1908
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PICCOLA ENCICLOPEDIA POPOLARE
DELLA VITA PRATICA
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ANNUARIO DIPLOMATICO AMMINISTRATIVO E STATISTICO
AERONAUTICA — AfiRICOI/FURA — ALPINISMO
AMAnXlSTRAZIONE — MITI BKLLE — ASTRONOMIA — AUTOMOBILISMO
BIBLIOGRAFIA — BIOGRAFIA — BORSA — CALENDARIO — CICLISMO
COGNIZIONI UTILI — CORSE — DEMOGRAFIA — ECONOMIA DOMESTICA
A ONOMIA PUBBLICA — EFFEMERIDI — ENCICLOPEDIA — FEMMINISMO — GEOGRAFIA
GIORNALISMO — IGIENE — INDUSTRIE — LAVORI FEMMINILI — LEGISLAZIONE
LETTERATURA — MEDICINA — MODA — NAVIGAZIONE — PITTURA
POLITICA — QUESTIONI DEL GIORNO — RELIGIONE
SOCIOLOGIA — SPORT, GIUOCHI E PASSATEMPI — STATISTICA
STORIA CONTEMPORANEA — TRADIZIONI POPOLARI
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INDICE
Il Calendario.
Divisione del tempo — L'anno . . .Pag. 1
Ere „
Calendario degli Israeliti „
Riforma Giuliana „
Calendario romano antii-o 2
Kiforma Gregoriana „
Computo ecclesiastico „
Elementi del computo ecclesiastico ... „
Feste Cristiane 3
Calendario gregoriano cattolico „
Tavola delle feste mobili per gli anni
19(HÌ-1910 . , „
Calendari del rito ambrosiano, delle con-
fessioni protestatiti, della Chiesa greco-
russa e delle altre Chiese orientali. . 4
Calendario repubblicano fi-ancese. ... „
Calendario civile italiano „
.iiendario perpetuo per trovare in quale
-iorno della settimana cada un detcr-
minato giorno di un anno qualunque. ,
L'anno 1908.
Generalità 6
Calendario del rito Ambrosiano ossia della
chiesa di Milano „
Calendario Greco-Russo 7
Calendai-io Protestante „
Calendario Israelitico 8
Calendario Maomettano 9
Calendario Etiopico „
Effemeride astronomica.
Innovazioni 10
Avvertenze „
Tempo medio locale „
Elementi generali 11
Eclissi 12
Effemeride per l'Eritrea 13
Effemeride per il Ben.adir ^
Sistemazione oraria mondiale 14
L'ora deir" Ave Maria, 15
Le " Ore italiane „ Pag. 15
Illuminazione solare 16
Illuminazione lunare 17
La nostra stella IS
11 nostro satellite 1«)
La famiglia del Sole 20
Il corso dei pianeti nel 190J 21
Comete e stelle cadenti 22
Stelle straordinarie 23
Fisica terrestre 24
L'orologio Siderale 25
La stella Polare ,
11 cielo d'Italia 26
Dizionarietto-Indice 27
Tavole astronomiche mensili: Corso del
Sole, della Luna, dei Pianeti, Cieli stel-
lati mensili, Diario dell'osservatore:
Gennaio 2S
Febbraio 30
Marzo 32
Aprile . 34
Maggio 36
Giugno 38
Luglio 40
Agosto 42
Settembre 44
Ottobre 46
Novembre 48
Dicembre 50
Calendario settimanale - Diario sacro -
Memorandum 54 e segg
Effemeridi del Valore Italiano:
Gennaio .
. 62
Luglio . . .
. . 114
Febbraio .
. 62
Agosto . . .
. . 124
Marzo . .
. 74
Settembre .
. . 136
Aprile . .
. 84
Ottobre . .
. . 146
Ma-gio. .
. 94
Novembre .
. . 156
Giugno. .
. 104
Dicembre .
. . 166
VI
INDICE.
Ritratti di grandi pittori italani dei secoli XV-
XVII dipinti da loro stessi. Pag. 55 e segg.
I consigli del mese (Igiene ed Economia do-
mestica) :
Gennaio
Febbraio
Marzo .
Aprile .
Maggio .
Giugno.
60
72
82
92
102
112
Luglio 122
Agosto .
Settembre
Ottobre .
Novembre
Dicembre
134
144
154
164
174
Indice dei Santi ricorrenti nell'anno. . 177
Tabella dei digiuni e delle astinenze. . 183
Gli Evangeli Domenicali per tutto l'anno
giusta i due riti romano e ambrosiano. 184
Notizie amministrative, statistiche,
diplomaticlie, ec.
Serie dei Sommi Pontefici Romani . 186
Ritratti dei Sommi Pontefici ... 187
La Santa Chiesa Romana — Il Sommo
Pontefice — Cardinali 204
Parte della Famiglia e Cappella Pon-
tificia 205
Sacre Congregazioni 206
Serie cronologica dei Sovrani della
Real Casa di Savoia 203
Famiglia Reale d'Italia 210
Casa di S. M. il Re 213
Ministero della R. Casa „
Corte di S. M. la Regina ,
Corte di S. M. la Regina Madre . . 214
Case militari e civili e corti dei prin-
cipi e delle principesse reali „
Senato del Regno — Elenco dei Se-
natori 215
Camera dei Deputati 221
Elenco alfabetico dei Deputati . . „,
Indice dei Collegi Elettorali ... 226
Grandi Ufficiali dello Stato 231
Presidenza del Consiglio dei Ministri. „
Consiglio del Ministri ,
Ministeri dal 1848 al 1907 232
Ministero degli Affari Esteri .... 238
Ministero di Agricoltura, Industria
e Commercio 239
Ministero delle Finanze 240
Ministero di Grazia e Giustizia e dei
Culti 242
Ministero della Guerra 244
Ministero dell'Interno 245
Ministero dell'Istruzione p-ibblica . 247
Ministero del Lavori Pubblici . . . 248
Ministero della Marina 250
Ministero delle Poste e del Telegrafi. 251
Ministero del Tesoro 252
Consiglio di Stato 253
Corte del Conti ,
Gerarchia Cattolica — Arcivescovi e
Vescovi delle Sedi Residenziali Italiane. 255
Culto evangelico 268
Culto Israelitico 268
Ammiuistrazionelocale: Prefetti delle
provinole e Sindaci delle Città e capo-
luoghi di provincia 269
72
Camere di commercio ed arti del
Regno Pa?. 270
Camere di commercio estere in Italia 271
Camere di commercio ital. all'estero „
Addetti e delegati commerciali ita-
liani all'estero ,
Agenzie commerciali ital. all'estero ,
Circoscrizioni militari — Comandanti
dei Corpi d'Armata e delle Divisioni
del Regno
Stanze dei Corpi con i cambiamenti
di guarnigioni dell'autunno 1907. . . „
Ordine giudiziario — Primi Presi-
denti e Procuratori Generali delle Corti
di Cassazione e di Appello 276
Agenti diplomatici di S. M. il Re d'Ita-
lia presso i governi esteri 277
Ambasciate e legazioni estere pres-
so S. M. il Re d'Italia 278
Consolati Italiani delle principali lo-
calità straniere 279
I principali Stati del Mondo: ritratti dei
Sovrani, stemmi, notizie statistiche . . 232
L'Alto Adige — Il confine naturale . . . 312
Trentino e Alto Adige „
Il Brennero 314
Il Valdadige da Salorno a Bolzano . . 316
Bolzano 317
Da Bolzano a Merano 319
La Valle Venosta „
Il bacino dell' Isarco 320
Ampezzo e Livinallongo 322
Rocche Marchigiane 324
L' Umbria Verde 330
Carlo Goldoni e il bicentinaiio della sua
nascita 351
Centenari, commemorazioni, esposizioni
e congressi del 1903 359
Faenza e il III centenario di Evangelista
Torricelli 363
Giosuè Carducci 370
I cento migliori libri italiani 382
Novità della Scienza 385
I. Fisica e chimica «
IL Scienze nat., mediche ed aflini. G88
III. Meccanica, tecnologia ed inge-
gneria 391
Nevrastenia 396
Indice alfabetico annuale delle Leggi. —
Principali disposizioni emanate con
leggi, decreti, regolamenti, circolari, ec,
dal lo luglio 1907 al 30 giugno 1908 . 396
Il Tempio dell'Oro. — La Borsa, la sua
vita, i suoi congegni 399
Agricoltura — Conservazione del vino . 404
Ingrassamento dei bovini 405
Bachi da seta 406
Nuova raccoglitrice per le olive . . „
Malattie ed insetti delle piante - Vite. 407
Scoticatore dei prati 408
La Gallina Val damo 409
Lavatura, spurgo ed impastamento
del burro -
INDICE.
VII
UT.
IV.
V.
VI.
VII.
Perchè il terreno vergine è spesso
dannoso Pag. 411
Influenza del volume del terreno
snllo sviluppo delle piante ti
Coneimaziono degli ortaggi . . . . „
Produzione del prezzemolo nei ba-
rili per l'inverno 412
R. Scuola superiore di Agricoltura in
Portici 413
Le recenti norme per la colonizzazione
nel Brasile. — Il nuovo regolamento
fedeiale 414
Corriere femminile 425
I. Carità e beueliceuza „
II. Progresso intellellettuale. —
Elevazione morale 431
Noterelle letterarie e artistiche. 438
IjO Sport in rapporto all'igiene. 440
Economia domestica 445
Lavori donneschi 450
La pagina futile 453
VIII. Fiorentina e Parigina 454
La scuola pratica agraria femmile di Ni-
guarda 456
Come s'impara a leggere e a scrivere
nel secolo XX 459
Recenti metodi di cura 463
Gli operai italiani autodidatti 467
Frequenza delle malattie di petto e l'Eli-
sir " Lacrime di Pino „ del prof. Poi-
lacci 469
Come posso guarire dell'anemia? . . . 475
Alcuni cenni intorno all'epilessia e suoi
metodi di cura 477
Le vene varicose e la cura radicale me-
dica scoperta dal dott. Stefano Bolo-
gnese 478
Igiene e terapia — Alla conquista della
forza 479
Ramlola 481
Un angolo tranquillo sull'Appennino (Ca-
stiglione del Pepoli) 484
Le nostre industrie.
L' Industria del Vetro 485
I. Cenni storici „
II. Composizione, proprietà gene-
rali 486
III. Fabbricazione del vetro .... 487
IV. Applicazioni del vetro 489
V. L'arte e la decorazione del vetro. 490
VI. Succedanei del vetro 492
Industrie che si evolvono „
Il pane „
Il bucato 495
Come si fanno i cappelli 500
La moderna stereotipia — Applicazione
della celluloide 508
Come si fa la carta 509
Le cartiere Ambrogio Binda & C. . . .511
Come si fa un grande giornale per ra-
gazzi 512
Come si preparano le difese contro la
pioggia 516
L'industria siciliana — Francesco Mo-
naco & F 518
Società Anonima pastilici (x. Dolti . . . 519
L'Italiana - Scale aeree 520
La Fabbrica di Mario Bettini 521
C'alziituritìclo Lombardo Borri & Vitale. 622
Pastifìcio di Achille A itonelli e C. Pag. 523
L'Aeronautica nel 1907 624
Il Plotone grigio 543
Il Giornalismo italiano 545
Tipi e ligure del Quarto potere in
Italia 546
La Società Italiana per il progresso delle
scienze 555
L'Università estiva fiorentina 556
L'.\ssociazione Nazionale per i Paesaggi
ed i Monumenti pittoreschi d'Italia . 559
Usanze e costumi tradizionali del popolo
italiano 561
La campagna romana „
Santuari e grotte della Majelia. . . 570
Sport, giuochi e passatempi.
Alpinismo 580
Automobilismo 584
Fiat vittoriosa 586
La preparazione di un Circuito . . 590
Cavalli e Corse — Corse al galoppo. 591
Ciclismo 596
La bicicletta dell'avvenire 598
Giuochi fanciulleschi 599
Come si attraversa l' Oceano .... (505
La" Veloce „ 612
L' " Italia 620
Avvenimenti più importanti dell' aimo
(Ottobre 1906-NoYembre 1907) .... 623
Cronachetta di Scienze, Lettere, Arti e
Sport 649
La Societii Nazionale per la storia del
Risorgimento italiano e il Congresso
di Perugia 689
Necrologio (Ottobre 1906-Settembre 1907). 690
La Vita Pratica.
La Vita Pratica e 1 suoi mille problemi.
Per la salute
I progressi della medicina
Istituto terapeutico Italiano . . . .
Cura del cancro
Cura della pertosse
Anuresine
Una cura pratica
Per guarire e prolun^'are la vita. ,
II Rigeneratore
Il Diabete . . •
Vizio di ricambio
Anemia ed altre sofierenze
Nenrastenia
Malattie uterine
Notizie varie
Le vene varicose
L'igiene della pelle
Per dimagrare
Note del medico
Cronicità
Fiere grandi e piccole
Il fermento d' uva Jacquemin dinanzi
alla medicina
Specifici raccomandati .........
724
728
730
731
^32
734
735
736
7.S7
738
739
740
741
vili
INDICE.
Per le generazioni voiltUfe. . . . Pag. 741
I.a Terapia fisica nelle malattie dei bam-
bini fl
Alimentazione infantile 742
Aforismi di tisiologia pratica . . . . „
Tei nostri bimbi 743
Vene varicose n
Il Tonol „
Per la casa Pag. 744
Pavimenti, pareti e soffitti 745
GÌ' impianti moderni pel riscalda-
mento n
L'illuminazione 746
I saponi 747
Per 1 bisogni intellettuali ri
Un avvenimento femminile „
NELLE PAGINE PRELIMINARI:
" Peccato e penitenza „ Novella umoristica di U. Ojetti.
La Storia politica dell'anno narrata dalla ^ricatura nei giornali italiani (Ottobre 1906-Agosto 1907).
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Abbas II Hilmi, Hedive di
Egitto, 311.
Abdul Hamid II, Gran Sul-
tano di Turchia, 310.
Abib-UUah Emiro dell' Afga-
nistan, 282.
Abissinia, 282.
Ackermaiin (Mfss), 430.
Acqua contro i rossori della
pelle, 93»
Aequaviva Picena - Torrione
della Rocca, 329.
Addetti e delegati commer-
ciali italiani all'estero, 271.
Adeodato I (San) pp., 190.
Adeodato II pp., 190.
Adige (Alto), 313.
Adriano I pp., 192.
Adriano II pp., 193.
Adriano IH pp., 193.
Adriano IV pp. 197.
Adriano V pp., 198.
Adriano VI pp., 201.
Aeronautica, 386.
Aeronautica <L') nel 1907, 524.
Afganistan, 282.
Agapito I (San) pp., 189.
Agapito II pp., 194.
Agatone (San) pp., 192.
Agenti diplomatici di S. M. il
Re d' Italia presso i Governi
esteri, 277.
Agenzie commerciali italiane
all'Estero, 271.
Agricoltura, 404.
Aguirre y Garcia Gregorio M.,
nuovo cardinale, 637.
Albertini Luigi, 547.
Alberto principe di Monaco,
301.
Alcorta (J. Figuerra) Presi-
dente dell'Argentina, 283.
Alessandra Regina d'Inghil-
terra, 296.
Alessandra Zarina di Russia,
306.
Alessandro I (San) pp., 187.
Alessandro II pp., 196.
Alessandro III pp., 197.
Alessandro IV pp., 198.
Alessandro V pp., 200.
Alessandro VI pp., 201.
Alessandro VII pp., 202.
Alessandro VHI pp., 202.
Alexis Nord, Presidente di
Haiti, 299.
Alfonso XIII Re di Spagna,
308.
Alimentazione dei bambini,
164.
Alpinismo, 580.
Alsazia-Lorena, 289.
Alto Adige, 313.
Ambasciate e Legazioni este-
re presso S. M. il Re d' Ita-
lia, 278.
Amburgo, 289.
Amministrazione locale, 269.
Ampezzo e LivinallongO: 322.
Anastasio I (San) pp., 189.
Anastasio II (San) pp., 189.
Anastasio III pp., 194.
Anastasio iV pp., 197.
Andorra, 283.
Andraz (Castello d'), 322.
Anemia, 475.
Angers (Il disastro ferroviario
di), 646.
Anhalt, 289.
Aniceto (San) pp., 187.
Annam, 288.
Antei'o (SanL') pp., 187.
Antouelli Achille & C, Vene-
zia, 523.
Arcivescovi e Vescovi delle
Sedi Residenz. Italiane, 255.
Argentina, 283.
Aria compressa per calmare
le onde, 387.
Arrighi Cletto, 717.
Arrosto di vitello al latte, 135.
Ascoli Graziadio Isaia, 691.
Asia (Carta di pai-te dell') a
illustrazione del trattato
Anglo-Russo, 647.
Assia, 290.
Assisi - Chiesa e Santuario
di San Francesco, 341.
Assisi - Chiesa di Santa Chia-
ra, 341.
Assisi - Chiesa inferiore di
San Francesco, 341.
Asjisi - Piazza Vittorio Ema-
nuele, 339.
Assisi - Tempio di Minerva
340.
Associazione Nazionatfe per i
Paesaggi ed i Monumenti
pittoreschi d'Italia, 559.
Augusta Vittoria imperatrice
di (ìermania, 289.
Australia, 297.
Austria-Ungheria, 283.
Automatismo (Progressi dell'),
393.
Automobili (Applicazione del
giroscopio agli), 393.
Automobilismo, 584.
Ave Maria (L'ora dell'), 15.
Avvenimenti" più importanti
dell'anno, 6'23.
Bathi da seta, 406.
Baden, 290.
Bagni freddi, 144.
Bambini (Alimentaz. dei), 164.
Barclay Arturo Presidente di
Liberia, 300.
Barrili Anton Giulio, 554.
Barzini Luigi, 551.
Basso Maurizio, 550.
Batle José Pres. dell'Uruguay,
312.
Baviera, 290.
Bazzi Giov. Ant. detto il So-
doma, 67.
Beaton (Mrs. R. C. T.), 443.
Beccafumi Domenico, 99.
Belgio, 284.
Bellerofonte (Nave), 681.
Bellini Giovanni, 53.
Belucistan, 284.
Benedetto I pp., 190.
Benedetto II (San) pp., 192.
Benedetto III PP-, 183.
Benedetto IV pp., 194.
Benedetto V pp., 194.
Benedetto VI pp., 194.
Benedetto VII pp., 196.
Benedetto VIII pp., 196.
Benedetto IX pp., 196.
Benedetto XI pp., 198.
Benedetto XII pp., 200.
Benedetto XIII pp., 202.
Benedetto XIV pp., 202.
Berlin (II) naufragato sulla
costa olandese, 631.
XII
INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE.
Berrettini Pietro da Cortona,
167.
Bertelli Ltiigi (Vamba), 512.
Berthelot Marcellino, 693.
Bettinelli Saverio, 3G0.
Bettiiii Mario, Firenze, 521.
Bhutau, 284.
Binda Ambrogio & C, 611.
Bochara, 303.
Bolivia, 284.
Bolzano, 318.
Bolzano - La Piazza Grande,
317.
Bolzano - Portale del Duomo,
318.
Bolzano - La torre di Druso,
318.
Bonifacio I (San) pp., 189.
Bonifacio II pp., 189.
Bonifacio III pp , 190.
Bonifacio IV (San) pp., 190.
Bonifacio V pp., 190.
Bonifacio VI pp., 193.
Bonifacio VII pp., 194.
Bonifacio VIII pp., 198.
Bonifacio IX pp., 200.
Bonilla Emanuele, Presidente
dell'Honduras, 299.
Borghese Scipione, 675-G83.
Borsa (La), la sua vita, i suoi
congegni, 399.
Borsalino G. B. di Alessan-
dria, 500.
Bòttego Vittorio, 687.
Bovini (Ingrassamento dei),
405.
Brasile, 285.
Brema, 290.
Brennero, 314.
Brioschi Luigi, 582.
Brunei, 285.
Brunioo, nella Pasteria, 320.
Brunswick, 291.
Bucato (II), 495.
Bulgaria, 311.
Burro (Lavatura, spurf!;o ed
Impastamento del"), 409.
Caccia nella Campagna Ro-
mana, 562.
Cagli - Il Torrione, 927.
Calo (San) pp., 188.
Calendario (Generalità del), 6.
Calendario ambrosiano 4-0.
Calendario civile italiano, 4.
Calendario greco-russo, 7.
Calendario etiopico, 9,
Calendario gregoriano catto-
lico. 3.
Calendario israelitico, 1, 8.
Calendario maomettano, 9.
Calendario perpetuo, 4.
Calendario protestante, 7.
Calendario repubblicano fran-
cese, 4.
Calendario romano antico, 2.
Calendario settimanale, 54 e
segg.
Calisto I (San) pp., 187.
Calisto II pp., 197.
Calisto III pp., 200.
Camassei Filippo, patriarca di
G^rusalemmo, 627.
Cambodge, 288.
Camere di commercio ed arti,
270.
Camere di commercio italiane
all'estero, 271.
Camere di commercio estere
in Italia, 271.
Campagna romana (La), 561.
Canada, 297.
Cannoni elettrici, 391.
Canotto-carrozza automobile,
393.
Cappella Pontificia, 205.
Cappelli (Come si fanno i), 500.
Cappelli di paglia (Per pulire
i), 135.
Caracci Annibale, 131.
Carcano Paolo, 252.
Cardinali, 204.
Caramanico (Veduta di), 572.
— Cascata dell' Orfento, 571.
— Porta della Chiesa di S. M.
Maggiore, 571.
— Veduta generale dello Sta-
bilimento, 572.
Caravaggio (Da) Michelangelo,
137.
Carciofi al vapore, 93.
Carducci Giosuè, 370.
Carducci Giosuè nel 1860, 372.
Carducci Giosuè nel 1875, 373.
Carducci Giosuè nel 1880, 374.
Carducci Giosuè nel 1885, (fuo-
ri testo).
Carducci Giosuè nel 1905, 378.
Carducci Giosuè sul letto di
morte, 372.
Carducci (Maschera di), 380.
Carducci (Funerali di) a Bo-
logna, 381.
Carducci (Autografo del), 375.
Caricatura ital. politica nel-
l'anno 1906-7, nelle pagg.
prelim.
Carkitti, villaggio di capanne
presso Palestina, 563.
Carlo I re di Portogallo, 305.
Carlo I re di Ilumeniti, 306.
Carni, metodi per conservar-
le, 175.
Carta (Industria della), 509).
Casa dei bambini a Roma, 427.
Casa del Pane, 429.
Casa di S. M. il Re, 213.
Case militari e civili e corti
dei principi e delle princi-
pesse reali, 214.
Ca.stel Firmiano, 318.
Castel Tirolo, 318.
Castiglion dei Pepoli, 484.
Castro Cipriano, Pres. del Ve-
nezuela, 312.
Cavalli e corse, 591.
Cavallone (Grotta del), 676.
Cà Zantani (La) a San Toma,
dove nacque Goldoni, 351.
Cederna Antonio, 582.
Celestino I (San) pp , 189.
Celestino II pp., Vùl.
Celestino 111 pp., 197.
Celestino IV, pp., 198,
Celestino V (San) pp., 198.
Cellini Benvenuto (Lnpide a)
in Roma, 672.
Celluloide, sua applicazione
alla stereotipia, 508.
Centenari dell'anno, 359.
Cervara (Torre d;), 561.
Cesarotti Melchiorre, 361.
Chiesa Romana (La Santa),
204.
Chartres Vivien, 439.
Checchi Eugenio, 554.
Chierici Aldo, 550.
Chiesa Pietro, 468.
Chili, 285.
Chiva, 306.
Ciclismo, 596.
Cielo d'Italia (II), 26.
Cimatti Andrea, 698.
Cina, 285.
Circoscrizioni militari. 272.
Città di Castello - Palazzo del
Priori, 335.
Clemente I (San) pp., 187.
Clemente II pp., 196.
Clemente III pp., 197.
Clemente IV pp., 198.
Clemente V pp., 198.
Clemente VI pp., 200.
Clemente VII pp., 200, 201.
Clemente VIII pp.,. 201.
Clemente IX pp., 202.
Clemente X pp., 202.
Clemente XI pp., 202.
Clemente XII pp., 202.
Clemente XIII pp., 202.
Clemente XIV pp. 202.
Cleto I (San) pp., 187.
Coccu-Ortu Francesco, 239.
Codronchi Giovanni, 699.
Col d'Olen (Al Congresso al-
pino), 582,
Colfosco, nella valle di Badia,
321.
Collegi elettorali, 226.
Colombia, 286.
Colonizzazione nel Brasile (Le
nuove nonne per la), 414.
Colorazione del vetro, 489.
Comete, 22.
Computo ecclesiastico, 2.
Congo, 284.
Congregazioni (Sacre), 206.
Congressi dell'anno, 539.
Conone pp., 192.
Consiglio dei Ministri, 231.
Consiglio di Stato, 253.
Consolati Italiani delle prin-
cipali località straniere, 279.
Contratti a premio, 401.
Contratti di Borsa, 400.
Contusioni (Contro le), 155.
Convulsioni dei bambini, 102.
Coppa Challenge Margherita
di Savoia, 653.
Corea, 296.
Cornelio (San) pp., 188.
Corriere femminile, 425.
Corse al galoppo, 591.
Corte dei Conti, 253.
Corte di S. M. la Regina, 214.
Corte di S. M. la Regina M^.-
dre, 214.
INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE.
XIII
Cortina d'Ampezzo, 322.
Costantino I pp., 11)2.
Costantino II i)p., 102.
Costa-Rica. -286.
Costoline di montone, 156.
Creta, 311.
Cristoforo pp., 11*4.
Cronachetta di scienze, let-
tere, arti e sport, 649.
Cuba, 287.
Cuca Coca Cup, 597.
Culto evangelico, 258.
Culto israelitico, 268.
Dall' Ongaro Francesco, 3G2.
Damaso I (San) pp., 188.
Damaso II pp., 196.
Danimarca, 287.
De Angeli Ernesto, 700.
De Giovanni Achille, senato-
re, 395.
De Luca Pasquale, 549.
Deporti e riporti, 400.
Deputatesse al Parlamento di
Finlandia, 640.
Deputati al Parlamento, 221.
Derby Reale, 593.
Diario sacro, 54 e segg.
Diaz Portìrio, presidente del
Messico, 301.
Di cui (Contratto detto), 401.
Digiuni e astinenze (Tabella
dei), 183.
Dionigi (San) pp., 188.
Discobolo di Castelporziano,
657.
Dolci Carlo, 167.
Dolfi G., Firenze, 519.
Dono I pp., 190.
Dono lì pp., 196.
Doni, 401.
Dossi Dosso, 79.
Eclissi, 12.
Economia domestica, 445.
Edoardo VII, Re d'Ingh., 296.
Effemeride astronomica, 10.
Effemeride per il Benadir, 13.
Effemeride per l'Eritrea, 13.
Egitto, 311.
Elementi del computo eccle-
siastico, 2.
Elementi generali del Calen-
dario, 11.
Elena Regina d'Italia, 210.
Elettroterapia, 465.
Eleuterio (San) pp., 187.
Elevazione morale, 431.
Elisabetta (Carmen Silva) Re-
gina di Rumenia, 306.
Elisir di china, 155.
Elisir " Lacrime di Pino „ del
prof. Pollacci, 469.
Enrico Principe Consorte di
Olanda, 303.
Entrata Senofonte, 468.
Epilessia, 477.
Equatore, 287.
Ere, 1.
Ernesto Luigi V, Granduca
d'Assia, 290.
Escalon Pedro J., Presidente
della Repubblica S^n Sal-
y^dor, 307.
Escursionista (Una) frai ghiac-
ciai presso Zermatt, 442.
Esposizioni dell'anno, 359.
Estrada Cabrerà M., Presid.
del Guaten.ala, 298.
Eugenia Regina di Spagna,
308.
Eugenio I (San) pp., 190.
Eugenio II pp., 193.
Eugenio III pp., 197.
Eugenio IV pp., 200.
Eusebio (San) pp., 188.
Eutichiano (San) pp., 188.
Evangeli domenicali per tutto
l'anno, 184.
Evaristo (San) pp., 187.
Fabiano (San) pp., 188.
Faenza - Pianta della città
nel 1660, 363.
— Fontana monumentale, 365.
Farina Salvatore, 671.
Falconara - Castello di Rocca
Priora, 325.
Fallières, Presidente della Re-
pubblica francese, 268.
Famiglia Pontificia, 205.
Famiglia Reale d'Italia, 210.
Fano - Rocca Malatestiana,
325.
Febbri malariche, 92.
Federigo Granduca del Ba-
den, 702.
Federigo Vili, Re di Dani-
marca, 287.
Federico Augusto III, Re di
Sassonia, 293.
Ferrato alla triestina, 103.
Felice I (San) pp., 188.
Felice II (San) pp., 188.
Felice III (San) pp., 189.
Felice IV (San) pp., 189.
Ferdinando I, Principe di Bul-
garia, 311.
Fermo - Rocca di Monte Var-
mine, 329.
Ferrigni Umberto, 551.
Feste cristiane, 3.
Feste mobili per gli anni 1906-
1910, 3.
" Fiat r, (La) vittoriosa, 586.
Finlandia, 307.
Fiori e foglie medicinali, 72.
Fisica e chimica, 385.
Fisica terrestre, 24.
Fix, preparato per sopprime-
re la polvere, 590.
Focaccia dei Re Magi, 61.
Foligno - Chiesa cattedrale di
San Feliciano, 338.
Formiche (Contro le), 123.
Formoso pp., 193,
Forza (Alla conquista della),
j 479.
j Fotografia colorata, 387.
I Fototerapia, 389, 466.
! Francesco Giuseppe, Impera-
I tore d'Austria, 283.
Francia, 288.
Frascati - Ciociari in riposo,
569.
Freddo (Come bisogna difen-
dersi dal), 60, 17f.
Freddo (Industria del), 386.
Frutta (Come si conservano
le), 112, 113.
Gallina Valdarno (La), 409.
Gallo Nicolò, 704.
Garibaldi (Commemorazione
massonica di), 678.
Gelasio I (San) pp., 189.
Gelasio II pp., 197.
Geloni, 60.
Gemme artificiali, 490.
Gerarchia Cattolica, 255.
Germania, 288.
Gianetti Alessandro, 704.
Gianturco Emanuele, 248.
Giappone, 296.
Ginnastica medica, 464.
Giolitti Giovanni, 231.
Giordano Luca, 171.
Giorgio I, Re di Grecia, 298.
Giornalino della Domenica, co-
me si fa, 512.
Giornalismo italiano, 545.
Giovanni I (San), 189.
Giovanni II pp., 189.
Giovanni III pp., 190.
Giovanni IV pp., 190.
Giovanni V pp., 192.
Giovanni VI pp., 192.
Giovanni VII pp., 192.
Giovanni VIII pp., 193.
Giovanni IX pp., 193.
Giovanni X pp., 194.
Giovanni XI pp., 194.
Giovanni XII pp., 194.
Giovanni XIII pp., 194.
Giovanni XIV pp., 196.
Giovanni XV pp., 196.
Giovanni XVII pp., 196.
Giovanni XVIII pp., 196.
Giovanni XIX pp., 196.
Giovanni XXI pp., 198.
Giovanni XXII pp., 198.
Giovanni XXIII pp., 200.
Giroscopio, sua applicazione
agli automobili, 393.
Giuochi di Borsa, 401.
Giuochi fanciulleschi, 599.
Giulio I (San) pp., 188.
Giulio II pp., 201.
Giulio III pp., 201.
Gnocchi alla lombarda, 165.
Goldoni Carlo e il bicentena-
rio della sua nascita, 351.
Goldoni - Monumento a Pa-
rigi, 356.
Goldoni - Monumento in Ve-
nezia, 354.
Golovine, pres. della Duma.
632.
Gomma cereale, 338.
Gostaco, 659.
Gradara - Rocca, 329.
Gran Bretagna, 296.
Grecia, 298.
Gregorio I il Grande (San)
pp., 190.
Gregorio II (San) pp., 192.
Gregorio III (San) pp., 192,
Gregorio IV pp., 193.
Gregorio V pp., 196.
Gregorio VI pp., 196,
XIV
INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE.
Gregorio VII (San) pp., 197.
Gregorio VITI pp., 197.
Gregorio IX pp., 198.
Gregorio X pp., litS.
Gregorio XI pp., 200.
Gregorio XII pp., 200.
Gregorio XIII pp., 201.
Gregorio XIV pp., 201.
Gregorio XV pp., 202.
Gregorio XVI pp., 203.
Grober Antonio, 582.
Guardiagrele - Prospetto del
Duomo, 576.
Guardiagrele - San France-
sco, 576.
Guardiagrele - Il Tori-ione,
576.
Guastavino Pietro, 648.
Guatemala, 298.
Gubbio - Palazzo Comunale
gi.^ Pretoro, 337.
Gubbio - Palazzo dei Consoli,
337.
Gubbio - Piazza Vittorio Ema-
nuele, 33C.
Guercino (Barbieri Giovanni
Francesco detto 11), 151.
Guerrero M. A. Presidente
del Panama, 30i.
Gaglielmina Regina d'Olanda,
303.
Guglielmo Granduca del Lus-
semburgo, 300.
Guglielmo II Imperatore di
Germania, 289.
Guglielmo II Re del Wùrtem-
berg, 295.
Haakon VII Re di Norvegia,
303.
Haiti, 299.
Hampson (Miss), 441.
Harbord (Missi Ashton, 440.
Haruko - Imperat. del Giap-
pone, 296.
Honduras, 299.
Idroterapia, 464.
Igino (San) pp. 187.
Ilario (San), 189.
Illuminazione lunare, 17.
niuminazione solare, 16.
Immunizzazione (Nuovo me-
todo d'), 389).
Inchiostro azzurro, 61.
Inchiostro nero, 165.
Inchiostro rosso, 73.
Incisione sul vetro, 490.
India, 298.
Indice alfabetico annuale del-
lo leggi, 396.
Industrie (Le nostre), 435.
Industrie che si evolvono, 492.
Influenza, 82.
Innocenzo I (San) pp., 189.
Innocenzo II pp., 197.
Innocenzo III pp., 197.
Innocenzo IV pp., 198.
Innocenzo V pp., 198.
Innocenzo VI pp., 200.
Innocenzo VII pp., 200.
Innocenzo Vili pp., 201.
Innocenzo IX pp., 201.
Innocenzo X pp., 202.
Innocenzo XI pp., 202.
Innocenzo XII pp„ 202.
Innocenzo XIII pp., 202.
Isarco (Il bacino dell), 320.
Isola Farnese, 561.
Italia, 299.
James Town (Esposizione di),
664.
Jena (La) prima e dopo 11 di-
sastro, 633.
Jolanda (Principessa^ 211.
Kianikoski (Signore) deputate
al Parlamento di Finlandia,
640.
Kinesiterapia, 464.
Kingston distrutta dal terre-
moto e dair incendio, 629.
Kronarografo, 392.
Kuang Hsu Imperatrice della
Cina, 286.
Lacava Pietro, 241.
Lama dei Peligni, 576.
Lampade elettriche Hélion e
al Tungsteno, 387.
Lana, come si lava, 61.
Landone pp., 194.
Lapponi Giuseppe, 707.
Lavanderie a Milano, 496.
Lavardo <Le tre cime di), 323.
Lavori donneschi, 450.
Leggere e scrivere (Come
s'impara a) nel sec. XX, 459.
Lehmann (G.) vincitore del
milione, 630.
Leone I il Grande (San) pp.,
189.
Leone II (San) pp , 192.
Leone III (San) pp., 192.
Leone IV (San) pp., 193.
Leone V pp., 194,
Leone VI, 194.
Leone VII pp., 194.
Leone Vili pp., 194.
Leone IX (San) pp., 196.
Leone X pp., 201.
Leone XI pp., 201.
Leone XII pp., 202.
Leone XIII pp , 203.
Leone XIII. Suo monumento,
680.
Leopoldo II Ro del Belgio,
284.
Lesueur (Madanie Daniel), 438.
Levitt (Miss Dorothy), 441.
Liberatore (Abbadia di San)
a Maiella, 676.
Liberia, 300.
Liberio pp., 188.
Libri italiani (I cento migliori),
382.
Liechtenstein, 300.
Lino (San) pp., 187.
Lippe, 291.
Livellatore meccanicoper car-
reggiate, 393.
Livinallongo, 322.
Lombardo, Boni e Vitale, Bu-
sto Arsizio, 622.
Longhi Alessandro, ritratto
del Goldoni, 357.
Longhi P., quadro di masche-
re veneziane, 362.
Lorenzelli Benedetto, nuovo
cardinale, 637.
Lualdi (non (jleraJili) Alessan-
dro, nuovo cardinale, 637.
Lubecca, 291.
Lucio I (San) pp., 188.
Lucio II pp., 197.
Lucio III pp., 197.
Luisa, Regina di Danimarca,
287.
Luitpoldo, Principe Reggente
di Baviera, 290.
Lusolo, 392.
Lussemburgo, 300.
Maccarese, 565.
Macchie di grasso sulla carta,
73.
Macchie d'inchiostro sulla te-
la, vS3.
Madesimo sullo Spinga, 370.
Mafalda (Principessa), 211.
Magnetismo, 24.
Majella (Santuari e grotte del-
la), 570.
Malaria, 566.
Malattie di petto, 469.
Malattie ed insetti delle pian-
te, 407.
Mangascià (Ras), 708.
Marcellino (San) pp., 188.
Marcello I (San) pp., 188.
Marcello II pp., 201.
Marco (San) pp., 188.
Margherita di Savoia, Regina
Madre, 212.
Mai-ia Amelia regina di Por-
togallo, 305.
Maria Anna granduchessa del
Lussemburgo, 300.
Marino I pp., 193.
Marino II, pp., 194.
Marmellata di mele, 83.
Marocco, 301.
Martino I (San), 190.
Martino IV pp., 198.
Martino V pp., 200
Massoneria (La) per Garibaldi,
678.
Massuero Luigi, 562.
Maud regina di Norvegia, 303.
Mecklenburg-Schwerin, 291.
Mecklenburg-Strelitz, 281.
Medicamenti nuovi, 463.
Medicinali, loro azione a di-
stanza, 388.
Memorandum quotidiano, 54
e segg.
Menelik (Negus), 282.
Mercier Desiderato, nuovo
cardinale, 637.
Messico, 301.
Metodi di cura (Recenti), 463.
Miceli Luigi, 710.
Milano - Lavanderia (Una) in
Via Magolfa, 497.
— Lavanderia sociale In Via
Magolfa, 496.
— Lavatoio pubblico muni-
cipale, 498.
Milena, principessa del Mon-
tenegro, 302.
Milton Giovanni, 359.
INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE.
XV
Milziade (San) pp,, 188.
Minestre, lf>4.
:\Iinisteri dal 1848 al 1907, 232.
Minsitero deH'Afjrfcoltura In-
dustri» e Commercio, 239.
Ministero degli Affari Esteri,
238.
Ministero delle Finanze, 240.
Ministero di Grazia e Giusti-
zia e dei Culti, 242.
Ministero della Guerra, 24-i.
Ministero dell'Interno, 245.
Ministerodeiristruzione Pub-
blica, 247.
Ministero dei Lavori Pubblici,
248.
Ministero della Marina, 250.
Ministero delle Poste e Tele-
grafi, 251.
Ministero della Real Casa, 213.
Ministero del Tesoro, 252.
Mirabello Carlo, 250.
Mohamed Ali Mirza Scià di
Persia, 304.
Mohamed-EI-Nasr, bey di Tu-
nisi, 288.
Monaco Francesco & f., Ca-
tania, 518.
Monaco Principato, 301.
Montalto - Torrione e Porta
Patrizia, 327.
Montenegro, 302.
Montt-Pedro presidente del
Chili, 285.
Moreira Penna (de) Aa, pre-
sidente del Brasile, 285.
Moresnet, 302.
Morene G. B., 119.
Mostra Goldoniana (Una delle
sale della) nel Museo Car-
rer, 358.
Muley-Abd-ul-Aziz, sultano
del Marocco. 301.
Mutsu Hito imperatore del
Giappone, 296,
Muzaffer-ed-Din, 712.
Narni — Duomo. Portico della
facciata, 345.
— Cappella del Sacj amento,
.346.
Necrologio, 690.
Nepal, 302.
Nevrastenia, 395.
New York-Garibaldi Memo-'
rial, 079.
Nicaragua, 302.
Niccolini Giorgio, 516.
Nicola I zar di Russia, 306.
Nicola I principe del Monte-
negro, 302.
Nicolò I (San) pp., 193.
Nicolò II, pp., 196.
Nicolò HI pp., 198.
Nicolò IV. pp., 198.
Nicolo V. pp., 200.
Nigra Costantino, 712,
Niguarda — Scuola pratica
femminile di agricolt. 45G.
Ninfa (Lago di) e Torre Gae
tani, 561.
— (Palude presso le rovine
di), 565.
Niobide, 658.
Norvegia, 203.
Novità della Scienza, 385.
Olanda, 303.
Oldenburgo, 922.
Olga regina di Grecia, 298.
Olive (Nuova raccoglitrice per
le), 406.
Oman, 303.
Onorio I pp., 190.
j Onorio II pp. 197.
' Onorio III pp., 198.
Onorio IV pp., 198.
Operai italiani autodidatti, 467.
Opoterapia, 466.
Ordine giudiziario, 276.
Ore italiane (Le), 15.
Ormisda (San) pp., 189.
Orlando Vittorio Eman., 243.
Orologio siderale (L'), 25.
Ortaggi (Concimazioni degli),
411.
Orvieto — Panorama, 349.
— Palazzo del Capitano del
popolo, 350.
Oscar II re di Svezia, 309.
j Ossagno — Veduta generale
della Rocca, 328.
Paesaggi e monumenti pittd-
j toreschi d' Italia, 559.
Palatino (Scavi del) 661-6C2.
! Panama, 304.
1 Pane (Industria del), 492.
j Paolo ì (San) pp., 192.
I Paolo II, pp., 200.
i Paolo III pp., 201.
! Paolo IV, pp., 201.
I Paolo V pp., 202.
Paradisi Umberto, 553.
j Paraguai, 304.
I Pardo José, presidente del
! Perù, 305.
( Parma — Monumento al Bot-
{ tego, 688.
I Parmigianino Francesco, 105.
i Parona Francesco, 713.
Pasquale 1 (San) pp., 193.
Pasquale II pp., 197.
Passo di Tuckctt, 583.
Pasticcini con frutta, 73.
Pelagio I pp., 190.
Pelagio II pp., 190,
Perier Casimir, 714.
Perla del Mediterraneo, 666.
Perouse (Madame) Di, 433.
Persia, 304.
Perù, 305.
Perugia — Chiesa di San Ber-
nardino, 334.
Perugia — Chiesa di San Pie-
tro, 332.
— Chiesa e monastero di
San Pietiw, £33.
— Collegio del Cambio. Il Tri-
bunale, 331.
— Piazza del Duomo. Fonte
Maggiore, 332.
— Porta Urbica Etrusca, 333.
Perugino Pietro iVannucci
detto il), 57.
Pianeti nel 1908 (Il corso
del), 21.
Piante orn.ainentali, 145.
Piatti di Natale, 174.
Pietro (San) pp., 187.
Pietro I re di Serbia, 308.
Pintauro Carmelo, 644.
Pio I (San) pp., 187.
Pio II pp., 200.
Pio III, pp., 201.
Pio IV pp., 201.
Pio V (San) pp., 201.
Pio VI pp., 202.
Pio VII pp., 202.
Pio VIII pp-, 203.
Pio IX pp., 203.
Pio X pp., 204.
Pistoia - Spedale del Ceppo,
557.
Pittori (Grandi) italiani dei
secoli XV-XVII, 53 e segg.
Pittura del vetro, 490.
Plotcna grigio, 543.
Polo magnetico (Scoperta del),
387. .
Polpette, 73.
Pontefice (Il sommo), 204.
Pontefici romani (Serie dei",
186.
Ponziano (San) pp., 187.
Portici - Scuola Superiore d'
Agricoltura, 413.
Portogallo, 305.
Porterecanati - Torrione e an-
tico castello, 3-27.
Porto San Giorgio - Torrioni
e rovine dell'antico castel-
lo, 329.
Pozza Giovanni, 656.
Prati (Scoticatore dei), 408.
Prefetti delle Provincie, 269.
Premio Ambrosiai.o, 593.
Premoli Pietro, 467.
Presidenti e Procuratori Ge-
nerali delle Corti di Cassa-
zione e di Appello, 276.
Prezzemolo (Produzione del)
nei barili per l'inverno, 412.
Prussia, 292.
Psicoterapia, 466.
Quaglino Felice, 467.
Quarto potere (Tipi e figure
del) in Italia, 546.
Radioattività e malattie, 390.
Radioterapia, 466.
Ramiola, 481.
Rapino negli Abruzzi, 576.
Rava Luigi, 247.
Re (II) del Siam a Napoli, 638.
Reina Ettore, 468.
Reni Guido, 141.
Reuss-Greiz, 292.
Reuss-Sehleiz-Gera, 292.
Reyes Raffaele, Presid. della
Colombia, 286.
Ribera Giuseppe, detto lo Spa-
gnoletto, 147.
Ricciardi Cesai e, 466.
Riforma Giuliana, 1.
Riforma Gregoriana, 2.
Rifugio " Quintino Sella „ al
passo di Tuckett, 583.
Righetti Carlo, 717.
Rigola Rinaldo, 468.
XVI
INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE.
Rinaldini Aristide, nuovo c?ar-
dinale, 637.
Riporti e deporti, 400.
Ristori Adelaide, 439.
Ritratti dei Sommi Pontefici,
187.
Rob depurativo, 92,
Rocca di Papa, 663.
Ròcclie Marchigiane, 324.
Roma - Inaugurazione della
Casa del Popolo e del IX
Congresso Socialista, 623.
— Monura. a Vittorio Ema-
nuele (nuovo bozzetto), 655.
lioma (Varo della), 636-638.
Romano pp., 193.
Romano Giulio, 85.
Romussi Carlo, 547.
Roosevelt, Presidente degli
Stati Uniti d'America, 309
Rosa Salvatore, 161.
Rossi G., 520.
Ruggine (Per evitare la), 103.
Rumenia, 305.
Russia, 306.
Sabiniano pp., 190.
Sacritìcatrice (La) d' Anzio,
669.
Salvador, 307.
Salvatore (L'abbazia di San)
di Rapino, 576.
Samos, 312.
San Benedetto del Tronto -
Torre della Rocca, 329.
San Domingo, 307.
Sandoni Carlo, 560.
San Giustino - Villa Bufalini,
335.
San Marino, 307.
Santa Lucia (Rovine della
Rocca di), 327.
Panto Spirito a Majella, 573.
Sanzio Raffaello, 89.
Saracco Giuseppe, 719.
Harawak, 308.
Sarto (Del) Andrea, 95.
Sassonia, k93.
Sassonia-Altenburg, 293.
Sassonia-Coburgo e Gotha,
293.
Sassonia-Meiningen, 294.
Sassonia - Weimar Eisenach,
29*.
Sassovlvo (Abbazia di) presso
Foligno - Chiostro, 339.
Satellite (Il nostro), 19.
Scala mobile Ilocquard, 392.
Schanzer Carlo, 261.
Schaumburg-Lippe, 294.
Schwarzburg-Rudolstadt,296.
Schwarzburg-Sondershauseu,
295.
Scienza (Novità della), 386.
Scrittura diritta, 461.
Scuola pratica agraria fem-
minile di Niguarda, 456.
Sella Quintino. 580.
Senato del Regno. 215.
Senigallia - Rocca Roveresca,
327.
Serao Matilde, 553.
Serbia, 308.
Sergio I (San) pp., 192.
Sergio II pp., 193.
Sergio III pp., 194.
Sergio IV pp., 196.
Severino pp., 190.
Siam, 308.
Siero contro le morsicature
dei serpenti velenosi, 390.
Sieroterapia, 4G6.
Silverio (San) pp., 189.
Silvestro I (San) pp., 188.
Silvestro II pp., 196.
Simmaco (San) pp., 189.
Simplicio (San) pp., 189.
Sindaci delle città e capoluo-
ghi di provincia, 269.
Singhiozzo (Contro il), 155.
Sinigaglia - Rocca dei Duchi
della Rovere, 325.
Siricio (San) pp., 188.
Sisinnio pp., 192.
Sismologia, 24.
Sistemazione oraria mondia-
le, 14.
Sisto I (San) pp., 187,
Sisto II (San) pp., 188.
Sisto III (San) pp., 189.
Sisto IV pp., 200,
Sisto V pp., 201.
Società della " Formica „, 426.
Società Italiana (La) per il
progresso delle scienze, 394,
560.
Società Nazionale per la Sto-
ria del Risorgimento ita-
liano, 689.
Società per azioni, 399.
Socket regolatore Borgia, 3S7.
Sofia Regina di Svezia, 309.
Soratte (Sulla cima del), 561.
Sotero (San) pp., 187.
Sovrani della Real Casa di
Savoia, 208.
Spagna, 308.
Spagnoletto (Giuseppe Ribe-
ra detto lo), 147.
Spirito (Abbadia di Santo) a
Majella, 572.
Spoleto - Cattedrale o S. M.
Assunta, 342.
— (Dintorni di), Chiesa di San
Ponziano, 343.
Sport femminile, 440.
Sport, giuochi e passatempi,
580.
Stanze dei Corpi d'armata,
272.
Stati del Mondo (I principali),
ritratti dei Sovrani, stem-
mi, notizie statistiche, 282.
Stati Uniti d'America, 30'J.
Stazione radiotelegrafica mo-
bile, 653.
Stefano I (San) pp., 188.
Stefano II pp., 192.
Stefano III pp., 192.
Stefano IV pp., 192.
Stefano V pp., 193.
Stefano VI pp., 193.
Stefano VII pp., 193.
Stefano Vili pp., 194.
Stefano IX pp., 19i,
Stefano X pp., 196.
Stellage, 401.
Stella (La nostra), 18.
Stella Polare (La). 25.
Stelle cadenti, 22.
Stelle straordinarie, 23.
Stereofotograuimetria, 387.
Stereotipia (iloderna), 508.
Stufe a gas, 392.
Svezia, 309.
Svizzera, 310.
Taitù (Imperatrice d'Abissi-
nia), 282.
Targa Florio, 663.
Tavole astronomiche mensili.
28 e segg.
Tedeschi Achille, 552.
Telegrafia e telefonia senza
fili, 385.
Telesforo (San) pp., 187.
Tempio (II) dell'Oro, 399.
Tempo medio locale, 10.
Tende per il letto e le fine-
stre, 154.
Teodoro I pp., 190.
Teodoro II pp., 193.
Terni - Cascata delle Marmo-
re, 344.
Terreno (Perchè il) vergine è
spesso dannoso, 411.
Tintoretto Giacomo, 115.
Tittoni Tommaso, 238.
Tittoni e Bulow a Rapallo,
635.
Tittoni e von Aerenthal a De-
sio, 643.
Todi - Antichi palazzi del Po-
polo e dei Priori, 347.
— Chiesa di S. M. della Con-
solazione, 348.
— Duomo, 348.
Tonga (Isole), 310.
Tor di Quinto, 659.
Tor di Schiavi, 561.
Torpedini a turbina e torpe-
dini dirigibili, 391.
Torricelli Evangelista (Faen-
za e il III Centenario di),
363.
Torricelli Evangelista (Mo-
numento a) in Faenza, 369.
Tremuloterapja, 465.
Trentino e Al^o Adige, 313.
Treves Claudio, 548.
Tripoli, 312.
Tseu Hsi Imperatrice reggen-
te della Cina, 286.
Tubercolosi (Diagnosi della),
390.
Tuckett (Passo di), 583.
Tunisi, 288.
Turchia, 310.
Ufficiali (Grandi) dello Stato,
231.
Umberto (Principe), 211.
Umbria (L) Verde, 330.
Università (L'j estiva fioren-
tina, 556.
Uova alla neve, 113.
Uova alla svedese, 113.
Urbano I (Sdnf) pp., 187.
Urbano II pp., 197,
INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE.
XVII
turbano III pp., 197.
Urbano IV pp., 19S.
Urbiiiio V pp., 200.
Urbano VI pp., 200.
Urbano VII pp., 201.
Urbano Vili pp., 202.
Uruguay, 312.
Usanze e costumi tradizio-
nali del popolo italiano, 561.
Valdadige (II) da Salerno a
Bolzano, 316.
Valdicastello - Casa natale del
Carducci, 370.
Valentino pp., 193.
Valle Venosta, 319.
— Torre romana, 320.
Valvassori Franco (V.), car-
tiera in Gei-magnano, 509.
Vaniba, 512.
Vasari Giorgio, 109.
Vecellio Tiziano, 75.
Vene varicose, 478.
Venezia - Cà Zantanl, 351.
— (Esposizione di), 605.
Venezuela, 312.
Venier Sebastiano, trasporto
delle ceneri e monumento,
676-677.
Veronese Paolo, 125.
Verzi Ernesto, 467.
Vetro (L'industria del), 485.
Viale da Roma al Mare, 668.
Vigano Ettore, 245.
Vigilio pp., 190.
Vinci (Leonardo da), 63.
Vino, sua azione sul bacillo
di Hebert, 389.
Vino, sua conservazione, 404.
Vitaliano (San) pp., 190.
Vita pratica, 724.
Vite, 407.
Vittore (San) pp., 187.
Vittore II pp., 190.
Vittore III pp., 197.
Vittorio Emanuele III, 210,
Volume (InlliuMiza del) del
terreno sullo sviluppo del-
le piante, 411.
Waldeck, 295.
Warwick (Contessa di), 425.
Wùrtemberg, 29').
Zaccaria (San) pp., 192.
Zaine (Signora), deputato al
Parlamento di Finlandia,
640.
Zanzibar, 312.
Zeffiriiio (San) pp., 187.
Zelaya Y. Santos, Presidente
del Nicaragua, 302. '
Zosimo (San) pp., 189.
Zucchero, suo valore nutri-
tivo. 165.
Zuccoli Luciano, 549.
SEGRETO
Vedi a pag. 546.
1
I PAVIMENTI IN CERAMICA
dello Stabilimento G. APPIANI - TREVISO
pei loro pregi hanno fama mondiale
Ultime onorificenze
ESPOSIZIONE Mondiale 1904 (S. U. America) - Massimo Premio - Grand Prix
ESPOSIZIONE Internazionale - Milano 1906 • Massimo Premio - Grand Prix
Esigere stii prodotti la marca di FahhHca,
INDICE DELLE FIGURE
Figure schematiche degli Eclissi del 1008
(fig-. 3) Pag.
Diaframma dell' illuminazioae solare. .
Diagramma dell'illuminazione lunare. .
La corona solare (figg. 2) i»
Haggio di fotografie lunari 19
Posizione dei pianeti al l» gennaio. . . 20
Corso dei pianeti nel 1908 21
Posizione di Mira 23
Posizione di Algol n
Carta magnetica dell'Italia 24
Carta sismica dell'Italia <n
Orologio siderale 25
Posizione della Stella Pohire „
Flgtire schematiche del Cielo d'Italia
(flgg. 2) 28
Cieli stellati mensili (flgg. 24) . . 29 e segg.
Ritratti di grandi pittori italiani dei se-
coli XV-XVII dipinti da loro stessi:
Giovanni Bellini ,..;...... 53
Pietro Vannucci detto il Perugino . 57
Leonardo da Vinci 63
Giov. Arjt. Bazzi detto il Sodoma. . 67
Tiziano Vecelllo 75
Dosso Dossi 79
Glul'o Romano 85
Raffaello Sanzio 89
Andrea del Sarto 95
Domenico Beccafumi 99
Francesco Pannigiaiiino 105
Giorgio Vasari 109
Giacomo Tintoretto 115
G. B. Morone 119
Paolo Veronese 125
Annibale Caracci 131
M. A. da Caravaggio 137
Guido Reni 141
Gius. Ribera detto Io Hpagnolotto. . 147
Giov. Fran. Barbieri detto il Guercino. 151
Pietro Berrettini da Cortona, . . . 157
Salvator Rosa Pag. 161
Carlo Dolci 167
Luca Giordano 171
Serie dei ritratti dei Sommi Pontefici
(ligg. 263) 187-203
Vittorio Emanuele III 210
La Regina Elena ,
Principessa Mafalda 211
Principe Umberto «
Principessa Jolanda «
La Regina Madre 212
Giovanni Giolitti 231
Tommaso Tittoui 238
Francesco Cocco Ortu 239
Pietro Lacava 241
Vittorio Emanuele Orlando 243
Ettore Vigano 245
Luigi Rava 247
Emanuele Gianturco 248
Carlo Mirabelle 250
Carlo Schanzer 251
Paolo Carcano 252
Ritratti dei Sovrani e stemmi dei prin-
cipali Stati del mondo (fig.141). . 282-312
La grande catena spartiacque delle Alpi
Centrali 314
Carta dell'Alto Adige 315
Alto Adige, quadro di Bart. Bezzi . . . 316
Bolzano — La Piazza Grande 317
— Portale del Duomo 318
La torre di Druso presso Bolzano . . . „
Castel Fii-miano «
Castel Tirolo 319
Torre romana in Val Venosta 320
Brunico, nella Pusteria „
Colfosco, nella valle di Badia 321
Cortina d'Ampezzo „
Castello de Zanna, in Ampezzo 322
Rovine del castello d'Andràz In Llviual-
longo% „
INDICE DELLE FIGURE.
XIX
I.e Tre Cime di Lavaredo .... Pag.
Fano — Rocca Malatestiana (li^g- 2) . .
Sinigaglia — Rocca dei Duchi della Ro-
vere (tìgg. 2)
Falconara '— Castello di Rocca Priora .
Povtorecauatl — Torrione e antico ca-
stello
Cagli — Il Torrione
Montalto — Torrione e Porta Patrizia .
Rovine della Rocca di Santa Lucia. . .
Senigallia — Rocca Roveresca
Veduta generale della Rocca di Offagna.
Gradara — Rocca
Fermo — Rocca di Monte Varmine . .
Acquaviva Picena — Torrione della
Rocca
San Benedetto del Tronto — Torre della
Rocca
Porta San Giorgio — Torrioni e rovine
dell'antico Castello
Perugia — Collegio del Cambio. Il Tjì-
bunale
— Piazza del Duomo. Fonte Maggiore .
— Chiesa di San Pietro
— Porta Urbica Etrusca
— Chiesa e monastero di San Pietro. .
— Chiesa di San Bernardino
Città di Castello — Palazzo dei Priori .
San Giustino — Villa Bufalini
Gubbio — Piazza Vittorio Emanuele . .
— Palazzo dei Consoli
— Palazzo Comunale già Pretorio . . .
Foligno — Chiesa cattedrale di San Fe-
liciano ,
Sansovino (Abbazzia di) presso Foligno —
Chiostro
Assisi — Piazza Vittorio Emanuele. . .
— Tempio di Minerva
— Chiesa e Santuario di San Francesco.
— Chiesa inferiore di San Francesco. .
— Chiesa di Santa Chiara
Spoleto — Cattedrale o Santa Maria As-
sunta
— Cattedrale. Monumento a Fra Filippo
Lippi
Spoleto (Dintorni di) — Chiesa di San Pon-
ziano
Terni — Cascata delle Marmore . . . .
Narni — Duomo. Portico delia facciata.
— Duomo. Cappella del Sacramento . .
Todi — Antichi palazzi del Popolo e dei
Priori
— Duomo
— Chiesa di Santa Maria della Consola-
zione
Orvieto — Panorama
— Palazzo del Capitano del Popolo . .
Carlo Goldoni, incisione di G.B. Piazzetta.
La " Ca Zantani „ a San Toma, dove
nacque il Goldoni
327
F. Longhi - Scera comica con le ma-
schere Pag.
Monumento al Goldoni In Venezia, di
Dal Zotto
Commemorazione del Goldoni a Venezia.
Monumento al Goldoi.i a Parigi . . . .
Carlo Goldoni, quadro di Aless. Lonj^hi.
Una dell^ sale della Mostra Goldoniana
nel Museo Correr
Giovanni Milton
Saverio Bettinelli
Melchiorre Cesarotti
Francesco Dall' Oiigaro
Pian'^a della città di Faenza nel 1660. .
Faenza — Fontana monumentale . . .
Evangelista Torricelli
Epigramma autografo del Torricelli . .
Monumento ad Evangelista Torricelli, in
Faenza
Casa dove è n^to Giosuè Carducci a Val-
dicastello
Una delle prime poesie a stampa del Car-
ducci
Giosuè Carducci nel 1860
Giosuè Carducci nel 1875
Giosuè Carducci nel 1880
Autografo -del Carducci
Lo studio del Carducci
Madesimo sullo Spinga
Veduta e pianta del villino Carducci . .
Giosuè Cax-ducci nel 1905
G. Carducci sul letto di morte
Maschera di Carducci
Funerali di Carducci a Bologna ....
Schizzo schematico del telefono senza
fili
Senatore Achille De Giovanni
Nuova raccoglitrice per olive
Scorticatore dei prati Bozzi
Impastatrice a tavola rotativa pel burro.
Gramola per impastare il burro ....
Spatola di legno per burro
Barile coltivato a prezzemolo per l'in-
verno
R. Scuola Superiore di Agricoltura di
Portici
Contessa di Warwick
Miss Ackefmann
Mme D. Perouse
Una camera da letto nella Casa per le
impiegate postali e telegrafiche a Pa-
rigi
Madame Daniel Lesueur
Vivien Chartres
Adelaide Ristori
Le grandi cacce nelle tenute romane. .
Miss Ashton Harbord
Miss Dorothy Levitt
Miss D. Hampson
Un'ardita viaggiatrice francesse in Oriente.
352
354
356
356
357
358
359
360
361
362
363
365
366
368
370
371
372
373
374
375
376
377
378
379
380
381
385
395
407
408
410
413
425
430
433
435
438
439
440
441
442
STdB.C.flRNALDi-ViAB.ViTRUUio 9 niLANO
XX
INDICE DELLE FIGURE.
Escursionista fra 1 ghiacci presso Zer-
luatt Pag. 442
Scalata di una roccia 443
Mrs. R. C. T. Beatoli «
Acconciatura caratteristica per automo-
bilista 444
Velo per canapè 450
Tovaglina da Tè r,
Velo da poltrona, imitazione dall'antico. 451
Centro da tavola in ricamo a sete lava-
bili «
Sottobottiglia a ricamo Richelieu. ... 452
Charlotte per bambine ,
Tramezzo al Modano 453
Una lezione sperimentale di caseifìcio
alla Scuola di Niguarda 457
Una lezione sperimentale d'agraria alla
Scuola di Niguarda «
Saggi di scrittura diritta (due saggi) . . 461
La cura Wehrheim (figg. 2) 479-480
Ramiola (figg. 2) 481-482
Castiglione dei Pepoli (figg. 5) . . . 483-484
Diagramma del lavoro notturno nei forni. 495
Lavanderia sociale in via Magolfa . . . 496
Una lavanderia in via Magolfa a Milano. 497
Lavatoio pubblico municipale in via Ma-
rio Pagano 498
Industrie diverse (figg. 25) 500-523
Grande festa aerostatica di Bruxelles,
22 luglio 1906 524
Coppa Gordon Bennett 525
Festa per il 25n>o anniversario della Fe-
derazione Aeronautica Germanica. Ber-
lino 1906 • 526
Cervo volante per esplorazione .... «
Cervi volanti per esplorazione dell'alta
atmosfera 527
Cervo volante Cody „
Motori leggeri per aeronautica (figg. 2) . 528
Dirigibile da guei-ra tedesco 529
Aeroplano Wrigt .„
Aeroplano Santos Dumont (figg. 2) . 530-531
Aeroplano Etrick e Wells „
Aeroplano Delagrange (2 figure) .... 532
Aereoplano Vuja 533
Aeroplano Bleriot 534
Bleriot n. 5 • • • • i»
Lebaudy 1905 535
Aeronave Italia (2 figure) 536
Dirigibile Parseval 537
Dirigibile De La Vaulx „
Aeronave Zappelin (2 figure) 538
Il Dirigibile da guerra " Patrie „ . . . . „
I timoni e piani stabilizzatori del " Pa-
trie ^ 539
Motore " Antoniette „ .„
Elicoptero Leger . 540
Ellcoptero dei Fratelli Dufaux 541
" America ^ 642
548
549
550
Wl
552
653
554
567
558
6G0
661
Soldati alpini (2 figure) Pag. 543
Ufficiali alpini 544
Luigi Albertini 547
Carlo Romussi „
Claudio Treves
Pietro Guastavino
Luciano Zuccoli
Pasquale De Luca
Aldo Chierici ♦. . .
Maurizio Basso
Luigi Barzini .... *
Umberto Ferrigni
Luigi Massuero
Achille Tedeschi
Matilde Serao
Umberto Paradisi
Eugenio Checchi
Anton Giulio Barrili
L'Università estiva fiorentina dinanzi al-
l'Ospedale del Ceppo a Pistoia. . . .
L' Università estiva fiorentina a Perugia
Carlo Bandoni
Acquedotti
Isola Farnese „
Torre di Cervara „
Lago di Ninfa e Torre Gaetanl „
Tor di Schiavi „
Sulla Cima del Soratte „
L'on. Belli distribuisce paste e chinino. 563
Capanne a lunghezza , „
A Rocca di Papa „
Capanne di '* Cicoriare „ „
Una " Marrana ^ „
Cakitti, villaggio di capanne presso Pa-
lestina „
Palude presso alle rovine di Ninfa . . . 565
Mendicante a Lanterano presso Subiaco. „
Maccarese ^
Un gregge „
Una vecchia paralitica e malarica . . . „
Il trasporto della paglia ,
La caccia alla volpe: un galoppo. . . . 5G7
L'uscita dei cani da caccia „
Cacciatori a cavallo a Bracciano . . . . „
La caccia alla volpe: la partenza. . . . „
Cavallari che vanno alle corse di Brac-
ciano ^
Un frale francescano a caccia .... ,
Una diligenza della campagna romana . 569
Contadini in viaggio .„
Carro tirato da bufali „
Ciociari in riposo a Frascati „
Contadine dell'Ariccia che vanno alla fe-
sta del Divino Amore ^
Caramanico — Porta della Chiesa di S. M.
Maggiore 571
— Cascata dell' Orfento „
— Veduta di Caramanico ....... 872
— Veduta generale dello Stabilimento . ^
LIQUORE
mmum
opuscoiaE
SCHIARIMENTI
STHBf^iiRNAliDl^iA^mRUuio 9^IU1 NO
NDICE DELLE nUUKE.
XXI
^.i.» S,iiruu ;i i\l;i|fii;l. - L Eioino (li Oe-
lostiMO f.ij,'. 573
^ <'iiuta delle ruine della Badia di San Spi-
rito sul Monte Maiella „
iuardiagrele da occidente 575
San Francesco „
— Il Torrione. . ^
— Prospetto del Duomo 576
Grotta del Cavallone (6 ligure). . . 576-57^»
Quintino Sella 5SJ
Al Congresso alpino Col d'Oleu .... óS'i
Rifugio Quintino Sella 583
A rimpiattino „
(Tiro giro tondo „
Il tocco 601
La campana „
Forza „
La lotta 603
Come si attraversa l'Oceano (tìgg. 19) . 605-611
La Veloce (flgg. 11) 612-619
L'Italia (&gg. 7) 620-622
Homa — Inau:,'urazione della Casa del
Popolo e dei IX Congresso Socialista. 623
L'ingresso del nuovo Patriarca di Geru-
salemme mous. Camassei 627
Kingston distrutta dal terremoto e dal-
l' incendio 623
'G. Lehmann vincitore del milione . . . 630
Il " Berlin „ naufragato sulla costa olan-
dese 631
•Golovine, presidente della Duma. . . . 632
La Jena prima e dopo il disastro (fig. 2). 633
Tittoni e Bulow a Rapallo 635
Viaggio del Re d'Italia in Grecia. . . . ,
Varo della " Roma „ (fig. 2) . . . . 636-638
Nuovi Cardinali: Rinaldini, Gualdi, Lo-
reuzelli, Aguirre y Garcia, Mercier
(5 figg.) 637
Il Re del Siam a Napoli 638
Signore Kianikoski e Zaine, deputate al
Parlamento di Finlandia (2 figg.) . . . 6i0
Tittoni e von Aerenthal a Desio .... 643
Carmelo Piutauro 644
Il disastro ferroviario di Angers .... 646
Carta di pai-te dell'Asia a illustrazione
del Trattato Anglo-Russo 647
La nuova stazione radiotelegrafica mobile. 653
Coppa Challenge Margherita di Savoia . „
Nuovo bozzetto del monumento a Vitto-
rio Emanuele 655
Caricatura di Giovanni Pozza 656
Il Discobolo di Castuip..i/.uia.j . . ,Paj. 657
La Niobide 658
S. M. il Re a Tor di Quinto 650
Gostaco „
Scavi del P.alatino (3 flgg.) 661-662
La Targa Florio 663
Coi-sa della targa Florio — La partenza. 664
La Esposizione di Jamestown .,
Esposizione di Venezia (2 figg.) 665
La Perla del Mediterraneo 6C6
Nuovo viale da Roma al mare 668
La Sacrificatrice d'Anzio 669
La traversata del Tevere a nuoto . . . 670
Caricatura di Salvatore Farina 671
Inaugurazione di una lapide a Benvenu-
to Cellini 672
Scipione Borghese 675
Trasporto delle ceneri di Sebastiano Ve-
nier (2 figg.) 676-677
Commemorazione massonica di Gari-
baldi (2 figg) 678
Inaugurazione del Garibaldi Memorial a
New York 679
Monumento a Leone XIII 680
Varo del Bellerophon 681
Arrivo a Parigi del Principe Borghese. 683
Vittorio Bòttego 687
Monumento al Bòttego in Parma. . . . 688
Graziadio Isaia Ascoli 691
Marcellino Berthelot 693
Andrea Cimatti 698
Giovanni Codronchi 699
Ernesto De Angeli 700
Federigo Granduca del Baden 702
Nicolò Gallo 704
Alessandro Gianetti m
Giuseppe Lapponi 707
Ras Mangasjià 708
Luigi Miceli 710
Muzaffer-ed-Din 712
Costantino Nigra „
Francesco Parona 713
Casimir Perier 714
eletto Arrighi 717
Giuseppe Saracco 719
Bottiglia Feriiieato Jacquemin 740
Federigo Dell'Orto (figg. 2) 745-746
Nelle pagine preliminari:
Storia politica dell' anno narrata dalla
caricatura nei giornali italiani (78 flgg.).
^A^^iMMM^^MMN^ta
ANEMIA . ^ ^
NEURASTENIA ±
RACHITISMO ±
SCROFOLA
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DI e C, Milano.
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INDICE DEI PRINCIPALI COLLABORATORI
Ambrosini Luigi, Torino - (Come s'im-
para a leggere e a scrivere nel sec. XX).
Arpesani Ninina, Milano — (Corriere fem-
minile).
Ballardini Gaetano, R. Ispettore onorario
dei Monumenti e Scavi del ciré, di Faenza
— (Faenza e il centenario del Torricelli).
Baroni cap. Isidoro, direttore dell' " Astro-
filo , , Milano — (Parte astronomica).
Belotti avv. Bortolo, Milano — (Indice delle
leggi).
Boldrini prof. Vincenzo, direttore delle
Scuole elementari di Matètica (Marche) —
(Giuochi fanciulleschi).
Brentari prof. cav. uff. Ottone, Milano —
(Alpinismo).
Cabrini on. Angelo, deputato al Parla-
mento, Milano — (Operai italiani autodi-
datti).
Castagneris cap. Guido, direttore del " Bol-
lettino della Società Aeronautica Italiana „
(Aeronautica).
Cenerentola (pseud.), Boma — (Consigli del
mese).
Centofanti U., segr. dell' " Associazione Na-
zionale per i paesaggi ed i monumenti
pittoreschi d'Italia ^, Bologna — (Notizie
sull'Associazione suddetta).
Cerchiari dott. G. Luigi, Ayqnà-Petrarca —
(Il giornalismo italiano).
Clèmenzo ing. Fiorentino, Napoli — (No-
vità della scienza - L'industria del vetro).
(Nttizie sulla
Errerà prof. Anna, Milano
Scuola di Nlguarda).
Facheris aw. Arrigo, Milano — (Indice
delle leg-i).
Genolini avv. Alberto, Milano — (Cavalli e
corse).
Giachetti dott. Cipriano, Firenze — (Re-
centi metodi di cura).
Grimaldi prof. dott. Giulio, della R. Scuola
Normale di Pisa — (Rocche Marchigiane).
Javicoli Rosario, Torino del Sangro (Chieti)
— (Santuari e grotte della Majella).
Lenzi Furio, direttore della " Rassegna Nu-
mismatica .,, Oibetello — (Notizie sul culto
evangelico).
Leva dott. G. (pseud.), Torino — (Il Tempio
dell'Oro).
Magnasco Tommaso Edoardo, Milano —
(Automobilismo e Ciclismo).
Marchese prof. cav. Giovanni, agronomo,
direttore del ''Corriere del Villaggio „,
Milano — (Agricoltura).
Nebbia dott. Ugo, Milano — (L' Umbria
Verde).
Ojetti Ugo, Milano — (Il peccato e la pe-
i-itenza).
Ortiz dott. Maria, Genova — (Goldoni e il
suo centenario).
Pantalini can. Oreste, Milano — (Diario
sacro).
Pesci cav. Ugo, Bologna — (Effemeridi del
valore italiano).
Roselli avv. Piero, segretario della Univer-
sità Estiva Fiorentina, Firenze — (Notizie
suir Università suddetta).
Salveraglio prof. Filippo, di lettore della
R. Biblioteca Universitaria di Pavia —
(Giosuè Carducci).
Schiavi dott. Alessandro, direttore dell'Uf-
ficio del Lavoro della Società Umanitaria,
Milano — (Industrie che si evolvono).
Simboli Raffaele, Roma. — (La Campagna
Romana).
Tolomei dott. Ettore, direttore dell' " Ar-
chivio per l'Alto Adige « , Oliano presso
Egna (circ. di Bolzano, Austria) — (L'Alto
Adige).
Verga dott. cav. Ettore, direttore dell'Ar-
chivio storico civico, Milano — (La Società
Nazionale per la Storia del Risorgimento
italiano).
LA DIREZIONE - (Notizie generali sul Ca-
lendario — Memorandum quotidiano — I
principali Stnti del Mondo — I cento mi-
gliori libri italiani — Avvenimenti più im-
portanti — Cronachetta di scienze, lettere,
arti e sport — Necrologio — Storia poli-
tica dell'anno narrata dalla caricatura ita-
liana, ecc.).
Molti altri collaboratori hanno prestato in
luoghi e misure diverse l'opera loro. Alcuni
modestamente desiderano di non vedere pub-
blicati i loro nomi, fra i quali il nostro antico,
valente e cortese cooperatore, funzionario
della Corte Pontificia.
^rt^tM<^*»«<^t» »t^»»H0*»«<^Tì «4^» *tt^i*^t^^t* « t ^ W rf0?»«»0t»»»yt»tt0*»t*^!tH^^*>^g&t^»>^0tl t.tQi»*ft^t»«^
IL PECCATO E LA PENITENZA
\ss£>Qyìf
Finita la messa, don Pietro in sacrestia s'era gìh tolta la
pianeta e l'amitto. Appena esciti i cinque o sei ragazzi della
dottrina cristiana venuti con gran romor di zoccoli a baciar
la mano a don Pietro, Checchino il sagrestano gli disse: — Pro-
sit, — 0 chiusa a catenaccio la porta verso la chiesa, se n'andò
nell'orto a sorvegliare la conserva di pomodoro stesa al sole
su cinque assi e assediata dalle mosche.
Don Pietro guardò il calice, la patena, il corporale, la pia-
neta, il manipolo abbandonati lì alla rinfusa sul piano dell'ar-
madio da Checchino, sospirò, e scioltosi il cingolo cominciò
a sfilarsi il camice dalla testa, lentamente, per non schiudere
troppo le mille pieghe a organetto che vi avevano impresse
col ferro da stiro le monache di Sant'Anna, stiratrici così
abili che sui camici del vescovo riescivano a scrivere con
le pieghettature a punta di ferro Viva Maria in caratteri go-
tici. Aveva già nascosto la testa dentro il camice quando udì
picchiare alla porta verso la chiesa. Si fermò, non rispose. I
picchi ricominciarono, risoluti. Don Pietro s'avvicinò alla porta
sempre tenendo la testa nel camice e le braccia spalancate a
gruccia per sostenerlo.
— Chi è?
— Santino.
— Va ad aspettarmi in canonica che mi sto svestendo.
— Non è possibile. Qui vi devo parlare.
— Subito?
— Subito, don Pie! —
Don Pietro tornò davanti all'armadio, finì di sfilarsi il ca-
mice, lo ripiegò con le maniche in croce e aprì la porta. Santino
XXIV IL PECCATO E LA PENITENZA.
era un uomo sui quarant'anni, bruno, forte, calv^o, i baffi briz-
zolati, le ciglia nere, una cicatrice bianca sulla tempia destra.
Emigrato in America, ne era tornato secondo alcuni con molti
denari, secondo altri senza un soldo. Viveva solo; in qualche
fiera di bestiame s'industriava a fare il sensale; spesso partiva
per Roma, vi restava anche un mese portandosi in tasca la
chiave della sua casupola. In paese, quel po'di mistero gli dava
autorità. Salutava il parroco con rispetto, senza servilità. In
chiesa andava ogni domenica per la messa: non si confessava
e non si comunicava nemmeno per Pasqua.
— Che è avvenuto? — domandò don Pietro lavandosi le
mani al lavabo di stagno e asciugandosele sul doppio asciu-
gam.ano appeso al rullo di legno.
— Vi devo parlare, don Pietro.
— Parla, parla, — ma Santino taceva, fermo in mezzo alla
sacrestia, il cappello nelle mani. Don Pietro che si chinava
a stendere la pianeta e il manipolo nel cassetto dei parati, si
voltò a guardar Santino di sottecchi.
— M'hai da parlare in confessione?
— Per l'appunto. —
Don Pietro esultò, ma si mantenne impassibile come se il
suo interlocutore non avesse tutti i giorni fatto altro che con-
fessarsi perchè sapeva che i neofiti si spaventano con niente
e le conversioni più sincere sono quelle meno solenni, fatte
senza esclamazioni e senza pianti, in un piano colloquio. Si
mise al collo la stola e si sedette presso l'inginocchiatoio:
— Vieni qua. Inginocchiati. Il confiteor lo sai?
— Don Pietro, preferirei restar seduto. V'ho da parlare a
lungo, — e da uomo pratico soggiunse: — Voi veramente non
ivote ancora preso il caffè. Se volete, salite. Io v'aspetto qui. —
Al parroco, per quanta naturalezza egli volesse dare ad
ad ogni sua parola, quella familiarità cosi dimessa cominciò a
dispiacere:
— Non t'occupare di me, figliolo mio. Resta seduto se vuoi,
parche tu senta bene tutta la solennità dell'atto che stai per
compiere. —
Santino tranquillo ritraversò la sacrestia per andare a ri-
chiudere a catenaccio la porta. Poi si sedette, e fissando il cas-
setto degli arredi sacri i cui sportelli erano rimasti aperti,
osservò senza ombra di compunzione:
— Voi avete delle belle pianete e tutte nuove, don Pie.
— Bontà dei fedeli.
— E avete ridotto questa chiesa di villaggio una reggia
IL PECCATO E LA PENITENZA.
XXV
così nobile che (se dico un empietti, perdonatemi) Nostro Si-
gnore dev'essere più contento di venir qui che al duomo di
Spoleto. Quadri nuovi, candelieri dorati, cartaglorie argentate,
tappeti, merletti.
— Carità dei fedeli, te l'ho detto. La chiesa da tre anni ha
licevuto doni cospicui. L'ho annunciati dall'altare. Ma parliamo
di te e parliamo sul serio. Da quanto tempo non ti confessi? —
Santino elio aveva posato il cappello sull'armadio, andò
tranquillamente a riprenderlo che non poteva parlare senza
rigirarselo nelle mani. E tornò a sedersi:
— Don Pietro, parlando dei restauri della chiesa sono già
nell'argomento.
— Non capisco.
— Suggello di confessione, abbiamo detto? Voi non potrete
ripetere una parola di quello che io dirò, sotto pena di sco-
munica.
— Ma lo so, figliolo. Fa quello che sei venuto a fare, e non
ti perdere in chiacchiere.
— Dunque voi in questi tre anni avete trovato ogni vigilia
di Natale nella cassetta delle elemosine una busta con dentro
mille lire. Queste tremila lire le ho date io. —
Don Pietro scattò in piedi.
— Tu?
— Io. Volete le prove? Confrontate que»le buste con que-
sta, il suggello con questo. La carta dentro cui era piegato
ognuno di quei biglietti era lacerata in un angolo, è vero? Con-
servate quelle carte? Confrontatele con questi tre pezzi di
carta: combaceranno perfettamente. —
E aveva tratto di tasca una busta con tutti quei documenti
che enumerava. Don Pietro per un momento era rimasto in-
certo non sulla veridicità di Santino, ma sulla propria soddi-
sfizione. Da tre anni egli s'era raffigurato quel donatore ano-
nimo a suo modo, ogni anno più bello, più puro, più signorile.
Qualche volta pregando per lui, aveva finito a credere anche
al miracolo, a pensare che Dio stesso si fosse incomodato a
prendere quella forma cartacea e bancaria per soccorrere il
suo servo devoto e abbellire la povera chiesa. E adesso saltava
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CORSO VflLEMTINO. 24 "^...-CÌ^
OFFiciriA PROPRIA VIA BARETTI. 57
TORINO - TELEFONO - 422
XXVI IL PECCATO E LA PENITENZA.
fuori Santino. Egli, pur atteggiando il volto alla gioia più cor-
diale, doveva ammettere che quella non era una rivelazione
divina, e che il dono, in fondo, valeva più del donatore. Ma
pensò al suo dovere, pensò alla sua chiesa divenuta davvero
con quei soccorsi una reggia famosa in tutta la diocesi, pensò
un poco anche all'avvenire, e prendendo le due mani che San-
tino continuava a stringere sul cappello, le scosse due o tre
volte:
— Ma perchè in confessione ? Questo non deve essere un
mistero, tutti devono ammirare il nostro benefattore.... —
Ma il volto di Santino era immobile, indifferente:
— Non gridate. Lasciatemi finire, — e si sedette ancora.
Anche don Pietro tornò a sedersi, pronto a tutte le indul-
genze. Pure esaminava quel gran cranio calvo e rosso, quei
baffoni incolti, quelle vesti rozze, quel panciotto con tre bot-
toni aperti sullo stomaco gonfio, quelle mani rosse come sal-
siccie, — le mani che avevano dato tremila lire. Santino aveva
chiuso gli occhi stringendo le palpebre, le labbra, le mascelle,
raggrinzendo tutt'il volto come ad ingojare un boccone troppo
grosso e troppo amaro. Li riaprì d'un tratto e sillabò:
— Quei denari io li avevo rubati.
— No! — esclamò don Pietro e cominciò a tremare: — No!
non è vero! I denari che hai dato alla chiesa del Signore? I
denari con cui io ho onorato il Signore offrendoglici quelli
altari, quelle pitture, quei candelabri, questi arredi? Non è
vero! — e tornato in piedi si tolse la stola gridando: — E in
confessione me le dici queste cose? Al maresciallo devi dirle,
non a me! Al maresciallo!
Ma Santino aveva afferrato la stola, e gittatagliela al collo
come un cappio, lo trascinava di nuovo all'inginocchiatoio, e
le due mani sulle spalle di don Pietro che era ormai un vec-
chietto tutt'ossa, lo obbligò a risedersi. Poi presa la sedia gli
si mise davanti, le due ginocchia allargate come a chiuderlo
tra le branche d'una tanaglia.
— Don Pietro, con me non si scherza. Io sono venuto da
voi a confessarmi da buon cristiano dei miei peccati più gravi.
Voi potete assolvermi, potete non assolvermi, ma non potete
né interrompermi né scappare né denunciarmi. Se no, che prete
siete? —
Il povero prete tremava sempre. Balbettòaggiustandosi la
vecchia stola, spianandone con la palma della mano le grinze
fattevi dalle mani di Santino:
::- Hai ragione, figliolo, hai ragione tu. Perdona un misero
IL PECCATO E LA PENITENZA. XX\ II
echio che non sapeva quello che si faceva. Io ho peccalo
quanto te, adesso, anzi più di te. Perdonami e parla. —
Santino era tornato tranquillo.
— Adesso ho più poco da dirvi. Io ho rubato circa quat-
tromila lire quattro anni fa, seimila lire due anni fa....
— La cassaforte del conte Anzilei? Sei stato tu che la do-
menica mentre tutti erano a messa....
— Lasciate stare. E tremila lire l'anno scorso. Ditemi che
penitenza devo fare, e assolvetemi.
— Penitenza? Assoluzione? Ma io devo veder l'animo tuo,
non solo le tue azioni. Sei pentito di quello che hai fatto?
— Tanto pentito che l'altro giorno ero libero di fare un
colpo magnifico, e non l'ho fatto. Mi pare che basti.
— Non basta, non basta! Tu devi restituire il mal tolto alle
tue vittime.
— Prima di tutto, sono persone ricche che non hanno ri-
sentito, si può dire, nessun danno. Una non ha nemmeno de-
nunciato il furto perchè ha paura che il tribunale le tolga anche
i quattrini che le ho lasciati io.
— Ma è l'atto per sé stesso....
— E poi io non ho più un soldo.
— E che hai fatto di tutta questa somma?
— Parte l'ho spesa.... l'ho spesa malamente, e anche di
questo mi pento. Parte l'ho messa in affari che sono tutti an-
dati in malora. E l'altra parte, una grossa parte....
— Dov'è?
— Ma l'ho data a voi, don Pietro. —
Il colpo fu ancora forte. Don Pietro davanti a tutte quelle
novità strabilianti, s'era quasi dimenticato il proprio danno.
Si passò una m:ino sulla fronte imperlata di sudore.
— Ma perchè me l'hai date?
— Per chiedere perdono a Dio del male che avevo fatto.
Anche questo è peccato? Dovevo tenermi tutto per me?
— Ma no, ma no! Dovevi restituire tutto: questo dovevi
fare.
— Se l'avessi fatto, oggi non sarei qui e voi in questi tre anni
non avreste avuto niente. Ho peccato, lo so. Ma sono nato cri-
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XXVIII IT^ PECCATO E LA PENITENZA.
Stiano e voglio morire col perdono di Dio. Voi potete darmelo.
Me lo date? —
Don Pietro si sentiva svenire, era divenuto bianco come
i suoi capelli.
— Figlio mio, io non sto bene....
— Siete digiuno. Ve l'avevo detto io.
— Io non sto bene, non posso ragionare. Il colpo è stato
troppo grande. Torna domani . . No, dopodomani. Penserò, esa-
minerò il caso.... il caso tuo e mio.... perchè anche io, capirr.i,
con tutta la chiesa restaurata così.... con quei denari....
— Va bene. Tornerò dopodomani. Ma cercate di farvi co-
raggio e di non lasciarvi sfuggire una parola. Anche per la
chiesa, qui, non sarebbe prudente.
— Ti pare! È confessione, è confessione: so il mio dovere. —
Santino s'era alzato, aveva ripreso il suo cappello. Don
Pietro restava seduto, come istupidito. L'altro lo prese con
delicatezza sotto un braccio, lo aiutò ad alzarsi.
— Di' almeno un'avemaria alla Madonna.
— In questo stato? Quando m'avrete dato una risposta.... —
Don Pietro poteva appena camminare.
— Lasciate fare a me. Chiudo io, — disse Santino. E finì
di stendere la pianeta nel cassetto, vi piegò sopra la stola e
il manipolo, chiuse l'armadio e andò a deporre la chiave in
un nascondiglio sulla cornice del lavabo.
— Come sai che nascondiamo la chiave lì?
— Andate a prendere il caffè, don Pietro. Io esco dalia
chiesa. —
Ed esci.
«^
Il problema più urgente per don Pietro era ormai liberare
la sua chiesa dall'onta di quei doni. Col primo dono egli aveva
fatto riattare il tetto e ridipingere le tre navate di color di
rosa con lo zoccolo e gli stipiti azzurri. Col secondo dono aveva
fatto fare in stucco e caciolfa l'altare della Madonna del Ro-
.sario, e da un pittore che insegnava disegno al convitto di
Spoleto v'aveva fatto dipingere un gran quadro dove tra i
fedeli inginocchiati sotto la Vergine s'era posto anche lui, a
mani giunte, la faccia volta al pubblico. Col terzo dono aveva
comprato i candelabri e le cartaglorie dell'aitar maggiore e
due parati « in quarto » di lametta quasi d'oro. Ogni volta
aveva descritto dal pergamo prima i progetti e, alla fine del
IL PECCATO E LA PENITENZA. XXIX
lavoro, l'opera, narrando anche il modo misteiioso con cui le
tre offerte gli erano pervenute. E ad ogni offerta aveva invi-
tato i fe'deli a fare un triduo perchè il Signore proteggesse
con tutta la sua grazia il generoso benefattore ignoto. Come
tornare indietro? Come disfare quelle bellezze e ritirare quelle
preghiere? Si aggiunga che spinti dall'esempio di quel mu-
nifico anonimo il muratore, il falegname, il pittore, tutti ave-
vano lavorato per meno. Sapendo la verità potevano venire
a reclamare il proprio. La verità? E come poteva egli annun-
ciarla eroicamente ai fedeli senza mancare al suo dovere di
confessore? E solo staccando il quadro e togliendo dall'altare
i candelieri nuovi, non avrebbe egli indotto i fedeli in sospetto,
suscitato uno scandalo peggiore della vergogna presente la
quale almeno era nota a lui solo?
Ridiscese nella chiesa deserta. Il sole entrando dalle ve-
triate sull'altare di Sant' Espedito, veniva a illuminare proprio
il quadro della Madonna del Rosario, seduta sulle nubi fra due
angeli ben nutriti e volanti, uno dei quali alzava con la destra
un rosario e uno scapolare, e l'altro una nave rossa piccola
come un giocattolo, per significare che quel culto era stato
fondato in ringraziamento della vittoria di Lepanto. Don Pietro
le si inginocchiò davanti per chiederle consiglio; e invece un
altro scrupolo gli balenò in mente. Non era quell'immagine
stata comprata coi danari d'un ladro? E poteva, nonostante
le benedizioni, essere adorata? E lasciandola lì non faceva egli
correre lo stesso rischio di sacrilegio a tutti i fedeli? La sua
mente tornò a perdersi in un labirinto. Finalmente un'idea
parve trarlo a salvamento: andare dagli stessi derubati, rac-
contar loro senza far nomi la verità, chieder loro di con-
fermare il dono che avevano fatto involontariamente. Forse
erano tutti e tre buoni cristiani. E se non lo fossero stati?
L'importante era ormai sapere da Santino quei tre nomi. Uno
era il conte Anzilei; e nemmeno quello dopo tutto era certo.
Volle andare a cercare Santino, subito. Ma chi l'avesse
visto entrare nella casa misteriosa, che avrebbe detto? E lo
stesso Santino non sarebbe stato forse spaurito da quella fretta,
tentato di ritrarsi dalla buona via? E don Pietro s'acquietò
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XXX n. PECCATO E LA PENITENZA.
pensando che era in suo potere dargli l' assoluzione solo quando
eirli avesse rivelato i tre nomi.
^ Intanto volle far levare il quadro dall'altare. Si rammento
che il pittore e il falegname avevano incastrato la cornice di
legno nella cornice di pietra facilmente, senza necessità di
saldarla con cunei e tasselli: e dopo colazione chiamò Chec-
chino. Ma questi quand'ebbe ricevuto la strana incombenza, lo
fissò con la sua solita aria di protezione:
— Don Pietro, voi non state bene. —
Don Pietro s'affannò a spiegargli che s'era accorto d'un
errore canonico gravissimo in un certo attributo dipinto lì. Era
una bugia, a fin di bene, che la verità non poteva dirla e quel-
l'altro non doveva comprometterlo e bisognava salvare i fedeli
dal contagio.
— Ma lasciate star l attributo. Chi se n'è accorto? Nem-
meno il vescovo quand'è venuto giù per la cresima. Pensate
a quel che diranno i fedeli. Già fa grazie quell'immagine.... Vi
dispiace?
— Andiamo giù. Il quadro s'Jia da staccare prima della
benedizione.
— Don Pietro, ve l'ho detto, voi non state bene. Dormiteci
su. Aspettate domattina. —
Ma il povero vecchio volle scendere in chiesa e con le sue
stesse mani aiutare il sacrestano a far saltare la tela fuori
dalla cornice. Egli stesso la ricevette nelle braccia, se la portò
in sacrestia, la voltò a rovescio: e respirò.
La sera, alla benedizione, a veder l'altare senza quadro, e
nella cornice di pietra il muro greggio di mattoni e calce, donne
e uomini s'allarmarono. Tra una strofa e l'altra del Tantum
ergo, don Pietro sentiva dall' aitar maggiore il mormorio della
folla. Quando si volse a impartire la benedizione, s'accorse
che molti distratti dall'avvenimento, in piedi davanti all'altare
.spogliato, si dimenticavano pur d'inginocchiarsi e di guardar
Dio in faccia. Dopo, nella sacrestia, lo scandalo fu ancora più
grave; le voci si fecero alte e le parole grosse. Quel quadro era
ormai proprietà di tutti, non del parroco .solo, perchè a tutta la
chiesa non al parroco solo erano stati regalati i denari coi
quali era stato pagato.
— O lo rimettete a posto voi o ce lo rimettiamo noi. —
Il parroco ripetè le ragioni canoniche. Gli risposero:
— Se s'ha da correggere qualche cosa, il pittore prenda
una scala e corregga lì sull'altare. —
Nella vivacità della di.scussione i contadini finivano a chia-
IL PECCATO E LA PENITENZA.
XXXI
mare quell'immagine la " Madonna sbagliata,,. E poiché don
Pietro taceva interdetto, esausto da quella giornata d'angosce,
due presero il quadro e senz'altro lo rialzarono contro la sua
cornice di pietra e ve lo ficcarono a forza di pugni sull'inte-
laiatura. Altri vi accesero sotto due candele, e le donne si fer-
marono a pregarvi davanti con un fervore in cui fremeva an-
cora la rivolta.
La mattina dopo, poco prima di colazione. Santino venne di-
filato in canonica. Il parroco seduto nella poltrona di percalle
rosso leggeva l'ufficio, e spesso si distraeva a fissare la grata
di sole che filtrava dalla persiana verde sul pavimento. Si tolse
gli occhiali, e impallidendo guardò il terribile donatore:
— Non dovevi venire domani?
— Non ho potuto aspettare. Ho bisogno d'aver oggi la ri-
sposta.
— Va bene. Vieni giù. —
Traversarono la cucina dove sulla pietra del focolare la
pignatta bolliva e il gatto dormiva, scesero una scala, don Pie-
tro avanti e Santino dietro. La scala era buia come un pozzo
e i passi rimbombavano sugli scalini di legno: solo giù in fondo
si scorgeva il punto luminoso del buco della serratura nella
porta della sacrestia. Don Pietro a sentir dietro a se il passo e
il grosso respiro di Santino, tornò a tremare. Gli pareva che da
quel pozzo non sarebbe uscito più vivo; che sempre nella poca
vita che gli restava egli avrebbe dovuto camminare così a
tentoni, nelle tenebre, spinto da quel respiro fondo e da quel
passo grave, alle sue spalle, sempre vicino, sempre più vicino.
Riesci ad aprire.
La sacrestia odorava d'incenso e di cera, e da una corda
tesa in un angolo pendeva la coltre nera e bianca del cata-
falco perchè Checchino aveva cominciato i preparativi per
l'ottavario dei Morti. Don Pietro avrebbe preferito ravvolgersi
da sé dentro quella coltre e restar lì immobile ad aspettare
che lo seppellissero, piuttosto che confessare Santino.
Ma questa volta Santino s'era inginocchiato senza aspet-
tare altre esortazioni. Don Pietro si mise al collo la stola, si
sedette, riesci anche a fargli dire il confiteor suggerendoglielo
OPUSCOLI E
SCHIARintHTI
SMBClSRMiltDI-ViÀ BiViTi»u\i^ia 9-MlLflriO
XXXII IL PECCATO E LA PENITENZA.
parola per parola. L'umiltà di quel colosso che ripeteva la
preghiera con la docilità e le esitanze di un ragazzo, finì a
commoverlo. Pensò a San Filippo Neri suo patrono, miracoloso
a convertire banditi e assassini, ed ebbe quasi uno slancio di
gratitudine per quel ladro che proprio a lui, semplice e vec-
chio prete di campagna, era venuto a chiedere d'essere ricon-
dotto alla presenza di Dio. Raccolse le sue forze per non dargli
senz'altro l'assoluzione con una lunga penitenza d'orazioni e
di comunioni. Gli parlò sottovoce come in confessionale.
— Ho pensato a lungo, figliolo mio, alle gravità delle tue
colpe e alla sincerità del tuo pentimento. È vero: anche nel
fondo del delitto tu ti sei voluto ricordare d'essere nato cri-
stiano, tu hai cercato di lasciarti aperta una porta per l'eterna
salvezza. Hai compromesso, è vero, anche me e m'hai prepa-
rato molte pene e molti rimorsi per questi pochi anni che mi
restano da vivere. Ma tu l'hai fatto senza volerlo, anzi l'hai
fatto con l'animo di ben fare, e le mie pene non devono pesare
su te. Perciò io ho deliberato d'assolverti ma a una condizione:
che tu mi riveli i nomi delle tue vittime perchè io possa chie-
der loro, senza mai pronunciare il tuo nome, di donar ormai
alla chiesa quello che tu le hai dato senza il loro permesso. —
Santino teneva la fronte appoggiata al muro, le mani sovrap-
poste sul piano dell'inginocchiatoio. Senza muoversi, sillabò:
— È impossibile.
— Impossibile? Ma tu non vuoi far niente per meritarti la
grazia divina?
— Quello che è stato adoperato pei restauri della chiesa
ormai riguarda voi.
— Non mi capisci. Solo quando avrò il consenso di chi ha
sofferto il danno, quei danari saranno veramente e legittima-
mente della chiesa. Adesso non lo sono.
— Don Pietro, è impossibile. Cercate un'altra penitenza. —
E non si muoveva, duro come il muro. Don Pietro sospirò:
— Uno è il conte Anzilei.
— Io non v'ho detto niente.
— Avresti il coraggio di negarlo, adesso, qui?
— Non nego e non confermo.
— Pensa: andando dal conte Anzilei io potrei forse otte-
nere non solo il dono definitivo di quelle mille lire per la
chiesa, ma anche il perdono per te.
— Anzilei arresterà anche voi appena saprà che conoscete
chi gli ha preso i denari. Perchè,, sì, è vero, io ho preso le
seimila lire al conte Anzilei, due anni fa....
— Finalmente!
— Ma voi non dovete andare a parlarceli di questo fatto.
Lo conoscete quanto me. Pensate, don Pietro, al rischio che
correte anche voi. — E parlava anch' egli sottovoce e senza
muovere la fronte dal muro guardava di traverso il curato:
— Anzilci si rifiuterà. Denuncerà voi, intanto. E la chiesa
vostra perderà il suo buon nome. Quest'è certo. È più certo
questo che l'arresto mio. Ho un'altra idea. Se voi mi date
l'assoluzione, io mi metterò a lavorare giorno e notte. Con
l'aiuto vostro le mille lire in un anno, in due, in tre, le rifa-
remo, e le rimanderemo a Anzilei. —
Di nuovo la commozione invase il cuore di don Pietro.
— E così sia. Ma dammi il nome degli altri due.
— Quando ci saremo liberati da questo, ve li dirò.
— No, figliolo. Adesso devi parlare.
— Don Pietro, voi mi torturate.
— È il mio dovere.
— Allora potevate dirmelo prima di strapparmi il mio se-
greto.... —
Parve accorato. Si nascose la faccia nelle mani. Poi alzò
un ginocchio come per andarsene. Don Pietro umile pensò che
solo F incapacità della sua parola e l'imprudenza della sua mente
facevano perdere una conversione alla chiesa.
— Resta qui. Tu mi prometti di dirmi un giorno, quando
avremo pagato Anzilei, il nome degli altri due?
— Ve lo prometto davanti a Dio. —
Don Pietro cedette. Spiegò al penitente tutt'un lungo si-
stema di digiuni, di novene, di rosarii, di comunioni ch'egli
doveva compire dentro un anno, e tracciando nell'aria sul capo
di lui la croce con l'indice e il medio della destra, mormorò
con un sospiro di sollievo VFgo te absolvo, e si alzò.
— Adesso vai. Comincia una vita nuova, per te. Vieni da
me quando vuoi. —
Santino anche s'era alzato aveva battuto i due pedi per
terra come per sgranchirsi le gambe, aveva riafferrato il suo
inseparabile cappello, tornava a guardare in faccia il curato.
— Adesso v'ho da fare una preghiera. È urgente. A Spo-
leto il delegato deve aver avuto qualche notizia.
— Notizia di che?
— Ma del fatto Anzilei.
— La giustizia umana non mi riguarda. Quando avrai finito
la tua penitenza, la giustizia divina t'avrà assolto.
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
XXXIV
IL PECCATO E LA PENITENZA.
— Sì, lo SO. Ma io ho detto al delegato che la mattina di
domenica 25 settembre 1905, mentre vuotarono la cassaforte
d'Anzilei, io ero qui da voi in canonica a fare i vostri conti,
che voi mi avete veduto tutta la mattina, subito prima di
messa e subito dopo. Da qui alla villa Anzilei c'è un'ora di
cammino. Dunque io sono salvo.
— Ma se il delegato....
— Se il delegato v'interrogherà, voi risponderete come vi
dico io. Volete rovinarmi? Adesso volete rovinarmi?
— Io non faccio giuramenti falsi.
— Voi non avrete da giurar niente. Si tratta soltanto d'un
sospetto. Il fatto è vecchio di due anni, e il delegato sarà felice
di rimetterlo a dormire. Una parola vostra basta. Niente giu-
ramenti: non abbiate paura.
— Io dirò la verità.
— Grazie, don Pietro. Prima mi fate svesciare tutto come a
un bambino, prima m'assolvete: poi mi tradite. Questi son gli
uomini. Val la pena di pentirsi? Val la pena d'esser onesti? Val
la pena di regalare alla chiesa quel che le ho regalato io? Va
bene: non dico altro. Quando sarò arrestato, confesserò, tutto
confesserò: quello che ho rubato e quello che v'ho dato. Questo
almeno non lo negherete.
— Ma tu sei pazzo....
— Tutto dirò. E se voi e la vostra chiesa ne avrete a sof-
frire, la colpa non sarà mia. Io son venuto da voi, mi sono
inginocchiato, mi sono battuto il petto, sono stato assolto. E
adesso voi m'abbandonate e mi tradite? Giudicate voi, don Pie-
tro. Quando il delegato v'interrogherà, pensate ai casi vostri,
parlate secondo la vostra coscienza. Ormai sapete tutto. Io sono
in mano vostra. È fatto, ed è inutile starci a piangere su. —
E s'avviò verso la scala.
— Santino, tu non puoi.... Santino! —
Santino aveva aperto la porta, saliva la scala buia.
— Santino! —
Don Pietro gli corse dietro. Quando s'aflacciò alla finestra
lo vide che traversava la piazza, le due mani in tasca. Mandò
Checchino nel pomeriggio a cercarlo a casa. La casa di San-
tino era chiusa. Nessuno l'aveva veduto rientrare.
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IL PECCATO E LA PENITENZA. XXXV
Don Pietro restò a letto due giorni e il dottore gli ordinò
di non leggere nemmeno il breviario. Pure la moglie di Chec-
chino che gli faceva bollire il brodo e gli cambiava la bottiglia
d'acqua calda ai piedi, la sera lo trovò seduto sul letto, il cas-
setto del comodino aperto, un pacco di carte sulle ginocchia,
tanto asporto nella lettura che non le rispose nemmeno. Don
Pietro rivedeva i conti dei restauri della chiesa, e poi nella
notte se li sognava tra le nubi, scritti sul libro eterno del dare
e dell'avere che l'arcangelo Michele sfoglia e compila alla
destra del Padre, e al suo apparire tacevano le armonie delle
sfere e l'arcangelo cominciava a leggerli con voce tonante:
« Al capomastro Piacenti per gesso e cemento lire 110. Più
per cinquanta giornate di manovale lire 75.... » E man mano
che la lettura terribile procedeva, la nuvola sulla quale egli
era seduto calava come un pallone che si sgonfiasse; e sotto
era l'abisso.
Quando al giovedì don Pietro s'alzò debole tanto da non
poter dir messa, Lorenzo Taccoli camarlingo della congrega-
zione della Madonna iVddolorata seguito da due confratelli
venne a portargli una supplica firmata da cento parrocchiani
nella quale lo si pregava di non togliere ne modificare il qua-
dro della Madonna del Rosario, « immagine miracolosa dalla
quale sono già piovute sui fedeli innumerevoli grazie. »
Questo avvenne la mattina. Poco dopo colazione don Pietro
si riposava sulla poltrona quando gli apparve nel vano della
porta il maresciallo dei carabinieri. Questi veniva spesso a sa-
iutare il curato, specialmente d'estate nelle ore di canicola, per
interrompere con un bicchier di vino la fatica della perlustra-
zione settimanale. Ma in quel momento quell'apparizione parve
a don Pietro una condanna a morte.
Pure, il maresciallo gli sorrideva:
— Don Pietro, dopo pranzo alla vostra età non bisogna
dormire.
— Che dite? Eh che dite? Che volete da me? —
r^lM..AMA OAffiMA SPECIALITÀ DELLA CASaI
L VINI - LIQUORI - VERMOUTH - CHAMPAGNE J
XXXVI IL PECCATO E LA PENITENZA.
Il maresciallo era entrato, s'era seduto, Checchino lo se-
guiva con la bottiglia del vinsanto, e don Pietro non riesciva
a liberarsi dall' incubo. Dovette alzarsi in piedi.
— Figliolo....
— Dormivate, eh? Dopo pranzo alla vostra età non s'ha da
dormire, — ripetè l'altro, girando l'astuccio della rivoltella sul
davanti della cintura perchè gì' impediva d'appoggiarsi, be-
vendo, alla spalliera.
Don Pietro studiava quel volto onesto, raso sull« gote, la
barbetta castagna divisa in due punte, gli occhi azzurri. Le
altre volte, quando il maresciallo veniva a trovarlo, il buon
vecchio se ne sentiva lusingato perchè quella visita significava
agli occhi di tutto il villaggio l'incontro e la concordia dell'au-
torità terrena con l'autorità divina, ed anche era più tranquillo
del solito perchè gli pareva impossibile che i ladri entrassero
dove il maresciallo era entrato. Quel giorno invece respirava
corto, non osava dir la prima parola. Poi ebbe paura del suo
stesso silenzio, osò tre sillabe:
— Novità?
— Un'automobile ha strappata la coda a un bue, vicino al
casello ferroviario. Ho il numero, ma sarà affar lungo rintrac-
ciarla, — e spiegò come si devono redigere le denunce contro
le automobili. Concluse: — Scappano peggio dei ladri, -r-
Don Pietro ebbe un altro brivido. Checchino se n'andava.
Il maresciallo tacque finché s'udirono i passi del sacrestano
giù per la scala esterna sotto la finestra.
— Don Pietro, v'ho da chiedere un'informazione, in se-
greto. —
La condanna a morte riapparve.
— Dite pure, dite pure.
— Conoscete Santino, il sensale, quello che è stato in
America?
— È venuto qui anche l'altro jeri, — e gli pareva che la
poltrona si sprofondasse lentamente come nel sogno quella nu-
vola davanti all'Eterno.
— Tanto meglio. Di che vive, secondo voi?
— Mah.... s'ingegna.... A dir la verità, non lo so.
— È buon cristiano?
— Si confessa.... di rado.
— Tanto meglio, tanto meglio. Da un confidente abbiamo
avuto, tempo fi.\, un'informazione, ma il confidente è poco
sicuro. —
Fu un miracolo se don Pietro non ripetè come un'eco il
IL PECCATO E LA PENITENZA. XXXVTT
tanto niL'g//o del maresciallo. Questi continuò, a bassa voce,
posando il bicchiere vuoto sulla tavola, avvicinando la sedia.
— \^i ricordate il furto Anzilei, due anni fai Quel confi-
dente sospetta di Santino. Ha un indizio: Santino due giorni
prima era andato nella villa Anzilei a cercar del fattore per
la vendita d'un pajo di buoi, e invece d'entrare nell'ufficio era
entrato difilato dalla porta dei padroni. Perchè? Conosceva
bene le due porte; v'era entrato cento volte. Il delegato l'ha
chiamato, senza far complimenti. Santino s'è difeso benissimo:
ha detto che la mattina del furto, — e si sbottonò la giubba e
da una tasca sul cuore trasse un libretto di note, — la mattina
di domenica 25 settembre 1905 era qui da voi, in canonica, a
fare i vostri conti. È vero?
— Già....
— Lo so, a due anni di distanza, è difficile per voi ricor-
dare una data precisa.
— No, anzi ...
— Domenica, 25 settembre 1905. Il furto sarebbe avvenuto
durante la messa.
— Dite bene. È diffìcile ricordare.
— A comodo vostro, don Pietro, guardate i vostri libri....
— Già.
— Se trovate che la data è giusta, che Santino quella mat-
tina era qui da voi, non mi mandate a dir niente. Se invece
vedete che di certo quel giorno almeno da voi non si è fatto
vedere, mandatemi a chiamare. Io domenica ventura vado a
Norcia, distaccato, per un mese o due. Vorrei, se mai, aver la
risposta prima. S^nza. prove, io non lo arresto, e son d'accordo
col delegato. I processi che finiscono in istruttoria per man-
canza d'indizii ci rovinano la carriera. —
Dopo poco se ne andò. Per la terza volta, andandosene,
gli ripetè affettuosamente:
— E dopo mangiato non v'appisolate cosi. All'età vostra
è pericoloso.
Quando il maresciallo fu escito, don Pietro cadde in de-
liquio. Si riebbe da sé, dopo un'ora almeno, bevve un dito di
vinsanto e andò in chiesa a pregare davanti al sacramento.
Putti Vip IIPQSlìtì 8^"'^^ e dolenti, anche se ulcerate, per vene varicose, di-
udlllUC pCuuilLly \engono presto leggiere, asciutte, agili e sane mediante la
cura radìraìe mecìira delle vene virkose, scoperta dal Dott. Stefani» Bolognese (Ca-
sella poetale 502, NAPOLI). — Opuscolo spiegativo a richiesta. — Vademecum
(100 pag. ill.i Yi. 1. — Consultazioni di persona e per corrispondenza nelle prin-
cipali lingue.
yXXVIlI ILPECCATO E LA PENITENZA,
A metà della scala buia che scendeva in sacrestia, si fermò:
crii pareva d'udire alle sue spalle un passo grave e un re-
spiro fondo....
Era un'idea. Santino, non lo vide più nessuno per molti
friorni. Don Pietro passeggiando andò fin sotto la casa di lui:
chiusa come una tomba. E se fosse per paura tornato in Ame-
rica? Se avesse imprudentemente lasciato lì dentro qualche
prova del suo delitto? Se in una perquisizione si venisse a
stabilire che proprio Santino aveva vuotata la cassaforte del
vecchio Anziiei? E che egli, don Pietro, aveva mentito? 11 pro-
cesso, la condanna. Un processo a settant'anni, come complice
d'un ladro! Complice ben pagato perchè egli da quel furto
aveva ricevuto mille lire in contanti. Fece il giro della casetta.
Dietro era un orto largo dieci metri, incolto, senza siepe, dove
solo un cespuglio di rosmarino prosperava e odorava fra le
gramigne e i convolvoli e i pruni; oltre il cespuglio, contro la
casa, un mucchio di mattoni, di tegole, di calcinat:ci, di ferri
arrugginiti. L'occhio ansioso di don Pietro distinse fra quel
ferraccio una chiave tanto rosa dalla ruggine che tra l'anello
e gl'ingegni il fusto era ridotto a un filo. La chiave natural-
mente gli ricordò la cassaforte, e la paura fu più forte di lui:
data un'occhiata in giro, egli risotterrò la chiave col piede,
accuratamente, e tornò sulla strada deserta più tranquillo.
Di Checchino non si fidava. Lo sapeva geloso delle facce
nuove, sentiva che Santino gli dispiaceva e non osava parlar-
gliene per tema d'udir sospetti e accuse alle quali non avrebbe
saputo che rispondere. E si chiudeva nel suo silenzio non po-
tendo chiudere tutte le porte e le finestre della casa. In chiesa
scendeva il meno possibile. Spicciava la messa in fretta come
se la sacra mensa e i parati gli scottassero. Nei giorni feriali
poiché indossava ie pianete vecchie, quelle di prima del dono,
era più calmo ed attento. Ma la domenica la gente esciva di
chiesa mormorando che a don Pietro restava più poco da vi-
vere e che sarebbe stato bene cercargli un viceparroco per
aiutarlo.
Passò un mese cosi. Don Pietro pensava d'andare dopo le
feste natalizie dal vescovo per narrargli tutto, in ginocchio,
pronto ad ogni sacrifìcio. Pure se intanto Santino fosse riapparso,
gli avesse annunciato d'aver racimolato onestamente qualche
centinaio di lire per la restituzione.... Egli stesso, anche povero
com'era, diventava avaro, lesinava anche sul vino della messa.
Aveva duecento lire da parte, in argento: le lire delle messe
dette fuori di parrocchia» per qualche officio di morti. Avendo
IL PECCATO E LA PENITENZA.
XXXIX
saputo che col cambio in carta poteva quell'anno iji^uada^nar
qualche cosa, le mandò dal postino a cambiare a Spoleto, e fece
rinnovare la serratura del suo comò che a memoria d'uomo
non aveva mai conosciuto chiave.
Una mattina finalmente passando davanti al caffè rivide
Santino. Si fermò di botto; ma l'altro che era seduto a parlare
con due o tre contadini, lo salutò senza mv.oversi, alzandosi a
mezzo e toccando appena la tesa del cappello come soleva
fare prima della confessione. Quell'indifferenza più lo impen-
sierì. Che meditava Santino? Lavorava? S'affannava v racco-
gliere i denari per la restituzione come aveva solennemente
promesso? Faceva le sue penitenze? Dove le faceva, se in chiesa
non s'era più veduto? E lo rincontrò spesso ma non osò mai
chiamarlo. Alla fine, fu quasi soddisfatto di quella separazione,
che gli parve di riacquistare un po' di libertà per quando sa-
rebbe andato a gittarsi ai piedi del vescovo, rec?.ndo nella de-
stra i conti dei restauri.
«(^
Otto giorni prima di Natale, appena suonata un'ora di notte,
Checchino dalla porta laterale della chiesa s'avviava in paese.
La piazza deserta luccicava come uno specchio, che era caduta
un po' di neve la mattina, e prima col sole s'era sciolta, poi
verso sera col freddo s'era gelata, e vi si scivolava come sul
vetro. All'improvviso sentì dalla strada di sopra il romore di
una vettura attutito da quel velo di ghiaccio, e i colpi irrego-
lari degli zoccoli d'un cavallo che non riesciva ad avanzare
e sdrucciolava mentre qualcuno lo incitava e lo sosteneva gri-
dando, bestemmiando e schioccando la frusta. Quando giunse
sotto il fanale, quella voce lo chiamò:
— Ehi, della chiesa! — e la vettura si fermò: — Vieni qua
che io non posso andar più avanti su questo vetriore. —
Il sacrestano s'avvicinò, riconobbe il cavallo bianco del
fattore d'Anzilei, ma dentro, sotto il mantice del biroccino, non
riconobbe il fattore.
OPUSCOLI E
SCHIARinENTI
STAB.C;flRN/ILDI-ViA B.V1TRUU10 9-fllLflNO
— Dov'è il curato?
— A casa.
-- Puoi chiamarlo tu? Il conto Anzilei, il vecchio, sta mo-
rendo. Ha bisogno del curato subito.
— A quest'ora, con questo tempo, il curato non si può muo-
vere. È vecchio anche lui.
— Vaglielo a dire.
— Andate lino a Ponte Nuovo: quel curato è più giovane.
— No: questo ho da portare su. Ho le coperte con me. Su,
lo riscalderemo. —
Checchino salì in canonica a malincuore. Quel viaggio di
notte per don Pietro poteva essere la morte.
— Don Pietro, c'è una chiamata. Ma dovete dir di no.
— Una chiamata? Chi è?
— Prima promettetemi di dir di no. Con questo freddo non
dovete andare.
— Chi è? Rispondi.
— È il conte Anzilei, quello vecchio, su alla villa....
— Muore? — e don Pietro era in piedi: — Rispondi: muore?
— E si sa! Volete che si sposi a quest'ora? Muore, e v'ha
mandato a chiamare. Ma voi non dovete andarci.
— Subito, subito ci vado.
— Questo si chiama ammazzarsi, lo capite?
— Subito ci vado. Ha mandato la bestia?
— Ha mandato il biroccino del fattore. —
Don Pietro era andato in camera da letto, camminando
svelto come un ragazzo. Dopo un attimo, tornò col cappello,
il ferrajolo, la sciarpa di lana.
— Dov'è il biroccino?
— All'angolo della chiesa. Non può venir avanti che il
cavallo sdrucciola sul ghiaccio.
— Vado io. —
Aveva gìh aperto la porta sulla scala. La richiuse d'un
colpo, tornò indietro, gittando cappello, sciarpa, ferrajolo sulla
tavola.
— Avete sentito che freddo fa? Avevo ragione io? —
Ma don Pietro non rispondeva. Si passava una mano sulla
fronte fissando il cerchio di luce che la lampada appesa segnava
sulla mensa. Finalmente parlò dopo aver lanciato a Checchino
un'occhiata sospettosa:
— Santino dove sarà a quest'ora?
— Santino? Che c'entra Santino?
— Lo so io. Rispondi presto: dove sarà Santino?
II. PECCATO E LA PENITENZA.
XLI
— All'osteria. Dove volete che sia?
— Vallo a chiamare.
— Vi portate anche lui?
— Vallo a chiamare.
— ^fa perche? Che c'entra? Don Pietro, io ve lo dico da
un pezzo: voi non state bene. Non andate su stanotte.
— Vai a chiamar Santino. Se no, ci vado io. È chiaro? —
Checchino uscì. Tornò con Santino cinque minuti dopo e
trovò don Pietro in piedi, nella stessa attitudine, (issando il
cerchio chiaro sotto la lampada.
— Ecco Santino, — e non si moveva.
— Va bene. Adesso tu vattene. M'aspetterà Santino.
— Per questo l'avete chiamato? — E se ne andò sbattendo
una porta dopo l'altra furioso.
Santino si levò il cappello.
— Che volete a quest'ora, don Pietro?
— Anzilei sta morendo. —
Santino non si mosse:
— È naturale: è vecchio.
— M'ha chiamato per confessarsi.
— Vi divertirete, don Pietro.
— Figliolo mio, figliolo mio, ma è possibile che tu non ra-
pisca?
— Che cosa?
— Mi autorizzi a parlargli di quel.... di quel fatto tuo.
— No.
— Almeno per quel che mi riguarda.... per le mille lire
della chiesa...?
— Vorrei sapere le precise parole vostre.
— Gli dirò che chi gli ha preso quel denaro due anni fa,
il 25 d'ottobre....
— Siamo esatti, don Pietro: il 25 settembre. Non voglio con-
fusioni.
— Sì, il 25 di settembre.... Dunque che chi gli ha preso quel
denaro, pentito, ha regalato mille lire a questa chiesa, che senza
saperne l'origine io le ho adoperate come le ho adoperate, che
in punto di morte gli chiedo di concedermele come se m.e le
avesse date lui....
0^
m
m
OPUSCOLI E
SCHIARINENTI
STABCURNALDI-ViA B.Vitruvio d-mUlNO
XLiI IL PECCATO E LA PENITENZA,
— Sarebbe stato un bel caso! Senza me non le avevate.
— Lascia star la superbia. Ascolta me. Questo glielo posso
dire?
— Diteglielo. Ma scusate.... —
Una voce da gài gridò:
— Viene? —
Santino continuò:
— Se gli metteste come condizione per dargli l'assoluzione,
di perdonarmi, di dichiarare anche agli eredi di non occuparsi
più di quel fatto, mai, non sarebbe meglio, vi pare, don Pietro?
— In questo non c'entro.
— Una cosa tira l'altra. O gli consigliate d'abbonarci tutto
o e inutile che lo disturbiate.
— Abbonarci, abbonarci! Tu seguiti a parlare di me e di
te, così, insieme, com::^ se io ci entrassi, in quel fatto.
— Ma è chiaro, don Pietro. Mille lire gliele'dovete voi; le
altre gliele dovrei io. Fate tutto un affare, e che Dio l'abbia
in gloria! Dio, a me, non m'ha perdonato per bocca vostra?
— Viene si o no? — ripetè la voce da giù: — Se no, vado
a Ponte Nuovo.
— Tu m'aspetti qui?
— V'aspetto qui. —
Don Pietro, ripreso il cappello e il ferraiolo e la sciarpa,
scese giù, andò in chiesa a prendere la pisside e l'ostie dentro
la teca, e il velo. Il biroccino partì. Nell'aperta campagna la
strada non era gelata come la piazzetta chiusa tra le case, e
il cavallo trottava. Mezz'ora dopo don Pietro scese davanti
alla villa: una grande villa bianca, tra i castagni che per tre
lati venivano coi rami a battere alle finestre.
Tutta la strada sotto la casa, tutto lo spiazzo davanti erano
coperti di paglia per attutire ogni rumore di ruote e di passi.
Un corridoio di quadri, una sala di bigliardo, un salotto de-
serto, un altro salotto con una diecina di persone che parlotta-
vano nella penombra e in terra due cani da caccia stesi, im-
mobili, il muso sulle zampe: e finalmente la stanza del morente,
fonda, tutta rossa, rischiarata da una lampada velata, soffocante
d'un odor d'etere, di senape e d'acqua bollente. Da un lato del
letto, don Pietro riconobbe il figliolo Anzilei che non vedeva
più da anni perchè s'era sposato a Napoli, e dall'altro, il dot-
tor Ambrosi dell'ospedale di Spoleto, un buon gigante coi ca-
pelli bianchi a spazzola, il naso enorme e due virgole di baffi
tinti di nero, ridicoli come due baffetti posticci sotto un naso
finto. Il dottor Ambrosi gli venne incontro, lo invitò a non
IL PECCATO E LA PENITENZA.
XLIll
commovere il malato, a spedir la confessione in poche pa-
role:
— Ormai quel che è fatto, è fatto, — e se ne andò senza
salutarlo, che era anticlericale.
Il liglio, un uomo di cinquant'anni, canuto, con un gran
ventre, strinse la mano a don Pietro:
— Chiudo la porta. Appena ha finito, ci chiami lei. —
Il vecchio Anzilei calvo, con la rada barba bianca cresciuti
nei pochi giorni di malattia, aveva di vivo soltanto gli occhi
e le mani. Le mani rosse e lustre, come d'una seta rossa e gual-
cita, seguitavano a battere nervosamente con le dieci dita il len-
zuolo rimboccato, e gli occhietti neri roteavano sotto le pal-
pebre gravi frugando tutti gli angoli dell'ombra quasi cercando
di districarsi da quel groviglio di rughe. Di quando in quando,
le mani si fermavano, gli occhi si chiudevano, e pareva che la
morte fosse sopravvenuta, con la pace; poi l'agitazione ricc-
minciava come se una mano invisibile avesse ridato la corda
al meccanismo del giocattolo.
Don Pietro si sedette al posto del figliolo, disse al vecchio
poche parole di conforto. Questi, dopo qualche secondo di si-
lenzio, domandò al parroco stupito:
— Lei quanti anni ha?
— Settant'anni.
— Allora può capire.... Io ne ho settantotto, — e ricominciò
a batter le mani sul lenzuolo e a rotear gli occhietti neri.
D'un tratto gli occhi si fissarono con uno sforzo supremo in
quelli del prete e il morente cominciò a parlare con un filo
di voce. Doveva dire parole preparate che ogni tanto s'inter-
rompeva e si correggeva. Descrisse i suoi difetti più che nar-
rare i suoi peccati: l'avarizia, l'ira, i desiderii inconif osti. Alla
fine si tacque, di botto, e restò immobile.
Don Pietro pensò di chiedergli quella grazia prima d'as-
solverlo, ma gli parve che sarebbe stato poco generoso, quasi
un ricatto; e allora l'assolvette in fretta, e senza interrom-
persi, dopo le parole latine continuò a parlargli da vicino con
tremula voce :
— Adesso anch' ella deve assolvere me. Si ricorda del furto
OPUSCOLI e;
scHiARinEnn
«MTK^it
STflB.C.illlNALl>lrVuB.yiTRUVio d-MlMNO
XLIV IL PECCATO E LA PENITENZA.
che fu commesso qui da lei due anni fa, una domenica, men-
tr'ella era a messa? Quel disgraziato che ha commesso il furto,
s'è pentito, è venuto a confessarsi da me, avendo la stessa
fiducia che ella adesso ha avuta nella misericordia del Signore.
Ma prima di confessarsi, lasciò in chiesa nella cassetta delle
elemosine una parte della somma rubata; e noi della chiesa
credendola un dono legittimo la adoperammo ad adornare la
casa del Signore. Forse il Signore stesso ci ha perdonati per-
chè poi ha condotto all'altare della penitenza lo stesso ladro.
In questo momento solenne, io chiedo a lei, al buon cristiano
che ella è, di perdonare a quel dissennato....
— È venuto a confessarsi? E le ha confessato tutto? A lei?
Da sé ha confessato? Non ha avuto paura che poi lei...?
— Noi abbiamo due doveri: il perdono e il silenzio.
— E lei non rivelerà mai...?
— Mai. Prima morrei. —
11 vecchio tacque. Don Pietro insistè spaventato a vederlo
immobile:
— Mi risponda. Lo perdona?
— Sì, SI, lo perdono, lo perdono! Perdono tutti io! Il Signore
me ne sarà grato? Lei deve saperlo. Il Signore me ne deve
esser grato.
— Il Signore ci ascolta, — gli disse don Pietro con sem-
plicità. Poi tornò ad essere il brav'uomo soddisfatto d'aver
ottenuto quel che voleva, e s'avviò ad aprire la porta.
— Adesso richiamo suo figlio, per la comunione.
Ma appena egli ebbe fatto quattro passi, il vecchio si scosse,
le sue mani cercarono un appoggio come se egli volesse riz-
zarsi su. Chiamò:
— Venga qua, venga qua ! Non chiami nessuno. Senta me,
senta me! —
Don Pietro gli era tornato vicino.
— Senta me, senta tutto. Non le ho detto tutto, non ho mai
detto tutto. Anche io sono un ladro, anche io ho rubato. I mi-
lioni che ho, anche io li ho cominciati a fare rubando. Non dica
niente a nessuno. Lei solo lo saprà. A trent'anni ho rubato
anch'io, sì, ho rubato, rubato, rubato, — e ripeteva la parola bat-
tendone le tre sillabe con le mani sul lenzuolo: — Non mi
crede? È proprio così: rubato. Ho soppresso un testamento,
d'un parente, e ho ereditato trentamila lire, soltanto trenta-
mila lire. E con quelle ho fatto tutto. Tutto il resto l'ho fatto
io con le mie mani: questo sì. Ma quelle trentamila lire, anche
jo, anche io le ho rubate, E adesso vada di là, chiami gli altri, io
IL PECCATO E LA PENITENZA.
XLV
voglio liberarmi di questo peso, voglio far come quell'altro
che ha rubato a me, voglio che quella somma vada a lei, perchè
lei ne fa'ccia quel che vuole, perchè il Signore mi perdoni,
adesso, mi perdoni subito. Vada di là, chiami i testimonii.... Due
testimonii occorrono ... —
Don Pietro aveva ascoltato a bocca aperta. Non sapeva più
che obbedire, automaticamente. Aprì la porta, rientrarono il
figlio e il dottore, accorsero al letto. Il morente disse al figlio:
— Tu no. Il dottore e un altro.... Uno che non sia un pa-
rente.... Chi c'è? —
Gli nominarono due o tre persone. Egli ripetè:
— Un altro che non sia un parente, — e guardò il figlio
con sospetto.
Fecero venire il fattore, e il vecchio se lo chiamò vicino
accanto al dottore:
— Voi siete testimonii che io incarico i miei eredi di dare
trentamila lire, capite?, trentamila lire in contanti a don Pie-
tro, come si chiama?, a don Pietro Caprani qui presente, come
legato mio, di mia libera volontà perchè egli ne faccia l'uso
che sa, — e ricadde sul letto.
Il figlio spinse don Pietro in un angolo:
— Che manovre son queste? —
Don Pietro tremava tutto:
— Ma io non ho detto nulla, non ho chiesto nulla. Non le
lascia a me. Che posso farci io?
— È un'indegnità, capisce?, un'indegnità approfittarsi d'un
uomo in quello stato lì. —
L'onestà di don Pietro insorse:
— Ella non sa con chi parla. Io non ho mai tolto niente a
nessuno. M'hanno chiamato, son venato. Ho fatto il mio do-
vere: me ne vado, — e a testa alta tornò presso il letto, s'in-
ginocchiò, pregò un minuto in silenzio, poi si coprì le spalle
col velo di seta, e tratta dalla pisside l'ostia, ne segnò in croce
il morente e gliela insinuò tra le labbra ansanti. E, terminate
le preghiere, richiusa la pisside nella teca, ripiegato il velo,
se ne andò senza salutar nessuno.
OPUSCOLI E
SCHI/IRIMENTI
STAB.CilRNALDlViA B.Vitruv/io 9-niLÀNO
XLVI IL PECCATO E LA PENITENZA.
Ma per strada non riesciva a connettere le idee agitate
come da una febbre.
Scese dal biroccino sulla piazza, cominciò a salire la scala
della canonica. Una voce dal bujo dell'orto disse:
— Son qua. Vengo su. —
Era Santino.
— Perchè stai li?
— Non sapevo come potesse andar a finire.... Volevo ve-
dere se tornavate solo. —
Entrarono in camera da pranzo, al caldo. Don Pietro gittò
il cappello sulla tavola, vi depose la sacra teca, cadde sulla
poltrona la testa nelle mani, i gomiti sulle ginocchia, e comin-
ciò a piangere. Santino lo lasciò piangere un poco, poi gli do-
mandò con indifferenza:
— Non v'occorre altro? Me ne vado.
— Se m'occorre altro? — e alzava le due braccia e lo
sguardo febbrile: — E non mi chiedi niente? Non mi chiedi
quel che m'ha detto per te quello lassù?
— Per me? Che ne sa di me?
— Anzilei ti perdona, Anzilei mi lascia le mille lire che
hai date alla chiesa. •
— È naturale... .
— E non basta: Anzilei lascia alla mia chiesa, per mio
mezzo, trentamila lire, capisci? trentamila lire.
— Trentamila lire? —
Anche Santino parve colpito dall' importanza di quella
somma. Fece due passi avanti come attirato da una calamita:
— Le avete addosso?
— No. Ha chiamato due testimonii, il medico e il fattore,
e davanti a loro m'ha fatto questo legato.
— Ci vorrà tempo per riscuoterlo. Ne avrete delle noie.
Fonse i parenti faranno opposizione.... Se le riscuoterete, che ne
farete ?
— Che ne farò? Prima di tutto pagherò le duemila lire
agli altri due che tu mi dirai.
— Non vi dirò niente io.
— Nemmeno adesso?
— Ve l'ho detto: lavoro per mettere da parte quella somma
io stesso.
— Figlio mio, queste parole tue mi consolano, ma adesso
non devi fare una quistione d'amor proprio. Ti aiuto io, adesso.
Quando le avrai, le restituirai a me. Intanto liberiamoci da
quest' incubo.
IL PECCATO E LA PENITENZA.
M.VII
— Ma non sono moribondi come Anzilci, gli altri due. La
restituzione farà rinascere i sospetti, sarò perseguitato, arre-
stato.... Voi adesso ci farete una bella figura, avrete restituito
tutto. ^La io? Don Pietro, voi siete un uomo giusto. Queste
trentamila lire le dovete a me. Senza me non le avevate. An-
zilei non era un uomo da regalare tanti biglietti da mille nem-
meno in punto di morte, — e Santino che fissava il curato negli
occhi sempre più da vicino, finì a sussurrargli a un palmo
dalla faccia: — Se li regala, è segno che non sono suoi.
— Che sospetti?
— Che quando gli avete parlato della confessione mia e
del pentimento mio, gli è venuto fuori il rimorso. Senza me,
egli restava senza rimorso, e voi senza denari. Quest'è chiaro.
— Ma non è chiaro affatto!
— Giuratemi che ho torto, giuratemelo sul sacramento.
— Io non giuro niente.
— Va bene: è inutile che giuriate. Ve lo ripeto: senza me,
egli andava all'inferno e voi restavate a mani vuote. In che
cosa Anzilei è migliore di me? Egli ricco a milioni v'ha dato
trentamila lire, io povero in canna ve ne ho aate tremila. Per-
chè io posso essere arrestato, ed eglino? Questa differenza di-
pende dall'imbecillità della giustizia, non da me o da lui. A
lui gli affari sono andati bene? A me andranno bene un'altra
volta; ma io non ho aspettato di morire per pentirmi, e per
fare un dono a Dio.
— È vero....
— E adesso volete con quei danari che dovete a me quanto
gli altri, pagare le vostre duemila lirette al signor Tizio e al
signor Caio, e lasciar me per le peste? Niente affatto! I nomi
non ve li dico.
— Ma, figliolo mio, pensa che anche il tuo debito verso
loro e il tuo debito verso Dio diminuiranno in proporzione.
— Raddoppiatemi la penitenza, ma io non parlo. E vi rin-
grazio della vostra gratitudine.
— Gratitudine?
— Quante volte ve l'ho da dire, don Pietro? Questi denari
oggi li dovete a me, come dovevate ieri a me i restauri della
OPUSCOLI E
SCHlARiriEHTI
(iRfltisè!/
SnIlC AmiALi^l-ViÀ BA/iTRUVio à-MlLfl
XLVIII
IL PECCATO E LA PENITENZA.
chiesa. Senza me, voi e la vostra chiesa eravate rimasti quello
che eravate tre anni fa: cioè niente, assolutamente niente. Una
chiesa povera e sporca, un parroco povero e ignoto. Un bra-
v'uomo, non lo nego, don Pietro. Ma, in lin dei conti, alla vostra
chiesa chi è stato più utile? Quel brav'uomo che siete voi, o
quel ladro che sono io? —
Don Pietro seguitava a fissarlo come ipnotizzato. Assentì
due e tre volte col capo, e concluse:
— È vero. Le vie del signore sono ignote.
— Saranno ignote altre volte, ma questa volta sono visi-
bilissime, — ribattè Santino imperterrito.
E poiché la lampada a petrolio s'affievoliva, la spense, ac-
cese un moccolo e andò in cucina a riempirla. Quando tornò,
trovò don Pietro svenuto, arrovesciato sopra un bracciolo della
poltrona, come schiantato.
Santino alzò la lampada per vederlo meglio. Poi posò la
lampada sulla tavola, accanto al tricorno che il curato vi aveva
gittato entrando. E preso il tricorno, ne lisciò delicatamente
col rovescio della manica destra il pelo arruffato, se lo ficcò
in testa e andò davanti al caminetto a contemplarsi nel piccolo
specchio appannato. E rise.
«^
Pochi minuti dopo, il sacrestano svegliato da Santino ac-
correva, trasportavano don Pietro sul letto, chiamavano il dot-
tore. Il freddo della notte, l'età, la probabile emozione: queste
furono pel dottore le cause della malattia di don Pietro Ca-
prani. La malattia durò dieci giorni. In questi dieci giorni
nessuno, meno il notaio pel testamento e un prete per l'asso-
luzione in articulo mortis, fu ammesso nella stanza del curato,
e Santino non andò mai più lontano della camera attigua.
Il giorno stesso della morte di don Pietro, fu aperto il suo
testamento Lasciava tutto il suo avere a Santino « perchè ne
facesse l'uso che la sua coscienza di cristiano gli consigliava. »
Santino riscosse dopo un mese il legato Anzilei, e regalò
INSEGNE VETRINI
rERMCRISTAllO-SMam FEIIRO.E.NEGDZI
G'VOGLOTTI
PREMIATO (OM MEDAGLIA D ORO ^i^
-.i:- ALL' ESPOSIZIOME Oi MIL/ino 1906
PfO Ltì COSIRUllOiyE ù/ VETRINE fERRO,
I EMEOflOUm DflRGEMTO DEL
HiNimRO flGf>lCClTUfitì HiD!JSlfli/1tC0M»£RCIO '.
C0R50 VflLEMTINO, 24 C__^^
OPF/ciMA PROPRIA VIA BARETTI. 57
TORinO^ r£/.£FO/yO '422
IL PECCATO E LA PENITENZA
litro mille lire alla chiesa e rivelò fuori di confessione al
successore di don Pietro, recandogliene le prove, che egli era
stato il donatore delle altre tremila lire negli anni scorsi.
Santino Santi oggi è proprietario di due mulini a cilindri
sul fiume Clitunno ed è sindaco del proprio paese. Il figlio del
conte Anzilei costretto a vivere a Napoli vorrebbe affidargli
l'amministrazione delle sue terre vastissime. Santino Santi
incora non ha voluto accettare.
Ugo Ojetti.
9m- E PUBBLICATO L'INDICE ALFABE-
TICO DELLE MATERIE CONTENUTE NEI
PRIMI DIECI ANNI DELL'ALMANACCO
ITALIANO, PREZZO Cent. CINQUANTA. -
Verrà spedito FRANCO DI PORTO, inviando
CARTOLINA- VAGLIA agli EDITORI R. BEM-
PORAD & FIGLIO ^^ m ^ m rit
P^^r^g;-»,,» S--S-
INDICE DEGLI ANNUNZI
(I numeri di corsivo rimandano alle pagine inserite nel testo dell'Almanacco).
Abano (Fanj?lii di), 5.55 e lìcissim.
Acqua di Vicascio (proprietà Bruno). Fi-
renze, 13.
Alberti (Ditta). Liquore Strega. Benevento,
220 e passim.
Altieri e Laoroix. Zincotipia, fotoincisione ec.
Milano, 37.
Anj^lo Amerivan Sborcs. Specialità farmaceu-
tiche. Milano, pag. iv copertina del fasci-
colo di premi.
Annuario d'Italia (Società Anonima Editrice
dell'). Genova, 14éb.
Appiani G. Pavimenti in Ceramica. Treviso,
XI e passim.
Arnaldi C. Specialità farmaceutiche. Milano,
1 e passim; 203 e passim.
Baelz Augusto e C. Fabbrica di colori per
arti grafiche. Milano, IGOa.
Bagni di Cossila. Biella, ,542 e passim.
Banca Commerciale italiana. Milano-Roma-
Firenze, ec. 368a.
Banco Espanol del Rio de la Piata. Buenos-
Aires-Ge.iova, 29.
Bellet, Sénès et Courmes, succ. d'Arène. Pro-
fumerie. Napoli, I.
Belloni C. Tipo-litografia. Milano, 58.
Bemporad R. e figlio. Editori. Firenze, 75-7G
e p'issìm.
BiMgamini F. Chirurgo-dentista. Firenze, 19.
Berger e Wirth. Inchiostri. Firenze, 6Wa.
Berta E. di F. Fonderia delle Cure. Firenze,
454h.
Bolognese dott. S. Specialità farmaceutiche.
Napoli, 2.56 e p isaim.
Bosca L. e tìgli. Vini del Piemonte. Canelli,
192a.
Brogi G. Fotografia. Firenze, 25,
Candès. Latte autefelico (v. la 4" pag. della
copertina), 435 e passim.
Cartiera italiana. Società anonima. Serravalle
Sesia e Quarona, òfJOh.
Cassa mutua cooperativa italiana per le pen-
sioni, Torino, 240a.
Cavestri A. e Piseroni L. Articoli per foto-
gralia e disegno. Milano, fi».
I Chappuis E. Litografia. Bologna, 7.
Ciaburri (Farmacia). Specialità Cerreto Fan-
nita. 36 e passim.
Ciampolini e Minuti. Officina meccanica. Fi-
renze, 19.
Cini G. e C. Fabbricanti di carta. Firenze,
176b.
Colli Fioriti. Fabbrica di profumerie. Mila-
no, 454a.
Compagnia di Assicurazione di Milano, 304a-
304b.
Compagnie des Chemins de fer de l'Est. Pa-
rigi, U4b.
Conte G. Cpecialità per barba e capelli. Na-
poli, 546 e passim.
Cravero dott. P. E. Alchebiogeno. Modena, in.
Customs (The) and Bonded Warehouses Com-
pany. Società anonima. Magazzini Generali.
Genova, 176a.
Cutler e Girard. Mobili artistici. Firenze, 560a.
De Giovanni. Antiiievrotico, 323 e passim.
Della Chiesa Fratelli. Biliardi. Milano, 41.
Dell'Orto F. Cucine, Caloriferi, ec. Milano 542
e passim.
Ditte raccomandate di Livorno, 31.
DoUfus-Mieg e C. Forniture per lavr ri fem-
minili. Mulhouse-Belfort-Parigi, 448a.
Donzelli A. e C. Coniazione di medag'ie. Mi-
lano, pag. 3 della copertina Jhioni.
Duprè C. Specialità farmaceutiche. Rimini,
2()3 e piissirn.
Fabbrica italiana di cellulosa e carta. Roma, 51,
Fabbriche riunite di ceramiche. Faenza, 9,
Fattori G. e C. Specialità farmaceatiche, 183
e passim.
Finetti e C. Indirizzi. Milano, 39.
Finzi L. Acetilene. Firenze, 42.
Fischer S. Specialità tecniche. Milano, 41, 65.
Fondiaria (La). Società di Assicurazioni. Fi-
renze, 210a.
Fornaci delle Sieci. Terrecotte ec. Sieci, Fi-
renze, 27 2a.
Fosfatina (La) Falières. Parigi, 128b.
Gambi A. Stabili ;nento tipo-litografico, Fi-
renze. 17.
OPUSCOLI E
SCHIARinENTI
<iMTI5t-H
SnB.C.ARNALDI-VlAByiTRUViQ9-|«VlUiriO
INDICE DEGLI ANNUNZI
I.I
;:.!n.i.ii.. V.. i. i .V.U..U1 Liu-logicl. Altomoiì-
tc (Calabria), 19'^h.
.acomuzzi A. lu Aiij^olo (Ditta). Vini. Ver.e-
/.ia. 63.
liianinazzi D. Stabilimento d'incisioni. Ge-
nova. 27.
■ iornal^Ho (lì) (iella Domenica. Firenze, 5G e
passim.
>ii-i L. (Ditta). Medaglie, bottoni, incisioni ce.
Firenze, 354 e passini,
i rande {La) liivite. Rivista mensile. Parigi,
tìòfìd.
iJussoni Giovanni (Ditta). Special tà in arti-
coli da scrittoio, ec. Milaito, 36.
Hermelin (Fratelli). Fabbrica di biliardi, Mi-
lano, 56.
Hotel (Grand) Cavour. Firenze, 544h.
Hotel (Grand) già Continentale Reale della
Pace, Firenze. ò44(t.
Hotel Italia. Firenze, 5i4ii.
Hotel Royal Grande Bretagne et Arno. Fi-
renze, 21.
Ichino P, Carte da Parati, Firenze, 272h.
Istituto (R.) internazionale italiano. Torino.
I92b.
Jougla J. Lastre e Carte fotografiche. Pa-
rigi, li.
Koerting. Società anonima. Riscaldamento e
termosifoni. Sestri Ponente, 288a.
Lagala V. Specialità da toelette. Napoli 112 e
passim.
Landi S. Tipografia. Firenze, 2.
Lapilli A. Emporio Musicale. Firenze, 225 e
passini.
Lariana. Società di navigazione a vapore sul
Lago di Como, 224u-224b.
Lattes S. e C. Libreria editrice. Torino, 608a-
60Sh.
Laviui e Rampone. Macchine per la lavora-
zione del legno, dei metalli, ec. Tcn-ino, 71.
Lido (Società di Bagni del). Venezia, 59.
Lorilleux e C. Inchiostri da stampa e ver-
nici. Milano, 4.
Malesci. Specialità farmaceutiche. Firenze, 23,
Mangiarotti Marcello e C. Unione Zincograti.
Milano, IGOh.
Mantovani G. Tinture acquose di Assenzio.
Venezia. 78.
IMele A. Ortopedico. Napoli, 288h.
Menarini. Specialità farmaceutiche. Napoli,
214 e passini.
Messaggero {II). Giornale quotidiano. Roma,
65b-b.
?»Ietropole (La\ Assicurazione contro l'incen-
dio. Parigi-Torino-Firenze, 57.
Monaco F. e filili. Specialità di vini e liquori.
Catania, 265 e passim.
Mossa e Floris. Istituto torinese d'Arti gra-
fiche. Torino, 55.
Nebiolo e Comp. (Ditta). Fonderia di carat-
teri e fabbrica di macchine. Torino-Mi lano-
(ietiova-Koma. '24<)h.
ARTRITE
M/SOHI DI
Neri P. Tipo^i.u.... ;...„.-,..,. ...<.,.
Ugna (Distilleria). Milano, 453 e pass'm.
Oleifici nazionali. Genova-Sampiordarona, 71.
Officina chimica dell'Aquila. Prodotti enolo-
gici. Milano, II.
Paganini, Villani e C. Farina Lattea Italiana.
Milano, 112a.
Pagliano. Specialitàfarmaceutiche.Firenze, 1.3.
Pallotti. Gioielleria. Venezia-Firenze, G3.
Pastifici Dolfi (Società Anonima). Firenze, 15.
Pavone. Elixir purgativo. Napoli, 540 cpa-ssim.
Regna C. e figli. Prodotti chimici. Firenze,
464a.
Pontremoli G. e C. Macchine per scrivere ed
affini. Milano, 35.
Prussiana (La). Società di Assicurazione. Ber-
lino, 384a.
Racca G. Piani melodici, ec. Bologna, 352a.
Reber A. Libraio. 1 alei-mo, 47.
Richard J. Vérascope, et Gliphoscope. Parigi,
3840.
RiuJiione Adriatica di Sicurtà. Milano, 41.
Rossi (Cartiera). Milano, 36'^fK
Ruffini P. Specialità farmaceutiche. Firen-
ze, IV.
Sanatorium (Grande) toscano. Firenze -Pi-
stoia, 21.
Sandron R. Editore. Milauo-Palermo-Napoli,
43, 45.
Sangiorgi (Galleria). Roma, 53.
Santini (Fratelli). Illuminazione a gas aceti-
lene. Ferrara, 267 e passim, 592a.
Sasso P. e figli. Olii di Sas.so. Oncglia, 55 e
passim.
Schreiber E. Stabilimento di .*rti grafiche.
Stoccarda, 352h.
Schreiber R., Hub E. e C. Arti grafiche. Vien-
na, 44Sli.
Scuola (R.) di Agricoltura in Portici, 413.
Serantoni e Pontiglione. Riscaldamenti mo-
derni. Milano-Bologna, 0 e passim.
Sicurtà (La). Compagnia di Assicurazioni con-
tro la rottura de' vetri, il furto, ec. Mila-
no, 53.
Simon J. e C. Specialità per toeletta. Parigi,
213 e passim.
Smeraldi C. Officina meccanica. Firenze, 11.
Spinelli G. e C. Società per le industrie gra-
fiche. Firenze, 23.
Società anonima '• L'Italiana „. Scale aeree,
cani, furgoni, ec. Milano, 65.
Società del " Puer „. Specialità farmaceuti-
che. Roma, 4y.
Società italiana di fonderie ghisa e costru-
zioni meccaniche già Fratelli Bellaydicr-
Genova, 210b.
Società italiana per l'industria dei biscotti
e dolci già Digerini, Marinai e C. Firen-
ze, ll2b.
Società G. Morandi e C. Rappresentanze in-
ternazionali, Commissioni, Depositi. Firen-
ze, 680b.
GUARITA RADICALMENTE
CON I CELE B R I
VEDI ANNUNCIO DI FRONTE
-:•:- -nv- ALL' INDICE GENERALE
LII
INDICE DEGLI ANNUNZI.
Società per Imi)ianti e f rniture elettriche
già Minuti e C. Firenze, li).
Società riunite del Nord - Inchiostri perfetti.
Bologna. !^3.
Stabilimenti idroterapici e Grand Hotel di
Andorno (Biella), iO.
Stabilimento idroterapico e Stazione clima-
tica di Cessila. Biella, 05.
Stabilimento tipografico Aldino. Firenze, 19.
Stabilimento tipografico San Giuseppe. Firen-
ze, 25.
Talli (Angelo) Ditta, Mobili artistici, ec. Fi-
renze, 128a.
Talmone M. Fabbrica di cioccolata. Torino,
170(1, noi.
Terme d'Abano. Padova, IX.
Terme (RR.) di Sant'Agnese. Bagno di Ro-
magna (Toscana), lì20<t.
Tipografia Ariani. Firenze, 33.
Tipografia editrice M. Riici. Firenze, 21.
ze, 03.
j Tipografia e Libreria Claudiana. Firn!-
I Treves Fratelli. Editori. Milano, €40'.
Tricofilina (Profumeria Colli Fioriti). Milai o,
454 e puts.sini.
Ungania E, Premiato Laboratorio Chimico.
Bologna, 3G8(i.
Ulrich D. Erboristeria. Torino, 57.
Unione delle Fabbriche Micc:o e C. Mode e
novità. Napoli, X.
Venchi. Confetti, Cacao, ec. Torino, 269 e
passim.
Vestrini N. Cartoleria. Firenze, 223 e passim.
Vichy. Acque purgative. Parigi, 464a.
Vigo G. e C. Sport, mobili, chirurgia. To-
rino, 592b.
Vogliotti G. Insegne e Vetrine. Torino, 513
e passim.
Wehrheim. Metodo di cultura tìsica, SCS e
passim.
scHÌmmm
«RaTis^
SmB.C^I1RNdLbl-Vi/^WRUViQ^9-MlLÌI[(t^
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IL CALENDARIO'*'
Divisione eoi tempo. — L'anno. Era della Crea/.ioue del Mondo, se-
Presso quasi tutti i popoli, la misura del ^, ««/f« ^^f.'" ='•»"*« degl'Israeliti. 3761av.C.
tempo riposa sopra divis oni naturali, ossia ?:^'^ ^^ ^ Olimpiadi • • • • • • • 776 ,
dedJtte dall'osservazione dei fenomeni celo- ^'^ della fondazione d, Roma (se- ^ ^
sti Le divisioni più semplici sono il giorno p.ra di' Nabo'.la^sarre .' ! .' ! ! ." .' 717 l
e 1 anno. t-. j- .i j i r^ j i •
Lavora durata di una rivoluzione della Era di Alessandro il Orando, o dei
Terra nell'eclittica è di 365 giorni, 5 ore, 48, „ '^° ..",' '■^■' ' ' "o*. * ' * *^-* "
40': questa sarebbe la durata dell'anno%;«- ^^'^ ^^' S^'loucidi, o era Su'o-ma-
t)»Vo, il quale non può servire per anno r/r/7-?, „ *^j?^V ' '-r^i'^'ir ' '^'W- * " ""
che pe? ragioni chiare ad intendersi, devo Era di Tolomeo Filadelfo, o di Dio-
esser composto di un numero intero di giorni. „. d • t* ' 1'' ""
L'anno è diviso in mesi: ed il mese nella '^^ ' ^^^ "' "
sua origine corrispondeva ad una lunazione, Era cristiana o volgare, o dell' incarnazio:ie
ci )è al periodo dopo il quale si ripetono lo di Cristo di cui è creduto inventore Dio-
medesime fasi lunari. Ma la durata precisa "Jgi il piccolo, monaco di origine sc;t:i,
di una lunazione è di giorni 29, ore 12, 44', 3 '; abate in Roma nel secolo VI.
e quindi non ò parte aliquota dell'anno t.o- Era di Diocleziano, o dei Martiri, an. 284 d. C.
pico. Siccome il numero delle lunazioni in- Era degli Armeni, ossia dello sci-
tiere che si osservano in un anno ò di do- «ma della Chiosa Armena ... 552 „
dici, così, di solito, l'anno ò stato sempre Era dell'Egira, ossia della fuga di
diviso in dodici mesi, i quali però non corri- Maometto dalla Mecca .... 622
~;)ondevaiio più ad una lunazione, ma ad una Era della Repubblica francese . .1792 „
; .dicesima parte dell'apparente cammino del
-ale nel cielo; e sicconje a questo cammino Calendario deqli Israeliti.
ijli antichi astronomi facevano corrispondeie
la fascia dello Zodiaco, composta di 12 co- L'anno degli Israeliti ò anno lunisolare,
stellazioni, così il mese presso i popoli più Brevi notizie sul calendario da essi adot ato
avanzati in civiltà corrispondeva alla appa- si troveranno a pag. 8.
rente dimora del Sole in uno dei 12 segni
dello Zodiaco. Riforma giuliana.
Ere. Giulio Cesare, avendo trovato che il com-
„ ,, puto dell'anno stabilito da Xuma Pompili j e
^on VI sarebbe cronologia senza la nu- seguito fino allora dai Romani, aveva pr..-
merazione degli anni. Oggi il maggior nu- dotto grandissimo disordine, si accinse alhi
mero delle nazioni civili contano gli anni sforma del calendario con il consiglio dol-
dalla nascita di Cristo; ma sono state in uso l'astronomo alessandrino Sosigefte: e l'anno
e sono ancora altre numerazioni, o ere. Loco da lui riformato nel 45 av. C. fu stabilito di
le ere più importanti: 3^3 giorni, divisi in 12 mesi, alternativamente
Era della Creazione del Mondo, se- di 31 e di 30 giorni, salvo febbraio che ne
condo il computo di Costantino- aveva 29 e 30 nei bisestili. Fu pure stabilito,
poli, risale all'anno. «... . .550Sav.C. nella persuasione che l'anno tropico fos<o
Era della Creazione dei Mondo, precisamente di 365 giorni e V4, che ogni quat-
secondo il computo degli Ales- tro anni si aggiungesse un giorno al mese di
sandrini 5502 „ febbraio, e precisamente fra il 24 e il 25; e
(*) Chi desiderasse nia?£;io!i ra^^nasli su questa introduzione cronolojrica e cosmo^ralra al!'A^.-
MVXACCO iTAi'.ifNO, consulti le annate iS!>G-08 dove essa era assai più diffusa. L'aumentare della inaioii.»
ti ha obbligati a ridurla in più breve spazio.
siccome nel calendario romano il 2-t febbraio
si chiamava sexio Kalendas Martìi, il giorno
intercalato fu detto bis sexto leni. Maitii, e
l'anno che aveva tale intercalazione, fu chia-
mato bisestile. L'anno doveva, cominciare al
lo gennaio, e l'equinozio di primavera fu fis-
sato al 25 marzo. La divisione giuliana in
mesi, e l'intercalazione quadriennale sono se-
guite anche oggi da tutte le nazioni cristiane.
Calendario Romano antico.
Gli antichi romani non contavano 1 gioi-nl
dell'anno secondo il loro numero ordinativo
nel mese, ma rispetto alle calende, alle none,
il -li idi di ogni mese. Le i-alende (Kalendue;
acc. Kalendas; abl. Kalendis) cadevano il pri-
mo giorno del mese: le none {Nonne; acc. No-
tias; abl. Konis) al settimo giorno dei mesi di
marzo, maggio, luglio e ottobre, al quinto di
tutti gli altri; gli idi (nom, e acc. Lliis, abla-
tivo Idibus) otto giorni più tardi delle none,
cioè al 15 in marzo, maggio, luglio e ottobre,
al 13 nel resto dell'anno. Per indicare gli al-
tri giorni, dicevano l'ordine che questi ave-
vano avanti alle calende, alle none, agli idi;
por cui i giorni che precedevano immedia-
tamente i tre di ora accennati, erano pridie
Kalendas, pridie Nonus, pvidie Idus; i giorni
ancora precedenti erano tei-tio Kalendas, ec.
Riforma Gregoriana.
L'anno civile introdotto da Giulio Cesare
era di 365 giorni e un quarto; e poiché
l'anno tropico era veramente di 3G5 giorni,
rt'\ 48', 40", cosi quella differenza lieve in
principio, accumulandosi con l'andare degli
aiuii, turbò l'accordo fra 1 mesi e le stagioni,
indispensabile a tutti gli usi civili del calen-
dario. Il pontetìce Gregorio XIII stabili di
porre rimedio all'inconveniente, e udito il pa-
rere di molti astronomi, su proposta di Anto-
nio Lilio, decise nell582: 1° che per rimettere
al primitivo posto l'equinozio di primavera
elle con tutto il calendario avanzava allora di
1(» giorni, si sotti-aessero dall'anno che cor-
reva, i dieci giorni di anticipazione, passando
dal 4 ottobre al 15 del mese istesso (fu scelto
«luol periodo pei-chè non vi cadevano feste so-
1 'lini); 2o che per prevenire ogni futura alte-
razione poiché il calendario giuliano portava
o^ni quattrocento anni un'anticipazione di
circa 3 giorni, si stabilisse che gli anni cente-
nari, ovvero gli ultimi di ogni secolo, fossero
comuni invece che bisestili, ad eccezione del
quarto centenario (ossia degli anni divisibili
jun- 400) che restavano bisestili. Quindi gli
anni 1«U)0 o 2000 sono bisestili; 1700, 1800,
l'.tOO furono comuni. Questa riforma lascia
tuttavia una lieve differenza, che peraltro non
arriva a formare un giorno Intiero se non
dopo 4000 anni.
Il calendario gregoriano, pubblicato con
bolla pontilicia del 24 febbraio 1582, fu adot-
tato subito in Italia, in Spagna e in Porto-
gallo, nell'anno medesimo in Francia e nei
Paesi Bassi, più tardi in Ungheria, in Polonia,
in Germania, in Svizzera, in Inghilterra; ed
ura non restano ohe la Russia, la Grecia,
l'Armenia e qualche altra nazione cristiana
d'Oriente, che seguano tuttora il calendario
giuliano.
Computo ecclesiastico.
Si dà questo nome ai calcoli che servono
a fissare il calendario ecdesiantico, e agli ele-
menti sui quali i calcoli stessi riposano. Il
calendario ecclesiastico è regolato tutto sulla
Pasqua di Resurrezione, che è la maggior
festa della cristianità, e che secondo le deci-
sioni della Chiesa (I) deve essere celebrata
la prima domenica dopo il primo plenilunio
•di primavera, ossia dopo il plenilunio che
cade il 21 marzo o immediatamente appresso:
quindi non può venire prima del 22 marzo
(perchè se il plenilunio cade in domenica, la
solennità è rimandata alla domenica appr(
né più tardi del 25 aprile.
Elementi del computo ecclesiastico.
Il ciclo solare è un periodo di anni 23, che
riconduce a corrispondere nello stesso modo
i giorni della settimana con i giorni del mese.
Non si sa da chi sia stato inventato né quando:
al primo anno dell'era volgare si assegna il
numero 9 in questo ciclo.
Il ciclo lunare è un periodo di anni 19, il
quale, secondo l'astronomo greco Metone, cor-
risponde esattamente a 235 lunazioni: di guisa
che allo spirare del ciclo, le fasi della Luna
ricominciavano precisamente agli stessi giorni
dell'anno. Il numero che ogni anno ha nel
ciclo, si chiama numero d' oro. Il primo anno
avanti l'era volgare porta il numero uno
come numero d'oro.
U epatta, immaginata da Luigi Lilio nel
1582, non è altro che l'età della Luna al
primo gennaio, cioè il numero dei giorni
passati della lunazione in corso; e siccome
la lunazione, nel computo ecclesiastico, si
considera di 30 giorni (29 giorni e una fra-
zione del 30») così r epatta può essere un
numero qualunque compreso fra 1' 1 e il 29,
più un asterisco * che sta in luogo dello zero
0 del 30. L' epatta si segna in numeri romani.
Siccome ogni anno, compiute 12 lunazioni,
avanzano 11 giorni, cqsì l'ep^tt* di un anno
equivale a quella dell'anno precedente più
11 giorni, salve alcune correzioni delle quali
non è il caso di discorrere.
La indizione è un periodo cronologico di
15 anni che non ha alcun rapporto col corso
degli astri. I cronologisti assegnano all'anno
1 dell'era volgare la indizione 4.
La lettera domenicale è quella che Indica
nel calendario perpetuo gregoriano le dome-
niche. In questo calendario tutti i giorni del-
l'anno dal 1° gennaio in poi sono distinti
con una lettera dell'alfabeto, dall'A alla G
per ordine e ricominciando sempre da capo:
in tal modo se la lettera domenicale di un
anno è B, vuol dire che tutti i gioinl segnati
O) È cosa detta e ripetuta in cento libri che la
resola della l'asqua fu decretata dal Concilio di
Nicea tenuto nell'anno 325, ma tale affermazione
non è esatta.
. .'M B sono domeniche, in altri termini che
essendo domenica il secondo giorno dell'anno,
l'ainio comincia di sabato. Il ciclo solare è
il periodo dopo il quale le lettere domeni-
cali si ripetono con lo stesso ordine. Gli anni
bisestili hanno due lettere domenicali, una
per Gonin\io e Febbraio, l' altra per gli altri
dieci mesi. Ogni anno la lettera domenicale
è la lettera precedente a quella dell'anno
passato: salvo per gli anni dopo ai bisestili,
nei quali si salta xina lettera.
La lettera del martirolo<jlo è un elemento
puramente ecclesiastico. Nel Martirologio,
prima delle vite dei santi di ogni giorno, ò
iscritta una serie di 30 lettere, fra le quali
ve n'è una che corrisponde all'anno in corso:
essa serve per tutto l'anno ad annunziare,
avanti la lettura in coro del Martirologio,
qual è il giorno corrente della Luna, e ciò
per mezzo di numeri scritti sotto alle lettere,
e che variano secondo i giorni, e perciò in
un giorno qualunque l'età della Luna è in-
dicata dal numero che sta sotto alla lettera
dell'anno in corso.
Feste Cristiane.
Calendario gregoriano cattolico. vento (rito romano). Vi sono poi tre feste
minori pure in dipendenza della Pasqua:
Il calendario religioso si completa segnan- t -n» i • ^- ^r • oc ^ a- a
do al posto loro le diverse feste cristiane. Di , ^ ^^^ «^'^ fi Maria SS. nel venerdì dopo
queste^ alcune sono /ì..., cioè cadono sempre ^^ domemca di Passione (che e la seconda
nel medesimo giorno déiranno: tali sono la domenica avanti Pasquaj;
Circoncisione di Gesù (lo gennaio), V Epifania " Patrocinio di S. Giuseppe, nella terza
(6 gennaio), la Purificazione di Maria (2 feb- domenica dopo Pasqua;
bi-aio), V Annunziazione di Maria (25 marzo), Il Cuore di Gesù, nel venerdì dopo l'ot-
VAssunzione di Maria (15 agosto), la Nativià tava del Corpus Domini.
della Madonna(Ssettevabve), l'Esaltazione della t^ e ». -u-t uà- a a ■ •
CVoce(H settembre), O^nJàn// (10 novembre), ^ J^^ ^ff^^ ^''^'^' «^<^ dipendono dai giorni
la Commemorazione dei Fedeli Defunti (2 no- fella settimana, sono in primo luogo l'Avven-
vembre). la Presentazione di Me ria (11 no- t^' '^^^.' fiondo il rito romano e di quattro
vembre V Immacolata Concezione (8 dicem- domeniche la prima delle quali e la p.upros-
bre). il Natale (25 dicembre), oltre alle feste «""'-^ ^^ ** ^^^^a di S. Andi-ea aposto o (30 no-
dei santi; altre sono mobili; cioè possono ca- J^^^^^) ^'^T ^''^^e nella domenica che s,
dere in date diverse, perchè dipendono o trova tra il 27 novembre e il 3 dicembre; m
dalla Pasqua o dai giorni della settimana. Le «^««"^^ ^^^^^^ ""^^'-^ ^^^^^ ^^^"«"' ^''"'■■
feste mobili che dipendono dalla Pasqua, n gg. jfome di Gesù, nella seconda do-
sono: menica dopo l'Epifania;
Prima della Pasqua La festa di S. Giovacchino, la prima do-
La domenica di settuage- menica dopo il 15 agosto;
sima 63 giorni — H SS. Nome di Maria, la prima dome-
Le Ceneri .'.*....' ." .' 46 „ \Z ^^^^ ^°P^ ^'^ settembre;
I — j, I Sette Dolori di Maria, la domenica che
Dopo la Pasqua I ^ ^ segue quella testé detta;
Le Rogazioni (durano 3 g.i) 36-38 „ ' § j2 La Madonna del Rosario, la prima do-
L'Ascensione 39 , /|^ -menica d' ottobre;
La Pentecoste 49 \ §S La Maternità di Maria SS., la seconda
La SS. Trinità '.'.'.'. '. '. 56 ^ § domenica d'ottobre;
Il Corpus Domini 60 . j^ d' ottob^re!'' ' domenica
Inoltre le vigilie delle Quattro Tempora, n Patrocinio di Maria, la seconda do-
ossia delle quattro stagioni, che avvengono menica dopo il lo novembre,
il mercoledì, il venerdì e il sabato dopo i se-
guenti giorni: Prima domenica di Quaresima, Diamo qui appresso la tavola delle date
Pentecoste, 14 settembre (Festa dell'Esalta- delle principali feste mobili per un quinquen-
zione della Croce) e terza domenica dell'Av- nio, a cominciare dall'anno scorso.
Tavola dellk feste mobili per gli anni 1906-1910.
Anni
lì
-1
Settua^egima
Mercoledì
delle Ceneri
Prima
Domenica di
Qnaresium
Pasqua
Pentecoste
Corpus Domini
1» domenicii
d^'ll'Avvento
(roiuanii)
1906
1907
1908
1909
1910
G
F
ED
c
11 febbr.
27 genn.
16 febbr.
7 febbr.
23 genn.
28 febbr.
13 febbr.
4 marzo
24 febbr.
9 febbr.
4 marzo
17 febbr.
8 marzo
28 febbr.
13 febbr.
15 aprile
31 marzo
19 aprile
11 aprile
27 marzo
3 giugno
19 maggio
7 giugno
30 maggio
15 maggio
14 giugno
30 maggio
18 giugno
10 giugno
26 maggio
2 dicembre
1 dicembre
29 novembre
28 novembre
27 novembre
Calendari del rito ambrosiano, delie confes-
sioni protestanti, della Chiesa greco-russa
e delle altre Chiese orientali.
Brevi notizie su questi calendari si tro-
veranno a pag. 6 e seguenti, quando si darà
la concordanza fra 1 calendari medesimi e il
calendario gregoriano per l'anno corrente.
Calendario repubblicano francese.
Con decreto della Convenzione Nazionale
lei 24 novembre 1793, la Francia introdusse
1 arante la rivoluzione un nuovo calendario,
cambiando l'era cristiana in era della repub-
blica, e adottando per principio di quest'era
la mezzanotte del giorno che succedeva al-
l'equinozio vero di autunno del 1792,11 quale
fu il 22 settembre; in tal giorno cadeva pure
l'anniversario della proclamazione della re-
pubblica.
Questo calendario fu messo in vigore il
20 novembre 1793, e fu abolito con decreto
di Napoleone I col 31 dicembre 1805, alla
qual data tornò in vigore il calendario grego-
riano. Quindi durò anni 12, un mese e 6 giorni.
L'anno restava diviso ancora in 12 mesi
di 40 giorni ciascuno. Ogni mese fu diviso in
tre decadi, e ai giorni che componevano ogni
decade fu dato il nome diprimidì, diiodt, iridi,
quaìlid) ec; il decadì era destinato al riposo.
Il giorno fu diviso in 10 ore, l'ora in 100
minuti, il minuto in 100 secondi.
Per completare la durata dell'anno tro-
pico, dopo il dodicesimo mese si aggiunge-
vano 5 (e 6 negli anni bisestili) giorni com-
plementari, detti sanscuìottides.
Ecco i nomi dei dodici mesi:
( Vendemmiale (Vendémiaire)
Autunno \ Brumale (Brumaire)
( Glaciale (Frimaire)
( Nevoso (Nivóse)
Inveuno I Piovoso (Pluvióse)
( Ventoso (Ventóse)
( Germile (Germinai)
Primavera Fiorile (Floréal)
', Pratile (Prairial)
Ì Messidoro (Messidoi-)
Termidoro (Thermidor)
Fruttidoro (Fructidor)
Cosi il 15 glaciale dell'anno VII fu il f> di-
cembre 1798; il 5 termidoro dell'anno XI, il
24 luglio 1803.
Calendario civile italiano.
Le feste civili legali, cioè quelle che tntti
gli uffici dello Stato devono riconoscere, fu-
rono stabilite dalle leggi 17 ottobre 18«r>,
n. 5342; 23 giugno 1874, n. 196S (serie 2");
19 luglio 1895, n. 401; e sono le seguenti:
11 primo giorno dell'anno; l'Epifania;
l'Ascensione; la Concezione; la Natività; l'As-
sunzione; il Corpus Domini; il giorno dei
SS. Pietro e Paolo; il XX settembre; Ognis-
santi; Natale; la festa del celeste patrono
della diocesi, terra o città; le domeniche tutte.
In questi giorni sono chiusi gli uffici gover-
nativi, provinciali e comunali, le corti di giu-
stizia, le banche e le scuole. Non si possono
fare atti di esecuzione nò protestare cambiali.
La prima domenica di giugno (quesf anno
1908, cade al 7), per la legge 4 maggio l^ìCl,
n. 7, è Festa Nazionale per celebrare l'Unità
d'Italia e lo Statuto del Regno.
Si festeggiano civilmente anche altre date,
benché non legali in tutti gli uffici, cioè gU
onomastici e i natalizi delle Loro Maestà (ono-
mastico di S. M. Vittorio Emanuele III, 1« set-
tembre; natalizio di S. M.Vittorio Emanue-
le III, 11 nov.; onomastico di S. M. Elena,
18 agosto; natalizio di S. M. Elena, 8 gennaio);
l'anniversario della morte di S. M. Vittori)
Emanuele II (9 gennaio) e di quella di S. M.
Umberto I (29 luglio, ma ufficialmente tra-
sportato al 14 marzo, genetliaco del compiant j
llej; e altri anniversari patriottici locali.
Calendario Perpetuo
per trovare in qoale giorno della settimana cada on determinato giorno di un anno qualunque.! ' )
uso DELLA TAVOLA
(ved. la pag. sejuente).
Per trovare in quale giorno della setti-
mana cada un determinato giorno di un anno
«luahuxinc, sia del calendario Giuliano tanto
prima della Riforma quanto dopo la Riforma
j)er lo nazioni che non l'hanno accettata, sia
del calendario Gregoriano, si comincia dal
(^eioare nei due quadri in basso della tavola
il coefficiente di aumento corrispondente al
secolo cui appartiene l'anno in questione;
(ale coefficiente deve essere sommato agli anni
del secolo, o il numero ottenuto va cercato
nel quadro centralo verso sinistra, che è ap-
punto intitolato Anni del secolo con i loro
aumenti. Quindi nel quadro centrale, verso
destro, bisogna cercare il coefficiente corri-
spondente al mese di cui si ragiona, e si deve
sommarlo alla data del giorno, per cercare il
numero così ottenuto nel quadro in alto a de-
stra intitolato Giorni del mese con i loro ali-
menti. Sull'incontro delle due colonne si tro-
va il giorno della settimana corrispondente
al giorno indicato.
Questa tavola vale per il Calendario Giu-
liano dall'anno 3500 av. C. all'anno 3500 d. C,
e per il Gregoriano tino all'anno 4000. Per il
Giuliano puòessei-e facilmente aumentato con
l'aggiunta di nuove colonne; per l'estensione
al Gregoriano, vi è un'incognita che risolverà
solamente un tardo avvenire, quella cioè di
sapere in quale anno sarà soppresso il bise-
stile, che dovrà probabilmente toglier.si per
compensare la differenza tuttora esistente fra
l'anno civile e l'anno solare.
(I) (Compilato e rorlcsoioenlo comunicato dall' Ing. GUIDO JACOB.VCCI di Buenos-Airos.
GIORNI DI SETTIMANA
GIORNI DEL MESE
con 1 loro aumenti.
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del mese.
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Aumenti agli anni nel Ca'endario Giuliano.
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-31
-24
-17
-10
-3
-30
-..
-16
-9
-2
-29
-22
-15
-8
-1
Secoli dopo Cristo
h'J
150
220
290
91
160
230
300
100
170
240
310
110
180
250
320
12J
190
~26>'
"330
131
200
270 ! 340
140
210
21 Gennaio 1793: Morte di Luigi XVI.
— Secolo 18», anno 93, aumento 20;
Gennaio, anno comune, aumento O;
93 + 20 -=113; 21 +0 --21; Lunedì.
15 Ottobre 1582: Inizio Calend. Gregor.
— Secolo 16°, anno 82; aumento 0;
Ottobre, anno comune, aumento 0;
82 4- 0 = 82; 15 + 0 =- 15; Venerdì.
4 OUobre 1582: Fine Calend. Giuliano.
— Secolo 16", anno 82, aumento 8:
Ottobre, anno comune, aumento 0;
82 + 8 = 90; 4 + 0 =. 4; Giovedì.
Infatti si passò dal 4 al 15 Ottobre
senza giorni intermedi.
SO Marzo 1282: Vespri Siciliuni. —
Secolo 13^ anno 82, aumento 16;
Marzo, anno comune, aumento 3;
82 -f 16 = 98; 30 + 3 - 33; Lunedì.
Infatti era il Lunedì dopo Pasqua.
25 Dicembre 799: Coronas. Carlo M iqnn.
— 99 + 20 == 119; 25 + 5 = 30; Mer-
coledì.
Se fosse stato in vigore il Grego-
riano, si sarebbe avuto:
99 + 0 = 99; 25 + 5 = 30; Saba-
to; cioè una differenza di 4 giorni
che ò la posticipazione che il Calen-
dario aveva in quel secolo. Il Mer-
coledì avrebbe dovuto avere la data
29 Dicembre.
15 Marzo 44 av. C: Morte di Giulio
Cesare. Che giorno di settimana sa-
rebbe stato, se fossero state in uso
le attuali denominazioni? Secolo (-1);
Anno 44 corrispondente a 57, aumen-
to 4; Marzo, anno comune, aumen-
to 3; 57 -f 4 = 61, 15 + ?■ = 18; ri-
sulta un Mercoledì. Però in realtà
avrebbe corrisposto a un Giovedì,
perchè Giulio Cesare aveva stabilito
mesi alternati di 31 e 30, e Febbraio
aveva 29 o 30 giorni. Sotto Augusto
(a. 26 av. C.) fu portato a 31 il mese
di Agosto, togliendo il giorno cor-
rispondente a Febbraio, e cosi pure
fi modificarono i 4 ultimi mesi ridu-
cendoli allo stato attuale.
Per gli anni avanti Cristo bisogna
fare attenzione se essi son dati col
sistema cronologico od astronomico.
Nel primo caso (il più comune), i secoli
si contano come dopo Cristo, cioè da
1 a 100, lo Secolo; da 101 a 200, 2o Se-
colo, ec. ; e per gli anni si assume un
complemento, cioèladiflerenzadalOl;
ad esempio: 101 — 44 = 57. Nel se-
condo caso i secoli si contano da 0 a 99,
1" secolo; da 100 a 199, 2» secolo, ec, e
per gli anni si assume il complemento
da 100. Cosi l'aimo 44 cronologico
corrisponderebbe al 43 astronomico:
100 — 43 = 57, e il risultato sarà
identico. L' anno sarà bisestile, se
è divisibile per 4 il complemento..
Esempio: Anno 754, cronologico. —
Fondazione di Roma: Secolo (-8); An-
no (101 — 54) == 47; Astronomico sa-.
rebbe 753.
- 6 -
I/^anno 1908 corrisponde all'anno
6631 del periodo giuliano. 1908 del calendario giuliano o greco-russo;
5913 dalla Creazione del Mondo, secondo comincia 13 giorni più tardi, il martedì
il computo dell' Usserio. 14 gennaio. Questa differenza che era di
5908 della Vera Luce, ossia dalla crea- 12 giorni nel sec. XIX, è cresciuta di
zione del mondo secondo la cronologia un giorno dopo il 28 febbraio 1900, e tale
massonica: l'anno massonico comincia resterà sino al 28 febbraio 2100.
col 1° marzo. 1335 dell'Egira, calendario turco, comin-
5668 dell' era degli Ebrei, cominciato il lu- ciato il giovedì 14 febbr. 1907 ; e all'anno
nedì 9 settembre 1907: e all'anno 5669 1326, che comincia il martedì 4 febbraio
che comincia il sabato 26 settembre 1908. 1908 e finisce il venerdì 22 geimaio 1909,
3684 delle Olimpiadi, ossia al IV anno della secondo l'uso di Costantinopoli.
671» Olimpiade, che comincia verso il 1° 45 del 76o ciclo del calendario cinese, che
luglio 1908 (e precisamente al plenilu- comincia la domenica 2 febbraio 1908.
nio consecutivo al solstizio d'estate), fìs- 391 dalla riforma di Lutero.
sando l'era delle Olimpiadi a 775 V2 anni 37*6 dalla Confessione di Ausburgo.
av. C, ossia verso il 1° luglio dell'anno 116 del calendario repubblicano francese.
3938 del periodo giuliano. 48 dalla istituzione del nuovo regno d'Ita-
3661 dalla fondazione di Roma, secondo lia; avendo Vittorio Emanuele II assunto
Varrone, che comincia il 21 aprile. per sé e i suoi successori 11 titolo di Re
3655 dell'era di Nabonassar, fissata al 26 feb- d'Italia il 17 marzo 1861.
braio dell'anno 3967 del periodo giuba- 39 dalla liberazione di Roma, occupata dalle
no, ossia 747 anni av. C. secondo i ero- ai*mi italiane il 20 settembre 1870.
nologi, e 746 secondo gli astronomi. Quinto del pontificato di Pio X, esaltato al
1908 del calendario gregoriano istituito nel- trono il 4 agosto 1903.
l'ottobre 1582, ossia 326 anni fa; comin- Nono del regno di Vittorio Emanuele III re
eia il mercoledì 1° gennaio. d'Italia, salito al trono il 29 luglio 1900.
L'ANNO 1908
è bisestile, cioè ha 366 giorni (7 mesi di 31 giorni, 5 di 30 e uno, il febbraio, di 29).
Computo ecclesiastico. 11 Patrocinio di S. Giuseppe, 10 maggio.
Numero d'oro 9 ^^ Sacro Cuore di Gesù, 26 giugno.
Kpatta. ..,'..'......'. 27 ^^^ Giovacchino, 16 agosto.
<Jiclo solare .......... l'ó ^^ Nome SS. di Maria, 13 settembre.
Indizione romana ....... 6 ^ Sette Dolori di Maria SS., 20 settembre.
Lettera domenicale ...... ED ^^ Festa del SS. Rosario, 4 ottobre.
Lettera del Martirologio . . . . H ^^ Maternità di Maria SS., 11 ottobre.
La Purità di Maria SS., 18 ottobre.
Feste mobili II Patrocinio di Maria SS., 15 novembre.
(secondo il rito romano)
Settuagesima . . 16 febbraio. Quattro Tempora.
Ceneri 4 marzo.
Pasqua 19 aprile. {Beminiscere) . . Marzo 11, 13 e 14.
Rogazioni .... 25, 26 e 27 maggio. {Trinitatis) . . . Giugno 10, 12 e 13.
Ascensione ... 28 maggio. {Crucis) Settembre 16, 18 e 19.
Pentecoste ... 7 giugno. [Luciae) Dicembre 16, 18 e 19.
Trinità 14 giugno.
Corpus Domini . 18 giugno.
Prima domenica Le Nozze.
dell'Avvento. . 29 novembre.
La celebrazione dei riti nuziali è permessa
ALTRE FESTE MOBILI MINORI. in quest'anno soltanto dal 7 genn. al 3 marzo.
Il Nome SS. di Gesù, 19 gennaio. e dal 27 aprile al 29 novembre (Decreto del
I Dolori di Maria, 10 aprile. Concilio Tridentino, sess. 24, e. 10).
Calendario del rito Ambrosiano ossia della Chiesa di Milano.
La Chiesa cattolica di Milano ha una forma giorni susseguenti al giorno delle Ceneri se-
I>articohire di rito, che si scosta alquanto da condo il rito romano, cioè 5, 6 e 7 marzo,
quello romano, e prende nomo da S. Ambro- 2» Le rogazioni dette litanie ambrosiane
fjio, vescovo e patrono di Milano, benché sia cadono nei giorni di lunedì, martedì e mer-
iiicerto se sia veramente istituito da lui o gli coledì, che seguono immediatamente la prima
.'.ia anteriore, come sembra più probabile. domenica dopo l'Ascensione, quindi l'I, 2, e
Le principali diversità col rito romano, in 3 giugno. Nel primo di questi tre giorni si
quanto concerne il calendario, sono le se- danno le Ceneri, che nel rito Romano si danno
guenti: il primo mercoledì di quaresima.
lo II primo giorno di quaresima cade 3o L'avvento, invece, di quattro ha sei
nella prima domenica di quaresima (8 marzo) domeniche: e la prima è la immediatamente
anziché nel precedente mercoledì. Il cosid- successiva all' 11 novembre, festa di S. Mar-
detto carnevalone ambrosiano si fa nel tre tino. Quest'anno cade il 15 novembre.
Calendario Greco-Russo.
Alcune nazioni orientali seguono ancora
11 calendario giuliano, vale a dire non hanno
accettata la riforma gregoriana, e perciò sono
in ritardo sul calendario gregoriano di 13
giorni, che sono i 10 soppressi por le nazioni
occidentali nel 15S2, più i tre perduti negli
anni 1700, 1800 e 1900, bisestili per loro e non
per noi. Seguono il calendario giuliano i Greci,
i Russi, gli Armeni, i Giorgiani, i Siriani non
uniti, 1 Coftl, I Serbi, 1 Montenegrini, i Bul-
gari, i Rumeni. Per le feste ecclesiastiche, t
digiuni ec, i Russi, i Giorglani cattolici e non
uniti, I Serbi, i Montenegrini, i Bulgari e 1
Rumeni osservano completamento il calen-
dario greco, detto de\\A Chiesa greca ortodosufi.
Gli Armeni ed i Cofti hanno rispettivamente
un calendario proprio per le feste, ed ancihe
nomi speciali per i mesi: ma non ci occupe-
remo di questo. Invece ecco le feste principali
del calendario greco-russo per l'anno 1JJ8.
DATA
DATA
DEI.
CALENDARIO
DEL
CALENDAriTO
GREGORIANO
SIULIANO
(iv
^IlOVO Stile)
{Vecchio stile)
1908
1907
lo
gennaio
19
dicembre
7
"
25
1908
Natale.
U
,
lo
gennaio
Circoncisione. Capo d'anno.
19
^
6
n
Teofania (Epifania).
15
febbraio
2
febbraio
Purificazione.
16
^
3
^
Domenica del Pubblicano e del Fariseo.
23
^
10
^
Domenica del Figliuol Prodigo.
lo
marzo
17
"
Domenica del Giudizio Universale (in Russia); della
Carne (in Grecia).
8
„
24
^
Domenica di Carnevale; o del Formaggio (in Grecia).
9
25
^
Comincia la Grande Quaresima.*
22
9
marzo
Quaranta Martiri di Sebaste.
7
aprile
25
^
Annunciazione di Maria. - Festa della indipendenza
della Grecia.**
19
6
aprile
Domenica delle Palme.
24
_
11
^
Venerdì Santo.
26
,
13
^
Pasqua.
6
maggio
23
^
San Giorgio. — Onomastico del Re di Grecia.**
22
9
maggio
San Nicola.
27
^
14
^
Anniversario della incoronazione dello czar Nie-
4
giugno
22
„
Ascensione. [colò 1.*
14
_
lo
giugno
Pentecoste.
15
^
2
^
Lunedì dello Spirito Santo.
21
^
8
^
Ognissanti.
12
luglio
29
^
SS. Pietro e Paolo.
14
agosto
lo
agosto
Principia il digiuno della Madonna.
19
^
6
^
Trasfigurazione di Cristo.
28
^
15
^
Assunzione della Madonna.
12
settembre
30
^
Sant'Alessandro Nevski.*
21
8
settembre
Natività di Maria.
27
,
14
^
Esaltazione della Croce.
2
novembre
20
ottobre
Assunzione al trono dello czar Niccolò I.*
8
_
26
^
San Demetrio.**
28
^
15
novembre
Principia il digiuno di Natale.
4
dicembre
21
^
Presentazione di Maria.
19
6
dicembre
San Nicola di Bari, protettore della Russia.
22
„
9
„
Concezione della Vergine.
25
T.
12
«
San Spiridione.**
Le feste mobili sono scritte in corsivo. Quelle segnate con un * sono peculiari alla
Russia; quelle segnate con due ** sono poculiari alla Grecia.
Calendario Protestante.
Le diverse confessioni protestanti (com-
presa l'episcopale anglicana) seguono il ca-
lendario gregoriano in tutte le sue particola-
rità, anche per.il computo della Pasqua e delle
principali feste mobili, delle quali però chi
esclude l'una, chi esclude l'altra; ma tutti poi,
siccome non venerano ne la Vergine né i Santi,
escludono tutte le solennità della Madonna e
O^nissanli. Quasi tuLLi, invece. -l'este.Tgiano siii-
j.M.'jirmente la Domenica di Passione (5 apri-
W). la Domenica delle Palme (12 aprile) e il Ve-
lordi santo (17 aprile). La Chiesa protestante
tedesca ha inoltre le seguenti feste mobili:
lUiss und Bettag (Giorno di psnitema e pre-
ghiera), il mereoledì dopo la prima dome-
nica di quaresima, se il detto mereoledì
cade in febbraio, ovvero il martedì dopo la
domenica stessa, se questo martedì viene
in marzo; quindi quest'anno il 10 marzo.
Ei-ntefost (Festa delle h< ?»■.!.'/), la domenica im-
mediatamente dopo al 30 settembre, o il
giorno stesso se di domenica; e quest'anno
il 4 ottobre.
La festa della Riforma, la domenica immedia-
tamente dopo il 30 ott., o il giorno stesso se
di domenica; e quest'anno il 1° novembre.
La Commemoriiziono dei Morti, la domenica
immediatamente dopo il 20 novembre, o
11 giorno stesso se di domenica ; e que-
st'anno il 22 novembre.
Calendario Israelitico.
Gli ebrei si servono di un anno lunisolare,
cioè composto di 12 mesi lunari, che si ac-
corda con l'anno solare mediante l'aggiunta
(7 volte in un ciclo di 19 anni) di un mese
cmbolismico, il mese di Vectdar. Ma le norme
«•he regolano questa intercalazione, la varia-
l>ilc lunghezza dei diversi mesi che possono
essere di 29 o di 30 giorni, e il principio del-
l'anno, non potrebbero trovar luogo qui. Ba-
sterà dire che è stabilito, che il principio
nell'anno cada sempre nel giorno della nuova
Ima più prossima all'equinozio di autunno;
e che la Pasqua, che è fissata al 15 del mese
di Nisan, preceda costantemente il primo del-
l'anno di 163 giorni: ma anche queste regole
hanno le loro eccezioni.
L'anno 1908 corrisponde alFanno 5fi63 (em-
bolismico, di giorni 383), cominciato il 9 set-
tembre 1907 e all'anno 5669 (comune, di gior-
ni 355) che cominciato il 26 settembre 1908,
finirà il 15 settembre 1909.
Ecco la concordanza dei mesi e l'indica-
zione delle principali foste giudaiche, non con-
tando naturalmente i Sabati.
1903
5668
lo
gennaio
27
Tebet
.
4
^
lo
Scevafc
:{
febbraio
lo
Adar
4
marzo
lo
Veadar
U
„
11
^
Digiuna di Ester.
17-
18 «
14-1
5 r,
Festa di Ficn'rn (Festa delle Sorti).
2
aprile
lo
Nissan
Principio dell'anno religioso, secondo l'antico ca-
lendario rabbinico.
16-
23 ,
15-22 „
Pescich, Pasqua, o Festa delle Azzime. Sono festa
soltanto i due primi e i duo ultimi giorni.
2
maggio
lo
Jiar
1.)
„
14
n
Pesach Scenì, Seconda Pasqua (per chi non ha po-
;{l
«
lo
Sivan
tuto celebrare la prima).
.>-6
giugno
6-7
Sciavuot, Pentecoste, o Festa dello Settimane.
.•;o
„
lo
Tamuz
16
luglio
17
"
Digiuno di Tamuz, in memoria della caduta di Ge-
rusalemme.
29
"1
lo
Ab
6
agosto
y
"
Digiuno di Tisgà heah, in memoria della prima di-
struzione del Tempio.
■-S
"
lo
Ellul
5669
Mese di espiazione. Cominciano le preghiere dette
Selicot.
26
settembre
lo
Tisri
liosc-Ascianà, ossia Capo d'anno.
28-
2ò „
3-4
r,
Digiuno di Ghedaglià.
5
ottobre
10
r,
Chipur, giorno dell'espiazione.
io-
11 .,
15-16 „
Siiccot, o Festa delle Capanne.
ni
,
21
n
Otìciaanà-Pabbà, giorno di penitenza.
17
_
22
,
Sceminì Azh-ed, ottava di consacrazione.
1,S
,
23
,
Simmd Torà, o Festa della legge.
26
^
lo
Hesvan
•-'5
novembre
lo
Chislev
19
dicembro
25
"
Ilomtcà, commemorazione della purificazione d-l
tempio.
■_'.")
^
10
Tebet
31
-^
27
-
Il giorno comincia per gli israeliti al tramonto: e particolarmente il Sabato comincia
un'ora prima di notte, e termina la sera dopo un'ora e 15 minuti di notte: così, ad esem-
I IO, se incomincia il Sabato a ore 18 del Venerdì sera, terminerà a ore 19.15 del Sabato.
Calendario Maomettano.
I mussulmani, per espressa disposizione
del Corano, seguono soltanto l'anno lunare
(il 354 o 355-piorui, diviso in 12 mesi alter-
nativamente di 30 e 29 giorni. L'ultimo, Zul-
hegg>, invece di 29 giorni ne ha 30 por 11 vol-
te nel corso di un ciclo di 30 anni. L'anno
1907 corrisponde, per 1 primi mesi, all'anno
dell'Egira 1324 (di giorni 334), cominciato il
25 febl)r. 1906 e dal 14 febbr. in avanti all'aimo
1325 (di giorni 355). Ecco la concordanza dei
mesi e l'indicazione delle principali foste mao-
mettano, oltre a tutti i Venerdì (D'ufiuno).
1903
1 "• gennaio
!
febbraio
marzo
o
aprile
14
„
3
maggio
lo
giugno
20
„
1»
luglio
30
n
13
agosto
25
.,
29
„
27
settembre
23
ottobre
26
27-
29 ,
25 novembre
25
dicembro
31
„
1325
ir. Zul cado
lo Zulhe^gè
10
Giorno del sacrificio, o piccolo Beiram.
1326
lo Moa..m
Capo d'anno.
lo Safar
lo Rebi-el-avel
1'-!
Mulml-el-Nehi, ossia nascita del Profeta.
lo Robi-el-acchci
lo Giumada-el-a\
el
20
Anniversario della presa di Costantinopoli per mano
lo Giumada-el-acc
tier
[dei Turchi.
lo Regeb
15 „
Leilah-el-Gaìbah, ossia concezione del Profeta.
27
Leilah-el'Miradj, ascensione del Profeta.
lo Sciaaban
lo Ramadan
Comincia un rigoroso digiuno per tutto il mese: ò
permesso di mangiare soltanto durante la notte.
27
Leihih-el-Cadr, notte della potenza, in cui discese
dal ciclo il Corano.
30
Ultimo giorno di digiuno.
1-3 Sciaua]
Grande Beiram.
lo Zulcadè
lo Zulheggè
7
I mussulmani conteggiano le notti
la sera. Il 13, il 14 e il 15 di ogni mese
soltanto il 13 0 il 14.
, poiché il giorno, come il mese, comincia per loro
sono per loro giorni fausti, ma nel mese di Sciaaban
Calendario
Gli abissini presero dai cofti l'anno giu-
liano di 365 giorni, diviso in 12 mesi di 30
giorni, più 5 giorni supplementari o epago-
meni (sei nei bisestili), e lo cominciano rispet-
tivamente all' 11 o 12 settembre del calenda-
rio gregoriano: dai cofti pure tolsero il com-
puto degli anni secondo il calcolo di Giulio
Africano, il quale pone la nascita di Cristo
Etiopico.
sette anni dopo il computo volgare. Anche
gli abissini hanno l'anno bisestile: tale è per
loro il 1899, che è cominciato il dì 11 settem-
bre 1906.
Nel ciclo dei quattr'anni, ciascun anno
prende il nome di un Evangelista, dicendosi
Anno di S. Marco, di S. Giovanni, di S. Mat-
teo, di S. Luca, che è il bisestile.
1908
1900
1» gennaio
22
Tahsàs
Gli abissini hanno un gran nu-
8
29
^
Natale.
mero di feste, oltre le poche che
10
lo
Ter
abbiamo segnato. La Pasqua va
9 febbraio
lo
Jekatit
con le regole del calendario giu-
10 marzo
lo
Maggabit
liano. Molte altre solennità si ri-
9 aprile
lo
Miazià
petono a giorno fisso, rinnovan
26
18
^
Pasqiaa.
dosene tutti i mesi la comme-
9 maggio
lo
Ghenbot
morazione: e fra queste le piìi
8 giugno
lo
Sanie
importanti sono il giorno di San
8 luglio
lo
Hamliè
Micael, che si festeggia il 12 di
7 agosto
lo
Nahasiè
ogni mese e la Kidano Mehrat
22
16
Assunzione.
(Patrocinio di Maria) che cade il
6-10 settembre
1-5
Pagumiè
1901
(Epagomeni).
16. 1 giorni della settimana pres-
so gli abissini presentemente
11
lo
Mascarem
Capo d'anno. Festa di
S. Giovanni.
coincidono con quelli del nostro
calendario, cioè quando è dome-
^^
17
„
Masqal, o Festa della
nica per noi, è domenica anche
1 1 ottobre
lo
Teqemt
[Croce.
in Etiopia. I nomi sono: Sagnò,
10 novembre
lo
Hedàr
Maksagnò, Ruob (o Rebù), Amus,
10 dicembre
lo
Tahsas
Arb, Qedamie, Ehud.
31
22
T«
Innovazioni.
Pur lasciando immutato il piano fonda-
mentale di questa Effemeride, noi non ci ac-
contentiamo di sostituire, semplicemente, i
dati dell'anno nuovo a quelli dell'anno tra-
scorso, ma andiamo via via ritoccando e tra-
sformando tutto il testo, in modo che le cose
già. ripetute due o tre volte scompaiono o si
riassumono per dar posto ad altre no'izie,
alle nuove scoperte, alle più recenti teorie,
a quanto, insomma, offre di più importante
Il campo astronomico.
Anche quest'anno diamo, in questa stessa
pagina, la precisa nozione dei tempi locali per
una trentina di città italiane ed il computo
delle date secondo il periodo giuliano (p&g. lì);
riguardo all'aspetto della corona solare du-
rante l'eclisse del 30 agosto 1905 (pag. 18) ab-
biamo reso più evidente la relazione tra la
frequenza delle macchie solari e le forme
conciali mediante un diagramma nel quale
tali forme sono abbozzate lungo la curva un-
decennale dell'attività solare e colla indica-
zione delle epoche dei massimi e minimi os-
servati.
Siamo poi lietissimi che le nuove cartine
celesti, mediante le quali chiunque può im-
parare, da solo, a conoscere la posizione e
la forma delle principali costellazioni e di
tutto le stelle più cospicue che si avvicen-
dano sugli orizzonti italiani, abbiano incon-
trato il pieno favore dei nostri assidui, pa-
recchi dei quali ci hanno pure manifestato
il desiderio di aver notizie più diffuse intorno
alla natura dei vari corpi celesti e special-
mente dei pianeti, ma qui non sarebbe possi-
bile dedicare maggior spazio &\\' Astrofìsica
senza sacrificio delle cose più essenziali. Di
astrofisica, come d'ogni altra parte dell'astro-
nomia, ci occupiamo, del resto, ampiamente,
nel nostro Astrofilo^)
Per l'anno venturo stiamo preparando
altre interessanti novità, principalissima fra
le quali l'introduzione di cartine e tavole
speciali por l'osservazione dei pianeti e delle
occultazioni.
Saremo poi riconosceati a tutti coloro i
quali, interessandosi allo osservazioni, ci co-
munidieranno nuovi risultati, o proposte o
consigli che possano giovare alla precisione
ed allo sviluppo dell'Effemeride.
Milano, luglio 1907.
Cap. Isidoro Baroni.
(l) Il nostro < Astrofilo» è la prima ed unif-a
rivista italiana rivaineiite illustrata per la dif-
fusione dell Astronomia, Meteorolopia, Geodina-
mica e materie affini svolte in modo popolare. As-
sociazione yor il 1P08 Lire 6. Ck>sto dei 24 l'asciroli
anetrati, Lire 12.— Indirizzo: Milano, Via Prin-
cife Amedeo, 5.
Avvertenze.
Tutte le indicazioni orarie, salvo contrario
avviso, sono date in tempo medio civile del-
l' Europa Centrale, contato ininterrottamente
da una mezzanotte all'altra, cioè da 0 a 24 ore.
Vedansi 1 ragguagli a pag. 14.
Le tavole mensili non richiedono lunghe
spiegazioni. La declinazione del Sole e l'equa-
zione del tempo (v. pag. 18), nonché il corso
della Luna e dei pianeti sono sempre rife-
riti all'orizzonte di Roma. Quanto al Sole, le
levate ed 1 tramonti sono dati per Milano.
Koma e Palermo, cioè per le regioni estreme
e centrali dell'Italia. Ci venne suggerito di
sostituire, a questi dati, gli archi diurni del
Sole, ma il consiglio non è pratico. Daremo
tuttavia, l'anno venturo, una tavola degli ar-
chi solari, e per intanto aggiungiamo qui sotto
alcuni dati per il computo dei tempi locali.
Per avere l'ora appi-ossimativa della levata
e tramonto dei pianeti basterà togliere od
aggiungere 6 ore al tempo del loro passaggio
al meridiano. Tale appi'ossimazione è suifi-
ciente, inquantochè non si fanno quasi mai
osservazioni planetarie presso all'orizzonte.
Tempo medio locale.
Il tempo medio dell'Europa Centrale (adot-
tato in Italia il 1° novemb. 1893, vedi pag. 14),
è regolato sul meridiano situato a 15° est
Greenwich, il quale passa, prossimamente,
per Termoli, Eboli, Lipari, cratere dell'Etna,
Catania e Noto, che sono quindi le sole località
notevoli d'Italia nelle quali il tempo medio
legale corrisponde, o quasi, al tempo medio
locale. Ma la nostra penisola, occupando quasi
12° in longitudine, offre una differenza oraria
di 47 minuti primi, dei quali 14 di anticipo
(Otranto) e 33 di ritardo (Bardonecchia), ri-
spetto al tempo dell' E. C. Per altre 30 località
nostre vedansi nel seguente prospetto le ore
locali, corrispondenti al mezzodì legale, ossia
a 12h t. m. E. C.
Brindisi. . .
. 12.12
Venezia . . .
11.49
Taranto. . .
. 12. 9
Bologna . . .
11.45
Bari
. 12. 7
Firenze . . .
11.45
Catanzaro . .
. 12. 6
Verona . . .
11.44
Cosenza. . ,
. 12. 5
Pisa
11.42
Reggio Calab.
. 12. 3
Brescia . . .
11.41
Foggia . . .
. 12. 2
Spezia . . .
11. .'iy
Potenza . . .
. 12. 2
Milano . . .
11.37
Messina. . .
. 12. 2
Cagliari . . .
ll.:37
Napoli . . .
. 11.57
Genova . ,
11.3G
Teramo . . .
. 11.55
Novara . . .
11.34
Ancona . . .
. 11.54
Sassari . . .
11.34
Palermo. . .
. 11.54
Porto Maurizio
11.32
Udine. . . .
. 11.53
Torino . . .
11.31
Roma ....
. 11.50
Cuneo. . . .
11.30
— 11 —
BI/BMBNTI GENERALI
Coincidenze calendaristiche.
L'anno TOOS, ottavo del XX secolo, è bi-
sestile, cioè conta 366 giorni, perchè febbraio
ne ha 29. L'ultimo bisestile fu il 1904, il pros-
simo sarà il 1912.
Il 1908 comincia in mercoledì come già il
1902, il 1896, il 1890, il 1879, ec, e come i ven-
turi 1913, 1919, 1930, 1936, ec.
La Pasqua cade il 19 aprile, come già nel
1840 e comt cadrà nel 1981, nel 1987, ec.
Stagioni astronomiche 1907.
Entisf.Xord Emisf.Siuì Principio
Primavera Autunno 21 marzo l'i 27»»
Estate Inverno 21 giugno 21 19
Autunno Primavera 23 settem. 11 59
Inverno Estate 22 dicem. 6 34
Durata delle stagioni.
La durata delle stagioni, come il loro
principio, è variabile di anno in anno, però
in ristretti limiti. Ecco i dati relativi al 1908,
avvertendo che la durata del nostro inverno
venne computata dal 23 die. 1907, ore 0.52:
Eni isf. Xo I -d Erri isf. Su d Durata
Inverno Estate 89 giorni 0"^ 25n>
Primavera Autunno 92 „ 19 52
Estate Inverno 93 „ 14 40
Autunno Primavera 89 „ 18 35
La somma di queste durate costituisce
l'anno tropico, o ciclo delle stagioni; che è,
precisamente, di 365 giorni, 5^, 48»°, 46", nel
quale periodo il Sole sta per 186 giorni Uh
al nord dell'Equatore e soltanto 178 giorni
19h al sud (difìeienza 7 giorni 16''), circostanza
che concorre a rendere l'emisfero australe
più freddo del boreale a parità di latitudini.
Stagioni meteorologiche.
I meteorologisti convennero di fissare il
principio delle stagioni al 1° marzo, 1° giu-
gno, lo settembre e 1° dicembre, anticipan-
dole, cioè, di tre settimane sulle astronomi-
che, per meglio adattarle alle effettive vicende
climatologiche.
Giorni solstiziali.
Durata massima del giorno, altezza del Sole
€ lunghezza delle ombre proiettate a mezzo-
dì da un bastone verticale alto un metro:
21 giugno
luce
alt.
Sole
ombra
Milano
15h 38m
670
59'
O™, 40
Roma
15 10
71
33
0 , 33
Palermo
14 49
75
20
0 , 26
Massaua
13 3
82
10
0 , 14
22 dicem.
Milano
81 39»
21o
5'
2™, 59
Roma
9 4
24
39
2 , 21
Palermo
9 30
28
26
1 , 85
Massaua
11 9
50
56
0 , 81
Sole di mezzanotte.
Vedasi negli Almanacchi del 1903 e 1904,
la tavoletta che indica i limiti di tempo en-
tro i quali, in varie località boreali, è visi-
bile il Sole a mezzanotte.
Periodo Giuliano.
Per i cenni storici su questo periodo cro-
nologico vedasi l'Almanacco 1907.
L'origine del P. G., ossia l'anno 1. P. G.,
nel quale si sarebbero avuti: ciclo solare 1,
lunare 1 ed indizione 1, corrisponde al 4713
av. C; l'anno 1 dell'E. V. corrispose quindi
al 4714 P. G. e l'anno 1908 corrisponde al
6621 P. G. Ma gli astronomi, nei loro computi,
usano indicare le date col numero dei giorni
del P. G. e siccome non è sempre facile ne
sbrigativo procurarsi tali numeri, otlriarao, in
questa prima tabella, i giorni del P. G. cor-
rispondenti al lo gennaio degli anni indicati,
tenuto conto della riforma gregoriana:
0 (1 a C.
1 di C.
500 .
1000 .
1500 .
1582 .
1583 .
1600 . .
1700 . .
1800 . .
1900 . .
721
058
721
424
903
683
086 308
268 933
298 884
299 239
305
448
341
973
378 497 1
415
021 1
1901
1902
1903
1904
1905
1906
1907
1908
1909
1910
2000
415 386
415 751
416 116
416 481
416 847
417 212
417 577
417 942
418 308
418 673
451 545
0
417 942
2
417 973
2
418 002
2 418 033
2 418 063
2
418 094 1
luglio . .
2 418 124
agosto .
2 418 155
settembre-
2 418 186
ottobre .
2 418 216
novembre
2 418 247
dicembre
2 418 277
ed in quest'altra quelli corrispondenti al 1"
di ciascun mese del corrente anno 1908:
gennaio,
febbraio
marzo .
aprile. .
maggio .
giugno .
Era indispensabile agli astronomi l'ado-
zione di un periodo fittizio ihe abbracciasse
tutti i tempi storici e che, colla sua ininter-
rotta continuità, ovviasse alle irregolarità dei
diversi calendari. Venne quindi adottato il
P. G. come avrebbe potuto adottarsi un altro
periodo qualunque, anche indefinito, purché
uno dei suoi elementi corrisponda ad un'epo-
ca generalmente convenuta, che avrebbe po-
tuto anche essere quella di un fatto astro-
nomico.
E la necessità di un siffatto periodo de-
riva da ciò: che gli astronomi hanno conti-
nuamente bisogno, nei loro calcoli, di togliere
ed aggiungere alle date dei fenomeni celesti
periodi spesso lunghissimi di tempo, espressi
iìi giorni (rivoluzioni planetarie, cometarie,
perturbazioni, ec), cosa che riesce assai spe-
dita, operando sulle cifre del periodo giulia-
no, cifre che poi si trasformano in date di
qualsivoglia calendario ad operazioni finite.
Esempi. Qua! è il numero del P. G. che
che corrisponde al 17 aprile 1908? — Per il
lo aprile (ved. 2» tavoletta) abbiamo 2,418,033,
dunque per il 17 avremo 2,418,049.
A qual data gregoriana corrisponde il
n.o 2,378,530? — Dalla 1» tavoletta abbiamo,
per il lo gennaio 1800, il n.» 2,378,497, infe-
riore di 33 unità al numero davo, il quale
corrispose quindi al 3 febbraio 1800.
Le date dell'anno in corso soglionsi indi-
care colle sole ultime quattro cifre del P. G.
— 12 —
LE ECLISSI DEL 1908.
Delle quattro eclissi di quesfanno (tre di
Hole ed una di Luna) saranno visibili in Italia
soltanto la seconda (come una piccolissima
parziale di Sole) e la terza (lunare di pe-
nombra).
|a- Totale di Sole- 3-4 gennaio.
Questa eclisse si svolgerà quasi intera-
mente sull'Oceano Paciftoo ti a le ore 20.8
t. m. E. t;. del 3 gennaio e l'1.23 ant. del 4,
ai quali istanti corrispondono, nella presente
tesimi dal diametro solare per Milano, di 10
per Roma, di 20 per Palermo e per Cagliari,
di 7 per Venezia, ec. Sarà invece di 30 per
Madrid ed Algeri, di 16 per Marsiglia, di 9
per Parigi e Londra, di 3 per Vienna, ee.
Per osservare l' eclisse sarà necessario un
vetro nero od atfumicato: l'orlo eclissato
sarà quello inferiore sinisti'o. Per Milano l'Us-
servatorio di Brera ha calcolato
Primo contatto (lembo inferiore). 18'19m36^
Fase massima (0,093) 18 40 G8
Ultimo contatto (lembo sinistro) . 19 13 27
III» - Lunare di penombra - 7-3 dicembre.
Le eclissi lunari di penombra sono gene-
ralmente poco notabili e passano anche inav-
vertite dai profani. Talvolta, però, quando
intorno al circolo d'illuminazione terrestre
predominano le nubi, la penombra è abba-
stanza oscura da offuscare sensibilmente il
disco lunare.
Come vedesl nel presente diagramma, la
Luna passerà attraverso la penombra della
figura i punti P (principio dell'eclisse gene-
rale, o primo condotto assoluto) ed F (fine
dell'eclisse generale, ed ultimo contatto as-
soluto). La zona della totalità attraversa due
volte l'equatore e passa frammezzo agl'in-
numerevoli arcipelaghi del Pacifico: il prin-
cipio della totalità avrà luogo alle 21.3 tra le
isole Maiianne, Cardine e Marshall; il mezzo
dell'eclisse, colla durata massima della tota-
lità di 4»" 18% avrà luogo alle 22,45 tra le isole
Marchesi e Tuamotu; la fine della totalità
avrà luogo alle 0,28 del 4 nella Baia dei Mo-
squitos, tra Costa Bica e Panama. Questa
eclisse sarà inoltre visibile, come parziale,
nella Innova Guinea e nel Nord Est dell'Au-
stralia alla levata del Sole, ed in California,
nel Messico, America centrale, Grandi Antille,
Venezuela, Colombia, Equatore e Perù al tra-
monto del Sole.
Il» • Anulare di Sole - 2S gennaio.
Para visibile dal Pacifico al Mediterraneo,
dalla Groenlandia al Brasile, tra le 14.29 e
le 20.31 del nostro tempo E. C. Come vedesi
dalla figura, la zona dell'eclisse anulare co-
mincia nel Pacifico (ore 15.33), attraversa il
Messico, la Florida, le Bermude (dove, alle
17.31 la fase anulare avrà la durata massima
di 3m 54"), la Senegambia e finisce (ore 19.27)
nella Guinea settentrionale.
In Italia l'eclisse sarà visibile come una
piccolissima parziale poco prima del tramon-
to del Sole. La fase massima sarà di 9 cen-
7Memòfm
Terra, parte inferiore, dalle ore 20,38 del 7
air 1,12 dell' 8 dicembre, coli' Istante medio
della completa immersione alle 22.55, mentre
la Luna si troverà verso Sud-Est.
IV» - Anulare di Sole - 23 dicembre.
Si svolgerà nell' emisfero australe, dal Pa-
cifico all'Oceano Indiano e nelle regioni po-
lari antartiche, dalle 10.7 alle 15.23.
La zona anulare comincia nel Pacifico (ore
11.11) attraversa l'America meridionale da
Cobija (Cile) a Rio Grande (Brasile), prosegue
C^'^w
1 ^'^
per l'Atlantico australe, attraversa le Isole
di Bouvet (dove l'eclisse diviene totale dalle
(!re 11.49 alle 13.46 colla durata massima di •
16»), e finisce alle 14.18 nell'Oceano Indiane.
In America (alla levata del Sole) si avranno
le fasi massime di 0.65 per Eio Janeiro, di
0.90 per Montevideo e Buenos Aires, di 0.95
a Cordoba, ec. Al Capo Buona Speranza di
0,40 al Madagascar (Tananariva.) di 0,24 ec.
— IB -
EFFEMERIDE PER L'ERITREA
A complemento del ("alemìurio etiopico
p;ig. 9) abbiamo creduto opportuno di cal-
'lare una breve effemeride riferita all'oriz-
<>ute di Massaua, e precisamente all'ango-
lo S. E. del Palazzo del Comando, la cui
posizione geografica è la seguente:
Latitudine 15o 36' 41" Nord
Longitudine 39o 28' 9" Est Green wich.
I dati che offriamo sono espressi in tempo
nedio locale di Massaua, il quale anticipa V'3S"^
-a quello dell'Europa Centrale usato in Italia.
Riguardo al corso del Sole la nostra tavo-
letta dà la durata dei crepuscoli, il crescere
o calare dei giorni, la levata ed il tramonto
al 1", 11 e 21 d'ogni mese. La lunghezza dei
giorni varia da 11 a 13 ore, ed il Sole passa
allo zenit (cioè verticalmente sopra Massaua)
il 3 maggio e 7 agosto.
Quanto alla Luna, l'ora del suo passaggio
al meridiano di MassAua si otterrà (in t. m.
Massaua) sottraendo H minuti dall'ora da
noi calcolata per Roma (tavole mensili), men-
tre per la levata ed il tramonto occorrerà ap-
plicare alle ore date per Roma le correzioni
indicate nella seguente tabella di fronte al
numero delle ore che la Luna, nei giorni vo-
luti, sta sopra l'orizzonte di Roma, ossia alla
differenza ti-a le ore della levata e del tra-
monto indicate nelle nostre tavole mensili.
Delle quattro eclissi del 1908 (v. pag. 12)
sarà visibile nell'Eritrea soltanto la terza,
cioè l'eclisse lunare di penombra del 7-8 di-
cembre, che sarà completamente osservabile
nell'Eritrea dalle ore 22.16 del 7 alle 2.50
deirs tempo medio di Massaua, coli' istante
medio alle ore 0.33.
TAVOLA SOLARE PER MASSAUA
Mesi
'lennaio. .
Febbraio .
Marzo . . .
Aprile . .
Maggio . .
Giugno . .
l.uglio. . .
Agosto . .
.Settembre
Crepusc. Giorno 1 1 11 21
civ. I dslr. cala ere. leva tram, leva tram, levai tram,
Ottobre J 23
Novembre . . . .} 24
Dicembi'e j 25
h m
1.18
1.16
1.13
1.14
1.17
1.21
1.22 I
1.19Ì
l.lSj
1.13
1.14!
1.17!
hm
6.28
6.32
6.21
h m
17.39
17.57;
18. 5!
5.59 18.11
6.381 18.17 I
5.29 1 18.27
5.33; 18.34'
5.44 i 18.28
5.48! 18.12;
5.50, 17.50
5.581 17.29'
26;
.58 17.
.11 17.
hm
6.31
6.29
6.14
5.51
5.34
5.29
5.36
5.45
5.49
5.50
6. 1
6.18
hm
17.44
18. 1
18. 8
18.13
18.19
18.30
18.33
18.24
18. 4
17.43
17.26
17.28
hm j h m
6.32 j 17.51
6.24 18. 4
6. 7} 18. 9
5.44 18.14
5.31
5.30
5.40
5.47
5.49
5.52
6. 6
6.23
18.22
18.33
18.32
18.18
17.57
17.36
17.25
17.32
LUNA
i
Corre
s
levata
h
hm
7
-1.41
8
- 1.26
9
- 1.10
10
-0.54
11
-0.38
12
-0.23
13
-0. 7
14
+ 0. 8
15
+ 0.23
16
-f 0.40
17
-f 0.54
18
+ 1.10
hm
+ 1.13
+ 0.58
+ 0.42
+ 0.26
+ 0.10
- 0. 5
- 0.21
-0.36
-0.51
-1. 8
-1.22
- 1.38
EFFEMERIDE PER IL BENADIR
La regione del Benadir — ossia quella Corso ilei Sole. — Il crepuscolo civile ha
parte della Somalia litoranea, già dipendente la durata di 22-24 minuti e 1' astronomico
dal sultanato di Zanzibar, passata nel 18i)l oscilla tra l'i IO»" e 1*' 15'". — La lunghezza
sotto il protettorato italiano ed amministrata dei giorni è quasi costante (12'), poiché il
da una Società commerciale costituitasi nel Sole si leva sempre verso le 6 e tramonta
1896 in Milano — comprende circa 200 km verso le 18, con pochi minuti di differenza
della costa orientale africana, bagnata dal- tra i giorni solstiziali estivi ed invernali. —
l'Oceano Indiano, estendendosi in direzione II Sole passa allo zenit nei giorni 24-27 marzo
da S-0 a N-E dal lo al 3» grado di latitudine e 17-20 settembre.
boreale e da 43 a 47 gradi di longitudine Est Corso della Luna. — Per ottenere 1 pas-
Oreenwich. saggi della Luna al meridiano medio del Be-
Su questo litorale si trovano, da Sud a nadir basterà sottrarre lóm ai passaggi di
Nord, alcuni centri importanti, come : Brava, Roma. Per ottenere poi le ore del levare e
Torre, Merca, Mogadiscio, Uar.sceik, Itala, ec. tramontare della Luna, basterà togliere od
di cui, nei riguardi dell'effemeride, possiamo aggiungere 6 ore a quella ottenuta per il pas-
assumere la posizione media: saggio.
Latitudine 2» Nord Pianeti. - Si procede come per la Luna,
Longitudine 33» Est Roma sottraendo pero, ai loro passaggi al mendia-
ìaÌ^ ak\/ u-o+r-.. ^ "o, soltanto IO™.
'^^"^ 451/2 Est Green. ^^.^^.._ _ ^^^ jg^g ^^^^ ^..^.,^.,^ ^^^ j^^.
e riferire ad essa le correzioni da applicarsi nadir solo la terza eclisse, quella lunare di
ai dati qui calcolati per Roma, per ottenere penombra, dalle 22.40 del 7 alle 3.14 dell' 8
1 corrispondenti pel Benadir. (tempo locale) coli' istante medio alle 0.57.
Differenza oraria. — Il tempo locale del Calendario. — Nel Benadir (come ci scri-
Benadir anticipa di 2^ 2»n sul tempo dell'Eu- veva il compianto cap. A. Cecchi, da Pesaro,
ropa Centrale, di 2^ 12"» su quello di Roma il 3 gennaio 1896) gli europei usano il calen-
e soltanto di 24 minuti su quello della Co- dario gregoriano, gl'indigeni il musulmano
Ionia Eritrea (Massaua). o maomettano (ved. pag. 9).
SISTEMAZIONE ORARIA MONDIALE
Che cosa s'Intenda per sistsmazione
oraria, per fusi orari e per ora univer-
saTe fu più da altri spiegato in questo
stesso Almanacco (anni 1896, 1897, 1898)
e noi qui aggiungeremo solo di avere
scoperto (v. il n. 11 dell'Astrofilo) che
il concetto dei fusi orari risale per lo
meno al 1732. trovandosi già applicato
nel primo Almanack di Beniamino
Franklin: Poor Richard, 1733.
Le annotazioni seguenti illustrano
a sufficienza l'unito prospetto orario.
(1) Moiidiano normale del I fuso ora-
rio, resolatore del tempo à%lVJ<uropa Occi-
d-Htaìe (E. Occ). — (2) L'ora di Parigi
ritardntd di 5 minuti (|jei' comodo dei viag-
giatori ritardatari, i quali, sapendo la co-a,
perdono egual mente lo corse) è pia da molto
tempo adottata dalle Ferrovie francesi. Ne
risulta ci e il tempo feì-rovinrio francese ri-
tarda di qua«i 56 minuti (55m3P») su quello
dcH'Eurora Centrale, ma nen;]i orari uf-
ficiali la cifra è arrot ndata in oai^. —
e?) Meridiano normale del II fuso, o del-
l'Europa Centrale (E. C ). — (4) In Germa-
nia la riforma oraria venne prima intro-
dotta nel servizio ferroviario interno (1. VI.
1891 al Nord e I. X. 1891 al Sud) e poi nel
«ervizio pubblico (1. VI. 1802 al Sud e
I, IV. 1893 al Nord) sostituendo il tempo
dell'Europa Centrale a quelli di Franco-
fone sul Meno, Berlino e Dre-da al Nord,
di Strasburgo, Carlsrube, Stuttgard e Mo-
naco di liaviera al Sud. — (5) In Italia,
dopo i tempi locali, si ebbero, dal 1839
al 186(5, parecchi tempi ferroviari regolati
sui meridiani di Napoli, Milano, Torino,
Verona, Firenze, Roma, Napoli e Palermo,
ina dal 12 diceml're )806 tutto il servizio
ferrov ario della Peninola venne regolato
sul tempo di Roma ; in Sardegna il tempo
della capitale venne introdotto nel 1872 e
la Sicilia si tenne sempre quello di Pa-
lermo fino all'adozione del tempo dell'E. C.
in tutto il Regno, il 1» novembre 1893. —
(fi) Meridiano normale del III fuso, o del-
l'Eumpa orientale (E. Or.). — (7) L'Africa
meridionale, l'Australia meridionale e la
Nuova Zelanda offrono tre notevoli ecce-
rioni al sistema fusolare ventiquattrora-
rio, che i tempi colà adottati supponcono
la 'lerra divisa non in 24 ma in 48 fusi,
ride in fusi di mezz'ora (7o30') anziché di
un'ora (Tio). — (8) Mentre al'ri vantano il
trionfo del sistema fusolare noi osserviamo
che non sol- ante e«3o non è ancora riuscito
ad csteniToisi com]Welamente fie/ipare su di
Mit Itolo fuso, non soltanto ò compromesso
dalla qiiarantottiflcazione oraria accen-
nala nella nota procedente, ma è anche e
di molto, contrastato dall'immensa esten-
sione dell'ora di Pietroburgo su ben otto
/"f, da Alexandrowo (Polonia) a Vladivo-
stok (Manciuria), valeadiresopraun'estesa
di 113o di hiniiitudine, pari a 7h32«». E
questa prande diffusione di una mi-deaima
oro, che impera su me^za Europa e su
moti dell'Asia, che regola il tempo sulla
più irrande ferrovia del mondo, costituisce
un trionfo del concetto doli'"»'» f</i'p«r.v'./e
ben maggiore di quello finora consosuito
dal sistema fusolare. — (9) L'ora di Ma-
dra", regolatrice delle ferrovie dell'Impero
Indiano, ritarda di 33 minuti su quella di
Calcutta ed antifipa di 30 minuti su quella
di Hombay. — (10) Meridiano normale del
IX fuso. — (11) Del X fuso. — (12) Dell'XI
fuso.— (13) Del XVII fuso. — (14) Del XVIII
fuso. — (15) Del XIX fuso. — (IG) Del XX
fuso, già usato nell'Almanacx'o t'oor Hi-
thard del 17a3,— (17) Del XXI fuso.
'
MEKIDI.\NO
Dillereiiza
DATA DI
Stato o regione
RE30Ii\T0UE
dalt.in.i.i'
ADOZIONE
EUROPA
h m
Portogallo
Lisbona
-1 37
—
Irlanda
Dublino
- 125
—
Inghilterra
Greenwieh (1)
- 1 0
1. L 1848
Belgio, Olanda . .
„
-1 0
1. V. 1892
Spagna
n
- 1 0
1. L 1901
Francia
Parigi (2ì
-0 61
15. III. 1891
Norvegia
150 Est G. (3)
1. L 1895
Svezia
„
©
1. L 1879
Danimarca
^
•2g
1. VI. 1894
Germania (4) . . . .
„
1891-1893
Lussemburgo . . .
„
1. IV e V. 1892
Svizzera
„
o^
1. VL 1894
Austria-Ungheria. .
^
art
1. X. 1891
Italia (5)
,
1. XI. 1893
Bosnia, Erzegovina.
„
^1
1. L 1892 ,
Serbia
„
W
1. V. 1892
Turchia Occident. .
^
idem
„ Orientale .
30o Est G. (6)
-f-1 0
Idem
Bulgaria
„
+ 1 0
idem
Romania
„
+ 1 0
1. X. 1891
Grecia
Atene
+ 0 35
Finlandia
Helsingfors
+ 0 40
—
Russia
Pietroburgo
+ 1 1
—
AFRICA
Algeria
Parigi
-0 51
15. IIL 1891
Tunisia
n
-0 51
25. IV. 1891
Congo
15» Est G. (31
0 0
1. V. 1897
Orango
22oV2EstG.(7)
+ 0 30
1892
Transvaal
^
-i-0 30
1892
Colonia del Capo. .
30o Est G. (6)
+ 1 0
1903
Natal
^
+ 1 0
1. IX. 1895
Egitto
„
+ 1 0
1. X. 1900
Eritrea
Massaua
+ 138
locale
ASIA
Anatolia
30o Est G. (6)
+ 1 0
1. V. 1892
Siberia (8)
Pietroburgo
+ 1 1
—
Georgia
Tiflis
+ 1 59
_
Turkestan
Askabad
+ 2 43
_
India ingles.; ....
Madras (9)
+ 4 21
—
Cina
Pechino
+ 6 46
locale
Giappone
1350 Est G. (11)
+ 8 0
1. L 1888
OCEANIA
Australia Occident.
120o Est G. (10)
+ 7 0
1. II. 1895
Meridion.
1420 Va Est G (7)
+ 8 30
1. V. 1899
Ofient.. .
150O Est G. (12)
+ 9 0
1. II. 1895
Tasmania
^
+ 9 0
1895
Nuova Zelanda. . .
157° I/o Est G. (7)
+ 9 30
1868
AMERICA SETTE
MTRIGNALE (St
ati Uniti e Canada). ||
Pacific ti me . . . .
120O Ov. G. (13)
- 9 0
1. XI. 1883
Mountain time . . .
105» „ (14)
- 8 0
idem
Central tinte . . . .
90o „ (15)
- 7 0
idem
Eastern time ....
750 „ (16)
- 6 0
idem
Intercoìonial time. .
60o „ (17)
- 5 0
idem
AMERICA MER
DIONALE (Tem
pi delle capitali). ||
Equatore ...
Quito
- 6 15
locale
Perù
Lima
- 6 8
Colombia
Bogota
- 5 57
^
Cile
Santiago
- 5 43
Bolivia
La Paz
- 5 33
Venezuela
Caracas
- 5 28
"
Argentina
Buenos Aires
- 4 53
Paraguay
Asuncion
- 4 51
Uraguay
Montevideo
- 4 45
Brasile
Rio Janeiro
- 3 53
^
— lo
L'ORA DELL' "AVE MARIA,,
li'Ave Maria, come preghiera, costituisce
la Salutazione angelica e risale al VI secolo.
Quanto all'uso mattutino e vespertino delle
campane gli storici della Chiesa non sono
d' accordo, ma, dal riassunto critico della que-
stione, da noi fatto nell'Almanacco del 11*03
pag. 19, appare assai probabile che il suono
delle campane vespere et mane risalga almeno
air undecime secolo.
Riguardo all'epitaflao che leggevasi sul se-
polcro di fra Bonvicino da Ripa (o Bonvesin
de la Riva), milanese, morto nel 1313 — Qui
primo fecit pulsare campanas ad Ave Maria
Mediolani et in Coniitatu — è dallo storico Giu-
lini riferito sotto l'anno 1291, ed il compianto
prof. Gentile Pagani e' informava che il detto
sepolcro trovavasi nell'antica chiesa di San
Francesco Grande, esistente un tempo presso
Sant'Ambrogio, in Milano.
In alcuni luoghi vigeva anche l'uso del-
VAve Maria dei morti ad un'ora di notte.
La seguente tabella indica, per cinque
diocesiitaliane, le ore e quarti dell'afe Maria
colle date in cui si cambia l'oi'ario.
Devesi però avvertire che questi orari del-
l'are Maria, come quelli delle ore canoniche
datano da tempo.... immemorabile e sono an-
cora basati sui rispettivi tempi locali, noncu-
rando ie avvenute riforme orarie.
LE •* ORE ITALIANE „
55
MILANO
FIRENZE
ROMA
NAPOLI
CATANIA
<=>
1
17.1
1
17.0
1
17.1
1
17.1
1
17.1
13
17.2
20
17.1
14
17.2
15
17.2
à
25
17.3
27
17.3
.2
6
18.0
2
17.2
9
18.0
6
17.3
1
17.3
^
18
18.1
13
17.3
22
18.1
17
18.0
15
18.0
23
18.0
1
18.2
5
18.1
7
18.2
1
18.1
C
n
18.3
15
18.2
20
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21
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13
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21
19.0
25
18.3
25
18.3
1
19.1
4
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11
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15
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25
17.0
l)ir_
28
17.1
231 17.1
JL
17.1
Nel corso dei secoli e negli usi dei popoli
l'origine del giorno e delle ore offre tutte e
quattro le possibili varietà.
Lo 24 ore babiloniche si contavano dal sor-
gere del Sole; le arabiche dal mezzodì; le
giudaiche dal tramonto e le egiziane dalla mez-
zanotte. L'uso babilonese vigeva ancora a
Norimberga nel XVIII secolo, e tuttodì alle
Baleari e presso alcuni Greci; l'arabico, se-
guito anche dagli Umbri, venne adottato da-
gli astronomi, primi fra i quali Tolomeo e
Copernico; il giudaico era pur seguito dai
Galli, dagli Ateniesi antichi e dai Germani,
ma dove si mantenne più lungamente fu in
Italia, onde si disse anche italiano, ed altresì
canonico perchè adottato dalla Chiesa; l'uso
egiziano, pur seguito da Ipparco e dai Ro-
mani, divenne, e quindi anche si chiamò, euro-
peo o civile.
La tavola seguente ci dà il tempo locale
all'italiana (in ore e quarti) del mezzodì imd)
e della mezzanotte (mn) secondo l' uso cano-
nico e colle date dei salti d'un quarto d'ora,
mentre per l'uso civile (ancora seguito nelle
Provincie meridionali e Sicilia) diamo, pel 1»
e 16 d'ogni mese, il principio del giorno ita-
liano (pr) in t. m. E. C. per mezz'ora dopo il
tramonto del Sole (presso a poco l'ora del-
l'are Maria) in una latitudine intermedia tra
Roma e Palermo, facendolo seguire dall'ora
italiana corrispondente alla mezzanotte (mn),
cui aggiungendo 12-"' si ottiene l' ora italiana
del mezzodì successivo.
A proposito delle " ore italiane „ vogliamo
notare che come si è passati da un sistema
così diverso dall'attuale.... all'attuale, era ed
è assolutamente puerile l'opporre una con-
simile difficoltà all'adozione di un'ora uni-
versale, di cui sempre più si sente il bi-
sogno.
USO CANONICO
USO CIVILE
DATA
md
19.0
mn
7.0
DATA
pr
mn
Genn 1
Genn.
17.22
6.33
13
18.3
6.3
17.37
6.23
Febbr. 1
18.2
6.2
Febbr.
17.56
6. 4
16
18.1
6.1
18.14
5.46
25
IS.O
6.0
Marzo
18.29
5.31
Marzo 6
17.3
5.3
18.44
5.16
16
17.2
5.2
Aprile
19. 1
4.59
27
17.1
5.1
19.15
4.45
Aprile 11
17.0
5.0
Maggio
19.31
4.29
21
16.3
4.3
19.46
4.14
Maggio 1
16.2
4.2
Giugno
19.59
4. 1
16
16.1
4.1
20. 8
3.52
Giugno 1
16.0
4.0
Luglio
20.10
3.50
Luglio 13
16.1
4.1
20. 5
3.55
Agosto 1
16.2
4.2
Agosto
19.52
4. 8
16
16.3
4.3
19.34
4.26
26
17.0
5.0
Settem.
19.11
4.49
Settem. 6
17.1
5.1
18.46
5.14
17
17.2
5.2
Ottob.
18.21
5.39
28
17.3
5.3
17.58
6. 2
Ottobr. 11
18.0
6.0
Novera.
17.36
6.24
21
18.1
6.1
17.21
6.39
Novera. 1
18.1
6.2
Dicem.
17.13
6.47
16
18.3
6.3
17.13
6.47
Dicem. 1
19.0
7.0
31
17.21
6.39
— 16 —
ILI/UMINAZIONB SOLARE
Il fascio di raggi solari che investe il no-
stro pianeta, divide la supertìcie di questo in
due emisferi: l'anteriore illuminato ed il po-
steriore oscuro; il circolo massimo che li se-
para, ossia il confine tra la luce e le tenebre,
si ch\a.ma. circolo d' illuminaziom, e si sposta
continuamente sia in conseguenza della ro-
tazione che della rivoluzione e del paralleli-
smo dell'asse terrestre.
Il Sole sorge o tramonta per un dato paese
quando questo entra od esce dall'emisfero
illuminato, e siccome il centro di questo si
muove perpetuamente da Nord a Sud, e vi-
ceversa, tra i due tropici, ne viene che uno
stesso paese descrive sul circolo d'illumina-
dezza, che comincia o finisce quando il Sole
raggiunge 1 «» sotto l'orizzonte. Per la du-
rata del crepuscolo astronomico, che comincia
o fluisce colla prima od ultima percezione lu-
minosa, con cielo limpido e col Sole a 18o sotto
l'orizzonte, vedansi le tavole mensili, in te-
sta, per Milano, Roma e Palermo e per la
metà d'ogni mese (ved. pag. 11 dell' .47;h. \\K&\
Sommando le durate dell'illuminazione
solare di tutti i 363 giorni dell'anno, si ottiene
Viiìsoluzione annua, che risulta, per le nosti-c
regioni, di circa 4400 ore (sulle 87G0 dell'anno
comune», ma queste sono ovetetì-iche; V inso-
Inz'one effettiva, cioè la presenta reale del
Sole si riduce ad 1,2 od V3 della teorica, es-
Gennaìo
9^0J_2_3_4_5_Ì_Li
9 10 11 12 13 U 15 16 17 18 19 20 21 2223 24
Febbraio
Marzo
«ione delle corde (per modo di dire, poiché
trattasi, in realtà, di archi circolari), sempre
variabili, dalla cui ampiezza dipende la du-
rata del giorno e della notte.
Tutti i luoghi situati ad una stessa latitu-
dine N. o 8. descrivono, alle medesime date,
delle corde sensibihnente eguali; la riunione
dello quali, tracciate per 1 365 giorni dell'anno,
dà origine ai diagrammi dell'illuminazione
solare, com'è il qui ui.i o, descritto per la
latitudine di lloma (41"5i'l.
È superfluo avvertire che le curve interne
congiungono le ore della levata (sinistrai e
del tramonto (destra) del Sole, che i quadra-
tini bianchi designano le ore di giorno e quelli
fittamente tratteggiati lo ore di notte. La ri-
stretta zona a tratti orizzontali rappre-^enta
la durata dei crepuscoli civili, cioè della chiara
visibilità degli oggetti e degli astri di 1» gran-
sendo il nostro maggior luminare, nel rima-
nente del suo percorso diurno, coperto dalle
nubi. La durata dell'insolazione affettiva si
ottiene automaticamente con uno strumento
a registrazione fotografica detto eliofanog rafo
od eliofotoinetro.
Considerando, infine, che la Terra, vista
dal centro del Sole, presenterebbe una super-
ficie di 0>\000019, e che una sfera ha la super-
ficie di 41253", ne deriva che il nostro pianeta
non intercetta che la 2200 milionesima parte
dell'energia solare (luce e calore) disseminata
in tutti i sensi ad eguale distanza.
La luce del Sole è, secondo il Bond,
470000 volte pid intensa di quella della Luna
piena, ma queste luci, per effetto dell'assor-
bimento atmosferico (28 centesimi), variano
talmente, che quando l'astro è allo zenit, spìeii-
de 1350 volte più che all' orizzonte,.,
_- 17 -
ILLUMINAZIONE LUNARE
U conoscere in quali notti e por quanto
tempo risplenda la Luna è spesso utilissima
cosa, e sempre una delle principali indica-
2lonl che l'Almanacco deve fornire. Ma, men-
tre per un verso occorrono indicazioni orarie
precise, come, per Roma, sono date nelle
nostre tavolo mensili, dall'altro si desiderano
Indicazioni più spiccie, più generali e più mne-
moniche. Ed a tale scopo serve ottimamente
l'unito nostro diagramma, dal quale si rileva
e si abbraccia immediatamente l'andamento
delle fasi lunari e della illuminazione per tutto
V anno.
Infatti, chiunque, a colpo d'occhio, scorge,
e facilmente potrà ricordare, che nel 1908 i
stima visuale dell'illuminazione, anziché ad
ore, si farà in parti della notte. Per esempio,
al 26 gennaio sarà oscura la prima metà della
notte e rischiarata la seconda; al 10 giugno la
notte sarà rischiarata nei primi 'Z,, ec, indi-
cazione che il più delle volte basta, che vo-
lendone di più precise si ricorre alle indica-
zioni orario delle tavole mensili.
Aggiungiamo questa regola mnemonica di
Antonio Gagnoli : Nel primo quarto la Luna
rischiara la prima metà della notte, quand' è
tutta piena tutta la notte e néWìiltimo quarto
V ultima parte o seconda metà della notte.
Ricordando, infine, che la Luna ritarda
giornalmente la sua levata, il suo passaggio
G*nnaio
Febbraio
M.rzo
Aprile
Maggio
Glugm,
Luglio
Agoato
ottobre
Novembre
T^V— H
Dicembre
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3t
pleniluni, e quindi le notti più rischiarate,
cadono, nella seconda decade, e vanno retro-
gradando dal I80 al 70 giorno del mese, men-
tre i noviluni, e quindi le notti oscure cadono,
nella prima ed ultima decade dei singoli mesi,
retrogradando dal 3 gennalc al 1" aprile e dal
30 apr, al 23 die. Chi faccia consimili osserva-
zioni anche per le altre fasi potrà ritenere a
memoria il corso della Luna per tutto l'anno.
La larghezza di ciascuna finca mensile del
diagramma rappresenta la durata della notte,
cioè l'intervallo variabile fra il tramonto e
la levata del sole (9 a 15 ore), e quindi }a
al meridiano ed il suo tramonto di circa
50 minuti e che nel giorno del novilunio il
suo corso si confonde con quello del Sole,
sarà facile rilevare che, il giorno dopo, la Luna
sarà in ritardo rispetto al Sole di 1'» meno 10™;
2 giorni dopo di 2*^ meno 20™ : 3 giorni dopo
di 3'' meno 30™, ecc., e che, quindi, in gene-
rale, essendo nota l'età della Luna, il suo
corso rispetto al Sole sarà ritardato di tante
ore quanti sono 1 giorni dell'età stessa, meno
altrettante volte 10 minuti, regola anch'essa
abbastanza mnemonica e più approssimata
della precedente.
-- 18 -
I,A NOSTRA STELLA
Il Sole è un globo incandescente del dia-
metro di 1,394,260 km del quale non cono-
sciamo ancor bene l' intima natura, che però
è analoga a quella d'ogni altra stella, di cui
assumerebbe anche le minuscole apparenze
se invece che ad appena 150 milioni di km
si trovasse 290 mila volte più lontana, come
Yalfa del Centauro, che sinora è ritenuta la
stella più vicina. Ma il Sole è la nostra stella
non soltanto perchè la più vicina delle stelle,
ma benanco perchè è quella intorno alla quale
noi ci aggiriamo, come ogni altro mondo del
nostro sistema planetario, detto appunto si-
stema solare (ved. pag. 20).
Stante l'inclinazione ed il parallelismo del-
l'asse terrestre il Sole sembra oscillare in-
torno all'equatore Ano a 23» 27' sopra e sotto
11 piano di quest' ultimo. Il valore di questo
angolo, che si chiama di declinazione, varia
più o meno rapidamente ad ogni istante, ed
è dato nelle nostre tavole mensili per ogni
mezzodì medio di Roma (12^» lO^é'-éS del t.
m. E. C). Il variare della declinazione solare
determina le corrispondenti variazioni dei
giorni, delle stagioni e dell'altezza meridiana
del Sole (pag. 11), non solo, ma anche la va-
riazione ùeW amplitudine, cioè della distanza
angolare dei punti dell'orizzonte in cui quo-
tidianamente il Sole si leva o tramonta dai
veri punti di Est ed Ovest. Se gli angoli, an-
ziché dalla linea Est-Ovest, si contano dalla
meridiana Nord-Sud, prendono il nome di
azimut od angoli azimutali, e servono special-
mente per la rettificazione delle bussole.
Tra il tempo medio, dato da un Sole fittizio
di moto uniforme, ed il tempo vero segnato
dallo meridiane, vi hanno delle differenze,
dette equazioni del tempo, che oscillano tra
-f- 14» 26« (11-12 febbr.) e - 16m22s (3 e 4 no-
vembre) e che si riducono a zero quattro
volte all'anno (16 aprile, 15 giugno, l» set-
tembre e 25 dicembre).
Nelle nostre tavole mensili l'equazione è
-I- o — secondochè il mezzodì medio di Roma
(Collegio Romano) precede o segue il mezzodì
vero, e stante le piccole variazioni diurne
quelle cifre possono servire al ragguaglio dei
due tempi per ogni altro luogo d'Italia.
Pietroburgo
Berlino
Londra
Parigi
Milano
Firenze
Roma
Napoli
Cagliari
Palermo
Cairo
Massaua
latit.
50
lOo
150
20°
59» 57'
10.0
20.3
31.2
43.2
52 30
8.2
16.6
25.2
34.2
51 30
8.0
16.2
24.6
33.3
48 50
7.6
15.3
23.2
31.4
45 28
7.1
14.3
21.7
29.2
43 45
6.9
13.9
21.0
28.3
41 54
6.7
13.5
20.4
27.4
40 52
6.6
13.6
20.0
26.9
39 13
6.6
12.9
19.5
26.1
138 7
6.4
12.8
19.2
25.8
30 2
5.8
11.6
17.4
23.3
16 37
5.2
10.4
15.6
20.8
52.8
40.8
39.8
37.3
34.6
33.5
32.4
31.8
30.9
30.4
27.4
24.4
Neil' unita tabella, da noi compilata sulle
estese Tables astronomiquea del prof. V. Bagay
(Parigi, 1829), sono date, per 12 luoghi le am-
plitudini ■ (in gradi e decimi) corrispondenti
alle declinazioni di 6, 10, 15, 20 e 23 V2 gradi.
Per località di diversa latitudine e per decli-
nazioni diverse si faranno interpolazioni pro-
porzionali. Avvertasi che alla declinazione 0»
(omessa) corrispondono gli equinozi, nei quali
non v'ha amplitudine perchè quando il Sole
è all'equatore nasce e tramonta dovunque
precisamente ad Est ed Ovest; se le declina-
zioni sono australi (S) l'amplitudine è pure
australe (cioè da Est od Ovest verso il Sud),
se boreali (N) il Sole nasce e tramonta a nord
dei punti veri di Est ed Ovest; le massime
amplitudini corrispondono alle massime de-
clinazioni (2So 27') e quindi ai giorni solstiziali.
L'unita figura rappresenta la corona so-
lare osservata a Burgos durante 1* eclisse to-
tale del 30 agosto 1905. Essa è dovuta al-
l' astronomo Spée di Bruxelles (ved. Astrofilo
n. 15), ma non tutti videro egualmente, e le
stesse fotografie sono discordanti in ragione
della durata delle rispettive pose. Comunque,
pare assodato che la foinna e l'ampiezza della
ISiì.9
tSi7. 1
)8iS.i
ISSé.o
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1867,1
1179. 0
l»$0.2
HOf.S
ifii-nf
corona solare dipendano dal periodo unde-
cennale delle macchie, come risulta dall'unito
diagramma, portante le date dei mìnimi e
dei massimi dell'attività solare. Benché l'ul-
timo massimo sia trascorso già da due anni,
apparvero tuttavia anche nel 1907 (giugno e
luglio) dei gruppi enormi di macchie, visibili
con semplici vetri neri od affumicati.
-io-
li/ NOSTRO SATEI/LITE
LaLnna è 11 corpo celeste a noi più vicino,
potendo giungere fino alla distanza minima
di 3CO,000 km. Essa è 49 volte più piccola della
Terra, e siccome questa è l,310,lfi2 volto più
piccola del Sgle, questo risulta oltre G4 milioni
di volte maggiore del nostro satellite. Pure
i due dischi ci appaiono quasi eguali, perchè
la I«na ha bensì un diametro 400 volte mi-
nore di quello del Sole, ma è anche 389 volte
più vicina.
La durata media di una lunazione, ossia
rivoluzione lunare sinodica (intervallo fra due
consecutivi noviluni) è di 29 gior. 12^ 44'n2«,9,
e quindi ciascuna fase risulta, sempre in me-
dia, di 7 giorni 9'» 11"»; in realtà, però, queste
durate variano molto sensibilmente. Dopo
19 anni (235 lunazioni complete) le fasi lunari
ritornano presso a poco alle medesime date,
posticipando, in media, di circa 2 ore.
Si chiama età della Luna il numero dei
giorni trascorsi dall'ultimo novilunio, con-
tando 1 il giorno stesso della L. N. se questa,
come suol dirsi, si è fatta prima di mezzodì,
se dopo, l'età 1 spetta al giorno successivo,
ed è per questo che talvolta si giunge al-
l'età 29 e talvolta a 30, oltre che per la diversa
durata delle lunazioni vere.
Volendo l'età della Luna, e quindi la fase
approssimata, per un dato giorno di un anno
diverso dal 1908, basterà prendere in questo
Almanacco (tavole mensili) quella che precede
o segue tante volte 11 giorni la data pro-
posta, quanti sono gli anni trascorsi o da
SAGGIO DI FOTOGBAFIE LtJNABI.
trascorrere. Per esempio: l'età al 15 maggio
1903 si trova, retrocedendo fino al 20 marzo
1908, che fu 18; l'età al 14 febb. 1910 sarà
quella del 7 marzo 1908, vale a dire 5.
La cartina pubblicata negli Almanacchi del
1903 e 1904 dà un'idea dell'aspetto generale
del disco lunare, o quanto al dettagli, che
presentaTio quasi tutti la stessa flsonomla, of-
friamo qui una bella fotografia della catena
detta degli Appennini (che costituisce il naso
del faccione lunare), coi crateri di Archimede
(il maggiore), di Arislillo (a destra in alto),
di Autolieo (sotto il precedente e a destra di
Archimede) di Eratostene (all'angolo Inferiore
sinistro), di Timocari (a metà dell'orlo sini-
stro), ec.
Questa regione si trova nella parte supe-
riore media del disco lunare, e comprende la
catena degli Appennini ed i crateri situati nel
Mare delle Pioggie.
Simili dettagli della superficie lunare sono
divenuti oramai comunissimi, mercè la diffu-
sione delle splendide fotografie selenogfrafi-
che ottenute all'Osservatorio di Llck (sul
monte Hamilton, in California) ed a Parigi da
Loewy e Puiseux, i quali già da dodici anni at-
tendono al grande Alias photographique de la
Lune, in oltre 100 fogli di 50 X GO cent, ed in
iscala tale, che il diametro lunare risulterebbe
di circa un metro e mezzo. Anche gl'ingran-
dimenti, eseguiti a Praga dal Weinek ed a
Trieste dal Krieger, delle negative ottenute
a Lick danno della topografia lunare mera-
vigliosi dettagli, anche inferiori ad un chi-
lometro d'ampiezza.
Siate, tuttavia, alquanto scettici, o lettori,
intorno alle mirabolanti scoperte di quando
in quando annunziate intorno alle variazioni
della topografia lunare, che, o si tratta di fe-
nomeni appena appariscenti nei grandi stru-
menti, o di dettagli prima non avvertiti, o
visti sotto diversa illuminazione, sì che, anche
senza negare alla Luna un resto di vitalità
endogena, si potrà sempre ripetere che la
Luna è lo scheletro di un mondo.
Nella seguente tabella, sono indicate le
date in cui, nel 1908, la Luna passerà l' equa-
tore celeste o raggiungerà le sue declina-
zioni massime nord o sud (da 21 a 23 gradi)
e le sue minime (perigee) e massime (apogeo)
distanze, varianti da circa 357 a 407 mila kna.
1908
Gennaio . .
Febbraio. .
Marzo. . . .
Aprile. . . .
Maggio . . .
Giugno . . .
Luglio . . .
Agosto . . .
Settembre .
Ottobre. . .
Novembre .
Dicembre .
Strd
17
EqiaUre
Sud
Perigeo
10-24
3-31
4
13
6-21
27
2
11
4-19
26
1-29
8
1-15-28
22
25
5
12-25
19
20
1-29
9-22
15
16
26
6-19
13
16
22
2-15-30
9
12
18
12-26
6
9
16
9-23
3-30
8
12
6-20
26
5-30
9
3-17-30
24
26
Apogeo
19
15
13
10
8
5
2-30
26
22
20
16
14
Le date indicate in questo specchietto
avrebbero anche — secondo alcuni — una
speciale Importanza meteorologica, segnando
i giorni dei cosiddetti punti lunari, sui quali
il Toaldo, il De La Dróme, 11 Falb, ec, basa-
vano i loro pronostici sulle vicende atmosfe-
riche, sismiche e vulcaniche.
— SO-
LA FAMIGLIA DEL SOLE
È una famiglia molto numerosa e molto
vasta. Si compone, infatti, secondo gli ultimi....
censimenti celesti, di:
8 pianeti principali;
500 (circa) pianetini od asteroidi;
25 satelliti;
360 (circa) comete periodiche;
65 (circa) sciami meteorici;
oltre ai quali corpi molti altri, certamente,
se ne scopriranno : asteroidi, comete, correnti
meteoriche, satelliti e fors'anche pianeti prin-
cipali intì-amercuriali, cioè tra il Sole e Mercu-
rio, ed tilt r anettuniani, cioè al di là di Nettuno.
Colla scoperta fatta nell'agosto 1877 dei
due satelliti di Marte, parve, se non chiusa,
estremamente difficile la scoperta di altri sa-
telliti, eppure la serie si accrebbe di ben cin-
que nuove lune, tre spettanti a Giove e due
a Saturno. Il quinto satellite di Giove (il più
vicino, di 13» grandezza) venne scoperto da
Bamard il 9 settembre 1892 ; il sesto (il più
lontano, di U'' grandezza) da C. D. Ferrine
il 3 dicembre 1901 ed il settimo (il penultimo,
di 10" grand.) dallo stesso il 2 gennaio 1905,
tutti all'Osservatorio di Lick (California). La
scoperta dell'ottavo satellite di Saturno ri-
saliva al 1848, il nono (ultimo, di 1(5» grand.)
ed il decimo (settimo, di 18» grand.) vennero
entrambi scoperti da W. H. Pickering all' Oss.
Harvard Coli, rispettivamente il 16 agosto 1898
e 28 aprile 1905. In tredici anni la famiglia
dei satelliti è dunque salita da 20 a 25 membri.
Gli elementi generali del sistema solare
sono raccolti nella tabella qui in calce, che
richiede qualche schiarimento.
Anzitutto notiamo che mentre alcuni com-
prendono tra gli asteroidi l'importante piane-
tino Eros (scoperto a Berlino il 13 agosto 1898
dal dilettante sig. G. Witt) noi lo abbiamo elen-
cato separatamente perchè l'orbita sua, intrec-
ciata con quella di Marte, si avvicina tanto
alla Terra (nel punto perielio 22.244.600 km.,
secondo i calcoli del nostro illustre Millose-
vich) da offrire ottime osservazioni, d'onde
ricaveransi preziosi risultati, e specialmente
quello della paralasse solare, per la determina-
zione precisa delle distanze assolute del Sole.
Le distanze planetarie (medie) sono espres-
se (nella tavola) prendendo per unità quella
media della Terra dal Sole (149.501.000 km.);
le rivoluzioni siderali sono date in anni giu-
liani (giorni 365,25) e giorni medli; le rota-
zioni in ore e minuti di tempo medio; 1 dia-
metri ed i volumi facendo = 1 quelli della
Terra (diametro medio 12.742 km. — volume
1.083.260 milioni di km. cubi) e le densità
rispetto all'acqua.
La penultima finca contiene le longitu-
dini eliocentriche (cioè riferite al centro del
Sole) di ciascun pianeta al mezzodì del l» gen-
naio 1908, e r ultima (Arco annuo) indica
quanti gradi e minuti della propria orbita
percorre ciascun pianeta in 365 giorni, av-
vertendo che per Mercurio e Venere devonsi
aggiungere rispettivamente 4 ed 1 circonfe
Posizione dei pianeti al 1° Gennaio.
renze intere. Con questi dati abbiamo, inoltre,
descritto la precedente figura, restringendo,
però, le proporzioni delle distanze.
Sul contorno della figura trovasi l'enume-
razione dei gradi di longitudine eliocentrica. La
posizione di Eros è solo approssimata, non co-
noscendosi ancora rigorosamente il suo mo-
vimento. Le ultime sue opposizioni avven-
nero rs giugno 1903 ed il 4 agosto 1905 (il
calcolo dava il 7 agosto), essendo l'astro di
Ila e 12a' grandezza. L'ultima opposizione
avvenne in settembre del 1907.
Le abbreviazioni della tavoletta vanno così
Interpretate: m TCiedA^, picc. piccolo, lignota
od incerta. Nella superiore figura la long,
elioc. da 0 a 30 corrisponde al segno zodia-
cale 6.Q\.\' Ariete, da 30 a 60 al foro, da 60 a 90
ai Gemelli, ec.
