'elenco  dei  fantini  vin- 
citori in  corse  piane,  è  L.  Spencer  con  28  vit- 
torie su  81  monte  e  con  una  media  del  34,8% 
seguito  da  A.  Childs  con  27  vittorie  ed  una 
media  del  37%,  poi  da  Jacobs  19,  Emery  18, 
Bartleth  15,  ec.  :  in  ostacoli  il  primo  posto 
rimane  a  Pozzoli  con  11  vittorie  su  23  monte, 
seguito  da  Wicher  6,  Evans  5,  Pandolfl  4,  ec. 
Melanion  tiene  ancora  il  primato  fra  gli  stal- 
loni che  fanno  la  monta  in  Italia,  i  cui  pro- 
dotti vinsero,  almeno  trenta  ralla  lire,  con 
220,650  lire,  seguito  da  Garrick  120,036,  Ar- 
conte 96,725,  Sansonetto  75,100,  Vanloo  62,900 
e  Saint  Capraia  31,525:  dopo  la  campagna 
autunnale  bisognerà  certamente  compren- 
dere in  lista  Spartivento,  Candeyran  e  Clairon. 

LE  PRINCIPALI  PROVE  DEL  1907. 

H  Gran  Premio  Parioli,  dotato  di  ben 
50,000  lire,  che  si  corse,  per  la  prima  volta, 
a  Roma,  rimase  appannaggio  di  un  cavallo 
veramente  indegno  di  si  ricca  allocazione: 
Gostaco,  da  Melanion  e  Natalia,  difettato  nelle 
vie  respiratorie,  non  avrebbe  mai  dovuto  ri- 
portare una  corsa  di  tanta  importanza,  e 
le  sue  performances  posteriori  dimostrarono 


quanto  fovhmita  si;»  stata  rin=;p3rata  vitto* 
ria:  il  campo  della  grande  prova  romana  non 
comprendeva  alcan  soggetto  di  c'asse,  ma 
Savello,  Caronte  II,  Liberio,  quantunque  me- 
diocrissimi, erano  pur  sempre  migliori  del 
vincitore. 

Nel  Derhij,  corso  con  un  terreno  pesan- 
tissimo, fu  ancora  una  nullità  che  potè  pas- 
sare primo  il  palo:  Belbuc,  da  Arconte,  riportò 
un  successo  che  non  ebbe  domani,  e  cosi,  a 
soli  tre  giorni  di  distanza,  dovette  abbassar 
le  armi  dietro  al  modesto  Olivo,  che  lo  battè 
neir  Omnium. 

Le  clausole  restrittive  di  peso  o  di  recla- 
mazione, già  tante  volte  da  noi  lamentate, 
tennero  lontane  le  scuderie  estere  dalle  due 
prove  internazionali  indette  dalla  Lombarda: 
Commercio  ed  Ambrosiano  si  corsero  anche 
quest'anno  senza  l'intervento  di  cavalli  fran- 
cesi. Le  due  grandi  corse  rimasero  entrambe 
alla  scuderia  Sir  Rholand  rispettivamente  con 
Pioniere  e  Madrée:  e  fu  giustizia,  giacché  i 
rappresentanti  della  giubba  bianco  e  violetto 
erano  veramente  i  migliori  del  lotto.  Abbiamo 
già  parlato  di  Madrée,  una  puledra  che,  per 
l'Italia,  deve  ritenersi  di  classe  e  qualità  su- 
periori, epperò  la  sua  vittoria  nell'Ambro- 
siano, se  non  concludente  per  la  medioci-ità 
degli  avversari,  deve  pur  sempre  ritenersi 
un'ottima  performance  ed  un  degno  premio 
a  chi  ebbe  l'iniziativa  ed  il  coraggio  di  com- 
perarla yearling  alle  aste  inglesi.  Pioniere, 
vincitore  del  Commercio,  è  un  cavallo  utile, 
ottimo  per  l'Italia,  ma  sulle  cui  qualità  non 
è  più  lecito  esagerare  e  farsi  troppe  illusioni: 
le  corse  fornite  in  settembre  dal  tìglio  di  Pio- 
neer, in  Francia,  ove  a  Maisons  Laffitte,  ri- 
cevendo due  chili,  venne  battuto  dal  modesto 
Merci,  mentre  non  fu  mai  in  corse  nel  Mu- 
nicipal,  ne  fanno  un  puledro  da  handicaps, 
ma  ben  lungi  dal  possedere  quell'alta  qua- 
lità che  solo  rivela  il  cavallo  di  vera  classe. 
Liberio,  vincendo  il  Lombardia  ed  il  Principe 
Amedeo,  raccolse  due  vittorie  che  ben  gli 
spettavano  in  un'annata  tanto  mediocre:  il 
figlio  di  Garrick  era  certamente  uno  dei  meno 
cattivi  tre  anni  italiani  ed  i  suoi  successi  fu- 
rono meritati  e  regolari:  così  dicesi  del  suo 
fratellastro  Savello,  vincitore  del  Premio  Mi- 
lano. La  vittoria  di  Excelsior,  nel  Gran  Pre- 
mio del  Sempione,  ove  ancora  l'eterna  clau- 
sola di  reclamazione  tiene  lontani  i  rappre- 
sentanti esteri,  dice  da  se  sola  quanto  me- 
diocre sia  stato  il  campo  della  grande  prova 
autunnale:  1  grossi  sopraccarichi  incorsi  da 
Madrée  e  Pioniere,  e  le  loro  conseguenti  as- 
senze, la  forma  declinante  di  Onorio,  il  ter- 
reno pesantissimo,  l'andatura  sostenutissima 
facilitarono  il  compito  del  puledro  di  Razza 
Gerbido,  che  venne  in  ultimo  a  battere  fa- 
cilmente avversari  di  classe  inferiore,  quali 
Palermo  ed  Ipsus. 

Nello  steeple-chasing  le  note  sono  ancor 
più  dolenti:   le   nostre  scuderie   non   hanno. 


VpnP  USrimQP  Cluarlglone  rapida,  radicale,  sicura,  senza  calze  elastiche  né 
luiiC  VdlluUiJU*  operazioni,  mediante  la  cura  radicale  medica  {\Jn\cdk&\  mon- 
do) del  Dott.  S.  Bolognese  (Casella  postale  502,  NAPOLI).  Congressi  medici.  Inter- 
nazionale (Madrid  1903)  e  Nazionale  (Roma  1906)  Gran  Premio  e  Medaglia  d'oro 
a  Roma,  Bordeaux,  Palermo,  Firenze,  Parigi.  —  Opuscolo  spiegativo  a  richiesta. 
Vademecum  (100  pag.  ili.)  Jj.  1.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza 
nelle  principali  lingue. 


elÀne,  non  o«:.s 

oaUoott  qttal«h«  c«v«  K-r*od«  •!«•• 

pi»  di  MtUao  rtiDU*'  •  »  al  ptccolo 

.  an  modaalo  mtimj^r  franca**  oh*  nop 

-  da  galoppar*  par  ballar*  Frmtqmtm  a 

viui  rappratalanti  ItalUni.  I^  cs>raa  di 


IL  DERBY  REALE 
EO  IL  PREMIO  AMBROSIANO  1908. 


IO  dtoMttntfto  oìm  I  i>  cUrl 

...    .dmiirt  r-Atnhiar  ▼!•:  aon  »    •    «ani- 

pn-  '!  acadaria  ohe  p«'<»Ano  «kII 

<Mt.'  '^  Maditam  •  rr«»art.  ilpor» 

Ur».i.v.  J..1..    .no  Tlttortp.  T"i    <'■••■•• - 

trambl  a^b*^vi^r  le  »rinj  .li- 
importato  dal.»  Francia  Aj, 
a  oha  sembra  un  cavillo 
ao^ll  octaooll.  potrà  guada 
la  soa  biada. 

La  nuova  prodostona  V.' 
mio  modaato  avviso,  aoiU> 
Il  erfé  non  al  è  cartamentr, 
ma  a  biamo  aaslaUto  al  dcbuu. 
di  puledri  oba.  per  la  loro  ooatm 
1  terr.'-'  <"-•-"•»•   laaeiano  «parar»  in  «,.  .. 
mi;:  ;  raoadanU.  Fra  tatù  e  . 

trìc.  .  qneOo  che  p'ii  ci  ha  li; 

atonali  e  cno  può  pretende !■     '    ' 
cavallo  ▼aramente  bouno  e<i 
coctrolto,  dotato  di  fondo  < 
dro  del  Frtoclpe  Dnria  al  suc>'a  «lagh  altn 
saol  ooetaoal.  Qmi  r,m,  Km»callo.  MomttMìo, 
Brimf,  Bmtiom,  ttu  1  maachi.  5  r-.i  *.  0,,l-  Ttr!,/. 
Kamba,  Seri  fa,  ì'»rotte»a,  B  > 
rea»,  l'antta,  fra  le  femmiii» 

di  puledri   dal    quale  c?rta: 

soggetti  che  sapranno  galoppare  e  ai  aacri- 
veraniio  le  grand»  pr.i\  ••  dvlla  ventura  pri- 
mavera. Fra  le  :  •  -  tiì  non  va  dimen- 
ticata Origaìa.  .  \o  facilmente  11 
Criterium  di  T<;  i  . >su  fra  i  migliori 
due  anni  del  no*itr^  tnrf.  Il  Criteriam  Inter* 
naxionale  di  Milano,  del  quale  non  puaao  at- 
tendere r  esito  per  le  esigenze  Upograilcba 
AeW Almamact»,  e  che  oartamaute  riunirà  al 
palo  i  migliori  rappreaentantl  della  unova 
generazione,  potrà  solo  darci  noa  linea  eaatta 
rbe  permetu  di  proooatioftre  aull' avvenire 
dei  naovl  camplonL 

Come  negli  soorsi  anni  diamo.  In  nno  spao> 
chletto.  U  ruuiuto  delie  principali  prova  di- 
sputate in  Italia  nel  1907,  ponendo  vlctoo  al 
nome  delle  corsa  un  H.  per  ladieare  gH  Aaa> 
éieap;  un  i?  par  indicare  la  cor**  di  dopi, 
ed  un  se  per  Indlcara  la  con»  oon  groaal 
ostacoli,  sTaiyfa  cAesas. 

Come  1  Mttfl  fedeli  letloH  ben  ramiBen- 
tano,  gli  AaMlieepa  aono  quella  eorsa  n^e 
quali  U  pe«o  <Ae  devono  portare  1  singoli 
cavalli  è  fissato  da  on  apposito  tnoarleato. 
detto  hiitniirapper.  allo  senT»"  M  «^'''l'parara 
possibilmente  le  prohabil  •  a:  «1 

calcola  che  un  chilo  vali:  >   lun- 

ghezza per  ogni  mille  metn. 


0w»ylMl«l908:  I.  34<^- 

11  Ba  t.cr  .i\n,:   i-jv.   ui    St.i 

.»     .  ;   1  .  :.    IH. 

sUn- 

Ilotu*   mi 

BM*'' 

;■•  i\%i,»i.- 

noli» ...- 

...    ..   al   «ttreUi* 

bra   lw>«.  colla 

•   delta   (atuiol 

gravide. 

....    .-    . 

dott 

ni;  lU/ra 
i;  Alberto 

'Orto 
!    <.l. 


.ut: 
;  J. 

Mi- 


Smmm,  Mm  Xè^i 
Dmmt»  éé  Pifm$  i 
1  micllori  ooDoe^ 


Tra  questi 
ora:  Wkf, 


pttla,  Amémtmm  / 

17  ottobre  1»0?. 


.^^-  ALBKvro  Qwxouan. 


CONTRO  LA  STITICHEZZA  t 


¥i3rr»M  h^jai/j^w: 


CHICDCRE  OPUSCOLO 


ELIXIR    PURCATIVO 


féatm^OA  :  ¥i3  Luigi  Mir^glii.  1-2:  Via  Conte  di  ftuvo,  13  -N^POL  I 


-  594  - 


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596 


CICLISMO 


XJ:ia  lotta  di  quattro  anni  degna  d'esser  ì-icordata.  -  Il  record  delle  24  ore  comhattufo  fra  la 
Francia  e  l'Inghilterra.  -  Siéphune  vittorioso.  -  La  "  Cuca  Cocoa  Cup.  „  -  Shorland  e  Slé- 
phane  si  battono  a  vicenda.  -  Lesua  e  Williams  entrano  in  iscma.  -  Huret  si  rivela.  -  Il 
lecoTÒ.  resterà  in  Francia.  -  Bivierre  batte  l' inglese.  -  Trionfo  definitivo  di  Costanzo  Huret. 
-  E  r Italia? 


Più  che  il  resoconto  di  un  avvenimento 
ciclistico,  io  voglio  fare  quest'anno  la  storia 
di  una  lotta  interessantissima  che  resterà,  a 
mio  avvilo,  nei^li  annali  del  ciclismo  interna- 
zionale una  delle  pagine  più  belle  che  siansi 
scritte  da  quindici  anni  a  questa  parte,  quella 
del  record  delle  24  ore. 

Non  mi  indugierò  sui  primordi  dello  sport 
quando  l'agile  macchina  non  ancora  giunta 
alla  sua  massima  perfezione  non  permetteva 
velocità  strepitosa  e  non  accennerò  che  di  volo 
alle  performances  di  Bouhours  e  di  Holbein, 
per  quanto  esse  pure  siano  degne  di  ricordo. 
Voglio  solamente  occuparmi  della  memora- 
bile lotta  svoltasi  negli  anni  1892-93-94  e  95 
e  che  pose  di  fronte  i  grandi  corridori  di 
resistenza  francesi  ed  inglesi  per  conquistare 
allo  sport  della  loro  patria  la  ^palma  di  un 
record  eminentemente  classico.  È,  ripeto,  una 
delle  più  belle  pagine  dello  sport  ciclistico,  ed 
io  Ron  ne  conosco  altra  che  possa  appassio- 
nare maj^'giormente  le  giovani  generazioni  che 
si  dedicano  a  questo  sport,  entrato  finalmente 
nella  sua  fase  pratica  e  razionale. 

La  lotta,  che  non  durò  meno  di  quattro 
anni,  si  chiuse  colla  vittoria  dello  sport  fran- 
cese, ma  sarà  bene  ricordare  che  questo  aveva 
al  suo  attivo  il  vantaggio  del  numero,  Stephane 
Lesna,  Rivierre,  Huret,  mentre  l'Inghilterra 
non  era  rappresentata  che  dallo  Shorland,  suc- 
cesso a  G.  P.  Mills  cosi  presto  scomparso  dalle 
piste  internazionali. 

Quattro  anni  durò  la  lotta,  e  quattro  anni 
essa  continuò  con  un  accanimento  addirittura 
fantastico,  seguita  in  tutte  le  sue  fasi  da  un 
interesse,  dirò  meglio  da  una  angoscia  inde- 
scrivibile. Essa  dette  luogo  anche  a  delle per- 
foì-mances  nulle,  non  essendo  esse  state  rico- 
nosciute ufficialmente,  ma  nondimeno  coloro 
che  vi  parteciparono  meritano  di  essere  ugual- 
mente conosciuti  e  stimati  al  loro  giusto  va- 
lore dai  giovani  che  seguono  oggi  con  entu- 
siasmo e  passione  uno  sport,  che  pur  tuttavia 
è  lontano  dal  suscitale  l'interesse  e  gli  entu- 
siasmi d'un  tempo. 


Dopo  questa  non  inutile  prefazione  eccomi 
all'argomento.  Fu  nel  luglio  1892  che  Ste- 
phane, sulla  pista  di  Buffalo  a  Parigi,  allora 
appena  ultimata,  tentò  per  la  prima  volta  di 
far  entrare  in  Francia  il  record  delle  24  ore 
su  pista,  da  allora  sempre  tenuto  dagli  in- 
glesi ed  a  quell'epoca  in  posse-sso  di  Holbein 
con  582  km.  e  259  metri. 

Stephane  si  mi>e  in  pista  sotto  la  dire- 
zione del  compianto  Federico  de  Civry:  il 
fior  fiore  dei  campioni  del  pedale,  Charroii 
Médinger,  Dubois,  Fournier,  Antony  sono  i 
suoi  allenatori.   Fin  dall'inizio  è  facile  pre- 


vedere il  successo  del  tentativo  perchè  il  pri- 
mo record-man  francese  delle  24  ore  marcia 
con  una  facilità  grandissima:  infatti,  malgrado 
un  riposo  forzato  di  2  ore  causa  la  ijioggia, 
Stephane  copre  la  distanza  di  631  km.  e  811 
metri.  La  lotta  è  cominciata. 

Il  successo  di  Stephane  commosse  viva- 
mente gli  inglesi  i  quali,  allo  scopo  di  ricon- 
quistare il  record  perduto,  istituirono  subito 
una  corsa  di  24  ore  su  pista,  cui  diedero  il 
nome  di  Cucn  Cocoa  Cup:  nello  stesso  tempo 
il  North  lioad  Club  fondava  una  identica  prova 
su  strada.  Quindici  giorni  dopo  il  tentativo  di 
Stephane,  la  Cuca  si  disputava  sulla  magnifica 
pista  Londinese  di  Herne-Hill  e  permetteva 
a  Shorland  di  compiere  nna, performance  senza 
precedenti.  Egli  copri  infatti  nelle  24  ore  665 
hm.  e  764  metri,  battendo  cosi  il  record  di 
Stephane  di  circa  34  kilometri. 

Ma  sapete  su  quale  macchina  Shorland 
realizzò  questa  impresa?  Su  di  una  cosi  detta 
crypto,  incomoda  e  pesante,  sulla  quale  i  cam- 
pioni dell'oggi  non  riuscirebbero  a  percorrere 
25  km.  in  60  minuti.  Davvero  fu  straordinaria 
l'energia  che  occorse  a  quest'uomo  per  bat- 
tere il  classico  record,  quando  si  pensi  alla 
incomoda  posizione  che  esige  il  crypto  e  più 
ancora  alla  pista  di  Herne-Hill  in  legno  a  la- 
stre disgiunte,  e  quindi  assai  meno  scorre- 
vole al  cemento  di  Buttalo.  L'Inghilteri-a  pos- 
sedeva in  Shorland  un  campione  veramente 
eccezionale,  e  non  fa  meraviglia  quindi  veder 
quest'uomo  tener  testa  in  seguito  ad  uomini 
come  Lesna,  Williams  ed  Huret. 


Gli  sportnien  inglesi  speravano  conser- 
vare lungamente  il  record  tanto  invidiato,  ma 
si  ingannavano.  Infatti  due  mesi  più  tardi  un 
nuovo  assalto  era  tentato.  Sempre  sotto  la 
sorveglianza  di  De  Civry  e  meravigliosamente 
allenato  dai  crucks  dell'epoca,  Stephane  al 
quale  i  profani  pronosticavano  la  morte  pros- 
sima pel  surmenage  fisico  cui  si  sottometteva, 
si  rimette  all'opera  sulla  pista  di  Buffalo  e, 
come  la  prima  volta,  il  successo  risponde  al- 
l'aspettativa  ed  il  record  ripassa  la  Manica. 

"  Io  non  dimenticherò  mai,  scrive  Char- 
les Ravaud  che  vi  assistette,  questo  secondo 
tentativo  del  vincitore  di  Bordeaux-Parigi, 
1892.  Charron,  Cassignard,  Fortuny,  Médin- 
ger, Fournier,  Vigneaux,  Antony,  Dubois,  in- 
coraggiavano senza  posa  il  recordman,  e  l'al- 
lenavano gratuitamente  —  o  tempi  eroici,  ove 
siete  voi?  —  con  una  devozione  ed  una  fiducia 
pi-ofonda.  Un  largo  sorriso  di  trionfo  e  di 
gioia  illuminò  le  loro  fisonomie  quando  Ste- 
phane, dopo  un  ultimo  giro  superbo  ebbe 
raggiunto  In  due  giri  d'orologio  673  km.  e 
816  metri. 


RISCALDAMENTI  MODERNI 


l'rf  lu'n  t iv i  G  va  t is 


SERANTONI    &    PONTIGLIONE 
9IIL.ANO  -  BOf..OCw^i'A 

Viale  Monforte,  5  —  Via  S.  Simone,  i. 


!'>rra  «r»  Tinta,  ana  Tihr»nt« 
■  I  Ai^io^o.  La  veocht*  Albione 
ivlndU  eh*  r«nno 
•«OH  C-«»ii  Cnp.  « 
1  •  oh*  etUL  ìm  piTM 
.inoablle  BhorUnd. 
i  a  Hern*>HlU  stu- 

u<roMO  ed  tmport*nt«  di 
TìHla  prova  in.*l<»««»     .\r- 


da  un  Undvm  mo'ttalo  datali  apfSmttrt  am» 

nvuii  11»  ik>r  r>  W1i--..].T.   »'iij»<»   con*#rvar 
qu'  iella   oorat 

o<<i  i'Mì  Riati 

ri'  .*  .  —  . ..  u  U  posaoaa  ' 

di-l 

'  di  ornanlsjiar»  an  mateJt 

gli  .    •»  rmij.lnt:'-  '-••'-    -  -■-  ■ 


A. 

U  ^t-- 
metri.  t 
precede 
1899,  dae  u- 
per  riprender 
di  ShorUnd: 
falò,  in  nna  i- 
forono  perei' 

Prr.T..   .1.  .T     •       ^_. 

.laU. 

>re,  ali'ant  >  d'In- 

%criiu,  itiiuatas  coprì  nvìi^  .i  <.-iv-  km.  089, 
BUI  anche  qaeatg  tyvorii  non  venne  rioono- 
•cliiio,  reaendo  aUto  ottenuto  su  pisU  co- 
perta. Fu  neoeaaarto  che  1  francesi  organlz- 
sasaero  nna  corea  oonalmile  alla  Cura  Coeoa 
Cmp,  perchè  potessero  trionfiare  definitiva» 
mente  ed  aggiodicMsl  il  poaaeaso  di  nn  re- 
cord al  quale  l'Intero  mondo  aporClTo  mo- 
strava di  interessarsi. 

Fu  questo  il  J'ol  d'or,  creato  dallo  acuì- 
tore  Decam,  direttore  del  Farit-Pfdal«,  ed 
organizzato  nel  giugno  1894  a  Buffalo.  Huret, 
liMna,  Millianu,  Hivlerre,  Meyer,  Allard,  per 
Bon  citare  che  t  migliori,  disputarono  questa 
prova  che  ai  chiuse  con  la  incontrastata  vit- 
toria di  Ooatanso  Huret  l'uomo  tipo  delle 
S4  ore.  che,  quasi  debuttante,  riportò  un  col- 
po terribile  alU  riputazione  di  Hhorland,  co- 
prendo la  distAnza  fenomenale  per  quell'epo- 
ca, di  736  km.  e  946  metri.  Shorland  aveva 
baiinto  Siepbane  forzandolo  ad  abbandonare 
la  partita,  ma  a  sua  volta  dovevasi  inchinare 
ad  un  nuovo  astro.  Nonostante,  da  atleta  di 
rassa,  egli  lottò  ancora;  e  fu  nella  terza  Cocoa 
Cnp,  un  solo  mese  dopo  il  tour  de  forc*  di 
n  iret. 

La  conquista  del  rtcwrd  era  delle  più  prò- 

;*^maticbo.  tanto  più  che  lo  iiafrr  inglese 

essendo  n<m  poteva  eonsaorare  al 

suo  allo  tempo  e  le  ctire  che  vi 


Durante  le  ul' 
la  minima  d<-l> 
competitori,  s- 
Infine,  dopo  u 
pauo  entuslii- 
di  mac*  ! 


■  hhorland  non  disperò:  fece 
<>  il  suo  coraggio  ed  a  tutte  le 
,j. .„...„.  .illa  13*  ora  aveva  già  un  pie- 
io  vantaggio  sul  reeoni  di  Huret.  Allenato 


K  fu  sn  qii 
il  duello  '■■■ 
allora   il 
Rlvierre. 

sero  e  se  uè  iui)>ji4iuiiiiuno  a  \i<'.>it«lA.  e  ik" 
più  esso  diede  mai  Iiiok'O  a  si  terribili  coni 
petizionL  I  tempi  eroici  erano  passati..» 


Perchè  mai  —  domanderanno  i  lettori  - 
l'iulia  non  scese  mai  in  lotta  per  la  cnr: 
qutsta  del  tanto  ambito  rtcoré,  laacUn't 
Unto  ai  francesi  ed  agli  ingteat  eorrc  r 
della  vittoria?  Forse  maacaroao  o  m 
allo  «.pert  italiano  uomini  eapad  di  tant<  ir. 
desse  paragonabili  a  quelle  dello  Shorlan  !  < 

vi  Bla  suto  e  vi  ala  ' 
n<  ..  ,  u  corridori  clf1i»ticl  e  .: 

dotati  (il  eccezionale  energia,  m-t  --  - 
che  i  tfieord  su  pisU  non  ebb<  t 
Italia.  Quel  girare  per  tuU'un.» 
nata  attorno  ad  una  pista  non  ria   ii).ii  >>. 
seiuto  né  l'interesse  del  pubblico  né  l'ani 
bislone  sportiva  dei  corridori:   ecco  pernii- 
la gran  lotta  fa  limitata  ad  un  durilo  frane 
inglese. 

B  davvero  io   n<>n    w.    >1ar    :'>rti>   ai    mi* 
connazionali...  o. 


OPUSCOLI  E 

scHiARincnTi 


STdRiC  URNALDl-ViA  B.ViTRUUio  9-niliiN0 


598 


LA  BICICLETTA  DELL'AVVENIRE 


Dalla  draysienne  al  biciclo,  da  questo  alla 
bicicletta  e  dalla  bicicletta  alla  motocicletta, 
il  caratteristico  mezzo  di  trasporto  indivi- 
duale subì  profonde  modificazioni  e  fece  in- 
negabili progressi. 

Ma  con  la  motocicletta  (un  mezzo  di  tra- 
spoito  veloce  sì,  ma  difettoso  perchè  pesante, 
rumoroso  e  facile  a  gravi  guasti,  nonché  pe- 
ricoloso per  il  suo  peso  in  rapporto  alla  ve- 
locità e  per  la  faticosa  manovra)  con  la  mo- 
tocicletta, diciamo,  si  credeva  raggiunta  la 
perfezione,  il  non  pUis  nitro. 

Ahimè!  la  motocicletta  non  resse  alla  pro- 
va dei  fatti,  e  non  le  restarono  fedeli  che 
pochi  appassionati,  per  lo  più  corridori.  Nella 
vita  pratica  rimase  lettera  morta,  ed  il  van- 
tHggio  della  maggiore  velocità  non  bastò  a 
far  soppiantare  Ja  vecchia  bicicletta  a  forza 
muscolare. 

Ma  il  problema  della  bicicletta  a  motore 
non  poteva  dirsi  risolto,  quando  lo  era  così 
malamente  e  senza  successo.  Molti  studii  si 


Con  la  MofosacocJte  invece,  se  il  motore  ha 
una  panne,  si  stacca,  e  la  bicicletta  che  ri- 
mane forma  il  parafulmine  che  annulla  le 
insidie  del  motore  e  della  strada. 

Insomma,  chi  parte  con  la  motocicletta 
ignora  se  e  quando  potrà  arrivare,  chi  parte 
invece  con  la  Motosacoche  ha  la  tranquillità 
assoluta  di  arrivare  sempre.  Ecco  perchè  me- 
dici condotti,  sacerdoti,  pompieri,  agenti  di 
P.  S.,  guardie  daziarie,  guardie  forestali,  vi- 
gili urbani,  soldati,  ec,  non  accedettero  mai 
alla  motocicletta  fiiivano  lusingati  dalla  minor 
fatica  e  dalla  maggiore  velocità)  e  corrono 
invece  oggi  con  entusiasmo,  alla  Motosacoche. 

È  questa  soltanto  la  macchina  che  può 
utilmente  sostituire  la  bicicletta,  portando 
in  campo  doti  di  robustezza  eccezionale,  di 
velocità  grandissima,  di  sicurezza  assoluta  e 
di  minimo  consumo. 

Infatti,  e  le  prove  turistiche  aspre  e  dif- 
ficili (come  il"  viaggio  in  Grecia)  e  le  corse 
disputatissime  in  Italia,  Francia,  Germania  e 


fecero,  e  finalmente  fu  trovata  la  vera  for- 
mula pratica  e  moderna  'Brevetto  H.  e  A.  Du- 
faux  e  C.  che  la  Società  meccanica  italo  gine- 
vrina, con  sede  in  Torino,  si  afl'rettò  ad  appli- 
care e  a  divulgare.  Il  nuovo  tipo  di  macchina 
fu  chiamato  Motosacoche  e  sta  alla  motoci- 
cletta come  la  bicicletta  sta  al  biciclo,  e  forse 
anche  con  qualche  maggiore  vantaggio. 

Infatti  la  Motosacoche  è  composta  di  due 
parti  distinte:  la  bicicletta  propriamente  detta 
e  il  motore.  Se  per  avventura  il  motore  si 
guasta,  si  può  facilissimamente  staccare,  ed 
il  resto  della  macchina  serve  ancora  al  tra- 
sporto in  modo  perfetto.  Non  havvi  perciò 
chi  non  atterri  subito  il  vantaggio  enorme 
della  innovazione.  La  vecchia  motocicletta, 
essendo  un  corpo  uJiico  e  indivisibile,  oltre- 
ché delicatissimo,  appena  un  guasto  si  pre- 
senti è  immobilizzata,  inservibile,  e  può  fare 
lo  scherzo,  al  ciclista,  di  appiedarlo  in  Ivaogo 
eccentrico,  senza  risorse.  Guai  se  egli  abbia 
impegni  urgenti  e  urgenti  doveri! 


Svìzzera  (dove  le  Motosacoche,  battendo  mo- 
tori di  assai  maggiore  sviluppo  di  forza,  giun- 
sero sempre  in  testa,  non  con  una  macchina 
sola,  ma  con  gruppi  di  macchine)  e  ove  fu- 
rono messe  a  dui  issima  prova,  dimostrarono 
che  la  fama  della  nuova  macchina  non  era 
usurpata,  e  che  la  sua  superiorità  sulle  vec- 
chie motociclette  era  addirittura  schiacciante. 
A  questo  nuovo  strumento  di  progresso, 
che  ci  arriva  per  il  tramite  dello  sport,  sia 
dunque  il  benvenuto;  benvenuta  sia  questa 
Motosac'iche  di  cui  l'aiutante  maggiore  in  2» 
del  39»  Regg.  Fanteria,  conte  Franz  Soliani 
Raschini,  che  se  ne  servì  per  tutto  il  periodo 
delle  grosse  manovre,  scriveva:  "  La  prova 
ha  corrisposto  pienamente  alle  aspettative; 
essa  non  poteva  essere  più  completa,  più  esau- 
riente, e  posso  affermare  che  questa  piccola 
macchina  è  la  più  adatta,  la  più  pratica  per 
noi  militari,  ed  esprimo  la  convinzione  che 
essa  renderebbe  all'esercito  inestimabili  ser- 
vigi. -  Tenkntk  lì    C. 


-  ùìO 


I  GIUOCHI  FANCIULLESCHI 


LmJ4rt  p^r  imfar,  tqmitart  in  attimlim*  tomga. 
BoKATius.  Rairrae.  II.  3. 


«bla 


•l'I 
ni.. 


-limolo 
*  •  ri- 
M«,  net 

.■K^   •  ••»■>  ^  •• ^•.   <><'Vaiiqutt 

un  pò*  di  spaxio  ove  poter  glo- 


<  >ne.  bofonchia,  mastica  un  me 


.trera,    Kiaoro  prediletto  di  Aujfu»to,  »c>o(»ndo  8ve- 
K'ilano    tonto,  alle  noci. 

OikI    r.!!*»»/.!!!..    ttillo    ii.rvl      dfcL-ll    -irchl 

di! 
Ini] 

tan:.....  i-...  .......tr-  ■.■  .  ...^.  „>,..,,„  » . 

nato  per  un  momanto  le  Uix'l.  di  cui  e  po- 
pHofnrfo,  o  prld»  nott^i  II  nm-o  ««l   nn<»  «.v'- 
.V  il  profilo  fJi 
:    una   rami 
:v1   .i!..[..-r 


IO  «parse  per  terra:  intanto  da 

.....;v'a  guardingo  no  altro  ragazzo, 

dal  mosctto  e  dalle  moTense  di  topo.  11  quale 


A   BmPIATTlXO. 
iFutoffrafia  Ro*9ini  —  Mntelien). 


\i  . 

SI- 
pa 
1  t 
dil.. 
pre. 


re  sereno,  invece,  ri  prova  un 
o.  Il  giuoco  rivela  l'Indole  di 
r^r'^h*».    m'^ntr'»   qn«"'ti  rnxra. 


in  maniera  piena  e  iutiera. 


Mentre  m'. 
un'afa  di  nir 
piazzetta  un  ; 


(>  anie  *  In 
una  I emota 
si  diverte  al 


profitta  della  disputa,  e.  n  ...    ......  .àrrafT;\ 

quante  nod  gli  sono  a  portau  di  mano  e  -> 
allontana  poi  caulasiente.  a  ptcooli  paa» 
dandosi  un'aria  Indifferente. 

Un  vecchietto,  disturbato  nella  aiesta,  »: 
affaccia  ad  una  finestra  e  fa  Urjhl   j^cirtl    ; 
i  all'indirizzo  dei  i  > 
"n  se  ne  danno  i 
U:  •  Eccomi!  Ecooii      . 
»cauiente.  si  sente  scender  le  jvcalc.  UM^uautì  < 
egli  è  sul  limitare  dell'uscio,  munito  di  w 
salutare  r^'"^"""  ■••'  »»>  «la/j-im  s  ,i  o  i-i*  soa; 
pati  iu  tu 
non  ha  ] 

Kiale:     piCCtHQ    f/mtjru    \ùt    l'vii^ri    *r.r..,.  ..     ^w.-.. 

delle  ttnri:  pur*  ha  «jmmo^..  oon  qucI  ohe  se 

gue  <XIV,  18). 


—  600 


Procediamo  oltre.  Lungo  quel  sudicio 
cliiassuolo,  ove  il  sole  non  giunge  mai  a  ri- 
scaldare le  fetide  mura  delle  stamberghe, 
che  sembrano  traspirare  fuliggine  e  sego,  un 
altro  branco  di  monelli  cericiosì,  scalzi,  scar- 
migliati, sporchi,  giuoca  a  rimpiattino.  Osser- 
vate quel  frugolo,  alto  come  un  soldo  di  cacio, 
vestito  con  la  sola  camicia  piena  di  sbrendoli 
e  con  un  paio  di  brache  che,  per  le  toppe,  son 
una  intera  storia  della  moda.  Va  cercando  in 
tutte  le  sinuosità,  dietro  agli  usci,  pei'fino 
sotto  alle  macìe  accumulate  in  un  canto,  do- 
vunque, insomma,  potrebbe  celarsi  un  uomo, 
e  tutto  ciò  con  sì  fine  intuito,  con  tale  spi- 
rito di  osservazione,  da  disgradarne  Mon- 
sieur  Lubiu  o  Sherlock  Holmes, 

Il  cercato,  invece,  non  meno  furbo,  che 
se  ne  stava  rannicchiato  nello  sporto  di  una 
inferriata,  su  la  quale  si  era  arrampicato  col- 
r agilità  di  un  gatto,  cautamente  cammina 
dietro  le  spalle  del  "  poliziotto  „  e  lo  segue 
come  la  sua  ombra,  finche  la  scena  da  "  Gran 
Via  «  finisce  in  una  risata. 


diplomatico.  Quante  volte  1  giomnli  umori- 
stici, primo  fra  tutti  l'inimitabile  Gnevin  3fe- 
schino,  han  fatto  giocare  "  all'ambasciatore  „ 
quei  pazzerelloni  di  Griolitti  e  Sonnino,  Mar- 
cerà e  Oornaggia,  Santini  e  Ferri! 

Tutto  ad  un  tratto  fra  le  ombrìe  quiete 
di  un  viale  irrompono  dei  ragazzi.  Una  voce 
acuta  come  una  punta  di  spillo,  echeggia  nel- 
l'aria: "  Giochiamo  a  mosca  cieca!  „  Un  coro 
di  strilli  assordanti  fa  eco  alla  proposta,  fin- 
ché, a  furia  di  spintoni,  di  gomitate,  di  ca- 
pate, quegli  otto  o  dieci  sbarazzini  si  met- 
tono in  circolo  per  fare  al  tocco.  Ed  eccoli, 
improvvisamente,  muti,  seri,  gravi:  si  direbbe 
che  sta  per  accadere  qualcosa  di  straordina- 
rio. Tutte  quelle  manine  grassoccelle,  che  in 
genere  han  poca  dimestichezza  coli' acqua,  si 
protendono  a  formare  come  una  ghirlanda 
di  rose  carnicine:  il  più  grandicello  della  bri- 
gata ne  conta  le  dita  distese,  e  il  giuoco,  che 
i  romani  chiamavano  ninfea  aenea  e  mynda, 
comincia  in  mezzo  alla  più  sfrenata  allegria. 
11  bendato  ha  l'aria  di  Fenton   nell'ultimo 


GlKO   GIRO   TONDO. 
{Fotografia  Bossini  —  Matilica). 


Chi  sa  se  nella  vita  quei  due  si  incontre- 
ranno ancora  nelle  stesse  condizioni,  ma  il 
primo  vestirà  la  divisa  del  carabiniere? 

Dall'androne  di  un  palazzo  signorile  giunge 
\\i\  coro  di  vocette  argentine,  una  specie  di 
cantilena  litux-gica,  cadenzata:  si  la  "  all'am- 
basciatore y,. 

È* arrivato  l'ambasciatore 
Col  pirnm  pirum  lero, 
È  arrivato  l' am'  a<iCÌatore 
Col  pirum  pirum  là. 

E  il  giuoco  fatto  di  piccoli  passi  da  con- 
traddanza o  d'inchini  profondi  ha  infatti  del 


ARTRITE 


F/i/som  Di 


atto  del  Falstaff:  lo  si  provoca,  lo  si  stuzzica, 
lo  si  beffeggia,  ed  egli,  a  tentoni,  con  lazzi  gotli 
e  insieme  tanto  ameni  che  farebbero  spianar 
la  fronte  a  Giuda  Iscariote,  cerca  di  acchiap- 
pare chi  lo  sostituirà. 

Si  crederebbe,  se  si  presta  fede  al  Ferra- 
rlo, che  in  Nutka  (America)  al  tempo  della 
dominazione  spagnola,  questo  giuoco  aveva 
un  feroce  scopo  di  sangue? 

11  padrone,  fatta  riunire  dinanzi  alla  pro- 
pria casa  una  parte  dei  suoi  schiavi,  si  ben- 
dava e  cercava  di  afferrarne  uno.  Lo  sven- 
turato che,  meno  destro  degli  altri,  aveva 
avuta  la  sventura  di  cadei-  tra  le  grinte  dello 

GUARITA   RADICALMENTE 

CON    I  CELEBRI 


A 


VEDI     ANNUraCIO     DI    FRONTE 
-:•:-      •-;•=•     ALL'  INDICE    GENERALE 


lAxì  c^rcuUj, 


t»  Iti 

(FaUtgrafia    no*$im 


:  andane  «  mala  dalle  matte  risate.  Come 
s'ii  tielli  I  n«azxi  ohe  ridono!  Di  ohe  ridono? 
Poco  imporU:  In  quell'età  beata  basta  un 
nonnalla  a  desUr  l'Ilarità.  Guardate  quel- 
l'omancoletto  grasso,  rubicondo,  boffice.  Sta 
li  serto  serio,  con  le  mani  dietro  la  schiena  ; 


Cercar  di  fare  la  descrIxIOM.  anche  »om- 
msria,  o  un  elenco  del  giuochi  fknclallc*^  •.», 
sarebbe  una  fatica  enorme  e  sprecata  l'i  s..  . 
del  giuochi,  dirò  COSI,  IniomaKlonall.  Argh  ..i- 
tri  tramandatici  dagli  anLcbi  e  conaer^.i.i 


La  camtama. 
{Fotografia  Stoini  -  ìlaiaiai). 

tutto  a  utt  tratto,  senza  saper  perche,  gli  si  Uli  e  quali  nonostante  II  lunghissimo  *..! 

oontra<<gono  I  mnsooll  faciali,  un  rlnoltno  in  d'anni,  degli  altri  che  rlconUno  anUefil 

pelle  m  pelle  t')i  «flora  le  Ubbra:  Improvrisa-  stumi.  di  qm>ll|  propri  soltanto  della  fci>< 

mente,  spalanca  la  bocca  e  ooniincla  a  ridere  lezsa,  di  quelli,  infine,  che  formano  U  del; 

di  un   n^o  convulso,   ^frrn  .t       rr...,.,.s  ,..  od  il  tormento  anche  dei  gnuidL 


G02 


Tanto  per  citai-e  qualche  esemplo,  il  giuoco 
della  lettera  e  croce  ci  vieii  tramandato  dai 
romani,  i  quali  tiravano  a  indovinare  se  la 
moneta  mostrasse  cripta.  aiU  navim,  che  erano 
gli  emblemi  di  ciucila  di  Giano.  Ce  lo  dice 
Ovidio  nel  primo  libro  dei  Fasti.  Questo 
giuoco,  comune  ai  grandi  e  ai  piccini,  vlen 
chiamato  negli  ex  stati  pontifici  arme  e  lettere 
o  armi  e  santi,  perchè  il  baiocco  portava  da 
una  parte  lo  stemma  gentilizio  del  papa  re- 
gnante, dall'altro  il  nome  della  moneta,  ov- 
vero 1  santi  Pietro  e  Paolo;  in  Toscana  lo 
chiaman  palle  e  sunti,  perchè  i  quattrini  me- 
dicei avevan  lo  stemma  della  famiglia,  le  pnì- 
le,  e  san  Giovanni;  i  napoletani  capa  e  Iettare; 
i  piemontesi  lettrn  e  crure  ;  i  veneti  marchi  e 
niadone,  e  così  via.  Qtrcsto  giuoco,  a  sezioni 
ridotte,  forma  la  dispei-azione  delle  mamme, 
perchè  i  fanciulli,  invece  della  moneta,  ado- 
perano 1  bottoni,  e  siccome  i  debiti  di  giuoco 


Il  giuoco  della  palla,  infine,  è  forse  il  più 
antico  di  tutti.  Dal  libro  sesto  d.e\V  Odiasea 
si  ha  che  Nausica,  figlia  di  Antinoo,  re  dei 
Feaci,  giocava  alla  palla  con  le  suo  fantesche. 
I  greci,  nei  ginnasi,  destinavano  a  questo 
giuoco  una  stanza  apposita  e  un  maest4-o 
(Siaipi^Tixó?):  ed  Erodoto  ne  attribuisce  l'in- 
venzione ai  Lidi.  Plinio,  invece,  ne  dà  il  vanto 
a  un  certo  Pito,  e  i  romani  avevano  tre  specie 
di  palla,  cioè  la  triagonalis,  i'ip;ena  di  pelo, 
con  cui  si  giocava  nel  trigoni,  luogo  delle 
terme  convenientemente  riscaldato  perchè  la 
nudità  non  fosse  di  pregiudizio  alla  salute  dei 
giovani.  Veniva  ribattuta  or  con  la  sinistra,  or 
con  la  destra,  consistendo  il  giuoco  nel  non 
fai-la  cadere  in  tei-ra.  E  Marziale  nell'epigram- 
ma 46,  libro  XIV,  scrive:  "*  Se  ini  l'abilità  di 
cacciarmi  fuori  con  la  mobile  sinistra,  sono  tua  : 
se  non  l'hai,  o  tanghero,  restituisci  la  palla.  „ 
Avevano  la  paganica,  e  Marziale  nell'epigram- 


FORZA.... 

(Fotografia  Rosifini,   —   Matelica). 


sono  sacri,  "  colui  che  perde  si  riman  do- 
lente .,  ma  paga,  strappandosi  1  bottoni  dai 
vestiti,  dalla  camicia  e  dalle  mutande....  se 
ne  ha. 

Si  sa  che  i  romani  erano  fanatici  per  gli 
aliossi,  ocellata,  e  il  tratto  più  favorevole  era 
chiamato  //  atto  di  Venere.  Questo  giuoco  è  sta- 
to richiamato  in  onore....  da  Corrado  Brando, 
sebbene,  in  verità,  con   pochissima  fortuna. 

11  cervo  volante,  che  dette  origine  alla 
scoperta  del  parafulmine,  ci  vien  dalla  Cina, 
ma  ivi  la  sua  forma  è  elegantissima,  e  talora 
rassembra  un  uccello  da  preda,  talora  una  fai*- 
falla,  talora  una  divinità  buddistica.  Quando 
poi  si  pensi  che  il  mitologico  Aquilone  ve- 
niva raffigurato  con  una  coda  di  serpente,  è 
prèsto  spiegato  il  perchè  dello  stesso  nome 
dato  al  popolarissimo  trastullo,  destinato, 
forse,  a  dare  anche  la  soluzione  del  problema 
delle  macchine  volanti. 


ma  45,  ci  dice  che  "  Sgonfia  di  difficili  pium", 
è  iiietio  grande  del  pallone  e  meno  stretta  della 
palla.  „  E  finalmente  avevano  Y  harpastum  dal 
greco  /^yn/?^^  io  rapisco,  che  gli  uni  cerca- 
vano di  togliere  dalle  mani  degli  altri,  e  con 
la  quale  si  giocava  tumultuosamente  in  multi 
(Ved.  Marziale,  lib.  IV,  19). 

I  francesi  la  chiamano  paume  perchè  ci 
giocavano  col  palmo  della  mano,  sebbene  i 
romani  già  adoperassero  la  reticula  minu- 
hriata  di  cui  ci  parla  Ovidio  in  de  arte  ama- 
toria, lib.  Ili,  v.  361  e  seguenti. 

Chi  non  rammenta  il  famoso  giuramento 
du  jeu  de  paume  a  Versailles  nel  178y? 

II  popolarissimo  toccafe'  ro,  invece,  ci  vien 
dal  medioevo  e  ricorda  il  diritto  d'asilo:  la 
frase  sacramentale  **  fuor  del  giuoco  „  è  ori- 
ginata forse  dalla  "  tregua  di  Dio  „.  E  i  ga- 
min^  frondeurs  che  dettero  il  nome  alla  guer- 
ra contro  il  Mazzarino  e  alla  canzone  famosa? 


Gli  Oli  d'oliva  P.  Sasso  e  Figli  di  Oneglia  sono  gli  unici  perfetti. 


di  voU  a  di  vuUntt.  di  •*<  t 


I f)   m««rhlr1f1  h  (vnt  rie'  — 

.,   1   .   ;.  ..1  .  i;....   Il   t,.-,- 


(l.iU  injiiri-\l< 


I"T  i'-  1.111.  iHi."-  <■  ».   ii.ri.o  i.*    ■'. 
!•  :<I^r  .  lavio,  |;i  cjualtj   «li-     l'iiidussar»  tti»  vecvhU  «utUua  deUimauiiiiA 


{Fot'tgrafìu   Jio*sÌMÌ.   —    ilaUiu-' 

TPntcr-i    llii'.i-.»     II  nhilc.    In    mi   b»tt«r  d'OO-      p<*r   nf.r    1<.  •...    t.rf... >,....-» 

e).  — liontt,  uno   più   goMoso     b.. 

e- 1  tro,  si  truce*  io  rhaufftur,    le. 

.<    limone,  •ti  imiU   11   *  teoff  —   i  ii>>  ^    ■ 

.ale  d'alUrtne  e  quindi^  TU,  a    non  kU  ttcnc 
fc'lù  per  1a  china.  ine^^o  n  h«r>  i 

ài 
•••  ». 

Il 
< re  i  maschi  si  sbizzarrì' 
.L<isoni  e  strava^iiti,  ì- 

dai  cluoclii   tfiim.isfi.  ^ ,  ^.    „^_  .  ,. 

—   it*rv  rfi   von   menméaivtmtwf,   L'oilo    •! 

1-  ricino!... 

>-  —  Oh  non  ' " ■    •'onoldltiarbldaii* 

:•.  dentlztone...  ^  i  ite  «off^r...,  ma  gu 

c>  le  sono  apunt-  «««aqnattro  denti. 

.    KMiaio  n<i;e  -«or»-!!*^  inni.';.'i<i.  j    i  dmi.,iAi«  Stanotte  mio  ni;i:;f'>  fi.i  iit!,'ato  con  me  p<-r 

.quio  delle  amiche  di  famiglia,  le  predichf  rbè  non  poteva  dormite  ~. 


LIQUORE 

TONICO  DICESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


G04  — 


—  Levagli  le  frutta  a  pranzo! 

—  Ah  il  min,  in  tre  anni  di  matrimonio, 
non  s'è  svegliato  mai  mai....  E  sì  che  ho  al- 
lattati da  me  tutti  g\i  otto  figliuoli..., 

—  Vuoi  un  rimedio  veramente  meravi- 
glioso? Falle  mangiare  i  confetti  col  rosolio.... 

—  Non  ne  ho.... 

—  {Coro}.  Peccato!... 

—  In  ogni  modo,  in  mancanza  di  meglio, 
prova  a  fa'le  m;in.^iar  dello  zucchero....  di- 
molto zucchero.... 

—  Se  non  ne  vuole!  È  di  cosi  di;Bci'.e 
gusto!... 

—  Eh,  figlia  mia,  non  bisogna  darla  vinta 
ai  bambini....  Eppoi  un  po' di  buon  esempio.... 
Sacrificati  a  mangiarne  tu....  e  vedrai.... 

—  {Con  un  sospiro).  I  sacrifizi  per  i  tìgli  non 
sono  mai  troppi.... 


—  {Coro).  Coraggio!...   — 

I  sacrifizi  si  moltiplicano  con  un  cresoen'lo 
spaventoso  e....  di  lì  a  poco  si  vede  il  fonlj 
della  zuccheriera. 


Mentre  finisco  di  scrivere  è  notte.  D  illa 
finestra  aperta  giungono  a  me  gli  effluvi  delle 
acacie  in  fiore:  nella  quiete  solenne  della 
campagna  un  rosimelo  canta  laggiù  tra  i 
pioppi  che  ondeggiano  sul  greto. 

Ed  io  penso  allo  sciame  dei  fanciulli  dor- 
menti, stanchi  pei  giuochi  della  giornata,  li 
vedo  colle  boccucce  semiaperte  su  cui  or  ora 
s'è  posato  il  bacio  della  mamma.... 

Matelica,  maggio  del  1907. 

Vincenzo  Boldrini. 


I  GIUOCHI  FANCIUI<LBSCHI 

E  LA  PRIMA  EDUCAZIONE  DEL  BAMBINO. 

(A  proposito  di  un  nuovo  libro). 


Scriveva  a  ragione  l'illustre  Pitrè  che  "  fra 
le  tradizioni  popolari,  i  giuochi  fanciullesrhi 
offrono  un  campo  spazioso  di  ricerche  e  di 
osservazioni  a  quanti  studiano  l'uomo  nella 
sua  vita  intima  e  domestica,  nelle  sue  rela- 
zioni con  gli  uomini,  nelle  sue  inclinazioni 
e  costumanze;  e  però  non  solo  ai  cultori  del 
Folk-Lore,  ma  anche  agli  etnografi  e  ai  pe- 
dagogisti, „ 

Specialmente  ai  pedagogisti,  vorremmo 
aggiungere  noi,  e  non  solo  agli  insegnanti 
che  hanno  appreso  dalla  pedagogia  le  norme 
per  una  sana  educazione  dei  fanciiilli,  ma 
anche  alle  madri,  a  questo  pedagogiste  della 
pratica,  che  nell'amore  e  nell'istinto  materno 
attingono  quelle  norme,  che  la  scuola  non 
sempre  apprese  loro,  ma  che  esse  intuiscono 
con  marav'gliosa  e  commovente  sicurezza. 

Poiché  è  verità  vecchia,  ma  pur  sempre 
lina  grande  verità,  che  la  madre  è  la  prima 
e  la  migliore  delle  maestre,  perchè  educa  più 
che  non  istruisca,  ed  educa  con  amore  e  senza 
annoiare. 

Raccogliere  in  un  volumetto  tutte  le  pa- 
role amorevoli  nella  loro  semplicità,  educa- 
tive nella  loro  freschezza,  che  le  madri  inse- 
gnano al  loro  bimbo  non  appena  esso  comincia 
a  comprendere  e  balbettare,  è  ciò  che  ha  fatto 
il  prof.  Giovanni  Giannini  in  un  interessante 
volumetto  (1)  che  abbiagao  sott"  occhio  e  che 
vorremmo  vedere  nelle  mani  di  tutte  le  gio- 
vani madri. 

Esse  vi  troverebbero  non  solo  tutte  le 
più  note   di    quelle    graziose  cantilene,   fila- 


(1)  Giovanni  Giannini,  Sciogli! ingua,  Indo- 
vinelli, Giuochi  fanciulleschi.  Canzonelle,  Fila- 
strocche e  storielle  popolari,  da  sentire  alla 
prima  educazione  del  hainhiho.  —  Firenze, 
R.  Remporad  e  Figlio,  L.  1. 


strocche,  canzonette  e  storielle  che  tutti  ap- 
prendemmo bambini,  (chi  non  ricorda  con 
una  dolce  commozione  le  carezze  della  mam- 
mina giovine,  che  tocca  il  visino  del  suo  di- 
letto marmocchio  e  mormora  : 

QuesUi  è  la  montagna 
questa  è  la  castagna 
questo. è  l'occhio  bello 
questo  è  il  suo  fratello, 
questa  è  ia  chiesina 
e  questo  è  il  campanello)') 

ma  anche  un  bel  numero  di  giuochi  per  tra- 
stullare i  loro  piccini,  di  sciogli  lingua  {tre 
tozzi  di  pan  secco  -  in  tre  strette  tasche  stanno) 
e  indovinelli  graziosissimi: 

Io  ho  due  conche  -  sopra  nn  pnte 
passa  il  lupo,  e  non  le  rompe; 
tira  un  filo  -  e  mette  un  grido. 

Ve-lo  dico,  e  ve-i'Ò  detto 
ve-lo  torno  a  dir  di  nuovo, 
e  se  voi  non  capirete, 
testa  d'asino  sare'e. 

Ma  oltre  queste  notissimo,  la  più  parte 
tolte  dal  Folk-Lore  toscano,  ve  ne  sono  di  al- 
tra poco  comuni,  o  meglio  poco  note  a  noi, 
però  comuni  in  alti-e  regioni  d'Italia.  E  giuo- 
chi facili  e  difficili,  regionali  e  locali,  per 
pochi  bimbi  e  per  molti. 

È  in  complesso  un  volumetto  interessan- 
tissimo nella  sua  brevità  (sono  un  centinaio 
di  pagine  appena)  e  non  possiamo  non  con- 
sigliare abbastanza  le  giovani  madri  a  porre 
fra  le  mani  dei  loro  bimbi  questo  intcì-essante 
volumetto,  che  si  trova  in  tutte  le  librerie 
d'Italia,  ed  è  consigliato  e  adottato  in  mol- 
tissime scuole. 

?.I. 


PinoscAro  •Sassoo, 
ari  pn-ownji  «impania  •  Laxio  <  jmA  frauM  étU»  Mirima  MèrcmmlUt  italimtm 
ai  tnuport»  Ìt§U  EmlfrmtUi. 


COME  SI  ATTRAVERSA  L'OCEANO 


n  questi  ai- 
timi anni, 
r  Emifrrazio- 
11  e  tran  so- 
ceaaica  che 
già  del  1S9S 
al  1900  aT». 
va  rag(;ianto 
una  media 
annua  osi-il- 
*  Unte    intor- 

no ai  169,000  individai,  dimostrò  una  costante 
tendenza  all'aumento.  Nel  periodo  1901-904 
evsa  raggiunse  il  numero  di  370,000  iadiTidnl, 
in  media  per  anno:  nel  1905  si  tocoò  1a  ci- 
fra di  447,000  e  nel  1906  quella  rUevantissIma 
di  mezzo  mtUone. 

A  parte  la  considerazione  ohe  la  nostra 
emigrazione  si  Ta  sempre  pia  trasformando 
da  pen>ianente  in  temporanea  perchè  il  nu- 
mero tende  sempre  più  ad  aTrioiDarst  a  quello 
decH  emit;rati.  non  sono  da  dlsoonosoer»  gli 
indi-^catibili  %-antag(ri  dell'omigrasione,  nèal 
può  cuntestare  che  l'esodo  delle  nostre  classi 
lavoratrici,  sia  stato  negli  ultimi  trent'annt 
un  fattore  efficace  del  risorgimento  econo- 
mico nazionale  ed  abbia  oontltuito  un  eie» 
mento  da  prima  non  prevedalo  di  svtloppo 
commerciale. 

QuesU  premessa  è  necessaria  per  oom* 
prendere  quale  e  quanta  import  ansa  possa 
avere  sopra  un  movimento  di  pasnegflerf, 
per  quanto  di  terza  classe4fena  potente  So- 
cietà  di  navigazione.  la  quale  tenendo  anche 
conto  del  movimento  dei  toaristi,  possa  in 
ogni  modo  provvedere  a  che  i  viaggi  degli 
uni  e  degli  altri  si  compia  nelle  migliori  con- 
dizioni possibili. 

Una  grande  flotta  mercantile  nazionale 
assume  perciò  in  Italia  l'a&petto  di  ana4ie- 
cessila  di  primo  ordine  ed  ha  un  fine  nobil- 
mente patriottico,  quale  è  quello  della  eman- 
cipazione del  paese  dalla  sog^^ezione  strauiera 
nei   traffici   per  le  vie  di  mare.  Fortunata- 


mente ri  soao  orgaoisxatori  tatelllgenU  ed 

aodaol,  ohe  hanno  saputo  ritiiiir<<  e   v4ntio 

•empre  meglio  completa 

mercantili,  che   rlspou<l 

tutto  e  nella  maniera  U  j....    i.wv.v.....   ...» 

nsoeasità  della  «ituazione. 

Fra  tutte,  la  più  importante  è  qaella  della 
NatigatioH*  OtmtraU  iloltena. 

Questa  Sodotà.  è  rlsapaio.  naoqae  dalla 
foslona  della  Società  FImrt»  #  BmkmUimo. 

Molti  lettori  ricorderanno  che  ta  praei*  i 
mente  con  dae  plrosoofl  della  Babattloo. 
Lombarda  ed  il  PMmumtt  chs  Otossppe  <i 
ribaldi  apprestò  nel  1860  la  leggendaria  f| 
dizione  dei  Mille.  I  dae  vapori  furoDO  n 
tarati  daifll  incaricati  del  ComlUto  rivoU 
zionario  Nino  Bixio  e  Salvatore  Casilglla,  ed 
il  4  ma</gio  salparono  dallo  scoglio  di  Quarto 
e  condu«i4ero  i  nuovi  argonauti  a  Maraala 

Un'altra    imprewa   patriottica   al    com; 
mento    della   quale   conti ibvii  un   plrosT.-»' 
della  Rabattino,  è  quella  di  Carlo  PUacai 
che  con  1  suol  oompagnl  s' impadronì  del  i 
mscafo  Cofliari  che  faceva  rotta  da  Genova  ■ 
Tunisi  e  con  esso  «1  diresse  all'Isola  di  Ponza, 
ove  liberò  1  prigionieri  politici  e  poi  alta 
•P»?gf»  ^  Saprl,  dove  si  svolse  lo 


ktArloo 


Ls  eooTSosioni  posta 
roDo  alU  Sooietà  Babatt 
i  serrisi  delta  Sardegna. 
Indie  ed  alU  Società  >) 
della  Sicilia,  con  dirama 
nisi  e  quelli  dell'AdrlaU 

Nel  1880,  Ignazio  Florio  m  ìì»c* 
tore,  assieme  a  Raflkele  BobatU no.   ' 
sione  deOe  due  Società,  e  le  traitaUtt.  ;^  . 
rlte  dal  Oovemo.  condussero  alU  oostitaxions 
della  yariga*iom4  GtMraU  ItaUmmm. 

n  naviglio  sociale  oontava  allora  89  plro- 


60G  -" 


Piroscafo  "  Lombardo  „ 

{dell'ex  Società  linbattino/.  insieme  al  Piemonte, 

trasportò  la  spedizione  dei  Mille  a  Marsala. 


che 


Piroscafo   "  Cagliari „ 
{dell'ex  Società  Ritbattino) 
trasportò  la  spedizione  Pisacane  a  Saprì. 


scafi,  della  portata  di  67,030  tonnellate  di  re- 
gistro netto. 

In  seguito,  e  specialmente  nell'ultimo  de- 
cennio, la  Società  per  l'esecuzione  degli  im- 
pegni contratti  collo  Stato  e  per  lo  svolgi- 
mento delle  proprie  iniziative,  oltre  a  curare 
la  trasformazione  del  materiale  originario  e 
la  adozione  della  triplice  espansione  per  i 
suoi  apparati  motori,  provvide  alla  costru- 
zione ed  all'acquisto  di  un  complesso  non 
indifferente  di  altri  piroscafi.  E  così  ebbe  il 
Cristoforo  Colombo,  il  Galileo  Galilei,  il  Mai-co 
Polo  e  VEleitrico,  per  il  servizio  postale  tra 
Napoli  e  Palernrio;  V Amerigo  Vespticci  ed  il 
Flavio  Gioia  per  il  servizio  Civitavecchia- 
Golfo  Aranci;  il  Montenegro,  il  Serbia,  ì\  Ro- 
mania, il  Bulgaria  ed  il  Bosnia,  per  la  linea 
dall'Adriatico  al  Mar  Nero  e  Danubio;  il  Le- 
vanzo,  il  Favigiiana,  Vis  Jiia,  il  Capi-i  ed  il 
Procida  per  la  linea  del  Levante;  il  Liguria, 


il  Lomlardia,  il  Sardegna,  il  Sicilia  e  l' Um- 
bria per  le  linee  delle  due  Americhe. 

Un  programiTia  di  più  vaste  riforme  circa 
il  rinnovamento  della  fletta  veniva  però  trac- 
ciato alla  fine  del  1903.  Per  esso  la  Società 
die  subito  corso  all'ordinazione  di  sei  grandi 
transatlantici  per  un  importo  di  50,000,000  di 
lire.  Delle  sei  navi  il  Duca  degli  Abruzzi,  il 
Duca  di  Genora  e  il  Re  Vi  torio,  furono  re- 
centemente varate,  e  la  Regina  Elena  si  va 
allestendo  nel  cantiere  di  Ancona. 

Finalmente  nei  primi  mesi  del  prossimo 
anno  entreranno  in  esercizio  anche  le  due 
ultime  navi  di  questo  importante  nucleo  il 
Principe  Umberto  ed  il  Duca  d'Aosta,  che  si 
trovano  già  in  costruzione  nei  cantieri  di 
Palermo. 

È  noto  il  grande  successo  che  ebbe  lo 
scorso  anno  all'Esposizione  di  Milano  il  pa- 
diglione della  N.  G.  I. 


Sala  di  conversazione  del  vapore  "  Ke  Vittorio  ^  della  linea  Genova-Buenos  Ayres. 


Saia  da  pbaxxo  dei  Piboikafi  •8ic:ma.  »    '  Sakm 


PiBosCAf  I  *  Sicii-iA  «E  *  Saboeoka  ,  :  r 


G08  - 


Che  cosa  sia  un  grande  Piroscafo  moderno, 
pochi  Io  sanno;  tuttavia  la  mostra  ordinata 
con  molta  cura  riusciva  a  dare,  anche  a  chi 
ne  fosse  assolutamente  profano,  un'idea  della 
vita  di  bordo. 

Dal  principesco  salone  da  pranzo  del  Re 
Vittorio,  dalla  sala  di  conversazione  scintil- 
lante di  ori,  dalla  meravigliosa  sala  di  mu- 
sica, alle  elegantissime  cabine  di  Prima  classe, 
tutto  interessava  il  visitatore,  il  quale,  appa- 
gando l'occhio  in  quegli  splendori  e  pensando 
alle  trepide  speranze  dei  poveri  emigranti 
ammassati  nelle  terze  classi  di  certi  Piroscafi, 
forse  ignorava  che  la  nostra  maggiore  Com- 
pagnia di  navigazione,  nelle  sue  nuove  co- 
struzioni e  pei  suoi  nuovi  acquisti  —  fra  i 
quali  meritano  di  essere  ricordati  1  tre  ma- 
gnifici transatlantici  capaci  ciascuno  di  più 
di  2000  emigranti  Campania,  Lazio  e  Sannio, 
—  dopo  aver  provveduto  agli  agi  ed  al  lusso 
dei  fortunati,  non  aveva  dimenticato  di  con- 
cedere le  possibili  comodità  agli  umili,  ai  di- 
seredati, a  coloro  cui  la  patria  non  fu  ospitale 
e  che  sono  costretti  a  portare  l'opera  del 
braccio  e  dell'ingegno  italiano  in  altri  paesi, 
lontano,  oltre  1  mari  senza  confini. 

Infatti,  importantissime  modificazioni  sono 
state  introdotte  dalla  N.  G.  I.  nei  nuovi  Piro- 
scafi, per  i  passeggeri  di  Terza  classe. 


Piroscafo  "  Umbria  „ 

Il  grande  scalone  che  conduce  agli  alloggi 

di  I  e  li  classe. 

esatto  conto  del  grado  di  progresso  che  rap- 
presenta il  riparto  della  Terza  classe  nei  Pi- 
roscafi moderni. 

Allora  gli  emi- 
granti erano  agglo- 
merati in  locali  ri- 
stretti, sudici,  mal- 
sani, senz'aria  né 
luce,  male  e  scarsa- 
mente nutriti:  è  fa- 
cile immaginare  in 
quali  condizioni  di 
pulizia  e  di  igiene 
dovevano  arrivare 
a  destino  quegli  in- 
felici, dopo  aver 
viaggiato  per  alcu- 
ne settimane. 

Ora  non  più:  i 
passeggeri  hanno  il 
loro  letto  separato 
e  libero  ;  sono  di- 
stribuiti in  vari  ca- 
chi non  ha  mai  visto   alcuna   delle  navi    meroni  divisi  in  due  scompartimenti,  uno  per 

mercantili   addette  fino  a  pochi   anni   fa   al     gli  uomini  ed  uno  per  le  donne. 

trasporto  degli  Emigranti,  non  può  rendersi  Non  mancano  i  locali  speciali  por  i  pasti, 


Sul  ponte  di  un  tbansatlantioo  della  Naviga/.  Gkn.  Italiana, 


**- 
1 

■^ 

1 

»■  1 

Salone  da  pkanzo  sul  Pikoscafo 
"  Regina  Elena  -. 


Sala  di  conversazione  del  Piroscafo 
Maeco  Polo  „  linea  Napoli- Palermo. 


—    itKj    — 


t'K   t>oKMrrono 

M  III  CLAMR 


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—  (ilo 


wmiimm 


L'CKrt.i>xi.K.     -    Ih' u^t\t:ioK€  a  lK.r\iv. 


La  cucina  tii  Ili 


p4>r  le  do<x^ìe  o  per  i  bacni.  ooatruitl  aeoondu  non  potrà  ad  e«M  mn- 

le  r«gole  più  miuuciOM  dell'imene.  tra  i  t>;i ■.>«■.•;:(.> n  «li  i   .. 

E  poi  :  ambal«torì,  farmacie,  ospedali  por  qua!' 

iKimlnl  ed  ospedali  per  dunne,  per  malattie  d'tm 

oomani  e  per  tm»'»<»  '"^-^ttiTe,  ec  che  -  . ,    — ,-  - 

Con  ri4(ieiu-  '  i  noiosamente  cn-  perf- 

rata  l'alimenta.  iii«rant«  sotto  il  I.  razione  inirodatu  In  qa«sl« 

Mplenie  e  rlgoros nirono  del  Comandanti  mo<l'  v  -     '  -nt  ^ll  sMoeu* 

e  dei  Re^i  Comml^s«ri.  sor)  '  passeggeri 

Per  tn  lil^rantr  vp'r.Hri.  t«  mtrVn  orart*».  Il  fa  irtulonedl 

che    I  !  r.i'ir.o  jM'i  l>a-nbini  oh*  per 

la  (1  non   riescuno  sempr*  gra- 

por 


La   CABIVA 

'  l-AKATI    MaBCOHI. 


Il  <ii  ■:. 

DKl   XI  <V|    I  III 


I  GIGANTI  DEL  MARE:  Il  varo  della  nave  Europa.  —  De- 
scrizione di  un  grande  transatlantico  moderno.  —  Altre 
grandi  navi  della  Società  di  Navigazione  "La  Veloce,,. 


I  lettori  deWAIniatHirio  Italiano  ebbero, 
nell'edizione  del  liiU7,  breve  notizia  delle 
origini  della  Societ<à  La  Veloce,  del  suo  con- 
tinuo e  rapido  progredire,  dei  servizi  ma- 
rittimi cbe  attualmente  esercita,  della  sua 
flotta  in  parte  giovane  ed  in  più  gran  parte 
giovanissima,  composta  di  grandiosi  transat- 
lantici quasi  tutti  costruiti  in  cantieri  nazio- 
nali e  meritevoli  di  stare  a  confronto  coi  mi- 
gliori navigli  esteri. 

Seppero  anche  degli  adatlaraenti  di  sfar- 
zosa eleganza  e  vera  signorilità  per  p.sseg- 
gieri  di  prima  e  di  seconda  classe  di  cui  le 
unità  di  tale  flotta  sono  munite  e  delle  co- 
modità del  tutto  eccezionali  che  sui  vapori 
della  Società  riscontransi  negli  alloggi  per 
emigranti,  ricchi  di  aria  e  di  luce,  ben  di- 
sposti, mantenuti  in  perfetto  stato  di  net- 
tezza, fatti  oggetto  delle  più  premurose  cure 
ed  attenzioni  degli  equipaggi. 

Ebbero  già  oci  asione  i  nostri  lettori,  di  for- 
marsi una  giusta  idea  della  bontà  e  regolarità 
dei  servizi  tutti  di  bordo,  per  ogni  riguardo 
ini^punt.ibili,  e  di  quanto  Insomma,  nei  ri- 
guardi della  Società  La  Veloce,  dimostra  in 
modo  inoppugnabile  com'essa,  conquistato 
già  da  tempo  un  posto  ragguardevolissimo 
tra  le  comiiagnie  italiane  e  straniere  cheeser- 
cilano  servizi  postali  celeri  fra  l'Kuropa  e  le 
Americhe,  prosegua  ardita  ed  intrepida  verso 
ulteriori  espansioni,  sempre  migliorando  i 
propri  servizi,  aumentando  le  proprie  bene- 
merenze :  in  una  parola  conferendo  prestigio 
sempre  maggiore,  sui  mari,  alla  bandiera  na- 
zionale. 


*  * 


Questa  volta  V Almanacco  non  può  non  ri- 
cordare un  avvenimento  che,  già  ansiosa- 
mente atteso,  si  compi  felicemente  il  10 
mar/o  1907,  facen-io  convergere  verso  la  So- 
cietà La  Vduce  1  utienzione  e  Io  vive  simpatie 


del  pubblico  e  dimostrando  ancora  di  quali 
ardimentose  iniziative  e  mirabili  energie  possa 
andare  orgogliosa  la  rinomata  Compagnia  di 
cui  parliamo. 

La  mattina  di  detto  giorno  si  varava  dun- 
que a  Palermo,  in  quei  magnifici  stabilimenti 
dei  Cantieri  siciliani,  il  grandioso  transatlan- 
tico Eiiropii,  costruito  per  conto  della  Veloce, 
e  specialmente  destinato  al  servizio  della  linea 
di  New  York. 

A  dare  un"  idea  della  borezza  e  della  gran- 
diosità della  nave,  della  modernità  e  signori- 
lità dei  suoi  adattamenti,  del  confort  che  offre 
ai  jjasseggieri  di  tutte  le  classi,  delle  eccel- 
lenti sue  qualità  nautiche,  gioveranno  le  sem- 
plici indicazioni  delle  sue  caratteristiche  ed 
una  rapida  descrizione  delle  varie  sue  parti. 


Ij' Europa,  piroscafo  a  doppia  elica,  venne 
impostato  nel  giugno  del  1905,  e  fino  a  quella 
data  nessuna  nave  di  uguali  proporzioni  era 
stata  costruita  od  impostata  nei  cantieri  ita- 
liani. 

1j' Earojia  misura  infatti  m.  138,57  in  lun- 
ghezza, m.  16,27  in  larghezza  e  m.  11,92  in 
altezza. 

11  piroscafo  è  a  quattro  ponti,  con  un  ponte 
passeggiata  superiore  ed  un  ponte  tenda.  Spo- 
sta a  pieno  carico  tomi.  10,500:  ha  una  stazza 
lorda  di  tonn.  7870  e  netta  di  tonn.  4547:  la 
sua  portata  è  di  tomi.  4^00. 

Le  due  motrici  di  cui  il  vapore  è  mu- 
nito, sviluppano  oltre  6000  cavalli  a  vaporo 
di  forza,  imprimendogli  una  velocità  di  circu 
quindici  miglia  e  mezzo  all'ora. 

1,' Europa  trasporta  un  centinaio  circa  di 
passeggleri  di  classe,  ai  quali  il  piroscafo  of- 
fre quanto  di  più  modernamente  sfarzoso  si 
possa  pretendere  e  produrre  in  fatto  di  adat- 
tamenti di  lusso.  E  cosi:  salone  da  pranzo 
decorato  cou  novità  di  stile   ed   artistiche 


G14  — 


riroscnfo  "Europa,,  —  Cabine  ni  prima  classe. 


rh'oscafo  "  Europa  „  —  Salone  da  pranzo. 


t'tio9eaCo  •  / 


—  Gir,  — 


Piroàcufo 


'opa.  —  Ambulatobio  annesso 
all'  ospedale. 


bizzarrie  di  addobbo,  salone  da  conversa- 
zione, salottlni  per  fumatovi  e  signore,  sala 
da  musica,  camere  per  toile'.te,  cabine  di  lusso 
spaziose  e  fornite  di  mobilia  in  mogano:  ogni 
confort  adunque  ed  il  tutto  terminato  con 
gusto  ed  eleganza,  e  disposto  coi  criteri  delle 
più  raffinate  esigenze. 

Il  piroscafo  alloggia  poi  colle  mnssirae 
comodità  circa  millesettecento  emigranti  di- 
stribuiti in  vastissimi  ambienti,  bene  illumi- 
nati ed  arieggiati.  Per  tale  categoria  di  pas- 
seggieri  V Europa  ha  anche  ampi  refettori  in 
cui  gli  emigranti  ricevono  i  loro  pasti  sanis- 
simi ed  abbondanti  col  massimo  ordine,  poco 
avendo  da  invidiare,  anche  per  tale  riguardo, 
agli  stessi  passeggieri  di  classe. 

Oltre  gli  accennati  adattamenti  per  pas- 
seggieri di  prima  e  terza  classe,  sono  vera- 
mente notevoli: 

Li'ospeddle  per  malattie  comuni,  situato  a 
proravia,  sufficiente  per  ventiquattro  uomini 
e  dodici  donne  e  costituito  da  ambienti  bene 
arieggiati  ed  illuniiiiaLi  e  forniti  di  tutto  il 
materiale  medico  e  chirurgico  rispondente  al 
più  moderni  trovati  della  scienza.  Sonvi  inol- 
tre a  bordo  altri  due  ospedali  per  malattie 
infettive,  capaci 
complessivamente 
di  venti  infermi. 

La  cucina  di 
terza  classe,  che 
dispone  di  sei  cal- 
daie mbvibill  me- 
diante viti,  e  suffi- 
cienti per  prepa- 
rare in  una  sola 
volta  il  vitto  per 
la  totalità  del  pas- 
seggieri. 

L'ampia  came- 
ra fri(jnriffra  a 
poppavia,  con  op- 
portune divisioni 
per  lo  stivaggio 
della  carne,  del 
pesce,  della  frut- 
ta, del  burro,  del- 
la verdura,  del 
ghiaccio,  munita 
di  apparecchio  re- 
frigerante Hall, 


Le  cnnilnif>t>,  il  warello,  la  pnsfìccerìa,  \% 
pa>ielterifi,\\  forno,  la  cncina  ili  prima  clnsfie. 
Infine  gli  olhxjyi  del  comandante  e  degli 
ufficiali,  situati  sul  ponte  te-ida  e  quelli 
dei  macchinisti  in  coperta  ed  in  conispon- 
denza  col  cofano  delle  macchine. 

Va  rilevato  ancora  che  tutri  gli  alloggi 
od  i  saloni  sono  muniti  di  caloriferi  a  va- 
pore e  che  la  Intera  nave  è  Illuminata  a 
luce  elettrica.  La  corrente  necessaria  viene 
fornita  da  tre  complessi  elettrici  della  ri- 
spettiva potenza  di  venti  kilowatts. 

Tu' E'iropa  è  Inoltre  provvisto  dell'ap- 
parecchio radiotelegrafico  Marconi. 


Alla  Veloce,  promotrice  insieme  alla  Na- 
vigazione Generale  Italiana  (colla  quale  con- 
tinua ad  esercitare  l  servizi  celerissimi  com- 
binati per  New  York  e  pel  Piata),  di  un  rapido 
e  meraviglioso  sviluppo  dellamarlna  mercan- 
tile italiana,  oggi  che  questa,  per  effetto  dei 
nobih  sforzi  delle  due  potenti  Compagnie,  è 
in  grado  di  fronteggiare  con  successo  nel  no- 
stri porti  la  bandiera  straniera  che  soltanto 
pochi  anni  addietro  manteneva  incontrastato 
il  monopolio  dei  più  importanti  tiaffici  ma- 
rittimi nazionali,  va  attribuita  molta  lode  per 
avere  aggiunta  alla  propria  flotta  un'unità 
splendida  come  l' Europa,  tanto  rapida  da 
compiere,  com'ha  già  fatto,  in  meno  di  do- 
dici giorni,  la  traversata  Napoli-New  York. 

Del  resto  V  Europa,  per  quanto  la  sua  en- 
trata in  servizio  abbia  costituito,  come  ab- 
biamo detto,  uno  degli  avvenimenti  marittimi 
più  salienti  della  vita  marittima  italiana  di 
questi  ultimi  tempi,  non  rappresenta  l'iinica 
prova  data  dalla  Té'^oce  nel  1907  dello  spir'to 
d'Iniziativa  ond'ò  animata. 

Per  suo  conto  infatti,  poco  dopo  l'inizio 
dei  viaggi  deW Eìirop-^i ,  inipostavansi  a  Muì:- 
giano,  negli  Stabilimenti  dei  Cantieri  Navali 
Riuniti,  due  altri  colossali  piroscafi,  del  quali 
ci  limitiamo  ad  indicare  le  principali  carat- 
teristiche : 


VUU>bCAi;'0    '  AltUÌi>ii>A  , 


r«r   ni»tH    1 


'! 


'iu()><  AKo  "  Brasile 


•ino  tnoomincfare  a  navigare  Terso  la  floe  e  la  refitkiHlA  e  pfrlofUc^Ui  «IH  »!•??<. 

Hfi  1906.  pre  mant-  :   .'■ 

Al  rinnoramento  del  materiale  impiegato  hanno  as-^ 

nella  I.fnca  rtol  VìutA.  1a   TV7«w   provvoirva  alone    «<■ 

«li  I  '.  partenae 

i»  stato  di  «. 

di  -  >  e  le  «Jd.         .    • 

loru;  uucitH>  4ii  uavl  riki4<l«  «  moderai»-  quello  di  c)awt«  «•r«iu«g«ii'<i'  . 


Coxsiouo  o'Amxixutkazioxx  d:  lla  Sociktà  la  veloce. 

'irfemf e: Solmri  comm.  Pietro:  r,.m»igUeri:  Branelll  prof.eaT.  Durocnioo.  Ca«anoTacsv.Fran- 
ccjion.  Crespi  comm.  Agostino.  Faaalni  bar.  Alx-rto.  Uallulti  bar.  Trtatatio,  MaleDcblnt 
march.  Luigi,  Bossi  Maùrtiol  conte  oomro.  Oerolamo,  Mnafort  iM  rtgmo. 

DnunroBS  OnntALS  i>pli.a  Sotirtà: 


Broncllt 

Flotta  deUa  Società. 


n-..f  t «'.manico. 


PIB08CAFI 

XUitt  l«N« 

lltm  MtU 

Csralli 

VrlMlU 
affa  ^r» 

■iriu 

1446 

15.47 
14.17 

ia.o» 

18.05 
1&.0J 
15419 
13.40 
18^ 
14. 55 

•Mlattrl 

ABoiormtA  (doppia  elles)  .    .    . 
Bba  =  --    '"   -a  etlrai   .     .     .  ^ 

Ckv                         4 

Cu.                     NO 

Citta  m  T   kiso    . 
KXJBOPA  (doppia  eli. .. 
Italia  (doppia  elica 
NOBD  Amkmca  .     . 
Savoia  (doppia  elica 
Vesk/xela     ... 
N.  N.  (In  costruziori 
N.  N.  (In  costruzion 

4966 

6095 
S86T 
8848 
8ft88 

7870 
6017 
4919 
5089 
8878 
1»000 
8000 

16 
90 
91* 
91 
88 

86 
63 

42 
61 

8047 
SOM 
9067 
9781 
3761 
4646 
80«7 
3891 
8099 
90M 

30 
81 
61 
94 
69 
66 
0« 
64 
81 
66 

6000 
5800 
8800 
9560 
808» 
8000 
6H0O 

4no 

6100 
84S7 

7i»00 
7ii00 

XFLO 

XHPD 

SMOW 

K  MttL 

MMAO 

PONE 

PWNT 

QTBJf 

HOMB 

iiUNK 

-  618  — 

UFFICI,  AGENZIE  SOCIALI  E  CORRISPONDENTI 
incaricati  della  vendita  dei  biglietti. 

UFFICI  SOCIALI:  Direzione  Generale  della  Società  -  Genova,  Via  Garibaldi,  2  (Palazzo  Gnm- 
baio).  —  Sede  Succursale  -  Napoli,  Via  A.  Depietis,  62.  —  l'ffici  ^'Emigrazione  -  Gk- 
NOVA,  Salita  San  Giovanni  di  Prò  (Bimpetto  alla  Stazione  Piincipe)  -  Nai-oli,  Via  Oronzio 
Massa  (Palazzo  Salsi)  -  Messina,  Corso  Vittorio  P^rnannele,  90  -  Palkkmo,  Piazza  Ma- 
rina. —    Ulficio  p(rss"<jgieri  -  Milano,  Via  Carlo  Alberto,  1. 

AGENZIE  E  CORIIISPONDENTI  INDIRIZZO  TELEGRAFICO 

Ancona  ....  Goffredo  Novelli Novelli 

Anversa.    .    .    .  W.  Kaydt  &  C.  Canal  au  Sucre,  37 liaydt 

Barcellona    .    .  Canadell  y  Villavecchia Cnnadell 

Basilea.    .    .    .  Kaiser  &  C.  Elisabethenstrassc,  58 SlmU 


b. 


\\ 


Piroscafo  "  Italia  „. 


Berlino  .  .  . 
Buenos-Aires 
Bruxelles  .  . 
Cadice  .  .  . 
Colon.  .  .  . 
Corinto  .  .  . 
Callao  .  .  . 
Caracas.  . 
Cartagena.  . 
Catania .  .  . 
Curacao.  .  . 
Firenze  .  .  . 
Francoforte  . 
Las  Palmas  . 
Lima  .... 
Livorno  .  .  . 
Londra  .  .  . 
Londra  .  .  . 
Madrid  .  .  . 
Marsiglia  .  . 
Montevideo  . 
Nuova  York  . 


.  Cari  Stangen,  Untar  der  Linden,  S Weltreisen 

.  P.  Christophersen,  250,  Heconquista Veloce 

.  J.  Gielen-Bobette,  Rne  da  Marais,  72 Givlen-Hobe'.td 

.  Viuda  De  R.  Aloon  Y.  F.,  Lerdo  De  Tejada Alcon 

.  J.  Fidanquc Veloce 

.  E.  Palazio  &  C 

.  Lorenzo  Delaude 

.  H.  L.  Boiilton  &  C Boulton 

.  Juan  B.  Mfunero  &  C Mainerò 

.  Pietro  Marano Marano 

.  Viuda  de  John  Gaerste Gaerste 

.  F.  Henry  Huiubert,  Via  Tornabuoni,  20      ......  Hanthert 

.  J.  Schottenfels  &  C lieisebitreau  Scholteu- 

.  The  Grand  Canary  Coal  Comp.  Ltd Veloce  [ftla 

.  Lorenzo  Delaude 

.  Agostino  di  Carlo  Gori Gori 

.  Sewel  e  Crowther,  18,  Cockspur  Street 

.  llethorington  F.  W.,  163*  Strand Ship 

.  Fernando  Poin.i.dor,  Preciados,  27 

.  Marie  Morcau  &  C,  llue  Sainte,  42 Marie  Mureaii 

.  A.  Piaytjio Veloce 

.  Hartaeld,  Solari,  &  C,  50,  WttU  Street Veloce 


IK  K  C(ittUlSI*OhUKN 

Palermo  i  io 

Parigi  («,  l'i«c«  d«  rOprm    . 

Rio  J.vio  ro  nMiilt»  lt»lo-l)rm«ilt»no  . 

R.i  11.1  "•*«,  l'orso  Umberto  1.  !«"••»  . 

H.'  '  .1  .r>o  rmbrrio  l.«nif.vUT«.iti  ■ 

San  Callo  1  

San  Paolo        .  !'•  -  o«»l«  Italo  Brmalllano  .                                 > 

Santo»  ...  1'  '    Ittdo  Brasllianu 

Tantrìfl*    .   .   .  T'  <tf  Comp.  I^nt 

Tonn«                    V  1  ^Ijocapa,  S  •  Viarr»  t\a,lfllo 

T'  >str  ■    *   C 

UOi:io  V  •'  PrcfBttara,  1«  .  ;  . 

Venetia  .  tmlt-lii  l'anlu  di  Ota^epp»  .   .  rr,if»ttrdo 

Vienna  .  .  Sobenker  fc  C  tkhouerlng.  I .  heitrhmr^am 

XB.  -  Oltre  1  saddetti  DfBei.  Attornio  8<M!iall  p  «  orrl«pondentl  tono  Inoarlrail  d*ll 
dei  biplletll  di  pa»s.it't:io  »..,-),.  I»  iriti  Thos  f,..,k  k  Sun  Al  U.iulra  (LudtfaU-.t 
1  auoi  Uffici. 


PiBOHTAro  •Batoia. 


À 


Vapobe  tipo  "  Toscana  „  e  "  Ravenna. 


ITALIA 


Società  di  Navigazione  a  Vapore 

SEDE    IN    GENOVA 
Capitale  Sociale  L.  20,000,000,  Emesso  e  versato  L.  12,000,000. 


La  storia  breve  ma  lusinghiera  di  questa 
giovane  Società  è  costituita  di  vittorie  e  trionfi 
sempre  maggiori,  dovuti  alle  eccezionali  qua- 
lità dei  piroscafi  modernissimi,  adibiti  alle 
Lince  di  navigazione  esercite. 

La  Società  "'  Italia  ^  fu  tra  le  prime  ad 
inaugurare  la  serie  di  quei  poderosi  transat- 
lantici che  da  qualche  tempo  la  nostra  ma- 
rina mercantil'-,  con  febbre  nuova  di  pro- 
gresso ed  energìa,  slancia  quasi  ogni  giorwo 
sul  mare. 

Fondata,  con  atto  6  maggio  1899,  a  rogito 
del  notare  Sciello  di  Genova,  il  4  novembre 
del  successivo  1900,  intraprendeva  col  va- 
pore "  Toscana  „  allora  allora  varato  dal  can- 
tiere Oderò  a'ia  Fpce,  la  serie  dei  suoi  viaggi 
regolari  sulle  linee  del  Piata  e  Brasile. 

Il  10  aprile  del  1901  salpa- 
va pure  per  la  prima  volta  dal 
ponte  Federico  Guglielmo  del 
porto  di  Genova,  il  piroscafo 
^Ravenna  „  (gemello  del  primo) 
sempre  alla  volta  dell'America 
Latina. 

È  tutt'ora  vivo  il  ricordo 
dell'  ammirazione  e  dell'  entu- 
siasmo destato  da  questi  nuovi 
tipi  di  vapori,  sin  dalle  prime 
partenze. 

Perche  infatti  essi,  colle  loro 
magnifiche  forme,  qualità  nau- 
tiche eccellenti,  installazioni  in- 
terne razionali  e  studiate  in  ogni 
particolare,  presentano  tutte  le 
comodità  e  confort  desiderabili 
dai  passeggieri,  sì  di  prima  ohe 
di  terza  classe. 


Ma  la  Società  "  Italia  „  ormai 
slanciatasi  nel  traflaco  non  do- 


veva aiTCStarsl,  bensì  migliorava  e  comple- 
tava i  servizi  con  altri  vapori  espressamente 
costruiti. 

Nel  1905  la  flotta  sociale  fa  aumentata  di 
altre  due  unità,  11  "  Siena  „  ed  il  "  Bologna.  ., 

L'uno  costruito  dal  Cantiere  Oderò  di 
Sestri  Ponente  e  l'altro  da  quello  dei  signori 
Harland  e  Woltf  di  Belfast  flrlanda),  ciascuno 
di  tonn,  4000  circa,  con  due  macchine  e  dop- 
pia elica  e  una  velocità  oraria  di  miglia  13 
e  ^/o,  posseggono  oltre  ad  una  splendida  1» 
classe  capace  di  70  pei-sone,  anche  degli  in- 
stallamentl  per  1289  emigranti,  terminati  in 
ogni  loro  parte  a  seconda  dei  più  recenti 
sistemi  in  uso,  ed  a  norma  delle  leggi  e  dei 
regolamenti  vigenti. 

Questi  splendidi  vapori  hanno  assicurato 


Vapore-  "  Bologna, 


Oaadsr»«to  In  ta!  tnndo  II  r«T<>re 


Miino  «  Ul  aopo  oostrnen- 

TiiK.niati  oatituTl  InRiest  tre 

»  Sp.*rd*(k  ,  i  quali 
all«  etlpeiiM  delU 

.1,  .....      ...  ....  ^razione  ed  •  qaelU 


DlslooMnento  11.000  toan.  C«|>aoiU  di  < 
r'.oo  tono.  9000. 

ClMM  dH  R.  I.  100.  A.  1.  I.  KftT.  L.  (T.  i 
•  LLOTD  B.  140  A.  1. 

Scafo  In  scolalo  •  dna  nuMvhiT 

a  trlpUoa  Mpan<;    -     '^■ 

dna  «Ikte:  vaio 
XhM  oaldarit 
neranno  per  i  »• 
boniU  oapad  di 
carbon. . 

lue. 


Caììlna  vi  LUttM>.  VaPuHI  "  ^^nu  ,  K  "  ttolugt%4t 


sii: 

!"•■ 

e  p»à  •"■•■  *»'- 

Oltre  rbe  a  . 
tavole,  pancl}<<. 

D«ceaittaperelien;;nnnnpo«Mi  pr- 
dure  I  propri  paaU  comodai— af  -^ 
dato  ed  al  ooperto,  I  vapori  e<i 
coatra  Iti  In  maniera  eba  1  pao»< 
glert  di  I*  Claaae  avranno  anrbr 
toro  «adnsiva  dispo«lalooa  tatt" 

ponte  di  coperta  ed  11  ponte  aapeiiora. 

pma  a  poppa,  ooeia  ana  aaperAote  di  ol*. 

14W  mrtri  «U  p«««*r'*««'^    ^ 


più  meticolosa  degli  StaU  UniU  del  Nord 
America,  ma  anche  a  tutto  ciò  ohe  poaaa  va- 
nir richiesto  dalle  proip-edite  la^rgi  avvenire. 

Le  reoenU  tntfravtfflloae  oo- 
strazionl  di  col  le  grandi  marina 
del  mondo  si  sono  arrlochlte  e 
nelle  quali  l'ornano  intelletto  ha 
eM  1  li  >  tutta  la  sua  potenza. 
■orae  nnlla  póma  orgl 
i  rato  nella  formaziooa 

«1 ,...    „afo  che  deve  portare 

nel  suo  grembo  tante  rite  e  tanto 
energie:  e  anche  questi  dell**  //a- 
ìla  .  nnntrannn  in  sé,  dòj^e  di 
meglio,  la  so'.i  litm,  la  alc#eaza, 
l'igiene  e  l'iàfiiatrua  poasono  ri- 
chiedere. 

Questi  vapori  Intraprenderan- 
no la  loro  via  sul  mare  nel  mar  -o 
■  d  aprile  prossimi  e  porteranno 
;  bei  nomi  iullci  di  "  Amanta,  V*- 
,  onn,   Taormina.  . 

Ei-co  le  loro  caratteristlebe: 

Lnngher7.a  m.  153.  Larghezza 
m.  17.60.  Altezza  m.  11.75.  Sai^  *""  rt^iAioju.  >  a4-u«    omm. ,  a 


■.•Umoi 


iU<»j' 


~  ()22  - 


tale  comoda  novità  vi  fu  apportata,  perche 
anclie  i  dormitori  ebbero  quella  del  riimo- 
vamfuto  costante  dell'aria  e  contemporaneo 
risi-aldamento  o  rinfrescamento,  per  mezzo 
dei  così  detti  "  thennotanks,  „  uno  degli  ul- 
timi trovati  della  scienza. 

Inoltre  a  garantire  sempre  più  la  sicu- 
rezza del  via;,'gio  saranno  impiantate  le  grue 
"  Weìin  Davits  „  per  la  rapida  e  sicura  calata 
in  mare  dalle  barche  di  salvataggio. 


La  sorte  arrida  ai  nuovi  vapori  e  la  So- 
cietà Italia,  avrà  l'orgoglio  di  aver  contri- 
buito con  ogni  sua  possa  a  render  prossimo 
per  la  patria  l'avvenire  glorioso  che  le  rapide 
comunicazioni  con  lontani  paesi,  gli  scaAibi, 
i  traffici,  l'industria  e  la  virtù  della  sua  gente 
le  vengono  preparando  nei  secoli. 


Tipo  dei  nuovi  vapori  "  Ancona,  Verona,  Taormina. 


'  mA'ENiMErfri  ' 

PIÙ  IMPORTANTI 


(Ottobre  xgoó  -  Settembre  1007). 
OTTO  K  Iti: 


:i«'  con  è  rUiv 

-esk*nl  rio:  «ot 

<  r«zlo>  stl  la  ! 

4«oruo  e   la  i.» 

a  un  »*-  quindh . 

i>  delle  seuonl,  non  no-  oim  *al  colpo. 

{50.  7.  Roma  —  IX  GongrcMO 


•■    tra  ijii.- 


^  (/W-V'-  'i'W  n't 


.    _   si,t..ro  doi'h    irm.i'.-atl  dell»        l>ToHc-  Ir»  r!^mi!«tl.  «1n1a.-. 

■-■».  t'' 

-lenKm         I 

delegato  ita: 

■'  riMVU  a 

^  -  Il  mlnUtro  de/Il  afftrt  «Meri 
laui;  ics^u.Ti.  :  ^i-iah  d-_-  ii.  .u  <'.;  !-:>:•  r-,         a.  iin   monarchia  auttro-aiigartoa  e*:-r--  - 

L'Olio  Sa5sa  Medicinale  semplice,  iodato  ed  eauUloJUtj  è  U  ricottltitJlt  ••wtns 


■^  G24  - 


all'àmbasciai-orè  itaHano  11  rincrescimento 
del  Governo  reale  d' Ungheria  e  suo,  per 
le  violenze  subite  dai  cittadini  Italiani  a 
Sussak. 
3.  Itoma  —  Piimo  Congresso  soc  alista  fpiu- 
niinile,   presieduto  dalla  russa  Balabanoif. 

12.  Eonia  —  Luigi  Luzzatti  è  nominato  nii- 
nistro  di  Stato. 

13.  Per  comune  accordo  fra  i  comitati  di  Pie- 
troburgo e  di  Londra  la  progettata  visita 
di  una  delegazione  inglese  in  Russia  è  ri- 
mandata a  tempo  indeterminato. 

15.  Durham  (Inghilterra  Settentrionale)  — 
Gravissima  esplosione  nelle  miniere  car- 
bonifere: numerosi  feriti,  3t)  morti. 

16.  11  sottomarino  francese  Lutiti  cola  a  fondo 
all'entrata  del  poito  di  Biserta,  con  16  uo- 
mini dell'equipaggio.  Dopo  lunghi  ed  emo- 
zionanti tentativi  per  ricondurre  a  galla  il 
sottomarino,  si  trova  che  tutto  l'equipag- 
gio è  morto. 

„  Torrenti  di  fango  danneggiano  gravemente 
molti  comuni  vesuviani. 

17.  Milano  —  Arrivo  dei  Sovrani,  che  per  la 
terza  volta  vengono  a  visitare  l'Esposizione. 

„  Parigi  —  Dimissioni  di  Sarrien,  presidente 
del  Consiglio,  per  motivi  di  salute. 

„  Seneca  (Carolina  del  Sud)  —  I  negri  incen- 
diano e  distruggono  completamente  il  co- 
mune per  rappresaglia  contro  le  vessazioni 
dei  bianchi. 

18.  Gravissimi  cicloni  devastano  tutta  la  parte 
occidentale  di  Cuba;  ad  Avana  20  morti. 

„  Una  fortissima  tempesta  devasta  le  coste 
orientali  della  Florida,  gli  isolotti  Key  e  le 
isole  Bahama;  al  Guatemala  e  nell'Houdu- 
las  si  segnalano  pure  enormi  danni  e  nu- 
merosissime vittime. 

^  lioma  —  Arrivo  del  Segretario  degli  affari 

esteri  germanico  von  Tschirschky. 
10.  Parigi  —  11  Gabinetto  francese  decide  pre- 
sentare le  proprie  dimissioni  al  Presidente 
della  Repubblica,  in  seguito  alle  dimissioni 
offerte  del  presidente  Sarrien. 

r,  Porto  Empedocle  —  Scoppiano  gravi  disor- 
dini in  seguito  alla  diminuzione  della  per- 
centuale dello  zolfo  in  provincia  di  Catania. 
La  folla  distrugge  gli  uffici  alla  stazione  e 
dà  fuoco  ai  carri. 

20.  Parigi  —  Clemenceau,  incaricato  di  for- 
mare il  gabinetto,  offre  a  Picquart  il  por- 
tafoglio della  guerra. 

n  Pietroburgo  —  Un  ukase  imperiale  ordina 
l'abolizione  di  tutte  le  restrizioni  di  classe 
per  ciò  che  concerne  gli  impiegati  e  le  ca- 
riche dello  Stato. 

21.  Venezia  —  Varo  del  sottomarino  Narvalo, 
quarto  della  flottiglia  in  costruzione. 

^  Vienna  —  Dimissioni  del  ministro  degli 
esteri  Goluchowski 

22.  Intra  —  Fine  dello  sciopero  del  tessitori 
verbanesi. 

23.  Napoli  —  Il  Re  s'imbarca  sulla  Umberto  I 
per  recarsi  ad  assistere  alle  manovre  na- 
vali di  Taranto,  che  coniiuciano  il  25  e  ter- 
minano il  28. 


23.  Moti  cartisti  in  Catalogna. 

fl  Costituzione  del  nuovo  Ministero  francese, 
con  Clemenceau  presidente  e  Pie  in  art  mi- 
nistro della  guerra.  11  Gabinetto  è  formito 
con  6  membri  del  precedente  Ministero  e 
6  nuovi. 

24.  Vienna — L'Imperatore  fa  personalmente 
una  visita  di  congedo  al  conte  Goluchowski, 
ministro  degM  esteri  dimissionario.  Il  ba- 
rone Aehrenthal  è  nominato  in  sua  vece. 
Anche  il  ministro  comune  della  guerra, 
Pitreich,  dà  le  dimissioni. 

28.  Budapest  —  Trasporto  solenne  delle  ce- 
neri di  Rakoczky  e  degli  altx-i  esiliati  del 
1715,  dirhiarati  allora,  dagli  austriaci,  tra- 
ditori della  patria  ungherese,  per  cui  ave- 
vano combattuto  e  sofferto,  morti  e  sepolti 
a  Costantinopoli. 

„  L'ambasciatore  giapponese  a  Washington 
presenta  al  Governo  degli  Stati  Uniti  le  ri- 
mostranze ufficiali  del  Giappone  contro  le 
disposizioni  prese  dallo  Stato  della  Califor- 
nia che  vietano  ai  fanciulli  giapponesi  di 
frequentare  le  scuole  per  i  bianchi. 

n  Ad  Atlantic  City  (New  Jersey)  crolla  un 
ponte  girante  mentre  passa  un  treno:  nu- 
merosi i  morti  e  feriti. 

„  Un  ciclone  distrugge  parecchie  città  del 
Messico. 

NOVEMBRE 

1.  Una  terribile  mareggiata  si  scatena  sul  li- 
torale nizzardo  producendo  ovunque  danni 
gravissimi  e  specialmente  a  Nizza.  Anche  a 
Venezia  l'alta  marea  allav'a  piazza  S.  Marco. 

3.  Berlino  —  I  delegati  della  Conferenza  ra- 
diotelegrafica firmano  il  protocollo  della 
Convenzione;  non  firmano  i  rappresentanti 
del  Montenegro,  dell'Egitto  e  di  qualche 
altro  Stato  minore;  firmano  con  riserva  i 
delegati  dell'Inghilterra,  della  Francia  e 
dell'Italia,  questi  ultimi  dichiarando  di  vo- 
ler mantenere  i  contratti  in  vigore  con  Mar- 
coni e  col  Montenegro. 

4.  Roma  —  Convegno  dell'Associazione  dei 
Comuni  italiani;  i  delegati,  il  giorno  stesso, 
sono  ricevuti  dal  ministro  Maiorana,  al  qua- 
le espongono  i  voti  del  Congresso. 

5.  Parigi  —  Riapertura  della  Camera  france- 
se; dichiarazioni  del  presidente  dei  mini- 
stri Clemenceau. 

fl  Portsmouth  —  300  marinai  inglesi  si  am- 
mutinano, come  protosta  per  la  punizione 
inflitta  ad  un  marinaio  ribelle:  gli  ammu- 
tinati saccheggiano  il  quartiere  degli  uffi- 
ciali; parecchi  feriti  e  100  arrestati. 

6.  Pietroburgo  —  Sono  pubblicati  i  conti 
consuntivi  della  guerra  russo-giapponese: 
le  spese  militari  ammontano  a  4  miliardi 
e  750  milioni. 

^  New  York  —  Elezione  del  nuovo  governa- 
tore dello  Stato:  riesce  eletto,  con  circa 
60,000  voti  di  maggioranza,  Hugues  repub- 
blicano contro  Hearst  democratico.  L'Hearst 
aveva   per   piattaforma  elettorale  la  lotta 


EMPORIO 


MUSICALE  A.  LAPINI 

Via  del  Giglio,  9  •  FIRENZE 

Invio  GRATIS  Catalogo. 


8.  CaUma 


Vn  Ktxriwàmo  ìnc^nà^o  aro; 
-""  dtfU*  morel  uri  iMirto:  ti 


•A  —  Creazione  del  Ministero  del  I 

•'  dftVi  Prr\11«i'/;i  v,,olale.  Viviaiii 


irò  MMslminl 


li 

le  lutto 
Liissak 


aro   le   liidonnita  ai 
^'lati  npgli  ultimi  tu- 

•mba  è  lanciata  contro  il 
.1,  i^neralv  Beimboth.  cfie 
.   L'autore  dell'attentato 

a.  Stati  UnlU)  -  Graviv 
;;oito  da  an  lnoen> 
ti. 

li ......  I,  H.^Uji^ione 

dr-iiL-  IDI.  r  Hepara- 

zionf,  N'.ta;.  .  103  on 

orditi*?  dei  (;K>r:)o  cne  approva  ic  dtelllarA* 
zioni  del  Gorerno  e  respinge  ogni  agglonui 
«ila  !»«frr*». 

:^iglio  drt  m; 
•tto  di  legg- 
ente aottop'- 
e  ;:u  i'rucutv  r^icqaisto  del  palaxto  i'aroc^c 
a  Honia. 
14.  <;•  nova  —  Il  TrttNioale  aoapendo  i>  Ai- 
v-Ti^-i.  IT-  'I-I  proceeeo  promoseo  ■' 
r/'  '    »    /  s  I  .  11  Mflanoxontro  II  ' 
he  lo  ftTeTa%7cusftto  •: 
all'esaarimento  di  altr.> 
so  contro  altre  penion> . 


ana  bomba  nella  ba 
il  fWinioo  tra  1  fedeli 


d<>lla  F«<1 

ri  r1<')  mai 


neldelQai 

oeMUii  dai:! 
,  Seattle  (Suui   <.: 

sima  collisone  ti. 

qaest'uliitno  cnt. 
20.  In  tutta  la  Fi. 

ventarl  dei  beni 
22.  Partjfl   -    T  -  ' 

Senato  vot.i 

(ft<tlativ3  a- 

a   ì:k>' 


etano  gii  n 


Vtfentato  contro  Febi- 
a  "...rito  d«-l  auitan*»,  «-fi 

l'orm  inatatento  li 

italazione. 

■   -li   al    Ho   ,1   !•  .     , 


pa-n.. 
riin.iiio    ii- 

23.  Vi»na  d.  1 
Giorgio  I  arriva  o^^ki  ..   ' 
prandi   forte.   Al?a   vr.» 
Corte,    dov*"    '    ■'••■     •* 
brindiai  ini; 

24.  GenoTa 

•odasinne  fra  ir>i  impo-iraii  nn;:iin:> 
ber»  l'oatrailovlaao  per  proteeUrr 
la  nianoAta  pccseaUJdoiie  del  asc 


diakci 
porti 


In  nn*  Knemblea  indetu  Ai 

i* onalc    di    pr«i*^ta    <>i»iifr' 


»-e=- 


Pastiglie  DUPRE  per  u  Tosse 

le  più  efficaci  nelle  bronchiti,  polmoniti,  catarri,  ec. 

VKNOUW    PRESSO   IL    rKEPAK.ATOKE    .V    KIMINI    -   l'iiK/./.<y.    I..    1. 


-  G2G 


So.  La  Canea  —  È  ufR-ialmente  annunciato 
il  prossimo  ritiro  della  gendarmeria  ita- 
liana. 

„  Pietroburgo  —  È  pubblicata  una  legge  che 

abolisce,  col  1»  gennaio  1907,  la  dimora  ob- 

bligatoi-ia   dei   contadini  nei  villaggi  a  cui 

appartengono. 

^6.  Roma  —  Il  Ite  di  Grecia  fa  visita  a  Pio  ^. 

^  Roma  —  Ferdinando  Martini  presenta  le 
proprie  dimissioni  da  governatore  dell'Eri- 
trea. 