Pianeti
Mercurio
Venere .
Terra . .
Eros . . .
Marte . .
Asteroidi
Giove . .
Saturno .
Urano . .
Nettuno.
Distania
Rivoluiione
0,39
0,72
1,00
1,46
1,52
3,m
5,20
9,54
19, 18
80,06
0 88
0 225
1 -
1 278
1 322
6 m
11 315
29 167
84 7
164 280
Rotazione
?
?
23 56
?
24 37
?
9 56
10 14
?
?
Diametro
0,37
1,00
1,00
picc.
0,53
picc.
11,06
9,30
4,23
Tolome
0,05
0,98
1,00
picc.
0,15
picc.
1279, 41
718,88
69,24
54, 'J6
Densità
6,45
4,44
5,50
?
3,91
?
1,33
0,70
1,07
1,65
Lon^. el.
2550 53
343 51
99 41
120 —
34 0
126 20
357 33
282 47
103 28
Arco annnt
(4) 53052'
(1) 224 17
359 45
204 39
191 16
30 20
12 13
4 17
2 11
21
IL CORSO DEI PIANETI NEL 1908
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Il sistema grafico da noi immaginato per
rappresentare il corso dei pianeti, offre a col-
po d'occhio le posizioni ed i raggruppamenti
loro per tutto l'anno.
L'uso della Tavola è evidente. Le indica-
zioni sono date di 10 in 10 giorni e per il
principio, il mezzo e la fine della notte. Ogni
rettangolo qui rappresenta la plaga meridio-
nale del Cielo, per cui l'osservatore ha sem-
pre l'Ovest a destra e l'Est a sinistra. I pia-
neti sono designati con le iniziali dei loro
nomi, distinguendo con m Mercurio e con
M Marte.
Come vedesi, le serate più ricche di rag-
gruppamenti saran quelle del secondo trime-
.stre, le notti saranno tutte scarse di pianeti,
le più belle mattine quelle dell'ultimo tri-
mestre.
COMETE E STELLE CADENTI
Su quasi ottocento comete passate in vi-
sta della nostra Terra, e registrate negli an-
nali dell' Astronomia, solo 360, circa, risulta-
rono percorrenti orbite ellittiche, e quindi
con ritorno periodico ; sennonché, sia per la
lunghezza del periodo, sia per le perturba-
zioni sofferte, o per l' insufi&ciente precisione
di molte osservazioni, soltanto 18 di esse fu-
rono vedute e rivedute, e sono quelle indi-
cate nella seguente tabellina, dove il loro
periodo è espresso in anni e giorni, e le di-
stanze del perielio (punto più vicino al Sole)
e dell'afelio (punto più lontano) in unità e
millesimi della media distanza Terra-Sole,
base delle grandi dimensioni cosmiche. Nel-
l'ultima colonna indicammo le date dei pros-
simi probabili ritorni di ciascuna cometa, da
cui vedesi che dovrebbero ricomparire nel-
l'ordine seguente: N. 4, 1, 6, 2, 18, 9, 14, ec,
tutte però piccolissime o telescopiche, non
essendovi, "tra le seguenti, che una sola gran-
de cometa, quella di Halley, la quale, secondo
i calcoli di Pontécoulant, dovrebbe ripassare
al perielio il 16 maggio 1910, a 22^, 4811, t. m.
civile di Parigi.
Nome
Periodo
Perielio
llelio
Bitorno
1. Encke
3 111
0.342
4.095
apr. 1908
2. Tempel ....
5 103
1.389
4.676
febbr. 1910
S.Brorsen...
5 167
0.588
5.610
die. 1911
4. Tempel-S.
5 248
1.090
5.177
sett. 1908
6. Winneclce
5 304
0.924
5.555
nov. 1909
6. De Vico-S.
6 146
1.670
5.225
die. 1913
7. Tempel....
6 196
2.091
4.902
ott. 1911
S.Finlay
6 197
0.969
6.036
mar. 1913
^.D' Arresi.
6 251
1.321
5.769
ott. 1910
10. Biela
6 253
0.879
6.223
dispersa
11. Wolf.
6 301
1.603
5.607
mar. 1912
12. Holmes....
6 319
2.128
5.102
genn. 1913
13. liroohs
7 40
1.959
5.427
genn. 1911
U.Faye
7 142
1.738
5.970
ott. 1910
15. Tuttle
13 244
1.019
10.413
genn. 1913
IQ.Fons.B....
71 205
0.776
33.698
ag. 1955
17. Olbers
72 237
1.199
33.623
magg. 1960
lÒ. Halley
76 29
0.687
35.224
magg. 1910
Ed ecco gli anni In cui vennero scoperte
e riosservate le 18 comete del prospetto:
N. 1 - 1786, 1796, 1805, 1819 e nelle altre
25 apparizioni successive sempre accelerando
il suo corso, fenomeno che si volle attribuire
alla resistenza dell'etere cosmico ed alla con-
seguente restrizione dell'orbita.
N. 2-1873, 1878, 1894, 1899 e 1905.
N. 3 - 1846, 1867, 1868, 1873 e 1879. 11 27 mag-
gio 1842 passò vicinissima al pianeta Giove.
N. 4-(Tempel-L. Swift) 1869, 1880 e 1891.
N. 5-1819, 1858, 1809,1875,1886, 1892 e 1898.
N. 6 - (De Vico-E. Swift) 1678 ad occhio nudo;
1844 telescopica ma brillante; 1894 debole.
N. 7 - 1867, 1873 0 1879.
N. 8 - 1886 e 1893. Ritrovata il 16 luglio 1906.
N. 9-1851, 1S57, 1870, 1877, J890 e 1897.
N. 10-1772, 1805, 1826, 1832 e 1846 divisa
in duo frammenti, 1852 coi frammenti più di-
stanziati, poi disciolti nelle prandi piogge me-
teoriche del 27 novembre 1872 e 1885.
N. 11-1884, 1891 e 1898. Nel giugno 1876
passata vicinissima al pianeta Giove.
N. 12-1892 e 1899. Ritrovato il 28 ag.l906.
N. 13 - 1889 con 4 frammenti minori, 1896 e
1903. Il 19 luglio 1886 passò attraverso i
satelliti di Giove, sfiorando il pianeta.
N. 14-1843, 1851, 1858, 1865, 1873, 80, 88 e 95.
N. 15-1790, 1858, 1871, 1885 e 1899.
N. 16 - (Pons-Brooks) 1812 e 1883.
N. 17-1815 e 1887.
N. 18 - È la prima cometa di cui, nel 1682,
Halley abbia predetto il ritorno. Venne rico-
nosciuta per la medesima, vista, sempre ad
occhio nudo, negli anni 12, 66, 141, 218, 296,
373, 451, 530, 608, 684, 760, 837, 989, 10C6, 1146,
1301, 1378, 1456, 1531, 1607, 1682, 1759 e 1833.
Tra le altre maggiori apparizioni come-
tarie, notiamo quelle degli anni 480, 431, 410,
373, 348, 118, 86 e 44 av. Cristo, e del 69, 400,
875, 1402, 1472, 1577, 1585, 1618 e 1619 di C.
Nel sec. XIX le più famose furono quelle
del 1807, 1811, 1835, 1843, 1858, 1861, 1862,
1874, 1880, 1881, 1882 grandissima, e 1887,
quest'ultima australe, come quella di Hall,
la prima del XX secolo (aprile-maggio 1901).
Il lo settembre 1902 venne scoperta da
Perrine, all'Osservatorio di Llck (California),
una cometa nella costellazione di Perseo (tra
le Plejadi ed Algol), che divenne visibile ad
occhio nudo in ottobre, raggiungendo la
5» grandezza; passò al perielio il 23 novemb.
Più interessante di questa fu la cometa
scoperta dal Borrelly, a Marsiglia, il 21 giu-
gno 1903 nell'Acquario, che divenne presto
ben visibile ad occhio nudo per tutto il luglio
(gr.a 3 V2 il 17, perigeo) attraverso le costel-
lazioni circumpolari. Lo stesso Borrelly sco-
perse il 28 die. 1904 una piccola cometa (os-
servata fino al maggio 1905) che il Fayet ri-
conobbe periodica (7 anni e 15 giorni) e simile
a quella di Pigott del 1783.
Un' altra cometa periodica venne scoperta
da Koplf all' Osserv. di Kònigsthul il 22 ago-
sto 1906; periodo 6 anni e 7 mesi; probabile
ritorno nel marzo 1913.
Le comete sono tenuissimi corpi, compo-
sti d'idrogeno, idrocarburi e pulviscolo fer-
ruginoso, che colla loro dissoluzione danno
poi origine alle correnti meteoriche, le quali,
penetrando nella nostra atmosfera, danno
luogo, per r arroventamento dei corpuscoli
prodotto dall'attrito, alle stelle cadenti.
Il prospettino che segue contiene le date
di apparizione delle otto principali correnti
meteoriche, le posizioni (ascensione retta e
declinazione, in gradi) dei loro radianti o
punti di apparente emanazione, ed il nome
della stella più prossima a ciascuno di essi.
CORKENTI
Data
AR
D
Stella
!. Quadrantidi...
2. Liridi
2-4 genn.
19-30 apr.
25-30 lugl.
9-14 ag.
18-22 ott.
13-15 nov.
23-28 nov.
9-12 die.
232
271
342
44
90
149
25
107
-f49
+33
-34
-f56
+ 15
+ 23
+ 43
+33
3 Boote
104 Ercole
J Pesce A.
0 Perseo
y Orione
' Leone
r Androni,
a Gemelli
3. Pesteidi
4. Perseidi
6. Leonidi
7. Andromedeidi
8. Geminidi
- 23 -
STELI/B STRAORDINARIE
Sotto questa nnloa denominazione di
ttraorrìinarie noi comprendiamo tanto le co-
siddette stelle nuove quanto le variabili. Per
le nuove vednnsi gli Almanacchi del 1903 a
1906 e fra le variabili (generalmente rossa-
stre), le più famose sono: Mira Celi od omi-
cron Balena, ed Algol o beta Persei.
Mira Ceti varia dalla 8* alla 9» grandezza
(precisamente da 3,3 ad 8,8), cioè dalla per-
fetta visibilità allo stato telescopico, e vice-
versa, impiegando 125 giorni per salire dal
minimo al massimo e 206 per ritornare al
minimo (periodo totale 331 giorni 8^ 4") e ri-
manendo visibile ad occliio nudo per 6 mesi
(3 prima e 3 dopo il massimo) ed invisibile
per cinque. Nel 1908 Mira Ceti raggiungerà il
minimo il 7 giugno ed 11 massimo l'il ottobre.
Devesi però avvertire che quanto abbia-
mo fin qui riferito intorno a Mira va inteso
come approssimazione, come una media ge-
nerale delle irregolarissime fluttuazioni del
suo splendore. Infatti, gli ultimi massimi os-
servati accuratamente avvennero l' 11 gen-
naio 1897; il 26 novembre 1897; il 4 ottobre
1898; il 19 settembre 1899; ed il 22 luglio
1900, con intervalli, quindi, oscillanti tra 319
e 350 giorni e con splendore tra la 8* e la
■t» grandezza. Il massimo del 1906 raggiunse,
come nel 1779, la 2» grandezza nel periodo 4-
20 dicembre. Quanto ai minimi, compresi tra
r8»e la 9» grandezza, I più attent^imente osser-
vati in questi ultimi tempi, da Nljland e da Bilt
(v. Astro». Nachr, n. 4012 e 4013), sono quelli
del 16 febbraio 1901; 29 dicembre 1901; 17
dicembre 1902; 13 novembre 1903 e 17 otto-
bre 1904, con intervalli, quindi, di 316 a 353
giorni. Come vedesl, siamo di fronte ad una
stella abbastanza.... capricciosa, che merita
tutta l'attenzione degli astronomi ed anche
degli astrofili. Per il 1907 l'Annuaire dell'Ufi",
delle Longitudini, dava, per Mira, 1 seguenti
estremi: minimo 12 luglio; massinao 15 no-
vembre, di cui non conosciamo ancora l'ap-
prossimazione.
r
V,
+20'.
TrcyM
♦10:.
..t \i
. _ -"-4^ - - -■- - '-^'^'^ "^oni
<1 ^
•li
La qui unita cartina gioverà a riconoscere
la posizione di Mira, situata nel collo della
Balena, presso l'equatore celeste, tra le co-
stellazioni dei Pesci e del Toro.
Algol ò invece, ordinariamente, una stella
di 2» grandezza, ma ogni 2 giorni 20^ 48" 54»
discende quasi alla 4» (2,3 a 3,5), in modo che
la dimiimzione ed il successivo aumento di
luce si avvertono per tre ore i)rima e dopo
del minimo. Gl'istanti dei minimi di Algol
osservabili di sera o di notte sui nostri oriz-
zonti nel 1908 vennero calcolati (in t. m. E. C.)
colle formole esposte nel n.» 14 AqW Astrofilo,
e qualunque dilettante che abbia imparato
(mediante la 2» cartina) a conoscere Algol,
può verificarli. Le ricerche spettroscopiche
rivelarono che le variazioni di Algol sono
prodotte dallo successive eclissi di un sa-
tellite oscuro che gira periodicamente at-
torno all'astro centrale.
*o' 30" 12.
40' A4>.R'tsc, io'
Epoche dei minimi di Algol più favorevoli
all'osservazione nei nostri paesi:
1908
Min.
1908 JkllN.
1908
Min.
h m
h m
h m
Genn. 20
0 2
Lngli» 11
1 5
Ottobre 7
22 11
22
20 51
31
2 45
27
23 62
relibraio 9
1 47
kOStO 2
23 3i
30
20 40
11
22 36
23
1 14
loTenb. 17
1 33
14
19 25
25'22 2
19
22 22
larzi 4
0 21
SUtem. 12
2 53
22
19 11
6
21 10
14
23 42
Ditembr. io
0 5
26
22 55
17
20 41
12
20 54
Ipril» 18
21 28
Ottobre 5
1 22
30
1 49
Quanto alla natura delle stelle straordi-
narie, le molte, ipotesi enunciate stanno a
provare che, finora, poco sappiamo di sicuro.
Esclusa l'opinione di Huggiiis (1866) che le
stelle nuove siano determinate da grandi com-
bustioni d'idrogeno in una sola stella, pare
più probabile che si tratti di due astri (prima
oscuri o poco luminosi) venuti in grande vi-
cinanza o addirittura a contatto l'uno del-
l'altro, determinando immani conflagi-azioni.
Le variabili si spiegano invece o con eclissi
prodotte da invisibili ed oscuri pianeti, o
colla periodica comparsa di macchie, od at-
tribuendo diverso splendore alle parti succes-
sivamente a noi rivolte nelle rotazioni stellari.
— 24 —
FISICA T]©RRKSTRB
Magnetismo.
Il nostro globo ha due poli magnetici verso
1 quali si volge l'ago calamitato, ed una linea
neutra, o zona di minima forza, detta equa-
tore magnetico, inclinato di circa H<> sull'equa-
tore geografico. I poli magnetici non coinci-
dono coi geografici, ed hanno un lento moto
ancora imprecisato. Ecco la loro posizione:
P.N. 4- 70" 5' 17" e 96o 46' 45" ovest Greenwioh
P.S. - 730 20' e 149° est „
Chiamasi declinazione magnetica la diffe-
renza angolare (per noi, attualmente, occiden-
Sismologia.
La sismologia è quella parte della Fisica
terrestre, o Geofisica, che tratta dei movi-
menti del suolo, sia bruschi e forti come nei
terremoti, sia lenti e continui come nei bra-
disismi. Svariatissimi sono gli strumenti im-
maginati per lo studio di questi fenomeni, e
chiamansi, generalmente, sismoscopi quelli de-
stinati a fornire soltanto indicazioni grosso-
lane; sismometri quelli che danno anche la
direzione e la misura delle scosse, sia ondu-
latoi'ie, sia sussultorie; sismografi quelli che
CARTA
SISMICA
DELL'
ITALIA
tale) tra il nord vero e quello segnato dal-
l'ago calamitato; chiamansi isozoniche quelle
curve che congiungono i punti di eguale de-
clinazione. La superiore cartina dà le isogo-
nicho approssimate d'Italia, e la seguente
tabella i valori delle declinazioni in 36 loca-
lità per il lo gennaio 1908.
Alessandria. .
Ancona ....
Bari
Bergamo . . .
Bologna ....
Brindisi ....
Cagliari ....
Capi-era ....
Catania ....
Catanzaro. . .
Civitavecchia.
Cosenza ....
Domodossola .
Firenze ....
Foggia
Genova . . . .
Girgenti ....
Livorno ....
10» 54'
8 41
7 25
10 35
9 46
7 5
10 18
10 32
8 6
7 80
9 29
7 42
11 12
9 45
7 55
11 34
8 31
10 5
Maddalena . . 10° 24'
Messina .... 7 52
Milano 10 50
Napoli 8 27
Novara 10 53
11 1
8 89
10 4
7 52
7 52
9 16
Oneglia . .
Palermo. .
Pisa ....
Potenza . .
Reggio Cai.
Roma . . .
Sassari 9 58
Spezia 10 28
Taranto .... 7 18
Torino 11 8
Udine 9 6
Venezia .... 9 25
Verona 10 0
Per più ampie notizie sul magnetismo ter-
restre V. Almanacco 1903 a 1906.
registrano automaticamente gli elementi stes-
si. Principajissimi fra questi strumenti sono:
1 tromometri del Bertelli e del Melzi, il mi-
crosismografoY icentìni, il sismometrografo Can-
cani, il microsismometrografo Agamennone, ed
i pendoli orizzontali Stiattesi, pei quali ultimi
e pel modo di determinare la distanza dei
terremoti v. Astrofilo n.i 4, 6, e 16. Le curve,
spesso intricatissime, tracciate dai sismografi
(su vetro o su carta affumicata) per l'impulso
dei terremoti, chiamansi sismogrammi, ed è
appunto dall' esame accurato, e dai confronti,
di molti sisnaogramGoai che si è riusciti a sco-
prire alcune leggi sismiche, e che altre se
ne scopriranno in avvenire.
La cronistoria e la distribuzione topogra-
fica dei terremoti hanno poi dimostrato che
la frequenza e l'intensità di questi fenomeni
è maggiore lungo le grandi fratture della cro-
sta terrestre, cioè lungo i più recenti rilievi
orografici, e lungo le zone geosinclinali, ossia
di minor compattezza e maggior frastaglia-
mento o mobilità della crosta stessa. Tali ri-
cerche condussero alla costruzione di carte
sismiche, del genere di quella qui offerta per
l'Italia, che riproduciamo dall'opera del De
Mentessus de Ballore, il quale attinse ai la-
vori del Baratta e del Gerland.
__ o
'J.) —
L'OROLOGIO SIDERALE
Prima doli' invasione e del sviccessivo rin-
vlllniento delle " uova di Norimberga, „ anzi
prima ancorai dei quadranti solari e delle
clepsidre, esisteva, per tutti, un solo ed im-
menso orologio: il Cielo.
L'India, la Cina, l'Egitto, l'Assiria, la Ba-
bilonia, la Grecia e Roma si regolavano di
giorno col Sole e di notte colla Luna e le
stelle. Euripide (V sec. av. C.) designa l'ora
In taluno sue tragedie, indicando la posizione
delle Plejadi, dell'Aquila, ec; nell'antico Ca-
lendario romano era segnato, a tal uopo, 11
corso delle costellazioni : Palladio Rutilio
Tauro Emiliano (IV sec. di C.) insegna, nella
di lui A(f ri coltura, a conoscere le ore dalla
lunghezza delle ombre solari, e così via.
LA STELLA POLARE
Ma neppur oggi il saper trovare l'ora ap-
prossimata della notte mediante le stelle, non
è Inutile, anche perchè, data l'ora, si può
dedurre l'aspetto del Cielo.
Secondo il metodo da noi concepito nel
1890, s'immagini una lancetta ideale imper-
niata sulla Stella polare e passante per le due
ultime stelle del Gran Carro (a e 3 Orsa
maggiore); l'ora da questa segnata sopra un
quadLraute fisso (pure ideale, diviso in 24 parti
in senso inverso all'ordinario, e collo zaro
verticalmente in alto), la chiameremo fittizia
e, con un po' d'esercizio, la si potrà stimare
abbastanza bene.
All' ora fittizia si aggiunga il numero fisso
28, 27 o 26 secondochè si sia al principio, a
metà od alla fine del mese in corso, poi si
sottragga il doppio numero dei mesi trascorsi
dell'anno, ed il resto (diminuito ancora di 24,
se risultasse maggiore) sarà l'ora approssl-
simata che si cerca. Esempio: all'ora fittizia
23 del 6 aprile corrisponderà l'ora appros-
simata 23 -f 28 — 6 — 24 = 21 = 9 pom. Alla
medesima ora fittizia del 27 novembre cor-
risponderebbero, invece, le 5 ant.
Il eh. prof. A. L. Andreini ha proposto (nel-
V Opinione Geografica del nov. e die. 1905) una
modificazione a questo nostro sistema, che
noi lasciamo, tuttavia, immutato per le ra-
gioni dette a pag. 817 della nostra traduzio-
zione de Le Stelle di Flammarion.
La Stella polare (7. dell'Orsa minore), seb-
bene della grandezza di 2,2 e dello splendore
di 0,3.S, è facilmente osservabile ed Identifi-
cabile, perchè la più notevole della plaga In
cui risplende, e deve il suo nome e la sua
fama al fatto di trovarsi vicina al Polo N.
Tuttavia, quando si voglia servirsene per
calcoli di qualche precisione (come detenni-
nazioni di latitudini, o di azirauts per retti-
ficare le bussole, o per tracciamento di me-
ridiane), la differenza tra essa ed il Polo non
è trascurabile. Infatti al 1" gennaio 1908 la
sua distanza angolare dal Polo Nord è di
lo 11' 4", ed il cerchietto descritto intorno al
Polo con tale ràggio dà luogo — nelle mas-
sime elongazioni orientali (M. E. Or.) ed ccci-
dentali (M. E. Occ.) — a delle differenze an-
golari orizzontali (azimuts) di 1° 30' per Pa-
lermo, di 1° 36' per Roma e di 1» 40' per Mi-
lano (1908).
La tavoletta seguente dà modo di cono-
scere quando la Polare si trova nella precisa
direzione del Nord e quando più ne è di-
scosta. Infatti, dati, per Roma, i passaggi su-
periori di 10 in 10 giorni (gli altri si possono
interpolare) sarà facile, colle cifre segnate
sulla figura, ottenere le altre posizioni della
Stella rispetto al Polo Nord. Le linee ZO, ZN,
ZE della figura sono segmenti di circoli ver-
ticali od azimutali, tutti convergenti allo zenit.
1908
P. s.
1908
P. S.
1908
P. S.
h. m.
h. m.
h. m.
Geno. 1
18 57,2
Jaggle 10
10 25,1
Seti. 1"
155,8
11
1817,7
20
9 45,8
27
116,6
21
17 38,2
30
9 6,6
Ottob. 7
0 37,3
31
16 58,7
Giae. 9
8 27,5
17
23 54,1
m. 10
16 19,3
19
7 48,3
27
23 14,8
20
15 39,8
29
7 9,2
h-:. 6
22 35,4
Xarz» 1
15 0,3
Lojrlio 9
6 30,0
16
21 56,0
11
14 20,9
19
5 50,9
26
21 16,6
21
13 41,5
29
5 11,7
Die. 6
20 37,2
31
13 2,2
AirostO 8
4 32,6
16
19 57,8
iprile 10
12 22,8
18
3 53,4
26
19 18,3
20
11 43,5
28
3 14,2
1909
30
11 4,3
Seti. 7
2 35,0
Genn. 5
18 38,7
- 26 -
Ih CIBLO D'ITALIA
Il nuovo sistema di rappresentazione del
Cielo stellato da noi ora introdotto in questo
Almanacco, mediante le 24 figure semicirco-
lari che trovansi da pag. 29 a 51, è tanto in-
tuitivo che chiunque può intenderlo.
La vòlta celeste è qui riprodotta in due
metà, la prima delle quali è veduta da un
osservatore rivolto precisamente verso nord,
ossia verso la Stella Polare, nel qual caso le
stelle sembreranno girare nel senso indicato
dalle frecce della superiore figura, nella quale
1 tre cerchi concentrici rappresentano rispet-
tivamente l'estensione della calotta circum-
polare {colle stelle che mai tramontano) per
gli orizzonti di Palermo (P), Roma (R) e Mi-
lano (MI.
La seconda metà del cielo è invece quella
osservata colla faccia perfettamente rivolta
a sud, nel qual caso le stelle seguiranno l' an-
damento segnato dalle frecce di questo se-
condo schizzo, nel quale è pur indicata la
posizione dell'equatore quale vedrebbesi, ri-
spettivamente, a Palermo, Roma e Milano.
Per l'uso di queste 2é cartine avvertasi
che in' 1 a 51 in esse indicati corrispondono
alle stelle del seguente prospetto, nel quale
sono pur segnate le grandezze e le epoche
delle loro culminazioni a mezzanotte. Avver-
tasi che la stella-tipo, quella, cioè, il cui splen-
dore venne assunto come base delle misure
fotometriche, è Aldebaran segnata di gran-
dezza 1: le cifre inferiori all'unità rappre-
sentano, quindi, splendori più grandi, e la
grandezza di 1,4 segnata per Sirio deve in-
tendersi in senso negativo, cioè — 1,4. Dal
secondo prospettino si otterrà invece, in cor-
rispondenza al mese dato ed alle ore segnate
in testa per la 1» o 2« metà del mese stesso,
il numero della coppia di cartine occorrente
per r osservazione.
Esempio. Quali cartine ci serviranno per
un'osservazione da farsi alle oro 3 del 20 lu-
glio? — Le cartine 10 ed 11 a pag. 47 e 49.
5.0
Nome
Costellazione
Gr.
CULM.
1
Sirio
a Cane magg.
1,4
1 Gn
2
Capra
a Cocchiere
0,1
11 Do
8
Arturo
a Bifolco
0,2
25 Ap
4
Vega
oc Lira
0,2
30 Gg
5
Rigai
3 Orione
0,3
11 De
6
Procione
a Cane min.
0,5
12 Gn
7
Betelgeuse
a Orione
0,9
20 Do
8
Altair
a Aquila
0,9
17 Lg
9
Aldebaran
a Toro
1,0
2 Do
10
Spica
a Vergine
1,1
12 Ap
11
Antares
'Z Scorpione
1,2
29 Mg
12
Polluce
3 Gemelli
1,2
13 Gn
13
Regolo
a Leone
1,3
17 Fb
14
Fomalhaut
a Pesce austr.
1,3
4 St
15
Deneb
a Cigno
1,4
30 Lg
16
Adara
£ Cane magg.
1,5
3 Gn
17
Bellatrix
T Orioae
3 Toro
1,7
13 Do
18
Natih
1,8
13 Do
19
Alnilam
£ Orione
1,8
15 De
20
Castore
a Gemelli
1,9
11 Gn
21
Alnitak
^ Orione
1,9
16 Do
22
Wezen
5" Cane magg.
1,9
5 Gn
23
Mirfak
a Perseo
1,9
14 Nv
24
Alioth
e Orsa magg.
1,9
4 Ap
25
Alkaid
"0 n r
1,9
18 Ap
26
Dubhe
a „ „
2,0
4 Mr
27
Menkalinam
[3 Cocchiere
2,0
20 Do
28
Alhena
X Gemelli
,3 Cane magg.
2,0
12 Gn
29
Mirzam
2,0
9 Gn
30
Sirrah
a Andromeda
2,1
24 St
31
Hamal
a Ariete
2,1
26 Ot
32
Alfard
a Idra
2,1
7 Fb
33
Kaus austr.
s Sagittario
2,1
22 Gg
34
Polare
a Orsa min.
2,2
16 Ot
35
Kocab
8 r,
2,2
6 Mg
36
Mirach
3 Andromeda
2,2
11 Ot
37
Denebola
,3 Leone
2,2
16 Mr
38
Rasalague
a Ofiuco
2,2
15 Gg
39
Difda
3 Balena
2,2
4 Ot
40
Schedir
a Cassiopea
2,3
3 Ot
41
Inorab
r
2,3
7 Ot
42
Sadr
f Cigno
2,3
26 Lg
43
Perla
a Corona bor.
2,3
16 Mg
44
Mintaka
(J Orione
2,3
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45
Alsadirah 2».
^ Sagittario
2,3
3 Lg
46
Algol
3 Perseo
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Febbraio . .
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Marzo ....
1
2
3
4
3 7
8
Aprile ....
2
3
4
5
1 8
9
Maggio . . .
3
4
5
6
3 9
10
Giugno . . .
4
5
6
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Luglio. . . .
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Agosto. . . .
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Settembre .
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Ottobre . . .
8
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10
11
1
L 2
8
Novembre . .
9
10
11
12
l 3
4
Dicembre. . .
10
11
12
1
i 4
5
DIZIONARIETTO-INDICE
Nota>bene. — Questo piccolo repertorio
alfabetico è un complemento all' Eflemeride
per quelle voci che non avemmo occasione di
^■piegare; le altre sono seguite da un riferi-
mento: numero di pagina, lettera T (Tavole
mensili) o lettera D (Diario dell'osservatore).
Aeroliti. — Pietre provenienti dal Cielo.
Affilo. — Massima distanza dal Sole, 18, 22.
Albedo. — Grado di riflessibilità delle su-
perfici planetarie rispetto alla luce solare.
Aldebara». — Alfa del Toro, rossastra, la
cui grandezza fotometrica (1,0) fu presa per
base di tutto le altre. È la stélla-tipo.
Alfa. — La stella più splendente di una
costellazione, beta la 2», gamma la 3», ecc.
Algol. — Variabile di Perseo, 23, D.
Amplitudine. — Distanza dall'Est odOv.,18.
Audromedeidi. — Meteore dinovemb., 22, D.
Apice. — Punto verso il quale si dirige il
Sole, nella sua traslazione, colla velocità di
almeno 16 km. al secondo. Le ultime ricer-
che di Campbell e Kapteyn lo collocano a
circa 10'> al Sud di Vega, D.
Apogeo. — Mass. distanza dalla Terra, 19.
Appulso. — Contatto apparente.
Astrofilo. — Amante defili astri. Titolo della
prima ed unica rivista italiana di astron., 10.
Astrofìsica. — Studio diretto o spettrosco-
pico delle condizioni fisiche degli astri.
Azimut. — Distanza dal Nord o Sud, 18-
Bielidi. — Ved. Andromedeidl, 22.
Bòlidi. — Meteore o stelle cadenti più
grosse delle altre, che talvolta si risolvono
in pioggia di aeroliti, D.
Carro. — Gran Carro o Carro di Boote, il
più notevole gruppo stellare del nostro Cielo,
al quale, di solito, si riferiscono, mediante al-
lineamenti, le posizioni delle altre stelle, per
riconoscerle. Il suo timone forma la coda del-
l'Orsa maggiore, 25.
CircumpolaH. — Stelle comprese nella ca-
lotta celeste che ha per centro il Polo e per
raggio la latitudine del luogo, e che quindi
non tramontano mai.
Comete. — Ultime apparizioni, 22.
Congiunzione. — Avvicinamento apparente
di due astri. Dicesi superiore (per Mercurio e
Venere) se al di là del Sole, inferiore se al
di qua, tra noi ed il Sole, D.
Corona solare. — Aureola del Sole, 18.
Costante solare. — Numero ancora incerto
(tra 2 e 4) di piccole calorìe ricevute in un
minuto da un cent.q. di superficie terrestre
normalmente esposta alSole e facendo astra-
zione dell'atmosfera nostra che assorbe 0,29
(Rossetti) o 0,41 (Langley) dell'energia solare.
Culminazione. — Massima altezza di un
astro nel suo passaggio al meridiano.
Declinazione. — Solare 18, lunare 19, ma-
gnetica 24.
Eclittica. — Orbita della Terra.
Elitffanografo. — Misura l'insolazione.
Elongazione. — Allontanamento apparente
di due astri. Per le massime elongazioni di
Mercurio e Venere dal Sole ved. D.
Equazione del tempo. — Pag. 18 e T.
Eros. — Pianetino importante, 20.
Gegenschein. — Luce opposta al Sole (già
detta anti-crepuscolare) osservabile special-
mente da novembre a febbraio.
Geodinamica. — Scienza che studia le ma-
nifestazioni delle forze endogeno, ossia In-
terno, del nostro pianeta, come: eruzioni,
terremoti, bradisismi (moti lenti), ec.
Grado geotermico. — Valore di circa 30 me-
tri, secondo cui sale di 1» C. la temperatura
media della crosta terrestre superficiale.
Insolazione. — Illuminazione effettiva, 16.
Leonidi. — Meteore di novembre, 22, D.
Luce cinerea. — Pallida tinta che rende vi-
sibile la parte oscura della Luna, presso ai
noviluni!, per forte illuminazione terrestre.
Luce zodiacale. — Chiarore piramidale,
sempre inclinato verso il Sud, visibile talvolta
a ponente (gennaio-aprile), talora a levante
(luglio-ottobre), dopo il tramonto o prima
della levata del Sole.
Massimo splendore. — Mercurio e special-
mente Venere, presso le loro elongazioni mas-
sime dal Sole, raggiungono il più intenso
splendore. Vedi N. 12 dell'Astrofilo.
Mira Ceti. — Variabile della Balena, 23.
Mistpoeffera. — Voce belga che significa
" rutti del mare „ e designa certi cupi ru-
mori, come di sotterranee esplosioni, che
odonsi anche entro terra: causa incerta.
Nodi. — Punti nei quali l'orbita di un
astro attraversa il piano dell'eclittica.
Xodo. — Miglio marino = 1852 metri.
Occultazione. — Passaggio di un astro die-
tro un altro, come: stelle e pianeti dietro la
Luna, i satelliti di Giove dietro il disco, ec.
Opposizione. — In punti opposti del Cielo.
Orologio siderale, — Metodo Baroni per
ti-ovare l'ora colle stelle, 25.
Parallasse. — Angolo sotto il quale da un
astro si vedrebbe il raggio terrestre.
Passaggi. — Mercurio è passato, come un
punto nero, davanti al Sole, il 14 novem-
bre 1907 e vi ripasserà il 6 novembre 1914
(pag. 12); Venere passò, l'ultima volta, il 6 di-
cembre 1882 e vi ripasserà 1*8 giugno 2004.
Perielio. — Minima distanza dal Sole, 18, 22.
Perigeo. — Minima distanza dalla Terra, 19.
Periodo giuliano. — Ved. pag. 1 1.
Perseidi. — Meteore d'agosto, 22, D.
Quadratura. — Due astri a 90<» di distanza.
Radiante. — Punto di emanazione, 22.
Paggio vettore. — Linea che congiunge il
centro di un astro a quello di un altro che
gli gira intorno.
Soros. — Periodo di 18 anni delle eclissi.
Sirio. — Alfa del Cane maggiore, o Cani-
cola, la più fulgida stella del Cielo, gr. —1,4.
Sismologia. — Scienza dei terremoti, 24.
Sizigie. — Nome promiscuo delle congiun-
zioni e delle opposizioni della Luna.
Sole. — Dimensioni e natura, 18.
Siella Polare. — Sue posizioni, 25.
Terminatore. — Arco di confine tra la parte
oscura e quella illuminata del disco lunare.
Verticali. — Circoli e piani perpendicolari
all'orizzonte. Dicesi 1» verticale quello di Est.
Welter schiessmn. — Nome originale dato
dallo Stiger (di Windisch Feistritz, Stiria) agli
spari grandinifughi, di dubbia efficacia.
Zenit. — Punto del Cielo verticalmente si-
tuato sopra il nostro capo; Nadir, l'opposto.
Zodiaco. — Zona celeste nella quale si
muovono il Sole, la Luna ed i pianeti.
- 28 —
1908 - GENNAIO
CORSO DEL SOLE
ACQUARIO 21 Uh 28"
Cresce il giorno
Crepuscolo civile
idem astronomico.
Data Declinaz. Equazione
M 1
(x 2
V 3
S 1
I> 5
L 6
M 7
M 8
G 9
V 10
S 11
I> 12
L 13
M 14
M 15
G 16
V 17
8 18
1>19
L 20
M 21
M 22
G 23
V 24
S 25
I>26
L 27
M 28
M 29
G 30
V 31
S 28° 6',0
23 1,3
22 56,2
22 50,6
22 44,6
22 38,1
22 31,2
22 23,8
22 16,0
22 7,7
21 59,0
21 49,9
21 40,4
21 30,4
21 20,0
21 9, 3
20 58,1
20 46,5
20 34,5
20 22,1
20 9,3
19 56,4
19 42,7
19 28,8
19 Ufi
19 0,1
18 45,1
18 29,6
18 14,2
17 58,4
S 17 42,0
m s
+ 3 8,9
3 37,6
4 6,0
4 34,0
1,6
28,8
55,7
21,9
47,7
12,9
37,5
8 1,6
8 25,0
8 48,0
9 10,1
9 31,6
9 52,4
10 12,6
10 32,0
10 50,7
11 8,7
11 26,0
11 42,4
11 58,2
12 13,1
12 27,4
12 40,8
12 53,4
13 5,3
13 16,3
+ 13 26,5
MILANO
Qh 55m
0 38
1 47
Leva Tram.
8 3
8 2
8 2
8 1
8 0
8 0
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7 52
7 51
7 50
7 49
7 48
h m
16 49
16 60
16 51
16 52
16 53
16 54
16 55
16 56
16 57
16 58
16 59
17 0
17 2
17 3
17 5
17 6
17 7
17 9
17 10
17 11
17 12
17 14
17 15
17 16
17 18
17 19
17 21
17 22
17 24
17 25
17 26
EOMA
Oh 48m
0 33
1 40
Leva Tranr..
h m
7 40
7 40
7 40
7 40
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7 30
7 29
7 28
7 27
7 26
h m
16 47
16 48
16 49
16 50
16 51
16 52
16 53
16 54
16 55
16 56
16 57
16 58
16 59
17 6
17 7
17 9
17 10
17 11
17 12
17 14
17 15
17 16
17 17
17 19
17 20
17 21
PALERMO
Oh 41ra
0 31
1 37
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h m
7 24
7 24
7 24
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16 57
16 58
16 58
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17 10
17 11
17 12
17 13
17 14
17 15
17 16
17 17
17 18
17 19
17 21
17 22
17 23
17 24
17 25
17 26
17 27
LUISTA
3 L. Nuova
10 P. Quarto
18 L. Piena
26 U, Quarto
h m
22 43
14 53
14 37
16 1
Leva IWerid. Tram,
h m
4 39
5 50
7 1
8 7
9 7
9 55
10 33
11 5
11 35
12 3
12 31
12 58
13 28
14 2
14 40
15 24
16 12
17 4
18 0
18 57
19 57
20 57
21 57
22 59
0 2
1 10
2 18
3 27
4 35
5 41
h m
9 44
10 44
11 47
12 51
13 54
14 54
15 51
16 43
17 32
18 19
19 5
19 51
20 38
21 26
22 15
23 4
23 53
5 52
6 39
7 29
8 24
9 23
10 25
CORSO
DEI PIANETI
Nome
VISIBILITÀ
Me-
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Plaga
NOMK
E DATA
VISIBILITÀ
Me-
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Plaga
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sera
notte
matt.
1
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21
_
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-
11 40
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Sagltt.
Capr.
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_
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2 23
1 26
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sud
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—
17 4
16 9
1
Venere 11
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OSO
—
—
14 8
14 19
14 27
Capr.
Acq.
Pesci
Urano ^J
est
12 26
11 31
Sagitt.
Marte jj
sso
sso
—
—
17 7
16 46
Pesci
Nettuno ^J
est
sud
sud
ovest
0 32
23 27
Gem.
20 —
GENNAIO -1908
IL FIRMAMENTO - Aspetto l» - Ore 21 - 20.(*)
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EST
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WEST
(♦) La prima cai-tina offre l' aspetto del cielo quale appare ad un osservatore colla faccia
rivolta a nord, e che ha quindi l'est a destra e l'M'esMovest) a sinistra; la seconda cartina
offre invece l'aspetto della parte australe, vista cioè colla faccia perfettamente rivolta a
sud, e quindi coìVest a sinistra e coli' uest (ovest) a destra. Entrambi gli aspetti di ciascun
mese si riferiscono alle ore 21 (9 pom.) della prima quindicina del mese, ed alle ore 20
(8 pom.) della seconda quindicina. Per ore diverse vedansi le istruzioni a pag. 26.
DIARIO DELL' OSSERVATORE
3 — ove 1, Sole al perigeo.
3 — Eclisse solare invisibile (v. pag. 12).
4 — ore 15, Urano in cong. col Sole.
5 — ore 7, Nettuno in opposizione.
8 — ore 14, Saturno cong. Luna: 2» 58' N.
8 — ore 23, Marte cong. Luna: 5» 8' N.
14 — Capodanno giuliano (russo-greco).
14 — ore 13, Mercurio cong. sup. Sole.
17 — ore 10, Nettuno cong. Luna: O» 44' S.
19 — ore 16, Giove cong. Luna: 1" 33' S.
29 — ore 23, Giove in opposizione.
31 — ore 14, Urano cong. Luna: 0° 21' S.
30
1908 -
FEBBRAIO
CORSO r>EL SOLE
LUisrA
PESCI 20 Ih 54m
MILANO
ROMA
PALERMO
2 L. Nuova
9 P. Quarto
17 L. Piena 1
25 U. Quarto
h m
9 37
5 28
il giorno,
colo civile
a astro
Ih 21»
0 35
1 41
Ih llm
0 31
1 35
Ih 2»
0 29
1 33
Crepus
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lomico. .
0 5
4 24
Data
Declinaz.
Equazione
Leva
Tram.
Leva
Tram.
Leva
Tram.
UJ
Leva
Merid.
Tram,
m s
h m
h m
h m
h m
h m
h m
d
h m
h m
h m
S 1
S 17025 ',4
+ 13 36,0
7 47
17 28
7 25
17 22
7 12
17 29
29
6 45
11 29
16 18
I> 2
17 8,5
13 44,6
7 45
17 29
7 24
17 24
7 11
17 30
®
7 40
12 33
17 33
L 3
16 51,4
13 52,3
7 44
17 31
7 23
17 25
7 10
17 31
2
8 26
13 34
18 51
M 4
16 33,9
13 59,4
7 43
17 32
7 22
17 26
7 9
17 32
3
9 2
14 30
20 7
M 5
16 16,1
14 5,5
7 42
17 34
7 21
17 28
7 8
17 33
4
9 34
15 22
21 22
G 6
15 58,1
14 10,7
7 40
17 35
7 20
17 29
7 8
17 34
5
10 2
16 12
22 32
V 7
15 39,7
14 15.2
7 39
17 37
7 19
17 30
7 7
17 35
6
10 31
17 1
23 41
8 8
15 21,1
14 18,9
7 38
17 38
7 18
17 31
7 6
17 36
7
10 59
17 49
—
» 9
15 2,3
14 21,7
7 36
17 39
7 17
17 33
7 4
17 38
3
11 29
18 36
0 47
L 10
14 42,3
14 23,7
7 35
17 41
7 15
17 34
7 3
17 39
9
12 3
19 23
1 50
M 11
14 23,8
14 24,9
7 33
17 42
7 14
17 35
7 2
17 40
10
12 40
20 11
2 48
M 12
14 4,3
14 25,3
7 32
17 44
7 13
17 37
7 1
17 41
11
13 22
21 0
3 45
G 13
13 44,4
14 25,0
7 30
17 45
7 12
17 38
7 0
17 42
12
14 8
21 49
4 36
V 14
13 24,4
14 23,8
7 29
17 47
7 10
17 39
6 59
17 43
13
14 59
22 38
5 26
S 15
13 4,1
14 21,9
7 27
17 48
7 9
17 40
6 58
17 44
14
15 53
23 26
6 10
D16
12 43,7
14 19,2
7 26
17 50
7 8
17 42
6 56
17 45
15
16 49
6 47
L 17
12 23.0
14 15,9
7 24
17 51
7 6
17 43
6 55
17 46
m
17 49
0 12
7 23
M 18
12 2,1
14 11,8
7 23
17 53
7 5
17 44
6 54
17 47
17
18 50
0 56
7 52
M 19
11 41,0
14 7,0
7 21
17 54
7 3
17 45
6 53
17 48
18
19 51
1 39
8 18
G 20
11 19,8
14 1,5
7 20
17 56
7 2
17 47
6 52
17 50
19
20 53
2 22
8 43
V 21
10 58,4
13 55.3
7 18
17 57
7 1
17 48
6 50
17 51
20
21 55
3 5
9 8
8 22
10 36,8
13 48,5
7 16
17 58
6 59
17 49
6 49
17 52
21
22 59
3 49
9 34
D 23
10 15,0
13 41,1
7 15
18 0
6 58
17 50
6 48
17 53
22
4 35
10 1
L 24
9 53,1
13 33,1
7 13
18 1
6 56
17 52
6 46
17 54
23
0 5
5 23
10 34
M 25
9 31,0
13 24,5
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18 2
6 55
17 53
6 45
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M 26
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13 15,3
7 10
18 4
6 53
17 54
6 44
17 56
25
2 19
7 10
11 56
G 27
8 40,5
13 5,5
7 9
18 5
6 51
17 55
6 42
17 57
26
3 26
8 9
12 50
V 28
8 24,0
12 55,2
7 7
18 6
6 50
17 56
6 41
17 58
27
4 29
9 11
13 54
8 29
8 8 1,4
+ 12 44,4
7 6
18 8
6 49
17 67
6 40
17 59
28
5 25
10 13
16 5
CORSO DEI PIANETI
Nome
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
Nome
E DATA
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
E DATA
sera
notte
matt.
sera
notte
matt.
1
Mercurio li
21
ovest
ovest
ovest
-
_
13 15
13 32
18 10
Capr.
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Giove ^l
est
est
sud
sud
ovest
0 16
23 3
Cancr.
Saturno jj
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_
-
15 12
14 18
1
OSO
OSO
OSO
_
—
14 84
14 89
14 43
Acq.
Pesci
Pesci
Venere il
21
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-
-
est
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10 32
9 36
Sa-
gitt.
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S-0
S-0
-
-
16 23
16 3
Pesci
Nettuno ^g
ESE
ESE
SSO
sso
22 22
21 22
Gem.
- 31 -
FEBBRAIO - 1908
IL FIRMAMENTO — Aspetto 2° - Ore 21 - 20.
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EST
SUD
WEST
DIARIO DELL' OSSERVATORB
4 — Capodanno turco: 1° Moharem dell'anno
1326 dell'Egira di Maometto.
4 — ore 17, Venere cong. Luna: 3<» 48' N.
5 — ore 4, Giove cong. Luna: 3o 2' N.
6 — ore 18, Marte cong. Luna: 5° 49' N.
10 — ore 21, Venere cong. Giove: 1° 28' N.
13 — ore 14, Mercurio nella massima elon-
gazione serotina: 18» 8' est Sole.
13 — ore 15, Nettuno cong. Luna: 0° 42' S.
14 — ore 12, Mercurio al perielio.
15 — ore 15, Giove cong. Luna: 1° 12' S.
19 — ore 3, Mercurio stazionario.
28 — ore 2, Urano cong. Luna: 0» 7' S.
28 — ore 2, Venere nel nodo ascendente.
29 — ore 6, Mercurio in congiunzione infe-
riore passando al nord del Sole.
29 — giorno intercalare che rende l'anno bi-
sestile, cioè di 366 gioruL
_ 82 -
1908 - MARZO
CORSO DEL SOLE
LUNA
ARIETE 21
Ih 27™
MILANO
KOMA
PALERMO
h m
Cresce
il fri/-i-rnn_
Ih 39m
0 33
1 40
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1 36
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0 28
1 34
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18 L. Pi(
25 U. Qu
lova 19 1)7
arto 22 42
Crepuscolo civile
idem astronomico. .
3na 3 29
arto 13 32
Data
Declìnaz.
Equazione
Leva
Tram.
Leva
Tram.
Leva
Tram.
23
ut
Leva
Merid.
Tram.
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h m
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h m
h m
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h m
h m
1> 1
S 7o38',6
-f 12 33,0
7 4
18 8
6 48
17 58
6 39
17 59
29
6 13
11 13
16 21
L 2
7 15,8
12 21,1
7 2
18 9
6 47
17 59
6 38
18 0
m
6 53
12 11
17 38
M 3
6 52,8
12 8,7
7 1
18 11
6 45
18 0
6 37
18 1
1
7 28
13 6
18 55
M 4
6 29,8
11 55,9
6 59
18 12
6 44
18 1
6 35
18 2
2
8 0
13 53
20 9
G 5
6 6,7
11 42,6
6 57
18 14
6 42
18 2
6 34
18 3
3
8 27
14 48
21 22
V 6
5 43,5
11 28,8
6 55
18 15
6 40
18 4
6 32
18 4
4
8 56
15 37
22 31
S 7
5 20,2
11 14,6
6 53
18 16
6 39
18 5
6 31
18 5
5
9 23
16 26
23 41
I> 8
4 56,8
11 0,0
G 52
18 18
6 37
18 6
6 29
18 6
6
9 59
17 15
_
L 9
4 33,4
10 45,0
6 50
18 19
6 35
18 7
6 28
18 7
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10 36
18 4
0 41
M 10
4 9,9
10 29,6
6 48
18 20
6 34
18 8
6 27
18 8
8
11 17
18 53
1 38
M 11
3 46,4
10 13,9
6 46
18 22
6 32
18 9
6 25
18 9
9
12 2
19 42
2 31
G 12
3 22,8
9 57,8
6 44
18 23
6 30
18 11
6 23
18 10
10
12 53
20 31
3 22
V 13
2 59,2
9 41,4
6 42
18 24
6 29
18 12
6 22
18 11
11
13 46
21 19
4 7
S 14
2 35,6
9 24,8
6 40
18 26
6 27
18 13
6 21
18 12
12
14 42
22 6
4 48
D15
2 11,9
9 7,8
6 38
18 27
6 25
18 14
6 19
18 13
13
15 41
22 52
5 25
L 16
1 48,2
8 50,6
6 36
18 28
6 24
18 15
6 17
18 14
14
16 42
23 36
5 55
M 17
1 24,5
8 33,2
6 35
18 30
6 22
18 16
6 16
18 15
15
17 43
—
6 22
M 18
1 0,8
8 15,5
6 33
18 31
6 20
18 17
6 14
18 16
m
18 43
0 20
6 47
G 19
0 37,1
7 57,8
6 31
18 32
6 19
18 19
6 13
18 16
17
19 48
1 4
7 11
V 20
S 0 13,4
7 39,9
6 29
18 34
6 17
18 20
6 11
18 17
18
20 52
1 48
7 37
S 21
N 0 10,2
7 21,8
6 27
18 35
6 15
18 21
6 10
18 18
19
22 1
2 33
8 5
D 22
0 33,9
7 3,6
6 25
18 36
6 13
18 22
6 8
18 19
20
23 5
3 20
8 32
L 23
0 57,6
6 45,4
6 23
18 38
6 12
18 23
6 7
18 20
21
—
4 11
9 11
M 24
1 21,2
6 27,1
6 21
18 39
6 10
18 24
6 6
18 21
22
0 10
5 5
9 53
M 25
1 44,8
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6 19
18 40
6 8
18 25
6 4
18 22
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1 14
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G 26
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6 17
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6 7
18 26
6 2
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24
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7 1
11 40
V 27
2 31,9
5 32,1
6 16
18 43
6 5
18 27
6 0
18 21
25
3 14
8 0
12 47
S 28
2 55,3
5 13,9
6 14
18 44
6 3
18 29
5 59
18 25
26
4 6
8 59
13 58
D 29
3 18,7
4 55,5
6 12
18 45
6 1
18 30
5 57
18 26
27
4 49
9 57
15 14
L 30
3 42,1
4 37,3
6 10
18 47
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18 31
5 56
18 27
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M 31
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18 48
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hi
5 56
11 44
17 44
CORSO DEI PIANETI
Nome
A
VISIBILITÀ
Me-
rld.o
Plaga
Nome
E DATA
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
E DAT
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notte
matt.
sera
notte
matt.
Mercurio
11
21
ost
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12 7
11 4
10 38
Acq.
Giove
1
16
ESE
S-E
SSO
S-O
-
22 2
20 59
Cancr.
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1
16
ovest
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_
13 29
12 37
Venere
11
21
S-O
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S-O
—
—
14 47
14 51
14 55
Pesci
Ariete
Ariete
Pesci
Urano
1
16
I
I
ESE
S-E
8 44
7 47
20 26
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Sa-
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16
S-O
S-O
—
—
15 45
15 26
Nettuno
1
16
S-E
SSE
S-O
OSO
-
Gem.
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MARZO - 1908
IL FIRMAMENTO - Aspetto 3«
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Ore 21 - 20.
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EST
SUD
WEST,
DIARIO DELL' OSSERVATORE
1 — Comincia la primavera meteorologica.
3 — Ole 20, Saturno cong. Luna: 3» 4' N.
5 — ore 15, Venere cong. Luna: 5° 49' N.
6 — ore 16, Marte cong. Luna: 5° 26' N.
11 — ore 21, Nettuno cong. Luna: 0» 50' S.
13 — ore 17, Giove cong. Luna: !<> 7' S.
19 — ore 7, Mercurio nel nodo discendente.
21 — ore 1,27 equinozio di primavera: il Sole
tocca il primo punto d'Ariete sull'equa-
tore; origine delle coordinate celesti.
21 — ore 7, Saturno in cong. col Sole.
26 — ore 10, Urano cong. Luna: O» 11' N.
27 — ore 7, Mercurio nella massima elonga-
zione mattutina: 270 47' ovest Sole.
27 — ore 11, Venere in cong. colla stella 5"
dell'Ariete, che sarà 2' al S. di Venere.
30 — ore 4, Mercurio cong. Luna: 2» 48' N.
31 — ore 12, Saturno cong. Luna: S° 6' N.
3
— 34 —
1908 - APRILE
CORSO DEL SOIjE
TORO 20 13»^ 11"»
Cresce il giorno
Crepuscolo civile
idem astronomico.
Data
Declinaz.
M 1
N 4o28',6
G 2
4 51,8
V 8
6 14,8
S 4
6 37,7
» 5
6 0,6
L C
6 23,3
M 7
6 45,9
M 8
7 8,5
G 9
7 30,9
V 10
7 53,1
S 11
8 15,3
I>12
8 37,3
L 13
8 59,1
M 14
9 20,8
M 15
9 42,3
G 16
10 3,7
V 17
10 24,9
S 18
10 46,0
I> 19
11 6,8
L 20
11 27,5
M 21
11 48,0
M 22
12 8,3
G 23
12 28,4
V 24
12 48,3
8 25
13 8,0
» 26
13 27,5
L 27
13 46,5
M 28
14 5,8
M 29
14 24,6
G 30
N 14 43,1
Equazione
m s
+ 4 1,0
3 43,1
3 25,2
3 7,5
50,0
32,5
15,3
58,3
41,5
25,0
8,7
0 52,6
0 36,9
0 21,4
0 6,3
0 8,5
0 23,0
0 37.0
50,5
3,8
16,5
28,8
40,6
52,0
2,9
2 13,2
2 23,1
2 32,4
2 41,2
2 49,5
MILANO
1^ 31"
0 36
1 50
Lev
5 22
5 20
5 19
5 17
5 15
Tram.
h m
18 49
18 50
18 52
18 53
18 54
18 56
18 57
18 58
18 59
19 1
19 2
19 3
19 5
19 6
19 7
19 9
19 10
19 11
19 12
19 14
19 15
19 16
19 17
19 19
19 20
19 21
19 22
19 24
19 25
19 26
ROMA
Ih 20"
0 31
1 43
Leva
h m
5 56
5 55
5 53
5 51
5 16
5 15
5 13
5 12
5 11
Tram.
h m
18 33
18 34
18 35
18 36
18 37
18 38
18 40
18 41
18 42
18 43
18 44
18 45
18 46
18 47
18 48
18 49
18 60
18 52
18 53
18 54
18 55
18 56
18 57
18 58
18 59
PALERMO
Ih 10"
0 29
1 39
Leva
5 17
5 16
5 15
5 13
6 12
Tram,
h m
18 29
18 29
18 30
18 31
18 32
18 33
18 34
18 35
18 36
18 37
18 38
18 39
18 40
18 41
18 41
18 42
18 43
18 44
18 45
18 46
18 47
18 48
18 49
18 50
18 51
18 52
18 53
18 54
18 55
18 55
LUISTA
1 L. Nuova
8 P. Quarto
16 L. Piena
23 U. Quarto
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h m
6 2
17 32
17 55
20 7
16 33
Leva
Merid.
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h m
m h
®
6 26
12 35
2
6 55
13 25
3
7 26
14 15
4
7 55
15 5
6
8 31
15 55
6
9 10
16 45
7
9 54
17 35
0)
10 43
18 25
9
11 36
19 14
10
12 31
20 2
11
13 30
20 48
12
14 30
21 32
13
15 21
22 16
14
16 33
23 0
15
17 36
23 44
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18 41
—
17
19 49
0 29
18
20 58
1 16
19
22 4
2 6
20
23 10
2 59
21
_
3 56
22
0 15
4 55
re
1 13
5 54
24
2 4
6 53
25
2 48
7 50
26
3 25
8 44
27
8 56
9 35
28
4 26
10 25
29
4 54
Il 14
®
5 24
12 3
Tram.
h m
18 57
20 8
21 18
22 25
23 26
0 24
1 17
2 5
2 47
3 23
3 56
4 28
4 49
5 14
5 40
6 7
6 37
7 11
7 50
8 38
9 34
10 38
11 47
13 0
14 13
15 26
16 37
17 49
18 58
CORSO DEI PIANETI
Nome
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
Nome
E DATA
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
K DATA
sera
notte
matt.
sera
notte
matt.
1
Mercurio li
21
-
—
est
est
est
10 37
10 49
11 9
Acq.
Pesci
Giove ,1
S-E
SSE
SO
OSO
—
19 55
18 58
Cancr.
Saturno jj
_
est
est
11 42
10 49
1
S-O
8-0
8-0
-
—
15 1
15 7
15 18
Toro
Pesci
Venere 11
21
Urano ^J
-
est
sud
sud
6 46
5 48
Sa-
gitt.
Mane ,1
8-0
8-0
-
-
15 7
14 50
Toro
Nettuno ig
sud
8S0
ovest
-
18 24
17 25
Gem.
APRILE - 1908
IL FlKilAMENTO - Aspetto 4» - Ore 21 - 20.
DIARIO DBLL» OSSERVATORE
2 — ore 7, Nettuno in quadratura orientale:
90» est Sole.
4 — ore 15, Venere cong. Luna: S» 52' N.
4 — ore 15, Marte cong. Luna: 4» 15' N.
4 — ore 17, Venere cong. 1° 37' N. Marte.
7 — ore 2, Urano in quadratura occidentale:
90° ovest Sole.
8 — ore 5, Nettuno con*;. Luna: 1° 5' S.
9 — ore 24, Giove cong. Luna: 1" 21 S.
14 — ore 22, Mercurio cong. Oo 28' S. Saturno.
21 — Natale di Roma; comincia l'anno 2661
dalla fondaz. di Roma secondo Varrone.
22 — ore 16, Urano cong. Luna: 0» 27' N.
25 — ore 6, Giove iu quadratura orientale:
90o est Sole.
26 — ore 14, Venere nella massima elonga-
zione serotina: 45o 31' est Sole.
In questo mese è attesa la cometa di Encke.
— ot» —
1908-
■ MAGGK
D
CORSO DEL SOLE
LUNA
GEMELLI 21 12^ 58™
MILANO
ROMA
PALERMO
h m
8 P. Quarto 12 23
16 L. Piena 5 3?
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Ih lOin
Ih im
O'i 53>n
23 U. Quarto 1 17
30 L. Nuova 4 15
Crepuscolo civile
0 40
0 34
0 31
idem astro I
lomico. .
2 13
2 0
1 51
Data
Declinaz.
Equazione
Leva
Tram.
Leva
Tram,
Leva
Tram.
-3
Leva
Merid.
Tram.
m s
h m
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h m
h m
h m
h m
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h m
V 1
N 15» l'.4
- 2 57,3
5 14
19 27
5 9
19 6
5 11
18 56
1 5 53
12 53
20 6
8 2
15 19,6
3 4,5
5 13
19 29
5 8
19 7
5 10
18 57
2
6 20
13 44
21 12
I> 3
15 37,4
3 11,2
5 11
19 30
5 7
19 8
5 9
18 58
3
7 4
14 85
22 12
L i
15 54,9
3 17,3
5 9
19 31
5 5
19 9
5 7
18 59
4
7 46
15 26
23 7
M 5
16 12,3
3 23,0
5 8
19 33
5 4
19 10
5 6
19 0
5
8 33
16 17
23 58
M 6
16 29,3
3 28,0
5 6
19 34
5 3
19 11
5 5
19 1
6
9 25
17 7
—
G 7
16 46 0
3 32,5
5 5
19 35
5 1
19 12
5 4
19 2
7
10 20
17 55
0 42
V 8
17 2.5
3 36,5
5 4
19 36
5 0
19 13
5 3
19 3
U)
Il 17
18 41
1 22
8 9
17 18,7
3 39,9
5 2
19 37
4 59
19 14
5 2
19 4
9
12 17
19 26
1 57
I> 10
17 34,6
3 42,8
5 1
19 39
4 58
19 15
5 1
19 5
10
13 17
20 10
2 26
L 11
17 50,2
3 45,1
5 0
19 40
4 57
19 16
5 0
19 5
11
14 17
20 53
2 52
M 12
18 5,5
3 46,8
4 58
19 41
4 56
19 18
4 59
19 6
12
15 20
21 36
3 16
M 13
18 20,5
3 48,0
4 57
19 42
4 55
19 19
4 58
19 7
13
16 24
22 21
3 41
G 14
18 35,2
3 48,6
4 56
19 43
4 53
19 20
4 57
19 8
14
17 31
23 8
4 7
V 15
18 49,6
3 48,7
4 55
19 44
4 52
19 21
4 56
19 9
15
18 41
23 58
4 35
8 16
19 3,6
3 48,2
4 54
19 46
4 51
19 22
4 56
19 10
©
19 50
—
5 9
I>17
19 17,4
3 47,1
4 53
19 47
4 50
19 23
4 55
19 11
17
20 58
0 52
5 46
L 18
19 30,8
8 45,4
4 52
19 48
4 50
19 24
4 54
19 12
18
22 6
1 49
6 31
M 19
19 43,9
3 43,2
4 50
19 49
4 49
19 25
4 53
19 13
19
23 8
2 49
7 25
M 20
19 56,6
8 40,4
4 49
19 50
4 48
19 26
4 52
19 13
20
—
3 50
8 'z8
G 21
20 9,0
3 37,1
4 48
19 51
4 47
19 27
4 52
19 14
21
0 2
4 50
9 37
V 22
20 21,1
3 33,2
4 47
19 52
4 46
19 27
4 51
19 16
22
0 51
5 47
10 48
8 23
20 32,8
3 28,7
4 47
19 53
4 45
19 28
4 50
19 16
c
1 29
6 41
12 1
D24
20 44,2
8 23,7
4 46
19 54
4 44
19 29
4 50
19 17
24
2 0
7 32
18 13
L 25
20 55,2
, 3 18,2
4 45
19 55
4 44
19 30
4 49
19 17
25
2 29
8 41
14 26
M 26
21 5,9
3 12,2
4 44
19 56
4 43
19 31
4 48
19 18
26
2 57
9 9
15 35
M 27
21 16,2
3 5,7
4 43
19 57
4 42
19 32
4 48
19 19
27
3 25
9 57
16 45
G 28
21 26,1
2 58,6
4 42
19 58
4 42
19 33
4 47
19 20
28
3 53
10 45
17 53
V 29
21 35,6
2 51,1
4 42
19 59
4 41
19 34
4 47
19 20
29
4 23
11 34
18 59
8 30
21 44,8
2 43,2
4 41
20 0
4 40
19 34
4 46
19 21
@
4 58
12 24
19 59
JD 31
N21 53,7
- 2 84,8
4 40
20 1
4 40
19 85
4 46
19 22
2
5 40
13 15
20 55
CORSO
DEI PIANETI
Nome
A
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
Nome
E DATA
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
E DAT
sera
notte
matt.
sera
notte
matt.
Mercurio
1
11
21
ovest
ovest
-
—
11 40
12 24
13 11
Ariete
Toro
Giove iJ
sud
SSO
ovest
_
18 4
17 12
Cancr.
Saturno ^J
_
ESE
S-E
9 67
9 3
1
11
21
S-0
8-0
S-0
_
_
15 17
15 17
15 11
Gem.
Pesci
Venere
Urano ^J
-
ESE
S-E
SSO
S-0
4 49
3 49
Sa-
gitt.
Marte
1
16
8-0
S-0
-
-
14 33
14 17
Toro
Gem.
Nettuno jg
s-o
s-0
-
-
16 27
15 30
Gem.
MAGGIO - 1908
IL FIRMAMENTO - AsPKTTO 5»
Ore 21-20.
DIARIO DELL' OSSERVATORE
3 — ore 13, Marte cong. Luna: 2o 40' N.
4 — ore 11, Venere cong. Luna: 4° 15' N.
5 — ore 14, Nettuno cong. Luna: l» 20' S.
7 — ore 12, Giove cong. Luna: lo47'S.
7 — ore 19, Mercurio in congiunzione supe-
riore, al di là del Sole.
T — ore 21, Mercurio, nel nodo ascendente,
attraversa l'eclittica da S. a N.
12 — ore 12, Mercurio al perielio.
13 — ore 14, Venere nel massimo splendore
serotino secondo le formolo deW Astrofifo
(n.i 12 e 14), V. 3 giugno.
19 — ore 22, Marzo cong. Luna: 0» 35' N.
21 — ore 14, Venere in congiunzione con Net-
tuno, questo sarà 4» 8' al Sud.
22 — ore 19, Mercurio nella massima latitu-
dine eliocentrica boreale.
25 — ore 13, Saturno cong. Luna: 3» 15' N.
- 38 -
1908 - GIUGNO
CORSO DEL SOLE
LUNA
CANCRO 21
21h I9m
MILANO
ROMA
PALERMO
h m
Cresce
il dì fino al 20-22
0^ 17ni
0^^ 15m
O'i 13m
7 P. Quarto o oo
14 L. Piena 14 55
poi cala . . .
0 3
0 2
0 2
21 U. Quarto
28 L, Nuova 1
6 26
Crepuscolo civile
0 43
0 36
0 33
17 32
idem astronomico, .
2 38
2 17
2 3
Data
Declinaz.
Equazione
Leva
Tram.
Leva
Tram.
Leva
Tram.
UJ
Leva
Merid.
Tram.
m s
h m
h m
h m
h m
h m
h m
d
h m
h m
h m
L 1
N220 2M
- 2 26,0
4 40
20 2
4 39
19 36
4 46
19 23
3
6 25
14 7
21 49
M 2
22 10,1
2 16,8
4 39
20 3
4 39
19 37
4 45
19 23
4
7 15
14 58
22 37
M 3
22 17,8
2 7,2
4 39
20 4
4 38
19 38
4 45
19 24
5
8 9
15 48
23 19
G 4
22 25,0
1 57,3
4 38
20 4
4 38
19 38
4 45
19 25
6
9 5
16 36
23 56
•V 5
22 31,9
1 47,1
4 38
20 5
4 38
19 39
4 44
19 25
7
10 3
17 22
—
S 6
22 38,4
1 36,5
4 37
20 6
4 37
19 40
4 44
19 26
8
11 4
18 5
0 28
» 7
22 44,5
1 25,6
4 37
20 7
4 37
19 40
4 44
19 26
3
12 5
18 47
0 54
L 8
22 50,2
1 14,5
4 37
20 7
4 37
19 41
4 43
19 27
10
13 6
19 29
1 19
M 9
22 55,4
1 3,1
4 36
20 8
4 36
19 42
4 43
19 27
11
14 9
20 12
1 44
M 10
23 0,3
0 51,4
4 36
20 9
4 36
19 42
4 43
19 28
12
15 12
20 67
2 8
G 11
23 4,8
0 39,6
4 36
20 9
4 36
19 43
4 43
19 28
13
16 19
21 45
2 34
V 12
23 8,9
0 27,5
4 36
20 10
4 36
19 43
4 43
19 29
14
17 29
22 37
3 3
8 13
23 12,6
0 15,3
4 35
20 10
4 36
19 44
4 43
19 29
15
18 40
23 34
3 38
D14
23 15,8
- 0 1,9
4 35
20 11
4 36
19 44
4 43
19 30
(^
19 50
_
4 20
L 15
23 18,6
+ 0 8,6
4 35
20 11
4 36
19 45
4 43
19 30
17
20 56
0 34
5 11
M 16
23 21,0
0 21,2
4 35
20 12
4 36
19 45
4 43
19 31
18
21 56
1 36
6 12
M 17
23 23,0
0 34,0.
4 35
20 12
4 36
19 45
4 43
19 81
19
22 47
2 38
7 23
G 18
23 24,7
0 46,9
4 35
20 12
4 36
19 46
4 43
19 31
20
23 29
3 38
8 36
V 19
23 25,8
0 59,8
4 36
20 13
4 36
19 46
4 43
19 32
21
_
4 36
9 62
S 20
23 26,6
1 12,8
4 86
20 13
4 36
19 46
4 44
19 32
22
0 3
5 30
11 5
I>21
23 27,0
1 25,8
4 36
20 13
4 36
19 47
4 44
19 32
(C
0 33
6 20
12 18
L 22
23 27,0
1 38,8
4 36
20 14
4 36
19 47
4 44
19 32
24
1 2
7 8
13 27
M 23
23 26,5
1 51,8
4 36
20 14
4 37
19 47
4 44
19 33
25
1 28
7 56
14 36
M 24
23 25,6
2 4,7
4 37
20 14
4 37
19 47
4 44
19 33
26
1 49
8 44
15 43
G 25
23 24,3
2 17,6
4 37
20 14
4 37
19 47
4 45
19 33
27
2 25
9 32
16 48
V 26
23 22,6
2 30,3
4 37
20 14
4 37
19 47
4 45
19 33
28
2 59
10 20
17 49
S 27
23 20,5
2 43,0
4 38
20 14
4 38
19 47
4 45
19 33
29
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11 10
18 49
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2 55,5
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L 29
23 15,1
3 7,8
4 38
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4 39
19 47
4 46
19 33
1
5 7
12 62
20 33
M 30
N23 11,8
+ 3 19,9
4 39
20 14
4 39
19 47
4 46
19 33
2
6 1
13 42
21 16
CORSO DEI P^IAISTETI
Nome
VISIBILITÀ.
Me-
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Plaga
Nome
E DATA
VISIBILITÀ
Me-
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Plaga
E DATA
sera
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13 52
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Gem.
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GIUGNO - 1908
IL FIRMAMENTO - Aspetto C«
Ore 21 - £0.
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WEST
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EST
SUD
WEST
DIARIO DELL' OSSERVATORE
1 — Comincia l'estate meteorologica.
2 — ore 12, Venere cong. Luna: 1° 12' N.
3 — ore 22, Venere nel ma-simo splendore
serotino, secondo la Connaìnsanre.
4 — ore 3, Giove oong. Luna: 2o 14' S,
7 — ore IT, Mercurio cong. O» 19' N. Marte.
7 — Minimo di Mira Ceti (v. pag. 23).
8 — ore 6, Mercurio nella massima elonga-
zione serotlna: 23» 57' est Sole.
16 — ore 4, Urano cong. Luna: 0° 33' N.
17 — ore 14, Mercurio cong. 1© 42' S. Marte.
21 — ore 21.19, solstizio d'estate.
21 — ore 22, Saturno cong. Luna: 3o 13' N.
22 — ore 22, Venere cong. 2o 4' S. Marte.
28 — Eclisse anulare di Sole, visibile in Ita-
lia come piccola parziale (v. pag. 12).
29 — ore 15, Venere cong. Luna: 3o 36' 8.
80 — ore 6, Marte cong. Luna: 0» 39' S.
- 40 -
1908 - LUGLIO
CORSO DEX^ SOLE
LUNA
LEONE 23
3h 14ra
MILANO
ROMA
PALERMO
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Crepuscolo civile
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idem astronumieo. .
2 26
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Data
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Leva
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N 23» 8',1
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4 39
20
13
4 39
19 47
47
19 33
3
6 56
14 31
21 55
G 2
23 0,9
3 43,3
4 40
20
13
4 40
19 47
4 47
19 33
4
7 53
15 17
22 29
V 3
22 59,4
3 54,6
4 41
20
13
4 40
19 47
48
19 33
5
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16 1
22 57
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22 54,4
4 5,6
4 41
20
13
4 41
19 47
48
19 33
6
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16 43
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13
4 42
19 47
49
19 33
7
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17 25
23 46
L 6
22 43,3
4 26,7
4 42
20
12
4 42
19 46
49
19 32
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11 55
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_
M 7
22 37,2
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12
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19 46
50
19 32
9
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M 8
22 30,6
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12
4 43
19 46
51
19 32
10
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19 35
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22 23,7
4 55,5
4 45
20
11
4 44
19 45
51
19 32
11
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20 24
1 2
V 10
22 16,4
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20
10
4 45
19 45
52
19 31
12
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22 8,7
5 12,5
4 46
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19 44
52
19 31
13
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19 44
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19 31
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21 52,2
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19 44
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5 34,6
4 49
20
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19 43
54
19 30
16
20 35
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M 15
21 34,2
5 41,1
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20
7
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19 42
55
19 29
17
21 25
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G 16
21 24,7
5 47,0
4 51
20
7
4 49
19 42
56
19 29
18
22 5
2 23
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V 17
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6 52,5
4 52
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4 50
19 41
57
19 28
19
22 37
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21 4,5
5 57,5
4 53
20
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19 40
57
19 28
20
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10 4
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4 54
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19 40
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21
23 32
6 4
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L 20
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4 55
20
3
4 53
19 39
59
19 26
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M 21
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4 57
20
1
4 54
19 37
5
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24
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14 41
G 23
20 7,8
6 14,4
4 58
20
0
4 55
19 37
5
1
19 24
25
1 0
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15 44
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19 55,4
6 16,1
4 59
19
59
4 56
19 36
5
2
19 24
26
1 36
9 8
16 44
8 25
19 42,7
6 17,3
5 0
19
58
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10 35
5
3
19 23
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9 58
17 39
D26
19 29,7
6 17,9
5 1
19
57
4 58
19 34
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3
19 22
28
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L 27
19 16,3
6 17,8
5 2
19
56
4 59
19 33
5
4
19 21
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11 38
19 15
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19 2,7
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5 3
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55
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19 32
5
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19 20
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4 4J
12 27
19 55
M 29
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6 16,1
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19 31
5
6
19 20
2
5 46
13 14
20 31
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18 34,4
6 14,3
5 5
19
53
5 2
19 30
5
7
19 19
3
6 45
13 58
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V SI
N 18 19,8
+ 6 11,8
5 7
19
52
5 3
19 29
5
8
19 18
4
7 45
14 41
21 26
CORSO DEI PIANETI
Nome
VISIBILITÀ.
Me-
rid.o
Plaga
Nome
E DATA
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
E DATA
sera
notte
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sera | notte
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1
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-
14 42
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sud
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5 17
1
Venere il
21
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12 43
11 38
10 40
Gem.
Pesci
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sud
sud
ovest
0 42
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gitt.
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-
-
13 25
13 6
Cancr.
Nettuno kj
-
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12 36
11 39
Gem.
LUGLIO - 1908
IL FIRMAilENTO - Aspetto
Ore 21 - 20.
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EST
SUD
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DIARIO DBI/V OSSERVATORE
1 — ore 20. (rlove cong. Luna: 2o 40' 8.
2 — ore 6, Saturno in quadratura occid.
2 — ore 20, Sole all'apotreo.
4 — ore 23, Mercurio cong. inf. Sole.
fi — ore 5, Venere cong. inf. Sole.
7 — ore 5, Nettuno in cong. col Sole.
7 — ore 13, Urano in opposiz. Sole.
13 — ore 13, Urano cong. Luna: 0° 27' N.
15 — ore 15, Mercurio cong. 1° 12' N. Venere.
19 — ore 5, Saturno cong. Luna: 3» 2' N.
25 — ore 21, Venere cong. Luna: 6° 10' S.
26 — ore 6, Mercurio nella massima elonga-
zione mattutina: 19° 44' ovest Sole.
26 — ore 13, Mercurio cong. Luna: 2° 44' S.
26 — ore 17, Nettuno cong. Luna: 1<» 41' S.
28 — ore 13, Mercurio cong. 0° 44' S. Nettu:io.
28 - ore 24, Marte cong. Luna: 2° 7' S.
29 — ore 14, Giove cong. Luna: 3° 2' S.
— 42 -
1908 - AGOSTO
CORSO DEL SOLE
LUlSrA
VERGINE 23 14^ 57™ |
MILANO
ROMA
PALERMO
m h
6 P. Quarto 10 40
12 L. Piena 5 59
Cala il
crinrnr»
Ih 27'»
0 37
Ih ISm
0 32
Ih 5»
0 30
Crepuscolo civile
18 U. Quarto 22 26
idem astronomico .
1 57
1 49
1 43
26 L. Nuova 23 59
Data
Declinaz.
Equazione
Leva
Tram.
Leva
Tram.
Leva
Tram.
UJ
Leva
Merid.
Tram.
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h m
h m
h m
h m
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h m
h m
h m
8 1
N 18» 4',9
+ 6 8,9
5 8
19 50
5 4
19 28
5 9
19 17
5
8 45
16 23
21 50
D 2
17 49,7
6 5,2
5 9
19 49
5 5
19 27
5 9
19 16
e
9 45
16 4
22 13
L 3
17 34,2
6 0,9
5 10
19 48
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19 26
5 10
19 15
7
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16 45
22 37
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5 56,0
5 11
19 46
5 7
19 24
5 11
19 14
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23 2
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17 2,4
5 50,5
5 12
19 45
5 8
19 23
5 12
19 13
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12 52
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23 31
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16 46,0
5 44,4
5 13
19 43
5 9
19 22
6 13
19 12
10
13 59
19 5
—
V 7
16 29,4
5 37,7
5 15
19 42
5 10
19 21
5 14
19 11
11
15 6
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0 5
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16 12,5
5 30,3
5 16
19 41
5 11
19 20
5 15
19 9
12
16 13
20 58
0 45
» 9
15 55,4
5 22,4
5 17
19 39
5 12
19 18
5 16
19 8
13
17 18
21 59
1 35
L 10
15 38.1
5 13,8
5 18
19 38
6 13
19 17
5 16
19 7
14
18 18
23 2
2 35
M 11
15 20,4
5 4,7
5 19
19 36
5 14
19 16
5 17
19 6
15
19 13
—
3 46
M 12
15 2,6
4 55,0
5 21
19 35
5 15
19 14
6 18
19 5
m
19 57
0 5
5 2
G 13
14 44,5
4 44,8
5 22
19 33
5 16
19 13
5 19
19 4
17
20 32
1 5
6 22
V 14
14 26,1
4 34,0
5 23
19 32
5 17
19 12
5 20
19 2
18
21 3
2 2
7 40
8 16
14 7,5
4 22,7
5 24
19 30
5 18
19 10
5 21
19 1
19
21 32
2 55
8 57
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13 48,7
4 10,9
5 25
19 28
5 19
19 9
5 22
19 0
20
22 1
3 46
10 11
L 17
13 29,7
3 58,5
5 27
19 27
5 20
19 7
6 22
18 59
21
22 29
4 36
11 22
M 18
13 10,5
3 45,7
5 28
19 25
5 21
19 6
5 23
18 57
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22 59
5 25
13 31
M 19
12 51,0
3 32,4
5 29
19 23
5 22
19 4
6 24
18 56
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23 36
6 14
13 37
G 20
12 31,4
3 18,6
5 31
19 22
5 23
19 3
5 25
18 55
24
—
7 3
14 37
V 21
12 11,5
3 4,4
6 32
19 20
6 24
19 1
5 26
18 53
,25
0 17
7 57
15 34
8 22
11 51,5
2 49,7
5 33
19 18
5 25
19 0
5 27
18 52
|26
1 2
8 44
16 27
D23
11 31,2
2 34,5
5 34
19 17
5 26
18 58
5 28
18 50
27
1 60
9 35
17 15
L 24
11 10,8
2 19.0
6 35
19 15
5 28
18 57
5 29
18 49
'28
2 44
10 24
17 55
M 25
10 50,2
2 3,0
5 36
19 13
5 29
18 55
5 29
18 48
29
3 39
11 11
18 32
M 26
10 29,4
1 46,6
5 38
19 12
5 30
18 54
5 30
18 47
®
4 33
11 56
19 4
G 27
10 8,5
1 29,9
5 39
19 10
5 31
18 52
5 31
18 45
1
5 39
12 39
19 29
V 28
9 47,4
1 12,7
5 40
19 8
5 32
18 50
5 32
18 44
2
6 39
13 21
19 53
8 29
9 26,2
0 55,2
5 41
19 6
5 33
18 49
5 33
18 42
3
7 38
14 3
20 25
D30
9 4,7
0 37,3
5 43
19 4
5 34
18 47
6 34
18 41
4
8 39
14 45
20 40
L 31
N 8 43,2
+ 0 19,1
5 44
19 2
6 35
18 45
5 35
18 39
5
9 40
16 27
21 6
CORSO
IDEI PIANETI
NOMB
VISIBILITÀ.
Me-
rid."
Plaga
Nome
E DATA
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
13 6
12 19
Plaga
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sera
notte
matt.
sera
ovest
notte
matt.
1
Mercurio li
21
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KSE
KSE
ESE
11 1
11 38
12 19
9 52
9 30
9 15
12 45
12 23
Gem.
Cancr.
Leone
Giove iJ
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-
S-E
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4 14
3 13
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-
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21
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23 30
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S-E
10 38
9 42
Gem.
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AGOSTO - 1908
IL FIRMAMENTO - Aspetto 8» - Ore 21 - 20.
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WEST \j^
NORD
EST]
DIARIO DELL' OSSERVATORE
8 — ore 21, Venere nel massimo splendore
mattutino sec. la Connaiasance.
9 — ore 22, Orano cong. Luna: 0° 24' N.
9 a 14 — Passaggio delle Perseidi (v. pag. 22).
14 — ore 3, Marte cong. 0» 23' N. Giove.
15 — ore 13, Saturno cong. Luna: 2° 46' N.
17 — ore 21, Giove in cong. col Sole.
19 — ore 7, Mercurio cong. 1» 2' N. Giove.
80 — ore 16, Mercurio In cong. sup. Sole.
22 — ore 7, Marte in cong. col Sole.
22 — ore 23, Venere cong. Luna: S» 37' S.
22 — ore 24, Nettuno cong. Luna: 1° 51' S.
23 — ore 24, Venere cong. 3° 43' S. Nettuno.
26 — ore 8, Giove cong. Luna: 3° 23' S.
26 — ore 19, Marte cong. Luna: 3» 20' S.
27 — ore 12, Mercurio cong. Luna: 3» 22' S.
23 — ore 9,30, Venere nel massimo splendore
mattutino (v. Astrofilo, n.' 12 e 14).
— 44 —
1908 - SETTEMBRE
CORSO DEL SOLE
LUNA
BILANCIA 23
Uh 59™
MILANO
ROMA
PALERMO
h m
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3 P. Quarto 21 51
Cala il giorno
Crepuscolo civile
idem astronomico. .
l'i 34m
0 34
1 43
l'> 23»
0 30
1 38
Ih 13m
0 28
1 33
10 L. Piena 13 23
17 U. Quarto 11 33
25 L. Nuova 15 59
Data
Declinaz.
Equazione
Leva
Tram.
Leva
Tram.
Leva
Tram.
UJ
Leva
Merid.
Tram.
m s
h m
h m
h m
h m
h m
h m
d
h m
h m
h m
M 1
N 8o21',5
+ 0 0,5
5 45
19 0
5 36
18 44
5 36
18 38
6
10 43
16 11
21 34
M 2
7 59.6
- 0 18,4
5 46
18 58
5 37
18 42
5 36
18 36
7
Il 48
16 58
22 6
G 3
7 37,7
0 37,5
5 48
18 57
5 38
18 40
5 37
18 35
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12 52
17 49
2^^ 41
V 4
7 15,7
0 57,0
5 49
18 55
5 39
18 39
5 38
18 33
y
13 58
18 44
23 26
S 5
6 63,5
1 16,8
5 50
18 53
5 40
18 37
5 39
18 31
10
15 3
19 42
—
1> 6
6 31,1
1 36,8
5 51
18 51
5 41
18 35
5 40
18 30
11
16 3
20 43
0 19
L 7
6 8,7
1 57,0
5 52
18 49
5 42
18 34
5 41
18 28
12
16 68
21 46
1 24
M 8
5 46.2
2 17,4
5 54
18 48
5 43
18 32
5 42
18 27
13
17 46
22 46
2 38
M 9
5 23,6
2 38,0
5 55
18 46
5 44
18 30
5 43
18 25
14
18 25
23 44
3 65
G 10
5 1,0
2 58,8
5 56
18 44
5 45
18 29
5 43
18 24
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18 59
_
6 14
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4 38,2
3 19,7
5 57
18 42
5 46
18 27
5 44
18 22
16
19 30
0 39
6 31
S 12
4 15,3
3 40,7
5 59
18 40
5 47
18 25
5 45
18 21
17
19 59
1 82
7 48
I> 13
3 52,4
4 1,8
6 0
18 38
5 48
18 23
5 46
18 19
18
20 27
2 24
9 3
L 11
3 29,4
4 23,0
6 1
18 36
5 49
18 22
5 47
18 18
19
20 59
3 15
10 16
M 15
3 6,3
4 44,2
6 2
18 34
5 50
18 20
5 48
18 16
20
21 34
4 6
11 46
M 16
2 43,2
5 55
6 3
18 32
5 51
18 18
5 49
18 15
21
22 14
4 57
12 29
G 17
2 20,0
5 26,7
6 5
18 30
5 52
18 16
5 49
18 13
(T
22 57
5 48
13 8
V 18
1 56,8
5 47,9
6 6
18 28
5 53
18 15
5 50
18 11
23
23 45
6 40
14 23
8 19
1 33,5
6 9,1
6 7
18 26
5 54
18 13
5 51
18 10
24
—
7 31
15 12
I>20
1 10,2
6 30,2
6 8
18 24
5 55
18 11
5 52
18 8
25
0 38
8 21
15 55
L 21
0 46,9
6 51,3
6 9
18 22
5 56
18 9
5 53
18 7
26
1 33
9 9
16 33
M 22
N 0 23,5
7 12,2
6 11
18 21
5 58
18 8
5 54
18 6
27
2 31
9 54
17 6
M 23
0 0,0
7 33.1
6 12
18 19
5 59
18 6
5 55
18 4
28
3 31
10 38
17 33
G 24
S 0 23,3
7 53,8
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18 17
6 0
18 4
5 56
18 2
29
4 31
11 21
17 58
V 25
0 46,7
8 14,4
6 14
18 15
6 1
18 2
5 57
18 1
®
5 31
12 3
18 21
S 26
1 10.1
8 34,8
6 16
18 13
6 2
18 1
5 67
17 59
1
6 32
12 45
18 44
B27
1 33,5
8 55,1
6 17
18 11
6 3
17 59
5 58
17 57
2
7 33
13 27
19 9
L 28
1 56,9
9 15,1
6 18
18 9
6 4
17 57
5 59
17 56
3
8 40
14 10
19 32
M 29
2 20,3
9 34,9
6 19
18 7
6 5
17 56
6 0
17 54
4
9 43
14 56
20 7
M 30
S 2 43,7
- 9 54,5
6 21
18 6
6 6
17 54
6 1
17 53
5
IO 47
15 46
20 41
CORSO DEI PIANETI
Nome
A
VISIBILITÀ
Me-
rld.o
Plaga
Nome
E DATA
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
K DAT
sera
notte
mutt.
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1
11
21
ovest
ovest
ovest
—
12 52
13 11
13 24
Leone
Verg.
Giove
1
16
-
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11 30
10 43
Leone
Saturno
1
16
_
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sud
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0 7 ,
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1
11
21
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9 7
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Gem.
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1
16
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OSO
-
20 25
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—
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11 36
Leone
Nettuno
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SSE
SSE
8 41
7 43
Gem.
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SETTEMBRE - 1908
IL FIRMAMENTO - AsrKTTo 9» - Ore 21 - 20.
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WEST
NORD
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^^^ SUD ^^^ WEST
EST
DIARIO DBI/L» OSSERVATORE
1 — Comincia l'Autunno meteoiologico.
6 — ore 2, Giove cong. 22 N Rtgulo.
5 — ore 7, Mercurio cong. 1' N -i Vergine.
6 — ore 6, Urano cong. I/ima: 0» 3l' N.
11 — Capodanno del 1901 abissino.
11 — ore 21, Saturno cong. Luna: 2» 33' N.
15 — ore 11, Venere nella massima elonga-
zione mattutina: 4Go 0' ovest Sole.
19 — ore 8, Nettuno cong. Luna: 2» 7 S.
21 — ore 8, Venere cong. Luna: 5° 0' 8.
23 — ore 1, Giove cong. Luna: S» 45' S.
23 — ore 11,59, equinozio d'Autunno.
24 — ore 12, Marte cong. Luna: 4° 9' S.
26 — Capodanno del 566i> ebraico.
27 — ore 15, Mercurio cong. Luna: 7° 3' S.
30 — ore 9, Saturno in opposizione Sole.
E attesa la cometa periodica di Tempel-
L. Swift (V. pag. 22j.
— 46 —
1908 - OTTOBRE
CORSO deij sole
LUNA
SCORPIONE 23 20^ 31m
MILANO
ROMA
PALERMO
h m
3 P. Quarto 7 14
Cala il giorno
Crepuscolo civile
idem astronomico .
Ih 35m
0 35
1 41
Ih 24m
0 30
1 34
Ih 13n>
0 28
1 32
9 L. Piena 22 3
17 U. Quarto 4 85
25 L. Nuova 7 47
Data
Declinaz.
Equazione
Leva
Tram.
Leva
Tram.
Leva
Tram.
LU
Leva
Merid.
Tram.
m s
h m
h m
h m
h m
h m
h m
d
h m
h m
h m
G 1
S 3» 7',0
-10 13,9
6 22
18 3
6 7
17 52
6 2
17 51
6
11 51
16 38
21 21
V 2
3 30,3
10 34.9
6 23
18 1
6 8
17 50
6 3
17 50
7
12 55
17 34
22 10
S 3
3 53,5
10 51,7
6 24
17 59
6 9
17 49
6 4
17 48
3
13 56
18 o2
23 8
B 4
4 16,7
11 10,2
6 26
17 58
6 10
17 47
6 4
17 46
9
14 50
19 31
_
L 5
4 39,9
11 28,3
6 27
17 66
6 11
17 45
6 5
17 45
10
15 40
20 30
0 16
M 6
5 3,0
11 46,1
6 28
17 54
6 13
17 44
6 6
17 44
11
16 21
21 28
1 29
M 7
5 2(5,0
12 3,6
6 30
17 52
6 14
17 42
6 7
17 42
12
16 54
22 23
2 47
G 8
5 49,0
12 20,6
6 31
17 50
6 15
17 40
6 8
17 40
13
17 25
23 16
4 4
V 9
6 11,9
12 37,2
6 32
17 48
6 16
17 39
6 9
17 39
(^
17 55
—
5 24
8 10
6 34,7
12 53,4
6 33
17 46
6 17
17 37
6 10
17 37
15
18 25
0 8
6 36
Dll
6 57,4
18 9,1
6 85
17 45
6 18
17 35
6 11
17 36
16
17 56
1 0
7 51
L 12
7 19,0
13 24,3
6 36
17 43
6 19
17 84
6 12
17 35
17
19 30
1 52
9 4
M 13
7 42,5
13 39,0
6 37
17 41
6 20
17 32
6 13
17 33
18
20 8
2 45
10 13
M 14
8 5,0
13 53,1
6 39
17 89
6 21
17 30
6 14
17 32
19
20 50
3 38
11 17
G 15
8 27,3
14 6,7
6 40
17 37
6 23
17 29
6 15
17 30
20
21 37
4 31
12 16
V 16
8 49,4
14 19,7
6 42
17 36
6 24
17 27
6 16
17 29
21
22 29
5 24
13 8
8 17
9 11,5
14 32,2
6 43
17 34
6 25
17 26
6 17
17 28
€
23 25
6 15
18 63
D18
9 33,5
14 44,0
6 44
17 32
6 26
17 24
6 18
17 26
23
_
7 i
14 34
L 19
9 55,2
14 65,2
6 45
17 30
6 27
17 23
6 19
17 25
24
0 22
7 51
15 8
M 20
10 16,9
15 5,8
6 47
17 29
6 28
17 21
6 20
17 23
25
1 21
8 35
16 31
M 21
10 38,4
15 15,7
6 48
17 27
6 30
17 20
6 21
17 22
26
2 21
9 18
16 2
G 22
10 59,7
15 24,9
6 49
17 25
6 31
17 18
6 22
17 21
27
3 22
10 0
16 26
V 23
11 20,9
15 33,6
6 61
17 24
6 32
17 17
6 23
17 19
28
4 23
10 42
16 49
8 24
11 42,0
15 41,3
6 52
17 22
6 33
17 15
6 24
17 18
29
5 24
11 24
17 9
I> 25
12 2,8
15 48,5
6 64
17 21
6 84
17 14
6 25
17 17
^
6 27
12 7
17 39
L 26
12 23,5
15 64,9
6 55
17 19
6 36
17 12
6 26
17 16
2
7 43
12 53
18 8
M 27
12 43,9
16 0,6
6 56
17 17
6 37
17 11
6 27
17 14
3
8 39
13 42
18 38
M 28
13 4,2
16 5,6
6 68
17 16
6 38
17 9
6 28
17 13
4
9 44
14 34
19 19
G 29
13 24,3
16 9,9
6 59
17 14
6 89
17 8
6 29
17 12
5
10 48
15 29
20 5
V 80
13 44,1
16 18,3
7 1
17 13
6 40
17 7
6 80
17 11
6
11 50
16 27
21 2
S 81
S 14 3,7
-16 16,1
7 2
17 11
6 42
17 6
6 31
17 10
7
12 47
17 26
22 6
CORSO DEI PIANETI
Nome
A
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
Nome
B DATA
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
K DAT
sera
notte
matt.
sera
notte
matt.
Mercurio
1
11
21
ovest
ovest
ovest
—
-
13 31
13 25
12 48
Verg.
Bllan.
Giove
1
16
_
—
est
ESE
9 56
9 7
Leone
Saturno
1
16
est
ESE
sud
SSO
ovest
28 57
22 54
Venere
1
11
21
-
-
S-E
S-E
S-E
9 10
9 13
9 17
Leone
Pesci
Urano
1
16
sud
sud
ovest
I
18 26
17 28
Sa-
gitt.
Marte
10
—
est
est
11 12
10 48
Verg.
Nettuno
1
16
-
_
est
sud
sud
6 45
6 46
Gem.
17
OTTOBRE - 1908
IL ¥ lìM.VMEN 0
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7:it
2
WEST_^s^
NORD
EST
DIARIO DELL* OSSBRVATORB
8 — ore 13, Urano cong. Luna: 0° 46' N.
4 — ore 19, Mercurio nella massima elon-
gazione serotina: 25» 25' est Sole.
6 — ore 18, Urano in quadratura orientale:
90<> est Sole.
9 — ore 4, Saturno cong. Luna: 2° 31' N.
10 — ore 21, Nettuno in quadratura occiden-
tale: 90o ovest >^ole.
11 — Massimo splendore di Mira (v. pag. 23).
H — ore 5, Venere cong. 36' S. Giove.
16 — ore 16, Nettuno cong. Luna: 2° 24' S.
20 — ore 19, Giove cong. Luna: 4° 6' S.
21 — ore 9, Venere cong. Luna: 4» 26' S.
23 — ore 8, Marte cong. Luna: 4o 24' S.
28 — ore 17, Mercurio cong. inf. Sole.
30 — ore 20, Urano cong. Luna: lo3' N.
È attesa la cometa periodica di Bro* ks
(vedi pagin.a 22).
— 48 —
1908 - NOVEMBRE
CORSO
DEL
SOLE
LUNA
SAGITTARIO 22
I7I1 SS"»
MILANO
ROMA
PALERMO
h m
1 P, Quarto 15 16
8 L. Piena 8 58
Cala il
rrìrt-i'nrt
Ih llm
Ih Sm
0' 54ra
16 U. Quarto 0 41
23 L. Nuova 22 53
Crepuscolo civile
0 36
0 32
0 30
idem astronomico. .
1 44
1 38
1 36
20 P. Quarto 22 44
Data
Declinaz.
Equazione
Leva
Tram.
Leva
Tram.
Leva
Tram.
Leva
Merid.
Tram.
m s
h m
h m
h m
h m
h m
h m
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h m
h m
h m
» 1
S 14023M
-16 18,0
7 4
17 10
6 43
17 4
6 32
17 9
0)
13 38
18 24
23 15
L 2
14 4-2.8
16 19,2
7 5
17 8
6 44
17 3
6 33
17 8
9
14 20
19 20-
—
M 3
15 1,2
16 19,6
7 6
17 7
6 45
17 2
6 34
17 6
10
14 58
20 14
0 29
M 4
15 19,9
16 19,2
7 8
17 6
6 46
17 0
6 35
17 5
11
15 26
21 6
1 40
a 5
15 38,3
16 18,0
7 9
17 4
6 48
16 59
6 36
17 4
12
15 55
21 57
2 58
V 6
15 56,4
16 16,0
7 11
17 3
6 49
16 58
6 37
17 3
13
16 23
22 47
4 12
S 7
16 14,4
16 1P,1
7 12
17 2
6 50
16 57
6 38
17 2
14
16 51
23 38
5 25
I> 8
16 32,0
16 9,4
7 13
17 0
6 51
16 56
6 39
17 1
m
17 28
6 39
L 9
16 49,3
16 4,9
7 15
16 59
6 53
16 55
6 41
17 0
16
17 58
0 30
7 43
M 10
17 6,4
15 59,5
7 16
16 58
6 54
16 54
6 42
16 59
17
18 38
1 24
8 58
M 11
17 23,2
15 53,3
7 18
16 57
6 55
16 52
6 43
16 58
18
19 26
2 18
10 1
G 12
17 39,6
15 46,2
7 19
16 55
6 56
16 51
6 44
IP 58
19
20 18
3 12
10 59
V 13
17 55,8
15 38,2
7 20
16 54
6 58
16 51
6 45
16 57
20
21 13
4 5
11 48
S 14
18 11,7
15 29,4
7 22
16 53
6 69
16 50
6 46
16 56
21
22 10
4 56
12 30
I>15
18 27,2
15 19,7
7 23
16 52
7 0
16 49
6 47
16 55
22
23 9
5 45
13 7
L 16
18 42,4
15 9,1
7 25
16 51
7 1
16 48
6 48
16 54
(C
. —
6 30
13 39
M 17
18 57,3
14 57,7
7 26
16 50
7 3
16 47
6 49
16 54
24
0 9
7 13
14 5
M 18
19 11,8
14 45,5
7 27
16 49
7 4
16 46
6 50
16 53
25
1 9
7 55
14 29
G 19
19 26,1
14 32,4
7 29
16 48
7 5
16 45
G 51
16 52
26
2 9
8 37
14 52
V 20
19 39,9
14 18,4
7 80
16 47
7 6
16 45
6 53
16 52
27
3 11
9 19
15 16
S 21
19 53,4
14 3,7
7 31
16 46
7 7
16 44
6 54
!6 51
28
4 13
10 2
15 41
I>22
20 6,6
13 48,1
7 33
16 46
7 9
16 43
6- 55
18 51
29
5 21
10 47
16 4
L 23
20 19,3
13 31,7
7 34
16 45
7 10
16 42
6 56
16 50
®
6 26
11 35
16 40
M 24
20 31,7
13 14,5
7 35
16 44
7 11
16 42
6 57
16 50
1
7 32
12 27
17 17
M 25
20 43,7
12 56,6
7 37
16 44
7 12
16 41
6 58
16 49
2
8 39
13 23
18 2
G 26
20 55,4
12 37,9
7 38
16 43
7 13
16 41
6 59
16 48
8
9 44
14 21
18 55
V 27
21 6,6
12 18,5
7 39
16 42
7 14
16 40
7 0
16 48
4
10 43
15 20
19 57
S 28
21 17,4
11 58,4
7 40
16 42
7 16
16 40
7 1
16 48
6
11 35
16 19
21 6
D 29
21 28,8
11 37,6
7 41
16 41
7 17
16 39
7 2
16 48
6
12 22
17 16
22 20
L 30
S 21 37,8
-11 16,1
7 43
16 41
7 18
16 39
7 3
16 48
3
12 58
18 10
23 31
^
CORSO IDEI PIANETI
Nome
VISIBILITÀ
Me-
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Plaga
Nome
E DATA
VISIBILITÀ
Me-
rid.o
Plaga
E DATA
sera
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sera
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1
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-
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11 23
10 43
10 50
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Bilan.
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-
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ESE
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7 24
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20 46
Leone
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1
—
—
9 22
9 27
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Verg.
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21
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-
_
16 27
15 31
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-
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10 0
Verg.
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4 43
3 44
Gem.
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NOVEMBRE - 1908
ir, riIlMAMENTO - Aspetto 11» - Ore 21 - 20.
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EST
SUD
WEST
DIARIO DELI/' OSSERVATORE
4 — ore 10, Mercurio al perielio.
5 — ore 10, Saturno conf. Luna: 2° 4-" N.
«1 — ore 18, M<'rfurio stazionario.
12 — ore 11, Venere al perielio.
12 — ore 24, Nettuno cong. Luna: 2» 36' S.
13 — ore 20, Mercurio nella massima elon-
gazione mattutina: 19o 10' ovest Sole.
13 a 15 — Passaggio delle stelle cadenti dette
Leonidi (ved. pag. 22).
17 — ore 11, Giove cong. Luna: 40 20' S.
17 — ore 17, Venere cong. 8' N, 0 Versine.
20 — ore 17, Venere cong. Luna: 3° 6' S.
21 — ore 5, Marte cong. Luna: 4° 0' S.
22 — ore 12, Mercurio cong. Luna: 1° 55' S
23 a 28 — Passaggio delle stelle cadenti dette
Andromedeidi (ved. pag. 22).
27 — ore 3, Urano cong. Luna: 1» 17' N.
30 — ore 24, Venere cong. 1» 17' N. Marte.
4
— 50 -
1908 - DICEMBRE
CORSO
DEL SOLE
LUNA
CAPRICORNO 22 G'i SI"
MILANO
ROMA
PALERMO
h m
7 L. Piena 22 44
15 U. Quarto 22 13
Cala il
giorno fino al 21-23.
0*1 19n>
0^ 17"»
Oh 15m
poi
cresce . .
0 4
0 3
0 3
23 L. Nuova 12 50
Crepuscolo civile
0 39
0 33
0 31
30 P. Quarto 6 40
idem astronomico. .
1 50
1 43
1 39
Data
Declìnaz.
Equazione
Leva
Tram.
Leva
Tram.
Leva
Tram.
133
Leva
Merid.
Tram.
m s
h
m
h m
h m
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h m
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h m
h m
h m
M 1
S 21"47',5
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16 39
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8
13 28
19 1
—
M 2
21 5G,7
10 31,2
45
16 40
7 20
16 38
7 5
16 47
9
13 57
19 51
0 44
G 3
22 5,4
10 7,9
46
16 39
7 21
16 38
7 6
16 47
10
14 25
20 40
1 58
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22 13,7
9 44,0
47
16 39
7 22
16 38
7 7
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11
J4 53
21 29
3 10
S 5
22 21,7
9 19,5
48
16 39
7 23
16 38
7 8
16 47
12
15 20
22 19
4 23
» G
22 29.1
8 54,5
50
16 30
7 24
16 87
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16 46
13
15 52
23 11
5 33
L 7
22 3G.2
8 28,9
7 51
16 39
7 25
16 37
7 9
16 46
m
16 31
_
6 55
M 8
22 42,8
8 2,9
52
16 38
7 26
16 37
7 10
16 46
15
17 15
0 5
7 43
M 9
22 48,9
7 36,3
53
16 38
7 27
16 37
7 11
16 46
16
18 6
0 59
8 44
(x 10
22 54,6
7 9,4
54
16 38
7 28
16 37
7 12
16 46
17
19 0
1 53
9 39
V 11
22 59.9
6 42,0
55
16 38
7 29
16 37
7 13
16 47
18
19 56
2 46
10 25
S 12
23 4,6
6 14,2
55
16 38
7 30
16 37
7 13
16 47
19
20 55
8 36
11 6
» 13
23 P,0
5 46,0
56
16 38
7 30
16 37
7 14
16 47
20
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4 23
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23 12.8
5 17,5
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16 38
7 15
16 47
21
22 54
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12 9
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4 48,7
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7 16
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7 16
16 48
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7 17
16 48
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7 13
13 17
V 18
23 23,7
3 20,7
8
0
16 39
7 34
16 39
7 18
16 49
25
1 56
7 54
13 42
S 19
23 25,2
2 51,0
8
1
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7 35
16 39
7 18
16 49
26
2 59
8 37
14 7
D 20
23 26,3
2 21,1
8
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16 40
7 35
16 39
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1 21,1
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7 36
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7 20
16 50
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23 26,7
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7 37
16 41
7 20
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3
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16 53
4
11 2
16 6
21 20
L, 28
23 17,9
1 36,3
8
5
16 45
7 39
16 44
7 22
16 54
5
11 35
16 59
22 36
M 29
23 14,7
2 5,7
8
5
16 46
7 39
16 45
7 23
16 54
6
12 4
17 49
23 50
M 30
23 11,2
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16 45
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16 55
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G 31
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7 39
16 46
7 23
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8
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1 0
CORSO
DEI PIANETI
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Me-
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sud
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Verg.
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Scorp.
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Marte
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9 17
Verg.
Bilan.
Nettuno jg
-
SE
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OSO
2 40
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Gem.
DICEMBRE - 1908
I . FIRMAMENTO - Aspetto 12o - Ore 21 - 20.
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EST
SUD
WEST
DIARIO DELL'OSSERVATORE
1 — Comincia l'inverno meteorologico.
2 — ore 15, Saturno cong. Luna: 2» 5' N.
6 — ore 3, Giove in quad. : 90° ovest Sole.
7 — Eclisse lunare di penombra completa-
mente visibile (ved. pag. 12).
10 — ore 8, Nettuno cong. Luna: 2o 38' S.
14 — ore 24, Giove cong. Luna: i° 23' S.
20 — ore 3, Marte cong. Luna: 2° 58' S.
81 — ore 2, Venere cong. Lana: 0« 56' S.
22 — ore 6,34, solstizio inverrale,
23 — ore 12, Mercurio cong. Luna: 1» 4' S.
23 — Eclisse anulare di Sole invisibile in Ita-
lia (ved. pag. 12).
24 — ore 6, Mercurio cong. sup. Sole.
24 — ore 14, Urano cong. Luna: l» 25' N.
25 — ore 22, Saturno in quadr. : 90« est Sole,
29 — ore 21, Saturno cong. Luna: 3» 4' N.
30 — ore 16, Giove stazionario.
- 52 -
effbmerìpi pel Valore itaUano
GENNAIO
1 (1812). — Milletrecento soldati di varii
reggimenti italiani, delle divisioni Severoli e
l'alombini, aprono la trincea contro Valenza
(Spagna) occupata da 20 mila uomini, e la-
vorano con tanto coraggio e rapidlià da poter
collocare sicure le guardie allo spuntare del-
l'alba. La piazza s'arrende dopo 8 giorni.
a (1801). — La divisione Cisalpina, co-
mandata dal generale Lochi, per il ponte del
CalYaro respinge gli Austriaci fino a Condino.
Il sei-gente Giacinto Provana passa primo il
ponte quantunque ferito, e con un mare-
sciallo degli usseri, Bertaccini, ed uno scarso
drappello, fa prigioniera la retroguardia ne-
mica.
3 (1332). — Muoiono, combattendo valo-
rosamente i reazionari sollevatisi in Alcamo,
i capitani Varvaro di fanteria. Clerici d' arti-
glieria, e Mazzetti dolla G. N. mobile, il ma-
resciallo dei carabinieri Bocchini, 11 sergente
Fedeli, ed i soldati Zanoli, Cannu e De-Mi-
chelis.
4 (1862). — Il vicebrigadiere Mottoni,
comandante la staziono d'Auletta, con i ca-
rabinieri Pai-ola, Eioldi, Rossi e Mascherpa
ed alcune guardie nazionali mobili, assalgono
una banda di 40 briganti, rifugiata in una
masseria, che dopo vivo fuoco si dà alla fuga
lasciando più morti e 14 prigionieri, fra i
quali il fiipo brigante Cuccuma.
5 (1849). — Tredici cavalleggerì della
legione italiana andata a combattere per la
libertà Ungherese, con a capo Luigi Sona-
helli, caricano e mettono in rotta, a Nagy
Enyed, parecchie centinaia di valacchi ar-
mati di fucili e di lancia, che avevano attac-
cato alle spalle la colonna del generale Bem.
Al Sonabelli viene conferita dal Kossuth la
decorazione al merito militare.
6 (1861). — Il capitano Francesco Sforza,
antico difensore di Venezia, e ferito da cin-
que colpi di baionetta ai Monti Parioli du-
rante la difesa di Roma nel '49, unitosi con
la sua compagnia del 40o fanteria al 9» bat-
taglione bersaglieri per espugnare il villaggio
d'Arcelli (Abruzzo), si distingue fra tutti per
il suo valore, ricompensato con la medaglia
d'argento.
7 (1801). — Luigi D'Aquino n. a Cosenza
nel 1771, dopo aver combattuto alla difesa
di Napoli contro le bande del cardinale Ruffo,
passato al servizio della Francia con il grado
di capitano, essendo stato rotto dagli Au-
striaci il ponte di Trento, ne costruisce uno
di zattere sotto il fuoco nemico, ed alla testa
di due compagnie ^i cacciatori italiani s'im-
padronisce della città. Mori generale nel 18"2.
8 (1814). — Il generale Bonfanti, con due
battaglioni e 150 gendarmi a cavallo, respinge
gli Austriaci avanzatisi fino a Toscolano, sul
lago di Garda. Sono segnalati per il loro va-
lore gli ufficiali Rivaira, Vismara e Betti.
9 (1801). — Il capitano Mattei, coman-
dante la retroguardia della brigata Pino, ri-
masto isolato con 30 uomini, occupa il ca-
stello di Siena, e mentre Pino si ritira, tiene
a bada per quattro giorni 4000 Napoletani
comandati da Roger de Damas, ottenendo
una capitolazione onorevole. I Napoletani ri-
mangono attoniti vedendo sfilare il drappello
che ha trattenuto la loro marcia.
10 flSlO). — Gli Inglesi, occupando l'iso-
la di Lissa nell'Adriatico, tentano uno sbarco
a Bisceglie, e se ne allontanano dopo aver
praticata una mina sotto le mura della città,
deponendovi un barile di polvere per aprirvi
una breccia. Francesco Paolo Gusman e Do-
menico Campagnolo, a rischio della loro vita,
strappano la miccia e così impediscono lo
scoppio.
11 (1896). — All'alba, l'esercito Abissino
investe il forte di Macallé difeso strenua-
mente dal maggior Galliano, ed è ricevuto da
un vivo fuoco accelerato quando i più audaci
son giunti a breve distanza dai parapetti. Gli
assalitori scompigliati si ritirano, quantunque
ras Makonnen tenti ricondurli più volte al-
l'assalto. Tutti 1 difensori combattono ardi-
tamente; fra gli altri si distinguono il capo-
rale Fecchini di Torino, ed il cara' liniere
Bianchi che, preso sulle spalle un pezzo smon-
tato, lo riporta in batteria sotto i tiri nemici.
la (1848). — Scoppiata la rivoluzione a
Palermo, combatte eroicamente contro i Bor-
bonici ed è uccisa la diciottenne giovinetta
Stella Donati.
13 (1861). - Il maggior Ferrerò, del 40»
fanteria, con 210 uomini, fa fronte in Taglia-
cozzo ai 3000 uomini della banda Loverà, e
contrastando il terreno a palmo a palmo, con
ritoi'iii offensivi alla baionetta, riesce a riti-
rarsi ad Avezzano sull'alba del 14, perdendo
soli 23 uomini fra morti e feriti.
14 (1895). — Dopo un combattimento con
le bande tigrine, continuato per tutta la gior-
nata del 13, il generale Baratieri attacca nuo-
vamente ras Mangascià con un cambia-nento
di fronte, a Coatit, su i confini dell' Oculé
Cusai, ottenendo piena vittoria. Si distinguono
particolarmente i maggiori Toselli e Galliano,
I capitani Folchi e Castellazzi, il tenente San-
guinetti ferito mortalmente, e molti altri uf-
ficiali, sottufficiali e soldati bianchi ed in-
digeni.
15 (1895). — Le nostre truppe, dopo aver
battuto a Coatit ras Mangascià, lo sorpren-
dono e lo mettono in fuga dalla conca di
Senafè, dove s' era accampato. Si distinguono
II capitano Ciccodicola che, con i colpi bene
assestati della sua batteria, disperde le ban-
de tigrine, ed il sottotenente Sallustio Fer-
rari, andato nel cuor della notte ad esplorare
11 campo nemico.
{Continua a pag. 56),
-- 53
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
1. - GIOVANNI BELLINI o GIAMBELLINO
(Venezia 1427-1516).
il più grande della sua famiglia e anche uno dei naaggiori della scuola veneziana. Nelle
prime sue opere si sente il Mantegna, ma più tardi si fece uno stile proprio, dal colorito
vivace. È forse il più grande pittore di Madonne. Si vedano di lui la Madonna degli Albe-
reta, la Fietà di Brera, il Trittico dei Frari, ec.
CnLENDHRIOOSETTlMflNHLE
Anche quest'anno abbiamo nel Calendario Settimanale riservata la intiera pagina di ogni set-
timana al Diario Sacro e al Memorandum. Per dare varietà alla materia vi abbiamo
interccilato mese per mese le pagine di alcune interessanti Effemeridi del Valore Italiano
dovute al eh. pubblicista cav. UGO PESCI e dei Consigli mensili di igiene ed economia
domestica, composti da una gentile scrittrice romana. E per non trascurare la parte ar-
tistica abbiamo pure intercalato una serie di Ritratti di gi-andi pittori italiani dei se-
coli XV-XVII dipinti da loro stessi. Sono 24 ritratti, dei secoli XV e XVI e della prima
vieta del XVIf, i cui oi-iginali appartengono lutti meno tino alla famosa ed unica raccolta
di autoritratti dei pHlori, vanto della Galleria degU Ufizi di Firenze, ed iniziata con felice
pensiero dui Card. Leopoldo de' Medici. Il solo ritratto di Andrea del Sarto è della galleria
Fitti. — Le nostre riproduzioni sono tutte eseguite su fotografie della casa Giacomo Brogi.
1 Mercoledì
1-366
Circoncis. di N. S.G.C.
Cerimonia religiosa
' e civile degli ebrei, alla
qnale era soggetto ogni figlio maschio nel-
l'ottavo giorno dopo la sua nascita. In tale
circostanza davasi pure un nome al neonato.
— S. Concordio, prete, martire a Spoleto, circa
l'a. 175. — S. Telemaco, mart. a Roma, l'a. 403.
— S. Martina, verg., mart. a Roma l'a. 226. —
S. Basilio, dottore della Chiesa greca, sec. IV.
Memorandum. — Capodanno. Festa civile
legale. Sono chiuse anche le Biblioteche, i
Musei e le Gallerie del Regno. — I sindaci
dei comuni pubblicano 1 manifesti per l'iscri-
zione nella lista elettorale, commerciale e nelle
1 ste di leva. Nelle liste di leva devono iscri-
versi tutti i giovani che nell'anno incomin-
ciante compiono il diciottesimo della loro età.
— Oggi maturano le cedole annuali o seme-
strali del maggior numero dei valori bancari
o industriali. — Estrazione Prestito a premi
Città di Milano 1861 (rimborso il 1° luglio);
Prestito Città di Roma e Prov. di Torino;
Obbligazioni Tunisine 1880.
2 Giovedì 1 ^- 'sidoro, vescovo.
2-365 Era vescovo di Er-
' mopoli piccola (Demen-
hur), in Egitto, sulla fine del sec. IV, e si ve-
nera a Nitiia (Basso Egitto). — S. Martiniano,
vesc. di Milano dal 423 al 435 circa. — S. Ma-
cario, romano, conf., ricordato a Piacenza. —
Ss. Alverio e comp., soldati tebei, martiri circa
gli anni 284-305, patroni di Fossano (prov. di
Cuneo), ove furono traslati l'a. 1427. — S. De-
fendente, mart., onorato a Chivasso (prov. di
Torino). — B. Stefana Quinzani, verg. dome-
nicana morta l' a. 1530, onorata a Soncino
(Cremona). — 8. Argeo col fratello Narciso
martiri sotto Licinio.
Memorandum. — Oggi cominciano i paga-
menti del 1" semestre della rendita consoli-
data 5 % nominativa e del l" trimestre della
rendita consolidata 4,50 Vo netto. — Estrazione
Prestito prov. di Ferrara 1879.
3 Venerdì I 8.Antero,pp., martire.
3-364
Greco di origine, suc-
cesse l'a. 235 a s. Pon-
ziano, e fu martirizzato sotto Massimino I
l'a. 236. — S.Daniele, levita, martire tra gli
anni 161-169. — S. Genoveffa, vergine, mart.,
patrona di Parigi. Nacque a Nanterre ed
istruita dal vescovo di Auxen*e, s. Germano,
fece voto di verginità. Prese trilustre il velo
e condusse una vita esemplare. Morì nel 512.
— S. Pietro Balsamo oriundo della Palestina.
Ciidde sotto la persecuzione di Massimino
(311).
Memorandum. — @ L. N. a ore 22,43"».
4 Sabato
4-363
S. Gregorio, vescovo.
Resse la diocesi di
Langres (Francia) dal 507 al 539. — B. An-
gela da Foligno (prov. di Perugia), francesca-
na del terz' ordine, vedova, morta l'a. 1588.
— S. Tito, vesc. Fu convcrtito da s. Paolo e
divise col Maestro le fatiche dell'apostolato.
Creato vescovo di Creta, fini i suoi giorni a
Candia nell'età di 94 anni.
Memorandum. — Oggi a Napoli e In molt^
altre città dell'Italia meridionale bisogna ri-
confermare gli affitti annui delle case o dar©
licenza.
GENNAIO 1908
— 55
(2» Settimana)
5 Domenica
5-362
S. Simeone Stilita.
Nativo (11 Slsan, pae-
se tra la Clllcia o la Si-
i: datosi tC straordinarie penitenze, si con-
dannò a vivere la più tarati parte della sua
vita sopra un'alta colonna. Visse dell' a. 891
al 460. — S. Telesforo, papa dal 125 al 13G.
Nacque in Grecia, ed abbracciò con fervore
la dottrina del Vanjfolo. Riformò l sacri riti
e mori martire della fede.
Memorandum. — Stanotte a Roma tradi-
zionale baldoria, e fiera in Piazza Navcna.
6 Lunedi 1 epifania di N.S. G.C.
6-361 Dal greco e significa
manifestazìotte. Essa ri-
corda la visita dei Magi, il battesimo del Sal-
vatore, il miracolo delle nozze di Cana, e la
moltiplicazione dei pani. — S. Basilissa, verg.,
mart, patrona di Parenzo (Trieste). — Ss. Bal-
dassarre, Gaspare e Melchiorre (presunti nomi
dei Magli. — B. Paola fiorentina, vcrg. camal-
dolese, morta l'a. 1368.
Memorandum. - Epifania. Festa civile le-
gale. Sono chiusi anche i Musei e le Gallerie
del Regno. — Comincia l'ottavario dell'Epi-
fania nella chiesa di S. Andrea della Valle a
Roma per cura dei Sacerdoti delle Missioni
(Pallottini), Dura fino al 13. Ogni giorno pre-
dica italiana alle ore 6, messa in rito latino
alle 8 Vz. messa in uno dei vari riti orientali
alle 9 < o, predica in una lingua estera alle 11,
e altre sacre funzioni.
7 Martedì 1 5* Luciano, prete, mart.
7-360 Nativo di Samosata
^in Siria. Subì il marti-
o per ordine di Massimiuo, verso l'a. 310. —
. Crispino, vesc. di Pavia (451). — S. Sena-
re, vesc. di Verona (284-305). — S. Valentino,
se, di Terni sul principio del sec. VI.
Memorandum. — Da oggi è permessa la ce-
lebrazione delle solennità nuziali, secondo i
decreti del Concilio Tridentino. — Nel calen-
dario Giuliano oggi è Natale. — Pagamento
delle pensioni governative di prima categoria
'Don oltre le 500 lire annue).
8 Mercoledì 1 S. Severino.
8-359 Apostolo del Norico
' (Austria), morì l'a. 482.
— S. Pietro Igneo, monaco di Vallombrosa,
creato vescovo di Albano, mori l'anno 1087.
— S. Natalino, vesc. di Aberdeen nella Scozia.
— S. Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di
Venezia, dal 1451 al 1456. — S. Gudula, verg.,
protettrice di Bruxelles (650?-712), morta ad
Ham, presso Villevorde.
Memorandum. — Natale abissino. — Gene-
tliaco di S. M. la Regina Elena (1873). O-gi
sono chiuso le Scuole, le Biblioteche gover-
native, le Gallerie ed i Musei.
9 Giovedì 1 ^- Fortunato, martire.
9-358 I Ricordato a Smirne.
— S. Marcellino, vesc.
di Ancona, verso gli anni 550-559. — B, Andrea
da Spoleto, minor., morto l'a. 1522. — S. Mar-
ciana, verg., mart; perì nella persecuzione
dell'imperatore Diocleziano. — S. Telano o
Foelano, abate scozzese del sec. VII, onorato
a Straffiline, dove riposano i suoi resti.
Memorandum. — Anniversario della morte
del re Vittorio Emanuele II (1878), Sono chiuse
le Scuole e le Biblioteche governative. Ceri-
monia funebre al Pantheon di Roma. — Oggi
è anche l'anniversario della morte di Napo-
leone III (1873).
10 Venerdì 1 ^' Guglielmo, vescovo.
10-357 Diresse la Chiesa di
^Burges (Francia) dal
1200 al 1209, — S, Giovanni Bono, vescovo di
Milano (645-660). — Ss, Tecla e Giustina, ver-
gini, onorate a Lentini (Siracusa). — S. Pietro
Urseolo, doge di Venezia, poi monaco bene-
dettino, morto l'a. 997. — B. Bcnincasa, abate
benedettino di Cava, morto l'a, 1194. — S. Ar-
cadie, martire in Cesarea della Mauritania, —
S. Paolo, eremita. Nacque nel 288 nella bassa
Tebaide; per sfuggire alla persecuzione di De-
cio, si nascose in una caverna, ove rimase fino
ai 113 anni. Raccontasi che S. Antonio, altro
dei celebri eremiti, essendo andato a trovarlo,
lo rinvenisse morto. — Ad Acqui (Piemonte)
patronale di S. Guido.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 14 SS"», —
Scadenza cedole semestrali Azioni Acquedotto
Nicolay di Genova.
1 1 Sabato 1 S. Igino, papa.
11-356 Successo a s, Tele-
' sforo l'a, 138. — S. Pao-
lino, vescovo di Aquileia, morto l'a. 790. —
S. Anastasio abate, notaio della Chiesa romana.
— S. Teodosio, cenobita, visse ricoverato nel
cavo di una montagna in Cilicia, ma la sua
virtù gli chiamò intorno persone volonterose
di servire Dio, Pensò allora di erigere un mo-
nastero, dove morì a 105 anni nel 529.
Memorandum. —
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il pimiiHin riolla maloHìa Honli npnani lììnaraniì
(GENNA IO - Vedi a pag. 52). — 56 —
16 (1813). - Dopo la ritirata di Russia,
il viceré Eugenio Beauharnais fa tappa a M.a-
rlenwerder con un migliaio d'Italiani riuni-
tisi intorno a lui. I cosacchi, entrati nel pae-
se, giungono fino all'alloggio del viceré: il
velite Bettarini uccide un cosacco, dando
l'allarme. Altri tre veliti affrontano gli assa-
litori fin quando, accorso lo stesso viceré con
gli avanzi dei corpi italiani, i cosacchi sono
messi in fuga lasciando morti e feriti.
ly (1801). — La divisione Lechi, insegue
gli Austriaci tino alle sorgenti della Brenta,
sotto Bassano, dove ha luogo un combatti-
mento con gravi perdite da ambe le parti.
Bonaparte manda particolari encomii al ser-
gente Degli Angeli, ai capitani Bertoletti e
lagnòre, ed al tenente lacopetti.
18 (1814). — Giuseppe Terrone, di Revi-
gliasco, sergente nel 22» reggimento leggero
fr.incese, partito da Montelìascone con un
distaccamento lo conduce per alcani giorni a
traverso a mille pericoli, e lo fa giungere in-
colume a Civitavecchia.
IO (1853). — Ludovico Ropolo, d'Ivrea,
tenente dei bersaglieri, trovandosi a Milano,
guardata con sorriso sprezzante dal capitano
austriaco Giuritz, al teatro della Scala, lo
provoca, ed è convenuto fra essi imo scon-
tro ohe avviene nel territorio piacentino, con
molta solennità, rimanendo ferito l' ufficiale
austriaco. 11 Ropolo, dopo aver fatto la cam-
pagna di Crimea, muore valorosamente a
Vinzaglio, il 30 maggio 1859.
20 (1811). - A Soto del Barco (Spagna)
16 toscani del 280 reggimento francese di cac-
ciatori a cavallo, comandati dal tenente Stoc-
chi di Parma, incontrano mille uomini del
reggimento granatieri di Cantabria, che sbar-
rano loi-o il passo. Al comando del tenente
si slanciano alla carica, e quasi tutti cadono
morti o feriti. — Siamo soli! — dice il cac-
ciatore Gherardoni al tenente. — E tu torna
indietro! — Io tornare indietro? Piuttosto
morire! — Ed a testa bassa torna solo alia
carica e muore.
21 (1861). - La 14» compagnia del G» fan-
teria, comandata dal capitano Antonio Foldi,
è assalita a Scurcola da parecchie centinaia
di briganti condotti dal Chiavone e dal Lo-
verà, contro i quali resiste con grande calma,
facendo energici contrassalti; fin quando non
giungono due compagnie del 40° fanteria, ed
un plotone di Piemonte Reale.
22 (1860). - Simone Paooret di S.t Bon,
capitano di fregata, comandante della Con-
fieriza, dopo essere stato tutta la giornata a
tiro di pistola dalle batterie di Gaeta, si offre
di portare la nave, trasformata in polveriera,
nel porto, per abbandonarvela dopo accese
le miccia.
23 (1861). - Il capitano d'artiglieria Emi-
lio Savio, di Torino, comandante di una bat-
teria costruita di fronte a Gaeta sul monte
dei Cappuccini, dirigendone il fuoco con in-
superabile ardire, cade fulminato da una
palla nemica. Il tenente Quinto (ìozzi, bolo-
gnese, proso il comando della batteria, con-
tinua un fuoco vivissimo, e merita la croco
dell'ordine militare di Savoia.
24 (1867). — Paolo Albizzani, brigadiere
dei RR. Carabinieri, ricovera nella caserma
di Candide (Belluno) alcuni consiglieri comu-
nali, li difende solo contro una folla di for-
sennati, e fattosi strada con la rivoltella in
pugno, li mette in salvo.
25 (1887). — Il maggiore fioretti, con
2 compagnie e due pezzi da montagna, i-e-
spinge dopo quattr'ore di fuoco l'assalto dato
da ras Alula al trinceramento di Saati. Oltre
il comandante, si distinguono il capitano Sar-
torio, il tenente Cuomo, il sottotenente Re-
scali, ed i soldati Cicalini e Romairone.
26 (1837). — Una colonna di 600 uomini,
comandata dal tenente colonnello, De Cristo-
foris, mandata a rinforzare e vettovagliare il
distaccamento di Saati, è sorpresa a Dogali
dalle bande di ras Alula, circa 20 mila uo-
mini. Circondati da ogni parte, ufficiali e sol-
dati cadono uno dopo l'altro, vendendo a
caro prezzo la loro vita. Il capitano De Be-
nedictis, colpito da cinque palle, si rialza tre
volte per combattere; il tenente Griffo, con
le gambe spezzate si trascina per terra in
cerca di cartuccie; il capitano Michelini, solo
ufficiale sopravvissuto, combatte a corpo a
corpo, dopo consumati 22 pacchi di cartucce.
27 (1890). — I carabinieri Angelo Biondo
e Carlo Massari, incontrati in Osiddu (Sar-
degna) dieci o dodici individui armati, inti-
mano loro di fermarsi. Invece questi reagi-
scono e feriscono il Biondo, mentre altri
malandrini sopraggiungono, in tutti una qua-
rantina armati di fucili. I due carabinieri
continuano il fuoco, uccidendo tre malfat-
tori : ma le cartuccie sono ormai terminate,
quando altri due carabinieri arrivano e i
malviventi fuggono.
28 (1865). — Nel territorio di Taranto,
il capitano Ortensio Catucci, con una com-
pagnia del 16° fanteria, assale a tergo 150
briganti della banda Masini. Dopo quattro
ore di combattimento, finite le munizioni, il
capitano, esortati i suoi, carica i briganti alla
baionetta e li mette in fuga.
29 (1861). — Il 21o battaglione bersa-
glieri — maggiore Robaudi — combatte con-
tro una grossa banda, nel territorio di San
Giorgio la Molara (Benevento) l'il, il 28 ed
il 29. In quest'ultimo combattimento, il te-
nente Carlo Certani, di Bologna, inseguendo
i briganti, trovato rotto un piccolo ponticello,
si slancia d'un salto in mezi:o ad essi, rima-
nendo ucciso da varii colpi.
30 (1861). — Il maggiore Lodigiani del
39o fanteria dà l'assalto a San Martino, paese
dell' Appeimino Ascolano, dove una banda di
briganti tiene prigionieri undici uomini di
quel reggimento. Il capitano Oberto penetra
nel paese da un punto ritenuto inespugna-
bile, e dopo un'accanita resistenza i briganti si
sbandano lasciando liberi i prigionieri.
31 (1862). — Il capitano Adolfo Morelli
di Popolo, del 62» fanteria, assale a Monte
Quercia, in Terra di Lavoro, una numerosa
banda di briganti, mettendola in fuga ed im-
padronendosi di 60 cavalli. Gli viene confe-
rita per questo fatto la croce dell'ordine mi-
litare di Savoia.
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RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
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2. - PIETRO VANNUCCI detto il PERUGINO
(Città della Pieve 1416-1523).
fu uno dei più fini tra i primitivi della scuola umbra, ed ebbe l'onore di essere il maestro
di Raffaello. I suoi lavori più celebrati sono la Deposizione della Galleria Pitti e VAssun'
zione della Galleria antica e moderna di Firenze,
GENNAIO 1908
- 58 -
(3a Settimana)
12 Domenical S- Modesto, marlire.
12-355 Soffri il martirio a
— ' Cartagine. — S.Taziana,
m. a Roma sotto Alessandro Severo (223-235).
— S. Probo, vescovo di Verona verso il princi-
pio del sec. VI. - S. Onorata, vergine pavese
(sec. V). - S. luvenzio o Evenzio li, vesc. di
Pavia (377-403).
Memorandum. - Si commemora a Palermo
il principio della rivoluzione siciliana del 1848.
— A Roma nel collegio di Propaganda si tiene
una famosa Accademia poliglotta, in onore dei
Ss. Magi.
13 Lunedi
13-354
S. Leonzio, vescovo.
Fiorì sul principio
del sec. IV a Cesarea
di Cappadocia. — S. Potito, patrono di Ca-
gliari, dove ha luogo la sua festa il 14 feb-
braio. Fu martire verso l'a. 168. — B, Vero-
nica da Binasco (Milano), vergine agostiniana,
morta l'a. 1497. — S. Felice da Nola, origina-
rio di Siria. Fino dai primi anni si consacrò
al servizio di Dio e della Chiesa. E fama che
venisse martirizzato durante la persecuzione
dell'imperatore Decio nel 266.
Me.morandum. — Genetliaco del Principe
Emanuele Filiberto, Duca d'Aosta (1869). —
Pagamento delle pensioni governative di ter-
za categoria (superiori a L. 2000 annue).
14 Martedì
14-353
S. Dazio.
Vescovo di Milano
-'dall'anno 530 al 552. -
B Oderico Mattiussi da Pordenone (Udine),
minorità (sec. XIV). — S. Andrea Corsini, car-
melitano, vesc. di Fiesole dal 1362 al 1373. —
S. Bianca, badessa. — S. Nomadia, vergine
che visse nel secolo V nel Poitou, presso
Tours, dove anche attualmente è festeggiata.
— A Parma, patronale di S. Ilario che fu vesc.
di Poitiers, suo luogo di nascita, venne esiliato
dall' imperatore Costanzo, e morì nel 368.
IMemorandum. — Primo giorno dell'anno,
secondo il calendario Greco-Russo.
in genere nelle province di Bergamo, Brescia,
Catanzaro (ai soli volatili), Firenze, Girgenti,
Messina, Porto Maurizio, Siena, Siracusa (col
fucile), Sondrio, Trapani; della caccia ai tor-
dacei, col fucile, nella prov. di Como ; alle
lepri e perjiici, in quella di Genova; alle sole
lepri, in quella di Massa; alle sole pernici, in
quella di Verona.
16 Giovedì ! S. l«arcello, papa.
16-351 Eletto l'a. 30S, morì
l'a. 309 sotto Massenzio.
— S. Felice, vesc. africano, mart. a Nola (circa
gli anni 284-305). Elevato alla tiara, sostenne
la disciplina ecclesiastica con grande fermez-
za, e si die cura che fossero osservate le pe-
nitenze contro gli apostati. Alcuni cristiani
ribelli lo perseguitarono: fu esiliato da Mas-
senzio, e dopo avere per molti anni trascinato
una misera esistenza, morì martire. — S. Va-
lerio, vesc. di Sorrento, verso l'a. 453. — S. Pri-
scilla, matrona romana (sec. lì. — Bb. Giovan-
na da Bagnorea e Agnese da Sarsina, vergini
camaldolesi. — S. Liberata, vergine, ricordata
a Pavia.
Memorandum. — Fiera a Vittorio (Treviso).
Dura otto giorni. — Da oggi sono permessi la
pesca e il commercio dei carpioni, delle trote
e delle bottatrici.
17 Venerdì
17-350
15 Mercoledì! S. Mauro.
15-353 Monaco benedettino
(565). — S. Efisio, di An-
tiochia, ricordato a Cagliari (sec, III-IV). —
S. Maurizio, venerato ad Alba (Cuneo) e pa-
trono di Lucerna (Svizzera), — S. Secondina,
vergine e martire sotto l'imperatore Decio ad
Anagni (219-251). — S. Giovanni Calibita (abi-
tante di un tugurio), secolo V.
Memorandum. — Entro oggi devono essere
pubblicati per cura dei Comuni i ruoli prin-
cipali dello imposte dirette che restano de-
positati por otto giorni dalla data della pub-
blicazione neir ufficio comunale. — Per la
ricorrenza di S, Maurizio si conferiscono le
decorazioni dell'ordine dei SS. Maurizio e
Lazzaro. — Ultimo giorno per la presenta-
zione delle domande d'ammissione alla Scuola
di Guerra in Torino. — Chiusura della caccia
S. Antonio, abate.
Celebre anacoreta
della Tebaldo, morì a
centocinque anni, l'anno 356. Era nato nel-
l'alto Egitto, e leggendo nel Vangelo quelle
frasi: "Va', vendi quanto possiedi, dallo ai
poveri ed avrai un tesoro nel cielo „ distri-
buì i suoi averi ai povet-elli, ed a 18 armi si
ritirò in un deserto.
Memorandum. — Per la festa di Sant'Anto-
nio, in quasi tutta Italia si pratica la cerimo-
nia della benedizione degli animali, e special-
mente dei cavalli, degli asini e dei muli (in
qualche luogo questa cerimonia si pratica
nella domenica fra l'ottava, cioè il 19'); Alla
vigilia nell'Italia meridionale grandi falò di
allegrezza. — In Toscana si dice oggi: "San-
t'Antonio gran freddura. San Lorenzo gran
caldura, l'una e l'altra poco dura„; come-
pure si dice: "Sant'Antonio dalla barba bian-
ca, se non piove, la neve non manca. „
18 Sabato
18-349
La Cattedra di S. Pietro
in Roma.
Ossia la venuta di questo apostolo nella
città eterna. — S. Prisca, vergine romana, fu
accusata come cristiana all'imperatore Clau-
dio, che tentò indurla a sacrificare agli dèi, ma
invano. Fu pure esposta ai leoni ed al fuoco,
ma ne uscì illesa. Subì il martirio nel 275.
Memorandum. — ® L. P. a ore 14,37m. —
Anniversario della morte del Principe Ame-
deo, Duca d'Aosta (1890). Cerimonia funebre
alla basilica di Superga.
tENNAIO 1908
— 69
(4» Settimana)
19 Domenica! ss. Nome di Gesù.
19-3-48 Fosta Istituita fino
'dal 1500 e fissata per
tutta la Chiesa alla seconda domenica dopo
l'Epifania. — B. Beatrice d'Este, fondò e di-
resse un mogastero di benedettine a Ferra-
ra, e mori l'anno 1262. — S. Ponziano, mar-
tire di Spoleto, l'a. 145. — S. Bassiano, vose
di Lodi dal 378 al 413 dove ò festa patronale
della diocesi. — S. Leucio, martire di Todi.
— S. Catello, vescovo e protettore di Castel-
lammare di Stabia (sec. VII).
Memorandum. — Fiera di S. A ntonio a Terni.
— Nell'Umbria, e particolarmente a Foligno,
si ricorda con funzioni sacre l'anniversario
del terribile terremoto del 1831.
20 Lunedi
30-347
S. Sebastiano
oriundo di Milano, mar-
tire in Roma l'a. 288.
Fu soldato sotto Diocleziano e ne profittò per
giovare alla religione. Venuto l'imperatore a
cognizione delle conversioni che il milite fa-
ceva nell'esercito, ordinò che legato ad un
albero venisse trapassato dalle frecce. A Mi-
lano è una chiesa votiva in suo onore. — A
Firenze, patronale dell'Arciconfraternita della
Misericordia. — S. Fabiano, papa, martire,
resse la Chiesa dal 236 al 250.
Memorandum. — Per la festa di S. Seba-
stiano, corsa dei ttndi a Melilli in Sicilia
(prov. di Siracusa). — Pagamento delle pen-
sioni governative di seconda categoria (supe-
riori a L. 500, ma non a L. 2000 annue).
21 Martedì 1 S. Agnese, vergine,
21-346
Romana: subì il mar-
' tirio verso 1' a. 304. —
S. Epifanio, vescovo di Pavia dal 466 al 496.
— S. Fruttuoso, vesc. di Tarragona, fn impri-
gionato con due suoi diaconi e condannato
con es-i ad esser arso vivo. Perì nella per-
secuzione di Valeriane e di Gallieno l'a. 2r)9.
Memorandum. — Entra il Sole in Aquario.
— A Roma, nella chiesa di 8. Agnese extra
nniros ha luogo la benedizione dei due agnelli
candidissimi che vengono offerti al Papa, e
dalla cui lana vien tessuto il Sacro Pallio. La
catacomba di S. Agnese è aperta al pubblico.
— Annivers. della morte di Luigi XVI (1793)
commemorato dai legittimisti in Francia.
22 Mercoledì! S- Vincenzo, martire.
SS-345 Subì il martirio nella
'Spagna l'anno 290. Era
nato a Saragozza e durante la persecuzione
di Diocleziano e Massimiano, Daciano, gover-
natore della Spagna, .segnò Vincenzo tra le
prime vittimo. — S. Gaudenzio, vescovo e
patrono di Novara dal 397 al 417. — 8. Irene,
matrona romana (sec. III-IV). — S. Raimondo
di Pennafort, 1176-1275, del PP. predicatori
domenicani, fu incaricato daGregorio IX della
collezione delle decretali. Venne canonizzato
da papa Clemente Vili nel 1601.
Memorandum. — Festa patronale di 8. Vin-
cenzo, protettore di Vicenza.
23 Giovedì 1 Sposalizio di Maria Verg.
S3-344 Festa introdotta da
^ Paolo III (1534-1549). -
S. Emerenziana, martire a Roma l'a. 304. ~
S. Amasio, vesc. di Teano, dal 546 al 556. —
S. Idelfonso, benedettino. Fu vescovo della
diocesi di Toledo che resse per dieci anni.
Il suo nome divenne popolare fra gli spa-
gnuoli, sotto il nomignolo di Alonso (657).
Memorandum. — Aimiversario della batta-
glia di Digione (1871) vinta dai Garibaldini
sui Tedeschi. È festeggiato in Italia dal par-
tito radicale, e dalla Lega franco italiana, in
Francia.
24 Venerdì
S4-343
S. Eugenio, martire.
Morì per la fede a
' Neocesarea. — S. Timo-
teo, da Listri, in Licaonia, vesc. d'Efeso, mar-
tire (sec. H. — S. Feliciano, vesc. di Foligno
martire sotto Decio (250-251), patrono della
città. — S. Zama, primo vescovo di Bologna,
dal 270 al 320. — B. Marcolino, da Forlì, do-
menicano, morto l'a. 1397. — S. Teodoro, ve-
scovo di Mira (Licia) l'a. 787, venerato a Ve-
nezia. — Ss. Babila, vescovo, da Antiochia, e
i tre fanciulli comp., mart. in Sicilia. —
S Macedonio anacoreta in Siria. Morì nona-
genario.
Memorandum. — Estrazione pel rimborso
delle Obbligazioni della Società dell'Acqua
Pia (antica Marcia) di Roma.
25 Sabato Conversione dì S. Paoio,
35-343 I apostolo.
Prima fiero persecutore de' Cristiani, sotto
il nome di Saulo, poi Apostolo delle genti.
— B. Angelo, da Gualdo Tadino (diocesi di
Nocera), eremita di Camaldoli. — Ss. Giuven-
tino e Massimino martiri, soldati nelle milizie
di Giuliano l'Apostata, sotto il quale subirono
il martirio in Antiochia (363;.
Memorandum. — A Roma, nella basilica di
S. Paolo extra muros, si espongono al pub-
blico le catene dell'Apostolo.
GII Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
— GO —
I CONSIGLI DEL MESE (Igiene ed Economia Domestica).
GENNAIO
L'igiene in casa. — Il freddo, le bronchiti ed i geloni. — Contro il freldo ai piedi e allo
stomaco — Come si lava la lana e come si conservano gH ombrelli — Inchiostro azzurro —
Trota alla genovese — La focaccin dei Re Magi.
Sioeet home dicono gli inglesi, e dolce casa
dovremmo dire anche noi, gentili lettrici.
Ma le parole non valgono se non sono con-
fortate dai fatti. Il nido domestico è assai
caro agli inglesi perche le loro donne si ado-
perano a renderlo piacevole accudendovi,
con amore, ogni giorno. Il bene va imitato:
facciamo anche noi lo stesso, trasformiamo
le nostre case, da cui, spesso, pel disordine,
per il cattivo gusto degli arredi, gli uomini,
che vi tornano dopo lunghe ore di lavoro
intenso, esauriente, non vedono l'ora di scap-
pare, in asili lindi, igienici, graziosi, dove
l'occhio riposi tranquillo e dove si rinfranchi
il cervello. Avremo fatto, cosi, il bene nostro
e dei nostri.
Vi darò, oggi, qualche consiglio igienico:
l'igiene, ricordatelo, va anteposta a tutto.
Curate, dunque, principalmente che gli into-
nachi e le decorazioni delle pareti siano sem-
pre asciutti, che le carte da parato e le tap-
pezzerie non contengano, nei colori, sostanze
velenose. È una distinzione sottile, che da
sole, forse, non saprete fare: ma vi sarà age-
vole consigliarvi con qualche persona cona-
petente, ovvero scegliere, nei negozi più one-
sti, degli articoli fini, che, se costano molto,
in compenso durano di più e nuocciono di
meno, anzi non nuocciono affatto.
Se la vostra casa è modesta, se non po-
tete aumentare il vostro piccolo bilancio do-
mestico, sostituite subito alla carta o alle
tappezzerie l'intonaco a calce, preferendo il
color giallo chiai-o e il cilestrino che su gli
altri colori hanno il vantaggio di non offen-
dere gli occhi. Quanto al sistema di pittura,
attenetevi alle vernici a smalto, ai colori a
colla e ad olio.
Se la vostra casa ha, invece, la possibilità
d'essere messa con lusso, badate bene ad
abolire le tappezzerie dalle camere da letto,
e specialmente da quelle dei bambini e degli
ammalati : le stotte ritengono troppa polvere
e si disinfettano con difficoltà. Le carte da
parato, poi, non solo nei colori, ma, e più,
nella colla con la quale si fissano, contengono
traccio di arsenico e di piombo. Sono veleni
che vi si lasciano a bella posta per difen-
dersi da-,'Ii insetti: ma questo vantaggio non
è proporzionato ai danni che porta, perchè
sulla pasta, diciamo così, insetticida, si for-
mano del microorganismi detti fomiceli, da
cui derivano pericolosissimi gas arsenicali.
Gli operai potranno obiettarvi che la colla,
non purificata, non tarderà a putrefarsi : vi
sarà agevole risponder loro che per impedirlo
basta aggiungere, per ogni chilogramma, quin-
dici grammi di acido borico.
E questi sono i primi passi ch'io vi con-
siglio colla migliore buona volontà di rendere
davvero dolce il vostro nido.
Siamo In pieno inverno, e gli effetti del
freddo si fanno, pur troppo, risentirò. Io mi
auguro che la maggior f rrte dei miei lettori
non ne abbiano bis f^iao : ma la stagione vuole
che impartisca delle norme contro le bron-
chiti, polmoniti ed altri brutti malanni di...,
attualità. Le niie, del resto, saranno norme
profilattiche : io non vi dico come dovete cu-
rarvi (in certi casi gravi è indispensabile il
medico); vi dico, invece, come dovete, pro-
venire, evitare di cadere infermi. Siate, dun-
que, robusti o gracili, le precauzioni clie vi
converrà prendere durante questo mese, non
saranno mai soverchie. Le bronchiti e le pol-
moniti sono assai pericolose nei bambini e
nei vecchi: ma non sono, certo, da prendersi
a gabbo nei giovani. Da venti ai trent'anni,
anzi, esse colpiscono con.... predilezione spe-
ciale, e colpiscono l'uomo più che la donna,
meno esposta, per il suo genere di vita, alle
cause da cui esse germogliano e infieriscono.
La prima di queste cause è un rapido raf-
freddamento del corpo dopo un moto acce-
lerato od un faticoso lavoro. E, s'intende,
r uomo vi è esposto, in linea generale, assai
più della donna.
Quando le necessità della vita lo impongo-
no, bisogna rassegnarsi, confidare nella prov-
videnza e cercar di coprirsi avanti che l'aria
fredda possa, d'un colpo, ferir l'organismo
riscaldato. Quando l'uomo non si trovi co-
stretto dal bisogno del pane quotidiano, farà,
quindi, bene a sospendere certo genere di
lavoro. Per esempio, d'inverno si fanno molte
gite in bicicletta, si va a caccia, si eccede
negli esercizi ginnastici, ritenendo, in mas-
sima buona fede, di sollevare igienicamente
la propria temperatura. È un grossolano er-
rore: la temperatura si solleva, sì, ma subisce
il contraccolpo dall'aria fredda e.... la seconda
parte del programma distrugge il beneficio
della prima.
Gli effetti del freddo si manifestano anche,
in maniera palese, sulle nostre estremità. An-
che le persone che hanno fino ad ieri cantata
vittoria, cominciano a guardarsi le dita con
un senso di terrore: i geloni, gli eterni ne-
mici tornano a deturparle. Non è una ma-
lattia ma costituisce, lo stesso, una soflerenza.
Ed una sofferenza doppia : tìsica e.... morale.
Le belle signore si rassegnerebbero presto
al dolore: quanti dolori non sopportano in
omaggio a madonna moda? Ma non sanno
rassegnarsi alla profanazione che si com-
mette dai geloni sulle loro manine bianche
morbide, affusolate.... Cerchiamo dunque di
venire in aiuto della loro vanità, più che
delle loro pene. I geloni si combattono e
con parecchie armi tutte taglientissime: chi
vi dice che mandarli indietro nuoccia alla
salute, mentisce. Ho fatto degli esperimenti
su me stessa, e sto bene come prima. Co-
mincerò col proporvi 11 metodo che predi-
ligo perchè più semplice, più innocuo e più
sicuro. Prendete, dunque, uua catinella a me-
-GÌ -
ti pioi;.t ,...-. ti^piil;», con sale o senapa,
iiìatcvt le niAiii ammalato, e gradatamente,
..Ito versare da una persona sull'acqua te-
pida aequa bollente. Vi parrà subito di non
poter resistere: ma siate forti e, a mano a
mano, resisttn-ete benissimo. Quando l'acqua
s;irà bollente al punto da fumire nella ca-
tinella, e voi, anche contorcendovi un po',
giudicherete giunto l'apice della tollerabilità,
to^'liete via lo mani. Esse sai-anno divenute
livide: ma ben presto, asciugate con un pan-
no, riprenderanno 11 loro colore e cesseranno
di darvi prurito. Ripetete per pochi giorni
quotidianamente l'operazione, e tutto sarà
scomparso.
Altri metodi consistono in un rapido, ri-
petuto pas.saggio dall'acqua bollente di una
oatinolla, all'acqua freddissima di un'altra
(se l'operazione si fa di sera, le mani po-
tranno, dopo, spargersi di finissima polvere
'.i riso e fasciarsi con pezzuole di tela); nella
ntura di Iodio, adoperata con precauzione
tse no si corre il rischio di soffrire di più
per la caduta della pelle).
Se, poi, le vostre mani sono screpolate sol-
tanto, limitatevi a fregar la parte sofferente
col sugo d'una cipolla.
Dopo avervi detto che non vi dovete scal-
dare quando vi trovate all'aria aperta, voglio
indicarvi il modo di scaldarvi quando vi tro-
vate chiusi nelle vostre camere. Vi sng^reri-
sco un rimedio contro il freddo ai piedi, ed
una bevanda contro il freddo allo stomaco.
Chi è costretto a restarsene lunghe ore
a tavolino, a scrivere o a cucire, sa quanto
sia penoso sentirsi gelate le estremità. I piedi
freddi danno un senso di malessere, che atro-
fizza ogni facoltà mentale. Avviluppate, dun-
que, come non sdegnano le elegantissime si-
gnore di Pietroburgo,! vostri piedi, al di sopra
della calza, in un foglio di carta, e poi met-
tete pure le scarpe. L'aria, così, non vi può
più penetrare, e, quindi, il freddo cessa im-
mancabilmente. Preferite, invece, un altro ri-
medio? Servitevi della senapa. Ba.sta che ne
spargiate appena l'interno delle calze perchè
scompaiono, col riscaldarsi delle estremità,
tutti i malanni che si devono all'affluenza
del sangue al centro dell'organismo.
Ed ecco, ora, la bevanda. Si tratta d'un
cfiffè e latte all'egiziana, ottimo per scaldarvi
con dolcezza lo stomaco. Versate in una coppa
di cristallo, o di terra;,'lia, tanto caffè e tanto
latte freddo quanto vi basti: frullatevi den-
tro dei torli d'uova (uno per persona), ag-
giungetevi lo zucchero necessario ed un bic-
chierino di cogline. A fuoco lento farete cuo-
cere, agitando piano con un mestolino, tutto
ciò: e quando il contenuto (che, naturalmen-
te, si troverà in un recipiente di latta», salirà,
per il bollore, fino all'orlo, versatelo nelle
tazze e servite.
* *
Ma passiamo a qualche consiglio che ri-
guardi le vostre..., suppellettili.
Molti commettono l'errore di mandare al
bucato le lanerie. Niente di più disastroso:
esse si restringono, si consumano, durano la
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto
il rimedio delie malattie
metà. Via la ;......,. .....i, o fato d,i v,.i stesse:
con venticinque grammi di bicarbonato di
soda In mezza vasca d'acqua fredda, ci ver-
rete a capo presto e bene. Tutfate la maglia
nella soluzione, lasclatevela dodici oro, e, nel
toglierla, badate di non torcerla affatto ma
di risciacquarla soltanto nell'acqua pura, fin-
ché dall'acqua medesima sia scomparsa ogni
traccia di torbido. Infine, sempre senza tor-
cerla, levatela dalla vasca per distenderla
all'ombra. Gocciolerà, ma non Importa: po-
trete sottoporvi una catinella, se la corda
dove su cui la tendete è in una stanza.
Volete, ora, sapore come si conservano gli
ombrelli? In un.a maniera semplicissima; te-
nendoli sciolti. È un grave errore arroto-
larli: lo strofinio della seta contro la mano
lascia che quella si incida e si .scolori presto,
dove è piegata longitudinalmente. L'ombrello
sciolto non è estetico: ma dura il doppio.
Eccovi, adesso, qualche utile ricetta. L'in-
chiostro azzurro è molto ricercato dalle si-
gnore: per ottenerlo denso come quello ci-
nese, sciogliete in una sutficien 'e quantità di
acqua, un'onc'a gras.sa d'indaco fino, un'on-
cia d'acido solforico, e un'oncia grassa di al-
lume. Fate precipitare la soluzione aggiun-
gendovi un po' di sotto-carbonato di potas.sa.
Vediamo, adesso, come si può imbandire
un'ottima trota alla genovese. Mettete nella
casseruola un pezzo di burro con funghi,
prezzemolo e cipolle tagliate. Appena tutto
sarà cotto, aggiungete uno crosta di pane
che avrete fatto già cu>^cere nel vino insieme
colla trota. Ne risulterà una salsa magnifica,
entro cui voi servirete, dopo averla fatta goc-
ciolare per bene, la trota.
Non posso chiudere meglio questo " re-
parto culinario „ che insegnandovi a confe-
zionare la storica focaccia dei Re Magi, di
cui, in Francia, il giorno dell' Epifaniai, non
manca nessunissima mensa. Essa contiene
un chicco di fava, e colui al quale tocca in
sorte la fetta che lo racchiude, viene dichia-
rato Re o Regina ed imposto ai festeggia-
menti degli altri. L'usanza si vuol derivata
da una cerimonia ecclesiastica degli antichi
tempi, consistente nell' eleggere fra i cano-
nici colui il quale doveva officiare nel giorno
dell'Epifania.
Ma basta con la storia: veniamo presto
alla ricetta. Lavorate tre rossi d' ovo con
150 grammi di zucchero, aggiungetevi cin-
quanta grammi di farina di patate, poi 150
grammi di mandorle dolci sbucciate, poi il
sugo e la superficie raschiata di un arancio
e mezzo. A questo miscuglio unite, in ulti-
mo, le chiare delle tre ova, versate tutto in
una scatola di carta unta di burro alla gro.s-
sezza di un dito e mezzo, e cuccete al fuoco,
a moderatissimo calore.
Le guarnizioni, a cottura finita, le farete
con la chiara d' ovo, lo zucchero a velo,
l'agro di limone ed il rosolio, adoperando una
sola chiara d'ovo, 130 grammi di zucchero
un quarto di limone, ed una cucchiaiata di
rosolio. Coperta che abbiate la focaccia con
questo miscuglio, essa asciugherà da sé, senza
bisogno di fuoco. Non dimenticate la favai
ricostituente, la salute delle donne,
denli nrn;ini rlinpr^nti
- G2 -
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
FEBBRAIO
1 (1886). — Il capitano Lado dei RR. Ca-
rabinieri, nato ad Ozieri, essendo rovinata a
Benevento gran parte di un edifizio destinato
a scuole elementari femminili, penetra per
11 primo carponi sotto le macerie, e riesce a
salvare due bambine che ancora erano nella
scuola al momento della rovina.
a (1864). — Il brigadiere Forloni ed i
carabinieri Rizzi, Favalta, Lucarini e Ber-
nardi, della stazione di Acerenza, sono cir-
condati da 25 briganti a cavallo. Il Forloni
e il Favalta muoiono combattendo e racco-
mandando ai compagini l'onore della divisa:
poi muore il Rizzi. Gli altri due si ritirano
sovra un'altura, e quantunque il moschetto
del Bernardi sia divenuto inservibile, resi-
stono per un'altra mezz'ora, fin quando non
sopraggiunge in loro soccorso una compagnia
di G. N. mobile.
3 (1834). — Giovanni Battista Scapaccino,
carabiniere a cavallo, d'Incisa Belbo, tor-
nando da Chambery alla stazione d'Echèlles,
trova occupata la caserma da una banda ri-
voluzionaria. Afferrate le redini del cavallo,
gli intimano di gridare Viva la Beptibblica:
egli risponde col grido di Viva il Re, ed è
ucciso da due fucilate.
4 (1812). — La fortezza spagnola di Peni-
scola, di lesa da 1000 uomini con 66 cannoni,
capitola dopo otto giorni d'assedio, investita
dal lo reggimento leggero italiano coman-
dato dal colonnelo Arese, dirigendo i lavori
d'approccio i capitani Vacani e Guaragnoni.
Il maresciallo Suchet esprime la sua piena
sodisfazione per gli assedianti.
5 (1861). — Alcuni briganti della banda
Chiavone tentano una sorpresa notturna al
villaggio di Cese, sulle montagne di Civitella
Rovereto. Ma il parroco don Vincenzo Tomei
dalle finestre di casa tira contro di essi pa-
recc-hl colpi di fucile, mentre il campanaro
.suonando a stormo fa accorrere la truppa
ohe trova due briganti feriti.
6 (1864). — Un drappello di ussari di
Piacenza ed un plotone dell' 11» bersaglieri,
perlustrando le rive dell' Ofanto, incontrano
due briganti a cavallo che si gettano nel fiu-
me per passarlo a nuoto. Gli ussari tirano
qualche colpo di moschetto che va a vuoto.
Il bersagliere Botta si spoglia, ed armato
della sola daga si getta nel fiume, raggiunge
un brigante e lo fa prigioniero.
7 (1862). — In Ni astro, Giovanni Pazzi
tamburino del IT» fanteria, riportando una
grave ferita alla spalla, salva la vita ad un
brigadiere di P, S. che, stramazzato a terra,
stava per essere finito da alcuni malfattori
armati di stili.
8 (1846). - A Salto Sant'Antonio, nel-
l'Uruguay, la legione Italiana comandata da
Garibaldi, attaccata da forze molto superiori,
fa prodigi di valore respingendo la cavalleria
e distruggendo la fanteria nemica. France-
sco Anzani, di Alzate, già ferito, rimasto a
guardia del forte con 12 uomini validi e po-
chi ammalati, alla intimazione d'arrendersi
risponde con la minaccia di dar fuoco alle
polveri facendo saltare il forte. L' Anzani, ve-
nuto con Garibaldi in Italia nel 1848, morì
appena arrivato a Genova.
9 (1889). — In Licata (Girgenti) i cara-
binieri Nunzi e Faulisi Inseguono cinque
malfattori armati, che già avevano gi-ave-
mente ferito una guardia daziaria. Da una
nuova scarica, il Faulisi riceve una grave
ferita all'addome, ma ciò non ostante si rialza
ed insegue i feritori, sparando contro di essi
vari colpi di rivoltella, fino a quando egli non
è caduto morto.
10 (1805). — Due distaccamenti di reg-
gimenti italiani, imbarcati su piccole navi da
trasporto, sono assaliti da legni inglesi nel
tragitto da Caiais a Boulogne, e li respingono.
Sono encomiati solennemente il tenente Vet-
tori, il sergente Jacquet, ed il volontario Bel-
trami morto durante il combattimento.
11 (1814). — Carlo Signoretti, di Barge,
dopo aver fatto con grande onore tutte le
campagne napoleoniche, combattendo a Ma-
rengo, Austerlitz, Eylau, Wagram ed Jena, e
nella campagna di Russia, in quella di Fran-
cia, comandando l' li» reggimento di fanteria
francese, difende per ventiquattro ore la po-
sizione di Nogent sur Seine contro gli al-
leati, perdendola e riconquistandola per due
volte.
la (1813). — Il generale Palombini, di-
retto da Madrid in Biscaglia, guidando egli
stesso un battaglione, sgombra le alture di
Posa occupate da 4000 Spagnoli, e mentre
sopraggiungono altre truppe della sua divi-
sione li mette in fuga, meritando particolari
elogi gli ulficiali Matteucci, Abati, Bernardini,
Del Finto, Baccarini e Rasi.
13 (1861). — Le batterie costruite per
battere la piazza di Gaeta aprono simultanea-
mente il fuoco. Molti soldati cadono morti o
feriti: un cannoniere della batteria Vinai si
fa amputare un braccio senza lasciare il suo
posto, e dice al capitano che lo conforta: " Mi
dispiace soltanto di non potere più far fuo-
co! „ Scoppia nella piazza la polveriera Tran-
silvania e Gaeta capitola.
14 (1814). — Giacomo Pasquale, nato nel
Biellese, guardia del genio di 1» classe, rin-
chiusosi con 100 soldati il 27 settembre 1813
nel castello di Monzon (Aragona), ottiene ono-
revole capitolazione dopo Ito giorni d'asse-
dio dal nemico ohe lo assediava con 3000
uomini.
(Continua a pag, 66).
- 63 -
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
3. - LEONARDO DA VINCI
(Vinci presso Empoli 1452-1519)
una delle più grandi figure del Rinascimento italiano, pittore, scultore, architetto, scrittore,
pensatore, scienziato, vero ingegno universale. A dargli gloria come pittore bastano il Ce-
nacolo di S. M. delle Grazie, capolavoro che muore ma che resta pur sempre una delle
più sublimi creazioni dell'arte, la Vergine delle Rocce, la Gioconda.
GENN.-PBBBR. 1908
-^ 64 -
(6» Settimana)
26 Domenica! ""e^ta delia S. Famìglia,
26-341 istituita da Leone XIII
' nel 1892. — B. Alberigo,
abate dell'ordine cistcrciense, morì l'a. 1109.
— S. Atanasio, vescovo di Sorrento, sul prin-
cipio del see. VI. — S. Teofanie, da Cento-
celle (sec. VI). — S. Policarpo, vescovo e mar-
tire. Ebbe la bella sorte di conversare con
quelli che avevano veduto Gesù Cristo. Fu
ordinato vescovo di Smirne da S. Giovanni
evangelista l'anno 96. Fervendo la persecu-
zione e condotto davanti al proconsole, ne-
gando di sacrificare agli dèi, venne martiriz-
zato l'anno 166.
Memorandum. — C U. Q. a ore IC.l"".
27 Lunedì
S7-340
S. Giovanni Crisostomo
detto Crisostomo da due
voci greche significanti
hocca d'oro, per la sua straoi-dinaria eloquenza.
Promosse utilissime riforme e tentò correg-
gere i costumi. Molti perciò lo presero a
odiare e x'iuscirono a farlo esiliare. Morì, dopo
molte persecuzioni sofferte, l'anno 407. —
B. Manfredo Settàla, milanese, eremita. —
S. Devota, vergine còrsa, martire nella perse-
cuzione di Diocleziano (284-305). — S. Flavia-
no, romano, martire a Montefiascone (sec. IV).
— S. Emiliano, vescovo di Trevi, l'anno 298,
martire. — S. Mario o Maio (555) monaco,
venerato a Forcalquier. — A Catanzaro festa
patronale di S. Vitaliano.
Memorandum. — Natalizio di Guglielmo II
imperatore di Germania (1859). — Oggi pa-
gamento degli stipendi agli impiegati gover-
nativi.
28 Martedì 1 S. Cirillo, vescovo.
S8-339 Oriundo d'Alessan-
dria d'Egitto. Venuto a
morte Teofllo suo zio, egli ne fu degno suc-
cessore. Il suo zelo e la sua dottrina riful-
sero quando l'eresiarca Nestorio, patriarca
di Costantinopoli, sostenne esservi in Cristo
due persone, e Maria non essere madre di
Dio. Ad Alessandria è celebrata la sua pa-
tronale il 9 febbraio. 11 santo vescovo morì
nel 444. — B. Bartolomeo da Pisa, monaco
camaldolese, morto l'a. 1224. — S.Paolino,
patrono di Aquileia, oriundo del Friuli, dove
è festeggiato (726-804).
Memorandum.
29 Mercoledì! S. Francesco dì Sales.
29-333 Vescovo di Ginevra,
^ morì a Lione l'a. 1622.
Fu dichiarato pi-otettore dei Seminari delle
missioni estere. — S. Aquilino, prete, marti-
rizzato dagli ariani a Milano, patrono dei fac-
chini (sec. VI). — B. Villana Botti, matrona, da
Firenze, del terz' ordine domenicano, motta
l'anno 1370. — A Perugia festa patronale di
S. Costanzo.
Memorandum. — Oggi, domani e domau
l'altro, ultimi giorni di gennaio, a Milano e
in altri luoghi della Lombardia, sono detti i
tre giorni della Merla, e si crede che siano
giorni freddissimi.
30 Giovedì l^- 'PPOl'to, prete, mart.
30-33*? 1 D'Antiochia, corona-
to di martirio nella per-
secuzione di Decio (250-2511. — S. Aldegonda,
vergine, abbadessa, morta l'a. 680. — S. Fe-
lice III, papa dal 483 al 492. — S. Armentario,
vesc. di Pavia (sec. Vili). — S. Savina, ma-
trona, da Lodi (sec. IV). — S. Giovanni pa-
triarca di Alessandria (608-619). Ebbe il so-
prannome di elemosiniere per le sue generose
elargizioni ai poveri.
Memorandum.
3 1 Venerdì 1 S. Giulio, prete.
31-336 Onorato nell' isoletta
omonima nel lago d'Oi--
ta (Novara), ove riposa il suo corpo (330-400).
— S. Marcella, vedova romana (sec. V). —
S. Ciro e Giovanni, martiri, onorati a Vico
Equense (Napoli). — S. Geminiano, vescovo
di Modena. Festa patronale a Modena ed a
Pontremxoli.
Memorandum.
miniano.
A Modena fiera di S. Ge-
1 Sabato
32-335
S. Severo, vescovo.
Vescovo di Ravenna
dal 283 al 348. - B. An-
tonio Peregrino, della famiglia Manzia, morto
l'a. 1267, onorato a Padova. — B. Andrea, da
Segni (Roma), minorità ad Anagni, a' tempi di
Bonifacio Vili. - Festa patronale di S. Ver-
diana a Castelflorentino.
Memorandum. — Agli albi municipali si
pubblicano per 15 giorni le liste elettorali,
commerciali e la lista di leva. — Cessa nella
provincia di Cagliari il permesso di caccia
minuta. — Per questo mese e per tutto marzo
sono vietati la pesca e il commercio dei te-
moli 0 dei latterini: e sino a tutto maggio la
pesca delle ariguste. — Estrazione del prestito
a premi della Croce Rossa Italiana e del Pre-
stito Unificato fiorentino 1880. — Scadenze
cuponi Prest. a premi e frutt. della città di
Napoli (1871).
FEBBRAIO 1908
- 65 --
(6» Settimana)
2 Domenica I Purificazione di Maria.
33-33'! Cerimonia speciale
presso gli ebrei, pre-
scritta alle madri (vedi nel Levitieo capo XII
Ters. 6-8) ed adempita anche da Maria. S. Ser-
gio I papa ne istituì la festa verso il 689, ag-
giungendovi la processione delle candele. —
8. Lorenzo, benedettino italiano, vescovo di
Canterbury, morto l'anno 619. Patronale della
diocesi di Cuneo. — 8. Rodippo, vescovo di
Lentini (Siracusa).
Memorandum. — ® L. N. a ore 9,37"'. —
Un noto proverbio toscano intorno alle vi-
(-ende meteorologiche di oggi,_dice: " Per la
--.inta Candelora [la J'unficazi'one], se nevica
■ se plora [piove], dell' inverno siamo fuora ;
-..' è sole o solicello, siamo a mezzo inverno „.
- Capodanno cinese. Primo giorno della pri-
vì!i luna dell'anno Vu-scen (anno 45 del 76»
3 Lunedì 1 S. Biagio, martire.
34-333 Nativo di Sebaste
(Palestina), medico e
vescovo della stessa città, martirizzato verso
l'anno 316. — S. Lorenzo, vescovo di Spoleto
dal 552 al 563. - S. Gilberto, mart. — S. Ade-
lino, abate di Celles (Liegi), trasse vita romita
in quel cenobio con altri compagni, e mori
nel 690. Le sue ceneri riposano a Wiset, pic-
cola città sulla Mosa, dove nel 1338 fu pure
trasportato il capitolo di Celles.
Memorandum. — A Modena, commemora-
zione patriottica del tentativo insurrezionale
di Ciro Menotti (1831). — Oggi in Livorno co-
mincia il Carnevale, per speciale costumanza
della città in seguito ad un voto fatto nel 1742
dopo nove fortissimi terremota
4 Martedì 1 ^- Gelasio, martire.
35-332 Morto per la fede a
'Fossombrone coi santi
Aquilino, Gemino, Magno e Donato. — S. Ve-
ronica o Berenice, di Edessa: colei che, se-
condo la pia tradizione, avrebbe asciugato a
Gesù condotto a morte il volto madido di
sudore e sangue (sec. I). — S. Giuseppe da
Leonessa (Aquila degli Abruzzi) cappuccino
(1556-1612).
Memorandum. — Principio del nuovo anno
per i mussulmani. — Festa di 3. Agata a Ca-
tania, col giro del Santo Corpo. Passeggiata
delle 'ntuppatedde (ora presso che in disuso).
— Genetliaco della Principessa Maria Elisa-
betta, Duchessa di Genova, madre della Re-
gina Margherita (1830).
5 Mercoledì
36-331
S. Agata, verg., mart.
Siciliana: sabì il
martirio per la fede
l'a. 251, sotto l'imperatore Decio. È U patrona
di Catania, — 8. Abramo, tp«oovo. martir*
di Arbfllla, oadnto. sAooodo Soaomezio. Balla
persecuzione di Sapore (348). — S. Avito, ar-
clveso. di Vienna, nativo dell'Alvernla, eletto
nel 490 e morto nel 525. — S. Alice, vergine.
Vuoisi che questo vocabolo sia il femminile
di Alessio.
Memorandum. — La repubblica di San Ma-
rino festeggia l'anniversario della sua libera-
zione dal card'. Alberoni (1740): le campane
della città e dei castelli suonano a festa già
da tre giorni. — Festa e fiera di S. Agata al
Bisagno (Genova). — Pagamento delle pen-
sioni governative di prima categoria (non ol-
tre le 500 lire annue).
6 Giovedì
37-330
S. Dorotea, verg., mart.
Di Cesarea di Cap-
padocia, mart. l'a. 308.
— S. Giacinta Marescotti, istitutrice dell' ar-
ciconfraternita dei Sacconi morta nel 1G40,
venerata a Viterbo (Roma). — S. Amando,
vescovo di Maestricht, oriundo francese. Fu
l'apostolo delle Fiandre e degli slavi della
Corinzia. Morì nonagenario nel 675, e le sue
spoglie riposano nella chiesa dell'abbazia di
Elmon, che porta il suo nome (Butler).
Memorandum. — Nascita del Principe Tom-
maso, Duca di Genova (1854).
7 Venerdì
38-329
S. Romualdo, abate.
Nativo di Raven-
na, della famiglia degli
Onesti, fond. dell'eremo di Camaldoli e del-
l'ordine de' Camaldolesi, con la regola bene-
dettina: 956-1027. — S. Riccardo, re d'Inghil-
terra, morto a Lucca, recandosi pellegrino
a Roma, l'a. 771. — S. Teodoro, soldato, mar-
tire sotto Licinio (314-323) in Eraclea del
Ponto.
Memorandum. —
8 Sabato
39-328
S. Giovanni di Matha
e S. Felice di Valois.
Fondarono l'ordine
dei Trinitarii, per il riscatto dei cristiani schia-
vi dei Turchi; 1169-1213. — S. luvenzio o
Evenzio I, vesc. di Pavia (sec. II). — S. Ono-
rato Castiglioni, vesc. di Milano dal 568 al 572
(o 580 secondo il Sassi), morto esule a Genova.
— S. Paolo, vescovo di Verdun. Morì nel 634
e fu sepolto nella chiesa della stessa città,
che porta il suo nome. — S. Pietro Igneo, mo-
naco vallombrosano che combattè oontxo la
simonia, e morì nel 1088.
Memorandua.
V Olio
é il
lA rieaitltuMts. la lalirts dalla donna.
{FEBBRAIO - Vedi a pag. 62). — ^
15 (1807). — Francesco Signoretti, cH
Barae, capitano nel 21» dragoni francesi, as-
salito improvvisamente a Weissenstein, con
I suoi uomini appiedati, da 500 cosacchi, li
affronta e con un vivo fuoco li mette in fuga,
meritando d'essere portato all'ordine del
giorno dell'esercito. Si segnalò poi In Spagna
combattendo a Figuerola contro gli Inglesi,
e nella giornata di Waterloo dove condusse
ripetutamente alla carica gli squadroni del
4» ussari.
16 (1896). — Il tenente Cesare Cisterni
del 190 fanteria, mandato dal forte di Adigrat
In recognizione verso il passo di Seetà occu-
pato dai ribelli, Incontrate numerose bande,
con soli 66 uomini ne sostiene l'urto, e quan-
do è minacciato da ogni parte si ritira, sem-
pre combattendo, fino al forte dal quale era
partito.
(1808). — Le truppe vicereali delle di-
visioni italiane Pino e Lechl, ed i napole-
tani condotti dal Carrascosa, combattono gli
Spagnoli a Llinas. 11 colonnello Balabio slan-
cia i dragoni Napoleone sulle batterie nemi-
che: gli ufiQciali Bovio e Scanagatti Giovanni
sono i primi a slanciarsi su due cannoni. I
capitani Gagliardi e Schiazzetti inseguono
il nemico che lascia sul campo molti morti
e feriti; e gli fanno 1400 prigionieri compreso
II generale di brigata Gamboa, prendendo
inoltre 2 bandiere e 10 cannoni.
17 (1885). — Beniamino Leone, appun-
tato dei RR. Carabinieri, affronta solo con
singolare coraggio due facinorosi, e quantun-
que ferito da un colpo di fucile, li insegue,
poi penetra in una casa di Cerignola dove si
sono rifugiati, e li arresta.
18 (1814). — Francesco Domenico Rusca,
medico, arruolatosi nell'esercito francese nel
1794, inalzato al grado di generale nel 1796,
dopo essere stato ferito alla battaglia della
Trebbia, ebbe nel 1809 il comando di una
divisione. Meritata fama nel 1813 in Tirolo,
avuto il comando delle riserve e delle guar--
die nazionali nel 1814, muore difendendo la
città di Soissons contro gli alleati.
19 (1869). — Parte della 3* compagnia
del 9o fanteria distaccata a Leonforte (Sicilia)
circondata una masseria in contrada Cipolla,
dove sono rinchiusi circa 50 briganti, non
ostante la loro viva resistenza ne uccide 25
e fa gli altri prigionieri.
20 (1810). — A Vicque, in Spagna, il reg-
gimento italiano dragoni Napoleone, soste-
nuto da poca artiglieria, carica la cavalleria
spagnola disordinandola e facendo un mi-
gliaio di prigionieri. Il dragone Francesco
Baratelli si slancia primo fra i nemici e s'im-
padronisce di una bandiera; 11 dragone Mo-
netti ricupera un pezzo d'artiglieria già pre-
so dagli Spagnoli.
«1 (1862). — Alessandro Marchesi, sotto-
tenente dell'Ilo fanteria, con soli 30 soldati
mette in fuga dal villaggio di San Pietro (Sala
CouHiliua) 150 briganti, impadruueadosl di
m-mi, cavalli e muniziont
»a (1850). - Appena letta, in corte d'as-
sise a Tonno, la sentenza contro i 17 com-
ponenti la banda Artusio, questi si avventano
contro i sei carabinieri che stavano a loro
guardia, tentando di disarmarli. Il maresciallo
Panizza, afferrato per il collo dal più furente
dei ribelli, lo uccide; l'energia ed il sangue
freddo dei cinque militi riesce a sottomet-
tere gli altri.
a3 (1813). — Il 4° reggimento cacciatori
a cavallo italiani, comandato dal colonnello
Erculei, assalito da 4 reggimenti russi fra bo-
schi e paludi vicino a Stanberg, si difende
valorosamente, lasciando sul campo 700 fra
morti e feriti. Il capo squadrone Giovanni
Re, con gli ufficiali Beccaria, Bordogni e
Franzi, salva un convoglio di 40 carri di
feriti.
24 (1863). — Il sottotenente Camillo Lau-
ri, del 39» fanteria, visti alcuni briganti a ca-
vallo internarsi in un bosco vicino alla mas-
seria Francavilla (Benevento) li assale con
16 uomini. Trovatosi ciicondato da 80 bri-
ganti, tenta di aprirsi una strada con la baio-
netta; ma dopo una lunga mischia a corpo a
corpo, nessuno cedendo le armi, tutti cadono
intorno al loro ufficiale. Si segnalano fra i ca-
duti, il sergente Parisini bolognese, il capo-
rale Biagio Benciveuni, i soldati Fantazzini,
Taddia, Gamberini, Lodovisi e Bettini.
25 (1809). — I dragoni Napoleone, co-
mandati dal colonnello Balabio, al ponte della
Gaya, caricano gli Spagnoli in testa alla di-
visione Pino, facendo 1800 prigionieri. Si di-
stinguono particolarmente il capo squadrone
Schiazzetti, i capitani Lonati e Palombini, i
marescialli d' alloggio Bertarelli, Morandi,
Alessandri e Porro.
26 (1889). - Il brigadiere Giovanni Bac-
chetta, comandante la stazione di Montalto
Pavese, riesce a sorprendere in un' osteria
un pericoloso delinquente evaso dalle carceri
di Voghera, e pur sapendolo armato e di
forza erculea l'arresta, e lo trattiene quan-
tunque gli cada nella lotta il moschetto.
2y (1864). - Nel territorio di Rionero
(Basilicata) sette bersaglieri del 35° battaglio-
ne comandati dal caporal maggiore Appia, di
Saluzzo, assaliti da una cinquantina di bri-
ganti, pur avendo aperta una via di ritirata,
non fuggono, • preferendo morire uno dopo
l'altro con l'armi alla mano.
(1869). — 11 brigadiere Chiaffredo Sergia
affronta solo tre malfattori evasi dalle car-
ceri di Bari, ed afferratone uno, intima agli
altri due l'arresto. Essi cercano lo scampo con
la fuga, ma il Sergia affidato ad una guardia
nazionale il prigioniero, li insegue armato
di sola rivoltella, e li arresta dopo averne
ferito uno.
28 (1806). — Il tenente Strocchl, nelle
montagne di Pomarico (Matera) con pochi
uomini, fa prigioniero il famigerato Rodio,
capo di numerose bande reazionarie. Giu-
seppe Bonaparte, allora re di Napoli, lo prò*
Sttaore capitano e gh regala 500 scudi.
- 67 -
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
4. - GIOVANNI ANTONIO BOZZI detto il SODOMA
(Vercelli e. 1477-1549)
visse prima a Milano, dove forse fu scolare di Leonardo, poi a Siena dove fondò o rin-
novò la gloriosa scuola senese. Egli è indubbiamente uno dei più grandi maestri italiani.
Il suo capolavoro è l'Estasi di Santa Caterina. Fu meraviglioso anche come decoratore e fr©-
•cMsta, e ne fanno fede t suol lavori alla Farnesina di Roma.
FEBBRAIO 1908
— 6b —
(7a Settimana)
9 Domenica |S-Apo"o'*'a'^«f 9' 'n*^-
40-337 I D'Alessandria d'Egit-
to. Sofifrì l'a. 249, fra
le altre pene del martirio, la rottura dei denti,
e i fedeli perciò si raccomandano alla sua
Intercessione appunto nel mal di denti. Festa
patronale ad Asso (prov. di Como). — S. Rai-
naldo, vescovo di Nocera dal 1222 al 1225, e
protettore della stessa città. — B. Erizzo dei
Caponsacchi, generale della congregazione di
Vallombrosa, morto l'anno 109i, ricordato
nella diocesi di Fiesole.
Memorandum. - 3 P. Q. a ore 5,28"». -
Anniversario della proclamazione della Re-
pubblica Romana (1819).
10 Lunedì 1 ^' scolastica, vergine
41-326 di Norcia (Spoleto), so-
— ' rella di s. Benedetto,
morta l'anno 543. — S. Sotera, vergine ro-
mana, martire l'a. 304. - 8. Guglielmo, ere-
mita, morto l'a. 1157, nella solitudine detta
Stabulum Khodis (Radicofani). — B. Leonardo
da Foligno, minorità, nato l'a. 1204, morto
nel 1290.
Memorandum. — Scade la prima rata bi-
mestrale delle imposte dirette eraiiali e so-
vrimposte comunali e provinciali. Non pa-
gando entro gli otto giorni successivi alla
scadenza, il contribuente incorre nella multa
del 4 o/o-
1 1 Martedì | ^®^*' ^®**® Fondatori
42-335 dell'Ordine de'Serviti o
' Servi di Maria : tutti fio-
rentini (sec. XIII). — S. Castrense, o Castrese,
vescovo, patrono di Marano di Napoli (428 477).
— Ss. Rullino, e compagni, martiri, onorati a
Pistoia. — B.Nicola da Giovinazzo (Bari delle
PuiJilie), domenicano, morto Tanno 12G5. —
S. Lazzaro, vesc. di Milano, 438-449. — S. Ca-
locero, vescovo di Ravenna, 127-132. — Ss. Ip-
polito e compagni, martiri, onorati a Pistoia.
Memorandum. — Pellegrinaggio al Monte
Senario, presso Firenze.
12 Mercoledì | S. Gaudenzio, vescovo.
43-324 Governò la chiesa di
■ Verona (seo. V). — S. Be-
nedetto Rovelli, vesc. d'Albenga (sec. IX), pa-
trono di Taggia (Porto Maurizio). — 8. Mo-
desto, diacono m. a Benevento (sec. Ili o IV).
— 8. Goslino, ab. benedettino, morto oirca
l'a. 1061, ricordato a Torino.
Memorandum. — Fiera a Taggia (prov. di
Porto Maurizio). Dura tre giorni. — Paga-
mento delle pensioni governative di terza
Mtegoria (superiori a L. 2000 annue).
S. Giuliano, martire.
Subì il martirio a
Lione. — Ss. Fosca, ver-
gine, e Maura, martiri a Ravenna, circa l'anno
250. — S. Caterina de'Ricci, da Firenze, dome-
nicana, nata nel 1522, morta nel 1589 (Migne),
venerata a Prato (Firenze). — S. Poliuto, m.,
ufficiale nell' esercito imperiale, soffrì il mar-
tirio durante la persecuzione di Decio. E ono-
rato a Mentina. — Patronale di S. Flaviano a
Gerace Calabro (Reggio Calabria).
Memorandum. — Anniversario della resa
di Gaeta. Festa dell'arma del Genio.
14 Venerdì
45-323
S. Valentino, prete.
Martire a Roma (269).
È fama eh e l'imperatore
Claudio I, udito della riputazione che Valen-
tino godeva presso gli stessi pagani, volle ve-
derlo, ma cedendo ai tristi consigli de' suoi
cortigiani, dopo crudeli tormenti lo mandò a
morte. — Ss. Modestino, Fiorenzo, e Flaviano,
patroni di Avellino (305). — S. Antonino, ab.
cassinese, protettore di Sorrento (Napoli),
morto l'a, 625. — 8. Ausenzio, eremita nella
Bitinia (470). — Ss. Vitale, Felicola e Zenone,
martiri a Roma. — 8. Eleucadro, vesc. di Ra-
venna (sec. II).
Memorandum. — In Inghilterra e nelle co-
lonie, festa di S. Valentino : scambio di doni,
spesso umoristici, tra i fidanzati e altre coppie
legate d'affetto.
15 Sabato
46-331
Ss. Faustino e Giovita,
Martiri della tei-za
persecuzione sotto l'im-
peratore Adriano, l'a. 134. Appartenevano a
distinta famiglia bresciana, ordinato il pri-
mo sacerdote e diacono il secondo; esposti
alle fiere, dicesi che queste li rispettassero,
cosicché riuscito vano quel tentativo di mar-
tirio, furono decapitati. — 8. Decoroso, vesc.
di Capua (Caserta), morto l'a. 693. — S. Fau-
sto, benedettino (sec. VI), ricordato a Roma.
— S. Valfrido, abate a Monteverde (Avellino),
morto l'anno 764. A Brescia ed a Cagliari fe-
sta di precetto. •
Memorandum. — Af&ssione all'albo preto-
rio di ogni singolo comune delle liste elet-
torali politiche e amministrative, sino alla
fine di febbraio. — Chiusura della caccia nelle
prov. di Aquila, Oaltaulssetta, Catania; della
caccia ai soli quadrupedi nelle province di
Napoli e (U iiozu».
FEBBRAIO 1908
— 69 —
(8* Settimana)
16 Domenica! Settuageslma,
47-330 ossia settanta giorni
' prima della Pasqua. —
S. Samuele, profeta, fu giudice, o capo supre-
mo degli Israeliti, e visse dal 2489 al 2947 del
mondo (Migne). — S. Otiesimo, vescovo di
Efeso (sec. II). Era nato in Frigia ed appar-
teneva quale schiavo ad un cittadino conver-
tito alla fede dall'apostolo San Paolo, dal
quale ebbe egli pure il battesimo. Di lui l'apo-
stolo si servì per mandare la sua lettera ai
Colossesi. Fu martirizzato sotto l'imperatore
Domiziano l'anno 95. — Ss. Procolo, Efebo,
e Apollonio, martiri ricordati a Terni. —
B. Gregorio X, papa dal 1271 al 1276, morto
ad Arezzo.
Memorandum. —
17 Lunedi 1 s. canuto,
48-319 re di Danimarca (1080-
'1086). - S. Benedetto,
benedettino, vescovo in Sardegna, venerato
a Cagliari (sec. XII?). — B. Luca Belludo, mi-
norità, morto l'a. 1269, onorato a Padova. —
S. Crisauziano, m. presso Aquileia.
Memorandum. — @ L. P. a ore 10,5™.
18 Martedì I S. Simeone.
49-318 i Vescovo di Gerusa-
^lenirne, martirizzato
sotto Traiano l'a. 106. Era nato poco prima
di Cristo, acquistossi fama nella Chiesa na-
scente, e fu eletto vescovo dopo il martirio di
S. Giacomo Minore. Vecchio già di 120 anni,
accusato di essere cristiano, subì il martino.
— B. Benti voglio, minorità, onorato a S. Se-
verino Marche (Macerata). — Ss. Costanza, At-
tica e Artemia vergini a Homa: sec. IV.
Memorandum. — Festa patronale di S. Fla-
viano a Giulianova (pi-ov. di Teramo), con
tiera.
19 Mercoledì
50-317
S. Corrado, eremita.
Dicesi appartenesse
alle famiglie piacentine
de' Gonfalonieri e de' Laudi (sec. IV), — S. Eli-
sabetta Picenardi vergine servita (1428-1468),
ricordata a Cremona ed a Mantova.
Memorandum. —
20 Giovedì
51-316
S. Eleuterio, patriarca,
martire.
Patriarca di Costan-
tinopoli dal 484 al 491 circa. — S. Leone II,
vescovo ili Catania, detto il taumaturgo: se-
colo Vili. — B. Amata da Corano, minorità,
sec. VIII. — B. Giovanni Gradonigo, da Ve-
nezia, benedettino (sec. X). — Ss. Tirannione,
Silvano, Péleo e Nilo, vescovi martiri in Fe-
nicia. — S. Eucherio, vescovo di Orléans.
Memorandum. — Entra il Sole In Pesci. —
— Estrazione del prestito a premi della città
di Barletta (1870). - Pagamento delle pen-
sioni governative di seconda categoria (su-
periori a L. 600, ma non a L. 2000 annue).
21 Venerdì
52-315
S.Massimiliano, vesc.
di Ravenna dal 646 al
556. — S. Antimo, ve-
scovo di Spoleto (sec. II). — S. Paterio, ve-
scovo di Brescia verso l'a. 604. — S. Germano,
abate di Granfe), oriundo di Treveri.Fu dap-
prima discepolo di S. Arnulfo di Metz, quindi
fondò un monastero sotto le regole di S. Co-
lombano, che in seguito diresse. Venne assa-
lito proditoriamente ed ucciso dal soldati di
Bonifacio, perchè gli aveva rimproverato 1
mali trattamenti usati verso gli abitanti (666).
Memorandum. - Pellegrinaggio alla abbazia
di Monte Cassino.
22 Sabato
53-314
Cattedra di S. Pietro
In Antioch-a.
Rammenta il tempo del pontificato di
s. Pietro, apostolo in quella città, dal 35 al 42
(Mozzoni). Antiochia era una delle principali
città orientali, sia pel numero degli abitanti,
sia pel commercio ; S. Pietro dopo aver pre-
dicato in Gerusalemme, prese la via di quella
metropoli. — S. Margherita da Cortona, ter-
ziaria francescana e celebre ppni tonte, morta
l'a. 1297. — Ss. Talassio e Limneo, solitarii,
contemporanei di Teodoreto. — S. Pascasio,
vescovo di Vienne in Francia. — S. Avilio,
secondo vescovo di Alessandria.
Memorandum. — Anniversario della nascita
di Washington (1732), festeggiato agli Stati
Uniti d'America. Anche le Società della Pace
celebrano quest'anniversario come loro festa.
611 Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglla sono gli unici perfetti.
FEBBRAIO 1908
-70-
(9» Settimana)
23 Domenica! sessagesima,
54-313 ossia sessanta giorni
• ■ ' avanti la Pasqua. —
S. Pier Damiano, cardinale, nativo di Ravenna
(988); morto l'a. 1072; annoverato tra i dot-
tori della Chiesa latina. — S. Romana, ver-
gine, venerata a Todi (Perugia): a. 335 (Baro-
nio). — S. Miloue, veso. di Benevento, morto
l'a. 1076. — B. Nicolao, benedettino, morto
l'a. 145G, onorato a Genova.
Memorandum.
24 Lunedì
55-313
S. Mattia, apostolo.
- Era di Betlemme nella
Palestina, fu discepolo di G. C. e poi ebbe la
ventura di essere scelto come apostolo in so-
stituzione del traditore Giuda; morì l'a. 42
circa. — S. Primitiva, martire, ricordata a
Roma. — Ss. Montano e compagni discepoli di
s. Cipriano (259) martirizzati durante la perse-
cuzione di Valeriano. — S. Pretestato, vesc.
di Rouen, Fu ingiustamente accusato di aver
preso parte ad una congiura di stato, e quindi
esiliato. Di ritorno alla diocesi, venne aggre-
dito ed ucciso a tradimento da un satellite
della famigerata regina Fredegonda (588).
Memorandum. —
Martedì
56-311
S. Cesario, medico.
S. Felice IV, papa dal
526 al 530. — S. Aver-
ambedue carmelitani,
S. Gerlaudo,
tane 9 beato Romeo
morti a Lucca nel 1366 circa. -
patro'io della città di Girgenti
Memorandum. — C: U. Q. a ore 4,24«>. -
Comincia la fiera di S. Mattia a Vercelli: tini-
sce il 2 marzo. — Festa nazionale del Brasile
(Anniversario della promulgazione della Co-
stitu '.ione repubblicana).
26 Mercoledì! S. Servolo, vescovo
57-310 Uihe resse la Chiesa di
— Verona (secolo VI). —
S. Andrea, vose, di Firenze (sec. V). — S. Fau-
stiniano, vesc. di Bologna (sec. VI). — S. Ales-
sandro, patriarca di Alossandi'ia dal 313 al 326.
Memorandum. — Cominciano gli esami
scritti di ammissione alla Scuola di guerra in
Torino, e durano 4 giorni.
27 Giovedì
58-309
Ss. Alessandro,
Abbondio, Antigono
e Fortunato, martiri.
Morirono per la fede durante la grande
persecuzione degli imperatori Massimiano e
Diocleziano (284-305). - S. Leandro, vesc. di
Siviglia, morto nel 596 (Butler). — S. Nestore,
vesc. di Sida e martire nella Panfilia militare.
Memorandum. — Giovedì grasso (Berlingac-
cio). Le Biblioteche governative sono chiuse.
Sono pure chiuse le Scuole e non si riaprono
di solito che dopo le Ceneri. — Oggi paga-
mento degli stipendi agli impiegati gover-
nativi.
28 Venerdì
59-308
I S. Flaviano, vescovo
di Como, verso gli an-
'ni 542-560. - B. Anto-
nia, da Firenze, vedova, minorità, morta l'an-
no 1472. — S. Macario, anacoreta. Nacque in
Alessandria d'Egitto e giovine ancora, tocco
dalla grazia divina si ritirò nei deserti della
Tebaide, conducendo vita piena di patimenti
e di privazioni. Morì nel 394 in età di 104 anni.
— S. Romano, monaco, fratello di S. Lupi-
cino, nato in Borgogna nel 390.
Memorandum. — Venerdì grasso. — Venerdì
del Gnocco, o Gnoocolare, antichissima festa
popolare a Verona. — Estrazione pel rim-
borso delle Obbligazioni della Società di Na-
vigazione Generale Italiana (1878); del Pre-
stito Comunale di Torino 1879.
29 Sabato 1 S. Giusto, martire.
60-307 I S. Osvaldo, monaco.
— S. Serapione, detto
sindonita. Volle più volte essere venduto schia-
vo, per convertire i diversi padroni alla fede.
Si dice che sapesse a memoria tutta la sacra
Scrittura. Visse fra il 328 e il 388.
Memorandum. — Sabato grasso. — Ultimo
termine per la presentazione alle Commis-
sioni elettorali comunali dei reclami contro
la iscrizione o la omissione nelle liste eletto-
rali politiche ed amministrative. — Chiusura
della caccia nelle province di Ascoli, Belluno,
Benevento, Campobasso, Chieti, Ferrara, Ge-
nova, Grosseto, Livorno, Lucca, Palermo, Pe-
rugia, Pisa, Reggio Calabria, Rovigo, Teramo,
Vei'ona. Nelle province di Cagliari e di Sas-
sari cessa la caccia al cinghiale; in quella di
Massa, la caccia alle starne e pernici. — An-
niversario della nascita di Gioacchino Rossini
(1792), festeggiato a Pesaro nel liceo da lui
fondato.
1 Domenica I Quinquagesima,
61-306 ossia cinquanta giorni
' avanti la Pasqua. —
S. Ermete, martire a Marsiglia. — S. Ercola-
no II, vesc. di Perupia, martire sotto Totila.
— 8. Leone Luca, abate lestetJRiato a Otu*-
leone (Palermo). — S. Bonavita da Lugo (Ra-
venna), terziario francescano.
Memorandum. — Comincia la stagione di
Primavera, secondo l'uso meteorologico. —
«Jalcndimaizo, festa in molte campa;:iie del-
l'Italia superiore, e specialmente nella valle
dell'Adige. — Princìpio dell'anno massonico.
— Ultima domenica di carnevale (Quinquage-
sima). — Anniversario della infausta giornata
di Abba Garima (1896). — Si pubblicano i ruoli
suppletivi delle imposte dirette, che restano
depositati per otto giorni nell'ufficio comu-
nale. — Principia il secondo semestre univer-
sitario. — In molte province si apre oggi per
un termine più o meno lungo la caccia agli
uccelli di passo. — Da oggi sino a tutto aprile
è vietata la raccolta dei mitili (cozze nere,
peoci, muscoli). Comincia invece la stagione
della pesca del corallo. — Scadenza delle ce-
dole semestrali del Prestito provinciale e co-
munale di Reggio Calabria 1870. — A Firenze
oggi si devono aver già riconfermati o di-
sdetti gli affitti e pagate le pigioni del se-
mestre dal l" maggio al 31 ottobre.
2 Lunedi 1 S. Simplicio, papa.
62-305 Nacque a Tivoli e
'successe a pp. Ilario,
nel 468. Correvano tempi tristi per la rell-
;;ione, ma lo zelo del pontefice non venne
meno, e alla dolcezza aggiunse la severità
(juando si trattò di reprimere lo scisma e
l'eresia. Consunto dalle fatiche, mori dopo
15 anni di pontificato nel 483.
Memorandum. — @ L. N. a ore 19.57m. —
Ultimo lunedi di Carnevale. Le Biblioteche
governative sono chiuse. — Nascita della Prin-
cipessa Maria Clotilde, zia del Re (1843).
3 Martedì 1 S. Cunegonda
63-304 Regina di Polonia.
Morto il consorte, prese
': velo di s. Chiara, nel secondo ordine di
-. Francesco; mori 1' a. 1292. — S.Anselmo,
abate di Nonantola (Modena): sec. Vili.
Memorandum. — Ultimo giorno di Carne-
vale (Martedi grasso). Le Biblioteche gover-
native sono chiuse.
4 Mercoledì I «-e S. Ceneri.
64-303 ! Comincia la Quare-
^sima pei fedeli di rito
romano.
S. Casimiro, re d'Ungheria, patr.
della Polonia. Fu secondogenito di Casimi-
ro III re di Polonia: nacque il 3 ottobre del
1458. Sua occupazione principale era l'assi-
stere al divln sacrificio e mortificarsi colle più
rigide astinenze. Morì nel H83. — S. Calo, sol-
dato palatino, gettato in mare per la fede,
con ventisei compagni, sotto Valeriano, verso
gli anni 257-260. — S. Paolino, vescovo di Bro-
scia (sec. VI). — S. Appiano, vescovo, ono-
rato a Pavia.
Memorandum. — Mercoledì delle Ceneri:
priino giorno di Quax'esima. Le Biblioteche
governative sono chiuse. — Da oggi sono proi-
bite le soletuiità nuziali sino al lunedi dopo
la Domenica ni Albin.
5 Giovedì | S- '-"'^lo, papa, mart.
65-302 Occupò la cattedra
romana dal 253 al 254.
— S. Eusebio, cremonese, discepolo e amico
di s. Gerolamo, morto l'a. 422. — S. Ruggero,
minorità, celebrato a Todi (irmbria): seco-
lo Xm. — S. Clemente, aVjate, ricordato a
Siracusa. — S.Virgilio, vescovo di Arles (614,
o 621), tumulato nella chiesa di Nostra Donna
delle Grazie, poco lungi dalla sua sede epi-
scopale.
Memorandum. — Primo giorno del Carneva-
lone ambrosiano (diocesi di Milano). — Fiera
di cavalli a San Bonifacio (prov. di Verona).
— Pagamento delle pensioni governative di
prima categoria (non oltre le 500 lire annue).
6 Venerdì
66-301
S. Basilio, vescovo
di Bologna (sec. IV).
S. Ciaudiano, venera-
to a Trento. — B. Sollecito, monaco crocifero,
onorato a Matelica (Macerata). — S. Coletta
Boilet, riformatrice dell'ordine di S. Chiara,
originaria della Piccardia (1380- 1447); mori a
Gand e fu canonizzata da Pio VII nel 1807
(Eutler).
Memorandum. — Secondo giorno del Car-
nevalone ambrosiano. — Festa e fiera di
S. Marciano, primo vescovo di Tortona, ce-
lebrata in tutta la diocesi.
7 Sabato
67-300
S. Tomaso d'Aquino.
Nacque nel 1227 dalla
■ ' famigl. dei conti d'Aqui-
no, e fu detto ['Angelico per la sua purità. A
sedici anni vesti l'abito di S. Domenico e fu
il più gran teologo e filosofo del medio evo.
Leone XIII lo proclamò patrono degli studi.
Mori la mattina del 7 marzo 1274 a Fossa-
nuova, in quel di Teriacina, nell'abbazia dei
Cistcrciensi, mentre per ordine di papa Gre-
gorio X recavasi in Francia. — S. Gaudioso, ve-
scovo di Brescia (sec. V).
Memorandum. — Ultimo giorno del Carne-
valone ambrosiano.
l'Olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il rimedio delle malattie degli organi digerenti.
I CONSIGLI DBL MESB (Igiene ed Economia Domestica).
FEBBRAIO
Le malattie curate col freddo — Contro il raffreddore di petto — Fiori e foglie medicinali —
Gli orologi — Per raddrizzare il velluto compresso — Per togliere le macchie di grasso
dalla carta e le tarme dai guanciali — Il burro profumato — Inchiostro rosso — Acque
odorose — Polpette — Pasticcini con frutta.
Nello scorso mese abbiamo veduto quali
precauzioni è necessario tenere presenti per
garantirsi contro le insidie del freddo. Ma se
bisogna aversi dei riguardi per l'aria pun-
gente, non è detto che si debba, in generale,
temere dazione del freddo sul nostro orga-
nismo. È ormai provato che il bagno dolce
a bassa temperatura giova più d'inverno che
d'estate. Tutto sta ad abituarvisi, comincian-
done la cura quotidianamente al principio
d'autunno. L'abate Kneipp guari egli stesso
da una tubercolosi incipiente e fece guarire
un suo compagno, tuffandosi d'inverno nel-
l'acqua di un fiume e rimettendosi gli abiti
senza nemmeno asciugare il corpo. Ciò lo
Indusse a dittondere il suo sistema di cura
e gli rese fama mondiale.
Ora un celebre fisico, Raoul Pictet, opera
miracoli sottoponendo gli ammalati a bagni
diacci. Egli ha ottenuto, con una miscela vo-
latile di acido carbonico e di acido solforico
un pozzo freddo, dove la temperatura si man-
tiene costantemente a 110 sotto zero.
Immergendo in questo pozzo un cane ben
difeso con ogni sorta di pelliccie e coperte
di lana egli ha osservato dei fatti veramente
meravigliosi. Le temperature progressiva-
mente da 4- 37"* 5, temperatura media del
cane, a — 65 non hanno azione sul corpo
dell'animale, perchè arrestate dalle coper-
ture; ma al disotto di 65 fino a — 110, il
freddo ha la virtù di attraversare tutti i cor-
pi, senza eccettuare le sostanze le meno con-
duttrici del calorico, colla stessa facilità con
cui un raggio di luce attraversa il vetro. Tut-
to il corpo del cane viene, così, raffreddato
nel modo più violento, senza che la sensibi-
lità della pelle possa avvertire il pericolo,
che si manifesterebbe senza dubbio dopo un
po' di tempo, quando la vitalità fosse rifluita
dalla periferia al centro e dalle estrenaità al
cuore.
1 primi effetti di questo freddo mostruoso
agiscono, Invece, favorevolmente sul nostro
organismo, eccitando il sistema nervoso e la
circolazione del sangue, risvegliando una vi-
gorosa vitalità che si manifesta sotto la forma
di una straordinaria fame. Dopo i suoi cani,
l'eroico scienziato ha voluto sottoporre sé
stesso al supplizio di quella bolgia gelata, e,
quattro minuti dopo, la fame cominciava già
a farsi sentire in modo tale ohe Pictet, il
quale da molti anni era dispeptico e non po-
teva più concepire che cosa fosse l'appetito,
fu invaso da fame.... canina. Con otto espe-
rienze di 8-10 minuti ciascuna, la dispepsia
cronica era sparita completamente e l'inap-
petenza scomparsa.
I medici non hanno ancora studiato con-
venientemente lo straordinario fenomeno. Ma
quando si saranno, come non è a dubitare,
applicati a tale studio, un nuovo avvenire si
preparerà alla già tanto diffg^a ed apprezzata
Idroterapia,
Ma poiché ora, a malgrado di ogni pre-
cauzione e a malgrado di ogni cura d'acqua
fredda, se non ancora di pozzi gelati, i raf-
freddori, questi noiosi malanni invernali ci
incolgono sopratutto nel breve e rigido mese
di febbraio, vediamo come mandarli via da
noi stessi. Pel raffreddore di petto basta pren-
dere, mattina e sei-a, mezzo bicchiere caldo
d' una infusione composta di quattro grammi
di fiore di malva, quattro di bismalva e quat-
tro di papavero selvatico in un litro d'acqua
addolcito con dello sciroppo di gomma.
In questo mese, del resto, I consigli non
differiscono molto da quelli del mese prece-
dente. Lasciamo, dunque, un po' da parte
le notizie, diremo così d' attualità, e parliamo
di diverse altre cose interessanti ed utili.
Eccovi, dunque, un breve elenco di fiori
e foglie medicinali. Ricordandovi i nomi di
esse ed i casi in cvii vanno vantaggiosamente
applicate, voi potrete, alla circostanza, gio-
varvene e molto. Sono piante semplici, che
ognuno potrebbe coltivare in casa propria.
Prima di tutte, la foglia del Cassia (Ribes
nera) che ha la proprietà di cicatrizzare su-
bito le piaghe su cui viene applicata e di
toglierne la purulenza: se vogliamo giovar-
cene quando è ancora verde, non abbiamo
che a triturarla e pestarla; se pensiamo di
trarne profìtto quando già é secca, dopo aver-
la fatta rinvenire in acqua tiepida, usiamo
lo stesso procedimento.
Cogliamo, dunque, queste foglie utili a
medicare uomini e bestie, in estate quando
sono piene di succo, e teniamole sempre da
parte. Quand' anche, come io auguro a me
e agli altri, non dovessero servirci come
rimedio medicinale, ci sarebbero utili per
fare un'infusione che, secondo certi botanici,
grata al gusto, propizia alla digestione, può
considerarsi come uno dei migliori succe-
danei del the.
Anche le foglie d'ogni specie di grano
schiacciate e applicate (spesso ne basta una
sola) sui tagli e le ferite vi aderiscono ri-
marginandole. I fiori di sambuco, poi, che
si possono così facilmente raccogliere e con-
servare in scatole di legno o sacchetti di fitta
tela a riparo dalla luce, dall'aria, dall'umi-
do, non solo giovano all'esterno per irrita-
zioni d'occhi e resipole, ma, preparati in in-
fusioni a cui si può aggiungere un po' di
miele, promuovono il sudore quando esso
ci è necessario.
Le foglie di basilico liberano, grandi e
piccoli, dai vermi intestinali: basta premerne
il succo e amministrarne circa 50 grammi
(secondo l'età) due ore prima dell'olio di
ricino. I fiori di camomilla In Infuso (due
grammi in un litro d'acqua) giovano alle
coliche, indigestioni, principii di febbre, crisi
oervose; il loro olio serve a calmare, con
frizioni esterne, le nevralgie; la loro essenza
serve a preparare più presto l'infuso, e si
può prendere anche a goocte sopra uno zol-
lino di zucchero.
Ed ora una parola su gli orolopri e sul
modo migliore di tenerli, perchè adempiano
con precisione al loro utile compito.
Gli orologi da tasca vanno caricati tutti
i giorni alla medesima ora: quelli da camino,
prima che si arrestino, affinchè le spirali mo-
trici possano conservarsi meglio. Ma occu-
piamoci dei primi, a cui è più necessario
prodigar cure speciali.
Il freddo, l' aria, la polvere, la stessa po-
sizione nella quale si adagiano, hanno delle
influenze cattive sopra il loro delicato orga-
nismo. La polvere si infiltra in incredibile
quantità fra la calotta e il cercine: bisogna
far di tutto per eliminare o ridurre al ma-
nimo questo grave inconveniente. Ottima abi-
tudine, è, quindi, quella di foderare il taschino
del gilet, ove si suole portare l'orologio, con
pelle di camoscio, come facevano i nostri
nonni, più avveduti, più economi di noi.
Brutta abitudine è quella di aprire la ca-
lotta dell'orologio ad ogni futile «venienza,
per mostrare a qualche amico il meccanismo :
il pulviscolo dell'aria che, così, vi si deposita
dentro, renderà presto un cattivo servizio
alla macchina più perfetta. L'orologio va
aperto soltanto nei casi in cui è assolutamente
necessario.
Bisogna anche guardarsi dal posare l'oro-
logio sopra il marmo del tavolino da notte:
il rapido raffreddamento influisce, così, sul
bilanciere e su tutte le connessioni metalli-
che. L'orologio, quando si leva di tasca, va
sospeso in posizione verticale: per alcuni
meccanismi, non certo per i migliori, basta
la differenza di posizione ad arrestare il mo-
vimento del congegno. Collocato l'orologio
nella posizione verticale non sarà inutile im-
mobilizzarlo : il suo andirivieni contribuisce
a renderlo meno preciso.
Ma passiamo a qualche consiglio pratica
Il velluto è di stagione. Se il vostro man-
tello o il bavero del vostro cappotto, lo pre-
sentano schiacciato, compresso, voi potete
rialzarlo, o (quando il danno è lieve) espo-
nendolo, perii rovescio, all'azione del vapore
acqueo, o (quando il danno è più grave) te-
nendolo alia rovescia, ma in modo che non
tocchi il corpo cui è appoggiato, e stirandolo,
sempre alla rovescia, con un ferro caldo e
un pannolino umido. In questi due casi bi-
sogna che il velluto asciughi all'aria aperta,
senza essere menomamente toccato. Se il
velluto presentasse macchie di unto o di cera,
bisognerebbe bagnar la parte macchiata, an-
che dal lato rovescio, con alcool puro, appli-
carvi un pannolino umido dello stesso alcool,
e passarvi sopra, in tiltimo, un ferro caldo.
Volete ancora un consiglio utile?
Vi insegnerò come si può togliere qua-
lunque macchia di grasso dalla carta. Basta
passarvi sopra più volte una pasta compo-
sta di benzina e magnesia. Vi dirò pure co-
me si distruggono te tarme dei gnandali:
esponendo i medesimi, per 2 o 3 giorni, in
camere chiuse ove s'è fatto evaporare del
solfuro di carbonio, e poi lasciando svanire
all'aria libera il loro cattivo odore. Nelle ca-
mere, perù, non si entri con lumi accesi: ne
verrebbe un'esplosione.
E adesso una curiosità: il burro profu-
mato. Sicuro: negli Stati Unit: si profuma
il burro da tavola. Sapete come? Ridotto a
pani, ciascuno avvolto in un pezzetto di mus-
sola, si dispone in un vasetto di maiolica,
circondandolo, da ogni parte, di petali di rose
(o d'un altro fiore). Poi sugli ultimi petali si
versa del ghiaccio. Dopo dieci ore, il burro
viene estratto impregnato dell'aroma voluto.
Non vi viene voglia di imitare gli americani?
Chiudiamo con qualche ricetta per lo scrit-
toio, per la toilette, per la cucina.
Come ottenere un buon inchiostro rosso
da scrivere? con gli ingredienti seguenti:
Cai-minio vero Nacarat, grammi 40; ammo-
niaca Hquida a 22» grammi 2U0; gomma ara-
bica, grammi 40 acqua; grammi 1000. Si fa
sciogliere il carminio nell'ammoniaca aggiun-
gendovi circa 100 grammi d'acqua; nell'acqua
rimanente si fa sciogliere la gomma; In fine
si mescolano insieme le due soluzioni. Que-
st'inchiostro è ottimo, ed un litro può costare
lire 3,50.
Come ottenere una buona acqua odorosa?
Con lo spirito di vino a 36 gradi almeno (si
dicono acque ma si fanno con lo spirito) e
con petali di fiori o essenze.
Le migliori si fanno per distillazione; ma
si possono ottenere discrete anche colla ma-
cerazione, mettendo in fusione una certa
quantità di pètali, o di foglie odorose, nel-
l'alcool, come si fa pei liquori, e filtrandole
lentamente dopo un certo tempo che varia,
secondo le diverse qualità. Si possono fare
anche colle essenze, e si fa più presto; ma
le essenze buone sono costose....
In cucina resteremo pochi istanti solo per
preparare una pietanza e un dolce. Vi inse-
gnerò a fare le polpette e i pasticcini con frutta.
Le polpette sono una specialità del gene-
re: tagliate delle fette di vitello della lar-
ghezza di due dita e della lunghezza di tre,
fatele divenire piatte battendole: mettete in
ogni fetta del ripieno come meglio vi piace,
avvolgete aggiungendo sopra ogni polpetta
un pezzettino di lardo, quindi legate e fate
cuocere a lento fuoco.
I pasticcini con frutta ve li garantisco
squisiti. Unite a un ettogrammo e mezzo di
zucchero, 8 kg. di farina bianca: incorpora-
tevi un uovo intero e 4 hg. di burro. Lavo-
rate la pasta fino a ridurla alla spessore di
un grosso cartone. Tagliatela con l'orlo di
un bicchiere in tanti dischi che orlerete con
un nastro della pasta stessa. Ciò fatto riem-
pite l'interno di ciascun disco con fragole
spolverizzate con zucchero o marasche o
marmellata di pere, di mele, di prugne, eo.
In mancanza di tutto ciò, indorate l'interno
con rosso d'uovo, spolverizzate con zucchero
e mandorle grossamente tritate. Cuccete al
forno a calore forte.
E a rivederci a Marzo.
6li Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
MARZO
1 (1814). — Il generale Villata, con U
50 reggimento ita'iano di linea, un distacca-
mento di cavalleria ed una batteria, scaccia
gli Austriaci ed i Napoletani che occupano
Guastalla. Un drappello, comandato dal te-
nente Varese, assale uno squadrone e fa tren-
ta prigionieri.
ft (1814). — Il generale Grenier, con trup-
pe franco italiane, dà l'assalto a Parma: tre
compagnie italiane guidate dal capitano Bo-
niotti scalano le mura, mentre altre colonne
attaccano il nemico da porta San Michele
prendendo 500 prigionieri e 2 cannoni.
3 (1809). — Il capitano Mascheroni, col
4° battaglione del 5« fanteria, di 390 uomini,
d'avanguardia alla divisione Pino, prende il
ponte sul Llobregat, in Catalogna, ma, cir-
condato da un gran numero di spagnoli, è
costretto a formare le sue truppe in quadrato,
ritirandosi al passo di Ordal. Sono encomiati
per valore i capita'ni Mascheroni Piccoli e
Provana e il tenente Ghilini.
4 (1862). — Il capitano A. Angioli del
30o fanteria, ed un distaccamento di pochi
soldati, assaliti da numerosi briganti sul fiume
Bradano, si difendono lungamente e li met-
tono in fuga, combattendo sempre quantun-
que feriti il caporale Milanesi, ed i soldati
Valeriano, Quaglia, Bongianni, Manfredini e
Baroffin.
5 (1831). — Antonio Morandi, con un bat-
taglione di volontari, a Novi di Modena, fa
virile resistenza per molte ore ad un corpo
di 6000 austriaci condotti dal generale Gep-
pert, mandati a ristabilire il governo del
duca, e si ritira in buon ordine su Modena
lasciando trenta morti sul campo.
6 (1814). — Soli 300 uomini delle truppe
italiane del viceré, difendono il passo della
Secchia contro numerose truppe austriache
e napoletane, respin^'cndo la intimazione di
arrendersi. Lo stesso Murat, ammirandone il
valore, corre a preservare i pochi superstiti
dalle carice di cavalleria, e trova un solo
ufBfiale e 11 soldati di fanteria ancora in
grado di combattere.
7 (1814). — Il generale Severoli, con tre
battaglioni, fa fronte al ponte di San Mauri-
zio CModena) agli Austriaci ed ai Napoletani
di Murat. Avendo fracassata una coscia da
una cannonata al principio dell'azione, il Se-
veroli cede il comando al generale Eambourgt,
dicendo essere la sua ferita di poca entità per
un combattimento glorioso.
8 (1814). — Il colonnello Cecqopieri, usci-
to da Mantova col 4" fanteria, caccia ardi-
tamente il nemico da Castellaro. Sopraggiunta
una brigata di rinforzo agli austiiaci, il Oeo-
copieri con forze molto inferiori mantiene la
po.sizione acquistata, nonostante che abbia
due cavali) uccisi sotto di sé.
. 9 (1863). - Il brigadiere Michele Lo-
mero assalito in Accadia (Puglia) da 60 bri-
ganti, asserragliatosi in alcune case difende
il paese con 6 carabinieri ed alcune guardie
nazionali, accorrendo con un solo compagno,
quando teme che i briganti abbiano trovato
la strada per entrare nell'abitato, e ponen-
doli in fuga dopo averne uccisi e feriti dieci.
10 (1862). - Pasquale Chicoli, maggiore
della G. N. di Spinazzola, giovane di 27 anni,
circondato con pochi militi da una numerosa
banda a cavallo comandata da Crocco e Ca-
ruso, si difende da valoroso fin quando, gra-
vemente ferito, è preso e sottoposto a cru-
deli tormenti.
11 (1814). — Ettore Gerbaix de Sonnaz,
poi generale d'armata, n. a Thonon nel 1787,
entrato volontario nelle guardie d'onore di
Napoleone I nel 1813, dopo salvata la vita al
suo colonnello de Monteil, ad Hanau, fa pro-
digi di valore alla battaglia della Kothière ed
a Montmirail affrontando con pochi altri ca-
vaUeri una carica di cosacchi, e contribuisce
alla presa di sei cannoni prussiani.
la (1863). — Il tenente Giacomo Bian-
chi, dei cavalleggerl di Saluzzo, n. a Origgio
(Milano) è assalito da 200 briganti a cavallo
appostati nella masseria Catapano (Melfi). Il
Bianchi, grazie alla bontà del suo cavallo,
potrebbe mettersi in salvo, ma visti 1 suoi
18 cavalleggerl alle prese con tanto numerosi
assalitori, torna indietro a condividere la loro
sorte, e con essi cade combattendo, sotto i
colpi nemici.
13 (1811). — Una divisione navale franco-
italiana attacca, quattro fregate inglesi a Lis-
sa; ma per mancanza di buona direzione è
presto sbaragliata. Il capitano Pasqualigo,
veneziano, con la Corona afl'ronta per due ore
il fuoco di tre fregate, e gli Inglesi facendolo
finalmente prigioniero gli lasciano la spada
in attestato di ammirazione. Il capitano Giu-
seppe Duodo, comandante della Bellona, con
una gamba spezzata da un colpo di cannone,
si fa legare all'albero maestro e continua a
combattere a colpi di piatola fino alla morte.
14 (1864). - Sul piano di Sant'Elia (Sora)
11 tenente Carcopino ed il sott. Giordano, con
39 granatieri del 5» reggimento, sconfiggono
e ricacciano entro il confine pontificio 100 bri-
ganti della banda Fuoco, uccidendone 4 e
prendendone 7.
15 (1814). — La flottiglia italiana del Iago
di Garda, comandata dal capitano Tempie,
batte la flottiglia austriaca e ne cola a fondo
tre navi : il Tempie, combattendo da valo-
roso, è gravemente ferito.
16 (1810). - Il capitano Della Noce, della
guardia nazionale di Budrio, assale a Vedrana
{Continua a pag. 78),
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
piPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
5. - TIZIANO VECELLIO
(Pieve di Cadore 1477-1576J
può dirsi il principe della scuola veneziana, ed al Ruskin parve il più grande dei pittori.
Coloritore eccellente, fu specialmente grande nel riprodurre le bellezza femminile e nei
ritratti. Fra i suoi quadri più famosi: l'Amor sacro e l'Amor profano (Vedasi Almanacco
Italiano, voi, IX, p. 285), l'Assunta, la Pala dei Pesaro,
MARZO 1908
76 —
(11» Settimana)
8 Domenica I P»''"'» «>' quaresima,
68-399 ossia quaranta giorni
— 'avanti la Pasqua. —
S. Giovanni di Dio, portoghese, fondò l'or-
dine dei Fate-bene-fratelli. Durante la sua gio-
ventù si arruolò soldato e condusse vita spen-
sierata. Riflettendo però a' suol traviamenti,
risolse di espiarli e s' imbarcò per l'Africa per
soccorrervi gli schiavi cristiani. Tornato in
Spagna, fissò sua dimora in Granata dove
morì nel 1D50. — S. Cataldo, patrono della
città di Taranto.
Memorandum. — Prima domenica di Qua-
resima. In molti luoghi la tradizionale ceri-
monia della pentolaccia.
9 Lunedì | ^' Wetodio, vescovo.
69-298 Fii CO" s- Cirillo, suo
'fratello, apostolo degli
Slavi, e morì sulla fine del sec. IX. - S. Cateri-
na, bolognese, verg. minorità, morta l'a. 1463.
— S. Francesca Rom., ved., morta l'a. 1440. —
S. Vitale, da Castronuovo di Sicilia (Palermo),
abate basiliano, onorato a RapoUa e Armento
(Basilicata), e in Castronuovo di cui è patrono,
morto l'a. 994. — B. Coletta, vergine, nata a
Corbia (Piccardia), visse dal 1380 al 1447. Morì
nel convento delle religiose di Gand, nella
cui chiesa fu sepolta.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 22,42'». —
Comincia la Grande Quaresima nel calenda-
rio Greco-Russo. — Da oggi al 12 fiera a Man-
duria (Lecce) per la festa di S. Gregorio Magno
ohe cade il 12.
10 Martedì
70-397
j S. Leonzio
soldato, martire con al-
'tri trentanove compa-
gni, a Sebaste, in Armenia, l'anno 320. —
B. Andrea, abate vallombrosano (secolo XI),
onorato nella diocesi di Fiesole (Firenze). —
8. Attalo, abate di Bobbio (Pavia): sec. VI.
— SS. Caio e Alessandro martiri in Apamea
(Frigia) sotto Marco Aurelio l' a. 279, o sotto
Severo sul principio del III secolo. Sono no-
minati sotto questo giorno nel Martirologio
romano.
Memorandum. — Per l'anniversario della
morte di Giuseppe Mazzini (1872), comme-
morazione patriottica alla tomba di lui a Sta-
glieno, presso Genova. — Grande fiera di ca-
valli a Verona. Dura dieci giorni. Spettacoli
d'opera al Teatro Filarmonico, corse e altri
spettacoli. — Oggi per i protestanti tedeschi
è il giorno di Buss und Bettag (penitenza e
preghiera).
1 1 Mercoledì! S- Eulogio, prete, m.
71-396 Spagnuolo, di Cor-
' dova, perì vittima della
persecuzione de' Mori: 800-859. — S. Bene-
detto Crespi, vesc. di Milano 681-725, sepolto
in S. Ambrogio. — S, Pietro, anacoreta, ono-
rato a Banco (Roma). — S. Firmano, ricordato
dal Baronie nell'anno 993, onorato a Fermo
(Ascoli Piceno). — Tempora di primavera.
Memorandum. — Commemorazione a To-
rino dei martiri del 1821. - Si apre la gran
fiera di Franooforte sul Meno, che dura 14
giorni.
12 Giovedì
73-395
S. Gregorio Magno
papa, dal 590 al 604. In-
trodusse il canto eccle-
siastico, chiamato dal suo nome Gregoriano,
arrestò in Italia le scorrerie dei Longobardi,
fu dottore di Santa Chiesa e lasciò ricco
tesoro di dottrine. — S. Mamiliano, martire,
a Roma, sotto Alessandro Severo. — S. Fina,
vergine, morta l'a. 1253, onorata a San Ge-
miniano (Siena). — B. Rustico, generale della
congregazione vallombrosana (sec. XI), ricor-
dato nella diocesi di Fiesole (Firenze).
Memorandum. — Pagamento delle pensioni
governative di tei'za categoria (superiori a
L. 2000 annue).
13 Venerdì | S. Cristina, vergine.
73-394 Martire in Persia. —
' S. Ansovino, veso. di Ca-
merino (Macerata): sec. IX. — S. Eldrado, o
Aldrado, abate di Novalesa (Susa). — B. En-
rico, terziario francescano, onorato a Perugia.
— S. Macedonio, prete. — S. Eufrasia, v. m. Si
ritirò giovane ancora dal mondo in un mo-
nastero dove fu modello alle compagne. Morì
a soli trent'anni nel 410. — B. Arrigo, principe
di Danimarca. — Secondo giorno delle tempora.
Memorandum. — Scadenza delle cedole se-
mestrali della Rendita Turca.
14 Sabato
74-393
S. Matilde
imperatrice di Germa-
nia, e moglie ad Arrigo
duca di Sassonia. Visse con lui molti anni,
esempio d'ogni virtù, sempre data alla pre-
ghiera, umile fra lo splendore della reggia
e caritatevole. Fu mal compensata dai figli
che la spogliarono d'ogni suo avere, e fu co-
stretta di andare raminga. Morì l'a. 968. —
S. Afrodisio, martire. Soffrì il mart. sotto 1
Vandali, verso l'anno 484. — S. Giovanni II,
abate di Montecassino. — Terzo giorno delle
tempora.
Memorandum. — Oggi, natalizio del defunto
re Umberto I, si fa la commemorazione ufQ-
ciale della sua morte (ved. 29 luglio). — Nella
provincia di Sassari è permessa da oggi alla
fine del mese la caccia agli uccelli di passo.
MARZO 1908
— 77 -
(12* Settimana)
15 Domenica
75-292
Seconda di quaresima.
S. Lnncrino.sold., m.
11 medesimo che osò
ferire 11 corpo di Gesù in Croce: convertitosi,
subì II martirio a Cesarea in Cappadoi-ia:
sec I. — 8. Masoriano, venerato a Trento:
seo. IV-V. — S. Matrona, vergine, venerata a
Capua Vetere: sec. V o VI. — B. Valerio, o
Valerlano, arcivescovo di Ravenna dall' a. 809
all' 8 12.
Memorandum. — Nella prov. di Lucca cessa
oggi il permesso di caccia col fucile. — Da
oggi sino al 15 giugno è vietata la pesca flu-
viale e lacuale (salvo certe eccezioni ricordato
a suo luogo). La pesca con la lenza fatta da
terra è sempre permessa.
16 Lunedi
76-291
S. Eriberto, vescovo.
Vesc. di Colonia: m.
l'a, 1022. — Ss. Ilario,
vescovo, e e, martiri ad Aquileia: sec. III. —
S. Agapito, vescovo di Ravenna dal 206 al 232.
— B. Torello da Poppi (Arezzo), monaco val-
lombrosano morto l'a. 1282. — Ss. Valentino,
da Terracina (Roma), vesc, e Damiano, diaco-
no, onorati a S.Valentino nell'Abruzzo Cite-
riore (Chieti): sec. IV. — Ss. Ciriaco e comp.
martirizzati in Roma sotto Diocleziano.
Memorandum. — Fiera a Cittadella. Dura
7 giorni. — Estrazione del Prestito a premi
della Città di Milano 18GG (rimb. il 15 giugno).
17 Martedì
77-290
S. Patrizio.
Fu vescovo di Nola
(Caserta) nel secolo III
o IV. — S. Patrizio, apo.st. d'Irlanda, nacque
sulla fine del IV secolo, in un villaggio della
Scozia. Tratto schiavo in Irlanda, fu ridotto
a sorvegliare gli armenti. Sofferse con rasse-
gnazione confidando in Dio. Ordinato prete in
patria, torno in Irlanda a predicarvi 11 Van-
gelo. Mori l'a. 464.
Memorandum. — Per gli Israeliti primo
giorno delle feste di Punm, o delle Sorti.
18 Mercoledì' S. Gabriele, arcangelo.
7S-289 j Annunziò a Maria SS.
' la nascita di s. Giovanni
Battista e la di lei maternità (Vang. di s. Lu-
ca: 1, 19-26). — S. Anselmo, vesc. di Lucca dal
1073 al 1086. Patrono di Mantova, dove oggi è
festa di precetto. — B. Salvatore, minorità,
morto a Cagliari nel 1567. — B. Bartolomeo
Maggi, da Anghiari, minorità. — B. Giovan-
ni III, da Benevento, abate di Monteoassino,
del secolo X o XI.
Mfmorandum. — ® L. P. a ore 3.29». —
Itoondo ^omo delle feste di Furim, o delle
•U Oli rtlNi P. SMfo e FIaU di Onioiii mo flii witel MrfftU.
Sorti. — Anniversario della prima delle glo-
riose Cinque Giornate di Milano (1848). Fino
a tutto il 22 la città è imbandierata. S'inau-
gura pure una fiera popolare a Porta Vit-
toria. — Anniversario della proclamaz. della
Comune di Parigi, festeggiato dal partito anar-
chico internazionale. — Fiera di 8. Giuseppe
a Ostuni : dura 3 giorni.
19 Giovedì
79-288
S. Giuseppe.
Patrono della Chiesa
cattolica. Tale fu di-
chiarato da Leone XI ti, e invocato come spe-
ciale patrocinatore de' moribondi. — Ss. Quin-
to e compagni, martiri, ricordati a Soi-rento.
B.Bonaventura Torniello, servita, morto l'a.
1491, onorato a Venezia. — B.Andrea de'Gal-
lerani, morto nel 1252, venerato a Siena.
Memorandum. — Festa di S. Giuseppe, so-
lenne per la Chiesa, ma non riconosciuta dallo
Stato. — Questo è il solo giorno dell'anno in
cui a Roma le donne possono visitare la cap-
pella di S. Elena nella chiesa di S. Croce di
Gerusalemme. — A Scandiano fiera di S. Giu-
seppe. Dura tre giorni. — Fiera a Solmona,
che dura 7 giorni.
20 Venerdì I S- GìoacJiino.
80-287 Padre di Maria SS.
' — Ss. Grato, e Marcello,
preti, ricordati a Forlì, forse del IV o V se-
colo. — B. Ippolito Galantini, fondatore d'una
congregazione per l'insegnamento della dot-
trina cristiana (1365-1619). — S. Ambrogio da
Siena, domenicano (1286)^ ricordato nella sua
città. — Patronale di S. Ottone ad Arezzo
(Toscana).
Memorandum. — Pagamento delle pensioni
governative di seconda categoria (superiori
a L. 500, ma non a L. 2000 annue).
21 Sabato
81-286
S. Benedetto, abate.
Fu il patriarca del
monaci d'occidente; il
suo monastero di Montecassino, ove mori
l'a. 543, dura tuttora, dopo attraversate le
più difficili vicende in dodici secoli. — S. Gia-
como, vescovo di Catania: sec. VIII. — S. Ella,
vesc, venerato nell'isola di s. Giulio presso
Orta (Novara). — S Giustino, vescovo di Ver-
celli, verso gli anni 452-470.
Memorandum. — Equinozio di Primavera.
Oggi il giorno e la notte sono di egnal lun-
ghezza. — Entra il Sole in Ariete, e oomlnoia
la Primavera astronomica. — Chiusura della
oaooia nell* proviaoiA di BatL
{MAÈZO - Vedi a pag. 74).
una forte banda di malfattori capitanata dal
temuto assassino Baschierl, e dopo quattro
ore di combattimento la disperde, ucciden-
done il capo ed altri pericolosi briganti, ed
avendone in premio l'ordine della Corona
ferrea.
17 (1861). - All'assedio di Messina, ca-
duta una bomba in mezzo ad un gruppo di
soldati del S&° fanteria, il volontario Graziano
Cecchini, da Chiusi, vi si slancia sopra, estrae
la spoletta, e mostrandola sorridendo ai com-
pagni, grida: Siam tutti salvi!
18 (1883). — Il brigadiere dei reali ca-
rabinieri Domenico Romeo affronta il ban-
dito Morrone, e quantunque gravemente fe-
rito alla gamba sinistra da un colpo tiratogli
dal brigante, riesce ad arrestarlo dopo viva
ed accanita lotta.
19 (1807). — II generale Teuliè, incari"
cato di bloccare Colberg (Prussia) con tre reg-
gimenti italiani occupa le ridotte di Selnon,
e respinge una sortita dalla piazza, prendendo
al nemico 6 cannoni e 300 prigionieri. Il sol-
dato Vannotti salva il capitano Barbavara per
due volte ferito.
30 (1861). — Le truppe italiane coman-
date dal generale Luigi Mezzacapo costrin-
gono a capitolare la fortezza di Civitella del
Tronto, considerata quasi inespugnabile. Si
distinguono il tenente colonnello Sircana e
il ma^rgior Finazzi del 27° fanteria; il capi-
tano Prevignauo ed il tenente Boyer dei ber-
saglieri.
ai (1849). — Alla Sforzesca, il 2° e 3°
squadrone Nizza cavalleria, guidati dal mag-
giore Gazzelli di Rossana e dal capitano di
Stato maggiore Mazè de la Roche, caricano
due reggimenti austriaci, proteggendo la riti-
rata delle brigate Regina e Cuneo, distin-
guendosi il tenente Avogadro, poi colonnello
del reggimento Monferrato.
J82 (1865). — In uno scontro fra un drap-
pello dell' 1 lo fanteria comandato dal sergente
Carta, e la banda Proto, nelle vicinanze di
San Giorgio (Ariano) il caporale Giuseppe
Barbieri uccide il capo della banda, ed il
soldato Pasquale Tonachella arresta il bri-
gante d'Ambrosio.
«3 (1849). - Alla battaglia di Novara,
Ferdinando di Savoia duca di Genova, dopo
essersi impadronito con la i«- divisione della
Bicocca, ed avere cacciata la divisione d'Aspre
da Olengo, avendo avuto due cavalli uccisi e
riportata una forte contusione al petto, rior-
dinati tre battaglioni, a piedi, alla loro testa,
occupa di nuovo la Bicocca, da dove è ul-
timo a ritirarsi con in pugno la spada insan-
guinata. Alla stessa battaglia, il portabandiera
del H» fanteria, trovatosi momentaneamente
separato dalla sua scorta è tutt'a un tratto
circondato dai cacciatori tirolesi, che lo feri-
scono e stanno per Impadronirsi della ban-
diera, quando il soldato Chiaffredo Pienotto
oorre in suo aiuto, e con un colpo di fucile
atterra un tirolese, poi si fa largo con la baio-
netta, e pretta la bandiera dalle mani dell' uf-
- 78 -
fidale morente la consegna ad un altro uffi-
ciale sopraggiunto.
34 (1870). — II sottotenente Vegezzi, del
420 fanteria, di picchetto ad un quartiere di
Pavia, assalito da rivoltosi, che avevano in-
telligenze con qualche sottufficiale, senza esi-
tanza, alla testa dei pochi ixoraini di guardia,
imponendo loro col proprio contegno, re-
spinge l'assalto rimanendo gravemente ferito.
35 (1831). - Alle Celle, fuori di Rimini,
il generale Zucchi, con poche centinaia di
uomini, per proteggere la ritirata delle forze
rivoluzionarie che avevano dovuto lasciare
Bologna dirigendosi ad Ancona, sostiene l'urto
della avanguardia austriaca agli ordini del
generale Geppert, segnalandosi il generale
Grabinski in un ritorno offensivo contro il
nemico, il suo capo di Stato maggiore Ippo-
lito Benelli, il colonnello Cesare Ragani, ed
il sottotenente A. Meloni, poi arrestato nel
1833 per cause politiche.
36 (1874). — Due compagnie del 56o ac-
cerchiano la banda Donato su i monti di Ni-
castro, continuando per due ore un vivo
scambio di fucilate. Vittorio Bortolotti, zap-
patore, quantunque ferito, penetra fra i primi
nella grotta dove la banda si era rifugiata,
contribuendo all'uccisione del Donato ed alla
resa degli altri.
37 (1811). - Sebastiano Cavallari di Vi-
cenza, ferito al ponte di Vilamara in Spagna,
prega i compagni, che volevano salvarlo, a
salvare loro stessi lasciandolo al suo destino:
eguale preghiera rivolge al generale Palom-
bini, dicendo di non curarsi del genere di
morte serbatogli dai nemici, pur di ben me-
ritare della patria.
38(1843). — Al Cerro, nell'Uruguay,
Giuseppe Garibaldi, alla testa della legione
Italiana, mette in fuga le truppe d'Oribe da
un' altura protetta da trincee, assalendole a
baionetta calata senza sparare un colpo, me-
ritando i più caldi elogi del governo di Mon-
tevideo.
39 (1849). — Muore a Novara, in con-
seguenza di una ferita in fronte riportata
nella battaglia del 23, il generale Ettore Per-
rone di San Martino, n. a Torino nel 178l>,
antico soldato napoleonico, comandante la
3» divisione dell'esercito sardo. Raccolto da
due soldati sul campo, aveva voluto essere
portato dinanzi al Re, dicendogli d'avere or-
mai compiuto il proprio dovere.
30 (1848). — Marianna Antonini, armata
di una pistola, ferma una carrozza di sup-
posti fuggiaschi da Udine, temendo che por-
tino infox'mazioni agli Austriaci, opponendo
il suo corpo ai cavalli spinti alla corsa.
81 (1862). — Diretti ad Ascoli Satriano
in Capitanata, 50 cavalleggeri Lucca, appena
giunti colà ed avvisati della presenza del
briganti in quelle vicinanze, muovono con-
tro di essi, e trovandosi circondati da più di
200 uomini, combattono valorosamente riti-
randosi nel paese e lasciando le di loro sol
oampo.
-- 79 -^
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
6. - GIOVANNI LUTERI, più noto col nome di DOSSO DOSSI
(Dosso presso Ferrara e. 1480-1642)
è forse il maggiore artista della scuola ferrarese nel suo bel flore. Fu anche chiamato per
il suo valore nel paesaggio, per la potenza della sua fantasia e vivacità di colorito, l'Ariosto
della pittura. L'opera sua più pregiata è la Circe della Galleria Borghese.
MABZO 1908
(13» Settimana)
22 Domenica
82-285
Terza di quaresima.
I Dolori di Maria SS.
S. Paolo, già proconsole romano di Cipro,
indi vescovo di Narbonne (Francia): sec. Ili
(Migne). — S. Benvenuto Scotlvoli, vescovo di
Osimo (Ancona), dal 126é al 1283. — S. Lea,
matrona romana, morta l'a. 304. — S. Basilio
d'Ancira, prete e martire, imprigionato per la
fede, morì fra i tormenti (862). — S. Ottaviano,
arcidiacono, martire a Cartagine.
Memorandum.
23 Lunedì
83-384
S. Turibio Alfonso
Mogrovejo, martire.
Arciv. di Lima (Perù),
S. Pelagia, martire. —
martiri, circa
dal 1578 al 1G06. -
Ss. Nicone, vesc, e compagni
l'a. 250, ricordato a Taormina (Messina). —
S. Procopio, vescovo di Taormina (sec. X). —
— S. Procolo, vescovo di Verona (sec. III). —
S. Ottone od Odone della famiglia Frangi-
pane, anacoreta del sec. XII.
Memorandum. — Anniversario della prima
delle Dieci gloriose Giornate di Brescia (1849).
24 Martedì I s. Simone.
84-283 Martire, l'a. 1475. —
' S. Latino Flavio, vesc.
di Brescia (III sec), onorato in questa città.
La sua salma riposa nella chiesa di S. Afra.
— S. Caterina di Svezia, verg., 1330-1381. —
Ss. Marco e Timoteo, mm. a Roma sec. II. —
S. Bertulfo, o Bernulfo, vescovo di Asti, verso
gli anni 800-813, martire, venerato a Mon-
dovì (Cuneo).
Memorandum. —
25 MercoledìL ..,J""""<^?^'o"t , .
85-383 dell Arcangelo Gabriele
. 1 a Maria SS.
Gli atti del concilio di Toledo, tenutosi
l'a. 656, recano la più antica testimonianza di
questa festa. — B. Tommaso da Costacciaro
(Perugia), morto l'a. 1337. — S. Umberto di
MaroUes, prete (682). La sua festa si celebra
il 6 settembre, essendosi in quell'anno tra-
slate la sue reliquie nella chiesa del oonvento
da lui eretto ed abitato.
Memorandum. - C U> Q- a ore 18,33>«. —
Fiera di oaTalil a Itouigo (provinola di Tloen*
za), frequentatissima. — Chiusura della cac-
cia nella provincia di Avellino. — A Milano,
festa del Perdono, negli anni pari in Duomo,
e nei dispari all'Ospedale Maggiore.
26 Giovedì 1 ^" Teodoro, vescovo.
86-281 Primo di questo nome,
^ resse la Chiesa mila-
nese dal 475 al 490. Era stato in gioventù
milite sotto gli imperatori Diocleziano e Mas-
simiano, ma professava la religione di Cristo.
Si oppose vivamente all'editto imperiale, che
condannava i soldati che persistessero nella
religione di Cristo e subì il martirio. — S.Ema-
nuele, mart. — S. Felicita, vergine padovana.
— B. Marco, da Bologna, minorità, ricordato
a Piacenza: sec. XV.
Memorandum. — Mezza Quaresima, festeg-
giata in più luoghi con tradizionali costu-
manze, con burle, con balli, ec. A Firenze il
giuoco fanciullesco delle scale: a Reggio Emi-
lia facevano le vecchie (ora in disuso).
27 Venerdì
87-280
S. Marciano, vescovo.
Ricordato a Tortona.
(Alessandria); sec. II.
(vedi 6 marzo). — S, Giovanni eremita, vis-
suto a Nicopoli nell'Egitto, morì l'a. 394. —
S. Augusta V. m., onorata a Serravalle (Tre-
viso). — S. Adalberto di Ravenstein, vescovo
di Trento, martire presso Roveredo l'a. 1156.
— Ss. Baronzio abate e Desiderio, suo disce-
polo, venerati a Pistoia: sec. V.
Memorandum. — Oggi pagamento degli sti-
pendi agli impiegati governativi.
28 Sabato I S. Cirillo, diacono.
88-2'?9 I Martire ad Eliopoli
(Fenicia), l'anno 362. —
S. Speranze, abate presso Norcia, citato da
Gregorio Magno nel quarto de' suoi Dialoghi.
S. Sisto III, papa dal 432 al 440. - S. Gon-
trano, re dei Franchi. — Ss. Castore e Doro-
teo, martiri a Tarso.
Memorandum.
MARZO- APRILE 1908 - 81 -
(14'' Settimana)
29 Domcnical 9"*"^» **' quaresima.
89-278 I S.Eiistasio, monaco,
detto anche Eu'^tazio,
fa vescovo di Napoli, verso l'anno 180. —
Ss. Costantino e Simplicio, abati di Monte-
cassino: scc. IV.
Memorandum. — A Roma, al Vaticano, cap-
pella papale: sull'altare è esposta la rosa
d'oro, benedetta dal papa In sacrestia prima
della messa, e da lui destinata a un principe
cattolico, o ad una chiesa insigne, ec. — 0{,'f,M
a Milano e in molte altre città della Lombar-
dia scadono molti affitti semestrali e si fanno
i traslochi. — A S. Ilario d'Enza nel Re;?jia-
no, fiera detta dei Bovi grassi, — I tre ultimi
piorni di marzo e i primi tre di aprile nelle
llomague sono chiamati i giorni della recirt.-
e si annettono a questo nome varie super-
stizioni.
30 Lunedi |S. Quirino, soldato e m.
90-2'?7 Visse nel sec. II. —
B. Amedeo III, duca di
Savoia, morto l'anno 1742. — S. Zosimo, vesc.
di Siracusa: sec. VII. — S. Secondo, mart.
ricordato ad Asti.
Memorandum. — Anniversario della vitto-
ria di Goito e della resa di Peschiera. Festa
dell'arma d'artiglieria. — Fiera a Ciriè, —
Estraz. pel rimborso delle Obblig. della So-
cietà Veneta per Imprese e costruzioni pub-
bliche.
31 Martedì
91-276
S. Mauricillo.
Fu vescovo di Mi-
lano nel 661-662 (dal
6.')7 al C68 secondo il Sassi). Le sue ceneri
riposano nella chiesa di S. Satiro. — S. Bai-
bina, vergine. — S. Beniamino. — S. Amos,
profeta minore, visse circa 800 anni prima
di G. C.
Memorandum. — Cessa il permesso di cac-
cia agli acquatici e ad altre varietà speciali
di uccelli nelle province di Alessandria, Bel-
luno, Cagliari, Campobasso, Catanzaro (ai qua-
drupedi), Livorno, Milano, Modena, Pavia,
Pisa, Sassari, Siena, Siracusa, Teramo, Torino,
Verona; della caccia in genere nelle province
di Bologna, Cosenza, Foggia, Forlì, Macerata,
Massa, Napoli, Potenza, Ravenna, Roma.
1 Mercoledì 1 s. Teodora, vergine,
92-275 I
— morta a Roma (132). —
S. Ugo, vesc Nacque in Valenza. Abbracciato
lo stato ecclesiastico, fu richiesto a Grenoble
come vescovo, ma desideroso di solitudine,
si ricoverò in un" abbazia. 8. Brunone con al-
cuni suoi compagni, cercando un asilo, ve
lo incontrò e lo condusse alla Certosa. Morì
l'anno 1132.
Memorandum. — @ L. N. a ore 6,2"». —
Attenzione ai pesci d'aprile che i burloni dan-
no con tanta facilità a pescare alle persone
di buona fede! — Da oggi fino a tutto settem-
bre orario estivo per gli uffizi telegrafici a
orario di giorno completo e ad orario limitato
(per i primi dalle 7 alle 21; per 1 secondi
dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 19). — Chiusura
della caccia nelle province di Ancona, e in
quelle di Reggio Calabria anche per gli uc-
relll acquatici. Nello province di Catania e
Messina da oggi è permesso il tiro alle qua-
glie; in quella di Catanzaro, a tutti i volatili
di passo; in quella di Genova, alle tortore,
ortolani, quaglie, beccaccini, palmipodi, entro
una certa zona; in quella di Sassari, la caccia
alle volpi con i segugi. — Da oggi sino a tutto
agosto è vietata la raccolta delle ostriche.
Invece è permessa la pesca dei gamberi di
acqua dolce. — Scadenza cedole semestrali
Prestito Cattolico 1860-64; Prestito Bloiint
1866; Obbligaz. 5% Asse Ecclesiastico 1870;
Ferrov. Vittorio Emanuele; Obbligaz. Ferrov.
4% netto; Prestito Unificato Fioi-entino 1880;
Cartelle Fondiarie di tutti gli istituti; Obblig.
Acqua Pia, antica Marcia ;.Obbl:g. Alti Forni
e Acciai rie di Terni; Obbligaz. 3 % SS. FF.
Merid.; Estraz. Prestito Città di Napoli 1875
(rimb. lo maggio); Buoni trentenn. Ferrovie
Merid.; Obbligaz. 4 "/, Ferrovie Second. della
Sardegna. — Oggi a Torino si sogliono pagare
gli affitti semestrali. — Entrano in funzio;:e
i nuovi capitani-reggenti della Repubblica di
San Marino (fino al 30 settembre).
2 Giovedì 1 ^- Francesco di Paola.
93-274 Fondatore dei Mini-
— ■ ' mi, morto nel 1507. Era
nato in Paola, citts\ della Calabria, verso il 1416
ed uscito dai religiosi di S. Francesco d'As-
sisi, si ritirò in una spelonca, dove fondò un
monastero.
Memorandum. — Oggi per gli Ebrei prin-
cipia l'anno religioso, secondo l'antico calen-
dario l'abbinico.
3 Venerdì 1 S- Riccardo
94-273 vescovo di Chichester
(Inghilterra) (1245-1253)
— S. Pancrazio, v?sc. di Taormina (I sec?).
— S. Eraldo, vescovo. — S. Agape e sorelle,
martiri sotto Diocleziano (304). — S. Ulpiano
martire a Cesarea (Palestina).
Memorandum. — In Toscana credono che
se piove oggi, pioverà per 40 giorni; " Terzo
Aprilante, quaranta durante „; in altre parti
d' Italia il prognostico è preso dal tempo che
farà domani.
4 Sabato ! S. Isidoro
95-272 vesc. di Siviglia. Nacque
in Spagna, e fu educato
dai vescovi Leandro e Fulgenzio suoi fra-
telli. Il concilio di Toledo lo chiamò insigne
dottore della Chiesa cattolica in virtù de' suoi
scritti, e Leone IV lo propose quale emulo
di Gerolamo e di Agostino. Mori nel 636. —
Morte di S. Ambrogio, vesc. e patrono della
Chiesa milanese (397) (v. 7 die).
Memorandum. — A Frascati feste per la
ricorrenza del natale della città.
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
- 82 —
I CONSIGLI DEL MESE (Igiene ed Economia Domestica).
MARZO
L'influenza e i suoi derivati — Igiene fisica e morale — Il sangue dal naso dei bamiini — Il
petrolio inodoro — Per togliere le macchie d'inchiostro dalla tela — Polvere di cipria fio-
reatina — Lingua di manzo — Marmellata di mele — I proverbi del mese.
pane sostengono la vita; ina l'aria pura ed
il sole sono indispensabili alla salute.
3. Igiene digestiva. — La frugalità e la
sobrietà sono il migliore elisir di lunga vita.
4. Igiene della pelle. — La pulizia pre-
Dunque, questo mese parleremo prima di serva dalla ruggine; le macchine meglio pu-
L'influenza non è più una malattia di
moda: resta, però, una malattia noiosa e,
spesso, pericolosa. Se non è curata in tempo
può esserci fatale: alla men peggio ci lascia
strascichi un tantino sgradevoli.
tutto dell'influenza e dei suoi derivati
11 deputato Borne, dottore in medicina,
diventato, qualche anno fa, improvvisamente
celebre per averne guarito rapidamente Lou-
bet, Waldeck-Rousseau e Deschanel, rivela la
sua ricetta, che è la seguente : Acqua cloro-
formizzata, 60 grammi; acqua distillata, 60;
magnesia, 8; salci, 1; betol, 1; antifibrina, 1;
sciroppo di fiori d'arancio, 35. Agitare e pren-
dere con cucchiaio da minestra ogni 20 mi-
nuti nel primo giorno. Negli altri giorni pren-
dere la medicina seguente: magnesia, 10 gr.;
betol, 5; salol, 2 e mezzo; terpina, 2 e mezzo
in 20 cachets; due la mattina, e due la sera,
coricandosi. Guarirete. Le dosi vanno mo-
dificate secondo l'età, il sesso e il tempera-
mento del malato. Il metodo si basa sulla
necessità di disinfettare le vie digestive e
I-espiratorie, per distruggere i microbi dell'in-
fluenza.
Ma se l'influenza è divenuta oggi meno
frequente di quello che per un lungo periodo
di tempo non sia stata, i raffreddori la so-
stituiscono tuttora largamente. Per chi avesse
la sventura di trascinarsi addosso un noioso
se non grave catarro cronico, consiglierei uno
sciroppo composto di datteri, giuggiole, fiori
di ninfea, seme di papavero, radice di liquo-
rizia, radice di malva secca, erba capillare
secca. Bisogna far bollire ogni cosa nello sci-
roppo di zucchero, lasciar rafii-eddare, po-
sare e passare per panno. È, una bevanda un
po' complicata, ma di sicuro effetto.
Il dottor Roux, invece, è riuscito a fare
abortire corizze incipienti e a dissipare leg-
giere bronco-tracheiti con un metodo molto
più semplice: mediante forti aspirazioni per il
naso e per la bocca di acqua di Colonia. Ba-
sta versarla sopra un fazzoletto. Il raffred-
dore di testa, poi, si elimina presto respi-
rando per lo spazio di trenta secondi, in due
o tre volte, dell'ammoniaca, o collocandosi
sul vapore dell'acqua bollente in cui si sono
gettate alcune goccic di spirito canforato. Oc-
corre, però, coprire bene la testa con un faz-
zoletto per impedire che il vapore sfugga.
L'igiene ha anch'essa le sue regole, dalle
quali non bisognerebbe derogare. Il dottore
Ducornet le ha riassunte in dieci comanda-
menti che voglio ripetere alle mie lettrici.
Li meditino attentamente, e cerchino di se-
guirli, perchè sono giusti, brevi, ed igienici
davvero:
1. Igiene generale. — Alzati presto, vai
a letto presto, occupa la tua giornata.
2. Igiene respiratoria. — L' acqua ed il
lite fanno servizio più lungamente.
5. Igiene del sonno. — Un riposo suf-
ficiente ripara e fortifica: un riposo troppo
lungo ammollisce ed indebolisce.
6. Igiene delle vesti. — Vestirsi bene e
conservare al corpo, colla libertà dei mo-
vimenti; il calore necessario, preservandolo
da ogni brusco mutamento di temperatura.
7. Igiene dell'abitazione. — La casa pu-
lita e gaia rende amabile il focolare dome-
stico.
8. Igiene morale. — Lo spirito si riposa
e si affina nelle distrazioni e nei divertimenti;
ma l'abuso spinge alle passioni e queste ai
vizi.