„  Roma  —  Un  inconsulto  sciopero  dei  tram- 
vieri,  scoppiato  quattro  giorni  fa,  ha  fine 
oggi  per  esaurimento.  La  Società  licenzia 
tutti  i  tramvieri  ed  apre  le  iscrizioni  del 
nuovo  personale. 

„  Livorno  —  Sciopero  generale  nel  porto, 
in  segno  di  protesta  contro  il  disservizio 
ferroviario. 

„  Malta  —  Pubblicazione  di  un'  ordinanza 
reale  che  stabilisce  la  piena  libertà  dei  culti 
religiosi  in  Malta. 
27.  Roma  —  Partenza  di  Re  Giorgio  che  la- 
scia 3000  lire  da  distribuire  ai  poveri  di 
Roma. 

„  Roma  —  Riapertura  del  Parlamento.  L'on. 
Biancheri  presenta  le  proprie  dimissioni, 
che  sono  respinte  all'unanimità. 

23.  Brindisi  —  Arrivo  da  Roma  di  Re  Gior- 
gio di  Grecia,  il  quale  si  imbarca  immedia- 
tamente sul  yacht  reale  Amphitrite;  il  giorno 
stesso  parte  per  il  Pireo. 

„  Annen  (Vestfalia)  —  Terribile  esplosione 
in  una  fabbrica  di  roburite  e  di  altri  esplo- 
denti. La  fabbrica  e  molti  caseggiati  vicini 
sono  completamente  distrutti:  40  morti  e 
104  feriti. 

29.  La  torpediniera  italiana  137  S.  Investe 
alcuni  scogli  e  naufraga  presso  Cala  Fu- 
miera  (Isola  Favignana). 

30.  Vienna  —  Alla  Camera  avvengono  gravi 
scene  fra  tedeschi  e  czechi  durante  la  di- 
stribuzione dei  mandati  per  la  Boemia  e 
la  Moravia. 

DICEMBRE 

1.  Manciuria  —  Le  autorità  giapponesi  con- 
segnano Niu-Ciuang,  il  maggior  porto  della 
Manciuria,  alle  autorità  cinesi  a  quattordici 
mesi  di  distanza  dal  trattato  di  pace  fra  la 
Russia  e  il  Giappone. 

„  Madrid  —  Costituzione  del  nuovo  Mini- 
stei'o,  con  Moret  presidente  del  Consiglio. 
Ma  non  vive  che  due  giorni,  dimettendosi 
il  3. 

2.  Fine  dell'ostruzionismo  doganale  con  in- 
successo completo,  tanto  negli  effetti  im- 
mediati quanto  in  quelli  remoti. 

3.  Madrid  —  Firma  di  un  appordo  tra  il  Go- 
verno spagnuolo  ed  il  Governo  francese, 
per  un'azione  comune  al  Marocco. 

4-.  Camera  dei  Deputati  —  Esposizione  finan- 
ziaria del  ministro  Maiorana.  Gli  avanzi 
dell'esercizio    1905-1906   sono   accortati  in 


L.  63,521  ,à8é,  che  il  Ministrò  propóne  di 
impiegare  per  '25  milioni  al  miglioramento 
dei  servizi  postali,  telegrafici  e  telefonici, 
per  altri  25  nei  lavori  dei  porti  e  di  svi- 
luppo della  naviga2ione  interna,  5  milioni 
come  primo  fondo  di  un  mnnte  speciale 
destinato  all'acquisto  di  insigni  opere  d'arte 
e  altri  5  milioni  in  lavori  e  provviste  ri- 
chieste dalla  marina  militare. 

4.  Genova  —  Sciopero  dei  lavoratori  del  mare; 
principia  a  bordo  della  L  onbard  a,  che  do- 
veva salpare  per  l'America,  e  si  estende  in 
tutta  It-ilia. 

„  Madrid  —  Costituzione  del  nuovo  Gabi- 
netto, col  march.  De  la  Vega  de  Armijo  pre- 
sidente. 

„  Washington  —  Roosevelt,  presidente  della 
Confederazione,  nell"  aprire  la  seconda  ses- 
sione del  59»  Congresso,  comunica  alle  Ca- 
mere un  messaggio  nel  quale  tratta  am- 
piamente di  tutta  la  politica  interna  ed 
estera  degli  Stati  Uniti.  Ha  parole  severis- 
sime conti-o  gli  ?tti  di  ostilità  verso  i  giap- 
ponesi usati  in  California. 

5.  Roma  —  Firma  del  contratto  fra  il  Mini- 
stero della  marina  e  la  casa  americana 
Midvale  per  la  fornitura  di  2100  tonnellate 
di  corazze  per  la  nave  ita'iana  S(in  Giorgio. 

„  Napoli  —  In  seguito  ai  gravi  disordini  fra 
gli  studenti,  che  ijroti^stano  contro  i  nuovi 
regolamenti,  il  Consiglio  accademico  deli- 
bera di  chiudere  l'Università  fino  ad  or- 
dine ristabilito. 

„  Atene  —  Il  Presidente  della  Camera  ri- 
volge voti  cordiali  e  caldi  ringraziamenti 
alla  Camera  italiana  ed  al  popolo  italiano 
per  l'accoglienza  fatta  in  Italia  al  Re  di 
Grecia  ;  indi  la  Camera  delibera  di  far  stam- 
pare il  resoconto  della  seduta  e  di  inviarlo 
al  Presidente  della  Camera  italiana. 

y,  Bucarest  —  Firma  del  trattato  commer- 
ciale italo-rumeno. 

6.  Genova  —  L'assemblea  generale  straor- 
dinaria della  Federazione  nazionale  degli 
armatori  delibei'a  il  disarmo  delle  navi,  ec- 
cezione fatta  per  i  servizi  postali,  e  fino  a 
nuova  deliberazione  della  Federazione,  in 
seguito  allo  sciopero  dei  Lavoratori  del 
mare. 

„  Vaticano  —  Nel  concistoro  pubblico  il  Papa 
impone,  in  forma  privata,  il  cappello  car- 
dinalizio al  cardinale  Giuseppe  Samassa, 
arcivescovo  di  Agria  in  Ungheria,  creato  e 
pubblicato  nel  concistoro  del  giorno  11  di- 
cembre 1905.  Segue  il  concistoro  segreto 
nel  quale  il  Papa  provvede  tra  l'altro  alla 
chiesa  patriarcale  di  Gerusalemme,  di  rito 
latino,  con  mons.  Filippo  Camassei,  pro- 
mosso dalla  sede  metropolitana  di  Naxos. 

8.  Il  conflitto  tra  la  Francia  ed  il  Vaticano 
s'inasprisce.  Alla  vigilia  dell'applicazione 
della  legge  sulla  separazione  il  Pontefice 
vieta  ai  parroci  francesi  di  fare  alcuna  di- 
chiarazione e  di  continuare  l'esercizio  del 
culto  pubblico.  Per  rappresaglia  il  Guarda- 


CUCINE 
CALORIFERI 
VENTILAZIONE 
FORNI 


FEDERICO  DELL'   ORTO  &   C.-  MILANO 


•ti* 
9.  Il 


are  v«r-    12.  I'*n»l  ~  PerqQlirixion*  nH  pilatto  d^tto 
■  tu  I  p«r.         >'„„r«aMtm  f  «frat!..  di  wt-n*.  Mint»irnlnl 


i<lta«ri«.  «  rasptDt*  con  voti 

.wiu*  —  In  -•■----■ . 


L'  ma: 


KVOTO   PaTMIABCA    di    (iKRlKAI.KMME    M< 

(  Vtd,  «  dietmbr*  -  Ft.  A.  Croee). 


.  Parigi  —  II  !tJ?nor  Robin  ed  il  direttore 
iella  nrHta  l.a  ff<»w'M'»»<7»t<-«».  Martfnft.  pren- 

rl- 

lo 

per  un  aau.o. 

,  Londra  —  La  Camera  del  Comoai  approra 
con  317  voti  contro  89  Vpropoata  del  Go- 
Temo,  di  respingere  in  blocco  tatti  gli 
emendamenti  introdotti  dai  Ix>rdi  nel  pro- 
getto per  l'istrozioDe  pabblica,  o  Bimeo' 
tion  bill. 


delle  signore  e  signorln**  di  PadoTa.eaolu- 
dal  voto  dalla  Corte  d'Appello  di  Tener. 

,    Berna  —  A  praaldente  della  ConTeder.. 
xiooe  per  l' anno  190T  è  eletto  U  conslf  tir 
federale  Edoardo  Mftller  oon  voU   l«S  ^ 
179,  a  vioeprealdente  U  ooaalftlere  federale 
Breoner. 

,  Bedùio  —  n  R4>lchatag  nega  al  OoTerm.  i 
foo£ieer  l'aamento  delle  tmppe  o 
Immediatainente  dopo  il  Cancelli**; 
an  d^tfreto  Imperiale  ohe  MiogUt- 


I  P   ffSTTìhP   nP^^nn  ^  ▼!  dolgono  dopo  esser  rimasti  an  po' in  piedif  Att> 
IjC  ^diilUC  liCDOilU  ,,onoi  Cominciate  a  dlrenlre  vartoosl!  ScrlTeU  snbit^ 
al  Dott.  St«faHo  BoUtgn^*  (Casella  Postale  80S,  HAPOLI).  n  mediante  la  san  metm- 
Yigliosa  cura  medica,  guarirete  sabito  oome  p^r  Incanto.  —  Coi»u)tasJool  <tl  per- 
sona e  per  oorrispondeaza  nelle  principali  lingue. 


^  G29  - 


14.  Roma  —  ÀiUi  Corte  d'Assise  si  comincia 
!i  discutere  il  processo  conti o  l'ex  ministro 
jN'a.si,  conhumace.  lua  la  discussione  è  subito 
sospesa,  finoliè  hi  Corte  di  Cassnzioiìe  non 
abbia  deciso  sul  ricorso  del  Pubblico  Mi- 
nistero per  incompetenza  dell'autorità  giu- 
dizio ri  a. 

«  Fabriano  —  Un  treno  merci  devia  e  pre- 
cipita bul  tìanco  del  monte,  21  vagoni  sono 
distrutti,  1  morto,  8  feriti. 

15.  Koma  —  La  Corte  di  Cassazione  cassa  la 
sentenza  della  Corte  d'Appello  d'Ancona, 
cJie  accordava  il  divitto  di  voto  alle  donne. 

fl  Parigi  —  11  Governo  presenta  alla  Camera 
un  nuovo  progetto  per  l'esercizio  del  culto, 
iu  base -alle  leggi  coinbinate  del  1901  e 
del  1881. 
17.  Genova  —  La  Federazione  dei  lavoratori 
dt-l  mare  proclama  lo  sciopero. 

r;    Pietroburgo   —   Lo  Czar  lirma  un  decreto 

che  concede  molte  franchigie  agli  ebrei. 
19.  Londra  —  Si  acuisce  il  conflitto  fra  i 
Lordi  e  la  Camera  dei  CoumJii  per  V  lùlii- 
catioH  hilì.  La  Camera  dei  Lordi  vota  una 
protesta  contro  i  Comuni  che  hanno  re- 
spinto in  blocco  gli  emendamenti  dei  Lordi 
e  insiste  pel  mantenimento  degli  emenda- 
menti stessi. 

21.  lloma  —  Protesta  del  Vaticano  alle  Po- 
tenze pel  sequestro  alla  Nunziatura  di  Pa- 
rigi. Contemporaneamente  la  Segreteria 
deJliT  Santa  Sede  dirama  ai  suoi  rappie- 
sentanti  diplomatici  una  circolare,  che  giu- 
stifica la  condotta  del  Vaticano  di  fi  onte 
alla  Francia  riguardo  alla  applicazione  della 
legge  di  separazione. 

„  Parigi  —  La  Camera  approva  con  circa 
180  voti  di  maggioranza  il  progetto  13riaiid, 
che  regola  l'esercizio  del  culto. 

22.  Milano  —  Pubblicazione  di  un  vivace  pro- 
gramma di  resistenza  della  Confederazione 
degli  impiegati  civili. 

„  La  Canea  —  Partenza  della  prima  squa- 
dra dei  carabinieri  italiani,  cui  era  affidato 
il  servizio  di  sicurezza  pubblica. 

25.  A  presidente  della  Kepubblica  dell'Equa- 
tore è  eletto  il  generale  Eloy  Alfaro. 

26.  Pietroburgo  —  L'ammiraglio  Niobogatof 
ed  i  tre  comandanti  di  corazzate  Smirnow, 
Gregorien,  e  Lishine,  che  si  erano  arresi 
alla  flotta  durante  il  combattimento  navale 
a  Zuscima,  sono  condannati  a  morte  da  una 
Corte  marziale;  la  pena  è  indi  commutata 
in  10  anni  di  fortezza. 

r,  Arica  (Perù)  —  Un  violentissimo  terremoto 
distrugge  quasi  completamente  la  piccola 
città  marittima,  porto  principale  del  Perù 
e  della  liclivia. 

28.  Marocco.  —  Il  Sultano  condanna  El  Kai- 
suli  come  agitatore  e  provocatore  di  tor- 
bidi, e  gli  toglie  ogni  potere  sui  territori 
intorno  alla  città  di  Tangeri. 

CI.  Madrid  —  Katifica  dell'atto  di  Algesiras. 
I  soli  Stati  Uniti  sèttopongono  la  ratifica 
loro  a  riserva. 


GENNAIO  1009* 


1.  Decreto  reale  che  nomina  14  nuovi  cava- 
lieri del  Lavoro. 

r,  Tehei-an  —  L'assemblea  nazionale  appx-ova 
la  nuova  costituzione  persiana  presentata 
dal  Gran  Visir. 

2.  Bulgaria  —  Scoppia  lo  sciopero  dei  ferro- 
vieri di  Stato,  che  dura  fino  al  14  febbraio.  Si 
hanno  anche  scontri  sanguinosi  colle  truppe. 

3.  Civitacastellana  —  Tumultuose  dimostra- 
zioni per  la  minacciata  soppressione  del 
presidio. 

r,  Pietroburgo  —  Assassinio  del  prefetto  di 
polizia,  generale  Vladimiro  von  der  Lau- 
nitz,  suicidio  dell'uccisore. 
5.  Marocco  —  Le  truppe  spedite  dall'impe- 
ratore per  ristabilire  la  sua  autorità,  attac- 
cano e  bombardano  Zinat,  dove  è  rifugiato 
IJaisuli.  La  fortezza  si  arrende,  ma  llaisuli 
riesce  a  fuggire. 

9.  Teheran  —  Morte  dello  Scià  di  Persia. 

„  Pieti-oburgo  —  Assassinio  del  generale 
Paulo v,  procuratore  generale  dei  ti'ibunali 
militari. 

10.  Teheran  —  Assunzione  al  trono  del  nuovo 
Scià  di  Persia,  Mohamed-Ali-Mirza,  di  a.  34, 
figlio  dello  Scià  defunto. 

11.  Roma  —  1j'  0-^fieìP  itore  liomnvo  pubblica 
una  nuova  Enciclica  di  Pio  X  al  clei'o  e  al 
popolo  di  Francia,  nella  quale  ripete  le  do- 
glianze per  la  condizione  creata  alla  reli- 
gione in  Francia  e  respinge  la  legge  Briand. 

14.  Kingston,  nella  Giamaica,  è  quasi  com- 
pletamente distrutta  dal  terremoto,  quindi 
dall'incendio;  le  comunicazioni  interrotte, 
numerosissime  le  vittime,  circa  2000  morti 
e  1000  feriti.  Fra  le  vittime  Sir  Giacomo  Fer- 
gusson,  ex  deputato  di  Manchester,  uno  dei 
più  eminenti  parlamentari  inglesi. 

15.  Bettole  (Piacenza)  —  Gravissimo  scontro 
di  tranvai  a  vapore,  danni  lilevanti,  venti- 
due feriti. 

16.  Salvador  —  Il  generale  Fernando  Figixe- 
roa  è  eletto   presidente  della  Repubblica. 

18.  ZJ Osservatore  lionimio  pubblica  la  risposta 
dell'  Episcopato  francese  all'  Enciclica  di 
Pio  X. 

„  A  Ristagno,  sopra  Acqui,  muore  il  senatore 
Giuseppe  Saracco.  Il  21  si  fanno  solenni 
esequie  con  intervento  del  Conte  di  Torino, 
in  rappresentanza  del  Re. 

19.  Con  voti  23,293  contro  489  e  127  nulli  è 
approvata  la  fusione  delle  due  organizza- 
zioni ferroviarie  Jiiscattoe  Sindficato.li'uiùva 
Federazione  ferroviaria  italiana  avrà  per  or- 
gano un  periodico  settimanale  dal  titolo  La 
'Tribuna  dei  ferrovieri. 

y,  Teheran  —  Incoronazione  del  nuovo  Scià 
Mohamed-Ali  Mirza. 

^  A  Beaupréau  (Angers),  sanguinoso  con- 
flitto per  hi  resistenza  opposto  dalla  po- 
polazione ai  soldati,  che  appoggiavano  le 
autorità  incaricate  di  fare  sgombrare  il  se- 
minario, circa  150  feriti. 


CONTI»  M  STITICHEZZA  l 

ENTEROCHENE  MVONE 

«HIEDCRE  OPUSCOLO  EHXIR    PURGATIVO 

etrOIMaCia  •  l/V»  l  nini  Mir^tn/i^     I^P  ■     X/ifa  f^nnha  ,i  i  D.,..^    ti  -M^Ot%l  I 


t<-nU  di  su 


KlXOSTOX   DI8TBCTTA    PAI 

{Folo</,. 

,  Boffalo  (Stati   UniU)  -  Scoppi»  un   vlo- 

lento  araifano.  che  dar»  dioioUo  «>re,  otto 

piroHcaa  di  servirlo  sol  (;r»ndl  Ughi  n»u- 

rr»g»no.  venti  o»se  fono  dl»trtitte  d»ll»  ftj* 

ra  ilei  vf!ito.  l  danni  delle  proprietà  »sopn- 

:  1  I  di  «ette  milioni  e  mczxo  di  lire. 

nopoll  —  L'«irob»»cJ«torc  d'IUl  • 

-datore  di  Fr»i»cl».  rliuettooo  «lU 

SuM  ii:<  l'ort»  oiw  nota  ideottc»,  nelUqoAle 

M  ai  luiiPl»  Il  p«M»;!gio  deflnltlro  «otto  U 

pr.  t.  zi-iiedeiritall»  deglN»tUaU  rell«io«rf. 

che  SI  troT»Tano  «otto  II  protettor»to  fr»ti- 

23.  In  questi  giorni  freddi  sirmordlnarl  In 
tutu  Europa.  A  Roma  si  h»  lo  «pettaoolo 


vei»i< 

»ir<>< 

1  ni 
rto. 
Ilp. 


ms  Unga»  >!.. 
vacia  !itiir.:..i. 

,  Sono  »ccetl»t«  la  dli»l"»lonl  dell  co.  F' 
dlnando  Martini  da  ounimlMarto  dvtla  t 
l'Eritrea,  e  nominato  ano  anroaaaore  • 
2ò  marro  In  aranU  il  niarelieae  Sai»» 
Baggi. 

.  Madrid  -  Il  0»bliietto  de  1»  Vejr»  d«  \ 


CUCINE 

CALORIFERI 

VENTILAZIONE 

FORNI 


DELL  ORTO 


FEDERlfiO   DELL'    ORTO   &    Or  MILANO 


(i30  - 


mijo  rassegna  lo  proprie  dimissioni.  Maura, 
capo  del  partito  conservatore,  è  incaricato 
di  formare  il  nuovo  Ministero. 

25.  Alessandria  d'Egitto  —  Tre  rifugiati  rus- 
si, imputati  di  aver  complottato  a  far  sal- 
tare una  nave  meivanti'e,  sono  arrestati,  la 
popolazione  tumultuosamente  protesta  ed 
assalta  il  Consolato  russo. 

„  Eléjsioni  generali  in  Germania:  trionfo  del 
Governo,  i  socialisti  perdono  venti  collegi, 
il  centro  ne  perde  due  soli. 

26.  Milano  —  Estrazione  dei  px*emi  della  Lot- 
teria dell'Esposizione  Internazionale  di  Mi- 
lano, il  premio  di  un  milione  spetta  al  n.  2485, 
serie  062.  Il  possessore  del  namero  vinci- 


30.  r.oma  —  Commemo-  arlone  di  Giuseppe 
Saracco  al  Senato,  il  quale  in  segno  di 
lutto  sospende  la  seduta. 

^  Koma  —  La  Camera  accett.a  le  dimissioni 
dell' on.  Biancheri  da  presidente. 

„  Chaux  de  Fonds  ^Svizzera)  —  La  città  è 
completamente  bloccata  dalla  neve,  nes- 
suna comunicazione  è  possibile. 

„  Il  governatoi-e  della  Giamaica,  ritratta  la 
sua  lettera  all'ammiraglio  Dawis  che  con- 
dusse al  ritiro  della  squadra  degli  Slati 
Uniti  dalle  acque  di  Kingston,  ed  esprime 
rammarico  per  l'accaduto.  L'incidente  si 
ritiene  esaurito. 

31.  Berlino  —  La  neve,  che  da  ieri  cade  inces- 
santemente, raggiunge  i  40  cm.  d'  altezza, 
la  circolazione  dei  ti-anvai  è  Interrotta,  e 
tutti  i  treni  giungono  con  grande  ritardo. 


Il  vìncitore  della  lottebia  del  Milione 

G.  Lehmann. 

(Fotografia  A.  Croce). 

tore  resta  per  molti  giorni  sconosciuto,  final- 
mente si  scopre  (lì  febbraio)  che  è  un  elit- 
tricista  svizzero,  Gustavo  Lehmann. 

„  Madrid  —  Costituzione  del  Gabinetto  spa- 
gnuolo  con  Maura  alla  presidenza. 

„  Budapest  —  Dimissioni  del  ministro  Po- 
lonyi. 

27.  Mantova  —  Elezioni  comunali,  nessun  so- 
cialista riesce  eletto. 

r,  Belgrado  —  Mancato  attentato  contro  il 
principe  ereditario,  con  una  bomba  gettata 
nel  palazzo  reale. 

28.  Parigi  —  Nella  riunione  dei  vescovi  di 
Francia  si  decide  di  tt-ntare  un  esperi- 
mento di  organizzazione  del  culto  pub- 
blico. 

„  Reden  (Territorio  di  Saarbrùcken)  —  Scop- 
pio di  grisou  nella  grande  miniera  carbo- 
nifera, 149  minatori  rimangono  vittime. 

29.  Genova  —  Gli  armatori  respingono  le 
proposte  avanzate  dall'Ufficio  del  Lavoio, 
per  una  composizione  del  conflitto  fra  ar- 
matori e  lavoratori  del  mare:  queliti  deli- 
berano la  continuazione  dello  sciopero. 


FEBBRAIO 

1.  Montenegro.  —  Nuovo  ministero,  sotto  la 
presidenza  Eadovic. 

2.  Roma  —  Giuseppe  Marcora  è  eletto  pre- 
sidente della  Camera  dei  Deputati  con  voti 
229  contro  124  (votanti  353).  L'insediau'ento 
del  nuovo  presidente  ha  luogo  il  5  febbraio. 

„  Parigi  —  Arrivo  dei  Sovrani  inglesi  con 
la  figlia  principessa  Vittoria,  che  vengono 
a  passare  alcuni  giorni  in  incognito  nella 
capitale  francese. 

„  Berlino  —  Hanno  luogo  11  ballottaggi  per 
le  elezioni  al  Keichstag:  la  vittoria  del  Go- 
verno si  accentua  perdendo  i  socialisti  altri 
tre  seggi.  Il  Eeiclistag  cosi  si  compone  di 
108  deputati  del  centro,  61  conservatori, 
57  nazionali  liberali,  43  socialisti,  28  radi- 
cali, 20  del  partito  dell'impero.  20  polac- 
chi, 65  appai-tenenti  ad  altre  frazioni. 

3.  Roma  —  11  deputato  Ernesto  Dì  Broglio 
è  nominato  senatore. 

„  Venezia  —  Arrivo  del  principe  di  Udine, 
figlio  del  Duca  di  Genova,  assente  da  due 
anni  dalla  patria,  perchè  imbarcato  sulla 
Calabria. 

r,  Genova  —  Comizio  dei  lavoratori  del  mare 
per  chiedere  lo  sciopero  generale  a  soste- 
gno della  loro  causa. 

„  Parigi  —  Inaugurazione  della  chiesa  cat- 
tolica apostolica  francese,  meschino  tenta- 
tivo di  chiesa  scismatica  fondata  dal  sedi- 
cente vescovo  Villatte,  già  scomunicato  fin 
dal  1900,  insieme  al  vescovo  italiano  Paolo 
Mi  raglia. 

4.  Torino  —  Al  Consiglio  Comunale  è  comu- 
nicato l'accordo  concluso  fra  le  città  di  To- 
rino e  Roma  per  solennizzare  la  data  cin- 
qxiantenaria  della  proclamazione  dell'unità 
d'Italia  con  Roma  capitale.  Il  consigliere 
clericale  Crispolti,  pur  appoggiando  l'idea 
di  fare  un'Esposizione,  dichiara  che  i  catto- 
lici torinesi  si  asterranno  dalle  feste  per 
l'unità  d'Italia. 


IGIENE 


CREME  SIMON 


BELLEZZA 


Senza  rivali  por  rei.dere  morbida,  bianca  e  vellutata  la  polle  di  1  v  si  e  delle  mani 
e  proteggerla  contro  l'azione  del  sole. 


-  031  - 


.  i.'ju«*  por 


Ix.  *  Bebux  ,  «AvnuoATo  nnxA  oocta  olajtdbis. 
{Fat.  A.  Croe*) 


8.  Terribile  tempesta  nello  stretto  di  Mm> 

vii  ;i     Ina   f,,  r  is^ftn»  maregjrlat»  allag»  Il 
aio  ilarltia,  grari  dùiml 

iy^.  .^<<ii:«.<j  ii.iuiiia  —  CombaiUtneolo  fra 
ascari  italiani  al  comando  d«l  tenente  Sire* 
ra.  f  Bimal  ribelli,  presso  Banam.  Duecento 


.1   norlsl,  on  ««caro  morto  e  venti- 
feriti,  fra  i  quali  11  tenente  OaaU\o 

K  ;  irnscafo.  Larekmmt,  partito  da  PrO" 
\-A-\  ce  (llhode  Island)  e  diretto  •  X«w 
V'uk.  affonda  In  seguito  ad  una  ooUlalone 

con  un  tre  alberi,  circa  150  vittime. 


areva  cominciato  a  Imorgm.  tntte  le  ave 
domande,  compreso  11  rtcoooart mento  for- 
male del  g'iTerno  oostltazlonaJr. 

13.  Oravi  diaordlnl  In  provlmia  di  Cosenra 
a  proteau  per  le  taaae  locali,  eondlitl  fra  la 
truppa  ed  I  dimosiranU  a  Langro.  irtrmo 
e  in  altri  oomanl  del  ctroondarlo  di  Cottro- 
TilUri. 

16.  Bologna  —  Gloavè  Oardnool, dopo  bn  >  k^ 
sima  malattia,  ■gore ali»  ore  1  •  Igmir.  i' 

.  Boma    -    Sotoiin*  oowinwnotMlono 
Otosoè  Cardoorl  alla  OaflMta»  L'oa.  Q\     ' 
presenU  11  teelo  di  an  dlsagao  di  lagg«>  v  ^ 
l'eredoM  la  Boma  di  on  a 


«ritorni,  ec^  eoa  Bfsdtcatvre  locali  non 

guarire,  poiché  Msogna  oormre  la  asass, 

ene  solo  mediante  la  cmr»  m- 

afm^  (Ca«elU  poatale  SOI,  M A- 

lecom  (100  pag.  Ul.)  I«.  t.  — 


Ulcerazioni  varicose. 

cioè  l.ì  iiiì  .itr  a  o  debolezza  delle  ven^- 
(f(>a>  I /.•  1.  I  unicji  al  mondo)  del  !><•'' 
POLIi.  -  l'{ai.««'olo  illustratiTo  a  rleh. 
Consultazium  di  pe.sona  e  per  oorrtspondeoxa  neUe  prlndpaU  Ungne. 


-  G32  - 


(Giosuè  Carducci,  l"o;i.  Rosali  pi'esenta  una 
mozione  per  1»  tumulazione  della  salma  del 
poeta  a  Firenze,  in  Sanf-a  Ci-oce. 

17.  San  Giorgio  La  Molara  'Benevento)  —  Gra- 
vissimi disordini  e  dimostrazioni  contro 
l'amministrazione  munioipxle. 

„  Dimostrazioni  anticlericali  in  molte  parti 
d' Italia  pel  terzo  centenaào  della  morte  di 
Giordano  Bruno. 

18.  Terribili  inondazioni  in  Algeria.  Speci  li- 
mante danneggiata  la  città  di  Bona.  Nei 
Pirenei,  la  piccola  città  di  Barèges  è  di- 
strutta da  valanghe  di  neve. 

13.  Berlino  —  Solenne  riapertura  del  Reichs- 
tag  alla  presenza  delia  famiglia  i.nperiale, 
„  Camera  —  L'on.  Rosadi,  relatore  del  di- 
segno di  legge  per  l'erezione  del  monu- 
mento a  Carducci  in  Roma  e  la  tumula- 
zione della  salma  di  lui  in  Santa  Croce, 
dic'nara  che  di  fronte  .al  concorde  volere 
di  Bologna,  rinunzia  su  avviso  degli  stessi 
proponenti  alla  proposta  del  trasporto  della 
salma  a  Firenze. 
r,  La  Camera  nord  americana  approva  il  hlU 
sull'emigrazione  con  un  emendamento  che 
vieta  lo  sbarco  di  cooliss  giapponesi. 

20.  Un  furioso  uragano  investe  le  coste  del 
Baltico,  causando  danni  enormi  e  numerose 
vittime. 

21.  L'ammiraglio  Bettole  è  nominato  Capo  di 
Stato  Maggiore  della  Marina.  Con  altro  de- 
creto reale  odierno  sono  determinate  le 
attribuzioni  di  tale  carica. 

„  Hoek  Holland,  presso  Rotterdam  —  Il  pi- 
roscafo Berlin,  che  fa  la  traversata  fra  Har- 
wich  e  Rotterdam,  entrando  in  porto  è 
sbattuto  dall'uragano  contro  il  molo  e  si 
sfascia.  Una  parte  dei  passeggieri  può  es- 
sere salvata  con  prodigiosi  atti  di  eroismo: 
3  donne  sono  salvate  per  ultime  dopo  45  oro 
di  sforzi.  Il  Principe  Consorte  Enrico  ac- 
corre a  dirigere  il  salvataggio  ed  a  parte- 
ciparvi. Le  vittime  sono  in  tutto  120. 

fl  Parigi  —  Al  Senato,  su  proposta  di  Ravet,  è 
approvato  per  alzata  e  seduta  un  indirizzo 
di  condoglianza  per  la  morte  di  Carducci. 

„  Elezioni  generali  in  Russia,  la  vittoria  è  dei 
partiti  estremi  che  conquistano  140  seggi 
su  350. 

22.  Il  piroscafo  austriaco  Imperai rix,  partito 
da  Trieste,  affonda  presso  Capo  Elaphonissi 
all'Isola  di  Caidia. 

24.  Genova  —  Coli' intervento  dei  sindaci, 
dei  deputati  e  di  numerose  autorità  e  lap- 
I)resentanze  di  Genova,  Milano  e  Torino  si 
tiene  un'adunanza  di  protesta  contro  il  dis- 
servizio ferroviario  e  a  favore  della  diret- 
tissima. 

2o.  Roma  —  Alla  Camera,  una  petizione  delle 
donne  italiane  per  il  diritto  all'elettorato 
politico  ed  amministrativo,  dopo  vivace  di- 
scussione nella  quale  p  ulano  in  favore  Mi- 
rabelli,  Luzzatti  e  altri,  ò  rimandata  al  Mi- 
jiistcro  dell'interno. 


23.  Parigi  —  Il  Governo  re^tìtn'sce  alVamba- 
sciat(U'e  d'.\.ustria  Ungheria  l'archiyio  della 
Nun/.iatura  pontificia  sequestrato  a  mons. 
Montagnini  e  l'ambasciata  ne  fa  la  conse- 
gna a  un  incaricato-  della  Santa  Sede. 

„  Costituzione  del  ministero  del  Transvaal. 
presidente  è  il  generale  Botha. 

MARZO 

2.  Londra  —  Alle  elezioni  del  Consiglio  della 
Contea  di  Londra  alle  quali  hanno  parte- 
cipato circa  il  00  "  o  degli  elettori,  i  mode- 
rati vincono  i  pi-ogr  jssisti,  i  quali  da  IS  anni 
erano  al  potere  e  cadono  ora  per  l'infelice 
successo  dei  tentativi  di  municipalizzazione. 

3.  Messina  —  Violente  dimostrazioni  anticle- 
ricali, conflitti  fra  i  dimostranti  e  le  gaar- 
die.  I  tumu'.ti  continualo  per  parecchi 
giorni. 

„  Gravina  (Puglie)  —  Confitto  tra  i  so.-ia- 
listi  e  la  forza  pubblica,  che  voleva  impe- 
dire un  comizio  contro  lanministraz  o  le 
comunale;  0  agenti  e  carabinieri  feriti. 

4.  Il  Granduca  di  Mecklemburg  concede  la 
costituzione. 

5.  Pietroburgo  —  Inaugurazione  della  nuova 
Duma. 


GOLOVINE 

nuovo  presidente  della  Duma. 

{Fot.  A.  Croce). 

6.  Roma  —  L'on.  Fausto  Massimini  ministro 
delle  finanze  è  colpito  da  grave  malore, 
alla  Camera,  nella  sala  dei  ministri.  La  s«a 
vita  per  molti  giorni  è  in  pericolo. 

7.  Roma  —  Morte  improvvisa  dell' on.  Gallo, 
ministro  guardasigilli. 

8.  Roma  —  Solenni  funerali  del  ministro 
Gallo. 

r,  Parigi  —  Sciopero  improvviso  de,'li  operai 
elettricisti:  la  città  resta  al  buio,  i   teatri 


'Jn&UpetCìbiC^   contro, 


UcRIlityPJMQ 


fyMJVTTTE: 


lil  - 


PESia 


Ctì. 

dt 


oltft*       m 
•  »uo.       qii' 

i-on-        no  al  K<' 
.   Boraanu 
>    TiimMiil.        ••fUau 
rviziu  «p«-      ,   Tulon* 


'  pr<o(*ipo  di  UUi- 

^.■~ ^rutimo  loc««dlo, 

DM  (ii«trutt«. 
K«plo«tou«  A  bordo  d«llft  «orms- 


*  JHXA  a   PEI  MA  OKI.  OUAJIT»0. 


di' 

mix- 

sato  Jtma,  tneti 

roll- 
io. T 
di 
d<i 
p.  ; 

rne- 

.l>«r» 

Il  un  mihuueairi.«.Ut!ii:ione 

ijiuo  per  le  «biUzluni  po- 

parAslonl. 118 
U  deoomposic  .  > 
sensa  fumo. 
14.  L'on.  Vitt.  Kminael*»  Orlando^  nominai* 
ministro  di  grajca.  flusiÉzu  «  e  ilti. 

Jf.NA  .   DOPO  L' EarLOCIOXB. 


(Fot.  A.  Cf9et). 


11  PariRi  —  Morte  di  Caslmfr  Perier  ex  pre- 
ssdente  della  Repubblica  fr.«noe»e. 

,  Sofia  -  li  presidente  del  CousigUo  Petkoff 
è  ncciso  con  .3  colpi  di  rivoltella  d^U'anar- 
>  ;.iio  Pctroff.  mentre  era  a  passeggio   col 


.   BelgnMlo    -    nravlMiinl   eonfllt&i    fn 
troppe  0  gli  »ciop«ranM  d»  pan».»,  i.i 
brlcbe  di  sorch«-rv.  5  morti  e  i 

«   Amburgo  —  bcrnta  nel  port<.>. 
r  calori  diaoccapali. 


l^'Oiio  Sasso  Ii«di9inal9  «eapiice,  jodato  «a  en««ÌsifQ«tf  è  il  HomJImM* 


—  G34  - 


14.  New  York  —  Hravlssimo  pànico  in  borsa, 
si  calcolano  2  miliardi  e  mezzo  di  ribasso. 

15.  Roma  —  Dichiarazioni  del  ministro  Tit- 
toni  sulla  politica  estera. 

y,  San  Marino  —  Nomina  del  cittadini  Ciro 
Belluzzi  e  Francesco  Pasquali  a  capitani 
reggenti  della  liepubblica  di  San  Marino. 

„  Lorena  —  Due  catastrofi  minei'arie  a  po- 
chi chilometri  e  a  poche  ore  di  distanza, 
una  a  Dewendel  l'altra  a  Saarbrùcken: 
complessivamente  155  vittime. 

„  Pietroburgo  —  Crolla  il  solìitto  della  sala 
delle  sedute  della  Duma  nel  palazzo  della 
Taui'ide.  Le  sedute  sono  aggiornate. 

16.  Roma  —  Alla  Camera  un  emendamento 
Guicciardini  sullo  sgravio  del  petrolio,  per 
ridurre  il  dazio  a  12  lire,  è  respinto  con 
voti  189  contro  CO. 

17.  Roma  —  La  Camera  dopo  avere  in  fretta 
discusso  e  votato  leggi  importantissime,  la 
riduzione  del  dazio  sul  petrolio,  la  unifi- 
cazione degli  istituti  di  previdenza  pei  fer- 
rovieri, l'avocazione  di  molte  spese  comu- 
nali allo  Stato,  prende  le  vacanze  sino  al 
23  aprile. 

„  Genova  —  Scoppia  un  grave  incendio  nel 
porto:  più  di  4  milioni  in  cotone  incendiati. 

18.  Gravissimi  disordini  in  Rumenia.  Comin- 
ciano a  Botosani  con  la  rivolta  dei  conta- 
dini contro  gli  ebrei,  ma  il  movimento 
agrario  e  ai'tiscmita  dilaga  rapidamente  in 
tutta  la  Moldavia  e  in  Valacchia,  assumendo 
carattere  anarchico.  La  rivolta  dei  conta- 
dini si  estende,  nonostante  la  repressione 
severa  e  lo  stato  d'assedio;  i  ribelli  si  dan- 
no al  saccheggio  e  a  stragi  e  violenze  ne- 
fande. 

19.  E  concluso  l'accordo  fra  il  Governo  ita- 
liano ed  il  Governo  britannico,  allo  scopo 
di  regolare  i  reciproci  rapporti  colla  So- 
malia. 

20.  Villadossola  —  Causa  il  disservizio  fer- 
roviario gli  industriali  dei  numerosi  stabi- 
limenti che  danno  lavoro  a  migliaia  d'ope- 
rai, proclamano  la  serrata, 

n  Parigi  —  La  Camera  francese  approva 
con  voti  370  contro  164  una  mozione  di 
Jaurès  per  la  pubblicazione  dei  documenti 
Montagnini. 

„  Asmara  —  E  pubblicato  un  manifesto  di 
congedo  dell' on.  Ferdina-iido  Martini,  Com- 
missario civile  per  l'Eritrea. 

21.  Roma  —  Il  padre  Maria  Bernardo,  cap- 
puccino france-ic,  presenta  a  Pio  X  una  let- 
tera autografa  di  Menelik,  che  risponde  fa 
vorevolmente  a  quella  inviatagli  tre  mesi 
fa  dal  Pontefice,  per  pregarlo  di  proteggere 
la  missione  cattolica. 

„  Londra  —  Il  Governo  dichiara  di  opporsi 
al  progetto  di  costruzione  di  un  tunnel 
sotto  la  Manica. 

23.  America  Centrale  —  Gli  eserciti  riuniti 
del  Nicaragua  e  dei  rivolvizionari  dell'Hon- 


duras sconfiggono  l'esercito  del  presidente 
dell'Honduras  presso  Marai/a.  Il  generale 
Loreto  Barahona,  ministro  della  guerra 
dell'Honduras  gravemente  ferito  è  fatto 
prigioniero.  Cannajagua  antica  capitale  del- 
l'Honduras e  parecchie  altre  città  sono  in 
mano  degli  insorti. 

24.  Roma  —  Sanzione  dei  trattati  commer- 
ciali con  la  Serbia  e  con  la  Rumenia  e  le 
annesse  convenzioni  sulla  epizoozia  e  sulla 
proprietà  industriale. 

„  Roma  —  Costituzione  della  Camera  dei 
Consoli  in  Roma. 

r,  11  ministro  del  tesoro  è  incaricato  di  reg- 
gere l'interim  del  Ministero  delle  finanze; 
con  altro  decreto  sono  accettate  le  dimis- 
sioni dell' on.  Colosimo  da  sottosegretario 
per  la  grazia  e  giustizia. 

25.  Napoli  —  Elezioni  comunali:  la  lista  mo- 
derata ha  l'assoluta  maggioranza;  i  socia- 
listi sono  completamente  battuti. 

„  Parigi  —  Trasporto  al  Pantheon  delle  sal- 
me del  celebre  chimico  Berthelot  e  di  sua 
moglie  alla  quale  è  concesso  l'eccezionale 
onore  di  rimanere  sepolta  accanto  ai  ma- 
rito; il  2t)  ha  luogo  la  cerimonia  funebre. 

„  il  Governo  francese  decide  di  procedere 
all'occupazione  provvisoria  di  Ugida  (Ma- 
rocco) fino  a  che  11  Marocco  dia  suddisfix- 
zione  alla  domanda  di  riparazione  presen- 
tatagli in  seguito  all'assassinio  del  dottor 
Mauchamp  a  Marrakesc.  La  Camera  ap- 
prova il  2tì  all'  unanimità  tale  deliberazione. 

„  Massaua  —  L'on.  Martini  parte  ijer  l'Ita- 
lia; il  march.  Salvago  Raggi  assume  il  go- 
verno della  colonia. 

26.  Bucarest  —  Nuovo  ministero  liberale  suc- 
ceduto al  Gabinetto  conservatore  Canta- 
cuzène  dimessosi  dinanzi  alla  rivolta.  Il 
nuovo  gabinetto  è  paosieduto  da  Demetrio 
Sturdza. 

27.  A  Torino,  ad  Alessandria,  a  Milano,  a  Fi- 
renze agitazioni  dei  sottufficiali,  che  pro- 
testano contro  il  rinvio  della  legge  a  loro 
favore. 

„  Sciopero  generale  nel  Canton  di  Vaud.  Lo- 
sanna è  in  istato  d'assedio. 

28.  Ginevra  —  Sciopei-o  generale. 

fl  Colton  (California)  —  Gravissimo  disastro 
lerroviario  ;  (59  morti,  tutti  italiani,  100  feriti. 

29.  Nel  Cantone  di  Vaud  termina  lo  sciopei'O 
geuerale,  in  seguito  ad  un  accordo  firmato 
tra  gli  scioperanti  cioccolatieri  di  Vevey  e 
i  proprietari  delle  fabbriche. 

„  Si  annunzia  che  nella  Moldavia  l'ordine 
e  completamente  ristabilito. 

„  Ugida,  sulla  frontiera  del  Marocco  con  l'Al- 
geria, è  occupata  dalle  truppe  francesi  come 
pegno  della  riparazione  chiesta  al  Marocco 
per  l'assassinio  di  Marchand. 

„  Costantinopoli  —  Scoppio  di  una  macchina 
infernale  nel  quartiere  di  Pera;  1  morto, 
7  feriti. 


Vene 


TTnnìpnnp     Guarigione  rapida,  radicalo,  sicui a,  senza  calze  elasticlie  nò 
Vtlill/UuC*    operazioni,  mediante  la  cui-a  )  ad icaìe  medica  (Vuica.  al  mou- 


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Vademecum  (100  pag.  ili.)  L».  1.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza 
nelle  principali  lingue. 


RapAHo  -  Ortnr^gno  tr»  Il   prlnelp*  di 


Tiit-.  i.   Vn 


APRTTF 


illusi    K    liCL,OW 

(inda  d^l  K-rtaat  Hòt«l  di  Rapallo. 


baacto  «. 

5.  RomA  —  Il  (1ov«mn  pd^ra»!  ▼alleano*  mt* 
lionl  coro«  comp«nM  p«r  1'  lnrftm«niia«alo 
del  b«nl  dell*  Om«  genenUixle  d«rll  or> 
dmi  rellftoet  reiadeati  a  Roma.  La  trmaai- 
KloD*  era  eUU  «Upulato  U  80  dicembre  iMd. 

6.  Bantiago  di  Cuba  -  OraTlMtmo  Inrendlo. 

7.  Menico  —  A!i«aa»ìmìo  driret  rrr»tdi>Dte 
del  atuit^mii' 

8.  Vlairrto  di  N  Uro- 

rl.1        II      II.'     »..  V    .    ^1 


vii,  K,.  dliife-hilterra. 


Mito   ,1.>1  nI^.^..  «"olili. 


por 

,...vi',     ...     w..  .,..,.,*,     ,r •   oiv/ltlU    UO 

lognunina  di  «aiuto. 

l'orni  -^  Oravi  agltasionl  operaie:  alle 
Aoolalerle  di  Temi  gli  operai,  maloonteott 
del  naoTo  regolamento,  nilnaoelaao  lo  aclo* 
p'>ro  ircnerale,  la  8oc  età  risponde  con  la 

-  Il  Be  d'Italia  vWU  le  anUihiù 

:^d.  Li  iKT»  pranro  di  i»«'i»  l'i'  -•  • 


f««tMton«  di  aln. 


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11.  I 

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Bfc>nl    doMe   < 
l*iBlrM<H>  «  di 
ltalUui«,giuo«-}. 
Inumo  pnssv. 


51  - 

14.     > 

'rrA   • 

di 

MkiinM; 

Uè*   Il 

Hin^idtai, 

•   I'Kto.I 

Mf«  la  .it 

,  naif 

t   re- 
ni tu- 

Ile 

Inaazur 

«iiiiiiH   V 

Iciona 

liwOtol»    lltttJ'tl. 

Boma   —   U  Papa  proaaoda  nel  Conol* 


o  TIKI.LA  '  Roma  ,.  —  Il  battsaimo. 
(  V«d.  21  aprtU  -  Fot.  A.  Croe$). 


12.  Braxellcs  —  Avendo  la  Camera  rotata 
dopo  an  mino  di  discastiODe  con  molti 
gravi  emendamenti  non  accettati  dal  Go- 
verno la  le;:u'e  calle  miniere.  Il  gabinetto 
De  Smet  <'.-•  Nn-ver  r»i.-  d.iiraL-r.^to  ì'Jini 
era  al  p'  - 

dopo  uti 

rtUra  11  I  .    ,  ,...M.-    v..^    ,.- 

pre>otitd(< 

13.  Catii?it« 
tor 

pa- 
reri 

Bellini. 
,  Giamaica  —  Sono  segnalate  violenti  fcoiae 
di  terr'>njoto. 

14.  Roma.  —  Concistoro  aegreto  in  Vaticano. 
Il  Pontefice  nomina  sette  naori  cardinali  : 


-     V 


Vittorio  di   ri- 


storo un'importante  aOomzfcNM  ralle  eoae 
di  Francia. 

,  n  Re,  t-  ars,  ai  reoa  da  Oatania 

a  Rlracu^  mnsco  e  le  antJehita, 

riceve  le  a itadine:  n^la  notte  ri- 
parte, e  con  la  »<|uadra  fa  rutta  per  Oacta. 

.   Oravta«imo  terremoto  al  MMeico. 

,  CeM'ia  —  Un  tnoendio  dlstmgfe  qoaai 
oompletamente  il  teatro. 

16.  Sciopero  nella  ferrovia  Palermo-Corleone. 
La  Direziono  r  " 

17.  Roma  —  Ir  in 
Cori*  ricevono  •:  .«• 
setta  e  la  ben- la  car J <iialLz.ia.  il  lt«  ha 
Inogo  un  pabblico  Concistoro  ove  rioevono 
il  cappello  cmrdlnalisio. 

•  Arrivo  di  Re  Vittorio  a  (laeta  a  bordo 
del  parht  Tiimaerta.  Ia  mattina  appresso 


rÉfflORROIDI 


ì:u>-!ito  L. 


I.   In   tutte   !••   Pariii.ici' 
Opuscolo  gratis  a  i:chi 


»i'>io  pure  afin  flato  <"'i 

IMlloieMolvenff  - 
tori  •  <1  l'nc:i*<'nt< 
fori.    -    S<.-at'  U    i 

e    lai  l'hiiiiicj  «i.  K.\  i  1 


crnaritA  fv»n  le  reW-firi 

T      T^-  ^  '-tTf  Fnt- 
V'nì 


1 


m  - 


vi  ò  raggiùnto  dal  Re  Edoardo  d'Inghil- 
terra, che  giunu'e  da  Malta  a  bai'do  del 
Victoria  and  Alhert.  Dopo  un  ironliale  col- 
loriuio  e  una  colazione  intima  i  Sovrani  si 
lasciano:  il   Ile   d'ItiUa  ìa   aato.nobile   si 


dopo  r  abdicazione  di  Amedeo  di   Sivoia, 
Il  Sa'meron  rimane  illeso,  uno  dei  suoi  com- 
pagni è  mortalmente  ferito. 
19.  Savona  —  Fine    dello  sciopero  degli  ope- 
rai della  Siderurgica. 


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Ili  VABO  DELLA   "  liOMA 


reci  a  Roma,  i  Reali  d'Injhìltei-ra  per  mare  21.  Spezia  —  Varo  della  corazzata  Bomn,  alla 

a  Napoli.  pi-esenza  di  Re  Vittorio,  e  consegna  della 

17.  Milano   ^  Sciopero  del   perdonale  della  bandiera,  dono  della  Regina,  alla  corazzata 

ditta  Bocconi.  Regina  Elena. 

„   Roma  —  Riunione  della  Direzione  del  par-  23.    L'onor.    Cotfcafavi    è   nominato    sottose- 


IL  Re  del  Siam  a  Napoli  —  (  Ved.  23  aprile). 


tito  socialista  per  decidere  in  una  contesa 
tra  ['Aorinti!  e  VAiione. 
18.  Madrid  —  .\ttentato  contro  Salmeron  ohe 
fu  presidente   della  repubblica   di   Spagna 


gretario  alle  finanze  e  l'onor.  Pozzo  dalle 
finanze  passa  al  sottosegretariato  della  giu- 
stizia. 
Roma  —  Riapertura  della  Camera. 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


inilMl.  éf 


24.  Torn»      -    1 
S 

2S 


IO.  VtnttiA  -  ArHro 

p«r  inaugurar*  ti  \ 

.    Ma<lr(d  •.  Nateti* 


26 
27 


28 


29 


tM)  T-.ero. 

ti   Va- esotto,  «ni 

>inci«   di  Brescia. 


tao  e  altre  loctlita. 

iuat<?iual«     -    Art    nti'o    fonfrn    11    presi 
i<-nte  delia  r  iii«le  è 

..-lareniente  ?  iitato 

non  SODO  s«>':  dopo: 

arrestati  il  -.'  :.ìì)«*. 

30.  Parten7.a    •                                •.  Inghilterra 
'la  Napoli,  al. — ^  :na  s' intrat- 

■  ne  in  brere  coUoqalo  eoa  Vittorio  Bma- 

lele  III. 


MA<>i«IO 


1.  Koma 
Dico  ni  > 
lattazi:>: 
8.  Bos.'o  Marc;v' 
mator.o  .'i'Hi  cor 
ni.  !      !ii>  ^;ravl 
>  -  11,. 
piovvi-. 


popolare  all'Orto  Bota- 
.. vieto  del  Governo.  Col- 
■  lippa. 
Al.-.-ari  Ir  a      -  Nel  Rifor- 

cvu  li  M  ni.rMano  e  com- 


rimea)  —  MaCiliiionio  del  crandae* 


uchl«nb«ff. 

13.    In»   iiiiM..  rUjfgc  li  TitUfflo 

di  Ktenthal  r  i. 

,   Rio  Janeiro  ,  .  bra«illafK>  Tlela 

lo  sbarco  al  principe  Lui^  d'UrlMM  Aglio 
del  conte  d'Ea  e  d«lla  flette  di  don  FtfOro 
d'\l.-,\iitata.  ;:iunt.)  sul  tnn'ftoafo  Amn»»mém. 

14    !  ;r.rla 

I'  v,t>n- 


dal 


•vM  Uie  ail  UUUto  cat- 


nto  «luticai  Uriico. 

7.  New  York  —  Sriopeco  degli  operai  del 
porto.  Dora  50  giorni. 

8.  Carate  Brianza  —  Gli  operai  d'Ila  fabbrica 
d'abiti  Giacomo  Rn<i-ii  e  C.  »oyi»eraatJ  dal 
lo  mai^gio  saccbeg.;iano  e  deAstano  ooui- 
pletameote  lo  sUbiiim^^to. 

9.  Padova  -  La  stnlfit^csca  antfclerlcale 
ii!%  lo  in- 
p  •■re  al 
li  U  tu- 
niultudiii;. 


L'Il    alTari     o»t«»rl-    rlaf* 
dl- 


,  L.'iiii»  —  »  .fiijii^-7i-»if  ^..Lu.i'.ij  I  uv>u.  Con 
rinlenrento  di  Manlmo  «orkL 

16.  Ferdinando  di  Sarota.  principe  di  Cdlnc. 
da  guardiamarina  «  promoMo  aoUotenenie 
di  Tascello. 

.  Camera  —  È  approvata  l'Indileata  sai» 
r  eeerdto. 

,  Berna  —  Nomina  dell'on.  Cercano  a  mi* 
nlatro  del  tesoro.  In  eoeUtozlone  del  dimis- 
sionario on.  Misiorana. 


CONTRO  TOSSI   E 

CATARRI  USATE 

S€MPRC 


PANERAJ 


P/l«»  FIGLIE, 

eESTRATTO-:ìc- 


610 


18.  Greilòvà  -=  Arrivo  dt  una  delegazione 
della  municipalità  marsiglitìse  in  visita  uf- 
ficiale al  lunnicijiio  di  Genova. 

„  In  Gei'uiania  è  istituito,  dopo  molti  con- 
tra.'iti,  il  Ministero  del'c  Oulonie  con  Dern- 
burg  ministro.  Questi,  come  primo  -uo 
atto,  si  reca  a  visi:aL-e  i  possedimenti  te- 
deschi nell'Afi-ica. 

19.  Francia  —  L'agitazione  per  la  crisi  vini- 
cola nel  Mezzogiorno,  capitanata  da  un 
comitato  sorto  nel  piccolo  comune  di  Ar- 
geliières  e  specialmente  da  un  ignobo  vifci- 
caltore  Marcellino  Albert,  assume  propor- 
zioni sempre  più  inquietanti.  Un  grande 
comizio  a  Perpignano  raccoglie  172,000  di- 
mostranti. 

21.  Terni  —  Continuano  i  tumulti  provocati 
dalle  donne,  che  impongono  lo  sciopero 
generale.  La  Camera  del  Lavoro  sconfessa 
il  movimeni;o,  e  i.ivita  gli  operai  non  ""  ser- 
rati „  a  riprendere  il  lavoro. 

22.  San  Salvador  —  Alonzo  Barabona,  già 
candidato  alla  presidenza  della  Repubblica 
del  Salvador,  ò  assassinato  in  prigione. 

23.  Bologna  —  VI  Congresso  dei  Comuni 
italiani. 

25.  Cina  —  Gravi  disordini  nel  Kuan-Tung, 
massacri  di  funzionari  e  ufficiali. 

26.  L'agitazione  nel  Mezzogiorno  della  Fran- 
cia per  la  crisi  vinicola  aumenta  in  modo 
inquietante:  a  Carcassonne  un  comizio  rac- 
coglie 250,000  dimostranti, 

28.  Elezione  del  duca  Giovanni  Alberto  di 
Mecklemburgo  a  reggente  del  ducato  di 
Brunswick. 

30.  Biiiogna  —  Congresso   radicale. 

^  Koma  —  Gravi  tnmnlti  all'arrivo  di  cin- 
quanta bimbi,  tìgli  degli  operai  "  serrati  „ 
delle  Acciaierie  di  Terni,  mandati  a  Roma 
a  quella  Camera  del  Lavoro. 

31.  Numina  di  14  nuovi  Cavalieri  del  LaToro. 
^    Sciopero    generale    marittimo  in  Fi-ancia 

■  scopi)iato  per  protesta  contro  il  progetto 
di  legge  sulle  pens:oni  per  la  vecchiaia  agli 
iscritti  marittimi. 

OIUGXO 

1,  AperturadelPar'ameiito  finlandese  al  quale 
appartengono  19  donne. 

,  Sciopero  generale  marittimo  in  Olanda. 

3-  Argenta  —  Ha  finalmente  termine  il  lun- 
ghissimo sciopero  agrario,  durato  oltre  tre 
lafisi;  11  concordato  non  concede  agli  scio- 
peranti che  irrisori  vantaggi;  ma  gravissi- 
mi .sono  i  danni  delio  sciopero:  perduti  i 
raccolti  della  canapa  e  delle  bietole,  il  be- 
stiame quasi  tutto  venduto  a  miserrime 
condizioni. 
„  Koma  —  In  seguito  a  un'inchiesta  Righetti 
sulla  magistratura  di  Catanzaio  sono  presi 
dei  gravi  provvedimenti  contro  i  magistrati 
di  quella  Corte  d'Appello  e  di  quel  Tri- 
bunale. 

-4,  Milano  —  Il  h'hinomme.nfo  pubblica  una 
lettera  della  direzione  del  giornale  stesso, 
in  cui  si  rifiuta  di  aderire  all'invito  della 
Congregazione  dell'Indice  di  sospendere  lu 
pubblicazione. 

15.  La  Camera  approva  la  legge  sugli  esami 
nelle  scuole  medie. 

€.  Marsiglia-  Fine  dello  sciopero  marittimo. 


SiGNOEA    KlAXIKOSKt 

deputata  al  Parlamento  di  Finlandia. 
{Fot.  A.  Croce). 

7.  Camera  —  È  approvato  il  disegno  di  le  rize 
di  un  milione,  di  destinarsi  a  favore  dei 
superstiti  garibaldini. 


SlCNOK.V    ZaIXK 

deputata  al  ParUfnenio  di  Finlandia, 
{l'ot:  A.  Croce). 

Parigi  —  Con  sentenza  della  Corte  della 
Senna  sono  condannati  a  severe  pene:  Bou- 
squet  segretario    del   sindacato  dei  pana^- 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  iodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


!1    f\'f  nni*   «^   ri<. 


..   ^        1    dtfll*   maia- 
— La  Cainrrft  fHuicvw  r««ping«  I  > 

•    '"■'  ' '     -inUi»  di  «0« 

MIO  oorrvnuv 

•ri  marcio 

..I. <-..,«         nAii  l'oiiir  aii<-«a  (vintro  ir  frodi  IMI  Ttnl. 

1  Ululo    18.  Pariti  ~  DlmlMlottl  di  SMmat,  «oCloar 

oaaMdi         (rrrt«rtn  di  ntito  Affli  lal»mt.  db«  «MMldo 

11 A  ritiene  doTeroao  11  MIO 

Ao  Io  adopero  d< 

ai   1S  sUbilUnenti  \rrno     1.  iM.      r'arr«^t<. 

'•  «parsi 


il.  sin- 

.  amoiizì  alla  fuIU  da  lu  dimissioni 

'.hbsssare  la   bandiera  nazionale  dal 

■'o  comunale. 

iTt;uova  —  Og)fi  soltanto  è  oompinta  in 

Horsa    la   laboriosa    liquidazione    di    Une 

ina<n?io. 

13.  Il  iìoverno  francese  notifica  al  Ooremo 
italiano  la  stipulazione  di  nn  trattato  tra 
la  Spa^'na  e   la   Francia   col   qnale  '■ 
nazioni  si  garantiscono  reHpnK-aii:' 
loro   situazione    nel    Mediterranea)    • 
l'Oceano  Atlantico.  Un  identico  trattato  e 
simnltaneamente  firmato  tra  l'Inghilterra 
e  la  Spagna. 

•    Spezia  —  Vasto  •  ;  cantiere  del 

luggiano,  danni  ai.  Anche  lo 

.-.tabilimento  della    i  lai  -  ..luggiaoo   è   di- 
strutto. 

•  Francia  —  II  presidente  Clemencesn,  di- 
rige una  lettera  aperta  ai  aindaci  dimis- 
sionari, invitandoli  a  desistere  dalla  ribel- 
lione: Marcellino  Albert  risponde  a  nome 
del  ComiUto  di  agitazione  che  essi  non 
hanno  ordini  da  ricevere  dal  Presidente. 

,  Pietroburgo  —  H  Ooverno  chiede  alla 
Duma  di  procedere  contro  M  deputati  s'< 
cialisti.  accusati  di  partecipare  all'organi/ 
zazione  rivoluzionarla  e  minaccia  la  Dumi» 
di  immediato  sdoflimento,  se  l'aaturizza- 
zione  non  è  oonoesaa  dentr'oggi. 

15.  La  Camera  approva  11  disegno  di  legge 
pf-l  riordinamento  gfodiziazio. 

.  Inaugurazione  della  Seconila  Conferenza 
dell'Aja.  Vi  partecipano  45  stati.  NeUdoff, 
delegato  russo,  è  nominato  presidente. 

16.  Pietroburgo  —  Un  tiktut  imperlale  ordina 
lo  scioglimento  della  Duma.  ft<isa  le  nuove 
elezioni  al  1<>  settembre  (14  settembre)  1907, 
•stabilisce  come  termine  per  la  oonvoca- 

one  della  nuova  Duma  la  data  del  1*  no* 
embre    (14    novembre).    Contemporanea- 
mente sono  pubblicati  un  manifesto  dello 
Zar  al  paese  e  una  nuova  legge  dottorale. 


(ftltlM 

A  Mo.r 
PalMzr> 
arrestau.  1  : 
a  Narbona  n 

f..r.fll-.    f..' 
I 

V'iniìmtM. 

19.  Roma  -  Bltomo  deirex  min 
Nasi. 

Itoma  —   Chiosara  del 

hlco. 

TrlkalaCTeesaglia)  -  Il  ri 
sato  da  on  uragano  Inonda  la  otuà  e  t  din- 
torni, pareceli^e  oeaUDaia  di  animaH. 

20.  Camera  —  K  respinta  una  prefflvdlzlale 
dell' on.  Treres  contro  le  spese  militari  con 
voti  262  contro  voti  S7. 

•  Roma  —  E  tnsmessa  al  miniatro  Oaa-- 
dasigilli  la  sentenza  colla  qoale  la  Ooi  la  li 
Cassazione  dichiara  rinoonpetenta  de  la 
Magistratura  ordinaria  neH'aflìtfe  Masi. 

.  Napoli  —  I  tramvieri,  che  da  qoaloha  gior- 
no sono  in  «doperò,  trascorrono  a  giSTl  ao- 
oessi.  In  alcune  strade  si  fJsnno  aaeha  le 
barricate.  Ma  la  stessa  sera  si  stablUaca  «n 
concordiate  fra  la  società  9  gli  >e>opera«tt 
il  poi  è  rt preso  II  •erritio. 
.ipoli)  -  OrarlaalnM»  diaaairo 
.uu^....>»M.^uoo,  ne  rimangono  rtttlme  il 
nardiese  Tito  Mottola  NamcianU.  don  Ola- 
seppe  d'Avalos  principe  di  Pescara,  Q  duca 
O^ieoe  Galeota  di  SanfAngalo.  la  mirtifcsas 
BiiiBb  Oerini  e  lo  ohanffenr. 

•  Fola  —  Oraviastml  disordini  per  le  elo- 
sionl,  in  odio  al  partito  italiano,  an  morto 
e  parecchi  ferttL 

•  In  Francia  la  ribellione  si  estende  anche 
all'esercito.  Seicento  nomini  del  17*  reggi- 
mento trasferito  da  Beziers  a  Afde  si  am- 
mutinano e  disertano,  ma  il  giorno  dopo 
con  la  promessa  ohe  non  si  daranno  puni- 
zioni individuali  rientrarono  In  easerma. 
Gii  ammutinati  sono  mandati  In  Africa  e 
internati  a  Oafta  in  Taniata. 


RISCÀLDAHENTI  MODERNI 


SERANTONI     dk     PONTIOLIONB 
Mir.AXO-BOLOGlVA 


' <•-_*, 


-  642  - 


20.  Lisbona  —  fìravì  disordini  in  occasione 
del  ritorno  del  presidente  del  Consiglio  da 
Oporto,  due  morti  e  centosedici  feriti. 

„  Atene  —  Alla  Camera  greca  è  gettata  una 
cartuccia  di  dinamite,  che  non  esplode, 
l'autore  dell'attentato  è  arrestato. 

21.  Camera  —  Nomina  della  Commissione  dei 
Cinque  incaricata  di  riferire  sulla  sentenza 
della  Cassazione  e  su  quelle  antecedente- 
mente pronunciate  nei  riguardi  di  Nunzio 
Nasi. 

^  Parigi  —  Tumultuosa  discussione  alla  Ca- 
mera sui  fatti  del  Mezzogiorno:  un  ordine 
del  giorno  Reinach  di  fiducia  nel  Governo 
è  approvato  con  327  voti  contro  223. 

22.  Genova  —  Principia  un'inchiesta  sulla 
magistratura  genovese. 

23.  —  I  panattieri  di  quasi  tutte  le  citta 
d'Italia  fanno  uno  sciopero  generale  di 
48  ore  per  protestare  contro  il  ritardo  della 
legge  per  l'abolizione  del  lavoro  notturno. 

„  Trapani  —  Nunzio  Nasi  è  rieletto  depu- 
tato con  voti  3286  contro  445. 

fl  Parigi  —  Il  noto  agitatore  Marcellino  Al- 
bert visita  improvvisamente  il  ministro 
Clemenceau,  e  riceve  da  lui  l'incarico  di 
tornare  nel  Mezzogiorno  per  tentare  un 
accordo.  Ma  non  riesce  nella  sua  missione, 
ed  è  invece  fatto  segno  di  sospetti. 

24.  Piacenza  —  Sciopero  generale,  che  dura 
24  ore. 

fl  Lo  sciopero  agrario  è  dichiarato  a  Cop- 
paro  nel  Ferrarese,  e  si  estende  nei  comuni 
vicini.  Si  hanno  dei  gravi  tentativi  di  vio- 
lenze anarchiche,  e  delle  selvagge  aggres- 
sioni alla  forza  pubblica. 

fl  Argelliers  —  Marcellino  Albert  riferisce 
al  Comitato  della  difesa  vinicola  il  collo- 
quio avuto  con  Clemenceau  e  le  proposte 
del  Governo  per  la  paciticazione  del  Mez- 
zogiorno. Il  Comitato  non  accetta  le  pro- 
poste del  Presidente,  e  delibera  di  conti- 
nuare l'agitazione. 

25.  Roma  —  È  pi-esentata  la  relazione  della 
Commissione  dei  Cinque,  che  propone  di 
deferire  Nunzio  Nasi  all'Alta  Corte. 

26.  Montpellier  —  Marcellino  Albert  si  costi- 
tuisce in  carcere. 

„  Tiflis  —  Una  banda  di  terroristi  lancia 
dieci  bombe  nella  via,  allo  scopo  di  deru- 
bare da  un  furgone  postale  la  somma  di 
341  mila  rubli.  Più  di  50  feriti  e  vari  morti. 

27.  Roma  —  Nunzio  Nasi  si  presenta  alla 
Camera,  giura  e  pronunzia  un  discorso  in 
sua  difesa.  La  Camera  approva  di  deferire 
l'ex  ministro  all'Alta  Corte  di  giustizia  per 
esser  giudicato. 

„  Camera  —  È  approvato  11  disegno  di  leg- 
ge, che  dichiara  11  4  luglio,  centenario  della 
nascita  di  Garibaldi,  festa  nazionale. 

28.  Parigi  —  La  Camera  discute  un'altra 
volta  sui  fatti  del  Mezzogiorno  e  approva 
con  voti  323  contro  233  la  fiducia  nel  Go- 
verno. 


28.  Zagabria  ftJngheriaV  —  I  croati  di  tutti 
i  partiti  fanno  una  clamorosa  dimostra- 
zione contro  Radkoczay  il  nuovo  Bano  no- 
minato dall'imperatore. 

„  Pietroburgo  —  Firma  del  nuovo  trattato 
di  commercio  italo-russo,  che  durerà  un 
decennio.  Le  parti  contraenti  si  impegnano 
a  mantenere  su  di  esso  il  segreto  fino  alla 
metà  di  novembre,  che  saranno  riconvo- 
cati i  Parlamenti  delle  due  nazioni. 

29.  Camera  —  Nomina  dei  commissari  d'ac- 
cusa contro  Nunzio  Nasi.  Sono  eletti  gli 
on.  Pansini,  Marietti  (Ruggero)  e  Pozzi. 

fl  Ferrara  —  Pwmo  Congresso  sindacalista, 
si  chiude  il  30  colla  proclamazione  dell'au- 
tonomia del  sindacalismo, 

„  Terni  —  È  composto  lo  sciopero  degli 
operai  della  Società  degli  Alti  Forni.  Il 
giorno  2  luglio  è  ripreso  il  lavoro  alle  Ac- 
ciaierie, dopo  ^93  glorili  di  sciopero. 

30.  Camera  —  E  approvata  l'avocazione  del- 
l'isola di  Caprera  allo  Stato.  * 

n  Ginevra  —  Il  corpo  elettorale  ginevrino 
approva  con  voti  7656  contro  6822  la  legge 
sulla  separazione  della  Chiesa  dallo  Stato. 


2.  Roma  —  Sciopero  degli  infei'mieri  del  ma- 
nicomio, il  giorno  3  è  composto,  ma  il  Go- 
verno prende  rigorose  misure  contro  gli 
scioperanti. 

„  Ferrara  —  Arresto  improwLso  dei  più 
noti  agitatori  socialisti  di  Ferrara,  110  man- 
dati di  cattura  in  un  giorno  solo  e  altri  ar- 
resti seguono  i  giorni  appresso.  Dei  tenta- 
tivi isolati  in  più  città  d'Italia  per  pro- 
clamare lo  sciopero  generale  politico  come 
protesta  contro  questi  arresti  non  hanno 
seguito. 

3.  Camera  —  È  approvato  il  diseguo  di  legge 
sul  riposo  festivo. 

4.  Roma  —  Solenne  commemorazione  alla 
Camera  pel  centenario  di  Garibaldi;  è  vo- 
tata una  legge  per  uno  stanziamento  di 
3  milioni  per  sussidii  ai  superstiti  delle 
campagne  per  l' Indipendenza. 

n  Un  decreto  reale  concede  una  larga  amni- 
stia per  i-eati  di  stampa,  oftese  alle  istitu- 
zioni, istigazione  a  delinquere,  apologia  di 
reato,  associazioni  sediziose,  reati  eletto- 
rali, di  duello  e  di  furto  semplice,  di  legna 
da  ardere  e  di  cose  destinate  all'alimenta- 
zione, ec.  Larga  amnistia  per  contravven- 
zioni in  materia  di  finanza. 

5.  Camera  —  Hanno  principio  le  vacanze 
parlamentari. 

„   Parigi  —  Alla  Camera  è  commemorato  il 

centenario  della  nascita  di  Garibaldi. 
7.  Roma  —  Partenza  dei  Sovrani  e  dei  Prin- 
cipini per  Racconigi. 

„  Brescia  —  In  seguito  a  disordini  avvenuti 
durante  la  commemorazione  di  Garibaldi, 


TI  ITflrirnrPlP  ^'^®"*''^  indolente  In  pochissimi  giorni,  spesso  in  poche  ore, 
■  UAlUUuulu  g  rapidamente  guarisce  solo  mediante  la  cura  radicale  medica 
delle  vene  varicose  scoperta  dal  Dott.  S.  Bolognese  (Casella  postale  502,  NAPOLI). 
Spiegazioni  a  richiesta.  Vademecum  dei  sofiferenti  e  predisposti  (voi.  100  pag.  ili). 
II.  1.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  principali  lingue. 


r.irì  - 


MWfcli 


«ciop4>ro  ffraerU*.  oh*  tonnina    i 

ijk  Oort«  di  CttMurtoa*  m  Meloni 
<itoi  findloA  tr«  macutrui  d«>r*- 
>«atloD«  «tetta  In  M>tnlto  all'  in- 

U  Mafftatratara  di  Cala 

D*  Qlall.  attaalmri 
•nie  dellk  eMA»  4' Appello  . 


città.  L*nc<^nre  è 


d«l  tOTernator»éaUa 

U  iottodlr«nor«  della 


V,  -^nninf  ••,, 


A  l>£8Io  U  14  luglio. 
Donna  Bics  Tmoin.        Ambaic.  AoaTUAOo. 
On.  Tirr«M.      Ilar.  V.  AKBUorrBAU  SsoB.  dki.  MWtaTBo  itaijaiio. 

FiouA  DKLi.'o]f.  Trrrovi.       Bbor.  dki.  mirtaTmo  ACanuAOo. 
(fW.  ^.  Croe*). 


prigione,  il  qoale  apparitane  al  partito  rf> 
Tol  azionario.  L'aaMa^no  è  toato  deoipftato. 

12.  Boma  -  D  Senato  il  ooatitalaoa  In  AIU 
Corte  di  gioatlsiapw  gtodioare  l'ex  ministro 
Nasi  e  il  suo  oomplloe  Lombardo. 

,  Parigi  —  ArriTo  del  garibaldini  per  pren- 
dere parte  alle  fette  oom^emoratlve  del 
oenteDario  di  Garibaldi. 

14.  Desio  —  ConTegoo  fra  il  mlalatro  degli 
esteri  austriaco  barone  von  AebrentbaI  e 
il  ministro  italiano  Tittoni. 


esteri  Ton  Aebrenthal.  aflconpagaato  Ax 
l'on.  Tlttool,  è  rtoevoto  dal  Ho. 
17.  L'OamrKotort  kommif  pabblioa  fl  noox 
Sillabo  (datato  del  S  loglio)  oootco  U  m 


,  Oli 

di  Nasi  la 
18.  n  Oovorao  prende 


privata  e  ne 


r«U  e 
dall' ladostri* 
me  re— ruUo. 


l^ìmvz  JcHini 

I  VINI  -  LIQUORI  -  VERVOUTH      C 


SPECIALITÀ  DELLA  CASA 

3^.sco  Monaco  e  figli 

di  CATANIA 


G44  - 


18.  ra.!ovmo  —  Un  comizio  prò  Nasi  degpnova 
in  gravissimi  tumulti.  La  polizia  usa  le 
armi:  ò  ucciso  'dicono  da  un  delegato  di 
P.  S.,  ma  non  è  provato)  il  giovane  mae- 
stro di  musica,  Carmelo  Pintauro:  vi  sono 
molti  foriti.  Nella  notte  le  rappresentanze 
di  molti  comuni  dell'isola  riunito  eecita- 
f  ssime,  in  un  albergo  deliberano  la  costi- 
tuzione di  una  Lega  generale  per  gli  in- 
teressi siciliani.  Per  vari  giorni  la  città  è 
teatro  di  disordini:  il  popolaccio  dà  caccia 
feroce  ai  carabinieri  e  agli  agenti  di  pub- 
blica sicurezza. 
„  Vienna  —  Un  violentissimo  uragano  ca- 
giona danni  gravissimi  alla  città;  due  an- 
negati. 
„  Seul  —  L' Imperatore  Yi-Uyòng,  è  costretto 
dai  ministri  e  dal  marchese  Ito,  ministro 
residente  del  Giappone,  ad  abdicare  in  fa- 
vore del  figlio  Yi-Syek. 

20.  Perugia  —  Violenta  dimostrazione  con- 
tro il  "  bagarinaggio  „  sui  viveri,  il  22  lu- 
glio scoppia  lo  sciopero  generale. 

23.  Roma  --  L'Alta  Corte  di  Giustizia  le- 
gittima l'arresto  di  Nunzio  Nasi,  e  gli  nega 
la  libertà  provvisoria. 

r,  Conclusione  di  un  nuovo  trattato  tra  il 
Giappone  e  la  Corea,  la  cui  amministra- 
zione è  totalmente  sottoposta  al  controllo 
del  residente  generale  giapponese. 

24.  Roma  —  Il  presidente  dell'Alta  Corte 
di  Giustizia,  Canonico,  con  sua  ordinanza, 
commuta  l'arresto  per  Nasi,  in  casa  pro- 
pria, per  Lombardo  a,\  Policlinico. 

„  Messina  —  Gravissima  dimostrazione  di 
protesta  contro  la  sentenza  dell'Alta  Corte 
di  Giustizia,  che  legittima  l'arresto  di  Nasi. 

fl  Londra  —  Un  messaggio  reale  alla  Camera 
dei  Comuni  propone  il  dono  di  50,000  ster- 
line a  Lord  Cramer  come  ricompensa  na- 
zionale per  i  servigi  resi  in  Egitto. 

25.  Torino  —  Nomina  della  Giunta,  il  sena- 
tore Frola  riaccetta  il  sindacato. 

r,  Firenze  —  Prima  seduta  del  nuovo  Consi- 
glio comunale,  è  eletto  sindaco' l'avvocato 
Sangiorgi. 

„  Belfast  (Irlanda)  —  Sciopero  degli  agenti 
di  polizia.  La  città,  che  dal  25  giugno  è  tea- 
tro di  gravi  agitazioni  per  gli  scioperi  dei 
carrettieri,  degli  scaricatori  del  porto  e  di 
altre  classi,  i-psta  in  balìa  della  parte  più 
turbolenta  della  popolazione;  e  la  repres- 
sione coli' intervento  del  Governo  centrale 
non  fa  che  eccitare  gli  animi. 

26.  Milano  —  Vengono  alla  luce  deplorevoli 
turpitudini  perpetrate  da  indegni  sacerdoti 
in  un  asilo  di  fanciulle,  nel  vicino  comune 
di  Greco  milanese,  diretto  da  una  Suora 
Fumagalli,  che  vestiva  abusivamente  abito 
monacale.  Ciò  dà  occasione  a  una  ripresa 
della  campagna  anticlericale  in  tutta  Italia: 
comizi,  dimostrazioni,  tumulti  e  un  dila- 
gare di  accuse  scandalose  (quasi  tutte  rico- 
nosciute poi  insussistenti)  contro  altri  isti- 


tati  clorica'i,  «^p'-cialmenfe  a  Va-azze  e  a 
Roma. 

27.  San  Marino  —  Il  Consiglio  Generale  esten- 
de il  diritto  di  voto  a  tutti  i  maggiorenni 
letterati  ed  illetterati. 

,  Trentino  —  Una  comitiva  di  tedeschi  gui- 
data dal  noto  pangerniiinista  Mayer  tenta 
una  dimosti-azione  germanistica  col  prete- 
sto di  visitare  le  oasi  tedesche  del  Tren- 


IL    MaKSTUO    CaB.VìEL,0    PlNl'AUBO 

ucciso  a  Palermo  il  18  luglio. 
{Fot.  C'h.  Abeniacar). 

tino,  ma  a  Pergine  e  in  altri  luoghi  sono 
accolti  con  fischi  e  con  altre  disapprova- 
zioni dalla  popolazione  irritata  e  devono 
fuggire  più  che  in  fretta. 

28.  Palermo  —  Comizio  socialista  che  pro- 
testa tanto  contro  gli  eccessi  della  polizia 
quanto  contro  il  movimento  Nasi  e  lo  agi- 
tazioni separatiste. 

29.  Il  Governo  francese  depone  Than-Tai,  re 


Varici  alle  gambe,  Varicocele,  Emorroidi.  SSuuete'Tin" 

vene,  razionale,  scientifica.  —  Sollecita  e  definitiva  scomparsa  di  peso,  dolori,  ec. 
—  Opuscolo  illustrativo  a  richiesta.  —  Vademecum  dei  sofferenti  e  predisposti 
(Cause,  Cura,  Igiene).  Voi.  100  pag.  ili.  li.  1.  —  Dott.  Stefano  Bolognese.  Casella 
postale  602,  NAPOLI.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  prin- 
cipali lingue. 


-  r»i 


Il    P«>l»lcfl.-<»    »!nt|«   a 

I  |>rtVfcMlii«irfl  .-Ik    .J  .• 
Ili    ■jUf.Jl    tur»! 
i.'..lu  ili  Hii««ia  ro.irim- 


\  «•«►^  IO 

^uIU  sponda  bre- 
viel  taiio  «1  Imm  an  tratto  di  ban< 
■  tprofouda  nelle  acqaa. 


aa  pi< 
digval  aaaal|r< 
trolneroctati 
giornata,  boi; 


Il  DUkxwno  rsaaonAmto  di 
(Fpt.  A.  Ctoff). 


,   La   linea   ferroTlail* 
Iseo  paasa  da  oggi  all' 

2.  Un  daereto  d«lla  Saora  Oofrigatrio—  dal 
Condilo  aanitooa  anova  dlaposiatoal  par 
la  celebradona  del  matrfmonL 

3.  Da  alount  giorni  la  campagna  anticlericale 
si  aooentoa  Intenaamaate;  in  %artal  modo 
a  Boma  le  peneooxioal  teppiatlebe  contro 
i  religioal  salgono  a  nn  ponto  latoUarabUa, 
la  popolazione  drlle  reaglaoe  e  le  protasta 
generali  obbligano  le  aatorltà  a 


intanto  I 
Mali 


d*«li 
I>f.. 

j.n- 


d'IUli 


per  l'eoddlo  di  Caaa  Blaaoa  •  a  prooMC- 
tara  la  soddiafailoBl  d'naa. 
6.  Boma  —  Con  dacsrvio  raala  è  waMkt  tt 
ConslgUo  oofflunala. 


TI 


^ 


il 


OPUSCOLI  E 

scHiARincmi 
<iRflTI5v^<? 


SMBCURNAliDlViA  B.VITRUVIO  9-i«UlilN0 


—  G46 


Bario   regio  il  comm.  Salvarezza,  il  quale 
ril  prende  possesso  dell'ufficio. 

7.  Casa  Bianca  —  La  squadra  francese  arri- 
vata oggi  sbarca  millecinquecento  uomini 
al  comando  del  generale  Drude,  che  occu- 
pano subito  Casa  Bianca.  Successivi  rinforzi 
portano  gli  effettivi  francesi  a  quattromila 
uomini. 

8.  Pisa  —  Scoppia  lo  sciopero  generale  come 
atto  di  protesta  pei  recenti  scandali  cle- 
ricali, ma  la  sera  stessa  la  Camera  del  la- 
voro ne  proclama  la  cessazione. 

„  Casa  Bianca  —  Combattimento  fra  i  ma- 
rocchini e  i  francesi.  I  primi  non  ostante 
il  loro  coraggio  sono  decimati,  altri  piccoli 
scontri  hanno  luogo  nei  giorni  successivi. 

9.  Roma  —  Circolare  del  Grande  Oriente 
d'Italia  a  tutte  le  Logge  Massoniche  nella 
quale  a  proposito  degli  scandali  denunziati 
negli  istituti  religiosi,  si  eccita  a  far  pro- 
paganda per  la  scuola  laica,  ma  si  condan- 
nano le  violenze  e  le  intemperanze  contro 
i  sacerdoti. 

12.  Belfast  —  Disordini  sanguinosi;  rivolta 
selvaggia  della  folla  contro  i  soldati  e  i 
nuovi  poliziotti.  Alcune  centinaia  di  feriti 
e  contusi,  ed  alcuni  morti. 

14.  Wilhemshòhe  —  Incontro  di  Re  Edoardo 
d'Inghilterra  coli' Imperatore  Guglielmo  di 
Germania. 

15.  Marino  (Roma)  —  Un  gruppo  di  esaltati 
anticlericali  insulta  il  card.  Merry  del  Val, 
segretario  di  Stato.  Una  guardia  è  ferita 
da  una  bastonata  diretta  contro  il  cardinale. 

16.  Ischi  —  Convegno  tra  l'Imperatore  d'Au- 
stria Francesco  Giuseppe  ed  il  Re  Edoar- 
do VII  d' Inghilterra. 

„  Pretoria  (Transvaal)  —  L' assemblea  legi- 
slativa approva  l'acquisto  per  150,000  ster- 
line del  famoso  diamante  Cullinan,  il  più 
grosso  che  esista  (scoperto  nel  gennaio  1905, 
pesa  3025  carati,  cioè  circa  mezzo  chilo- 
grammo), allo  scopo  di  offrirlo  in  dono  al 
Re  Edoardo  come  segno  di  fedeltà  e  di  gra- 
titudine dei  boeri  per  l'autonomia  accor- 
data al  Transvaal. 

r,  A  Mogador,  nel  Marocco,  è  dichiarato  de- 
posto il  Sultano  Abdul-Aziz  e  proclamato 
in  suo  luogo  il  fratello  Mula!  Afìd. 

17.  Aja  —  La  Conferenza  discute  la  dichia- 
razione inglese  sulla  limitazione  degli  ar- 
mamenti, e  approva  all'unanimità  una  ri- 
soluzione nella  quale  dichiara  "  che  alta- 
mente desidera  vedere  1  Governi  ripren- 
dere lo  studio  serio  di  questa  questione.  „ 

„  Napoli  —  Arrivo  di  una  missione  abissina, 
diretta  a  Berlino  e  a  Pietroburgo,  latrice 
pure  di  alcuni  doni  del  Negus  al  nostro  Re. 

18.  Casa  Bianca  —  Nuovo  furioso  attacco  del 
marocchini  contro  i  francesi,  che  lo  respin- 
gono non  senza  difficoltà.  Altro  grave  com- 
battimento ha  luogo  il  21. 

„  Stoccarda  —  VII  Congresso  internazionale 
socialista.  L'antimilitarismo  herveista  vi  ò 
completamente  sconlìtto. 


22.  Sòmmering  —  Incontro  dell' on.  Tiltoni 
col  barone  vun  Aehrenthal.  Dopo  il  collo- 
quio che  ha  luogo  il  24,  un  comunicato 
ufficiale  constata  nuovamente  la  perfetta 
identità  di  vedute  fra  TAustria-Ungheria 
e  l'Italia,  relativamente  alla  questione  bal- 
canica. 

24.  Locamo  —  Inaugurazione  della  nuova 
ferrovia  elettrica  Vallemaggia-Locarno-Bi- 
gnasco. 

y,  Ischi  —  Arrivo  del  barone  Aehrenthal  o 
dell' on.  Tittoni,  il  quale  il  giorno  appresso 
è  ricevuto  dall'Imperatore  d'Austria. 

„  Fez  —  Gli  europei  lasciano  in  massa  la 
città,  gli  stabilimenti  europei  vengono  sac- 
cheggiati la  sera  stessa. 

25.  Amsterdam  —  Congresso  internazionale 
anarchico. 

27.  Racconigi  —  Il  Re  riceve  la  delegazione 
militare  giapponese. 

„  Hakodate  (Giappone)  —  Un  immenso  in- 
cendio distrugge  tre  quarti  della  città. 

28.  Cominciano  le  grandi  manovre  ad  ar- 
mate contrapposte,  nella  regione  compresa 
fra  Domodossola,  Ivrea  e  Novara.  Il  pre- 
supposto è  che  il  partito  invasore  (rosso) 
scende  dal  Sempione  ed  è  giunto  fino  a 
Domodossola  e  dall'  altra  parte  fino  ad 
Ivrea;  il  partito  nazionale  (azzurro)  si  rac- 
coglie sotto  Novara  e  tenta  di  respingere 
il  nemico. 

„  Sofia  —  Giubileo  del  principe  Ferdinando 
di  Bulgaria. 

29.  Quebec  —  Crolla  il  ponte  sospeso  in  co- 
struzione sul  fiume  San  Lorenzo,  20  mi- 
lioni di  danni,  85  morti. 

30.  Roma  —  A  nuovo  generale  dei  Barnabiti 
è  eletto  il  padre  Ignazio  Pica,  n.  ad  Aquila 
il  31  luglio  1835. 

„  Il  principe  governatore  di  Samos,  Costan- 
tino Karatheodory,  è  destituito;  al  suo  po- 
sto è  nominato  Giorgio  Georgiades. 

31.  Firma  dell'accordo  anglo-russo,  che  re- 
gola la  posizione  della  Persia,  dell'Afgaui- 
stan  e  del  Tibet.  Il  testo  del  trattato  è  pub- 
blicato il  24  settembre  {ved.  fìyura  aUa  jta- 
gina  sec/tiente). 

SETTEMBRE 

1.  Roma  —  Inaugurazione  del  secondo  Con- 
gresso fra  i  dipendenti  dei  Comuni  d' Italia. 

2.  Hanno  improvvisamente  termine  le  grandi 
manovre  nel  Novarese,  che  dovevano  du- 
rare fino  al  6  settembre.  Il  partilo  azzurro 
ha  dovuto  ritirarsi  su  ogni  punto. 

3.  Casa  Bianca  —  Una  colonna  francese  tenta 
l'offensiva,  ma  deve  rientrare  al  campo  non 
egsendo  riuscito  l'attacco,  pure  avendo  in- 
flitto perdite  gravissime  ai  marocchini. 

5.  Bari.  —  Scoppia  lo  sciopei'O  generale  per 
solidarietà  cogli  spazzini  scioperanti,  un 
delegato  e  un  brigadiere  sono  feriti;  la  città 
resta  per  un  giorno  abbandonata  alla  mala 
vita.   Il  Governo  ordina  un'inchiesta,  e  il 


CUCINE 
CALORIFERI 
VENTILAZIONE 
FORNI 


DE  ti  ORTO 


FEDERICO    DELL'    ORTO    A    C  -  MILANO 


r. 
7,1 


TiMiio       He  •  miniti  < 


Cabta  di  paktb  dkll'Asia  a  iL4.t?KTttAZioirK  UBI.  Tbattato  àMattO'l 
La  tferu  rutta  d"  imflmmtam  è  •  nord  dtUa  limta  Khaithi-  Ymé-ltpmkmm'Kn  mutm$km\  ; 
la  aftra  WUammiea  è  a  mtdul  dtUa  Imta  Otaik-Birjamd^Km  man  T 


sTilappo  del  territori  comprasi  nel  badilo 
del  l«f(o  Leopoldo  II ,  Ib  esteateBlmB  prò- 
prieU  prìTBfB  dellB  Coroni  belcB. 

,  VancoaTcr  (Cotoni»  Inglese)  —  Orari  dlnor 
din!  per  od.o  di  rmzxB.  Le  popoUclone  bian 
OB  saocbegglB  I  quartieri  dei  dnesi  e  d> 
giapponesi.  La  caceta  agli  nomini  di  color 
dnra  molti  glomL 

8.  Enciclica  Pimaeemdi,  ohe  oofllanna  11  ooald- 
(ietto  modernismo:  è  pabblioata  II  16. 

.   H<?ma  —  Con  regio  decreto  11   senatora 
Giacomo  Malrauo,  presidente  di  sexione  del 


tFBabordara  sa  altra  bbtb.  L'yaBIrt  è  par- 
dato. 
12    u«.v><>nt.ri  —  Decreto  reale  di  iio«Ib«  d*-! 
,:llo  d' ammlolctrasloiM  dallo 
^tato. 

.  ....  ...  ^^sentl  sono  i*i«»tt( 

<•  Pranceero  \  >,'.. 

franoeae  di    >i  . 

alcione  «««Aifl  laccampameatD  di  Taddert. 

lo  Ineendla  •  dtaperda  gli  arabi. 

19.  L'agttoBkNM  agraria  Hm  da  t«mpo  frr- 

menu  o^le  Foglie  «a  Inasprendosi,  a  Rav» 


La  cura  delle  vene  varicose  .:.'r'z:;:j:'Ì5:i«:^rcSsr;2 

stitu  9ce  le  parsU  ▼«nose  malate  e  tatto  l'appa- 
r  .  '  predUpotU!  Ase  rapprttfa  tm  rottru  ssfsssfs  / 

-  .ta.   -   Vademecum  del  soOereaU  e  predispocU 

^(,l'l<■.  .,<,.!,   t^i-^H'^..  Voi.   li/u  i-rf;:.  ili.   Ia.   1. 


—  648  — 


è  procl.imatu  lo  sc'iopero,  e  nei  tumulti  si 
hanno  sette  feriti.  Due  giorni  dopo,  tumulti 
anche  più  gravi;  gli  scioperanti  danno  l'as- 
salto ai  palazzi. 
16.  Cristiania  -  Qaarto  Congresso  interna- 
zionale dei  sindacati  operai. 

r,  Tumulti  anche  a  Cerignola:  gli  scioperanti 
per  vari  giorni  impediscono  di  entrare  o 
di  uscire  dalla  città.  E  pure  a  Canosa,  dove 
un  leghista  è  ucciso  dai  proprietari.  Nuovi 
e  più  gravi  conflitti  con  la  truppa  il  19. 

r,  Palermo  —  La  Lega  per  la  difesa  degli 
interessi  siciliani  si  costituisce  formalmente 
approvando  lo  Statuto  e  fissando  Caltanis- 
setta  come  sede  del  prossimo  Congresso. 
Al  principio  della  seduta,  una  proposta  di 
inviare  un  telegramma  di  saluto  al  Re  non 
è  approvata. 

20.  La  data  odierna  è  commemorata  in  tutta 
Italia  con  molta  tranquillità,  mancando  gli 
eccessi  anticlericali,  che  da  molte  parti  si 
temevano. 

„  Torino  —  V  Congresso  del  Partito  Giova- 
nile liberale. 

„  A  Santeramo  del  Colle,  in  provincia  di 
Bari,  circa  7000  contadini  occupano  violen- 
temente le  tenute  Matine,  circa  ottomila 
ettari,  che  essi  pretendono  demaniali  e  ne 
cominciano  la  ripartizione.  Li  guida  certo 
Giovanni  Giampetruzzi,  che  qualche  tempo 
dopo  è  arrestato  sotto  l' imputazione  di 
trutta. 

21.  Roma  —  Il  ministro  guardasigilli  adotta 
provvedimenti  disciplinari  conti-o  alcuni 
magistrati  genovesi  in  seguito  ai  resultati 
dell'  inchiesta   Garofalo. 

„  Napoli  —  Fine  dello  sciopero  dei  tram- 
vieri  e  degli  spazzini. 

fl  Napoli  —  Il  Duca  di  Genova  assume  sulla 
Lepanto  la  direzione  superiore  delle  ma- 
novre navali. 

„  Aja  —  La  Conferenza  per  la  pace  approva 
il  progetto  per  l'istituzione  di  una  Corte 
Internazionale  delle  prede. 

22.  Riva  Trigoso  —  Il  transatlantico  Princi- 
pessa Jolanda,  costruito  per  conto  del  Lloj'd 
italiano,  cola  a  fondo  subito  dopo  il  varo.  Il 
piroscafo  stazzava  9500  tonnellate. 

23.  Massa  Marittima  —  Gravi  tumulti  popo- 
lari per  il  rincaro  dei  viveri  e  dei  generi 
di  prima  necessità;  in  un  conflitto  riman- 
gono feriti  un  brigadiere  e  due  carabinieri. 


23.  Lisbona  —  Violento  Tiubifragio. 

24.  A  Bitoito  e  in  altri  luoghi  dello  Puglie 
i  contadini  e  i  proprietari  si  accordano. 
L'agitazione  comincia  a  calmarsi. 

„  Malaga  —  Gravissima  inondazione  pro- 
dotta dal  fiume  Guadalmedina.  Molti  morti. 

25.  Cominciano  le  grandi  manovre  navali  nel- 
l'Ionio. La  divisione  del  Mediterraneo  e  la 
divisione  navale  di  riserva  creano  la  loro 
base  di  operazione  nelle  rade  di  Augusta 
e  Siracusa.  Il  30  si  iniziano  le  ostilità  con 
l'assalto  di  quattro  squadriglie  di  torpedi- 
niere, che  tentano  silurare  le  navi. 

„  Londra  —  La  principessa  Luisa  di  Sasso- 
nia, contessa  di  Montignoso  (moglie  divor- 
ziata del  re  attuale  di  Sassonia),  sposa  il 
signor  Enrico  Toselli,  maestro  di  musica 
fiorentino. 

26.  Basilea  —  Visita  del  ministro  Tittoni  al 
Consiglio  Federale  e  al  presidente  della 
Repubblica. 

„  Boziers  —  Un  violentissimo  ciclone  deva- 
sta la  parte  sud-ovest  della  provincia  del- 
l'Hérault. 

y,  Anversa  —  Il  grande  sciopero  dei  docks 
è  completamente  fallito.  Oggi  ripresa  par- 
ziale del  lavoro  in  molti  docks. 

28.  Mainau  —  Morte  del  granduca  Federigo 
di  Baden. 

29.  Bologna  —  III  Congresso  dei  metallur- 
gici italiani. 

„  Ripresa  di  agitazioni  in  Puglia.  Nuovi  di- 
sordini ad  Ascoli  Satriano. 

30.  Racconigi  —  Il  Re  riceve  la  missione 
abissina  che  gli  presenta  una  lettera  auto- 
grafa di  Menelik.  La  missione  era  rientrata 
in  Italia  il  28,  e  il  giorno  appresso  era  stata 
ricevuta  a  D»^sio  dall' on.  Tittoni. 

r,  Roma  —  Al  Senato  comincia  una  breve 
istruttoria  supplementare  nel  processo  Nasi. 


COSSILÀ'BAfiNI 

presso  BIEIiliA  •  Piemonte 

STAGIONE  lo  GIUGNO  -  1o  OTTOBRE 

MEDICO-DIRETTORK 

Dr.  L.  C.  BURGONZIO 


PPUSCOU  E 
SCHlARinENTI 


SliflR^CriARNALb^ViA  BVitrùvio  SFILANO 


mi 


5P0RT 


(Ottobre  1906  •  Settembre  1907). 


OTTOBBE 

'    ravia  —  Quar  o  Congrttao  tiAitonate  dt  p«- 

toiogUL 

,   Milano  —  CongrMM  naslonato  di  IgiaiM. 

,  Milano  —  Oongrawo  Bastonale  fra  gli  In- 

dostriali  delle  artt  grafiche,  della  carta  eo. 

9    Milano  —  CocgreMO  interoaxloaale  con* 

•ro  la  diaoccapaxlooe. 
.    Milano  —  Al  Teatro  Manxonl.  commemo- 
i,i.-r'-r,.-   d;   n ; -r. .- r p ,-.  diaoosa  oon  an  dl- 
V     r~       :   >  .  luUidi  Sa  compagnia 

(Ì!..ii.ji;.i;i   .1  i(      >    i    l 'ti  amori. 
,   Air  università  di  Aberdeen  sono  oonferite 
le  lauree  d'onore  a  Qoglielmo  Marconi,  a 
Cesare  Lcmbroso,  al  prof.LandAnl  di  Boma, 
al  senatore  Veronese*  di  PadOTa,  al  prot  Ro- 
miti di  Pisa  e  al  prof.  Fiore  di  NapolL 
,   Gara  aerosUlica  della  Coppa  Gordon  Ben- 
nett  per  la  tiaversata  della  Manica.  La  vit- 
toria è  dell'americano   Lahm  col  pcllone 
r-,:ffd   States,   che    copri    11    percorso   di 
•  I     km.  circa,  ma  sono  classificati  al  se- 
:  >  potilo  gli  iuliani  Alfredo  Vonwiller 
tenente  Cianetti  che  col  pallone  £7^« 
no  590  km.  Dei  16  palloni  concorrenti 
iraversarono  la  Manica,  gli  altri  nove 
M  arrestarono  sulla  riva  del    mare   o   in 
Francia. 

3.  Milano  —  Congresso  nazionale  di  idrolo- 
gia e  climatologia. 

4.  Milano  —  Congresso  Ara  i  professori  d'or- 
chestra. 

5.  Gara  aatomobilistica  per  la  coppa  Vao- 
derbilt  sul  circuito  di  Long-lsland  (Stati 
Unitì  d'America).  Giunge  primo  Wafrner. 
francese  in  ore  4. 50",  28*  e  ^ \,  quindi  Lan- 
cia, iUliano,  in  o'-e  4.58»,  44*  Vs- 

6.  Boma  —  Inaugaraxione  della  Casa  del 
popolo.  L'edificio  costa  150.000  lire  ed  è 
sUto  regalato  alla  Federazione  d.  i  Mura- 
tori da  un  social  ;»i  a  millonaHo  •'> 
Celesia  di  Genova.  Aristide  S  . 

oorato  con  una  bella  allegorib  ...  ..^..  su- 
periore della  bocca  d'opera  del  salone  prin* 
ci  pale. 
,.  CostanUnopolt  —  Inaogoraflone  della  Seno- 
la  commerciale  iUUana  alla  prasanza  del» 
l'ambasciatore  iUliano  Imperlali. 


ANEMIA       ♦      ♦ 


NEURASTENIA  ♦ 


RACHITISMO 


SCROFOLA 


DEBOLEZZA 


6.  SoUrne  —  Inaagnrajdone  della  nnoea  ) 
la  Femminile  italiana.  fuoda!a  dall'i 
sloue  Kasiouale  del  MlMionart  e  diretta 
dalle  Suore  d' Irraa.  U  plano  geniale  e  aem- 
pltoe  è  dell'architetto  Molli  di  T..rìno  sii 
afflreeohi  ette  ornano  la  faodat 

agli  Italiani  I  nomi  del  loro  gì 
e  gli  stemmi  delle  principali  • 
sono  del  pruf.  Smeriglio,  venu 
mente  da  Torino.  La  8cc<4a  è  r> 
milione,  ed  è  an  edata  secondo  i  prcnrcti 
più  moderni  dell'igiene. 
)-7.  iiarsana  —  R  f(»^<*irgiato  il  TI  eentena- 

So  del  seggi'  •  Ulte  in  Lnnlglana. 

risaputo,  1)  n  ottobre  del  ISOC 

il  notalo  ser  <  >  ;   Parente  di  Ri  n pi.. 

rogò  In  Piaaca  delle  Calcando!' 
Vittorio  Bmannele)  a  Sana—  i 

cura  che  messer  Franossehlnu    : ,...j. 

-  in  nome  proprio  e  del  coagluati  —  <ec« 
a  Dante  Alighieri.  perAè  trattasse  la  paee 
ool  Vescovo  e  conte  di  Lnnl  Antonio  da 
Camilla.  B  il  sommo  poeU  riUMÙ  eceaUente 
eeectttore  dell'Incarico  ricevuto,  parche  la 
pace  fu  sUpoIaU  II  giorno  itisao  dalU  pro- 
cura, e  ne  fu  rogato  solenne  atto  dal  me- 
desimo notaio  nella  torre  del  pnlMio  ve- 
scovile di  Castelnuovo.  La  Società  OMileaea 
Italiana,  InvitaU  dal  Comitato 
tenne  a  Bcrsana  una  adnnania 
Isidoro  Del  Lungo  lesse  II  discorso  com- 
memorativo. Quindi  si  ebbero  un  noevl- 
jj.^„.  .«r..,  .  ^.1  ..,,...K  Alfonso  Malaepina 
arda,  fsate  a  Ce- 
k;,  .  lUU  alle  rovine  di 

Loni  e  la  iiiaiii(i>r«'ioii«  di  tre  epigrafi 
commemorative,  a  Banana,  a  Caatelawovo 
e  nel  castello  di  Mnlasao. 

7.  Pomodoeaola  —  Inaognraslone  di  «n  mo- 
sco storteo  del  Semplooe  ool  OoOoglo  Bo- 
smioi,  fondato  dal  prof.  A. 

8.  Milano 
cesio  di 

9.  Boma  —  XVII  Coogramo  doU'J 
ofìaimolofflco  HoUooo. 

11.  ~ 


detr 
rionale  fra  I  maestri  di  moalea. 


RICOSTITUENTE   SICURO 

per  ADULTI  e  BAMBINI 


1  KHARilil 

SAPOLl 

C'onc«»**»orAri 
•ad.  per  ritaiia 


DI  «C. 


riitfi*MO(«^MI 


650  — 


11.  Milano  —  Congresso  nazionale  delle  so- 
cietà economiche. 

„  Milano  —  Congresso  dei  professori  uni- 
versitari. 

12.  New  York  —  Inaugurazione  del  monu- 
mento a  Giuseppe  Verdi,  opera  dello  scul- 
tore italiano  Civitelli. 

14.  Camerino  iMacerata)  —  Inaugurazione 
del  monumento  al  pittore  e  acquafortista 
romano  Francesco  Vitalini  (tragicamente 
morto  nel  settembre  1905  sul  monte  Gi- 
ralba,  nelle  Alpi  Cadorine),  opera  dello  scul- 
tore Prini. 
f,  Milano  —  Grandi  corse  a  San  Siro.  Il 
gran  premio  del  Sempione  è  vinto  da  un 
outsider.  Incordo  della  scuderia  di  Razza 
Volta. 

16.  Milano   —  Congresso    nazionale    dei  co- 
struttori ed  imprenditori. 
fl   Milano  —  Congresso  dell'Associazione  na- 
zionale per  il  movimento  dei  forestieri. 

20.  Milano  —  Quarto  Convegno  della  Unione 
Saponerie  Italiane. 

j,  Selby  (Inghilterra  -  Yorkshire)  —  La  ce- 
lebre abbazia  fondata  da  Guglielmo  il  Con- 
quistatore è  distrutta  quasi  completamente 
da  un  grave  incendio;  i  danni  sono  gran- 
dissimi ma  sopratutto  la  perdita  per  l' arte 
è  irreparabile. 

21.  Milano  —  Congresso  nazionale  dei  cac- 
ciatori. 

„  Milano  —  Congresso  fra  gli  impiegati  d'or- 
dine dipendenti  dal  Ministero  della  Guerra. 

„  Milano  —  Ascensione  aeronautica  della 
Duchessa  Elena  d'Aosta  sul  pallone  Fides  IL 

„  Milano  —  Il  Re  autorizza  il  trasporto  di 
sedici  affreschi  del  Luini  staccati  dalla  villa 
della  Pelucca  presso  Monza  e  conservati 
finora  nelle  sale  del  Palazzo  Reale,  alla  Pina- 
coteca di  Brera,  dove  saranno  riuniti,  oltre 
che  agli  altri  numerosi  lavori  pittorici  del 
fecondo  artista,  particolarmente  agli  altri 
frammenti  della  decorazione  eseguita  dal 
Luini  in  quella  villa  (oggi  ridotta  a  fabbri- 
cato rurale)  che  è  l'opera  più  importante 
e  geniale  che  a  lui  si  debba  e  di  cui  il 
pezzo  più  importante  è  la  Salma  di  Santa 
Caterina  tì-asportata  dagli  angioli,  eapola- 
voi-o  del  Luini,  già  nell'oratorio  privato 
della  villa. 

„  Isera  (Trentino)  —  Inaugurazione  di  un 
busto  in  marmo  a  dementino  Vannetti, 
opera  dello  scultore  locale  Giovanni  Spa- 
gnoli. 