9. Igiene intellettuale. — L'allegria fa
amare la vita e l'amore della vita è la metà
della salute. Al contrario, la tristezza e lo
scoraggiamento anticipano la vecchiaia.
10. Igiene professionale. — Se ti nutri il
cervello non ti lasciare anchilosare né le brac-
cia né le gambe. Se guadagni la tua vita a
colpi di zappa, non dimenticare di ornare
e di estendere la tua intelligenza.
Dai consigli profilattici del dottor Ducor-
net, passiamo a qualche consiglio terapeu-
tico. Voglio darlo questa volta alle nostre
mammine, tanto facili ad allarmarsi d'un fe-
nomeno che, in realtà, non presenta nulla di
grave: del sangue dal naso dei bambini.
Le cause possono essere parecctiie, ma
sempre di natura leggiera; sorvoliamoci sopra
e vediamo un po' di trovare così alla buona,
senza inforcare gli occhiali e senza assumere
un tono dottrinario, qualche rimedio al male,
se non grave, certo penoso per i pazienti e
per chi li circonda.
Prima di tutto, non asciugate, sul mo-
mento, il naso col fazzoletto; se mai ci pen-
serete qualche ora dopo, quando, cioè, ri-
stretta o cicatrizzata la ferita, il coagulo può
venir tolto con più facilità. Se l'emorragia è
persistente, sì metteranno in pratica i mezzi
più popolari; si farà sollevare e tener ritto
il braccio del lato corrispondente a quello
della narice che sanguina; si applicherà del
freddo (compresse fredde, vescica di ghiaccio)
sulla fronte e sulla narice del naso.
Se non basta, si potranno praticare nella
narice stessa delle iniezioni di acqua molto
calda, di sugo di limone, di acqua emosta-
tica Pagliari.
Invece di queste iniezioni, ed anche suc-
cessivamente quando esse si siano mostrate
insufficienti, si potrà ricorrere, con molto van-
taggio, all'introduzione nella narice stessa di
piccoli tamponi che potranno prepararsi im-
bevendo 11 cotone idrofllo d'un po' di «cqna
eniostatlc» Pagliari o d'una soluzione di per-
cloruro di ferro, se l'aveste nella vostra far-
niaoia domestica.
Può giovare anche l'insufflazione nel naso
di polveri astringenti: quali il tannino, l'al-
lume di rocca od altro.
Quasi sempre bastano questi mezzi, ripe-
tuti con majTgiore o con minore insistenza,
ad arrestare emorragie anche ostinate: ma
se non vi si riuscisse, sarebbe indispensabile
di mandare pel medico specialista. E, nella
sua attesa, cooperare all'emostasi tenendo le
narici 11 più che sia possibile immobili e non
toccandole in modo alcuno. Riguardi grandi
dovranno, altresì usarsi quando, dopo qualche
ora, o dopo qualche giorno, si leverà il tam-
pone, perchè facilmeute l'emorragia potrà
ripetersi.
In pieno secolo ventesimo parlare ancora
di petrolio sembra una stonatura.
Pure non tutti hanno il gran vantaggio
del gas o dell'impianto eleltiico In casa, e
debbono, volere o no, rassegnarsi alla fiamma
meno vivida dei lumi a petrolio, e soppor-
tare tutti gii inconvenienti di questo mine-
rale pericoloso. Mi rivolpo ad essi consiglian-
do, nel caso di incendio, di non ricorrere mal
all'acqua. Se si ha in casa molta cenere, sab-
bia o polvere di detriti, tanto da seppellire
il liquido infiammato, se ne faccia subito uso.
Di eff"etto più pronto e più sicuro è però il
latte, h una proprietà che pochi conoscono,
ma di grande potenza. Non esitate a versarlo
istantaneamente sulle fiamme devastatrici, se
volete convincervene davvero.
Un altro inconveniente ha il petrolio :
quello del cattivo odore. Per farglielo per-
dere basterà aggiungere 100 gr. di cloruro di
calce, per ogni 4_ litri e mezzo, più un po' di
acido cloridrico. È necessario però, dopo aver
bene agitato tutto, versare il liquido in un
altro recipiente che contenga calce viva. Dopo
avere ancora una volta agitato il miscugUo,
si lascia riposare senz'altro.
Qualcuno, poi, consiglia di mettere una o
due palline di naftalina per ciascun litro di
petrolio, assicurando che non solo si conse-
gue cosi lo stesso effetto, ma che la luce viene
a ravvivarsi considerevolmente per l'azione
del carburo di calce di cui la naftalina è ricca.
xj un metodo, se non altro, d'una semplicità
estrema. Mette conto di tentar la prova.
Ma non voglio chiudere questo reparto....
profumato, senza suggerirvi un rimedio ad
un terzo inconveniente del petriolo; alla sua
trasudazione.
Chi adopera lampade di metallo o di vetro
ne sa qualche cosa. Mescolate, dunque, del
silicato di pota.ssa con della glicerina in parti
uguali: versate il miscuglio nell'interno della
lampada, già ben pulita ed asciugata, e agi-
tate in modo che di quella composizione si
formi uno strato su tutta la superficie In-
terna. Vuotate li globo del miscuglio ecce-
dente e lasciatelo asciugare. Il processo è
ben semplice, giova e costa pochissimo.
E adesso vi darò, al solito, qualche con-
siglio pratico e qualche ricetta gastronomica.
Già vi dissi come possono togliersi le mac-
chie di grasso dalla carta: ora vi dirò come
togliere quello d'inchiostro dalla tela.
Se la macchia d'inchiostro è recente, si
bagni subito la parte con del sugo di limone,
o con forte aceto di vino e sapone. La mac-
chia sparirà immediatamente.
Per la vostra toilette potete ottenere una
cipria eccellente finissima, mescolando: Ami-
do di grano, gr. GOO: Radice d'iride in pol-
vere, gr. 100; Fiori di cassia in polvere, gr. 10;
Chiodi di garofani polverizzati, gr. 1.
In cucina se volete ammatmire una lingua
di manzo, scottate la lingua nell'acqua bol-
lente per 20 minuti: ritiratela dal fuoco, pe-
latela e tagliatela a fette. Prepai*ate una salsa
bianca di farina e burro allungata con aciua,
e condita con pepe, sale, erbe odorose, alcune
fettine di lardo e un bicchiere di vino rosso.
Disponete la lingua in tale salsa e lascia-
tela cuocere lentamente per un'ora.
Per fare una buona marmellata di mele (il
solito piatto dolce) sbucciate questo frutto,
liberatelo dai semi, mettetelo in una casse-
ruola, fatelo bollire adagio, preferibilmente
su fiamma a gas. Allorché cominciano a di-
ventare molli, versatevi ogni otto chilogram-
mi di frutta mezzo litro di rhnm, il succo di
tre limoni ed un chilogr. di zucchero fi is-
simo. Poi bollite di nuovo tutto insiemo fin-
ché sia bene incorporato, e deponete in un
recipiente.
Chiuderò coi proverbi del mese. Sono
molti e graziosi: Marzo, pazzo; Marzo spesso
cambia; Marzo non conosce la costanza: ora
piange, ora ride; Marzo é figlio del capriccio:
ora piove, ora nevica, ora fa bel tempo, ed
ora tira vento; Se marzo non marzeggia,
aprile non festeggia; Chi nasce di marzo
è matto (la qual cosa non esclude che dei
pazzi non nascano anche negli altri undici
mesi); Marzo stringe il cuore alle vecchie e
le fa morire; Marzo aflferra l'inverno perla
gola; Marzo al principio e alla fine versa sem-
pre il suo veleno; Marzo è quello che dà più
pane ai becchim'; Se Marzo viene come un
leone, se ne va come un agnello, se viene
come un agnello, se ne va come un leone;
Nel marzo non bevere acqua, ma impegna
piuttosto il mantello per comprar vino; Mar-
zo ha il veleno nella coda; M;irzo toglie ad
aprile tre cattivi giorni: il primo fa gelo, il
secondo fa neve, ed il terzo vento furioso;
Marzo vien con la testa di una vipera e se
ne va con la coda d'un pavone.
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il rimedio delie malattie deali oroani diaerenti.
- 84 -
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
APRILE
1 (1849). — Il popolano di Brescia Carlo
Zima, dopo aver fatto prodigi di valore com-
battendo contro gli Austriaci, continua a di-
fendersi asserragliato in una osteria quando
il nemico, dopo dieci giorni di lotta, entra
nella città insorta. Alcuni croati, sfondata la
porta, riescono a prenderlo, e, bagnat lo di
acqua ragia gli dan fuoco dicendogli: " Balla
adesso! „ Lo Zima, saltato improvvisamente
addosso ad uno di essi, non lo lascia, e am-
bedue muoiono orribilmente ustionati.
a (1896). — Il 6» battaglione indigeni,
mandato a raggiungere il colonnello Stevani
a Kassala, è assalito dai Dervisci a Monte
Mocrom. Lo Stevani, accorso con 4 batta-
glioni, respinge i Dervisci a Tucruf, da dove
li sloggia il giorno seguente: muoiono com-
ìiattendo eroicamente 1 tenenti Partini, Bas-
setti, Stella e De Salvo.
3 (1809). — Il generale Mazzucchelli, con
tre reggimenti italiani, occupa Caldas in Ca-
talogna, dove è attaccato da numerose truppe
spagnole. Avviene un accanito combattimen-
to, e si segnalano i capi battaglione Peraldi
e Santandrea ed il capitano Visconti, mila-
nese, mortalmente ferito.
4 (1815). — Carlo Filangieri, duca di Sa-
triano, generale dell'esercito napoletano di
Murat che fronteggia gli Austriaci sul Pa-
naro, alla testa di 24 cavalieri passa il ponte
(li Spilamberto caricando il nemico. Non se-
condati dalle altre triippe, alcuni retrocedono,
altri cadono feriti; otto soli rimangono con 11
generale e sono uccisi. Egli stesso, grave-
mente ferito, è creduto morto: ma frattanto
Murat ha tempo di giungere alla riscossa,
cacciando gli Austinaci fino a Modena.
5 (1862). — Fra Cerignola e Lavello, 34
soldati di fanteria sorprendono la numerosa
banda Croceo in una masseria, al proprietario
della quale aveva imposto un ricatto, e ne
nasce iin combattimento, nel quale cadono
uccisi 25 briganti.
6 (1862). — Dugento uomini della banda
Chiavone, si gettano sul villaggio di Luco
(Avezzano) guardato dal sergente Pasolini
del 44° fanteria con 14 uomini. Asserragliati
iti una casa, questi si difendono disperata-
mente, fin quando essa non è in preda alle
fiamme. 11 caporale Silvestro Fantuzzi, di pat-
tuglia con tre uomini, accorre ad aiutare i
compagni o morire con loro, ed entra In
paese facendo fuoco e gridando Savoia! I bri-
ganti fuggono, credendosi sorpresi da molta
truppa, inseguiti dai 11) valorosi.
7 (1862). — Gaetano Negri, tenente del
C." fanteria, poi senatore e sindaco di Mi-
lano, con 34 uomini, incontra più di cento
briganti sulle montagne di Calltri. Condotti
con mirabile sangue freddo i suoi uomini
sopra un' altura circondata di macerie, apre
il fuoco e lo continua fin quando bastano le
munizioni: poi, invocato con brevi parole un
atto di suprema enei'gia, scende con impeto
alla testa di quel gruppo di valorosi, che si
fa strada con la baionetta, in mezzo ai bri-
ganti.
8 (1848). — L'avanguardia dell'esercito
sardo attacca la retroguardia austriaca a
Goito. Il tenente Giuseppe Lions assale e
conquista le barricate dietro le quali stanno
gli Austriaci; e la seconda compagnia bersa-
glieri, saltato in aria il ponte sul Mincio, lo
passa su di un parapetto rimasto in piedi e
prende due cannoni al nemico. Si distin-
guono i soldati Berta del 9o, Faccio del 10»,
il caporale Martini e il foriere Becchio dei
bersaglieri.
9 (1848). — Il maggiore Alessandro Fi-
lippa, della 2* brigata artiglieria da campo,
ed il capitano del genio Vittorio Morand,
sotto il fuoco delle batterie nemiche, rico-
struiscono in poche ore il ponte di Mozam-
bano fatto saltare in aria dagli Austriaci: il
Filippa riceve in premio la medaglia d'oro
al valore.
10 (1813). — Il generale Palombini, dopo
avere scacciato con la sua divisione gli Spa-
gnoli dalle posizioni di Azcoytia, vi è nuo-
vamente assalito da altre truppe, e costretto
egli stesso a combattere all'arma bianca per
non rimanere prigioniero, riesce ancora a vin-
cere gli assalitori.
11 (1863). - Il bersagliere Ronchetti, del
25o battaglione, smarritosi nei boschi della
Sila, mentre seguiva un drappello mandato
di notte a portar soccorso ad alcune persone
ricattate dai briganti, scorge all'alba la banda
Monaco con gli ostaggi. Senza perdersi d'ani-
mo, comincia a far fuoco gridando: Bersaglieri,
avanti!.,, a destra!.., a sinistra! I briganti sor-
presi si danno alla fuga; due rimangono, ma
il Ronchetti li obbliga a ritirarsi, e libera il
vescovo di Tropea ed altri due signori.
la (1862). — Il capitano Papp del 49»
fanteria, con soli 43 uomini, assale nella ca-
scina Del Giudice (Capitanata) 207 briganti
comandati dall' ex-ufficiale borbonico Cop-
pola, e dopo due ore di combattimento li
obbliga a sparpagliai'si nella campagna, la-
sciando 3 morti e parecchi feriti.
13 (1809). — La brigata Mazzucchelli,
di 2500 uomini, difende coiUro 6000 Spagnoli
la posizione di San Feliù. È gravemente fe-
rito fra gli altri molti, e muore pochi giorni
dopo, il valoroso capitano Orlando Visconti,
di Milano, del 1» leggero.
14 (1814). — La nave scuola del regno
Italico Superiore, montata dagli allievi del
battaglione della flotta, che vedono il fuoco
per la prima volta, atì'ronta due legni inglesi
nelle acque di Castellazzo, obbligandoli a
prendere il largo.
{Continua a pag. 88),
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
7. - GIULIO PIPPI detto GIULIO ROMANO
(Roma 1482-1546)
scolare di Raffaello, compì molte delle opere lasciate incompiute da lui. Meravigliosi gli
affreschi da lui fatti a Mantova nel Palazzo Ducale e nel Palazzo del Tè, non tutti di lui,
come un tempo si credeva.
APRILE 1008
86
(15» Settimana)
5 Domenica
96-271
S. Vincenzo Ferreri.
Nacque in Valenza.
A 17 anni entrò nell'or-
dine di S. Domenico, e la fama della sua elo-
quenza corse per la FrauL-ia, l'Italia, la Ger-
mania, l'Inghilterra ed i Paesi Bassi dove
predicò pace e concordia fra due papi che
si disputavano l'autorità pontificia. Morì in
età moUo avanzata a Vannes, l'anno 1419. —
y. Onorio martire in Sicilia.
Memorandum. — Fiera a Bitouto: dura 3
giorni. — In Toscana oggi si dice: "San Vin-
cenzo chiaro, assai grano; se ò oscuro, pane
ulano, n
6 Lunedì 1 S- Celestino I, papa.
Q'T-Q'TO Mandò missionari in
• Iscozia e Irlanda; morì
l'anno 432. — S. Secondo, martire, patrono
di Asti (sec. IV}. — S. Filareto, palermitano,
monaco di S. Basilio, venerato a Tauriano
(Calabria).
Memorandum. — Pagamento delle pensioni
governative di prima categoria (non oltre le
L. 500 annue).
7 Martedì | ^- Amatore, vescovo.
98-369 Successe, l'anno 388,
" nel vescovado di Au-
xerre a S. Elladio; mori l'a. 418. — S. Afraate,
anacoreta nella Siria del sec. IV e forte di-
fensore della fede cattolica contro l'eresia
ariana. — S. Saturnino, vescovo di Verona.
Memorandum.
Iella Grecia.
Festa della indipendenza
8 Mercoledì 1 S. Dionigi, vescovo
99-368 di Corinto, uno fra i più
'illustri del II secolo. In-
signe per pietà e per dottrina, le sue lettere
dimostrano come egli abbracciasse nella sua
carità tutti 1 Cristiani. Ebbe tanto in rive-
renza 1 romani pontefici, che nei giorni di do-
menica leggeva in pubblico le loro epistole. —
S. Paolo della Croce, nato in Ovada nella Li-
guria, fondatore dell'ordine dei Passionisti.
— S. Redento, vesc. di Ferentino presso Roma,
verso gli anni 660-587.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 17,32">.
9 Giovedì
IO 0-367
S. Maria di Cleofa
madre dell'apostolo
Giacomo il minore.
— S. Giovanni l'Elemosiniere, patriarca della
Chiesa di Alessandria d'Egitto, morto l'a. 016.
— S. Valtrude, vedova. — Ss. Demetrio e com-
pagni, martiri a Roma. — S. Pr'ócoro o Pro-
copio di Antiochia, nipote di S. Stefano pro-
tomartire, e compagno e coadiutore di S. Gio-
vanni Evangelista. Fatto vescovo di Nicome-
dia nella Bitinia, morì martire.
Memorandum.—
10 Venerdì
101-366
S. Pompeo martire.
Morto in Africa du-
rante la persecuzione di
Fulberto, vescovo di
circa. — S. Beda il gio-
l'a. 883, onorato nella
- S. Ezechiele, profeta,
contemporaneo di Ge-
a Babilonia, sotto Na-
Decio (250-254). - S.
Chartres 1007 al 1029,
vine, monaco morto
diocesi di Genova. -
di stirpe sacerdotale,
remia. Morì laijidato
buoodonosor.
Memorandum. — Chiusura della caccia col
fucile agli acquatici nelle province di Ber-
gamo, di Brescia, di Como, di Cremona (per
gli uccelli di passaggio), di Reggio Emilia (per
la beccaccia), di Sondrio. — Scade la seconda
rata bimestrale delle imposte dirette erariali
e sovrimposte comunali e provinciali. Non
pagando entro gli otto giorni successivi alla
scadenza, il contribuente incorre nella multa
del 4 %.
1 1 Sabato 1 S- Leone Magno, papa.
103-365 I Resistette allo ster-
minatore Attila, re de-
gli Unni, che minacciava Roma, persuaden-
dolo a ritirarsi oltre il Danubio; fu dottore
della Chiesa ed ebbe dal popolo il titolo di
Magno. Morì l'a. 461. — S. Barsanufrio o Bar-
sanofrio, venerato a Rodi (Capitanata) : sec. II
(v. anche 30 agosto). — S. Filippo, vescovo
di Candia. — S. Isacco, monaco, di Spoleto.
Memorandum. — Festa popolare della Ma-
donna delle Milizie, che si celebra nel Santua-
rio omonimo presso Scicli (Siracusa) con una
finta battaglia.
APRILE 1908
- 87 —
(16* Settimana)
12 Donieilical Domenica delle Palme,
10*^-264 dttt^l tinche delle olite.
S. Zenone, voscovo
dt Verona dal 3G2 al 3S0. - S. Angelo Cai-
lettl da Ohtvasso, morto l'a. 1492. — S. La-
raro, diacono, mart., venerato a Trieste se-
colo li. — S. Vlssia, verjj., mart., festeggiata
a Fermo. — S. Alferio, abb. di Cava de' Tir-
reni, morto l'a. 1098.
Memorandum. — Domenica delle Palme. —
A Roma, messa solenne alla basilica di S. Pie-
tro (ore 9). Si cantano al Passio i cori di Avila,
all'Offertorio lo Stabat di Palestrina, e dopo
l'elevazione il Bent-dictus di Daini. — Pelle-
grinaggio al Santuario della Madonna del
Conforto, ad Arezzo.
13 Lunedi
104-263
S. Ermenegildo, mart.
Figlio di Leovigildo
re dei Visigoti (586). Fu
sposo a Ingonda figlia di Sigeberto, re catto-
lico di Austrasia. Convertito dalla moglie al
cattolicisrao. Il padi-e, saputa la cosa, gli tolse
gli onori del regno e lo diseredò, né volendo
per questo cedere, Ermenegildo fu carcerato
ed ucciso nell'a. 586. — S. Giustino, filosofo,
martire (sec. II). — S. Orso, veso. di Ravenna
(sec. IV;. — S. Ida, vergine.
Memorandum. — Pagamento delle pensioni
governative di terza categoria (superiori a
L. 2000 annue).
1^ Martedì
105-262
S. Lamberto, vescovo
di Lione dal 680 al 690.
— Ss. Valeriane e Mas-
simino, martiri l'anno 229. — S. Procolo, vesc.
di Terni (sec. IV), martire. — S. Massimo, sol-
dato della legione tebea, martire l'a. 287.
15 Mercoledì! S. Paterno, vescovo
106-261 di Vaniies (sec. V). —
Ss. Basilissa e Anasta-
sia, martiri a Roma (sec. I). — S. Eutichio,
mart. a Roma, venerato a Ferentino. — S. Don-
nina, vergine, martire, e sue compagne, fe-
steggiate a Terni (a. 250-254). — S. Annibale,
martire.
Memorandum. — Mercoledì Santo. — A
Roma, al Valicano, alle ore 16, cappella papale
per l'ufficio delle Tenebre. Vi si cantano al
primo notturno una Lamentazione a 4 voci
di Palestrina, e, dopo 11 Benedictus delle laudi,
il Miserere a versetti alternati di Bai o di
Bainl. Alla basilica Vaticana, dopo il Miserere,
ostensione delle grandi reliquie della Pas-
sione: la lancia, il legno della vera croce, il
velo di S. Veronica. — Chiusura della caccia
agli uccelli marini nella provincia di Bari ;
alle pavoncelle, pivieri, storni e gambette con
l'aucupio nella provincia di Lucca; agli acqua-
tici nelle province di Modena, di Padova, di
Parma (anche per le beccaccie e i tordi), di
Pisa, di Roma, di Rovigo, di Treviso e di
Vicenza (anche per le beccaccie), di Udine (an-
che per le beccaccie, storni e passeri), alle tor-
tore e alle quaglie nella prov. di Siracusa. —
Estraz. pel rimb. delle Obbligaz. FF. Nord-
Milano.
16 Giovedì
107-260
Istituzione
delia SS. Eucaristia.
Ricorda la Chiesa
l'ultima cena celebrata dal Divin Redentore
co' suoi apostoli nel cenacolo di Gerusalem-
me. — S. Coiitardo, del principi Estensi, mor-
to l'anno 1249, onorato a Broni (Pavia).
Memorandum. — (*5) L. P. a ore 17,55™. —
Giovedì Santo. - Da oggi sino al Lunedi di
Pasqua inclusivamente sono chiuse le Biblio-
teche governative: e sino al Martedì tutte le
scuole. Licei e Istituti Tecnici hanno vacanza
per tutta la Settimana Santa. — Al Vaticano,
alle ore 10, cappella papale. — Si canta al-
l'offertorio il mottetto Fvatres di Palestrina.
Dopo la messa il Papa porta processional-
mente l'Ostia consacrata alla cappella Paolina,
illuminata sui disegni del Bernini. A mezzo-
giorno lavanda dei piedi a tredici preti stra-
nieri. Alle ore 16, al Vaticano, ufficio dello
Tenebre: la prima Lamentazione è di Pale-
strina, il Miserere di Bai e di Allegri. A S. Pie-
tro, alle 18y2, dopo il Miserere, lavanda dell'al-
tare maggiore fatta dal Capitolo, e ostensione
delle grandi reliquie. — Oggi e domani, a Na-
poli, tradizionale passeggiata dello struscio per
Toledo (via Roma). — Primo giorno della
Pasqua, o Fesach, israelitica.
17 Venerdì
108-259
La Morte
di N. S. Gesù Cristo.
Solenne e commo-
vente ricordo praticalo in tutte le chiese. —
S. Aniceto, papa, successo a S. Pio I, morì
martire, al principio della persecuzione di
Marco Aurelio l'a. 166. — S. Innocenzo, ve-
scovo e patrono di Tortona (sec. Ili o IV).
Memorandum. — Venerdì Santo. — Pro-
cessione del Cristo Morto in molte parti d'Ita-
lia. — Al Vaticano, alle 9 i^, cappella papale :
canto delPussjocon i cori di Avila; adorazio-
ne della Croce, con gli Improperi di Palestri-
na; processione alla Cappella Paolina ed espo-
sizione della Vera Croce. Alle 15 V2 ufficio
delle Tenebre: la prima Lamentazione è di
Allegri. — Secondo giorno della Pasqua, o
l'esach, Israelitica.
18 Sabato
109-258
S. Caldino.
Della famiglia della
Sala, arciv. di Milano
dal 1166 al 1176. — 8. Calocero, bresciano,
martire ad Albenga (sec. II).
Memorandum. — Sabato Santo. — A Roma,
nella basilica di S. Giovanni in Laterano, alle
ore 8, benedizione del fuoco nuovo, dell'in-
censo e del cero pasquale fatta dal Cardinal
Vicario. Alle 9, al Vaticano e a S. Pietro,
ufficio solenne, con musica di Palestrina. Al
Gloria in excelsis suonano le trombe d'ar-
gento dall'alto della cupola. — Antica ceri-
monia tradizionale dello scoppio del carro a
Firenze. — Fiera de' balocchi a Palermo, che
dura sino al martedì dopo Pasqua. — Fiera a
Gravina. Dura 5 giorni. — Nella provincia di
Venezia è chiusa la caccia agli acquatici e
alle beccaccie.
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Onegiia sono gli unici perfetti.
(APRILE - Vedi a pag. 84). — o
15 (1848). — La 3» compagnia bersaglieri,
composta di volontari studenti e comandata
dal capitano Cassinis, fa una brillante rico-
gnizione sotto Peschiera, meritando le lodi
di re Carlo Alberto, presente al valoroso slan-
cio di quella gioventù eletta.
16 (1848). — In una fazione sotto Pal-
manuova, contro gli Austriaci, muore com-
battendo valorosamente, con 50 compagni,
Antonio dall'Ongavo, pittore veneto, che ave-
va preso parte alla rivoluzione di Venezia ed
alla fazione di Sottoselva.
17 (I8i5). — Nella campagna di Grenoble,
il caporale Dubouchet, di avamposto presso
Maltaverne, circondato da un drappello di
cavalleria francese, si difende valorosamente,
e ritirandosi coperto di ferite giunge alla gran
guardia e gridando: " Ecco il nemico! „ spira
ai piedi del suo capitano.
18 (1848). — Al combattimento di Go-
vernolo, il reggimento Genova Cavalleria in-
caricato d'inseguire il nemico, esita un mo-
mento al passaggio d'un ponte battuto dal
fuoco degli Austriaci. Il tenente conte Ro-
dolfo Gattinara, sfoderata la sciabola, salta ì
cadaveri che coprono il ponte e si slancia
sulle baionette, cadendo ucciso. Il cav. Bru-
netta ed il sottotenente Appiotti cadono come
lui, ma la strada è fatta, ed il reggimento
passa e sbaraglia il nemico.
10 (1862). — L'aiutante maggiore tenente
signor Gorgellino del reggimento Piemonte
Reale, con 4 lancieri, e 12 contadini con fu-
cili da guardia nazionale, ma senza cartuccie,
attacca 29 disertori armati in un bosco vi-
cino a Crema, e con la presenza di spirito li
fa prigionieri senza spargimento di sangue.
aO (1835). — Michele Zambelli, briga-
diere dei gendarmi pontifici, poi giunto al
grado di colonnello, saputo che il noto mal-
fattore Panna, ricercato inutilmente nelle
montagne del Montefeltro da una colonna
mobile, «i trova in un mulino, armato di sola
sciabola e pistola lo aiìronta, e dopo viva
lotta Io arresta.
ai (1815), — A Giovanni Battista Vercel-
lana, di Moncalvo, tamburo maggiore nelle
truppe sarde mandate all'assedio di Greno-
ble, si presenta un emissario francese con
lusinghiere promesse ed una lettera del co-
lonnello del 240 fanteria, che lo invita a tor-
nare al servizio francese. Il Veroellana fa
prigioniero l'emissario e lo presenta, conia
lettera, al suo colonnello.
«a (1848). - Dopo tre giorni di resi-
stenza contro 16000 uomini comandati dal
Nugont, la città di Udine, aperta da ogni
lato e nella assoluta Impossibilità di difesa,
deve accettare la capitolazione onorevole ot-
tenuta dall'arcivescovo. Ma alcuni compo-
nenti II governo provvisorio, come Prospero
Antonini, non vogliono firmarla; l'avv. Plateo
la firma e poi si suicida.
23 (1891). — S'Incendia e scoppia la
polveriera di porta Portese a Roma. Il ca-
porale de' bersaglieri Cattaneo, capoposto, fa
quanto è umanamente possibile per scon-
giurare la catastrofe e per darne avviso al-
l'intorno: i bersaglieri Bordignon e Corte-
sotto, allontanatisi momentaneamente, per
ordine del caporale, vi tornano appena av-
venuto io -scoppio.
24 (1890). — Una barca a vapore del
Volta, agli ordini del sottotenente di vascello
Carlo Zavagli, di Rimini, è assalita a tradi-
mento dai somali sulla spiaggia di Varsheik. 11
timoniere Gonella la difende valorosamente ;
il sottonocchiere Bertolucci, quantunque fe-
rito, si getta in mare per accomodare un gua-
sto all'elica, e lo Zavagli, ferito da una freccia
alla gola, prima di spirare dà, gli ordini op-
portuni per salvare la barca.
25 (1868). - A Cologna Veneta in un
conflitto con malfattori, il carabiniere Secon-
do Modena fa scudo della sua persona al te-
nente Carcano, alle prese con uno di essi,
rimanendo gravemente ferito per salvare il
suo superiore.
26 (1852). - Paolo Filippo Sacchi, fu-
riere della 1» compagnia operai d'artiglieria,
addetto alla polveriera di Borgo Dora a To-
rino, essendo in essa scoppiato un incendio,
con ammirabile sangue freddo impedisce che
il fuoco si comuiiichi al magazzino delle pol-
veri, salvando da sicura rovina una parte
della città, ed è ricompensato dal governo
con la medaglia d'oro e la promozione a sot-
totenente ; il Municipio gli dà una pensione
ed intitola una strada al suo nome.
2'y (1859). — Il carabiniere Vincenzo Bec-
caria, rimasto in abito borghese nel territorio
di Voghera occupato dagli Austriaci, col bri-
gadiere Fea riesce a spiare inosservato le
mosse del nemico; poi solo esplora le rive
del Po da Gerola alla Stjlla, in continuo pe-
ricolo di esser fatto prigioniero e fucilato.
28 (1848). — Un plotone della brigata Sa-
voia tenta di penetrare in una casa dove sono
asserragliati alcuni Croati. Il sottotenente
Cocatrix si avanza primo per atterrare la
porta, ma il soldato Benedetto Perier gli si
slancia davanti, e cadendo colpito da tre
palle nel petto, muore dicendosi felice d'aver
salvata la vita al suo supeiùore.
29 (1862), — Il vice brigadiere dei reali
carabinieri Luigi Passoni, con I carabinieri
Ghigliazza, Nigra, Andreoli, Franceschina e
Janavel, respingono da Castellucclo e da
Lecce Vecchio ( Avezzano) una banda di 50 bri-
ganti, costringendoli a precipitosa fuga con
un vigoroso attacco.
30 (1848). - Alla battaglia di Pastrengo,
dove lo squadrone di carabinieri a cavallo
di scorta a Carlo Alberto deve caricare due
volte il nemico per proteggere il Re, com-
battono valorosamente II conte Cesare Balbo
con cinque figli, Prospero, Luigi, Ottavio,
Ferdinando, ucciso un anno dopo a Novara,
e Casimiro. Un figlio minore, Paolo, andò vo-
lontario In Crimea nel 1855.
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogf)
8. - RAFFAELLO SANZIO
(Urbino 1483-1520)
uno dei più. meravigliosi artisti del Rinascimento, pittore, scultore e architetto che
toccò le somme cime dell'arte soprattutto nella pittura, unendo come nessun altro mai
la pei-fezione plastica delle forme e la magia del colore alla gentilezza del sentimento cri-
stiano. Delle numerose opere ch'egli produsse, non ostante la brevità della vita, ricorde-
remo la Madonna di San iiislo (Raffaello è il vero pittore della Vergine), gli affreschi Vati-
cani, la famosa Trasfigtirazione.
APRILE 1908
— 90
(17* Settimana)
19 Domenica
110-257
Pasqua di Risurrezione.
Ricorda il miraco-
loso passagt,'io del Mar
Rosso compiuto dagli Ebrei sotto la condotta
del Legislatore Mosè, e la conseguente libe-
razione dalla schiavitù dei faraonidi. Fra i
Cristiani è commemornta la gloriosa risur-
rezione di Cristo. — S. Leone IX, papa, se-
gui nel pontificato romano a papa Dama-
so II, l'a. 1049; fu già vesc. di Toni. — S. Vi-
gilia, verg., martire, festeggiata a Livorno. —
S. Espedito, martire, protettore delle cause
urgenti.
{Memorandum. — Solennità della Pasqua.
— Oggi sono chiusi anche i Musei e le Gal-
lerie. — Gran pellegrinaggio al Santuario di
N. S. di Lourdes. — Oggi in Inghilterra " fe-
sta delle pratoline „, Primrose day, dedicata
dai tovies inglesi alla memoria di Lord Bea-
consiìeld, di cui ricorre l'anniversario della
morte (1881).
20 Lunedi 1 '■""®*'^ dell'Angelo.
111-356 I S.Marcellino, vesco-
vo di Embrun, morto
l'anno 374. — S. Agnese, vergine, nativa di
Montepulciano, Consegnata alle Suore dette
del sacco, vi diede l'esempio di ogni virtù.
Umile ed obbediente, occupavasi negli uffici
più bassi. Dormiva sulla nuda terra e digiu-
nava a pane ed acqua. Morì l'a. 1317.
{Memorandum. — Entra il Sole In Toro. —
Pellegrinaggio alla Madonna dell'Arco presso
Napoli. — Processione dei ceri al famoso San-
tuario della Madonna di Trapani. — Fiera a
Varese. — Cessa oggi nelle prov. di Arezzo e
di Ascoli Piceno, il permesso di caccia agli ac-
quatici di passo; nella provincia di Livorno, ai
croccoloni nelle praterie; in quella di Reggio
Emilia, ai palmipedi e trampolieri. Invece
nella provincia di Chieti comincia il pex-messo
per la caccia alle quaglie; e in quella di Te-
ramo, alle quaglie e alle tortore nei terreni
incolti.
21 Martedi 1 S. Anselmo
llS-355 vesc, che resse la sede
' di Canterbury. Nacque
in Aosta da nobili genitori. Perduta la ma-
dre, si lasciò adescare dalle vanità terrene, ma
ben presto se ne disgustò. Tocco dalla gra-
zia, si ritirò in un monastero di Normandia
ove divenne specchio di virtù. Morì nel 1109.
Memorandum. — Natale di Roma (a. 753
av. Cr., secondo Vurrone). — Pagamento delle
pensioni governative di seconda categoria (su-
periori a L. 500, ma non a L. 2000 annue).
22 Mercoledì
113-354
Caio, papa
I (283-206), dalmata,
fu
{Memorandum. — Settimo giorno della Pa-
squa, o Pesach. israelitica. — Anniversario in
Giulianova dell'apparizione della Vergine SS.
sotto il titolo dello Splendore, avvenuta nel
1557 : grande festa e fiera, processione al San-
tuario, ec.
23 Giovedi
114-353 I Nacque in Milano, e
fin da giovine si ritirò
nell'ordine dei Chierici regolari di s. Paolo.
Eletto vescovo di Aleria in Corsica, diede
splendide prove di carità, e lo zelo mostrato
nel tempo della carestia e della peste, gli me-
ritò da Benedetto XVI il titolo di angelo di
pace. Trasferito al vescovado di Pavia, vi morì
l'a. 1592. Fu recentemente (1906) da pp. Pio X
annoverato nell'albo dei santi. — S. Marolo,
vescovo di Milano (408-423). — S. Giorgio,
vescovo di Snelli (Cagliari), morto l'anno 1117.
— B, Elena Valentinis. A Campobasso e a
Ferrara festa patronale.
{Memorandum. — C^ U. Q. a ore 20,7"'. —
Ultimo giorno della Pasqua, o Pesach, israe-
litica.
2^ Venerdi
115-353
vittima della persecu-
zione, regnando Diocleziano e Massimiano.
S. Giorgio, martire
(303). Nacque in Cappa-
docia da illustre fami-
glia, entrò nella milizia sotto Diocleziano, ed
ebbe la dignità di tribuno. Venuto però alla
corte, ed udendo con quanta crudeltà erano
trattati i Cristiani, confessò apertamente la
fede. Sdegnato, l'imperatore ordinò venisse
in varie guise tormentato e quindi decapitato
nel 303. — S. Fedele (1906) da Sigmaringa, cap-
puccino, martirizzato dai calvinisti (1577-1622).
— S. Saba, martire con altri sessanta a Roma,
l'a. 272. — Ss. Maurizio e compagni, martii-i
della legione febea, onorati a Pinerolo (a. 287).
— S. Onorio, vesc. di Brescia (sec. VI).
Memorandum. — Venerdì Santo nel calen-
dario Giuliano o Greco-Russo. — Oggi (San
Giorgio) nella Lombardia si rinnovano i con-
tratti di pascolo e di fornitura di latte e lat-
ticini. Il popolo festeggia il santo odierno, pro-
tettore dei lattivendoli, con gite campestri e
scorpacciate di panna e del cosiddetto pan
di miglio.
25 Sabato
116-351
S. Marco evangelista.
Scrisse il secondo tra
'i vangeli canonici. Fu
vesc. di Alessandria, ove morì mart. l'a. 68.
Memorandum. — Litanie maggiori secondo
il rito ambrosiano, — Anniversario della mor-
te di Torquato Tasso (1595). Pellegrinaggio ai
convento di S. Onofrio di Roma, dove è visi-
bile al pubblico il Museo Tassiano, — Fiera
di cavalli a San Bonifacio (prov, di Verona).
— Processione sacra in Rossano Calabro, in
memoria del terremoto del 1836.
APRTLE-MAOGIO 1908 - 91 -
(18» Settimana)
26 Domenica! Domenica In albls,
117_350 p più precisamente
albis lìeponitin, cosi detta
perchè oggi yella primitiva Chie«;a cristltma
si deponevano le vesti bianche dai novelli
battezzati. — S. Cleto pp., romano, 76-88, era
stato discepolo di 8. Pietro, e morì martire.
— S.Marcellino pp., romano e martire, 2%-
304. — Ss. Guglielmo e relle^rino d'Antio-
chia, protettori di Foggia dove è lesta pa-
tronale. — S. Lucido o Lucilio ; vescovo di
Verona, tra il 250 e il 35ft.
Memorandum. — Pasqua nel calendario Giu-
liano o (ireco-lìusso. — Pasqua per gli Abis-
sini. — Fiera di And ria. Dura due giorni. —
Pellegrinaggio a Genazzano, presso Valmon-
tone (prov. di Roma), al Santuario della Ver-
gine del Buon Consiglio.
27 Lunedi | ^- Peregrino Laziosl
118-349 dell'ordine de' Serviti,
'vissuto dalTa. 12')5 al
1345. — S. Zita, vergine, venerata a Lucca,
ove morì l'a 1282. — S. Maria Egiziaca (se-
colo IV). - S. Anastasio I, papa dal 31)9 ai 401.
— S. Tertulliano, vesc. di Bologna fsec. V). —
S. Liberale o Liberio d'Aitino, prot. di Treviso.
Memorandum. — Da oggi sono permesso le
solennità nuziali sino al sabato che precede
la prima domenica dell'Avvento. — Anniver-
sario della seconda fuga del granduca Leo-
poldo II da Firenze (1859). La città è Imban-
dierata. — Per S. Zita, patrona degli ortolani,
festa in Bisagno, sobborgo di Genova. — Fiera
a Francavilla al Mare (prov. di Chietii, che
dura 8 giorni. — Oggi pagamento degli sti-
pendi agli impiegati governativi. — Comin-
ciano gli esami di ammissione degli ufl&ciali
alia Scuola di Guerra in Torino.
28 Martedì
119-248
Ss. Vitale e Valeria,
martiri.
Nacque Vitale a Mi-
lano da nobile famiglia e fu sposo a S. Valerla
e padre del ss. mm. Gervaso e Protaso. Ar-
ruolatosi nella milizia, salvò molti cristiani e
incoraggiava altri a sostenere il martirio. Sa-
putosi che Vitale era cristiano, ed avendolo
egli stesso affermato, fu straziato con pettini
di ferro l'anno 62. Vitale è ricordato a Ra-
venna, Valeria a Milano. Ad Alba ed a Tre-
viso festa di precetto.
29 Mercoledì
120-247
S. Pietro, martire.
Nacque a Verona da
genitori eretici. Fu a
Bologna per studiarvi lettere, ed appena quin-
dicenne si presenta a S. Domenico per en-
trare nell'ordine dei predicatori. Tra le vi-
gilie ed i digiuni intese a perfezionarsi nelle
scienze, sicché acquistò il nome di apostolo
dell'Italia. Fu inquisitore per la Lombardia,
e come tale ucciso lungo lo stradale che da
Milano conduce a Como (1252). Sul luogo
stesso dell'assassinio (Seveso s. Pietro) sorge
una chiesa annessa al Seminario minore, dove
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto
il rimedio delle malattie
annualmente è celebrata la festa. — S. Li-
berio I, vescovo di Ravenna dal 185 al 206. —
Festa patronale ad Oropa.
Memorandum. — Festa nazionale del Por-
togallo.
30 Giovedì
121-246
S. Caterina da Siena.
Suora domenicana
che si rese celebre per
la santità della sua vita ed il suo sapere. I lio-
rentini la scelsero mediatrice fra essi e papa
Gregorio XI. Mentre papa Urbano XI la man-
dava a Giovanna di Napoli, essa morì nel 1380,
a soli 33 anni di età.
Memorandum. — ® L. N. a ore UM^. -
A Roma le società democratiche commemo-
rano la difesa di Roma contro i francesi del
1849. — A Parigi, vernissage al Salone dei
Campi Elisi. — Chiusura della caccia agli ani-
mali acquatici nelle province d'Ancona, di
Ferrara, di Firenze, di Grosseto, di Lucca,
di Macerata, di Massa (anche per le quaglie»,
di Napoli (per il croccolonej, di Perugia, di
Ravenna, di Reggio Calabria, di Siena, di Ve-
i-ona. In quella di Pisa è da oggi vietata la
caccia con reti ai trampolieri, pivieri, ec;
o^ini genere di caccia nella provincia di Pe-
saro.
1 Venerdì
122-245
Ss. Filippo
Giacomo il minore,
apostoli.
Memorandum. — Calendimaggio, festeggiato
in molto campagne, specialmente in quello
toscane. — Festa internazionale del lavoro,
istituita nel Congresso internazionale di Pa-
rigi del 1889. - Fiera ad Ancona: dura 8 giorni.
— Si apre la fiera di Ravenna, che dura 8 giorni.
— Fiera di Bpinazzola. Dura 3 giorni. — Festa
in Aidone (Caltanissetta) del patrono S. Filip-
po. — Feste di S. Elisio, patrono di Cagliari.
— Da og-i è permessa la pesca con reti
od altri apparecchi a strascico a qualunque
distanza dalla costa del mare. — Da oggi è
permessa la raccolta dei mitili fcozze nere,
peoci, muscoli); e nel golfo di Napoli anche
quella delle vongole o arselle. — Estrazione
Prestito a premi della Croce Rossa Italiana.
— Estrazione ammortizz. obbligaz. Prestito
provinciale e comun. di Reggio Calabria 1870;
Prestito comun. di Genova 1869 e 1893; Ob-
bligaz. 4 % Navlgaz. Gener. Italiana (rimborso
30 giugno). — Scadenza delle Cedole del Prest.
a premi e frutt. della città di Napoli (1868).
— Oggi a Firenze si cambiano gli alloggi.
2 Sabato
123-244
S. Anastasio, vescovo.
Vesc. d'Alessandria
d'Egitto. Mori l'a. 373.
— S. Antonino, vesc. di Firenze, m. l'a. 1459.
Memorandum. — Festa nazionale della Spa-
gna. — Fiera di animali a Canicatti, che dura
due giorni. — Da oggi al 10 maggio in Napoli
ogni giorno si ripete il miracolo della lique-
fazione del sangue di S. Gennaro.
ricostituente, la salute delle donne,
dea!! oraani diaerenti.
— 92 —
I CONSIGLI DEL MESE (Igfiene ed Economia Domestica).
APRILE
Come dimagrare — Cure depurative del sangue — La colorazione artificiale dei fiori — Le
febbri malariche — Igiene della calzatura — Le fragole — I fungiti — Contro le tarme
degli abiti — Per couseroare i tappeti — Stoffe impermeabili — Acq_na di Colonia ed acqua
contro il rossore — Carciofi a vapore — Pane di Spagna.
" Aprile dolce dormire! „ suona il prover-
bio. E, infatti, si dorme tanto volentieri in
questo dolce mese ! Ma il sonno fa ingrassare
e al mondo v'è una quantità grande di gente
che se ne spaventa. Non vorrei curarmi dei
loro lamenti, non vorrei dir loro a quante e a
quali ore debbono limitare il proprio sonno,
di quali cibi debbono alimentarsi a prefe-
renza per rimaner magri, se non mi sentissi
in dovere di servire un po' tutti. Ecco, dun-
que, una bi-eve serie di consigli ad hoc, e....
peggio per chi li desidera. Non dormire più
di sei ore e non dormire mai dopo pranzo;
bere vino bianco e non più di tre bicchieri
quotidianamente; bere poca acqua e cercare
di non bere nulla durante i pasti; evitare il
pane, le patate, il riso, i fagiuoli, i latticini,
le uova, le carni di maiale, il miele, la crema,
il cioccolatto, il cervello, i liquori, la birra.
Abolire dalla propria tavola i cibi succulenti,
come il fegato d'oca, le oche, i piccioni, le
salse, il salmone, le anguille, il burro, l'olio,
le noci, le ulive, ec.
Mangiare, invece, bove o montone arro-
sto, sogliole, branzino, pollo, d'india, legumi,
asparagi, prezzemolo, frutti aciduli, come sa-
rebbero gli aranci, le fi*agole, le mele; pren-
dere caflfè senza zucchero, brodo sgrassato.
Si consigliano i bagni freddi, le docce, i bagni
di mare e molto cammino nelle ore antime-
ridiane.
Non siamo ancora in piena primavera, ma
non siamo più nemmeno in inverno. Coloro
che hanno la lodevole abitudine di depurare
il proprio sangue con una piccola cura pri-
maverile faranno, dunque, bene a cominciar-
la in questo mese, per poterla continuare a
lungo prima che il caldo faccia il solito suo
ingresso ufficiale.
Sono molti i depurativi che si consigliano
dai medici : oltre al solito joduro di potassio
— che ha ii privilegio di.... rovinare lo sto-
maco — si trovano in commercio una quan-
tità enorme di preparati gustosi, ma.... co-
stosi e non sempre molto indicati. Voglio
darvi una ricetta assai pratica ed econonaica:
ma eseguitela da voi stessi, che il farmacista
vi farebbe spendere non meno di sei lire.
S'intitola II Kob, e se ne prende un cucchiaio
al giorno. Fate cuocere, dunque, in tre litri
d'acqua, tre once di salsapariglia florettone,
otto mazzi di dulcamara, tre once di salsa
siciliana, sei mazzi di cannicela, due once di
sassofrasso, due di china molle, e mezzo chi-
logr;imma di zucchero. Quando il liquido,
bollendo, ò ridotto alla sua terza parte, il
depurativo è fatto.
Ma non guastiamoci il sogno della prima-
vera con queste miserie. Siamo nella stagione
dei fiori e sarà meglio parlare dei loro gai
colori.
Ahimè, colori spesso artificiali! Oggi tutto
si falsifica e i fiori stessi sovente non hanno
il loro colore oi'iglnale. Vi insegnerò a falsi-
ficarne anche da voi. Alla fine, siano pur tra-
mutati stranamente, restano fraganti e gai.
Anzi la novità introdotta dai fiorai parigini,
dona un aspetto più leggiadro a certi fiori.
Breve: ai fiori si cambia colore. Volete che
il geranio, la pervinca, le rose rosse e rosee,
acquistino un color verde carico? Immerge-
tele nell'etere solforico, a cui sia stata ag-
giunta una piccola quantità (circa un decimo
di volume) di ammoniaca. Volete, ancora,
delle violette- verdi? Immergete i loro steli
nell'anilina verde malachita, sciolta nell'ac-
qua. Con altre tinte di anilina si ottengono
altre colorazioni : il viola di metile dà il vio-
letto, il cloridrato di rosanilina dà il rosa. Gli
steli dei fiori debbono rimaner quarantotto
ore nella soluzione colorante, e debbono es-
sere incisi in modo da peimetteie al liquido
di salir fino ai pètali. Per conto mio prefe-
risco i colori che ci ha dato la natura; ma
se voi volete divertirvi ad alterarli, ora sa-
pete come fare.
Dopo le pioggie di primavera è molto fa-
cile buscarsi le temute febbri malariche. Io
vi augux'o di non incapparci, ma, ad ogni buon
fine, raggruppo qui alcuni consigli atti a com-
batterle con efficacia. Il più semplice ce lo
offre un limone: si fa bollire, tagliato a pezzi
e non premuto, in un recipiente che contenga
circa tre bicchieri d'acqua, e, quando l'acqua,
evaporando, è ridotta ad un terzo, si toglie
via, si preme, si fa raftVeddare e l'emulsione
che ne risulta si dà a bere agl'infermi.
I contadini, esposti più di tutti alla ma-
laria, devono astenersi dall'uscir di casa dopo
il tramonto, o, almeno, debbono uscir ben
coperti, dopo aver mangiato e bevuto, e cam-
minar spediti. Essi, potendo, bevano molto
catte e vino chinato. Ad ogni menoma indi-
sposizione, poi, prendano il chinino. E sic-
come perchè spesso i loro mezzi non per-
mettono quest'ultima spesa, le febbri mala-
riche li tormentano per mesi interi.
Essi potrebbero, però, curarsi lo stesso
valendosi dell'estratto idroalcoolico di foglie
di olivo : è il vecchio rimedio dei contadini
francesi, approvato da Bouchardat, e si pre-
para con sessanta grammi di foglie di oliva
e un litro di vino bianco. Le foglie si tagliuz-
zano e si fanno macerare per una settimana
nel vino, che poi si passa attraverso un pezzo
di tela bianca. Prendendo, per quindici gior-
ni, a digiuno, mezzo bicchiere la mattina e
mezzo la sera di questo vino febbrifugo, le
febbri cessano. A rendere più economica la po-
zione, Invece del vino si può usare l'acqua:
^ 0)^
ma bisogna a;;ginngero un mozzo bicchiere
di spirito, porcile le foglie di oliva non sono
molto solubili senza nò vino uè spirito.
Prima che finisca il mese, appariratmo in
tavola le fragole. Eccovi un gruppo di con-
sigli sul modo di prepararle se non prefe-
rite di mangiarlo senza condimento alcuno.
Esse possono condirsi con vino ordinario, con
marsala, col sugo di limone, col cognac, col
capri bianco, con lo champagne freddissimo,
col maraschino, col kummel, col cura(;ao e
con altri liquori, a^jginngendo sempre, natu-
ralmente, una quantità più o meno grande
di zucchero. Possono pure condirsi con crema
di Chantilly e znccliero di vainiglia.
Agli stomachi deboli consiglio la prepa-
razione al sugo di limone e sconsiglio quella
al latte: alle persone eleganti propongo lo
champagne freddissimo, cU'è un sistema....
inglese garantito !
Dalle fragole ai fion/hi v'è un bel passo:
ma siccome i funghi si trovano in tutte le
stagioni io non posso evitarli. Poche cose han-
no un sapore più buono dei funghi, ma poche
"se più di esse vengono eliminate dalle ta-
...le.
I funghi sono velenosi! E vero; ma non
tutti, e quelli che lo sono si possono facil-
mente distinguere quando si voglia (v'è, per
questo, un apposito Manuale Hoepli). In ogni
modo molti funghi velenosi oggi si rendo-
no innocui grazie al metodo proposto dal
dott. Gen-ard. Basta lasciarli, per due ore,
nell'acqua salata (due cucchiai di sale da cu-
cina iu un litro d'acqua ove può stare 400 gr.
di funghii o acidulaUx (tre o quattro cucchiai
di aceto forte in un litro d'acqua ove può star
la stessa quantità di funghi) e sciacquarli,
poi, ripetutamente, prima in acqua fresca
I)oi in acqua bollita, poi in acqua fresca di
nuovo. I funghi perderanno un po' di sapore
e di aroma, ma pare diventino innocui. Il
(lott. Gerrard ne potè mangiare, senza danno,
•opo quella operazione, una quantità consi-
erevole delle più velenose specie, in poco
mpo.
Ed ora, al solito, qualche consiglio utile.
-^;vrete, penso, in procinto di conservar gli
abiti dtc inverno: per evitare che si tarlino, se
non vi garba metterli in casse con la nafta-
lina, accomodateli pure in un armadio ove
avrete già esposto un pezzo di tela o di carta
rnbevuto di trementina, che va rinnovata
ogni mese. Giova al vostre scopo lo stesso.
Insieme agli abiti, vanno conservati anche
i tappeti, e per essi occorre altresì qualche
cura. Se li batterete bene, li allargherete e
distenderete sopra fondi di caffè o su foglie
verdi di tè o d'altra erba, prima di piegarli
diligentemente e di metterli in locali asciutti
ed oscuri, potrete essere sicurissimi di ritro-
varli l'anno venturo intatti nella trama e nel
colore.
A proposito di stoffe, vi posso anche sug-
gerire due metodi per renderle impermea-
bili. Sono abbastanza sicuri e molto pratici.
SI immerga il tessuto che si vuol ronderò
Impermeabile nel seguente liquido:
Allume gr. 10
Acetato di piombo ... ,10
Acqua kg. 1
Quando s'è bene imbevuto si ritiri, si sgoc-
cioli e si lasci asciugare.
Il chimico Paolo Charpentier, consi^^lla
di prendere 50(J grammi di gelatina, e 500 di
sapone neutro di sego, di farli fondere in
17 chilogrammi di acqua bollente, di aggiun-
gervi a piccole dosi 750 gr. di allume; e di
far bollire tutto per un quarto d'ora. Ridotto
il liquido latteo atla temperatura di 50 cen-
tigradi vi s'immerge il tessuto che, dopo im-
bevuto, si ritira e si lascia asciugare senza
torcere. Indi si lava di nuovo, di nuovo si fa
asciugare e si stira.
Non dimenticherò nemmeno questo mese
le esigenze della toilette, né quelle della cu-
cina.
Per le prime vi darò una ricetta indica-
tissima a ottenere una buona acqua di Co-
lonia, e la ricetta per un' acqua contro i ros-
sori. L'acqua di Colonia è presto fatta me-
scolando parti 650 di alcool a 90,0; parti 50
di acqua di rose ; parti 50 di acqua di aran-
cio; parti 200 di neroli; parti 400 di essenza
di lavanda ; parti 900 di essenza di petit grain;
parti 250 di essenza di rosmarino; parti 50 di
essenza di mirto; parti 200 di essenza di ber-
gamotto.
L' acqua contro i rossori si prepara con 1
seguenti ingredienti:
Essenza di lavanda gr. 25, essenza di ce-
dro gr. 6, limone gr. 135, alcool gr. 85, acqua
gr. 80, aceto buono gr. 6C0. Esporre al sole
per 3 giorni e poi filtrare.
Ed eccoci giunti in cucina. Parleremo dei
carciofi, piatto di stagione.
In Orbetello li preparano all'olio, e ciò
costituisce la specialità del paese. È assai sem-
plice: s'immergono i carciofini nell'olio dopo
aver dato loro mezza cottura nell'acqua. Poi
si condiscono con pepe, sale e coriandoli.
I carciofi al vapore rappresentano un piatto
più complicato.
Mondati e lasciato loro il gambo della lun-
ghezza dì due dita, disponeteli in una casse-
ruola piccola, in modo che rimangano in pie-
di, appoggiati gli uni agli altri e sostenuti dai
relativi gambi. Nel fondo della casseruola po-
nete dell'acqua per l'altezza di due dita: indi
aprite alquanto le foglie del carciofo e ver-
sate, nel cuore di ciascuno, olio, pepe e sale.
Coprite bene la casseruola e fate bollire l'ac-
qua del fondo. In tal modo i carciofi cuoce-
ranno a vapore, e rimarranno conditi.
Il solito dolce è questa volta il ptne di
Spagna. Come ottenerlo? Semplicemente: si
mescolano bene insieme 300 gr. di zucchero,
8 torli d'ovo, un po' di corteccia di limone
grattugiata, e vi si aggiungano, a poco a poco,
2.50 gr. di farina bianca. La farina deve ca-
dere adagio dallo staccio.
Si continua a sbattere da 20 a 25 minuti.
Poi si depone la pasta in una tortiera, che
si sarà ben unta di burro, e spolverizzata di
zucchero, e si manda a cuocere al forno.
Gli Olì d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
94 -
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
MAaaio
1 (1859). — Il vlcesindaco di Corana (Vo-
ghera) Giovanni Battista Minelli, affconta un
sergente austriaco tragittato sulla riva de-
stra del Po, e quantunque armato di tutto
punto lo fa prigioniero di guerra, inviandolo
a Voghera con i dispacci dei quali ei-a latore,
con manifesto ed imminente pericolo di es-
sere fucilato al sopraggiungere degli Austriaci.
fò (1800). — Il capo squadrone France-
schi, aiutante di campo del generale Soult,
incaricato da Bonaparte di portare dispacci
a Massena rinchiuso in Genova, scoperto da-
gli Inglesi mentre di notte si avvicina alla
città, si butta a nuoto; ma accortosi di aver
lasciato la spada nella barchetta che lo por-
tava, va a prenderla, l' afferra con i denti, e
sotto il fuoco nemico riesce ad arrivare al
molo.
3 (1863). Francesco Nullo, di Bergamo,
capo di un manipolo di Italiani andati a com-
battere per l'indipendenza della Polonia, do-
po avere avuto un cavallo ucciso sotto di sé,
combattendo i russi, cade colpito al cuore,
e presso di lui cadono Elia Marchetti e Febo
Arcangeli.
4 (1859). — Cesare Fronti, applicato di
P. S. ad Alessandria, incaricato di portare un
importante dispaccio agli avamposti dell'eser-
cito sardo, al ritorno cade nelle mani degli
Austriaci a Ponte Ourone, dove frugato e più
volte interrogato, con la sua presenza di spi-
rito riesce ad eludere i sospetti e ad essere
messo in libertà.
5 (1848). - A Rivoli, è ferito ad. una
gamba combattendo nel folto della m^lschia,
il colonnello Boglione, già ufficiale dell'eser-
cito napoleonico, andato volontario per la
guerra dell'indipendenza con l'uniforme del
suo grado il fucile e lo zaino, sempre in prima
Illa nelle più arrischiate imprese.
6 (1848). - Al combattimento di Santa
Liicia, sotto Verona, il tenente d'artiglieria
(ìiovacchino Bellezza, d'Oggebbio, vista la
brigata Aosta sopraffatta dagli Austriaci, corre
con due pezzi a 300 metri dagli assalitori,
facendo fuoco a mitraglia, caricando e pun-
tando egli stesso un pezzo rimasto senza ser-
vent , e facendo danni enormi al nemico che
si ritira.
7 (1813). - Due battaglioni del 2» reggi-
mento leggiero italiano, preceduti dal 4° cac-
ciatori a cavallo pure italiano, scontrati i
Itussi nella forte posizione di Lienbach (Sas-
sonia) li respingono, e impediscono loi*o di
tagliare 11 ponte, segnalandosi gli ufficiali
Benvenuti, Ccracchi e Belotti, ed il sergente
Busetti.
8 (1859). - Alla testa di ponte di Casale,
la 3» compagnia cacciatori delle Alpi coman-
data da Carlo De Cristoforis, insieme al 5»
battaglione bersaglieri, assaltano due volte
alla baionetta gli Austriaci, impadronendosi
di un avantreno. SI distinguono, oltre il De-
Cristof.)rIs, il furiere Giuseppe Guerzoni ed
il soldato De Angelis.
9 (1824). — Santo rre de Rossi conte di
Santa Rosa, esule dal Piemonte nel 1821 dopo
avere consigliato invano al principe di Cari-
gnano di mettersi alla testa dei liberali, an-
dato a combattere per la libertà della Gre-
cia come semplice soldato, cade difendendo
valorosamente contro i Turchi l'isola di Sfao-
teria.
10 (1861). — Il tenente Giacomo Asinari
di Bernezzo dei lancieri Milano, inseguendo
una banda di briganti sulla riva destra del-
l'Ofanto, montato sopra un generoso cavallo,
si trova molto avanti del suo drappello quando
il cavallo ferito a morte cade trascinandolo
nella caduta. I briganti gli sono sopra, ma
il tenente, svincolatosi con vigoroso sforzo,
ne uccide uno con un colpo di rivoltella ed
i lancieri sopraggiungendo mettono in fuga
gli altri.
11 (1809). — Carlo Alemagna, scudiero
del viceré Eugenio, mentre la Piave era
straordinariamente gonfia, sì offre di passarla
per portare ordini al generale Macdonald, e
quantunque trascinato dalla corrente per
lungo tratto, ed ormai creduto perso, riesce
a raggiungere l'altra sponda.
1^ (1848). — Il generale marchese Ales-
sandro Guidetti, di Bologna, antico soldato
di Napoleone, dopo aver preso parte alla ri-
voluzione del '31, avendo nel 1848 il comando
di una brigata, ingiustamente Timproverato
dal generale Ferrari, combatte da semplice
soldato in una sortita da Treviso contro gli
Austiiaci, e spintosi avanti rimane ucciso da
una palla al cuore, mentre gli cade accanto
ferito il padre Ugo Bassi.
13 (1810). - Gli italiani della divisione
Mazzucchelli occupano il forte di Hostalrich
in Spagna, dopo sconfitti gli Spagnoli che
cercavano di allontanarsene nascostamente.
Il capitano Ceracchi, con soli 17 uomini, fa
prigionieri 4 ufficiali e 50 soldati; il 6° fan-
teria fa prigioniero il governatore con 8 uf-
ficiali e 400 uomini, e prende una bandiera.
14 (1866). — Il tenente de Gio vannini,
comandante dei carabinieri ad Atessa, con
13 carabinieri e cinque uomini della legione
ungherese assale 50 briganti della banda Can-
none, che avevano sequestrato 13 guardie
nazionali, ed inseguendoli per dieci chilo-
metri libera i catturati, uccidendo un bri-
gante e ferendone altri. Si segnalano con il
loro comandante, il vicebrigadiere Moschetti,
ed i carabinieri Casolari, Faro e Bai.
15 (1860). — A Calataflmi, in Sicilia, i
volontari sbarcati con Garibaldi quattro gior-
ni prima a Marsala, battono 4000 Borbonici
comandati dal generale Laudi. Primeggiano
per valore Nino Bixio, Benedetto Cairoli, Me-
notti Garibaldi, Schiaffino, Augusto Elia, Gior-
gio Manin, Francesco Sprovieri, e Giuseppe
Dezza.
{Continua a jaag. 98),
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-WII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
9. - ANDREA VANNUCCHI o ANDREA DEL SARTO
Firenze (1486-1531)
che il Vasari disse artista "raro perchè l'opere sae sono senza errori,. La Madonna del
ducco e il Cenacolo di San Salvi sono tra le opere di lui le più famose.
MAGGIO 1908
- 96 -
(IQa Settimana)
3 Domenica
124-343
Ritrovamento
della Santa Croce.
Seguito per opera di
S. Eleiia, madre dell'imperatore Costantino.
— S. Giovenale II, vescovo di Terni e Narni,
dal 658 al 565, e patrono di Tossano (Cuneo).
— S. Ursio, onorato a Monsummano(sec.VIII).
— S. Viola, vergine e martire, festeggiata a
Verona. — S, Alessandro I, papa dal 105 al
115, martire.
Memorandum. — Processione di S. Vigilia,
compatrona della città di Livorno, in memo-
ria del terremoto del 5 aprile 1642. — A Pe-
scia liera e festa del Crocilisso. — Pellegri-
naggio alla Madonna del Sasso. — A Roma,
nella chiesa di S. M. del Pianto, ha luogo la
pubblica gara di catechismo fra i giovanetti
romani, e il vincitore è nominato Imperatore
della Dottrina CristUina. — Grande e impor-
tante fiera di bestiame, detta della Schiavo-
nea, dal luogo ove si tiene, in territorio di
Corigliano Calabro. Darà tre giorni. — Festa
del Crocifisso a Monreale con corso di barberi
e processione caratteristica. Festa di S. Giu-
seppe alla Bagheria pure con corso di barberi.
Tutt'e due attirano grande folla da Palermo.
Festa del SS. Crocifisso a Monreale. — Fiera e
festa del Crocifisso in Castronuovo di Sicilia.
^ Lunedì 1 ^- Paolino, vescovo.
135-243 Vescovo e patrono di
Senigallia, nel sec. IX.
— S. Ciriaco, vesc, patrono d'Ancona, mar-
tire nella persecuzione di Giuliano l'apostata
(361-363). — S. Monica, madre di S. Agostino,
morta ad Ostia nel ;i87. — S. Giacomo, dia-
cono, venerato a Bergamo.
Memorandum. — Festa di S. Floriano mar-
tire in Jesi, con fiera e altri festeggiamenti
popolari. — Oggi a Napoli e in molte altre
città dell'Italia meridionale scadono gli affìtti
annui delle case e si fanno 1 traslochi.
5 Martedì
126-241
S. Pio V, Papa.
Successe a Pio IV,
' ed era nativo di Bosco.
Mori l'a. 1572. — B. Amedeo, duca di Savoia.
— S. Floriano mart., invocato specialmente
negli incendi. — Festa patronale a Bova (Reg-
gio Calabria) di s. Leone (vedi 19 aprile).
Memorandum. — Anniversario della par-
tenza da Quarto per la Sicilia dell'eroe Gari-
baldi con i Mille (1860). — Festa di S. Secondo,
patrono di Asti. Corse di cavalli. Al merco-
ledì successivo grande fiera. - A Milano, so-
lenne funzione in Duomo, dove il Sacro Chio-
do ò sollevato con una macchina aerea, insie-
me a un prete e due chierici, fin sotto la cu-
pola dell'aitar maggiore. La reliquia era stata
calata, ed esposta alla venerazione del pub-
blico, il 3, festa del Ritrovamento della S. Cro-
ce. — Fiera a Salerno: dura nove giorni. —
Festa in Licata (Girgenti) del patrono S. An-
gelo. — Pagamento delle pensioni governa-
tive di prima categoria (non oltre le 500 lire
annue).
6 Mercoledì 1 S. Protogene.
127-240 Vescovo nella Me-
'sopotamia (sec. IV). —
S. Giovanni Damasceno, ossia da Damasco,
dottore della Chiesa greca, morto l'a. 756. Fu
grande propugnatore del culto delle imma-
gini sacre contro gli Iconoclasti.
MenK>randum. — Grande festa civile e re-
ligiosa di S. Nicola a Bari, per l'anniversario
della traslazione delle ossa del Santo da Mira
a Bari. Pellegrinaggio alla basilica, famosa p'"0-
cessione a mare, ec. — Fiera ad Eboli: dura
3 giorni. — Festa di S. Giorgio nel calendario
Giuliano o Greco-Russo. Onomastico del Re
di Grecia. Festa patronale della famiglia prin-
cipesca del Montenegro.
S. Stanislao, vescovo,
martire.
Morì l'anno 1079. —
S. Guglielmo arciv. Era eonte di Nevers, fu
educato da Pietro l'Eremita suo zio e si diede
agli studi ed alla preghiera; fu canonico a
Soissons ed a Parigi, quindi arcivesc. di Bour-
ges. Morì nel 1209. — Ss. Flavia e ce. verg.,
mart., onorate a Terracina j^ec. I?). — S. In-
nocenzo, vesc, onorato a Gaeta. — S. Alberto,
confessore, onorato a Cremona, morto nel
1190.
Memorandum.
8 Venerdì
129-238
S. Acacie, martire.
Centurione nell'eser-
cito dell' imperat. Ga-
leno, martire l'a. S06, patrono di Squillace.
— S. Metrone, prete, onorato a Verona. —
S. Amato, patrono di Saludecio (Rimini). Ap-
partenne al terzo ordine di S. Francesco e
fondò l'ospedale di S. Maria di Monte Orciaie,
antico istituto di beneficenza.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 12.23m. —
Pellegrinaggio e fiera al Santuario di San Mi-
chele sul Gargano (comune di Monte Sant'An-
gelo). — Festa a Valle di Pompei in comrae-
moraz. del VI annivers. della consacrazione
del Tempio dedicato alla Madonna del Ro-
sario. -- Fiera a Caltanissetta, — Oggi a Bo-
logna, si cambiano gli alloggi.
9 Sabato l^- Gregorio Nazianzeno
130-237 I patriarca di Costantino-
poli. Morì l'a. 389. Era
nato a Nazianzo. e fatti i primi studi a Ce-
sarea di Palestina recossi ad Atene con S. Ba-
silio. Eletto vescovo, tutto si adoperò per
condurre a salvezza 11 gregge affidatogli. Morì
l'anno 389. — S. Luminosa, vergine pavese
(sec. V). — Festa della Madonna del Bosco
(Brianza) con 3 guu-ni di fiera. Patronale a
Bari di S. Nicola (vedi 10 settembre).
Memorandum. —
MAGGIO 1908
- 97 -
(20a Settimana)
10 Doinenica! ^. Patrocinio
131-236 <*' ^- Giuseppe.
' B. Nicolò Albergati,
vesa, cardinale. Governò la Chiesa di Bolo-
gna dal 1417 al 1443. — Ss. Quarto e Quinto,
martiri, venerati a Capua. — 8. Cristina, verg.,
mart., venerata a Palermo ed a Padova.
Memorandum. — Festa di SantWlflo con
fiera in Trecastagni (prov. di Cataniii). — Oggi
lu'il» prov. di .\ncona eessa il permesso di cac-
cia cun la rete alle quaglie.
11 Lunedi
132-S35
S. Francesco
di Gerolamo.
Natora.l642anrot-
taglie (Lecco), morto a Napoli l'a. 1716. —
Ss. Anastasio e compagni, martiri, onorati a
Camerino. — Ss. Primo e compagni, martiri
di Trieste fsec. II). — S. Illuminato, compa-
gno di S. Francesco d'Assisi (1182 1226), ono-
rato a a. Severino. — A Chieti, festa patro-
nale di S. Giustino (vedi 13 aprile).
Memorandum. — Giorno festivo per Livor-
no. In ricordo dell'eroica resistenza delia città
assediata nel 1849 da 20,000 Austriaci con-
dotti dal generale d'Aspre.
12 Martedì
133-234
S. Pancrazio, m.
patrono di Albano La-
ziale (Roma) morto ver-
so il 303. — Ss. Acilleo, Nereo e compagni, mar
tiri sotto Traiano, l'a. 99. Furono battezzati
da S.Pietro ed erano al servigio di Flavia
Domitilla. Catturati, vennero relegati nell'iso-
la di Ponza, dove persistendo nel ritìnto di
sacrificare agli idoli, dopo crudeli tormenti
furono decapitati. — S. Gemma, vergine, pa-
trona di Goriauo Sicoli (Abruzzi).
Memorandum. — Oggi, domani e doman
l'altro sono detti in Germania i Santi di
ihinccio, perchè di solito segnano un notevole
abbassamento di temperatura. — Anche In
Italia da oggi al 18 si ha per i meteorologi
un periodo critico, che i PP. Secchi e Lais
chiamarono burrasca di San Bonifacio. — Pa-
gamento delle pensioni governative di tei*za
categoria (superiori a L. 2000 annue).
13 3Iercoledì|
134-233
S. Giovanni
il silenziario.
Di nascita armeno,
impiegò i suoi beni nell' erigere una chiesa
ed un monastero, dove si ritirò a 18 anni. Ap-
prezzando il silenzio, si abituò a parlar poco,
e da ciò gli venne il soprannome. L'arcive-
scovo di Sebaste lo elesse a 28 anni vescovo
di Colonia, ma dopo nove anni si ritirò a
Banta Sala, dove mori centenario l'anno 569.
Memorandum. - Festa della fratellanza al
Brasile, anniv. dell'abolizione della sohiavità
(1888).
14 Giovedì 1 ^- Bonifacio, martire.
135-232 I Viveva in Roma al
principio noi IV secolo.
Visitando l'Oriente giunse a Tarso, dove ve-
duto gli efferati supplizi a cui erano soggetti
i martiri, si getta fra loro abbracciandoli. In-
vitato a sacrificare auli dèi, vi si rifiuta. Fu
decapitato l'anno 307. — S. Ampellio, festeg-
giato a Bordighera. — Ss. Coi-ona e Vittore,
patroni di Feltre (sec. II). — .A Milano, festa
della elevazione dei corpi dei santi Ambrogio,
Protasio e Gervasio.
Memorandum.
al Paraguay.
Festa dell'indipendenza
15 Venerdì ÌS.Gìo. Batta De laSalle.
136-231 Istitutore della con-
pregazione dei Fratelli
delle scuole cristiane. Nacque a Ikeimsnel 16.t1
e mori a Ronen nel 1719. Fu canonizzato da
Leone XIII il 24 maggio del 1900. — S. Don-
nino, diac. confessore, venei'uto a Piacenza
(sec. V).
Memorandum. — Festa della Democrazia
Cristiana. Istituita per contrapposto al Primo
maggio della Democrazia Sociale, e in com-
memorazione della data della Enciclica di
Leone XIII lìerum tiovarum, del 15 mag-
gio 1891, sulle condizioni dei lavoratori. —
Fiera a Viterbo. — Fiera di San Bernardino
in Altavilla Irpina (Avellino). Dura 4 giorni.
— Cessa nella provincia di Campobasso il
permesso di caccia agli uccelli acquatici; in
quella di Catania, ai passeri con le reti; di
Foggia, alle quaglie e agli uccelli di passo;
nella provincia di Livorno, doU'aucupio coi
mignattini, con reti a maglia larga; nella
provincia di Portomaurizio. alle quaglie, alle
tortore, ortolani e acquatici. — Estrazione
Prest. a premi Città di Napoli 1S71: Obbliga-
zioni 4% SS. FP. Mediterr. ; Obbligaz. 3%
SS. FF. Meridionali.
16 Sabato
137-230
j S. Giovanni Nepomuceno
martire.
Nato a Nepomùk. in
Boemia, l'a. 1330, morto martire del segreto
confessionale, l'a. 13S3. — S. Ubaldo, vescovo
e patrono di Gubbio.
Memorandum. — © L. P, a ore 5.32™. —
Festa dei ceri a Gubbio. — Si apre la caccia
al cignale nella prov. di Cagliari.
GII Oli d'oliva P, Sasso e Figli di Oneglia sono gii unici perfetti.
(MAGÙiO - Vedi a pag. 94).
16 (1848). — Il caporale Prato, del reg-
gimento Savoia cavalleria, trovasi di fronte
a quattro ussari vicino a Sommacampagna.
All'intimazione di arrendersi, risponde spa-
rando la carabina ed uccidendone uno; poi
cadutagli quell'arma mentre la rimetteva al
gancio, scende a raccoglierla e raggiunge 1
compagni clie accorrevano in suo soccorso.
ly (1809). - La divisione Fontanelli
combatte valorosamente a Tarvis contro sei
reggimenti austriaci con numerosa artiglie-
ria, prendendo dodici cannoni e facendo 3000
prigionieri, fra i quali molti ufficiali. Meritano
speciali encomii il generale Bonfanti, i co-
lonnelli Gifflenga e Zucchi, e molti altri uffi-
ciali.
18 (1859). — Centocinquanta Austriaci, a
Casteggio, assaltano una barricata difesa da
cinque terrazzani, Folcini, Bernocchi, Garan-
te, Truffi e Gallini, muniti di poche cartuc-
cie; ma il vivo fuoco dei difensori, lo scop-
pio di alcuni mortaretti ed il suono delle
campane a stormo persuadono presto gli as-
salitori ad allontanarsi.
19 (1801). — Giovanni Bavastro, posto
dal Massena con tre legni a difesa della bocca
del porto di Genova assediata dagli Inglesi,
assalito da forze molto superiori e sopraf-
fato dopo lungo resistere, quantunque ferito
si butta a nuoto, e riesce ad arrivare al ponte
di San Lazzaro.
aO (1859). - A Montebello, la cavalleria
italiana — quattro squadroni dei regg. No-
vara Aosta e Monferrato — comandata dal
colonnello brigadiere Maurizio Gerbaix de
Sonnaz, trattiene per due ore 25,000 austriaci.
Tutti si comportano da eroi, distinguendosi
particolarmente, oltre il De Sonnaz, i capi-
tani Vasco, Angelo Piol a Caselli, Cravetta e
Ristori, i tenenti Cocconito di Montiglio e
Sapelll, i sottotenenti Avogadro, Medici di
Marignano, De Blonay, Govone, Scassi, i ca-
porali Robert e Collat, 1 volontari Coriolis
e Cigala.
ai (1860). - Rosolino Pilo, di nobile fa-
miglia palermitana, sbarcato nascostamente
in Sicilia nell'aprile, saputo il cattivo esito
della sollevazione tentata in Palermo, accorre
in quella provincia con 800 giovani, per aiu-
tare le bande armate che si sostengono nelle
montagne, e muore valorosamente combat-
tendo i Borbonici sul monte di San Martino,
aa (1859). — Perde gloriosamente la vita
caricando con pochi uomini un grosso nucleo
di austriaci a Borgo Vercelli, Edoardo Bru-
netta d'Usscaux, quarto di sei fratelli che
combatterono con valore le campagne per
l'indipendenza d'Italia.
a3 (1864). - Vicino a Rionero (Basili-
cata) il tenente Anatolio Falaschi, del 1° fan-
teria, è assalito improvvisamente da molti
briganti a cavallo, che fanno pi-igionieri al-
cuni soldati. Con i 17 che gli rimangono, for-
mati in gruppo, il Falaschi si ritira verso
Ripacandida, facendo un continuo fuoco. Lun-
go la strada sopraggiunguno altri CO briganti ;
ciò non ostante quel gruppo d'eroi continua
a resistere ad oltranza, ft:i quando arriva in
soccorso una compagniu di bersuglieii.
98 -
34 (186Ó). ~ Garibaldi arriva a Palermo
ed entra in città non ostante la viva resi-
stenza dei Borbonici, particolai-mente al pon-
te dell'Ammiraglio, dove sono gravemente
feriti Benedetto Cairoli, Giacinto Carini e
Francesco Cucchi, ed illustrano il loro nome
Nino Bixio, F. Nullo, e Giuseppe Dezza.
35 (1835). — Girolamo Berlinguer, di
Sassari, capitano dei cavalleggeri di Sarde-
gna, riportando gravi ferite arresta tre peri-
colosi banditi, ed è ricompensato con la prima
medaglia d'oro al valore, da poco istituita
da Carlo Alberto.
36 (1859). - I cacciatori delle Alpi, con-
dotti da Garibaldi combattono contro gli
austriaci dellUrban a Varese e Malnate,
dalle 41/2 a mezzogiorno. Oltre Garibaldi, Me-
dici e Cosenz, meritano ampia lode il Sac-
chi, 1 capitani Fanti, Susini e Vacchieri, i
tenenti Griziotti, Migliavacca, e Robustini,
quest' ultimo ferito, 11 tenente Eleuterio Pa-
gliano, il Simonetta comandante le guide, !
cacciatori Giustiniani, Vigevano, ed Enrico
Cairoli rimasto morto.
37 (1848). — Per ordine del governo
veneto, il forte di Malghera è sgombrato dai
difensori dopo alcuni mesi di assedio e 23
giorni di bombardamento, durante i quali si
segnalano il maggiore Carlo Mezzacapo co-
mandante l'artiglieria, Giovanni Mengotto
luogotenente, Correr padre e figlio, e molti
altri valorosi.
38 (1864). — Il capitano di Stato maggiore
Ottolenghi, poi ministro della guerra, con il
tenente Matteiicci e 15 cavalleggeri Lucca,
caricala banda di Malacarne. Sei cavalleggeri
rimangono morti nel combattimento a corpo
a corpo; l'Ottolenghi è ferito ó^aI Malacarne,
ucciso alla sua volta dal Matteucci con un
colpo di rivoltella.
39 (1848). — A Curtatone e Montanara,
la divisione toscana comandata dal generale
Cesare de Laugier, con il battaglione univer-
sitario, un battaglione del IO» di linea napo-
letano e un battaglione di volontari di Napoli,
combattono valorosamente tutta la giornata
contro gli Austriaci.
30 (1811). - All'assalto del forte Olivo,
a Tarragona, il granatiere italiano Domenico
Bianchini, sette volte ferito in quella guerra,
fa solo deporre le armi a quattro ufficiali e
5 soldati, ed al generale Palombini cne gli
domanda quale ricompensa desideri, rispon-
de : " L' onore di montare il primo all' assalto
di Tarragona! „
31 (1859). - Il villaggio di Pai estro, con-
quistato il 30 con gloria delle armi piemon-
tesi, e particolarmente dei reggimenti 9°, IO»
e 16° fanteria e 7» battaglione bersaglieri, è
difeso contro un nuovo attacco degli Austriaci.
Il 90 fanteria ed il colonnello Brignone vi me-
ritano la medaglia d'oro: il bersagliere Me-
guier è primo a passare un ponte battuto
dall'artiglieria nemica, e Vittorio Emanue-
le II, lanciatosi nel fìtto della mischia, trat-
tenuto dagli zuavi del 3» reggimento, dice
loro: Laissez-moi, nien enfunta, il y a tei de ìa
gioire pour toua /
-^ 90 —
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogì).
10. - DOMENICO BECCAFUMI detto MECARINO
(Siena 1486-1549)
si formò alla scuola del Sodoma. Bastano alla sua gloria le decorazioni del palazzo della
Repubblica a Siena e i cartoni pd pavimento del Duomo della stessa città,
MAGGIO 1908
100 —
(21» Settimana)
17 Domenica
138-339
S. Pasquale Baylon.
Ebbe i natali in Tor-
re Hermosa (Aragona).
Fanciullo custodiva gli armenti, ma ispirato
da Dio si fece religioso e si diede ad una
straordinaria austerità di vita. Dava il pro-
prio cibo ai poveri, dormiva sulla nuda terra
e flagellavasi a sangue. Morì nel 1592. — A
Lugo, festa patronale della Madonna del Mu-
lino. A Torino, della S. Sindone.
Memorandum. - Pellegrinaggio al celebre
Santuario di Capurso (Madonna del Pozzo),
diocesi di Bari. — Fiera dì San Pasquale a
Cotrone (prov. di Catanzaro). — Festa patro-
nale della Madonna di Maripuglia in Crucoli
(prov. di Catanzaro), caratteristica per i co-
stumi locali. Dura 3 giorni. — Fiera in Ca-
strogiovanni (Caltanissetta). Dura 2 giorni. —
Genetliaco del re Alfonso di Spagna (1886).
18 Lunedì 1 S. Venanzio.
139-338 Mart. (250), venerato
a Camerino. — S. Teo-
doto, mart. — S. Felice, vescovo di Spello
(sec. III-IV).
Memorandum. — Fiera dì Foggia. Dura
tutto il mese. — Anniversario della Confe-
renza delI'Aja e della istituzione della Corte
permanente dì arbitrato. Festa annuale delle
Società per la Pace.
19 Martedì 1 S- **'®*''o Celestino
140-337 eletto papa l'anno 1294.
' Prese il nome dì Cele-
stino V. L'anno stesso della elezione, fece il
g>-an rifiuto e lasciò il papato a Bonifacio Vili.
Morì l'anno 1296, in fama di santo. È patrono
di Aquila degli Abruzzi.
Memorandum. — Fiera in Aquila; dura 3
giorni.
20 Mercoledì! ^' Bernardino da Slena.
141-336 Francescajio, vissu-
ito dal 1380 al 1444. Era
nato a Massa e consacratosi a Dio, diede prova
di pietà nella peste del 14U0. Fu mandato a
predicare in parecchie città d'Italia con grande
successo. Kitiutò ì vescovadi di Siena, di Fer-
rara e di Urbino. Morì in Aquila, ed è pa-
trono della città di Carpi (Modena).
Memorandum. — Fiera a Carpi. — Oggi
ad Aquila degli Abruzzi si aprono alla venera-
zione dei fedeli il mausoleo che racchiude il
corpo di San Bernardino da Siena, e la stan-
zetta abitata dal Santo nell'ex convento di
San Francesco. — Fiera a Siracusa. — Estraz.
ammortam. Prestito Città di Barletta 1870. —
Pagamento delle pensioni governative di se-
conda categoria (superiori a L. 500, ma non
a L. 2000 annue). — Nelle province d'Ancona,
Chietì e Macerata chiusura della caccia alle
quaglie col fucile; di Aquila e Forlì per gli
uccelli di passaggio, di palude e quaglie; di
Arezzo e Ascoli alle quaglie; di Pesaro, Sira-
cusa e Teramo, alle quaglie e tortore, col
fucile; di Pisa ai mignattini. — Festa nazio-
nale negli Stati Uniti di Coloml.ia (anniver-
sario della proclamazione dell'indipendenza).
2 1 Giovedì 1 5* f^^'ice <** Cantallce.
143-335 Laico cappuccino,
' morto l'a. 1687. - S. Co-
stantino, venerato a Bova (Reggio di Cala-
bria). — S. Ospizio, eremita presso Nizza di
Provenza. — A Locate Triulzi ed a Voghera
patronale dì 6. Elena (vedi 18 agosto).
Memorandum. — Entra il Sole in Gemelli. —
Fiera a Scarperia (provincia di Firenze).
22 Venerdì
143-334
S. Giulia, verg., mart.
Venerata in Corsica
e a Brescia (sec. V?). —
Ss. Casto ed Emilio, martiri nel 250. — S. Eu-
sebio, vescovo di Como nel sec. VI. — S. Gio-
nata, venerato a Belluno (sec. III-IV). — S.Ful-
genzio, vescovo di Otricoli (sec. VI).
Memorandum. — Festa di S. Giulia, patro-
na di Livoi'no. — Anniversario della morte
dì Alessandro Manzoni (1873). È aperta alla
pubblica visita in Milano la casa del Manzoni
in Piazza Belgioioso.
23 Sabato
144-333
S. Giovanni Battista
De Rossi.
Ligure, morto l'an-
no 1764. — S. Desiderio, vescovo, venerato a
Genova 0 Cremona. — Ss.Eutichio e Fiorenzo,
monaci, presso Norcia. — S. Bobone, venerato
nelle diocesi di Tortona, Verona e Lodi: in Li-
guria è ìnvocatoquale protettore degli armenti.
Memorandum. — C; U. Q. a ore 1,17^. —
A Bologna solenne processione per 11 tra-
sporto della Madonna di San Luca dal Monte
della Guardia alla Metropolitana di San Pie-
tro. La Sacra immagine è riportata al San-
tuario il giovedì seguente, festa dell'Ascen-
sione. — anniversario del supplizio di fra
Girolamo Savonarola (1498). iSuI luogo ove
sorse il rogo, in Piazza delia Signoria a Fi-
renze, si fa la fiorita, ossia si spargono fiori
a cura di ammiratori devoti della memoria
del martire.
MAGGIO 1908
101 —
(22* Settimana)
24 Domenica
145-SS3
ss. Donazlano
e Rogaziano, martiri.
Molti a N;iMtes, loro
patria, l'a. 2S7. Donaziano si con voitì por primo
alla fede di Cristo; Rogi\zia:io abbracciò puro
'v fede e chiese il battesimo che non potè ri-
avere essendo fuggito il vesc, ondo togliersi
alla persecuzione. — S. Elpidio, vose, di Atclla
o Aversa (Ferrarlo) nel secolo IV o V, CiOTie
prete edEIplcio, diacono, venerati a Salerno.
— S. Robnstiano, martire a Milano. — S. Zoilo
e ce, martiri, venerati nell'Istria.
Memorandum. — Fesia di Santa Croce in
Castcltormini, con due giorni di fiera.
25 Lunedi
146-221
S. Maria Maddalena
de' Pazzi.
Carmelitana, a. 1607.
— S. Canio, vescovo, mart., venerato ad Ace-
ronza (Potenza): secolo XI. — S. Dionigi, vesc.
di Milano, dal 352 al 367 circa. — S. Zeno-
bio, vesc. e patrono di Firenze, dal 418 al 428.
— S. Urbano I, pp. e mart., 222-230. — Primo
giorno delle rogazioni (rito romano).
Memorandum. — In Giugliano (prov. di
Napoli) festa della SS. Vergine, col tradizio-
nale rolo dell'Angelo. — Festa dei Banderesi
o della Ciammaùhella a Bucchianico (prov.
di Chieti), in onore di Sant'Urbano I, papa.
— Fiera a Sant'Angiolo presso Rossano Ca-
labro. Dura 3 giorni. — Nella prov. di Na-
poli è pennessa da oggi fino al 10 giugno la
caccia alle quaglie con le reti; e anche in
quella di Roma, ma soltanto fino al 31 mag-
gio. — Festa dell'indipendenza della Repub-
blica Argentina e dell'Uruguay.
26 Martedì 1 s. Filippo Neri.
j[_47_220 I Fondatore dei Filip-
pini. Nacque in Firenze
27 Mercoledì
148-219
S. Restltuta, vergine,
martire.
Mart. verso l'a. 290.
È venerata a Napoli ed è la principale pro-
tettrice di Sora (Caserta). — Tor/:o yiorno
delle rogazioni (rito romano).
Memorandum. — Palermo festeggia l'anni-
versario dell'entrata di Garibaldi nel 1860. -
Anniversario della incoronazione dello zar Ni-
colò II. — Oggi pagamento degli stipendi agli
impiegati governativi.
28 Giovedì 1 Ascensione di N. S.G.C.
- Mfs n^ Q {avvenuta 40 (pomi dopo
" I la sua risu'-rezione).
S. Elcónide, martire. — S. Agostino, mo-
naco, apostolo dell'Inghilterra.
Memorandum. — Festa civile legale. Sono
chiuse le Biblioteche governativo, lo Gallerie,
i Musei. — Fiera a Piazza Armerina, che dura
sino aU'8 giugno. — Nella prov. di Cosenza
si chiude la caccia con lo reti.
29 Venerdì
150-217
I S. Massimo, vescovo
di Cittanova (Istria), se-
colo IV. - S. Restituto,
martire romano (sec. III-IV).
Memorandum. — A Firenze, in Santa Cro-
ce, commemorazione funebre dei volontari
Toscani caduti a Curtatoue oMontanara(1848).
30 Sabato
151-216
il 22 luglio 1515. Studiò a Roma ed istituì la
Confraternita della SS. Trinità e l'Ospizio dei
pellegrini. Fa ordinato prete a 36 anni. Amava
la gioventù, istruiva i fanciuHetti indirizzan-
doli alla virtù: fondò la Congregazione del-
l'Oratorio, contradistinta col suo nome. Morì
nel 1595. — Secondo giorno delle rogazioni
(rito romano).
Memorandum. — Pellegrinaggio al San-
tuario di Caravaggio, presso Treviglio, per
V anniversario della apparizione della Ma-
donna. — A Larlno (provincia di Campobasso),
famosa festa dei carri infiorati, a ricordo del
ricupero delle reliquie di S. Pardo. — In To-
scana oggi si suol dire: " Quando piove per
Wan Filippo, il povero non ha bisogno del
ricco „ perchè è pioggia preziosa per la cam-
pagna.
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto
il rimedio delle malattie
S. Ferdinando III,
re di Castiglia (1199-
1252). - S. Angela Me-
rici, da Desenzano, fondatrice delle Orsoline
di famiglia, morta l'a. 1440. — S. Silao, vene-
rato a Lucca.
Memorandum. — @ L. N. a ore 4.15™. —
Festa militare per l'arma di artiglieria, che
commemora gli anniversari gloriosi della ca-
pitolazione di Peschiera e della vittoria di
Gòito (20-30 maggio 1848). — Festa di San Fer-
dinando, santo patrono di tutta la Spagna. —
— Decorafion Day, ossia giorno della decora-
zione delle tombe; festa nazionale agli Stati
Uniti di America. — Chiusura, nella provin-
cia di Bari, della caccia col fucile alle quaglio
ed alle tortore; alle sole quaglie, nella provin-
cia di Catania; ai soli uccelli di passaggio,
nella provincia di Reggio Calabria. — Estraz.
pel rimborso delle Obbl. della Società di Na-
vigaz. Gener. Ital. (1878).
ricostituente, la salute delle donne,
degli organi digerenti.
— 102 —
I CONSIGLI DEL MESE (Igiene ed Economia Domestica).
MAGGIO
La cura dei fiori — La d'fiinf ezinne degli appartamenti — Per caiihiare il sapore alle fr.itfa
— La digestione — Le Miivwsioni dei bambini — //O sbadiglio — Come si stirano i vier-
lg(lj _ Per garantire il ferro dalla ruggine— Olii profumati — Fegato alla triestina —
Un ottimi) dolce.
Se l'aprile è il mese dei fiori, anche più ***
lo è il maggio. Non so, dunque, oggi comin-
ciar meglio, che fermandomi un po' appunto
sui fiori. Essi sono la poesia della vita: ma la
poesia non va mai disgiunta dalla prosa, e,
purtroppo, essi vengono minacciati da certi
vermiciattoli schifosi. Bisogna, quindi, darsi
cura, avanti flutto, di proteggerli contro le
loro insidie. È una cosa semplicissima: basta
inaffiare 1 vasi dove si raccolgono, con una
soluzione di farina di senapa. Ne scioglierete
un cucchiaio in ogni 5 litri dacqua. Le piante
non ne soffrono alcun danno. Ma non basta
uccidere i vermi per aver belle, rigogliose
piante di fiori. Occorre anche sapere sce-
gliere il terreno in cui si coltivano: ed inaf-
fiarli con un certo metodo. Per la prima cosa,
tutti coloro 1 quali non siano tìoricultori di
professione, possono, senza ricorrere al a
zappa ed alla vagliatura, raccogliere la terra
delle talpaie, che si trova, già bella e divisa
dalle pietre, nei prati a piccoli mucchi, agli
ingressi delle tane delle talpe: essa, prove-
niendo dal sottostrato della prateria, non an-
cora sfruttato dalla coltura, è sostanziosa e
molto permeabile all'acqua. Per la seconda
cosa, occorre un po' d'attenzione: i fiori si
innufiino pure abbondantemente ma lenta-
mente, in modo, cioè, che l'acqua imbeva
tutte le particelle della terra. Nulla di più
pericoloso, poi, delle spruzzatine quotidiane:
ne viene il male che verrebbe se d'estate
I)iovesse tutti 1 giorni...
II mese scorso vi parlai del nuovissimo
metodo per colorire i fiori artificialmente.
Oggi vi dirò come si può ottenere che un dato
fiore cresca addirittura sulla pianta d'un co-
lore diverso dal suo. Per esempio voi non
avrete visto mai garofani neri. Ebbene, essi
si ottengono col metodo seguente: si mescoli
la polvere impalpabile di fiori secchi di on-
tano con concime ovino, sale, e aceto; si ponga
)l miscuglio pastoso intorno alla radice della
jiianta (che se è di garofano bianco dà mi-
gliore risultato) e si innaffi sempre con acqua
tinta del medesimo miscuglio. Va detto per
garofani e por altri fiori.
Dalle notizie sulla trasformazione del co-
lore dei fiori vengo, oi"a, a quelle sulla tra-
sformazione del sapore dei frutti. Tanto, i
frutti sono, in questo mese, come i fiori, d'at-
tualità. La trovata è tutta parigina: si. tratta
di iniettarvi dei profumi. Con l'aiuto di un
grosso ago si praticano nei frutti dei fori suf-
ficientemente profondi; poi essi si immer-
gono nel recipiente che contiene l'essenza
prescelta. In capo a pochi secondi, i frutti
cambiano sapore. Sottoposti due volte, ad in-
tervalli di una settimana, all'operazione, essi
si lasciano maturare senz'altro. Ma i frutti,
purtroppo, profumati o no artificialmente,
spesso nuocciono al nostro stomaco delicato.
Anche maturi, contengono acidi vegetali che,
corrugando la mucosa del ventricolo, produ-
cono, nelle persone deboli, indigestioni, cram-
pi, gastralgie. Quando ci sentiamo, dunque,
un po' sofferenti di stomaco, ricordiamoci di
ricorrere a un po' d'acqua di menta, inzuc-
cherata (o no) in cui avremo sciolto da mezzo
grammo ad uno di bicarbonato di soda, che,
come si sa, neutralizza gli acidi. A parte l'in-
fluenza dei frutti, vengono indigestioni a chi
non cura di levarsi da tavola sempre con un
po' d'appetito, a chi mangia leggendo, abitu-
dine che, attirando il sangue al cervello, nuo-
ce alle funzioni digestive, le quali hanno bi-
sogno di tutti quei soccorsi che possono for-
nire le secrezioni.
Ma passiamo oltre. In questo mese, avvi-
cinandosi l'estate, molti usano fare una di-
sinfczione agli appartamenti. Vi dò un buon
rimedio per ottenerla bene. Se l'ambiente è
1 roprio infetto, ripulite, aereate ed imbian-
cate le mura con latto di calce ed acido fe-
nico (ó'y,,), innaffiate e lavate più volte il suolo
con una soluzione di solfato di ferro (20 %)
ed acido fenico (5%). Se non v'è infezione,
mescolate e fato evaporare sopra un piatto
50 grammi d'acqua, 50 di alcool, uno di es-
senza di eucaliptus, una di essenza di garo-
fano, Sfirà un Rimedio anche profumato,
Ci siamo già occupati del sangue del naso
dei bambini. Diciamo, ora, una parola su le
convulsioni che sovente li assalgono con no-
stro grande terrore. Il primo sintomo è uno
stiramento muscolare che prosenta il corpo
del bambino desto o addormentato. L'attacco
non dura che pochi minuti; ma quando è
ripetuto può essere fatale. È necessario chia-
mar subito il medico. Mentre, però, s'attende
il suo arrivo, non bisogna starsene inerti, e
si debbono prendere con ogni energia tiitte
quelle misure necessarie ad attenuai-e l'inten-
sità degli accessi.
Si tolgano al fanciullo tutti gli abiti e lo si
metta, per qualche istante, in un bagno tie-
pido. La sua testa deve mantenersi fresca;
so si sente calda vi si applichino subito delle
compresse di acqua diaccia. Sarà anche bene
fare al bambino un clistere d'acqua e sapone
od anche somministrargli una piccola dose
d'olio di ricino. Queste misure bastano, di
solito, per arrestare le convulsioni; ma sic-
come bene spesso si ignora la causa del male,
che può dipendere da spavento, da grande
agitazione, da indigestione, da vermi, da den-
tizione, ec, così è necessario l'intervento del
medico, anche se ogni pericolo sembra scom-
parso. Superato r attacco convulsivo, il barn-
- 103
; 10 Tiiolto iiorvoso. Tu tnl
.^>*> non l>ii>ogiiik «.'ontiariarlo lino a che non
è rimesso del tutto.
M»I come in qxiesto niose comincia a farsi
sentirò nelle nostre vene un lan<,'uorc. La
prinia>ora Inoltrata ci tiene i nervi abbattuti,
e lo sb?diglio, sintomo del rilassamento del
sistema nervoso, trionfa.
Non ve ne spaventate: la scienza moderna
ci incoraggia a sganasciarci. Un medico di
L'psia dopo Innghe esperienze ha potuto de-
durre che lo sbadiglio praticato.... ragione-
volmente, metodicamente, è uno dei migliori
mezzi per fortiacare una costituzione d;*bole.
Una luii^a serie di sbadigli rappresenta il mi-
glior tonico per un organismo: sviluppa i
polmoni, giova alla tromba d'Eustachio, alle
affezioni della laringe, e, stirando le braccia,
mette perfino in moto un certo numero di
muscoli, specie quello del torace, che altri-
menti si atrofizzerebbero. " Lo sbadiglio, egli
dice, è una forza naturale di esercizio respi-
ratorio, che si deve incoraggiare, specie per
gli effetti fisiologici ch'esso esercita sull'ap-
parato respiratorio della gola e del petto. Di
guisa che, bisogna avvezzarsi a sbadigliare
x-ar.ionalmcute, forse anche per suggestione,
più volte di seguito al mattino, per ventilare
normalmente i polmoni. Questa alternativa di
assorbimento e di remissione dell'aria, favo
rirà il libero funzionamento di tutto il nostro
organismo. „
Lo scienziato aggiunge che bisogna sba-
digliare alla grossa, stirando le braccia e le
gambe: ciò costituisce la migliore ginnastica
da camera per le persone che fanno vita se-
dentaria, e, soprattutto, per coloro che sof-
frono di un'affezione nelle vie respiratorie.
Resta a stabilire come provocare lo sbadi-
glio quando non viene da se stesso. Sarà una
cosa agevole, del resto : basterà assistere ad
una commedia noiosa, ad un dramma sim-
bolico, o leggere un romanzo sociale o una
raccolta di poesie nuovo stile. E poi è così
facile procurarsi dieci minuti di conversa-
zione con una persona noiosa! Pui-chè non
si sbadigli troppo.... apertamente. In questo
caso si corre il rii^chio di rimanere a bocca
aperta per un pezzo. Gli angoli delle ma-
scelle possono, infatti (è accaduto diverse
volte), accavallarsi e il paziente non ha più il
modo di farle tornare al loro posto. In tali casi
un pugno secco sotto il mento è sufficiente
per aócomodare tutto: ma il pugno non sem-
pre si sa dare bene dai profani. E .illora oc-
corre l'intervento del medico che conosce
la struttura anatomica, e sa dove mettere
le mani.
E veniamo a qualche consiglio utile. Vi
dirò, avanti tutto, come si debbono imbian-
care e insaldare i merletti. Voi li avrete già
tolti dalle casse per usarne lungamente du-
rante tutta l'estate. Ebbene, immergeteli,
Sènza strofinarli, più volte nell'acqua ca'da
Jnsaponaln, meltotoli quindi ad asciugare al
sole, e, asciutti ohe siano, attaccateli con
degli spilli, ben distesi, sopra un tappeto.
Ciò fatto inumiditeli con una spugna finis-
sima, intinta in acqua gommata, e, con altra
spugna finissima e secca, asciugate il sover-
chio della bagnatura. Quando vi parranno
asciutti del tutto, staccateli dal tappeto o
stirateli con cura. Ac(iuisteranno l'aspetto di
merce u.scita allora allora dal negozio.
Dal merletti passiamo, con un salto nn
po' forte, al ferro. Non è inutile sapere come
può garantirsi dalla ruggine. Le ricette sono
tre ed lo ve le enumero tutte: Se volete ese-
guire la prima basta che distendiate sul fer-
ro, con un pennello, una soluzione calda di
zolfo neir essenza di trementina. Allorché
l'essenza s'è evaporata, vi rimane nn sottile
strato di zolfo che si unisce intimaracnto al
metallo, esponendolo ala fiamma d'una lam-
pada a spirito. Questa vernice, nera, brillanto
e solida, forma un'eccellente patina por chia-
vi, armi, coltelleria, ec, ec. Se vi piace più di
eseguire la seconda, spalmate il ferro con la
biacca finamente polverizzata e diluita con
essenza di trementina: otterrete un'ottima
patina che garantirà dalla corrosione e dallo
scagliamento i posti su cui viene spalmata.
Il terzo metodo consiste nella verniciatura
del metallo. Fate sciogliere nella trementina
dell'asfalto e del bitume di Giudea. Otterrete
una vernice economica ed eccellente, e po-
trete distenderla sul ferro con un pennello
qualunque.
Per la toilette vi darò, adesso, due olii
profumati, il primo variamente, il secondo
al bergamotto. Per ottener l'uno basta me-
scere bene insieme gli olii seguenti: parte
mezza d'essenza di fiori di canrtella, parte
mezza d'essenza di garofani, parti 3 di ber-
gamotto, parti 3 di cedro, parti 3 di essenza
di vainiglia. Per ottenere l'altro, occorrono
parti 500 d'olio di mandorla o di nocciuole;
parti 60 d'essenza di bergamotto. Lasciate
macerare quattordici giorni al sole poi im-
bottigliate.
Una pietanza e un dolce : per finii-e :
Volete un eccellente fegato uìla triestina?
fate rosolare in una casseruola un poco di
burro, un pezzetto di lardo, una fetta di pro-
sciutto e qualche erba aromatica, aggiungen-
dovi mezzo bicchiere di vino malaga. Si passa
tutto allo staccio, si ripone la salsa al fuoco,
e, quando essa è bollente, vi si versano den-
tro le fette di fegato salate, che si saranno
prima fritte a metà convenientemente nel
burro. Si serve in tavola caldo.
Quanto al dolce si può fare prestissimo
e senza difficoltà. Mescolate bene 170 gr. di
zucchero in polvere e sei torli d'ovo, mon-
tate l'albume di quelle sei ova, aggiungen-
dole al resto, e mescolate leggermente, per-
chè l'albume non smonti; poi prendete 100 gr.
di fiore di farina che aggiungerete alla pasti.
Imburrate una forma e mettetevi dentro la
pasta che manderete al forno. Come profu-
mo, tagliuzzate fine fine della corteccia di
limone e aggiungete fior d'arancio.
L'olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il rimedio delle malattie degli organi digerenti.
104 —
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
GIUONO
1 (1877). — Precedendo il delegato Luc-
chesi ed alcuni carabinieri, il tenente Adolfo
(jiannini di Livorno, con 12 bersaglieri del
4» reggimento, assale ad Aliminusa il bri-
gante Leone ed i suoi compagni, due dei
quali rimangono uccisi con lui, dopo disperata
difesa.
a (1808). — Giuseppe Correale, con venti
barche cannoniere napoletane, tagliala strada
ad una liottiglia inglese e borbonica, che ten-
tava uno sbarco all'isola d'Ischia, e ne ri-
ceve l'assalto, respingendo i legni nemici
malconci, dopo tre ore di combattimento, e
riportando una grave ferita, non ostante la
quale non abbandona il ponte della sua nave
fin quando non l' ha ricondotta in porto.
3 (1849). — La legione italiana coman-
data da Garibaldi, il battaglione Pietramel-
lara, la compagnia Medici ed il battaglione
Manara, assaliti dai francesi prima che sia
scaduto l'armistizio, combattono valorosa-
mente per tutta la giornata, a villa Corsini
ed al casino de' Quattro Venti fuori di porta
San Pancrazio, a Roma. Angelo Masina, con
i suoi lanceri, sale al galoppo la grande sca-
lea di Villa Corsini. I difensori di Roma hanno
19 ufficiali morti e 32 feriti, e 500 soldati
morti o feriti.
4 (1859). - Il v)o battaglione bersaglieri
comandato dal maggiore Angelini, d'avan-
guardia alla divisione Fanti, deposti gli zaini
a Mercallo, giunge al passo di corsa a Ma-
genta, abbatte in uh batter d'occhio la can-
i-oliata della stazione della ferrovia, penetra
nel paese, e cacciando il nemico alla baio-
netta, decide la vittoria in favore degli al-
leati.
5 (1848). -' Pietro Calvi, difensore del
Cadore, accorso alla Chiusa, stata abbando-
nata ed occupata dagli Austriaci senza colpo
ferire, fa un' ultima disperata difesa contro
;ìOOO uomini al passo di Mauria, con poche
centinaia di montanari male armati e con
.scarse munizioni, ed è costretto a ritirarsi
dopo un ostinato combattimento.
6 (1363). - Il sottotenente Lautard del
46" fanteria, con 40 soldati, assale nel bosco
Volturino (Potenza) la banda Masini forte di
70 briganti, no uccide cinque e ne ferisce al-
tri, avendo un solo soldato ferito. Nel com-
battimento si distingue particolarmente an-
che il sergente Mazzoldi.
y (1859). — Le guide garibaldine a ca-
vallo Francesco Nullo e Curo, entrano la
sera con abiti borghesi in Bergamo, occupata
da 800 Austriaci, e nel cuore della notte tor-
nano a riferix-e al generalo Garibaldi, in Ai-
menno, quanto hanno visto con i propri
occhi.
dopo essersi distinto a Lemitten (Prussia)
soUre gravi perdite per proteggere la bri-
gata Guyou. Cadono morti il colonnello, il
capo squadrone Soffietti, varii ufficiali e più
di CO cacciatori. Napoleone, per ricompen-
sare il coraggio dei cacciatori italiani, li chia-
ma al quartier generale unendoli alla sua
guardia.
9 (1846). — Il generale Guglielmo Pepe,
non ostante l'ordine di Ferdinando H che
richiamava le truppe mandate in Lombardia
a combattere gli Austriaci, passa il Po a Pon-
telagoscuro con un battaglione di cacciatori
(maggiore Ritucci) una batteria da campagna
(tenente Carlo Mezzacapo) volontari milanesi,
bolognesi e Napoletani, andando a Venezia.
10 (1843). - Il maggiore Luigi Cecca-
rini, di Roma, comandante il battaglione uni-
versitario, a Vicenza, su i colli Borici, con
tre sole compagnie fa fronte ad una brigata
austriaca, abbandonando la posizione sol-
tanto quando gli Svizzeri pontifici si ritirano
dalla Madonna del Monte.
11 (1862). — Il brigadiere Falini, con i
carabinieri Biotti, Robuifetti e Garau, e con
11 guardie nazionali mobili, tornando a San
Bartolomeo in Galdo (Benevento) da una per-
lustrazione, sono accerchiati da una nume-
rosa banda di briganti a cavallo. Esaurite le
munizioni, cadono ad uno ad uno i quattro
carabinieri e nove guardie nazionali, due sole
potendo trovare scampo.
IH (1862). - Il capitano Morelli, con 40
uomini del 35» fanteria, respinge la banda
Chiavone forte di 250 uomini, facendole fron-
te fino air arrivo del generale Chiabrera che,
sopravvenuto con due compagnie del 1» fan-
teria ed una del 35o bersaglieri, la disperde
e la mette in fuga.
13 (1848). — In una recognizione sotto
le mura di Verona, il conte Ferdinando Maf-
fei di Boglio, di Torino, comandante il reg-
gimento cavalleria Novara, assalito da quattro
ulani si difende energicamente, ne rovescia
uno di sella, ed ha salva la vita dall' accor-
rere del tenente Angelo Piola Caselli, dello
stesso reggimento.
14 (1809). - Alla battaglia di Raab, le
divisioni italiane del viceré Eugenio si bat-
tono valorosamente contro gli Austriaci trin-
cerati nella città. Il villaggio di Sztabadhegy
è preso e ripreso tre volte dai capi batta-
glione Porro e Barbieri. Il generale Buon-
fanti ha tre cavalli uccisi sotto di sé, ed il
generale Severoli, quantunque due volte fe-
rito, rimane alla testa della sua divisione.
Muoiono il capo battaglione Destre, i tenenti
Carlo Medici di Marignano, Fontana e Ro-
berti.
8 (1807). - Il reggimento cacciatori a 15 (1859). — Nel combattimento di Tre
cavallo italiani, comandato dal colonnello Al- Ponti (Brescia), sostenuto dai Cacciatori delle
Ijerto Zanetti, addetto alla (Jivisione Lassulle, Alpi contro la divisione Urban, oltre al tff-
{Continua a j)ag. 108),
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
11.
FRANCESCO MAZZOLA detto il PARMIGIANINO
(Parma 1504-1540)
imitatoi-e del Correggio. Fu
ritenuto dei suoi migliori.
felice nei ritratti, e questo eh' ci fece di sé medesimo, ò
MAGGIO-GIUGNO 1908 — 103 -
(23a Settimana)
3 1 Domenica
153-215
S. Petronilla, vergine.
Fu tra i primi cri-
stiani convertiti da
s. Pietro apostolo (sec. I).
Memorandum. — Pellegrinaggio al Santua-
rio di Santa Maria a Rupes, presso Ronci-
glione (Viterbo). — Festa civile a Valle di
Pompei, in commemorazione dell'istituzione
delle opere di beneficenza sorte a fianco di
quel Santuario. — Festa della Madonna della
Medaglia in Ragusa. — Scade il teimiine utile
per la presentazione delle domande di am-
missione agli esami di licenza ginnasiale e
liceale sessione estiva: ma per gravi motivi,
e con l'assenso del Provveditore, si accettano
domande tardive fino al 15 giugno. — Nella
provincia di Genova si chiude oggi la caccia
alle tortore, ortolani, quaglie, ralli, beccac-
cini, gallinelle e palmipedi in certe zone; alle
sole quaglie nella provincia di Messina; alle
quaglie e altri volatili di transito, in quella
di Trapani. — Cessa il permesso di caccia
generica nelle prov. di Girgenti e Lecce. —
Estraz. Obblig. Prestito Prov. di Alessandria
1882: rimborso 30 giugno.
1 Lunedi
153-314
S. Giustino.
Filosofo e va. Morì
per la fede l'a. 167. —
S. Crescentino o Crescenziano, martire, l'an-
no 287, patrono di Urbino. — Primo giorno
delle litanie ambrosiane.
Memorandum. — Principio della stagione
di Estate, secondo l'uso meteorologico. —
Oggi e i' due giorni seguenti, litanie del rito
Ambrosiano. Corrispondono alle rogazioni del
rito romano. Oggi si danno le Ceneri, che
nel rito romano si danno il primo mercoledì
di Quaresima. — Oggi si apre la caccia al cin-
ghiale nella provincia di Sassari, — Per que-
sto mese e per tutto luglio sono vietati la
pesca e il commecio dello tinche e dei ca-
gnetti. — Da oggi è permessa la pesca delle
ariguste. — Scadenza cedole seniestr. Prestito
Rothschild 1857. — Estraz. ammort. Prest.
Unificato Napoli 1881.
2 Martedì
154-313
S. Marciano vescovo.
, Martire, fcsteguiato
a Gaeta. — S. Verdiana,
patrona di Castelfiorentino. — S. Eugenio I,
pp. dal 655 al 657. — S. Erasmo, vesc, mart.
Essendo presule in una città del patriarcato
d'Antiochia per la feroce persecuzione mossa
da Diocleziano, si ritirò sul monte Libano,
quindi passò in Italia e precisamente a For-
mio, dove operò conversioni e miracoli. Im-
prigionato e liberato miracolosamente, mori
a Mola. Volgarmente è chiamato S. Elmo, ed
è patrono de'marinai. — Secondo giorno delle
litanie ambrosiane.
Memorandum. — Anniversario della morte
di (Giuseppe Garibaldi (1882). Commemora-
zione a Caprera, e in tutte le i)rincipali città
d'Italia; a Roma è aperto al pubblico il Mu-
seo Garibaldino al Campidoglio. — Anniver-
sario della nascita di S. S. Pio X, il quale
oggi compie i 73 anni.
3 Mercoledì 1 ^- Clotilde, regina.
155-313
Figlia di Chilperico,
■ ancor giovinetta per-
dette per opera dello zio, bramoso di regnar
solo, i genitori e due fratelli. Fatta sposa a
Clodoveo, lo converti al cristianesimo e die-
tro lui fece battezzare i suoi sudditi. Vedova,
volle vendicare i suoi genitori e trascorse a
crudeltà, che amaramente scontò nel suo ri-
tiro a Tours. Mori il 549. — S. Cecilio, mart.
— Terzo giorno delle litanie ambrosiane.
Memorandum. — Fiera a, Viterbo. - Derby
d'Epsom. — Gran festa nella Cina: festa del
Diagone (l'tcan-iang), che ricorre il quinto
giorno della quinta luna.
4 Giovedì
156-311
S. Francesco Caracciolo,
martire.
Visse dal 1563 al 1610.
— S. Marziale, vescovo di Spoleto, morto l'an-
no 350. — S. Quirino, vescovo della Scizia.
Memorandum. — Festa dell'Ascensione, se-
condo il calendario Giuliano, o Greco-Russo.
— Anniversario della battaglia di Magenta
(1859). Servizio funebre all'Ossario elevato
nel luogo della battaglia.
5 Venerdì
157-310
S. Nicànore, martire.
Soffrì il martirio sot-
to Massimino li, detto
Daia (313 circa). — Ss. Giusto, vescovo, e Cle-
mente, prete, patroni di Volterra. — S. Euti-
chio, vescovo di Como dal 525 al 539. — S. Bo-
nifazio, vesc. e mart. Nacque in Inghilterra
verso l'a. 680. Fatto prete a 30 anni, formò
il progetto di portare il Vangelo nella Ger-
mania ed ebbe pieni poteri da Gregorio II,
che due anni dopo lo consacrò vescovo di
Magonza. Aflfaticossi nell' istruire i fedeli, e il
successo arrise al suo apostolato. Fu ucciso
in Frisia dagli idolatri, l'a. 755.
Memorandum. — Sciavuot, o Pentecoste
israelitica. — Festa della Costituzione in Da-
nimarca. — Pagamento delle pensioni gover-
native di prima categoria (non oltre le 500
lire annue).
6 Sabato
158-309
S. Eustorgio II, vesc.
Fu vescovo di Mi-
lano, dal 512 al 518. —
Ss. Lucio e Amanzio, martiri, veneiati a Cor-
niglio (Parma). — S. Norberto, arciv. di Magde-
burgo (1134).
Memorandum. — A Roma, al Vaticano, alle
ore 17 Va cappella papale per i primi Vespri.
Si cantano il Dixit e \\ Beatiis vir di Cascio-
lini, scritti nello stile di Palestrina. — Se-
condo giorno di Sciavuot, o Pontecoste israe-
litica.
GIUGNO 1908
— 107 -
(24» Settimana)
7 Doilìcnica ' ^®^** ^' Pentecoste.
150-2O8 I Kicoidiv la discesa
— — — ■ — — dello S. S. sopra gli Apo-
■11 raccolti noi Cenacolo di Gerusalemme
oiiHiuanta giorni dopo la Uisurreziono di Cri-
si o. — 8. Roberto, abate, fondatore dell'or-
dine dei Cistcrciensi (115'J). — S. Claudio, ve-
— oYo di Besan^on (Francia), morto l'a. 696.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore ò.50">. —
— Festa nazionale dello Statuto (Legi,'e 3 mag-
gio 1S61. n. 7». In tutte le città che hanno
guarnigione, riviste militari: alla sera illumi-
nazione degli edifìci pnbHlici. A Roma la tra-
dizionale iiivandola e la seduta pubblica so-
lenne air Accademia dei Lincei, dove sono
proclamati i vincitori dei Premi Reali. Sono
chiuse le biblioteche, le gallerie, i musei. —
Pellegrinaggio al santuario di Montevergine.
I pellegrini partiti il venerdì da Napoli e da
altri luoghi vicini, passano il sabato a Mer-
cogliano, e salgono la mattina sei,'Uonte al
santuario. Ritorno nei giorni di lunedi e mar-
tedi. — A Correggio liera di S. Quirino. —
Fiera a Capua : dura 5 giorni. — Fiora ad
Afragola, presso Napoli: dura una settimana.
— Fiera a Lanciano (prov. di Chieti): dura
una settimana. — Importante fiera di bestia-
me detta della Bonza in territorio di Bocchi-
glione (prov. di Cosenza). Dura 3 giorni ed
è antico uso che duranie essa fiera si pa-
ghino i fitti dei pascoli nella regione. — Da
oggi fino all'ultima domenica di ottobre a
Napoli si paga la crimpayna ai portieri dall'una
dopo la mezzanotte in poi. — Grand steeple-
chase de Paris, ad Auteuil.
8 Lunedì
160-307
S. Vittorino, martire.
Perì sotto i Vandali
(sec. V). — S. Medardo,
vescovo di Noyon (Francia), morto l'a. 345.
Dopo avere atteso alle scienze sacre, fu onìi
nato prete, e divenne ornamento del clero,
ottenendo co' suoi discorsi e colla forza dei
suoi esercizi gran frutto. Soflferse molte per-
secuzioni dagli idolatri. — S. Fortunato, vesc.
e patrono di Fano (sec. VI o Vili. — S. Gi-
lardo, vescovo di Rouen, fratello a S. Me-
dardo (511 ?j (Butler).
Memorandum. — Fiera a Pavia oggi, do-
mani e doman l'altro. — Festa del Divino
Amore a Castel di Leva nei dintorni di Al-
bano. Gran concorso di popolo, specialmente
da Roma, donde si recano al Santuario su
vetture riccamente ornate. — Famosa Festa
del Paradiso nella grotta di Adelsberg (Car-
nlola), alla quale accorrono visitatori da ogni
paese.
9 Martedì
161-206
Ss. Primo e Feliciano,
martiri.
A Roma l'a. 287. -
S. Massimiano, vescovo di Siracusa dal 590
al 594. — S. Riccardo vescovo e patrono di
Andria (sec. V). — S. Colombo, abate in Irlan-
da (597), chiamato l'apostolo dei Pitti, fonda-
tore di parecchi monasteri della Scozia. —
S. Pelagia, vergine e martire in Antiochia. —
S. Lupo, confess. a Bergamo, morto l'a. 300,
10 Mcrcoledil S. Margherita.
162-205 I Regina di Scozia,
morta l'a. 1093. Di stir-
pe reale, sprezzò 11 mondo fin da giovinetta.
Sposatasi a Malcolmo re di Scozia, si conciliò
l'alYetto dello sposo, così che fatta padrona
del di lui cuore e del regno, ne dispose a prò
dei sudditi. Tenera madre de' poverelli, a tutti
provvedeva, visitava gl'infermi, frequentava
le chiese e praticava rigorosi digiuni. — Ss. Mo-
destino, vescovo, e compagni, martiri, ricor-
dati ad Avellino (sec. Ili o IV). — Primo giorno
delle tempora d'estate.
Memorandum. — Vicenza festeggia l'anni-
versario dell'eroica difesa della città nel 1848
contro gli Austriaci. — Cessa 11 permesso
della caccia alle quaglio con le reti nella pro-
vincia di Napoli. — Scade la terza rata bime-
strale delle imposte dirette erariali e sovrim-
poste comunali e provinciali. Non pagando
entro gli otto giorni successivi alla scadenza,
il contribuente incorre nella multa del 4 %.
— Estr. Prest, a premi città di Napoli 18(58.
11 Giovedì
163-204
S. Barnaba.
Apostolo, che si vuo-
le abbia pel primo pre-
dicata la fede a Milano; subì dai giudei il
martirio della lapidazione.
Memorandum. — In Chioggla, festa dei
Santi Felice e Fortunato. -- In Toscana si
dice oggi: "A San Barnaba, la falce al prà. „
12 Venerdì 1 S* Onofrio, eremita.
164-203 I Passò fra i deserti
della Tebaldo nell'ora-
zione e nella penitenza ben sessant'anni (se-
colo IV). — Ss. Basilidé e compagni, soldati,
martiri a Roma (sec. lite IV). - S. Guido o
Guidone, daCortona.mnorita, morto l'a. 1250.
— Festa patronale ad Aquila di S. Pietro Ce-
lestino (vedi 6 aprile). — Secondo giorno delle
tenapora.
Memorandum. — Comincia la famosa fiera
di Padova di animali bovini e di cavalli. Corse
al trotto e altri festeggiamenti. — Pagamento
delle pensioni governative di terza categoria
(superiori a L. 1500 annue).
13 Sabato
165-202
S. Antonio da Padova.
Nacque a Lisbona.
Prese l'abito de' fran-
cescani, e divenne protettore della città di
Padova, ove morì a trentasei anni, l'a. 1231.
Era entrato a 15 anni nell'ordine, e divenne
in breve uno dei più zelanti discepoli. Viaggiò
molto, predicando con grande ardore. Egli
seppe rimproverare il feroce Ezzelino che
aveva fatto sterminio dei cittadini di Padova.
— Festa patronale ad Arezzo, a Nicastro ed
a Padova. — Terzo giorno delle tempora.
Memorandum. — Nascita della Principessa
Elena, Duchessa d'Aosta (1871).
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
Il r!m<^din dellp malattia Honli nrnani rìinprAntL
{GIZjGNO - Vedi a pag. 104).
nente colonnello Cosenz, il Turr, il maggiore
Lipari, si distingue per valore il capitano
Narciso Bronzetti, trentino, uno dei primi ad
occupare il roccolo di San Giacomo ; e muore
due giorni dopo per le ferite riportate nel
difendere la posizione occupata.
16 (1892). — Il capitano Hidalgo, uscito
dal forte di Agordat con il tenente Spreafico,
120 ascari e 200 uomini delle bande del liarca,
sconfìgge a Serobeiti 800 uomini e 100 cavalli
dervisci, comandati dall' Emiro Hibraim, uc-
cidendone 150 e riconquistando le prede raz-
ziate.
ly (1815). — Il capitano Bartolommeo
Bertolini, dopo aver guerreggiato per la Fran-
cia dal 1792 al 1813, riportando ventisette
ferite, tornato in Francia durante i cento
giorni, combatte a Lagny come capo squa-
drone nella divisione di cavalleria del gene-
rale Subervie, e si distingue ai Quatre Bas
nell'inseguimento del duca di Wellington.
18 (1848). - Il conte Massimiliano Boc-
chiardi di San Vitale, di Pinerolo, maggiore
del 140 fanteria, con il suo battaglione e la
compagnia bersaglieri studenti, attaccato da
3000 Austriaci, li respinge con molte perdite
dopo tre ore di vigoroso fuoco e due attac-
chi alla baionetta, meritando la medaglia
d'oro al valore.
19 (1801). — Una cinquantina di abitanti
di Portoferraio (isola dell'Elba) sorprendono
di notte una batteria de' Francesi che asse-
diano la città, inchiodano i cannoni, uccidono
un ufficiale e 12 soldati, ne fanno altri pri-
gionieri, e s'impadroniscono delle munizioni.
HO (1855). — Il marinaro sardo Zebù è
ferito orribilmente aBalaclava, a bordo d'una
delle navi da guerra sarde: cinque anni dopo,
al bombardamento d'Ancona, prende tran-
quillamente dal cassero della Carlo AlbeHo
una granata nemica con la spoletta accesa,
e la getta in mare.
21 (1849). - Il capitano Gorini, per or-
dine del colonnello Medici, va a riprendere
la villa Barberini occupata dai Francesi du-
rante la notte. Non trovando resistenza, i
volontari occupano le sale dove sono sor-
presi dai Francesi, prima nascosti nelle can-
tine. Quasi tutti riniangono feriti, comin-
ciando dal capitano: Gerolamo Induno, cir-
condato dai Francesi, è ferito da 17 colpi di
baionetta, e salvato da Enrico Guastalla.
«a (1859). - Luigi Mainoni d'Intignano,
volontario nel 1° squadrone cavalleggeri Mon-
ferrato, ora generale comandante il III corpo,
essendo di punta ad un drappello in esplo-
razione fra il Chiese ed il Mincio, veduto un
drappello di cavalieri austriaci, dà l'allarme
al suol, ma non si ritira e combatte corpo a
corpo, meritando la promozione a sottote-
nente per merito di guerra.
»3 (1829). - Il maresciallo dei RR. Ca-
rabinieri Giuseppe Rovello, trovandosi per
cura ai bagni d'Acqui, chiede di far parte di
un drappello di 7 carabinieri e 10 soldati
della brigata Casale, mandati In cerca del
bandito Andriano, uccisore di quattro cara-
binieri. 11 bandito, rifugiatosi jjcUa casa dol
108 —
parroco di Montechìaro, sì difende disperata-
mente: altri due carabinieri sono caduti sotto
i suoi colpi, quando, per risparmiare nuove
vittime, il xievello entra disarmato nella casa
ed intima la resa all' Andriano, che depone
le armi e si dichiara vinto da tanto valore.
34 (1859). — Alla battaglia di San Mar-
tino meritano la medaglia d' oro al valore le
bandiere del 5° e G» fanteria, i colonnelli Be-
retta e Caminati del 7» e 13°, il tenente co-
lonnello Balegno di Carpeneto del 14o, il capi-
tano cav. Gerolamo Avogado dei cavalleggeri
Monferrato, e la menzione onorevole 11 1» e
10» battaglione bersaglieri.
aS (1848). — Dopo tre mesi d'assedio e
parecchi giorni di bombardamento, capitola
la piazza di Palmanuova assediata dagli Au-
striaci e comandata dal vecchio generale
Zucchi. Sono fra l difensori il capitano E. Cu-
gia con la 5» compagnia d' artiglieria da for-
tezza piemontese, Antonio Somma, Ippolito
Caffi, Bragadin, Gustavo Modena con la mo-
glie. Gli artiglieri piemontesi escono con gli
onori militari: poi il colonnello Kopetsch fa
abbassare la bandiera italiana e stenderla in
terra perchè gli Austriaci vi passino sopra.
«6 (1808). - Il colonnello Maransini, co-
mandante la legione piemontese che com-
batte in Portogallo agli ordini del generale
Junot, dopo una marcia lunghissima assale
la città di Beia, scalando le mura ed atter-
rando le porte, per vendicare alcuni legio-
nari sgozzati a tradimento dagli abitanti.
ay (1849). — Cesare Rossarol, di Napoli,
che comandava la batteria di Sant'Antonio
sul ponte della laguna, a Venezia, resiste tutta
la giornata al fuoco degli Austriaci, pur ve-
dendo smontati 5 dei suoi 7 pezzi. Uno degli
ultimi colpi nemici lo stramazza dall' alto
del parapetto, e trasportato in città, muore
invocando l' Italia e raccomandando al gene-
rale Pepe la sua batteria.
«8 (1811). — Il granatiere bolognese Do-
menico Bianchini, ottenuto dal maresciallo
Suchet l'onore di essere il primo a montare
all'assalto di Tarragona, in premio del suo
valore, con 30 granatieri francesi, supera la
breccia, e ferito d' arma bianca in più parti
del corpo, si getta d'un saito in mezzo ai
nenaici e cade morto. Ma i dragoni Napoleone,
poi il maggiore Ollini con un battaglione, lo
seguono ed occupano la piazza.
39 (1861). — I soldati Bossi e Vicari, della
1» compagnia del 39° fanteria, si offrono spon-
taneamente di andare ad avvertire un di'
staccamento in marcia della presenza della
banda Crocco a Torre d'Oppido (Basilicata)
e si avviano vestiti da contadini. Scoperti dal
briganti, si difendono a sassate, ed atterrati
dai cavalli si rialzano benché feriti, ricadendo
esanimi per nuove ferite, zuuscendo però nel
loro scopo di salvare l camerati.
30 (1866). — Il capitano Luigi Mussi dei
lancieri Foggia, con il suo squadrone ed i
sottotenenti Santi e RLnaldini, attacca e scon-
figge a Gazzoldo una colonna nemica molto
superiore in forze, e continua a combattei'e
bcijchè ferito nel primo scontro,
— 100 -
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
12. - GIORGIO VASARI
(Arezzo 1511-1574)
pittore, architetto, scrittore. Devo la sua fama, più che alle sue opere d'arte, alle
de' ^iù eccellenti scultori, pittori ed architetti.
Vite
GIUGNO 1908
— 110 —
(25* Settimana)
14 Domenica! La ss. Trinità.
166-301 Solennitàresadipre-
— — ^ cetto da papa Giovan-
ni XXII nel 1333. — S. Basilio Magno, vescovo
di Cesarea, dottore della Chiesa greca, morto
l'a. 379. — S. Marzano, primo vescovo di Si-
racusa (prima delsec. IV) e patrono di Tri-
gento. — S. Marco, vescovo di Bovino, vene-
rato anche a Benevento.
Memorandum. — ® L. P. a ore 14.55"'. —
Pentecoste, secondo il calendario Gi'cco-Russo
o Giuliano. — Fiera a Venosa. — Grand Prix
à Loììgchamjas.
15 Lunedì
167-200
Ss. Vito, Modesto
e Crescenzia, martiri.
Questi santi diedero
la vita per la fede sul principio del IV se-
colo: S, Vito, siciliano, fu dal padre mandato
alla scuola di Modesto; questi e Crescenzia
sua moglie, educavano il ragazzo nella fede
di Cristo. Saputosi ciò dal padre, lo consegnò
a Valeriane governatore. Sottrattosi Vito ai
suoi persecutori, fuggì coi maestri, ma presi
furono martii-izzati (303). — S. Fortunato, ve-
scovo di Napoli dal 344 al 359.
Memorandum. - Fiera a Taggia (prov. di
Porto Maurizio). Dura tre giorni. — Fiera a
Nola: dura 8 giorni. — Comiiioia nella pi'ov.
di Bari il permesso di caccia agli uccelli marini
sulla spiaggia del mare. In quelle di Napoli
e di Roma cessa il permesso della caccia alle
quaglie col fucile. — Pubblicazione all'albo
municipale lino al 30 giugno di ogni singolo
comune delle liste elettorali politiche e am-
ministrative, definitivamente approvate dalla
Commissione elettorale provinciale. — Oggi
devono terminare le lezioni nelle Università
e altri istituti superiori. Comincia la prima
sessione degli esami speciali. — Scade il ter-
mine per la presentazione delle domande di
ammissione alle classi ginnasiali e liceali, per
gli esami della sessione estiva: per giustifi-
cati motivi e col permesso del Provveditore
possono però essere accolte fino al 25 del
mese. — Scade il temline utile per presen-
tare le domande di ammissione ai Collegi
Militari e alla Scuola di Modena (per esami).
— Estrazione ammort. Obbligazioni Ferrovia
Cuneo 1855 e 1857. — I contadini toscani cre-
dono che se piove oggi, giorno di San Vito,
il prodotto dell'uva va a male.
16 Martedì
168-199
S. Francesco Regis.
Nativo di Narbona.
Mori in età di 43 anni,
nel 1(540. — S. Ciro, festeggiato a Portici. —
Memorandum. — Da oggi ò permessa la
l)esca tluviale o lacuale.
169-198
17 Mercoledì Ss. Gervasio e Protaslo
martiri.
Figli dei santi Vitale
e Valeria, furono maitirizzati nel sec. IT: Io
loro salme riposano nella cripta di S. Ami)
gio a Milano.
S. Metodio, vesc. di Costa
tinopoli, festeggiato a Siracusa. -■ S. Agrippi-
no, vescovo di Como dal 607 circa al 613. —
A Pisa festa patronale di 8. Ranieri.
Memorandum. — Per San Nicandro, patro-
no del paese, festa di 3 giorni in Venafro
(Molise).
18 Giovedì
170-197»
Corpus Domini.
Festa istituita da
papa Urbano V in onore
del SS. Sacramento. Funzioni speciali in ogni
chiesa. — Ss. Marco e Marcelliario, martiri,
Morti per la fede l'a. 286. Erano fratelli' d'il-
lustre famiglia, sotto Diocleziano, furono arre-
stati e condannati alla decapitazione. Non val-
sero le lacrime dei parenti a smoverli dal
rifiuto di sacrificare agli dèi; anzi li conver-
tirono insieme al prefetto di Roma, che li
pose in libertà. Traditi in appresso, furono
crocifissi ed uccisi. — S. Calogero, eremita,
festeggiato a Sciacca e a Naro (Girgenti), in
Sicilia (secolo IV). — S. Speciosa, vergine pa-
vese, sorella di S. Epifanio (sec. V). — S. Osan-
na Andrasia, \ ergine mantovana dell'ordine
di s. Domenico, morta l'a. 1505.
Memorandum. — Festa civile legale. Sono'
chiusi anche i musei e le gallerie. — Pellegri-
naggio ad Orvieto nel cui duomo venerasi il-
Sacro Corporale sul quale accadde il mira-
colo di Bolsena. — In grandissimo numero;
di città e paesi d'Italia la solennità odierna
è celebrata con festeggiamenti tradizionali, e'
particolarmente con processioni, alcune delle'
quali degne di eslser vedute. A Genzano l'In-
fiorata, a Campobasso la processione dei Mi-
steri, ec. — Festa in Naro (Girgenti) del pa-
trono San Calogero. — Anniversario della
istituzione dei Bersaglieri (1836), festeggiato,
dal corpo. — Festa nazionale Olandese (Anni-
versario della battaglia di Waterloo, 1815).
19 Venerdì
171-196
S. Giuliana Falconieri.
Fondatrice delle Man-
tellate, morta l'a.l 341.—
Ss. Gaudenzio, vesc. di Arezzo e Columato suo
diacono, martiri, circa l'a. 382. — B. Miche-
lina, vedova, patrona di Pesaro, nìorta l' a. 1356.
— Festa patronale dei Ss. Gervaso e Protasia
a Domodossola ed a Sermide (vedi 17 giugno).
Memorandum. — Fiera a Corleone oggi e
domani. — Estrazione Prestito Città di Na-
poli 1877.
20 Sabato
172-195
S. Silverio, papa, mart.
Segui nel pontificato
a papa s. Agapito. Elet to
pontefice, rifiutò costantemente di accordare
all'imperatrice Teodora il ristabilimento di
Antimo nella sede episcopale di Costantino-
poli. Irritata l'imperatrice, tanto fece che il
santo papa fu deposto e cacciato in esiglio
nella Licia. Si ascrive il suo ma tirio nel 53^^.
È i)atrono di prosinone. — S. Daria, martire^
sorella di S. Nicandro (vedi 17 giugno), vene-
rata in Atina (Caserta). — S. Ettore.
Memorandum. — Anniversario della presa
^'\ Perugia dallo truppe pontificie (1859). — Fe-
sW. doU'indiperidenza della Colombia. — Pa-
gamento delle pensioni governative di seconda
categoria (superiori a L. 500, ma non a L. 1500
annuo).
GIUGNO 1908 111 -
•2 1 Domenica S. Ugl Gomaga.
j^73_j[94 j Di famigliti princi-
• — pesca, entrò m>11a Coiti-
papilla di (losù, e miri a ventiquiUtr'anni
d'etii, vittima dola carità neirassistere gli
appastati (1591).
Memorandum. -, C V. Q. a ore 6,20». -
-tizio d'estate. E il giorno più lungo del-
i anno. - Entra il Sole In Cancro, e comincia
l'Estate astronomica. — Festa di Ognissanti,
nel calendario Giuliano o Greco-Russo. — Oggi
e i due giorni seguenti, feste nazionali del
Belgio, per l'anniversario dell'avvenimento
al trono di Leopoldo I e doUa proolamaz.
dell'indipendenza.
(28» Settimana)
22 Lunedì ! S- Pao""» «*» Noia,
174-193 ^«"°^°-
Nativo di Bordeaux
^provincia di Catania): dura due giorni. —
Fiera di San Giovanni a Venafro (Molise):
dura quattro giorni. — A Palermo comincia
la passeggiata sorotina alla Marina, ohe cessa
.Illa rinfrescata, — Cessano le lezioni in tutte
le scuole medie (classiche, tecniche, normali
e complementari) e in questo giorno e nei
successivi si adunano le commissioni esami-
natrici per procedere agli scrutini fi ali e
dichiarare quali alunni siano dispensati dalle
prove d'esame, quali vi siano ammessi, quali
ne siano esclusi.
e vescovo di Nola (Caserta). A 25 anni si
fece battezzare e si ritirò nella Spagna, di-
videndo eoi poveri i beni. Tornato in Italia
dimorò a Nola, dove il popolo lo elesse ve-
scovo e la sua carità arrivò a tal punto da
darsi schiavo ai Vandali per liberare il figlio
di una povera vedova. Mori nel 431. — S. Giu-
liano, martire, patrono di Rimini (siC. III). -
9. Biagio, vescovo di Verona, morto l'a. 750
(vedi 3 febbraio).
Memorandum. — Famosa festa dei gigli a
23 Martedì ! S. Zenone, martire.
±7S-±Q2 Suh\ il martirio nel
sec. Ili a Filadelfia di
Arabia. — S. Lanfranco de' Beccari, vesc. di
Pavia dal 1180 al 1193. - S. Giovanni, prete.
Memorandum. — Vigilia di San Giovanni.
Stanotte, falò per le campagne in tutta It.alia,
festa popolare a Roma e concorso di canzoni
di.ilettali romanesche. — Fiera ad Oneglia,
24 Mercoledì Nativi^ di S. Gìo. Baita.
±7Q.±Q± \ Feste patronali a Fi-
renze, a Fere:)tino, a
Foi-mia (Gaeta», a Genova, a Monza, a Nuoro
ed a Torino. — S. Fausto, e altri venti mar-
tiri a Roma.
Memorandum. — Anniversario della vit-
toria di Solferino e San Martino commemo-
rato ai due Ossari sui teatri delle due bat-
taglie: estrazione di premi in favore di militari
italiani, che presero parte alla battaglia di
San Martmo (ma di solito la commemora-
zione è rimandata alla domenica successiva,
cioè il 2Si. — Festa patronale dell'Ordine So-
vrano di San Giovanni di Gerusalemme, ossia
dei Cavalieri di Malta. — Fiera a Scarperia
(provincia di Firenze). — Fieia a Randazzo
25 Giovedì 1 S- Guglielmo, abate.
i77»_j[90 Nac.iue a Vercelli, e
— ' mori r a. 1149. — S. Pro-
spero, vescovo e patrono di Reggio Emilia,
morto l'a. 466. Fu dottore della Chiesa e se-
gretario di S. Leone Magno papa.
Memorandum. — Festa dei Quattro Altari
o del Riscatto Baronale a Torre del Greco,
in memoria del riscatto del Comune dal feu-
dalismo. — A Casacanditella e in altri luoghi
degli Abruzzi, processiono dei carri. — Fiera
a Sansevero (Capitanata) fino al 2 luglio. —
Termine per presentare le domande di am-
missione all'esame di maturità, sessione esti-
va, per parte dei candidati provenienti da
scuole private o paterne.
26 Venerdì
178-189
Il SS. Cuore di Gesù.
Festa decretata da
papa Clemente XIII
nel 176."). — Ss. Giovanni e Paolo, martiri.
Erano fratelli e vivevano in Roma celebri
non meno por ricchezze e natali, che per zelo
ed amore alla religione cristiana. Giuliano
l'Apostata impiegò ogni mezzo per indurre i
due fratelli al suo servizio. Essi però ricusa-
rou), e Terenziano, trovatili invincibili nella
fede, li fece trucidare l'anno 362. — S. Vi-
gilio, vescovo di Trento dal 388 al 405, e pa-
trono della stessa città. — S. Elisa, vergine
e martire. — S. Rodolfo, vescovo.
27 Sabato 1 ^hK^**!*"'
179-188 ""^ *1^"9*'«"2-
Sali a questo trono
forzato dal voto del popolo e tosto si diede
a ristabilire le leggi ed a favorire la religione.
Fu sorpreso dalla morte l'a. 1095. — S. Mai:-
giorino vescovo d'Acqui, prima dell' a. 368.
— S. Diodato, o Adeodato, vescovo di Nola
dal 442 al 473. — S. Ferdinando, vescovo
di Caiazzo (Caserta), morto circa l'anno 1050.
— S. Adleida, vedova, venerata a Bergamo.
Memorandum. — Oggi pagamento degli
stipendi agli impiegati governativi.
CU GII d'oliva P. Sasso e Fi^li di Ondgiia sono gli unici perfeUi.
- ilt2 -
t CONSIGLI DEL MESE (Ig^iene ed Economia Domestica).
GIUGNO
La freschezza del letto — Per togliere gli insetti dai mohlli — Contro le zanzare — La cura
delle frutta — La fatica della digestione — Le varie conserve di frutta — Per rimettere
a nuovo i nastri color lilla — Contro la traspirazione delle mani — Piccioni in fricassea —
— Uova alla Svedese — Uova alla neve.
poiché le loro buccie contengono in quantità
maggiore l' etere che agisce utilmente sul
nostro organismo accelerando il moto di di-
sgregazione e di rinnovazione dei tessuti, di
mangiarle con la buccia. Poi si avverte che
le frutta debbono essere molto mature. Nu-
tritevi, quindi, osservando questi consigli, ab-
bondantemente di fragole, che sono antigot-
tose e vermifughe ; di uva spina che, decon-
gestionante e ricostituente, giova alle persone
eccitabili; del lampone, che, ricco di identiche
virtù, giova contro le costipazioni croniche;
di ciliegie, che rifanno il sangue, giovane e
vigoroso, rendono agili le reni e ci colori-
scono il viso ; di albicocche, toniche e depu-
rative; di prugne che hanno effetti purgativi;
di pesche che sono una vera risorsa per i
diabetici; di noci, che ci rendono refrattari!
alla azione dei veleni; di mellone, emolliente,
lassativo e diuretico, che guai-isce l'idropisia
e calma l'agitazione dei nervi e dei sensi;
di pere, molto digestive; di pomi, che gio-
vano alla vescica e alle reni; di nespole, utili
nelle dilatazioni di stomaco e nelle gastral-
gie; di aranci, tonici e sedativi; di limoni,
antisettici e astringenti; di fichi, che rischia-
rano il cervello e addolciscono il petto ; di
datteri, che nutriscono come la carne: di pi-
stacchi, infine, che aumentano il latte alle nu-
trici.
L'estate ci è addosso. Dna delle prime
cose a cui bisogna badare è la pulizia grande
e la freschezzta del letto. Un letto fresco, dal
quale si tengano lontani ogni sorta d'insetti,
rappresenta, senza dubbio alcuno, un sollievo
notevole nella stagione afosa. Se vi giunge in
tempo il consiglio, se, cioè, state facendo scar-
dassare la lana dei vostri materassi, spargetevi
subito dei fiori secchi di lavanda. Otterrete
il doppio scopo di avere un letto profumato
e di preservarvi dalle tarme e da altri in-
setti. Ma, ove mai gli insetti ci fossero già,
vi dò qualche rimedio indicatissimo a distrug-
gerli. Sei grammi di essenza di terebentina,
aggiunti a tre grammi di canfora e un gram-
mo di sublimato con-osivo già sciolti in 125 gr.
d'alcool, costituiranno una pennellatura fatale
alle cimici; un mezzo più semplice - utile
anche contro le tarme — sono i fiori secchi
di crisantemo, che si sminuzzano facendone
la cosiddetta razzia e si spargono, quasi pol-
verati, nei matarassi o negli armadii. A di-
fendere i mobili dagli insetti, v'è, poi, un'utile
vernice: si ungano con un miscuglio di tre
quintini di olio di trementina, 18 gocce di olio
di garofano, ed un'oncia di ojio di pietra.
Fino ad ora non abbiamo considerati gli
insetti con le ali.... Pure essi ci sono e ci fe-
licitano coi primi caldi in una maniera spesso
allarmantissima. Alludo alle zanzare. Si ven-
dono una quantità di coni fumanti che hanno
il privilegio di affumicare le stanze senza
nulla altro conchiudere. Un medico ameri-
cano ci assicura che nulla giova meglio allo
scopo, del petrolio. Basta spargerne in pic-
cola quantità dove si trovano larve di zan-
zare perchè queste muoiano all'istante asfis-
siate: basta, dicono, bruciarne poco nella ca-
mera da letto per vederle scomparire. Però
è espediente poco prudente: e se vi si ricorre,
dopo, si apriranno un minuto le finestre: ma
senza accendere nemmeno un fiammifero. In
tutti 1 modi, se, prima delle vostre precau-
zioni, zanzare, vespe, calabroni, api, tfifani,
mosche velenose, pulci, vi morderanno, voi
potrete guarirvi dalla irritazione della loro
puntura, strofinando la parte gonfia con un
porro. Questo legume opera davvero mira-
colosamente.
Passiamo ad altro. Torna di moda, ora
che la stagione si presta, la cura delle frutta.
Già esistevano da tompo, in (ìermania ed
in Isvizzora, stazioni per la cura dell'uva,
che, in molti casi di perturbamento nelle
funzioni d»ll'inte;jtino, dello stomaco, e nelle
gravi anemie dà ottimi risultati; oggi si vuole
estendere la teoria a tutte le frutta, appli-
cando ai diversi mali le loro qualità specia-
lissime. Avanti ogni altra oosa si raccomanda,
Ma se questo è il periodo più adatto alla
cura della frutta, è anche il periodo più critico
per la digestione di qualunque cibo. I primi
caldi rappresentano un fiero nemico per lo
stomaco, che, nelle persone di costituzione
non forte, sofl're ed ha bisogno di riguardi
speciali.
In tesi generale la nuova medicina con-
siglia di mangiar pochissimo. Tutti i malanni
da cui la povera umanità è afflitta, hanno la
loro radice nella digestione. Si digerisce male
e l'organismo ne sotfre in ogni sua parte; si
digerisce bene e le cose camminano per dritta
via, E per digerire bene occorre un alimento
igienico non solo ma scarso. Mentre man-
giamo il nostro corpo lavora e fatica : la me-
dia degli sforzi che fanno masticando le ma-
scelle, dice il dott. Black, è di 45 chilogrammi
con i denti molari e di 90 chilogrammi con
i denti incisivi. Noi ripetiamo questi movi-
menti mascellari almeno 500 volte al giorno;
ciò porta a concludere che il lavoro fornito
quotidianamente dalle nostre mascelle equi-
vale alla forza che sarebbe lìeoessarìa per
sollevare un peso di 50 chilogrammi ad un
metro di altezza. A questa prima fatica, suc-
cede quella dello stomaco, la quale non sem-
pre si compie in condizioni normali. Ne de-
rivano, allora, alcuni incomodi che vengono
considerati come cosa da nulla e si trascu-
rano, mentre per evitare ohe degenerino in
altre e proprie gravi malattie, è più ohe mai
- un -
•leeessarlo ollmlnarli con eneivlca prontezza.
[ Ciitarro di stomaco, per esoinpio, che gli
immolanti Rttiibuiscotio a calore eccessivo,
proviene da abbon<lftaza di succhi gastrici o
dalla decomposizione acida delle sostanze
/uceheriiie od alcooliche ingerite. Infatti, 1
bevitori sono più degli altri quelli che ci
vanno soggetti e che danno, poi, Il maggiore
contingente di cutarri di stomaco. Per curar-
sene bisogna prima evitavo la eausa produt-
trice del male: quindi non abusare di ali-
menti, massime se zuccherini — questo per
le signore che generalmente li preferiscono
— proteggere dalle intiuenze atmosferiche
r epigastrio, cioè la parte superiore del ven-
tre con una fascia di lana. Poi bisogna usare
bibite alcaline o acque minerali a questa base,
o acque estemporanee, sciogliendovi mezzo
cncchiaino da catìe di bicarbonato In mezzo
bicchier d'acqua, e almeno due volte al giorno
prender qualche polvere assorbente fatta di
un po' di bismuto, e di fosfati e carbonato
di calce, 20-30 cent, di ciascuno, per volta.
L'Inerzia dello stomaco che vlen detta,
e non a torto, la malattia degli uomini di
studio, di coloro, cioè, che vivono vita seden-
taria, rende anche assai penosa la digestione.
Occorre, per sopprimerla, ricorrere a qualche
eccitante, e preferire, come cibo, i legumi,
le carni, eseludendo del tutto i farinacei. An-
che occorre far molto moto e abituarsi al
bagno freddo tutte le mattine. Come ecci-
tante vi consiglio di prendere, mezz'ora prima
della cena, sciolti in un po' d'acqua semplice,
venti goecie di questo aperitivo che ho espe-
rimentato cun grande giovamejito io stessa e
che giova pure alle persone all'ette da inap-
petenza: tintura di china, tintura di genziana
e tintura di rabarbaro anagrammi 5, tintura
di noce vomica, grammi 3. In una bottiglia
contagoccle.
E adesso non sarà fuori proposito indi-
care dei mezzi atti a conservare alcune frutta
per un lungo periodo di tempo. I metodi
sono diversi. Il più enei-gico è quello di col-
locarle, dopo averle fatte asciugare bene al-
l'aria, in ampie casse, fra uno strato e l'al-
tro di gesso cotto, in p'ivere. Bisogna stare
attenti che anche fra una frutta e l'altra vi
sia uno straterello. In siffatta maniera im-
ballate, furono spedite dall'America in Eu-
ropa ben 130,000 casse di frutta e arrivarono
in ottimo stato di conservazione. Vi è di più:
il gesso adoperato un anno può servire pel
secondo. Le pere e le mele si conservano
anche per un lungo tempo, fi'esche e belle
collocandole ad una ad una sopra cannici, o
sulla paglia in una stanza ben chiusa, poco
illuminata e ad una temperatura media. Di
quando in quando si rivedono e si scelgono
quelle più mature per venderle o per man-
giarle e si gettano quelle guaste se ve ne
sono. Quanto alle castagne vi insegnerò un
processo, dovuto al Magne: consiste nel col-
locare le castagne, stratlticate con sabbia per-
fettamente asciutta, in vasi chiusi e nell' im-
mergere questi vasi in ammassi di terra sab-
biosa e secca. Per tal guisa si conservano
fresche, più saporite e facilmente digeribili.
Basterà pure che le teniat« per sette od otto
giorni in nn rastrello di acqua, che avrei*
cura di cambiare giornalmente. Poi mettetele
ad asciugare ben bene su di un tavolo o su
di un canniccio all'ombra.
Adps«!o due consigli pratici.
Volete rimettere a nuovo i nastri color
lilla — ora, certo Indicati alla vostre toileUtt
estiva? — dovete strofinarli con una spugna
bagnata In una soluzione di potassa (a 15 "/o).
asciugarle, poi, tra due salvietta e stirarli an-
cora bagnati; e se volete lavare tessuti stam-
pati — anch' essi di stagione — dovete la-
varli in acqua saponata quasi fredda, e ri-
sciacquarli (senza mischiar quelli di diverso
colore) in acqua fredda. Pei tessuti turchini
si aggiunga un po' di aceto che ravviva il co-
lore: per quelli neri o bianchi si aggiunga
un po' di sale di cucina che li impedisce di
ingiallire.
Contro la traspirazione dalle mani, che
pure in questo mese comincia a divenire
tanto molesta, vi suggerisco di fregare le me-
desime parecchie volte al giorno con un pezzo
di allume ben levigato, che potrete procu-
rarvi con pochi soldi da qualsiasi droghiere.
Prima di adoperarlo, per rendere più ener-
gica la sua azione, lavatevi le mani con acqua
semplice: il sapone, combinandosi con l'al-
lume, vi lascierebbe la pelle unta e grassa.
E chiudo con le solite ricette gastrono-
miche.
Volete degli eccellenti piccioni in fricas-
sea? mescolate burro e farina, e quando il
miscuglio è in ebollizione ponetevi 1 piccioni
tagliati a pezzi. Cotti, vi verserete sopra una
salsa bollente composta con tre torli d'uovo,
un po' di sugo di limone e prezzemolo smi-
nuzzato. E servite subito a tavola.
Ed ora vi insegne rò a fare le nova alla sve-
dese, e, come dolce, le uova alla neve. Per ot-
tenere le prime sciogliete tre acciughe con
olio, unitevi aglio e prezzemolo tritato, con-
serva di pomidori, e fate bollire ogni cosa In
un tegame. Quando le acciughe si sono St-iolte,
rompete le uova, versatele nella salsa e fa-
tele cuocere. Per ottenere le seconde, met-
tete a bollire in un piatto di porcellana ohe
resiste al fuoco, due litri di latte, cento gram-
mi di zucchero, un pezzettino di valniglia:
prendete sei uova; separate i bianchi dai
gialli, che serberete. Battete i bianchi, ag-
giungetevi duecento grammi di zucchero In
polvere, battete ancora un poco per formare
la mescolanza. Togliete la vainiglia. prendete
dalla mescolanza, delle parti che formano la
grossezza di un uovo e mettetele nel latte,
che deve appena riscaldarsi, lasciandovele
dodici minuti. Volt.ite, lasciate ancora 12 mi-
nuti, fate colare sovra uno staccio molto fine,
continuate l'operazione. Aggiungete ai gialli
150 grammi di zucchero, lavorateli un poco,
scioglieteli con quello che resta di latte, for-
matene una crema inglese. Lasciate raffred-
dare tutto: al momento di servire mettete
le uova formate, come ho detto, in piramide
sul piatto, bagnate con un po' di crema e
servite il resto a parte.
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la $alute delle donne,
il rimedio delle malattie degli organi digerenti.
- 114 ^
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
LiiaXiio
1 (1807). —La divisione Teulié dell'eser-
cito del Regno Italico attacca all'alba la for-
tezza di Colberg difesa dai Prussiani. 11 com-
battimento è lungo, ostinato, sanguinoso; vi
muore gloriosamente il capitano Francesco
Baccarini del 1° leggero.
a (1866). — Agostino Romagnoli, trom-
bettiere nel reggimento lancieri Aosta, se-
guendo l'ufficiale comandante del suo plo-
tone per le strade di Medole, vistolo in grave
pericolo perchè scavalcato, atterra, con un
colpo di pistola tirato a bruciapelo, l'ulano
inseguitore, ed a sciabolate fuga gli altri.
3 (1846). — Luigi Montaldi, di Genova,
capitano della legione italiana a Montevideo,
navigando per l'Uruguay è assalito dalle for-
ze navali nemiche. Abbandonato dai marinai,
si difende solo con 15 o 20 fucili, e costretto
a cedere tira l' ultimo colpo di pistola al co-
mandante degli assalitori, che, con un braccio
fracassato, ammirando il valore del Monaldi
gli vuole salva la vita.
4 (1866). — Nicostrato Castellini di Rez-
zate (Brescia) che aveva seguito Garibaldi nel
1859 e '60, distinguendosi per valore, muore
al combattimento di Vezza, nel Tirolo ita-
liano, conducendo ad un attacco alla baionetta
il 2» battaglione bersaglieri volontari.
5 (1809). — Neil' accanito combattimento
avvenuto sul colle di Wagram, alla vigilia
della battaglia di questo nome, fra gli ita-
liani della guardia reale si distingue il ca-
pitano Giuseppe Jacopetti, n. nel 1774, pro-
mosso nel 1801 capitano sul campo di battaglia,
6 (1849). — La sera, 50 soldati austriaci
scelti tentano un improvviso assalto al piaz-
zale del ponte della laguna di Venezia, e i
difensori, sorpresi, fuggono. Rimane Enrico
Oosenz, allora maggiore d'artiglieria, che af-
frontato il capitano di Stato maggiore andato
con gli assalitori, lo uccide a sciabolate; poi,
radunati alcuni artiglieri, caccia il nemico.
7 (1886). — Al poligono di Lombardore,
l'artigliere del C» reggimento Giuseppe Valli,
di Ravenna, messo in vedetta per impedire
il passaggio a traverso la linea di tiro, ferito
alla fronte, ad un braccio e ad una mano
da scheggie di granate scoppiate vicino a lui,
non si muove dal suo posto, tìn quando, finito
il tiro, non si va a rilevare le vedette.
9 (1861). — La 8» compagnia del 5° fan-
teria, comandata dal capitano Giovanni Mot-
tura, dà l'assalto a Montefalcione (Avellino)
dove la popolazione aveva fatto causa co-
mune con j briganti. Dopo tre ore di combat-
timento, la compagnia, esaurite le naunizioni,
fa sosta in un convento da essa occupato; i
briganti lo assaltano, e vi appiccano il fuoco.
Ciò non ostante, con le parole e l' esempio, il
capitano Mottura fa si che la resistenza si
prolunghi lino al mattino seguente, quando,
giunti rinforzi di truppe, i briganti si danno
ulla fuga.
10 (1813). — Il sergente piemontese Mi-
netti, nei dintorni di Dresda, rimasto alla
testa di un drappello incaricato di ricono-
scere gli avamposti nemici, obbliga questi a
ritirarsi, quantunque disponga di soli 25 uo-
mini, e riceve da Napoleone stesso sul cam-
po, le insegne della Legion d'onore.
11 (1866). — La legione di volontari e
guardie nazionali mobilizzate, posta a difesa
dello Stelvio e del Tonale, al comando di En-
rico Guicciardi, scaccia il nemico dai Bagni
Vecchi e dal ponte del Diavolo. Pietro Pe-
dranzini, tenente della G. N. di Bormio, me-
rita la medaglia d'oro al valor militare, gui-
dando una colonna a traverso il difficilissimo
passo della Reit, e scendendo il primo sulla
strada postale, ancor occupata dagli Austriaci,
con l'aiuto di sole quattro guardie doganali.
IH (1862). — Giuseppe Volpi, capitano
nel 1° battaglione di volontari della G. N.,
occupa il villaggio di Montecilfone (Campo-
basso) disperdendo una banda di 400 bri-
ganti, ed uccidendone 44.
13 (1865). — Il maresciallo dei RR. Ca-
rabinieri Pietro Jo velli, comandante la sta-
zione di Fivizzano, va con un milite ad arre-
stare un disertore nel villaggio di Collecchia.
Ma il disertore, già arrestato, atterra il ca-
rabiniere Boggino e si da alla fuga. Il Jovelli
lo raggiunge, lo afferra, e fra i due incomincia
una fiera lotta. A difesa del delinquente ac-
corrono parenti e compaesani aVmati, impo-
nendo al maresciallo di liberarlo; ma esso
resiste, ed aiutato dal Boggino li disperde.
14 (1863). — Giuseppe Zerletti, sottote-
nente nel 46" fanteria,- mandato da Abriola
a Potenza con 25 uomini a ritirare i fondi
per le paghe, a sette chilometri dal paese si
trova di fronte alla banda Masini, forte di
140 briganti. Dopo due ore di combattimento,
si apre un varco fra i briganti guidando i
suoi pochi uomini ad un attacco alla baio-
netta, e può raggiungere un distaccamento
dell' 8" fanteria, accorso in suo aiuto.
15 (1866). — Il capitano Dario Delu, di
Casale, essendo giunto a Padova d' avanguar-
dia alla 1» divisione, con uno squadrone del
reggimento lancieri Vittorio Emanuele, si
spinge con pochi uomini fino a Vicenza, an-
cora occupata da truppe austriache, ed en-
trato nella stazione sorprende e s'impadro-
nisce di un convoglio di viveri sale e tabacchi,
10 (1863). — La 1" e la 2» compagnia del
18o battaglione bersaglieri inseguono, nei bo-
schi di San Giorgio La Molara, la banda del
brigante Caruso, mentre uno squadrone di
cavalleria è mandato a tagliarle la strada.
L'inseguimento continua dall'alba fino al po-
meriggio : i bersaglieri sono sfiniti ; ma li ria-
nima la voce e l'esempio del capitano Pa-
scili, e la banda di oltre 100 individui, si
disperde, lasciando su terreno 12 morti
17 (1895). - Alle 7 ant. T avanguardia
della colonna del generale Baratieri giunga
{Covfinui a porf. US).
— Ilo -.
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
13. - GIACOMO ROBUSTI, detto il TINTORETTO
(V^enezia 1518-1594)
Artista fecondissimo e potente che volle nelle sue tele sposare il disegno di Michelan-
gelo al colorito del Tiziano. Il suo capolavoro è il Miracolo di Sau Marco.
GIUGNO-LUGLIO 1908 - 116 -
(27» Settimana)
28 Domenica! S. Leone ll, papa.
180-18*? Resse la Chiesa dal
■ 6S2 al 683. — S. Ireneo,
vesc. di Lione, nato a Smirne l'a. 121, morto
mart. l'a. 202. Fu educato da S. Policarpo,
vescovo di Smirne, alla cui scuola crebbe
ornamento della Chiesa. Mandato da lui nelle
Gallio a piedicarvi il cristianesimo, le sue
eminenti virtù Io fecero eleggere dal vescovo
di Lione sacerdote. Gli successe poi nella sede
vescovile. - S. Paolo I, papa dal 757 al 767.
Memorandum. — © L. N. a ore 17,32™. —
Eclisse anulare di Sole, visibile in parte in
Italia Cóme eclisse parziale. — Oggi, vigilia
di S. Pietro, a Torino le società militari e
popolari si recano a fare onoranza al monu-
mento di Pietro Micca. — A Roma, nella ba-
silica di San Pietro, benedizione dei Palili
fatta dal Papa o dal Cardinale officiante. —
A Roma oggi nelle ore pomeridiane e domani
tutta la giornata, sono aperte le Grotte Va-
ticane ai soli uomini. — Fiera e festa di S. Pie-
tro in Castronuovo di Sicilia, importantissi-
ma. Dura due giorni.
29 Lunedi | Ss. Pietro e Paolo.
181-186 Furono i principali
propagatori del cristia-
nesimo. — Feste patronali a Mercatello, Lecco,
e Lui no. — S. Cassio, vescovo di Narni, dal
536 al 558.
Memorandum. — Festa civile legale. Sono
chiusi anche i musei e le gallerie. — Digiuno
israelitico di Tumuz. — Fiera a Gallipoli, fino
al 3 luglio. — Comincia la fiera di Faenza,
che dura 8 giorni.
30 Martedì | ^' A'^ele, abbadessa.
182-185 Figlia di Dagoberto
' II, re d' Austrasia. Mori
verso l'anno 734.
Memorandum. — A Roma, nella basilica di
San Paolo extra mtiros si espongono al pub-
blico le catene dell'Apostolo. — Hanno ter-
mino le lezioni nei Gitmasi e nei Licei. —
Chiusura dell'anno scolastico per le scuole
tecniche e gl'istituti tecnici. — Chiusura del-
l'anno finanziario per tutte le amministra-
zioni governative. — Scade la prima rata
semestrale della tassa di maiìomorta. Il pa-
gamento deve essere fatto entro i primi 20
giorni del mese entrante di luglio. — Scade
11 termine per la presentazione delle domande
di ammissione (per esame) ai Collegi Militari.
— Estraz. Prest/a premi per la Cassa Naz.
di Previd. e per la " Dante Alighieri „; del
Prest. Città di Venezia 1869 (rimb. 1" novem-
bre), e del Prest. a premi riord. Bevilacqua
La Masa.
S. Teobaldo, monaco.
Camaldolese del se-
colo XI. - S. Regina,
sposa ad Adalberto oonte d'Ostrevaut. Morì
1 Mercoledì
183-184
verso la fine del sec. VIII. — B. Bartolomeo
diBraganza, vesc. di Vicenza, dal 1256 al 1270.
Memorandum. — Si pubblicano f'ruoli sup-
pletivi delle imposte dirette, e restano depo-
sitati per otto giorni negli uffici comunali. —
Comincia la sessione estiva di esami nei Gin-
nasi e Licei. — Nella prov. di Foggia oggi
si apre la caccia col fucile alle quaglie e agli
altri uccelli di passo. — Festa della proclama-
zione dell'indipendenza dallo Stato del Congo.
— Oggi cominciano i pajramenti del 2° seme-
stre della rendita consolidata 3,75 % nomina-
tiva. — Oggi maturano le cedole semestrali
del maggior numero dei valori bancari e indu-
striali. — Prest. a premi Città di Milano 1861;
Prest. a premi Napoli 1881; Obblig. Tunisine
1889; Prov. 1888 e Comunali 1892 di Torino;
Obbl. di Ferrara 1882.
2 Giovedì
184-183
Visitazione
di Maria Vergine.
La tradizione rife-
risce l'incontro di Maria Vergine con la sua
cognata S. Elisabetta, vuoisi nella piccola città
di Aain Karem, poco distante da Gerusalem-
me. — S. Adeodato, pi-ete, venerato a Galliano
(Cantù, prov. di Como).
Memorandum. — Fiera di cavalli a S.Bo-
nifacio (prov. di Verona), detta di S. Giuliana.
— A Fiesole fiera di S. Romolo. — Palio a
Siena. — Festa di Maria Santi.ssima Incoro-
nata di Pozzano, protettrice della città di Ca-
stellammare di Stabia. — Festa della Ma-
donna della Bruna in Matera, con fiera. —
Festa di S. M. Nuova a Monreale. — Festa
patronale in Castrogiovanni.
3 Venerdì 1 s. Dato.
185-183 Vescovo di Raven-
na dal 175 al 185. -
S. Eliodoro, vescovo di Aitino (Chieti), dal 381
al 407. — Ss. Ireneo e Mustiola, martiri, vene-
rati a Chiusi. — S. Tiingdano, o Lindano, ab.,
patrono di Sessa (Gaeta): sec. V-VI?
Memorandum. — A Ronaa, nella chiesa di
S. Pietro in Vincoli, si espongono al pubblico
le catene di S. Pietro.
4 Sabato
186-181
S. Ulrico.
Vescovo di Augusta.
Mori dopo 50 anni di
episcopato, a ottantatrè anni d'età, nel 972.
— S. Gallo, vescovo di Clermont, dal 527
al 553 circa. — S. Alberto Qnairelli, vescovo,
venerato a Lodi (sec. IX». — S. Mustia, vergi-
ne, venerata a Pesaro. — A Piacenza festa
patronale di S. Antonino (vedi 2 maggio).
Memorandum. — Anniversario della na-
scita del generale Giuseppe Garibaldi (1807).
— Festa dell'indipendenza degli Stati Uniti
d'America (Auuivers. della Dichiarazione del
1776).
LUGLIO 1908
— 117 —
(28* settimana)
5 Domenica | 8. Zoe, martire.
187- 180 Romana di nascita
,g^^^. III. IV). - Ss. Aija-
-Mie 0 Triflna o Trifoinona, siciliani, martiri,
. cnenitl a Minori (Amalfi). — 8. Marce'liano,
romita, venerato ad Aitino (sec. IV- V). —
^. Filomena de'Clavelll, vergine di Sanseve-
nno Marche (Macerata). — S. Antonio Maria
Ziiocj»rla,bar?iabita. festeggiato a Milano'1502-
l.">69). Fu annoverato fra i santi nel ma(»gio
Memorandum. — A Roma oggi sono aperto
le Grotte Vaticane alla visita delle sole donne.
Fiera di S. Filomena a Roccella Jonica (pro-
vincia di Reggio Calabria): dnra 3 giorni. —
Festa di San Calogero in Girgenti. — Fe-
sta nazionale della Repubblica del Venezuela
(Anniv. della proclamazione dell'indipendenza
nel 1810). — Per la festa di S. Vito, patrono
del paese, grandi feste a Forio d'Ischia.
6 Lunedi 1^* Lorenzo da Brindisi.
188-179 Cappuccino e cele-
bre predicatore in varie
lingue; predicò con buon esito una crociata
contro i Turchi in difesa dell'Ungheria, morì
l'a. 1619. — S. Romolo, martire (sec. I?) pa-
• reno di Fiesole. — S. Domenica, verg., mart.,
venerata in Tropea (Monteleone di Calabria):
is^ec. III-IV). — 8. Tranquillino, martire.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 21,25'». —
Pagamento delle pensioni governative di pri-
ma categoria (non oltre le 500 lire annue).
7 Martedì
189-178
S. Claudio, abbate.
Nacque nel 521 e
quantunque figlio del
re Clodomiro, rinunciò al mondo per farsi sa-
cerdote, e ringraziava quotidianamente il Si-
gnore di averlo liberato dalle mollezze della
corte. Fu ordinato nel 551 e si ritirò a Nogen,
dove eresse una chiesa. Mori nel 560 a soli
38 anni. — Ss. Crescenzio e compagni, martiri,
venerati a Fiesole. — 8. Apollonio, vescovo di
Brescia dal 119 al 135 (Gamsj. - 8. Console,
vesc. di Como dal 489 al 495 circa. —.3. Astio
o Asteo, vescovo e martire di Durazzo. — Ad
Ivrea patronale di S. Savino (vedi 11 luglio).
8 Mercoledì ! S. Elisabetta, regina.
190-177 Figlia di Pietro III
^re d'Aragona, e di Co-
stanza figlia di Manfredi re di Sicilia. Fu nel
1271 sposa a Dionigi re del Portogallo. Mortole
il marito, si ritirò nel convento delle Clarisse,
dove mori benedetta dai suoi popoli l'a. 1336.
— S. Apollonio, vescovo di Benevento dal 326
al 3i0 circa. — S. Illuminato, eremita, presso
Tiferno Tiberino, ora Città di Castello (Peru-
gia). — S. Adiiano HI, papa, morto nell'SSó.
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto
il rimedio delie malattìe
— S. Paolo della Croce, nato in Ovada (Ligu-
rlah Fin dalla prima fanciullezza dimostrò
grande amore al Crocifisso. Arruolatosi nel-
l'cserv-ito, compiuta la ferma o reduco in pa-
tria, rinunciò a ricchi sponsali per darsi tutto
alla vita mistica. Compiuti gli studi teologici
ed ordinato sacerd., essendo pontelico Bene-
detto XIII, istltui l'ordine d<;i Passlonlsti. In
luogo solitario del Monte Argentario eresse
un monastero. Morì nel giorno stesso da lui
predetto l'anno 1775. Fu canonizzato da papa
Pio IX, e da pochi anni venne aggiunta nel
breviario la sua affi eia tara.
9 Giovedì ] B. Giovanna Scopello.
191-176 I Carmelitana, nata a
Reggiod'Emiliara.1438,
morta l'a. 1491. — S, Veronica Giuliani, nata
a IMercatello d'Urbino, cla'issa. morta a ses-
santasetto anni d'età, nell'a. 1727. — 8s. Eu-
sanio e compagni, martiri, venerati a Santo
Eusanio Forconese (Aquila de^li Abruzzi»:
secolo I? — B. Brizio, vescovo di Martana
(Lecce): sec. I-III. — Ad Acqui, festa patro-
nale di S. Guido (vedi 12 settembre).
Memorandum. — Festa nazionale de|lla re-
pubblica Argentina.
10 Venerdì
192-175
S. Felicita
e i suoi sette figli, martiri.
■ Madre cristiana del
secondo secolo, la quale accusata con i figli
come tale, venne con loro martirizzata a
Roma l'anno 175. — Ss. Ruflna e Seconda,
romane, verg., martiri l'a. 260. — 8. Pater-
niano, vescovo di Fano dall' a. 300 al 344 e.
— S. Pietro, abate, onorato a Perugia (sec. X).
Memorandum. — Peregrinaggio e fiera al
Santuario di Santa Felicita, presso la Mefite
d'Aiisanto, nell'agro di Rocca San Felice
(Avellino). — Fiera a Muro Lucano (prov. di
Potenza). — Estraz. aramort. Prest. Milano
unificato 1886 ^rimborso l» ottobre». — Sca-
denza cedole semestrali Azioni Acquedotto
Nicolay.
11 Sabato |S. Pio l, papa, martire.
193-174 I Successe a S. Iginio,
— ^140155. — Ss. Savino e
Cipriano, bresciani, martiri Lsec. III-IV?). —
8. Giacomo, vescovo di Nisibi nella Mesopo-
tamia (350). La sua festa è celobx-ata secondo
il rito in giorni diversi.
Memorandum. — Celebri feste in onore di
Santa Rosa'.ia a Palermo ripristinate da 12
anni nell'antica pompa. Durano cinque giorni.
ricostituente, la salute delle donne,
de^li organi digerentif
{LUGLIO — Vedi a pag. Ili).
davanti a Cassala, ed è assalita di fianco da
un grosso partito di cavalleria dei dervisci.
11 capitano Francesco Carchidio Malavolti,
con l'unico squadrone di cavalleria nostra,
carica più volte i soverchianti cavalieri ne-
mici, e mentre si fa largo fra loro a colpi di
sciabola, cade trafitto, combattendo a corpo
a corpo, da undici colpi di lancia.
18 (1810). - Duemila italiani della bri-
gata Fontane, formanti l'avanguardia della
divisione Macdonald in marcia su Barcellona,
sono assaliti alle strette di Garriga da 3000
spagnoli. Il colonnello Peri, i capitani Bian-
chelli e Nogarina del 5» fanteria, il capitano
Giorgi del 2° leggero, secondati da una ca-
rica di cavalleria fatta dal colonnello Palom-
bini, permettono alla colonna Macdonald di
])assare liberamente, facendo ripiegare gli
spagnoli su Oaldas.
19 (1848). — Un drappello del reggi-
mento cavalleria Novara, ritirandosi da Dos-
sobuono verso Villafranca, è inseguito da un
distaccamento d' ulani. Il cavallo del soldato
Fiora incespica e cade, ed il Fiora si trova
improvvisamente circondato da cinque ulani
che gli intimano di arrendersi. Egli balza in
piedi, fa nmlinello con la lancia, uccide un
ulano, ne ferisce altri due: gli altri fuggono,
ed egli salta in sella e raggiunge i compagni.
aO (1860). — A Milazzo, Giuseppe Gari-
baldi, accorso ad incoraggiare con l'esempio
i suoi volontari caricati dalla cavalleria, si
trova improvvisamente, con pochi del suo
Stato Maggiore, circondato da uno squadrone
di usseri borbonici. Il capitano Enrico Sta-
tella atterra il sergente con un colpo di pi-
stola : Giuseppe Missori colpisce altri due
assalitori ed il sopraggiungere di alcuni cara-
binieri genovesi disperde gli altri.
JJl (1866). — Al combattimento di Bez-
zecca, il capitano Vincenzo Olivieri, coman-
dante la 9-1 batteria del 5° artiglieria da cam-
pagna, dopo essere riuscito, con il suo sangue
freddo, ad arrestai*e la marcia del nemico,
eseguisce la ritirata facendo un vivissimo
fuoco a mitraglia, consumando tutte le mu-
nizioni, e perdendo un terzo degli uomini e
dei cavalli, nui portando in salvo i pezzi.
JJ2 (1848). — 11 capitano Carlo Frola, con
la sua compagnia di bersaglieri d'avanguar-
dia alle forze destinate a guardia del passo
(li Rivoli, attaccato da 800 uomini, li trattiene
l)er nn' ora e mezzo con vivo fuoco. Colpito
da una palla nel ventre, da un' altra in una
spalla, non vuole ritirarsi, e rimane ad in-
coraggiare i superstiti compagni, finché non
è ucciso da una terza palla nel petto.
23 (1866). — Il 23o battaglione bersa-
glieri, comandato dal maggiore De Petro.
seguito da un battaglione del 28» fanteria,
dà l'assalto a Borgo (Trentino) sostenendo il
ben nutrito fuoco dell'artiglieria e della fu-
cileria nemica. Raccolti intorno a se un cen-
tinaio di bersaglieri, il De Petro fa suonare
la carica alla baionetta, ed insegue alle spalle
la fanteria nemica, mentre il rimanente del
battaglione raggiunge la prima schiera, en-
trando con e>sa nel paese.
J84 (1812). — I marinari della guardia
rtftle italiana tjettauo un ponte sulla Dwina,
118 —
sul quale passa Napoleone. Un battaglione
del lo leggero italiano, comandato da Sci-
pione Della Torre, e l'artiglieria della guar-
dia reale combattono sotto gli occhi di Na-
poleone, mettendo in fuga i Russi. Singolari
prove di valore sono date dagli ufficiali ita-
liani Succhia, Lorenzi capo squadrone dei
cacciatori a cavallo, Antonio Giulini, ed Allari
scudiere del viceré Eugenio Beauharnais.
aS (1848). — Il 20 battaglione del 5" fan-
teria, comandato dal maggiore Filiberto Mol-
lard, mandato dal generale Bava di rinforzo
al lo reggimento granatieri a Custoza, com-
batte buona parte della giornata contro un
nemico superiore di forze, che occupava po-
sizioni formidabili. Carlo Alberto conferisce
la menzione onorevole a tutto il battaglione.
36 (1863). — Il tenente Carlo Borromeo
dei cavalleggeri Saluzzo, distaccato a Venosa,
riceve l'ordine di muovere verso Melfi. Con
35 cavalleggeri, stanchi per molte perlustra-
zioni fatte nei giorni precedenti, si trova di
fronte più di 100 briganti a cavallo. Ciò non
di meno li attacca, ma appena raggiuntili, al-
tri ne sopraggiungono. Ventuu cavalleggeri
cadono combattendo valorosamente: il Bor-
romeo, con sei di loro, compiendo inauditi
atti di coraggio, si apre un passaggio e riesce
a tornare a Venosa.
fòV (1848). — Un distaccamento del 14°
fanteria di retroguardia alla brigata Pinerolo,
è attaccato improvvisamente da due squa-
droni di usseri. All'intimazione del maggiore
austriaco che grida "• abbasso le armi! ^i il
soldato Castellare risponde " giù da cavallo! „
e spianato 11 fucile, l'uccide.
28 (1883). — In occasione del terribile
terremoto che devasta Casamiociola, il te-
nente dei Carabinieri Giuseppe Artina, com-
pie tali atti di coraggio e di abnegazione da
meritarsi la medaglia d'oro al valore civile.
29 (1871). — 11 brigadiere dei RR. ca-
rabinieri Chiaffredo Bergia, trovandosi con
tre militi in una capanna del bosco Schiap-
paro (Sulmona) è assalito dalla banda Tola.
Uscito dalla capanna, il Bergia l'affronta con
i suoi, l'obbliga a ritirarsi, poi la insegue di
corsa per otto chilometri, ferendo e cattu-
rando il capo banda.
30 (1870). — Il tenente Enrico Gonnella,
del 9" artiglieria, passeggiando per Pavia, vi-
sto appiccicato al muro un cartello pieno di
contumelie contro il Re e l'esercito, lo stacca
e lo strappa. Gli si fa allora intorno un gruppo
di individui, oltraggiandolo, chiamandolo spia,
ed imprecando a Vittorio Emanuele. Sguai-
nata la sciabola, il Gonnella ferisce l'insul-
tatore, e tien testa a tutti, fin quando non
sopraggiungono altri militari,
31 (1862). — 11 tenente Del Buontrom-
boni del 40" fanteria, con 95 uomini della
14» compagnia, da Monte Monaco (Benevento)
tenta di aggirare la numerosa banda Gior-
dano appostata su monte Vado. 1 briganti,
fanno fi-onte, ed il Del Bnontroraboni dispera-
tamente si slancia contro i briganti alla baio-
netta alla testa de'suoi. 1 briganti, p'-esi dal
pànico, si danno alla fuga e si disperdono.
- 11
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogl).
14. - G. B. MORONE
(n. Bondo presso Aitino in prov. di Bergamo, 1525-1578)
è soprattutto apprezzato »ei ritratti. Quello chiamato il SartOf è ritenuto come il suo ca-
polavoro.
LUGLIO 1908
— 120 —
(29» Settimana)
12 Donienical ^- ^'ov^""" Gualberto.
194-173 j Fondatore dei Val-
lombrosani, morto a
ottantott'anni d'età, nel 1073. — S. Paolino,
primo vescovo di Lucca (seo. I?). — A Ster-
zano (Bergamo) festa dell'apparizione della
B. V. ]\r. — A Corneto (Roma) festa patronale
di S. Litardo.
Memorandum. — Festa di S. Biagio in Co-
miso.
13 Lunedi 1 ^s- ^'^bore e Felice
195-172 martiri a Milano l'a. 304.
' — S. Giustina, vergine e
martire a Trieste l'a. 289. — S. Eugenio, vesc.
di Cartagine, con altri compagni, confessori
sotto i Vandali (505).
Memorandum. — ® L. P. a ore 22.48>n. —
Pagamento delle pensioni governative di terza
categoria (superiori a L. 2000 annue).
14 Martedì
196-171
S. Bonaventura, card,
e dottore della Chiesa.
Nacque nel 1221 a
Bagnoreain Toscana. Papa Gregorio X lo creò
cardinale e vescovo di Albano. Al concilio ge-
nerale di Lione, raccolto allo scopo di facili-
tare l'unione della Chiesa latina alla greca, fu
il primo che parlò all'assemblea. Dopo la ter-
za sessione del concilio si ammalò, e mori 11
14 luglio del 1274. Apparteneva all'ordine dei
Francescani. — S. Felice, primo vescovo di
Como (verso gli anni 380-391). — Ss. Rufino e
Avenauzio, eremiti, onorati a Tortona. — Fe-
sta patronale di S. Marciano a Trigento, pro-
vincia di Avellino (vedi 14 giugno).
Memorandum. — Festa nazionale della Re-
pubblica Francese (anniversario della presa
della Bastiglia, 1789). — Festa nazionale al
Brasile (Giubileo della repubblica, della li-
bertà e della indipendenza dei popoli ame-
ricani).
15 Mercoledì! S. Enrico.
197-170 Nel «95 successe al
■ padre nel ducato di Ba-
viera. Si meritò il titolo di l'io. Era tiglio ad
Enrico duca di Baviera. Nel 995 successe al
padre nella reggenza dello Stato e morto
nel 1002 l'imperatore Ottone suo cugino, fu
eletto in suo luogo imperatore di Germania.
Dopo 22 anni di regno, mori a soli 52 armi.
— S. Atanasio I, vescovo di Napoli dall' a. 850,
all'a. 872. — S.Camillo de Lellis, nativo di
Bucchlanico neyll Abruzzi, fondatore della
congregazione dei Miaistri degli infermi, o
Camilliani,
Memorandum. — Hanno termine le feste
di Santa Rosalia a Palermo, con la proces-
sione notturna delle reliquie della Santa. —
Da oggi è permessa la caccia ai passeri con
le reti nella provincia di Catania; nella pro-
vincia di Cosenza, apertura della caccia col
fucile; in quella di Foggia, della caccia con
le reti.
16 Giovedì
198-169
B. Vergine del Carmine.
La solennità trae sua
origine dall'ordine dei
Cai'melitani, così chiamati dal Monte Car-
melo nella Siria, e da Giovanni patriarca di
Gerusalemme nel XII secolo il quale diede
la prima regola. Nel 1209 Alberto, pur esso
patriarca della stessa città, diede la re;,'ola
definitiva dell'ordine. Festa patronale a Con-
cesa. — Ss. Quirifo e Giuli tta, martiri, l'a. 304,
festeggiati a Panilo lodigiano. — S. Vitaliano,
vescovo di Capua, morto verso l'a. 728 (vedi
27 gennaio).
Memorandum. — Feste a Napoli nella sto-
rica chiesa del Carmine e nel popolare quar-
tiere del Mercato. — Digiuno israelitico di
Tamuz. — Da oggi sino alla fine del mese
le biblioteche governative sospendono il ser-
vizio del prestito di libri a domicilio : le opere
già prestate devono essere restituite in que-
sta quindicina. — Da oggi ò concessa la cac-
cia agli uccelli con pania e reti nella prov.
di Cagliari. — Fiera a Monteleone (Calabria
Ulteriore) fino al 22 luglio.
17 Venerdì
199-168
S. Marcellina, vergine.
Sorella ai Ss.Ambro-
' gio e Satiro. Ritiratasi
a vita privata, diede origine ai primi mona-
steri di vergini in Lombardia. Morì sulla fine
del secolo IV. — S. Marina, verg., festeggiata
a Venezia. — S. Generoso, martire, venerato
a Tivoli. — S. Leone IV pp, (847-855), prov-
vide alla difesa di Roma, ai restauri di S. Gio-
vanni Laterano, alla disciplina del clero.
18 Sabato
300-167
S. Sinforosa
e I suoi sette figli.
• i Martiri verso gli an-
ni 117-138, patroni di Tivoli, loro patria. -
S. Materno, vescovo di Milano dal 282 al 304.
— S. Elio, confess., onorato a Capo d'Istria.
— S. Materno, vescovo di Milano, dal 282 al
304, o 303 secondo il Sassi.
Memorandum. — Festa dell'indipendenza
della repubblica dell'Uruguay.
.UGLIO 1008
~ 121 —
(30» Settimana)
19 Domenica
201-166
S. Vincenzo
de' Paoli.
' Fu la personiftoa-
xlono della beiie&oenza in FraiiciA nel sc;-
colo XVII. Diyenuto sacerdote, fondò l'istituto
del Preti della Missione, o I>azzaristi, istituì
rlcov«ri per poveri, per vecchi, per trovatelli:
sollevò In o>;nl maniera 1 condannati alle ga-
lere ed introdusse primo le Suore di carità.
Morì ottuaf:euario, l'aii io lt>59. — S. Pietro
de' Cresci, oonf., morto l'a. 1323, onorato a
Foli -no.
Memorandum. — Trad / onale Sagra del Re-
dentore, test effigiata tutti la notte a Venezia,
in rifordo delhi cessazioi-.e della pestilenza
del 1578. — Cominciano, di solito, le rappre-
sentazioni wagneriane al teatro di liayreuth.
20 Lunedi
203-165
S. Gerolamo Emiliani.
Appartenente a no-
' bile famiglia veneta,
dopo una gioventù spensierata si diede ad
una vita tutta di sacrifizio a vantaggio de'fan-
ciulli orfani ed abbandonati, pei quali primo
istituì orfiinotrofi e ricoveri. Creò la Congre-
gazione dei Soma-schl, così detta da Somasca,
paese vicino a Lecco. Mori l'a. 1537. — S. Mar-
gherita, verg. d'Antiochia, mart. verso l'a. 275,
festeggiata a Cremona e a Monteflascone.
Memorandum. — C U- Q- » ore 13.2>n. —
Anniversario della morte del Sommo Ponte-
fice Leone XIII (1903). — Onomastico di S.M.
la Regina Madre Margherita, — Apertura del-
la famosa fiera di Santa Maria Maddalena in
Sinigaglia. Dura 17 giorni. — Estraz. per il
rimborso certificati Prestito Cattol. 18G0-64
(rimb. al 1« ottobre successivo). — Pagamento
delle pensioni governative di seconda catego-
ri.^ «superiori a L. 500, ma non a L. 2000
!uie).
21 Martedì i S. Prassede, vergine.
303-164 Figlia di Prudente,
^senatore romano e so-
rella dei SS. Novato, Timoteo e Prudenziana,
sacrificò tutto il suo a prò dei Cristiani per-
seguitati da Marco Antonio. Moriva giovine
di anni, ma ricca di meriti nel 153, — S, Vit-
tore di Marsiglia, martire sotto l'imperatore
Massimiano, dopo la strage della legione te-
bea (290). — S. Macrina, verg., da Cesarea di
Cappariocia (Turchia asiatici), morta l'a. 379.
— Ss. Giulia, vergine, Claudio, Giusto e Gio-
condiuo, martiri a Trojes.
22 Mercoledì! *• ***•"'* Maddalena.
204-163 Sorella a Marta (29
J..._ii..\ _ ^ Lazzaro.
luglio) e
Passò trent'annl In arduo penitenze e pare
morisse l'a. GG. — S. Gerolamo, vescovo di
Pavia dal 778 al 787. — S. Gualtiero, couf.,
morto l'a. 1224, onorato a Lodi.
Memorandum. — Fiera a Bisceglle, fino al 30.
23 Giovedì I S. Apollinare, v., m.
S05-162 Apostolo e patrono
di Ravenna, ove la tra-
dizione lo dice mandato dallo stesso S. Pietro.
Fu il primo che occupò la sede di Ravenna, la
quale tenne per 20 anni. Alcuni storici, sulla
testimonianza di Pier Crisologo, vogliono che
non sia stato martirizzato, ma che dopo aver
sostenuto vari tormenti per la fede, vivesse
ancora lungo tempo in continue fatiche apo-
stoliche. Morì sulla fine del I secolo. — Ss. Ro-
mula e compagne, vergini romane (fine del
sec. VI),
Memorandum.
Entra il Sole in Leone.
24 Venerdì 1 ^' Francesco da Solano.
206-161 Francescano, evan-
'gelizzatore del Perù, a
Lima, Tucuman ed a Ilio delia Piata. Morì a
Lima l'anno 1610. — Ss. Cleonico, Stratonico,
e compagni, da Leiitini, martiri. — S. Giu-
liano e compagni, onorati a Lodi (sec. III-IV).
— S. Cristina, verg. e mart. Professando fin
dalla fanciulle/.za la religione cristiana, fu
maltrattata dal padre idolatra. Tradotta da-
vanti ai giudici fu sottoposta a crudi tor-
menti, che sarebbero incredibili, se la storia
non fosse là a testimoniarli. Morì nel 30n. È
onorata specialmente a Palermo, dove fu tra-
sportato il suo corpo.
25 Sabato 1 ^' Cristoforo, martire
207-160
della Licia, regione del-
^^ l'Asia Minore, verso l'a.
250: è patrono della città di Gallarate (Mi-
lano). — S. Giacomo il maggiore, apostolo
e fratello di. Giovanni, figlio di Zebedeo (se-
colo I). — A Mezzojuso (Corleoue), patronale
del SS. Crocifisso.
Memorandum. — Festa nazionale della Ba-
viera.
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Rgli di Oneglia sono gli unici perfetti.
— 122 —
I CONSIGLI DEL MESE (Igiene ed Economia Domestica).
LUGLIO
La villeggiatura — Al mare o ai monti? — Funzione sanatrice delle piante
Il gelato e le fragole — La distruzione delle formiche e delle mosche.
Siamo finalmente giunti al mese tipico
lìella villeggiatura. Tutti coloro i quali hiiuno
trascorso l'intero anno nell'ambiente mal-
sano d'una grande città, lavorando quotidia-
namente, e anche peggio esaurendosi negli
svaghi snervanti della vita mondana, provano
oggi il bisogno di ritemprarsi all'aria pura
dei monti o del mare. Non v'ò famiglia ari-
stocratica che non abbia già un villino pronto
ad accoglierla, non v' è misero impiegato che
non si conceda il lusso d'un mese o due di
«luiete in un modesto quartieri no ammobi-
liato in riva al mare o alle falde dei monti.
Si andrà più o meno lontano, si sarà cii'con-
dati da maggiori o minori agi, ma si starà
a debita distanza dai grandi centx'i, dove quasi
manca il respiro.
La villeggiatura è un'abitudine come un'al-
tra, e dal luglio al settembre restare in città
ò un vero mortorio. È un bene o un male
contrarre simile abitudine? Potrà essere, in
molti casi, un male.. . economico, ma è sem-
pre un bene fisico. Anche le donnine, dirò
così, snob, che inducono i mariti ad affron-
tare il sacrificio d'una spesa superiore alle
proprie forze per non apparire da meno di
fronte alle loro amiche, in fondo, se ne av-
vantaggiano. Dalle persone di robusta costitu-
zione si soffrirebbe un poco a reagire contro
simile uso, ma a poco a poco esse si adatte-
rebbero senza gravi conseguenze alla conti-
nua vita cittadina; dalle persone deboli in-
vece, si soffrirebbe molto, e l'organismo non
ritemprato diventerebbe ancora meno resi-
stente a sopportare, al caso, una malattia.
La vita di campagna è una vera medicina;
si dorme molto, anche dormendo poco, per-
chè il sonno è tranquillo, riparatore vero
delie forze; si mangia con maggiore appe-
tito, si fa più moto, e più igienico; si riposa,
insomma, la mente col corpo, si accumula
energia nervosa per ricominciare la solita
vita attiva.
La villeggiatura, dunque, io la consiglio
a tutti, la consiglio in modo speciale alle
persone deboli, ai bambini. Ma qui mi si
l)resenta la questione; Al mare o ai monti?
Non si può stabilire una regola comune: di-
j)ende dalla natura degli individui. Vi darò
solo qualche base generale, che vi pei-met-
terà di decidervi senza paura di commettere
una sciocchezza. I bambini, dunque, il cui
sviluppo procedo lento, i bambini linfatici, e
tutti gli adulti il cui sistema nervoso è de-
presso, le cui funzioni organiche sono intor-
pidite per malattie, per fatiche, per dolori od
emozioni, vadano, senza pensarci due volte, al
mare. Al contrario, 1 bambini a i*ai)ido svilup-
po, dal sistema nervoso eccitabile, le donne
nervose e gli uomini che loro somiglino, si
rechino ai monti. Ma sarà bene che si pre-
scelga un'altezza inedia, per non correre il
rischio di eccitarsi di più. .\ mille metri, per
esempio, l'aria è pura e tonica, ma non ec-
cita. In certi casi speciali io consiglio di con-
tentarsi anche di quattro o cinquecento me-
tri, o addirittura della semplice campagna
in nianura.
Interniamoci ancora nell'argom^ento e par-
liamo di piante. Non della beller:za dei loro
colori, però, e nemmeno dell' effluvio che
spargono per l'aria. Vediamo invece, quale
utile ufficio esse abbiano sulla salute umana.
Il prof. Ingram osserva che le piante iti gene-
rale e gli alberi in modo speciale assorbono
l'umidità del suolo, che, in caso diverso, si
farebbe spesso sentire sotto torma di mici-
diali esalazioni. La vita vegetale sviluppa del-
l'ossigeno e libera l'aria dei principii di cor-
ruzione, dimodoché la moltiplicazione degli
alberi, arbusti e piante erbacee, aumenta le
qualità vivificatrici dell'aria, purificandola. È
naturale che l' efficacia non sia la stessa
in tutti gli alberi. Bisogna dunque sapersi
regolare, se si desidera ottenere con una
piantagione di alberi, un beneficio dall'aria.
Gli alberi a larghe foglie vellutate non
sono adatti per città: le particelle di carbonio
che volano nell'aria si attaccano alle foglie
rugose e le distruggono completamente. I
pini e gli abeti vogliono un'aria purissima.
Il tiglio, il platano, l'acero, l'olmo ed il ca-
stagno sono nel numero delle specie che pro-
sperano nelle città. In ogni modo, i terreni
bassi e palustri guadagnano molto allorché
vengono asciugati con coltivazioni arboree.
Per creare ricche vegetazioni nessun sacri-
ficio è grave. Il prof. Ingram sostiene anche
l'idèa che piantando alberi intorno a certi
pozzi, l'acqua potrebbe venir garantita contx'o
le infiltrazioni infette.
Ma non solo per la funzione che esei'ci-
tano sul terreno le piante giovano alla no-
stra salute: v'è un infinito numero di erbe
che rappresentano efficaci medicamenti. Oltre
alla foglia di Cassis di cui demmo notizia in
una precedente rubrica, vi è la foglia dei
geranii d'ogni specie. Essa presenta il van-
taggio di guarire prontamente 1 tagli, le la-
cerazioni e le altre piaghe di simil genere. Si
prende una foglia, si schiaccia un poco sopra
una pezzuola di lino e poi si applica sul punto
malato.
Sarebbe ottimo consiglio quello di colti-
vare in casa le erbe più adatte in vario con-
tingenze dolorose della vita.
Mai come in questo mese le nostre fauci
arse desiderano rinfrescarsi con una bibita
diaccia: e il gelato trionfa. Cade opportuno
raccontarvene l'origine.
Per gli Ebrei, gli Egizi, i Persiani e gl'In-
diani fu una necessità far uso di bevande
fresche, che, ud onor del veio, erano molto
— I2;i
ftl iiiM>iu> ui <im-ii'- li i'„ •'. i.i- iMi.iti» ghiac-
ciate ron$isteva<)o tu liquidi che si facevano
gelare in vrt<;t oircoadati di neve; inn i sor-
bi': Ulte erano ignoti ai popoli orion-
ta o verso la meta del secolo XVII
il :!ani perfezionarono il modo di
fare i ^olati. Nel 1660 Procopio Coltelli andò
a Parigi, si stabiVi dirimpetto alla Commedia
Francese e cominciò a servire gelati di ogni
qualità. L'uso si sparse subito in provin-
cia e 1 limonai fecero affiggere sulla loro
porta: lei on phiee, per attirare così i consu-
matori. La Corte ed 1 riechi non rimasero
indifferenti dinanzi a quest.i scoperta gastro-
nomica, e il celebre Vatel inventò dei trionfi
di gelati che servi alla tavola del vincitore
Rocroi. Ciò avvenne il giorno in cui Condó
riceveva Luigi XIV nella sua magnifica di-
mora di Chantilly. La sontuosa cena si faceva
a venticinque tavole, e alla fine, sopra una
elegante coppa di vermeil, si servì un ovo
grosso in varii colori. La meraviglia fu gene-
rale: tutti si domandavano come figurasse
un ovo al desitert, ma si assaggiò, e quel
sorbetto compatto come il marmo, fece fu-
■ le. Vatel ottenne delle lodi per il delizioso
■rbetto.
Ma il gelato, che tuttora costituisce la de-
lizia del genere umano, va preso, come ogni
rinfresco, con cautela. Sta bene subito dopo
il pranzo e sta bene anche a digestione com-
piuta, dopo cioè almeno quattro ore dacché
ci siamo alzati da tavola. Al contrario sarebbe
un madornale errore sorbirlo durante la fa-
tica della digestione. Come risultato otter-
remo un arresto della medesima, le cui con-
seguenze non tarderebbero a manifestarsi e
a perdurare per parecchi giorni.
Ciò stabilito, consiglio alle persone che
soffrono di gotta il gelato di fragola. Non vi
sembri strana questa uscita: se preferiscono
di mangiar le fragole senza gelo faranno me-
glio. La ragione sta qua: le fragole conten-
gono, in alta dose, acido salicilico. Ciò è stato
scoperto in seguito alle indagini di alcuni
scienziati mossi a curiosità dal fatto che quel
frutto squisito ad alcune persone cagionava
inesplicabili disturbi, come l'orticaia. I due
chimici francesi Portes e Desmoulières por-
tano, dunque, una rivoluzione nella terapeu-
tica medica: le fragole finora proibite a co-
loro che soffroiio di reumatismi e di gotta
sono quello che ci vuole appunto per essi.
M.ingiandone molte, prenderanno acido sali-
cilico nella forma più inoffensiva, senza pe-
ricolo di rovinarsi lo stomaco.
Siamo in una stagione che favorisce lo
sviluppo d'ogni genere d'insetti. Formiche,
vespe, mosche, vanno attorno con gioia petu-
lante; è una cuccagna I Come liberarcene?
Per le formiche non giova l'acqua bol-
lente che uccide solo gl'insetti i quali veu-
gono colpiti direttamente e non gli altri.
L'acido cloridrico e l'ammoniaca sono pure
di scarso risultato.
11 dottor Malinjac, dopo avere sperimen-
muiii per dtstrng,'ore le formiche, ha fatto
una serio di esperienze per determinare il
miglior mezzo per sbarazzarsene.
Egli ha preso dei tubi di vetro di 20 cm.
di altezza e di 2 cm. di diametro, li ha riem-
piti a metà altezza di terra contenente delle
formiche, poi ha umidito la terra con alcune
goccle di soluzioni diverse, evit:indo qualun-
<iue eccesso che avrebbe soppresso le for-
miche annegandole.
Le soluzioni studiate fui-ono le seguenti:
1. Acido fenico al 5 "'y; 2. Acido fenico al-
l'I %; 3. Sublimato corrosivo all'I °'„: 4. Clo-
ruro di zinco all'I Vzy, 5. Olio naturale di
litantrace, un ventesimo.
Con le soluzioni 1, 2, 3, 4 si ottiene la
morte di tutte le formiche del tubo in dieci,
quindici e trent;i minuti. Con l'ultima l'ef-
fetto è istantaneo. In seguito a queste risul-
tanze, nei dintorni di Setif si sono fatti degli
esperimenti sui nidi di formiche che in quei
luoghi sono numerosissimi.
Qualunque sia la soluzione adottata, il ri-
sultato iniziale era sempre lo stesso: dal for-
micaio innaffiato, le formiche piene di spa-
vento (emozione ben giustificata) uscivano in
folla e scappavano via di corsa, poiché in soli
cinque minuti, una formica fa abbastanza
cammino per sottrarsi all'emanazione funesta
dell'acido fenico. Non vi fu che una eccezione,
e questa fu per la soluzione N. 5, cioè quella
dell'olio naturale di litantrace. Con quest.»
prodotto l'asfissia delle formiche è talmente
rapida, che la maggior parte degli abi!:anti
del nido non hanno tempo di sfuggire, in
nessuna maniera, alla sua azione.
Due minuti dopo l'inaflìamento con tale
olio, si può scoprire un nido e non vi si
scorge più essere vivente. Alla fine di quattro
giorni le formiche non tornano ancora a vi-
sitare le rovine delle loro città distrutte, men-
tre che con gli altri procedimenti esse rien-
trano alla loro dimora in capo a pochi minuti.
È dunque assodato che l'azione dell'olio di
litantrace distrugge radicalmente i nidi delle
formiche ed allontana questi insetti.
Allorquando si vuole sbarazzarsi dalle for-
miche che infestano un armadio o una cre-
denza, è sufficiente collocarvi per 24 ore un
piatto contenente dell'olio di litantrace: si
può aggiungervi una decozione concentrata
di legno di panama. Questo rimedio efficace
costa un prezzo minimo, da 20 a 30 centesimi
il kg., ossia tra un centesimo e un quarto di
centesimo al litro. A questo prezzo chi non
vorrebbe difendersi dalle formiche?
Contro le mosche basterà tenere nella
stanza un ramo di ricino, pianticella graziosa
che quegli insetti non possono soffrire. Ma
se si volesse un rimedio più energico, si ri-
corra alla lucillna, petrolio non purificato, che,
l'anno scor-so, venne riconosciuto in un con-
corso " ad hoc, „ indetto da una nota rivista
francese, come il rimedio migliore per ucci-
dere anche le larve del noioso insetto. Si ado-
pera gettandola nei cessi e in tutti quei luo-
ghi ove le mosche possono ritrovarsi nella
loro forma embrionale.
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
124 —
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
AQOSTO
1 (1887). — Al passo del Forcel Eosso,
nel gruppo dell'Adamello, mentre una com-
pagnia d'alpini sfila lungo la gola, il tenente
Togni scivola precipitando in fondo al nevaio.
Il soldato Basilico, che lo precede, gli si getta
contro per fermarlo, ed egli pure è travolto:
ma le sue grida danno l'allarme a quelli già
arrivati in basso che, fatta catena, fermano
incolumi il tenente ed il valoroso soldato.
a (1878). — A San Lupo (Basilicata) il ca-
rabiniere Vincenzo Tommasi affronta solo
quattro mallattori, e quantunque ferito ne
arresta uno, mentre gli altri tre si danno
alla fuga.
3 (1864). — Il sergente Volonterio del
5» granatieri, con un distaccamento di pochi
uomini, perlustrando la linea del Tufo, in-
contrata una banda di briganti 11 saluta con
un vigoroso fuoco, poi attacca la banda alla
bajonetta e la mette in fuga.
4 (1848). — Sotto le mura di Milano, ca-
dono valorosamente combattendo il capitano
d'artiglieria Felice Avogadro di Valdengo, di
Biella; Carlo Felice Gazzelli torinese, tenente
nella brigata guardie; Stefano Molinati sot-
totenente dell'Ilo fanteria; e Tommaso Ca-
stelli Diana, d'Ozieri, capitano nello stesso
reggimento: a porta Vigentina si segnala, re-
spingendo il nemico, il capitano d'artiglieria
conte Genova Thaon di Revel, oggi collare
dell'Annunziata.
5 (1848). — Il sergente de' bersaglieri
Orengo, ricoverato due giorni prima per ma-
lattia all'ospedale di Milano, saputo che re
Carlo Alberto corre pericolo di essere assa-
lito nel palazzo Greppi dalla folla eccitata, si
veste, corre facendosi largo fra la folla fino
al palazzo, e salito sopra un colonnino vicino
al portone, si difende da alcuni forsennati
ohe lo assalivano gridando sempre: — Am-
mazzatemi pure, ma viva il Re — fin quando
non riesce ad entrare, ed unirsi a quanti sono
Intorno al Re per difenderlo.
O (1864). - 11 tenente della G. N. di Bella
(Potenza), Eustachio Sansone, respinge con 6
militi il capo banda Totaro con 15 briganti,
e dopo tre ore di fuoco li mette in fuga, me-
ritando un solenne encomio del gen. Palla-
vicini.
y (1848). — Il generale Welden, avendo
investita Bologna da più parti con un corpo di
truppe austriache, incomincia a porta San Fe-
lice una fiera mischia, durante la quale il po-
polano Paolo Mela, quantunque bersagliato
di colpi, riesce a chiudere detta porta, pre-
ludendo all'epica lotta del giorno seguente,
nel quale gli Austriaci furono oaoclati dalla
città.
8 (1888). — Il capitano Cornacchia, man-
dato a sorprendere nel suo campo il traditore
Debeb, lo as.'5ale a Saganeiti con 400 ascari
e 300 uomini della banda di Adam Aga. Il
Cornacchia, col tenente Poli, sono uccisi in
un fortino da essi occupato; il tenente Vi-
gano nel villaggio di Saganeiti; i tenenti Brero
e Virgini tentando un contrattacco durante
la ritirata.
9 (1812). — I fratelli Giovio, di Como,
Benedetto tenente nei ciicciatori a cavallo
italiani, e Paolo nel 9° reggimento di fanteria
francese, sono particolai-mente encomiati dal
viceré Eugenio per la loro condotta a Vi-
liz, in Russia: il primo è promosso capitano
sul campo, il secondo decorato della legion
d'onore.
10 (1849). — Il colonnello Alessandro
Monti, con la legione italiana andata a com-
battere per r indipendenza dell' Ungheria,
marciando verso Arad ode il rombo del can-
none, e presago del pericolo riconduce la le-
gione verso Temesvar. Essa arriva a tempo
a riprendere agli Austriaci mezza batteria di
cannoni, e combattendo fino a nette avanzata,
protegge la ritirata degli Ungheresi verso il
confine turco.
11 (1812). — A Majahonda, in Spagna, 11
generale Schiazzetti, con i dragoni Napoleone
ed altra cavalleria italiana, carica la cavalleria
inglese e portoghese dell' avanguai-dia del
duca di Wellington, e la mette in fuga fa-
cendole molti prigionieri.
13 (1861). — Il cav. Pietro Eleonoro Ne-
gri, già decorato della medaglia d' oro al va-
lore per il combattimento del Garigliano, con
un battaglione del 61" fanteria dà l'assalto a
Pietralcina, dove sono trincerati numerosi
briganti ed è nominato uffiziale dell'ordine
militare di Savoja. Si distinguono particolar-
mente anche i tenenti Roisecco e Borgognini,
i sergenti Taflfarolo e Mighelli, ed il soldato
Vanini.
13 (1872). — Nei boschi di Atessa, il ca-
rabiniere Verdelli, sorpresi alcuni briganti,
si mette alle calcagna d'uno di loro, lo rag-
giunge e lo afferra, rotolando ambedue stret-
tamente avvinghiati, finche, dopo avere sviato
un colpo di rivoltella sparatogli a bruciapelo,
lo uccide ferendolo nella testa.
14 (1810). — L'ufficiale della marina ita-
liana Dinelli, comandante la Teli, scortando
un convoglio nelle acque di Arbe (Dalmazia)
assalito da un brick corsale con 16 cannoni
e 100 uomini di equipaggio, se ne impadro-
nisce e libera due prede.
15 (1848). — Una colonna austriaca at-
tacca i volontari di Garibaldi a Luino, dove
egli era anunalato all'albergo della Beccac-
cia. Annunziato l'avanzarsi del nemico, Gia-
como Medici si apposta sulla sinistra della
strada; Garibaldi, montato a cavallo lascia
avvicinare gli Austriaci e li carica alla bajo-
{fiontimta a ^ag. 130),
- 125 -
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
15. - PAOLO CALIARI, detto PAOLO VERONESE
(Verona 1528-1588}
Nelle sue grandi tele ritrasse il lusso e lo splendore di Venezia. Notissime le sue Cene.
Si ricordano specialmente di lui le Nozze di Cana, il Convito nella casa del Levita e gli stu-
pendi affreschi nella villa Barbaro presso Maser.
LUGLIO- AGOSTO 1908 - 126 -
(31» Settimana)
26 Domenica! s. Anna.
208-159 Sposa di S. Gioachi-
. — — _ j,^ g madre avventurata
di Maria SS. A Napoli festa di precetto. —
S. Germano, vesc. di Auxeri-e (4J8).
Memorandum. — A Firenze, anniversario
della cacciata del Duca d'Atene (1343). Al-
l'antico tempio di Or San Michele sventolano
le bandiere delie corporazioni d'arti della
Repubblica fiorentina. — Fiera di Sant'Anna
a Bovalino (prov. di Keggio Calabria): dura
tre giorni. — Festa di Sant'Anna (dura tre
giorni) a Castelbuono (Palermo) dove si con-
serva il cranio della Santa patrona. — In Aci-
reale, festa della patrona Santa Venera. — In
molte parti d'Italia si crede che se piove il
giorno di Sant'Anna, pioverà un mese e una
settimana.
27 Lunedì
209-158
S. Giuliano, vesc, mart.
S. Aurelio, martire
' a Cordova nella perse-
fuzione de'Mori, l'a. 8.52. — Ss. Pantaleone, o
Pantaleo, medico, ed Ermolao, martiri l'a. 303.
Pantaleo era medico alla corte di Galerio
Massimiano, ed aveva da giovinetto abbrac-
ciato il cristianesimo, ma in mezzo alle sedu-
zioni ed al triste esempio di tante sozzure
che vi si commettevano, rinnegò la fede. S. Er-
molao gli parlò e Vo ricondusse a Cristo. —
Festa patronale della diocesi di Crema.
IVIemorandum. — Oggi pagamento degli sti-
pendi agli impiegati governativi.
28 Martedì
SlO-157 .
Ss. Nazaro e Celso, mart.
per la fede. Nazaro era
' figlio di un pagano che
occupava un posto elevato nell'impero. Fu
urrestato a Milano col giovane Celso che lo
accompagnava, e vennero condannati alla
morte verso l'anno 68. Sono festeggiati a Mi-
lano. - S. Innocenzo I, papa dal 401 al 417. —
S. Vittore I, pp. dal 181» al 1!)9.
Memorandum. — Q L. N. a ore 8,17"». —
Fiera ad Assisi: dura quattro giorni. — An-
niversario della morte del Re Carlo Alberto
(1849). Messa funebre solenne nel Duomo di
Torino per cura del Ministro dell' Interno.
— Oggi (15 luglio nel Calendario russo) si
apre la famosa fiera di San Macario a Nijni-
Novgorod. Si chiude il 7 settembre (25 ago-
sto). — Festa nazionale del Perù (Anniversa-
rio del giuramento dell'Indipendenza, 1821).
29 Mercoledì
311-156
S. Marta.
Della famiglia di Laz-
zaro (vedi 22 luglio). Se-
condo le più probabili tradizioni mori l'a. 84.
— S. Faustino, festeggiato a Todi (sec. III-IV).
Memorandum. — Anniversario della morte
del re Umberto I, ucciso a Monza 11 1900. La
commemorazione ufficiale è fatta il 14 marzo.
30 Giovedì ! S. Alessio, pellegrino.
S12-155 I Appartenente ad agia-
^ . j^ famiglia romana, si
senti ispirato a lasciare il mondo per darsi a
\itn yeniteiit'^. Ritornato, p non riconosciuto
dalla famiglia, rimase per parecclii anni in un
sottoscala della casa, vivendo di carità. Morì
verso l'a. 416. — S. Rufino, martire, onorato
ad Assisi. — S. Terenzio, diacono, protettore
di Faenza.
31 Venerdì
S13-154
S. Ignazio da Loyola.
Fondatoredella Com-
)agnia di Gesù. Soldato
nella sua gioventù, condusse una vita dissi-
pata. Nel 1521 all'a.ssedio di Pamplona una
palla da cannone gli ruppe la gamba destra
e feri la sinistra. Durante la malattia, un
giorno chiese un libro da leggere, gli si diede
la vita di Cristo, e da qui principia la sua
vita di penitenza. Mori il 31 luglio del 1556.
— S. Giovanni Colombini, fondatore de'Ge-
suati, morto l'a. 1367.
Memorandum. — Festa al Santuario di
Sant'Ignazio, pre.sso Lanzo Torinese. — Fiera
a Salsomaggiore (prov. di Parma). — Chiu-
sura dell'anno scolastico nelle Università. —
Nella provincia di Palermo cessa il permesso
della caccia alle quaglie e agli altri volatili
di transito. — Ultimo termine per iscriversi
nelle liste dei giurati presso l'uificio comu-
nale, sotto pena di una multa di L. 50. —
Scade il termine utile per le dichiarazioni dei
nuovi redditi, delle variazioni e della cssa-
zione dei redditi già accertati, agli effetti del-
l'applicazione dell'imposta sulla Ricchezza
Mobile* Non facendo le dichiarazioni in tempo
utile, si può chiedere la rettificazione dei red-
diti anche durante tutto il mese di agosto, ma
in tal caso non si può ridurre la soprattassa
che della metà. — Scade il termine per la pre-
sentazione dei titoli nei concorsi ai posti va-
canti di insegnante nelle scuole elementari
del Regno.
1 Sabato
214-153
S. Pellegrino, eremita.
Morì a mezzo il se-
colo IV, - S. Pietro in
vinculis.
Memorandum. — Ferragosto (da Feriag Au-
f/Hsli), per antichissima usanza in molti luoghi
d'Italia giorno di maiicie (che In qualche paese
si danno invece per la Madonna di Feriagosto,
cioè per l'Assunta, che ricorre il 15 del mese).
— Da oggi agli 8 del mese sono esposte al pub-
blico a Roma nella chiesa di S. Pietro in Vin-
coli le catene di S. Pietro. — Festa titolare in
Lanzo di Piemonte. — Oggi si apre la caccia
nelle Provincie di Ancona, Ascoli Piceno, Be-
nevento, Bergamo, Bologna, Brescia (alle sole
quaglie con fucile e con quagliere), Catan-
zaro, Cremona, Girgenti, Milcerata, Modena,
Parma (solo alle quaglie e tortore). Piacenza,
Porto Maurizio (soltanto agli orioli), Potenza,
Reggio Emilia, Siracusa, Venezia (solo ai bec-
caccini, alle quaglie e alle tortore, con fucile e
quagliere), Vicenza. Nellaprov. di Sassari cessa
il permesso di caccia coi segugi alle volpi. —
Estraz. Prest. a premi della Croce Rossa Ita-
liana. — Estraz. arnmort. Prest. Città di Li-
vorno 1871-74. — Estraz. pel rimborso delle
Ohbligaz. della Società degli Alti Forni e Ac-
ciaierie di Terni. - Scadenza Cuponi del Pre-
stito apremie frutt. della citta di Napoli (1871),
AGOSTO 1908
(32» Settimana)
noilicnica ' S. Alfonso de' LIguorl.
215-153
' Vosoovo di S, .\ì:.\-
- ta de" Goti (Benevento).
dottoro della Chiesa latina, nato l'anno ICDO,
morto nel 1787. — S. Massimo, vescovo di Pa-
dova, verso fili anni ISS-lOfi. — S. Maria degli
Angeli (Assisi). — S. Sereno, vescovo di Mai si-
jrlia dal :»9ò al COI circa, venerato a Blandrale.
— S. Stefano I, papa dal 254 al 257 martire.
Memorandum. — Pello-rinagsio all'insigne
Santuario della Porzluncnla, o di Santa Maria
degli Angeli, per ì\ perdono di Assisi. — Fiera
detta di San Donato in Controne (Salerno).
— A Milano oggi ricorre, come dicono, la fest.T
dei.... minchioni: ciò che dà pretesto a scherzi
sboccati e a canzonature, .\vviso a chi toccai
3 Lunedi
316-151
S. Aspreno.
Vescovo di Napoli,
morto l'a. 89. - 11 ri-
trovamento delle reliquie di S. Stefano pro-
tom., avveimto sotto Teodosio li. — S. Gre-
gorio, abate di Nonantola (Modena), morto
nel 933. — S. Pietro, vescovo di Auagni dal
1062 al 1105.
4 Martedì
317-150
S. Domenico di Guzman.
Spagnuolo, fondatore
dell'ordine de' Predica-
tori, detti dal nome di lui anche Domenicani.
Eletto superiore nulla cangiò della vita di
austerità, non usando altro letto che un irto
saccone di bronchi, sul quale mori a Bologna
il 6 agosto del 1221. — S. Agabio, vescovo di
Verona. — S. Perpetua, vedova romana, di-
scepola di S. Paolo.
5 Mercoledì | *■*"* ss. delia Neve.
218-14:9 i Festa in memoria
della dedicazione della
basilica di S. Maria Maggiore a Roma. — S. Pa-
ride, vescovo di Teano (Terra di Lavoro), dal
333 circa al 346. — S. Virginia, verg. e mart.
— Festa patronale di S. Emidio ad Ascoli
Piceno.
Memorandum. — Q P. Q. a ore 10,40™. —
A Roma solenni funzioni nella basilica di
Santa Maria Maggiore; durante l' ufficio, dal-
l'alto della chiesa si gettano dei bianchi fiori.
— La festa della Madonna della Neve è ce-
lebrata con grande solennità e concorso di po-
polo sulla vetta del Rocciamelone, al nord di
Susa (m. 3537». — Fiera a Vasto (Abruzzo):
dura sei giorni. — Fiera a Matera : dura sei
giorni. — Pagamento delle pensioni governa-
tive di prima categoria (non oltre le 500 lire
annue). — Ultimo giorno utile per la presen-
tazione delle domande di ammissione alla
Scuola militare di Modena e all'Accademia mi-
litare di Torino. Le ammissioni erano aperte
dal 1" luglio.
(> Ci io vedi I Trasfigurazione di G.C.
319-148 I Ss. si^to II piipft 0
compagni, mart. sotto
Valeriano e Gallieno, sul principio dell'ot-
tava persecuzione, l'anno 258. — S. Ormisda,
papa dal 514 al 52.3.
Memorandum. — Comincia oggi d'ordinario
per le Scuole elementari del Regno il periodi»
degli esami di ammissione, di promozione, di
proscioglimento e di licenza. — Festa nazio-
nale della Bolivia (Anniversario della procla-
mazione dell'indipendenza, lS25t.
7 Venerdì
320-147
S. Gaetano da Thiene.
Nacque in Vicenza
nel 1480 da illustri na-
tali, e grande fu il profitto che fece nelle
scienze sacre. Abbracciato lo stato ecclesia-
stico, andò a Roma, ma rifintò i posti della
prelatura e ritornato alla sua Vicenza attese a
santificare se stesso e gli altri. Unitamente al-
l'arcivescovo di Teate (Chieti), a Paolo deGhi-
slieri ed a Bonifacio del Colle, fondò l'ordine
dei Teatini, avente per scopo di dare un mo-
dello ai chierici e l'esempio di una perfetta
povertà, di ristabilire la maestà delle ceri-
monie, di visitare gl'infermi e di accompa-
gnare i malfattori al supplizio. Morì nel 1547.
Festa e fiera a Thiene. — S. Donato, vescovo
d'Arezzo dall'anno 349 al 302, martire. —
Ss. Pietro e Giuliano, martiri a Roma, circa
gli anni 254-260. — Ss. Carpoforo e compagni.
— S. Donato, diacono, protettore d'Imola (Bo-
logna), vissuto verso «li anni 446-483. — .\d
Arezzo, Mondovì e Pinerolo feste patronali.
Memorandum. — Oggi cominciiino in tutta
Italia, le ferie annuali del Fòro giudiziario.
8 Sabato ! ss. Ciriaco e comp.
221-146 i Martiri sotto Diocle-
ziano verso la fine del
sec, IIL — S. Famiano, conf., morto l'a. llóo,
patrono di Gallese. — 8. Arturo, martire. —
S. Emiliano, vesc. nell'Ellesponto. — S. Ma-
rino il vecchio,
vero di Vienn;
martire in CiUeia. — S. Se-
sacerdote.
Memorandum. — Anniversario della cac-
ciata degli Austriaci da Bologna (1848). La
città è imbandierata. — Commemorazione
della morte di Benedetto Cairoli(1889) a Grop-
pello Cairoli. — Nella provincia di Firenze si
apre la caccia agli uccelli estatini.
L'Olio Sa3S0 Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute dells danne,
il rimadio ddlie malattie deali organi digarenti.
AGOSTO 1908
— 128 —
(33» Settimana)
9 Domenica 1 Ss. Fermo e Rustico,
322-145 '"*'^'"
a Verona (sec. III). —
Festa patronale a S. Fermo (Brianza). — Fe-
ste patronali a Cuneo ed a Cirié.
Memorandum. — Da oggi all' 11 grande
pioggia di stelle cadenti, detta comunemente
delle lacrime di San Lorenzo, e dagli astro-
nomi sciame delle Perseidi.
10 Lunedi
333-144
B. Amadeo, monaco
fondatore a Milano del-
-'la congregazione degli
Amadelsti, mori l'a. 1582. — S. Lorenzo, dia-
cono, martire, verso il 258.
Memorandum. — Apertura della sessione
ordinaria dei consigli provinciali. — In Udine
fiera importantissima di San Lorenzo. Dura
tre giorni, mai festeggiamenti si protraggono
per tutto il mese. Rinomata per i cavalli che
vi son portati dalla Croazia. — Apertura della
caccia nelle province di Belluno, Genova (ai
soli rigogoli, a posto fisso), Perugia, Roma (alle
sole lepri), Rovigo, Treviso. — Scade la quarta
rata bimestrale delle imposte dirette erariali
e sovrimposte comunali e provinciali. Non pa-
gando entro gli otto giorni successivi alla sca-
denza, il contribuente incorre nella multa
del 4 %. — Oggi sulle spiagge marittime della
Romagna costuma fare l' ultimo bagno di
mare. — Oggi in Lecce e in altri luoghi delle
Puglie terminano le annate locative e si fanno
i traslochi. — Oggi in molte località del Pie-
monte si pagano i fitti dei terreni. — In To-
scana oggi si dice: " Sant'Antonio gran fred-
dura, San Lorenzo gran caldura, l'una e l'altra
poco dura: , ma è proverbio comune a tutti
ì dialetti d'Italia. — Festa nazionale della re-
pubblica dell'Equatore (proclamazione del-
l'indipendenza).
11 Martedì
224-143
S. Tiburzio, martire.
Appartenente a fa-
miglia patrizia di Roma.
Fu decapitato verso la fine del secolo III.
Memorandum. — Fiera a Piacenza, da oggi
al 15 agosto. — Nella provincia di Cuneo si
apre la caccia, ma nelle sole zone di pianura.
12 Mercoledì
225-142
S. Cliiarà, vergine.
Nacque verso il 1275
r'ad Assisi, istituì il pri-
mo monastero delie Clarisse, e morì l'a. 1253.
— S. Cassiano, vescovo di Benevento verso gli
anni 340-344.
Memorandum. — (9) L, P. a ore 5,59». — A
Siena flora detta dell'Assunta. Dura due gior-
ni. — Pagamento delle pensioni governative
di terza categoria (superiori a L. 2000 annue).
13 Giovedì S. Ippolito, martire
226-141 sotto Valeriano, circa
l'a.258.SagraaCasl.>tto
(Piano d'Erba), dove si conserva hi salma. —
S. Simpliciano, vose, di Milano dal 397 al 400,
successo a S. Ambrogio. — S. Radegonda, re-
gina di Francia.
Memorandum. — A Perugia fiera di Mon-
teluce. Dura otto giorui.
14 Venerdì
227-140
S. Eusebio, prete, mart.
Carcerato dall'impe-
ratore Costanzo, con-
sunto dai malanni, dopo sette mesi morì,
l'a. 347. - S. Alfredo, mart.
Memorandum. — Fiera ad Altamura (Bari):
dura 8 giorni. — Grande festa della tirata
del velo in onore della Madonna dei seffe veli
di Trapani. Le feste durano dal 13 al 16: la
sera del 15 ha luogo una famosa illumina-
zione. — Pellegrinaggio notturno a Bisacquino
(colonia albanese di Sicilia) al Santuario della
Madonna del Balzo sul monte Triana. — Si
apre la caccia nella provincia di Palermo. In
quella di Sassari limitatamente ai caprioli,
daini, cervi e mufloni.
15 Sabato 1 Assunz. di di Maria Verg.
228-139 È pia ed universale
tradizione fra i cristiani,
fin dai tempi più remoti, che dopo il suo
transito, Maria SS. fosse trasportata dagli An-
geli in cielo. — S. Tarsicio, ancor giovinetto,
nel terrore della persecuzione indetta dal-
l'imperatore Valeriano, mentre trasportava
la SS. Eucarestia ai i)rigionieri cristiani, venne
scoperto ed ucciso a furia dai pagani, Va. 257.
— S. Arduino, sacerdote, morto l'a. 1009, fe-
steggiato a Rimini.
Memorandum. — Festa civile legale. In qual-
che luogo considerano oggi come il Ferrago-
sto (vedi lo agosto). — Natale di Civitavecchia
(ossia anniversario della riedificazione della
città, che era stata distrutta dai Saraceni
neir889). — Festa alla Madonna di Forno
(Valli di Lanzo, a m. 1340 di altezza). - Pelle-
grinaggio alla Madonna di Caravaggio. — Fe-
sta di Sant'Agape a Chiari. — A Sassari tra-
dizionale processione dei Candelieri. — A Mes-
sina grandi feste col giro del tradizionale
Camello e della Bara. — Grande fiera di be-
stiame a Cantù in Brianza: dura 4 giorni. —
— Festa a Piacenza, col tradizionale Placchi-
none pirotecnico. — Gran fiera a Cesena che
dura sino alla fine del mese. — Comincia la
fiera di Fermo che ha termine il 5 settem-
bre successivo. — Fiera a Cosenza. — Festa
patronale della Vergine Achirotipa, protet-
trice di Rossano Calabro. — Fiera a Strongoli
(provincia di Catanzaro). — Festa a Randazzo
(prov. di Catania): giro della tradizionale Bara.
— Chiusura delle Scuole elem. (salvo eccezioni
locali in alcune province). — Scade il termine
utile per la presentazione delle domande di
ammissione (per titoli) ai Collegi Militari. —
Si apre la caccia nelle province di Alessandria
(con molte eccezioni), Aquila, Avellino, Bari,
Bergamo (con le reti), Brescia, Cagliari (per
la caccia minuta), Catania, Como, Ferrara,
Foggia, Forlì, Grosseto, Lecce, Lucca, Massa,
Milano, Modena (alle lepri, pernici e starne),
Napoli, Novara, Padova, Parma, Pavia, Pe-
saro, Piacenza, Ravenna, Reggio Calabria, Ro-
vigo (agli acquatici e alle beccacele), Siena,
Siracusa (con le reti, lacci e cappi), Torino
(in pianura, col fucile), Udine, Venezia (cou
reti alle quaglie), Verona.
AGOSTO 1908
— 1-20 —
(34» Settimana)
16 Domenica! S. Rocco, pellegrino.
829-138 I Nacque .i Moiitpel-
• lier; a 20 anni divise
<iio patrimonio fra lo rio ed i poveri, e pel-
legrinò a Roma. Servi ;:H appestati ad Acqua-
pendente, Rimlni e Cesena; Indi tornò in
patria. Creduto una spia fu tradotto davanti
al governatore, die era il proprio zio, al quale
però non si palesò. Fu imprifjionato e mori
verso \\ 1327. — A Carate Dnanza e Chiari
feste patronali.
Memorandum. — Palio, ossia Carriera delle
eontraiìe, a Siena. — Apertura della caccia
nelle province di Caltanissetta, Caserta, Gir-
genti iper i couigliì. — Festa campestre alla
Macchia dell'Antonini snllWppennitio pistoie-
se, con gran concorso di popolo dalla Val-
di nievole, da Pistoia, ec.
1^7 Lunedì 1 S- Mammete, martire.
230-137 ! i^i seìjnalò per fer-
vore nella fede, e subì
martirio sotto Aureliano, verso l'a. 274. —
iliiara da Montefalco (Perugia), n. 1266,
i. 1308.
Memorandum. —
18 Martedì 1 S. Eiena, ìriiperatrlce.
231-136 I Madre dell' impera-
' tore Costantino il Gran-
de, ebbe il merito di ritrovare la Croce di
Cristo, stata sepolta sul Calvario (vedi 3 mag-
gio), ritrovamento avvenuto mentre per sno
ordine si facevano gli scavi per l'erezione di
nn tempio al Redentore. — S. Agapito, da Pa-
lestrina, mart., verso gli anni 270-276.
Memorandum. — (C U. Q. a ora 22.26"'. —
Onomastico di S. M. la Regina Elena. Sono
chiuse le Biblioteche governative. — Anni-
versario della nascita dell'imperatore Fran-
cesco Giuseppe '1830), festeggiato in Austria
o Ungheria. — Fiera a Francavilla di Sicilia:
dura sino al sabato veniente.
19 Mercoledì | S, Donato, prete.
232-135 Francese, mori verso
^ra.535edè venerato ad
Avignone, dove si conservano le sue reliquie.
— «.Magno, vescovo di Trani, mart., la. 254.
— S. Luigi, vescovo. Figlio di Carlo II, re di
Napoli e nipote di S. Luigi 1-e di Francia, ri-
nunciò ai diritti della corona, ricevette gli
ordini sacri e fu nominato vescovo di Tolosa.
La morte lo rapi, a soli 23 anni, nel 1297.
Memorandum. — Fiera a Benevento : dura
sino al 27 agosto.
20 Giovedì I S- Bernardo, abate,
233-134: dottore della Chiesa.
' Fondatore do' Cister-
ciensl, e scrittore di molte opere. Sprezzati
gli agi del castello di Fontalne suo luogo di
nascita, entrò col fratelli e con altri compagni
nel chiostro di Cistercio e fondò l'ordine omo-
nimo a Chlaravalle. Indebolito più dalla fatica
che dagli anni, morì nel 1153. — S. Filiberto,
martire.
Memorandum. — Data media della cosid-
detta burrasca delle due Madonne, che una
lunga esperienza ha provato accadere fra il
15 agosto (Assunzione) e l'rt settembre (Na-
tività della V.). Il P. Secchi la constatò CO
volte su 72 anni. 11 Ragona, dalla ricorrenza
odierna, la chiamò invece burrasca di San
lieruardo. — Apertura della caccia nelle pro-
vince di Arezzo, Campobasso, Firenze, Li-
vorno, Pisa. — Estraz. del Prestito a premi
della città di Barletta (1870). — Pagamento
delle pensioi.i governative di seconda cate-
goria (superiori a L. 500, ma non a L. 2000
annue). — Festa di Santo Stefano re, razio-
nale per l'Ungheria.
S. Giovanna
Francesca Frémlot
di Chantal.
Nata ad Annecy in Savoia nel 1578 da
nobile famiglia e rimasta vedova a ventot-
t'anni, dispose della buona educazione dei
suoi quattro figli, e si ritirò in un chiostro
da lei fondato per la congregazione delle mo-
nache della Visitazione di Maria. Mori d'anni
63, l'a. 1641. — S. Paterno, martire, festeg-
giato a Fondi. — S. Natale, prete, festeggiato
a Casale. — Ss. Luxorio, Cesello e Camerino,
da Cagliari, onorati a Pisa (sec. III-IV). —
S. Riccardo, eletto vescovo di Andria (Bar-
letta) l'a. 402.
Memorandum. —
22 Sabato ' S- Timoteo, martire
235-132 U Roma. l'a. 312 circa.
S. Antonino, carne-
fice do' cristiani, poi martire egli stesso,
Roma (?), l'a. 183. — S. Andrea, diac, onorato
a Fiesole (sec. IXì. - B. Bernardo da Siena,
fondatore degli Olivetani, morto l'a. 1348.
Memorandum. — Fiera a Battaglia. Dura
3 giorni. — Comincia la fiera di Bergamo.
Dovrebbe chiudersi agli 8 di settembre, ma
d'ordinario si prolunga fiio alla metà del
mese. — Fiera a Vicchio di Mugello, impor-
tante per 11 bestiiime. Dura quattro giorni.
— Festa di Sant'Agrippina a Mineo con la
corsa dei nudi.
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
- im
(AGOSTO - Vedi a pag. 124).
netta, mentre Medici piomba sitI loro fianco,
sbaragliandoli ed inseguendoli.
16 (1855). — Rodolfo Gabrielli di Mon-
tevecchio, promosso da pochi giorni generale
di brigata, caricando i Uussi alla Cernaja ha
un cavallo ucciso sotto di lui: montatone un
altro, cade ferito da una palla che gli per-
fora il polmone sinistro, e si compiace di tro-
vare la morte sul campo di battaglia per il
He e per la patria.
ly (1812). - Il caporale Guerrini, di Forlì,
marciando all'estrema avanguardia delle di-
visioni italiane da Smolensko a Kisseleff, è
sorpreso dai cosacchi che gli promettono
salva la vita purché non dia l'allarme. Ve-
dendo che il suo silenzio avrebbe lasciato
.sorprendere la colonna, egli grida a squarcia-
gola: — Fuoco, soldati, fuoco.... salvate il vi-
ceré! — e con la sua morte assicura la sal-
vezza dei compagni.
18 (1813). — La brigata Zucchi respinge
i Prussiani di Blùcher a Laha; poi con 4 bat-
taglioni, 40 cavalli e due cannoni attacca 9000
russi e li ricaccia al di là del fiume Bober;
si segnalano il colonnello Peri, il capo batta-
glione Ceccopieri, ed il sottotenente Ricci,
promosso tenente sul campo.
19 (1862). — Centocinquanta briganti,
molti de' quali a cavallo, entrano nel villag-
gio di San Pietro Infine (Cassino), incendiano
varie case, e saccheggiano le altre, abbando-
nate dagli abitanti. Accorso il sottotenente
Alessandro Marchese con 36 uomini dell'll»
fanteria, divisa la truppa in due drappelli,
sorprende i briganti ohe gavazzano sulla
piazza e li mette in fuga, uccidendone uno
e prendendo vari cavalli.
aO (1870). — Il sergente Ferrarone, del
lo battaglione bersaglieri, con 15 uomini, as-
sale sul monte Palombella la banda Talarico,
ed uccide il capo bandito, secondato valoro-
samente dai caporali Chapelle e Comelli e dal
trombettiere Dall'Erba, che suona incessan-
temente la carica, facendo supporre la pre-
senza di numerosa truppa.
21 (1806). — Giacomo Carli, capitano di
un legno corsaro, mandato ad approvvigio-
nare la guarnigione italiana bloccata dagli
Inglesi nell'isola di Tremiiti, non ostante le
cannonate di una fregata nemica si avvicina
alla rocca e sbarca le provvigioni: poi ripi-
^'lia il mare, e perseguitato da una fregata e
da tre piccole navi inglesi, prende terra e
manda a picco il suo legno.
^it (1807). — I granatieri e volteggiatori
italiani della divisione Pino penetrano per i
l)rimi noH'isoia di Danholm (Pomerania sve-
dese) segnalandosi il capo battaglione Cotti,
il sottotenente Marinetti del '2° leggero, ed il
capitano Luigi Rivaira alutante di campo del
generale.
23 (1861). — Il carabiniere Agostino
Sciavo, assalito solo sullo stradale di Cre-
mona da 9 malviventi, che gli impongono di
gridare " morte al Re, viva la Repubblica „
non vuole obbedire alle loro intinuizionl, di-
fendendosi fin quando cade gravemente fe-
rito ed è creduto morto.
24 (1808). — Il capo battaglione Dulong,
del 320 fanteria leggera francese, composto
di piemontesi e. genovesi, scelti 40 uomini
dei migliori, li veste con uniformi inglesi od
entra con essi, ricevuto amichevolmente, nella
città di Trafaria (Portogallo). Sopragi^iunto
per mare un distaccamento di veri inglesi,
ne segue un combattimento, e gli uomini del
Dulong respingono g'i Inglesi e s'impadro-
niscono di una loro scialuppa.
25 (1809). — Il colonnello Cotti, con il
2" leggero italiano, occupa Bagur cacciandone
gli Spagnoli. Il capitano Ceroni, gettandosi a
nuoto con la sua compagnia, s'impadronisce
di una nave corsara con due cannoni e di
altre barche cariche di merci, trasportandole
fino a Palamos.
26 (1848). - Una colonna di 5000 Au-
striaci, comandata dal generale D'Aspre, si
presenta davanti a Morazzone (Varese) oc-
cupata da Garibaldi con poche centinaia d' uo-
mini, che sostengono intrepidamente l'urto
nemico, protraendo la difesa fino a notte inol-
trata. Aprendosi un varco con la baionetta,
si buttano poi con il loro capo all'aperta
campagna, e raggiungono alla spicciolata il
confine svizzero.
27 (1861). — Il maggiore Virginio Beau-
fort del 46" fanteria, accorso con molti uo-
mini di truppa ad estinguere un incendio
sviluppatosi nella casa Tarino, a Torino, te-
mendo che alcuni soldati saliti ai piani su-
periori siano esposti a troppo grave pericolo,
li raggiunge, rimanendo vittima del generoso
istinto insieme al tenente colonnello Trotti
dei Reali carabinieri.
28 (1812). — Il So reggimento cacciatori
italiani, sostenuto dalla artiglieria leggera,
scaccia i Russi di posizione in posizione, sulla
strada da Dorogobui a Paulowa. precedendo
il 4° corpo dell'esercito napoleonico, coman-
dato dal viceré d'Italia.
29 (1812). — La brigata Zucchi, ridotta
a pochi combattenti, alla retroguardia del-
l'Ilo corpo, assalita da tre divisioni russe si
difende intrepidamente sulla Katzbach. Il
capo squadrone d'artiglieria Francesco Neri
fa prodigi di valore con i suoi cannoni, ser-
vendone uno egli stesso, gettando poi in un
toi-rente quelli che non riesce a salvare.
30 (1868). - Il capitano Guglielmo Gaz-
zaniga, del 27o fanteria, nelle vicinanze di
Monte Morrone (Mignano) assale durante la
notte una banda di briganti, dirigendo abil-
mente la truppa ; e gettata l'arma della quale
era provvisto, afferra con le proprie mani il
capo brigante Guerra, tenendolo sottomesso,
non ostante due ferite riportate, fino al so-
praggiungere dei soldati.
31 (1823). - Carlo Emanuele Nicolis di
Robilant e di Cereaglio, scudiere del principe
Carlo Alberto di Carignano, lo accompagna
in Spagna, dove quegli è addetto al quartier
generale del duca di Angoulème, ed all' as-
salto del forte del Trocadero, vicino a Cadice,
si segnala insieme col principe, e viene deco-
rato della legione d'onore e dell'ordine di
San Ferdinando.
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
16. - ANNIBALE CARACCI, o CAKRACCI
(Bologna 1560-1609)
il più ce.ebie della famit,'lia che dette all'arte tanti valorosi personaggi. Si tenne lontano
dai delirii degli imitatori di Michelangelo e segu'j, compatibilmente al suo teinpo, il Cor-
reggio e il Tiziano. Il suo capolavoro è la decorazione della grande galleria del Palazzo
Fiirn.---. .
AGOSTO 1908
— 132 -
(35» Settimana)
23 Donienical s. Filippo Benizzi.
336-131 Apparteneva all'or-
- — ^ dine dei Serviti, e ne
fu in seguito anche generale (1233-1285). Era
nato a Firenze da nobile famiglia, studiò me-
dicina a Parigi, e rimpatriato entrò nei Ser-
viti. Sapendo che i cardinali dopo la morte
di Clemente V disegnavano farlo papa, fuggì
e rimase nascosto fino alla elezione di Gre-
gorio X. — S. Ciriaco, o Quirico, vescovo di
Ostia e Velletri, verso gli anni 229 e 259, mart.
coi compagni Massimo, prete, Archelao, dia-
cono, ed altri. — Ss. Ermogene e Fortunato,
martiri ad Aqui'.ela (sec. HI- IV).
Memorandum. — Entra il Sole in Vergine. —
Festa di San Pellegrino martire in Altavilla
Irpiiia (Avellino). Dura tre giorni.
24 Lunedì
237-130
S. Bartolomeo, apost.
Fu evangelizzatore
nelle Indie, nell'Arabia
Felice, nella Persia, nell'Abissinia e nell'Ar-
menia, dove convertì alla fede quel re e do-
dici città, che provvide di zelanti pastori. Subì
il martirio ad Albanopoli verso l'a. 47. —
S. Tolomeo, vesc. di Nepi (sec. I?).
Memorandum. — A Carpi e a Pavullo nel
Frignano fiera detta di San Bartolomeo. —
Fiera a Caserta: dura una settimana. — Fiera
a Bisceglie. Dura tre giorni.
25 Martedì |S. Luigi IX, re di Francia.
238-1S9 Protettore dei Ter-
~ — 'ziari francescani; fu il
principale promotore della settima crociata,
0 morì di pesto a Tunisi, nell'età di 44 anni,
nel 1270. — S. Genesio, mimo a scherno
de' cristiani, poi martire egli stesso, a Roma,
l'a. 286 o 303. — S. Felice, prete, onorato
a Pistoia, — 8. Patricia, vergine, da Napoli,
morta l'a. 365. — S. Grata, vedova, onorata
a Bergamo (fine del sec. III).
Memorandum. — Festa nazionale all'Uru-
guay (anniversario dell'indipendenza).
26 Mercoledì
339-138
S. Alessandro, mart.
Alfiere della legione
Tebea, subì il marti-
rio verso l'a. 288. È patrono della città di
Bergamo. — Ss. Oronzio e compagni, martiri,
patroni di Lecce. — Ss. Simplicio e compagni,
festeggiati a Celano (Aquila degli Abruzzi). —
S. Elia, benedettino, vesc. di Siracusa, morto
l'a. 560. — S. Secondo, mart. presso Ventimi-
glia, verso l'a. 287. — S. Rufino vesc. di Capua
tra il 418 e il 430.
Memorandum. — ® L. N. a ore 23,59'». —
Fiera di Sant'Oro nzio a Lecce, che si rin-
nova per tutti i lunedì e venerdì di settemb.
27 Giovedì
340-127
S. Giuseppe
da Calasanzio.
Istituì la congrega-
zione de' chierici regolari delle Scuole Pie
(Scolopi). Era nato a Petralca, in Aragona,
nel 1556, ed abbracciò lo stato ecclesiastico.
Andò a Roma e si diede all'istruzione dei fan-
ciulli, dove morì all'età di 92 anni, nel 1648.
Memorandum. — Grande fiera e festa della
Madonna del Pozzo a Capurso (provincia di
Bari): dura sino al lunedì. — Fiera a Poten-
za: dura 3 giorni, — Oggi pagamento degli
stipendi agli impiegati governativi.
28 Venerdì
241-136
S. Agostino, vescovo,
dottore della Chiesa.
Nato a Tagaste, in
Numidia di Africa. Datosi ai vizi, le calde
lagrime di sua madre S. Monica, i sermoni di
S. Ambrogio e le lettere di S. Paolo ebbero il
potere di scuoterlo. Fu battezzato da Am-
brogio, e divenuto vescovo di Ippona si mo-
strò esempio di carità e di abnegazione pel
suo gregge. Morì il 28 agosto del 430, e le sue
ceneri riposano in magnifioa arca marmorea
a S. Pietro in Ciel d'Oro di Pavia. — Ss. For-
tunato, e compagni patroni di Salerno (se-
colo III-IV).
Memorandum. — Fiera a Pavia fino a tutto
il 5 settembre.
Decollazione
di S. Giov. Battista.
29 Sabato
343-135
" ' Essa avvenne per co-
mando di Erode, nell'anno 26 dell'era vol-
gare. — S. Sabina, martire a Roma (sec. Il), —
S. Adolfo, vescovo di Metz, verso la fine del
sec. IV. Le sue reliquie si trovano a Neuvil-
lers, nella chiesa che porta il suo nome.
Memorandum. — Fiera di cavalli a S. Bo-
nifacio (prov. di Verona). — Fiera a Lucerà:
dura 3 giorni.
SETTEMBRE 1908
(36» Settimana)
^0 Domenica!
243-134
S. Rosa da Lima,
vergine.
Fin da gii>vinettaca-
stlgò la stis carne con rigorosi digiuni ed
aspre penitonzy. Entrò quindi nella religione
di 8. Domenico e tanto fu osservante, ohe
tornò necessario frenarla nell'eccessivo eser-
cizio di qne««to rigore. Mori rei lfil7 a soli
31 anni. — S. Barzanofrio ab. patrono di Oria,
Memorandum. — Fiera di Sant'K^Mdio pres-
-'< Montefusco (provincia di Avellino). Dura
■ giorni. — Fiera di Santa Rosa a Palei-miti
prov. di Catanzaro): dura tre giorni. — Oggi
ossa nella provincia di Siracusa il permesso
li caccia con le reti, lacci e cappi. — Estra-
•ione pel rimborso delle Obbligaz.FF. Torino-
Novara.
31 Lunedi
244-123
S. Raimondo Nonnato.
Si adoperò pel ri-
' scatto degli schiavi, nel-
r ordine della Mercede. Morì nel 12iO. —
S. Giuliano patrono di Macerata.
Memorandum. — Nascita della Principessa
Maria Isabella, Duchessa di Genova (1863). —
Fiera a Muro Lucano (prov. di Potenza). Dura
2 giorni. — Apertura della caccia con le reti
nella prov. di Caserta. — Estraz. ammortizz.
Obbligazioni 6% Ferrovia Novara, 185(>; Fer-
rovia Vittorio Emanuele. — Estraz. pel rim-
borso delle Obbligaz. della Società di Navi-
gazione Generalo Italiana (1878).
1 Martedì
245-132
S. Egidio, abate.
Nativo di Atene. Fio-
ri sul declinare del se-
colo VII e non tardò a farsi conoscere per
un vero uomo di Dio, sicché la di lui fama
giunse fino al re. Sollecitato dal monarca ad
abbandonare la solitudine, rifiutò, piegandosi
solo a ricevere seco alcuni discepoli coi quali
fondò un monastero della regola di S. Bene-
detto. — S. Costanzo, vescovo d'Aquino.
Memorandum. — Principio della stagione
di autunno, secondo l'uso meteorologico. —
(Jnomastico di S. M. il Re Vittorio Emanue-
le Ut. Oggi sono chiuse le Biblioteche go-
vernative. — A Messina si festeggia l'anni-
versario della prima rivoluzione siciliana con
tro i Borboni (1847). — Fiera a Lanciano
(provincia di Cbieti), fino al 15 del mese. —
Fiera di Sant'Antonino a Sant'Angelo dei Lom-
bardi. — Da oggi si può cacciare nella pro-
vincia di Alessandria, agli uccelli acquatici,
col fucile; di Brescia, alla lepre; di Catanzaro,
ai quadrupedi; di Chieti, in genere; di Como,
al camoscio, alla lepre con cani da corsa o sc-
ingi nella zona del castagno e in quella ad
f-ssa superiore, col fucile e col cane da fer-
mo; di Cremona e di Ferrara, alle lepri; di
Genova e di Messina, in genere; di Milano,
con le reti fisse e panie in genere; di Mo-
dena, con le reti agli storni; di ?^apoli, alle
quagli3 col fucile; di Novara, ai fagiani, per-
nici rosse, francolini, e con reti di ogni spe-
cie; di Padova e di Parma alla lepre; di Pe-
rugia, col fucile agli acquatici e con le reti
in genere; di Piacenza, alla lepre; di Porto
Maurizio, In genere; di Rovigo, alla lepre; di
Sassari, alle quaglie, pernici e lepri; di Son-
drio, in genere; di Torino, in montagna col
fucile: di Trapani, In genere; di Treviso, di
Venezia e di Verona, alla lepre. — Nella pro-
vincia di Reggio è vietata da oggi, per due
mesi, la caccia con le reti fisse e panie, e pei
tordi sino a tutto marzo, con le reti a mano. —
Da oggi è permessa la raccolta delle ostriche.
— Scadenza delle cedole semestrali del Pre-
stito provinciale e comunale Reggio-Calabria
1870. — E.straz. ammort. Obbligazioni Fer-
rovie Siculo Occident. (1» cmiss.). — A Fi-
renze oggi si devono aver già riconfermati o
disdetti gli aflBtti e pagate le pigioni del se-
mestre dal 1» novembre al 30 aprile.
2 Mercoledì
246-121
S. Stefano, re
d'Ungh<^iia, npnstolo e
padre del suo popolo. La
sua memoria è tuttora in grande venerazione
nel reame ch'egli governò. — S.Elpidio, aìia'e,
patrono di Sant'Elpidio a Mare (Ascoli Pi-
ceno). — S. Ottaviano, prete, confessore, ono-
rato a Volterra (sec. V). — A Saluzzo festa pa-
tronale di S. ChiofiTredo.
Memorandum. — Anìilversario della batta-
glia di Sédan (1870) t'osteggiato in tutto l'im-
pero tedesco. — Nella provincia di Cosenza
si apre la caccia con le reti.
3 Giovedì
247-120
S. Serafina vergine e m.
Sostenne il martirio
verso l'a. 12.5. — S. Au-
sano Crivelli vesc. di Milano, dal 556 al 567.
-- B.Alberto Besozzi, morto l'a. 1359, ono-
rato a Besozzo (prov. di Como). — S. Clelia,
vergine, martire.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 21.51». —
Pellegrinaggio uotturno al siintuario del Mon-
te Pellegrino presso Palermo, in onore di
Sauta Rosalia. Si è introdotto di recente il
costume di fare in questa occasione il con-
corso delle canzoni dialettali siciliane. — Fie-
ra a Cerignola (Terra di Bari) fino al 7 set-
tembre. — Festa di San Marino, patrono della
repubblica omonima.