22.  Milano  —  Terzo  Congresso  internazio- 
nale di  aeronautica. 

„  Milano  —  Corse  a  San  Siro.  Caronte  II, 
del  principe  di  Dellella,  vince  il  Gran  Crite- 
rium internazionale. 

„  Parigi  —  Congresso  internazionale  del- 
l'igiene alimentare. 

r,  Parigi  —  III  Congresso  internazionale  per 
la  repressione  della   tratta  delle   bianche. 

23.  Dourdan  —  Il  corridore  Guirmes  su  una 
macchina  Darracq  di  200  cavalli  vince  il 
record  mondiale  del  chilometro  lanciato  co- 


perto in  20  secondi,   cioè   alla   velocità  di 
180  chilometri  all'ora. 
24.  Milano  —  Terzo  Congresso  fra  i  licen- 
ziati delle  R.  Scuole  Agrarie. 

„  Torino  —  Al  teatro  Alfieri,  Grande  sirena, 
commedia  in  tre  atti  di  G.  Bonaspetti  e 
V.  Tocci,  insuccesso. 

„  Genova  —  XVII  Congresso  della  Società 
Dante  Alighieri.  Inaugurazione  nel  Palazzo 
Ducale  con  l'intervento  del  ministro  Rava. 
La  seduta  di  chiusura  ha  luogo  il  29  a  Mi- 
lano alla  Casa  Verdi  di  ricovero  per  i  mu- 
sicisti. 

„  Parigi  —  Santos  Dumont  col  suo  aero- 
plano, col  quale  presso  Longchamp  per- 
corse in  linea  retta  circa  60  metri,  vince 
la  coppa  Archrieacon  cui  è  unito  un  pre- 
mio di  lire  cinquantamila  e  destinata  per 
il  primo  apparecchio  più  pesante  dell'aria 
che  avesse  percorso  almeno  25  inetri.  L'ae- 
roplano, che  porta  il  numero  14'ii%  pesa, 
compreso  l'aeronauta  e  la  navicella,  350  kg.; 
ha  la  forma  di  un  V  e  le  ali  sono  due  piani 
paralleli;  il  motore  è  di  50  cavalli  e  pesa 
80  kg. 

27.  Milano  —  Primo  Congresso  nazionale  fra 
i  medici  degli  Istituti  e  Opere  pie  ospita- 
liere. 

„  Torino  —  Commemorazione  del  V  Cente- 
nario della  fondazione  dello  Studium  gene- 
rale (Università  di  Torino). 

„  Pavia  —  Inaugurazione  del  Congresso  ri- 
sicolo internazionale. 

28.  Roma  —  Al  Teatro  Costanzi,  prima  rap- 
presentazione di  Più  rhe  l'amore,  nuova 
tragedia  di  Gabriele  D'Annunzio.  La  i-ecita 
finisce  tra  le  disapprovazioni  del  pubblico 
che  protesta  contro  la  glorificazione  del 
delitto  che  è  o  pare  la  tesi  della  tragedia; 
ed  anche  le  altre  sere,  e  in  altre  città,  il 
giudizio  del  pubblico  è  severo,  mala  trage- 
dia nondimeno  è  stata  riconosciuta  un'ope- 
ra grande. 

„  Modena  —  Congresso  nazionale  delle  As- 
sociazioni per  le  cure  marine  e  montanine 
e  prò  infanzia. 

29.  Milano  —  Congi*esso  internazionale  prò 
riposo  settimanale. 

n  Milano  —  Terminali  Congresso  della  Dante 
Alighieri,  cominciato  a  Genova  il  giorno  24. 
Visita  ufficiale  alla  Mostra  deg  i  Italiani 
all'Estero,  ordinata  sotto  gli  auspici  della 
"  Dante  Alighieri.  „ 

30.  Domodossola  —  Inaugurazione  dell' Ospi- 
zio  Bonomelli,  provvisoriamente  in  legno  e 
destinato  all'assistenza  degli  emigranti,  alla 
presenza  della  Regina  Margherita  e  del  ve- 
scovo Bonomelli. 


KOV£9IBR£ 

2.  Il  comandante  Roberto  Peary,  noto  esplo- 
ratore, di  ritorno  dalla  spedizione  sul  lioo- 
sevelt  partito  nel  luglio  1905,  telegrafa  da 
Hopedale  all'estrema  punta  settentrionale 


I      mi 
I      di{ 

il 


Il  latte  di  vacca  è  un  alimento  pieno  di  pericoli  pei  piccoli  infanti  !  è  una  continua 
minaccia  d'indigestione  e  d'infezioni.  Alimento  perfetto  per  potere  nutritivo,  per 
digeribilità,  per  gusto,  perchè  puro  da  ogni  infezione  è  la  Farina  Lattea  italiana 
Paganini  Villani  &  C.  (Vedi  avviso  su  cartoncino  colorato). 


—  r.51  — 

11  K.  l„-ll.>     1S    Nap 

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\rinftnd 

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i  Barre 

d»    19    »DS 

t   ITM 
pour  u'avoir  pas  saloé 
une 
prooMiton. 


Hdano  —  Primo  OongreMO  di  Storia  del 
lUsorglmento  NasioniUe  e  «airgio  di  Mostra 
sistematica  del  Eisorgtmentotp^.  l'articolo 
spteioit  dopo  la  prt*«mte  CronachctU). 
r  ivr^rno  —  CommemorazioDc  del  XXV  an- 
trlo    di    fondazione    dell' Accademia 
alla  presenra  del  Re,  che  tx>n9egna 
u  •umandaiito  la  bandiera  del  Municipio 
I>ronauciaudo  un  brere  discorso. 
Parigi  —  Guglielmo  Ferrerò  tiene  la  prima 
otto  conferenze,  di  cui  è  incaricato, 
"gio  di  Francia  snlla  grandezza  e  de* 
/a  di  Roma. 
,   Di«Ada  —  Inaugurazione  del  monumento 
a  Crispi,  dono  dei  cittadini  di  Palermo  alla 
citta   di   Dresda,  e   lavoro  dello  scultore 
Rutelli, 
ti.  Milano  —  n  pallone  Milano,  partito  dal 
parco  aerostatico  dell'Esposizione  di  Piazza 
d'Armi  oo^  aeronauti  Usuelli  e  Cn>spi  at- 
traversa le  Alpi  ed  In  4  ore  scende  ad  Aix- 
les-Bains  percorrendo  circa  156  km.  È  la 
prima  traversata  delle  AJpi  dal  sud  al  nord. 
,   Giro  dclistioo  di  Lombardia,  organizzato 
<laIU  GiUMotta  dolU  Sport  (km.  117.  Milano- 
Tré  v  igllo  -  Bergamo  •  Lecco  •  Como  -  Varese - 
Gallarate  •  Legnano  •  Milano):  giunge  primo 
Cesare  Brambilla  (S.C.  Milano)  in  7  ore.  28 
minuti  e  89  seoondL 
12.  Milano  —  Chiusura  della  Grande  Esposi- 
zione Internazionale. 

14.  Lisanello  (Pisa)  —  Posa  della  prima  pie- 
tra del  Sanatorio  pai  tobAoolaal  alla  pre- 
senza dei  Sovrani. 

15.  Torino  —  Al  teatro  Alllerl.  La  Oitfima, 
■ommedia  in  8  atti  di  Leo  di  Castelnuovo; 
accesso  contrastato. 


19.  IfapoU  — A 
di  Boberto  i 

24.  D  Ministro  a  ii«iu  »  mkkn. 
a  Qlomè  Oardacrl  aventU  rA< 
dese  conferito  il  premio  Mob< 
teratnra. 

•   Brada  (Bumenla)   —   Inaugv 
monumento  all'imperatore  Tr.^.  . 

della  nazionalità  rumena. 

25.  Milano  —  Giro  podistico  di  Milano  (13  km 
giunge  primo  Aduo  Fava  della  Pkfriittitio 
di  Bologna  In  40  m.  10"  </i.  sacondo  Eroole 
Pretto  dello  Sport  Omo  di    Milano  la  ore 
1.  1  m.  18". 

26.  Milano  —  Fausto  Salvatori  di  Roma  vince 
il  concorso  Sonsogno  di  L.  15.000  per  nn 
libretto  d'opera.  Il  libretto  premialo  è  in 
Utolato:  Fotta  dot  frama. 

27.  Bologna  —  Al  Teatro  Oomaaala  si  fe- 
steggia a  S5*  anniversario  del  Lokompr>» 
dato  per  la  prima  volta  In  Italia  su  qneli<- 
soene  la  sera  del  18  novembre  187L  Pn 
code  l'eaecuxione  delTOr»  dal  B*mo,  qolodi 
si  scopre  una  targa  col  basto  di  Wagner 
opera  dello  scultore  Montegutt  •  oon  on» 
epigrafe  di  Giovanni  Federaoal,  segue  on  . 
conferensa  tenuta  dall'on.  Domealoo  Otivii 
quindi  la  grand*  tosoataale  della  r*/  ' 

30.  Parigi   —  attfUelmo  Perrer»  «In 
ciclo  delle  sua  ooafaraoae  al  OoOeg 
Francia,  trattaodo  il  tema  *  Le  graadt  tdec 
direttrici  e  1  resultati  del  govarao  d'An 
gtisto,. 

DICKMBRB 


1.  Roma  —  Alla  preeaasa  dal  BmU  è  laan- 
gurato  tU'Aepmt'io  Momtmmo  U  Oongreei  i 
di  tdlologla  e  per  la  prevsnrtooa  dalla  ce- 
cità. 

,  Milano  -  Al  teatro  Maasonl.  Pbpà  Eetml^ 
lomm,  dramma  di  Gerolamo  Bovétta,  sva- 


2.  Plrensa  —  8«d«ta  aolawM  dell 
della  Crusca.  Il  ssfi tarlo  Oaldo 


d^  Vocabolario  è  giunta  alla  voce  matti»- 
Mjwe  a  la  oompUaztooe  sino  alla  voce  «•• 


EMPORIO 


MUSICALE  1  LATINI 

Via  del  Giglio,  9  •  FOEIZE 

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652 


Slira;  annunzia  pure  che  è  stato  fortemente 
ribassato  il  prezzo  del  Vocabolario.  Ren- 
dendo conto  dei  lavori  dell'Acc^ademia  s"in- 
ti'attenne  alcun  poco  sulla  voce  microbio 
spiegando  le  ragioni  per  cui  l'Accademia 
accettando  questa  ha  respinto  invece  come 
erronea  la  voce  mìcrobo.  Commemorò  poi 
gli  accademici  defunti  Gandini  e  Lamper- 
tico.  Pronunciò  infine  un  discorso  il  prof. 
Angelo  DeGubernatis  sul  tema  "La  lingua 
italiana  fuori  d'Italia  „. 

5.  Venezia  —  Nella  sala  consiliare  del  Mu- 
nicipio è  consegnata  a  Marconi  la  medaglia 
d'oro  offertagli  dalla  re.u'ione  veneta  in  se- 
guito a  pubblica  sottoscrizione. 

6.  Milano  —  Al  Teatro  Dal  Verme,  Il  Poeta, 
dramma  lirico  in  un  atto  del  m.»  A.  Cantù. 

7.  Parigi  —  Inaugurazione  del  Salone  degli 
automobili  al  Grand  Palais  dei  Campi  Elisi. 

8.  Milano  —  La  Biblioteca  Ambrosiana  inau- 
gura le  sale  riordinate  della  sua  preziosa 
pinacoteca.  Autori  del  sagace  riordinamento 
sono  il  pittore  Luigi  Cavenaghi,  il  senatore 
Luca  Beltrami  ed  il  sig.  Antonio  Grandi, 
quest'ultimo  particolarmente  incaricato  di 
ordinare  la  veramente  cospicua  collezione 
ambrosiana  di  disegni  e  di  stampe.  Fu  an- 
che inaugurato  il  ricostituito  Museo  Settala 
che  nel  secolo  XVII  fu  una  delle  singo- 
laiità  di  Milano,  formato  dal  dottissimo 
Manfredo  Settala  detto  ai  suoi  tempi  l'Ar- 
chimede milanese,  e  che  conteneva  ogni 
genere  di  curiosità  naturali  e  d'arte:  la- 
sciato per  testamento  all'Ambrosiana  aveva 
sofierto  gravi  dispersioni  ed  ora  le  interes- 
santi relique  sono  state  dai  conservatori 
dell'Ambrosiana  raccolte  e  ordinate. 

9.  Roma  —  La  vaghissima  fontana  detta  delle 
Tartarughe  nella  piazzetta  omonima,  opera 
mirabile  immaginata  dal  Della  Porta  ed 
eseguita  da  Taddeo  Landini,  è  trovata  mu- 
tilata di  una  delle  quattro  tartarughe,  la 
quale  pochi  giorni  dopo  è  rinvenuta  in  un 
giardino  poco  lontano  ove  forse  era  stata 
gettata  dal  ladro  imbarazzato  a  trarne 
partito. 

„  Milano  —  È  festeggiato  all'Istituto  tecnico 
superiore  il  50°  anniversax'io  d'insegna- 
mento del  senatore  Giuseppe  Colombo. 

„  Firenze  —  Maria  Saìvestri,  commedia  in  tre 
atti  di  E.  Corradini,  il  lavoro  è  applaudito. 

y,  L'Università  di  Genova  festeggia  il  qua- 
rantesimo anno  d'insegnamento  del  prof. 
Arturo  Issel,  il  quale  riceve  solenni  mani- 
festazioni non  solo  dai  concittadini  ma  da 
parte  di  molti  geografi  e  geologi  italiani  e 
stranieri.  A  serbare  duratura  memoria  della 
.solennità,  un  fondo  raccolto  fra  amici  ed 
ammiratori  dell' Issel  servirà  a  istituire 
un  premio  da  conferirsi  periodicamente 
dalla  Università  ligure  a  uno  dei  migliori 
studenti  delle  discipline  natux*ali  e  geo- 
grafiche. 
10.  Roma  —  Fine  del  II  Congresso  nazionale 
degli  Istituti  di  istruzione  superiore. 

„  Roma  —  Inaugurazione  dei  nuovi  locali, 
concessi  dall'Istituto  Storico  nel  Palazzo 
Corsini  per  l'esposizione  delle  stampe,  con 
una  mostra  di  incisioni  e  di  disegni  del 
secolo  XV  e  XVL 


10.  Stocolma  —  All'Accademia  delle  Scienze 
sono  solennemente  conferiti  i  premi  Nobel; 
assegnati  quello  per  la  letteratura  a  Giosuè 
Carducci,  quello  per  la  medicina  diviso  fra 
due  istologi,  Camillo  Golgi  dell'Università 
di  Pavia  e  Santiago  Ramon  y  Cajal  del- 
l'Università di  Madrid;  quello  per  la  chi- 
mica ad  Enrico  Moissan  professore  della 
Facoltà  di  Scienze  della  Università  di  Pa- 
rigi, e  quello  per  la  fisica  a  J.  J.  Thom- 
son professore  della  Università  di  Cam- 
bridge; tranne  il  Carducci,  tutti  gli  altri 
premiati  erano  pr;esenti  ed  il  Re  Oscar 
consegnò  loro  personalmente  il  diploma  ed 
il  premio,  che  quest'  anno  ammonta  a 
Fr.  191,840.  Quanto  al  Carducci,  per  gentilb 
iniziativa  del  Re  Oscar,  il  ministro  di  Sve- 
zia a  Roma  Bildt  si  reca  espressamente  a 
Bologna  e  nel  giorno  e  nell'ora  medesima 
in  cui  la  cerimonia  ufficiale  si  celebra  a 
Stoccolma,  va  alla  casa  del  poeta  e  alla 
presenza  di  poche  autorità  e  di  alcuni  in- 
timi, dopo  un  nobilissimo  discorso,  conse- 
gna il  premio  al  Carducci.  Lo  stesso  giorno 
a  Cristiania  nel  palazzo  dello  Stoj-thing  è 
solennemente  proclamata  l'assegnazione  del 
premio  Nobel  per  la  pace  a  Teodoro  Roose- 
velt, presidente  degli  Stati  Uniti,  in  ricono- 
mento  di  quanto  egli  ha  fatto  per  la  causa 
della  pace,  contribuendo  all'accordo  russo- 
giapponese. Il  ministro  americano  riceven- 
do il  premio  comunica  un  telegramma  col 
quale  Roosevelt  ringrazia  e  annunzia  che 
impiegherà  il  premio  stesso  per  la  crea- 
zione a  Washington  di  un  Comitato  per- 
manente industriale  di  pace  destinato  a 
prevenire  e  comporre  i  conflitti  fra  indu- 
striali e  operai. 

15.  Torino  -  Al  teatro  Alfieri,  La  Scintilla, 
commedia  in  quattro  atti  di  Alfredo  Te- 
stoni, esito  buono. 

16.  Milano  —  Inaugurazione  a  Brera  della 
Mostra  internazionale  di  Bianco  e  Nero. 

„  Milano  —  Commemorazione  di  G.  B.  Piatti 
ideatore  della  perforatrice  delle  Alpi. 

„  Alessandria  —  Inaugurazione  del  XXIII 
Congresso  dell'Unione  Velocipedistica  ita- 
liana. 

17.  Parigi  —  Le  esperienze  col  nuovo  diri- 
gibile militare  Patrie,  il  quale  partito  da 
Meudou  alle  15,  dopo  20  minuti  giungeva 
ai  Campi  Elisi,  compieva  parecchie  evolu- 
zioni sulla  città  a  un  centinaio  di  metri 
d' altezza  e  alle  ore  16  rientrava  nel  parco 
aerostatico. 

22.  Torino  —  Al  Teatro  Regio,  completamente 
rinnovato,  Salornè,  poemetto  drammatico  di 
Oscar  Wilde,  musicata  da  Riccardo  Strauss, 
diretta  dall'autore  e  interpi-etata  con  gran- 
de successo  da  Gemma  Bellincioni.  La  stra- 
vaganza affascinante  della  musica  desta 
grande  interesse. 

23.  Gli  aeronauti  italiani  Celestino  Usuelli 
e  Carlo  Crespi,  a  bordo  del  pallone  Avia- 
tor,  inalzatosi  dal  parco  aerostatico  del- 
l'Esposizione di  Milano,  battono  il  record 
italiano  d'altezza  salendo  a  7000  metri. 

„  Scianghai  —  Regata  fra  l'equipaggio  della 
Marco  Polo  ed  una  nave  americana  ;  la  vit- 
toria è  degli  italiani. 


RISGAlDAHENTi  MODERNI 


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;'H  «i  V.  -  .-^   T.     •.-.Mi  1--    ,,r   . 


•••  anatre  r 


30    i 


il  li 


USeritH  1^ 

.1  Coop»-  l  in-i 

ro  Bav»  18.  Pai. 
sarò  ^ 

!i»o  ironista  il   :                                       L  AIU  hti 

!)«  Hociali. 

Mi  19    llnma  —  I           „                       5  Itali»  r,.-. 


oat«  nel  nostro  esercito.  Le  esperiense  ile- 
soono  benissimo.  Ls  fl^ra  qai  unita  rap- 
presenta  la  stazione  monUta  sa  carro:  le 
due  persone  a  destra  sono  Gagiielmo  Mar* 
coni  e  11  mafrKfor<>  Mrtrri<  «nmaadanta  della 
BrigaU  Speciali  >' 

«EMliAIO  1907 

.  Roma  —  Conferenza  del  Daca  degli  Abmx- 
zi  salU  spedizione  al  RoTeozort,  aoito  gli 
auspici  della  Società  Geografloa,  al  teatro 
deU'.^rgentina  La  conferenza  è  lUostrata  da 
numerose  e  bellissime  proiezioni,  esegatt* 
da  Vittorio  Sella:  vi  assistono  i  Reali  d'Ita- 
lia,  la  Be^fina  Madre  e  tatti  i  principi  della 


MAKOiUDura  DI  Satoij 


Coppa  Chaixkiiok 


Società  Aeronaatlca  Italiana  alla  qiial*  onn. 
Mfna  la  coppa  *  Regina  Margherita  .  da  ' 
IsUtaifea  e  desUnata  al  Tinottoro  della  ga 
per  1*  traversata  delle  Alpi  In  pallone. 


654  — 


2Ó.  Torino  —  Un'adunanza  all'Associazione 
delia  stampa  subalpina  accoglie  il  progetto 
di  tenere  a  Torino  nel  1011,  cinquantena- 
rio della  proclamazione  del  Eegno  d'Italia, 
una  Esposizione  internazionale  d'industrie, 
coordiniindola  con  un'Esposizione  interna- 
zionale d'arte  antica  e  moderna  da  tenersi 
in  Roma  in  quello  stesso  anno. 

„  Venezia  —  Al  Teatro  della  Fenice,  primi 
rappresentazione  del  Fané  altrui,  nuova 
opera  del  maestro  Giacomo  t^reiice  su  pa- 
role di  Angiolo  Orvicfo,  successo  contra- 
stato. 

21.  Roma.  —  Al  Teatro  Argentina,  Una  Mo- 
glie onesta,  dramma  in  tre  atti  di  Giannino 
Antona  Traversi,  successo  completo. 

„  Grottaferrata  —  Celebrandosi  nella  mo- 
numentale Abbazia  il  XXV  anniversario 
dell'elezione  ad  abate  di  D.Arsenio  Pelle- 
grini, è  inaugurato  nel  palazzo  dei  Com- 
mendatori il  Museo,  riordinato  in  otto  lumi- 
nose sale,  oltre  una  grande  aula,  per  cura 
di  Augusto  BelBgnani. 

23.  Torino  —  Al  Teatro  Alfieri,  I  bottoni 
d'onice,  commedia  in  un  atto  di  Luigi  Nasi, 
successo  completo, 

„  Pavia  —  All'Università  solenni  onoranze 
al  prof.  Camillo  Golgi  tornato  da  Stocol- 
ma,  ove  si  era  recato  a  ricevere  il  premio 
Nobel.  Gli  studenti,  costituiti  in  comitato 
per  le  onoranze,  olTrono  al  loro  maestro  e 
rettore  un'artistica  pergamena  recante  un 
indirizzo  di  ammirazione  e  di  riconoscenza 
dettato  dal  prof.  Rasi,  docente  di  lettere 
latine  nell'Università. 

25.  Milano  —  La  Casa  Treves  pubblica  la 
tragedia  di  Gabriele  d'Annunzio  Pia  che 
V  amore. 

27.  Genova  —  Solenni  onoranze  ad  Anton 
Giulio  Barrili  per  iniziativa  dell'Associa- 
zione dei  giornalisti  liguri.  Al  Barrili  è  con- 
segnata in  Municipio  alla  presenza  di  tutte 
le  autorità  cittadine  una  targa  d'oro,  opei'a 
dello  scultore  De  Albertis,  i-appresentante 
da  un  lato  il  profilo  del  Barrili  stesso  e 
dall'altro  il  genio  del  pensiero  e  dell'azione 
con  una  dedica  dell' on.  Boselli.  Un  tele- 
gramma augurale  del  ministro  Rava  an- 
nunzia al  Barrili  la  sua  nomina  a  Grande 
Ufficiale  della  Corona  d'Italia. 

27.  Milano  —  Nel  sesto  anniversario  della 
morte  di  Giuseppe  Verdi,  al  Conservatorio 
di  Milano  s'inaugura  un  ricordo  monu- 
mentale all'autore  dell'-^tda,  opera  dello 
scultore  Alberti.  L'inaugurazione  è  prece- 
duta da  un  discorso  del  maestro  Gallignani, 
direttore  del  Conservatorio,  sul  motto: 
"  Torniamo  all'antico  e  sarà  un  progresso.  „ 
Quindi  seguì  la  Cantata  dell'Ascensione  (op. 
37)  di  Bach,  diretta  dal  Gallignani   stesso. 

31.  Roma  —  Il  Re  consegna  al  maresciallo 
dei  carabinieri  Lorenzo  Gasco,  in  premio 
dei  servigi  segnalati  e  del  coraggio  dimo- 
strato nel  dar  la  caccia  ai  briganti  in  Sar- 
degna, esponendo  più  volte  con    coraggio 


la  vita  per  l'adempimento  del  dovere,  le 
insegne  dell'ordine  militare  di  Savoia. 
—  Firenze  —  Fin  da  quanda  era  direttore 
delle  Regie  Gallorie  di  Firenze,  Corrado 
Ricci  vagheggiava  l' idea  di  raccogliere 
presso  il  David  di  Michelangelo  ueUA.T)tfc- 
buna  della  Galleria,  antica  e  moderna  di 
quella,  eiftà,  non  dei  semplici  gessi  ma  di- 
Terse  opere  originali  del  maestro,  sparse 
qua  e  là  non  tutte  in  luoghi  convenienti.  E 
già  prima  di  assumere  la  direzione  delle 
Belle  Arti  il  Ricci  aveva  ottenuto  dall'Isti- 
tuto di  Belle  Arti  di  Firenze,  mercè  le  prati- 
che del  suo  direttore  comm.  Mazzanti,  di 
trasportarvi  il  grande  modello  di  figura  sim- 
bolica di  fiume,  recentemente  scoperta  e  già 
celebrata  dalla  ci-itica  di  tutto  il  mondo.  Ma 
poscia  la  iniziativa  del  Ricci  trova  un  forte 
sussidio  nel  ministro  Rava  e  soprattutto 
nella  generosità  del  Re,  il  quale  concesse  che 
fossero  trasferite  alla  predetta  Galleria  le 
quattro  statue  di  schiavi  abbozzate  da  Mi- 
chelangelo per  il  sepolcro  di  Giulio  Secondo 
e  che  il  Talanti  incastrò  con  relativo  rispetto 
nelle  incrostazioni  e  nei  finti  scogli  della  sua 
grotta  del  giardino  di  Boboli.  Chi  sa  come 
ogni  manifestazione  artistica  di  quel  sommo 
interessi  i  cultori  e  come  le  opere  abbozzate 
rivelino  a  pari  delle  finite,  la  meravigliosa 
impronta  del  suo  genio,  sarà  lieto  di  poter 
ammirare  isolate  e  in  buona  luce,  quelle 
figura  di  schiavi,  fratelli  a  quelli  che  il  Lou- 
vre tiene  in  grandissimo  onore.  Ma  l'opera 
di  raccolta  non  si  arresta  qua,  bensì  si  com- 
pirà portando  alla  Galleria  antica  e  mo- 
derna altra  statua  pure  di  Michelangelo, 
esposta  nel  cortile  del  Museo  Nazionale  di 
Firenze  e  poco  in  armonia  col  cortile  stesso 
di  stile,  come  ognun  sa,  medievale  e  la  sta- 
tua magistralmente  abbozzata  del  S.  Mat- 
teo, che  era  nel  cortile  del  Regio  Istituto 
di  Belle  Arti.  Così  sarebbero  riuniti  otto 
grandi  lavori  del  Buonarroti. 

FEBBRAIO 

5.  Amsterdam  —  Prima  rappresentazione  di 
una  nuova  Cavalleria  rusticana,  musicata 
dal  maestro  Domenico  Monleone,  genovese, 
su  libretto  del  di  lui  fratello  Giovanni,  tolto 
esso  pure  dalla  nota  novella  del  Verga, 
Successo. 

fl  Verona  —  La  compagnia  Mariani  rappre- 
senta La  Gioia  del  tradire,  nuova  commedia 
in  tre  atti  di  Gemma  Ferruggia;  successo 
contrastato. 

7.  Firenze  —  Al  Teatro  Niccolini,  Farfalla, 
commedia  in  tre  atti  di  Augusto  Novelli, 
successo  mediocre. 

„  Montecarlo  —  Prima  rappresentazione  di 
Teresa,  dramma  musicale  in  due  atti  rti 
Massenet,  alla  presenza  del  Principe  di  Mo- 
naco, successo  completo. 

10.  Milano  —  Terminano  le  gare  di  lotta  al- 
l'Eden,   già  cominciate    da  alcuni    giorni. 


massi 


H 


m 


opuscoli  e 
schiarihenti 


STflBCdRNALDI-ViÀ  B.VITRUVIO  9-fllLflllO 


Yich. 

Ito  i;. 

.V  (M-nin 

iv,  Mivoiairtia. 

11.  ì;..m»  - 

1:aiu. 

-  CoocrMM  4el  Corniti  «ffrart  lu- 

12.  Milano 

—  Primo  ConffTMW  d«l  ptobiv  i 

,    In:uu'ur.i7iono   d.-l   ri^lflo  SOl  monte  <" 

•co.  torto  per  Ini.- 

Milano. 

'  ■ 

..ione  di  una  Upi.l, . 

•    i/«i.ie    1 

Kttore  Ferrari.  In  onore 

a  pag.  SA(< 

:  cole  IU>»a,  autore  fra  l'ai- 

m^Ileoldo 

uto  a  Vittorio  £manQele  II 

a  palaxso  J. 

;:a  è  poste  per  liilsiaUra 

dontane  li- 

artistica intemazionale. 

lla.  In  qurv-  > 

14.   1 

membri  deirAocidf- 

«u  proposte  del  Muuuru  Uvh  Uti< 

mi» 

li'bre  drammaturi;» 

nominato  oommeodatorc  della  C 

\Uu. 

succede  allo  »to net. 

Italia. 

II.  VUOTO  BosaexTo  del  mo«umk»to  a  TnroBio  MtuMuwtm. 
{Fot.  A.  Croet). 


Alberto  Sorel.  e  dello  storico  marchese  di 
Segnr,  che  saooede  all'aTTocato  lionsse 

16.  Torino  —  Inaagurazione  della  IT  Espo* 
sizlone  di  aatomobili. 

21.  Milano  —  Il  Ccrritrt  àMa  8tra  pubblica 
la  canzone  di  Gabriele  d'Annonslo,  i^ 
la  mtorf  di  Giosuè  Cardmeeù  U  commiato 
finisce: 

Canzon,  ta  vammi  ostaggio 
Ch'io  guarderò  mia  fede  a  Lai  che  parte; 
La  fiaccola  che  viva  Ei  mi  commette 
L'agiterò  sa  le  più  a^pre  Tette. 

23.  Venezia  —  Ckimmemorazione  del  IV  Cen- 
tenario dalla  morte  di  Oentite  BellinL  Legge 
nell'Acc^emia  di  Belle  Arti  il  discorso  oom- 
memorativo  il  prof.  Pietro  PaolettL 


29.  Teneste  —  Inaofnmsioa*  d«lte  MMtra 

Ooldoolaaa  al  Momo  OMen  CorrM-. 
26.  LondHk  —  AirAlbMBbn.  prima  nippr»- 

•entaslone  del  nuovo  hallo  di  Matto  Coste 

ìm  tttfémm  éi  tpmU. 
28.  Teneste  —  Al  Lteeo  Maraallot  npprsasn 

taalooo  dal  WfUmf  éi  asw^yis,  oMn  d< 

maestro  Oaloppl  sa  Itbrstto  di  Ooldot: 

datn  In  prtasn  volte  nel  11M. 

rapprsssntertone  U  ì 

Plttert  rseltò  U  s«o  esrms  £t 


—  OoDom  —  Dwte  grand*  otemors  la  no- 
tiate pahblicata  dal  gtornall.  che  sstte  pr^ 
MioUk  quadri  dol  Van  l>jck,  pOMidti  é*. 
marobsit  Cattaneo  Della  Tolta»  fooo  stet: 


656 


clandesfinamentc  venduti,  si  dico  per  due 
milioni  e  mezzo.  La  faccenda  ha  un  lungo 
strasi-ieo  nella  stampa,  dinanzi  al  Parla- 
mento e  nei  Tribunali.  Due  di  questi  qua- 
dri ricompaiono  dopo  qualche  tempo....  ma 
nella  Galleria  Nazionale  di  Londra. 

MARZO 

1.  La  questione  del  Monumento  nazionale  a 
Vittorio  Emanuele  è  nuovamente  portato 
alla  Camera  dei  Deputati.  Questo  non  calma 
le  polemiche  che  da  mesi  infuriano;  ma  io 
non  ne  avrei  fatto  menzione  in  queste  pa- 
gine se  non  fosse  occasione  a  dare  qui  la 
riproduzione  del  nuovo  bozzetto  di  questo 
monumento  che  resterà,  non  ostante  le  pos- 
sibili mende  dell'esecuzione,  una  delle  più 
mirabili  opere  d'arte  del  secolo  nostro. 
„  Milano  —  Commemorazione  del  XXV  an- 
niversario   della   fondazione    del    giornale 


Tu  Duca,  tu  Signoke,  tu  Maestro  I... 
Caricatura  di    Giovanni   l'ozza,   direttore  del 
"  Guerino  Meschino  „,  disegnata  da  A.  Mazza 
e  pubblicata  nel  numero  straordinario  dello 
stesso  giornale  del  28  febbraio  1907. 


umoristico  Gter'n  Meschino,  con  un  bon- 
chetto  in  or.ore  di  Francesco  Pozza,  diret- 
tore, al  quale  è  presentata  una  medaglia 
d'oro. 

2.  Roma  —  Al  Teatro  Valle,  /  ftyli  del  Sole, 
nuovo  dramma  in  quattro  atti  di  Massimo 
Gorki,  già  rappresentato  la  prima  volta  a 
Salerno.  L'attesa  era  grandissima  a  cagione 
delle  discussioni  che  erano  state  fatte  dopo 
che  la  Prefettura  di  Napoli  aveva  vietata 
la  rappresentazione  in  questa  città  e  che 
si  erano  avute  su  tale  proposito  anche  delle 
interrogazioni  alla  Camera;  ma  il  dramma 
incoerente,  quasi  grottesco,  cade  misera- 
mente. 

3.  Genova  —  È  inaugurata  una  lapide  in  me- 
moria di  Nicoletta  Connio,  moglie  di  Gol- 
doni. 

10.  Trieste  —  Al  Teatro  Goldoni,  FI  Marchi), 
dramma  in  tre  atti  di  Clarice  Tartufar!, 
successo  discreto. 

12.  Bologna  —  Commemorazione  del  XXV  an- 
niversario d'insegnamento  universitario  del 
prof.  Augusto  Righi,  senatore  del  Regno,  e 
inaugurazione  del  nuovo  Istituto  di  fisica 
ove  tiene  la  prima  lezione  sull'ipotesi  elet- 
trica lo  stesso  prof.  Righi. 

14.  Monza  —  Inaugurazione  della  nuova  sede 
dell'Asilo  Umberto  I,  costruita  per  pubblica 
sottoscrizione  come  omaggio  al  defunto  Re. 

15.  Roma  —  Inaugurazione  del  VII  Congresso 
dei  direttori  di  cattedre  ambulanti  d'agri- 
coltura. 

16.  Londra  —  Inaugurazione  di  un'Esposi- 
zione di  modelli  di  aereoplani,  per  inizia- 
tiva del  Daily  Mail.  È  la  prima  del  genere 
tenuta  in  Inghilterra. 

17.  Fii-enze  —  Congresso  nazionale  tra  archi- 
tetti e  studenti  di  'architettura. 

18.  Roma  —  Al  Museo  Nazionale  Romano, 
nelle  Terme  Diocleziane,  sono  solennemente 
inaugurate  con  l'Jntervento  del  Re  le  nuove 
sale,  cioè  la  sala  del  Discobolo  di  Castelpor- 
ziano,  le  corsie  nuove  àeW Antiquarium  e  il 
Dioscuro  di  Baia.  Il  Discobolo,  trovato  a  Ca- 
stelporziano  nella  tenuta  reale  e  donato  dal 
Re  al  Museo,  è  una  copia  importante  del  ca- 
polavoro di  Mirone  (v.  Almanacco  Italiano, 
voi.  X,  pag.  269),  ed  è  stato  con  grande  sa- 
gacia dal  prof.  Rizzo,  direttore  del  Museo, 
ricomposto  in  tutte  le  sue  parti  autentiche 
e  per  le  rimanenti  completato  con  un  mo- 
dello in  gesso.  Ij'  Antiquarium  consta  di  due 
sezioni,  il  classico  ed  il  medievale;  il  primo 
presenta  quattro  corsie  nuove,  delle  quali 
la  prima  è  dedicata  a  Roma  ed  occupata 
dalle  collezioni  dei  doni  votivi,  terre  cotte 
in  gran  parte  anatomiche,  vetri,  una  col- 
lezione di  feste  con  acconciature,  e  le  terre 
cotte  architettoniche,  volgarmente  dette 
fregi  Campania;  la  seconda  è  dedicata  a 
Paiestrina,  Ostia,  Norba  e  Vejo;  la  terza 
comprende  i  doni  votivi  del  tempio  di 
Diana  Nemorense  ed  altri  gruppi  topogra- 
fici; la  quarta  i  bronzi  di  Nemi.  Quanto 
al  Dioscuro  di  Baja,  acquistato  di  recente 
dal  Governo  per  30,000  lire,  esso  era  de- 
stinato al  Museo  Nazionale  di  Napoli  e  non 
fu  esposto  a  Roma  che  per  pochi  giorni. 
Questa  statua  colossale  era  stata  scoperta 
a  Baja  nel  1687,  in  un  fondo  del  signor  Fe- 
lice Ferri,  presso   le  cosiddette  Stufe  di 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


n57  - 


11*,  «love  r' 


IL   l'ISC  <J!OI.O   I>I    l  A<<Tri,ponziASo. 
(Jcif.  ii^«n  ocor). 


ttisteme  aMft  stattia.  II  Dinmmro  rinias«  por 
molti  anni  nel  villino  Ferri  a  Roma,  dove 

•rn  -t.fo   ,,. ^.....^   r-^ ..,,  f«t- 

t*-''  mene 

U'  man- 

dato m  i»(cr«^'.rer«'  la  rnvni^snia  coiifxlone 
suraarla  del  Mnaeo  Nasionale  di  Napoli. 

21.  Firense  — InanKuraxloned^irEapoc'xione 
della  Società  di  Belle  Arti.  alU  presensa  del 
Conte  di  Torino. 

23.  Giova  mi    Pasoolf   Tioce   per  la  dedma 

yrr'r  '-so  intrrnaKlon«!e  della  po*- 

ai  >  -Todall'ArT^dcmiadi  Amster* 

(*■  -  .    ..:;i  sanno  «  )if  ti  P»'^-,.ì,  «  ano 

stori  poeti  '  M  lui 

-sto  aspett'  •  aol* 

Nicola  Frsta  ri.,   -v...      .1     .^.i^i.-nt»; 


24.  Milano  -  Al  Teatro  Urico,  1  „ 

tiiemorai;tone  di  (lloaaè  Cardoool,  tette  4m 

(Jabrlele  D'Annansio. 
.   Napelli  —  Al  Teatro  Saomuaro.  Kimmnti^, 

commedia  In  tra  atti  di  Alfkvdo  Teatonl, 

•aoeM4o  eoaaplHo. 
.  Boma  -  Al  TMtro  Anrmtina.  n  pmmmtm, 

comoMdte  lo  on  alto  di  Vgo  Facna.  ne* 

cMKi  oomptaiaL 
•  Mamglte  — iBMfvrMkNM  dal  ptlao  Aldo 

dalla  *  Danto  AUirUart. .  alte  pvMMwa  dal 

oonaoto  gaoarala  Marassi  a  del  dapvtaio  Ca* 


27.  Arasao  —  Coofraaao  del  profaMorl  daOa 

acoola  parefflate. 
28  e  29.  Bnma  —  Primo  Conffrcaao  delt'A«ao. 

rtMlone  Xa7.louale  fra  1  direttori  dldalUcU 


IGIENE 


CREME  SIMON 


BELLEZZA 


Senza  rlTali  per  reu^ere  murb.da.  biauca  e  vellutata  la  peUa  del  Tiao  a 
e  proteggerla  contro  l' azione  dal  «ole. 


-  C58  - 


-  tlomn  —  Facdnrlosi  degli  scavi  per  nuove 
co.strux;ioiii  nel  terriMii  di  pioprietù  del.;i 
l;:uii.-a  Comtneic  ale  u  Villa  LuJoviyi,  viene 
in  luce  uni  splendida  statua,  opera  greca, 
appartenente  senza  dubbio  al  famoso  grup- 
po d-i  NiouitU.  Questo  gruppo,  attribuito 
a  Scopa  od  a  Prassitele,  raffigura  Niobe. 
!a  sventurata  moglie  di  Antìone  con  i  suoi 


La  NioBiDE. 
(Fot.  Abeniacar). 

dodici  Agli:  esso  ornava  gli  Orti  Sallusfciani 
e  fu  ivi  sepolto,  pare,  nel  410  per  sottrarlo 
al  saccheggio  dei  Visigoti.  Venne  in  luce, 
ma  non  intiero,  nel  1683;  e  le  statue  che 
lo  compongono,  sono  dal  1779  alla  (ralleria 
degli  Uffizi  di  Firenze.  Ora  la  statua  rin- 
venuta felicemente  negli  ultimi  giorni  viene 
ad  aggiungersi  alle  altre  bellissime. 
-  Sicilia  —  Il  senatore  prof.  Angelo  Mosso, 
noto  llsiologo.  re  luce  da  una  visita  agli 
scavi  di  Creta,  dove  si  era  interessato  gran- 
demente alle  tombe  antichissime  di  una  ci- 
viltà preistorica,  volle  in  Sicilia  e  special- 
mente in  provincia  di  Glrgenti,  adoperarsi 
perchè  fossero  esplorati  sistematicamente 
degli  scavi  che  sombravano  appartenere  a 
popolazioni  a.lìni.  Dei   resultati   di  queste 


esplorazi  ^ni  cosi  daVìt  pvi'm^  sOrriman'ii  ilO» 
tizia  al  Ministero  dell'Istruzione  li  stesso 
senatore  Mosso:  "  L'esplora/.ione  del  vil- 
laggio preistorico  di  Cannatello,  presso  Gir- 
genti,  con  trine  e  profonde,  mise  in  luce 
strati  neolitici  cosi  alti,  quali  non  si  cono- 
scevano nell'Italia  meridion;ile,  segno  della 
durata  lunghissima  e  forse  più  che  millen- 
naria  del  villaggio.  Una  novità  assoluta  è 
una  piazza  ciroo'are,  bene  pavimentata, 
dentro  cui  si  trovano  cinque  capanne,  co- 
struite in  alcuni  punti  con  grossi  blocchi 
di  pietra,  a  quattro  strati.  Pure  sconosciute 
erano  le  strade  neolitiche,  le  quali  mette- 
vano in  comunicazione  le  varie  parti  del 
vill;i;:,gio  con  la  piazza  centrale.  Trovai,  con 
saggi,  in  due  campi  distinti,  altre  frazioni 
del  villaggio,  che  non  ebbi  il  tempo  di  sca- 
vare; le  capanne  quadrate  appaiono  per 
la  prima  volta,  mirabili  per  conservazione, 
mosti'ando  l'abilità  architettonica  dei  co- 
struttori neolitici;  i  pavimenti  contengono 
tritumi  di  paglia,  ricordando  la  tecnica  de- 
gli impasti  simili  di  Troja.  La  forma  ret- 
tangolare, come  ho  detto,  non  si  era  ancora 
veduta  in  Sicilia.  Le  tavole  di  libazione  che 
trovai,  stabiliscono  i  rapporti  con  Creta, 
tanto  più  che  in  vicinanza  rinvenni  abbon- 
danti corna  votive,  fittili  ed  astragali.  A 
Sant'Angelo  Muxaro  scavai  una  tomba  con- 
tenente quarantacinque  vasi  intatti,  che 
portai,  con  altro  al  Museo  di  Palermo.  Seb- 
bene questa  tomba  possa  attribuirsi  agli 
ultinii  secoli  che  precedettero  l'invasione 
ellenica,  contiene  vasi  decorati  ad  imita- 
zione di  epoche  più  remote,  simili  alle  de- 
corazioni a  nastri  e  cordoni  che  si  trovano 
abbondanti  durante  l'epoca  neopatica  del- 
l' Europa  Centrale.  Speciale  importanza 
hanno  i  vasi  di  steatite,  perchè  provano 
le  relazioni  preistoriche  di  Creta  con  la 
Sicilia.  Feci  ancora  un  altro  scavo  a  Cal- 
dare,  presso  Girgenti,  studiando  le  tombe 
e  i  fondi  delle  capanne  di  epoca  più  antica, 
corrispondente  alla  fine  del  primo  periodo 
ed  al  passaggio  al  secondo  nella  classifica- 
zione dell'Orsi.  Prego  concedere  l'espro- 
priazione del  terreno  per  conservare  il  vil- 
laggio neolitico  di  Cannatello.  „ 

—  Il  signor  A.  Grcnier,  della  Scuola  francese 
di  Roma,  richiama  neW&'Gnzette  des  Beaux- 
Arts  l'attenzione  degli  studiosi  sopra  un 
gruppo  di  scultura,  esistente  a  Palestri- 
na  in  una  cappella  del  palazzo  Barberini, 
attribuito  finora  dalle  guide  al  Bernini 
ma  che  invece  secondo  le  ricerche  di  lui 
sarebbe  una  l'ieJà  di  Michelangelo,  opera 
sin  qui  sconosciuta  del  grande  artefice  e 
da  assegnarsi  al  periodo  dal  1641  al  1550. 

—  Il  Museo  Nazionale  di  Palermo  riceve  in 
legato  dal  comm.  Enrico  Santoro,  testé  de- 
funto a  Costantinopoli,  una  importante 
collezione  filatelica,  comprendente  11,041 
francobolli  raccolti  dal  1852  al  1890  e  di 
un  valore  venale  superiore  alle  lire  60,000. 


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.  piuscijLii  a  Nizza,  a  Montecarlo,  a 

■  e  si  chiuse  il  d'i  8  aprile  ad  Ajaccio 

2.  Uuuia  —  Inaugurazione  del  Concorso  ip- 
pfoo  nazionale  a  Tor  di  Quinto,  alla  pre- 
senza dei  Reali.  Nella  prima  gara  il  capitano 
Caprilli  vince  il  "Premio  lieale  „  e  11  dono 
del  Ile  con  Foi^. 


zoftl  d>-l!a  <!ociv-n '.(omo  riolla  s<'-inile  ilnfi 
univtMsit  «ria  di  Napoli,  lavoro  ritn;isto  hi- 
c  impiufo  per  la  morte  dell'artista. 

4.  Wasliinj^toij  —  Il  €oii;^re-;90  vota  una  les- 
te per  l'erezione  di  un  monumento  a  Cri- 
stoforo Colombo  in  quella  captile.  La  legge 
stabilisco  la  nomina  di  una  commission3 
che  dovrà  scegliere  il  progetto  ed  il  luogo 
dove  sorgerà  il  monumento,  pel  quale  è 
stata  stanziata  la  somma  di  100,000  dollari. 

5.  Roma  —  Congresso  nazionale  dei  vete- 
rinari. 

7.  Pietrasanta  —  Comm'^morazione  di  Gi  v 
sue  Carducci  fatta  da  Giovanni  Pascoli.  VI 
assistono  il  ministro  Rav.i,  le  deputazioni 
del  Senato,  della  Camera,  de'.l"  università  di 
Bolo'^na,  1  se.  atori  Villari,  D'.\ncona,  Bao- 
namici,  ec. 

„   Roma  ^  Corse  alle   Capanuelle.  È  corso 


8.  M.  IL  Re  a  Tob  di  Quinto  peb  il  < 
<Fot.  Abeniacu. 


,  l'aol.i,  cittadina  della  Calabria,  festeggia 
il  IV  centenario  della  morte  del  Santo 
Francesco  che  da  Paola  prende  il  nome  e 
che  nato  nel  1416,  si  ascrisse  alla  regola 
francescana,  istituì  l'ordine  dei  Minimi,  e 
mori  il  2  aprile  1507:  Leone  X  lo  cano- 
nizzò nel  1510.  Tutta  la  Calabria  pros? 
parte  alle  feste  che  furono  soprattutto 
religiose,  e  vi  si  associò  anche  la  cor.iz- 
zata  Vittorio  EmanueU  che  era  in  quelle 
acque. 
,   Monaco  —  Inaugurazione  dell'Esposizione 

di  canotti. 
3.  Roma  —  Primo  Couvegnocdei  professori 
^?lle  Scuole  di  agricoltura. 
Milano  —  Al  Teatro  Manzoni,   //  pusm!  ì 
>  torna,  commedia  in  tre  atti  di  Washiiig- 
!i  Borg,  autore  napoletano:  il  lavoro  cadi*. 
Koma   —   Inaugurazione  della  Sala  Patini 
ula  Esposizione  di  Belle  Arti,  alla  presenza 
del  ministro  della  pubblica  istruzione  ono- 
revole Rava,  Organizzata  da  un  gruppo  di 
amici  contiene  una  ventma  di  opere  di  Teo- 
filo   Patini,   dal   Sjìvatnr   Uosa  a  L'Erede, 
quasi  tutte  evocazioni  della  umile  vita  dei 
contadini  abruzzesi.  Vi  sono  pure  l  boz- 


per  la  prima  volta  il  Premio  del  Parlo! i, 
di  50,000  lire.  Vincitore  Gosikìco  di  Sir 
Rholand. 


"   «JOSIACO   „    Ul    >Siii    iiUuL,AM> 

vincitore  del  Premio  Pari,  li  alle  CapannelU, 
{Fot.  A.  Croce), 


l'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  e.-njlslonato  è  II  ricostituente  sovrano. 


^  600- 


6.  Fii'enzié  —  L'atlsffaliailo  Mackintosh  vince 
il  Gran  Premio  d'Italia  destinato  alle  gure 
internazionali  di  tiro  al  piccione  che  hanno 
termine  oggi. 

11.  Monaco  —  Corsa  del  Campionato  del  mare; 
è  vincitore  del  Campionato  e  del  premio  di 
10,000  lire  il  vacer  Panhard  Tellier,  che  com- 
pie l'intero  percorso  di  32  giri  in  ore  3,  33">, 
4«,  in  media  quindi  circa  km.  56,340  all'ora. 

13.  Atene  —  Al  Teatro  Municipale,  per  chiu- 
sura delle  feste  italiane  e  con  intervento 
del  Re  di  Grecia,  Mademoiselle  de  Belle  Isle, 
opera  di  Spiro  Samara,  successo  entusia- 
stico. 

14-.  Roma  —  Devhy  Reale:  vince  Belhuc  di 
Bocconi,  che  giunge  primo  per  sei  lun- 
ghezze, coprendo  il  percorso  in  2  minuti 
e  59  secondi. 

fl  Torino  —  Nella  storica  aula  del  Palazzo 
Madama  solenne  consegna  della  bandiera 
che  le  signore  torinesi,  socie  dell'Associa- 
zione nazionale  "  Dante  Alighieri,  „  offri- 
vano al  Comitato  di  Torino.  Vi  assistevano, 
con  tutte  le  autorità  civili  e  militari,  la 
principessa  Leti-^ia,  il  principe  Tommaso 
e  la  Principessa  Isabella.  Il  vessillo,  rica- 
mato nell'Istituto  professionale  Maria  Lae- 
titia,  su  disegno  del  prof.  Smeriglio,  e  fre- 
giato del  motto  eloquente  '^  La  nostra  carità 
non  serra  porte  „ ,  fu,  dopo  poche  parole 
della  sig.r*  Ildegonda  Uccelli,  a  nome  delle 
dame  torinesi,  consegnato  per  mano  della 
principessa  Laetitia  all'on.  Paolo  Boselli, 
presidente  del  Comitato  di  Torino,  il  quale 
pronunziò  il  discorso  inaugurale. 

„  Catania  —  La  Seconda  Esposizione  agricola 
siciliana  è  inaugurata  dal  Ile  accompagnato 
dai  ministri  Tittoni,  Miiabello  e  Cocco  Ortu. 
La  Esposizione  sorge  in  Piazza  d'Armi  e  si 
divide  in  quattro  sezioni:  1."  Miglioramenti 
agrari;  2.»  Macchine,  strumenti,  apparecchi 
e  utensili  agrari;  3.»  Prodotti  agrari  e  delle 
Industrie  cui  daimo  origine;  4.»  Animali.  Vi 
è  inoltre  una  Mostra  manifatturiera,  indu- 
striale e  commerciale  della  provincia  di 
Catania:  una  Mostra  siciliana  di  Belle  Arti 
e  topografica  e  una  Mostra  campionaria  na- 
zionale. 

„  Corsa  ciclistica  Milano -San  Remo,  orga- 
nizzata dalla  Gazzetta  dello  Sport.  Giunge 
primo  Petit  Breton,  compiendo  il  percorso 
in  ore  11,  8  minuti. 

15.  Milano  —  Al  Teatro  della  Scala,  Gloria, 
nuova  opera  lirica  di  Francesco  Cilea,  li- 
bretto di  Arturo  Colautti.  L'opera  è  ac- 
colta con  simpatia  ma  è  data  due  sere 
sole,  avendosi  dovuto  procrastinare,  per 
ragioni  diverse,  l'anda'a  in  scena  fino  alla 
imminenza  della  chiusura  del  teatro. 

17.  Milano  —  Assemblea  generale  della  Lega 
navale  italiana. 

18.  Bonfornello  (Palermo)  —  Corsa  di  vettu- 
rette automobili  sul  circuito  siciliano,  vince 
Naudin  percorrendo  due  volte  il  circuito  in 
ore  7,  47"',  9'. 


19.  Milano  —  Al  teatro  lÌAvttòn{,  Il  l}e<feH' 
toi-e,  commedia  in  quattro  atti  di  Innocenzo 
Cappa  ed  Ernesto  Re,  successo  buono. 

^  Compiono  50  anni  dal  giorno  in  cui  ('arie 
Lecocq  esordiva,  sotto  la  direzione  di  Of- 
fenbach,  al  Teatro  del  Bontì'es-P.irisiens  con 
un'opera  buffa  in  un  atto  dal  titolo:  Il  dot- 
tor Miracolo.  Per  celebrare  il  cinquantena- 
rio dell'autore  della  Fillede  Madame  Angot, 
del  G  roflè  Giro/là,  del  Petit- Due  e  della  Pe- 
tite Mariée,  era  stata  suggerita  da  Catullo 
Mendès,  uno  dei  più  vecchi  e  convinti  am- 
miratori del  glorioso  maestro,  una  grande 
festa  nel  Teatro  Réjane;  ma  il  progetto  dovè 
essere  abbandonato  per  l'opposizione  l'e- 
cisa  di  Lecocq.  In  ogni  modo  la  data  non 
passò  inosservata,  specialmente  nei  teatri 
della  capitale. 

21.  Roma  —  Sul  Palatino  presso  l'ingresso 
alle  Scale  di  Caco  fu  eseguito  in  questi  giorni 
uno  scavo  con  lo  scopo  di  determinare  l'ac- 
cesso all'acropoli  palaHna  e  di  tentare  la 
esplorazione  di  una  necropoli  riferibile  al 
periodo  dei  re,  che,  secondo  alcuni  indizi, 
si  riteneva  circondare  l'arca  più  antica. 
Nei  primi  tentativi  si  trovò  un  sepolcro  a 
fossa,  reciso  a  metà  della  sua  lunghezza  da 
un  taglio  verticale,  che  rendeva  più  aspro 
il  declivio  del  colle.  In  questa  fossa  non  si 
trovò  che  il  frammento  di  un  bucchero  di 
impasto  italico,  riferibile  circa  al  settimo 
secolo,  corrispondente  appunto  al  rito  se- 
polcrale ad  inumazione.  Seguitando  a  ri- 
portare il  terreno  al  vergine  dal  lato  di 
ponente  fu  messo  in  luce  un  muro  della 
larghezza  di  quattro  piedi  e  posato  in  un 
incastro  tagliato  nella  roccia  e  che  subì 
spostamenti  dal  momento  della  sua  edifi- 
cazione. Questa  opera  muraria,  forse  una 
delle  cinte  dell'acropoli,  ha  valso  a  dimo- 
strare che  tutte  le  altre  costruzioni  circo- 
stanti formate  di  grossi  massi  senza  ce- 
mento, altro  non  erano  che  tarde  costru- 
zioni eseguite  coi  massi  di  quella  supposta 
cinta, certamente  tutte  posteriori  al  secondo 
secolo  avanti  Cristo,  come  venne  largamen- 
te testimoniato  dai  frammenti  fittili  del  pe- 
riodo detto  etrusco-campano,  che  si  rin- 
vennero in  grandissima  copia  al  disotto  di 
quelle  costruzioni.  Questo  muro  si  inter- 
rompe al  passaggio  di  quel  viottolo  che  fu 
supposto  percorrere  l'antica  via  che  con- 
duceva alle  Scale  di  Caco,  e  sembra  ripren- 
dere dopo  questa  evidente  interruzione, 
che  fu  un  piccolo  passaggio.  Seguitando 
questo  muro  dal  lato  di  ponente  si  è  sco- 
perto dal  lato  nord  la  fossa  circolare,  eviden- 
temente riferibile  ad  un  sepolcro  a  pozzo, 
somigliante  nei  particolari  a  quegli  scoperti 
nel  Foro.  Questo  sepolcro  che  si  riferisce 
certamente  alle  poche  e  più  antiche  abita- 
zioni che  dovevano  sorgere  sull'acropoli 
può  con  certezza  alTermarsi  che  appartenga 
ai  fondatori  della  stazione  palatina.  È  noto 
che,  come  le   acropoli   erano   riserbate  ai 


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c  .  si  Mtrovft- 

V..  pine  difesa, 

a;  it.tì  ikun^he  patrinie.  L'im- 

pi  :  i  località  In  cui  si  rUivennero 

quv — ;  non   ha  bisogno  di  illustra- 

Sione.  tLd  e  notevole  caso  che  questa  sco- 
perta s!a  avvenuta  il  21  aprile,  natalizio 
di  lioma.  Le  tre  ligure  qui  unite  (FoU  Abe- 
niacar)  illustrano  queste  importanti  sco- 
perte. La  llg.  1  rappresenta,  si  può  dire. 
la  culla  dt  Koma,  cioè  il   luogo   dove   fu 


logi.  (Fig.  3).  Indica  la  località  d.  1  Palatino 
ove  furono  cominciati  gli  scavi.  Si  vede 
anche  una  parte  della  via  alla  cosiddetta 
Scala  di  Caco,  che  venne  chiuda  allo  scupo 
di  continuare  gli  scavi. 

21.  Roma  Corse  alle  Ctpannelle:  Olivo  di 
Bazza  Gerbido  vince  1'  Omnium  di  L.  26,000. 

,  Brescia  —  È  scoperta  una  lapide  comme- 
morativa del  celebre  liutaio  Gaspero  da  Salò, 
ed  una  per  Gian  Paolo  Maggini,  allievo  di 
Gaspero  e  celebre  artehce  e  perfezionatore 
del  violino. 


Scavi  del  Palatino.  -  1. 


scoperta  il  21  aprile  la  tomba  antichissima 
cui  si  è  già  accennato.  A  destra  della  figura 
xedesi  una  parte  del  tempio  dedicato  al- 
ì'Alnm  Mater;  nel  mezzo  le  diverse  costru- 
xloni  in  tufo  che  ancor  oggi  rappresentano 
per  gli  arcbeolo^ri  un  enimma  insolubile. 
(Fig-  '^)-  Precisamente  sotto  i  massi  che  for- 
mano le  fortificazioni  del  Palatino  e  sono 
sostenuti  da  travi,  si  trova  il  punto  ove 
venne  scoperta  la  tomba  dì"  uno  del  più 
antichi  romani.  Bcnrhc  cotesti  tomba  por- 
ti le  tracce  d:  ;••.  ha 
tuttavia  una  _  i  e  oc- 
casionerà viv.i                                         .heo- 


,  Modena  —  Onoranze  a  Paolo  Ferrari  ;  la 
famiglia  consegna  al  sindaco  della  città  i 
manoscritti  dell'illustre  commediografo,  i 
quali  saranno  depositati  nel  pubblico  Mu- 
seo. Quindi  è  scoperta  una  targa  in  bronzo 
sulla  casa  di  Via  Servi,  ove  nacque  11  poeta 
nell'aprile  del  1822.  La  sera,  al  Teatro  Co- 
manale,  Giovanni  Sorelli  commemora  il 
Ferrari,  dopo  di  che  è  rappresentata  una 
commedia  dialettale  del  Ferrari  stesso,  La 
medicina  di  una  ragazza  malata. 

„  Grande  corsa  automobilistica  per  la  targa 
Florio  sul  Circuito  siciliano  delle  Madonie 
il  quale  misura  150  chilometri  e  devo  essere 


ANEMIA      ^     ± 


NEUR ASTENIA  ± 


'    RACHITISMO     ^ 

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-  GG3  - 


coi^crto  tto  volle.  roinp'o««lvnmoii«e  le  vet- 
ture devono  o  »ui»iore  45»  kiu.  e  bUJnietil; 
la  partonr»  hu  lungo  da  Huoiif«>viieilo  a 
ÌS  km.  da  Terinlnt  Inieiese  ed  »  60  d:i 
Taleruio.  (Uunne  primo  Nararu  lou  una 
Hat  e  compie  l'Intero  perooi-so  in  ore  8, 
17"  e  86'  ed  è  cosi  vincitore  del  primo 
premio  di  L.  15,00J,  oltre  che  della  targa 
Florio,  che  diventa  sun  proprietà:  secondo 
Lancia  In  ore  8.  iV"  e  29'.  La  velooltà  me- 
dia è  di  58  km.  air  ora,  record  non  trascu- 
rabile, se  si  considera  che  11  circuito  ò  una 
successione  continua  di  salite  e  dlscc.se  ed 
ha  oltre  un  migliaio  di  curve.  La  coppa  di 
Termini  per  11  corridore,  che  avesse  com- 
piuto il  giro  più  veloce,  è  vinta  da  Lancia 
pure  con  una  J-'icU,  avendo  egli  percorso 
un  giro  in  2  ore,  43™  e  b». 


26.  Napoli  —  AI  Teatro  S.\nt'n-aro,  l.'Iytnfa, 
CKiiiMic.l'a  In  un  ntio  di  Lt.oie  àloscliuio, 
i».ii.rci»so  eiitiisiat.iio. 

,  Jamestown  (Virginia)  —  Il  presidente  do- 
gli Htall  l'nltl  lloosevelt,  circondato  dui  rap- 
presentanti militari  di  37  nazioni,  Inaii.^'ura 
solennemente  l'  Espo.slziono  Indetta  i)er 
commemorare  il  HI  Centenario  dello  sta- 
bilimento dei  primi  coloni  europei  nella 
Virginia.  Al  principio  del  dicembre  U>0(J 
tre  piccole  fregate  fecero  vela  dall' Inghil- 
terra dirette  al  Nuovo  Mindo,  al  comando 
del  capitano  Cristoforo  Newport.  Dopo  es- 
seie  stati  ben  cinque  mesi  in  balia  del- 
l'Oceano, i  futuri  colonizzatori  della  Vir- 
ginia giungevano  In  vista  di  due  giaiidi 
capi  formati  dall'Atlantico  all'entrata  della 
baia  di  Chesapeake.  I  due  aggetti  ebbero 


W 


22.  Roma  —  Inaugurazione  del  Musco  Bal- 
zico.  dedicato  alla  memoria  del  celebre 
Sl'ultore  Alfonso  Balzlco  di  Cava  dei  Tir- 
reni, vissuto  dal  1825  al  lyoi,  compagno 
di  Domenico  Morelli  e  di  Filippo  Palizzi, 
autore  di  monumenti  a  Massimo  d'Azeglio 
e  al  duca  di  Genova  in  Torino.  Questo  mu- 
seo ordinato  dalla  figlia  e  dal  genero  com- 
prende tutti  l  bozzetti  e  i  modelli  delle 
opere  dell'artista. 

24.  Milano  —  Al  Teatro  Manzoni.  Il  vian- 
dante, commedia  in  tre  atti  di  Tommaso 
Monicelli,  successo  completo. 

,  Torino  —  Inaugurazione  dell'Istituto  di 
letture  *  Antonio  Fogazzaro  ,.  per  lo  studio 
del  problemi  religiosi.  Dopo  un  breve  di- 
scorso del  Fogazzaro  stesso,  11  prof.  Piero 
Glacosa  tiene  la  prima  lettura  su  "  Le  ori- 
gini biologiche  della  coscienza  religiosa.  „ 

25.  Milano  —  Convegno  femminile  Indetto 
dalla  "  Federazione  femminile.  „ 


i  nomi  di  Capo  Henry  e  Capo  Charles  in 
onore  dei  principi  reali  d'allora.  I  viaggia- 
tori cui  gl'Indiani  avevano  impedito  lo 
sbarco,  proseguirono  dentro  nella  baia,  e 
dopo  breve  tappa  in  un  porto  che  chiama- 
rono con  la  espressiva  denominazione  di 
Old  Point  Comfort,  risalito  il  fiume  che  gli 
Indiani  chiamavano  Powhatan  e  che  essi 
dissero  Jamps  in  onore  del  sovrano  Inglese, 
si  stabilirono  definitivamente  poche  miglia 
a  monte  della  foce  sull'isola  di  Jamestown 
e  colà  postisi  ilsolutamente  al  lavoro  ini- 
ziarono la  vita  stentata  del  pioniere.  .\  Ja- 
mestown il  primo  colono  ingle.se  s'incontrò 
con  gli  Indiani,  ivi  le  due  razze  vennero  a 
conflitto  e  si  combatterono,  sicché  il  bianco 
riportò  completo  trionfo  sul  pelle-rossa  e 
questi  dlsparve  dalla  scena;  a  Jamestown 
fu  celebrato  il  primo  matrimonio  anglica- 
no; li  venne  al  mondo  il  primo  bambino 
di  una  coppia  inglese  e  vi  fu  battezzato; 


CONTRO  TOSSI  E 

CflT/^RRr  USATE 

S€MPRC 


PANERAJ 


P/4STIGL1E. 

E  ESTRATTO-^ 


-  6G4  - 


COBSA   DELLA    TaEGA  FLOKIO.    —   In   PARTENZA. 

{Vot,  Abeniacar). 


La  E^iu.si/yiu>ii;  dì  jAWbbi'owir  ^  voi-o  p' uccello, 


-  666  - 


ft  ft»  Utrntto  il  primo  proopM  )  davanti  tit 
un  ginn  e  li  InUiie  si  posero  le  basi  della 
prima  ietfixlaclone.  Per  <'omiiu*nìorRr«  tutti 
questi  avTenizuetitt  fu  Indetta  l'Esposizione 


27.  Palermn  —  Al  Teatro  ^fa^slmo,  Sperduti 
tifi  buio,  opera  lirica  nuovUnlma  del  mae- 
stro Stefano  Donaudy,  libretto  del  fratello 
Alberto  e  di  Roberto  Bracco,  il  cui  dramma 


IXAUGcuAzioxE  drll'Esposizionb  DI  Ykkkzia. 
{Fot.  A.  Croce). 


di  Jamestown,  che  rimarrà  aperta  sino  al 
lo  dicembre  di  quest'anno  {v.  13  maggio). 
27.  Venezia—  Inaugunizione  della  VII  Espo- 
sizione internazionale  d'arte,  alla  presenza 


omonimo  ha  fornito  l'argomento.  Successo 
grandissimo  e  di  vera  commozione. 
,   Barcellona  —  Inaugurazione  della  Esposi- 
zione Internazionale  di  Belle  Arti,  llichiama 


Inaugurazione  dell'Esposizione  di    Vetiezia:  Al  PADIGLIONE   DEL  Belgio. 
(Fot.  A.  Croce). 


del  Conte  di  Torino,  del  ministri  della  pub- 
blica istruzione  on.  Bava  e  di  artisti  e  pub- 
blicisti d'ogni  parte  d'Italia  e  del  princi- 
pali centri  dtjjr  estero. 


l'attenzione  del  pubblico  la  sezione  italiana, 
ordinata  da  Ettore  Ferrari  e  dal  dott.  Ar- 
turo Salvagnini  e  addobbata  con  ta[)p<'Z- 
zeria  e  fregi  iuviati  dal  (ioverno  italiauo. 


-  QQQ  — 


23.  Milano  —  Prima  giornata  di  corso  Ippi- 
che a  San  Siro,  Grande  Stee/ilf  Chase  inter- 
nazionale; giunge  primo  Jios,  di  Henry 
de  Juge. 

28.  Venezia  —  Inaugurazione  della  nuova 
Pescheria  sul  Canal  Grande  progettata  e  co- 
struita dal  pittore  Cesare  Laurenti  e  dal- 
l'architetto  Rupolo. 

„  Napoli  —  Consegna  del  bussto  d'argento 
della  Regina  Madie  offerto  da  un  comitato 
in  nome  dalle  donne  italiane  alla  nave  Be- 
giiia  Margherita. 

„  Palermo  —  Corsa  di  canotti.  La  Perla  del 
Mediterraneo  è  vinta  dal  Fly'mg-Fish,  ca- 
notto con  motore  Wolseley  di  circa  30  H.  P. 


onore,  con  le  sue  opere,  del  Piemonte  e 
dell'Italia  intera,  e  già  intitolò  al  nome  di 
Ini  una  via  della  città,  e  un  teatro  che  le 
fiamme  d'un  incendio  indi  distrassero,  volle 
"anche  ora  attestare  la  sua  reverente  me- 
moria per  Alberto  Nota,  destinando  alla  sua 
salma  un  posto  fra  quelli  riserbati  nel  suo 
camposanto  ai  torinesi  illustri.  La  trasla- 
zione delle  ossa  dal  tumulo  particolare,  ove 
riposavano  da  sessant'atmi,  ebbe  luogo  oggi 
con  una  semplicissima  cerimonia.  Lo  sche- 
letro del  Nota,  ancora  interamente  conser- 
vato, fu  deposto  in  un  feretro  chiuso  con 
lastre  di  zinco,  e  trasportato  indi  in  una 
delle  arcate  municipali  destinate  ai  citta- 


La  Perla  del  Mediterraneo,  1907. 


{Fot.  Abeniacar). 


29.  Torino  —  Alberto  Nota,  l'autore  dram- 
matico torinese  che  fu  dall'ammirazione 
dei  contemporanei  posto  fra  i  maesti-i  del 
Teatro,  fra  i  continuatoi-i  più  illustri  della 
scuola  di  Carlo  Goldoni,  morì  Improvvisa- 
mente la  notte  dal  17  al  18  aprile  1847  in 
Torino,  poche  ore  dopo  aver  assistito  alla 
rappresentazione  di  una  sua  nuova  com- 
media che  gli  attori  della  Compagnia  Reale 
Sarda  avevano  recitato  al  teatro  Carignano. 
Dopo  sessant'anni  la  fama  dell'autore,  che 
aveva  meritato  il  soprannome  di  Terenzio 
d'Italia,  è  diminuita  d" assai;  sull'opera  di 
lui  la  storia  na  ormai  scritto  un  giudizio 
che  se  è  meno  entusiastico  della  lode  del- 
l'età sua,  riconosce  però  in  lui  lo  scrittore 
che  con  probità  di  carattere,  con  altezza 
di  pensiero,  con  decoro  d'arte  sopratutto, 
lasciò  nel  Teatro  drammatico  del  suo  paese 
insigni  prove  del  suo  nobile  ingegno.  To- 
rino, che  non  dimenticò  nei  tempi  passati 
il  suo  cittadino  illustre,  il  letterato  che  fu 


dini  illustri,  in  attesa  che  l'  apposito  Fame- 
dio li  raccolga  tutti  in  un  solo  recinto. 
Prima  che  la  salma  fosse  murata  in  appo- 
sito loculo,  l'on.  Albertini  proMunciò  un 
breve  discorso  salutando  con  nobili  ed  ele- 
vate parole  la  memoria  del  Nota,  e  illu- 
strando rapidamente  l'importanza  del  suo 
teatro,  e  le  virtù  personali  e  civili  del- 
l'autore. La  lapide  apposta  nell'arcata  ester- 
na, corrispondente  alla  cripta  destinata  al 
Nota,  porta  la  seguente  iscrizione,  composta 
dallo  stesso  on.  Albertini: 

ALBERTO    NOTA 

autore  drammatico 
In  tempi  tristi  per  l'arte 

richiamò  sulla  scena 
l'arguzia  e  la  semplicità  goldoniana 

restituendo  in  onore 
la  nobiltà  del  linguaggio. 

29.  Perugia  —  Inaugurazione   della  Mostra 
d' arte  antica,  alla  presenza  del  Re.  Daremo 


CUCINE 
CALORIFERI 
VENTILAZIONE 
FORNI 


DELI  ORTO 


FEDERICO   DELL'    ORTO   &    C- MILANO! 


-  G67  - 


tJn»  fi'cperold  »l*-is'n  di  qu^nU  >ro«tra, 
■nlt«  Si-uiU  Bperiaitnonto  di  un  nrtlcolo 
Aen'Jri*,  IWJ,  fMO.  IV.  Le  orlgUU  della 
Mo-stra  furono  le  segmenti:  che  csM-ndo 
compiutoti  riurdinanieiifodolla  Pinacoteca 
Vannuivl,  in  pennato  di  iaccoj;lieie  prcv- 
vls<.>ri«uj  •ut*'  Hcoauto  ad  essi»  talune  opere 
di  maestri  umbri  poco  In  essa  rappresen- 
taU,  a(;;:iun}:endovi  le  produzioni  della  ore- 
fict>r^a  e  della  miniatura  umbra,  maioliche. 
sti>OV,  ricami.  Furono  adibiti»  u  tuie  s.-o))*) 
le  sale 'del  primo  piano  del  Palazzo  Comu- 
nale, nonché  due  saloni  con  altre  minori 
stanze  del  terzo,  lasciando  sgombro,  con 
lodevole  pensiero,  il  grande  salone  dei  No- 
tar!, uno  dei  più  belli  d'Italia  per  la  ma- 
gnifica architettura  e  per  la  superba  de- 
corazione. Dal  Salone  si  entra  nella  Mostra, 
cominciando  dal  piccolo  chiostro  coperto, 
nel  quale,  come  in  tutte  le  altre  sale,  sono 
disposti  con  giusto  criterio  estetico  di  va- 
rietà, dipinti,  .sculture,  stoffe  e  ricami,  mi- 
niature ed  oreficerie;  tra  i  cimeli  esposti 
in  questo  chiostro  è  notevole  il  Crocifisso 
di  l'orzlano,  del  principio  del  sec.  XIII,  e 
nella  contigua  Sala  I  i  due  affreschi  di  Fa- 
briano, attribuiti  a  Bocco:  il  Paliotto  di 
Città  di  Castello,  stupendo  cimelio  di  ore- 
ficeria romanica;  un  Crocifisso  duecentesco 
di  Todi  ed  alcune  sculture  in  legno  ed  in 
pietrai.  Fra  i  minori  oggetti  di  questa  Sala 
notevole  una  caratteristica  mazza  di  ferro, 
affatto  simile  a  quella  che  Giotto  pose  in 
mano  alla  Fortezza  nella  Cappella  degli 
ScrovegnL  I  Fabrianesi  e  gli  Eugubini  oc- 
cupano la  Sala  II;  le  opere  principali  sono 
una  Incoronazione  di  Cola  Petruccioli  da 
Orvieto,  dipinto  nel  1380,  alcune  preziose 
tavole  di  Allegretto  Nuzi,  una  replica  di 
Nostra  Donna  dell'Umiltà,  di  Francescuc- 
cio  di  Cicco  (1359),  un  piccolo  capolavoro  di 
Gentile  da  Fabriano,  proveniente  dal  Mu- 
seo Civico  di  Pisa  e  rappresentante  la  Ver- 
gine che  adoia  il  Bambino;  e  di  lui  stesso 
un  amoretto  proveniente  dalla  Pinacoteca 
di  Fabriano.  In  tre  vetrine  di  questa  Sala 
si  ammirano  i  sacri  indumenti  di  Bene- 
detto XI.  morto  a  Perugia  nel  1304,  e  con- 
servati nella  chiesa  di  San  Domenico,  pezzi 
veramente  mirabili  non  meno  per  le  stoffe, 
che  per  i  ricami.  Nella  Sala  III  dedicata  a 
Nicolò  da  Foligno,  detto  l'Alunno,  l'opera 
varia  di  questo  maestro  è  riccamente  rap- 
presentata insieme  a  quella  di  Bartolomeo 
di  Tomaso  e  di  Benozzo  Gozzoll,  dai  quali 
egli  in  gran  parte  deriva.  Di  quest'ultimo 
non  v'ha  qui  che  una  piccola  anconetta,  le 
nozze  di  Santa  Caterina  col  Bambino,  un 
vero  gioiello,  proveniente  dalla  Pinacoteca 
di  Terni.  In  questi  Sala  è  e.spo:^to  11  ma- 
gnifico Paliotto  donato  da  Sisto  IV  nel  1475 
alla  Basilica  di  Assisi,  che  il  Venturi  giu- 
dicò eseguito  sui  disegni  di  Antonio  del 
Pollajuolo.  La  Sula  IV  offre  alcuni  affreschi: 
la  V  Sala  è  riser\  ata  a  Matteo  di  Pietro  di 


Gualdo,  In  otil  opera  prlncii  nle  b  la  tnrolA 
con  li)  Madonna  e  11  Uimblno,  au  ricco 
trono,  con  vanti,  e  la  data  del  U'IJ  esjiOHtft 
dalla  Pinacoteca  di  Gunldo  Tadino.  Nella 
Sala  VI  non  vi  sono  dipinti  di  molta  im- 
portaiìzo.  La  Sala  VII  è  destinata  alle  ore* 
ficerie  di  cui  troviamo  qui  raccolti  1  mi- 
gliori cami)loni,  pur  essendocene  sparsi  per 
lo  Srtle  parecchi  altri  pezzi  di  non  piccola 
importanza:  sono  croci  processionali  e  sta- 
zionarle, reliqularll  d" opera  più  preziosa  dt 
questa  Sala,  e  insieme  il  più  perfetto  sag- 
gio dell'oreficeria  umbra  del  Rinascimento, 
è  appunto  il  lieliquiario  del  Santo  Anello 
conservato  noi  Duomo  di  Perugia  e  con  la 
data  del  1473),  pastorali,  calici,  ec.  l'asse- 
remo  rapidamente  per  le  altre  sale  della 
Mostra.  Nella  Sala  X  sono  riuniti  nove  gon- 
faloni o  |tendardi  processionali  votivi,  ese- 
guiti in  occasione  di  pestilenze.  Non  devono 
neppure  passarsi  sotto  silenzio  il  famoso 
Cristo  che  porta  la  croce,  dipinto  su  tela  dal 
Perugino,  che  già  nel  1407  era  nel  Mona- 
stero delle  Colombe  ove  ornava  una  parete 
della  oella  della  Beat^i  Colomba  da  Rieti, 
fondatrice  di  quel  cenobio;  e  su  quella 
parete  rimase,  finché  non  fu  concesso  In 
prestito  alla  Mostra;  nò  la  stupenda  pala 
d'altare,  secondo  il  Venturi  capolavoro  di 
Bartolomeo  della  (ìatta,  appartenente  al 
signor  Cesqui  Abeti  di  Preci,  rappresen- 
tante una  Pietà.  Finalmente  merita  qui 
ricordare  la  bellissima  serie  di  libri  corali 
miniati,  che  illustrano  compiutamente  la 
storia  della  miniatura  umbra  e  molti  altri 
che  appartengono  alle  scuole  bolognese, 
fiorentine  e  sanese,  C'*.,  ec. 
-  Napoli  —  Il  dott.  Ettore  Gabriel  annunzia 
di  essere  riuscito  a  ricomporre,  con  molti 
frammenti  di  bronzi  del  Museo  Nazionale, 
quasi  nella  sua  totalità  la  famosa  quadriga 
spltn(fidìssiina,  scopf-rta  negli  scavi  di  Er- 
colano  dopo  il  173y  e  andativ  miseramente 
dispersa  e  in  parte  distrutta,  poiché  molti 
frammenti  furono,  con  dissennato  consiglio, 
fusi  insieme  ad  altri  bronzi  ercolanesi  per 
ricavarne  ritratti  del  re  e  della  regina  al 
tempo  di  Carlo  III.  Secondo  le  ricerche 
del  Gabriel,  la  quadriga  Ercolanese,  che 
sarebbe  il  monumento  più  grandioso  della 
plastica  antica  in  bronzo  che  sia  a  noi  per- 
venuto, era  un  monumento  onorario  ad 
Augusto,  divinizzato  nell'auriga  nudo  che 
guida  11  carro:  sul  davanti  del  carro  erano 
applicate  5  figurette  decorative.  Apollo  nel 
centro,  con  Giunone  alla  destra  e  Venere 
alla  sinistra,  e  1  d'ue  Cesari  Gaio  e  Lucio. 
Dell'auriga  si  hanno  importanti  frammenti 
(non  la  testa  che  forse  è  ancora  sepolta)  ; 
altri  frammenti  del  carro  ;  le  cinque  sta- 
tuette quasi  complete,  un  cavallo  completo 
(già  restaurato  nella  seconda  metà  dil  se- 
colo XVIII),  la  testa  di  un  altro  e  molti 
frammenti.  Si  sta  adesso  facendo  il  calco 
in  gesso  dell'iutiero  monumento. 


^OPUSCOLI  E 
,  SCHIflRIMEhTI 


simcàmàiiùmimtìiiNìo  d^MiLiirid 


2.  Milano  —  Al  Teatro  Manzoni,  La  vita  è  un 
sogno,  commedia  in  tie  atti  di  G.  Pagliara, 
successo  contrastato. 

4.  Dublino  —  Inaugurazione  dell'Esposizione 
Internazionale  irlandese  coli' intervento  di 
lord  Aberdeen,  luogotenente  generale  per 
l'Irlanda, 

5.  È  inaugurato,  con  solenne  cerimonia,  un 
ampio  e  diritto  viale  lungo  tre  km.  e  mezzo, 
che  da  Ostia  conduce  fino  alla  ridente  spiag- 


dovesse  rappresentare  un  lavoro  ciclopico 
e,  quindi  impos?ibils.  date  le  condizioni 
economiche  del  paese.  Per  questa  ragione 
il  Comitato  Fìo-Ritma  MarUthua,  che  da 
molti  anni,  sotto  la  presidenza  delTinge- 
gnere  Paolo  Orlando,  si  stuilia  di  portare, 
con  un'azione  di  propaganda  attiva  ed 
energica,  la  coscienza  del  paese  verso  la 
necessità  di  dare  a  Roma  un  porto  di  mare, 
volle  celebrare  l'avvenimento  con  grande 
pompa.  E  così  ad  Ostia  si  indissero  feste 
popolari;   e   così  si   tennero  banchetti;    e 


Nuovo    VIALE    DA    liuMA    Al,    iUAKJi. 


eia  marina  di  Castel  Fusano,  costruito,  at- 
laverso  l'agro,  dalla  Cooperativa  Brac- 
1  uinti  Ravennati,  la  quale  in  questo  stesso 
(giorno  festeggia  il  V  anniversario  della  sua 
costituzione.  Non  era  risoluto,  con  ciò,  l'an- 
tico e  sempre  agitatissimo  problema  di  ren- 
dere la  capitale  d' Italia  una  città  marittima, 
e  nemmeno  si  era  dato  un  grande  passo 
sulla  via  dulia  risoluzione.  Ma  il  fatto  aveva 
un  certo  valore,  e  precisamente  questo:  di 
mostrare  ai  romani  quanto  fosse  vicino  alla 
loro  città  il  desiderato  mare.  Toccata,  di- 
rciéo  cosi,  con  mano,  la  breve  distanza, 
essi  avrebbero  potuto  convincersi  che  la 
costruzione  di  un  canale  marittimo  da 
San  Paolo  a  quella  medesima  spiaggia,  non 


così,  infine,  si  pubblicò,  col  titolo  La  Via 
dal  Mare  alla  Capitale  d'Italia,  un  elegante 
numero  unico,  al  quale  collaborarono  uo- 
mini di  lettere  e  persone  tecniche  per  of- 
frire la  storia  di  quanto  si  fece  in  tale  senso 
nel  passato  e  di  quanto  si  desidera  di  fare 
oggi,  per  mettere,  riavvicinandola  al  mare, 
Roma  in  una  condizione  di  prosperità  eco- 
nomica che  non  potrebbe  diversamente  rag- 
giungere. A  ricordare  questo  evento,  ripro- 
duciamo una  fotografia  presa  sopraluogo 
nel  giorno  medesimo  dell'  inaugui-azione 
del  nuovo  viale,  il  quale,  quanto  prima, 
sarà  percorso  da  un  tranvai  elettrico  ca- 
pace di  condurre  da  Roma  al  mare  in  soli 
venti  minuti.  (A.  Lancellotti). 


La  cura  delle  vene  varicose  y;r  D:;„""L%i'\;'^;rXenat1;'! 

stale  502,  NAPOLI)  bonifica  e  ricostituisce  le  pareti  venose  malato  e  tutto  l'appa- 
recchio circolatorio.  —  Sofferenti  e  predisposti!  Esso  rappresentala  vostra -salvezza! 
—  Opuscolo  illustrativo  a  richiesta.  —  Vademecum  dei  sofferenti  e  predisposti 
(Cause,  cura,  igiene).  Voi.  100  pag.  ili.  li.  1. 


-  r>r>fi  ^ 


5.  Ar<»r«a  (llupoll)  —  fnansnra7.1one  del  mn- 
uumonto  a  Pietro  Ho«i;«n<»,  l'eloqueiito  av- 
vocato poiirtl*»  l'hi».  ministro  «la  pochi  j^innil, 
si  snlcUlo  Molla  iioue  del  U  iiovctubre  1903. 
Alla  cerimonia  assisto  l'on.  (ìlolUM. 

6.  Mtlnno  —  Al  Teatro  Manzoni,  //  Soi^  fon- 
tutio,  commedia  in  tro  atti  di  Silvio  Zam- 
baldl.  successo  mancato. 

8.  Miliuio  —  Al  Teatro  Man/onl,  S'MZti  ap- 
ff-;;r.  ,«r,nn  m:\  in  duo  .atti  di  S.  Marvasl,  la 
1  11». 

9  urazlone    del    Poli- 


la  »lnl<»frft:  r.ile  ft  dir?  «InA  Uoutìa  siU-rirt- 
eul».  Hccondu  le  ultime  interpretazioni,  ii  i 
rumo  diiMoro  e  una  z  impetta   felina  <!i 
cpifaniento   eia   il    sostejfm  di  un  plcc-i 
plinto.  La  statua,  dann)>(ri;iat.i  nella  cadiit 
Immane,  è  mancante  della  punta  del  nu^ 
deirnvanihrai'cfo  destro,  di  p.irte  del  hhi 
stro,  di  più  della  metà  del  vassoio  che  ^' 
appopniato   sull'avambraccio    sinistro  e 
alcuni  degli  oggetti  collocati  su  questo  v;v- 
solo. 


,  Vtìn.v.ia  —  Inau^'urHzione  del  VII  Concor- 
so nazionale  {jlnnostieo. 

10.  La  Segreteria  della  Congregazione  dei 
Vescovi  e  Regolari  dirige  ai  Vescovi  d'Ita- 
lia una  lettera  con  la  quale  presenta  e  rac- 
comanda un  nuovo  programma  di  studi, 
approvato  da  l'io  X,  da  introdursi  in  tutti 
i  seminari  italiani.  Le  riforme  principali  in 
essa  contenute  sono:  radattaraeiito  inte- 
grale dell" insegnamento  secondatlo  nei  se- 
minari ai  programmi  dei  ginnasi  e  licei  go- 
vernativi; l'introduzione  di  un  anno  spe- 
ciale di  propedeutica  alla  teologia;  l'arric- 
chimento del  corso  teologico  con  alcune 
discipline  storico-critiche  e  filologiche  (ese- 
gesi biblica,  ebraico  e  greco,  archeologia  e 
storia  dell'arte);  proposta  di  concentrare 
in  alcuni  seminari  l'insegnamento  liceale 
e  il  teologico. 

.  Genova  —  Al  Teatro  Paganini,  La  sfron- 
tata, dramma  di  Carlo  Bertolazzi,  il  lavoro 
cade. 

,  (ìenova  —  AI  teatro  Verdi,  Calle  cUl  Pa- 
radiso n.  669,  dramma  di  Silvio  Zambaldi, 
successo  buono. 

11.  Roma  —  La  Commissione  Centrale  d'An- 
tichità e  Belle  Arti  delibera  l'acquisto  per 
i50,0(X)  lire  di  un  capolavoro  della  scoltura 
antica,  di  una  statua  ora  proprietà  degli 
eredi  di  D.  Pietro  Aldobrandini  principe 
di  Sarsina  ad  Anzio.  In  una  notte  burra- 
scosa del  dicembre  1878  i  marosi,  inve- 
stendo il  piede  del  promontorio  di  Anzio 
nella  località  detta  dell'Arco  Muto,  dove 
si  distendono  le  fondamenta  di  antiche  co- 
struzioni romane,  misero  allo  soopex-to  la 
parete  di  fondo  di  una  grande  sala,  e  da 
una  nicchia  rimasta  fino  allora  nascosta 
precipitò  in  mare  una  statua  di  fanciulla, 
che  fu  ripescata  di  poi,  con  qualche  lesione, 
per  cura  del  proprietario  del  fondo,  il  prin- 
cipe di  Sarsina.  Questa  è  la  statua,  rimasta 
per  molti  anni  celata  e  quasi  ignota,  finché 
prima  W.  Klein  e  poi  Altmann  e  Amelung 
non  la  rivelarono  agli  studiosi  e  non  ri- 
chiamarono su  di  essa  l'attenzione  degli 
archeologi.  La  statua  in  marmo  greco,  alta 
m.  1,70,  rappresenta  una  fanciulla  vestita 
di  un  chitone  di  stoffa  pesante,  e  di  uu 
mantello,  col  viso  intento  a  contemplare 
ciò  che  sta  sul  vassoio  che  essa  regge  con 


La  fcjACUiFiCATiiicii;  u'an^io. 
(Fot.  Abeniacar). 

Da  alcuni  frammenti  recuperati,  si  può 
rilevare  che  con  il  braccio  destro  mancante 
la  fanciulla  era  in  atto  di  deporre  sul  vas- 
soio o  di  alzarne  una  corona  d'alloro.  L'in- 
terpretazione della  statua  è  tuttora  incerta  : 
l'Altmann  vedeva  in  essa  una  sacerdotessa 
dell'Apollo  di  Patara,  l'Amelung  la  figura 
di  una  poetessa  consacrante  al  dio  la  co- 
rona della  vittoria  ovvero  quella  dì  una 
conduttrice  di  un  coro  di  vergini  (ma  que- 


INSEGNE  VETRINE 

FERHtmSTIlltSNIin     FERIOn.IEGOZI 


(W/ir^ii  É 


PREMIATO  con  MEDAGLIA  D  ORO  -i-  , 
--i>     ALL   ESPOSIZIONE    Oi   MILi^no    1906 

fi^'P  Itì  COSTRUZiOf^E  ùl  VETRI  ME  FERRO, 
EMEDflOLIfl     OflRGtMTO   OEL 


CORbO  VALENTINO.  24     •^        "^ 
O'FrciriA  »RO»Ri*  VIA  BARETTI.  37 


-  m  ^ 


Sfe'ipotesi  parfi'vaffo  .lati' idea  che  l'oppet^o 
sul  vassoio  fosse  un  rotolo  di  perjraino.ia 
e  non  una  benda  sacrificale,  doijde  il  nome 
Tol}.'ftve  ma  errato  sotto  11  qnale  la  statua 
è  più  c'ono-^ciuto,  la  Leggiti' ice) \  ora  l'inter- 
pretazione più  scarnita  è  quella  del  Furt- 
Avàngler  che  vi  vede  la  figura  di  una  ver- 
gine assistente  a  un  sacrificio.  L'opera  è 
certamente  una  delle  più  belle  che  ci  abbia 
tramandato  l'antichità.  Klein  l'ha  attribuita 
a  Leochares,  ma  l' ipotesi  non  è  suflfrayrata 
da  prove  siiificienti.  I  più  autorevoli  critici 
d'arte  si  limitano  a  definirla  una  delle 
prime  opere  dell'arte  ellenistica  fiorente 
nell'Asia  Minore.  Finché  questi  problemi 
non  possano  essere  i-isoluti  da  nuove  inda- 
gini, contentiamoci  di  ammirare  il  capola- 
voro venuto  ad  arricchire  le  nostre  colle- 
zioni d'arte.  Giudica  il  Furtwàngler  che 
essa  "  superi  por  grazia  e  venustà  ogni 
altra  statua  esistente  in  Italia:  nulla  noi 
musei  di  Roma  può  ad  essa  paragonarsi 
per  bellezza.  Essa  è  certamente  un'opera 
unica  ed  affascinante.  „ 


segretario  della  Éepu1jl)tica  flovenfina,  A 
San  Gimijrnano  per  istruire  quelle  milizie. 
Discorso  commemorativo  dell' on.  Callainl. 

13.  Jamestown  (Virgiiii^i)  —  Commemorazione 
del  IH  Cen  tenario  di  fondazione  della  prima 
colonia  permanente  inglese  nel  Nuovo  Mon- 
do dopo  i  tentativi  di  Raleigh  e  di  altri  pio- 
nieri elisabettiani.  La  città  sorge  dove  1  cen- 
toclnque  emigranti  giunti  con  tre  piccole 
navi  inglesi  al  comando  di  John  Smith  il 
13  maggio  1P07  nella  rada  che  si  chiamarono 
Hampton  Eoad  fondarono  la  prima  colonia 
Virginiana.  Per  commemorare  questa  data 
solenne,  si  è  indetta  una  Esposizione  uni- 
versale, inaugurata  11  26  aprile  iv.  questa 
d(ifa).  Nella  stessa  rada  alla  presenza  del 
presidente  Roosevelt  è  passata  una  grande 
rivista  navale  alla  qnale  partecipano  navi 
da  guerra  di  tutte  le  nazioni  civili  del  vec- 
chio e  nuovo  mondo:  l'Italia  vi  era  rap- 
presentata da  tre  navi,  la  Varese  al  co- 
mando del  Duca  degli  Abruzzi,  l' Etruria  e 
il  Fieramoscn. 

14.  Milano  —  Al  Teatro  Lirico,  Diana  d'Efeso 


La  traveksata  del  Tevere  a  cavallo. 
(Fot.  Abeniacar). 


11.  Reggio  PImilia  —  Congres-o  nazionale  delle 
Latterie  sociali. 

12,  Milano  —  A  San  Siro,  il  Gran  Premio  del 
Commercio,  è  vincitore  l'ioniere  di  Sir  Rho- 
land. 

„  Roma  —  AI  prof.  Matteucci,  direttore  del- 
l'Osservatorio vesuviano,  è  consegnata  una 
medaglia  d'oro,  fatta  per  lui  cauirtre^da 
molti  professori  d'  Università  e  delle  Scuole 
.secondarie  in  riconoscimento  della  sua  ope- 
ra coraggiosa,  per  essere  rimasto  intrepida- 
mente all'Osservatorio  durante  la  terribile 
eruzione  dello  scorso  anno. 

„  Canosa  —  Inaugurazione  del  monumento 
a  Matteo  Renato  Imbriani,  opera  dello  scul- 
tore r:imo  Palazzi,  che  è  un  allievo  di  Et- 
tore Ferrari. 

^  San  Gimignano  festeggia  11  quarto  cente- 
nario della  venuta  di  Niccolò  Machiavelli, 


dramma  in  tre   atti  di   Valentino  Soldani, 
successo  buono, 
15.   Torino    —  Al  teatro  Vittorio   Emanuele, 
Espiazione,  opera  in  un   atto  del   maestro 
Ottolenghi,  buon  successo. 

18,  Milano  —  Inaugurazione  della  Mostra  del 
Ciclo  e  dell'Automobile  al  Parco,  alla  pre- 
senza del  Duca  di  Genova,  che  rappresen- 
tava il  Re,  e  del  Principe  di  Udine, 

19.  Ostiglia  —  Primo  convegno  provinciale 
della  Dante  Alighieri, 

„  Roma  —  Al  teatro  Adriano,  Battista,  opera 
del  maestro  Giocondo  Fino,  successo  com- 
pleto. 

„  Roma  —  Posa  della  prima  pietra  della 
nuova  stazione  di  Trastevere,  alla  presenza 
del  Ile:  inaugurazione  dei  lavori  della  linea 
di  allacciamento  delle  stazioni  di  Roma. 

„   Roma  —  In  seguito  ad  una  lunga  pole- 


-  nri  ^ 


Utile  ootonr.é  del   i/-«*w^j7«»«-«»  snilit 


:iio  liaiiieri,  i  manoscntU 
nonienta  conseguati  alU 
Kile  di  Napoli.  Al  tempo 
la  riiTa  raccolta  di  libri 
luliani  donata  dal  profes- 
MturaZumbiui  alla  Biblioteca 


V  Congresso  internazionale  dello 
6cuoiti  DuDienicaU' 

21.  Vienna  —  Congresso  agrario  internazio- 
nale. 

22.  Milano  —  Al  teatro  Olimpia,  Una  iota  al 
palo,  commedia  in  tre  atti  in  dialetto  ve- 
ncKiano  di  C.  Bertolazzl,  successo  completo. 

.  Bologna  —  Inaugurazione  di  una  lapido 
suTa  fncri.Tta  del  palazzo  Dell'Armi,  ove 
'  Marconi. 

2^"  .ciano,  hanno  luogo,  con 

;  il  la  presenza  della  Kegiua 

Madrt-,  «li  tìspeiimonti  di  un  nuovo  tipo 
di  idroplano  (battello  automotore  ad  eli- 
che aeree)  studiato  dai  signori  B.  Croceo 
ed  O.  Ricaldoni  della  Brijzata  Specialisti  di 
Roma.  L'idroplano  è  sostenuto  da  due  cop- 
pie di  alette  a  l'orma  di  V,  a  poppa  e  a 
prua,  le  quali  sorreggono  lo  scafo  che 
emerge  dall'. icfiua  mc/.zo  metro.  Sotto  la 
spinta  di  due  eliche  aeree,  mosse  da  un 
II.  t-re  di  80100  cav.illi,  l'idroplano  può 
iM^'j; ungere  la  velocità  di  70  km.  all'ora. 
Il  peso  del  sistema  con  due  persone  è  di 
lófH)  kgr. 

,  Vienna  —  Conijresso  della  Lega  interna- 
zionale delle  Coopcr.vLivo  agrarie. 

23.  Roma  —  Al  teatro  Argentina,  K/fetti  ,U 
Ito-e,  commedia  ^«iocusa  di  Lucio  d'Ambra, 
il  lavoro  è  api)Iau«lito. 

.  Palermo  —  VI  Congresso  industriale  e 
commerciale. 

25.  Lecce  —  lnan:;n razione  del  tronco  fer- 
roviario Lecce-Nardò-Francavilia.  In  que- 
sta stes-?a  occasione  sono  inaugurati  il  ser- 
vizio telefonico,  un  bassorilievo  in  bronzo 
a  Carducci,  un  bnsto  a  Bovio  e  la  bandiera 
offerta  d  ilie  .signore  al  Comitato  locale  della 
Dante   Aliyhifsri. 

26.  Milano  —  Onoranze  al  senatore  Malachia 
De  Cristoforis,  illustre  ostetrico  e  gineco- 
logo, in  occasione  del  cinquantenario  della 
Mia  laurea  dottorale. 

,    Como  —  Commemorazione  'l'jlla  battaglia 


di  %\n  Femio.  <njin'nivn'».(ir<»  AA\a  tunl^rv  i 
d.'lJ»  «e/ioM.» -It  MelUiizona  delln  O  m'.t  .1  , 
'    l'ariano  11  minintro  Ca.vano  e  l'oii. 
Veechinl  rlerocindo  l'epopea  gai.- 

/.la  —  VI  Congresso  geografico  n.a- 

.1  -  Oli  «tndrnti  del  liceo  Mnchiavelli 
"luuiemor.'xiio  il    40"  nunlversuio   d  In-' 
^'iiamento  della  fllo><>tUi  nel  liceo  »te»M)  «|. 
prof.  Car!o   Butti,  milanese,  o   gli   olfroi 
una  pergamena  e  una  meda:;lia  d'oro. 
,   Roma  —  (ili  amici  ed  ammiratori  italia' 
ofTiono  un   albo   ed   una  targa  d'onore  a 
Salvatore  Farina. 


Scjrnaio  «(»n  n<»l  mistro  r.ilfr  ilari) 
QiK<«tP  parole  dif  ognun  può  vedere  : 
<(;iul>il<'o  di  lavoro  letterario 
Di  .SAI.V.\TOR  FARINA  romanziere, 
<'loria  vivente,  placida  e  «iii'eia 
D«lla  Sardegna  e  dell'  Kalia  m'era.  » 

(Dal  <  Travaso  dello  Ideo  delia  Doilc 
nira  >,  2  t.'iupDo). 

,  lioina   —  A  cura  degli  orefici  romani 
coliù.-nta    sull'antico   ediScio  della  Z3ci\ 
che  lu  poi  11  Palazzo  del  Banco   di   Ssrsi 


■e». 


Pastigle  DUPRE  feb  u  Tosse 

le  più  efficaci  nelle  bronchiti,  polmoniti,  catarri,  ec. 

VENDILA.    PRESSO    IL    PKEPAKATOKE    A    KIMINI   -   PREZZO!    L.    1. 


(HQ 


ftpinio  ci-à  sul  Óorso  Vittorio  Emanuele, 
una  lapide  in  onore  di  Benvenuto  Celimi. 
l.a  targa  è  in  1)rorizo,  ornata  da  due  putti 
che  soirpggono  il  busto  del  maestro  e  da 
due  artistiche  cariatidi. 

26.  Ascoli  Piceno  —  Commemorazione  di  Sac- 
coni fatta  da  Corrado  Ricci  e  inaugura- 
zione di  una  Mostra  dove  è  rappresentata 
tutta  la  instancabile  operosità  del  Sacconi 
dal  progetto  di  Museo  d'arte  greca,  fatto 
quand'era  studente,  ai  lavori  per  la  Cap- 
pella di  Monza  e  per  la  tomba  di  Um- 
berto I  al  Pantheon. 

„  Palermo  —  Chiusura  del  concorso  interna- 
zionale di  lotta,  vince  il  primo  premio  di 
L.  2500  e  la  corona  della  Sicilia  il  dalmata 
Giovanni  Kaicevich. 


sfanno  un  processore  italiano  a  Zar  pftf'3 
della  commissione  esaminatrice  per  il  di- 
ploma di  studi  superiori  di  lettere  italiane, 
e  nomina  per  l' imminente  sessione  d'esami, 
che  principia  in  giugno,  il  prof.  Dino  Man- 
tovani dell'Università  di  Torino. 

29.  Firenze  —  Primo  congresso  forestale. 

30.  Regata  nazionale  di  resistenza  a  remi  sul 
percoz'so  Milano-Abbiategrasso,  lungo  il  Na- 
viglio Grande.  Alla  "  Colombo  „  di  Pavia 
rimane  la  Coppa  della  Città  di  Milano. 

fl  Torino  —  Inaugurazione  dell'Esposizione 
razionale  canina. 

fl   Firenze  —  Congresso  ginnastico. 

„  Berlino  —  Arrivo  dei  senatori  italiani  Man- 
gili e  Colombo,  che  col  conte  Jacini  for- 
mano la  commissione  milanese,  incaricata 


Roma 


Inaugurazione  di  una  lapide  a  Benvenuto  Cellini 
nel  palazzo  della  Zecca  ove  egli  lavorò. 


„  Gorizia  —  Commemorazione  dell'illustre 
goriziano  Graziadio  Ascoli,  fatta  dal  pro- 
fessore Vittorio  Ferrari,  milanese. 

„  Stockholm  —  Si  chiudono  le  feste  del  bi- 
centenario di  Linneo  con  un  ricevimento 
dato  dal  re  Oscar  ai  delegati  stranieri,  re- 
duci da  un  pio  pellegrinaggio  alla  casa  na- 
tale del  grande  naturalista  in  un  angolo 
sperduto  della  Svezia  meridionale,  il  pic- 
colo villaggio  di  Roeshult. 

27.  Grenoble  —  La  Facoltà  di  lettere  del- 
l' Università,  delibera  di  Invitare  liu  da  que- 


di  presentare  a  Guglielmo  II  la  targa  d'oro 
dell'Esposizione  Internazionale  di  Milano 
1906.  La  consegna  ha  luogo  il  3  giugno. 

31.  Venezia—  Congresso  dei  medici  condotti. 

—  Colonia  Eritrea  —  I  professori  Francesco 
Gallina  e  Roberto  Paribeni,  inviati  in  mis- 
sione archeologica  dal  Regio  Governo  nel- 
l'Eritrea, presentano  al  Governatore  una 
relazione  preliminare  sui  resultati  delle 
loro  esplorazioni,  relazione  che  riteniamo 
utile  di  riportare  integralmente: 

"  La  Missione  Archeologica  recatasi  in 


RISCALDAMENTI  MODERNI 

preventivi  _ChratÌ8    . 


SERANTONI     <fe     PONTIGLIONB 
MIL.A»fO-BOI^OGXA 

_  Viale  Monforte.  s  —  Via  S.  Simone,  i. 


Onest'nnno  19M-I0f>7  in  oolonln  F.rUroa  si 
iH'cupù  do}*!!  st-avi  di  AdulH.  snil.i  uosta 
«l«»l  Sl;ir  IJovso,  poolic  oro  a  Hud  dì  MassAua 
pr»»s-so  ri>,|l«'rn<>  \ill;i;,'i;io  di  Zilla. 

,  Lo  |HH-he  u.'tuio  lascìiutoci  <lai  clas- 
sici sul  naosl  d«>l  maro  Kritreo  rioorrtano 
A'itl-y  omo  città  ricca  di  ctimniorol  e 
1  '       ..1;\   dtt   un   inoiiiu'o 

IO  quel  mare    circa 
.1  supporri.*  che  sulla 
-  i  l*  r  «lualchi'  tt'uipo  la 
mei.  Ks^a  sopravvisse  poi 
;  •!  dviminio,  cbbo  relazioni 
c«>iuuuiu   Ci>u    i' IC^'itto   roinaiiu,  e  poi,   sia 
per  lo  mutate  condizioni   del   litorale  che 
condussero  al  completo  interramento   del 
suo  porto,  sia  por  le  difficoltà  del  commor- 
ciò  allo  scoppiare  della  grande  crisi  mio- 
mettana,  e  alla  perdita  dell' Ei^itto  da  parte 
dell'impero  bizaniino,  venne  lentamente  a 
morire. 

,  Il  luopo  offre  ora  r:ispetto  di  una  pia 
nura  ondulata  e  ?abl»ios:i,  «love  cumuli  M 
pietre  e  di  rottami  attestano  la  presenza 
di  edifici  in  rovina.  Per  non  pregiudicare 
con  depositi  di  terre  di  scarico  nel  centro 
della  città  futuri  lavori  di  scavo,  le  esplo- 
razioni preliminari  di  quest'anno  furcMio 
condotte  specialmente  «Ila  periferia.  Dalle 
numerose  trincee  e  fosse  di  sag;,'io  aperte 
non  risultò  traccia  alcuna  di  una  cinta  di 
mura:  alla  periferia  gli  edifici  si  fanno  più 
rjiri:  poi  agli  ultimi,  rivelati  al  soprassuolo 
dai  cumuli  di  n)ttami,  seguono  le  abitazioni 
più  povere  e  più  leg^'cre  in  legno,  paglia 
e  fango,  di  cui  uniche  tracce  sono  il  foco- 
lare ed  il  letamaio.  Però  pur  presso  alla 
periferia  si  rinvennero  editici  di  notevole 
importanza.  Un  gruppo  di  case  private  fu 
posto  in  luce  nella  regione  sud-ovest  della 
città:  benché  riattate  con  successive  sem-* 
pre  più  misere  rabberci.-fture  negli  anni 
della  decadenza,  mostrano  esse  ancora  nelle 
parti  più  antiche  larghe  e  robuste  mura 
costruite  a  grosse  pietre  laviche  e  basalti- 
che e  lastre  d'arenaria,  materiali  che  non 
si  trovano  se  non  a  una  certa  distanza  dal 
luogo  della  citui.  Sotto  le  parti  più  antiche 
si  poterono  del  resto  anche  osservare  avanzi 
di  altri  muri  con  orientazioni  del  tutto  di- 
verse appartenenti  a  costruzioni  anteriori 
che  non  poterono  per  ora  essere  esplorate 
per  non  danneggiare  gli  editici  soprastanti. 

.  Nella  parte  settentrionale  della  città 
si  rinvenne  quasi  a  fior  di  terra  una  chie- 
setta cristiana  della  forma  basilicale  clas- 
sica con  abside,  presbiterio,  tre  navate  di- 
stinte da  colonne.  Sorgeva  essa  sopra  un 
più  antico  edificio  di  assai  nobile  aspetto, 
se«rondoogiìi  probabilità destinatoanch'esso 
a  culto,  e  a  culto  precristiano,  le  cui  mura 
di  bella  costruzione  a  regolari  riseghe  sono 
conservate  a  circa  tre  metri  di  altezza.  Ab- 
bandonato quel  culto,  al  ricco  edificio  fu- 


rono In  lfloorO^!im<'nlo  addos^ito  m<>Kohln6 
casette  abitate,  come  rivelò  la  snppollettll  » 
in  essM  rinvenuta,  da  gontl  cristiane,  sicoh 
(ta  ultimo  sulla  parte  più  alta  doll'antii 
tempio  mozzato  si  edificò  la  chiesella  eh 
ho  ricnrdat  »,  povera  costruzione  su  cui  In 
furiò  11  t-mpo  o  l'ira  tnusulraana.  Vn  alti 
grande  edificio  anch'esso  certamente  pn'. 
blico  e  for%f  dedicato  a  culti  preoristi.ii 
fu  trovato  all' estremo  levante  della  cittì 
lung>  venticiKine  me  ri,  largo  sedici,  era 
costruito  in  modo  aifatto  simile  a  quello 
delle  parti  settentrionaM.  Anche  su  di  esso 
fu  eretta  una  chiesa  c.istiana  più  grande 
dell'altra,  pure  a  forma  basilicale  con  tre 
porle,  baldacchino  centrale  sorretto  da  otto 
colonne,  di  cui  restino  sette  tronconi:  pr. 
sbiterio.  abside  e  battlsterio  a  vasca  cin.i 
lare  per  la  pratica  del  battesimo  ad  immer- 
sione. Della  grande  porta  centrale  carbo- 
nizzata da  un  inceu'lio  si  rinvennero  due 
borchie  di  bronzo  a  foggia  di  testa  di  leone 
di  egregia  fattura  Dell'edificio  sottostante 
la  Missione  archeologica  non  potò  per  man- 
canza di  tempo  che  segnare  il  perimetro 
esterno  e  non  per  l'intera  profondità  della 
sua  costruzione;  ma  il  proseguimento  dello 
scavo  potrà  senza  dubbio  portare  utili  ri- 
sultati. Il  materiale  raccolto  nei  tre  mesi 
di  lavoro  è  stato  collocato  provvisoriamen- 
te nei  locali  dell'antico  commissariato  di 
Asinara,  e  insieme  ad  alcuni  pochi  oggetti 
l'accolti  anteriormentea  Toconda  e  ad  Aratù 
forma  un  primo  nucleo  di  collezione  archeo- 
logica etiopica  ricco  già  di  circa  millesei- 
cento oggetti  debitamente  inventariati  e 
ordinati.  L'esame  di  quella  suppellettile 
come  i  resti  degli  edifici  di  Adulis,  del  Co- 
haito,  di  Toconda  e  di  .\ratù  ci  dimostrano 
con  piena  evidenza  la  grande  prosperità 
economica  goduta  in  età  classica  dal  paese. 
Alcuni  edifici  di  Adulis  erano  rivestiti  di 
grandi  lastre  di  eccellente  alabastro;  e  cosi 
marmi  diversi  e  multicolori,  serpentini  verdi 
e  rossi,  graniti  entravano  anch'essi  ad  or- 
nare le  rioche  case  e  i  templi;  in  bronzo 
era  non  poco  della  domestica  suppellettile; 
oltre  ogni  dire  abbondante  e  ricca  la  sup- 
pellettile vitrea  importata  forse  dal  vicino 
Egitto,  patria  antica  di  quella  mirabile  in- 
dustria. Frequente  l'avorio,  l'ambra,  la 
madreperla,  cose  tutte  di  cui  gli  Aduliti 
facevano  coni mercio,  e  fre  luenti  anche,  oltre 
le  speranze,  l'oro.  La  collezione  di  Asmara 
ha  tratto  da  Adulis  già  quarantadue  monete 
auree  del  re  axumìti,  due  grosse  croci  in 
oro,  simili  alle  nostre  episcopali,  una  delle 
qnali  con  iscrizione  greca,  e  oggetti  d'orna- 
mento e  frammenti  di  verghe  d'oro  grezzo. 
Non  meriterebbe  che  in  una  relazione  scien- 
tifica si  dessero  notizie  statistiche  che  va- 
lore scientifico  non  hanno  alcuno,  ma  di- 
remo ciò  non  ost;inte.  che  in  tre  mesi  di 
esplorazione,  Adulis  ha  dato  ori  per  due- 


Varici  alle  gambe,  Varicocela,  Emorroidi.  So':tu:S'd"e?u 

vene,  razionale,  scientifica.  —  Sollecita  e  definitiva  scomparsa  di  peso,  dolori,  ec. 
—  Opuscolo  illustrativo  a  richiesta.  —  Vademecum  dei  sofferenti  e  predisposti 
(Cause.  Cura,  Igiene).  Voi.  10)  pag.  ili.  Ij.  1.  —  Dott.  Stefano  Bolugnese.  Casella 
postale  502,  NAPOLI.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  prin- 

cinali   lin<rop.  _   ..      ._  _    _      __. 


-  G74  - 


cotitope^santa  grattimi.  La  serie  nTimisma- 
tica,  ricca  come  dissi  di  quarantadue  monete 
d'oro  e  di  trecentonovanta  di  bronzo,  quasi 
tutte  appartenenti  all'impero  axumita,  può 
contare  come  una  delle  migliori,  forse  come 
l'ottima  delle  serie  ora  note,  ed  è  lecito 
sperare,  che  se  si  continuerà  a  non  disper- 
dere quanto  il  ferace  suolo  può  dare  e  a 
rendere  vi.  ibiii  e  a  conservare  i  monumenti, 
ah  studiosi  delle  antiche  civiltà  etiopica, 
Ggizio-romana  e  paleo-araba  potranno  tro- 
vare nella  nostra  colonia  meglio  che  in 
qualunque  altre  luogo  copia  di  documenti 
e  materiali  di  studio.  Ai  non  studiosi  di  ar- 
cheologia quel  materiale  potrà  dire,  quanto 
le  speranze  di  un  risorgimento  economico 
di  quei  paesi  possano  essere  confortati  dalla 
storia  antica.  Che  ricchezza  e  civiltà,  atte- 
state da  costruzioni  grandiose,  appaiono 
non  solo  in  Adulis.  città  che  dal  mare  traeva 
tutta  la  vita  sua,  ma  eziandio  in  regioni 
interne  e  aspre  e  ditiicili  come  a  Toconda, 
e  sull'altipiano  del  Cohaito,  dove  pure  sor- 
gevano ricchi  e  sontuosi  edifici;  e  ruderi 
di  costruzioni  che  lasciano  supporre  centri 
abitati  e  fiorenti,  sono  segnalati  in  tutto  il 
paese  da  Raheita  al  confine  meridionale  fino 
agi.  Habab  settentrionali,  e  dalla  costa  del 
Mar  Eosso  fino  oltre  le  gole  di  Halhal  nel 
paese  dei  Bet  Tacuè  e  dei  Maria.  ^ 

GIIJGXO 

?.  Assisi  —  Annuale  convegno  della  Società 
per  gli  studi  fi-anceucani.  Dotto  distorso  di 
Adolfo  Venturi,  il  quale  combatte  a  fondo 
la  teoria  del  Thode,  che  vuole  far  derivare 
dall'influenza  di  San  Francesco  il  rifiorire 
del  llinascimeìito, 

,.  Kojua  —  Seduta  solenne  all'Accademia 
dei  Lincei  coli' intervento  del  Re.  11  sena- 
tore Blaseriia  proclama  le  assegnazioni  dei 
Premi  Reali.  Il  premio  per  la  chimica  ò 
diviso  tra  il  professor  Angelo  Angeli  del- 
l'Istituto di  Studi  Superiori  di  Firenze,  e 
il  prof.  Luigi  Balbiauo  dell'Università  di 
Roma;  il  premio  per  la  matematica  è  diviso 
tra  il  prof.  Arzelà  dell'  Università  di  Bolo- 
gna e  il  prof.  Guido  Castelnuovo  della 
Scuola  d'applicazione,  di  Roma:  il  premio 
per  le  scienze  giuridiche  fra  i  proft'.  Man- 
zini e  Diena:  il  premio  per  la  filosofia  non 
fu  assegnato  a  nessun  concorrente.  Fatta 
la  proclamazione,  il  senatore  Isidoro  Del 
Lungo  legge  un  discorso  su  :  "  L'  italianità 
della  lingua  del  popolo  negli  sciMttori  „. 

y,  Roma  —  Il  Re  inaugura  la  Quinta  Gara 
nazionale  di  tiro  a  segno,  alla  Farnesina, 
fuori  Porta  del  Popolo.  La  cerimonia  è 
turbata  da  un  doloroso  incidente  :  un  pal- 
lone del  Genio  militare  all'altezza  di  tre- 
cento  metri  è  incendiato   da  una  scarica 


elettrica  6  pfèòlpita  con  i*uÉ6cìale,  che  lo 

montava,  il  cap.  Rinaldo  Ulivelli,  che  muore 

dopo  tre  ore. 
2.  Livorno  —  Inaugurazione  della  nuova  sede 

della  Camera  di  Commercio  alla  presenza 

del  ministro  Cocco  Ortu. 
f,   Saint-Cloud  —  Inaugurazione  del  monu- 

nUmento  a  Gounod,  che  aveva  scelto  a  sua 

dirtii'ra  quella  pittoresca  borgata  alle  porte 

di  Parigi. 

4.  Vienna  —  Inaugurazione  del  monumento 
all'imperatrice  Elisabetta,  opera  ammire- 
vole dello  scultore  Bitterlioh. 

5.  Milano  —  Al  Teatro  Olimpia,  prima  rap- 
presentazione della  nuovissima  commedia 
in  tre  atti  di  Giacinta  Gallina  nipote  del 
Giacinto,  autore  del  Moroso  de  la  nona  e 
della  Famegia  del  Santolo,  successo  contra- 
stato. 

„  Londra  —  Sul  campo  di  Epsom,  Derby 
inglese  di  lire  162,500  (metri  2400)  alla. pre- 
senza del  Re  Edoardo  e  dei  principi  dii 
Galles  ed  altri  personaggi  della  famiglia, 
reale.  Giunge  primo  il  cavallo  irlandese- 
Orby,  del  noto  sportman  americano  Ric- 
cardo Groker,  montato  da  I.  Reitt',  primo' 
fantino  della  scuderia  Caillault. 

6.  Civitnnova  —  Commemorazione  del  quarto 
centenario  della  nascita  di  Annibal  Caro. 
Discorso  commemorativo  del  i^rof.  Colini 
Baldeschi. 

7.  Commemorazione  delle  nozze  d'oro  dei 
Sovrani  di  Svezia. 

6-7-8.  Brescia  — Grandi  feste  coli' intervento 
del  card.  Ferrari,  per  la  ricorrenza  del 
centenario  della  canonizzazione  della  santa 
bresciana  Angela  Mericl  fondatrice  delle 
Orsoline,  il  cui  corpo  si  conserva  nella 
chiesa  di  Sant'Afra,  intatto  dopo  più  di  tre 
secoli  senza  soccorsi  chimici. 

'8.  Londra  —  Inauguraziune  dell'Esposizione 
equina,  la  più  grande  aperta  sino  ad  oggi. 
„  A  Neuruppin,  in  Germania,  è  scoperto  il 
monuGiento  eretto  in  onore  del  notissimo 
romanziere  tedesco  Teodoro  Fontane,  nato 
di  genitori  francesi  a  Berlino,  nel  dicem- 
bre   18  lU. 

9.  Milano  —  A  San  Siro,  Gran  Premio  Am- 
brosiano (100.000  lire),  è  vincitore  Mediée 
della  scuderia  di  Sir  Rholand  (montato  da 
Spencer). 

„  Annecy  (Savoia)  —  Inaugurazione  di  un 
monumento  a  Eugenio  Sue.  il  popolarissi- 
mo romanziere  francese.  Il  monumento, 
rappresenta  l'Ebreo  Errante  come  simbolo- 
dell'  Umanità  che  procede  invincibile  verso» 
il  progresso  indefinito, 

10.  Pechino  —  Partenza  degli  automobilistii 
per  la  corsa  Pechino-Parigi  indetta  dal  gior- 
nale parigino  Le  Matin.  Vi  prendono  parte 
cinque  vetture,  una  De  Dion-Boufon  gui- 
dada  da  Cornier;  la  Sjn/ker  guidata  da  Go- 
dard:   Vitata  guidata  dal  priclpe  Scipione 


W^^^MM^^^MWaiWM 


i^^**0>^^^t0mi^^m0^^tmt^^t^ii0 


ANEMIA  -f  -^ 
NEURASTENIA  ^: 
RACHITISMO     ^ 


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•l'nltr:»  f>«  tìiiìu  Pout'u.  guidata 
o  ii)t\no  la  Cintial  \;nii\utn  da 

i.  vettura  del  principe  Scipione 

>se  vi:iin:ia  anche  lì  noto  giornolista 
r.arTiiii. 


Il  Pkixcipk  Scipione  Bobghese. 
(Fot.  Abeniacar). 

12.  Bologna  —  Onoranze  commemorative  nel- 
i'Archiginnasio  ad  Ulisse  Aldrovandi.  Il  13, 
vien  fatta  l' inaugurazione  del  nuovo  Mu- 
■-eo  Aldrovaiidiaiio,  collocato  nella  sala  di 
1  enedetto  XIV  nell'Istituto  doUe  scienze,  e 
..iingura/.ioue  del  Museo  Indiano  nell'Ar- 
c-higinnasiu. 

-  Bologna  —  Congresso  dei  liberi  docenti. 

13.  Londra  —  Inaugurazione  dell' Esposizione 
int«rnazion:ilo  della  Croce  Kossa, 

-  Corsa  automobili-Si  ica  della  Coppa  dell'  Im- 
p'jr.iiorc  di  Ccrnìaniu,  organizzata  dall'Au- 


tomobll  Club   di   Boriino  sul   circuito  d-  ' 
Taunus.  Il  i-lrculfo  uiUara  chtlonietrl  llH.i 
e  deve  essere  percorso  4  volte.  A  cag'.ou.; 
del  granda  numero  di  iMcrltt),  »Q.  sono  fatto 
due  eliniinatoiie.   nello  quali  le  ma-'chlne 
italiane  sono   splendidamente   classiiicat* 
la  Fiat  conquista  i  primi  posti  (Lancia  e  : 
una  Fiat  è  primo  arrivato  nella  prima  eliii. 
natoria,  Nazzaro  n«'lla  set-onda)  seguila  dal 
Jtata  e  dalle  Itiunchi  arrivato  al  compie! 
Il  giorno  appresso  ha  luogo  la   detlnitlv.i 
e  Nazzaro  riesce  vincitore,  coprendo  il  per 
corso  in  6  ore,  34™,  62'.  Nelle  prime  diti 
vetture  arrivate,  soi  sono  italiane;  e  ntrll'ul- 
timo  giro  Lancia  sopra  una  Fiat  compì  il 
giro  in  81">,  52",  che  è  il  minor  tempo  Im- 
piegato nella  corsa  (velocità  media  87  chi- 
lometri). L'Imperatore  assiste  all'eliiuina- 
torie  e  alla  corsa  linaio  ad  Hombourg. 

15.  Hombourg  —  Congresso  internazionalo 
automobilistico. 

16.  Roma  —  Chiusura  della  V  Gara  di  tiro 
alla  Farnesina:  vi  assistono  i  sovrani.  Sta- 
heli  Corrado  di  San  Gallo  vinco  il  prini 
premio;  la  Società  di  Cerea  vince  lo  scud» 
d'onore,  la  Società  di  Brescia  conquista  per 
la  terza  volta  la  bandiera  d'onore. 

«  Roma  —  Prima  gara  di  autoscafi  sul  Te- 
vere nel  percorso  Fiumicino-Roma,  35  km. 
contro  corrente.  Il  canotto  GaUinari  I  vinco 
la  "  Coppa  del  Tevere  „. 

17.  Roma  —  Seconda  gara  di  autoscafi  nel 
Tevere  da  Castel  Giubileo  a  Ponte  Milvio, 
alla  presenza  del  Re,  giunge  ancora  primo 
il  canotto  GulUnai-i  I. 

19.  Milano  —  Al  teatro  Olimpia,  Rinuncia, 
commedia  di  A.  Testoni,   successo  buouo. 

22.  Genova  —  Onoranze  all'illustre  chimico 
prof.  Edoardo  Maragliano.  È  inaugurato  un 
busto  di  lui,  pregevole  opera  dello  scul- 
tore Edoardo  De  Albertis. 

.  Ferrara  —  Prima  rappresentazione  in  Ita- 
lia di  II  vJo  della  felicità,  lavoro  dramma- 
tico di  Giorgio  Clemenceau,  ora  presidente 
dei  ministri  in  Francia. 

„  Bologna  —  Congresso  nazionale  per  1  pae- 
saggi ed  i  monumenti  pittoreschi  d'Italia. 

„  Monaco  (Baviera)  —  Chiusura  del  IX  Con- 
gresso internazionale  della  Liat,  associa- 
zione turistica  internazionalo  che  tiene  vive 
le  questioni  riguardanti  gl'interessi  del  tu- 
rismo in  tutti  i  paesi  d'Europa. 

23.  Ozzano  d'Emilia  —  Onoranze  a  Enrico 
Pan/archi  e  scoperta  di  una  lapide  com- 
memorativa sulla  casa  del  poeta,  e  di  un 
medaglione  col  busto  di  Panzac(!hi,  opera 
dello  scultore  Monteguti,  al  Palazzo  Co- 
munale. 

24.  San  Martino  della  Battaglia  —  Inaugu- 
razione del  monumento  ai  caduti  della 
brigata  Acqui,  opera  dello  scultore  pado- 
vano Augusto  Sanavio. 

26.  Roma    —    Congresso    delle    Camere   di 

Commercio. 
,   Firenze  —  Commemorazione  del  25»  anni- 
versario di  insegn  anunlo  di  Guido  Mazzoni 


Ikfanìma!  al  tuo  pSrgoletto  da'  il  latte  del  tuo  seno  e  le  cure  del  tuo  cuore, 
gli  assicurerai  saluto  e  lietezza.  Se  il  tuo  latte  fosse  insufficiente  o  avesse  a  cessare 
presto,  troverai  uti  aiut«  perfetto  nella  gustosa,  nutriente,  digeribilissima  Farina 
Lattea  Italiana  Paganini  Villani  &  C.  (Vedi  avvivo  *«  cuilunùtuj  colorato). 


—  G7G 


i  snoi  vecchi  e  rtiovi  scolari  gli  olTrciio  due 
volumi  di  studi  letterari. 

56.  Vienna  —  ('omiiioinoia7.ioiie  di  Carducci 
por  cura  del  Circolo  Accademico  Itiiliauo 
l'atia  dal  prof.  Arturo  Farinelli,  l'ultimo 
Italiano  che  era  rimasto  a  Innsbrucl»,  e  die 
recandosi  era  all'Università  di  Torino  a  oc- 
cnp:u-\i  hi  cattedra  di  letteiatura  tedesca, 
ha  voluto  con  tale  cerimtnia  accomiatarsi 
dagli  studenti  od  amici. 

28.  Londra  —  È  solennemente  conferita  a 
Joseph  List  r,  inventore  della  medicazione 


numeroso  src'età  ciclistiche  G  cor.polali  del 
Touring  del  IJegno,  altre  società  ciclisti- 
che della  Venezia  Giulia  od  anche  una  so- 
cietà slovena.  Grandi  leste  sono  fatte  spe- 
ciiilmente  al  Consolato  Veneziano  del  Tou- 
ring. Gite  a  Capodistria,  alle  celebri  grotte 
di  San  Canziaiio,  a  Pirano  e  Parenzo.  Ai 
partecipanti  alla  gita  di  San  Canziano  fu 
distribuito  un  artistico  ciondolo-medaglia 
con  l'etìige  di  Carducci. 
SO.  Traslazione  della  salma  del  doge  Seba- 
sti-.'.no  Veniero,    da    Murano  a  Venezia.    1) 


Trasporto  delle  ceneri  di  Sebastiano  Venxer  a  Venezia. 
Il  corteo  entra  in  San  Marco. 
{A  destra  si  vede  il  recinto  dei  lavori  del  nuovo  Campanile). 


antisettica,  la  libera  cittadinanza  di  Londra, 
che  è  il  più  grande  onore  civico  ctie  possa 
darsi  a  un  suddito  inglese,  tale  onore  toccò 
un  secolo  addietro  a  Jenner.  La  cerimonia 
è  presieduta  dal  Lord  Mayor  dalla  città. 
29-1,0  Luglio.  Trieste  —  Convegno  Touri- 
stico  Internazionale,  al  quale  intervengono 


»<%KT^JM^^»^ 


Veniero,  che  comandava  la  flotta  veneziana 
a  Lepanto  e  al  cui  valore  fu  soprattutto 
dovuta  la  vittoria  in  quella  storica  giornata, 
quando  venne  a  morte,  il  3  marzo  1578,  di- 
spose di  essere  sepolto  nella  piccola  Chiesa 
di  Santa  Maria  degli  Angioli  di  Murano.  Con 
tardo  omaggio  di  riconoscenza  il   comune 


[Lavorazione  speciale  in  CAPPELLI  e  BERRETTI  per  Filarmoniche 
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Il     un'  iiiilii    ili    1«  X''^  M>i.o 

!  iiiido  soIeiinllH  «>  «'cil  ron- 
MHiinu  a  San  Mitri-o  dove 
iii«».  Dopo  Ih  rciiinonla 
-t'  spoglie  «coompBgiiaie 


ktaiitlnopoli  un  ti  attuto  inedito  dt  Ar<  )• 
TTirrlr.  (^tirsfn  tiattHto  è  indirizzato  «d  Ei  . 

■  lato:  /'«/  ìuvioiio.  K  noi 
I'    cirr^ll   t"  dfl  print  i; 

wluriono  dillo  qur.stl-  I 
KeoiiifUi«li«  y  «li  un  metodo  di  i-alr«  ; 
che  puu  paragunaiKi  al  enluolo  integrai 
Lo  su|>filiol  sono  considerate  in  certi  v.< 
eonic  sommo  di  linee  retto  e  i  volumi  con. 
somme  di  plani. 


\tO!.    A. 


anche  dalla  Regina  Margherita  e  dal  Du'-a 
di  Genova,  sono  portate  alla  chiesa  dove 
devono  trovare  degno  riposo.  Si  scopre  il 
monumento  eseguito  dallo  scultore  Anto- 
nino Da  Zotto,  che  comprende  anche  la 
-tatua  in  bronzo  del  Venier,  alta  più  di 
«lue  metri. 

30.  Roma  —  Regate  nazionali,  importantis- 
sima la  fnra  di  canoti^V'gio  per  la  Coppa 
1  ■l  Municipio  di  Roma,  che  di- 

prestnza  del  Re  dai  canottieri 
i  Anione  e  Tevere  di  Roma,  ri- 
niaiic  aggiudicata  ai  primi. 

—  Parigi  —  AUWc.  ad-imia  delle  Iscrizioni  e 
Belle  Lettere  è  d«ta  comunicazione  della 
-coperta  del  prof.  Heiberg  di  Copenaghen, 
:1  quale  ha  trovato  in  un  palinsesto  di  Co- 


I<1JO£.IO 

1.  Roma  —  Inaugurazione  della  ?...,.-.,!.,  *..! 
rihaldina  nella  biblioteca  Vittorio  Emanuel' 
alla   presenza  del  Re. 

2.  Gran  Premio  dell'Automobile  Club  di  Fra  i 
eia,  che  è  disputato  sul  circuito  di  Diep).' 
il  quale  misura  chilometri  76,9S8  e  sin 
percorso  10  volte.  11  regolamento  d(  1 
corsa  impone  una  nuova  condizione,  ci' 
la  limitazione  nel  consumo  della  benzii 
a  30  litri  per  ogni  100  chilometri.  L'Ital 
è  inscritta  con  quattro  vetture,  tre  f 
(inscritte  all'ultimo  momento,  non  speci. ■ 
mente  costruite  per  que>^ta  corsa)  e  m 
Aquila,  che  si  ritira   prima  della  partenz 


OPUSCOLI  E 

SCHIARIMENTI 

<iRflTI5^fM 


^MR  i'-^bM^Iff^l-l/ii  R  Wi-rr^ii.f./^  O.JMIÌ  ANO 


678 


(;0>IMEM0EAZ10NE   MASSONICA   DI   GaBIBALDI   NEL   TEATKO    AdEIANO   A   KOMA. 

__^  (Fot.  A.  Croce). 


■^>.'if  -f*  .  ~-a"-««&' 


mm 


i  fJ  t 


II,   COKTJiO   MASSONICO   INNANZI   AL   MONUMENTO   DI   GARIBALDI   SUL   G 


5UL   (jrlANlCOLO. 


r,Ti) 


ndo  riTi'  r<  ■     ".  ^  ■     1^- 

,10 

■  .i!.11   fo.  ,  ,11. 

.  -1  L'ii.i  1  e!)!ji;   pure 

Il  n  Sta  I  Ir.i,  la  storie» 

: ,  .  . .  1      .    _  III  dtnii  1  >       ;  .   I  i.iiid  doi  «pLili 

rcv'».tu  I»  V  «pr»Ma    ti    primo    ;                        io  (ìRrllniidi  In  ospitu  nel  Istìi.  A  New  y<ji  1 
po|>olitre  oon  l'irca  diiemiln                           (>  molti  giirilmldinl  che  faniui  parte»  di  <ni' 
V'  «        '            \   "  —    •'  •'  'u-(n.  .11   i.uièo  colonia  Ht  rpi'arono  a  Stateti  Island  a  inuii- 
«ssonloa:  ese-  gurarvl  il   Mmmorid  elio    oontlt-no    la   rtu» 
•t    di    Mo/.art.  dove  Garibaldi  sostò  noi  1M.')0  e  che  è  Sem- 
ciuindl  il  cor-  prò  stata,  tanto  per  gli  americani   quanto 
con  oltre  270  per  v.\ì  Italiani,  o^,'l;f'tto  di  Rriinde  venera- 
li deporre  una  rione.  Il   0,   polkv'riiia;,'i,'io   a  Caprera  alla 


^ 

f-tX- 

:i>-sr  S?^    '";     "5''          -^ 

J  ■  , 

'flH| 

-~■:^  i^     -2-    J^ 

'  -..'^^^H 

Inaugurazione  del  "  Gabibaldi  Memobial  „  a  New  York,  j7  4  Iwjlio  1907. 
{Fot.  A.  Croce). 


corona  di  bronzo  ai  piedi  del  monumento. 
Nel  pomeiiggio  in  Campidoglio  cerimonia 
della  consegna  dei  cimeli  paribaldini,  che  il 
generale  Canzio  dona  al  Municipio  di  Roma, 
fra  i  quali  la  bandiera  della  Legione  Ita- 
liana di  Montevideo,  la  Stella  dei  Mille  in 
brillanti,  offerta  al  loro  Duce  nel  1861*  dai 
reduci  della  gloriosa  spedizione  e  altri  pre- 
ziosi ricordi.  Assiste  alla  cerimonia  la  rap- 
presentanza municipale  di  Nizza  arrivata 
al  mattino.  Il  4  posa  della  prima  pietra 
del  monumento  ad  Angelo  Brunetti  (Cice- 
ruacchio)  nel  Quartiere  dell'Oca  e  precisa- 
mente al  principio  del  Lungo  Tevere  Fla- 
minio presso  il  Ponte  Margherita.  Quindi 
solenne  commemorazione  in  Campido'glio 
fatta  da  Giuseppe  Cesare  Abha  alla  presenza 
del  Re  e  di  tutti  i  ministri,  poi  corteo  al 
Gianicolo  promosso  dal  Comitato  popolare. 
Anche  a  Caprera  grande  pellegrinaggio  e 
solenne  comnioniorazone.  Altre  comme- 
morazioni   a   Nizza,  a  Trieste   e   in   tutta 


tomba  dell'Eroe,  indetto  dal  Comitato  par- 
lamentare, il  quale  per  il  7  organizza  una 
grande  commemorazione  a  Roma  con  un 
corteo  popolare  al  (iianicolo,  dove  intorno 
al  monumento  sono  deposte  le  corone  ve- 
nute da  ogni  part«  d'Italia,  Sono  rappre- 
sentati al  corteo  con  gli  altri  municipi  a:i- 
che  quelli  di  Nizza,  di  Trieste,  di  Trento, 
.  di  Riva,  la  colonia  di  Tripoli,  ec. 

6.  Genova  —  11  marchese  G.  B.  Mameli  ri- 
correndo l'anniversario  della  morte  del 
fratello  Goffredo  dona  al  Municipio  alcuni 
preziosi  ricordi  dell'eroe. 

7.  Venezia  —  Inaugurazione  della  seconda 
Mostra  di  .nateriali  edilizi  alla  presenza 
della  Regina  Madre. 

„  Parigi  —  Nella  Pinacoteca  del  Louvre,  un 
vandalo  distrugge  irreparabilmente  un  nia- 
gnitico  quadro,  il  Diluvio  di  Poussin. 

,  Parigi  —  L'inglese  BiUington  compii 
nuoto  la  traversata  di  Parigi,  coprendo 
percorso  di  chilometri  11,620  in  ore  2,  Ib'  2 


CUCINE 
CALORIFERI 
VENTILAZIONE 
FORNI 


DELI  ORTO 


FEDERICO   DELL'    ORTO   &    C,-  MILANO 


G80  - 


superando  eosi  tutti  i  recovds  finora  stabi- 
liti, e  mantenendo  una  velocità  media  di 
ciiilumetri  6  e  metri  400  all'ora,  lùixe  ita- 
liani, Cattaneo  e  Altieri,  giungono  terzo  e 
quarto,  rispettivanaente  in  ore  2,  31'  26"  e 
ore  2,  35,  25". 

8.  Berna  —  Il  senatore  Cesare  Mangili  coi 
comm.  Richard  e  Giachi  presentano  al  pre- 
sidente della  Confedera.'^ione  una  targa 
d'argento  in  ricoi-do  dell'Esposizione  di 
Milano  1906. 

10.  Torino  —  Al  Teatro  Vittorio  Emanuele, 
Cavalleria  Unsiicaim,  musicata  dal  maestro 
Domenico  Monleone,  su  libretto  quasi  iden- 
tico a  quello  nuisicato  da  Mascagni.  Lo 
spartito,  in  cui  appare  manifesta  la  preoc- 
cupazione del  maestro  di  astenersi  da  ogni 
imitazione,  incontra  il  favore  del  pub- 
blico (redi  5  fehì>r<iiu), 

13.  Parigi  —  Feste  franco-italiane  per 
la  commemorazione  dei  centenaiio  di 
Garibaldi.  Inaugurazione  di  un  mo- 
numento all'eroe,  alla  presenza  del 
Presidente  della  Repubblica  e  del  ge- 
nerale Canzio;  la  statua  è  opera  delio 
scultore  Cechi  e  la  base  dell'architetto 
Petit.  Vi  assistono  circa  300  garibaldini 
venuti  d'Italia  con  le  loro  camicie 
rosse,  accolti  con  grandi  festeggia- 
menti e  quasi  altrettanti  francesi  re- 
duci da  Digiohe.  Vi  assiste  pure  una 
rappresentanza  della  Casa  di  Turate 
per  i  veterani.  Intervengono  alla  ce- 
rimonia il  pi-osidente  Fallières,  Cle- 
menceau  e  altri  ministri,  i  presidenti 
del  Senato  e  della  Camera;  parlano  il 
ministro  Picoii,  il  generale  Canzio,  il 
senatore  Rivet.  I  garibaldini  si  trat- 
tengono alcuni  giorni  a  Parigi  festeg- 
giatissimi.  Il  14  luglio  il  Presidente 
della  Repubblica  passa  in  rivista  le 
truppe  allineate  a  Longchamp.  Alla 
rivista  conferisce  un  carattere  assai 
pittoresco  la  presenza  delle  camicie 
rosse  garibaldine  e  della  regina  del 
Madagascar  Ranavalo,  fatta  segno  a 
grandi  applausi  dalla  folla,  e  più  an- 
cora la  magnifica  piova  del  pallone  mi- 
litare dirigibile  la  Patrie  che  ha  un 
successo  splendido.  Il  giorno  15  il  generale 
Canzio  si  reca  al  Ministero  della  Guerra, 
nel  pomeriggio  ha  luogo  un  ricevimento 
offerto  dal  Consiglio  Municipale,  la  dele- 
gazione parlamentare  italiana  co  ;segna 
una  medaglia  commemorativa  della  festa 
centenai  ia  di  Garibaldi,  indi  i  delegati  ap- 
pongono la  loro  firma  sul  libro  d'oro  del- 
la città  di  Parigi,  ed  infine  il  Presidente 
del  Consigio  Municipale  ha  l'incarico  di 
ottrire  alla  città  di  Parigi  il  Fascio  Romano 
in  bronzo,  portato  dal  colonnello  Elia  a 
nome  dei  Comuni  itali.mi. 

14.  Gara  di  nuoto  della /;<r/ A^an/^"*  sul  per- 
corso di  n  chilometri  da  Abbiate^rrasso  a 
Milano  nel  Naviglio  grande;  giunge  primo 


Enrioo  Rossi  della  R.  X.  di  Genova  iu  ore 
5.  54m  20»  e  2/3. 
19.  liologna  —  Al  teatro  Olimpia,  Dina,  tra- 
gedia   in    quattro    atti    di    Alfredo  Oriaui, 
successo  discrei o. 

21.  Parigi  —  Traversata  di  Parigi,  a  nuoto, 
organizzata  dal  giornale  Les  tìpur/s,  gara 
riservata  ai  soli  dilettanti;  giunge  primo 
Jarvis,  inglese,  iu  ore  2,  41'  5",  battendo 
di  55"  il  suo  tempo  dello  scorso  anno.  Si- 
gnorini e  Retaccìii,  italiani,  giungono  re- 
spetlivamente  4°  in  ore  2,  55'  57"  e  5»  iu 
ore  2,  59'  46". 

22.  Roma  —  Inaugurazione  del  monumento 
a  Leone  XIII,  opera  delio  scultore  Tado- 
lini,  nella  Basilica  Lateranense. 

„   Clermont-Ferrand  —  Completamento   di 


Monumento  a  Leone  XIII. 
{Fot.  A.  Croce). 

una  linea  tramviaria  che  conduce  sino  alla 
sommità  del  Puy-de-Dóme  (m.  14G5).  L'ul- 
timo tronco  inaugurato  oggi,  tra  la  Bara- 
que  e  la  vetta,  è  lungo  km.  7,996. 
23.  Bru'jres  —  Inaugurazione  dei  grandi  lavori 
destinati  a  rimettere  Bruges  in  comunica- 
zione col  mare,  la  qual  cosa  accadeva  anti- 
camente per  mezzo  dello  Zwyn,  un  affluen- 
te della  Schelda  (Escaut)  oggi  interrato. 
D'allora  in  poi  Bruges  era  andata  deca- 
dendo, e  invece  dell'antico  appellativo  di 
Venezia  del  Nord  ch'essa  portava  glorio- 
samente nel  secolo  XV,  fu  chiamata  Bru- 
ges la  Morta.  Questi  lavori  comprendono 
la  costruzione  di  un  porto  a  Bruges  sui 
canale  di  Lisseveghe,  lo  scavo  di  un  canale 


OPUSCOLI  E 
SCHIARIMENTI 


^BiC:ARNAU>I^ÌA^BViTRUVio9-|llUII10 


-  («1  - 


al  mart»  lunjfo  11  km.  e  Inrgo   22   ni.  o  la 
costi  uRlon»»  tU  un  porto  »tl  scio  a  Zeehnijj- 

;•      " ■••   ^^--r)  con  un   grande   molo 

^    i  f6sto;:«l  nnoiitl  tatti  in 

tri  sopiiittutto    nutevolu 

;  doirordine  c.tv«lleres«'o 

fondalo   In    Bruges  da 

:i  l5or:;<>;;Ma.  e  ohe  rinsri 

-mi.i  polche  vi  concorsero  con 

!  1  due  ;,'ovcrni   che   o^rai   ooii- 

u. .     ^torico  ordine,   cioè   l'Austriti 

(uhe  io  ha  come  ordine  supremo)  e  la  Spagna. 


un  hiisto  in  Itraiizo  del  com)>liiiiti)  prof  Ln 
ciano  \rin.iniil,  uno  del  più  insigni  studio- 
di  hacterloloxia  e  che  fu  por  molti  unni  di- 
rettore dell' utHcio  d'i>{leno  municipale. 
29.  (-ìiunKO  noti/.ltt  dall'isola  di  Creta  cho  a 
l'nnm  li  dott.  Luigi  FiM-nier  e  11  plttm      - 
falli,  della    Missione    «rchcolo'iicii    H 
htuino  fatta  una  scoperta  di  k'raii  vai"; 
r archeologia.  Essi  posero  in  lui-e  un  tt  n 
pio  ellenico  arcaico  con  entro  la  statua  dell. 
l)ra  se<lut.i  sul  trono.  Intorno   allo    par<ti 
corre  un  fregio  a  rilievi  rappresentante  una 


Varo  del  *  Bellerophon, 


{Fot.  A.  Grece). 


27.  Raid  antomobilistico  Pekino-Parigi.  Il 
principe  Borghese  guidando  un'Itala  as- 
sieme al  giornalista  Barzini  e  al  mecca- 
nico Gnizzardi,  giunge  a  Mosca  dopo  aver 
traversato  con  prodigiosa  audacia  ed  abi- 
lità tutta  l'Asia.  11  percorso  già  fatto  è  di 
km.  7432,  che  costituiscono  anche  la  parte 
più  diCBcile:  ne  restano  da  percorrere  per 
;:iungere  a  Parigi,  mèta  del  viaggio,  404«). 
I  due  automobili  De  Dion-Bouton,  soli  ri 
masti  in  gara, sono  però  indietro  di  2300km. 

Portsmouth  —  Varo  del  Bellerofonte,  che 
la  più  grande  e  la  più  forte  nave  da 
„'uerra  che  sia  stata  costruita.  Sposta  700 
tonnellate  di  più  della  Dreadnouyht,  che 
era  tinora  ritenuta  la  più  formidabile  nave 
di  tutte  le  manne  del  mondo.  Quando  il 
Bellet-ofonJe  sarà  completato,  se;.nerà  l'ul- 
tima parola  dell'ingegneria  navale.  Il  Bel- 
lerofonte fu  messo  in  cantiere  il  3  dicem- 
bre e  varato  dupo  7  mesi  e  24  giorni. 

28.  (ienova  —  Inaugurazione  di  un  ricoi'do 
u  caduti  di  Digioue  e  di  una  Ispide  ad 
Antonio   Mosto,   il   prode  comandante  dei 

arabinieri  genovesi. 

Napoli  —  In  una  delle  sale  dell'Ospedale 

legli  Incurabili,  è  so!eimeniente  inaugurato 


pompa  di  cavalieri  in  festa.  Tutto  trovaci 
in  buo)io  stato  di  conservazione. 
„  Ascoli  Piceno  —  Un  incaricato  del  Mini- 
stero fa  solenne  restituzione  al  Municipio 
del  famoso  piviale  di  Niccolò  IV,  già  ru- 
bato alla  Cattedrale  e  restituito  da  Pier- 
pont  Morgan. 

30.  Aja  —  Alla  presenza  di  una  folla  di  di- 
plomatici e  giornalisti  d'ogni  paese,  al  suono 
e  al  canto  degli  inni  di  Haydn,  Beethoven  e 
Mozart,  è  solennemente  posta  la  prima  pie- 
tra del  grandioso  palazzo  della  Pace  che 
sorgerà  tra  (jualche  anno  nel  magnifico  par- 
co Zorgoliet  per  la  munificente  iniziativa 
del  miliardario  americano  Andrea  Carneyie. 
Il  grosso  macigno  iaftì:,Mnante  la  pietra  sim- 
bolica recava  su  di  un  lato  inciso  il  motto: 
l'ari  juHtiia  fìrinriniìaf  h(in  cnedem  Andreae 
Caìnejie  mnuifìcentia  dediravit. 

31.  Esce  in  luce  il  secondo  volume  della  edi- 
zione nazionale  degli  Scritti  di  (r  iuiteppe  Mnc- 
zini  deliberata  dal  Parlamento  italiano  <■ 
curata  da  speciale  Commissione  Beale  pre- 
sieduta dal  Ministro  dell'Istruzione  e  di  cui 
fanno  parte  Finali,  Boselli,  Nathan,  Pasca- 
rella,  Fiorini,  Menghini,  ec. 

„   San  Marino  —  Festeggiamenti  pel  cente- 


CONTRO  LA  STITICHEZZA  L 


«MIEDÌERE  0Pa5COto  ELIXIR    PURGATIVO 


682  — 


rnrio  frnriLji]diro  e  irnncurnzlone  di  una 
lapide  ad  Anita  Garibaldi. 

-  Chi  tiene  dietro  alle  novità  della  scienza, 
non  avrà  dimenticato  la  grande  inapres- 
sione  con  la  quale  nel  1904  fu  accolta  la 
notizia  della  trasformazione  delle  emana- 
zioni del  radio  in  elio,  osservata  da  Ram- 
say,  Soddy  e  Collie.  Le  vecchie  teorie  or- 
todosse della  immobilità  degli  elementi 
ricevevano  un  grave  colpo.  Ma  anche  mag- 
giore impressione  nel  mondo  scientifico  fa- 
ceva l'annunzio  di  nuove  esperienze  del 
dotto  chimico  inglese  William  Ramsay,  da 
lui  comunicate  prima  al  dott.  Ostwald  che 
ne  dette  notizia  nella  Chemiker  Zeitung  del 
24  luglio  1907  e  poi  alla  British  Association 
nel  suo  annuale  congresso  di  Leicester.  Si 
tratterebbe  della  generazione  del  litio,  altro 
corpo  semplice,  per  l'azione  delle  emana- 
zioni del  radio  su  di  una  soluzione  di  sol- 
fato di  rame.  Già  da  un  anno  sir  Ramsay 
nel  suo  laboratorio  di  Regents  Park  aveva 
mostrato  le  sue  prime  esperienze:  facendo 
agire  le  emanazioni  dei  radio  sulla  solu- 
zione di  solfato  di  rame  ed  eliminato  il 
rame  con  l'idrogeno  solforato,  si  otteneva, 
dopo  evaporazione,  un  residuo  impondera- 
bile che  dà  sul  filo  di  platino  incandescente 
lo  spettro  del  litio.  Le  esperienze  i-ifatte 
ora  in  condizioni  di  assoluto  rigore  scien- 
tifico hanno  confermato  il  fatto  e  mostrato 
ch'esso  dà  luogo  a  fenomeni  anche  più  com- 
ple^^si.  L'emanazione  del  radio  solo  o  con 
l'idrogeno  darebbe  iuogo  alla  formazione 
dell'elio  come  era  già  noto:  in  presenza 
dell'  acqua,  si  produrrebbe  invece  dei  neon 
a  fianco  di  tracce  di  elio;  in  presenza  di 
una  soluzione  di  un  sale  di  metallo  pesante 
(nitrato  d'argento  o  solfato  di  rame),  si  con- 
stata la  formazione  dello  xenon  e  forse  del 
kripton  e  dell'argon. 

-  Parigi  —  Andrea  Lancien,  giovane  stu- 
dente della  scuola  di  medicina  e  farmacia  di 
Rochefort,  presenta  all'  Accademia  delle 
Scienze  ìa  relazione  della  importante  sco- 
perta da  lai  fatta  del  fortissimo  potere 
radioattivo  di  un  nuovo  composto,  il  mo- 
libdato  di  uranile.  Questa  sostanza,  ottenuta 
dal  Lancien  facendo  agire  l'azotato  di  ura- 
nile sul  molibdato  di  ammonio,  è  di  una 
radioattività  40  volte  superiore  a  quella 
dell'uranio,  il  primo  corpo  radioattivo  sco- 
perto dal  Becquerel  nel  1896,  però  di  molto 
inferiore  a  quella  del  bromuro  di  radio,  la 
quale  è  fino  un  milione  di  volte  superiore  a 
quella  dell'uranio.  Malgrado  la  sua  attività 
limitata,  il  molibdato  di  uranite  ha  sul 
bromuro  di  radio  il  grande  vantaggio  di 
costare  un  prezzo  minimo  e  di  non  pre- 
sentare notevoli  difficoltà  di  preparazione  : 
il  bromuro  di  radio,  che  è  anche  detto 
nell'uso  corrente  radio  senz'altro,  costa 
300,000  lire  il  gr.  ed  i  più  fortunati  (non  ba- 
sta essere  ricchi  per  poterselo  procurare) 
a  stento  possono  ave-rne  qualclu'  dcci'rr. 


AGOSTO 


1.  Roma  —  Facendosi  le  fondaz'oni  di  al- 
cune nuove  case  di  proprietà  della  "  Di- 
vina Pietà  „  in  via  Monte  Caprino,  viene 
in  luce  un'antica  preziosa  statua  che  rap- 
presenta una  venditrice  di  polli  e  frutta.  È 
priva  delle  braccia  e  ha  il  viso  un  po'guasto, 
ma  è  un  raro  esempio  della  scultura  el- 
leiùstica.  Si  crede  che  sia  la  statua  corri- 
spondente alla  famosa  Vicchia  contadina 
del  palazzo  dei  Conservatori  (riprodotta 
néìV Almaymcco  del  1905  a  pag.  271)  e  che 
forse  serviva  d'insegna  del  mercato,  che 
sorgeva  a  breve  distanza  dalla  rupe  Tarpea. 
„  Firenze  —  Nell'aula  magna  dell'Istituto 
Tecnico  è  inaugurata  l'Università  estiva, 
corso  di  conferenze  estive  sulla  lingua  e 
la  letteratura  italiana,  sulla  storia  dell'arte, 
sulla  letteratura  dantesca,  sulla  storia  fio- 
rentina. Prima  a  rispondere  all'appello  di 
Firenze  è  stata  una  nobile  città  italiana 
posta  oltre  i  confini  del  Regno:  Trieste  che 
ha  iscritto  ai  corsi  dell'Università  estiva 
dieci  fra  i  suoi  maestri  comunali.  Pronun- 
zia il  discorso  inaugurale  il  presidente,  dot- 
tor Gino  Gelli,  che  ne  fu  il  principale  pro- 
motore. (Vedi  articolo  speciale  ìlei  corpo  del 
volume). 

4.  A  Jehay-Bodeguée,  presso  Huy  (Belgio), 
è  inaugurato  un  piccolo  monumento  alla 
memoria  di  Zenobio  Gramme.  E  una  fon- 
tana nella  quale  è  collocato  il  medaglione 
del  celebre  elettricista  con  l'iscrizione:  A 
Zenobio  Gramme,  inventore  della  dinamo  in- 
dustriale, nato  a  Jehay  il  4  aprile  1826,  morte 
a  Colombes  (Seine)  nel  1901.  Noi  italiani,  pure 
inchinandoci  ai  meriti  del  valoroso  tecnico, 
non  dobbiamo  però  dimenticare  che  l'in- 
venzione della  macchina  dinamo-elettrica 
è  dovuta  a  un  illustre  italiano  vivente,  il 
senatore  e  professore  Antonio  Pacinotti,  di 
Pisa,  il  quale  fin  dal  1861  ne  aveva  costruito 
un  modellino  da  gabinetto  chiamandolo 
anello  di  Pacinotti,  e  nel  giugno  1864  ne 
dette  notizia  nel  periodico  pisano  Nuovo 
Cimento.  Ne  a  dir  vero  la  iscrizione  del 
monumento  al  Gramme  contesta  questa 
precedenza. 

4-5.  Pisa  —  Campionati  nazionali  di  canot- 
taggio. 

7.  Londra  —  Congresso  internazionale  per 
le  case  popolari. 

„  Liverpool  celebra  con  grandi  feste  il  set- 
t'ino  centenario  della  concessione  da  parte 
del  re  Giovanni  di  uno  speciale  statuto 
alla  città.  Nel  programma  dei  festeggia- 
menti è  compresa  la  inaugurazione  di  una 
interessantissima  Posposizione  storica  e  di 
antichità  tutta  dedicata  ad  illustrare  la 
storia  di  Liverpool. 

8.  Baden  —  Campionato  europeo  del  trotto, 
giunge  primo  Contralto  del  cav.  Rossi  co- 
prendo il  miglio  inglese  in  2',  12",  secondo 
Kh-kirnod  di  T,amma,  nmbedue  italiani. 


IGIENE 


P0UDRESIM0N1 


ELLEZZA 


i'oUere  ai  riso  senza  bisniuio, 
invisibile,  aderente,  deliziusamente  profumata. 


-  G83  - 


Londra  —  Terr.r»  Congi'<>8S0  Intomnirlo- 
lale  degli  R«pei-tiiitisU. 
.    !  :i!';:l  —  Trttuifftlc  en  raU  del   principe 
t    hese  e  di  Uarsiiii  di  ritorno  dal  raid 
1  .  rluno  PariK'». 

11.  litiiUiii  —  l'iiiquantonario  del  Teatro  Mns- 
simo;  si  rappiesont;»  l'opera  David  Ut  di 
Aluintore  Galli,  riiuinese,  noto  critico  d'ar- 
te. Siiceesso  ottimo. 

12.  Snntn  Maria  Maggiore  (Domodossola).  — 
1  Ilo  della  strada  iiiternnzionale 

\alli,  alla  presenza  delle  auto- 
!  ■  o  federali  e  della  stampa  dei 

due  p.tos:. 
14.  L'Aja  —  Ottavo  Congresso  sionista. 


»n'««lml  l.irorl  «spRultl  n«ll.n  ducale  Arn 
sena  Uorentltm,  rapprusentan  >  storie  dei 
vita  di  Giuseppe  el)eo:  In   (irL'Ine  eran 
venti,  tes.snti  Hrca  la  metji  del  Cinqneeeii- 
dagli   arazzieri   fìamniinghi  Glovuinii  U<, 
e  Nicola  Carcher,  su  cartoni  dol  Bronr.l 
e  di  Francesco  Salvlati.  Ora  non  ne  re-.:a.i 
che  dieci.  L'ar.-'zzo  dannegg  ato  rappn  .en- 
tava  la  morte  di  Giacobbe;  i)er  fortuna  il 
danno  fu  facilinento  riparabile. 
16.  Heidelberg  —  Nell'adunanza  generale  del 
Congresso  Internazionale  di  lisiologla.  è  de- 
ciso che  Vlntituto  internazion-ile  per  ricerche 
nrientifìche  alpine,  che  sorge  sul  colle  d'Olen. 
fra  Alagna  e   Gressoney  a  3000  metri  sul 


Arrivo  a  Parigi  del  Principe  Borghese. 
(Fot.  A.  Croce). 


Sul  Corso  di  Vikcennes. 


15.  Madesimo  —  Inaugurazione  di  un  monu- 
mento a  Giosuè  Carducci,  che  per  oltre 
venti  anni  frequentò  quello  stabilimento 
i'iroterapieo.  È  un  altorilievo  in  bronzo  col 
t>usto  del  poeta,  opera  dello  scultore  Achille 
.\lberti,  con  una  epigrafe  di  Giovanni  Ber- 
taochi.  Quindi  è  scoperta  un'altra  lapide  alla 
Villa  Adele  sotto  la  finestra  della  stanza 
abitata  sempre  dal  Carducci:  in  questa  se- 
i-onda lapide  l'iscrizione  è  di  Ercole  Ri- 
valta.  Parlarono  alla  cerimonia  il  dott.  Gio- 
vanni Marzari  e  Giovanni  Bertacchi. 

16.  Firenze  —  Durante  un  temporale  che 
imperversò  nella  mattinata,  la  furia  del 
vento  apre  con  molta  violenza  le  imposte 
di  una  tìnestra  della  sala  dei  Dugento  nel 
Palazzo  della  Signoria,  abbatte  un  sopram- 
mattone che  in  parte  le  nascondeva  e  lacera 
uno  degli  arazzi  che  decorano,  con  magni- 
fii  a  vivacità  di  colori,  le  quattro  pareti 
della  sala.  Quegli  arazzi  che  sono  dei  pri- 


llvello  del  mare,  prenda  II  nome  di  "  Isti- 
tuto M0S.S0  ,  in  onore  del  celebre  prof.  An- 
gelo M0.SS0  che  ne  fu  il  principale  pro- 
motore. 

17.  Milano  —  Arrivo  del  principe   Borghe^f» 
e  del  giornalista  Luigi   Barzini   di  ritovn 
dalla  corsa  automobilistica  Pechino  Puri- 

r,  Biella  —  Prima  rappresentazione  del  nuovo 
lavoro  Gara  Antica,  del  maestro  Mario  Ta- 
renghi.  saeoesso  ottimo. 

18.  Strasburgo  —  Campionati  europei  di  im 
nottaggio  nel  porto  di  Kehl.  Il  premio  del: 
Svizzera  con  doppio  "  schooner  ,  è  viu" 
dalla  società  Milano,  e  nel  campionat 
d'Europa  (per  otto  rematori),  VAniene  ■. 
Roma  giunge  seconda  con  .soli  tre  second. 
di  differenza  dal  vincitore. 

20.  Strasburgo  —  Seconda  giornata  dei  cam- 
pionati internazionali  di  canotaggio.  Nella 
gara  di  "  outrigger  „  (a  quattro  rematori', 
giunge  seconda  la  Cristoforo  Colombo  di  l'a- 


OPUSCOLI  E 

scmmim 


<TAn  r  Sf%§idii,f%lAi^A  RllÌY^iiifi#«O.MII  /l'NÌ> 


—  G84   - 


via;  nella  gara  di  "  skiff  „  ginncrc  terzo  il 
nowiny  Cult  di  Milano;  nella  gara  di  -^  out- 
rigger  „  a  due  rematori  se-onda  la  Lavio 
di  Como;  nella  gara  di  "  doppel  skulor  „ 
giunge  primo  il   lixv'nuj  Club  di  M  lano. 

25.  Inaugurazione  del  famoso  Pertuis  du  Vi- 
so, al  colle  della  Traversetta  presso  Saluzzo, 
nuovamente  riaperto  al  passo  dei  viandanti. 
Il  Pnrtuis  era  una  galleria  a  2950  metri  di 
altezza,  che  pussava  sotto  la  cresta  del  colle, 
il  cui  passaggio  era  pericoloso  durante  il 
cattivo  tempo;  l'aveva  fatta  sbavare  nel  U75 
Lodovico  II  di  Saluzzo,  ma  il  passaggio  era 
poi  stato  ostruito  in  ooeasione  di  guerre,  e 
poiché  a  riaprirlo  erano  state  frapposte 
finora  diflicoità  dall'  autorità  militare,  la 
sua  riattivazione  era  stata  possibile  sol- 
tanto ora  che  le  relazioni  dell'Italia  colla 
Francia  sono  tornate  cordiali. 
„  Venezia  —  Inaugurazione  di  una  lapide 
con  medaglione  in  bronzo  al  maestro  Nic- 
colò Coccon,  opera  dello  scultore  Carletto; 
alla  presenza  della  duchessa  Isabella.  Mi- 
chele Coccon,  nato  alla  Giudecca  nel  1S26 
e  morto  il  4  agosto  1903,  era  stato  per  tren- 
t'anni  direttore  della  Cappella  di  San  Marco 
e  dal  1882  direttore  del  Liceo  Musicale  Be- 
nedetto Marcello,  lasciò  570  composizioni 
quasi  tutte  di  musica  sacra,  era  detto  il 
"  Maestro  delle  fughe.  „ 
„  Lugano  —  Al  castello  di  Trevano,  prima 
rappresentazione  della  nuova  opera  in  tre 
atti  Gorrisinola:  I  sogni  della  vita,  di  Luigi 
Lomhard,  su  libretto  di  Luigi  Illica,  ottimo 
successo. 

27.  Colle  d'Olen  —  Coli' intervento  della  Re- 
gina Madre  (venuta  espressamente  da  Ca- 
stel Savoia  a  Gressoney  per  la  strada  mu- 
lattiera della  valle  del  Lys)  e  di  un  gran 
numero  di  dotti  italiani  e  stranieri  (come 
Mosso,  Mattirolo  e  Pagliani,  il  dott.  Agaz- 
zotti,  direttore  dell'Istituto,  lo  Starling  di 
Cxford,  il  Fuchs  di  Erlangen,  il  Magnus  di 
Berlino,  ec),  è  inaugurato  l'Istituto  Mosso. 
Già  dal  1903  l'Accademia  delle  Scienze  di 
Washington  aveva  espresso  il  voto  che  il 
Laboratorio  fisiologico  installato  nella  Ca- 
panna Margherita  sulla  cima  Gnifetti  del 
Monte  Rosa  a  4400  m.  d'altezza  fosse  con- 
siderato come  un  istituto  internazionale 
delle  Accademie.  Questa  proposta  fu  ap- 
poggiata dall'Accademia  dei  Lincei  e  il  Con- 
siglio dell'Associazione  Internazionale  delle 
Accademie,  nella  sua  riunione  del  giu- 
gno 1903  a  Londra,  votava  unanime  che 
il  Laboratoi-io  stesso  doveva  essere  consi- 
derato come  utile  alla  scienza  e  come  tale 
meritava  il  suo  appoggio.  Fu  questo  voto 
che  indusse  l'illustre  fisiologo  italiano  il 
prof.  Angelo  Mosso  che  aveva  lungamente 
soggiornato  alla  Capatnia  Margherita  per 
farvi  studi  speciali,  a  prendere  l'iniziativa 
per  la  costruzione  di  un  edificio  capace 
ui  vari  laboratori  scientifici  presso  il  Col 
d'Olen,   all'altezza  di  circa  3000  metri,  la 


quale  avrebbe  potuto  offrire  a;,'U  studiosi 
non  soUiinto  maggiori  possibilità  di  un  sog- 
giorno prolungato,  ma  una  suppellettile 
completa  di  apparecchi  scientifici  e  quindi 
avrebbe  servito  di  punto  d'appoggio  e  d'ap- 
provvigionamento per  la  stagione  supe- 
riore, la  quale  diventava  per  cosi  dire  una 
succursale  del  nuovo  istituto.  Inoltre  la  vi- 
cinanza delle  due  stazioni  permetteva  di 
fare  cert3  indagini  ed  esperienze  cuntem- 

.  poraneamente  o  successivamente  a  1403 me- 
tri di  dislivello,  e  cioè  in  condizioni  ottime 
per  i  confronti.  L'idea  del  senatore  Mosso 
guadagnò  rapidamente  terreno:  la  Regina 
Madre  che  già  si  era  così  validamente  in- 
teressata per  la  capanna  sulla  punta  Gni- 
fetti che  porta  il  suo  nome,  il  Re,  i  Ministeri 
dell'  Istruzione  e  dell'Agricoltura,  alcuni 
benemeriti  cittadini,  molti  istituti  italiani  e 
stranieri,  quattro  governi  esteri  concessero 
il  loro  patrocinio  e  aiuti  finanziari,  e  così  fu 
raccolta  la  somma  di  117,500  lire  che  bastò 
per  le  spese  di  costruzione  e  per  quelle  di 
primo  esercizio,  L'Istituto  fu  dal  governo 
aggregato  all'Istituto  di  Fisiologia  dell'Uni- 
versità di  Torino  e  provvisto  di  un  diret- 
tore col  titolo  di  Assistente  del  Monte  Rosa. 
I  laboratori  furono  disposti  in  modo  da  po- 
ter servire  a  ricerche  di  botanica,  batte- 
riologia, zoologia,  fisiologia,  fisica  terrestre, 
metereologia;  e  un  posto  di  studio  nei  la- 
boratori e  una  camera  d'alloggio  furono 
assegnati  ai  governi  e  agli  istituti  che  aves- 
sero versato  5000  lire  per  una  volta  tanto. 
Così  due  posti  per  una  ebbero  la  Germa- 
nia, l'Austria-Ungheria,  la  Francia,  la  Sviz- 
zera, la  Società  Reale  di  Londra  e  l'Uni- 
versità libera  di  Bruxelles  ;  uno  l'Accademia 
delle  Scienze  di  Washington,  la  Facoltà  di 
Medicina  di  Torino,  la  sede  centrale  del 
Club  Alpino  Italiano  e  la  sezione  milanese 
dello  stesso  Club.  I  lavori  furono  iniziati 
il  1°  luglio  1905  e  completati  nell'estate  1907. 
L'edificio  si  compone  d'un  corpo  princi- 
pale che  misura  26  m.  di  fronte  e  di  due 
avancapi  che  danno  all'  edificio  una  lar- 
ghezza laterale  di  15  metri;  è  a  tre  X)iani, 
alti  complessivamente  10  metri.  Vi  sono  18 
camere  di  alloggio  per  il  direttore  e  gli  stu- 
diosi mentre  il  personale  di  servizio  dimora 
in  una  costruzione  di  legno  presso  l'è  litìcio 
principale.  A  direttore  è  stato  nominato  il 
dott.  Agazzotti,  dell'università  di  Pavia. 

30.  Boi-gomanero  —  A  Boca,  a  circa  10  km. 
da  Borgomanero,  crolla  il  celebre  Santuario 
del  Crocifisso  ancora  in  costruzione.  Era  un 
grande  edificio  rettangolare  con  abside,  con 
doppio  ordine  di  colonne  giranti  all'esterno 
e  all'interno,  con  la  cupola  alta  75  metri. 
Questo  imponente  edificio  era  stato  ideato 
dal  famoso  architetto  Alessandro  Antonelli, 
che  lasciò  il  suo  nome  alla  Mole  Antonel- 
liana.  Il  disegno  fu  poi  modificato  dal  figlio 
Costanzo,  che  dirigeva  i  hivori  ancora  in 
corso. 


L 


Il  latte  di  vacca  e  un  alimento  pieno  di  pericoli  pei  piccoli  infanti  !  è  una  continu 
minaccia  d'indigestione  e  d'infezioni.  Alimento  perfetto  per  potere  nutritivo,  per 
digeribilità,  per  gusto,  perchè  puro  da  ogni  infezione  è   la   Farina   Lattea  Italiana 
Paganini  Villani  &  C.  (  Vedi  avviso  su  cartoncino  coloruto\ 


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S«nt'Knf«*nil«  di  Aspromonte  —  Cnm:no. 
>rsf<on««  c|*»ira)inlvorK.nrt«»iiJ  A<»p  ■niiniiitc. 


a    Ut  l!a  Si-rr.i  ii< 
1  Comitato  pari-;!; 
..  vi.il  noto  Vittorio  iJ ;..... 
Dnntescii  di  Fiivuze  delibo: 
•-ulla   toinbA   di    Dante   a  U  > 
u'CR  e  artistica  laiiipadu  d'ar- 
;  .>  del   Trecento;    il    Municipio 

rrovvederi   a  che  li  lainnada 
•    accesa.  Aiu-he  il  Mimi 
iTie   di    partecipare   alla 
•  me  e  farà  fondere  un'an- 
itru  Miti>tiOtt  in  metallo  per  l'olio. 

SETTEMBRE 

1.  Venezia  —  Gara  Inter. lazionale  di  nuoto 

*  Lord  Byron  ,  indetta  dalla  Società  Qw- 

:  IMI,  sul  percorso  di  circa  sette  chilometri, 

.  lie  va  da  Santa  Lucia  a  Santa  Maria  Kli- 

•i  di  Lido;    fjiun^e   primo  Francesco 

i^qualo   di   Spez  a,   coprendo  II  per- 

•  m  ore  2.  H™.  5.3«. 

.  l'utenza  —  Feste;,'j:iamenti  per  il  cente- 
nario della  cacciata  dei  Borboni  dalla  Ba- 
- '•'■:»ta.  avvenuta  per  opera  di  Giuseppe 
1  parte  il  quale  contemporaneamente 
e  .,  .rava  Potenza  capoluogo  della  regione, 
j  ì  (incorso  commemorativo  è  tenuto  dall'on. 
Francesco  Nitti. 

12.  Brescia  —  Corse  automobilistiche. Lunedi 
1"  settembre  ha  luogo  la  coi-sa  per  la  Coppa 
Florio,  alla  quale  prendono  parte  33  vet- 
ture. Vince  Minoiacon  unalsotta-Fraschini, 
che  copre  gli  otto  giri  (km.  485.9(301  in  ore 
4,  39*  53",  con  una  media  di  104  km.  all'ora: 
secondo  Hemmery  con  uuaBenz;  terzoHon- 
riot  su  Benz.  Con  la  vittoria  di  Mìncia  l'Isot- 
ta-Fraschini  ha  vinto  anche  la  Coppa  del  Re, 
•iestitiata  all'ingeijnere  costruttore  e  la 
<'w;.iia  d'Italia  destinata  alla  vettura  che 
;i't'l>ia  assicurato  i!  miglior  tempo  nei  primi 
;ì'»'  ivm.  11  secondo  giorno,  martedì  2,  cor- 
sa d.'lla  Coppa  della  velocità:  14  vetture, 
meta  italiane  e  metà  francesi,  vincitore 
Cagno  con  un'Itala  che  copre  il  percorso 
in  ore  4,  3T  36".  Secondo  Demojeot  con 
una  Darracq;  terzo  Rougier  con  una  De- 
Dietrieh. 

4.  A!ft  Mia  Sesia  —  Inaugnraz.  del  XXXVIII 
t  lei  Club  Alpino  Italiano. 

^.  li    —   Gli   ossolani  e  gli  amici 

i  .derigo  Ashton,  l'illustre   pae- 

-      ;  na-.jntiiio,  un  ricordo  monumentale. 

;     li  di  Antonio  Lusardi.    L'Ashton    peri 

M.t^' camente  sul  Sempione  la  notte  del  18 

asrosto  1902. 

6.  A  Venezia  òggi  è  riaperta  al  culto  la  bella 
chiesa  della   Casa   del    Ricove-o.    detta   di 


BantA  Maria  A«<<nnfu  del  I>crelilti  ovo  fu- 
rono eHci^ultl  nol^volissitnl  ilstunri  dal 
Bononl  o  dal  Cherubini. 

8.  Roma  —  Sosto  Camiiionato  italinnn  <l 
\Vnt*i-l\)Jo.  La  Sihit'à  p./d  Mfira  Lnsht  vln-  ■ 
il  1"  premio  e  la  Coppa  del  giornaie  /.  - 
Il  ihunii  di  Roma. 

l'alunno  —   VII  Congresso  magistrale  ii:i 
:  Olialo. 

forino  -  Inangurazione   dfl   XXVI  Coi, 
•  !.>«,(»  geologico  nazionale. 

zia  —  IV  Congresso  dell'Unlono  na- 

•  educatrice  dell'Infanzia. 

,    iriiste  —  XXIII  Regata  internazionale  a 

remi.  Nella  gara  di  schif  "  Campinnato  il>l- 

l'Atti  fatici}  .  iriiin-^'»'  primo  l'avv.  G  A.  Br;i- 

nialtl  doli' A  II  tenti  di  Roma. 

9.  Milano  ~  Corse  a  San  Siro,  Il  St.  /,«.,. 
italiano  è  vinto  da  Sunyulìo,  di  Bo«Tconi. 

y,  San  Godenzo  (Firenze)  —  In  onore  di  An 
drca  del  Castagno  è  inaugurato  al  o«is;i 
del  Castagno  un  ricordo  marmoreo.  Som 
pure  scoperte  due  lapidi  commemorati \ 
nel  paese.  Le  iscrizioni  sono  dettate  <! 
G.  L.  Passerini.  Parla  Giovanni  Ros.idi. 

10.  Londra  —  Ascensione  del  primo  pallon 
dirigibile  dell'esercito  inglese,  nei  pan 
di  Farnborough.  L'aerostato  è  battezzai 
Nulli  seciindim. 

12.  Casale  Monferrato  —  X  Congresso  dei: 
Società  Storica  Subalpina. 

^   Bologna  —  Terzo  Coujresio  nazionale  \>- 

sordomuti. 
^    Perugia  —    Secondo  Congresso   di   stor, 

del  risorgimento   italiano   {vedi  l'aiH.  do/ 

ìa  pientnle  Cronffhetla'. 

13.  Il  colossale  transatlantico  Lusitiinia  del! 
compagnia    Cunard   compie   il   suo   prim  ■ 
viaggio    attraverso    l'Atlantico  da  Dount  a 
Sandy  Hook  in  5  giorni  e  54    minuti,  eon 
una  velocità  media  di  23  nodi  e  0.1  ali" ora. 
Esso  ha  compiuto  la  traversata  deir.Atlan- 
tico  nel   minimo   tempo   tìnoia  impiegati!, 
senza  però  vincere  il  r«ro'(i  della  velociti 
tenuto  ancora  da  una  nave  tedesca,  il  Dff 
schland,  il  quale  compiè  nel  luglio  iy03  : 
traversata  New  York-Plymouth  che  è  p;u 
lunga,   in  5  giorni,  7  ore  e  38  minuti  con 
la  veloci t;i  media  di  nodi   23   e  mezzo  al- 
l'ora. Il  Lnsil<tni(i  è  lungo  241  metri,  staz/  i 
32,500  tonnellate  e  le  sue  macchine  svilir 
pano    una    forza   motrice  di  65,000  cavai: 
Può  contenere  550  passeggeri  di  1»  elass  •. 
500  di  2»  e  1750  di  3«,  o  tre  a  900  uomini 
di  equipaggio  e  ufficiali. 

15.  Corsa  ciclistica  Milano-Firenze  (320  chilo- 
metri!. Giunge  primo  Gerbi,  coprendo  il 
percorso  In  ore  12,  10'. 

,    Livorno  —  Alla  presenza  del  ministro  M 
rabello.  varo  della  corazzata  Pisa,  costru:;.' 
nel  cantiere  Orlando.  L'incrociatore  coraz- 
zato FÌM,  che  rappresenta  il  prodotto  degli 
ultimi  studi  in  architettura   navale,   ha  le 
seguenti    caratteristiche:  lunghezza    tota' 
m.  141.  larghezza  massima  m.  21.  altezza  ' 
costruzione   m.  12  e   15  cm.,    rìislocameiit.- 


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toniiellate  10200.  La  nave  è  corazzata  con 
lastre  tipo  Knipp  dello  spessore  di  20  cm. 
per  tuttala  lunghezza  alla  cintura.  Vi  sono: 
un  ridetto  centrale  corazzato  e  due  torri 
di  coman'to  pure  corazzate,  una  a  prua  e 
l'altra  a  poppa.  La  nave  è  armata  di  2  cop- 
pie di  cannoni  gemelli  da  254  mm.  in  torri 
corazzate  in  c.>i>orta,  4  coppie  di  cannoni 
gemelli  da  190  mm.  in  torri  corazzate  in 
coperta,  16  cannoni  da  76  mm..  tre  tubi 
lancia-siluri,  subacquei,  di  cui  due  laterali 
ed  uno  poppiero.  Due  eliche  mosse  dalle 
motrici  principali  della  forza  di  20,000  ca- 
valli indicati  daranno  alla  nave  una  velo- 
cità di  23  nodi.  La  portata  di  carbone  è  di 
oltre  1600  tonnellate. 

15.  Vicenza  —  Congresso  internazionale  man- 
doli  nistico. 

„  Marino  —  Congresso  della  Feder-zione 
Laziale  del  Libero  Pensiero. 

^  Bruxelles  —  Principia  la  gara  aereonautica. 
L'aeronauta  svizzero  De  Beauclair  batte 
il  recoì-d  con  565  miglia  di  percorso,  secondo 
è  il  prof.  Huntington  (552  miglia),  terzo  l' ita- 
liano Usuelli  col  pallone  "  Milano  ,  che  dopo 
un  percorso  di  521  miglia,  e  aver  traver- 
sato il  Belgio,  la  Svizzera  e  la  Francia  è 
caduto  presso  Agen  nel  mezzogiorno  della 
Francia. 

„  Fa  ritorno  ad  Hammerfest  la  spedizione 
artica  del  Duca  d'Orléans,  posta  a  bordo 
della  baleniera  del  principe  Belgica  coman- 
data dal  cap.  A.  de  Gerlache.  Partito  da 
Vardo  il  9  luglio,  la  spedizione  giunse  sulle 
coste  occidentali  della  Nuova  Zemlia  che 
esplorò  fino  al  780  parallelo.  La  mancanza 
di  carbone  non  permise  di  prolungare  il 
viaggio  i  cui  resultati  scientifici  nondimeno 
sono  di  grande  importanza,  poiché  furono 
eseguite  delle  serie  sistematiche  di  osser- 
vazioni. 

18.  Milano  —  Congresso  dei  capi  d'Istituto 
dell'istruzione  media. 

19.  Cremona  —  Congresso  delle  Banche  Po- 
polari, coir  intervento  del  ministro  Cocco- 
Ortu  e  dell' on.  Luzzatti,  il  quale  è  molto 
festeggiato.  Si  fa  un'ampia  discussione  sulle 
Case  Popolari  per  le  quali  il  grande  statista 
pi-opone  la  formazione  di  un  Demanio  po- 
polare di  mezzo  miliardo  col  concoi'so  di 
tutte  le  Casse  di  Risparmio,  Banche  Popo- 
lari, ec. 

„  Genova  —  Al  teatro  Verdi,  prima  rappre- 
sentazione della  Modella,  commedia  in  tre 
atti  di  Alfredo  Testoni;  successo  ottimo. 

19-20.  Napoli  —  Grande  corsa  ciclistica  '^  XX 
settembre  „  Roma- Napoli -Roma.  Giunge 
primo  Gerbi,  che  compie  l'intero  percorso 
di  460  chilometri  in  ore  20,  53'. 

„  Perugia  —  Congresso  nazionale  delle  So- 
cietà italiane  per  la  pace. 

21.  Napoli  —  Congresso  per  gli  istituti  nautici. 

„  Bordeaux  —  Terzo  Congresso  internazio- 
nale della  stampa. 

21-25.  Aja  —  Assemblea  generale  dell'Asso- 
ciazione sismologica  internazionale. 


22.  Cremona  —  VIT  Congresso  della  Allean- 
za Cooperativa  interna/Jonale,  con  l'inter- 
vento del  ministro  Tittoni  e  dell' on.  Luz- 
zatti. 

„  Venezia  —  Commemorazione  del  50°  an- 
niversario della  morte  di  Daniele   Manin. 

23.  Parma  —  Nel  teatro  Farnese  è  inaugurato 
il  Congresso  della  nuova  Società  italiana 
per  il  progresso  delle  scienze,  presieduta 
dal  senatore  Volterra;  interviene  il  mini- 
stro Bava  {ced.  l' art.  speciali  nel  co)p-j  del 
volume). 

„  Berlino  —  Inaugurazione  del  XIV  Con- 
gresso internazionale  d'igiene. 

24-.  Napoli  —  Sesto  Congresso  degli  inse- 
gnanti delle  scuole  medie. 

^  Pellegrinaggio  internazionale  degli  stu- 
denti universitari  da  Pai-ma  a  Caprera;  ne 
è  promotrJce  V  As<ociaziune  Universitaria 
Fuì-mense.  Arrivano  a  Caprera  il  25. 

fl  Magdeburgo  —  Inaugurazione  di  un  mo- 
numento in  memoria  del  celebre  Otto  de 
Guericke,  inventore  della  m.acchina  pneu- 
matica, della  macchina  elettrica  e  di  altri 
strumenti  lisici  e  che  fu  anche  borgomastro 
della  città. 

24-27.  Maisons  Laf&tte  (presso  Parigi)  — 
Alle  corse  internazionali  partecipano  con 
onore  alcuni  cavalli  di  scuderie  italiane.  Al- 
l'Handicap della  Senna  (25  settembre)  Pio- 
niere di  Sir  Kholand  an-iva  secondo  per 
una  testa.  11  premio  dell' Escaut  (27  settem- 
bre) è  vinto  da  Telanwn  del  conte  Scheibler 
(giunto  secondo  nell'Handicap  de  la  Tamise, 
corso  il  primo  giorno). 

25.  Venezia —  VHI  Conferenza  del  Comitato 
internazionale  marittimo.  È  la  prima  volta 
che  si  riunisce  in  Italia. 

„  Ancona  —  Al  Teatro  Vittorio  Emanuele, 
la  compagnia  Flavio  Andò  dà  per  la  prima 
volta  La  ISalva'ì-ice,  nuova  commedia  in  tre 
atti  di  E.  A.  Berta,  direttore  della  ^«2- 
zetta  del  Popolo  della  Domenica  di   Torino. 

"Esito  contrastato. 

„  L'Aja  —  Congresso  internazionale  di  si- 
smologia pi-omosso  dall'Associazione  sismo- 
logica internazionale. 

26.  Parma  —  Inaugurazione  del  monumento 
a  Vittorio  Bòttego,  opera  lodatissima  di 
Ettore  Ximenes.  —  Vittorio  Bòttego,  n.  a 
Parma  il  29  luglio  1860,  capitano  d'arti- 
glieria, comandava  una  batteria  d'africani 
all'Asmara,  quando  nel  1891  organizzò,  per 
conto  della  Società  Geografica  italiana,  una 
spedizione  nel  paese  dei  Danakil,  spedi- 
zione presto  interrotta  per  il  suo  richiamo 
in  patria,   e   ch'egli   descrisse  nel  volume 

•  Nella  terra  dei  Danakil  (Roma,  1892j.  L'anno 
appresso  egli  riusciva  finalmente  a  partire 
per  quella  spedizione  al  Giuba  ch'era  da 
anni  in  cima  ai  suoi  pensieri  e  che  fece  in 
parte  a  spese  proprie,  in  parte  col  concorso 
della  Società  Geografica.  Attraversato  l'Oga- 
den,  varcato  l'Uebi  Scebeli,  incontra  l'Ueb, 
risale  per  25  giorni  il  piccolo  Ganale  o  Ga- 
nale  Diggò   da   lui  erroneamente  ritenuto 


CONTRO  TOSSI  E 

CflT/ÌRRf  USATE 

SeMPRC 

PANERAJ 

P/45TIGLIE, 

eESTRATTO-;'c 

-     (kST    — 


per  qualche  t<»mpo  11  cor^o  prlnHiMile  del 
(ìluhn  e  flnalinont*  rn?e«'n>k'«»  qtifsto  eh- 
gl'In  '  '  !  la  e  che 

cg\.  :  .DA  lunga 

soNt  i  V  ("om- 

un  .  le 

l>cr  .;to 

lin'sj>,,.i.t.«',  I  ■.■.■ini-i'iutlu  ooii  t'saile/./.a  lo 
siìrKoiiii  (111  lìMiba  ihc  non  ha  urinine,  come 
si  cMHli'va.  dal  la„Mi  Hudolfo,  ma  scaturisco 
liai  monti  ihv:li  Mussi.  I  resultati  di  questa 
nta»:nitiia  espleta/ione,  durata  qnasf  un 
anno,  tu  mìo  conseguati  uel  libro   / 


VlTTOKIO    BÙTTEGO. 

esplorato  (Roma.  1*^95),  e  gli  meritarono  la 
grande  Medajjlia  d'Oro  delia  Hocietà  Geo- 
grafica. Gli  oggetti  di  storia  naturale,  rac- 
colti in  questo  viag;,'io,  furono  da  lui  do- 
nati alla  città  di  Parma  che  ne  formò  l'in- 
teressantissimo Musco  lióttego.  Il  valente 
esploratore  partiva  il  12  ottobre  l.*<95  da 
Brava,  porto  del  Benadir,  per  la  sua  terza 
e  purtroppo  ultima  esplorazione  nella  quale 
egli  intendeva  impiantare  una  fattoria  a 
Lugh,  procedere  attraverso  gli  A  russi  per 
iseoprire  i!  corso  dell'Omo,  quindi  pros^>- 
guendo  a  nord,  lungo  la  gran  valle  del 
Nilo,  rius«.'ire  nella  Colonia  Entiea.  Lo  ac- 
compa;ii!avano  il  sottotenente  di  va-cello 
Lamberto  Vannutelli.  il  dottor  Maurizio 
Sacchi,   il  tenente  Carlo  Citerni  e  250  uo- 


mini Arrnolatl  nella  ColoiUa.  ti  vlaircrio  era 
prossinu»  alla  Qne  e  riuscito  al  di  là  di  ogni 
speranra:  egli  aveva  fondato  e  ori;anl7.z«ta 
la  stazione  di  Liitrh.  rls.illto  11  l>aiu».  esplo- 
rat-i  hi  regione  dvl  la;,'hl  lUi*ipoli  e  lU'k'Ina 
.Mar,<horita.  r.i^'^iunlo  l'Unu»  e  seguitone 
Il  ptMcorso  tino  a  che  non  .«<i  getta  nel  lago 
ICodolfo  di  cui  aveva  completata  la  esplo- 
razione Ini/.iat.i  da  Telokl.  Qui  si  stacca  da 
lui  Maurizio  Sacchi  per  portare  alla  costa 
le  raccolte  scientifiche,  ma  è  assassinato 
dagli  amhara  il  7  febbraio  1897,  presso  11 
lago  Pagadè.  Intanto  Bòttego,  Vannutelli 
e  Citerni  si  .-wauzano  ver.so  II  Sobat  'jnando 
il  tradimento  degli  sciouni,  imbaldanziti 
per  la  vittoria  di  Adua,  impone  un  tragico 
epilogo  alla  spedizione  fax  allora  cosi  fortu- 
nata. Ad  Enarea,  presso  Gul)bò,  il  17  marzo 
18^*7,  la  spedizione  fu  assalita:  gran  parte 
della  scorta  disertò,  Bòttego  cadde  batten- 
dosi come  un  leone,  e  Vannutelli  e  Citerni 
fatti  prigionieri,  non  poterono  tornare  In 
Italia  che  dopo  lunghi  stenti.  Il  materiale 
scientitico  di  questa  terza  esplorazione 
andò  tutto  perduto,  non  di  meno  i  due 
ufficiali  superstiti  hanno  narrato  le  vicen- 
de trascorse  ed  esposti  i  resultati  nel  li- 
bro LOinu  (Milano,  18«U). 

27.  11  nuovo  gigantesco  transatlantico  Lu- 
sitaiiin  nel  ritorno  dall'America  batte  il  re- 
cord della  velocità  nella  traversala  da  ovest 
a  est  deir.\tlantico,  che  finora  spettava  al 
Lucania  della  stessa  compagnia  Cunar  1,  che 
l'aveva  compiuta  in  5  giorni,  7  ore  e  23  mi- 
nuti. Invece  il  Lusitcmia  non  ci  ha  impie- 
gato che  5  giorni.  4  ore  e  19  minuti,  non 
ostante  la  fitta  nebbia   e   il  mare   agitato. 

28.  Perugia  —  III  Congresso  nazionale  dei  do- 
centi di  disegno. 

29.  Vereelli  —  Inaugurazione  del  monumento 
a  Umberto  I  dello  scultore  Sereno.  Vi  assi- 
stono il  Re,  venuto  espressamente  da  Rac- 
conigi.  e  i  presidenti  del  Senato  e  della 
Camera. 

„  A  Grazzano  Monferrato,  presso  Torino, 
crolla  parte  del  campanile,  bellissima  torre 
medievale,  clas  ^ificato  fra  i  monumenti  na- 
zionali. 

„  Milano  —  Sono  inaugurate  la  nuova  sede 
della  Tipografia  Cooperativa  degli  Operai, 
costruita  espressamente  in  via  Spartaco,  e 
una  Mostra  tipografica  operaia  nel  palazzo 
della  Permanente. 

„  A  Fivizzano  di  Lunigiana,  celebrandosi  il 
primo  centenario  della  morte  di  Giovanni 
Fantonl,  Lalindo  in  Arcadia,  detto  YOrazio 
toscano,  s'inaugura  un  monumento,  opera 
piena  di  espressione  e  nobiltà  del  giovane 
scultore  Umberto  Passiguanl,  fivizzanese. 
Il  Fantoni,  nato  nel  1755  visse  vita  avventu- 
rosa in  Toscana,  in  Piemonte,  a  Napoli,  a 
Roma,  in  Lombardia,  occupando  uffici  mili- 
tari e  civili:  fervido  patriota,  sdegnoso  di 
ogni  servilismo,  soffre  persecuzioni  e  car- 


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cere;  vei'.sOt»giatore  d'alti  sensi,  se  non  sem- 
pi-e  or;j,Muali,  felice  imitatore  dei  classici.  È 
inauj,Miiiita  una  lapide  murata  nel  palazzo 
Fuiituni:  il  discorso  inaiiy:urale  è  pronun- 
ziato da  Isidoro  Del  Lungo.  Al  Teatro  è 
tenuta  una  conferenza  da  (Giovanni  Sforza. 
Tra  le  foste  popolari  è  compreso  un  con- 
vegno ciclistico  indetto  dalla  Società  gin- 
nastica •'  Apuana  Juventus.  „ 

29.  Caprai'o'a,  nel  Lazio  (circ.  di  Viterbo),  che 
si  pregia  di  avere,  nel  famoso  palazzo  Far- 
nese (ora  dei  Borboni;,  il  capolavoro  archi- 
tettonico del  Vignola,  cele  ra  il  iV  cente- 
nario della  nascita  de!  grande  artista,  Ja- 
copo Barozzi,  detto  il  Vignola  dal  luogo 
della  sua  nascita,  con  T  inaugurazione  di 
una  lapide  commemorativa  (con  iscrizione 
dei-tata  da  Corrado  liicci),  una  mostra  Ba- 
rozziana  e  festeggiamenti  popolari.  Legge 
una  bella  conferenza,  per  illustrare  l'opera 
del  sommo  architetto,  il  prof.  G.  Tomas- 
so tti. 

„  Alvito,  in  prov.  di  Caserta,  inaugura  due 
lapidi,  una  in  onore  dell'umanista  Mario 
Equicola,   che   qui   vide   la  luce   nel  1470, 


l'altra  in  ricordo  dell' acquisto  fatto  d.al  Co- 
mune dell'antico  Palazzo  Ducale.  Pronun- 
cia il  discorso  commemorativo  il  prof.  Fran- 
cesco Flamini  dell' Universi  à  di  Padova. 
30.  San  Marino  commemora  Giosuè  Carducci 
che  tredici  anni  prima,  in  questo  stesso 
giorno,  con  un  meraviglioso  discorso  inau- 
gurava la  nuova  sede  della  Repubblica. 
Nell'aula  magna  del  Grande  Consiglio  dove 
lo  stesso  Carducci  parlò,  pronuncia  un  ap- 
plaudito d. scorso  Giovanni  Pascoli,  che  no 
donò  l'autografo  alla  Biblioteca  governa- 
tiva di  San  Marino  con  questa  dedica: 

XXX  settembre. 

''  Alla  Repubblica  grande  ohe  fu  rispettata 
da  Napoleone  e  che  salvò  Garibaldi  e  fu 
celebrata  da  Carducci,  dedica  Giovanni  Pa- 
scoli. „ 

„  Venezia  —  XIII  Congresso  freniatrico  na- 
zionale. 

.,  Berlino  —  IV  Congresso  internazionale  por 
l'infanzia. 


Monumento  al  Bòttego  in  Parma. 


—  nso  — 


LA  SOCIETÀ  NAZIONALE 

per  la  Storia  del  Risorgimento  italiano  e  il  Congfresso  di  Perugia. 


Nel  norembrA  del  1900  si  tenne  in  Milano 
un  rrsnio  ooii»:rosso  per  la  Storia  del  Rlsor- 
rhe  valso  a  riunire  molti 
:  lidi  e  molti  Insigni  patrioti 
^i.,    ,-,...  >iv  ,n  .   Ito  per  r Indipendenza.  Pa- 
recchio od  Importanti  questioni  furono,  per 
Il  prima  volta,  nmpiamente  discusse;  tra  le 
ito   di  questo   ramo   delia 
l'esercito,  nelle  scuole  se- 
iiiversità,  e  1  criteri   onde 
.'  governati  l  Musei  del  Rl- 

s  sono  costituiti  e  si  vanno 

c>-   ine  città,  con  grande  amore 

ed  entusiasmo  da  parte  dei  promotori,  ma 
con  molto  incertezze  e  incongruenze  nei 
metodi. 

Ma  il  frutto  più  importante  di  quella  riu- 
niO!ie  fu  la  Sortela  nazionale  per  la  Storia  del 
Kisonjint^yito,  fondata,  appunto  in  quel  giorni, 
in  sej;iiiti>  alle  proposte  del  prof.  Fiorini. 

La  Società  di  cui  è  alto  Patrono  S.  M.  il 
Re,    ha    per   Presidende   onorario  il   barone 

A.  Manno,  per  Presidente  effettivo  l'on.  avv. 
Bassano  Gabba,  assessore  del  Comune  di 
Milano,  per  Vicepresidenti  F.  Novati  e  A. 
Luzio;  sono  Segretari  il  prof.  Vittorio  Ferrari, 
il  dott,  G.  Gallavresi  e  il  dott.  Ettore  Verga: 
tesoriere  l'avv.  Grippa;  consiglieri  11  Conte 
Nani  Mocenigo,  il  conte  U.  Govone,  il  prof. 

B.  Manzone,  li  prof.  G.  Degli  Azzi.  Ve  un 
Comitato  delle  pubblicazioni  composto  dei 
proff.  Capasso,  Fiorini,  Lisio,  Oberziner  e 
Zanichelli,  e  un  Comitato  dei  fondi  composto 
dèi  proff.  Corio,  Quintavalle,  Rinaudo.  Conta 
oggi  circa  seicento  soci,  dei  quali  trenta 
promotori. 

Sono  già  costituiti  tre  Comitati  regionali, 
il  Lombardo,  il  Veneto  e  il  Piemontese  ed 
altri  se  ne  stanno  organizzando  in  altre  re- 
gioni. 

La  principale  forma  di  attività  del  soda- 
lizio sarà  la  Rivista  storica  del  Rlnorgimento 
Italiano,  che  si  pubblicherà  mensilmente,  a 
datare  dal  1»  gennaio  1908,  ed  è  afifldata  alla 
sapiente  direzione  del  prof.  B.  Manzone,  il 
benemerito  fondatore  della  prima  rivista  de- 
dicata a  questi  studi  la  quale,  pur  troppo,  per 
mancanza  di  solidi  appoggi  finanziari  dovette 
morire  pochi  anni  or  sono.  La  Società  prov- 


vedorà  puro  alla  pubblicazione  di  due  serie 
di  volumi,  scientifica  l' una,  popolare  l'altra; 
la  prima  serie  sarà  inaugurata  dall'edizione 
del  carteggio  fra  il  conte  Gabrio  Casati  e  il 
conte  di  Castagnotto  nel  1848,  per  cura  del 
prof.  V.  Ferrari;  la  seconda  con  una  biografia 
di  Garibaldi,  in  occasione  delle  feste  cente- 
narie, scritta  dall'abile  penna  di  G.  C.  Abba. 

Lo  scorso  settembre  la  Società  tenne  la 
sua  prima  assemblea  generale,  colla  solennità 
di  un  vero  congresso,  nella  bella  e  patriot- 
tica Perugia,  proprio  nei  giorni  in  cui  ricor- 
reva l'anniversario  dell'entrata  dell'esercito 
Piemontese  nella  metropoli  umbra.  Per  l'oc- 
casione fu  pubblicata  una  bella  cartolina,  da 
un  quadro  di  Quinto  Gianni,  rappresentante 
l'assalto  dato  dal  2o  battaglione  dei  Grana- 
tieri alla  porta  di  Santa  Margherita.  Uno  del 
prodi  che  presero  parte  a  quell'assalto,  il 
conte  Visconti  di  Saliceto,  partecipava  fe- 
steggiatissimo  al  Congresso. 

Anche  in  questa  riunione  ebbero  luogo 
importanti  discussioni  ;  citiamo  le  proposte 
fatte  dal  prof.  Verga  e  dal  coram.  Barbèra 
per  la  compilazione  di  un  Dizionarietto  sto- 
rico bibliografico  del  Ri^orgimento,  il  oul 
bisogno  è  vivamente  sentito  da  tutti  gli  stu- 
diosi ai  quali,  in  questo  campo,  manca  an- 
cora ogni  sussidio  di  ricchi  ed  ampi  repertori 
di  consultazione.  L'assemblea  si  appassionò 
alla  discussione  promossa  dal  prof.  Parisob, 
sui  libri  di  testo  anti-itaìiani  che  corrono  per 
le  nostre  scuole,  e  quantunque  gli  scopi  del 
sodalizio  siano  esclusivamente  scientifici,  e 
affatto  bandita  ne  voglia  essere  la  politica, 
non  poteva,  in  questione  si  delicata,  aste- 
nersi dal  formulare  un  voto,  afiBnchè  nelle 
nostre  scuole  non  si  insegni  alle  giovani 
generazioni  una  storia  falsata  da  pregiudizi 
di  casta  o  di  partito,  ma  la  storia  vera  quale 
risulta  dall'esame  oggettivo  dei  fatti.  Con 
questo  voto  la  Società  ha  dimostrato  che  il 
volersi  mantenere  affatto  lontana  da  ogni 
corrente  politica,  nel  sereno  campo  degli 
studi  che  tutti  affratellano  nella  comunione 
d'un  ideale  nobilissimo,  non  deve  escludere 
il  sentimento  e  l'affermazione  di  un  sincero 
e  sano  patriottismo. 

Dott.  Ettore  Veeoa. 


NON  AVEVA1    ILVERO   FANALE 

"AQUIUAS.. 


CHE  PORM  IMPRE55/1  QUESTA  flflRCfl  L£GfllMtnTE 
DEPOìITAira  £  Lfl  P({M\Ji  ''AQUILAS,* 


(Ottobre  Z906  -  Settembre  1907). 


Adami  mons.  Giustino,  n.  Torino  di  S:in,n-o 
(Abruzzi)  1851,  arcivescovo  tit.  di  Cesarea 
e  presidente  dell'Opera  della  Preservazione 
della  Fede,  lascia  4  milioni  al  Papa,  t  Eoma, 
13  dicembre. 

Adamo  Luigi,  di  a,  70,  direttore  capo  di  ra- 
gioneria al  Ministero  delle  poste  e  telegrafi, 
t  Roma,  gennaio, 

Ajroli  march.  Giacomo  Filippo,  professore 
ordinario  di  fisica  e  chimica  nell'Istituto 
superiore  di  magistero  femminile;  aveva 
festeggiato,  in  aprile,  il  50°  anniversario  del 
suo  pubblico  insegnamento,  t  Firenze,  no- 
vembre. 

Albe  Paolo,  noto  fonditore  di  caratteri,  t  Ber- 
gamo, 3  giugno. 

Alberti  Antonio,  di  a.  86,  già  capitano  di  cor- 
vetta, fu  deputato  del  Governo  provvisorio 
con  Daniele  Manin  e  uno  dei  difensori  del 
forte  di  Marghera.  t  Verona,  dicembre. 

Alien  Giorgio,  valente  incisore,  editore  di 
John  Ruskin,  cui  pago  quasi  3  milioni  di 
diritti  d'autore,  t  Londra,  7  settembre. 

Alliaud  Alberto,  n.  Pinerolo  1841,  maggiore 
nella  riserva,  lece  le  campagne  del  60-61 
e  66.  t  Torino,  maggio. 

Altmeyr  (Von)  Ferdinando,  di  a.  77,  capitano 
di  fregata  della  marina  austriaca  a  riposo, 
competente  scrittore  di  marina  mercantile, 
assistè  alla  battaglia  di  Lissa  a  bordo  della 
nave  Arciduca  Ferdinando  Massimiliano,  e 
ne  fece  la  narrazione  nel  libro:  La  guerra 
del  1866  nell'Adriatico,  t  Graz,  ottobre. 

Altomonte  Rosario,  n.  Reggio  Calabria,  di 
a.  25,  già  noto  nel  campo  delle  lettere,  t 
Roma,  agosto. 

André  Luisa,  n.  Ginevra,  fondò  a  Firenze  un 
Asilo-Rifugio  per  reietti  e  i  vagabondi,  t 
Firenze,  luglio. 

Angeli  Giov.  Batt.,  di  a.  78,  sindaco  di  Civi- 
dale,  superstite  della  campagna  del  1848. 
t  Cividale,  ottobre. 

Angiolella  dott.  Gaetano,  di  a.  39,  libero  do- 
cente di  psichiatria  e  antropologia  crimi- 
nale nella  R.  Università  di  Napoli,  autore 
di  numerose  e  dotte  pubblicazioni,  tia  cui 
le  più  importanti  sono:  Manuale  di  antro- 
pologia cri  minala  0  Delitti  e  delinquenti  po- 
litici, t  Nooera  Inferiore,  novembre. 


Angiolini  Francesco,  di  a.  71,  direttore  dcll.i 
Scuola  d'arte  di  Cantu  e  già  inseguaute 
d'intaglio,  di  disegno  e  di  ijlastica.  f  Cantù, 
ottobre. 

Annori  Renzo,  di  a.  45,  pubblicista,  t  Milano, 
giugno. 

Antinorio  march,  dott.  Raffaele,  di  a.  90,  in- 
segnante, per  molti  anni,  d'agraria  nel  R. 
Istituto  tecnico  di  Pei'ugia.  t  Perugia,  ot- 
tobre. 

Anziani  ab.  Nicolò,  n.  Pontremoli  1828,  già 
prefetto  della  Biblioteca  Medlceo-Lauren- 
ziana.  t  Firenze,  13  novembre. 

Arcangeli  Febo,  fu  con  Garibaldi  in  Sicilia  e 
con  Francesco  Nullo  in  Polonia,  t  Genova, 
dicembre. 

Argentieri  avv.  Giuseppe,  di  a. '58,  uomo  be- 
nefico, di  vasta  coltura  e  mente  poderosa. 
t  Latiano  (Lecce),  27  gennaio. 

Aria  conte  Pompeo,  di  a.  76,  possessore  di 
una  galleria  contenente  armi,  majoliche  ar- 
tistiche e  quadri  di  celebri  pittori  contem- 
poranei, t  Bologna,  gennaio. 

Armailhac  (£>')  mons.  Alberto,  rettore  da  molti 
anni  della  chiesa  di  San  Luigi  de'  Francesi, 
da  lui  illustrata  con  interessanti  scritti,  t 
Roma,  3  gennaio. 

Arrighi  avv.  Maux-izio,  di  a.  78,  già  sindaco 
di  Lonato  (Brescia),  compagno  e  intimo 
amico  di  Zanavdelli.  t  Lonato,  maggie. 

Arrigoni  degli  Oddi  conte  Oddo,  di  a.  75,  sin- 
daco, già  consigliere  e  deputato  provinciale 
di  Mouselice,  presidente  di  var'e  aziende 
pubbliche,  poeta  e  scrittore  geniale,  agri- 
coltore coltissimo,  t  Monselice  (Padova),  6 
luglio. 

Artaz  Pietro,  di  Anthy  Sant'Andrea,  di  a.  97, 
unico  supeistite  dei  soldati  valdostani  che 
militarono  sotto  la  bandiera  di  re  Carlo 
Felice,  fu  per  quattro  lustri  sindaco  del 
paese,  t  Anthy  Sant'Andrea  (Aosta),  11  mar. 

Artot  Desirée,  n.  Parigi  1835,  celebre  prima 
donna,  dotata  di  bella  vóce  di  mezzo  so- 
prano, t  Berlino,  aprile. 
Aschieri  prof.  Ferdinando,  di  a.  CO,  profes- 
sore di  geometria  prospettiva  e  descrittiva 
alla  Università  di  Pavia,  t  Pavia,  15  aprile. 
Ascoli  Graziadio  Isaia,  n.  Gorizia  16  luglio 
1829,  uno  dei  maestri  dellii  linguistica  mo- 


CUCINE 
CALORIFERI 
VENTILAZIONE 
FORNI 


DEllORTO 


irmrDi^^>    rNPi 


ba  ■  I    A  ki^    I 


—  noi  — 


dormi  «  una  fm  Io  più  Incido  monti  d' Italia: 
dal  1H«>1  «I  l'.Ktl   i)n>f.  di  storia  oomparata 

AoV.r  < '■■  -     ' ' ■■' "•\.-i'a- 

d»M  .lei 

su.  fa- 

llii -  «>   i   Stiffgi 

/.»-  1  dell'wir- 

chii  I  ;.  fondato  e 

diretto,  renature  del  iU'tjuo  dal  1899.  f  Mi- 
lano, 21  gennaio. 


por  i  suoi  stadi  stiir alcool,  di  cai  esalfara 
le  virtù  nntrltlvc.  t  22  settembre. 

Auer  Ignazio,  bavarese,  di  a.  r>l,  mio  dei  più 
noti  personaRK'  dol  partito  socialista  tede- 
sco, fu  tra  1  primi  deputati  socialisti  eletti 
nel  1877.  t  Berlino,  io  aprile. 

Aujfusto  di  Sassonia  Coburyo  e  Gotha,  n.  Pau 
ÌS4b,  fijjllo  cadetto  del  principe  Augusto  e 
della  principessa  Clementina  d'Orléans,  fra- 
tello al  principe  Ferdinando  I  di  Bulgaria, 


G&AZIADIO  Ascou. 


Asperti  Clemente,  chimico  farmacista,  occupò 
varie  cariche  nelle  civiche  amministrazioni 
di  Parma,  fu  per  tre  legislature  deputato 
di  sinistra  del  I  Collegio  di  Parma,  t  Par- 
ma, maggio. 

Astorga  mons.  Giuseppe  Baimondo,  n.  1829, 
arcivescovo  titolare  di  Martiropoli,  già  am- 
ministratore apostolico  della  diocesi  di  San- 
tiago, lascia  in  legato  all'arcivescovo  di  San- 
tiago 20  mila  duros  a  favore  della  stampa 
cattolica,  t  Santiago,  gennaio. 

Astori  Giacomo,  operoso  commerciante,  be- 
nemerito dello  sviluppo  economico  In  pro- 
vincia di  Bergamo,  nelle  sue  disposizioni 
testamentarie  fa  cospicue  elargizioni  a  Isti- 
tuti di  beneficenza  di  Bergamo,  t  Almenno 
San  Salvatore,  novembre. 

Atwater  Wibbur  O.,  di  a.  63,  professore  di 
chimica  all'università  di  Middletown,  noto 


già  ammiraglio  della  marina  brasiliana,  t 
Carlsbad,  settembre. 

Aureggl  dott.  Paolo,  di  a.  70,  già  direttore 
della  Provincia  di  Brescia,  t  Brescia,  giugno. 

Avalos  (D')  don  Giuseppe,  di  a.  50,  marchese 
del  Vasto  e  principe  di  Pescara,  t  Caianello 
presso  Napoli,  •20  giugno,  vittima  in  un 
grave  disastro  automobilistico. 

Avogadro  Vittorio  dei  conti  di  Collobi'ano,  di 
a.  71,  già  capitano  nei  lancieri  Aosta,  vete- 
rano della  guerra  del  1859.  |  Torino,  3  magg. 

Avogadro  di  Quinto  conte  Felice,  n.  Vercelli 
1844,  comandante  la  divisione  militare  di 
Milano,  aiutante  di  campo  generale  onora- 
rio di  S  M.  il  Re,  combattè  a  Custoza  nel 
1866  e  alla  presa  di  Roma,  t  Vercelli,  10 
maggio. 

Azzali  Augusto,  direttore  d'orchestra  e  Im- 
presario  di   teatri   nell'America  Centrale; 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  iodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


—  692  — 


diripova  ora  la  banda  mnsfcale  di  Giiada- 
lajara  (Messico)  e  recatosi  con  essa  negli 
Stati  Uniti  per  una  serie  di  concerti,  periva 
In  un  fiume  tentando  di  salvare  due  suoi 
amici  in  pericolo  di  annegare,  t  Filadelfia, 
luglio. 

B 

Baccarini  Calisto,  ultimo  fratello  superstite 
di  Alfredo,  per  27  anni  sindaco  della  na- 
tiva Russi,  e  consigliere  provinciale,  t  Ra- 
venna, 25  giugno. 

Baco!  Andronico,  n.  Isola  d'Elba  1836,  te- 
nente generale,  veterano  delle  campagne 
del  1859  e  1866.  t  Siena,  4  aprile. 

Bacci  Emilio,  n.  Firenze  1831,  avvocato  gene- 
rale fiscale  militare  presso  il  tribunale  su- 
premo di  guerra  e  marina,  senatore  dal 
1906.  t  Frascati,  30  agosto. 

Baden  (Di)  principe  Carlo,  n.  1832,  generale 
di  cavalleria  nell'esercito  prussiano  e  fra- 
tello del  granduca  regnante  principe  Fede- 
rico, t  Carlsruhe,  3  dicembre. 

Baessler  Arturo,  valente  etnografo  e  viag- 
giatore nel  Pacifico  e  nel  Perù,  di  cui  sta- 
dio le  antichità,  t  Neustadt-Eberswalde,  31 
marzo. 

Baglioni  Francesco,  di  a.  56,  diresse  per  molti 
anni  la  flottiglia  de'  piroscafi  appartenenti 
alla  compagnia  Cook,  che  fanno  il  servizio 
turistico  sul  Nilo,  condusse  a  Kartum  il 
generale  Gordon  ivi  morto  eroicamente,  f 
Assuit  (Alto  Nilo),  marzo. 