4; Venerdì 1 ^' Rosalia, V. m.
248-119 Patrona di Palermo,
'luogo di sua nascita.
— S. Rosa da Viterbo, verg., morta l'a. 1254.
Memorandum. — Fiera a Crevalcore (Bo-
logna). Dura 4 giorni. — Pellegrinaggio a Vi-
terbo, alla tomba di Santa Rosa.
5 Sabato 1^- t-o^enzo Giustiniani.
249-118 Primo patriarca di
—"Venezia, vi era nato nel
1381; nel 1424 fu eletto generale dai canonici
regolari di 8. Giorgio, quiridi elevato da papa
Eugenio IV alla sede patriarcale. Morì nel
1455. — S. Vittorino, vescovo di Amiterno
(sec. V o VI).
Memorandum. — Cominciala fiera di Lugo,
che ha termine il 30 settembre. — Pagamento
delle pensioni governative di prima categoria
(non oltre le 500 lire annue).
L'Olio Sasso Medicinale è ii perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il rimedio delle malattie degli organi digerenti.
— 134 —
I CONSIGLI DEL MESE (Igiene ed Economia Domestica).
AGOSTO
Il caldo, l'acqua e le bibite fresche — Per fabbricar ghiaccio in casa — L' utilità del pino,
dell'abete e del noce — Contro la sete — Lavatura dei cappelli di pay'ia — Arrosto di
vitello al latte — Gelato di fragole.
que minuti, i coni verdi di tali piante, dopo
averli tagliati — a seconda della loro gran-
dezza — in due o quattro pezzi, ne risulta un
decotto che è un'eccellente tisana per gli
stomachi deboli e per le malattie gravi della
gola, compresa la tisi tracheale, nel quale ul-
timo caso il decotto si adopera per fare quat-
tro o cinque gargarismi al giorno, con un
intervallo di riposo (ogni tre settimane) di
quindici giorni.
Questa tisana è di grande effetto anche
contro gli accessi e per i petti deboli, nel
qual caso costitnisce una vera cura: la co Vi
detta cura della resina. Essa si può fare pure
sciogliendo nella zuppa, o in qualche bevanda,
un pezzetto di regina grosso quanto una len-
ticchia o un pisello.
La scorza di pino ha, dal canto suo, qua-
lità curative, quando la si faccia seccare al-
l'aria, in un luogo asciutto, e sia presa da
un albero giovane.
Per non recare danno agli alberi novelli,
si toglie la scorza dei i-ami e se ne fa un de-
cotto che purifica il flato. Non è molto gu-
stoso, ma per migliorarlo basta mettervi den-
tro un po'di finocchio.
Il decotto di germoglio di pino, bollito
per mezz'ora, riesce ancora utile nei gonfia-
menti delle articolazioni, nelle eruzioni ec. In
tale caso, non si adopera che insieme con le
fasciature. Usata sotto forma di bagno, la de-
cozione aiuta ad espellere le sostanze mor-
bose. L'abate Kneipp, tuttavia, prescrisse di
rado questi bagni caldi, poiché l'ammalato
può essere facilmente indotto ad abusai-ne.
Egli, quindi, consigliò di preferenza la cami-
cia, il manto spagnolo, le fasciature immerse
in taU decozioni. Queste bagnature non si
applicano che solo due volte (per le persone
forti anche tre) la settimana e durante 2 o 3
settimane.
La resina di pino, è, infine, un rimedio
popolare por fare uscire un corpo estraneo
entrato nella pelle.
Quanto al noce, i suoi vantaggi sono del
pari, e forse più, notevoli.
Il noce (Jujlans Regia) appartiene alla fa-
miglia delle luglandee, ed in tutte le sue
parti, oltre che nel legno, è utilissimo p::r
vai"ie guise.
La scorza dei ramoscelli e delle i-adici, lo
foglie e i fiori maschi, la trupa verde o mallo,
l'epidermide della noce, infine la noce stessa
danno pi-odotti di cui si giovano le arti e
l'igiene. La mandorla della noce contiene, per
metà del suo peso, un olio seccativo adope-
rato nelle industrie, e anche, rinforzandone
l'azione con alcuni spicchi d'aglio, come ver-
mifugo, a digiuno, nella dose di 150 grammi
durante quindici giorni.
L'epidei-mide che ricopre la mandorla è
d'un sapore amaro quando è fresca: essa
rappresenta un tonico astringente, ricco di
tannino. La seconda scorza dei giovani rami,
raccolti alla primavera, e infusa, nella dose
Uno dei maggiori errori, in questo eh' è
il più caldo mese dell' anno, consiste nel
lavarsi abbondantemente con acqua molto
fredda il viso e.... lo stomaco. Nulla danneg-
gia più l'epidermide e.... la pelle. Alle mie
lettrici gentili, che vogliono conservarsi mor-
bide e vellutato le guancie, io raccomando
di tenersi lontane dall'acqua fi-edda quando
hanno il volto infiammato dal calore artifi-
ciale o naturale. Facciano, invece, delle ablu-
zioni d'acqua tepida, senza sapone, e, dopo
si inciprino senza asciugarsi. Il consiglio, del
resto, vale anche per l'inverno, e d'inverno
come d'estate, esse, se si asciugano, usino
un asciugamano fine, un po' consumato, pas-
sandolo con delicatezza sul volto. Una stro-
tìnazione forte, con tela dura, indurirebbe e
ingrosserebbe la pelle. I signori uomini, poi,
evititìo di immei'gore la testa nella catinella;
è un'abitudine anti igienica.
Quello che si dice per il freddo esterno può
dirsi anche per l' interno. È generalizzato
l'uso di bere bevande freddissime senza ri-
flettere come ne risenta male lo stomaco.
Durante le ore della digestione, bere acqua
ghiacciata significa ammazzarsi; in ore di-
verse è sempre una sciocchezza. Prima di
tutto la sete aumenta molto di più, e poi le
funzioni interne si perturbano nella peggior
maniera. Nuoce anche bere a moderata tem-
peratura, se si beve molto ; 1' eccesso di be-
vande, fredde o tepide, durante questi forti
•alori, diluiscono troppo i succhi gastrici, che,
isì, perdono della loro efficacia sugli alimenti
■ sottraggono troppo calore allo stomaco. Per
fili deve lavorare con le braccia o con la
mente, gioverà un uso discreto di acqua e
caffè amaro: così si disseterà senza rovinarsi.
Tuttavia, poiché il ghiaccio serve a tante
altre cose in questo mese, io vi darò un me-
todo per fabbiicarvelo da voi in quindici mi-
nuti. Prendete un vaso cilindrico di ^^rè*, si-
mile a quelli che si adoperano per le con-
serve, versatevi 57"gr. di acido solforico, 33 gr.
di acqua, aggiungetevi 150 gr. di solfato di
suda in polvere. Prendete un altro vaso, della
stessa forma ma più piccolo o di metallo o
di latta cristallizzata, riempitelo d'acqua pura,
mettetelo nel primo vaso, e coprite il tutto.
In un quarto d'ora l'acqua del vaso più pic-
colo sarà trasformata in un magnifico blocco
di ghiaccio.
Abbiamo già veduto, nei mesi prec:'dL'nti,
come siano utili alla nostra salute alcuni al-
bori e quale valore abbiano nella medicina
alcune erbe. Continuiamo, confortandolo di
luiovi elementi, questo esame. Ed occupia-
moci del pino, dell'abete e del noce.
Le qualità salutari del pino e dell'abete
stanno nella resina di cui quegli alberi sono
ricchi.
Se si fanno bollire, per venti o venticin-
. N>. pilo
Ulto. Lu
■ Il foglie
iu>i.N' !>italiu.4Ut di luatoi'ia t^ra^sa.
Quanto alle sue foglie, esso oi forniscono
, 1.1 «11^,1 ii.^i; uso intorno e un decotto por
1 .*) a 30 gr. per ogni litro d'acqn;0.
;issai nt'Ile debolezze costituzio-
'lunhini, nelle malattie lunghe ribelli,
Ulti, che ne coiisoguono. L'altro è ef-
-ino contro la scrofol;\.
L'azione del rimedio è lenta, e general-
•nte non comincia a manifest«rsi prima
Ila ftne del primo mese di cura: ma le gua-
-ioni a cui porta, sono radicali e perma-
■:iti, per tre quarti dei casi.
In generale, la foglia di noce è uno dei più
hietti e più attivi t-onicl e corroboranti, ed
.i speciale efficacia nel sollevar le forze del
ventricolo. Giova, infine, e molto, a vincere
le frequenti ed insidiose vorminazioni dei
bambini, e anche la tii;iia.
Ogni famiglia farà, quindi, ottima cosa a
rovvedersi di queste foglie magiche: basta
Mccarle dall'albero quando sono bene svi-
ippatee si mostrino sane.faiie prontamente
LX-are e riporlo in cassette di legno o in
>acchi di tela fitta o carta grossa e resistente,
da conservarsi in locali asciutti, al riparo dalla
luce, dall'aria e soprattutto dall'umidità.
Esse servono pure, sparse nel guardaroba,
a difendere dalle tignole le stoffe di lana.
Le foglie, del resto, possono essere rim-
'iazzate da mallo a dose doppia. Il sugo del
lallo della noce, allungato con acqua, ferma
a-ovolmeiit^ la dissenteria, e costituisce un
buon gargarismo nelle angine croniche.
Non bisogna, infine, dimenticare che col
legno, colla cort<?ccia, colle foglie e coi malli
•Ile noci si ottengono tinture brune perle
~:offe. Queste tinture riescono stabili, se si
immergono pienamente in una soluzione di
allume i panni che si vogliono tingere. La
materia colorante scura del mallo si usa an-
che dai fabbricanti di mobili per tingere in
bruno i legni bianchi, e dar loro l'aspetto del
lo-.w-i -n .i,.^n.
50 qu 'st 1 riiuodlo non vi h.: ■^•
giglio di tonerò a lungo dell": m
bocc.% op[iur;? di f;vr uso delb ; -si
dette acidule, fatto coli' acido tartarico o ta-
lora col l'acido citric ).
Contro la sete.... canina, poi, addito la bi-
bita iu uso presso gli alpinisti, 1 cacciatori o
i velocipedisti:
Vino rosso. . . . gr. 500
Sciroppo citrico „ 120
51 potrà bo.-e a sorsi, quando non c*ò
acqua, oppure allungato con acqua. Si ot-
terrà, COSI, la celebre limonata vinosa rimessa
in voga da pojo tempo nella medicina.
Rimaniamo in tema di stagione e vediamo
come può pulirsi un cappello di paglia. La
più indicata delle ricette è la più semplice:
una soluzione di sale comune nell'acqua di
fonte, nella proporzione di un cucchiaino per
ogni bicchiere. Strofinate leggermente con
una piccola spugna: fate asciugare al sole e
stirate nuovamente il cappello.
Più energico ma più complicato è il me-
todo che 80^ uè :
Il cappello si spoglia d'ogni ornamento,
si insapona con lisciva, strofinandolo per ogni
verso mediante un pezzo di lana bianca. La
schiuma di sapone che lo ricopre si mand.\
via per mezzo di altro pezzo di lana bianca
imbevuta d' acqua semplice. Ciò fatto (e senza
bagnare troppo il cappello, che si potrebbe
formare) si prepari una piccola cassa di le-
gno che chiuda bene in fondo, e che contenga
una pietra larga o una lastra di metallo su
cui sia sparso dello zolfo. Si sospenda il cap-
pello al coperchio della cassetta (ad un'al-
tezza che lo preservi dal prender fuoco) per
mezzo d'un filo di ferro, si accenda lo zolfo
e si chiuda ermeticamente. Dopo mezz'ora
si tolga il cappello e si stiri con un ferro
ben caldo, avendo cura di mettere un foglio
di carta tra la paglia e il ferro.
Vi darò adesso alcuni consigli assoluta-
mente di stagione. E, prima di tutto, qual-
che rimedio contro la sete che ci sti-azia in
questi giorni di caldo. Non è sempre vero
ihe la sete scompaia ingerendo molta acqua
iello stomaco. Al conti-ario, spesso, in tali
isi aumenta. E, quindi, gran vantaggio co-
iioscere come si può evitare che la sete ina-
ridisca le nostre fauci. I cacciatori, gli alpi-
nisti, i velocipedisti usano di tenere, durante
;i loro cammino, la bocca chiusa e respirano
- ilo per il naso. La sete, infatti, è alimentata
i^sai dalla polvere che si deposita sulla lingua.
Ma se, non ostante questa misura di pre-
cauzione, siamo presi dalla sete? Tentiamo,
in tal caso, dissetarci senza bere, come usano
l'inglesi. Essi immergono le mani, fino so-
ia 1 polsi, nell'acqua fresca; tenendo vele
per qualche minuto secondo, le vene, rinfre-
scate dall'acqua, comunicano un generale be-
nessere iu tutto il corpo, ed at:;utiscono la
sensazione della sete.
Ed ora non mi resta spazio che por in-
dicarvi la solita pietanza ed il solito dolce.
Un Hvru-to di vitello al latte potrete avere
friggendo del burro con un cucchiaio di fa-
rina bianca e una fetta di prosciutto tagliata
minutamente. Quando tutto avrà preso co-
lore, mettetevi a rosolare sette od otto etti
di vitello tagliato dalla parte posteriore della
bestia; salate e aggiungete un bicchiere di
latte, poi un secondo, un terzo, un quarto,
un quinto, lasciando bollire il vitello senza
coprirlo.
Asciugato che sia il quinto bicchiere di
latte, l'arrosto è pronto e saporitissimo. Ser-
vitelo coir intingolo nel quale è cotto.
Un gelato di fr.igole lo avrete passando
allo staccio sei ettogrammi di fragole e in-
corporandole in una zuppiera con trenta gr.
di colla di pesce sciolta. Vi aggiungerete quat-
tro ettogrammi di zucchero sciroppato, poi
il ^ugo di due aranci e di due limoni. Il com-
posto lo lavorerete sul ghiaccio, ponendolo,
infine, in uno stampo liscio, spalmato ante-
cedentemente con gelatina al maraschino.
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il rimeriin rtpflp m;4lnttip rtpnli nrn;ini riinprenti.
- 136
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
SETTEMBRE
1 (1861). — Il sergente Giovanni Gram-
matica, del 40» fanteria, sulla montagna di
Nola, si slancia animosamente, con soli 9 no-
mini, su 30 briganti, uccidendone alcuni e
facendone altri prigionieri; i soldati Barcello,
Giovannelli e Stefano, continuano a combat-
tere quantun(iue feriti, incoraggiando i com-
pagni.
2 (ISOS). — Gli Italiani attaccano a San
Boy, presso Barcellona, gli Spagnoli che ri-
piegavano per farli cadere in una imboscata.
Il capitano G. Bianchi, con tre compagnie,
fa una diversione sul tìanx?o del nemico, men-
tre il capo battaglione Cotti carica alla bajo-
netta gridando •* Viva l' Italia! „ Quattro utfi-
ciall cadono morti e 13 feriti, ma gli spagnoli
fuggono lasciando 3 cannoni e molti pri-
gionieri,
3 (1861). — Sebastiano Tegas e Giuseppe
Sforzini, soldati dell' 11° fant.», insospettiti del
contegno di quattro viandanti intimano loro
di precederli verso Maranola (Formia) e poi-
ché due si ribellano, riescono a legarli con
le cinghie dei fucili, conducendoli a Formia,
dove sono riconosciuti come pericolosi bri-
ganti: uno di essi è il sassone Kalkreuth,
capo di una banda.
4 (1867), - In Ardore (Sicilia) la popo-
lazione, spaventata dal colèra, tumultua al
grido di "morte agli avvelenatori „ Il sotto-
tenente Garzoni del GS» fanteria, fidando nella
simpatia dimostratagli in varie occasioni, spe-
rando di calmare la folla con buone parole,
le muove incontro e cade cadavere con due
palle nel petto.
5 (1837). — Il carabiniere Landolfo Ber-
nardo, dopo aver difesa eroicamente la ca-
serma dei carabinieri in Ardore (Sicilia) contro
la folla che continuando i tumulti voleva im-
padronirsi di persone rifugiatevisi, si apre un
varco a mano armata fra i più furenti, e rie-
sco a portare in salvo i supposti avvelenatori,
6 (1863). - Il furiere Giulio Videmari,
con 10 soldati del 39o fanteria e 6 guardie
nazionali, in quel di Benevento, è assalito
dal capobanda Caruso con 40 briganti. Tutti
si difendono con bravura, ed 11 Videmari,
atterrato Caruso, sta por ucciderlo, quando
egli stesso è ferito mortalmente al capo, e
sono uccisi ai suoi fianchi il caporale Sac-
chetti ed i soldati Silva e Mazzoni.
y (1812), - La fanteria italiana del viceré
Eugenio assale Bo rodino, posta sopra un luogo
eminente, e difesa da un corpo considerevole
di Kussi, e se ne impadronisce non ostante
il vivo fuoco dell'artiglieria dei ridotti, pro-
seguendo al mattino seguente la marcia su
Mosca,
8 (1809). — Il generale Mazzucchelli, col
&o fanteria italiano, dà l'assalto al ridotto
degli Angeli a Gerona, noi quale entrano
primi r aiutante di campo capitano Giovanni
Re, gli ufìfìziali De Lorenzi, Cottafava e Ge-
roni, i soldati Cilloni, Gaspari, Garbagnati,
Conti e Genolini,
9 (1841). — Nicola Ricciotti, poi fucilato
con i fratelli Bandiera, combattendo in Spa-
gna nelle truppe costituzionali, si avventura
con altri 12 italiani fra le gole dei monti di
Navarra, dove s'incontra con una guevvilhi
carlista di circa 1000 uomini, guidati dal Bal-
maceda. Alla intimazione di arrendersi, ri-
spondono con colpi di moschetto, e sempre
difendendosi trovano scampo di balza in balza.
10 (1805). — Giuseppe Bavastro, con la
sua flottiglia di barche leggere e lo sciabecco
Massella, attacca cinque legni inglesi nelle
acque di Lissa e li cattura conducendoli ad
Ancona.
11 (1362). - Il sottotenente Pizzi del 20o
battaglione bei'saglieri, perlustrando la valle
dell' Ofanto con 14 uomini, imbattutosi in una
numerosa banda a cavallo, si trincera in una
cascina. Dopo quattr'ore di fuoco, terminate le
munizioni ed incendiata la casa dai briganti,
l'eroico drappello tenta di aprirsi un varco
alla baionetta, e combattendo a corpo a cor-
po, tutti i bersaglieri cadono con il loro uf-
ficiale.
13 (1813). -^ A San Marcin, vicino a Lu-
biana, il capitaao Laugier della divisione Lo-
chi, ferita o dispersa la poca gente che aveva
seco, col sergente Battarini ed un tamburino,
messosi al coperto, fa batter la carica, dando
tempo a due compagnie di accorrere a man-
tenere la posizione fino al giorno seguente.
13 (1866). - Il brigadiere Remigio Ta-
roni, dopo essersi difeso strenuamente contro
centinaia di assalitori armati, nell'ufficio co-
munale di Ogliastro Cilento, ridotto agli estre-
mi, fatta sventolare ancora una volta la ban
diera nazionale al grido di viva Vllnlia! viva
il He!, si suicida invece di arrendersi, ed imi-
tano il suo esempio i carabinieri Flocchini,
Tettamanti e Catgiu.
14 (1860). — All'assalto di Perugia, il
sergente Giovanni Ruggia e gli zappatori
Isoardo e Cabiati, della 1» compagnia del
genio, sotto un vivissimo fuoco, praticano
una apertura nella porta Santa Margherita,
per la quale il Ruggia, con straordinario ar-
dimento, entra per il primo nella città, e se-
guito da pochi uomini accorre alla caserma
San Domenico, intimando ed ottenendo la resa
degli artiglieri pontifici.
15 (1867). — Il tenente Bertoni, del 44->
fanteria, quantunque addolorato per la per-
dita della moglie mortagli di colera in un
piccolo paese delle montagne Abruzzesi, con
mirabile abnegazione sostituendosi alle auto-
rità civili scomparse, prodiga le proprie cure
ai colpiti dal morbo.
IO (1882). — Irrompendo le acque dell'A-
dige dentro Verona, la guarnigione di quella
(Continua a pag. HO).
- la? -
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogì)
17. - MICHELANGELO MERIGHI DA CARAVAGGIO
(Caravaggio 1569-1609)
vihse quasi sempre a Roma, vi iniziò la cosiddetta Scuola de' Tenebrosi, cui appartennero
più tardi il Guerciuo e il Ribera. Splendidi fra i suoi quadri II, giocatore ladro e la Depo-
SETTEMBRE 1908
138 -
(37 a Settimana)
6 Domenica I S- Teoctisto, pilota, m.
350-11'? I Vittima della perse-
cuzioiie di Decio, presso
Alessandria d'Egitto, l'a. 249. — S. Settimio,
\c-sc, di Jesi (so e. IVj, martire. — S. Zaccaria,
padre di S. Giovanni Battista. — S. Fronti-
niano, martire, patrono di Alba Piemonte). —
S. Consolata, vergine e m., venerata a Reggio
Ein lia.
Memorandum. — Seconda festa di San Gre-
gorio Magno a Manduria.
7 Lunedi
251-116
S. Regina, verg., mart.
i Delsec.III-S.Clau-
j^jy^ abate, morto l'an-
no 560 circa. — S. Anastasio, mart., venerato
ad Aquileia (sec. III-IV). — S. Giovanni, bene-
dettino, vescovo di Gubbio dal 1105 al 1106.
— Ad Aosta festa patronale di S. Grato.
Memorandum. — Annivei-sario della cac-
ciata dei Francesi da Torino (1706). Solenne
(!ommemorazione nella chiesa di N. S. della
Salute con intervento delle autorità. Il giorno
appresso la commemorazione si ripete alla
Basilica di Superga, — Stasera a Firenze tra-
dizionale costumanza deWe rificolone. — Sta-
notte a Napoli festa tradizionale della Ma-
donna di Piedigrotta, ove si cantano le nuove
canzoni popolari dell'anno, — Lahor day, Fe-
sta del lavoro, solennità nazionale agli Stati
Uniti d'America. — Festa dell'indipendenza
del Brasile. — Oggi (25 agosto nel calendario
russo) si chiude la liera di Nijui-Novgorod.
8 Martedì 1 Natività di Maria Verg.
252-115 1 La più antica e si-
cura memoria della in-
troduzione di questa festa si ha nel sec. VII.
— Festa di Maria SS. Bambina, in uno spe-
ciale santuario a Milano, addetto ad un mo-
nastero di Suore della carità. — Festa patro-
nale della Madonna ad Alzate (Como) con
ti ora.
Memorandum. — Festa civile legale. — A
Niniis (Udine) tiera nell'ampia prateria della
Madonna delle Mattonelle, cui concorrono
tutti gli abitanti delle Prealpi Giulio. — Pel-
legrinaggio al Santuario di Montenero presso
Livorno. — Fiera a Prato di Toscana: dura
■1 giorni. — Secondo pellegrinaggio al Mon-
tevergine in prov. di Avellino. — Festa in
Taurasi (prov. di Avellino) con processione
del corpo del santo martire Benigno. — Fiera
a Molfetta : dura 9 giorni. — Fiera della Ma-
donna delle Grazio a Rossano (prov. di Co-
senza): dura 2 giorni. — Festa della Natività
a Monreale. — Gran lìora di bestiame a Pa-
terno. — Fiera e festa di Piedigrotta in Ca-
atronuovo di Sicilia.
9 Mercoledì
253-114
S. Claudia, verg., m.
S.Tuzio eremita, fe-
steggiato ad Aquila de-
gli Abruzzi. — Ss. Gorgonio e Doroteo, sol-
dati, martiri nell' a. 304. — S. Sergio I, papa
dal 687 al 701.
Memorandum. — Estrazione pel rimborso
delle Obbligaz. FF. Lucca-Pistoia. — In To-
scana oggi dicono: " Se piove per San Gor-
gonio, tutto l'ottobre è un demonio. „
10 Giovedì i^- Nicola da Tolentino.
254-113 Morì l'a. 1308. — S. Pie-
tre Claver (m. 1654).
Memorandum. — ® L. P. a ore I3.23m. —
Nella provincia di Como è permessa da oggi
la caccia alla lepre con segugi nella zona
inferiore a quella del castagno; in quella di
Vicenza, la caccia alla lepre e pollame sel-
vatico. — Estrazione pel rimborso delle Ob-
bligaz. Ferrov. Livornesi.
1 1 Venerdì 1 ^* Diomede, m. in Siria.
255-112 S. Valentino, mart.,
— — sepolto nella basilica di
S. Vittore a Milano. — S. Sperandea, vergine
benedettina, festeggiata a Cingoli. — S. Emi-
liano, vescovo di Vercelli, dal 501 al 520 circa.
Memorandum. — Comincia il nuovo anno ia
Abissinia. Festa solenne del San Giovanni. —
Fiera a Copertino (Terra d'Otranto) fino alla
domenica prossima. — All'albo municipale di
ogni comune si pubblica la tabella dei contri-
buenti per l'imposta di ricchezza mobile.
12 Sabato I S- ®"'''°' sagrestano.
256-111 I Esercitò l'umile uf-
: ficio presso il santuario
di S. Maria di Laken (Bruxelles). Un giorno
ch'egli pregava nella chiesa, il curato rimase
sorpreso nel vedere la di lui pietà, e gli pro-
pose di rimanervi, ciò eh' egli accettò. Intra-
prese il pellegrinaggio in Terrasanta. Ritornato
dopo sette anni, il sottodecano del capitolo
di Anderlecht, suo paese nativo, lo alloggiò
iu propria casa, nò volle lasciarlo tornare a
Laken. Moriva nel 1012. — S. Silvino, vesc.
di Brescia, dal •tlO al 444 circa.
Memorandum. — Fiera a Viterbo, che dura
15 giorni. — Oggi per i Russi è la festa di
Sant'Alessandro Nevski. — Pagamento delle
pensioni governative di terza categoria (su-
periori a L. 2000 annue).
SETTEMBRE 1908
(38* Settimana)
1 ì Domenica! " ss. Nome di Maria.
»oiiienica| " ^^
25«7.1,10 Festw istituita da pp.
' Innwenxo XI, a ooni-
iiiorar.-' In vittoria ottenuta contro 1 tur-
cli ^. — S. Eulois'io, pa-
tii itto. :^l(ui nel tì08.
- - U7.8, dal 422 al 44*.».
s. Aiuato abate e >>. Amato, vescovo di
ri (627).
Memorandum. — Festa alla Madonna del
>>iio isoliborgo di Torino! in ricordo del mi-
..ivolo ivi avvenuto nel 1644. — FestA del-
ì" Unione Federativa delle Misericordio che
ha luogo ogni anno nella città indicata dal
Capitolo generalo della Unione stessa, fon-
data in Pistola. — Fiera della Santa Croec
a I.ncca, che dura sino al 29 settembre. —
Pi," i alla Madonna del Consolo a
K- ihria. — Festa della Madonna
de: in Acireale, con fiera. — Festa
della Madonna delle Grazie in Castoltermini,
con fiera. — Fiera a Castrogiovanni per la
festa del SS. Crocifisso. — Estraz. pel rim-
borso delle Obbligazioni FF. Romane, FF.
Centrali Toscane. — Scadenza cedole seme-
strali Rendita Turca.
14 Lunedì
258-109
Esaltazione
della Croce di G. C.
riportata solennemente
Gerusalemme da Ei-aclio in questo stesso
rno. A Lucca festa patronale. — S. Cre-
nzio.mart., protettore di Siena (sec.III-lV).
Memorandum. — Fiera di San Cipriano a
. ijitedecimo (Genova). — Festa della Ma-
donna del Ponte, patrona di Lanciano. Dura
tre giorni. — A Perugia si festeggia l'anni-
Tersarlo dell'ingresso delle truppe italiane
(18601. — In Toscana.si suol dire : " Per Santa
Croce, pane e noce, „ perchè di questo tempo
: noci sono mature.
15 Martedì I S. Caterina da Genova
259-108 i della nobile famiglia
de'Fieschi. — S. Nico-
niedo, martire (sec. I?).
Memorandum. — Anniversario della nascita
del Principe di Piemonte, ereditario d'Italia
(1904). — Scade il termine utile per la pre-
tentazione delle domande di ammissione alla
sessione autunnale degli esami di licenza gin-
nasiale e liceale, e agli esami di ammissione
alle classi del ginnasio e del liceo; ma per
gravi motivi, e con l'assenso del Provvedi-
tore, si accettano domande tardive sino al
20 del mese per i primi, al 25 per i secondi.
— Nella provincia di Bologna og^-i si apre
la caccia con le reti fisse; in quella di Milano,
la caccia alla lepre; in quella di Modena, con
le reti fisse e panie; di Novara, coi cani se-
gugi, nelle località inferiori alla zona del ca-
stagno; di Parma e di Piacenza, con le reti
fisse e con le panie; di Pisa, con reti e altri
mezzi di aucupio. — Estraz. pel rimborso
delle Obbligaz. FF. Romane (comuni). — Festa
nazionale nelle repubbliche di Costa-Rica,
Guatemala, Honduras, Nicaragua (giorno del-
l'Indipendenza). — Cominciano I corsi alla
Scuola Magistrale Militare di Scherma In
Itnnia.
16 Mercoledì!
260-107
S. Cipriano, dottore
della Chiesa, martire.
Vesci>vo di Caitii^'i-
gine, martirizzato l'a. 25.S. — Ss. Marciano e
(liovanni, festeggiati a Civita Castellana. —
Ss. Lucia e Geniiniano, martiri a Roma, ve-
nerati a Lucca (sec. Ill-IVi. — Primo giorno
dello tempor.i di autunno.
Memorandum. — Estraz. Prestito a piemi
Milano l,s(>(; (rimborso il 15 dicembre). — Festa
nazionale del Messico (anniversario della pro-
clamazione dell'indipendenza, 1810).
17 Giovedì '
261-106
Le Stimmate
di S. Francesco
d' Assisi.
Ricorda il prodigio avvenuto al Santo men-
tre si trovava in devoto raccoglimento sul
monte dell'Alvernia. — S. Colomba, da Cor-
dova, vergine, martire de' Mori, l'a. 834. —
S. Satiro, fratello di S. Ambrogio e di S. Mar-
cellina. Fu destinato a governatore in una
provincia d'Italia, ma preferì riunirsi a S. Am-
brogio, eletto allora vescovo di Milano. Mori
nell'anno 37U.
Memorandum. — (Q U. Q. a ore 11,33™. —
Pellegrinaggio al monte dell'Alvernia presso
Firenze, e visita al Saero Speco dove accadde
il prodigio.
18 Venerdì
263-105
S. Giuseppe
da Copertino.
' Nato a Napoli l'a. 1603,
morto l'a. 1(566. Respinto da tutti i conventi
perchè creduto idiota, riuscì a compiere il
noviziato fra gli oblati del terzo ordine. La
sua umiltà ed esattez;5,a nell'adempiere i bassi
uffizi, gli procacciarono tale venerazione che
fu ordinato sacerdote. — Ss. Costanzo e com-
pagni, martiri, tebei, circa l'a. 287, festeggiati
a Dronero (Cuneo). — S. Eustorgio I, vescovo
di Milano, verso gli anni 316-332. — Secondo
giorno delle tempora."
Memorandum. — Festa nazionale del Chili
(anniversario della proclamazione dell'indi-
pendenza, 1870).
19 Sabato 5- Gennaro, vesc, mart.
263-104 Patrono di Napoli, o
^ vescovo di Benevento,
martirizzato durante la persecuzione di Mas-
simiano e Diocleziano l'a. 305. È fama che
esposto con altri compagni nell'anfiteatro per
essere divorati dalle fiere, queste non li toc-
carono ed anzi si posero a lambir loro atfet-
tuosamente le mani ed i piedi. — Ss. Festo e
Desiderio, forse del tempo di S. Gennaro, ono-
rati a Benevento. — S. Costanzo, venerato a
Capri. — Terzo giorno delle tempora.
Memorandum. — Da oggi fino al 26 settem-
bre, si rinnova in Napoli ogni giorno il mira-
colo della liquefazione del sangue di San Gen-
naro. Pellegrinaggio a Pozzuoli, teatro del
martirio del Santo.
Gli Oii d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gii unici perfetti.
— 140
{SETTEMBEE — Vedi a pag. 136).
città, accorsa a soccorrere i cittadini, compie
mille nobilissimi atti di coraggio e di abne-
gazione, meritando le lodi del generale Pia-
nell ed una manifestazione di entusiastica ri-
conoscenza da parte della popolazione.
17 (1860). — Un battaglione del 2» reg-
gimento granatieri e due compagnie del 90
battaglione bersaglieri diurno l'assalto alla
rocca di Spoleto. La compagnia di bersaglieri
comandata dal capitano Prevignano, superata
la prima porta, corre alla seconda, e perduti
parecchi uomini si riordina e torna all'as-
salto, decidendo i difensori a capitolare. Si
distinguono, con il Prevignano, il tenente
Boyer, ed i sottotenenti Montalti, Martini e
Ponti.
18 (1860). - A Castemdardo, il 26o batta-
glione bersaglieri, ed il IO» fanteria condotto
dal prode colonnello Bossolo, respingono i
pontilìei comandati dal generale Pimodan,
molto superiori di numero; mentre il 9° fan-
teria attacca una colonna uscita da Ancona,
facendole 200 prigionieri. Meritano speciale
ricompense al valore il colonnello Bossolo,
il capitano Barbavara, 11 tenente Miguet ed
il sergente Romagnoli.
19 (1860). — La divisione Turr dell'eser-
cito garibaldino fa una recognizione sul Vol-
turno di fronte a Capua, seguendone un vivo
combattimento nel quale si segnalano il ca-
pitano Blanc, il colonnello brigadiere Puppi
ucciso da un colpo di mitraglia, il maggiore
Brucoli, r artigliere Zuppa, ed il capitano
Pedotti che salva due pezzi di artiglieria.
aO (1870). - All'assalto della breccia di
porta Pia a Roma, il sottotenente Federico
Oocito del 12» battaglione bersaglieri è pri-
mo a raggiungerne il ciglio. Il capitano Leo-
poldo Serra, comandante quel battaglione,
ed il- capitano Andrea Ripa, sono contempo-
raneamente feriti: ciò non ostante il Seri-a
lotta a corpo a corpo con uno zuavo ponti-
licio, ed il Ripa, non permettendo ad alcuno
di fermarsi a soccorrerlo, esorta i bersaglieri
gridando Aranti! Savoia!
ai (1866). - Il maggiore Brunetta d'Us-
seaux, sbarcato a Palermo ribellatasi al go-
verno del Re, col 2lo battaglione bersaglieri,
prende d' assalto una grande barricata ai
quattro Cantoni, e superatala, spinto dal suo
coraggio, si avanza trovandosi circondato dai
ribelli con pochi ufficiali, 60 bersaglieri ed
il carabiniere Ludovico Stefanelli, facendosi
con essi nuovamente strada fra 1 combat-
tendi.
fta (1861). — Nel bosco Castiglione (Avel-
lino) il sottotenente Michele Gliamas del 39»
fanteria, sorpi-csa la banda Caruso, con soli
15 uomini; udendo sopraggiungere altri sol-
dati, l'assale dividendo i suoi in due drap-
pelli, e la mette in fuga, uccidendo un bri-
gante ed impadronendosi di 49 cavalli, armi
e viveri, coadiuvato arditamente dal caporale
Sartori.
28 (1801). — Giuseppe Grazia, volontario
nella colonna mobile di guardia nazionale
bolognese comandato del generale Vignolle,
è uccìso combattendo valorosamente in di-
fesa di un convoglio viveri. Il suo nome è
messo all'ordine del giorno, ed è concessa una
pensione alla vedova.
34 (1809). — La divisione italiana co-
mandata dal generale Pino batte in Spagna
una colonna mandata in soccorso dell'asse-
diata Gerona, contro la quale si slanciano i
dragoni Napoleone, con il generale Palombini
ed il colonnello Schiazzetti, ed i battaglioni
comandati da Santandrea e Pelissier, che
s'impadroniscono di un convoglio di viveri,
e fanno prigionieri 32 ufficiali e circa 1000
soldati.
aS (1860). - Il 230. e il 25» battaglione
bersaglieri, comandati dai capitani Massimi-
liano Menotti e Macedonio Pinelli, prendono
d'assalto il poggio d'Altavilla dinanzi ad An-
cona, battuto dal forte di monte Pelago. Am-
bedue i comandanti sono promossi maggiori
per merito di guerra. Il tenente Cantarelli,
uno dei primi nell'azione, ha la testa fra-
cassata da un colpo di cannone.
36 (1860). — Il sergente Bar tolommeo
Dutto dell' 11» battaglione bersaglieri, sotto
Ancona, occupata una casa, riceve con il vivo
fuoco di pochi uomini, a breve distanza, l'at-
tacco di una compagnia di cacciatori, e fatta
suonare la carica dal trombettiere Caramelli,
insegue gli assalitori fino sotto le batterie del
forte di monte Pelago, quantunque sia ferito.
37 (1825). — Una piccola divisione na-
vale Sarda, comandata da Francesco Sivori,
presentatasi il 24 davanti a Tripoli, avendo
quel bey dichiarata guerra alla Sardegna,
assale di notte i legni tripolini ancorati in
porto, prendendone alcuni, abbruciandone
altri. Si segnalano, con" il Sivori, gli ufficiali
Mameli, Pelletta, Chigi, Millelire, T^anca e
Villarey, il guardia marina Carlo Persane, il
nostromo Bottini, i timonieri Belledonne e
Zicavo.
38 (1863). — Il sottotenente del 4° gra-
natieri Niccolò Flumiani, di Udine, saputo
che le bande Caruso e Schiavone erano bi-
vaccate in una masseria, parte da Rocchetta
(Basilicata) con i pochi soldati disponibili, e
circondato dai briganti prima di giungervi,
cade combattendo valorosamente insieme con
i granatieri Grassi, Avaldi, Cressino, Gazzotti,
D'Agostino, Crivelli, Accania.
a9 (1862). — Le regie navi Vittorio Ema-
nuele (comandante Albini), Goternolo (D'Aste)
e Costituzione (Wright) battute dal fuoco di
80 pezzi della fortezza d'Ancona, bombardano
da 600 m. le batterie del molo, e la Carlo
Alberto da 200 m. facendo saltare in aria la
torre della lanterna e determinando la resa
della piazza. I comandanti sono decorati della
medaglia d'oro.
SO (1861). - Il capitano Gio. Batta Bo-
doni del 40» fanteria, si slancia per primo in
una casa di campagna occupata dai briganti
nel territorio di Nola, atterrandone due fat-
tiglisi incontro con l'arma In pugno, arre-
stando gli altri.
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
18. - GUIDO RENI
(n. Calveueano presso Bologna, 1575-1642)
pittore altra volta portato alle stelle anche più che non richiedesse il suo merito reale.
Lavorò troppo e talora abborracciò: ma è sempre un grandissimo artista, basterebbero
a farlo tale, la Madonna della Pietà e il Massacro degli Innocenti (l'uno e l'altro a Bologna),
la famosa Aurot-a, e i suoi Ecce homo.
SETTEMBRE 1908
— 149 —
(39a Settimana)
20 Domenica! ^* Eustachio, soldato, m.
364-103 S. Candida, vergine
■ — — e martire, cartaginese
(sec. IL ?), festeggiata a Ventotene (Pozzuoli).
— S. Agapito, papa dal 535 al 536. - S. Cli-
eerio, vescovo di Milano dal 436 al 433.
Memorandum. — Anniversario della caduta
del potere temporale e della unione di Roma
all'Italia. Festa civile legale. Commemora-
zione alla breccia di Porta Pia a Roma. Sono
chiuse le Biblioteche, le Gallerie, i Musei. —
Festa campestre caratteristica alla Madonna
della Rocca a Taormina. — Nella provincia
di Porto Maurizio, è pei-messa da oggi la
caccia con le reti fisse o portatili, panie ed
uccelliei-e. — In tutta la Confederazione Sviz-
zera, giorno di pubbliche preghiere.
21 Lunedi | S. Matteo, ap. ed ev.
365-103 Da pubblicano chia-
' mato a seguir G.C., ere-
desi morisse martire in Etiopia. — A Salerno
ed a Belgioioso feste patronali.
Memorandum. — Fiera ad Este. Dura otto
giorni. — Fiera a Frascati. — Fiera di San
Matteo a Salerno, ricca di cavalli e bestiame.
— In Toscana si dice: "A San Malte, l'uccel-
latore salta in piò. „ — Pagamento delle pen-
sioni governative di seconda categoria (supe-
riori a L. 500, ma non a L. 2000 annue.
22 Martedì 1' ^ Dolori di Maria SS.
366-101 S. Maurizio, soldato,
" martire. Capo della le-
gione tebea, martirizzato l'a. 287 unitamente
ai suoi compagni. — Festa patronale a Jesi di
S. Settimio (vedi 6 settembre). — Ss. Digna
ed Emerita, sorelle martiri a Roma verso gli
anni 254-260.
Memorandum. — Principio dell'anno se-
condo il Calendario repubblicano francese.
Oggi, primo Vendemmiale, comincial'anno 116.
23 MercolediiS. Lino, papa, martire.
367-100 I Fu l'immediato suc-
cessore di S. Pietro sul-
la cattedra pontificale, nel 67 (o 76?). Era
figlio ad Ercolano e nato a Volterra. — S. Te-
cla, venerata comò la prima martire tra le
vergini (sec. I). Avendo fatto voto di verginità,
un giovane signore al quale era stata pro-
messa sposa, si unì coi di lei parenti per tra-
durla davanti al giudice come cristiana. Fu
condannata ad esser pasto alle fiere. Uscitane
illesa, dicesi finisse 1 suoi giorni in Seleucia.
— S. Sofia, verg., mart., venerata a Sortine
(Siracusa).
Memorandum. — Equinozio d'autunno. —
Oggi il giorno e la notte solare sono di uguale
durata. — Entra il Sole in Libica, e comincia
l'Autunno astronomico. — Anniversario della
morte di Francesco Domen.- Guerrazzi (1873).
Commemorazione a Livorno per cura delle
Società democratiche.
21^ Giovedì
368-99
8. Gerardo, vesc, mart.
Nobile veneto, entrò
neir ordine benedetti-
no, e divenne l'apostolo dell' Ungheria e ve-
scovo di Casnad. Per ordine del re, fu la-
pidato l'a. 1046. — S.Terenzio, mart., circa
gli anni 244-249, patrono di Pesaro, — S. Cleto,
confessore, venerato a Tivoli. — Commemora-
zione dei SS. Monaci della badia di Nonan-
tola, stati massacrati dagli Ungheresi nel 903.
Memorandum.
25 Venerdì l^- Tomaso daVillanova.
369-98
Arcivescovo di Va-
' lencia, in Ispagna, nato
morto l'a. 1555. — S. Anatalone,
Il 64, o dal
l'a. 1488.
primo vescovo di Milano dal 51
53 al 61 secondo il Sassi.
Memorandum. - Ci) L. N. a ore 1 5,59™. —
Termine per presentare le domande di am-
missione all'esame di maturità nella sessione
autunnale per parte dei candidati provenienti
da scuola privata e paterna. — Si chiude nella
provincia di Sassari la caccia alle quaglie,
pernici e lepri.
S. Guerino, monaco.
Di Corvey in Sasso-
IX.
26 Sabato
370-97
~ — — ' nia, fiori nel see.
— S. Virgilio, vescovo di Brescia, tra gli anni
480 e 516 circa. — S. Nilo, abate di Grotta-
ferrata (a. 980). — S. Giovanni Meda, fondatore
dell'ordine degli Umiliati.
Memorandum. — Boac-Ascianà, ossia Capo-
danno israelitico. Principia 1' anno 5669. —
Fiera ad Isernia. Dura 3 giorni.
SETT.-OTTOBRB 1908 - 1 1 • -
(40a Settimana)
7 Domenica
271-96 I
Ss. Euprepio,
Cosma e Damiano, mm.
Questi ultimi erano
i vtolll. od acftbl di nascita. Educati nel crl-
6tiancsfiiio, si applicarono allo studio della
medicina, Lisia, spedito da Diocleziano ad
Egea come prefetto, li fece torturnr?. Scam-
pati miracolosamente, vennero fatti decapi-
tar© l'a, 30.S. — S. Adolfo, martire del sec. IV.
— Festa patronale di S. Veronica a 13ina->co.
Memorandum. — Fiera a Vignola. — Fiera
dei Ss. Cosma e Damiano a Secondlgliano,
presso Napoli: dura sino al 1» ottobre. —
Fiera o festa dell'Addolorata in Mirabella
Eclauo (prov. di Avellinol. 11 Sabato succes-
sivo trasporto del carro in paese. — Fiera di
Sant'Antonio a Spezzano Albanese (provin-
cia di Cosenza): dura sino alla 1» domenica
di ottobre. — Festa solenne per gli Abissini,
detta Masqnl o Fesfa (iella Croce. — Comincia
il mese di Ramadan per i mussulmani.
28 Lunedi
272-95
S. Venceslao.
Re di Boemia, si ado-
però nel diffondere la
ligione cristiana fra i suoi sudditi. Fu ucciso
tradimento dal fratello Boleslao, il 28 set-
inbre 939. — 8.» Eustochia, discepola di
Gerolamo, morta 1' a. 41'J.
Memorandum. — Fiera detta di San Mi-
. hele in Controne (Salerno). - Oggi paga-
mento desìi stipendi agli impiegati gover-
nativi.
29 Martedì
373-94
S. Michele, arcangelo.
Oggi si festeggia la
dedicazione di un tem-
pio eretto a s. Michele sul monte Gargano.
Memorandum. — Fiera di San Michele à
irano in Valtellina. — Fiera di cavalli a
-. Bonifacio (prov. di Verona). Dura due
orni. — Festa dell'Arcangelo San Michele
n fiera a Coronata di Cornigliano (Genova).
- Famosa fiera di uccelli a Montopoli nel
Valdarno inferiore. — Anniversario della li-
iK-razione di Ancona (1S60), festeggiato in
M nella città. — Pellegrinaggio al Monte Gar-
■ ino. — Fiera a Caltanissetta per la festa del
itrono S. Michele. — Oggi a Milano in molte
tre città della Lombardia e nelle Romagna
•adono gli aflBtti annui delle case e si fanno
traslochi. — In Toscana si dice oggi: " A
San Michele il calore va in cielo; ., e anche:
"Quando l'Angiolo [Michele] si bagna l'ale
fcioè piove], piove sino a Natale „.
30 Mercoledì ^- Gerolamo, dottore.
274-93 I ^ "<• d*^' P'*^ grandi
dottori della Chiesa
latina, mori nonagenario a Betlemme, l'a. 420.
Nacque a Stridone in Dalmazia; il desiderio
di perfezionarsi nelle scienze gli fece intra-
prendere diversi viaggi, e potè affiatarsi con
uomini di sapere. Venuto a Roma, papa Da-
maso lo ritenne presso di sé e dopo la costui
morte, si ritirò nella Palestina, dove mori
nel 420 a 90 anni. — S. Amato patrizio e primo
vescovo di Nusco dal y'.>7.
Memorandum. — Cessa nella provincia di
Catanzaro il permesso di caccia alle quaglie
e ai volatili di passo con qualunqiie mezzo;
in quella di Ferrara, la caccia coi levrieri alle
lepri, e con le reti detto * diluvio „ agli uc-
celli : di Parma e Piacenza, con 1 levrieri; di
Sassari, ai caprioli, daini, cervi e mufloni.
1 Giovedì
275-93
S. Remigio, vescovo.
Fin dall'adolescenza
fece tali progressi nella
lettere che fu eletto, sebben giovane, vescovo
di Reims. Si reso celebre per la conversione
di Clodoveo, re dei Franchi, e della nazione
francese al cristianesimo. Mori il 13 gennaio
533. — S. Gregorio Magno, pp. (590-604) ono-
rato ad Orvieto.
Memorandum. — Comincia la sessione au-
tunnale di esami nei Ginnasi e Licei. — Co-
minciano i corsi alla Scuola d'applicazione
d'artiglieria e genio e alla Scuola di guerra
in Torino. — Da oggi fino a tutto marzo ora-
rio invernale per gli uffizi telegrafici a orario
di giorno completo e ad orario limitato (per
i primi dalle 8 alle 21, per i secondi dalle
9 alle 12 e dalle 14 alle 19). — In questo
mese è permessa la caccia con le reti por-
tatili nelle provincie di Bologna, di Milano,
di Modena, di Parma, di Piacenza; la caccia
ai cervi, daini e mufloni nella provincia di
Cagliari; con le reti vaganti e con la ragna
al capannello, con richiami in quella di Massa
icox\ la civetta e panie a tutto novembre):
coi lacci ai tordi (soltanto sino al giorno 15),
in quella di Napoli; coi segugi e cani da
corsa nei terreni non coltivati a vigna (fino
a tutto dicembre), in quella di Torino. —
Finisco la stagione della pesca del corallo.
Da oggi fino a tutto aprile è anche vietata
la pesca dello vongole o arselle nel golfo di
Napoli. — Oggi a Torino si sogliono pagare
gli affitti semestrali. — Entrano in funzione i
nuovi capitani-reggenti della repubblica di
San Marino (fino al 31 marzo).
2 Venerdì
276-91
I ss. Angeli Custodi.
Festa istituita da
Paolo V, ed estesa a
tutta la Chiesa da Clemente X l'anno 1670.
— S. Modesto, martire, festeggiato a Bene-
vento (sec. III-IV).
Memorandum. — Roma festeggia l'anniver-
sario del plebiscito in favore dell'unione al
Regno d'Italia (1870). — Fiera ad Onoglia.
3 Sabato ^- Calimero, vesc, mari.
277-90 I Morto in Milano sot-
to Commodo, verso l'a.
191. (Vedi anche 31 luglio). — S. Gerardo,
abate di Brogne. — S. Candido, martire a
Roma.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 7,14»". —
Estraz. pel rimborso delle Obbligazioni fer-
roviarie Vittorio Emanuele (1863).
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il rimedio delle malattie denti oraani dìaerentl.
- 144 -
I CONSIGLI DEL MESE (Igiene ed Economia Domestica).
SETTEMBRE
Per im^nanear la pelle abbronzata dal sole — Il bagno d' acqui dolce — La vita igienica —
II pane — La voce — La cura del giardino — Spugne florifire — Contro le punture d'api,
vespe, ec.
I bagni di mare, a cui nei due scorsi mesi
vi sarete abbandonati largamente, e, forse,
anche oggi v'andate abbandonando, vi avran-
no, senza dubbio, abbronzata la pelle. Poco
male per gli uomini che acquistano, anzi,
così, un aspetto più marziale; ma malissimo
per le donne a cui è caro di poter mostrare
una carnagione candida come i gigli. Ad esse,
dunque, io darò un rimedio per imbiancare
di nuovo la loro pelle. Mescolino 125 gr. di
mollica di pane di segala, allora allora uscita
dal forno, con l'albume di quattro ova fresche
e con mezzo litro di aceto di vino; agitino
alquanto la miscela, la filtrino attraverso un
pezzo di tela, e se ne lavino il viso. Ba-
stano due o tre giorni di seguito di simili
abluzioni, perchè la pelle torni perfettamente
bianca.
E allora potrete cominciare 1 vostri bravi
bagni d'acqua dolce, che presi in casa o in
luoghi chiusi, vi lasceranno il volto bianco.
Io credo non vi sia mese più propizio del
settembre per abituarsi al bagno dolce quo-
tidiano. L'acqua fredda ha un'influenza assai
benefica sul nostro organismo: essa lo toni-
fica, lo rinvigorisce, lo rende immune da una
quantità grande di malattie. Ma il suo effetto,
d' invei-no, è di gran lunga superiore che
d'estate. Bisogna danque abituarcisi fin da
questo mese, che ha ancora una temperatura
mite, ma che segna l'ultimo confine del-
l' estate.
Vi sono varil sistemi per fare il bagno In
casa, e, prima di decidervi a sceglierne uno,
voi dovrete studiare il vostro temperamento.
Le persone nervose, eccitabili, si debbono
tener lontane dalle docce, che aumentereb-
bero la loro eccitabilità; le persone calme,
invece, possono prenderne liberamente. Come
si sostituisce la doccia? In una maniera sem-
plicissima: o con doccia a getto senza forza
alcuna, o con la spugna. Molti, a cui la doc-
cia violenta viene sconsigliata, ricorrono al
bagno ad immersione o al cosiddetto impacco
nel lenzuolo bagnato. Io però credo che la
spugna sia meglio di tutto. Vi mettete, ap-
])ena alzati dal letto, completamente nudi, in
una vasca vuota di zinco, e con una grossa
spugna più volte Imbevuta d'acqua, bagnate
il corpo intero. L'acqua deve essere fredda,
e prima di cader sul corpo, deve aver toc-
cato 11 volto, la fronte. Diversamente il san-
gue affluirebbe, con danno, tutto al cervello.
Seguendo questi consigli, voi tollererete
l'inverno benissimo, guarirete dalla sonno-
lenza, riavrete un equilibrio mentale perfetto.
Dopo il bagno, però, non dimenticate di far
la reazione, o con efficace moto all'aria aperta,
o anche rimettendovi per cinque minuti a
letto sotto le coperte di lana.
II bagno freddo giova non solo alle per-
sone che soffrono di prostrazioni nervose, ma
alle donne dispeptiche, biliose e corpulente,
a ohi (e In questo caso deve esser bagno a
doccia) soffre di disordini catarrali dell'inte-
stino, dipendenti da torpore epatico.
Però il solo bagno non basta a dare la
salute perfetta del corpo e dell'anima. Bi-
sogna crearsi tutto un metodo di vita igie-
nico. Per esempio non dormite molto, fate
moto ogni giorno, fuggite l'umido e le cor-
venti d'aria, lasciate che nella vostra stanza
l'aria (tranne quando, lo ripeto, si incroci
in corrente) entri libera; procurate, prima di
uscire dagli ambienti caldi ed entrare nei
freddi, di cacciare a poco a poco, il calore
dalle membra; alla pulizia del corpo accop-
piate quella dell'ambiente in cui vivete; non
leggete, e soprattutto non scrivete nelle ore
della digestione; non rimanete a lungo, di
sera, a scrivere, tenendo gli occhi fissi sulla
carta bianca e dinanzi a un lume a petrolio
(se vi siete costretti e volete evitare l'oftal-
mia, usate lenti affumicate).
Ed a proposito dell'occhio non si avranno
mai cure soverchie per proteggerlo contro le
insidie che ne minacciano ora per ora la de-
licatissima natura.
Che la luce naturale sia l'elemento indi-
spensabile della vista, e che sia pure la più
conforme alla funzione dell'occhio, non ha
bisogno d'essere dimostrato. Essa è per gli
occhi come gli alimenti per lo stomaco. Di-
fatti gli alimenti sono necessari alla vita: ma
se se ne ingeriscono in gran quantità, o in
poca, la salute umana ne soffre. Lo stesso si
PkUÒ dire della luce: se è troppo intensa o
mal diretta, affatica l'organo visivo; se è
troppo debole lo predispone a malattia. La
viva luce del sole, oltre che per l'attività
dell'occhio, è ancor necessaria per la salute
generale. Tutti sanno, per esempio, come fra
le vallate profonde e rimosse dalle alpi, dove
il sole o non penetra o vi si mostra per po-
che ore del giorno, o per alcuni mesi del-
l'anno, si cercherebbe invano fra la popola-
zione che vi è nata e vi cresce, aspetto sano
e rigoglioso.
E, per conchìudere questo paragrafo, di-
ciamo una parola pure sulla voce. Una cul-
tura molto negletta nelleducazi )ne del bam-
bino è quella che a questo istrumento umano
si riferisce. Non si insegna a respirare, né a
pronunziare; non sì corregge il timbro difet-
toso, dimenticatìdo che una bella voce, ben
netta, chiara, vibrante, tale da poter portar
lontano la parola, è non solamente un pre-
gio, ma una necessità della nostra vita so-
ciale. Mentre, più o meno, tutte le signorine
sanno tormentare un pianoforte, ben poche
sanno guidare la propria voce, e cantare con
gusto e metodo.
Il dott. C. E. Busey ha fatto degli studil
interessanti in proposito. Egli considera il
canto come un profilattico contro la tisi. L'au-
• -IH su (|iir<io tinto. ixMi iKUo un
. tso tutti I popoli i fiuftli ooltl-
■ . gif iiullvidni sono piti forti,
il hanno li petto più largo e più
1 tutti 1 sensi. Le primo manife-
.» tisi si producono gcnernlntento
nella purie superiore del polmoni, airapltc.
Ciò si spiega coir Inattività relativa di queste
parti superiori e con la disposizione partico-
lare dei bronchi. In virtù della quale l'aria
Insperata è condotta più facilmente verso lo
1).. -i> le sommità polmonari. Siccome
r. ■ tutta la capacità polmonare,
li' rcizio vocale la quantità d'aria
inspiraci por minuto, è più considerevole.
Il canto può, dunque, considerarsi a buon
diritto come uno dei rimedii più efficaci per
prevenire gravi attacchi di tisi.
Un altro coefficientu alla salate sono gli
alimenti. State attenti a non farvetie sfuggire
alcuno men che genuino. Molte volte è dalla
loro adulterazione che ci vengono i peggiori
malanni.
Io non ho il modo di mettervi in guardia
-u tutto: ma aggiungerò poche parole sul
pane, il primo nostio alimento. — È meglio
mangiarlo fresco o duro? — si chiede qnal-
•Mino. Gli stomachi vig«ìrosi preferiscono il
■(.•ondo eh' è più sapido e ch'essi possono
.:gerir bene; gli ammalati di dispepsia e di
gastrolgia, si attengono al primo. Vi è, però,
un fatto che dovrebbe consigliare il pane
fresco per tutti: esso non contiene micror-
ganismi; perchè l'alto calore del forno li ha
uccisi, mentre il pane duro, in special modo
se è affettato, è invaso subito da micròbi che
ivono e prolificano nella mollica. Il pane
lanco poi. più acido, ospita più colonie del
l-ane bigio.
Quindi siamo intesi. Volete la salute? Fate
Kagni freddi quotidiani con la spugna, crea-
tevi un sistema igienico di vita, e.... mangiate
pane fresco.
II settembre ò il mese propizio alla cul-
tura delle piante ornamentali. Quale occa-
ione migliore di questa, per discorrere un
: ico sulla cura che bisogna dedicare al pro-
prio giardino?
Non è qui il caso di fare menzione di
quelle specie provenienti da climi tropii-ali
che nei loro paesi vengono usate come piante
di utilità, mentre cresciute nelle nostre serre
non sono che di puro ornamento: ma cùtc-
remo quelle già molto dilfu.se nei nostri giar-
dini, che possono trovare un posticino anche
nella cucina.
Fra le molte specie di erbe aromatiche
alcune sono impiegate nei giardini per for-
mare dflle graziose bordure, come il Timo
l'iintua vulyaris), la Maggiorana (Orìgamim
'l'ijurancides), la Santoreggia (Satureia hot-
(ensis), le diverse varietà di Basilico (Ort/mam
basilicum) e qualche altra delle quali, mentre
il cuoco si serve per aromatizzare le vivan-
de, il giardiniere si serve per aggiungere pro-
fumo ai mazzi di tiori. I fiori della Cap-
puccina e Nasturzio (Tropenlum majns) che
coi colori smaglianti fanno il più bell'orna-
mento dei giardini, della terrazza e persino
delle finestre, servono come un'aggiunta delle
devolnienttì plreantc, e lo Siunontl non ni
tutto mature si conservano in aceto e rim-
piazzano 1 capperi. I fiori del Begliuomini
l/iiipiilient litiltiftminn) fanno parte delle guar-
niture delle insalate e di altri piatti freddi. I
frutti di diverso specie di zucchetto ornamen-
tali a formo tanto bizzarre sono delicatissimi
so mangiati fritti, colti però non maturi e cloò
prima ehe la loro scorza s'indurisca; la specie
a forma di arancio {Cucurbita anrantiaefunnis),
quella a forma di mela bianca (C. mnliformis),
quella candida a forma d'uovo {C. oviformis),
la specie detta Benincasa (litnincasn cerifera)
sono pregevoli se cucinate nel modo suindi-
cato, mentre non mancano di ornare coi loro
bei frutti gli steccati o le cerchiate al quali
si arrampicano gli esili loro fusti. L'Jpio»
tuberosa o Gli/cine Apios è una graziosa pian-
ticella rampitìcante a fiori molto odorosi; le
sne radici, che sono tuberose e possono rag-
giungere la grossezza media di una mela,
sono feculenti ed hanno un grato sapore se
cucinate come lo patate.
Il fagiuolo di Caracalla {Phaseolus Cara'
calla) è uno dei più bei rampicanti a fiori
con petali carnosi e bizzarramente inanel-
lati, 1 q^ali sono eccellenti se fritti con burro
e formaggio. Potremmo citare qualche altro
genere ma, come già dicemmo, quanto più vi
è merito ornamentale, il merito culinare di-
venta minimo ed insignificante.
Indichiamo, invece, un mezzo semplicis-
simo per ornar le sale con vasi di verdura.
Si tratta di piante contoiute nelle.... spugne.
Sicuro: spugne fiorifere di grazioso efletto.
Si prende una spugna ordinaria, piuttosto
grossa; la si imb.'ve bene con acqua calda,
quindi la si comprime colle mani fino a che
abbia perduta la metà dell'acqua. S'intro
ducono nei fori della spugna varie qualità
di semi che germogliano con facilità, come
miglio, trifoglio, ec. Si colloca la spugna così
preparata in un vaso che può appendersi nel
vano di una finestra. Tutte le mattine si deve
bagnare la spugna. I semi in breve germo-
gliano, e si ottiene una specie di zolla ver-
deggiante con varie colorazioni a seconda
dei semi che si sono adoperati.
Qualche consiglio pratico. Il mese porta
un vero sciame di vespe, api e brutta com-
pagnia. Come guarire dalle punture che per
caso ci possono infliggere e che, se in gene-
ralo iniettano una piccola quantità di veleno
inoflensivo, in casi speciali possono perfino
produrre la morte?
Al primo sintomo di dolore, ro.ssore e
tumefazione della parte, occorre ricercare
per mezzo d'una lente d'ingrandimento ed
estrarre il pungiglione. Poi si laverà la parte
con miscuglio di 100 gr. d'acqua, 100 gr. di
alcool e 10 gi\ di ammonìaca. Infine si appli-
cherà un po' d'ovatta imbevuta in 50 gr. di
cloridrato di cocaina.
Altro rimedio buono è quello di strizzare
sulla parte otìesa, in modo che vi mandi sopra
il succo, un ramoscello di timo, menta, mag-
giorana, rosmarino o altra pianta aromatica.
Se la piant cella è secca, basta umettarla eoa
un po' di saliva.
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
^ 14G -
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
OTTOBRE
1 (1860). — Durante la battaglia del Vol-
turno, il maggiore garibaldino Pilade Bron-
zetti, con soli 205 uomini, difende valorosa-
mente la posizione di Castel Morrone, estrema
destra della linea di battaglia, contro 6000
Borbonici condotH dal generale Perrone, e
cade combattendo a corpo a corpo, mentre
Giuseppe Mirri, ferito da varii colpi di baio-
netta mentre tenta aprirsi una strada, rimane
sopraffatto dal numero e prigioniero.
a (1870). - Il brigadiere Chiaffredo Bor-
gia, appostato nel villaggio di Furci (Chieti)
con quattro carabinieri, raggiunge il capo-
banda Pomponio, che sorpreso si era dato
alla fuga, e lo afferra quantunque il brigante
gli spari quattro colpi di rivoltella a brucia-
pelo: il carabiniere Pavan sopraggiunto, uc-
cide il Pomponio e salva la vita al suo su-
periore.
3 (1882). - I carabiBieri Zuccotti e Poli
mandati da Adria a sorvegliare alcu le loca-
lità minacciate dalla inondazione, durante la
notte, udite delie grida, accorrono con una
barca e salvano 13 persone, poi ne raccolgono
altre 19, che vengono tutte poste in salvo al
sopraggiungere del mai'esciallo Tormena, con
barelle e soldati del 39o fanteria.
4 (1882). — Lo stesso carabiniere Gio-
vanni Poli, saputo che una vecchia sordomuta
di 87 anni ed un'altra inferma di 77, abban-
donate in una casa stavano per annegare,
gettatosi a nuoto, una dopo l'altra trasporta
in salvo le due Infelici sulle proprie spalle,
con grave rischio di essere travolto dalla cor-
rente.
5 (1812). - Il cav. Angelo Olivieri de Ver-
nler, di Torino, entrato nel 1806 volontario
nella guardia d'onore del viceré d'Italia, dopo
l'occupazione di Mosca, essendo tenente, è
incaricato della difesa del castello di Pechon-
kow, e vi si mantiene per 4 giorni con soli 100
uomini, respingendo gli assalti dei cosacchi
e mantenendosi in comunicazione con Mosca,
avendone lode da Napoleone, la promozione
a capitano e la legione d'onore.
6 (1811). - Il capo battaglione Falavelli
del C'> fanteria italiana, perduti 230 uomini
e mancando assolutamente di vettovaglie, è
costretto a capitolare dopo avere difeso per
nove giorni contro numerose forze spagnole
un convento di Calatuyad, essendo occupata
già la città. Il maresciallo Suchet loda il va-
lore della truppa nella " brillante e vigorosa
difesa. „
7 (1861). - Il tenente Versar!, del 44» fan-
teria, difende il paese di Rendinara in vai
Roveto, assalito da Chiavone con 300 briganti,
e li costringe a ritirarsi dopo sei ore di fuoco.
8 (1868). - Il brigadiere dei RR. Cara-
binieri Camillo Srambilla, costretto a com-
battere contro tre briganti in terreno intie-
ramente scoperto, nel territorio di Bagnara
(Calabria) ne uccide uno, e ferisce e ne fa pri-
gioniero un secondo.
9 (1895). — Il maggiore Amelio, con sei
compagnie e due pezzi, attacca 1200 uomini
della retroguardia abissina a Debra Ailà, so-
stenuto dal 3° batt. indigeno e dii cacciatori
Italiani. Quantunque gli Abissini combattano
con molto valore, la posizione è occupata alla
baionetta dopo mezz'ora di fuoco, distinguen-
dosi, oltre l'Amelio, i capitani Pinelli, Angherà
e Martini, i tenenti Miani e Sapelli, e il fu-
riere Fresco.
10 (1303). — I veliti italiani, comandati
dal capo battaglione Cotti, assalgono il campo
di Milans in Catalogna, prendendo molti pri-
gionieri, viveri e sei cannoni da montagna.
La compagnia del capitano Tinti affronta al-
cune centinaia d'inglesi sbarcati dalla squa-
dra, e sotto il fuoco delle navi, li respinge
avanzando nel mare con l'acqua fino al petto
ed impadronendosi di varie barche.
11 (1861). - Il brigadiere Luigi Galim-
berti, con il carabiniere Brunera, attaccano
quattro briganti, ed il Galimberti, lottando
con due di essi a corpo a corpo, riesce a di-
sarmarli ed arrestarli.
\% (1805). — Il capitano Ravicchlo, pie-
montese, passato al servizio dell'Austria quan-
do fu sciolto l'esercito Sardo, dopo la batta-
glia di Michelsberg perduta dall' arciduca
Ferdinando, fermato nella stretta di Peters-
dorf dagli esploratori francesi, riesce, inco-
raggiando con l'esempio 1 soldati, a salvare i
suoi pezzi precipitati giù dalla strada, ed è
per questo fatto creato barone di Petersdorf.
13 (1848). — Dopo alcuni mesi d'assedio e
33 sortite, ridotti a 300, smunti, laceri e sfi-
niti perchè mancanti di viveri, capitolano i
valorosi difensori del forte d'Osoppo, che com-
battevano agli ordini dell' ing. Leonardo An-
dervolti, di Gaio (Friuli) e di Licurgo Zannini,
modenese. Essi ottengono onorevoli condi-
zioni di resa dal Van der Mill, già in possesso
del paese, ed escono dal forte con musica in
testa ed a bandiera spiegata, davanti la qua-
le la bandiera austriaca s'inchina in segno
d' onore.
14 (1812). — Sebastiano Melis, con un figlio
ed un cannoniere, difende sulla costa orien-
tale della Sardegna una torre assalita dai
barbareschi. Mortogli il tìglio, ucciso da uno
dei primi colpi del nemico, morto poco dopo
anche il cannoniere, continua a difendersi fin
quando gli abitanti de' paesi vicini non giun-
gono in soccorso di lui.
15 (1861). — Il capitano conte Litta ed
il tenente Tecchio, del lancieri Milano, con 60
uomini, raggiungono e sorprendono sul monte
(CoH^tuMa a ^ag. 150),
117-
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
19. - GIUSEPPE RIBERA detto lo SPAGNOLETTO
(Xatlva in Spagna, 1588-1G52)
visse, studiò e dipinse in Italia, quasi sempre a Roma e a Napoli. Scolaro di Michelan-
gelo da Caravaggio, si distinse per un realismo potente e aspro. Fu anche abile acqua-
fortista. Vedasi il Martirio di San Bai-iolonieo, l'Adorazione dei Fautori. Pittore fecondo, si
ripeteva spesso.
OTTOBRE 1908
— 143
(41» SeUìmana)
^ Doinenicn I " SS. Rosario
378-89 I <•' ""^'••^ V«'"3''"^ ^S-
^ — ■ Festaistituita da Gre-
gorio XITI, a comiìieTnorazioiie della vittoria
di Lepanto riportata contro i Turohi iielT ot-
tobre del 1571. — S. Francesco d'Assisi. Fon-
datore dell'ordine francescano e de'terziarì,
]iafrotio della sua città natale. Visse dal 1182
i.l 12-2G. — S. Petronio, vesc. di Bologna dal
41'0 al 450, patrono di questa città.
Memorandum. — A Fiesole, fiera di San
Francesco; dura 3 giorni. — In San Giorgio
a Cremano, presso Napoli, festa della Madon-
na del Buon Consiglio. — Festa e lìera a
Hrancavilla (Catania) per San Placido patrono
del luogo. — Oggi per i protestanti tedeschi
è la Ei-iìtefest (festa delle mèssi).
5 Lunedi I S. Placido, abate, mart.
379-88
> S. Marcellino, vesc. di
Ravenna, dal 232 al 285.
— S. Galla, vedova, del tempo di Teodorico
(457-525). — S. Renato, vescovo di Sorrcuto
verso gli anni 421-450.
IVIemorandum. — Chipur, ossia Giorno del-
l'espiazione per gl'israeliti. — Pagamento
delle pensioni governative di prima categoria
(non oltre le 500 lire annue).
6 Martedì I S.Brunone
380-87 abate, di Colonia, fon-
datore del nuovo ordi-
ne dei Certosini. Morì l'a. IICI. - S. Magno,
vesc. di Oderzo, verso l'a. 640. — S. Adelgi-
so, vescovo di Novara, dall' 835 all' 860. —
— S. Probo, vescovo e martire, onorato a
Gaeta.
IWemorandum. — Nella prov. di Cagliari si
apre la caccia agli uccelli acquatici.
7 Mercoledì 1 S. Brigida, matrona.
381-86 I Principessa di Sve-
zia, moglie ad Ulfone;
ritirossi per tempo in un monastero, dove è
lama avesse frequenti visioni celesti. Morì nel-
l'anno 1473. — S. Giustina da Padova, verg.,
mart. (sec. l?j. — S. Palazia vergine, protet-
trice di Ancona. — S. Geroldo, assassinato
l)resso Cremona (sec. XIH). — S. Marco, papa
nel 336.
IVIemorandum. —
8 Giovedì 1 S. Reparata.
383-85 Verg., martire, circa
^l'a. 250, onorata nella
diocesi di Aiaccio (Corsica), e a Firenze. —
S. Pelagla, commediante in Antiochia. Tro-
vandosi un giorno ad una predica del ve-
scovo Nonno, fu tocca dalle sue parole e
pianse. Si gettò a' suoi piedi, dicendo di voler
riparare alle sue colpe, quindi vendute robe e
gioie, distribuì il denaro ai poveri e dopo fer-
vente espia;',ione, ottenne il battesimo. Prese
il velo delle religiose, e terminò i suoi giorni
ili vina grotta del monte Oli veto.
Memorandum. — In Toscana oggi si dice:
'* A Santa Eeparala ogni oliva inoliata. „
9 Venerdì |S. Dionigi, l'areopagita.
383-84 I Vescovo di Atei' e;
poi apostolo di Lutezia
(Parigi), ove credesi morisse martire nella se-
conda persecuzione, l'anno tì6. — S. Donnino,
martire, patrono di Borgo San Donnino (se-
colo III-IV). Era ufficiale di certe dell'impe-
ratore Massimiano Erculeo. Fu banditala pex'-
secuzione contro i cristiani, e un giorno uscito
di palazzo, non vi tornò più. Fu a Roma, dove
sperava di iiasicondersi.ma l'improvvisa scom-
parsa destando sospetti, furono mandati sulle
sue tracce alcuni soldati. Tra Parma e Piacenza
venne raggiunto, e senza ch'egli opponesse al-
cunaresistenza,glifu tagliata la testa. — S.Dio-
dato, abate di Montecassino, morto l'a. 834.
Memorandum. — (5) L. P. a ore 22.3"', _
Fiera a Castelfranco nell'Emilia. — Festa na-
zionale nella repubblica dell'Equatore (indi-
pendenza di Guayaiuil).
10 Sabato
384-83
I S. Francesco Borgia.
I Figlio di Giovanni,
duca di Gandia, fu chia-
mato Francesco per voto fatto dalla madre
a S. Francesco d'Assisi. Divenne intimo di
Carlo V e lo seguì nelle sue impx-e^e guer-
resche. Viceré di Catalogna, rimasto vedovo,
fu da S. Ignazio ascritto alla sua Compagnia,
ed ordinato sacerdote a Roma. Venne più
tardi creato generalo dei gesuiti, e moi-ì nel
1572. — S. Cerbo, o Cerbonio, vesc. di Massa
Marittima (Populonia), morto l'a. 573 (Baro-
nio). — • S. Paolino, vescovo di Capua, dall'BSS
air843. — S. Andrino, vesc. di Sens dall'830
all' 840. Mori a Ferricres, dove pure fu se-
polto.
Memorandum. — Primo giorno di Succot, o
Festa delle capanne (per gl'israeliti). — Scade
la quinta rata bimestrale delle imposte di-
rette erariali e sovrimposte comunali e pro-
vinciali. Non pagando entro gli otto giorni
successivi alla scadenza, il contribuente in-
corre nella multa del 4 %. — Da oggi al 31
ottobre nella prov. di Como è perme-ssa la
caccia con reti portatili; e quella coi segugi
e cani da corsa, anche nei vigneti, nella prov.
di Torino. - Estraz. pel rimb. djlle Obbllg.
ferroviarie Torlno-Savoua-Acqul.
OTTOBRE 1908
1 1 Domenica
SS5-82
S. Firmino.
Voscovo <r Uzòs, m.
, y^ 5j^3 _ ^ piaoidia,
t^rjfhie, mofta verso l'a. JCO, onorata a Vp-
Memorandum. — Secondo giorno di Succo',
re>*t;\ dolio oapanno. — Omvtl Prie d'Ati-
itnifi a Parigi.
12 Lunedì !
386-81 \
S. Serafino
da Montegranaro.
Morì settantacin-
Hionnc, l'anno 1604. — 8. Pulcheria, impe-
ritrice: 339 453 (Mipne: 10 sett.). - S. Edi-
tio, niart. (sec. III-IV), ricordato a Ravenna.
- S. Opilio, diacono, confessore, onorato a
Piacenza: fiorì verso l'a. 420 Ferrarlo). -
s. Eustachio, prete, venerato a Borro San Don-
nino.
Memorandum. — Famosa fiera dell' Impru-
l'ctii, presso Firenze: dura sino al mercoledì.
— Fiora di S. Serafino in Montegranaro (Mar-
<'he). — Pagamento delle pensioni governative
di terza categoria (superiori a L. 2000 annue).
— CoIi<inhi(s (Idi/, ossia anniversai-io della sco-
perta dell'America per opera di Cristoforo
t'olombo (1492), festeggiato in Spagna e in
molte parti deir.\merica Latina, specialmente
111 quella Centrale, e anche in vari Stati del-
l'Unione nordamericana.
13 Martedì ! S. Edoardo
SST-SO i*e d'Inghilterra, salì al
trono ancor giovinetto,
ma la matrigna di lui Elfrida si era opposta
a codesta elezione, ed aveva tentato ogni via
perchè fosse eletto il principe Etelredo. Riu-
scito vano ogni tentativo, essa dopo tre anni
di regno lo fece pugnalare da un suo domo-
si ico ( 10G6) mentre trovavasi a caccia. — S. Che-
lidonia, verg., morta l'a. 1152, ricordata a Su-
biaco (Roma). — S. Romolo, vesc. di Genova,
verso gli a. 641-649. — S. Luca, abate, morto
l'a. 993, onorato a Carbone e ad Armento,
provincia di Potenza,
Memorandum. —
1^ Mercoledì ! S- Callisto I, papa, m.
288-79 Si attribui.sce a Cal-
' listo la erezione della
chiesa dedicata alla Madonna in Trastevere
ed il cimitero sulla via Appia. Istituì pure il
digiuno delle tempora, e benché la religione
cristiana fosse allora tollerata, pure vi furono
martiri. Lo stesso Callisto fu decapitato sotto
Eliogabalo nel 222. — S. Fortunato, vescovo
di Todi, circa dal 528 al 542. — S. Fortunata,
verg. e mart., l'a. 301, onorata a Napoli.
Memorandum. —
' - (42» Settimana)
15 Giovedì 1 S. Teresa, verg.
289-78 I Nacque ad Avihi l'a.
— _ . 1515. Fu la riformat rlco
deiroi'dlno de' Carmelitani Scalzi. Scrisse ope-
re ascetiche di alto valore, fn una vera mar-
tire di penitenza, e morì nel 1582. — S. Rug-
gero, ve.sc. di Canne (sulla fino del sec. V?),
venerato a Barletta.
Memorandum. — All'albo mumcipalo di
ciascun comune si pubblica la lùsta dei giu-
rati, compilata dalla Giunta mandamentale.
— Oggi, di regola, si aprono le scuole elemen-
tari; ed oggi pure comincia l'anno scolastico.
Comincia la seconda sessione degli e«<ami spe-
ciali (che in qualche università maggiore può
e-osere anticipata al 1« ottobre), ma le lezioni
cominciano molto piì tardi. — Cominciano
i corsi ai Collegi Militari di Roma e Napoli
e alla Scuola Militare di Modena. — Scad.
cedole annuali Società Ang'oRom. illumin.
a gaz. — Apertura della caccia nello Pro-
vincie di Alessandria, Bergamo e Milano con
i cani segugi; nella prov. di Pavia, alle solo
lepri con i .segugi; nelle prov. di Piacenza,
con la muta per le quaglie: nella prov. di
Udine, con la spingarda. — Oggi in Toscana
d cono: "* Per Santa Teresa prepara la tesa. .,
Avviso agli uccellatori! — Da oggi sino al 15
gennaio sono vietati la pesca e il commercio
delle trote, del carpioni e delle bottatrici.
16 Venerdì
390-77
I S. Ga'Io. n^i-to
detto r apostolo (Iella
Svizzera, morì a novan-
tacinque aimi, nel 646. Era nato in Irlanda
dopo la metà del sec. VI, e fu tra i dodici
che seguirono S. Colombano in Inghilterra.
Ricuperata la sanità sul la.jo di Costanza,
eresse alcune celle, origine del monastero be-
nedettino sotto il nome di S. Gallo.
Memorandum. — Oscinanà-Rnbbà, o Fe'Jta
di confermazione per gl'israeliti. — Nascita
della Princ. Maria Pia, Regina di Portogallo
(1847). — Oggi cominciano le lezioni nelle
scuole secondarie classiche e tecniche del Re-
gno. — In Toscana, ci-edono che se piove oggi,
giorno di S. Gallo, pioverà per cento giorni.
17 Sabato 1 S. Edvige, matrona.
291-76 1 Donna d'illustro
lignaggio. Le sue en-
trato venivano consumate nel soccori-ere gli
infelici, e rimasta vedova, vestì l'abito fra
le religiose di Frebnitz. Morì nel 1243. —
S. Margherita Maria Alacoque, zelatrice della
divozione al S. Cuore di Gesù (1645-1690). —
S. Caterio, mart., patrono di Tolentino. —
8. Vittore, vescovo di Capua, dal 541 al 564.
Memorandum. — (C U. Q. a oro 4,35™. —
Sceininì Azéred, o Festa di chiusura per gli
israeliti.
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
{OTTOBRE — Vedi a pag. 146). — 150 —
Quercia (Melfi) una numerosa banda a cavallo,
e dopo un vivo combattimento ne uccidono 31,
fra 1 quali i! capobanda Boschetta, e mettono
gli altri in fuga, prendendo 39 cavalli.
16 (1811). — Il capo battaglione Cecco-
pieri, ritii-andosi ad Illcesca, in Aragona, con
617 uomini compresi 20 ufficiali, è circondato
citta, sono assaliti da varie compagnie di pa-
palini contro i quali combattono per un'ora
e mezzo, col fuoco e la bajonetta, cadendo
morti nella mischia il Cairoli, Antonio Man-
tovani, e Giuseppe Moruzzi e parecchi altri
feriti.
24 (1861). — Il tenente Roberto Castelli,
d& 5500 spagnoli condotti da Mina, e marcia casalese, del 3° battaglione bersaglieri, muore
facendo fuoco per dieci ore consecutive, fin
quando ferito, esaurite le munizioni, e con 20S
morti e 30i feriti, è costretto ad arrendersi
con le lodi dello stesso nemico.
17 (1815). — Il tenente d'artiglieria Elì-
sio Melis, di Cagliari, di presidio al forte di
Sant'Antioco con 17 artiglieri, assalito da un
migliaio di Tunisini sbarcati nell'isola, si di-
fende fin quando colpito alla testa, cade mor-
to, dopo aver veduto morire undici de" suoi
compagni.
18 (1805). — Il dragone Manenti, pie-
montese, all'assalto di un ponte sul fiume
Leck, affluente del Reno, visto il suo capi-
tano ferito e caduto nell'acqua, si getta nel
fiume sotto una grandine di palle, quantun-
que da lui punito lo stesso giorno, lo salva
è corre subito nuovamente all'assalto. Na-
poleone gli appende egli stesso al petto le
insegne della Legione d'onore.
19 (1900). — Un drappello di 12 marinai
italiani, di scorta ad un convoglio di viveri,
respinge valorosamente presso Ma Tao, in
Cina, una banda di 200 hoxers.
a© (1880). — Il 6» e 70 bersaglieri, soste-
nuti dalla brigata Regina con artiglieria, as-
saltano la posizione del Macerone difesa dal
generale Douglas Scotti con 30,000 Borbonici.
Si distinguono il maggiore E. Negri, i capi-
tani Bernini, Brunetta, Gastinelli e Gusberti
ed i sergenti Ferrerò, Betemps e Pibiri dei
bersaglieri. Uno squadrone dei lancieri No-
vara comandato dal capitano V. Cocconito di
Montiglio, sfonda il l» reggimento fanteria
Borbonica, gli prende la bandiera e fa pri-
gioniero il generale comandante in capo.
ai (1805). — L'ammiraglio Carlo Gra-
vina, di Palermo, comandante della squadra
spagnola alleata della francese a Trafalgar,
muore gloriosamente combattendo a corpo
a coi-po, sul ponte AeW Alyeciras, con l'equi-
paggio della nave inglese Townant salito al-
l'abbordaggio.
«2 (1813). - Gabriele Galateri, morto
ispettore generale dell'esercito Sardo e gran
collare dell'Annunziata, essendo ufficiale al
servizio della Russia, non ostante un vivo
fuoco di mitraglia si slancia primo a traverso
un ponte di legno in fiamme, sul fiume Ems,
tagliandone la parte verso il nemico, ed è no-
minato cavaliere dell'ordino di Vladimiro,
sul campo.
«3 (1867). - A Villa Glori, sul monti Pa-
rioli, poco fuori di Roma, 78 garibaldini con-
dotti da Enrico Cairoli, scesi per il Tevere
da passo Corese col diseguo di penetrare iu
da valoroso combattendo contro una nume-
rosa banda di briganti a Sant'Angelo di Palma.
25 (1867). — All'attacco di Monterotondo
da paite dei garibaldini, il capitano Marziano
Ciotti, friulano, intrepido sotto il grandinare
dei proiettili, dà fuoco alla porta San Rocco
per la quale entra per il primo dentro le
mura. Garibaldi lo promuove maggiore con
una lettera nella quale gli invia pure " un
bacio paterno. „
26 (1867). — Il capitano Giuseppe Ber-
nardi, senese, con pochi ufficiali e volontari
garibaldini della colonna Nicotei'a, rimasto
isolato nella casina Va'entini a Monte San Gio-
vanni (Frosinone), si difende ad oltranza con-
tro 300 pontifici, fin quando il fabbricato non
va in fiamme. Allora, fatti uscire prima i suoi
compagni da una finestra, li segue e cade
colpito da una palla tirata dai nemici che si
ritirano.
27 (1848). — Alessandro Poerio, ottenuto
dal generale Pepe il permesso di prender
parte in prima linea ad una sortita contro gli
Austriaci trincerati nel villaggio del Cavallino
(Mestre), con Damiano Assanti supera fra i
primi una barricata difesa da 700 uomini e
due cannoni. Colpito al ginocchio da una
palla stanca, continua ad avanzare, combat-
tendo fin quando cade ferito di mitraglia gri-
dando Viva l'Italia!
28 (1860). - Il tenente Giovanni Ca-
nazza, aiutante di campo del generale Pinelli,
si segnala a Pizzoli 'Ascoli) combattendo con-
tro le bande reazionarie ed inseguendole, ed
è nominato cavaliere dell'ordine militare di
Savoja.
29 (1860). - Al ponte del Garigliano,
dopo una brillantissima carica del reggimento
Piemonte Reale, il 7° batt. bersaglieri, coman-
dato dal maggiore Negri, segnalatosi pochi
giorni prima al Macerone, spintosi avanti tra-
sportato dal proprio valore, rimane per qual-
che tempo solo a fronte di migliaia di Bor-
bonici.
30 (1805). — Alla battaglia di Caldiero,
1 due reggimenti dragoni italiani ed il 2» fan-
teria uniti alle truppe di Massena,. combat-
tono con molta lode. Vi rimangono feriti il ca-
pitano Giovanni Camurri ed il tenente Luigi
suo fratello; ucciso il sergente Fen-arini. Il
tenente d' artiglieria Luigi Camozzi merita
speciali encomi.
81 (1900). — Una colonna di truppe ita-
lo-tedescho, agli ordini del colonnello Gar-
roni, composta di 350 uomini, occupa bril-
lantemente Kuau Ksiea difesa da lòOO ciuesi
oca 5 cuuuoui.
— 151 -
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
20. - GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI detto il QUERCINO
(Cento 1591-1666)
studiò Tiziano e il Caravaggio. Fu grande nel chiaroscuro e nel tocco. Citiamo, tra le sue
opere migliori, V Ecce Homo della Galleria Corsini, e V Auro» a di Villa Ludovisi.
OTTOBRE 1908
- 152
(43» Settimana)
18 Domenica! S. Luca, evangelista.
393-75 Discepolo e segreta-
— ^ rio di S, Paolo, scrisse
il terzo Vangelo canonico, e gli Atti degli apo-
stoli. Si crede morisse martire a Patrasso
l'anno 8G. — S. Giuliano Saba, anacoreta. —
S. Monone, anacoreta del VII sec. -- S. Paolo
delia Croce, fondatore dei Passionisti (1G94-
1775)_ _ Testa della dedicazione del duomo
di Milano, compiuta da S, Carlo Borromeo
noi 157G.
Memorandum. — Simlri-Torà, o festa della
Legge, per gl'israeliti.
19 Lunedì 1 ^- P'^*''^ d'Alcantara.
393-'74 Uno dei più illustri
' santi dell'iberia: fu mo-
naco francescano ed a soli 20 anni destinato
supcriore di Badacos, esercitò il suo uffico in
modo da attirarsi l'universale ammirazione.
Morì a 63 anni nel 1562. — S. Massimo, dia-
cono, patrono d'Aquila degli Abruzzi, mar-
tire verso r a. 250. — Ss. Procolo e Nicea,
martiri, rammentati a Pozzuoli. — S. Euste-
rio o Asterio, vesc. di Salerno dal 535 al 539.
Memorandum. —
20 Martedì
394-73
S. Ele^zario, francese.
Ammalò a Parigi, e
' vi n)ori. in fama di san-
tità, l'anno 1323. — S. Giovanni Canzio o da
Kent, polacco, nato verso il 1403, morto nel
H73. — S. Irene, vergine e martire.
Memorandum. — Fiera a Rovigo. Dura
8 giorni. — Pagamento delle pensioni gover-
native di seconda categoria (superiori a L. 500,
ma non a L. 20jO annue).
21 Mercoledì! S. Orsola
395-73 ® compagne verg., mart.
Il martirio sarebbe
avvenuto a Colonia verso l'a. 453. Molte leg-
gende si formarono in seguito sul numero e
sulla patria di queste vergini. A Colonia si
mostrano anche presentemente molte reliquie
delle compagne di S. Orsola. — S. Follano,
vescovo, martire, verso l'anno 383, onorato a
liUcca. — S. Bertoldo da Parma, confessore,
morto l'a. 1101. — B. Felice Moda, compa-
trono di Posai'o.
Memorandum. — Fiera di Sant'Orsola a
Caulonia (prov. di Bcggio Calabria).
22 Giovedì ! ^- "^'■'o"^, anacoreta.
396-71
Mori
età, l'a.
in tardissima
371. - S. Ve-
recondo, vesc. di Verona (a. 522?). — S. Gio-
vanni Buono, eremi' ano, morto l'a. 1249, ono-
rato a Mantova. — S. Filippo, vesc. di Fermo
verso gli anni 251-254, martire. — S. Mode-
ramno, vescovo, morto nel 730, onorato a Ber-
ceto (Parma). — S. Giovanni Buono, eremi-
tano, morto nel 1269, onorato a Mantova. —
S. Verecondo, vescovo di Verona verso il 522,
Memorandum. — Festa della Madonna della
Neve a Torre Annunziata, in ricordo delia
eruzione del Vesuvio del 1822.
23 Venerdì
397-70
S. Giovanni
da Capistrano.
Nato nell'Abruzzo,
abbracciò la religione di S. Francesco, con-
vertì molti eretici e contribuì a far togliere
Tassodio a Belgrado nel 1456 e dar vittoria
ai cristiani contro i Turchi. Morì nel 1456.
— S. Vero, vescovo di Salerno (sul principio
del sec. V). — S. Severino Boezio (verso l'anno
470-525), martirizzato presso Pavia da Teodo-
rico. — S. Croscio, martire, ricordato a Fie-
sole. — S. Severo, confess., ricordato a Mon-
tefalco (s-c. V). — B. Pietro Luigi Chanci,
missionario, marista, il primo martire del-
l'Oceania, dove fu ucciso nel 1841.
Memorandum. — Entra il Sole in Scor-
pione. — Commemoraz. patriottica a Roma,
presso lo storico niaiidoi-lo sui colli Parioli, per
l'anniversario della morte dei fratelli Cairoli,
caduti combattendo contro i soldati pontilìci
(1867). — Fiera a Potenza: dura 3 giorni.
24^ Sabato ! ^^" Raffaele, arcangelo.
398-69 S. Maglorio, vescovo
in Bretagna, morto l'a.
575. — S. Marcio, eremita, ricordato a Mon-
dragone, presso Sessa Aurunca e Carinola
(Gaeta). — S. Maiorio, martii-e, circa Fa. 450,
onorato a Tivoli. — B. Angelo Porro, servita,
morto l'a. 1506, onorato a Milano. — Ss. Fe-
lice, vesc, Adautto e Felice preti, Fortunato
e Settimio, lettori, martiri a Venosa (Potenza)
nel 302.
Memorandum. — ATuiiversai-io del matri-
monio delle LL. MM. il re Vittorio Ema-
nuele III e la Regina Elena (1896).
OTTOBRE 1908
f44* Settimana)
25 Domenica ^ ^S- Crispino
29c»_0S ® Crlsplniano. martiri.
Martiri a Soissons,
Ma po:spi'U7.loiie di Miissimiaix» o Diode
iii'i. l'rt. •>S7. Net sceolo III questi duo
Ulti, con S. Quintino ed altri, vennero da
■ ma in Francia a predicare il Vangelo i'
;»l>iliix>no loro stanza u Soissons. Giunti nella
• .lilla Deltiica, M;issiiiii:«no Frculeo fattili ar-
. st«re, li consegnò al pretore -peroh»» li in-
duoos.sc a saeri tifare ai;!" idoli. Rifiutando essi,
ftirono decapitati. — S. «ìavino, protettore di
Sassari. — S. Miniato, niart., l'a. 'J54, venerato
a Firenze. — Ss. Crisnnto e Daria, martiri a
Uoma, verso l'a. 284. — Ss. Teodoro. Lucio,
^larco. Pietro, 0 altri centocinquantaduc mar-
ri a Roma, verso l'anno 265. — Ss. Proto, o
lopto. prete, e Gennaro, diacono, martiri,
\vrsj l'a. W2.
Memorandum. — ® L. N. a ore 7,47"». —
' "mmeniorazione patriottica a Roma, della
la^e del lanificio Aiani in Trastevere (1867)
Fiora a Treviso. Dura 3 {giorni. — In Barra.
: osso Napoli, festa popolare detta dei Gigli.
Termina osgi d'ordinario, per le scuole
•^mentari del regno, il periodo utile perle
• mande d'iscrizione e per gli esami di am
:::!Ssione e riparazione e di maturità. — Da
l'ggi fino alla prima domenica di giugno a Na-
poli si paga la rampogna ai pr rMeri dalla mez-
zanotte in poi. — A Parigi seduta pubblica e
I>lcnaria dell'Istituto di Francia per il confe-
rimento dei premi nei diversi concorsi.
26 Lunedi i S. Evaristo. papa.
300-67
Martire della teiza
persecuzione, sotto
Traiano, l'a. 105. Nacque a Betlemme, fu
• ■tto papa nel 97, e governò la Chiesa sotto
-.'imperatori Domiziano, Nerva e Traiano,
l-.ffli primo stabili che i matrimoni fossero
fatti pubblicamente colla benedizione del sa-
cerdote. — S. Gaudisio, vescovo di Salerno
ec. VI-VII). — 8. Fulco Scotti, vescovo di
avia dal 1216 al 1229.
Memorandum. — Fiera a Varese. — Finisce
il mese di Jiaiundnn per i mus!?u'mani. Ul-
timo ;,'iorno di dl-'iuno.
27 31artedi '^' Frumemlo, vescovo.
301-66 j Onorato dagli Abis-
' sini come uno degli apo-
.stoli dell'Etiopia: sec. IV. — 8. Florio, o Fiore,
vose, di Aemonia (Cittanova, nell'Istria), verso
i anni 524-546, festeggiato a Pota (Istria). —
- Elseban re etiopico (532). Rinunciato a,!
irono, finì i suol giorni in oo monastero po-
sto sopra una deferta montagna (Butler). —
B. Francesco da Pesaro.
Memorandum. — Fiera a Montecchio nel
Reggiano. Dura tre giorni. — Oggi pagamento
degli .stipendi agli impiegati governativi. —
Oggi e i due giorni successivi grande Beiram
per 1 mussulmani.
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto
il rimedio delle malattie
Ss. Simone,
e Giuda Taddeo
28 Mercoledì!
303-65
uposioli, marti ii/./,ati in
Persia dopo av*r predicato la fedo in Asia. —
S. Firmiliano, vose, di Cesarea in Cappadocia,
morto l'anno 272. — 8. Cirilla, vergine, mar-
tire a Roma, verso l'a. 2'>0. — S. Fedele, sol-
dato teboo, martire verso l'a. 28S, venerato
a Milano.
Memorandum. — Anniversario della nascita
di Simone Bjlivar detto il Liberatore (17H3),
festeggiato in molti stati del Sud, e del Cen-
tro-.\merlca.
29 Giovedì 1 S. Ermellna, vergine.
303-64 Onorata a Meldraért,
presso Hugard. Mori
verso l'a. 595. — B. Angelo d'Acri (Calabria),
cappuccino, nato l'a. 1669, morto nel 1739. —
Ss. Giacinto e compagni, martiri, ricordati a
Caggiano (? Salerno). — S. Eusobia, verg., m.
(sec. III-IV), onorata a Bergamo. — B. Ben-
venuta Boiani, ricordata a Cìvidale del Friuli.
Memorandum. — Fiera di eavalli a San Bo-
nifacio (prov. di Verona). Dura due giorni.
30 Venerdi
304-63
SS. Marcello e Cassiano.
Martirizzati l'a. 298.
— S. Germano, vescovo
di Capua, dal 518 al 541 circa. — S. Gerardo,
vescovo di Potenza, morto verso l'a. 112;). —
S. Cherubino, martii-e. — S. Saturnino, vesc.
e mart. nella Gallia f250). Romano di na-
scita, si recò nella Gallia verso il 245 man-
datovi da x>apa Fabiano, dove converti gran
numero d'infedeli, non essendo ancora la re-
ligione cristiana propagata in quella regione.
Memoraiidum. — Nella provincia di Cagliari
resta vietata da oggi la caccia ai cervi, daini
e mufloni. .
3 1 Sabato | S. Alfonso Rodriguez.
305-63 Nato l'anno l.">;il.
^m. nel 1617. - S. Anto-
nino vesc. di Milano, verso gli anni 655-661. —
S. Germano, patriarca di Costantinopoli. Vi-se
nel tempo di Leone Isaurico e col grande Da-
masceno fu insigne oppugnatore dell'icono-
clasta imperatore. Cacciato in esilio, vi mori
nonagenario.
Memorandum. — Si chiudono oggi in al-
cuno province diverse caccio speciali, che
durano un solo mese o anche meno (vedi
l" e 10 ottobre). Nella provincia di Sondrio
si chiude la caccia al camoscio e al gallo di
montagna.
ricostituente, la salute delle donne,
degli organi digerenti.
— 154 —
I CONSIGLI DEL MESE (Igiene ed Economia Domestica).
OTTOBRE
La minestra — L' umidità — Le tende al letto e alle finestre — La pulizia del corpo — RI-
medii contro le contusioni ed il singhiozzo — Per conservare i fiori tagliati — Per pu-
lire i cristalli dalle contaminazioni delle mosche — Costoline di montone — Elisir di china.
Fino a questo momento avrete trovato
ch'io dò poca parte ai consigli gastronomici.
È vero ; ma lo spazio mi costringe a limi-
tarmi solo all'attualità. Tuttavia, poiché l'ot-
tobre è, dirò così, un mese.... neutrale, io ne
profitto per parlarvi un po' della minestra,
che, senza dubbio, ha un'importantissima
parte nel nostro nutrimento. Avanti tutto vi
faccio osservare ch'essa dovrebbe, al contra-
rio di quel che non si taccia, mangiarsi in fine
di tavola: infatti, essa non solo riempie lo
stomaco (cosa che non permette di mangiare
qutUo che vieu dopo) ma assottiglia, con la
sua fluidità, i succhi gastrici, e, quindi, inde-
bolisce la forza della digestione. Chiarito ciò,
entriamo nella pratica dell'argomento.
Si può preparare una buona minestra
senza carne? si domandano tutti coloro i
quali preferiscono un pezzo di carne arrosto
ad un pezzo lesso. Bisogna rispondere di si
secondo l'assicurazione di competentissime
persone. Nella Germania del Nord si fanno
zuppe di vino, birra, e frutta; nella Germa-
nia del Sud si adoperano invece gli estratti
di carne. È vero che le prime non sono delle
ottime minestre, e le seconde, fondandosi su
estratti che non si sa se vengono da animali
sani, e che, oltre ad avere un odore piccante,
sgradevole a molti, riscaldano e provocano
alle persone nervose e anemiche palpitazioni
di cuore e ribollimenti di sangue, nutriscono
poco e costano molto ; ma resta sempre che
sono entrambe minestre artificiali.
Quali, dunque, le minestre senza carne,
buone davvero?... Quelle preparate bene con
acqua o succhi vegetali. Bisogna scegliere
acqua in cui siano state cotte radici, carote,
patate, o meglio, cavoli fiori, asparagi, legumi
di qualunque specie. Con una crosta di pane
ed una piccola cipolla senza sbucciare, si darà
al brodo un bel colore giallo. Il miglior modo
è il seguente: fate bollire fagioli, fave o len-
ticchie, con alquanto sale ed erbe da zuppa,
aggiungetevi un po' di soda, e, appena giunta
ogni cosa a cottura, fatela riposare. Così il
brodo si chiarificherà e potrà cuocere riso,
orzo, pasta, ec. Se vi aggiungerete qualche
torlo d'uovo, o un po' di burro o un po' di
farina bruscata, la minestra sarà anche più
sapida delle solite minestre di carne.
Buona dui pari e la cosiddetta zuppa
Kneipp. Si fa con burro, uova, farina o latte
inacidito, aggiungendovi, oppur no, la carne;
utile, invece agli stomachi deboli, è la cosid-
detta Leitziger Allerìei, che si fa cuocendo
separatamente varie specie di legumi freschi,
ed aggiungendovi sugo di farina, prezzemolo
pesto, rosso d'uovo e cipolla rosolata.
Ottime zuppe si ottengono, poi, con la fa-
rina di avena e con la farina bigia ; nella
prima si mette a bollire un po' di buccia di
limone; nella seconda pochi funghi porcini
cotti nel burro. Ai bambini, ai vecchi, ai con-
valescenti, a tutti coloro, insomma, ohe non
possono masticare, consiglio una zuppa fatia
con pane di cruschello.
***
E passiamo ai veri e propri consigli del
mese.
L'ottobre è il mese delle piogge; è l'au-
tunno avanzato che esercita i suoi diritti.
Bisogna stare, quindi, in guardia dall'umi-
dità, che, quando si prolunga troppo, acqui-
sta delle proprietà nocive. L' umidità ostacola
le funzioni organiche e sopratutto, quelle
della pelle; la tensione elettrica diviene de-
primente, la radioattività dell'aria si modi-
fica, e la nostra energia vitale diminuisce.
Noi, quindi, ci vediamo ridotti in pessime
condizioni per resistere alle malattie. Nelle
città fredde, dove già si usano i camini, le
stufe, i caloriferi, si nota una cattiva combu-
stione di carbone : il carbone, è infatti, im-
bevuto di umidità, l'aria che circola nei fo-
colari è umida. Il cattivo funzionamento dei
camini si riverbera sopra di noi. che inciam-
piamo in mille malanni. Se volete conoscere
il livello della salute pubblica, osservate i
camini e le stufe: ove il fuoco si spenga o,
per diversi giorni, bruci male, state attenti
alla vostra salute, che le condizioni atmosfe-
riche sono sfavorevolissime! Non vi esponete
troppo, e, in casa, copritevi bene, evitate di
afl'aticarvi in qualunque modo.
È in questo mese che comunemente s'usa
rimettere in onore le tende per il letto e le
finestre. Tale abitudine se soddisfa il nostro
senso estetico, non rappresenta certo un fat-
tore d'igiene. Al contrario, è causa nociva alla
salute. Noi non possiamo restar dieci minuti
senza che si muti l'aria nei nostri polmionf.
Abbiamo assoluto bisogno dell'aria, e la notte
non meno del giorno. La notte, invece, dor-
miamo d'ordinario, con la porta e le finestre
chiuse. L'aria così non si rinnova punto, e,
se la camera è piccola, finiamo col respirare
aria rarefatta che, col suo acido carbonico, è
dannosissima al nostro sangue. La mattina,
quindi, nell' alzarsi, spesso ci sentiamo la testa
pesante e un senso di malessere.
Le persone che riducono anche più l'aria
della loro stanza chiudendo il proprio letto
fra le tende, commettono un errore gran lis-
simo. Essi non fanno altro ohe privarsi di un
indispensabile alimento. L'aria passa, sì, an-
che a traverso le tende; ma le tende impe-
discono all'aria di circolare liberamente e,
nello spazio che occupano, lasciano stagnante
l'aria emessa da chi dorme.
Bisogna, dunque, non solo togliere le tenda
che circondano il letto ma anche far sì che
entri nelle camere aria pura dalla strada. La-
sciare, perciò, almeno una finestra socchiusa.
Ciò che ho detto delle tende attorno ai
- 155
.,,. ..... -;ìo. Non
no pussare luce
che iinpudlscono
di
ed.
ti pjissji--!.» :ill ;i.ti;l.
I^ loro prpsenz* ci priva dol principale
olotnento: «love non entrano aria o luoo, on-
> il medio»
Detto della luce e dell'aria, diclamo pure
;;\ pulizia del nostro corpo, eh' è un altro
»• non meno capitale fattore di benessere. La
signora Sticl hvsciò scritto, che la pulizia del
corpo è un secondo pudore; essa dà all'uomo
di tutte le età e di tutte le classi una flso-
nomia più aperta, delle maniere più spigliiite
che, insieme, ispirano simpatia. Nulla di più
vero e di più giusto. La pulizia ha un'in-
flaenza notevole sul benessere dell'uomo.
L'operalo deve tutti i giorni curare la toilette
del suo corpo nell'interesse della sua salute.
Non gli è permesso di dimenticare che a cia-
scun momento la superficie del suo corpo si
copre di sudore, di molecole terrose e metal-
liche, le quali impediscono le funzioni dei
pori e sospendono quella più importante della
traspirazione.
Il professionista, l'impiegato, l'uomo d'af-
fari, il ricco, tutti, insomma, si inchinano
ugualmente a questo bisogno imperioso che
inette la pelle in condizione di esercitare le
sue capitali funzioni e prima di ogni altra,
l'esalazione cutanea. Si calcola che ascenda
a circa 1 chilogrammo e 447 grammi per
ogni 24 ore. Tale materia, deponendosi sulla
superficie della pelle, s'evapora ma vi lascia
un residuo solido formato da sali e da pul-
Tiscolo animale.
Mescolandosi coi residui della epidermide
e le polveri venute da fuori, questi depositi
formano uno strato grassoso che bisogna to-
gliere.
La seconda funzione della pelle è la sen-
sibilità tattica che può essere affievolita dal
prodotti che l'esalazione cutanea lascia alla
sua superficie: prodotti in parte destinati ad
essere assorbiti dalla biancheria che si in-
dossa, in parte dalle abluzioni, o, meglio an-
cora, dai baguL
Ed occupiamoci della nostra salute, pas-
sando dal generale al particolare. Vi darò
qualche rimedio contro le contusioni ed il
singhiozzo.
Le contusioni si curano In un modo solo :
mettendo subito sulla parte oflfesa. bagnoli di
acqua freddissima, e continuandoli, se la con-
tusione è grave ed estesa, per molto tempo.
Più si avrà questa pazienza, e minore sarà
l'ecchimosi e per conseguenza più breve il
periodo che conduce alla guarigione.
Talnui adoprano anche irapiaotri freddi di
aceto e midolla di pane, altri usano la tin-
tura d'arnica allungata con l'acqua. Ma tanto
l'aceto quanto la tintura d'arnica non hanno
nessuna azione snlla diffusione del sangue
sotto l'epidermide; essi rafforzano soltanto
i tessuti e tanto giovano inquantochè impe-
discono la rottura della pelle.
Per le contusioni alla tempia o sul resto
della testa, è bene applicare dopo l'acqua
freilda nna densa pasta formata di amido
sciolto nell'acqua. Quella pasta si stonde e
impedisco che formi il bozzolo.
Contro 11 singhiozzo vi dò anche varie
ricette. Questa convulsione del dl.aframma,
causata spesso dall' aver mangiato troppo, si
fa cessare o con una sorpresa, o Inghiottendo
alquanti sorsi d'acqua fredda, pura o acidu-
lata, a brevi intervalli l'uno dall'altro. Nel
caso pooo frequente dol singulto troppo osti-
nato si ricorre all'etere, al ghiaccio, all'oppio,
ai senapismi applicati sulla forcella (bocca^
dello stomaco.
Un altro rimedio semplicissimo ed Infal-
libile consiste nel mesc'olure dello zucchero
con buon aceto e inghiottirne una cucchiaiata.
Il singhiozzo più ostinato si vince turan-
dosi il naso e le orecchie con le mani, ap-
plicando il pollic*" sulle narici o il medio sul
padiglione dell'orecchio, bevendo a piccoli
sorsi un mezzo bicchiere d'ac-iua.
Chiudo con qualche consiglio utile e le
solite ricette gastronomiche.
Oggi di fiori sulle piante non se ne tro-
vano più molti, e bisogna tenere di conto
quelli che si accolgono in casa. Recideteli
bene, con un affilato temperino, ogni qual-
volta cambierete l'acqua ove li custodite;
non lasciateli esposti ad una luce troppo viva,
sia essa naturale o artificiale, e, di notte, co-
priteli con un gran foglio di carta.
In compenso oggi contin ;ano a rallegrarci
le mosche e lasciano costantemente le loro
tracce sui quadri, sulle cornici, sugli spec-
chi, ec. Per pulire, basta fregar la parte con-
taminata col succo delle cipolle fresche. Le
cipolle si tagliano in fette al momento di ser-
virsene. Questo mezzo non ha che l'incon-
veniente di un odore sui generis, che, del
resto, svapora molto presto e serve ad allon-
tanare gli altri insetti.
Ed eccovi la scienza per preparare le co-
stoline di montone. Ben battute e infarinate,
disponetele In una tortiera, con un pezzo di
burro, qualche cucchiaio d'olio, un po' di
lardo, e qualche fetta di prosciutto. Quando
avranno preso colore, salatele, bagnatele con
un bicchiere di vino buono, e fatele cuocere
a lento fuoco. Consumato il vino, versatevi
del sugo o del brodo; terminata la cottura,
mettetele in un piatto. Sgrassate il fondo,
pa.ssatelo allo staccio e servitelo con fette di
pane fritte nel burro.
Se volete servire fredde le costoline, con-
ditele con la gelatina ben limpida.
Una buona ricetta per preparare VElisir
di china, è poi la seguente:
gr. 25 di china calissaia pestata.
„ 3 „ cannella in polvere.
r, 3 , coocinijilia in polvere.
„ 1 fl garofani.
„ 600 , alool a 30 ", y.
Si lasci macerare il tutto per 5 o 6 giorni,
quindi si aggiunga un chilogramma di zuc-
chero e gr. 600 di acqua.
Si filtri e s'imbottigli.
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il rimedio delle malattie degli organi digerenti.
- 156 -
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
NOVEMBRE
1 (1805). — Due reggimenti dragoni e i
granatieri del 2» fanteria italiana, attaccano
al di là di Pojano (Valpantena) la retroguardia
austiiaca dell'arciduca Carlo, facendola pri-
gioniera con il generale Willinger.
2 (1860). — Dopo parecchi giorni di as-
sedio e tre di bombardamento, capitola Capua
contro la quale opei*avano truppe garibaldine
e dell'esercito regolare, agli ordini del gene-
rale Enrico Morozzo Della Rocca. Si erano
segnalati fra i garibaldini il generale Vin-
cenzo Orsini e il colonnello Bruzzesi; fra gli
ufficiali dell'esercito, il tenente colonnello
Emilio Pallavicini ed il capitano Pautrier dei
bersaglieri, ed il capitano del genio De Be-
nedictis, non che il maggiore Jovene che nella
città assediata, contro la quale dirige il fuoco,
sa di avere la propria famiglia.
3 (1862). - Il capitano G. Bota del 36°
fanteria, di Brescia, con il tenente Perino di
Napoli, 36 uomini e 2 carabinieri, Cena e
Paris, muove contro ad una banda di circa
200 briganti, nel territorio di Santa Croce di
Magliano, e 23 di quei 40 prodi pagano con
la vita la loro audacia, compresi il capitano
e il tenente.
4 (1860). — Il lo e 20 reggimento grana-
tieri, ed il i° e 24» battaglione bersaglieri as-
salgono di fronte e di fianco le truppe bor-
boniche a Mola di Gaeta, sbandandole e co-
stringendole a vifugiarsi nella fortezza. La
bandiera del 1" granatieri è decorata di me-
daglia d'oro, quella del 2" di medaglia d'ar-
gento. Li guidano all'assalto delle batterie
nemiche i generali Manfredo Fanti, Maurizio
de Soiinaz e Cai-lo Mezzacapo. Si distinguono
il colonnello Gozzani di Treville del 2<> gi-ana-
tieri, i maggiori Zanoni e Ratti, i capitani
Grosso Campana, Fumagallo, Borelii e No-
vellis dei bersaglieri, ed il granatiere Effisio
Janna.
5 (1883). - A Castel San Pietro (Bologna)
il carabiniere Antonio Romagnoli attVonta solo
vurii malfattori armati di fucile, e riesce ad
arrestarne due non ostante la loro viva resi-
stenza.
O (1863). - Sedici insorti friulani, residuo
di una banda di 55, dovuta disperdersi per-
chè itiseguita ed incalzata da truppe austria-
che, avendo alla testa il vecchio patriota An-
tonio Andreussi di Navarons, si difendono
valorosamente sul monte Castello da una
compagnia sulla quale rotolano grossi massi,
e riescono a mettersi in salvo sul monte Do-
dismala, lasciando prigioniero un solo ferito,
G. B. Dal Zotto.
7 (1861). — Il sottotenente De Toffoll,
con pochi bersaglieri del 240 battaglione, di-
sperde vicino a Muro Lucano (Melfi) una nu-
merosa banda di briyauti, facendo alcuni pri-
gionieri, e liberando un distaccamento di
guardie nazionali da essi bloccato in una casa.
8 (1808'. — Davanti a Palau, il generale
Fontane con il l» reggimento leggero ed un
battaglione del !<>, facenti parte della divi-
sione Pino, occupa le importanti posizioni
di Selva de Mar e Llans, cacciandone gli Spa-
gnuoli e obbligando gl'Inglesi a rimbarcarsi.
Si segnala, rimanendo ferito, il capo batta-
glione Pellissier.
9 (1862). - Alla torre di Montebello, nel
Molise, 11 capitano Marco Berti, bolognese,
del 2G0 battaglione bersaglieri, con 24 bersa-
glieri, 4 carabinieri e 20 cavalleggieri di Luc-
ca, assale la banda del brigante Prizzi, detto
" il generale „, occupando stanza per stanza
con l'armo alla mano, ed uccidendo il capo-
banda ed altri briganti.
10 (1861). - Il capitano Icilio Pellizza,
di Parma, comandante di una compagnia
del 62o, rinforzata da numerose guardie na-
zionali, è assalito fra Aliano e Stigliano, in
Basilicata, dalle bande di Crocco, Borjes e
Langlois, circa 1400 uomini, od è ucciso ca-
ricando valorosamente alla bajonetta, da un
colpo di pistola tiratogli dallo stesso Borje.s,
combattendo con lui a corpo a corpo.
11 (1861). — Il capobanda Chiavone, con
500 uomini, piomba sopra Isoletta del Liri
guardata da IS uomini del 43" fanteria co-
mandati dal sergente Eracliano Cobelli, che
si difendono lungamente dentro una casa. Il
soldato Bartolommeo Casella, di Pallanza,
perchè una piccola bandiera nazionale non
fosse offesa dai briganti, si slancia fuori a
toglierla e cade trafitto da molti colpi. Altri
sette soldati sono uccisi; gli altri, col Cobelli,
decorato per questo fatto della medaglia d'oro,
e poi promosso ufficiale, riescono a raggiun-
gere la compagnia a San Giovanni Incarico.
12 (1806). — Il colonnello Peyri, col 2° leg-
gero italiano, con il generale Lamarque, pren-
de parte all'assalto dato a Maratea difesa da
numerosi Borbonici, segnalandosi con gli uffi-
ciali Donegana, Olié, Cirali e molti sottuffi-
ciali e soldati.
13 (1863). - Il soldato Vincenzo Finale
del 39» fanteria, smarx-iti i compagni con i
quali perlustrava i boschi di Cusano (Bene-
vento) incontra sette briganti che gli inti-
mano di arrendersi. Fa fuoco e ne ferisce uno,
poi ritirandosi sollecitamente, sempre facondo
fuoco, riesce a mettersi in salvo.
14 (1812). — Quantunque le divisioni ita-
liane giungano disordinate a Smolemsko, ri-
tirandosi da Mosca, e manchino di viveri e
di munizioni, il 3" leggero combatte dall'alba
alla sera contro la divisione Ozarowski pro-
teggendo la ritirata, e Paolo Brasa, bolognese,
{Continua a ;pag. 160),
- 157 -
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogl).
21. - PIETRO BERRETTINI DA CORTONA
(Cortona li:9d-1669)
pittore e architetto. Pre,^iato come decoratore bar<iCCo nel qual genere l'opera sua più
notevole è la maestosa e macchinosa vòlta della immensa sala nel palazzo Barberini.
NOVEMBRE 1908
— 158 -
(45» Settimana)
1 Domenica | ""està di tutti i Santi.
306-61 Ordinata per tutta la
' Chiesa da papa Sisto IV
(1473). — Ss. Cesario, diacono, e Giuliano
prete, martiri a Terraciua (sec. I?). — S. Se-
verino, monaco, confessore, onorato a Tivoli.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 15,16. —
Festa C'ivi e legale. Sono chiusi anche i mu-
sei e le gallerie. — Festa della Eiforma per i
firotestanti tedeschi. — Si pubblicano i ruoli
suppletivi delle imposte dirette, e restano
depositati per otto giorni negli uffici comu-
nali. — Apertuia della caccia con segugi e
cani da corsa nella provincia di Cuneo; della
caccia ai quadrupedi nelle prov. di Napoli e
di Eoma. — Da oggi a tutto marzo è vietata
la pesca dei gamberi d'acqua dolce. — Estra-
zione del Prestilo a premi della Croce Hossa
Italiana. — Estrazione pel rimborso delle Ob-
blig. FF. Palermo-Marsala-Trapani (2* emis-
sione). — Estrazione ammortizz. Obbligazioni
del Prest. prov. e comun. Reggio-Calabria 1870;
Prest. comun. di Genova IfeGi) e 1893; Ferr. Si-
cule Occidentali (2* emissione). — Scadenza
dei cuponi del Px'estito a premi e frutti della
città di Napoli (1868). — Oggi a Firenze si
cambiano gii alleggi; e nelle Eomagne sca-
dono gli affitti rustici.
2 Lunedi 1 Commemorazione
307-60 ■"■^^"- --^ " "-'
di tutti i Fedeli Defunti.
Fin dal IV secolo
orano stabilite orazioni speciali pei morti,
non solo nel giorno del decesso, ma anche
nel terzo, nel settimo, nel trigesimo e nell'an-
niversario annuale. Il primo a lissare la com-
memorazione dei morti fu S. Oddone di Cluny,
che volle fosse nel giorno che seguiva la festa
dei Santi. — S. Giusto, martire l' a. 287, pa-
trono di Trieste. — S. Vittorino, vescovo e
martire, nell'alta Pannonia, e precisamente
in quella parte che ora costituisce la Stiiia
(290-304). k lii'oi-dato da S. Girolamo. —
S. Marciano, anacoreta nella Siria, la cui morte
si ascrive al 387.
Memorandum. — Oggi sono chiuse le .scuole
e le biblioteche governative. — A Perugia,
liera dei Morti. Dura 8 giorni. — Fiera detta
dei Morti a Corigliauo Calabro. Dura 3 giorni
3 Martedì | ^- un'erto, vescovo.
308-59 Successe a S. Lam-
^ ^berto nel vescovato di
Maestrlcht. E Invocato come patrono de'cac-
ciatori. Morì l'a. 727. — S. Silvia, madre di
s. Gregorio Magno (sec. VI).
Memorandum. — Anniversario del combat-
timento di Mentana (1807).
4 Mercoledì 1 ^- ^*'''° Borromeo.
309-58 Infaticabile aroiveso.
di Milano. Nacque nella
rócca di Arona il 2 ottobre del 1538. Suo zio
pp. Pio IV (Medici) lo creò cardinale, gli con-
feri l'arcivescovado di Milano e la carica di
grande penitenziere. Fu di una carità singo-
lare: e quando infiorì la peste, mise più di una
volta a cimento la sua vita stessa per soccorso
dei miseri appestati, aprendo la sua casa ai
bisognosi e provvedendoli di cibi e di vesti.
Promosse il concilio di Tz-ento, e fu severo
correttore della disciplina ecclesiastica. Morì
a 45 ainn', nel 1 J84. — Nel Canton Ticino fe-
sta di precetto.
Memorandum. — Festa nazionale di Svezia
e Norvegia. — Ogi;i finiscono in tutta Italia
le ferie annuali del Fòro giudiziario. — Estraz.
rimborso Obblig. Canale Cavour.
5 Giovedì 1 S. Magno.
310-5'? Vescovo di Milano
'dal 518 al 530. Fu se-
polto in S. Eustorgio a Milano, sotto la mensa
dell'altare maggiore. — S. Zaccaria, profeta,
padre di San Giovanni Battista. — S. Felice,
prete, ed Eusebio, monaco, martiri, ricordati
a Terracina (sep. I-II). — S. Dominatore, ve-
scovo di Brescia (595-600).
Memorandum. — Ultimo termine per il
principio delle lezioni universitarie. — Paga-
mento delle pensioni governative di prima
categoria (non oltre le 500 lire annue).
6 Venerdi
311-56
S. Leonardo
da Porto Maurizio.
Francescano, cele-
brato per la devozione della Via crucis (1676-
1761). — Ss. Felice cMrvo, monaco, e Andrea,
vescovo, onorati a Fondi (Gaeta). — S. Emi-
liano, vesc. patrono di Faenza. — A Legnano
patronale di S. Magno.
Memorandum. —
7 Sabato
313-55
Ss. Vitale ed Agricola,
martiri.
Morti per la fede
nella persecuzione di Diocleziano e Massi-
mino. I loro corpi furono rimessi in onore
con pompe solenni da S. Ambrogio l'anno 884.
— S. Prosdocimo, vesc. di Padova (sec. l-II).
— S. Ercolano I, vesc. di Perugia (sec. III-IV).
— S. Casto, vesc. e mart., ricordato a Bene-
vento (sec. III).
Memorandum. —
NOVEMBRE 1908
159 —
(48» Settimana)
S Domenica 1 S.Adeodato, papa.
313-5'4 Tomi • la cattedra di
'S. Pietro dal 015 al f.lS.
— 8. n«->(rredo. vesc. d'Amiens dal 1104 al 1 1 1:>.
— I Quattro SS. Martiri coronati, Severino.
8«veriano, C«rpofo»-o e Vittorino fratollf, i cui
corpi rìpf-'iuio n'alia chiosa a loro eretta sul
ni> 1 i insieme ad altri cinque
ni.i ini, Claudio, Nicostrato,
Sin 'e Simplicio. Snt)irono
tutti il martino in Roma stessa, nel 304. Il
titolo della chiesa rimase ad un cardinalato
> ^Tn«no.
Memorandum. — ® L P. a ore 22.8. -
•I 111 (Jr-.-in s; l),>nl.^^!•io, festa sjlenne.
9 Lunedi | S. Aurelio, vescovo.
314-53 Oocnpò la sede di
; ' Ariatate.in Cappadoeia.
ri l'a. 3S3. È ricordato anche nella dio-
cesi milanese, avendo egli, aderendo alle pre-
Ifhiere dell'arcivescovo S. Ambrogio, resti-
tuito il corpo del vescovo S. Dionigi, morto
per la fede appunto nellfi Cappadoeia. —
8. Agrippiro, vescovo di Napoli (prima del se-
c«->lo IIMVI, patrono di Brindisi, onorato an-
che a Venezia.
Memorandum. — Natalizio di S. M. il Re
d- Inghilterra Edoardo VII (1841).
10 Martedì 1 S. Andrea Avellino.
315-52 1 Dell'ordine dei Tea-
tini e fu dottore as.sai
erudito. Ordinato sacerdote, trattò per molto
tempo e con rara facondia cause nel fòro
ecclesiastico. Aveva fatto due voti; di contra-
dire sempre la propria volontà, e di crescere
ogni giorno in perfezione, e li mantenne. A
lui si deve la fondazione di parecchie case
del suo ordine anche a Milano, dove sorsero
oongi-ogazioni sotto il suo patrocinio. Mori di
nn colpo apcrplettico, a U7 anni, mentre dava
principio alla messa, l'anno 1608. — Ss. Tri-
fone e compagni, mart ri, ricordati a Roma,
(sec. IH». — S. Bandolino, vescovo, festeggiato
ad Alessandria, Solerò, e Ovigllo (Piemonte).
Memorandum. — Fiera a Nola: dura G
giorni. •• Nella prov. di Belluno cessa con
oggi 11 permesso di caccia al camoscio.
1 1 Mercoledì, S- Martino, vescovo
316-51 d' Tours. Era nato a
— ' Sabaiia, ed entrato a
15 anni nella milizia vi marflenne tale con-
dotta da essere modello a' buoi commilitoni.
Eletto vescovo di Tours, vi mori nel 400. A
Belluno, Novara e Treviglio feste patronali. —
Ss. Valentino e compagni, martiri, ricordati a
Ravenna (sec. III-IV). — S. Menna, soldato,
mart. sotto Diocleziano (304). — S. Verano, ve-
scovo di Puy, onorato nella chiesa di questa
Città, che porta il suo nome (Butler).
Memorandum. — Natalizio di S. M. il Re
Vittorio Emanuele III il quale compi<^ 39 anni.
— Og;:i sono chiuse le scuole, lo biblioteche
governative, 1 musei e le gallerie. — Fesl.-i
dell'esercito (ad ec-ce/.iono dei corpi d'arti-
gì cria e genio che festeggiano Santa Bar-
bara). — D'ordinarlo per San Martino si pub-
blicali Gran bo'lettim» militare con la promoz.
nell'esercito. — Oggi scadono gli affitti dei
terreni In Piemonte. — Per tutto il Friuli
oggi è la scadenza delle pigioni e delle af-
fittanze coloniche. — Fiera a Barletta: dura
12 giorni. — Fiera a Casale Monferrato per
la festa del patrono Saiif Evasio. — In To-
scana " a San Martino, o:,'ni mosto è vino; „
e poiché in questi giorni si ha quasi sempre
un sensibile rialzo di temperatura, si dice
pure: " L'estate di San Martino dura 3 giorni
e un pocolino. „
12 Giovedì 1 S. Martino I, papa.
317-50 I Successore di papa
Teodoro. Nacque a Todi
e dopo assidui studi a Roma, si formò alle pra-
tiche della perfezione evangelica. Ritiratosi
in una provincia francese, fondò a Sai.it-s un
monastero di cui fu eletto abate. Mori martire
l'a. 655. — S. Donato, confes.sore, solennizzato
a Lentini (sec. XI). — S. Arsazio Casati, ve-
scovo di Milano (665), sepolto nella basilica
collegiata di S. Stefano.
Memorandum. — Pagamento delle pensioni
governative di terza categoria (superiore a
L. 20t0 annue).
13 Venerdì 1 S- Stanislao Kostka.
318-49 I Eccitato a godere
dei vantaggi che otlriva
il suo stato, diceva: " Io non sono nato per
le cose temporali, ma per le eterne. „ Entrato
nella Compagnia di Gesù, divenne In poco
tempo maestro a tutti in santità, e mori a
18 anni nel 1568. — S.Omohono, sarto, onorato
a Cremona, morto l'a. 1097.
Memorandum. — Festa solenne ad Asti, e
funzione religio.sa nella chiesa di San Secondo,
patrono della città, in memoria della vittoria
sul Maramaldo.
14 Sabato | S. Lorenzo, vescovo
319-48 jdi Dublino. Mori nella
povertà, l'a. 1180. —
S. Giocondo, vescovo di Bologna, verso gli
anni 485-490. — S. Andronico, vesc. di Ve-
rona (.sec. VII?). — S. Verano, vescovo, pa-
trono di Albenga (Gen .va): sec. VI. — Ad
Acireale festa di S. Venera.
Memorandum. — Grande pioggia di Stelle
cadenti (sciame delle Leoneidl).
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
(KO VFMriìE — Vedi a pag. 156).
capo squadrone dei dragoni Regina, con gli
ufficiali Bucchi, Lorenzi e Chiozzola e pochi
cavalieri, carica più volte impetuosamente i
Cosacchi.
15 (1812). — Il colonnello Cosimo Del Fan-
te, di Livorno, con pochi uomini della guar-
dia reale italiana, si slancia per aprire un
passo al viceré Eugenio circondato da 20 mila
Russi a Krasnoe, e colpito prima da due gravi
ferite, è ucciso da una cannonata. Napoleone
assegna una particolare pensione ai di lui
genitori.
IG (1860 . - Il sottotenente Pietro Lega,
all'assedio di Civitella del Tronto, mandato
in perlubtrazione a Sant'Andrea, sostiene un
vivo combattimento con le bande reazionarie,
ricevendo tre ferite, non ostante le quali ri-
naane al comando del suo reparto.
17 (1860,. — Il colonnello Quintini con
4 compagnie del 40o fanteria assale 11 paese
di Fiamignano, nell'Abruzzo, dove sono trin-
cerati 300 briganti. 11 tenente Rosatelli ed il
sottotenente Spinelli, alla testa di pochi sol-
dati, sloggiano parto dei briganti da una selva
prossima al paese, nonostante un vivissimo
fuoco, concorrendo efficacemente al buon
esito dell'impresa.
18 (1861). — Dugentodieci guardie nazio-
nali di Pietragalla (Basilicata), riunitesi nel
castello, si difendono contro le bande riunite
di Crocco, Borjes e Langlàs — più di 2000 uo-
mini — sparando sugli assalitori soltanto a
bruciapelo, e ricorrendo, per ultima difesa, a
caldaie d'olio bollente che si)arpagliano i bri-
ganti spaventati.
IO (1900). — La colonna italo-tedesea co-
mandata dal colonnello Garrioni, nonostante
la neve e la temperatura di — 14 centigradi,
dopo quattro giorni di marcia da Nuai Lai,
occupa Kalagau al di là della gran muraglia
della Cina, dopo vivo combattirriento.
20 n812). - Nella ritirata di Russia, il
caimoniere di marina della guardia Finetti,
genovese, rimasto solo con un compagno, lo
minaccia di morte se tenta arrendersi, ed
eseguita la fatta minaccia si allontana rapi-
damente dai cosacchi che stavano per farlo
[)rigioniero, e difendendosi a colpi di fucile,
fra un albero ed un altro, si mette in salvo.
J81 (1808). - L'artigliere piemontese Ros-
setti, trovandosi alla difesa di Barcellona,
meiitro le truppe francesi si ritirano dopo un
combattimento con 17,000 spagnuoli, aiutato
da qualche fantaccino, salva un cannone d'una
batteria abbandonata per mancanza di traino,
<' lo conduce lino ad una nuova posizione da
dove il nemico è respinto, grazio al concorso
di quel cannone.
Hit (1866). - Il tenente Pirzio Biroli del
;ì9" fanteria, aggredito dalla banda Fuoco in
'l'erra di Lavoro, si difende con soli venti
uomini: ferito subito gravemente alla coscia
desitra, combatte ancora per alcun tempo, ed
160
è ucciso poi con il sergente Pellegrini, mentre
il caporale Bnzzetti egli pure ferito, riesce
a portare in salvo i compagni.
23 (1861). — Il capitano Bartolomeo Lam-
berti, del 6" fanteria, da Calitri (Basilicata),
accorre con la sua compagnia in soccorso del
comune di Bella, attaccato da una grossa
banda di briganti, che esso sbaraglia salvando
i paesi vicini dall'invasione e dal saccheggio.
24 (1808). - Gli Italiani della divisione
Pino occupano di viva forza la città ed il
campo trincerato di Rosas, in Catalogna, prin-
cipalmente per merito dei capi battaglione
Cornetti e Percival del l» leggero e e» fan-
teria e del capitano Trolli del 2« leggero.
aS (1863). - Il sottotenente Giuseppe
Mancini del 39» fanteria insegue una banda
scovata nei boschi della Basilicata dal capi-
tano Diaz, e l'obbliga a ricoverarsi in una
grotta e ad arrendersi, coadiuvato partico-
larmente dal sergente Fracchia e dai soldati
Bonoldi e Vacca.
JJG (1861). — Un centinaio di guardie na-
zionali, comandate dal capitano Gaetano La-
viano, difendono Pescopagano (Basilicata) per
20 ore consecutive da 700 briganti coman-
dati dal Crocco, e li mettono in fuga ucci-
dendone 135. Oltre il capitano, si distinguono
suo fratello Francesco Paolo col tìglio sedi-
cenne Pasquale, non che il sacerdote Giu-
seppe Balbi e G. M. Bavoso, morti combat-
tendo intrepidamente.
27 (1866). — Il sottotenente Pietro Ar-
duino, con 15 soldati del 44° fanteria, sor-
prende in una masseria dell'Aquilano la
banda di Domenico De Vito, che si difende
con accanimento, ed è gravemente ferito riu-
scendo pero a catturare tre briganti.
28 (1842). - Per liberare il colonnello
Nera, mortalmente ferito e caduto in mano
dei soldati di Oribe, la legione italiana di
Montevideo, comandata da Garibaldi, si pre-
cipita sul nemico, e quantunque esso sia rin-
forzato da nuove truppe, lo scaccia dalle
posizioni occupate e recupera il corpo del
colonnello.
2» (1812.. — Passata la Beresii^, a Ple-
acenkovic, il generale Pino con il maresciallo
Oudinot, ambedue feriti, una ventina d'uffi-
ciali e 10 soldati, tutti italiani, barricati in
una casa di legno, resistono a 2000 cosacch*,
fin quando altri italiani non sopraggiungono
a liberarli. Combattono eroicamente il gene-
rale Fontane, il colonnello Varese, l'aiutant'e
del viceré Fontana, e il chirurgo della guar-
dia De Filippi.
30 (1808). - Il capo battaglione Cornetti
tenta l'assalto del forte del Bottone, a Rosas,
in Catalogna, rimanendovi ucciso il capitano
Sabatier, e distinguendosi gli ufficiali Bacca-
rini, Hoze, Piccoletti e Filiberto di Breme,
questi ultimi due feriti.
— un -
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogl).
22. - SALVATOR ROSA
(Napoli 1615-1673)
pittore fecondo e immaginoso, famoso per 1 paesag^ri e per le ballagli*». Fu anche Incisore
e poeta apprezzato, h' Apparizione dell'ombra di Samuele a Haiile è tra i suoi quadri più
NOVEMBRE 190Ò
- 1G2 -
(47 a Settimana)
l^^ rinmenical P''''"^ di Avvento
SSO?!*? *" "*" ambrosiano.
• ' S. Gertrude, vergine,
abbadessa benedettina, patrona del Brabante.
A trent'anni fu eletta abbadessa nel mona-
ster9 Elpediano, e morì l'a. 1334. Risplen-
deva in lei la virtù in grado eminente. Par-
lava delle cose di Dio con tale grazia che
rapiva il cuore; e nell'esercizio delle sue fun-
zioni si portò sempre con prudenza, carità
e discrezione. — S. Loterio, vescovo di Verona
verso gli anni 7G0-780. — S. Leopoldo d'Au-
stria. — Negli istituti carmelitani si festeggia
la commemorazione dell'Ordine.
Memorandum. — Processione dell'Incoro-
nata a Mantova, in memoria della città votata
alla "Vergine nel 1640. — Ultimo termine per
presentare le domande di immatricolazione
all'università. Per giustificati motivi, da rico-
noscersi dal Rettore, potrà l'immatricolazione
concedersi fino al 30 novembre. — Chiusura
della caccia con reti fisse nelle provincia di
Bologna e di Milano. — Estraz. ammortizz.
Obbligaz. 5%. Lavori del Tevere; Prestito a
premi Città di Napoli 1871; Obbligaz. Ferr.
Mantova-Modena. — Anniversario della pro-
clamazione della repubblica negli Stati Uniti
del Brasile (1889).
16 Lunedì 1 S- °'^90» monaco.
331-46 Francescano, morto
^^l'a. 1136. - S.Edmon-
do, vescovo di Canterbury, morto l'a, 1242.
Era nato ad Oxford e vi insegnò teologia,
meritando grandi elogi: fu creato vescovo da
Gregorio IX. Vigilante della disciplina del cle-
ro, sollecito pel ricovero dei fanciulli, largo
coi poveri, era la carità personificata. — S. Fi-
denzio, vescovo di Padova (sec. II?). — S. Eu-
cherio, vescovo di Lione.
Memorandum. — (Q V. Q. & ore 0,41. —
Fiera a Belluno, per tre giorni. — Chiusura
della caccia alle tortorelle e alle pernici nella
provincia di Cagliari.
17 Martedì iS. Gregorio Taumaturgo.
3S3-45 Scolaro di Origene,
~ divenuto vesc. di Neo-
cesarea nel Ponto, con la parola e coi mira-
coli vi converti molti idolatri alla fede. Morì
l'a. 270. — 8. Eugenio, diacono, confessore,
morto l'a. 422, onorato a Firenze.
Memorandum.
18 Mercoledì! S. Oddone ab.
323-44 I Resse l'abbazia di
Cluny, fondata da
S. Bei-none. Morì l'a. 942. — S. Fi'ediano, ve-
scovo di Lucca dal 560 al 588, patrono della
stessa città e diocesi. — S. Alfeo 3 compagni,
martiri nella persecuzione di Diocleziano. —
S. Ilda, badessa inglese in un monastero del
Nortumberland. Morì nel 680, o 683. La sua
salma, dopo la distruzione del monastero,
riposa a Glastenburg (Butler). — S. Romano,
martire, soldato pagano e persecutore del dia-
cono S. Lorenzo. Colpito dalla costanza di
quel diacono, volle abbracciare la fede di Cri-
sto ed istruirsi in quella. Inferocito l'impe-
ratore a tale notizia, ordinò che fosse sottopo-
sto allo stesso supplizio del glorioso martire.
Memorandum. —
19 Giovedì I S- Elisabetta, regina.
3S4-43 Consumò la breve
^ sua vita in continue e
grandiose opere di beneficenza. Morì di 24 anni
nel 1231. Era figlia del re d'Ungheria Andrea II
e avea sposato Lodovico IV, langravio di Tu-
ringia. — S.Ponziiino. pp. dal 230 al 235, e Fi-
lippo, prete, suo compagno d'esilio.
Memorandum. —
20 Venerdì 1 S- ^®''^® ''' vaiois.
335-43 Compagno a s. Gio-
— — — vanni da Matha, fondò
con lui l'ordine de' Trinitari. Morì a 85 anni,
nel 1212. — S. Simplicio, vescovo, festeggiato
a Terranova. — Ss. Ampelo, e Caio, martiri,
ricordati a Messina (sec. III-IV). — Ss. Ottavio
e compagni, martiri a Torino, verso l'a. 287
o 288. — S. Teonesto, soldato febeo, martire,
tutelare di Vercelli (a. 287 o 288 circa). —
S. Canzia, vergine, martire, onorata a Viterbo.
— S. Colombano, eremita, onorato a Civitella
di Romagna.
Memorandum. — Natalizio di S. M. la Re-
gina Madre Margherita (1851). — • Oggi sono
chiuse le scuole, le biblioteche governative,
le gallerie e i musei. — Fiera del Cassero a
Terni, una delle più importanti dell'Umbria.
— Pagamento delle pensioni governative di
seconda categoria (superiori a L, 600, ma non
a L. 2000 annue). — Da oggi cessa il permesso
di caccia con le reti fisse e portatili, panie ed
uccelliere nella prov. di Porto Maurizio. —
Estraz. del Prestito a Premi Città di Bar-
letta (1870). — Estrazione pel rimborso delle
Obblig. ferroviarie Udine-Pontebba.
21 Sabato
326-41
492 al 496
patrono di Parenzo (Istria),
La Presentazione
di Maria al tempio.
S. Gelasio I, papa dal
S. Mauro, mart., verso l' a. 283,
Memorandum. — Festa votiva tradizionale
della Salute a Venezia.
NOVEMBRE 1908
lon —
(48* Settimana)
22 Domenica feconda di Avvento
ggp^^^Q j di rito ambrosiano.
' a. Cecilia, verdine, e
.;irt, lllust 'e romana del secolo IH. Aveva
tatto voto di verginità, ma costrettA dai ge-
nitori, si legò in niatrimtinio con Valcriano,
che ella seppe convertire alla vera relijjione.
A questa conversione ajifjiunse quella di Ti-
Iturzio suo cognato e di Massimo. 1 quali fu-
rono pochi piorni dopo condannati a morte.
K la protettrice delle arti musicali. Parecchie
rinomate accademie in Italia portano il nome
di questa santa. Subi il martirio per la f<'de,
sotto Alessandro Severo, I'ìì. 230. — SS. De-
metrio e Giuliano, martiri, ricordati a Pa-
renzo (Istr.a).
Memorandum. - Entra 11 Sole in Sagittario.
- Fiera importantissima di Santa Caterina
a Udine. Dura 5 giorni.
23 Lunedi 1 S. clemente l, Papa, m.
328-39
Mori martire nel
' Chersoneso, sotto l'im-
pero di Traiano l'a. 97, e il suo corpo fu poi
trasportato a Roma. — S. Gregorio, vescovo
di Girgenti (a. 660). — S. Lucrezia, vergine,
m.irtire.
Memorandum. — © L. N. a ore 22,53"'. —
Grande pioggia di steile cadenti.
24 Martedì 1 ^- Giovanni della Croce.
329-38 Uno de' riformatori
-dell'ordine Carmelita-
no, soffri molte persecuzioni da parecchi suoi
confratelli, e morì l'anno 151>1, a 49 anni. —
8. Firmina, verg., mart., l'a. 303, festeggiata
ad Amelia. — 8. Crisogono, mart., nominato
ad Aquileia fsec. III-IV). - 8, Protaso Alvisl,
milanese, vescovo di Milano dal 331 al 353,
sepolto nella basilica di 8. Vittore. — Festa
patronale della diocesi a Rovigo.
Memorandum. — Seconda festa patronale
a Giulianova fprov. di Teramo) per la com-
memorazione della traslazione del corpo di
8. Flaviano, con fiera (v. 18 febbraio).
25 MerCOlediI S- Caterina
330-37 vergme e martire.
. Onorata come pro-
tettrice degli studi. Sofferse ad Alessandria
d'Egitto il crudele martirio d'essere lacerata
da ruote con uncini, l'anno 307. — 8. Mosè,
prete, martire a Roma, verso l'anno 251. —
8. Gioconda, vergine, onorata a Reggio Emilia
verso la metà del sec. V.
Memorandum. — Fiera di Santa Caterina
di Novi. Dura 3 giorni. — Fiera a Gorgonzola.
— Gran ticra di Santa Caterina a Foggia:
dura 3 giorni. — Festa nazionale al Paragual
(giorno della Costituzione). — Estraz. rirab.
Obbl. Debito per le Opere Edilizie di Roma.
26 Giovedì
331-36
S. Alipio, stinta.
Fiori sullo scorcio
del secolo sesto ad
Adrianopoli di Paflagonia, e per cinquant'anni
dimorò su di una colonna dando esemplo
della vita più austera. — 8. Bellino, vescovo,
patrono di Adria (Rovigo), ucciso l' a. 1549
(Ferrara). — S. Audenzio, confessore, onorato
nella diocesi di Novara. — S. Gaudenzio, mo-
naco, onorato a Fiesole (sec. V o VI). — S. Sil-
vestro, abate ad Osimo, morto nell' a. 1267.
Memorandum. —
27 Venerdì i ^* Giosafatte vesc, m.
332-35 I Fu polacco d'origi-
ne, e divenne, per la
sua facondia e la santità della vita, vescovo
di Polocz. Fu martirizzato dagli scismatici
l'a. 1623. — S. Valeriano, vescovo di Aqui-
leia, verso gli anni 369 3H8. — B. Margherita,
duchessa di Savo'a, detta la madre dei popoli,
morta l'a. 1574. — S. Vigilio, vescovo. — S. Li-
dia, verg., mart., a Roma.
Memorandum. — Oggi pagamento degli sti-
pendi agli impiegati governativi.
28 Sabato | ^- ^ìiacomo delia Marca.
333-34
Francescano, nativo
di Monteprandune,
(Ascoli Piceno), fu compagno di S. Bernar-
dino da Siei'a e di S. Giovanni da Capistrano
in alcune missioni di Germania, Baviera ed
Ungheria. Visse dal 1389 al 1479. - S. Rufo,
mart. a Roma (sec. III-IV). — S. Gregorio III,
papa dal 731 al 741. — 8. Acacio, martire
a Sebaste in Armenia con molti compagni,
l'anno 303.
Memorandum. —
L'Olio Sasso Madicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il rimedio delle malattie deili ornani dinerenti.
— 164 —
I CONSIGLI DEI/ MESE (Igiene ed Economia Domestica).
NOVEMBRE
Gli aUìiìenti del bnmbino e dei convalescenti — Utilità dei vegetali
zucchero — Decorazioni campestri — Per pilli
Le ca^ze nuove — Inchiostro nero
— Ciiracao di famiglia.
„.>, „. Il valore alimentare dello
guanti e le scarpe di pelle bianca —
Gnocchi alla lombarda — Polpi e seppie alla teglia
Occupiamoci questo mese degli alimenti
dei bambini, ai quali già dedicammo altri pa-
ragrafi in questa rubrica.
Nei primi mesi della sua esistenza, il bam-
bino ha bisogno di una nutrizione che sia,
nello stesso tempo, e nella medesima misura,
molto sostanziosa, digeribile e assimilabile:
il latte assoluto presenta queste tre qualità.
Perciò la madre, quando lo stato fisico gliel
consente, ha lo stretto dovere di porgere il
seno alla propria creatura. Ma non basta nu-
trire il bambino col proprio latte; bisogna
saperlo nutrire. E trascorse appena poche
ore dal parto, bisogna sospenderlo al seno.
Non è vero, come si crede, che il primo latte
sia cattivo ; è latte acquoso, ma, appunto per-
chè tale, è efficace. Dopo verrà il latte più
nutriente e del quale esclusivamente fino al
quinto o sesto mese si deve alimentare con
otto o nove poppate al giorno (una o due di
notte) diminuendo gradatamente, il bambino.
Quello di porgergli il seno ogni volta che il
bimbo piange è una cattiva abitudine; perchè
non piange solo per il bisogno di nutrirsi, ma
jjer tante e svariate cause delle quali non ul-
tima certo è la indigestione di cui la mamma è
inconsciamente la causa. I bambini sono come
si abituano: quindi bisogna abituarli ad una
certa regolarità nei pasti. Questi possono es-
sere misti durante l'allattamento, solo nel
caso che non sia sufficiente quello materno;
allora si può ricorrere o al latte di vacca, che
recenti studi ed esperienze mettono al diso-
l)ra di ogni critica di opposizione, o al latte
umanizzato Gartner preparato appunto per
agevolare il compito alla mamma dell'allat-
tamento artificiale misto, o alla farina lattea
o ad altre farine per pasti delie quali 11 com-
mercio ha tanti preparati.
Unicamente di queste, oltre il settimo
mese, si deve nutrire il bambino: pappe leg-
gere dapprima; fresche e tepide sempre. Le
uova verso il decimo mese, e le carni, salvo
casi speciali, dopo che il bambino ha messi
i denti molari.
Ho già parlato varie volte di rimedii con-
tro il raffreddore ed altre piccole indisposizio-
ni: non voglio dimenticare oggi tutte quelle
persone che, uscito da una malattia, si trovan
ancora nel periodo penosissimo della conva-
lescenza. Esse hanno bisogno di qualche cosa
che ripari al più presto le forze. Prendano,
dunque, a cucchiaiate, durante il giorno, la
seguente pozione : far bollire lentamente, in
un litro d'acqua, finché il tutto sia ridotto alla
metà, 500 grammi di carne magra di vacca
o di bue ben pestata, 8 grammi di sale da
cucina, 1 grammo di clorui-o di potassio, 100
grammi, se si vuole, di verdura (carote, porri,
navoni); quando 11 tutto è raffreddato, farvi
disciogliere, a calore lento, 50 grammi di ge-
latina. La pozione si raffredda di nuovo e si
può cominciare a prendere. Non v'è nulla
di più corroborante.
E poiché siamo, in certo modo, a parlar
di cose gastronomiche, ecco qualche consiglio
intorno alla cicoria, a questa insalata d'in-
verno eh' è delle più gustose. Le famiglie che
la coltivano nei loro orti, possono, con poca
fatica e nessuna spesa, averne tutto l'in-
verno. Ai principii di novembre estraggano,
dunque, dal terreno, con una vanga, le ra-
dici della cicoria e, fattene dei fascetti, le
portino in cantina e le coprano, fino al col-
letto, con sabbia asciutta. Le pianticelle col
calore dolce e uguale, a poco a poco rinvi-
goriscono e producono in abbondanza dei
getti teneri e gustosi. Se però le radici fu-
rono estratte da terra bagnata, esse debbono
asciugarsi in luogo arioso prima di trapian-
tarle in cantina.
Le erbe ricorrono spesso nelle nostre chiac-
chierate mensili. Oggi voglio completare le
notizie degli scorsi mesi, e dirvi di nuove
virtù di vegetali.
L'asparagio è un potente diuretico e può
formare la principale cura dei reumatismi.
L'acetosa è rinfrescante e funziona da ele-
mento principale della zuppa che la cucina
francese indica dopo una faticosa giornata.
Le carote, che contengono una considerevole
quantità di zucchero, son molto apprezzate
da certi popoli, mentre altri le respingono
come alimento troppo indigesto, poiché se il
rosso esterno delle carote è tenero e rinfre-
scante, la parte gialla dell'interno si digerisce
difficilmente (i contadini della Savoia l'uti-
lizzano in fusione quale specifico per l'itte-
rizia). La cipolla grossa ordinaria è ricca di
sali alcalini e combatte con grande vantaggio
gli eccessi di gotta reumatizzata; cotta len-
tamente in brodo leggero e condita di pepe
Nèpaal, è un eccellente regime per le per-
sone laboriose, che hanno abitudini sedenta-
rie ; il ravizzone è molto indigesto, e, per
quanto ben preparato, non deve mai essere
servito alle persone di complessione delicata.
La lattuga, oltre ad essere utilizzata come
un narcotico dolce, è di facilissima digestione.
11 cavolo è indicatissimo per la gotta, ha
azione calmante nei casi di ubbriachezza (gli
egiziani quando intendono di bere molto vino
durante il pasto, man^'iano una grande quan-
tità di cavoli), è un ottimo rimedio contro
l'avvelenamento prodotto da altri cibi vege-
tali. Ai vegetali utili in cosi elevata maniera
all'uomo, va aggiunta la salvia.
Per pulire i denti e le gengive e per man-
tenerli sani non v'è nulla di meglio che fre-
— 1G5 —
galli con lo sue fo^jlie. Oaipariz/.iinilosl con
dell'noqua in oui sìa stata bollita alquanta
salvia, si corrt'ggo, quando ve ne sia bisogno,
la saliva.
Prendendt> ogni giorno, per qualche tem-
po, una o due chicchere di decotto di salvia,
e facendo uso di ossa nel cibo, possiamo li-
berarci da cattivi succhi gastrici. La salvia
purifica gli Intestini, presa sotto forma di
tè o IH qualche vivanda. Essa è efficace lu
modo particolare nollc malattie di fegato e
delle reni; e nella tosse violenta per eru
sioni interne.
Le vecchie piaghe esterne si possono gua-
rire se si lavano tre o quattro volte al giorno
con acqua in cui sia stata bollita la salvia.
L'effetto è più sicuro se si beve anche un
decotto fatto coti la stessa pianta.
Parliamo, adesso, delio zucchero. La sua
importanza, quale elemento riparatore delle
forze muscolari, è ben nota, e molti ricorde-
ranno le esperienze eseguite in proposito su
cavalli dell* esercito tedesco, che, dopo lun-
ghe marcie, bevendo acqua inzuccherata, po-
terono ritornare freschi e volenterosi di fa-
tica come se fossero usciti allora dalle stalle.
Sull'uomo lo zucchero ha lo stesso potere:
l'alimentazione zuccherina produce, mantie-
ne e rinnova l'energia muscolare. Ciò è di
importanza speciale per tutti coloro i quali
si dedicano ad esercizi sportivi. Angelo Mosso
si occupò di questo importante argomento
con felice esito. Egli dimostrò l'influenza dello
zucchero sulla costituzione muscolare. Per
conseguire questi resultati è, però, d'impor-
tanza capitale la dose dello zucchero. Sono
le dosi minime o medie (da 5 a 60 gr.) ohe,
assorbite in una volta, sviluppano nel mu-
scolo stanco un maxmum di energia. Al di-
sopra di 60 gr., introdotto in una volta sola,
la produzione di energia decresce coll'aumen-
tare della quantità di zucchero. Una dose di
6 gr. di zucchero è già atta a comunicare al
muscolo una attività notevole ma di corta
durata. Anche la quantità di acqua impie-
gata a sciogliere lo zucchero ha notevole im-
portanza: quelle di sei a dieci parti è la più
indicata. Lo zuccheru permette il massimo
del lavoro meccanico allorché se ne usa in
misura conveniente: in caso diverso conduc<*
ad opposti risultati.
"Voglio, ora, suggerirvi un mezzo per or-
nare la vostra casetta campestre con pochis-
sima spesa. Si tratta di ottenere delle lastre
di zolfo disegnate, assai atte ad abbellire le
pareti domestirhe. Staccate e»' incisione da un
qualunque giornale illustrato, disponetela sul
fondo d'un recipiente qualsiasi (anche d'un
piatto) badando di voltare verso l' alto la
parte stampata, versatevi sopra dello zolfo
fuso, lasciate raffreddare. Ne risulterà una
stiacciata di zolfo a cui avrà aderito la carta
dell'incisione. Mettetela, allora, nell'acqua, e
strofinando leggermente con un dito, libera-
to'a (lilla caria. Rn'ia si.a.-.-iai.i ài /...no vi
resterà impresso il disegno In ogni linea, o
voi potrete fregarlo — senza grattare — an-
che con l'aoqua. Il disegno non scomparirà.
E termino con qualche consistilo pratico
di stagione e con lo ricette per la tavola.
Vi insegnerò a pulire i guanti bianchi di
pelle: fregateli con una flanella che avrete
immersa nel latte scremato, bollito, nel quale
avrete disclolto del sapone in proporziono
suflìciento per aver una spuma abbondante.
Altri conslKlia di porre i guanti sovra un
piatto pulito e sfregarli per mezzo di una
spazzola piuttosto dura, con un miscuglio di
argilla e allume in polvere finissima. Si bat-
tono, poi, e si spolverano con altro miscuglio
di crusca e bianco di Spagna, che si toglie,
infine, battendoli ancora.
Per le scarpe di seta bianca, adoperate un
pezzo di lana bianca che avrete immersa in
una soluzione di sapone nello spirito di vino.
Ma debbo pure darvi un consiglio intorno
alle calze.
Molti, per non dire tutti, usano metteie
le calze nuove appena comprate. È un er-
rore: esse debbono prima lavarsi con ogni
cura. Con questa precauzione non solo si im-
pedirà che il colore danneggi la pelle, ma si
garantirà alle calze una durata più lunga.
Ed ora per finire, la ricetta di un ottim )
inchiostro nero. In un litro d'ac'iua, fate bol-
lire cento grammi di campeggio ridotto ia
minutissimi pezzi. Dopo venti o trenta mi-
nuti di ebollizione, ritirate dal fuoco, filtrate
o passate attraverso un paimo, ed aggiunge-
te, subito, da sei a dieci grammi di cromat >
di potassi. È questo, fra i tanti, uno dei mi-
gliori metodi per aver l'inchiostro ben nero
e che non ossida affatto le penue.
Ed eccoci in cucina. Prepariamo g\i gnoc-
chi alla lombiirda. Fate cuocere un chilo di
patate; sbucciatele e passatele per setaccio
di crine; impastatele con mezzo chilo di fa-
rina bianca, manipolando a lungo per otte-
nere una pasta consistente ed uniforme. For-
mate gli gnocchi e lasciateli asciugare esposti
all'aria sopra una tovaglia di bucato. Mettete,
intanto, al fuoco una caldaia con molta acqua
e, quando questa bolle, salatela e gettatevi,
a poco per volta, gli gnocchi.
Eccovi pure la ricetta per preparare polpi
e >>eppie alla teglia.
Dopo averli puliti, tagliateli a quadrelli,
e, fatto soffriggere in teglia un pezzetto di
burro, una cipollina e un pizzico di prezze-
molo ben triturati, gettateveli dentro. Fritti
che così siano a fuoco violento, conditi con
una quantità giusta di sale e un po' di pepe,
dispon<-teli in corona in un laru'o piatto, nel
cui centro verserete una salsa qualunque.
Un buon cura^ao di famiglia si ottiene
mescolando in un va.so grande e facendo in-
fondere per 10 o 15 giorni, 100 grammi di
scorze di arancio.
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
1G6
EFFEMERIDI DEL VALORE ITALIANO
DICEMBRE
1 (1860.) - Una banda di 400 reazionari
dell'Ascolano tenta sorprendere due compa-
gnie del 27° fanteria, ma è costretta a darsi
alla fuga. Meritano particolari ricompense al
valore il sottotenente Luigi Certani, ed il
sottotenente Cesare Bosi, morto capitano nel
1870 per una ferita riportata a porta Pia.
a (1805). — La guardia reale a piedi co-
mandata dal generale Teodoro Lecchi e quella
a cavallo comandata dal generale Pietro Via-
ni, con una batteria a cavallo comandata dal
capitano A. Mussi, combattono valorosamente
ad Austerlitz, meritando particolari encomii
dall' Imperatore Napoleone.
3 (1861). — Il capitano Vincenzo Delù,
con la 1» compagnia dell'Ilo fanteria, sor-
prende vicino a Fondi l'avanguardia di una
banda di oltre 500 briganti, e dopo avere
sostenuta una scarica quasi a bruciapelo,
l'assale, e la mette in fuga, impadronendosi
di viveri e munizioni.
4 (1863). — Il sergente Tome del 39» con
due carabinieri e due soldati del 45° circon-
dano 6 briganti sul m.onte Licinio (Benevento)
intim^ando loro di arrendersi. Essendosi rifiu-
tati, il Tome finge di allontanarsi con gli altri ;
invece corre nel cuor della notte al più vi-
cino paese, si provvede di sostanze infiam-
mabili, e prima dell'alba le accende sull'aper-
tura della grotta dove i briganti sono rifugiati,
obbligandoli a deporre le armi.
5 (1866). — 11 capitano Gustavo Pollone,
del 72° fantei'ia paga con la propria vita e
con quella di uno dei suoi soldati l'ardire
con il quale assale e disperde gli avanzi di
bande brigantesche riuniti sui monti di Ro-
senzane, in Terra di Lavoro.
6 (1864). - Il tenente Arrigo del 39o fan-
teria, con il sergente volontario Luigi Raggi
o 14 uomini, coadiuvato dal Raggi nell'esor-
tare i soldati, scaccia 30 briganti a cavallo da
una masseria nel bosco Colonna (Basilicata)
li mette in fuga, e li insegue fin quando la
notte non obbliga il piccolo drappello a fer-
marsi.
7 (1895). - Il maggiore Pietro Toselli,
con il 40 battaglione indigeni e 650 uomini
delle bande dell'OcuIè Cusai, difende contro
20 mila Abissini il passo dell'Amba Alagè sulla
strada Aschianghi Antalò, cadendo con le armi
alla mano con 5 capitani, altri 12 ufficiali
ed un gran numero di soldati : tre soli uffi-
ciali si salvano, riconducendo i 300 superstiti
al campo del generale Arimondi.
8 (1861). — Il maggiore Franchini del lo
battaglione bersaglieri, avvertito che il Bor-
jes avviato verso lo stato pontificio, è rifu-
giato con 28 compagni in una cascina, parte
da Tagliacpz^p poi> 3p t)ersaglieri, sorprende
r avventuriero spagnuolo, e dopo un accanito
combattimento con la banda trincerata den-
tro la casa, fa prigioniero il Borjes che è
fucilato il giorno seguente a Tagliacozzo.
9 (1808), — Costante Ferrari, sergente
nel 1" reggimento leggero italiano, più tardi
colonnello, all'assalto di una ridotta del forte
Rosas in Catalogna, salva la vita al suo ca-
pitano Ambrosi fex'ito, uccidendo un grana-
tiere spagnolo che stava per finirlo a colpi
di baionetta.
10 (1891). — Il tenente Vito Scuro, nato
a Massafra (Lecce), del 65» fanteria, afi'ronta
senz' armi nella caserma Sant' Eustorgio, a
Milano, un soldato che, armato di fucile, spa-
rava contro chiunque gli si avvicinasse, e lo
disarma, quantunque gravemente ferito al
braccio destro, che dovette essergli amputato.
11 (1811). — La goletta italiana La Gloria
e la feluca La Principessa assalgono nelle
acque di Rovigno un legno corsaro inglese
e lo catturano, riprendendogli due navi pre-
date.
la (1812). — Gaetano Millo, torinese, uf-
ficiale d'artiglieria nelle truppe della Cisal-
pina, poi in quelle del regno Italico, dopo
essersi segnalato come colonnello alla batta-
glia della Moskowa ed al passaggio del Wop,
è uno degli ultimi a ripassare il Niemen a
Krowno, combattendo da semplice soldato
accanto al maresciallo Ney.
13 (1804). — A Calais, dieci soldati della
divisione italiana del generale Teuliè, sopra
alcune barche peschereccie, s'impadroniscono
della nave inglese Matilde, e Napoleone or-
dina che fra i dieci valorosi sia diviso il ri-
cavo della preda.
14 (1861). — Il sottotenente Giardino del
39" fanteria, sorpreso in marcia con un drap-
pello da numerosi briganti, l'insegue fino ad
un molino, detto Quarto di Panno, dove un
gruppo di essi cerca rifugio. Il caporale Ar-
tino ed il soldato Vannini entrano primi nel
molino e catturano tre briganti.
15 (1861). — Il sottotenente Giacomo
Dall'Acqua, del 36o fanteria, accorre con 28
uomini da Rotella, facendo sei mi'4ia al passo
di corsa, e salva il tenente Cigala che, con
un drappello di lancieri Montebello, bloccato
da 80 briganti a cavallo si difendeva valo-
rosamente, avendo già perduto 5 uomini ed
essendo in fiamme la casa dove erasi asser-
ragliato. Il Dall'Acqua, disposti i suoi uomini
in posizione vantaggiosa, mette in fuga la
banda che lascia 12 morti.
10 (1808). — Fra Cardedou e Llinas in
Catalogna, gli Spagnoli del generale Vives son
battuti dagli italiani del generale Pino ohe
{Continua a pag. 170).
- ÌCu -
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogl).
23. -CARLO DOLCI
(Firenze 1616-1686)
è l'Ultimo dei pittori della scuola fiorentina. La sua P'""'^ ^ Q"»^' J^l^^f^^Xf^fi-t!
soggetto sacro, e più specialmente di Madonne, dall'aspetto placido e semplice. Può dirsi
un Beato Angelico del seicento.
NOV.-DICEMB. 1908
— 168 -
(49a Settimana)
29 Domenical Prima d'Avvento
secondo il rito romano,
terza di rito ambros.
334-33
S. Filomena, martire, di Ancira, condan-
nata, durante la persecuzione di Aureliano,
al supplizio del fuoco, l' a, 274. — Ss. Satur-
nino e compagni apostoli delle Gallie, vi subi-
rono il martirio per la fede con altri compagni.
IVIemorandum. — Oggi, 1» domenica del-
l'Avvento, comincia l'anno ecclesiastico. —
Da oggi sono proibite le solennità nuziali
sino al giorno seguente all'Epifania dell'anno
prossimo.
30 Lunedì
335-33
S. Andrea, apostolo.
Nacque da un pe-
scatore di Betsaida.
Dopo l'ascensione di Cristo al cielo e la di-
scesa dello Spirito Santo sopra gli Apostoli,
Andrea predicò nella Scizia, nell' Etiopia e
nell'Albania. Da ultimo fu l' apostolo del-
l'Acaia. Subì il martirio della croce sopra due
legni incrociati ad X. Si assegna alla sua morte
l'a. 62. — Feste patronali ad Amalfi dove si
conserva il corpo, ed a Sarzana. — S. Co-
stanzo, confessore a Koma (anno 417).
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 22.44m. -
All'albo municipale si affigge per 10 giorni
la lista dei giurati approvata dalla Giunta
distrettuale. — Oggi si chiude la caccia coi
segugi e cani da corsa nelle Provincie di Ber-
gamo e di Milano; la caccia con le reti nelle
provinole di Cremona, di Cuneo, di Piacenza,
di Pisa, di Rovigo e di Venezia; la caccia alle
lepri nella provincia di Ferrara; con la ci-
vetta e le panie nella provincia di Massa;
alle lepri e agli uccelletti al disotto della fa-
miglia dei tordacei, nella provincia di Son-
drio; al capriolo 6 al camoscio nella provin-
cia di Udine. — Estraz. Prestito Provinciale
di Alessandria 1882. — Thanksgiving day, gior-
no di preghiera agli Stati Uniti, stabilito per
tutta la Confederazione da un proclama del
presidente Roosevelt nel 1905.
1 Martedì
336-31
S. Leonzio, vescovo.
Nacque a Nìmes e
divenne vose, di Fréjus.
Mori verso l'a. 432. — S. Ansano, patrono di
Siena, mart. l'a. 303. — S. Olimpio, martire
l'anno 303, ricordato ad Amelia (Perugia). —
S. Evasio, vescovo d'Asti (sec. Ili o IV), e pa-
trono di Casale Monferrato. — S. Bosso mart.
(s?c. IlI-IV), patrono d' Ivrea.
Memorandum. — Principio della stagione
d'Inverno, secondo l'uso meteorologico. —
— Da oggi nella provincia di Alessandria è
permessa la caccia coi levrieri e altri cani
da corsa; e in quella di Pisa la " scaccia „
ai merli e tordi alla macchia. — Da oggi fino
a tutto aprilo è vietata la pesca con reti ed
altri apparecchi a strascico, sino a tre chilo-
metri da qualsiasi punto della costa del mare.
— Fiera a Caselle Torinese. — Scadenza ce-
dole semestrali del Prestito Rothschild 18ó7.
— Estraz. ammortizz. del Prestito Unificato
Napoli del 1881. — Estrazione pel rimborso
delle Obbligazioni della Società di Naviga-
zione Generale Italiana (1878).
2 Mercoledì I ^- Biblana, verg., mart.
33'7-30 Dopo la morte del pa-
dre, fu ridotta nella più
squallida miseria. Appropriano, governatore
di Roma, fé' di tutto per indurla all'idola-
tria, ma nulla valse a rimuovere la giovinetta
dai santi propositi; allora ordinò che fosse
legata ad una colonna e battuta con fruste
armate di piombo, fino a morte ^363). — S. Cro-
mazio, vesc. di Aquileia, verso gli a. 388-407.
Memorandum. — In molte parti d'Italia,
p. es. a Roma, credono che se piove oggi,
giorno di Santa Bibbiana, piove quaranta gior-
ni e una settimana — Estraz. pel rimb. delle
Cbblignz. della Società di Navigaz. Generale
Italiana (1887).
3 Giovedì 1 ^' Francesco Saverio.
338-S9 Uno de' primi com-
pagni di s. Ignazio da
Lojola. Era nato nel castello diZaverio appiè
de' Pirenei. Giovanni III re di Portogallo lo
mandò nelle Indie a predicarvi il Vangelo.
Giunse a Goa nel maggio del 1542. Dopo molti
anni, estenuato dalle fatiche, morì nel dicem-
bre del 1552 nell'isola di Sanciaiio.
Memorandum. —
4i Venerdì 1 ^- Barbara, verg., mart.
339-28 Nacque in Nicome-
'dia, e suo padre Dio-
scoro era molto devoto degli idoli. Essa trovò
modo di farsi istruire nella religione di Cristo
e battezzare. Il padre, quando seppe questo,
la trascinò innanzi al governatore. Ella parlò
francamente, ed il padre infuriato le tagliò
la testa. Ciò avvenne sotto l'impero di Massi-
mino I, l'a. 235. — S. Clemente d'Alessandria,
dottore della Chiesa, morto verso l'a. 216. —
S. Bernardo Uberti, vallombrosano, cardinale,
vesc. di Parma, dal 1106 al 1113.
Memorandum. — Oggi festa militare per i
corpi di artiglieria, del genio e per la marina.
Festa auche per i minatoti, per i pompieri, ec.
— Festa di Santa Jiarbara a Francavilla (Si-
cilia) — Festa a Paterno per Santa Barbara
patrona della città.
5 Sabato
340-27
S. Pietro Crisologo.
Fu vescovo di Ra-
' venna dal 433 al 449. —
S. Basso, vescovo di Nizza Marittima, mar-
tire, circa l'a. 253. — SS. Aureliano e Sem-
pronio, martiri, ricordati a Brindisi (sec. IV).
— Ss. Cirino e Quingesio, vescovi, ricordati
a Salei-tio. — S. Consolata, vergine, ricordata
a Genova.
Memorandum. — Anniversario della cac-
ciata dogli Austriaci da Genova (1746). — Pa-
gamento delle pensioni governative di prima
categoria (non oltre le 500 lire annue).
DICEMBRE 1908
— ir.o —
(60* Settimana)
6 Domenica
3 1 1-26
Seconda d'Avvento
secondo il rito romano.
J quarta di rito ambros.
< N '•. vescovo, niartiio di Mira, r an-
■ III o IV sooolo, o pare ohe
•lezlano. Piiina però aveva
M.util mercanti di lJari,visl-
iicl \'M^1 le ossa di (inosto santo,
COSI mal custodito, che pcnsa-
: Ir m sicuro, portrtndole nel loro
. dedicato un tempio ed è
. Altre feste in suo onore
M.U.. ,.uii- lu -^u a Lecce ed a Sassari. —
■- Apollinare, suddiacono, martire a Trieste
-oc. II), onorato a Verona.
Memorandum. — Oggi, di regola, hanno
luo;;» le elezioni biennali alle Camere di Com-
iiienì'». — Grande festa a Uari delle Puglie.
7 Lunedì
343-25
S. Ambrogio, vescovo.
Patrono di Milano,
nato in Treviri l'a. 340,
morto a Milano l' a. 397. La data che si festeg-
gia oggi è quella dalla sua elezione, la quale
è tradizione avvenisse miracolosamente, es-
sendo egli prefetto civile dell'alta Italia. La
sua basilicA, una delle più rinomate, serba in
preziosa urna la sua salma. — Festa di pre-
cetto anche a Vigevano. — S. Gerardo, ve-
scovo di Velletri, dal 1067 al 1077, e patrono
della stessa città- — S. Sabino, vescovo di
Assisi, martire circa l'a. 303, ricordato, con
altri, a Spoleto.
Memorandum. — i*») L. P. a ore 22,44»n. —
Eclisse di Luna nella penombra, visibile In
Italia.
8 Martedì ' Irnmacolata Concezione
343-24 i di Maria Vergine, festa
— che risale al secolo V.
Pio IX defini solennemente, l'a. 18ó4, il dot:ma
Iella Immacolata Concezione di Maria Ver-
dine, sempre credutosi nella Chiesa fin dalla
uà origine.
Memorandum. — Festa civile legale. — Sono
fiiusi anche i musei e le gallerie. — Fiera
'■Ila Concezione a Veuafro (Molise): dura una
.-• ftirnana.
9 Mercoledì i S. Siro, vescovo.
344-23 I Patrono della città di
Pavia, mori in tarda età
verso l'a. 96. — S. Eracliano, vesc. di Pesaro
<ec. IV?), patrono della stessa città. — A De-
>;o ed a Soresina feste patronali.
Memorandum. —
10 Giovedì ] 8. Melchlade, papa.
345-22 I Succ. di s. i:u>.cbi<).
— Africano di nascita, fin
da fanciullo si ritirò In un monastero. Creato
pontoflco nel 311, celebrò duo anni dopo 11
concilio di Laterano, in cui condannò Donato,
vescovo e capo del Donatisti, 1 quali nega-
vano la validità del battesimo dato ajjli ere-
tici, e rigettavano l'Infallibilità della Chiesa
cattolica. Mori l'anno dop<j il concilio stosso.
Fu il primo papa che potesse uscirò libera-
mente dalle catacombe all' esercizio pubblico
del culto cattolico, in forza del decreto im-
periale del 314. — Ss. Carpoforo, prete, e Ab-
bondio, diacono, martiri, ricordati a Spoleto
fsec. III-IV). — Ss. Mercurio, soldato, o altri
diciannove compagni martiri, ricordati a Len-
tini (sec. IV). — Festa della Traslazione della
santa Casa di Nazaret, comunemente chia-
mata di Loreto.
Memorandum. — Festa della Madonna di
Loreto, celebrata in tutte le Marche, special-
mente nella notte dal 9 al 10, anniversario
della Traslazione della Santa Casa. — Scado
l'ultima rata bimestrale delle Imposte diretto
erariali e sovrimposte comunali e provinciali.
Non pagando entro gli otto giorni successivi
alla scaienza, il contribuente incorre alla
multa del 4 %. — Estraz. pel rimb. delle Ob-
blig. ferroviarie Maremm. Toscane. — Estra-
zione Prest. a premi Città di Napoli 1868.
11 Venerdì
346-21
S. Damaso
papa.
Nacque in Guima-
vaens nel Portogallo, o
come altri vogliono, in Roma nel 304. Accom-
pagnò l'esule pontefice S. Liberio a Mila-
no, dove fu ordinato prete e fatto cardinale
sotto papa Felice li. Eletto alla sua volta
pontefice nell'età di 72 anni, sedò lo scisma
mosso dall'antipapa Orsicino, e diedesi con
zelo apostolico al governo papale. Mori l'a.
.■J84. — Ss. Trasono, Ponziano e Pretestato,
martiri a Roma fsec. III-IV). — S. Vincen-
zio, vescovo (li Bieda iDìera: Viterbo) avanti
l'anno 287.
Memorandum. —
12 Sabato
347-20
S. Valerio, abate.
Discepolo di s. Co
lombano e Istitutur»
egli stesso di comunità religiose. Mori l'a. 622.
— S. Amalia, regina.
Memorandum. — Pagamento delle pensioni
governative di terza categoria (sup. a L. 2000
annue). — Estrazione pel rlmb. delle Obbllg.
ferroviarie Genova- Voltrl.
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
DICEMBRE — Vedi a pcig. 166)
— 170 —
prendono 2 bandiere, 14 cannoni e 1400 pri-
gionieri. Gli ufficiali dei dragoni Napoleone
Lonati, Pompeo Litta, Colleoni, Bovio, Scan-
nagatti sono sempre primi nelle ripetute ca-
riche sulle batterie del nemico.
ly (1806). — Il generale francese Verdier,
con 3200 uomini ed artiglierie, tenta l'assalto
per sorpresa della città di Amantea in Ca-
labria, difesa dal colonnello Mirabelli con
pochi soldati e tre vecchi cannoni, ma <> re-
spinto con gravi perdite dagli stessi cittadini
e costretto a levare l'assedio.
18 (1894). — Batha Agos, ribellatosi agli
Italiani, assale con 1600 uomini la compagnia
del capitano Castellazzi nel forte d' Halai.
Essa resiste intrepidamente fin quando il
maggiore Toselli non giunge alla riscossa con
un battaglione ed una sezione di artiglieria.
Meritano speciali encomii, oltre il Castellazzi
e il Toselli, i capitani Folchi, Olivari, Galli e
Ciccodicola, i tenenti Angherà, Soliani-Ra-
schini, Bodrero, Tarlozzi, Riguzzi, Giannini,
Basile, Mulazzani, i furieri Frignani e Galva-
gno, il sergente Neri.
19 (1861). — Il maggiore Melegari, col
18» battaglione bersaglieri, accerchia e di-
strugge a Cervinara la banda di Cipriano La
Gala, contro la quale la 2» compagnia co-
mandata dal capitano Bonaccorsi sostiene sola
il fuoco per lungo tempo.
JJO (1864). — Il capitano Francesco Fera
del 460 fanteria, con il sergente Bignami, sor-
prendono e catturano il capo banda Masini
vicino a Padula (Salerno) mentre il tenente
De Vecchi, il furiere Balbiani, il sergente
Daverio ed il capitano Padula della G. N. si
impadroniscono dei suoi compagni disper-
dendo intieramente la banda, dopo vivissima
lotta all'arme bianca.
ai (1893). - Il colonnello Arimondi, con
1400 uomini, assale 10,000 dervisci che mi-
nacciano il forte di Agordat, e dopo due ore
di vivissimo combattimento li respinge e li
mette in fuga, essendo promosso generale
per merito di guerra. Si segnalano partico-
larmente il tenente colonnello Cortese, il ca-
pitano Galliano che, con il 3° battaglione in-
digeni, riprende 4 pezzi e le posizioni perdute,
i capitani Forno, Framarin e Carchidio, i te-
nenti Miani e Brizio e il furiere Profili d'ar-
tiglieria.
aa (1866). - Il tenente Felice Albani,
dopo aver combattuto lungamente con la
banda Cannone Guerra nel bosco Castagna
(Isernia) si ritira, cedendo II terreno palmo
a palmo, fino a Ceresole, dove riprende l'of-
fensiva e ricaccia i briganti nel bosco, coa-
diuvato dal caporale Gatta quantunque gra-
vemente ferito.
«3 (1883). — A Belgioioso, il carabiniere
Federigo Pierotti trovatosi alle prese con tre
malfattori ai'mati, che gli sparano a brucia-
pelo più colpi di pistola, riesce, benché ferito
gravemente, ad arrestarne uno.
34 (1863). — Il capitano Giorgio Diaz,
del 39" fanteria, solo ed inei'me, sale con
rapido e sicuro piede, una scala a pinoli,
unico accesso ad una grotta detta delle fate,
in provincia di Benevento, dove erano rin-
chiusi sette briganti, e sorprendendoli con
tanto ardire, con persuasioni e con minacele
riesce a far loro depositare le armi.
aS (1800). — A Pozzolo, sul Mincio, dove
11 generale Dupont sostenuto dal Suchet ri-
caccia gli Austriaci di là dal fiume, Giambat-
tista Caracciolo duca di Vietri, napoletano,
capo squadrone dei cacciatori a cavallo della
Cisalpina, si segnala per il suo valore ed è
promosso colonnello dal maresciallo Brune.
aO (1811). — La divisione Palombini passa
a guado il canale Favara. di fronte a Valenza,
sotto il fuoco nemico, cadendo valorosamente
il colonnello Barbieri, il capobattaglione Lo-
renzi, i capitani Mariannini e Ordinari, il te-
nente Gussoni, e distinguendosi il colonnello
Peri, ferito, il capitano del genio Vacani, i
capitani Baccarini e Saluzzo La Manta, il
volteggiatore Tosi.
«y (1888). — Gaetano Fantuzzi, di San
Giovanni in Persicieto, trombettiere di ar-
tiglieria, in occasione dello scoppio della pol-
veriera avvenuto in un forte di Messina,
espone ripetutamente la propria vita per tra-
sportare fuori di pericolo quattro casse di
polvere.
«8 (1876). - Nel territorio di Baschi
(Perugia) il brigadiere dei carabinieri Pietro
Òasorati si segnala per il suo valore in un con-
flitto da lui sostenuto col latitante Daniele
Felice e suoi compagni.
39 (1860). - Nella notte dal 28 al 29, il
6° ed il 7» battaglione bersaglieri comandati
dai maggiori Radicati di Passerano ed E.
Negri respingono brillantemente una vigo-
rosa sortita da Gaeta, fatta con numerose
truppe dal generale Bosco.
30 (1862). — Un distaccamento di caval-
leggeri Saluzzo, comandato dal tenente En-
rico Pizzagalli, assalta nel tenimento Boreano
(Venosa) una grossa banda comandata da Car-
bone, uccidendo 4 briganti e facendone 15 pri-
gionieri. Si segnalano, oltre il Pizzagalli, il ca-
porale Sabatini ed 1 cavalleggeri Tebaldini e
Coatti.
31 (1868). - Il sottotenente Pietro Mo-
randi, del 440 fanteria, con due carabinieri
e pochi soldati, a Torre d' Italia nell'Aquilano,
riesce dopo vivo combattimento a catturare
il brigante Amedeo del Soldato, raggiungen-
dolo in fuga e colpendolo con 11 calcio del
fucile alla testa. Ugo Pesci,
— 171 —
RITRATTI DI GRANDI PITTORI ITALIANI DEI SECOLI XV-XVII
DIPINTI DA LORO STESSI. (Fot. Brogi).
24. - LUCA GIORDANO
(NapoU 1632-1705)
piUore feracissimo ed estemporaneo, onde fu detto Lura Fapresto e Proteo della Pittura.
>: 1 scolaro delio Spagnoletto, ma poco ritenne di lui. Fu un grande affreschista, e soprat-
tutto decoratore barocco.
DICEMBRE 1908
— 172 -
(51» Settimana)
1 i? Tinnì fili cai Terza d'Avvento
^2« fa secondo il rito romano,
d^a-w ] quinta di rito ambros.
S. Lucia, verg., mavt. Accusata come cd-
stiana, protestò davanti ai giudici con inau-
dita fermezza, che nessuno avrebbe potuto
costringerla a lasciare la nuova fede da essa
abbracciata. Subì il martirio l'a. SOI. È invo-
cata contro le malattie degli occhi. — A Sira-
cusa, festa di precetto con fiera. — S..Aiitioco,
martire, l'a. 125, venerato in Sardegna.
Memorandum. — Fiera a Forlì, — Fiera a
Taggia (provincia di Porto Maurizio). Dura
3 giorni.
1^ Lunedi 1 ^- Giocondo, martire.
349-18 Ucciso col suo vesc.
s.Pascasio, durante una
invasione di barbari, l'anno 453. — S. Pom-
peo, o Pompeio, vescovo di Pavia, verso gli
anni 96 e 100 (Gams).
Memorandum.
giorni.
Fiera a Siracusa: dura
15 Martedì 1 ^- Wassimino, abate.
SBO-l"? S. Santolo, o Sanc-
tulo, prete, ricordato a
Norcia.
Memorandum. — (0 U. Q. a ore 22,13™. -
Il Sindaco invita con pubblico avviso tutti
coloro che possono averne diritto a chiedere
entro il 31 dicembre la loro iscrizione nelle
liste elettorali politiche e amministrative. —
Ultimo termine per la presentazione delle
domande d'iscrizione ai diversi coi'si univer-
sitari. — Da oggi soltanto fino al 25 del mese
nella provincia di Roma è permessa la caccia
con 1 lacci alle paludi. E nella provincia di lio-
vigo cessa oggi la caccia alle lepri. — Estraz.
pel rimb. delle Obbligaz. ferroviarie Cuneo,
Lombarde, del Sud dell'Austria. — Estraz. pel
rimb. delle Obbligaz. ferroviarie Meridionali
(serie A, B, C, D, F, G). — Estraz. ammort.
Obbligaz. ferroviarie Cuneo 1855 e 1857; Pre-
stito Città di Napoli 1861; Obbligaz. ferrovia-
rie Lombardo-Venete (Sùdbahn).
16 Mercoledì
351-16
S. Eusebio, vescovo
di Vercelli. Al tempo
di papa Liberio, venne
esiliato dall' imperatoi'e Costanzo a Scitopoli
nella Tebaldo, ove morì tra orribili stenti, ver-
so l'a. 370. — S. Adelaide, imperatrice, figlia
di Rodolfo II. re di Borgogna, moglie di Lo-
tario, re d'Italia. Vedova, soft'rì indegni trat-
tamenti e perdette l'impero per la perse-
cuzione di Ottone suo figlio, che in seguito
compreso 1 suoi torti, e la richiamò. xMorto
il figlio, ella fu oì)bligata ad assumere la reg-
genza. Morì a Seltz nel 999. — S. Albina, ver-
gine, martire verso l'a. 250, venerata a For-
mia (Gaeta). — Primo giorno delle tempora
d'inverno.
Memorandum. — Anche oggi in Napoli, ri-
correndo la festa del Patrocinio di San Gen-
naro, si rinnova il miracolo della liquefazione
del sangue di quel Santo. — Chiusura della
caccia in genere, nella provincia di Cuneo. —
In Monopoli (prov. di Bari), festa della ve-
nuta di Maria SS. della Badia.
\'J Giovedì ^' Olinipia» vedova.
353-15 Nacqiie da nobile fa-
'miglia e ad una rara
bellezza univa una profonda virtù. Sposa al-
l'intendente privato di Teodosio il Grande,
i-imasta vedova, fu consigliata dall' impera-
toi'e a sposare un suo parente, ma resistette
e furono inutili preghiere e minacce. Seque-
stratile i beni, non si lamentò punto. Ebbe
l'officio di diaconessa presso la Chiesa di Co-
stantinopoli. Mori l'a. 510. — S. Lorenzo, mo-
naco di Subiage (Migne: Sollago). — S. Ot-
tilia, religiosa, protettrice dell'Alsazia (seco-
lo VIII) dove è ricordata con culto speciale.
Memorandum. —
18 Venerdi
353-14
S. Desiderato, monaco
dell'abbazia di Fonte-
nelle, ove si santificò
nella pratica delle più austere virtù. Morì
verso la fine del sec. VII. — S. Eusebio, ve-
scovo di Sutri (a. 405). — S. Graziano, vescovo
di Tours, verso la metà del III secolo. Co-
stante nel suo zelo, non si lasciò vincere nò
dalle contradizioni, né dai patimenti, e si
diede alla conversione degli infedeli. Per sot-
trai-si alla persecuzione, radunava il suo gregge
in luoghi sotterranei, e vi celebrava santa-
mente i divini misteri. Il suo nome rinaase
alla cattedrale. Dope le diverse traslazioni
fatte della sua salma, questa fu arsa dagli
Ugonotti nel 1562. — Secondo giorno delle
tempora.
Memorandum. — Estraz. ammortizz. Ob-
bligaz. Canali Cavour 1802.
19 Sabato 1 S. Maria degli Angeli, v.
354-13 Fu lustro dell' or-
dine carmelitano. Morì
l'a. 1717. — S. Fausta, matrona romana (seco-
lo III-IV). Fu celebre la Basilica Fausta, unii a
presentemente alla basilica di S. Ambrogio a
Milano. — S. Eberardo, o Berardo Paleara,
benedettino, vesc. di Teramo, dal 1115 al 1122.
— Terzo giorno delle tempora.
Memorandum. — Ilami'à, o Commemora-
zione della i)urificazione del tempio, per gli
israeliti. — Estraz. del Presi. Città di Napoli
1877. — Oggi, secondo il calendario Giuliano
o Greco-Russo, festa di San Nicola di Bari,
protettore della Russia.
DICEMBRE 1908
— 173 -
(62» Settimana)
20 Domenica: Q^l'^l dAwento
355-13 1 secondo II rito romano,
sesta di rito ambros.
S. rìlornntij Marinojio. Prestò preziosi ed
o: ; durante la pesto del 1528. Mori
a 1 1.'62. Fu benemerito della città
e. '^ ondovi fondato un monte di pie-
tà. — S. lilogonio, vese. d'Antiochia, morto
nel 3.">3 (^ligne). — S. Domenioo, vescovo di
r.rescia, circa gli anni 613-G17.
Memorandum. — Nascita della Principessa
Maria Laetitia, Duchessa d'Aosta (1866).
21 Lunedì 1 ^' '''®*''° Canisio.
356-11 Gesuita, fu mandato
in Germania per com-
battere l'eresia di Lutero, e mori a 76 anni
:iel 1597. — 8. Tommaso, apostolo (sec. I). —
^. Temistocle, martire.
Memorandum. — Anniversario della vitto-
ria di Agordatsui Dervisci (1893), festeggiato
nella Colonia Eritrea. — Pasjamento delle pen-
sioni governative di seconda categoria (supe-
riori a L. 500, ma non a L. 2000 annue).
22 Alartedì 1 ^- ^'avlano, martire,
357-10 I Patrono di Monte-
fiascone. — S. Ischirio-
jie, martire in Egitto durante la persecuzione
•li Decio. — S. Gherardo dei cavalieri di Malta,
liorentino. Fu zelatore della redenzione dei
Cristiani, e spese la sua vita nella cura degli
infermi. Morì nonagenario nel 1258.
Memorandum. — Solstizio d'inverno. — È
il giorno più breve dell'anno. — Entra il Sole
in Capricorno, e comincia l'Inverno astrono-
mico.
23 Mercoledì! s. Servolo.
358-9 I Rattratto di corpo,
fu obbligato a vivere di
mendicità, e tali furono le sue virtù e in
grado così elevato, che fu poi onorato qual
santo, alla sua morte, avvenuta l'a. 590. —
S. Vittoria, vergine, martire, ricordata a Pia-
cenza (sec. IV-V). Fu una vittima della perse-
cuzione di Decio. Un giovane romano le aveva
proposto la sua mano, ma ella rifiutò reci.''a-
iiiente. Un tale rifiuto inafprì il giovane, che
aspettandola cristiana, la denunciò ai tri-
l'unali. 11 giudice, non potendo ottenere che
la giovine sacrificasse agli dèi, la fece uccidere.
Memorandum. — ® L. N. a ore 12.50™. —
Eclisse anulare di Sole, invisibile in Italia,
visibile nell'America meridionale e nell'Africa
australe. — Oggi sono chiusi gl'Istituti Tecnici
e i Licei. Per 1 primi è vacanza fino al 2 gen-
naio inclusive. — In molte città stanotte si
ha il curioso spettacolo del mercato del pesce
per la vigilia di domani, che a Koma è chia-
mato il Cotlto.
24 Giovedì 1 ^- Tarsllla, vergine.
359-8 I I ^^- martiri della
Cocincina (1835-1810)
ricordati anche a Milano. — S. Gregorio, pre-
te, martire, ricordato a Spoleto (sed. III-IV).
Sentendo Diocleziano che a Spoleto erano
molti cristiani, mandò colà il governatore
Fiacco per giustiziare coloro che non sacri-
ficassero agli idoli. Arrestato Gregorio, di-
chiarò imperterrito d'adorare solo il vero Dio.
Fu decapitato (sec. III-IV). — S. Irma o Ir-
mina, matrona al tempo di Dogoberto II, —
S. Delfino, vescovo di Bordeaux.
Memorandum. — Vii^ilia di Nat.i1e. — O^gi
sono chiuse le biblioteche governative e tutte
le scuole.
25 Venerdì
360-7
Natale di Gesù Cristo.
È la festa più cai-a
e solenne del cristiane-
.simo, perchè ricorda la venuta del Salvatore
del mondo. Secondo i cronologi, il gran fatto
sarebbe avvenuto 1' a. 747 di Roma, 38 del-
l'impero di Augusto, 7 dell'era volgare. —
S. Anastasia, romana, mar., l'a. 330. — S. Eu-
genia, romana, vergine, martire, l'a. 261.
Memorandum. — Festa civile legale. — Oggi
in molte località del Piemonte si pa.'ano gli
affitti dei terreni. — Oggi in Grecia San Spi-
ridione, festa solenne.
26 Sabato | ^' Stefano protomartire.
361-6 1 Tu tra l primi sette
diaconi eletti dagli Apo-
stoli, ed el.be tanto zelo, che accese di furore
i nemici del nome cristiano, i quali lo con-
dannarono alla lapidazione. Fu il primo mar-
tire (Protomartire) del cristianesimo, l'a. 30.
Era nato a Gerusalemme, e colla sua predi-
cazione operò numerosi miracoli, cosicché su-
scitò contro di lui l'odio de' primari giudei
che lo accusarono di bestemmiatore. — Feste
patronali a Biella. Capua e Prato. — S. Dio-
nigi, papa dal 259 al 268. — S. Zosimo, papa
dal 417 al 418. — Da questo giorno a tutto
il 28, quatrldlo, rinomata solennità religiosa
a Triceslmo (Udine).
Memorandum. — Comincia il Carnevale. —
Oggi si aprono, per la stagione, un gran
numero di teatri, e fra essi tutti i teatri
massimi d'Italia. — Oggi sono chiuse le bi-
blioteche governative.
L'Olio Sasso Medicinale è II perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il rimoriin rtpllo mi>'.:»Hìe, iian:< nrnttn'i Minoranti
- 174 -
I CONSIGLI DEL MESE (Igiene ed Economia Domestica).
DICEMBRE
I piani di Natale — Il pesce — Come bisogna difendersi dal freddo — Gli uragani — Le carni
e la loro conservazione — Per rimettere a nuovo i vecchi abiti — Le vivande di Gennaio.
Credo che in tutto l'anno non si consumi
tanto pesce come in una giornata sola di
questo mese : nella vigilia di Natale. Vi sono
paesi ove ci si tiene di più o di meno, ma
dappertutto la sera del 24 dicembre, figu-
rano a tavola, secondo lo permettono i mezzi
della famiglia, una o diverse specie di pesci.
Cade, dunque, acconcio dire oggi qualche
cosa sul pesce.
Molti lo credono più nutritivo della carne.
E un errore: esso è, piuttosto, più leggero
e giova meglio perchè se ne può mangiare
molto senza gravare Io stomaco. Non tutte
le sue specie, però, hanno simili vantaggi:
l'anguilla, le aringhe, e, in genere, tutti i
pesci salati, sono, anzi, abbastanza pesanti. I
più leggeri pesci sono il merluzzo, la spi-
nola, la ti-ota ec, che si possono dare libe-
ramente a qualunque ammalato non affetto
da eruzioni di pelle. Perchè a tutti coloro i
quali soffrono malattie di pelle, o hanno un
temperamento nervoso, nuocerebbe qualun-
que qualità di pesce. La pi-ima cosa da os-
servare, nel pesce, intanto, è la freschezza.
Non è difficile accorgersene subito: gli occhi
del pesce fresco non debbono essere velati,
le sue branchie debbono aver un bel color
rosso vivace; esso, inoltre, dev' essere tutto
rigido e duro, anche quando si tiene oriz-
zontalmente.
Durante la cottura è più facile a-^cora
sincerarsi della freschezza del pesce: si im-
merge neir acqua ove esso bolle, un cuc-
chiaio d'argei\to, e, se questo annerisce, il
pesce è in decomposizione. Infatti la pre-
senza dello zolfo, a cui si deve l'annerimento
del cucchiaio, è un prodotto della decompo-
sizione. Nell'estate anche artificialmente, si
dura fatica a conservare il pesce fresco ; ma
nell'inverno, immergendolo in un bagno di
aceto, acqua e birra (dopo averlo ben pulito
e vuotato) si mantiene fino a due giorni.
Molti, per vuotare il pesce, praticano delle
incisioni inutili; v'è, invece, l'apertura delle
branchie che sembra fatta apposta.... Si riu-
scirà, poi, a squamarlo meglio, intingendolo
per un istante nell'acqua bollente.
Il pesce va cotto in molta a 'qua, anzi è
questa una condizione essenziale per poterlo
mangiare sapido: ma nell'acqua fredda in
cui si mette a cuocere, va versato un po' d'ace-
to che giova a mantenergli soda la carne.
Gli inglesi cuociono il pesce al forno ed
assicurano che ci guadagna. Noi usiamo, in-
vece, la gratella, che non deve pulirsi mai
con acqua se non si vuol correre il rischio
di vedervi attaccar su malamente il pesce.
Nel friggerlo, poi, si usa il fuoco e l'olio:
perchè i pesci vengano croccanti non biso-
gna metterne molti in una sola volta nella
padella. Fritto che sia, il pesce si sala e si
guarnisce con prezzemolo.
Il pesce, come è njto, non si tocca col
coltello : ma oggi si usa a tavola una posata
speciale, cioè una forchetta e un coltello
uniti a lama d'argento. Non avendola o non
trovandola, contentiamoci dell'uso antico e
mangiamo con la sola forchetta.
Siamo nel cuore dell'inverno.
Gli effetti del freddo si sentono in ra-
gione della saa intensità, della sua durata, e
della forza di reazione che ogni persona vi
oppone.
L'aria fredda e secca abbassa la tempe-
ratura della pelle e provoca, quasi istanta-
neamente, una resistenza di calore, i cui ef-
fetti favorevoli son ben presto sentiti dal-
l'organismo umano.
Essa agisce, dunque, come tonico e sti-
molante, e aumenta la vitalità.
Le bevande alcooliche, le quali apparen-
temente provocano una specie di calore ester-
no, deprimono, invece, l'energia della rea-
zione calorica e abbassano di due o tre gradi
la tempei-atura normale dei corpi.
L'azione del freddo in sostanza, non è
fortificante che per le persone che si nutrono
bene, che mangiano abitualmente alimenti
sostanziosi, che si coprono bene, che hanno,
in una paiola, una grande riserva di vigore.
Bisogna, avanti tutto, sottrarsi all'aiiione ge-
nerale e locale del freddo, abitando una casa
conveniente, e ben riscaldata. Poi bisogna
seguire un'alimentazione sostanziosa, suffi-
ciente e talvolta un po' stimolante. Infine
occorre un esercizio appropriato, e il passeg-
giare all'aria aperta è il migliore di tutti gli
esercizi.
11 dottore viennese Herck incoraggia a
seguire un sistema molto energico per ri-
guardarsi con buon risultato dal freddo. Che
cosa dice, egli? Il freddo è una cattiva abi-
tudine; rea^^ite contro di essa. Invece di ve-
stiti pesanti, usate a preferenza abiti leggieri,
mangiate carne arrostita, legumi cotti in
molto burro. Coricatevi in camere non molto
calde, e dormite con poche coperte. Cammi-
nate a te -ita alta per via; non usate mai il
foulard e abituatevi alla doccia fi'edda quo-
tidiana, a frizioni con guanto e spazzola di
crini per tutto il corpo, alla ginnastica con
pesi da cinque chili per quasi dieci minuti.
Seguire queste prescrizioni non mi sem-
bra un gran sacrifizio. È vero, le conosce-
vamo già, mi direte ; ma.... che vale conoscere
una cosa quando non la si mette in pratica?
***
Parleremo anche oggi, che il mese ce ne
desìi uraanni. Gli uragani esercitano
invita, degli uragani. Gli uragani esercitali
una notevole influenza sugli individui debol
e sulle donne e i fanciulli. Mentre essi in
perversano, i dolori reumatici e nevralgie
si rendono più acuti, lo stato febbrile si ag
- n:
..,.,;,-....... ..<..,. ... asma od
u morbosi: lortuniitHuientc tutto
-00 appena l'atmosfera ridiventa
Non potendo consigliare, ali* infuori di
uaU-he oordiah', alcun rimedio, darò qual-
(le consiglio per ripararsi dagli effetti della
l»;ore.
Contrariamente a un'opinione molto dif-
fusa, nulla prova che l' uragano abbia come
movente della sua direzione una corrente
d'aria. Il pericolo, dunque, non aumenta per
chi corra durante un uragano o lasci aperte
le finestre della propria abitazione. È, in-
■ <'oe, molto pericoloso ripararsi sotto le pian-
, nelle chiese e nelle case elevate sprovvi-
ste di parafulmini; suonare le campane, o
sparar colpi d'arma da fuoco. La minore
permeabilità delle stoffe di seta e di lana al
iluido elettrico, in confronto da quelle di
i-anapa, di lino o di cotone è un fatto: tut-
tavia anche vestiti con stoffe di seta o di
lana il pericolo non si dilegua.
Mezzi infallibili per ripararsi dagli effetti
della folgore non ve ne sono; ma possono
relativamente giovare i due seguenti; rifu-
giarsi in un'abitazione protetta dal paraful-
mine; mettere in mezzo alla stanza un letto
a materassa di lana e sdraiarvisi sopra.
In tal modo isolati, si può aspettare im-
passibili la fine dell'uragano: se anche la fol-
gore entrasse e tutto distruggesse, rispar-
mierebbe voi.
*%
E adesso una breve chiacchierata sulle
carni e sui metodi migliori per conservarle.
Tanto come antidoto a quella sul pesce che
ha aperto la rubrica del mese.
Tra le carni, quella di pollo, di vitello o
di bue sono le migliori, cioè le più digeribili
e più nutritive. Quella di piccione è grave
allo stomaco; pesante è quella delle anitre
e di tutti gli uccelli acquatrici; nociva, spes-
so, quella di maiale; di difficile digestione
sono anche i salumi affumicati; non cosi il
salame e il prosciutto in proporzioni mode-
ste. Le cesi detta in'eriora (fegato, cervello,
polmone) sono di più difficile digestione della
carne dell'animale a cui appartengono.
Gli uccelli avvolti nella salvia, e cotti ar-
rosto, conditi con poco burro, rappresentano
un ottimo cibo. Sempre che non siano lar-
dellati né ingeriti in numero strabocchevole,
nò troppo guarniti di polenta imbevuta di
burro stracotto. In genera'e tutta la selvag-
gina è riparatrice delle forze.
Detto ciò, vediamo come possano conser-
varsi le carni allo stiito fresco.
Comunemente si usa di aspergerle di sale,
di caffè In polvere, di sugo di limone, d'aceto
o di carbone.
Le carni che si vogliono conservare si ten-
gano, inoltre, quanto più è possibile lontane
dal contatto dell'aria, dopo averne coperta
la superficie coli* una o coli' altra di quelle
materie.
Ma in America, dove tutte le cose si fanno
in grande, sono riusciti a praticar delle inie-
zioni antisettiche di acido borico sciolto nel-
l'acqua calda alla temperatura del sangue,
per conservar intieri capi di bestiame uctM.so.
\ : .. ..l..,;;.à;,,i. . ..[iQ-
razione non richiese oltre cinque minuti ver
ogni capo. L'antisettico adojH'rato nori mo-
difica né l'aspetto, né la qualità della carne;
ed i risultati dimostrano che, usato in mi-
nima proporzione, rende la carne conserva-
bile per oltre due settimane in estate, e duo
o tre mesi nell'inverno senza bisogno del
ghiaccio.
Barbaro o no che sia, questo sistema è con-
venierite sotto tutti i rapporti. Il costo del
preservativo non oltrepassa la spesa di qua-
ranta o cinquanta centesimi per ovino, e
l'apparecchio richiesto è molto semplice.
Ma pensiamo anche un po' ai nostri indu-
menti.
L'inverno ci fa levare, oggi, dal guarda-
roba gli abiti neri da società. Non tutti, pur-
troppo, ne abbiamo di nuovi fiammanti: mol-
ti, anzi, li veggono con dolore che lustrano
nei gomiti, nelle manopole e nei ginocchi. Se
non possono rifarli, li tengano per una mez-
z'ora nell'acqua fredda, li ritirino, li sten-
dano sopra una tavola, e spazzolino dove
lustrano con un scardasso da cappellaio un
poco usato, pieno di fiocchi di lana. Poi li
mettano ad asciugare, e, infine, tornino a
spazzolarli, per il verso del pelo, con una
spazzola dura asciutta.
Se, poi, desiderano mettere a nuovo il
bavero, cosi facile ad ungersi, basterà che si
preparino una tazza d'acqua calda in cui
sia stata sciolta dell' ammoniaca.
Stendete il vestito che volete pulire, so-
pra una tavola coperta d'un grosso panno:
tuffate un pezzo di tìanella pulita nel liquido
e stropicciate il collo del vestito, umettan-
dolo con abbondanza al di là della macchia.
Poi con un panno bianco (badate che noii
lasci giù la peluria) premete vigorosamente
il bavero per assorbii-ne l'acqua. Mettete,
quindi, ad asciugare, dopo aver ripiegato il
collo nella sua posizione normale.
La stoffa non serba nessun cattivo odore
né risente nella tinta.
Qupsta volta, poiché il mio addio deve es-
sere definitivo, voglio darvelo p ■rlandosi an-
cora per qualche istante di cibi. Se no mi
parrebbe troppo monotono. Eccovi, dunque,
un breve elenco di vivande che potrete man-
giar nel mese di Gennaio. Cosi la mia me-
moria resterà con voi ancora trenta giorni.
Ca>*n»: bue, montone, vitello, maiale, agnel-
lo, daino, cervo, capriolo, cignale, lepre, co-
niglio.
S'^lvaggina e pollame: capponi, polli, oche,
aniti-e, tacchini, pernici, fagiani, beccacce e
piccioni.
Pesce: carpi, tinche, bai-bl. anguille, pesce
persico, trote, salmoni, merluzzo, sogliole,
aringhe, razze, naselli, rombi, gamberi, ari-
guste, telline.
Erbaggi: cavolfiori, cardi, sedani, patate,
cavoli, sauerkrant, raperonzoli, barba cap-
puccina, scorzenere.
Frutta: pere d'inverno, mele, aranci, ca-
stagne, noci, nocciole.
Cenbkentola.
L'Olio Sasso Medicinale è il perfetto ricostituente, la salute delle donne,
il rimedio delle malattie degli organi digerenti.
DICEMBRE 1908
176
(53» Settimana)
27 Domenica
362-5
S. Giovanni, apostolo,
ed evangelista.
Nativo di Galilea, fu
chiamato da Gesù Cristo a seguirlo. Dopo la
morte del Divin Maestro, lasciata la Giudea,
predirò nell'Asia Minore, venuto a Roma fu
gettato in una caldaia d'olio bollente, da cui
uscì illeso. Relegato nell'isola di Patmos, vi
scrisse la sua Apocalisse, e si trovano di lui
tre lettere, registrate tra le apostoliche. Mori
in età tardissima, l'anno 100.
Memorandum. — Annivei-sario della morta
di Francesco il, ex re di Napoli, commemo-
rato dal partito borbonico meridionale.
28 Lunedì
363-4
I Santi Innocenti.
Ricorda la strage
^orribile ordinata da
Erode di tutti i bambini del suo regno al
disotto dei due anni, alfine di comprendervi
il neonato Messia, il quale, invece, scampò in
Egitto (Matt. II, 13-18). - S. Abele, il giusto,
figlio dei progenitori Adamo ed Eva.
Memorandum. — Oggi pagamento degli sti-
pendi agli impiegati governativi.
29 Martedì
364-3
S. Tomaso Becket.
Vescovo di Canter
bury, martire messo a
morte l'a. 1170. Era nato da nobili genitori a
Londra, e fu uno dei più dotti del suo tempo.
Eletto vescovo, si diede alle opere di pietà ed
impiegava le notti in orazione. Avendo disgu-
stati alcuni grand) del regno, perdette la gra-
zia sovrana e tu trucidato da quattro ufficiali
mentre trovavasi in chiesa. — 8. Davide, re
d'Israele. — S. Melania, verg. mart.
Memorandum. — Eitraz. pel rimborso delle
Obbligaz. ferroviarie Mantova-Cremona.
30 Mercoledì! S- Eugenio, vescovo.
365-3 Onorato a Milano
quale difensore del rito
ambrosiano, quando al tempo dell'imperatore
Carlo Magno si tentò di abolirlo (sec. Vili).
— S. Gerardo, confessore, minorità, morto
l'a. 1345, onorato a Valenza (presso Alessan-
dria). — Festa patronale della diocesi a Bar-
letta.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 6,40™.
31 Giovedì 1 S. Silvestro, papa.
366-1 Successore d: s. Mel-
^chiade. Ebbe la conso-
lazione di vedere cessata la persecuzione
contro la Chiesa mercè l' opera e lo zelo del
grande Costantino, ma il suo regno fu ama-
reggiato dall'eresia di Ario, che cominciò a
predicare contro la divinità di Gesù Cristo.
Morì dopo più di venti anni di governo, nel 335.
— S. Colomba, vergine, martire, verso gli an-
ni 270-275, patrona di Riminl. — Ss. Stefano
e compagni, martiri, ricordati a Catania (se-
colo III-IVj. Can. O. Pantalini.
Memorandum. — Ultimo termine per chie-
dere la iscrizione nelle liste elettorali poli-
tiche e amministrative. — Chiusura dell'anno
finanziario delle aziende comunali, degli isti-
tuti bancari, delle case commerciali, ec. —
Scade la seconda rata semestrale della tassa
di manomorta. Il pagamento deve esser fatto
entro i primi 20 giorni del mese di gennaio
entrante. — Oggi sono chiuse le biblioteche
governative. — Chiusura della caccia in genere
nelle province di Ales^iandria, Ai-ezzo, Como,
Cremona. Milano, Modena, Novara, Padova,
Parma, Pavia, Piacenza, Regij;io Emilia, To-
rino, Treviso, Udine, Venezia e Vicenza; della
caccia alle lepri e ai caprioli, e di quella colle
reti, lacci e vischi nella provincia di Belluno;
col fucile e colle reti ai fagiani di monte, uru-
galli, coturnici, ec. nella provincia di Ber-
gamo ; alle lepri, pernici e starne nelle pro-
vince di Bologna e di Pesaro; alle lepri, nelle
province di Brescia e di Verona; ai conigli
nella prov. di Girgenti; alle pernici e starne
nella prov. di Roma. — Estraz Presi, a premi
per la Cassa Nazionale di Previdenza e la
" Dante Alighieri ,. ; del Prestito a premi
Città di Venezia 1869 (rirab. 1" maggio succ).
e del Prest. a premi riordinato Bevilacqua
la Masa. — Estraz. pel rimb. delle Obbligaz.
della Società Veneta por imprese e costraz.
pubbliche; e delle Obbligaz. Ferrara 1875,
DIARIO DEI SANTI RICORRENTI NELL'ANNO'*)
Ahbnndin. • «prile: 31 agosto.
>; 15 die.
• ' 1. , ./.jio.
AdallH-uto, Ui aprile: 20 ging.
Adalgiso, C ottobre.
»'Ì:"<^'\ 16 n3il;,'glO.
le, 16 dicorabi-e.
24 di<'e rubre.
! libre.
jiio: 2 luglio;
■ -t .brc.
ìa. 27 giugno.
\ -. ;:o, 17 giugno; 27 sett.
Adone, 16 dicembre.
.Adriano, 4 marzo; 8 luglio.
Afta, 24 maggio.
Afraiite, 7 aprile.
Afrodi->io, 14 marzo.
Agabio. 4 agosto.
Agape, 15 febbraio.
Agapito, 16 marzo; 17 aprile;
18 agosto: 20 settembre.
Agata, 6 febbraio.
.\gatone, 10 gennaio; 5 luglio.
Aggeo, 4 luglio.
.Agilberto, 24 giugno.
A-jiT^llo, 14 dicembre.
Ajii' sp, 21 gennaio: 20 aprile.
A_- ardo, 24 giugno.
A. -tino d'Inghilt., 28 magg.
A_- -:ino, 28 agosto.
A_r ola, 7 novembre.
A_i:ppina, 23 giugno.
A_'i!iipino, 17 giugno; 9 nov.
Ahicoque M. M., 17 ottobre.
Albano, 22 giugno.
Alberico (6), 26 gennaio.
Alberto, 7 a;.'osto: 1 settem-
bre: 21 novembre.
Alberto B., 3 settembre.
Albina, 16 dicembre.
Albino, 5 febbraio; 1 marzo;
15 settembre.
Aldegonda, 30 gennaio.
Aldeinaro, 24 marzo.
Alfeno, 12 aprile.
Alessandro, Il gennaio; 26 feb-
braio; 3 maggio: 4. 6 giu-
gno; 10 luglio: 26 agosto;
9 settembre.
Alessandro S., 23 aprile.
Alesso, .30 luglio.
Alfro, 18 novembre.
Altv-ro. 12 aprile.
Alfio, 10 maggio.
-\lfonso L., 2 agosto.
Alfredo. 12 gennaio; 14 agosto.
Alice, 5 febbraio.
Alipio, 26 novembre.
Alverio, 2 gennaio.
Amabile, 19 ottobre.
Aniadoo (fc), 10 agosto.
Amalia, 10 luglio: 12 dicemb.
Amando, 6 febbraio.
Amanzio, 8 aprilo: 6 giugno.
Amasio, 23 gennaio.
Amato, 8 maggio, 13, 30 set-
tembre.
Amatore. 7 aprilo.
Ambrogio, 20 marzo: 16 ago-
sto; 16 ottobre; 7 dicembre.
Ambrogio (Morte di), 4 aprile.
Amedeo (b), 30 mar. ; 5 magg.
Amelberga, 10 luglio.
Amos, 31 marzo.
Ampelio, 8 febbraio; 14 magg.
Anania. 25 gennaio.
Anastasio, 15 aprile; 28 ott.
Anastasio, 27 apiile: 28 magg.
Andrea, 26 febbraio; 22 ago-
sto; 6 novembre.
Andrea A., 10 novembre.
Andrea (op.), 30 novembre.
Andrea (ft), 9 genn. ; 1 lebb.
Andrea C, 14 gennaio.
Andrea G., 19 marzo.
Andronico, 14 novembre.
Angela da Foligno, 4 gennaio.
Angela M., 30 maggio.
Angeli custodi, 2 ottobre.
Angelina, 22 dicembre.
Angelo, 5 maggio.
Angelo (b), 25 gennaio.
Angelo \b) d'Acri, 29 ottobre.
Angelo C, 12 aprile.
Angelo P. (b), 24 ottobre.
Aniceto, 17 aprile.
Anicio, 23 ottobre.
Anna, 26 luglio.
Annibale, 15 aprile.
Annone. 4 dicembre.
Annunziuzione, 25 marzo.
Ansano, 1 dicembre.
Anselmo, 3, 18 marzo; 21 apr.
.Ansovino, 13 marzo.
Antere, 3 gennaio.
Antigono, 27 febbraio.
Antimo, 21 febbraio.
Antioco, 13 novembre.
Antonia (&.»), 28 febbraio.
Antonina, 12 giugno.
Antonino, 14 febbraio; 2 mag-
gio; 22 agosto; 31 ottobre.
Antonio abate, 17 gennaio.
Antonio da Padova, 13 giugno.
Ant. Maria Zaccaria, 5 luglio.
Apelle, 22 aprile.
Apollinare, 23 luglio; 6 die.
Apollonia, 9 febbraio.
Apollonio, 16 febbraio; 18 apr.;
7, 8 luglio.
Appia, 22 novembre.
Appiano, 2 aprile.
Aquila, 8 luglio.
Aquilina, 13 giugno.
Aquilino, 29 gennaio; 4 febbr.
Aratore, 21 aprile.
Arcadio, 10 gennaio.
Arcangelo (6). 17 aprile.
Arduino, 9 giugno; 16 agosto.
Argeo, 2 gennaio.
Armando, 6 febbraio.
Armentario, 30 gennaio.
Arnaldo, 10 febbraio,
Arnolfo, J8 luglio; 15 agosto.
Arrigo (h), 13 marzo.
Arsazio Casati, 12 novembre.
Arsenio, 10 luglio.
Artemia, 18 febbraio.
Ascario, 3 febbraio.
Aspreno, 3 agosto.
Assunzione di Maria Santissi'
ma, 15 agosto.
Asterie, 3 marzo.
Astio. 7 luglio.
Atanasia, 14 agosto.
Atanasio, 26 gennaio; 2 m.ig-
gio; 15 luglio.
Attala, 10 marzo.
Attica, 18 febbraio.
Attico, 6 novembre.
Attila, 10 marzo.
Attinea, 16 giugno.
Attone, 22 maggio.
Auberto, 13 dicembre.
Audenzio, 26 novembre.
.\ugusta, 27 marzo.
Augusto, 7 maggio : 7 ottobre.
Aurei ia, 25 settembre.
Aureliano, 22 maggio; 5 dio.
Aurelio, 27 luglio, 9 novemb.
Ausano, 3 settembre.
Auson'o, 20 maggio.
Avenanzio, 14 luglio.
Aventino, 4 febbraio.
Avertano (6), 25 febbraio.
Avilo, 22 febbraio.
Avito, 19 dicembre.
Avventore, 20 novembre.
Azia, 18 aprile.
Babila, 24 geimaio.
Balbiua, 31 marzo.
Baldassarre, 6 gennaio.
Baldovino, 8 gennaio.
Bambina M.. 8 settembre.
Barbara, 4 dicembre.
Barbaziano, 5 marzo.
Barnaba, 11 giugno.
Barsano, 11 aprile.
Barsanofrio, 30 agosto.
Bartolomeo (fc), 28 gennaio;
18 marzo.
Bartolomeo, 24 agosto.
Basilide, 12 giugno.
Basilio, 1 genn.; 2, 6, 22 marzo;
14 giugno.
(*) Per rettiflcbe od ajrsiante, scrivere al can. Oreste Panfalini, Milano, via Orva,
omesso l'indice delle feste mobili che sono già notate in apposita tal.cll3, a pag. 3.
— fc stato
fiasilissa, ó genn.; 15 api*.
Basilla, 20 maggio.
Bassiano, 19 gennaio.
Basso, 5 dicembre.
Batilde, 26 gennaio.
Battista G. Rossi, 23 maggio.
Battista [Natività di s. Giovan.),
24 giugno.
Battista (Z>ecoZ/a2:»one di S. G.),
29 agosto.
Beatrice (b), 19 gennaio; 29 lug.
Beda, 10 aprile; 27 maggio.
Bellino, 26 novembre.
Benedetta, 17 aprile; 6 magg.
Benedetto R., 12 febbr.
Benedetto, 17 febbraio; 11,
21 marzo.
Benedetto G. L., 16 apr.
Beniamino, 31 marzo.
Benigno, 26 luglio; l nov.
Benno, 16 giugno.
Benvenuta (b), 29 ott.
Benvenuto S., 22 marzo.
Berardo, 16 gennaio.
Berardo P., 19 dicembre.
Bernardino da Feltre, 28 sett.
Bernardino da Siena, 20 mag.
Bernardo, 15 giugno; 20, 22 ag.
Bernardo U., 4 dicembre.
Bemerio, 16 ottobre.
Berta, 24 marzo.
Bertoldo, 21 ottobre.
Bertrando 1 m*rzo; 6 giugno;
3 luglio.
Ber tulio, 24 marzo.
Besso, 1 dicembre.
Biagio, 3 febbraio ; 22 giugno.
Bianca, 5 agosto.
Bibiana, 2 dicembre,
Boezio 23 ottob.
Bona, 24 aprile.
Bonagiunta, 11 febbraio.
Bonaventura T., 19 marzo.
Bonaventura, 14 luglio.
Bonfiglio, 11 febbraio.
Bonifacio, 5 giug.; 14 maggio.
Bovone, 22 maggio.
Brigida, 7 ottobre ; 1 febbraio.
Brizio, 9 luglio.
Brunone, 6 ottobre.
Buono Giov., 22 ottobre.
Caio, 10 marzo ; 22 aprile.
Calimero, 3 ottobre.
Callisto, 14 ottobre; 28 die.
Calocero, 18 aprile.
Calogero, 18 giugno.
Camerino, 21 agosto.
Camillo, 15 luglio.
Candida, 4, 20 settembre.
Candido, 11 marzo, 3 ottobre.
Canuto, 17 febbraio.
Canzia, 20 novembre.
Canzianilla, 31 maggio.
Canziano, 31 maggio.
Canzio G., 20 ottobre.
Carlo, 4 novembre.
Carlomanno, 17 agosto.
Carmela, Carmelo, 16 luglio.
Carpoforo, 7, 20 agosto; 10 di-
cembre.
Casimiro, 4 marzo.
- 178 -
Cassiano, 26 marzo; 12, 13 ag.
Casto, 22 maggio, 7 novemb.
Castulo, 26 marzo.
Cataldo, 10 maggio.
Catello, 19 gennaio.
Caterina R., 13 febbraio.
Caterina, 9, 24 marzo; 30 apri-
le; 4, 15 settemb.; 25 nov.
Catervo, 10 dicembre.
Cattedra di S. Pietro, 18 gen-
naio; 22 febbraio.
Cecilia, 22 novembre.
Cecilio, 3 giugno.
Celerino, 3 febbraio.
Celestino, pp., 6 aprile.
Celestino P., 19 maggio.
Celidonia, 13 ottobre.
Celso, 28 luglio, 21 novembre.
Cerbo o Cerbonio, 10 ottobre,
Cesario, 25 febbraio.
Cesello, 21 agosto.
Chelidonia, 13 ottobre.
Cherubino, 30 ottobre.
Chiara, 26 luglio; 12, 17 ag.
Chioflfredo, 2 settembre.
Cipriano, 21 aprile; 11 luglio;
16 settembre.
Circoncisione di G. C, 1 genn.
Ciriaca, 17 giugno.
Ciriaco, 16 marzo; 4 maggio;
8, 23 ag.
Cirilla, 28 ottobre.
Cirillo, 28 gennaio; 28 marzo;
5 luglio; 28 ottobre.
Cirino, 10 maggio; 5 dicembre.
Ciro, 24 gennaio; 16 giugno.
Claudia, 9 settembre.
Claudiano, 6 marzo.
Claudio, 7 giugno; 7 settemb.
Clemente, 5 marzo ; 5 giugno;
17 ottobre; 23 novembre;
4 dicembre.
Cleofe M., 9 aprile.
Clelia, 3 settembre.
Cleonico, 24 luglio.
Cleto, 26 aprile.
Clinio, 30 marzo.
Clotilde, 3 giugno.
Coletta, (&), 9 marzo.
Colomba, 17 settemb.; 31 di-
cembre.
Colombano, 20 novembre.
Columato, 19 giugno.
Concetta, 8 dicembre.
Concordia, 13 agosto.
Concordio, 1 gennaio.
Cenone, 28 marzo.
Consiglio, 26 aprile.
Consolata, 21 giugno; 5 die.
Console, 7 luglio,
Coiitardo, 16 aprile.
Conversione di Paolo, 25 genn.
Corbiniano, 8 settembre.
Corona, 14 maggio.
Cornelio, 2 febbraio; 16 sett.
Corrado, 19 febbraio.
Cosma, 27 settembre.
Costantino, 29 marzo ; 21 magg.
Costanza, 18 febbraio.
Costanzo, 14 maggio; 1, 18,
settembre ; 30 novembre.
Crescentino, 1 giugno.
Cresccnzia, 15 giugno.
Crescenzio, 7 luglio; 11 sott.
Crescio, 23 ottobre,
Crisanto, 25 ottobre.
Crisanziano, 17 febbraio.
Crisogono, 24 novembre.
Crispina, 5 dicembre.
Crispiniano, 25 ottobre.
Crispino, 7 genn.; 25 ottobre.
Cristiana, 15 dicembre.
Cristina, 13 marzo; 10 mag-
gio; 24 luglio. .
Cristoforo, 25 luglio.
Croce {Esaltaz. della), 14 sett.
Croce {Ritrov. della), 3 magg.
Cromazio, 2 dicembre,
Ctesifonte, 15 maggio,
Cunegonda, 3 marzo,
Cuniberto, 12 novembre,
Cutberto, 20 marzo,
Dalmazio, 5 dicembre,
Damaso, 11 dicembre,
Damiano, 12 aprile; 27 sett,
Daniele, 3 gennaio.
Daria, 20 giugno; 25 ottobre.
Dato, 3 luglio,
Davide re, 29 dicembre.
Dazio, 14 gennaio.
Decoroso, 15 febbraio.
Defendente, 2 gennaio.
Defunti (Commemorazione di
tutti i fedeli), 2 novembre.
Degna, 11 agosto,
Dellina, 27 settembre.
Demetria, 21 giugno,
Demetrio, 9 aprile; 22 novemb.
Desiderato, 18 dicembre.
Desiderio, 27 marzo; 23 mag-
gio; 19 settembre.
Devota, 27 gennaio.
Diana, 10 giugno.
Diego, 16 novembi'e.
Diodata, 14 dicembre.
Diodato, 27 giugno; 9 ottobre.
Diodoro, 17 gennaio,
Diomede, 11 settemb i*e,
Dionigi, 8 aprile; 25 maggio;
9 ottobre ; 26 dicembre.
Dionisia, 6 dicembre.
Dolcissimo, 7 luglio.
Domenica, 6 luglio.
Domenico, 4 agosto; 20 die.
Domitilla, 7 maggio.
Domiziano, 9 agosto.
Domneo, 5 gennaio.
Donato, 4 febbraio; 7, 19 ago-
sto; 1 settembre; 12 nov,
Donaziano, 24 maggio.
Donnina, 15 aprile; 30 sett.
Donnino, 15 maggio; 7 ago-
sto: 9 ottobre.
Dorotea, 6 febbraio.
Doroteo, 28 marzo; 5 giugno,
Dunstano, 18 maggio.
Eberardo P., 19 dicombi-e.
Edberto, 24 aprile; 6 ma^'gio.
Edilberto, 24 febbraio.
Ediltrnde, 23 giugno.
Edistio, 12 ottobre.
Editta, 16 settembre.
Edmondo, 10.30.34 novei«1>r<^.
1-kloardo, IJJ ottobre.
Edvige, 17 ottohre.
KfeWo, 16 febbraio.
KAsio, 15 gonuaio; 15 fclthraio.
Efrem, 8 ottobre.
Ejfidio, 1 sottombr*».
Elconide, 28 majJTjiio.
Eldrado, 13 mar/.o.
Eleazaro, 20 ottobrr.
Eie Ila, 18 agosto.
EleucAdio, 14 febbraio.
Eleuterio, 20 febbraio: 18 apr.
Elia. 20 luglio; 11 settembre.
EUgio, 1 dicembre.
Elio. 18 luglio.
Eliodoro, 3 luglio.
Elisa, 26 giugno.
Elisabetta, 8 luglio: 19 nov.
Elisabetta P., l'J febbraio.
Eliseo, 14 giugno.
Elodìa, 22 ottobre.
Elpidio, 24 maggio; 2 settemb.
Elvira, 27 gennaio.
Elzeario, 27 settembre.
Emanuele, 26 marzo.
Emeranziana, 23 gennaio.
Emerico, 4 novembre.
Emidio, 5 agosto.
Emilia. 5 aprile.
Emiliano, 27 gennaio; 6 no-
vembre; 6 dicembre.
Emilio, 22, 28 maggio; G ott.
Emmerico, 4 novembre.
Enrico, 13 marzo; 15 luglio.
Eucherio, Iti novembre.
Epifania, 6 gennaio.
Epifanio, 21 gennaio ; 12 magg.
Equizio, 7 marzo.
Eracliano, 7 novembre.
Erasmo, 2 giugno.
Erberto, 16 marzo.
Ercolano, 1 marzo.
Ercole, 5 settembre.
Eriberto. 16 marzo.
Erizzo (fc), 9 febbraio.
Ermagora, 11 giugno.
Ermanno, 7 aprile.
Ermas, 9 maggio.
Ermelinda. 29 ottobre.
Ermenegildo, 13 aprile.
Ermete. 4 gennaio : 28 agosto.
Erminia, 26 agosto.
Ermogene. 23 agosto.
Ermolao, 27 luglio.
Ernesta, 22 novembre.
Ernesto, 12 gennaio.
Ersilia, 11 agosto.
Esuperanzio, 24 gennaio.
Esuperia, 2C luglio.
Esaperio, 28 settembre.
Ettore, 20 giugno.
Eucherio, 20 febbraio.
Eufemia, 16 settembre.
Eufrasia, 13 marzo.
Eugenia, 11 settembre; 25 die.
Eugenio, 24 gennaio; 2 giugno;
17 novembre; 30 dicembre.
Eulalia, 27 agosto.
Eulalio, 16 febbraio.
Eulogio, 11 marzo; 13 sett.
Euprepio, 27 settembre.
- 1.'.' -
Eusanlo, 0 luglio.
Kusebia, 2i> ottobre.
Eusebio, 5 marzo; 18 aprile;
21 giugno; 14 agosto; 16,
18 dicembre.
Eustachio. 20 sett. ; 12 ott.
Eustasio, 29 marzo.
Eustorglo, 6 giugno; 18 sett.
Eutiohiano, 8 dicembre.
Eutiehio, 15 aprile; 23 mag-
gio; ó giugno.
Eutropia, 15 gennaio; 14 die.
Eutropio, 27 maggio.
Eva, 8 settembre.
Evaldo, 3 ottobre.
Evaristo, 26 ottobre.
Evasio, 1 dicembre.
Evenzio. 12 gennaio; 8 febbr.
Evodio, 11 novembre.
Ezechiele, 10 aprile.
Fabiano, 20 gennaio.
Fabio, 17 maggio,
Fabiola. 27 dicembre.
Faleo. 9 agosto.
Fausta, 19 dicembre.
Faustina, 18 gennaio.
Faustiniano, 26 febbraio.
Faustino 15, 26 febb.; 29 lag.
Fausto, 15 febbr.; 24 giugno.
Fede. 1 agosto.
Fedele, 24 aprile; 28 ottobre.
Federico, 18 luglio.
Felice, 13, 14, 16, 30 genn.; 25
febb.; 18, 21 maggio; 23 giu-
gno; 13 luglio; 25 agosto:
21 ottobre; 6, 20 novemb.
Feliciano, 24 genn.; 9 giugno.
Felicissimo, 15 luglio.
Felicita, 26 mar. ; 10 luglio.
Feliciola, 13 giugno.
Ferdinando re, 30 maggio.
Ferdinando, 27 giugno.
Fermo, 9 agosto.
Ferruccio, 28 ottobre.
Festo, 19 settembre.
Fiacrio, 30 agosto.
Fidenzio, 16 novembre.
Filadelfio, 10 majrgio.
Filareto, 6 aprile.
Filemone, 22 novembre.
Fileto, 27 marzo.
Filiberto. 20 agosto.
Filippo, 1 maggio; 22 ottobre.
Filippo B., 23 agosto.
Filippo N., 26 maggio.
Filogonio, 20 dicembre.
Filomena, 5 lug.; 29 nov.
Fina, 12 marzo.
Fiore, 27 ottobre.
Fiorentino, 1 aprile.
Fiorenzo, 14 febbr.; 23 magg.
Firmiliano. 28 ottobre.
Firmina, 24 novembre.
Firmino, 11 ottobre.
Fiacco, 18 settembre.
Flavia, 7 maggio.
Flaviano, 27 gennaio; 14, 28
febbraio; 22 dicembre.
Flavio L., 24 marzo.
Flora, 11 giugno.
Floriano, 4 maggio.
Floro, 27 ottobre.
Foca, 5 marzo.
Folco, 11 ottobre.
Follano, 21 ottobre.
Formoso, 15 febbmio.
Fortunata. 14 ottobre.
Fortunato, 9 gennaio; 27 feb-
braio; 8, 15 giugno; 23, 28
agosto; 14, 15 ottobre,
Fortunazlano. 1 settembre.
Fosca, 13 febbraio.
Francesca, 9 marzo.
Francesco, 2 aprile; 11 ma?.
Francesco C, 4, 16 giugno,
Francesco, 24 luglio; 4, 10,
27 ottobre.
Francesco di S., 29 gsnnaio;
3 dicembre
Frediano, 18 marzo: 18 nov.
Frontone, 25 agosto.
Frumenzio, 27 ottobi-e.
Fruttuoso, 21 gennaio; 10 ap.
Fulberto, 10 aprile.
Fulco S., 26 ottobre.
Fulgenzio, 22 maggio,
Gabino, 19 febbraio,
Gabriele, 18 marzo,
Gaetano, 7 agosto,
Galdino, .18 aprile,
Galgano, 3 dicembre.
Galla, 5 ottobre.
Gallieno, fi agosto.
Gallo, 4 luglio; 16 ottobre.
Gaspare, 6 gennaio.
Gaudenzia, 30 agosto.
(ìaudenzio, 22 ge;inaio: 12 feb-
braio: 19 giugno; 25 otto-
bre; 26 novembre.
Gaudioso, 7 marzo; 26ottìb.
Gavino, 25 ottobre.
Gelasio, 21 novembre.
Gemma, 12 mag,'io,
Geminiano, 31 gennaio; 10 set-
tembre.
Gemino, 4 febbraio.
Gemma, 12 maggio.
Gemmulo, 4 febbraio.
Generoso, 17 luglio.
Genesio, 25 agosto; 22 die.
Gennai'o, 19 settembre; 24 ott.
Genoveffa, 3 gennaio,
Gerardo, 6 giugno; 24 set-
tembre; 3, 30 ott.; 7, 31» die.
Geremia, 1 maggio.
Germana, 15 luglio.
Germano, 21 febbr.; 2« mag-
gio; 26 luglio.
Gerolamo, 20, 22 luglio; 28, 30
settembre.
Gertrude, 17 marzo; 15 nov.
Gervasio e Prot., 19 giugno.
Ghei ardo, 24 settembre; 7 die.
Giacinta M. (fo), 30 genn.
Giacinto, 16 agosto; 29 ott.
Giacomo, 21 mar.; 4 magg.
Giacomo (6), 1 giugno; 11 lu^l.
Giacomo, 25 lug. ; 28 nov.
Giasone, 11 maggio.
Gilberto, 4 febbraio.
Gioachino. 16 apr,; 20 marzo.
Giobbe, 10 maggio; 23 sett.
180
Gioconda, 25 novembre.
Giocondo, 14 novembre.
Giona, 21 settembre.
Giordano, 13 febbraio.
Giorgio, 23, 24 aprile.
Giosafatte, 27 novembre.
Giovanna S. (6), 9 .luglio.
Giovanna F. F., 21 agosto.
Giovanni, 31), 31 gennaio; 2,
8, 14 marzo; 9 aprile; 13
maggio; 23, 2G giugno; 7,
16 settembre.
Giovanni ap. ev., 27 dicemb.
Giov. Batt. De Rossi, 23 m:igg.
Giovanni Buono, 22 ottobre.
Giovanni C, 15, 27 gennaio.
Giovanni Capistr., 23 ottobre.
Giovanni Colomb., 31 luglio.
Giovanni eremita, 27 marzo.
Giovanni G., 12 luglio.
Giovanni M., 8 febbr. ; 20 die.
Giovanni N., 16 maggio.
Giovanni III (&), 18 marcio.
Giovenale, 3 maggio.
Giovita, 15 febbraio.
Giuda, 30 ottobre.
Giuditta, ,10 dicembre.
Giulia, 22 maggio.
Giuliana, 16 gennaio; 7 aprile.
Giuliana F., 19 giugno.
Giuliano, 13 febbraio; 22 giu-
gno; 27 luglio; 7, 31 agosto.
Giulio, 31 gennaio.
(xiulitta, 16 giugno.
Giuseppe, 4 febbr. ; 19 marzo;
18 sett.
Giuseppe 0., 27 agosto.
(ìiustina, 10 gennaio; 13 lu-
glio; 7 ottobre.
Giustiniano, 23 agosto.
(Giustino, 13 aprile; 1 giugno.
Giusto, 5 giugno; 26 agosto;
2 novembre.
Giuventino, 25 gennaio.
Glicerio, 20 settembre.
Goffredo, 8 novembi-e.
Gontramo, 28 marzo.
Gorgonio, 9 settembre.
Goslino, 12 febbraio.
(Jottardo, 5 maggio.
Grata, 1 maggio; 25 agosto.
Gratiniano, 1 giugno.
Grato, 20 marzo ; 7 settembre.
(oraziano, 1 giugno, 18 dicemb.
Greciana, 16 giugno.
(ìregorlo, 17, 23, 28 novembre;
24 dicembre.
Gregorio di Langres, 4 genn.
< Gregorio Magno, 12 marzo.
(iregorio Nazian., 9 naaggio.
Gualberto, 12 luglio.
Gualtiero, 22 luglio.
(Juarino, 6 febbraio.
Gudula, 8 gennaio.
(iuerino, 26 settembre.
Guglielmo, 10 genn.; 10 feb.:
4, 26 aprile; 7 maggio; 25
giugno.
Guido, 12 settembre.
Guidone, 12 giugno.
Gundisalvo, 2 gennaio.
Gustavo, 2 agosto.
Ida, 15 gennaio; 13 aprile.
Idelfonso, 23 gennaio,
Ifigenia, 21 settembre.
Igino, 11 gennaio.
Ignazio, 1 febbraio; 31 luglio.
Ilaria, 3 dicembre.
Ilario, 14 gennaio; 16 marzo.
Ilarione, 22 ottobre.
Ilda, 18 novembre.
Ildebrando, 22 agosto.
Ildegarda, 17 settembre.
Ildegarde, 11 settembre.
Ildegonda, 20 aprile.
Illuminata, 29 novembre.
Illuminato, 11 maggio ; 8 lugl.
Imelda, 16 settembre.
Imerico, 17 giugno.
Immacolata M., S dicembre.
Innocenti, 28 dicembre.
Innocenzo, 14 marzo ; 17 apr. ;
7 maggio; 23 luglio.
Invenzio, 8 febbraio.
Ippolito, 30 genn.; 11 febbr.;
13, 22 agosto.
Ippolito Gal. (b), 20 marzo.
Irene, 22 gennaio.
Ireneo, 28 giugno.
Irma o Irmina, 24 dicembre.
Isabella, 22 febbraio.
Isacco, 25 marzo.
Isaia, 0 luglio.
Isauro, 17 giugno.
Isidora, 17 aprile,
Isidoro, 2 gennaio; 4 aprile;
15 maggio.
Ismaele, 17 giugno.
Italo, 19 agosto.
Ivone, 28 maggio ; 27 ottobre.
Jòdoco, 13 dicemibre.
Ladislao, 27 giugno.
Lambei'to, 14 aprile.
Landò, 5 maggio.
Landolfo, 7 giugno.
Lanfranco, 23 giugno.
Latino F., 24 marzo.
Laura, 19 ottobre.
Lazaro, 11 febbr.; 17 die.
Lea, 22 marzo.
Leandro, 27 febbraio.
Leonardo (6), 10 febbraio.
Leonardo, 6 novembre.
Leone, papa, 11, 19 aprile.
Leone, vesc, 20 febbraio.
Leonida, 22 aprile.
Leonina, 17 gennaio.
Leonzio, 13 genn.; 10 marzo;
20 agosto; 1 dicembre.
Leopoldo, 15 novembre.
Leucio, 11 gennaio.
Libera, 15 aprile.
Liberale, 28 aprile.
Liberata, 18 genn.; 29 apr.;
27 maggio.
Liberio, 23 settembre.
Libia, 15 giugno.
Liborio, 23 luglio.
Licinio, 13 febbraio.
Lidia, 27 novembre.
Lldulna, 14 aprile.
Lino, 23 settembre.
Litarlo, 12 luglio.
Lodovica, 31 gennaio; 11 ag.
Lodovico, 19 agosto; 9 ott.
Longino, 15 marzo.
Lorenza, 8 ottobre.
Lorenzo, 3 febbraio; 6 luglio;
10 agosto; 14 nov.; 17 die.
Lorenzo Giustiniani, 8 genn.
Loterio, 15 novembre.
Luca, 18 ottobre.
Luca B. (&), 17 febbraio.
Lucia, 16 setterab.; 13 dicemb.
Luciano, 7 gennaio.
Lucidio, 26 aprile.
Lucilla, 29 luglio.
Lucina, 30 giugno.
Lucio, 5 marzo ; 6 giugno
12 luglio.
Lucrezia, 15 marzo; 23 nov.
Luigi G.. 21 giugno.
Luigi, 19, 25 agosto.
Luminosa, 9 maggio.
Lupicino, 3 febbraio.
Lupo, 9 giugno.
Lutgarda, 16 giugno.
Luxorio, 21 agosto.
Macario, 2 gennaio ; 28 febbr.
Macedonio, 24 genn.; 13 mai-.
Macrina, 14 gennaio; 21 lug.
Maddalena M., 25 maggio; 22
luglio.
Maggiorino, 27 giugno.
Maglorio, 24 ottobre.
Magno, 4 febbraio; 16 aprile;
19 agosto; 6 ottobre; 5 nov.
Magoriano, 15 marzo.
Maiorio, 24 ottobre.
Malachia, 3 novembre.
Malo, 15 novembre.
Mamante, 17 agosto.
Mamerto, 11 maggio.
Mamiliano, 12 marzo.
Mammete, 17 agosto.
Manfredo S., 27 gennaio.
Manlio, 23 ottobre.
Mansueto, 19 febbraio; 3, 0,
settembre.
Marcella, 31 gennaio.
Marcellina, 18 luglio.
Marcellino, 9 gennaio; 20, 26
aprile.
Marcello, 16 gennaio ; 20 mar-
zo; 30 ottobre.
Marciana, 9 gennaio.
Marciano, 27 mar.; 2, 17 giug.
Marcio, 24 ottobre.
Marco, 24 mar.; 25, 28 aprile;
14, 18 giugno; 25 ottobre.
Marcolino (6), 24 gennaio.
Margherita, 22 febbraio; 10
giugno; 20 luglio.
Margherita M. A., 17 ottobre.
Margherita (b), 27 novembre.
Maria Bambina, 8 settembre.
Maria C, 9 api;ile.
Maria degli Angeli, 19 dicemb.
Maria del Carmine, 16 luglio.
Maria della Neve, 5 agosto.
Maria Eg., 27 aprile.
Maria M. de' Pazzi, 25 maggio.
Maria Maddalena, 22 luglio.
>T;iria ss. (yomé lìi), 9 sctt.
Marj.1 ss. dei Kosuriu, 7 ott.
M;irl:iiio. 1 (liiTiiiblT.
M.xritM, 17 liu-h...
Maniu.. a s. f. mi. io; 20 dio.
Mario. 27 k'
Marcio, 2»
Marta, 29 lu^......
Martina, 1 gennaio.
Martiniano, 2 gennaio: 9 die.
Martino, 11, 12 novembre.
Marzia, 21 gìu^'no.
Marziale. 4, 30 giugno.
Marziano, 14 giugno.
Massenzio. 12 dicembre.
Massima, 26 marzo.
Massimiano, 9 giugno.
Massimiliano, 21 febbraio; 12
marzo.
Massimino, 14 aprile; 29 mn-A-
gio; 15 dicembre.
Massimo. 14 aprile: 29 mai;-
gio; 2 agosto; 10, 19 ottobre.
Materno, 18 luglio; 14 sctt.
Matilde, 14 marzo.
Matrona, 15 marzo.
Matteo, 21 settembre.
Mattia, 24 febbraio.
Maura, 13 febbraio; 30 sett.
Maurelio. 6 maggio.
Maurenzio, 31 agosto.
Manrìcillo, 31 marzo.
Maurilio. 13 settembre.
Maurizio, 15 gennaio; 24 api-.:
22 settembre.
Mauro, 15 gennaio; 13 set-
tembre; 21 novembre.
Medardo, 8 giugno.
Meinrado, 22 gennaio.
Melania, 8 gennaio; 29 die.
Melchiade, 10 dicembre.
Melchiorre, 6 gennaio.
Melezio, 12 febbraio.
Mellito, 24 aprile.
Menna, 11 novembre.
Memore, 9 febbraio.
Mercede, 24 settembre.
Mercuriale, 1 giugno.
Metodio, 9 marzo; 17 giugno.
Michele, 8 maggio: 29 sett.
Michelina, 19 giugno.
Milbarga. 23 febbraio.
Milone, 23 febbraio.
Minerva, 23 agosto.
Miniato, 25 ottobre.
Modesta^ 13 marzo; 4 nov.
Modestino, 14 febbraio.
Modesto, 12 genn.; 12 febb.;
15 giugno; 2 ottobre.
Monaldo, 15 marzo.
Monica, 4 maggio.
Monitore, 10 novembre.
Monone, 18 ottobre.
Montano, 24 febbraio ; 26 mar.
Mosè, 4 settembre; 25 nov,
Mastia, 4 luglio.
Muzio, 22 aprile.
Naborre, 12 giugno; 13 luglio.
Narciso, 29 ottobre: 2 genn.
Natale, 13 maggio ; 21 agosto.
Natale di G. C, 25 dicembre.
Natalia, 1 dlocmhi-c.
NataUnn, vose., S gfin
Na/.i: -Ilo.
Na.' .,'no.
N»Mii j Mohro.
Nereo, 12 maggio-
Nestore, 27 febbraio: 4 marzo.
Nicandro, 17 gluj,'no.
Nicànore, 5 giugno.
Nlca.sio, 11 ottobre; U die.
Nlceforo, 9 febbraio.
Niceta, 20 marzo.
Nlcezio, 12 settembre.
Nicola, 10 settembre.
Nicolao (6), 11, 23 febbraio.
Nicolò A., 10 maggio.
Nicolò, 6 dicembre.
Nicomede, 15 settembre.
Nicone, 23 marzo.
Nilo, 26 settembre.
Nomadia, 14 gt^nnaio.
Norberto, 6 giugno.
Nonna, 5 agosto.
Oddone, IS novembre.
Odilia, 13 dicembre.
Odiloue, 1 gennaio.
Odone (6), 14 gennaio.
Odorlco, 14 gennaio.
Ognissanti, 1 novembre.
Olao, 29 luglio.
Olga, 11 luglio.
Olimpia, 17 dicembre.
Olimpio, 1 dicembre.
Oliva, 10 giugno.
Omobono, 13 novembre.
Onesimo, 16 febbraio.
Onofrio, 12 giugno.
Onorata, 12 gennaio.
Onorato, 8 febbraio; 2» ott.
Onorina, 27 febbraio.
Onorio, 6, 24 aprile.
Opilio, 12 ottobre.'
Oreste, 9 novembre; 12 die.
Ormisda, 6 agosto.
Oronzio, 22 gennaio; 26 ag.
Orso, 1 febbraio: 13 aprile.
Orsola, 11, 21 ottobre.
Ortensio, 11 gennaio.
Osanna, 18 giugno.
Osea, 4 luglio.
Osmondo, 4 dicembre.
Ospizio, 21 maggio.
Ostiano, 30 giugno.
Osvaldo, 29 febbraio; 5 ag.
Ottaviano, 2 settembre.
Ottavio, 20 novembre.
OtOlia, 17 dicembre.
Ottone, 20 marzo; 2 luglio.
Pacifico, 5 giugno.
Pacomio, 14 maggio.
Pafnuzlo, 11 settembre.
Pancrazio, 3 aprile ; 12 raagg.
Panfilo. 28 aprile.
Pantaleo o PantaleOne, 27 lug.
Panteno, 7 luglio.
Paola, 6, 26 gennaio.
Paolina, 2 dicembre.
Paolino, 11, 28 genn.; 4 marzo;
22 giugno; 12 luglio; 31 ago-
sto; 10 ottobre.
I .»oli>, 10 genn.; 9 febbraio;
i'i m.irzo; 8 aprile; 8 lugli».
l'aride, 5 agosko.
Parmenio, 22 aprile.
Partinio, 10 maggio.
Pasoasio, 10 foltbraio.
Pivsquale, 14, 17 ma;,'gio.
Paterio, 21 febbraio.
Patorniaiio, 10 luglio.
Paterno, 15 aprile; 21 agosto.
Patrizia, 25 ago.sto.
Patrizio, 17 marzo.
Patroclo, 21 gennaio.
Pelagia, 23 marzo, 8 ottobre.
Peleo, 20 febbraio.
Pellegrino, 27 aprile; 1 agosto.
Perfetto, 18 aprile.
Perpetua, 4 agosto.
Petronilla, 31 maggio.
Petronio, 4 ottobre.
Pier Dam., 23 febbraio.
Pietro (6), 19 febbraio.
Pietro, 29 giugno; 10, 19 lu-
glio; 1, 7 agosto; 19, 25 ott.
Pietro C, 10 sett.; 5. 21 dio.
Pietro I, 3, 8 genn.; 11 marzo.
Pietro M., 211 aprile.
Pietro Urs., 10 gennaio.
Pio, 5 maggio; 11 luglio.
Placidia, 11 ottobre.
Placido, 5 ottobre.
Platone, 4 aprile.
Plautina, 20 maggio.
Policarpo, 26 gennaio,
Polissena, 23 settembre.
Poliuto, 13 febbraio.
Pompeo, 10 aprile; 14 die.
Pomponio, 14 maggio.
Ponziano, 19 novembre.
Ponzio, 14 maggio.
Porfirio, 26 febbraio; 20 a-.
Potino, 2 giugno.
Potito, 13 gennaio.
Prassede, 21 luglio.
Pretestato, 24 febbraio.
Primitiva, 24 febbraio ; 23 lug.
Primitivo, 18 luglio.
Primo, 11 maggio; 9 giugno.
Prisca, 18 gennaio.
Priscilla, 16 gennaio.
Priscilliano, 4 gennaio.
Prisco, 15 aprile; 9 maggio;
1 settembre.
Probo, 12 gennaio; 10 nov.
Processo, 2 luglio.
Procolo, 14 aprile.
Proeopio, 23 marzo.
Procoi-o, 9 aprile.
Prosdocimo, 7 novembre.
Prospero, 25 giugno.
Protasio, 17 giugno.
Protaso Al,, 24 novembre.
Proto, 14 giugno; 25 ottobre.
Protogene, 6 maggio.
Provino, 8 marzo.
Prudenzio, 6 aprile.
Pudente. 19 maggio.
Pulcheria, 12 ottobre.
Purificazione di M,, 2 febb.
Quartina, 19 marzo.
Quarto, 10 maggio.
Quattro coronati, 8 nov.
Qaingesio, 5 dicembre.
Quinidio, 15 febbraio.
Quintino, 31 ottobre.
Quinto, 19 marzo; 10 ruagj;i<).
Quirico, 16 giugno; 23 agosito.
Quii'ino, 25, 30 marzo; i giug.
Kabano, 4 febbraio.
Radegonda, 13 agosto.
Raffaele, 24 ottobre.
Raimondo, 22 genn.; 28 lag.
Raimondo N., 31 agosto.
Rainaldo, 18 agosto.
Ranieri, 17 giugno.
Redenta, 23 luglio.
Redento, 8 aprile.
Regina, 1 luglio; 7 settembre.
Regolo, 30 marzo.
Remedio, 3 settembre; 1 ott.
Remigio, 1 ottobre.
Renato, 6 ottobre.
Reparata, 8 ottobre.
Restituta, 17 maggio.
Restituto, 29 maggio.
Revocato, 9 gennaio.
Riccardo, 7 febbraio; 3 aprile;
9 giugno.
Richieri. 26 aprile.
Rigoberto, 4 gennaio.
Rinaldo, 9 febbraio.
Rita, 22 maggio.
Roberto, 21, 27 marzo ; 7 giug.
Robustiano, 24 maggio.
Rodippo, 2 febbraio.
Rodrigo, 15 maggio.
Rocco, 16 agosto.
Rodolfo, 26 giugno; 17 ott.
Rogaziano, 24 maggio ; 28 die.
Romana, 23 febbraio.
Romano, 28 febbraio; 9 ago-
sto; 18 novembre.
Romarico, 8 dicembre.
Rombaldo, 1 luglio.
Romeo (b) 25 febbraio.
Romola, 23 luglio.
Romolo, 6 luglio; 13 ottobre.
Romualdo, 7 febbraio.
Rosa, 30 agosto; 4 settembre,
l'iosalìa, 4 settembre.
Rosalinda, 12 dicembre.
Rosmunda, 14 luglio.
Rufina, 10 luglio.
Rufino, 11 febbr.; 14, .'jO lu-
glio; 11, 26 agosto.
Rufo, 27 agosto ; 28 iiuv.
Ruggero, 5 marzo: 15 ottob.
Rustico (b), 12 marzo.
Rustico, 9 agosto.
Rutilio, 2 agosto.
Saba, 24 aprile.
Sabina, 29 agosto; 27 ottobre.
Sabino, 17 gennaio; 7, 11 lu-
glio; 7 dicembre.
Sallustio, 2 febbraio.
Salomone, 28 settembre.
Salvatore, 18 marzo.
Samuele, 16 febbi-aio; 20 ag.
Sancio, 5 giugno.
Sansone, 28 luglio.
S'/nli (Tulli i), 1 novembre.
Santino, 22 settembre.
Santolo, 15 dicembre.
Satiro, 17 settembre.
Saturnina, 4 giugno.
Saturnino, 7 aprile; 29 nov.
Savina, 30 gennaio.
Savino, 11 luglio.
Scolastica, 10 febbraio.
Sebastiano, 2, 17, 20 gennaio.
Seconda, 10 luglio.
Secondiano, 9 agosto.
Secondina, 15 gennaio.
Secondo, 30 marzo; 6 aprile;
26 agosto.
Sempronio, 5 dicembre.
Senatore, 7 gennaio.
Serafina, 3 settembre.
Serafino, 12 ottobre.
Serapione, 29 febbraio.
Sereno, 2 agosto.
S9rgio, 9, 25 settembre.
Servazio, 13 maggio.
Serviliano, 20 aprile.
Servolo, 26 febbraio; 23 die.
Sette (I) fondatori, servi di M.,
11 febbraio.
Settimia, 10 dicembre.
Settimio, 6 settembre.