Baiocchi  Pasquale,  proprietario  di  un  gran- 
dioso laboratorio  pirotecnico,  antico  gari- 
baldino, abilissimo  nella  sua  professione  sì 
da  meritare  da  Edmondo  De  Amicis  il  so- 
prannome di  "  artista  del  fuoco  «.  t  Città 
di  Sant'Angelo,  11  luglio,  travolto  fra  le 
macerie  del  suo  stabilimento  saltato  in 
aria. 

Baker  Beniamino,  di  a.  67,  famoso  ingegnere 
inglese,  aveva  costruito  il  grande  ponte 
sulla  Forth  e  il  serbatoio  del  Nilo  ad  As- 
suan, t  maggio. 

Baldi  Ing.  Eugenio,  di  a.  74,  appartenente  ad 
una  delle  più  cospicue  famiglie  faentine, 
t  Faenza,  novembre. 

Balestra  Raflfaele,  filantropo,  lascia  il  suo  ri- 
levante patrimonio  alla  Congregazione  di 
Carità  di  Roma,  t  Roma,  25  aprile. 

Balisardi  Giovanni,  di  a.  47,  primo  basso  della 
cappella  musicale  di  Loreto,  t  Bologna,  ott. 

Balladore  conte  avv.  Cesare,  n.  Voghera  1836, 
già  sottoprefetto  d' Ivrea  e  di  Mondovì,  già 
prefetto  d'Arezzo,  Siena,  Campobasso,  t  To- 
rino, 31  marzo. 

Balladore  ing.  Luigi,  ispettore  del  genio  ci- 
vile a  riposo,  t  Roma,  agosto. 

Ballerini  padre  Raffaele,  n.  Medicina  presso 
Bologna  1830,  gesuita,  già  direttore  della 
Civiltà  Cattolica,  autore  di  parecchi  roman- 
zi, t  Roma,  gennaio 


Ballerio  mons.  Antonio  Maria,  d?  a.  Sfi,  vica- 
rio generale  di  Alghero,  t  Alghero  (Sassari), 
ottobre. 

Bampo  Silvio,  direttore  didattico  delle  scuole 
elementari  di  Padova  e  veterano  delle  pa- 
trie battaglie,  t  Padova,  giugno. 

Banandi  ing.  Carlo,  di  Briga  Marittima,  di 
a.  82,  ispettore  emerito  del  genio  civile;  a 
lui  si  devono  i  progetti  dell'attuale  linea 
dei  Giovi  e  della  Parma-Spezia.  t  Torino, 
febbraio. 

Barbantini  Ing.  Luigi,  professionista  valente 
ed  autore  di  innumerevoli  opere  edilizie, 
tra  cui  il  palazzo  della  Cassa  di  Risparmio. 
t  Ferrara,  gennaio. 

Barberi  Enrico,  già  sindaco  di  Castelletto  Ti- 
cino (Novara),  prese  parte  a  tutte  le  cam- 
pagne garibaldine,  cominciando  dalla  spe- 
dizione dei  Mille,  t  Castelletto  Ticino,  magg. 

Barbii-olli  Antonio,  n.  Rovigo,  di  a.  63,  di- 
stinto professore  di  musica  e  provetto  vio- 
linista, t  Londra,  luglio. 

Bardusco  Luigi,  di  a.  51,  comproprietario  del- 
la ditta  Mario  Bardusco,  assessore  del  ri- 
parto finanziario  del  municipio  di  Udine  e 
membro  di  molte  associazioni  di  previdenza 
e  di  beneficenza  di  quella  città,  t  Udine, 
ottobre. 

Bario  dott.  Pietro  Emanuele,  procuratore  ge- 
nerale della  Banca  Vonwiller  e  C.  t  Milano, 
13  giugno. 

Barillas  Alessandro,  di  a.  62,  ex  presidente 
del  Guatemala,  t  Messico,  7  aprile,  vittima 
di  un  assassinio. 

Barilli  Aldo,  noto  impresario  teatrale,  fu  per 
qualche  tempo  segretario  al  teatro  alla 
Scala  di  Milano,  t  Messico,  1°  maggio. 

Barlesi  Settimio,  di  a.  87,  buon  compositore 
di  musica  sacra,  t  Caldarole,  23  gennaio. 

Bartalesi  Torello,  di  a.  82,  colonnello  di  fan- 
teria a  riposo,  veterano  delle  guerre  del 
48,  59,  60-61  e  66,  già  aiutante  di  campo 
del  generale  Rafi'aele  Cadorna  durante  la 
campagna  di  Roma  del  1870.  t  San  Casciano 
(Firenze),  luglio. 

Baseggio  avv.  Giorgio,  fu  uno  dei  primi  re- 
dattori della  Perseveranza,  fu  consigliere 
comunale  a  Milano,  t  Milano,  29  luglio. 

Basile  Alceste,  pittore,  professore  ordinario 
di  prospettiva  nell'Istituto  di  Belle  Arti  di 
Napoli,  t  Napoli,  luglio. 

Basso  Carlo,  n.  Palermo  1846,  contrammira- 
glio nella  riserva,  già  direttore  generale 
dell'arsenale  di  Napoli,  già  capo  di  stato 
maggiore  in  quel  dipartimento  marittimo, 
t  Napoli,  aprile. 

Battistini  Domenico,  per  oltre  20  anni  me- 
dico chirurgo  nell'ospedale  di  Busseto, 
prestò  più  volte  l'opera  sua  a  Giuseppe 
Verdi,  t  Busseto,  aprile. 

Bauer  Giuseppe,  direttore  del  Grand  Hotel 
Milan  a  Milano,  t  Mornello  (Ceruobbio),  8 
maggio. 

Becchis  avv.  Vittorio,  di  a.  31,  economo  del 


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Collegio  delle  orfane  o  «topretai  io  doli'  Isti- 
tuto d!  «t'ile  Arti  di  Vercelli,  t  Valle  Vi- 
gna, 3  agosto,  in  seguito  a  catastrofe  al- 
pina. 

Bedlez  Rosali»  Enrlchetta,  n.  Parigi  1824,  ce- 
lebre cantanto,  ottenne  grandi  ncoogìionze 
nei  prinolpall  teatri  italiani  od  esteri,  f 
Chéry-sur-Marne  (Francia),  settembre. 

Ueghi  d«>tt.  Ettore,  di  a.  31,  professore  di 
zootecnica  nello  Scuole  e  oaseiflcio  Zanella 
e  direttore  dell' annesso  deposito  governa- 
tivo d'animali  miglioratori,  f  Reggio  Emi- 
lia, 25  marzo. 

Behanzin.  di  a.  62,  ex-re  del  Dahomey.  t  Al- 
geri. 10  dicembre. 

Bellelll  bar.  Federico,  di  a.  90,  già  ufficiale 
d'artiglierìa  e  già  deputato  dur.inte  la  X  le- 
gislatura pel  collegio  di  Capaccio  In  pro- 
vincia di  Salerno,  t  Vletri,  giugno. 

Bellluzagbi  conte  Decio,  nipote  del  conte  Giu- 
lio, noto  sindaco  di  Milano,  fondatore  della 
banca  Ressi  e  C.  copriva  numerose  cari- 
che In  società  finanziarie,  in  istituti  di  be- 
neficenza, ec.  t  Milano,  11  dicembre. 


Beranger  José  Maria,  n.  Cadice  1«24,  aena- 
tore.  ammiraglio  della  marina  spagnnola  e 
già  due  volte  ministro  della  marina,  f  Ma- 
drid, gtMinaio. 

Beraudo  Eugenio  del  conti  di  Pralormo,  te- 
nente generale  a  riposo,  già  alutante  di 
campo  di  Vittorio  Emanuele  II,  combatti 
nel  1848,  a  Novara  nel  1841«,  nella  guerra 
del  18ft9  0  a  Custoza  nel  1866.  f  Torino, 
13  febbraio. 

Bcrgmann  (Von)  Ernesto,  n.  Riga  (Livonia) 
1836,  celebre  chirurt,'0,  insegnò  in  parec- 
chie Università,  t  Wiesbaden,  25  marzo. 

Bergonzl  doft.  Pio,  appassionato  agricoltore, 
proprietario  di  esteso  tenute,  nelle  quaU 
aveva  introdotte  continue  migliorie,  t  Lau- 
ghtrano  (Parma),  giugno. 

Bernardi  avv.  Giuliano,  di  a.  85,  uno  dei  primi 
civilisti  della  Toscana,  già  consigliere  comu- 
nale, t  Lucca,  ottobre. 

Bertanl  Francesco,  di  a.  34,  capomastro,  uno 
del  più  noti  e  operosi  soci  del  Club  Alpino 
Italiano,  forte  sklatore.  t  12  luglio,  vittima 
di  un'ascensione  sulla  Meije. 


Il  chimico  Bebthelot  nel  suo  stxtdio. 
(Fot.  A.  Croce). 


Belvlglierl  d»tt.  Giovanni,  già  assessore  co- 
munale e  membro  di  vari  altri  ufiBci  pub- 
blici, t  Verona,  agosto. 

Benaducci  Giovanni,  di  a.  73,  già  sindaco  di 
Tolentino  per  30  anni,  t  Tolentino,  luglio. 

Benazzo  avv.  Emilio,  di  a.  64,  per  lungo  tem- 
po rappresentante  a  Catania  della  Società 
che  aveva  assunto  l'Impresa  del  lavori  del 
porto,  conosciuto  nel  mondo  musicale  per 
pregevoli  composizioni,  t  Acqui,  luglio. 

Bendandl  dott.  Guido,  valente  chirurgo,  da 
parecchi  anni  primario  all'Ospedale  Mag- 
giore di  Bologna,  t  Bologna,  novembre. 

Benzo  Mario,  già  assessore  pei  lavori  pub- 
blici a  Palermo,  combattè  a  Lissa.  t  Pa- 
lermo, maggio. 


Berthelot  Marcellino,  n.  Parigi  25  ottobre  1827, 
uno  dei  più  illustri  chimici  del  tempi  mo- 
derni; fondò  la  sintesi  organica,  col  danese 
Thomsen  creola  termochimica;  le  sue  ri- 
cerche sugli  esplosivi  prepararono  la  sco- 
perta della  polvere  senza  fumo;  i  suoi  studi 
di  fisiologia  vegetale  hanno  avuto  resultati 
importantissimi  per  l'agronomia,  t  Parigi, 
18  marzo,  improvvisamente  per  sincope  ri- 
cevendo la  notizia  della  morte,  avvenuta 
pochi  momenti  prima,  della  moglie  ch'egli 
adorava. 

Bertoloni  dott.  Giuseppe,  di  a.  61.  chirurgo 
primario  dell'Ospedale  Maggiore,  deputato 
provinciale  di  Pavia,  t  Milano,  12  novemb. 

Bertolotto  Lazzaro,  di  a.  89,  già  professore 


694  — 


d'astronomia  e  navigazione  in  quell'isti- 
tuto nautico,  e  già  collaboratore  dell'^w^o- 
logia,  del  Politecnico  e  del  Diritto,  t  Camo- 
gli,  gennaio. 

Bertrand  Marcello,  n.  1847,  figlio  del  famoso 
matematico  Giuseppe,  ingegnere  capo  delle 
Miniere,  professore  alla  Scuola  delle  Mi- 
niere, geologo  illustre,  t  Parigi,  febbraio. 

Bertucci  Edoardo,  n.  Parma  1844,  combattè 
a  Custoza  ed  alia  presa  di  Rema,  insegnante 
di  disegno  nella  Scuola  tecnica  di  Milazzo 
e  pittore  geniale,  t  Milazzo,  marzo. 

Besozzi  Enrico,  ispettore  principale  delle  Fer- 
rovie dello  Stato,  t  Calco  (Brianza),  21  set- 
tembre. 

Besozzi  conte  Giuseppe  Alberto,  n.  Milano 
1837,  senatore  del  Regno,  tenente  generale 
in  posizione  ausiliaria,  ultimamente  coman- 
dava il  corpo  d'armata  di  Koma.  t  Milano, 
4  giugno. 

Bettoli  Parmenio,  n.  Parma  1835,  notissimo 
giornalista,  diresse  e  collaborò  in  parecchi 
giornali,  come  autore  drammatico  lascia 
pregevoli  lavori,  t  Bergamo,  16  marzo. 

Bezzi  Cesare,  vicequestore  di  Genova,  t  Ge- 
nova, 7  dicembre. 

Blagini  Amos,  di  a.  61,  da  oltre  20  anni  di- 
rettore proprietario  del  Popolo  Pistoiese, 
giornalista  arguto,  t  Pistoia,  8  novembre. 

Biancheri  Giov.  Batt..  di  a.  86,  per  molti  anni 
sindaco  di  Ventimiglia.  t  Ventimiglia,  ott. 

Bianchi  avv.  Andrea,  di  a.  77,  combattè  a  Go- 
vernolo  nel  1848,  e  fra  le  schiere  garibal- 
dine nel  1860,  fu  consigliere  provinciale  e 
deputato  della  Costituente,  che  votò  l'an- 
nessione delle  province  emiliane  al  Regno 
d'Italia  e  durante  la  VII  legislatura  fu  an- 
che deputato  pel  Collegio  di  Guastalla,  t 
Reggio  Emilia,  marzo. 

Biandrà  di  Reaglie  conte  Massimo,  n.  Torino, 
di  a.  82,  ex  presidente  dell'Ospedale  Mag- 
giore di  San  Giovanni,  in  Torino,  consiglie- 
re onorario  di  Corte  d'Appello,  t  Torino, 
22  marzo,  colpito  da  sincope. 

Bignami  Leopoldo,  di  a.  67,  per  lungo  tempo 
giornalista,  fu  redattore  del  Pungolo,  t  Mi- 
lano, 14  novembre. 

Binda  Cesare,  gerente  della  ditta  Ambrogio 
Binda  e  C,  che  ha  fabbrica  di  carta,  e  so- 
cio fondatore  dell'anonima  A.  Binda  per  la 
fabbricazione  dei  bottoni,  t  Milano,  10  feb 
braio. 

Biondi  Michele,  poeta  e  letterato,  t  Cerreto 
Sannita,  gennaio. 

Bisagiio  Pietro,  da  molti  anni  consigliere  co- 
munale a  Domodossola,  già  prosindaco,  pre- 
sidente della  Società  reduci,  t  Domodossola, 
marzo. 

Bianchetti  nob.  Felice  Lanfranco,  n.  1819,  te- 
nente generale,  combattè  in  tutte  le  cam- 
pagne nazionali  dal  48  al  66,  riportando 
due  ferite,  una  a  San  Martino  e  l'altra  al- 
l'assalto di  Perugia,  t  Torino,  luglio. 


Blind  Carlo,  n.  Matinhelm  1820,  noto  apostolo 
della  democrazia  tedesca,  ammiratore  e 
amico  di  Garibaldi,  t  Londra,  3  giugno. 

Blum  Ernesto,  di  a.  71,  noto  commediografo 
e  vaudevillista.  t  Parigi,  19  settembre. 

Bolis  avv.  Filippo,  di  a.  70,  prefetto  a  riposo 
dal  1902,  resse  le  Provincie  di  Mantova,  di 
Girgenti  ed  in  ultimo  di  Cremona,  t  Terni, 
agosto. 

Bonaparte  Cristina  nata  Ruspoli,  vedova  del 
principe  Napoleone  Carlo  Bonaparte.  t  Ro- 
ma, 12  febbraio. 

Bonelli  Antonio,  detto  Bellaooscia,  celebre 
bandito  còrso,  che  da  60  anni  sfidava  im- 
punemente la  legge,  t  Corsica,  febbraio. 

Bonelli  Leopoldo,  già  capo  di  gabinetto  del 
nainistro  Majorana  ogni  volta  che  questi  fu 
al  potere;  ora  conservatore  delle  ipoteche, 
t  Reggio  Calabria,  29  settembre. 

Boni  Giulio,  n.  ad  Antey  1827,  vicepresidente 
e  benefattore  dell'Ospedale  infantile  Re- 
gina Margherita,  t  Torino,  maggio. 

Boni  ing.  Stefano,  ispettore  capo  delle  Fer- 
rovie dello  Stato,  t  Torino,  11  maggio. 

Bonomi  avv.  Matteo,  di  a.  68,  magazziniere 
delle  regie  privative,  già  deputato  di  Son- 
drio, t  Lugo,  maggio. 

Boracchia  Paolo,  notaio,  già  sindaco  di  Spe- 
zia, t  Spezia,  dicembre. 

Dorella  dott.  Silvio,  n.  Galliavola  1834,  mag- 
gior generale  medico  a  riposo,  fece  le  cam- 
pagne del  1860,  61,  66,  appassionato  agri- 
coltore, ebbe  gran  parte  nella  bonifica  del- 
l'Agro mantovano  e  a  lui  s'intitola  uno 
dei  più  importaati  cavi  di  prosciugamento 
della  regione,  t  Torino,  marzo. 

Borgarello  Giuseppe,  di  a.  84,  uno  dei  più 
vecchi  albergatori  italiani,  già  propi'ietario 
degli  alberghi  Feder,  Ville,  Isotta  ed  Eden 
Palace  a  Genova,  t  Genova,  maggio. 

Boriani  ing.  Salvatore  Filemone,  superstite 
della  guerra  del  1859  e  già  sindaco  di  Vil- 
lauova  d'Arda  (Piacenza);  ebbe  per  più  di 
20  anni  una  assidua  corrispondenza  col 
maestro  Verdi  e  da  questi  ebbe  l'incarico 
di  fondare  e  presiedere  il  suo  ospedale, 
t  Villanova  d'Arda,  maggio. 

Borromeo  Uboldi  de  Capei  contessa  Matilde, 
dama  d'onore  della  Regina  Margherita,  t 
Monza,  13  settembre. 

Boselli  Francesco,  n.  Mantova  1830,  tenente 
generale,  t  Albenga,  18  ottobre. 

Bosio  Luigi,  n.  Buriasco  1845,  direttore  ge- 
nerale al  Ministero  della  guerra  a  riposo, 
t  Torino,  novembre. 

Bossi  Giuseppe,  di  a.  90,  colonnello  veteri- 
nario a  riposo,  veterano  delle  patrie  bat- 
taglie e  della  guerra  di  Crimea,  t  Villa  Stel- 
lone (Torino),  luglio. 

Bottazzi  Giovanni,  di  a.  55,  facoltoso  produt- 
tore di  vini,  t  Pozzolo  Formigaro  (Alessan- 
dria), dicembre. 

Bozzano  Francesco,  di  a.  69,  assessore  munì- 


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Millo   <lì   (Minbal.ll,   im<1ì   nel  IScìl  e  a  Gu- 
stosa nel  1866.  t  Borguratto  (Alessandriai, 
aprilo. 
Bo  V  vedova  Vram,  di  a.  81,  deoo- 

I  '  t^lia  d'argouto  di  prima  olasse 

olii  per  lo  cure  prostate  ai  fe- 
:  oito  francese  nella  guerra  del 
ilio,  marzo. 
1  louo,  Ria  corista  di   teatro,  domi- 
in  Russia  da  più  di  40  nnni.  si  ora 
.  -rK  fortuna  di  oltre  200,000  rubli  re- 
i-strumenti  a   corda,  t  Pietro- 

!  :  :  O. 

Bi:.  ;io   del  conti  di  Testasocca,   n. 

M  1  -puloiano  1825,  padre  del  deputato 
Iv  ,01.  fu  egli  stesso  por  tre  legislature 
amputato  di  Orvieto,  già  presidente  del  Con- 
siglio provinciale  dell'Umbria  e  varie  volte 
Binda<v>  d'Orvieto,  t  Orvieto,  gennaio. 

Bla  .  pe,  n.  Roma,  di  a.  60,  noto  at- 

t  .1,  30  marzo. 

Br.;  :;te  prof.  Ferdinando,  n.  Fermo 

l-.T,  .  ;  .  >  onato  cultore  dello  studio  delle 
lin^  1  i  ;•  he  e  moderne,  ardente  patriota, 
(X'uib.itt<-  ;i  Pastrengo  ed  a  Novara,  f  Mi- 
lano. 20  aprile. 

Bresciani  notaio  dott.  Pier  Qiuseppe,  di  a.  70, 
uno  dei  Mille,  t  Adrara,  18  settembre. 

Breventani  dott.  Luigi,  canonico,  lascia  un 
milione  in  beneficenza,  t  Bolofjna,   26  die. 

Briasoo  Vincenzo,  di  a.  76,  garibaldino,  com- 
battè durante  le  Cinque  Giornate  di  Milano, 
e  prese  parte  ai  combattimenti  di  Calatafimi 
e  di  Palermo,  t  Genova,  5  luglio. 

Brichieri  Colombi  Carlo,  tenente  nelle  truppe 
coloniali,  t  in  duello  a  Adi  Cajè  (Eritrea), 
8  febbraio;  lascia  erede  del  suo  patrimonio 
la  Società  Dante  Alighieri. 

Brizio  Edoardo,  n.  Torino  3  marzo  1846,  il- 
lustre archeologo,  d<tl  1876  professore  di 
archeologia  e  numismatica  all'Università 
di  Bologna,  fondatore  del  gabinetto  archeo- 
logico di  quell'Ateneo,  direttore  del  Museo 
civico  da  lui  ordinato  per  la  parte  antica 
e  segretario  della  Deputazione  di  Storia 
Patria;  coltivò  e  illustrò  più  specialmente 
l'archeologia  Italica,  t  Bologna,  5  maggio, 
repentinamente. 

Brizzi  Fortunato,  noto  produttore  ed  espor- 
tatore di  vini,  destina  il  suo  patrimonio, 
circa  mezzo  milione,  alla  costruzione  di  un 
ospedale  nel  comune  di  Poggibonsi.  t  Pog- 
gibonsi  (Siena),  marzo. 

Bronzi  Giorgio,  di  a.  30,  fondatore  del  Pen- 
siero Liberale  di  Sestri  Ponente,  quindi  del 
Corriere  Sestrese,  direttore  della  Tipografia 
Artistica,  t  Sestri  Ponente,  16  agosto. 

Bruii  Ignazio,  n.  Prossnitz  in  Moravia  1846, 
pianista  e  compositore  di  musica  di  gran 
valore,  t  Vienna,  settembre. 


Brudl  (Do)  nob.  H untavo,  n.  Trlcnto  1837,  vie» 
ammiraglio  della  marina  austriaca  in  pen- 
sione, t  Vienna,  maggio. 

Brunolli  avv.  Francesco,  prefetto  s  riposo, 
t  Torino,  maggio. 

Brunetièro  Ferdinando,  n.  Tolone  1849,  let- 
ton^to  e  fllo.sofo  di  gran  valore,  da  30  anni 
collaboratore  e  da  13  direttore  della  lievuf 
des  Dcur  Momìea,  oratore  e  stilista  egregi", 
combattè  aspramente  il  naturalismo,  e  spo 
cialmento  negli  ultimi  anni  fu  campiono 
vivace  del  oattoliolsmo.  t  Parigi,  9  dicemb. 

Bruni  Oreste,  n.  ad  Arezzo,  1841  direttore 
della  Scuola  magistrale  maschile  di  Firenze, 
autore  di  pregiati  libri  educativi  e  didattici, 
t  San  Marcello  Pistoiese,  settembre. 

Bruschottini  avv.  Augusto,  n.  Senigallia  1842, 
già  deputato  di  Ancona,  t  Ancona,   febbr. 

Bucher  Dnrrer,  di  a.  72,  detto  il  re  degli  Al- 
berghi, perchè  fondatore  e  proprietario  di 
molti  alberghi  In  Svizzera  ed  in  Italia;  a 
lui  si  devono  parecchie  linee  ferroviarie  per 
turisti,  t  Porto  Said,  ottobre. 

Budini  Gattal  Leopoldo,  di  a.  38,  ricco  filan- 
tropo che  aveva  anticipato  una  ingente 
somma  per  la  ripristinazione  dello  storico 
palazzo  dell'Arte  della  Lana,  contribuì  puro 
all'impianto  dell'Istituto  fototerapico  diret- 
to dal  prof.  Pellizzarl.  t  Firenze,  febbraio. 

IJulgarini  avv.  Salvatore,  di  a.  47,  consigliere 
comunale  di  Roma,  t  Roma,  7  dicembre. 

Burdett-Coutts  bar.  Angela  Giorgina,  n.  Lon- 
dra 1814,  ricca  tilantropa,  fondò  case  ope- 
raie, scuole  professionali  e  per  le  operaie 
e  infinite  altre  istituzioni  di  previdenza; 
fu  la  prima  del  suo  sesso  a  essere  elevata 
al  grado  di  Pari  d'Inghilterra  e  la  prima 
che  dopo  la  morte,  fia  l'universale  com- 
pianto, ebbe  onori  funebri  nell'abbazia  di 
Westmiuster.  t  Londra,  30  dicembre. 

Burzi  dott.  Aristide,  presidente  degli  istituti 
pii  educativi  di  Bologna  e  consigliere  co- 
munale, t  Bologna,  agosto. 

Buscagliene  Giacomo,  di  a.  71,  notissimo  In- 
dustriale di  Torino,  già  presidente  della 
Congregazione  di  Carità  di  Biella,  t  To- 
rino, novembre. 

Busi  conte  Ferdinando,  di  a.  80,  maggiore 
dei  reali  carabinieri  a  riposo,  veterano  della 
guerra  di  Crimea,  t  Verona,  gennaio. 

Busnach  Bernardo,  di  a.  65,  nipote  di  Halévy, 
autore  drammatico,  adattò  per  il  teatro  al- 
cuni fra  i  più  celebri  romanzi  di  Zola  VAs- 
sommoir,  Nana  ed  altri,  t  Parigi,  gennaio. 

Bussi  ing.  Gabriele,  di  a.  81,  ispettore  gene- 
rale a  riposo  delle  strade  ferrate  italiane, 
t  A.sti,  agosto. 

Buzzi  Cantone  dott.  Fausto,  capitano  medico 
e  deputato  al  Gran  Consiglio  Svizzero,  ad- 
detto alla  persona  di  Re  Carlo  di  Rumenia. 
t  Novajjg  o  (Lugano),  gennaio. 

Bylant  (Conte  di),  uno  dei  più  ferventi  apo- 
stoli dello  sport  del  tobogan.  t  Saint  Mo- 
ritz (Svizzera),  18  febbraio,  vittima  di  un 
accidente  del  tobogan. 


Gambe  pesanti. 


gonfie  e  dolenti,  anche  se  ulcerate,  per  vene  varicose,  di- 
vengono presto  leggiere,  asciutte,  agili  e  sane  mediante  la 
cura  ra'iicale  medi-a  delle  vene  varicose,  scoperta  dal  Dott.  Stefano  Bolognese  (Ca- 
sella pustale  502,  NAPOLI).  —  Opuscolo  spiegativo  a  richiesta.  —  Vademecum 
(100  pag.  ili.)  Li.  1.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  prin- 
cipali lingue. 


—  696 


Gabella  Bartolomeo,  di  a.  60,  ingegnere  in- 
dustriale di  grande  valore  tecnico,  fu  per 
vari  anni  presidente  della  Camera  di  Com- 
mercio, aveva  fondato  e  diretto  a  lungo  la 
nota  ofiBcina  Tecuomasio  Italiano,  t  Milano, 

6  maggio. 

CacGia  (dei  conti)  avv.  nob.  Edoardo,  di  a.  67, 
da  40  anni  sindaco  di  Varallo  Pombia  e  da 
27  consigliere  provinciale  di  Novara,  t  Va- 
rallo Pombia,  5  luglio. 

Cacciavillani  dott.  Virgilio,  per  28  anni  diret- 
tore del  civico  ospedale  di  Schio,  lascia  la 
tenuta  di  Caille  del  valore  di  oltre  cento- 
mila lire  all'Orfanotrofio,  e  altre  rendite 
per  l'istituzione  di  borse  di  studio  per  gli 
studenti  poveri  di  Marano  e  Grespadoro. 
t  Schio,  ottobre. 

Cagni  Manfredo,  tenente  generale  nella  ri- 
serva, padre  al  tenente  di  vascello  Umberto 
Cagni,  t  Asti,  20  febbraio. 

Calandri  Ernesto,  di  a.  48,  direttore  della  So- 
cietà telefonica  per  l'Alta  Italia,  t  Torino, 

7  marzo. 

Calandruccio  Nicolò,  dirett.  provinciale  delle 
poste  e  telegrafi  di  Genova,  t  Genova,  di- 
cembre. 

Caldaioli  Bernardino,  da  oltre  quindici  anni 
vescovo  di  Grosseto,  t  Grosseto,  27  febbraio. 

Caldesi  Carlo,  di  a.  86,  patriota  e  cospiratore 
all'epoca  del  Risorgimento  italiano,  padre 
al  senatore  avv.  Clemente  Caldesi.  t  Faenza, 
ottobre. 

Cali  Roberto,  n.  1851,  contrammiraglio,  giaco- 
mandante  della  squadra  italiana  nell'Estre- 
mo Oriente  e  direttore  generale  del  regio 
arsenale  di  Napoli,  t  Napoli,  1°  settembre. 

Calore  Pietro,  di  a,  64,  industriale,  proprieta- 
rio col  figlio  Domenico  di  un'importante 
fabbrica  di  carrozze,  t  Padova,  gennaio. 

Calvino  Angelo,  n.  Trapani  1826,  ardente  pa- 
triota, fu  nel  1860  capo  del  governo  prov- 
visoi-io  di  Trapani  di  cui  organizzò  nel  1848 
la  difesa  contro  il  governo  borbonico,  fu 
poi  prefetto,  t  Roma,  11  gennaio. 

Cambray-Digny  conte  Luigi  Guglielmo,  n.  Fi- 
renze 1820,  senatore  dal  1860,  fu  sindaco  di 
Firenze  quando  questa  era  capitale,  mini- 
stro delle  finanze  dal  1867  al  1869.  t  San  Pie- 
ro a  Sieve  (Firenze),  11  dicembre. 

Camerani  Antonio,  di  a.  90,  vecchio  patriota 
più  volte  prigioniero  all'epoca  della  polizia 
pontificia,  fu  amico  di  Garibaldi,  t  Ravenna, 
febbraio. 

Campisi  Giovanni,  già  consigliere  comunale 
a  Palermo  e  per  ben  40  anni  professore 
di  chimica  applicata  nella  regia  scuola  de- 
gli ingegneri  e  nell'istituto  tecnico,  patriota 
garibaldino,  t  Palermo,  settembre. 
Canderperghés  avv.  dott.  Emilio,  soffrì  per 
vari  anni  il  carcere  in  seguito  alla  congiura 
ordita  nel  1864  da  Giuseppe  Mazzini  e  da 
Egisto  Bezzi  per  la  liberazione  del  Tren- 
tino, t  Rovereto  (Trentino),  ottobre. 


Candiani  ing.  Attilio,  di  a.  33,  industriale,  pro- 
prietario di  una  fabbrica  per  la  prepara- 
zione dei  bitumi  a  Novale  Milanese,  t  Mi- 
lano, 26  novembre,  assassinato  dal  suocero 
che  era  impiegato  nella  sua  fabbrica. 

Candussi  Giardo  dott.  Giorgio,  di  a.  43,  po- 
destà di  Rovigno  (Istria),  uno  dei  più  alacri 
propugnatori  della  Lega  nazionale  nel- 
l'Istria, t  Rovigno  (Istria),  dicembre. 

Canepa  Bianca  ved.  Disetta,  n.  20  febbr.  1802, 
lascia  50  discendenti,  t  Coldirodi  (Sanremo), 
maggio. 

Canossa  Ercole,  antiquario,  notissimo  per  la 
parte  presa  nella  vendita  del  tesoro  di  Bo- 
scoreale  al  barone  di  Rothschild,  che  lo 
regalò  al  Museo  del  Louvre,  t  Parigi,  ago- 
sto, vittima  di  un  disastro  automobilistico. 

Canestri  Achille,  di  a.  78,  patriota  superstite 
delle  campagne  del  48-49  60  e  61.  t  Forlì, 
marzo. 

Canonico  Edoardo,  di  a.  45,  primo  segretario 
al  Ministero  degli  esteri,  figlio  del  presi- 
dente del  Senato,  t  Firenze,  ottobre. 

Cantalamessa  tenente  Guido,  colto  e  valoroso 
ufaciale,  combattè  e  fa  ferito  ad  Adua,  in- 
segnò letteratura  tedesca  al  collegio  mili- 
tare di  Roma  e  pubblicò  qualche  traduzione 
di  studi  letterari  dal  tedesco,  t  Lugo  (Ra- 
venna), maggio 

Cautele  Giambattista  Primo,  tenente  nel  56o 
reggimento  fanteria,  fu  per  alcuni  anni 
nello  Stato  libero  del  Congo,  scrisse  un  li- 
bro sul  Congo,  t  Cremona,  ottobre. 

Canzini  Pietro,  di  a.  56,  banchiere,  da  circa 
un  mese  presidente  della  Camera  di  Com- 
mercio di  Genova,  vicepresidente  dell'Unio- 
ne delle  Camere  di  commercio  di  Roma. 
t  Genova,  15  febbraio. 

Capece  Galeota  Francesco,  duca  di  Sant'An- 
gelo, di  a.  42,  unico  figlio  maschio  del  duca 
di  Regina,  t  Caianello  presso  Napoli,  20  giu- 
gno, vittima  in  un  grave  disastro  automo- 
bilistico. 

Capitelli  conte  Guglielmo,  n.  Napoli  1840,  pre- 
fetto a  riposo,  era  sindaco  di  Napoli  nel  '69, 
e  fece  da  padrino  a  Vittorio  Emanuele  III, 
scrittore  di  poesie  e  versi,  t  Nervi,  6  magg. 

Cappa  Costantino,  n.  Garlasco  (Pavia),  1818, 
medico  primario  onorario  dell'ospedale  di 
San  Giovanni,  t  Palermo,  marzo. 

Cardin  Fontana  ing.  Augusto,  direttore  del- 
l'Officina  Comunale  del  Gaz  di  Udine,  t  Pa- 
dova, 27  novembre. 

Cardinali  Antonio,  per  circa  50  anni  aveva 
viaggiato  l'Europa  ritraendo  vistosi  gua- 
dagni con  un  teatrino  meccanico,  t  Reggio 
Emilia,  marzo. 

Carducci  Giosuè,  n.  Val  di  Castello  presso 
Pietrasanta  27  (o  28)  luglio  1835;  il  maggior 
poeta  dell'Italia  nuova,  professore  di  let- 
teratura italiana  alla  Università  di  Bologna 
dal  1860  al  1905,  senatore  del  Regno,  t  Bo- 
logna, 16  febbraio. 
Carizzoni  Gaspare,  di  a.  87,  emerito  presi- 
dente di  Corte  d'Appello,  già  presidente  di 


Lfi  ^dinbfì  UPSSTin  ^  "^i^^olgono  dopo  esser  rimasti  un  po' in  piedi?  Atten- 
g  iU  U  puuaUU  zionel  Cominciate  a  divenire  varicosi!  Scrivete  subito 
al  Dott.  Stefano  Bolognese  (Casella  Postale  502,  NAPOLI),  e  mediante  la  sua  mera- 
vigliosa cura  medica,  guarirete  subito  come  per  incanto.  —  Consultazioni  di  per- 
sona e  per  corrispondenza  nelle  principali  lingue. 


G07  - 


THbunide  a  Sondrio  e  a  MiUno,  fece  parte 

nel  18-18  del  corpo  dei  carabinieri  milanesi. 

•   Soujana,  2"  n»«j;k'i»'- 

t  ti  march.  tJirv>laiiu),  sindaco  d'Ulani  e 

,;  .  re    provinciale,    f    lUasI  (Veruna), 

(.  >.  di  a.  44,  rabbino  della  Comu- 

iilca.  t  Verona,  2  febbraio. 

Carpt  a»v.  Arturo,  presidente  della  Deputa- 
zione Provinciale  di  Firenze,  jjià  deputato 
del  c^tUegio  di  Prato,  f  Firenze,  17  mag^^io. 

Carré  (ìio'.an  Battista,  già  distintissimo  te- 
nore.  t  Parigi,  marzo. 

Carta  Mameli  Michele,  n.  Cagliari,  presi- 
dente di  Sezione  al  Consiglio  di  Stato  e 
son.nti'-.  f  .1.  !  ]:»';:no.  t  Roma,  23  maggio. 

(  n,>.  di  a.  76,  decano  dei  cor- 

^'iornali    in    Roma;    fu   da 

. •    e  cappellano  militare  nel 

ItKib;  sv^;^l»  l' abito  nel  1»70  e  si  dedicò 
tutto  al  giornalismo  ;  fino  a  poco  tempo  fa 
era  vicedirettore  dell'Agenzia  Stefani  e  re- 
socontista parlamentare  per  la  Real  Casa, 
t  Roma,  11  dicembre. 

Casali  Osvaldo,  di  a.  83,  arcidiacono  della  cat- 
tedrale di  Camerino,  vescovo  titolare  di 
Mileto  nell'Asia,  prof,  di  fisica  medica  a 
quella  università,  t  Camerino,  aprile. 

Casanova  Federico,  mdustriale,  da  molti  anni 
consigliere  comunale  a  Monza,  f  Monza, 
luglio. 

Casati  prof.  Luigi,  di  a.  75,  già  chirurgo  pri- 
mario dell'Ospedale  di  Forlì,  copriva  molte 
cariche  in  patria,  era  uno  dei  fondatori  del- 
l'Associazione  Nazionale  dei  Medici  con- 
dotti, t  Forlì,  26  ottobre. 

Casella  Giacomo  Andrea,  n.  1839,  maggior  ge- 
nerale nella  riserva,  combattè  nel  60-61  e 
a  Cnstoza  nel  66.  t  Fiorenzuola  d'Arda, 
9  ottobre. 

Caselli  Enrico,  senatore  del  Regno,  presidente 
di  sezione  alla  Corte  di  Cassazione  di  Roma, 
t  Roma,  21  aprile. 

Caselli  avv.  Guglielmo,  noto  professionista, 
direttore  della  rivista  II  Diritto  Ecclesia- 
stico, t  Frascati,  24  luglio. 

Cassigneul  Desiré,  di  a.  71,  da  vari  anni  di- 
rettore del  Petit  Journal,  f  Parigi,  dicembre. 

Cassuto  dott.  Carlo,  medico  primario  degli 
Spedali  Riuniti  di  Livorno,  t  12  marzo. 

Castelbarco  avv.  conte  Carlo  dei  principi  di 
Montignano,  n.  1857,  già  deputato  di  destra. 
t  Milano,  31  marzo. 

Castelli  ing.  Virgilio,  consigliere  provinciale 
e  sindaco  di  elusone,  regio  subeconomo 
dei  Benefizi  Vacanti,  t  elusone,  20  agosto, 

Castellote  y  Pinazo  mons.  Salvatore,  di  a.  44, 
arcivescovo  di  Siviglia,  t  Jaén  di  Granada 
(Spagna),  dicembre. 

Castioni  Angelo,  di  Stabio  (Canton  Ticino), 
di  a.  72,  scultore,  già  colonnello  della  Co- 
mune nell'insurrezione  parigina  del  marzo 
1871.  t  Londra,  dicembre. 

Castracane  Staccoli  conte  Camillo,  di  a.  58, 
già  consigliere  comunale  e  provinciale,  con- 


servatore dfl  palazzo  ducale  d'Urbino,  t  ^ 
bino,  !•  marzo. 

Catastlnl  Attilio,  noto  1>  ^  '■  "i.rentino. 
t  liork'o  San  Lorenzo  i  maggio, 

suicida  per  la  morte  >'. 

Cattaneo  avv.  Cesaie,  di  w.^i,  prof,  emerito 
di  giurisprudenza  della  R.  Università  di 
Pavia,  autore  di  pregevoli  scritti,  t  Milano, 
10  gennaio. 

Cnvagtiis  Felice,  n.  Bordogna  in  Val  Brem- 
bana  1841,  cardinale  del  titolo  di  Santa 
Maria  ad  Martyres  dal  1891.  t  Roma,  29  die. 

Cavalle  Cesare,  di  a.  72,  distinto  pittore,  uno 
dei  migliori  paesisti  italiani,  t  Bergamo, 
aprile. 

Cavalieri  Pietro,  di  a.  73,  pubblicista,  fu  di- 
rettore dal  ls«6  al  1870  dell'^wico  del  Po- 
polo di  Bologna,  del  periodico  artistico  Die- 
tro le  scene  ec.  t  Firenze,  22  novembre. 

Cavallini  Luigi,  n.  Roma  1839,  appartenne  al 
Consiglio  di  Reggenza  della  sede  in  Roma 
e  al  Consiglio  Superiore  della  Banca  Na- 
zionale dal  1885  in  poi,  fu  dal  novembre  1890 
al  dicembre  1893  segretario  del  Consiglio 
stesso  e  in  seguito  vicepresidente,  entrò 
con  tale  carica  nel  Consiglio  Superiore 
della  Banca  d'Italia  e  nel  1899  fu  nominato 
vice  direttore  generale,  t  Roma,  25  maggio. 

Cavassa  Domenico,  di  anni  101,  benestante, 
t  Recco  (Genova),  ottobre. 

Cazzago  nob.  Antonio,  n.  1807,  fu  sindaco  e 
consigliere  comunale  di  Botticino  Mattina, 
t  Botticino  Mattina  (Brescia),  11   febbraio. 

Cefaly  Andrea,  calabrese,  notissimo  pittore 
specialmente  di  quadri  storici;  era  stato 
con  Garibaldi  in  Sicilia  nel  1860;  e  depu- 
tato per  due  legislature  del  collegio  di  Ser- 
rastretta.  t  Cortale,  3  aprile. 

Celoni  Pietro,  medico  primario  all'Ospedale 
di  S.  M.  Nuova,  libero  docente  di  pediatria 
all'Istituto  di  Studi  Superiori,  t  Firenze, 
4  dicembre. 

Cento  Francesco  Maria,  avvocato,  fu  deputato 
nel  1891  durante  il  ministero  Nicotera-Ru- 
dinì,  cognato  dell' on.  Salandra.  t  Aquila, 
gennaio. 

Centurione  march.  Lorenzo  Enrico,  di  a.  79, 
già  console  generale  a  Marsiglia  e  già  mi- 
nistro plenipotenziario  del  Re  d'Italia  al 
Messico,  t  Cogoleto  (Genova). 

Ceresa  Costa  dott,  Pietro,  di  a.  74,  già  depu- 
tato provinciale,  proprietario  di  un  impor- 
tante allevamento  di  cavalli,  benemerito 
dell'industria  agricola  piacentina,  t  Pia- 
cenza, gennaio. 

Ceriani  mons.  Antonio  Maria,  n.  Uboldo  (Sa- 
ronno)  1828,  prefetto  della  Biblioteca  Am- 
brosiana di  Milano  dal  1870,  celebre  orien- 
talista, dotto  cultore  di  studi  biblici,  f  Mi- 
lano, 2  marzo. 
Cerio  avv.  Nicola,  di  a.  76,  procuratore  gene- 
rale di  Corte  di  Cassazione  a  riposo,  t  Na- 
poli, marzo. 
Cerletti  ing.  G.  B.,  n.  Chlavenna  1846,  distinto 
cultore  degli  studi  agrari  e  specialmeuto 


CUCINE 

CALORIFERI 

VENTILAZIONE 


DELL  ORTO 


698  — 


dell'enologia;  fondò  nel  1874  a  Gattinara 
la  prima  Stazione  Enologica  Sperimentale, 
nel  1876  a  Conegliano  (e  diresse  a  lungo) 
la  prima  Scuola  di  Viticoltura  ed  Enologia, 
la  "  Eivista  di  Viticoltura  ed  Enologia,  « 
la  Società  dei  Viticoltori  Italiani,  le  Sta- 
zioni Enotecniche  all'estero,  ec,  studiò  pro- 
fondamente il  risanamento  dell'Agro  Ro- 
mano e  la  colonizzazione  nell'America  Cen- 
trale, specialmente  nel  Venezuela,  t  Chia- 
venna,  11  settembre,  improvvisamente. 

Cerruti  Ing.  arch.  Giovanni,  di  a.  63,  fu  l'ar- 
chitetto dell'Esposizione  nazionale  del  1881 
a  Milano  e  del  Museo  civico  di  Storia  Na- 
turale, t  Milano,  25  maggio. 

Cerruti  Giulio,  molto  stimato  nella  colonia 
italiana  del  Paraguay,  fratello  del  senatore 
generale  Alberto,  già  sindaco  di  Genova, 
t  Asuncion  (Paraguay),  settembre. 

Cesarini  Francesco,  musicista,  fu  direttore 
d'orchestra  al  Regio  di  Torino,  alla  Fenice 
di  Venezia,  al  Costanzi  di  Roma,  t  Aquila, 
aprile. 

Cesi  Beniamino,  di  a.  62,  noto  e  valente  pia- 
nista, t  Napoli,  19  gennaio. 

Ceva  di  Nucetto  conte  Carlo,  n.  Cavaller- 
leone  1827,  maggior  generale,  prese  parte 
alla  guerra  di  Crimea  ed  a  tutte  le  cam- 
pagne dell'indipendenza  dal  1848  al  1866. 
t  Torino,  aprile. 

Cézanne  Paolo,  rinomato  pittore  della  scuola 
impressionista,  una  delle  più  bizzarre  figure 
artistiche  del  nostro  tempo,  t  Aix-en-Pro- 
vence,  ottobre. 

Chaigneau  Giovanni  Ferdinando,  n.  Bordeaux 
nel  1830,  valente  pittore  paesista  e  anima- 
lista, uno  degli  ultimi  campioni  della  scuola 
detta  di  Fontainebleau.  t  Parigi,   ottobre. 

Chartran  Teobaldo,  n.  Besangon  1849,  pit- 
tore in  gran  voga,  eccellente  ritrattista,  t 
luglio. 

Chavasse  Giovanni,  n.  Chambéry  1830,  te- 
nente generale  della  riserva,  reduce  dalla 
guerra  di  Crimea,  t  Nervi,  dicembre. 

Chianello  di  Boscogrande  barone  Giovanni 
Battista,  di  a.  62,  varie  volte  consigliere 
provinciale  e  assessore  comunale  di  Paler- 
mo, sua  città  natale,  t  Milano,  ottobre. 

Chiapperò  avv.  Alfredo,  n.  Torino  1864,  de- 
putato al  Parlamento  e  consigliex-e  provin- 
ciale, t  Barge,  9  agosto. 

Chiarella  Daniele,  noto  impresario  teatrale 
genovese,  proprietario  dell'ex  teatro  An- 
drea Doria  di  Genova,  da  lui  trasformato 
nell'attuale  Politeama  Regina  Margherita, 
t  Genova,  maggio. 

Chicco  Francesco,  n.  Palo  del  Colle  (Bari) 
1836,  già  sindaco  e  consigliere  provinciale 
di  Bitonto,  letterato  insigne  scrisse  lavori 
patriottici,  fu  amico  personale  di  Ranieri, 
Guerrazzi  e  Carducci,  t  Bitonto,  giugno. 

Chiesi  Carlo  Giuseppe,  n.  Reggio  Emilia  1838, 
maggiore  dei  granatieri  a  riposo,  veterano 
delle  guerre  del  '59,  '60-61,  '66  e  della  presa 
di  Roma,  t  Serra  Portucci  (Perugia),  giugno. 

Chigi  Saracini  conte  Fabio,  patrizio  fiorentino, 
t  Castelnuovo  Berardenga  (Siena),  ucciso 
per  un  accidente  di  caccia. 

Chiofalo  Beniamino,  noto  sportman.  t  Peru- 
gia, giugno,  suicida. 

Christophle,  di  a.  78,  noto  orafo,  ^  Parigi, 
gennaio. 


Cialente  Amerigo,  n.  Lucoli  (Aquila)  1833,  ve- 
scovo titolare  di  Danila  (^Acaia),  ausiliario 
dell'arcivescovo  di  Aquila,  t  Aquila,  feb- 
braio. 

Cicala  Ernesto,  di  a.  72,  maggiore  dei  bersa- 
gliei-i  nella  riserva,  sup  ^r.stite  dei  Mille  di 
Marsala,  della  campagna  del  66  e  della 
presa  di  Roma,  t  Genova,  13  gennaio. 

Cicogna  Francesco,  industriale  in  seta,  già 
sindaco  di  Fiumicello  e  poscia  di  Rudiano, 
superstite  della  battaglia  di  Novara,  nel '59 
ospitò  per  tre  giorni  Vittorio  Emanuele  e 
il  generale  Cialdini  con  lo  stato  maggiore 
nella  sua  villa  di  Badia,  t  Rudiano  (Brescia), 
luglio. 

Cigolotti  avv.  Jacopo, n.  Monteforte  nel  Friuli, 
vecchio  patriota,  che  nel  1859,  compromesso 
a  Venezia  col  governo  austriaco,  emigrò 
nel  Piemonte,  ove  si  dedicò  alla  causa  ita- 
liana, t  Macerata,  settembi-e. 

Cimatti  dott.  Andrea,  n.  Forlì,  dicembre  1869, 
laureato  a  Pisa  in  scienze  agrarie,  fu  assi- 
stente alle  Stazioni  Agrarie  di  Forlì  e  di 
Roma,  poi  alle  Cattedre  ambulanti  di  Agri- 


Andkea  Cimatti. 

coltura  di  Parma  e  di  Teramo,  collaborò 
all' Almanacco  Italiano  del  1905  per  la  parte 
agraria,  t  Pesaro,  8  novembre. 

Ciminni  Gaetano,  n.  Carpi  1852,  noto  maestro 
concertatore  e  direttore  d'orchestra  di  Cor- 
fu.  t  Corfù,  gennaio. 

Cingolani  Temistocle,  di  a.  63,  da  venti  anni 
direttore  della  polizia  urbana  di  Roma,  col- 
laborò in  diversi  giornali,  t  Roma,  gennaio. 

Ciprandi  prof.  Ercole,  fu  uno  dei  primissimi 
propagandisti  del  sistema  manuale  per  la 
educazione  dei  fanciulli  e  contribuì  a  ren- 
derlo accetto  ed  a  generalizzarlo,  t  Milano, 
20  marzo. 

Clementina,  principessa  d'Orléans,  n.  Parigi, 
ultima  figlia  del  re  Luigi  Filippo,  vedova 
del  principe  Augusto  di  Sassonia  Coburgo 


L'Olio  Sasso  Medicinale  semplice,  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricostituente  sovrano. 


G09 


Gotha,  e  madre  del  principe  regnante  di 
Mnlu'iirls.  t  Vt«»nn(*.  l«i  fcl»».ra(o 


\iiutiuua    L.  U<:vriiioiu.  t    ililano,   7 

,    Vrv'oli  conte  Giovanni,  n.  Inaola, 

''  anni  era  sindaco  della  sua 

to  prima  di  compiere  1  trcn- 

segreUrlo  ■'-   '-1  Mliii- 


GroVANNI   CODBONCHL 

Stero  degli  interni  nel  Ministero  Minghetti- 
Cantelli;  lasciò  la  deputazione  quando  fu 
nominato  prefetto  a  Napoli  e  poi  a  Milano, 
senatore  dal  dicembre  1689,  ministro  senza 
portafoglio  e  commissario  civile  in  Sicilia 
dall'aprile  1896  al  luglio  1897.  poi  ministro 
dell'istruzione  per  breve  tempo;  vicepre- 
sidente del  Senato,  t  Roma,  9  maggio. 

Coduri  Fermo,  di  a.  59,  cavaliere  del  lavoro, 
antico  garibaldino,  decorato  a  Bezzecca 
nel  1866;  industriale  in  seta,  aveva  Intro- 
dotto in  Italia  la  lavorazione  della  bavella 
di  seta,  nota  sotto  il  nome  di  bourette.  t  Mi- 
lano, 1»  aprile. 

Coggi  dott.  (Costantino,  medico  municipale, 
t  Cremona,  ottobre. 

Coletti  Francesco,  n.  Caserta  1850,  colonnello 
medico  nella  regia  marina,  direttore  del- 
l'ospedale militare  di  Sant'Anna  in  Vene- 
zia, t  Venezia,  agosto. 

Colla  dott.  Vittorio,  di  a.  41,  docente  di  pa- 
tologia medir-a  nella  regia  Università  di 
Torino,  conosciuto  nel  mondo  scientifico 
per  molte  pregevoli  monografie  di  medi- 
cina, t  Roma,  aprile. 

Colle  ing.  Giuseppe,  di  a.  63,  professionista 
apprezzato,  prestò  l'opera  sua  per  lavori 
dell'  acquedotto  del  Scrino  a  Napoli  e 
l'acquedotto  di  Padova,  t  Padova,  febbraio. 

Collenza  Pietro,  di  a.  84,  primo  presidente 
onorario  di  Corte  di  Cassazione,  gii  giudice 
al  supremo  tribunale  di  guerra  e  marina, 
t  Valenzano  (Barij,  settembre. 


Colonna  Ferdinando  dei  principi  di  Stigliano, 
n.  Napoli  is;i7.  appassionato  «««Uore   degli 
studi  storici  Oli  iirtiHMcl  napoletani,  r 
glltore  di  mediiglie  e  incisioni  rclnt 
storia  di  Napoli  e  dol  suo  regno,  t  N 
24  marzo. 

Compagna  bar.  Gennaro,  n.  1856,  già  depu- 
tato di  Cosenza,  indi  per  quattro  legisla- 
ture di  Cassano  all'Jonio.  t  Roma,  19  di- 
cembre. 

Conforti  Luigi,  n.  Torino  1854,  figlio  del  gran- 
de giureconsulto  Raffaele  Conforti,  autore 
di  poesie  gentili,  t  Napoli,  30  aprile. 

Consolo  Federico,  n.  Ancona  1840,  famoso  vio- 
linista e  compositoro  di  musica:  era  l'au- 
tore dell'Inno  ufficiale  di  San  Marino  e 
pubblicò  vari  scritti  di  archeolOijia  musi- 
cale, t  Firenze.  14  dicembre. 

Contarini  Mario,  n.  Roma  1887,  giovane  scrit- 
tore di  romanzi  e  novelle  d'avventure,  di- 
rettore del  Mure,  giornale  per  i  ragazzi, 
t  Genova,  12  settembre. 

Conti  Natale,  di  a.  49,  maestro  di  musica,  au- 
tore dell'opera  Savisiri  rappresentata  coti 
successo  al  Teatro  Regio  di  Torino,  t  To- 
rino, febbraio. 

Conti  Ugo,  noto  Industriale,  presidente  della 
Cassa  di  Risparmio  di  Livorno  e  cavaliere 
del  lavoro,  t  Livorno,  maggio. 

Cooper  Tom,  già  famoso  campione  ciclista. 
t  New  York,  20  novembre,  vittima  con  la 
moglie  e  due  amici  di  un  accidente  auto- 
mobilistico. 

Corazzmi  Sergio,  di  anni  21,  geniale  poeta, 
t  Roma,  giugno. 

Coronare  Arrigo,  di  a.  26,  noto  musicista,  au- 
tore era  r altro  del  bozzetto  Tuiildu.  t  Vi- 
cenza, ottobre. 

Corradi  Giuseppe,  n.  Bevagna  presso  Peru- 
gia 1830,  famoso  medico-chirurgo,  fu  a 
lungo  professore  di  clinica  chirurgica  al- 
l'Istituto di  studi  superiori  pratici  e  di  per- 
fezionamento di  Firenze,  e  all' Università  di 
Roma,  t  Firenze,  maggio. 

Corserl  Girolamo,  patriota  garibaldino,  t  Or- 
vieto, giugno. 

Corsi  Salviati  Bardo  march,  di  Montepescali, 
nato  1844,  colto  musicista,  t  Montepescali 
presso  Grosseto,  12  febbraio. 

Corsini  Ludovico,  di  a.  81,  già  artista  dram- 
matico celebre  sotto  la  maschera  di  Sten- 
terello, fervente  patriota,  aveva  combattuto 
a  Curtatono  e  Montanara  e  nel  1859.  t  Borgo 
a  Mozzano  (Lucca),  19  febbraio. 

Cosso  ras;.  Bartolomeo,  vicedirettore  del  Mon- 
te di  Pietà  e  della  Cassa  di  risparmio,  sin- 
daco di  Voltagio  da  molti  anni,  t  Genova, 
febbraio. 

Costantini  mons.  Giuseppe  Maria,  arcivescovo 
titolare  di  Patrasso,  elemosiniere  segreto 
del  Papa,  t  Acquapendente  (Orvieto),  no- 
vembre. 

Costanzi  Enrico,  di  a.  66,  professore  di  filo- 
sofia, autore  di  pregevoli  opere  storico- 
filosofiche,  proprietario  del  teatro  Costanzi 
di  Roma,  t  Roma,  25  giugno. 


Provata  coscienziosMnente  in  Cliniche  Universitarie,  in  Asili  per  lattanti,  In 
Ospedaletti  Infantili,  ec.  la  Farina  Lattea  Italiana  Paganini  Villani  &  C.  è  stata  giu- 
dicata dal  più  illustri  specialisti  d' Italia  (Concetti,  Mya,  Fede,  Comba,  Mensi,  Val- 
vassori-Peroni, Sapelli,  Pagliari,  ec),  pari  e  anche  migliore  del  similari  prodotti  esteri. 
(  Vedi  avvito  «u  cartoncino  colorato) 


—  700  — 


Costa-Reghinl  conte  Rigo,  di  a.  42.  t  Pistoia, 
11  giugno,  suicida. 

Costella  Nicola,  di  Livorno,  fu  deputato  e 
vai'ie  volte  sindaco  delia  città  ove  fu  una 
vera  potenza  ma  poi  fu  condannato  per 
malversazioni,  t  Livorno,  29  gennaio. 

Cova  Cesare,  di  a.  69,  distinto  maestro,  da 
oltre  40  anni  direttore  delle  scuole  comu- 
nali di  Cantù.  t  Cantù,  aprile. 

Cranbroock  (Conte  di)  lord  Gathorne  Hardy, 
n.  Bradford  1814,  già  ministro  della  guerra 
nel  gabinetto  Disraeli,  poi  ministro  delle 
Indie  e  infine  presidente  del  Consiglio  nel 
gabinetto  Salisbury.  t  Kent  (Inghilterra), 
novembre. 

Crescimone  prof.  Vincenzo,  di  a.  44,  buon 
scrittore  e  poeta,  t  Niscemi  (Caltanissetta), 
novembre. 

Crespi  nob.  Pietro,  di  a.  67,  buon  patriota, 
si  segnalò  nella  campagna  del  1866  come 
ufficiale  di  Garibaldi,  t  Milano,  gennaio. 

Crispi  Maria  ved.  Palamenghi,  sorella  di  Fran- 
cesco Crispi  e  madi-e  dell' on.  Palamengni- 
Crispi.  t  Roma,  9  gennaio. 

Croce  Giuseppe,  n.  1838,  maggior  generale 
veterano  del  60  e  del  66.  t  Padova,  1  ott. 

Cuttica  dott.  Sergio,  capodivisione  al  Mini- 
stero della  Guerra,  t  Roma,  7  novembre. 


D'Albertis  conte  Domenico,  già  proprietario 
d' un'  importante  filatura  di  lana  presso 
Voltri,  possessore  di  vaste  tenute  nel  mo- 
denese e  in  Toscana,  ove  ritiratosi  dagli 
affari  si  dedicò  all'agricoltura,  t  Monaco 
(Principato),  gennaio. 

Dalgas  ing.  Alfredo,  di  origine  danese,  pro- 
prietario di  cave  di  marmo  nella  Versilia, 
già  consigliere  comunale  e  console  di  Da- 
nimarca, fu  presidente  della  Camera  di 
Commercio   di  Lucca,  t  Livorno,  maggio. 

Dall'Orso  Francesco,  di  a.  53,  noto  mediatore, 
armatore  e  negoziante  di  grani,  lascia  due 
milioni  in  beneficenza,  t  Genova;  agosto. 

D'Amico  Anna,  di  a.  76,  celebre  sonnambula, 
siciliana,  da  circa  quarant'anni  stabilita  a 
Bologna,  t  Bologna,  2  novembre. 

D'Andrea  Jacopo,  di  a.  87,  valente  pittore  e 
per  oltre  mezzo  secolo  professore  di  dise- 
gno in  quella  Accademia  di  belle  arti,  t  Ve- 
nezia, novembre. 

D'Andreis  avv.  Giovanni  Antonio,  consigliere 
di  prefettura  a  riposo  e  vicepresidente  del 
Consiglio  d'amministrazione  del  Monte  di 
pietà  di  Genova,  t  Genova,  dicembre. 

Daneo  Luigi,  di  a.  75,  intendente  di  finanza 
a  riposo,  t  Torino,  novembre. 

Danioni  rag.  Emilio,  per  molti  anni  professore 
e  preside  del  regio  istituto  tecnico  Antonio 
Bordoni,  già  assessore  municipale  e  consi- 
gliere provinciale,  lega  il  suo  patrimonio 
all'Opera  Pia  Sordomuti  e  dispone  alcuni 
legati  in  altre  opere  di  beneficenza,  t  Pa- 
via, febbraio. 


EMPORIO 


Da  Prà  dott.  Pietro,  di  a.  55,  per  25  anni 
sindaco  di  Belluno,  fondatore  del  corpo  dei 
pompieri  nella  sua  città,  t  Belluno,  agosto. 

D'Atri  Nicola,  ispettore  generale  del  mini- 
stero delle  finanze  a  riposo,  prestò  segna- 
lati servigi  all'Istituto  geografico  militare, 
t  Napoli,  gennaio. 

David  Giacomo,  di  a.  54,  più  noto  sotto  lo 
pseudonimo  di  Ousenstall,  librettista  tea- 
trale: anche  il  popolarissimo  libretto  della 
Geisha  è  suo.  t  Londra,  10  aprile. 

David-Sastelli  Giuseppina,  di  a.  86,  rinomata 
cantante,  figlia  di  Giovanni  David,  il  più 
gran  tenore  del  secolo  scorso;  egli  e  sua 
figlia  furono  i  primi  artisti  italiani,  che 
cantarono  a  Pietroburgo,  t  Napoli,  maggio. 

Davis  (Signora),  di  a.  80,  vedova  dell'ex  pre- 
sidente degli  Stati  confederati  Jefferson  Da- 
vis, scrisse  due  volumi  sugli  avvenimenti 
svoltisi  dal  1861  al  1865.  t  New- York,  17 
ottobre. 

De  Amicis  Sofia  ved.  Ricci,  di  a.  76,  sorella 
dell'illustre  scrittore  Edmondo  De  Amicis, 
vedova  del  tenente  generale  Agostino  Ricci 
di  Savona,  valente  scrittore  di  cose  mili- 
tari, ed  ex  deputato,  t  Torino,  settembre. 

De  Angeli  Ernesto,  n.  Laveno,  di  a.  58,  sena- 
tore del  Regno,  industriale  audace  e  fortu- 
nato, era  da  umili  origini  salito  ad  altissima 
condizione  industriale  trasformando  radi- 
calmente una  piccola  tintoria  alla  Madda- 
lena, presso  Milano,  ove  sorse  un  poderoso 
stabilimento  costituito  poi  in  Società  per 
l'industria  dei  tessuti  stampati;  ebbe  nu- 
merosi ed  alti  uffici  pubblici  e  partecipava 


Va'' 

Eknksto  De  Angeli. 


a  un  gran  numero  d'imprese  commerciali  e 
industriali;  si  era  molto  interessato  delle 
opere  di  prevenzione  sociale  e  fu  fondatore 
e  anima  dell'Associazione  contro  gli  infor- 
tuni del  lavoro;  fu  tra  i  primissimi  deco- 
rati del  nuovo  ordine  dei  Cavalieri  del  la- 
voro ;  era  comproprietario  del  Corriere  della 
Sera;  lascia  un  milione  in  beneficenza,  t  Mi- 
lano, 17  gennaio. 


MUSICALE 
Via  del  Giglio,  9 


A.  LAPINI 

FIRENZE 


Invio  GRATIS  Catalogo. 


701  — 


laro  r»  rleooonsdlo 


o  Fu- 

\  rto.  di 
.  .  u  membro 
irovliKMale  e 

no  ileU'Ospe- 

i  sindaco  di  Paderiio  Da- 
nte dol  <V>nsiKlio  d'am- 
\o\\o  ferrovie 
del  Pio  Isti- 
.  ■  ii^nauo,  1  lu- 


cida. 


:  irl  Felicita,  di  anni  104.  t   Genova, 

Ferrari  march.  Tomma'?o,  di   a.  S4,  fu 
vorso  11  1840  tra  gli  iniziatori  della  Banca 
livenuta  poi  la  Banca  d'Italia,  t  San  Fran- 
■esco  d'Albaro  (Genova),  dicembre. 
•   Gennaro   Ferripni  Amerigo,  di  a.  60  de- 
nto pel  collegio  di  Napoli 
■  di   lettere   latine   nella 
Napoli,  pronipote  di   An- 
il  sodale  di  Leopardi,  t  Na- 
'.e. 

Giuseppe  Luigi,  già  deputato 
d.-l  coiitK'iu  di  Lanusei  durante  la  a»  e  la 
10»  l.-islatura.  t  Bosa  (Cagliari),  luglio. 

Del  Torre  Giacomo,  prof,  di  chim.ica,  presi- 
dente dell'Associazione  nazionale  fra  gl'in- 
segnanti delle  scuole  medie,  autore  di  un 
noto  Trattato  di  chimica  generale,  t  Roma, 
7  aprile. 

De  Marchi  Lamberto,  di  a.  65,  ingegnere  capo 
di  prima  classe  nel  Corpo  Beale  delle  Mi- 
niere. 1   Roma,  17  giugno. 

De  Martino  barone,  t  vittima  di  un  accidente 
automobilistico  durante  la  corsa  del  Cir- 
cuito di  Brescia,  !<>  settembre. 

Demichelis  ing.  Giacomo,  ispettore  principale 
delle  ferrovie  dello  Stato,  t  Torino,  luglio. 

De  Nino  Ajitonio,  n.  Pratola  Peligna  (Aquila) 
1S36,  direttore  da  35  anni  delle  scuole  me- 
die di  Sulmona,  curioso  ricercatore  della 
storia  e  delle  tradizioni  dell'Abruzzo;  la 
raccolta  degli  Usi  e  costumi  abruzzesi  da 
lui  pubblicata  in  sei  volumi  dal  1879  al  1897 
è  un  monumento  prezioso  del  folklore  na- 
rionale.  f  Sulmona,  1«  marzo. 

Derchia  Vincenzo,  di  Monopoli,  di  a.  44,  mag- 
giore d  artiglieria,  t  Bracciano,  23  luglio, 
vittima  di  una  disgrazia  accaduta  al  Poli- 
gono di  artiglieria. 

De  Sanctis  Paolo,  n.  Rigatti  (Rieti)  1816,  già 
vescovo  di  Poggio  Mirteto,  arcivescovo  ti- 
tolare di  Sardica  in  Dacia  e  vicario  capito- 
lare di  San  Giovanni  in  Laterano,  fu  a 
lungo  professore  di  teologia  e  filosofia  nel 
seminario  di  Rieti,  t  Roma,  maggio. 

De  Sanctis  Vincenzo,  patriota  valoroso,  re- 
duce dalle  patrie  battaglie,  combattè  pure 


con  Garibaldi,  Ispettore  del  veterani,  t  Va* 

sJ<».  24  agosto. 

Desideri  Ing.  (tesare,  di  a.  04,  cap  '  '"  f- 
torato   per  la  bunifica  e  la  <•<■  ^ 

dell'Agro  romano,  già  dlrettoi  >  i 

Scuola  pratica  di  agricoltura,  t  U"rn a,    h- 
cembre. 

De  Simonis   Diomede,   presidente   della    !><■- 
putazione   provinciale  di  Bologna,  t  Bolo 
gna,  6  giugno,  colpito  da  sincope  durant 
una  seduta  del  Con'iiglio  provinciale. 

Di  Scanno  Geremia,  di  Barletta,  di  a.  66,  pit- 
tore valente  specialmente  nel  riprodurre 
scene  della  vita  romana  antica,  f  Napoli, 
14  febbraio. 

Donali  avv.  Gustavo,  di  a.  47,  vicepresidente 
del  Ca*iiiio  Borghesi  di  Firenze,  e  consi- 
gliere di  varie  Società  industriali,  autore 
della  Madre,  commedia  in  5  atti  che  ebbe 
notevole   successo,  t  Firenze,  11  febbraio. 

Donesana  Giuseppe,  n.  1835,  colonnello  del  Ge- 
nio a  riposo,  combattè  nel  1870  alla  presa 
di  Porta  Pia.  t  Milano,  21  luglio. 

Dotti  Cesare,  patriota  e  industriale  stimato, 
occupò  a  Milano  varie  cariche  pubbliche, 
fra  cui  quella  di  assessore  nell'amministra- 
zione Bellinzaghi.  t  Roma,  maggio. 

D'Ovidio  ingegner  Eugenio,  di  a.  29,  occupava 
un  posto  importante  nel  cantiere  Arm- 
strong a  Pozzuoli,  figlio  del  senatore  En- 
rico d' Ovidio  professore  dell'  Università 
di  Torino,  t  3  marzo,  vittima  di  un'  accen- 
sione al  monte  Sant'Angelo  presso  Sor- 
rento, insieme  all'ing.  A.  Kernot. 

Dowie,  Irlandese,  fondatore  della  setta  del 
Sionisti,  t  New  York,  9  marzo. 

Dozzi  dott.  Giulio,  medico-chirurgo,  per  tren- 
t'anni  prestò  l'opera  sua  nell'ospedale  ci- 
vile di  Motta  di  Livenza.  f  Motta  di  Li- 
venza,  maggio. 

Dubois  Luigi,  n.  Chambéry  1828,  colonnello  di 
fanteria  a  riposo  fece  le  campagne  del  1848; 
di  Crimea,  del  1859,  del  1866.  t  Milano, 
marzo. 

Duce  Luigi,  generale  della  riserva,  diresse 
per  molti  anni  l'ufficio  del  tiro  a  segno  al 
Ministero  della  guerra,  già  alla  direzione 
del  personale  di  fanteria,  f  Roma,  6  marzo, 

Ducommun  Elia,  di  a.  74,  noto  fervente  apo- 
stolo della  pace  universale,  ottenne  per  que- 
sta ragione  metà  del  premio  Nobel  nel  1902, 
fu  giornalista,  deputato  al  Gran  Consiglio 
di  Ginevra  e  al  Gran  Consiglio  di  Berna, 
t  Berna,  dicembre. 

Dunne  John  William,  di  a.  78,  già  ufficiale 
dell'  esercito  inglese,  fu  amico  di  Cavour 
e  di  Garibaldi,  t  Nizza,  dicembre. 

Durante  avv.  Francesco,  di  a.  70,  fu  sindaco 

.    di  Albenga  per  26  anni,  t  Albenga,  febbraio. 

Durazzo  march.  Maria,  n.  Genova  1830,  ve- 
dova dell'ultimo  senatore  romano  march. 
Francesco  Cavalletti  Rondanini.  f  Roma, 
febbraio. 

Durini  Giulio,  conte  di  Monza,  n.  1839,  sin- 
daco di  Gerla  Minore,  t  Milano,  aprile. 


CUCINE 

CALORIFERI 

VENTILAZIONE 


DELL  ORTO 


aj  ■  I     A   kl  /^     I 


702  — 


Duval  (Mathias-),  n.  Grasse  18S4,  professore  di 
antropologia  e  di  istologia  alla  Facoltà  me- 
dica di  Parigi,  istologo  ed  embriologo  fa- 
moso, t  Parigi,  marzo. 


Elena  mons.  Giovanni,  di  a.  76,  canonico  ono- 
rario della  cattedrale  di  Brescia,  fu  condi- 
rettore del  collegio  Peroni,  che  trasformò 
poi  in  ospedale  nel  1866  per  accogliervi  gli 
ufficiali  feriti,  t  Brescia,  ottobre. 

Elliot  Enrico,  diplomatico  inglese,  fu  amba- 
sciatore a  Napoli  quando  Francesco  II  sali 
al  trono  e  riannodò  le  relazioni  fra  il  Regno 
delle  Due  Sicilie  e  l'Inghilterra  interrotte 
sotto  He  Bomba,  t  Londra,  2  aprile. 

Epp  Domenico,  colonnello  istruttore  della 
fanteria  svizzera,  era  stato  anche  ufficiale 
nell'esercito  pontificio  fino  al  1810.  t  A.lt- 
dorf  (Svizzera)  luglio. 

Erba  Giovanni  Battista,  di  a.  63,  distinto  vio- 
linista, t  Londra,  dicembre. 

Erculiani  Andrea,  di  a.  79,  medico  patriota 
ed  amico  di  Zanardelli.  t  Brescia,  ottobre. 

Escoffier  Pietro  Emanuele,  n.  Forcalquier 
(Francia)  1828,  fu  tra  coloro  che  si  oppo- 
sero con  le  armi  al  colpo  di  stato  di  Na- 
poleone III  nel  2  dicembre  1851;  riparato 
a  Sassari  si  fece  col  lavoro  una  fortuna, 
t  Sassari,  novembre. 


Faber  Arturo,  industriale  di  Vienna  ben  noto 
anche  in  Italia  per  i  suoi  lapis,  t  Vienna, 
gennaio. 

Fabris  Francesco,  tenente  colonnello  di  fan- 
teria nella  riserva,  veterano  della  campa- 
gna del  1866  e  professore  di  storia  nel  col- 
legio dell'Annunziatella.  t  Napoli,  febbraio. 

Fabron  Luigi,  di  a.  52,  insigne  pittore,  pro- 
fessore dell'Istituto  di  Belle  Arti  di  Napoli, 
t  Pozzuoli,  24  luglio. 

Faccioli-Licata  Orsola,  n,  Venezia  1823,  nota 
e  valente  pittrice,  t  Napoli,  dicembre. 

Faconti  Arturo,  di  a.  67,  per  40  anni  archi- 
vista della  Congregazione  di  carità,  dili- 
gente paleografo  e  cultore  di  studi  storici, 
t  Milano,  4  giugno. 

Faneschi  Salvatore,  n.  Firenze,  1838,  tenente 
generale  nella  riserva,  t  Milano,  7  dicembre. 

Fanti  can.  Giovanni,  di  a.  84,  illustre  cantante, 
professore  di  canto  gregoriano  al  Semina- 
rio di  Forlì,  t  Forlì,  maggio. 

Farias  avv.  Francesco,  già  questore  di  Cata- 
nia e  di  Palermo.  |-  Catania,  agosto. 

Favero  ing.  Giovanni  Battista,  n.  Crespano 
Veneto  1831,  membro  dell'Accademia  dei 
Lincei,  già  professore  della  regia  Scuola 
d'applicazione  per  gli  ingegneri,  f  Roma, 
29  dicembre. 


Fé  d'Ostiani  mons.  conte  Luisi,  di  n.  08,  pre- 
vosto mitrato  di  San  Nazaro,  cultOi-e  degli 
studi  storici  locali,  t  Brescia,  3  febbraio. 

Fea  Matteo  Paolo,  n.  Torino  1840,  maggior 
generale  nella  riserva,  fu  alla  presa  di  Roma, 
t  Torino,  aprile. 

Federigo,  granduca  regnante  del  Baden,  duca 
di  Zaehringen,  n.  Carlsruhe  9  sett.  1826, 
succeduto  nel  trono  al  padre  granduca 
Leopoldo  il  24  aprile  1852,  ammogliato  dal 


Gkanduca  Federigo  del  Baden. 

20  dicembre  1856  alla  principessa  Luisa  di 
Prussia,  sorella  dell'  imperatore  Federi- 
co III.  t  Mainau,  28  settembre. 

Felicioli  Virginio,  anconetano,  da  vent'anni 
direttore  delle  scuole  italiane  ad  Alessan- 
dria d'Egitto,  t  Alessandria  d'Egitto,  set- 
tembre. 

Ferragatta  Giacomo,  di  a.  61,  contrammira- 
glio in  ritiro,  t  Torino,  gennaio. 

Fei-rari  dott.  Igino,  di  a.  38,  medico  condotto 
di  Trebaseleghe,  colto  scrittore,  pubblicò 
frequentemente  articoli  in  vari  giornali  fir- 
mandoli collo  pseudonimo  di  Dott.  Stricnina. 
t  Monteortone  (Padova),  luglio,  suicidatosi 
con  una  forte  dose  di  stricnina. 

Ferrarlo  Carlo,  di  a.  73,  notissimo  pittore  di 
paesaggio,  prospettiva  e  scenografo,  da  qua- 
rant'anni  insegnante  di  prospettiva  alla 
R.  Accademia  di  Brera,  t  Milano,  12  maggio. 

Ferraris  Antonio,  di  a.  40,  da  dieci  anni  sin- 
daco di  Alagna,  appassionato  agricoltore, 
t  precipitando  dall'Alpe  von  Flua  vicino  ad 
Alagna,  23  luglio. 

Ferraris  nob.  Carlo,  n.  Biella  Piazza  1841,  te- 
nente generale  nella  riserva,  fu  per  vari 
anni  comandante  della  Scuola  di  Tiro  a 
Parma,  organizzò  le  compagnie  ciclisti,  t  Mi- 
lano 31  ottobre. 

Ferrare  Giuseppe,  n.  Carpeneto  d'Acqui  1845, 
provveditore  agli  studi  della  provincia  di 
Massa,  già  a  Reggio  Emilia  e  a  Cuneo,  cul- 
tore degli  studi  demopsicologici,  t  Massa, 
19  giugno. 


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tore  in  diversi  giornali,  fondo  U  giornaletto: 
^1  rk'nl  ttr*4»i,  t  Unin.n.  mngifio. 

i:    '    ■-'  •  '   '•         ',  di  a.  70,  eme- 

•20  dicembre. 

re  e  deputato 

iiovemb. 

■.t  1824. 

itore  di 

(toethe, 

;  1872  In 


iio  e  ixmui 
Unlversitit 
.   ..  .iojdelbern.  t  H   •  •■  .  ■■  ..,.  5  luglio. 
Luigi,  di  a.  80,  scienziato  di  alto  va- 
lle per  oltre  65  anni  insegnò  botanica 
i  :,:\'  :-'t,4  di  Berna,  t  Berna,  maggio. 
I  >-   :      ;    •      1     >   Cesco,  di  a.  60,  colonnello 
111'  i  .•  .       i  ì:.:io.  8  febbraio. 
ores  Edoardo,   di   a.  60,   contrammiraglio, 
;;ià  capo  dello  stato  maggiore  del  diparti- 
tìmento  di  Napoli,  fu  alla  battaglia  di  Lissa. 
t  Napoli,  9  marzo. 
Fiori  Stefano,  marchese  di  Serramezzana,  di 
a.  32,  proprietario  dell'importante  scuderia 
da  corsa,  t  Roma,  19  aprile. 
Floriet  Jane  (in  arte  Jane  Margyll).  giovane 
ed   avvenente  artista   lirica,   che   ottenne 
brillanti  successi  a  Parigi  nei  principali  tea- 
tri, t  Deauville  presso  Havre,  agosto. 
Foa  Alessandro  fu  Marco,  numismatico,  t  To- 
rino, 6  febbraio. 
Fogazzaro  Luigi,  di  a.  83,  zio  di  Antonio  Fo- 
gazzaro, copri  in  Vicenza  importantissime 
carich*»  pubbliche  e  fu  grande  benefattore, 
t  Vicenza,  29  gennaio. 
Fogli  Jacopo,  cavaliere  del  lavoro,  t  Ponte- 

dera  fP!«»a>.  giugno. 

~  tavio,  pubblicista  della  (?a22««a 

.    segretario  della  Federazione 

iliana,  delegato  presso  IDnione 

':ca  italiana,  t  Milano,  gennaio. 

Y  a.  66,  valente  pianista,  t  Bolo- 

^:  _.    _-      — bre. 
Fontana  Francesco,  n.  18.30,  già  console  ono- 
rario d'Italia  e  d'Austria  a  Saint-Thomas 
in   America,  t  Sant'Ilario,   presso   Nervi, 
settembre. 
Forest  Federico,  tenente  generale  nella  ri- 
serva, fece  le  campagne  del  1859,  60-61-66. 
t  Torino,  13  aprile. 
Formis  Achille,  n.  Napoli  1830,  valente  plt- 


A  Milano,  nl- 
iii  loiriliitd  I, 

, , ..'ita.  I  Milano, 

2M  ottobre. 

FòrsttMnann  Kriiesto  Guglielmo,  n.  Danzlca 
nel  18-22,  Il  nestore  del  bibliotecari  tedeschi, 
aveva  diretto  per  49  anni  lo  Importanti  bl- 
Mlotooho  di  Werni;;erode  n  pnt  di  Prosda, 
aveva  pubblicato  notevii 
scritti  messicani,  f  Ch.» 

Forti   Augusto    di   a.  hi,  > 

ciale  e  sindaco  di  Migllanuo.  t  ienara,  bal- 
zato da  un  barroccino  mentre  provava  un 
Imbizzarrito  stallone,  aprile. 

Foster  Michele,  n.  Huntlngdon  1836,  fistolo  ■ 
illustre,  professore  alla  Università  di  Lo:; 
dia,  per  22  anni  segretario  della  Società 
Reale,  t  29  gennaio. 

Fracanzani  conte  Carlo,  di  a.  56,  consigliere 
provinciale  e  già  assessore  comunale  di 
Este.  1  Kste,  agosto. 

Franceschi  ni  Pietro,  di  a.  70,  noto  libraio  o 
bibliofilo  erudito,  t  Firenze,  novembre. 

Franchini  dott.  Eugenio,  n.  Vercelli  1834.  <■ 
lonnello  medico  a  riposo,  fece  la  campa^-; 
del  1866  e  combattè  a  Gustoza.  t  Roii; 
marzo. 

Franchini  Oreste,  livornese,  antico  cospira- 
tore della  Giovane  Italia,  partecipò  alla  di- 
fesa di  Livorno  del  '49  e  alle  campagne 
garibaldine  del  '59,  del  '60,  '6G  e  '67.  t  Li- 
vorno, 31  gennaio. 

Franci  Rinaldo,  n.  Siena  1852,  celebre  violi- 
nista, t  Siena,  2  gennaio. 

Franclca-Nava  Orazio,  consigliere  comunalr-, 
fratello  dell' on.  Giovanni,  deputato  del  col- 
legio di  Siracusa,  t  Siracusa,  novembre. 

Freschi  di  Cucanea  conte  Gustavo,  fu  per  tre 
legislature  deputato  del  collegio  di  San  Vito 
al  Tagliamento.  t  Ramuscello  di  Cordovado 
(Udine),  novembre. 

Fumagalli  nob.  dott.  Camillo,  già  segretario 

•  della  Congregazione  di  carità,  t  Milano, 
30  marzo. 

Furstner  de  Billan  barone  Riccardo,  di  a.  33, 
già  capitano  distrettuale  di  Trento  e  con- 
vinto propugnatore  dell'autonomia  tren- 
tina, t  Vienna,  gennaio. 


Gallarati  Paolo,  maggior  generale,  lascia  la 
sua  splendida  biblioteca  all'Istituto  di  sto- 
ria, antichità  ed  arte  di  Tortona,  t  Tor- 
tona, 31  luglio,  suicida. 

Gallian  Carlo,  console  generale  di  Turchia  a 
Roma,  decano  del  corpo  consolare  in  Rom.v. 
t  Roma,  12  gennaio. 

Gallo  avv.  Nicolò,  n.  Girgentl  1849,  ministro 
guardasigilli,  già  avvocato  di  grande  repu- 
tazione, deputato  sin  dalla  XV  legislatura, 
presidente   della   Camera  durante  il  minl- 


P/^mlìP  TlP^Hriti  gonfie  e  dolenti,  anche  se  ulcerate,  per  vene  variro.ie,  dt- 
udlLlUC  pCOdilliy  vengono  presto  leggiere,  asciutte,  agili  e  sane  mediante  la 
cura  radicale  me  dica  delle  vene  varicose,  scoperta  dal  Dott.  Stefano  Bolognese  (Ca- 
sella postale  602,  NAPOLI).  —  Opuscolo  spiegativo  a  richiesta.  —  Vademecum 
(100  pag.  ili.)  JL.  1.  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  prin- 
cipali lingue. 


—  704  — 


storo  Polloux  e  più  voTte  ministro;  fu  an- 
che prole  soie  di  tsfcetica  allUiiiversità  di 
Roma  e  autore  di  numerosi  lavori  letterari 
e  tilosofici.  t  lioraa,  7  marzo,  improvvisa- 
mente. 


Nicolò  Gallo. 


Gandolfo  avv.  Enrico,  professore  di  diritto 
marittimo  all'Università  di  Genova  e  già 
rettore  dell'Università  di  Cagliari,  t  Ge- 
nova, gennaio. 

Garelli  avv.  Francesco,  già  consigliere  pro- 
vinciale di  Torino,  indi  di  Villanova  Mon- 
dovì.  t  Villanova  Mondovì,  agosto. 

Garetti  Luigi,  n,  Legnasco  (Cuneo)  1843,  mag- 
gior generale  nella  riserva,  veterano  della 
campagna  del  66  e  della  presa  di  Koma. 
t  Torino,  luglio. 

Gargano  Giovanni,  noto  operettista,  capo  di 
un'intera  famiglia  d'artisti  dell'operetta, 
t  Bitonto,  marzo. 

Gariboldi  avv.  Filippo,  presidente  di  tribu- 
nale a  riposo  e  già  presidente  del  Consiglio 
d'amministraz.  dell'Ospedale  civile,  t  Como, 
dicembre. 

Garnesey  Riccardo,  di  a.  74,  celebre  nano, 
noto  sotto  il  nome  di  Tom  Pouce.  t  in  Ame- 
rica, 6  febbraio. 

Gasparini  Elisa,  n.  1827,  vedova  del  poeta  li- 
brettista Piave,  t  Milano,  5  novembre. 

Gastaldi  Felice,  di  a.  ir6,  console  del  Belgio 
e  di  Spagna,  e  da  oltre  40  anni  sindaco  di 
Monaco  (Principato),  discendente  da  antica 
famiglia  italiana  e  daPio  IX  nominato  conte 
romano,  t  Monaco  (Principato),  ottobre. 

Gatti  Stefano,  milionario  notissimo  a  Londra 
per  1  teatri  e  ristoranti  di  cui  era  proprie- 
tario, t  Londra,  12  ottobre. 

Gattoni  ing.  Bortolo,  deputato  al  Parlamento, 
ingegnere  ed  agricoltore  stimato,  t  Corno 
Vecchio,  25  ottobre. 

Gavotti  Verospi  march.  Fabrizio,  fu  console 
generale  a  Gerusalemme  nel  1904  dove  rese 
importanti  servigi,  t  Roma,  24  febbraio. 


Genesio  ing.  Giovanni  Battista,  di  a.  7S,  di- 
stinto tecnico,  che  legò  il  suo  nome  al  tra- 
foro per  la  sti-ada  nazionale  del  Colie  di 
Tenda,  t  Chiusa  Pesio  (Cuneo),  maggio. 

Genova  (De)  di  Pettinengo  Secondo,  n.  Biella 
1830,  tenente  generale  nella  riserva,  vete- 
rano delle  campagne  del  1848  e  1849  già 
aiutante  di  campo  di  Vittorio  Emanuele  II, 
già  direttore  degli  istituti  militari  di  Rac- 
conigi,  Maddaloni  ed  Asti,  t  Ospedaletti 
presso  San  Remo,  marzo. 

Gentile  Farinola  marchesa  Natalina,  dei  prin- 
cipi Corsini,  n.  Firenze  1838,  dama  di  pa- 
lazzo di  S.  M.  la  Regina  Madre,  t  Viareg- 
gio, 28  aprile. 

Genuardi  Gerlando  Maria,  n.  Girgenti  1839, 
da  36  anni  vescovo  di  Acireale  (Catania), 
t  Acireale,  giugno. 

Ghelardi  Guido,  di  a.  G7,  maggior  generale 
nella  riserva,  veterano  del  1859  e  del  1866. 
t  Firenze,  10  maggio. 

Ghiliotti  Efisio,  n.  1846,  contrammiraglio  nella 
riserva  navale,  t  Pogli,  marzo. 

Ghinetti  Guglielmo,  n.  Bagnone  (Lunigiana) 
1857,  direttox-e  della  Scuola  pratica  d' agri- 
coltura di  Pesaro,  autore  di  buoni  scritti 
letterari  e  agronomici,  t  Pesaro,  4  febbraio. 

Giacomelli  Angelo,  n.  Trevignano  d' Udine 
1816,  patriota  valoroso,  soffrì  il  carcere  au- 
striaco, deputato  di  Treviso  per  tre  legi- 
slature, poi  prefetto  in  diverse  città,  t  Tre- 
viso, 16  settembre. 

Giaconi  Bonaguro  Antonio,  di  a.  68,  per  14 
anni  sindaco  di  Bassano,  a  questa  città  re- 
galò la  fontana  ornamentale  che  sorge  in 
piazza  Garibaldi,  t  Bassano,  settembre. 


Alkssandro  Gianetti. 

Gianetti   prof.   Alessandro,   n.    Milano    mag- 
gio 1833,  fu  per  molti  anni  professore  nelle 


L'Olio  Sasso  Medicinaie  semplice  jodato  ed  emulsionato  è  il  ricoslituente  sovrano. 


—   <0ó  — 


\loV  WnlcSf   VAtort  di  diVèlVf'  oporr»  Ai 


Jt  f'  la  laitc  s.»,-r;i     t  In- 

i-  :  AO. 

Gian  !     1  K'o,  di  a.  54,  caposcf  Ictie 

dei  nuuibieso  (1«11«  lleal  Casa,  t  Uotna,  24 
marco. 
Otarda  prof.  Francesco,  Insegnante  di  piano- 
forte nel  liceo  Bene. letto  Marcello  di  Ve- 
neri». ♦  Veneri.1.  '25  InffHo,  suicida. 
<3la:    "  '  Tiacenza  1846,  pub- 

t.  ;  quasi  tutti  i  gior- 

n-  1  ;i  redattore  della 

d'-i.-j^r.' )     (i    M.':ni>   l'iA    tifila    Kaiiione,   fu 
aniicisainio  di  Cavallotti  e  si  uni  a  lui  nella 
4ifesa  di  Barbanti;  scrisse  moltissimi  volu- 
mi di  argomento  svariato,  fra  i  quali  una 
iMlona  Storia  di  l'iacrtua:  era  dei   pochis- 
simi che  col  lavoro  letterario  si  sono  for- 
mati una  piccola  fortuna,  t  Pontenure  (Pia- 
cenza), 16  settembre. 
Giavazzi  ing.  G:an  Antonio,  caposezione  prin- 
cipale delle  Ferrovie  Adriatiche  a  riposo. 
t  Bergamo,  4  dicembre. 
Gigliucoi  conte  Giovanni,  di  a.  62,  munifico 
patrocinatore  della  Dante   Alighieri,  com- 
battè coi  Garibaldini  nel  Tirolo.  t  Firenze, 
dicembre. 
Ginori  Conti  Gino,  dei  principi  di  Trevignano, 
11.  1836,  già  assessore  e  sindaco  di   Bagno 
a  Ripoli,  t  Padule  (Firenze),  febbraio. 
Giobbe  Mario,   di   a.   40,  poeta  elegante  ed 
i"e,  autore  delle  lodate  traduzioni  in 
lei  drammi   di  Rostand.  giornalista 
-■'  che  fece  le  sue  armi  al  Corriere  di 
SiipuH.  t  Napoli,  ottobre,  suieid;i. 
Gioja  Giacomo,  di  a.  70,  cavaliere  del  lavoro. 

t  Firenze,  giugrno. 
Giovagnoni  ing.  Ettore,  combattè  <'on   Gari- 
baldi  nel   ItGC,   e   all'assalto   di  Montero- 
tondo  nel    1867.  t  Monterotondo,  maggio. 
Girardet  Eugenio,  n.  Neuchàtel  1853,  valente 
pittore  orientalista  svizzero,  t  Parigi,  magg. 
Giussaui  Camillo,  n.  Udine  1825,  pubblicista 
noto,  fondò  e  collaborò  a  diversi   giornali 
friulani,  t  Udine,  febbraio. 
Giusti  Alberto,  capitano  marittimo,  veterano 
delle  campagne  garibaldine  del  66  e  del  67. 
t  Genova,  gennaio. 
Glisenti  Achille,  di  a.  58,  valente  pittore  bre- 
sciano, primeggiò  fra  gli  allievi  dEleuterio 
Pagliano,  t  Firenze,  dicembre. 
Glisenti  ing.  Alfredo,  t  Brescia,  22  giugno. 
Gnoc  hi  Gnido.  cnmmcrr>iante,  per  molti  anni 
i  del  comune  di  Pa- 

ria pavese,  occupò 
3.  ,  fu  presidente  di 

parecchie  opere   più  e  consigliere  di  isti- 
tuti di  credito,  t  Pavia,  ottobre. 
Gonzales  del  Castiglio  y  Augusto  barone  Giu- 
stino, n.  1841,  vice  ammiraglio  nella  riserva. 
I  Napoli,  marzo. 


Gornrcl  norern,  n.  1P4*>,  mnrglor  (♦♦•nera** 
In  po.'iiz  one  ausiliaria,  f  MonlcpuKlan-», 
22  dlconibre. 

Gori  Franre-cii.  di  n.  80.  padre  dell'avv.  Pie- 
tro Gorl.  n(vfo  anan-liico:  aveva  fatto  lo 
campagne  deU' liidlpt'iukMiza  e  raggiunto 
un  «Ilo  grado  nell' arnia  d'artiglieria,  f  Pisa, 
28  dicembre. 

Goschen  Giorgio,  n.  1831,  lord  inglese,  flgnra 
notevole  della  politica  inglese,  più  vi>lte 
ministro  del  Commercio  e  primo  lord  del- 
l'Amn  iragllato,  noto  finanziere,  t  Londra, 
7  febbraio. 

Gounod,  di  a.  78,  vedova  del  celebre  maestro 
di  musica  autore  del  h'aunt.  t  Parig',  19  ott. 

Goyzueta  (De)  Francesco  del  marchesi  di  Ta- 
verana,  già  capo  divisione  al  ministero  de- 
gli affari  esteri  e  già  console  generale  al 
Giappone.  1  Napoli,  gennaio. 

Gramizzi  ing.  Massimiliano,  industriale,  pre- 
sidente del  Pio  Istituto  di  Santa  Corona, 
appartenne  alla  Camera  di  commercio  e  al 
Consiglio  generale,  f  Milano,  25  aprile. 

Grancher  (iiuseppe  Giacomo,  n.  Felletin 
(Creuse)  1843,  medico  illustre,  noto  per  i 
suoi  studi  sulla  tubercolosi,  collaboratore 
di  Pasteur  nei  lavori  sul  siero  antirabico, 
t  Parigi,  14  luglio. 

Grandi  avv.  Gaetano,  di  a.  79,  già  presidente 
del  Consiglio  provinciale,  presidente  della 
Ca-sa  di  risparmio  e  già  consigliere  comu- 
nale, t  Piacenza,  febbraio. 

Grattarola  Giuseppe,  di  a.  63,  uno  dei  più 
eminenti  mineralogisti  d'Italia,  professore 
all'Istituto  di  Studi  superiori  di  Firenze, 
dove  aveva  fondato  un  museo  mineralogi- 
co, t  Firenze,  23  marzo. 

Grazioli  Francesco,  n.  Milano  1830,  scultore, 
incisore  e  medaglista,  fece  larghe  dona- 
zioni all'Accademia  di  Brera  per  la  istitu- 
zione di  premi  per  lavori  di  cesello  e  in- 
cisione, t  Milano,  29  gennaio. 

Grazzini  prof.  Reginaldo,  n.  Firenze  1848,  già 
direttore  del  Conservatorio  musicale  di 
Reggio  Emilia,  poi  professore  di  composi- 
zione nel  liceo  Benedetto  Marcello  di  Ve- 
nezia, poi  all'  Istituto  Musicale  di  Firenze, 
t  Firenze,  ottobre. 

Grieg  Hagerup  Edward,  n.  Bergen  (Norvegia) 
15  giugno  1813,  celebre  compositore  e  pia- 
nista non  meno  famoso.  1  Bergen,  4  sett. 

Griesbach  Carlo  Ludolf,  geologo,  n.  Vienna 
1847,  fece  per  conto  del  governo  inglese 
importanti  lavori  geologici  in  India  e  nel- 
l'Afganistan.  t  Graz,  15  aprile. 

Grillanti  Fabio,  n.  1838,  maggior  generale 
nella  riserva,  nella  guerra  del  1859  fu  ad- 
detto come  aiutante  di  campo  alla  persona 
dell'imperatore  Napoleone  III,  combattè  a 
Messina  e  alla  battaglia  di  Custoza  nel  1S66. 
t  Resina  (Napoli)  febbraio. 

Grotta  Tommaso,  di  a.  51,  già  maggiore  d'ar- 
tiglieria, lascia  il  suo  patrimonio  di  L.  200,000 
alla  beneficenza,  t  Lucca,  aprile. 


ANEMIA      r^ 


NEURASTENIA  -^ 


RACHITISMO 


SCROFOLA       ^ 


RICOSTITUENTE    SICURO 


rNi  1 1    -yi 


À.  MENÀRmi 

NAPOLI 

Concessionari 
esci,  per  l'Italia 
e  Oriente,  ZINI, 
BERNI,  BiANCAR- 


^  706  - 


6rùnwald-2eikowitz  Lidonla,  n.  1852,  scrit- 
trice e  poetessa,  t  Carlsbad,  12  giugno. 

Guaineri  nob.  dott,  Cai-lo,  cons  gliere  comu- 
nale ed  assessore  per  l' istruzione  primaria, 
già  consigliere  alla  prefettura  di  Firenze, 
t  Brescia,  febbraio. 

Gualandi  mons.  Giuseppe,  di  a.  81,  fondatore 
dell'Istituto  Gualandi  pei  sordo-muti  di 
Bologna  e  di  altri  tre  istituti  consimili  a 
Roma,  a  Firenze  ed  a  Giulianova  negli 
Abruzzi,  t  Bologna,  luglio. 

Gualdi  Luigi,  di  a,  81.  medico  primario  e  di- 
rettore emerito  degli  ospedali  di  Roma  e 
già  membro  del  Consiglio  superiore  di  sa- 
nità, t  Roma,  ottobre. 

Guarnieri  Geremia,  di  Feltro,  costruttore  dei 
forti  di  Primolano  e  fondatore  in  Bassano 
Veneto  della  Società  industriale  per  tra- 
sporto di  energia  elettrica,  t  Padova,  marzo. 

Guenzi  Ettore,  di  a.  23,  proprietario  del 
Grand  Hotel  Excelsior  di  Genova,  t  Genova, 
30  agosto. 

Guglielmi  avv.  Francesco,  di  a.  36,  reggente 
11  viceconsolato  italiano  di  Ribeirao  Preto. 
t  Campinas  (Brasile),  ottobre. 

Guida  ing.  Carlo,  di  a.  66,  uno  dei  Mille  e 
dei  settanta  di  Villa  Glori,  t  Misano  Gera 
d'Adda,  19  settembre. 

Guidantoni"  Maria  Rosa,  già  attrice  di  valore, 
t  Coriano  (Rimini).  16  agosto. 


H 


Hanbury  Thomas,  di  a.  75,  inglese  amante 
dell'Italia  e  grande  filantropo,  aveva  isti- 
tuito numerose  fondazioni  di  istruzione  di 
beneficenza  in  Italia,  in  Inghilterra,  e  per- 
sino in  Cina;  predilesse  gli  studi  botanici 
per  cui  creò  e  donò  a  Ventimiglia  un  giar- 
dino d'acclimatazione,  alla  Università  di 
Genova  l'Istituto  Botanico,  t  Ventimiglia, 
10  marzo. 

Hautin  mons.  Francesco,  di  a.  75,  da  16  anni 
arcivescovo  di  Chambéry.  t  Chambéry,  feb- 
braio. 

Herger  Franz,  di  a.  43,  direttore  della  sta- 
zione meteorologica  del  Gottardo,  f  sul 
Gottardo,  21  marzo,  assiderato  mentre  tor- 
nava dalla  torre  di  osservazione. 

Hermann  Federico,  di  a.  80,  da  60  anni  pro- 
fessore al  Conservatorio  di  Lipsia,  padre 
di  Gustavo,  noto  industriale  milanese  e  di 
Carlo,  rappresentante  generale  per  l'Italia 
delle  case  Berger  &  Wirth  e  Koenig  &  Bauer. 
t  Lipsia,  settembre. 

Hill  Lewis,  più  volte  milionaria,  vedova  del 
più  rinomato  strozzino  londinese,  lascia 
venticinque  milioni  per  beneficenza,  f  Lon- 
dra, 13  ottobre. 

Hugues  Clovis,  di  a.  56,  notissimo  poeta  fran- 
cese, antico  comunardo,  più  volte  deputato 
socialista  di  Parigi  alla  Camera  francese, 
t  Parigi,  11  giugno. 

Huysman  Karl  Joris,  n.  Parigi  1848,  celebre 
romanziere,  presidente  dell'Accademia  Gon- 
oourt.  t  Parigi,  12  maggio. 


1  J^ 


Jacohy  Giorgio,  di  a.  66,  violinisià  è  dòtìl» 
positore  di  musica,  t  Londra,  ottobre. 

Java!  Emilio,  n.  1839,  illustre  oftalmologo,  fa- 
moso per  i  suoi  lavori  sullo  strabismo  e 
l'astigmatismo,  i  perfezionamenti  dell'oftal- 
mometro,  ec;  divenuto  cieco  nel  1900,  aveva 
nondimeno  continuato  i  suoi  lavori,  inte- 
ressandosi specialmente  delle  questioni 
oftalmologiche  e  dell'educazione  dei  ciechi, 
t  Parigi,  gennaio. 

Jennaco  dott.  Raffaele,  di  a.  69,  chirurgo  di 
grande  valore,  libero  docente  di  anatomia 
chirurgica  nella  Università  di  Napoli,  e  di- 
rettore dell'ospedale  dei  bambini  Lina  Ra- 
vaschieri.  t  Napoli,  maggio. 

Ignatieff  conte  Alexis,  di  a.  65,  fu  governa- 
tore generale  di  Irkutsk  e  poi  di  Kiew, 
membro  del  Consiglio  dell'Impero,  t  Tver, 
22  dicembre,  assassinato  da  un  rivoluzio- 
nario. 

Impallomeni  Giov.  Battista,  prof,  ordin.  di 
dii-itto  e  procedura  penale  nella  Università 
di  Roma,  t  7  marzo. 

Intra  G.  B.,  n.  Calvatone  1832,  da  oltre  30 
anni  prefetto  dell"  Accademia  Virgiliana,  già 
pi-ofessore  e  preside  liceale,  autore  di  nu- 
merose e  pregevoli  pubblicazioni  di  storia 
e  d'arte  mantovana,  t  Mantova,  15  marzo. 

Inviti  Pietro,  di  a.  84,  colonnello  a  riposo, 
patriota  esimio,  combattè  in  quasi  tutte  le 
campagne  dell'Indipendenza,  fece  parte  del 
triumvirato  che  presiedette  al  comitato  se- 
greto bolognese  della  Società  nazionale,  de- 
putato in  più  legislature,  t  Bologna,  26  ag. 

Joachim  Giuseppe,  n.  Kjtse  (Ungheria)  1831, 
celebre  violinista,  valente  compositore,  f 
Berlino,  15  agosto. 

Jona  Giulio  Amedeo,  n.  Trieste,  1868,  regio 
console  generale  d'Italia  a  Colonia,  t  Abano 
(Padova),  18  giugno. 

Isernia  avv.  Enrico,  direttore  della  Gazzetta 
di  Benevento,  consigliere  comunale,  scrisse 
una  storia  della  sua  città,  t  Benevento,  11 
febbraio. 

Ivanoff-Sgambati,  Maria  figlia  del  valente  pub- 
blicista russo  Michele  Ivanoff  e  nuora  del- 
l'illustre maestro  Giovanni  Sgambati,  t  Ro- 
ma, giugno. 

Kader  Waldemar,  di  a.  70,  letterato,  pubbli- 
cista; i  soggetti  dei  suoi  romanzi  e  racconti 
si  svolgono  quasi  tutti  in  Italia;  tradusse 
in  tedesco  i  Promessi  Sposi,  f  Berlino,  luglio. 

Kernot  ing.  Arturo,  di  a.  30.  t  3  marzo,  vit- 
tima insieme  ali"  ing.  Eugenio  D'Ovidio  in 
una  ascensione  del  monte  Sant'Angelo  pres- 
so Sorrento. 

Kind  ing.  Adolfo,  n.  Sils  (Engadina),  di  a.  59, 
proprietario  di  una  fabbrica  di  sapone  in 
Torino,  fondatore  e  direttore  dello  Sky 
Club  di  Torino,  t  sul  ghiacciaio  di  Tschier- 
wa  ^Svizzera),  vittima  di  una  disgrazia  al- 
pina sul  Pizzo  Bianco,  8  agosto. 

Kirchhof  Alfredo,  n.  Erfurt  1838,  geografo  il- 
lustre, prof,  dal  1873  al  1904  alla  Univ.  di 
Halle,  t  8  febbraio. 


CONTRO  TOSSI  E 

CAT/IRRr  USATE 

S€MPRC 


PANERAJ 


P/a  STIGLI  E, 

eESTRATTO-ò'c 


-  7()7  - 


.•  o.  di  n.  SO  l.t»(  rn'o  pol«»«iN>, 
.  «Mt»  per  Ih  «m'uh  iUlla  I'oKimh. 

arguti  su  Ki-;;(>ii*.eiiti  di  storia 

I.   tu    direttore   d  »•!«   atlArl   poltticl, 
ti  tilt  Aro  austro-utiffarloo.  t  Cracovia, 

,|>e,  di  a.  79,  oriUco  dramma- 
>,  dal  1883  direttore  del  famoso 
.  lurn.ilo  (li  erudizione  Xot«t  and    Queriet. 
t  Londra,  23  giugno. 


,>  ,-.v-ivv  i^ncomo,  n.  Bucarest  1841,  gene- 
o  romeno  degli  esteri,  f  Parigi, 

*'  *•  ^ron.  medico  a  riposo  e  già 

Milita  militare,  prose  parte 

•  GÌ  e  66.  t  Cagliari,  gemi. 

.  .11170  Aiolfo.  di  a.  68.  pittore  ed  incisore 

celebre,  t  Milly  (Francia)  ottobre. 


ii.    i>uH.    J^Ai-PONl. 

Lamberti  mons.  Carlo,  n.  1833,  patrizio  barese, 
provicarlo  generale  dell' archidiocesl  di  Ba- 
ri, t  Bari,  marzo. 

Larapertico  Angelina,  di  a.  50,  figlia  dell'eco- 
nomista e  senatore  Fedele  Lampertico,  la- 
sciò un  volume  di  pregevoli  scritti,  fra  coi 
uno  su  Giacomo  Zanella,  di  cui  fa  allieva 
prediletta,  t  Thiene,  ottobre. 


Lam^dorf.  n.  1S45.  già  ministro  dr»gH  riferì 
in  Uiis»la  dal  1900  al  1V>0«.  f  San  Kemo, 
19  marr.o. 

Lana  Pietro,  di  a.  80.  da  50  anni  amraliiistr  > 
tore  del  teatro  Tosi  Borghi,  antico  cosj- 
ratore.  t  Fernira,  novembre. 

Lanfranchl  Vincenzo,  di  a.  82,  intimo  ami 
e  successore  di  Tomaso  VallaurI  nella  c:r 
tedra  di  letteratura  latina   nelfUnlversi:  i 
di  Torino,  l;iscia  opere  progevolisslrae.  t  T' 
rlno,  gennaio. 

Lanino  Ing.  Giuseppe,  n.  Torino  183?,  già  d  - 
rettore  del  trasporti  presso  la  Società  del  • 
Ferrovie  Meridionali,  uomo  di  altissin  i 
competenza  in  fatto  di  costruzioni  ferr^ 
viarie;  ebbe  parie  in  tutto  le  opere  p:  . 
importanti  costruite  da  quella  Società,  nui 
dovè  la  sua  fama  specialmente  alla  galle- 
ria di  Ariano,  condotta  a  fine  attraverso 
diCBcoltà  che  allora  parevano  insuperabili, 
t  Bardoneccbia,  8  agosto. 

Lanz  Alfredo,  di  a.  51),  Insigne  scultore  sviz- 
zero, residente  a  Parigi,  t  Berna,  maggio. 

Lanzanl  dott  Francesco,  regio  provveditore 
agli  studi  a  riposo,  t  Como,  28  agosto. 

Lapponi  dott.  Giuseppe  archiatra  pontifici 
lascia  opere   pregevoli,   tra  queste  Ipn<>tt 
sturi,  SpiritistHO,  studio  medico  pratico,  t  Ro- 
ma, 8  dicembre. 

L:ischi  Eugenio,  veronese,  capo  della  cessata 
impresa  che  aveva  assunta  la  costruzione 
dei  niuraglioni  lungo  l'Adige,  opeiadalui 
condotta  meritevolmente  a  termine,  t  Mi- 
lano, 20  marzo. 

Launitz  (Von  der),  generale,  prefetto  di  po- 
lizia di  Pietroburgo,  t  3  gennaio,  ucciso  da 
Xìu  rivoluzionario. 

Lavarello  Vittorio  Emanuele,  capitano  ma- 
rittimo, uno  dei  più  provetti  e  stimati  co- 
mandanti della  Veloce,  t  Becco  (Genova), 
giujjno. 

Lavista  Giuseppe,  di  a.  67,  maggior  generalo 
a  riposo,  veterano  delle  campagne  del  60 
61  e  66.  t  Torino,  novembre. 

Lazzarini   avv.  Alfonso,  n.  Pollenza,  già   d' 
putato  di  Macerata  per  due  legislature,  g 
sindaco  e  presidente  del  Consiglio  Proviii- 
ciale  e   presidente    del    Consiglio   dell'or- 
dine  degli   avvocati,  t   Macerata,  gennaio. 

Lcary  John,  di  a.  77.  nno  degli  ultimi  fe- 
niani che  crearono  il  movimento  rivolu- 
zionario irlandese,  f  Dublino,  17  marzo. 

Leiningen-Westerburg  (Graf  zu),  Karl  Enrich, 
di  a.  50,  studioso  di  storia  e  di  aralditM, 
possessore  della  più  grande  raccolta  di  ex- 
libns,  lasciata  da  lui  al  Museo  germanioo 
di  Norimberga,  t  Monaco  di  Baviera,  28  sctt, 

Lemoniiier  Alfonso,  n.  Parigi  1842, direttore  di 
teatri,  autore  drammatico  fecondo,  t  Bru- 
selles.  agosto. 

Lenzi  Alceste,  preside  del  Liceo  ginnasio  Vin- 
cenzo Monti  di  Cesena,  t  Cesena,  novembre. 

Leon  Leonie,  fu  per  dieci  anni  l'amica  f  >- 
dele  di  Gambetta,  t  Parigi,  17   novembre. 

Leone  notaro  Camillo,  di  Vercelli,  di  a.  77, 
archeologo  e  numismatico,  aveva  formato 


LaYorazione  speciale  In  CAPPELLI  e  BERRETTI  per  Filarmoniche 

FORNITORE  DEL  MUNICIPIO 


A.  LAFIM  -  FIRENZE,  Via  del  Giglio,  9. 

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-  708  - 


nn  flòcco  museo  di  stofla  e  offe  cittadina, 
lasciato  all'Istituto  di  belle  ai-fci  di  Ven-elli 
Insieme  al  suo  patrimonio  di  oltre  mezzo 
milione,  t  Vercelli,  24  gennaio. 

Leone  Federico,  da  oltre  un  ventennio  pre- 
sidente della  Camera  di  commercio  di  Ca- 
tanzaro e  capo  d'una  vasta  azienda  far- 
maceutica, t  Catanzaro,  marzo. 

Leonino  barone  Carlo,  colto  gentiluomo,  pre- 
sidente della  Società  Varesina  per  le  coi-se 
dei  cavalli,  membro  di  direzione  della  So- 
cietà Lombarda  dalla  fondazione,  fu  com- 
proprietario nella  scuderia  Sir  Jìholand, 
oltre  che  nell'allevamento  di  Castellazzo 
di  libo,  t  Varese,  9  settembre. 

Letizia,  maestro  elementare  che  durante  il 
ministero  Nasi  ebbe  grande  notorietà  per 
le  vivaci  polemiche,  a  cui  diedero  origine 
le  persecuzioni  da  lui  sofferte,  t  Aversa 
(Caserta),  30  marzo. 

Levis  Ada,  lascia  dieci  milioni  sui  28  che 
costituivano  la  sua  fortuna,  in  legati  di 
beneficenza,  t  Londra,  novembre. 

Liberti  avv,  G.  B.,  giureconsulto  dotto  ed 
eloquente,  t  Sampierdarena,  marzo. 

Lironcurti  Adriano,  di  a.  75,  autore  di  pre- 
gevoli pubblicazioni  in  materia  ferroviaria 
e  già  direttore  capo  di  ragioneria  al  Mini- 
stero delle  finanze,  t  Roma,  gennaio. 

Liscio  Nicoletta,  di  a.  100.  t  Bari.  2t  marzo. 

Lodi  Paolo  Giuseppe,  di  a.  72,  colonnello  a 
ripo.so,  combattè  a  Custoza  nel  1866  ed  alla 
presa  di  Roma,  fu  comandante  nel  distretto 
di  Mondovi.  t  Torrazza  Coste  (Pavia),  14 
gennaio. 

Longoni  dott.  Cristoforo,  di  a.  48,  sottopre- 
fetto a  Chiari,  ora  commissario  prefettizio 
al  Municipio  di  Mantova,  t  Mantova,  21 
gennaio. 

Lorenzini  Augusto,  n.  Roma  1826,  senatore 
del  Regno,  combattè  nel  1848  e  49  per  la 
repubblica  romana,  fu  condannato  dal  Go- 
verno pontificio  a  "20  anni  di  carcere  duro 
e  ottenne  dopo  tre  anni  la  commutazione 
nell'esilio  perpetuo,  combattè  a  Mentana  nel 
1867  e  rientrò  a  Roma  nel  1870,  fu  depu- 
tato di  Roma,  Perugia  e  Spoleto,  t  Roma, 
13  agosto. 

Levati  prof.  Daniele,  operosissimo  industriale 
neir  ebanisteria,  t  Milano,  21  gennaio. 

Lucco  Luigi,  di  a.  73,  mag;,'iore  di  fanteria 
a  riposo,  superstite  della  guerra  di  Crimea 
e  delle  campagne  nazion.  t  Torino,  maggio. 

Luchetti  Giuseppe,  rinomato  .scultore  peru- 
gino, autore  del  mausoleo  à  papa  Inno- 
cenzo III  a  San  Giovanni  in  Laterano  a 
Roma,  e  di  altri  pregiati  monumenti,  t  Na- 
poli, marzo. 

Lugo  Orazio,  di  a.  78,  dottore  in  medicina 
ed  in  scienze  fi-;iche,  cugino  di  Cavour, 
combattè  sotto  Garibaldi,  poi  in  America 
sotto  Grant,  fu  per  qualche  tempo  perito 
chimico  per  conto  del  Governo  degli  Stati 
Uniti,  t  Londra,  6  agosto. 

Lurà  Agostino  Vincenzo,  di  Bergamo,  super- 
stite dei  Mille,  t  Cenate  di  Sotto  (Bergamo), 
dicembre. 

Luxardo  Demetrio,  noto  Industriale,  capo 
della  nota  casa  produttrice  di  rosolio  ma- 
raschino, fu  buon  patriota  italiano  assai 
benefico,  t  Zara  (Dalmaziai,  dicembre. 

Luzzati  avv.  Ippolito,  più  volte  deputato  al 


Parlamento,  lascia  pregevolilavori  d'afgTó* 
mento  giuridico,  f  Moncalvo,  5  settembre. 


M 


Macchi  Luigi,  n.  Viterbo  1832,  cardinale  dal 
1889  del  tit.  di  S.  Maria  in  via  Lata,  Primo 
Diacono,  segretario  dei  Brevi  di  S.  S.  f  Ro- 
ma, 29  marzo,  per  sincope  cardiaca. 

Maestri  Vincenzo,  di  a.  74,  presidente  del- 
l'Accademia di  Belle  Arti  e  direttore  dtl 
Museo  civico  di  Modena,  t  Fontana  di  Ru- 
biera,  settembre. 

Maglione  Giovanni,  uno  dei  più  noti  e  ac- 
creditati ragionieri  d'Italia,  professore  di 
contabilità  all'Università  Commerciale,  già 
consigliere  comunale  e  coudirettore  del- 
l'Istituto Maglione  e  Rossi,  t  Monza,  15 
novembre. 

Malocchi  Ernesto,  di  a.  47,  capo  dei  socialisti 
di  Voghera  e  direttore  del  periodico  socia- 
lista: L'uomo  che  ride,  t  Voghera,  14  mag- 
gio, suicida. 

Malagrida  Giov.  Battista,  di  a.  84,  ardente 
patriota,  combattè  nel  1848  e  seguì  Gari- 
baldi in  tutte  le  campagne  dal  1859  in  poi. 
t  Como,  giugno. 


Ras    MangasciÌ 
(Fot.  A.  Croce). 

Malot  Ettore,  n.  La  Bouille  18'?0,  noto  roman- 
ziere: il  suo  capolavoro  è  il  celebre  Sans 
famille  (1878).  t  Fontenay-sous-Bois,  luglio. 

Malvano  avv.  Gustavo,  di  Torino,  distinto  di- 
lettante di  musica,  compositore,  t  Magenta, 
1  settembre,  vittima  di  un  disastro  auto» 
mobilistico. 


-  709  - 


i;nrolli  Tooiloro,  nnrt  del  più  otnlncntl  pub- 

Mc-Ktt  ti'dt'^f^l.  rt'In't'To  lottcnirlo  della 
'    t  liiK»  lo. 

tari,  di  A.  83, 
.  I rso    parte   • 
U  iiuiipoiiaonzadal  1848 
.'  gennaio. 
—  -..»,  n.  Desenzano  sul  Lago 
■  i<)  della  stHMipa  milanese;   fu 
latori  del  Sole;  aveva  couibat- 
1  V.  rnnea  0  con  Garibaldi   uel   1866. 
■  no.  3  gennaio, 
i  iHa<),   n.    1861,   figlio    del    Negus 
l>be  il  comando  del  TU* rè  fino 
.1   di    Adua,  dopo   la  quale   fu 
.  londotto  allo  Scioa  da  Menelik 
.:.\to  sopra  un'.imba  per  sospetto  di 
.i<nto.  t  Ancobcr,  14  novembre. 
:,..... ,,,.o.ì  Bi'Hinc.asa  (lapponi  marchese  Luigi, 
ai  a.  55,  appassionato  musicista,  colto  gen- 
tiluomo, pubblicò  qualche  libro  e  collaborò 
a  iliversl    giornali,    ottenne    in    giovinezza 
siK>'essl   corno  commediografo,  t  Firenze, 

1  un'Ilo. 

Mante^na  Benedetto,  principe  di  Qangl,  di 
a.  64,  giù  asseNsore  comunale  e  consigliere 
provinciale  di  Talermo.  t  Palermo,  aprile. 
'  latica  avv.  Giuseppe,  n.  Reggio  di  Cala- 
Sria  1S65,  da  due  legislature  deputato  di 
Oittanova,  professore  di  lingua  italiana  e 
stilistica  presso  l' Istituto  superiore  fem- 
minile di  magistero  a  Roma,  t  Ariccia 
(Roma),  24  giugno. 

Manzoni  march.  Luigi  Costantino,  n.  luglio 
1839,  già  consigliere  comunale  e  ammini- 
stratore di  varie  Opei*e  pie.  t  Padova,  gen- 
naio. 

Manzoni-Borghesi  conte  Bartolomeo,  figlio 
dell'illustre  bibliografo  conte  Giacomo  Man- 
zoni di  Lugo,  già  ministro  della  Repubblica 
romana  del  1849,  erede  di  tutto  il  patri- 
monio del  noto  archeologo  e  numismatico 
Bartolomeo  Borghesi,  di  cui  aggiunse  il 
cognome  al  proprio,  t  Serravalle  (Repub- 
blica di  San  Marino),  gennaio. 

Maranl  Alessandro,  di  a.  79,  maggiore  me- 
dico a  riposo,  veterano  delle  campagne  na- 
zionali dal  48  alla  presa  di  Roma,  f  Modena, 
giugno. 

Marasini  nob.  Amalia,  di  a.  40,  distinta  pit- 
trice, t  Brescia,  maggio. 

Marchetti  Melyna  di  Caprigllo  conte  Gaetano 
Ferdinando,  n.  Buttigliera  d'Asti  1S35,  te- 
nente generale  nella  riserva,  superstite  del- 
la guerra  del  59  e  del  6G.  t  Tonno,  maggio. 

Marchi  Alberto,  di  a.  44,  tipografo  apprez- 
zato, ebbe  dall'editore  Zanichelli  di  Bolo- 
gna l'incarico  di  stampare  alcune  opere  &i 
Pascoli,  che  riuscirono  belle  ed  ammirate, 
t  Lucca,  luglio. 

Marciano  Beniamino,  antico  patriota  napole- 
t.ino,  vesti  da  giovane  l'abito  talare,  che 
poi  abbandonò  per  I  suol  sentimenti  libe- 
rali, ma  da  un  anno  si  era  convertito  ed 
aveva  nuovamente  indossato  kH  abiti  sa- 
cerdotali, fu  con  Garibaldi  al  Volturno,  di- 


resse l' TtuìipfttUn'»  fondato  nel  18C5  da 
Do  Shiu'IIh,  copri  in  patria  molte  Impor- 
tanti  cariche  pubbliche,  t    Napoli,  9  genn. 

Mari  Adriano,  consigliere  di  Cassazione,  c<>l 
grado  di  primo  presidente  di  Corte  d'Ap- 
pello a  riposo,  t  Roma,  31  gennaio. 

Maria  di  IJruuswick-LuiK'biirg,  ex  Regina  del- 
l'Amiover.  n.  14  apr.  1818,  naia  piincipess  i 
di  Sassonia  Oldenburgo,  ved.  del  re  Gioì 
gli)  V.  t  Gmunilen,  9  gennaio. 

Marietti  Giuseppe,  di  a.  80,  già  proprietario 
di  tipografia,  lascia  120  mila  corone  alla 
Congregazione  di  carità  di  Trento  perchè 
vengano  erogate  In  soccorso  a  vecchi  ti- 
pografi del  Trentino  inabili  al  lavoro  e  in 
miseria,  t  Trento,  gennaio. 

Marlotti  Pietro,  già  uno  del  più  alti  impie- 
gati della  Casa  Reale.  \  Roma,  gennaio. 

Mariutto  Luigi,  venerando  filantropo,  consi- 
gliere comunale  di  Mirano,  lascia  tre  mi- 
lioni per  l'erezione  di  un  Pellagrosario  a 
Mirano,  t  Mirano,  19  giugno. 

Marsetti  dott.  Carlo,  di  a.  84,  patriota,  amico 
del  conte  Paolo  Taverna,  lo  coadiuvò  nel- 
r opera  benefica  a  prò  dell'Istituto  dei  sor- 
domuti poveri  di  campagna  In  Milano,  ne 
fu  per  oltre  cinquant'anni  membro  della 
sua  commissione  direttiva,  t  Borgovico 
(Como)  24  ottobre. 

Martinelli  Ing.  Gaetano,  di  a.  75  valente  pro- 
fessionista, presidente  del  collegio  degli 
ingegneri,  t  Mantova,  ottobre. 

Martinelli  Luigi,  veterano  delle  patrie  bat- 
taglie fece  le  campagne  del  1860,  1866,  In 
cui  venne  ferito,  e  del  1867  in  cui  riportò 
pure  una  ferita,  t  Gazzada  presso  Varese, 
15  luglio. 

Martinez  Enrico,  consigliere  della  Società  di 
Assicurazioni  generali  di  Venezia,  sindaco 
di  Messina,  t  Milano,  26  aprile,  per  paralisi 
cardiaca. 

Martini  conte  ing.  Archimede,  trentino,  di 
a.  60,  podestà  di  Riva  di  Trento,  nato  di 
famiglia  di  patriotti,  aveva  combattuto  lo 
battaglie  dell'indipendenza,  fu  uno  dei  fon- 
datori della  Società  degli  Alpinisti  Triden- 
tini, t  San  Remo,  8  gennaio. 

Marzorati  ing.  Alfredo,  di  a.  72,  contribuì  coi 
suoi  disegni  e  la  sua  direzione  all'impianto 
di  varie  linee  ferroviarie  della  Toscana,  t 
Firenze,  gennaio. 

Mascari  ing.  Antonino,  astronomo  aggiunto 
nell'Osservatorio  astrofisico  ed  etneo  di  Ca- 
tania, t  18  ottobre. 

Maselli  Cesare  Augusto,  di  a.  42,  noto  pittore, 
t  Marcete  presso  Lugano,  12  gennaio. 

Massarenti  Carlo,  di  a.  93,  illustre  professore 
di  ostetricia  nella  R.  Università  di  Bologna, 
t  Bologna,  aprile. 

Massimo  don  Emilio,  duca  di  Rignano,  n.  1835. 
t  Roma,  16  maggio. 

Matteucci  Paolo,  n.  San  Ginesio  1821.  presi- 
dente onorario  della  Corte  d'appello,  fu 
governatore  di  Fara  Sabina  durante  la  re- 
pubblica romana  nel  1849.  t  Aik-ou-i,  feb- 
braio. 


Il  latte  di  vacca  è  un  alimento  pieno  di  pericoli  pel  piccoli  infanti  !  è  una  continua 
minaccia  d'indigestione  e  d'infezioni.  Alimento  perfetto  per  potere  nutritivo,  per 
digeribilità,  per  gusto,  perchè  puro  da  ogni  infezione  è  la  Farina  Lattea  Italiana 
Paganini  Villani  &  C.  (  Vedi  aoo'uio  su  cat-toncino  colomUt). 


n 


—  710  — 


Mazziotti  barone  Domunioo,  di  a.  71,  vice- 
presidente della  Società  Bediici  Itali»  e 
Casa  SavQla,  capitano  di  fanteria  in  riposo. 
•f  Roma,  dicembre. 

Medana  Angusto,  n.  Damasco  1857,  già  con- 
sole d'Italia,  a  Tripoli  di  Barberia,  ora 
nominato  ministro  d' Italia  a  Teheran,  t 
Malta,  3  marzo,  in  viaggio  per  recarsi  alla 
sua  nuova  sede. 

Medini  Antonio,  n.  Ferrara,  di  a.  72,  ufficiale 
garibaldino,  superstite  delle  campagne  del 
60  e  del  66.  t  Milano,  settembre. 

Meillard  Lirigi,  attore  caratterista,  uno  dei 
migliori  elementi  della  compagnia  d'ope- 
rette diretta  da  Aristide  Gargano,  t  Geno- 
va, 27  febbraio. 

Mei  Isidoro,  deputato  di  Vittorio  Veneto 
divlla  16»  legislatura,  t  Roma,  8  dicembre. 

Menabrea  don  Alessandro,  di  Valtournanche, 
di  a.  83,  già  parroco  di  Courmayeur,  pa- 
rente del  generale  e  senatore  Menabrea. 
t  Seint-Pierre  d'Aosta,  agosto. 

Menabrea  (Marchesa),  vedova  del  generale 
Menabrea  che  fu  ministro  più  volte  e  am- 
basciatore d'Italia  a  Parigi,  f  Chambéry, 
26  settembre. 

Menafoglio  march.  Pao'o,  n.  Modena  1846, 
senatore  del  Regno  dal  1905,  già  deputato 
della  sua  città  nelle  legisl.  19»,  20»  e  21»,  già 
sindaco  di  Modena,  t  Genova,  1°  giugno. 

Mendelejeff  Demetrio  Ivanovic,  n.  Tobolsk 
1834,  clinico  illustre,  professore  dal  1866 
alla  Università  di  Pietroburgo,  il  suo  nome 
è  famoso  per  la  legge  della  periodicità  de- 
gli elementi,  con  la  quale  potè  divinare  la 
esistenza  di  diversi  corpi  semplici  scoperti 
assai  più  tardi,  t  Pietroburgo,  2  febbraio. 

Menghini  Luigi,  di  a.  59,  geniale  pubblicista, 
ex  garibaldino,  t  Milano,  6  giugno. 

Montasti  avv.  Carlo,  n.  Milano  1829,  presi- 
dente onorario  di  Corte  d'Appello,  t  Do- 
gana Fiorentina,  29  agosto. 

Meraviglia  Mantegazza  nob.  Sante,  di  a.  79, 
ingegnere  apprezzato  in  materia  ferrovia- 
ria, divenne  direttore  del  Servizio  mante- 
nimento e  lavori  delle  Strade  ferrate  del 
Mediterianeo.  t  Milano,  11  maggio. 

Mereu  Luciano,  n.  Nizza  1842,  colonnello  ga- 
ribaldino, partecipò  alla  spedizione  del  co- 
lonnello Nullo  in  difesa  della  Polonia,  e 
alla  guerra  di  Grecia,  da  qualche  anno  cu- 
stode dell'Ossario  di  Mentana,  f  Roma,  2 
aprile. 

Merzlyat  conte  Luigi,  di  a.  80,  tenente  ge- 
nerale a  riposo,  veterano  delle  patrie  bat- 
taglie, fu  capogabinetto  del  generale  Fanti, 
t  Genova,  9  gennaio. 

Meyer  Giulio,  di  a.  78,  colonnello  comandante 
la  gendarmeria  del  Canton  Friburgo,  com- 
battè a  Castelfidardo  contro  i  fratelli  Cai- 
roli  e  il  20  settembre  a  Porta  San  Giovanni, 
t  Friburgo  (Svizzera),  agosto. 

Mozzetti  A.  N.,  negoziante  di  musica.  Inven- 
tore dell'ocarina,  t  Londra,  febbraio. 


MiccinelllconfePio.  di  a.  33,  patrizio  romano, 
guardia  nobile  di  S.  S.,  e  segretario  del- 
l' Istituto  Araldico  Romano,  t  Roma,  11  di- 
cembre. 

Miceli  avv.  Luigi,  n.  Longobardi  (Cosenza) 
1825,  senatore  dal  1898,  benemerito  pa- 
triota, fu  dei  Mille,  deputato  per  Paola  e 


Luigi  Miceli. 

altri  collegi  di  Calabria  da'la  Legislatura 
VIII»  in  avanti,  fu  per  due  volte  Ministro 
dell'Agricoltura,  t  Roma,  30  dicembre. 

Michela  Mario,  di  a.  50,  presidente  della  So- 
cietà italiana  per  la  fabbricazione  dei  pro- 
dotti azotati  e  della  Società  italiana  di 
elettrochimica,  fece  due  volte  il  giro  del 
mondo,  in  una  accompagnò  il  principe 
Luigi  Napoleone,  t  Roma,  10  ottobre. 

Micheli  conte  ing.  Pietro,  di  a.  47,  fondò  in 
Genova  la  Sm  Giorgio,  Società  per  auto- 
mobili, t  Genova,  2  aprile. 

Michelini  Policarpo,  conte  di  San  Martino  e 
Rivalta,  assessore  comunale  e  già  consi- 
gliere e  deputato  provinciale  di  Fossano. 
t  Ivrea,  17  novembre. 

Migliavacca  Aristide,  di  a.  58,  rappresentante 
generale  per  l'Italia  del  Lanifìcio  Rossi.  | 
Milano,  3  gennaio. 

Milesi  Guglielmo,  di  a.  74,  veterano  delle 
campagne  garibaldine,  in  cui  rimase  più 
volte  ferito,  già  capitano  dello  squadrone 
Guide  di  Garibaldi,  uno  dei  primi  alla  ca- 
rica che  nella  battaglia  di  Digione  fruttò 
il  possesso  d'una  bandiera  prussiana,  t  Mi- 
lano, settembre. 

Milesi  Pietro,  di  a.  55,  noto  armatore,  uno 
dei  primi  insignito  della  croce  di  Cavaliere 
del  lavoro,  t  Genova,  novembre, 

Milon  di  Verraillon  Alfredo,  n.  1844,  maggior 
generale  nella  riserva,  reduce  dalla  cam- 
pagna del  1866.  t  Roma,  4  gennaio. 

Milone  Luigi,  oriundo  piemontese,  uno  dei 
più  avveduti  impresari  teatrali  dell'Ame- 
rica (LA  Sud.  t  Rio  Janeiro,  giugno. 


LflÌPfllME.1kfP»lO 


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PESIai 


711 


Mi'  -.ttl  Giuseppa»,  dlreltor»  d«>lli»  Boclctà 
:    i  ><uur»rlonl  •  ItiUia.  ,  t  Qcnov»,  6  gen- 

M  ^  ilohl  Er«Jtr.o  eonto  Marco,  n.  Verona 
i-i4     ilopuiato  al  rarlamcnto.    f   Verona, 

•■•"■>T(«. 

yi  Anfrelo,  consigliere  provinciale. 

■}'ì  fohbrnio. 

Jdrii  "'        '■     *  .'lice  del  Rior- 

r.i  .Dllnhoratrico 

i-   :  -  ,o,  Fiorentina, 

!  :  fiale  lit'lle  donn«   e    nel 

del  volume   In  qua  »    in 

.  :   Firenze,  ottobre. 

Mini  cìiu.>ep|>e,  n.  Imola,  senatore  del  Regno 
dal  189S,  tenente  generale  già  comandante 
la  divisione  e  il  Corpo  d'armata  di  Bolo- 
gna, e  ministro  della  guerra:  aveva  fatto 
eon  Garibaldi  le  campagne  del  '69,  copren- 
'  ■  ■  ria  al  Volturno  nell* episodio  di 
ne  dove  combattè  a  fianco  del- 
1  nzettl;  fu  commissario  militare 

in  Sicilia  nelle  agitazioni  del  1893-94.  t  Bo- 
logna, 5  settembre. 

Mooenni  nob.  Stanislao,  n.  Siena  1837,  tenente 
generale  nella  riserva,  combattè  nel  1859, 
in  due  campagne  contro  il  brigantaggio 
e  nel  1866,  fu  colonnello  comandante  nel 
collegio  militare  di  Firenze,  deputato  del 
collegio  di  Siena  per  nove  legislature,  fu 
ministro  della  guerra  durante.il  Ministero 
Crispi.  t  Siena,  9  agosto. 

Mochi  Luigi,  ex-sindaco  di  Pescia  e  presi- 
dente dt  Ila  tramvia  Lucca- Pescia-Monsum- 
mano.  t  Pescia,  ottobre. 

Modestoff  conte  Basilio,  di  a.  68,  illustre  pub- 
blicista russo,  già  professore  di  filologia 
classica,  e  di  letteratura  latina  nelle  Univer- 
sità di  Pietroburgo,  Kiew,  Kazun  e  Odessa, 
t  Roma,  marzo. 

Mohrenheim  (De)  barone  Arturo,  di  a.  82,  già 
ambasciatore  russo  a  Copenhagen  ed  a 
Londra,  indi  a  Parigi  durante  le  presidenze 
di  Carnot  e  di  Faure.  t  Pau  (Bassi  Pire- 
nei), ottobre. 

Moissan  Enrico,  di  a.  65,  celebre  chimico  fran- 
cese, vincitore  del  premfo  Nobel  per  la 
chimica  nel  1906,  inventore  del  forno  elet- 
trico, t  Parigi,  20  febbraio. 

Molinari  Carlo,  di  a.  53,  giù  comproprietario 
dell'Albergo  Italia  in  Londra,  t  Bèe  (No- 
vara), 25  agosto. 

Moli  (De)  barone  Enrico,  di  a.  36,  appassio- 
nato e  valente  agricoltore,  copri  importanti 
cariche  in  vari  istituti  agrari  del  Ke;?giano, 
e  del  Mantovano,  t  Mantova,  12  febbraio. 

Molossi  Filiberto,  cron.sta  della  Gazzetta  di 
Parma,  da  oltre  20  anni,  fratello  del  diret- 
tore del  giornale,  t  Parma,  19  agosto,  uc- 
ciso per  disgrazia  in  un  conflitto  fra  ca- 
rabinieri e  malviventi. 

Monaco  conte  Giovan  Battista,  di  a.  76,  fu 
l'unico  friulano  reduce  del  1848  fregiato 
della  medaglia  dei  reduci,  lasciò  erede  del 
suo  palazzo  e  dei  suoi  beni  la  Lej/a  Nazio- 


naì*,   \  \r\ 

ItallH)  >  >. 

t  Cni.. 

Monioi'lli  avv.  l'i«tro,  d»  a.  GÌ,  MtnUacu  di 
Fabriano,  t  Fabriano,  maggio. 

Monsabré,  di  a.  80,  padre  domenicano,  cele- 
berrimo predicatore,  allievo  e  successore 
di  Lacordairo  sul  pulpito  di  Nótre-Dame  a 
Parigi,  t  Parigi,  23  febbraio. 

Montereale  Mantica  conto  Giacomo,  di  a.  73, 
già  sindaco  di  Pordenone,  combattè  nel  66. 
t  Varese,  dicembre. 

Montesi  Giuseppe,  di  a.  72,  capitano  di  va- 
scello a  riposo,  fece  le  campagne  di  Crimea, 
Gaeta,  Ancona,  Lissa.  t  Genova,  dicembre. 

Monticelli  Franco,  già  deputato  del  primo 
collegio  di  Lecce,  poi  di  quello  di  Brindisi 
durante  la  17»  e  18*  legislatura,  f  Napoli, 
agosto. 

Mora  Giovanni,  consigliere  delegato  della  So- 
cietà F.'»'  Mora,  presidente  della  Società  di 
ginnastica  e  della  Società  "  Giovane  Oro- 
bia.  „  t  Bergamo,  aprile. 

Moraschini  rag.  Eugenio,  di  a.  26,  fortissimo 
alpinista,  t  12  luglio,  vittima  in  un  ascen- 
sione sulla  Meije. 

Mori  Ubaldini  degli  Alberti  conte  Alberto, 
di  a.  41,  console  italiano  a  Johannesburg 
(Transvaal).  t  Johannesburg,  novembre. 

Moro  Giovanni,  di  a.  76,  ufficiale  superstite 
della  marina  del  Governo  provvisorio  del 
48  e  49  e  della  battaglia  di  Lissa,  fratello 
di  Domenico  Moro,  fuc  lato  dai  Borboni  coi 
fratelli  Bandiera  a  Cosenza  nel  1842.  t  Ve- 
nezia, gennaio. 

Morosiui  Venier  contessa  Maria,  di  a.  83.  t  Ve- 
nezia, 16  dicembre. 

Morozzo  della  Rocca  contessa  Natalia,  vedova 
del  conte  Manfredo  Francesetti  d' Haute- 
court  e  di  Malgrà,  di  a.  55,  donna  di  alti 
sensi  e  profonda  coltura,  dedicò  la  sua  vita 
all'elevamento  intellettuale  della  donna, 
t  Roma,  7  aprile. 

Mosca  ing.  Carlo,  di  a.  57,  ispettore  princi- 
pale delle  Ferrovie  di  Stato,  f  Torino,  di- 
cembre. 

Mosetig  Alberto,  n.  Trieste  1838,  celebre  pro- 
fessore di  chirurgia  nell'Univer.  di  Vienna, 
partecipò  come  chirurgo  militare  all'asse- 
dio di  Parigi  nel  1870  all'occupazione  della 
Bosnia  e  alla  guerra  serbo-bulgara,  t  Vienna, 
26  aprile. 

Mottola  (Di)  marchese  Vito  Nunziante,  di 
a.  40,  presidente  del  Lawntennis  Club  di 
Napoli,  t  Caianello,  presso  Napoli,  20  giugno, 
vittima  in  un  grave  disastro  automobili- 
stico. 

Mussila  Isacco,  n.  Gandino,  di  a.  77,  presi- 
dente di  Sezione  di  Cassazione  a  riposo, 
t  Oslo  Sotto  (Bergamo),  23  giugno. 

Musso  avv.  Domenico,  di  a,  88,  uno  degli 
ultimi  superstiti  del  Parlamento  subalpino, 
di  cui  fece  parte  rappresentando  il  collegio 
d'Albenga  durante  la  quinta  legislatura, 
1853-57.  t  Coruigliano  Liguie,  gennaio. 


OPUSCOLI  E 
SCHIARinENTI 


STdBC.ilRN  ALD1-VÌAB.VITRUVI0  d^niLANO 


712  — 


BTiizalTer-eJ-Dln,  n.   25  marzo  18ó3,  scià  di 
Persia  dal  maggio  IS^B.  t  Teheran,  9  genn. 


Nessi  Carlo,  di  a.  85,  stimato  Industriale  ini 
seta,  t  Como,  ottobre. 

Nievo  Carlo,  di  a.  71,  tenente  generale  a  ^ 
riposo,  fratello  del  defunto  poeta  Ippolito  • 
Nievo.  t  CoUoredo  di  Monte  Albano  (Udinej  < 
17  agosto. 

Nigra  conte  Costantino,  n.  Villa  Castelnuovo  • 
presso  Torino  11  giugno  1828,  senatore  del  l 
Ilegno,  Collare  dell'Annunx.iata,  creato  con-  ■ 
te  nel  1885;  fu  segretario  fidatissimo  e  pre- 
diletto  di  Cavour,  che   dopo   averlo   ado- 
perato con  successo  in  molte  missioni  di  '■ 
grande  delicatezza  lo  mandò  nel  1858  come 
rappresentante  del  Piemonte  poi  dell'Italia 
a  Parigi,   dove  rimase  tino  al  1876,   pren- 
dendo parte  importante  in  tutti  i  grandi 
avvenimenti  politici,  e  rendendo  indimen- 
ticabili servigi  al  paese;  passò  quindi  am- 
bar.ciaiore  a  Londra  poi  per  breve  tempo 
a  Pietroburgo  e  lìnn^monte  a  Vienna,  dove 


MUZAFFEB-ED-DlN. 

Muzii  avv.  Augusto,  di  a.  75,  era  stato  sindaco 
di  Teramo,  presidente  della  Deputazione 
Provinciale  e  presidente  della  Congrez.  di 
Carità,  t  Teramo,  23  gennaio. 


N 


Napodano  avv.  Luigi,  professore  pareggiato 
di  procedura  civile  all'Università  di  Napoli, 
sopraintendente  del  regio  ospizio  di  San 
Gennaro  extra-moenia.  t  Napoli,  8  ottobre. 

Napolioni  dott.  Flaminio,  di  a.  64,  consigliere 
comunale  e  provinciale  di  Camerino,  e  pre- 
side.ite  della  Società  anonima  per  ferrovie 
e  imprese  elettriche,  t  Pieve  Bovigliana 
(Macerata),  aprile. 

Naselli  Feo  conte  avv.  Ernesto,  di  a.  38,  so- 
stituto procuratore  del  Re  presso  il  tribu- 
nale di  San  Remo,  t  Savona,  ottobre. 

Nava  Germano,  tenente  generale  a  riposo, 
fece  le  campagne  del  59  e  del  66.  t  Como, 
21  giugno. 

Navir,  di  a.  84,  celebre  cantante  francese 
sotto  lo  pseudonimo  di  Medori,  aveva  stu- 
diato nel  Conservatorio  di  Napoli,  t  Bru- 
xelles, 3  novembre. 

Nebuloni  Emanuel  Vittorina,  distinta  arti- 
sta drammatica,  vedova  del  grande  attore 
drammatico  Giovanni  Emanuel,  t  Milano, 
30  gennaio. 

Negri  Candido  Alessandro,  n.  Cuorgnè  1830, 
console  generale  d'Italia  a  Costantinopoli, 
a  Fiume,  a  Parigi,  a  Buenos  Aires  e  collo- 
cato a  riposo  col  titolo  di  ministro  pleni- 
potenziario: era  stato  segretario  di  Dome- 
nico Farini.  t  Torino,  9  dicembre. 

Nerucci  prof.  Gherardo,  di  a,  78,  superstite 
del  battaglione  universitario  a  Curtatone 
e  Montanara,  scrittore  apprezzato  di  cose 
storiche  e  letterarie,  t  Montale  Agliana,  di' 
cembro. 


Costantino  Nigea. 

chiuse  la  sua  carriera  nel  1904;  coltivò  an-  • 
che  gli  studi,  fu  iwpeta  e  studioso  di  storia  v 
letteraria  e  dei  canti  popolari  del  Piemonte. . 
t  Rapallo,  30  giugno. 

Nigra  Luigi  Giuseppe,  n.  Bairo  presso  Ivrea 
1837,  maggior  generale  nella  riserva,  già 
comandante  del  distretto  di  Cremona,  t  To- 
rino, aprile. 

Nisio  Girolamo,  n.  Molfetta  1827,  insigne  edu-  ■ 
catore  e  patriota,  fece  parte  del  Consiglio 
superiore  della  pubblica  istruzione,  regio 
provveditore  a  Palermo,  Catania,  Verona, 
Napoli,  Roma,  t  Roma,  7  settembre. 

Notari  avv.  Domenico,  già  sindaco  di  Reggio 
Emilia,  t  Reggio  Emilia,  Luglio. 

Nuvolari  Gedeone,  di  a.  59,  uomo  di  grande 
operosità,  in  dieci  anni  di  dimora  in  Sicilia 


Tq  niPil  Hollo  irOTID  irOltinnca  {Varld  alU  gambe,  varicocele,  emorroidi) 
Ud  UUld  UCllG  Velie  VdUbUOC  del  Dott.  Stefano  Bolognese  (Casella  po- 
stale 602,  NAPOLI)  bonifica  e  ricostituisce  le  pareti  venose  malate  e  tutto  l'appa- 
recchio circolatorio.  —  Sofferenti  e  predisposti  !  Esso  rappresenta  la  vostra,  solvenza  ! 
—  Opuscolo  illustrativo  a  richiesta.  —  Vademecum  dei  sofferenti  e  pi-edisposti 
{Cause,  cura,  igiene).  Voi.  100  pag.  ili.  li.  1. 


-  713  - 


ri.  nmicnìari,  rtl-do 
ira.  o   (llrps^o  i   In- 


Oddo  LulfTl.  n.  Roggio  Calabria  181S,  cospi- 
ratore e  patriota,  combattè  a  Paìormo  nel 
194».  fece  la  campagna  del  1^5^.  f  Sassari, 
23  febbraio. 

Odysse  Barot  Francesco,  di  a,  79,  pubblici- 
sta, già  oollabor.itore  In  Importanti  Kiornali 
«  già  soj?retarlo  di  Qustuvo  Flourons.  t  Pa- 
rigi, febbraio. 

Olcott  H.  S.,  colonnello  dell'esercito  norda- 
mericano, presidente  della  So.o.  Ti'osoflca, 
fondata  da  luì  insiemo  alla  famosa  baro- 
nessa n'ivatsky  a  New  York  nel  1875.  t 
\  ha  inglese),  17  marzo. 

C  ,  di  a.  70.  già  provveditore  afjli 

s  ^      i  reside  del   liceo   Galilei   di  Fi- 

renze, ellenista  di  valore,  educatore  valo- 
roso, t  Roviifo,  29  settembre. 

Oliver!  dott  Giovanni  Antonio,  di  a.  86,  già 
sindaco  per  lunghi  anni  di  Sestri  Levante, 
t  Sestrl  Levante,  ottobre. 

Onesti  avv.  Giulio,  regio  prefetto  a  riposo  e 
da  molti  anni  sindaco  di  Incisa  Be'.bo.  t 
Incisa  Belbo  (.^^lessandria)  novembre. 

Osiris  Daniele  Ifla,  di  a.  82,  banchiere,  di  mo- 
destissima famiglia  israelita  si  era  creata 
Tina  enorme  fortuna,  era  filantropo  e  me- 
cenate delle  arti,  aveva  fondato  un  premio 
triennale  di  100,000  franchi  da  conferirsi 
dall'Istituto  alla  più  importante  scoperta, 
e  morendo  Ijtsclò  erede  di  gran  parte  della 
sua  fortuna  (circa  46  milioni)  l'istituto  Pa- 
steur, t  Parigi.  .3  febbraio. 

Ottone  Francesco,  n.  Gratz  1865.  fratello  del- 
l'arciduca ereditario  Francesco  Ferdinando 
d'Austria,  ispettore  generale  di  cavalleria, 
t  Vienna,  1  novembre. 


Padilla  Mariano,  di  a.  70,  famoso  baritono 
spagnuolo,  che  si  era  dedicato  al  canto  ita- 
liano, t  Parigi,  novembre. 

Padovani  dott.  Pietro,  di  a.  5:^,  professore  di 
scienze  naturali  e  veterinaria,  lascia  cospi- 
cui legati  alla  beneficenza,  t  Faenza,  set- 
tembre. 

Paganelli  Carlo,  capitano  di  fanteria,  addetto 
alll' ufficio  storico  del  Corpo  di  Stato  mag- 
giore, t  Roma,  12  aprile. 

Paladini  Cesare,  generale  in  posizione  ausi- 
liaria, comandò  la  Scuola  di  Modena  nel 
1895.  t  Livorno.  20  maggio. 

Palamidessi  Ugo,  di  a.  45,  colonnello  coman- 
dante il  6o  fanteria  di  stanza  a  Chieti.  t  per 
sincope  in  treno  tra  Broni  e  Stradella,  28 
marzo. 

Palazzi  Trivelli  conte  Corrado,  n.  1844,  già 
assessore  comunale  e  da  ultimo  consigliere 
nelle  amministrazioni  di  Bibbiano  e  Castel- 
;iovo  di  Sotto.  1  Reggio  Emilia,  gennaio. 

Pallavicini  Giulio,  di  a.  32,  marchese  di  Priola 


»  Ceva,  fluito  del  generale  Pallavlfinl  al' 
tante  di  campo  di  Ito  Umberto,  diretto 
amministrativo  e  consigliere  (lole.fato  del 
tabliriea  d'automobili  Aquila  italiana,  t  M 
geiita,  1  settembre,  vittima  di  una  disgraz  . 
automobilistica. 

Pallavicino  marchese  Rolando,  rinomato  nl- 
Invator©  di  cavalli,  t  Ragazzola  (Rooe.i- 
bianoa),  novembre. 

Panizza  Giacomo,  n.  Vicenza  1850,  già  depu- 
tato di  Vicenza  per  una  sola  legislatura, 
poi  pretore,  t  Torino,  settembre. 

Papazzoni  ing.  Ernesto,  di  a.  64,  superstite 
garibaldino  del  1860  e  1806,  ferito  a  Villa 
Glori,  mentre  gli  moriva  a  fianco  p:iirico 
Cairoli.  ì  Borgomanero  (Novara),  marzo. 

Parigi  avv.  Andrea,  di  Sarnico,  vecchio  pa- 
triota cui  venne  concessa  la  cittadinanza 
milanese  avendo  combattuto  nelle  Cinque 
giornate  del  marzo  1848.  t  Saruico  (Ber- 
gamo) febbraio. 

Parodi  mons.  Domenico,  n.  Genova,  1844,  già 
ufficiale  di  marina,  fino  al  grado  di  capitano 
di  corvetta,  fu  precettore  del  Duca  di  Ge- 
nova; collocato  a  riposo  si  fece  prete,  fu 
nominato  Cameriere  segreto  di  Sua  San- 
tità, fondò  e  diresse  l'Eco  d'Italia,  giornale 
cattolico,  t  Genova,  17  settembre. 

Parolin  Giovanni  Battista,  di  a.  77,  marito 
alla  signora  Teresa  Saito,  sorella  del  Papa, 
t  Riese,  16  luglio. 


Francesco  Pabova. 

Parona  Francesco,  n.  Lodi  1842,  fu  chirurgo 
primario  per  35  anni  nell'Ospedale  mag- 
giore di  Novara,  deputato  al  Parlamento 
dalla  15»  alla  18»  legislatura,  poi  senatore 
del  Regno;  coprì  molte  cariche  cittadine  e 
provinciali  e  fu  membro   delle  Accademie 


RISCALDAMENTI  MODERNI 


SERANTONI     <fe     PONTIGLIONE 
MIL.4XO-BOI.OC;XA 

Vinlf»  IWnnfnrfi»     e  Via    S     ^imnn«»,  T. 


-  714  - 


modiche  di  Bologna,  di  Roma  e  di  Torino, 
t  Bucoioiie  presso  Gozzano,  10  agosto. 

Passeri-Modi  ing.  Benedetto,  di  a.  70.  già  as- 
sessore comunale  di  Pesaro,  e  presidente 
del  Consiglio  d'amministrazione  del  liceo 
musicale  Rossini,  t  Pesaro,  novembre. 

Patella  Nicola,  noto  libraio,  t  Barletta,  30 
luglio. 

Patini  Teofilo,  n.  Castel  di  Sangro  1840,  va- 
lente pittore,  t  Napoli,  16  novembre. 

Patron  Giovanni,  consigliere  comunale  e  pro- 
vinciale e  già  presidente  del  Consiglio  pro- 
vinciale, t  Livorno,  febbraio. 

Paulow,  generale,  n,  1851,  procuratore  gene- 
rale dei  tribunali  militari  in  Pietroburgo, 
t  19  gennaio,  assassinato  da  un  rivoluzio- 
nario. 

Paulsen  Adam  F.  W.,  n.  Nyborg  (Danimarca) 
1833,  direttore  dell'Istituto  meteorologico 
di  Copenaghen,  uno  dei  più  illustri  meteo- 
rologisti viventi,  diresse  due  importanti 
spedizioni  nella  Groenlandia  e  nella  Islanda 
per  lo  studio  delle  aurore  boreali,  t  Cope- 
naghen, 11  gennaio. 

Pavesi  Pietro,  di  a.  63,  da  circa  30  anni  pro- 
fessore ordinario  di  zoologia  e  preside  della 
facoltà  di  scienze  fisiche  e  naturali  nel- 
r  Università  di  Pavia,  già  commissai-io  regio 
e  sindaco  della  città,  lascia  pregevoli  pub- 
blicazioni, t  Asso,  1  settembre. 

Pavesi  ing.  Urbano,  dei  Mille,  combattè  nel 
1866  e  1867,  fu  intimo  dei  Cairoli,  di  Caval- 
lotti e  Majocchi,  t  Pavia,  27  aprile. 

Pecori  Adelaide,  n,  1823,  nota  attrice,  fu 
prima  donna  nella  compagnia  Gustavo  Mo- 
dena, t  Monaco  (Principato),  novembre. 

Pedone  Lauriel  Luigi,  di  Palermo,  di  a.  70, 
benemerito  editore-libraio  a  Palermo,  t  Ma- 
laspina  (Palermo),  2  febbraio. 

Pedrazzi  avv.  Giuseppe  di  a.  65,  fu  per  vari 
anni  presidente  della  Deputazione  provin- 
ciale di  Bologna,  f  Bologna,  febbraio. 

Pelizza  Giuseppe,  n.  Volpedo  (Alessandria) 
1868,  geniale  pittore  divisionista,  seguace 
di  Segantini,  venuto  in  fama  per  quadri 
di  soggetto  sociale,  t  Volpedo,  le  giugno, 
suicida  per  la  morte  della  moglie. 

Pelizzola  Ernesto,  di  a.  67,  colonnello  di  fan- 
teria nella  riserva,  superstite  del  quadrato 
di  Villafranca,  e  della  campagna  d'Africa 
del  1887.  t  Pavia,  marzo. 

Pellas  Ernesto,  di  a.  66,  già  direttore  della 
Banca  Nazionale  a  Savona,  Livorno,  Bologna, 
Venezia,  reduce  garibaldino,  t  Genova,  ot- 
tobre. 

Pellati  ing.  Nicola,  n.  Gamalero  (Alessandria) 
1835,  dal  1852  capo  del  Corpo  Reale  delle 
Miniere  e  direttore  del  servizio  della  Carta 
geologica  del  Regno,  t  Roma,  19  giugno. 

Pellati  di  Rovagnasco  nob.  Giulio  Cesare,  di 
a.  49  di  antichissima  famiglia  patrizia  di 
Alessandria,  lascia  erede  universale  l'Ospe- 
dale di  Castellazzo  Bormida.  t  Milano, 
luglio. 


Pelloux  Leone,  n.  La  Roche  Faucigny  (Sa- 
voia) 1837,  senatore  del  Regno  dal  1876, 
tenente  generale  in  posizione  ausiliuria: 
era  molto  competente  in  cose  militari  e  si 
era  assai  distinto  nelle  campagne  del  60  e 
61.  t  Torino,  30  luglio. 

Peluso  avv.  Erminio,  di  a  72,  sostituto  pro- 
curatore generale  onorario  di  Cassazione, 
già  sostituto  procuratore  generale  della 
Corte  d'Appello  di  Milano,  combattè  a  Sol- 
ferino e  San  Martino,  e  nelle  guerre  del  1860 
e  1862.  t  Milano,  12  maggio. 

Penaglia  Elisabetta,  n.  Odifedi  9  febbraio  1804. 
t  Massa,  18  gennaio. 

Pennacchio  Alfonso,  maggior  generale  addetto 
al  Comando  generale  dell'arma  dei  reali 
carabinieri,  fece  la  campagna  del  66.  t  Ro- 
ma, 26  gennaio. 

Pennino  Antonio,  di  a.  62,  ex  prefetto  di 
Aquila  ed  ex  questore  di  Napoli,  t  Napoli, 
15  dicembre. 

Penzo  Emilio  di  a.  60,  presidente  della  Depu- 
tazione provinciale  di  Venezia,  già  sindaco 
di  Chioggia  e  membro  di  altre  cariche  pub- 
bliche, t  Chioggia,  19  gennaio. 


Casimib  Peeier. 

Perier  Casimiro,  n.  Parigi  1847,  ex  presiden- 
te della  Repubblica  francese,  t  Parigi,  11 
marzo. 

Perkin  Guglielmo,  di  a.  69,  chimico  inglese, 
famoso  per  avere  scoperto  nel  1855  il  primo 
dei  colori  di  anilina,  aveva  fondato  e  diretto 
fino  al  1874  la  grande  fabbrica  di  colori  di 
anilina  ad  Hanow.  f  Sudbuny,  14  luglio. 

Perricei  Ignazio,  n.  Monopoli  (Bari)  1834,  uno 
dei  più  squisiti  pittori  decoratori  meri- 
dionali, da  circa  trent'  anni  insegnante  al- 
l'Istituto  di  Belle  Arti,  t  Napoli,  2  maggio. 

Persichetti  Carlo,  n.  1846,  a  Colli  di  Frosinone, 
colonnello  medico  nella  riserva,  già  diret- 
tore dell'ospedale  militare  di  Ancona,  t 
Roma,  luglio. 


'JnaupeftìhUe  contri  te. 


LflCiUML  l^rPllld 


f\Aii\Tn£. 


1^1 


PfcJTia 


-  715 


fi  :1.    presici,    del    Oonsl^-llo 

i   t  Ì*rt'soia.  13  novpmUro. 

ì'  imMiK'o,  di  a.  S4,  prevosto 

ìellA   l><u»ilioa   tW   Chiavari   e   protonoUrio 

:ip(  liiitiioo.  t  Chiavari,  fohbiaio. 

"     n    LodovK'o,   di   a,  S«.  vlcepresJdonte 

~>>olelàd«'Ila  ferrovia  Milano-Vl^'evano. 

nr».  novembre. 

■  bidente  del  Consi^Mo  del 
:a.  t  Sofia,  11  marzo,  vlt- 

t:ltO. 

.1  duit.  Alessandro,  di  a.  91,  Il  decano 
(.■dici    romani,    fu    patriota   ardente, 
ittè  nel  184y  a  Homa,  prestò  efficace 
ANtiistenza  pure  in  Roma  nel  1867  durante 
1    colèra,  f  Roma,  marzo, 
mcianl  conte  Adolfo,  di  a.  82,  già  ministro 
«lolle  armi  e  generalo  pontificio,  fu  consl- 
pHere  comunale   di  Roma,   e   godeva   per 
di  Leone  Xlll  il  titolo  di  »  Rap- 
dell'ex   esercito  pontificio.  « 
J  ottobre. 
oiii;m  tìiuseppe,  n.  1838,  maggior  generale 
nella    riserva,  veterano    della   guerra   del 
1866.  Voghera,  maggio. 

Piccone  Giuseppe,  di  a.  65  capitano  della  Na- 
vigazione generale  Italiana,  compiè  cento- 
sette  viaggi  a  Buenos  Ayres,  durante  l'ul- 
timo avvenne  la  catastrofe  del  Strio  il  6 
agosto  1906.  t  Genova,  21  aprile. 

1  letnbonl  Giuseppe,  n.  Venezia  1846,  abile 
td  intelligente  capocomico,  t  Bologna,  28 
a^'osto. 

PietiomarchI  conte  Antonio,  già  guardia  no- 
bile pontificia,  collaboratore  dell' /'a?/«, 
buon  dilettante  compositore  di  musica,  t 
Roma,  luglio. 

1  :;^natelli  Alfonso,  di  a.  82,  dottore  In  medi- 
cina e  chirurgia,  già  presidente  del  Consi- 
glio provinciale  di  Lecce  e  per  quattro 
legislature  deputato  del  secondo  collegio 
di  Lecce,  t  Grottaglie  (Lecce),  aprile. 

Pisak  von  W'ellenau,  di  a.  83,  gen.  austriaco, 
fece  le  campagne  del  1859  e  del  1866,  si 
distinse  nel  1849  all'assedio  del  forte  di 
Slargherà  e  a  Venezia,  t  Vienna,  8  marzo, 
suicida. 

Pinalli  avv.  Angelo,  di  a.  72,  strenuo  difen- 
sore dell'italianità  nel  Trentino,  t  Rovereto, 
novembre. 

1  tauro  Carmelo  d'anni  25,  maestro  di  mu- 
gica, t  Palermo,  18  luglio,  ucciso,  forse  dalla 
polizia,  in  una  dimostrazione. 

r  i>vano  ing.  Carlo,  di  a.  58,  direttore  delle 
costruzioni  ferroviarie  di  Stato,  t  Roma, 
3  giugno. 

Pisani  avv.  Giuseppe,  del  baroni  di  Casta- 
gneto, di  a.  72,  appartenne  a  quella  schiera 
di  patrioti,  che  prepararono  l'aggregazione 
delle  Calabrie  al  regno  d'Italia,  t  Napoli, 
luglio. 

Piva  Domenico,  n.  Rovigo  1826,  generale  In 
pensione,  uno  dei  Mille,  combattè  con  Ga- 
ribaldi nel  Veneto  nel  48  e  49,  In  Lom- 
bardia e  a  Roma  ove  fu  ferito,  poi  in  nu- 


m  -rose  altro  campagne  por  l' Iixlipondcnza. 
t  Rovigo,  5  luglio. 

Piva  Vittorio,  di   a.  32,  noto  KÌorn.ill8ta,  già 
rodattoro  del  (ìuzzettino  di  Venf.zia,  i\\x\i\\' 
AkAV Aranti,  poi   diresse    V Avanti   della  1> 
menila,  figlio  del  precedente,  t  Perugia,  a^-. 

Pizzi  avv.  Plutarco,  di  Mantova,  di  a.  80,  vec- 
chio patriota,  emigrato  a  Londra  nel  1850, 
vi  rimase  sino  alla  morto,  intimo  di  Maz- 
zini dlre.sse  per  molti  anni  11  Comitato 
Italiano  di  emigrazione,  t  Londra,  febbraio. 

Platanla  Pietro,  n.  Catania  1828,  noto  maestro 
di  musica,  lascia  opere  pregevoli,  fu  dal 
1863  al  1887  direttore  del  Conservatorio  di 
Palermo,  Indi  di  quello  di  San  Pietro  a 
Majella.  t  Napoli,  26  aprile. 

Po  di  Nerviano  conte  Pietro,  n.  1848.  colon- 
nello del  Carabinieri  a  riposo,  veterano 
della  campagna  del  1866.  t  Torino,  24  giugno. 

Pobiedonoszoff  Costantino  Petrovlc,  di  a.  80, 
per  25  anni  procuratore  superiore  del  Sauto 
Sinodo,  t  Pietroburgo,  marzo. 

Pogiia  Giuseppe,  di  a.  62,  triestino,  pittore 
geniale,  allievo  dell'Accademia  di  belle  arti 
di  Venezia,  t  Trieste  aprile. 

Polese  Luigia,  di  a.  75,  figlia  di  Antonietta 
Robotti,  una  delle  più  note  attrici  del  suo 
tempo,  attrice  pur  essa;  vedova  prima  del 
celebre  attore  Angelo  Vestri,  poi  del  dot- 
tor Icilio  Polese -Santarnecchl,  fondatore 
del  giornale  L'Arte  Draiitmatica.  t  Milano, 
27  settembre. 

Polidorl  padre  Eugenio,  di  a.  55,  della  Com- 
pagnia di  Gesù,  già  direttore  della  Civiltà 
Cattolica  ed  autore  di  buone  opere  sacre 
quali  11  Corso  di  religione  e  la  Nuova  apo- 
logia del  Cristianesimo,  t  Roma,  dicembre. 

Pollastri  don  Giuseppe,  di  a.  79,  canonico 
della  cattedrale  di  Modena  e  da  30  anni 
direttore  dell'Istituto  dei  sordomuti  che 
lascia  erede  del  suo  cospicuo  patrimonio, 
t  Modena,  marzo. 

Pompeatl  Francesco,  già  consigliere  alla  pre- 
fettura di  Padova,  e  già  sottoprefetto  di 
Mondovì.  t  Padova,  febbraio. 

Ponsiglionl  Antonio,  senatore  dal  1901,  pro- 
fessore della  Università  di  Genova,  t  Ge- 
nova, marzo. 

Ponticelli  Carlo,  già  sindaco  di  Grosseto,  suo 
paese  nativo,  poi  di  Slena.  1^  Slena,  set- 
tembre. 

Postiglione  Salvatore,  di  a.  45,  valente  pit- 
tore, eletto  giovanissimo  direttore  dell'Isti- 
tuto di  Belle  Arti  di  Modena,  t  Napoli,  28 
novembre. 

Poubelle  Eugenio,  n.  Caen  1831,  già  prefetto 
In  vari  dipartimenti  e  dall' 83  al  96  pre- 
fetto a  Parigi,  t  Parigi,  luglio. 

Pozzi  avv.  Francesco,  di  a.  64,  veterano  delle 
patrie  battaglie,  consigliere  comunale  e 
amministratore  di  varie  Opere  pie  di  Cre- 
mona, fondò  e  diresse  per  vari  anni  11 
giornaletto  II  popolano  cremonese,  collaborò 
col  senatore  Pietro  VacchelU  a  fondare  la 
Banca  popolare,  t  Cremona,  gluguo. 


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OPUSCOLI  E 

SCHIARinEini 

ORATISI' 


SUR  r  4DN4Lbl.ViA  R VironuiK  9-MItflNO 


716  — 


ro770  d.)tt.  rnrico,  n.  Camlelo  (Biella),  capo 
divisione  al  Ministero  del  Tesoro,  capo 
gabinetto  del  Sotto  Segretario  di  Stato  por 
le  Finanze,  t  Roma,  29  gennaio. 

Tozzolo  prof.  Vincenzo,  di  a.  83,  esimio  mae- 
stro di  musica  e  orjjanista  della  cattedrale 
di  Vercelli,  t  Vercelli,  dicembre. 

Prandi  avv.  Renato,  direttore  della  Real  Casa 
di  Milano,  t  Milano,  21  gennaio. 

Prati  Eugenio,  di  a.  65,  distinto  pittore,  t 
Caldonazzo  (Trento),  8  marzo. 

Prato  (A)  barone  Vincenzo,  di  a.  88,  consi- 
gliere aulico  proprietario  del  Castello  di 
Segonzano,  ove  nel  1551  si  tennero  parec- 
chie sedute  preparatorie  del  Concilio  di 
Trento,  t  Trento,  novembre. 

Primicerio  Ferdinando,  n.  Catanzaro  1854,  co- 
lonnello direttore  territoriale  del  genio  e 
già  capo-sezione  al  ministex-o  della  gueria, 
fu  a  Casamicciola  dopo  il  terremoto  del 
1883  e  nel  1888  diresse  la  costruzione  dei 
forti  Baldissera,  Adigrat  e  Arkico  in  Africa, 
t  Genova,  settembre. 

Prochet  Matteo,  n.  Luserna  San  Giovanni 
(Torino)  1836,  dott.  in  teologia,  presidente 
onorario  del  Comitato  Valdese,  fu  per  35 
anni  presidente  effettivo  dell'Opera  evan- 
gelica valdese  in  Italia,  t  Roma,  16  feb- 
braio. 

Prosperi  Luigi,  detto  "  Chioccarono  „ ,  antico 
garibaldino,  popolano  noto  per  la  sua  fa- 
cile vena  poetica,  t  Carreggine,  presso  Luc- 
ca, 16  febbraio. 

Provenzale  Virginio,  n.  1843,  maggior  gene- 
rale nella  riserva,  sindaco  di  Acqui,  t  Ao^iui, 
1  dicembre. 

Prudenzini  avv.  Paolo,  di  Breno,  di  a.  50, 
colto  ed  ardito  alpinista,  presidente  della 
Pro  Valle  Camonica,  illustratore  sagace  dei 
monti  della  Val  Camonica  e  specialmente 
dei  gruppi  dell'Adamello  e  della  Concarena, 
t  Breno  (Valcamonica),  gennaio. 

Prudhomme  SuUy,  n.  Parigi  16  marzo  1839, 
ano  dei  più  ispirati  poeti  francesi;  esordì 
nel  1865  con  Les  stances  et  pohnes,  era  del- 
l'Accademia francese  dal  1881,  ebbe  nel 
1901  il  premio  Nobel  per  la  poesia,  che 
egli  destinò  ai  giovani  poeti  del  suo  paese; 
scrisse  anche  d'estetica,  t  Chàtenay  presso 
Parigi,  7  settembre. 

Pucci  avv.  Domenico,  di  a.  47,  deputato  del 
terzo  collegio  di  Firenze,  consigliere  co- 
munale e  provinciale,  t  Firenze,  16  marzo. 

Pucci  Guglielmo,  di  a.  84,  vice  ammiraglio  a 
riposo  e  senatore  del  regno,  già  aiutante 
di  campo  di  Re  Umberto,  t  Roma,  28  gen- 
naio. 

Pucitta  dott.  Emilio,  di  a.  55,  capitano  vete- 
rinario nella  riserva  e  professore  di  clinica 
medica  chirurgica  veterinaria  nella  Univer- 
sità di  Urbino,  t  Fossombrone,  aprile. 

Pugliese  Antonio,  n.  Catanzaro  1836,  il  più 
anziano  dei  consiglieri  della  Corte  di  Cas- 
sazione di  Roma,  t  Pago  di  Vallo  del  Lauro 
(Avellino),  settembre. 


Puviani  Amilcare,  di  a.  53,  prof,  di  economia 
politica  e  di  scienza  della  finanza  all'uni- 
versità di  Perugia,  t  San  Felice  sul  Panaro 
(Modena),  12  settembre. 


Quadrio-Pei'anda  nob.  Enrico,  n.  1826,  colon- 
nello di  fanteria  a  riposo,  aveva  preso  parte 
a  tutte  le  guerre  dell'Indipendenza  e  alla 
difesa  di  Roma  nel  1849.  t  Ponte  di  Valtel- 
lina, novembre. 


Rabotti  avv.  Francesco,  di  a.  86,  primo  pre- 
sidente di  Corte  d'appello  a  riposo,  ter- 
minò la  carriera  attiva  come  consigliei*e 
alla  Corte  di  cassazione  di  Torino,  t  Ca- 
stelnuovo  nei  Monti,  maggio. 

Radaelli  Luigi,  n.  1826,  maggior  generale  nella 
riserva,  reduce  di  Crimea,  t  Milano,  no- 
vembre. 

Raggio  conte  Edilio,  n.  Genova  1840,  depu- 
tato di  Novi  Ligure  dal  1874,  tra  i  primi 
finanzieri  d' Italia,  da  modeste  origini,  la- 
sciò una  fortuna  di  oltre  40  milioni,  fu 
creato  conte  dopo  l' Esposizione  Colom- 
biana di  Genova  del  1892  di  cui  era  stato 
il  presidente,  t  Novi  Ligure,  22  ottobre. 

Ralli  bar.  Paolo,  banchiere  greco,  milionario, 
da  27  anni  membro  della  Camera  di  Com- 
mercio e  direttore  di  Borsa  a  Trieste,  la- 
scia per  testamento  100,000  corone  per  una 
istituzione  umanitaria,  t  Trieste,  9  magg. 

Ramorino  Gaetano,  n.  Cagliari  1820,  colon- 
nello commissario  a  riposo,  t  Torino,  lugl. 

Raoul  le  Boucher,  di  a.  24,  fortissimo  lotta- 
tore, allievo  favorito  di  Pons.  t  Nizza,  13 
febbraio. 

Rasetti  Domiziano,  di  a.  26,  scultore  noto» 
t  Viggiù,  novembre. 

Raso  Caterina  vedova  Merani,  n.  1806.  t  Le- 
vanto  (Genova^  13  febbraio. 

Ratti  Giuseppe,  di  a.  61,  milionario  italo-ame- 
ricano, proprietario  di  tre  grandi  setifici  in 
Pennsylvania,  vice  presidente  dell'ufficio  di 
collocamento  per  gli  emigrati,  apertosi  da 
poco  a  New  York,  t  Rogeno  (Erba),  25  ott. 

Ravelli  bar.  Gabriele,  già  consigliere  comu- 
nale e  deputato  provinciale  di  Napoli,  ve- 
terano della  campagna  garibaldina  dei  Vo- 
sgi.  t  Cicciano  (Caserta',  dicembre. 

Ravina  Giov.  Enrico,  n.  Bordeaux  1818,  illu- 
stre pianista,  a  8  anni  figurava  con  onore 
in  un  concerto  a  Bordeaux,  a  17  anni  pro- 
fessore nel  Conservatorio  di  Parigi,  t  Pa- 
rigi, ottobre. 

Rebora  Bartolomeo,  di  a.  47,  musicista  ita- 
liano, fu  per  qualche  anno  professore  di 
musica  presso  la  Casa  Reale  italiana,  t  Pa- 
rigi, 20  dicembre. 

Régamey  Felix,  di  a.  63,  geniale  pittore  orien- 
talista, già  ispettore  dell'insegnamento  del 


LflCRIMt  M  PiHo 


fV^liVfTTE: 


DI 


PEltIS 


-  717  - 


illspfjno  re'1*  urnole  di  r«H^I.  t  Juan  Ics- 

';»,  di  a.  81,  putrirlo 

>rcvoU  op»re    d'In- 

.1.  t  Multfilo  (Fogli), 

ug.  Antonio,  n.  Udine  1849,  gìh  Inpe- 
^  oapo  niuniflpAlo,   ebbe   parte  note- 

^K'ìtì  in  tutti  priniporttntl  lavori  edllitt 
compiuti  nella  sua  ritta  net  34  anni  In  cui 
„,..  .,„  l'opera  sua  al  Comune,  t  Udine,  23 

.  Maria,  di  a.  75,  vedova  del  celebro 
storu'o  Teodoro  Mommsen,  figlia  del  noto 
editore  Karl  Reimor  di  Lipsia,  f  Boriino, 
mnrr.o. 

r.  y  li  i-niro.  di  a.  74,  Industriale,  già  vlce- 
]<■-  .'  t>  della  Camera  di  Commercio,  fu 
dc^iuiat'  por  tre  legislature,  padre  del  noto 
alpinista  (ìuido  Rey  l'Illustratore  del  Cer- 
vino, t  Torino,  marzo. 

Ribonl  avv.  Vasco,  di  a.  30,  noto  legale  esper- 
to e  studioso,  t  Varese,  29  dicembre. 

Riccardi  («lei  conti)  nob.  Roberto,  n.  Biella 
1S37,  prefetto  a  riposo,  già  consigliere  de- 
legato di  pi  ima  classe  a  Venezia,  t  Torino, 
3  giugno. 

Rigato  contessa  Matilde,  di  a.  90,  lascia  80 
mila  lire  per  la  fondazione  di  un  istituto 
di  beneticenza  in  Treviso,  fondò  e  dotò  un 
asilo  infantile  a  Venegazza,  ove  fu  sepolta, 
t  Treviso,  gennaio. 

Righetti  dott.  Carlo,  n.  Milano  1830,  roman- 
ziere, commediografo,  giornalista  con  lo 
pseudonimo  di  Cletto  Arrighi,  fondò  nel 
1853  l' Uomo  di  Pietra,  fondò  pure,  nel  1870, 


Cletto  Abrighi. 

11  Teatro  Milanese,  pel  quale  scrisse  molte 
produzioni,  come  EL  Barchett  de  Loffulora, 
Un  tnilanen  in  mar,  eo  ;  fu  anche  deputato 
per  due  legislatuie,  ora  viveva  di  qn  mo- 
desto impiego  airArcbivio  di  Stato,  t  Mi- 
liUiO,  3  novembre. 


Rl»!blnl  DcsMorfo,  roto  ln'ln«trl«1p.  f  digrioM» 
8<'|)r.i  8trcsH,  ngo.stu. 

Rliinldl  plot".  IJartoloun'o.  di  a.  5«.  rettore  del 
ronvitto  nazionale  Umberto  I;  avova  fon* 
dato  e  diretto  alcune  riviste  scolasticbe. 
t  Torino,  settembre. 

Rinaldi  prof.  IMetro,  di  a.  82,  fondatore  delle 
scuole  serali  operaie   di  Bari,  t  Bari,   ott. 

RlnonapoH  Michele,  di  a.  89,  professore  di 
matematica  al  collegio  dell'Annunziatella  e 
all'Accademia  navale  militare  e  Insegnante 
di  geodesia  e  topografia  nell'Università  di 
Napoli,  lascia  Importanti  pubblicazioni 
scleiitiliolie.  t  Napoli,  settembre. 

Ristori  Adelaide,  n.  Cividale  del  Friuli  31  gen- 
naio 182-2,  da  due  modesti  artisti,  debuttò 
giovanissima,  a  18  anni  era  prima  donna 
assoluta  nella  R4?ale  Compagnia  Sarda,  di- 
venne rapldamcmte  la  prima  attrice  tragica 
italiana,  raccogliendo  continui  trionfi  in  Ita- 
lia ed  all'estero;  nel  1850  sposò  il  marchese 
Capranica  del  Grillo,  nel  1883  si  ritirò  dalle 
scene,  t  Roma,  9  ottobre. 

Rizzi  Antonio,  di  a.  72,  veterano  delle  cam- 
pagne del  1848-49,  già  aiutante  di  campo 
del  generale  Medici  in  Sicilia  e  per  molti 
anni  assessore  comunale  a  Mestre,  t  Vene- 
zia, novembre. 

Robecchi  Levino,  di  a.  72,  uno  del  più  vec- 
chi librai  di  Milano,  t  Milano,  21  ottobre. 

Roberti  Ferruccio,  colonnello  del  28°  reggi- 
mento di  fanteria,  dotto  ufficiale,  già  capo 
dello  stato  maggiore  alla  divisione  di  Mi- 
lano, t  Genova,  luglio. 

Roesler  Franz  Ettore,  pittore  e  paesista  di 
valentia  non  comune,  notissimo  noli' am- 
biente artistico  romano,  t  Roma,  marzo. 

Rognoni  avv.  Camillo,  di  a.  55,  giù  presidente 
della  Congregazione  di  Carità,  presidente 
dei  Ricoveri  notturni,  alla  cui  fondazione 
aveva  contribuito  con  denaro  e  coli' opera, 
t  Laveno,  !<>  luglio. 

Roisecco  ing.  Ignazio,  n.  Spezia  1864,  asses- 
sore comunale  pel  riparto  edilizia,  inge- 
gnere valentissimo,  t  Bologna,  10  dicembre. 

Rolla  C.trlo,  di  a.  G9.  maggior  generale  nella 
riserva,  era  amministratore  a  Genova  di 
varie  importanti  opere  pie.  t  Genova,  23 
marzo. 

Romanin-Jacur  conte  Michelangelo,  per  oltre 
un  decennio  assessore  per  le  finanze  a  Vi- 
cenza: in  tiile  periodo  portò  a  compimento 
il  riscatto  dell'acquedotto  e  la  municipa- 
lizzazione del  gas.  t  Vicenza,  21  novembre. 

Ronchetti  Giovanni,  di  a.  74,  intelligente  e 
modesto  lavoratore,  destina  una  somma 
cospicua  alla  beneficenza  della  città  di 
Cotno.  t  Como,  miig^io. 

Ro!icoroni  Luigi  di  Milano,  di  a.  55,  brillante 
attore,  t  Mombello,  gennaio, 

Roozeboom  Backuis,  n.  Alkmaar(01anda)18.>4, 
pro.'"essore  di  chimica  inorganica  all' Univer. 
di  Amsterdnm,  uno  del  più  illustri  cultori 
della  chimica  fisica,  t  8  febbraio. 

Rosati  ing.  (ìiuseppe,  di  a.  70,  già  consigliera 
comunale  e  provinciale,  presidente  del  Co- 
mitito  per  la  sistemazione  idraulica  del 
Mantovano,  t  Mantova,  magi,'lo. 

Rossi  mons.  Angelo,  di  a.  82,  vescovo  di  Ci- 
vitavecchia da  circa  2ó  anni,  t  Civitavec- 
chia, ottobre. 

Rossi  Colombo,   di  a.  102,   esercitò  il  magi- 


-  718  - 


stero  per  75  anni  e  per  qnasl  altrettanto 
il  sindacato,  t  Andermatt  (Svizzera),  9  mar. 

Rossi  Ferdinando,  n.  Savona  1827,  maggior 
generale,  combattè,  nel  1848,  in  Crimea  ed 
alla  presa  di  Roma,  t  Roma,  febbraio. 

Rossi  Giovanni,  n.  Napoli  1876,  professore  di 
scienze  naturali  al  Liceo  Genovesi  e  libero 
docente  all'Università,  t  Napoli,  17  novem- 
bre, pugnalato  da  un  anarchico. 

Eossi  dott.  Giuseppe,  direttore  dell'Ospedale 
di  Treviso,  già  assessore  municipale  per 
l'igiene  pubblica,  t  Treviso,  febbraio. 

Roveda  Giuseppe,  di  a.  C8,  uno  dei  Mille,  com- 
battè pure  nel  66.  t  Milano,   3  settembre. 

Euflfo  di  Calabria  Santapau  Francesco,  prin- 
cipe di  Palazzolo  e  marchese  di  Licodia, 
n.  Torino  1842,  contrammiraglio  nella  ri- 
serva navale,  t  Roma,  22  novembre. 

Ruflfo-Gerini  march.  Maria  Pia,  n.  Firenze,  di  a. 
37,  moglie  del  marchese  Alfonso  Ruffo  della 
Scaletta,  t  Caianello  presso  Napoli,  20  giu- 
gno, vittima  di  un  grave  disastro  automo- 
bilistico. 

Ruflfoni  Giacomo,  notaio,  ardito  alpinista  e 
fortunato  cacciatore  di  camosci,  t  Cessoli 
presso  Grezzana  (Verona),  settembre. 

Kugalli  ing.  Salvatore,  di  a.  80,  patriota  che 
sofferse  il  carcere  politico  sotto  il  governo 
di  Carlo  III,  duca  di  Modena,  t  Collecchio, 
luglio. 

Buggeri  Arturo,  di  a.  33,  delegato  del  Tesoro 
italiano  a  Parigi,  t  Parigi,  21  giugno. 

Euspagjjiari  Giuseppe,  n.  Reggio  1840,  pre- 
fetto di  Padova,  t  Frascati,  2  marzo. 

Ruspoli  Francesco  Maria,  principe  di  Cerve- 
teri,  marchese  di  Oriano  e  conte  di  Vigna- 
uello,  n.  Roma  1839,  era  cavaliere  di  cappa 
e  di  spada  dell'ordine  di  Malta,  e  maestro 
del  Santo  Ospizio  del  Palazzo  Apostolico, 
t  Roma,  gennaio. 

Russell  William  Howard,  di  a.  87,  veterano 
del  giornalismo  inglese,  creatore  in  Crimea 
del  vei'O  tipo  del  corrispondente  di  guerra, 
fondò  e  diresse  la  Army  and  Nacy  Gazette. 
t  Londra,  11  febbraio. 

Russi  Colombano,  di  a.  103,  organista,  t  An- 
dermatt  (Uri),  giugno. 

Rutschmann  Oscar,  di  a  48,  attivo  industriale, 
fondatore  del  Cotonificio  om  .niino.  t  Ponte 
Lambro  (Como),  maggio. 

Ruzza  Tommaso,  di  a.  75,  veterano  garib'l- 
dino,  già  assessore  comunale,  ex  presidente 
dell'Albergo  dei  poveri  e  dell'Opera  pia 
Canevari.  f  Genova,  dicembre. 


Sabbioni  Cesare,  di  a.  62,  colonnello  a  riposo, 
combattè  a  Custoza  e  alla  presa  di  Roma, 
t  Mantova,  marzo. 

Sacerdoti  dolt.  Giacomo,  di  a.  75,  già  presi- 
dente del  Consiglio  provinciale  di  Modena, 
nel  1859  fece  parte  dell'Assemblea  costi- 
tuente che  decretava  la  decadenza  della 
dinasti*  Estense  e  l'unione  di  Modena  al 
regno  d'Italia,  t  Modena,  marzo. 


Sadowski  Fanny,  n.  Mantova  I83ft.  cMe^T•Q 
attrice,  allieva  di  Gustavo  Modeaa.  f  Na- 
poli, 1  novembre. 

Sagramoso  contessina  Matilde,  di  a.  37,  arti- 
sta di  canto  di  valore,  nota  sotto  lo  pseu- 
donimo  di    Oanripotiore.  t  Milano,  maggio. 

Saint-Germain  (De)  Adolfo,  di  a.  7i.  generale 
di  divisione  nella  riserva  francese,  super- 
stite delle  campagne  del  1859  in  Italia,  fe- 
rito aMontebello,  già  comandante  la  piazza 
di  Parigi,  t  Parigi,  giugtio. 

Salce  ing.  Giuseppe  Virgilio,  direttore  del- 
l'Acquedotto di  Bergamo,  t  Bergamo,  4  giug. 

Salina  Amorini-Bolognini  march.  G:ovanni, 
di  a.  42,  famoso  cacciatore,  vinse  nel  18rt7 
il  Gran  Premio  del  Tiro  al  piccione  a  Mon- 
tecarlo, t  Villa  Fossalta  (Bologna),  27  feb- 
braio. 

Salvadori  Fedele,  di  a.  82,  già  direttore  ge- 
nerale dei  Telegrafi  dello  Stato,  lascia  due- 
centomila lire  all'Ospedale  di  Pesaro,  sua 
città  nativa,  t  Roma,  23  aprile. 

Sambonifacio  (Di)  conte  Rizzardo,  patrizio 
veneto,  reduce  delle  patrie  battaglie,  fu 
volontario  nel  Battaglione  universitario  ve- 
neto formatosi  nel  1848.  t  Pa  lova,  ottobre. 

Sanderson  Roberto,  di  a.  99,  suddito  iu^rlese 
da  molti  anni  stabilito  a  Messina,  posses- 
sore della  sontuosa  villa  "  Contemplazione  „ 
ove  ospitò  pochi  anni  or  sono  rimperat<ire 
Guglielmo  coli* Imperatrice  e  1  figli,  t  Mes- 
sina, marzo. 

Sandrini  ing.  Lorenzo,  ispettore  principale 
delle  ferrovie  dello  Stato,  f  Udine,  1  iglio. 

San  Giuseppe  (Di)  barone  Emanuele  Bene- 
detto, n.  Alcamo  1847,  senatore  del  Regno 
dal  1892,  fu  quattro  volte  deputato,  t  To- 
rino, 15  ottobre. 

Sanguinetti  Cesare,  di  Bologna,  di  arni  5?. 
presidente  della  Camera  di  Conamercio  se- 
natore dal  1905,  consigliere  e  deputato  pro- 
vinciale, fondatore  e  anima  di  molte  isti- 
tuzioni cittadine,  t  Bologna,  4   cicembre. 

Sansebastiano  Michele,  di  a.  54,  noto  e  geniala 
scultore,  t  Genova,  29  dicembre. 

Sanseverino  Vimercati  conte  ing.  Alfonso, 
n.  Milano  1830,  senatore  del  Regno,  aveva 
preso  parte  alle  guerre  dell'indipendenza 
e  coperto  molti  utfici  pubblici,  fra  gli  altri 
la  prefettura  di  Napoli,  era  alla  testa  di 
importanti  istituti,  presidente  delle  ferro- 
vie Mediterranee,  della  Banca  commer- 
ciale ec.  t  Milano,  31  marzo. 

Sansovini  Achille,  di  Forlì,  pittore,  il  mag- 
giore dei  copisti  italiani  contemporanei  :  le 
sue  copie  dal  Beato  Angelico  sono  sparse 
per  il  mondo  intiero,  t-  Forlì,  aprile. 

Santini  Renzo,  tenente  di  cavalleria,  sportmnn 
appassionato,  t  Bracciano,  12  marzo,  ferito 
durante  le  corse  cadendo  da  cavallo. 

Santoni  sac.  Milziade,  n.  Camerino  1834,  can- 
celliere della  Curia  Arcivescovile,  bibliote- 
cario dell'Università,  vicepresidente  della 
Società  storica  marchigiana,  autore  di  pre- 
giati studi  sulla  storia  della  sua  città  e  sulla 
numismatica,  t  Camerino,  21  fc   braio. 


SCHIARINEHTI 


STdR  r  dDN4Lni.ViA  R  ViTDiiuin  q-MILANÓ 


719  - 


ft  Co- 


tiu*  ali' Vili,  pò 


i\.T  iMi-in.i 

II.  Aoqul  '.'  '1, 

no,  fu  por  •  i^i- 

di  Acqui  e  por  circa    ai- 
re provinciale  di  Alessan- 
1    Acini    d.i'.la  IV  leglsla- 
i;  s   '  r  >  dal   1865,   mi- 


^.. 


Giuseppe  Saracco. 

Distro  più  volte,  presidente  del  Consiglio 
nel  1900  e  IMI,  collare  dell'Annunziata, 
presidente  del  Senato  dal  1898  in  poi;  sotto 
il  suo  ministero  avvennero  la  tragica  morte 
di  Umberto  e  la  successione  dell'attuale 
Re.  t  Bistagno,  19  gennaio. 

Sardagna  di  Neuburg  Hohenstein  conte  Giu- 
seppe, n.  Trento  1863,  i.  r.  ciambellano  e 
tenente  dei  dragoni  austriaci  nella  riserva, 
t  Vienna,  ottobre. 

Sartorio  baronessa  Carolina,  di  a.  71,  coltis- 
sima dama,  letterata  geniale,  t  Trieste,  giug. 

Satta  Piutus  avv.  Ignazio,  assessore  comu- 
nale consigliere  provinciale  per  la  Madda- 
lena, t  Sassari,  dicembre. 

Savloll  De  Salvi  Eugenia,  gentildonna  intel- 
ligente, colta,  di  sentimenti  patriottici,  nel 
1859  accolse  nella  sua  villa  di  Abano  molti 
profughi,  t  Padova,  giugno. 

Scacchi  avv.  Carlo,  di  a.  63,  deputato  provin- 
ciale e  presidente  del  Consiglio  provinciale 
di  Como,  già  prosindaco,  t  Como,  aprile. 

Scalfì  Lorenzo,  già  colonnello  del  2»  reggi- 
mento alpini,  fece  le  campagne  del  1848, 
1866,  e  la  campagna  d'Africa  del  1887.  t  En- 
field  presso  Londra,  gennaio. 

Scalinger  Giulio  Massimo,  di  a.  50,  critico 
drammatico,  fondò  è  diresse  circa  20  anai 


f»  11  T  forarlo  Fnt'fumio  t-^ 

vIU  1  iiiiioHn.  t  NnpoH,  2. 

«■Mv...,;.    1  ,,   di    a.    2*,,   rttrett.,,. 

\  il«  d«l  HftHnin.  t  Campobasso,  apri 
padre    Sunto,    n.    Santa    1>«>?ti'»!i 
i.ii'io  prt"<so  Cosenza  1841,    !     '  ;   i- 

gnta  di  Gesù,  autore  di  nnm  il 

filosofia   0   teologia,   già  Insr  la 

ebraica  In  alcuni  fra  l  principali  siuiiiarl 
esteri,  t  Chleri  (Torino),  dicembre. 

Schlrattl  Gaetano,  di  a.  CI,  già  d<^putato  di 
ConegUano  per  tre  legislature,  fu  con  Luz- 
zattl  uno  del  più  attivi  fondatori  di  J3anche 
popolari,  t  Pieve  di  Soligo,  dicembre. 

Schoenliaich  Carolath  (DI)  principessa  Wanda, 
nata  contessa  Henckel  di  Donnersmarck, 
aveva  acquistato  a  Firenze  lo  storico  pa- 
lazzo del  Mozzi;  in  Prussia  aveva  avuto 
gravi  attriti  per  le  suo  idee  politiche  con 
Bismarck.  f  Firenze,  11  febbraio. 

Schreyer  Ermanno,  n.  1840.  attivissimo  critico 
e  filologo  di  vaglia,  autore  di  importanti 
opere  sulla  storia  del  dramma  tedesco, 
t  Schulpfort,  luglio. 

Sclacca  della  Scala  dott.  Gaetano,  n.  Patti  di 
Messina  1854,  prefetto  di  Verona,  già  pro- 
fessore dell'Istituto  tecnico  di  Torino  poi 
segretario  alla  Camera  dei  deputati,  t  Ve- 
rona, 6  aprile. 

Sconfietti  ing.  Leopoldo,  di  a.  47,  direttore 
del  Cotonificio  Cantoni  e  inventore  di  un 
premiato  paranavette.  t  Legnano,  20  ott. 

Scrinzi  avv.  Alessandro,  di  a.  63,  fu  consigliere 
comunale  e  provinciale  e  membro  di  varie 
amministrazioni  di  opere  pie.  t  Venezia,  di- 
cembre. 

Seletti  Enrico,  g'à  presidente  della  Cassa  di 
risparmio  parmense  e  professore  di  eco- 
nomia politica  nel  R.  Istituto  tecnico  Ma- 
cedonio Melloni  di  Parm.i.  t  Parma,  genn. 

Semprea-more  Francesco  di  a.  75,  maggi.. re, 
fu  garibaldino  e  combattè  valorosamente 
per  la  patria  indipendenza,  t   Livorno,  ag. 

Serafini  dott.  Cammillo,  patriota  che  la  notte 
del  2  settembre  1849  dal  Molino  di  Bru- 
ciano, in  quel  di  Castelnuovo  Val  di  Cecina 

.  accompagnò  Garibaldi  presso  Follonica,  t 
Massa  Marittima,  8  ottobre. 

Serpenti  Mirasole  marchese  Gian  Raimondo, 
di  a.  60,  colto  musicista,  autore  dell'opera 
Leonora  e  di  numerosi  ballabili,  f  Genova, 
gennaio. 

SerpoUet  ing.  Leone,  savoiardo,  di  a.  47,  apo- 
stolo dell'automobilismo  a  vapore,  costrut- 
tore delle  vetture  a  vapore  che  portano  il 
nome  di  lui.  t  Parigi,  10  febbraio. 

Serrao  Paolo,  di  Catanzaro,  musicista  egregio, 
decano  dei  professori  del  Conservatorio  di 
San  Pietro  a  Majella,  fu  per  parecchi  anni 
direttore  del  teatro  San  Carlo,  t  Napoli, 
17  marzo. 

Sguanci  dott.  Ugo,  ex  assessore  del  comune 
di  Sesto  Fiorentino,  uno  dei  capi  del  so- 
cialismo sindacalista  toscino.  t  Sesto  Fio- 
rentino, 15  luglio,  suicida. 


LflCiCIMb  M  riHÌ 


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^  720 


Èiacci  Francespo,  n.  Homa  ISSO,  S^tiatore  del 
Ee^Mio  dal  1892,  fece  lo  campagne  del  186G 
e  1^70,  illustre  matematico  apprezzato  spe- 
cialmente per  i  suoi  studi  di  balistica,  fu 
professore  alle  Università  di  Torino  e  di 
^■apoli.  t  Napoli,  31  majjgio. 

8'gismondi  dott.  Enrico,  di  Breno,  già  sin- 
daco della  sua  città  e  consigliere  provin- 
ciale, cultore  degli  studi  biblici  e  filosofici, 
t  Brescia,  gennaio. 

Solari  Stanislao,  di  a.  77,  colonnello,  prese 
parte  a  tre  campagne  dell'indipendenza, 
appassionato  agricoltore,  lascia  parecchie 
opere  di  agricoltura  ed  economia  agraria, 
t  Paima,  23  novembre. 

Solerti  dott.  Angelo,  di  a.  40,  provveditore 
degli  studi  a  Massa,  già  professore  di  let- 
teratura italiana  nel  liceo  di  Bologna,  noto 
per  le  sue  diligenti  ricerche  sul  Tasso,  or- 
dinò il  Museo  Tassiano  a  Roma,  collaborò 
a  importanti  riforme  amministrative  del- 
l'istruzione, t  Massa,  10  gennaio. 

Solms  (De)  Maria  Teresa  maritata  Blanc, 
n.  Scine  Fort  1840,  nota  nel  mondo  let- 
terario col)')  pseudonimo  di  Th.  Bentzon. 
t  Meudon,  presso  Parigi,  febbraio. 

Sommaruga  Carolina,  di  a,  82,  donna  assai 
benefica  e  d'alti  sentimenti  patriottici,  t  Mi- 
lano, gennaio. 

Sennino  baronessa  Giorgina  nata  Terry,  di 
a.  83,  n.  Bath  (Inghilterra),  madre  del  se- 
natore Giorgio  Sonnino  e  del  deputato 
Sidney,  t  Roma,  25  geni. aio. 

Spaini  Andrea,  di  a.  76,  veterano  fregiato 
delle  medaglie  di  tutte  le  campagne  per 
l'indipendenza  e  del  Valore  Militare,  t  Mi- 
lano, 24  maggio. 

Spencer  Samuele,  direttore  della  grande  Com- 
pagnia ferroviaria  Southern  Railway,  fa- 
moso organizzatore  di  ferrovie,  t  29  no- 
vembre, vittima  di  nn  disastro  ferroviario 
presso  Lawyers  nella  Virginia. 

Spencer  Walpole,  illustre  storico  inglese,  fu 
uno  degli  uomini  politici  inglesi  più  in  vi- 
sta, lascia  pregevoli  opere  storiche,  t  Hart- 
field  Grove  (Contea  di  Sussex),  8  luglio. 

Sperlari  Enea,  di  a.  57,  stimato  fabbricante  di 
torrone  e  mostarda,  t  Cremona,  settembre. 

Spezia  Maria  ved.  Aldighieri,  n.  Villafranca 
Veronese,  di  a.  79,  illustre  artista  di  canto, 
t  Colognola  sui  Colli  (Verona),  3  agosto. 

Stablewski  Floriano,  n.  Wchoswa  1841,  arci- 
vescovo di  Gnesen  e  Posen.  t  Gnesen,  26 
novembre. 

Stampa  conte  Stefano,  n.  Milano  1819,  figlia- 
stro di  Alessandro  Manzoni,  sul  quale  scrisse 
due  volumi  biografici,  autore  anche  di  altri 
buoni  lavori  filosofici,  lasciò  erede  del  suo 
patrimonio  il  Pio  Istituto  dei  Figli  della 
Provvidenza,  f  Torricella  presso  Erba,  26 
febbraio. 

Standaert  Luigi,  di  a.  75,  fino  al  1905  pro- 
fessore di  scienze  e  lettere  alla  scuola  mi- 
litare di  Modena,  noto  per  la  sua  traduzione 
deWAssomnioir.  t  San  Mamete  (Lugano),  14 
novembre. 


Stefani  dott.  Catofitió,  di  a.  GO,  direttore  del? 
Manicomio  di  San  Giacomo  di  Verona,  t 
Verona,  10  marzo,  colpito  d'apoplessia. 

Stefani  dott.  Umberto,  di  a.  40,  direttore  del 
manicomio  provinciale  di  Colorno  (Parma) 
già  direttore  del  maincomio  di  Vicenza  e 
già  docente  di  psichiatria  nella  Università 
di  Padova  e  di  Parma,  t  Bardolino  (Lago 
di  Garda),  27  luglio. 

Stelluti  Scala  conte  mons.  Vincenzo  di  a.  48 
d'antica  famiglia  marchigiana,  valente  ora- 
tore sacro,  t  Fabriano  (Ancona)  gennaio. 

Stecchetti  Celso,  pittore  geniale,  t  Stabio 
(Canton  Ticino),  17  agosto. 

Stoppani  Luigi,  di  a.  79,  benemerito  ammi- 
nistratore di  pubbliche  istituzioni,  t  Pesca- 
renico (Lecco),  luglio. 

Storchi  dott.  Alberto,  di  a.  53,  capitano  medicO' 
nella  riserva  e  fondatore  dell'istituto  dei 
rachitici  in  quella  città,  f  Modena,  marzo.. 

Stroppa  Bartolommeo,  di  a.  77,  capitano  di. 
fanteria  a  riposo,  superstite  della  guerra; 
di  Crimea  e  delle  campagne  nazionali,  de- 
stinò al  Museo  del  Risorgimento  i  suoii 
ricordi  ed  all'ospedale  militare  la  sua  bi- 
blioteca, t  Milano,  luglio. 

Supplej  Aristide,  di  a.  78,  già  assessore  al- 
l'economato e  all'istruzione  e  consigliere- 
in  molti  istituti  di  beneficenza,  superstite 
della  compagnia  Bandiera  e  Moro,  che 
partecipò  alla  difesa  di  Venezia,  t  Padova^ 
aprile. 

Svampa  Domenico,  n.  Montegranaro  (Marche) 
1851,  card,  del  titolo  di  San  Onofrio  dal  1894, 
arcivescovo  di  Bologna,  t  Bologna,  10  agosto. 


Taliani  Emidio,  n.  Montegallo  1838,  cardinale 
del  titolo  di  San  Bernardo  alle  Terme  dal 
1903,  già  nunzio  apostolico  a  Vienna,  t  Ko- 
ma,  24  agosto. 

Tancioni  Amalia,  nel  20  giugno  1853,  appena 
diciottenne  fu  gravemente  ferita  dalle  trup- 
pe svizzere  mandate  da  Pio  IX,  per  ricon- 
durre Perugia  all'obbedienza  della  Santa 
Sede,  t  Perugia,  agosto. 

Tamburri  barone  don  Luigi,  n.  Agnone  1832, 
generale  dei  chierici  regolari  e  parroco  di 
San  Lorenzo  in  Lucina,  f  Roma,  dicembre. 

Tanturri  Gennaro,  di  a.  63,  colonnello  di 
fantei'ia  a  riposo,  veterano  della  battaglia 
di  Custoza  nel  1866.  t  Scanno  (Aquila), 
aprile. 

Taragnoli  Tebaldo,  patrizio  bellinzonese,  su- 
perstite dell'attacco  di  Peschiera  del  1848.  f 
Montecarasso,  novembre. 

Taroni  rag.  Giuseppe,  presidente  della  Con- 
gregazione di  Carità  e  capo  della  Cassa  di 
Risparmio  di  Lugo.  f  Lugo,  15  giugno, 
suicida. 

Tassara  ing.  Federico,  di  a.  49,  consigliere 
d'amministrazione  della  Società  anonima 
Ferriere  di  Voltri,  importante  stabilimento 
metallurgico  fondato  da  suo  nonno,  gli  eredi 


mmkm 


ij^ilt^lii'ilÙ 


5CHIflRIMEnTI 


CLTAR  e  St%M£ì,f^ìAhA  R  Wi-rE^iMfi^  O.MII  ^NO 


-  7-21  - 


uirt  c^nfoTi  la  Uro  .iir«>r!-:fn  !o  osp«- 
;    Voleri,  t   Volili.    lìMV.Miihr.'. 
•    'inillo.  n.  Asi'oli  I'ìl-oho  I.S27  pri- 
oipoiali  dì  Uoina.  uhirar^o  di 


Tondini   de   OaaréngM    p.   Cas-irto,  n.  t.c 
1H39.   procuiHtoro  ìmmi  «rale   dot  Barnab  • 

molto  si  oc.-- ')  sorlss*»  p-r  la  rli 

niono  dell»'  '  Uc:i  o  greca  e  p- 

Vnnlrt -azloii'  ihirlo.  t  Koma.   :■ 


1   lui  la, 

..    1 i    -  .  che  teo- 

•  e  lette  arie,  t   Kuina  26  settembre. 
a  (pseudonimo  di  Gabriele  Jojjandl, 
ui  ;i.  ..;J.  feroo-i  antlolerioale,  nel  1885  finse 
Ci  convertirsi  e  scrisse  feroci  e  ridicoli  li- 
belli contro  t;ìi  antichi  suoi  amici,  poi  nel 
iiilcamente  le  sue  mlsti- 
1  campaj^na  anticlericale. 

.1   lauseppe,  di  a.  30,  professore  di 

nia    all' Universitii   di    Modena,    ove 

il  musco  zootecnli'o.t  Modena,  marzo. 

Tenchini  Lorenzo,  prof,  di  anatomia  umana 
nell'università  di  Parma  e  all'Istituto  di 
Belle  Arti  della  stessa  città.  1  Brescia,  10 
>ttobre. 

.  rrent  Alessandro,  n.  Livorno  1823,  procu- 
r  rale  di  Corte  di  appello  a  riposo. 

•••Ilo  (Pisa),  giu^rio. 

T.  '.  1).  Pontremoli,  di  a.  59,  vescovo 

ili  Borgo  San  Donnino  da  quattro  anni,  t 
Bortjo  San  Donnino,  '28  agosto. 

Tessera  ing.  Giovanni,  di  a.  76.  t  Bergamo, 
30  aprile. 

Thanlow  Felerigo,  n.  Cristiania  1847,  valente 
piMore  paesista,  t  Volendam  (Olanda)  no- 
vembre. 

Theuriet  Andrea,  n.  Marly,  di  a.  75,  noto 
poeta  e  romanziere,  dell' Accad.  francese, 
t  Bourg-la-Reine  (Parigi),  23   aprile. 

Toaldi  avv.  Antonio,  n.  Schio  1835,  deputato 
dal  1876  di  quel  collegio,  già  pretore,  in- 
dustriale, enofilo  appassionato  t  Schio,  22 
febbraio. 

Tofl"oletti  Antonio,  ingegnere  del  Cotonificio 
Amman  di  Milano,  t  Udine,  24  aprile  as- 
sassinato da  un  operaio  scioperante, 
mmasi  dott.  Donato,  elettricista  e  chimi. 'o 
i»en  noto,  autore  d'importanti  trattati  e  di 
numerose  comunicazioni  all'Accademia  del- 
le scienze,  f  Par:gi,  15  dicembre. 

Tomasich  Anna  Maria,  già  celebre  cantante 
conosciuta  in  arte  col  nome  di  Maria  Majo, 
lascia  una  cospicua  somma  alla  beneficenza. 
♦  Milano,  giugno. 
'  inmasini  Cesare,  n.  Borgo  a  Buggiano.  can. 
di  S.  M.  Maggiore  a  Roma,  autore  di  un 
V'oi-abolario  di  pesca  che  manoscritto  fu 
premiato  all'Esposizione  di  Milano:  non 
riuscendo  a  trovare  i  mezzi  per  stamparlo, 
si  suicidò  gtfttandosi  a  Roma  nel  Tevere 
il  3  gennaio. 

Ton  avv.  Antonio,  di  a.  65,  sostituto  procu- 
ratore del  Re  presso  11  tribunale  di  Belluno, 
t  Belluno,  maggio. 


l'emlstocle,  già  soMuto  e  ufBcalo  li 
lidi  nelle  guerre  del  59  e  del  60.  »Mif 
ijunuli  nell'esercito  regolare  come  u  e 
del  bersaglieri,  combattè  contro  il  ' 
taggio  nella  campagna  del  66  e  alla  ,  . 
di  Roma,  t  Livorno,  luglio. 

Tornaghl    Angelo,    n.    Milano    1824,  uno  d 
maggiorenti  della  colonia  italiana  a  Sydney 
(Australia),  dove  aveva  un  importante  labo- 
ratorio di  strumenti  di  precisione,  t  Sydney 
dicembre. 

Torresani  barone  Carlo,  n.  Milano  1846,  già 
uQiciale  nell'esercito  austriaco  e  autore  di 
vari  romanzi,  nipote  del  bar.  Torresani  che 
come  direttore  di  polizia  del  Lombardo-Ve- 
neto lasciò  sì  triste  fama  di  sé.  t  Torbolo 
(Riva  di  Trento),  aprile. 

Torresini  Rainerlo  di  Padova,  capitano  di  fan- 
teria a  riposo,  superstile  della  schiera  d»^; 
Mille,  t  Vicenza,  novembre. 

Tortello  prof.  Agostino,  di  a.  86,  fu  ufficiai 
di  marina  reduce  dalle  campagne  del  48-4'J 
e  direttore  della  Compagnia  di  navigazione 
delle  Puglie,  fu  consigliere  comunale  a  Ge- 
nova, t  Buenos  Aires,  ottobre. 

Tosi  .\ntonio,  di  a.   78,   addetto  al   cantici 

navale  Orlando,  combattè  nelle  cinque  gi<<; 

*     nate  di   Milano,   fu   uno   dei   primi  nom 

nati  cavalieri   del  Lavoro,  t  Livorno,  e: 

cembro. 

Trasselli  Carmelo,  di  a.  7.t,  consigliere  alla 
Cjrte  di  Cassazione,  patriota  che  preso  at- 
tiva parte  ai  moti  insurrezionali  di  Sicilia 
dell'aprile  1860  è  fu  chiamato  dal  Diret- 
tore a  far  parte  del  governo  provvisorio, 
t  Palermo,  settembre- 

Traube  Luigi,  di  a.  46,  professore  di  filolop: 
latina  alla  università  di  Monaco,  noto  p'  . 
i  suoi  studi  sulla  filologìa  latina  del  medio 
evo.  t  Monaco,  maggio. 

Trigona  Naselli  Domenico,  principe  di  San- 
t'Elia, n.  Palermo  18*28,  senatore  dall'otto- 
bre 1890.  t  Roma,  8  dicembre. 

Triolo  Salvatore,  colonnello  di  fanteria  a  ri- 
poso, veterano  delle  campagne  nazionali, 
fu  condannato  ai  lavori  forzati  e  tenuto 
prigioniero  dal  1843  al  1860  per  aver  preso 
parte  ai  moti  insurrezionali  di  Sicilia,  t  Pa- 
lermo, marzo. 

Tripepi  Luigi,  n.  Cardeto  (Calabria)  1836. 
creato  cardinal-i  nel  1901  da  Ijeone  XIIL  del 
tit.  di  Santa  Maria  in  lìomnica,  lasciò  erede 
il  Pontefice  del  suo  p  itrimonio  di  oltre 
700,000  lire,  t  Roma,  29  dicembre. 

Trovanelli  avv.  Silvio,  membro  della  Depu- 
tazione di   storia  patria,  f  Bologna,  giugno. 

Tr.ìhner  Karl  J.,  fondatore  e  proprietario 
della  celebre  casa  editrice  K.  J.  Trùbner 
in  Strasburgo,  t  Strasburgo,  2  giugno. 


LflCillrtL  W  YìHÌ 


fVAliVfTTE: 


ttl- 


-^  722  - 


Tu^fni  Salvatoi'é,  n.  foggÌA  1844,  già  ministro 
plenipotenziario  d'Italia  presso  la  Corte 
all'Aja.  t  Aja,  16  novembre. 

Tuminello  Lodovico,  di  a.  83,  fotografo,  era 
stato  mandato  dalla  Società  Geografica 
Italiana  nel  1875  negli  Soiotts  tunisini.  + 
Roma,  9  giugno. 

Turcotti  avv.  Salvatore,  presidente  del  Con- 
siglio dell'Ordine  degli  avvocati  di  Biella. 
t  Biella,  n  aprile. 


U 


Udina  Adele,  di  Roma,  nota  attrice  della  com- 
pagnia drammatica  Berardi.  t  Firenze,  di- 
cemb.,  morta  improvvisamente  recitando. 

Ugolini  Aurelio,  di  a.  30,  professore  di  liceo, 
autore  d'un  volume  di  versi  intitolati  Vi- 
burno, presentato  al  pubblico  da  una  pre- 
fazione del  poeta  Giovanni  Marradi,  parente 
del  defunto,  t  Aquila,  gennaio;  fu  creduto 
da  molti  che  morisse  di  veleno  datogli  da 
nemici,  ma  le  indagini  chiarirono  la  morte 
naturale. 

UliveUi  Rinaldo,  n.  Civita  Castellana  1871, 
capitano  della  seconda  compagnia  specia- 
listi del  genio,  t  Roma,  2  giugno,  precipi- 
tato da  un  pallone  del  genio  militare  in- 
cendiatosi. 


Vaccari  Carlo,  di  a.  65,  notissimo  industriale 
in  seta  e  già  presidente  per  molti  anni 
della  Camera  di  commercio  di  Vicenza,  f 
Vicenza,  dicembre. 

Vairolido  Stanislao,  di  a.  G8,  tenente  colon- 
nello di  fanteria  a  riposo,  veterano  delle 
guerre  del  49-59-60-61  e  66,  si  distinse  co- 
me capitano  dei  bersa^flieri  all'assedio  di 
Gaeta,  f  Orbetello,  luglio. 

Valdonio  dott.  Giulio  Felice,  di  a.  64,  pro- 
fessore ordinario  di  zoognosia,  zootecnica 
e  igiene  nell'Università  di  Parma  f  Parma, 
gennaio. 