Settimo, 17 agosto.
Severa, 20 luglio.
Severino, 8 gennaio; 8 giugno.
Severo, 1, 13 febbraio; 6 lu-
glio; 23 ottobre,
Sidonio, 14 novembre.
Sigismondo, 1 maggio.
Silao, 30 maggio.
Silvano, 10 febbraio.
Silverio, 20 giugno.
Silvestro, 31 dicembre.
Silvia, 3 novembi'e.
Silvino, 12 settembre.
Silvio, 21 aprile.
Simeone, 5 genn. ; 18 febbr.;
26 luglio.
Simone, 24 marzo; 28 ottob.
Simonino, 24 marzo.
Simpliciano, 13 agosto.
Simplicio, 2 marzo.
Sinforiano, 8 novejnbro.
Sinforosa, 18 luglio.
Siricio, 26 novembre.
Siro, 9 dicembre.
Sisinnio, 29 novembre.
Sisto, 6 aprile; 6 agosto.
Sofìa, 30 aprile ; 23 settembre.
Sofronio, 11 marzo.
Sollecito (b), 6 marzo.
Sostene, 10 settembre.
Sotere (&•), 10 febbraio.
Sotero, 22 aprile.
Speciosa, 18 giugno.
Speranza, 1 agosto.
Spiridiono, 14 dicembre.
Sposalizio di M. V., 23 geuu.
Stanislao, 7 maggio.
Stanislao K., 13 novembre.
Stefana Q., 2 gennaio.
Stefania, 18 settembre.
Stefano, 2 sett.; 26, 31 die.
Stratonico, 24 luglio.
Sulplzio, 20 aprile.
Susanna, 18 gennaio.
Tafldeo, 28 ottobre.
Talassio e e, 22 febbraio.
Tammaro, 15 ottobre.
Tarsicio, 15 agosto.
Tarsilla, 24 dicembre.
Taziana, 12 gennaio.
Tecla, 10 gennaio; 23sottemb.
Telemaco, 1 gennaio.
Telesforo, 5 gennaio.
Temistocle, 21 dicembre.
Teobaldo, 1 luglio.
Teodemiro, 25 luglio.
Teodora, 1, 28 aprile.
Teodorico, 2 febbraio.
Teodoro, 24 gennaio; 7 feb-
braio; 26 marzo; 19 settem-
bre; 25 ottob.; 9 novembre.
Teodosia, 2 aprile; 11 sett.
Teodosio, 11 gennaio; 1 ag.
Teodoto, 18 maggio.
Teodulo, 2 maggio.
Teofanie, 26 gennaio.
Teofilo, 28 febbraio; 27 apr.
Teonesto, 20 novembre.
Teotisto, 6 settembre.
Terenzio, 15 luglio; 24 sett.
Teresa, 15 ottobre.
Tertulliano, 27 aprile.
Terzo, 6 dicembre.
Tiberio, 24 aprile.
Tiburzio, 11 agosto.
Timoleone, 19 dicembre.
Timone, 19 aprile.
Timoteo, 22 agosto.
Tirso, 28 gennaio.
Tito, 4 gennaio.
Tiziano, 16 gennaio; 3 marzo;
4 maggio.
Tolomeo, 24 agosto.
Tomaso d'Aquino, 7 marzo.
Tomaso, 25 marzo; 25 settem-
bre; 21 dicembre.
Tomaso B., 29 dicembre.
Torello (&), 16 marzo.
Torniello B. (6), 19 marzo.
Torquato, 15 maggio.
Tranquillino, 6 luglio.
Tranquillo, 15 marzo.
Trasfigurazione di G. €., 6 ag.
Trasone, 11 dicembre.
Triflna, 5 luglio.
Trifomena, 5 luglio.
Trifone, 10 novembre.
Trinità, 7 giugno.
Trofimo, 29 dicembre.
Tullia, 5 ottobre.
Tullio, 19 febbraio.
Turibio, 16 aprile.
Tuzlo, 9 settembre.
Ubaldo, 16 maggio.
Uberto, 3 novembre.
Ugo, 1 aprile.
Ugolino, 13 ottobre.
Uguccione R., 11 febbraio ; 8
settembre.
Ulderico, 4 luglio.
Ulpiano, 3 aprile.
Ulrico, 4 luglio.
Ultano, 31 ottobre.
Umberto, 4 marzo; 6 sett.
Umiltà, 22 masgio.
l'rjkicato, Il lumlio, 1 die.
VHl«>nte. 26 IurUo.
N .il.'Mflnliiiio, 3 (riUf^no.
\ .i'.<iitino,.7, 14 f«'h. ; 16 mnr-
/■>: n *• ' ; 13 novelli-
biv
\
N .14 aprile;
, '>sto; 27 no-
vt lubio.
Valerio, 16, 29 {gennaio; 15
marzo: 1*2 dicembre.
Valfredo, 15 febbraio.
Valtrude, 9 aprile.
Venanzio, 18 maggio.
V.Mioeslao, 28 settembre.
V.nera, 14 novembre.
^■eIlerando, 25 maggio.
Vera. 17 settembre.
Verano, Il novemb.; 14 noY.
Verdiana, 1 febbraio.
Verecondo, 22 ottobre.
— la^ -
■ mondo. 13 febbra
Wn-o, 23 ottobre.
Veronica (6), 13 gennaio; 4 feb-
braio.
Viclnio, 23 agosto.
Vigilia, 19 aprile.
Vigilio, 26 giugno; 27 novem.
Villana B., 29 gennaio.
Villel)rordio, 7 novembre.
Vincenzio, Il dicembre.
Vincenzo. 22 gennaio; 5 apri-
le; 19 luglio.
Virginia, 5 agosto.
Virgilio, 5 marzo: 2'» sett.
Visitazione di M. V., 2 luglio.
Vissia, 12 aprile.
Vitale, 9 marzo; 28 api-ile;
7 novembre.
Vitaliano, 27 gennaio; 16 lug.
Vito, 15 giugno.
Vittore, 21, 28 luglio; 17 ott.
Vittoria, 23 dicembre.
Vittoriano, 26 agosto.
Vittorino, 8 giugno; 5 sett.:
2 novembre.
Vladiiultu, ìb >u;<li(>.
Volfango, 81 ottobri;.
Volusiano, IH gennaio.
W;iast, 6 fobliraio.
Waldertrude, ?» aprilo.
Walfrldo. 15 febbraio.
Wenefrida, 8 novembre.
Zaccaria, 15 marzo; 5 nov.
Zaccheo, 23 agosto.
Zama, 24 gennaio.
Zefirino, 26 agosto.
Zenaide, 5 giugno.
Zenobio, 25 maggio.
Zenone, 12 aprile; 23 giugni
8 dicembre.
Zita, 27 aprile.
Zoe, 5 luglio.
Zoello, 24 maggio.
Zoilo, 24 giugno.
Zosimo, 30 marzo; 26 die.
TABELLA DEI DIGIUNI E DELLE ASTINENZE
(Decrkto della suprkm.v S. C. del S. U., 17 settembre 1906).
i* Digiuno di stretto magro ossia d'OLIO.
1. Venerdì delle Tempora di Quaresima.
2. Venerdì Santo.
3. Vigilia dell' Assunta.
4. Vigilili del Natale.
È vietata la carne e tutto ciò che trac
erigine dalla carne, cioè: latte, burro, for-
maggio, uova, e condimento di grasso di qua-
lunque animale.
Il" Digiuno e astinenza dalle carni.
1. l'rimo giorno del digiuno quaresimale.
2. Venerdì e Sabati di Quaresima e di
Avvento.
3. Mercoledi, Venerdì e Sabati delle Tem-
pora.
4. Vigilie di S-tn Giuseppe, dell' Annun-
ciata (in Quaresima), di Pentecoste,
dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo e di
Ognissanti.
Nella refezione principale sono permesse
le uova e i latticinii; e per condimento fan-
che nella piccola refezione^ è permesso l'uso
di qualunque gra.sso, del borro, della mar-
garina e cimili.
Ili» Digiuno coli' uso delle carni.
Tutti i giorni di Quaresima {escluse le
Domeniche), che non sono compresi
sotto i numeri |o e II".
Le carni sono permesse nella sola refe-
zione principale, per gli obbligati al digiuno;
nella piccola refezione sono permes.si i con-
dimenti di qualunque grasso, burro, ec,
IVo Astinenza dalle carni senza digiuno.
Tutti i Venerdì non segnati ai numeri \o
e \\°, eccettuato il giorno di Natale.
Sono permessi i condimenti di qualunque
grasso e l'uso delle uova e del latticinii.
Vo Avvertenze.
1* La promiscuità di carne e pesce, nella
medesima refezione, è vietata in tutta la Qua-
resima, comprese le Domeniche, e, nel corso
dell'anno, in tutti i giorni di digiuno.
2» Quando è vietata la carne s'intende vie-
tato anche il brodo di carne.
3* Per benigna disposizione del Sommo
Pontefice l'Ordinario potrà concedere spe-
ciale indulto, sotto determinate condizioni,
per i giorni di digiuno e di astinenza fuori
di Quaresima e di Avvento.
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GIUSTA I DUE RITI ROMANO E AMBROSIANO
Trima domenica dell'Avvento: Fogni pre-
cursori della fine del mondo. San Luca,
cup. XXI. - Rito ambros. Terza d'Avvento:
8. Giovanni dalla prigione manda due di-
scepoli a Cristo, il quale ne fa l'elogio.
San Matteo, cap. XI.
Domenica II dell'Avvento : Il precedente del
rito ambrosiano. - Rito ambros. Quarta d'Av-
vento: L'ingresso trionfale del Salvatore in
Gerusalemme. San Matteo, cap. XXI.
Domenica III dell'Avvento: I Sacerdoti man-
dano ad interrogare San Giovanni Battista, e
questi preannunzia il Messia. San Giovanni,
cap. I. - Rito ainhros. Quinta d'Avvento: So-
lenne testimonianza resa da San Giovanni
alla persona di Cristo. San Giovanni, cap. I.
Domenica IV dell'Avvento: La predicazione
di San Giovanni Battista. San Luca, cap. III.
- R'to ambros. Annuncio dell'angelo a Maria
che concepirebbe il divin Verbo. San Luca,
cap I.
Natale di N. S. G. C, comiinp ai due riti. Alla
prima messa : Nascita di Cristo, San Luca,
cap. IL - Alla seconda messa : I pastori ado-
rano Cristo, nel presepio, San Luca, cap. IL
- Alla terza messa: Principio del Vangelo
di San Giovanni, cap. I.
Domenica infra l'Ottava di Natale: Infanzia
di Cristo. Simeone lo benedice. San Luca,
cap. IL - Rito ambros. E ripetuto il Van-
gelo della seconda messa di Natale.
Festa della Circoncisione, comune ai due riti:
Circoncisione di N. S. G. C. San Luca, cap. IL
Epifania, com. ai due riti: I Ss. Magi. San Mat-
teo, cap. IL
Domenica I dopo l'Epifania, comune ai due
riti: Gesù disputa coi dottori nel Tempio.
San Luca, cap. IL
Domenica II dopo l'Epifania, comune ai due
riti: Le nozze di Cana. San Giovanni, cap. IL
Domenica III dopo l'Epifania: II lebbroso ed
il paralitico. San Matteo, cap. .'HI. - Rito
ambros. Gesù sana il figlio del Centurione.
S. Matteo, cap. Vili.
Domenica IV dopo l'Epifania: Gesù calma
una tempesta in mare e rimprovera gli apo-
stoli di poca fede. Sin Matteo, cap. Vili.
- Rito ambros. Discorso di Gesù a Nico-
demo. San Giovanni, cap. III.
Domenica V dopo l'Epifania: Parabola della
zizzania seminata insieme al grano. San Mat-
teo, cup. XIII. - Rito ambros. La prodi-
giosa moltiplicazione dei pani e dei pesci.
San Luca, cap. IX.
Domenica VI dopo l'Epifania: Il regno dei
Cieli paragonato al seme di senape e al pez-
zetto di lievito. San Matteo, cap. XIII. - Rito
ambros. Gesù risana il lunatico. San Matteo,
cap. XV IL
Scttuagesima, comune ai due riti: Gli operai
chiamati nelle diverse ore della giornata a
lavorare la vigna del Signore: San Matteo,
cap. XX.
Sessagesima, comune ai due riti: La parola di
Dio rassomiglia al seme del coltivatore; una
parte sola cade in buon terreno. San Luca,
cap. VIIL
Quinquagesima: Guarigione del cieco nato di
Gerico. San Luca, cap. XVIII. - Rito am-
bros. Parabola della zizzania seminata nel
campo insieme al buon frumento. San Mat-
teo, cap. XIII.
Domenica I di Quaresima, comune ai due riti:
Le tentazioni di Cristo nel deserto. San Mat-
teo, cap. IV.
Domenica II di Quaresima: La Trasfigurazio-
ne sul monte Tabor. S(n Matteo, cap. XXll.
- Rito ambros. La Samaritana. San Giovanni,
cap. ì V.
Domenica III di Quaresima: Gesù libera un
ossesso. San Luca, cap. XL - Rito ambrox.
Istruzione di Ci'isto ai giudei sulla libertà
e la schiavitù. San Giovanni, cup. Vili.
Domenica IV di Quaresima: La prodigiosa
moltiplicazione dei pani e dei pesci. San Gio-
vanni, cap. VI. - Rito ambros. Guarigione
del cieco nato. Sun Giov.inni, cap. XVIIl.
Domenica V di Quaresima : I Giudei non cre-
dono alle parole di Cristo e vogliono lapi-
darlo. San Giovanni, cap. Vili. - Rito ambr.
La risurrezione di Lazzax'O. San Giovanni,
cap. XL
Domenica VI di Quaresima: Gesù entra trion-
fante in Gerusalemme. Sccn Matteo, cap. XXL
- Rito ambros. Gesù è convitato a pranzo
da Lazzaro. San Giovanni, cap. XI.
Pasqua di Resurrezione, comune ai due riti: La
resui-rezione di Cristo. Sju Marco, cap. XVI.
Domenica in Albis, comune ai due riti: Gesù
risorto appare ai discepoli. San Giovanni,
cap. XX.
Domenica II dopo Pasqua: Gesù immagine
del buon Pastore. San Giovanni, cap. X. -
Rito ambi-os. San Giovanni addita alle turbe
il Redentore, confessandolo pubblicamente
pel vero Figlio di Dio. San Giovanni, cap. L
Domenica III dopo Pasqua, comune ai due
riti: Gesù preannuncia la sua Ascensione
al Cielo. San Giovanni, cap. XVI.
Domenica IV dopo Pasqua, comune ai due riti:
Gesù promette agli apostoli di mandare lo
Spirito Santo. San Giovanni, cap. XVI.
Domenica V dopo Pasqua, comune ai due riti:
Gesù raccomanda di pregare l'eterno Padre
in suo nome. San Giovanni, cap. XVI.
Ascensione di N. S. G. C. : Gesù manda gli
apostoli a predicare il vangelo pel mondo
e sale al Cielo. San Marco, cap. X VI, -
Rito ambros. Cristo conxmette agli apostoli
l'alta missione, di cui loro parlò durante
la sua vita mortale, e sale al Cielo. San Luca,
cap. XXIV.
Domenica infra l'Ottava dell'Ascensione: Gesù
predice agli apostoli le gravi persecuzioni
che dovranno soffrire in suo nome. San Gio-
vanni, cap. XV e XVI. - Rito ambros. Gesù
chiede all'eterno Padre quella gloria ch'Egli
ebbe con lui prima che il mondo fosse.
San Giovanni, cap. XVII.
Pentecoste: Gesù raccomanda ai discepoli di
osservare le sue parole, che sono quelle
del suo eterno Padre, e che lo Spirito Santo
li illuminerà. San Giovanni, cap. XIV. - Rito
ambros. Gesù dimostra che non ama vera-
1 .L'osto: (ìosù manda
Ilare e battozzaiv il
luouJo. ^.<« MM(e^>, cap. XXVIJI. - Jiito
amfn-09. Qysiì predice «gli apostoli le gravi
per!>eeu7.ioni di cui saranno ojfyelto.ÌKinG' tt»-
ranni, cap. XVI.
Festa del Corpus Domini, comune ai due rith
Il mistero della SS. Eucarestia. San Gio-
ca hhì, cap. V[.
Domenica infra l'Ottava del Corpus Domini:
La parabola degli invitati alla cena nu-
ziale. San Luca. cap. I. - Rito ambros. Le
mormorazioni dei jjmdei contro Cristo, per-
ohò conversava familiarmente coi peccatori.
SfiM Matteo, rap. IX.
Domenica III dopo la Pentecoste: La peco-
rella smarrita. San Luca, rap. XV. - Rito am-
hi'fsiaito: Gesù raccomanda la misericordia.
San Luca, cap. VL
Domenica IV dopo la Pentectiste: La pesca
prodifiiosa. San Luca, cap. V. — Rito am-
btxt^. Parabola del ricco Epulone. San Lma,
cap. XVI.
Domenica V dopo la Pentecoste : Gesù rac-
comanda la carità. San Matteo, cap. V. -
Rito ambros. Gesù {guarisce i dieci lebbrosi.
San Luca, cip. X VII.
Domenica VI dopo la Pentecoste: Moltipli-
cazione dei pani e dei pesci. San Marco,
cap. Vili. - Rito amhvog. Parabola degli
invitati alla cena. S<in Luca, cap. XIV.
l»omenica VII dopo la Pentecoste, comune ai
(tue riti: Gesù ammonisce di guardarsi dai
falsi profeti. San Matteo, cap. VII.
Domenica Vili dopo la Pentecoste: Pai-abola
del cattivo servo. San Luca, cap. XX VL - Rito
ambros. La pecorella smarrita. Sun Luca,
cap. XV.
Domenica IX dopo la Pentecoste: Gesù pian-
ge sai destino di Gerusalemme. Som Luca,
cap. XIX. - Rito ambros. La pesca prodi-
giosa. S<in Luca, cap. V.
Domenica X dopo la Pentecoste: Parabola
del Fariseo e del Pubblicano. San Luca,
cap. XVIII. - Rito ambros. Parabola del
ricco che avendo raccolto immense prov-
vigioni, pensa a darsi bel tempo. San Luca,
cap. XII.
Domenica XI dopo la Pentecoste: Guarigione
di un sordomuto. San Marco, cap. VII. -
iato ambros. 11 fariseo ed il pubblicano.
San Luca, cap. X Vili.
Domenica XII dopo la Pentecoste: Parabola
del Samaritano caritatevole, S. Luca, cap. X.
- Rito ambro». La perfezione della nuova
legge a paragone dell'antica. San Matteo,
cap. V.
Domenica XIII dopola Pentecoste: Guarigione
dei dieci lebbrosi. San Luca, cap. XVII. -
Rito ambros. Moltiplicazione dei pani e dei
pesci. San Marco, cap. Vili.
Domenica XIV dopo la Pentecoste: Non si può
servire a due padroni. Sfin Matteo, cap. VI.
- Rito ambros. Guarigione di un sordo-
muto. San Marco, cap. VII.
Domenica XV dopo la Pentecoste, comune ai
(li Naim. S.n, /.:„«, <<,j,. in.
l'onu'uica XVl dopo la l'entecoste: Gesù ri-
sana un idropico in giorno di sabi.to. -
San Luca, cap. XIV, - Rito ambros. Dome-
nica I dopo la Decollazione: Lo agitazioni
di Erode all'udire lo meravigliose gesta di
Cristo. San Luca, cap. IX.
Domenica XVII dopo la Pentecoste: I coman-
damenti di amare Dio e di amare 11 pros-
simo. San Matteo, rap. XXII. - Rita ambros.
Domenica II dopo la Decollaziono: Gesù
ammonisce di guardarsi dai falsi profeti.
San Matteo, cap. VII.
Domenica XVIII dopo la Pentecoste: Gesù
rimette i peccati al paralitico. San Matteo,
cttp. IX. — Rito ambros. Domenica III dopo
la Decollazione: La parabola del Samari-
tano. San Luca, cap. X.
Domenica XIX dopo la Pentecoste : Parabola
del He che invita alle nozze del figlio, e fa
punire chi è venuto senza la veste nuziale.
San Matteo, cap. XXII. - Rito ambros. Do-
menica IV dopo la Decollazione: Maledi-
zione della ficaia infruttifera. San Matteo,
cap. XL
Domenica XX dopo la Pentecoste: Gesù gua-
risce il figlio di un signore a Cafarnaum.
San Giovanni, cap. IV. - Rito ambros. Pa-
rabola dei vignaiuoli, dei servi e del figlio
del Padrone. San Matteo, cap. XXL
Domenica XXI dopo la Pentecoste: Parabola
del padrone che condona il grosso debito al
servo e questi incrudelisce contro un suo
debitore. San Matteo, cap. XVIII. - Rito am-
bros. Domenica I di ottobre: La ficaia ste-
rile risparmiata ancora per un anno dai
coltivatore. Sin Luca, cap. XXIII.
Domenica XXII dopo la Pentecoste: Date a
Cesare ciò che è di Cesare, date a Dio ciò
che è di Dio. San Matteo, cap. XXII. - Rito
ambros. Domenica II di ottobre: La donna
adultera. Saìi Gioranni, cap. III.
Domenica XXIII dopo la Pentecoste: Gesù
resuscita una fanciulla defunta, ed un'am-
malata guarisce toccando le di Lui vesti.
San Matteo, cap. IX. - Rito ambros. Dome-
nica III di ottobre: La solenne dedicazione
del tempio di Salomone a Gerusalemme.
San Giovanni, cap. X.
Domenica XXIV dopo la Pentecoste: Gesù
predice la distrazione di Gerusalemme e la
fine del mondo. San Matteo, cap. XXIV. -
Rito ambros. Domenica I dopo la dedica-
zione: Parabola del padrone che condona
un grosso debito al suo servo, mentre que-
sti incrudelisce contro un suo conservo.
San Matteo, cap. XVIII.
Domenica XXV dopo la Pentecoste ( Vedi NB).
- Rito ambros. Domenica II dopo la dedi-
cazione: Il tributo a Cesare. San Matteo,
cap. XXII.
NB. — Se le Domeniche dopo la Pentecoste
fossero più di 24 prima di arrivare alla prima
dell'Avvento, dopo la XXIII si ripetono i Van-
geli delle ultime domeniche dopo l'Epifania.
In ogni caso il Vangelo della Domenica XXlV
dopo la Pentecoste resta l'ultimo.
KQTIZie
MMINI^RATIVe ^TflTI^TKHr
%-b2^
SERIE DEI SOMMI PONTEFICI ROMANI
SECONDO LA CR0N0TA8SI DEL LIBER PONTIFICALIS E DELLE SUE FONTI
S. Pietro, di Betsaida in Galilea, Principe
degli Apostoli, che ricevè da Gesù Cri-
sto la Suprema Pontificia Potestà da
trasmettersi ai suoi successori; risiedè
prima in Antiochia, quindi in Roma, ove
incontrò il martirio nell'anno 67 o 64
dell'era volgai-e, avendo da quest'ultima
città governata la Chiesa anni 25(?).
S. Lino, della Tuscia, Mart., creato nel 67,
o 76(?).
S. Cleto I, Romano, Mai-t., 76-88 (?).
S. Clemente I, Romano, Mart., 88-97 (?).
S. Evaristo, Greco, Mart., 97-105.
S. Alessandro I, Romano, Mart., 105-115 ('?).
S. Sisto I, Romano, Mart., 115-125 (?) (go-
vernò 10 anni).
S. Telesforo, Greco, Martire, 125-136 (?)
(11 anni).
S. Igino, Greco, Mart., 136-140 (?) (4 anni).
S. Pio I, Italiano, Mart., 140-155 (15 anni).
S.Aniceto, Siro, Mart., 155-166 (?) (11 anni).
S. Sotero, della Campania, Mart., 166-175 (?)
(8 anni).
S. Eleuterio, Epiroto, Mart., 175-189 (15 a.).
S. Vittore I, Africano, Mart., 189-199 (11 a.,
2 m., 10 g.).
S. Zefirino, Romano, Mart, 199-217 (8 a.,
2 m., 10 g.).
S. Calisto I, Romano, Mart., 217-222 (5 a.).
[Ippolito, 217-235].
S. Urbano I, Romano, Mart., 222-230 (8 a.).
S. Ponziano, Romano, Mart., 230-235 (5 a.,
2 m., 7 g.).
S. Antere, Greco, Mart., 21 nov. 235-236
3 gennaio (1 m., 12 g.).
S. Fabiano, Romano, Mart., 10 genn. 236-
250 20 gennaio (IO a., 10 g.).
S. Cornelio, Romano, Mart., 251-253 (2 a.,
3 m., 10 g.).
[Novanziano, 251].
S. Lucio I, Romano, Mart., 25 giugno 253-
254 5 marzo (8 m., 10 g.).
S. Stefano I, Romano, Mart,, 12 maggio
254-257 2 agosto (3 a., 2 m., 21 g.).
S. Sisto II, Greco (?), Mart., 30 agosto 257-
258 6 agosto (11 m., 6 g.).
S. Dionisio, di patria ignota, 22 luglio 259-
268 26 dicembre (9 a., 5 m., 4 g.).
S. Felice I, Romano, Mart., 5 genn. 269-
274 26 dicembre (9 a , 5 m., 4 g.).
S. Eutichiano, di Luni, Mart., 4 genn. 275-
283 7 dicembre (8 a., 11 m., 3 g.).
S. Calo, Dalmata, Mart., 17 dicembre 283-
2S6 22 aprile (12 a., 4 m., 7 g.).
S. Marcellino, Romano, Martire, 30 giu-
gno 296-304 25 ottobre (8 a., 3 m., 25 g.).
S. Marcello I, Romano, Mart., 27 mag-
gio 308-309 16 gennaio (7 m., 20 g.)-
31. S. Eusebio, Greco, Mart., 18 aprile 309-
311 17 agosto (4 m.).
32. S. Milziade, Africano, Mart., 2 luglio 311-
314 11 gennaio (2 a., 6 m., 8 g.).
33. S. Silvestro I, Romano, 31 gennaio 314-
335 31 dicembre (21 a., 11 m.).
34. S. Marco, Romano, 18 genn. 336-336 7 ot-
tobre (8 m., 20 g.),
35. S. Giulio I, Romano, 6 febbraio 337-352
12 aprile (15 a., 2 m., 6 g.).
36. Liberio, Romano, 17 maggio 352-366 24 set-
tembre (14 a., 4 m., 7 g.),
[S. Felice II, 355-365].
37. S. Damaso, Romano, 1 ottobre 366-384
11 dicembre (18 a., 2 m., 11 g.).
[Ursino, 366-36'/].
38. S. Siricio, Romano, die. 384-399 26 nov.
(15 a.).
39. S. Anastasio I, Romano, 27 nov. 399-401
19 dicembre (2 a., 21 g.).
40. S. Innocenzo I, di Albano, 22 dicembre
401-417 12 marzo (15 a., 2 m., 21 g.).
4l! S. Zosimo, Greco, 18 marzo 417-418 26 die.
(1 a., 9 m., 9 g.).
42. S. Bonifacio I, Romano, 29 die. 418-422
4 settembre (3 a., 8 m., 6 g.).
[Eulalio, 418-419].
43. S. Celestino I, della Campania, 18 settemb.
422-432 27 luglio (9 a., 10 m.. 17 g.). -
44. S. Sisto III, Romano, 3 luglio 432-440
19 agosto (8 a., 19 g).
45. S. Leone il Grande, Tusculano, 29 settem-
bre 440-461 10 nov. (21 a., 1 m., 13 g.).
46. S. Ilario, Sardo, 19 nov. 461-468 29 febbr.
(6 a., 3 m., 10 g.).
47. S. Simplicio, di Tivoli, 3 marzo 468-483
10 marzo (15 a., 7 g.).
48. S. Felice III (II), Romano, antenato di
S. Gregorio Magno, 13 marzo 483-492
1 marzo (8 a., 11 m., 7 g.).
49. S. Gelasio I, Africano, 1 marzo 492-496
21 novembre (4 a., 8 m., 18 g.).
50. S. Anastasio II, Romano, 24 nov. 496-498
19 novembre (11 a., 11 m., 24 g.).
51. S. Simmaco, Sardo, 22 novenabre 498-514
19 luglio (15 a., 3 m., 27 g.).
[Lorenzo, 498-505].
52. S. Ormisda, di Frosinone, 20 luglio 514-
523 6 agosto (9 a., 1 7 g.).
53. S. Giovanni I, Tusculano, Mart., 13 agosto
523-526 18 maggio (2 a., 9 m., 16 g.).
54. S. FeUce IV (III), Samnio, 12 luglio 526-
530 22 settembre (4 a., 2 m., 12 g.).
55. Bonifacio II, Romano, 22 settembre 530-
532 17 ottobre (2 a., 26 g.).
[Dioscoro, 530].
56. Giovanni II, Romano, 2 gennaio 532-535
8 maggio (2 a.. 4 m., 6 g.).
{Conti/ma a pag. 191).
m:RIK DKI
RITRATTI
DEI SOMMI
PONTEFICI
^>
Ùmi
^ "ili i;,i'?^
S. Pietro.
S. Lino.
S. Cleto
S. CLESTCNTK I. S. i:VARISTO. S. ALESSANDRO I. S. SlSTO I.
8. Telesfobo.
8. Igino.
S. Pio I.
8. Aniceto.
ri. Vittore I.
'V,
S. Calisto I.
S. PONZI.VNO.
S. Antero,
S. Fabiano.
S. Cornelio.
S. Lucio I.
S. Stefano I.
S. Sisto II.
S. Dionigi.
S. Felice I.
S. EUTICHIANO.
8. MiLZiADK. S. Silvestro I. S. Marco.
S. Giulio I.
Liberio.
S. Felice II.
S. Damaso I.
S. SlEICIO.
'# ^"^''''^•^
S. Simplicio.
S. FkI,I( E III.
S. Gelasio I S. Anastasio II.
S. SiM.MAf o. S. Ormisda.
8. Giovanni I. S. Felice IV.
Bonifacio II. Giovanni II.
S. Agapito I.
S. SlLVERIO.
Vigilio.
Pelagio I. Giovanni III. Benedetto L
Pelagio II. S. Gkegorio I il Gr.e Sabiniano. Bonifacio III.
S. Bonifacio IV. S. Adeodato I. Bonifacio V.
Onoeio I.
Giovanni IV,
Teodobo I. S. Martino I.
S. Eugenio I. S. Vitaliano.
Adeodato II.
Dono I.
1:M
53. ^^
C». N
00
. 'inailo, 13 m.a^igio 53.'>-53C
1 m., 8 p.).
Frosltiono, Mart., 1 o 8 gon-
s(?» (»m.U
ino, giugno f»38(?)-665 (18 a..
ftl
62
63
64
Pelagio I, Romano, 16 aprild 555-561
4 marzo (4 a., 10 in., 18 g.).
Giovanni III. Romano, 17 luglio 661-671
18 luglio (12 a., 11 m.. 26 g.).
Benedetto I, Romano. 2 giugno 575-.')70
SO luglio (4 a., 1 m., 28 g.).
Pelagio II. Romano, 26 novemb. 579-590
7 gennaio (10 a., 2 m., 10 g.h
8. Gregorio I, il Grande, Romano, 3 sett.
690-604 12 marzo (13 a., 6 m,, 10 g.).
65. Sablnlano, Tuscalano, 13 settem. 604-60C
22 febbr.iio (1 a., 5 m., 9 g.).
66. Bonifacio 111, Romano, 17 febbraio 607-607
12 novembre (8 m.. 22 g.).
67. S. Bonifkoio lY. dei Marsi. 25 agosto 608-
615 8 maggio (6 a., 8 m., 13 g.).
CS. S. Adeodato I, Romano, 19 ottobre 615-
618 8 novembre (3 a., 20 g.).
69. Bonifacio V, di Napoli. 23 dicembre 619-
625 25 ottobre (5 a., 10 g.).
70. Onorio I, della Campania, 27 ottobre 625-
638 12 ottobre (12 a., 11 m.. 17 g.).
71. Severino, Rom., 28 maggio 640-640 2 ago-
sto (2 m., 4 g.).
72. Giovanni IV, Dalmata, 24 dicem. 640-642
12 ottobre (1 a., 9 m., 18 g.).
73. Teodoro I, Greco, 24 novembre 642-649
14 maggio (6 a., 5 m., 18 g.).
74. S. Martino I, di Todi, Mart., luglio 649-
655 16 settembre (6 a., 1 m., 26 g.).
7.'.. S. Eugenio I, Romano, settembre 635-657
2 gi'igno (2 a., 9 m., 1 g.).
S. Vitaliano, di Segni, 30 luglio 657-672
27 gennaio (14 a., 6 m.).
Adeodato II, Romano, Il aprile 672-676
17 giugno (4 a., 2 m., 5 g.).
78. Dono I, Romano, 2 nov. 676-678 11 aprile
(1 a , 5 m., 10 g.).
79. 8. Agatone, Siciliano, 27 giugno 678-681
10 gennaio (2 a., 6 m., 14 g.).
80. 8. Leone II, Siciliano, 17 agosto 682-683
3 luglio (10 m., 17 g.).
S. Benedetto II, Romano, 26 giugno 6S4-
685 8 maggio (10 m., 12 g.).
Giovanni V, Siro, 23 luglio 685-686 2 ago-
sto (la., 9 g.i.
Conone, della legione Tracia, 21 ottobre
686-687 21 settembre (11 m.).
[Teodoro, 687].
[Pasquale, 687-692].
S. Sergio I, Siro nato a Palermo, 16 die
687-701 8 settembre (13 a., 8 m., 23 g.).
(ìiovanni VI, Greco, 30 ottabre 701-705
11 gennaio (3 a., 2 m., 12 g.).
Giovanni VII, Greco, 1 marzo 705-707
18 ottobre (2 a.. 7 m., 17 g.).
87. Sisinnio, Siro, 15 gennaio 708-708 4 febb.
(20 g.).
88. Costantino, Siro, 25 marzo 708-715 9 apr.
(7 a., 15 g.).
89. S. Gregorio II, Romano, 19 maggio 715-
731 11 febbraio (15 a., 8 m., 24 g.K
90. S. Gregorio III, Siro, 18 marzo 731-741
10 dicembre (10 a., 8 m., 24 g.).
91. S.Zaccaria, Greco. 10 dicembre 741-732
22 o 23 marzo (10 a., 3 m., 15 g.).
76.
77.
81.
82.
83.
84.
86.
96.
97.
98.
99.
100.
101.
102.
103.
104.
105.
106.
107.
108.
109.
110.
111.
112,
113.
114.
115.
116.
117.
118.
119.
120.
121.
122.
123.
124.
125.
a. Sufano II. UoinaiU), 2.1 m.irzo 7j2-7j2
25 marzo (3 g.).
Stefano ILI, Romano, 26 marzo 752-757
26 aprilo (5 a., 29 g.).
8. Paolo I. Romano, 26 maggio 757-707
2'< giugno.
[Coslanthio TI, 767-768].
[Filippo, 768].
Stefano IV, Siciliano. 7 agosto 76.^-772
3 febbraio (3 a., 5 m., 16 g.).
Adriano I, Romano, 9 febbraio 772-795
26 dicembre (23 a., 10 m., 17 g).
S. Leone III, Romano, 27 dlcem. 795-816
12 giugno (20 a., 5 m., 16 g.).
S.Stefano Y, Romano, 22 giugno 816-817
24 (?) gennaio (7 m.).
8. Pasquale I, Romano, 25 genn. 817-824
16 febbraio (7 a.. 17 g.).
Eugenio II, Romano, 21 febbraio 824-827
agosto (3 a., 2 (?) m., 23 (?) g.).
Valentino, Romano, agosto (?) 827-837
settembre (?) (1 m., 10 g.).
Gregorio IV, Romano, 29 marzo 828-844
gennaio (16 a.).
[Giovanni, 844]. — [Anastasio, 835].
Sergio II, Romano, genn. 844-847 27 gen-
naio (3 a.t.
8. Leone IV, Romano, 10 aprile 847-853
17 luglio (8 a., 3 m., '5 g.).
Benedetto III, Romano, 6 ottob. 835-858
17 aprile (2 a.. 6 m., 10 g.).
S, Niccolò I, il Grande, Romano, 24 aprilo
858-867 13 novembre (9 a., 6 m., 10 g.).
Adriano II, Romano, 14 dicemb. 867-872
14 dicembre (5 a.).
Giovanni VIII, Romano, 14 die. 872-882
16 dicembre (10 a., 2 g.).
Marino I, di Gallese, 16 dicemb. 882-884
15 maggio (la., 5 (?) m.).
8. Adriano III, Romano, 17 maggio 884-
885 circa 17 settembre (la., 4 m.).
Stefano VI, Romano, settembre 885-891
fine settembre (6 a., 9 (?) g.i.
Formoso, vescovo di Porto, 6 ottob. 891-
896 4 aprile (4 a., 6 m.).
Bonifacio VI, Romano, apr. 896-896 apr.
(15 g.).
Stefano VII, Romano, maggio 896-897
agosto (la., 3 g.).
Romano, di Gallese, agosto 897-897 fine
novembre (3 m., 23 g.).
Teodoro II, Rom., dicembre 898-898 di-
cembre (20 g.).
Giovanni IX, di Tivoli, gennaio 898-900
gennaio (2 a., 15 g.).
Benedetto IV, Romano, gennaio o febb.
900-903 fine luglio (3 a., 6 (?) m., 16 (?) g.).
Leone V, di Ardea, fine di luglio 903-903
settembre (1 m., 27 g.).
[Cristoforo, romuno, 903].
Sergio IIL Romano, 29 gennaio 904-911
14 aprile (7 a., 3 m., 17 g.).
Anastasio III, Romano, aprile (?) 911-913
giugno (2 a., 2 m.).
Landone, Sabino, fine luglio 913-914 feb-
braio (6i?)m., 10 g.).
Giovanni X, di Ravenna, marzo 914-928
maggio (14 a., 2 m., (?) g.).
Leone VI, Romano, maggio 928-928 di-
cembre (7 m., 5 g.|.
Stefano VIII, Romano, fra dicemb. 929-
931 febbraio (2 a., 1 m., 12 g.).
(Continua a pag. 195).
S. Agatone.
Leone II. S. Benedetto II. Giovanni V.
CONONE.
S. Sergio I. Giovanni VI. Giovanni VII.
Costantino I. S. Geegobio II. S. Gkecjoeio III.
Costantino II. SiErANO IV. Adbiano I. S. Leone III.
Grfgorio IV
Sekgio il
tì. Leone IV. Bknedetto HI.
^^'^Xrrs^^.^^
S. Nicolò I.
Adriano II. Giovanni Vili.
Mabino I.
Adkiano in. Stefano VI.
Formoso.
BOKIFACIO VI.
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Steìano vii.
EOMANO.
Teodoro IL Giovanni IX.
Benedetto IV. Leone V.
Cbistoforo.
Seegio III.
Anastasio III.
Landone. Giovanni X.
Leone VI.
Stefano VIII. Giovanni XI.
Leone VII. Stefano IX.
Mabino II.
Agapito II. Giovanni XII. Leone VIII.
Benedetto V. Giovanni XIII. Benedetto VI. Bonifacio VII.
XI, Rom.i;io, marzo 931-030
tnbrt» i4 ii., 10 mX
.1, nomano, 3(?)genii. 930-939
i.) (3 a., 6 m., 10 g.).
> \. Uoniano, 14 (?> luglio 939-94!I
(3 a., 3(?l m., ISg.)-
1. Romano, 30{?)ottob. 942-946
. (3 a., 3 ni., 13 g.).
1;K\ Ai;i4'it.i II, Romano, 10 maggio 946-955
(9 a., 7 m.. 10(?ig.
131. Giovanni XII, Romimo, dei Conti Tusco-
ìani, 16(?) dicembre 955-964 14 maggio
(S a., 4 m., 28 (?) g.).
i'»>. Leone Vili. Romano, 6 dlcomb. 963-965
1 marzo (1 a., 8 m.).
(. Benedetto V, Romano, 22 (?) maggio 964-
966 4 lu-tlo (1 (?) m., 2 g.).
t. Giovanni XIII, Romano, 1 ott. 966-972
.' sottombre (6 a., 11 m., 5 g.).
o VI, Romano, 19 genn. 973-974
1 a , 6 mX
IT, Rom., 974 — ed Ag., 984-9.'i5].
lòti. Benedetto VII, Romano, dei Conti Tusro-
lani, ottobre 974-983 10 luglio (9(?) a.t.
137. Giovanni XIV, di Pavia, dicemb. 983-984
20 agosto (8 m.).
138. Giovanni XV, Romano, agosto 985-996
marzo (10 a., 7 m.).
139. Gregorio V, Tedesco, dei duchi di Ca-
rimiu, 3 maggio 996-999 18 febbraio
(2 a,, 9 m., 15 (?) g.).
[Giovanni XVI, Greco ap., 997-993].
140. Silvestro II, Francese, dell' Alvernia, Ger-
bet-to, 2 aprtlo 999-1003 12 maggio (4 a.,
1 m., 9 (?) ir.).
Ul. Giovanni XVII, Romano, Secco, giugno (?)
1003-1003 6 novembre (5 m., 25 g.).
142. Giovanni XVIII, Romano, genn, (?) 1004-
1009 luglio (?) (5 a., 6 (?) m.).
14.i. Sergio IV, Romano. 31 luglio 1009-1012
12 maggio (2 a., 9 m., 12 g.).
144. Benedetto VIII, Romano, dei Conti Tosco-
lani, 18 maggio 1012-1024 9 aprile (li a.,
10 m., 21 g.).
[Gregorio, 1012].
1 45. Giovanni XIX, Romano, dei Conti Tusco-
lani, aprile o maggio 1024-1032.
146. Benedetto IX, Romano, dei Conti Tusco-
lani, e. 1032, rinunziò nel 1044 (12 a.,
4 m., 20 g.).
117. Silvestro III, 20 genn. 1045-1045 10 mar,
(1 m.. 19 g.).
1 48. Benedetto IX, la seconda volta, 10 marzo
1045-1045 1 maggio (1 m., 21 g.).
1 49. Gregorio VI, Romano, 5 maggio 1045-1046
20 dicembre (1 a., 7 m., 15 g.).
l.'-O. Clemente II, Sassone, dei Signori di Mo-
resleve ed Horneburg, Suidyero pese, di
Bamberga, 25 dicemb. 1046-1047 9 ott,
(9 m., 16 g.t.
151. Benedetto IX, la terza volta, 8 novemb.
1047-1048 muglio (8m., 9 g.),
152. Damaso II, di Baviera, Foppo, vescovo di
Bressanone, 17 luglio 1048-1048 9 ago-
sto (23 pX
153. S. Leone IX. Tedesco, del Conti di Egi-
sheim-DagaÌMurg, Brunone vescovo di
Toul, 12 febbraio 1049-1054 19 aprile
(5 a„ 2 m., 7 g.),
154. Vittore II, del Nordgau, dei conti di Dol-
lenslein-Hirschberg, GeberdoII, vescovo
di Eichstadt, 1055-1057.
1.1J. StofaiioX, Toiu-sco, il.i Da hi di I^ren /
3 ng. 1057-1058 29 marzo (7 m., 20 (?i ^'
[Benedetto X, li»m., diti con i Timculani, 5 aprii .
1058-10Ù9 24g€nniio].
156. Niccolò II, della Borgogna, 24 gennaio
1059-1061 27 (?) luglio (2 a.. 6 m,. 3 g,'.
157. Alessandro II. di Baggio, presso Miian
80 settembre 1061-1073 21 aprile (11 a ,
6 m., 22 g.),
[Onorio II, 1061-1072].
158. S. Gregorio VII, di Sovana, Ildebrando,
22 aprilo 1073-1085 25 maggio (12 a.,
1 m., 3 g.).
[Clemente III, 1080-1100],
159. Beato Vittore III, di Benevento, Deside-
rio, 9 maggio 1037-1087 16 settembre.
160. B, Urbano li, di Reims, dei Signori di Cita-
tillon, 12 marzo 1088-1099 29 lugl. (11 a.,
4 m., 17 g.).
161. Pasquale II, di Bieda, Ranieri, 14 agosi
1099-1118 21 gennaio (18 a., 4 m., 7 t,'.
[Teodorico, 1100].
[Alberto, 1102].
[Silvestro IV, 1105-1111].
162. Gelasio II. di Gaeta, Caetani, 24 gennaio
1118-1119 28 gennaio (1 a., 4 g.).
[Gregorio VIII, 1118-1121].
163. Calisto II, del conti di Borgogna, 4 febbraio
1119-1124 13 dicemb, (5 a., 10 m., 11 g.).
164. Onorio II, di Fagnano nel Bolognese
Lamberto 15 dicemb. 1124-1130 13 feb-
braio (5 a., 1 m., 28 g.).
[Celestino II, 1124].
165. Innocenzo II, Rom., Papareschi, 14 febbr.
1130-1143 24 sett. (13 a.. 7 m., 10 g.).
[Anacleto II, 1130-1138]. — [Vittore IV, 1138].
166. Celestino II. di Città di Castello, 26 sett.
1143-1144 8 marzo (5 m., 12 g.).
167. Lucio II, BoloQnoiiey^Caccianemici dell'Or-
so, 12 marzo 1144-1145 15 febb. (11 m.,
4 g.).
168. B. Eugenio III, di Montemagno (Pisa), Pa-
ganelli, 15 febbraio 1145-1153 8 luglio
(8 a., 4 m., 23 g.).
169. Anastasio IV, Romano, della Suburra,
Corrado, 12 luglio 1153-1154 3 dicemb.
(1 a., 4 m., 24 g.).
170. Adriano IV, Inglese, Brecikspeare, 4 di
1154-1159 1 settembre (4 a., 8m., 28;r.
171. Alessandro III. Senese, Ban<i»n««j, 7set'
1159-1181 30aKosto (21 a., llm„23g.
[Vittore IV, 1159-1164].
[Pasquale III, 1164-1168].
[Callisto III, 1168-1178].
[Innocenzo III, 1179-1180].
172. Lucio III, di Lucca. Allucingoli, 1 settem.
1181-1185 25 nov. (4 a., 2 m., 24 g.).
173. Urbano III, di Milano, Crivelli, 25 novem.
1185-1187 20 ottobre (1 a., 10 m., 25 g.l.
174. Gregorio Vili, di Benevento, de Morra,
21 ottob. 1187-1)87 17 dio. (1 m., 27 g.i.
175. Clemente III, Romano, Scolari, 19 dicem.
1187-1191 marzo (3 a., 3 m., (?) g).
176. Celestino III. Romano, Bobone, 30 marzo
1198-1216 8 gennaio (18 a., 0 m., 8 g.).
177. Innocenzo III, di Anagnl, dei Confi di
Segni, 8 gennaio 1198-1216 16 luglio.
178. Onorio III, Romano. Savelli, 18 luglio
1216-1227 18 marzo (10 a., 8 m.).
179. Gregorio IX, di Anagni, dei Conti di Se-
gni, 19 marzo 1227-1241 22 agosto (14 a.,
5 m., 3 g.).
[Contìnua a pag. 199).
DoHo IL
Benedetto VII. Giovanni XIV. Giovanni XV.
Gregokio V.
SiLVESTBO II. [ Giovanni XVII. Giovanni XVIII.
Sergio IV. Benedetto VIII. Giovanni XIX. Benedetto IX.
Gregorio VI. Clemente II. Dama so IL
S. Leone IX.
Vittore IL
Stefano X.
Nicolò IL Alessandro IL
Vittore III. Ubbano II. Pasquale II.
(ìelasio li.
Calisto II. Onorio II.
Innocenzo II.
Celestino II. Lucio IL Eugenio III. Anastasio IV.
Adriano IV. Alessandro III. Lucio IH.
Urbano III.
tìCEGOBIO Vili. CLEMENTE HI. CELESTINO III. INNOCENZO III.
Onorio III.
Gkegokio IX. Celestino IV. Innocenzo IV.
Alessandro IV. Urbano IV. Clemente IV. Gregorio X.
Innocenzo V. Adriano V. Giovanni XXI. Nicolò III.
Martino IV. Onorio IV. Nicolò IV. S. Celestino V.
Bonifacio Vili. Benedetto XI. Clemente V. Giovanni XXII.
m rV. di Milano. Cattìgììonì, 25 ott.
,-..rj41 10 nov. (16 CI.
181. ImnKfiizo IV. di GtMiowi, Fitachi, 25 giù-
pno 1243-1Ì54 7 die. (11 a., 6 m.. 12 g.).
181 AKss;uuiro IV. di Anagnl. del Conti di Se-
./M'. 12 dioeinbro 1254-1261 26 maggio
ir. a.. .") in.. 13 «.).
153. Urbano IV. di Troyos. r,ni.'<ìleon, 29 ago-
sti» ]•>»') 1-1*264 2 ottobre CI a.. 1 ni.. 3 g.).
154. l'I. in. ;i*.> IV. Frauc. I^ Oros, 5 febbraio
» noveinb. (3 a., 9 m., 24 g.).
1 S.'S. 1 \ ili Piacenza, Visconti, 1 sett.
!.. 1-1.. o it» gennaio (4 a., 4 m., 10 g.).
186. B. Innocenzo V, Savoiardo, d« Tarenta-
»ia, 21 genn. 1276-1276 22 giugno (6 m.,
1 eX
187. Adriano V. di Genova, Fiesehi, 11 loglio
1276-1276 18 agosto (1 m., 7 g.).
18.^. Giovanni XXI. di Lisbona. Giuliano, 8 set-
tembre 1-276-1277 20m.agj:. (8 m., 12 g.).
1S9. Niccolò III, Rom., Omini, 25 nov. 1277-
1280 22 agosto (2 a., 8 m , 28 g.).
190. Martino IV, Francese, Mompilié de Brie,
24 febb. 1281-1285 28 marzo (3 a., 1 m.,
Or.).
191. Onorio IV, Romano, Savelli 2 aprile 1285-
IJ^T 3 aprile (2 a., 1 g.).
1 <_'. N. . lo IV, d'Ascoli, Mosci, 13 febbraio
12<^-r292 4 aprile (4 a., 1 m., 13 g.).
193. S. Celestino V, d'Isernia Angeleri dal Mur-
rone, 5 lugl. 1-294-1294 13 die. (5 m., 8 g.)
si dimise dal Pontificato. Morì il 19
mas^MO 1290.
194. Bonifacio VIII, di Anagnl, Caetani, 24 die.
1-294-1303 11 o 12 ott. (8 a., 9 m., 17 e.\
195. B. Benedetto XI, di Treviso, JBoccasini,
22 ott. 1303-1304 7 lugl.o (8 m., 16 g).
106. Clemente V, Frane, de Go'h, 5 giugno
1305-1314 14 aprile (8 a., 10 m., 15 g.i.
197. Giovanni XXII, Frane., Z)Mè«(f!, 7 ag. 1316-
1334 4 dicembre (18 a., 3 m., 29 g.).
[Xircoìò V, 1328-1330].
198. Benedetto XII, Francese, Foumier, 20 die.
1334-1342 25 aprile (7 a., 4 m., 5 g.).
199. Clemente VI, Francese, Roger, 7 maggio
1342-1352 6 dicembre (IO a., 6 m. 29 g.).
200. Innocenzo VI, Frane, Auhert, 18 dicem-
bre 1352-1362 12 sett. (9 a., 8 m., 25 g.).
201. B. Urbano V, Frane, Grimoard, ottobre
1362-1370 19 die. (8 a., 1 m., 13 g.).
■j02. Gregorio XI, Francese, Roger, 30 dicemb.
1370-1378 27 marzo (7 a., 2 m., 27 g.).
203. Urbano VI, di Napoli, Frignano, 8 aprile
1378-1389 15 ottobre (11 a., 6 m., 7 g.).
204. Bonifacio IX, di Napoli, TmnaceUi, 2noT.
1389-1404 1 ottobre (14 a., 11 m.).
205. Innocenzo VII, di Sulmona, Migliorati,
17 ott 1404-1406 6 nov. (2 a., 2.) g.'.
206. Gre gorioXII, Veneziano, Correr, e. 30 no-
vemb. 1406 rinunziò nel 1415 4 giugno
(8 a., 6 m., 4 g.). Mori il 18 ott. 1417.
P PI AVIGNONESI
[Clemente VII, de' conti di Savoia, 20 sett 1378-
1394 16 settembre].
[Benedetto XIII, Aragonese de Lune, 28 sett.
1394-1423 23 maggio].
[aemente Vili, Ma7i03, 10 giugno 1423-14^9
16 luglio].
[Benedetto XIV, Garner, 12 nov. 1425- 1430](7)
TAPI PISANI
[Alessandro V, di Cmdia, Filargo, 26 «in
1409-1410 3 maggio).
[Giot'flMMi XX III, di Napoli, Cassa, e. Il mai,' r.
1410 rim<>»'<o dal Fonlifleato nel 141ù],
Mori 22 novembre 1419.
207. Martino V. Romano. Colonna, di anni 50,
11 novemb. 1417-1431 20 febbraio (13 a,
3 m., 9 g.).
208. Eugenio IV. Veneziano, Condulmaro, di
anni 48. 3 marzo 1431-1447 23 febbràio
(15 a., 11 m., 20 g.).
[Felice V, S-Jvoia, 6 novemb. 1439-1449 7 aprile
rinunziò]. Morì 7 gennaio 1451.
209. Niccolò V. di Sarzana. Far.'oltt elli, di
anni 48. 6 marzo 1447-1455 21 marzo
(8 a., 18 g.).
210. Calisto III. Spagnuolo. Borgia, 41 anni 78,
8 aprile 1455-1458 6 agosto (3 a., 3 m.,
29 g.).
211. Pio II. di Siena, Pìccolomini, di anni 53,
19 agost 1458-1464 15 agost (5 a., 11 m.,
26 g.).
212. Paolo II, Veneziano. Barho, di anni 43,
30 ag., 1464-1471 26 luglio (6 a., 10 m.,
26 g.).
213. Sisto IV, di Savona, della Rovere, di a. 57.
9 ag., 1471-1484 12 ag. (13 a.. 3 g.).
214. Innocenzo Vili, di Genova, Cibo, di a. 52,
29 agost 1484-1492 25 luglio (7 a., lOm.,
26 g.).
215. Alessandro VI, Spagn., Borgia, di anni 60,
11 agosto 1492-1503 18 agosto (11 a.,
11 m., 7 g.).
216. Pio III, di Siena, Todeschini-Picrolomini,
di anni 64, 22 sett 1503-1503 18 ottobre
^26 g.).
217. Giulio II, di Savona, della Rovere, di a. 50,
31 ott 1503-1513 21 febbraio (9 a., 3 m.,
21 g.).
218. Leone X, Fiorentino. Medici, di anni 38,
10 marzo 1513-1521 1 dicembre (8 a.,
8 m., 30 g.).
219. Adriano VI di Utrecht, Adriano Dedel,
di a. 63. 9 gennaio 1522-1523 14 settem-
bre (1 a., 8 m., 6 g.).
220. Clemente VII, Fiorentino. Medici, di a. 45,
18 novembre 1523-1534 25 sett (10 a.,
1 m., 5 g.).
221. Paolo III, Romano, Farnese, di anni 66,
13 ott 1534-1549 10 nov. (15 a., 28 g.).
222. Giulio III, Romano, Ciocchi del Monte,
di anni 63, 7 febbr. 1550-1555 23 marzo
(5 a.. 1 m., 16 g.).
223. Marcello II, di Montepulciano, Cervini,
di anni 54, 9 aprile 1555-1555 30 aprile
(21 g.).
224. Paolo IV, Napoletano, Carafa, di anni 79,
23 magg. 1555-1559 18 agosto (4 a., 2 m.,
27 g.).
225. Pio IV, Milanese, Medici, di a. 60, 25 die
1559-1565 9 die. (5 a., 11 m.. 15 g.).
226. S. Pio V, di Bosco (Piemonte). Ghìslieri,
di anni 62, 7 genn. 1566-1572 1 maggio
(6 a., 3 m., 24 g.).
227. Gregorio XIII, Bolognese, Boneomp'tgni,
di a. 70, 13 maggio 1572- 158.1 10 aprile,
12 a.. 10 m., 28 g.).
228. Sisto V, di Grottamare (Marche). Peretlì,
di anni 64, 24 aprile 1585-1590 27 ago-
sto (5 a., 4 m., 3 g).
{Continua a pag. 203).
Benedetto XII. Clemente VI. Innocenzo VI.
Urbano V.
Geegokio XI. Urbano VI. Clemente VII. Benedetto XII.
Bonifacio IX. Innocenzo VII. Gregorio XII. Alessandro V.
Giovanni XXHI. Martino V. Eugenio IV.
Nicolò V.
Calisto III.
Pio II.
Paolo II.
Sisto IV.
(
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Mll. Al KSS.VNDHO VI
Pio 111.
Giulio II.
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Leoxk X.
Adriano VI. Clemente VII.
Paolo III.
GnTLio UI.
Mabcello II.
Paolo IV.
Pio' IV.
8. Pio V. Gbegobio XIII.
Sisto V.
Ubbano vii.
Gbegoeio XIV. X>-yocE>-zo IX. Clemente Vili.
Leone XI.
i ^^
^
N^
Paolo V.
Gkegokio XV. Urbano Vili. Innocenzo X.
Alessandro VII. Clemente IX. Clemente X. Innocenzo XI.
Alessandro Vili. Innocenzo XII. Clemente XI. Innocenzo XIII.
Benedetto XIII. Clemente XII. Benedetto XIV. Clemente XIII.
Clemente XIV. Pio VI.
Pio VII.
Leone XII.
Pio vili.
Gkkuorio \VI.
Pio IX.
Leonk XIII.
VII. Romano, Castagna, 15 sett.
'•0 27 sett. (13 g.).
'XIV, Cromonrso, Sfotidi'afi, di
wnu ó5, 5 dicembre 1590-1591 16 otto-
re (IO m., 10 g.).
,.,.. »;iiiocenzo IX, Bolognese, Faerh inatti, dì
anni 72, 29 ottobre 1591-1591 30 dicem-
bre (2 m.K
:".2. Clemente VIII, Fiorentino. Aldóbrandini,
di anni 56, 30 genn. 1592-1605 3 marzo
(13 a., 1 m., 2 g.\
233. Leone XI, Fiorentino, Medici, di anni 70,
I aprile 1605-1605 27 aprile (27 g.).
234. Paolo V, Romano, Borghese, di anni 53,
16 magg. 1605-1621 28 geun. (15 a., 8 m.,
12 g.).
015. Greporio XV, Bologn.. Ludovisi, di a. 67,
9 febbraio 1621-1623 8 luglio (2 a., 5 m.).
- '>. Urbano VIII, Fiorentino, Barberini, di
anm 55, 6 ag. 1623-1644 29 luglio (20 a.,
II m., 21 R.i.
237. Innocenzo X, Romano, Pamphily, dia. 71,
15 sett. 1644-1655 5 gennaio (10 a., 3 m.,
23 g.).
238. Alessandro VII, di Siena, Chigi, di a. 56,
7 aprile 1655-1667 22 magg. (12 a., 1 m.,
15 g.).
239. Clemente IX, di Pistoia, Rospigliosi, di
anni 67, 20 giugno 1667-1669 9 dicemb.
(2 a., 5 m., 9 g.).
240. Clemente X. Romano, Altieri, di anni 80,
29 aprile 1670-1676 22 luglio (6 a., 2 m.,
23 g.).
241. Innocenzo XI, di Como, Odescalchi, di
anni 65, 21 settembre 1676-1689 11 ag.
(12 a., 10 m., 22 g.).
12. Alessandro Vili, Veneziano, Ot'oboni, di
anni 79, 6 ottobre 168J-I691 1 febbraio
(1 a., 3 m.. 27 g.).
43. Innocenzo XII, di Napoli, Pignatelli. di
anni 76, 12 luglio 1691-1700 27 settem-
bre (9 a., 2 m., 15 g.).
244. Qemente XI, di Urbino, Albani, di a. 51,
23 nov. 1700-1721 19 marzo (20 a., 3 m.,
15 g.),
245- Innocenzo XIII, Romano, Conti, di a. 66,
8 maggio 1721-1724 7 marzo (2 a., 9 m.,
29 g.).
246. Benedetto XIII, Romano, Orsini, di a. 75,
29 maggio 1724-1730 21 febb. (5 a., 8 m.,
23 g.).
247. Clemente XII. Fiorentino, Corsini, d\ a. 73,
12 luglio 1730-1740 6 febb. (9 a., 6 m.,
25 g.).
248. Benedetto XIV, Bolognese, Lnmbertini,
di anni 65, 16 agosto 1740-1758 3 mag-
gio (17 a., 8 m., 16 g.).
249. Clemente XIII, Venez., Rezzonico, di a. 66,
6 luglio 1758-1769 2 febb. (10 a., 6. m.,
27 g.).
250. Clemente XIV, di S. Angelo in Vado, Gan-
ganeìli, di anni 64, 19 niajrg. 1769-1774
22 settembre (5 a., 6 m., 3 g.).
Pio VI. di Cesena, Branchi, di anni 5S,
15 febb. 1775-1799 20 agosto (24 a., 8 m.,
14 g.).
Pio VII, di Cesena, Chiaramonti, di a. 58,
13 marzo 1800-1823 20 ag. (23 a., 5 m.,
6g.).
263. Leone XII, Spoletino, nato In Genga, della
Genga, di a. 63, 28 settembre 1823-1829
10 febbraio (5 a., 4 m., 14 g.).
254. Piovili, di Cingoli, CasUglioni, di a. 69,
31 marzo 1829-1830 30 nov. (1 a., 8m.).
255. Gregorio XVI, di Belluno, Cappellari, di
anni 66, 2 febbraio 1831-1846 1 giugno
(15 a., 3 m., 29 g.).
256. Pio IX, di Senigallia. Mastai- Fé netti, di
anni 54, 16 giugno 1840-1878 7 febbraio
(31 a., 7 m., 22 g.).
257. Leone XIII, di Carpineto, dioc. di Anagni,
Pecci, di anni 68, 20 febbraio 1878-1903
20 luglio (25 a., 5 m.).
Pio X, di Riese. dioc. di Treviso. Sarto,
gloriosamente regnante, eletto il 4 :i
cor. 9 agosto 1903, di anni 68.
251.
252.
258.
H
u
OPUSCOLI E^
SCHIARIMENTI
STflBX. ARNALDI-ViA B.Vitruvio 9-niLfll10
204 —
LA SANTA CHIESA ROMANA
SOMMO PONTEFICE
CCLXIV dopo San Pietro
PIO X
(Fotogratia Pouiiucia u. l eiietto, Treviso).
GIUSEPPE SARTO
nato in Eiese, diocesi di Treviso
addì 2 giugno 1835.
Seguirono in Roma nel 1903:
la sua Esaltazione al Pontificato
la sua Coronazione
4 agosto
9 agosto
GLI E.mi e R.ml SIGNORI CARDINALI
COMPONENTI IL SACRO COLLEGIO
CON IL LUOGO E LE DATE DELLA LORO NASCITA
ED ELEVAZIONE ALLA PORPORA.
Ordine del Vescovi.
* Luigi Oreglia di Santo Stefano (Bene Va-
gienna 1828), Vescovo di Ostia e Velie-
tri, Decano del Sacro Collegio (1873).
Serafino Vannutelll (Genazzano 1834), Ve-
scovo di Porto e S. Riiflna, Sotto-Decano
del Sacro Collegio (1887).
Antonio Agliardi (Colo^no al Serio 1832),
Vescovo di Albano (1896), Vice-Cancelliere
* Cardinale croalo dalla S. M. di Pio IX; i se-
p\if vti ('irono tutti creati dalla S. M. di Leone XIII.
di S. R. C, Abate comrn. di S. Lorenzo iti
Damaso.
Vincenzo Vannutelli (Genazzano 1836), Ve-
scovo di Palestrina, commendatario di
S.Silvestro in Capite (1889).
Francesco Satolli (Marsiano 1839), Vescovo
di Frascati (1895).
Francesco di Paola Cassetta (Roma 1844),
Vescovo di Sabina (1899), commendatario
dei SS. Vito, Modesto e Crescenzio.
Ordine dei Preti.
Giuseppe Sebastiano Neto M. O. (Legis
1841), Primo Prete, del tit. dei SS. XII
Apostoli, patriarca di Lisbona (1884).
Alfonso Capecelatro C. O. (Marsiglia 1824),
del tit. di S. Maria del Popolo, bibliote-
cario della S. Rom. Chiesa, Arciv. di Ca-
pua (1885).
Patrizio Francesco Moran (Leiglilinbrid,?e
1830), del tit. di S. Susanna, Arcivescovo
di Sidney (1885).
Giacomo Gibbons (Baltimora 1834), del tit.
di S. Maria in Trastevere, Arcivescovo di
Baltimora (1886).
Mariano Rampolla del Tindaro (Polizzi 1843),
del tit. di S. Cecilia (1887).
Francesco M. Beniamino Richard (Nantes
1819), del tit. di S. Maria in Via, Arci-
vescovo di Parigi (1889).
Antonio Giuseppe Gruscha (Vienna 1820),
del tit. di S. Maria degli Angeli, Arcive-
scovo di Vienna (1891).
Angelo Di Pietro (Vivaro 1828), del tit. di
S. Lorenzo in Lucina (1893).
Michele Logue (Raphoe 1840), del tit, di
S. Maria della Pace, Arcivescovo di Ar-
magh (1893).
Claudio Vaszary O. S. B. (Kerszthel 1832),
del tit. dei SS. Silvestro e Martino ai
Monti, Arcivescovo di Strigonia (1893).
Giorgio Kopp (Duderstadt 1837), del tit. di
S. Agnese fuori le mura, Vescovo di Bre-
slavia (1893).
Vittore Luciano Sulpizio Lecot (Montscout
Lizerolles 1831), del tit. di S, Pudenziana,
Arcivescovo di Bordeaux (1893).
Ciriaco Maria Sancha y Hervas (Quintana
del Pidio 1838). del tit. di S. Pietro in
Molitorio, Patriarca delle Indie Occiden-
tali, Arcivescovo di Toledo (1894).
Andrea Ferrari (Pratopiano 1850), del tit. di
S. Anastasia, Arcivescovo di Milano (1894).
Girolamo Maria Gotti C. S. (Genova 1834),
del tit. di S. M. della Scala (1895).
Salvatore Cassanas y Pagés (Barcellona
1834), del tit. de' SS. Quirico e Giulitta,
Vescovo di Barcellona (1895).
Domenico Ferrata (Gradoli 1847), del tit. di
S. Prisca (1896).
Serafino Crotoni (Soriano 1833), del tit. di
S. M. sopra Minerva (1896).
Giuseppe Prisco (Boscotrecase 1836) del tit.
di S. Sisto, Arcivescovo di NapoU (1897).
Giuseppe Maria Martin de Herrera y de
la Iglesia (Aldeadàvila 1835), del tit. di
L>or>
^pontina Arcivescovo dt Com- * Alo-^srindro Luft'iU TMiìnno 1858), del tlt. -!•
i^^. Aiidna o Gre^jorlo aJ Munto Cello, A;
olvpscovo di ralenii') (11)07).
Desiderato Mercler (Braille i'Allend 18:. l
del tlt. di 8. Pietro iu ViucoU, Arclvesco\
di Mallries (iy07).
1 Conine (Parigi 1829), del tlt.
iìc'Aj. .SS. Trinità al Monte Pinclo, Arcive-
scovo di Lfbne (18i>7).
Giovanni Battista C;vsali del Dra?ofRoma 1838)
del Ut. S. M.« della Vittoria (1899).
Alessaudro Sammiulatelli Zabarella (Radicon-
doli 1840) del Ut. dei SS. Marcellino e Pie-
tro (1899).
Gennaro Portauova (Napoli 1845), del Ut. di
8. Clemente, Arcivescovo di Reggio di Ca-
labria (i8;>'.t).
Giuseppe Frandca Nava di Bontifè (Cata-
nia 1846), del Ut. dei Ss. Giovanni e Paolo,
Arcivescovo di Catania (1899).
* .ancesco Desiderato Mathieu (Einville 1839),
del Ut. di S. Sabina (18919).
Pietro Respighi (Bologna 1843), del Ut. del
ss. Quattro Coronati, Vicario generale di S. S.
(1899).
Agostino Richelmy (Torino 1850), del tit. di
S. Eusebio, Arcivescovo di Torino (1899).
BebasUano Martinelli O.E.S.A. (S.Anna 1848)
del Ut. di 8. AgosUno (1901).
Casimiro Gennari (Maratea 1889) del Ut. di
S. Marcello (1901).
Leone Shrbensky (Hausdorf 1863), del tit.
di 8. Stefano al monte Celio, Arcivescovo
di Praga (1901).
Giulio Boschi (Perugia 1839). del tit. di S. Lo-
renzo in Panisperna, Arciv.diFerrara(1901).
Giovanni Kniaz de Kozielskio Puzyna (Guar-
diec 1842), del Ut, dei S. S. Vitale Gervasio
e Protasio, Arcivescovo di Cracovia (1901).
Bartolomeo Bacilleri (Breonlo 1842), del Ut.
di 8. Bartolomeo all'Isola, Vescovo di Ve-
rona (1901).
Carlo Nocella (Roma 1826), del tit. di S. Cal-
listo (1903).
Beniamino Cavicchioni (Velano 1836), del tit.
di S. Maria in Aracoeli (1903). -
Giovanni Katschthaler (Hippach 1832), del
tit. di S. Tommaso in Parione, Arciv. di
Salisburgo (1903).
Antonio Uberto Fischer (Giullk 1840), del tit
dei SS. Nereo ed Achilleo, Arcivescovo di
Colonia (1903).
* Raffaele Merry del Val [spagnuolo] (Londra
1865), del tit. di 8. Prassede (1903).
* Giuseppe Samassa (Aranyos Marot 1828), del
tit. di 8. Marco, Arcivescovo di Agria (1905).
* Gioacchino Arcuverde de Albuquerque Ca-
valcanti (Pernambnco 1850). del titolo dei
SS. Bonifacio ed Alessio, Arcivescovo di Rio
de Janeiro (1905).
* Aristide Cavallari (Chloggia 1849) del tit. di
8. Maria in Cosmedin, Patriarca di Vene-
zia (1907).
* Gregorio Maria Agulrre y Garda (Pola di
Gordon 1S35), del tit Arcivescovo
di Burgos (1907).
* Aristide Rinaldinl fMontefaloo 1844), del tit
di 0907».
* Benedetto Lorenzelli (Badi 1853), del tit di
8. Croce in Gerusalemme, Arcivescovo di
Lucca a907).
* Pietro Maffl (Corteolona 1858), del tit. di
S. Grisogono, Arcivescovo di Pisa (1907).
Ordine dei Diaconi.
Andrea Steinhuber S. J. (UUau 1825), Dlaconc
di 8. Agata alla Suburra (1893).
Francesco Segna (Poggio Ginolfo 1836), Dia
cono di S. Maria in Portico (1894).
Giuseppe Vlves y Tuto M. Cap. (S. Andrea da
Llevanneras 1854), Diac. di S.Adriano (1899)
Francesco Salesio della Volpe (Ravenna 1844)
Diacono di S. Maria in Aquiro (1899).
♦Ottavio Cagiano de Azevedo (Fresinone 1845),
Diacono dei SS. Cosma e Damiano.
Titoli e Diaconie vacanti.
Titoli. - S. Balblna — S. Giovanni a Por-
ta Latina — S. Girolamo degli Schiavonl -
8. Pancrazio. — 8. Onofrio. — 8. Bernardo
alle Terme.
Diaconie. — S. Maria in Via Lata — 8. Ma
ria ad Mavtyrea — 8. Maria in D ^mnica —
S.Nicola in Carcere — S.Giorgio in Velahro —
8. Angelo in Pescheria — S. Cesareo tnPaia/i*
— S. Eustachio.
La Gerarchia Cardinalizia è distinta nef
tre ordini: Episcopale, Presbiterale e Diacoìuile
Gli appartenenti al primo occupano le Sedi
Vescovili suburbicarie, cioè limitrofe a Roma,
che sono 6; gli appartenenti al secondo e al
terzo prendono il titolo da diverse delle più
antiche chiese di Roma, 53 per l'uno e KJ
per l'altro, in tutto 75 titoli, ma di questi
non se ne conferiscono che 70. Il Collegio Car-
dinalizio perciò è oggi cosi composto:
Creati da Pio IX i
„ da Leone XIII 47
„ da Pio X 11
Cappelli vacanti il
Pieno dei Sacro Collegio 70
(•) Creati dal regnante rontefìce Pio X.
PARTE DELLA FAMIGLIA E CAPPELLA
PONTIFICIA.
Cardinali Palatini.
Em.o Angelo di Pietro, Prodatario.
r, Raffaele Merry del Val, Segretario di
Stato e Presidente della Commissione
Cardinalizia Amministratrice dei Bini
della Santa Sede.
• , Segretario dei Brevi.
Prelati Palatini.
Mons. Gaetano Bisletl, Maggiordomo di S. S.
„ , Maestro di Camera.
P. M. Alberto Lepidi O. P., Maestro del Sa-
cro Palazzo Apostòlico.
Camerieri Segreti Partecipanti.
Mons. Augusto Sili, Arcivescovo tit. di Cesa-
rea del Ponto, Elemosiniere segreto.
— 206
Mons. Vincenzo Sardi, Segretario dei Brevi ai
Principi.
„ Giacomo della Chiesa, Sostilnto della
Segreteria di Sialo e Segr. della Cifra.
„ Francesco Spolverini, Sottodatario.
y, Aurelio Galli, Segretario delle Lettere
Ialine.
„ Riccardo Sanz de Samper, Coppiere.
„ Raffaele Scapiuelli di Lègaigno, Segre-
tario d' ambasciata.
„ Camillo Caccia Dominioni, Guardaroba.
„ Adamo Sapieha.
Mons. Guglielmo Pifferi, O, E. S. A., Vescovo
tit. di Poriìreone, Parroco dei Sacri
Palazzi Apostolici.
„ Lodovico Grabinski, Segretario delle
S. C. Cerimoniale.
„ Carlo Eespighi, Sottosegretario.
Grandi cariche ereditarie dì Corte.
Principi
S. E. Don Marcantonio prin
cipe Colonna , assistenti al
S. A. S. Don Filippo principe l Soalio
Orsini duca di Gravina. j ^
S. E. Don Mario principe Chigi-Albani, Ma-
resciallo perpetuo di S. R. C. e Custode del
Conclave.
Camerieri seg. di Spada e Cappa partecipanti.
Principe D. Frane. Ruspoli, Maestro del Sa-
cro Ospizio.
Principe di Cerveteri D. Alessandro Ruspoli,
Coadiutore al predetto con successione.
March. Urbano Sacchetti, Foriere Maggiore
dei Sacri Palazzi Apostolici.
Giulio dei March. Sacchetti, Coadiutore al pre-
detto con successione.
March. Luigi Serlupi Crescenzi, Cavallerizzo
Maggiore di S. S.
Principe D. Camillo Massimo, S. G. P.
Conte Edoardo Soderini, Latore della Rosa
d'Oro.
Ufficiali superiori
del Corpo delle Guardie nobili pontificie.
D. Camillo Principe Rospigliosi, Tenente Ge-
nerale, Capitano comandante.
Marchese Filippo Naro Patrizi Monterò, Te-
nente Generale Vessillifero di S. R. C.
Mons. Lorenzo Passerini, Patriarca tit. di
Antiochia, Vicecamerlengo di S. R. C.
Mons. Antonio Sabatucci, Arcivescovo tit. di
Antinoe, Uditore Generale della Rev. Cam.
Apostolica.
Tesoriere Generale della R. C. A.
P. Pacifico da Seggiano, M. Cap., Predicatore
Apostolico.
SACRE CONGREGAZIONI.
S. Romana ed Universale inquisizione.
Ha per iscopo la conservazione della pu-
rità e della fede. Accorda le dispense per i
digiuni, per i matrimonil misti, i poteri per
i casi di concussione, di eresia, o di ritorno
dallo scisma, ec. — Uffìzio: palazzo del S. Uf-
ficio, dietro il colonnato di S. Pietro, a destra
della Piazza.
La Santità di Nostro Signore, Prefetto.
Emo Serafino Vannutelli, Segretario.
Concistoriale.
Incaricata di esaminare le persone da riu-
nirsi in Concistoro. — Uffizio: palazzo della
Cancelleria, piano 2".
La Santità di Nostro Signore, Prefetto.
, Segretario.
Commissione Pontificia
per la riunione delle Chiese dissidenti.
Creata dal S. P. Leone XIII per facilitare
il compimento dell'unione tra le Chiese occi-
dentale ed orientale, nonché delle Chiese dis-
sidenti. — Uffizio: palazzo Ap. Vaticano.
La Santità di Nostro Signore, Prefetto.
Mons. Luigi Veccia, Segretario.
S. Visita Apostolica.
Cura la Visita delle chiese di Roma e re-
gola la celebrazione delle messe fondate, ec.
— Uffizio: palazzo della Cancelleria, piano l".
La Santità di Nostro Signore, Prefetto.
Mons , Segretario.
Vescovi e Regolari. (i)
Si occupa delle Regole di tutti gli Ordini
ed Istituti religiosi sia maschili che femmi-
nili, ne approva gli Statuti per le nuove fon-
dazioni, e ne modifica quelli esistenti, qualora
occorresse il bisogno; e principalmente delle
cause che possono sorgere tra preti e Vescovi,
tra religiosi e loro superiori; approva e ri-
vede le costituzioni degli ordini religiosi, re-
gola l'accettazione dei novizii, ec. — Uffizio:
palazzo della Cancelleria, piano 2o.
F,mo Domenico Ferrata, Prefetto.
Mons. Oreste Giorgi, Segretario.
„ Luigi Budini, Sottosegretario.
Concilio.
Interpreta le decisioni del Concilio di Tren-
to, si occupa delle cause di matrimonio, fa la
revisione degli atti dei concilii provinciali,
sinodi diocesani, e decide nei casi di diver-
genza disciplinare tra preti e vescovi, ec. —
Uffìzio: palazzo della Cancelleria, piano 1».
Emo Vincenzo Vannutelli, Prefetto.
Mons. Gaetano De Lai, Segretario.
„ Michele Lega, Sottosegretario.
Residenza dei Vescovi.
Si occupa di studiare le istanze dei Vescovi
che desiderano per giustificati motivi cam-
biare o rinunziare alla loro diocesi. — Uffìzio:
palazzo della Cancelleria, piano l».
Emo Pietro Respighi, Prefetto.
Mons. Gaetano De Lai, Segretario.
(1) Con Motu proprio del 1906, il Sommo
Pontefice Pio X ha abolite le S. R. Congre-
gazioni sopra lo stato dei Regolari, della Di-
scipli}ia regolare e della Immunità ecclesiastica
riunencjoje a questa Congregazione.
De Propaganda Fide.
L» più impoitaiite »ii tutto 1. ;...,.. ..i-
Sioni romane, tmito ohe il Cardinale Trelotio
si chiama il l'apa rtutso. Si oecuj)a di «iitanto
risguarda le Missioni di ojjni paese e da essa
dipendano tutti 1 Vesci>vi. Delegati, Vicarii o
Prefetti ehe propa^jano la fede per gl'idolatri.
Accorda il titolo di mission n-io apostolico. Nes-
sun gabinetto di Ministro deyli Esteri è cosi
bene informato dejjU affari africani e del-
l'estremo Oriente, nonché di quanto avviene
nei più remoti siti del mondo comprese le
terre antartiche, come il Prefetto generale di
Propaganda. — Uffìzio: palazzo proprio, piazza
di Spagna.
' Girolamo M.» Gotti. Prefetto generale.
Francesco Salesio della Volpe, Prefetto
dMl' Economia.
MS. Lnigi Veccia, Segretario.
, Pro'oiiotario Apost.
De Propaganda Fide,
per gli affari del Rito Orientale.
E"» Girolamo M.» Gotti, Prefetto.
Mons. Gliolamo RoUeri, Segretario.
Azienda generale
della Rev. Camera degli spogli.
E™" Francesco P.ilosio della Volpe. Prefetto.
Mons. Giovanni Battista Costa, Segretario.
Indice.
Esamina i libri che vengono pubblicati e,
dove ne è il caso, ne proibisce la lettura, e
accorda il potere di leggere i libri proibiti,
— Uffìzio: palazzo della Cancelleria.
E»" Andrea Steinhuber, Prefetto.
P. M. Alberto Lepidi, Assistente perpetuo.
P. M. Tommaso Esser, Segretario.
Sacri Riti, Indulgenze e Sacre Reliquie.! i)
Regola le quistioni liturgiche, esamina le
cause di Beatitioazione e Canonizzazione, esa-
mina l'autenticità delle Reliquie e regola le
Indulgenze. — Uffizio: palazzo della Cancel-
leria.
E"» Serafino Cretonl, Prefetto.
Mons. Diomede Panici, Arciv. tit. di Laodicea,
Segretario.
„ Alessandro Verde, Promotore della fede.
„ Angelo Mariani, Assessore e Sottupromo-
tore della fede.
Commissione liturgica.
Rmo Calcedonio Mancini, C. M., Presidente.
R"» P. Giorgio Schòber C. SS. R., Segretario.
Commissione storico liturgica.
Rmo Mons. Luigi Duchesne, Presidente.
fi) Con Motu proprio del 1906 il Sommo
Pontefice Pio X ha riunita la S. R. Congre-
gazione delle Indulgenze e Sacre Reliquie,
a questa dei Riti.
Commissione per l'edizione Vatican
dei libri liturgici Gregoriani.
R™» P. Abate 1>. Giuseppe Polhier O. S. B.,
Presidente.
R»"» P. Angelo de Santi, Uela'ore.
Commissione per la musica e il canto Sacro.
R™» P. Abate D. Giuseppe Pothler, Presidente:.
Mons. Carlo Respigbi, S-gretario.
Cerimoniale.
Decide nelle quistioni cerimoniali, non
strettamente liturgiche; ricevimenti. etichetta
di Corte, ec. — Uffizio: palazzo di Santa Maria
Maggiore.
E">« Luigi Oreglla di Santo Stefano, Prefetto.
Mons. Lodovico* Grabinskl, Segretario.
Mons. Carlo Respighi, Sottosegretario.
Esame dei Vescovi.
Questa Congregazione si occupava una
volta di esaminare in teologia e sacri canoni
gli eletti ad un vescovato. Ma ora essendo gli
eletti dispensati da questa formalità, esiste
solo di nome.
Pref.
, Segretario.
Reverenda Fabbrica di S. Pietro.
Fondata in principal modo per ammini-
strare i beni della Basilica vaticana e farvi
eseguire 1 lavori. È pure incaricata di accor-
dare dispense a proposito dei le;;ati pii. fon-
dazione di messe, ec. — Uffìzio: palazzo dell;i
R. F. Aracoeli.
Emo Mariano Rampolla del Tindaro, PrefeH' .
Mons. Saverio Ganzano, Economo, Segretario.
Lauretana.
Si occupa di quanto risguarda il mondiale
Santuario di Loreto, e prima che il governo
italiano ne incamerasse i beni, li amministravn
rigorosamente, aumentandone ogni anno il pa-
trimonio, ora ridotto quasi al nulla. — Uffi-
zio: Vaticano, Segreteria di Stato.
E»» Raffaele Merry del Val, Prefetto.
Mons. Francesco Spolverini, Segretario.
Affari Ecclesiastici straordinari.
Esamina gli affari politico-religiosi nei rap-
porti tra la Santa Sede ed i governi di tutto
il mondo. — Uffizio: Vaticano, piano 3'.
Mons. Pietro Gasparri Arciv. tit. di Cesarea
di Palestina, Segretario.
„ Umberto Benigni, Sottosegretario.
Studi.
Si occupa di quanto concerne l'insegna-
mento in generale, dell'erezione di Univer-
sità cattoliche, ha il potere di conferire i gradi
accademici riconosciuti nell'intero orbe. —
Uffìzio: palazzo della Cancelleria.
Emo Francesco Satolli, Prefetto.
Mons. Ascenso Dandlni, Segretario.
— 208
Commissione pontificia per la codificazione
del Diritto canonico.
Emo Serafino Vannutelli, Presidente.
Mons. Pietro Gasparri, Segretario.
Commissione cardinalizia amministratrice
dei beni della Santa Sede.
£•"0 Raffaele Merry del Val, Presidente.
Mons. Nazzareno Marzolini, Segretario.
Penitenzierla Apostolica.
È un tribunale o ufficio di concessioni in
materia di coscienza e di Foro interno. —
Uffìzio: palazzo della Cancelleria.
Emo Serafino Vannutelli, Penitenziere Maggiore.
Mons. Alessandro Garcani, Reggente.
P. Domenico Palmieri, Teologo.
Mons. Basilio Pompili, Datario.
Cancelleria Apostolica.
Ufficio incaricato della spedizione e regi-
strazione delle Bolle pontificie. — Uffizio: pa-
lazzo della Cancelleria.
Emo Antonio Agliardi, Vicecancell. e Sommista.
Mons. Cesare Spezza, Reggente e Sottosommista.
Datarla Apostolica.
Uffizio incaricato della concessione delle
grazie in materia di benefizi! ; accorda pure
le dispense matrimoniali. — Uffìzio: palazzo
della Dataria al Quirinale.
Emo Angelo di Pietro, Prodatario.
Mons. Francesco Spolverini, Sottodatario.
Rev. Camera Apostolica.
Era l'antico ministero delle finanze dello
Stato pontificio.
Emo Luigi Oreglia di Santo Stefano, Camer-
lengo di S. Eom. Chiesa.
Mons. Lorenzo Passerini, Patriarca tit. di An-
tiochia, Vicecamerlengo.
Mons. Antonio Sabatucci, Arcivescovo tit. di
Antinoe, Uditore Generale.
, Tesoriere Generale.
Segreterie Palatine.
Emo Raffaele Merry del Val, Segret. di Stato.
Mons. Giacomo della Chiesa, Sostit. e Segr.
della Cifra.
Emo , Segretario dei Brevi.
Mons. Nicola Marini, Sostituto.
Mons. Vincenzo Sardi, Segretario de' Brevi ai
Principi.
Mons. Aurelio Galli, Segr. delle Lettere Latine.
Biblioteca Apostolica Vaticana.
Emo Alfonso Capecelatro, Bibliotecario di S.
R. C, Protettore.
P. Francesco Ehrle S. J., Prefetto o Custode.
Licurgo Zucchetti, segretario.
Archivii della Santa Sede.
Emo Francesco Segna, Prefetto.
Mons. Pietro Wenzel, Sotto-archivista.
{Stampato il 31 agosto 1907).
SERIE CRONOLOGICA DEI SOVRANI DELLA REAL CASA DI SAVOIA
1003. Umberto I Biancamano, Conte d'Aosta, 1285.
di Moriana, di Savoia, eo.; sue prime
notizie nel 1003, ultime nel 1056.
1056. Amedeo I, la Coda, Conte di Savoia.
.... Odone, figlio di Umberto I, Marchese
d'Italia, morto nel 1060. 1323.
1060. Pietro I, figlio d' Odone, morto nel 1078.
.... Amedeo II, fratello del prec, morto
verso il 1080. 1329.
.... Umberto II, il Rinforzato, figlio del
prec, morto il 1103. 1343,
1103. Amedeo III, figlio del prec. Conte di
Torino, di Borgogna e di Lombardia, 1383.
nato nel 1095, moi'to nel 1148.
1148. Umberto III (Beato) figlio del prec,
nato circa il 1129, morto nel 1189. 1391.
1189.' Tommaso I, figlio del prec, nato nel
1178, morto nel 1233.
1233. Amedeo IV, Duca del Chiablese, figlio
del prec, morto nel 1253.
1253. Bonifacio, l'Orlando, figlio del prec,
nato nel 1244 o '45, morto nel 1268.
1263. Pietro II, il piccolo Carlomagno, terzo-
genito di Tommaso I nato nel 1203, 1439.
morto nel 1268. Ebbe in dono dal-
l'Abate di San Maurizio l'anello (oggi
perduto) di detto Santo, col quale si
dava investitura del regno.
1268. Filippo I, l:glio di Tommaso I, nato
nel 1207, morto uel 1385.
Amedeo V, il Grande, Conte di Savoia,
Duca del Chiablese, secondogenito di
Tommaso II Conte di Fiandra, figlio
questi di Tommaso I, nato dopo il
1252, morto nel 1323.
Odoardo, il Liberale, figlio del prece-
dente, nato, si crede, nel febbraio 1284,
morto nel 1329.
Aimone, il Pacifico, fratello del prece-
dente, nato nel 1291, morto nel 1343.
Amedeo VI, Conte Verde, figlio del pre-
cedente, nato nel 1334, morto nel 1383.
Amedeo VII, Conte Rosso, figlio del
precedente, nato nel 1360, morto nel
1391.
Amedeo Vili, il Pacifico, primo Duca
di Savoia, figlio del prec, nato nel 1383,
morto nel 1451. Nel 1439 in novembre
dal Concilio di Basilea fu eletto Papa
col nome di Felice V, e rinunziò alla
corona; quando conobbe la sua ele-
zione non essere stata legittima, de-
pose in aprile del 1449 la tiara.
Ludovico, figlio del prec, nato nel 1414,
morto nel 1465. Ludovico e la moglie
ebbero con atto del 22 marzo 1452 il
prezioso dono della Sagratissima Sin-
done da Margherita dei Signori di
Charny, vedova del Conte Umberto di
Villar-Sexel.
— 200
Mr.'v j* meneo ìA I . ' Iflproo., nato
nel ìi'òò, «Il '.
H62. Filiberto I,»7< -ilo del prec,
nato nel 14G3, multo nel 1482.
143'2. Carlo I, i7 Guerriero, fratello del prec,
nato nel HG8, morto nel uyO. Car-
lotta di Lusignano, zia di Carlo I, Re-
gina di Gerusalemme, di Cipro e di
Armenia, nel 1445 cedette al nipote i
suoi diritti sui detti rogni.
0. Carlo Giovanni Amedeo, detto Car-
lo II, figlio del prec, nato nel 1489,
morto nel 1496.
1 M>. Filippo II, Sema Terra, quartogenito
del Duca Ludovico, nato nel 1443,
morto nel 1497.
1407. Filiberto II, i7 ife^/o, primogenito del-
l' antecedente, nato nel 1480, morto
nel 1504.
1004. Carlo III, il Buono, fratello del prec,
nato nel 1486, morto nel 1553. Sposò
Beatrice figlia del re Emanuele di
Portogallo : da questo glorioso Re ven-
ne in uso nella R. Casa di Savoia il
nome di Emanuele.
1563. Emanuele Filiberto, Testa di ferro,
figlio del prec, nato nel 1528, m'erto
nel 1580. Vincitore a San Quintino, ri-
storatore della monarchia. Mandò le
sue galere capitanate da Andrea Pro-
vana alla battaglia di Lepanto.
1580. Carlo Emanuele I, il Grande, figlio
del precedente, nato nel 1562, morto
nel 1630.
1630. Vittorio Amedeo I, figlio del prece-
dente, nato nel 1587, morto nel 1637.
Fu proclamato Re di Cipro il l» gen-
naio 1633.
1637. Francesco Giacinto, figlio del prec,
nato nel !632, morto nel 1638.
1638. Carlo Emanuele II, detto l'Adriano
del Piemonte, fratello del prec, nato
nel 1634, morto nel 1675.
1675. Vittorio Amedeo II, primo re di Sar-
degna, figlio del prec, nato nel 1666,
morto nel 1732. Coronato re di Sicilia
in Palermo nel 1713, poi re di Sarde-
gna nel 1720. Abdicò nel 17.30.
1730. Carlo Emanuele III, figlio del prec,
nato nel 1701, morto nel 1773.
1773. Vittorio Amedeo III, figlio del prec,
nato nel 1726, morto nel 1796.
1796. Carlo Emanuele IV, figlio del prec,
nato nel 1751, morto nel 181«. Rinun-
ziò ai suoi Stati di terraferma per la
rivoluzione francese nel 1798, ed ab-
dicò nel 1802 in favore del seguente.
1802. Vittorio Emanuele I, fratello del prec,
nato nel 1759, morto nel 1824. Ritornò
dalla Sardegna nel 1814 nei riacqui-
stati ed ampliati Stati, ed abdicò
nel 1821.
1821. Carlo Felice, fratello del prec, nato
nel 1765, morto nel 1831. Colla morte
di Re Carlo Felice s' estinse la linea
primogenita dei Reali di Savoia e pas-
sò la Corona a raiìo AUioito, deliri li-
nea di Savoia-Carignano, cominciata
dal Principe Tommaso, tìglio di Carlo
Eniiiiiuole I.
1831. Carlo Alberto, figlio del Principe Carlo
Emanuele di Savoia-Carignano; nacque
il 2 ottobre 1798, e morì il 28 luglio
1849. Rinunziò alla Corona a Novara
a favore del figlio Vittorio Emanuele
il dì 23 marzo 1819.
1849. Vittorio Emanuele II, Re d'Italia fi-
glio del precedente, nato il 14 mar-
zo 1820, morto il 9 gennaio 1878. Pro-
clamato Re d'Italia con legge del 17
marzo 1861.
1878. Umberto I, Re d'Italia, figlio del pre-
cedente, nato il 14 marzo 1844, morto
il 29 luglio 1900.
1900. Vittorio Emanuele III, Re d'Italia,
figlio del precedente, nato l'il no-
vembre 1869.
Ramo di Savoia-Carignano-Soissons-Villafranca
{ora regnante).
Tommaso, figlio di Carlo Emanuele I, nato
nel 1596, morto nel 1656, sposò Maria di
Borbone-Soissons.
Emanuele Filiberto, figlio del prec, nato nel
1628, morto nel 1709.
Vittorio Amedeo, figlio del prec, nato nel 1690,
morto nel 1741.
Luigi Vittorio, figlio del prec, nato nel 1721,
morto nel 1778. L'ultimo de' suoi figli fu
avo di Eugenio Emanuele Giuseppe, Prin-
cipe di Carignano, nato nel 1816, morto
nel 1888. -
Vittorio Amedeo, figlio del prec, nato nel
1743, morto nel 1780.
Carlo Emanuele, figlio del prec, nato nel
1770, morto nel 1800, padre di Carlo Al-
berto, che salì al trono di Sardegna nel
1831 {vedi sopra).
Ramo di Savoia-Soissons.
Eugenio Maurizio, Conte di Soissons, figlio
di Tommaso, stipite del ramo di Savoia-
Carignano, nato nel 1633, morto nel 1673.
Fra i suoi figli fu Eugenio Francesco il
Grande, detto il Principe Eugenio, nato
nel 1663, morto nel 1736.
Luigi Tommaso, figlio del prec, nato nel 1657,
morto nel 1702.
Emanuele, figlio del prec, nato nel 1687,
morto nel 1729.
Eugenio Giovanni Francesco, Duca di Trop-
pau, figlio del preic, nato nel 1714, morto
nel 1734, ultimo della sua linea.
Ramo dei Principi d'Acaia e della Morea
Signori del Piemonte.
Tommaso II, Conte di Moriana, di Fiandra
e di Haynault, figlio di Tommaso I, morto
nel 1259.
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— 210
Tommaso III, figlio dei prec, nato dopo il
1251, morto nel 1282.
Filippo, figlio del prec. Signore del Piemonte,
Principe d'Acaia e della Morea, nato nel
1258, morto nel 1334. Nel 1295 assunse il
governo del Piemonte.
Giacomo, figlio del prec, morto nel 1367.
Filippo, tìglio del prec, morto nel 1368.
Amedeo, fratello del prec, nato nel 1363,
morto nel 1402.
Ludovico, fratello del prec, nato nel 1364,
morto nel 1418 senza prole. Ultimo della
linea d'Acaia. Dopo la morte della vedova.
Bona di Savoia, figlia di Amedeo VII, il
Pienaonte passò alla linea primogenita.
Linea di Savoia
Baroni di Vaud, Signori del Bugey e di Valromey.
Ludovico I, figlio di Tommaso II, e fratello
di Tommaso III, nato dopo il 1253 e morto
nel 1302.
Ludovico II, figlio del prec, morto nel 1350,
Senatore di Roma. La vedova del suo figlio
Giovanni, premorto al padre, e la figlia Ca-
terina, morta senza prole nel 1359, cede-
rouo il p'iese di Vaud ad Amedeo VI.
Linea di Savoia-Nemours
Ducili del Genovese, di Nemours e di Aumale.
Filippo, figlio di Filippo II Senza Terra, Conte
del Genovese, poi Duca di Nemours dopo
la morte della sorella Filiberta, vedova di
Giuliano de' Medici Duca di Nemours, nato
nel 1490, morto nel 1533.
Giacomo, Duca di Nemours e del Genevese,
figlio del prec, n. nel 1531, morto nel 1585.
Enrico, figlio del prec. Marchese di San Sor-
lino, Duca di Nemours, nato nel 1572,
morto nel 1632.
Luigi, figlio del prec. Duca di Nemours, del
Genevese e di Aumale, morto nel 1641.
Carlo Amedeo, fratello del prec, nato nel
1624, morto nel 1652 senza prole maschia.
La figlia primogenita Maria Giovanna Bat-
tista sposò nel 1665 Carlo Emanuele II
Duca di Savoia.
FAMIGLIA REALE D» ITALIA
S. M. Vittorio Emanuele MI -Ferdinando-
Maria- Gennaro, per grazia di Dio e per vo-
S. M. Vittorio Emanuele IH.
{Fotografia Comerio Luca - Milano).
lontà della Nazione, Ke d'Italia, nato a
Napoli ril novembre 1869, figlio del re
Umberto I (nato a Torino il 14 marzo 1844,
t il 29 luglio 1900) e della regina Marghe-
rita nata principessa di Savoia (ved. ap-
presso), ammogliato a Roma il 24 otto-
bre 1896 con
M. Elena, regina d'Italia, nata Petro-
vic-Njégos, principessa del Montenegro,
S. M. LA llK(iiNA Elena.
nata a Cettigné 1' 8 ^gennaio 1873, figlia di
Nicola I Petrovic-Niegos, principe del Mon-
tenegro.
- 211
/H
ii^
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^^K>. wà^^
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m
"SO 4)
•n
04
- 212 -
Madre del Re.
S.M. Maria- JtfarpA«n7a-Teresa-Giovanna, re-
gina madre, nata principessa di S avola,
nata a Torino il 20 novembre 1851, figlia
del principe Ferdinando, duca di Genova
S. M. LA Regina maoke.
(Fot. Brogi).
e della principessa Elisabetta di Sassonia,
maritata a Torino il 22 aprile 1868 col
principe Umberto di Savoia (poi re Um-
berto I), vedova il 29 lugUo 1900.
Zii del Re.
A) Principessa Maria -C7o<t7f?e- Teresa -Luisa,
nata a Torino il 2 marzo 1843, maritata a
Torino il 30 gennaio 1859 col Principe Gi-
rolamo Napoleone, vedova il 17 marzo 1891
{Moncalieri). Ha tre figli: 1) Principe Na-
poleone-FiVtorio-Girolamo-Federigo, nato il
18 luglio 1862; 2) Princ. Napoleone- Lw/^ft-
Giuseppe-Girolamo, nato il 16 luglio 1864;
3) Princip. M&rìa.-Laetitia (ved. appresso).
B) [t Principe Amedeo, duca d'Aosta, nato a
Torino il 30 maggio 1845, re di Spagna dal
4 die. 1870 all' 11 febbraio 1873, t il 18 gen-
naio 1890; ammogliato: 1° a Torino il 30
maggio 1867 con la Principessa Maria Vit-
toria Dal Pozzo Della Cisterna (nata il
9 agosto 1847, t 1*8 novembre 1876); 2° a
Torino l'il settembre 1888 con la nipote]
Maria -Zae<('f/flr -Napoleone-T!ugenia- Caterftia-
Adelaide, nata a Parigi il 20 dicembre 1866.
Figli: a) del 1» letto: — 1) Principe i^na-
nMeZe-i^/Zi&erio -Vittorio -Eugenio - Alberto-
Genova -Giuseppe -Maria, già duca delle
Puglie, ora duca d'Aosta, nato a Genova
il 13 gennaio 1869, tenente generale, co-
mandante il X Corpo d'Armata (Napoli),
ammogliato il 25 giugno 1895 a Kingston-
on-Thames con:
£7e«a- Luisa -Enrichetta di Orléans, nata a
Twickenham il 13 giugno 1871, figlia del
princ. Luigi-Filippo, conte di Parigi. Loro
figli : Principe ^wer/eo-Umberto-Isabella-
Luigi- Filippo -Maria-Giuseppe-Giovanni,
duca delle Puglie, nato il 21 ottobre 1898
a Torino: Principe ^/mone-Roberto-Mar-
gherita-Giuseppe-Maria-Torino, duca di
Spoleto, n, il 9 marzo 1900 a Torino.
2) Principe Fj«or/o-£'wanMe?e- Torino- Gio-
vanni-Maria, conte di Torino, nato a To-
rino il 24 nov. 1870, maggior generale co-
mand. la 7» Brigata di Cavalleria (Firenze).
3) Principe iw/^»- Amedeo -Giuseppe -Maria-
Ferdinando-Francesco, duca degli Abruzzi,
nato a Madrid il 29 gennaio 1873, capitano
di vascello nella marina italiana (Torino).
b) del secondo letto: — 4) Principe Uniberto-
Maria-Yittorio-Amedeo-Giuseppe, conte di
Salemi, nato a Torino il 22 giugno 1889.
C) S. M. Maria-Pia, regina madre di Porto-
gallo, nata a Torino il 16 ottobre 1847,
maritata per procura a Torino il 27 set-
tembre e in persona a Lisbona il 6 otto-
bre 1862 con Luigi re di Portogallo; ve-
dova il 19 ottobre 1889 (Lisbona). Ha 2 figli:
1) Carlo 7- Ferdinando-Luigi-Maria- Vitto-
rio - Raffaele - Gabriele - Gonzaga - Saverio-
Francesco d'Assisi-Jose-Simao, re del Por-
togallo e delle Algarvie, nato il 28 settembre
1863; 2) Principe ^^/bnso-Henriques-Maria-
Luigi-Pietro d'Alcantara -Carlo -Umberto-
Amedeo -Fernando - Antonio -Michele -Raf-
faele - Gabriele - Gonzaga- Saverio - France-
sco d'Assisi - Joao - Augusto -Giulio - Volfan-
do-Ignazio, duca d'Oporto, nato il 31 lu-
glio 1865.
Avola materna del Re.
Maria -ET/sa&eWa-Massimiliana-Luisa-Amelia-
Francesca-Sofia-Leopoldina-Anna-Battisti-
na-Saveria-Nepomucena, principessa di
Sassonia, figlia del re Giovanni di Sasso-
nia, nata a Dresda il 4 febbraio 1830; mari-
tata a Dresda il 22 aprile 1850 col Principe
Ferdinando di Savoia, duca di Genova mato
il 15 novembre 1822, fratello dell'avo pa-
terno del Re); vedova il 10 febbraio 1855;
rimaritata morganaticamente a Stresa nel-
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213 —
l'ottobre l«^fi »?ol maroii. Nim.n. Rapallo:
nuovamente vedova 11 27 novembre 1882
^ •gli: 1) Principessa Maria- ATriry^^nVa-Teresa-
Qiovanna; vedova di Umberto 1 (v. avanti).
, duca di
lio 18Ó4,
. ( ronfio);
ammogliato a Nimpheuburg li H aprile
1883 con la
Principessa Maria-7*ai«7/a-Lulsa-Amella-Elvl-
ra-Blanca-Eleoiiora, principessa di Bavie-
ra, nata a Nymphenburg il 31 agosto 1863,
figlia del fu principe Adalberto di Baviera.
Fiffìi: Principe /Vrcfinando-Umberto-Filippo-
Adalberto-Maria, piinc. di Udine, sottote-
nente di vascello, nato a Torino il 21 apr.
1884; — Princ Fi7i6#r/o-Lodovico-Massimi-
liano-Emanaele-Maria, duca di Pistoia, n. a
Torino il 10 marzo 1S95; — Princ. Maria-
Bona- Afni-t/A^z-iVa- Albertina- Vittoria, nata
ad Agliè il 1» ag. 1896; — Princ, Adnlberto-
Luitpoldo-Elena-Giuseppe-Maria, duca di
Bergamo, nato ad Agliè il 19 marzo 1898;
— Princ Maria ^dWntWe-Vittoria-Amalia-
Elisabetta-Marca, nata a Torino il 25 apri-
le 1904; — Princ. Etigenio-Alfonso-Gixae^
pe-Maria, duca d'Ancona, nato a Torino il
13 marzo 190C.
Sono legati di sangue alla Famiglia Reale
di Savoja, ma non godono di nessun privile-
gio né titolo principesco: a) i Conti di Mira-
fiori e Fontanafredda, nati dal matrimonio
morganatico del defunto re Vittorio Ema-
nuele II, nonno del re attuale, con Rosa Ver-
cellone, nata il 3 giugno 1833, creata con-
tessa di Mirafiori e Fontanafredda l'il aprile
1859, maritata il 7 novembre 1869, t il 27 di-
cembre 1885; 6) 1 conti di Villafranca-Soissons,
che traggono origine dal matrimonio morga-
natico del defunto principe Eugenio di Savoia
Carignano (nato U 14 aprile 1816, f il 15 di-
cembre 1888) cugino in 6» grado del re at-
tuale, con la vivente Felicita Crosio, nata a
Torino il 4 maggio 1844, maritata il 25 no-
vembre 1863, creata contessa di ViUafranca-
Soissous il 14 settembre 1888.
Casa di S. M. il Re.
CASA MILITARE DI S. M.
Primo Aiutante di Campo generale. — Ugo
Brusati.
Aiutanti di Campo generali. — Raffaele Mar-
selll — Conte Vittorio Trombi.
Aiufnnti di Cfimpo. — Gaetano Cafiero —
Nob. Vittorio de Raymondi — Edoardo
Ravazza — Alberto Peano.
Comamlanie lo Squadrone Guardie del Re. —
Ulderico D'Alessandro.
CASA CIVILE 01 S. M. IL RB
Minittro dellii R.Ca$a. - Emilio Ponzio Vaglia.
Prefetto di Palazzo Gran Ma*>ro delle Ceri-
monie. — Conte Cesare Federico Gianotti.
Primo Mastro delle Cerimonie di Corte — Mar-
chese G, B. Borea d'Olmo
Mastri delle Cerimonie di Corte. — Marchese
Ivaldo Scozia di Calliano — Conte Luigi
Premoll ~ Conte Francesco Giuseppe Toz-
zoni — Massimo Montalto Duca di Fragnito.
— Conte Francesco Avogadro degli Azzonl
— Duca Ferdinando Cito dei march, di Tor-
recuso. — March. Angelo Gavotti-Verospl
(a disposizione).
Grande Scudiere. — N. N.
Scudiere (con le attribuzioni e le competenze
di Grande Scudiere). — March. Carlo Ca-
labrini.
Gran Cacciatore. — Conte Giulio Carminati
di Brambilla.
Cappellano Maggiore. — Giuseppe Beccarla.
Ingegnere Architetto a disposizione di S. M. —
March. Achille Majmmi d'Intignano.
Medico di S. M. — Giovanni Quirico.
MINISTERO DELLA R. CASA
Ministro della R. Casa. — Emilio Ponzio
Vaglia.
Direttore Generale. — Raffaele Lambarini.
Ispettore Centrale. — Giorgio Giorgi.
Divisione 1».
Direttore Capo di Divisione. — Ferdinando
Comotto.
Divisione 2».
Direttore Capo di Divisione. — Pietro Gen-
tilinl.
Divisione 3».
Direttore Capo di Divisione. — Vittorio
De Sanctis.
Divisione 4».
Direttore Capo di Divisione. — Carlo Filippi.
Divisione 5».
Direttore Capo di Divisione. — Enrico Man-
zuoli.
Ufficio d'obdine.
Direttore Capo d' Ufficio. — Alfonso Gam-
berini.
CORTE DI S.M.LA REGINA
Dame di Corte. — Contessa Francesca Guic-
ciardini — Alberta Marnili duch. d'Ascoli,
prino. di Sant'Angelo del Lombardi —
Contessa Maria Costa Carrù di Trinità —
Contessa Giulia Trigona — March. Eleo-
nora Calabrini — Contessa Maria Bruschi
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Gentiluomini di Corte. — Conte Lodovico Guic-
ciardini — Sebastiano Marnili duca d'Ascoli,
l)rinc. di Sant'Angelo — Conte Paolo Costa
Carrù di Trinità — Conte Romualdo Tri-
gona dei principi di Sant'Elia — Mar-
chese Carlo Calabrini — Conte Luca Bru-
schi Falgàrl.
Gen'ihiomini di Corte. — March, Carlo Torri-
giani — Conte Luigi Ricca di Castelvecchio
— Bar. Fernando Perrone di San Martino.
Casa di S. A. R. il Principe Vittorio Emanuele
Conte di Torino.
Aiutante di Campo. — Carlo Asinari di Ber-
nezzo.
CORTE DI S. M. LA REGINA MADRE jj/fìciale d' Ordinanza. - N. N.
Dama d' Onore. — Marchesa Paola Pes di Vil-
lamarina Montereno.
Cavaliere d' Onore. — March. Ferdinando Guic-
cioli.
Dame di Corte. — Principessa Carolina Pal-
lavicini — Duchessa Vittoria Sforza Cesa-
rini — Teresa Arborio di Gattinara, du-
chessa di Sartirana — Evelina Capomazza,
marchesa di Campolattaro — Principessa
Adelaide Pignatelli Strongoli — Principessa
Maria di Sant' Elia — Duchessa Teresa Mas-
simo — Marchesa Maria Trotti.
Gentiluomini di Corte. — Conte Alessandro
Zeno — Conte Luigi Provana di Collegno
— Conte Gerolamo Oldofredi Tadini —
Marchese Giorgio Capraiiica del Grillo.
Corte di S. A. R. la Principessa IVIaria Laetitia
vedova di S. A. R. il Principe Amedeo Duca
d'Aosta.
Dima d'Onore. — N. N.
Dume di Palazzo. — Marchesa Felicita Fer-
rari di Castelnuovo — Contessa Maria
Balbis Bertone di Sambuy.
Cavaliere d'Onore. — March. Carlo Del Car-
retto di Moncrivello e Gorzegno.
Gentiluomini di Corte. — Conte Giuseppe Fos-
sati Reyneri — Cesare Bonvicino.
Casa di S.A. R. il Principe Emanuele Filiberto
Duca d'Aosta.
Primo Aiutante di Campo. — Oberto San Mar-
tino d'Agliè.
V, fidali di Ordinanza — Luigi Bregoli — Conte
Paolo Piella.
Corte di S. A. R. Eiena Duchessa d'Aosta.
Dame di Palazzo. — March. Anna Torrigiani-
Fry — Contessa Luisa Ricca di Castelvec-
chio — Bar. Maria Perrone di San Martino.
Casa di S. A. R. il Principe Luigi Amedeo
Duca degli Abruzzi.
Ufficiali d' Ordinanza. — Eduardo WInspeare
— Federico Negrotto Cambiaso.
Corte di S. A. R. la Principessa
Maria Elisabetta di SassonìaDuchessa di Genova
Madre.
Dama d'Onore. — Contessa Maria Clementina
Malabaila di Canale e Castellinaldo, mar-
chesa di Cercenasco.
Cavaliere d'Onore. — Conte Alberto Gazelli di
Rossana.
Darne di Palazzo. — Contessa Lidia Gazelli
di Rossana — Contessa Laura Galli della
Loggia — Marchesa Luisa Pignone del Car-
retto dei Principi di Alessandi'ia.
Gentiluomini di Corte. — Arialdo nobile Ra-
dicati di Brozolo — Marchese Massimi-
liano D'Oria.
Casa di S. A. R. il Principe Tommaso di Savoia
Duca di Genova.
Primo Aiutante di Campo. — Raimondo Ga-
briele nob. Mengoni Marinelli Ferretti.
Aiutante di Campo. — Enrico nob. Marenco di
Moriondo.
Ufficiali d'Ordinanza. — Carlo nob. Casana. —
Luigi nob. T«rni de Gregori.
Corte di S. A. R. la Principessa Maria Isabella
di Baviera Duchessa di Genova.
Dame di Palazzo. — March. Silvia Pilo di Boyl
e di Putifigari — Cont. Giulia Radicati di
Brozolo — Baronessa Isabella Despine —
Contessa Giannina Faà di Bruno.
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SENATO DEL REGNO
XXII LKOISLATURA - 1» SKSSIOMK
UFFICIO DI PRESIDENZA
Pr.'^Ì.Jf'ufé: Canontoo ai'v. Taaore li. dttt. Paolo, Marietti avv. Filippo, Arrlvabono-
i-'iiti: Blasenia prof. Pietro, Pa- Valentl-Qon/.aga conte Silvio, Di Prainporo
-A prof. Emanuele, Villari prof, cont» Antonino, Melodia comm. Nlcvolo.
. — Questori: Colonna Avella princ. Fabrizio,
ikjft-eiari: Taverna conte Rinaldo, Fabrizi Serena bai: Ottavio.
ELBNCO DB! SENATORI
S. A. R. Il Principe Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, Duca d'Aosta.
S. A. R. il Principe Ferdinando di Savoia-Genova, Principe di Udine.
S. A. R. il Principe Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi.
S. A. R. il Principe Tommaso di Savoia-Genova, Duca di Genova.
S. A. R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta, Conte di Torino.
COGNOME E NOME
AdamoI! ing. Giulio
AJbini conte Augusto, Contro-
ammiraglio a riposo
Alfazo arv. Giovuuiìl, Prefetto
di Provincia
Amato-Pojero Michele
Annaratone are. Angelo, Pre-
fetto di Procincia
Aporti acv. Pirro
Arcoleo ave Giorgio, Profes-
sore nella R. Università di
Napoli
Armò S. E. Giacomo, Primo
Presidente di CoHe di Cas-
sazione a riposo
Arrivabene- Valenti -Gonzaga
conte Silvio
Astengo art». Carlo, Presid. di
Sezione del Consiglio di Stato.
Àtenolfi Pasquale marchese di
Castelnuovo
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Aventi avv. Carlo .
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dente di Sezione della Colie
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ausiliaria
Balenzano avv. Nicola
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Barracco barone Roberto. . .
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Palermo
Firenze
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Napoli
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Roma
Torino
Firenze
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Roma
Napoli
Padova
COGNOME E NOME
Bava-Bcccaris nobile Fiorenzo,
Tenente Generale di riserver.
Beltrami atvh. Luca
Beltrani-Scal'ia ave. Martino,
Consigliere di Stato
Bertiui at'p. Giovanni Battista.
Bettoni conte dntt. Federico. .
Bianchi S. E. avv. Francesco,
Presidente del Consiglio di
Stato
Biscaretti di Ruffia conte Ro-
berto
Blaserna dott. Pietro, Profes-
sore nella R. Univers'.tà di
Roma
Bocconi comm. Ferdinando. .
Bodio prof. Luigi, Consigliere
di Stalo
Bombrini Giovanni
Bonasi conte Adeodato, Presi-
dente di S-'zione del Consi-
glio di Stato
Boncompagni-Imdovisl Igna-
zio principe di Venosa . . .
Boncompagni-Ludovisi - Otto-
boni Marco duca di Fiano.
Bonvicini avv. Eugenio . . . .
Bordonaro Gabriele barone di
Chiaramonte
Borgatta acv. Carlo
Borghese Felice, principe di
Rossano
Borgnini S. E. avv. Giuseppe,
Procuratore Gen. di Corte
di Cassazione
Brusa comm. Emilio, Profess.
nella R. Università di To-
nno
Buonamici Francesco, Profes-
sore nella R. Università di
Pisa
RESIDENZA
ABITUALE
Roma- Fossa no
(Cuneo)
Milano
Roma
Palermo
Prescia
Roma
Tortilo
Roma
Milano
Roma
Genova
Roma
Roma
Roma
Massa Lombar-
da (Ravenna)
Palermo
Roccagrimahl't
(Alessandria)
Roma
Torino
Torino
Pi9a
— 216
COGNOME E NOME
RESIDENZA
ABITUALE
COGNOME E NOME
RESIDENZA
ABITUALE
c
Cerrutl prof. Valentino, diret-
tore della R. Univ. di Roma.
Roma
Cadenazzi avo. Giuseppe . . .
Mantova
Chiesa Michele
Torino
Cadolini ing. Giovanni, Colon-
Chigi-Zondadari marchese Bo-
nello a riposo
Roma
naventura
Siena-Roma
Caetani Onorato duca di Ser-
Cibrario nob. avv. Giacinto . .
Torino
moneta
Roma
Cittadella Vigodarzere conte
Gagnola avv. Francesco ....
Lodi
Gino
Padova
(Milano)
Civelli comm. Antonio
Firenze
Calabria Giacomo, Consigliere
Cognata dott. Giuseppe ....
Girgenti
di Corte di Cassazione. . . .
Napoli
Coletti avv. Domenico
Padova
Caldesi avv. Clemente
Faenza
Colmayer avv. Vincenzo, Pre-
(Ravenna)
fetto di Provincia
Roma
Calenda di Tavani bar. S.E.
Colocci tnarch. Antonio ....
Jesi (Ancona)
Vincenzo, Frocnratore Gen.
Colombo prof. Giuseppe, Di-
di Corte di Cassazione. . . .
Napoli
rettore del R. Istituto Tecnico
Camerini conte Giovanni. . . .
Ferrara
Superiore di Milano
Milano
Candiani Camillo, Contrammi-
Colonna Fabrizio principe dì
raglio in posizione ausiliaria.
Olivola
Avella, Magg. nella riserva.
Roma
(Alessandria)
Colonna Prospero principe di
Canevaro Felice Napoleone,
Sonnino
Roma
Viceammiraglio in posizione
Compagna barone Francesco.
Napoli
ausiliaria
Venezia
Compagna dei baroni Pietro .
Palma Campa-
nia (Caserta)
Cannizzaro Stanislao, Profes-
sore nella lì. Università di
Comparetti prof. Domenico. .
Fii-enze
Rotna
Roma
Consiglio Davide
Napoli
Canonico avv. prof. Tancredi,
Conti Emilio
Milano
Pres. del Senato, già Pres.
Cordopatri Pasquale
Napoli
della Corte di Cassaz
Roma-Firenze
Corsini Tommaso principe di
Capellini Giovanni, Prof, della
Sismano
Firenze
R. Università di BoUgna . .
Bologna
Cotti avv. Pietro, Presidente di
Caracciolo Gaetano jpWwn^e di
Sezione della Corte dei Conti.
Roma
Castagneta
Rotnu
Cruciani Alibrandi comm. En-
Caracciolo di Sarno avv. Emi-
rico
Roma
lio, Prefetto di Provincia . .
Napoli
Cucchi nobile Francesco. . . .
Roma
Carafa Riccardo, duca d'An-
dria
Napoli
D
Caravaggio arv. Evandro, pre-
fetto di Provincia a riposo.
Castiglione del-
D'Adda marchese Emanuele .
Milano
le Sliviere
D'Ali Giuseppe
Trapani
Pisa
(Mantova)
D'Ancona prof. Alessandro . .
Cardarelli doti. Antonio, Prof.
D'Antona dott. Antonino, Pro-
nella R. Università di Napoli.
Napoli
fessore nella R. ZTniversità di
Cardona Michele, Primo Pre-
Roma
Napoli
Napoli
Mantova-Roma
sidente di Corte d'Appello .
D'Arco conte Antonio
Carle Giuseppe, Profess. nella
D'Ayala Valva conte Pietro. .
Taranto (Lec-
R. Università di Toi-ino . . .
Torino
De-Cesare S. E. avv. Michelan-
[ce)
Carnazza-Amari avv. Giusep-
gelo, Primo Presid. onorario
pe, Professore nella R. Uni-
di Corte di Cassazione. . . .
Roma
versità di Catania
Catania
De Cristoforis dott. Malachia.
Milano
Carnazza - Puglisi Giuseppe,
De Cupis avv. Adriano, Avvo-
Professore nella R. Univer-
cato Generale Erariale ....
Roma
sità di Catania
Catania
De Giovanni dott. Achille, Pro-
Caruso avv. Raffaele
Comiso
fessore nella R. Università
(Siracusa)
di Padova
Padova
Carutti di Cantogno barone
De-Larderel conte Florestano.
Livorno
Domenico, Presidente onora-
Delfico De Fllippis marcìiese
rio di sezione del Consiglio
Trajano conte di Longano .
Roma
di Stato
Torino
(Teramo)
Casana (dei baroni) noh. ing.
Del Giudice Pasquale, Profes-
Severino
Torino
sore nella R. Università di
Pavia
Cavalli dott. Luigi
Vicenza
Pavia
Cavasola avv. Giannetto, Pre-
Del lAiììgo comm. prof. Isidoro.
Firenze
fetto di Provincia a riposo.
Roma
Del Mayno S. E. conte Luchi-
Cefaly Antonio
Roma
no Tenente G enei'ttle in t*o-
Cerrutl uff. Alberto, Tenente
sizione ausiliaria
Milano
Generale in posiz. ausiliaria.
Genova
Del Zio prof. Flox-iauo
Melfi (Potenza)
217
RESIDENZA
RESIDENZA
COONOUE E NOME
ABITCALK
COGNOME E NOME
A.BITUALK
D« Mari marchf^e Marcello .
Savona
(Genova)
E
D« Marinls 8. E. apv. Già»..
Ellero prof. Pietro, Presidente
l'foeur. g«M«ra1e di Cor.'* di
onorario di Sezione del Con-
( 'assasione
Palermo
siglio di SfcUo
Roma
Martino tinh. Giacomo . .
Roma
EmoCapodilistaroft/tfAntonio.
Padova
. i;.: JVof.nel-
i /. Sapoìi. .
Napoli
F
I>.-s,-t.i • , l'i-anoesoo
Palermo
l^tì Sier-so rcdele
Napoli
Fabrizi doti. Paolo
Pontedera
De Sonnaz (Gerbaix) conU
(Pisa)
Carlo Alb., Inviato straor-
Facheris aw. Giovanni ....
Inzago
dinario 0 Ministro pfenipt-
(Milano)
t ernia rio a riposo
Torino-Roma
Faina eonte dott. Eugenio. . .
Perugia
Di Broglio dott. Ernesto, Pre-
Faina eonte Zeffirino
Perugia
(.idtnte della Corte dei Conti.
Roma
Faldella aw. Giovanni
Saluggia
Di Camporeale principe Paolo.
Roma- Palermo
(Novara)
Di Carpegna (Falconieri) conte
Faraggiana nobile Raffaele . .
Novara
Guido Orazio
Roma
Farina Mattia
Baroni ssi
Di Casalotto (Bonacce rsi)m«r-
(Salerno)
chese Domenico
Catania
Fava barone Saverio, Inviato
Di Castrofilippo (Contarini)
s'raordinario e Ministro ple-
duca Laigi
Girgenti
nipotenziario con credenziali
di Ambasciatore a riposo . .
Di Collobiano Arborio Avoga
Roma
dio (dei conti) Luigi, Inviato
Fecia di Cessato S. E. nobile
s'r io-.ìi'i 1 io e Ministro pie-
Luigi, Tenente Gener., Co-
■j "-> con credenziali
mandante il IX Corpo d' ar-
i( .l'/r. ;v l'itors a riposo. .
Torino
mata
Roma
Di Martino conttn. Girolamo .
Palermo
Pergola prof. Emanuele. . . .
Napoli
Di Marzo ave. Donato
Napoli
Ferro Luzzi aw. Giovanni,
Primo Presiden'e di Corte
Dini Ulisse, Professore nella
R. Università di Pisa ....
Pisa
di Cassazione .........
Palermo
Di Prampero conte Antonino.
Figoli des Geneys conte Eu-
colonnello a riposo
Udine
genio
Ar emano
Di Revel (Thaon) conte Ge-
(Genova)
nova, Tenen'e Generale a
Finali S. E. Gaspare, Presi-
riposo
Milano
Torino
dente della Corte dei Conti .
Fiocca aw. Antonio, Presi-
Roma
Di Kevel (Thaon) conte Ignazio
Di Sambuy (Balbo Bertone)
dente di Sezione di Corte di
conte £mesto .........
Torino
Cassazione
Roma
Di San Giuliano march. An-
Fogazzaro dott. Antonio. . . .
Vicenza
tonino
Londra
Frescot aw. Filiberto
Erigerlo 8. E. Giov. Galeazzo,
Torino
Di ScaIea(Lanza-Spinelli)prin-
cipe Francesco
Palermo
Viceammiraglio in poxizione
Di Terranova (Pignatelli) duca
Giuseppe
Roma
ausiliaria
Roma
Frola aw. Secondo
Torino
D'Oncieu de la Batie eonte
Paolo, Tenen'e Gener. nella
G
riserra
Torino
Doriamar<;A««« Ambrogio. . .
Genova
Gabba Carlo Francesco, Pro-
Doria marchese Giacomo . . .
Borzoli
fessore nella R. Universi' à
(Genova)
Napoli
di Pisa
Pisa
Doria d'Eboli duca Francesco.
Garroni march, aw. Camillo.
Doria Pamphyll principe Don
Prefetto di Provincia ....
Genova
Alfonso
Roma
Gattini conte Giuseppe ....
Matera
D'Ovidio Enrico, Prof, nella
(Potenza)
R. Università di Torino. . .
Torino
Gherardlni march. Gianfran-
D'Ovidio Francesco. Profess.
nella R. Università di Napoli.
Napoli.
cesco
Reggio Emilia
Ginistrelll Edoardo
Napoli
Driquet nob. Edoardo. Tenente
(Capodimonte)
Generale a riposto
Firenze
Giorgi aw. Giorgio, Presidente
Durand De La Penne S. E.
di sezione del Consiglio di
march. Luigi, Tenente Gene-
rale in posizione ausiliaria.
Roma
Stalo
Roma
Giorfeini Gin. Batt., Professore
Durante dott. Francesco, Pro-
emerito delle RR. Unir^rsità
fessore nella R. Università
di Pisa e di Siena
Montignoso
di Soma
Roma
(MassaCarrara)
— 218 —
COGNOME E NOME
RESIDENZA
COGNOME E NOME
RESIDENZA
ABITUALE
ABITUALE
Golgi Camillo, Professore nella
Marietti ai>i>. Filippo, Consi-
li. Università di l'aria . . .
Pavia
gliere di Statò. .". :
Roma
Grassi-Pasini Michele
Acireale
Mariotti at;y. Giovanni
Parma
(Catania)
Martelli avv. Mario
Milano
Gravina march. Luigi, Prefetto
Martinelli prof Giovanni . . .
Ferrara
di Provincia a riposo , . . .
Catania-Roma
Martuscelli avv. Enrico, Con-
Greppi conte Giuseppe, Inviato
sigliere della Corte dei conti.
Roma
straordinario e Ministro Ple-
Masi S. E. avv. Giorgio, Primo
nipotenziario con credenziali
Presidente di Corte di Cas-
di Ambasciatore a riposo . .
Groc'co prof. Pietro
Milano
Firenze
sazione
Napoli
Porto Maurizio
Massabò avv. Vincenzo . . . .
Guala avv. Carlo, Consigliere
Massarucoi conte Alceo . . . .
Roma
di Sialo a riposo
Roma
Mazzolani barone avv. Carlo,
Guarneri avv. Andrea, Profes-
Presid. di Sezione del Consi-
sore nella P. Università di
Palermo
glio di Stato
Roma
Palermo
Medici march. Luigi
Melodìa Niccolò
Guerrieri-Gonzaga mar. Carlo.
Rotna - Gonzaga
Roma
(Mantova)
Men afoglio march. Paolo . . .
Modei/a
Guglielmi march. Giacinto . .
Roma
Mezzanotte Camillo
Chieti
Guiccioli march. Alessandro,
Mirabelle S.E. Carlo, Contram-
Inviato straordinario e Mi-
miraglio, Ministro della Ma-
nistro plenipotenziario . . . .
Belgrado
rina
Roma
Monteverde prof. Giulio . . .
Roma
1
Morandi prof. Luigi
Roma
Morin Costantino, Viceammi-
Inghilleri Calcedonio, Consi-
raglio in posiz. ausiliaria. .
Forte dei Mar-
gliere di Stato
Romei
Morisani Ottavio, Professore
nella R. Università di Napoli.
mi (Lucca)
Napoli
L
Morra di Lavriano e della
Monta S. E. con' e Roberto,
Lanza S. E. conte Carlo, Te-
Tenente Generale in riserva.
Viareggio
nente Gene)-., Ambasciatore
(Lucca)
a riposo
Torino
Moscuzza dott. Gaetano ....
Sìi^QCUSCt
Lanzara avv. Giuseppe ....
S'arco (Salerno)
Mosso dott. Angelo, Professore
Levi noh. Ulderico
Reggio Emilia
nella R. Università di To-
Lioy nob. Paolo
Vicenza
Vicenza
rino
Torino
Lucchini avv. Giovanni ....
Municchi conte avv. Carlo, Pre-
Luciani dolt. Luigi, Professore
fetto di Provincia a riposo.
Firenze
nella R. Università di Poma.
Roma
N
M
Nannarone Raffaele
Foggia
Maìelli S.E. Giuseppe, Primo
Niccolini march. Ippolito. . .
Firenze
Presid. di Corte di Cassazione
a riposo
Pulei'mo
0
Majnoni D'Intignano S. E. nob.
Luigi, Tenente Generale . .
Milano.
Oddone avv. Giovanni. . . . •
Alessandria
Malvano avv. Giacomo, Cotisi-
Odescalchi princ. Baldassarre.
Roma
gliere di Stato
Roma
Terni (Perugia)
Olivei'i Eugenio
Palermo
Manassei conte Paolano. . , .
Orengo march. Paolo, Viceam-
Manfredi S. E. avv. Giuseppe,
miraglio in posiz. atisiliaria.
Roma e Venti-
Procuratore Generale di Corte
miglia (Porto
di Cassazione
Firenze
P
Maurizio)
Manfrin (Di Castione) conte
Pietro
Roma - Rossano
Pacinotti Antonio, Professore
nella R. Universiià di Pisa.
veneto
Pisa
(Vicenza)
Pagano-Guarnaschelli S. E.
Mangingalli prof. Luigi ....
Milano
Giambattista, Primo Presi-
Mangili Cesare
Milano
den'e di Corte di Cassazione.
Roma
Mantegazza dolt. Paolo, Pro-
Palberti avv. Romualdo. . . .
Torino
fessore nel li. Isfituto di
Palumbo S. E. Gius., Viceam-
Studi Superiori di Firenze.
Firenze
miraglio in posiz. ausiliaria.
Napoli
IMaragliano doti. Edoardo, Pro-
Pansa S. E. Alberto, Inviato
fessore nella R. Università
straordinario e Ministro p>^e-
di Genova
Genova
nipotenziario con credenziali
di ambasciatore
Marazio di Santa Maria Ba-
B'rlino
gnolo bar. Annibale , . , , .
Torino
Papadopoli con e Nicolò. . . .
Venezia
RESIDENZA
COGNOME E NOME
AOITUALR
ParpagUà »ob. arr. Salvatore .
Oristano
.
(Cagliari)
Pasolini font« Pier Desiderio.
Roma-Ravenna
>'Asohni-Zaue'>Ii conte Gius. .
Faenza
(Ravenna)
«tamia prof. Carmelo . . . .
Napoli
i atemò di Sessa Emanuele.
Pi-off ssott nella R. Univer-
.«f'i^ rfi Roma
Roma
stro don. Francesco,
'ier« delia Corte dei
Roma
loui S. E. Ettore, Tenente
l'tenerale, Cotnattd. il IV Cor-
Peiroleri mo6i7« idei baroni) av-
rnrnio Augusto, Inviato srn-
' irto e Ministro Vieni-
urto a riposo
Torino
ni aiw. Clemente . . .
Venezia
l'eli ux Luigi, Tenente Gene-
rale in posizione ausiliaria.
Bord ighera
(Porto Manri-
Pessina a re. Enrico, Professore
[zio)
nella R. Uni ver. di Napoli.
Napoli
Petrella Gu}:Iielmo Ugo, Pre-
sidente di Sezione di Corte di
Cassazione .
Roma
Piaggio Erasmo
Genova-Roma
Pierantoni ave. Augusto, Pro-
fessore nella R. Università
di Roma
Roma
Piuelli S. R conte Tullio, PH-
mo Presid. di Corte di Cas-
sazione
Torino
Pisa doti. Ugo
Plutiao Fabrizio
Reggio Calabria
Polvere tnarch. avv. Nicola . .
Benevento
Ponti Ettore
Mila no
Ponza di San Martino conte
Coriolano, Tenente Generale,
Coinand. il VI Corpo d'Ar-
mata
Bologna
Ponzio Vaplia 8. E. Emilio,
Tenente Getter, nella riserva,
ministro della Reni Casa. .
Roma
Primerano Domenico, Tenente
Generale nella riserva. . . .
Roma
Prinetti Carlo
Milano
Pullè conte Leopoldo
Roma
Q
Quarta S. E. avv. Oronzo, Pro-
curatore Generale di Corte di
Qui-ina-Puliga Carlo Alberto,
Viceammiraglio
R
Racagni Felice. Tenente Ge-
Roma
nerale in poffiz. aii^iliaHa .
Torino
Racioppi Giacomo. Consigliere
■ìi Stato
Roma
rtazzi S. E. avv. Urbano.
Jdi it ini/ 0 di Salo. ,,,,,,
Roma
RESIDENZA
COGNOME E NOME
Restl-Ferrarl avv. Giuseppe,
Primo Presidente onorario di
Corte di Cassizion»
Bolo (Reggio-
Kniilla)
Riberl arr. Spirito
Cuneo
Hicoiuti Nicola, Primo Presi-
dente di Corte d'appello. . .
Napoli
Ricotti 8. E. Cesare, Tenen'e
Generale a ripiso
Novara
Ridoltì march. Luigi
Scan dicci
Righi Augusto, Profes.1. nella
(Firenze)
R. Universum di Bologna . .
Bologna
Rignon con'e Felice
Torino
Riolo Vincenzo, con'edel Piano.
Roma-Naro
(Girgenti)
Rossi barone Giovanni . . . .
Schio (Vicenza)
Rossi avv. Luigi. ........
Milano
Rossi-Martini eonte Gerolamo.
Genova
Roux avv. Luigi
Roma- Torino
Ruffo Fabrizio, principe di
Motta Bagnara
S
Sacchetti ing. Gualtiero. . . .
Roma
Bologna
Saladini conte Saladino, Pre-
fetto di Provincia a riposo .
Cesena (Forlì)
Saletta S. E. Tancredi, Tenente
Generale, Capo di Sfato Mag-
giore dell'Esercito
Roma
Sani Giacomo. Maggior Gene-
rale Commissario nella ri-
serva
Roma
San Martino Valperga conte
Santamaria-Nicolini 8. E. avv.
Francesco, Primo Presidente
di Corte di Cassazione. . . .
Napoli
Schiaparelli prof. Giovanni.
Professore nel R. Istituto
Tecnico Superiore di Milano.
Milano
Schininà Giuseppe march, di
Sant'Elia
Ragusa
(Siracusa
Schupfer Francesco, Profes-
sore nella R. Università d'
Roma
Scialoia «rr. Vittorio, Profes-
sore nella R. Università di
Roma
Roma
Senise Carmine, Prefetto di
Provincia a riposo
Corleto-Pertica-
ra (Poteuzaj
Senise Tommaso, Professore
nella R. Università di Na-
noli
Napoli
Serena bar. avv. Ottavio, con-
siglière di Stato
Roma
Severi avv. Giovanni
Arezzo
Sismondo Felice, Tenente Gè-
ner. in posizione ausiliaria.
Asti (Alessan-
dria)
Sonnino barone Giorgio. . . .
Firenze-Roma
i Soi-mani - Moretti conte are.
\ Luigi, Prefetto di Provincia.
Reggio- Emi Uà
— 220 —
RESIDENZA
RESIDENZA
COGNOME E NOME
ABITUALE
COGNOME E NOME
ABITUALE
Speroni ing. Giuseppe
Milano
Treves De Bonflgli barone Al-
Spinola march. Federico Co-
stanzo, Inviato straordinario
berto
Venezia
Trincherà prof. Francesco . .
Ostuni (Lecce)
e Ministì'o plenipotenziario
Trotti marchese Ludovico . .
Milano
Arma di Taggia
(Porto Mauriz.)
V
Strozzi principe Piero
Firenze
Vaccaj Giuseppe
Pesaro
T
Vacchelli dott. Pietro
Cremona
Valotti conte Diogene
Brescia
Taiani avv. Diego
Roma-Fortici
Veronese dott. Giuseppe, Pro-
(Napoli)
fessore nella R. Università
Tasca Lanza conte Giuseppe.
Tassi avv. Camillo
Piacenza
Vidari avv. Ercole, Professore
Taverna conte Rinaldo, Mag-
nella R. Università di Pavia.
Pavia
gior Generale nella riserva.
Roma-Milano
Vigano S. E. Ettore, Ten. Ge-
Tiepolo conte avv. Lorenzo . .
Venezia
ner., Ministro della Guerra.
Roma
Tittoni S. E. avv. Tommaso,
Vigoni nobile ing. Giulio . . .
Milano
Ministro per gli Aff. Esteri.
Roma
Vigoni nobile ing. Giuseppe. .
Milano
Todaro doti. Francesco, Pro-
Villari Pasquale, Professore nel
fessore nella E. Università
R. Istituto Super, di Firenze.
Firenze
di Roma
Roma
Siena
Vischi nob. avv. Nicola
Visconti-Venosta S. E. march.
Trani (Bari)
Tolomei conte Bernardo. . . .
Roma
Emilio
Tornielli-Brusati di Vergano
Visocchi Alfonso
Atina
S.E. conte Giuseppe, Inviato
(Caserta)
straordinario e Ministro ple-
Volterra Vito, Professore nella
nipotenziario con credenziali
R. Università di Roma ...
Roma
di Ambasciatore
Parigi
Torrigiani marchese Pietro , .
Firenze
z
Tortarolo ing. Pietro
Genova
Tournon Ottone, Tenente Ge-
Zoppi conte Vittorio, Prefetto
nerale a riposo
Torino [zaro)
di Provincia a riposo . . . .
Alessandria
Traufo avv. Carlo
Tropea (Catan-
Zumbini prof. Bonaventura .
Portici-Napoli
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Piffìdentf: Marcora. Segretari: Morando, Pavia, Lnclfero, Sca-
l'ir'|j/y*r(fcN//.- De RUels,Qorio, Torrigianl, lini, Sanarellf, Rovasenda, De Novellis, Vi-
Fiuocchiaro-Aprilo. socchi, Cimati.
Questori: De Asarta, Podestà.
ELENCO ALFABETICO DEI DEPUTATI
con l'indicazione del Collegio elettorale che rappresentano.
Abbruzzese Antonio
Abignente prof. Giovanni
Abozzi ave. Michele
Agnesi ing. Giacomo
Agnettl dott. Alberto
Agnini Gregorio
Aguglia avv. Francesco
Albasini-Scrosati avv. Erm.
Albertini Giacomo
Albicini march. Alessandro
Alessio prof. Giulio
Aliberti Gennaro
Angiolinl dott. Antonio
Antolisei avv. Lamberto
Aprile avv. bar. Pietro
Arigò avv. Giuseppe
Arlotta Enrico
Arnaboldi - Gazzaniga conte
Bernardo
Aroldi avv. prof. Cesare
Artom dott. Emesto
Astengo acv. Giuseppe
Aubry coniramm. Augusto
Avellone avv. Salvatore
3[d tigno
Mercato Sc/n Se-
verino
Sassari
Oneglia
Borgataro
Mirandola
Termini Imerese
Milano I
Torino III
Pesaro
Padova
Napoli X
Prato in Toscana
Macerata
Regalbuto
Messina
Napoli HI
Canta
Bozzolo
Castelnuovo di
Garfagnana
Savona
Castallammare di
Stuòia
Corleone
Baccelli arr. dott. Alfredo
Baccelli prof. Guido
Badaloni dott. Nicola
Ballarini ing. Carlo
Baragiola dott. Pietro
Baranello ing. Nioolangelo
Bamabei dott. Felice
Barracco bar. Alberto
Barzilai avv. Salvatore
Basetti dott. Gian Lorenzo
Bastogl conte Gioacchino
Battafjlieri arr. Augusto
Battelli prof. Angelo
Benaglio avv. Giacinto
Berenini avv. Agostino
Bergamasco ing. Eugenio
Bernini arr. Cesare
Bertarelli aw. Pietro
Bertesi Alfredo
Bertettl avv. Michele
Tivoli
Roma III
Badia Polesine
Budrio
Erba
Campobasso
Atri
Spezzano Grande
Roma V
Castelnuovo nei
Monti
Montepulciano
Casal Monferrato
Urbino
Martinengo
Borgo S. Donnino
Martora
Novara
Tortona
Carpi
Ciri>
Bertolinl avv. Pietro
Bettòlo contramm. Giovanni
Biancheri avv. Giuseppe
Bianchi avv. Emilio
Bianchi prof. Leonardo
Bianchini co/j^eapp. Vincenzo
Bissolati-Bergamaschi app.
Leonida
Bizzozero nób. avv. Carlo
Bolognese app. Domenico
Bona Eugenio
Bonacossa ing. Giuseppe
Bonicelli avv. Giacomo
Borciani app. Alberto
Borghese princ. Scipione
Borsarelli di Rifreddo march.
Luigi
Boselli app. Paolo
Bottacohi Giuseppe
Botterl dott. Giambattista
Bovi app. Giovanni
Bracci-Testasecca nob. Gius.
Brandolin conte Gerolamo
Brizzolesi Enrico
Brunialti prof AttUIo
BucceUi Vittorio
Cacciapuoti dott. Francesco
Paolo
Calissano app. Teobaldo
Callaini app. Luigi
Calieri app. Giacomo
Calvi app. Gaetano
Calvi dott. Giusto
Camagna avv. Biagio
Camera app. Giovanni
Camerini dott. Paolo
Cameroni avv. prof. Agost.
Campi app. Emilio
Campi dott. Numa
Campus-Serra arp. Antonio
Canevari app. Alfredo
Cantarano dott. Guglielmo
Cao-Pinna nob. ing. Antonio
Capaldo ape. Luigi
Capece-Minutolo march. Al-
fredo
Cappelli march. Raffaele
Montebelluna
Becco
San Remo
Lari
Montesarchio
Treviso
Pesca rolo
Varese
And ria
Biella
Vigevano
Brescia
Montecchi
l'Emilia
Albano Laziale
nel-
Vaiadeati
Avigliana
Biandraìe
San Pier d'Arena
Palmi
Orvieto
Conegìiano
Capriata d'Orba
Thiene
Nizza Monferrato
Napoli VI
Alba
Colle di Val d'Elsa
Ceva
San Nazaro dei
Burgundi
Valenza
Reggio Calabria
Sala Consilina
Este
Trevig^io
Cuggiono
Rocca S. Casciano
Cagliari
Viterbo
Gaeta
Serramanna
Lacedonia
Napoli II
San Demetrio nei
Vestini
- 222 -
Capufi Ercole
Carboni-Boj ain\ E irico
Carcano avv. Paolo
Cardani prof. Pietro
Carmine ing. Pietro
Carnazzaprof. avv. Gabriello
Carugati Egildo
Casciani dott. Paolo
Cascino avv. Calogero
Cassato avv. Dario
Castellino prof. Pietro
Castiglioni conte Baldassare
Castoldi ing. Alberto
Cavagnari avv. Carlo
Celesia di Vegliasco avv. Gio-
vanni
Celli prof. Angelo
Centurini Alessandro
,Cerulli Giuseppe
Cesaroni Ferdinando
Chiapusso dott. Felice
Chiesa rag. Eugenio
Chimienti avv. prof. Pietro
Chimirri avv. Bruno
Chiozzi ing. Antonio
Ciacci df>it. Gaspero
Ciappi ing. Anselmo
Ciartoso dott. Luigi
Cicarelli avv. Carlo Vittorio
Ciccarone doft. Francesco
Cimati Camillo
Cimorelli Edoardo
Cipelli avv. Vittorio
Cipriani Marinelli Giuseppe
Cirmeni dott. Benedetto
Ciuflfelli Augusto
Cocco-Ortu avv. Francesco
Cocuzza Federico
Codacci-Pisanelli prof. avv.
Alfredo
Coffari bar. Gerolamo
Colajanni dott. Napoleone
Colosimo avv. Gaspare
Comandini avv. Ubaldo
Compans march. Carlo
Conte avv. Emilio
Cornaggia-Medici Castiglio-
ni nob. dott. Curio Ottavio
Cornalba avv. Giuseppe
Cortese prof. Giacomo
Costa Andrea
Costa-Zenoglio dr. Rolando
Cottafavi avv. Vittorio
Credaro prof. Luigi
Crespi dott. Silvio
Croce Francesco
Curioni avv. Giovanni
CuiTeno avv. Giacomo
Cuzzi avv. Giuseppe
Ariano di Puglia
Oristano
Como
Parma I
Vimercafe
Catania I
Zogno
Pistoia I
Piazza Armerina
Livorno I
Foggia
Breno
Iglesias
Rapallo
Albenga
Cagli
Terni
Giulianova
Cortona
Susa
Massa Carrara
Brindisi
Set-ra San Bruno
Portormtggiore
Scansano
S. Severino Mar-
Savigliano [che
Atripalda
Vasto
Pcntremoli
Isernia [da
Fiorenzuola d'Ar-
Bitonto
Militello in Val di
Catania
Todi
Isili
Pagusa Superiore
Trìcase
Aragona
Castrogiovanni
Serrastretta
Cesena
Cai uso
Sora
Milano IV
Lodi
Cairo Montenotte
Lnola
Chiavari
Correggio
Tirano
Caprino Berga-
masco
Capannori
Borgomanero
Chcrasco
Pallanza
Da Como avv. Ugo
Lonatq
Dagosto avv. Francesco
Brienza
D'Ali Antonio
Alcamo
D'Alife (Gaetani) conte Ni-
cola
Rossano
Dal Verme conte Luchino
Bobbio
Daneo avv. Edoardo
Torino I
Danieli avv. Gualtiero
Tregnngo
Dari avv. Luigi
San Be'ned tto del
Tronto
D'Aronco aveh. Raimondo
Gemona
De Amicis Mansueto
Solmona
De Andreis ing. Luigi
Ravenna li
De Asarta conte ing. Vittorio Palmanova
De Bellis Vito
Gioia dd Colle
De Felice Giuffrida Gius.
Catania li
De Gennaro avv. Emilio
La r ino
De Giorgio avv. Pietro
Lanciano
Del Balzo bar. Girolamo
Bctjano
Dell'Acqua Carlo
Busto Arsizio
Della Pietra a>nK Gioacchino
Nola
Dell'Arenella (Valguarnera)
duca Giuseppe
Palermo IV
De Lucaayy. Ippolito Onorio Canicatti
De Luca avv. Paolo Anania Sant' Angelo dei
Lombardi
De Marinis prof. Enrico
Salerno
De Michele Ferrantelli Do-
menico
Bivona
De Michetti avv. Carlo
Teramo
De Nava avv. Giuseppe
Bagnara Calabra
De Nobili march. Prospero
Spezia
De Novellis dott. Fedele
Verb Icaro
De Riseis bar. Giuseppe
Città Sant'Angelo
De Seta ing. Luigi
Paola
De Stefani avv. prof. Carlo
Bardolino
De Tilla avv. Domenico
Napoli V
De Viti De M-avco prof . An-
tonio
Gallipoli
Di Cambiano (Ferrerò) mar-
chese dott. Cesare
Torino V
Di Lorenzo dott. Nicolò
Calata/imi
Di Rudinì (Starrabba) mar-
chese Antonio
Caccarno
Di Rudinì (Starrabba) mar-
chese Carlo
Noto
Di Saluzzo march. Marco
Saluzzo
Di Sant'Onofrio (del Castillo)
march. Ugo
Castroreale
Di Scalea (Lanza) principe
Pietro
Serradifalco
Di Stefano Napolitani avo.
Giuseppe
Palermo I
Di Trabia (Lanza) principe
Pietro
Palermo III
Donati avv. Carlo
Lonigo
Fabri avv. Carlo
Facta avv. Luigi
Facili Emilio
Falaschi avv. Enrico
Falcioni avv. Alfredo
Falconi conte dott. Gaetano
Falconi avv. Nicola
Falletti di Villafalletto con-
te Paolo
Fani avv. Cesare
Faranda dott. Giuseppe
Farinet Alfonso
Farinet prof. Francesco
Fasce prof. Giuseppe
Fazi doti. Francesco
Fazzi dott. Vito
lede dott. Francesco
Félissent Gian Giacomo
Fera avv. Luigi
Bettola
Pinerolo
Parma II
Siena
Domodossola
Fermo
Agnona
Possano
Perugia II
Naso
Aosta
Verrès
Genova III
Foligno
Lecce
Riccia [ta
S. Biagio in Cullai-
Ragliano
— i^'j;") —
rri iMT.
rrl arv.
Qiacomo •
. Mjuisimo
irr. Ignazio
.^ Aprile are. Ca-
Trc. Filippo
rtirus are. Alessandro
Fortunati Alfredo
Fortunato doti. Giustino
Fracassi di Torre Rossano
march, doti. Domenico
Fradeloito pt-of. Antonio
Franchettl ilott. Leopoldo
Franciea-Nava Giovanni
Folci are. Ludovico
Fnlcl arr. Nicolò
Furnari ave. Santi
Fusco arr. Lodovico
Fusinato prof. Guido
Vignai*
Arqui
ilonzafja
San Hi or inni in
l'érsiceto
Lepanto
Licata
Frizzi
Miatrettri
Poggio Mirteto
Anngni
Melfi
Creseentinn
Venezia III
Città di Castello
Siracusa
Fr^incai'illadiS:
eilia
Milazzo
Patti
Popoli
Feltr*
'■■ tlimbertl aw. Tancredi
.«.illetti di Cadilhac Arturo
Galli arr. Roberto
Gallina arv. Giacinto
Gallini arr. Carlo
Gallino ing. Natale
Galluppi arr. Enrico
Gandolfo arr. Enn-o
Gatti dott. Girolamo
Gattoni ing. Bortolo
Gattorno Federico
Gaudenzi Giuseppe
Gavazzi Lodovico
Giaccone avv. Vittorio
Gianturco arr. Emanuele
Giardina prof. Frane. Sav.
Ginori-Conti principe do'.t.
Piero
Giolitti are. Giovanni
Giiir lano-Apostoli iar, Giu-
oli prof. Giuseppe
-. clli «rr. Odoardo
Girardi avv. Francesco
Giuliani Gaetano
Giunti bar. Leopoldo
Glosso eonte Girolamo
Goglio ing. Giuseppe
Gorio avv. Carlo
Graffagni atro. Angelo
Grassi- Voces doti. Giuseppe
Greppi avv. Emanuele
Grippo avv. Pasquale
Gualtieri avv. Alberto
Gnarracino ave. pr^.f. Aless.
Goastavino Pietro
Gucci-Boschl conte diAt. Gio-
vanni
Guerci ing. Cornelio
Guerritore-Broya Eirico
Guicciardini co/j<t; Francesco
Gussoni Gaspare
Cuneo
Moìttegiorgio
Chioggia
Abbialegrasso
Favuli o nel Fri-
gnauo
Fon', edecimo
Civitavecchia
Oneglia
Os'iglia
Codogno
Bimini
Forlì
Lecco
Mondor\
Ntipoìi I
bronte
Volterra
Dronero
Alghero
Roma I
Asti
Napoli TV
CapcKcio
Cast rov il tari
Manfredonia
Cuorgnè
Verolanujva
Voltri
Acireale
Milano fi
Potenza
Napoli VII
Torre Annunziata
Genova I
Faenza
Langhirano
Xocern Inferiore
San Miniato
elusone
.latta Antonio
Lacava avv. Pietro
Landuccl avv. Landò
Larizza avv. Bruno
Lazzaro prof. Giuseppe
Leali conte Pietro
Leone avv. Giuseppe
Libertini dott. Gesualdo
LibcrtiJii di San Marco Pa
squale
Loero avv. Attilio
Lucca ing. Piero
Lucchini Angelo
Lucernari conte Annibale
Luciani avi: Tito
Lucifero march. Alfonso
Lucifero march. Alfredo
Luzzatti pnf. Luij,'i
Lozzatto ing. Arturo
Luzzatto avv. Riccardo
Macola conte Ferruccio
Magni Magno
Majorana avv. Angelo
Majorana aw. prof. Gius.
Malcangi avv. Cataldo
Malvezzi conte dott. Nerio
Manfredi ittg. Giuseppe
Mango avv. Camillo
Manna avv. Gennaro
Mantovani avv. Oreste
Maraini avv. Clemente
Maraini Emilio
Marazzi con'e Fortunato
Marcello conte Girolamo
Marcerà arr. Giuseppe
Maresca dott. Eugenio
Marescalchi Alfonso
Margarla ing. G.
Marghieri prof. Alberto
Marinuzzi avv. Antonio
Marietti avv. Ruggero
Marsengo - Bastia avvocato
Ignazio
Martini prof. Ferdinando
Marzotto Vittorio
Masciantonio arr. Pasquale
Masi avv. Saverio
Masini dott. Giulio
Masoni ing. prof. Udalrigo
Masselli dott. Antonio
Massimini avv. Fausto
Materi Francesco Paolo
Matteucci avv. Francesco
Mauri avv. Angelo
Mazziotti avv. Matteo
Mazzitelli Achilie
Meardl avv. Francesco
Medici Francesco
Melll Elio
Mondala Vincenzo
Merci avv. Cesare
Minervino Murgt
Corleto Perticai
Arezzo
Melilo Porto Sdr .
Conversano
Mon'efiascona
Palata
Caltagirone
Augustta
Pifve di Cadore
Vercelli
Gavirate
Pontecorco
Aeqnaviva d^Ue
Cotrone [Fonti
Taranto
Abano Bagni
Montevarchi
San Daniele n^l
Friuli
Casi 'J franco Va-
nito
Belluno
Nicosia
i'aternò
Corato
B:,log,ia r
Castel S. Gìovan-
Lagonegro
Aquila
Mantova
Prosinone
Legnago
Crema
Venezia II
Sondrio
Ostuni
Bologna II
Barge
A mal fi
Palermo II
Fano
Vigorie
Pescia
Valdagno
Gessopalena
Monreale
Empoli
Napoli IX
San Severo
Leno
Tricarico
Lucca
Codogno
Torcili ara
Teano
Voghera
Oviglio
Cornacchia
Chinromimte
Firenze IV
{ni
— 224 —
Meritati! Giovanni
Mezzanotte avv. Camillo
Miliani Giambattista
Mira avv. Francesco
Mirabelli Roberto
Modestino Alessandro
Molmenti dott. Pompeo
Montagna Francesco
Montanti Giovanni
Montemartini dott. Luigi
Monti nob. avv. Gustavo
Monti-Guarnieri avv. Sta-
nislao
Morando conte dott. Gian
Giacomo
Morelli avv. Enrico
Morelli-Gualtierotti avv. Gi-
^ smondo
Morgari Oddino
Morpurgo rag. Elio
Meschini ing. Vittorio
Isola della Scala
Chieti
Fabriano
Milano in
Ravenna I
Mirabella Belano
Salò
Acerra
Pietras'-inta
Stradella
Pordenone
Senigallia
Ciliari
S. Maria Capua
Vetere
Pistoia II
Torino II
Cividale nel Friuli
Poriogruaro
Nasi avv. Nunzio Trapani
Negri De' Salvi conte Edoar. Marostica
Niccolini dott. Pietro Ferrara
Nitti avv. Frane. Saverio Muro Lucano
Nuvoloni avv. Domenico Porto Maurizio
Odorico ing. 0 dorico
Orioles avv. Giuseppe
Orlando ing. Salvatore
Orlando avv. Vittorio Ema-
nuele
Orsini-Baroni Francesco
Ottavi dott. Edoardo
Pagani-Cesa avv. Luigi
Pais-Serra Francesco
Pala avv. Giacomo
Pandolfini conte Roberto
Panie avv. Felice
Pansini avv. Pietro
Pantano dott. Edoardo
Papadopoli conte Angelo
Pascale avv. Carlo
Pasqualino-Vassallo avv. Ro-
sario
Pastore dott. Alceo
Pavia avv. Angelo
Pavoncelli Giuseppe
Pellecchi avv. Giuseppe
Pellei-ano avv. Silvio
Pennati avv. Oreste
Persone nob. Luciano
Pescetti avv. Giuseppe
Patroni avv. Gian Domenico
i:*ilacci avv. Arturo
Pinchia conte doit. Emilio
Pini avv. Enrico
Pinna avv. Giuseppe
Pipitnne prof. Vincenzo
Pistoia ten. gen. Francesco
placido avv. Pasquale
Spilinibergo
Messina II
Livorno II
Parti nico
Pontedera
Vigoma
Vittorio
Ozieri
Tempio Pausania
Firenze I
Torino IV
Molfetta
Giarre
Adria
Altamura
[Ha
Terranova diSici-
Castiglione delle
Stiviere
Soresina
Cerignola
Tropea
Borgo a Mozzano
Monza
Campi Salentina
Firenze IH
Bari delle Puglie
Montalcino
Ivrea
Bologna III
Nuoro
Marsala
Casalmaggitre
Napoli XI
Podestà no7>. Luigi
Poggi dott. Tito
Pompilj dott. Guido
Puzzato avv. Italo
Pozzi avv. Domeriico
Pozzo avv. Marco
Prinetti march, ing. Giulio
Pugliese avv. Gius. Alberto
Oteggìo
Cotogna Veneta
Perugia I
Rovigo
Borghetto Lodi'
giano
Santhià
Brivio
Castellaneta
Queirolo prof. Giov. Batta. Pisa
Quistini avv. Giovanni Iseo
Raccuini avv. Domenico
Raggio conte avv. Edilio
Raineri dott. Giovanni
Rampoldi prof. Roberto
Rasponi conte dott. Carlo
Rastelli avv. Giovanni
Rava avv. prof. Luigi
Ravaschieri conte Vincenzo
Rebaudengo conte Eugenio
Reggio march, ing. Giacomo
Resta-Pallavicino conte dott.
Ferdinando
Ricci march. Paolo
Riccio avv. Vincenzo
Ridola dott. Domenico
Rienzi avv. Nicolò
Rizza Evangelista
Rizzetti Carlo
Rizzo avv. Valentino
Rizzone-Tedesclii Corrado
Rocco conte avv. Marco
Rochira avv. Fi-ancesco
Romanin - Jacur dott. ing.
Leone
Romano Giuseppe
Romussi avv. Carlo
Ronchetti avv. Scipione
Rondani avv. Dino
Rosadi avv. Giovanni
Roselli avv. Francesco
Rossi avo. Enrico
Rossi Gaetano
Rossi prof. Luigi
Rossi avv. Teofilo
Rota avv. Attilio
Rota conte dott. Francesco
Rovasenda conte avv. Aless.
Rubini ing. Giulio
Ruffo Ferdinando dei prin-
cipi di Spinoso
Rummo prof. Gaetano
Ruspoli Bomolo dei principi
di Cervetri
S
Sacchi avv. Ettore
Salandra dott. Antonio
Salvia ctvv. Ernesto
Sanarelli prof. Giuseppe
Rieti
Novi Ligure
Piacenza
Pavia
Ceccano
Lanzo Torinese
Vergato
Napoli Vili
Bra
Genova II
Melegnano
Recanati
Matera
Cefalà
Comiso
Varallo
Oderzo
Modica
Casoria
Manduria
Piove di Sacco
Sessa Aurunca
Corteolona
Gallarate
Cossato
Firenze II
Città Ducale
Petralia Sottana
Schio
Verona II
Carmagnola
Bergamo
San Vito al Tu-
gliamento
Borgo San Dal-
mazzo
Menaggio
San Bartolomeo in
Caldo
Benevento
Velletri
Cremona
Lucerà
Napoli XII
Bibbiena
225 --
^ìiUt. ROlVO
Vinco Tiro
Catailit$f'0
Ji,,r- 'f
A.
1/./
S.
S. .UUltiAUSUato
s . Mariano
i>^: .". Carlo
8corci*rini-Coppolarfo^/.An-
JTflo
*^ Ma arr. Qnstavo
ri cimte doti. Umb.
■ 't. Giuseppe
Sulu'l arr. Adelmo
Sili Cesare
Silva Cesare
Simeoni «rr. Luigi
Sinibaldi nrr. Tito
Sola-Cabiati conte Andrea
Solimbergo arv. Giuseppe
Solinas-Apostoli dM. Gian
""— n
. bar. rfo/^ Sidney
! mute Pietro
Enrico
Si irr. Giuseppe
Spirito avo. Beniamino
Spirito orr. Francesco
- luitti arr. prof. Baldass.
-tiiglianò OFF. Natale
Stoppato OFF. Alessandro
Stripari ctff. Giovanni
Guardi conte dott. Gianforte
Talamo off. Roberto
Targioni off. Giuseppe
Taroni ing. Paolo
Tasca .Alessandro
Terchio off. Sebastiano
Tedesco «FF. Francesco
Teodorl Enrico
Teso arr. Antonio
SitLuit o
l'escina
Acersa
Piedimonte d'Ali-
fé.
r//
(iuastd'hi
Camenno
I) itio
A fragola
Spoleto
Gorgonzola
Udine
Maeomer
San Casciano
Affari
Brieherasio
Cosenza
lieflgio Emilia
Campagna
Montecorvino Ro-
vella
Monteleone Cahib.
C hiaravalle Cen-
trale
Montagnana
Pozzuoli [rio
Trescare Bttlnea-
[nia
Vallo della Luca-
Campi Bisenzio
Lugo
Sciacca
Venezia I
Ortona a Mare
Ascoli Piceno
Vicenza
Testa<;r.' ; . 1^ .. _ . i
Tlno7.f.» iin:i. Domenico lemne
Tizzoni prof. Guido Vicopìsano
Todeschtni arv. Mario Vé-ronn 1
Torlonla princ. Giovanni Avezano
Torloniar/M'-rt dott. Leopoldo Ifotna IV
Torriglani marrh. Filippo Borgo S. I^r?»:
Treves Claudio Milano VI
Turati acv. Filippo Milano V
Turbiglio f/FF.i>i-o^. Giorgio CetUo
Turco OFF. Alessandro Cassano al Jonio
Umani avr. Augusto
Jesi
V
Valentino «rr, Giuseppe
Caulonia
Valeri im/. Domenico
Osimo
Valle Gregorio
Tolmezzo
Valli aFF. Eugenio
Lentlinara
Vallone ing. Antonio
Maglie
Vecchini acv. prof. Arturo
Ancona
Vendemini avv. Gino
S. Arcangelo <<
Romagna
Venditti off. Antonio
Cerreto Sannita
Vendramini «ff. Francesco
Rossano
Veneziale (Gabriele
Bojano
Ventura arr. Eugenio
yicastro
Verzillo avv. Michele
Capila
Vetroni Achille
A vellino
Viazzi Pio
Grossetc
Vicini «FP. Antonio
Sassuolo
Villa avv. Tommaso
Villanova d'Ast
Visocchl avv. Achille
Cassino
Weil-Weiss bar. Giuseppe Rho
Wollemborg dott. Leone Cittadella
Zabeo Egisto Mirano
Zaccagnino off. Domenico S. Xicamlro Gar-
ganico
Zerboglio off. prof. Adolfo Alessandria
]
CARTOLERIA NARCISO VESTRIM
FIRENZE • Via del Proconsolo • FIRENZE
SPI.EXniI>A OCCANIOXE - Vedi Buoni di riduzione.
EMPORIO ~
E A. LAPINI
9 . FIREHZE
GRATIS Catalogo.
«ha«toa^i«to*««te
_ 22G —
INDICE DEI COLLEGI ELETTORALI DEL REGNO D'ITALIA
col nome dei Deputati che li rappresentano alla XXII legislatura.
t
COLLEGIO
1
COLLEGIO
'O
PROVINCIA
DEPUTATO
■o
PROVINCIA
DEPUTATO
m
ELETTOEALE
a
ELETTORALE
1
Abano Bagni
Padova
TMZzatti
53
Bitonto
Bari
Cipriani-Mari-
2
Abbiategrasso
Milano
Gallina
nelli
8
Acerenza
Potenza
Santoliquido
54
Bivona
Girgenti
De Michele Fer-
4
Acerra
Caserta
Montagna
rantelli
5
Acireale
Catania
Grassi- Voces
55
Bobbio
Pavia [so
Dal Verme
6
Acquaviva del-
56
Boiano
Campobas-
Veneziale
le Fonti
Bari
Luciani
57
Bologna I
Bologna
Malvezzi
7
Acqui
Alessan-
58
Bologna II
Bologna
Marescalchi
dria
Ferraris M.
59
Bologna III
Bologna
Pini
8
Adria
Rovigo
Papadopoli
60
Borghetto Lo-
9
Afifori
Milano
Sormani
digiano
Milano
Pozzi
10
Afragola
Napoli
Sitrieoni
61
Borgo a Moz-
11
Agnone
Campobas-
zano
Lucca
Pellerano
so
Falconi N,
62
Borgomanero
Novara
Curioni
12
Alba
Cuneo
Cui issano
63
Borgo S. Dal-
13
Albano Laziale
Roma
Borghese
mazzo
Cuneo
Rovasenda
14
Albenga
Genova
Celesta di Ve-
64
Borgo S. Don-
gliasco
nino
Parma
Berenini
15
Alcamo
Trapani
D'Ali
65
Borgo S. Lo-
16
Alessandria
Alessan-
renzo
Firenze
Torrigiani
dria
Zerboglio
66
Borgotaro
Parma
Aynetti
17
Alghero
Sassari
Giordano - Apo-
67
Bozzolo
Mantova
Aroldi
stoli
68
Bra
Cuneo
Rebaiidengo
18
Altamura
Bari
Pascale
69
Breno
Brescia
CasUglioni
19
Amalfi
Salerno
Marghieri
70
Brescia
Brescia
Bonicelti
20
Anagni
Roma
Fortunati
71
Bricherasio
Torino
Soulier
21
Ancona
Ancona
Vecchini
72
Brienza
Potenza
Dagosto
22
Andria
Bari
Bolognese
73
Brindisi
Lecce
Chimìenti
23
Aosta
Torino
Farinet A.
74JBrivio
Como
Prinetti
24
Appiano
Como
Scalini
75jBronte
Catania
Giardina
25
Aquila
Aquila
Manna
76;Budrio
Bologna
Ballar ini
26
Aragona
Girgenti
Coffari
77
Busto Arsizio
Milano
Dell'Acqua
27
Arezzo
Arezzo
Landucei
78
Caccamo
Palermo
Di Budini A.
28
Ariano Puglia
Avellino
Caputo
(Starrabba)
29
Ascoli
Ascoli
Teodori
79
Cagli
Pesaro e
30
Asti
Alessan-
Urbino
Celli
dria
GiovanelU
80
Cagliari
Cagliari
Campus-Serra
31
Atessa
Chieti
Riccio
81
Cairo Monte-
32
Atri
Teramo
Barnabei
notte
Genova
Cortese
33
Atripalda
Avellino
Cicarelli
82
Calatafimi
Trapani
Di Lorenzo
34
Augusta
Siracusa
Libertini Pa-
83
Caltagirone
Catania
Libeitini
squale
84
Caltanissetta
Caltanis-
35
Avellino
Avellino
Vetroni
setta
Testasecca
36
Aversa
Caserta
Schanzer
85
Caluso
Torino
Compans
37
Avezzano
Aquila
Torlonia G.
86
Camerino
Macerata
Sili
88
Avigliana
Torino
Boselli
87
Campagna
Salerno
Spirito B.
39
Badia Polesine
Rovigo
Badaloni
88
CampiBisenzio
Firenze
Targioni
40
Bagnara Ca-
89
Campi Salen-
labra
Reggio C.
De Nova
ti na
Lecce [so
Persona
41
Baiano
Avellino
Del Balzo
90
Campobasso
Campobas-
Baranello
42
Bardolino
Verona
De Stefani
91
Canicatti
Girgenti
De Luca I. 0.
43
44
Barge
Bari delle Pu-
Cuneo
Margaria
92
Cantù
Como
Arnaboldi-G az'
zaniga
glie
Bari
Petroni
93
Capaccio
Salerno
Giuliani
45
Bassano
Vicenza
Vendramini
94
Capannori
Lucca
Croce
46
Belluno
Belluno
Magni
95
Capriata d'Or-
Alessan-
47
Benevento
Benevento
Summo
ba
dria
Brizzoleai
48
Bergamo
Bergamo
Rota
96
Caprino Berga-
Bergamo
Crespi
49
Bettola
Piacenza
Fabri
masco
50
Biandrate
Novara
Bottacchi
97
Capua
Caserta
Verzino
61
Bibbiena
Arezzo
Sanarelli
98
Carmagnola Torino
Rossi T.
62
Biella
Novara
Bona
99
Carpi
Modena 1
Berteai
t
COLI.XOIO
t
COLLEGIO
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i
KLKTTOaALK
PROVINCIA
DEPUTATO
ì
ELKTTOEALX
PBOVIVCIA
DEPUTATO
100
Casal Monfer-
Alessan-
152
Conegliano
Treviso
Drandolin
rato
dria
Pattaglieri
153
Conversano
Bari
iMZzaro
101
Casalniaggiore
Cremona
Pistoia
154
Cerato
Bari
Malcangi
102
OaserU
Caserta
Saniamnt:ìa
155
Corleone
Palermo
AveUoHé
lOS
Casoria
Napoli
Rocco
156
Corleto Perti-
104
Cassano al Jo-
cara
Potenza
Locava
nio
Cosenza
Turco
157
Correggio
Reggio di
105
Cassino
Ca:>erta
Visocchi
Emilia
Col In fa vi
106
Castelfranco
158
Corteolona
Pavia
homusxi
Veneto
Treviso
Macola
159
Cortona
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Cesarotti
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- Primi Presidenti delle
• — Proouratori Generali
n ione — Il Presidente della
!'• 1 Tenenti Generali desi-
pi '.i un'armata in jfuerra —
1. ;e dell'esercito. — Il
M i - Il Prefetto del
lì' : ' Aiutante di Campo
del litì — 11 primo Segretario del Gran Ma-
gistero dell'Ordine Mauriziano — I Tenenti
Oenerali comandanti titolari di corpo d'armata
— I Viceamininmli comandanti in capo tito-
lari di dipartimeuto marittimo — U Presi-
d.^iifo del Consiglio superiore di Marina —
1 Comandanti in capo titolari delle squadre
navali — Il Tenente Generale comandante in
capo dell'arma dei carabinieri reali, se assi»
milato di rango ai comandanti di corpo d'ar-
mata — Gli Ispettori Generali di artiglieria e
del genio, se assimilati di rango al comandanti
di corpo d'armata — Il Presidente del Tribu-
nale supremo di Guerra e Marina — Il Go-
vernatore Civile dell'Eritrea (allorché risiede
nella Colonia).
I Grandi Ufficiali dello Stato godono del
trattamento dj Eccellenza. Uguale distinzione
è concessa alle consorti dei Cavalieri dell'Or-
dine supremo della SS. Annunziata, dei Mi-
nistri di Stato, dei Generali d'armata e de-
gli Ammiragli.
MINISTRO DI STATO
Ubbako Rattazzi, senatore. — Luigi Luzzatti, deputato.
PRESIDENZA
DEL
CONSIGLIO DEI MINISTRI
{ROMA, pia San Pantaleo, palazzo già Brascbi).
Giovanni Giolitti.
Giovanni GIOLITTI, presidente.
(Consiglio dei Ministri - Relazioni del Ga-
binetto col Ministero della Casa Reale e col
primo Aiutante di campo di S. M. — Affari
riservati politici ed amministrativi. — Studio
ed esame di disegni di leggi e di decreti. —
Ordine supremo della SS. Annunziata. — Re-
lazioni del Gabinetto col gran Magistero del-
l'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro — Com-
missioni Reali).
Camillo Peano, segretario capo.
Giulio Rossi, segretario.
Dalla Presidenza del Consiglio dipende la
Commissione reale per il monumento nazio-
nale in Roma a Giuseppe Mazzini.
Pasquale Vi Ilari, presidente.
CO?rSIGI.IO DEI 9fI3nSTRI
Presidenza Giolitti.
Interni Giolitti.
Aflari Esteri Tittoni.
Agricoltura, Industria e Commercio Cocco-Ortu.
Finanze Lacava.
Grazia, Giustizia e Culti Orlando.
Guerra Vigano.
Istruzione Pubblica Rava.
Lavori Pubblici Gianturco.
Marina Mirabello.
Poste e Telegrafi Schanzer,
Tesoro Carcano.
232 —
MINISTERI DA]
PRESIDENTI
MINISTRI
INTERNO
ESTERI
DKL .
* senza portafogli
FINANZE
CONSIGLIO DEI MINISTRI
**rosidentipresi?o
S M. al campo
Balbo (dal 16 marzo al 27
luglio 1848)
-
Ricci V.
Pareto
Di Revel 0.
Casati (dal 27 luglio al 15
agosto 1848)
* Gioberti
** Moffa di Lisio
Plezza
Pareto
Ricci V.
Alfieri (dal 15 agosto all' 11
ottobre 1848, surrogato da
Perrone sino al 16 die. 1848)
* Colla
** Regis
Pinelli
Perrone
Di Revel 0.
Gioberti (dal 16 dicembre 1848
al 21 febbraio 1849, surro-
gato da
Chiodo sino al 27 marzo 1849)
"
Sineo
Rattazzi
Gioberti
Colli
Deferrari
Ricci V.
Delaunay (dal 27 marzo al 7
maggio 1849, surrogato da
D'Azeglio sino al 21 maggio
1852)
* Gioberti
Pinelli
Galvagno
Pernati
Delaunay
D'Azeglio
Nigra
Cavour
D'Azeglio (dal 21 maggio al
4 novembre 1852)
-
Pernati
D'Azeglio
Cibrario
Cavour (dal 4 novembre 1852
al lo maggio 1855)
—
Ponza di San
Martino
Rattazzi regg.
Dabormida
Cavour
Cavour
Cavour (dal 4 maggio 1855 al
19 luglio 1859)
* Paleocapa
Rattazzi
Cavour
Cibrario
Cavour
Cavour
Lanza
La Marmora (dal 19 luglio 1859
al 21 gennaio 1860)
-
Rattazzi
Dabormida
Oytana
Cavour (dal 21 gennaio 1860
al 6 giugno 1861)
* Corsi
* Niutta
Cavour regg.
Farini L. C.
Minghetti
Cavour
Vegezzi
Bastogi
Ricasoli (dal 12 giugno 1861
al 3 marzo 1862)
-
Minghetti
RicasoU
Ricasoli
Bastogi
Rattazzi (dal 3 marzo air8 di-
cembre 1862)
* Poggi
Rattazzi
Rattazzi
Durando
Sella
Farini (dall' 8 dicembre 1862
al 24 marzo 1863)
—
Peruzzi
Pasolini
Minghetti
Minghetti (dal 24 marzo 1863
al 28 settembre 1864)
-
Peruzzi
Visconti - Veno-
sta
Minghetti
La Marmora (dal 28 settem-
bre 1864 al 31 dicem. 1865)
—
Lanza
Natoli int.
Chlaves
La Marmora
Sella
La Marmora (dal 31 dicembre
1865 al 20 giugno 1866)
Chlaves
La Marmora
Scialoia
(a) Il Ministero della marina rimase imito con quello della guerra fino al 1860, tranne i
coltura industria e commercio, e poi delle finanze.
{b) IL Ministero d'agricoltura, industria e commercio, creato il 22 agosto 1848, fu soppresse
li 16 dicembre 1877.
48 AL iqo7.
— 2^ì —
LAVORI
PUBBLICI
ss Ainbrois
Ueoc«p»
mU Rosa
ecchio MMioi'0
;■>
: >sa int.
ftleocapa
kleocapa
alcocapa
ona
bnticelU
icini
eruzzi
n-uzzl
epretis
«nabrea
enabrea
icini
icini
GRAZIA
K
GIUSTIZIA
Sclopis
Gioia
Merlo
Rattazzl
Sineo
Cristiani
De Margherita
Siccardi
Galvagno int.
Deforesta
Galvagno
Boncompagni
Boncompagnl
Rattazzi
Deforesta
Miglietti
Cassinìs
MigUetti
Cordova
Conforti
PisaneUi
PlsaneUi
Vacca
Cortese
De Falco
ISTRUZIONE
PUBBLICA
Boncompagni
Rattazzi
GioberU
Merlo
Boncompagni
Cadorna C.
Gioberti int.
Mameli
Gioia
Farinl L. C.
Boncompagni
regg
Cibrario
Lanza
Cadorna
Casati
Mamiani
De Sanctis
De Sanctis
Mancini
Matteacci
NatoU
Berti
GUERRA
Franzini
Collegno
Franzini
Dabormida
La Marmerà
De Sonnaz
La Mai-mora
Chiodo
Dabormida
Della Rocca
Bava
La Marmora
La Marmora
La Marmora
Durando
Dorando
La Marmora
La Marmora
Fanti
Ricasoli regg.
Della Rovere
Petitti
Della Rovere
Della Rovere
Petitti
Di Pettlnengo
MARINA
V. Guerra
V, Gtierra poi
Agricoltura
(a)
V. Guerra
Cavour
Menabrea
Di Persano
Ricci G.
Di Negro
Menabrea int.
Menabrea int.
Cugia
LaMarmora reg.
Angioletti
Angloletti
AGRICOLT.
Durini
Rattazzi
Alfieri int.
Santa Rosa int.
Torelli
Buffa
Galvagno
Mathieu
Santa Rosa
Cavour
ib)
Corsi
Natoli
Cordova
Pepoli
Manna
Manna
ToreUi
Berti regg.
npo dall' 11 ottobre 1850 al 29
16 febbraio 1852, ricostituito il
maggio 1852, dorante il quale fu annesso al Ministero dell' agri-
12 loglio 1860 e nuovamente soppresso, benché per pochi mesi,
234
PRESIDENTI
DEL
INTERNO
ESTERI
FINANZE
TESORO
(a)
CONSIGLIO DEI MINISTKI
Ricasoli (dal 20 giugno 1866
al 10 aprile 1867)
La Max-mora ministro sen-
za portafogli.
Ricasoli
Ricasoli int.
Visconti - Veno-
sta
Scialoia
Depretis
-
Rattazzi (dal 10 aprile al 27
ottobre 1867)
Rattazzi
Di Campello
Ferrara
Rattazzi regg.
-
Menabrea (dal 27 ottobre 1867
al 5 gennaio 1868)
Gualtcrio
Menabrea
Oambray-Digny
-
Menabrea (dal 5 gennaio 1868
al 13 maggio 1869)
Cadorna
Cantelli
Menabrea
Cambray-Digny
-
Menabrea (dal 13 maggio al
14 dicembre 1869)
Ferrarlo
Di Rudi:ù
Menabrea
Cambray-Digny
-
Lanza (dal li dicembre 1869
al 9 luglio 1873)
Lanza
Visconti - Veno-
sta
Sella
—
Minghettl (dal io luglio 1873
al 18 marzo 1876)
Cantala
Visconti - Veno-
sta
Minghetti
-
Depretis (dal 25 marzo 1876
al 25 dicembre 1877)
Nicotera
Melegari
Depretis
-
Depretis (dal 26 dicembre 1877
al 23 marzo 1878)
Crispi
Depretis int.
Depretis
Magliani
Bargoni
Cairoli (dal 24 marzo al 19
dicembre 1878)
Zanardelli
Corti
Cairoli
Seismit-Doda(fe)
Seismit-Doda
regg
Depretis (dal 19 dicembre 1878
al 14 luglio 1879)
Depretis
Depretis int.
Magliani
Magliani regg.
Cairoli (dal 14 luglio al 25
novembre 1879)
Villa
Cairoli
Grimaldi
Grimaldi regg.
Cairoli (dal 25 novembre 1879
al 29 maggio 1881)
Depretis
Cairoli
Magliani
Magliani regg.
Depretis (dal 29 maggio 1881
al 22 maggio 1883)
Depretis
Mancini
Magliani
Magliani regg.
Depretis (dal 25 maggio 1883
al 30 marzo 1884)
Depretis
Mancini
Magliani
Magliani regg.
Depretis (dal 30 marzo 1884
al 29 giugno 1885)
Depretis
Mancini
Magliani
Magliani ì-egg.
Depretis dal 29 giugno 1885
al 4 aprile 1887)
Depretis
Depretis int.
Di Robilant
Magliani
Magliani regg.
Depretis (dal 4 aprile al 29
luglio 1887)
Crispi
Depretis
Crispi int.
Magliani
Magliani regg.
Crispl (dal 7 agosto 1887 al
9 marzo 1889)
Crispi
Crispi int.
Magliani
Grimaldi
Magliani int.
Perazzi
(a) Con decreto 26 dicembre 1877 veniva istituito il Ministero del tesoro e soppresso quel
(b) Dal 21 marzo 1878 al 29 dicembre 1888 i Ministri delle finanze furono incaricati del
le) Con legge 30 giugno 1878 fu ricostituito il Ministero di agricoltura, industria e commerci
. -VORI
PUBBLICI
GRAZIA
B
GIUSTIZIA
ISTRUZIONE
PUBBLICA
(;ri i:k\
MARINA
AG RICO LT.
kcinl
B Vincenti
Borjjattl
Ricasoll int.
Cordova tfgg.
Berti
Correnti
Di Pettlnengo
Cugia
Depretis
Biauchcri
Cordova
lovanola
Tecchio senioit
Copplno
Di Rcvel I.
Pescctto
De Blasils
uitoIU
Mari
BroGllo
Bcrtelè-Viale
Menabrea regg.
Provana
[i>,t.
Cambray-Digiiy
Broglio regg.
fcntolli
àsini
ordini
De Filippo
De Filippo
Pironti
Vigliani
Broglio
Bargoni
Bertolè-Viale
Bertolè-Viale
Riboty
Riboty
Broglio regg.
Clccone
MinghetU
adda
e Vincenzi
Raeli
De Falco
Correnti
Sella regg.
Scialoia
Govone
Ricotti
Castagnola regg.
Acton G.
Riboty
Castagnola
oavciita
Vigliani
Scialoia
Cantelli regg.
Bonghi
Ricetti
Di Saint-Bon
Finali
fardelli
epretis int.
Mancini
Copplno
Mezzacapo
Brin
Majorana -Cala-
tabiano
ercz
Mancini
Copplno
Mezzacapo
Brin
(a)
accarini
Conforti
De Sanctls
Bruzzo
Bonelli
Di Brocchetti
Brin
(e) Cairoli regj.
Pessina
«zzanotte
Tajanl
Copplno
Mazè de la Ro-
che
Ferracciù
Majorana- Cala-
tabiano
accarinl
Vare
Perez
BonelU
Bonelli regg.
Cairoli regg.
ftccarini
Villa
De Sanctls
BaccelU
Bonelli
Milon
Ferrerò
Acton F.
Miceli
aocarini
ZanardelU
Baccelli
Ferrerò
Acton F.
Berti
enaia
Glannuzzi - Sa-
velli
Baccelli
Ferrerò
Acton F.
Del Santo
Berti
enaia
Ferracciù
Pesslna
Ceppino
Ferrerò
Ricotti
Brin
Grimaldi
enaia
T^ani
Ceppino
Ricotti
Brin
Grimaldi
iracco
Zanardelli
Ceppino
Bertolè-Viale
Brin
Grimaldi
iracco
Zanardelli
Ceppino
BoselU
Bertolè-Viale
Brin
Grimaldi
Miceli
agricoltura, industria e commercio.
Xenza del Ministero del tesoro.
236
PEESIDENTI
DEL
INTERNO
ESTERI
FINANZE
TESORO
LAVORI
PUBBLICI
CONSIGLIO DEI MINISTRI
Crìspi (dal 9 marzo 1889 al
6 febbraio 1891)
Crispi
Crispi int.
SeismitDoda
Giolitti regg.
Grimaldi
Giolitti
Grimaldi int.
Finali
Di Budini (dal 6 febbraio
1891 al 15 maggio 1892)
Nicotera
Di Budini
Colombo
Luzzatti int.
Luzzatti
Branca
Giolitti (dal 15 maggio 1892
al 28 novembre 1893)
Giolitti
Brin
EUena
Grimaldi itU.
Gagliardo
Giolitti int.
Grimaldi
Genala
Crispi (dal 15 dicembre 1893
al i marzo 1896)
Crispi
Blanc
Sonnino
Boselli
Sonnino int.
Sonnino
Saracco
Di Budini (dal 10 marzo 1896
al 14 luglio 1896)
Codronchi-Argeli (mini-
stro senza portafogli)
Di Rudini
Caetani di
Sermoneta
Branca
Colombo
Perazzi
Di Budini (dal 14 luglio 1896
al 14 novembre 1897)
Codronchi-Argeli (mini-
stro senza portafogli)
Di Budini
DiRudinìm^.
Visconti -Ve-
nosta
Branca
Luzzatti
Prinetti
Di Budini (dal 14 novembre
1897 al lo giugno 1898)
Di Rudini
Visconti-Ve-
nosta
Branca
Luzzatti
Pavoncelli
Di Budini (dal 1° giugno 1898
al 26 giugno 1898)
Di Budini
Cappelli
Branca
Luzzatti
Afan de Ri
vera
Pelloux (dal 29 giugno 1898
al 3 maggio 1899)
Pelloux
Canevaro
Carcano
Vacchelli
Lacava
Pelloux (dal 14 maggio 1899
al 24 giugno 1900)
Pelloux
Visconti -Ve-
nosta
Carmine
Boselli
Lacava
Saracco (dal 24 giugno 1900
al 6 febbraio 1901)
Saracco
Visconti-Ve-
nosta
Chimirri
Rubini
Chimirri int.
Finali
Branca
Zanardelli (da principio sen-
za port.) dal 15 febbraio
1900 al 21 ottobre 1903
Giolitti
Zanardelli
Prinetti
Morin int.
Wollemborg
Càrcano
Di Broglio
Giusso
Balenzano
Giolitti (dal 23 novembre
1903 al 16 marzo 1905)
Tlttonl interim (dal 16 al 28
marzo 1905)
Giolitti
Tittoni int.
Tittoni
Rosano
Luzzatti int.
Luzzatti
Tedesco
Fortis (dal 28 marzo 1905 al
24 dicembre 1905)
Fortis
Tittoni
Maiorana
Carcano
Ferraris
Fortis (dal 24 dicembre 1905
air 8 febbraio 1906)
Fortis
San Giuliano
Vacchelli
Carcano
Tedesco
Sennino (dall' 8 febbr. 1906
28 maggio 1906)
Giolitti (dal 29 maggio 1906
al
Sennino
Giolitti
Guicciardini
Tlttonl
Salandra
Massimini
Majorana inf.
Lacava
Luzzatti
Majorana
Carcano
Carmine
Gianturco
(a) Con decreto del 10 marzo 1889 fu istituito il Ministero dello poste e telegrafi.
—
237 -
B TKLEGR.
GRAZIA
X
GIUSTIZIA
ISTRUZIONE
PUBBLICA
GUERRA
MARINA
AGRICOLT.
(«)
Zanardelli
BosellI
Bertolè-Viale
Brin
Miceli
Branca int.
Ferraris L.
Chlmirri
Villari
Pelloux
Di Rudin'i int.
De Saint-Bon
Chlmirri
DI Rudini int.
Flnoochiaro-
Aprile
Bonacci
Eula
Santamaria-Ni-
coUni
Armò
Martini F.
Polloux
De Saint-Bon
Brin int.
Bacchia
Ijacava
Ferraris M.
CalendadeiTa-
vani
Baccelli
Mocennl
Morin
BosellI
Barazzuoli
Cannine
CosU G. C.
Gianturco
Ricotti
Brin
Guicciardini
Slnco
Costa G. C.
Di Budini ini.
Giauturco
Gianturco
Codronchi-Ar-
geli
Pelloux
Brin
Guicciardini
3inco
Luzzatti int.
Zanardelli
Gallo
San Marzano
Brin
Cocco-Ortù
Frola
Bonacci
Cremona
San Marzano
Canevaro
Luzzatti int.
Nasi
Finocchiaro-
AprUe
Baccelli
San Marzano
Palumbo
Fortis
DI San Giuliano
Bonasi
Baccelli
Mirri
Pelloux int.
San Martino
Bettole
Salandra
Pascolato
Gianturco
Gallo
San Martino
Morin
Càrcano
OalimberU
Cocco-Ortù
Nasi
San Martino
Ottolenghi
Morin
Bettolo
Morin int.
Picardi
Zanardelli im^
Baccelli
Stellati-Scala
Ronchetti
Orlando
Pedottl
Mirabelle
Bava
Morelli - Gual-
tierotti
Finoochiaro-
Aprile
Bianchi L.
Pedotti
Mirabollo
Rava
Marsengo-Ba-
stia
Finocchiaro-
Aprile
Qe Marinis
Mainonl d'In-
tignano
Mirabelle
Fortis int.
Malvezzi
Baccelli A.
Sacchi
BosellI
Mainoni d'In-
tignano
Mirabelle
Pantano
Schanzer
Gallo
Orlando
Fusinato
Bava
Vigano
Mirabelle
Cocce Ortu
— 238 —
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
{ROMA, piazza del Quirinale, palazzo della Consulta).
Tommaso TITTONI, Ministro. — Guido POMPILI, Sottosegretario di Stato.
Eiccardo Bollati, segretario generale.
Andrea Carlotti, Capo di Gabinetto di S. E. il Ministro.
Francesco Tommasini, e Tito Bacchetti, segretari particolari di S. E. il Ministro.
N. N., capo della Segreteria di S. E. il Sottosegretario di Stato.
Pasquale Sandicchi e Luca Orsini Baroni, segretari particolari di S. E. il Sottosegre-
tario di Stato.
Ufficio diplomatico.
Ferdinando Fassati di Balzola, capo di
divisione.
Ufficio coloniale.
Giacomo Agnesa, direttore.
Commissariato dell'emigrazione.
(riazza dei SS. Apostoli, 73),
Carlo Leone Reynaudi, incaricato delle ff.
di commissario generale.
Ispettorato generale
delle scuole italiane all'estero.
Angelo Scalabrini, ispettore generale.
Divisione I». — Affari commerciali.
Cesare BertòUa, capo di divisione.
Divisione II». — Affari prirati e contenziosi.
Giulio Vaccaj, capo di divisione.
Divisione III». — Personale.
Federico Barilari, capo di divisione.
Divisione IV». — Biblioteca, registrazione e
spedizione.
N. N., capo di divisione.
Divisione V*. — Ragioneria.
Ludovico Calvari, capo di divisione.
Archivio. — Giacomo Gorrini, capo di divi-
sione, direttore.
S. E. il Ministro riceve il Corpo diploma-
tico tutti i mercoledì dalle ore 3 alle 6 pom.
Sua Fccellenza non ha ore fisse per rice-
vere gli Onorevoli Membri del Parlamento,
i regi ufficiali diplomatici e consolari e tutte
le altre persone.
Consiglio del Contenzioso diplomatico.
Istituito con R. Decreto 29 novembre 1857
e ricostituito con R. Decreto 17 febbraio 1885
n. 1236, presieduto da S. E. il Ministro.
Il Consiglio è chiamato ad emettere il suo
parere sovra le questioni di diritto interna-
zionale, di nazionalità, di leva militare, di emi-
TOMMASO TlTTONl.
grazione, di estradizione, sovra l'interpreta-
zione dei trattati, ec.
Il Ministro, presidente.
Giuseppe Biancheri, vicepresidente.
Consiglio dell'emigrazione.
Luigi Bodio, presidente.
Francesco Paolo Materi, vicepresidente.
Consiglio coloniale.
Il Sottosegretario di Stato per gli aflfari
esteri, presidente.
GOVERNO DELLA COLONIA ERITREA
Giuseppe Salvago Raggi, R. Commissario
civile straordinario.
Ufficio di Governo. — Giuseppe Cavalli, di-
rettore della Segreteria.
Alberto Corsi, direttore degli affari civili.
Giov. Battista Del Corso, dirett. di finanza
e contabilità.
GOVERNO DEL BENADIR
Tommaso Carletti, R, Commissario civile
straordinario.
— 2JÌ0 —
MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA B COMMERCIO
{HO}fA, rin della Stamperia).
FranoMCO COCCOORTU, .VÌHÌ$!ro. — Giuseppe SANARELLI, Sottosegretario di Stato.
niMe Zanotti, Capn di Gabinetto di S. K. il Miniatro.
Lorenzo Ratto, Capo di Gabinetto di S. E, il Sottosegretario di Stato.
It*Io Bonardi, segretario particolare di S. E. il Ministro.
Einantiole rtat tesoli», segretario partieotar» di S. E. il So'tosegretario di Sta***.
Sottosegretariato di Stato.
Economato ■ Cassa.
Giuseppe Marmiroli, tconomthcatsiere.
Biblioteca.
Vittorio Stringher, bibliotecario.
ntvisioxK I«, — Personale, Affari generali
proprietà intellettuale.
Samuele Ottolenghi, capo di divisione.
iviRioxK II*. Ragioneria.
Vincenzo Marinucci, capo di divisione
Direzione generale dell'Agricoltura.
Giancarlo Siemoni, direttore generale.
Tito l'asqui. ispettore generale.
Luiiri l'<lftti, Giovanni Moriniello e Anni-
bale rrn;i -hi, iapeltori superiori forestali.
■ K i-Rossellini, Leobaldo Da-
P;itanè. ispettori delVagri-
- jnamento agrario.
VISIONE III». Agricoltura, Coltivazioni e Fa-
tJngia vegetale.
Carlo Barbarisi, capo di divisione.
DI^^SIONE IV». Industrie agrarie.
Vittorio Nazari, rapo di divisione.
DivisioKK V». Foreste, Miniere.
Filippo Grisolia, capo di divisione.
Divisione VI». Legislazione agraria.
Francesco Colaci, capo di divisione.
Divisione vii». Insegnamento agrario.
Tito Pasqui, ispettore generale.
Ispettorato zootecnico.
Bartolomeo Moreschi, ispettore.
Ispettorato del bonificamento agrario
e della colonizzazione.
Cesare Desideri, ispettore.
Ispettorato delle miniere.
Lucio Mazzuoli, ispettore.
Ufficio geologico.
Pietro Zezi, ingegnere capo.
Museo agrario.
Giancarlo Siemoni, direttore generale del-
l'Agricoltura.
Ufficio centrale di meteorologia.
Luigi Palazzo, direttore.
Ispettorato Generale
deir Industria e del Commercio.
Gherardo Callegari, ispettore generale.
Vincenzo Guerriero, Luigi Belloc e Emi-
lio Veuezian, ispettori.
rUAÌtCKiiCO COCCO-UUìAj.
Divisione Vili». Industria e commercio.
Luigi Belloc, ispettore generale.
Divisione IX». 'Insegnamento industriale, prò-
fessionale e commerciale.
Giuseppe Castelli, capo di divisione.
Laboratorio centrale metrico e del saggio
delle monete e dei metalli preziosi.
Napoleone Reggiani, direttore.
Ispettorato generale
del credito e delia previdenza.
Vincenzo Magai di, ispettore generale.
Francesco Palumbo Cardella, ispett. rapo.
Edoardo Squatriti, Pasquale D'Urso e
Ascanio Rubino, ispe'tori superiori.
Alfredo Salvatore, Tullio Bagni, Oreste
Tatoni, Alfredo Maraldi, Ettore Bianchi,
Angelo di Nola, ispettori.
Divisione X». Credito.
Vincenzo Magaldi, ispettore generale.
Divisione XI». Previdenza.
Cesare Palopoli, capo di divisione.
Direzione generale della Statistica.
(Piazza San Hfirnardo alle Teriin»).
Carlo De Negri, direttore generale.
Divisione XII». Affari generali. Statistica am-
ministrativa e giudiziaria.
Giambattista Boselli, capo Si divisione.
— 240 —
Divisione XIII». Statìstica demografica, econo-
mìcn e scolastica.
Enrico Raseri, capo di divisione.
Ufficio del lavoro.
Divisione XTV«: Giovanni Montemartini, capo
di divisione.
Economato generale.
Federico Lanusol, caposezione, direttore.
S. E. il Ministro riceve 1 Senatori e i
Deputati e il pubblico tutti i giorni (meno
il giovedì e la domenica) dalle ore 11 alle 12.
S. E. il Sottosegretario di Stato riceve il
pubblico tutti i giorni non festivi dalle ore 10
e vaey.zo alle 12.
I Direttori Generali e i Capi di Divisione
ricevono nelle ore disponibili di ufficio.
L'ufficio delle privative industriali è aperto
dalle ore 15 alle 17.
L'Ufficio dello Stud-Book italiano è aperto
dalle ore 9 alle 12, e dalle 14 alle 18.
Consigli e Commissioni permanenti.
Commissione dei capi di Servizio. — Il Sotto-
segretario di Stato, presidente.
Commissione centrale di revisione dei reclami
sulle privative industriali. — Michelangelo
De Cesare, presidente.
Commissione superiore metrica e del sagr/'o
delle monete e dei metalli preziosi. — Ulisse
Dini, presidente.
Commissione consultiva per il credito agrario.
— Gaspare Finali, presidente.
Consiglio della previdenza. — Gaspare Finali,
presidente.
Consiglio dell'industria e del commercio. —
N. N., presidente.
Commissione centrale dei valori per le dogane.
— Il Direttore generale delle Gabelle, pres.
Consiglio dell' ordine equestre " al merito del
lavoro „. — Il Sottosegr. di Stato, presidente.
Commissione di vigilanza sugl'impegni e sul
bilancio. — Il Sottosegr. di Stato, presidente.
Commissione arbitrale per V applicazione delle
leggi portanti provvedimenti per la Sardegna.
— N. N., presidente.
Commissione consultiva per le operazioni dema-
niali nelle provincie meridionali. — Ottavio
Serena, presidente.
Commissione per le borse nazionali di pratica
commerciale cdV estei'o. — Il Direttore gen.
dell'Agricoltura, presidente.
Commissione centrale per V insegnamento arti-
sti co-industriale. — Camillo Bòito, presidente.
Consiglio di agricoltura. — Felice Borghese,
presidente.
Consiglio per l' istruzione agraria. — Il Mini-
stro, presidente.
Commissione centrale di viticoltura e di enolo-
gia. — Giuseppe dei conti di Rovasenda,
presidente.
Consiglio ippico. — Il Direttore generale del-
l'Agricoltui'a, presidente.
Commissione consultiva per la fillossera. —
Paolo Di Camporeale, presidente.
Commissione consultiva per la pesca. — Enrico
Giglioli, presidente.
Consiglio forestale. — N. N., presidente.
Commissione d' idraulica agraria. — N. "S., pre-
sidente.
Consiglio direttivo di meteorologia e di geodi-
namica. — Pieti'o Blaserna, presidente.
Commissione per il bonificamento dell'Agro ro-
mano. — Il Direttore generale dell'Agricol-
tura, presidente.
Consiglio superiore del lavoro e comitato per-
manente del lavoro. — Il l:A\ms,tvo, presidente.
Ugo Pisa, presid. del comitato permanente.
Consiglio zootecnico e per le epizoozie. — Carlo
Gorio, presidente.
Consiglio delle miniere. — Il Ministro, presid.
Comitato per il personale del R. Corpo delle
miniere. — Il Ministro, presidente.
Comitato geologico. — Giovanni Capellini, pre-
sidente.
Consiglio superiore di statistica. — Luigi Bodio,
presidente.
Commissione centrale per le cooperative di pro-
duzione e lavoro. — Vincenzo Magaldi, pre-
sidente.
Commissione di vigilanza per la stampa delle
leggi e decreti. — N. N., presidente.
MINISTERO DEI/LE FINANZE
(ROMA, via XX Settembre e via Cernaia — Palazzo del Ministero delle Finanze).
Pietro LACAVA, Ministro. — Vittorio COTTAFAVI, Sottosegretario di Stato.
Carlo Tocci, capo di Gabinetto di S. E. il Minis'ro.
Francesco Scardaccione, segretario particolare di S. E. il Ministro.
Guglielmo Fiastri, capo di Gabinetto di S. E. il Sottosegretario di Stato.
Desiderio Arcliinti, .segretario particolare di S. E. il Sottosegretario di Stato,
Segretariato generale.
Giuseppe Mainardi, ispettore generale.
Divisione I». — Personale.
N. N., capo di divisione.
Divisione II». — Affari generali.
Antonio Dell' Abbadessa, capo di divisione.
Ragioneria.
Tancredi Cattaneo, direttore capo della ra-
gioneria.
I">tvi"^Tov« I»» — C0HÌi patvimtmtali 0 eoHlaii-
/rrì S"Vri/l".
' > Dal!» Casa, rapo di divìaion^.
■ >: li». — (ì^glionf lìelltt entrat-
10 (Joltìori, capo di diviaiottt.
> iiaoNB III*. — (ittlìoMe delie fpese.
Giovanni Alberto Berrutl, copo dì dlv:.i.
Uficio Trattati e Legislazione doganale.
Lodovico Luoiolli, I)'fe:tor,\
Direzione generale delle Gabelle.
Gioacchino Busca, diretlore generale.
GiovMunt Varvelll, vicedirettore generale.
AiiLrn'it.-' 1? -'Pio. Alfonso Casaltoli, ispetto i
DivisiONK I». — Affari generali e personale.
Emilio Gaglieri, capo di divisione.
VISIONE II*. — Dogane.
Gin?vpp«» Fran«"»«<*hi, capo di divisione,
consumo e tasse di
-•di divisione.
Divisione IV*. — Personale amministrativo e
d€Ue Guardie di Finanza.
Enrico Bonaga, capo di divisione,
'oratorio chimico centrale.
Vittorio Villavecchia, direttore.
'ìrio centrale di revisione.
Luigi Pietro Bazzoro, direttore.
Comando generale
del Corpo della Guardia di Finanza.
Tulio Masi, maggior generale.
Direzione generale delle Privative.
Roberto Sandri, direttore generale.
Enrico Bondi, vicedirettore generale.
Giovanni Bellavite, Pietro Catastini. An-
pelo Corner, Tommaso Pasetti, Giovanni Ma-
stracchlo, ispettori centrali delle Privative.
11 -
Giacinto Carena, f^obastiano Tanl o Gin*
seppe Ferlgo, ispettori tecnici.
T^ VISIONE I*. — (Affari generali, personali'
Il 'bricarlone e chinino)
Domenico Botti, capo di dirisione.
Divisione II». — (Privativa del tabacchi
Coltivazioni ed acquisti).
Leonardo Angeloni, f.f. capo di divisio»'
Divisione III». - (Trasporti e magazzini <l
deposito).
Francesco Alessandro De Giuli, capo <ii
divisione.
Divisione IV». — (Privativa del sale).
N. N., capo di divisione.
Divisione V». — (Servizio della vendita dei
sali e tabacchi).
Pietro Giuseppe Fabris, capo di division-
Divisione VI». — (Privativa del lotto).
Angelo Bini, capo di divisione.
Direzione generale del Demanio
e delle Tasse sugli Affari.
Ghino Fucini, direttore generale.
Marcello Bolla, Giuseppe Gisci, vicediret-
tori generali.
Filippo Chiappe, Francesco Novaro, Giu-
seppe Fares, Tito Cupello, Giuseppe Pa-
gliarulo, Paolo Molla, ispettori Sìtperiori.
Divisione I», — (Affari generali e personale).
Carlo Semitecolo, capo di divisione.
Divisione II». — (Demanio pubblico e ge-
stioni speciali).
Amedeo Pavesio, capo di divisione.
Divisione III». — (Amministrazione del de-
manio patrimoniale).
Tullio Marchesini, capo di divisione.
Divisione IV». — (Asse ecclesiastico).
Emidio Pedrini, capo di divisione.
Divisione V». — (Tasse di registro).
Carlo Tocci, capo di divisione.
Divisione VI». — (Tasse sulle successioni).
Giovanni Salvago, capo di divisione.
Divisione VII». — (Tasse di bollo e spese di
giustìzia^.
Luigi Princivalle, capo di divisione.
DwisiONE Vili». — (Servizi promiscui).
Francesco Campione, capo di divisione.
Direzione generale delle Imposte Dirette.
Leone Calosso, direttore generale.
Lorenzo Tiraboschi, vicedirettore gener.
Antonio Ferrari, Alfonso Giolitti, Oscar
Givannl, Teodoro Bassino, Antonio Ascari,
ispettori superiori.
Divisione I». — (Affari generali e personale 1.
Giuseppe Boitani e Felicissimo Oiauna.
capi di divisione.
Divisione II». — (Imposte fondiarie).
Enrico Abbate, capo di divisione.
Divisione III». — (Imposta sulla ricchezza
mobile).
Raffaele Sera, capo di divisione.
Divisione IV». — (Riscossione — Imposte sul
beni rustici e sul fabbricati — Sovrimposte
provinciali e comunali).
Francesco Pelli, capo di divisione.
IG
242 —
Direzione generale del Catasto,
e del Servizi tecnici.
Natale Civardi, direttole generale.
N. N., vicedirettore generale.
Carlo Clavenzani, Alessandro Bottassi,
ispettori superiori.
Divisione I». — (Affari generali e Personale).
Giuseppe Ernesto Degioanni, capo di di-
visione.
Divisione II^ — (Formazione del catasto).
N. N., capo di divisione.
Divistone IH». — (Servizi tecnici).
Silvio Ami, capo di divisione.
S. E. il Ministro riceve tutti 1 giorni i Se-
natori e i Deputati.
S. E, il Sottosegretario di Stato riceve i Se-
natori e i Deputati nei giorni di lunedì, mer-
coledì e venerdì dalle 11 alle 12.
Le altre persone devono chiedere udienza.
I Direttori Generali e i Capi di Divisione
ricevono tutti i giorni nelle ore libere d'ufficio.
Consiglio del Catasto.
Antonino Di Prampero, presidente.
Commissione Censimria centrale.
Il Ministro, presidente.
Raffaele Cappelli, vicepresidente.
Consiglio Superiore dei lavori geodetici dello
Stato.
N. N., presidente.
Commissione centrale per la risoluzione dei ri-
corsi contro la tassa sul consumo del gaz-luce
e dell' energia elettrica.
Valentino Cerruti, presidente.
Commissione centrale per V attuazione dei prov-
vedimenti relativi al dazio consumo.
Carlo Sandrelli, presidente.
Commissione permanente pei lavori relativi ai
trattati di commercio ed alle tariffe doganali.
11 Segretario generale del Ministro degli
Esteri, presidente.
Commissione centrate di sindacalo per V ammi'
nistrazione e per la vendita dei beni prove-
nienti dall'Asse ecclesiastico.
Il Ministro, presidente.
Commissione centrale pei reclami riguardanti
le imposte dirette.
Calcedonio Inghilleri, presidente.
Collegio consultivo dei periti doganali.
Adeodato Sonasi, presidente.
Consiglio' d' amministrazione pel fondo della
massa del Corpo delle Guardie di Finanza.
Gioacchino Busca, presidente.
Commissione centrale pel conferimento dei Ban-
chi di Lotto e per l' amministrazione del
Monte vedovile dei ricevitori del Lotto.
Raffaele Perla, presidente.
Consiglio tecnico per l' amrninistr. dei Tabacchi.
Giuseppe Colombo, presidente.
Roberto Sandri, vicepresidente.
Commissione centrale di perizia per la cam-
pagna di coltivazione dei tabacchi.
Il Direttore gener. dell'Agricoltura, pres.
Commissione di vigilanza sul servizio del chi-
nino di Stato.
Francesco Todaro, presidente.
Commissione centrale per risolvere in via am-
ministrativa ed in appello sui reclami contro
le decisioni dei funzionari di cui all'art. 91
del Regolamento sid Lotto.
Enrico Bondi, presidente.
Commissione centrale per la risoluzione dei ri-
corsi contro i giudizi dei Comitati peritali
sulla produttività giornaliera delle fabbriche
di spiriti non munite di misuratore.
Emanuele Paterno, presidente.
Commissione centrale per le polveri piriche ed
i prodotti pirotecnici.
N. N., presidente.
Consiglio centrale dei valori per le dogane.
Il Direttore gener. delle Gabelle, presid.
MINISTERO DI GRAZIA B GIUSTIZIA B DBI CULTI
{ROMA, piazza Firenze),
Vittorio Emanuele ORLANDO, Ministro. — Marco POZZO, Sottosegretario di Stato.
Gabinetto del Ministro. — (Affari dei quali
il Ministro si riserva la trattazione — Utficio
di traduzione — Relazioni col Parlamento,
con le Commissioni, ec).
Ludovico Mortara, capo di gabinetto.
Modestino Petrozziello, segretario del
Guardasigilli.
Ufficio di traduzione.
Giuseppe Magrini, direttore.
Gabinetto dkl Sottosegretario di Stato.
— (Ufficio dell' Ispettorato, Economato e
Cassa, Biblioteca, ed Archivio Generale, Per-
sonale del Ministero).
Luigi De Marchi, capo di gabinetlo.
Giovanni Angusto Bottaro, segretario par-
ticolare.
Publio Spinetti, Ad. Antonini, Giocondo
Pasquinangeli, Nicola Alvaro, ispettori.
Divisione I». — (Ufficio di studi legislativi e
pubblicazioni delle leggi).
Alessandro Caraciotti, capo di divisione.
Divisione II». — (Personale del Ministero e
. della Magistratura).
Alfonso Susca, capo di divisione.
Divisione III». — (Personale e servizi di can-
celleria).
Augusto Qentilihl, capo di divisione.
Direzione generale degli Affari civili e penali
Nicola Cocucci, direttore annerale.
•Jl::
Uaitoli A\ velluti, raito dì tìiri^.
l\ - ((irario).
^!:^nfrcdl. r»#/>o di dìrisìon^.
Dir, e ijonerate dei Culli e del Notariato
Arena Gtigliolmo, dirtttot'e gtntraU.
Divisione VII». — (Glnrisdir.. e polizia . • '
Domenico Tesoroni, cnpn di dir
Divisione Vili*. — (Patrimonio eoo;.
Giuseppe Azzolini, rapo di divisuni'.
Divisione IX». - (Notariato).
Federico Set;reti, rapo di divisione.
Raoioxebia. - Raffaele Zegrctti, direttore.
S. E. 11 Ministro riceve i Senatori e l De-
putati tutti i giorni tranne il giovedì e la do-
, .. ....,,„ 11 alle 12, i Ma<,Mstrati ed Avvo-
lod'i e venerdì dalle 10 alle 11, le
■• quando ne facciano motivata
inalidii, nei giorni che di volta in volta
. rranno stabiliti dal Ministro.
VrCTOUIO £MAìrU£I.E Ublando.
S. E. Il Sottosegretario di Stato riceve l
viatorie i Deputati, tutti i giorni, meno la
menica ed il lunedi dalle 11 alle 12, Magi-
rati ed Avvocati negli stessi giorni dalle
•■ alle 17, e tutte le altre persone che ne
!i-ciano domanda motivata, nei giorni e nello
:e che verranno loro notiticati.
I Capi di divisione ri("f'Voiio nelle ore di-
.•>poniblli d'uÉBcio.
''~'inmÌKì*to)ie ronsidtiva p"»- le nomine, promo-
zioni e Iranferimento dei matfi forati.
Giambattista Pagano-Guarnaschelli, pre-
sidente.
Commisg. della «tatistica giudiziaria e notarile.
Martino Beltrani Sonlia m-^sidente.
/)(•>/» tni'nfe djVn ttalistlca ylinUzi n
rd.-.
.)tmo Heltrail Scal'ia, prettidenle.
Direzione generale del Fondo per ii Culto.
(Ilenia, «aUt:» <1ol (JnM.i).
Emanuele Moiflno. direttore g'n^rale.
Carlo Monti, viredlretlore.
Gauinetto del DmKTTonE Gkskiiale.
(Personale — Servizio d' Ispeziono — Ct;
> di amministrazione — Relazioni col
iiiiento, con la Commis.sione di vlgl«
.1 e con la Corte dei Conti — Affari ri-
snvati al Direttore Generale — Corrisp'"
denza speciale del Direttore Generale
Decime agrigentine — Servizio dei decr^;.
— Apertura, distribuzione e spedizione di
tutta la corrispondenza della Direzione Ge-
nerale — Protocollo — Archivio e Copi-
steria).
Luigi Romano, capo di g.ihinetto.
Ufficio si-kciale del Fondo di Benefi-
cenza E Rki-igione della città di Roma
alla immediata dipendenza del Direttore
Generale. — (Accertamento sulla natura e
carattere degli enti di fronte alle leggi di
soppressione — Presa di possesso — Accer-
tamento delle dotazioni e patrimonii -~
Pensioni e assegni al religiosi e alle reli-
giose — Godimento delle pensioni all'estero
— Enti stranieri — Beneficii e Cappellanle
— Rivendicazioni e svincoli — Commuta-
zioni — Affrancazioni — Riversibilità —
Liti e transazioni — Ipoteche — Vendite
— Affitti — Sospensione, riattivazione e
stralcio di rendite sul debito pubblico
Amministrazione dei beni — Accertameli
di debiti e crediti — Annullamento e rinvi..
di articoli - Riscatto di stabili - Rimborso
d'imposte — Concentramentl di famiglie
religiose — Riparazioni a fabbricati mona-
stici, alle chiese e ad altri immobili — No-
mine del rettori — Erogazione del fondo
di beneficenza e religione nella città di
Roma — Consiglio d'amministrazione).
Divisione I». — (Applicazione delle leggi di
soppressione: Accertamento della natura
carattere degli enti; prese di possesso; qn
stionl amministrative e giudiziarie d'inso^
primlbilità; conseguenti provvedimenti —
Adempimento di legati pii e oneri religiosi
e assegni per spese di culto già a carico
degli enti soppressi; ufficiatura di chiese:
giudizi relativi — Lscrizione. rinnovazione,
restrizione e cancellazione delle ipoteche;
pagamento delle spese relative — Prenota-
zione catastale del dòmini diretti. — Mas-
simario — Stipulazione di atti e contratti
ai termini degli articoli 102, 103 e 104 d. 1
regolamento sull'amministrazione del pa-
trimonio e sulla contabilità generale d( !
Stato; tenuta del repertorio per gli atti
contratti, per le autenticazioni, e per l de-
creti soggetti a registrazione nelle formo
stabilite dagli articoli 113, 114 e 115 della
legge sul registro 20 nia<»gio 1897, n» 217.
— Accertamento della coiislstenza del pa-
trimonio amministrato dal Fondo per II
Culto mediante gl'inventari — Imposte sul
fondi, sui fabbricati e sulla ricchezza mo-
bile; Imposte congeneri e comunali; tassa
244 —
di manomorta; denunzie, liquidazioni, pa-
gamenti, ricuperi, vertenze amininistrative
e giudiziarie relative).
Luigi Cioffi, direttore capo di divisione.
Divisione II». — (Soppressione dei Canoni-
cati e dei Beneficii minori esuberanti nelle
Chiese cattedrali — Beneficii contemplati
dalle Bolle " Dum coUatis „ e " Religionis
decus „ — Liquidazione delle spese di culto
e degli assegni vitalizi agli investiti e par-
tecipanti degli enti secolari soppressi —
Svincoli e rivendicazioni, dismissione di
beni e conseguenti liquidazioni, annulla-
menti di articoli, ec. — Devoluzione delle
rendite delle chiese ex ricettizie ai Comuni,
per le leggi 15 agosto 1867 e 4 giugno 1899;
conseguenti dismissioni di beni, liquida-
zioni, annullamenti di articoli, ec. — Stralci
di quote curate — Quota di annuo con-
corso, denuncie, liquidazioni, riscossioni,
dilazioni, vertenze amministrative e giudi-
ziarie, annullamento e tenuta dei campioni
— Congrue e supplementi di congrua ai
parroci — Assegni per spese di culto alle
chiese parrocchiali ex conventuali — As-
segni agli Economi spirituali e alle Mense
vescovili — Assegni al clero sardo — As-
• segni in compenso di abolite decime —
Spese di culto a carico dello Stato, delle
province e dei comuni — Azienda dei dan-
neggiati dalle truppe borboniche).
Tulio Gisci, direttore capo di divisione.
Divisione IH». — (Gestione mobiliare, appura-
mento, riscossione, dilazione, appalto, com-
mutazione, affrancazione, riduzione e an-
nullamento di crediti, censi, canoni, livelli,
decime e prestazioni a generi e a danaro,
vertenze amministrative e giudiziarie rela-
tive — Vigilanza sull'appuramento generale
delle rendite e dei crediti risultanti dagli
elenchi dei residui attivi — Quarto di ren-
dita sui beni delle soppresse corporazioni
religiose ai Comuni per le leggi 7 luglio 1S6S
e 4 giugno 1899 — Debiti di gestione del
Contabili e degli altri funzionari, accerta-
mento, vertenze amministrative, giudizi di
responsabilità, ec. — Cauzione dei conta-
bili, prestazioni, sostituzione, riduzione e
svincoli).
Giacomo Carezzi, dirett. capo di divisione.
Divisione IV». — (Gestione immobiliare: af-
fitto, vendita, espropriazione per pubblica
utilità e riparazione degli immobili in ge-
nere : cessione e restauri dei fabbricati mo-
nastici in particolare, chiusura, restauro e
cessione di chiese : monumenti — Librei'ie
e oggetti d'arte — Arredi sacri — Concen-
tramento di religiose — Passaggio di beni
al Demanio — Accertamento della rendita
immobiliare inscritta e da inscriversi dal
Demanio: tassa del 30 per cento, riparto
delle annate promiscue, revisione dell'an-
tica gestione demaniale, conti di dare e
avere col Demanio — Concentramento delle
istituzioni di beneficenza — Kiversibilità e
devoluzioni — Doti di maritaggio — Pen-
sioni monastiche — Accertamento, ricogni-
zione e affrancazione delle passività patri-
moniali, revisione ed epurazione dei conti
già inscritti per dette passività — Servizio
attivo e passivo delle acque di Palermo,
esclusi gli affari di personale).
Marco Petrini, direttore capo di divisione.
Ragionekia. — Luigi Cominetti, direttore capo
di divisione.
Commissione di vigilanza. — N. N., presidente.
Consiglio di amministrazione del Fondo per il
Culto.
Ignazio Filì-Astolfone, presidente.
Consiglio d'amministrazione del Fon lo di be-
neficenza e religione nella città di Eomu.
Leopoldo Torlonia, presidente.
MINISTERO DEI/I/A GUERRA
{ROMA, vìa XX Settembre).
Ettore VIGANO, tenente generale. Ministro.
Giuseppe VALLERIS, maggior generale, Sottosegretario di Stato.
Segretariato generale.
Divisione Gabinetto Civile.
Luigi Bombelli, capo di divisione.
Divisione Gabinetto Militare.
Francesco Marchi [incaricato).
Divisione pensioni, economato e cassa.
Guido Rousseau, capo di divisione.
Divisione Ragioneria.
Gustavo Caroncini, capo dioisione.
Ufficio d'Ispezione Veterinaria.
Alessandro Costa, capo ufficio.
Direzione della Rivista militare italiana.
Amilcare Strani, direttore.
Direzione generale di Fanteria.
Lamberto Bolognesi (incaricato).
Ufficio affari generali.
Kafìaele Pasca, segretario.
Divisione fanteria.
Giuseppe Regondi (incaricato).
Ufficio del Tiro a segno ed educaz. fisica.
Icilio Casali, rapo d'ufficio.
Direzione generale di Cavallerìa.
Augusto Alvini (incaricato).
Ufficio affari generali.
Giorgio Luzzatto, segretario.
Divisione ippica.
Ernesto Quercia (incaricato).
Ufficio personali dì Cavalleria
e del Corpo veterinario.
Felice Robert, capo d' ufficio.
Divisione artiglieria.
Francesco Sciaratfia, capo di divisione.
Laboratorio fotolitograpico.
Antonio Arnaldi, direttore.
Dnrutox» OKXio,
Alberto Scio, aipo di divisione.
Divisione amministrativa ABTioLiEniA
OBXIO.
Angusto' Fi td(ìi, (Mpo di divisione.
Direzione generale Leve e truppa.
Vittiirio Corusia, direttore tjeneralc.
Ufficio affabi ok^rram.
Pio Cartoni, segretario.
Divisioni? I*. — Leve.
GoflTredo Qaleazzi, capo di divisione.
Divisione II». — Leve.
Carlo Barale, capo di divisione.
Divisione Tbuppa.
Federico Lippi, capo di divisione.
Divisione Mathicole.
Francesco Fantasia, capo di divisione.
Direzione generale Revisione dei conti.
Paolo Pagliano, direttore generale.
Ufficio affari generali.
Luigi Bafla, segretario.
Dn'isioNE conti degli assegni.
Carlo Renda Gaetani, capo di divisione.
Divisione conti del materiale.
Rlconovaldo Betti, capo di divisione.
Divisione conti interni dei corpi.
Francesco Cencettl, capo di divisione.
Ettore Vigano.
Direzione generale Servizi amministrativi.
Ernesto Mirabelli {incaricato).
Ufficio affari generali.
Luigi Biagioni, capo d' ufficio.
Divisione assegnl
Adolfo Nardi, capo di divisione.
Divisione sussistenze.
Alessandro Aleggiani, capo di divisione. .
Divisione vestiario ed equipaggiamento.
Giovanni Monti, capo di divisione.
Divisione personali amministrativi.
Ernesto Piazzoni, capo di divisione.
Divisione casermaggio e trasporti.
Carlo Ridold, capo di divisione.
Ufficio personali sanitari
e materiale sanitario.
Nicola Galardi, capo d'ufficio.
Commissione permanente per l' esecuzione delle
leggi pei veterani 1S48-49 sulla reintegrazione
dei gradi perduti.
Felice Sismondo, presidente.
Commissione per l'esame dei ricorsi contro It
decisioni dei Consigli di Leva.
Antonio Mangiagallì, Presidente.
Commissione per il riconoscimento della Cai
pagna dell'Agro Romano nel 1867.
Felice Sismondo, presidente.
Udienze dei Membri del Parlamento:
di 8. E. Il Ministro: tutti i giorni eccetto il
Giovedì e la Domenica dalle 11 alle 12.
Gli UfiBciall Generali e Superiori per vi-
site di dovere tutti i giorni dalle 10 alle 11
eccetto il Giovedì e la Domenica
di S. E. il Sottosegretario di Stato: tutti
i giorni dalle 11 alle 12.
dei Direttori generali: tutti i giorni, dalle
10 e mezzo alle 11 e mezzo.
MINISTERO DELL'INTERNO
(ROMA, piazze Navona, di Pasquino e di San Pun'aleo — Palazzo Braschi).
Giovanni GIOLITTI, Ministro. — Luigi FACTA, Sottosegretario di Staio.
Gabinetto. — (Affari poliUci e riservati —
Corrispondenza particolare — Corrispon-
denza telegrafica — Relazioni del Ministro
col Parlamento — Nomina dei senatori —
Elezioni poUtiche — Circoscrizioni elettorali
— Studi e preparazione di disegni di legge
e regolamenti — Onorificenze cavalleresche
— Funzioni pubbliche — Cerimoniale, ec).
Uffici dipendenti dal Gabinetto: Lettura e rias-
sunto sommario dei giornali nazionali ^■^.
246
esteri — Consulta Araldica, Medaglie com-
memorative, e affari relativi agli atti di va-
lore civile — Segreteria del R. Ordine Civile
di Savoia — Direzione della Gazzetta Uff.
Camillo Peano, capo del gahinetlo.
Giulio Rossi, seg re' ario p articolare di S. E.
il Ministro.
Gabinetto del Sottosegretario di Stato.
Vincenzo Casoli, capo di Gabinetto.
Michele Darbesio, segretario particolare.
Ispettori generali amministrativi
e della pubblica beneficenza.
Caio Dalmazzi, Giovanni Muflone, Riccar-
do Lualdi, Nicola Bellini, Carlo Calvi, An;j;elo
Pesce, Achille de Giorgio, _ Alberto Pirunti,
Vincenzo Bianchi.
Ispettori generali di pubblica sicurezza.
Paolo Sessi, Almerindo Rinaldi, Giulio
Rossi, Paolo Mandolesi, Guido Guida, Achille
Severe, Giuseppe Fucarino Alongi.
Ispettori generali delle Carceri.
Gaetano Cardosa, Eugenio Sampò, Er-
nesto De Angelis, Giustino De Sanctis.
Ispettori di ragioneria.
Raffaele Ferri, Domenico Zanellato, An-
tonio Zanon.
Divisione !«■. Personale. — (Personale del Con-
siglio di Stato e delle Amministrazioni cen-
trale e provinciale — Matricola e contabi-
lità — Questioni di nazionalità e cittadi-
nanza — Danneggiati politici — Vedove ed
orfani di benemeriti della patria — Mille
di Marsala e superstiti di Talamone — Af-
fari diversi non attribuiti alle altre divi-
sioni — Biblioteca del Ministero — Econo-
mato — Archivio e protocollo genei*ale, ec).
Enrico Emprin, capo di divisione.
Direzione generale dell'Amministrazione civile.
{Comprende le Divisioni II-III).
Arnaldo Raimoldi, direttore generale.
Divisione II». Amministrazioni dei Comuni e
delle Provincie. — (Tratta anche gli affari
relativi ai confini dello Stato, alle circo-
scrizioni comunali e provinciali, alla liqui-
dazione dei danni di guerra, agli Archivi
di Stato).
Attilio Jéhan de Johannis, capo di divis.
Divisione III». Beneficenza pubblica.
Lorenzo Ambi osino, capo di divisione.
Ufficio per il credito comunale e pro-
vinciale E PER LA MUNICIPALIZZATONE
DEI PUBBLICI SERVIZIL
Gerardo Girardi, cajw di divisione.
Direzione generale di Pubblica Sicurezza.
{('oinjirendc le Divisioni I]'-V).
Francesco Leonardi, f. f. di dirett. gener.
Adriano Zajotti, vicedirettore generale.
Divisione IV*. Polizia giudiziaria ed ammini-
strativa.
Riccardo Zoccoletti, capo di divisione.
Divisione V». Personale di polizia.
Achille Pe Giorgio, capo di divisione.
Direzione generale della Sanità.
{Comprende le Divisioni VI- VII- Vili).
(Via in Aquiro, lOP).
Rocco Santoliquido, direttore generale.
Alberto Lutrario, vicedirettore generale.
Adolfo Cotta, capo dell'Ufficio affari ge-
nerali.
Alessandro Messea, Serafino Ravieini,
ispettori generali medici.
Domenico Falleroni, ispettore del servizio
celtico.
Carlo Bisanti, Telemaco Guerrieri, ispet-
tori veterinari.
Divisione VI». Tecnica.
Angelo Pavone, capo di divisione.
Divisione VII». Amministrativa.
Francesco Chiarlone, capo di divisione.
Divisione Vili». Servizio Zooiatrico.
Leonardo Colucci, cajyo di divisione.
Direzione generale delle Carceri.
{Vomp>reni:ie le Divisioni IX-X).
(Via Larga).
Alessandro Doria, direttore generale.
Luigi Bonacini, vicedirettore generale.
Divisione IX». Fabbricati, Lavorazioni, Man-
tenimento.
Antonio Martani, capo di divisione.
Divisione X». Personale d'amministrazione e
di custodia e movimento dei detenuti e dei gio-
vani corrigendi.
Michele Varriale, capo di divisione.
Divisione XI». Ragioneria Centrale.
Alfredo Giovannettl, capo di divisione.
S. E. il Ministro non ha giorni né ore fisse
per ricevimenti.
S. E. il Sottosegretario di Stato riceve i
Senatori, i Deputati e i Prefetti tutti i giorni
meno i festivi dalle 10 alle 11 V2; le altre
pei'sone nel giorno e nell'ora indicati nelle
disposte alle domande di udienza.
I Direttori generali e i Direttori capi di
divisione ricevono in ufficio nelle ore dispo-
nibili.
REALE ORDINE CIVILE DI SAVOIA
Consiglio dell'Ordine.
Il Ministro, presidente.
Attende all'esame dei titoli per il conferi-
mento dell'onorificenza dell'Ordine, ed al-
l'amministrazione del patrimonio partico-
lare dell'Ordine medesimo.
Consulta Araldica.
Il Ministro, presidente.
Dà parere al Governo in materia di titoli
gentilizi, stemmi ed altre pubbliche ono-
rificenze e pel riconoscimento del diritto
di portare titoli gentilizi per successione od
in forza di concessioni od investiture.
Commissione per esaminare le domande di ri-
compense al valor civile.
Il Comandante la Divisione Militare di
Roma, presidente.
11 Prefetto della Provincia di Roma, ri
presidente.
•_M7 -
i!t />W«.'«t-i tifile iHttt'imtf «ictliiiHt.
'^' irtlno B^ltrarai Hcalìa, pttshìente.
ira pel ritaMaméttto dffla
^ /za, presiiìfHle.
ommiMiome c*Mti-aie pel eredito comunale e
inttcitwiale,
N. N., pttsidente.
Consiglio delle Carceri.
11 Ministro, pretidente.
Consiglio superiore di assistenza
e beneficenza pubblica.
Gaspan- Finali. <u,'<i.ì,„'^.
Consiglio per gli Archivi.
'.Mende alln ooniplliir.ionc ed intcrprcUzioii
'■■"'" ' ' 'unenti, ordlnameniu
del corrispondente
.\()ri di ordinazione
<• piìiiitiiiM/ (ii';4ii atti; programmi (!•
;,'ll esami d'aninussioiio <' promozinne 1
K'ii ufflziali; promozione deyli nfllziali i--
merito.
Pasquale Vlllarl, presidente.
Consiglio superiore di Sanità.
Porta la sua attenzione sui fatti ris;,'uar-
danti r Igiene e la .sanità pubblica del Re-
tino, dei quali sia informato dal Ministero
dell'Interno; propone i provvedimenti, lo
Inchieste e le ricerche scientifiche che giu-
dichi convenienti al fini dell'amministrazio-
ne sanitaria; dà parere sulle questioni eh
gli sono deferite dal Ministro dell' Intern
Guido Baccelli, prf-^iil'-n'p.
MINISTERO DELIBA ISTRUZIONE PUBBLICA
{liuMA, piazza della Minerva).
Luigi BAVA, Ministro. — Augusto CIUFFELLI, Sottosegratario di Sluto.
Libero Fracassettl, capo di gabinetto di S. E. il Ministro.
Giovanni Bedeschi. segretario particolare di S. E. il Minis'ro.
Alberto Pironti. capo di gabinetto di S. E. il Sttltosegretario.
Luigi Trivelli, segretario.
Vittorio Fiorini, Camillo Corradlnl, ispettori.
LClUl hAVA.
Divisione II». — Istruzione superiore. — CVni-
versiti e Istituti d'istruzione superiore
— Personale).
Francesco Coppola, capo di divisione.
Divisione III». — Istruzione superiore. — (Ma-
teriale).
Giovanni Battista Cao-Mastio, capo di di-
visione.
Divisione IV». — Istruzione media (Personale).
Carlo Pranzetti, capo di divisione.
Divisione V». — Istruzione media (Legisla-
zione e Amministrazione).
Rodolfo Fonteanivo, rapo di divisione.
Direzione generale
per l'Istruzione primaria e popolare.
Leone Massimo Girlodi, f. f. di direttore-
generale.
Divisione VI». — Ordinamento della scuola pr
maria.
Agostino Emanuele Poverelli, capo di di-
visione.
Divisione VII». — Personale, materiale, edific
DiviMONE I-. - Amministrazione centrale - Averardo Casaglia, capo di dicisiotte.
Provveditori — Biblioteche — Affari generali. Divisione Vili». — Istituti di edttcazione.
Bruto Amante, capo di divisione. Domenico Enrico Bruno, capo di divis.
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FORNITORE DEL MUNICIPIO
A. LAPINI . FIRENZE, Via del Giglio, 9.
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248
Divisione IX". — Educazione ftsìcx, fondazioni
scolastiche, seminari. (Corso Vittorio Ema-
nuele N. 18).
Vittore Ravà, capo di divisione.
Direzione generale delle Antichità e Belle Arti.
(Piazza Venezia).
{Palazzo delle Assicurazioni generali).
Corrado Ricci, direttore generale.
Divisione X». — Antichità.
Vincenzo Masi, capo di divisione.
Divisione XI\ — Monumenti.
Alfonso Sparagna, capo di divisione.
Divisione XII». — Belle Arti.
Alberto Avena, capo di divisione.
Divisione peti la Ragioneria.
Luigi Cossu, capo di divisione.
Consìglio superiore della Pubblica Istruzione.
Il Ministro, presidente.
Antonio Scialoia, vicepresidente.
Sono annesse al Ministero dell'Istruzione
una Giunta Superiore di Belle Arti, una Com-
missione centrale per i Monum&nti e per le
Opere di Antichità e di Arte, una Commissione
permanente per le arti musicale e dì'ammatica,
una Commissione consultiva per le questioni re-
lative al personale e per i ricorsi, tutte pre-
siedute dal Ministro.
S. E. il Ministro riceve i Senatori e i Depu-
tati tutti i giorni dalle 11 alle 12 eccetto il
Giovedì e la Domenica. Coloro che hanno
chiesto e ottenuto udienza, nel giorno e nel-
l'ora indicati nella lettera d'invito. Ricevei
Professori d'Università ed i Capi d'Istituti
dipendenti dal Ministero il Lunedì, Mercoledì
e Sabato dalle 10 alle 11.
S. E. il Sottosegretario di Stato riceve i
Senatori e i Deputati tutti i giorni nelle ore
d'ufficio, i Professori d'Università ed i Capi
d'Istituti dalle 11 alle 12.
I Capi servizio ricevono i Senatori e i De-
putati tutti i giorni durante l'orario d'ufficio.
MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI
{ROMA, via della Mercede).
Emanuele GIANTURCO, Ministro. — Luigi DARI, Sottosegretario di Slato.
Giovanni Dominedò, capo di gabinetto del Ministro.
Giuseppe Masti'ostefano, segretario particolare del Ministro.
Giacomo Barberi, s^gretai-io particolare del Sottnf<et)retario di Stato.
Segretariato generale.
Divisione I». — (Affari generali — Personale
del Ministero dei Circoli ferroviari di ispe-
zione e del Genio Civile — Dichiarazioni di
pubblica utilità, piani regolatori e di am-
pliamento — Regolamenti edilizi — Lavori
per conto di altre amministrazioni.
Carlo Marzolle, capo di divisione.
Ragioneria centrale.
Giovanni Forza, dirett. capo di ragioneria.
Augusto Giorgi, ispettore centrale di ra-
gioneria.
Ufficio d'ispezione e servizi speciali.
1.» Riparto: Contratti ~ Economato — Bi-
blioteca — Cassa — Bollettino.
Ennete Zoccoli, ispettore superiore.
2.0 Riparto: Opere di Roma ed edifici uni-
versitari di Napoli.
Guglielmo Telano, ispettore superiore.
Servizio speciale per le opere pubbliche
nella Basilicata e nelle Calabrie.
Carlo Riverì, ispettore superiore.
Direzione generale di Ponti e Strade.
Angelo Paulucci, direttore generale.
Divisione II». — (Costruzione delle strade
nazionali e provinciali).
Domenico Abbati, capo di divisione.
Divisione IH». — (Manutenzione delle strade
nazionali — Cantonieri — Trazzere dema-
Emanuklk Giantukco.
niali — Classificazione, consorzi e polizia
delle strade).
Giovanni Barbieri, capo di divisione.
Divisione IV». — (Strade ed opere comunali:
esecuzione diretta dello Stato — Sussidi —
Strade vicinali).
Adolfo Ramasse, capo di divisione.
p generale delle Opere idrauliche.
.e Mautranellii, lìirt't.'nif ,/<'ii<'r<iU.
iviMo>s V*. — (Opere Idrauliche di 1» e li»
categoria — Idrojfrafla fluviale — Sistema-
1
-i'DIf.
DI^
, U\\
IN
. — Conces-
d: UvM
ia NarduUl,
capo
Condutture
la e nelle Ca-
labne»
Nico
di di
vitione.
Direzione generale delle Bonifiche e dei Porti.
Virtorio Teglie, direttola generale.
io Mazza, ricfdirettore generale.
r. VIK — (Opere di bonifica - Si-
one idraulica e bonifiche in Sar-
laldo Vetrari, capo di divisione.
^. ...... E Vili*. — (Porti, splaggie e fari).
Francesco Joele, capo di divisione.
Consiglio superiore dei Lavori Pubblici.
Giovanni De Greporio, presidente.
Sezione 1». — (Viabilità ordinaria e fabbri-
cati).
Enrico Verdinols, presidetUe.
Sezione II*. — (Opere idrauliche terrestri e
marittime).
Italo Maganzini, presidente.
Sezione III». — (Strade ferrate e tramvie).
Nicola Coletta, presidente.
Amministrazione delle Strade Ferrate.
Collegio arbitrale. — Giambattista Pagano
Guarnascholli, pi-esidente; Adeodato Sona-
si, vicepresidente.
Comitato superiore delle Strade Ferrate. — Ici-
lio C&U' ori, presidente ; Mario Manfroni, se-
gretario.
Uficio speciale delle ferrovie e tramvie
e degli automobili.
De Vito Roberto. direttor>'.
Divisione IX». — (Affari generali — Tramvie
— Automobili in servizio pubblico — Con-
cessione di ferrovie all'industria privata —
Autorizzar.ione di ferrovie privale — Deri-
vazioni di acque pubbliche nei rapporti con
'.•• ferrovie I.
Andrea Vietri, capo di divisione.
VISIONE X». — (Gestione di fondi per co-
struzione di ferrovie a ■ filando
dei Lavori pubblici — S oni an-
teriori al 1879 — Strah ni fer-
rovie eseguite dallo Stato anteriormente al
1» luglio 11K)5 — Liquidazione dei contri-
buti degli enti interessati — Sus-sidi conti-
nuativi al personale licenziato dalle oostra-
zioniì.
Filippo De Rossi, capo cU divisione.
Divisione XI». — (Sorveglianza sull'esercizio
delle ferrovie, tramvie, automobili e navi-
gazione lacuale in corrispondenza con le
ferrovie — Concessioni speciali e biglietti
— Riscontro finanziario e sindacato sulle
ferrovie concesse all'industria privata —
Corrispettivo, garanzia e sovvenzioni do-
ferratc, ser-
bili — Con-
Giu\aiuu ìiou\iin.du. prt'icCt'j, capo di div.
Direzione generale delie Ferrovie di Stato.
(\ia I.uloviM. IC).
Riccardo Bianchi, direttore generale.
Ausano Calo, incaricato di »o$titnire il Di-
rettore generale in caso di assenza e coadiu-
tarlo nella dirigenza dei Servizii VI, XI,
XII, XIII.
Luigi Alzona, incaricato di coadiuvare il
Direttore generale nella dirigenza dei Ser-
vizi VII, Vili. IX.
Luigi Cagnetta — Gaetano Crugnola —
Gino Della Rocca — Luigi Lulggi — Augu-
sto Mortara — Emilio Nunziante — Cesare
Rota — Corrado Sella, membri del Consiglio
di amministrazione.
Servizi centrali.
Servizio I». — Segretariato — Studi generali
— Contratti — Statistica.
Andrea Alessandri, capo sertizio, reggente.
Servizio II». — Ragioneria — Preparazione
del bilancio — Cassa.
Giovanni Cortassa, capo servizio.
Servizio III». — Legale.
Adriano Mengoni, capo servizio^ reggente.
Servizio IV». — Personale — Istituti di pre-
videnza.
Severino Rodini, capo servizio.
Servizio V». — Sanitario.
Tebaldo Ricchi, capo servizio.
Servizio VI». — Approvvigionamenti — Ma-
gazzini.
Francesco Simone, capo servizio.
Servizio VII". — Esercizio — Movimento
treni — Orari — Reparto veicoli.
Ferdinando Samuelli, cupo servizio.
Servizio "N III°. — Commerciale.
Luigi Barzanò, capo servizio.
Servizio IX». — Controllo dei prodotti e delle
gestioni di stazione.
Giovanni Cortassa, predetto, capo servizio
per interim.
Servizio .\». — Trazione — Materiale rotabile.
Nicolò Nicoli, capo servizio.
Servizio XI» (con sede a Bologna). — Sorve-
glianza e mantenimento delle linee.
Rinaldo Rinaldi, capo servizio.
Servizio XII». — Costruzioni.
Emilio Ovazza, capo servizio.
Servizio XIII». — Esame delle domande di
concessione e delle proposte di riscatto —
Stralcio delle gestioni dipendenti dalla leg-
ge 27 aprile 1885, n.» 3048 — Consegna allo
stato delle linee e del materiale.
Domenico Marchiano, capo servizio.
S.E. il Ministro riceve I Senatori e i D<
putati tutti l giorni, tranne il giovedì e la d
menica, dalle 10 '/s alle 11 Ve- Tutte le alti,
persone saranno ricevute nel giorni di mar-
tedì e venerdì dalle 10 alle 10 ' '2.
S. E. 11 Sottosegretario di Stato riceve i S^
natori e i Deputati tutti i giorni esclusi
festivi dalle 11 alle 12. Tutte le altre persoiv
saranno ricevute nei giorni di lunedì e gio-
vedì dalle 10 alle 11.
— 250 —
MINISTERO DBI/I/A MARINA
{ROMA, piazzetta di Sant'Antonino de' Portoghesi).
Carlo MIRABELLO, Ministro.
Segretariato generale.
Augusto AUBRY, Sottosegretario di Si
Segreteria.
Guglielmo Capomazza, capo della segre-
teria.
Economato.
Enrico Porzio, economo.
Ufficio del Genio militare.
Giovanni Moneta, capo d'ufficio.
Uffici aggregati al Segretariato generale.
Ufficio tecnico.
Francesco Viterbo, capo d'ufficio.
Ufficio sanitario.
Salvatore Grisolia, direttore.
Ufficio di revisione,
Edoardo Cali, direttore dell' Ufficio.
Ufficio di Stato M iggiore.
Giovanni Bettolo, capo di Stato Maggiore.
Direzione generale del Personale
e del Servìzio militare.
Leone Viale, direttore generale.
Divisione Ufficiali e servizio militare.
Francesco Roberto Marzinghi, capo di di-
Divisione Corpo Reale Equipaggi.
Edoardo Imperatori, capo di divisione.
Direzione generale delle Costruzioni Navali.
Giuseppe Valsecchi, direttore generale.
Divisione Costruzioni servizio generale.
Alfredo Lettieri, capo di divisione.
Divisione Macchine.
Archimede Genardini, capo di divisione.
Divisione Nuove costruzioni.
Leone Lesti, capo divisione regg.
Direzione generale di Artiglieria e Armamenti.
Carlo Avallone, direttore generale.
Divisione Artiglieria e armamenti
Ettore Fascila, capo di divisione.
Divisione Armi subacquee e materiale elettrice,
Adolfo Pouchain, capo di divisione.
Direzione generale dei Servizi amministrativi
e delle Contabilità.
Francesco Pages, direttore generale.
Divisione personali civili e servìzi vari.
Pasquale Albini, capo di divisione.
Divisione conlabililà dei corpi.
Alberto Careggi, capo di divisione.
Divisione contabilità del materiale.
Umboi'to Vigolo, capo di divisione.
Ufficio di Ragioneria.
Cesare lluberti, capo di divisione.
CAKLO iVilRABELLO.
Direzione generale della Marina mercantile.
Lorenzo Fiorito, direttore generale.
Ufficio di affari generali. — (Affari di massi-
ma risguardanti la navigazione — Trattati
di commercio e di navigazione — Conven-
zioni per i servizi marittimi — Norme per
le visite dei piroscafi postali — Vigilanza
sul registro italiano, ec).
Giulio Azara, capo di divisione.
Divisione Gente di mare, proprietà navale - Po-
lizia della navigaziot^.
Carlo Bruno, capo di divisione.
Divisione Porti e spiagge - Pesca - Demanio ma-
rittimo.
Francesco Chiane:!, capo di divisione.
Divisione Premi e tasse marittime.
Decio Pierfederici, f. f. di capo di divisione.
Consiglio superiore di Marina.
Enrico Gualterio, presidente.
Commissione dei ricorsi per la leva di mare.
Alberto De Orestis, presidente.
Consiglio superiore della marina mercantile.
Paolo Boselli, presidente.
S. E. il Ministro riceve i Senatori e i De-
putati tutti i giorni eccetto il Giovedì e la
Domenica dalie 11 alle 12,
S. E. il Sottosegretario di Stato riceve i Se-
natori e i Deputati tutti 1 giorni dalle 11
alle 12.
I Direttori Generali ricevono i Senatori e
i Deputati tutti i giorni dalle 10 e mezzo
alle 11 e mezzo.
MINISTERO DELLE POSTE E DEI TELEORAFI
(h'OMA. i/<i .M Sf minuti, .1
Carlo SCHANZER. Mmiati-o. - Michele BERTETTl. SMnnét/i-ttnn'o di
Stgretariato generale.
Gt<>r?!<> K'>(l!<no, liirenoif ij^nfriì- .
•■\\. ispettore generale.
• I io Mosconi, cnpo di t/ahi-
lif(tbÌH4ltodiS. E.
"•'Ijrelario particolare ili
■segretario parliciitarc (^»
V L. ti HA.imjreUirio di Stalo.
VOVATO DEL Ml>"ISTEn<l, — ];..7n,.lM ];. -
•a, economo.
isiosK I*. — (Personal. . i - . i» «••-
fforl»).
Temistocle Brauzzi, capo di diciJtioti> .
^K II». — (Personale subalterno di
fuori ruolo).
^'1 Venezia, f.f.capo di ditisione.
isioNElII» — (Ricevitori e servizio rurale).
Barnaba Castrati, capo di divisione.
isioxK IV«. — (Edifici, locali e affari di-
. ersi).
Carlo Colombo, capo ili di risiane.
Direzione generale delle Poste.
Carlo Gamond, direttore generale.
Giuseppe Cacopardo, ispettore generale.
isioKK I». — (Corrispondenza).
X. N., capo di divisione.
isiosE II«. — (Pacchi).
Pietro Stettiner, capo di divisione.
-(Trasporti e movimenti delle
/e e dei pacchi).
J'Iengini, capo di divisione.
DinsioxE IV». — (Servizio postale e commer-
ciale marittimo).
Carlo Civalioro, capo di divisione.
Direzione generale dei Servizi elettrici.
Gustavo Franchini, direttore generale.
Gaspare Duran, ispettore generale.
isioNE I». — (Telegrafi).
Michele Paladino, cupo di divisione.
Divisione II». — (Telefoni).
Amos Candeli, capo di divisione.
DivisioKB III». — (Radiotelegrafia e costru-
zioni radiotelegrafiche).
Quirino Maiorana. direUtre dell'Istituto
superiore postale telegrafico.
Divisione IV». — (Costruzioni telegrafiche e
lefoniche).
Alessandro Capponi, capo di divisione.
l'I VISIONE V». — (Istituto telegrafico centrale).
Quirino Majorana, predetto.
0^
Direzione generale dei Vaglia e dei Risparmi.
Ernesto Scotti, diret'ore generale.
Giuseppe Greborio, ispettore generale.
Divisione I». — (Servizio dei vaglia. - Parte
amministrativa).
Etìsio Mortarini, cjpo di divisione.
Divisione II». — (Servizio dei vaglia. - Parte
contabile.)
Gaetano Romanelli, capo di divisione.
Divisione III». — (Casse di risparmio. - Parte
amministrativa).
Pietro Solaro, capo di divisione.
Divisione IV». — (Casse di risparmio. - Parte
contabile).
Giovanni Tavolacrini, f.f. capo di divis.
Ragioneria.
Oreste Galanti, rajw ragioniere.
Consiglio superiore dei servizi elettrici.
Augusto Righi, presidente.
S. E. il Ministro riceve i Senatori e i De-
putati, tutti i giorni, meno il giovedì e la do-
menica, dalle oro 11 alle Vi, ì privati che
hanno chiesto e ottenuto udienza, nel giorno
e nell'ora indicati nella lettera d'invito.
S. E. il Sottosegretario di Stato riceve 1
Senatori e i Deputati tutti i giorni meno la
domenica dalle 11 alle 12.
I signori Ispettori generali e (Centrali ed
i signori Capi di divisione ricevono tutti i
giorni nelle ore d'ufficio.
— 252 ^
MINISTERO DEI/ TESORO
a XX Settembre e vìa Ceniaia, palazzo del Ministero delle Finanze).
(R03fA,
Paolo CARCANO, Ministro
Giuseppe FASCE, Sottosegretario di Stato.
Gabinetto del Ministro
e dei Sottosegretario di Stato.
(riovanni Cigliana, capo di gabinetto.
Vittorio Bottini, segretario del Sottosegre-
tario di Stato.
Segretariato generale.
(Personale — Economato — Biblioteca).
Edoardo De Nipoti, dirett. capo di divis.
Ragioneria generale delio Stato.
Paolo Bernardi, ragioniere generale.
Ennio Grasselli, ispettore generale.
Ufficio di ispezione delle Eagionerie. — ("Vigi-
lanza sulle Ragionerie, sugli Economi-cas-
sieri e sull'applicazione del riscontro ai
magazzini dello Stato).
Federipo Zapelloni, Pier Luigi Bergama-
schi, Paolo Guerrieri, Carlo Alberto Pirzio
Biroli, Felice Garbazzi, Luigi Ottavio Boz-
zoni, ispettori centrali di ragioneria.
Divisione I». — (Aflfai'i generali e scritture).
Giuseppe De Flaminj, direttore capo di
ragioneria.
Divisione II». — (Bilanci).
Edoardo Bodini, dirett. capo di ragioneria.
Divisione IH». — (Vigilanza sulle contabilità
delle amministrazioni centrali).
N. N., direttore capo di ragioneria.
Direzione generale del Tesoro.
Serafino Zincone, direttore generale.
Augusto Mortara, ispettore generale.
Nicolò Meroadante, ispettore generale.
Divisione I». — (Portafoglio).
Gennaro Cantisani, dirett. capo di divis.
Divisione II». — (Preparazione dei bilanci e
conti consuntivi dello Stato in linea ammi-
nistrativa).
Nicolò Mercadante, direttore capo di di-
visione, reggente.
Divisione III.» — (Entrate speciali del Tesoro).
Guglielmo Mangili, direttore capo di divis.
Divisione IV". — (Ammissione a pagamento
dei mandati e degli altri titoli di spesa a
carico dello Stato).
Felice Crespo, direttore capo di divisione.
Divisione V». — (Affari generali e riservati).
Federico Brofferio, direttore capo di divis.
Divisione VI». — (Ragioneria).
N. N., direttore capo della ragioneria.
Divistone VII^ — (Buoni del Tesoro).
Giuseppe Carlo Romani, dirett. capo di div.
Divisione Vili». — (Ufficio centrale delle
Pensioni).
N. N., direttore capo di divisione.
Tesoreria centrale del Regno.
Innocente Carnevale, tesoriere centrale.
Elmireno Prevogna, controllore centrale,
reggente.
Commissione permanente per la vigilanza sulla
circolazione e sugli istituti di emissione.
Il Ministro, presidente.
Ufficio centrale di ispezione per la vigilanza
sugli Istituti di emissione e sui servizi del
Tesoro.
Achille Padoa, ispettore generale.
Direzione generale del Debito Pubblico.
Vincenzo Mancioli, direttore generale.
Angelo Zuliani, ispettore generale.
Divisione I». — (Affari generali).
Giuseppe Garbazzi, direttore capo di di-
visione.
Divisione II». — (Protocollo generale e ope-
razioni su rendite).
Serafino Pietracaprina, direttore capo di
divisione.
Divisione III* - I» Reparto. — (Iscrizioni ed
altre operazioni su rendite nominative).
Luigi Tonino, direttore capo di divisione.
Divisione III».''!^ - II» Reparto. — (Iscrizioni
ed altre operazioni su rendite nominative).
Igino Amerio, direttore capo di divisione.
Divisione IV». — (Traslazioni e tramutamenti
di rendite nominative).
Arturo Casini, direttore capo di divisione.
Divisione V». — (Conversione della rendita).
Fortunato Fiorani, direttore capo di di-
visione.
Divisione VI». — (Conservazione del Gran Li-
bro dei consolidati 3.75 e 4.50 % netto).
Ernesto Lubrano, direttore capo di divis.