Valera  Ortiz  Rufino,  valoroso  e  brillante 
giornalista,  Insigne  giureconsulto,  notissi- 
mo nel  mondo  politico,  t  Buenos  Ayres,  2 
marzo. 

Valsecchi  Lattanzio,  di  a.  66,  filantropo,  lascia 
erede  la  Congregazione  di  Carità  di  Crema 
sua  città  nativa,  t  Brescia,  gennaio. 

Veintemilla  (De)  Marietta,  di  a.  47,  scrittrice 
distinta  e  poetessa,  ebbe  anche  una  pagina 
notevole  nella  storia  politica  del  suo  paese, 
l'Equatore,  t  Quito,  marzo. 

Vellani  Federigo,  figlio  di  Giovanni  che  fu 
condannato  a  morte  dal  Duca  di  Modena 
nel  1831,  fu  a  sua  volta  patriota  e  prese 
liarte  agli  avvenimenti  del  1848,  del  59  e 
del   60.  t  Bologna,  3  febbraio. 

Ventura  Eugenia  ved.  Bbodio,  madre  al  noto 
attore  dialettale  Gaetano  Sbodio;  in  casa 
sua  si  radunavano  i  componenti   il   Comi- 


tato  rivolndonftrio  di  Roma,  óre  abitò  dal 
58  al  61.  t  Legnano,   settembre. 

Verdoia  ing  Giuseppe,  di  a.  79,  già  capo- 
divisione al  Ministero  delle  finanze,  t  To- 
rino, luglio. 

Verrusio  Tommaso,  di  a.  CO,  presidente  di 
Corte  d'appello  a  riposo,  t  Napoli,  giugno. 

Vestri-Marsoni  Laura,  di  a,  51,  valente  attrice, 
figlia  di  Luigi  Vesfcri,  fece  parte  negli  ultimi 
mesi  della  compagnia  Calabresi-Severi,  f  Mi- 
lano, dicembre. 

Veyrat  comm.  Pietro,  di  a.  64,  prefetto  a  ri- 
poso e  già  commissario  straordinario  a 
Palermo  nel  1901.  f  Oneglia,  18  gennaio. 

Vienna  avv.  Augusto,  n.  Torrice  (Fresinone) 
1847,  penalista  insigne,  per  cinque  legisla- 
ture deputato  del  collegio  di  Frosinone. 
t  Roma,  14  dicembre. 

ViglezKi  Ippolito,  n.  1848,  segretario  del  con- 
siglio e  procuratore  della  Società  anonima 
per  imprese  elettriche  Conti,  colonnello 
d'artiglieria  nella  riserva  veterano  della 
guerra  del  1866.  f  Milano,  novembre. 

Vigna  Carlo,  di  a.  77,  tenente  colonnello  d'ar- 
tiglieria a  riposo,  superstite  della  guerra 
di  Crimea  e  di  tutte  le  campagne  nazio- 
nali dal  48  al  66.  t  Cuneo,   gennaio. 

Villa  Aleardo,  u.  Ravello  (Piemonte)  1865,  no- 
tissimo pittore,  genero  di  Cavallotti,  f  Mi- 
lano, 31  dicembre,  suicida. 

Villa  Brofferio  Emilia,  di  a.  70,  figlia  dell'il- 
lustre commediografo  piemontese  Angelo 
Brofferio,  moglie  dell'on.  Tommaso  Villa,  t 
Torino,  22  aprile. 

Visani  Paolo,  di  a.  86,  scult,  valente,  t  Lugo, 
dicembre. 

Visconti  Venosta  Giovanni,  n.  Milano  1832, 
patriota  di  vecchio  stampo,  combattè  nelle 
Oinqtie  Giornate,  dapprima  mazziniano  fer- 
vente, si  staccò  presto  dall'agitatore  ma 
adoperandosi  sempre  con  fede  instancabile 
perla  causa  italiana;  nel  1«60  fu  commis- 
sario regio  della  Valtellina;  poi  a  Milano 
fondò  con  altri  il  giornale  La  Perseveranza 
e  nominato  assessore  nella  prima  giunta 
presieduta  dal  Berretta  coprì  sempre  uffici 
vari  nel  comune  finché  non  caddero  i  mo- 
derati; fu  deputato  per  una  sola  legislatura 
ed  anche  ora  presiedeva  la  Società  italiana 
degli  Autori  ed  altre  svariate  istituzioni, 
t  Milano,  1  ottobre. 

Vitalba  avv.  Leonardo,  di  a.  63,  consigliere 
delegato  di  Prefettura  a  Treviso,  t  Venezia, 
24  dicembre. 

Viterbo  avv.  Aldo,  f  Pesaro,  21  ottobre. 

Vivanti  Sara  Regina,  vedova  Todros,  di  a.  67, 
gentildonna  colta  e  intelligente,  fu  fra  le 
più  giovani  amiche  della  contessa  Maffei. 
t  Milano,  ottobre. 

Vogel  Carlo  Ermanno,  astronomo,  noto  per 
i  suoi  studi  sull'analisi  spettl-ale  degli  astri, 
dal  1882  direttore  dell'Osservatorio  di  astro- 
fisica di  Potsdam,  t  Potsdam  (presso  Ber- 
lino), 15  agosto. 


ANEMIA  .  ^    ^ 


NEURASTENIA  ^ 


RACHITISMO     ^ 


SCROFOU       tt; 


DEBOLEZZA  f  ^ 


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DI  •  C,  Milano. 


-  723  - 


w 


^''''    •    '     '      ■'    (    ^0,  artista  (.11  circo  e  sport- 

.u  t  Pari»».  !j  febbraio. 
N  miro.  n.  Mosca  1838,  pro- 

'    '     *  0  penua- 

•,  unodoi 
',  autore 
A,    .  Mi,  molti 

doi  .  Il  e  spe- 

ciali .  .    .  troburgo, 

23  o:t,.bic>. 
Wondrich-Paalon  l^stella,  n.  Orai  1884,  scrit- 
trice e  poetessa,  aveva  tradotto  in  tedesco 
molte  Uriche   dol  Pascoli,  f  3  glagno,  vit- 
tima di  un  automobile. 


Zajotti  Eloisa,  n.  Trento  1818,  vedova  del- 
l'avv.  Nicolò  De  Rin  e  sorella  dell' avv.  Pa- 
ride Zajotti.  che  fu  per  lungo  tempo  diret- 
tore della  Gazzetta  di  Venezia,  prese  parte 
attiva  col  marito  alle  cospirazioni  per  la 
cacciata  degli  Austriaci  dal  Veneto   tanto 


che  nel  Iffifi  II  Inopotofiontfl  di  Trlosf^  fere 
Intimare  11  bando  ai  coniugi  De  Uln  Zi^ottt. 
t  Triesite,  gennaio. 

Zamoranl  avv.  Amilcare,  di  a.  62,  dal  1S86 
direttofo-proprletarlo  del  Retto  del  Caritno 
ch'egli  condusse  a  grande  prosperità,  f  Bo- 
logna, 'il  aprile. 

Z-anettl  Antonio,  vicentino,  di  a.  84,  famoso 
intagliatore  di  molili  artistici,  fondatore  di 
un  fiorente  laboratorio  per  il  quale  fu  no- 
minato cavaliere  dal  lavoro,  f  Vicenza, 
24  giu;rno. 

Zella  Minilo  avv.  Michele,  deputato  In  dna 
legislature  pel  collegio  di  Acqnavlva  delle 
Fonti,  fu  direttore  generale  presso  il  Mi- 
nistero di  Grazia  e  Giustizia,  t  Casamas- 
sima  (Bari),  12  ottobre. 

Zichy  de  Vasonykeoe  conte  Eugenio,  di  a.  70, 
magnate  ungherese,  apparteneva  al  Parla- 
mento dal  1862.  t  Merano  (Tlrolo),  dicembre. 

Zinno  dott.  Silvestro,  di  a.  72,  professore  di 
patologia  e  chimica  generale  all'Università 
di  Napoli,  pubblicò  lavori  importanti,  t  San 
Giorgio  a  Cremano,  ottobre. 

Zuccoli  Giuseppe,  maggior  generale,  commis- 
sario nella  B.  Marina,  t  Milano,  29  luglio. 


INSEGNE  VETRINE 

FERIOCmSTtUO  SKUtl     FEMOk.NEEOZI 


l'I^'i'l'Hi'^*" 


PREMIATO  cori  MEDAGLIA  D  ORO      '■> 
-■>     Ali  ESPOSlZIOnt  01  MiLflnO   1906 

Pfe  LA  (OWf>UliOtt£  ùf  V£TR/fl£  ffPPO, 
E  MEOflOU/J     OflRCENTO   DEL  -A 

CORbO  VflTEnTINO.  24     <_--£<=5^ 
orFiciMA  PROPBi*  VIA  BARCTTI.  57    [ 
TO^\WO^reLEFOHO  -  422 


La-VìJa^PRfìTKR 


jL 


Consigli  e  notizie  interessanti  pei  lettori  delT ALMANACCO  ITALIANO 


INDICE 


La  Vita  Pratica,  e  i  suoi  mille  problemi  .Pag.  724 
Per  la  Salute 728 

I  progressi  duLlu  iHuàtcina 730 

Istituto  terapeutico  Italiano  .    .    .    .ivi 

Cura  del  cancro ivi 

Cura  della  pertosse ivi 

Anuresine 731 

Una  cura  pratica ivi 

Per  guarire  e  prolungare  la  vita   .    .  732 

II  Rigeneratore ivi 

Il  Diabete 734 

Vizio  di  ricambio .  735 

Anemia  ed  altre  sofferenze 736 

Neurastenia ivi 

Malattie  uterine 737 

Notizie  varie 738 

Le  vene  varicose ivi 

L'igiene  della  pelle .ivi 

Per  dimagrare ivi 

Nvle  del  medùo 739 


.     Cronicità Pag.  739 

Fiere  grandi  e  piccole ivi 

Il  fermento  d'uva  Jacqueniin  dinanzi  alla 

medicina 740 

Specifici  raccomandati 741 

Per  le  generazioni  venture ivi 

La  Terapia  fisica  nelle  malattie  dei  bam- 
bini   ivi 

Alimentazione  infantile 742 

Aforismi  di  fisiologia  pratica  ...      .ivi 

Pei  nostri  bimbi .  743 

Vene  varicose ivi 

Il  Tonai ivi 

Per  la  casa 744 

Pavimenti,  pareti  e  soffitti 745 

Gl'impianti  moderni  pel  riscaldamento,    ivi 

L' illuminazione 746 

I  saponi 747 

Per  i  bisogni  inteiletiuaii ivi 

Un  avvenimento  femminile ivi 


LA  VITA  PRATICA 


La  vita  pratica!  Ecco  quel  che  ci  vuole 
pel  tempo  nostro,  nel  quale  si  vive  in  fretta, 
e  si  sente  il  bisogno  di  trarre  piofltto  del- 
l'immenso  progresso  che  le  scienze,  le  arti, 
le  industrie,  il  commercio,  realizzano  ogni 
anno  maggiore. 

Questo  affermavamo  nell'Almanacco  Ita- 
liano dello  scorso  anno,  inaugurando  questa 
sua  nuova  rubrica:  questo  ripetiamo  conti- 
nuando la  rubrica  stessa. 

Perchè,  infatti,  come  già  constatavamo  al- 
lora, questo  meraviglioso  progresso,  che  ca- 
ratterizzò il  secolo  XIX,  ed  è  carattere  sem- 
pre più  specifico  di  questo  secolo  XX,  nessuno 
poteva  neppur  sognarlo.  Chi  lo  avrebbe  detto 
ai  nostri  nonni  che  l'Atlantico  avrebbe  potuto 
essere  attraversato  in  cinque  giorni,  quando 
cinque  giorni  non  bastavano  ad  essi  per  an- 
dar di  Toscana  in  PiemonteV  Eppure  il  13  set- 


tembre WLusitania,  il  colossale  transatlantico 
della  "  Cunard  Line  „,  il  piroscafo  sky-scra- 
per,  che  non  è  soltanto  la  più  grande  delle 
navi,  giacché  misura  241  metri  di  lunghezza, 
stazza  32,500  tonnellate,  e  può  albergare  2800 
passeggeri  oltre  i  900  uomini  d'equipaggio, 
ma  anche  una  delle  più  veloci,  poiché  nel 
suo  memorabile  viaggio  realizzò  una  velocità 
media  di  23,1  nodi  all'ora,  pari  a  quasi  43  chi- 
lometri, giungeva  a  New  York  d  i  Queenstown 
dopo  aver  percorso  2782  miglia  in  5  giorni  e 
54  minuti!  Chi  avrebbe  detto  ai  nostri  buoni 
vecchi  che  l'acciarino  e  la  pietra  focaia  sa- 
rebbero stati  buttati  in  un  canto,  che  i  vec- 
chi lumi  ad  olio  sarebbero  andati  a  finire  nel 
solai  e  nelle  botteghe  dei  ferravecchi,  che  le 
carrozze  di  posta  avrebbero  finito  di  andare 
trabalzando  al  pesante  trotto  delle  vecchie 
rozze  slombate?  Ben  pochi  di  essi  hanno  ve- 


^nlo  1  rerliil  che  dutRno  appena  da  meitro 
Fecolo,  e  oho  poco  più  di  veni' anni  or  souo 
erano  ancor»  o^rjfotfl  di  lusso:  ben  pochi  vi- 
dero lo  )«nipn<l*»  oNttriche  ad  arco  che  Ste- 

1.;-         lo  oui'liK'  a  gas  che 

s  ;  telegrafo  la  di  cui 

I  1  a  Monaco  nel   1833; 

II  -•  tanto  da  scivli-sl  dogli 
i.                                   tranvai  elettrici,  dei  quali 

;i  Berlino  nel  1881,  Inven- 

■n*;  del  telefono,  che  Inventato 

Meu«-ci  nel  1851,  fu  usurpato  da 

*.v..  .    ...I  ..iìiil  dopo;  nf-ssuno  conobbe  il  fo- 

noprato.  Inventato  da  Edison  nel  1878.  il  cl- 
nt  niiitoprafo  Inventato  pare  da  Kd'.son  ap- 
pena nel  1891  e  già  tanto  comune,  il  telegrafo 
senza  fili  che  Marconi  inventò  nel  1897. 


SI  fu  considerando  questo  progresso  ve- 
ramente straordinario,  pensando  alla  fretta 
di  vivere,  di  godere,  di  arrivare,  cQe  carat- 
terizza il  secolo  nostro,  che  noi  nell'Almanacco 
Italiano  dell'anno  scorso  constatavamo  che 
realuunte  manca  il  tempo  di  cenare,  di  ri- 
flettere a  lunt:o,  di  andar  attorno  per  consi- 
gli, nelle  neoe>«;ità  vere  e  più  impellenti  della 
vita,  o  in  quelle  che  noi  stessi  ci  siamo  create 
e  che  ormai  sono  altrettanto  urgenti,  tutte 
ugualmente  e  maraviglios:imente  moltipli- 
catesi. 

I  problemi  della  vita  pratica  che  ci  si  af- 
facciano ogni  anno,  ogni  giorno,  quasi  ad  ogni 
momento,  alla  mente,  sono  infiniti. 

Ve  n'è  uno  fra  gli  altri  che,  vecchio  quanto 
la  vita,  attende  sempre  la  sua  soluzione,  e  ci 
si  para  dinanzi  sempre,  sempre,  dall'infanzia 
alla  più  tarda  vecchiaia. 


Certamente  molti  de'  lettori  conoscono  il 
dialogo  famoso  di  Socrate  e  di  Eutidemo  nel 
IV  del  Libri  di  Senofonte,  dei  detti  memorabili 
ài  Socrate.  Domanda  Socrnte:  Dimmi,  Eutide- 
mo, sei  tu  mai  andato  a  Delfo?  —  Eutidemo 
risponde:  Si,  due  volte.  —  5.  Hai  tu  dunque 
Osservato  che  nel  tempio,  in  certa  parte,  è 
scritto:  Conosci  tk  stesso?  —  E.  L'ho  os- 
servato. —  S.  Kai  tu  fatto  nessun  conto  di 
questo  avvertimento,  e  vi  hai  posto  mente  e 
ti  sei  studiato  di  conoscere  te  medesimo, 
quale  tu  sia?  —  E.  Nessun  conto  veramente 
ne  ho  fatto,  perchè  io  credevo  di  conoscermi 
benissimo,  e  per  certo  nessun' altra  cosa  po- 
trei conoscere  se  non  conoscessi  me  stesso. 
-  ^.  Ma  ti  pare  egli  che  conosca  veramente 
-e  stesso  colui  che  conosce  soltanto  il  proprio 
nome?  O  non  piuttosto  colui  il  quale  avendo 
coobiderato  intimamente  se  stesso,  quale  egli 
sia  per  la  vita,  abbia  conosciuto  la  propria 
potenza?  —  E.  Mi  pare  che  sia  proprio  cos'i: 
che  colui  il  quale  non  conosce  la  propria  po- 
tenza non  conosce  affatto  S3  stesso.  —  S.  E 


non  è  usualmente  ben  ohluro  che  dal  co; 
scere  se  steaitl  derivano  agli  uomini  mo!t. 
slrol  beni,  mentre  dall' esuere  In  errore  per 
quanto  è  II  giudizio  che  si  porta  sopra  se 
slessi  derivano  mali  Infiniti?  Perchè  coloro 
che  conoscono  se  stessi  sanno  quel  che  ad 
essi  coiivieno,  e  distinirnono  quel  che  possono 
e  quel  che  non  possono,  e  lucendo  ciò  che 
sanno  di  poter  fare  si  forniscono  delle  cose 
che  ad  e^si  convengono  o  sono  net^essarle,  e 
fanno  bene  i  fatti  loro:  e  astenendosi  da  quelle 
cose  che  noi\  sanno  non  commettono  errori, 
e  scampano  d.ille  disgrazie:  e  anche  potendo 
penetrar  nell'intimo  degli  altri  nomini,  anche 
con  l'uso  di  questi  possono  acquistarsi  dei 
beni  e  guardarsi  dai  mali....  —  Continuando 
poi  Socnite  a  dimostrare  la  ;;rande  utilità  del 
conoscere  se  medesimi,  f'u/ffV^mo  soggiunge: 
Sappi,  o  Socrate,  che  parml  davvero  che  in 
tutto  e  per  tutto  si  dee  far  gran  conto  di 
questa  sentenza:  Conosci  tkstksso:  ma  donde 
bisogni  cominciare  a  conoscere  se  stesso,  que- 
sto è  quel  che  io  non  so,  e  che  domando  a  te. 


L'antica  sentenza  del  temp-o  di  Delfo,  il 
{"vcÒTi  asTUTÓv  dei  Greci,  il  Noace  te  ipsnm 
dei  Romani,  il  famoso  detto  della  sapienza 
classica  infine  riguardava  tuttavia  soltanto  la 
conoscenza  morale  dell'uomo,  e  niente  altro. 

Ma  l'uomo  ha  un  raaraviglioso  organismo, 
la  conoscenza  del  quale  non  è  certamente 
meno  necessaria  della  conoscenza  del  suo 
organismo  morale,  sia  perchè  la  vita  morale, 
la  vita  psichica  non  potrebbe  esistere  un  sol 
momento  senza  il  meccanismo  funzionale  di 
quella  che  si  dice  la  vita  materiale,  sia  anche 
perchè  le  così  dette  funzioni  materiali  eser- 
citano una  grande  intluenza  sull'indirizzo  e 
sulle  manifestazioni  della  vita  intellettuale. 
Nulla  di  men  vero  dell'antico  motto  mens  sana 
in  corpore  sano,  che  tutti  ripetono  si,  ma  a 
sproposito  pur  troppo  tante  volte  quante  a 
proposito  almeno,  e  che  d'altra  parte  non 
è  apprezzato  mai  abbastanza  nella  pratica 
con  la  serietà  voluta,  giacché  sono  ben  pochi 
coloro  che  vivono  seguendo  le  norme  d'  una 
sana  igiene  dettate  da  una  buona  e  razionale 
fisiologia. 


Herbert  Spencer  nel  suo  bel  libro  sul- 
l'educazione, parlando  del  sapere  più  utile, 
pone  come  base  dell'educazione  quella  scienza 
che  insegna  le  norme  della  conservazione  del- 
l'individuo. Non  basta,  dice  Spencer,  per  con- 
servar l'individuo,  difenderlo  da  tutto  ciò  che 
può  danneggiare  o  distruggere  meccanica- 
mente il  nostro  organismo;  bisogna  proteg- 
gerlo contro  le  conseguenze  delle  infrazioni 
alle  leggi  fisiologiche,  contro  quelle  tristi  con- 
seguenze che  souo  le  malattie  e  la  morte. 
"  Noi  pretendiamo  —  egli  continua  —  che  la 
vera    scienza,    insegnata    convenientemente, 


OPUSCOLI  E 
SCHIARiMENTI 


CTilD  >  iir^Mifl.KI  !#..  p%i.*^...;.^  O.Mfl  n^t\ 


726  — 


farebbe  molto:  e  polche  le  leggi  dell'igiene 
devono  essere  conosciute  prima  di  essere  pie- 
namente osservate,  bisogna  che  la  diffusione 
di  questa  scienza  sia  tale  da  preparare  per 
un  tempo  a  venire  il  meno  lontano  che  sia 
possibile  una  maniera  di  vivere  più  conforme 
alla  ragione.  Noi  concludiamo  perciò,  che  se 
una  vigorosa  salute,  e  l'energia  morale  che 
r accompagna,  sono  per  l'uomo  i  primi  ele- 
menti del  benessere,  la  scienza  che  ha  per 
oggetto  la  conservazione  di  questa  salute  è 
una  scienza  che  non  la  cede  ad  alcun' altra.  „ 

La  necessità,  dunque,  della  conoscenza 
fisiologica  di  noi  stessi  è  una  necessità:  ed 
è  un  vero  ed  imprescindibile  bisogno  del- 
l'età nostra  e  della  scienza  moderna  che 
venga  completato  il  grande  insegnamento 
dell'antica  sapienza. 

Non  basta:  bisogna  guarriare  avanti,  bi- 
sogna cercar  d'imparare  la  difficile  arte,  che 
con  vocabolo  greco  dicesi  ^ro/iZassj,  cioè  guar- 
dare appunto  avanti,  la  quale  insegna  ad  im- 
pedire lo  sviluppo  delle  malattie,  e  il  ritorno 
di  quelle  che  si  sono  già  sofferte:  un'arte 
difficile,  dico,  che  s'impara  soltanto  coi  lun- 
ghi studi  medici  e  con  la  lunga  esperienza, 
e  che  perciò  non  è  da  tutti.  Vi  sono  tuttavia 
delle  norme  generali,  che,  seguite  scrupolo- 
samente, possono  tener  lontane  le  malattie, 
o  almeno  molte  malattie,  e  permetterci  di 
Viver  sani  e  a  lungo. 

Bisogna  conservare  tutti  gli  organi  del 
corpo  in  istato  di  vigore,  facendo  del  moto 
tut^^ti  i  giorni,  qualunque  sia  il  tempo;  il  la- 
voro regolare  e  le  occupazioni  intellettuali 
sono  indispensabili.  Però  non  si  deve  esage- 
rare in  alcun  senso. 

Bisogna  cercar  di  scoprire  e  combattere 
le  tendenze  alle  malattie,  siano  esse  eredi- 
tarie o  acquisite  nella  vita.  Bisogna  essere 
moderati  nel  consumo  degli  alimenti  e  delle 
bevande,  come  nella  realizzazione  d' ogni  go- 
dimento del  corpo.  I  liquori  alcoolioi,  gli  ec- 
citanti d'ogni  sorta,  come  i  narcotici  e  le  so- 
stanze anolgesiche,  quelle  che  cioè  si  usano 
a  combattei-e  l'emicrania,  la  febbre,  ecc.,  deb- 
bono essere  evitati.  Si  deve  ricordare  che 
l'nomo  è  omnivoro,  epperò  non  gli  è  consi- 
gllibile  una  alimentazione  fatta  di  sole  carni 

0  elisoli  vegetali.  Bisogna  circondarsi  d'aria 
jinra  e  abbondante,  coricarsi  e  levarsi  di 
buon'ora:  bambini  dormire  almeno  dieci  ore, 
tuioiuUi  almeno  otto,  adulti  sei  o  sette,  non 

1  io.  Bisogna  prendere  un  bagno  e  praticare 
delle  frizioni  al  corpo  tutti  i  giorni,  osservare 
serapre  la  pulizia  più  accurata  e  generale. 
BLsogna,  infine,  combattere  le  passioni  e  le 
sensazioni  nervose  d'angoscia,  operar  sempre 
co.«i  che  la  coscienza  mai  non  rimorda,  edu- 
carsi per  le  gioie  più  pure  della  vita,  per  la 
tranquillità  dell'anima,  per  una  concezione 
della  vita  piena  di  speranza. 


Ma  queste  norme,  pur  troppo,  non  sono 
sempre   seguite,    e  si  cade  malati.   Qualche 


volta  sono  alterazioni  delle  funzioni  d°lVor» 
ganismo,  sia  pel  soverchio  lavoro  di  cei-ti  or- 
gani, o  pel  loro  lavoro  insufficiente,  sia  per 
cause  esterne,  come  l'abuso  o  l'insufficienza 
degli  alimenti,  l'uso  delle  bevande  alcooli- 
che,  dei  narcotici,  ec,  il  raffreddamento  del 
corpo,  l'ingestione  di  sostanze  dannose  o  ad- 
dirittura venefiche,  o  anche  l'introduzione 
nell'apparato  digerente  di  uova  di  vermi 
specialmente  o  d'altri  animali  parassiti,  che 
poi  vivono  alle  spese  dell'organismo,  e  che 
avviene  spesso  per  mezzo  delle  earni,  del- 
l'acqua impura,  dei  cibi  mai  cotti  o  crudi. 
Qualche  altra  volta  si  tratta  d'una  fatale  di- 
sposizione dell'organismo  ereditato  da  pa- 
renti affetti  da  malattie  specifiche  ;  talora, 
infine,  le  malattie  derivano  dai  microrgani- 
smi, dai  micrubii,  e  sono  quelle  che  si  dicono 
infettive. 


I  microbii  .sono  vegetali  d'infima  specie, 
che  si  possono  distinguere  nei  tre  tipi  carat- 
teristici dei  micrococchi,  tondeggianti,  dei  ba- 
stoncelli, e  degli  spirobacteri  spiraliformi.  Di 
dimensioni  minime,  sicché  occorrono  ingran- 
dimenti di  900,  1000  e  persino  1500  volte  per 
poter  osservarli  al  microscopio,  si  rendono 
visibili  soprattutto  per  la  facilità  con  la  quale 
si  colorano  con  certi  colori  d'anilina,  per  la 
loro  motilità:  talora  sono  isolati,  tal' ora  uniti 
a  due  a  due  (diplococchi),  in  gruppi  maggiori 
(atafilococchi),  in  catene  (streptococchi),  in  serie 
(bacilli),  o  altrimenti.  Ve  ne  sono  di  quelli 
che  possono  vivere  solo  respirando  diretta- 
mente l'ossigeno  dell'aria,  i  così  detti  aerobii, 
ed  altri,  gli  anerobii,  che  tolgono  l'ossigeno 
necessario  alle  sostanze  in  via  di  decompo- 
sizione. In  genere  resistono  a  temperature 
anche  bassissime  :  non  alle  temperature  molto 
elevate:  la  maggior  parte  periscono  a  100  gra- 
di ;  ma  ve  ne  sono  che  vivono  ancora  dopo  una 
ebollizione  prolungata  parecchie  ore  o  dopo 
aver  subito  temperature  di  110  e  120  gradi. 
Sono  distrutti  da  sostanze  che  si  dicono  an- 
tisettiche, quali  il  sublimato  corrosivo,  il  cloro, 
il  cloruro  di  calcio,  gli  acidi  solforoso  e  sol- 
forico, benzoico,  fenico,  ec,  il  bromo,  l'iodo, 
il  permanganato  di  potassa,  la  iodofenina,  il 
salolo,  ec.  Anche  la  luce,  e  specialmente  la 
luce  diretta  del  sole,  li  distrugge.  Vi  sono, 
infine,  microbii  patogeni,  cioè  generatori  di 
malattie,  che  sono  specifici  di  malattie  deter- 
minate ;  ma  ve  ne  sono  pure  che,  infettando 
l'uno  o  l'altro  organo,  possono  causare  va- 
rie malattie.  11  pneumococco,  per  es.,  può 
produrre  la  pneumonite  o  la  meningite,  se- 
condo che  attacca  i  polmoni  o  le  meningi, 
cioè  le  membrane  che,  sotto  il  cranio,  avvol- 
gono il  cervello. 

Vivono  talora  nell'aria,  come  quelli  del 
tifo,  della  pneumonite,  dell'influenza,  della 
difterite,  della  tosse  ferina,  della  rosolia,  del 
vainolo,  della  scarlattina,  del  colèra,  della 
tubercolosi;  talora  vivono  nel  suolo,  come  i 
microbii  del  tifo  stesso,  quelli  del  carbonchio 


Mamma!  al  tuo  pargoletto  da'  il  latte  del  tuo  seno  e  le  cure  del  tuo  cuore, 
gli  assicurerai  salute  e  lietezza.  Se  il  tuo  latte  fosse  insufficiente  o  avesse  a  cessare 
presto,  troverai  un  aiuto  perfetto  nella  gustosa,  nutriente,  digeribilissima  Farina 
Lattea  Italiana  Paganini  Villani  &  C.  (Vedi  avvivo  su  cartoncino  colorato). 


-  727  - 


«  iVl  U  t»no;  «peMo  Tlvotio  nell'»  ft«qti«  del 
pozzi,  del  Aumt,  ooiue  quelli  del  Ufo,  dt>l  co- 
lèra, «1%  É  naturale  portante  che  eni  s'in- 
troducano  neU'or>;anunio  umano  con  l'aria, 
con  l'arqua,  col  cibi,  e  possano  penetrare  un 
po' per  tutto  l'organismo. 

Non  sempre  pero  producono  danno.  Il 
polmone  aKisop,  quando  è  sano,  da  filtro  per 
taluno  di  essi;  altri  sono  uccisi  dai  succhi 
aoidi  dello  stomaco,  dal  muco  de^cli  intestini; 
ad  altri  impedisce  l'ingresso  sotto  la  pelle  il 
sudore;  molti  sono  distrutti  dai  globuli  bian- 
chi  del  sangue,  cellule  viventi,  capaci  di  muo- 
versi, sempre  pronte  ad  accorrere  dove  i 
microbii  minacciano  l'organismo,  e  a  tentar 
di  distruggerli  facendone  il  loro  cibo.... 

Ma  Te  ne  sono  pur  troppo  anche  molti 
ohe  Tinoouo  queste  naturali  difese  dell'or- 
ganismo, e  generano  delle  infezioni  troppo 
sp«sso  mortali. 

Come  combatterli  allora? 

Ecco  un  altro  problema,  non  meno  grave. 


I  problemi  della  vita  pratica  moderna 
sono,  si  può  dire,  intiniti.  Una  volta,  ad  es., 
quando  l'Italia  era  tatta  divisa  in  statcrelli, 
e  non  era  in  alcun  modo  consigliabile  uscire 
dal  proprio,  non  v'era  da  scegliere,  per  prov- 
vedere all'educazione  dei  figliuoli  ed  al  loro 
avvenire,  che  fra  il  seminario,  il  quale  ne 
faceva  dei  reverendi,  e  la  scuola,  la  quale  ne 
faoeva  degli  avvocati,  o  dei  medici,  o  dctrU 
ingegneri  architetti:  e  quelli  che  studiava^  , 
allora  erano,  per  giunta,  ben  pochi.  Adesso, 
questo  dell'educazione  dei  figliuoli,  nell'at- 
tesa della  scuola  media,  inferiore  almeno, 
unica,  il  problema  è  ben  altrimenti  differen- 
te, e  si  presenta  sotto  aspetti  differentissimi 
gli  uni  dagli  altri,  per  la  ragione,  soprattutto, 
che  il  fanciullo  non  si  considera  più,  nella 
avvenuta  evoluzione  delle  idee,  come  un  tem- 
po, un  tipo  ben  determinato  e,  per  cosi  dire, 
immutabile. 

Non  bisogna  però  credere  che  il  difficile 
problema  non  si  offrisse  anche  ai  nostri  vec- 
chi: se  ne  preoccupavano  lontani  antenati 
nostri,  se  ne  preoccupavano  gli  antichi.  Pla- 
tone diceva  già  della  educazione,  che  essa  ha 
per  iscopo  di  dare  al  corpo  e  all'anima  tutta 
la  bellezza  e  tutta  la  perfezione  delle  quali 
sono  suscettibili.  Ma  gli  è  pur  necessario  che 
gli  sforzi  diretti  ad  ottenere  un  certo  risul- 
tato possano  essere  esercitati  sopra  un  tan- 
ciallo  dotato  di  tutte  le  sue  facoltà.  La  sa- 
lute fisica  è.  come  l'intelligenza,  una  condi- 
zione necessaria  dello  sviluppo  intellettuale 
dell'individuo. 

Non  sono  molti  anni,  e  i  disgraziati  che 
la  natura  aveva  trattato  da  cattiva  matrigna, 
rifiutando  loro  sin  dalla  nascita  la  scintilla 
per  la  quale,  con  l' educazione,  si  sarebbe 
acoeso  un  giorno  in  essi  il  lume  della  Intel- 
ligenza, erano  completamente  abbandonati  a 
loro  st«ssi,  come  un  tempo,  a  Sparta,  per  la 
legge  di  Licurgo,  i  nati  deboli  o  storpi!  erano 
subito  abbandonati,  mentre  lo  Stato  pensava 
ad  allevare,  soprattutto  ingagliardendone  il 
corpo,  t  sani  ed  i  forti,  con  una  utile  ma 
crudel  selezione. 

Oggidì  qnesto  ijo»  avviene  più.  Grazie  t^ 


metodi  del  tutto  nuovi,  gli  errori  della  na- 
tura possono  quasi  tempre  essere  corretti  : 
tutte  le  intelligenze,  le  Intelligenze  torpide 
come  le  sveglie,  si  considerano  e  sono  vera- 
mente suscettibili  d'educazione.  Neppure  al 
povero  idiota,  hI  degenerato,  al  defioi<>nto,  è 
negata  la  possibilità  della  educazione  e  della 
istruzione.  Non  sono  essi  più  abbandonati  a 
loro  stessi  dalla  fanciullezza:  non  sono  più 
condannati  a  vegetare  sino  all'  ultimo  loro 
giorno,  oggetto  di  commiserazione,  di  pianto, 
quando  non  pure  di  scherno  e  di  riso!  Ora 
cosi  possono  riconquistare  il  posto  al  quale 
pure  hanno  diritto  nella  vita  e  nella  società. 
L'educazione  è  accessibile  ad  essi  come  ai 
loro  fratelli  più  favoriti.  Ed  è  questa  una 
grande  vittoria,  che  restituisce  a  tutti  il  di- 
ritto di  pretendere,  come  dice  Platone,  a  tutta 
la  bellezza  e  a  tutta  la  perfezione  delle  quali 
l'anima  e  il  corpo  sono  suscettibili. 

Non  meno  profonde  metamorfosi  subt 
l'istruzione.  Si  può  dire,  ad  esempio,  ehe, 
mezzo  secolo  fa,  l'istruzione  commerciale  e 
industriale  non  esisteva  affatto, se  si  confronta 
con  quella  che  è  impartita  ai  nostri  giorni. 
Il  giovane  s'incamminava  allora  per  la  via 
scelta  con  un  ben  lieve  bagaglio:  quel  che 
acquistava  mercè  pochi  anni  di  studio  nel 
collegio  della  città  nativa  o  nella  scuola  del 
suo  villaggio.  Oggi  non  potrebbe  più  essere 
cosi:  il  mondo  s'è  rinnovato,  le  ferrovie,  i 
telegiafl,  i  telefoni,  corrono  le  terre  e  i  mari; 
ogni  giorno  ci  porta  notizia  d'una  nuova  sco- 
perta, d'una  nuova  invenzione,  e  i  telegrammi 
aerei  fanno  ormai  l'intero  giro  del  mondo  in 
minor  tempo  di  quel  che  occorre  per  scri- 
verli. L'industria,  anzi  tutte  le  industrie  hanno 
subito  in  qualche  modo  il  contraccolpo  di  que- 
sto straordinario  sviluppo  dei  mezzi  di  co- 
municazione: esse  non  solamente  si  perfezio- 
narono: si  moltipllcarono.  Nuove  industrie 
inoltre  son  nate.  Occorre  citare  l'elettricità 
e  le  mille  applicazioni  che  sono  state  la  con- 
seguenza del  suo  rapido,  maraviglioso  svi- 
luppo? 

Ma  non  basta.  La  concorrenza  commer- 
ciale og^Mdi  s'è  mutata  in  una  vera  battaglia, 
in  un  confiitto  d'interessi  tale,  che  soltanto 
colui  che  è  bene  armato  può  avere  speranza 
di  vittoria.  Bisogna  dunque  bene  armarsi  per 
tale  battaglia;  e  ciò  si  ottiene  soltanto  mercè 
un'istruzione  solida,  pratica,  veramente  so- 
lida e  pratica  nel  più  stretto  significato  delle 
parole. 

È  soltanto  in  grazia  di  tale  istruzione  e  di 
tale  preparazione,  che  le  nuove  generazioni 
potranno  vincere  le  difficoltà  che  continue- 
ranno a  drizzarsi  dinnanzi  ad  esse,  tanto 
maggiori,  e  più  temibili,  e  più  numerose, 
quanto  più  numerosi  e  più  decisivi  saranno 
stati  i  progressi  della  scienza,  ben  lontana 
dalla  pretesa  sua  bancarotta,  e  le  sue  appli- 
cazioni dirette  alle  industrie. 


I  problemi  della  vita  pratica  sono  Infiniti  : 
dicevo. 

Infatti  non  v'è  alcuno  che  in  un  dato 
giorno,  in  un  dato  momento,  non  abbia  a 
proporsi  una  di  queste  domande: 

—  Pove  andrò  a  passar  le  vacanze?  Pqto 


—  728 


porterò  I  miei  figliuoli?  Al  mare  o  al  monte? 
Le  spiagge,  gli  stabilimenti,  1  luoghi  di  cure 
climatiche,  ai  quali  è  possibile  e  facile  oggidì 
il  recarsi,  anche  senza  grave  dispendio,  sono 
tanti....  Ma  quale  debbo  preferire? 

—  Come  debbo  mobiliare  la  casa  in  vista 
d  'Ile  prossime  nozze?  A  quale  fra  i  tanti  fab- 
bricanti che  sono  in  Italia,  e  dei  quali  spesso, 
anche  se  in  città  lontane,  è  vantaggioso  prov- 
vedere la  mobilia,  debbo  dare  la  preferenza? 
Quale  può  fornirmi  questo  o  quel  mobile, 
fatto  in  un  certo  modo,  d'un  certo  prezzo, 
alle  condizioni  migliori? 

—  Come  posso  impiegare  il  mio  denaro? 
Come  prevederle  disgrazie,  assicurando  l'av- 
venire della  mia  fanai glia,  dei  miei  figliuoli? 

—  Dove  posso  comperare  i  migliori,  i  più 
utili  regali  per  nozze,  i  corredi  meglio  con- 
fezionati? 

—  Dove  rivolgermi  per  provvedere  una 
buona  macchina  fotografica,  dei  buoni  colori 
per  l'acquerello,  a  buon  mercato? 

—  Quali  sono  i  migliori  libri  pubblicati 
in  questi  ultimi  tempi?  La  Biblioteca  azzurra 
del  Bemporad,  s'è  arricchita  di  qualche  altro 
volume  del  Capuana,  della  Baccini,  di  Vamba, 
del  Rizzatti,  del  Cioci,  della  Ferodi,  o  il  Sal- 
gari ha  pubblicato  qualcun  altro  di  quei  suoi 
libri  di  viaggi  e  d'avventure,  ch'io  possa  ag- 
giungere alla  biblioteca  dei  ragazzi  ? 

—  In  fatto  di  scienza  quali  sono  le  ultime 
conquiste  umane? 


—  Dove  posso  trovare  nn  oanp,  nn  ca- 
vallo, un  fucile,  una  carrozza,  una  bicicletta, 
un  automobile,  un  canotto?  Dove  semi. piante, 
concimi,  macchine  agrarie?  o  animali  da  al- 
levare? o  commestibili?  o  vini?  o  liquori?... 

—  Come  debbo  curarmi,  o  curare  i  miei 
figliuoli,  se  ci  colga  qualche  improvvisa  lua- 
lattia,  e  il  medico  sia  lontano? 

—  Come?...  Dove?...  — 


I  problem.!  della  vita  pratica  sono  infi- 
niti: tanti,  e  spesso  anche  cosi  diffìcili,  che 
l'ideale  sarebbe  avere  in  ogni  caso  vicino  un 
buon  consigliere,  nel  quale  si  potesse  riporre 
sicuramente  la  propria  fiducia,  tutta  intera, 
e  che  rispondesse  subito,  senza  se  e  senza 
ma,  a  qualsiasi  richiesta,  e  risolvesse  ciascuno 
di  quei  problemi....  Ma  il  consigliere  ideale, 
il  bravo  consigliere,  dove  trovarlo? 

Eccolo:  in  queste  pagine  che  abbiamo  in- 
titolate della  Vita  Pratica:  in  queste  pagine 
che  noi  ci  proponiamo  siano  appunto  ogni 
anno  più  completamente  il  consigliere  pra- 
tico e  sicuro  al  quale  nessuno  ricorra  mai 
invano,  ed  abbiano  wna  risposta  pronta  per 
ciascuna  domanda,  una  risposta  che  risolva 
uno  di  quei  tanti  problemi  della  vita,  della 
quale  è  stato  discorso. 


PER   LA   SALUTE. 


È  certamente,  fra  i  maggiori  beni  dei  quali 
possa  godere  l'uomo,  massimo  la  sanità  del 
corpo:  ed  è  tanto  grande  che  fu  celebrato 
in  ogni  tempo,  come  in  ogni  tempo  l'uomo 
diede  ogni  sua  maggiore  attività  per  otte- 
nerlo. 

La  sanità  celebrano  infiniti  proverbi.  Mens 
sana  in  carpare  sano  dicevano  gli  antichi:  e 
i  moderni  dissero  che  "  ehi  ha  la  sanità  è 
ricco  e  non  lo  sa  „,  che  "  chi  è  sano  e  da  più 
del  Sultano  „,  che  "  chi  è  sano  è  lieto  „,  che 
"  meglio  è  un  asino  vivo  e  sano,  che  un  dot- 
tor morto  o  malato  „.... 

E  che  la  salute,  quello  stato  di  benessere 
ohe  noi  proviamo  quando  i  nostri  organi  eser- 
citano le  loro  funzioni  con  libertà,  con  atti- 
vità, con  armonia,  sia  veramente  il  primo  e 
il  più  prezioso  di  tutti  i  beni,  nessuno  du- 
bita, né  dubitò  mai.  Conservarla  quando  si 
possiede,  ricuperarla  quando  si  è  smarrita, 
si  considera  ed  è  un  dovere  per  tutti. 

Ma  In  qual  modo  si  conserva?  Lo  insegna 
l'igiene,  la  scienza  della  quale  i  Greci  fecero 
una  dea.  Igea,  la  scienza  che  insegna  all'uomo 
quali  sieno  i  suoi  veri  bisogni  e  in  qual  modo 
debba  soddisfarli  per  conservare  appunto  la 


propria  salute, l'arte  di  conservarla  e  di  per- 
fezionarla prevenendo  le  malattie.  In  qual 
modo  si  possa  tentare  di  ricuperarla  insegna 
la  medicina. 

Tanto  il  conservarla,  quanto  il  ricuperarla, 
sono  pur  troppo  cose  diitìcili  assai,  che  tristi 
eredità  talora  lo  impediscono,  e  spesso,  troppo 
spesso,  chi  ha  la  ventura  di  possederla  par 
quasi  s'adopri  tutto  per  perderla.  Inconti- 
nenze d'ogni  sorta,  noncuranza  della  igiene 
spesso  derivata  dalla  ignoranza,  affidamento 
in  caso  di  malattia  alle  donnicciuole  ed  alle 
loro  vantate  panacee  universali,  piuttosto  che 
ai  medici  e  ai  farmachi  che  meritano  vera- 
mente tal  nome,  sono  le  principali  cause  per 
le  quali  un  tanto  bene  sì  di  frequente  si 
smarrisce,  e  pur  troppo  anche  altrettanto 
spesso  si  perde. 

Incontinenze,  anzitutto,  che  derivano  dalla 
ignoranza  di  sé  stessi,  dalla  ignoranza  dei  fatti 
più  elementari  della  fisiologia,  del  meccani- 
smo della  vita  del  nostro  corpo.  General- 
mente purtroppo  si  crede  ancora  che  basti 
educare  la  mente  arricchendola  di  cognizioni 
indubbiamente  utili  come  son  quelle  che  si 
riferiscono  alle  lingue,  alla  storia,   alla  geo- 


m 


.OPUSCOLI  E> 
SCHIARIMENTI 


ST/IR.r  4DN4LDI.VIA  R\/iTDiii/in  Q-MII  /INO 


-    729  — 


allH  pfort»  <1«>irRri*,  ««o.  M»  qnnntt  ««on  qnoUl 

v)  ■  '  '  ■   '  -fa 


nutsld.  ft  s'^j^nl  c.i!).i1l««fli'l.  a  paiolo  nilttlrfi 
a  operazioni  stravaganti, a  fartnuohi  non  nwr. 
strani,  al  quali  fonte  ni  annette  Iniportan/n 
solo  pon-hò  dllflfill  a  trovare,  e  chi  hI  ron- 
tenta  di  far  o«-lel)rnre  una  niosha  o  nn  triduo 
rinunciando  volontariamente  e  decisamente 
alla  medicina  umana. 


'   dtllti  :>cienza 

gli  individui 

., V. ...... ..v<^   persuasi  che 

nare  regolarmente  e  dare 
concetti   solo   quando   il 
rpo  vi\;i  sono  il  governo  delle  leggi  flsio- 
ò'iche  e  Igieniche? 


D'altra  parte,  in  fatto  di  medicina  11  pre- 
giudizio regna  ancora  sovrano.  Invano  Bacone 
la  dichiarò  la  più  dilTicile  di  tutte  le  scienze! 
Non  v'ha  chi  non  Toglia  a  modo  suo  parlarne, 
molti  pretendono  darne  lezione,  che  sono 
igiunl,  non  che  di  medicina,  pure  di  anato- 
mia e  di  tisiologia. 

Meno  male  se  da  noi  vigesse  l'usanza,  che 
fu  già  in  onore  presso  i  Babilonesi,  gli  Assiri, 
i  Caldei  od  altri  popoli,  per  l.i  quale  i  ma- 
lati erano  esposti  sullo  pubbliche  vie.  e  i  pas- 
santi che  per  caso  s'eran  trovati  in  identiche 
coudizioni  esponevano  il  modo  della  loro  gua- 
rigione !... 

In  tal  caso  anche  i  profani  della  medicina 
potrebbero,  per  quanto  empiricamente,  al- 
meno con  qualche  cognizione  di  causa,  oc- 
cuparsi e  dar  consigli  e  suggerimenti. 

Ma  noi  non  abbiamo  questo  beneficio,  e 
dobbiamo  subire  gli  insensati  spropositi  che 
l'innato  ibtinto  della  con.servazione  della  vita 
e  della  salute  generò  e  diflfnse  nei  secoli. 

E  sono  tanti:  e  se  taluno  fra  essi  è  sol- 
tanto ridicolo,  molti  disgraziatamente  sono 
nocivi,  sia  perchè  suggeriscono  pratiche  o 
farmachi  dannosi,  sia  perchè  mentre  l'infermo 
nutre  la  piena  confidenza  nell'efficacia  dei 
loro  sussidii,  va  perduto  il  tempo  logico  della 
opportunità  curativa,  e  la  malattia  diventa 
insanabile. 

Cosi  è  che  non  si  crede  quasi  affatto  dal 
volgo  alla  medicina  dei  bambini:  dal  volgo, 
che  afferma  non  essere  possibile  conoscerne 
le  malattie  e  curarle,  e  le  trascura,  o  tutt'al 
più  ricorre  a  pochi  e  raramente  giudiziosi  e 
razionali  farmachi,  attribuendo  osso  la  mag- 
gior parte  del  disturbi  infantili  alla  dentizione 
e  ai  vermi,  quando  non  pure  a  qualche  stre- 
goneria, e  molte  malattie  reputando  assolu- 
tamente fatali,  e  taluna,  come  certi  */V^Ai  al 
naso  o  all'orecchio,  utile,  mentre  è  quasi  sem- 
pre, perchè  non  curata,  causa  di  sordità  o 
d'altri  gravi  malanni. 

Così  è  che  si  crede  di  poter  guarire  il  can- 
cro applicando  sulle  piaghe  da  esso  prodotte 
qualche  fetta  di  carne  di  manzo  in  omaggio 
al  pregiudizio  che  un  cane  invisibile,  affamato, 
divori  le  carni  del  malato..^  Cosi  è  anche  che 
iii  molte  malattie  c'è  chi  ricorre  ad  amuleti 


A  proposito  di  amuleti....  medicinali  vale 
la  pena  di  ricordare  quello  che  una  vecchia, 
tenuta  in  conto  di  strega,  diede  alla  fine  del 
secolo  XVII  a  un  famoso  cardinale  malato 
d'una  febbre  quartana  ribelle  a  tutte  b.«  cure 
modiche.  Il  cardinale  mise  al  collo  11  miste- 
rioso borsellino, e....  guarì.  Se  non  che  qual- 
che tempo  dopo,  cedendo  alle  istanze  di  al- 
cuni porporati  che  si  trovavano  una  sera  a 
conversare  con  lui,  aperse  il  borsellino.  Den- 
tro sotto  parecchi  involucri,  non  c'era  che 
un  cartellino,  e  sol  cartellino  erano  questi 
versi  : 

Santa  Maria  Egiziaca 

Che  feste  la  pacchiana, 

Per  vostra  intercessione 

Guarite  la  quartana 

Dell' arcieminentissimo  minohionel 


Quanto  all'igiene,  essa  è  pur  troppo  an- 
cora poco  in  onore  fra  noi.  Invano  si  insogna 
che  essa  dà  veramente  le  norme  che  possono 
guidarci  nella  scelta  dei  mezzi  più  atti  al 
mantenimento  ed  al  miglioramento  della  fun- 
zione noi-male  dei  nostri  organi,  proteggendo 
così  la  salute  del  corpo,  e  che  quindi  è  pos- 
sibile per  essa  evitare  i  danni  i  quali,  per 
eause  diverse  e  molteplici,  possono  derivare 
al  nostro  organismo,  rendendone  imperfetto 
il  lavoro  vitale.  Invano  si  insegna  che  è  asso- 
lutamente necessario  far  funzionare  in  modo 
opportuno  gli  apparati  della  nutrizione  come 
quelli  nei  quali  risiedono,  con  l'intelligenza, 
le  nostre  più  elevate  facoltà  psichiche.  L'igie- 
ne, per  quanto  scienza  prima  fra  tutte,  e  me- 
dica insieme,  e  sociale,  e  morale,  se  si  misura 
la  sua  importanza  dalla  molteplicità  delle  sue 
ricerche  e  dalla  utilità  dei  suoi  servigi,  che 
pur  potrebbe  rialzare  la  dignità  umana  av- 
vilita per  la  ineguaglianza  delle  condizioni 
sociali,  e  diffondere  in  tutte  le  classi  la  in- 
telligenza del  diritto  e  della  giustizia,  è  an- 
cora tra  le  scienze  meno  diffuse,  e  tra  le  meno 
note,  e  meno  razionalmente  applicate. 


COSSILA  BA6NI 

presso  BIELTiA  -  Piemonte 

STAGIONE  lo  GIUGNO  -  1»  OTTOBRE 

MEDICO-DIRKTTOKE 

Dr.  L.  C.  BURGONZIO 


-  730  - 


I  PROGRESSI  DELLA  MEDICINA 


Quando  ci  domandiamo  per  quale  virtù 
le  scienze  mediche  sono  così  progredite  in 
Germania,  non  pensiamo  o  non  sappiamo  che 
in  quel  paese  l'Industria  cammina  di  pari 
passo  o  precede  addirittura  la  Scuola.  Per 
esempio,  i  maggiori  progressi  della  chimica 
e  della  farmaceutica  sono  stati  conquistati 
negli  ambienti  industriali  :  lo  stesso  può  dirsi 
di  molte  altre  scienze  mediche,  e  specialmen- 
te dell'igiene.  Queste  industrie,  veraniente 
scientifiche,  strappano  a  peso  d'oro  i  più  po- 
derosi ingegni  alle  cattedre,  portandoli  nei 
loro  ambienti  ricchi  di  mezzi,  scevri  di  pa- 
stoie, organizzati  come  campi  di  battaglia, 
dove  l'emulazione,  l'ideazione  e  il  lavoro, 
fervono  come  passioni.  I  nomi  che  maggior- 
mente riveriamo  nella  storia  delle  lotte  con- 
tro la  tubercolosi  e  la  difterite,  contro  la 
malaria  e  la  peste,  compirono  e  compiono  le 
loro  memorabili  gesta  per  volontà  ed  a  spese 
dell'industria.  Vi  è  la  Casa  che  dà  70,000  mar- 
chi all'anno  al  suo  Direttore  scientifico,  che 
è  nello  stesso  tempo  professore  di  Università, 
vi  è  quella  che  spende  200,000  marchi  all'anno 
per  un  Laboratorio  di  Microbiologia,  come 
vi  è  quella  che  invia  spedizioni  di  medici  nel 
cuore  dell'Africa  per  studiare  da  vicino  i  nuovi 
problemi  di  epidemiologia.  Con  questi  sistemi 
non  e'  è  da  meravigliarsi  se  i  grandi  Stabili- 
menti industriali  tedeschi  gareggiano  colle 
Università  di  tutto  il  mondo  o  le  sopravan- 
zano nella  scoperta  di  progressi  scientifici. 

Uno  dei  più  notevoli  esempi  per  l'Italia, 
in  cui  l'industria  ha  fatto  connubio  colie 
scienze  mediche,  è  1' 

Istituto  Terapeutico  Italiano, 

con  sede  in  Quinto  presso  Genova,  e  in  Mi- 
lano, via  Dante,  4,  sorto  due  anni  or  sono 
per  merito  di  alcuni  industriali  liguri  e  lom- 
bardi allo  scopo  di  trasportare  nel  campo 
industriale  colla  massima  prontezza  e  fedeltà 
tutte  le  scoperte  scientifiche  che  si  fanno  via 
via  nei  Laboratori  universitari.  Si  tratta  di 
un'opera  che  ha  di  mira  la  popolarizzazione 
di  ogni  progresso  nella  cura  delle  malattie, 
essendo  appunto  caratteristica  di  tutte  le  in- 
dustrie il  procurar  di  mettere  a  portata  di 
tutti,  colla  minor  spesa  e  nel  tempo  più  breve, 
le  cose  che  esse  producono. 

La  direzione  scientifica  di  questo  impor- 
tante Istituto  è  stata  affidata  al  dott.  G.  Za- 
noni,  assai  noto  in  Italia  e  fuori  per  i  suoi 
lavori  e  le  sue  scoperte  nel  campo  della  me- 
dicina opoterapica,  ossia  della  medicina  fatta 
coi  mezzi  che  la  natura  stessa  adopera  per 
difendere  l'organismo  dalle  malattie.  Il  dot- 
tor Zanoni  nei  dieci  anni  trascorsi  come  as- 
sistente nella  Clinica  Medica  della  R.  Univer- 
sità di  Genova  e  come  capo-laboratorio  del- 
l'Istituto per  le  malattie  infettive  diretto  dal 
prof.  Maragliano,  ebbe  campo  di  dare  la  sua 
opera  alle  più  importanti  ricerche  della  te- 
rapia moderna  e  potè  quindi  portare  nella 
direzione  dell'Istituto  una  rara  competenza. 

Nel  breve  t^iro  di  due  anni  l'Istituto  Te- 
rapeutico Italiano  si  è  occupato  delle  più  no- 


tevoli questioni  che  si  agitino  nel  mondo 
medico,  e  sempre  vi  ha  portato  un  contributo 
di  opera  originale. 

Per  esempio  nella  questione  della 

Cura  del  Cancro 

così  palpitante  nel  pubblico  e  nella  stampa 
anglosassone,  e  così  dibattuta  dalle  cllniche 
inglesi  e  tedesche,  che  ottennero  dai  Governi 
degli  Istituti  per  lo  studio  esclusivo  di  tale 
questione,  dotati  di  milioni,  l'Istituto  italiano 
ha  cooperato  in  modo  preponderante,  riu- 
scendo a  preparare  i  fermenti  del  pancreas 
(Tripsina,  Amilopsiua,  ec),  che  possiedono  me- 
ravigliose proprietà  curative  sui  tumori  ma- 
ligni, in  modo  da  poterli  utilizzare  sull'uomo. 
Dei  lavori  del  dott.  Zanoni  su  questo  argo- 
mento s'interessarono  la  stampa  medica  ita- 
liana ed  anche  i  maggiori  giornali  politici,  tra 
cui  ripetutamente  il  Corriere  della  Sera,  nelle 
sue  rubriche  scientifiche;  ed  i  rimedii  sopra- 
citati guadagnarono  il  primo  posto  nella  cura 
dei  tumori  maligni  giudicati  inoperabili. 

Ma  dove  si  distinse  maggiormente  l'opera 
dell'Istituto,  dimostrando  il  valore  che  si- 
mili enti  possono  portare  nel  progresso  delle 
scienze  mediche,  è  nella  questione  della 

Cura  della  Pertosse. 

è  noto  a  tutti  che  questa  malattia  (chia- 
mata volgarmente  Tosse  Asinina,  tosse  ferina, 
canina,  convulsa,  ec.)  è  la  più  tormentosa  che 
affligga  l'infanzia,  sia  per  la  durata  (da  3  a  6 
mesi),sia  per  la  mortalità,  elevata  come  quella 
della  difterite,  sia  per  le  complicazioni  (polmo- 
niti) e  per  le  conseguenze  (tubercolosi,  rachi- 
tismo, ernie),  ohe  per  le  sofferenze  veramente 
impressionanti  che  gli  accessi  px-ocurano  alle 
tenere  creature.  Or  bene,  questa  affezione  per 
cui  tutte  le  più  svariate  cure  da  parecchi  se- 
coli sono  state  messe  in  prova,  con  risultati 
così  scarsi  da  rendere  scettici  non  solo  le  fa- 
miglie, ma  anche  i  medici  più  valenti,  venne 
studiata  nell'Istituto  da  un  punto  di  vista  as- 
solutamente nuovo,  e  il  dott.  Zanoni  riuscì 
dopo  molti  sforzi  a  scoprirne  il  rimedio  spe- 
cifico. 

Si  tratta  di  un  Siero  ottenuto  da  una  pic- 
cola glandola  che  si  trova  negli  animali  un 
poco  sopra  al  rene,  e  che  perciò  viene  chia- 
mata soprarene.  Questa  glandola  durante  la 
vita  fabbrica  certe  sostanze  che  hanno  la 
proprietà  di  far  scomparire  l'infiammazione: 
infatti,  se  si  bagna  un  occhio  arrossato  con  una 
sola  goccia  del  succo  naturale  di  questa  glan- 
dola, in  poco  tempo  l'infiammazione  scom- 
pare. 

Sapendosi  ohe  la  pertosse  è  prodotta  da 
una  infiammazione  della  parte  alta  dei  bron- 
chi e  della  trachea,  il  dott.  Zanoni  ebbe  l'idea 
di  combatterla  appunto  col  Siero  di  detta 
glandola,  Siero  che  in  commercio  venne  bat- 
tezzato col  nome  di  "  SIC  „  ossia  l'acrostico 
del  suo  vero  nome  che  è  ''  Siero  Soprarenale 
Interno  e  Corticale  „.  Questo  Siero  si  prende 
a  goccio  diluite  nell'acqua,  ed  è  di  un  sapore 


-  781  - 


ItradeToItMlmo,  Unto  cho  1  bamblBl  lo  cèto- 
dono  ila  s^. 

!>.imblnl 
»o'  i    l'ur.i, 

fui  .  ^  «'nnoro 

coniutiioAd  «1  i'oiiur(<t>o  ili  M«;«^Uoiiia  tenu- 
tosi a  (it'iiova  ii«'l  VJ0[>.  e  In  pooo  t«mpo  la 
naova  cura  voniio  sporiinentaU  da  tutu  1 
medici  d'Italia. 

Le  esperteoze  principali  furono  fatte  nelle 
Cliniche  Universitarie  di  Parma,  Genova,  FI- 
rense,  Napoli,  Torino,  Palermo,  Buenos  Aires, 
Ginevra,  Basilea,  e  negli  Ospedali  dei  barn- 
bini  di  Crciuona,  Milano,  Barcellona.  Madrid, 
Trieste.  Ma  fu  specialmente  nella  Clinica 
Pediatrica  della  li.  Università  di  Roma  di- 
retta dal  prof.  Luigi  Concetti,  uno  dei  più 
illustri  maestri  delle  Malattie  dei  Bambini, 
che  il  5ic'  fu  oggetto  di  esperimenti  decisivi 
che  ne  consacrarono  la  f:ima.  Anche  di  questi 
fu  fatta  Relazione  al  Congresso  di  Medicina 
tenutosi  a  Roma  nel  11)06  sotto  la  presidenza 
di  Guido  Baccelli,  e  II  prof.  Concetti  li  con- 
fermava al  dott.  Zanoni  con  questa  lettera: 

Egregio  Collega, 

Ho  esperimentato  e  fatto  sperimentare 
neir  ambulatorio  della  mia  Clinica  e  uell'eser- 
oiEio  privato  il  "  Sic„  contro  la  pertosse.  Posso 
riferire  su  oltre  un  migliaio  di  casi,  della  più 
parte  dei  quali  i  miei  assistenti  dottori  Fe- 
derici e  De  Villa  hanno  già  dato  Relazione 
al  Congresso  di  Medicina  dell'ottobre  scorso. 
Il  "  Sic„  si  è  mostrato  veramente  efficace,  sia 
contro  l'intensità  dogli  accessi  e  contro  la 
loro  frequenza,  sia  rendendo  più  breve  il 
decorso  della  malattìa,  e  migliorando  le  con- 
dizioni generali.  Come  derivato  dalle  glan- 
dolo surrenali  esso  è  attualmente  il  rimedio 
da  consigliarsi  con  la  maggior  fiducia  nella 
cura  della  Pertosse. 

Prof.  Luigi  Concetti 
Direttore  della  Clinica. 

Per  comodo  dei  nostri  lettori  avvertiamo 
che  il  Sic  costa  L.  2,50  al  flacone  e  si  trova 
in  tutte  le  farmacie  d'Italia.  Secondo  l'età 
del  bambino  un  flacone  dura  da  3  a  10  giorni. 

Unite  col  rimedio  vi  sono  le  dettagliate 
norme  per  l'uso. 

Un'altra  questione,  che  l'Istituto  ha  radi- 
calmente risolta,  è  quella  della  cura  dell'in- 
continenza d'orina,  così  frequento  nei  bam- 
bini anche  dopo  l'età  di  due  anni,  in  cui 
questo  disturbo  dovrebbe  essere  cessato.  Si 
calcola  che  su  100  bambini  24  siano  affetti  da 
perdita  delle  orine  di  notte  e  alcuni  anche 
di  giorno:  è  vero  che  col  crescere  degli  anni 
a  poco  a  poco  guariscono,  se  non  tutti,  al- 
meno la  massima  parte;  ma  è  anche  vero  che 
finché  il  disturbo  dura  è  un  grande  cruccio 
per  le  mamme,  una  mortificazione  pel  bam- 
bino, un  danno  per  l'igiene  e  l'economia 
della  casa;  senza  contare  che  se  i  bambini 
diventano  rachitici,  anemici,  nervosi,  lo  si 
deve  in  gran  parte  a  questa  affezione.  I  ge- 
nitori ritengono  che  i  bambini  si  bagnino  per 
malvezzo  e  pigrizia  e  li  puniscono:  invece  il 
dott.  Zanoni  ha  dimostrato  che  il  disturbo 
dipende  da  una  speciale  debolezza  dei  mu- 
scoli e  dei  nervi  della  vescica,  e  perciò  i 


bAmbinl  ennretld  non  s  devono  panlre,  ma 
curar»».  Finora  però  non  esisteva  nensun  ri- 
medio; ma  recentemente  l'Istituto  Terapeu- 
tico Italiano  è  riuscito  ad  estrarre  dai  nervi 
degli  animali  certe  sostanze,  coli' uso  dello 
quali  i  nervi  o  1  muscoli  dolla  vescica  acqu 
stano  forza  ed  energia  tanto  che  i  bambini 
eh»  ai  bagnatìo  addosso,  guariscono. 

Anuresine. 

Anche  questo  rimedio,  chiamato  Anur«- 
»ine,  si  prende,  come  il  precedente,  a  gocce 
diluito  in  un  po' d'acqua.  Il  suo  sapore  è 
dolce.  h'Anure»ine  è  assai  ben  vista  dalle  ma- 
dri perchè,  non  solo  guarisce  l'incontinenza, 
ma  conferisce  robustezza,  appetito,  vigore  ai 
bambini,  e  perchè,  risparmi.indo  la  pulizia 
quotidiana,  la  cura  riesce  più  economica  del 
non  fare  nulla,  h' Anuresine  è  usata  in  molti 
Orfanotrofi,  Colle;,'i,  Ospizi,  tra  cui  possiamo 
citare  l'Istituto  dei  Derelitti  della  Congrega- 
zione di  Carità  di  Milano,  il  Collegio  Nazionale 
delle  Figlie  dei  Militari,  l'Orfanotrofio  Pro- 
vinciale di  Brescia.  Padova,  Napoli,  ec. 

In  tutte  le  più  accreditale  farmacie  d'Ita- 
lia si  può  avere  V Anuresine  al  prezzo  di  L.  3,50 
al  flacone,  che  basta  per  8-10  giorni  di  cura, 
e  che  in  certi  casi  può  bastare  per  la  guari- 
gione completa.  Prima  di  chiudere,  vogliamo 
accennare  ad 

Una  cura  pratica 

non  dispendiosa  e  di  provata  efficacia  contro 
la  tubercolosi  polmonare,  che  l'Istituto  ha 
fatto  conoscere  in  Italia.  Si  tratta  della  so- 
luzione del  dott.  Roblot,  antisettica  bron- 
chiale e  ricostituente,  adottata  fino  dal  1902 
dai  Dispensari  antitubercolari  del  Municipio 
di  Parigi  per  la  cura -di  oltre  40,000  malati  di 
petto  che  ogni  anno  ricorrono  agli  Ambula- 
tori dell' Assintence  pubblique.  La  cura  Roblot 
si  fa  esclusivamente  per  iniezione  per  non 
importunare  lo  stomaco  che  nelle  malattie 
a  lungo  decorso  deve  essere  lasciato  libero 
per  l'alimentazione.  Le  iniezioni  si  fanno  in 
numero  di  3  la  settimana:  dopo  un  periodo 
di  9  iniezioni  si  fa  una  settimana  di  riposo. 
Tre,  quattro,  cinque,  di  questi  periodi  se- 
condo l'importanza  della  malattia,  bastano 
per  la  cura,  la  quale  può  essere  ripetuta  an- 
che dopo  un  po' di  tempo,  specialmente  nelle 
stagioni  critiche  di  primavera  e  d'autunno 
per  rafforzare  gli  eff^'tti  ottenuti.  Preparatore 
esclusivo  per  l'Italia  della  soluzione  Roblot 
è  l'Istituto  Ter.  Ital.,  Via  Dante,  4,  Milano. 
Il  rimedio  è  in  flaconi  da  25  gr.  e  costa  L.  4 
in  ogni  farmacia  d' Italia.  Per  averlo  per  po- 
sta occorre  aggiungere  cent.  30  per  flacone. 
Per  i  nostri  lettori  che  dimorano  all'Estero 
vogliamo  indicare  le  varie  città  e  le  Ditte 
depositarie  dei  prodotti  dell'Istituto.  Sono: 
Ditta  J.  l'eretti  a  Buenos  Aires,  Monte  video, 
Assuncion.  Ditta  Thermon  a  Barcellona,  Ma- 
drid, Lisbona.  Pascal  a  Losanna.  Xadnlny  a 
Basilea.  Haaf  a  Berna.  Haiutsmann  a  S.'  Gallo. 
Soldati  a  Lugano.  Uhlmann-Eyrattd  a  Ginevra 
e  Zurigo.  Kamp  e  Sohn  a  Hohr-Coblenza,  Lus- 
semburgo, Amsterdam.  Gallo  a  T^lnto.  Meli  a 
Trieste.  Mandoffla  al  Cairo.  Camp,  des  Med. 
Pai,  franfaiaes  a  Parigi,  Boston  e  Montreal. 


7S2  — 


PER  GUARIRE  E  PROLUNGARE  LA  VITA 

(Il  Rigeneratore  del  chimico  Nicola  Contardi). 


Che  cosa  è  il  "  Rigeneratore?  „ 

È  un  preparato  a  base  di  fosforo,  ferro, 
manganese,  calce,  acido  lattico,  combinati  tra 
loro  e  con  la  glicerina,  quindi  è  un  glicero- 
fosfolattato  di  manganese,  calce  e  ferro  li- 
quido. In  ogni  flacone  vi  sono  circa  6  grammi 
di  prodotto  complesso  di  fosforo,  ferro,  man- 
ganese e  calcio  secco. 

Conosciuta  la  formola  di  composizione,  è 
facile  a  tutti  comprenderne  l'efficacia  cura- 
tiva nelle  molte  e  svariate  malattie. 

Basta  ricordare  il  larghissimo  e  salutare 
uso  che  si  faceva  anni  or  sono  del  lattato  di 
ferro  e  del  fosfato  di  calcio,  per  comprendere 
tutta  la  grande  efficacia  del  Rigeneratore,  che 
contiene  le  stesse  sostanze,  ma  allo  stato  li- 
quido, assimilabile,  organico. 

Il  Rigeneratore  fa  preparato  dal  Chimico 
Nicola  Contardi  nel  1884,  quindi  conta  molti 
anni  di  esperienza  gloriosa. 

È  bene  osservare  che  dopo  i  meravigliosi 
risultati  del  Rigeneratore  sono  stati  messi  in 
commercio  i  glicero-fosfati,  che,  se  apportano 
un  beneficio  all'organismo,  non  possono  mai 
raggiungere  l'efficacia  del  Rigeneratore. 

Inoltre,  dopo  la  grande  diffusione  del  Ri- 
generatore,sono  stati  messi  in  commercio  tanti 
altri  prodotti  d' imitazione,  con  nomi  deri- 
vati dal  greco,  dal  latino,  o  magari  da  qual- 
che lingua  immaginaria,  per  far  concorrenza 
al  grande  e  benefico  preparato;  ma  come 
nessuna  scimmia  diventa  mai  uomo,  così  nes- 
sun altro  prodotto  ha  potato  mai  raggiun- 
gere l'efficacia  del  vero  Rigeneratore  Lombardi 
e  Contardi. 

Se  si  interpellano  tutti  coloro  ohe  fecero 
uso  dei  prodotti  d' imitazione,  si  apprenderà 
che  ebbero  sempre  un  beneficio  illusorio  ed 
assai  fugace,  per  cui  ne  ingoiarono  inutil- 
mente centinaia  di  flaconi,  nella  speranza  di 
ri  ottenere  la  salute,  ciò  che  non  consegui- 
rono mai. 

Invece,  con  l'uso  di  un  sol  flacone  del  vero 
Rigeneratore  Lombardi  e  Contardi,  l'organi- 
smo si  sentì  rinato  a  nuova  vita,  e  molti 
scrissero  che  corrisponde  vei-amente  al  nome 
che  porta. 

Perchè  gli  si  dette  il  nome  di  "  Rigene- 
ratore,,? 

Il  corpo  umano  è  costituito  di  cellule,  e 
la  generazione  dell'uomo  ha  origine  pure  da 
una  cellula  (l'uovo).  Tutte  le  cellule,  nello 
stato  normale  e  fisiologico,  vivono  una  vita 
rigogliosa,  e  la  risultante  della  loro  vitalità 
costituisce  la  vita,  la  buona  salute,  la  forza 
dell'  organismo  umano.  Quando,  per  una  in- 
finità di  ragioni,  la  vitalità  delle  cellule  è  af- 
fievolita, o  in  qualsiasi  modo  alterata,  si  ha 
la  debolezza,  la  sofferenza,  la  malattia,  e  indi 
anche  la  morte. 

Ora,  se  l'organismo  umano  è  generato  da 
una  cellula  ed  è  un  complesso  di  cellule,  il 
prodotto  ohe  ridona  la  vitalità  affievolita  delle 
cellule  rigenera  l'organismo,  donde  il  nome 
di  Rigeneratore. 

In  che  modo  il  "Rigeneratore,,  rida  la  vi- 


talità alle  cellule   e   quindi   rigenera   l'orga* 
nismo? 

L'uomo  mangia  per  vivere,  ma  mangiando 
muore.  Ne  uccide  più  la  gola  che  la  spada, 
dice  un  antichissimo  adagio.  Nel  mangiare 
non  si  ha  mai  la  giusta  misura,  ma  si  eccede 
sempre;  ciò  dipende  dal  pervertito  senso  di 
sazietà  a  cui  viene  educato  l'uomo  fin  da 
bambino.  Come  è  felice  quella  madre  che 
vede  mangiare  a  due  bocconi  suo  figlio,  ed 
ingoiare  dei  grossi  piatti  di  alimenti,  em- 
piendo un  pancione  da  monsignore!... 

Quante  volte,  osservando  uno  di  questi 
ragazzi  o  giovanetti,  non  ci  è  sembrato  di 
avere  innanzi  un  vecchietto.  E  come  son  con- 
tente le  madri  quando  dei  loro  figli  si  dice 
che  hanno  tutto  l'agire  e  l'apparenza  di  un 
vecchio!  È  appunto  il  soverchio  alimento,  che 
fermentando,  e  calcificando  precocemente  la 
cellula,  fa  invecchiare  l' organismo  prima  del 
tempo. 

In  tal  modo,  adunque,  si  acquista  un  falso 
sentimento  della  sazietà. 

Non  è  possibile  qui  definire  i  danni  che 
produce  nell'organismo  l'eccesso  del  cibo;  vi 
sono  interi  volumi  stampati  in  proposito. 

Così  air  ingrosso,  si  può  paragonare  al- 
l'eccesso  di  combustibile  nella  macchina  a 
vapore,  dove  si  produce  l'incrostazione  delle 
pareti  della  caldaia  e  l'ossidazione,  l'abbru- 
ciamento  della  caldaia  istessa.  Anche  nella 
cellula  del  corpo  umano  si  ha  l'ossidazione, 
r  indurimento,  e  la  calcificazione  (deposito  di 
sali  terrosi)  (De  Lacy  Mele). 

Il  Rigeìieratore,  pel  suo  contenuto  di  acido 
fosfoglicerico  e  lattico,  agisce  combattendo 
questo  stato  anormale  della  cellula,  sciogliendo 
i  sali  terrosi,  e  facendole  riprendere  l'anda- 
mento fisiologico.  Quindi  rida  alla  cellula  la 
sua  vitalità  naturale,  rigenera  l'organismo. 
Perciò  il  nome  di  Rigeneratore  è  perfetta- 
mente appropriato. 

Come  si  dimostra  la  virtù  del  "  Rigene- 
ratore „  ? 

La  dimostrazione  è  scientifica  e  pratica. 

Fin  dai  primi  giorni  di  uso  del  Rigenera- 
tore le  urine  divengono  più  colorate,  men- 
tre il  Rigeneratore  non  contiene  alcun  prin- 
cipio colorante.  L'analisi  chimica  ci  dimostra 
un'  abbondanza  di  sali  terrosi,  di  ossalati,  di 
urati.  Contemporaneamente  l'individuo  si 
sente  più  libero  ed  agile  nei  suoi  movimenti, 
diventa  più  svelto  e  più  forte;  se  aveva  de- 
positi artritici  li  vede  scomparire  ;  se  .soffriva 
di  varici,  vede  rimessa  la  circolazione. 

Tutto  il  corpo  acquista  una  maggiore  ela- 
sticità, si  sente  ringiovanito,  rigenerato. 

Ciò  non  deve  menomamente  mettersi  in 
dubbio,  perchè  basta  domandai-lo  a  chi  usò 
un  solo  flacone  di  Rigeneratore,  per  sapere 
che  è  la  pura  e  semplice  verità,  senza  esage- 
razisne. 

L'efficacia  del  Rigeneratore  è  immediata 
e  duratura,  còme  innanzi  abbiamo  ripetuto. 

Abbiamo  degli  esempi  nei  quali  l'indivi- 
duo che  fece  la  cura  completa  di  4  ti.  per 


-  7^3  - 


cheti  dnp  nio<l,  sfotte  in  ottima  sMnte  p<»r 
altri  </Ni«i<iiVt  riHni,  e  solo  «topo  tMio  tempo 
'<t*utt  11  bisogno  di  riprendere  alcuni  altri 
:':iooi»l  del  benefloo  prodotto. 

Q-):t   t<>   dioifttno   risultn  ohiaramonto  da 

'linee  sontteol  dal  8olToronti. 

•  far  osservare  ohe  noi  ttMiiamo 

A  alla  lettera   spontanea  doll'ani- 

i;i.i  >;     .:     Ulto,  anziché  ai  certiftoatl  di  dub- 

\>\.i   p:v'\  .-•n.on/.a. 

>;  lìn/,-.,-'iator0  è  un  prodotto  assoluta- 
nieiito  soientiùoo,  prt'parato  con  crlterii  ra- 
zionali, lar^mento  sperimentato  con  risul- 
Uti  moravi>:liosi  per  molti  anni. 

A  quali  malattie  giova  il  "  Rigeneratore?  „ 
Espressa  chiaramente  la  composizione  del 
-  r^ore,  ogni  lettore  potrebbe  facilmente 
•me  le  virtù  terapeutiche,  sfogliando 
ori  manuali  di  materia  medica.  Ma  per 
!uìare   al   lettore  siffatto   fastidio,   tra- 
nne qui  brevemente  le  virtù  sperimen- 
•  riconosciute  dagli  scienziati. 

I  professori  Von  Schroflf  e  8emmola  scri- 
vono COSI  circa  il  ferro  (contenuto  in  modo 
organico  ed  assimilabile  nel  Rigeneratore)  : 

•  Tra  le  malattie,  nelle  quali  si  garanti 
sce  l'uso  del  ferro,  noi  annoveriamo  le  se- 
guenti: 

1».  Debolexr.a  atonica  della  digestione 
con  sviluppo  di  acidi,  muco  abbondante  e 
vermi,  dipendente  da  atonia  dei  muscoli  e 
della  mucosa  dello  stomaco  e  defili  intestini. 

2".  Clorosi  e  molte  altre  cachessìe,  ane- 
mia generale  in  ambedue  i  sessi,  idropisia, 
edemi  scrofolosi,  rachitide,  scorbuto,  gotta 
atonica. 

3°.  I  flussi  morbosi  che  si  dipendono  da 
atonia  dei  vasi  capillari  e  della  mucosa,  come 
flussi  sanguigni,  specialmente  dall'utero,  e 
dai  vasi  emorroidarii,  lo  blenorree,  a  prefe- 
renza del  sistema  genito  orinario  e  del  ca- 
nale intestinale,  le  diarree  ostinate,  le  pol- 
luzioni morbose. 

40.  Ritenzione  delle  secrezioni  sangui- 
ne, quando  dipende  da  anemia,  quindi  nel- 
.  imenorrea  e  menostasia,  che  non  solo  ac- 
compagnano la  clorosi,  ma  sussistono  da 
loro. 

50.  Impotenza  ed  infecondità  per  atonia 
degli  organi  genitali. 

6°.  Le  malattie  del  sistema"  nervoso,  in 
qualsiasi  parte  di  esso,  e  sotto  qualunque 
forma  si  presentino.  Le  ipocondrie  ed  isterie 
nervose,  nevralgie,  epilessia,  ballo  di  San 
Vito,  convulsioni,  paralisi,  fremori  degl"  in- 
doratori. 

70.  Contro  il  cancro,  ossia  la  cachessia 
che  accompagna  il  processo  carcinomatoso 
ne;;li  stati  inoltrati. 

8°.  Nelle  febbri  periodiche,  è  utile  nei 
tumori  degli  organi  addominali,  particolar- 
mente della  milza,  e  che  sogliono  restare 
dopo  le  febbri  periodiche. 

II  manganese  è  il  fedele  compajjno  del 
ferro,  tanto  nel  regno  inorganico,  che  orga- 
nico e  Petrequin  lo  raccomanda  a  preferenza 
nelle  cloro-anemie. 

L'unione  del  ferro  e  del  manganese  mi- 
gliora la  crasi  sanguigna. 

Il  fosforo  ha  elettività  speciali  pel  sistema 
nervoso  e  per  le  ossa,  quindi  venne  speri- 
mentato come  modiflcatore  della  nutrizione 


del  midollo,  n«»irftfa<;><f«,  r\'>U(>  mnlplojrto.  nel» 
la  paralisi  ai<iiaiilc,  e  quindi  ooine  Iposte* 
nizzan'te  n>-It'rt<llntanla,  nell'atasHodlnamta  e 
come  afrodisiaco:  ha  un'anione Mpocittca  sulle 
ossa,  ecoitatidono  la  foi  ma/.ìono,  e  perciò  fu 
raccomandato  nella  racliiiide  e  nell' osteoma- 
lacia.  1  medici  Inglesi  lo  somministrano  nelle 
nevralgie  (l'Ievanl).  „ 

Crediamo  indispensabile  far  subito  notare 
al  lettore  che  il  Rigeneratore  Lombardi  e 
Contardl  non  contiene  voloni,  ma  è  un  pro- 
dotto scientifico  insuperabile  per  i  suoi  be- 
nefici effetti,  adatto  per  i  bambini  e  per  tutte 
le  età. 

Moltissimi  imitatori  del  vero  Rigeneratore, 
per  illudere  gli  ammalati,  hanno  unito  alle 
loro  ibrido  miscele  veleni  potentissimi,  quali 
la  stricnina,  la  cocaina,  l'eserìna  e  simili,  per 
cui  vi  furono  anc-he  delle  intossicazioni  e  delle 
forti  irritazioni  intestinali. 

Raccomandiamo  di  escludere  assolutamen- 
te i  preparati  che  contengono  stricnina,  per- 
che questo  velenosi  accumula  nell'organismo, 
e  perciò  deve  usarsi  con  molta  precauzione, 
poiché  tre  soli  contigrammi  bastano  ad  uc- 
cidere un  uomo  del  peso  di  70  chilogrammi. 

Anche  noi  facciamo  prendere  il  Rigene- 
ratore con  i  Granuli  di  stricnina,  come  è 
detto  più  innanzi,  ma  diamo  le  es.itte  indi- 
cazioni per  sospenderne  la  somministrazione, 
continuando  sempre  l' uso  del  Rigeneratore. 
Tracciata  così  brevemente  la  sua  estesa  in- 
dicazione terapeutica  passiamo  ad  indicare: 

Il  miglior  modo  di  somministrare  il  "  Rige- 
neratore. ., 

Il  Rigeneratore  è  di  gusto  piacevole,  di 
sapore  dolce,  aromatico  ;  ma  preso  da  solo 
ricorda  il  sapore  dei  ferruginosi,  quindi  ò 
meglio  prenderlo  diluito  in  poca  acqua,  o  nel 
latte,  nel  brodo,  nella  birra. 

È  bene  prenderlo  mezz'ora  prima  della 
colazione  o  del  pranzo,  perchè  si  mescola 
con  gli  alimenti  e  si  digerisce  senza  alcun 
inconveniente. 

Lo  si  può  usare  però  anche  a  di;,'iuno 
perchè  non  irrita  la  mucosa  dello  stomaco, 
né  si  scompone. 

Il  Rigeneratnre  non  è  incompatibile  con 
alcun' altra  cura,  anzi  si  associa  con  van- 
taggio ad  altre  cure  generali.  Cosi  può  usarsi 
con  profitto  quando  si  fa  la  cura  di  ioduro 
di  potassio,  o  di  arsenico. 

Durante  la  cura  del  Rigeneratore  è  utile 
praticare  una  vittitazione  sobria,  con  cibi 
leggieri,  ossia  di  facile  digestione,  e  nutritivi. 
Quindi  si  userà  la  verdura  cotta,  le  uova,  la 
carne,  il  latte,  i  latticini  freschi,  i  le^'umi,  il 
pesce,  il  riso. 

Si  eviteranno  le  sostanze  salate,  troppo 
aromatiche  o  irritanti.  Non  si  daranno  i  fa- 
rinacei in  abbondanza. 

Quantunque  lo  stomAco  senta  molto  ap- 
petito durante  e  dopo  la  cura,  è  necessario 
non  sovraccaricarlo  mai.  sia  per  fare  che  la 
cura  riesca  più  efficace,  sìa  per  non  distrug- 
gere il  beneneio  prodotto  dalla  cura   stessa. 

Riusciranno  utilissime  le  passeggiate  al- 
l'aperto, in  aria  di  campagna,  perchè  col 
moto  il  sangue  circola  meglio  nell'organismo, 
ed  il  Rigeneratore,  che  penetra  subito  nel 
sangue,  arriva  in  tutte  le  parti  del  corpo,  ove 
risveglia  l'attività  funzionale  delle  cellulOr 


-  734  - 


Qualcuno  dpi  consumatori  del  Rigenera- 
tore V  ha  trovato  di  sapore  troppo  dolce,  e 
ci  ha  chiesto  il  modo  di  modificarne  il  gusto. 

Per  chi  ha  ripugnanza  pel  dolce  noi  con- 
sigliamo di  prendere  il  liigeneratore  nell'in- 
fuso a  freddo  del  legno  quassie.  Basta  met- 
tere la  sera,  in  un  mezzo  bicchier  d'acqixa, 
dei  pezzetti  di  legno  quassie  (pochi  grammi, 
da  3  a  4);  la  mattina  successiva  si  tolgono  1 
pezzetti  dall'acqua  e  si  aggiunge  il  cucchiaino 
di  Rigeneratore,  bevendo  ogni  cosa  un'ora 
prima  della  colazione  o  del  pranzo. 

Questo  è  il  migliore  amaricante  innocuo, 
ma  noi  continuiamo  a  mantenere  il  sapore 
dolce   al   Rigeneratore,  perchè   piace   ai  più. 

L' uso  del  legno  quassie  non  è  di  alcun 
inconveniente,  anzi  è  utilissimo  per  stimolare 
meglio  r  appetito,  migliorare  la  digestione, 
facilitare  l'espulsione  delle  feci,  se  vi  è  sti- 
tichezza. 

Quindi  chi  non  ha  ripugnanza  per  l'amaro, 
farà  cosa  ottima  a  prendere  il  Rigeneratore 
nell'infuso  di  legno  quassie,  sostanza  che  si 
ha  in  tutte  le  farmacie  con  pochissima  spesa. 

Il  sapore  dolce  del  Rigeneratore  non  di- 
pende dalle  zucchero,  che  non  è  contenuto 
affatto  nel  predotte;  tale  sapore  è  quello  na- 
turale del  glicerofosfolattate. 

Detto  così  tutto  quante  occorreva  per 
spiegare  chiaramente  al  lettore  l'intima  com- 
posizione chimica  dell'eccellente  predetto, 
veniamo  ora  a  dettagliarne  le  speciali  indi- 
cazioni. 


Il  Diabete. 

Ecco  la  malattia  classica,  che  ha  per  sin- 
tomo principale  mua  grande  debolezza  Aé\V  in- 
dividuo,  fine  al  punte  da  farlo  sentire  stanco 
dopo  il  più  piccolo  lavoro,  la  più  tranquilla 
passeggiata. 

Alla  grande  debolezza  si  unisce  il  depe- 
rimento organico  progressivo,  la  sete,  la  vo- 
racità e  pei  l'inappetenza,  l'emissione  di 
molta  urina,  la  quale  contiene  zucchero  ri- 
velabile con  l'analisi  chimica. 

Chi  voglia  saperne  di  più  richieda  la  no- 
stra memoria  sul  Diabete,  ove  troverà  tutti 
1  dettagli  della  malattia  e  della  cura. 

Qui  diciamo  sole  che  se  il  Diabete  era 
stato  ritenuto  incurabile  dn  oltre  cinque  se- 
coli, invece  la  cura  col  R  generatore  ha  col- 
mata questa  grande  lacuna  della  terapia. 

Abbiamo  pubblicate  moltissimi  attestati, 
che  furono  comunicati  a  tutti  i  medici  d'Ita- 
lia; ne  riferiamo  qui  pochi  altri. 

Livorno  9/2/OG.  —  Con  la  cura  di  un  mese, 
terminata  oggi,  ho  trovato  giovamento,  ma, 
non  essendo  del  tutte  scomparse  lo  zucchero, 
prego  spedirmene  altra  cura  per  guarire  per- 
fettamente. Pampana  Angiolo.  Via  Palestre, 
n.  22  p.  2. 

Diocesi  di  Acireale  15/2/06.  —  Dopo  molti 
mesi  di  cura  dietetica  severa  non  avevo  mai 
potuto  veder  scomparire  lo  zucchero  dalle 
mie  urine.  Il  dicembre  cominciai  la  cura  e 
dopo  15  giorni  lo  zucchero  8C0Tnp<trve  total- 
mente e  non  è  più  ricomparso.  Mj  sento  e 
sono  realnaente  migliorato  in  forze,  nell'ap- 
petito, nella  nutrizione,  nel  colorito.  Sto  bene, 
quantunque  non  abbia  per  nulla  interrotte 


le  fatiche  del  mfo  ministero.  XJa  pafroco  (ch6 
non  vuol  essere  nominato.) 

Castellammare  Adriatico  11/2/06.  —  Torno 
a  voi,  perchè  1'  unica  cura  da  cui  ho  ricevuto 
giovamento  è  stata  quella  del  Rigen  rntore 
pel  diabete,  che  l'anno  scorso  mi  spediste. 
Compiacetevi  quindi  inviarmi  la  cura  com- 
pleta. G.  Giammari  Giammaria.  Via  Lanificio. 

San  Cesario  sul  Panaro  21/3/00.  —  Il  mio 
ammalato  di  diabete  con  la  cura  del  Rigene- 
ratore e  Pillole  Vigier  ha  ottenuto  un  effetto 
sorprendente,  da  dirsi  guarito  perfettamente. 
Pellicciari  Roberto. 

Intra  [Lago  Maggiore)  23/3/06.  —  La  vostra 
cura  centro  il  diabete  che  mi  spediste  in 
gennaio,  la  trovai  sorprendente,  perchè  in 
un  mese  mi  sentii  guarite.  Avendo  però  abu- 
sato subito  dei  farinacei  e  zuccherini,  il  me- 
dico mi  ha  consigliate  di  ripeterla,  per  cui 
prego  spedirmela  con  premura. 

Appresi  il  buon  risultate  della  vostra  cura 
dalla  signora  Imperatori  ed  io  a  mia  volta  l' he 
raccomandata  ai  miei  amici,  che  se  ne  sono 
giovati,  rantoli  Placido. 

Palermo  26/3/06.  —  In  persona  di  mia  fa- 
miglia, affetta  da  diabete,  voglie  applicare  il 
vostro  metodo  di  cura,  che  ritengo  ragiona- 
tissimo  ed  elficace,  come  mi  assicurane  al- 
cuni celleghi,  che  l'hanno  sperimentate.  Spe- 
ditemi la  cura  contro  assegno.  Dett.  L.  Ro- 
mano Costanzo. 

Ascoli  Piceno  ll/é/06.  —  Ebbi  buoni  ri- 
sultati dalla  cura  fatta,  e  volendola  ripetere, 
come  l'anno  scorse,  prego  rinaettermene  al- 
tra per  un  mese.  Camillo  Garzia  Civico.  Corso 
Umberto  I,  n.  63. 

Caltanisetta  16/5/06.  —  La  vostra  cura  mi 
ha  fatto  molto  bene,  e  volendola  ripetere  per 
un  altre  mese,  prego  spedirmela  subito  e  ve 
ne  rimetto  il  cesto.  Carmelo  Riccioni. 

Cingoli  (Macerata)  23/5/06.  —  Prego  man- 
darmi altra  cura  completa  del  suo  pregevole 
rimedie  antidiabetico,  avendone  già  il  mio 
cliente  risentito  vantaggio  e  volendola  ripe- 
tere. Dottor  Camillo  Coletti. 

Lucca  27/5/06.  —  Favorite  spedirmi  la  vo- 
stra cura  contro  il  diabete.  La  sperimentai 
altra  volta,  e  ne  risentii  vantaggio.  Salva- 
tore Del  Carlo. 

Reggio  Cai.  2/7/06.  —  Avendo  sperimen- 
tato efficacissimo  per  la  sparizione  del  glu- 
cosio dalle  urine,  l'uso  del  tante  rinomato 
Rigeneratore  e  delle  Pillole  Vigier,  prego  spe- 
dirmi la  cura  completa  di  un  mese  per  una 
mia  cliente,  che  trovasi  ammalata  col  diabete, 
Giovanni  Morisani,  farmacista  in  San  Gre- 
gorio. 

Radicena  25/7/06.  —  Ebbi  buoni  risultati 
dalla  vostra  cura  contro  il  diabete,  ed  ora 
voglio  ripeterlo.  Sacca  Nicola,  caporale  di 
Finanza. 

Verona  28/7/06.  —  Favorite  spedire  al- 
l'indirizzo: Econome  del  Manicomio  provin- 
ciale di  Verona  la  vostra  cura  contro  il  dia- 
bete. Con  un  anno  di  dieta  rigorosa  non  fui 
capace  di  veder  diminuire  il  glucosio,  che  si 
manteneva  sempre  al  20  per  mille;  col  vo- 
stro rimedio  invece,  che  adopero  da  un  mese, 
l'ho  ridotto  a  0,40  per  mille,  perciò  son  certo 
della  perfetta  guarigione.   Arnaldo   Kessler. 

Oppido  Mamertina  29/7/06.  —  Dopo  tanti 
anni  son  costretto  ricorrere  (novellamente) 


-  735  - 


'  rostro  !»r*clflco  contro  11  dlal>«»tc.  Ho  spe- 
;n*ntnt<»  Il  f<»rTn«*f»to  <1*nT»  ed  ho  p*>rf1(ito 
i:  "  ■     '  ,         't.) 

tt  :o 

d,>  i    e 

dt  ma   lo   /uc- 

ci imi  11   Toatro 

Si  '  .  .       .         col  quale  ho 

seinprti  i>>i>drvAti>  iltiutiiutie  t>  scomparire  lo 
«ucchero  dopo  il  secondo  mese.  Dott.  Matteo 
Pia  neri, 

l\>rd4pnmé  1/8/06.  —  FaTorite  spedirmi 
cubito  la  vostra  cura  contro  il  diabete.  Sei 
anni  fa  ne  feol  uso,  e  mi  trovai  bene.  Essen- 
dosi ora  il  male  riprodotto  desidero  ripeterla. 
Provai  la  cura  di  sola  carne,  ma  si  ottiene 
poco  e  si  va  troppo  per  le  lunghe.  Taiario 
Giovanni,  oretìi-e. 

Ctt-esole  Reale  7  8/06.  —  Ho  piacere  di  ri- 
petere per  un  altro  mese  la  vostra  cura  con- 
tro il  diabete,  avendone  ottenuto  buon  ri- 
sultato; prego  mandarmela  subito.  Giacchino 
Giacomo.  Albergo  Leranna. 

VentùHìglia  Sicilia  22  8/06.  —  La  vostra 
cura  mi  fece  molto  bene:  lo  zucchero  sparì 
completamente  nel  primo  mese  e  non  è  più 
ricomparso.  Desidero  fare  il  secondo  periodo 
di  cura  col  Bigenerajore  e  Granuli  di  stricnina, 
che  mi  spedirete  contro  assegno  Gottilla  Tom- 
maso, Sindaco. 

Ancona  9  9  OC.  —  Ebbi  già  tempo  addietro 
a  sperimentare  la  cara  da  lei  studiata  contro 
il  diabete  e  ne  risentii  davvero  indubbio 
vantaggio.  Ora  però  provo  qualche  piccolo 
segno  di  possibile  ricomparire  della  noiosa 
malattia.  Le  ho  indirizzato  due  cartoline  va- 
glia da  L.  12  ciascuna  (n.  72,73)  affinchè  ella 
si  compiaccia  spedirmi,  con  cortese  solleci- 
tudine, la  cura  completa  in  dose  doppia,  per 
continuarla  più  a  lungo  e  liberarmi  definiti- 
vamente. Il  mio  domicilio  è  Ancona;  ora 
però  sono  in  campagna,  per  cui  la  prego  in- 
dirizzare il  pacco:  Ancona  per  Casebruciate. 
G.  Trionfi. 

Chiavasso  (Torino)  9/9/06.  —  Anni  fa  ebbi 
occasione  di  guarirmi  dal  diabete  con  le  vo- 
stre Pillole  Vigier  e  Rigeneratore,  e  ne  fui 
oltremodo  soddisfatto....  8op.  Caffè   Firenze. 

Borgoiaro  8/9/06.  —  Prego  spedirmi  una 
scatola  Pillole  Vigier  e  due  fl.  Rigeneratore. 
Questa  cura  consljiliata  al  mio  cliente  ha  fatto 
buona  prova.  Dottor  Cesare  Cantù  farma- 
cista. 

Fano  5/10/06.  —  Avendo  sempre  trovato 
efficace  la  vostra  cura  contro  il  diabete,  che 
affligge  mia  moglie,  prego  spedirmela  per 
farla  ripetere.  Capitano  Sante  Gbiantoni. 

Venezia  27/10,06.  —  Grazie  alla  di  lei  cura 
mi  sento  assai  meglio,  lo  zucchero  è  molto 
diminuito,  e  riprendo  le  forze:  perciò  desi- 
dero ripeterla  e  vorrete  spedirmela  assieme 
alle  cartine  purgative.  Vittorio  Fulin.  Via  Vit- 
torio Emanuele,  11  p.  San  Felice  3943. 

Mirin^ola  (Mo>iena)  11/11/06.  —  Trovando 
efficacissima  la  cura  di  lei  contro  il  diabete, 
prego  spedirmela  per  un  altro  mese.  Dottor 
Giuseppe  Pignatti. 

Tiinità  {Cuneo)  20/11/06.  —  Soddisfatto 
della  sua  contro  il  diabete,  mio  suocero  il 
cav.  uff.  Pietro  Barbieri  m'incarica  di  in- 
viarle altre  L.  12  per  una  seconda  cura.  Il 
malato  ha  73  anni,  ha  le  gambe  deboli   ed 


ha  l)l«ogno  di  rinforzimi,  co«»  c^•  gli  p' 
cura  la   cura  atessa.   Prof.   Chlappella   Pif>i 
domentco. 

l'ìBloia  20/12  06.  —  Con  la  vostra  cura  h 
dom«to  il  mio  diabete:  lo  zucchero  è  ridof 
a  zero.  Proseguirò  II  vo.ntro  Hìgener-jtore  <•- 
i  gianuli  di  stricnina.  Florindo  Caramel! 
Via  Pratese  269. 

J'eaaro  25/12/06.  —  Prego  spedirmi  altri 
cura  contro  il  diabete.  Sono  molto  lulglio- 
rato,  ma  intendo  proseguire  la  sua  benefica 
cura  per  guari  rmi  totalmente,  come  si  sono 
guariti  altri  mici  amici. 

Pagnoni  Giuseppe.  Via  Flaminia,  n.  21. 

Cairo  3/1/07.  —  Trovandomi  malato  di 
diabete  m'informai  da  una  mia  conoscente 
per  sapere  come  si  era  guarita  ella  che  era 
tanto  malata,  e  mi  disse  che  guari  facendo 
la  sua  cura  col  Rigeneratore  e  Pillole  Vigier. 
Voglio  guarire  anch'io,  e  prego  spedirmi  la 
cura.  Riccardo  Siraffa.  Via  Chvàl  Bey  n.  20. 
Egitto.  Cairo. 

Verona  4/1/07.  —  Mia  suocera  era  da  molto 
tempo  ammalata  di  diabete.  Con  una  cura 
completa  dalla  sua  sper>ia1ità,  più  2  altri  fi. 
Rigent^ratore  è  guarita  perfettamente  da  più 
tempo,  ed  io  feci  forte  reclame  alla  sua  spe- 
cialità. Voglio  ora  usare  la  vostra  Lichenina 
ec.  Palletta  Germano,  Via  20  Settembre  n.  160. 

Messina  7/1/07.  —  Essendo  ammalato  di 
diabete,  il  mio  amico  Giuseppe  CrisafuUi  mi 
consiglia  di  adottare  la  vostra  cura,  già  da 
lui  felicemente  sperimentata,  per  cui  prego 
spedirmela.  Giovanni  Spadaro  Aliguò,  via  Bu- 
falo n.  9. 

Reggio  Cai.  3/2/07.  —  Prego  spedirmi  4  fl.  di 
Rigeneratore,  che  uso  con  efficacia  contro  il 
diabete  da  più  anni.  Gesualdo  Barreca,  ap- 
paltatore. 

Parma  4/2/07.  —  Prego  inviarmi  la  cura 
per  un  mese  del  diabete  e  Pillole  Vigier  e 
Rigeneratore.  Già  da  più  tempo  ho  intrapreso 
tale  cura,  che  mi  ha  fatto  benissimo  e  sono 
da  molti  mesi  completamente  guarito.  Però 
credo  utile  farla  di  tanto  in  tanto  come  pre- 
ventiva. Oddone  Vincenzo,  Via  Giacomo  Tom- 
masini,  n.  3G. 

La  cura  del  diab<?te  si  pratica  co\Rigene- 
ratore  e  le  Pillole  litinate  Vigier.  È  la  più 
efficace,  superiore  a  tutte  le  altre  ed  in  ispe- 
cie  a  quella  recente  del  fermento  d' uva  o 
di  birra  (lieviU)). 

La  cura  completa  di  un  mese  oosta  L.  12 
in  Italia,  estero  L.  15  anticipate. 

Vizio  di  ricambio 

Noi  riteniamo  il  diabete  come  la  malattia 
tipica  del  vizio  di  ricambio,  quindi  dell'istessa 
cura  si  giovano  la  gotta,  l'artrite,  l'ossaluria, 
la  renella,  l'arteriosclerosi,  le  varici,  il  reu- 
matismo, ec. 

11  Rigeneratore  scioglie  ed  elimina  i  depo- 
siti di  sali  terrosi  Innpo  le  vene,  le  arterie, 
i  capillari  e  sulle  cellule,  quindi  l'organismo 
si  libera  dall' injjombro  e  si  rigenera. 

Non  è  possibile  riportare  in  questo  posto 
tutte  le  testimonianze  del  guariti  di  tante 
malattie:  non  la  finiremmo  più.  Così  nell'ar- 
trite  da  Verona  il  3  luglio  1905  Maria  Frigo, 
abiunte  In  via  Prodavalle,  n.  12,  p.  3,  scrisse 
aver  trovato  miracoloso  il  Rigeneratore. 


im  - 


I)e*te  varici  1,  s'gnor  (rfovanni  Penilo  di 
Tort  JJliss,  Texas,  via  El-Paso  ne  comunicò 
la  guarigione,  e  la  più  olas.sioa  guarigione  di 
varici  l'ottenne  la  signora  Rosa  Sozzani  mae- 
stra di  San  Giorgio  Lomellina,  poiché  le  va- 
rici erano  piagate. 

Ma  la  prova  più  luminosa  si  ebbe  in  per- 
sona di  un  illustre  medico,  il  prof,  comm,  Giu- 
seppe Manfredonia  che  per  la  sua  tarda  età 
e  per  la  debolezza,  dipendente  da  naarasma 
senile,  era  costretto  di  guardare  continua 
mente  il  letto.  Egli  scrisse: 

"  Attesto  io  qui  sottoscritto  di  aver  spe- 
rimentato in  me  stesso  la  grande  efficacia 
del  Rigeneratore  Lombardi  e  Contardi.  L'uso 
ogni  giorno,  ed  ho  vinto  il  marasma  senile 
che  mi  aveva  sequestrato  a  letto,  mentre  oggi 
vivo  allegramente  la  mia  vita  da  ottuagena- 
rio. Nessun' altra  specialità  mi  fu  di  tanto 
giovamento.  Napoli,  20  gennaio  1898.  Prof, 
comm.  Giuseppe  Manfredonia,  Medico  capo 
degl'Incurabili,  Consulente  dell'Ospedale  del- 
l'ordine sovrano  di  San  Giovanni  di  Geru- 
salem.me.  ^ 

Questi  e  moltissimi  altri  attestati  dimo- 
strano quanto  noi  chiaramente  spiegammo 
in  una  recensione,  "  Per  vivere  almeno  100 
anni  „  :  cioè  che  la  vecchiaia  è  costituita  dal- 
l'indurimento e  dalla  calcificazione  dei  tes- 
suti, e  che  a  ringiovanire  l'organismo,  fugare 
1  malanni  della  vecchiaia  e  prolungare  la 
vita,  riesce  brillantemente  il  Rigeneratore  da 
noi  preparato. 

La  nostra  pubblicazione  fatta  neir^?«ta- 
nacco  Italiano  del  Bemporad,  anno  1904,  pa- 
gine 403  411,  trova,  nel  suo  risultato  ultimo, 
una  brillante  conferma  negli  studii  del  Met- 
chnikoff,  vice  direttore  dell'Istituto  Pasteur 
di  Parigi.  Questo  illustre  scienziato  pubblicò 
un  volume  intitolato  "  Etudes  sur  la  nature 
humaihe  ^  ove  spiegò  l'invecchiamento  dei 
nostri  organi  per  la  presenza  di  certi  microbi 
detti  phagocytes,  che  divorano  gli  elementi 
nobili  dei  nostri  organi. 

Richiesto  recentemente  il  Metchnikoff  sul 
"  come  impedire  all'essere  umano  d'invec- 
chiare prematuramente  e  come  ritardare  la 
morte,  l'illustre  professore  rispose:  Forzan- 
dosi di  combattere  le  principali  cause  di 
morte  naturale  e  fra  queste  le  intossicazioni 
lente  dovute  alle  fermentazioni  che  si  pro- 
ducono nell'intestino  grasso.  Riescono  bene 
allo  scopo  i  bacilli  lattici,  che  impediscono 
lo  sviluppo  dei  microbi  nocivi  e  racchiudono 
una  sostanza  utile  all'organismo  come  lo 
hanno  dimostrato  le  ricerche  fatte  all'Istituto 
Pasteur  dal  professore  e  dai  suoi  coadiutori.  , 

Ciò  spiega  gli  effetti  meravigliosi  del  Ri- 
generatore contro  i  malanni  della  vecchiaia 
precoce,  pel  contenuto  di  acido  lattico. 