Divisione VII». — (Ragioneria — Contabilità
centrali).
Corrado Macchi, direttore capo di diois.
DivisiosK Vili». — (RAgionerl» — ra^ameHto
(tii>;liolmo Tertl, direttore capo.
l'iT.-io iì''rA,}f:,!f eomlabiU dèi Titoli d*t D«-
Vi: < Ti ll'V'i'i"!. (fj^n'e cofif (''iV^.
l';- :r.' «J.ivasia, con'roUorf capo.
■■■Il ^ • .■ tfi vigilama giti Debito Pubblico.
^ì..\c Ilio Sani, prtfidente.
Direiione generale della Cassa dei Depositi
e Prestiti.
Lnigi Venosta, direttore generale.
Salvatore Medolaghi e Filippo Bainaldi,
ispettori generali.
Divisione I*. — (Affari generali).
Francesco Guerra.
1.0 Riparto.
Divisione IK — (Depositi).
Carlo Galletti, direttore cupo di dioisione.
D. VISIONE IH». — (Prestiti ordinari In con-
t.iiitii.
K mesto Mells, direttore capo di divisione
I>i VISIONE IV». — (Sezione autonoma di cre-
dito comunale e provinciale).
Giovanni Cerasole, direttore capo di divi-
sione.
DiviSTONK V». — (Ra^flonorln).
N. N., direlt. capo di ragioneria
2.* Riparlo.
Filippo Rftinaldl, inpet'.ore generale cn
del riparto.
Divisione VI». — (Istitati di previdenza]»
gli insegnanti e medici condotti).
Lino Galli, capo di divi$ione.
Divisione VII». — (Istituti di previdenza r "
rU straordinari del catasto e per i soi,'i
tari comunali).
Concino Concini, capo di dicisione.
Divisione Vili». — (Ragioneria).
Tito Puccioni, direttore capo.
8. E. il Ministro riceve tutti I giorni nelle
ore d'ufficio così pure S. E. il Sottosegreta-
rio di Stato,
Committsione parlamentare di vigilanza sulla
causa depositi.
Pietro Vacchelll, senatore, presidente.
Commissione permanente per l'esame dei bilanci
tecnici e le proposte legislative risguardanti
gli Istituti di previdenza amministrati dalla
Cassa depositi e prestiti.
Cesare Ricotti, senat<ìre, presidente.
CONSIGLIO DI STATO
(ROÒIA, piazza Capodiferro, palazzo Spadai.
Giorgio GIORGI, presidente. — Carlo PASTORE, segretario generale.
; ziONE I». Interno. — (.AJTari dei Ministeri
ìeir Interno e dell'Istruzione).
Giacomo Mal vano, presidente.
II». Grazia e Giustizia. — (.\ffari dei
-ri di Grazia e Giustizia, dei Lavori
1 uijwiici, delle Poste e dei Telegrafi e de-
gli Affari Esteri).
Adeodato Sonasi, presidente.
Sezione III». Finanze. — (Affari dei Ministeri
delle Fmanze, del Tesoro, dell'Agricoltura,
della Guerra e della Marina).
Carlo Astengo, presidente.
Sezione IV». Giustizia amministrativa.
Calcedonio Inghilleri, presidente.
CORTB DBI CONTI
(ROMA, via Pastrengo, palazzo del Ministero delle Finanze).
Ernesto DI BROGLIO, presidente - Giuseppe DI LORENZO, procuratore generale
Antonino Armelisasso, segretario generale.
Skzionk I». — Riscontro degli atti ri<;guar-
da!)ti i Ministri del Tesoro, delle Finanze,
degli Eiteri (e Colonia Eritrea) di Grazia e
Giustizia (e Fondo per il Culto) — Bilancio
attivo; Vigilanza sulle entrate; Debito Pub-
blico; Casse Depositi; Contabilità di porta-
foglio: Fondo per l'emigrazione; Buoni del
tesoro; Officina carte valori; Cassa speciale
pei biglietti a debito dello Stato; Spese fisse
a debito vitalizio.
Ernesto Di Broglio, presidente.
Antonino Armelisasso, segretario.
Sezione II». — Riscontro degli atti risguar-
danti i Ministeri dei Lavori Pubblici, della
Guerra, della Marina, della Istruzione pub-
blica, dell'Agricoltura e delle Poste — Ma-
gazzini di Stato: .\mminlstrazione delle fer-
rovie di Stato — Cassa centrale delle poste
e dei telegrafi.
Enrico Martuscelli, presidente.
Giulio Franceschi, segretàrio.
Sezione III». — (Revisione definitiva e glui
zio dei conti dei contabili dello Stato
Giudizi speciali e di responsabilità dei pub-
blici funzionari — Ricorsi in appello dalle
decisioni dei consigli di prefettura in ma-
teria di conti comunali e di conti delle
Opere Pie — Esame e visto di decreti re-
lativi all'accettazione e svincolo delle cau-
zioni del contabili dello Stato.
Giovanni Baccelli, presidente.
Torquato Pacini, segretario.
Sezione IV»
creti reali
(Esame e visto di tutti 1 de-
ministeriali di cul.'ocamento
254 -
a riposo, dispensa dal servizio e destitu-
zione dall'impiego — Liquidazione delle
pensioni e delle indennità per una volta
tanto — Revisione e giudizio dei conti dei
tesorieri provinciali e de^'li istitati dipen-
denti),
Francesco Paternostro, presidente.
Arturo Pelosi, segretario.
Uffici della Corte dei Conti.
Serjretaviato generale. — Segreteria particolare
di S. E, il Presid. — (Personale della Corte
dei Conti — Afifari riservati e d' ordine ge-
nerale — Corrispondeiiza ufficiale — Cor-
rispondenza telegrafica — Apertura della
corrispondenza — Protocollo generale —
Copisteria — Segreteria della I* Sezione
della Corte — Funzioni di cancelleria giu-
diziaria davanti le Sezioni riunite della
Corte — Registrazione dei decreti — Ai--
chivio Generale — Biblioteca),
Antonino Armelisasso, segret. generale.
Divisione I», — (Conti dello Stato, del Co-
muni e delle Opere Pie — Funzioni di can-
celleria in aifari contenziosi contabili presso
la Illa Sezione della Corte — Copisteria —
Economato),
Torquato Pacini, capo di divisione.
Divisione II». — (Pensioni e conti provinciali
- Segreteria della IV» Sezione).
Arturo Pelosi, f. f. capo di divisione.
Divisione IH», — (Agricoltura, industria e
commercio, Segreteria della Sezione II).
Giulio Franceschi, capo di divisione.
Divisione IV», — (Riscontro agli atti e alle
spese delle Finanze e del Tesoro),
Giuseppe Sabatini, capo di divisione.
Divisione V", - (Riscontro agli atti e alle
spese dell'Interno e degli Atìari Esteri).
Giulio Vassalli, capo di divisione.
Divisione VI^, — (Riscontro agli atti e alle
spese della Grazia e Giustizia e del Fondo
per il Culto),
Luigi Sidoti-Maniaei, capo di divisione.
Divisione VII''», — (Riscontro agli atti e alle
spese dei Lavori Pubblici).
Giulio Boldi, capo divisione.
Divisione Vili», — (Riscontro agli atti e alle
spese del Ministero della Guerra),
Cristoforo Visentini, capo di divisione.
Divisione IX». — (Riscontro agli atti e alla
spese dell'Istruzione Pubblica),
Giuseppe Vaeiini, capo di divisione.
Divisione X*,— (Liquidazione delle spese fisse
e debito vitalizio),
Domenico Masera, capo di divisione.
Divisione XI», — (Riscontro ai Magazzini dello
Stato),
Enrico Ihvernizzi, cajyo di divisione.
Divisione XII». — (Riscontro agli atti e alle
spese del Ministero delle Poste e dei Tele-
grafi).
Giovanni Bado, capo di divisione.
Divisione XIII*. — (Riscontro agli atti e alle
spese del Ministero della Marina).
Eugenio Borgia, capo di divisione.
Divisione XIV. — (Entrata).
Giuseppe Ferreri, capo di divisione.
Ufjlcio di riscontro presso la Direzione Gene-
rate del Debito Pubblico — Doppio del Gran
Libro.
Gaetmio D'Ajello, direttore capo d' ufficio.
Ufficio di riscontro presso la Cassa Depositi e
Prestiti.
Giuseppe Somma, direttore capo d' ufficio.
Ufficio di riscontro presso la Direzione Gene-
rale delle ferrovie di Stato.
Gennaro Perrino, direttore capo d' ufficio.
Ufficio di riscontro presso la Cassa centrale del
Ministero delle poste e dei telegrafi.
Luigi Annibali, direttore.
Ufficio di delegazione presso la cassa speciale
del Tesoro in Poma.
Pompeo Righetti, delegato.
[Stampato il lo settembre 1907).
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Genova. - M^lr. — Eduardo Piilciano.
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Brutmato — Giovanni Carli.
Chiavari — Fortunato Vinelli.
Savona e Noli — «liuseppe Scatti.
Tortona — l'^'ino Bandi,
Ventimiglia — Ambrogio Daffra.
Torino. - Metr. — Agostino Riohelmy, corti.
Snffr. Acqui — Disma Marchese.
Alba — (ìiuseppe Francesco Re.
Aosta — Augusto Giuseppe Due.
Asti — Giacinto Arcangeli.
Cuneo — Andrea Fiore.
Possano — Emiliano Manacorda-
Ivrea — Matteo Filipello.
Mondovì — Giovanni Battista Ressia.
Pinerolo - G. B. Rossi.
Saluzzo — Giovanni Oberti, S. P.
Susa — Carlo Marozio.
Vercelli. - M«tr. — Teodoro Valfrè di Bonzo.
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Capecci. O. E. S. A.
Biella — Andrea Masera.
Casale — Ludovico Gavotti.
Novara — Giuseppe Gamba.
Vigevano — Pietro Berruti.
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Brescia — Giac. Corna Pellegrini.
Como — Alfonso Archi.
Crema — Ernesto Fontana.
Cremona — Geremia Bonomellf.
Lodi — G. B. Rota.
Mantova — Paolo Qrigo.
Pavia — Francesco Ciceri.
Mett
Aristide Ca-
Venezia iPatruircafó).
vai lari, card.
Sxffr. Adria — Antonio Polin.
Belluno e Feltre — Francesco Cherubin.
Ceneda — Sigismondo Brandolini Rota.
Andrea Caron, coad. ton sttccensione.
Chioggia — Lodovico Marangoni, M. C.
Concordia — Francesco Isola.
Padova — Luigi Pelizzo.
Treviso — Andrea Giacinto Longhin,
Cap.
Verona — Bartolomeo Bacllicri, card.
Vicenza — Antonio Feruirlio.
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Iinm. Sitji/. ' Akciv. Ancona ed Umana
Giovan Batt. Ricci.
Camerino — Celestino Del Frate.
Ferrara — Giulio Bijschi, card.
Perugia — Dario Mattei Gentili.
Spoleto - Domenico Serafini, O. S. B.
Vesc. Acquapendente — Gisleno Veneri.
Alatri — Benedetto Spila, O. F. M,
Amelia — Francesco M. Berti M. C.
Anagni — Antonio Sardi.
Ascoli Piceno — Bartolomeo Ortolani.
Assisi — Ambrogio Luddi O. P.
Bagnorea — Rinaldo Camillo Rosset O.C.D.
Città di Castello - Aristide Golfteri.
Città della Pieve — Domenico Fanncchi.
Civita Castellana, Orte e Gallese — Gia-
como (ìhezzi, O. F. M.
Cometo e Civitavecchia — Beda Carili-
nale O.S.B.
Fabriano e Matelica — Luciano Gentilu (
Fano — Vincenzo Franceschini.
Ferentino — Domenico Bianconi.
Foligno — Carlo Bertuzzi.
Gubbio — Giov. Bat. Nasalli Rocca.
Jesi — Giuseppe Gandolfl.
Montefiascone — Domenico Mannaioli.
Nami — Francesco Moretti,
Nocera — Rocco Anselmini.
Norcia — Ercolano Marini.
Orvieto — Salvatore Frattoechi.
Osimo e Cingoli — G. B. Scotti.
Poggio Mirteto -
Recanati e Loreto — Vittorio Ame.l
Ranuzzi del Bianchi.
Rieti — Bonaventura Quintarelli.
Segni — Pancrazio Giorgi.
Sutri e Nepi — Bernardo Giuseppe Dooh-
bing, O. F. M.
Temi —
Terracina, Sezze e Pipcrno — Donifiiifo
Ambrosi.
Tivoli — Prospero Scaccia.
Todi — Giovanni Graziani.
Treja — (Sotto l'amm.perp. di Cameriii
Veroli — Paolo Fioravanti.
Viterbo e Toscanella — Antonio Mai
Grasselli, M.C.
Bologna. - Metr. —
Siiffr. Faenza — Gioacchino Cantagalli,
Imola — Frane»---- h ■'»■-■••'•;,
(*) /m/M. Soffff. Sedi immediatamente soggette alla Santa Sede, — .V«.'>-. Sede arcivesco-
vile metropolitana. — Suffr. Sedi vescovili suffraganee alla metropolitana immediatamente
— 256 —
Fermo. - Melr. — Carlo Castelli.
Siiffr. Macerata e Tolentino — Ranieri Sar-
nari.
Montalto — Luigi Bonetti,
Ripatransone — Luigi Boschi.
San Severino — Giosuè Biechi.
Ravenna. - Metr. — Pasquale Morganti.
Suffr. Bertinoro — Federico Polloni.
Cervia — Federico Foschi.
Cesena — Giovanni Cazzani.
Comacchio — Annibale Lupi.
Forlì — Raimondo Jaffei.
Rimini — Vincenzo Scozzoli.
Sarsina — Domenico Riccardi.
Urbino. - Metr. — Giovanni Maria Santarelli,
O. F. M,
Suffr. S. Angelo in Vado e Urbania. — . . .
Cagli e Pergola —
Fossombrone — Achille Quadrozzi.
Montefeltro — Alfonso Andreoli.
Pesaro — Paolo Marco Tei M. Cap.
Senigallia — Tito Maria Cucchi.
TOSCANA ED EMILIA
linm. Sogg. - Arciv. Lucca — Benedetto Lo-
renzelli, cat'd.
Vesc. Arezzo — Giovanni Volpi.
Borgo S, Donnino —
Cortona — Michele Baldetti.
Montalcino — Jader Bertini.
Montepulciano — Giuseppe Batignani.
Parma — Francesco Magani.
Piacenza — Giovanni M.» Pellizzari.
Firenze. - Me'r. — Alfonso M. Mistrangelo, S.P.
Saffi'. Borgo S. Sepolcro — Raffaele San-
drelli.
Colle di Val d'Elsa — Massimiliano No-
velli.
Fiesole — David Camilli.
S. Miniato - Carlo Falcini.
Modigliana — Sante Mei.
Pistoia e Prato — Marcello Mazzanti.
Modena. - Metr. — Natale Bruni,
Stiffr. Carpi — Andrea Righetti,
Guastalla — Andrea Sarti,
Massa di Carrara — Enrico Maria Miniati.
Reggio — Arturo Marchi,
Pisa. - Metr. — Pietro Maffl, card.
Suffr. Livorno — Sabatino Giani.
Pescia — Giulio Serafini.
Pontremoli — Angelo Fiorini, M, Cap,
Volterra — Giuseppe Gelli,
Siena. - Metr: — Benedetto Tommasi,
Suffr. Chiusi e Pienza — Giacomo Bellucci.
Grosseto — Ulisse Bascherini.
Massa-Mai-ittima — G, B. Boracchia.
Sovana-Pitigliano — Michele Cardella,C.P.
PROVINCIE NAPOLETANE
Lnm. Sogg. - Aitcìv. Amalfi — Enrico De Do-
minicis. — Anton M.» Bonito, Avciv. tit.
di Scitopoli, coadiutore con successione.
Aquila — Pellegrino Stagni 0. SS. M,
Cosenza — Camillo Sorgente,
Gaeta — Francesco Niola,
Rossano — Orazio Mazzella,
Vesc, Aquino — Antonio Jannotta,
Pontecorvo (Antichi dominii della S, Sede)
e Sora — Antonio Jannotta.
Aversa — Francesco Vento,
Cava e Sarno — Giuseppe Izzo,
Foggia — Carlo Mola, C, O,
Gravina e Montepeloso — Nicola Zima-
rino.
S, Marco e Bisignano — Carlo Vincenzo
Ricotta,
Marsi (Sede in Pescina) — Frane. Giacci.
Melfi e RapoUa — Giuseppe Camassa.
Mileto — Giuseppe Morabito.
Molfetta, Terlizzi e Giovinazzo — Pa-
squale Picene.
Monopoli — Francesco di Costanzo.
Nardo — Giuseppe Ricciardi,
Penne e Atri — Raffaele Piras,
Teramo — Alessandro Beniamino Zanec-
chia Ginnetti O, C. D.
Trivento — Carlo Pietropaoli,
Troia — Paolo Emilio Bergamaschi.
Valva e Sulmona — Nicola Jezzoni.
Acerenza e Matera. - Metr. — Anselmo Pecci
O, S, B.
-Sw/fr. Anglona Tursi — Vincenzo Idelfonso
Pisani C. R. L.
Potenza e Marsico Nuovo — Ignazio Mon-
terisi.
Tricarico —
Venosa — Felice del Sordo.
Bari. - Metr. — Giulio Vaccaro.
Suffr. Conversano — Antonio Lamberti.
Ruvo e Bitonto — Pasquale Berardi.
Benevento (Antichi Stati della Chiesa) - Metr.
Don Benedetto Bonazzi di Sannican-
dro, O. S. B.
Suffr. Sant'Agata dei Goti — Ferdinando
M. Cleri.
Alife — Settimio Caracciolo di Torchiarolo.
Ariano — Andrea d'Agostino, C. M.
Ascoli Satriano e Cerignola — Angelo
Sti-uffolini.
Avellino — Serafino Angelini.
Bojano — Felice Gianfelice.
Bovino — Giuseppe Padula,
Larino — Bernardino di Milla, M, Cap,
Lucerà — Giuseppe Consenti, C. S, S. R.
S. Severo — Emmanuele Merra.
Telese e Cerreto Sannita — Angelo Mi-
chele Jannacchino.
Termoli — Angelo Balzano.
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Sitffr. (ìallipoli — Gaetano Muller.
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Reggio Calabria. - Metr.
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Cassano all' Ionio — Pietro La Fontaine.
Catanzaro — Pietro di Maria.
Cotrone —
Gerace — Giorgio Delrio.
Nicastro — Giovanni Regine.
Oppido — Domenico Scopelliti.
Niootera e Tropea — Dom. Taccone Gai-
lucci.
Squillace — Raffaele Morisclano.
Salerno e Acemo. - Metr. — Valerio Laspro.
Capaccio- Vallo — Paolo lacuzio.
Diano e Te;jruriano — Camillo Tiberio,
Marsico Nuovo — Ignazio MonterLsi.
Nocera dei Pagani — 'Luini del Forno.
Nusco — Michele Arcangelo Pirone.
Policastro — Giovanni Vescia.
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>/</fr. Cariati — Lorenzo Chleppa.
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Messina. - Metr. — Lltterio d'Arrigo.
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Nicosia — Ferdinando Fiandaca.
Patti — Francesco Traina.
Monreale. - Metr. — Dom. Gasp. Lancia di
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treecialagli O. C. D.
Glrgenti — Bartolomeo Lagumina.
Palermo. - Metr. — Alessandro Lualdl, card.
Suffr. Cefalù —
Mazzara — Nicola Andino.
Trapani — Francesco M.» Raltl, O. C. C.
Siracusa. - Metr. — Luigi Blgnami.
Suffr. Caltagirone — Damaso Pio De Bono.
Noto — Giovanni Blandini.
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Iglesias — Raimondo Ingheo.
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Oristano. - Metr. — Salvatore Tolu.
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Sassari. - Metr. — Emilio Parodi.
Suffr. Alghero — Ernesto Piovella.
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- 258 -
CULTO EVANGELICO
il mito evan:^elico è rappresentato in Ita-
lia da chiese di varie denominazioni. Tutte le
chiese evangeliche hanno le credenze princi-
pali comuni, come per esempio l'esistenza
di un Dio personale e vivente, 1* immortalità
dell'anima, la Bibbia come unica regola di
fede, e sono fra di loro organizzate (V Alleanza
Evangelica fu fondata a Londra nel 1846), ma
ogni chiesa è individualista, serba la sua li-
bertà, la sua autonomia senza legarsi a nes-
suna schiavitù che toglierebbe il maggior
pregio del protestantesimo che è l'indipen-
denza di ogni uomo da qualsiasi giogo non
creato da Dio. Così, sebbene tutti i protestanti
abbiano le stesse credenze fondamentali, pure
ognuno è libero di esplicare la sua attività
religiosa secondo le convinzioni interne, se-
condo i metodi, i principi che maggiormente
gli sembrino adatti. Ma, come ripetiamo, la
fede delle chiese evangeliche è una soltanto :
ognuna di esse rigetta tutte quelle dottrine
che dalla Chiesa di Roma furono aggiunte
alla religione, come per esempio l'adorazione
della Vergine e dei Santi, il primato del ve-
scovo di Roma, le indulgenze, la confessione
auricolare, la messa, la presenza materiale di
Cristo nell'Eucarestia, il purgatorio, la vali-
dità delle preghiere pei defunti, e tutte le al-
tre dottrine che agli evangelici sembrano in
aperta contradizione con gli insegnamenti di
Cristo e degli apostoli. In ogni chiesa evange-
lica il culto è celebrato nella lingua nazionale
e consiste nella lettura e nella spiegazione
della Bibbia; le immagini non ci sono e, quan-
do ci sono, non servono che per ornamento
e non per adorazione; i sacramenti sono due,
il battesimo e la Santa Cena (comunione) che
vien celebrata sotto la sua forma primitiva
mediante la distribuzione del pane e del vino
a tutti i fedeli; infine, non vi è distinzione
fra laici e ministri del culto, non vi è alcuna
gerarchia ecclesiastica, e i ministri del culto
non sono obbligati al celibato.
Accenniamo qui alle chiese protestanti di
Italia e le maggiori opere e associazioni da
esse dipendenti.
Chiese Italiane in Italia.
1. Chiesa Valdese. — Una delle più antiche,
più illustri, più perseguitate chiese evange-
liche, tanto da meritare l'appellativo di Israele
delle Alpi. Attraverso le persecuzioni dell' In-
quisizione, essa è rimasta nella sua sede delle
Alpi, nelle valli di Pinerolo e nelle valli cir-
costanti. Essa risale al secolo XII, quando
Pietro Valdo, ricco mercante, distribuì le sue
ricchezze ai poveri e si mise a predicare il
Vangelo; ma altri la fanno risalire fino al se-
colo IX, ai tempi del vescovo di Torino, Clau-
dio, che combattè gli abusi e le superstizioni
religiose, protestando contro 1' adorazione
delle immagini.
Il terzo concilio convocato nel 1179 nella
chiesa del Laterano negò a Valdo il diritto
di predicare l'Evangelo, salva l'approvazione
del clero locale, ma avendo Valdo continuato
nella sua predicazione, il concUlo di Teronfl
del lisa lo scomunicò insieme ai suoi seguaci.
Allora i primi valdesi (già li chiamavano così)
si sparsero in tutta Europa; l'Inquisizione li
perseguitò, e a poco a poco furono tutti di-
strutti, eccetto coloro che trovarono rifugio
nelle Alpi e che sono sopravvissuti fino ad
oggi. Così la più antica chiesa evangelica che
oggi esista, è una chiesa italiana. Studiando
la Bibbia i Valdesi primitivi riuscirono ad
emanciparsi da molte credenze aggiunte alla
religione. Tradussero quasi tutta la Bibbia, e
sembra che si siano occupati a tradurla in al-
tre lingue e diffonderla fra i popoli. Nel 1484
il vescovo di Mondovi spinse Innocenzo Vili
ad obbligare il duca Carlo I di Savoia a per-
seguitare i Valdesi; e la crociata fu diretta
contro quei di Val Luserna. Gli aggrediti si
difesero eroicamente tanto che il duca chiese
pace e promise di non inquietarli più. Ma il
papa, tre anni dopo, scagliò una bolla di cro-
ciata contro i Valdesi e fu a tutti i fedeli pro-
messa indulgenza plenaria e una parte dei
beni da confiscare se avessero preso parte
alla crociata. Molti furono massacrati, ma non
tutti furono soppressi; alcuni riuscirono ad
emigrare in Piemonte e in Provenza. Fin d'al-
lora risale la prima emigrazione nelle Calabrie
e nella Capitanata. Intanto che la chiesa val-
dese riusciva a sopravvivere alle persecuzioni
e alle stragi, sorse la Riforma in Germania e
in Svizzera; i Valdesi riunirono il Sinodo, a
cui erano presenti molti pastori e alcuni rifor-
matori Svizzeri, e fu decretata l'adesione alla
Riforma. Intanto Olivetano, cugino di Calvino,
tradusse la Bibbia in francese (lingua usata
nelle valli). Cominciarono i Valdesi a predi-
care per tutto il Piemonte attirando le sim-
patie tanto dei patrizi che del popolo, ma
non tardò la reazione a trionfare. Sui roghi
arsero i predicatori più zelanti e nel 1560
Emanuele Filiberto lanciò un editto severis-
simo contro il culto rifoi-mato. Il conte Costa
della Trinità mosse contro le Valli, ma fu re-
spinto, tanto che fu firmata la pace nel 1561
per la quale in un modo però assai limitato
venne assicurata la libertà del culto. Ma in-
tanto venivano perseguitati 1 Valdesi di Cala-
bria: i villaggi distrutti, gli uomini torturati,
le donne e i fanciulli venduti. Con questi
mezzi il Santo Utfizio potè vincere, e di Val-
desi non rimase traccia In Calabria. Dopo po-
chi anni di tranquillità la persecuzione contro
r" eresia „ tornò più violenta; e nel 1655 la
Propaganda Fide segnò una delle sue pagine
più sanguinose. Nel cuore dell'inverno fu ai
Valdesi intimato di ritirarsi nelle località più
settentrionali, ed essi ubbidirono mentre i
cattolici saccheggiavano e ardevano le loro
case. Il marchese di Pianezza, intanto, senza
aspettare il i-itorno della deputazione Valdese
che era andata a Torino a chieder giustizia,
ricorse all'inganno e con quindicimila uomini
penetrò nelle valli: e dette il Sabato Santo il
segnale della strage. Gli uomini furono scan-
nati, i fanciulli strappati dalle braccia delle
madri e sfragellati. gli infermi e i vecchi
precipitati dalle roccie, le donne disonorate
-- 269 -
• r ^r^o por t« rio. Alto f.ineinllo
Ti' il ventre e po-^fo dentro imiiI
• );.- i grillo d'orrore SI levò In tutta
Europa quando si seppo questo macello: la
storia non n« ha altri di più crudeli. Tutto
le potenxe protostanti difesero la eausa val-
dese, ed il poeta Milton scrìsse uno dei suoi
più famosi sonetti. Finalmente fa C'>noluso
un trattato a Pinerolo che assicurava la pace
al Valdesi; ma la pace durò pochi anni. Nel
1686 Luigi XIV intimò a Vittorio .\medeo di
scacciare i Valdesi; dopo aver resistito, il
duca fu costretto ad obbedire ed inviò nelle
valli 1 soldati che \iccldevauo e obbligavano
all'abiura o all'esilio.
Dodicimila valdesi furono oUra;::?latl e in-
carcerati; e quando dietro le insistenze del'a
Svizzera le prigioni furono riaperte, soltanto
tremila poterono riparare a Ginevra, che ge-
nerosamente offri loro ospitalità e in Ger-
mania, perchè gli altri novemila erano morti
nelle carceri di fame e di torture. Ma i Val lesi
non potevano a lungo rimanere lontani dalle
valli natie: e nel 1689 novecento di essi mar-
ciando sulle Alpi di notte, consigliati dal-
l'eroe Gianavello e guidati dal pastore Amaud
penetrarono nelle valli, sconfissero 2500 sol-
dati francesi riprendendo la terra lo:o. Nel
1694 fu finalmente da Vittorio Amedeo assi-
curata la tranquillità ai Valdesi: ma ciò no-
nostante altre persecuzioni non mancarotio
contro il prode Arnaud e gli emigranti fran-
cesi, e, più tardi, nel 1730 contro i valdesi
di vai Chisone: Napoleone concesse all'eroico
popolo le prime libertà, annullate col trattato
del 1815. Dopo la concessione dello Statuto
Carlo Alberto pubblicò il 17 febbraio 1848
l'editto d'emancipazione dei Valdesi: con
questo editto essi poterono entrare a far
part<e degli impieghi civili e delle cariche
militari ed avere gli stessi diritti dei sudditi
cattolici. Nulla fu innovato però riguardo al
culto ; ma avendo sempre 1 governi, da allora
in poi, dato all'editto un significato più libe-
rale di quello che l'editto non avesse, i Val-
desi oggi godono libertà di culto: per essa
hanno combattuto per tanti se(*oli. per essa
hanno sopportato i più inauditi massacri. I
Valdesi si sonA o^^\ sparsi in tutta Italia e
hanno cr • intiere persino in Ame-
rica: e : lari si sono dedicati al-
l'evang* : l.*llo Zambesi in Affrica,
dove sono state convertite intiere tribù con
i loro re. La Chiesa valdese gode molte sim-
patie dovunque è conosciuta; ha avuto uo-
mini che le hanno reso onore per alti uffici
e per ingegno: ha avuto deputati, e fra que-
sti l'attuale sottosegretario agli interni, l'on.
Facta; ad essa, infine, appartiene l'Inventore
del telegrafo senza fili, Guglielmo Marconi.
Tavola valdese. — È l'amministrazione
superiore della Chiesa, e ne è capo (mode-
ratore) il comm. G. P. Pons. Ogni anno è eletta
dal Sinodo a cui intervengono pastori e laici
essendo la Chiesa valdese retta da costitu-
zioni eminentemente democratiche (la Chiesa
valdese è calvinista come tutte le chiese pre-
sbiteriane di Scozia, d'Olanda eoc.l.
Parrocchie VALDESI. — Angrogna. — Bob-
bio Penice. — Massello. — Perrero. — Pine-
rolo — Pomaretto. — Praly. — PramoUo. —
Prarostino. — Rodoretto. — Rorà. — San Ger-
m.ino Chfsono. — fliin rtiovannl T^n^érrlA. —
Tonno. - Torre Pelllcc. - Villar Pelllce. —
ViUaseooa. — Questa p;irrocchie dipendoii'
dalla Tavola, ed oi^nuna di esse ha Souol '
diurne, composto di varie classi.
Istituti valdesi. — Rifugio Cario Alberto
a Lusorna San Giovanni, per cronici poveri ;
Collerjio Vdlìese a Torre Pel lice, che com-
prendo il Gintiiislo e il Liceo parci,'.i.i' i :
Scuola KoriHfìle Femminile a Torro !*<■ I
Ospedale a Torre Pelllce: Orfinolrofìo !■'■ m-
minile a Torre Pelllce; Scuola Latina a Pom;i
retto (comprende le prime classi ginnasiali
Ospedale a Pomaretto; Collegio degli artigiu
nelli Valdesi a Torino; Ospedale a Torino;
Istituto Gould a Roma: Asilo Umberto e Mar-
gherita a San Germano Chisone, per i vecchi ;
Orfanotrofi'* Maschile a Vallecrosia presso
Bordighera; Istituto pei pre'.i convertii i A\\om\:
Scuole elementari maschili e femminili presso
moltissime che?e; Società di Storia Valdese
a Torre Pellice; Cn^a italiana delle Diaconesse
a Torino, via Bertholet, da cui escono le
Suore di carità; e, finalmente, la Scuola di
Teologia di Firenze, da cui escono 1 pastori.
Molti altri istituti valdesi si trovano in Italia
come dispensari medici, cucine economiche,
ec. eo.
Statistica. — La popolazione Valdese,
nelle Valli de! Piemonte, è di ventieinque-
mila anime: inoltre seimila Valdesi si trovano
in Francia e altrettanti in America. Per il
resto dell'Italia ecco il riepilogo statistico
apparso al Sinodo del 1907: Chiese 46. —
Stazioni 68. — Diaspore 24. — Membri della
chiesa 6708. — Catecumeni 637. — Alunni
delle scuole diverse 2410. — Delle scuole do-
menicali 3682. — Contribuzione dell'anno
lire 87,523.61. Questi dati, ben s'intende, si
riferiscono per l'Italia non considerate le
Valli. Quindi la popolazione valdese, com-
plessivatnente, si aggira sopra le quaranta-
mila anime.
Stampa. — La Tipografia Claudiana, fon-
data nel 1865, ha sedo in Firenze, nel palazzo
di Via dei Serragli, 51. Essa pubblica gior-
nali, opuscoli, libri vari e Sacre Scritturo.
Altra tipografia è pres.so l'Istituto Gould, a
Roma. Periodici: La Rivista Cristiana, men-
sile, esce a Firenze, diretta dai proff. Bosio,
Luzi e Rostagno; I' Rinnovamento, settimanale,
esce a Roma, diretto dal dott. Meynier; L' Italia
.Erart^re/im, settimanale, esce a Firenze, diretta
dal sig. B. Pons: L'Amico dei Fanciulli, setti-
manale di Firenze; La Buona Novella, men-
sile di Firenze; L'Amico di Casa e la Stren-
na dei Fanciulli, almanacchi annui; L'Echo dee
Vallèe», settimanale, di Torre Pellico, La Sen-
tinella Valdese, bollettino della Tavola, di-
retto dal pastore Tron ; il Bollettino della So-
cietà di Storia valdese di Torre Pelllce, oltre
ai giornali alpini.
Chiese. — Il Comitato di Evangelizzazio-
ne, di cui è presidente il pastore sig. Arturo
Muston, ha sede in via Nazionale 107 a Roma.
— Ancona — Andreis (Udine) — Aosta, 7 me
Croix de Ville; località visitate: St. Pierre,
Villeneuve, St. Cristophe — Arogno (Lugano)
— Baio (Torino) — Barcellona-(Messlna); loc.
vis. Meri, Venetioo, Spadafora — Barga (Luc-
ca) — Bari, Corso V. E. 164 ; loc. vis. Modu-
gno, Ginosa, Gioia del Colle — Biella — Bgr-
260
dighera e Vallecròsia, Villa Violetta; loc. vis.
Oiieglia. Ventimiglia — Uorello, loc. vis. Ca-
stel del Giudice, San Pietro Avellano, Monte-
ferrante, Ateleta, Carovilli — Borgofranco
(Torino) -^ Brescia, Via Fontana Rotonda —
Brindisi — Caltanissetta, Via Maida 15 ; loc.
vis. Villarosa e Licata — Campobasso, Via
Pietrunto 14 ; loc. vis. Petrella Tifernina, Cam-
po di Pietra, Boiano, Civitacampomarano —
Capua — Carema (Torino) loc. vis. Donnaz,
Pont S. Martin, valle Gressonej', Settimo,
Vittore, Monaglio, Andrate — Carunchio(Chie-
ti) — Cerignola (Foggia) — Champ-de-Praz
— Chieti, corpo Marruccino 165; loc. vis. Te-
ramo, Rosburgo, Silvi, San Valentino, Castel-
lamare, Jesi, Trevi, Guardiagrele, Filetto,
Ripa Teatina, Tocco da Casauria, Carratiiia,
Pescara, Ortona a Mare — Como, Via Rusconi
loc. vis. Ponte Lambro, Turate, Menaggio,
Cernobbio, Argegno — Corato (Bari) — Ca-
salanguida (Chieti) — Casale Monfei-rato —
Castiglione delle Stiviere — Catania, Via Nau-
machia 22: loc. vis. San Maria di Licodia e
Regalbuto — Chiasso (Svizzera) — Cicagna
—Coazze (Torino) — Codisotto (Mantova) —
Courmayeur — Cuneo; loc. vis. liialpo, Fe-
stiona. Demonte, Valoria, Roccavione, Robi-
lante, Entracque, Dronero, Piasco, Mondovì,
Saluzzo, Paglieres, Savigliano — Cuorgnè —
Pont (Torino); loc. vis. Salto, Frassineto, Ca-
stellamonte, Agliè — Demonte (Cuneo) — Dru-
sacco (Torino) — Falerna (Catanzaro); loc. vis.
Nocera Terinese, Fuscaldo — Favaio (Genova)
— Felonica Po (Mantova) — Firenze, Via
Manzoni 11 e Via dei Serragli 51 (Scuole Via
Maffia 33, disp. medico e cucina economica
Borgo Stella 9) — Floridia — Forano (Peru-
gia); loc. vis. Cerchiara — Fragneto l'Abate
— Genova, Via Assarotti — ■ Giarre (Catania)
— Gioia del Colle — Girgenti, Via Etnea 42
— Gissi (Chieti) — Grotte (Girgenti) oon un
Istituto — Guastalla — Guglionesi (Campo-
basso) — Guidizzolo — Ivrea, Corso Botta 5;
loc. vis. Cavaglià, Visehe, Porosa Canavese,
Ba.io, Montalto, Chiaverana, Burolo, Palazzo
— La Salle (Torino) ; loc. vis. S. Didier, Mor-
gex — Lecce — Livorno, Piazza Manin, 2:
loc. vis. Cecina, Piombino — Lucca, Via Galli
Tassi; loc. vis. Barga, Castelnuovo, Ponte
Buggianese, Camaiore, Ponte a Moriano, San
Marco di Lucca — Lugano (Svizzera) Para-
diso; loc. vis. Pugerna, San Fedele — Mad-
dalena, Corso V. E.; loc. vis. Cantiere, Sassari,
Iglesias — Mantova, Via Bacchio 5 — Mar-
mirolo (Reggio Emilia) — Messina, Via Monte
di Pietà 22-24, con Istituto, vico Teatro V. E.
— Milano, Via Carlo Alberto e Foro Bona-
parte 7; Sala di evang. Porta Volta — Mi-
lazzo — Monza — Monzambano (Mantova)
— Napoli, San Tommaso; loc. vis. Caserta,
Santa Maria Capua Vetere, Capua, Cicoiano,
Benevento, San Bartolommeo in Galdo, Castel-
venere, Faicchio, Fratte di Salerno, Ravello,
Minori e San Pietro al Sangro — Nardo (Lec-
ce) — Nizza, 50 rue Gioffredo (chiesa italiana
e chiesa francese) — Orbetello, corso Prin-
cipe Amedeo — Orsara di Puglia (Avellino)
— Ostiglia (Mantova) — Pachino (Siracusa)
loc. vis. Marzamemi, Porto Palo — Palermo,
Via Macqueda 36 e Via Ruggero di Lauria 1 ;
Sala di evang. alle falde del Pellegrino —
Pedorobba (Treviso) — Piedicavallo (Novara);
loc. vis. Rialmosso, 2umaglia, Cassato, Cafl'
dele, Gaglianico, Palluae — Pietra-Marazzi
(Alessandria) — Pietra[.erzia((>altanissetta) —
Pisa, Via del Museo 9; loc. vis. Viareggio —
Poffabro (Udine) — Poggio Mirteto; loc. vis.
Castelnuovo, Monte Santa Maria, Salisano,
Mompeo, Poggio Catino, Catino, Fara Sabina,
Toflfia, Poggio Maiano, Pozzaglia, Montorso,
Frasso, Casaproda — Portoferraio — Quattro
case (Mantova) — Quingentole (Mantova) —
Revere (Mantova); loc. vis. Santa Lucia, Bor-
gofranco— Riesi (Caltanissetta); loc. vis. Sam-
marino — Rio Marina, loc. vis. Rio Alto,
Marciana, Lanzone — Rocca Imperiale (Co-
senza) — Roma, Via Nazionale 107; Sala di
evang. 43 Via Cavour — Salle (Chieti) loc.
vis. Caramanico — San Fedele d'Intelvi —
San Giacomo degli Schiavoni (Campobasso)
loc. vis. Guglionesi — San Martino in Strada
(Forli); loc. vis. Predappio, Ravenna — San
Giacomo delle Segnate (Mantova) — Santa
Lucia (Mantova) — Sampierdarena, Via Ca-
vour 1 ; loc. vis. Cornigliano, Sestri Ponente,
Bozzoli, Pegli, Pra, Rivarolo ^ San Remo,
Via Roma; loc. vis. Pieve di Teco, Albenga
— San Potito Sannitico (Napoli) — Schiavi
d'Abruzzo, loc. vis. Villa Canale d'Agnone.
San Giovanni Lipioni, Torrebruna, Caccavo-
ne, Belmonte del Sanalo — Siena, Viale Cur-
tatone 5; loc. vis. Montalcino, Poggibonsi —
Siracusa, Via Cavour 83, loc. vis. Floridia,
Canicatti, Bagni — Susa, Via Umberto I. 14;
loc. vis. Borgone, Bussoleno — Taranto, Via
d'Aquino 190; loc. vis. Brindisi — Tenda
(Cuneo); loc. vis. Vievola, San ]Jalmazzo, Mi-
niera, Borghe — Teramo — Torino, Corso
V. E. 11-12 (eh. di lingua italiana e di lingua
francese); loc. vis. Noie Canavese, Piobesi,
Alijignano, Collegno — Torazza-Verna (Ivrea)
— Tramonti (Udine) — Trapani, Palazzo Agu-
gliara 29 ; loc. vis. Partanna, San Marco, Mon-
te San Giuliano, Marsala, Mazzara, Santa
Ninfa, Castelvetrano — Trausella (Cuorgnè)
— Traversella (id.) — Treviso — Venezia,
palazzo Cavagnis — Verona, Via Duomo, ang.
Via Pigna — Vittoria (Siracusa).
2. Chiesa dei Fratelli, la seconda in Ita-
lia per anzianità. Sorse per opera del conte
Piero Guicciardini che, insieme ad altri amici,
fece propaganda evangelica per la quale sof-
frirono prigione ed esilio. Ogni chiesa è di-
retta dagli anziani, e tiene scuola domeni-
cale. La sede principale è a Firenze.
Chikse. — Acqui, via della Bormida. —
Acquaviva (Bari). — Alessandria, via Pia-
cenza 8, — Arezzo, via Guido Monaco 11. —
Asti, via Grassi 19. — Barra 'Napoli), — Bas-
signana (Alessandriai. — Bettolio (Siena). —
Bibbiena (Arezzo). — Bologna, Riva Reno 116.
— Bressana (Pavia\ — Brindisi, via Carlo de
Marco 5 bis. — Camagna (Alessandria). — Car-
dazzo (Pavia). — Carrara (Massa). — Casasco
(Alessandria). — Cascina Grossa (id.). — Ca-
. sorzo (id.). — Castelnuovo (id.) — Castel Ce-
riolo (id.). — Castino (Cuneo). — Catanzaro,
larghetto Tranfa 10. — Cavaglià (Novara). —
Chiusano (Alessandria^. — Ginaglio (id.). —
Città di Castello (Umbria). — Cortandone
(Alessandria). — Calliano (id.». — Cossom-
brato (id.t. — Empoli. — Ferrara, corso Ripa
grande 23. — Firenze, via Vigna Vecchia 15-17
e via Nazionale 12. -- Foggia, via Cappuo-
261 -
etnl 81. — Fontun» Santa (P«vlàV -- Foinno
(AreuoU — Oenovn, \i.\ dolti' Vij;iu<, 5. —
iir»i/iiA (Ni.v.ii.ii. «tiiarrora (Alessandria).
;<Miov«i. — MalTicIno
(Kt.). - Marin'ro!o
t di Savoia FoK(?la).
;i 11. — Milano, via
■IH ( Atossandria). —
!..(id.). — Mon-
id.). — Mon-
i\ laK — Napoli.
^ Novara, vico doU'Arcofi.
- Pavia, corso Cavour aa.
- - :.). — Pietrabruna (Porto
Haunziu;. — i'ietragravina 'Alessandria). —
Piverone (Ivrea). — Ponte Curone (Alessan-
dria». — Pontalbera (Pavia). — Pozzeni?o (Ales-
sandria). — Rivaita Bormida (.Vlessandria). —
RoppolJo (Novara). — Saiiteramo (Bari). —
8. Dani: . iidria). — S. Damiano (Pa-
via). — (Alessandria). — 8. Ste-
fano Br: ; . — Santhià (Ivrea). — Sar-
cana, piazza Firma Fede 5. — Sessant (Ales-
sandria). — Soleto (Lecce). — Solonghelio
(Alessandria). — Spineto (Alessandria) — Spi-
netta Marengo (Alessandria). — Stradella. —
Btrevl (Alessandria). — Torino, via Gioberti 3.
— Tortona, — Tronzano (Novara). — Vallano
(Siena). — Vercelli, via Caserma Fanteria 8. —
Vlllanuova (Novara). — Vo-hera, via Scaia-
belli 28.
3. Chiesa Evangelica Italiana, costituitasi
nel 1865. Cinque anni dopo essa formulò una
confeasione di fede e prese il nome di Chiesa
Libera Italiana e nel 1889 quello di Chiena
Ecangeliea d'Italia. Con decreto 2 luglio 1891
8. M. il Re l'eresse ente morale col nome di
Chiesa Ecangeliea Italiana con sede centrale
in Firenze, 7 via dei Benci. Però una parte
di essa si uni pochi anni fa alla chiesa me-
todista; nd è a credere che i rimanenti fra-
t^^'l ilio quanto prima ad una chiesa
p; ". p. es. la Chiesa Valdese. È
!'■ n'opera 11 pastore Lodovico
' liti.
Chiese. —Balmuccla(Valsesia). — Firenze,
..a dei Benci 7, con scuole di 6 classi, asilo
e refezione scolastica: loc. vis. Viareggio, Fie-
sole. Settignano. — Roma, via Panico 43, con
scuole diurne di 6 classi e asilo; loc. vis. Al-
bano, Ariccia, Genzano. Farfa.
Pubblica il Piccolo Messaggere, diretto dal
cav. S. Fera, a Firenze.
4. Chiesa Evangelica Italiana sedente in
Livorno, via Indipendenza ó. Presieduta dal
sig. V. Notarbartolo.
Chiese. — Bologna, via Battisasso 16. —
Campiglia Marittima (Pisa). — Livorno, via
dell'Indipendenza 5 con scuole diurne in via
Michon. — Mistretta. — Palermo, via Celso
89. — Pappiana. — lisa e Asciano di Pisa, con
scuole. — Pordenone (Udine). - Stimigliano
(Romai. — Volterra.
5. Chiesa Metodista Wesleyana. — Origi-
a dalla chiesa an;,'licana. fu fondata da
■ ovanni Wesley che andato nel 1720 all'Uni-
versità di Oxford, fondò una piccola società
i cui membri leggevano il Vangelo, visita-
vano le prigioni e i poveri e conducevano
una vita tanto regolare, tanto metodica che
furono chiamati metodisti. A lui si uni più
tardi Giorgio Wit^iield e dopo aver insieme
predicato ncli > i Inghll*
toir.i e hi mi i aperta,
a stare In ni<' , i !l t>l di-
visero di buon accordo per alcune dive-
gonze dottrinali. I due padri del metodisni
organizzarono delle chie<^e potenti ohe, an-
che oggi, offrono mirabile esempio di fede e
di spirito veramente evangelico. I metodisti
ascendono a 25 milioni. In Italia la chiesa
Wesleyana comincio la sua missione nel 1861;
oggi essa è diretta dal rev. William Burgess e
la presidenza è in Roma, via delle Coppelle 28.
CuiKSK. — .Aquila, loc. vis. Adria, Camarda,
Capestrano, C&stellamare, Carruso, Cesapro-
bo, Coppito, Corvara, Introdaequa, Lor^ •
Aprutino, Marane, Mutignano, Ofena. Oiiii •
Pacentro, Paganlca, Pentima, Pescara, Pescou-
sansonesco, Pettorano, Popoli, Prezza, Baiano,
Rocearaso, S. Jona, Torre dei Passeri, Villa
Carufo, Villa S. Lucia. — Carrara, via Gari-
baldi; loc. vis. Forano, Casano, Massa, Orto-
novo, Ponteeimato. — Caserta, via S. Gio-
vanni 38. — Cosenza, via Aurelio Saffi 28;
loc. vis. Spezzano Piccolo, Pedace, Regina,
Macchia. — Cremona, via Milazzo. — Domo-
dossola, piazza dello Statuto 6; loc. vis. Van-
zo, Villadossola, Quarna. — Eboli, loc. vis.
Postiglione, Castelcivila, Sicignano, Auletta,
Sassano, Colliano, Laviano. — Fara Novarese
(Novara); loc. vis. Br>ana, Ghemme, Baca, Ca-
vagliò, Momo, Cavaglietto, Romagnano, Gri-
gnasco. — Fontevivo (Parma); loc. vis. Fon-
tanellato, Borghetto, Borgo S. Donnino, Cor-
seto, Soragna. — Intra (Novara), via V. E. 4.
con un Orfanotrofio Evrngflico in via Roma 4;
loc. vis. San Giano, Pallanza, Sana, Laveno,
Stresa, Belgirate, Angera. — Luino, via Fer-
rari con Biblioteca pastorale circolante " Pro
Italia „ ; loc. vis. Porto Valtravaglia, Mesen-
zana. — Mezzano Inferiore, con scuole di
5 classi e asilo, refezione scolasticra. — Mi-
lano, via Cesare Correnti 9 e via Francesco
Melzi 10: loc. vis. Cassano d'Adda, Cascina
Fraschera. — Montorfano (Como) con scuole
rurali; loc. vis. Mergozzo, Fondatace. — Na-
poli, largo 8. Anna di Palazzo: loc. vis. Ca-
stellamare di Stabia, Ravva, Nocera, Torre
Annunziata, Fuorigrotti, San Paolo Civitate.
— Noceto (Parma). — Omegna (Novara) loc.
vis. Quarna, Ornavasso, Pettenasco, Crusi-
nallo. — Padova, via Mentana 22-A; loc. vis.
Rovigo, Adria, Gavello. — Palermo, piazza
Sanf Ignazio Florio 45-47, con scuole e asilo.
— Parma, borgo del Cappello 14; loc. vis.
Reggio Emilia, Susa, San Secondo. — Pia-
cenza, via 8. Giuliano 7. — Potenza, via Pre-
torlo 18; loc. vis. Atella, Avlgliano, Craco,
Episcopia, Lagonegro, Lauria Inferiore, La-
vello, Melfi, Moliterno, Pittlcci, Rapallo, Rio-
nero in Volture, Ruoti. — Pozzuoli, via Na-
poli; loc. vis, Bagnoli, Fuorigrotta, Precida,
Ventotene, Pianura, Marano. — Ramello (No-
vara) con scuola rurale di 5 classi ; loc. vis.
Cornerò, Cambiasca, Miazzina, Intragna, Tro-
baso. — Roceapietra (Novara); loc. vis. Cava-
glia, Balmuccia. — Roma, via della Scrofa 63
e altro loc. d' culto nel quartiere Testacelo. —
Salerno, corso V. E. 8: loc. vis. Fratte, Gif-
foni, Montecorvino, Pontecagnano, Pellezzano,
Penta. — San Marco Argentano (Cosenza); loc.
vis. Cervicati, Tarsia, Spezzano Albanese, Ca-
strovUlarl, Francavill» Marittima, Trebisaoce.
262 —
— Santa Maria Capna Vetere, via Tari 23;
loc. vis. Caserta. — Spezia, via da Passano 3-5,
con scuole di 5 classi e asilo. — Sulmona,
via Solismo 110. — Vicenza, via Zanella 10;
loc. vis. Seghe di Velo, Arsiero, Montebel-
luna, Negare, Carmignano. — Vicobellignano
(Cremona) con scuole di 4 classi; loc. vis. Vil-
lanova, Motta Bozzolo, Cappella, Vicobane-
ghisio, Ponteterra, Asola, Remedello sopra.
San Martino dell'Argine.
L'opera Wesleyana ha un fondo per le
vedove e per gli orfani dei Ministri ed Evan-
gelisti, a Napoli, vico Monteroduni; il nu-
m3ro dei suoi membri si avvicina a 2000, ed
ha parecchie centinaia di aderenti.
6. Chiesa Metodista Episcopale sorta, come
abbiamo visto, insieme alla Wesleyana. Ha
conservato la forma episcopale. L'autorità
suprema risiede nella Conferenza Generale
che si tiene ogni quattro anni negli S. U.
d'America ed è presieduta dai vescovi. Ogni
anno poi si tengono Conferenze distrettuali
nelle singole nazioni. Il vescovo per l'Eu-
ropa è ildr. ■W.Burt(22 Englischervierlstrasse,
Zurigo, Svizzera). Nel settembre del 1870 la
Chiesa Met. Ep. d'America deliberava di por-
tare in Italia la sua attività missionaria; nel
1874 si apriva in Bologna la prima Confe-
renza distrettuale e nel 1881 si procedeva
alla costituzione della Missione Italiana in
conferenza annuale. Nel 1886 a coadiuvare il
dr. Vernon venne il dr. "W. Burt e nel 1888
assumeva l'intiera direzione dell'opera con-
servandola fino al 1904, epoca in cui venne
elevato al grado di vescovo. Il I distretto è
presieduto dal rev. Clark (via Firenze 38, Ro-
ma); il II dal rev. F. H. Wright; il III dal rev.
r. Dardi; lo Svizzero dal rev. Ed. Tourn (Cha-
pelle du Valentin, Losanna).
La Chiesa Metodista Episcopale novera in
Italia 58 ministri, 3400 membri, 2700 aderenti.
Istituti Metodisti Episcopali. — Colle-
gio Crandon per signorine, a Roma, con corsi
di perfezione in musica, sotto la direzione
del comm. Sgambati coadiuvato dai primi
professori di S. Cecilia; Collegio Femminile,
a Roma; Collegio Maschile, a Roma; Istituto
Isabella Clark, a Roma; Ricreatorio Guglielmo
Marconi, a Roma; Istituto di Beneficenza, a
Napoli, casa materna per bambini orfani e
abbandonati; Scuola Femminile Professionale,
a Pisa; Istituto Evangelico Industriale, a Ve-
nezia, ec. I collegi metodisti di Roma, spe-
cialmente, sono assai favorevolmente noti.
Stampa. — La Chiesa Met. Ep, fondò
nel 1831 la Casa Editrice La Speranza che
oggi ha sede nel palazzo di via Firenze ed
è in condizioni floridissime; pubblica gior-
nali, riviste e libri non solo evangelici ma
di indole varia. Altra tipografia è presso l'Isti-
tuto Indiisti-iale Metodista di Venezia, Cana-
regio 923, anch'essa bene avviata. Periodici:
L'Evangelista, settimanale di Roma, diretto
dal dott. Lala; Lumen de Lumine, rivista men-
sile di Bologna, diretta dal rev. A. Tagliala-
tela; Vita Gioconda, mensile pei fanciulli, di
Roma, dii-etto dalla signora Ines Ferreri.
Chiese. — Albanolla (Salerno) con scuole
di 4 classi; loc. vis. Castellone al Volturno,
Pizzone, Cerro Foce, Scapoli, San Vincenzo,
Colli Montaquila, Filignano Selvone. — Ales-
sandria, via GhUini 6, — ' Aucona, vi» Mar-
sala 12. — Bari, corso V. E. 165 e via Um-
berto 1; loc. vis. Mottola. — Bassiguana
(Alessandria); loc. vis. Valenza. — Bologna,
via del Carbone 3. — Calosso (Alessandria)
loc. vis. Castiglione Finella, Agliano, Canelll.
— Firenze, via San Gallo 2, con Scuola prepa-
ratoria. — Forlì, via Saffi 26; loc. vis. Faenza
e Pesaro. — Genova, piazza Paolo da Novi
24 rosso. — Ginevra, via Montée Terraillet 2;
loc. vis. Ugon, Chéne. — Lausanne, Chapelle
du Valentin ; loc. vis. Morges, Chexbres, Ren-
nes-Gare. — Livorno, via degli Asili 10-12 e
piazza Cappellini 1, con scuole diurne di
6 classi. — Mandanici (Messina) con scuole
di 4 classi. — Marsiglia, Boulevard de Stra-
sbourg 36; loc. vis, Tolone, — Milano, corso
Buenos Aires 12. — Modena, via San Vin-
cenzo 5; loc. vis. Sassuolo. — Montaldo Sca-
rampi (Cuneo) con scuole elementari e asilo ;
loc. vis. Montegrosso d' Asti. — Napoli, via
Duomo 279; loc. vis. Seccavo. — Neuchàtel,
rue du Pommier, — Nizza di Sicilia; loc, vis.
Reggio Calabria, Messina, Mandanici, Ali, Roc-
calumere. Scaletto. — Palombaro (Ghieti) con
scuole di 6 classi; loc, vis. Gnardiagalle, Lan-
ciano, Fara. — Pavia. — Perano (Cnieti); loc.
vis. Atessa. — Perugia, via Priori 13. — Pe-
sciana di Todi (Perugia); loc. vis. Montecchio.
— Pisa, via San Martino 56; loc. vis. Marina
di Pisa, Pontasserchio, Ghezzano, — Pistoia,
via dell'Ospizio. — Roma, via XX settembre,
angolo via Firenze. — Ronco Canavese (To-
rino) loc. vis. Forzo Campiglia, Ingria, — Sa-
vona, largo via Montenotte 1. — Sestrl Po-
nente, via Mazzini 19. — San Marzano Olivete
(Alessandria) con scuole di 6 classi. — Son-
drio, via De Simoni 303; loc. vis. Chiavenna,
Bette, San Giacomo e Filippo, Prato Compor-
tacelo, Fusine Cedrasco, Caiolo, Albosaggia,
Sasso San Luigi, Casaccie, Tirano, Chiuro,
Ponte, Tresivio, Pendolasco, Montagna, Col-
da, Ponchiera, Caparari, Gualtieri, Spriana,
Caspoggio, Torre Santa Maria Zarri, Chiesa,
Lanzada, Aschieri, Mossini, Colombera, San-
t'Anna, Morroni, Triangia, Castione, Polag-
gia. San Pietra Berbenno. — Spinazzola (Bari),
corso Vitt. Em. 23, — Terni, corso Vitt, Em. 10.
— Torino, via Lagrange 15; loc, vis. Agliè e
Bussoleno. — Trieste, via del Monte e Scala
dei Giganti. — Udine, via Mercato Vecchio 45;
loc, vis. San Daniele, Cividale, Carnia, Co-
droipo, Tarcento, Tricesime, Vito d'Assio, Pa-
derno, Basaleldella. — Vevey, rue du Marche
48; loc. vis. Montreux, Clarens, Aigle. — Ve-
nezia, sottoportico del Cavalletto. — Zurigo,
Planzschulstrasse 82; loc, vis, Oerikon, Bulak,
Hargen.
7. Unione Cristiana Apostolica Battista. —
Fin dai primi tempi della Riforma sorsero in
Germania gli anabattisti, che professavano
idee ancora più radicali dei riformatori. La
differenza che li distingue specialmente dalle
altre comunità evangeliche è che non am-
ministrano il battesimo se non nell'età adulta,
ciò che è praticato però anche in altre chiese
non battiste, secondo il desiderio delle fa-
miglie e dei fedeli ; e lo amministrano per
immersione, come nell'età apostolica. Es-
sendo molto arditi per quei tempi circa le
questioni sociali furono perseguitati; sono
oggi sparsi per tutto il mondo ed hanno mem-
Ijri di chiesa dei più elevati gradi sociali tanto
''riit^iantt .4 /»<>».'<>' «Vvi Rttfixfa n\
ne fu prasldr attual-
meote n« è i : - - , . > : ti dr. E.
GiU • per il Sud il dr. D. S. WhiitinhiU. La
•eoonda, inviaU dalla Società BattisU Mis-
sionaria di Londra, la più antica e grande
società del genere fondata nel 1792, comin-
ciò la sua opera nel 186ó, opera che oggi ha
la sede in Roma e comprende qujittro di-
stretti. \j' 1'hìi»i« Cristiana Apostolica Hattixta
ha il suo presidente nella persona del rev, W.
Keinme Lati^Uls (Corso Siccardi 51, Torino).
IsTiTiri. Stampìw, kc. — Si è fondata re-
centemente la Tipografia * Il Risveglio , per
opera della Società Battista di Pubblicazione ;
l'organo dell'Unione è II Testimonio, quin-
dicinale di Roma, diretto dal sig. L. Paschetto.
Il Fondo Vedors e Orfani è a Torino; la Scuola
Teologica Battista a Roma; l'Istituto Evange-
lico d'Infamia a Reggio Calabria; due Biblio-
teche Circolanti a Roma; una Missione Me-
dica a Roma.
U Unione annovera più di 2000 membri e
molti aderenti.
Chiese dklui Missione Ital,o-Amebicaka.
— Altamura (Bari). — Andretta. — Ausonia. —
Avola. — Azzano. — Decimo. — Avellino,
strada Conservatorio 35. — Bari, via Spa-
rano 103. — Barletta, vicolo Via Nuova 66. —
Bernalda. — Bisaccia. — Boscoreale (Napoli).
— Boscotrecase (id.». — Cagliari, via Carmi-
ne 1. — Calitri (Avellino). — Comeri (Pie-
monte). — Carid.^ (Calabria). — Carpi (Mo-
dena). — Castelforte (Minturno). — Castel-
morato (id.). — Cellole (id.). — Consandolo
(Modena). — Cordenons (Pordenone). — Di-
nomi (Calabria). — Dogliani (Mondovi). —
Fasani (Minturno). — Ferrara, via Romei 46.
Firenze, Lungarno Guicciardini 7 bis. — Fiu-
me. — Gallico (Calabria). — Genova, vico
Denegri 18. — Goletta (Affrica). — Gravina
(Bari). — Grottole. — Iglesias (Cagliari). —
Laureana di Borrello (Calabria). — Matera
(Potenza;. — Messina, via Varese, palazzo
Romano. — Migllarina (Modena). — Miglio-
nico (Potenza) con Co >perativa Evangelica e
Monte Frutnentario. — Milano, via Giulinl 1.
— Minturno (Caserta). — Modena. — Mon-
dovi, via Beccaria 80. — Mo mescagli oso (Po-
tenza). — Napoli, via Foria 93 con Circolo
Evangelico Battista. — Noto (Siracusa) — No-
vara, vicolo Carabinieri, angolo piazza del
Carmine. — Oneglia (Porto Maurizio). — Orti
(Calabria). — Palmi (id.). - Pellano (id.). —
Palermo, via Bandiera 24. — Pescopagano
(Avellino). — Pomarico (Potenza). — Porde-
i. .- ,i >.,...». corso GaribaMi 91 con Oruìpn
Cristiano Sociale. — Porto Maurizio. — l'Ju-
trahriina. — Onarto. — Rndicena. — Raponc.
i. via Filippini 7. - Roc-
- Roma, via Teatro Val-
: Monte (Avellino). — San-
p.onlarcn;v, vie. LSarabino 4. — San Cosimo
(Minturno). — San Giorgio a Cremano (Na-
poli) con Scuola diurna. — San Giovanni a
Teducclo. — San Martino (Avellino). — San
Michele (Mondovi). — Sanremo, via Privata 3.
— San Sebastiano al Vesuvio. — Scaletta. —
Selva Cava. — Siliqua (Cagliari). — Spigno
Saturnia (Minturno). — Taormina (Messina).
— Trecate (Novara). — Tufo (Minturno). —
Tunisi (Affrica), Avenue Jules Ferry 20. —
Venezia, Campo della Guerra. — Venosa
(Minturno), — Vercelli (Novara). — Villanova
(Mondovi). — Villa San Giovanni (Calabria).
Chiese della Missione Italo-Inglese.
— Albano. — Bugnara (Aquila). — Bussila
(Genova). — Calenzano (Prato). — Carbo-
gnano (Viterbo). — Castelletto (Cuneo). —
Civitacastellana. — Civitavecchia, via Um-
berto I 58. — Calano (Prato). — Figline (id.).
— Firenze, Borgognissanti 6. — Genova, via
Ettore Vernazza 18. — Graverò (Susa). —
Mattie (id.). — Meana (id.). — Moutenerodomo
(Aquila). — Palena (Chieti). — Ponte alla Ma-
rina (Prato). — Prato, via Carraia con Scuole
serali. — Roma, piazza in Lucina 35; loc. di
evangelizzazione in via Borgo Nuovo 168,
via Cola di Rienzo 129 e 131, con Asilo In-
fantile, via Conte Verde, via Urbana 154, via
degli Equi 68 e via della Lungaretta 124, In
Trastevere. — Ronciglione (Viterbo). — San
Benedetto de' Marsi (Aquila). — San Germano
Chisone. — San Giorgio (Susa). — San Mar-
tino (Prato). — Sant'Antonino (Susa). — Sul-
mona (Chieti). — Susa. — Tivoli. — Torino,
angolo via Passalacqua e via Bertela. — Torre
Pellice. — Velletri. — Vetralla. — Viterbo.
8. Opera condizionalista battista indipen-
dente, con sede a Torre rellice, nelle Valli
Valdesi. I fratelli d'Italia si riuniscoro una
volta l'anno nel Meeting Alpestre del 15 ago-
sto. Le riunioni si tengono all'aperto, nei vil-
laggi. Periodico: L'Ape Biblica, mensile di
Torre Pellice, diretta dal sig. Cocorda.
Chiese. — Torre Pellice, via Garibaldi. —
Luserna San Giovanni. — S. Germano Chi-
sone. A Torino, Milano e a Santa-Fè nell'Ar-
gentina si tengono riunioni nelle case private.
9. Missione battista delia Spezia, fondata
dal sig. E. Clarke a Spezia noi 1866, insieme
a miss Clarke e miss Smith. Oggi è presie-
duta dai signori E. Clarke e Arrigo Erberto
PuUen. L'opera si occupa specialmente di
distribuire la Bibbia, di evangelizzare i sol-
dati e i marinai d'Italia, di visitare e pre-
dicare sui bastimenti italiani e stranieri che
approdano a Spezia.
Pastigle DUPR£ per la Tosse
le più efficaci nelle bronchiti, polmoniti, catarri, ec.
VENDITA PRESSO IL PREPARATORE A RIMIM - PREZZO: L. 1.
'•"aM
— 264
La missione si estende in Liguria, To-
scana, Emilia, Veneto, ec; ha scuole feriali
con più di 700 bambini, autorizzate dal Go-
verno e state fatte sedi per gli esami gover-
nativi : Ila scuole domenicali con oltre 500 bam-
bini, un Orfanolvofio femminile, una Società
Ginnaaiica, ec La sede è in Casa Alberto,
via Persio 3, Spezia.
Opere varie e associazioni.
Esercito della Salvezza (Salvation Army). —
Quest'opera di pietà, che si propone special-
mente 11 salvataggio morale e sociale delle
vittime dell' alcoolismo, del giuoco, del vizio
e del male sotto tutte le sue forme, fu fon-
data 43 anni fa da William Booth che ne è
ancora il Generale. Ha nella sua organizza-
zione interna una forma militare per assi-
curare l'unità della sua azione e la rapidità
dei propri movimenti. Essa nacque nei bas-
sifondi dell'Est di Londra: uscita dal popolo,
è verso il popolo che si dirige e cerca d'adat-
tare i suoi metodi alla natura ed alle aspi-
razioni di coloro che vuol salvare: oggi è
sparsa nel mondo intiero. Il suo effettivo
conta 19,134 ufficiali ed impiegati; 44,600 sot-
tufficiali; 18,683 musicisti; 7,133 società; 1
suoi aderenti si contano a centinaia di mi-
gliaia sparsi in 52 nazioni e colonie. I suoi
giornali e le sue riviste hanno una tiratui*a
settimanale di un milione di esemplari. Le
sue opere filantropiche comprendono non
solo tutti i generi di assistenza che figurano
nei manuali di opere pubbliche e private,
ma di opere sociali come: emigrazione, co-
lonizzazione, banche popolari ec. in numero
di 687. Esse possono soccorrere, assistere e
ricevere fra le proprie mura più di 22,000 per-
sone al giorno. Le sue considerevoli opere
sono mantenute in parte dal lavoro di quelli
che ne beneficano, ma anche dalla carità pub-
blica e da contribuzioni di un certo numero
di Governi e Municipi. Fra coloro che sot-
toscrissero pei diversi fondi dell'opera filan-
tropica dell'Esercito della Salvezza notiamo
i nomi di Edoardo VII, della Regina Ales-
sandra, di Casimir Perier ex presidente della
Repubblica Francese, di Re Cristiano di Da-
nimarca, della Regina Gughelmina d' Olanda,
del Duca d'Aosta, del principe Bernadette
di Svezia, olti-e ad altri sovrani e principi e
ad elevate autorità politiche e intellettuali
di Inghilterra, America, Australia, ec.
Ili Italia r Esercito della Salvezza ha por-
tato il suo lavoro da molti anni, e dappert-
tutto esso ha dato buoni risultati. Pubblica
Il Grido di Guerra. Da quest'anno 1907 ha
aperto a Milano la Villa Speranza, una Casa
di riabilitazione per donne traviate e ragazze
madri. Quest'opera si sosterrà parte col lavoro
delle donne accolte, parte con sottoscrizioni.
Il Quartiere Generale Italiano dell' Eser-
cito della Salvezza è a Milano, ViaLeopardi 19.
Ne è capo territoriale, per interim, il briga-
diere Jeanmond, in sostituzione dei tenenti
colonnelli A. e B. Peyron Roussell. Ecco gli
indirizzi delle Sale italiane:
Milano, piazza Durini. — Torino, via Maz-
zini 8. — Genova, via Laura Pinelli 12. —
Firenze, via Palazzuolo 67. — Bologna, via
Nosadella 19-A. — Venezia, Rio Terrà 3120,
S. Margherita. — Livorno, via Ponte ^aovo 4.
— Spezia, corso Cavour 24. — Torre Pellice,
sala centrale. — Luserna San Giovanni, Aux
Blancs. — Fassiotti. — Ariano di Puglia, via
Annunciata 53. — San Germano, Carema, via
Basiha 30. — New York, 14 Roosevelt Street.
Unione delle Scuole domenicali, una delle
più estese organizzazioni protestanti. Nel no-
vemb. 1891 sotto gli auspici delle Unioni delle
Scuole Domenicali per i bambini di Londra e
di New York fu nominato un Comitato per
l'Italia, comitato che oggi è composto di due
ministri per ciascuna denominazione evange-
lica che lavora in Italia, e di cui è segretario
generale il cav. Filippini. Il Comitato pubbli-
ca La Scuola Domenicale, trimestrale, a Roma
e le Vignette illustrative (tiratura settimanale
6000 copie). Ecco le statistiche:
Scuole in Italia 261 — all'estero (Ital.) 25. —
Insegnanti 823. — Scolari nei registri 12,160. —
Scolari, media della frequenza 10,950.
Opera di colportaggio, che si occupa della
diffusione della Sacra Bibbia; è tenuta dalla
Società Biblica Britannica e forestiera e dalla
Società biblica di Scozia.
Società Biblica Bkitannica e fokestie-
EA. — Agenzia d'Italia: rev. R. O. Walker,
via Due Macelli 63, Roma; Deposito Generale
per r Italia: sig. John Thomas, via Due Ma-
celli 63, Roma. Colportori della Società: Adria,
Cesare Barbetta, San Pietro Basso 2059. —
Aquila, Quintino Scarti, via Tre Marie, 14. —
Avellino, Ippolito Rosi, via Mancini 33. —
Bari, Niccolò Copertine, via Monte Santa Ma-
ria 3, Gravina. — Bologna, Umberto Melotti,
via Santa Croce 13. — Campobasso, Dome-
nico Gaeta, via Sant'Antonio 115. — Chieti,
D. Salerno, villino del Grosso, San Francesco
di Paola. — Como, Tim. Zucchi, Argegno sul
Lago. — Firenze, Leandro Vecchi, via Gel-
somino 8. — Foggia, Salvatore Cornei, via
dell'Uva e Biagio Cornei, corso Garibaldi 149.
— Foligno, Luigi Baldone, via Maurizio Qua-
drio 14. — Forlì, Remo Jardella, via Mura di
San Pietro 10 a destra. — Grotte, Giuseppe
Licata, via Roberto d'Azeglio, 2. — Iglesias,
Luigi Pisano, via Pisani 21. — Ivrea, Gio-
vanni Monteverdi, via CastPllazzo 7. — Mes-
sina, Giuseppe Greco, via San Francesco 14. —
Milano, Enrico Dahò, viale dei Mille. — Na-
poli, Salvatore Russo, via Fabio Galeata 3. —
Nardo (Lecce), Luigi Sperticati, p. rest. —
Novara, Giovanni Mariani, borgo San Michele,
via Vercelli 93. — Padova, Pietro Sist, via
Cappelli 5. — Palermo, Angelo Deodato, corso
Pisani 146. — Roma, Francesco Zito, via Prin-
cipe Amedeo 135, int. 14. — Santa Maria Ca-
pua Vetere, Eg. De Turris, corso Adriano 38.
— Torino, Giov. Operti, via Duchessa Jo-
landa 12. — Vicenza, Antonio Dalla Fontana,
via Santa Stefano 866. — Rivenditori dtlla
Società: Gioia del Colle, Raffaello Aglione,
via Principe Amedeo 38. — Parma, Giuseppe
Callegeri, strada Massimo D'Azeglio 230. -^
Sanremo, Felice Perni, via Berigo 15. — Sct
stri Ponente, Cost. Parodi, via Cat. Rossi C,
int. 6. — Verona, Domenico Contarini, vii^
Porto Palio 68. Il catalogo italiano della Sor
cictà può aversi dal deposito o da qualsiasi
colportore.
SociKTÀ Biblica di Scozia. — Agente in
Italia: Rev. Dr, I. Gordou Qr»ay, 7 via Venti
266
b\
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A tv
L
8 ^
41
n-i. ^ . :^ - --^^- — ^ ---.
Al; , li VI» Cavour. — Kiuiieru
(r rolamo Corinna. — Sanremo,
*^ 'se. — Sa'isari, Michele Qaran,
ti. — Soudrio, Nicola Cola.
0 Cristiana della Gioventù. —
t^> ' ' \ j.oxontii \n 1-
li.i -..A IN'.:.; sol;
II" - - calo li pini: -o
Nazionale, l'rcajJente del ConiitaU) Na/-io-
nale è 11 dr. P. K. Prochet. Pubblica: Gio-
p^M.'ù' Tii.>iis 1.», di Roma. S«iioni: Aagrogna,
Ca Aluron. Serre. San Lorenzo, —
B . — Massello. — Novara, via
Carolina i. — Pinerolo, eh. Vald. — Poma-
retto. — Pradeltorno. — San Germano Chi-
sone. — Luserna San Giovanni. — San Se-
condo. — San Secondo Prarostino. — Torino,
Tla Pio V, 15, — Torre Pellico, ai Chabrios,
ai Coppieri, Inverso Rolando, Tagliaretto,
Villa via Arnaud. — Villar Pellico, Maussa,
Inverso. Teynan. — Viilasecca. — Milano,
San Giovanni in Conca 9. — Padova, via
Mentana 22- A. — Venezia, palazzo Cavagnis,
Santa Maria Formosa. — Firenze, via della
Spada 1. — Genova, via B. Bosco 85-2. — Rio
Harìua, via Sc^ppini 10. — Spezia, via da
Passano B. — Carunchio (Chietij. — Napoli,
piazzetta Tagliavi^. — Roma, via della Con-
sulta 67 (palazzo proprio) segr. generale C.
M. Ferreri. — Catania, via Naumachia 22. —
Grotte (<5irgentii. — Palermo, piazza Igna*
rio Florio — Vittoria, via Garibaldi 38.
Unione cristiana delle giovani. — Iniziata
nel 1892 nelle Valli valdesi e nelle città set-
tentrionali; nel 1898 ebbe luogo la prima
conferenza nazionale. Presidentessa del Co-
mitato nazionale è la signora Schalck, a To-
rino. Pubblica: L'Alba, diretta dalla sig.na
Meynier, l'Almanae/^o Unionista, il Motto, ec.
Setiomi: Angrogna. — Bobbio. — Laserna San
Giovanni. — Massello. — Pomaretto. — Prali.
— PramoUo. — Prarostino. — Rorà. — San
Germano Chisone. — Torre Pellice. — Villa
Pellice. — ViUaseoca. — Aosta. — Bergamo,
Pradello 2. — Bologna, piazza Calderini. —
Bordighera, st. £van<?. — Forano Sabina. —
Firenze, via Lorenzo il Magnifico 39. — Ge-
nova, via Bosco 35. — Livorno, 8 piazza Ma-
genta. — Milano, via Monte Napoleone -31. —
Napoli, palazzo Cariati. — Orbetello, palazzo
Sances. — Pinerolo. — Pisa, 8 via Ri8or{,'i-
mento. — Lucca, 18 via Galli Tassi. — Roma,
64 via Nazionale. — Rio Marina. - San Remo,
via Roma. — Sampierdarena. — Spezia, 28 via
Maria Adelaide. - Torino, ^1a Pio V, 15.
!ic nuli ajjjjani'iH.'UU a!
liei per tutto, eccezionali
j r i Tino, 82 Corso V. K.
Milano, via Munto Napoleone 31. — Romi
casa internazionale, 54 via Nazionale. — Cha
let Unioni-ita, Serre d'Agrogna, Torre Pellic
— Colonia Alpina (Montagne bergamascli'
(li Bergamo. Colonia Marina, Napoli, nei dm
torni ili Napoli.
Federazione degli studenti per la cultura
religiosa. — Presidente il prof. dott. (Jiovanni
Luzzi, via del Serragli 51 Firenze. Sezioni :
Firenze, 51 via dei Serragli. — Messina, fil
via Varese. — Napoli, 305 via Duomo. — Pi-
nerolo, Ch. Vald. — Roma, 67 via della Con-
sulta. — Torre Pellice, Liceo Valdese. —
Pradeltorno. — Campobasso, 33 via Pietrunto.
— Catania, CO via Monserrato. — Genova, 21
via Cesare Gabella. — Padova, 3 via Casselli.
— Palermo, 24 corso Tuckery. — Pavia, col-
le;,'io Ghislicri — Pisa, 8 via del Risorgimento.
— Torino, 2 via Arcivescovado. — Trieste,
59 via Acquedotto. — Udine, 45 via Mercato
Vecchio. — Venezia, 198 Ponte San Gre-
gorio.
Società di attività Cristiana. — Firenze, r>A
Borgognissanti. — Genova, 21 via Cesare Ca-
bella. — Potenza, Ch. M. W. — Roma, 35
piazza in Lucina; 63 via della Scrofa; 43 via
Panico. — Torino, 51 corso Siccardi. — Vi-
cobelliguano, Ch. M. W.
Altre opere. — Numerosissime sono le
opere. le associazioni, gli istituti evangelici
sparsi in tutta Italia; fra gli altri rammente-
remo i seguenti.
Lega Antialcoolica Italiana, con sede in
Firenze, via Manzoni 13. Pubblica // Bene
Sociale, mensile.
Asilo- Rifugio Louise André, fondato e di-
retto dalla sig." André, morta quest'anno
all'ospedale di Firenze, ancor giovane. La
signorina andava per le strade di Firenze a
cercare i delinquenti, i fanciulli abbandonati,
li portava via, li convinceva, ne faceva lavo-
ratori onesti. Questa casa di redenzione, che
per i miracoli compiuti meraviglia tutti, è in
via Brunetto Latini: si pensa, ora, ad affi-
darla all'opera dell'Esercito della Salvezza.
Asilo professionale Evangelico di Firenze
(via Aretina 8), fondato dal Dott. G. Comandi
e ora diretto dalla signora C. Comandi. Alunni
circa 100. Classi elementari e tecniche; scuola
di canto. Principali officine annesse all'Asilo:
ebanisteria, intaglio e meccanica. .Scuola Agri-
cola al Trebbiolo. In estate bagni marini all'Ar-
denza per 150 fanciulli scrofolosi.
Scuole evangeliche S. H. Carruth^rs auto-
rizzate, fondate dalla defunta mi.ss Carru-
f £iqttorc Sellini ^^
V VINI - LIQUORI • VERMOUTH • CHAMPAGNE
SPECIALITÀ DELLA CASA
^.sco Monaco e ^igli
di CATANIA
— 266
thers circa l'anno 1SG2. Istituto Femminile
in Pisa, via San Giovannino 11 con 6 classi
elementari, 8 insegnanti. Scuole a Carraia e
a Cisanelio con 3 classi elementari ciascana
e 4 insegnanti.
Altre opere: Ospedale protestante di Ge-
nova ; Ospedale Internazionale e Ospedale
Tedesco di Napoli; Ospedale Protestante di
Roma; Asilo Evangelico di Milano che acco-
glie nella sua bellissima villa ammalati di ogni
nazionalità e di ogni religione, senza alcuna
imposizione confessionale (via Monte Rosa 12);
laboratorio Femminile di Torino; Ospedale
Betania, Marienheim e Istituto Evangelico
Femminile di Firenze. La chiesa Valdese sta
fondando vari Asili, una Scuola maestri evan-
gelisti e un Asilo per i vecchi poveri evan-
gelisti di Sicilia.
Altbi giornali : Il Cristiano, mensile di
Firenze, diretto dalsig. Anderson; // Dispen-
satore, bimestrale di Milano, diretto dal sig.
Carruthers. Inoltre, sono da notarsi i seguenti
periodici italiani che si pubblicano all'estero:
Ape Etangelica, Pittsburg ; Dio e popolo, Chi-
cago ; Fiaccola, Zurigo; Ideal American, "New
York; Messaggero, Mount Vernon N. J. ; La Pa-
role, Scranton; Risveglio, Buenos Ayres; Rivi-
sta Evangelica, New York; Verità, Philadelphia.
Chiese italiane alP estero.
Missioni battiste. - Chiese. Albany (N. Y.)
Hudson Ave — Banksville (N. Y.) — Barre
(V. A.) — Boston, 332 Hannover Street — Bri-
stol (Conn.) — Brooklyn (N. Y.) 90 Union Ave.
— Buffalo, Edison Street. — Camden (N. Y.)
Line Street. — Fordham (N. Y.) 936 Crescent
Ave. — Gioversville (N. Y.) — Hartford, Main
St. — Haverhill (Mass) 214, Washington Street.
— Lawrence (Mass). — Monfon (Mass). — Mo-
unt Vernon (N. Y.) — Newark, 25 M. A. Pro-
spect Ave. — New Haven, 303 George Street,
— New York city, angolo di Oliver; Mutt
Street; Nella Second Aven., tra la IO.™» e la
ll.'raa strada. — New London, 464 Banco Str.
— Grange (N. Y.) — Paissao (N. Y.) 19 Me
Lean St. commissioni in Gartield, Lodi, Cli-
pton 0 Paterson presso le Ch. Batt. Ameri-
cane. — Pittsburg, 19 Manetta St. e Dean
Street. — Saratoga (N. Y.) — Schenectady
(N. Y.) - Silver Lake (N. Y.) — Soutle Nor-
walk, Ely Ave. — Springfield (Mass.) 105
Williani St. — Stamford (Coun.) Angolo Ri-
chmond Hill. — Torrington. — Troy (N. Y.)
Fifth Aven. - Wakefleld (Mass.) — Waterburg
(Conn.) Grand St. - Westchelmsford (Mass.)
— Wiliamsbridge, Whithe Plains Road.
IVIissionl di altre chiese (questa lista non
è completa). — Alientown, Maplestr. 1337. —
Altoona (Pa). — Auburn (N. Y.) — Baltimore
(Md) — Berlin (Conn.) Box T15. — Berna,
10 Graffenriedsweg. — Berwick (Pa). — Bondo,
Grigioni. — Borgonovo, id. - Boston (Mass.)
287 Hannover St. — Bridgeport (Conn.) 391
Av. Castitas. — Bristol fPa). — Brooklyn (N.
Y.) 91 Pine St. con chiese a Vistale, Bath
lunction e Woodhaven. — Brushton (Pa). —
Brusio (Grigioni). — Buenos Ayres, 718 Cor-
rients. — Buffalo (N. Y.) 135 West Eagle St.
— Camden (N. Y.) — Chicago 71 W. Ohio St.
e 1653 Gorfleld Boulevard. — Cleveland, 1904
Woodland Aven. e 300 Murry Hill Aven. —
Colonia Alejandra (R. Ar.) — Colonia Belgrano
(R. Ar.) — Colonia Valdense (Uruguay). —
Dedham (Mass.) — Devon (Pa). — Detroit
(Mich.) 629 Congress. str. — Forqueta di San
Sebastiano de Cahy (Porto Alegre, Brasile).
— Fall River (Mass.) 386 Cherry st. — Garret
(Pa) 121 Box Ginevra, 6 Cours de Rive, 7
Chemin de Malagnan, Ronte de Troinex. —
Hartford (Conn.) — Harleton (Pa) 564 Carson
st. — i'.illsville (Pa). — Johnstown (Pa) loc.
vis. Scotdale, Counelsville. — Kensington, Box
16. — Lambertville (N. Y.) — Long Island,
630 Hamilt st. — Losanna, Chapelle du Va-
lentino. — Marsiglia, 2 Rue Melchion. —
Montclair (N, Y.) — Montreal (Canada) 350
City Hall Avenue. — Neuchàtel, 23 Avenue
de la Gare. — Newark (N. J.) 391 Hunterda
st. 511 Market st. — New Britain (Conn). —
Newcastle (Pa) 101 Westrannok st. — New
Haven (Conn) 285 Hamilta Street; 14 North
Lafayette. — New York, 395 Broome st.;
4098 - E - 114 Street; 29 Lafayette Place; 63
Park st. — New Orleans, 792 South Liberty;
1310 Magazine st. ; 1428 Bryt^nia st. 2018
Melpomene st. — Ombres de Lavalle (Uru-
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43 Mayslower St. — Pittston (Pa). — Plu-
mouth (Mass). — Poschiavo (Grigioni). —
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ster (N. J.) 249 Penn st. - Roseto (Pa) via Ga-
ribaldi. — San Francisco (California). — San
Paulo (Brasile) 131 Rua das Immigrantes, 91
Rua da Speranza, 42 Rua Alegria. — Santa
Rita do Passa Quattro (San Paolo, Brasile). —
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Lackwauna Av.: loc. vis. Carbondale, Wilke-
sbarre, Pittston, Mayfield. — Soglio (Grigioni).
— Springfield (Mass.) — Sterbenville. — Tam-
pa (Fla.) — Toronto (Canada) 63 Elm str.
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Vico Soprano (Grigioni). — Vineland (N. Y.)
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\-»\ St. Johns Church. — Bagni di Lucca.
' (Sovarai. — lUIlugio. — Bologna Ho-
1. — Bordu'lura, Ali Saints Church.
•iiabbia (Coinoi, church of the Ascen-
sioM. — Capri, via Tragara. — Castellamare
8., Hotel Rovai. — Courmayeur, G. Hotel Ro-
yal. — Firenze, via Lamarmora; 18 via Mag-
gio ; piazza del Carmine (am»<riVoHa); e via
degli Angeli, a Fiesole. — Genova, piazza
Marsala. — La Cava, Uótel Victoria. — Le-
vanto. — Livorno, 9 via degli ElisL — Mar-
sala, Baptist Church. — Menaggio (Como)
Grand Hotel Victoria. — Messina, 11 via del
Gran Priorato. — Milano, 15 via Solferino.
— Napoli, via San Pasquale, Chiaia. — Nervi
(Genova) Hotel Eden. — Ospedaletti (San
Remo) Hotel Suisse. — Pallanza (Novara)
Grand Hót<>l. - Palermo, via Stobile. - Pegli
(Genova) Hotel Mediterranée. — Perugia, Ho-
tel Bonfani. — Pisa. — Rapallo (Genova). —
Roma, via Babuino (ri tu al ist church), 18 piazza
del Popolo; via Nazionale chiesa di San Paolo
(americana) e Piazza San Silvestro. — Salso-
maggiore. Grand Hotel des Termes. — San-
remo, villa San Giorgio e Pensione Bella Vista.
— Savona, Seamen's Istitute. — Siena, Oh. Val-
dese. — Sorrento, Hotel Tramontano. — Spe-
lla, Hotel Croce di Malta. — Stresa (Novara),
Hotel des lles Borromees. — Taormina. —
Torino, 15 via Pio V. Ch. Valdese. — Varese,
Gran Hotel. — Venezia. Campo San Tio. —
Viareggio, 144 SantWndrea. — Villa d'Este
■ adova). •
Chiese luterane (tedesche). — Firenze, Lnn-
g Arno Toniglanl. — Genova. 11 via Contardo.
— Livorno. 10« Corso Amedeo. — Messina,
29» Corso Cavour. — Milano, via Principe
Vecchi cattolici.
Rimane ora a di i . 'o-
chl cattolici, di cui \ la
in Italia. Essi non .- ifi
ma, certo, sono più spluti nulle loiu idee del
vecchi cattolici di Svizzera e di Germania.
Come si sa, i vecchi cattolici si limitano a ri-
gettare l'autorità e l'infallibilità del papa e
poche altre cose; furono organizzati dal ca-
nonico Dòllinger e sono numerosissimi.
A Ginevra fece attiva propaganda il pa-
dre Giacinto Loyson, ex carmelitano. I vecchi
cattolici aumentano dappertutto membri, ade-
renti e chiese.
In Italia dopo il 1850 venne un movimento
di riforma cattolica indipendente da Roma;
ne era l'anima la società dell' L'manripalore
enttolico, ispirato dal cardinale D'Andrea. Il
movimento era aiutato, per Interesse, dal go-
verno che concedette le quattro più belle
chiese di Napoli dove i preti nazionali, sco-
municati dal Vaticano, esercitavano gli uffici
divini, seguiti da molto popolo. Tra gli ade-
renti vi era l'illustre Pasquale Stanislao Man-
cini. Mail Vaticano ordinò al card. D'Andrea
di tornare a Napoli e riconoscere così 11 nuovo
regime; e allora il governo ritolse le chiese,
soppresse ogni sussidio, ruppe l'impegno col
card. D'Andrea di eleggerlo papa nazionale
quando Roma fosse liberata, e Pio IX fuggi-
to!! Nondimeno la chiesa dei vecchi cattolici
sopravvisse e contò molte migliaia di mem-
bri. Il principale promotore di questo movi-
mento protestante fu il conte Enrico di Cam-
pello, canonico di S. Pietro in Vaticano, che
abiurò il cattolicisrao: nel 1901 egli morì in
un ospedale, riconciliato, dicesi, con la Chiesa
romana. Alcuni anni prima il pastore di San
Remo con tutta la sua chiesa vecchia-catto-
lica era passato alla Chiesa Valdese. Non bi-
sogna confondere i vecchi cattolici con i co-
sidetti moderniè'i; questi, ancora, rispettano
l'autorità di Roma da cui non si vogliono
dividere e da cui forse non avranno coraggio
di dividersi mai. Fuuio Liinzi.
MOH AVEVA ILVERO FAMALE\
cut PORM ÌMPRE55/1 QUESTA MARCA LtC^LMtnT?
OEPOSITflMtLrt PflROW "AOUILAS,,
FflBBRIOI f."- 5flriTIINI- FERR/IR^ 't
268
CULTO ISRAELITICO
Ecco la consueta statistica degli israeliti italiani, secondo I più recenti risultati:
COMUNITÀ
ISRAELITICHE
Acqui
Alessandria . . .
Ancona
Ascoli Piceno . .
Asti
Biella
Bologna
Bozzolo .....
Brescia
Bussato
Carmagnola . . .
Carpi
Casale Monferrato
Cento
Cherasco
Chieri
Conegliano. . . .
Correggio ....
Cortemaggiore . .
Cuneo
Ferrara
Finale (Modena) .
Fiorenzuola di
Arda
Firenze
Fossano
Genova
Guastalla ....
Imola
Ivrea
Livorno
Lucca
Lugo
Mantova
Massa e Carrara .
Milano
Modena
Moncalvo ....
Mondovì
Monticelli d'Ong.
Napoli
Nizza Monferrato.
A riportare. . .
20945
RABBINI NEL 1906
R. A. Ancona.
R. Emanuel Foa.
R.M.LR. Tedeschi.
R. Marco Foa.
R. Alberto Orvieto.
R. Aldo Lattes.
V. R. M. Levi.
R. M. A. Hasdà.
R. M. G. Jarè.
- [lies.
R.M. cav. S. Margu-
R. cav. G.R.Mouta-
gnana.
R. M. G. Sonino.
R.M.Sam. Colombo.
R. M. I. Levi.
R.M. cav. A.DaFano
R. M. G. Cammeo.
— [sco.
R.M. L. Laide Tede-
COMUNITA
ISRAELITICHE
Ripoì-to
Novara .
Novell ara
Ostiano .
Padova .
Palermo .
Parma. .
Perugia .
Pesaro. .
Piacenza.
Pietrasanta
Pisa. . .
Pitigliano
Prato . .
Ravenna.
Reggio (En
Revere .
Roma . .
Rovigo. .
Sabbioneta
Saluzzo .
San Remo
Scandiano
Senigallia
Sermide .
Siena . .
Soragna .
Spezia. .
Terni . .
Torino. .
Treviso .
Trino (Nov
Udine . .
Urbino .
Venezia .
Vercelli .
Verona .
Viadana .
Viareggio
Vicenza .
Vittorio .
Voghera .
Xamero
degli
Israel.
20945
22
30
12
860
54
400
60
103
20
20
570
250
50
13
230
25
8600
170
20
130
94
20
130
20
175
70
60
20
5400
50
40
80
92
3000
369
600
30
25
50
45
Totale dei Comuiii )1. 82 42974 Rabbini N. 31
RABBINI NEL 190G
R.M.Alessand.Zam-
matto.
R. D. Camerini.
R. A. V. Benedetti.
V. R. S. Pergola.
(Sede vacante).
R. M. cav. V. Casti-
glioni.
R. Amleto Servi.
R. Marco Levi.
R. G. Musatti.
(Sede vacante).
R. M. cav. G. Bolaf-
- [fio.
R.M.M.'Coen Porto
R.M. cav. I. G. Cin-
R. G. Calò. [goli.
La Salute e la Forza
— alla portata di tutti
-^ Vedi articolo nel corpo del volume. ^^
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N. N.
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Angelo Bupanza
Luipl Milena
B.
Francesco Prandi
Vittorio Zftiion
li-
Enrico Galeri
Nazareno Cosentini
B.
Faustino Aphel
N. N.
B.
Ernesto Dallari
N. N.
B:
Carlo Cataldl
Gerolamo Orefici
Cagliari. . .
Onorato Gernionio
N. N.
Caltanis&etU
Cesare Saibante
Berengario Gactanl
Campobasso
Casimiro Rovasonda
Eugenio Spetrino
CaserU
(im^eppe Grignolo
Ernesto Ruta
Catania
r^are Poggi
I ' lato S.ins<>ne
Santi Consoli
Catanzaro
Giovanni Jannoni
OiieU
■ ppe Paliimbo-Cardella
Gaetano Moscone
Como.
ilo S.nlvarezza
Lazzaro Pagani
c<— -
-1 Marcialis
N. N.
C:
Carnevali
Dario Ferrari
Ci.
ieo Naselli Rocca
Attilio Pirinoll
Fer:,.: .
iizo Fabris
Ettore Magrti
Fir.-i;/.
lo Annaratone
Francesco Sans;iorgl
Fo^'s-'ia
re BtTtafrnoni
Emilio Perrone
Forlì .
IO De Nava
Giuseppe Bellini
Genova
ilio Eugenio Garroni
Gerolamo Da Passano
Glrgent
' .::o Re ucci
Filippo Meudolia
Grosset' . .
Federico Spairani
N.N.
Lecce . .
Giuseppe Sorcc
Carlo Fumarola
ldToni<
Carlo Panizzardi
Giuseppe Malencbini
Lncca
Carlo Brizio
Lelio Chicca
Macera
Ildebrando Merlo
Milziade Cola
Mantov
Carmine Adami-Rossi
N.N.
Massa
Pio Vittorio Ferrari
Alfredo Brugnoli
Messiti ;ì
Adriano Trlnchieri
Enrico Martinez
Milano
Giovanni Alfazio
Ettore Ponti
Modena
Riccardo J'rola
Luigi Albinelli
Napoli
Emilio Caracciolo Di Samo
Ferdinando Del Carretto
Novara
Claudio Musi
Carlo Busser
Padova
Maurizio Ceocato
Giacomo Levi-CIvita
Palemi
Francesco De 8eU
Giuseppe Lucio Tasca-Lanza
Panna
Raffaele Doneddn Ardol io
Luigi Lusignani
Pavia.
Carlo Ferrari
Giovanni Vidari
Perugia
Carlo Re
Luciano Valentin!
Pesaro Francesco Maggiotti
L. Becchi
Piacenza Gabriele Chiericati
Francesco Pallastrelli
Pisa . . .
Pietro Cloja
Giuseppe Gamblni
Porto Mauri/
Giovanni De Rossi
Filippo Alrenti
Potenza . .
Vincenzo Quaranta
Nicola Vaccaro
Bavenna .
Adolfo Ferrari
Ferdinando Gallira
Reggio Calabi
Raffaele Orso
Demetrio Tripepi
Rrg^o Emilia . .
; (^ktano Gargiulo
Camillo Rossi
CONFETTI VENCHI
TORINO
270 -
PROVINCIA
NOME E COGNOME
DEL PREFETTO
NOME E COGNOME
DEL SINDACO DEL CAPOLUOGO
Vincenzo Colmayer
Gaspare Focaccetti
Giovanni Parisini
Marcello Lavezzeri
Pietro Gandin
Augusto Borselli
Emilio Venturi
Luigi Molinari
Giovanni Gasperini
Odoardo Anceschi
Giulio Focia di Cessato
Alessandro Brunialti
Iacopo Vittorelli
Edoardo Verdinois
Giovanni Facciolati
N. N.
Salerno • .
Lorenzo Cavaliere
Pietro Satta Branca
Siena
Mario BiaTichi Bandinelll
Siracusa
Sondrio
Teramo
Giuseppe Toscano
Giuseppe Botterini de Pelosi
Bernardo CeruUi
Trapani
Eugenio Scio
Udine
Domenico Peeile
Filippo Griraani
Luigi Bellini Camesali
Giuseppe Eoi
Verona
{Stampato il 21 settembre 1907).
CAMERE DI COMMERCIO
CAMERE DI COMMERCIO ED ARTI NEL REGNO
CAMERA
DI COMMERCIO
PRESIDENTE
CAMERA
DI COMMERCIO
PRESIDENTE
Alessandria . . .
Carlo Michel
Foggia
Raffaele Nannarone
Ancona* . . . .
Raffaele Jona
Foligno
Pietro Clarici
Aquila
Giulio Visconti
Forlì
Leonida Bonavita
Arezzo
Francesco Nenci
Genova* . . . .
Carlo Dané [tano
Ascoli Piceno . .
Erasmo Mari
Girgenti . . . .
Ignazio Caramazza Gangi-
Avellino . . . .
Carlo Amabile
Lecce
Eugenio Calillei
Bari
Antonio De Tullio
Lecco
Giorgio Enrico Falck
Belluno
Vittorio Vedana
Livorno
Francesco Ardisson
Benevento . . .
Michele Capo re
Lodi ......
Giov. Battista Rossi
Bergamo ....
Alessandro Tacchi
Lucca*
Giovanni Silvestrini
Bologna . . . .
Giuseppe Gaietti
Macerata . . . .
Vittorio Bianchini
Brescia
Dominatore Mainetti
Mantova . . . .
Gioacchino Giannantonj
Cagliari
Francesco Nobilioni
Messina
Giorgio Peirce
Caltanissetta . .
Campobasso . .
Guglielmo Lanzirotti
Tommaso Allocati
Milano* . . . .
Modena
Angelo Salmoiraghi
Fermo Corni
Carrara
Caserta
Filippo Binelli
Frane. Saverio Correrà
Napoli
Novara
Nicola Giannini
Giuseppe Bottacchi
Catania
Concetto Fichera
Padova
Amedeo Corinaldi
Catanzaro . . .
N. N.
Palermo ....
Giovanni La Farina
Chiavenna . . .
Carlo De Giacomi
Parma
Aristo Isola
Chieti
Biase Mezzanotte
Pavia
Angelo Lanzoni
Civitavecchia . .
Tommaso Alibrandi
Pesaro
Romolo Cecchi
Como
Enea Brambilla
Piacenza ....
Rinaldo Lusardi
Cosenza . . . .
Antonio Castriota
Pisa
Vittorio Supino
Cremona . . . .
Pietro Rizzi
Porto Maurizio .
N. N.
Cuneo
Marco Cassili
Potenza
Francesco Martorano
Fermo
Luigi Ruggieri
Ravenna . . . .
Roberto Gulmanelli
Ferrara
Cesare Pirani
Reggio Calabria.
Giuseppe Mazzitelli
Firenze* . . . .
Giorgio Niccolini
Reggio Emilia. .
Achille Caselli
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condizionatura della seta.
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UCL tuia UuilC VCilU VaiibUOC dei Dott. Stefano Bolognese (Casella po-
stale 502, NAPOIjI) bonifica e ricostituisce le pareti venoso malate e tutto l'appa-
recchio circolatorio. — Sofferenti e predisposti ! Esso ruppresi'nta la vostra salvezza!
— Opuscolo illustrativo a richiesta. — Vademecum dei sofferenti e predisposti
(Cause, cura, igiene). Voi. 100 pag. ili. ¥i. 1.
-271 -
CAMKXA
.1 coJOiKrn.^
rnxsiossTa
COIKRA
DI COMMKRCIO
RlminJ . . ... .
Riocnrdo R(>veRiiiini
Torino
Teofllo Rossi
Ro-.
V > . Tittoni
Trapani
Fr.iiii-esco Iix.t^i.v.. o
R..
Hombardl-LaveMo
Treviso
Alberto Coletti
8«;
,0 Pellegrino
Udine •
Elio Morpurgo
8«.ssjin
N. N.
Varese
Enea Torelli
8»Ton»
GloTunnl MlsUardl
Venezia
Giulio Coen
8len»
Enrico Righi
Verona
Giacomo Apostoli
Siracusa . . . .
Francesco Mortellaro
Vicenza
Giuseppe Marchetti
8pe«j»
Italo Zannoiii
CAMERE DI COMMERCIO ESTERE IN ITALIA
FRANCESI
^!ILA^•o, — Francesco Gondrand, Pre9id«nte.
l.oMA. — Luigi Marte], Presidente,
INGLESE
soxK. — Eran Mackenzie, Presidente.
MiLAKO (Sezione dlj. — W. P. Cbnrchward,
Pi-eeidente
Turchia. — Costantinopoli (Galata, San Pie-
tro Han, 16), Isacco Fernandez, Presidente.
Turchia. — Smirne (presso II R. Consolato
d'Italia), Barone Enrico Allotti, Presidente.
Romania. — Bccarest (Strada Pannilor, Scuo-
la Italiana), J. Rosaz/a, Presidente.
Uruguay. — Montevideo ^Calle Juncal, 235),
Al'^ssandro Talice. Presidente.
Messico. — Messico (2» Ca'.le de Dolores, 18),
Ugo Bassetti, Presidente.
Cina. — Shanghai, Achille Riva, Presidente.
CAMERE DI COMMERCIO ITALIANE
ALL' ESTERO
(tuaeidiate daX S. Governo).
Egitto. — Alessandria (Via della Chiesa Deb-
banp. 81, Alramico Tilche, Presidente.
Francia. — Parigi iRueMatignon, 28), Cesare
Tre/ra di Muso 11 a. Presidente.
Francia. — ìIarsk-lia (Rne de la Républi-
qae. 7i. Guido Allatini, Presidente.
Gran Bretagna. — Londra (Leadenhall Cham-
bers. 4, Saint Mary Axe, E. C), Paolo Po-
len^'hi. Presidente.
Argentina. — Bcekos Aires (Calle Corrientes,
424), Alessandro Ferro, Presidente.
Argentina. — Rosario di Santa Fé (Calle San
Juan. 9'20). Stefano Morchlo, Presidente.
Stati Uniti d'America. - New York (35, Broad-
way). Antonio Zucca, Presidente.
Stati Uniti d'America. - San Francisco di Ca-
Lirr>RxiA (Montgomery Street, 712), G. Ca-
legarls. Presidente.
Brasile. — San Paolo (Rua do Commercio, 25),
Giovanni Briccola, Presidente.
Tunisia. — TtrNisi (Rue de la Commission),
Giuseppe Attla, Presidente.
ADDETTI E DELEGATI COMMERCIALI ITALIANI
ALL'ESTERO
Francia. — Parigi, Conte Candido Sabini,
Dele-ato Commerciale, Regia Ambasciata
d'Italia.
Turchia. — Costantinopoli, Carmelo Mella,
Addetto commerciale, Posta austriaca, uf-
cio di Pera.
Cina. — TiEN-TsiN, Cavalier Giovanni Vigna
Del Ferro, Delegato commerciale. Regio
Consolato Generale d'Italia.
Messico. — Messico, N. N.
Stati Uniti (Nord America). — Washinoton
D. C, Antonio Ravaioli, Delegato commer-
ciale. Regia Ambasciata d'Italia.
AGENZIE COMMERCIALI ITALIANE
ALL'ESTERO
(tussididte dal R. Governo).
Turchia Europea. - Albania. - Janina.
CACAO VENCHI
TORINO
CIRCOSCRIZIONI MILITARI
Comandanti dei Corpi d'Armata e delle Divisioni del Regno.
CORPI D'ARMATA
NUMERO E SEDE
I. Torino . . .
II. Alessandria
III. Milano . . .
IV. Genova. . .
V. Verona. . .
VI. Bologna . .
VH. Ancona. . .
Vili. Firenze. . .
IX. Roma. . . .
X. Napoli . . .
XI. Bari
XII. Palermo . .
GENERALE COMANDANTE
DIVISIONI
SEDE
Lodovico Barbieri.
Giovanni Goiran. .
\ Torino .
■> Novara,
i Alessandria .
(i Cuneo, .
I
Luigi Majnoni d'Intignano. . .
Ettore Pedotti
Gaetano Gobbo
Coriolano Ponza di San Martino
Asinari di Bernezzo
M.ario Lamberti
Luigi Fecia di Cessato
S. A, R. il Duca d'Aosta.
Francesco Rogier
Francesco Mazza , . . . ,
i Milano . ,
/Brescia. .
i Piacenza ,
^Genova. .
i Verona. .
^Padova . ,
ì Bologna .
/Ravenna .
ì Ancona , ,
JChieti. . .
(Firenze, ,
/Livorno, .
(Roma . , ,
/Perugia ,
I Cagliari .
Napoli . .
/Salerno .
ÌBari. . , ,
j Catanzaro
i Palermo ,
^Messina, .
GENERALE COMANDANTE
Ces (re Poma di S. Martino
Pio Valcamonica
Francese) Vicino Pallavicino
Enrico Radicati Talice di Pas-
serano
Ferdinando Costantini
Francesco Bellini
Enrico Sapelli di Caprigllo
Giovanni Bertoldo
Vittorio Caneva di Scilaso
Alberto Incisa di Camerana
Luigi Vacquer Paderi
Roberto Brusati
Giovanni Gtistinelli
Vincenzo Goggia
Giuseppe Della Noce
Luigi Zuccari
Achille Mazzitelli
Onorato Moni
Alberto Pallio
Luigi Cadorna
Pietro Frugoni
Camillo Tommasi
Florenzio Aliprindi
Carlo Corticeìli
Paolo Sp ingardi
{Stampato il 10 settembre 1907).
STANZE DEI CORPI CON I CAMBIAMENTI DI GUARNIGIONI
DELL'AUTUNNO 1907
BRIGATE DI FANTERIA
denomi-
nazione
Granai." di
Sardegna.
Piemonte
Aosta. .
Coneo, ,
Regina .
Casale ,
Pinerolo
Savona ,
Acqui. ,
SEDI
DEI
comandi
Roma, ,
Verona ,
Firenze.
Chieti. .
Milano .
Livorno
Salerno ,
Padova .
Genova.
Pisa . . ,
REGGIMENTI FANTERIA
1° Gr.
2° r,
\ loFant.
I 3" ,
•(60 ,
i 70 ,
•(80 ,
•(lOo ^
ilio ,
'{rio ,
•(l^o „
il''>° „
•(Ifi" .
SEDE
DEL
REGGIMENTO
Roma
Roma
Verona
Verona
Pistoia
Firenze
Ascoli
Chieti
Milano
Milano
Siena
Livorno
Salerno
Salerno
Padova
Padova
Genova
Savona
Spezia
Pisa
BRIGATE DI FANTERIA
DENOMI-
NAZIONE
SEDI
DEI
COMANDI
REGGIMENTI FANTERIA
Brescia. .
Napoli . . .
Cremona .
Reggio Cai.
Como , . .
Novara, . ,
Bergamo .
Torino , . ,
Pavia . . .
Firenze. . .
Pisa. . . .
Nooera Inf.
Siena . . .
Cuneo. . . .
Livorno. .
Palermo . .
Pistoia . .
Bologna , ,
Ravenna. .
Mantova . .
aOoFant
(20O „
S210 „
(220 ,
(230 ^
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|25o „
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j29o „
(30" „
1310 ^
(320 „
1330 y,
(340 fl
)35o „
(3t)0 „
137» „
(38° r,
SEDE
DEL
KEGGIMENTO
Napoli
Napoli
Monteleon©
Reggio Cai.
Novara
Novara
Torino
Torino
Firenze
Firenze
Potenza
Nocera Inf,
Fossano
Cuneo
Glrgenti
Palermo
Bologna
Modena
Venezia
Mantova
273 -
niUTI n FAITCRU
REMIIEITI FAimii
nUAn 01 FAITERIA
RDGeilEITI FAHTERU
• ini
■ RDB
■ uni
■ BOB
! SOM»-
* DKI
KUMSBO
DSL
DXKOMI-
DKt
NUMKBO
DBL
NAZtOSB
COMANDI
nKOOnfKNTO
«ASIOMB
COMAMOI
BBOOIMRHTO
BeltiM...
Aquila . . .
SD» Fani.
400 ,
Aqnlla
Fojrjfi»
Palermo .
Treviso. . .
67»Fant.
68» ,
Treviso
Belluno
■odtu. . .
GaeU. . . .
41» ,
4-2' ,
Gaeta
Caserta
Ancona . .
Ravenna . .55»: ;;
Cesena
Ravenna
rorU
Parma . . .
43» .
44<» ,
Parma
PngUe. . .
AlessandrIajJJ" "
Alessandria
Alessandria
imit...
Napoli . . .
4:»<' ,
4C» ,
""
Lombardia
Brescia...?]: ;;
Bergamo
Brescia
Femrr. . .
Roma. . . .
47o ,
48» ,
Roma
lapoU. . .
Oenova. . .\]'^„ ^
Genova
Genova
Parai . . .
Piacenza . .
490 ,
(50« ,
Piacenza
Piacenza
Toscana. .
^>^» !?r. :
Brà
Alba
ilpl
Perugia. . .
51» ,
162« ,
Perugia
Spoleto
Berna . . .
Venezia. . .}J»: ^
Udine
Venezia
Umbria. . .
Vercelli. . .
53» ,
64<» ,
VercelU
Ivrea
Torino. . .
Ancona... gj: ;
Ancona
Fano
■irete.. .
Cremona. .
550 ,
[560 ,
Reggio Em.
Cremona
Veneiia . .
CaUnla. . .|»j; ;
Messina
Catania
Abmd. . .
Sassari . . .
67» ,
5«» ,
Sassari
Cagliari
Terona . .
Palermo . .\^^ ;
Trapani
Palermo
Calabria . .
Roma. . . .
69* ,
60» ,
Civitavecch.
Viterbo
FrinU . . .
-- IS: :
Bari
Bari
SidUa . . .
Forlì . . . .
61» ,
62» ,
Forlì
Rimini
Salerno . .
Messina. . .j«j: ^
Messina
Siracusa
CacUazi. ..
Novi Llg. .
63» .
l64» ,
Novi Ligure
Tortona
Basilicata.
Torino... p, ;;
Torino
Torino
Taltamn..
Milano . . .
65» ,
60» ,
1
Como
Milano
Icssina..
Catanzaro .[JJ^ ^
Lecce
Catanzaro
BE6GIIEITI BEBSABLIERI
XrMF.EI K SEDI
I>KLLO
ITATO MAGOIOnK
E DEL DEPOSITO
BATTAGLIONI
E SEDI DEI COMANDI
1» REtiOIMENTO
San Remo
1» Taggia
7» San Remo
9» Ventimiglia
2« Reogihento i
Roma I
2» Roma
4» Roma
17» Roma
3» Reggimento »
Livorno f
18» Livorno
20» Maddalena
25» Livorno
4» Reggimknto
T'-rino
26» Moncenisio
29" Torino
31» Torino
5" Reggivcnto I
Bologna /
14'> Bologna
22» Bolo;,Mia
24» Bologna
NUMERI e SKDI
DfcLLO
STATO maggiore
E DEL DEPOSITO
11» Reggimento
Asti
DATTAOLIONI
E SEDI DEI COMANDI
7» Reggimento
Brescia
8» Brescia
!*•> Brescia
11» Descnzano
8» Reggimento
Palermo
( 3» Palermo
\ 5» Palermo
/ 12» Palermo
9« Reggimento
Napoli
( 28» Napoli
\ 30» Napoli
/ 32» NapoU
10» Reggimento
Verona
( Ifi» Verona
{ 34» Peschiera
/ 35» Verona
15» Asti
27» Casale
33» Asti
6» Reggimento (
Ancona /
6» Ancona
13» Ancona
19" Ancona
12» Reggimento (
Milano /
21» Milano
23» Milano
36» Milano
— 274 —
REGGIMENTI ALPINI
NUMKRI E SEDI
DELLO
DENOMINAZIONE
STATO MAGGIORE
DEI BATTAGLIONI
E DEL DEPOSITO
Battaglione
Pieve di Teco
lo Reggimento
Mondovì
Battaglione Cera
Battaglione Mondovì
/ Battaglione
Borgo San Dalmazzo
2° Rkg cimento
Cuneo
Battaglione Salozzo
Battaglione Dronero
Battaglione Pinerolo
30 Reggimento
Torino
Battaglione Fenestrelle
Battaglione Exilles
Battaglione Snsa
40 Reggimento
Ivrea
Battaglione Ivrea
Battaglione Aosta
Battaglione Morbegno
5» Reggimento
Milano
Battaglione Tirano
Battaglione Edolo
Battaglione Vestono
Battaglione Verona
C" Reogimrnto
Verona
Battaglione Vicenza
Battaglione Bassano
Battaglione Feltro
70 Reggimento
Conegliano
Battaglione
Pieve di Cadore
Battaglione Gemona
CORPO INVALIDI E TCTERANI
NAPOLI
di plotone - Asti.
Distaccamenti
di soli invalidi - Massalu-
brense.
BRIGATE DI CAVALLERIA (al 15 luglio 1907)
reggimrnti
che le compongono
Novara (5")
Caserta (17°)
Milano (7o)
Alessandria (14«)
Roma (20»)
Nizza (1°)
Piemonte Reale (2°)
Monferrato (13°)
Guide (19°)
Montebello (8°)
Piacenza (18»)
Genova (4o)
Vicenza (24»)
Vittorio Emanuele II (10»)
Saluzzo (12»)
Catania (22»)
Savoia (3°)
Lucca (16»)
Umberto I (23»)
Firenze (9»)
Lodi (15»)
Padova (21°)
Aosta (6»)
Foggia (11»)
SEDI
DEI
COMANDI
Torino
Alessandria
MilaMO
Verona
Udine
Bologna
Firenze
Caserta
Napoli
REGGIMENTI CAVALLERIA
REGGIMENTI
Nizza cavalleria (1»)
Piemonte R. cavalleria (2°)
Savoia cavalleria (3»)
Genova cavalleria (4°)
Lancieri di Novara (5»)
Lancieri di Aosta (6»)
Lancieri di Milano (7°)
Lancieri di Montebello (8°)
Lancieri di Firenze (9>)
Lane. Vittorio Emanuele II (10°)
Cavalleggpri di Foggia (11°)
Cavallegger! di Saluzzo (12»)
Cavaiiegg. di Monferrato (13°)
Cavallegg. di Alessandria (14°)
Cavalleggeri di Lodi (15°)
Cavalleggcri di Lucca (16°)
Cavallegg. di Caserta (17°)
Cavallegg. di Piacenza (18°)
Cavalleggeri Guide (19»)
Cavalleggeri di Roma (20°)
Cavalleggeri di Padova (21°)
Cavalleggeri di Catania (22°)
Cavalleggeri Umberto I (23°)
Cavalleggeri di Vicenza (24°)
SEDE DEL REGG.
E DEL DEPOSITO
Milano
Nola
Savigliano
Padova
Vercelli
Fii-enze
Brescia
Vicenza
S. Maria Ca-
pua Vetere
Parma
Napoli
Bologna
Lodi
Saluzzo
Aversa
Lucca
Faenza
Verona
Voghera
Milano
Caserta
Torino
Roma
Udine
EEOeiHEITI AHTIOLIBRU DA CAIPAGIA
m
SKIìK
1»
2»
fc
OELRtGOmtNTO
BATTERIE DISTACCATE
COMPAQNIA
COMPAONI\
K
EDELOCPOSITO
TURNO
TUKNJ
1-
Follano ....
3« Ancona 7» Poniffia |S« Perugia
Foligno
Bracciano
2-
l'è varo
<• Fano
5* Fano
Pesaro
Pesaro
3-
ll.tlo}{i a. . . .
Bolu;;iia
Bologna
i*
rromona . . .
Cremona
Cremona
8*
Vonar.» U . .
Venarla R.
Venaria K
6-
Vigevano . . .
T<»riiio
Vigevano
■ ^ '• r»
0» T ly.^.-".^
s^ T iv'^rnr»
Pisa
Pisa
■na . . . .
Verona
Verona
■ •«
il '■...,
.')• >:\';saii
Genova
Caserta
Genova
Caserta
11
0» Novi Li?.
7« Novi Llg.
Alessand.
Alessan'.
I-i . . . .
S* Nettuno
Cai)na
Capna
13» 1 H..m;i
•2* Nettuno
Roma
14»
Fermra ....
2« Forlì
3- Forlì
Ferrara
15»
Reggio E. . .
6» Modena
7» Modena
8» Modena
Reggio K.
!«•
Brescia . . . .
2* Berframo
3» Bergamo
Brescia
IT»
Novara . . . .
7« Vercelli
Novara
18»
Aquila
i* Sulmona
5» Sulmona
Aquila
19»
Firenze . . . .
Firenze
*)•
Padova . . . .
C* Treviso
7» Treviijo
Padova
21»
Piacenza . . .
3» Parma
A* Parma
5* Parma
Piacenza
2>.
Palermo. . . .
16* Messina
17> Messina
Messina
23»
Acqni
1» Cuneo
2« Cuneo
3» Cuneo
Cuneo
24.
Napoli
4* Nooera!i!. 5» Noceralal.
1
Napoli
\
REGGIIEHTI D'ARTIGLIERIA DA COSTA
REGGUEHTO ARTIGLIERIA
E DA FORTEZZA
ARTIGLIERIA
A CAVALLO
■=
DA lOHTAGIA
Milano
zi
lì
DA COSTA
II
DA FORTEZZA
•S
:s
laltrrir iìkUni'e. |
Ilogtfl-
Torino
5» e 6- batteria
Verona
1»
fi cnova(eon bri-
lo
Torino (con br.
ineiito
4» comp. treno
Verona
gate a Vene-
zia e Savona)
2»
a Bologna)
Alessandria (i'< Iti
i rijjata
Cone-
2»
Spezia
brigata a Ve-
«lei Ve-
neto
gllano
3-»
Messina (con
brigate a Ta-
ranto. Reggio
C. e Gaeta)
Brigata della
Sardeiina (al-
3»
rona)
Boma (con bri-
gate a Piacen-
za, .Mantova e
Alessandria).
la Maddalena)
C0IPA6MIE OPERAI D'ARTIGLIERIA
COMPAOjnK
SKI>K
(•omi'.u;mk
sr.!>K
1» M.VVU«TRAKZ.\
2» Id.
3» ARTIFICIERI
Miinrova
Mantova
Mantova
4* ABTIFICISBI
6* ARMAIUOLI
Mantoya
Mantova
- 27G -
REGGIMENTI GENIO
NUMERI E SEDI DELLO STATO MAGGIORE E DEL DEPOSITO
lo
20
30
40
50
Brigata
(Zappatori)
(Zappatori)
(Telegrafisti
e specialisti)
(Pontieri
e lagunari)
(Minatori)
ferro-
vieri
Pavia
Casale
Firenze
Piacenza
Torino
Torino
Brigate e com-
Bn'gate e com-
Brigate e compa-
Brigate e compa-
Brigate e compa-
Comp.
pagnie distac-
pagnie distac-
gnie distaccate.
gnie distaccate.
gnie distaccate.
distac.
cate.
cate.
—
_
—
—
3a brigata - Pia-
1» comp. - Roma.
6» comp,- Ozieri.
1« brigata - Ro-
1» brigata -Bo-
cenza.
la brigata - Ve-
Sa comp, - Bar-
la e 2^
ma,
logna.
4* brig. - Verona.
rona.
donecchia.
comp.-
S'i^eomp.-Ospe-
Brigala speciali-
Brigatalagunari-
4a brigata - Al-
Roma.
daletto.
sti - Roma.
Venezia.
benga
Sez io n e
4abrigata-Mes-
Ila comp. - Mes-
2» comp. treno -
automo-
sina.
sina.
2'^ comp. treno -
Roma.
Dislaccarnen. tele-
grafìs'.i • Ozieri
Verona.
bilisti -
Roma.
COMPAGNIE DI SANITÀ
COMPAGNIE DI SUSSISTENZA
Niimoro
SEDE
JfuBifro
SEDE
Sumero
SEDE
Xumtro
SEDE
la
Torino
7a
Ancona
la
Torino
7a
Ancona
2»
Alessandria
8a
Firenze
2'*
Alessai-.dria
8»
Firenze
3»
Milano
9a
Roma
3--^
Milano
9a
Roma
4»
Piacenza
10»
Napoli
411
Genova
lOa
Napoli
5»
Verona
Ila
Bari
5''
Verona
11»
Bari
6»
Bologna
12--
Palermo
6a
Bologna
12a
Palermo
Plotone autonomo della
Plotone autonomo della
divisione di Cagliari
divisione di Cagliari
- Cagliari.
- Cagliari.
(Stampato il lo ottobre 1907).
ORDINE GIUDIZIARIO
Primi Presidenti e Procuratori Generali delle Corti di Cassazione e di Appello.
Ancona
Aquila
Bologna
Brescia
Cagliari
Casale Monferrato
Catania
Catanzaro
Firenze
Corte d'Appello
Corte di Cassazione
Corte d' Appello
Genova
Lucca
Primo Presiden'e
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procura/ore Generale
Primo Presidente
Procuratore Geneì-ale
Primo Presidente ■
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Lodovico Mortara
Augusto Nazari
Natale Palummo
Alfonso De Biasio
Oreste Petrilli
Matteo Barracano
Giuseppe Favini
Giovanni Melegari
Giovanni Pietro Capotorti
Emanuele Fois
Enrico De Giuli
Gio, Batta Prato
Ottorino Pianigiani
Emmanuele Pandolfini
Francesco Ciaccia
Domenico Giordano
Vincenzo Cosenza
Giuseppe Manfredi
Francesco Penserini
Francesco He r mi te
Benedetto Scillamà
Francesco Bruni
Genesio D'Arcayne Delltala
M<'*vlii»
Corte d'Appello
/',
nfé
Davide Invrca
r,
u^rnl^
Isidoro HroKgl
M l.-*v,..
^
J'rur..,
. ,.„.,..»./«
Federico Criscuolo
Pro(Mrxìtor« G^nernìé
Luigi Lado Manca
N.M.oh
Corte di Cassasinno
Primo
fWnidont^
Giorgio Maivl
("alonda nob. do'Tii-
•
Corte d'Appollo
Pr
•iutl [vani
. . .paldo
Palermo
Corte di Cassar.ionò
Pr
V
(JioNnmii Ferro Lur.7,1
P,
nt-i-alé
Olusoppo De Marlnis
•
Corto d'Appello
Pru
■ lite
Paolo Mnz2:ella
Parma
Berna
. rlno
Tram
Venezia
Corte di Cassasiono
Corte d'Appello
Corte di Cassazione
Corte d'Appello
ProcHtaCuif. iieneraìé Guglielmo Vacca
Primo Pìtsidenté Pietro Marsilio
Procuratore GenaraU Knrlco Mazza
Primo Pt^aidenie G. B. Pagano GuarnaschelU
Procuratore Generale Oronzo Quarta
Primo Presidente Michele Cardona
Procuratore Generale Sebastiano Caprino
Primo Presidente Cesare Alag«ia
Procuratore Generale Giuseppe Borgnini
Primo lYesidente Leopoldo Ostermann
Procuratore Generale Angelo Garelli
Primo Presidente Enrico Cefalo
Procuratore Generale Gaetano Mancini
Primo Presidente Enrico Tlvaronl
Procuratore Generale Raffaele Garofalo
{Stampato il 1" ottobre 1907).
AGENTI DIPLOMATICI DI S. M. IL RE D'ITALIA
PRESSO I GOVERNI ESTERI
Argentina (Buenos-Ayres). — Nob. Vincenzo
Maochl dei conti di Cellere, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziario.
Austria Ungheria (Vienna). — Duca Giuseppe
Avarila, umbasciatore.
Baviera (Monaco). — Emanuele Berti, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Belgio ' Bru.r^Ues). — Conte Lello Bonln Lon-
^:;ir. , ;:.•. ito straordinario e ministro ple-
I..J: t' i;7;.ino.
Bolivia. — K. N., inviato straordinario e mi-
nistro plenipotenziario (residente a Lima).
Brasile ilUo Janeiro). — Conte Giulio Cesare
Viruì. Hi \ .Ito straordinario e ministro ple-
nipc'ten/iario.
Bulgaria (Sofìa). — Fausto Cucchi Eoisso,
Silente e console generale.
CWIÌ (Santiago). — Nob. Francesco Carignani
dei duchi di Novoli, inviato straordinario
e ministro plenipotenziario.
Cina (Pechino). — N. N., Inviato straordinario
e ministro plenipotenziario.
Colombia (Bogotà). — Buffino Agnoli, ministro
residente.
Corea {Seoul). — N. N., ministro residente.
Costarica. — Carlo Nagar, ministro residente
(residente a Guatemala).
Cuba (Avana). — Oreste Savina, ministro re-
sidente.
DanimarcarC<)p«no^;i«M)-— Conte Giorgio Carlo
Calvi di Bergolo, inviato straordinario e mi-
nistro plenipotenziario.
Egitto (Cairo). — Giulio Malmusl, agente di-
plomatico.
Equatore. — N. N.. inviato straordinario e mi-
nistro plenipotenziario (residente a Lima).
Etiopia (Addis Abeba). — Federico Ciccodicola.
regio rappresentante.
Francia (Parigi). — Conte Giuseppe Tomie!
Br usati di Vergano, senatore del Reguu,
ambasciatore.
Germania (Berlino). — Alberto Pausa, sena-
toro del Regno, ambasciatore, accreditato
puro in qualità di inviato straordinario e
ministro plenipotenziario presso i Regni di
Sassonia e di Wurtenberg, presso i grai
ducati di Assia, di Baden, di Mecklemburt."
Bchwerin, di Mecklemburgo-Strelltz, di u:-
demburgo e di Sassonia Weimar-Eisenach e
presso i ducati di Brunswich, di Sassonia-
Altenburgo, di Sassonia-Coburgo e Gotha o
di Sassonia-Meiningen.
Giappone (Tokio). — Conte Giovanni Gallina,
ambasciatore.
Gran Bretagna (Londra). — March. Antonino di
San Giuliano, ambasciatore.
Grecia (Atene). — N. N., inviato straordlii
rio e ministro plenipotenziario.
Guatemala. — Carlo Nagar, ministro resident
Haiti. — Oreste Savina, ministro resident
(residente all'Avana).
Honduras. — Carlo Nagar, ministro resldein
(residente a Guatemala).
Lussemburgo. — Nob. Giuseppe Sallier de '
Tour, duca di Calvello, inviato straordinu-
278
rio e ministro plenipotenziario (residente
all'Aja).
Marocco (Taiigerì). — Cesare Nerazzi ni, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Messico (Messico). — Conte Cesare Ranuzzi Se-
gni, inviato straordinario e ministro pleni-
potenziario.
Monaco. — Giuseppe Rosset, console.
Montenegro (Celtig)ie). — March. Andrea Car-
lotti, inviato straordinario e ministro ple-
nipotenziai'io.
Nicaragua. — Carlo Nagar, ministro residente
(residente a Guatemala).
Paesi Bassi {Aja). — Nob. Giuseppe Sallier
de la Tour, duca di Calvello, inviato stra-
ordinario e ministro plenipotenziario.
Paraguay {Assunzione). — Ettore Gazzaniga,
incaricato d'afifari.
Persia (Teheran). — Conte Francesco Mazza,
inviato straordinario e ministro plenipo-
tenziario.
Perù (Lima). — N. N., inviato straordinario
e ministro plenipotenziario.
Portogallo (Lisbona). — Conte Raniero Pao-
lucci de' Calboli, inviato straordinario e mi-
nistro plenipotenziario.
Rumania (Bucarest). — Nob. Emanuele dei mar-
chesi Beccaria Incisa, inviato straordinario
e ministro plenipotenziario.
Russia (rieirohurgo). — Giulio Melegari, am-
basciatore.
Salvador. — Carlo Nagar, ministro residente
(residente a Guatemala).
San Domingo. — Oreste Savina, ministro resi-
dente (residente all'Avana).
Serbia (Belgrado). — March. Alessandro Guic-
eioli; inviato straordinario e ministro ple-
nipotenziario.
Siam. — Federico Ciccodicola, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziario.
Spagna (Madrid). - Nob. Giulio Silvestrelli,
ambasciatore.
Stati Uniti d'America (Washington). — Bar. Ed-
mondo Mayor des Planches, ambasciatore.
Svezia e Norvegia (Stoccolma). — Enrico Fer-
rara Dentice, inviato straordinario e mini-
stro plenipotenziario.
Svizzera (Berna). — March. Luigi Gerolamo Cu-
sani Confalonieri, inviato straordinario e
ministro plenipotenziario.
Turchia (Costantinopoli). — March. Guglielmo
Imperiali di Francavilla, ambasciatore.
Uruguay (Montevìdeó). — Vittorio Cobianchi, in-
viato straord. e ministro plenipotenziario.
Venezuela (Caracas). — Carlo Filippo Serra, mi-
nistro residente.
(Stampato il !<> ottobre 1007).
AMBASCIATE E LEGAZIONI ESTERE PRESSO S. M.
Argentina (Repubblica). — Enrico B. Moreno, in-
viato straordinario e ministro plenipotenz.
Austria-Ungheria. — Conte Enrico Lutzow de
Drey-Lutzow und Seedorf, ambasciatore.
Baviera. — Bar. Rodolfo De Tann-Rathsam-
hausen, inviato straordinario e ministro ple-
nipotenziario,
Belgio. — Leone Maskens, inviato straordina-
rio e ministro plenipotenziario.
Brasile. — J. H. De Mello e Alvini, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Bulgaria. — Dimitri Mintchovitch, agente di-
plomatico.
Chili. — Augustin Edwards, inviato straordi-
nario e ministro plenipotenziario.
Cina. — Huang-Kao, inviato straordinario e
ministro plenipotenziario.
Colombia. — Giuseppe Marcelin Hurtado, in-
viato straordinario e ministro plenipotenz.
Costarica — Raffaele Montealegre, incaricato
d'affari.
Cuba. — Emilio Ferrer y Picabia, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Danimarca. — Conte Carlo Moltke, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Equatore. — N. N.
Francia. — Camillo Barrère, ambasciatore.
Germania. — Antonio De Monts de Mazin, am-
basciatore.
Giappone. — N. N., inviato straordinario e mi-
nistro plenipotenziario.
Gran Bretagna. — Edwin Henry Egerton, am-
basciatore.
Grecia. — Chr.H.Mizzopoulos, incaricato d'af-
fari.
Guatemala. — Giuseppe Tibie y Machado, in-
caricato d'affari (residente a Londra).
Messico. — Gonzalo A. Esteva, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziario.
Monaco. - Pietro Dugué de Maccarthy, in-
viato straordinario e ministro plenipoten-
ziario.
CIOCCOLATO VENCHI
TORINO
27.)
a Parigi U
'« - .1 — Thor TOM Dition. invilito stmor-
' « mlntwtro plontpotcìty.iario.
■— ^' v-irico De Wcodo. iiivinto
Mlstro pIoDlpotoiuliirlo.
; .... Khan. Inviato straordina-
rio e ministro plenipotenziario.
Peni. — Avellno Caceres Andres, inviato
straurdi Ilario e ministro plenipotenziario.
PortogaHo. — Mattia De Carvalho o Vasoon-
• !> '>. inviato atraurdinario e ministro ple-
::.l' toniiario.
Rumania. — Nicola Fleva, inviato straordinario
e ministro plenipotenziario.
Russia. — Conte Nicola Mouravieff, amba-
sciatore.
Serbia. - Milovano MiIovnnovit«'h. Invin'
straordinario e minliitro plonipotcMiziario
Siam. — Phya Hurlya Niivatr, inviato Htrani
dtnario e ministro plenipotenziario (ri's
dento a rnrlKi).
Spagna. — (liuseppo Brunetti y Gayoso, ducu
d'Arcos, amba.st.«latore.
Stati tiniti {Amfiicn del Nord). - Henry White,
ambasciatore.
Svezia. - Dar. Carlo Nils Daniele de Bildt, in-
viato straordinario e ministro plenipoteii/
Svizzera. - Giovanni BattisU Pioda. invia'
straordinario e ministro plenipotenziario
Turcllia. — Moustafa Rùchid Bey, ambascia
Uruguay. - Giovanni Cuestas, inviato straordi-
nario 0 ministro plenipotenziario.
Venezuela. - N. N.
[Stampato il I*" ottobre 1907).
CONSOLATI ITALIANI DELLE PRINCIPALI LOCALITÀ STRANIERE^')
Argentina.
Buenos .^ires — Ludovico Gioja, e.g.
Cordoba — Giosuè Notarl. e.
La Piata — Onorato Gaetani d'Aragona, e
Rosario — Luigi Testa, e.
Austria-Ungheria.
Budapest — Alessandro Stlattioli Pasqua-
lini, e.g.
Fiume — Carlo Caccia Domlnioni, e. g.
Innsbruck — Guido De Lucchi, e.
Spalato — Enrico Grabau.
Trieste — Nicola Squittì, e. g.
Zara — Gustavo Zanotti-Bianco. e.
Bruxelles — Leone Cassel, e. g.
Anversa — An>erto H. Bary, e. g.
Liegi — Augusto Gillon de Robaulx, e.
Bolivia.
La Paz - Giovanni Torti, e
Brasile.
Ilio Janeiro - Lodovico Centurione, e.
Bahia — Salvatore Luciano Rocca, e.
Bello Horìzontd — Temistocle Filippo
Bernardi, r. e.
Juiz de Fora — Gualtiero Chllesotti, p. e.
CuritJba — Tancredi Castiglia, e.
Florianopolis <glà Desterro) — Gerolamo
De Rossi, r. e.
Para — Giulio Ricciardi, p. e.
Fernambuco — Gino Macchioro. e.
Porto Alegre — Francesco De Velutlis, r.
San Paolo — Pietro Baroli, e. g.
Vittoria — Giov. Batta Beverini, e.
Chili.
Valparaiso — Alfredo Ancarano, e.
Cina.
Canton — Eugenio Zanonl-Volpieelli,r.i^.
Shanghai — Attilio Monaco, e.g.
Mongtzé — Pier Luigi Grimanl, e.
Tientsin — Oreste Da Velia, *•.
Hankow — Romolo Tritonj, e.
Colombia.
Bogotà — Buffilo Agnoli, e.g.
Barranquilla — N. N., ftgg. il connolnto.
St-Josè di Cucuta — Agostino Berti, e.
Congo.
Boma — Giacomo Mondello, e.
Matadi — Ettore Villa, e.
Corea.
Seoul - N. N., e. g.
Costarica.
San José - Ettore Do Benedictis, regg. il
consolato.
Cuba.
Avana — Oreste Savina, e.g.
Danimarca.
Copenaghen — Valdemar Gluckstadt, r.
l'osttedi menti danesi in America.
Saint-Thomas — Edoardo IL Moron, e.
Equatore.
(iuayaquil — Alfonso Roggiero, e.
Francia.
Be-saufon — N. N., e.
Bordeaux — Ernesto Ugo Grimm Pro-
vence, e.
Cette — Guglielmo Vivaldi, v. e.
Chambéry — Ugo Carutti di Cantogno, e.
Havro — Francesco Bruni Grimaldi, e
Lione — Enrico Ferrod, e. g.
Marsiglia — Antonio Marazzi, r. g.
Nizza — Vittorio Thaon di Revel, e. g.
Tolone — Paolo Apollinare Burdese, v. e.
Corsica,
Bastia — Cesare Biancheri. e.
(1) Cg., Console generaUe — e, cunrule — v. e, viceconsole.
280 —
Possedim, francesi in Africa, Asta ed America.
Algeri — Gherardo Pio di Savoia, e. g.
Bona — Girolamo De Eossi, v. e.
Cajeuna — Ippolito Edoardo Antier, e.
Fort de Franco — Macario Grisolia, e.
Noumea (Nuova Caledonia) — N. N., e.
Point-à-Pitre (Guadalupa) — Leopoldo
Petrelluzzi, e,
Kufisque (Seuegambia) — Ernesto Hor-
tala, e.
Saigon — Oscar Du Crouzet, regg. il e.
Saint-Denis (Riunione) — Alberto Pan-
cera, e.
Tamatava (Madagascar) — Desiderio Mai-
grot, e. g.
Germania.
Berlino — Enrico Keibel, e. g.
Amburgo — Domenico Pappalepore Ni-
colai, e, g.
Breslavia — Giorgio Haase, e.
Colonia — Filippo Rogeri di Villano va, e. g,
Dresda — Giorgio Arnstàdt, e.
Francoforte s. M. — Bernardo Lamber-
tenghi, e. g.
Kiel — Rodolfo Lehment, e.
Konigsberg — Augusto Preuss, e. g.
Lipsia — Federigo Guglielmo Krause, e.
Mannbeim — Ottone Bornhausen, e. g.
Monaco di Baviera — Rodolfo de Olden-
bourg, e. g.
Norimberga — Teodoro Schilling, e.
Saarbrùcken — Emilio Guzzo Crea, v. e.
Stettino — Massimiliano Metzler, e.
Stoccarda — Guglielmo Federer, e. g.
Gran Bretagna.
Londra — Lazzaro Allatini, e. g.
Cardiflf — Angelo Dall'Aste Brandolin, e.
Dublino — Lorenzo Salazar, e.
Glasgow — Giorgio Breen, e. g.
Liverpool — Paolo Bajnotti, e. g.
Possedimenti inglesi nel Mediterraneo.
Gibilteri'a — Lorenzo Rossi, e.
Malta — Carlo Magenta, c.g.
Possedimenti inglesi in Africa.
Johannesbourg — Cesare Poma, e. g.
Capetown — Ferdinando Daneo, v. e.
Freetown — Giuseppe Tommaso Zolla, e.
Mahè — H. Bergue, regg. il e.
Port Louis — John Walpole HoUway, e.
Possedimenti inglesi in Asia.
Aden — N. N., e. g.
Bombay — Giovanni Gorio, e.
Calcutta — Luigi Mercatelli, e. g.
Colombo — Clem. Otto Pòhu, e.
Hong-Keng — Eug.Zannoni-Volpicelli.c.^r.
Rangoon — Federigo Stork, e.
Singapore — Il Console dei Paesi Bassi,
regg. il e.
Possedimenti inglesi in America.
Bridgetown — N. N., e.
Halifax — Guglielmo Giacomo Fisher, e.
Kingston — Federigo Cohen IIenriques,c,
Montreal — Rizzardo Rizzetto, e. g.
Porto Stanley — Guglielmo Harding, e.
Trinità — Federigo Giovanni Scott, e.
Possedimenti inglesi in Australia.
Melbourne — Camillo Bertola, e. g.
J*erth — Leopoldo Zunini, v, e,
Grecia.
Corfù — Paolo Grande, e. g.
Patrasso — G. B. Bertolucci Godolini, v.c.
Pireo — Gerolamo Naselli, e. g.
Guatemala.
Guatemala — Carlo Nagar, e. g.
Haiti.
Porto Principe — Enrico Odoardo Eein-
bold, e.
Honduras.
Amapala — Teodoro Kòhncke, e.
Lussemburgo.
Lussemburgo
Giuseppe "Weber, e. g.
Giulio Malmusi, e. g.
IVIarocco.
Taugeri
Messico.
Messico — - Conte Cesare Ranuzzi Se-
gni, e. g.
Veracruz — Emilio Gonzales de Castillo,c;.
JVIonaco.
Monaco — Giuseppe Rosset [residente a
Nizza], e.
{Montenegro. ^
Antivari — Corrado Niccolini, e.
Nicaragua.
Managua — Davide Compari, e. g.
Norvegia.
Cristiania — Emilio Hallager, e. g.
Paesi Bassi.
Amsterdam — Enrico Van Dam, e.
Rotterdam — Giovanni Hudig, e.
Possedimenti olandesi neW Oceania.
Batavia — Francesco Isasca, e.
Possedimenti olandesi in America.
Cura9ao — Gomez Haim Da Costa, e.
Paramaribo — Enrico Benjamins, e.
Panama.
Panama — Arturo Koehpcke, console di
Germania, regg. il e.
Paraguay.
Assunzione — Ettore Gazzaniga, e. g.
Persia.
Teheran — Augusto Medana, e. g.
Perù.
Lima — N. N., e. g.
Callao — Frane. Medici di Marignano, v. e.
Portogallo.
Lisbona — Rodrigo De Souza Monteiro, c.g.
Funchal — Ferdinando M. De Bianchi, e.
Oporto — Giovanni Edoardo De Brito e
Cunha. e.
Possedimenti portoghesi in Africa.
Louren90 Marques — Alessand. Uebel, e.
Possedimenti portoghesi in Asia.
Macao — Albino Antonio Pacheco, e.
Romania.
Galatz — Enrico Acton e. g.
Constanza — Lodovico Centurione, v. e.
Russia.
Pietroburgo — Alfredo Miiser, e. g.
Abo — Trapanus Seth, e.
Batnm — Lorenzo Yalerj, e.
SI
Moso% -
Odessa -
Big* -
VanavU
San Salvador — Varco Mostorgi,
San Domingo — Lnisl Cambiaso, e. g.
Sm Marta*.
San Marino — Oiolio Cesare Loasada, «.
Stni.
Bangkok — Federico Ciooodicola, e. g.
Spagna.
Madrid — Luigi Fernandez de Heredia.r.<7.
Barcellona — David De GaeUni, e. g.
Cadice — Riccardo Santasilia, e.
Santander — N. N., e.
ypagnuoìi in Africa.
•e di Teneriffa — Giorgio de Ga-
■jg. il e.
Stati Uniti d'America.
Washington — Antonio Rarajoli, rtgg. il e.
Boston — Gustavo Tosti, e.
Ch.ca^o — Guido Sabetta, c.g.
Denver — Pasquale Corte, e.
Filadelfia — Giacomo Fara Forni, r.
Honolulu — Feder. Augusto Schaerer, e.
Manilla (Filippine) — Francesco Reyes, e.
Nuova Orléans — Lionello Scelsi, e.
Nnova York — Annibale Raìbaudi-Mas-
siplia, c.g.
PitUburg — Attilio Fabbri, v. e.
San Francisco — Luciano Salvatore Roc-
ca, e. g.
San Giovanni (Portorico) — AJessaudro
Bozzo, e.
Svezia.
Stoccolma — Carlo Gustavo Thulin, e, g.
Gothemburg — Giovanni Eckman, e.
Svizzera.
Basilea — Cesare Romano, e. g.
Briga — Tito Chiovenda, r. r.
Coirà — Tommaso Lardelli, r. e.
v....t.... — Giuseppe lUstóo, e. i/.
Lugano — Ferdin. Lucchesi-Palli, e.
Zurigo — Vito Fimi, e. g.
Turchia.
Costantinopoli — Emilio riapelU. <•. 7.
Adriauopoli — Giovanni Salerno M»io • --
Canea — Vittorio Lebrecht, e. g.
Giannina — Mario Camicia, e. g.
Monastlr — Giuliano de Vlsart, e
Salonicco — Silvio Milazzo, e.
Scutari — Alessandro Leoni, e. g.
Serajevo — Giuseppe Giacchi, e. g.
l^skub — Augusto Stranieri, e.
Provincie d'Asia.
Aleppo — Adelchi Gazzurelli, e.
Beirut — Riccardo Motta, e. g.
Damasco — Stefano Carrara, v. e.
Gerusalemme — Carlo Senni, v.c.
Hodeida — Ferdinando Sola, e. g.
Smirne - Odoardo Toscani, e. g.
Trebisonda — Felice Beauregard, e.
Provincie d'Africa.
Bengasi — Antonio Pittaluga, e.
Tripoli — Giulio Pestalozza, e. g.
Vice Reame d'Egitto.
Alessandria — Guido Meli Lnpi di Sora-
gna, e.
Cairo — Vittore Siciliani, e.
Porto Said — Carlo Mancinelli Scotti, e.
Beggema di Tunisi.
Susa — N. N., V. e.
Tunisi — Archimede Bottesini, e. g.
Bulgaria.
Sofia — Fausto Cucchi Boasso, c.g.
Filippopoli — Felice Beauregard, e.
Uruguay.
Montevideo — Niccolò Massi, e. g.
Venezuela.
Caracas — Carlo Filippo Serra, e g.
Maracaibo — Luigi Fossi Ferrini, e.
Puerto Cabello — Carlo H. Gramoko,
regg. il e.
Zanzibar.
Zanzibar — Tommaso CarlettI, e. g. e go-
vematore della colonia del Benadir.
(Stampato il 1" ottobre 1907).
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SO
PRIM^IPflLI STATI DEL MONDO ■=■ ^M
4
RITRATTI DEI SOVRANI, STEMMI
NOTIZIE STATISTICHE
1. — ABISSIWIA
Monarchia assoluta.
MENELIK II, Negus {n. 17 agosto 1844, acc.{*) 12 marzo 1889, mar. a Taitù).
Menelik
Abissinia
Popolazione: circa 8,000,000. — Religione, della maggioranza, copta. — Littgue: amarica,
tigrina, galla, somala, ec. — Superficie: km. q. 540,000. — Ferrovie: km. 306. da Gibuti a Dire-
Dama, presso Harrar. — Telegrafi: km. 800. — Capitale: Addis-Abeba (a&. e. 50,000). - Com-
mercio: Importazione 2,234,245 talleri di Maria Teresa (L. 2,50); Esportazione 2,718,752. —
Esercito: pace 150,000.
2. — AFGAWISTAK
Monarchia assoluta.
ABIB-ULLAH KAN, Emiro (n. 1872, acc. l" ottobre 1901).
Popolazione: 5,000,000.
Religione: maomettana.
Supet-ficie: km. q. 558,000.
Capitale: Cabul (ah. 60,000).
Esercito: guerra 75,000, pace 60,000.
Abib-Ullah Kan
t*) Acc, data dell' accessioue al potere sovrano.
— 2h:{ —
.1. — AlVIIORRA
■otto il protoilorato dolU Franrta
■ ' ' ^" ' '■T--0I.
B. MAESTRE-MOLINES.
J'opalmtiom: 5331.
Ji0tigion*: o«ttuHoA.
Lintfua: catalana.
Superficit: km. q. 462.
CapitaU: Andorra [ab. 600).
4. — ARftfSNTINA
Andorra
RepubìAica federale di H proviticie e 9 territori.
J. F16UER0A ALCORTA, vicepresidente, fungerà da presidente per tutto il tempo in cai
avrebbe dovuto ^'overnare il defunto Presidente Manoel Quintana, cioè fino all'ottobre del
1910 (are. 12 marzo 1^06).
PKtpolaz.: 5,7UO.OOO (1903). -
Reiig.: cattolica. — Lin-
gua: spagnuola. — Super-
ficie: km. q. 2,806,400. -
Capitale: Buenos- Aires afr.
1,046.517 (1906). — Com-
merriu: Imp. 205,154,000:
Esp. 322,844,000 pesos oro.
— Ferrovie: km. 19,683. —
Telegr.: 45,262. — Eser-
cito: guerra 120,000; pace
18,469. — Flotta da guer-
ra: 48bastlm. — BiU- Entr.
69,502.000 pesos carta e
44,520,468 in oro; Uscita
116,142,978 in carta e
23,945,579 In oro (1906).
FlGt'EROA ALCOBTA
Aboektika
5. — AU8TRIA-U5IGHERIA
Due monarchie costituzionali: Impero d'Austria e Regno d'Ungheria, con unione personale.
FRANCESCO GIUSEPPE, Imp. (». 18 agosto 1830, acc. 2 die. 1848. - Din. Asburgo-Lorena),
Fopriiazione: 4r,,!)96,303. — Religione: cattolica. — Lingue: tedesca, ungherese, boema,
polacca. orr.,ita, italiana, ec. — Superf.: km. q. 673,091 comprese le Provincie d'occupazione
11; 1 ti:, li; MI 1 . ; I.iv. rovina).- CopiVa/i: Vienna (a6. 1,90. 639) (1906); Budapest (a6. 733,322).
'•nm;,.,- ,..: i-.jH ::.i7:ione 2,146,i;«,0<X); Esportazione '2,243,780,000 di corone (1906). —
y-rr..<,^: km. 41,'M.i (iy<»5). — Telegr.: km. 63,613. - Eserc: guerra 1,872,178; pace 382,176. —
yin't'i d'i >iHi-rra: 118 navi. - Bilancio: Entr. 1,797,794,264; usciU 1,794,673,041 corone (1904).
Austria
1 Fbahcxsgo Giussfpk
— 284 —
6. — BEIiOIO
Monarchia costituzionale.
LEOPOLDO II, i?e (w. 9 aprile
1835, acc. 10 dicembre 1865.
— Dinastia di Saxe-Cobur-
go-Gotha).
Popolazione: 7,160,547 (1905).—
Religione: cattolica. — Lin-
gua: francese. — Superficie:
km. q. 29,457. — Capitale:
Bruxelles {ab. 198,614) (1905).
— Commercio: Importazio-
ne: 3,068,300,000; Esporta-
zione: 2,333,700,000(1906).-
Ferr. : km. 4586. — Telegr. :
6619 (1904). - Eserc: guèrra
237,693; pace 46,470. - Bi-
lancio: entrata 558,863,927;
uscita 566,668,192 (1906).
7. — CONGO
Stato indipendente sotto il dominio di
LEOPOLDO II, Re del Belgio.
Popolazione: 19,000,000.
Leopoldo II
Belgio
Superficie: km. q. 2,382,800.
Capitale: Boma (ma la sede del Governo
xelles).
a Bru-
Esportaz. 63,955
Commercio: Importazione 23,933
migliaia di fr.
Ferrovie: km. 605.
Esercito: pace 15,686 senza i quadri europei.
Flotta da gtterra: 41 navi, più diversi velieri.
Bilancio: entr. 29,452,725; Uscita 34,250,800 franchi
- 8. — BEIiUCISTAX -
Monarchia assoluta
sotto il protettorato dell'Inghilterra.
MIR MOHAMMED, Kan {n. ?, acc. agosto 1893),
Popolazione: 600,000.
Superficie: km. q. 350,000.
Capitale: Khelat.
. B Congo
». — BHUTAUT-
Monarchia dispotica
sotto il controllo del Governo Britannico.
MIPHUM VISCHI GNODUP, Dheb Rajà, che
esercita il potere temporale in luogo del
Dharma Rajà, da eleggersi.
Popolazione: 250,000. — Religione: buddi-
stica. — Superficie: km. q. 34,000. — Commer-
cio: Importazione 20,100 diecine di rupie;
Esport. 88,290 diecine di rupie. — Capitali:
Tassisudon (d' estate), Panaka (d' inverno).
IO. — BOL.IVIA
Repubblica.
ISMAEL MONTES, Presidente
(n. ?, acc. 6 agosto 1904. —
Durata della carica: 4 anni).
Popolazione: 1,734,000 (1900).
Religione: cattolica. — Lin-
gua: spagnuola. — Superfi-
cie: km. q. 1,226,600. — Ca-
pitale: Sucre {ab. 20,907). -
Commercio: Importazione
19,823; Esportazione 21,163
[in migliaia di boliviani]
(1 boliv. = fr. 2,20). - Fer-
rovie: km. 1129. - Telegr.
5013. — Esercito: guerra
90,000 ; pace 2975. — Bilan-
cio: entrata 10,406,233; usci-
. ta 11,688,556 boliv. (1906).
— 2s:) —
A. A. DE MOREIRA PKNKA
11. — BRANII^K (Stati Uniti drì)
lìepuhhìica f^dtrale di 21 ttati.
ALFONSO AUGUSTO DE M0.{
REIRA PENNA, r,fnid«nté^
(«.30 novcnihio 1.H47, ncc.
16 novemlirt* l'.tof.. />«-
raia delia c.rica: G auiii).
Hìpotaz.: TaluUta nel 1008
a 16,000.000. — Belig.: cat-
tolica. — Lingua: porto-
ghese. — Super.: km. q.
8,468,950. — Capitale: Rio
d« Janeiro {ab. 700,000). —
Comm.: Import. 464,993;
Esport. 685,457 migliaia di
mila reis in carta. — Fer-
rovie: km. 17,059 (1905). —
Telegrafi: 24.395 (1903). -
Eserc: pace 28,160, più gli
ufficiali e gli allievi di
Scuole miliUri. — Flotta
da guerra: 80 navi. — Bi-
lan.: entr. 69.074.931 mll-
BBA8II.E
reis in oro e 223,826,000 In carta; uscita 48,311.512 milreis in oro e 286,348,218 In carta (1906).
1«. — BBUKEI
Monarchia assoluta, sotto il protettorato inglese.
HASIM JALIUL ALAM AKAMALDIN, Sultano.
Popolazione: 50,000.
Superfìcie: km. q. 22,000.
CapitaU: Brunel (ah. 12.000).
•v\
Pedbo Montt
95,850,000 pesos [1 peso
13. — CHIIil —
Repubblica.
FEDRO MONTT, Presidente
(n. ?, acc. 31 agosto 1906.
Dur. dfilla carica: 5 anni).
j Popolazione: 3,205,992 (1 903).
— Beligione : cattolica. —
Lingua: spagnuola. — Su-
jx!r/ìci«!.- km. q. 759,000. -
Cap. Santiago (a&. 334.638).
— Comm.; Imp. 1S8.5;»6,000;
Esport 265,209,000 pesos
(1906). - Ferr.: km. 4730.
— Telegrafi: km. 19,135.
I — Eserc: guerra 150,000;
I pace 9062. — Flotta du
I guerra: 34 navi, più varie
I navi-scuole. — Bilancio:
I entrata 96,960.000 ; uscita
1 fr. 91 e] — Possedimenti: isola di Pas<iua
OHU.Ì
14. — CIUTA
Monarchia assoluta.
KUANG HSU (TSAI-T' lEN), Imperatore («. 16 agosto 1871, acc. 22 gennaio 1876. - Dina-
s'ia Mansciù).
TSEU-HSI Imperatrice reggente (»». 17 novepibre 1834, zia e madre adottiva dell'Impe-
ratore regnante).
Popol.: 426,447,325, compresa la Mancluria, la Mongolia, il Tibet e il Turchestan (Gens, del
marzo 1903). — Beligione della grande maggioranza: confuciana; poi buddisti, taoistl, maomet-
- 286 —
tani, ec. — Lìngua: cinese. — Superf.: 11,138,880. — Capit.: 'Pekìno (a&. 1 ,650,000). — Comni.:
Importazione 447,101; Esportazione 227,888 migliaia di tael. (1 taci = fr. 3,78). — Ferrovie:
km. 5528 (1904). — Tel.: km. 23,000. — Esercito: 112,500. — Flotta da guerra: 22 navi, più varie
cannoniere e torpediniere. — Bilancio: entrata 88,200,000; uscita 101,120,000 taèl.
Imperatore Kuang-Hsu
Imperai R. reggente della Cina
Cina
15.
OOIiOMBIA (già NUOVA-O RANATAJ
I Repubblica.
RAFAEL REYES, Presid. {n. ?.
acc. \o genn. 1905. — Durata della
\ carica: 10 anni).
I Popolazione: 4,630,000. (*)
! Religione: cattolica.
Lingua: spagnuola.
Supeì-ficie: km. q. 1,206,200. (*)
Capitale: Bogota {ab. 85.000).
Commercio: Impor. 11,083,028;
Esp. 19,157,788 pesos d'oro (1898).
Ferrovie: km. 661.
Telegrafi: km. 10,421.
Eser.: guerra 30,000; pace 6000.
Flotta da guerra: 4 navi.
Bilancio: entrata e uscita
21.019,118 (1905-06) pesos di carta
[1 peso = 5 e].
Rafael Reyes.
(*) Dopo la separazione della ro-
pubblioa di Panama, 1103.
16. — COSTA-RICA
Repubblica,
GONZALES VIGUEZ,
Durata della carica:
Presidente (n. ?,
4 anni).
acc. 8 maggio 1906.
Popolazione: 334,297 (1905).
Religione: cattolica.
Lingua: spagnuola.
Superficie: km. q. 48,410.
Capitale: San José (ah. 24,770)
Commercio : Iraportaz. 4,848,000
(1905; in pesos d'oro
Ferrovie: km. 473 (1905),
Telegrafi: km. 1523 (fili).
Esercito: pace 1000; guerra 15,000.'
Flotta da guerra: un incrociatore.
Bilancio: entrata 7,332,164; uscita 7,331,395 (1906-07)
[in colones == 2 fr. 15 o.]
Esportaz. 8,138,000
5 fr. 30 e).
Colombia
Costa-Rica
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è ii ricostituente sovrano.
- '2^1 —
17. — C'IBA-
ItepHhhlicit.
CARLO MAGOON. l'rt-
aitlfnte jn-orrimnio.
I\>poUuÌf:
(oensti
1899).
oattoliua. — 1Ah<ìhìi :
spagimola. — Sup^'r-
ficié: km. q. 118.t<33.
— (\ipital«: Avana
(iyo4-i-ji':.j.- i-trr.:
. km. 2386 (19031. -
IV/«vra/f: km. 3711.
— Eserc: pace 31)30.
— Bilancio: entrata
i..>63,255; usci-a 21.728,398 dollari (1906-1907).
Cuba
18. — DANIMARCA
Monarchia costittizionale.
FEDERICO VIM, Re (h. 3 giugno 1843, aec. 31 genn. 1906, mar. a Luisa, principessa di Svezia.
— Dinastia di Holstem-UIùeksbar^ ).
Popolai. : 2,604,149. — Relig.: protestante. — Lingua: danese. — Superf.: km, q. 39,854. —
(comprese le F;ìr«>er). — tVi/>i7a/e.- Copenhagen («fe. 514,134). — Comiuercio: Import 599,244 ;
Esportai. 497,836 (llK)4; in migliaia di corone) (corona =- fr. 1,39). — Ferr.: km. 3215 (1903).
7U4V>x>/f:km. 3792 (1904). - Esercito: guerra 61,582: pace 9,769. — Flotta da guerra: 62 navi
« 26 secondarie. — Bilancio: entraU 85,520,674; uscita 85,881,034 corone (190G-07). — Colo-
nie e possed.: Islanda, Groenlandia, Antille danesi (compi, km. q. 193,244, ab. 120,892) (1901).
FEDERICO Vili
Luisa di Danimarca
1». — KQIIATORE
Danimarca
Ilcpubblica.
LIZARDO GARCIA, Presidente («.?. acc. 1 SPtt. 1905. - Du-
rata della carica: 4 anni).
Popolazione: 1,272,000.
Religione: cattolica.
Lingua: spagnuola.
Superficie: km. q. 307,243.
Capitale: Quito {ab. 80,000).
Commercio: Importazione 15,734 ; Esportazione 18,566
migliaia di sucres (1905).
Ferrovie: km. 270.
Telegrafi: km. 4130.
F^sercito: guerra 90,000; pace 4,648.
Flotta da guerra: 4 navi.
B'ihtnrin lUi).;- Piitr 11 7 1 .1 7fin cnnr*»B • ncr» 1 9 9.18 Iftn
— ao. — FRANCIA —
Repubblica.
CLEMENTE ARMANDO FAL-
LIÈRES, Presidente {n. 1841,
acc. 18 febbraio 1906. — Du-
rata della carica: 7 anni).
Popolazione: 38,961,945 (censi-
mento 24 gennaio 1901). —
Religione: cattolica. — Lin-
gua: francese. — Superfìcie:
km. q. 536,464. — Capitale:
Parigi (2,714,068). — Com-
mercio: Importazione 6079;
Esportazione 5577 milioni
di franchi. — Ferrovie: km.
46,008. - Telegrafi: 154,655.
— Esercito: pace 550,216;
guerra 4,372,000. — Flotta
da guerra : 427 navi, oltre a
38 sottomarini : 133 navi di-
Bilancio: entr. 3,705,048,413; uscita 3,709,192,067 (1906). — Co-
lonie: Algeria, Senegambia, Sudan francese, Guinea, Dahomey, Congo francese, Riunione,
Madagascar; Cocincina, Pondi chéry, Annam, Tonchino, Cambodge; Antille, Guyana, St. Pierre
e Mignolon; Nuova Caledonia, isole della Società, ec; km. q. 10,984,400, ah. 51,317,000.
Fallières
verse in costruzione (1905).
Francia
21. — ANNAM
i.— CAMBODGE
Monarchia, sotto il protettorato francese.
THAM THAI, Re («. 1878, acc. 31 genn. 1889).
Popolazione: 6,000,000.
Superficie: km. q. 135,000.
Capitale: Huè {ab. 50,000).
Monarchia, sotto il protettorato della Francia.
SISOWATH, Re.
Popolazione: 1,103,000.
Superficie: km. q. 96,900.
Capitale: Pnom-Penh {ab. 50,000).
33. — TUNISI
Mohamed-el-Nasr
Monarchia, sotto il protettorato della Francia.
MOHAMED-EL-NASR, Bey (n. 14
luglio 1855, acc. 11 maggio
1906).
Popolazione: 1,820,000 fdi cui
1,700,000 indigeni, 75,978
italiani, 24,204 francesi).
Superficie: km. q. 167,400.
Capitale: Tunisi {ab. 170,000,
di cui 50,000 europei).
Commercio: Imp. 90.965,000:
Esportaz. 58,277,000 (1905).
Ferrovie: km. 962.
2V legrafi : km. 3449.
Bilancio: Entrata 77,284,200:
uscita 67,281,400 (1904).
«4. — OERSIAIiriA
Impero federale di 26 stati
(4 regni, 6 granducati, 5 ducati, 7 principati: in tutto 22 monarchie delle quali 20 co-
stituzionali; 3 città libere; e un territorio dell'Impero).
GUGLIELMO II, Imperatore {n. 27 gennaio 1859, acc. 15 giugno 1888, mar. ad Augusta
Vittoria di Slesvig-Holsteln. — Dinastia degli HohenzoUern).
Popolazione: 60,037,859 (cens. dicembre 1905). — Religione: protestante (salve le ecce-
zioni segnate più avanti). — Lingua: tedesca. — Superficie: km, 540,748. — Capitale: Berlino
{ab. 2,040,148) (1905). — Commercio: Importaz. 7,436,263; Esportazione 6,841,817 migliaia di
(iUOLiKUiO II
ACODSTA VlTTOKIA
Gkumania
«5. — ALSAZIA-LORENA
[Reicbslaxc].
Principe ERMANNO DI HONENLOHE-LANGEN-
BURG, Srntfhaìter.
•■ • :. \ >U,5tì4. — Rfìig.: cattolica (dei
tedesca (SttO/o) e francese f 12 "/„)
.;ii. q. 14,515. — Capii.: Strasburgo
(ab. 167.1 Gbj. - Ferr.: km. 1732. — Bilancio:
entr. 52,815,423; use. 52,693,338 marchi (1905).
9(6. — AMBURGO
Libera città anseatica ossia Comune liWro.
J. H. BURCHARD primo borgomastro.
Pnpcìazione : 874,878 (la città: «02,793 nel 1905 1.
— Superficie: km. q. 415. — Bilancio: entrata
101,166,697; uscita 107,613,819 marchi (1905).
— (otnm.: Impjrtaz. 4223,2; Espot taz. 3794,4
milioni di marchi (1904).
27. ~ ANHALT
Monarchia costituzionale.
LEOPOLDO FEDERIGO, Duca (n. 19 agosto 1856, acc. gen
y i ' ' ■ Maria Principessa di Baden).
Popolazione:
328,029 (1906).
Superficie:
km. q. 2.29».
Capitele:
Dessau (ab. 55,134).
Bilancio:
uaclu* 1 26,288,750 marchi (190607).
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19
Ehnesto Luigi V.
— 290 —
28. — ASSIA [HessenI
Monarchia costituzionale.
ERNESTO LUIGI V, Granduca
(n. 25 nov. 1868, acc. lii
marzo 1892, mar. a Eleo-
nora, princip. di Solms-
Hohensolms-Lifh. — Din.
(li Brabante). \
Popolazione:
1,210,104 (lyOó).
Superficie :
km. q. 7681.
Capitale:
Darmstadt (ah. 83,123).
Ferrovie:
km. 53. !
Bilancio:
entrata ed uscita, 72,099,833
marchi (190(J-7).
20.
BADEN
Ltiitpoldo
Monarchia costituzionale.
FEDERIGO II, Grand, [n.d lu-
j glio 1857, acc. 28 settembre
j 1907, mar. a Hilda princi-
pessa di Nassau. — Dinastia
1 di Zaehringen-Hochberg).
Popolazione: 2,009,320 (1905).
Religione: cattolica (dei 2/3).
Superficie :
km. q. 15,263
(compresa la parte badese
del Lago di Costanza'.
Capitale :
Carlsruhe (ab. 111,200).
} Bilancio (1906) :
30. — BAVIERA [Batekn] -
Monarchia costituzionale.
OTTONE I, Ee [n. 27 aprile
1848, acc. 13 giugno 1886. —
Dinastia di Wittelsbach).
LUITPOLDO in. 1821, Prine.
reggente dal 10 giugno 1886,
mar. a Augustina, princip.
imper. e arcid. d'Austria).
Popolazione: 6,524,372 (1905).
Religione:
cattolica (per i '/ij)-
Superficie: km. q. 75,870.
Capitale:
Monaco (ab. 538,983).
Bilancio (1907):
entrata \ 408,176,340 marchi
uscita / ' '
31. — BREMA
Libera città anseatica ossia Comune libero.
C. BARKHAUSEN (dal 1903 al 1907), D' MARCUS (dal 1906 al 1909), borgomu^tri alterna-
ti r<nncnte alla testa del governo.
Popolazione: 263,440 (la sola città: 214,861 [1905]). — Superficie: km. q. 256.
Bilancio: entrata 35,207,774; uscita 43,170,593 marchi (1905-06).
— J:»! —
»«. — BRUNSWICK (Hrausschwkuj]
GIOVANNI ALBERTO, «lue* di M.-rklenl.urR-Schwcrln,
.1. </" r.yvoi.v (»f. s (lioeni1>ro IS.%7, »»«v ma^Klu l»o7.
Mr>i-. .1 Ki.is\iiKTtA prlnc. di S:issonlR Weimar-Elsenarln.
J'ttpolagioMe:
4f»5.fi5A (1905).
Supet-fici»:
km. q. 3.672.
Capitaìe:
Brunswick (ah. 136,10.2).
Bilancio:
»-ntrafa 13.474,<^>0; - usclU 14,588,308 marchi (11)05-7).
83. — LIPPE
Hbtnswick
Monarchia cofttituzionaìe.
LEOPOLDO IV, Principe («. 30 maggio 1871, acc. 26 sett.
1904, mar, a Beuta, principessa di Ucsse-Phllippsthal-
Barchfeld. — Di» tìi Lippe-Blesterfeld).
Popoi azione:
145,577 (1905)
Superficie:
km. q. 1,215.
Capitale:
Detmold {ab. 13,272).
Bilancio:
♦»ntraU 2,108,247; - uscita 2.118,072 marchi (1906-07).
LirPE-DKTMOLI>
84. — LUBECCA
Libera città anseatica ossia Comune libero.
N. X. . . . Borgomastro.
Popolazione: 105,857 (1903; la sola città 91,541)). — Superficie: km. q.
Bii'incio: entrata 7,536,298; uscita 7,646,972 marchi (1905j.
85. — MECKLENBURQ-SCHWERIN-
-36.
MECKLENBURQ-STRELITZ
Due MoH'irehie assolute Umperate dagli Stati (In comune fra 1 due Granducati).
FEDERICO FRANCESCO IV,
'il (induca (n. t» aprile 1882.
lice. 10 aprile 18971, mar. ad
Alessandba di Brunswick-
Lunehurg).
Popolazione:
625,045 (1905).
Supei-ficie:
km. q. 13,127.
Capitale:
Schwerln (ab. 41,028).
Ferrovie :
km. 1108.
Bilancio:
16,686,000 marchi (1905-06).
Mecklenbcbo-Schwebiit
K Stbelitz
ADOLFO FEDERICO, Granduca
(tt. 22 luglio 1848, acc. 29
maggio 1904 >n<,r. a ELISA-
BETTA di Anhalt).
Popolazione:
103,451 (190.5).
Superficie:
km. q. 2,930.
Capitale:
Neu-8treUtz (ab. ll,65Sj.
BiUtncio:
entrata 4,216,600 marchi,
uscita 3,560,000 , (1904-05)
— 292
37. — OLDENBURG —
Monarchia costituzionale.
FEDERICO AUGUSTO, Granduca (n. 16 novembre 1852,
acc. 13 giugno 1900), mar. a Elisabetta di Mecklenburg).
Popolazione :
438 853 (1905).
Superficie:
km. q. 6,427.
Capitala:
Oldenburg {ab. 'i8,565).
Ferrovie: km. 564 (1905).
Bilancio:
entrata 8,726,662 marchi; uscita 9,594,788 marchi.
— 38. — PRUSSIA-
[Pketjssen]
Monarchia costituzionale.
GUGLIELMO II, Re (n. 27 gennaio 1859, acc. 15 giugno
1888, mar. ad Augusta Vittoria di Slesvig-Holstein. — Di-
nastia degli Hohenzollern).
Popolazione: 37,293,324 (1905).
Religione: per ^/g protestanti, per V3 cattolici.
Superficie: km. q. 348,658.
Capitale: Berlino ab. 2,040,148 (1905).
Bilancio:
Entrata: \
2,910,344,396.
Uscita : /
30. — REUSS-GREIZ
OLDÌ.NBUKG
40.—
(Linea primogenita).
Monarchia costituzionule.
ENRICO XXIV, Principe [n. 20
marzo 1878, a e. 19 aprile
1902).
ENRICO XIV [vedi di tianco],
lieggente.
J'opolazione:
70.6U3 (1905).
Superficie:
km. q. 316.
Capitale:
Greiz (ab. 23,118).
Bilancio :
Entrata e uscita:
1,780,702 marchi (1906).
Reuss-Greiz
E Rkuss Schleiz-Gera
Prussia
REUSS-SCHLEIZ-GERA
(Linea cadetta).
Monarchia costituzionale.
ENRICO XIV, Principe (n. 28
maggio 1832, arc.^ 11 luglio
1807, mar. ad Agnese del
Wurtemberg).
Popolazione:
144,584 (1905).
Superficie :
km. q. 827.
Capitale:
Gera (ab. 46,909).
Bilancio:
Entrata e uscita:
2,480,156 marchi (1905-07).
CONTRO TOSSI E
CATARRI USATE
S€MPRC
PANERAJ
P/4 STIGLI E,
eESTRATTO-^ìc
Federico Augusto III.
41. — SASSONIA [Hachiikk]
FEDERICO AUGUSTO III.
N« (N. 35 magKio 1^5,
acr. 15 ottobre ltt04).
Popol<uioH«:
4,50^,533 (1905'.
Roliginne della famig. re-
(riiante, cattolica; della
grande maggior, della
popolaz., protestante.
Superficie:
km. q. 14,993.
Capitale:
Dresda {nb. 516,996).
Bilancio: Entrata e ascila
318,069.«;69 marchi
(1906-07).
Sassonia
4«. — SAS80NIA-ALTENBURQ
Mcnarehia cottitmionale.
ERNESTO, Duca (n. 16 settembre 1826, ace. 3 agosto 1853).
Popolazione :
206 508 (1905)
Superficie :
km. q. 1,324.
Capitale:
Alteubarg (ab. 38,818/.
Bilancio:
Entrata e uscita 4,226.143 marchi (1905-07).
Sassonia- AxTKMii UBO
43. — SASSONIA-COBURQO E GOTHA
Monarchia costittizionale.
CARLO EDOARDO, Duca {n. 19 luglio 1884, ace. IdOO,
ViTToBiA AoELAiOK di Slesvig-Holstein).
Popolazione:
242,432 (1905).
Su]^rficie:
km. q. 1977.
Capitali:
Coburgo (ab. 22.488) e Gotha (ab. 36,947).
Bilancio:
7,183,615 marchi.
Sassonia-Cobuboo e Gotha
294 —
44. — SASSONIA-MEININGEN
Mo il a rrh ia cast it uzionale.
I
GIORGIO II, Duca {n. 2 aprile 1826, acc. 20 sett. 1866).
Popolazione:
268,196 (1905).
Supei-ficie:
km. q. 2,468.
Capitale:
Meiningen {ab. 15,945).
Bilancio :
entrata 9,586,630 marchi ; uscita 8,580,600.
S assonia-Meiningen
45. — SASSONIA-WEIMAR-EISENACH
Monarchia costituzionale.
GUGLIELMO ERNESTO, Granduca (n. 10 giugno 1876,
acc. 5 gennaio 1901).
Popolazione:
388,095 (1905).
Superficie:
km. q. 3,617.
Capitale:
Weimar {ab. 31,117).
Ferrovie: km. 105.
Bilancio :
12,414,740 marchi (1905-07).
Sassonta-Weimar
46. — SCHAUMBURQ-LIPPE
Monarchia costituzionale
GIORGIO, Principe (n. 10 ottobre 1846, acc. 8 maggio
1893, mar. a Maria Anna di Sassonia-Altenburg).
Popolazione:
44,992 (1905).
Superficie:
km. q. 340.
Capitale:
Bùckeburg {ab. 5683).
Bilancio:
986 659 marchi (1906),
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Rudolst«dt (ab. 12,495).
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CARLO GUNTERO, Vri».,
[n. 7 agosto 1H30, aer. 17 I
gito 1880, mar. a MaIIIa
SasHonìa-AItouburgl.
Popolazione:
85,152 (1905).
Superficie:
km. q. 862.
Capitale:
Sondershausen (ab. 7383).
Bilancio:
3,541,588 marchi (1901-07»
4». — WALDECK
Monarchia costituziottale.
FEDERICO ADOLFO ERMANNO, Principe (n. 20 gen-
naio 1865, acc. 12 maggio 1893, mar. a Batilde di Schaum-
l.un:-I.ipt.,'l.
J''>pvletzione:
.v.«,127 (1905)
Superfkie:
km. q. 1.121.
Capitale:
Arolsen (ab. 2.811).
Bilancio:
1,357,442 marchi (1907).
Guglielmo II
-50. — WURTEMBERG
Monarchia contitmionale
GUGLIELMO II, Re (n. 25 feb-
braio 1848, acc. 6 ottobre
1891, mar. a CARLOTTA di
Schaumharg-Lippe).
Popolazione: 2,300.330(1905'.
Religione:
Vi protestante, Vs cattolica.
Superficie: km. q. 19,514.
Capitale :
Stuttgart (ab. 249,443).
Ferrovie: km. 1962.
Telegrafi: km. 6534.
Bilancio (1905-06).
Attivo: 82,863,402 marchi.
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■51. — GIAPPONE
Monarchia costituzionale.
MUTSU HITO, Imperatore (n. 3 novembre 1852, acc, 13 febbraio 1867, mar. a HarxikoJ.
Popolazione: 40,732,139 (cens. 31 die. 1903). — Religione: di Sinto e Buddistica. — Lin-
gua: gxai^-poaese. — Superfìcie: km. q. 382,416; con l'isole Formosa, Volcano, Sakkaline e
kuang-tung, 454.868. — Capitale: Tokio {ab. 1,818,655). — Commercio: Import. 972,500,000;
Esportazione 837,500,000 franchi. — Ferrovie: km. 10,094. — Telegrafi: km. 31,146. — Eser-
cito: pace e. 230,000; guerra 1,500,0(10. — Flotta da guerra: 94 navi, 13 cannoniere e 76 tor-
pediniere, oltre a 12 navi tolte ai Russi a Port Arturo e a Tsuschima; 8 in costruzione. —
Bilancio: (1905-1906): entrata 305,667.190; uscita 211,973,848 yen (1 yen = fr. 2,62 .
Haruko
Giappone
52. — COREA
Monarchia dispotica sotto il protettorato del Giappone per i trattati del 20 die. 1905
e del 25 luglio 1907.
YI-SYEK, Imperatore (n. 25 marzo 1874, acc. 19 luglio 1907).
Fopolaz.: 5,713,244 (1901). - Supetf.: km. q. 218,650. — Capitale: Seul (ab. 193,606), - Com-
mercio: Import. 31,959,582; Esportaz. 12,111,106 dollari (1905). — Ferrovie: km. 1108 (1905). —
Eser.: pace 9000. - Bit.: entr. 14,960,574; use. 19,113,665 dollari (1905) [1 doli, coreano = fr. 1,25].
Edoardo VII
53. — €JRAlf BRETAOXA
[United Kingdom of Great
Britain and Ireland]
Monarchia costituzionale.
EDOARDO VII, Re (w. 9 no-
vembre 1841, acc. 15 feb-
braio 1901, mar. ad Ales-
sandra di Danimarca. —
Dinastia di Brunswick-
Luneburg),
Popólaz.: 44,177,000 (1906).
— Religione: protestante
(anglicana).— Lingua: in-
glese. — Superfìcie: km.
q. 314,339. — Capitale:
Londra (ah. 4,649,088, con
i sobborghi 6,907,756). —
Commercio: Importazione
551,019,917; Esportazione
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ro^ifiìitn. mfnninli: Olbllterra. Malta; Cipro, Aden e Perire,
i:.iii(f, India e dipendenze (i>tf(f. a parie),
>)>o, Colonia dui fiume Urangc, Colonlft
u l'rotctf.
Africii.
ile
i, Zaiizilmr, (ìombia. Laffos. Ni^ferla.
, ^'lo, S. Elena, Ascensione, is. Tristan
Ma, is, Maurizio, is. Seychelles, is. Socotora; Bermude,
, iritd. a parte), is. Falkland, Guiana Inglese, Honduras
1) • ' ' * ili. Terranova e Labrador; Australie
(r- . Nuova Zelanda, Nuova Guinea, isole
8;»: .>ole Gilbert, ec. — complessivamente
in Europa km. q. 9,590; nfe. 467,710
In Am;i (o. mi. rese le Indie). 5,191,700 , 302,035,000
in A ':i l'Egitto, e
»■ I litiche repub-
bi.v ... ...«X .tilricane) , . . 5,341,800 , 43,630,000
In America (compreso il Ca-
nada) 10,028,700 , 7,870,684
In Oceania (compresa l'Au-
stralia) 8,257,800 , 6,667.000
km, q, 28,829,100; ah. 359,570,430
Qban Bbetaona
54. — AUSTRALIA
[.\.USTBALIAN CoMMONWFALTH]
Federazione cMle sei colonie britanniche dell' Australia :
Queensland, Nuova Galles del Sud, Vittoria, Australia
del Sud, Australia Occidentale. Tasmania, sotto l'alta
sovranità della Corona d'Inghilterra.
Popolazione: 4,325,000.
Superficie: km. q, 7,929,009.
Colpitale designata (nell'agosto 1904): Dalgety, pie-
Io villaggio di 300 ab. a 295 m. al 8, di Sidney. -
: rovvisoriamente Melbourne (ab. 508,45v»).
Commercio: Importaz. 38,346,731; Esport. 56,841,035
•rline (1905).
F'rrocie: km. 23,964 (1905).
AUSTBALIA
■55. — CANADA [DoMiNiOM or Canada]-
Governo autonomo eogtUuxionaU, sotto l'alta sovranità e
controllo della Corona inglese.
Popolazione: 5,372,000 (1901).
Superficie: km. q. 9,589, 7W (senza i laghi canadesi e con
le isole artiche).
Capitale: Ottawa (ab. 69,928 [1901]).
Comm.: Import. 261.911,435; Esport. 203,816^72 dollari.
Ferrovie: km. 31,560 (1904).
Telegrafi: km, 60,319.
Canada
— 298 —
56. — INDIA
Governo autonomo, esercitato da un Governa-
tore generale in nome dell' Imperatore delle In-
die, sotto il controllo del Governo britannico.
EARL OF MINTO (G. J. Elliot), governatore ge-
nerale in. t) luglio 1845, acc. settembre 1905'.
Popolazione: 295,213,000, compresi gli Stati
Tributari (censimento 1901). — Superficie: km. q.
4,820,100. — Capitale: Calcutta {ab. 847,796 [1901])
— i/i estate, Simla. — Commercio: Importazione
92,623,347; Esportazione 116,340,362 sterline. (Com-
presi i metalli preziosi. 1903-04). — Ferrovie: km.
44.361. — Telegrafi: 96,063. — Bilanc: entrata
1,251.^95,000; use. 1,237,938,000 rupie (15 rupie =
1 steri.). — Protettorati: Stati indigeni di Haidera-
bad, Baroda, Mysore, Kascmir, Sikkim e più di 200
stati feudatari governati da principi indigeni sotto
il protettorato dell' Impero Indiano ; complessiva-
mente ab. 62,461,549 (censimento del 1901) su
km. q. 1,759,556.
57. — OBECIAJEllas]
Monarchia costituzionale.
Olga di Russia.
GIORGIO I, Be (n. 24 dicembre 1845, acc. 5 giugno 1863, mi
Dinastia di Holstein-Glucksburg).
Popolaz.: 2,433,806 (1896). — Belig. : ortodossa. — Lingua : greca. — Superficie: km. q. 64,679.
— Capitale: Atene {ab. 111,486). — Cotnmercio: Importazione 137,016; Esportazione 90,570 mi-
gliaia di dracme (1905) (1 dracma = Fr. 0,63). — Ferr. : km. 1035. - Telegr.: km. 6303. — Eser-
cito: guerra 82,125: pace 22,515. — Flotta da guerra: 11 navi, più 15 torped. e 21 navi second.
— Bilancio: entrata.: 125,753,359; uscita 124,461,577 dracme (1906).
Giorgio
58.
Estrada Cabrerà
Olga
GUATEMAL.A
Repubblica.
Grecia
MANUEL ESTRADA CABRERÀ.
Presidente {n. 21 novemb. 1857.
acc. 8 febbraio 1905. — Duraf(t
della carica: 6 anni).
Popolazione: 1,842,134 (1903). -
lielig. : cattolica. — Lingua :
spagnuola. — Superficie :\im.q^.
113,030. — Capitale: Guate-
mala la Nuova {ab. 71,527). -
Commercio: Import. 6,844,444;
Esport. 8,237,758 pesos d'oro
(1965). — Ferrovie: km. 640. —
Telegrafi: km. 5199 (1904). -
Esercito: pace 56,915; guerra
86,354. — Bilancio : uscita
27,317,659 pesos. .^^.
■^.
•>on —
Nord Alexis
Haiti
- Mi. — HAITI
NORD ALEXIS, Presidente
(n. 1819. ace. 18 dicem-
bre l»Oa. — Durata
dèlia rat-ira: 7 anni).
Popolai.: 1,4J5.000 aVOO.
— Relig.: cattoUoa. —
Lingua: francese. — Su-
perfine: km. q. 28,680.
— Capitale: Port-au-
Prlnce {ah. 61,(X)0). —
Commercio: Importazio-
ne 3.981,676; Esporta-
«lone 8,585,687 doli. —
Esèrcito: pace 6S28. —
Marina: ."< cannoniere.
- Bila**.: entr. 0,471,726
pesos d'oro e 3.016,506
di carta; use. 5,609,853
doro e 2,913,940 di car-
ta (1905-06).
60. — HONDURAH -
Repubblica.
Generale EMANUELE BO-
NILLA, Presidente (n. ?. i
are. \" marzo 1906. — j
Durata della carica: !
4 anni).
Popolaz.: 660,000 (1902).
Religione: cattolica.
Lingua: spagnuola.
Superficie: km. q. 114,670.
Capitale: Tegucigalpa (ah.
26,265).
Commercio: Importazione
444,827; Esport. 443,569
sterline.
Ferrovie: km. 92.
EiiANCKLE BoxiLLA Te/^ra/?; km. 4650 (fili). HonuUuas
Esercito: guerra 50,672 ; pace 600 (1902).
FloUa: 2 navi.
Bilancio: entraU 3,043,500: uscita 3,043,500 pesos d'argento (1904-1905).
61. — ITAIilA
Monarchia costituzionale.
VITTORIO EMANUELE III, Re (n. Il novembre 1869, aec. 21 luglio 1900, mar. ad Elkna
'!• 1 Moiiteni-gro. — Dinastia di Savoia).
Popolai.: 33,733,1 9>* (valutata al 1» genn. 1906). — Relig.: cattolica. — Lingua: italiana. —
1'^»/.; km. q. 286,682,2 +-0.96 (cifra definitiva secondo i calcoli dell'Istituto geogr. militare
fatti dal 1884 al 1901). — Capit.: Roma (afe. 462,783; cens. 1901). — Cnmm. (1904): Import.
1,958.266; Esp. 1,606,930 migliaia di lire. — /-'«♦t; km. 16,226 (1906). — Telegrafi: km. 47,731.
— Eserr.: guerra 3.323,446; pace 278.156. — Flotta da guerra: 333 navi, compresi 4 sottoma-
rino; in costruzione : 6 corazzate di 1* clas.se, 4 controtorpediniere, 26 torpediniere d'alto
mare, 1 torpediniera di 3» classe, 2 sottomarini (1905). — .B//a«cfo: (prevls. 1906-07) entrata
2,00'.>,sTl,«4(t; uscita l,9S2,757,7iH. — Possedimenti coloniali: Colonia Eritrea («fe. 329,516, d'
quali 3911 Europei (1905), km. q. 600,000), Protettorato sui Danakil e Protett. sulla Somali
(compresi i possed. del Benadir): in tutto, ah. 1,400,000, km. q. 825,000.
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Arttjbo Babclay
ARTURO BARCLAY, Presidente
(n. ?, a;c. 4 novembre 1904),
Popolazione (negra):
circa 1,500,000.
Religione: protestante quella
ufficiale, ma del maggior
numero pagana.
Lingua: inglese.
Superficie: km. q. 95,400.
Capitale: Monrovia [ah. 5,000).
Esercito: circa 3000.
Bilancio: entrata 333,104 dol-
lari; uscita 338,481 dollari
(1903).
63. — L.IECHTEXSTEIlf
Monarchia costituzionale.
LlBEBIA
GIOVANNI II, Principe [n. 5 ottobre 1840, acc. 12 novem-
bre 1858).
Popolazione: 9477 (1901).
Religione: cattolica.
Lingua: tedesca.
Superficie: km. q. 159.
Capitale: Vaduz {ah. 1206).
Bilancio:
entrata 913,946; uscita 910,820 corone austriache (1905).
Liechtenstein
64. — liUSSEMBUROO
Monarchia costituzionale.
GUGLIELMO, Granduca in. 22 aprile 1852, acc. 17 nov. 1905, mar. a Maria-Anna infanta di
Portogallo. — Dinastia di Nassau).
Popolazione: 246,455. — Religione: cattolica. — Lingua: tedesca. — Superf.: km. q. 2,587.
— Capitale: Lussemburgo (ah. 21,024). — Ferrovie: km. 525. — Telegrafi: km. 1099. — Eser-
cito: pace 313. - Bilancio: entrata 12,780,770; uscita 14,390,094 fr. (1905).
Guglielmo
Mabia Anna
LXJSSEMBUEGO
— \V)\
HITI.KT AUD-UL-AZIZ
Monnrrhia dinpotirn
MULEY^BD.UL-AZIZ,
Sultano (n. 24 feb-
braio 1878, acr. 6 giu-
gno 1894).
PopolaMiotu: 8,650,000. —
IMigione: maometta-
na. — Lingua: araba.
— Superficie: km. q.
439,240 (non rom pre-
si il Tuat uè il de-
serto». — Capitale:
Fez (ab. 150.000). -
Commercio: Importaz.
60,247,750; Esportar.
87,2y»,775 fr. (1904)
«6. — MESSICO
Repubblica federativa di 27 stati, 3 territori e un distretto federale.
PORFIRIO DIAZ, Presid. (n. 16 settembre 1830. ace. per la 6> volta il 1<> dicembre i:)04,
Durata della carica: 6 anni).
Popól.: 13,607,259(1900). -
Religione: cattolica. —
Lingua: spagnuola. —
Superf.: km. q. 1 ,987,201.
— Capitale : Messico :
{nb. 530,723). — Commer-
cio: Import. 85,861,082
dollari d' oro ; Esport.
193,854,716 pesos d'ar-
gento (1904-05). — Ferr.:
km. 17,446(19061. - Te-
legr.: 78,009 (190fij. —
Es. : guerra 82,150; pace
26,595. — Flotta da guer-
ra: l'i navi. — Bilancio:
entrata 90,073,i>00 pe-
sos; uscita 89,897,397
pesos (fr. 2,66) (1906-07).
PoByiBio Diaz
Messico
AXBXBTO
— «7. — MOUTACO -
Principato assoluto
sotto il protettorato della
Francia.
ALBERTO ONORATO CARLO,
Principe in. 13 nov. 1848.
ace. 10 settembre 1889. —
Dinastia dei Grimaldi-
Goyon-Matignon).
Popolazion*: 16,180. — Reli-
gione: cattolica. — Lin-
gua: francese. — Superfi-
cie: km. q.1,6. — Capitale:
Monaoo(a6.3,292). — Forza
pubblica : 4 uff. e 82 carab.
(gendarmi). — Bilancio :
entraU ordin. : 1.277.545;
uaciU ordin.: 1,252,137.
Monaco
— 302 —
■ 68. — ]»IOXT£WEORO [Cbnagoea] •
Monarchia costituzionale.
NICOLA I, Principe («.7 ottobre 1841, acc. 14 agosto 1860, mar. a Milena Petrovna Vu-
coticova. — Dinastia dei Petrovic-Niegos).
Nicola I
MONTENEOriO
PopoL: 227,841. — Relig.: ortodossa. — Lingua: serba. — Superf.: km. q. 9,080. — Capitale:
Cettigne (a/>. 4355). — Commercio: Import. 4 648,711; Esport. 1,705,039 corone austr. (1905).
— Telegr.: km. 850 (1905). — Bilan.: entr. e use: 1,763,824 corone austr.
69. — MOBK^XBT
yo. — XEPAIi
[Altenberg, Vieille-Montagne]
Teiritorio neutro, fra il Belgio e la Prussia,
amministrato da un borgomastro, sotto la
sovranità mista dei due stati limitrofi.
Superficie: km. q. 5,5.
Popolazione : ab. 8000.
Monarchia dispotica, tributaria della Cina.
PRITHVI BIR BIKRAM, SHAMSHER JANG, Ma-
harayà DJiiraJ [n. 18 agosto 1875, acc. 17 mag-
gio 1881).
Popolaz.: 3,000,000 circa. — Relig.: buddista.
Sup.: km. q. 154,000. — Capit.: Khatmandou
{ab. 50,000). — Commercio: Import. 1,498,651 ;
Esp. 2,640,649 diecine di rupie. — Esercito:
pace 51,000.
71. — NICARAGUA
Repubblica.
J. SANTOS ZELAVA, Presidente [n. ?, acc. 1 gennaio 1906. — Durata della carica: 4 anni).
Popolazione: 429,310.
Superficie: km. q. 128,840.
M- \ Capitale: Leon [ab. 45,000).
■Il 1 Commercio .
lif ;^;f^ itM \ Importazione 492,184 sterline.
Esportazione 730,458
Ferrovie: km. 276 (1904).
Telegrafi: km. 4600 (fili)
Esercito :
guerra 40,000; pace 4000.
Flotta da guerra
8 battelli a vapore.
Bilancio: entrata 8,815,815;
use. 12,517,002 in peso car-
ta. (1 peso carta = fr. 0,73). Nicauagua
J. Santos Zelata
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Monarchia co^filnsionaU.
HAAKON VII, h'f (1. :ì agosto 1872. n«v. 27 novembre l.»-:,
a Mai'd, prlnplp»'HS!
3,311,537 11005). — /{«/vìoim: Protestante luterana. — Lingua: Norvef^tana
,r Kin. q. 321.477. — CapitaU: Cristiania (afr. 227,62G). - Cimimerrio: Imp. 3l2,;i .*..
ir.. 2I7,'.m;o (111 inii^'Uaiii <ll corone. 11K)5) — Feivuvif: km. '25(iO (ItfOCl. — Telegrafi:
* (l'HUli. - h:jier,-ifo: pace »0,»(H); guerra 81,700. — Flotta da guerra: 53 navi, 240 can-
-' uomini. — JUhthcio di entrata e uscita: i)5,8H6,rt00 corone (cor. =- 1.3'.>l (IUO4.0
Uaakox vii
Maui)
■ 73. — OL<A!VDA [Nedkbland, Pays Bas] .
Monarchia costituzionale.
GUGLIELMINA, h'egina (n. 31 agosto 1880, are. 23 novembre 1890, mar. ad Enkico di
Mei KLENBURO. — Dinastia di Nassau).
l'opolazione: 6,5yi,6'J5 (190.S). — Heligione: protestante (presbiteriana). — Lingua: olan-
dese. — .s'Mp<s;-/iri>; km. q. 33,000. — C'apiVa/e; Amsterdam (ai;. 651,445 (1904)). — 6'om»««rc^it>:
Importazione 24 19.5; Esport. 1985,fi milioni di fiorini d'Olanda. — Ferrovie: km. 3090 (1»06). —
Telegrafi: km. 6'.>l2. - Esercito: pace 41.030; guerra 184,3G1. - Flotta da guerra: 98 navi, più
\ navi scuole e 4 navi trasporto. — Bil.: entr. 177,740,765; uscita 185,l»71,-2«7 fiorini (1907).
Colonie: Indie Orientali (Giava, Sumatra, Borneo, Celebes. Molucche. Piccole isole della
~ inda. Nuova Guinea Occidentale e Ternate), Indie Occidentali (Piccole Antille e SurinaiP'
>mpl. 37,879,000 aò. su 2,045,647 km. q.
GC0L.IXJ.MXNA
Paesi Ba^-si
74. — OMAN
Monarchia assoluta.
FEISEL BEN TURKI, Sultano («. 1865, acc. 4 giugno 1888).
Popolazione: l.ddri/Mio. — Religione: maomettana. — Lingua: araba. — Superficie: km.
q. 194,200. — rapUul>,. Mascate (ab. 40,000). — Exercito: circa 10,000. — Commercio: Impor-
Uzione 4,044,549; Esportazione 2,054,300 dollari (1904-05).
— 304
75. — PANAMA
Repubblica (separatasi dagli Stati Uniti di Colombia nel novembre 1903).
Manoel, Amadoe Guerbeko
MAN. AMADOR GUERRE-
RO, Pres. {n. ?, acc. 17
febbr. 1904. — Durata
della carica: 5 anni).
Popolazione: 400,000.
Religione : cattolica.
Lingua: spagnuola.
Superficie: km. 87,480
compresa la zona
americana del Canale
(striscia larga 10 mi-
glia inglesi lungo il
tracciato del Canale),
ceduta agli Stati Uniti
d'America col tratta-
to del 18 nov. 1903.
Capitale: Panama (ab.
30,000).
Commercio: Importaz.
16,875,000; Esportaz.
5,500,000 franchi.
Ferrovie: km. 76.
^d^ t>^
Panama
76. — PARA GUAI
Repubblica.
BENIGNO FERREYRA, PresìV?. («.?, acc 25 nov. 1906).
— Durata della carica: 4 anni.
Popolazione: 631,347, compr. 50,000 indiani (1905).
Religione: cattolica.
Lingua: spagnuola.
Superficie: km. q. 253,100.
Capitale: Asuncion (ab. 60,259).
Commercio: Import. 4,678.514; Esport. 5,232,770 pe-
sos d'oro (1905).
Ferrovie: km. 247.
Telegrafi: km. 1828.
Flotta da guerra: 2 piccoli vapori.
Bilancio: entrata 11,532,576; uscita 11,416,200 pesos
a 50 e.
Paeaguai
MoHAMED Ali Mikza
yy. — PERSIA
Monarchia costituzionale.
MOHAMED ALI MIRZA, Scià, (n. 21
giugno 1872, acc. 10 genn. 1907).
Popolazione: 9.000,000 circa.
Religione: maomettana.
Lìngua: persiana.
Superficie: km. q. 1,645,000 circa.
Capitale: Teheran [ab. 280,000).
Commercio: Importazione 349.915;
Esport. 247.961 migliaia di kran
(1 kran = Fr. 0,45) (1904-05).
Ferrovie: km. 13.
Telegrafi: km. 10,395.
Eserc: guerra 60,000; pace 24,500.
Flotta da guerra: 2 vapori.
Bilancio: entr. 1,327,000 lire ster-
line (1903-04).
"--^
FosK Pardo
— 7H. — F K R Ci
lifpuhhlirn,
JOSÉ PARDO Y BARREDA,
IWnid^-nt» (»i. KS('.«, tue. 24
settetn. 1904. — Durata
(itila fa»-irti ; 4 annU.
Popolazione: 4,559,550
Religìotte: cattolica.
Lingua: «ipn^niuola.
Superfìcie: km. q. 1,769.804.
Capitale: Lima (nft. 133,000).
Commercio: Imp. 4 ,'.»y8,0O3 :
Esport. 4.()«;i5.«i <9 st. (19(14 '.
Ftrrorie: km. li'.v.i.
Telegrafi: km. «,021.
Eterci'o: pace 6,807; guerra
89,42:<.
F/o/.'rt da guerra: Due incro-
ciatori, 2 vapori a elica,
1 nave scuola e 6 piccoli
vapori a ruote.
Bilancio: entrata 2.527,766;
uscita 2.17.S.2Ò2 sterline (190()
Pkbù
79. — PORTOGALLO
Monarchia costituzionale.
CARLO I, Jie (M. 28 settembre 1863, are. 19 ottobre 1889, mar. a Mahia AscelU d'Orlcan-.
— Dinaftia di Bra;;an7.a-Saxe-Coburgo-Gotba).
l'opolmione: 5,423,132. — Superfìcie: km. q. 92,157 (comprese le Azorre e Madera). —
Religione: cattolica. — Lingwi : portoghese. — Ca^)i7a/e; Lisbona («<». 357,fKX)). — Commercio:
Iiiip Ttazione 62,107,299; Esportazione 30,711.115 milreis (1 milreis = circa fr. 4,50). — Fer-
km. 2397. — Telegrafi: 8641. - E-tercito: pace 30,000; guerra 149,115. — Flotta da
42 navi, più 2 navi scuola e un sottomarino. — Bilancio: entrata 61,311,112; uscita
- '.4 milreis (19<».=l-19f»r,).
Cablo I
Portogallo
Possedimenti d'Oltremare: Is. del Capo Verde, Guinea. Isole di St. Thomé e del Piincii
Angola, Mozambico, Goa, Dvnao, Diu, Macao, Timor e Kambing: in tutto ab. 7,270,00<i
km. q. 2,270,000.
HO. ~ RUMEXIA
Monarchia costituzionale.
CARLO I, Se (n. 20 aprile 1839, acc. 26 marzo 1866, mar. ad Elisabetta di Wied.
Dinastia degli Hohenzollem).
Popolaz.: 6,480,300(1905). — JUlig.: greca-ortodossa. — Lingua: rumena. — Superfi-
km. q. 131,353. - Capitale: Bucarest (ab. 285,445). — Commercio: Import. 337,538; Espor
— 306 —
iione 457.101 migliaia di tei (1 lei = fr. 1). — Ferrovie' km. 31^8. - Telegrafi: km. 7012. -
Esercito: gueri'a 171,948; paoe 64,250. — Flotta da guerra: 20 navi. — Bilancio: entrata
e uscita 230,1389,238 lei {190(;-07j.
Elisabetta (Carmen Sylva^
81. — RUSSIA
Monarchia costiliizionale sotto unrj Zar autocrate.
NICOLA II, Zar o Imperatore (n. 18 maggio 1868, acc. 1» novembre 1894, mar. ad Ale-
XAKDBA Feodorovna nata Alice di Hesse. — Dina-itia dei Romanow-Holstein-Gottorp).
Nicola I
:ÉéB'
Alexandra
Russia
Popolazione: 130,469,000 (compresa la Finlandia e i governi del Caucaso. Siberiani, del-
l'Asia Centrale e Transcaspiani, Bucara e Chiva) (cens. del 28 genn. 1897). — Religione: greca-
ortodossa, con gran numero di cattolici (polacchi), protestanti, ebrei, maomettani, armeni, ec.
- Lingue: russa, polacca, ec. — Superficie: km. q. 22,874,453 (comprese le acque interne), —
Capit.: Pietroburgo («fe. 1,439,375). — Comm.: Iraportaz. 709,585,000; Esportaz. 1,005,747,000.
- Ferrovie: km. 65,708 (1905). — Telegrafi: km. 180,178, compresa l'Asia. — Esercito: guerra
3,615,410; pace 1,087,000. — Flotta da guerra: 362 navi, più 6tì bastimenti ausiliarii e 30 in
costruzione (1906). — Bilancio: entrata od uscita 2.510,972,775 rubli (1906).
82. — BOCHARA
Monarchia assoluta
sotto il vassallaggio della Russia.
ABDUL AKHAD, Emiro (n. 26 marzo 1859, acc.
12 novembre 1885).
Fopolazione: 1,250,000. — Superficie: km. q.
205,000. - Capitale: Bochara {ah. 70,000). —
Eserc: pace 11,000.
83. — CHI VA
Monarchia assoluta
sotto il vassallaggio della Russia.
MOHAMMED RAKKIM BAHADUR, Kan (n. 1845,
acc. 1805).
Popolazione: 800,000.
Superficie: km. q. 60,000.
Capitale: Chiva (ah. 30,000).
- 307 —
H4. — FINLANDIA
(irvm'fHniUt itu'oriM>r«lo all'lmpcru (11 UuHsla, con «inDiliiutrAXiuiie mtrrim KpffJnl-
'■ ' ' ■, V-,. . ;.■.._ • vfAiite, — /.fHji/M^; «vedono e Iliinica. — .-..-
s {ab. 10fì,067). — Commét-cio: IrnportRZlone
oro. — »rrori«; km. 3329. — lUhinrin: en-
t.4 1 1 U. . i -j :>.'.», So ; u^.itii r^o,:i4f.,f,:t4 nurolii (1 maroo - 1 fr.).
Pedijo J. Escalon
86.—
. 85. — MAr.VADOR
HepubUùa.
PEDRO JOSÉ ESCALON. l'reMi
dente {n. ?, tur. 1° marzo
190S. — Durata della cari
ca: 4 anni).
Popolai. : 1.006,848 (1902). -
Iteliyioue: cattolica. — Lia
guit: spagnola. — Supeifi
eie: km. q. -il. 100 - Cup.
San Salvador (ab. 59,544).
Commerrio: Esp. 16,5aH,611
pesos d'arg. (1 peso arg. =
fr. 2,19). - Ferr.: km. 167.
Telegrafi: km. 3809. - JK^er-
cito: pace 3,000 più la ri-
serva di 18,000 uomini. -
Flotta da guerra : 1 nave. -
Bilancio: entrata 8,536.443
' uscita 10.04."),413 pesos d'ar
gente (1905).
SAX DOMIXOO [Rf.pcbbU(a Domikicama]
Repttbhlica.
Salvadok
RAIMONDO CACERES, Prediente (n. ?, acc. 1906.
'ila della carica: 4 anni).
Du-
Popolazione: 416.000.
Religione: cattolica.
Lingua: spagnuola.
Superficie: km. q. 48,.'>77.
Capitale: San Domingo (ab. 20,000).
Commercio: Importazione 3.096.000; Esportazione
6,896,000 dollari d'oro (1905).
Ferrovie: km. 188.
Telegrafi: km. 690.
Flotta da guerra: 2 navi a elica.
rìii„»r:n n<»nM ^ entraU 3.635.317 dollari.
B,lanc,o (190..) j ^^^.^^ 1,1H,978 ,
87. — SASr MARIXO
Repubblica.
Due Capitani Reggenti che si rinnovano ogni sei mesi.
Popoluzione: 9535.
Religione: cattolica. — Lingua: italiana.
Superficie: km. q. 61.
Capitale: San Marino (ab. 1600),
Milizia: 38 ufficiali e 950 uomini.
Bilancio: entrata 540,8:33; uj-cila 5'i7,720 ^1906- 07 .
iì^a hLxitiHQ
— 3f)8 —
88. -- SARAWAK
Monarchia assoluta, sotto il protettorato inglese.
CARLO JOHNSON BROOKE, Rajà (n. 3 giugno 1829, acc. 11 giugno 1868).
Popolazione: 300,000. — Superficie: km. q. 110,000. — Capitctle: Kuking.
80.
H£RBIA-
Monarchia costituzionale.
PIETRO I, Re (n. 29 giugno
1844, acc. 15 giugno 1903.
— Dinastia dei Karageor-
gevic).
Popolazione: 2,088,747 (cens.
31 die. 1905). — Religione:
greca-ortodossa. — Lin-
gua: serba. — Superficie:
km. q. 48,303. — Capitale:
Belgrado {ab. 80,747). -
Commercio: Importazione
55,601; Esportaz. 71,996 in
migliaia di dinar (1 dinar ^=
1 franco) (1905). — Ferro-
vie: km. 562. — Telegrafi:
km.3281. —Esercito: guerra
353,122; pace 27,412. — Bi-
lancio: entrata 88,046,000;
use. 87,632,279 din. (1905).
90. — SIAM
Sekhia
Monarchia assoluta.
SCIULALONKORN, Re (n. 21 settembre 1853, acc. lo ot-
tobre 1868).
Popolazione: 6,000,000.
Religione: buddistica.
Lingua: siamese.
Superficie: km. q. 633,000.
Capitale: Bangkok {ab. 600,000).
Commercio: Importazione 68,769,030; Esportazio-
ne 103,130,000 ticals (1 tical == fr. 1,40) (1905).
Ferrovie: km. 618.
Telegrafi: km. 5290.
Esercito: guerra 30,000; pace 12,000.
Flotta da guerra: 24 navi.
Bilancio: entrata 53,619 569; uscita 52,873,083 ticals
(1905-06).
91. — SPACJXA [EsPAXAj
Monaì-chia costituzionale.
ALFONSO XIII, Re (n. e acc. 17 maggio 1886, mar. a Eugenia (Ena) di Battemberg.
Dinastia dei Borboni).
Alfonso XXII
Eugenia | . Spagna
l\,p,Ja{. ,1 ai dio. IWK»). - h«lig.: cattolica, - Lingua: Hpai{iiuoU o out*lni
SMiMrf.: ki - r.tpit- Madrid (oA. 530,835). - Comm.: Importai. 055.4(KMh'.
'"' " ' IH'seta --' 1 fr.l. ■ Fermrii-: km. H.WiT. - Trl-grafì:
^ I'»oo 93,132. — Fh>tt,t lUt gtiét-ra: 8.'. navi, più 12 nari
" ' izione. — Bilancio: entrata 1,010J.17.'J»G pesctas: uscita
»<M*,s.-.«;,Tr.o (l'.KV.i. - (•„/,....>. Fernando Po, dipendenza d'Annobon, Rio Munì, Ilio de Oi
km. q. aiS,700; ab. 291,000.
HTATI UNITI n*AMRRI< A
Republtlica federale
Unione di 48 SUtl, 8 ter-
ritorti e un distretto fe-
derale.
TEODORO ROOSEVELT,
l'reKidentf in. IS-^H, are.
14 settembre 1905. —
Durata della carica: i
anni).
Popolazione stimata al lo
gittgno 1906: 84,216,433,
compreso l'Alaska e le
isolo HawaJ. — Relig.:
protestante delle diver-
se sètte per una grande
metà, cattolica per me-
no della metà. — Lin-
gua: inglese perla grande maggioranza. — Sitpfrf.: km. q. 9,42(»,B70. — CupUaìe: V ashingtoi
(a6. 293.217). — Commercio: Import 1119,9; Esport. 1552,4 milioni di dollari. — Ferrovia-
km. 341,736 (1904). - Telegrafi: km. 337,890. - fJtiercito: guerra 179,602; pace 64,336. - Flo/^
da guerra: 136 navi di 1» ordine, 140 di 2o ordino e 38 navi in costruzione. — Bilanci
entrata 738,590,515; uscita 746,590,515 dollari (1905 6). — Possedimenti coloniali: Puertori(
is. Filippine, Guam, Samoa, Wake e Johnston, in tutto o6. 8,602,000 su km. q. 3n<;Mn.
BOOSKVKLT
Stati Uniti ui amkuica
93. — fSTBZIA
Monarchia costituzionali.
OSCAR II, Re (m. 21 gennaio 1829, 18 settembre 1872, mar. a Sofia di Xassau^
Dinastia dei Bernadotte).
Oscar
Sofia
Popolazione: 6,294,885 (1905). — Religione: protestante luterana. - Lingua: svedese.
Superficie: km. q. 447,864. — Capitale: Stocolma {ah. 324,448). — Commercio: Importazioii
578,453: Esportazione 414,724 migliaia di corone (1 cor. = l,39i. — Ferrovie: km. 12,53!*
— Telegrafi ; km. 9572 ( 1903). — Esercito: guerra 513,425 ; pace 60.130 (1905). — Flotta da ,,
72 navi, più 53 navi secondarie e 1 in costruzione. — Bilamio: entrata e uscita 193,
corone (1907j.
1310
. 94. — SVIZZERA
Repubblica federale
di 25 Cantoni.
EDUARDO MULLER, Presidente del Consiglio Federale
per il 1907 (n. 1848; durata della carica: 1 anno).
Popolazione: 3,325,023.
Iteligione: pi'otestante (59%) e cattolica (41%).
Lingua: tedesca in 18 cantoni, francese in 5, italiana in 1,
romancia in 1.
Superficie: km. q. 41,346.
Capitale: Berna (ab. 71,748).
Commercio: Imp. 1,458,321,700; Esp. 1,007,822,756 fran-
chi (1905).
Ferrovie: km. 4460.
Telegrafi: km. 6264.
Esercito: guerra 233,088.
Bilancio: entrata 129,303,264; uscita 116,716,180 franchi
(1905.
^^^.MfffPi^^
SvI^;zEKA
05. _ TOXCJA (Isole)
Monarchia costituzionale
(sotto il protettorato inglese dal 1899).
GIORGIO II, Re {n. 18 giugno 1874, acc. 1893).
Popolazione: 20.832 (censimento 31 dicembre 1902).
Raligione: protestante.
Supei-flcie: km. q. 997.
Capitale: Nukualofa.
Commercio: Import 70,868; Esport. 118,707 sterline (1905).
96. — TURCHIA
Monarchia dispotica.
ABDUL HAMID II, Gran
Sultano (n. 22 settem-
bre 1842, acc. 31 ago-
sto 1876).
Popolaz.: 24,028,900 (sen-
za la Bulgaria, la Ku-
melia orientale, Creta,
Samos, l'Egitto e Tri-
poli). — Relhjione: mao-
mettana, greca ortodos-
sa, armena, ec. — Lin-
gue: turca, araba, greca,
albanese, ec. — Superf.:
km. q. 2,987,100. - Ca-
pitale : Costantinopoli
{ab. 1,106.000). - Com-
mercio : Importazione
2,449,654,000; Esporta-
zione 1.559,141,000 lire turche. — Ferr.: Europa km. 2042; Asia 2929. — Teleg):
0 Asia km. 41.462. — Esercito: guerra 1.677,000; pace 360.000. — Flotta da gmrra
Dilancio: ent. 18,511,322; use. 18,429,411 lire turche (:= 23 franchi e 05 centesimi).
Abdul, Hamid II
Turchia
Europa
78 navi.
LIQUORE
TONICO DIGESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
— JU 1 —
•7. — BULGARIA
Momarehia tontituainnnì*
tribntaria della Torchia, con la provliiol» autonoma dolU RnmoUa orientalo.
FERDINANDO I. /'n».r,>. (n. 2<.
I.hl.raio lji«l. aec. 7 InRli-
1^87. — lUnaatia di > .■• ■
Cobargo-flotha).
/'npo/a/ioNc {compresa 1
mt'lta (.rtontulol: In
(190.%). - I{«t>g.: jrrei^i
dossa. — Lingua: bi,
— Superficie: km. q. .'
— Capit.: Sofia («6. 8.i.i.-.i
— Commercio: Importazioni
12*2,250,<KKì ; Esportazioii.
147.961,000 lei (1 leiì ^ 1 fri
— Ferrovie: km. 16i8. — Tr-
ìegr.: km. ll.i;<3. - Esercito:
guerra 190,452; pace 53,.N74.
— Fhìtt. da guerra: 16 navi. —
Bilan.: entrat.i 117.953.000:
uscita 117,948,420 lei (1906'.
»8. — CRETA
i- KRl-UJANDU 1
Br LO A LIA
ìrermo autonomo costituzionale, sotto il protettorato delle
potenze Europee e l'alta sovranità della Turchia.
ALESSANDRO T. A. ZAIMIS,
16 ottobre 19061.
Allo Commissario (n.
colazione: 303,M3 (1900).
li^igione: greca ortodossa.
Lingua: greca.
Superficie: km. q. 8,618.
Capitate: La Canea {ab. 21,001).
Commercio: \ ^^^Vonta.\one 13.J^2.000
\ Esportazione 10,491,000
T.Ugrafi: km. 368.
( entrata 4,317,973 / , , ,
"^«'^ 1 uscita 4;578:C65 ) f''*"^"^'-
franchi (1905-6).
Abbas II
99. — EGITTO [MisK]
Monarchia assoltUa, tributaria
della Turchiu, sotto il con-
trollo dell' Inghilterra.
ABBAS li, HILMI, Kedice (n. 14
luglio 1874, are. 7 genn. 1892).
Popolazione : 1 2,000 .( »00 ( 1 907 1. —
Religione: maomettana. — Lin-
gua: araba. — Superficie: chi-
lometri q. 994,300. — Capitale:
Cairo, ab. 640.<hkk 1907). - Coni-
mercio: ImporUiz. 21,564,000;
Esportaz. 20,360.030 lire crì-
zlane ( l'.>05). - Ferr. : km. 5,204.
— Telegrafi: km. 4,084. —
Esercito: pace 18,364. — Bi-
lancio : entrata 13,500.000 ;
uscita 13.u<:m).000 lire egiziane
(= 25 franchi 92 cent.) (1906).
L
aieno pure allo alalo rrnniro, (guarite con le cel'lni
Pillole Molventi antieniorroidali Fat-
tori .fi l'neriK'iito antieiiiorroidale Fat-
tori. — Scatola Pillolf> L. 'l.'M) - Va.so di l'ii-
gueiito L. 2. lu tutte le Fariuatie e dai Chimici G. FATTURI e C, Via Monforte, H),
Milano. — Opuscolo gratis a richiesta.
EMORROIDI
1
J
— 1)12
lOO. — SAMOS
101. — TRIPOLI.
Principato tributario della Turchia.
GIORGIO GEORGIADES, Principe {n
acc. 30 agosto 1907).
Popol.: 53,424 (1902). — Rei.: greca ortodossa.
— Lingua: greca. — Superf.: km. q. 468. —
Capit.: Vathi (aò. 2400Ì. — C'omm. : Import.
18,935,220; Esp. 18,370,312 piastre. — Bi-
lan.: entr. 3,268.900; use. 3,103,406 piastre
(L. 0,221/2) (1906-07).
REDJEB PASCIÀ, Governatore generale.
Popolazione: 1,000,000.
Superficie: km. q. 1,051,400,
compr. il ììiìite.ssariflik di Bengasi.'
Capitale: Tripoli (a&. 30,110).
- 103. — URUOUAX
Repuhhlica.
JOSÈBATLLEYORDONEZ,
P)-esid. (n. ?, acc. 1° mar-
zo 1903. — Durata della
carica: 4 anni).
Popol. : 1,038,086 (1904). -
Religione: cattolica. —
Lingua : spagnuola. -
Superficie: chilometri i
178,700. - Cajnt.: Moii
tevideo {ab. 273,665). —
Commercio : Importaz.
30,774,000 ; Esportazio-
ne 30,778,000 pesos na-
zionali (1905). — Ferr. :
km. 1,944. - Teleg.: km.
2049. — Esercilo: pace
5015. — Gu'trdia wizio-
nale: 35,000. — Flotta
da guerra: 1 cannoniera e 2 vapori. — Bilancio: entrata 18,30^,255,
nazionali il peso = 5 fr. e 50 e.) (1906-071.
UliUtìUAY
scita 18200,220 pesos
103.
VE]VEZUE1.A
Repubblica federativa di 20 stati, un distretto federale, 5 territori e 2 colonie.
I CIPRIANO CASTRO, Presiden'e
I («. ?, acc. giugno 1905. — Dui:
della carica: 6 anni).
Popolazione : 2,590,981 .
Religione: cattolica.
Lingua: spagnuola.
Superficie: km. q. 942,300.
Capitale: Caracas (ab. 72,429).
Commercio: Import. 48.434,144
bolivares (=: 1 fr.) (1904-05j.
Ferrovie: km. 842.
Telegrafi, km. 6490.
Esercito: guerra 250,000; pace
7600.
Flotta da guerra: 6 navi.
Bilancio: entr. e use. 55,000,000
(1905-6).
CiPKIANO CaSTKO
104. — KASfZIBAK
Monarchia assoluta, sotto il protettorato inglese.
SAIO ALI BEN HAMUD, Sultano {n. 7 tfiugno 1884, acc. 18 luglio 1902. — Dinastia degli
imam di Mascate).
]'o/>olaziune: 250,000.
Religione: maomettana.
Lingua: araba e suahe'i.
Superficie: (delle sole isole): km. (]. 2640.
Capitale: Zanzibar.
Stampato il i" ut'obre l'J07,
L'ALTO ADIGE
Il confln* naturale.
I ^ -r-xn i-.rchiti (lolle Alpi, prooiso o nic-
j;» r.ne divide, netto, dalle conter-
Il n<« ItilltMIia.
^ qualunque nomo
s' . <di. e sia egli na<o
I'. i stvanloro, un'evl-
d< )ie ni ir animo: Qui
e- l'am-he rIì odierni
o ' Riai-oiaiio di gran
o i^eppuio «lualohe valle alber-
ila stirpe diversa, nondimeno, o
^ .^ ..... .. .ci dal Cenlsio o dal Gottardo,
dalla Funrebba o dal Brennero, non appena
le «<'qne s.-orrono a merrodi l'alma terra si
discopre tutta e si manifesta in un istante,
bella come un prodigio.
II le- r^! Ftalia DHh xarra. Sono questi già
ci suoi fiori, le sue correnti e
li. Prima. l'Alpe precipita, poi
si accavallano degradando, le
no a spira, le prealpi si disten-
:e si allungano nella pianura, la
;io, si perde infinitamente verde
lontana verso l'Adriatico e l'Appennino.
E da rpiosta immensa discesa dalle cime
n " ^i eampi padani, da questo
M .'fiumi verso inostri mari,
»1' 1»> vero; non si dimostra,
mi -. ' h < terra d'Italia anch'essa, la
Regione Atesina, tutta intera, dalle fonti d'Adi-
u'»,- •• li Ism-n fino alle rive del Garda e ai
>Iii dì Verona.
Sanno gl'Italiani tutti che al di qua del
rénnero vi sono contocinquantamila te.le-
■hi'i che dentro i confini della patria un
.isto paese accoglie da secoli genti straniere?
Qtiesto vasto paese è ì'AKo Aiì'ge, la valle
re atesina con le altre che scendono
.ivendo per centro la città di Bolzano.
.\dige benché appartenga Incontesta-
bilmente all'Italia geografica, e abitato in
maggior parte da popolazioni tedesche. Però,
nel piano del fiume v'è ancora numeroso
reletìipnto nostro, e nelle valli intorno si
maiiti»^ne compatto il popolo d'idioma latino,
respingendo le sopraflfazioui e le insidie del
germanesimo.
Queste ciroostanze non sono abbastanza
note agli Italiani. L'opinione nazionale nuu
è abbastanza illuminata sulle condizioni et-
niche ai confini. Bisogna che anche nel po-
' lo si faccia strada il convincimento della
i prema importanza della questione atesina.
Trentino e Aito Adige.
Il bacino dell'Adige, benché negli aspetti
(turali svariatissimo, mostra — quanto alla
nforniazione e al caratteri piiucipali della
valle principale e delle condun t
f.'tfa unità. D.nlta pianura v<'»..
genti del fiume, è tutta una „
iUllana.
Poro alooni secondari tratti geografici \
se;;nano una dl>ttinzione. Il terrltortt) n*
idrograficamente unico, apparisce or"
niente anco dnplife, pfafvhf* dn<» Ini'
tene di ntonti
Ccvedale da u'
l'altra fino a e;
dividono 11 bacino medio del fluuu., cìul
Trentino, dal superiore o Alto Adige.
Il Trentino è la parte meridionale di-I
valle atesina, insieme coi grandi bacini lat-
raliche le spettano, * cwn altri versanti d'alt
acque venete e lombarde i quali storlcamei •
vi sono annessi; e l'antico Principato di Tr»
to. Nell'attuale divisione politica, il Trentii.
equivale ai due circoli di Trento e di Rovereto:
ambedue italianissimi con tanta compattezza
e purità quanto può esserlo qualsiasi provin-
cia italiana: è quel Trentino esemplare nella
tenacia nazionale e infle.'sibile nelle sue aspi-
razioni patriottiche eh' è riuscito (finalmente!»
a farsi conoscere e comprendere dagli Italia!
a farsi anche riconoscere e rispettare da.
stranieri.
Vittore Ricci lo ha magistralmente dcsci •
to in uno di questi Almanuvchi (anno 19"!
Della italianità del Trentino fa ben fede abba-
stanza — per omettere mille altri argomenti —
il cennimenlo ufficiale atmtriaco. È una pubbli-
cazione sulla cui buona fede, rispetto alle na-
zionalità .soggette, molto vi sarebbe a ridire,
e nondimeno ne risulta che su 347,9'29 abitari n
sono italiani 338 259. In altri termini su H'
abitanti. 972^ parlano l'italiano, 24,, il te 1
SCO, 0,5 lo czèco e 2,5 lo sloveno. Queste fra-
zioni straniere son costituite quasi per intero
dalle guarnigioni militari.
Nel distretto di Primiero, dove non c'è
guarnigione, sono di nazionalità italiana 999,|
per 1000 abitanti.
Bastano le cifre, non è vero? e sono inu-
tili i commenti. Nel Trentino, l'italianità, in-
tegra e salda, provvede egregiamente alla
propria dilesa. A repellere i tentativi germa-
nici e a proseguire l'assorbimento delle pie-
col*' e disperse Isole tedesche, s'adopera la
Lega Nazionale. Però a questo la Lfga si li-
mita, e con tutte le forze sue, e fosse anche
con l'aiuto legittimo della Dante AVighieri,
altro non può né potrebbe, se i mezzi non
saranno maggiori. Intanto l'opera grande, il
terreno vero della lotta, la regione bisogi'
vole di pronta e vigorosa azione, è l'Alto A':
gè; — il circondario di Bolzano cioè, con
valli superiori bagnate dall'Adige, dall'Isaia
e dai loro affluenti: questa bellissima rep
ne, Italianissima di sito geografico, di climii.
d'aspetto, italiana anche in buona parte dt
abitatoli, polche l'elemento nostrano s'avanza
CONTRO TOSSI E
CflT^RRf USATE
S€MPRC
PANERAJ
P/ISTIGLIE,
E ESTRATTO-:::-
— 314 —
coslantemente per il Valda^lige e già cir-
conda e penetra Bolzano e Merano, e pur
sempre sui monti laterali l'elemento latino
resiste sostenendo miche etnograficamente i di-
ritti della nazione italiana fin proprio all'Alpe
Centrale.
Il Brennero.
L'Alpe Centrale! Chi pnò avvicinarsi alla
grande catena spartiacque senza sentire una
impressione solenne come al confine di due
mondi ? Recinge essa la nostra penisola col più
forte e terribile confine che sia in Europa.
Quindicimila leghe di paese alpestre e im-
pervio, assurgente di monte in monte fino
alla muraglia di ghiacci eterni che l'incorona
e gira tutt' intorno larga, compatta, fulgida
e inaccessibile!
paeselli italiani, e la favella nostra sulle lab-
bra di tutti ; ecco la pianura iTunT-'^nsa e popo-
losa, la grande unità nazionale dove quei riga-
gnoli stranieri appena giunti si disperdono.
No; gli scambi e il transito, anche centuplicati,
non portano ne porteranno la zona gricjia.
I sedimenti germanici nell'Alto Adige sono
invece un residuo di conquista. Ma chiUTiqne
volti la gleba sul versante meridionale alpino,
egli è italiano. Le alpi non si cancellano, né
si può negare l'influsso del clima sui carat-
teri fisici e intellettuali di chi spreme le uve
a mezzodì e di chi taglia gli abeti a setten-
trione del monte. I 150,000 tedeschi cisalpini,
insediati lungo l'Adige, non offuscheranno
l'unità nazionale, come non la turba l'idioma
francese dei 200,000 valdostani.
Nel circondario di Bolzano questi germani
cisalpini o tirolesi, albergano in quotidiano
^m^m
La grande catena-spartiacque belle Alpi Centrali
{tratto, nel gruppo dell'Ezio, sopra la Val Venosta).
Nel tratto che sovrasta l'Alto Adige è rotta
in tre punti, al Resca, al Brennero e a To-
blaco : tre valichi donde alemanni, baiuvari e
slavi penetrarono nei foschi secoli; e il più
fatale di essi è il Brennero, giusto nel mezzo
del paese: ianua Jiarbaroruni.
Ai nostri di, pel Brennero e per Toblaco,
come pel Cenisio, pel Gottardo, pel Sempione
e per Pontebba, serpeggia la ferrovia, e le
regioni transalpine comunicano agevolmente
con le cisalpine. Ma il transito e gli scambi
non offendono menomamente la purità etnica
delle nazioni contermini laddove siasi conser-
vato integro il territorio nazionale. Nelle re-
gioni finitime (Valtellina e Cadore) la gente
vcnetae la lombarda mantengono il possesso
del suolo fino al preciso spartiacque. Dalle
verdi valli della Carinzia e della Svizzera,
dove tra gli abeti spuntano i campanili aguzzi
e risuonano le germaniche canzoni, ogni gior-
no salgono sbuffando al sommo dieci convogli,
— centinaia o migliaia d'uomini in gran parte
stranieri, — e dopo il valico, dopo la prima
scesa, ecco subito tra i castagni e le vigne 1
contatto con '10,000 atesini italiani (e ladini]'
Né l'uno né l'altro popolo ha ragione di in-
fliggere torti ed offese al vicino. È da desi-
derare che anche nel campo della cultura,
e specie dell'istruzione scolastica, cessino le
sopraffazioni da parte tedesca, mentre di certo
non ne avvengono da parte degli Italiani.
Questi — si dovrà pur riconoscerlo — non
hanno mai tentato di snazionalizzare altrui
attirando alle proprie scuole dei bambini del-
l'altra stirpe o corrompendo gli adulti per
aggregarli, imbastarditi, alla propria compa-
gine. L'italianità non procede con siffatti arti-
fici (altrettanto riprovevoli quanto inefficaci),
bensì per lenta sostituzione di famiglia a fa-
miglia, da un villaggio all'altro.
Da questo processo, e non da altro, trae
la sua vera forza il nostro sviluppo etnico.
Ed è necessario che la nazione intera pensi
finalmente a intervenire nella lotta, affret-
tando, dove più avanza, il riflusso italiano,
sostenendo l'inondazione straniera dove più
pericolosa ruppe, mirando dappertutto a ri-
guadagnare gli argini perduti. Oggi più che
GII Oli d'oliva P. Sasso e Figli dì Onaglia sono gli unisi perfetti.
— 31G
mai le soi;ti del popolo italiano appariscono
congiunte alle sorti delia sua lingua; e tute-
larla e sostenerla e reinte^jrarla lino ai con-
lini naturali, è il suo primo diritto e il suo
primo dovere.
Il Valdadige da Salerno a Bolzano.
Venendo dal Regno, e da Trento, il primo
tratto dell'Alto Adige è quello che si stende
pianeggiante dalla stretta di Salorno alla città
di Bolzano, splendido per ubertosità del suolo
e per maestosa bellezza del paesaggio.
Il quadro di Bartolommeo Bezzi che vien
qui riprodotto rappresenta il fiume regale coi
peggi profonda e larga una via. Nel pian della
valle scorre solenne il fiume Adige e diritta
nel mezzo va la ferrovia, mentre la strada
postale segue la costiera dei monti di levante.
Il primo abitato dell'Alto Adige, venendo
da Ti-ento, è il gl'osso borgo di Salorno, già
quasi tutto ripreso dall'elemento nostro, l^oco
più innanzi, Egna, la romana Endidne, i-acco-
glie il commercio della gran valle italiana di
Flemme, sedendo in un piano fertilissimo cui
fanno corona i villaggi bilingui di Mazzone,
La Villa, Gleno, Pinzano, Montagna: que-
st' ultimo dominato dal superbo castello della
contessa Albrizzi di Venezia.
Sull'altra sponda dell'Adige s'allineano,
Alto Adige
quadro di Bartolomeo Bezzi, trentino.
monti che lo fiancheggiano all'estremità set-
tentrionale del Trentino, laddove appunto si
forma la troppo celebro stretta di Salorno.
In linea etnografica e nazionale la stretta
di Salorno non è confine. Può valere per con-
fine solo in questo senso, che a mezzodì di
essa la popolazione è tutta, puramente e in-
tegralmente, italiana, mentre al di sopra è
mista di Italiani e di tedeschi; con prevalenza
però, nel primo tratto, degli italiani.
A ponente fiancheggiano il Valdadige bol-
zanino, alti ed eguali, corno una parete bruna
e continua, i monti che sostengono l'Anaunia
(> Valle di Non, a levante più rotti e più vari
• lucili che dividono dalla Vallo di P'iemme.
l>iotro a questo due cortine, la naziojialita
italiana si i)rotoiide a destra e a sinistra in-
tera 0 compatta raggiungendo e oltrepassando
in latitudine sottontrionale il parallelo di Bol-
zano, Flemme e Anaunia sono come due vasti
terrapieni sostenuti da argini, tra i quali ser-
& piò dei monti. Rovere della Luna, paesello
tutto italiano, patria dei fratelli Bronzetti, gli
eroi garibaldini — Magre, un grosso villaggio
di contadini in gran parte italiani, dove hanno
1 loro beni i baroni Salvador» di Trento — Cor-
tazza, con molti coloni della contessa Albrizzi
— Termeno ricca di vigneti famosi e di belle
case signorili.
In questa costiera si trovarono vetustis-
simi sepolcreti italici; qualche chiesetta con-
serva afl'reschi romanici di gran pregio; i
documenti affermajio la continuità e Timpor-
tanza dell'elemento italiano anche nei secoli
di mezzo.
Fra Egna e Termeno la valle raggiunge
il massimo della sua larghezza: indi si rompe
In colli ed altipiani di lineo vaghissime e
intlnitamente armoniose: le pendici dell'Ol-
tradigtì coperte di vigneti e sparse di paeselli
ridenti, lo specchio d'un lago e il nereggiar
delle selve, le alte pareti dei monti e le mac-
L'Ollo Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
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1115
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dOI'v
In in.v-v 1
nostro Riunire, si
porta di Bolzano.
.ignto. cótn-
; (Il ral.l.im
Bo!/ani
Bolzano.
iiMitro naturale
lUt
il capo-
idustre cittadina ospita
.. :.iliani senr,a contare gli
ntixi. Giace presso al conSuente del fiume
•ra In liìil ;i .
1 ' <• il Duomo.
Rlpi' ; •>^.'•> portale,
(Il puro stile loiiibaido. I<H piiU (lell'alt:\r ma({-
t?ii>ro è del veneziano Lazzarini: un altro al-
iare è fondazione dei Mercanti alle celebri
Aero (UniTcrsitas Ncifotiantium ad Nundinas
confluentinm) e recali motto bolzanino " pnl-
chrior ex merce. . N(»tcv(»ll sono ancora l'an-
tico Palazzo Meirantilf, il Municipio, il con-
vento dei Domenicani con 1>asìlica antica e
quello del Cappuccini con la cappella dov'è
tradizione che San Francesco d'Assisi abbia
servito la messa quand'era ancora mercante.
Gli Italiani a Bolzano sono la massa ope-
raia, sono la piccola industria, la servitù, il
contado, e solo in parto formano l'elemento
borghese e mercantile. I Tedeschi costitui-
La l'IAZZA «jRA>l>E.
{Fot. J. Gugler, Bolzano J.
Isarco, il quale scende dal Brennero, nel fiume
regale che viene dalla Val VenòÉta. Il subur-
bio ha un aspetto tutto italiano: vi allignano
nelle pendici solatie l'olivo e il cipresso, vi
maturano vini famosi. Italiana e anche l'ar-
chitettura delle vecchie case nel cuore della
città mentre le fabbriche nuove copiano lo
stile TTì'>d''mf> comune ai luoghi di grande
co; azionale.
: sono ipoiiìci, simili a quelli
del.- -.-te ed emiliane, caratteristica
scono la ma<;gioranza della borghesia e del
grande commercfo, la nobiltà e la massima
parte del possesso fondiario. Quindi l'elemeiii o
italiano sente e riconosce la propria inferio-
rità numerica e morale. Ma è nel ricordo di
tutti che l'italianità fu qui predominante, e
tutti osservano che negli ultimi anni l'elf-
mento nostro ha rìpres<j d'assai; molti tede-
schi dicono che Bolzano non si riconosce più,
e iu certe parti e a certe ore del giorno pare
ridivenUU una città italiana.
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
318
Bolzano — Portale dkl Duomo.
(Fot. J. Gityler, Bolzano).
La tokre di Deuso, presso Bolzano.
Castel Fikmiano.
{.t'ol. J. G'ig er, Bolzano).
Da Bollino • Merano.
.,,■',. ,1 11 . >r . v-.ns • M-x (.1 ..^,,..tl la
• III
.Iti
,1 > 11. •! » iiii-:i aciKic USCI
Principi di Tronto.
-o, rtf romana origln*», ri-
1 l'onqul'jtutore
nell'Alto Adige
. «.'alltTiuino con ville si-
. rustici, onde tutto il pian
V .. ,vndu'l intorno ridono di dl-
iinane tra le culture floride; una va-
\:\ \\ìco Vi Hi ftidotide dalle vette della
' "■ * di Trento; verso po-
mo Oltrailijje. Castel
'..■niir. solitario come
• '. M'-rano ò un Ino^n di cura, dol
I I mondo. Una chlohtia di <>olliue
^it vitc'onda la città, le cui mura e
cane antiche «compaiono dietro le nuove fab-
briche sfarr.ose. Slt?nore'.fifla la valle 11 vec-
chio Castello di Tirolo, nido del conti degnai
nome che furono fra i più potenti vassalli del
Prini-lpl di Trento, e In due secoli di guerre
n- mria del " pueso all'Adige. ,
1 rita, ultima della sua stlT»
1" e agli Absburgo.
U Valle Venosta.
A monte di Merano s'interna la Valle Pas-
Siria, mentre verso ponente continua quella
dell'Adige, ma più elevata od alpestre; e in
quest'ultimo tratto, fino alle sorgenti del fiu-
me, si chiama Valle Venosta.
Castel Tibolo, prtsio Mera,
Aiun^u, Trci
..Ila,
l.'l-
poll
• he !>i contendono, nelle: bottupost^ campa-
Kue, Il possesso della gleba e il diritto.
Fra Bolzano e. Merano si trovano ancora
due- villaggi in gran parte Italiani. La valle,
^pa7i<>sa, diritta, sale a ponente, fiancheggiata
da alti monti, cinta d'antichi castelli dalle
beile linee latine. Ognuno d'«ssi narra la sua
légc»'nda poetica, o vaiata qualche pagina di
storia, truce o gentile. Grossi borghi .si sten-
dono al piano, i quali conservano nomi an-
tichissimi d'origine romana o preromana.
Gli italiani spesseggiano Intorno alla città
di Merano, l'antica capitale del " paese al-
r.\dige. , ora fiorente per l'industria del fo-
restiere. ric<*a d'alberghi, di ville e di giardini.
I dintorni di Merano sono meritamente
celebri per la dolcezza del clima e la beltà
"Venusta vali i.s „; ed è veramente bellis-
sima.
Non ha la meridionale magnificenza del
Valdadige Inferiore, nò la bellezza rotnantica
della Pusteria, ma nelle sue ampie linee mae-
stose, nel suol monti granitici e nel suo vasto
orizzonte, qualche cosa di classico e di so-
lenne.
Vi prosperano ancora le culture cisalpine;
fino a Castelbello (ted. Knsteibeìl) alligna 11
granturco e frutta il fico, l vigneti ci accom-
pagnano fino a Curze, seminascosto tra gìgan*
te.schi castagni ; la ma^'gior parte della valle
ha fiora e frutta meridionali.
Dopo Corze s'apre un secondo e più breve
bacino, dove i campi di biade s'alternano a
frutteti (Celebrati per la squisitezza dei loro
prodotti e a lande incolte deva-state spesso
dalla furia d»ri torrenti. Finalmente il plano
dove siede Glorenza nelle sue mura quadrata
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è II ricostituente sovrano.
320
raocoglie le apqne dello Stolvio e dpl'a
Valle di Monasteio, e di li hi valle ri-
monta a settentrione, tutta alpestre, co-
ronata e chiusa dall'eccelsa catena cen-
trale. Lassù rirìono tre laghi e sgorga
l'Adige.
La Venosta chp vanta ancora nume-
rosi monumenti dell'epoca romana, si
conservò latina in gran parte attraverso
tutti i secoli dol medio evo e del moderno
lino a dagento anni da noi. Latini sono
ancora gli abitatori della vaile di Mona-
stero, latini i nomi dei villaggi e dei cam-
pi. Riproduciamo una delle molte vecchie
torri d'origine romana che sorgono nei
luoghi più forti a guardia della lenusta.
Il bacino dell' isarco.
L'Adige, giù dalla Venosta e pel ri-
dente Meranese giunto a Bolzano, riceve
da man sinistra un grosso tìume, l'Isar-
co, a ritroso del quale andrà salendo fino
ai culmini dell'Alpe Centrale chi percorra
la ferrovia del Brennero per recarsi in
Germania.
La valle doU'Isarco, presa dalle po-
polazioni tedesche, è angusta e selvag-
gia, scarsamente abitata. Sui monti che
la fianchi^ggiano da mattina — {la Gar-
dena) — vive un forte nucleo di quat-
tro^nlla ladini. C'è in Val d'Isarco un
solo bacino aperto, e in esso siede la cit-
tadina di Bressanone: Bressanone dalle
molte chiese, stata sode d'un principato
■clesiastico otto volte secolare, ed ancora con-
iderata come una ròcca della fede religiosa.
Poco più oltre un'enorm^ fortezza (la Fran-
c'Hs/ttì'e) chiude il cammino in sulla biforca-
zione di due valli che salgono fino all'Alpe
(.•entrale: quella, cioè, dell" Isarco, sempre
TOBBE BOMANA IN VaL VENOSTA.
Nella Pasterìa mette capo la profonda e
popolosa Badia, ch'espande alle foci per buon
tratto intorno la sua gente latina. Qui toc-
chiamo ancora da mezzogiorno alle belle mon-
tagne del territorio ladino — montagne che 1
Tedeschi chiamano ìVaeìsche Ii>den, cioè Suolo
HuuNlco. iiellu J'ustena.
chiusa tra monti e profonda lino al celebre
varco del Brònncro, e (inolia, conlluciite, della
llionya, o Valle di IMi.stcna, che tutta verde
e gaia di paeselli alpini scorre a' piedi della
gran catena Uno a ragjjiungerlu al passo di
Tyblaco.
Italiano — e già il confine naturale d'Italia che
altri crede si remoto da! conline linguistico,
è là davanti, ai nostri sguardi, sovrasta alla
Pusterni c( n la sua massa inaccessibile.
11 capoluogo della Pusteria è Brunico,
Teucbia cittadina che eleva campanili e torr(
611 Oli d'oliva P. Sasto • Figli di Oneglla tono gli unici perfatti.
Coli
Patita.
In nn \Axr.o nmonissimo. La popolazione della
rìi-;,-r.;i . t. '•• > .1. ì t'ir h''; . par^ì hi qnasl
; 1 l!a-
■lle
Il rf Aitai iuliaui an-
abiUtóri del Friuli.
«.ui (Mii 9u<'na r.ui i.i.x.lO tlll dialcttO laditlO,
non meno dei ralii^iani di Fassa e dell'Anau»
n!n, i cai dialetti si oongiungono danna parte
a quelli di Gardena e di Livinallongo e dal-
l'altra al trentino e al veneto.
Della Ludi ma, ossia del complesso delle
valli ladine, parlò ai lettori di quest'vl/>.v«-
naceo il Brentari (nel yol. X, ì'JOb).
Celebre nel mondo dei glottologi, pei
singolarità dell'idioma, non minor fama ..
acquistano la bellezza incomparabile dello
1
Cùhtina
Alpi Dolomitiche, la poesia delle leggende an- deirisarco per congiungersi ai dialetti tran*
tichissime, la tenacia del piccolo popolo che tini e lombardi, forma contro il dilagare
seppe difendere il suo retaggio ideale e con- del germanesimo una barriera d' inestima-
servare l'impronta di Roma. bile valore.
Castello de Zanna, in Ampezzo.
Ampezzo e Lìvinallongo. Gli Italiani tutti devono pensare a soste-
nere le valli ladine, moralmente e material-
All'Alto Adige vanno congiunte, per la mente, con tutti i mezzi che possono giovare
pertinenza politica, due belle valli alpine che quando due grandi civiltà a fronte a fronte
geograficamente apparterrebbero all'alto Pia- si contendono le prime linee, quelle da cui di-
ve, cioè Ampezzo e Livinallongo.
Entrambe sono italiane, oltre che di
suolo, anche di storia e di popolo.
Cortina d'Ampezzo è famosa nel mon-
do perchè siede, graziosissima villa, nel
mezzo d'un anfiteatro di monti fra i più
grandiosi e fantastici di tutte le Alpi; né
in alcun altro luogo si ammirano masse
alpestri di linee tanto armoniose.
La valle stette per secoli e secoli unita
al Cadore, e conservò anche sotto la do-
minazione austriaca i suoi liberi ordina-
menti e statuti. A difierenza di quello
all'Adige, che son piene di castelli feu-
dali, non ha die una piccola ròcca, o piut-
tosto casa munita di torricelle, che fu
della famiglia do Zanna, e di cui si mo-
strano lo rovino a testimonio dell'avita
libertà della patria insofferente di qual-
siasi dominazione.
Contigua alla valle d'Ampezzo è quella
di liivinullongo, d'una bellezza modesta
nella sua verde solitudine, dominata dal-
l'enorme Boò, chiusa dalla massa dolo-
mitica di Sella, donde scendono a raggio
le quattro vaili ladine. S'apre a mezzodì
sull'Agordlno, sorella delle valli venete,
da cui la disgiunse nel secoli il dominio
(lei Principi di Bressanone. I loro Capi-
ni sedevano nel castello d'Andrùz, di
li tuttora si vedono le maestose rovine.
Il dialetto di Livinallongo, come quel-
lo d'Ampezzo, benché conservi alquanto
della morfologia ladina, si può tenero per
veneto, come sono veneto la storia e lo
tradizioni locali.
Questa zona di dialetti nostri che si
distendo dal C^adore u traverso il lìacino Rovine dkl Castello h'Andràz in Lwinallungo.
L'Olio Sasso Medicnale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
• non TOKliono (tne politico sc<*nde gìii, intorno al bacino
■H Tront'» *• 'Il montana dHrAdljro, fino »i«»l ciior«t dnlU pi».
del Tornante italiano (l>.
aa llucii asi><-'tti . a 'l'ioiito. «ìuurl.i lo il-nl'' valli
* appiè dell'Alpe, che serra Lamagna suvra
Lungo qnesU linea lu straniero apri par
...t.o t..n ,ÌMi,-i i.roo...-.- _ la maggiore, e
-:e. A ponente
> flnme il con-
' * -acciando
' alle al-
.■•re dove
j", litico eoon-
;lui
r"incv:<<iiM •
fine di nasi'
Ha nel n iiiinciare dal Monte
! ateroo e djtllc Xrc Cime di Lavaredo, il con-
Tirali!. , Là, con l'anima dei nostri Poeti,
devono convergere 1 pensieri e le opere d«rii
Italiani, onde la lingua di Dante e di CardU'
suoni fino al * tremendo spalto. ,
Siamo lungi dall'Intendimento d'una pro-
paganda aggressiva, ma fin dove, entro i li-
miti nntnrall d'Ifalin. IWm'^ntn italiano ar-
ri-. I dovere
^ IO fatale
a'i 1 suo av-
venire.
Ettobb ToLOXin.
(Il A sostenere 1 diritti italiani sulla regione atesina, ponendo ad essi fondamento
■ uro negli stadi, principalmente geografici e storlfl. ò «jorto ì'.tr.hiri'r, per l'Alto Adige, beli
ri.-ca e valorosa rivista che ha sede a Gì- izano. (Trento, Gì.
/ij ;■••!, editore. Abb. annuo Lire 20). La i i- sorreggano e p:
giTv. un'lniriaiiva di tanta importanza, <•!. nire.
(A'tfTa del Dir.).
Antinevrotico DE GIOVANNI
TONICO RICOSTITUENTE
DEL SISTEMA NERVOSO
- 324 -
ROCCHE MARCHIGIANE
Tiii luce bianca del plenilunio pasquale
iirompe per 1 aperta finestra nella quieta
anza, ora che la garrula covata dei bimbi
immersa nel suo primo sonno, mentre l'as-
^siduo tnc-tac dell'orologio a pendolo appeso
al muro m'avverte che non sono però solo
a vegliare. Nella tranquillità notturna mi
giunge a tratti il fischio di qualche treno in
corsa, che saluta cosi la città addormentata,
prima di riprofondarsi nella solitudine auste-
ra dei campi, verso la mèta lontana: ed ecco
(•113 un'associazione d'idee, o forse un incon-
scio impulso di.... mimetismo psicologico lan-
cia al galoppo la fantasia.
Come si va lesti! Ed eccomi a Fano, nella
dolce casa paterna: ecco la cara cameretta
della mia fanciullezza. La finestra non dà so-
pra una strada orribilmente polverosa, ne la
linea volgare di un borgo di case sbarra il
volo all'occhio, che può spaziare a suo agio
e per ogni verso. Qua, a dritta, si sente più
che non si veda un lembo azzurro di mare,
seminascosto da un oscuro ciuffo di giovani
pini; sul davanti, un orto, con pochi alberi
clie balzano al disopra del rosso muro di
cinta; al di là di quello, accigliata, rigida
sullo sfondo cupo del cielo, la mole possente
I Iella Rocca malatestiana, con i suoi speroni
a sghembo e il maschio merlato.
Piantata, incuneata quasi nelle mura stesse
della città, di cui forma un angolo, cinta an-
cora dal fossato profondo dove correva il
pò. ite levatoio, del quale rimangono le sca-
nalature ai fianchi della porta d'ingresso,
sembra che mediti
Severa il lento volger dei secoli,
•Che in odi e in amori selvaggi
Cozzarono sotto l'erme torri....
(Non dite, vi prego, che questi versi sono
brutti; perchè.... sono miei).
Ne sono passati, infatti, degli anni, da
<luaiido il magnifico ed eccelso sigiiore mes-
ser Sigismondo Pandolfo de'Malatesti ne ini-
ziava nel 1438 la costruzione, o troppe ne
deve aver viste, da allora ad oggi: ma pure
c'è (la scommettere che altre e più strane
vicende potrebbero tiiccarle ora, se, per esem-
pio, dovesse acconciarsi a divenire.... il mat-
tatojo comunale, come propose un giornaletto
cittadino,
L'ntilit:»rismo jrrotto del nostri borgho-
succl rimpannucciati non vuol tollerare gli
ozi di una vita, dicinmo così, oontomi)latl\a
l>er quel poveri avanzi di bisogni di allri
ti-mpi; e come ha saputo trasformar chiese
111 caserme, in niagizzini, in atri di espe-
llali e magari.... in stazioni di ferrovie elet-
trichtf, oosi, profitta in qualche modo anche
dello vecchio fortezze. Diamine I che stiano
ni o/.io le pi-rs )ne, tninseit; ma gli edilìzi
antichi, questo, poi no! o vadano pure a farsi
benedire le ragioni storiche o estetiche, in-
sieme a quegli ingenui che timidamente osa-
no ancora balbettarle.
Ed eccole, quindi, quelle povere fortezze
ridotte, nella migliore delle ipotesi, a servire
di carceri, come a Pesaro, a Fano, a Seni-
gallia ; e i maschi, i torrioni formidabili tra-
sformati in serbatoi per acquedotti, come a
Sassoferrato e presto, forse, ad Acquaviva
Picena, non ostante il grido di allarme le-
vato nella stampa, per quest'ultima minaccia
di sfregio, da quell'eletto artista che risponde
al nome di Adolfo De Karolis. E ben vero
che un tempo, per esempio a Otfagna, si se-
guiva un metodo anche più semplice e sbri-
gativo, distruggendo qualche parte dell' edi-
tìzio per ricavarne.... materiale da costruzione.
Cosi l'opera del tempo e dell'uomo, am-
bedue cieche e inesorabili, si danno la mano;
ma mentre il primo si contenta di sgret;olare
e atterrare, il secondo riesce spesso anche a
deturpare e avvilire.
Dalla finestra più non irrompe il fiotto
bianeo delia luce lunare, arrestato da una
diga di nuvoloni plumbei che si vanno ad-
densando nel cielo: viene, invece, un soitìo
grasso, viscido di libeccio e agita la fiamma
fungosa della candela, che con il suo saltel-
lamento sembra accennare alla faiitasia eh' è
ora di tornar alla stalla; ed essa., infatti,
come un cavallaccio arrembato, non se lo fa
dire due volte.
Ho sott' occhio una raccolta di queste vec-
chie rocche marchigiane, così rassomiglianti
e pure così diverse le une dalle altre, quali
meglio, quali peggio conservate, dal rudere
mezzo informe all'editìzio quasi perfetto, sì
che poca meraviglia farebbe il vederne uscire
un magnifico castellano, per la " mostra „
consueta. Forse nessun' altra regione d'Ita-
lia ne conta un numero così grande», e que-
sto, sia per la configurazione del suolo, spez-
zato e frastornato da catone di colline che
favorivano l' isolamento dei singoli piccoli
centri, sia per la non ambita sorte di aver
appartenuto, durante tanti secoli, a quel pa-
trimonio di San Pietro, che fu il più fertile
semenzaio di piccoli e grandi tirannelli e si-
gnorotti locali.
Al bisogno generale, in ogni comunità
d'allora, di agguerrir-d, di fortificarsi a di-
fesa dai nemici lontani e vicini, e anzi più
da questi ohe da quelli, quàn lo non fosso
addirittura a vantaggio di una fazione o di
una famiglia, mirante a stabilire o rassodare
il suo predominio, si deve aggiungere la ne-
cessità speciale di iironiunirsi contro il pe-
ricolo d'incursioni e sacelu'ggi da parte del
pirati barbareschi, la i-ui perpetua minaccia
per le cittaditie della costa adriiitica. era e
LIQUORE
TONICO DICESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
:vj:i
^^^
W^'^M'
1 / ..A MAi.Ait.HANA; iiuul. c-.urux - 3. /V„.o, Kocìa Mvlatf>tiana : tr-
^ .1 città ed IngresMo. - 2 e 4. Sinigaglia, Bocca PEI Dt'CHl 1>KLLA Bo%EBJ
• ' . Castelia) di Bocca Peioba.
(FtUografU dèi ori/». «. Baviera).
32G —
fu tutt' altro che ipotetica anche fino a tempi
il noi relativamente vicini.
Cosi non c'è borgo, noti c'è villaggio, non
c'è città, si può dire, tra le cento e cento
disseminate per le piccole valli ubertose la
vista della marina azzurra, o arrampicate
sull'erte e appollaiate sull'azzurre vette del-
l'Appennino,
SI come falchi a meditar la caccia,
non c'è luogo delle Marche, per quanto mi-
nuscolo e oscuro, che non possegga la sua
rocca; anche perchè, forse, a nessun Pierpont
Morgan è saltato ancora il ticchio d'impac-
chettarcele e imballarcele, per arricchirne
qualche mastodontico museo d'oltreoceano,
com'era avvenuto al Piviale d'Ascoli di fa-
migerata memoria.
Cominciamo dalla più settentrionale delle
quattro province, in cui oggi si divide il bel
paese, che una volta, secondo l'espressione
dantesca, sedeva
tra Romagna e quel di Carlo.
Quante ne troveremo, soprattutto nell'irto
e sassoso Montefeltrol
Si lasci pure da parte, tanto è nota, la
cittadina alla quale vassi ancora, come ai
tempi di Dante, per una sola e non facile
via: 8an Leo, che per la sua formidabile po-
sizione può ben considerarsi quasi tutt' una
rocca; eccovi il castello di Maceratafeltria,
memore della sosta garibaldina del 29 luglio
1849; eccovi la rocca malatestiana di Co-
riano, eccovi le rocche aeree di Pietracuta,
ili Maiolo, la bellissima quattrocentesca di
l'iandimeleto e quella podei-osa di Sassocor-
varo. Non ne possiede più alcuna, invoce,
l'rhino, la città che diede il volo a Bramante
<■ Rafifaello e potè vedere il proprio nome,
i fasti del Rinascimento, unito a quelli di
1 jrrara e di Mantova in grazia di quello
luile feltresche che la scolsero a nido e di
1, con il titolo di conti e di duchi, covarono
l"r lunghi anni buon tratto della montuosa
legione. Ma dai torrlcini di quel famoso pa-
lazzo di dove l'eletta corte della duchessa
illisabetta, levandosi dai ragionamenti in cui
1>' era voluta la notte, contemplava giù nel
ciclo il rosseggiare dell'alba, poteva essa scor-
tire allora anche la rocca, di cui oggi re-
ano pochi ruderi informi, oltre alla via sot-
'■rranea che la univa alla sontuosa dimora
(lucalo.
Nò e]uosta è la sola fortezza del Monte-
(iltro ohe sia scomparsa, e non por improv-
visa ribellione di popolo, ohe
lo sue ferree zane
gode nello fortezze esercitare;
ma furono anzi, a volte, gli stessi duchi che
i<' fecero abbatterò. Così Guidobaldo I, per-
ihè non se ne impadronisse il Borgia, fece
distruggere nel 1502 la famosa rocca di Ca-
gli, erotta, sotto Federico suo padre su di-
sogno del senese Francesco di Giorgio Mar-
tini; quantunque, per fortuna, ne venisse
risparmiato il torrione, prezioso documento
per la storia delle nostre costruzioni mi-
litari.
Miglior sorte toccò, per dire solo delle più
note e maggiori, alle rocche di Novilara, di
Mondavio, di Mondolfo ; a Fossombrone, che
può ancora mostrare il Cassero della rocca
di Torricella, opera del XIII secolo, e a Pe-
saro, con la sua Rocca Costanza — oggi tra-
sformata in carceri giudiziarie, — la Roc-
chetta, che serve da polveriera e il superbo
Castello dell'Imperiale.
Assai caratteristica e importante è quella
che ci offre Gradara. Condotta a termine dai
Malatesta nel primo quarto del quattor lice-
simo secolo — benché si voglia che il maschio
ne fosse già edificato tra il 1000 e 1182, — è
chiusa in una cerchia di mura merlate e tur-
rite a difesa piombante, dentro le quali è
pure raccolto il paesello, di circa 500 anime.
Passata dai Malatesta agli Sforza di Pesaro
e da questi ai Della Rovere — con i due
brevi intermezzi del duca Valentino e di
Lorenzo de' Medici il giovane, — finì per ri-
tornare alla Chiesa; né, a vederla oggi, fosca,
turrita, massiccia, si potrebbe affermai*e che
le pesino troppo i sei o sette secoli che ha
sulle spalle. E non sembra che i grossi muri
naerlati conservino ancora l'eco della voce
di messer Pandolfo Collenuccio, l'umanista
pesarese, che, rinchiusovi per due volte da
Giovanni Sforza, ivi, alla vigilia di esser giu-
stiziato (18 sett. 1504), avrebbe composto, se-
condo una sua tradizione, quella notissima
canzone alla morte?
Questa che ha nome vita, falso in terra
Ch'altro è che fatica, affanno e stento?...
Questa af^erba matrigna
Natura, in tanti mal, questo sol bene
Per pace dette, libertade e porto....
Tu so' quella, tu sei quella benigna
Madre die 1 vii pensier dai petti sgombri,
E' nostri mali adombri
De longa oblivion, de imnjortal scorte.
Soccorri adunque, o gratiosa morte!
Non vi par di sentire qualcosa di leopar-
diano, a più di tre secoli di distanza?
Così la cupa ombra del nìaschio di Gra-
dara, che tuttora avvolge il tragico fato del-
l'umanista pesarese, vide almeno spuntare
questo, oh' è tra i più freschi fiori della li-
rica del Rinascimento. Ben altro capolavoro
si era compiuto invece, quasi nel medesimo
tempo, intorno alla rocca di Senigallia: ca-
polavoro di sottile perfidia, dovuto all'anim ■
senza scrupoli e calcolatrice di Cesare Bui
già, e ch'ebbe a testimone ed a storico Nn
colò Ma«!hiavelli.
All'avvicinarsi del terribile duca, Gio-
vanna di Montofoltro, la cosiddetta " Prefet-
tessa, „ era slata sollec ta a mettersi in salvo
e, tranne la rocca, custodita per lei da An-
drea Dorla, aveva abbandonato la città agli
Orsini e ad Ulivorotto da Formo. Ma essi, e
[EMORROIDI
^Mih
sieno pure allo slato croniio, guarite con lo col
Pillole Solventi autiemorroidali Fat
tori ed ITiii^uento antietnorroidale Fat
tori. — Scatola Pillole L. 2,,'iO - Vaso di Un
^'uonto 1>. 2. In tutto lo Fannacio e dai Chimici G. FATTORI e C, Via Monforfo, 16
Milano. — Opuscolo gratis a lichiosta.
ftt- 1
- 327
1. Poì-tortcanati, Tokkione e axtico*castello, oggi palazz'» min, ;. ,, , _. ;///, li
ToBRioxB. — 3, MontaUo, Torbioke s Porta Patrizia. — 4. It vink ukli.a l'.orcA i
* Sasta Lucia ,, di sad-orest. — 5. Senigallia, Rocca Bov£kì.ì>.a; lutircsoo.
328 -
Vitellozzo Vitelli, che pure si trovava colà,
avevano eoa il Valentino vecchi conti da sal-
dare: e pagarono; e cornei " Questa notte „,
scrive il Machiavelli, il 1« dell'anno 1503, " ad
ore dieci questo Signore fé' morire Vitellozzo,
0 mess. Oliverotto da Fermo, e li altri due
sono rimasi ancora vivi: credesi per vedere
se il Papa ara avuti nelle mani il Cardinale
(Orsini) e gli altri, che erano a Roma..,; e di
poi ne delibereranno di tutti di bella bri-
gata. La Rocca di Sinigaglia questa mattina
a buon'ora si arrese al Duca, e così si tiene
per lui,... „
Dovevano ben esserci avvezzi gli uomini
di allora a simili fatti, per parlarne con tanta
indifferenza; e non solo, ma c'erano anzi
molti che plaudiyano al colpo magnitìco. Vo-
lete sentire, per esempio, quello che ne pen-
savano a Fano, cioè a due piissi dal teatro
dell'avvenimento?
ribelli e ingrati,... e tagliata loro la testa 11
lasciò andare in libertà, „ (!)
Strangolati o decapitati che fossero, ve-
dete come la loro trista sorte aveva messo
di buon umore il cancelliere fanese, che dopo
il macabro scherzo conchiudeva: " 0 veruni
Cesdi'ein, aiideo dicere, primum in Italia pr in-
cipem fortnnatissiolum cui jam lihans tota pa-
ret Italia. „ Immaginiamo il putiferio che
solleverebbe oggi la ripetizione, anche atte-
nuata, di un simile fatto per noi brigantesco;
e confortiamoci nel pensiero che, a dispetto
dei pessimisti e dei brontoloni, il mondo,
anzi l'uomo migliora.
Ma via dall'angoscia e dal ribrezzo chea
noi moderni incutono simili sanguinosi ri-
cordi: vale meglio, piuttosto, riprender la
corsa per dare una rapida occhiata alla Rocca
Priora di Falconara Alta, a quella dell' Asta-
gno o di Capodimonte in Ancona, al Castel
Veduta generale di lla Rocoa d Ofpaona,
" L'Ill.mo et Ecoellen.mo Nostro Signore
il Sig. Cesare Borgia, duca e principe „ — tra-
duco dall'enfatico latino del volume dei Con-
sigli, dove il oancellttiìro notò il caso memo-
rabile — " mejitre nevicava In copia e con un
freddo crudele e acuto, ginnse felicemente
in questa sua fedelissima città, desiderato e
visto da tutti con gran desiderio e audace-
mente proprio come un secondo magnanimo
l'osare, anzi piuttosto come il ])rimo Cesare,
in mezzo a mille pericoli, co i tutto il suo
esercito.... e rimase nella città lino al giorno
(li sabato, ultimo di dictimbre. Nel qual gior-
no, all'alba parti e mosse fortemente con
tutte le milizie ai danni e alla o-ipugnazione
«li Senigallia, dove trovò mess. Uverotto di
l'ermo e i Sig. Orsini che maoohlnavano un
iittato contro di lui, ed egli li prese come
d'Emilio presso Agugliano, alla quadrata roc-
ca quatti-ocentesoa di Oft'.igna, maestosa co-
struzione innalzata dagli anconitani, con cinta
turi'ita, fossati, cortine a scarpata e terrapie-
nate, e la torre maestra e l'altra del ponte
levatojo a difesa piombante.
A Castel Raimondo, il Cassero o Torre di
Berenga, vecchio Titano fulminato dalla pa-
ralisi, vede ora volare strisciando lungo le
sue mura poderose l'agile e lucida vettui'a
della ferrovia elettrica, che s'arrampica senza
sforzo su su, lino a Camerino, l'arduo nido
dei Varano, il nome dei quali si ricollega or-
mal, si può diro, ad ogni pietra e ad ogni
memoria. Ed ecco la pittoresca Rocca d'Aiello,
la rocca di Lanciano, il fortilizio di Boldi
letto; m«entre, nella circostante regione, Gual-
do, San Severino, Tolentino, Ripe San Glne-
mquorcpiii
I VINI - LIQUORI - VERMOUTH - (
SPECIALITÀ DELLA CASA
^.sco Monaco e ^^igli
di CATANIA
\SA|
9(i|
1. Gradara, Veduta okkkbalk dkuji. Rocca. — 2. Fermo, Bocca di Monte Vaemine.
3. ToBEiOKE DELLA RocCA di Acquaviva Picena. — 4. San Benedetto del Tronto. T"»'!'
DELLA Rocca. — 5. Porto San Giorgio^ Tobbio»t e bovine dell'astioo castki
— 330 —
rio, TJrbisaglia, Trftja, Eecanatì coi> il suo
Castello di Montetìore e mille altri luoghi
hanno ciascuno qualche cosa da mostrare.
Un antico castello a Grottammare, le roc-
che di Offlda, di Porto San Giorgio, di Ar-
quata del Tronto, gli avanzi di mura, di tor-
rioni, di porte con saracinesche e merli a
Foi'ce, ad Amandola, a Massa Fermana, a
Ripatransone, a Rotella, la caratteristica )-occa
raedioevale di San Benedetto del Tronto
(sec. XIV), a forma di nave, con la prua ri-
volta al mare, come lanciata a una perpetua
difesa contro le temute fusto dei saraceni, e
infine il gigantesco maschio della Rocca di
Acquaviva. il più completo esempio del ge-
nere, l'antico feudo dei ducili di Atri che,
a sentire la tradizione, si ricongiungerebbe
nientemeno che a Carlo Magno, attestano che
neppure la più nieridionale delle quattro pro-
vince picene difetta di simili interessanti ri-
coi'di di tempi tramontati per sempre.
Quale migliore propaganda per la pace,
che il vedere inerti e inoperose, decrepite
sotto la soma degli anni, quelle moli son più
minaccianti e terribili, nelle quali si com-
pendiano tanti e tanti secoli di storia e di
sangue? E altrettanto decreijiti sono i loro
antichi signori, anche i meno remoti. Mala-
testa e Montefeltro, Sforza e della Rovere,
Chiavelli e Ottoni, Borgia e Varano; parole
ormai vuote di senso per la maggior parte
dei discendenti da quelli stessi, ch'ebbero a
provarne la carezza o l'artiglio grifagno.
L' arte medesima, nella turbolenta e cruenta
vita agitatasi intorno a quei colossi che fu-
rono, pare aver perduto qualcosa della sua
potenza eternatrice, sì che quasi a nessuna
di tante rocche e fortezze s'accompagna il
nome di chi ne ideò ed eresse i fianchi tvur-
riti ; e solo pochi esperti ricercano e ricono-
scono, nella purezza delle linee e nelle par-
ticolarità della tecnica, l'opera di Giuliano
o di Antonio da Sangallo, di Baccio Pintelli
o di Francesco di Giorgio Martini....
Dalla finestra penetra di nuovo la luce
vittoriosa del quieto plenilunio pasquale ; ma
la fiamma della candela, sempre più saltel-
lante, si prepara a darmi l'addio. Buona notte,
dunque! e andiamo a dormire. Chi sa che
non sogni di scivolare cautamente, sotto le
vecchie mura della Rocca malatestiana, come
quando, sfuggito al vigile occhio materno,
sgattaiolavo di casa, per andar a caccia di
coccinelle d'oro, tra l'erba folta e la men-
tuccia odorosa, nel solitario fossato.
Giulio Gbimaldi.
L' " UMBRIA VERDE „
A dar di questa terra forte e soave una
più chiara immagine, sì da farne rivivere
r anima delle città e del paesaggio, nulla
forse gioverebbe meglio che accogliere le
alate espressioni di quanti furono avvinti dal
fàscino che da essa sprigiona. E qual mèsse
s'avrebbe! Dalle parole di Seneca sui cupi
boschi sacri presso Spoleto, popolati d'alberi
annosi che tolgono la vista del cielo, ombre
misteriose die fanno nascer l'idea vi risieda
un Dio, e recessi fronzuti di cui Plinio di-
ceva che noi v'adoriamo lo stesso silenzio;
a quelle di Virgilio sulle fonti del Clitumno,
dove s'ubboveiavano 1 candidi armenti, vit-
time destinate de' maggiori trionfi di Roma;
e così via, fino a quelle del Milton, del Byron,
del Goethe, dello Stendhal, del Taine, del-
rOzaitam, del Bourget, del Carducci: qual
inno vibrante ha palpitato su queste verdi
vallate, tra le quali sinuosa si svolge la stri-
scia scintillante del Tevere; e par tuttora
v'alt'ggi sui borghi e le città ond'è seminata,
che l'arte e la natura han fatto sede di bel-
lezza eterna. Poiché, proprio nel centro, nel
cuore d'Italia, tra il Lazio e la Toscana, que-
sta culla Bt-rena di santi o d'artisti, parve
^«•nipro in modo singolare accogliere l'omag-
gio di quanti attrae la poesia dei luoglii e la
magia del ricordi storici. Quei ricordi ai quali
neiri'mbria mirabilinonte rispondono l'aspet-
to stesso della terra, le eloquenti memorie
d'una grande civiltà che v'ebbe stanza, le
città dominate dalle antiche rocche forti, che
paiono ancora tra loro rinnovarsi le sfide
d'un tempo, i severi palazzi comunali, le con-
trade ripide, strette, ineguali, I conventi, lo
chiese, i chiostri pieni di serena poesia: il
tutto armoniosamente disposto in paesaggi
ridenti d'ulivi e di vigneti, verdeggianti di
prati, corsi d'acque limpidissime mormoranti
tra i frassini, dove molli declinano le coste
ed i colli coltivati, poggiati a monti e dirupi
selvaggi, coperti di querceti e di castagni,
dominanti i chiari orizzonti.
Pur quanti realmente, anche d'Italia, han-
no peregrinato per queste terre? Par quasi
melanconia chiederlo; se in fondo non si ri-
conoscesse che in questo tenersi un po' ap-
partata da quelle grandi arterie di comuni-
cazioni, per le quali solo sembra pulsare la
vita dell'oggi, lungi un po' dall'infesto turi-
smo di maniera, che misura i punti d' ammi-
razione sulla lista degli hótels ingombranti i
paesaggi, l'Umbria più gelosamente conserva
e rattiene il proprio carattere e la propria
fisionomia. Sono ancora le miti terre che si
percorrono non al solo rombo dei direttis-
simi: i troni qui son di quelli benevoli verso
i contemplatori del paesaggio; buone le stra-
de, facile l'accesso fino ai più remoti cantucri.
]
liquore gelimi
SPECIALITÀ DELLA CASA
^.sco Monaco e ^ig(i
di CATANIA
VINI - LIQUORI - VERMOUTH - CHAMPAGNE
qnt>\ c»i w «•
qu»K-t>»« A ch\ h I >-t'r>'l;
Pieve. Norcia, MonieiHl-
continuo d'immagiul se-
Td, per ripetere una delle
■; dJ Rrn:\fn Srhnpldrr. M
• - ■■•" ■ '■ — • ^1-
.•l
IlU,
.1. C. —
• n v'al-
i <|tiali
■w 11 la^u li. 10-
l'^r quelle d. le
, acque ohe ; -.. ; , mo
le fritture famoso dei Trasimenn, che ormai
fanno del la(?o la più utile rinomanza, e soa
forse non ultima ragione se ancora sembra
allontanato il pericolo di rederlo scomparire,
prosrtn-^ato rnmo da tempo s'andò Tr«nti-
<.-<.>( {>a vici l)cu\cuuu>; i tic l&ghi di Chiusi,
di Montepulciano e del Trasimeno; le tre mi-
cai>tulii>. e Tuvcriicllu; di qua 1'.
lungi da Tuoro, dove vuoisi s'
Ptrtiffia — CoLUCOio okl Cambio. Il Tbibunale.
N^rifMe opaM, come le dice il Boarget, ond'è
inr^ro<vtata l'amplissima vallata, sprigionanti
n'•h^le violacee a velar le linee dei mouti
rh<^ !;mi?aTiA l'Orirr-^nt»*. N*»)!' Ombria s'en-
I !a distesa az-
1 di pescatori,
lespata da una
: cattftetl ricoprenti
mente dfjjradano le
.;o alluvionale d'un
•fo speciale. Tre iso-
>. l'isola Polvese. la
'-'" — ' - — -..,»«
i Numidi d'Annibale nella terribile loro ava
zata sui Romani, de' quali il nome d'un t<'
rentello, il 8an${uineto. par tuttora ricordar
la «truffe paurosa. Poi Magione, storico bor.
V'. "il palazzo abazialo fiero come ■
{< no Magione, dopo breve trac
la 10 della regione, Perugia.
Oli storici ed i geologi hanno discusso «^^
pra le genti die prime abitarono questa ten <
che si vuol fondo d'nn vastissimo baH'"^- "• ■
trale che il Tevere formava prima di .
Ti*»l Tirreno: bacino nel quale i ci< •
' ' " limenli. emergendo pian yAim,
numerosi cOlU circondanti le
. E ne citano lo traocie fòssili
L'Olio Sasso Medicinale semplice, iodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
332
de' vari periodi, venute alla luce negli avanzi
plraiosi del Tevere primitivo, i numerosi re-
sidui dell'operosità delle prime genti: e se-
Kiiaiio anche le traccie del lentissimo colmarsi
o prosciugarsi della regione, la quale neppure
quand'ebbe i primi contatti con Roma. È la
storia d'una lotta lunga e fiera nella quale
l'Etrusco gradatamente scompare fondendosi
col vincitore e seguendone poi nelle buone e
nelle cattive vicende, la sorte.
Perugia — Piazza del Duomo. Fonte Maggioke.
{Fot. Alinari).
sotto i Romani vuoisi avesse l'attuale aspetto. E Perugia, vecchia città di rifugio e di
T^la nessun nome e nessuna data sarebbe si- difesa, serrata sopra un colle nella valle aei
cura per la stirpe clie prima ebbe stanza nel Tevere che le scorre ai piedi, sembra ni parte
paludoso deserto; uè accertata è l'epoca nella ritlettere ancora nell' aspetto i tumultuosi
quale cedeva il posto a quell'altro popolo che eventi della sua storia. E, nel Museo, le ve-
ferugia
CHifisA DI San Piexuo, vista dai Giardini.
{Fot. AUnari).
in questi luoghi eloquentemente affermava stigla numerose del complesso spirito degli
<luello spirito e quel carattere singolare, non Etruschi; ed i resti delle vecchie mura, e
ancor del tutto uscito dal mistero onde sono V Ipogeo dei Volumni, tre miglia discosto,
avvolte le sue origini e le suo prime vicende: parlano ancora della potenza dell'antica lu-
l'Etrnsco. La vera storia comincia anche qui cumonia. Più eloquente ancora nel nome e
Perugia — Pobta Ubbica Etrusca.
(Fot. Ali nari).
»viano Anj^asto; risorta poi per volere di
i-'-M. (■ fatta iininiripio .v.! titolo d'AuRU-
! a porta. Solo
>oii Vibio Tre-
••,.r:i<'!i avanzi
tlglla di continuo colle città vlcloe. Ed
queste fiere lotte si compendia la storia di-
città: più volte alleata coi pontofi.M; tali
anche ribelle al jjiogo che lo volevano i
porre; quel giogo eh" >•'■' i '.in i> .,.i,> ni >
FoTìigia — CUUCSA K MOKASTXBO DI SaK PibTBO.
d. li" ai. fica porla Marzia, che il San jallo sal-
vava sulla crando arce guelfa di l'aolo ili. la
r^-vi V';i'-inia, ctqìXa ad coercen 'am l'erutino-
"1.
registra poi l'assedio e la deva-
i olila, quelli d'Agilulfo, di Bachi,
bellata Perugia, le imponeva in modo pauro-
samente t.iiit.Mbile colla tlera rocca, la (filala
gravò per tre secoli corno un liicut>o penoso
proprio nel cuore della città, imp>\,borM>n
fraerto: compagine ben salda e massiccia, che
solo r ancor più .salda tempra dei Perugini
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
- BB4 -
riusciva a smantellare, dopo gioi-ni tristissimi,
quando l' Umbria entrava a far parte del nuo-
vo regno.
Pur fra tanto turbinare di minacciosi even-
ti, in questa terra che scrisse la propria sto-
ria coir armi in pugno, che pace si gode di
quassù, dalla grande terrazza Vittorio Ema-
nuele, il belvedere che sporge proprio dove
la ròcca Paolina spingeva minacciosa le sue
cortine! Qual serenità nel vastissimo oriz-
zonte verdeggiante in mille toni, sotto la vòlta
di questo bel cielo! Da un lato, i colli au-
gurali degli Etruschi che ci nascondono il
Trasimeno; dall'altro le anella tortuose del
Tevere che inargenta il fondo della valle.
può far comprendere la serena idealità del-
l'arte umbra. Più lungi dileguano fra i vapori
i colli di Chiusi, fino alle vette dell'Amiata.
E che pace ancora dalla terrazza del Fron-
tone, l'altro mirabile belvedere di Perugia,
all'estremità di borgo San Pieti-o, un bastione
che si protende come la prora d'una nave
verso un oceano verdeggiante di vallate e di
colli. L'Umbria ci sta dinanzi in tutti i suoi
più singolari aspetti, con tutta la poesia del
suo paesaggio, le sue memorie, la sua arte,
la sua storia, la sua fede. Ecco ancora lo scin-
tillìo del Tevere che s'interna nelle fresche
vallate fin sotto Todi; Togiano, Marsiano,
classici nomi. Sulla sponda sinistra, alle falde
Perugia — Chiesa di San Bernabdino.
{Fot. Alinari).
Rimpetto, tra l'ondular delle colline, il ser-
peggiar d'una bianca strada maestra che mena
ad un dolce asilo di pace che di quassù non
si scorge: Città della Pieve, la plus merveil-
ìeufte de l'Ombrie, come la giudicava il Brous-
sole, sopra una bosco.sa collina, a sinistra
della Val di Chiana, dominatrice d'un oriz-
zonte d'incanto: vecchia città ricca di me-
morie, il cui severo aspetto allieta il sorriso
dell'arte nello sue chiose, ed ancor più la
gloria del maggiore de' suoi figli, Pietro Van-
nucci, il Perugino, di cui gelosamente con-
serva qualclie opera ritlettento quella limpi-
dità della natura circostante, la quale solo
d'una catena di colline ohe separano la vallo
dalla pianura di Foligno, Deruta, cinta da vec-
chie mura, colla sua bella chiesa di San Fran-
cesco : la terra donde sortirono quelle maio-
liche dai grotteschi riflessi ti' iride ond'ebbe
consacrata ovunque una fama che ancor oggi
con fortuna tenta conservare. Rimpetto, sotto
l'alta mole del Subasio, Assisi, che si volge ver-
so Perugia come un minaccioso sperone a rie-
vocar lo aspre lotte d'un tempo, 1 fabbricati
del convento di San Francesco che nitidi spic-
cano sul bruno sfondo; più in alto, la sua ròc-
ca diruta; più in basso, la cupola di Santa Ma-
ria degli Angeli colla Porziunoola; più in basso
Lavorazione speciale in CAPPELLI e lìERKETTl per Filarmoniclie
FORNITORE DEL MUNICIPIO
A. LAPINI - FIRENZE, Via del Giglio, 9.
-^ INVIO FIGURINI GRATIS C>-
ndouo Spoleto, <lt otti
u E solo p«r comprenderne U irrtnde poo«l«
« converrebbe peregrinare tr» lo dtli umbr»"
•olo si Kortce Poragi* ci «Urae. fiera e gentile ad un iviui
Città di Castello — Palazzo dki Puiori.
{Fot. Alinari).
la ròcca. Qua e là ancora altri bortfhì romiti, colle memorie, coi monamenti, colla limj'
•trotti intorno al campanile, che paiono ad- dezza degli orizzonti, che ad ogni svolto deli'
dormirsi in sogni solo di pace e d'amore, sotto ripide contrade, ricordanti un po' quelle di
11 sole o tra l'ombre dei contraflforti violacei Siena, luminosi s'afTaociano a sorridere tra
^
San OÌHttino — Villa Bufalixl
{Fot. Alinari).
degli Appennini sfamanti neirar.ziirro delle le cupe muraglie. Severa dall'esterno, cinta
montagne lontane: e — laudato mH mi Signore di forti mura, dove s'aprono vecchie p sto-
noM tutte tu* le creature, per la visione serena riehe porte, ancor minacciose verso chi, ae-
di qnoista terra. mioo, tenti violarle; gaia all'interno pei glar-
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
~ 386
dilli, per le piazzo dalle quali s'addentrano,
siil^ono, scendono i meandri dell'antiche viuz-
ze oscure; elegante nel corso Vannucoi, l'ar-
teria principale, dove la modernità s'è Instal-
lata nel vecchio quadro, con tutto il suo male
ed il suo bene, senza però togliere alla città
il suo singolare carattere, n« far pensare che
v'alberghi una gente che rinunzia alla poesia
dt'lle memorie per l'unico utile di qualche
rettifilo o di qualche sventramento. Né si po-
trebbe all'un dei capi di questo corso rinve-
nire un luogo che più meriti di conservare
la nobile armonia con cui il tempo, più che
gli uomini, sa fonder opere di diverso carat-
tere, ed illeggiadrire quelle asimmetrie d'edi-
fici che i moderni tanto fastidiscono. È la
piazza del Municipio, la solita piazza comu-
nale delle città italiane, ancora salda ed in-
no ed appassito per la patina dei secoli, ma
ridente ancora nella cornice della vecchia
piazza, sotto il fresco zampillo dell'acqua di
monte Pacciano.
Da un lato della piazza, bello di maschia
bellezza il Palazzo Pubblico, oggi Comunale:
massiccio alla base come per resistere agli
urti, più leggero ed aereo nelle finestre tri-
fore dell'ordine superiore; grave nella mer-
latura guelfa che lo corona. Fu ideato sullo
scorcio del Dugento, e lentamente compiuto,
vuoisi ancora da Fra Bevignate dapprima,
poi da Giacomo di Servadio e Giovanni di
Benvenuto. Ci ferma la leggiadra porta verso
il corso, per le delicatissime sculture, degna
di una cattedrale. Più severa invece l'altra
verso la piazza, sopra un'altra rampa, fian-
cheggiata in alto dal grifo perugino e dal
j^r^"
^mmm^Mìà
\ . Il- 1 ' ■ \' , : ror, Palazzo dei Consoli
li 1.' ABSIDE DI San rcANCESco. . (Fot. Alinaii).
tera come nel Medio Evo, dove si fronteg-
giano la casa del popolo e quella di Dio, la
vita civile da un Iato, l'arte e la fede dall'al-
tro. Qui ancora: il Seminario, l'Arcivescovado,
la loggia di Braccio. Nel centro, non la brut-
tura di qualche monumento moderno, ma un
fiore marmoreo, la Fonte Maggiore, cara come
la pupilla degli occhi ai Perugini, come scrive
lo storico della città, ti Bonazzl. Flore delicato
e gentile invero, pur sbocciato In età fortu-
nosa, nel cuore del Dugento, con i disegni di
Fra Bevignate e di Boninsegna Veneziano;
condotto nello delicatissimo sculture delle
due vasche nnirmoree da Nicola e Giovanni
Pisano e da' loro scolari, e, nella tazza bron-
zea, da un maestro Rubens: o^f^. un po'bru-
leone di parte guelfa, che ancor paiono arti-
gliare le catene strappate alle porte di Siena
nel 13.^8. È in questo palazzo che si racchiudo,
vera gemma della città, la Pinacoteca Van-
nucci. mirabile raccolta ov'è ritlessa tutta
riiidoU> intensa della pittura umbra, coU'ope-
ra del Bonfigli, di Fiorenzo di Lorenzo, del
Perugino, del Pinturicchio. E qui ancora, in
questi giorni. In Mostra d'Arte dell'Umbria,
con tanta amore formata, ed Indice si elo-
quente dei tesori di bellezza di questa terra.
Ma qual nobile cornice per tant'arte che v'è
accolta! La Sala del Consiglio, la Cappella
do' Priori, la Sala del Mal Consiglio — così
detta perchè colà decretavasi l'errore di li-
berar gli uomini di Giovanni Acuto fatti prl-
in'iK'r-a. velini loicnn più lO!
tic* • (l'ognt «rtdn Imlngiiio.
Molto altro coso ci fiTincrehbeio
a Porujjia: il Duomo. 8«ii LorcMixo, arditi»
costriir.l<ino trecontosoa. anrora di Fra HcvI-
• " "•' V' - • '"iitaniunte e più volte
• fiero lotte di cut fn
it» allVstprno; pnr
ivi. di so-
••he rao-
. i ! .il Si;;iio-
rilli; u:ia LiL-pu>izi..uc' del U.irot-i-io ; altre
buono pitture di scuola umbra e to>i<'aiia;
tra le vetrate a colori, una oiu.inecintes.-a
O'Mbifio — l'AJ^AZZO DEI COSISOLI. GulAh — PALAZZO CoMTTXAXJK OlA PRETORIO.
{Fot. Atinar!).
•-'>rnioi dai delicati inla^'
ancora ha valore e per m; « pt-r liiisietiie di
cui fji parte: I banchi dei c.imblatori. I mo-
""^ ■• • ".•■'•<', !.. •.,..„.... ..li ...»:,;-^i^
VA'
- - ,. - ;:..„. ^1 avanzi delK :....., ^
di Ire papi che <]ui tiiroiio sepolti, Innocen-
zo IH, Urbano IV e Martino IV. quel papa
ghiottone che nel Purgatorio sconta
.... per digiuno,
le angaille di liolseua e la verimccln.
(Canto XXIV).
li. not.'iMli .MU'ora. il spi
)lcro del \ •
lei coiu
tdiiddol
].a<.»<. di tali niAli:
che ci offre eon
chiamo solo le pi
s»r suo: f>t otti*n'tii
c'e.'t là f{i4'«*t le p'
critiq'i^.... esclami
Città delia Pieve.
,i,trr
-ui bellu bioii/.eii di Giulio ili, il
uè cer- grava in Perugia la libert
deU'es- opera giova-ii!- ■''•' ' " " ■■
ffiiniMM Tfa le tan
i.'fiifiiMf; df ricordo S .
la citta, degnissim*
deiniiirlo del Tre-
; Mi tardi.
ita, pur
.■ ■'. ra, col-
6li Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gii unici perfetti.
338 -
l'abside traforata da un'immenea finestra
ogivale, e racchiudente delle tante opere
d'arte ond'era un tempo famosa, ormai solo
il celebre mausoleo di lieuedetto XI, asse-
gnato a Giovanni Pisano.
Qui però ci fermano ancora in un altare
alcune gentili terrecotte colorate d'Agostino
di Duccio, lo squisito lapicida fiorentino, ve-
nuto a Perugia sul declinare del Quattrocento
a fonder l'incanto dell'arte toscana a quella
umbra. E d'Agostino e del di lui compagno
Polidoro di Stef.mo ricorderemo ancora la
Pox*ta San Pietro, grandiosa, ma disgraziata-
mente incompiuta. Così pure, opus Augustini
floretitini lapicidcie si legge in chiari caratteri
sulla fronte di quella nitida miniatura mar-
morea che, in una vasta e desolata piazza,
presso la grigia chiesa di San Francesco, ci
sorride ancora colla freschezza d'un' eterna
giovinezza, l' oratorio di San Bernardino. Ce-
lebra un asceta (è ancora lo Schneider che
parla col suo fiorito linguaggio), pur dà l'ad-
dio all'ascetismo: lo celebra accompagnandosi
di ghirlande, arabeschi e di quanto più ele-
gante ha trovato la decorazione antica. Ecco
1 festoni di foglie di lauro e di quercia, gra-
ziosamente ricurvi e sostenuti da piccoli geni.
Ecco le ghirlande di frutti legati da nastri ce-
sellati con amore. È, con meno libertà ed am-
piezza, lo stesso paganesimo che sospese le
ghirlande del Ghiberti alle porte del Batti-
stero di Firenze, e quelle del Della Robbia
attorno a' suoi tabernacoli. Ecco sotto l'arco
a pieno centro I cassoni antichi, dove le te-
ste d'angelo tengono il posto della rosa tra-
dizionale, e s'attacciano sorridenti quasi per
augurar il benvenuto a quelli che vengono
a pregare. Lavoro di decorazione pieno di
reminiscenze antiche e contemporanee, ricco
senz'esser sovraccarico, mirabile fusione della
terracotta col marmo. Si può dir che Agostino
di Duccio è quasi il solo nell'Umbria che ab-
bia potuto confidar al marmo ed alla terra-
cotta un simile sogno di bellezza: sogno che
l'arte umbra, quasi rifuggendo dall' adoprar
materie dure, confidò alla sola pittura.... Ma
perchè analizzare questa piccola sinfonia?
Agostino, come ogni decoratore di genio, è
l'uomo dell'insieme, e dopo l'analisi bisogna
tornare alla sintesi, all'impressione generale
che è quella d'un tutto equilibrato in sé:
gioiello armonioso che nel suo piccolo rac-
chiude tanto cose: novità antiche della Ri-
nascenza, gonio fiorentino, spirito cristiano,
soavità umbra, talento delicato e fine di Duc-
cio: tutto ciò si fonde In una combinazione
di bellezza profondamente italiana. Oh per-
chè, conclude nel suo entusiasmo lo Schnei-
der, non posso metter questa gomma in uno
scrigno e portarmela via? Piano però: che
non si senta di là dell'Atlantico, dove par vi
siano leve di vari gradi, ma poderose tutte,
d'acciaio e.... d'oro, anche per scalzar gli
edifici!
La chiosa di San Pietro, all'estremità d'un
sobborgo, tra lo piii aniicho della città e dolio
meglio architottate, il cut svolto campanile
spicca di lontano e da molti Inoghi doll'Um-
briasi scorgo, godo pure singolare rinonianza
per le pre/.lose opere d'arte che racchiudo, lo
quali fanno d'essa un vero museo: un delizioso
tubt-rnucolo di Mino da Kieiiole, pitture del-
l'Alfani, di Masolino, d'Eusebio di San Gior-
gio, di Sebastiano del Piombo, del Perugino
e della sua scuola, di Raffaello stesso, di Guido
Reni, e d'altri ancora; e, dietro il prezioso
aitar maggiore, un coro intagliato e intarsiato
di Stefano da Bergamo, una vera meraviglia.
Foliijìio — Chiesa Cattedrale
DI San Feliciano.
(Fot. Alinarf).
Ma quanti altri asili d'arte e di pace, qua
e là per la vecchia città! San Severo frescate
dal Perugino e dal suo grande scolaro, Raf-
faello. Santa Maria Nuova, con uno di quei
singolari esemplari della mistica pittura del-
l'Umbria, un gonfalone del Bonfigli: ne hanno
anche il Carmine e San Fiorenzo. A Sant'Ago-
stino un altro preziosissimo coro di Braccio
d'Agnolo; e qui ed in Sant'Agnese altri lavori
del Perugino e della sua scuola. Singolare
poi dall'esterno, al fondo d'una ripida sca-
linata, Sant'Ercolano, vetusto edificio, alto,
ottagonale. In fondo ad un sobborgo, quasi
all'aperta campagna, Sant'Angelo, antichis-
simo esso pure, vuoisi del V secolo, e pieno
di memorie nella sua veste semplice e disa-
dorna. Così, San Francesco al prato, oggi tri-
ste e abbandonato e spoglio di tant'arte che
un giorno lo rendeva famoso; e San Costanzo
che solo può mostrarci oramai la bella porta
di sapore bizantino. Poi, più all'aria aperta.
Santa Maria di Monte Luce, San Francesco
al Monte. San Matteo in Campo d'Orto, Santa
Giuliana, col bel chiostro attiguo, oggi ospe-
dale militare, nitidi nel cielo sereno, tra gli
orti fioriti, gli ulivi ed i cipressi, parlanti solo
di cose serene.
Più fieri invoce, nella città, gli edifici ci-
vili riflettono la forte tempra di questo po-
polo: archi massicci che travei"sano i meandri
delle vie cupe, torri, palazzotti severi costi-
tuiscoiio la fisionomia singolare della vecubia
ttl. conto d! spnda e di pugnalo,
-ondiamo li ooUe di Ponigla vcr«
{'•'vro, fin dove, quasi alle fiilde. in un
cesso che qualcosa ha invero di soìto <
Chiosibo dell'Abbazia i>i bASsovivo, iiresuo Foligno. (Fot. Alinari).
• mpre proota aU'avventnra di sangue. Noi
• • — ancora alla Piazza del Sopramuro,
■ 1 mercato animato, noi due pa-
lpitano del popolo e della Vecchia
L niversita; poi, nell'Università attuale, al pre-
misterioso, s'incontra una delle più eloquenti
vestigia degli antichi £trus(*hi; l'ipogeo dei
Volnmni: un luogo in cui sembra di vivere
fuori della realtà nella visione di quei palazzi
sotterranei e di quegli uomini mitici di ctil
A^ìii — riA^UJL. \ li ionio ilMJLSiX^Ki^, COL iLMi-io Hi ìli>ikJi\A^ {,FU. Minar!).
zioM) Museo Archeologico- " -^ -• ^ "••• — »
m qualche rudere della n >
de-M So'ri. alla casa di l'-.i
t- :i ancora da i'<>rta >..!.•. a^
i rava la fertile curta umbra
r;. , sorride e ci invita.
•""Io delle prime età, che, ri-
iiei più nascosti ripostigli
: in quelle tenebrose ca-
rgono e s'aflfollano al no-
>. "* L'impressione che mi
ii questa necropoli , scrl-
L'Olìo Sasso Medicinale semplice, jo<Uto ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
340 -
veva il Deniiis, uno dei piìi pi-ofomii iiivesti-
t^atoil de'nii>ten di quel popolo " m'indusse
mi Interossarmi sempre più alleantichitàetru-
.sche. „ E punfje invero il desiderio di pene-
trare nella vita di questa gente morta da venti
secoli, le cui ligure, recumbenti sui sarcofagi
li terracotta coperta di stucco bianco, e d' una
'ingoiare intensità d'espressione, paiono vol-
^'ersi ad interrogare l'importuno moderno
che profana il silenzio della loro dimora. Fu
nel 18J0 che, per lo spi*ofondai-si d'un bue
che arava in quel luogo, veniva alla luce que-
sto singolare sepolcreto sotterraneo, forse già
violato in antico, pur conservante ancora nelle
dieci stanze che lo costituiscono preziosi esem-
carattoristico, si biforca, seguendo da un lato
a ritroso, 11 corso del fiume; dall'altro inter-
nandosi fra gli aspri dirupi che ci nascondono
Gub1)io: più ridente la prima, pittoresca-
mente selvaggia invece od alpestre l'ai ira.
L'una ci guida, attravei-so la valle verdeg-
giante tra i monti, ad Umbertide, l'antica
Fratta, amena cittadina in fertile piano alla
sinistra del Tevere che ne lambe le mura;
non cupa d'aspetto come gli antichi borghi
umbri, pur ricca di memorie storiche, con
vecchi edifici, chiese ed un'antica ròcca. Poi,
alla dritta. Montone, la terra dei Fortebrac-
cio, non lungi dalla vetusta Pieve di Saddi,
Poi, nel classico agro dei Tiferniati, il Ca-
Tempio di MiNi:iiVA.
{Fot. Ali nari).
Assisi — Chiesa e Santuakio
DI San Fkancesco.
l.lari dell'arte e dolio spirito degli Etruschi,
onde fu ottcrta larghissima materia agli inda-
gatori dei misteri di quell'antica gente. Ma
la fantasia stessa quant' altro c'ispira dinanzi
a tali vestigia d'uomini e cose si lontani e si
jirescnti art un tempo: pensieri fors'anche un
j)o' tristi che, In (luosto buio asilo, in questo
silen/lo di morte, ci opprimono e ci spingono
:i risalir all'aperto, sotto 11 gaio sole che oggi
rrldc a noi, corno sorrise un tempo, in que-
li luoghi, ad Arunte Volumnio ed a' suol.
La strada che da Perugia muove verso
nordest, varcato il Tevore, che s'attVetta ver-
so mc/./.oglorno già col suo torbido colore
sirum felicitads, Città di Castello, vecchia e
storica città, oggi però gaia, biancheggiante e
regolare nell'antica sua cinta medioevale, in
alcuni punti doppia e munita di fossati, la
quale solo par rievocare le fortunose vicende
d'un tempo: le sedizioni, le discordie che
travagliart)no il luogo, le gare fra i Vitelli o
i Qiustini, l'assedio delle milizie di Sisto IV.
capitanate da Giuliano Della Rovere ed il
dominio di Cesare Borgia. Ancor fieri però
nella sobria e severa struttura s'ergono nella
linda cittadina i palazzi del Podestà e dtl
Comune, architettali da Angelo da Orvieto.
E l'urte ancora c'invita nel Duomo, costi-
[liquore Sellini
L VINI - LIQUORI • VERMOUTH - '
SPECIALITÀ DELLA CASA
^.sco Monaco e ^tgli
di CATANIA
troA di Hrcra) sono deK'>A'>i<'iite r.i
tati. N»' ni"!i'> -t'-'uo di rlcor<l<» '••••
(J-'ift. Alinari).
'" • --■■♦- opero d'oroficprla del se-
>o pure vantano cosplcut
\ umbra: ed anche non
■hi d'agli atiti'-ht palazzi che abbelliscono
odierna" città. qnoUi dei Bnfallni, dei Man-
per le arti e !•• ^lllill■^LI•io che vi florisc->i
e per quella fisionomia di ci«-tà liet-i ed
tiva che, nella gaia cornice che la circuU'
parla dello spirito vivace degli odierni '
fenifati. Potremo ancora contemplar qu»^
^ ,U^-.,
A$sWi — Chiesa di ìSanta Culuia.
(Fot. Alinari).
Ili, dei Vitelli, dei Picrleoni: singolare do- laogo felice, trai saoi fertili terreni, e le s-.
•rfa fl'arff» eh»' p^rmiso a <Mttn di Ca<?tr-!ln singolari culture di taba<vo, dalla vetta <1
v'ù il Santuario delia Madonna del ]!'
e spaziar di Ih-vjÙ sull'ampia vali r
V '.TC,
342
Procedendo Invece ancora verso il nord,
fino al limite estremo dell' Umbria, poco di-
scosto ormai da Sun Sepolcro, quasi sotto le
giogaie di monte Giove e dei brulli contraf-
forti cLe scendono verso la valle dall'Alpe
della Luna, corno sentinella avanzata di que-
Spoltto — Catxkcbale
o Santa Maria Assunta.
(Fi)t. Alinari).
sta terra, San Giustino appare colla pittoresca
mole del castello Bufalini merlato e turrito,
entro un gaio giardino signorile. Non molto
distante, sopra un colle qjje domina tutta la
vallata, fino ai monti della Vernia, a quelli
ili Gubbio e d'Assisi, Citerna: antico e fiero
borgo, sorriso anch'esso dall'arte nelle sue
chiese, uè privo di storiche memorie: non
ultima tra queste, quella dell'ospitalità of-
ferta nel 1841) a Garil)aldl, allora triste con-
dottiero di vinti. Sopra un colle lì presso
mostrano ancora un cippo che ricorda i 1
luogo ove per tre giorni l'Eroe fece sosta,
contendendo alla morte ed ai nemici la sua
Anita.
Più alpestre Invece la strada che con-
duce a Gubbio, internandosi e serpeggian-
do tra dirupi brulli d'un pittoresco severo,
lino a sboccare nella fresca vallata Eugu-
bina, chiusa dalle- aspre giogaie degli Ap-
I)innlni, che nitidi si profilano nel cielo.
In fondo, alle falde dell' Ingino, ecco Gubbio,
(Mille sue vecchie mura, le suo torri, i suoi cupi
(difici, sui quali domina gigante, turrito 0 mer-
lato, il fioro Palazzo del Consoli che spicca sul
bruno sfondo, simbolo eloquente del carat-
tere dell'antica città. La storia del luogo ò
però ancor più veneranda di memorie: lo
celebri Tavole Eugubine, nell'antico dialetto
umbro, i grandiosi avanzi del Teatro Roma-
no, fuori porta Trasimeno, e non poche al-
tre classiche vestigia, testimoniano la nobiltà
dell'origine di Gubbio e le sue più remote
vicende; come concordano anche gli storici
latini che dell'antica /^mh'm/» fainio parola fin
da' tempi della guerra sociale. Non meno me-
morande però le vicende successive, quando
Gubbio era espugnata da Totila, poi sogiretta
agli Esarchi ravennati; poi coi Longobardi,
ed infine, divenuta libero comune, anch'essa
in aspra lotta colle città vicine; florida e po-
tente assai nel Trecento, l'età che in essa la-
sciava quelle singolari vestigia che tuttora ne
costituiscono la caratteristica più spiccata,
dandole quel fiero aspetto di città di difesa
che sì bene ha saputo conservare. Basterebbe
per questo il Palazzo dei Consoli, l'unico che
potrebbe contestare il primato al Palazzo
fiorentino della Sit,'noria: iniziato nel 1332,
nel portale, da Angelo da Orvieto, come testi-
monia in versi leonini un'iscrizione, ma ar-
chitettato, sembra, da Gattapone da Gubbio.
Guardiamolo dalla piazza Vittorio Emanuele,
elegante e sevei'o, dominatore della città, so-
pra una serie di poderose arcate che lo ten-
gono in alto come temuta insegna del potere
comunale: tetro e fosco invece quando nei
crudi inverni torreggia sulla città bianca di
neve. Singolare l'accesso nella fronte, con
una ripida scalinata che vi si slancia e s'ap-
poggia a guisa d'un arco rampante; delicati
il balcone ed il portale; massiccio e compatto
il corpo, di pietra calcare scura; poi, una
serie di belle finestre, un loggiato aperto e,
per ultimo, la corona della merlatura gu^'lfa,
cui sovrasta una svelta terricciola. Nel com-
plesso, uno dei più caratteristici monumenti
medioevali dell'Umbria.
Non meno severo, quantunque non per-
fettamente conservato, gli sta di fronte il Pa-
lazzo Pretorio, esso pure di Gattapone da Gub-
bio: oggi sede del Comune, della Biblioteca
Sperclliana, dell'Archivio Armanni, e d'una
Spoleto — Cattedrale.
MONUMKNTO A FRA FlLirPO LlPPI.
{Fot. Alinari).
raccolta d'arte ragguardevole, con buone tele
e preziosi cimeli storici del luogo; tra questi,
gelosamente conservate, le sette bronzee ta-
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
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Porta e l'arcd
■orani-
boni. Da segti.
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stria, onde ti
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f.
il.
.a. ..V t li
6fl-
Ottaviano "
c)
• •^■' mlrab..
,
b;
„-..tlchc. rose itaha-
tir
xiulsita di Fra Be-
VI.
. lai
I ».tr<j ancora
tn questo
lu
•. 61
fiero e rcIoso
•ustode di
ta:
, si
appartato nella
sua valle
/. ■ . ni di Spoleto — Chiesa
I San Ponziamo.
(Fot. Alinari).
ditAno aneora le rovine sul pendio del raont.
Petrara. Di qui la strada porta al famus"
ponte della Botte sul torrente Foce che nt-
fluisce nel Burano. Poi, per le monta^'ne del
Corno, all'Eremo di Fonte Avellana, sotto
quei gioghi che
fanno un gibbo che si chiama OatriM.
(Parg. XXI).
La strada che vien dalle Marche scende
Invece nell'Umbria da Schepjjia verso la vali.
del Topino. Ed ecco dapprima Gualdo T;»
dlno, gentile ed industriosa cittadina '''
falde degli Appennini, dominata an '
da una fiera rocca nicdioevale: altn.
; 7a<//»«»«m degli autori lati ir. m
a di Totila del 552, 11 domi-
r.ll, 1 sicché;:?! di hnrb;i:i, la
ceiico, della tk». Annunziata; ed ancor imi il
nome d'un pittore: quel Matteo di G\iaM<i
di cui la Mostra Perugina offro saggi hiiigo-
larl dell'arte sua di transizione umbro-mar-
chigiana.
344
Non lontane da Gualdo e degne pure di
memoria, Fossato di Vico e Sigillo, sui resti
dell'antica via Flaminia, con pittoreschi ponti
romani, alle falde del Monte Cucco, uno dei
più elevati dell'Appennino Umbro, celebre
per le sue curiose grotte di stalattiti.
Scendendo inve.-e per la valle, s'arriva a
Nocera, tutta serrata tra' monti, sulla riva
destra del Topino, aperta solo verso la pia-
nura di Gualdo: luogo già noto agli antichi
per le sue limpide fonti d'acqua salubre,
quell'acqua
— buona alla febbre e al dolor colico
GnaHsce la renella e il mal di petto,
Fa diventar allegro il malinconico.
L'appigionasi appicca al cataletto.
(Redi),
nella chiesa di San Francesco, in San Giovanni
Bittista e nel Duomo, che racchiude una pre-
ziosa ancóna di Niccolò da Foligno.
La valle scend'ì ancora verso Foligno che
giace in pianura ridente, dove s'incrociano lo
strade del Lazio, della Toscana, delle Marche
e di Todi. Altra terra felice, oggi attiva ed
industriosa, ma un tempo essa pure teatro
di quelle fortunose vicende ond'è piena la
storia dell'Umbria. La città, pulita e regolare
nella forte cinta a muri e fossati, è allietata
dall'arce nelle sue belle chiese, il Duomo,
San Niccolò,, Sant'Agostino, Santa Maria infra
Portas, Santa Caterina od altre ancora: pallidi
affreschi di vecchia scuola umbra e qualche
saggio della pittui-a vigorosa ed intensa di
Niccolò da Foligno, detto l'Alunno.
Fra gli edifici governativi, il Palazzo del
'Terni — Cascata delle Mahmobe.
{Fot. AUnari).
E, certo, se non altro por l'amenità del
luogo, qui non dovrebbero sorgere che im-
magini serene I Alle fonti si giunge per una
bella strada che serpeggia dominando la valle
del Topino. Ripido invece salgono nella ri-
dente cittadina le strado, sboccando sulla
piazzetta del Duomo che è la parte più alta
del fabbricato, e dove, sull'orlo che precipita
in balzo roccioso, stamio «li avanzi dell'antica
ròcca con una robusta torre quadrangolare e
parte del caseggiato Litorale. Né manc.i l'arto
Governo ricorda invece l'età in cui le sorti
di Foligno erano rotte dai Trinci, signori ele-
ganti ed umanisti come i MontefcUro, ohe
chiamavano ad abbellir la ciippella della loro
dimora Ottaviano Nelli da Gubbio. Nò di tra-
scurarci le squisitezze cinquecentesch"» delle
case degli Orsini, del Barugi e di quella dol
Nuti-Deli, che vuoisi arohitefctat-a dal fioren-
tino Baccio d'Agnolo. Poi, su per una collina
vicina, ove ora fra lo boscaglie pascolano solo
gli armenti, tra gli elei ombrosi, la romita o
LIQUORE
TONICO DIGESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
- JW6 -
muuto,
Food più in su di Foliguo, sul declivio
._..«. „..- . ^..1 W..I,- . , g sulla strtidK iii»-
oiirr« ili Toscaua da
.:ti(i nel CMorp dfl-
Infrft i! Tnpfno f» Vneqnn rhf di^oend'
Dal
Forr
i.)u -ddo.
Da l'orUi S.)Ic, u dit'ictru lu pianile
Per greve giogo Nocera con Gualdo.
{FU, Almarii.
■ . la /)-/.M y
>ettiste ^..
.-. 1.' v.-->nsi.
t' ri'>*,>, le ;;r..:
»:.aoc la citta,
Condoli
le mura
• : r, pili
•Ile stradotttt »tio«cei>«ì di oitU
la guerra che per la pace, ove
al
ma Oriento: e la ttrra ciip - T \,va
grande dei mistici, colui che ai - uo-
mini la visione e l'amore di I- > :!• . •• jmù
.:: .: I-ose create e proclamò, nel suo riturno
ra fede evangelica, dinanzi all'Itali*
l'i^'ento, il gran dovere d'amarsi.
Due pero sono 1 nomi che possono com-
prender la storia e l' anima di questo luogo.
Properzio e San Francesco ; !••
anzitutto romana, ed alta v<
s'ac<vi<>tò con fervore nel %u-
— ' " vecchie chiese i
.'lo peregrino ptr
forni nomini ;»':
^.v,.i fu
.' upcrc a diritto ri,^u.ii'<iutc' Ira ?>uui
••ri; la ricca tribuna doll'altar mag-
.. il Rocco da Vicenza, un pulpito di Si-
•lon da Campione, una squisita croc^* d'ar-
•.nto smaltai*^ ed altre cose preziose. Poi
tro: il Duomo, severo edilinu del ««-e. XI
buuta Chiara, 1» soave chiesa dugeut^^
346
dalla squisita rosa sulla facciata a fascte bian-
che e rosse, che nell'interno, ov'è conservato
il corpo della mistica seguace di San Fran-
cesco, offre saggi dell'arte di Cimabue e di
Giunta Pisano. Non possiamo dilungarci su
quell'insieme veramente unico, vero trifoglio
a quattro foglie, come lo chiama lo Schneider,
costituito dal chiostro, dal convento e dalle
due chiese di San Francesco, poiché certo
non potremmo mai in questi solenni luoghi
di preghiera, architettati da Frate Lapo nella
prima metà del Dugento, soffermarci quanto
si dovrebbe per darne una pur pallida idea :
nella chiesa inferiore, una vòlta larga e bassa
dove l'occhio, raccogliendo la luce dei pochi
finestroni gotici, corre per l'ampia navata va-
riopinta come sopra un antico messale allu-
minato, sull'opera di Giotto, Cimabue, Si-
di Bernavdone ."issava temprando l'intelletto
in queir armonica intuizione, prima radice
di quella perfezione morale che gli additava
le vie serene del misticismo. Ecco al basso
ancora la cupola vignolesca di Santa Maria
dogli Angioli; poi Bastia, cogli avanzi della
ròcca e delle mura e la chiesa di San Mi-
chele eretta dai Francescani. Rimpefto, Bet-
tona appoggiata alle colline, altra storica terra
che tuttora conserva vestigia preziose della
sua cinta etrusca. Poi, verso il nord, Perugia
nel suo aspetto fiero e pittoresco, col poetico
sfondo delle colline e dei monti che sfamano
verso la Toscana. Vei'so sud, l'ampia e ri-
dente vallata fino a Spoleto: ad occidente,
Bevagna tra colline ubertose, ricca d'arte e
di memorie romane e medioevali, sulla strada
che s'interna tra i monti verso Todi. Da que-
Nanii — Duomo. Cappella del Sacramento.
(Fot. Alinari).
mon Mommi. Taddeo Gaddl ; nella chiesa
superiore, nella luco che piove dalle quat-
tordici mirabili finestre colorate, ancora il
trionfo dei puri maestri del nostro primo
rinascimento: Giotto, Cimabue, Giunta Pi-
sano, con quel perfetto connubio d'arte e di
fede, dipoi perdutosi, che fa di questi luoghi
il più completo oommento alla vita ed alla
fede del gran santo che vi colebrano.
Affacciamoci Invece dal grande loggione,
sporgente nella verde vallata dalla molo mas-
siccia del convento, che s'appDggia sulla col-
lina sopra una serio di poderoso arcate: nella
serena visiono che ci si offro s'avrà l'esatta
rispondenza e fors" anche l'intima ragiono di
tante cose bolle. È un altro poetico angolo
dell'Umbria che di lassù si scopro, sorridente
nella limpidità del cielo, che il giovine figlio
sto lato ancora Montefalco, in deliziosa posi-
zione, sulla ringhiera dell'Umbria: borgo un
tempo fiero e p )tente, al quale Benozzo Goz-
zoli sali nel 1449 por dipinger alcuni de' suoi
primi affreschi, ondo s\ pregiate sono le chiese
di Sant'Agostino e San Francesco. Non unici
sorrisi però dell'arte di quella lieta terra
che, come quasi tutte le città umbre, ebbe
anch' essa il suo pittore, Melanzio ; il quale,
con Tiberio d'Assisi, lavorava in quelle due
chiese, od in Santa illuminata, e nel poetico
convento di San Fortunato, poco discosto, tra
viottoli perduti nel verde.
Tornati a Foligno, riscend'amo ancora
nella valle verso Spoleto. Ed altra sosta:
Gli Oli d'oliva P. $asso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
- 347 -
Tr.
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IO tuttora dJ poe-
•-' •" di'llf antlch»»
i i'las»i<\i Vt*
■ è ancora a
■. -..r r,, I.. ,u.
. Ciinu j;iu: hi; mirrila un Icilio più dolce viene
mio in rinfrescarvi la fronte, è lui che l'invia. 8e 1.
_ . ... , k e rlm- riva s'abbellisce ancora d'una più rident
Ugo d aver Uato att«ao: un pi<x-olo colle verxura, se la freschezza di questo bel luo^'
Todi — Oli A?
i: DEI Puioui, oBA Palazzo Comunale.
AH nari).
U domina, ombreggiata da un bosco d' antichi
cipressi. Al suoi piedi esce la fontana che zam-
pilla in varie fenditure ; ella si fa strada fra
le onde che essa stessa produce, e si spande
in un ampio bacino cosi puro e trasparente
che si possono contare nel fondo le moneto
che Ti si gettano o i sassolinL Poi, senza al-
cuna inclinazione di terreno«'*Taa solo per
l'abbondanza delle acque, s'avanza verso le
campagne. E ancora una sorgente, ma è già
un largo fiume. Le rive sono rivestite di
frassini e pioppi, la cui verde immagine è
limpide e fresche come
> si sofferma a descrivere
• !r^,i ;ivan'' H'-i >.acelli che
pupulavaii'i yiieila : '..i sacra,
che Virgilio, Prop- . -venale
cantarono, Onorio e > appo-
vi tocca il cuore, se questo battesimo della
natura scaccia per un momento l'arida pol-
vere dalia vita importuna, è lui che le vo-
stre preghiere devono ringraziare. —
Avvicinandosi a Spoleto, la seconda città
dell'Umbria per importanza, s'ha tosto l'im-
pressione d'un luogo che reca. In caraiNn
indelebili, scolpita in fronte la pn»pria
Pittorej>co ne è raspett4ì a chi viene
Ugno; poggiata sopra una collina al .Mmui^-
Luco, entro un austero p;iesa;jj,'io in cui do-
minano le quercic. lontani rnnipolli ancora
di quei boschi sacri, ai cu; !u Vm-
bri appendevano offerte ai in-
columità presiedevano l- -. , t*l ui
— 348
quali s'offrivano vittime con formule che an-
cora si conservano. All'interno, vie ripide e •
tortuose, piazze in declivio. In alto, la storica
ròcca medioevale, ov'era forse l'acropoli del-
l'antica città. Ovunque, i resti deile veccliic
mura etrusche e romane; quelle mura che
furon forti come i petti dej,'li antichi Umbri
a far fronte ad Annibale, vittorioso al Tra-
simeno, nella celebre resistenza di Spoleto,
per la quale la città, ancor fiera di tanta me-
moria, scrisse sopra una porta, detta porta
Fuga o d'Annibale, una solenne iscrizione a
commemorale l'antico valore dei suoi che,
come scrive Plinio, allora salvavano Rom.a.
E le vestigia di Spoleto, divenuta, optinio
iure, municipio romano, pullulano ovunque:
il ponte Sanguinario, gli avanzi del teatro e
dell'anfiteatro, quelli d'una sontuosa abita-
zione, pitture, mosaici ed iscrizioni nume-
rose. Poi, traccie d' un portico del VI secolo,
che si vorrebbe d'un palazzo fatto erigere da
Teodorico, ed ampliato poi dai Longobardi:
che non si dimenticherà esser stato Spoleto
sede d'un potente ducato longobardo. Non
minore però l'importanza delle sue vecchie
chiese: il Duomo del secolo XII, col campa-
nile e la fronte lombarda, decorata questa da
un elegante portico dello scorcio del Quattro-
cento; prezioso all'interno, rimodernato dal
Bernini, specie per le opere d'arte che rac-
chiude, tra le quali primeggiano le pitture
di Fra Filippo Lippi, qui morto e sepolto nel
1498; Sant'Ansano, San Domenico, SS. Gio-
vanni e Paolo, ed altre ancora. Ragguardevoli
poi nei dintorni le vetuste chiese del Croci-
rodi — Chiesa, di Santa Maria
DKi.T.A Consolazione.
(Fot. Alinari).
ti,.w, .*....,,... v;\., .... .Iti architettonici ro-
mani. San Pietro colla facciata riccamente
istoriata da singolari sculture di sapore bi-
zantino, San Ponziano, San (Giuliano. Ma de-
liziosi anche di i)er se i dintorni stessi, nel
Todi — Duomo.
[Fot. Alinari).
piano fertile ed irrigato da acque copiose,
nei colli e nelle vallate cupe di querceti; ed,
in particolar modo, tra le forre boscose o su
per il Monte Luco, dal quale Spoleto ò di-
visa da una gola profonda, traversata dal
Ponte delle Torri, che s'indica come la cosa
più singolare del luogo: antica e grandiosa
costruzione a dieci arcate, le centrali ad
un'altezza vertiginosa sul cupo burrato. Di
qui si sale sul monte tra le macchie, e di
lassù, da un bastione del convento, ove vuoisi
abbia pregato San Francesco, un altro oriz-
zonte d'incanto aperto sull'Umbria. Così pure
dalla pittoresca ròcca del cardinale Albornoz,
sulla vetta del colle Sant'Elia, storica e signo-
rile dimora di principi, dominatrice dei ver-
dissimi piani e dei colli dell'ampio paesaggio
che si stende dinanzi, fino ad Assisi, Perugia
ed alle creste dei monti lontani.
La strada poi abltandona il piano per ar-
rampicarsi ed internarsi tra i monti verso la
Sabina, chiudenti la pittoresca valle della
Nera. Questa confina con quella di Rieti, che
la sovra ta di 150 metri nel luogo ove sbocca
il Velino, formando al salto dolio Marniere
quelle maestose concrezioni calcaree che un
tempo contrastavano l'uscita del fiume, crean-
do il lago Velino che impaludava l'agro rea-
tino. Ma dall'emissario aporto già da Curio
Dentato console, e più volte in seguito allar-
gato, il Velino trovò libero sbocco; e dall'al-
tezza di IGO metri precipita a piombo con
velocità di baleno e rimbombar di tuono giù
per l'alpestre ciglione incrostato da mirabili
stalattiti calcaree. È un inferno d'acquo che
rovina spumeggiando nel baratro, e ruggc
mugghia, ribolle in un vapore nebuloso clu"
Irrora di continuo l'aspra vallata circostante:
bello d'orrenda bellezza. Ma, canta il 13yroii
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
• lunato? A
t'u-i che da
■ inalar»"
ti cho
» U eàUeilrale e U ehlr^JA di
puiiii»ri Hconlaro ch>« anche
• asilo, e Ia ritta ! • -1
) eventi della huji
ini. (Il rJhomonl
I>iM-o or.inial hiMi I
1 sa;;itjino nullo inni.
■l'I, ti'A il fratjore dfi i:
hijul.j e dei telai, i lampi dell' ar.i.iu. li.jiu '.
e d«»lla luce elettricn; lo lotte «.nde Tori i
trai» «niiniai le dmi l.-jittime laMuni d'oi-
<;■ 'v S.iN ;m1.. a ritroso ti corso del Velino ci
vaii.n.i ai unni. i,;\ ouia «• poco di- s'addentra nell'antica Sabina, nell'agro di
salle rive del tiunie stesso, tra le pen- U!eti, uno dei più fertili e ridenti d'Italia, la
VxXOUJMK DELI^ CITTÀ.
yFot. Aiinari).
i\\ vi^ieti.
.li Tacito.
, e le
ricca,
mnra
vi.
eh.
ver, _ . ■ _ . _ _ . ,
che tu »<.-upfrt« alle laid« delie vicine c<.>iliiie
ai ruderi romani che qua e là ancora emer
gono a testimoniar la potenza dell'antico
7>iM/y? reatina, i > ... ;.... . ,. ... ;;
è all'estremità d'un alripiano stretto dalle
alture occidentali degli Appennini, e corso
■' " "^ * ilHne che formano alcuni lu-
i moderna occnpa le roviiu-
'', patria di VarmTif. sftn.f i
Milla M.i S liana sull.
nelle veo-hie mura ;ì
che la coronano e y
pubblica ver.*o il colle di San ^i
cose qui possono fermare: il lai
pale di severa struttura, la Catt . .. i
dintorni, l'Abbazia di San Pastoie, 11 Ponto
sul Turano: meri saggi però di quanto no-
bilita anche questo estremo lembo meridio-
850
naie dell'Umbria, che s'addentra come uti
cuneo eoi colli sabini tra il Lazio e l'Abruzzo,
già dominando il sacro deserto di Roma. E
ricordiamo solo da questo lato : Magliano Sa-
bino, Eòcca Sinibalda, Montubuono, Tarano,
Poggio Mirteto, Aspra, Koccantica, Torri in Sa-
bina, Monteleone, ed altri cento borghi per-
duti tra i colli boscosi, ognuno con qualche
saggio, o vestigia dell'arte e della poesia che
intiora la classica terra. E, quasi all' estremo,
sopra un colle isolato, Fara Sabina, coli' an-
tichissima Abbazia di Farfa, venerando edi-
ficio, cui le memorie storiche, l'arte, le cro-
nache preziose hanno dato, a ragione, singo-
lare rinomanza.
La Nera prima di sboccar nel Tevere tocca
ancora Narni, luogo che additano tra i più
deliziosi dell'Umbria, ed altro di quei can-
sulla Nera, ricordato qua! meraviglia da Mar-
ziale e da Procopio, nobile e pittore-co ele-
mento per delizie dei lieti dintorni di Narui,
verdeggianti d'elei, noi rientreremo invece
nel cuore della regione, ancora verso la valle
del Tevere, per Todi.
La vecchia città di Fra Jacopone. appol-
laiata sopra un erto colle, sul cui suolo gi-
ganteggiano ancora i blocchi delle mura etru-
sche, vorrebbe anch'essa una sosta: ed il
Duomo e San Fortunato ne sarebbero ben
degni; che anche quassù l'arte ha lasciato
nobili vestigia. Ed ancor più la meritereb-
bero il Santuario della Consolazione, una
delle più elette creazioni della Rinascita, ed
il Palazzo de'Priori o Comunale, dove, come
in quasi tutte le città umbre, una pinacoteca
accoglie le gemme dell'esuberante fioritura
Orvieto.
Paxazzo dkl Capitano del Popolo.
{Fot. Alinari).
tuccl dove l'arte, la storia, la natura si sono
armoniosamente unite. Ma occorre indugiare?
questa terra oramai ci ha abituato a tali mi-
racoli, e vano sarebbe accozzare altre frasi
od aggettivi per designarlo come meritereb-
be: è una vera cittadina Umbra: memorie
di vicende remote, storie tempestose, vene-
rande vestigia d'arte e di fede, tra cupe
viuzze, entro una turrita cinta medioevale,
sotto i più fulgidi sorrisi del cielo e del pae-
saggio. Lo storico vi parlerà di Cocceio Nerva
o del Gattumolata, Il poderoso condottiero
che par tuttora vivevo nel celebro bronzo
donatflliano. L'artista si fermerà invece alle
squisite eleganze «luiittrocentesche del vec-
chio Duomo, ed allo ammirande vetustà di
tante altro chiese: San Francesco, San Do-
menico, Santa Maria Impensole, San Gero-
lamo, Sant'Agostino, o de;.'li antichi palazzi.
Dopo un'occhiata al celebre Ponte romano
pittorica di questa terra fortunata. Ma il no-
stro turbinoso giro sarebbe compiuto: verso
occidente, nella fresca vallata della Paglia,
Orvieto, l'ultimo e più fulgido fiore deli' Um-
bria sembra ormai darci il saluto del com-
miato. E di questa città, che sembra solo ab-
bia ragione d'essere per il miracolo del suo
Duomo, la grandios.x filograna marmorea do-
minatrice sorridente delle viuzze cupe, dell.i
ròcca, dei palagi dei consoli e dei vescovi,
e di tante altre storiche memorie dell'antica
sua vita, nulla si dovrebbe aggiungere: il
scio nome del luogo è di per sé troppo elo-
quente a dir della gloria dell'arte di questa
terra, e della fulgida schiera d'artisti che
l'illustrò, dal Maitani ad Arnolfo, da Nicola
e Giovanni Pisano al Signorelli.
Con quest'ultima serena visione di bel-
lezza, il commiato dell'Umbria anche per noi
qui sembra un sorriso, o piuttosto, un invito.
Ugo Nkbuia.
L'Olio Sasso Medicinale semplice jodato ed emulsionato ò II ricostituente sovrano.
CARLO GOLDONI E IL BICENTENARIO
DELLA SUA NASCITA
d.
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fan-
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iiii, e pensò a
burattini ; poi.
•■•i. parti per
iia, e. pas-
1 <?n:i pro-
' arlo.
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di
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tatù ht
l«gall
po' più oitt
anni da li
;;li studii
ma, sor-
da uu Lrtiv<.- aoc«t>iH> di misticismo,
Interrompe di nuovo. Lo ritroviamo im-
preso
lllnte
La ' CX ZaMA.Nì r A 6A^ Ì'jUA
DOVE NACQUE IL GoLJ)OM.
Cablo Oolooxi
Incisione di G. P. fiaztcit-j.
piegato nella raneelleria di Cbioggia
jx.i iti quella di Feltre; in questa citt
IO per la prima volta di un
i per btMie, che sarebbe for-
.:.i sua moglie s<' avesse avuto ii:
pu ptu di spirito e una bellezza meri
facile a sfiorire. Ln morte del padre, h\
• ■ " - " -li 1731, Io d. •
la laurea di
ntar»' l.i ma-
ineiit^j i>
(Goldoni.
Itosi in un
tin rnatrim<^
IO ;i\ HI,
tu cosi reti <■
bandona:
• recarsi a ^;
tntt^ lo
erano ri;
; i\i k' liaiiii
il toro. Il qu.>
.- ....... ,.. ^ul.^i C"H
mo di camera con Orazio !
Ridente veneto a Milano; di
-'- STTrtarT'-'. r. iwr,ir:t<' la K'i»"i"r:i ■; - ; •
e --: '.; 1 i,.i. si da alla dipi ni 1-
/i.i < .lil.i i,./:;..!. iiiH'hè non c'entia di
- 352 -
mezzo 11 grazioso visetto di una veneziana,
ciie è causa indiretta che egli si guasti col Bar-
toliiii. e lo abbandoni. Dopo varie .avventure,
a Verona si occupa colla compagnia veneta
dell' Imer, la quale era al servizio del Grimani,
proi)rietario dei due teatri di San Samuele
e di San Giovanni Grisostomo, in Venezia.
Il Goldoni fu impiegato in ambedue, e, al
San Samuele, la sera del 24 nov. 1734, assaporò
col Belisario l'ebbrezza di un primo trionfo;
al lisìisario egli fece seguire parecchie altre
tragedie, che tutte piacquero. Nella prima-
vera del 1736, avendo seguito a Genova la
sua compagnia, ebbe la fortuna di conoscervi
e sposarvi (23 agosto 173G) una buona e leg-
giadra fanciulla, Nicoletta Connio, che fa la
compagna amorosa e fedele di tutta la sua
vita. Condotta a Venezia la giovane sposa,
seguitò ad attendere ai suoi impegni teatrali;
ma nou si volse alla commedia che due anni
dopo col Momolo coriesaw. L'occasione gli fu
piena decadenza. Era una commedia improv*
visata dagli attori sulla schematica guida di
un magio scenario (detto anche canovaccio o
soggetto), che si limitava ad indicare la suc-
cessione delle scene, e i punti salienti del-
l'intrigo. Il resto era abbandonato all'arbitrio
dei comici i quali creavano a lor posta il
dialogo, variavano frizzi, interpolavano lazzi
e buffonate, abbandonandosi il più delle volte
a un'azione di una vivacità indiavolata, e con
un gusto particolare, a scene di rumori, fu-
ghe, e bastonature solenni. A facilitare l'im-
provvisazione contribuiva il fatto che i per-
sonaggi erano fissi, e taluni di essi stereotipi
al segno, che l' enunciare il loro nome valeva
dirne l'indole, i modi, il dialetto e perfino
la fisionomia e il vestito. Questo avveniva
specialmente per le maschere, di cui le prin-
cipali, quelle che ebbero vita più duratura,
furono qvLaittro :■ Pantalone, il Dottore, Arlec-
chino e Brighella,
r. bonghi — Scena comica con le maschere.
pòrta da alcuni mutanunti di personaggi av-
venuti nella compagnia dell' Imer, e special-
mente dall'essere entrato a far parte di essa
il colfcbro Truttaldino, Antonio Sacchi, il co-
mico più rinomato del tempo suo. Il Goldoni
si trovava ad avere a sua disposizione una
compagnia comica qua^si perfetta, e pensò di
trarne partito per tentare un'impresa, che
(la qualche tempo lo allettava singolarmente:
({uoila di farsi riformatore della commedia
italiana, che vedeva caduta In troppo basso
loco.
A quel tempo, è noto, sui teatri pubblici
d'Italia regnava dispotica, e senza rivali la
C:>niniKUa dell'aite, che aveva avuto un pas-
sato glorioso, ma che si trovava allora in
l'antaloiiC è veneziano, mercante e vec-
chio; spesso inniunorato, più spesso ancora
burlato, come il senex delle commedie la-
tine da cui discende in hnea retta: ha Sbar-
betta grigia a punta, brache rosse e zimarra
nera. 11 Dottore è riconoscibile a una larga
macchia rossa che ha sul volto ; è bolognese,
ignorante e pretenzioso; parla volentieri la-
tino, affastellando spropositi : anche lui spesso
innamorato e sempre burlato. Due buone lane
sono Arlecchino e Drightlla, i due servi, am-
bedue bergamaschi, il primo sciocco, il se-
condo astuto pur nella sua grossezza di con-
tadino. Arlocchino è più popolare col suo
vestito a losanghe multicolori, la maschera
nera, il berretto colla coda di lepre e la spa-
CONTRO TOSSI E
CflTflRRr USATE
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jiniifnti. ••
tl.Uli .
UUIl
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d-Ai.
noi M
Il ■■
voleva autiitio a («eiiuvit, pi-i<bal>i
reclamare iiiriiideniittà pel suo >
coiiHole; voleva, passando, fermar-
per impetrare dal Duca la rcititn
suo rendite: una sequela di casi
riare di tanto itinerario e pro;:i
noi 1744 lo ritroviamo stabilito a
f<proita o»n i>nr.re o pri.rtrto \■^. i
nn arrolfttore «Il rerf-
ntarl <• monti ni (ì>A-
u\Àiu*iiMii iK'ii .i/.<>iiti t>ouo il à'-^'i'tnU e il
i'itpititH'i, due «ariL-aturo che servivano atl
«'Sils»-"-- '1 ..-i.i.!, ... ,1 T,,i„io ct>i suoi ma-
dor: lo con una smar-
»;ia^~ > dalla sua dap<
pOiM_'»* 11'-.
Tali ;:r interlocutori soliti delle commedie
dell'. trt, b- qn;»M. b^Hihò abbiano lo origini
ptu
«Ila
ved-
met4>di «. .
riela in t.^
•lairli attoi. . ;..„ ... .
da< curdo coita veros
poiob^' eli attori non
si.tt ■
pa«.
i" un'aria di fami-
lu che in esse si
.-'_'i. e di alcuni
•tàXi. La va-
lva portata
la st'mpre
ladec<*n/a,
. . tantti pel
■<! trattav a ui cuii'iuistarc sim-
o 1 iifpftf tli talf .-ommcUe.
!«e in
arte,
•i na-
> aul principio di tenere un
ttori con uno scenano più
''••I s>liti, e re-itnii^'d-e
*»• delle maachere; gli
••die nna condotta al-
• ■ • tttere
iMira;
non
ic-.sto
• . La
io fu
>.('; ina un «.utuulo di
l'»l<» di nuovo nelle av-
.. vfdt'rla rappresentare
dalia rompmifiiia d«*ll' liner per cui l'aveva
«mposta. In primo luou-o egli che aveva
-o console di <te-
'a la spiacevole
•nrica onorifica,
• rtava seco
Il una qui-
'1 ì tasca
ta la
>. il
e fri
ami
che
Z.iK>\
po
par
l'a/
ba.-
qu..
dei
** I
ClT'
verità
chi
no%
propria. Xcl ttnipo -
tmfla di un scdiccnt.
di nuove cuiuiurdic; quesl' ultimo uiiiCt iieiM.**)
a strapparlo per sempre dal suo stadio d'av-
vocato, e ad impegnarlo come poeta comico
nella compagnia del Medebach (1748).
Da questo punto la vita del cìoldoni s'im-
medesima a tal segno col teatro, che narrarla
è lo stesso che fare la storia delle sue com-
medie. F.^'i vivo p.-l t.-.àtr'( e nel teatr«i, tra
le CI' . -la e f comici cho
dov. tro avvenimento
gitili : , • lite che non cre-
de necva'tario litaciarcene la memoria nella
sua autobiogratia, la quale, mentre nella pri-
ma parte procede tutta vivace di avventure
e ricca di macchiette e aneddoti, nella se-
conda, che concerne il periodo della sua mag-
gioro attività artistica, non parla che della
sua prt)duzione, dell'occasiono che diede ori-
gine a iia'^ta o quella commedia, del suc-
ces> . M.e. delle critiche che suscitò:
non . i l'uomo nella società, ma
l'ar;!-- . alla sua opera.
E lu davvero un periodo di rude lavoro
quello che si protrasse dal 4.S, data del primo
impegno col Medebach, al (>2. anno in cui
partì per la Francia: quattordici anni di la-
voro n.>n interrotto, ch«» lo ffcero l'artista
sommo di cui oggi l'I ra. Dal 4.S
al 53 il (ìoldoni rimas ich ai Tea-
tro Sant'Angelo,
e fu l'areni in
l'ardita sfida hu
un anno solo st^-'l
de furc« inaudito
i< rime armi,
'lite tenne
di dare in
■ve. Un tour
•he lo cosiiinae a un la-
voro enorme, e lo lasciò spossato, senza frut-
targli da parte del Medebach neppure un
centesimo più del solito stipendio, che lo
obbligava a sole otto commedie l'anno. Egli
ridette allora ai ca>i suoi; si trovò troppo
mal pagato, ed accettò lo condizioni più van-
Uggiose che gli fac va il nobil uomo Ven-
draniin. pi del Teatro San Luca,
di cui ne!l ! 175:1 il Goldoni di-
ventò l'anf ;iit'.\ngelo gli subentra
l'abate Pietro Chiari, che già da qualche
tempo si atteggiava a suo emulo. La rivalità
r^PILLOLE FATTORI
I di CASCARA S.AGRADA
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Opuscolo ijffthn a richiesti. I
UILA2ÌQ A
- 854 -
allora si accciitna, e Venezia assiste e parte-
cipa alla singolare tenzone che s'ingaggia tra
i due teatri.
Strano a dirsi! il Chiari conta quasi al-
trettanti partigiani che il Goldoni. Nei caffè,
nei ridotti, nelle sale patrizie come nei par-
latori! dei conventi, goldoniani e chiaristi non
fanno che discutere delle ultime commedie
allestite dai due avversarli di un merito pur
tanto differente. Contro il Goldoni si scaglia
il Baretti in alcuni violenti articoli della sua
suoi detrattori, e d'altra pafte lo sosteneva
la coscienza del proprio valore, l'approva-
zione dei buoni tra i quali, per ragioni dif-
ferenti, piace ricor lare Gaspare Gozzi, tanto
lontano dalle turbolenze fraterne, e il Vol-
taire, il dittatore letterario di tutta Europa.
Nel 1750 un viaggio a Parma gli fruttò la
nomina di Poeta della Corte Borbonica, e
una pensione. Nell'ottobre del 58 si recò a
Roma, invitato dal Teatro di Tordinona, e
vi rimase tino al luglio dell'anno seguente.
Monumento al Goldoni in Venezia di Antoni. io Dal Zotto.
Frusta, e contro (Joldoni e Chiari insorge fu-
ribonda l'Accademia del Granelleschi, con a.
capo l'intemperante Carlo Gozzi. Sonetti, ca-
pitoli, composizioni satiriche di ogni sorta
invadono la città che no è tutta in brusio.
Il Goldoni si lascia andare qualche volta a
rispondere, ma non troppo spesso se si pensa
quanto frequenti fossero le provocazioni: egli
era troppo occupato per poter dar retta ai
Ma al Teatro troppo popolare di Torainona
le sue commedie furono pochissimo gustate;
meno male che contemporaneamente al Tea-
tro Capranica si recitavano con applauso
straordinario le commedie sue già stampati- :
sicché il suo amor proprio ne era lar„'amente
ristorato. Tornato a Venezia lo attendeva an-
cora qualche anno di lotta e l'amarezza di
vedere il pubblico disertare le sue comme-
DITT»
loREHZ»
. FIRENZE
CORSO TINTORI 8
PREMMTO
FONDATO
ST/1BILIMENT0
NEL 1740
CONIAZIONE DI MEDAGLIE
BOTTONIiNMETrtLLOM» LIVREE i MILIZIA
INCISIONI-RI OOZIONl flRTISTICHE-MECCflMICfl
«> p*r }*> TìAìf, che Carlo GoskI con liberti VAcarf fimtnir, non cbbo U «Icm» fortnna'
<:t.-.fiiiT<;4'3 Trr(tr\n In iM'Tn : pnt tin hrj ncmpìlmm ; flupr. rif ossa 11 CJr.linnI nnii rr.Ti
»!• alinrn nelln più «rjin-
tu
tr>M
.. 'l.i lui ol-
mi di prrva
atu in Italia,
Uva. La su» vetvhU-zi» trasooi-se pactlii-a •
iiiiualo (ino a che la Rivoluxlonp nun vom
a privarlo della pensione accordatairll dal
f'nrte. ('on decreto del 7 febbraio ITfS 1
'' ' • '•n pr<^iposta di tilHseftpM Mni
i restituiva; nia il ttoldoni <•;
".<> prima, In ntia casa ora (!•
Il ;';o Pavée-Saint-Sanveur, Il 0 di
ff'
• i complcsàiva alla produzione
COIOIZXOBAZIOXK DEL GOLDOHI A VKKXZIA. {Fotogr. A. Ct-OCt).
se non irli fosse st«U> offerto nn impiego ono-
rifico alla corte di Versailles: quello di mae-
stro d'Italiano alle Principesse di Francia. Un
tale impiego pll fruttò più tardi nna pensione
Vitina di qoii'- • assieu-
-rgll nn.i V- -uà car-
•ra dram mi la; nel
'■'ì la Conte He Fvuu^H' .iva con
imo successo. i> Hun i '. il ml-
;or documento della nu ».. .• vcrsati-
•a dell'indegno goldoniano. Un'altra com-
•di^ rarimente scritta da lui in francese.
goldoniana ce ne rivela subito la tendenza
più spiccata, che è quella al realismo, tr
realismi! sano e robusto, che annunziatosi
principio rotn'* semplice repnu'iKiiira arj o;-
«salerà/:
andò s* !
La sua •
egli riuscì cccellcnuj pittore; poioho non <
dette mal al prejfiudizio volgare che anc< •
a qualcuno fa trovare troppo povera niatt.
ria quella che loro porge la vita quotidiana.
Il Goldoni rappresentò con verità ed effica-
^ARITA RADICALMENTE
CON I CELEBRI
MISOHI DI
VEDI ANNUNCIÒ DI ^RÓN^i-li
- 356 -
da o;»nt classe di persone; ma, poiché la sua
potente originalità gli permetteva di vedere
il lato tip co e cai-atteristico di ogni azione
umana, si compiacque specialmente a sco-
prir poesia laddove altri non vedeva che vol-
j^arità. Egli che amava Venezia, e aveva l'ani-
ma aperta alla suggestione degli ambienti,
dipinse vol'Mitiori calli, cninpieli, canali, li po-
polò di donnicciuole, gondolieri, mercanti;
volle che tutti cinguettassero nel grazioso e
dolce dialetto nativo, e, poiché il lungo eser-
c.zio aveva resa franca e sicura la sua tecnica,
potè compiere opera magnifica e mirabile di
verità.
La celebrazione del bicentenario della sua
nascita è stata utile in diverso modo alla
gloria goldoniana: in primo luogo ha mo-
strato quanta simpatia egli goda in Italia e
fuori d'Italia, ed ha inoltre avviato gl'Ita-
liani a giudicarlo con criteri! assoluti e non
relativi, come una grandezza vera che si può
francamente contrapporre a qualunque glo-.
ria straniera. A Venezia più che a ogni altra
città incombeva l'obbligo di rendere solenni
onoranze al Goldoni, 6 possiamo dire che la
nobile città ha ben saputo mettersi all'altezza
che le imponeva la qualità gloriosa di patria,
e patria diletta del poeta.
Monumento a (Joldoni a Pauigi.
(Da fotuff rafia favorita dal signor duca Francesco Mdzi d'Eril).
Ma oltre che di verità le sue commedie
c\ appaiono materiate d'onestà, non l'onestà
bigotta ed arcigna che d'ogni cosa s'adonta
e vive sospettando, ma l'onestà bonaria ed
ilare, clie sa compatire e non ditlida, o ac-
canto al male vede ancora 11 bone. Il (Gol-
doni, osservatore acuto, uomo di mondo pas-
sato per tanto avventuro, trovatosi a contatto
con gonte di tutte le risme, non potè Igno-
rare Il nulle; ma esso non valse ad intorbi-
dargli la concezione sereni della vita, né ad
oscurare lo tinte liete del .suoi quadri: nes-
suna amarezza s'infiltrò noU'amabile riso di
cui circonfuse le debolezze altrui, e tanto
^sPbsso le proprie.
La sua, come ogni arto vera, guadagna
ad essere studiata e meditata, o porclo è bene
cogliere, e axagari creare, le occaiioui di farlo.
La commemorazione a Venezia non è sta-
ta una funzione ufficiale; le autorità ne hanno
presa la direzione, o ne hanno accresciuta
col loro intervento la solennità, ma la citta-
dinanza tutta vi ha vivacemente e largamonte
partecipato nei cinque giorni (dal 24 al 28
febbraio 1907) che sono durate. Le feste fu-
rono Iniziate nel pomeriggio del giorno 24,
con un corteo imponente che mosse dal Mu-
nicipio, e, sotto un fluttuar di bandiera, si
recò quasi in pellegrinaggio ad apporre una
targa commemorativa di bronzo al monu-
mento goldoniano di Campo San Bartolomeo ;
là, tra sorridente e pensoso, quale lo scolpi
il Dal Zotto. attendeva Carlo Goldoni, e, colla
mano appoggiata al bastone, pareva che p.as-
seggiando si fosse arrostito un po' sorpreso,
e guardasse, cervMuio d'Indovinare, la folla
ii.UÌZO-
no se-
. vi fu
iMa. sin-
l)er fetta
aiutava a
lompo e l'ambiente in cui il
mono^riitlA sul (}old mi, opora di a
Ori >Iani. e presto verrà iiilxiatH l'i- 1
completa di tatt<' lo opero del Kraiide ven
siano; il ohe {rioverà alla i;loria di lui as.
più che non farebbero parecchio stri' ■
monumenti I quali del resto non ;: >
nepptiro ©««si, giacché dei veri Grandi
Quadro di AUttindro Longhi {iIu$eo Civico Correr).
La sera al teatro Qoldoni (che si chiamò
un t-^mpo li San Luca), prima che Famela, nel-
!<i I k (iramatica^ presentas-te
si -tion&re ancora una volta
:a virtù un tantino la;;ri-
mfelici, D.>m'»nico Oliva
• ed elevato discorso, in
. ;^ --^ competenza tratteggio un
evidente del Goldoni nella vita
conservare e rinfrescare la tutti i modi
memoria. Tu h.i>tn a! Ooldonl. dono del Dn
M .1 della Dm
yl' in tale o.'
al N «tré-Dame. I.
gu lu.ji^o con una certa >
\>-n ata dal fatto che Par<
dr. .._.. ....^-.,.i l'onore di avere, più
lungo di ogni altra citta^ ospitato il gran con
m«*dtografo Vi sono stati naturalmente mo
''li qaali la Marcia reula Italia;
>e hanno avvicendato le l*
lo una tinta uà po'rettorica
- 358
cordialità internazionale, in una festa che (il
rettorica poteva fare a meno. Jl busto sorge
sopra una colonnina svelta ed olef;a»te; è
opera dello scultore Edoardo Frontini, che,
idealizzando alquanto la tìsonomia del Gol-
doni, ne ha quasi iniziata l' apoteosi, confe-
rendole quella specie di serenità inalterabile
e un po' sdegnosa, senza la quale non ci pare
di poter credere all'autenticità del Gènio.
Un altro busto è stato inaugurato a Mo-
dena, patria d'origine della famiglia Goldoni.
Onoranze solenni si sono fatte anche in Fi-
renze: il Goldoni ha oramai la sua lapide in
Santa Croce, con una epigrafe dettata dal
prof. Guido Mazzoni, e una piazza che s'in-
titola dal suo nome. Nel Salone del Cinque-
cento Ernesto Masi, benemerito degli studii
goldoniani, ha parlato degnamente del Gol-
doni; e un altro notevole discorso ha con
composta eloquenza pronunziato Isidoro del
Lungo, innanzi al Monumento a Goldoni; e
poi c'è stata una recita dcgV In» amo rati, una
delle più belle commedie che egli abbia com-
poste, e una Mostra di cimelii goldoniani, e
l'annunzio di una edizione nazionale dello
commedie goldoniane promossa da Luigi Rasi.
A lloma, a Napoli, a Milano, a Genova sono
state altre ommemorazioni più o meno de-
gne di ricordo; e inoltre non c'è stata pic-
cola città che non abbia voluto onorarlo (è
vero che se n'è impicciata anche la buro-
cratica Minerva!); le edizioni del suo teatro
sono state tratte giù tutte dai più alti pal-
chetti delle più polverose biblioteche, ed
lianno rivista la luce del sole che convien
loro cosi bene: naolte commedie sono rivis-
sute per una sera nel loro ambiente natu-
rale, il teatro, ed hanno convinto ancora molti
dell'eccellenza dwlla loro fattura.
È stato un coro di voci laudative, nelle
quali non è mancata una nota un po'.... amena.
Giacché in Arcadia si sono ricordati die il
Goldoni ebbe un tempo l'investitura.... pie-
tica delle campagne Fegee, e, a Roma e a
Napoli, pastori e pastorelle si adunarono a
commemorarlo sotto il nome di Polisseno
Fegeio !
Maria Ortiz.
Una delle sale della Mostra Goldoniana
NEL Museo Correr di Venezia. (Fot. Abeniacar).
CARAMELLE VENCHI
TORINO
- 359
CENTENARI, COMMEMORAZIONI, CONGRESSI
ED ESPOSIZIONI DEL 1908
iiue di btudi «uU'auUoa podM.à rnUts^ l't.dtUo, nato 11 9 iiiotiutbrd likM, luui
Gi< vwNi Milton
{da un rilrmtté «W Umpo).
re1i;,'iosa italiana o intorno l'arte umbra e la
storia di Todi ai t«inpi di lacopoae.
A Trento si è coàtitaito an comitato per
rendere solenni onoranze alla memoria del
(grande scultore A/e--<*aHdro Vìtforia, di cui a
V'>nezia si ammirano tante opere stupende,
ito a Trenru nel 1524, morto a Venezia il
,7 maj^gio IGuS.
il 1674: — £■< ' ricetti, iìùu
«tre, inventor tro. nato a 1
il 15 ottobre 1 . il 1647 (o- /
colo »pecial« qui appresto^, — Giwteppe T m- »■
fort, di Alx, famoso botanico, nato il 16r>'
morto il 28 dicembre 1708: — il P. Sacer,
Betlinetli, gesuita e letterato mantovano, nat
U 1718, morto U 13 settembre 1803; — M
- 360
rhìorre CesaroUi, letterato e poeta padovano,
traduttore di Ossian, nato il 1730, morto a Sel-
vazzano Dentro il 3 novembre 1808; — Giu-
seppe l'iennarini, di Foligno, valente archi-
tetto (fra le sue opere anche il Teatro della
Scala, 1778). nato il 1734, morLo a Foligno il
18 febbraio 1808; — Carlo Promis, di Torino.
tJìien ole la Diòois, nato a St. Cristophe presso
Romans il 7 giugno 180«, morto il 18fi5. de-
putato alla Costituente e a l'Assemblea Legi-
slativa nel 1848, proscritto dopo il 2 dicemb.,
che fondò nel 1859 al ritorno dall'esilio il fa-
moso Almanacco meteorologico.
Altre commemorazioni che si avranno
Savebio Bettinelli
(da un'incisione dì Domenico Cagnoni).
nrcheolo^o ed arohltetto, nato 11 18 febbraio
180S, morto il 1872; - Francesco Dall' Onqaio,
patriota e poeta, autore di popolaiissimi'stor-
nelli, nato a Mansuè nella Marci Trevigiana
nel 1808, morto il 1873; - e ftualmente, non
possiamo passarne il nome sotto silenzio trat-
tandosi di un illustre collega, l'hil. Ani. M. Ma-
nel 1908, saranno il centenario della elezione
di Gioacchino Murat a re di Napoli: Gioac-
chino dovè la corona a un decreto imperiale
del 15 luglio 1808, entrò nel regno il 5 set-
tembre, il 6 nella capitale. Ricorre pure, nella
seconda metà d'aprile, il primo centenario
della fondazione del Conservatorio di Musica
GII Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
- 361
mi:l L'II
iturl. lidia SoctelH pvl
;.Tt o floHa 8i>utt)tH In-
.' 1 1I.I/.IOII.1I- <•. .1. ^liiorgtitori ohe ha sedo a
Colonia); od 11 iJon}(roHs4t floi;li Italiani al-
l'Kstero. Iwmdilo ptT l'ottoliri' ad iniziativa
4;iu iM'Si, i' il ;'.">"' a!iniv<-isin lu dilli» inula- dell'Istituto Coloniale Italiano, come coiive-
Eione alla Capitale dell" /W».M/o borico Ilalìano, j»"» preliminare del grande Cong^rcaio da ttJ-
MsLCHioBRX Cksaeotti. di aniii 70
{da uh' itcitioiu di Fraueetco Roaaapìna).
della fondazione del grande giornale romano nersi pure in Roma nel 1911 per le feste giù*
/xi Ti-ifruna, della conquista del roncAi/to fatta
dal Franco -7.
Kè n;. l'urtanti con-
gressL ^' 'iia. dal 6 al-
l'I! apr, r nazionale di
Con^rc9»o internazionale de-
bilari doli' unità italiana.
r " *ifo indetto, per li marzo,
dal ' Ielle Donne Italiane un
Coh. lille Donne Italiane che
dovrà studiuK' i \nn importanti problemi del
femminismo, l tomi sono i seguenti: Eduea-
zioue ed Istruzione - Assistenza e previ-
denza - Condizione morale e ^riuridica della
LaYorazlone speciale In l".\rrELLI e BERRETTI per Filarmoniclie
FORNITORE DEL MUNICIPIO
A. LAPIM - FIRENZE, Via del Giglio, 9.
-^ INVIO FIGURINI GRATIS 5^
362 —
donna - Igiene - Arte e letteratura femmi-
nile - Emigrazione.
Ricordiamo pure il IX Congresso Interna-
zionale di Geografia che sarà tenuto a Gine-
vra: il Congresso Internazionale di Radiologia
ed Elettroterapia che avrà luogo ad Amster-
dam; r VII! Congresso Internazionale di Idro-
logia, Climatologia e Terapia fisica, che si terrà
Doveva aver luogo a Roma nel 1903 la
IV Olimpiade per voto del Congresso In-
ternazionale dei Giuochi Olimpici tenuto a
St. Louis nel 1904, ma non parve che l'Italia
fosse degnamente preparata a queste gare, e
l'iniziativa non ebbe seguito. Invece i Giuo-
chi Olimpici del 1908 saranno tenuti a Lon-
dra, dove si sta costruendo, a Shepherd's
Francesco Dall' Ongauo.
iid Algori dal 5 al 10 ottobre; il VI Congresso Bush, un grande Stadium, capace di 70,000
Internazionale degli Editori, che si terrà a Ma- spettatori e per il quale si spenderanno
(irid dal 26 al 30 maggio. 40,000 sterline. Si prevede un concorso di
circa 2000 campioni, che verranno da 25 na-
*** zioni, della vecchia Enro[)a, dell'America, del-
l'Asia (india e Giapponei. Le tre precedenti
A Londra sarà tenuta una Esposiziono Olimpiadi furono tenuto ad Atene nel 1896, a
anglo-franocae. Parigi nel 1900, a St. Louis nel 1904.
- 363 -
FAENZA E IL III CENTENARIO
DI EVANGELISTA TORRICELLI (1608-1908)
*ì;m», se ma rapldaunnto r.o» niiiU«av» il terrena
'. Il Hiir» d'onde l' Assassinio del Signore l'aveva o>
'•'■■, nò In ciato, od nn bel K^orno, per ima sommo^^
;,'li abitanti., armata con lanslllo fiorentino, In quel tri
• della geiiUle ribile e fulmineo «luoco di anni ♦» di a^t
vi.i- iwu.a^.i ■» .<> .ili. >j>iitaoolosa guida rie, — OloTannt Bentlyn " io. il
dell' ItAlta. edita dal Moutier in Amsterdam Bergamino condottler di > :i fi
n«l 1660, di cui ripruduolamo qui la pian- ror di popolo, -- il giovn. uio III
U (Fig. 1). "il Signorino , potè cblamare padri e protf t
IELLA CITTÀ DI FaKKZ ^
Che 11 biU, rt-ià.la gli abitaoU beati, qui
più cbe altrove, non pare, almeno in questi
tempi, perché 1 faentini purtroppo sono an-
ch'essi di amano genere procreati: ma che
Faenza sia il cuor di Romagna hanno pensato
sempre anche i fiorentini, dacché stipularono
con Msa nel I204 un trsttat^j di commercio
per aprirsi le vie della Jloui.in f! .f.i. E oltre
che pensato, l'hanno d»" -^ <• poi
quando, — morto Galeot- peixil-
timo. Signore per mano •. Fran-
cesca UentiToglio. mandaiìu o conaenzicnti
Giovanni II Bentivoglio e Lodovico il Moro —
la Repubblica del >!■••'.•.. ' ..-n un astu-
tissimo tiro alla di;
brosiana. Cosi. m«^^M:
certa di aver? oc<-n;
za, ai danni di Fir> i
non s'accorse cbe U
iicn ed am-
biava ormai
irò (Il Faen-
ui tx»nfiiiava,
pianamente
tori delio Htato paterno i Signori della iie-
pubblica Medicea.
Da quosta tragedia, — che il Mor' -
dussead un bisticcio sentimentale. - i
Fir<»iire si ciociò in Uomagna e vi t
S"* ' ■ Ili — (" questo P'-;.
tu' .1 oro, „ scrivono
a 1' . . hio), alla condoli. i
mano di Venezia, al tumultuoso e ciucii;
(;uizzo della potenza di ('esare Borgia, ali.»
disperata ed onorata difesa contro il kh.. .1
canlto duplice assedio, alla pietosa mori
l'ultimo Manfredi, è breve il tratto
L50i) e pur quanta guerr:i '^' — .juim-
fraj^ore d'armi, quale co/. ■ d'ire
e di odii, e s<jvra essi la - 'a dp|
Beato da Feltre che passa
rifa, e l'a-te gentile di ]
che dipiujj'e la Madonna V e
364
il Beato e 11 Signoi'e Iti sua grazia serena
d'ingenuità.
Si spe;;iie cosi quella dulcissima gens Man-
freda che dal 1313 aveva tenuto in sua balìa
In stato Faentino, dacché Francesco, defensor
civìtatis, rinnovando per l'imminente rina-
scimento !e gloriose antiche tradizioni civi-
che, aveva asceso il Palazzo, più come Si-
gnore che come Vessillifero di Giustizia e
Capitano del Popolo, — dacché Giovan (ìa-
Itazzo aveva fìssat ) la legislazione della città
e dello Stato e delle Arti, legittimando col
titolo di Contea, il possesso della Valle d'Amo-
re, mentre Astorgio II aveva dilatato i contini
del suo Vicariato sulla vicina Imola e sulla
Valle de) Senio, — tinche Carlo II e Galeotto,
nell'amor delle arti della pace e della jjnerra
per un fatale succedersi di vicende allietate
dal magnifico sorriso della Rinascenza, ma
precipitate dall'urto di terribili passioni, era-
no violentemente scomparsi, cedendo la si
gnoria ad un bimbo di tre anni, Astorgio III.
Disfatto lo stato autonomo, per l'insaziata
sede di dominio del Valentino, e l'avi suben-
trata la Serenissima di Venezia; ma asceso
alla Cattedra di Roma il gran vecchio mi-
chelangiolesco, Giulio II, nel 1503 mandò in
Romagna a rifar lo Stato di San Pietro il
cardinal Alidosi, e a riocoupar così Faenza
e la sua contea.
Il mandato era assoluto: riavere la città
ad ogni costo, e gli ingiungeva * ....facenti-
tium agìvm devastavi.... tonnenfn bellica ad
uiuros Civilatis conduci facian et ad desolatio-
iifin civilatis ferro flammaqiie tanquam cordra
h'iereticoschrisi ia nae fidei hostes deveniri facias,
ut caeieris transeant in exemplnin.... „ inti-
mando di non badare ai mezzi " etinm si
i/itìsctimqtie nostras et Sedis aposloUcae fucnl-
fiifef, et Beati Peti-i palrimoniuin expouere de-
linrenws. „
Il terribile Pontefice fa soddisfatto: ri-
presa Faenza a Venezia, nel maggio essa rien-
trò definitivamente nello stato della Chiesa;
la fanfara rivoluzionaria del 1790 — duce
Angereau — scosse per un momento le po-
jiolazioni assopite; il 2 febbraio 1797 la " bat-
taglia di Faenza „ e la palla del cannone di
Honaparte sfondarono le porte — ormai apei-
t(3 — all'invasione francese che tante spo-
gliazioni costò alla Romagna, finché, — spen-
tasi la meteora napoleonica e ristaurat; gli
antichi dominii. — i sussulti generosi della
rivoluzione nazionale non furono "soflfooati
nel sangue, di quel sangue stesso abbeve-
ranti la sete di libertà in che ardevano le
]iopolazioni roinatjnole.
Furono allora i tragici episodi della ri-
surrezione, i santi fervori per la causa della
I)atria comune: I Pasi, i Laderchi, i Caldesl
- a dir Cai desi si dieta Jiomagna, scrive
l'Abba — 0 mille altri generosi, coi generosi
d(!lle città sorelle, prepararono l'avvento
(Iella fortuna d'Italia: Il 13 giugno 1859 la
volontà del popolo dava lo provinolo di Ro-
magna alla terza Italia.
Cessata la signoria del Manfredi, Faenza
non ebbe vicende speciali. Dice però un an-
tico cronista, che i faentini furono sempre
più proprii ai fatti — per non dire più atti
a venire alle mani — che a conservarne le
memorie. Onde da lei e dal suo contado la
Valle d'Amone compresa, trassero sempre i
Condottieri tenaci e pugnaci soldati ; i Naldi
e i loro " Brisighelli _ — cosi chiamati da
Brisighella, capoluogo della Valle, si illustra-
rono in mille fazioni e tennero alto il nome
dell'armi italiane contro le più reputate armi
straniere.
E come era rimasta memoranda la di-
sfatta della Gran Compagnia del Conte di
Landò alle Scalelle, diruto passo dellAppen-
nino, in cui il valore e la ferocia dei valli-
giani e l'orrida natura ebbero ragione di mi-
gliaia di cavalieri e di fanti che erano stati
il terrore d'Italia (1358); come era ancor vivo
il ricordo della prigionia di Niccolò Piccinino
e della morte di Oddo da Montone fra Fo-
gnano e Brisighella (1425) allorché avevano
tentato d'invadere con l'oste fiorentina lo
stato di Guido Antonio Manfredi alleato del
duca di Milano, — cosi por molt'annifu fe-
steggiata la ricorrenza di un sanguinoso gior-
no dii San Giovanni del 1521, in cui, in vera
battaglia a barricate, furono cacciati di citta
gli Svizzeri di Papa Leone.
Ma se l'arte dell'armi era retaggio co-
mune agli abitanti del luogo, non però erano
trascurati il viver civile e la cordiale ospi-
talità. Qui Francesco Guicciardini, Preside di
Romagna nel 1524, aveva avuto accoglienz.i,
festosa ed onorata, qui egli invitava il Ma-
chiavtlli a far recitare una sua commedia:
qvii infine visse a lungo, negli orti della Com-
menda Gesorobmitana, sugli spalti delle mura
di Borgo, in un eremo delizioso, dimora di
religione e d'arte, casa di sapiente e di ca-
valiere, quel celebre fra Sabba Castiglioni,
ancor così vivo nella leu'genda popolare. Mi-
lite dell' ordine sacro, ebl)e l'amicizia delia
prima gentildonna d'Italia, Isabella Gonzaga,
e alla sua casa non disdegnò discendere nel
1529, Papa Clemente VII, che si recava a!
famoso Congresso di Bologna.
Quel frate filosofo ed esteta, autore dei
KieorJi o Animaestranienti sulle cose che si
ricercano a un gentiluomo, innalzò la sua
casa '* diis immorta'ibus et honestae vo-
luptati; „ ivi radunò tesoro di opere d'insi-
gni maestri — Donatello e il Lombardi in-
formino — e si lasciò poi ritrarre in un
affresco maraviglioso dal " suo „ Girolamo
da Treviso " pittore certo valente e celebre,
presto risoluto e universale nel colorito, nel
chiaro et scuro, in fresco, a giazzo, ad oglio,
prattlco di paesi, di lontani, di casamenti, di
prospettive sì come fanno fede le opere sue
....massimamente in Faenza nella capella del-
la chiesa della Magione, nella quale penso
che vanzasse sé medesimo. „
[
CARTOLERIA NARCISO VESTRIl
FIRENZE • Via del Proconsolo • FIRENZE
l«il*liKXI>ll>A OCCAiSIOXE - Vedi Buoni di riduzione.
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urAì, noi 150S. FA«»ntii j»»«oo!»# l'oste
i (vni'-ttnfli! rar.ltti»!f Mflohr.iMtltnf
.inni |ic(- l.i
i i», ftirotiu d»'-
uier&no st;àtt^
ia ' 8iils dello Stelle «
jLÌ<i Tentva flrni»t«, il l'i
io-.'-', <in 11* celebre • 0*»ic*iwi..»i«
■ , che dal Mumt<trl fu detta una
uA , e che torn> JVrrAra, dopo 11 so-
> dominio di'lla casa d'Este, iti mano
SaiiU Sode.
dalla nalum • dalla enidlrlon», dalia Tavr '
^ dilla Hfnrfn t"n«Tfif!n p«»r jor» rnnt" Iin
di maioliche e ' f>i»»xari ^ si dissero i mai >
lioari.
La letteratura stessa n'impalroni d»'l f ••
nomono. il Tiissont vestti di maiolica 11 dr;i|i
pello faentino andato in soccorso de'bol<>-
uncii per ricon'|ulstare la Serrhìn rapita, o II
Lippi a'iornó * </• $Ma>(dica tvthil di Ftt^Mzn. .
Ijé spogli* e i ffonteMpizii ^ della (ialleria dvll-
Naiadi del suo MalinantUe.
Tìz. 2. - FoxTAVA worJxnxMSTtiLS. ni Faenza rxkVQvnxi \ n
UICKMBB£ 1620.
« In uno
ria. dò
di lavo-
iiuliCJirl quelli,
■ ~ . ;... uomo che aep-
re di fronte ai raggiante peusiero
V bellissima ori;,MU«iità del pro>
i'"" !•• "-,•!.».
I majolicari oondas.sero il nome di Faen-
ra alls n^riorte d» tnrtf, »*d. entrando il 600,
' ' l>ellezza
gli og-
Che tale art..* fos.^e poi rimunerativa, or
assicura fra T.'^-aniro Alberti (1^«(M, p:irlan
di '* ■ . . : -..---
d. „ . ■
nta4iit, t jjiiijoim <<jn diietjsi C't'uiu e fijme, ■
tengont» il primato aopra tiUti li altri vaxi
terra cotta d' Italia: e credo eh- »t Plinio
veM'T, li lodarebbe sopra tifili gì' nitri, etian'
gV aretini. Dì questi casi ne cacano i faenn.
conducen'toli in qua et in là per Ftalia, e tu'i
siine a holojna, gran deiuiri. Onde tni di-
uno di essi Artefici eh* noi unente nella riyi
dell' A *ce astone delta Ma-ìoniut in Bologna ne
traslte di f^si rasi .HOO durali d' oi-o et altri chi
CO. ih' in ^ ,hì it'iH e chi in^no, sti-ondo V te-
^ Ber, ^
t)' altronde la stessa legge locale assecon-
rtava questo sviluppo: gii statutari del 1527,
continuando la logislazioneaiiteatta, prosegui-
loiii) il loro favore ai "^ fijiUÌ. „ purché non
« -iorfitassero prima di essere " matricolati ^
astringendoli audio con giuramento (però
non più di una volta l'anno!) a far vasi de
hono lìito et non de li ino, acciò durassero e
resistessero al fuoco. Il Comune riconobbe
così, e si feoo paladino e diffonditore di tale
bella fioritura d'arte, e poiché era suo co-
stume a principi e cardinali esser largo di
dine del partìcotar tustt'o dato a detta fahhrlón
a gloria della citlà ^ il quale stanziamento si
ripete negli anni successivi, riducendosi poi
a 30 scudi romani, qualcosa più che 150 lire.
E tale arte tradizionale si mantenne at-
traverso vicende liete e tristi: divenne nel
sec. XVIII e XIX vanto precipuo della nobil
Casa Ferniani, in cui quasi s'infeudò, sin che
risorta a mezzo il sec. XIX per opera del Fa-
rina e del Berti — questi ancor vivente e
per mezzo secolo maestro e consulente di
tutta la produzione artistica locale — ac-
Flg. 3. - EVANOEUSTA TOHRICELLI (1608-1647).
(Slampa del tempo, favoritaci dal prof. Antonio Berti di Faenza).
ospitalità e cortese di doni — salvo mostrare
nccorrendo, le unghie del suo leone — così
icgaiava gli ospiti illustri di illustri presenti,
piatti col leone faentino, anfore e bacili, cre-
ili'iue, come allora si diceva, con l'arma del-
l'onorato. E tali maioliche riportavano la
palma anche suU' argento.
Più tardi, alla line dei settecento, troviamo
iK^lle " 'rah(!lle „ ossia bilanci del Comune,
delle partite signiticative: cosi nel ITfs'J è sta-
bilita una elargizione di scudi 3t> " al diret-
tore della f\iUl/iitU dtlUì maiolica in gratitU'
oenna ora a progredir nuovamente ed è an-
cor vivo il ricordo dei meritati trionfi dell-'
maioliche faentine alle ultime Mostre —quella
di Uavenna del 1V>04 e rinternazionaie di Mi-
lano del 190(5 informino.
Nel 1908 ricorrerà il III centenario di
Evan^'olista Torricelli, e sarà celebrato a
Faen2a con speciale solennità. Eruditi e di-
lettautl si accapigliano ancora sul mistero
luogo i*.l nMrtt* «leirinTonforw di»l Raro-
•ru. o p<>it;;^iii.. Julia. /.i <^ tnioVi o T«-;>-l
Iti...
Il .'!.
che iiiAiktA «
Il !a tv\i*i Uel suo
bftttcsluio. il ;
umt'iito a proTare
ove effU Bla <
• ■"••■ "•••! toylio
però che 1» '
scieii
Alatosi* Incon
' .'> nato
il 1& oUubif
.V ,»
Fnutoeeoo ne ;
rere ti* Rnm.i
• I
ni;
p,
Ba-
' per oia, uulU sappiamo
sti
.1 non ninncano gli ar-
g..:
...;c Che 80 egli non è nato
a } artlene a famiglia indubbia-
n». *
, , . ,
'i straordinaria dif-
fQ>., :,.
:io faentino, della
fan. _•
•mi più o meno
oi.r
;•• toponoma-
•ti
•he 75 anni
(i:.
: /.a Giti e l'io
p«ri>^>i)o chtì i
i.uguome, meutie
risalendo coi
al principio del
•ec. XIII. tro\...
... :e nel 1205 un /chim-
m09 Tmricie, Kel
1375 e già morto un altro
ei»»ammi de Ttn-im^Ua da Pèur^n/a 6 fila soola
ji ^^ — j ,1
- * ' - '^ -" ^ " 'l're
V.1 o pm
fr. oi con-
du< pò, per
cinque i^i-ncrd7tc*u) ^kh'affutU ù l'uiictila, l'avo
di Giovanni Evan^^elista, l'inventore del Baro-
«Saele non troviamo altri nessi gè-
direifameMle procedenti; ma le no-
>w»T iMrtt- ci dicono esser stato un Al'^iisandro
di BafTac'le che poi vesti l'abito canialdolesf*
ool nome di Don Jacopo. <* una l.-icoha di
Raflliele sorella di Al .^
sconosciuta. Il gran i
appunf" liti rxiS. -.
li*' ' il don
Ja> 'dama
«tr.. 1 _: .:._.. .. . .he Ga-
spart; »ta Ugli<i di Kadaciv e trateliu quindi
di don Jacopo «Alessandro) di Jaooba e de-
gli altri *'-■'' '«■ «■■*▼•' «■ • - • '•'■•;n
In altra
che ri ]
ri*'
ai>.
e
ca-
ai")
Infatti il Dotaru •ia^eriace essere qu-
è chiamato a rogare il 11 ottobre Ita
renz<>, nel pai»"- i-- \t../iici " in viu ...
mansione ubi >> - rìpUm domtntia te-
l'itor , le ultii. '.A Prudente e molto
Illtistrt signor >,'';»../' -.-a <iW quondam G»-
mpat-o Torricelli da Faenza eceeUeiUisnmo ma-
tematico e filosofo d^l A^renissimo Gran Duca
'. Toscana; — la tavola fanebr* forta in-
cise le parole • Kr/^tufsìlstri Tn-rìc^ttìiu» f.itu-
.*iii»'». . t»'a!tr.)ude i suol rnnt«'m|)ur.\iicl c<.
I suol m«»dl ■
pnrlare, n
II \ila. qu«l;
hloi'U e K'ii altri ora risultali d>tUe uii
i*erche. *v u<« danno inoppa;;nabile ci
l'Io non può e!«dudere. natui-almento. ;. ,...,>
di'lla sua nascita in altro luogo che a Faenza,
per una aocldontalità qualunque.
Intanto di lui t-ertamonto sapii'amo che
qui nato o venuto )>ambino e allt lato for-'
alle curo della zia Jacoba, studio sotto li
Ilo zio «'amaldolese; indi p<!
.scuola d<d Gesuiti ; o qui i
imo al 1025, poiché In un docui:
aiiaui.i Ignoto, lo rinveniamo fungere da t'
stimonio ad un ri>;;ito stipulato nella parroi'
chia di Sant'Ippolito il » novembre, mentre
lo sapevamo giù presente ad un atto di ma-
trimonio celebrato il 25 giugno dell'anno
stesso.
Forse nel 1620 si recò egli a Roma, ali >
studio del celebre Padre Castelli, e ne diventi'
segretario e por breve tempo, anche sosti
tuto. «'olà e^Ii apinese a venerare (ìalileo •
a seguirne il metodo e la dottrina. Nel 1641.
il Castelli presentò a Galileo due opere del
faentino, dove, seguendo le proposizioni con-
tenute ne' Dialoghi delle Scienze Nuove, il
Torricelli dimostrava teoremi originali. Si
compiacque il gran Cieco di Arcetri del gio-
vane che Ri gloriava di essere di profexsio»-
e di setl't galilnisln, ne comprese il genio, .
lo Invitò a recarsi presso di ini per eonfifri.
gli aldine relii/uie di pfiutieri tnateinatici >
fiMÌci, per potere col »>tn aiti o ripu/irifli. Il Tor
ricelll accettò con entusiasmo l'invito, e .'«i
ridusse a Firenze il 10 ottobre 1641, ma per
pochi mesi soltanto potò godere della com-
pagnia dello scienziato sommo.
11 * nostro Vecchio, come lo chiamano, scri-
vendosi, il Castelli e il Torricelli, mori l'S gen-
naio 1642, e questi ne fu elette suocessor*
allo studio floreutino, quale lettore di mate-
matiche, e filosofo e matematico del Gran-
duca. L'anagramma del tempo * Eh rirescit
Oalileus alter: Evangelista Turricellius „ ci
riassume la grandezza del filosofo faentino:
in quanto che egli ampliava la dottrina di
.\rchiiuede con i trattati geometrici dei solidi
sferali e iperbolici, con la quadratura della
cicloide e di altre curve, completava i teoremi
galileiani d' idraulica e ne perfezionava il
cannocchiale, inventava il microscopio a pal-
line e con la scoperta del peso dell'aria (1643)
— d'onde il barometro — consegnò il suo
".i storia e lo diffuse pel mondo.
IO cosi rivendicati allo spirito del-
• serene bellezze della ra^rioiie, col
re il tenebroso principio d^'llorron-
11 SMltatit) grande matematico •
:• con la vastissima sua
.1 — che tanto giovò al
<" piena lotta ,'!""r »
COI -'lenza: — «•,
par' dotta briga?
fr.'s ■ - -^ '--
nel
tue
fra le l.e-c
e le alle -rL- cjmiueJie e 1^
B()8 —
Olegaiiti e argute dispute, avrà foi-se compo-
sto Il Torricelli quell'epiijframma sul Ponte
fli Pisa, fatto e tosto crollato, epigramma che
è riuuisto iiinlto celebre e che si annovera
l'ia le poche sue opere letterarie (F;g. 4).
Ahimè! un destino strano e doloroso gravò
su quest'uomo e sull'opera sua! Colpito qua-
si improvvisamente dalla morte alla Corte
granducale (2ó ottobre UHI) sul trentesimo-
nono anno di sua vita, nella pienezza della
PX
■€-■11^
m^A^
.'MjL
é^'^
ié?<
Kl'IOKA
MMA AUTOGIIAFO DEL ToilKICELLI SULLA ROVINA DEL PoNTE DI PlS.V,
Ve l'onte Pivis refe<to anno Vìi /, qui non-
iììim perfectuin curruif, Alessandro liartolotto
nfniclurae praeferto, tet/Hfinla FenUnandtì II
Elritriae Magno Z>»«r et U'bimo Vili l'otitìlke.
J'Wit Alexitndm- ponte»), (ot ntiliihns iitiitm
Quem ci/o pr lerìpìtem magna riiiua dedìt,
Kcchttnure lihet finnt ifi tum male pontes,
O Nortifn miilog tempora potitificea
^caiiyetiulu Torricell..tt Muihe.n:itic(iniiii Fior,
[l'rufessor.
mentalità, mentre con l'opera attiva, illumi-
nata avrebbe portato la scienza a prodigiosa
altezza, - racco^nandò la povertà dei suti fra-
telli, e le sue opere per la stampa; ^ e proi-
bendo la pompa del funerale, desiderò " e
con molestia V accennava, onorata sepoltura, e
quando altrimenti non fosse giudicato meglio^
pregò impetrarsi quella de' Canonici di ^an Lo-
remo. „ Ma non parve bene al Granduca
" cimentarsi con il signor Pri.re di San Lo-
r /<cj e Ca.ion'.ci ptr farlo mellere ntUa loro
GIOSUÈ CARDUCCI 1885 {Fot. Giacomo BrggiL
:u;0 —
Luì vua.
Il OrAttduom commise allo scultore Fog-
glni II i.K.f.i .io| mstemsUco, che tanto ne
aT« la Corte, ma sppxr.atosi 11
m« ro la cosa non procede oltre,
e la ii)einori.i dell'uomo insigne rimase ne*
gletta.
tii «'iioiu dt'Uu sin-
golare monito .1 Mintili
PIÙ tflrdl nel 1 i i j o al-
cuni lavori del gl'inde iaentlno. altri più
tardi ancora ne uscirono nel IH49, flnohA II
Ghlnassl nel IsCi. In . ..-
razione del moniitm ;
dallo 8<Miltore Torali.i
Vita, alcune lettere, il catalogo d.llu oiicro
a stampa 0 l'elenco del manoscritti.
Flg. 6. - MOXCMEXTO
▲D Etavgkusta Tobuickuli is Tazsza.
Né miglior sorte ebbero lo sue opere.
Mentre taluni non si erano peritati, lui vi-
rente, di arrou'arsl le sue scoperte ed egli
stesso, nel morire, temè che altri non se ne
api' to, e raccomandò che di
tut <>omplesse un esatto re-
j-'i-t -Nbe incarico dallo stesso
Gr.i .riiriie l'edizione, sopravvisse
di : anni ai Torricelli, né potè o
tr ordinarie tutte per la st.irapu.
i\i«u« «luuidi attendere il 1715, in cui ne
Nel 1903, al Congresso intemazionale dello
Scienze Storiche in Konia, il prof. Teoria, rie-
vocando la flgnra del grande dimenticato
dalla scienza ufficiale, dichiarava essere do-
vere della patria italiana ed impresa nazio-
nale la pubblicazione de' manoscritti Torricel-
lianl. Il voto trovò eco: il Comune di Faenzii
si renderà cosi editore dell'opera del sommo
figliuolo.
Contemporaneamente saraimo celebrato
con solennità e col consenso e la simpatia di
lutto 11 mondo di scienza e d'Intelletto que-
ste nuove * Saecularia „ che scioglieranno 11
debito che la città natia e la patria comuno
hanno verso il sommo scienziato.
Il Congresso Internazionale di Fisica, la
Esposizione del Barometro e delle applicazioni
degli studi del Torricelli alla fisica moderna,
saranno associati ad una Mostra Keglonale per
l'industria, con una sezione retrospettiva per
le Ceramiche, una Mostra nazionale d'agraria
e la Prima biennale romagnola d'arte.
Intanto ferve l'opera, e Faenza, insieme
con tutta Romagna, dimostrerà come nelle
feconde lotte del lavoro e nell'alte idealità
del pensiero, nella vivezza del desiderio e
nella gagliardia dell' attuazione stiano la ci-
vile rasfione della vita e la serena bellezza
dell'operare, la ferma speranza di un dive-
nire più lieto e la tranquilla dignità del com-
piuto dovere.
Faenza, aprile 1907.
ARTRITE
MìSOHt DI
ANNUNCIO DI FRONTE
;i. ALL INDICE GENERAI
<
5UARITA RADICALMENTE 1
CON 1 CELEB R 1 |
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ir.i
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1
Casa dovb è nato Giosuè Cakducci a Valdicastello.
GIOSUÈ CARDUCCI
L'Italia ha perduto quest'anno il suo
grande poeta.
Giosuè Carducci, nato 11 28 luglio 1835 a
Val di Castello, frazione del comune di Pie-
trasanta, nella Versilia, discendeva dalla fa-
miglia Carducci di Firenze, che aveva dato
il gonfaloniere Francesco Carducci alla Re-
pubblica quando questa venne aggredita e
spenta dal Papa e dall' Imperatore. Il dottor
Michele, padre di Giosuè, conservava gli ar-
denti spiriti repubblicani, fu carbonaro e par-
tecipò ai moti toscani del 1831; e però ebbe
a soflfrire prigionia e persecuzioni. Per avere
un po' di quiete dalla polizia granducale ab-
bandonò la Versilia e si recò ad esercitare
l'arte sua in Maremma, a Bolgheri, frazione
di Castagneto, feudo dei conti della Gherar-
desca. Qui 11 dottor Michele rimase undici
anni, sino al 1849.
Quale vita conducesse il piccolo Giosuè In
quet-'ll anni, che furono la sua triste prima-
rem, raccontò egli più tardi. Sino a quattor-
dici anni non ebbe quasi altro maestro che
suo padre, 11 quale altro non gì' insognava
che latino; ma un po' per l'indole sua, un
po' per 1 doveri di medico, gli lasciava mo^^a
libertà e molto tempo per leggere.
E così lesse e rilesse 1 Promessi Sposi (suo
padre era un manzoniano fervente), poi Vllia-
de, V Eneide, la Gerusaìcmme, In Storia Rumnnn
del Rolliti, la Storia della involuzione fran-
cese del Thiers: 1 poemi con iiielTabile rapi-
mento, le storie con un serio oblio di tutto
U resto. Invasato così di ardore epico e di
furore repiibblicano sentiva il bisogno di tra-
boccare il suo idealismo nell'azione; e per
ciò in brigata co' suoi fratelli e con altri ra-
gazzi del vicinato, organizzava sempre repub-
bliche, e repubbliche sempre nuove, ora rette
ad arconti, ora a consoli, ora a tribuni, pur-
ché la rivoluzione fosse la condizione nor-
male dell'essere, e cosa di tutti i giorni l'urto
tra i partiti e la guerra civile! Quando poi
le chiassate passavano il sepno, compariva la
faccia burbera del padre che condannava il
figliuolo a lunghe prigionie, dorante le quali
non poteva leggere che libri ascetici, o quasi,
che per lui rappresentavano la mortificazione,
la solitudine, la privazione di libertà e d'aria
e di combattimento, la fame delle grandi let-
ture, un nuovo carcere tertulliano.
Giunse il 1848 e il dottor ISIichele si buttò
nella rivoluzione. Ma venuta la reazione egli,
uomo libero e battagliero, facile ai litigi in
un periodo di umori così diversi e divisi, do-
vette trasportare le sue tende prima a Ca-
stagneto, poi a Laiatico e infine riparare (1849)
a Firenze, dove la famiglia si allogò in una
povera casa in fondo di via Romana, segnata
del n.o 1843. I figliuoli, Giosuè di 14 anni,
Danto di 13 e Valfrodo di 8, furono subito
messi alle Scuole Pie.
Compiuti nel 1852 i tre anni di studi se-
condari agli Hcolopii, Giosuè andò colla fa-
miglia a raggiungere il padre, che l'anno in-
nanzi era andato medico condotto a Celle
nel Monte Cetone. Quivi potè abbandonarsi
In piena libertà ai suoi studi letterari asse-
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Onegiia sono gli unici perfetti.
infiiir'
DIANA GIUNTINT
NATA NELLA TERRA DI SANTA MARIA A MONTE
1>! ri^^ !»io CULTO DA DCXXVIII ANNI VENERATA
E CON FESTA SACRA E CIVILE
NFI ni \III \IV APRILE MDCCCLVII
ONORATA SOLENNEMENTE
ODE
DRDICATA ALLA ILLlSTRISSim SIGNORA MARCHESA
MADDALENA BOURBON DEL MONTE NATA PUCCI
PUSSIM.A BENEFICENTISSnU
INSIGNE d'ogni CRISTIANA MRTÙ.
wui dove »rTÌ<ìf I fortunali clivi
Perenne aprile e 1' aure molli odora
E ondeggiai) messi e placido d' oli\ i
Bosco s' infiora.
Qoftndo pie voglie e be'coslunù onesti
Erano in pregio e cortesia fìorìva
Le losche terre, qui l'uman traesti
Tuo giorno, o diva .
E ti fur Tanto gtì amorosi alTanni
Onde nutristi a Dio la nova etate,
E fredda e sola nell'ardor degli anni
Verpnitalc.
Pur risplendeva oltre il mortai costume
La dia bellezza nel sereno viso.
E dolce ardea di giovinezza il lume
Nel tuo sorriso.
Te in luce aperta qui l' eteree menti
Gimolar prima di letizia arcana:
Poi te beata salutar le genti.
Alma Dfana.
Onde a te dotta dell uman dolore
n noatro canto e prece d' inni ascende;
E, pieno Fa ira e, di votivo onore
L'ara ti splende.
A te rindoslre open oeata: mm
A le il tra^-agiio delb vita e Ttff%
>'oia: si spande per le vie'festoM
Turba e s'ailegva.
Esulta il gregge nell'erboso piano:
Disciollo il bove nfKM-mora un muggilo: j
E so raratro ancor dal SBko attrìlo
Canta il villano.
Deh sii presente: il tuo terren natale
A te t'adorna, ed al tuo piede intanto
TANMIMATO
sroircRu rucxmtt
Gigli sommette e rose e l'immortalo
Fior d'amaranto.
Deh sii presente: e ne'conrilii sanii
Se nostra dirli, o buona, anco ti gio\a,
Del gcner tristo e degl'infermi erranti
Amor ti mova. Ip-ll
Odi le caste vergini: il lamento L— -,
Della canuta clatc odi: e su 'I pio IfLlI
Vulgo com'aura di benigno vento L— i
S^)ira da Dio. THl]
Ruinan, vrdi, a soffrir lutto audari L^
Le menti um.inc in dis|H'rata guerra . jji]
E delle furie le sanguigne fari L~:J
Corron la terrn: jnjl
Odio e furore i torvi animi avvani|i.i V —
E ciechi mena con la sua rapina \t\\\
Ove pietate è in bando o\c s.'a(Tani|i,i \_'
L'ira divina; Hill
Erra in ombra di morte e le vitali [ILI
Fiamme rifugge la mortai cagione: r~n|
E di pensieri fervo e di pugnali iLlil
Bieca tenzone. rrn]
Ma noi pio gregge a le su '1 puro altare \Qi\
Voli mandiantO a cui pietà risponde. ^— il
Ragguarda, o buona; ai ligli; e sienli care]Dl|
l>e nostre sponde, t^
Volgi sereno a questi campi il sole: Ip-lj
Benigna assisti a' focolari aviti: ==1
Multjplicata invochi te la prole ||l[|
Co* paini riti. tri
Qui delle caste menti ama il governo: filil
Qui sanU e madre al popol tuo li mostra:!-— ^
Né a danno irrompa qui possa d'i nfemo,|ffl|
Te duce nostra. U?=j
PEL OOTT. CtOiVi CAROUOa |BJ,|
Uha dkixx pana poeuz a nuak. del Cabocccz.
- 372 -
condando le sue attitudini di erudito e di
artista, passando altresì a comporre odi saf-
tìche o alcaiche, sonetti burleschi e satirici,
e anche poemetti romantici.
Sulla tìne del 1853, vinto per concorso un
posto gratuito, entrò nella Scuola Normale
di Pisa, scegliendo così per la sua vita, la
carriera dell'insegnamento. A quei tempi né
ginnastica, né scherma, né biliardo, né altro
giuoco; ma oh le riunioni clamorose e gio-
conde, che erano per Giosuè — dice un suo
per tutto il tompo che duro iVpidemia, S'tl
dopo la metà del settembre, qume presidente
d'una Commissione d'assistenza pubblica no-
minata dal Municipio. " Come è dovere di
buon cittadino, scriveva egli allora, misi da
una parte la vita meditativa per la attiva, la
quale come c'insegna il nostro crran Leopar-
di, è più degna e più naturale all'uomo che
non sia l'altra, E così farò in ogni circostanza
in che il bisogno pubblico lo richieda, avendo
io dato studio alla vita meditativa a punto
^•-l^^-^-^^^^-^ts^'
^/-^^^^cW, a^ '^u-z^^.^'^-'T^^
condiscepolo — il divagamento più grato; le
disou.ssioni interminabili cogli altri collegiali,
sul Manzoni e sugli altri poeti moderni, facendo
<^ssi stessi il ponce bianco, che sorseggiavano
'i allegramente tra I più svariati e gioviali
uscorsi e sollazzi! Prese la laurea nel 1855,
i! nel 1866 il grado di magistero con una dis-
sertazione sul tema da lui svolto: "Dell'in-
fluenza provenzale sulla lirica del sec. XIII ,.
A Pian Castagnaio nell'agosto 1866 era
scoppiato 11 colèra, e tllosuè che era colà in
vacanza, messi da parte i suoi classici, si die-
de ainma e corpo alla ciira dc^li ammalati,
perchè l'attiva ci era vietata dalle condizicnl
del paese nostro infelicissimo „.
Nell'autunno del 1856 era a Santa Maria
a Monte, dove intanto il padre aveva avuta
la condotta medica, quando per le vivissime
raccomandazioni delle autorità scolastiche di
Pisa ebbe un posto d'insegnante nel Ginna-
sio di San Miniato al Tedesco. Quale vita vi
conducesse si può leggere nel suo briosissimo
scritto : * Le risorse di bau Miniato al Te-
desco „.
Vin.se poco dopo il concorso a una catte-
dra nel (Ginnasio municipale di Arc/./o; ma
Ulcerazioni varicose,
eczemi, eritemi, ec, con medicature locali non
possono guarire, poiché bisogna curare la causa,
cioè la malattia o debolezza dello vene. Ciò si ottiene solo mediante la cura ra-
dicale medica (unica al mondo) del Dott. Stefano Jioloi/n-se (Casella postale 502, NA-
POLI). — Opns(ìolo illustrativo a richiesta. Vademecum (100 pag. ili.) Lj. 1. —
Consultazioni di persona e per corrispondenza nelle principali lin;,'uc.
- 373
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mpormncamer.te, con altri
monti "
traduci., , * , .
kIo di commenti alle poesie del Carini, <1
Fosoolo e del Leopardi.
' juelli» stesso tempo (18661 la giovano
1 prese nome di Amici pedanti. Chi ìm
<• COSI fu uno degli amici stessi, G. T.
(iur^^iini, con ano scritto audace e imper'
uente (son parole del Chiarini), dove per
BlTBATTO DI Ti:
ffià proptieià di J«*0Ì« WMite Mario 0 da ■
amici, artlooli di Tarla letieratara nelle Let-
ture di famiglia d<>l Tbcoar. Diede pare alla
Imv, col tij. lo L'Arpa del pojto/a, ana * scelta
di p<.)es;.> r.'ligiose morali e patriottiche ca-
. ite dai nostri autori p accomodate all'intel-
.:enza del popolo, con annotazioni .. (Flren-
-, tip. Galileiana, 1^55): volarne di cai ebbe
la commissione Ho sappiamo da una lettera
del padre sao» da " an novero di dotti reli-
giosamente civili .. Ma le vere prove lette-
L-
M>lotu>.
(età, del classicismo nelle lettere si attacca-
vano e si sbertavano sotto 11 nome di roma"
ttcl tatti quelli scrittori grandi o piccini
mediocri che essi giudicavano contrari al lo.
concetto della italianità delle lettere, che non
adoravano come essi gli aatori greci o latini.
Quello scritto ("Diceria sai poeti odiernissi-
mi.l tirò addosso ai Garganl un diluvio di
critiche acerbe, d'impertinenze, di motteggi
da tutti i giornali fiorenti::! d'allora. Figu>
L'Olio Sasso Medicinale semplice jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
— 374 —
rarsl se gli amici pedanti, solidali col Gar-
gaiii si tacquero I Le poletniche vivissime che
seguirono racconta anch' egli, il Carducci,
iicde Confessioni e battaylie (Opere, voi. IV).
A San Miniato pubblicò una prima rac-
colta di sue poesie (liime di G. C, Tip. Ristori,
1857), sulle quali i giornali e i giornalisti av-
versari degli amici pedanti si gettarono rab-
biosamente, facendone uno strazio bestiale;
ed ICgli bi difese da par suo, in i)rosa e in
versi. Ma se per quel libriccino piovve sul
capo del giovane poeta così gran diluvio di
mele marcie delia cifica conciti adina, su di
esso posò benigno lo sguardo del Guerrazzi;
e la reputata hivista contemporanea di Torino
vi trovava un preludio di gloria novella e
gran lode per lui che, mentre tutto declinava
a pravo costume, sapeva durare co' pochi
nell'operosa virtù e nella carità della patria,
Faldo tra gli ozi codardi e la pressura de' forti
Io scherno de' vili, vincendo ogni prova
Ila fede d'un tempo migliore.
Era da poco venuto a Firenze quando fu
colpito da un primo grave lutto: suo fratello
Dante che egli amava teneramente, si era
ucciso. Il padre affranto dal doloi-e non potè
I>lù riaversi, e pochi mesi dopo segui il figliuo-
lo nel sepolcro. "^Ed Io non l'ho visto prima
di morire (dice 11 poeta in una straziante
lettera al Chiarini), ed egli non ha visto me;
e gli occhi suoi si sono chiusi desiderando i
figlinoli lontani, ed è morto pensando che li
lasciava soli e dispersi nel mondo, e che forse
la sua povera vedova può mancare anche di
pane, e che forse andremo tutti mendicando:
non aveva ancora ciiiquatit'anni. Non è potuto
sopravvivere al suo figliuolo! „
Non perciò si perdette d'animo. Fece ve-
nire con se la madre e il fnitello; e dopo un
conveniente lasso di tempo, nel marzo 1859,
impalmò la fanciulla colla quale, prima delle
sue sventure domestiche, si era fidanzato:
Elvira Menicucci, un poco sua parente. Il pa-
dre del Carducci morendo aveva lasciato per
tutta eredità al figliuolo dieci paoli — come
scrisse egli da sé rispondendo a chi lo ac-
cusava di non essere nel 1S59 partito per la
guerra dell'indipendenza.
La nuova condizione in cui venne a tro-
varsi il Carducci non gli fece mutare abitu-
dini; continuò a studiare, a dare lezioni pri-
vate, a trovarsi cogli amici. " Se dovessi dire
oggi come vivessi mi troverei imbrogliato:
delle volte, pare, non più d'una volta forse,
a certe età si vive anche di nulla. „
Lavorò pure per l'editore Gaspero Bar-
bèra, iniziando con le pi-efazioni ai volumetti
della Collezione Diamante " quel nuovo me-
todo di critica letteraria, storico ed estetico
ad un tempo, del quale doveva Indi a poco
assurgere maestro a tutti, e maestro sommo „.
Cessate le polemiche letterarie sulle gaz-
zette, e ventilatosi tra il Carducci e gli altri
due amici pedanti, Chiarini e Nencioni, il di-
segno di pubblicare un periodico di studi
seri, incoraggiati dal Mamianl, dall' Ambro-
soli, dal Gussalli e da altri lettei-ati italiani,
fecero presto uscire il Poliziano, dove il Car-
ducci pubblicò tra l'altro 1 sonetti per la
guerra dell'indipendenza e l'Annessione, e
che fu sospeso poi per l'incalzare degli av-
venimenti politici. " Nel momenti supremi iu
che 11 popolo più civile d'Italia dovea dichia-
rarsi se avesse o no ad essere italiano, chi
avrebbe potuto scrivere di filosofia, o chi
avrebbe voluto leggere scritture di filologia? „
Il 10 gennaio 1}^59 Vittorio Emanuele II
pronunciava le famose paixjle " non siamo
Insensibili al grido di dolore che da tante
parti d'Italia si leva verso di noi y„ che elet-
trizzarono tutto il paese e lo fecero sussul-
tare di speranza e di gioia. Interprete del
sentimento nazionale scrisse il Carducci la
Canzone a Vittorio Emanuele e poi l'ode Alla
Croce di Savoia che fu messa in musica e can-
tata da Manetta Piccolomini, con grande ac-
compagnamento di coro, al Teatro Pagliano,
la sera del 4 dicembre. Poco mancò, come
attesta il Carducci stesso, che egli non riu-
scisse il poeta laureato dell'opinione pubblica
in Toscana.
Alla fine del 1859 gli fu data la cattedra
EMPORIO
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- 375 -
-r^ r. ^ x^^r" /^/-^^-.^ ^--*
t^tt^^x^y^^Z-^^v^ ' t^^\jt^c^^ -^^U^-r ^ /l *1*^
AfrroOBAFO DEI, Cabovcci (Od« a//a JZ<y<Ma d'Italia 1878).
— 376 -
di preco al liceo di Pistola; ed era a Pistoia miani, il 18 agosto, gli risposo offrendogli la
quando sparsasi la voce della spedizione di cattedra d'italiano nell'Università di Bologna.
Garibaldi in Sicilia, egli profondamente scos- 11 Carducci andò a Bologna il 10 novembre:
so scrisse l'ode La Sicilia e la Rivoluzione. aveva allora 25 anni, e a Bologna passò il
Nel gennaio 18G0 era stato nominatomi- rimanente della sua vita,
nistro dell'istruzione a Torino Terenzio Ma- Da quell'anno in poi è tutta una nuova
Lo STUDIO DEL CARDUCCI.
{Fot. Cassarini).
miani, che pensò subito al Carducci, chie-
dendogli se fosse disposto ad accettare una
cattedra di liceo a Torino o Milano, come
avviamento a salire più alto tra poco tempo.
Pistoia era soggiorno gradito al Carducci,
perchè vicina a Fiienze; ma quanto avrebbe
serie ininterrotta di lavori, di studi, di pub-
blicazioni, di lotte e poi di trionfi. Prese un
bagno freddo di filologia e si ravvolse nel len-
zuolo funerario dell'erudizione. " Oh begli anni
dal 61 al 65 vissuti in pacifica e ignota soli-
tudine fra gli studi e la famiglia, la quale tu
Madksimo sullo Spluga.
per quasi vent' anni abituale villeggiatura del Carducci.
egli avuto caro di tornare a Firenze stessa:
oh i lunghi colloqui con le edizioni antiche
e coi codici riccardiani o maglinbechiani !
Scrisse al Mamiani esternandogli il desiderio
ci' un posto in un liceo fiorentino, e il Ma-
governavi ancora, o madre mia veneranda,
che m'insegnasti a leggere nell'Alfieri e non
m'inculcasti la superstizione 1 Mi era dolce
in quel grande anfanare di vita nuova, im-
medesimarmi con le ombre incappucciate del
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato $ il ricostituente sovrano.
377
éi
f'.**"'^
— 378 —
sec. XIV e XV. E costeggiai il mare morto quali doveva poi illustrare tutta la lettera-
dei medio evo, per entro alle cui acque plum-
bee si scorgono ancora le ruine della città
del passato.... „ E il passato, che egli cos'i pro-
fondamente sentiva faceva pur sempre sen-
tire agli scolari. Le^'gendo i classici ed illu-
strandoli egli si obliava in loro, li riscaldava
tura Italiana. In lui il professoie, l'erudito,
l'artista, il poeta etano una cosa sola, erano
cioè quattro facce diverso della stessa per-
sona, ciascuna delle qua!i completava le altre.
Ma la scuola e gli studi non scemavano
il suo interessamento per le cose politiche.
del suo affetto, li faceva rivivere, li faceva Addolorato per i nuovi atteggiamenti della
ripalpitare ; e quei palpiti comunicandosi al- politica italiana, protestò e ritornò alle sue
1905
{Fot. Casalboni).
V uditorio lo commovevano, lo elevavano,
esercitando cos\ sui giovani una influenza
benefica e dui-atura.
Nelle lunghe lettere che egli scriveva al
Chiarini versava tutto sé stesso, tutta l'esu-
beranza d'ideo che gli studi ostinati e pio-
fondi facevano sbocciare dall'ingegno caldo
e fremente; e niente meglio di quelle lettere
può spiegare l'influenza grande che l'inse-
gnamento suo ebbe d'allora in poi sulla gio-
ventù che accorreva alla sua scuola. Facendo
lezione, egli Iniziava i suoi scolari alla intel-
ligenza delle sue poesie e delle opere con le
origini politiche, che erano state repubbli-
cane. Dal 1862 al 1878 fu di sentimenti re-
pubblicani: ed a questo periodo apparten-
gono precisamente le sue poesie più vigorose,
quelle che ne resero il nome popolare. Dalla
canzone a Vittorio Emanuele passa all'ode
Dopo Aspromonte.
Nel 1865 prese per la prima volta lo pseu-
donimo di Enotria Romano, stampando in
pochi esemplari l'Inno a Satana, del quale
il concetto è questo: tutte le novità dalla
Chiesa sono odiate e sono chiamate inven-
zioni di Satana ; ma siccome nelle novità c'ò
Pastiglie DUPB£ fer u Tosse
le più efficaci nelle bronchiti, polmoniti, catarri, ec.
VENDITA PRESSO IL PREPARATORE A RIMINl - PREZZO! L. 1.
MO
indo prontr»
HapremA glottr»
ma p«r
Av.iiit . .i\.iii;i, .> tn-si^gere armata
Di fede e di valore I
Sa l'alt Tostre a più felice ttaU
Lancio li mio vivo oaore~~
Quando poi ▼<»nn*ro fuori nel 1873 entro
Il voiura*. col t * ' * y I tot poéaiér II libro
andò a ruba, • .tote del Canto d^l-
l'ffn'i-i rh-- ra i m «;fn[r!1nrnno fuftl
Giosck Cauducci sul letto di uobte.
{Fot. A. Croce).
Le po^-sie di questo periodo, pubblicate
qua e la sui «.".orbali, ebbero ammiratori, ma
ebb*?ro anchr* cvii>ori poco erbati, ai quali
il Cdrdacci rispose col giambo A eerti nnaori,
che è fra le cose sae più elevate.
Cosi le b<»lle e I vati e 1 aarl in coro
MI vi>;-ra-o eoo gesto
Dt drammatico orrore 11 sacro alloro....
lieh via, chi re l'ha chiesto?
Quani'io salgo de' secoli sul monte
Triste in sembiante o solo,
L'van le stroie iiit irno a la mia fronte
Si.-<-.,rn'' l.ili.-hi li \.ilo.
Kd o^iii strofa lia un'anima; ed a ralle
Preoipiu e rimbomba, »•
Come fuga d'indomiU cavalla
Con la spada e la tromh;»:
L'anno 1870 era stato nefasto al CardnwM.
Al primi di febbraio gli era morta la ma lr<'.
Ilde(;onda Celli, donna di alti sansi; e il « di
novembre gli mori l'unico figlio ma
Dante, di poco più di tre anni, nn am
bambino intorno al quale egli aveva a\ .
chiato tutte le bue gioie, tutte le sue spe-
ranze, tutto il sno avvenire.
• Pare a certnnl, — scriveva egM al Chia-
rini — che la morte di un bambinetto di
tre anni debba essere una miseria compor-
tabile. Non è mica vero : vanno via tre pezzi
deUa vita. «
L'albero a cai stendevi
La partroletta mano,
Il verde melograno
p<."b -l vnrmk'li l^'T.
IGIENE
CREME SIMON
BELLEZZA
Senza rivali per rendere morbida, bianca e
e proteggerla contro
o e d'Ile mani
380 —
Nel muto orto solingo
Rinverdì tutto or ora,
E giugno lo ristora
Di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
Percossa e inaridita,
Tu de l'inutil vita
Estremo unico fior,
Sei ne la terra fredda.
Sei ne la terra negi'a.
Né il sol più ti rallegra
Né ti risveglia amor.
Egli si rifugiò nell'arte e nell'erudizione.
I Giambi e gli Epodi gli avevano data la
fama; ma ciò non gli bastava. Si era sciolto
dall'imitazione dei classici; i poeti moderni,
specialmente francesi, avevano infuso nuovi
spiriti nella sua poesia. Il suo orizzonte si
allargava ogni ajorno più. Egli si sente at-
tratto dal Goethe. Legge i colloqui del Goethe
con Ackermann e le Elegie romcote. " Quelle
letture lo fanno ritornare con tutta l'anima
e la persuasione alla grande poesia greca, la
più gran poesia della terra , (Chiarini) e si
propone di abbandonare l'usata poesia per
tornare all'arte pura e serena. Si era nel
1876. Per attuare il suo proposito si accinge
a scrivere le Odi barbare, nelle quali le più
sane tradizioni dell'arte classica si compo-
nevano in bella armonia colle più nobili
idealità moderne
Intanto il llegno si andava assettando.
Per l'acquisto di Roma venne a mancare al
partito repubblicano il principale obbiettivo
dell'azione; e per la morte di Mazzini era
venuto a mancare il capo. E il Carducci fu
tra quei repubblicani che per timore di per-
dere r unità con tanti sacrifici anche col loro
Maschera di Carducci
dkllo scultore golfarelli.
concorso acT.ulstata, si convertirono sincera-
mente alla monarchia.
Nella solitudine dogli studi era nata, ora
cresciuta, si era raflorzata in lui l'idea re-
pubblicana. Per lui la repubblica era l'asset-
tamento morale della democrazia ne' suoi
termini razionali. Tale essendo la repubblica,
credeva altresì che corra obbligo più ai re-
pubblicani c^ie ad altri d'insegnar il rispetto
al dogma della sovranità popolare e di sot-
tomettersi. Nel 1878 quando i nuovi sovrani,
Umberto e Margherita, fecero il giro d'Italia
ed a Bologna ebbero entusiastiche accoglien-
ze da quel popolo che dieci anni prima II
aveva accolti cosi freddamente, il Carducci
fu conquiso alla monarchia e scrisse la splen-
dida e tenera ode Alla Regina. Come nel
Canto dell'amore aveva poco prima raccolto
e idealizzato le voci della natura e dell'arte
umbra, nell'ode alla Regina raccolse e idea-
lizzò i pensieri, i sentimenti e gli entusiasmi
del popolo bolognese. " Io di educazione e
di costumi repubblicano, per un continuo
svolgimento di comparazione storica e poli-
tica, mi sentii riattratto e convertito inge-
nuamente alla monarchia, con sola la quale
credo ormai fei-mamente possa l'Italia man-
tenersi unita e forte „ (Opere, XII, 440). In
questo stato d'animo, calmo, potè darsi ai
prediletti studi e al culto dell' arte. Ed ecco
le grandi odi storiche Piemonte, Bicocca di
)S n Giacomo, Cadore, Alla città di Ferrara,
La chiesa di Polenta, e anche il canto alle
Valchirie pei funerali di Elisabetta d'Austria.
Nella primavera del 1885 fu colto da grande
esaurimento nervoso. I medici gli consiglia-
rono la montagna; e ogni anno egli andò a
passar l'estate sulle Alpi. Era stato nel 1884
a Courmayeur; indi fu in Carnia, fu a Ca-
jirile, e, dal 188!r al 1905, a Madesimo sullo
Spinga.
Ollertagli nel 1887 la cattedra dantesca,
allora istituita in Roma, i bolognesi per mez-
zo delle rappresentanze municipali e provin-
ciali fecero voti che egli non lasciasse una
città dalla quale era considerato ed amato
come figlio, e il Carducci che per altre
ragioni non si sapeva decidere ad accet-
tare la cattedra romana, la rifiutò. Fin
dal 1866 Bologna l'aveva eletto consi-
gliere comunale, e l'aveva rieletto più
volte: quell'anno 1887 egli riuscì il pri-
mo della lista e inaugurò come fun-
zionante da sindaco le adunanze con-
sigliari. Fece anche parte del Consiglio
provinciale. Nel 1876 era stato candi-
dato alla deputazione politica di Lugo:
In eletto ma fu poi sorteggiato come
professore. Dieci anni dopo fu portato
candidato in Maremma contro Giuseppe
Toscanelli, ma benché i suoi fautori aves-
sero gagliardamente sostenuta la lotta,
non riuscirono a farlo eleggere. Nel 1890
fu nominato senatore.
Compiuti nel 1896 i trentacinque anni
del suo insegnamento universitario ebbe
solenne tributo d'ammirazione dagli sco-
lari, dai cittadini di Bologna, da tutta
Italia: manifestazioni che si ripeterono
cinque anni dopo quando egli compì II
40°. Ma nel 1899 fu colto da un nuovo
malore che gli paralizzò il braccio e la
mano destra. Andò sempre più deperendo
in salute e cessò presso che interamente da
ogni attività letteraria, tanto che negli ultimi
tempi non si occupava omai più che della pub-
blicazione delle sue Opere; e finalmente rinun-
cio, nel 1904, alla cattedra con tanto onore oc-
cupata per quarantacinque anni. Il Ministro
fwl -
in^m-lfO con
M.
cho il pr.
ferito a
abbi.. .•..•, ■
beli.. ;•! - •..-
Oar.i :■
id.Ml; .■:.■■ -■'
tri;». ■■■ :l i ;.!
rltu ii.mm!
Bildt. hi '-.r
il vostro »M'.
■ter» Mmi>liv
.• <U tnft* le Op«»v, prose e
V'-
ór
d.
è.
pabblicst* (Itila
IO di venti volumi,
1 <sn. 1,1» collerioiio
hbriiiol907».
lo Pofsit. In
aii.-
COSI pare
'bllcaudallm
, /.anioheili «l" rdii^ume nel 1901 1;
an volume oontononte una scelta
ì ! ;. .11.*/./.» nella »jual« siirt:'
t . \ •:> le alte cime, tutta l'an-
.ta tifila vostn ^ '•■' -'••><) pregi
FX^^EBAU DI Cauì^ucci a BuLOONA.
(Fo<. ^. Oo<»).
L'Accademia di Svezia nel conferimento
dei premi Nobel per il 1906, assegnò quello
della letteratura al Carducci, e per la impos-
sibilità in cui il poeU si trovava di recarsi
a Stocolma, il Re di Svezia ad attesUre Tarn-
mirasione sua e della Svezia verso il poeta
della Nazione iuliana, volle in<»ncare il rap-
presentente della Svezia a Roma, barone
Bildt, di congegnare il premio al poeta in
Bologna.
elevatissimi, innanzi ai quali c'inchiniamo
tutti, a qualunque religione e partito noi
apparteniamo. ,
È morto la mattina del 16 febbrai<i. La
commozione che invase i cuori, la »<>!
e l'imponenza dei funerali. le matilfe^'
d'Italia e di tutto il mondo civile su;... ...
dimenUcabili.
Tutu Bologna e i rappresentanti di tutta
Italia erano là a seguire in lungo interml-
Fmnrrnifìi *''"*'* *^° r epurazione recidivano (Prof. TiUaaz). La vera cura
IXLUUiiUiUl scientiflca e razionale è la cura radicale medica defle vene raricoee
scoperta dal Dott Stefano Bologneee (Casella postale 602, NAPOLI). Spiegazioni a
richiesta. Vademecum dei sofferenti e predisposti (100 pag. ili.) I4. 1. — Consul-
tjzioni di persona e per corrispondenza nelle primipall lingue.
382 -
nabile covfeo la bnra che racchiudeva le spo-
glie gloriose. Presso la bara, il conte di To-
rino rappresentava il Capo dello Stato. " Non
è stato un corteo, scrisse Guido Mazzoni, è
stato il passare per tutta Bologna d'un carro
trionfale ,. Avanzava lento tra due schiere di
popolo; piovevano dalle finestre ramoscelli
d'alloro e fiori; il sole accompagnava lumi-
noso quel procedere di stendardi, di ban-
diere, di corone.
La bara fu collocata nella nuova sepoltura
offerta dal Municipio in sostituzione della
tomba acquistata dal Carducci per sé e per
1 suoi con atto del 29 aprile 1873 e nella
quale furono trasportati i resti della madre
sua e dei figliuoletti Francesco e Dante.
Alla Camera l'onor. Giolitti, presidente
del Consiglio, tra le acclamazioni dei depu-
tati d' ogni settore, presentò un disegno di
legge per l' erezione d' un monumento na-
zionale al Carducci in TJoma. TTna ftiozione
dell' onor. Rosadi e d'altri deputati perche i
resti del Poeta fossero deposti in Santa Cro-
ce, nella città che serba le Itale glorie, presso
il mausoleo di Dante, tu s-ubito approvata
dalla Camera; ma la famiglia e i Bolognesi
vollero che essi rimanessero a Bologna. E la
tomba del grande Maestro è là nella Certosa,
nel cimitero che Egli aveva cantato.
E. Salvebaglio.
COSSILA BAGNI
presso BIELLA. - Piemonte
STAGIONE 10 GIUGNO - 1o OTTOBRE
medico-direttore
Dr. L. e. BURGONZIO
I CENTO MIGLIORI LIBRI ITALIANI
Da quando, circa venti anni fa, un gior-
nale di Londra, la l'alt Mail Gazette, pubblicò
un opuscolo intitolato 2 he hest hundred books
(1 cento migliori libri) composto con un refe-
rendum fra i suoi lettori, si sono avute in
tutte le letterature un'infinità di liste sifl"atte,
tutte diverse l'una dall'altra, sia perchè que-
ste scelte di libri possono servire a scopi di-
versi ed è perciò naturale che il criterio della
scelta varii secondo gl'intendimenti del com-
pilatore; sia perchè, infine, la scelta è sempre
soggettiva, potendo fra più libri buoni di au-
tori diversi o anche di uno stesso autore,
sembrare migliore ad uno quello che invece
non è tale per un altro.
Già l'Almanacco nel suo primo anno (1896),
a pag. 355, pubblicò una lista più breve di
Cinquanta eccellenti libri italiani ; ma essa me-
glio avrebbe dovuto dirsi dei 50 eccellenti
autori, poiché realmente essa era una scelta
dei migliori autori in ogni secolo della lingua,
indicandosi per ciascuno di essi una o più
fra le opere sue che si reputavano le mi-
gliori. Invece questa lista ampliata è fatta
con metodo aftatto diverso. Essa è destinata
a dare un'idea di quanto di meglio hanno
prodotto la letteratura ed il pensiero italiano,
con esclusione delle opere scientifiche pro-
priamente dette, e con prevalenza della let-
teratura contemporanea. Dei nostri classici
8i sono indicati soltanto quelli le cui opere
hanno tuttora un interesse reale, e che non
vivono soltanto per lo studioso della storia
della letteratura, quelli insomma che ogni
persona mezzanamente colta dovrebbe cono-
scere. Maggiore sviluppo si è dato alla cono-
scenza della letteratura moderna e massime
della contemporanea, con prevalenza delle
opere di poesia e di fantasia (ad eccezione
dell'Alfieri e del Goldoni, niente teatro, con-
siderandolo come forma letteraria a se): ma
vi sono molte buone opere di critica e di
storia, non in quanto possano costituire un
corso di istruzione critica o storica, ma in
quanto coi.tribuibcano ad educare e a l'or-
mare il pensiero. Ho aggiunto una piccola
scelta di scrittori dialettali, tutti poeti, che
erano a torto trascurati in altre liste simili,
mentre il sentimento che in essi vibra, si nu-
tre alle fonti più schiette dell'anima del po-
polo ; e finalmente un brevissimo elenco di
libri di consultazione che non dovrebbero
mancare in nessuna modesta libreria. Tutto
sommato, poiché la mia lista comprende sol-
tanto libri che si trovano in commercio, di
edizioni recenti, a prezzo mite (salvo pochis-
sime eccezioni), essa costituisce a parer mio
il piccolo fondo di una vera e buona biblio-
teca popolare, e potrà essere tenuta presente
sia da coloro che volessero creare altre isti-
tuzioni di tal genere, sia dagli stranieri che
desiderassero per le biblioteche o per le scuo-
le avere il modo di procacciarsi una cogni-
zione relativamente compiuta della lettera-
tura italiana.
La Libreria Bemporad, editrice di questo
Almanacco, si incarica di provvedere tutti 1
libri indicati nella presente lista.
G. Fttmagaixi.
Scrittori classici fino a tutto II sec. XVII.
Alighieri Dante. - La Divina Commedia, col
commento di Pietro Fraticelli. Firenze, Bar-
bèra, 1892. L. 4,50.
Ariosto Lodovico. - L'Orlando Furiono. Note
di E. Camerini. Milano, Sonzogno, 1896, L. 1.
Boccaccio Giovanni. - Il Decamerone. Con
note di P. Fanfani, E. Camerini e altri. Mi-
lano, Sonzogno, 1898, voi. 2. L. 2.
Cellini Benvenuto. - La vita, ad uso delle
scuole, con note di O. Sacci. Firenze, San-
soni, 1902. L. 1,50.
Della Casa Giovanni. - U Galateo ovvero Av-
visi di buona creanza, con annotazioni di
B. Fabbricatore. Napoli, Morano, 1879.
L. 1,50.
Galilei Galileo. - Il Saggiatore, a cura di
G. Chiarini. Firenze, Barbèra, 1890. L. 2,25.
Mit<-hiavp1h
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'ò. - ti Ptincip*. c^n com-
li ()iu»«pp« Li«tu. Firciixo.
'>%». con notr dt niU'
ScrittoH cUtsici dei tee XVIII.
Alflorl Vittorio. - Tr.>gf<ìie, scelte, commen-
tate e Illustrate da Ugo Brilli. Firenze, San-
soni. 18>1». L. 2.60.
IW'tvjiria cesare. - Dèi délUti « d4lU ptnt. Mi-
lano. Sonioguo. ld»4. L. 0,25.
GoM.mi Carlo. - Commedi» BctUe. Firenze,
Lf Monnler. 189S. L, 1,75.
Goni <ta5pare. - L'Otstr catare. Firenze, Bar-
b r.v L. 2.
Paruu Oiuiioppe. - Le poesie, scelte e illa-
suate da Michele Scherillo. 2* ed. Mi-
Udo, HocpU, iyo6. L. 1,50.
Scrittori clastici della prima metà del sec. XIX.
lU'ivhot «iiovaiuii. - P'I'rif-^ e lomume. Ml-
laii... .•v.ii/.oKiio. :
F>'sr. 1 . 1- . - .>* -e Poesie, con
noi,- li l'. Spa.:: i., HoepU, l»Ul.
L. I.
Giunti Giuseppe. - Pottìe, annotate da Pietro
Fanfaiil. Milaii.., Carrara. 1877. L. 3.50
Giusti (Jiusejip'-. - Fpt-toìario edito e inedito,
rat-ot.lt<i da F. Mirtini. Firenze, Le Mon-
'■■'.. V..!. ■>. L. 8.
( i> .. - Mirco Vieronti, romanzo
••v.7i\ Le Monnier. L. 1,75.
Uu- r! -co Domenico. - L'Assedio
di / mzo storico. Milano, Tie-
Tes. I j. L. 2.
Leopardi Giacumo. - / canti, con la vita del
poeta, a cura di M. StherlUo. 2» edlz. Mi-
lano. Uoepli. 1907. L. 1.
Manzoni Alesaandro. - / Prome ti Sposi. Mi-
lano, Hoepll. L. 1.
Mazzini Giuseppe. - Scritti éeelti, oon note e
cenni biograAcl di J. W. Mario. Firenze,
Sansoni. 18M. L. 3.
Monti Vincenzo. - Tragedie, poemi e canti.
Milano, Sonzogno, 18M. L. L
Pellico SiÌTio. - Pro»0 (L# mit prigioni e i
Doreri degli uomini) e Tragedie Bcelt4, 2* ed.
Milano. Uoepli, Ì90C. L. L
Poeti contemporanei.
Carducci Giosuè. - Poesie. Bologna, Zanichelli.
L. 10.
D'Annunzio Gabriele. - Poeti*: Canto noto -
Intermezio. Edizione deftnitlra. Milano, Tre*
▼es, IbM. L. 4.
Marradi Giovanni. - Poe^ne notamente rareoltt
e ordinate, 4* classe. Firenze, Barbèra, 1V05.
L. 4.
Orsini Giulio (l>omenico Gnoli). - Poesie edite
ed infdite. 1 >. Sooioli tlpoifrafi
editrice Ui '"• L. 6.
Pascoli Oiov*i..,.. - i,.é»i poemetti. 4* ed
Bologna, Zanichelli, 1»07. L. 4.
Pascoli ftiovanni. - /Vmmhì conrivitH. 2* e»!
1 o corretta. Bologna, Zanlcli
4.
ni. - Poesie scelte, a cnr.i di F-
duiuud.j MarUni. Firenze, Saustoni, l^yi.
L. 1,50.
Raplsardl Mario. - Lucifero, poema, 3* eJlz.
Milano, Brigola, 18fcO. I-. 4.
Stecchetti Lorenzo (Olindo Guerrlnl). - Le
Jtimt. Bologna, Ziiniclien:, IVOJ. L. 6.
Prosatori contemporanei.
Carduc-d Giosuè. - Prote. Bologna, Zanlcli
li. L. 10.
Correnti Cesare. - Il libro del popolo italiano,
Roma, Forzanl. I«y5. L. 3.
D'Annunzio Gabriele. - Prose scelte. Milano.
Treves, 1905. L. 4.
De Amicis Edmondo. - Maro.xo. Milano, T
ves. L. 5.
De Amicis Edmondo. - Gli ylmiV/. Milano, Ti
ves. 1S83. L. 7.
De Amicis Edmondo. - Cuore, libro per i a
gar.7.1. Milano, Treves, L. 2.
Lessona .Michele. - Volerf è potere. Fireii/ .
Barbèra. L. 3.
Mantegazza Paolo. - Un giorno a Madera. 1
renze, Bemporad, 1903. L. 1.
Martini Ferdinando. - Nell'Affrica italin
Milano, Treves. 1«96. L. 2.
Stoppani Antonio, f >> ' *-. Milano, C,
gliati. L. 2.
Romanzieri e novellieri contemporanei.
Barrili Anton Giulio. - L'Olmo e l' edera. Mi-
lano, Treves. 1895. L. 1.
Barrili Anton (iiulio. - Come un sogno. Mila:
Treves. L. 1.
Carcano Giulio. - Angiola Maria, storia do-
mestica, coir aggiunta del Manoscritto del
Vicecurato. Milano, Carrara, 189 J. L. 2 r-"
Castclnuovo Enrico. - Nella lolla, romaii
Milano. Treves, 1S93. L. 4.
Collodi Carlo (Carlo Lorenr.ini). - Le arrm-
ture di Pinocchio, storia di un burattino.
Firenze, Bemporad. L. 2,5U.
De Amicis Edmondo. - La vita militare. Mi-
lano, Treves. L. 4.
De' Marchi Emilio. - Demetrio Piantili, ro-
manzo. Milano, Galli, 1890. L. 3,50.
Farina Salvatore. - Mio fijlio, novella. Mila
Baldini e Castoldi. 1900. L. 5.
Farina Salvatore. - Pe' begli orchi deìla gloria:
scene quasi vere. 4* ediz. Milano, Galli, 1896.
L. 4.
Fogazzaro Antonio. - Malombra. Milano, Bal-
dini e Castoldi, 1903. L. \
Fogazzaro Antonio. - / '<> antico,
romanzo. Milano, Bai 1 li. L. 5.
Fucini Benato. - Le r«'i ■ l'aesi e
EMPORIO
MUSICALE A. LAPINI
Via del Giglio, 9 • FIREHZE
Invio GRATIS Catalogo.
§94
figure della campagna tóSCfltta. Milano, Hoe-
plj, 1904. L. 2,50.
Giacosa Giuseppe. - Novelle e paesi valdostani.
Milano, Cogliati, 1901. L. 5.
Neera (Anna Radius Zuccarl). - Addio. 5» ediz.
Milano, Galli, 1890. L. 2.
Nievo Ippolito. - Le confessioni di tin ottua-
genario. Milano, Treves, 1899, voi. 3. L. 3.
Pratesi Mario. - In proiincia: novello e boz-
zetti. Firenze, Barbèra, 1883. L. é.
Ruifini Giovanni. - Lorenzo Beloni o memo-
rie di un esule italiano. Vers. di Giuseppe
Rlgutini con discorso biografico e critico
di Augusto Franehetti. 2» ediz. Milano, Tre-
visini, 1887. L. 2,50.
Serao Matilde. - Il romanzo della fanciulla. Mi-
lano, Treves, 1896. L. '2.
Sorao Matilde. - All' erta, sentinella ! Racconti
napoletani. 4» ediz. Milano, Galli. 1896. L. 3.
Vecchi Augusto Vittorio. - Leggende di mare.
3» ediz. Bologna, Zanichelli, 1887. L. 1.
Verga Giovanni. - Vita dei campi: Cavalleria
rusticana e altre novelle. Milano, Treves.
L. 3.
Verga Giovanni. - J Malavoglia: romanzo.
Milano, Treves, 1881. L. 5.
Libri moderni di critica e di storia.
Abba Giuseppe Cesare. - Di Quarto al Vol-
turno. Noterei le di uno dei Mille. Bologna,
Zanichelli, 1899. L. 2.
Bragagnolo G., Bettazzi E. - La vita di Giu-
seppe Verdi narrata al popolo. Milano, G. Ri-
cordi e C, 1905, in-16». L. 2.
Cantù Cesare. - Storie minori. Torino, Unione
tipografico-editrice, 1867, voi. 2. L. 15.
Capponi Gino. - Storia della repubblica di Fi-
reme. Firenze, Barbèra, 1888, voi. 3. L. 12.
D'Azeglio Massimo. - / miei ricordi. Con l'ag-
giunta dei Bozzitti della vita italiana. Fi-
renze, Barbèra, 1899, voi. 3. L. 8.
De Sanctis Francesco. - Saggi critici e Nuoin
saggi critici. Napoli, Morano, 1879-1881,
voi. 2. L. 9.
Duprè Giovanni. - Pensieri sulV arte e ricordi
autobiografici. Firenze, Le Mounier. L. 2,60.
Ferrerò Guglielmo. - L'Europa giovane. Studi
e viaggi nei paesi del Nord. Milano, Tre-
ves, 1903. L. 4.
(iuerzoni Giuseppe. - Vita di Garibaldi. Fi-
renze, Barbèra, 1900. L. 9.
Mario Alberto. - La camicia rossa. Milano,
Sonzogno, 1875. L. 1.
Martini Luigi. - / martiri di Belfiore. Firenze,
Barbèra, 1904. L. 2,50.
Massari Giuseppe. - 'La vita e il regno di Vit-
(Olio Emanuele IL Milano, Treves, 1896,
voi. 2. L. 2.
Morandi Luigi. - Antologia della nostra cri-
tira letteraria mo'ierna. Città di Castello,
Lapl. L. i.
Orsi Pietro. - L' Italia molsma. Milana, lìoe*
pli, 1900. L. 6,50.
Settembrini Luigi. - Ricordanze della mia vita.
Napoli, Ghio. L. 3.
Poeti diaiettaii.
Arnulfl Alberto (Fulberto Alami). - Sonetti ^
poesie in vernacolo piemontese. Con pref.x
zione di Edmondo De Amicis. Torino, Cf.-
sanova, 1889. L. 3.
Barbarani Berto. - Canzoniere ve>-onese, 2» ea.
Milano, Società editr. lombarda, 1901. L. 3.
Barbiera Ratì'aello. - Poesie veneziane sceUe
ed illustrate. Firenze, Barbèra, 1886. L. 3,50.
Belli Giuseppe Gioacchino. - Duecento sonetti
in dialetto romanesco, a cura di L. Morandi.
3" ediz. Firenze, Barbèra, 1889. L. 3.
BrofFerio Angelo. - Canzoni piemontesi. Tori-
no, Casanova. L. 3.
Di Giacomo Salvatore. - Poesie. Raccolta com-
pleta con note e glossario. Napoli, R. Ric-
ciardi, 1907. L. 4.
Fucini Renato. - Poesie in vernacolo pisano.
Pistoia, Bracali. L. 2.
Levi Eugenia. - Fiorita di canti tradizionali
del popolo italiano scelti nei vari dialetti e
annotati. Firenze, Bemporad, 1895. L. 4,50.
Meli Giovanni. - Puisii siciliani. Palermo,
Pedone-Lauriel, 1884. L. 2,50.
Pascarella Cesare. - Sonetti. Roma, Società
Editrice Nazionale, 1000. L. 4.
Porta Carlo. - Opere in dialetto milatiese, ri-
vedute ed annotate da un milanese. Milano,
Robecchi, 1887. L. 4.
Testoni Alfredo. - / sonetti della " Sgnera
Cattareina „ 2* ed. Bologna, Zanichelli, 1901,
L. 1.
Opere di consultazione.
De Sanctis Francesco. - Storia della lettera-
tura italiana. 9» ediz. Napoli, Morano, 1898,
voi. 2. L. 8.
Fumagalli Giuseppe. - Chi l'ha detto? Tesoro
di citazioni italiane e straniere antiche e
moderne. 4» ed. Milano, Hoepli, 1904. L. 5.
Galli Amintore. - La musica ed i musicisti del
secolo X sino ai nostri giorni. Milano, Can-
ti, 1871. L. 8.
Llpparini Giuseppe. - Storia dell'arte, con
prefazione di E. Panzacchi. Firenze, Bar-
bèra, 1902. L. 4.
Petrocchi Policarpo. - Dizionario della lin-
gua italiana dell'uso e fuori d'uso, con la
pronuncia, la flessione dei nomi e l'etimo-
logia. Milano, Treves, 1899. L. 5,60.
Rigutiui Giuseppe. - Vocabolario della lingua
italiana, per uso specialmente delle scuole.
Firenze, Barbèra, 1895. L. 7,
Zambaldi Francesco. - Grammatica della lin-
gtta italiana. Milano, Sonzogno, 1905. L. 2.
"ì
NON AVEVA ILVERO FANAL
foiE PORlfl IMPRE55/1 QUEHfl (^flRCfl LdOflLMtnif /gj\
iDEPOSITflM E Lfl PAROLA "AQUILAS^v ((^w!!)/
M A \; I T r ^^v 5 r I F M T'^
-A^^
JuLóoti^^
^4
■ "S^-^éfiAL^* il 1 ^ -r*E:r n^
É
(1906-1907)
I. - I^isica e Chimicn.
luoihittor»' ili vi-
ituzioue all'attuale
Ter coiu|ii ' plicazione bisogna
"io dica qua Wat-.o voltai<o ran-
...nte, scopert*> »^ — •<-!; cercherò di spie-
gare brevemente, aiatandomi coi segaente
schizzo s<>hematico:
"i" ^
La lettera B indichi una batteria di accn-
mulatori. oppure un'altra fonte qualsiasi di
corrente continua, che per mezzo di fili venga
portau ai due carboni di una lampada ad
arco A; se i due carboni si trovano in comu*
nteasione oltre che con la detta fonte, anche
con mi f'OT», i..i.kat., re elettrico C (i>er es- una
t.i li Lejda) e con un roo-
cL ione D, cosi come è «e-
{rnaio III ^_'ll^l^ I arco Toltaioo che si stabi-
lisce tra i due carboni dà un tono musicale
di altezza determinata, ed il circuito elettrico
risalta percorso da una corrente alternata la
cai frequenza coincide col numero di vibra-
zioni del detto tono.
Questa scoperta del Duddel porge, come
ognuno vede, an mezzo assai semplice per
trasformare una corrente continua in cor-
rente alternata, oppure, ciò che è lo stesso,
in vibrazioni elettriche: in tm apparecchio
simile il condensatore fnnziorai in un certo
qaal modo da serbatoio, e caricandosi e sca-
ricandosi altemativamente imprime alle vi-
brazioni, per sé stesse irregolari, dell'arco
Toltaico una regolarità caratterizzata da
un'altezza di tono costante.
Scoperto il f«>nomeno di Duddel, sorse sa-
bito l'idea di applicarlo alla produzione di
vibrazioni elettriche per la telegrafia senza
fili, sostituendo vantaggiosamente l'arco vi-
brante alle successive scintille scoccanti fra
due sfere metalliche, però da principio i ten-
tativi fallirono |><T iu l;^^lll^>^li.I^l:l li i : ''
plicare le vibrazioni dell'arco fino a si^
\.\ frrqncn7a prirri^ipotifl'-titr al toni j ■
bil;
ir;.
tlP.i : :
Il prof. Kuhuicr, ncuriLiidu all'upplictzio::
di un elettromapnete, riusci a portare la fi.
quenza fino a SO.CKK) vibrazioni: il merito prit;
cipale, però, dell'applicazione del fenomon
di Duddel spetta al Poulsen, che è arrivato
produrre da 200,000 ad un milione di vibi..
zioni al secondo, facendo scoccare l'arco fi
un bastone di carbone ed un tubo di raTi:
raffreddato da una corrente da
atm(>sf<ra di idrogeno che prow
rattriddamento, fra i poli di un
gnete. Con quest'ultimo sistema si e i
il problema di lanciare continuaroent
spazio onde elettriche di frequenza dt,;
nata con esattezza, ed in conseguenza si ot-
tiene, come risult-a dagli esperimenti pratici,
un notevole risparmio di energia ed un
tonia mai raggiunta per l'innanzi, ridi:
al minimo il pericolo che più stazioni i .
nando insieme si possano disturbare recii)i
camente.
Con la scoperta, dell' arco vibrante o can
tante ha fatto un rapido progresso anche !..
telefonia senza fili: infatti, sapendo che se v
collega il carbone inferiore di una lampad
ad arco con la terra o l'altro con un fil
isolato nell'aria, quest'ultimo «mette vibra
zioni eteree in modo uniforme e costante, s
può interporre un microfono nel filo aerc"
e far variare le intensità dH!e vihrajrionl e
variare della voce «li
fono stesso. Per rie
riprodurre la voce !,•
fonico, attraventato da debole cori cute, i>i i:.
tercala la cosiddetta cella «lettrolitica, idt-a»
>t:i <li un vas ■
• rlco e
Ilio 0 di
•111;
iich, che è coi'ii
A soluzione ■'■
idi platin.'
;iiica con un'ji^iit m a vri
l'intensità della ci:;;
lioracol variare dfll*' \ ii-i ii
'".al tr.iviii. nitore all'asta nivt.H
1. (in , r produce i suoni tr:i
in.ilo iii."liaiite il microfono.
Un si^tenia simile di telefonia senza fil
benché non sia ancora adatto ad uno scambi
di comunicazioni molto rapide, pure incomii
eia di già ad entrare nel campo della pratica
gli esperimenti in proposito sono riusciti al.
distanza di 50 km.
daii.
COI ■
di
cui !.:;■ ' •■
tical.- 1-. Li-
fonici \ai .1
eh»' ann .m
lica ''.'ir aj.
smessi '1,1
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
886
L'industria del freddo. — Il problema a^ssai
importante di distribuire, durante l'estate,
il freddo a doniiciUo come finora si pratica
coll'acqua, col gas, col calore e coli' elettri--
cita, è stato praticamente risoluto dopo vari
tentativi più o meno felici, ed un servizio in
proposito funziona già regolarmente in al-
cune grandi città americane.
In diversi impianti erano finora adoperati
a tale scopo dei liquidi incongelabili raffred-
dati, e distribuiti per mezzo di tubature ad
apparecchi refrigeranti a circolazione impian-
tati nei singoli locali a simiglianza di quanto
si fa coi caloriferi ad acqua calda o termosi-
foni; però il sistema che si è addimostrato
più utile e vantaggioso nella pratica è quello
fondato sul principio dell'evaporazione di un
liquido volatile nel vuoto.
È noto che quando un corpo qualunque
passa dallo stato solido a quello liquido o da
quello liquido al gassoso esso sottrae calore
ai corpi circostanti e su questo principio è
stato fondato il sistema di raff"reddamento ad
ammoniaca. Gli ambienti da raffreddare sono
collegati all'officina centrale da un sistema di
tre tubature, di cui la prima serve per l'an-
data dell'ammoniaca liquida sotto pressione,
una seconda per riportare in officina l'ammo-
niaca vaporizzata che viene di nuovo lique-
fatta mediante l'azione di compressori, ed
una terza, dove si fa il vuoto dalle pompe,
collegata col singoli apparecchi refrigeranti,
serve ad ottenere in questi ultimi l'evapora-
zione dell'ammoniaca liquida che vi arriva.
Non è qui il caso di entrare in dettagli
sulla costruzione delle stufe refrigeranti che
sono munite di valvole speciali per l'intro-
duzione e r uscita dell'ammoniaca e delle so-
lite nervature esterne per aumentarne la po-
tenza di conduzione perchè entrerei in un
campo assolutamente tecnico; basta notare
che i risultati ottenuti nella pratica con que-
sto sistema sono soddisfacentissimi e tanto
più importanti in quanto che non si tratta
di esperimenti di laboratorio, ma di veri e
propri Impianti industriali.
Aeronautica. — Gli studi e gli esperimenti
intorno agl'importanti problemi della navi-
gazione aerea sono incessanti in tutti i paesi,
ed anche quest'anno sono da notarsi i pro-
gressi fatti in proposito.
In Germania lo Zeppelin incoraggiato dal
governo ha costruito un nuovo dirigibile in
alluminio lungo quasi 110 m. diviso in sei
scompartimenti riempiti di gas con due mo-
tori Daimler ognuno della forza di 83 cavalli
ed ha compiuto con esso verso la fine del-
l'anno scorso delle ascensioni molto soddi-
sfacenti; l'aerostato si sollevò sul lago di
Costanza rimanendo in aria per oltre due ore
e viaggiando con discreta velocità, quindi
discese dolcemente fino a pochi metri dal-
l'acqua per innalzarsi di nuovo, descrivere
delle curve prostabilite, ec.
A Berlino il dirigibile militare e l'altro a
nome l'arsival hanno anche fatto ottima pro-
va, salendo a notevoli altezze, viaggiando
contro forti venti contrari e ritornando al
punto preciso di partenza.
È notevole che in Germania, per dare
sempre più incremento agli studi aeronau-
tici, è stata istituita 11 maggio di quest'anno
una speciale scuola aeronautica a (Jhemnitz
per coloro che intendono dedicarsi alla co-
struzione ed alla direzione delle navi aeree;
la direzione ne è stata affidata al dr. P. Spie-
gel tecnico di competenza eccezionale in ma-
teria, che ha già compito oltre GOO ascensioni
ed ha contribuito con pubblicazioni e confe-
renze alla diffusione di questi studi.
In Francia è da notarsi la perfezione rag-
giunta dal dirigibile militare l'atrie, lo strano
aerostato a forma di pesce allungato fornito
di poderose pinne, che ha ottenuto un suc-
cesso clamoroso alla rivista del 14 luglio per
le evoluzioni precise che ha eseguite inap-
puntabilmente descrivendo ora linee rette,
ora curve strettissime, ora sollevandosi a no-
tevoli altezze, ora scendendo verso terra fino
a far sentire il fremito dei motori ed udire
la voce degli ufficiali che comandavano la
manovra. Per rendersi conto personalmente
della perfezione di manovra del dirigibile, il
presidente dei ministri Clemenceau ed il mi-
nistro della guerra Picquart, hanno voluto
farvi un'ascensione ed a bordo di esso hanno
compiuto un giro di circumnavigazione in-
torno a Parigi, rimanendo soddisfattissimi
del modo con cui funziona la Patrie che può
rendere segnalati servigi in caso di guerra.
In Italia finalmente sono da segnalarsi i
primi esperimenti di applicazione dell'aero-
nautica al servizio di bordo delle navi da
guerra per l'esplorazione del mare e la se-
gnalazione: infatti nello scorso giugno a
bordo della nave Elba furono eseguite nu-
merose ascensioni col pallone frenato sia per
accertare la profondità del mare e la pre-
senza di ostacoli naturali od artificiali, sia
per segnalare a grandi distanze l'avvicinarsi
di navi, sia per rilevare la presenza di sotto-
marini e mine subacquee. Per dare un'idea
dell'importanza di questo servizio basterà
ricordare che elevandosi di 500 m. sul mare
si può esplorare l'orizzonte in un raggio di
ben 80 km. : pare che gli esperimenti in pro-
posito saranno continuati su più vasta scala
nelle grandi manovre navali di quest'anno.
E questo pei palloni; ecco qualche novità
cii'ca gli apparati più pesanti dell'aria.
Oltre i due idroplani dell' ing. Forlanini
e del conte Lambert, i quali non sono che
dei canotti di piccolo pescaggio messi in mo-
vimento da grandi eliche che funzionano
nell'aria invece che nell'acqua producendo
velocità che arrivano ai 70 km. all'ora, e co-
stituiscono un quid medium tra il canotto au-
tomobile e l'aeroplano, sono degni di ricordo
gli esperimenti eseguiti con successo dal pro-
fessore americano Montgomery col suo aero-
plano Santa Clara.
Il Montgomery ha costruito un apparec-
chio abbastanza semplice munito di due ali
paraboliche che vanno dalla punta all'orlo
posteriore di una coda piana e di una terza
ala verticale più piccola, e con esso ha po-
tuto compiere le esperienze piìi riuscite di
aviazione che siano state fatte finora. L'ap-
parecchio sollevato per mezzo di un pallone
ed abbandonato a sé stesso nell'aria, vi si
sostenne e ridiscese da solo senza alcun inci-
dente; la prima volta la discosa fu di 245 m.,
la seconda di GCO, la terza di 912, finalmente
a^T -
mucchi Ita si
( di l'iin m..
:im) m.
r» ;?ran
rlcATitro da esso I*
jfidfuto. Ori» qu(»s»<i
menti non risolvono com-
. 'lem» tifir aiMophuio. la-
•ct*uw »p«r«te bone.
La teoiMrta del polo magnetico. - il oap.
rmaen.U primo niiTi<:atore che ha traversato
, passa{r?!0 nnn1ov*"<!t nef nmrl polari, rlfe-
rtóoe !«■ ;">jione artica.
le qaal :i raggiunto il
polo II. • .11 averlo rag-
gi ,;:o che le bussole cessa-
r» .' gli aghi rimasero asso-
la- . -
Il r . riportato, dalla sua spedl-
«lone. ; (lei vari movimenti delle
bu«solr »<.>ii<< I iiuiuensadel polo magnetico;
pero ancora qualche anno perchè egli
svilappare tutti i calcoli in proposito
e riunire in un'opera le numerose osserTa-
sionL
L r ^ ^mprMsa per calmare le onde. —
.\merioano Brasher aveva osser-
- -Alte gli scavi di una galleria a
"W Vurk, sotto l'East-River, le fughe d'aria
inpressa dai cassoni pneumatici affondati
il- ''"'■•■-■ - '1 per effetto di produrre
a: medesima una calma per-
{> ; torno l^^ ond^ sf>?ultavano
ad t'ssore in: ito, fatti
degli espenn. . ed ha
ottenuto dei I a quelli
che si hanno col vecchio e nolo sistema di
spargere olio sull'acqua. Egli propone come
prima conseguenza di questi studi di implan-
tare lungo le dighe ed i moli dei porti delle
ooodutture subacquee di aria compressa da
potersi far funzionare nei momenti opportuni
per rendere facile e sicuro alle navi ed alle
imbarcazioni l'approdo durante le tempeste;
poi. subordinatamente alle esigenze della na-
Tiga^ione, propone di munire le navi stesse
di una cintura estema subacquea donde l'aria
compressa potesse sprigionarsi in caso di pe-
ricolo, permettendo cosi di navigare anche in
mezzo a'.la tempesta con facilità e sicurezza.
La ttereofotogrammetria. — Nella rivista
scientifica del 1905 accennai alla invenzione
fatta dal prof. Pulfrich dello stabilimento
Zeiss di Jena di un apparecchio che si fonda
sul principio di prendere <jipntemporanea-
mente due o più vedute di uno stesso og-
getto lontano da due o più punti, la cui di-
stanza reciproca è perfettamente nota per
con 8U«'.
mare, ii
mal coni
di mor..'
por qu.
ti.-:. 11
fu- .1
d. ; :a.
Ilt.-n'<i(-i i»s:<
ntemporai
Cuurdinundo I risultati di numero^
rienzo si potrà arrivare a stabilire s.
Ilde basi una teoria dol movimento delle on.
dalla quale l'arte delle costruzioni navali u<
potrà non ricavare notevoli vantaggi.
Nuove lampade elettriche. — Un nuovo fli '
monto por lampada elettricaad incandescen/i
e stato costruito di recente da H. C. Parker e
W. Q. Clark della " Columbia University , di
New York, i quali da ben sette anni lavora-
vano intorno a quest4) problema. Il nuovo
filamento, composto principalmente di silicio
ridotto e depositato su di un filo sottilissimo
di carbonio, è stato chiamato Hélion per la sna
luce brillante e bianca somigliante a quella
del sole: il consumo di elettricità della lam-
pada è di 1 watt per candela-ora e quindi
più di tre volte inferiore a quello delle lam-
pade comuni: la durata ne ò pure abbastanza
lunga.
Una delle ultime novità In fatto di lam-
pade elettriche è la lampada ai Tungsteno,
detto anche Woìfram, che pel momento non
credo sia ancora in commercio, ma vi sarà
ben presto: la sua luce, simile a quella dei
becchi Auer ad incandescenza, è bianchis-
sima, 11 consumo di corrente è moderatis-
simo (1 watt per candela-ora) e la durata è
di circa 1500 ore.
colo ed interessante apparecchio di invenzioi; •_
americana che serve a regolare a volontà
l'intensità luminosa delle lampade elettriche
e consiste in una resiatema metallica collo-
cata In un involucro refrattario che Impedi-
sce l'irradiazione calorifica e chiusa nel boc-
cinolo o portalampada (in inglese aocket).
Questo boccinolo a regolatore è comandato
da una chiavetta rotativa esterna, non è più
voluminoso di quello ordinario e si monta
all'istesso modo: girando semplicemente la
chiavetta si regola la luce come in una fiamma
a gas e si può arrivare al debole chiarore di
un lumino da notte. Questo sistema di rego-
lazione è molto semplice e si è dimostra*^
preferibile a quello consistente nell'adoi
rare lampade speciali a più filamenti utili.
zabili tutti od in parte.
Fotografìa colorata. — L'anno scorso ac-
cennai all'ingegnoso procosso Lumière per
Vene varicose.
Guarigione rapida, radicale, sicura, senza calze elastiche né
dn) del Dott. 5. Bolognese (Casella posUle 502, NAPOLI). Congressi medici. Inter-
na.tion.Ue (Madrid 1903) e Nazionale (Roma 1906) Gran Premio e Medaglia d'oro
a Hnma, Bordeaux, Palermo, Firenze, Parigi. — Opuscolo spiegaHvo a richiesta.
Vademecum (100 pag. ili.) li. 1. — Consultazioni di persona e per corrispondenza
nelle principali lingue.
ottenere delle foto;::t'afie colorate e feci notare
come ili questo sistema 1 colori non possono
esser riprodotti che sul negativo e le lastre
sensibilizzate non si possono utilizzare che
per trasparenza. Ora il Giornale d' Ti ali a in
una Nota di urte del 19 luglio (n. 200) riporta
la notizia che uno studioso romano, il signor
Battistini, in seguito a lunghi e pazienti studi
è riuscito ad ottenere certe sue negative spe-
ciali che, stampate sulla carta riproducono
i vari colori degli oggetti t'oto^i^rafciti: le po-
sitive hiinno l'aspetto e le qualità delle più
belle tricromie, ed inoltre se ne possono ti-
rare quante copie si vuole senza variazione
di colore o sciupio di materiale. Registro la
notizia per semplice debito di cronaca scien-
tifica, perchè l'autore mantiene il segreto sul
suo processo, almeno per ora.
II. — Scienze naturali, mediche ed affini.
Una scoperta agricola. — G. Bonnier del-
l'Accademia delle scienze di Parigi pubblica
nella Revue del !<> aprile un articolo su di
una scoperta del dr. Brocq-Rousseau. Agli
agricoltori è purtroppo noto che i chicchi dei
cereali od i foraggi riposti nei granai e nei
tienili molto spesso si alterano e prendono un
odore sgradevole (rnoisi) in seguito allo svi-
luppo di un fungo microscopico finora scono-
sciuto; ora il prof. Brocq-Rousseau studiando
questo fungo, cui a posto nome Streptothrix
Jjussonvillei in onore del suo collaboratore
nelle ricerche, ha notato che esso si presenta
al microscopio sotto forma di filamenti com-
posti di spore ovali o di bastoncini, assume
la forma di ciuffi ramificati nell'aria umida,
e resta distrutto da una temperatura di 50» C.
Applicando alla pratica la sua scoperta, il
professore ha costruito un apparecchio com-
posto di un gran cilindro girevole diviso in
vari scompartimenti collegati con un calori-
fero ad aria calda: nel cilindro è introdotto
Il grano avariato che viene rimescolato ed
investito da una corrente d'aria calda a 50» C
colla velocità di oltre 10 metri a secondo. Con
questo trattamento il grano e gli altri cereali
vengono a liberai-si completamente d.i\\\AStrep-
tothrix e dal conseguente cattivo odore, ed
eventualmente anche dall'insetto detto pun-
teruolo; inoltre i chicchi diventano lucidi,
brillanti e perdono ogni eccesso di umidità
che potrebbe danneggiarli.
Il trattamento è di costo minimo, dai
15-f-20 Omi per quintale di cereale; e può
facilmente intendersene il valore commer-
ciale quando si pensi che il deprezzamento
del grano per il rnoisi sale a circa 2 lire il
quintale.
La gomma cereale. — Il Techniml World
di Chicago descrive un unovo metodo di
estrazione della gomma dal frumento dovuto
all'inventore inglese W. Threenfall Car. Il
processo si basa sull'azione della ptialina
(elemento chimico della saliva, che i maiali
secernono in abbondanza) sull'amido conte-
nuto nel grano; la ptialina agisce come fer-
mento trasformando l'amido in destrina, la
quale a sua volta modificata da ti-attamenti
speciali, assumo le caratteristiche della gom-
ma: si ottengono diversi gradi di densità ar-
•stando in diversi momenti il processo di
rmentazione. Per ora sono state trovate sei
^«radazioni di gomma elastica, che possono
servire ai seguenti usi: rendere impermea-
bili le stofle, fabbricar tubi ed altri oggetti,
fabbricare gomme pei veicoli, sostituire il
linultuin, fare pavimenti, confezionare palle
da yo'f: la nuova specie di gomma può pure
essere assoggettata al processo di indurimen-
to e vulcanizzazione come la gomma naturale
e la guttaperca.
Il nuovo prodotto potrà fare una vantag-
giosa concorrenza alla gomma naturale pel
suo costo relativamente basso : in Inghilterra
si è già costituito un sindacato per lanciarlo
in commercio.
Azione a distanza dei medicinali. - Le inte-
ressanti e curiose esperienze iniziate in pro-
posito dai dottori Bourru e Burot professori
a Rochefort, e continuate dal dottor Berjon,
sono state recentemente ripetute dal prof.
Luys dell'Accademia di Parigi dinanzi all'Ac-
cademia stessa in condizioni tali da non poter
ammettere alcuna soperchieria o trucco. Sva-
riatissime sostanze solide, liquide o gassose,
contenute in provette chiuse, poste a distanza
di 8~f^l0 cm. da soggetti preventivamente
ipnotizzati, hanno prodotto costantemente ef-
fetti immediati e costanti per ognuna di esse
sostanze, e variabili soltanto col variare delle
regioni sensibili o sensoriali del soggetto su
cui si facevano scorrere.
Eliminata ogni causa di errore, avendo
fatti lunghi studi pi-eventivi sui soggetti ipno-
tici, che immersi nello stato di letargia ed
abbandonati a sé stessi non davano luogo al
alcun fenomeno, il prof. Luys ha potuto spe-
rimentare l'azione a distanza di 54 sostanze,
tra cui ricorderò l'ossigeno, l'idrogeno, l'acido
carbonico, il protossido d'azoto, l'iu'ido solfo-
rico, il cloroformio, l'etere, il cloralio, alcune
essenze odorose, l'alcool, il cattò, il tabacco,
il cloridrato di morfina, la polvere di vale-
riana, quella di ipecacuana, il laudano, l'ha-
schisch, il solfato d'atropina, l'ergotina, il
solfato di stricnina. Le regioni del corpo cui
furono avvicinati i tubi contenenti le diverse
sostanze, furono il collo, la nuca, il braccio e
l'avambaccio, l'orecchio, l'occhio e le narici:
i risultati si mostravano diversi per la stessa
sostanza a secondo della regione cui essa era
avvicinata, insultati più notevoli furono però
ottenuti avvicinando i tubi a 10 cm. dalle re
gioni laterali del collo.
Non posso in questa rapida nota entrar,
in particolari che pur sarebbero iaterossann
né ripi)rtare i risultati specifici delle varu
esperienze, devo limitarmi a ricordare che gli
ettetti delle varie sostanze nel loro complesso
furono slmili a quelli che e.s.se produrrebbero
se fossero state immesse ettettivamente nel-
l'organismo, ad es. gli alcoolicì producevano
i sintomi dell'ubriachezza, i narcotici quelli
dell" abbattimento e del sonno profondo, gli
emetici quelli del vomito, ec. : il più impor-
tante si é che questi effetti in molti casi du-
pur non oi»sondo ii
<»i»r* <]>i«'l ri»!»<»i. In
e «li triHtr^za, la
<|U«Ue di sMh e di
Ita:.
detta fototerapia e t'inniienza
Iella IttM tuì : - <li
ekrobargo
•ss fruArii!! <-e
axzart .-. io
con e-- la
•■-'-■ .t.3
•if-
rftDeAtnente le rinste scientifl-
riportano pU stadi interessan-
ti sono fatti recentemente in
rnjf?! ultra-violetti, e sulla loro
le e Kurt-Wolf, hanno spe-
di qa«««ti n»??1 itn varie
■ he
' dai rai;($i l'aluo (di
tto da aoo schermo
...... alle diverse specie
Ito che i batteri venjfon»»
io nella illaminazione non
..iiK-.ino I ra;::;! altraTiolaÉii : la sorgente
imiDosa paó essere qnaluflqae. però netUe
-pfTifnTo fn nsata la lampada ad arco.
uale socoesso
> e neiridro-
tn'acia dei soli
ròcca ed
< comune
..l-itt, n.
non lascia pas-
;,'ll «sperimenti
(•ristailo
fuso in
. di Jena
(1
il
d
è
■lotto speciali'
-• Uberamente
b4
ultraMuklli, « battori luiunu m^ualmeute di-
strutU.
Il vino ed il bacillo di Eberth. - Nel 1903
A. Pick avfva <>ss«'rvaf<) «'onie il vino avesse
un'azione battoririda pur il bacillo del tifo:
ora, di recente, 1 dottori Sabrazès e Marcati»
dier hanno compiuto in proposito det;li stadi
sistematici di cui rendono fonto ne»fll " An-
nales de Tlnstitut Pasteur. XXI, per dvter-
minareso. ,-> por quanto t.-tniM. il |-..icjll.' resti
vivo e 11' !io.
Dap: ■').
luti, ris ■ iipo
che varia dai di«;ei itunuu allt^ due uie. se-
condo il tipo di vino adoperato: occorre an
tempo doppio o triplo per il vino annacquato
a metà volume: in generale razione batteri-
cida è più fort4» nei vini bianchi che nei rossi,
ed ha maggi" r.ido di acidità
che quello a' itura ha pure
la >Tia impi'! ■
iiza di tutto
. olare il vino
lo ore prima
di usarla, secondo che si tratta di vino bianco
o rosso.
Un nuovo metodo d'immunizzazione. —
noto che n"! plasma shiil'iUumio oUr*» d<*l <••
!"■ ■■ ' ' ■ ■■■• «
■:t*
.ito
:. 1 :ie
<1, _■■ r.i
Wright e l>uu^las che la impurtHitii
ben nota proprietà dei leucociti di '
(fagocitare) i m*--»'' ■ ivi che si tro\ai. . ,
sangue, dip- .amente dalla pr
senza di cert< ntenute nel piasi:,
sanguigno.
Nei loro esperimenti i detti professe
hanno lll).rat.) 1 Inuoocttl d.i ogni trafiMa ;
plasma 111
una s<>! no
mescol.i . ì>i
alla tenipt^-ratura del corpo un
finché le cose restavano cosi, •
servato al microscopio che l ;
microbi restavano affatto inattivi gii uni :<
canto agli altri; p'To n<«n ai'f>ona alla n
scolanza si a " '
sanguigno la
leucociti div
81 d. Ili
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di essi 0 sui microbi: la prima Ipotesi però
è da scai tiirsi perchè trattando i microbi col
siero e dopo lavandoli in modo da eliminarne
ogni traccia, essi divengono innocui e sono
ugualmente divorati dai leucociti. La so-
stanza contenuta nel siero cui si deve questa
modificazione dei microbi è stata detta opso-
nina, dal greco opsono (preparo il banchetto).
Scaldando il siero del sangue a 65° C. Vop-
sonina viene distrutta, cioè il siero perde la
proprietà descritta, ma se si scaldano a Qó^
ì microbi, dopo averli lasciati a contatto col
siero, i leucociti possono ancora distruggerli,
quindi Yopsonina ha una temperatura di de-
composizione ben determinata, ma i batteri
sono da essa moditìcati chimicamente e du-
revolmente. È pure acquisito che qualunque
sia la provenienza dei leucociti, da un uomo
sano o malato, o da un animale, l'azione di
essi resta costante verso gli stessi microbi,
cioè ogni leucocita idivora sempre lo stesso
numero di microbi; quindi il potere difen-
sivo del corpo dipende esclusivamente dalla
quantità di opsnnina che contiene.
Avendo inoltre provato sperimentalmente
che la quantità di opsonina contenuta nel
siero di un uomo sano è costante, che il
siero contiene nn' opsonina per ogni microbio,
che tutte le opsonine sono indipendenti fra
loro, e che finalmente esse conservano per
parecchi giorni la loro attività fuori del corpo,
si è potuto arrivare a giudicare dello stato
di resistenza di un individuo ad una data
malattia: perciò basta determinare qitanti
microbi della data specie vengono distrutti
in media dai leucociti dell'individuo in espe-
rimento, e trovare il rapporto di questo nu-
mero con quello già noto dell' uomo sano.
Questo rapporto è detto indice opsonico.
L'applicazione pratica di queste scoperte
alla cura di certe malattie ha condotto a ri-
mettere in onore le Inoculazioni di microbi
morti; infatti, comportandosi i leucociti ver-
so i microbi morti come verso 1 vivi, cioè
distruggendoli, si ottiene colla razionale ino-
culazione di questi ultimi una immediata di-
minuzione di opsonina, ma subito dopo, per
reazione, un aumento vantaggioso di essa,
cioè un elevamento dell'iM^ice opsonico: ac-
cade cioè qualche cosa di analogo a quello
che si verifica colle tossine e le corrispon-
denti antitossine.
Le iniezioni vanno fatte a dosi crescenti,
ma per averne un effetto utile bisogna ba-
dare che l'iniezione precedente abbia già
prodotta la sua i*eazione, cosa facile a veri-
iicarsi colla determinazione deW indire opso-
nico, altrimenti l'effetto potrebbe essere con-
trario 0 dannoso.
Una nuova diagnosi della tubercolosi. — Il
j>rof. Roux ha recentemente comunicato al-
l'Accademia delle Scienze di Parigi ohe il dot-
tor Pirquet di Vienna ha trovato un mezzo
assai semplice e pratico di diagnosticare la
tubercolosi incipiente anche nei suoi primis-
simi stadi, quando cioè i sintomi della ma-
lattia sono diflicilissiml a riconoscersi, men-
tre la cura potrebbe esser facile e di effetto
quasi sicuro.
Il dottor Pirquet pratica sulla pelle del pa-
llente lina piccola scalfittura e vi fa cader
sopra qualche goccia della tuhercolinrt Koch;
dopo qualche tempo osserva la ferita; se
l'individuo è immune dalla malattia, la ci-
catrizzazione si compie senza alcuna compli-
cazione, se invece egli è già colpito dalla
malattia, pur non presentandone visibimente
i sintomi caratteristici, sulla ferita si forma
una pustola che in capo a pochi giorni as-
sume l'aspetto di quella del vaiolo.
Al riguardo il prof. Calmette ha proce-
duto in modo quasi analogo, facendo altre
esperienze nell'ospedale di Lilla: egli inietta
nell'occhio dell'individuo in esame una goc-
cia all'I o/i, di tubercolina secca pi'ecipitata
dall'alcool a 90° nell'acqua distillata steri-
lizzata; se c'è. tubercolosi si manifesta nella
palpebra un edema che sparisce dopo 24 ore;
se no, non si nota alcun effetto apprezzabile.
Il signor Moussu nel Journal d' Agriculture
consiglia agli allevatori di bestiame un me-
todo simile per diagnosticare la tubercolosi
bovina, metodo assai semplice e pratico che
qualunque agricoltore può adoperare. Basta
radere sul collo dell'animale il pelo per una
larghezza di lO-f-15 cmq, poi fare con un col-
tello dei piccoli tagli superficiali che provo-
chino r uscita di un po' di sangue, e distendere
sui tagli una soluzione di tubercolina in ac-
qua salata al 50 <'/,); se l'animale è sano le
piccole ferite si cicatrizzano subito, se è in-
vece in qualunque modo tubercoloso, i bordi
delle ferite si infiammano, ed in due o tre
giorni si coprono di croste giallastre.
Siero contro le morsicature dei serpenti ve-
lenosi. — Lo stesso prof. Calmette dopo una
lunga serie di esperienze sugli animali, è
riuscito a trarre un siero antitossico dal san-
gue dei cavalli resi refrattari all'azione ve-
nefica dei serpenti con successive inocula-
zioni. I cavalli inoculati, dopo 16 mesi danno
un siero che, conservato dentro tubetti steri-
lizzati, resta efficace per oltre due anni in
qualunque clima; essiccato ha un grado di
conservazione illimitato: variando i diversi
veleni di inoculazione nei cavalli si ottengono
i diversi sieri antivenefici, e si giunge a pre-
parare anche i sieri polivalenti.
In casi normali il siero si inietta nel tes-
suto sottocutaneo dell'addome in dose di
10 cm. cubi; se è trascorso molto tempo dalla
morsicatura, ed i fenomeni di avvelenamento
sono divenuti gravi, si raddoppia o si triplica
la dose: in oasi disperati si inietta addirit-
tura in una vena: gli effetti benefici del siero
si manifestano rapidamente, ed in molti casi
anche quando ogni speranza di salvezza pare
già perduta.
La scoperta del dottor Calmette, suffragata
oramai da una lunga pratica, assume un'im-
portanza straordinaria per quei paesi che
sono infestati dai rettili velenosi come l'India,
l'Australia, l'Africa e l'America equatoriale,
ed hanno perciò appunto una mortalità ele-
vatissima : basti ricordare che nella sola pe-
nisola indostanica muoiono annualmente per
morsicature di serpenti oltre 20,000 persone 1
Una teoria radioattiva delle malattie. — Nel
Bisvei/lio Medico il dottor P. (}. Bevilacqua
svolge una sua teoria per cui il corpo umano
sarebbe una continua sorgente di radioatti-
— :vM
ksl orna id'i'Uia''-. doler
trbazioni ur^.inlohe, eioò
■> a d»re
>ra non
!■' > le quali
• l'acconto spo-
\ A«io «foura !il-
u. dil .ii.slciua
II' . I feria.
I . i .•.■»dr.-M).>ro
tulio te dulli la
febbre, le disi :i
bAttcrÌL<« e liui..v....i,v i. .„,,... „■ ,iMM.-,i «al-
l'unità inorl>o9a caudata da batteri di specie
diversa, oc. ec, dando luogo al trionfo della
8ola lef?ge naturale della materia radiante in
UUto di attività.
III. — Meccanica, tecnologia ed ingeg^neria.
Torpedini a turbina e torpedini dirigibili. —
Govt^rno d<>>;U Stati Uniti in st'guito ad
' •"^•nti riusoit) molto soddisfacenti, ha
' per la sua marina da guerra nn
■ip.> di siluro inventati da Bliss-
che per velocita, pn-. -i-i. ino e pò-
ipera opni altro »sisn me. Questa ter-
ìel diametro di 533 mm consta oome
le aiue di tre parti; la testa, che contiene
flO kg. di fulmicotone umido compresso in
dischi con la relativa cartuccia di innesco al
oeniro e l'acciarino di solito modello, la parto
centrale o srbatoio che occupa più della
metà della lunghcr- ■ • •-'" .-d è costruita
di speciale accia • i cui è com-
pressa l'aria fino .> . . - di lAO atmo-
fere; e la parte poster il
:'>tore di tipo afliatto sp Il-
aria compressa. Questo i di
ria piccola turbina la quale fa a^'iru due
che giranti in direzioni opposte e di cui
. j.na e ft&sata sull'albero centrale, l'altra su
di nn albero sviluppante esterno: la turbina
si mnoTe con una velocità di circa 10,000 giri
al minuto, ridotti sulle eliche ad 800 giil e
svllappa una forza di circa 160 cavalli cui
corrisponde una velocitai di 40 miglia all'ora.
V poppa del motore ò la camera di immer»
'>ne, col regolatore destinato a mantenere
sii oro alla profondità voluU: il costo del
Siluro è di eira 25,000 lire.
Accennai Tanno scorso agU esperimenti
di Anubo per dirigere a dlstansa I« torp^tni
l i sottomarini mediante le onde hertziane,
i oramai in seguito al risultati esaurienti di
f:>sl, si può ammettere che la torpedine sia
dirigibile. Un apparecchio antomatioo rsooo-
(^litore delle diverse onde elettriche devesl
all'ingegnere francese Oabet e cousta essen-
ztalmenu> dì una r^a ad otto pale, ciascuna
delle quali e azionata a distanza da una data
corrente oscillatoria e comunica uno speciale
movimento. Il comandante dal suo posto (a
bordo, sulla spiaggia, in un f^rte) può comò-
'.imente far manovrare la torpedine (visibile
r le sole antenne raccoglitrici) e trasmet-
• re i seguenti ordini : /V^rf^, A'i'iftio, Ft-ì-ni'i,
A déMra, A nnistra. Dritto: le altre due pale
della ruota servono a dare il movimento o
a toglierlo.
Anche in Ispagna si sono sperimentati a,
parecchi di questo genere ed il Torre» Qu- -
vedo ha perfezionato un portatorpedini di
questo tipo ohe si sta provando a San Seba-
stiano.
A proposito di torpedini f • '^,
ricordo che il governo francese : t-
tato per la propria marina un i. . . ... di
torpediniera-automobile ideata dall' ing. De
Recopé. Essa si compone di uno scafo in ac-
ciaio lungo n metri, e contiene due motori
ad esplosione di 150 cavalli sistema Gazo, che
possono Imprimerle una velocità di 16 nodi
all'ora: sul davanti porta il tubo lanciator-
pedini. Questa piccola torpediniera, quando
ha i boccaporti chiusi, riesce quasi invisibile;
può esser trasportata facilmente sulle grandi
corazzate e si addimostra di grande utilità
nella difesa costiera, avendo un raggio medio
di azione di circa 100 miglia marine.
Cannoni elettrici. — È noto che un roc-
chetto di aio di rame attraversato da una
corrente elettrica si polarizza e si comporta
COI stando attrazioni '
ri; rocchetto, e che -
qi, : Ito il motore el-'-
trico, in cui un roccLctto può fare fino a
100 giri per secondo: ora se 11 movimento
invece che ciroolare si immagina rettilineo
si comprende il principio del cann'
tricl 1 quali realizzano sui^ll altri 11 va
di essere silenziosi e funzionare senz<i ..>.^i
e fumo.
Fin dal 190S 11 prof. Blrkeland, danese, «
tenne nn brevetto al riguardo, però l'inven-
Eione allora non ebbe gran portata nel campo
pratico, perchè per ottenere delle velocità
convenienti occorreva un rocchetto esagera-
tamente lungo, oppure una corrente di tale
tensione da fondere 1 conduttori; lo scorso
anno 11 signor S. T. Poster di New York ha
ritirato un altro brevetto con cui si modiflc*
«tihnen»'» la precedente Invenzione, appli-
IGIENE
CRÈME SIMON
BELLEZZA.
Senza rivali per rendere morbida, bianca e vellutata la pelle del viso e delle mani
e proteggerla contro l'azione del sole.
— 392 —
cando osternamcute alla canna del pezzo sette
rocchetti d'induzione che sono attraversati
successivamente dalla corrente elettrica per
brevissimo tempo, mentre è il proiettile stesso
che stabilisce automaticamente la detta cor-
rente nei rocchetti e riesce cosi a sommare
gli etfetti utili nella velocità.
Gli esperimenti fatti linora hanno dato
buoni risultati: un piccolo cannoncino elet-
trico di prova ha lanciato proiettili di oltre
un chilogrammo di peso a 1500 metri di di-
stanza senza alcun rumore: l'inventore però
si propone di migliorare la sua invenzione
dal lato pratico per ottenere velocità e forza
di penetrazione maggiori.
Il lusoio. — È il nome commerciale di una
nuova luce artificiale dovuta all'ing. Denay-
rouze, francese, che ha insieme inventata
un'apposita lampada già adottata in via di
esperimento dal municipio di Parigi. Come
per la luce a gas acetilene, anche per questa
il gas illuminante si sviluppa nella lampada
stessa, però nel lusoio si tratta di un liquido
speciale che dal calore della lampada stessa
vien convertito nel vapore che va poi ad ar-
roventare una* reticella Auer.
La lampada è ermeticamente chiusa e
lascia scappare il vapore da un solo forel-
lino piccolissimo, che forma l'unica comuni-
cazione tra l'interno e l'esterno, cosi ogni
versamento pericoloso di liquido è impossi-
bile; il modello presentato come tipo ha un
potere illuminante di 100 candele ed un con-
sumo tre volte meno caro di quello del pe-
trolio (s'intende dove questo vale 8 -f- 10 cm.
il litro) e da sette ad otto volte meno caro
di quello dell'elettricità. L'unico inconve-
niente del sistema consiste nell'accensione
un poco lenta e che richiede un apparecchio
sussidiario ad alcool, però quest'inconve-
niente è molto tenue rispetto ai vantaggi di
questo nuovo lume tanto economico, che non
dà cattivo odore né fumo, e spande una luce
sempre ugualmente chiara, bianca e brillante.
Nuove stufe a gas. — L'ing. Delage ha
inventata una nuova stufa a cartocci radio-
inoandescenti, il cui potere calorifico è del
100 % superiore a quello dei cartocci Auer,
infatti mentre le reticelle comuni di tipo
Auer trasformano una fiamma azzurra in
radiazioni luminose il cui spettro è ricco di
raggi gialli e verdi con pochi raggi rossi, il
nuovo cartoccio Delage, in cui predomina
come componente il cerium, dà uno spettro
ricco di raggi rossi e calorifici.
11 Delage applica quattro o cinque di
questi cartocci ad ogni caminetto: essi sono
sostenuti da uncini agganciati ad una verga
sostenuta da due regoli fissati anche in basso
da un' altra traversa formando nell' insieme
un (]uadr<) rigido; i cartocci sono investiti
da tante lianiine indipendenti fra loro, in
modo clie si può regolare il calore a volontà
accendendo una. due o più fiamme, le quali
hanno ciascuna una chiave propria: ciò riesce
più comodo della chiave unica che modei*a
l'altezza di tutte le fiamme.
Dal prof. Junkers di Dessau è stata in-
ventata un'altra nuova stufa a gas, che ha
pure il vantaggio di poter sospendersi al
muro a qualsiasi altezza dal suolo. L'aria
fredda entra dal fondo inferiore della stufa,
passa nel lato posteriore dietro al riflettore,
ed attraversando numerosi tubi circondati
dalle fiamme del gas, sale sino al davanti
della stufa ed esce dai due lati per mesco-
larsi all'aria dell'ambiente: contemporanea-
mente i raggi calorifici portati in basso dal
riflettore riscaldano il pavimento e lo strato
inferiore dell'aria. Il riscaldamento dell'am-
biente con questa stufa risulta presso che
uniforme, la combustione del gas è com-
pleta, di un rendimento molto elevato e
perfettamente inodore ed igienica, perchè i
prodotti di essa vengono da un'apposita tu-
batura separati dall'ambiente ed emessi al-
l'esterno: il prezzo di queste stufe in Ger-
mania varia dalle 25 -f- 175 lire secondo la
grandezza e la decorazione esterna.
Il Kronarografo. — All'Esposizione di stru-
menti musicali ed apparecchi accessori te-
nuta di recente a Berlino il signor L. Kronar
esponeva un apparecchio inventato da lui
per scrivere automaticamente la musica ese-
guita sul pianoforte o su qualunque altro
istrumento a tastiera.
L'apparecchio ha le dimensioni di un'or-
dinaria macchina da scrivere, e può colle-
garsi alla tastiera, sia in immediata vicinanza
di essa, sia lontano : la sua parte sostanziale
consta di un rullo munito delle varie note
musicali, sotto del quale un motore elettrico
fa scorrere un rotolò di carta con movimento
perfettamente uniforme. Ogni tasto del pia-
noforte corrisponde nell'apparecchio ad una
speciale elettro-calamita (ce ne sono 87) in
modo che, quando esso vien toccato, si chiude
un circuito elettrico che produce un movi-
mento nel rullo mettendo la nota rappre-
sentata dal tasto di fronte alia carta e scri-
vendola automaticamente: dalla distanza che
separa una nota o un accordo (gruppo di
note) dalle seguenti si ricava facilmente il
valore di tempo di essa. Ogni rotolo di carta
è lungo 100 metri ed ha una larghezza di
19 cm.; l'apparecchio, che può essere messo
in azione dalla corrente d'illuminazione, è
costato al Kronar lunghi anni di lavoro, ed è
stato accolto con molto plauso, perchè risolve
un problema assai interessante pei composi-
tori di musica.
La scala mobile Hocquard. — Ha l'aspetto
di una scala comune, ma i gradini sono for-
mati da tante lastre verticali di acciaio dolio
Emnrrnlfìi *''^'"''*'® ^'^" r epurazione recidivano (Prof. Tillaux). La vera cura
scientifica e razionale è la cura radicale medica delle rene varicose
scoperta dal Dott. Stefano Jiologne.se (Casella postale 502, NAPOLI). Spiegazioni a
richiesta. Vademecum dei sofferenti e predisposti (100 pag. ili.) li. 1. — Consul-
tazioni di persona e per corrispondenza nello principali lingue.
— 303 -
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del pi;i
vaudo Im puc> ,,. ......
trasioa* completa si abbassa, deponendovi I
pMMgglert.
U morlmento è dato da nn meccanismo
abbastanza semplice, che abbi<(oKna di uua
forxa variabile dai 8 -f- 6 cavalli secondo il
earloo, il quale poò arrivare al massimo di
fio persone. QaesU scala mobile è molto più
v«nU;;dosa decli ascensori nei luoghi affol-
! "1. alberghi, teatri, ec.: In-
'■ .ero straordinario di viag-
''""fare (lino a 4000 l'ora)
;ta, perchè, veriflcan-
■ > un guasto al meu-
seguitare a servire come
;a.
a scala è stata già adottita
fu' e dalla stazione ferroviaria
' "••oy.
Il canotto-carrozza automobile. — H sig. Ra-
vailher di l'aripl presentava pochi mesi or
s-'no al Mini^uro francese della guerra un'au-
tomobile di sua invenzione che può correre
per le strade e può traversare mi fiume, uu
Imo e magari un braccio di mare.
Il corpo del reicolo, costruito tutto in ao-
< laio, è a forma di chì;,'lia ed il motore di
2<t cav. può mettere in azione le ruote o
un «Ik-a. ••(isiichc In pochi minuti il movi-
mento adatto alla terra può trasformarsi in
qneUo adatto all'acqua: è naturale che tutti
gli assi sporgenti dallo scafo sono calettati
a eh insù r» ermotica, e che la disposizione
int'rna d'Ila v. t tura sia calcolata per il per-
f>-tio equiiitjno di galleggiamento.
Gii esp<frimenti eseguiti sulla Henna hanno
Uto, a quanto pare, buoni risultati: il vei-
(•do percorre in terra 30 km. all'ora, e può
-'tendere da solo nell'acqua se la spiaggia ha
.oa pendenza ohe non supera il 16 '/q.
Applieazlone M giroteoplo agli automo-
bili. — L'inventore della ferrovia ad una
sola roUia Brennan ha ide^o dt applicare
agli automobili lo stesso principio di equili-
brio della detta ferrovia mediante il giro-
scopio: il nuovo automobile si muterebbe in
in'enorme motocicletta sempre in equilibrio
• che non correrebbe alcun pericolo nel fcr-
'in
ro
.»t-
rfa
>%\
ni
•r-
• i al
..«mille * The Car , di Londra, egli kì ino-
'rò convinto di poter applicare il piincipio
ilei giroscopio anche alla naviga7:ione aerea,
risolvendo così il problema della stabilità
degli aeroplani contro le correnti laterali che
tendono a modiflcarnc la direzione.
Un livellatore meccanico per carreqgiate. —
Il signor A. Savio di Costanzana (Vercelli)
ha costruito un apparecchio meccanico assai
utile in pratica per la manutenzione delle
vie carreggiabili, apparecchio che serve a li-
vellare quei solchi spesso profondi che si
formano per il passaggio dei veicoli ed osti-
colano la ulteriore circolazione.
Un carro, che può essere a trazione n:.
male od automobile, trascina due ferri posti
In forma di V dietro ciascuna ruota, la parte
che sfrega il terreno ha una specie di vo-
mere che solleva la cresta della carreggiata
e la ricaccia in essa: due cilindri pesanti, che
seguono i ferri, girando comprimono la col-
mata del solco; un sistema di leve permette
di sollevare tutto l' apparecchio quando non
si vuole che funzioni. Il lavoro eseguito da
questo apparecchio è molto rapido ed uni-
forme ; il costo può variare d ■! 10 -7- 30 cm.
per km.
I progressi dell' automatismo. - In qn.
ultimi anni l'uso d. . Im
è andato dilTondei .so
ed applicandosi ai , in-
dustria: ecco qualcuiiii tra it> più uutevoli o
curiose delle ultime applicazioni.
Un funzionario della direzione generale
dei telefoni di Berna ha inventato il Utefoito
atUomatieo, per ctii ogni cittadino può ser-
virsi del telefono mettendo una moneta da
due soldi nella fessura dell'apparecchio. La
moneta stessa cadendo nell'interno mette in
moto t congegni necessari per la comunica-
zione e se per una ragione qualunque que-
sta non potesse aversi, basta premere il bot-
tone esterno per riavere la moneta.
Un italiano E. Boggiano ha inventato una
macchina per votart, cui ha posto il nome di
ptefngrafo destinandola a facilitare le mani»
festazioni della volontà pnfddica colla sop-
pressione dell'urna tradizionale ma fragile e
malsicura e dello scrutinio finale lento e non
sempre.... imparzi.ile. L'apparecchio presenta
Joniiture per Società Jilamoniche
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— 394 —
tre fori 'pcr 1 tre voti : sì, no, astenufo ed in
essi il votante introduce un disco, che per
mezzo di un doppio sistema di leve fa agire
due indici su di un quadrante: uno segna il
numero dei diversi voti, l'altro il numero
totale dei votanti. Il disco è unico, di una
forma e di un peso che è difficile falsificare ;
i fori sono protetti da una nicchia in cui si
nasconde la mano per la segretezza del voto,
il quadrante finalmente è fatto in modo che
resta coperto fino al termine della votazione.
L'apparecchio fu esposto l'anno scorso al-
l'Esposizione di Milano nel Padiglione della
Pace.
A Londra nell'ufficio della Posta sono state
aperte al pubblico delle cassette automatiche
per l'acquisto dei francobolli e delle carto-
line sul tipo di quelle che in Italia servono
per l'acquisto dei biglietti di entrata nelle
stazioni ferroviarie, per i cioccolattini, ec.
Esse sono di invenzione del tedesco Abel;
agiscono per la caduta della moneta intro-
dotta senza bisogno di alcuna manovella la-
terale, e funzionano con vantaggio del pub-
blico specialmente nelle ore in cui gli uffici
della Posta restano chiusi: 1 nuovi automatici
vennero mostrati ai delegati del Congi-esso
postale internazionale tenutosi a Roma l'anno
scorso.
Il francese Jagot, Intercalando una meri-
diana solare In un apparato elettrico, ha co-
struito un orologio regolatore automatico che
segna con precisione il passaggio del sole al
meridiano e l'annuncia col suono di una po-
tente suoneria elettrica: l'apparecchio è mu-
nito di un sistema speciale di orologeria per
regolare l'orientazione dell'insieme a seconda
delle diverse stagioni. Un orologio solare elet-
trico di questo tipo funziona nel gran giar-
dino di orticultura di .Le Mans (SartheJ in
Francia.
Un apparecchio automatico dei più re-
centi e curiosi è finalmente in esercizio a
Berlino per la lucidatura delle scarpe. Si
tratta di una specie di piattaforma simile a
quella delle bilance automatiche, che porta
due guide di ottone per appoggio delle mani
ed è munita ai due lati di due corpi rilevati
donde, appena messo in movimento 11 mec-
canismo colia caduta dei soliti due soldi,
escono delle spazzole che puliscono e luci-
dano gli stivali alla perfezioiie. I lustrascarpe
ne dicoi:o però molto male!
Chiudendo questa rubrica ricordo ai let-
tori che a Parma, prima che il presente Al-
manacco veda la luce, cioè nel prossimo set-
tembre, si sarà compiuto un avvenimento
scientifico di grande importanza, che potrà
influire specialmente in Italia sul progresso
delle scienze: intendo parlare del Congresso
per V Associazione italiana pel progresso delle
scienze (vedasi più oltre l'articolo speciale).
Nelle altre nazioni esistono da tempo As-
sociazioni consimili, ed anche in Italia ne
sono esistite pel passato con gran vantaggio
nella coordinazione dei progressi nei singoli
rami scientifici: ora dal futuro Congresso,
prestabilito a Milano in occasione dell'ultima
grande Esposizione, si potranno attendere i
germi di un'organizzazione specialmente van-
taggiosa nel campo AeW Associazione per le ri-
cerche e della pubblicazione periodica di In-
dici bibliografici completi per ogni singola
scienza.
Anche dal lato finanziario sarebbe desi-
derabile una forte associazione che potesse
disporre dei fondi necessari per le ricerche
dispendiose, cui non bastano le elargizioni
occasionali ed incomplete del Governo o di
qualche singola Società.
Napoli, agosto 1907.
Ing. F. Clèmenzo.
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NEVRASTENIA
Oh mainin» dlrebW 11 protagoniaU do^lt
c,><f.-.. *,cnn come ó dolce questa parola;
..-oarozK* r orecchio.^., ma altrettanto
è la (x^&a.
(tu e an fatto ohe noi siamo ammalati e
?io la malattia del mooIo. vera, speciale, pro-
na di questo eeoolo, e che non si potrebbe
noeplre in nessan altro di quelli che fu-
ouo. è la ntmi-asteitia.
L'illustre prof. Achille De Giovanni, Di-
rettore della Clinic» Medica della B. UniTer-
Profl Comm. Aohxllk Ds GiovAinrx.
finta or* d«l Rtgno
DirtUort dMa Clinica medica di Padova.
-à di Padova e senatore del Regno, il quale
' mpre si è occupato lo mudo speciale della
uevrosi e della nevrasteuia oosì si esprime
nel presentare il suo nuovo rimedio l'Anti-
nevrotico D4 Gif/vanni:
* La osservazione sall'andaraento di molti
sintomi e fenomeni nervo*>i specialmente nella
nevrosi e nella nevrastenia, mi guidò a poco
a poco a comprendere il modo col quale nella
maggioranza dei casi possono prodursi e in-
tratttiH rsi. Kon voglio dire j^e tutti i miei
T ro e siano esattunente conformi
a r.ili: ma non erano certo inve-
. |.^ .«jbè l'esperimento terapeutico li
'.iva. lo vedeva che l'applicazione dei
. generalmente raccomandati in molti
rasi ia.>ciavano me, come tanti altri, in asso:
e venendo sorpreso da fatti di coincidenza
della scomparsa del fenomeno nervoso, con
un mutamento funzionale, del quale sfugge
;. rapporto che può avere col fenomeno ner-
\ uso, sia o sensoriale o motorio possa la sua
insorgenrn ventre dotemilnata dal conoorto
di più anomalie funzionali elementari.
a Intanto r o.sservnztnnc continua sugli
stessi f'»nomenl. mi
terapeutico che br.
influire il centro ([■
cond
iia<«e ad un propetto
— T' - • - - ';-no:
lue
modi; con un mr
sl-
bilità. ed un
motori, ed 1!
-.o«
-•a.
, Man m:i
. ; ...ir-
tuni faceva \\ ,
tate dall'. ;
venni a ci
ricorreva •
siome deli .
azione anti«.p.i>iM.
1... vcuivaiiutlot-
■ ':■ 1 sintomi e cosi
i : .ruiula alla qualo
mi pareva che l'in-
' >);la richiedesse una
sul sistema nervo-
so, uno stimolo nei centri vaso-motori, ed
un cardiocinetico. Le mie esperienze ri-
montano a molti anni addietro, quando mi
ero proposto un tema di terapeutica del
quale spero occuparmi in altra occasione. «
Difatti rAntinevrotico De Giovanni è
un ottimo tonico nervino muscolare: au-
menta la sensibilità dei nervi di senso; la
vista si fa più forte, l'olfato e l'udito più
aouti; stimola le fibre muscolari liscie
dello stomaco e dell'intestino, ed è quindi
un'eccellente rimedio contro la dispepsia
atonica e la stitiobez?:». nna delle mag-
giori molestie per i n i ed uno
dei computi più diffio lieo che
intende provvedervi; .••bolezza
sessuale, accresce i putni della mente;
toglie quel senso di confusione e di peso
al capo (cappa di piombo) che rendono il
neurastenico incapace di attendere alle sue
occupazioni; guarisce l'insonnia e l'ipocon-
dria e con l'uso continuato, libera pure da
quel senso molestie di spossatezza, cascag-
gine e malessere, specie dopo i pasti, che
sono fra i sintomi più costanti della neu-
rastenia. È un tonico cardiaco: aumenta
la contrattilità del cuore e ne regolarizza
il ritmo, oviando alle palpitazioni e ai ni"
teplici disturbi che i neurastenicl avv
tono in corrispondenza del cuore.
L' Antinevrotico De Giovanni stimola il
centro respiratorio, togliendo quel senso di
oppressione e serramento di petto non infr^
quente nei neurastenicl ed isterici.
È un tonico stomatico: promuove la s
erezione dei succhi digestivi, gastro-intesti-
nali ed eccita quindi l'appetito, facilita la
digestione, Inducendo una notevole moiiflca-
zione nel ricambio materiale ed un a
dei processi di nutrizione nel si8t< ;
voso e in tutu gli altri tessuti ed •
L'Antlnevrotico De Giovanni, mentre ser-
ve a tonicizzare l'intero organismo, è anche
calmante, in quanto serve mirabilmente a di*
mtnuire l'eccitabilità riflessa e l' impolsività
del carattere.
L'Antlnevrotico De Giovanni, infine, sod-
disfa a tutte le indicazioni della neurasteoia,
dell'isteria e dell'ipocondria; ne è il rimedio
più completo e sicuro, e deve essere il rim-
dio preferito dai malati e dal medico prati'
Dott. G. G.
ALFABETICO
ANNUALE
DéLLé 16661
Trincipali disposizioni emanate con leggi, decreti, regolamenti,
circolari, ec, dal i» luglio 1906 al 30 giugno 1907.
Acque: 5 maggio 1907, Legge n.o 257. — Ap-
prova l'istituzione del Magistrato delle
acque per le province Venete e di Man-
tova,
Acquedotto Pugliese: 26 agosto 1906, D. R.
n.o 532. — Approva la tabella delle quote
per la spesa nella costruzione e nell'eser-
cizio dell'Acquedotto Pugliese.
16 settembre 1906, D. R. n.» 533. — Ap-
prova lo Statuto del Consorzio fra lo
Stato e le Province di Foggia, Bari e
Lecce per la costruzione, la manuten-
zione e l'esercizio perpetuo dell'Acque-
dotto Pugliese.
Agordo: 4 agosto 1906, D. R. n.» 465. — Con-
cede alla città di Agordo la medaglia
d'oro in ricompensa delle azioni patriot-
tiche compiute dalla cittadinanza nel pe-
riodo del Risorgimento Nazionale.
Agricoltura: 16 agosto 1906, Legge n." 475. —
Approva la convenzione per la creazione
di un Istituto Internazionale di Agricol-
tura conchiusa fra l'Italia ed altri Stati
il 7 giugno 1905.
29 luglio 1906, D. R. n.» 547. — Concerne
l'ordinamento e la ripartizione dei ser-
vizi di bonificamento agrario e coloniz-
zazione.
16 giugno 1907, Legge n.» 337. — Approva
alcune norme e disposizioni sulla risi-
coltura. — (Ved. Sardegna).
Biglietti di Banca: 30 dicèmbre 1906, Legge
n." 657. — Proroga a tutto il 31 dicem-
bre 1907 il corso legale dei Biglietti di
Banca e le agevolezze fiscali per la liqui-
dazione delle immobilizzazioni degli Isti-
tuti di emissione.
Calabria (ved. Terremoti).
Carducci: 17 marzo 1907, Legge n.» 56. — Ap-
prova l'erezione in Roma di un monu-
mento a Giosuè Carducci.
Case popolari: 9 dicembre 1906, D. R. n.» 696.
— Sostituisce e modifica alcuni articoli
del Regolamento approvato con R. De-
creto 24 ai)rile 1904, n.» 1(54 per l'esecu-
zione della legge sulle Case popolari.
Colonia Eritrea: 26 agosto 1906, D. R. n.» 531.
— Approva la convenzione fra il R. Go-
verno e la Banca d'Italia per un prestito
di L. 3,250,000 a favore della Colonia
Eritrea.
5 ottobre 1903, D. R. n.o 562. - Apporta
alcune modificazioni ed aggiunte al R. D.
3 novembre 1894, n.» 463, che istituisce
una medaglia-i-icordo della campagna
d'Africa.
10 gennaio 1907, D. R. n.o 14. — Approva
la Tabella dei tributi per l'esercizio finan-
ziario 1906-1907 per le popolazioni indi-
gene della Colonia Eritrea. — (Ved. Trat-
tati Internazionali).
Commercio (ved. Trattati Internazionali).
Comuni e Province: 16 agosto 1906, D. R.
n.o 563. — Modifica l'art. 4 del Regola-
mento approvato con R. D. 25 novem-
bre 1900, n.o 484 per l'esecuzione della
Legge concernente i mutui ai Comuni e
alle Province per costruzioni e restauri
ad edifici scolastici. — (Ved. Smole).
Contravvenzioni : .19 luglio 1906, Legge n.o 379.
— Concerne la conciliazione delle con-
travvenzioni in materia forestale.
Danneggiati (ved. Vesuvio, ved. Terremoti).
Dazi: 15 luglio 1906, Legge n.o 353. - Mo-
difica la tariffa generale dei dazi doga-
nali nella parte relativa alla applicazione
della soprattassa dell'alcool ai vini im-
portati dall'estero.
17 aprile 1897, D. R. n." 179. - Approva le
tare legali per il dazio sugli olii minerali
di resina, di catrame ed altri.
Diritti d'autore (ved. Trattati internazionali).
Emigrazione: 2 dicembre 1906, D. R. n.o 621.
— Approva il regolamento per il servizio
degli addetti consolari incaricati dell'as-
sistenza agli emigranti italiani.
Esercito: 1» luglio 1906, Legge n.» 298. — Sta-
tuisce gli obblighi di servizio degli uffi-
ciali in congedo.
8 luglio 1906, Legge n.» 305. — Istituisce
i farmacisti militari di complemento, e
modifica il quadro organico dei farma-
cisti militari etfettivi.
12 luglio 1906-, Logjie n.o 843. — Approva
alcune modificazioni al testo unico della
legge sull'ordinamento dell'esercito.
^EEI^
- ri!»: -
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D. n. II.*141. — Accorda
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, „...- -lol
;i militari.
R. n. Wl. — Approva 11
' r le indennità «Tontuali
— (Ved. Kngioitieri).
inbrc vym. 1». R. n.- ^79.
». — Approva
!•> Internazio-
i.<»324, -Con-
:>l^.llleFerrat«Me•
'iune della gestione
Approva
\\<i della
— Approva lo
S:. li previdenza
1": assunto in ser-
vi lnV7.
23 II. rova Io Statuto del-
l' ! Il za per il personale
suto.
Garibald 7, Legge n.» 316. —
A- i^^i<^> alla memoria di Ga-
I t 'V nilione di lire a favore dei
snj. !-!•; j iibaldlni in ristrette condi-
xlooi di fortuna.
28 giugno 1W7, Legge n.» 3M. - Dichiara
f«t^ i,i»7i,.„ .u li giorno 4 luglio 1907.
k nascita del generale Gin-
Genova; r \M)i\nì i2fo6. Legge n.* 319. — Auto-
rizza la conoeasione perpetua dell'acque-
dotto De Ferrmrt-Galliera.
Geometri < \ ed. Ragimieri).
Indennità \ -d. EtetxUoS.
Ipoteche: i'.« loglio 19M. Leg^ n* 370. -
Approva alcoue disposizioni relative alte
Conservatorie delle Ipoteche.
LefS Nasale Ived. Marima).
Lotterìa voi. Ripomsiomi).
Maestri iv- ]. Settolé).
Marina: -' - ''■■- '\ R. n.» 600. —
(y '■ personale del
*'<■ <> per servizio
di >-- ii.r: .rinL
31 j-.nnai'. 7. — Apprrr.
alcuno 11 -ione degli a;
lievi al corso iiunaaìc della R. Accademia
Navale.
7 febbraio 1907. D. E. n.»^. - Modifica
il regolamento pel serrflno delle Dire-
zioni dei lavori e per la Contabilità del
maf«Tiale nei Reali Arsenali e Cantieri
marittimi.
16 ;:)Uk'n'. 11*07, n.» 345. — Concede una Lot-
teria Nazionale a favore della Lega Na-
vale Italiana.
16 giugni ItKr. L<»jr.je n.« 346. — Approva
le dispos 7 V.- al matrimonio dc-
^li nflBci.i larina.
Matrimonio iv , ved. Manna).
Messina
Milano
Monete :
Cimi ti k^jr-vo Ivt;;^!» UtUlu iiiuucti: :>
Ktonall ed estere e degli antlutii Hta
d'Italia.
17 marzo 1907. D. R, n.» 138. - Ai
la II. ZeiH>a a pruvvederd alla cor
di iit: -■ ^- ■ "nr(T«||to pel \uioi 11
min
25 ajM 216. - Approvu
cap't > ;:ì lu norme per i
veiid • i di nichelio mi»'
da CM.:.
Iti Nazionali: il U\^J^\<^ uhm;. D. i
n.« 47S. — Dichiara mouuineiito nar. ■
naie il tumpiu di llera I..aclnla pres^
Cotrone.
I: 29 novembre 1906, D. R. n.» TSa -
Approva il re/ ' ' * - - '---'-
zione dell'art. 1'
n.« S.'il circa 1 •
in< Il I.
Ragioni e n _-e n.« 3'27.
Con .1 professioii
di ra«^.uniurtì u da alcuno disposizioni .^
riguardo.
19 luglio 1906, D. B. n.« 4.'*4. — Ar».r .^
una modificazione all'art 2 del I
che redola l'avanzamento del Ra.
geon '- ^ "' ';f»nlo Militare.
9 di« 1). R. n.» 715. — Approv
il ! per r esectizione deli.
Le_- l.n-,. li. ;j7 sull'eser-
cizi — ■. : i- _ il:.T.«.
Rendita: : • i i' i: '.i". -
Ant. 1 ,/ /.. i.i 1' ■ ,• ■■■ '. ■
bit.. V i'.'.' ' -i r.: .- .ir. '
tatOi-i' ile;ic ic;,iljti' e. ii>u;. ...
in fac-simile a partire dal 1 • ^' ì
22 novembre l»Ort. D. R. n. • !•
cern ' •- ■ ■• . • . . ■
ali
25 ai
nor^
dir..
Sanità Pu:
— M..,1ì:ì.-.i 1 .;,:. :o .1. ;.a ;. .;^o 22 <;
cerni. re l>v>v^. n.' .'>>4'.t per l.i tutela d-i
l'iKieuc e della sanità pubblica.
19 luglio 1906, D. R. n.* 466. — Approva
il Regolamento per l'esecuzione della
legge ri^aardante rassi<»tenza Hanitaria,
la vigilanza igienica e l' igiene degli abi-
taM del Comnnl del Regno.
n.» 61. — Approva
per la esecuzione
iiirc le cause della
UiAlorU u per la vendita del Chinino di
i: 12 luglio l'.XM'. I» It no 4-..-Ì _
Autorizza un ci
prietari delle \>\
sari e Potenza cti-- a..ni« ir imiti. >
loro aziende agrarie secondo 1 precedei! t
rt«»rret1 di poncor^'^.
Stampi ' - - \
Scuole :
tuls.
— 398 —
Segue: Scuole.
29 luglio 1906, D. R. n.o 4G9. — Approva
le norme regolamentavi per l' ai^plica-
zioiie delle disposizioni riguardanti gli
insegnanti delle Scuole medie pareggiate.
28 agosto 1906, D. R. n.° 512. — Approva
alcune disposizioni sullo stato giuridico
degli insegnanti delle Scuole medie.
8 settembre 1906, D. R, n.» 581. — Approva
il Regolamento per l'applicazione delle
leggi sull'istruzione primaria nella parte
relativa alla materia degli stipendi dei
maestri elementari e dei concorsi e rim-
borsi dello Stato ai Comuni.
2 dicembre 1906, D. R. n." 703. - Approva
il Regolamento e le istruzioni per la com-
pilazione di progetti circa la costruzione
degli edifìci per le Scuole elementari. —
(Ved. Maestri).
Terremoti: 19 luglio 1906, Legge n.» 369. —
Modifica l'art. 94 della legge 25 giu-
gno 1906, n.o 265, sui provvedimenti per
la Calabria.
16 settembre 1906, D. R. n.o 511. — Ap-
prova le norme per le costruzioni, rico-
struzioni e riparazioni degli edifìci pri-
vati e pubblici nella regione calabrese
e nella provincia di Messina danneggiati
dal terremoto.
24 dicembre 1906, D. R. n.» 640. — Approva
il Regolamento generale per i provvedi-
menti a favore dei danneggiati dal ter-
remoto nella Calabria.
Torino (ved. Esposizioni, ved. Scuole).
Trattati internazionali: 29 luglio 1906, Leggo
n.o 446. — Approva una convenzione ad-
dizionale alla convenzione di amicizia e
di buon vicinato fra l'Italia e San Ma-
rino del 28 luglio 1897 sottoscritta a Roma
il 16 febbraio 1906.
29 luglio 1906, Legge n.» 474. — Concerne
la convalidazione dei Regi Decreti per la
proroga dell'accordo commerciale prov-
visorio fra l'Italia e il Montenegro del
22 dicembre 1903 e del precedente Trat-
tato di commercio del 28 marzo 1883.
lo settembre 1906, Legge n.» 501. — Ap-
prova il Trattato di commercio e navi-
gazione fra l'Italia e la Repubblica del-
l'Equatore del 12 agosto 1900.
10 settembre 1906, D. R. n.o 543. - Dà ese-
cuzione all'accordo postale amministra-
tivo fra l'Italia e l'Egitto.
16 settembre 1906, D. R. n.o 689. — Dà
piena ed Intera esecuzione all'accordo
conchiuso fra l'Italia e il Portogallo per
la reciproca tutela dei diritti d'autore.
14 ottobre 1906, Legge n.o 567. — Approva
11 Trattato di commercio, di dogana e
di navigazione fra l'Italia e la Bulgaria
del 13 gennaio 1906.
21 ottobre 1906, Legge n.o 568. - Concerne
S^gue: Trattati internazionali.
r esecuzione del Trattato di amicizia e
commercio e navigazione concluso fra
l'Italia e la Repubblica di Nicaragua il
25 gennaio 1906.
13 gennaio 1907, D. R. n.o 27. — Dà piena
ed intera esecuzione alle annesse stipu-
lazioni dell' atto generale firmato ad Al-
gesiras il 7 aprile 1906.
17 gennaio 1907, D. R. n.o 13. — Dà piena
ed intera esecuzione alla Convenzione
fra r Italia e la Svizzera per disposizioni
uniformi sulla pesca nelle acque comuni
ai due Stati.
30 marzo 1907, D. R. n.o 114. — Dà piena
ed intera esecuzione alla convenzione
contro le epizoozie, conclusa fra l'Italia
e la Serbia.
30 marzo 1907, Legge n.o 115. — Approva
il Trattato di commercio e navigazione
stipulato fra l'Italia e la Serbia il 14 gen-
naio 1907.
4 aprile 1907, Legge n.o 134. — Dà esecu-
zione al Trattato di commercio, dogana
e navigazione fra l'Italia e la Romania
del 5 dicembre 1906.
4 aprile 1907, Legge n.o 188. — Approva il
Trattato di commercio fra l'Italia e la
Etiopia firmato ad Addis-Abeba il 21 lu-
glio 1906. - (Ved. Colonia EHtrea).
Vesuvio : 19 luglio 1906, Legge n.o 390. — Ap-
prova vari pi-ovvedimenti a favore dei
danneggiati dalle eruzioni del Vesuvio
dell'aprile 1906.
29 luglio 1906, D. R. n.o 404. — Designa i
Comuni ai quali è accordata la revisione
straordinaria dei redditi in seguito alla
legge pei danneggiati dall'eruzione del
Vesuvio.
16 settembre 1906, D. R. n.o 510. - Approva
il Regolamento per l'applicazione del-
l'art. 61 della legge 19 luglio 1906, n.o 390
a favore dei danneggiati dall'eruzione
del Vesuvio.
3 gennaio 1907, D. R. n.o 17. — Approva il
Regolamejito per la concessione dei mu-
tui ai danneggiati dall'eruzione del Ve-
suvio nell'aprile 1906.
Zolfi : 15 luglio 1906, Legge n.o 333. — Ap-
prova l'istituzione di un Consorzio e dà
vari provvedimenti per l'Industria sol-
fifera siciliana.
22 luglio 1906, D. R. n.o 378. — Fissa le
norme da seguirsi durante la gestione
provvisoria del consorzio obbligatorio
per l'industria solflfera siciliana.
19 aprile 1907, D. R. n.o 213. — Contiene
le norme per l'elezione del Consiglio
d'Amministrazione del consiglio obbliga-
torio per l'industria solfìfera siciliana.
Avv. Bortolo Belotti
Avv. Abrigo Fachkbis.
ARTRITE
r^NOHI DI
VEDI ANNUrMCIO DI FRONTE
. -n'fr •?;> ALL'INDICE GENERALE
GUARITA RADICALMENTl
CON I CEl^^B R»
i
;ì!ifl —
IL TEMPIO DELL'ORO
Ir« Borsa, la sua vita, i suoi congeg^.
Ci
. — È l'tlemento essontiale, U
, .o... •.••^-'>'>M.. fra mtlle mani,
r«, dà vita ad
1 : 1Mndn«tr(a
del Aoo; « una iuat«riii ed una fur/.a. qu<tl-
dM coca di vivo e di instabile, che rifugge i
♦ — .«^..ait ^,, .a .,,. i,..„ ...wMdito forziere,
isi in imprese
' cammino di
lite, pur
Mta.
1 prp^<:n
::i di credito, ir
ormai apparten»:
iju-ho Dicooll, an ■'
nli e couiijierciali cercano
.ivolosi talora, che la Borsa
. ... i..;eH.
> per totto: la specalazione dilaga e
travolge, ma permette al piccolo pro-
prietario di partecipare ad imprese colossali
come il taglio d'un istmo, o la costruzione di
un* Intiera città; e le Industrie più svariai**,
"ochl e nuovi tendono ad assog-
rma nuovissima della " Società ,
■ietà Anonima. ,
1 per azioni. - L' istituzione che
imprese che sarebbero state
v<r..i<> .i.i.i. <'r sono tacciate di pazzia, è la
Società per Azioni che senza dubbio, dopo la
eambiale, fu la più geniale innovazione por-
tata dal commercio, nella viu finanziaria.
E il capitale che sostituisce all' uomo, la
P'^tenza del denaro e del credito che vince
.-ni ostacolo, è l'associazione vasta illimiUta
le domandando poco ai singoli partecipanti,
assorge ad una forca inaudita. Centinaia, mi-
gliaia di piccoli capitalisti riuniti In un solo
pensiero, spinti da un unico desiderio, riu-
niscono le loro forze modeste, per dar Tita
ad nna impresa promettitrlce di forti goa-
dagnL
La Società Anonima Tenne a dar forma a
questo che cento anni or sono sarebbe parao
un sogno. LimiUU la responsabilità del soci
e rappresentata la loro compartecipazione da
un titolo negoziabile per eccellenza quale è
l'azione, la personalità degli azionUti dlTenne
sempre meno importante, {Intitolo girando
di mano in mano, si diffuse fra un gran nu-
mero di persone, e il far parte di nns società
anonima, non voUe più dire intraprender»*
speculazioni m<'nMntlli o industriali, ma sm
pltcemente lm|>i«>ean> in modo più o mei
: " ' • denaro.
fo di aumentare I prop
•n n-nl ria pfi" fn-l^mr
altrt.aUnte luerci, ■• :atte le
leggi della domandi lutte le
oscillazioni di un n;. ,.... .o quan» "
altri mai, sensibile come un barometro >
prìccioso ai temporali e alle burrasche de...
finanza.
Questo commercio si compie in un luogo
Tnfs-tprlnsjn. in un tempio dell'oro ricco di
riti, regolato da in- la-
'•ati da una termi I a
iprensibile ai profai ,a-
ra a elu voglia soflfermarsl un moiueatu a
studiarla no' suol principi.
Lji Borsa. — La parola Borsa. In sert<^^
proprio, sta a indicare le riunioni, autor;
zate con decreto reale, dei commerciane
capitani di navi, mediatori, ec, per trattare
affari di commercio in genere e sopratutto
la negoziazione del valori pubblici e privati.
Questi convegni servono da un Iato ai com-
mercianti per trovarsi senza perdita di tempo
In giorni ed ore fisse, ed offrono loro dal-
l'altro l'opportunità di avere prontamente
tutte le notizie utili al commercio e di ao-
certare il corso dei valori pubblici e privati.