Anemia  ed  altre  sofferenze. 

Nella  composizione  del  Rigeneratore  entra 
il  ferro,  che  è  il  rimedio  sovrano  contro 
l'anemia;  ma  v'è  anche  il  manganese  quale 
energico  coadiuvante. 

La  forma  di  glicorofosfolattato,  con  la 
poca  quantità  di  calce  compatibile  per  sti- 
molare la  nutrizione,  riesce  di  efficacia  sor- 
prendente. 


Se  ne  gi'ovjl  pure  !a  cfofdnémia,  fa  cloi'o-f, 
la  rachitide,  il  linfatismo,  l'osteomologia,  le 
mestruazioni  irregolari  (dismenorrea,  ame- 
norrea) inappetenza,  ipocondria,  dolori  di 
testa,  debolezza  nelle  gambe,  dolori  ai  reni 
e  simili  soffereiize   dell'oi-ganismo. 

In  tali  casi  la  cura  del  solo  Rigeneratore 
li  sufficiente  a  combattere  il  male. 

Vi  si  può  associare  con  profitto  l'uso  del 
Liquore  arsenicale  del  Fowler  o  altro  pre- 
parato di  arsenico  a  seconda  che  il  medico 
prescrive. 

Il  Rigeneratore  è  il  rimedio  delle  giovanetto 
pallide  e  smorte,  che  nell'età  critica  del  loro 
sviluppo  soffrono  un  malessere  indefinibile 
per  cui  al  seducente  colore  roseo,  che  do- 
vrebbe brillare  sulle  paffute  guance,  si  sosti- 
tuisce il  colore  sentimentale  della  rosa  tè,  o 
quello  sepolcrale  della  ginestra. 

Il Rigeneratoreà.Qve  accompagnare  l'uomo 
dalla  sua  nascita  fino  alla  più  tarda  età. 

Durante  l'allattamento,  la  madre  o  la  nu- 
trice debbono  usare  a  pranzo  il  Rigeneratore 
per  avere  un  latte  migliore  e  più  .abbondante, 
che  per  conseguenza  farà  crescere  forte  e 
ben  nutrito  il  bambino.  E  il  miglior  galato- 
foro,  per  la  virtù  specifica  dell'anaci  conte- 
nutovi, e  del  ferro. 

Nell'età  dello  sviluppo  il  Rigeneratore  nu- 
trisce i  muscoli,  i  nervi  e  le  ossa,  dando 
organismi  sani  e  vigorosi. 

Nell'età  inoltrata  o  nella  vecchiaia  II  Ri- 
generatore mantiene  la  vitalità  funzionale 
delle  cellule,  ciò  che  assicura  la  buona  salute 
e  la  forza. 

Neurastenia. 

La  malattia  del  nostro  secolo,  l'esauri- 
mento nervoso,  dovuto  all'eccessivo  lavoro 
intellettuale,  alla  grande  responsabilità  che 
assai  spesso  pesa  su  l'individuo,  alla  continua 
tensione  nervosa,  trova  nel  Rigeneratore  il 
rimedio  specifico  piìi  potente. 

Fate  entrare  nel  vostro  sangue  il  ferro 
ed  il  manganese,  e  la  nenrastenia  guarisce; 
nutrite  i  vostri  nervi  col  fosforo,  che  stimola 
la  fibra  e  la  cellula,  e  voi  riacquisterete  il 
dominio  di  voi  stessi,  e  la  buona  salute. 

Ciò  si  consegue  meravigliosamente  col 
Rigene  atore,  che  contiene  i  preziosi  elementi 
nella  forma  più  assimilabile,  quindi  passa 
immediatamente  nel  sangue  e  si  diffonde  in 
tutto  l'organismo,  apportandovi  i  benefìci 
effetti. 

11  prof.  Mùller,  specialista  delle  malattie 
nervose,  constatò  scientificamente  che  il  neu- 
rastenico  ha  nel  suo  sangue  appena  il  6  % 
di  ferro  organico,  quanto  se  ne  trova  nel 
sangue  di  una  ragazza  anemica, mentre  l'uo- 
mo sano  ne  ha  l'il  per  cento;  e  ciò  spiega 
la  grande  efficacia  del  R'generatore  in  tale 
malattia. 

Il  Rtgeneratorf  da  solo  rappresenta  la  cura 
completa,  ma  per  riuscire  più  presto  e  me- 
glio in  tale  malattia  si  unisce  con  reale  van- 
taggio all'uso  dei  Granuli  di  stricnina  precisi 
deila  ditta  Lombardi  e  Contardi  che  conten- 
gono anche  il  fosforo  per  stimolare  maggior- 
mente il  sistema  nervoso. 

Il  granulo  di  stricnina  va  preso  a  digiuno 
per  8-10  giorni  di  seguito,  sospendendolo  poi 


.loml,  TOPiìtrc  il  Tì'^'ttetntorf.  Tftcon- 
iiiui.i,.>  sfuy.a  tntcmizIiiMO.  iiiir.t  dopo  15 '20 
irloriii  di  cura  so  in-  aimuMitoni  la  d»>8e  ft  due 
rurchlnini  al  giorno  in  noqua  a  colazione  o 

:  tin  sol  granulo  al  giorno.  La  cura 
»,  di  oltre  due  mesi,  si  compone  di 
4  11.  Kiiféttératoft  ed  un  fi.  di  Granuli  di 
stricnina,  e  costa  L.  18.  estero  L.  20  anti- 
cipate. 

Questa  cura  ha  dato  splendidi  risultati 
nelle  pai  alisi,  nell'atassia  locomotrice,  nella 
debolezza  di  vista,  ambliopia  nicotinica,  nel- 
l'astenia jjeneralo  o  sessuale  (impotenza). 

CivAro  (jnpst* ultima  indisposizione,  per 
ott.  'Vtto  immediato,  si  usa  con  van- 

ta. '•'Il  ririlig,  innocua. 

I  ■  il  manifesto  speciale  della  cura 
con  gli  attotati. 

Non  po<;siamo  ri  erire  lettere  e  attestati  di 
ammalati  guariti,  pur  avendone  a  migliaia  e 
ciò  per  difTerenti  ragioni. 

La  prima  è  che  la  neurastenia  as^ai  spesso 
si  confonde  con  l'astenia  sessuale,  e  la  me- 
desima cura  giova  in  entrambi  i  casi,  quindi 
potrebbe  nascere  il  dubbio  sul  genere  di  ma- 
lattia guarita. 

E  teniamo  a  disposizione  degl' increduli 
un  grandissimo  numero  di  tali  lettere;  ne 
riferiamo  solo  una  molto  significativa,  per 
dimostrare  che  1'  ammalato  guarito  ripete  al 
bisogno  la  cura  con  certezza  di  buona  riu- 
scita. 

Torino  15.'5/0€.  —  Prego  spedirmi  11  Ri- 
generatore ed  i  Granuli  di  stricnina  per  la 
cura  completa  avendola  di  già  sperimentata 
qualche  anno  fa  e  ne  ebbi  un  risultato  ot- 
timo, anzi  splendido.  Quara  Camillo,  Via  San 
Secondo  11. 

Malattie  uterine. 

Abbiamo  più  innanzi  parlato  di  diverse 
malattie  delle  donne  in  cui  il  Rigeneratore 
riesce  utilissimo  e  prodigioso. 

Ci  piace  ora  di  richiamare  l'attenzione  so- 
pra uno  speciale  disturbo  funzionale  dell'ute- 
ro, per  cui  si  hanno  frequenti  aborti,  o  manca 
addirittura  il  concepimento. 

Anche  in  questi  casi  il  Rigeneratore  agi- 
sce radicalmente  sulle  cellule,  riordinando 
le  funzioni  dell'organo,  per  cui  si  evitano  gli 
aborti,  si  combatte  la  sterilità.  In  tali  casi 
il  Rigeneratore  si  unisce  con  le  Pillole  nervine 
a  base  di  viburno,  e  la  cura  completa  di  4  fi. 
Rigeneratore  con  una  scatola  Pillole  costa 
L.  20.  Il  dott.  Giuseppe  Giovinazzo  di  Radi- 
cena  dichiara  di  averle  sperimentate  su  vasta 
scala  con  felice  risultato.  11  farmacista  An- 
dino Ro<:co  di  Castigliola  ha  prevenuto  l'a- 
borto diverse  volte  in  una  donna  che  abi- 
tualmente abortiva.  E  non  riferiamo  altro 
per  brevità. 

Applicazione  estema. 

II  Rigeneratore  viene  assorbito  anche  dalla 
pelle,  quindi  chi  desidera  un  effetto  più  ra- 
pido può  applicarlo  con  vantaggio  strofinan- 
done un  po'  sotto  le  piante  dei  piedi  e 
nell'inguine,  dopo  aver  lavate  le  parti.  Anche 
r  applicandone  lungo  la  spina  dorsale  riesce 
giovevole. 


T/ns«inr'  itncnto  <!el   tHg»rtr<ifore  per  la 
pelle  sple,'n   II    fatto  che  il  Rìqenerutore  ap 
plicato  sulle   verruche  o   porri    li    fa  hcoh; 
parlro. 

Applicato  sul  viso  o  sulle  mammelle,  ra*-- 
soda  i  tessuti  facendo  si-omparire  la  flosce/./;! 
o  le  rughe. 

.\pplicat»)  sui  capelli,  ciglia  e  baili  nutrisce 
il  pelo  e  fa  loro  riprendere  leggermente  il 
colore  naturale.  Nel  caso  vi  sia  alopecia  <> 
calvizie  l'applicazione  del  Rigeneratore  %\\ì 
capelli  si  fa  alternare  con  l'applicazione  dell:i 
Ricinina,  mettendo  una  mattina  il  Rigenera- 
tore, ed  una  mattina  la  Ricinina:  cosi  la 
calvizie  si  arresta,  i  capelli  rinascono,  l'alo- 
pecia scomparisce  come  per  incanto. 

11  signor  Barone,  esattore  del  Roma  di  Na- 
poli, ed  il  signor  lovine,  figliuolo  del  Segre- 
tario Comunale  di  Vietri  di  Potenza  avevano 
larghe  chiazze  deturpanti  di  alopecia  e  per 
quanti  rimedi!  e  pomate  ci  avessero  appli- 
cate, per  quanti  medici  avessero  consultati, 
non  erano  affatto  scomparse  o  modificiite, 
invece  con  l'applicazione  della  Ricinina,  scom- 
parvero le  aree  spelate  ed  i  capelli  bianchi 
cresciuti  si  moltiplicarono  e  ripresero  il  co- 
lore naturale. 

Come  vede  il  lettore,  diamo  sempre  la 
prova  indiscutibile  delle  nostre  affermazioni. 
La  Ricinina  costa  L.  5,  per  posta  L.  6;  quat- 
tro tì.  L.  20  franco. 

Conclusione. 

Come  la  benefica  rugiada  ravviva  lo  stelo 
inaridito,  cosi  il  Rigeneratore  infonde  nell'or- 
ganismo la  piena  coscienza  di  vita  ed  il  sen- 
timento elevato  della  florida- salute.  I  pochis- 
simi attestati,  riferiti,  rappresentano  la  mille- 
sima parte  di  quanti  ne  possediamo.  Molti 
medici  ne  sono  entusiasti  e  l'usano  essi  stessi. 
Cosi  il  dott.  Amato  da Cervaro (Caserta;  scrive: 

"  Da  anni  ed  anni  ogni  volta  che  io  debbo 
ricorrere  a  cure  ricostituenti,  per  riparare 
le  perdite  che  subisce  il  mio  organismo,  a 
causa  di  un  apparato  digerente  molto  capric- 
cioso, prendo  il  Rigeneratore,  che  il  mio  sto- 
maco digerisce  ed  assimila  benissimo.  È  un 
preparato  magnifico,  che  merita  tutta  la  fi- 
ducia. „ 

Quando  per  troppo  lavoro,  per  eccesso  di 
piaceri,  per  patemi  di  animo,  o  forti  dispia- 
ceri, o  per  qualsiasi  altra  ragione,  si  avver- 
tono in  voi  disturbi  nutritivi,  o  disturbi 
funzionali  in  genere,  l'uso  del  Rigeneratore 
forma  la  leva  potente  per  rialzare  e  rianimare 
l'esistenza  morale  e  materiale. 

In  moltissime  malattie,  ove  le  più  svariate 
cure  restarono  inefficaci,  il  Rigeneratore  fece 
riacquistare  la  perfetta  salute. 

Nelle  convalescenze,  dopo  le  più  gravi 
malattie,  il  Rig'^neratore  rifornisce  all'organi- 
smo in  tempo  brevissimo  gli  elementi  essen- 
ziali e  necessarii  per  riacquistare  subito  la 
buona  salute. 

Il  Rigeneratore  è  perfettamente  limpido, 
di  colore  gialletto,  senza  deposito,  solubile 
nell'acqua,  nel  latte,  nel  brodo,  nel  vino,  nella 
birra  e  simili. 

Non  si  altera  per  passar  di  tempo  o  cam- 
biar di  temperatura.  Col  freddo  si  appanna 
la   limpidezza   lievemente   per  le   sostanze 


—  738  — 


aromatiche che'contiene  sciolte  (anici,  vanilla), 
ma  nulla  perde  di  eitìcacia. 

Largamente  sperimentato  per  molti  anni, 
fu  premiato  con  medaglia  d'oro  al  merito 
scientifico. 

Costa  L.  3  11  flacone,  e  si  spedisce  per 
p.iceo  postale  dietro  rimessa  di  L.  3,75  per 
l'Italia,  estero  L.  4,00.  Quattro  flaconi  si  spe- 
discono in  Italia  per  L.  12,  ed  all'estero  por 
L.  15  anticipate,  all'unica  fabbrica  Lombardi 
e  Contardi.  Napoli,  Via  Roma,  345. 

Per  alcune  parti  dell'estero  il  Rigenera- 
tore si  spedisce  in  flaconi  di  ferro  come  cam- 
pioni raccomandati. 

Chiudiamo  questa  già  troppo  lunga  ras- 
segna con  un'ultima  testimonianza  impor- 
tante. 

Bergamo  29  5-1906  -  Avendo  usato  15  anni 
or  sono  il  vostro  pregevole  Bigeneratore  ot- 
tenendone risultati  etiicacissimi,  mi  rivolgo 
fiiìucioso  direttamente  a  voi  dopo  una  lunga 
malattia  sofferta. 

Con  la  presente  cartolina  vaglia  vogliate 
compiacervi  spedirmi  due  flaconi  del  vostro 
rinomato  Rigeneratore.  Del  Conte  Tebaldo. 
Via  Pignolo,  82. 


Avvertenze. 


Raccomandiamo  di  non  confondere  il  rem 
lìigeìif.rulore  Lombardi  e  Contardi  con  tanti 
altri  falsi  Rigeneratori,  con  nomi  diversi.  Cliie- 
àeìesevajyve  Rigeneratore  Lombaì-di  e  Contardi; 
allontanatevi  sdegnato  se  vi  presentano  o  vi 
consigliano  altri  prodotti. 

Diffondete  i  buoni  eftetti  del  Rigeneratore 
perchè  ciò  vi  fa  ricordare  con  piacere  dai 
vostri  amici.  A  tale  proposito  noi  ci  ritenia- 
mo sempre  autorizzati  a  pubblicare  le  lettere 
dei  nostri  buoni  clienti,  che  ci  partecipano 
gli  etfetti  beneflci  ottenuti  dalle  nostre  spe- 
cialità chimico-farmaceutiche. 

Rispondiamo  gratuitamente  per  qualsiasi 
schiarimento  e  preghiamo  di  unire  il  franco- 
bollo per  la  risposta. 

Non  spediamo  contro  assegno,  per  non 
aumentare  le  spese. 

Ringraziamo  tutta  la  benemerita  classe 
medica  che  usa  e  prescrive  i  nostri  prodotti. 

Lombardi  e  Contatidi. 
NAPOLI  -   Via  Roma,  345. 


NOTIZIE   VARIE 


Le  Vene  Varicose. 

Le  Vene  Varicose.  —  Questa  tormontosa 
affezione,  così  ricca  dì  esasperanti  gravissime 
conseguenze  e  complicanze,  ben  presto  non 
sarà  che  un  ricordo  patologico.  È  oramai 
esaurientemente  dimostrato  che  la  cura  ra- 
dicale medica  scoperta  dal  Dottor  Stefano 
Bolognese  (Casella  postale  502,  Napoli),  rico- 
stituendo le  pareti  venose  e  tutto  l'apparec- 
chio circolatorio,  debella  il  male  nelle  sue 
cause  e  nei  suoi  effetti  (Ved.  Articolo  spe- 
ciale, a  pag.  478). 

igiene  della  pelle. 

Per  nulla  trascurare,  richiamiamo  l'atten- 
zione delle  nostre  Lettrici  su  di  un  articolo 
che  non  può  escludersi  da  una  bene  assor- 
tita toelette,  e  raccomandabile  innanzi  tutto 
per  la  sua  grande  bontà;  i  suoi  pregi  essen- 
ziali sono  sanzionati  -da  molti  anni  di  buon 
successo,  e  dalla  serietà  e  notorietà  della  Casa 
produttrice,  che  da  più  di  un  secolo,  coi  suoi 
articoli  finissimi,  compete  coi  migliori  esteri. 

Intendiamo  parlare  della  Crema  Glicerina- 
Arène,  alla  Violetta,  che  aggiunge  bellezza  a 
qualsiasi  volto  femminile,  attribuisce  quella 


attrattiva,  quella  grazia,  che  esercita  un  vis 
dalla  pelle   line  e  vellutata. 

Siamo  sicuri  di  non  ingannarci  consiglian- 
done l'acquisto  presso  i  produttori:  Bel/et 
Sénès  &  Cìurmes,  successori  d'Arène  -  Napoli, 
Via  Roma,   180. 

Per  dimagrare. 

Siamo  sicuri  di  far  cosa  grata  ai  nostri 
lettori  fornendo  loro  l'indicazione  di  un  ri- 
medio contro  l' obesità,  il  quale,  a  differenza 
di  tanti  altri,  è  razionale  e  scientifico.  Esso 
è  il  Liquore  antipolisarcico,  preparato  dal  chi- 
mico farmacista  signor  Siverio  Ferrari,  con 
la  formola  del  prof.  Acampora.  La  sua  eSica- 
cia  è  incontestabile,  e  reca  dimagramento 
fisiologico,  senza  alcun  inconveniente  o  scon- 
cèrto, e  senza  richiedere  cambiamento  nel 
sistema  di  vita. 

Il  nostro  compito,  che  è  quello  di  fare 
qui  cenno  di  alcuni  fra  i  più  accreditati  pro- 
dotti, è  finito:  quei  lettori  cui  lo  specifico 
Acampora  interessa,  possono  chiedere  schia- 
rimenti più  ampii  e  letterature  al  dott.  S.  Fer- 
rari, successore  di  Acanipora,YiSi  Bisignano,  54, 
Napoli. 


LIQUORE  t°''"^'<"''^' 
SMB.C.VIRN/ILDrVi A B ViTRUùiò 9  MILA N<> 


NOTE  DEL   MEDICO 


Cronicità. 

Che  cosa  vi  ha  In  qnosto  mondo  di  più 
tedioso,  di  più  anii^^cnte  di  una  malattia 
cronica?...  Il  oiouloo  è  un  misero  membro 
ohe  si  stAcoa  dal  grande  tronco  doli" albero 
soc-iale,  dal  quale  però  ha  sempre  bisogno 
continuo  di  attingere  alimento,  assistenza  e 
cara,  senza  per  altro  recare  al  medesimo  il 
contingente  attivo  di  utile  e  di  lavoro.  11  cro- 
nico è  quindi  l'essere  più  cordialmente  e  ta- 
citamente od  alo,  sopra  tutto  ai  tempi  nostri 
di  attività  febbrile  e  convulsa,  in  oui  resi- 
stenza e  il  benessere  trovansi  intimamente 
subordinati  alla  produzione  e  alla  capacità 
individuale  di  ciascuno. 

Non  per  nulla  si  è  parlato  anche,  or  non 
è  molto,  della  famosa  entananìa  (buona  morte), 
metodo  spicciativo,  caldeggiato  dalle  nazioni 
più  industriose,  metodo  che  dovrebbe  essere 
prodigato  agli  incurabili  non  tanto  per  carità 
più  o  meno  evangelica  di  toglierli  alle  loro 
atroci  sofferenze,  quanto  per  liberare  una 
volta  tanto  la  società  civile  dal  peso  fasti- 
dioso del  loro  mantenimento. 

Oh  sii  Pur  troppo  non  esiste  in  questo 
mondo  una  classe  di  individui  che  possa  ve- 
ramente considerarsi  tanto  disgraziata  quanto 
quella  dei  malati  cronici! 

Nelle  famiglie  povei'e  essi  rappresentano  il 
disagio  e  la  rovina,  sì  da  cambiare  non  di  rado 
l'amore  dei  congiunti  in  avversione,  spesso 
anche  crudele  e  spietata. 

Nelle  famiglie  agiate  poi,  i  cronici  sono 
la  disperazione  dei  parenti,  della  servitù....  e 
anche  dei  medici,  per  i  lamenti  e  le  esigenze 
che  continuamente  affacciano  e  pretendono. 

Negli  ospedali  le  peggiori  sale,  i  più  infe- 
lici locali,  sono  destinati  ai  cronici,  per  i  quali 
veramente  si  attagliano  le  fatidiche  parole  di 
Dante: 

*  Lasciate  ogni  speranza  o  voi  che  entrate.  „ 

Una  delle  malattie  più  noiose  è  la  gotta; 
questa  immobilizza  il  malato  in  modo  da 
renderlo  qualche  volta  incapace  di  supplire 
da  sé  solo  ai  più  elementari  bisogni  della  vita. 

Ma  i  gottosi  cronici  hanno  almeno  una 
risorsa  potente  nell'Antagra  della  Ditta  Bi- 
sleri  di  Milano,  la  quale,  se  non  può  vincere 
le  anchilosi  antiche,  irrimediabili,  impedisce 
almeno  il  progresso  del  male,  e  ridona  alle 
articolazioni  una  elasticità  sufiBcente  da  per- 
mettere qualunque  movimento  senza  dolore. 

Certo  la  cura  deve  essere  indefessa  e  pro- 
lungata tanto  più,  quanto  più  cronica  è  la 
malattia.  E  dovrà  essere  coadiuvata  da  un 
adatto  regime  di  vita  e  di  vitto  e  da  un'asti- 
nenza assoluta  di  ogni  bevanda  alcòolica, 
tranne  piccole  dosi  di  vino  asciutto  ai  pasti. 
Sarà  invece  raccomandabile  1'  uso  di  acque 
diuretiche,  digestive,  antiuriche,  che  prati- 
chino un  vero  lavaggio  del  sangue,  inqui- 
nato da  un  eccesso  di  acido  nrico  —  La  mi- 
gliore acqua  del  genere  è  quella  di  Nocera 
Umbra  —  Sorgente  Angelica. 


Fiere  grandi....  e  piccole. 

Una  statistica,  pubblicata  In  una  autore- 
vole rivista  inglese,  fa  ammontare  a  parecchie 
migliaia  il  numero  degli  indiani  uccisi  xr\- 
nualmento  nel  Bengala  dalle  tigri  In  qu'^Ile 
foreste  da  cui  il  terribile  felino  )ion  è  si  «lo 
ancora  snidato.  E  la  cifra  doventerebbe  an- 
cora più  impressionante  se  fosse  sommata 
con  quello  delle  stragi  fatte  dal  mostruosi 
coccodrilli  che  popolano  i  liumi  indiani,  e  dal 
micidiali  serpenti  che  pullulano  nelle  ).ift* 
gnifiche....  e  traditrici  foreste. 

Ma  che  cosa  si  dovrebbe  dire  della  strage 
Inflnitamente  più  grande  che  —  senza  andare 
nell'India  —  anche  da  noi,  in  Italia,  nel  no- 
stro mite  clima,  fa  un  animaletto  ben  più  pic- 
colo? Alludo  all'Anofele,  la  famosa  zanz;ir* 
propagatrice  della  infezione  malarica.  Se  la 
tigre  sbrana,  se  il  coccodrillo  spezza  le  mem- 
bra colle  sue  spaventose  mandibole,  Sb  il 
serpente  fulmina  col  suo  sottile,  micidiale 
veleno,  l'Anofele  invece  punge  quasi  inseji- 
slbilmente  col  suo  aculeo  i  malcapitati  ch« 
non  sanno  difendersi  dalle  sue  insidie. 

Non  è  certo  l'atroce,  subitanea  morte  sotto 
l'artiglio  o  i  denti  dilaniatori,  ma  è  invece  il 
lento  attossicarsi  del  sangue,  è  il  trionfo  pro- 
gressivo, invadente  di  una  febbre  che  consu- 
ma, che  snerva,  che  annienta  le  forze  e  che, 
spesso,  porta  anche  alla  tomba. 

Contro  le  tigri  il  governo  inglese  mandò 
i  suoi  cipaj/s,  con  le  battute  di  caccia,  e  gli 
indigeni  piantano  le  gigantesche  trappole  or- 
late nell'alta  erba  delle  jungle. 

Contro  l'Anofele  la  preveggenza  vuole  che 
si  adoperino  le  reti  metalliche  alle  porte  e 
alle  finestre  ed  i  veli  ai  cappelli,  a  proteg- 
gere il  viso,  ed  i  guanti  alle  mani.  Ma  l'Ano- 
fele è  tanto  piccola,  e  la  storditaggine  o  la 
distrazione  dell'uomo  è  tanto  grande,  che 
ben  difficilmente  tali  misure  bastano  a  pre- 
servare efficacemente  la  nostra  pelle  dalla 
■puntura  del  malefico  insetto. 

Provvedimento  più  sicuro  è  quello  di  fare 
uso  dell'ottimo  preventivo  che,  dietro  con- 
siglio e  formula  dell'illustre  Clinico  Baccelli, 
la  Ditta  Bisleri  già  da  qualche  tempo  ha 
messo  in  commercio:  alludo  all' Esameba,  a 
questo  gustoso  elisir,  che,  al  pari  del  Ferro- 
China,  è  un  ottimo  tonico  delle  vie  digerenti 
e  ricostituente  del  sangue,  mentre  che,  per  l 
principi  che  contiene,  preserva  mirabilmente 
dall'infezione  malarica  Impedendo  che  1  pa- 
rassiti, inoculati  nel  sangue  dalle  zanzare,  pos- 
sano ivi  nonché  prosperare,  neppure  vivere. 

E  se  la  preveggenza  é  mancata  nel  non 
aver  fatto  uso  dell' Esameba,  e  la  febbre  ma- 
larica esplode,  nessun  miglior  rimedio  d^lle 
pìllole  Esanofele,  se  si  tratta  di  adulti,  della 
liquida  Esanofelina,  se  si  tratta  di  bambini, 
per  prontamente  domarla  e  vincerla. 

Eisanofele  ed  Esanofelina  —  sempre  drlla 
stessa  Ditta  Bisleri  —  sono  rimedi  tanto  uni- 
versalmente conosciuti  ed  apprezzati,  che  ò 
inutile  affatto  ogni  nostro  panegirico  di  rac- 
comandazione. 


•40  — 


IL  FERMENTO  D'UVA  JACQUEMIN. 

INNANZI  ALLA  MEDICINA 


Dacché  il  fer- 
mento d'uva  del 
prof.  Jitcquemìn 
è  entrato  per  la 
grande  porta  del- 
ìa  terapeutica 
modem  a  nella 
cara  delle  afie- 
zioni  diverse,  e 
specialmente  del 
Beuinatismo,  del- 
le malattie  della 
Felle  e  del  San- 
gue, dello  Stomaco 
e  del  Diabete,  più 
di  180,000  amma- 
lati sono  stati  cu- 
rati e  guariti. 

Questa  è  lapiù 
bella  vittoria  di 
cui  possa  andar 
orgoglioso  l'illu- 
stre scienziato  di 
Malzéville,  il  qua- 
le aveva  di  già 
all'attivo  del  suo 
Istituto,  ventun 
brevetti  ottenuti 
in  Francia  ed  al- 
l'estero, a  prote- 
zione delle  sue 
scoperte,  tanto 
nella  chimica  pu- 
ra ed  industriale, 
come  per  i  suoi 
processi  di  iras- 
si-ologia,  vinifica- 
zione, distillazio- 
ne degli  alcools, 
ec,  per  i  quali  ul- 
timamente anco- 
ra r  Esposizione 
Internazionale  di 
Vienna  gli  confe- 
rì il  gran  premio. 
La  scoperta 
valse  allo  scienziato  di  Malzéville  l'onore 
della  pubblica  discussione  all'Accademia  di 
medicina  di  Parigi,  e  migliaia  di  elogi  medici 
ricevuti  a  Malzéville. 

Tutti  ormai  sanno,  per  averlo  letto  e  ri- 
letto più  volte,  che  il  bacillo,  il  nostro  terri- 
bile nemico,  è  la  causa,  sovente  unica,  della 
maggior  parte  delle  malattie  :  la  tubercolosi, 
il  colora,  la  difterite,  ec;  e  principalm.ente 
delle  affezioni  cutanee  e  dei  vizi  del  sangue, 
di  cui  ci  proponiamo  più  specialmente  di 
intrattenerci  col  lettore. 

Le  malattie  della  pelle,  tutte  occasionate 
da  un  vizio  del  sangue  dovuto  a  difetto  ere- 
ditario o  procurato,  han  formato  oggetto  di 
studi  seri,  ed  il  loro  bacillo  è  oggi  perfetta- 
mente conosciuto;  ma,  ciò  che  è  molto  più 
interessante  per  i  malati,  è  la  scoperta  di  un 
altro  simile  essere,  come  esso  infinitamente 
piccolo,  ma  dotato  di  un  potere  rimarche- 
vole neir assorbire,  nel  distruggere   o,   per 


meglio  farci  comprendere,  nel  manEriare  e  di- 
gerire tutto  semplicem.ente  come  noi  fare.n- 
mo  di  un  alimento  qualunque. 

Il  Fermento,  tale  è  il  nome  di  questo  pic- 
colo essere  vorace,  messo  in  contatto  con  certi 
bacilli  (quelli  delle  malattie  della  pelle  in 
particolare),  li  avviluppa,  li  imbeve  della  sua 
sostanza  e  li  fa  scomparire,  dissolvendoli  e 
assorbendoli,  com.e  scompare  un  pezzo  di  zuc- 
chero immerso  in  un  bicchiere  d'acqua. 

Tale  è,  in  due  parole,  la  teoria  del'a  sco- 
perta sensazionale  che  ha  potuto  realizzare 
uno  dei  più  distinti  chimici,  il  signor  prof. 
Jacquemin,  di  Malzéville. 

Il  Fermento  impiegato  è  un  fermento  co- 
nosciuto da  tutto  il  mondo:  è  quello  di  pura 
uva,  l'agente  che,  insomma,  trasforma  il  succo 
in  quel  vino  che  noi  tutti  beviamo.  Si  era 
già  tentato  antecedentemente,  ma  Invano,  di 
ottenere  lo  stesso  risultato  con  altri  fermenti: 
il  lievito  di  birra  ed  altri;  ma  di^^graziata- 
mente  questo  fermento,  che  è  coltivato  in 
ambiente  freddo,  non  può  acclimatarsi  alla 
temperatura  elevata  del  nostro  stomaco  e 
vi  muore  dopo  la  sua  introduzione:  quindi 
l'insuccesso  del  medicamento. 

Al  contrario,  il  chimico  Jacquemin,  dopo 
lunghe  e  pazienti  ricerche,  è  giunto  a  tro- 
vare [Rapporti  all'  Accademia  di  Medicina)  che 
il  Fermento  di  uva  dei  paesi  caldi  vive  nel 
succo  gastrico. 

Fin  d'allora  i  medici,  comprendendo  l'im- 
portanza considerevole  di  questa  scoperta, 
cominciarono  a  prescriverlo  in  tutti  1  paesi, 
ai  malati  affetti  dalle  malattie  suindicate  ed 
i  risultati  ottenuti  dalla  pratica  sorpassarono 
di  assai  le  promesse  della  teoria,  tal  che  mi- 
gliaia di  ammalati  gli  debbono  oggi  la  loro 
guai'igionel... 

Aggiungasi  che  il  Fermento  di  uva  è  un 
prodotto  naturale  di  assoluta  innocuità:  con- 
viene assai  bene  ai  bambini,  affetti  da  diar- 
rea infantile,  come  agli  adulti;  è,  infine,  di 
un  assorbimento  gradevole. 

Quale  felice  notizia  per  i  malati  afflitti 
giorno  e  notte  dai  loro  incomodi,  per  quelli 
che  vedono  il  loro  viso  e  il  loro  corpo  coperti 
di  macchie,  che  li  rendono  presto  ripugnanti, 
perfino  a  loro  stessi  1 

In  poche  settimane,  grazie  al  Fermento 
puro  d'uva  tutti  questi  mali  saranno  scom- 
parsi, ed  i  pazienti  non  avranno  che  da  rin- 
graziare la  filantropica  scoperta  del  profes- 
sore Jacquemin. 

Nell'interesse  stesso  dei  malati  è  neces- 
sario domandare  sempre  il  Fermento  di  uva 
originale,  del  prof.  Jacquemin  di  Malzéville, 
presso  Nancy,  e  di  rifiutare  ogni  flacone  la 
cui  etichetta  non  porti  la  firma  del  prepa- 
ratore. 

Dott.  Henri. 

NB.  -  Una  interessante  letteratura  sul  Fer- 
mento 2ìu)'o  di  uva  Jacquemin  si  spedisce  gratis 
dal  Signor  Enrico  Detkeu  —  Napoli  -  Rap- 
presentante esclusivo  per  l'Italia  —  a  tutti 
coloro  ohe  ne  fui-anuo  richiesta. 


SPECIFICI  RACCOMANDATI 


♦•PcrcCT!.  ..  t  U  traduzione  testuale  del 
TTT^'  1'^  non  riproduciamo  per  diflfl- 

oi'l'  .1  e  che  vuol  dire  ("apiifliatiifa 

rijiv^.  .  ^  j  il  nomo  d'uno  specifico  contro 
la  caUuie  e  1»  caduta  del  capelli  (segreto  di 
bellexra  dogli  Harenis  di  Turchia  e  Persia). 

Noi  non  possiamo  lodar  troppo  questo 
rimedio,  tanto  meno  appartenendo  esso  alla 
categoria  di  quelli  ritenuti  empirici.  Dobbia- 
mo però  richiamare  su  di  esso  l'attenzione 
del  lettori,  invit^iiido  1  più  increduli  e  che 
avessero  vanamente  esperimentato  gli  altri 
preparati  congeneri  n  provare  anche  questo, 
o  perlomeno  a  chiedere  schiarimenti  (unendo 
francobollo)  alla  The  Vercem  ('.<>  Ltd.  (Roma, 
Via  Marche,  64). 


Forse  essi,  pigliando  visiono  delle  not'* 
illustrativo,  che  snranno  loro  rimesso  in  llneiv 
riscrvatissima,  e  perfino  di  autografi  medic'i, 
vedranno  scossa  la  loro  diffidenza,  come  ò 
stata  scossa  la  nostra. 

Vene  Varicose  (Varici  aite  gambe,  vm-iro' 
cele,  emorroidi).  —  Quante  gioie  non  avvele- 
navano o  addirittura  vietavano  finora  le  Vene 
Varicose?  Viva  la  Scienza  e  l'Italia  !  La  sem- 
plicissima cura  radicale  medica  delle  Vene 
Varicose  scoverta  dal  Dottor  Stefano  Bolo- 
gnese (Casella  postale  502.  Napoli),  tonificando 
e  ricostituendo  con  rapidità  e  sicurezza  le 
pareti  venose,  debella  il  male  nelle  sue  cause 
e  nei  suoi  effetti.  (Ved.  Articolo  a  pag.  Ala). 


PER  LE  GENERAZIONI  VENTURE 


Vi  sono  delle  cifre  veramente  spaventose: 
quelle  che  dicono  la  mortalità  dei  bambini  in 
Italia.  Quindici  anni  or  sono  l'Italia  aveva  il 
tristissimo  privato;  mentre  la  media  annuale 
della  mortalità  dei  bambini  n3i  primi  due 
anni  di  vita  nella  Norvegia  era  del  10  per 
cento,  nella  Francia  del  Ifi,  nella  Svizzera 
del  20,  nell'Austria  del  25,  nella  Baviera  del 
30,  nell'Italia  ascendeva  al  38  per  cento!  Non 
solo;  ma  mentre  in  Francia,  nella  Svizzera, 
nel  Belgio,  nell'Inghilterra,  sopra  un  milione 
di  bambini  ne  morivano  circa  280  000  prima 
del  decimo  anno  di  vita,  nell'Italia  ne  mo- 
rivano 420,0001  Nel  solo  anno  1887  morivano 
fra  noi  24,637  bambini  per  difterite.  23.7r)8  per 
morbillo,  1400  per  scarlattina,  900  per  tosse 
canina....  Come  mai  tanta  strage?  E,  soprat- 
tutto, perchè  mai  sì  triste  primato  per  noi? 

Gli  è  che  i  pregiudizi  e  gli  errori  più  gros- 
solani circondano  il  bambino  sino  dal  suo 
nascere  e  lo  accompagnano  nel  suo  alleva- 
mento; gli  òche  l'ignoranza  delle  madri  circa 
i  primi  precetti   dell'allevamento   è   tale  da 


far  vergogna.  S'ignorano  pur  troppo  le  ne- 
cessità dei  bagni  giornalieri,  dell'orario  dei 
pasti,  del  modo  dell'allattamento  e  dello  slat- 
tamento, s'ignora  la  necessità  di  curare  gli 
innumerevoli  piccoli  disturbi  del  neonato, 
abbandonando  i  rimedi  delle  donnicciuole, 
persuadendosi  che  anche  le  malattie  dei  bam- 
bini si  possono  curare  razionalmente,  e  che 
non  bisogna  attribuirle  sempre  ai  vermi  o 
alla  dentizione,  s'ignorano  i  benefici  dell'al- 
lattamento materno,  e  se  ne  trascura  il  do- 
vere, nonostante  gli  esempi  che  talora  ven- 
gono dall'alto,  gli  esempi  dei  quali  lumino- 
sissimo fu  quello  ohe  di  recente  impartiva 
la  gentile  Regina  d'Italia,  come  un  tempo  la 
regina  Bianca  di  Castiglia.... 

Fortunatamente,  da  qualche  anno,  si  fa 
pur  qualcosa  per  l'igiene  dei  bambini;  s'in- 
segna nelle  scuole,  si  cerca  di  dilfonderne  l« 
norme  con  le  pubblicazioni  popolari,  con  le 
conferenze,  le  lezioni,  ec,  e  già  qualche  van- 
taggio si  è  derivato:  la  spaventosa  mortalità 
dei  bambini  è  notevolmente  diminuita. 


LA  TERAPIA  FISICA  NELLE  MALATTIE  DEI  BAMBINI 


Alle  mamme  cui  tanto  stanno  a  cuore  !a 
salute  e  la  bellezza  dei  figliuoli,  ad  esse,  che 
con  tenero  ed  ammirevole  affetto  vigilano  sul 
loro  sviluppo,  io  dedico  queste  mie  disadorne 
parole,  nella  speranza  che  il  consiglio  in  esse 
contenuto  sia  ascoltato  e  con  fiducia  seguito. 
Un  antichissimo  metodo  di  cura,  richia- 
mato dagli  scienziati  in  uso  in  questi  ultimi 
anni,  e,  per  le  molte  e  recenti  scoperte  scien- 
tìfiche elevato  al  grado  di  vera  Scienza,  va 
ora  estendendo  le  sue  ap;ilicazioni  a  tutte  le 
branche  della  Medicina,  imponendosi  e  me- 
ravigliando per  i  lusinghieri  e  numerosi  ri- 
sultati ottenuti. 

Intendo  parlare  della  Terapia  Fisica,  della 
scienza  cioè,  che  cura  le  malattie  servendosi 
di  mezzi  fisici,  quali  il  calore,  la  luce,  l'acqua, 
l'aria,  il  moto,  l'elettricità,  1  gas,  «e. 


Tali  mezzi  sono,  invero,  i  più  conformi  al 
nostro  organismo,  e  credo  vano  in  questa 
paginetta  magnificarne  le  innumerevoli  ap- 
plicazioni; vorrei  solo  richiamare  l'attenzione 
sulle  applicazioni  loro  in  prò  dei  bambini 
infermi,  per  additare  alle  madri  .imorevoli, 
che  tutte  se  stesse  e  la  loro  vita  dedicano 
con  sublime  abnegazione  ad  essi,  un  nuovo 
mezzo  onde  risanare  e  mantener  forti  e  sane 
le  loro  creature. 

Non  v'hama-^gior  dolore  per  una  mamma 
di  quello  d'aver  un  bambino  deforme,  gra- 
cile, malaticcio,  tardo  d'intelligenza,  ed  alle 
volte  oggetto  di  scherno  o  di  ribrezzo. 

Con  quanta  invidia  queste  infelici  ve„'- 
gono  brillare  lo  sguardo  d'altr-  madri  di  le- 
gittimo orgoglio,  perchè  i  figli  loro  sono  belli, 
forti,  sani,  intellìgeuti! 


742 


Questo  contrasto  stridente  aumenta  il  do- 
lore delle  meschine,  cui  natura  fu  avara  di- 
spensatrice di  gioia  e  d'  amore  1 

Orbene,  a  queste  infelici,  più  che  alle  al- 
tre, io  dedico  le  mie  parole,  ad  esse  rivolgo 
la  preghiera  di  leggere  sino  in  fondo  questo 
scritto,  e  considerarlo  attentamente,  e  farne 
tesoro. 

La  Terapia  Fisica  può  ridonare  a  codeste 
doime  la  speranza,  e  per  esse  può  sorgere  an- 
cora una  nuova  aurora  di  sorrisi  e  di  gioie  £e 
vorranno  affidare  le  loro  creature  ai  medici 
epecialisti  di  Terapia  Fisica. 

La  ginnastica  medica,  i  bagni,  sia  semplici 
che  medicati,  sia  d'acqua  dolce  o  marina,  il 
clima  dei  monti  e  del  mare,  il  calore  del  sole 

0  dei  bagni  di  luce,  il  massaggio,  l'elettricità, 
in  tempo  opportuno  applicati,  possono  ope- 
ra)-e  il  miracolo. 

La  recente  scoperta  di  Kóntgen  ha  aperto 
orizzonti  nuovi  e  sconfinati  alla  Terapia  Fi- 
sica 1  Se  per  l' addietro  occorrevano  peinco- 
loBe  e  dolorose  operazioni  a  guarire  certe 
inf^irmità,  oggi  senza  dolore,  senza  le  detur- 
panti traccie  del  ferro  chirurgico  si  ottengono, 
stupefacenti  risultati.  Le  adeniti,  gli  ascessi 
scrofolosi,  le  malattie  del  cuoio  capelluto  e 
della  pelle,  alcune  malattie  degli  occhi  (con- 
giuntiviti semplici,  granulose,  scrofolose,  tra- 
coini  ec),  del  naso  (vegetazioni  adenoidi),  della 
goh\  (ipertrofie  delle  tonsille,  gozzo,  parotiti) 
po.xsono  essere  facilmente  guarite  a  mezzo 
de'  Raggi  Rontgen.  Le  correnti  ad  alta  fre- 
quenza, la  d'Arsonvallizzazione,  furono  espe- 
rimentati  efficaci  contro  l'ozena,  contro  la 
tul.'ercolosi  delle  ossa  e  in  molte  malattie 
deil' apparato  circolatorio.  I  bagni  di  luce, 
l'etliuvio  d'alta  frequenza,  i  raggi  Rontgen 
die  iero  pure  buoni  risultati  contro  l'artriti- 
smo,  il  reumatismo,   e  le  malattie  cutanee. 

1  tumori,  le  comuni  voglie  materne  (angiomi) 
le  macchie  cutanee,  l'alopecia,  le  cicatrici 
defoi-mi,  possono  scomparire,  od  almeno  favo- 
levolmente  modificarsi,  per  mezzo  dei  raggi 
Rontgen. 


Colla  ginnastica  medica,  coli' ori opedia, 
il  massaggio,  l'elettricità,  si  può  correggere 
le  deformità  dello  scheletro,  ridurre  lussa- 
zioni anche  se  congenite,  come  quelle  del- 
l'anca; far  scomparire  atrofie  muscolari,  rin- 
forzare organi  deboli,  guarire  l'atonia  gastrica, 
la  costipazione  abituale,  la  polisarcia,  la  de- 
ficenza  della  capacità  polmonare,  l'anemia,  ec. 

Per  quanto  riguarda  il  sistema  nervoso, 
son  noti  1  miracoli  operati  colle  cure  elettri- 
che nelle  paralisi,  nella  neurastenia  ed  iste- 
rismo, nelle  nevralgie,  nella  corèa,  perchè  io 
qui  abbia  ad  insistere  a  raccomandarne  l'uso. 
In  conclusione,  sono  moltissime  le  infermità 
dei  bambini,  nelle  quali  la  Terapia  Fisica  può 
rendersi  veramente  utile,  e  vorrei  essere  riu- 
scito a  persuadere  le  madri  a  non  lasciare 
intentata  questa  via  nuova,  aperta  da  una 
branca  della  medicina,  che  in  breve  ha  sa- 
puto imporsi  por  la  sua  superiorità  rispetto 
alla  vecchia  Farmacopea. 

Non  è  vano  ch'io  aggiunga  esser  dannoso 
che  i  teneri  organismi  dei  bambini  si  abituino 
troppo  presto  alle  medicine,  che  altro  non 
fanno  che  logorare  il  loro  stomaco  già  de- 
licato! 

La  natura  può  assai  più  dell'arte,  negli 
organismi  giovani,  e  la  Terapia  Fisica  in  altro 
non  consiste  che  nell'  assecondare  e  favorire 
l'opera  della  natura. 

Sperino  dunque  le  buone  mamme,  ne  si 
lascino  scoraggiare  dal  sorriso  diffidente  dei 
misoneisti,  e  per  esse  potranno  rinascere  il 
sorriso,  l'orgoglio,  e  la  gioia. 

Dolt.  Giulio  Ghibelli. 


NB.  —  Il  presente  articolo  ci  venne  in- 
viato dal  dott.  Giulio  Ghirelli,  dirigente  col 
dott.  A.  Remartini  l'Istituto  e  Clinica  di  Te- 
rapia Fisica  di  Milano,  Piazza  SS.  Pietro  e 
Lino,  n.  é,  e  l'Istituto  Fisicoterapico  di  Monza, 
Via  San  Martino,  n.  11. 


Alimentazione  infantile. 

Aforismi  di  fisiologia  pratica  ad  uso  delle  madri. 


Il  valore  nu'.ritivo  di  un  alimento  è  de- 
terminato dalla  valutazione  dei  suoi  com- 
ponenti. 

Ma  l'analisi  chimica  di  nn  alimento  ci  dà 
la  mera  informazione  di  ciò  che  contiene. 

Mentre  il  reale  valore  dietetico  di  un  ali- 
mento è  dato  dal  grado  di  assimilabilità  dei 
suoi  componenti. 


Il  latte  deve  formare  la  base  della  dieta 
infantile. 

Ma  il  latte  di  vacca  solo  non  è  adatto  per 
i    piccoli  bambini.  Dev'essere  modificato. 

Il  latte  modificato  coli' alimento  Mellin 
coagula  i  suoi  proteidi  in  flocculi  leggeri, 
spugnosi  e  minuti,  facilmente  digeriti  dal  più 
piccolo  bambino. 


r?' 


A.  MENARINI 

NAPOLI 

Concessionari 
esci,  per  l'Italia 
e  Oriente,  ZINI, 
BERNI,  BIANCAR- 
DI  e  C,  Milano. 


ANEMIA     ctj    ^ 


NEURASTENIA  r^ 
RACHITISMO     ^ 


SCROFOLA       ^ 


DEBOLEZZA      ^ 


RICOSTITUENTE   SICURO 

per  ADULTI  e  BAMBINI 


duri» 

L'Ann:.- 

acidità  del 


litU   Owji    iìt 

sviluppo  e 
musoolaro 


743  - 

Lu  i...^. ;.i.   luju;  iul  yr;iu.. 

d'irAliinento  Melitn  ò  In  moltitudine  dt  barn- 
bint  sani,  attivi,    robusti   e  intelligenti,    cho 
ruiizxa  l'eventuale     sono  stati  allevati  o.o\  suo  uso. 

L'Aliint-nto  Mallin  è  proparato  con  pro- 
cedimenti selentiflci  noi  quali  le  leggi  e  1 
dettati  d«lla  fisiologia  sono  scrupolosamente 
rispeftiiti  e   scjjuiti. 

L'Agente  Generale  della  Mellin'n  Food  Ltd, 
\  ra^gur.i„«,-io  un  rit:o..ilioso  e  sano  In  Italia  è  il  sip.  F.  Mantovani  (Milano,  Via 
una  riso-Uosa  costituzione  ossea,  Leopardi,  n.  25)  al  quale  le  nostre  lettrici 
e  nervosa,  potranno  rivolgersi  per  schiarimenti,  ec. 


latto. 

fto  yf'ìì 


..i.Lne  amido. 
Ito,  per  diastasi. 


contiene  e  Imparte  al 

Iella  nutrizione 

netta,  i  (juali  il 

.  ^  con  tutta  faci- 


Pel  nostri  bimbi! 


In  questi  ultimi  tempi  i  più  illustri  pedia- 
tri del  mondo  sono  concordi  nel  dichiarare 
che  non  vi  è  preparato  più  efficace  dell'  Oleo- 
fosfina  Iz:o  (Emulsione  fosforata  Kassowitz) 
per  la  cura  dei  bambini  gracili,  deboli  o  ra- 
chitici. 

L'illustre    pediatra    Prof.    Kastowitz,    di 


dell'olio  fosforato,  ha  autorizzatola  vendita 
di  questo  preparato  sotto  il  suo  nome,  e  ciò 
dimostra  la  grande  importanza  dell' Oleofo- 
stina,  che  noi  giustamente  ricordiamo  ai  ge- 
nitori e  ai  medici. 

Per  maggiori  schiarimenti,  e  per  richieste 
di  opuscoli  rivolgersi  alla  Farmacia  Interna- 


Vienna,  che  per  il   primo  dettò  la  formola    zionale,  Via  Calabritto,  4,  Napoli. 


Le  vene  varicose. 


Varicosi  e  prole.  —  È  dimostrato  che  i  sof- 
ferenti di  vene  varicose  trasmettono  fatal- 
mente ai  figli  tale  triste  eredità.  Per  non  ad- 
dossarsi la  re.-^ponsabilità  di  renderli  infelici 
e  distruggere  tale  tendenza,  ora  vi  è  il  mezzo 


scientifico  e  sicuro:  La  semplicissima  cura 
medica  tonico-ricostituente  delle  vene  e  del- 
l'apparecchio circolatorio  scoperta  dal  Dot- 
tor Stefano  Bolognese  (Casella  postale  602, 
Napoli),  (Vedi  Bubrica  Scieniifìca). 


Il  Tonol, 


Oramai  l'olio  di  fegato  di  merluzzo,  ali- 
mento forse  più  chH  medicamento,  è  univer- 
salmente indicato  pei  casi  di  linfatismo  e  di 
scrofola,  ed  anche  come  mezzo  teraupetico 
atto  ad  irrobustire  gli  organismi  deboli  sia 
per  nascita,  sia  per  reliquati  di  malattie,  il 
8UO  uso  va  maggiormente  generalizzandosi. 
Anche  le  classi  operaie  si  preoccupano,  con 
più  serietà  e  più  razionalmente  di  quel  che 
non  fosse  un  tempo,  della  salute  dei  lox'o 
figliuoli,  e  l'olio  di  fegato  di  merluzzo  fa  ora- 
mai parte  della  medicina  popolare  nostra  per 
modo,  che  l'Italia  è  a  questo  riguardo  tribu- 
taria dell'estero  per  parecchi  milioni  di  lire 
annue. 

Era  naturale  che  chimici  e  clinici  itiliani 
si  preoccupassero  di  libei-are  il  loro  paese  da 
tale  sudditanza,  e  rivolgessero  pertanto  le 
loro  ricerche  ed  i  loro  studi  ad  altri  olii.  For- 


tunatamente queste  ricerche  furono  coronate 
dal  migliore  successo,  perchè  l'olio  di  tonno 
potè  essere  riconosciuto  non  soltanto  come 
un  succedaneo,  ma  come  un  eccellente  sur- 
rogato dell'olio  di. merluzzo,  poiché  possiede 
le  stesse  virtù  chimiche  e  terapeutiche,  e  con 
vantaggio,  dacché  la  pesca  e  l' industria  del 
tonno  si  possono  considerare  come  italiane, 
data  l'importanza  delle  tonnare  Sarde  e  Si- 
ciliane, e  dato  che  Genova  è  il  solo  emporio 
pel  commercio  del  tonno,  e  italiane  sono  le 
più  importanti  Bitte  del  ramo. 

Passando  immediatamente  dal  campo  teo- 
rico al  campo  pratico,  arditi  capitalisti,  senza 
troppo  preoccuparsi  del  pericoli  d'una  nuova 
industria,  impiantarono  una  Raffineria  Ufi- 
liana  di  olio  di  tonno  a  scopo  medicamentoso, 
per  sostituirlo  agli  olii  di  merluzzo,  sotto  la 
ragione  sociale  "  Società  del    Tonel  -  Dottor 


^^mt0»0m^m0^*m0mmm0m^t 


Varici  alle  gambe,  Varicocele,  Emorroidi.  S.uuel"°d"'?;^ 

vene,  razionale,  scientifica.  —  Sollecita  e  definitiva  scomparsa  di  peso,  dolori,  ec. 
—  Opuscolo  illustiativo  a  richiesta.  —  Vademecum  dei  sofiferenti  e  predisposti 
(Cause,  Cura,  Igienej.  Voi.  100  pag.  111.  Ij.  1.  —  Dott.  Stefano  Bolognese.  Casella 
postale  502,  NAPOLL  —  Consultazioni  di  persona  e  per  corrispondenza  nelle  prin- 
cipali lingue. 


««M^^aw 


MM«^ 


0m00m^mt^^^ 


m0^0tm0»0^0i 


^«MM 


744  — 


Ginl'io  Pugliese  k  C,  Alessanir'a  „,  clie  per 
la  complessità  del  suo  impianto  e  per  la  perfe- 
zione del  suo  macchinario  rappresenta  quanto 
di  meglio  e  di  più  completo  si  può  imaginare 
e  desiderare  nella  tecnica  dell'oleificio. 

L'  olio  appena  giunto  dalle  tonnare  è  su- 
bito messo  in  grandi  cisternoni  di  ferro  sta- 
gnato o  di  cemento  rivestito  di  porcellana, 
e  lasciato  in  riposo  per  parecchio  tempo,  per- 
chè depositi  tutte  le  sostanze  che  tiene  in 
sospensione,  e  delle  quali  deve  essere  epu- 
rato. Divenuto  completamente  liquido  e  lim- 
pido, viene  congelato,  quindi  filtrato  per  li- 
berarlo della  parte  di  esso  che  a  temperatura 
superiore  a  0°  è  solida,  giacche  il  tonno,  bi- 
sogna notarlo,  a  differenza  del  merluzzo  che 
vive  nei  mari  nordici,  è  un  pesce  dei  mari 
caldi,  e  perciò  i  suoi  grassi  sono  assai  più 
sensibili  al  freddo.  Lo  splendido  frigorifero 
che  serve  all'uopo  è  stato  fornito  dalla  Ditta 
H.  J.  West  &  Co.  di  Londra,  ed  è  lo  stesso 
che  alla  Esposizione  Internazionale  di  Milano 
ottenne  il  "  grand  pn'x  „.  Congelato  alla  vo- 
luta temperatura,  l'olio  viene  spinto  in  un 


filtro  a  prei"=:ione  Philippe;  la  parte  concreta 
rimane  naturalmente  nel  filtro,  mentre  quella 
che  è  incongelabile  passa,  e  viene  raccolta, 
quindi  neutralizzata  per  liberarla  da  tutti  gli 
acidi  grassi  liberi,  e  mandata  in  un  grosso 
recipiente  cilindrico  a  fondo  conico  dove 
viene  sterilizzato  con  sistema  a  sterilizzazione 
discontinua.  Una  caldina  situata  lateralmente 
mantiene  l'olio  costantemente  alia  tempera- 
tura di  éO^-éS»  per  48  ore,  mentre  nell'interno 
del  recipiente  si  origina  una  corrente  dal- 
l'alto al  basso,  la  quale  trascina  tutte  le  so- 
stanze proteiche  e  albuminoidi  che  vengono 
a  separarsi  dall'olio. 

L'olio  cosi  lavorato  e  depurato,  viene  fil- 
trato con  filtri  a  sacchetti  Philippe,  e  ricon- 
dotto nei  recipienti  appositi  dove  deposita 
le  minime  particelle  solide  che  per  avven- 
tura potesse  tener  ancora  sospese. 

A  simiglianza  dei  due  tipi  dell'  olio  di  fe- 
gato di  merluzzo,  la  "  Tonol  „  prepara  il  To- 
nol  bianco  e  il  Tonol  rosso.  Essi  sono  per- 
fettamente corrispondenti,  come  appare  dai 
seguenti  dati  d'accuratissime  analisi: 


Tonel 


Olio  di  merluzzo  (An.  Benedikl) 


Peso  specifico  a  15°, 5.   .    .    , 

Indice  di  acidità 

„       di  saponificazione  .    . 

^       di  iodio 166,73 

„       di  acetile 34,27 

di  Hehner 94,54 

P.  fusione  acidi  grassi 34o-3Co 

Insaponificabile 0,4% 


0,9285 0,920  -  0,930 


0,98  (quasi  neutro). 
186,05         


0,5  -  5  e 
183  -  186 
140-  170 
40-50 
95,4 

0,4  -  0,7  % 


più 


L'ardita  iniziativa  merita  ogni  incoraggia- 
mento, e  non  è  dubbio  che  esso  possa  man- 
carle sia  dai  medici,  che  vorranno  certamente 
sperimentarlo,  sia  dal  pubblico. 

Frattanto  però  è  bene  notare  già  che  i 
bimbi  lo  trovano  più  tollerabile  al  palato  e 


allo  stomavio,  e  che  molti  medici  che  già  lo 
provarono  e  lo  prescrissero  se  ne  trovarono 
contentissimi. 

L'olio  di  tonno,  l'uso  del  quale  va  già  ge- 
neralizzandosi, è  destinato  ad  uno  splendido 
avvenire. 


PER   LA   CASA. 


Ricordavamo  l'anno  scorso,  iniziando  que- 
sta rubrica  della  "  Vita  pratica  „  come  Sa- 
muele Smlles  affermi,  a  ragione,  che  ad  ogni 
essere  umano  vien  dato  il  suo  morale  avvia- 
mento nella  propria  casa,  poiché  in  essa  si 
attingono  quei  principii  di  condotta  i  quali 
poi  si  radicano  così  da  non  venir  più  meno. 
La  vita,  infatti,  aggiungevamo  noi,  nella  casa 
si  vive:  fuori  di  essa  o  si  procaccia  con  la 
fatica,  o  si  dimentica  nelle  distrazioni.  L'Ame- 
ricano, che  è  un  popolo  il  quale  meglio  d'ogni 
altro  ha  la  scienza  della  casa,  dice  :  home,  sweet 
home,  '*  casa,  dolce  casa^  ;  e  un  proverbio  to- 
scano, di  chiaro  significato,  dice  "  casa  mia, 
casa  mia,  benché  piccola  tu  sia,  tu  mi  sem- 
bri una  badia  „. 

Alla  casa,  adunque,  dobbiamo  le  nostre 
maggiori  cure:  e  non  solaniente  all'ambiente 
morale  ed  intellettuale  di  essa,  ma  anche  al 


materiale.  La  scelta  dell'abitazione  è  vera- 
mente una  delle  faccende  più  im^portanti  della 
vita. 

Un'abitazione  sana,  gradevole,  che  offra, 
se  non  tutti,  almeno  i  principali  e  più  neces- 
sari comodi,  è  una  delle  più  importanti  con- 
dizioni, uno  dei  principali  fattori  del  benes- 
sere e  della  salute  :  e  perchè  sia  tale,  deve 
pur  essere  accurata  la  scelta  della  mobilia, 
giacché  la  forma  e  gli  ornamenti  di  questi 
si  debbono  conciliare  con  la  comodità,  e  per 
ogni  riguardo  debbono  regnare  nella  casa  la 
proprietà  e  il  buon  gusto:  e  deve  avere  im- 
portanza tutta  speciale  la  realizzazione  di 
quelle  norme  dell'igiene,  che,  sopratutto  ri- 
guardo alla  cucina,  alla  illuminazione,  al  ri- 
scaldamento, alla  pratica  dei  bagni  e  della 
pulizia,  e  sirriili,  sono  assolutamente  indispen- 
sabili pel  mantenimento  della  sanità. 


RISCALDAMENTI  MODERNI 


Preventivi  Gratis 


SERANTONI    &    PONTIGLIONE 
SIILiAXO  -  BOIiOONA 

Viale  Monforte.  5  —  Via  S.  Simone,  i. 


—  745  — 


Pavimenti,  pareti  e  soffitti. 


Come  è  lont^ino  il  Ituon  teujpo  antioo 
quando  le  nostro  ca-so  erano  tappezzate  e  mo- 
biliate quiisi  tutte  iti  una  sola  maniera,  e  che 
nelle  ramore  fronegjjlavano  l  grandi  letti  pe- 
santi co\  baldaooùint  di  broccato  o  di  seta, 
e  li  iTa  ornava  in  pesanti  tende  le 

ptn  -tre,  e  copriva  le  sedie,  e  rim- 

mel ulo  e  incomodo  canapè  con  le 

poUionowitì  dalle  parti,  e  le  camere  rimane- 
Taao  tali  e  quali  per  due  o  tre  generazioni, 
mentre  11  tempo  scoloriva  a  poco  a  poco  tut- 
to, e  la  polvere  s'accumulava,  e  l'odor  di 
vecchio  si  sprigionava  da  ogni  cosa!... 

Adesso  la  moda  e  l'igiene  hanno  mutato 
tutto:  la  caccia  al  uucrobio,  e  il  desiderio  di 
novità  e  di  comodità  hanno  messo  tutto  a 
soqquadro  :  ma  non  possiamo  lagnarcene. 
Adesso  i  gravi  tappeti  igienici,  salvo  che  nei 
più  crudi  mesi  dell'inverno,  cedono  il  posto 
aU'lnsuperab  le  ^»/»..M«»«  di  Fibreno,  che  na- 
sconde i  brutti  impiantiti,  e  li  trasforma  in 
pavimenti  eleganti,  tersi,  antisettici;  adesso 
le  pesanti  tende,  le  orribili  tappezzerie,  come 
i  vecchi  mobili  uggiosi  e  incomodi,  cedono  il 
posto  a  tende  leggiere,  a  parati  diversi,  a 
mobili  artistici,  comodi  ed  eleganti.... 


Chi  non  ha  visitafi  I  benisslrnl  mrigaz<rlnl 
di  Fibreno,  i  bei  magazzini  di  Via  Tanzani, 
di  Via  Cerretani,  di  Via  del  Hanchl,  a  Firenze, 
dove  si  è  certi  d'essere  ricevuti  con  una  gen- 
tilezza squisita  dal  signor  N.  Uellacci,  il  loro 
fortunato  proprietario,  non  può  iinma;<inare, 
ad  es.,  né  carte  da  parati  più  belle  e  più  ric- 
che, nò  decor.izioni  di  soffitti  in  pittura,  o  in 
carta,  o  in  imitazioni  di  stucchi  a  rosoni  sti- 
lizzati, nò  tappeti  di  linoleum  più  durevoli  o 
più  eleganti,  nò  pedane  o  scendiletti  più  beili. 
Affidarsi  a  lui,  vuol  dire  essere  certi  che  nelle 
camere  come  nei  salotti  tutto  armonizzerii, 
dal  pavimento,  alle  pareti,  al  soffitto:  vuol 
dire  che  pavimento,  pareti  o  soffitto  alla  loro 
volta  armonizzeranno  col  mobilio,  nò  vi  sarii 
perii'olo  che  si  perpetrino  di  quei  veri  delitti 
contro  l'arte  e  contro  l'armonia,  che  pur 
troppo  si  lamentano  tanto  spesso  in  certe 
case  dove  per  l'arredamento  ci  si  affida  ad 
artisti  che  non  meritano  questo  nome,  o  il 
padron  di  rasa  pris'o  di  ogni  buon  gusto  vuol 
far  tutto  da  sé....  Case  borghesi  e  case  aristo- 
cratiche amanti  del  buon  gusto,  non  man- 
chino di  provvedersi  al  Fibreno,  e  tutte  se 
ne  troveranno  soddisfatte. 


Gli  impianti  moderni  pel  riscaldamento  e  per  la  cucina. 


Chi  ha  la  disgrazia  di  abitar  case   nelle 
quali  il  riscaldamento  si  ottiene  per  mezzo 


di  caminetti  o  di  stufe,  e  la  cucina  disponga 
solo  di  modesti  fornelli  a  carbone,  non  può 
non  aver  pensato  con  vivo  desiderio  alle  belle 


case  moderne,  ai  riscaldamenti  mediante  ter- 
mosifoni, alle  cucine  moderne  che  non  con- 
sentono diffusione  di  fumo  o  di  ossidi  nocivi 
alla  respirazione,  che  hanno  sempre  pronta 
l'acqua  calda  pel  bagno,  il  forno  sempre 
caldo.... 

Ora  ciò  che  per  molto  tempo  è  stato  pos- 
sibile solo  alle  famiglie  ricchissime,  e  non 
poteva  formare  che  oggetto  di  vano  desiderio 
per  le  famiglie  semplicemente  agiate,  può 
dirsi  alla  portata  di  tutti.  Non  solo;  ma  per- 
fezionamenti ingegnosi  e  sapienti  hanno  per- 
messo di  realizzare  al  riguardo  facilità,  pron- 
tezza, economi»,  tali,  da  corrispondere  alle 
maggiori  e  più  difficili  esigenze. 

Da  circa  vent'anni,  infatti,  la  Ditta  Fede- 
rico Dall'Orto  dt  C,  che  ha  sede  in  Milano, 
in  Via  Principe  Umberto,  num.  10,  con  stab; 
limentl  a  Milano  e  a  Menaggio,  e  una  impor- 
tante Filiale  in  Roma,  in  Via  Marche,  72, 
costruisce  cucine  ed  apparecchi  d' ogni  sorta, 
moderni,  pel  riscaldamento  e  per  cucinare. 
e  con  tanto  successo  che  non  è  neppure  il 
caso  di  farne  la  presentazione.  I  suoi  appa- 
recchi, infatti,  premiati  nelle  principali  Espo- 
sizioni, da  quella  di  Genova  del  1892  a  quella 
di  Milano  del  1006,  con  le  maggiori  onorifi- 
cenze, sono  noti  non  solamente  in  Italia,  ma 
anche  fuori  in  Francia,  nella  Svizzera,  in  Rus- 
sia, e  persino  nell'America,  nell'Egitto  e  nelle 
Indie,  per  la  loro  eccezionale  solidità,  per 
l'accuratezza  veramente  incomparabile  con 
la  quale  sono  costruiti,  sicché  rispondono 
alle  più  strette  esigenze  della  cucina  moder- 
na, ai  dettami  della  igiene,  ad  una  reale  eco- 
nomia di  combustibile,  ad  una  facilità  grande 
di  maneggio,  ed  anche,  ciò  che  non  é  disprez- 
zabile neppure  in  cucina,  alle  buone  regole 
della  estetica. 


-  746  — 


Le  piastre  radianti,  che  formano  il  coper- 
cTiio  e  le  parti  principali  delle  cucine  Del- 
l'Orto, e  che  sono  una  specialità  brevettata 
della  benemerita  Ditta,  hanno  portato  al  loro 
comparire  una  vera  rivoluzione  nel  motodo 
di  costruzione  delle  cucine  economiche.  In- 
fatti, sul  lucente  piano  levigato  delle  cucine 
Dall'Orto  è  un  solo  foro,  una  sola  apertura!... 
—  "  Ma  come?  „  —  domandano  coloro  che  le 
veggono  per  la  prima  volta  —  "  Servono  per 
una  sola  pentola?  „  —  E  la  loro  meraviglia 
aumenta,  apprendendo  per  giunta  che  quel 
foro  non  serve  per  acco;,'liere  una  pentola, 
ma  soltanto  per  introdurre  il  carbone  e  la 
legna.... 

Gli  è  che  le  piastre  radianti  hanno  riso- 
luto il  problema  di  utilizzare  tutta  la  super- 
ficie del  piano  superiore  della  cucina  per  la 
cottura  delle  vivande,  il  quale  diventa  così 
come  un  tavolo  sul  quale  si  possono  collo- 
care, una  accanto  all'altra,  quante  marmitte, 
pentole,  casseruole,  vi  possano  capire,  che 
tutte,  senza  insudiciarsi  di  cenere  e  di  car- 
bone traggano  il  calore  da  uno  stesso  ed 
unico  focolare.  Le  piastre,  per  la  qualità  spe- 
ciale della  ghisa  onde  son  fatte,  per  la  per- 
fetta piallatura  e  molatura,  e  soprattutto  per 
la  loro  conformazione,  distribuiscono  in  modo 
regolare  ed  uniforme  il  calore  a  tutto  il  piano 
superiore,  mentre  consentono  che  il  forno  si 
riscaldi  quanto  occorre  sia  per  cuocere  un 
tacchino  gigantesco,  sia  per  cuocere  il  dolce 
più  delicato,  e  che  il  sottoforno  conservi  il 
tepore  necessario  a  mantenere  calde  le  vi- 
vande e  i  piatti,  e  tutto  ciò  con  una  spesa 
minima  di  combustibile. 

Il  tiraggio  è  a  regolatore;  ma  quando  la 
cucina  è  bene  accesa,  si  può  chiudere  lo  spor- 
tello del  cinerario,  e  la  combustione  procede 
col  minimo  consumo  di  carbone  e  senza  che 
possa  spengersi. 

Gli  ultimi  tipi  si  fanno  senza  caldaie  la- 
terali per  l'acqua:  così  la  superficie  della 
piastra  radiante  è  aumentata,  si  ovvia  al  pe- 
ricolo che  versando  acqua  fredda  nella  cal- 
daia si  raffreddi  il  forno,  e  d'altra  parte  rie- 
sce più  comodo  tener  sulla  piastra  senz'  altro 
una  pentola  mobile,  con  rubinetto  o  senza, 
per  l'acqua  calda. 

Alle  cucine  si  possono  applicare  dei  bol- 
litori termosifoni,  costruiti  in  solida  lamiera 


d'acciaio  di  Germania  a  saldatura  antogona, 
con  troH-d'homme  per  la  pulitura  eventuale, 
dai  quali  l'acqua  è  con  lotta  nel  serbatoio  e 
quindi  ai  vari  servizi,  ottenendo  così  la  pos- 
sibilità d'aver  acqua  calda  iu  abbondanza, 


sempre  pronta,  pel  bagno,  per  la  toeletta,  pei 
lavaggi,  senza  consumo  di  combustibile  mag- 
giore di  quel  che  occorre  per  la  cucina.  Il 
termosifoiie  può  servire  anche  pel  riscalda- 
naento:  un  riscaldamento  idealo,  che  non  im- 
porta applicazioni,  che  si  regola  in  un  attimo 
a  volontà,  che  non  dà  odore,  che  non  dà  pol- 
vere, e  che  effettua  anche  notevoli  economie. 
E  il  sistema  che  la  Ditta  Dall'  Orto  olfre,  è 
applicabile  tanto  ai  grandi  impianti,  come  ai 
più  modesti,  giacché  può  servire  per  sei,  come 
per  otto,  dieci  stanze  e  più. 

Finalmente  è  da  notare  che  anche  il  prezM 
di  queste  veramente  ideali  cucine  è  conve- 
nientissimo.  Una  cucina  che  può  bastare  ad 
una  t'ami  «lia  di  dodici  persone  non  costa  che 
240  lire;  e  volendole  applicare  il  bollitore 
termosifone,  il  prezzo  aumenta  solo  del  10%. 


L*  illuminazione. 


Lo  sviluppo  che  da  qualche  tempo  ha 
preso  fra  i  diversi  sistemi  d'illuminazione 
quello  a  gaz  acetilene,  sia  con  impianti  a  tu- 
bazione, sia  con  lampade  autogeneratrici  por- 
tatili, è  veramente  enorme.  La  cosa  si  deve 
al  risparmio  che  consente  di  ottenere,  in 
confronto  degli  altri  sistèmi,  tanto  che,  per 
accennare  ad  uno  dei  più  economici,  a  quello 
a  petrolio,  con  un  becco  a  gaz  acetilene  da 
35  candele  si  risparmiano  annualmente  L.  50 


in  confronto  d'una  lampada  a  petrolio  d'ugua- 
le intensità  luminosa,  e  si  deve  anche  alla 
splendida  luce  che  da  il  gaz  acetilene,  tale 
da  non  temere  il  confronto  con  la  luce  elet- 
trica che  spesso  supera. 

Però,  un  inconveniente  non  lieve  di  tale 
sistema,  era,  sino  a  pochi  anni  or  sono,  quello 
della  mancanza  d'un  tipo  veramente  pratico 
di  lampada  autogeneratrice  portatile  a  gaz 
acetilene,  mentre  d'altra  parte,  per  diverse 


TOpnn 


il» 


m 


OPUSCOLI  E 
StHIARinENTI 


ÌMB:C,  flftNiSIibl  -Via  BAffTRUvió  StMUi  m 


ragioni,  non  tutti  potevano  o  vr»IpTa"o  faro 
Ufi  Imvlsnto  con  (rizogeno  e  tuba/.ioni,  spo- 
-     ■  '.«li   appartamenti.  L'incon- 

n  «io  con  rinvenzi<ine  delle 
•  ir^  Aquilas,  che  offrono  le 
II  A.  , lori  i,'aran.iie  sotto  ojjni  rispetto,  o  go- 
(i "M  '  );ia  d'una  meritata  rinomanza,  tanto 
l'ho  la  Casa  fabbricante  Fratdìi  Santini  di 
Ferrara  ne  vendette  In  pochi  anni,  In  quasi 
tutto  11  mondo,  oltre  un  milioni',  e  ve  ne  sono 
già  in  commercio  molte  imitjizionl.  Come 
acoade,  però,  si  tratta  sempre  di  imitazioni 
infelici,  e  la  gente  pratica  esige  le  vere  Aqui- 
la»,  le  quali  portano  impresse  le  parole  Aqui- 
las  e  la  marca  di  fabbrica:  un'aquila  con  la 
lettera  S,  in  un  bollo  rotondo. 

La  Casa  Santini,  che  ottenne  le  maggiori 
onorificenze  in  tutte  le  Esposizioni  nazionali 
ed  estere  alle  quali  prese  parte,  ed  il  diploma 
d'onore  in  quella  Internazionale  di  Milano 
del  190C,  fabbrica  le  sue  Aquilas  in  esteso 
assortimento  di  tipi,  non  solo  per  case,  ne- 
gozi, officine,  ec,  ma  anche  per  minatori,  fer- 
rovie, biciclette,  ec.  Cosi  è  che  molte  miniere 
di  Russia,  Ungheria,  Spagna,  Messico,  ec. 
hanno  ormai  adottato  la  lampada  Aquilas 
tipo  da  minatori,  le  Ferrovie  dello  Stato  i 
suoi  proiettori,  molti  Corpi  Militari,  Stabili- 
menti, Municipii,  Imprese,  ec.  i  suoi  fanali, 
le  sue  lanterne,  ec,  e  i  fanalini  Aquilas  p^r 
biciclette  non  solo  sono  comunissimi  tra  noi, 


rra  sono  ben  noti  o  In  grande  uso  pernln 
America. 

Lo  stabilimento  Santini,  Il  quale  ha  tre  mo- 
tori a  gaz  "  Otto  ,  di  complessivi  «o  cavalli 
di  forza,  ed  un  uiacchitiario  in'rfcttamonte 
moderno,  ora  impiega  circa  400  operai:  ed  11 
suo  continuo  sviluppo,  la  sua  forte  esporta- 
zione all'estero,  la  bontà  dei  suoi  prodotti  ne 
fanno  il  primo  e  più  importante  stubilimonto 
d'Italia  di  questo  genere  di  lavoi-azione. 


Una  vera  e  grande  rinomanza  gode  me- 
ritatamente anche  la  Dilla  Edoardo  Pulaelli 
di  Kapolaiio  (Siena)  in  fatto  di  apparecchi 
d'illuminazione  a  gaz  acetilene. 

Questo  sistema  d'illuminazione  infatti  ri- 
solve il  problema  difficile  d'aver  luce  bianca, 
splendente,  economica,  facile  da  avere,  sol- 
tanto alla  condizione  che  1  generatori  del 
prezioso  gaz  siano  insieme  semplici  e  solidi, 
che  non  mandino  cattivo  odore,  come  accade 
negli  apparecchi  imperfetti  nei  quali  la  pro- 
duzione del  gaz  è  soverchia,  e  che  si  possano 
maneggiare  facilmente  e  senza  pericoli.  La 
Ditta  Pulselli  ha  questo  merito  grande  :  i  suoi 
generatori,  i  suoi  apparecchi,  superiori  dav- 
vero ad  ogni  elogio,  sono  assolutamente  senza 
difetti,  tanto  è  la  cura  con  la  quale  sono  fab- 
bricati, e  meritano  d'  essere  caldamente  rac- 
comandati. 


I  saponi. 


L'estero  (specialmente  l'Inghilterra  e  la 
Francia),  purtroppo  dobbiamo  confessarlo,  ci 
fornisce  e  ci  supera  anche  in  materia  di  pro- 
fumerie e  saponi,  prodotti  di  eleganza  e  prati- 
cità straordinarie,  di  superiorità  incontestata. 

La  Casa  D.  &  W.  Gibbs,  di  Londra,  ha  in- 
trodotto anche  in  Italia  il  suo  sapone  speciale 
per  barba  (Shaving  soaj))  e  quello  dentifricio, 
{Tool  tablet),  che,  per  le  loro  qualità  igieniche, 
stanno  rendendosi  di  uso  generale. 


Il  concessionario  per  l'Italia  sig.  G.  M. 
Spadella  (Via  F.  Palasciauo  N.  11  Napoli)  fa 
propaganda  gratuita  di  Cataloghi  dei  prodotti 
di  questa  Ditta  e  di  quelli  della  L.  Allègre  k  C. 
di  Farigi.  Queste  due  importantissime  Case, 
producono  pure  Estratti,  Lozioni,  Polvere  di 
riso.  Saponi  da  toeletta,  Arqua  di  colonia  e  di 
Lavande,  Invitiamo  i  lettoi-i  a  provare  ed  usare 
questi  prodotti,  se  hanno  a  cuore  l'igiene  e  la 
ricercatezza,  nei  saponi  e  nei  profumi. 


PER  I  BISOGNI  INTELLETTUALI. 


Un  avvenimento  femminile. 

Nel  generale  risveglio  dello  spirito  della 
femminilità  itahana,  non  era  sorto  sino  a  po- 
chi mesi  or  sono  un  periodico  elevato  e  no- 
bile, che  raccogliesse  le  voci  di  tutte  le  menti 
e  delle  coscienze  risvegliate,  ed  aiutasse  quel- 
le ancor  sopite  o  neghittose,  a  scuotersi  dal 
torpore  e  dalla  inerzia.  La  stampa  periodica 
femminile  non  contava,  infatti,  che  poche  ri- 
viste e  giornali  oqgani  di  classi,  insufficienti 
ai  bisogni  intellettuali  delle  donne  delle  classi 


elevate,  inutili  ai  bisogni  delle  donne  studiose, 
inutili  ai  bisogni  delle  lavoratrici. 

Sofia  Bisi  Albini,  non  paga  di  aver  diretto 
per  quindici  anni  e  di  dirigere  ancora  la  sua 
bella  e  diffusa  liivista  per  le  signorine,  per 
rispondere  a  questi  bisogni,  fondava  or  è  un 
anno  la  rivista  Vita  femminile  f.aliana  e  con 
tanto  senso  di  opportunità  e  di  genialità,  e 
con  tanto  giovanile  entusiasmo  la  dirigeva, 
che  essa  è  già  tenuta  in  conto,  in  Italia  e 
fuori,  d'un  vero  modtllo  del  genere,  d'una 
rivista  fra  le  più  importanti  d'Europa.  Infatti 


LaYorazIone  speciale  in  CAPPELLI  e  BERRETTI  per  Fllarmonlclie 

FORNITORE  DEL  MUNICIPIO 


A.  LAPINI  -  FIRENZE,  Via  del  GigUo,  9. 

-^  INVIO  FIGURINI  GRATIS  S>- 


748  — 


le  più  svariate  questioni  morali,  sociali,  do- 
mestiche, vi  son  discusse  dalle  più  illustri 
scrittrici;  le  istituzioni  benetìche  alle  quali 
le  donne  recano  maggiormente  il  loro  con- 
tributo d'intelligenza  e  di  cuore,  vi  sono  il- 
lustrate. Per  essa  uomini  insigni  ebbero  pa- 
role d'alto  encomio,  ad  essa  le  scrittrici  più 
note  per  intelligenza  ed  operosità  danno  le 
loro  pagine  migliori,  da  Ada  Negri  a  Maria 
Pezze  Pascolato,  da  Grazia  Deledda  ad  Ame- 
lia Rosselli,  da  Jolanda  a  Neera,  da  Felicita 
Buchner  ad  EUen  Rey,  da  Bice.  Tittoni  a  Dora 
Melegari,  a  Rosalia  Jacobsen,  a  Gabriella  Ré- 
vai,  ad  Angelica  Devito  Tommasi,  a  Fanny 
Vanzi  Mussini,  a  Teresah,  ad  Antonietta  Gia- 
comelli, a  Maria  di  Borio,  ad  Amalia  Gugliel- 
minetti.... 

La  penna  è  per  tutte  queste  egregie  col- 
laboratrici di  Sofia  Bisi  Albini  nella  Vita  fem- 
ii.inile  Italiana,  un'arma  agile  e  lucida  per 
e  jmbattere  una  battaglia  pel  trionfo  d' un'idea 


sincera,  d'una  idea  bella,  d'una  idea  buona; 
e  le  loro  pagine,  che  studi;vno  le  maniftìsta- 
zioni  dell'attività  femminile,  le  condizioni 
morali  ed  economiche  delle  lavoratrici  e  tutto 
le  ingiustizie  sociali,  scritte  da  donne  di  op- 
posti partiti,  di  idee  differenti,  rendono  vivo 
e  palpitante  l'Interesse  che  desta  questa  Ri- 
vista, e  danno  luogo  a  vivaci  e  simpatiche 
discussioni. 

La  Vita  femminile  Italiana  corrispondo 
così  pienamente  alla  promessa  del  suo  pro- 
gramma, nel  quale  annunciava  proporsi  di 
unire  tutte  le  donne  italiane  e  di  tener  sve- 
glia e  pronta  in  esse  la  coscienza  dei  doveri 
famigliari  e  sociali,  non  solo;  ma  pubblicando 
articoli  delle  più  valenti  scrittrici  straniere 
e  facendo  accurate  recensioni  dei  più  noto- 
voli  articoli  che  escono  nelle  Riviste  estere 
femminili,  fa  opera  patriottica,  perchè  contri- 
buisce a  dififondere  in  altri  pae-^i  la  conoscenza 
della  cultura  e  del  valore  della  donjia  italiana. 


MON  AVEV<q    ILVERO   FANALE 

"AOUl 


CHE  PORTA  IMPRE55/1  QUESTA  (»1flRCfl  LtGflLMtflTE 
DEPOìITAffl  £  LA  PfìfiOLlì  "AQUILAS,, 
FABBRICA  F."   5flhTlhl-FERR/1R/1   /t 


ARTR  ITE 


F/INOHI   DI 


GUARITA  RADICALMENTE 

CON  I  CELEBRI 


VEDI     ANNUNCIO     DI    FRONTE 
>:•:-      ^r     ALL'  INDICE    GENERALE 


i 


I 


I  PAVIMENTI  IN  CERAMICA 
dello   Stabilimento  G-.  APPIANI  -  TREVISO 


pei  loro  prc^i  luiniio  l'aiiia  mondiale  

l'Iliiiio  oiiorificoiiEe 

ESPOSIZIONE  Mondiale  1904  (S.  U.  America)  •  Massimo  Premio  «  Grand  Prix 

ESPOSIZIONE    Internazionale    -    Milano    1906    -  Massimo  Premio  -  Grand  Prix 

Ksiiiere  sui  prodotti  la  inarca  di   Fabbrica. 


Rubriche  prineipali  dcirALMANACCO  ITALIANO 

pubblicate  nei  dodici  volumi  precedenti  e  non  ripetute  in  questo. 


I.  Calendario  e  notizie  astronomiche. 

Il  Calendario:  notizie  più  dififuse  (1896-97-98 
e  99). 

I  fusi  orari  (1896-97-98  99). 
Le  leggende  dei  mesi  (1901). 
La  previsione  del  tempo  (1903). 

II.  Effemeridi. 

Effemeridi  storiche  del  Risorgimento  Italiano 

(1898). 
Effemeridi   storiche   d'illustri  italiani  (1898). 
Effemeridi  storiche  femminili  (1899). 
Effemeridi  storiche  del  Regno  d'Italia  (1900). 
Effemeridi  teatrali  (19011. 
Effemeridi  letterarie  (1903). 

ili.  Cronologia,  Storia  e  Biografia. 

Tavole  di  cronologia  (1896-98). 

II  Montenegro  e  i  Petrovic-Niegos  (1897). 
Storia  della  Colonia  Eritrea  (1897). 

Cento  illustri  italiani:  ritratti  e  compendiose 
biografie  (1898). 

Ritratti  di  famose  donne  italiane  (1899). 

Fine  di  secolo  :  storia  del  secolo  XIX  (1900). 

Il  Re  è  morto!  viva  il  Rei  (1901). 

Francesco  Crispi  (1902). 

Giuseppe  Verdi  (1902). 

L'agonia  di   un  popolo:  la  Finlandia  (1903). 

La  strage  di  Belgr.ido  (1904). 

Da  Leone  XIII  a  Pio  X  (1904). 

Giuseppe  Mazzini  e  il  suo  centenario  (1905). 

Case  d'illustri  italiani  con  altre  case  stori- 
che (19051. 

Le  Glorie  dei  Comuni  italiani  (1905). 

L'.\ssedio  di  Torino  e  Pietro  Micca  (1906). 

11  centenirio  di  Giuseppe  Garibaldi  (1907). 

I  Mille  di  Marsala  (1907). 

II  senatore  Golgi  e  il  Premio  Nobel  (1907). 

IV.  Guerre. 

La  guerra  italo-etioplca  (1897). 
La  guerra  turco-greca  (1898). 


La  guerra  ispano-am?ricana  (1899). 
La  guerra  al  Transvaal  (1901). 
Rivoluzione  e  guerra  in  Cina  (1901). 
La  guerra  russo-giapponese  (1905,  1906). 

I  teatri  di  battaglia  In  Italia  e  in  Eritrea 
(1901). 

V.  Geografia,  Statistica,  Folk-lore. 

Notizie  geografiche  e  storiche  della  Colonia 

Eritrea  (1896-97). 
Tabelle  statistiche  diverse  (1896,  1900,  1901). 
Nel  regno  della  statistica:   indici   della   vita 

italiana  (1901). 
La  Venezia  Giulia  (1901). 

II  Trentino  (1901). 

La  Repubblica  Argentina  (1902). 

La  Valtellina  (1902). 

Ai  monti,  ai  bagni,  alle  acque  (1902). 

La  Repubblica  di  San  Marino  (1903). 

Dalla  Costa  .\zzurra  alla  Provenza  (1903). 

Le  isole  di  Malta  e  Gozo  (1903). 

La  Tripolitania  (1903). 

La  Svizzera  Italiana  (1904). 

Ladinia  (1905). 

Gli  Albanesi  d'Italia  (1905). 

Cadore  (1906). 

Il  Sempione  e  il  nuovo  Traforo  (1906). 

Usanze  e  costumi  tradizionali  del  popolo  ita- 
liano: I.  Sardegna  (1903);  IL  Veneto  (1904); 
III.  Terra  d'Otranto  (1904):  IV.  Marche 
(1905);  V.  Toscana  (1905);  VI.  Sicilia  (1906); 
VII.  Pescatori  dell'Adriatico  (1907);  Vili. 
Calabria  (1907). 

Superstizioni  popolari  specialmente  nelle 
Marche  (1907). 

Costumi  napoletani  (1907). 

VI.  Guide  locali. 

Guide  compendioslssime  d:  Bologna  (1906), 
di  Como  (18y'.«i.  di  Firenze  (l'.»04),  di  Ge- 
nova (1907),  di  Milano  (1899,  1906),  di  Na- 
poli (1903),  di  Palermo  (1905),  di  Parigi  (19< 


-  750 


di  r.oma  (1002),  di  Taranto  ^906),  di  Torino 
(189S),  di  Venezia  (1901).  di  Venzone  (1907). 

Il  Porto  di  Genova  e  il  suo  Consorzio  auto- 
nomo (1905). 

Alcuni  fra  i  Santuari  più  celebri  d'Italia  (1906, 
1907). 

Castelli  di  Romagna  (1907);  di  Terra  d'Otran- 
to (1907). 

Vii.  Notizie  politiche,  amministrative 
diplomatiche,  geografiche,  araldiche,  ec. 

Notizie  utili  sulla  Corte  Pontificia,  e  sulla 
Corte  Reale  (189G-97).     ' 

Gli  Ordini  Religiosi  maschili  (1898). 

Ordini  Cavallereschi  italiani  e  stranieri  (1896, 
1898,  1899,  1900,  1901,  1902,  1904). 

Notizie  biografiche  sui  Deputati  della  XX  Le- 
gislatura (1898). 

Stato  delle  famiglie  già  sovrane  in  Italia  spo- 
destate negli  anni  1859  e  1860  (1896). 

Ordine  delle  precedenze  tra  le  varie  cariche 
e  dignità  a  Corte  e  nelle  funzioni  pubbli- 
che (1898). 

La  Massoneria  (1896-98). 

Stemmi  delle  principali  città  italiane  (1902). 

Elenco  nominativo  delle  più  cospicue  fami- 
glie nobili  italiane  (1902). 

Medagliere  nazionale  italiano  (1905). 

Corone  nobiliari  (1906). 

Le  bandiere  nazionali  dei  diversi  popoli  (1906). 

Vili.  Esercito  e  Marina. 

Ordinamento  del  R.  Esercito  e  della  R.  Ma- 
rina (1896-97-1905-1907). 

Marina  militare  :  Quadri  organici,  R.  Naviglio, 
Tipi  di  navi,  ec.  (1897-98-99). 

Marina  mercantile  (1897-1901). 

Cenni  storici  sulle  diverse  armi  e  corpi  del- 
l'Esercito  Italiano  (1903). 

Roma  porto  di  mare  (1907). 

IX.  Legislazione  e  Amministrazione. 

Il  Codice  per  tutti:  cittadinanza,  matrimonio, 
successione  (1896,  1903). 

Vademecum  dell'elettore  politico  (1896, 1903). 

Vademecum  dell'elettore  amministrativo 
(1903). 
^^^er  chi  ha  degli  amici  in  carcere  (1896). 
■^  Mentore  della  vita  civile.  Dizionarietto  pra- 
tico (1900). 

Piccolo  codice  dell'impiegato  civile  (1899). 

Mentore  per  chi  ha  figli  da  istruire  (1901). 

L'odierna  legislazione  nobiliare  in  Italia  (1901). 

Proprietà  industriale  (1902). 

Tasse  di  Bollo  e  di  Registro.  Imposta  sui  red- 
diti di  Ricchezza  Mobile  (1903). 

X.  Economia  politica,  Commercio,  Finanza. 

Che  cos'è  il  Socialismo?  (1897). 

Del  Debito  Pubblico  e  della  Rendita  Conso- 
lidata. Istruzioni  sulle  operazioni  che  si 
fanno  presso  il  Debito  Pubblico  (1897). 

Borsa  e  operazioni  di  Borsa.  Monete  false,  ec. 
(1897),  Biglietti  di  banca  (1899). 

Notizie  dei  principali  valori  italiani  (1898, 
1904). 

Piazze  bancabili,  ossia  Elenco  delle  piazze 
del  Regno  nelle  quali  le  tre  Banche  di 
emissione  scontano  effetti  o  li  ricevono  per 
l'incasso  (lb99). 


Assicurazioni  (1897). 

Elenco  delle  monete  Naziona!i  ed  Estere 
aventi  corso  legale  (1901). 

Biglietti  di  Banca  e  di  Stato  (1903). 

Municipalizzazione  dei  pubblici  servizi  (1904), 

I  principali  prodotti  dell'esportazione  italia- 
na e  i  loro  mercati  (1905). 

Movimento  agrario  cooperativo  italiano  (1905). 

Le  abitazioni  per  il  popolo  (190G). 

L'organizzazione  operaia  in  Italia  (1907). 

La  disoccupazione  (1907). 

XI.  Religione,  Morale,  Pedagogia. 

Sètte  rel-'giose  moderne  (1900). 

Occultismo  e  Teosofia  (1898). 

Abbasso  la  guerra!  (1900). 

Le  donne  laureate  in  Italia  (1903). 

Antisemitismo  e  sionismo  (1903). 

Patroni  celesti   di   parecchie  città  italiane  e 

delle  professioni,  arti  e  mestieri  (1905). 
A  proposito  di  "  Babel  und  Bibel  „  (1905). 
Alcuni  fra  i  Santuari  più  celebri  d'Italia  (1906- 

1907). 
L'educazione  della  fanciulla  italiana  (1906). 
La  Stenografia  (1907). 

XII.  Letteratura  e  Bibliografia. 

Per  chi  scrive  e  fa  stampare  (1896,  1904). 
50  eccellenti  libri  italiani  (1898). 
Dante  e  le  sue  opere  (1901). 
Spiegazione  di  alcuni  dei  più  usitati  nomi 
propri  di  persone  (1902). 

I  nostri  poeti  dialettali  moderni  (1902). 
Scrittrici  italiane  viventi  (1903). 
Francesco  Petrarca  e  il  suo  centenario  (1904). 
A  proposito  di  "  Babel  und  Bibel  „  (1905). 
Poeti  Friulani  moderni  (1906). 

Per  il  centenario  di  Schiller  (1906). 

Le  biblioteche  popolari  di  Milano  (1907). 

XIII.  Belle  Arti  e  Archeologia. 

L'Italia  Artistica  e  Monumentale  (1900, 1901, 
1902,  1903,  1904,  1905,  1906). 

Le  recenti  scoperte  archeologiche  ed  epigra- 
fiche di  Roma  (1901). 

Arte  nova  (1902). 

Capolavori  dell'arte  nostra:  le  25  più  belle 
pitture  dei  25  migliori  pittori  italiani  (1904). 

Capolavori  della  scultura  classica  (1905). 

Artisti  contemporanei  veneti  (1906). 

Che  cos'è  la  Numismatica?  (1906). 

Grandi  pittori  stranieri  nel  sec.  XVIII  (1907). 

XIV.  Scienze  fisiche  e  naturali,  Ingegneria, 
Industria,  ec. 

Aeronautica  (1898). 

Le  applicazioni  dell'Elettricità  (1900). 
Piccolo  ricettario  fotografico  (1900). 
Dell"  illuminazione  (1902). 

II  più  grande  disastro  del  secolo:  la  cata- 
strofe della  Martinica  (1903). 

I  moderni  processi  fotomeccanici  (1904). 

II  Tabacco  e  la  sua  industria  (1905), 
L'industria  della  carta  (1906). 

Le  calzature  a  macchina  (1906). 
La  Cina  e  la  sua  industria  (1907). 
L'eruzione  del  Vesuvio  (1907). 
Il  terremoto  di  San  Francisco  (1907). 


-  r.i 


XV.  Economia  domestica.  Lavori  femminili, 
Cucina,  ec. 

La  ViU  pratica:  ricette  variate  anno  peranno 

(1S96-97-88-U»). 
Brevissimo  dizionario  del  termini  di  cucina 

(i^yo). 
Calendario  del  gastronomo  (1896). 
La  signor»  in  cncina  (li>00). 
Le  falsificazioni  ed  alterazioni  del  principali 

alimenti.    Metodi    facili    per    riconoscerle 

(1900). 
La  madre  e  il  bambino;  igiene  e  medicina 

domestica  (1897). 
Avete  del  bambini?  Consigli  alle  mammine 

tflovanl  (1S9S). 
Mentore  per  chi  ha  fipU  da  istruire  (1901). 
Convenienze  sociali  (1896-97). 
Igiene  della  bellezza  (1901). 
Frutta  da  tavola  (1902). 
La   cucina   per   i   malati    e    i  convalescenti 

(1903). 
Le  industrie  femminili  Italiane  (1904,  1906). 
Specialità  gastronomiche  (1904). 
Per  i  ricevimenti  (1904). 
Arte  di  preparare  e  di  servire  il  tè  (1904). 
Geografia  gastronomica  e  potatoria  d'Italia 

(1904). 
Cenni  sulla  moda  maschile  (1905). 
Le  vie  aperte  alla  donna  in  Italia  (1905). 
Intorno  all'igiene  del  bambino  (1905). 
L'educazione  della  fanciulla  italiana  (1906). 

XVI.  {Medicina  ed  Igiene. 

Soccorsi  d'urgenza.  Dizionarietto  dei  primi 

rimedi  da  apportarsi  nei   mali  improvvisi 

(1896,  1899,  1904). 
Dizionarietto  dei  farmaci  e  mezzi  curativi 

d'uso  più  comune  (1896,  1899,  1904). 
Igiene  del  piede  (1899). 
La  madre  e  il  bambino;  igiene  e  medicina 

domestica  (1897). 
Rimedi  nuovi  e  cure  nuove  (1902). 
La  lotta  contro  la  malaria  (1903). 
Istruzioni  popolari   per  la   difesa   contro  la 

tubercolosi  (1903). 
La  cucina  per  1  malati  e  per  i  convalescenti 

(1903). 
Intorno  all'igiene  del  bambino  (1905). 
Assistenza  agl'infermi  (1906). 

XVII.  Agricoltura  e  Zootecnia. 

Calendario  dell'Agricoltore  (1896,  1899). 

Calendario  del  Vignaiuolo  (1896,  1899). 

Calendario  dell'Enologo  (1896,  1899). 

Calendario  del  Frutticultore  (1896,  1899). 

Calendario  del  Floricultore  (1896). 

Consigli  per  l'allevamento  del  pollame  (1897). 

Caseificio  (1897). 

Contro  la  peronospora  (1897). 

Consigli  pratici  per  chi  fabbrica  il  vino  (1898). 

Il  Pappagallo:   razze,  malattie,  igiene  (1898). 

Agricoltura  —  L'arnia  (1900). 

Olivicoltura  e  deificazione  (1901). 

Macchine  agricole  moderne  (1901). 

Gli  agrumi  (1903). 

Il  Tabacco  e  la  sua  industria  (1905). 

Uve  da  tavola  in  Italia  (1905). 

Movimento  agrario  cooperativo  Italiano  (1905). 


XVItl.  Sport,  Giuochi  e  Passatempi. 


Arrol)a,ic.'\(1903),  Alplni.snio  (18'.)(;),  Atletismo 
(19.»1),  IJallo  (1897),  lìilUrdo  (ingsi.  Cacci» 
(1898.  1906),  Ca<>eia  [Aucupio]  (1897),  Cac- 
cia col  falco  (1905),  Calcio  (Giuoco  del) 
(1902),  Cartolino  illustrate  e  c.ivtoline  Lle- 
big  (1900),  Cavalli  e  corse:  nozioni  di  Ip- 
piatria,  ce.  (1896-97),  Corse  al  trotto  (1905), 
Ciclismo  e  corse:  nozioni  pratiche  (1896), 
Educazione  fisica  [Ginnastica!  (lS96i,  Fila- 
telia (1897),  Enigniofilia:  Sciarade  (1900), 
Enigmi  e  Rebus  (1901),  e  Monoverbl  (1902), 
Giuochi  di  cartc[Tresette-Taroeco](18U0-97), 
Giuochi  sportivi  (1905),  Giuoco  della  Dama 
(1900),  Lawn-Tennis  (1897),  Lotta  sul  tap- 
peto (1901),  Nuoto  (1899),  Pallone  (Giuoco 
del)  (189C),  Pesca  col  cormorano  (1907),  Pe- 
sca sportiva  (1904),  Podismo  (1901,  1904), 
Pugilato  e  pugilatori  (1899),  Scacchi  (1896, 
1898-99),  Scherma  (1890,  1900,  1902),  Skating 
(1901),  Sporta  invernali  (1907),  Yachting  e 
Rowing  (1896). 

Campioni  dello  sport  in  Italia  (1904). 

XIX.  Musica  e  Teatro. 

Galleria  drammatica  delle  principali  artiste 

italiane  viventi  (1896  97). 
Profili  dei  principali  attori  drammatici  italiani 

viventi  (1898). 
Il  nostro  Caflfè-Concerto  (1899), 
Gemme  del  Teatro  Melodrammatico  italiano 

(1898). 
Il  Teatro  Lirico  Italiano  (1901). 
L'operetta  in  Italia  (1902). 
Le  Maschere  del  Teatro  Italiano  (1903). 
Il  Teatro  dialettale  in  Italia  (1903». 
Il  Teatro  drammatico  italiano  (1904). 

I  teatri  d'Italia  (1904). 

Le  gemme  del  Teatro  Drammatico  Italia- 
no (1905). 

Gl'inni  nazionali  dei  diversi  popoli  (1906- 
1907). 

XX.  Centenari,  Esposizioni  e  Congressi. 

Centenario  del  Tricolore  italiano  (1897). 
Esposizione  di  Firenze  —  La  festa  dell'Arte 
e  dei  Fiori  (1897). 

II  Esposizione  internazionale  d'Arte  della 
città  di  Venezia  (1897). 

IH  Esposizione  triennale  di  Belle  Arti  del- 
l'Accademia di  Brera  a  Milano  (1897). 

Esposizione  generale  italiana  di  Torino  (1897 
e  98). 

I  centenari  fiorentini  del  1898  (1898). 
Le  Esposizioni  di  Como  nel  1899  (1899). 

II  grande  Giubileo  del  1900  (1900). 
L'Esposizione  di  arte  decorativa  moderna  In 

Torino  (1902). 

D  Congresso  internazionale  delle  Scienze  sto- 
riche del  1902  (1902). 

Il  IV  Centenario  della  Disfida  di  Barletta 
(1903). 

L'Esposizione  di  Brescia  (1904). 

La  V  Esposizione  Internazionale  a  Venezia 
(1904). 

L'Arte  italiana  all'Esposizione  Internazio- 
nale di  Monaco  (1904). 

La  Mostra  Senese  d'Arte  antica  (1905). 

L'Esposizione  Universale  di  Saint-Louis  (19.»."m. 

Giuseppe  Mazzini  e  il  suo  centenario  (1905). 


-  752  - 


Il  IT  Centenario  dell'Assedio  di  Torino  e  Pie- 
tro Micea  (190Bj, 

La  VI  Esposizione  d'Arte  a  Venezia  (190G). 

La  Mostra  d'Arte  antica  abruzzese  in  Chieti 
(1906). 

L'Esposizione  Ee-ioiiale  di  Macerata  (1906). 

Per  il  Centenario  di  Schiller  (l'.fOGì. 

L'Esposizione  Internazionale  di  Milano  (1906- 
1907). 

Il  centenario  di  Giuseppe  Garibaldi  (1907). 

Giovanni  Euffini  e  il   suo   centenario  (1907). 

XXI.  Notizie  di  Società  e  Istituzioni. 

La  Massoneria  (1896,  1898). 

La  Società  del  Benadir  (1897). 

L'Associazione  Nazionale  Italiana  "  Pro  Scho- 
la  „  (1899). 

Società  per  la  Pace  (1900). 

La  Società  Dante  Alighieri  (1901). 

Il  Touring  Club  Italiano  (1901). 

La  Società  Bibliografica  Italiana  (1902). 

Il  Consorzio  Nazionale  (1903). 

La  Casa  Umberto  I  dei  Veterani  ed  Invalidi 
delle  guerre  nazionali  in  Turate  (1903). 

Le  nostre  Scuole  all'estero  (1904). 

La  Lega  Navale  Italiana  (1904), 

La  "  Corda  Fratres  „  (1904). 

L'Istruzione  dei  Sordomuti  (1905). 

Il  nuovo  Ospedale  dei  bambini  a  Cremona 
(1905). 

La  Lega  italiana  contro  il  duello  (1905). 

L'Unione  Magistrale  Nazionale  (1905). 

La  Scuola  del  Libro  a  Milano  (1905). 

Pazzi  e  manicomi  in  Italia  (1906). 

Le  Associazioni  degli  impiegati  civili  in  Ita- 
lia (1906). 


Le  biblioteche  popolali  di  IMilano  (1907). 
L'  Università  Commerciale  Luiiji  Bocco.jì  in 

Milano  (1907), 
L'organizzazione  operaia  in  Italia  (1907), 

I  congressi  a  Milano  nel  1906  (1907), 

XXil.  Tariffe  e  istruzioni  pratiche  diverse. 

Per  chi  stampa  e  fa  stampare  (1896,  1904). 
Tavole   dell'interesse  semplice   e  composto 

(1897). 
Vademecum  del  viaggiatore  (1898-99). 
Istruzioni  postali  e  telegrafiche  (1897,  1899). 
Mentore  per  chi  ha  figli  da  istruire  (1901). 
Sistema  metrico-decimale  (1901). 
Misure,  pesi  e  monete  (1896-97,  1901), 
Notizie  utili  per  chi  ha  da  fare  o  da  ricevere 

spedizioni  per  ferrovia  (1902). 
Le  vie  aperte  alla  donna  in  Itaha  (1905). 

XXIII.  Varietà. 

Piccolo  ricettario  fotografico  (1900). 

II  Quarto  Potere:  giornali  e  giornalisti  (1897). 
Per  chi  ha  da  battersi  a  duello:  Consigli  di 

scienza  cavalleresca  (1898). 

Elenco  nominativo  delle  più  cospicue   fami- 
glie nobili  italiane  (1902). 

Le  Regine  del  Mercati  (1906). 

La  Stenografia  (1907). 

XXIV.  Parte  letteraria. 

Fogazzaro  Antonio,  Nadejde  (1903). 

Doledda  Grazia,  Ballora  (1906). 

Jurro,  Un  romanzo  in  dodici  mesi  (1907), 


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