Alla Borsa hanno libero ingresso tuf
coloro che sono capaci di obbligarsi, ad .
cezione del falliti 11 cui nome sto -^-r •
nell'albo, di coloro che furon condii i
pene giudiziarie per reati contro la f«.d. i -
blica o contro la pubblica proprietà, relativi
al commercio e di quelli in fine, che eser-
citano notoriamente l' ufficio di mediatore
senza aver ottenuto 11 certificato di iscrizione
sul ruolo.
La pratica dell'Istituto della Borsa non
i difficile per chi abbia famigliare la termi-
nologia relativa all'oggetto di cui la Borsa
si occupa maggiormente.
Il tttoio. — Sul mercato finanziarlo, dr
•ono le spede di tit4.*li che vengono comm<
date: 1 Utoll o fondi pubblici, e i titoli
fondi prlvatL
Sotto la denominazione di fondi o eff'
o valori pubblici ed anche di titoli o carte d
Débito pubbiieo si comprendono tutti quei '
Pastiglie DUPBE per la Tosse
le più efficaci nelle bronchiti, polmoniti, catarri, ec.
VENDITA PRESSO IL PREPAR.-VTOKE A RI.MIXI - PREZZO! L. 1.
— 400 —
toli che vengono creati dallo Stato, dalle pro-
vince o dai comuni, in dipendenza di prestiti
richiesti per sostenere bisogni di carattere
straordinario e che non possono essere so-
stenuti con le entrate effettive, derivanti dalle
rendite e dalle imposizioni ordinarie (tasse
dirette e indirette).
I fondi privati, comprendono le azioni e le
obbligazioni di società e le cartelle di Credito
fondiario, e presentano forse maggiore inte-
resse dei valori pubblici per la sconfinata
diffusione ch'essi vanno prendendo di giorno
in giorno.
II capitale delle Società Anonime e di
talune società in accomandita è diviso, ab-
biamo visto, in tante parti che sono rappre-
sentate dai titoli e si dicono Azioni.
Le azioni di una società possono essere
nominative o al po)-tatore, però le azioni non
intieramente liberate debbono essere nomi-
native.
A maggior chiarezza ricorderemo che di-
oonsi liberate le azioni il cui importo è stato
intieramente versato.
Sino a questo momento l'azione rimane
vincolata ed iscritta col nome del sottoscrit-
tore nel libro dei soci.
Anche prima della li'oerazio^d i titoli pos-
sono venir commerciati, tenendo -conto na-
turalmente della passività che grava sopra
di essi.
I contratti di Borsa. — Le negoziazioni sui
valori mobiliari, si fanno in due modi diversi,
a contanti e a termine, e su queste due specie
di contratti si basano le più comuni opera-
zioni, quelle che comunemente vengono chia-
mate giuochi di borsa.
È in questi contratti, che la speculazione
appare in tutta la sua portata, lasciando in-
dovinare quanto di fittizio e di falso vi sia
sotto il commercio dei titoli.
Le operazioni a contanti o a pronti, sono
sempre operazioni i-eali nel senso proprio
della parola e cioè hanno effetto con la con-
segna dei titoli e col ritiro del denaro per
il venditore, e pagamento o relativo ritiro
dei titoli per il compratore.
Le operazioni a termine come chiaramente
indica il nome, sono quelle che comportano
la consegna o il pagamento dei titoli a date
differite o fisse che in termine di banca e di
borsa, vengono chiamate date di liquidazione
e ricorrono ordinariamente al 15 o alla fine
d'ogni mese.
Le transazioni a termine sono conside-
rate In generale come speculative e fittizie.
L'acquisitore e il venditore di titoli a
termine, si propongono di ottenere un utile
nella differenza di prezzo del titolo dal giorno
del contratto a quello della liquidazione.
Cosi, chi ac(iuista oggi un titolo per 100
lire fine mese, è animato dalla speranza che
il titolo stesso al giorno della liquidazione,
ubbia un valore maggiore. Supponendo ad
I sempio che il prezzo raggiunto in quel giorno
lai titolo stesso sia di L. 105, il venditore sarà
costretto a procurarselo al corso della gior-
nata, per farne la consegna, sopportando una
perdita di L. 5.
Ora comunemente, per evitare un inutile
movimento di denaro, si liquida la partita,
col pagamento delle sole differenze.
L'operazione diviene fittizia, ed acquista
tutti i caratteri di un giuoco.
Anziché sulla compera o sul rialzo, la
speculazione si può fare sulla vendita del ti-
tolo, ed allora prende il nome di giuoco al
ribasso.
L'operazione, pur rimanendo immutata
nelle sue finalità, si basa su previsioni oppo-
ste, nella speranza cioè, che nel giorno di li-
quidazione il valore del titolo sia ribassato.
Un esempio : Tizio vende una quantità
di titoli, che oggi hanno il valore di L. 100
ciascuno, a fine mese.
Egli spera che il titolo venduto cada pre-
cipitosamente. Se nel giorno di liquidazione
egli potrà procurarselo a L. 80, avrà guada-
gnato L. 20 per ogni titolo venduto.
Naturalmente anche qui, il venditore non
consegnerà affatto i titoli venduti, ma si ac-
contenterà di ritirare dal compratore la dif-
ferenza causata dal ribasso.
Le operazioni a termine presentano il de-
stro a speculazioni su grandi quantità di titoli,
con minimo movimento di capitale, perchè
in caso di guadagno o di perdita, non si do-
vranno consegnare o ricevere 1 titoli, ma
basterà regolare le differenze favorevoli o
contrarie.
Acquistando ad esempio L. 2500 di ren-
dita Italiana 3,75 % fine mese, noi operiamo
virtualmente sopra un capitale di L. 50,000
ma in via di fatto ci mettiamo nella possi-
bilità di incassare, o di pagare a seconda dei
casi, una somma che potrà aggirarsi sulle
500 o le 1000 lire.
Il contratto a pronti, porta invece con sé
la reale ed immediata consegna dei titoli da
parte del venditore e il pagamento da parte
del compratore, e rende necessario un mo-
vimento di capitali conguagliati al corso dei
titoli.
In rari casi l'operazione a termine può
celare un contratto reale e fermo.
Accade ad esempio che un capitalista pos-
sieda un valore il cui corso elevato lo invogli
a realizzare, e che momentaneamente non
abbia a disposizione il titolo stesso.
In questo caso il capitalista può proce-
dere ad una vendita a termine, effettuando
naturalmente la consegna dei valori al giorno
di liquidazione.
Nella pratica tali operazioni sono rare, e
11 contratto a termine serve a mascherare il
giuoco propriamente detto, quale è praticato
da centinaia di individui, che del giuoco di
borsa si sono fatta una professione.
Il fatto che il giuoco a termine non ri-
chiede la disponibilità di grandi capitali, ha
servito a dargli una voga straordinaria, così
la maggior parte di coloro ohe direttamente
o por via di remisiem frequentano la borsa,
si abbandonano a questo genere di opera-
zioni, attratti dal miraggio di grandi e facili
guadagni.
Riporto e deporto. — Le operazioni a ter-
mine si risolvono all'epoca di liquidazione,
che scade al 15 o alla fine d'ogni mese.
Accade però sovente che il compi atore a
tarmine, voglia prolungare la portata della
sua operazione, oltre la data fissata, sia per
non avere a disposizione i mezzi di effet-
tuare il contratto, sia nella speranza di rag-
L'Olio Sasso Medicinale semplice, joOato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
- 101 -
ro(;t delio scailonza, utt
o.
■ ■•»<■■ "on può
•TV aro
j.' sue-
IIU'XIIO, si f«
ho nn prrstitf» rt»
tt'- It, il -jua;.-' v-l;i-
dliiU f«tU «Ila por^
Tie per U i. vicuia.
r* entrm tn i titoli
. ,., .. .v.^..iairll ali» llqii. . ..^ ni guento
dietro 11 Tersatncnto del prezzo stipulato,
•fOcreaciato dt un interesse convenuto fra le
parti. Questo interesse prende in lingua tec-
nica la denomiiiasione di ripario. Si dirà cosi
ohe t riporti sono cari o a buon mercato, per
dire cha l'interesse da corrispondersi per il
periodo di anticipazione mensile o quindici*
i>.ilo .• r>iu o meno elevato.
re che fa riportare i nuovi ti-
I col nome di riportato, in op-
... 9<iVTentore di fondi che si chiama
re.
inpratore riportato deve al giorno
Clona liquidazione, prendere possesso dei ti-
toli, pagandone l' interesse e le apese diverse
o fare un nnr.vn riporto.
iRherà il solo Inte-
delle spese, riser-
. .alla nuova liquida-
~> il nuovo corso di compensazione
•"levato del corso di compensazione
j..vvv.iei>te, egli deve pagare la differenza
stessa, quando il corso di compensazione è
più elevato.
Nella pratica l'agente di cambio interme-
diario delle operazioni a termine esige dai
clienti un deposito cheto possa coprire, prima
delle soe commissioni e spese, poi delle even-
tuali osoUlastoni di ralort, che potessero met-
tere il oliente in perdita.
' '-J o deposito, si fa in denaro
Moralmente l'agente di cambio,
o. ..v..;^..... vii an deposito del 10 o del 15%-
Quando l'operazione volge a male, e du-
rante successive operazioni di riporto le spese
\<i perdita hanno assorbito 11 deposito, l'a-
nte di eambio ne rfdiiede la integrastone.
L'operasione di itpario è precisamente
riverso del riporto, e consiste In un pre-
te di titoli da una liquidazione all'altra.
Come lot-'-razione di riporto è frequen-
tissima, è rara quella di diporto
essendo piegare titoli in deporto
*" modo v..,..»iivo e non eocessivamenie
-.•hioso.
I contratti i premio. — Accanto al con-
tratti a termine e a contanti, •! riporti e ai
deporti, florisoono altri giuochi più o meno
sinceri, basati in massima su rischi sssai forti.
Fra questi, sono comuni, i contratti a
termine l.lnri, o a premio.
Non s.-no molti anni, che qnos»» rat. tr n i.a
di oontmtll è entrata In voic.i tra l ))aii<'lii< ri
che corcano febbrilmente oUcuti da «pcuuac-
chiare.
Il timore di forti perdite causate dalle
convulsioni di borsa, riesce a trattenere molti
dal gettarsi in affari aleatori e sovente ru-
vinosi.
.1 preiHlo tende »
. specie di assio .
razione, quando 4
bcula^M-ro troppo onerosi.
In essi, all'atto stesso della stipulazlon-'
uno del contraenti si rlserba la facoltà di
recedere dal contratto stipulato, e ciò me-
diante una somma pattuita che si chiama
premio.
Vi sono due specie di premi: l'uno co-
mune, chiamato di cui o dont e l'altro detto
ittellafte.
Chi paga il dont, se è compratore, si r
serba la facoltà di ritirare o no i titoli con
trattati (e il premio dicesi a ricevere); se
venditore, si rlserba di consegnare a meno i
titoli veniuti e allora il premio si dice a
eonsegttare.
Naturalmente tale diritto è subordinato
alla risposta che colui che ha pagato il pre-
mio, deve dare al suo contraente nel giorno
convenuto fra le parti.
Ed ecco come si procede:
L'acquisitore a premio stabilisce, facendo
il suo contratto, una penale, pagando la quale
egli potrà recedere dal contratto stesso, che
sarà cosi definitivamente annullato. È facile
capire che il premio varierà a seconda delle
probabilità maggiori o minori di ribasso ohe
presenta il titolo all'epoca del contratto. Così
il compratore potrà al momento della '
dazione rinunziare al contratto, se
non gli parrà conveniente, pagando ^'
Gemente il premio e le spese portate da 11
perazione.
Diversamente corrono le cose per il pr( -
mio gtellage.
Chi paga lo »taiag4, si riserba la facoltà
di ritirare o consegnare all'altro contraente
una data quantità di titoli o, in altre parole,
di essere compratore o venditore, a seconda
delle sue convenienze.
Cosi l'uno dei contraenti potrà a suo pia-
cimento farsi consegnare una data quantità
di titoli, al prezzo di liquidazione o di fine
mese, o costringere l'altro contraente ad ac-
cettarla da luL
Se Tizio paga L. 400 di premio per avere
Il diritto di consegnare a Caio o di tarsi da
lui consegnare per fine mese L. 2000 di Ren-
diU It. 8,75, % ^ eorso di 96,26, preavviso il
36 corrente ore 2, egli nel giorno di risposta
dichiarerà di rIUrare 1 Utoli, se la rendiU avrà
un prezzo superiore alle 97,25, dt consegnarli
se avrà un prezzo minore.
Infatti, se il corso fosse salito a 97.26, Tizio
avrebbe in liquidazione nn guadagno di L. 1
ARTRITE
MNOHt DI
V EDI ANNUNCIO Di F R ONT g
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3UARITA RADICALMENTE 1
CON 1 CELEB R 1 |
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— 402 —
per Of?ni L. 3,75, di rendita, e per L. 2000
il guadagno sarebbe di L. 533; ma questo
guadagno basterebbe appena a compensare
il contraente del premio pagato e l'opera-
zione si risolverebbe senza guadagno e senza
perdita.
Gli acquisti a premio limitano 1 rischi
dell'operazione, mediante il pagamento del
premio che in certo qual modo rappresenta
una assicurazione sull'attare; ma salvo casi
speciali di forti oscillazioni, essi sono poco
rimunerativi per lo speculatore.
Le convulsioni delia Borsa. — I farisei che
un nuovo Redentore dovrebbe cacciare a
sferzate dal Tempio dell'oro, sono legione;
ma si nascondono mirabilmente sotto le vesti
della sana speculazione e sanno vociare in-
vocando, come scusa dei loro loschi com-
merci, le necessità dell'industria e la salute
delle patrie finanze.
Sono difficili costoro da scovare fra la
folla che s' aggira avida intorno al tempio
della ricchezza, perchè i loro travestimenti
sono sempre originali e sempre nuovi. Com-
paiono a volte protetti dalla tuba del ban-
chiere o dal cappello a cencio dell'industriale
affaccendato, si travestono da militari, da
buontemponi, da preti e da funzionari dello
Stato.
Scendono dalla montagna affamati di go-
dimenti e di oro, e si gettano furiosamente
contro ogni ostacolo, decisi di vincere, di
vincere ad ogni costo, rovesciando ogni bar-
riera che possa sorgere sul loro cammino.
Che cosa fanno per questo? Ecco una do-
manda che non ha facile risposta.
Un giorno, fra le infinite e sempre eguali
turpitudini della cronaca quotidiana, compare
sui giornali importanti del regno, un annun-
zio così concepito :
Ci telegrafano da Caracas.
" Nella regione tale, venne scoperto un
" giacimento ricchissimo di cobalto.
" Le recenti applicazioni di questo pre-
" ziosissimo minerale alla elettricità, dicono
" senz'altro l'Importanza della scoperta. Il
" cobalto ha oggi un prezzo elevatissimo, e
" il nuovo giacimento sarà una miniera d'oro
** per 1 suoi sfruttatori. „
Nuli' altro; la forma non è peregrina, ma
In cambio la notizia si presenta semplice e
verosimile. Di dove essa venga è impossibile
saperlo e nessuno se lo chiede; l'attenzione
del pubblico sta per rivolgersi ad altro, quan-
do in uno dei palazzi più eleganti della città,
all'altezza del primo piano nobile, compare
una grande insegna ricca di ori e di vivaci
colori:
'^11 Cobalto,, Sorie'à Anonima per l'eser-
cizio delle miniere di Caracas. Capitale sotto-
scritto 10,000,000 interaniente versato.
Provatevi a salire, e vi troverete in uno
splendido ufficio grande come un ministero,
popolato di cento impiegati che scrivono su
registri di fantastiche dimensioni. Un fatto-
rino possibilmente moro vi offrirà un pacco
di stampati e per di più un piccolo pezzettino
di cobalto.... proprio come lo si estrae dalle
miniere di Caracas.
Ma se voi spin^-este uno sguai-do sullo
Stieler, vi accorgereste che al Venezuela la
regione tale non esiste, e uno scienziato vi
dirà probabilmente ohe in tutta la repubblica
venezuelana non si troverebbe a cercarlo un
centigramino del prezioso minerale.
Non importa. La società è costituita le-
galmente, e fra i nuovi amministratori figu-
rano i nomi più noti delle patrie finanze.
Le azioni sono state emesse a 50 lire....
dopo 10 giorni esse saranno salite a cento e
dopo venti il listino di borsa le quoterà a 500.
Le convulsioni cominciano e la crisi, la
terribile crisi che passa ogni poco come un
ciclone a rovinare i castelli di creta fatti sul
terreno della speculazione, scoppierà vio-
lenta, irrefrenabile.
La danza comincia agitata dapprima, poi
vertiginosa, fantastica. Le " Cobalto „ sono
sulla bocca di tutti. Ne parlano gli uomini
d'affari negli uffici, le signore nei salotti, i
gaudenti nei ristoratori notturni. I giornali
dedicano colonne intere al titolo meraviglioso
che impinguerà le non floride finanze paesane,
e le allodole, le povere allodole della finanza
correranno affannate verso lo specchio agitato
dalla cooperazione di mille faccendieri che
sanno trascinare una folla.
La domanda incessante fa salire i prezzi.
Le " Cobalto „ non danno un soldo di di-
videndo, ma si parla sotto voce dei profitti
futuri. Basta, i piccoli risparmi accumulati
con stenti che non si saprebbero narrare, si
cambiano in azioni.
Il denaro corre verso gli speculatori e i
titoli si sparpagliano nelle calze di lana dei
piccoli ed inconsci risparmiatori.
È il momento propizio per lo scoppio
della crisi, chi si è riempito le tasche di ti-
toli, vorrebbe cambiarli in denaro.... e cerca
di venderli. Le disillusioni cominciano. Le
azioni sono quotate a 1000 lire e a mala pena,
oggi, si vendono a 900. Domani, al primo pà-
nico corso nel pubblico, il valore delle pro-
digiose " Cobalto r, scenderà a 500, poi di colpo
a 100 per precipitare in un'ultima convulsione
a 25, a 15, a 5 lire.
È la rovina e la fine improvvisa di tanti
sogni accarezzati lungamente, e la disillu-
sione terribile di chi si credeva ricco e si
vede a un tratto gettato in una miseria che
strazia e avvilisce.
È una, questa e' la più comune delle crisi
di borsa. Dopo scosse simili, tutti gli affari
risentono di un'orribile stanchezza, la sfiducia
guadagna gli animi e il contraccolpo si fa sen-
tire in tutti i rami del commercio e dell'in-
dustria. La diffidenza sopravviene, il credito
diminuisce e i fallimenti fioccano.
La storia della finanza ci narra di ben
altri prodigi. È ancora nella memoria di tutti
la terribile crisi che arricchì il vocabolario
universale di un nuovo termine II Panama.
Tutta una nazione, i-icca e fiorente, seb-
bene uscita appena da terribili prove, si gettò
con sconfinato entusiasmo nell'impresa che
doveva produrre milioni, il taglio dell'istmo
che unisce le due Americhe.
Qui la crisi più violenta è complessa. Tutti
coloro che specularono sull'affare colossale,
ne rimasero travolti. I fiduciosi che acqui-
starono le azioni a 500 poi a 1000 e a 2000
franchi, si trovarono a stringere dei pezzi di
inutile carta. I finanzieri che specularono
ignobilmente su un disastro che tanto doveva
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è II ricostituente sovrano.
— lor? —
di ZZ.
Un» 11
mii>
dell' ar-
: . Lessep»,
:o il dubbio e
deiroro. Gli
' :u-<amnlato i titoli
prezzi alti, 6 si Ti-
-so.
•ai. lo in an canto onore, oo-
r di patria, giocarono al ribasso.
a t<^rmÌH0 quantità prodifriose
ro in quattro per aume-
?ià conquistava la folla.
. .. e accesso dell' impresa ohe gli
.latori sognavano ora: era la sua
a e immediata; la banda nera
k sua volontà.
E non s'erano ingannati i vampiri, specu-
lando al ribasso, solo previdero per 1 titoli
dtl Panam.^ una caduta precipitosa, e la ca-
duta fa r»I.iti\;i!ii..nte lenta.
I:i (-: Idiote, gli speculatori perdettero
te giocando al rialzo e comple-
istro giocando al ribasso,
ra stata completa in ogni sua
. e terribile nel suo svolgimento.
,.uOCa. — Abbiamo visto le specie
uti più comuni nella pratica corrente
rsa. Altri acrobatismi finanziari, altre
azioni ardite si compiono nel Tempio
(Ifll'oro, ma esse sono riserbato ai professio-
nisti del genere.
Per le menti aperto alle complicazioni
della politica e della finanza, la Borsa è un
campo sconfinato, una palestra aperta ai più
svariati esercizi, ed al salti più arrischiati.
Da tottocfò debbono però tenersi lontani
i piccoli capitalisti che cercano un impiego
lucroso ai loro risparmL
L'incompleta conoscenza di un organismo
complesso e Intricato quale è la Borsa, li met-
terebbe in una condizione di inferiorità di-
sastrosa e li getterebbe poi in balia dei pro-
fessionisti del genere, 1 quali non sempre
regolano la loro azione secondo le leggi co-
muni dell'onestà.
I piccoli banchi di cambio, gli intermediari
non autorizzati, gli usurai vanno a gara nel
cercare clienti da spogliare e certo non sono
mai imbarazzati nella scelta del mezzo.
Essi promettono guadagn^antastJci, rea-
lizzi sicuri e dividendi favoIosL Lavorano
^ e non hanno
Li vittima In
.',.< razioni, dalla
ra che dopo aver subito
falsi progetti
chinar*» il p»\'
da • -' -
fto
.ia
I Ita
non ò
'lutare
parole
V, poco
T
tà
min-
ili nii^rii
h d.;
■ rt!
Come si dovrebbe giuocare. — L'osserva-
zione dei fenomeni borsistici che si svolgono
ogni giorno sotto i nostri occhi ci porterebbe
ad un consiglio elementare ma assai efficace:
giuocare poco.
Giuocare quando le condizioni del titolo e
del mercato in genere si presentino come
realmente favorevoli alla speculazione avve-
duta. E per tentare la speculazione, rivolgersi
esclusiramenté agli agenti di cambio accredi-
tati presso le singole Camere di Commercio
o alle grandi Società di credito, il cui nome
per universale consenso rappresenti una salda
garanzia.
Coloro che sono lontani dai centri d'afl'arl,
le donne amministratrici del propri beni, che
non possono sorvegliare incessantemente le
sorti e il cammino della speculazione, do-
vrebbero astenersi. I piccoli proprietari fon-
diari sparsi nella provincia, i millUri, I piccoli
salariati che riuscirono ad accumulare pa-
zientemente nn gruzzolo discreto, sono ge-
naralmente le più facili vittime di quella
macchina meravigliosa e temibile ohe si chia-
ma la Borsa.
Un vero metodo per il giuoco di borsa
non esiste, come non esistono le cabale si-
cure per il lotto e 1 sistemi certi per far sal-
tare il banco al trtnU-rt-quarani» di Monte-
carlo.
Bono troppo numerose -e troppo svariato
le cause che possono influire sul corsi del
valori di borsa, perchè si possano dettare mas-
sime In proposito. Questo è certo, ohe un
grande acume e una grande perspicacia sono
necessari, ma non bastano sempre a salvar*
gii speculatori dai disastri e dalle rovine.il)
Dott G. Lbva.
(1) Tedi: Im Borm» « il tuo meetanitmo,
O. Leva, Torino, Lattee e O. Editori, l\>
— L. 1,50.
IHSìì^^
CONSERVAZIONE DEL VINO
Decalogo.
1". — Vino sano, senza difetti o malattie
latenti, conti-atte durante la bollitura (fer-
mentazione) del mosto e successive lavora-
zioni; equilibrato ne'suoi principali compo-
nenti, e sufficientemente fornito in particolar
modo di spirito (alcool) e acidità (da non
confondersi con acetosità o spunto).
2°. — Cantina pulitissima, senza nulla di
quanto possa fermentare, o spandere nel-
l'aria emanazioni nocive al vino, liquido de-
licatissimo che assorbe con estrema facilità
gli odori dell'ambiente in cui si trova. Per
tale ragione, in estate sopratutto, non si de-
vono portare a conservare nella cantina ne
salumi, né ortaggi, nò altro soggetto a fer-
mentazione o capace di spandere nell'aria
emanazioni, come fu detto teste. Si evitino
i forti sbalzi di temperatura quanto più si
può: come pure si ripari la cantina contro
i grandi calori, proteggendo i muri con fìtte
piantagioni arboree, riparando le finestre con
stuoie o fraseaglie, aprendole nelle ore più
fresche della notte e chiudendole di giorno.
Una volta al mese vi si abbruci dello zolfo,
in modo da fare una vera solforazione a tutta
la cantina.
30. — Botti pulite, sane, perfettamente pri-
ve di fondaccio e di vecchio tartaro feccioso
(ciò per prevenire la grave malattia del suJb-
bollimento, o vin cercone, mercuriella, ec.) ;
e ben depurate se hanno contenuto vino am-
malato; abolire l'uso della conserva (vino o
residuo di vino) nelle botti vuote; invece,
appena vuotate, pulirle perfettamente, la-
varle, asciugarle, chiuderle e riempirle di
fumo di zolfo una volta al mese. Sempre
nettissime esternamente, e soffrogate forte di
(inaiido in quando, con uno straccio, con pa-
raffina, o colla miscela fatta di chil. 3 di cera
gialla a cui si aggiunge, dopo fatta fondere
a fuoco lento, chll. 1 di acqua ragia o di
olio di trementina.
4». — Travasare una prima volta In dicem-
bre-gennaio, dopo che 11 vino abbia subita
r azione della bassa temperatura sul 7-8 cen-
tigr. per un palo di settimane almeno, poi una
seconda volta immancabilmente in marzo,
j)rima dei tepori primaverili, una terza volta
prima di cominciare la vendemmia, e se il
vino si conserva per anni in botti, travasarlo
in marzo ogni anno. I fondacci (deposito,
feccia) non solo non giovano al vino, ma colle
sostanze inerti contenendo anche germi vivi
di malattie, di ì\ possono minacciare e nuo-
cere al vino; perciò importa allontauarli a
tempo cou yli opportuni travasi.
50. — Colmare le botti periodica-nent?
ogni settimana ad impedire che si formi il
vuoto nella botte, e togliere così il contatto
diretto prolungato dell'aria col vino, dal
quale contatto hanno oi-igine, o sono favo-
rite, le più comuni alterazioni dei vini, spunto
o acetosità, rancidume, fioretta, subboUiinento,
casse, ec; è questa una delle operazioni più
efficaci per la conservazione dei vini special-
mente in estate: per ciò non vi si insisterà
mai abbastanza.
6°. — Chiarificare o filtrare in febbraio-
marzo, onde eliminare le sostanze tenute In
eccesso in sospensione, e così allontanare le
cause che possono o ostacolare la perfetta
limpidità del vino, o fare sviluppare delle
alterazioni nei mesi ealdi.
7». — Usare il solfito di calcio massime
per i vini comuni, deboli, o che non lasciano
pei'fettamente tranquilli sulla loro stabilita,
come sono quelli provenienti da uve gran-
dinate, peronosporate, guaste da crittogame,
o da insetti, o dalla stagione, ec: quantità
12 a 15 grammi per ettolitro ogni circa qua-
ranta giorni (non si fa altro che versarlo
nella botte pel foro del cocchiume); condi-
zione indispensabile è che sia puro, prepa-
rato per uso enologico, onde non introdurre
nel vino sostanze estranee : dal solfito si svol-
ge poco per volta, ma continuamente, del
fumo di zolfo, il quale impedisce l'azione
funesta dell'aria sul vino e rende inerti, im^
potenti ad offendere, i germi delle altera-
zioni; l'uso del solfito è permesso anche dalla
nuova legge sul vino, perchè innocuo e non
lo pregiudica; trattandosi di vini poveri di
acidità, col solfito conviene aggiungere an-
che acido tartarico nella quantità doppia del
solfito.
8". — Per l vini soggetti alle casse (cam-
biamento di colore all'aria) o ricchi di so-
stanze grasse (albuminoidi), quali sono quelli
di uve di terreni fertili o lautamente leta-
matl(i), bisogna aggiungere 50 a 100 o più
grammi di acido tartarico per ettol. (secondo
che 11 vino è più o meno deflcente di acl-
(1) Per riconoscere se un vino è soggetta
a queste alterazioni, se ne mette In due o
tre bottiglie, che si tengono aperte, sceme,
esposte alla luce In locale a temperatura di
20 o 25 cent., e si osserva dopo 24 o 3C ore
se il vino cambia colore, se annerisce, fa del
deposito nerastro e alla superficie si vedono
come del riflessi metallici iridescenti; se sì,
si fa la cura, perchè il vino va soggetto ad
ammalarsi.
mi
>\o
ro
m
'11
l.ui -■pr».
'J-. — Imbottigliare in marzo, In giornate
»or- IX- con altn pressione barometrica. I vini
sui'<':t n tu 1 >; imbottigllauo dopo che ab-
blAUu i>ii>.<vUt
meno di due Inverni in
io*. — N !.i ut i>r<-t{iu<li/.it non
fondati altr" iiornn/a o sul cieco
empirismo. <.• ...... .'.....«ro alla luna cb«> nelle
faccende della cantina non ha nulla a che
fare.
INGRASSAMENTO DEI BOVINI
È pratica nella quale tutu dal più al meno
hxniio la mano, come si dice: ma vi sono
talun<> ooiulisioni alle qaali non tutti badano,
credo n. lui.' di p.nc.T conto, e che, per lo con-
trarlo, ooir.i mo.
litneral: ^tinano all'ingrassa-
n^ento anr ; da tiro e le vacche
]>.H-t> re<l(liti\f o da i>carto. Vanno ingrassati
per 1 priiiu vi al più presto i buoi da tiro
nji'lt • i •• 'he in età giovane sono un
evvtll ile da ingrasso, e costitui-
scon.' . .speculazione, mentre come
animali <i:( uro. sono di p'ù poca utilità. E
per lo contrario, gli animali troppo veochi e
sciupati, frusti, sono i meno convenienti, per
U ragione <^e per un proficuo ingrassamento
è della maggior importanza che il foraggio
impiegato veutra utilizzato al massimo grado:
orbene, è certo che un animale molto magro
richiede una quantità straordinaria di cibo
prima che si inizi uno stato proficuo di in-
grassamento; consuma cioè una quantità di
mangime sproporzionata al risultato, pel fat-
to che uno stato di eccessivo dimagramento
agisce sfavorevolmente sulla formazione dei
tessuti, della carne, del grasso. Conviene l'in-
graaMunento di un bovino adulto sempre
quando ogni SI ore si abbia un incremento
nel peno rivo non inferiore a 0,20 per cento.
Ì.C attitudini, le favorevoli disposizioni al-
l' ii);.'rassamento hanno pure la loro parte uel
•- - -ato finale.
soelta degli animali all' ingrassamento
be dunque farsi tra soggetti in buone
r^ ii'iiuool di nutrizione, dell'età dai 5 agli
8 anni, con ossatura non troppo groasolana,
tronco largo « profondo, petto ampio, spalle
robuste, corpo rotondo bottiforme. con ven-
tre né pendente né rattratto. lombi larghi
e pieni, fianchi spaz'osl. coscie polpute, croce
1 trga, dorso dritto e largo, pelle distaccata,
;-essa soffice, ricca di pieghe, temperamento
iraoquillo e vivace appetito (G. Kuhn). Oli
animali di media taglia s<^>no quelli che di
solito rimunerano meglio l'ingrassamento.
Fatta una buona scelta, tftra condizione
rimaria di snooesso è l' alimentazione, si sa.
Ma per ingrassare non è a credere basti ca-
ricare la mangiatoia di buoni mangimi: .si
ARTRITE
T/^NOHI DI
VEDI ANNUrvJCiO Oi frOnxe
-:■:- -:•- A ll- INDICE GENERALE
deve, invece, non lesinare l'alimento, d' ■
cordo, ma somministrarne all'animale qu>'iKi
quantità che esso è capace di utilizzare, senza
sovraccaricare gli organi digerenti, e non
di più.
Un brusco passaggio dall'alimentazione
ordinaria a quella da ingrasso determina non
soltanto un'incompleta utilizzazione dell'ali-
mento, e quindi uno sperpero; ma, a motivo
della voracità degli animali, è pure cagione
di disturbi digestivi, che l'ingrassatore deve
ad Ogni costo evitare. Da principio l'alimen-
tazione non sia fatta subito con predominio
di sostanze molto nutritive: la si renda in-
vece gradatamente sempre più generosa e
nutritiva, a misura che gli organi digestivi
dell'animale sono in grado di utilizzarla:
lo che si riconosce per un 'accresciuta pasto-
sità dei tessuti connettivi che stanno sotto
la pelle; allora è venuto il momento di spin-
gere l'ingrassamento con razioni ricche. Se
in sul finire dell'ingrassamento l'appetito
rallenta, si diminuisca il contenuto in so-
stanza secca, e si faccia maggior uso di ali-
menti facilmente digeribili, come la farina
dei cereali, ohe ha davvero una speciale Im-
portanza nell'ultimo stadio dell'ingrassamen-
to. Non si dimentichi mai di fare uso di salo
pastorizio: ha una grande importanza por
mantenere vivo l'appetito ed integra la
Iute del bestiame, condizione prima per tra
ne il maggior profitto del cibo.
Il numero dei pasti più conveniente è di
tre e dati sempre alla stessa ora; non si fac-
cia mai una seconda somministrazione di fo-
raggio prima che la precedente sia stata
dirorata. a meno che sia alterata, o non
piaccia all'animale.
Quiete, tranquillità assoluta, poca In
temperatura moderata (15" a 18* C), letti' :
sana, abl>ondante, strigliatura e spazzolati! n
giornaliera: queste sono altre condizioni ii<
cessarle.
Quando conviene cessare l'ingrassament
Generalmente quando l'aumontn di pe«o pv
naliero diioende sotto il «^ '
E quindi necessaria la
possa esattamente dirci s'
vi sia nell'ingrassamento.
GUARITA RADICALMENTE j
CON I C ELE B R I
I
— 406 -
BACHI DA SETA
Tn un grammo di uova (semi) di bachi da
seta vi sono in media 1300 a 1500 uova se di
razza nostrana, 1500 a 1800 se di razza giap-
ponese. Da un grammo di uova si ottengono
da cliil. 1 a 2,5 di bozzoli di razza nostrana;
0,1 a 1,9 se giapponese, secondo che l'alle-
vamento riesce discreto o ottimo.
Età I» giorni 6 compresa la dormita.
^ II* „ 6 dalla levata alla dormita
compresa.
r, III» „ 7 id. id. Id.
„ IV» „ 8 id. id. id.
_ V» - 9 dalla levata alla salita.
Spazio sulle stuoie
aumentandolo gradata-
mente durante le rispet-
tive età coi regolari dira-
damenti in modo che tra
un baco e l'altro vi sia
sempre posto per un
terzo.
Età 1» mq. 1 a 4
„ II» « 4 a 8
„ III» r, 8 a 14
„ IV» „ 14 a 36
„ V» . 36 a 70
Foglia
per ogni età.
chil. 5 a 6
„ 15 a 20
„ 45 a 60
« 130 a 160
„ 750 a 900
Col sistema friulano (col quale i bachi nel-
r ultima età, e, volendo, anche a partire dalla
terza, si tengono su cavalloni o su piani oriz-
zontali e ricevono la foglia attaccata ai rami)
bastano 25 metri quadrati di superficie, e oc-
corre da un quarto a un quinto meno di
foglia di quella suindicata, necessaria col si-
stema comune.
Incubazione, — Fino a tutto marzo il seme
va tenuto non In sacchetti o a strati spessi,
bensì disteso a strati sottili in scatole ben
aerate, ad una temperatura costante non su-
periore a 40 o 5» R. Poi aumentai-e gradata-
mente la temperatura ad 8» o 9» al massimo,
Impedendo nel frattempo ogni oscillazione
di temperatura, ogni salto Indietro; e rego-
larsi coU'andameiito della stagione per por-
tare ulteriormente gradatamente il seme a
ITo-lH» R. per l'incubazione. Per cominciare
questa non è sufficiente criterio che la tem-
peratura sia mite, che molti alberi siano
carichi di foglie: è necessario attendere che
i gelsi della propria località abbiano già le
prime foglioline, allora si dà principio all'in-
cubazione, sollecitando o ritardando secondo
che il seme durante l'inverno fu tenuto a
temperatura più o meno bassa.
Quanto più bassa sarà la temperatura della
canaera di conservazione, tanto più lenta-
mente si porterà il seme a 10° R.. alla quale
temperatura lo si terrà per 2 o 3 giorni, si
aumenterà poi di 1 grado per ogni 24 ore
fino a toccare i 14 gradi.
A 14° lo si terrà per 48 ore e poi si avan-
zerà di 1 grado ogni 24 ore fino ai 16» R.
(20° C.) e si terrà poi per 2 giorni a questo
grado; quindi di nuovo si aumenterà il ca-
lore di 1 grado per giorno fino a IS.» Con
ciò si comprende che non si può ottenere
una regolare schiusura o col calore del corpo
umano o nel letto, o simili: bensì ci va o una
incubatrice o una cameretta risealdabile. Non
bisogna mai spazientirsi se lo schiudimento
va un po' a lungo: si aumenterà la tempe-
ratura di un grado, solo quando saranno
schiuse le prime uova. Nella stanza o nella
incubatrice si tenga un secchio o recipiente
pieno di acqua, affinchè non manchi l'umi-
dità nell'ambiente.
Levata. — Per levare i bacolini si stende
sul seme in schiusura un pezzo di garza o
crivellone rado, sopra un foglio di carta bu-
cata (a fori piccoli e ravvicinati) e sopra
questo si spruzza uno strato leggero ed uni-
forme di foglia finamente tagliuzzata; met-
tendo direttamente la carta forata o la foglia
intiera sul seme, coi bacolini si portano via
facilmente anche dei semi, 1 quali schiude-
ranno con ritardo irregolare, causando così
disuguaglianza: si levano, si portano al sito
destinato, a temperatura di un paio di gradi
soltanto più bassa. Si dispongano radi, si ten-
gano subito radi fin dalle prime ore, ad ogni
pasto si diradino a niezzo di foglie intiere
messe qua e là; altrimenti tenendoli fitti
fitti, accavallati, muoiono a centinaia, a mi-
gliaia, soffocati o di fame, senza che ve ne
accorgiate.
NUOVA RACCOGLITRICE PER LE OLIVE
La raccolta delle olive è operazione che
si fa generalmente a mano. Ma la mancanza
di mano d'opera ohe si va vieppiù accen-
tuandi), causa l'emigrazione, crea delle gros-
se difficoltà anche ai proprietari di olivetl
per la raccolta del frutto.
L'ingegnere V. Gandolfl di Genova ha
Ideata una raccoglitrice che risolve bene il
problema. Essa e cusUtuita da un telaio mou-
tato su due ruote. Alla estremità anteriore
del telaio sono fissati dodici cilindri a spaz-
zola, isolati uno dall'altro, percnè si adattino
alle irregolarità del terreno in modo che non
è necessario prepararlo perfettamente piano.
I singoli peli delle spazzole sono costitniti
da piccole spirali flessibili, terminate da una
capocchia sferica. Avanzando la macchina sul
terreno spai-so di olivo, le spazzole, per scm-
LIQUORE
TONICO DICESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
• liscia (li
Ile Unto
ime pro-
olive unno qaanU In-
^.1 alila del prodotto U rac-
ouiia; appnexzf ranno quindi l'utilità di qucsU
nuora raccoglitrice, la quale, oltre a procu-
rare uoa forte economia nella spesa della
raccolt*. intluisoe anche favorevolmente sulla
qualità del prodotto.
Muova baccooijtbicb pkb olitc
MALATTIE ED INSETTI DELLE PIANTE
Vftc.
Il solfito di rame è sem>
pre il rimedio soTrano: il sistema di darlo
itt tolmaiomt mll» foglia » tu polver» «tu' grap-
poti « «M* mm09Ì germogli appena cominciano
I twilupparsi, è quello che nella graude pra-
oa fa ottenere il pieno risultato di uua si-
ira e completa difesa. Il solfato di rame si
dà in soluzione colla calce in queste propor-
zioni: calce spenta (in pastello) grammi 800
o 900, o da spegnere (pesata come esce dalla
fornace) mezzo chilo, solfatq di rame chilog. 1 :
quando l'invasione scoppiasse riolenta, diml-
j,.,,-^ -^. .... qnarto la quantità della oiloe:
misto a zolfo al 5% (potendosi
r re contemporaneamente anche
' >iiio). i.a condlzir»ne della difesa è che *miU
'jli* 4 mù grappoli pi già »0mprf il Hmodio
injtMort; quindi cominciare i trattamenti
appena t nuovi germogli hanno raggiunto la
loagfaezza di 8 a 10 centimetri, continuarli
mao mano si sriluppano afflnchè la nuova
^ '^getazione sia essa pure temprt protMta, e
(>eterli ogni volta o per esaurimento del
Rimedio (circa 23 o SO giorni da ogni trat*
lamento generale) o per condizioni di sta-
gione (piogge, temporali, burrasche, ec.) la
▼ite rimanga priva del rim^o.
I periodi più periocdosi, ed in cui per
conseguenza è più necessario ohe la vite, e
cpedalmente i grappoli, si trovino permaneit-
ttmmt* in isUto di completa difesa, sono
qnando i grappoli sono formati, poco prima,
dorante e poco dopo la fioritura, al princi-
pio dell' iuvaiatura (quando l'u^^a comincia a
'•'Morirsi): questo pei grappoli: — per le fo-
' e, la difesa è sempre necessaria, ma è par-
molarmente da raccomandarsi una completa
dir<;sa delle foglie così dette maggenghe,
quelle che sono più vicine alle uve dalla
parte superiore del tralcio, da quando inco-
mincia il periodo della maturazione alla ven-
demmia, perchè è in esse che si prepara lo
zucchero che passa poi nell'uva.
OTd'o. — Si combatte con lo zolfo: è un
rimedio preventivo, ma anche curativo; però
e sempre meglio prevenire, onde avere I'uva
netta, sana. Si cominciano le solforazioni
quando i nuovi getti hanno raggiunto la lun-
ghezza di 8 o 10 centimetri. 1 periodi in cui
sono più particolarmente necessarie le S"!
forazioni sono: alla fioritura, poco prima
mietere, poco prima che l'uva cominci ad
Invaiare (a colorirsi e maturare).
Airtnenoti (vaiolo). — Il sistema di difesa
più sicuro è di prevenire la malattia, lavand <
o spennellando 1 tralci di 1 o 2 anni, e megi
tutta la pianta dopo averla scortecciata, e<> i
una soluzione fatu di 40 chilogrammi di sol-
fato di ferro. 1 di acido solforico e 100 litri
di acqua. Questo trattamento va fatto dopo
l'Inverno, prima che lo gomme si muovano
(io febbraio).
Marciume o ma! bianco delle ridici. — Sra-
dicare e distruggere le piante am-nalate; <!
slnfettare il terreno lavorandolo profon'l ^
mente e rimescolandovi calce viva o irr -
randolo di una soluzione di solfato di ratn«
al 3 o 8 per cento, oppure iniettandovi del
solforo di carbonio in ragione di 200 a 800
grammi per metro quadrato; distruggere
cwmpletamente ogni rimasuglio o detrito di
radice, se no si ripropaga il male; non n
piantare se non dopo un anno da ques-
operazioni, durante il quale il terreno va 1 >
vorato parecchie volte; drenare il terrea.
Clorosi {ingiallimento <UUe fogli*), — l'u
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
408 —
tare le viti ammalate prima dell' inverno, e
precisamente appena cominciano a cadere le
foglie, e poi applicare subito sui tagli fatti
alla potatura, e su tutta la pianta, una so-
luzione fatta a freddo con 40 o 45 chilogram-
mi di solfato di ferro in 100 litri di acqua:
fare in modo che la scorza ne rimanga ben
imbevuta.
Erinosi (fitoptosi). — Di solito si arresta in
seguito alle ordinarie solforazioni. Asportare
ed abbruciare le foglie infette.
Arrossamento delle foglie. — Contro l'ar-
rossamento delle foglie causato dall'insetto
Tetranicus Telarius (insetto che si è consta-
tato che reca gravi danni anche allo sviluppo
dei giovani bottoni) in Francia si ottenne un
completo successo coli' uso dello zolfo preci-
pitato alla nicotina: giova anche l'estratto
fenicato di tabacco in soluzione alI'lVg o 2
per cento.
Cochylls {tignola, baco, bruco dell'uva). —
Scortecciare le viti in inverno ed abbruciare
ciò che cade colla raschiatura, e spennellare
tutto il ceppo colla poltiglia bordolese molto
densa (3% di calce, 3% di solfato di rame):
o meglio colla miscela Laborde, calce viva
chil 30, olio pesante di catrame 10, soda
caustica 1, solfuro di carbonio 5, acqua 54 ;
si scioglie la soda in 24 litri di aequa, poi
vi si versa lentamente, agitando sempre, la
miscela di olio pesante di catrame e di sol-
furo di carbonio: quindi questa miscela si
incorpora a poco a poco colla calce fatta spe-
gnere a parte con acqua, rimescolando sem-
pre, onde ottenere una massa ben omogenea.
Con questa soluzione trattare anche i pali.
Taglinre le punte alle canne che lian;^o ser-
vito da sostegno ed abbruciarle. In prima-
vera-estate colle dita e con una pinzetta
schiacciare l'insetto (larva) che alla fioritura
sta annidato nel gomitoletto fattosi nel grap-
polino di uva: giova pure spruzzare sui grap-
poli invasi, per tempo, appena si vedono
formati gli accennati gomitoletti, una di que-
ste soluzioni insetticide:
a) Sapone nero molle potassico chil. 3,
Acqua litri 100;
h) Sapone chil. 3, alcool ìd. V'g. benzina
o petrolio id. 1% a 2, acqua litri 100;
e) Sapone chil. 3, polvere di piretro id.
1.500, Acqua litri 100;
d) Sapone chil. 3, essenza di tremen-
tina id. 2, acqua litri 100;
e) Solita poltiglia bordolese più 1 V2 per
cento di rubina.
Noctua aquilina 0 cipollara. — Dare la
caccia di notte sui tralci e praticare dei fori
vicini ai ceppi entro ai quali fori l'insetto si
raduna e al mattino schiacciax-velo.
Rinchite 0 sigaraio. - Raccogliere le fo-
glie rotolate incartocciate come sigari, e ab-
bruciarle per distruggere le uova che con-
tengono.
Pirale. - Formula Targioni: da una parte
si fa una mescolanza di 10 chili di solfuro di
carbonio o di petrolio con 1 di olio di pesce,
dall'altra 2 di potassa del commercio in 10
di acqua: si uniscono le due soluzioni agi-
tandole in un recipiente di legno: infine vi
si aggiungono 50 litri di acqua. Si spruzza
sulle foglie e sui tralci: quando sono giovani,
è necessario allungare di più la miscela.
SCOTICATORE DEI PRATI
Quando occorre sistemare un prato o rin-
giovanirlo, come si suol dire, senza perdere
il vantaggio della cotica esistente, se ancora
in buone condizioni, lo si scotica, cioè se ne
taglia la cotica a quadrelli, si ammucchia, si
fauno le operazioni necessarie al terreno, e
scopo. Questo arnese ha per organi lavo-
ranti tre dischi taglienti: i quali staccano
verticalmente due striscio di terreno, ed una
lama orizzontale che stacca le strisce stesse
dal suolo. Con questa macchina si rispar-
miano i tagli che sono I più faticosi, si opera
Scoticatore dei pbati Bozzi.
poi si rimette la cotica a posto. È questa una su 20 pertiche milanesi al giorno, e un opc-
operazlono lunga, molto dispendiosa e che rain su terreno cosi preparato impiega a oom-
non sempre si fa bene, e quindi II risultato piere il restante lavoro mezza giornata per
non compensa sempre. Un agricoltore lom- pertica.
bardo, il signor Bozzi di Trenno milanese. La convenienza che si ha impiegando lo
ha Ideato uno scoticatore che risponde allo scoticatore, è grandissima. L'ingegnere .\m-
— HìO
«u «Uii« M *U« lOU ii(«, »«rv« p«r tuulU l'up«r«to si aiI«Uoa luului meno.
LA GALLINA VALDARNO
Dorso. — Spiovente fniiiltn (Ji laii<-.f(.' hi!
1 t:h.' e iK-iulontl.
i Spalle. - Assai lar^rh- s.n/.i .ss. r.- (in .
»~ • drati- corno nt>Ilo r.i/./<' asi.it icln-.
ti .•• Ali. - Piuftusto liuu'hc ii'l.r.-iifi ili <-Mrj
C« . i ') Petto. — li»Mi proiiuu/.iuU>, rutuuJu e ^jin;
g« <lu«"sto gente, coscli- pi.liujM?.
•i' iratterl Tarsi. - Nudi, p'uttosto corti • forti r
9*- n ...v».ii.iu SU al- me generalmente nelle razze ri' - "
cv. ipato anche il Con- luppo, di colore seuro, dita (jiir
f r tnra d! MantoTa. p zampa cfn n!ij:hi- lunghe e di .
si amai aiu maggiore e C<il.\. nento molto eretto, ji.
lUliana. il cav. U1>aldiii>> i intere alquanto largii'
Guidi, di presentarvi lo ijv nate.
Taldamo. Credo utile farlo cuuosocre quulc Portamento. - Ardito e Aero, voce squil-
tu approvato dal Congresso, aooiò poasa ter- lante.
Tire di guida nella selezione di questa razza Volume. — Un poco superiore a quella
pregerolissima, ben sapendosi quanto la pu- delle comuni.
rezza della razza e la continuità sua nelle Livrea. — Nera oniformemente in tntt
-^produzioni influiscano sul prodotto. il corpo senza accenni ad altra tinte.
OMCrìtione. — Pollo di volume poco più Carattere. - Assai vivace ed ardente.
. zo della razza italiana, s&nza minima trac- PeSO. - Tre chili (3 kg.).
c\A di ciuffo e di calze, mantello uniforme-
menta nero, portamento ardito, svelto ed Qatlina*
elegante. Origine, Valdamo inferiore, pianura
Nelle caratteristiche generali la gallina
— Piuttosto minata. non differisoe dal gallo altro che per il vo-
— BusUctssima, molto precoce, di lame del corpo un po' inferiore, nella cresta
io allevamento, vagabonda, ottima ^^^ è ben pronunziata, ma invece di esset '
fatstrlce e pochissimo inclinata a covare. eretta è ripiegata su un lato della testa. p<
QitaHti della carne. — Delicata e saporita. ' bargigli che sono assai meno lunghi e più
rotondi ed anche gli orecchioni sono alquanto
Qaiif. più piccoli, i tarsi sono per la maggior parte
più scuri di quelli del gallo.
TMtaL — Voluminosa e più forte ohe nella Pmq. — Due chilogrammi e mezzo il mi
cornane, cresta alta, svllappattssima, carnosa, nore.
•oempla. regolarmente seghettata (sei denti) rMO Mito nova. — Dai sessantasel al set-
terminanti con uno di forma quasi rettan- tantaquattro grammi per cadauno.
?olaro di colore rosso capo, forte alla base
qoale oombacta saldamente col becco e Scala dei punti.
• oocazKolo e si prolanga Indietro senza
:nbaeiare colla nuca; becco sufflcientemen- H *,_■ ■■*.■■. ^^
lungo e leggermente corvo In panta e di Orecchi .ni e bargigli 15
:ot«comeo:gaanoe tosse accese: bargigli Larghezza di spalle . io
at>bondanU e langliisatml, rossi come la ere- Lung^ozzad*.| dorso 6
sta. occhi con iride arandone e pupUla nera ^o^» lunghezza e portamento . 6
dilatata vivacissimi, oreooblonl di colore blan- Livrea nera completa 20
i e di forma ovale, talvolta con qual- Lunghezza e spessore del tarsi . 10
itura rosea. Volume 10
' o - Alnuanto arcuato non lungo e Aspetto generale - 10
100
LAVATURA SPURGO ED IMPASTAMENTO DEL BURRO
Sono operazioni che influlsronomoltisslmo mentre è allo stato di irr.imiLizionp; ma il
la bontà e sulla conservazion»* del burro, prof. Besana raecoin.inda di farlo quando le
1 si libera il burro dal latticello e più fa- granulazioni non ttonu f>iù i/rwnf dei grani
cilmente il burro si conserva. Per togliere di rivo: si deve perciò esplorare di frequent'
il latticello al burro il mezzo più pratico e il contenuto della zangola durante lo sbat-
più spedito è quello di lavarlo nella zangola timento, per poter arrestare a tempo oppor-
L'Olio $a$$o Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
410 —
tuno il movimento e procedere alla lavatura
del burro; poiché quanto più il burro è mii-
nuto, tanto più intiuìamente si lava; se si
lascia oltrepassare il momento giusto, si trova
nella zangola il burro allo stato di grossi
nnduli, ed allora la lavatura diventa imper-
fetta ed inefficace, perchè l'acqua non può
penetrare nell'interno del burro ed esportare
le sostanze in essa solubili. Questa operazione
il prof. Be^ana consiglia di farla così: allor-
ché i grani di burro hanno raggiunto la gros-
sezza opportuna, si spilla il latticello dalla
zangola e si versa in quest'acqua, nella pro-
porzione di un terzo ad una metà del latti-
cello estrattone. Si imprimono pochi giri alla
zangola, dopo di che si spilla l'acqua di la-
vatura, la quale risulterà bianca, e la si so-
stituisce con nuova acqua limpida ; girasi
ancora la zangola per alcuni istanti e si ri-
pete la lavatura con nuova acqua se si ritiene
ciò necessario. Nelle circostanze ordinarie
bastano due lavature: ma qualora il latte
fosse di cattiva qualità, o che la panna fosse
troppo acida o di qualche proprietà anor-
male, conviene praticare tre l?ivature. Natu-
ralmente nella stagione calda, l'acqua da
lavare il burro deve essere raffreddata a suf-
ficenza con ghiaccio. Durante l'ultima lava-
tura si conduce il movimento della zangola
in modo da agglomerare vieppiù il burro e
poterlo così ritirare facilmente con una mano
o con una spatola. Non è vero che, come
pensano i casari, colle lavature 11 burro cali
di peso, perda il sapore e pi-ofumo, che il
burro si snervi, e così via. Sono obiezioni
che non sussistono: ma quando anche aves-
L' anzidetta operazione si completa col-
V impastamento del burro, che oltre allo scopo
di spurgarlo, lo rende compatto ed omogeneo.
Questo lavoro è difficile e faticoso se fatto a
mano, è facile e comodo se fatto con mac-
chine apposite; anche senza considerare che
Impastatbice a tavola kotativa.
le mani debbono toccare il meno possibile
un grasso così delicato com'è il burro, so-
pratutto per questione di pulizia.
L'arnese più semplice per impastare il
burro è la gramola; ma vi sono arnesi che
compiono iì lavoro assai meglio : tale è l' im-
pastatrice a tavola rotativa. Un uomo appli-
cato alla manovella, fa girare lentamente la
tavola circolare; un altro uomo mette su
questa il burro da lavorare, il quale, pas-
sando sotto il rullo scanalato, viene schiac-
ciato e spurgato; appena uscito il Imrro dal
rullo, l'operaio lo arrotola e lo volta ad an-
golo retto, In modo da presentarlo nuova-
mente al rullo in senso diverso dal preceden-
te. Contemporaneamente, un secchio pieno
d'acqua lascia cadere un filettino d'acqua
sul burro, allo scopo di vieppiù purificarlo
ed anche di raffreddarlo quando occorra;
nell'estate quest'acqua deve essere rafi'red-
data con ghiaccio per mantenere una suffi-
ciente durezza al burro.
Spatola di leono per burro.
Gramola ikr iìii'astare il burro.
sero qualche fondamento di vero, il Besana
osserva, e ben a ragione, che cadrebbero da-
vanti al grandissimo vantaggio che si rag-
giunge colla lavatura, qual'è quella di una
maggior conservabilità del burro, vantaggio
assai apprezzato iu commercio.
Il burro si fa passare otto o dieci volle
sotto il rullo scanalato e poi si modella in
pani. La temperatura più opportuna per lo
.spurgo del burro secondo il Besana è da 8 a
12 R. Per evitare quanto più é possibile il con-
tatto del burro colle mani, si adoperano spa-
tole di legno per voltare, per raccogliere o
portare il burro.
PERCHÈ IL TERRENO VERGINE È SPESSO DANNOSO
Ter t<»rrfno vrrt:lii- <.•. in'ond.' ,iu.;ii> rtu>
St«imin«<lt*Uunt>iito •..■!:.. 1.' v;i.ito i-nltiv.»t...
•moaaoooi aolit; s! iato di terreno
ttn»nìm»nf < h.- — di natura
•fttalc. oqoMi. A .1... w ' ~ • — '
0 ponto sfrattato dallo i-'
Ti ai aceumuiano i mati ri.; .
n acandono dallo strato attivo, ai amie.
Una delle principali ragioni per cui si oon>
stgliano laTorl più profondi, è appunto qaesta,
di sfruttare le risorse fertillzranti che sono
latenti nello strato Tergine del terreno, oltre
a'inteud*; frll altri benefici di cffrire alle radici
an maggior cubo di terra smossa sana, di
Immagaazlnare maggior riserva di acqua, ec.
Dato ciò, parrebbe la cosa più naturale
quella di tirar su quanU più terra vergine
si posM: ma In pratica si sa che, coltivan-
doTi pianto annuali, spesso Inveoe di an van-
teggio se ne ha uno svantaggio. Perchè? Per-
chè la terra è ingrata, si dice volgarmente,
è aelvatlca. Ma con ciò si spiega ancora poco
e troppo empiricamente. Già il mio maestro
Glo«<'nnt> Aiit.>iiio Otuvi aveva spiegato il
Cstt in cui si trovano i mate-
riali I contenuti nello strato ver-
ci" -*' ^ airalimentasione delle
1 ..i !upo, diceva, perchè tali
ii..> ISSO degli agenti atmo-
sierici, pa&sino dallo stato inerte allo stato
attivo, arabile. Ultimamont<- il l'^'^'lLunpi
diede una spiegasiono più (iK.iMt In <|ii ii<-,
mentre conferma in tnissun.i ,|ti, ii;i d.-nnt-
tavl. da la esauriente i.it;i.iii.' .(••I i--ii..tii.'iiu.
II,,. .11., ,.).,. .1,..,..,.,., i,itiiiii;i/i..ii.', t! vh.; o
i iii.it. r.. 4 attlvii, atta
• |i:;iMt". ii\ \ ione per
opera ai ninniti-- mi «s-. ri viMuti, luicror-
gsnisml. La lun> ]>ii.s< n/.a .■ assolatamente
neoMsaria.
Qaasto adente, «l;»--- il I>.-^rhaini)H. non
esiste In tntti i t.-n.-M. lu.inca «lovi- non c'è
aria, calore ed umidita; nei tirreni buuni ò
sopratutto abbondante nello strato smosso
dall'aratro; e ciò spiega, conchiude, come la
lavorazione profonda delle terre fatta d' un
colpo solo e portando alla superficie molto
terreno vergine, sia cos'i spesso dannosa noi
primi tempi che seguono l'operazione.
Como fare? Approfondire poco per anno
la lavorazione in modo da porur su pochi
centimetri di terra vergine per anno, e con
frequenti lavori superficiali (tali da non fare
un miscuglio dei dae terreni, vergine ed at-
tivo) facilitare la anzidetta operazione. O, vo-
lendo godere subito degli altri benefici del
lavoro profondo, all'aratro far seguire il ri-
puntore: in tal modo al rivolta lo strato at-
tivo e si lascia In posto quello inerte, vergine
INFLUENZA DEL VOLUME DEL TERRENO SULLO SVILUPPO
DELLE PIANTE
Che lo BTilappo e la composizione delle
piante risentano dell'influenza esercitata dal
velame di terreno esplorato dalle radici, era
gl4 ,v.*" i.< c...»,,(to alle osservazioni di molti
••P' quali Woliny, Hellriegel. Le
oasit •♦• ultimamente da Pfelffer e
da LaiDOierma: ^engono a confer-
mare quel fatt' . lo maggiormente
e mettono in «vi n't drooatansa che
interesisno anche la pratica agrute.
Le dednslool et» per la pratica tra* ti
prof. MenoszI dal risaltati di qaesta aspe'
rienze, aooo che qaando per la tentiltà dello
strato coltivabile il volume di terreno esplo-
rf)».i]e daQe radici delle piante è limitato, noi
possiamo ragglangere prodazioni elevate col
concentrare In quello strato una quantità
relativamente grande di materie nutrienti, e
quindi con abbondanti concimazioni, ma ohe,
aumentando lo spazio disponibile per le ra-
dici, con la stessa qnantità di materiali nu-
trienti si otterrà maggior prodotto. Quindi
coi lavori profondi, qaando questi sono con-
sentiti e dal lato fisico e da quello economico,
non solo aumentiamo la quantità di sostanze
nutrienti disponibili, nelle condizioni più co-
muni, ma potremo ottener maggior prodotto
per là ateasa quantità di materiali nutrienti
che aggiungiamo coi concimi, e quindi un
maggior profitto delle oonolmazionL
CONCIMAZIONE DEGLI ORTAGGI
Iti I ...i.. un fondo di fertilità collo stal-
latico è necesaario: ma l'uso dei concimi chi-
mici a t«>mpo opportuno è di grande profitto,
e per taluni ortaggi è anche questione di pu-
lizia di i;;ien<?: si sa infatti che certe malattie
infettive fra le più terribili si propagano cogli
ortaggi concimati con cessino che ne porta
a loro 1 germi. Premesso ciò, ecco come se-
condo le diverse coltivazioni si possono ado-
perare i concimi chimici, per ogni 100 metri
quadrati:
Cavoli {cappueei, verze, eapolftori, broccoli).
Carciofi, Insalate, Cat^t, cifjtn-ici, Finocchi,
FmMmtoto, BkioU da «oste: perfosfato chil. 4
a 5, solfato d! potassa a a 1,80 nitrato di soda
o »oir> 2 50 a 8.
h liatHoiarci, Rnftini, Ra-
vtmei' "U, l'atate. Cipolle, Por.
ri. Agli. ec. : perforato chil. 4,50 a S, solfsto
di potassa 2 a 2,50, nitrato di soda, o solfato
ammonico 3 a 2,50.
Legumi, Fave, Pise!' ' "■•'. Lmpi'ni,
Leguminoee (queste pì.>- ■• proprietà
di assorbire l'azoto d.;.. .......... ^a; tuttavia
Gli Olì d'oliva P. Sasso e Figli 41
sono gii unici perfettL
— 412 —
risentono gran giovamento dai coneiniì azo-
tati) : perfosfati chil. 6. solfato di potassa 2,
nitrato di soda o solfato ammoiiioo 1 a 1,50.
Il perfosfato, il solfato di potas-a e il sol-
fato ammonico si interrano coi lavori di pre-
parazione del terreno. Se come concime azo-
tato si adopera il nitrato di soda, lo si sparge
in due o tre volte lungo le file o attorno aile
singole piante, se piantate a distanza, e leg-
germente lo si interra colle zappature.
Cetrioli, Cocomeri, il/eZo«t; entro le buche:
perfosfì'to chil. 4 o 5, solfato di potassa 3,
solfato ammonico 2: oppure all'inapianto il
perfosfato e il solfato di potassa, poi chil. 2
di nitrato di soda sparso in due o tre volte
attorno alla pianta prima delle zappature e
con esso interrato.
Fornitoli: pei-fosfato chil. 5, solfato di
potassa 3 a 3,50, solfato ammonico 2, inter-
rati coi lavori del terreno. Al solfato ammo-
nico si può sostituire chil. 2,50 di nitrato di
soda, sparso in due o tre volte prima delle
zappature.
Asparagi: al principio di ogni primavera
sopra le fosse, e per ogni 100 metri lineari,
si interrano leggermente : perfosfato chil. 2,50,
solfato di potassa 1, nitrato di soda gr. 500:
e poi, non appena è fatta la raccolta degli
asparagi, s'interra leggermente un altro chilo
di nitrato di soda.
PRODUZIONE DEL PREZZEMOLO NEI BARILI PER L'INVERNO
Farà certamente comodo poter aver tutto
l'inverno una pianta così necessaria per la
cucina.
A tal uopo si piantano d'autunno le ra-
dici in cantina nella sabbia, dove ben presto
mettono giovani foglie. Queste ultime sono
tenere e delicate, ma non hanno l'aroma
delle piante cresciute all'aperto: di solito vi
si rimedia mettendo un certo numero di ra-
dici nei vasi tjnuti in un ambiente illuminato
e riparato del gelo. Questo basta per un pic-
colo consumo: ma pei grandi bisogni la prov-
vista è presto esaurita. Si può ottenere una
produzione maggiore facendo così:
Si prende una cassa, oppure un barile
di qualsiasi grandezza, e con un succhiello,
di 3 o 4 centimetri di diametro, si fanno nei
fianchi dei buchi distanti 15 centimetri l'uno
dall'altro; si riempie il fondo del recipiente
con uno strato di terra soffice, ed attraverso
i buchi più bassi si fanno passare delle ra-
dici sane e possibilmente robuste di piante
di prezzemolo colla testa all' infuori. Poscia
si mette dell'altra terra fino alla seconda fila tre radici sulla superficie del terreno che
dei buchi, attraverso ai quali egualmente si si innaffia alquanto, se è asciutto, e poi si
passano delle radici, e si procede cosi finché colloca il barile in un luogo chiaro e ripa-
li barile è pieuo. Da ultimo si piantano al- rato dal gelo.
Agr. Giovanni Maechese.
Barile coltivato a prezzemolo
PEB l' inverno.
AOUIL.AS
MON AVEVA ILVERO FAMALE\^
CHE PORM IMPRE.55/1 QUE^W MARCA UGflLMtflTE ~
DEPOMTflraELfl P/ÌRQLfl "AQUILAS,*
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9^^tt0i^^*00^^l00^f^*m0mmf0m0i0^^mmt^^^0m^i^^t^*ttmtmm^i^^0*^^0mm^
R. SCUOLA SUPERIORE DI AGRICOLTURA IN PORTICI
(Anno XXXV).
L'istruzione viene impartita in un corso di quattro anni, al ter-
mine dei quali gli alunni conseguono la Laurea, col titolo di Dot-
fnre in scienze agrarie. La Laurea della Scuola di Portici ha gli
Tetti legali di tutte le Lauree rilasciate dalla Università e dagli
tiltri Istituti superiori del Regno, ed abilita all' insegnamento delle
discipline agrarie in qualsiasi grado di Scuole di agricoltura, alla
Direzione delle Cattedre, Cooperative e Consorzi agrari; ai post-
di tecnici nel Monopolio dei Tabacchi, nell'Amministrazione C;
istale, nel Ministero di Agricoltura, nella Direzione delle Aziende
i^rarie, ec.
Per essere ammessi alla Scuola occorre di essere forniti di
Licenza liceale, o d'Istituto tecnico, o delle Scuole speciali di
Viticoltura, o dell'Istituto forestale di Vallombrosa.
Si ammettono anche uditori.
Tassa d'iscrizione annuale per gli alunni. . L. 100
Tassa d' iscrizfbne per gli uditori e per ogni ma-
teria 20
I corsi cominciano il 4 novembre di ogni anno.
Si distribuiscono contro richiesta i programmi scolastici ed
il regolamento della Scuola.
// Direttore
Prof. 0. Comes.
414
LE RECENTI NORME PER LA COLONIZZAZIONE
NEL BRASILE
IL NUOVO REGOLAMENTO FEDERALE
Trattandosi di disposizioni che possono
a più titoli interessare i nosti-i lettori, tanto
al Brasile quanto in Italia, ove il problema
dell'emigrazione è così grave e complesso,
diamo integralmente il testo del recente Re-
golamento brasiliano, sulla immigrazione e
colonizzazione, testé emanato dal governo
della Repubblica del Brasile.
Eccolo :
Testo dei decreto N. 6455 del 19 aprile 1907
che approva le disposizioni regolamentari pel
popolamento del suolo brasiliano:
Il presidente della Repubblica degli Stati
Uniti del Brasile, usando della facoltà con-
cessagli dall'articolo 35, n. XVIH, alinea se-
condo della legge 30 dicembre 1906 n. 1617
Decreta:
Articolo Unico — Sono approvate le di-
sposizioni regolamentari per il servizio di
popolamento del suolo nazionale firmate dal
ministro di Stato per l'industria, agricoltura
e lavori pubblici.
Rio de Janeiro, 19 aprile 1907, 19° della
Repubblica,
AFFONSO AUGUSTO MOREIRA PENNA
Miguel Calmon du Pin e Almeida.
Disposizioni regolamentari per servizio di
popolamento del suolo nazionale approvate
col decreto n. 6,455 del 19 aprile 1907.
TITOLO I
Capitolo Ukico.
Disposizioni preliminari.
Art. 1». — Il servizio di popolamento del
suolo nazionale sarà promosso dal governo
della repubblica, mediante accordo coi go-
verni degli Stati federali, imprese di naviga-
zione fluviale, compagnie di strade ferrate ed
altre società e injprese consimili e con par-
ticolari, sotto l'osservanza delle garanzie
necessarie, in conformità colle seguenti di-
sposizioni.
Art. 2°. — Saranno ricevuti come immi-
granti gli stranieri minori di sessant'annl, i
quali non siano affetti da malattie contagiose,
non esercitino mestieri illeciti, non siano co-
conosciuti come vagabondi, delinquenti, men-
dichi, facinorosi, mentecatti, invalidi e che
sbarchino nei porti brasiliani con biglietto
di terza classe pagato dal governo della Re-
pubblica, dagli Stati e da terzi : e coloro
che in condizioni eguali, avendo pagato del
proprio il loro trasporto, vogliano godere i
favori concessi ai nuovi arrivati.
Gl'individui d'età superiore ai 60 anni e
gli inabili al lavoro saranno ammessi soltanto
quando siano accompagnati dal!a loro fami-
glia, quando vengano In compagnia della
stessa purché di essa faccia parte almeno un
individuo valido per ogni uno invalido, o
uno o anche due individui maggio;! di ses-
sant'anni.
Art. 30. — Agli immigranti che si stabi-
liranno in qualsiasi punto del Brasile e si
dedicheranno a qualunque ramo dell'agri-
coltura, industria, commercio, arte od occu-
pazione utile, saranno garantiti: l'esercizio
pieno della loro attività, intera libertà di la-
voro, esclusi i casi in cui vi sia offesa alla
sicurezza, alla salute od ai costumi pubblici,
libertà di credenze, di culto, e, finalmente
il godimento di tutti i diritti civili attribuiti
ai cittadini brasiliani dalla Costituzione fe-
derale e dalle leggi in vigore.
Art. 40. — Il governo della Repubblica
dirige od ausilia di comune accordo cogli
Stati e indipendentemente dell'azione iden-
tica di questi, l'introduzione e la colloca-
zione di immigranti che intendano fissarsi
come proprietari del suolo ; protegge e guida
gì' immigranti spontanei che abbisognino di
aiuti per la loro prima installazione: e, solo
in casi eccezionali, introdurrà a sue spese
immigranti che si destinino a lavorare senza
l'obbligo di acquisto di terreni, in qualsiasi
punto del Brasile,
TITOLO II
DELLA COLONIZZAZIONE.
Capitolo I
Delle Colonie e loro fondazione.
Art. 5°. — Colonia (o Nucleo Coloniale)
per gli effetti di questo decreto, è la riunione
di lotti, misurati e divisi con limiti precisi,
di terre scelte, fertili e adatte all'agricoltura
e all'industria agro-pecuaria (od agro-pasto-
rizia), con buone condizioni di salubrità, con
abbondanza d'acqua potabile, per 1 diversi
bisogni della popolazione, dovendo ogni lot-
to contenere un'ai-ea sufficiente: essere ser-
vito da strade atte a permettere trasporti
comodi e preparati per l' installazione di im-
migranti in qualità di proprietari.
Art, 60, — La fondazione delle Colonie
potrà essere promossa;
1) Dal governo della Repubblica col-
r ausilio dei governi degli Stati ;
2) Dal governi degli Stati con o senza
l'ausilio del governo della Repubblica.
8) Da compagnie di strade ferrate o di
navigazione fluviale, imprese, compagnie ed
associazioni o da particolari con o senza l'au-
silio della Repubblica o di quello degli Stati.
Paragrafo unico. — Il governo della Re-
pubblica potrà intervenire nella vita e nel
funzionamento delle Colonie organizzate da
imprese, compagnie di navigazione e ferro-
vie o da particolari, quand'anche i loro fon-
datori non godano benefici o sovvenzioni
utBclall, ogni qual volta il governo intenda
sian necessari provvedimenti suoi, per re-
golarizzare i servizi o applicare misure re-
pressive di abusi.
iir> -
CAriTOLo n
Otilt Colonie fondate del Governo della
Art. 7*. — La fondailone delle colonie (o
.CiiUerà
k fonda-
2) Se 1« terre t>uno hhvt* tà
di ano de<U SiaU federali, il , la
'•'"^"♦'Hlo* si accorderà col k^. ,*ct-
•Tìne d'ottenere la cessione dell'area
lite per la formazione della Colonia.
1(1 qaesto oaso lo Suto ansilierà la spesa
r la delimitazione della terra, nei termini
uUa so» lestslaxione statale: e permetterà
che siano effettuati i lavori preparatori e
deflniUTi: — studi preliminari per la divi-
sione in lotti e pel tracciato delle linee di
-^manicazione interna ed esterna, misura-
;one e rilevamento di lotti rurali; opere di
risanamento, quando siano necessarie: co-
struzione di case, strade e sentieri : dissoda-
mento, nel lotto rurale, dal terreno destinato
alle prime culture; organizxasione della sede
della Colonia e, nel OMO oonvenisse dei lotti
urbani attorno alla stessa; e collocazione de-
gli immigranti.
3) Appena si trovino misurati e deli-
mitati i lotti, conforme li disposto dell'alinea
antecedente, la cessione dei medesimi al go-
verno della Repubblica, sarà consideraU ef-
fettiva oolla clausola implicita ohe i lotti sa-
: Anno venduti agli immigranti od utilizzati
.1 profitto della Colonia.
4^ Se i terreni sono di proprietà per-
colare, saranno acquistati amtchevolmente
t'-r compra o convenzione, o saranno espro-
priati dallo Stato, spettando al gov>«rno della
Repubblica l'esecuzione dei lavori prepara-
tori e definitivi nei termini dell'alinea IL
6) Lo Stato fornirà gratuitamente agli
Immigranti, ferramenta, e semenze come
ausilio alle loro prime installasioui, potendo
il governo della Repubblica conoedero loro
eguali favori oltre gli altri vantaggi Msioa-
rati dal presente Regolamento.
6) Se a goremo dello Stato volesse
fondare presso I» sede della Colonia, poderi
sperimentali e dimostrativi, gli sarà riser-
vata l'area necessaria a tal fine, ooU' ausilio
pecuniario fissato dalla legge, d'accordo col
progetto e bilancio, prevlamenie approvati.
Art. 8*. — U governo dello Stato può con-
cedere qualsiasi sovvenzione^li immigranti
indipendentemente da quene che avranno
ottenuto dal governo della Repubblica e
istituire premi d'incoraggiamento.
Art. »«. — I titoli provvisori o definitivi
di proprietà d^i lotti saranno spediti, rogati,
lirmati dai funzionari federali a tale scopo
designati.
Alt. IO». — n prodotto della vendila dei
lotti apparterrà ai governo della Repubblica
salvo il caso di convenzione con [troprietarì
di tei re paiUcolan, che, per con u atto, si iia-
per la liikoUit4*ioii4» U«iJ« Urna t> loi\> n
gliorlo.
*•♦ U». - L'e«fl' i->i ,i-.).M( <i.. .lini-
1, In cons<', :ol
lolle cane <• . >rà
taiiA dal governo dona iii'piiuniica.
Art. 12*. - La scelte dello località per
crrarlonn dfllr rnlonlo dipenderà da pre\
t>t '. dopo attento esame cr
iio da preferirai per le <■
Ionie le località notoriamente salubri che S('
disfino le esigenze previste dell'art. 6« e ri
niscano i seguenti requisiti:
1) Altitudine conveniente e terre adatte
alla pluricoltura.
2) Ubicazione sul margine o in pros-
simite di strade ferrate, in traffico o in co-
struzione, di vie fluviali servito da naviga-
zione a vapore e pr< • popolati onde
possano i proprie!. > i vendere con
profitto i prodotti '. >\oro.
8) Abbondanza d' a4.-<iue correnti, pe-
renni e potabili : che bastino agli usi fami-
gliari do^li occupanti dei lotti; all'abbevern-
zione degli animali e agli altri lavori agricv
e industriali, irrigazione, canali, ec
4) Configurazione topografica e condi-
zioni di suolo che consenteno l' applicazione
di processi agricoli meccanicL
5) Esistenza di foreste, sul luogo o nelle
vicinanze, che favoriscano le condizioni cli-
matiche, e la produttività della regione e as-
sicurino r uso economico dei legnami per le
costruzioni od altre operazioni necessarie
alla colonia: e combustibile 8tif« •>'>"»«
6) Area sufficiente per ne
della colonia di guisa che i d ti-
retti dei primi Immigranti in ossa sTainuii,
i membri delle loro famiglie o persone delle
loro relazioni od intimità residenti all'estero,
possano, tento se costituiscano nuova fami-
glia o chiamati e vengano a risiedere nella
colonia, diventerò proprieteri di terre nella
stessa colonia e nei dintorni.
Art. 14*. — Effettuate la scelte della lo-
cante per la costituzione della colonia, al
procederà all'organizzazione del piano geno>
rale e al bilancio dei lavori probabili; in se-
guito le terre saranno suddivise in iDtti. coli*
necesaaria perfeslone. eseguendo tutti i la-
vori indispensabili e rimuovendosi tutto quan-
to possa essere nocivo alla astute pubblio*.
Il governo della Repubblica darà le istra-
doni neoeasarie per istudiare, progetterò e
preparar on sistema regolare di strade evi
di oomunicazione.
Art. 16». — Ove eslKt'"^ '''"•«i iVrtn.^u.i ■,
convenga farlo, 1 lavori ri-
levamento dei medesimi ] lU-
niometro, conficcandosi piciK-tti !•• cui ••>tre-
mite superiori rimangano ra^nti al suolo,
ognuno di essi segnati, da appropriate plac-
che di rame colle indicazioni e la numera-
zione d'uso affine sia faciliteto il poatoriore
tracciato dalle linee divisorie dei lotti pro-
getUU.
Organizzate la pianta idrotrraflca, sopra
di essa si formerà il progetto di distnbuzioLe
416 -
delle torre in lotti, seguendosi il rispettivo
tracciato sul tcnreno.
Art. IG". — Ove non esistano corsi d'acqua
o non sia mestieri farne il rilevamento, la
divisione delle terre in lotti sarà preceduta
da diligenti esarai delle condizioni locali.
Art. 170. — I lotti saranno metodicamente
numerati e le loro linee divisorie seguiranno
sempre che non vi siano inconvenienti, le
direzioni vere di nord-sud e est-ovest.
Art. I80. — Se la posizione e l'importanza
della colonia esigano la formazione d' una
sede centrale di popolazione o una futura
borgata, sarà riservata a questo fine l'area
sufficiente, ben situata, nella parte più piana
della sona, purché, in essa non manchino le
condizioni necessarie alla salubrità dei centri
popolati. La preparaazione del terreno, le
costruzioni ed opere indispensabil saranno
eseguite in conformità del progetto.
La sede sarà il punto di convergenza delle
principali strade della colonia.
Art. 19». — In ogni colonia, saranno con-
servati i lotti disponibili per l'erezione di
edifici scolastici, campi sperimentati di col-
ture vegetali che possano adattarsi alle terre
della regione, campi di dimostrazione, ser-
vizi industriali o per altri fini d'interesse
generale.
Art. 20». — I lotti saranno classificati in
rurali ed urbani.
§ 1". — Lotti rurali saranno quelli desti-
nati all'agricoltura od all'allevamento del
bestiame, con area sufficiente per il lavoro
dei coloni che li acquistino.
§ 2". — In generale l' area d' ogni lotto
rurale non oltrepasserà i 26 ettari, se la co-
lonia sorge sul margine o nella prossimità
delle ferrovie o di fiume servito da naviga-
zione a vapore. Negli altri casi potranno es-
sere estesi fino a 60 ettari.
§ 3«. — Lotti urbani saranno quelli della
sede centrale della colonia, destinati a costi-
tuire la futura borgata o villaggio ed avranno
la loro linea di fronte rivolta verso strade o
piazze.
§ 40. — L' area di ogni lotto urbano non
eccederà 1 3,000 metri quadrati, salvo se sa-
ranno destinati a fini speciali.
Art. 21". — Normalmente in ogni lotto
rurale sarà costruita una casa in buone con-
dizioni igieniche, per la residenza dell' im-
migi'ante e sua famiglia, apprestandosi il
terreno necessario per le prime colture che
saranno fatte dal colono il quale acquisterà
il lotto.
§ 1°. — Per accondiscendere alla volontà
del colono che Intenda costruire la casa per
suo conto e secondo 11 proprio gusto si po-
tranno conservare lotti sprovveduti di case.
§ 2». — Nel caso del paragrafo prece-
dente, al colono acquirente e alla sua fami-
glia sarà fornito gratuitamente un alloggio
provvisorio, fino a quando non sia costruita
la sua casa, ma 11 tannine non potrà ecce-
dere un anno.
Art. 22". — I lotti rurali saranno venduti
mediante pagamento a vista od a termine e
ai coloni acquirenti sarà consegnato, nel pri-
mo caso, un titolo definitivo di proprietà, e
nel secondo, un titolo provvisorio, che sarà
sostituito dal titolo definitivo, quando sia
terminato il rispettivo pagamfinto del prezzo
d'acquisto.
§ 1". — Al compratore del lotto, che ab-
bia stipulato la condizione che il pagamento
sia fatto in rate, è lecito liquidare spontanea-
mente il proprio debito, in tutto o in parte
prima del termine, in q 'alsiasi tempo, affine
di ricevere più presto il titolo definitivo della
sua proprietà.
§ 2". — Nel caso previsto dal paragrafo
precedente, il colono acquirente godrà i van-
taggi specificati nell'art. 40, § 2.
Art. 23". — I lotti urbani saranno ven-
duti soltanto verso pagamento immediato
del prezzo rispettivo.
Art. 24". — I lotti saranno venduti a
prezzo modico, previamente fissato, e varia-
bile secondo l'area e l'ubicazione.
Art. 25". — Al prezzo dei lotti in cui sia
una casa, sarà addizionato il valore venale
di essa.
Art. 26". — Ad agricoltori accompagnati
dalle loro famiglie potranno essere venduti
a termine lotti rurali.
Art. 27". — L' agricoltore che non si trovi
nelle condizioni dell'articolo anteriore potrà
acquistare un lotto rurale, soltanto mediante
pagamento a vista.
Art. 28". — È permesso all'immigrante
accompagnato da famiglia, acquistare un
nuovo lotto dopo che abbia ottenuto il titolo
definitivo di proprietà del primo lotto. Se
però la famiglia si compone di cinque per-
sone atte al lavoro o se l'immigrazione avrà
dato grande sviluppo alle culture del primo
lotto e lo abbia sensibilmente migliorato, al
colono il quale si trovi in questo caso, sarà
concessa preferenza per la compra, anche a
termine, del secondo lotto contiguo e pros-
simo.
Art. 29". — All'immigrante straniero che
sia agricoltore e conti meno di due anni di
residenza nel paese, o che contragga matri-
monio con una brasiliana o figlia di brasiliano
nato, o all'agricoltore brasiliano che si sposi
con straniera arrivata al Brasile da meno di
due anni come immigrante, sarà concesso un
lotto di terre a titolo provvisorio, che sarà
sestituito da altro definitivo di proprietà, sen-
za oneri di sorta per la coppia coniugale, se
questa abbia, durante il primo anno, a con-
tare dalla data del titolo provvisorio, con-
vissuto in buona armonia ed abbia svilup-
pato la cultura del lotto, con animo di con-
tinuarlo.
Art. 30". — All'immigrante straniero o
nazionale, nelle condizioni dell'articolo pre-
cedente, che voglia acquistare un lotto a ti-
tolo definitivo, immediatamente dopo il ma-
trimonio, il lotto sarà venduto per la metà
del pi'ezzo stipulato.
Art. 31". — Nel titolo provvisorio dato al-
l'immigrante, consterà il prezzo totale del
lotto e le principali condizioni a cui è su-
bordinato 11 rilascio del titolo definitivo.
Art. 32". — I lotti i cui titoli definitivi
siano spediti ad immigranti, che nulla deb-
bano alla colonia, costituiranno proprict.
piena e completa dei loro acquirenti.
Art. 33". — Fino a quando esso sia de-
bitore della colonia, l'occupante del lotto
non potrà senza previa autorizzazione scritta
si. debito .
.....i .a- baono. v_
^o ioUo, air anno sulle rate
I 3». — I/Un.
pa?h*ri
.•Htiiit.i <iii;il -ia».! nido <1<''
-aso coir animi nUtraxione de:
coui. fecui), (idei, oc
Art. 86». — Dentro il termine del primi
jM>i rr..%vi . ...^Tìi.t^ dalla data del loro arrivo
I o al raccolto o alla ven-
ti lotti, grimmt^anti venuti
dati cMoroo iii><KU iati come proprietari, avran-
no, M neoMaitassero. la soTrensione alimen-
tarla Indiapensabile alla loro conservazione
ed a quella della famlK' a.
Art. 37». — Durante . un anno
da contarsi d' accordo . > antece-
dente si sommiulstreranuo «{tatuiliunente a
tutti gli immigrasti servizi medici e farma-
ceutici.
Questo favore potrà essere prolungato
per un mag^^or periodo di tempo se l' am-
ministrazione della colonia Io giudichi op-
portuno.
Art. 5?". — Nelle colonie saranno creati
inA/;i7 1 di oommebUbili e altri
^•f ii«T oessltà per garantire l'ali-
ment.)/ ^ popolazione, che saranno
vendute a ytvia-o mcxlico, restando libera e
piena agl'immigranti la facoltà di comperare
tali generi, per proprio conto, ovunque loro
convenga.
Art. 39*. — Nel primo anno dell' installa-
cione, o per ano spazio maggiore di tempo,
se il governo così risolvesse, sarà facilitata
agl'immigranti, che lo mpliano, la compra
o l'affitto di agricole,
animali e ^ >sari od
utili alla Colt ó'iioria e
al trasporto dm ptuilotti.
Art. 40*. — I prezzi dei lotti, con o senza
la casa, quando siano comprati a termine,
come tutte e quali si siano le sovvenzioni
quando non abbiano il carattere ed il valore
di rinumerasione di lavoro, e siano c'assill-
cati coma favori, saranno registrati in no li-
bretto consegoato al debitore, conveniente-
mente disposto in forma di conto corrente, e
coatitairamio debito degl'iminigrantl, posto a
carfoo del capo-Cuniglla, che dovrà incomin-
ciare ad ammortizzarlo in rate annuali, al pia
tardi alla fine del secondo anno dalla sua col-
locazione.
Da qnest* data in avanti, in mancanza
ii parlamento, gU sarà addebitato rinteres»e
tìimora in ragione del 8 percento all'anno
sulle prestazioni scadute.
§ 1*. — Quando la colonia sia situata a
laargine o in prossimità di strade ferrate o
i fiumi serviti da navigazione a vapore, il
• rmine per l'ammortizzamento sarà di cin-
que anni, a contare dal primo giorno del terzo
anno dalla collocazione dell'immigraute; in
caso contrario, o quando il governo lo ritenga
conveniente, il termine sarà protratto di otto
anni nelle stesse condizionL
Alt. 41 \ - In caso di morte del capo-
famiglia in nomo del quale «la stato spedito
il titolo provvisorio o definitivo di proprietà
il lotto sarà trasferito agli eredi o legatari
nelle stesse condizioni in cui era posseduto
dal defunto.
§ unico. — 8e la colonia non fosse .i
Cora emancipata, la tia^m<c«inne sarà fatta
via amministrativa itlii'iale, seti/
intervento dell' au' aria.
Art. 42". — In r ite del capo-
famiglia che la^ci vedova e oitani. qualunque
debito contratto da lui colla colonia, sarà di-
chiarato estinto, salvo il debito proveniente
dalla compra del lotto a termine.
Art 43". — Se il lotto fosse stato acqui-
stato a termine e l'acquirente venisse a mo-
rire dopo avere pagato per lo meno tre rate
del suo debito per la cornprn, la vedova e
gli orfani del defu Ul
pagamento delle r< >ii-
cora scadute e sarà - lo
definitivo di proprietà.
Art. 44». — Il governo creerà e manterrà
scuole primarie gratuite nelle colonie e fHru
organizzare esposizioni e fiere di prod< "
agricoli e Industriali, sempre che si tr>^
conveniente, nelle colonie.
Art. 4ó». — Saranno istituiti premi di em
lazione per quelli fra i produttori che più -
distinguano nelle esposizioni, o in qualsia.>l
altro modo rivelino la loro superiorità sogli
altri.
Art. 46«. — Nelle colonie destinate a stra>
nieri, .«i potrà vendere a ooloni nazionali, un
nomerò di lotti occupati daK'li stranieri. Tut-
tavia, quando in una colonia la quantità del
lotti posseduti da coloni stranieri raggiunga
o sia snperiore al numero di 3U(). sarà or-
ganizzata, se si reputerà opportuno, una se-
zione contigua di lotti per gli agricoltori na-
zionali.
Art. 47«. — Negli Stati, o nelle zone d.
non eaiatano colonie antiche o stabilimen-
per ooloni ati.. iti in conformità del
presente de<-i rno Federale potrà
adottare prov -. ■ ocezionali. una volta
che risultino ii>dtM|ien»«bili. per la garanzia
della formazione della la colonia in oondl-
zlonl proprie al soo svilup|K> ei essa servir'^
di centro d'attrazione per lo stabilimento
crescenti masse d'immigranti.
Art 48*. — Con istruzioni spedali saranno
regolati i servizi e I lavori d'ogni oolont»,
tenendo conto delle circostanze pecoliari alla
località e alle necessità occorrenti.
Art. 49*. — L'emancipazione delle colonie
sarà decisa dal governo, non appena cessi la
necessità della somministrazione di alati agli
immigranti collocativL
t»
418 —
Capitolo III.
Delle Colonie degli Stati d'accordo
col Governo della Repubblica.
Art. 50». — Il governo della Repiibblica
potrà effettuai-e l'introduzione di immigranti
che, sotto il patrocinio degli Stati, debbano
essere collocati come proprietari in colonie
che i rispettivi governi decidono fondare di
loro iniziativa e per proprio conto o mediante
contratti con proprietari di terre, ma a pat-
to che siano riconosciute la situazione favo-
revole delle colonie, l'eccellenza delle con-
dizioni igieniche, l'ottima qualità di terreni
e la normalità dei lavori d'adattamento ne-
cessari a tal line.
Art. 51o. — Agli Stati che intendono fon-
dare colonie sotto la loro amministrazione di-
vetta, saranno concesse sovvenzioni da parte
del governo della llepubblica, in conformità
colle disposizioni degli articoli susseguenti e
in proporzione delle risorse disponibili del
bilancio.
Art. 52°. — La fondazione delle colonie
sotto l'amministrazione diretta degli Stati
con ausilio del governo della Repubblica, ob-
bedirà alle condizioni previste in questo ca-
pitolo, e specialmente alle seguenti:
1) Il governo dello Stato sceglierà la
località che gli paia in condizioni di salubrità,
coltivabilità, sicurezza, facilità ed economia
di trasporto e comunicazioni, sottomettendo
tale scelta col piano generale della colonia
inclusive il tipo delle case coloniche e le altre
necessarie indicazioni, all'approvazione del
Governo Federale per gli effetti delle sovven-
zioni che questo debba prestare.
2) Soltanto dopo ottenuta l'approva-
zione della scelta della località e del piano
surriferiti, potrà il governo dello Stato far
eseguire i lavori preparatori e definitivi dalla
colonia.
3) Compiute le opei*e necessarie in modo
da assicurare il trasporto comodo e la colloca-
zione regolare degl'immigranti e loro fami-
glie, in lotti perfettamente delimitati e rile-
vati conforme il piano approvato, il governo
della repubblica promuoverà a sue spese la
venuta degli stessi affinchè possano esservi
collocati a spese del governo dello Stato al
quale è riserbato il diritto di scelta degl'im-
migranti per intermedio di commissari spe-
ciali.
4) Tutte le spese per la fondazione
della colonia saranno a carico del governo
dello Stato.
6) Lo Stato sarà ausiliato dal governo
federale col 25 per cento delle spese di cui
è parola nell'articolo antecedente sotto la
condizione che tale contribuzione non oltre-
passi la somma di ottocento milreis per ogni
lamiglia straniera installata nella colonia. (1)
Le prestazioni che il governo della Re-
(1) In virtù della legge del (> dicembre l'.tOPf
n. 1575 che creò la Cassa di Conversione della
carta-moneta brasiliana, e fissò il cambio nella
lagione di IG milreis ogni lira sterlina, la som-
ma di 800 milreis corrisponde ad italiane lire
mille dugentocinqnanta.
pubblica dovrà pagare al governo dello Stato
sono tre:
a) La primi, fino a 250 milreis per casa
del tipo accettato dal governo federale, co-
struita in un lotto rurale;
h) La seconda, anch' essa fino a 250 mil-
reis quando l'immigrante e la sua famiglia
abbiano preso possesso del lotto e abbiano
ricevuto il titolo provvisorio o definitivo di
proprietà dello stesso. La terza, dell'impo-
sto giammai superiore ai 300 milreis, coii-
foi-me la valutazione del funzionario federale
espressamente designato, quando siano de-
corsi sei mesi dall'installazione dell'immi-
grante e sua famiglia nel lotto ed in esso
permangano.
Art. 53». — Nelle colonie sussidiate dal
governo centrale la proporzione dei lotti
destinati a coloni nazionali non dovrà ecce-
dere la percentuale del 10 per cento dei lotti
riservati agli agricoltori stranieri.
La contribuzione del governo federale per
la collocazione di famiglie coloniche nazio-
nali non potrà in nessun caso sorpassare per
la somma di 500$ in rate come agli alinea
a) e b) dell'articolo precedente; però essa
non potrà essere pagata se non quando la
percentuale delle famiglie coloniche straniere
installate nella colonia abbia raggiunto le pro-
porzioni fissate in quest'articolo.
§ unico. — Il governo dello Stato potrà,
indipendentemente da qualsiasi sussidio del
governo federale, formare col numero di
lotti che trovi opportuno, sezioni contigue
alle colonie esistenti, destinandole a colonie
nazionali.
Art. 5*0. — I titoli di proprietà dei lotti
saranno spediti da funzionari dello Stato
d'accordo colle rispettive disposizioni in vi-
gore.
Art. 55». — Il prodotto della vendita dei
lotti spetterà in ragione del 75 per cento al
governo dello Stato, salvo accordi esistenti
coi proprietari delle terre vendute agl'im-
migranti o coloni. L'altro 25 per cento spet-
terà al governo federale a titolo di rifusione
dei sussidi prestati.
Art. 56°. — incombe al governo dello
Stato la riscossione di qualsiasi debito con-
tratto dai coloni coli' amministrazione delle
colonie.
Art. 57". — Le colonie fondate dagli Stati
colla contribuzione del governo della Repub-
blica saranno subordinate al regime adottato
per le colonie federali.
Art. 5So. — Verificata la utilità della co-
struzione di vie ferrate economiche per le-
gare terre libere colonizzabili e colonie esi-
stenti con strade ferrate, centri di consumo,
porti marittimi o fluviali, il governo della
Repubblica potrà ausiliare in ragione di (5
contos de reis (1) per ogni chilometro aperto
al traffico la costruzione di tali vie.
In un contratto preliminare saran definite
le condizioni che dovranno essere osservate,
sia di carattere tecnico, sia relativamente a
termini, indennizzo di favori concessi, esten-
sione massima dei medesimi e qualsiasi altra.
(1) Lire italiane 9,376,00.
ColOlìittaiione mediante compagnie
tfi strade ferrate e navigazione.
Art. 5^. — n popolamento <li terre sul
marini In prossimità di Ktrado ferrate iti
(>i>«|r. .■,..!>>« .. in ».-^fti ..> .. ,li .,,,. ,1.. «.llllo
SY' <n>' a
\i\ . . ..;:iv.ito
daiie n>*poiuvi> imprese o eoinpa;;iue. tndl-
peDdMit«ineiit« da qualsiasi InlxtatlTa dei
««▼•roi della RepnbbiioA o degli Stati asso-
clasioni o partlcolart.
Art. 60». - 8' intende per imprese ferro-
viarie e oompajpnlo di naviyar.ioiie o sempli-
remente per imprese per i fini e gli effetti
di questo capitolo, qualsiasi ente singolare
o eollettivo che abbia a suo carico la costru-
alone e l'eaereisio di ferrovie o strade car-
roscahlli o ««>rvisi di navigazione, in virtù di
cor* " " itivi col governo federale o con
qtj al.
Il popolamento si efTettueri
ir. Il famiglie d'immi-
ij^coU, o pratici
<'.' i/.ia, come proprio-
Uri «li lotti rfgolarmviue misurati e deli»
mltati posU a margine o dentro la zona di
ao chilom ••''-' r..».. ^ynl lato dell'asse della
strada < ..loqna (tbalweg) del rio
navigali.. < nuclei o linee coloniali.
Art, 6z'. i.<- imprese ferroviarie, stradali
O di navigazione che voprlisno utilizzare dei
sossldì e favori definiti in questo capitolo, deb-
bono osservare le disposizioni del presente de-
creto e ottenere previa autorizzazione ufficiale
che 11 governo concederà, quando convenga,
limitando la sua responsabilità nella misura
delle risorse disponibili del bilancio.
Art. 63*. — La scelU delle località più
appropriate a nuclei e linee coloniali obbe-
dirà a previo studio di tutte le circostanze
essenziali al suo sviluppo, tenendosi sempre
in vista la benignità del clima e la salubrità
l'abbondanza, qualità e distribuzione delle
acque: le condizioni orografiche, la natura e
fertilità della terra e soe proprietà produt-
tive, estensioni a foresta, boscaglie, praterie,
e coltura; l'area disponibile e tutto quanto
neoessttt per la costituzione vantaggiosa e
r.rr.ftf tavole dclle colonic.
|o. — Rosta subordinata allo studio
^,'nere ed ispettore tecnico federale,
a II «•rviiiiie od all' aooettazione del governo
della Bepobblica la soelu doUa looaUtà, fatU
dalle improse o compagnie.
Art. 6&*. — Sarà sottoposto all'approva-
zione dello stesso governo il plano generale
della colonia, della divisione in lutti, loro area
strade carrozzabili e vicinali «del tipo delle
case per gl'immigranti. Tale progetto (re bo-
rale sarà eseguito in confotmita delle dispo-
sizioni del decreto che lo approva, sotto pena
che siano re^jolate le sovvenzioni e i lavori
di cui si tratta nel j>resente capitolo.
Art. 66«. — I terreni necessari per la fon-
dazione di tali nnclei o linee coloniali sa-
ranno a. > le impreso o compagnie
per coi; ne o convenzioni cogli
Stati or ari. In caso di necessità
potrà essere autorizzata l'espropriazione.
S nnloo. — è imprescindibile la verlfl. r\
aiitioipKta ohe I forrcni v-.ik. liìf,i <l.i lui,
od oiH-rl e MMX •
vtoiiii eonooss;.
«•Ih- pdssa ev^ti • .;,
prt.pru'tii i\vn\i ,>{<•- un gravame
o c.irloo di «iti.iKinvi
Art. 07». -- S« Ia «liu.i " '-'' - '
nie (nuclei o linee colonia ;
lotti rurali richiod.iMo In
s*»de centrale, i
o borgata, sp»
provvedere a ^
tivi lotti urbani e di ccjuformiU c^l pru;ii;t!..
previamente approvato dal governo della
Repubblica.
Art. fts». — Il collocamento delle famik'lie
d'immigranti sarà fatta a misura che l intM
rurali saranno apprestati e serviti da istrud-
regolari.
Art. 69«. — L'impresa o la eompu^ni.-i
manterranno coi mezzi più oonvo.
portata ed in armonia colle dct
del governo federale, un servizi i
ganda nei paei>i stranieri per la vciiditu dei
lotti, debitamente rilevati e approntati, ad
immigranti esercitati in lavori agricoli o uel-
r industria agro-pastorizia e atti ad occupare
utilmente i lotti medesimi.
Art. 70». — Il Governo Federale potrà
antorizzare o promuovere per suo conto l' in-
troduzione d'immigmnti de<<t(nati all*> colo-
nie (nuclei o linee <■■•' ' '
nel presente capitol'
dal porto del paese <!•
di destino come pnrehumiuiul^strutidu ì me/./i
di sbarco ed alloggio e il trasporto fino all.t
stazione più prossima alla colonia.
Art. Ti». — 11 servizio di collocamento.
compresi i sussidi per il primo periodo d'In-
stallazione, correrà per conto dello Impreso
o compa>fnie le quali dovranno altresì for-
nire agi' immigranti nuovi arrivati, ferra-
menta, utensìli, attrezzi e semente, prov-
vedendo loro, sempre che non vi siano in-
convenienti, lavori a salario nelle .^traile o
nella vicinanza dei lotti afllne
l'esistenza di essi o sommi nistr.>
migranti. Ano al primo raccolto,
abbiano bisogno, generi alimcutari u dt^uarw
per acquistarli.
Art. 72*. — I lotU rivali colle migliori-
che avessero avuto, saranno venduti a;;!' im-
migranti mediante pagamento a vista od .i
termine.
Art. 78*. — Il prezzo dei lotti e delle ca-
se e lo condizioni di pagamento dipendono
da approvazione del governo della lU-imh
bllca, che si riserva la facoltà di esenitar.
una azione di controllo sopra tutto qu.iiito
interessi la prosperità dei coloni e relativa-
mente ai diritti loro asalcnrati.
Art. 74». — I>e imprese o .•oTm.aimi.- han-
no l'obbli.o di faciliUre it ■
dotti delle colonie conce 1
noli fino al 60% de"© tar.ii- ... ..*.... -..
rante cinque anni a partire dalla data del
collocamento della prima famiglia nella co-
lonia, sia nel caso ch'essa sia sUU fondata
secondo le disposizioni del presente capitolo
sia nel caso in coi essa sia staU fondaU dal
Governo della Repubblica o dai Governi da-
— 420 —
gli stati eolla fissazione degli immigranti al
suolo come proprietari.
Art. 75°. — Le impi'ese o compagnie prov-
vedera:ino gl'immigranti stabiliti di tutti i
mezzi alla loro portata perchè possano più
vantaggiosamente capitalizzai-e i loro pi-odot-
ti, animando la produzione o l'incremento di
piccole industrie, promuoveranno nelle co-
lonie di loro creazione l'istituzione di scuo-
le primarie gratuite e costruiranno chiese
per il culto religioso, professato dagli stessi
immigranti.
Art. 76°. — Il Governo Federale concede-
rà a titolo di sussidio de' premi alle imprese
e conapagnie ferroviarie e di navigazione che
olfettueranno con regolarità il collocamento
di immigranti stranieri^ come proprietari, a
termini del presente regolamento.
Questi premi saranno combinati e fissati
nell'atto in cui sia approvato il progetto ge-
nerale del quale è parola nell'art. 65 del pre-
sente decreto e non dovraimo eccedere le
seguenti somme massime:
1) Dugento milreis per ogni casa co-
struita in lotto rurale, a patto che sia co-
struita sul tipo ufficialmente approvato e sia
abitata da famiglia di immigranti.
2) Per ogni famiglia d'immigranti, in-
trodotti dall'estero a spese delle imprese e
compagnie e installata in lotto rurale, nella
Ci)lonia essendo eccettuate le famiglie che
risiedevano anteriormente nel paese.
Cento milreis quando siano decorsi sei
mesi dalla installazione della famiglia.
Dugento milreis quando la famiglia ri-
sieda da un anno senza interruzione nel lotto
ed abbia ampliato la coltura e l'allevamento
con evidente proposito di continuare a ri-
siedervi.
3) Cinque contos di reis (1) per ogni
gruppo di cinquanta lotti rurali occupati da
famiglie d'immigranti stranieri che nella co-
lonia, entro lo spazio di due anni della loro
collocazione abbiano riscattato il loro debito
e siano entrati in possesso del loro titolo
definitivo di proprietà.
Art. 77°. — Quando le famiglie d'immi-
granti agricoltori non siano state introdotte
dall'estero per conto delle imprese o com-
pagnie, questo si obbligano a installare le
famiglie coloniche nelle stesse condizioni del-
l'articolo precedente non avendo però diritto
se non ai premi 1) e 3).
Art. 78o. — Quando siano effettivamente
occupati cinquanta lotti rurali da famiglie di
immigranti stranieri, le imprese o campagne
potranno installarvi cinque famiglie di co-
loni nazionali in lotti contigui e così succes-
sivamente, obbligandosi in tal caso il Gover-
no Federale a concedere gli stessi premi
stabiliti nell'articolo precedente per il collo-
camento di famiglie straniere.
Art. 7yo. — È lecito alle imprese o com-
pagnie chiedere ai governi degli Stati Inte-
ressati tutti gli altri favori e sussidil oltre
quelli concessi dal Governo della Repub-
blica.
Capitolo V.
(1) Un conto di reis al cambio della legge
In vigore rappresenta la somma di lire ita-
liane 1,503,00.
Colonizzazione a mezzo
di compagnie o società e particolari.
Art. 80°. — Le compagnie e società e 1
particolari idonei che dispongano di terre in
situazione e in condizioni proprie alla colo-
nizzazione e si obblighino a suddividerle in
lotti ed effettuarne la vendita a termine ad
immigranti stranieri agricoltori che in essi
si stabiliranno come proprietari, potranno
ricevere sovvenzioni dal Governo della Re-
pubblica o dai governi degli Stati secondo
il sistema che più convenga al caso.
§ 1". — Saranno osservate come condi-
zioni essenziali per le sovvenzioni del Gover-
no Federale :
a) Che le terre destinate alla coloniz-
zazione siano esenti da litigi, contestazioni,
ipoteche o altri oneri reali di qualunque na-
tura o che si provi l'esistenza di contratto
regolare fra il debitore e il creditore ipoteca-
rio, in modo che l'immobile possa essere tra-
smesso e ceduto all'immigrante libero da
ogni e qualsiasi peso.
b) Che l'area sia sufficiente per la in-
stallazione di 50 famiglie di immigranti al-
meno, in egual numero di lotti rurali contigui
o sparsi in una regione il cui raggio massimo
non ecceda i dodici chilometri.
e) Che le ten-e siano fertili, in zone as-
solutamente salubri, a conveniente distanza
dai centri commerciali, ai quali siano legate
da strade ferrate o carrozzabili in condizioni
che permettano ai coloni l'espansione delle
colture ed industrie e la vendita dei prodotti
con lucri rinumerativi del loro lavoro; che
vi esistano fonti d'acqua potabile in guisa
da fornire d'acqua tutti i lotti per il con-
sumo, degli abitanti, per l'irrigazione del
terreno e abbeveratorio degli animali e final-
mente che vi sia tutto il complesso di cir-
costanze indispensabili alla prospeiùtà del
nuovi proprietari.
d) esame previamente ed ufficialmente
fatto della regione e dei documenti riguar-
danti le terre, e constatazione che tutte le
clausole summenzionate furono adempite.
e) I lotti debbono avere la superficie
sufficiente per lo sviluppo del lavoro dei suol
acquirenti.
§ 2o. — 11 Governo della Repubblica non
anticiperà nessuna somma alle compagnie,
società e particolari.
Art. 81». — Constatato l'adempimento
delle condizioni essenziali statuite nell'arti-
colo precedente, gl'immigranti con famiglia
che debbano essere collocati come proprie-
tari nelle colonie fondate da società, compa-
gnie o particolari potranno essere introdotti
dal governo della Repubblica direttamente
o mediante il rimborso dei biglietti di im-
barco ai prezzi in vigore purché:
a) Siano gl'immigranti in caso di di-
sporre dei mezzi necesisarì per l' acquisto
del lotto a vista in denaro e por mantenersi
coltivando la terra o dedicandosi a qualsiasi
industria fino a ritrarre i primi guadagni
senza altri favori.
b) I proprietari delle terre provino aver
firmato contratti cogli stessi o col governo
d.
U
pr
Ia;
iv..
1 ..>r
121 -
al pArUool&n preiu. ^t u
ImmlgTftnU oolloontc i)u.i ^ i
anno e meuo dalla luro ;.....^ i<.»-v>-
lara • il trovino in isiato prospero e mostrtno
11 proposito di permanerTi.
J 1». — Il nomerò di f. ' lioollo-
camento darà luogo al pr< v o come
pare l'Importo e il mu<'. iiuxione
dello stesM saranno prefissi dal Governo Fe-
derale OMO per caso.
SS*. — n governo dello Stato interessato
potrà aosiliare la misurazione e il rileva-
mento del lotti e concorrere con altri favori
alla fondaaione delle colonie.
Art. 8S*. — Quando il Governo Federale
avrà riconosciuto, di ooofurmità cogli arti-
coli 80 e 81, l'esistenza di circostanze che
garantiscano il collocamento favorevole di
immigranti come proprieUri e avrà antoriz-
sato le oompagnie, società od i particolari
i lavori per la fondazione della
altresì il termine per la con-
olosione dei lavori necessari sotto pena ohe
cessi la responsabilità dell'Unione Federale
quanto alle prestazioni di sussidi e premi.
Ari. 84*. — Alle compagnie, società ed ai
particolari idonei che promuovano il popo-
lamento in larga scala di terre di loro pro-
prietà, nel caso del paragrafo I alinea a), r)
e <<| dell'artioolo 80 e si propongono a legarle
per messo di ferrovie economiche con fer-
rovie esistenti, centri di consumo o porti
marittimi o fluviali, potrà il governo federale
oonoedere, quando !o trovi conveniente, e
mediante previe conti atto, un'unica sovven-
sione di 6 contos de reis, per chilometro
aperto al traffloo.
In un previo contratto saranno definite le
condizioni ohe dovranno esMre osservate, sia
d'ordine toank» ohe relattve a termini, esten,
di soasldi. indennità od alati
Islasl altra.
Art. 8ft«. — Le ÌMMÓb» di credito agrario
e sindacati agrIooU cbm si oostttnisoano se-
condo la legialaslone in vigore, se si sotto-
metteranno alle condizioni di questo decreto,
avranno preferenza per il oonsegolmento
dei sussidi e premi nel termini del presente
regolamento.
«
Capitolo VL
Art. $6«. — Linee coloniali cioè strade car-
rozzabili o servizi di navigazione com'è detto
nel capitolo IT, saranno stabilite a partire da
punti marginali di strade ferrate in traffloo
o contrazione o di fiumi serviti da naviga-
zione a vapore.
Art. 87». — Unee coloniali sono strade
otrooktanze eventuali, ooiiìiiKluia railoclun
di questo sistema per il loro miglioro pi<
fitto.
Art 89". ~ Nelle terre Ubere, le linee e
loniali saranno costruite solamente dal i:
spettivi Stati o mediante accordo cogli steH-
Art. 90*. — Lo stabilimento definitivo '.
linee coloniali In terre di proprietà partlo
lare potrà essere effettuato da proj !
o d'accordo con questi: salvo il caso
possibilità di qualsiasi convenzione
senza di vantaggi nell'espropriazione di ten
per utilità pubblica, constate dal rispetti,
studi.
Art. 91*. — Le linee coloniali, per tut
gli effetti del presente decreto, sono equ.
parate alle colonie.
TITOLO III
DELL' IMMIGRAZIONE.
Capitolo I.
Dell' introduzione degr immigrtntf .
Art. 92». — »I1 Governo Federalo promuo-
verà l'introduzione d'immigranti che, easond
agricoltori e accompagnati dalla famiglia, d-
slderano fissarsi nel paese come proprietà)
territoriali, nei lotti delle colonie, oppure i >
altre terre In condizioni da soddisfare le c>:
genze di questo decreto.
Art. 93». — L'introduzione desìi
granti sarà fatta man mano che 1 !
terre siano misurati, rilevati e re^i ut:. ..
ceverli.
Art. 94*. — In casi straordinari e per prò .
vedere In tempo a necessità troppo ev- • -
Il Qovemu Federale, quando loglud:
cessarlo, potrà contrattare ed introd
proprie spese, insegnanti pratici d'a
tura o d'indostria, Immigranti di qu.i:
nazionalità e professione per la cestri,
di ferrovie, lavori pubbllal. officine e alt
scopi, ohe offrano garanzie di collocameni
vantaggioso per gli stessi Immigranti.
Art. 96». — Si considerano imm
spontanei coloro ohe arrivano al Brn
porti stranieri con biglietto d'imbarco v. .-
o 8* classe per conto proprio.
Art. 9««. — Il governo della Bepubbllr»
restltoisoe agli Immigranti spontan<
siano agrlooltori, costituiti in famigi
tre persone di età maggiore di 12 anm
nori di 60 per lo meno, atte al lavoro e eh
si stabiliscano come proprietari di terre, l' in
porto corrispondente a* biglietti di passaggi
di 8* classe dal porto d' imbarco a quello <'■
destino.
422 —
§ lo. — Nel casi in cui l'importo dei bi-
glietti di passaggio debba essere rimborsato,
questo prezzo sarà calcolato d'accordo coi
prezzi pagati nello stesso mese alle compa-
gnie di navigazione che avranno trasportato,
tra gli stessi porti, degli immigranti per conto
dell' Unione Federale o alti-imenti, per conto
degli Stati.
Nel caso che manchi la base per tale
compito, il rimborso sarà fatto d' accordo coi
prezzi correnti delle surriferite compagnie.
§ 2°. — Il diritto a codesto rimborso
cesserà, ogui qual volta gl'interessati non lo
richiedano nel termine di due anni, a con-
tare dal giorno dell'entrata del vapore che
li avrà trasportati.
Art. 97°. — Fino a che l'entrata degli
immigranti spontanei nel paese, non sia di-
ventata sufficientemente abbondante e pro-
gressiva, il governo della Repubblica fornirà
gratuitamente — senza obbligo per i bene-
ficiati, d'indennizzare il Governo o chicches-
sia — agli stranieri che esercitano il mestiei"e
di agricoltori e arrivino accompagnati dalle
loro famiglie, o richiamati dalle stesse, sem-
pre che siano in grado di essere accolti come
immigranti nei termini dell'art, 2° e vengano
a stabilirsi come proprietari territoriali:
1) Biglietto d'imbarco di 3» classe dal
porto d'imbarco a quello di Rio Janeiro o
a qualunque altro porto nazionale, dove si
sia stabilito il servizio di ricevimento e al-
loggi.
2) Nei porti surriferiti — ricevimento,
sbarco delle persone e dei loro bagagli, al-
loggio, vitto, medico e medicine, in caso di
malattia — al loro arrivo e per tutto il tempo
indispensabile, fisso al proseguimento del
. viaggio verso la località di loro scelta.
3) Trasporto in ferrovia o sulle linee
di navigazione a vapore, fino alla stazione o
porto a cui si destinano.
Art. 98°. — Agli immigranti spontanei o
a coloro che, con passaggio pagato degli Sta-
ti, oppure da terzi, sbarchino nel porto di
Rio de Janeiro o nei porti in cui il servizio
di ricevimento e alloggio sia già stato orga-
nizzato, saranno assicurati gli stessi favori
menzionati nel paragrafo 2o e 3° dell'articolo
precedente.
Art. 990. — Godranno pure i favori del-
l'art. 97 gli immigranti, la cui entrata sia
avvenuta per conto del governo della Re-
pubblica nei termini dell'art. 94
Art. lOOo. — I bagagli degli immigranti,
inclusi gli strumenti agrari o appartenenti
alla loro professione, sono dichiarati esenti
dai diritti d'importazione, d'accordo colla
legislazione iu vigore.
Art. lOlo. — Agli immigranti saranno som-
ministrati tutti gli schiarimenti di cui avran-
no bisogno, par mezzo d'interpreti, che li
dovranno accompagnare quando sia neces-
sario.
Art. 102o. — Gli immigranti sono liberi
di scegliere e di dirigex'sl verso il luogo che
desiderano, essendo assolutamente vietato di
far loro qualsiasi imposizione a questo ri-
guardo.
Art. 103». — 1 rappresentanti del Brasile,
(! gli incaricati del servizio d'emigrazione
all'estero, devono impicgai-o tutti i mezzi per
evitare la venula di passeggieri di 2» e G»
classe, che non possono essere accolti come
immigranti, nei termini dell'articolo 2o di
questo decreto.
Gli incaricati del ricevimento, i medici
del servizio sanitario e di polizia del porti
brasiliani, devono impedire lo sbarco degli
stessi, e le compagnie di navigazione che li
trasportano, sono obbligate a rimpatriarli.
Capitolo II
Delle formalità per l'introduzione
degli immigranti.
Art. 104°. — L'introduzione degl'immi-
granti per conto del governo della Repub-
blica, è fatta dalle compagnie di navigazione
o da armatori pienamente autorizzati dai
rappresentati del Governo della Repubblica,
che ne abbiano la facoltà, mediante accordo
previo sui prezzi e condizioni che assicurino
l'igiene e le comodità per i passeggieri, os-
servando le disposizioni di questo decreto.
Art. 105o. — L'accordo deve esser fatto
con una o più compagnie come e quando
voglia il Governo della Repubblica, dando
la preferenza a quelle che meglio corrispon-
dano agli intenti del governo stesso e oflrano
maggiori garanzie e vantaggi di prezzo, ra-
pidità di viaggio, condizioni di comodità e
vitto per gli immigranti.
Art. 106°. — Tutte le convenzioni stipu-
late per l'introduzione di immigranti, avran-
no la durata che convenga al Governo della
Repubblica, il quale si riserva il diritto, con
atto suo e dei suoi rappresentati competenti,
di esercitai-e il più ampio controllo, di sce-
gliere gli immigranti, di rifiutare quelli che
non si trovino nelle condizioni stabilite, so-
spendere l'imbarco, limitare il numero dei
passaggi e, finalmente, rescindere il contratto
in qualsiasi tempo, senza indennità di nes-
suna specie.
Art. I07o, — 11 Governo dell'Unione in-
trodurrà per conto proprio soltanto gli im-
migranti, i cui passaggi sono domandati alle
compagnie di navigazione, colle quali ha do-
gli accordi, dai suoi rappresentati debita-
mente autoinzzati.
Art. 108°. — Per tutta la durata dell'ac-
cordo; le compagnie sono obbligate a:
1) Concedere a tutti gli immigranti, che
si trovano in condizioni da essere classificati
come immigranti, in conformità dell'art. 2"
di questo decreto, e vogliono imbarcarsi con
biglietto d'imbarco di 2» o di 3» classe, a loro
spese (spontanei), la riduzione del 10 per
cento sui prezzi ufficialmente convenuti, se-
condo l'età rispettiva e i porti d'imbarco e
di destino.
2) Trasportare, per prezzi mai supo-
rioi'i a quelli stabiliti nell'accordo col Go-
verno della Repubblica, a seconda delle età
e tra gli stessi porti, gli immigranti, che even-
tualmente dobbono essere introdotti per mez-
zo degli Stati federali, imprese, associazioni
o privati. In questi casi le spese corrono per
conto di questi esclusivamente.
Art. 109o. — Avranno preferenza per l'im-
barco sui vapori delle compagnie di naviga-
l M I I I
Dtl ••Triti di riotviiMnto. »bAroo, tliooflltf,
vitto • tp««xl«nt é^li Mmilrtiitt.
AH. UT
T nervini <li rJix'vlnuffito, sii
• «t go-
i':»rt«nca
. p.,...«..u.- 1..1. Arrivo. II
tte II trasporta e 11 nu-
diti — con nnttclparjnnp
Art. li A»,
vici al quali v:
restano a car
tendo p«rò il
porro rvj {v>l f -,
ihbllca
:ico in dupli-
>. lo stato, iia>
^ !> di parentela
i e il iiutnero del bagagli
licblarazione degli lmmi>
: fatto nessuna spesa per
ividuall, per quelli delle
!1-Ii.
I nrUre II • ri-
. del governo
mbarco. o in
Ilio del
liisporta
iuta ptT Conto iJ»-l «iovenu. della Re-
I dove anche organizzare un elenco
i.., »... ,....!« cijg |g sono affidati, per
I altri documenti, a^li in-
"nto noi porto di •jhan'o.
"ai
'' incaricati ufficiali
ri devuno essere cor-
r Menti, che si esigono
da quelli elle 60iio tra*>portati per conto del
governo della Repubblica.
Art. IMO. — I bagagli degli immigranti
■ vono essere imbarcati sugli stessi vapori
i cui viaggiano: e la rispettiva compagnia,
al riceverli nel porto d'imbarco, consegnerà
• dascuDO immigrante o ad ogni capo fa-
miglia una ricevuta indicando il numero del
colli che loro appartengono e le marche ohe
senrooo a facilitare il ri ntraocf amento.
Queste rlc*»Tute danno oorrispoodenza al-
l'elenco menzionato nell'art. 11* di questo
decreto.
Art. 115*. — II grado di parentela, l'età,
domicilio, e professione degli immigranti de>
▼ODO essere comprovati da documenti degni
di fede, vidimati dall'incaricato alBclale del
•ervizio nel porto d'Imbarco, o in assenza di
questo, dal console o agente consolare bra-
siliano, i quali hanno il d||itto di rifiutare
questi o altri documenti, ODe sembrino loro
viziati o deficienti.
Art. 116". — Negli accordi con le com-
pagnie di uavigasione si devono determinare
]•• ro.'ole da osservare in riguardo della com-
■ <-' della famiglia degli immigranti
■ ri. che devono essere introdotti per
...,;. .lei Governo della Repubblica, come
pure tutte le altre condizioni che interessino
il servizio.
menta, »Uarc
granti sono st
se sono spont..
cloni determinatn da qu<
Art. laoo. - All'infu.':
ticolo precedente. 1
spese reltttive noti ».
della Repubblìcn. II! .
conto degli St.i .i/.i.mi.o p.u
ticolart.
Art. 121 \ .» autorizzi
zi' • alle Impresi
as ..«rico deli
sta: ^ _
Art. 122". — Le sovvenzioni del «J
della Repubblica nei oasi dell'art. ll'.<.
Il pagamento ;!••'■ ^•'•♦' 'li una quota pi- > ...-
mente fissata m media per oi^ni
tmmiicrante, ; < delle condizioni
del porto, del uvio ai sliarcu. e del tempo
di alloggio, che non potrà superare I sei
giorni, aalvo il caso di malattie dell'immi-
grante o di persone della di lui famiglia.
g unico. — Ogni qualvolu il Governo <1< I-
lo Stato interessato sia entrato in aocor : !
Qoverno della Repubblica, intorno all.i
di cui si tratta quest'articolo, il >>
della Repubblica nuin terrà, nel •>-'•'
leggio un funzionario federale,
procedere al compenso dell' ii:
quote ohe dovranno essere pagaie, e prn\
vedere altresì, quando sia necessario, a
l'avviamento a destino degli immigranti
fornir loro le informazioni di cui avrann
bisogno.
Art. 123<>. — Il trasporto nelle linee fv.
roviarie. marittime e fluviali sarà fai?
conto del Ooverno della Repubblica j
'gli Immigranti siano spontanei e Io :......
dano. quando siano introdotti a spese del
Ooverno della Repubblica, d'imprese, asso-
dazioni o particolari oppure quando queste
vie di oomonicazlone siano amministrate dal
Governo stesso.
Art. 124». — II trasporto In strade c«>-
muni o rotabili, dalla stazione ferroviart.i
porto marittimo o fluviale fino al luogo n,
destino dell'immigrante, nella colonia, sarà
pagato dal Ooverno centrale, se la colonia è
amministrata direttamente dallo stesso: e a
spese degli Stati, imprese, associazioni o par
ticolari, nel caso in cui le colonie siano sut
fondate da essi, oppure essi abbiano prò
mosso direttamente la venut» degli immi-
grantL
424
Art. 1250. — L'alloggio deo[li immigranti
nuovi arrivati alla colonia o al luogo di loro
destino, rimane a carico dell'amministrazione
della colonia o di coloro che avranno prov-
veduto ad introdurli, siano questi, il Governo
della Repubblica, quello degli Stati, imprese,
associazioni o particolari.
Art. 126°. — I servizi di ricevimento, sbar-
co, alloggio, vitto e condizione degli immi-
granti devono essere attentamente curati
dall'amministrazione pubblica, e gli immi-
granti devono essere circondati da tutte le
cure e attenzioni necessarie.
Capitolo IV.
Del rimpatrio.
Art. 1270. — Il governo della Repubblica
concederà il rimpatrio, quando gli sia richie-
sto, agli immigranti agricoltori introdotti per
suo conto, se avranno meno di due anni di
permanenza al Brasile e si trovino nei se-
guenti casi:
1) Vedova e orfani che non possono as-
solutamente provvedere al proprio sostenta-
mento, né abbiano altri membri di famiglia
che servano loro di aiuto.
2) Coloro che effettivamente siano di-
ventati incapaci in seguito ad infermità in-
curabile o ad infortunio sopravvenuto nel
lavoro in cui erano impiegati e non abbiano
altri membri della famiglia, atti al lavoro e
atti a proteggerli.
3) Sposo e figli minori di 12 anni di
immigranti, nel caso sopra citato, se in ve-
rità non potranno provvedere al manteni-
mento della famiglia.
*) Minori di 12 anni, membri di famiglia
d'immigranti nelle circostanze surriferite.
Art. 1280. — Per concedere il rimpatrio
agli immigranti nei casi 1) 3) e 4) dell'arti-
colo precedente, è necessario che abbiano
vissuto abitualmente sotto lo stesso tetto e
col padre di famiglia la cui mancanza, o in-
validità servono a motivare la domanda.
Art. 129°, — Agli immigranti spontanei,
riconosciuti come tali d'accordo con le di-
sposizioni di questo decreto e che si trovino
nei casi dell'articolo 127 combinato coli' art.
128, sarà concesso il rimpatrio, quando ri-
chiesto.
Art. 130". — Agli immigranti nelle condi-
zioni dei tre articoli preceilenti, che vogliano
ritornare al paese d'origine, il Governo della
Repubblica, concederà passaggi di 3» classe
fino al porto più prossimo dei loro destino e
la somma di 50$OaO a 200$000 per le speso
del ritorno, a seconda del numero di perso-
ne di famiglia e della distanza che avranno
da percorrere.
Art. 131". — I lotti di terra posseduti a
titolo definitivo dagli immigranti che avranno
diritto al rinipatrio, potranno esser venduti
da loro stessi oppure trasmessi in loro pro-
fitto senza offesa ai diritti di terzi.
Sarà condonato qualunque debito che per
caso abbiano contratto col Governo dell'Unio-
ne : e se il titolo non è che provvisorio, sarà
concessa l' autorizzazioiie per poterlo ven-
dere o trasferire in loro profitto, con tutti
i diritti che potevano derivar loro dal pos-
sesso del titolo definitivo.
TITOLO IV
Capitolo Unico.
Disposizioni generali.
Art. 132". — Annualmente il Governo della
Repubblica, concederà dei premi di viaggio
al luogo o paese di origine, agli immigranti
che abbiano almeno tre anni, e non più di
sei, di residenza al Brasile, stabiliti come
proprietari territoriali a titolo definitivo, e
possono essere classificati tra quelli che più
abbiano progredito e si siano distinti per la
loro condotta, le loro abitudini d'ordine, di
moralità e di lavoi'o.
Art. 133°. — Il governo federale determi-
nerà tutti gli anni il numero degli immi-
granti che potranno usufruire dei premi men-
zionati nell'articolo precedente, autorizzerà
la loro scelta, e fornirà loro il viaggio di an-
data e ritorno.
Art. 134°. — Si agevolerà, quanto sia pos-
sibile, per interpreti e con altri mezzi, la tra-
smissione e il ricevimento e la distribuzione
della cori-ispondenza postale e telegrafica, tra
gli immigranti e i loro parenti o conoscenti
con residenza all'estero.
Art. 1350. — La fondazione della colonia,
destinata esclusivamente ad agricoltori na-
zionali, sarà effettuata dal Governo della Re-
pubblica, soltanto q;uando la necessità pub-
blica lo esiga e lo Stato interessato non si
possa provvedere direttamente.
In ogni caso, lo Stato dovrà sottostare ad
una parte delle spese necessarie a tal fine.
Art. 1360, — Il Governo della Repubblica
impiegherà i mezzi necessari per far cono-
scere largamente all'estero i vantaggi, la
moitiplicità delle ricchezze naturali e la fa-
cilità di vita che il Brasilo offre ai lavoratori
che vogliano impiegare la loro attività in un
punto qualunque del sue territorio.
Art. 137°. — Per la intera e fedele ese-
cuzione di questo decreto, saranno spediti
gli atti complementari e le istruzioni che sa-
ranno necessarie.
Art. 138". — Sono revocate le disposizioni
in contrario.
Rio de Janeiro, 19 aprile 1907.
Miguel Calmon du Pin e Almeida.
-^s^^
I.
Carità e Beneficenza.
— Io Torrel «bollte tutte le feste di be-
neficenza — rimihiara un vecchio sii^nore,
comodamente seduto in uu c^ituccio del
vafone.
— E lo inrece credo che una dama può
benlMtmo diTertlrsi e far del ben<>, — ri-
battè ìm «ifBOim con Tooe un po' aspra.
— B M eoa» ne pensa? — mi chiese d' un
tratto qaaat cercando an' alleata.
che s' infiocca e s'infrunxola, direi, e ohe am-
mette l'cl< ^.'iiiiza e la c(HfM*tterit. -
La signora sorrise. ra|;t;iantc. Il vecchio
signore mi fulminò con un'occhiata, ed io,
non riconoscendolo per (ìiove: — Ma se o
verol — esclamai — provino un po' a far
vendere ad un Bazar di beneficenza, da si-
gnore impacciate, tutte brutte e senza spi-
rito, e poi vedranno che fallimento sarà!
K, 90ciali»ta e propaganditta per il voto alt» donne.
— ! .M credo anch'io, perchè altro è ben^
ficeu7.s. altro è carità.
— Sottigliezze !.» — Scattò il vecchio si-
gnore con fare da orco.
— ...Eppure io scriverei rarità colla C
maiuscola, e beneficenza colla h minuscola,
— continuai io — perchè mi pare che la ca-
rità sìa qualcosa di sublime, che implica la
rinuncia, l'abnegazione, il bene fatto nel-
l'ombra; mentre la iv^-fi-.—'T è un doven
— Ma cerio, ma certo t... — ribadiva la si-
gnora — Io poi, vorrei che ci fosse mi lia-
cfle in ogni salone da ballo, e che tutti i
convenuti vi mettessero i loro nlmll.
— Id.. :... - mi li
inviperlt. ompagno d
— Sara . ;• aè veiiuUa
ho l'abitudiiiu di cantar l'inno ri-
— Oggi molti pensieri umaii
f..77q„,. ppr socialisti — disse la „„..
— 420 —
- Ora ci si tuffa nella politica! Anche le
signoi-e, oggi.... — Fremente, il vecchio si-
gnore lasciò la frase in tronco. E come per
reagire, si alzò, si stirò, abbassò un vetro,
sporse il capo dal finestrino, incurante del-
l'aria fredda, per fortuna proprio nel mo-
mento in cui io dicevo: — Ma anche nel so-
cialismo vi sono idee splendide!... —
Se non che, nel muoversi così, il signore
fece uscir di tasca un giornale ch'egli vi aveva
mal riposto. La signora ed io ci scambiammo
un'occhiata telegrafica; se quel foglio era il
suo Vangelo, si comprendevano facilmente
gli scatti e le intransigenze del nostro com-
pagno di viaggio. Perciò, sorridendo ammu-
tolimmo.
Ma quando rialzato il vetro del finestrino
e ravvoltosi di nuovo negli scialli morbidi,
il vecchio signore s'appisolò a poco a poco,
componendo il volto ad una gravità impo-
nente, la signora riprese il dialogo interrotto,
e mi narrò appunto di un ballo di beneficenza.
Io vi trascriverò ciò che mi disse, poi se
non vi spiace, gentili Lettrici, uscendo dal
vagone, che continua la sua corsa vertigi-
nosa, continuerò a parlarvi un po' di carità
e di beneficenza.
Quel ballo dunque era stato dato a Mi-
lano al Corso-Hotel, per la Fondazione Begina
Elena, e per YAnibuluma Scuola; ed aveva
ottenuti risultati finanziari ottimi.
Quest'Ambulanza Scuola fu fondata dalla
Croce llossa Italiana (Sezione Milanese), su
proposta della signora Sita Meyer Campei-io.
A.d imitazione di quanto si fa in Francia,
Svizzera, Giappone, Germania, Russia, le si-
gnore s'inscrivono per aver un corso d'istru-
zione, sui soccorsi d'urgenza. I corsi sono
due; per l'uno la tassa d'iscrizione è di L. 20;
per l'altro, che è festivo, è di L. 2.
Le allieve del Corso teorico pratico sono
320; appena i mezzi lo consentano sarà ag-
gregata e questa scuola l'Ambulanza.
L'idea dell'applicazione pratica dell'in-
segnamento teoi'ico è utilissima per chi vuol
sapientemente giovare ai malati della fami-
glia, ai poveri o anche, come all' estero, apiùrsi
una via quale infermiera. Non basta sapere a
memoria i primi soccorsi da prestarsi in tanti
casi urgenti, pei"chè in faccia al caso grave
e improvviso, se non si è corazzati da una
provvida esperienza, si perde subito la te-
sta, s'impiccia invece di aiutare, si sviene,
magari, invece di agire.
E dunque lodevole il pensiero d'impian-
tare anche in Italia una Scuola Ambulanza,
facendo fiorire un altro ramo della carità
femminile.
Nel comitato v'hanno nomi già noti nel
campo della beneficenza, quali, (cito a caso),
Donna Carlotta Negri Origoni, Contessa Nina
Ottolenghi Levi, Donna Giulia Crespi Morbio,
Frieda Cramer Mosterts, ec.
Ma poiché sono entrata nel campo bene-
detto della filantropia, devo rammentare una
benemerita dama, da non molto rapita alla
nostra affettuosa stima, Felicita Morandi che
fra le sue carte lasciò pregievoU memorie
patrie e letterarie dei tempi del nostro Ri-
sorgimento, ed a cui Mihino va debitrice della
Pensione benefica per le giovani Lavoratrici.
Oggi questo Istituto alberga 84 ragazze, ope-
raie ed impiegate, paganti la modestissima
retta di L. 25 mensili.
Qiianto sarebbe utile che sorgesse una
pensione analoga, ma per persone di età più
avanzata!... Una Pensione benefica per lavora-
trici umane, ove pagando una tenue retta,
o comrjletandola con dei lavori necessari al-
l'azienda stessa, potessero trovare un tetto
e un focolare, un desco e un po' di pace,
tante impiegate, tante operaie, tante persone
che un tempo ebbero giorni migliori, e che
ora lottano col bisogno come titani sorri-
denti, per pianger sole, scombuiate dallo
sconforto, quando sono a tu per tu col pro-
prio cuore!...
Chissà!? forse la mia idea espressa qui
alla meglio, può essere incontri l'anima buo-
na che l'accolga, e assecondandola traduca
il sogno in realtà. Volesse il Cielo che il se-
me buttato al vento, trovasse il terreno pro-
pizio!
Ora intanto dell'Opera Morandi si occu-
pano con mirabile lena due donne profonda-
mente buone e intelligenti Linda Malnati e
Donna Rachele Saporiti (Fulvia), di cui molte
lettrici conosceranno pagine squisite.
Perchè ben sovente l'intellettualità e la
filantropia si accoppiano, si vede spesso l'ar-
tista o la scrittrice dedicarsi a opere alta-
mente umanitarie. Cosi fanno appunto, come
dissi, Linda Malnati, la fine scrittrice di no-
velle per bambini, Ada Negri coli' Asilo Ma-
riuccia, di cui è fondatrice Ersilia Maino,
quella donna fervente di amore pel suo pros-
simo sicché non indietreggia davanti a nessun
ostacolo per salvarlo e proteggerlo e Fulvia
anima della Fondazione Regina Elena.
Che cos'è mai questa Fondazione? È un
istituto per accogliere i bimbi che, già or-
fani di padre, avevano nella mamma il loro
unico sostegno materiale e morale, per modo
che perdendo anche quest'ultima àncora di
salvezza rimangono soli, e disorientati come
ciechi senza bastone.
Molte creature pietose e a cui la vita sor-
ride, fecero larghe oblazioni, e nel comitato
per la nuova opera pia, si vedono nomi già
noti ai poveri che li benedissero, quali la
Contessa Luigia Cicogna Della Somaglia, Gina
Donati, Donna Annita De Francisci Sessa,
Maria Gnecchi Sessa ed altre molte.
Il bisogno che provano in generale le
donne di non occupar-si soltanto di cose in-
tellettuali ma di as.sociare a queste quelle
che occupano il cuore, si rivela in mille altri
modi.
La famiglia Mylius ebbe l'ottima idea di
fondare la Società della Formica, un'associa-
zione di signore che si riuniscono in vari
gruppi per lavorare pei poveri, e che alla
r^PILLOLE FATTORI
I di CASCARA SAQRADA contro
I Scatole di 25 pillole L. 1. di 60 pili
1 Dirigere riihlesie ai Chiniici FainKifisti
.. stitichezza]
ile L, 2. — Opuscolo gratis a richiesta. |
G. FATTORI A- i\ - Via Monforte, 10 - MILANO
tudo una cA»!ia di
1 delle patronesKo.
/ione, permette di
. fra cui quello di
«» haln«>«H. di rldti-
pruv«U> che <
o<»nosccndo V
piana e v--
Chi II
vi fn il ■
MI m diiettanu i:
^'nato. ne è a front'
e presi-
itiKiu, e che conta
.i Parravlcini Stan-
mi sfagge il nome,
i un'operosità pra-
!!i pfn sincera am-
ile per-
ii-
fr
ga . ..........
ma ohe so tu :
fica e ben«»fi
mirasion
Cosa
SOD« spi:
Quante idee uou accolguuo, quante non
ne rubano ad altri paesi, con un furto che
non è un delitto?
Una di tali idee, già accolta in Germania
ed in Inghilterra, è quella che diede origine
alla * Festa delle Uova. , Le signore del Co-
nUUto tro AtUo InfantiU dèi Ciéeki, Cecero
incetta di nova artiftctali, presso famiglie,
pasticcerie, chlneagtterte. ecc. Poi riempirono
queste uova di soeoberlal di ogni maniera, e,
nascosti in modo mom troppo ateoto i graziosi
gingilli, fecero entrare nel giardino dell' Isti-
tato del dedii, a gruppi, 1 bimbi agiati ohe
li doverano trovare. La tassa d'ingresso era
di una lira; poi T'erano i mille ingegnosi tra-
nelli per spillar quattrini, fra cui la lotteria
•-h» aveva per premio le sei magniflube uova
.alate dalla Regina Madre.
Fatto sta, che all'appello scritto da Fulvia
ai mondo minuscolo, i bimbi Milanesi accor-
sero in gaio «dame coi parenti loro, e la
festa gioconda fn coronata da un felice esito
finanziario, a cut si aggiunse M splendida ca-
rità di un ignoto che consegno al Direttore
dell'Istituto dei Ciechi cinque mUa lire. Fra
le benemerite signore che tanto s'industria-
rono per tale festa, si devono rammentare
U marchesa Trotti e la baronessa Leonino.
I ciechi esercitano on fàscino speciale so-
a ogni cuore ben fatto ; che ciò sia vero,
lu provano appunto 1 cuori e le menti che
si occupano con pietoso interessamento di
loro.
bte clu:i;e, che i>i i:^.
timanapor la Confci
zolo, deponendo in -..._
rimane segreta.
Gli oboli suddivisi, servono poi per pagai
1 buoni di carne, pane, riso; buoni dlstr-'
dalle Dame stesse ai poveri che si r-
visitare. Fra le pietose visitatrici eh-
gano fino ai quartieri più luri<!
Congregazione di Carità dispone
pò scarsi, e dove la polizia gi<>.
entrai-vi, noto Donna Teresa Pauzu:u, la :>ua
intelligente figliuola Eugenia, e l'int^llettualo
Signora Teresita Frledmann CodurL
Si può dire che. in generale, una delle
principali attrazioni subita dal cuore umano,
sia quella dell' Infanzia.
Appunto pel bambini, alcuni mesi son'
ftipresaa Roma una iniziativa degna di v<
nir imitata per cura dell' IttihOo Momtatto ti' >
beni «tabili.
Questo Istituto, che si propone Ara le al
tre cose, di costruire case Igieniche con ba
gni e giardini per gli operai, e che destiu
nn premio per gl'inquilioi che conservali
meglio li loro quartlerino, ha edificato la Ca" •
dei Hambini.
La " Caaa dei Bambini , è una casetta m< '
destissima, ma ohe ha una grande impoi
tanca morale, polche raccoglie gratuitament
i piccini dai tre al sette anni, ossia nell'epoca
in cui non possono per l'età o per casi spe-
ciali, frequentare le scuole elementari. Ogni
casamento deU'i«(tl«ro dol Umi atabili ha a«
gregata questa Qua d«i bambini, che oonst >
di un paio di camere ove si raccolgono i flgl \
di quei genitori che il lavoro chiama di buon
mattino lontani dalle pareti dnmf^tiche. Fin-
ché un nuovo indirizzo delle industrie e dellM
beneficenza non restituirà la madre al for«i
lare, è importante supplirla fin dove si pu'
strappando i bimbi alla scuola della strad ■
Una direttrice e una custode, attender
per ora all' cducacione, all'igiene, allo svi
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
— 428 —
Inppo morale e fisico dei bimbi, che nella
casa a loro adibita trovano banchi per qual-
che rudimentale lezione, seggioline di paglia,
e dolci e regali il giorno della Befana. Mae-
stra dei piccini è la signora Candida Lucci-
telli; e dei bimbi ha la sorveglianza Maria
Montessori, la valente e benefica Dottoressa.
La baronessa Ferrerò, Olga Lodi, Donna Maria
Talamo e molte altre signore, si fecero una
cara festa d'inviar doni alla Casa dei Bam-
bini, perchè la Befana fosse più prodiga verso
quei loro protetti.
Anche in Sicilia, all'infanzia si largiscono
oboli e regali.
A Trapani la signora Eugenia De Sanctis
Fornaris istituì la Società detta del Mondo
piccino, che fornisce ai bimbi poveri pane,
chicche, indumenti nelle diverse solennità
dell' anno, oltre molti libri e giornalini edu-
cativi.
Ai bimbi, ed è doveroso, si è pensato e
si pensa molto.
Anche per protoggei-e i piccoli italiani al-
l' Estero, come per i bambini operai, quante
anime auree si sono commosse, ed hanno tu-
telati i nostri fanciulli!
V'è però tuttora una categoria di persone
a cui, almeno in Italia, mi pare (e quanto
sarei lieta d'ingannarmi!) non si pensi af-
fatto. E questa la categoria dei poveretti che,
deformi dalla nascita, danno la loro sventure
in pasto alla crudele e m.alsana curiosità dal
pubblico, lucrando sulla propria disgrazia.
Ogni fiera di villaggio, ogni circo di gran
città, ha spesso " l' uomo cane « " la donna
che scrive coi piedi „ essendo priva delle
braccia, i " gemelli attaccati insieme „ " l'uo-
mo senza braccia e senza gambe „ che tiene
un discorso a chi entra nel baraccone pa-
gando pochi soldi, e si fa portare in braccio
o mettere in carrozzella sotto gli occhi di
una folla dimentica del rispetto per la sven-
tura, e della dignità umana.
Li studino i medici questi sventurati, mia
non li osservino come un mostruoso gingillo,
dei volgari profani.
Il ricovero Cottolengo di Torino accoglie
senza restrizione di pratiche burocratiche le
più, orribili (se si potesse dire!) deformità
umane: ma in Francia v'è un'istituzione che
fa ancor meglio; che strappa, non solo alla
miseria, ma all'abiezione tanti poveri dise-
redati dalla Natura, cercando usufruirne la
scarsa potenzialità fisica e intellettuale, e
dando loro il modo di campar la vita in parte
o completamente col lavoro proprio. Per tal
m,odo, quest'Istituto che assicura un tetto
e un cespite di guadagno a molti deformi
d'ambo i sessi, impedisce che essi abituino la
mente al pensiero d'esser costretti a far da
giullari al prossimo in pieno Secolo XX.
Ma che dico, giullari? I giullari erano pun-
genti e astuti; improvvisando divenivano spes-
so satirici come poeti civili. Ma i meschini che
oggi esj)()iig()no al pul)blico lo loro penose
anormalità, aggravano la mancanza di deco-
ro, colla strisciante vigliaccheria di chi s'in-
grazia il cliente.
Ma vanno perdonati! Sono 1 sani, che si
devono incolpare se ciò avviene; poiché i
sani non provvedono.
Le leggi son di là da venire, come per
ciò che concerne i domatori, le domatrici, i
fanciulli ginnasti, le bimbe equilibrista, e chi
più ne ha più ne metta.
Per l'appunto le domatrici e i domatori
chi, a mente fredda e a cuore caldo, può ap-
provarli e metterli d'accordo colle superbe
pretese di gente civilizzata di che ci gratifi-
chiamo ad ogni momento?
Eppure, molte signore sensibili che si sde-
gnerebbero di veder il servitore a.... (come
dire?) gestir col lìiede sgridando il cane, ri-
mangono tranquille e sorridendi ammirando
il domatore o la domatrice mettere il capo
in bocca al leone, o far saltare le belve in-
ferocite attraverso i cerchi infiammati. E poi
noi italiani d'oggi condanniamo aspramente
1 romani di ieri, e diciamo barbari gli spa-
gnoli che conservano la tradizionale corsa dei
tori, salvo poi ad estasiarci vedendo dei fan-
ciulli e delle giovinette far dei giochi di de-
strezza pericolosi fino alla tragicità, sulla fune,
sui cavalli, sulla bicicletta!...
Ah, se si fosse meno ligi alle brutte tra-
dizioni nostre, meno pronti a scimmiottare
i forestieri, anche nel male e più ansiosi del
bene altrui, come camminerebbero meglio
tante cose di questo paese, non vi pare, mie
pazienti lettrici?
Ma ditemi di non deragliare.
Ora (ritorno in carreggiata) una grave
preoccupazione per chi ha sensi di alta mo-
ralità, era il problema di ospitare in modo
decoroso tante giovani straniere momenta-
neameute disoccupate. Nel pensiero di una
saggia salvaguardia, ecco sorgere a Milano
fino dal 1893, per merito di un comitato di
signore in parte straniere, una Home, e più
tardi, vedendosi la necessità di una pensione
famiglia per signorine impiegate o studenti,
obbligate a vivere lontane dalla casa pater-
na, r Unione Cristiana delle giovani, organizzò
un Foyer. Infine, durante l'Esposizione Inter-
nazionale del 1906 funzionò la Pensione Fem-
minile di Piazza d'Armi, ove trovarono allog-
gio circa 400 signorine, e che fu, specialmente
durante il Congresso per la Pace, una vera
provvidenza.
Anima di queste istituzioni altamente uma-
nitarie, è la signora Lina Noerbel la quale
si occupa pure, colle signore Vonwiller e Ce-
derna, dei malati povei-i bisognosi della cura
di Salsomaggiore, e che è un membro atti-
vissimo della Lega Internazionale, delle Ami-
che delle giova nette.
Eccomi a spiegarvi cos'è quest'Unione
Internazionale tanto benefica.
La Lega di signore detta " Le Amiche
delle giovanotte „ venne fondata a Ginevra
ARTRITE
FANGHI DI
«".UARITA RADICALMENTE
R I
VEDI ANNUNCIO DI FRONTE
•;•> ^;v ALL INDICE GENERALE
IJI»
fanciulla «x>!i{r«(U a la-ociar la ca.Htiovo u«ci)uci.
p«r o«roar altrovo U mexxo di procacciarsi lì
pano.
In pari t4>rapo ha quello di protoi;^ere
ostil ragAJixa sene' appoj/frlo od ohMt^'KtK a
TlTcro la un ambiente malsano. ' ,10
nasionalitit ella 6ia, qualunqt4*
futi, qualunque ^ianu le siu> O' . i.a
Conferenza del 18dS ha confermata la taso
orlsUana evangelica dell' Unione, che ha la
sua lede a Neuchitel, ma che conserva In
ogni paese il suo comitato nazionale, dal
quale dipendono i vari comitati locali. Tale
Lega possiede e dlstribuist^e ad ogni suo
membro il regolamento, o un libretto cogli
indirixzi di tutte le * Amiche . per modo
ohe ogni Socia può mettersi in oomanica-
Blone colle altre. L' Unione diede (come dissi)
Tita alle Home* o case per ospitAro le ra-
gasse forestiere, ad uffici di collocamento,
manda ad aooogliere le arrivanU alle sta»
xioni, ed appoggia ogni iniziativa per la mo-
ralità.
Questa e la Lega per gì' imtere*MÌ Femminili,
di cui. com'è ormai noto, è fata benefica Er-
•ili* Mi^no, provano quanto bene possa fare
U carità accoppiata al criterio.
Ha ora voglio richiamare la vostra atten-
sione, sa qualcosa di affatto speciale, che
parte dalla beneficenza per arrivare alla con-
quista d' un diritto. È questa nuova creazio-
ne detU la Cosa dei Pane, ideaU dal cav.
Sangiorgl di Roma, e di coi è apostolo in-
faticato ed oblatore generoso 11 prof. cav.
Marcello Galli-Dunn, Consigliere provinciale
di Siena. La Contesse Parravicini prima, poi
Giovanni Borelli riferirono sull'opera alla Re-
gina Ma^lre. che ne accettò l'alto patronato.
'" '^ circolare della Marchesa La-
i. presidente del Comitato di
i\a lo sropo della Vana del l'ane,
e una prefazione di Giovanni Pascoli al libro
delSanglorgi ne afferma rintendimcnto ci vile.
Sangiorgl parte dal principio che "L'uo-
mo nascendo, ha diritto al pane ; , " diritto
che l'avidità degli uomini ha reso monopolio
'it pochi.. Questo diritto egli vuole sia ri-
nosciuto e adempiuto dopo tanti secoli
.oblio, scrive Pascoli; e continua: * Il pane
a tatti! A tatU? Anche ai fannulloni? Sicuro:
aon lo neghiamo al delinquenti. Ma allora
eome lavoreranno? Peggio per loro, se non
vorranno godere d -Uè loro membra e della
loro anima. Ma lavoreranno; non dubitate.
Sono i denutriti che non lavorano; e non
lavorano perchè sono spossati del corpo e
dello spirito. Ad ogni modo è un loro diritto
<1 pane, come il sole, comprarla, come il
.'te della loro mamma. ,
Dopo le parole del poeta, dae righe sul-
ì ingranaggio pratico dell'impianto.
A Massalombarda, ove già funziona la pri*
ma "Casa del Pane,, Il forno di questa cuore
pane ai soli |><>
puti*à dare a ■
modo che o,
l'a^^qua, che >
che nessun ita;
la beviamo alia lontann piii>itii.'.i.
Fra i grandi vantaggi che porteranno le
CaM del Pane, vi sarà qur-'To ,\i far sparire
l'orribile piar > ■'Jo, che pa-
reva pur troiai n tante Pro-
vincie d'Italia. ' ..k <lt Signore
forma il ComiUlo dt Huma, «■ "'
lano. Fra queste benemerite. 11
Maria Quecchi Sessa, Contessa l;...-»..
romeo. Donna Catulla MyliuK, la M
Trotti Belgioioso, presidente del Coni.
Milano, e parecchie altre.
Quasi analoga per caratteristica moralizr.i
trice allTntoiM Inter»', :iunnlf^ d^rté - Amirl.
delle giannette, ^^\ cu
detta fjtercito della
ha per solo scopo lì; ;
ma fonda colonie agricole. a.->ili noilui <
di collocamento, case per fanciulli. 1
cendo mai opera settaria, e occupati... .
tutto quanto possa avere attinenza colle o]»
re sociali, e di elevazione morale.
Ben a ragione Antonietta Oiaoom* Hi ^i
lagnava che in Italia tale accolta di ]<• i- n<
che fa tanto bene in altri paesi non •
considerata come si merita, perchè ni
rità ne fa pure nel nostro paese Mls-
gelina Booth. figlia del fondatore dell'/
della Saletita, che si merita uno dei priuu
posti fra lo vere fllantrope.
All'estero, sempre nel campo della filan-
tropia, si devo ricordare una donna che 1
madre intellettuale di tanti nostri opera:
Gemma Monferrini.
Questa signorina ch'era insegnante <:
lingua Italiana a Zurigo, vi fondò, coli' ai u;
del .Municipio che le coiic*'sse 1 locali, e >'.
alcuni studenti, una Scuola festipa. Lczioi
di lettura, scrittura. oonte^fRio. attrass. :
HO operai alla nuova scuola che la <-
gnoiina dirigeva. Ella rivolse anni son
agli spazzacamini la sua attenzione f^.. .
quando ancora non erano stati cos'i eflicat-'
mente protetti, e un occhio acuto avreht>
001 ' • • forme utili <•■
qi; i;i. All'amm
la ila di bene
cenno affettuoso Emilia M
rimpianto poiehè ella fu
sua giovinessa doveva es^
più sereni.
Un'altra splendida affermazione di al-
truismo, ce l'olTre l'americana Miss A.lt. r-
mann che fece cinque volte il giro del '
col vivo desiderio di progredire inU'
mente, e di rendersi utile al suoi sin
Questa donna, la .quale è convii.'
'la bontà sia un sentimento innato :
[
(ARTOLEiiiA imm nmm
FIRENZE - Via del Proconsolo - FIRENZE
SPLENDIDA OCCAWIOXE - Vedi Buoni di riduzione.
- 430 -
essere umano, „ viaggiando fece opera di
propaganda per la Lega detta lìegno della
Giovinetta, un'istituzione sorta in Inghilterra
ed ormai diffusissima, avente per iscopo an-
che questa di tutelare e proteggere le fan-
ciulle, di avviarle ad una professione, di in-
MlSS ACKEKMANN
propagandista del " Regno della Giovinetta „,
segnar loro un'arte, un mestiere, quando
la famiglia non è in caso di servir loro di
guida. Le due principessine Alessandra e
ÌVIaud di Fife, nipoti del Ile d'Inghilterra,
sono entrate a far parte del provvidenziale
Comitato.
In Inghilterra la Regina Alessandra dà
l'esempio, per quello che concerne la carità,
come l'Imperatrice di Germania che fondò
le prime case operaie. All'attuale Regina
d'Inghilterra si deve se il suo paese d'ado-
zione conta gli ospedali per la cura del
lupus.
Le donne inglesi agiate (rammento di
aver letto uno studio in proposito), non aven-
do il bisogno di occuparsi delle cure dome-
stiche, pensano, per prima cosa, al modo di
giovare con praticità ed efficacia, agli infe-
lici. E una nobile gara nasce fra le dame;
chi si dedica all'educazione degli orfani, chi
raccoglie ragazze già sfiorate da un vento
malsano, e ne ricomincia l'educazione mo-
rale; chi fonda scuole di ricamo e cucito, cer-
cando di mettere a profitto meglio che sa la
propria coltura, non con quell' entusiasmo
effimero tanto biasimevole, ma con tranquilla
tenacia.
Per tornare alle teste coronate, io nutro
una reverente ammirazione per l'atto corag-
gioso e caritatevole compiuto dalla Regina
(li Spagna quando, dopo lo scoppio della
l)omba lanciata per attentare alla sua vita e
a quella del suo sposo, di quella bomba che
If bruttò di sangue l' immacolato candore
del suo abito nuziale, si recò dopo poco sul
luogo dol disastro con suo marito, e cercò di
confortare i feriti. 11 vincere il ribrezzo, il
terrore, lo sdegno dell'animo cosi rudemente
scosso, mi è sembrata la caratteristica d' una
grande bontà e di una vera fortezza.
Del resto, del bene che possono fare le
Regine quando si sentono sorelle dei poveri
e dei tribolati, ne diede e ne dà continuo
esempio la nostra Regina, che fra gli orrori
dei terremoti o fra i gemiti dei malati, si
trova padrona dell' ambiente come nelle sale
della reggia.
Amica di una regina pure assai caritate-
vole, la Regina Vittoria d'Inghilterra, fu la
Baronessa inglese Burdett Coutts morta a
Londra quasi centenaria al principio di que-
st'anno, e detta a ragione La Regina della
carità. Questa donna sublime esercitava un
vero fàscino intorno a sé. L'opera sua, che
concerne le carità pubbliche, include la fon-
dazione d'istituti d'ogni genere non solo in
Inghilterra, ma per tutto l'Impero Inglese:
dall'Australia al Canada, dall'Africa del Sud
all' India : e prova dell' ingegno di questa
donna piena d'intuizione, è questa, che ogni
opera promossa o fondata da lei, oggi fiori-
sce. Ella che, ricchissima, frequentava il gran
mondo per risparmiarsi le utopie nutrite
così spesso da chi, dedicandosi alla carità,
finisce per isolarsi dalla società, fu la prima
dama dell'aristocrazia che frequentò i tu-
guri, " inaugurando quelle relazioni tanto utili
tra i diversi Stati Sociali. „ Un interessante
studio su questa eletta personalità femminile
e da cui tolgo queste note, lo scrisse G. Ma-
lagodi il quale ci apprende che la Baronessa
Burdett Coutts era una grande protettrice di
artisti e letterati. Si rivolse a Dickens perchè
scrivesse una circolare che richiamasse l'ope-
rosa pietà delle signori inglesi, attorno a
tante poverette sviate dal retto cammino.
L'egregia donna che va considerata come la
personificazione dello spirito caritatevole, che
1 poveri di Londra hanno pianta come una
madre, alla cui necrologia tutti i giornali lon-
dinesi riservarono la prima pagina, soleva
dire, alcuni anni sono, di non essersi lasciata
estorcere denari dai ciarlatani e dagli impo-
stori quel denaro che essa secondo una sua
espressione, " doveva agli infelici e al mi-
seri. „
Per lei mi piace di ripetere 1 versi di
Leonardo: ^^.^^^
Come una giornata bene spesa dà lieto dor-
Cosi una vita bene spesa dà lieto morire.
Ho notato spesso che, a intralciare l'opera
altamente umanitaria di tante istituzioni, vi
sono parecchi microbi patogeni: la politica,
l'intransigenza religiosa, la rivalità, e il me-
si ierantismo, che allontana i cuori ango.sciati
e genera la gelida aridezza.
Quest' aridezza è così opposta all' acco-
gliente pietà di Cristo, che specie quando la
si riscontra in persone religiose, urta come
un'irrisione. Io credo che una delle prime
doti di chi si dedica al bene dei fratelli, do-
vrebbe essere l'amabilità e l'indulgenza.
Rammento a questo proposito la madre
di Giovanni Visconti Venosta, la quale vo-
leva " che anche la virtù fosse attraente. „
Bisogna pagar d'anima, mi pare, se si vuol
davvero recare un refrigerio a chi soffre;
ossia studiare e dividere col proprio cuore
le sofferenze altrui.
Sarebbe poi tanto bello di poter ottenere
quella tolleranza di cui alcuni sacerdoti di
altre religione ci danno così spesso un mi-
rabile esempio, e che non si potrebbe man-
car di praticare se si ramnìentasse sovente
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
{•e
pu<
lig;
noa U pciua cooic i i Arto
come qa«ll« di Cari: • «] di
sopra di qaMt* ptcc i
Oj^l aenUmento pooo buono dovrebbe
etwr «cerrnito oome scoria Ingombrante che
Inceppa 11 oonsegnlmento degli alti ideali
delia carità umana. Cerchiamo di far nostro
l<ttrlc'^
Chi di
quc. <]
plot
1
llrr
giardo con la veridicità.
i<s ii'i^ira v^nrita
^^HiTTìT?» qnnlfhi»
II. — Progresso intellettuale. • Elevazione morale.
7 : <ì >nna Italiana e le donnt itWEdtr9),
81 ebbe un'Idea esatta dell' aL:if:irsi di
molte qoistioni femmintli, e dell.i ~->>ii.i.kn' tà
che lega fra loro le donne dei vari paoM, dal
ooninresso tenutosi a Milano nella Villa Keale
nell'aprile di quest'anno, e promosso da nu
Comitato di Signore del quale fecero parte
la Signora Fonai, la Contessa ParraTietno, le
Signore Magnocwallo-Coari, e la Principessa
Castelbaroo d. . la.
Presero pa .no donne egregie
per coltura e m •• oosa ammirabile,
Nin^resso fu lufonuato a larga tolleranza.
Basta, per oouTinoersi di questo, notare
. itomi di alcuni aderenti, pervenuti al Co-
mitato, fra i quali ri sono quelli di mons.
Bonomelli, e Don Luigi Vitali, il sacerdote
patriotta. La signora Buchner, la signorina
Luisa Aozf^tti e la Contessa ParraTicini
UeTel, erano le Presidenti, e t temi da stu-
diare furono: L. Il programma minimo fem-
minista. — 2. Le Istituzioni economiche e la
donna. — 3. La donna nella pubblica mora-
lità. — 4. La donoa nell'uOlcio del lavoro. —
5. n coordinamento delle opere di pubblica
beneficenza. — « <-.rr.r., f-.m".....!.. f.'nrien-
taxione nnoTa come
ben ossenrava . rirelo
nell' assiduità delie irequeniainci ano iiedute
che occuparono eirea olnque ore fr^ la mat-
tina ed il pomerlcgto, • l'aniiiusione delle
disoOMloni sempre serie e STolte con ordine.
Gli attriti UeTl e facHmente sedaU dalla pre-
sidentessa, erano piottoato sintomi dello zelo
spiegato da ogni relatrice, che di divergenze
profonde sul modo di agire. Per quello che
coocerneTt il tema: * l' ufflcio del lavoro e la
donna, fu approvato all'unanimità un ordine
del giorno reclamante la riforma in senso
democratico del Consiglio superiore del la-
voro, il quale dovrebbe componi soltanto del
rappresentanti del pubblici pot^ e delle as-
sociazioni operaie, perdendo rStoale carat-
tere eccessivamente parlamentare, e recla-
mante pure r ingresso in esM della donna:
cosa questa che dovrebbe formare oggetto di
forte agitazione da parte delle a<tsoclaztoni
oo«»rale femminili.
Uni discussione venne intavolata snll.!
necessità di una cultura preparatoria per chi
entra a far parte delle istituzioni di benefi-
cenza. Le signore Majno e Malnati non la
credettero necessaria; la prima propose In-
vece di coordinare le Istituzioni esist«-iitl in
modo che permettano una conoscenza i<iii
esatta del bisogni del povero, la <>•' : !:i
caldeggiò delle pubM
dere le leggi riferent
un dibattito si accor 1
giorno della prof. Boscltfttt, che dice\.i ir.i
l'altro: " Il Con^jresso afferma la nerr.^ita
di completare l'istruzione femminile c< ni in
insegnamento teorico pratico del lavora >•-
ciale; la necessità di una forte aglta/Kni.'
per ottenere che in ogni amministrazione d I
Opere Pie vengano nominate, come di di-
ritto, le donne, e la necessità di unire Io
sforzo delle donne italiane per ottenere il
coordinamento delle opere di beneflcenza, eo.
Sulla * donna e la pubblica moralità, . la
seduta si aperse con Timporunto e chiara
relazione della signora Buohner, a cui fec<-
seguito quella del professor Bettazzi sulle
stesso tema. A questa tenne dietro una vera
gara di provvidi consigli per la salvezza di
tante povere donne In balia di un deaUoo
raccapricciante.
81 citarono fatti che sasoltarono lo «drj^ri"
e la pietà commossa deipresent:
in proposito le signore Mi^no
Conte Valmarana: la Contessa i
Bével diede notizia dell'adesione invtau al
Convegno dal Consiglio Nazionale delle donn.-
lUllane.
La signora Nedlato riferì intorno al te-
ma; " La Stampa femminile. . La confereii-
siera dimoatrit •• - — -• Ma Stampa in
ogni momento ione social* .
ciu ohe spiega l ma entri an-
che in questa nuova via ; •■ {ir.* sento un suo
ordine del giorno pieno dt praticità e di idee
profonde.
A discnssioi • «l'i»*-
st' ordine del e; -ut.*
i-h«> 1» donna h- .. .._ , - j^a una
CONTRO TOSSI E
CflTflRRf USATE
SGMPRC
PANERAJ
P/l STIGLI E,
eESTRATTO-:ìc-
432 -
missione da compiere in difesa di so, del-
l'infanzia della pubblica moralità e d'ogni
altra nobile causa si fanno voti perchè si pre-
pari la donna ad esplicarsi in questo campo. .„
Venne pure letto ed approvato un tele-
gramma chiudente il diritto del voto ammi-
nistrativo per le donne, diritto che doveva
più tardi (nel luglio) esser studiato da un'ap-
posita commissione. La commissione richiese
per prima cosa di conoscere press' a poco il
numero delle donne comprese in alcune ca-
tegorie a cui sarebbe concesso con probabi-
lità di votare.
A congresso finito, la scambievole corte-
sia delle intervenute era più vivace che mai,
e l'impressione generale di quanti parteci-
parono al Convegno, fu la soddisfazione per
la serietà, l' ordine, la reciproca tolleranza
che lo avevano reso ammirabile.
Dopo il ringraziamento all'adunanza e le
parole di congedo pronunciate dalla signora
Buchner, la signorina Anzoletti ringraziò alla
sua volta la signora Buchner, " l'impareggia-
bile conduttrice della nostra pacifica ma non
Imbelle campagna, „ le relatrici e la stampa
cittadina che si valido appoggio diede al con-
vegno, raccogliendo su di esso la pubblica
simpatia, e mettendone in rilievo la serietà.
Si augurò ohe la cordiale intesa fra i diversi
gruppi delle aderenti si mantenga nell'azione
cui il convegno darà vita, fondata sul reci-
proco rispetto del carattere morale e sulla
rettitudine del buon senso. Concluse ricor-
dando come adesso un grande compito si
imponga: di evitare che a questo fortunato
episodio del risorgimento femminile tengano
dietro stanchezza o sconforti atti a giustifi-
care un movimento contrario dell'opinione
pubblica ed il conseguente ritorno delle cose
allo stato di prima.
Il peimltirao congresso femminile ebbe
luogo a Berlino nel 1904; e venne fissata
Roma per sede del nuovo Congresso indetto
pel 1908.
Kispecchia in modo esatto tutto questo
fervido lavorio d'ingegni, tutto questo ane-
lare di cuori ad un progresso morale, il gior-
nale fondato quest'anno a Roma da Sofia Bisi
Albini, dal titolo: " Vita femminile Italiana. „
Prima di questa creazione, si sentiva la
mancanza di un periodico che fosse davvero
l'organo del movimento femminile d'Italia.
Non è che manchino giornali dedicati alle
signore. Ma santo Cielo! quanto spesso sono
appena gingilli in cui il pensiero moderno,
vigoroso e umanitario, vi è consider^ato come
uno Sport, in cui non si capisce la vita senza
il turbine dei balli, in cui la moda è la ti-
ranna venerata, sicché la dispendiosa ele-
ganza tiene il posto dell'arte vera.
È dunque stata un'ottima ispirazione,
quella di riempire questa lacuna. Sfogliando
l'elegante periodico diretto da Sofia Bisi Al-
bini, apprendiamo che questo pubblica atti
e notizie del Consiglio Nazionale delle Donne
Italiane, della Cooperativa Industrie femmi-
nili Italiane, e vi scorgiamo, fra le collabora-
trici i nomi più simpatici della nostra lette-
ratura femminile, oltre ad una palestra, direi
ove si esplicano gli ingegni di molte elette,
abituate a pensare altamente in fatto di mo-
rale e di filantropia.
Le istituzioni benefiche o educative, l'edu-
cazione dei tìgli, la donna nella casa, negli
opifici, in campagna, nei laboratori, la rasse-
gna delle riviste estere più importanti per
gl'interessi femminili, e delle pubblicazioni
di economia, scienze, lettere, arti, sono scelte
con sapienza come vi son studiate con amore
le più ardue quistioni di morale. Sappiamo
da queste pagine di cui cerco darvi qualche
idea, che Lady Aberdeen moglie del viceré
d'Irlanda, e benemerita presidente del Con-
siglio Internazionale delle donne, viaggiò l'Eu-
ropa e venne in Italia allo scopo di fortifi-
care la solidarietà di tutti i Consigli esistenti.
Parecchie sezioni si dividono l'arduo com-
pito del Consiglio Internazionale : per ciò che
riguarda l'Italia: Sezione Educativa — Vita
Cittadina — Assistenza legislativa — Moralità
pubblica — Pace — Igiene.
Felicita Buchner fa sentire per mezzo di
questa rivista le sue parole a volte sferzanti
come staffilate, ma benefiche come il ferro
d'un chirurgo, e che insegnano la missione
della donna nella lotta contro l'immoralità,
e Dora Melegai'i ci esprime i suoi pensieri
profondi sui criminali incoscienti, ella che
già ci ha dato quel libro interessante e pre-
zioso, dal titolo Faiseurs de peines et faiseurs
de joies. Clelia Fano poi, si occupa dell' edu-
cazine professionale della donna, con saga-
cia e competenza.
Tra le manifestazioni di filantropia fem-
minile che si esplicano, non più in pagine
dense di pensiero ma in utili istituzioni, no-
terò la fondazione delle case per le impie-
gate di Roma, ove tante fanciulle, che do-
vrebbero vivere stentatamente e forse in un
malsano ambiente morale trovano, invece,
tutto quanto di meglio può convenir loro.
A Milano, la Scuola gratuita per i com-
messi e le commesse dell'Unione Coopera-
tiva, che si impartisce per turno nei locali
stessi doli" azienda, permette anche a tante
fanciulle di perfezionarsi nell'italiano, di im-
parare francese, computisteria, calligrafia, ciò
che dà il mezzo alle ragazze che sentono
vivo il desiderio di studiare, di divenire da
apprendiste o operaie, commesse ed impie-
gate valenti.
A Genova, un Comitato nel quale v'hanno
nomi di egregie signore, pensò di raccogliere
gli orfani del mare: e l'istituto fiorisci.
A Palermo dà vita ad un'opera di eleva-
zione morale della donna, la signorina Irene
Tocco, fondando la Società femminile di mutuo
Soccorso, che distribuisce pure denaro in caso
di malattia, e che apri da tempo una Scuola
Serale per le annlfahele.
A Firenze un'altra donna testé rapita alla
gratitudine del popolo tutto, lascia una no-
bile traccia delia sua esistenza. È questa
donna la signorina Luisa André, figlia di
un pastore evangelico, nata a Ginevra. Ella
fondò V Asilo-Iìifuijio ove accoglieva una ter-
ribile famiglia di vagabondi, pregiudicati e
reietti, riuscendo a compiere a volte con-
versioni miracolose, e andando a cercare,
per ricoverarli e redimerli, i più pericolosi
soggetti. Pi.\V Asilo- Rifugio, Luisa André lasciò
le ultime sue duemila lire.
La Regina Elena che dell'elevamento mo-
rale della donna s'interessa vivamente, dopo
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gii unici perfetti.
- jon
a vili-
cui kIà
ola è U
membri
!>mm(nl!f» . non c.M»tf«ntft Ai vc-
M« fiancMé tundAta nel isTV.
«.lai Marchese
'. re.
.1 fr« donne,
. del suolo pa-
coinmoveute
• luandi» u tri.riia'i- - La liouna. di Torino
fec« au appello alle donne Italiane invitan-
dole a una manifestazione di simpatia col
plebiscito in omaggio a Lucia Dreyfus, la
moglie dell'eroe dell'Isola del Diavolo. Da
ogni parte del nostro paese dovevano essere
e furono in fatti spodìto cartoline con frasi
d'au^mrio. Le cartoline postali raccolte fu-
ro— ,^.„.- . .«. ..... ......i,,. .,,j gj deve te-
1: tlia si aggiun-
se • prime classi
■..!.; j:.ni;ile
. l; •,■ ■ - \\ 1-. ^. e
■..•1 iniDt.ui. -• (L'ile
. scnttrlci nostre. Il 5 febbraio il di-
di Donma faceva il suo rtsoconto in-
aila visita fatta alla signora Dreyfus,
alU quale venivano conse»;nati gli albam. Lo
st««ao giornale riferiva la breve ed efficace ri-
sposta dell'insigne donna francese alle donne
d'Italia, che in gran parte già la conosce-
vano, non solo per i grandi dolori sofferti,
ma per le sue lettere al marito pubblicate
e lette anche fra noi. e che rivelavano la
tempra sublime di donna soave e forte, la
C' «lapiente che conos<'e tutte le
<*. .i:isie e le abne^razfoni dell'amore.
I Fratifia da alcuni anni si va
acoc'Utuaiidu un benefico risveglio delle oo-
sctenze femminili.
ir>r>uato qacAto pa«se. fino dal 1901. acco-
on riverenza le parole di AL">« Paul de
erger De Witt. che col suo appello
Moe richiamava Io sguardo distratto
>' dame sulle miserie di molte diagra-
T coraggiosa fliantrnpa rimproverava
in genere: "Percii-
^tano d'Ile zone i::
le noi dobbiamo .t
bba svanire? gli orfani, i malati i lutuuo
.ille vostre cure ed alle vostre preoo-
!ii, ma delle creature 4fee dovrebbero
-nere pre>*r%-ate dal contagio morale, e non
-sendolo vi soccombono, non v'interessano
più! Vorrei sapere, allora, a chi devono in-
teressare ! -
M.— 1
prttldente dell' L/ni">
hi,HH« ft-anetMì
Molte signore f: no
attivamente di cos» ir-
te delle LtUjhr prr ha
signora Giaila Feris : u-
tebiri. " L'educazioii' /a
dopo la scuola, la reila-.' Il !'•!
patronato, furono le prime cose a cut sr
tercssarono le signore Iscritte , si legge n
resoconto. E il Comitato Femminile lo in-
viamo pure presso ogni circolo maschile della
Lega, perchè, come pregava la circolare, 'le
signore incoraggiassero le istituzioni scola-
stiche dcl'.a regione. ,
Il progresso delle idee femminili in Spagna
è assai più lento, tanto che non v'è neppni'
un giornale per le signore, e non vi sono e
coli femminili.
Il Portogallo pure non è certo fra gli 8t,i
che abbiano molte pioniere del progress '
L'ultimo att4) omipiuto da una donna cb>
attirò lul Portogallo l'attenzione delle altre
nazioni, fu qu<>llo della Regina Amalia, ch(»
salvò un pes ' ' licolo di morte, g*'
tandosi tm ]■ mare. La fune e!
doveva perni' t mpiere il salvatagt:
/•> a un tratto, e senza il valido aiuto
i.:lna, li pescatore sarebbe stato tr»>
l'ornata a palazzo la Sovrana tacque
più che potè r accaduto; ma il povero pe-
scatore pensate se rimase zitto!
Le Prinetpcssa ereditaria Olga di Grecia,
si occupò alacremente della Hocietà per la
difluslone dei libri utili avente per isoopo
l'educazione morale e Intellettuale del po-
polo mediante la lettura di libri buoni, o
SuorcScifini
k VINI - LIQUORI • VEKSO-JTn - C
]
SPECIALITÀ DELLA CASA
3^.sco Monaco e Jigli
di CATANIA
VINI - LIQUORI • VZItlOUTn - CHAMPAONB
- 434 -
fiuadri nartnrali, opUsooH, fr.gli volanti, ec.
Fino dal 1901 a tale fondazione venne aggve-
{,'ata qnella di biblioteohiue circolanti per le
scuole elementari e medie.
La donna Itussa che ha sempre avuto un
grande entusiasmo per la coltura, tanto che
a volte, se i suoi mezzi glielo permettono, le
dedica gran parte della vitaguada.;,'nandosi di
mano in mano parecchie lauree, ora ò tutta
votata al suo sogno di libertà.
Per avere un compare che l'aiuti nello
scopo di propaganda politica, essa contrae
spesso il COSI detto " matrimonio perla causa .,
ossia per l'ideale patrio. Compiuta la ceri-
monia nuziale, gli sposi si lasciano, e cuuti-
nuano ciascuno dal canto loro i lavori di
conferenziere, scrittore, ec. Ma quando e' è
da operare, da prender parte ad un com-
plotto, da scrivere o distribuire un proclama,
e l'opera pex'sonale abbisogna di esser coa-
diuvata in modo valido, i due richiedono
r aiuto reciproco. E non è raro il caso che
il compagno della propaganda, e la compa-
gna che ne porta il nome e che quindi gode
maggior libertà essendo signora e non dipen-
dendo più dalla famiglia, rimangan vittime
entrambi dello scoppio di qualche bomba da
loro stessi preparata.
In Germania vi sono molte iniziative utili
che servono alla donna degli opifici. Va messa
fra queste la Confidente delle operaie, che è
una signora o una signorina che abita nello
stabilimento industriale, ed esercita sulle don-
ne ivi impiegate una vigilanza materna, an-
dando a trovarle, scambiando molte idee con
loro, facendo insieme scampagnate nella buona
stagione, consigliandole se scoraggiate, an-
dando a curarle se malate. Nei laboi-atori
misti tale sorveglianza diede ottimi resultati.
Sempre in Germania si vede fiorire la col-
tura agl'aria della donna, in Baviera, in Prus-
sia ed in Sassonia. In quest'ultimo paese
nella scuola agraria s'insegna l'economia do-
mestica, la fabbricazione del burro, del for-
maggio, la pollicoltura, i lavori del giardino
e dell'orto, l'allevamento delle vaccine e dei
suini.
La possibilità che la donna maiilata e che
frequenta gli opifici non venyra al tutto sot-
tratta alla sua famiglia, fa si che in Germania
il D."" Schoemerus proponga agli industriali
di dividere in due squadre le operaie, for-
mando cosi la squadra delle ragazze e quella
delle donne maritate, una che lavora la sera,
l'altra la mattina. Questo nuovo sistema di
suddivider le ore di lavoro, ott'rirebbe il van-
taggio, come osserva un pratico articolo, " di
persuadere alle ragazze di addestrai-si ai la-
vori casalinghi per modo che non siano di-
sordinate o inetto quando avranno un nido
(li suo. ri
Nell'intento di creare un centro adatto
per discutere e scambiarsi idee reciproche,
si fondò a Vienna, di recente, un club fem-
minile, ove trovano simpatiche riunioni tante
signore che altrimenti sarebbero obbligate a
una vita atl'atto solitaria. Molto compagne di
lavoro hanno contratte amicizie aflettuose e
desinano colle conoscenti predilette; poi pas-
sano nelle sale di letture o conferenze. Qui
una volta al mese vi si tengono conversazioni
sugli interessi femminili. La musica rallegra
i five o' clock, e delle letture inlei'éssatiti ren-
dono piacevoli le serate.
L' Inghilterra che già da anni aveva isti-
tuite case per orfani e orfane di madre, ne
fondò una nuova quest'anno a Uouslow, di
cui merita davvero di parlare. Un bel villino
in postura ridente, con boschi d'into no ac-
coglie i poveri esserini che rimangono privi
della loro mamma, dai cinque anni in su.
Il babbo paga por loro una modica retta,
ed essi hanno bambinaie, buone maestre,
vitto sano, ottimo ambiente morale. Fra 1
migliori resultati di quest' istituzione, vanno
annoverati questi, che il babbo non è obbli-
gato né a dare una matrigna ai tìgli, per
l'urgenza di dar loro una bambinaia, come
accade pur troppo di frequent:j fra di noi,
e che il padre non si disinteressa dei figli,
dovendo provvedere alle rate pel loro man-
tenimento. Se però il padre non lo potesse,
dei benefattori, come accade sovente, paghe-
rebbero per lui.
Pure in Inghilterra troviamo un esempio
commovente di altruismo in prò di ogni crea-
tura bisognosa di redenzione morale. Voglio
alludere a Josephine E. Butler, morta nel-
l'età di 79 anni il 3 gennaio u. s.
Q.aesta signora, moglie di un valente pro-
fessore, ebbe larga coltura, fu amica di uo-
mini illustri, scrittrice di alcune opere pre-
gevoli, musicista e pittrice distinta. La crociata
condotta dalla signora Butler contro certe im-
moralità, la fece a torto considerare, in quei
tempi lontani, ofifuscati da un falso pudore,
come persona pericolosa e da non riceversi
nelle famiglie. Di questo l'egregia donna sof-
ferse molto; ma ciò non valse a sviarla dalla
sua mèta ch'era un fulgido ideale di bene.
Immagino che questa eletta signora credesse
che si debba, allontanarsi da tutto quello che
è male, quando non si può rimanere che
spettatori; ma avvicinarsi al male, quando
la nostra carità ci dà la speranza di guarirlo.
Un ramo della coltura femminile, la mu-
sica, ha nella Svizzera, e precisamente nel
conservatorio di Ginevra, un nuovo apostolo,
come si legge nella Vie Illnstrée. È questo il
prof. Giacomo Dalcroze, che impartisce l'in-
segnamento musicale anche a tante giovi-
nette, insegnando loro, prima della musica,
la ginnastica ritmica. Il prof. Dalcroze invece
di pretendere, come si fa generalmente per
l'insegnamento della musica, di apprendere
ritmo, suono o meccanismo insieme, comin-
cia coi dare all'alunna la coscienza del ritmo,
esercitandola al punto da rendere indipen-
denti con vari movimenti, le parti del suo
corpo. Ottenuto ciò egli passa a insegnare il
suono. "Tutto quanto il corpo „ dice il Dal-
croze " deve scandersi al vibrare del periodo
sonoro, perchè il corpo sta al ritmo come
l'orecchio sta alla sonorità. „
11 problema della coltura occupa anche la
mente degli intellettuali danesi, che vogliono
educare la donna all'amore del lavoro, perchè
essa, in Danimarca, deve spesso lavorar per
sé e per aiutar il suo compagno. "Amare la
vita„ è uno degli insegnamenti religiosi, si
legge nel Cro[/iw>lo in un interessante arti-
colo ohe riassumo, e questo precetto informa
tutta l'opera danese ad una costante e se-
rena alacrità.
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
■«j»i
> utili |>er la cutiversar.ione.
". nel sotterraneo del'a scuol.i.
■ -'-rdinate dallo stende allieve
la lezione di K'Astrononila
lica © pratico. Poi v'è l'or»
"'j'i. (i>'i:a ginna!>tica e del ballo, cbc
obbligatorio ma che molte imparano
liei
i ]•) in*M>)fMaotl
masi inNHohlll:
o non baniii»
alle opoie di
' -••• ni sono
■I e degli
.fn> Tal-
occupato spcrialmente •;
iuferuii, hall Inttito «tii
ooolismo, ha- - - "im,
ed Ufflci di <- ;h.'t
i sessi. Qutli fofl
titubanze il so»><> fniti* a)>l>:;i s- .•••n.Iaio tante
ilformc femminile, e il fatto che fino ad or*
La CAJtA TKR LE IMI'IEOA TK A l'AKIOI. - L XA 1 AMi:iIA
AI. 1 LIMO I'IA>"«
perchè Insegnato nel ir'"'" f.i'ii.'re sì da
farne aa eaercUio arti>- leo. I pa-
renti kono speMo prvv ' lesioni
ix>me agli eÀml, ok« la ìa vi<.^.^ iii<(eguante
^omui oommlaiiooe, chiedendo • volte con-
biffilo si parenti col da Cani. Per qn<^t*abi-
tudiiK? le madri sgridano e con- sso
l<- t);:l:e III presenza di chi a.>> va
d'esame, no t-be a noi, abltii i litri
«mbieuti, fa veramente stapor». Le It^zioni
durano dalle 9 alle 2 o atta 3.
I>ove la ooltara è aasaAiffosa è in Fin-
tanto che gli analfabeti sono raris-
la donna segue 1 corsi di cultura su-
iesiderlo d'istruirsi, anche
ti richiedono ch'ella lavori
; din» che <opn» 4000 glo-
' -oudarte,
ricevere
■' studen-
la- d.
»imì;
p.-ii.
>e i >
per >
\aMi
;:ra<li
Ne«li impieghi delle banche, le donne ten-
_i>no il priuiu posto, e vi concorrono signo-
Bcilezza del viso coir uso del LAHE ANTEFEUCO o Latte Candès. Vedtrt U wtodo ditervirttM
... _ _ ■ _. u:ìla i» DOfihia della coitei fitta dtl vtiumt, .
la donna Finlandese pur occupandosi con taiitt
solerzia di arsomeuU gravi, e di studi p
fondi, seppe mantenersi buona madre. «<:
essa la prima Istitutrioe de' suoi n .li sik
se ricca, cosa pur troppo che in Italia si v<
molto di rado!
In America già da i; vi sono
quelle utili case che Oftp i-ntesse.
ed in cui si trovsno sai< •nz*-. bi-
blioteche, ecc. Sul moftetlt) di 4UC!.ti j
pensioni, sorge a l'.-iri;;! una <-asa {>'
piei,'atc, e un'altra .ic Mirgvra fra
Milano. Tali gencti di pt.isioni si
pure in Svizr^ra ed in Norvegia. M
drtch, la pre-;-^ ... ^ n.. f... ».•
nicipalt di >•
conferenzji ì,
Bionaie -/V 7< /<
di quest'.i-iii .'•!;. .1 - .
700 dojiii- «••■•:?• ••• >
rammitUstra/. . :
utili ad ogni i • .■ - 'H
queste opere m la r;>t ... ,;''«»
-- 436 -
(VTnformrtzion! ed Indicatore della lieneficema.
Anche a Parigi se ne conta uno. per merito
della signora Lefebvre e della Società di Or-
ganizzazione di Londra e New York che intra-
prende pratiche per soddisfare a domande di
sussidio, indica le più adatte istituzioni di be-
neficenza, prende determinazioni urgenti, ec.
A Roma la Contessa Pasolini fondava un ugua-
le genere di uSìl-ìo, che visse due anni; ora la
Società Vila Cittadina dà un nuovo impulso
all'opera utilissima.
La signora Majno Bronzini ne fondò uno
p\ire a Milano, che diede poi origine a quelli
di Firenze e Torino.
Ma le donne Americane, sempre instan-
cabili nella loro propaganda, hanno ottenuto,
mesi sono, di far votare una legge dal Senato
di New^ York che equipara gli onorari degli
uomini a quelli delle donne.
Quale differenza fra queste signore piene
di anima, che si occupano con solerzia di be-
neficare e redimere di soccorrere e lavorare, e
le donne di altri paesi, fra cui le greche, per
esempio, dal bellissimo tipo classico, di grandi
occhi sereni, ma dalla garbata inerzia, dai pre-
giudizi atavici, conservati in modo indiscusso.
Ad Atene si passeggia lunghe ore senza
incontrare donne, e se si vuol aver un'idea
delle signore elleniche, bisogna gettare un'oc-
chiata nei cortili. Non si vedono mai nei cafl"è
neppure col marito o coi parenti, ed hanno
ancora l'idea che una donna debba mostrarsi
in pubblico il meno possibile. Ma siccome il
sesso forte è molto retrogrado, così si mo-
stra assai contento di questo stato di cose;
d'altronde sembra che la famiglia greca sia
un'ideale di moralità. Il costume greco, or-
mai abbandonato anche dalla doinia, lo si
vede pur sempi*e nelle campagne, ove porta
la nota pittorica dei suoi ricami a vivaci co-
lori. La signora greca, anche se ricca, amala
grande semplicità della casa, ed è aftezionata
alla pacifica monotonia del suo tenore di vita.
Ma non vi stupite, lettrici, di quest'esistenza
hamholesca !
C'è ben altro I
La Rivista Coenohltini riporta una lettera
di una giovine araba dell'Aralz, in cui questa
si dice molto fiera de'costumi orientali, e sde-
gnosa di sentir chiamare schiava la donna
mussulmana.
" Le europee che visitarono, essa scrive,
i nostri harem, debbono aver riportata un'im-
pressione edificante della purezza dei nostri
costumi (!), delle dolcezze delle nostre sfere (!!)
che vivono in pace amandosi, e amando in-
sieme lo sposo comune. „ Eh, dico io, chi si
contenta gode!
La giovine araba prosegue, dicendo che
loro donne hunno un vero raccapriccio per
1(! occupazioni e il genere di vita delle nostre
connazionali. " Il nostro gran Profeta, ^ con-
tinua poi, " disse che la donna è il profumo, il
gioiello del mondo. Il Mussulmano, penetrato
da questa massima, non lascia i suoi gioielli
in giro per le strade, e racchiude in una boc-
cetta le preziose essenze riconfortanti. „ Vi
stupite signore? Ma sapete pure che tutti i
giudizi che si danno, dipendono molto dal
punto di vista scelto per osservar le cose da
giudicare! Dunque avanti con coraggio.
" Non si vede mai, „ prosegue la sdegnata
giovane araba, " pi-esso i Mussulmani l'iniquo
spettacolo di una sposa obbligata a lavorare
per guadagnarsi la vita. Da noi l'uomo prov-
vede largamente e da solo, ai bisogni delle
loro spese. „
— Così, noi europee possiamo sgolarci a
gridare che appunto l'aver trattata la donna
come un oggetto di lusso, portò l'indeboli-
mento della razza e la decadenza della ci-
viltà antica dell' Islam, e che fu un tempo
meravigliosa. Ma intanto la fanciulla araba
chiude il suo articolo dicendo che " gli am-
bienti domestici dei Mussulmani sono felici, n
sicché, dico io, a noi europee non resta che
da aggiungere : Dolci sorelle, contente voi....
Megio de cussi vo la podaria andar! —
Non tutte le donne dell'Oriente però,
hanno un concetto così ideale della loro vita
e di quella delle loro connazionali. La si-
gnora Ayché Zaìké, una colta signora turca,
che non potendo reggere al pessimo regime
imposto dalla civiltà (?) orientale, fuggì tra-
vestita in Inghilterra, nel fascicolo di gen-
naio del " Ladies Kealm, „ ci parla con ben
altro tono di quella vita. Essa nota come la
coltura che s'impartisce oggi negli Harem,
lascia indifferente la massa delle recluse,
mentre in alcune più sveglie ne acutizza le
sofferenze. Fra queste ve ne sono che recla-
mano il diritto di vivere intellettualmente,
d'esser considerate un po' più di un gingillo,
senza sentirsi soffocare dall'autorità del ma-
rito, del padre, del figlio maggiore. Le loro
lettere ed i loro ninnoli personali, sono sotto
l'autorità dell'uomo, il quale se ha tre figli
e tre figlie, richiesto del numero dei figliuoli,
risponde : tre ! Le visite fra signore sono
rai-e, anche perchè tutti gli uomini della fami-
glia debbono ritirarsi al giungere dell'ospite.
L'/jarew conclude l'articolo, chiude in sé le
più intime tragedie causate anche dalla ge-
losia; ed il matrimonio è accettato come una
gran disgrazia dalla fanciulla turca. Come ve-
dete, in complesso in Arabia le donne sono
più filosofe.
Un proverbio orientale, dice : " La donna
deve avere la chioma lunga e l' intelligenza
corta. „ Ma siccome, quanto alla chioma non
so, ma quanto all'intelligenza non è poi
tanto ottusa, generalmente, in tutte le donne
orientali, così possiamo vedere che in Tur-
chia e' è un fermento quale in .\rab:a non
si saprebbe capire.
I turchi reclamano dei diritti politici, cs-
UN BEL SENO
ottengono Signore e Signoi'ine col nostro metodo speciale. — Effetto garantito e
duraturo. — Non confondere il nostro specifico con altri preparati che non hanno
dato mai risultato. — Importante opuscolo si spedisce gratis, dietro carta da
visita. Scrivere V. Lagala. — ViiCedronia, 'l'i. — Napoli (Italial.
«tjjnor* ture». Nouryò No»>rl.
Llm-
11 rln-
conscrTata, Io in<'la;;r»ti
lorm del ftontoi
..il.M.i.lu !.. -.far
t ve!>titA iill'«;ui-o|>fa, !HX>llata ed
. Oltre la signorina Nouryè, fra
- ■•••ono modernamento v'è la
Haydar. che esce per le vie
-tMi«a il caratterìstioo velo
I abito pari|;tno. ohe viag»
lite e passa alcant mesi
n-em persiano suscitò
.ce fraiioese, la Prin-
: 1 riassamo per toI,
>. pcroiie vi facciate un'idea
I lieta che queste poverette ispi*
.. > - uropee.
I.a Principessa Murat uarra come, dopo
dieci «fio mi di Tia^o, bruciata dal sole ar-
dente del deserto, intirizaita dalla neve che
l'investi turbinando al passag^o delle goU
maJMette, arrivò alla città di Chlraz che ap-
pariva nella pianura colle cupole delle sue
moediee. Quando la dama giun^ al palazzo
della sposa (la prediletta) del Sultano, 11 ser-
Tldorame accorre da tutte le parti. Ella passa
per un misterioso viale di cipressi, fitto d'om-
bre, ove un rivoletto serpcg^ gorgogliando,
e alla porta dell'harem è accolta dal Sul-
tano Abdul Hamid II che le fa un compli-
mento fiorito come il suo giardino, e la gui-
da attraverso un labirinto di corridoi che
•epurano il quartiere del Sovrano da quello
spose. Poi l'introduce presso la Princi-
DSfamlleh. in una gran sala dalle pareti
tutte a mosaico, la cui vòlta è sorretta da
snelle colonnine. È un'eccezione alla regola
non solo la risiu di un'europea, ma il fatto
che il Sultano veda le sue donne in pubblico.
Poicliè era l'epoca di commemorare il mar-
tirio di Hussein, venerato in Persia come un
grande profeta, tutte le donne, padrone e
schiave, vestivano di nero, con grandi veli
scuri, che a malapena adombravano la fresca
bellezza di alcuni visinL Oli occhi di quelle
donne sono in generale neri e morbidi come
Il velluto, malgrado ch'esse^sino sottolineare
le sopraoolgUe con tinte olpe, ohe sembre-
rebbe dovessero agiginngere qualcosa di duro
all'espressione dello sguardo. I capelli sono
tr.itt>?nati da piccoli fermagli d'oro.
De Ile bizzarre sedie di ebano scolpite sono
ii>po»te a guisa di ooro: noi, prosegue la
hnliipessa firaneeee, ci sediamo su quelle, e
ominciacosì il ricevimento. Oli schiavi bron-
zo!, (rii eunuchi, portano sui vassoi enormi
dolciumi persiani, dei curiosi gelati dalle for-
mo svariate composti di neve naturale presa
1 ..
a\« ... v^, V .. .,*,.. .... ^....
un'altra donna!...
Le usanze matrimoni .
inumane. Le fanoiu" 'i o iz
anni, quando, ma!. -.i della
raxza orfr-nt.ilo <i. nino a
volte lo "r-
vano la re
sottomc- : _■■<>.
Spesso devono a quei>to stato di cose «li i
maner sciupate per tutta la vita.
In una visiU fatta alla prlncipesu M
Snltan, notai ch'ella zoppicava l<-t;;;ornuMr
Chiesto il perchè di questa inferni it». n
mia interprete seppi pur troppo da
pendeva. In una citta come Chiraz s
gli avvenimenti che ne rompono In
tenia, ragione per cut un ,
è atteso anche come uno ii*
cipessa Mah Sultan desi<ì l-^
nozze di un'amica fldanzau. \
la ricca acconciatura nuziale. Il :
l'assenso, ella disubbidì, ed av>. ^.
monia. Ma qualche ora più tardi la 8cr^-l
della principes.Mi la trovò immersa in ti:
pozza di sangue. Il marito, scoperta la .•><.
dlsobbedienza, le aveva spezzata una gani>
con un colpo di rlvoltrlla!
L'interessante ni iiiude con qn'
sta fra.se delle don: • Povere s
relle d'Europa! qii. ;i piarn:ÌJuno
dover vedere tanti uumiiil al
vere sorelle d'Oriente — possisi
noi — che immaginate i nostri ........
crati come 1 vostri! Ma forse, io i
una provvida ignoranza, la loro, p<
prigione aurea sembrerebbe, a quelle |><>\
rette, più arida di pace e avara di lietezz
se esse sapessero che oltre quelle mura <
sono tanti cuori virili, cosi diversi da qui ì
che battono loro accanto!
La Cina, il paese governato da quella '
ranna coltissima che è l' Imperatrice attn»
(che però non combatte l' analfabetismo h'
che fra le altre cose tenga sempre davai -
a so nei ricevimenti le tavolette per pr< :
dere degli appunti), è agttaU provvidamen
da una propaganda ottima.
La Società che la propugna, è quella ctit.^
maU " Società del piede naturale. , La lott .
iniziato è bene organizzata, dispone di gran '
rapitoli, è suddivisa in Comitati sparsi p-
tutto il Celeste Impero. Non è molto, un'a^l .
l'Olio Sasso Medicinale semplice, jotfato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
438
nanza di donne, in un teatro di Soiangai,
s'occupava con entusiasmo della quistione
d'impedire l'oriibile usanza tradizionale di
costringere con una dolorosa fasciatura i
piedi dei neonati, in modo di cambiar loro
la forma e da atrofizzarli stortandoli perfi-
damente. Immaginate, lettrici, che quest'abi-
tudine, che rimonta a tempi antichissimi, fa-
ceva sì che nei primi mesi di vita le biml)e
Cinesi soffi-issero in modo indicibile, rima-
nendo poi col piede rattrappito fino alla
morte. Di questo fatto si commosse in modo
speciale Misti-ess Little che fondò la Società
del piede na'urale, a cui oggi appartengono
pure molti uomini di elevata condizione, e
fece numerosi viaggi di propaganda con mi-
rabile abnegazione riconosciuta ed ammirata
dai suoi stessi compagni di lavoro.
Guerra non meno efficace venne fatta nel
Giappone contro un'altra piaga, quella del-
l'alcoolismo. Propagandista è la signora Kaji-
Yajima che mesi sono tenne una conferenza
a Filadelfia, appunto per combatter l' alcoo-
lismo e spiegare i mezzi escogitati nel Giap-
pone per frenarlo. La stessa persona si de-
dica con sapienza al miglioramento morale
della donna dell'Impero del Sole Levante.
Con questi esempi sott' occhio, come ci
pare lontano quel tempo in cui Vigny scri-
veva a proposito della donna i versi se-
guenti; ma come siamo contente, in fondo,
che a una soave e perpetua convalescente
sia succeduta la creatura conscia ed energi-
camente benefica di oggi! Eccoli i versi che
mi paiono scritti, se non erro, intorno al 183U.
Ta ponsée a dea honds comme ceux des gazelles
Mais ne saurnit marcher sans guide et sa»s ap-
[pui,
Le sol meurtri ses pieds, l'air fatigue ses ailes,
San oeil se ferme aiijour dès que le jour a lui;
l'arfois, sur leshauts lieux d'un seul èhm posée,
l'ronhléì an hruit des ven's, ta mobile pensée
Ne petit seule y veiller sans crainte et sans ennui.
VlGNY.
Ah, grazie al cielo i tempi son cambiati!
Oggi in molti paesi qualunque donna può
augurare all'altra:
Que tonpied sur le sol laisseune nohle empreiute;
Et peut-étre suivant tes sentiers après fai,
Quelqueespì-ittourinentéparledoiifeellacrainte,
lìetroHvera Vespoir, le conrage et la fot.
M">9 E. De Pressensé.
E l'augurio può spesso mutarsi in bene-
detta realtà.
III.
Noterelle letterarie ed artistiche.
Neera con Creoalcore e Grazia Deledda con
L'ombra del passato, hanno accresciuta la let-
teratura italiana di libri ove si i-ispecchiano
le loro intelligenze superiori. Jolanda oltre
alla pubblicazione del romanzo Suor Maria
Jiniiiacolala, si rivelò pure conferenziera, come
Fidila che a Venezia commemorò in modo
commovente Felicita Morandi.
Clarice Tartufari vedrà uscir presto in ita-
liano ed in tedesco contemporaneamente il
Volo d'Icaro, mentre già in teatro rappresen-
tava il suo decimo lavoro. — Conferenziera
è pure Elda Gianelli, che parlò a Trieste del
poema Rima nel 1000 di Filippo Zamboni.
Un romanzo drammatico ce lo oflre Silvia
Albertoni, con L'Ombra ed altre molte scrit-
irici si cimentano ti-attando i più svariati sog-
getti.
Fra le lavoratrici più meritevoli di ammi-
razione e, oggi, di rimpianto, va annoverata
Adelaide Gualberta Beccari, la fondatrice del
primo giornale infantile italiano, che morì
assistendo un bimbo malato di difterite, —
e che fu un raro esempio di coraggio morale.
Due fatti saltano all'occhio nella lettera-
tura dovuta alla donna odierna; la tristezza
sconfortante che vi predomina, e la mancanza
di quel riflesso di profonda bontà che dà vita
a tante opere femminile. Nel romanzo, nelle
novelle, molto spesso anche le scrittrici az-
zardano i soggetti più scabrosi, non per il fine
morale di frustare per guarire, ma perche la
moda letteraria vuole il tema arrischiato, sic-
rhc o per indolenza colpevole, o per malsano
lascino subito, seguono la corrente.
Si trovano perfino autrici che con mille
lenocinli di forma, coli' orpello d'uno stile
spigliato, con isteriche declamazioni, cadendo
nell'errore di considerare un caso patologico
come un caso tipico, o gabellandolo per tale
ai lettori grossolani, tentano di gettar le basi
di una comoda morale inventata perchè ne
profittino i loro personaggi degenerati.
Tutta la corrente di simpatia umana, di
carità operosa, di altruismo moralizzatore, di
M.'"" Daniel Lesueuk.
filanti'opia innovatrice, che ispira la miglior
parte della società femminile moderna, non
ha ancora la romanziera, la novellutrice che
Bellezza del viso COll'uSO del LATTE ANTEFELICO o Latte Candès. Vedere il modo di servirsene
iie'ld i* i<igin(i iltUu copertina del volume.
MUOVO toiulenio «'osi
1,'lri 1. in. A l'avr», mi
u« che II
M-bè oo n«
. ivhr ..s-
in-
'•v
VlVIlÈX l UAKTHES.
{Fot. raHtcki, Artico é- C).
In Francia molto intolletiaall «ogliono cir-
'v>nd»r»i TO'» '— —
-' -*-' •* -" -*"}'.* Intol-
u'enre. Abb
i Piind-
; .'«« di F»
; are nna
_•■ rif 1.- poet«-.v.«. •
: M - Daulet n
li qaello
Daodet,
1 i .. -tre fcrittn-.
a stoSM.
Po.:.-.<i pur.
la Felix
Fan re «ì'Vi
ir paasa
per la in ;
. Francia.
In -
un nu
.Je l;..iit-r si |*ieM>nta ot»n
lai tito.o //»!/> nMthUoòtio,
ed al!
/"'*<fo si e addottorata
Riccarda Hi
bre romanzi«ra che
Htndit^i o <t\:
opere il nostro Ri-
• ;a lar
n irò ad Alessandro Laslo
col «no nltimo libro * no poema
cnatUà <|ue«
«•afogorla a
I II.
'HI»
iii'Tif la tniisloa, la {ilttiiraola
Vivlcn Chartres. la fata violi*
'ti di<(<i« * favolofta .. e che
Srila d'Italia e dell' Katern.
s< iin>lo. Ma fomc non è
p<-rchè i geni fanno
ta bimba è un vero
• Uro campo Adelaide
v rimpianta come ar-
i>a, di cui vi prcftcnto
uiiuiio Mtratt
ADKLAIOB BOTOBL
iF'^t. Abeniaear).
Frale scaltrlci. per parlare appena ó>'
emergenti, noterò la ^i^nora I.anceMnt Or
e Adelaide M . t«
•tatae adoni ^nf
ed eateri, e i > «ì
riréUt da bambina quaud'clU cercava imi-
tare 11 babbo soaltore.
Maneggiano il pennello con ammirerole
maeatrla Eroma Ciardi che quest'anno a Ve-
nesia eapose uno studio su 8an Marco, tft
Contessa Sofia di Bricherasio. che rende In
modo squisito la poesia invenule. Carola De
Agostini che alla Permanente di Milano mi
fece notare pel suo quadro: Mamma ha fa»,
Maria Martinetti che a Roma ha esposto u
lodatissinia Grnziflla, o molte altre.
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
440
IV. — Lo Sport in rapporto all' igiene.
Le grandi caccie nelle tenute romane.
Era fra i rancidi pregiudizi di una volta
quello che alla donna non si dovesse conce-
dere la libertà di far del moto a suo piaci-
mento, come se un razionale esercizio gin-
nastico, o delle passeggiate igieniche, toglies-
sero qualcosa alla grazia femminile.
Illustri educatori h inno cercato di strap-
par dalla mente aluui queste nocive scioc-
cherie, che oggi si rammentano con mera-
viglia e compassione.
Dal tempo in cui le educande, per ri-
crearsi camminavano a due a due come se
accompagnassero un mortorio, ad oggi in cui
parecchie signore vanno altere di prender
parte alle caccie, non più quali spettatrici
come nel medioevo, ma come membri attivi
e sono orgogliose del fucile, degli stivaloni e
delie gonne corte, — di passi se ne son fatti!
Kesta a vedere se, com' ora nociva un
tenapo la vita spesso sedentaria e monotona,
non sia nocivo oggi l'eccesso opposto.
Ciò io non so dirlo, ma rammenterò qual-
che precetto igienico in proposito.
Ad ogni modo a chi ripone l'orgoglio di
italiane anche in ciò, farà piacere di sapere
che ormai le donne d'Italia apprezzano e
coltivano lo Sport, come ce lo dimostra, per
prendere un esempio abbastanza recente, la
gita da Oulx a Brian(;on, passando dal Mon-
ginevra, indetta dal T. C. Italiano nel gen-
naio di quest'anno, gita cui a presero parte
moltissime signore.
Dobbiamo poi rammentare le grandi cac-
cie che hanno luogo nelle tenute romane a
cui prendono parte tutte le damo dell'ari-
stocrazia, e, a volte, anche la Duchessa Elena
d'Aosta, che come ognun sa è un'amazzone
piena di coraggio, e un'intrepida guidatrice
di cavalli vivaci.
La nostra Regina, quand'ò a San Rossore,
si dedica molto alla pesca; ma ella pure è
appassionata ai cavalli e a Monza accompa-
gnava spesso Re Umberto quando cacciava n^ 1
l'arco Reale.
Le inglesi che affrontano anche gli Sporis
più ardui, anche quelli, come vedete, di viaggi
Miss Ashton Haubord
cJte guadagnò la coppa Krahbì per un lungo
viaggio aereo.
CONTERÒ TOSSI E
CATARRI USATE
S€MPR€
PANERAJ
P/4 STIGLI E.
eESTRATTO-^Ìc
.111.1..)... 'rmdlno, un» toiit». In tt;!
s DoBoTHT LKvrrr, comeontnU al premio Ile
nod« rocoic, debbono, « loro volta, amminre
•lire coraKK<os« che affrontano fatiche di i a-
tura diversa, qaella dei grandi viaggi e delle
ardae asconsioni, come sappiamo da gicr-
nalJ locali.
i Beduini cercano di oflHr la loro mercanxi
(madagline, rlcordf, collane), e s'informai
della salute <!• lista: — 8Ui i
— Non hai pa - Non soiV'
tiglnl? - Per.) duini ce 11 u
Miss D. Hampsox, egregia automobilùHa inglese.
Ecco infatti una sicrnora parii^ina salire
alle Pimmidf, malvado qMei ciclopici gra-
dii.' ■ . loro altezza.
K - mo nella ma-
Hit : - le prende la
che poMlede dei rimedi infallibili per qu<
stl mail, e onnvfnto di quest'infallibilità, n< n
dimentii. I ' : agare.
La di l'iramidi non è toom <!.
impressi <
6li Oli d'Oliva P. Sa$so e FI9II di Oneglia tono gli unici perfetti.
442 —
Pensate, lettrici! Bisogna saltare dei massi
d'un metro d'altezza, e il vuoto s'apre da-
vanti allo sguardo, per circa centoquaranta
metri!
Ma la tnuyisle parigina non ha indietreg-
giato neppure i.n faccia a questo, paga di
Um'akuitxV vja(U4iatkice Francese
IN OniENTE.
aver potuto contemplar da presso le Sfìngi
e la piramide di Cheope, e, dall'alto della
piattaforma di questa, d'aver potuto osser-
vare a suo bell'agio la pianura verdeggiante
A Davos ed a Saint Moritz dove la colonia
svernante abbisogna di esercizi eseguiti al-
l'arca aperta, ve ne sono di curiosissimi.
È qui che troviamo anche moltissime si-
gnore, quando la temperatura è spaventosa-
mente fi-echta, e la natura invei-nale si mostra
prodiga di colori come s'immaginano diffi-
cilmente in quei luoghi rigidi, mentre ospiti
degli alberghi locali stanno intente al gioco
del ciirling, sopra le lastre di vetro smeriglia-
to, dei laghi ghiacciati, e le squadre di toho-
ganers scivolanti sulle chine nevato, liete di
esercitarsi cogli Skys o di salire in hohs eìgh.
Il holsleigh o specie di slitta di origine
scandinava sulla quale stanno parecchie per-
sone a cavalcioni, ha alla testa un jiilota che
dirige il timone, e, da poco, anche un utile
freno.
Miss Boot fu una delle vincitrici delle
gare di tobogga», o slitta costrutta molto so-
lidamente foderata in ferro, su cui si sale
colle scarpe ferrate ed i ginocchielli per pro-
teggersi dal possibile pericolo di ribaltare,
dovendo manovrar colle gambe e puntare i
piedi onde regolar la velocità del veicolo.
Auguro che questo nuovo genere di gam-
breuìciggio non obblighi a degli atteggiamenti
improvvisi quanto incomodi le aggraziate
gentildonne e le ideali fanciulle.
Oltre questi generi di Spm-ts, è molto in
uso il pattinaggio, sul bel lago di Saint Moritz,
dove volano sul ghiaccio signore dell'estremo
Nord, dell'America e dell'Italia. Il curling,
che è un gioco d'origine scozzese, rammenta
un po' il gioco delle bocce, e consiste nel lan-
ciare sul ghiaccio palle di granito di forma
un po' schiacciata, in modo che vadano più
Oggi ecco anche un' escursionista tra i ghiacciai preaso Zennutt
vicino al deserto sconfinato, e, lontane, le pi-
ramidi di Chifrou e di Mycherinos.
Passando dal deserto ai ghiacciai, mi placo
rammentare una regione che è celebro per
gli Sporis Ijizzarri che Vi liunno luogo; l'En-
gudina.
vicino ad un dato punto: i giocatori poi, sono
muniti di scope (da cui il nome del gioco l,
por spazzar via la neve caduta di fresco da-
vanti alle palle.
Non so comprendere l'alta poesia di que-
sta spazzatura, ma vi dirò che le signore iu-
»i'-
<M- ^«IIIIO ,
■ V«T'i
in
rh
M una cH»i
NtltUlt»
e
r-
1-.
■AUiJ U
Cì>
Klunp.
At
modo n«»rando.
|«/>o «o/o y/i uomini ri de^ìirntano
ali* ardue talite.
ma •ODO es«rclEl che oonTengono app«na a
chi è sano di cuore e di polmoni; in caso lIrs.R.C.T. Bkatox, ramj>i'oiM (M eroqaet.
-^ntra^r. (f avrcbbcro sbocchi di sangue,
. >to sTilappa tutto il corpo perchè Io
e<K>ri:i^ completamente; ma anche questo
esercizio non ra tetto che da organismi sani,
per lo sbalzo di temperatura a cai Tengono
esposti.
La bicicletta da molU medici è detta utile
per le ragazze fino al 13 o 14 anni; ma
non più sTanti, perchè richiede un'atteggia-
mento della persona che corrisponde ad uno
sforzo eccessivo, e srilnppa forme morbose
che fanno pigliare In uggia iMtarallo d'ao-
ciaio.
Ecco dei versi di qualcuno che non la
pensa certo cosi; sentiteli: ve ne riporto la
prima strofa.
La tamda détta hieidtita.
Laudata sia la macchina d'acciaio
Su la qaal voi ginnjreste.
EteruAlmentc sia lodato il paio
Il latoH-tenn'» è ottima ginnastica perdiè
cserciU tutu 1 musooii; e il eroqt^t lo pos-
sono giocare anche le persone di età avan-
ti pattinaggio ohe rappresenta sempre un
gioco pericoloso per 1 Csdli sdruccioloni, è
adatto soltanto per ehi è avrezzo, essendo
sano di onore e polmoni, a sopportare senza
danno i climi rigidi.
Lo Aating-ring fatto in ambienta chiuso,
colla facilità che presenta alle lussazioni, è
soonsigliabile.
Lo sport degli «l-y« può recare talora danno
alla salute per l' aria fredda che richiede, e lo
sforzo faticosissimo.
Il ballo potrebb' essere un esercizio sano;
ma invece, quand'è ftgurmto, perde ogni va-
lore di esercizio fisico, e presenta fra le altre
cose l'inconveniente di far inspirare 1 mi-
crobi sollevati dai vostri strascichi, signoru
gentili!
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
444 —
Il cavalcare non corvisponde al vero eser-
cizio fisico se non col galoppo, ma per la
donna è sconsigliabile se fatto all'uso inglese,
perche la stanca e la prepara a gi-avi malat-
tie, costringendola a star seduta sopra un
solo fianco, e cioè in modo non equilibrato.
Perchè tale esercizio non nuocesse, biso-
gnerebbe iraitai-e le abitatrici delle Estancias
nell'America del Sud, che percorrono enormi
distanze cavalcando come gli uomini in co-
stume virile.
L'automobile è assolutamente nocivo quan-
do si hanno affezioni oculari, a cagione del
vento e della polvere che sferzano di conti-
ACCONCIATUKA CARATTERISTICA
PER AUTOMOBILISTA.
nuo il volto e offuscano la vista; anche per i
disturbi della laringe, come per altri mali più
gravi quali la tubercolosi, tanto più che la
violenta corrente che viene in faccia, ostacola
la respirazione, e può quindi rincrudire le
malattie polmonari.
Sarà bene che la velocità non superi i 40
chilometri all'ora, perchè questo sport tanto
benefico in certi casi in cui è utile distrarsi
gradevolmente, riposando lo spirito in am-
biente diverso dal consueto, non diventi un
pericolo per la salute.
E poi, dico io, ohe gusto ci pigliate a
viaggiate colla stessa velocità di un treno
lampo, anzi con una celerità assai maggiore,
quando nulla v'è di urgente che ve lo im-
ponga? Non amato voi di godervi la vista del
bel paesaggio? Siete indifferente a tante bel-
lezze della natura che dovrebbero lasciarvi
commosse e rapito? Ma io, piuttosto di viag-
giar così, come chiusa in una botto, preferi-
rei tornare alle antiche diligenze! Tanto, se
quelle ribaltavano con facilità, gli automobili
si sfasciano, e rovinano spesso la gente con gli
scoppi delle caldaie, sicché....
Il remare in piedi non è in genere un
buon ose cizio fisico, per la posizione con-
tratta in cui si è costrette a stare. Il remag-
gio col sedile scorrevole esercita più una
parte dell'altra.
Pei'ò il remare in piedi permette che i pol-
moni si espandano, esercita tutti 1 muscoli,
rende agguerrito il corpo alle differenze di
temperatura, ed è quindi per questo riguardo
uno degli sports consigliabili.
Ma noi che ci preoccupiamo tanto del-
l'igiene, se rammentiamo come la cercassero
nei giochi e nella vita i nostri antenati di
certi tempi, dobbiamo trasecolare.
Avevano un esercizio igienico nel quattro-
centesco gioco della palla, da cui derivò l'idea
prima del tennis. Ma v'era poi il gioco del
calcio, così crudele, e che oggi troviamo lar-
vato nel foot-hall, come vediamo nella boxe
qualcosa dell'antico gioco del ponte, che a
Pisa non fu meno celebrato delle famose corse
di cavalli in uso ancora oggidì a Siena.
L'igiene dell'acqua, poi, era affatto igno-
rata.
Poco prima della Rivoluzione francese, le
vasche da bagno erano rai-issime, a Parigi,
e le brocche e le catinelle minuscole. Molta
cipria, molti nei, ma acqua poca. E le dame
tutta leggiadria e arguzia che ballavano alla
perfezione il minuetto, partivano dal princi-
pio che in complesso la pulizia era superflua.
Ah, se quei galanti cavalieri dallo spadino
e dal tricorno avessero loro fatto omaggio,
invece di tanti madrigali, di qualche robusto
pettine 1 Ma è vero che anche il sesso forte
d' allora sentiva più desiderio di acqua odo-
rosa che di acqua di fonte I
Non bisogna però inorgoglirsi troppo pen-
sando che tutte le donne moderne siano com-
prese dei vantaggi dell'igiene.
Ne son prova le medicone, le sonnambule,
le mille empiriche che infestano villaggi e
città, e che vivono rovinando la salute delle
credulone, a cui non è bastante spauracchio
lo spolpamento del proprio borsellino.
Pare un sogno che nel Secolo XX ci siano
ancora queste maghe che coi capelli, colle
fotografie e i cenci degli abiti, sappiano con-
quistarsi \in pubblico non sempre affatto in-
colto, fabbricando medicine, impiastri e be-
vande misteriose, — residui degli antichi
filtri, — e dandoli ad ingoiare a chi spesso
ne ammala, com'è facile prevedere.
Meglio di tali passioni, è la medicina che
consiglia la signora Osler, un'americana la
quale suggerisce come cura 'gienica l'alle-
gria: e in ciò si accorda col modici del suo
paese.
Ma r allegria è uno stato d'animo che ri
chiede dei coefficenti; non si può decidersi
ad essere allegri nello stesso modo con cui ci
si decide a comprare un cappellino o a far
una gita in campagna.
Non credo che anche una puntualissili
signora tedesca, destatasi il mattino, po>-
ordinare a se stossa " quest'oggi dallo du
alle quattro esercitazione dei musooli far
ciali al sorriso, e rassegna di pensieri atti .i
suscitare allegria „, coUf^ sicur^zzA di eseguirò
il programma.
1 1
dt>l
può
«Un paii«. In certi etti. It Tiu«com«'ì-
oci ti
M- non
iiidcre
K U bontà int«Uib>ent« di ohi l'attornia,
«dia deve rlooudurla a ciò.
Forche la éellxlA. qn^nto potentltilmo roef-
floente di hrrtfs^i'rr fisico aìm «•in.'44-r, panni
dobba es" ■■ ociMirc por do
esser* un Ui-onn J pc«inlnil-
»ti; ma <• ^ i.iIcuh;» elio Ci «o-
stvntta ni
Qnciit' ' è d.ilo a volte dalla
cosclenau i. ... . .. ;siro campo, per mino-
atx>lo ohe Bla. ■! può sempre easere utili o
benefici a qualcuno. •• «noha l'Indegno ò
mediocre, purché il ouore ala luminoso.
V. — Economia domestica.
Non ho mai potuUi oomprendero perfhc,
di ^-.>!:r.^ ■>ra scrive un ar-
tlci>I.' .'.; .1. si riduca spesso
a itUM-iciia;. . ... ..^'liere le macchie,
di lavar le daneiie. e di realizzare delle eco-
nomie «H>n un sistema che io non esito a
Mitili lettrici?
<r»pm non ricordo
non sciupare
mano. . Pan''.
oov ■
tei
prat.
iTtt dai costadini.
Chi di noi non rammenta che essi, per
non oonaumare gii xoccoli nuovi o le scarpe
della fesU, Il tengono in mano?
Ansi, oàl dlspl«r«* che l'articolista non ab-
bia conttnnau : delle mode
rurali, perché .> punto osser-
vando i l>\)..i. che anche
dell'omlT -ouerio
Ingoard.. .irante
I persod: '>i<i 1"
contadlii' 1
fanno s<>)
'*> la praticità senza uno
ù parlando a delle
oletto continuava
■k'ali alle amiche,
<-on uu flore,
i più eoono-
alle maude
'itrazie..
l'idee rammentai che a
— •vno certo di que-
ppunto l'abitudine
■» r«>galia, avevano
* -\.'nor grazie.,
•ne che pur
. re affli spec-
N'-gnlre
nasco-
esigila
che o'e dav-
caooiar via
di non nc'jrd.i
supplendo ai
mico di tiii;» ;
con un ^
Per :.
an •■ - — ■'
•t'i
dis
appioppalo II
Ma. laadani
di sparagnare i
chi e il fumo alle r
1 dettami di un m*-:
sto sotto 11 nom<- V
al figliuolo: * ^
vero di solido
nHnia Ai tutti. ..
>mo da pai -
quelle che :
' rii-cherze: n--
ma non minore.
.u alludere con ciò alle pazzie delle
o.ii ardane americane. Una Interessante cor-
pr.
e ca-
rperò
sdegno
rispondenza da New Tork d racconta le mor-
bosità quattrinaie di questi nuovi arricchiti.
Nella famosa " Quinta Avonue, , lo sfarzo si
rivela negli equipaggi, e nello acconciature
delie signore di cui il più semplice abito da
mattina costa la bagatu-lla di du(;ento dol-
lari. Un pranzo duto da una dello mondane
più in voga dà, alla mondana in quistione,
p^nniert gravi$*imi. Prima di tutto la com-
pera d'un servizio antico per la tavola, poi
le spese minute, che vennero, all' incirca,
riassunte cosi in moneta italiana Ornamenti
per la tavola L. 500. Merletti per la uvola
L. »50. Oggetti per completare l'atvonciatura
della padrona di casa L. 20U. Fiori L. 50. Csn-
diti L. 25. Sigari L. 50. Due cappellini L. 450.
Hisssumo quanto scrisse una signorina
inglese circa un giorno trascorso come ospite
presso una ricca americana.
Questo giorno s'iniziò con un *lHneh40H^
di signore, in cui ogni convitata ricevette co-
me ricordo un leKatovagliuolo di seta con
un fermaglio di ametista. La tavola rapitre-
sentava un grazioso giardino giapponese. Ma
poiché si scoperse che tale genere di deco-
razione era già stata fatta per uu'altra si-
gnora, la padrona di casa mise soaaopra tutta
la servitù, e rimproverò 11 maggiordomo, sor-
bando un broncio di parecchi palmi, a quanto
pare.
Cambiata la tnUtit* «1 fecero alcun* vi-
site, poi ^'' un tta-room smagliante
come nnu l'eleganza delle sif nore
raggiunge \ v o dove gli uomini erano
in abito di nociuta. Un moretto servi in tazze
finissime il tè potandolo sopra un tavolino
che sembrava quasi ricoperto dai fiori. Il /> e
qualche pasticcino costavsno vcntlcimiue lire.
Oiunte a caaa mutammo nuovamente abiti,
a jl pranzò; poi, cambiata ano<^>r!t >*' v...f>(.
rio. si andò al teatro. Dopo lo S| '
runa, ci attendeva una cenetta: < ..
selvaggina, gelatina, conserve di iniin i >:i.
Io eroaflhinta, "oonolude la aignorina fran-
cese « a la mia ospite si preparava a riconun-
ciare l'Indomani la stessa fantasmagoria di
svaghi dispandiosL Q'>m in un altro artif'l >
Ginatina Sibilla.» cioè (volevo dire l'unni.!
sottoscritta, ma potete far conto che sia lo
steaao) aveva detto di metter questa ridda
di dollari pazzamente dissipati.sotto gli occhi
delle signore europee, allo stesso modo che
1 patrizi romani mettevano sotto gli occhi
dei figli gli schiavi ubriachi.
Non obbietutemi, gentili lettrici, che que-
sto vortice mondano promuove, colle sue cai-
ganze raffinate, il commarcio.
|.'Oiio Sasso MsdiciMle semplice, iodato ed emuUiooato è 11 rloostitiitato tovraot.
- 44G -
Il commercio non si potrebbe incorajj:?iare
Cun spese dallo scopo meno frivola e con un
tenore di vita meno insulso e vacuo?...
Contro le spese inutili, anche se picco'e,
Franklin, nelle sue opere morali, porta un
un esempio evidente, raccontandoci la storia
del suo tiscliietto.
Forse non tutte le Lettrici la rammen-
tano, ed io la riassumerò alla mej,'lio.
L'autore comincia il racconto dicendo che
secondo lui si potrebbe trarre assai majrsior
bene e soffrire assai minor male dal mondo,
se si avesse cura di spender meno per il pro-
prio fischietto, poiché tanti infelici diventano
tali per aver trascarata una simile precauzione.
Ma che vuol dire spender troppo pel pro-
prio fischietto? IjQggete e lo saprete.
Quando ero un bambino di cinque o sei
anni, un •giorno di festa, parenti ed amici mi
riempirono le tasche di soldi.
Io mi recai subito ad una bottega dove
vendevano tanti ninnoli, ma rapito dal suono
di un fischietto posseduto da un ragazzo in-
contrato per via, diedi al bambino il mio da-
naro, e tutto felice presi in cambio il fischietto.
Tornai a casa zufolando a più non posso
con gran disperazione della mia famiglia che
ne aveva straziate le orecchie, e, cosa molto
amara per me, quando fratelli e cugini udi-
rono che io avevo speso tutti i miei quat-
trini pel famoso fischietto, mi fecero riflet-
tere quante belle e buone cose avrei potuto
comprare invece di quello, e mi convinsero
che l'avevo pagato dieci volte di più del suo
giusto valore. Insomma, mi canzonarono tan-
to, che quel trastullo diventò la mia croce.
Questo però mi ha fruttato una salutare
lezione; perchè ogni volta che io volevo com-
prar qualcosa che non m'era necessaria, di-
cevo fra me: Non «pendiamo troppo per un
fischietto; e risparmiavo il denaro.
Entrato nel mondo e considerati gli uo-
mini, vidi che una quantità di gente spendeva
troppo per il suo fi ith ietto.
Quando vidi qualcuno che sciupava tem-
po, si degradava divenendo strisciante, sa-
crificando amici veri e libertà per ottenere
qualche piccola distinzione, ho detto fra me :
Colui spfH'ie troppo pel suo fischietto.
Quando vidi qualcuno avido di rendersi
popolare, sempre occupato in pubbliche con-
testazioni, e perciò incurante dei suoi affari
privati, rovinarsi per questa negligenza, et/U
spend't troppo, dissi, pel suo fischietto.
Quando osservai un avaro ohe viveva a
stecchetto potendo farne a meno, che rinun-
ciava a tutto il piacere di far del bene i gli
alrri, alla stima dei suol compatrioti e a tutte
le dolcezze dell'amicizia per avere un pezzo
di metallo giallastro, J 'over' nomo, dìss'io, voi
spendete troppo pel vostro fischietto!
Quando incontrai un uomo solito a con-
durre una vita disordinata, che distruggeva
la propria esistenza Umaniola giorno pei*
giorno colle continue scioperatezze, ~ Uonn
ingannato, diss'io, voi ri procurate delle pene
amiche d^'i piaceri. Voi spenle'e tropp» per
il vostro fischietto. „
So ho veduto un altro fanatico pei begli
abiti, i ricchi eciuipagi^i, le case splendide,
tutto al di sopra del suo patrimonio, finire
miseramente, Ahimè.'.., ho detto, egli ha ptu-
gato troppo caro il suo fischietto.
Quando ho veduta una bellissima giovine
di carattere buono e dolce, maritata con un
uomo cinico e brutale. Che peccato, dissi, che
ella abbia pagato così caro il suo fischietto!
Infine mi sono convinto che la massima
parte dei mali del genere umano provengono
dalla falsa stima del valor delle cose, e "dal
pagar troppo i fischietti. .„
Nullameno lo sento che debbo pietà a
questi infelici, quando considero che con
tutta la saggezza di cui mi vanto vi sono
tante cose cosi attraenti che se fossero messe
air incanto, io arrischierei di rovinax-mi per
comprarle e convincermi che una volta di
più avrei speso troppo per il mio fischietto.
Cosi termina la novella di Beniamino Fran-
klin, il quale, fra le altre cose, era anche il
beniamino del buonsenso; la novelletta di un
uomo di genio che non tradotta, ma appena
riassunta dame, vi' sembrerà paragonabile a
una signora decaduta.
Ma, tornando un passo addietro, poiché al
principio di questa chiacchierata dicevo erro-
nea l'interpretazione che si dà troppo sovente
alle parole economia domestica, cosi ne par-
lerò nel modo che mi pare più esatto.
L'economia domestica è quella parte del-
l'economia sociale che tratta dei capitali pri-
vati; vediamo un po' come c'insegna a con-
servare e ad accrescere i patrimoni.
Il patrimonio si divide in parte attiva r
parte passiva. La differenza fra 1 redditi o i
cespiti di rendita che da il lavoro e gli oneri
del patrimonio, costituisce il reddito dispo-
nibile netto, e da cui si toglie il risparm:i>
quando si sa evitare lo sbilancio.
Suppongo che alle lettrici interessei'à p
la vita pratica che oggi guadagna sempr
più terreno, di sapere quale mezzo di im-
piego .sia consigliabile nei vari casi.
Fra gì' impieghi .stabili, ossia quelli clic
ritraggono dalla sostanza i-edditi durevoli, vi
sono; acquisti di fabbricati ad uso industria
o abitazione, di titoli, prestiti a interessi.
Sarà bene tener presente che l'acquisto
di beni stabili, fatto, come si sa, a mezzo del
notaio, non dev'esser concluso prima che, ri-
salendo trent'anni addietro dall'acquisto della
proprietà, si controlli se non era gravato <!:«
ipoteche per via degli antichi proprietari.
/ terreni si fanno fruttare in molti mod
o affittandoli, o facendoli lavorare o coltivare
direttamente. Il tittabile nelle annate scarso,
ore Sellini
VINI ■ LIQUOr.I - VailMOUTH - CHAMPAGNE
SPECIALITÀ DELLA CASA |
^.sco Monaco e Scigli j
di CATANIA !
' In tutt'> n in p»rt« mentre l« mani an tempo uffiU al plano.
U» d«>irantto; ed » »on fittt^ torpM^ oom«» nr<1(<.»iil r'Hjt»lno«i|
u mio r*«!iicu- Il 1 ■ .
1'
la ili un i|w '
•ione, 0 <!<•;
. ., _ . .-•.tri»,
ìli Kl usi venia se iiisUlu iti queste no-
. . 'Ul di economia domestica, rons|(1«>rando
rhe oggi le si|;n<>re. hanno assAi i
di no tempo nell' IngranagK'lo o.
famiglia, o p.-r.'i.. <>->.■ jM.fi.ui
in m'jnlc cj-
i'O.
Unì, Lettrici,
n.Hii, non s^a unica-
stabili, polche oo-
. • .~L.,..i„. ........... si possano a%'er su-
-• non si e più a tempo a far ciò, e
, un hlso-no urgente, kI dovrà rioor-
r< >ssibilment« ad Interesse
11: iinzla ipotecarla I propri
Accennoro ad alcune Ira queste. Un »
rlttft «'ho rniiti ussal lene, pur non n
■ ii-i<'r>'at<irlo. potr.-' ' '
. odar concerti ii'
■ dell' estero. M:\
Il pò Giscosa. '
«li : te premiata
^11 ^ • . ebbe a dlr>
di htutli avrebbe dovuto essere i.-t>Ui%ato
molte Migliore Italiane, i-ome Io è da mu
forestlor»-. Altra professione che all''-''
fiorisce, è quello di lllustraro libri. I.
rlne vi si dedicano e vi riescono ottln
te. Uno del primi esempi fu la famo^^.^ i.
Oreeneway.
Fra Ir arti applicata allMiiflnstria j ^
'..' r< . Vi M>uo pure le uììuhi
) , ; \antagxiOM dei titoli dello
:i iiiAi sicure come questi.
caso aveste tomm* diaponihili
•• rhe pure non voleste lasciare
atele a breve scadenza nei
. ttl anche buoni dei Tt'
mi 111 lini di buoni fmt-
he
. sono utili le Casse
di ino lo svantaggio di
l.i ro delle somme. Per
.- '.. un ottimo impietro
' mui>'<> 'III ■nino mi ipil9chm «M hemi gtabili.
! redditi, 1 gmuéagni pi'ofettioHaii o le pen-
■ 'mi. che sodo per solito I proventi con cui
vive la famiglia, devono essere erogati in
modo non solo di far sì che questa sia in caso
di vivere secondo la soa postaione. ma di
provvedere all'avvenire dei figli, facendo fare
• qoestl degli studi die li mettano In grado
di hiHLare a se stessi, e, possibilmente, di
! irò un gruzzolo. Alla mancanza di
quando il reddito sia unicamente
'iv->3iuoale. fÀ supplisce coli' Asnlcu razione.
Al giorno d'oggi è indispensabile che anche
ragazse abbiano una coltura sufBclente per
reggersi da sole, t>en Inteso fltaendo conto
della compagine fisica, intellettuale e psichica
della donna, cosa che molu, ai vostri tempi,
dimenticano affatto di prendere in conside-
nuEionc.
Il proverbio: 'Impara l'arte, e mettila
da parte, mi pare un detto d'altre volte.
Oggi, imparata l'arie, si deve coltivarla per
tep..r^, il, .-on'izlo: non aspettare che il l»l-
s< . a farci accorte che riposando
si;_ -) Hi è più in corrente di nulla,
pt'iLii' ,'i; - ii'li soa progrediti In mille modi.
M^lgrittlu luttij quctkto \tf uiKil<: all'.i'
tlvità Intellottnale della donna, la mania ■:
strappar lauree e diplomi non tende a sc<
mare, perchè è basata In gran parte suU'oi
goglio dei genitori.
Già da anni un valente melico franca.
prendeva a criticare questa dannosa u-.^^^/.
invalsa, o inoflvn pr»r riil molte <^\n\-.rr.
si vcdoii.
Le I
doppio \
sta vr>cale), ili nun tu.;lu-i't.' la dunna a.
che altrimenti sjrebl)e tras4-urata, «•
mettere di realizzare sia lavorando i
sia per l'azienda domestica, delle )':
economie. Perchè, va bene lavorare, i
la vita rincarata di oj^gt, non ba<ta: I'
risparmiare lavorando noi. lo credo un
di chi esamina stiperfl 'talmente la q<!
femminile, di creder ' l'he app>
n la moglie abbiano bisogno d;
casa. Non pensano quanto sU
utile per chi si trova sola, v<>.
c'avere l'appotrgio materiale <• :
compagno, e deve lavorare p-
avere una mance un occhio vigilu ]<
soprintendere o a fare da sé certi la\
l'azienda domestica, o certi lavori don
Mi par giusto In tutto e per tntt>>
che a questo propo^tto disse in una
renza una sigli' i. Annetta «'•>:
In questo sec' agitano le p.-:
sparate qnr'st; ,-iiH. .• in ,mi; •
c*>7 - mie d'idee i
!.-> .1 donna p<-t
tr.i : 1 passato e i'
sieme ai uuuvi bisogni soi'uli,
maneggiare ugualmente bene I
na (o 11 pennello, eoc.l "* L'uoir.
classi non basta a sopperire da s.
genti bisogni quotidiani, è dmi i
compag^na cooperi portando il sun v;m>.<j-» «
LCIio Sasso Medicinale sempiice. joda'.o ed emu:shnato è il ricastitiiente tovreno.
448
il suo fuscello al nido. La donna odierna,
stante le nuove esigenze, dovre'>be saper
accudire alle casseruole come al fuso; al so-
stentamento della propria vita come all'edu-
cazione razionale della prole. „
Se mi dite, gentili lettrici, che ciò non è
frequente, vi risponderò che è vero. Se mi
dite che questo è impossibile, vi ricorderò un
esempio luminoso. La benedetta autrice della
" Capanna dello zio Tom „ la Beecker Stowe,
raccontò a quante cose attendesse e soprin-
tendesse, pure stando colla penna in mano.
Spesso la cuoca veniva a chiederle consiglio
per un pasticcio oppure una ragazza veniva
a chiederle di darle un puntino alla gala della
gonna; oppure ancora ella doveva alzarsi
ad un tratto, smettendo di scrivere per sor-
vegliare i bimbi.
Del danno che porta alla madre il lavoro
gravoso che la strappa alla culla, si occupò
con amore Ellen Key di cui le idee sociali e
tilosofiche suscitarono tanto clamore di i)o-
lemiche. L'illustre svedese dice: "La don-
na è soggetta a leggi eterne a cui non può
ribellarsi senza perire. La donna vuol com-
petei'e, lottare coli' uomo nella resistenza al
lavoro e alla fatica?... Sia pure! Male stati-
stiche ci dicono che l'immensa mortalità in-
fantile nei paesi industriali, ha per causa la
mancanza di cure materne; che i bambini
rachitici o malaticci nascono da donne de-
formate da lavori faticosi. E le cifre della
delinquenza precoce salgono d'anno in anno
con spaventoso crescendo; mentre la madre
attende al lavoro fuori di casa, i figli ricevono
(spesso se non sempre!) la loro prima educa-
zione nei trivii e nel fango delle vie. " In altri
casi poi, Hellen Key ritiene che la donna, più
educata, coU'ordine, coli' economia, colla ge-
niale sua abilità e la sorveglianza sui figli,
possa contribuire più efScacemente che col
faticoso lavoro, al benessere della famiglia. ^
Cosa anche questa giustissima, perchè non
tutti a questo mondo nascono con una hosse
speciale, o, anche avendola, non ricevono una
coltura atta a svilupparla al punto da trarne
partito.
La pensatrice svedese osserva poi, come
non solo il bisogno, ma la mondanità e la
filantropia (perfino questa!) allontanino la
donna dalla casa, e vorrebbe richiamarvele
per amore di tanti bimbi a volte ricchi, ma
trascurati dalle mamme, che solo si occupano
di loro '* per incidenza. „
La valorosa autrice di II Secolo del fan-
chilli apprezzata anche a Milano come con-
ferenziera dalla logica stringente e convin-
cente, incontrò molte ostilità all'attuazione
dei suoi i)iani, essendo razionalista. Ben in-
teso, che chi cercò di sbarrarle la via furono
soltanto persone col cervello rattrappito e
con la vista moralmente miope. Ma fu mal di
l)oco, perchè un'anima consacrata al bene
altrui, fervente di carità, pietosa e austera,
oltre alla rivf>r(Mi/.ii lia diritto :t, (niella i)ietà,
gentile, ohe non ofiende, e, clie chi crede iti
Dio come m«, prova per chi manca di questo
grande conforto. E poi, se si ragiona, non ha
più merito chi agisce come meglio sa e può
senza speranza di " un guiderdon che cova
oltre le nubi, „ di chi fa tanta carità colla
certezza che il buon Dio ne terrà conto, se
non nella vita terrena, almeno in paradiso?
Ma basta di ciò.
Dunque come ideale di posizione sociale,
mi pare vada considerata quella della donna,
che, maritata o no, esercita una professione
in casa.
Ma appunto perchè già la vita femminile
odierna richiede riunite in una sola persona
attitudini cosi disparate, io penso che se si
concedesse il voto amministrativo alla donna,
ciò finirebbe per darle un siinnenage enorme,
pericolo già imminente oggi, e poi a con-
dannare il focolare ad un vero disordine in
tutto il suo funzionamento. Così, malgrado
sia persuasa che l'istintivo bisogno di ordine
e la pazienza di cui noi signore in generale
siamo dotate possa, come disse il Luzzatto,
recare ottimi frutti specie per quello che con-
cerne gli organamenti delle scuole e degli
istituti di beneficenza, non so metter d'ac-
cordo che dalla trascuratezza delle singole
aziende domestiche, possa provenire un mi-
gliore assetto del Paese. Non lo comprendo,
ripeto, perchè mi pare che sarebbe come pre-
tendere, sommando castagne e fichi, di avere,
per esempio, un totale di sedie.
Si sa che Luigi XIV negò il voto alle
donne, e che le leggi napoleoniche non fu-
rono mai favorevoli a queste. Nel 1816 nel
Lombardo-Veneto, la donna fu ammessa al
voto. Vari progetti dal '48 al '50 fino a quello
di Cavour nel 1859 (progetto che non venne
alla stampa) come pure altri mai raggiun-
sero appieno l'intento; finché nella unifica-
zione legislativa del 1865 le donne furono
escluse assolutamente dal voto amministra-
tivo.
Se statisti valenti e illustri oratori teme-
vano, allora concedendo il voto, di stornare
le donne dalle cure della famiglia io mi trovo
dunque d'accordo con loro, press'a poco come
Perpetua col Cardinal Federigo. A parte che
questi vedevano, oltre tal pericolo, quello
della discordia in famiglia causata dalle di-
vergenze politiche fra i coniugi.
Fra i moderni il Saredo proclama 1' ugua-
glianza dei due sessi nei poteri politici, poi-
ché, egli dice " la donna è capace di bene e
male come l' uomo. „
L'on. Lucchini affermandosi pel voto in
una prefazione al libro dello Scapinelli (libro
che sostiene i vantaggi di questo voto), si
appoggia al Romagnosi ed allo Stuart Mill,
e vorrebbo palleggiatala condizione giuridica
dei due sessi.
Una proposta circa il voto femminile che
mi pare abbastanza.... dirò curiosa, è quello
di lasciar votaie appena le signore di cui i
ARTRITE
F/INOHI DI
VEDI ANNUNCIO DI FRONTE
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Il nna prigione p«r n
tbbe più eh? mal diri»
profondo rispetto: p-
•• h' Impone anche a <
r integrità del carattcì
(ARTOLERIA WIUISO VESTKIM
FIRENZE - Via del Proconsolo • FIRENZE
SPLEXniDA OC:C AHIO\E - Vedi Buoni di riduzione.
- 450 -
VI. — Lavori donneschi.
Le Tiidustiìe femminili Italiano hanno rav- diesa De Viti Di Maico, la Contessa Pftria-
vivato il gusto delle signore, facendo risorgere vicino, la Contessa Danieli, e molte altre da-
moifi lavori caratteristici delle varie piovincie me intelligenti e benetìche, vanno annoverate
Velo ier canai'
ToVAliLlNA DA TJ:.
Italiane, permettendo a tante donno del pò- fra le attivo propagandiste, le infaticate pa-
polo di guadagnare, pur non allontanandosi tronesse di (luest'opora non solo dal lato ar-
dalla famiglia. tistico ma dal lato morale.
La Contessa Sarvognan di lira:izà, la Mar- Oltre le imitazioni dell'antico che quasi
CE?fTT.O PI TAVOLA
452 -
Sottobottiglia a bicamo Richelieu.
ClTABT.OTTK VVAX lìAMIÌINK (piOìtO piPUO).
1 ..i.. li. ^
tla t^ tk fiori
ffoHfi f» Il ]:\\
MI
par oainp i
: ni ijv.1.
. lo effetto tono * :i
1 rt<?urc, dovato <l -
Fi >rtiUBpi^ rowl- Ali
lin<*, V >M- j-.i > T-...-.. ■■- v.^'^uiio sa tol» blu può ch<.^ j..<ti<i.-
piatt<Mto tloa, oon della seta lavabile bianca: bimba, o Vhnrlotu in battista.
.itnano con giuto
Itilllno di oap;»--" ■
Tramkzzo al modano.
■ ri sjifri.iu ••II».-
' colle semplici
I ■ • stelo, in verde
nei cuori dei fiori si deve metterò
> azKuro.
Tc-nuinato il ricamo si stira aconrata-
menU> da rovescio, e volendo se ne ornano
i bordi oon una doppia gala in r«/.fi.>> .» •>
Ih ina<lre che I.ivora »i<mi ' i •.. . . ..i
' riniMì por la mu» fain . >:k-«
• di CUI il ruv»r lo ci .1 per
Min;» 1.1 vita, che ci fa pt/n^in • i'mi ì -tittro
rimpianto alle oro tra-icurs»." pienso di lei la-
vorando insjt'm»', '• l«'^;!fni') " p:»-!arif|f» men-
tre le sue ni I ti»»
tanti utili ■ or-
goglio, non I UH
ur,;oglio che non eia co;i(l viiit;ibtlc, purché
aveva un fondo di amon- : di amore cos'i vero
.• /ru-Kl.. Tumcirc l\li:il.'!
NlNINA ABPB^ANf.
VII. — La pagana futile.
I>opo Unte pagine savie, scritte apposta sufflcente a reggerli, a formare una pettins-
p«r indiesm, o meglio, incoraggiarvi a pro-
seguire sa sa per lo spinoso ed arduo cam-
mino della vinù. per farvi più buone, più
generose e più sapienti, sars ''■ - '♦ 1
l'umile paginetta destinata a
Ecco ire bozzetti, tr- p'
parigini, creati da case
jrran mondo, riprodotta
di Lurr. l'artista squi^ -
parigina di tatie le riviaio d'',lLj;auzf. C •-
bisogno di aggiungere che si parla dvìl'AiH
et la ilodtf ^
Sorvoliamo «ui voluminosi cappelli, tutti
piume ed ali su tew inuoense e spioventi.
Quale caplgliatiir.1. anche se copiosi»!ma. ^arà
tur.i ami) 1.1
cnr* e d;^i-
' I nostri
atoun'in-
fflci
tur-
ino
in-
cori
,,,r-
i a cbulli/:-
iiore: prlmu
l'-a al parruc-
iti a voi corno
11 quasi
-^ jr,.i
alla porta da una modista di Nizza assai nota
nei fasti dell'eleganza e tenera della propria
reputazione, e che ritinto di provarle dei
cap|)elli, se prima non si accomodava la pet-
tinatura. De petììes boHcles, tn(i(liunc,itne masse
de petites Ooucfes.
E vada per i ricciolini; soltanto abbiate
cura di sceglierli un'inezia più chiari dei vo-
stri capelli, pei'chè non induriscano la vostra
espressione nouveau jeu, tutta leggerezza in
apparenza e spensieratezza e vivacità scher-
zosa, un qualche cosa di mezzo nel significato
tra un leggiadro minuetto di Boccherini e la
sxiuma di una coppa di champagne.
E sotto la pioggia di riccioli incornicianti
deliziosamente il visino, una velatura di ci-
pria Rachel o rosea, secondo che siete brune
o bionde, a meno che non preferiate ed è
meglio, di fare uso continuo di lozioni rin-
frescanti, ohe diano alla pelle freschezza e
candore.
È consigliatissimo, tra le aitivi il Latte an-
tefelico o Latte Candès, sovrano contro le
lentiggini, triste retaggio della stagione del
sole, e ottimo a prevenire le irritazioni che
si producono in corto pelli delicate ai pri-
mi freddi e sotto l'azione del vento. Si può
usare sia puro che diluito nell' .acqua e fa
sparire in quindici giorni qualsiasi altera-
zione della pelle, rendendola morbida e le-
vigata.
Un sottilissimo velo biondo o marron chia-
ro, che va su tutti cappelli di qualsiasi colore
fuorché sui neri, ben teso sull'ala e che non
oltrepassi il mento aggiungerà una sfuma-
tura calda e misteriosa al viso e terrà a freno
i riccioli ribelli....
Intorno al collo una morbida volpe az-
zurra, più bella all'occhio della tanto apprez-
zata volpe argentea, darà eleganza anche ad
un semplice costume tailleur, permetterà di
portare in certe giornate miti, se puie in-
vernali, i deliziosi vestiti a sottana e vita, che
mettono in evidenza le linee armoniose delle
personcine svelte ma tondeggianti, e che in
questi ultimi tempi si vedono cos'i poco per
le strade, con grande rimpianto dei mono-
coli, dogli occhialetti e dei pochi occhi acuti
di buon gusto.
Rammentiamoci che l'italiana, nonostante
i molteplici incrociamenti di razza è ben di
rado alta e slanciata come le donne nordiche;
deve procurar di non infagottarsi, deve re-
stare più che può nature; le parigine l" hanno
inteso, e rinunciano alle sotto-sottane tutte
svolazzi e fruscii per le ctdottes.... schocking!
Ammettiamo, per salvare capra e cavoli, la
sottana di seta o di raso attillatissima ai
fianchi e con voluminoso pieghe! tato a mac-
china in fondo.
Non è delizioso il vestito di trina impero,
nella vita accorciata della tunica, un po' se-
condo impero nella linea cadente d'elle spalle
e Luigi XV nei nodi d'amore? Queste ac-
cozzaglie, contaminazioni, per dirla classica-
mente, di stili, furoreggiano e non sempre con
buon esito. Qua però, bisogna oonfessai-lo,
l'insieme è squisito. La tunica, formata di
strisele di merletti differenti, permette alle
signore di adoprare pezzi di trine antiche o
fatte da se, clie ritenevano inservibili per
scarsezza di metratura, senza tagliuzzarle.
Tagliuzzare le trine vere, checché consiglino
certe sarte poco scrupolose, è imperdonabile.
Come avreste il coraggio di sciupare un la-
voro fatto colle vostre mani con pazienza
mirabile, dove ogni fiore, ogni foglia, ogni
.curva è stata curata e carezzata con sapiente
misura d'arte?
Quante trine fatte durante il periodo della
villeggiatura, nelle sieste pomeridiane, ador-
neranno i velluti e le pelliccie quest'inverno,
per ricomparire poi, sempre belle e anche più
apprezzate, sui vestiti estivi, dopo che la tri-
naia le avrà rimesse a nuovo od anche dato
quel color pei-gamena particolare a quelle
antiche!
Ma perchè i pizzi durino, perchè l'opera
paziente delle nostre mani non vada presto
perduta, attenzione alla scelta del materiale.
Il cotone ed il refe D. M. C. adatti all'ese-
cuzione di qualsiasi ricamo o merletto, of-
frono garanzia assoluta di buona riu^icita e
di durata e si trovano in tutti i immeri, dal
filo d'Aracne per i Bru-telìes ai grossi cor-
doncini che formano l rilievi dell'Irlanda.
Lavorate, signore, lavorate ; e lavorate so-
prattutto.... a farvi belle!
Y.
Vili. — Fiorentina e parigina.
Armonia della toilette. — Eleonora Ditse e Gabriella liéjan*
L'arte di Ein Ha Boss
La donna di Firenze come la parigina o grise'te si permette qualunque bizzarria,
jjossiede l'arte non facile di sapersi ben met-
tere, colla dit!erenza che l' una è più sobria,
più semplice, ben osserva l'armonia del a
linea e del colore con quell'istinto naturalo
che è proprio ai figli della regina dcH'Arno,
mentre l'altra, la francese, sia es.sa gran dama
qualunque audacia, pur non riuscendo mai
ridicola, dando anzi all' insieme della toilette
un cachet speciale quasi sempre delizioso. Ma
la parigina ^ lei e non si discute; se un'altr.i
donna di quahuK^ue paese essa sia, vuole
imitarla, deve, por non cadere nel grottesco,
ANEMIA if) vt
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>^-^
— 45G —
rlcon-cre a una suU e a una modista che
non sieno delle semplici mestieranti ma delle
artisie vere, che sappiano adattare la foggia
dell'abito e del cappello, all'età, alla figura,
alla tinta dei capelli, al colore del volto, che,
sappiano anche conoscere, e più che cono-
scere indovinare con quell'intuito che non
s'insegna In nessuna scuola, il carattere di
una signora.
Ti sembra strano, lettrice mia? Eppure è
COSI.
Le vestimenta in genere, come la petti-
natura, come il profumo, pnre variando sem-
pre a seconda del capriccio della moda, de-
vono però conservare qualche cosa di armo-
nico con l'età, il person"ale, l'incarnato, il
carattere di una donna. Io non saprei, per
esempio, iìnmau:inare la divinissima nostra
Eleonora Duse dalle bianche mani, dalla voce
d'oro, vestita diabolicamente di scarlatto, nò
la vivace Gabriella Eéjane ravvolta in un
peplo di melanconica tinta violacea.
Attente dunque, mie signore, alla scelta
della sarta, che può, pur non avendone in-
tenzione, essere la vostra feroce nemica.
A Firenze, culla dell'arte, non manca na-
tui-almente la reginissima fra le artiste del
genere, e questa signoi-a che sa tutti i se-
greti e le sottili malìe, che conosce il fàscino
di ciascuna stoffa, adatto ad ogni persona,
che poggia sovra le teste de' meravigliosi cap-
pelli dalle ombre sapienti, con piume, o va-
ghe corone o ciuffi fioriti, o intrecci armo-
niosi di aerei voli, ed augelli e velluti, quesla
signora, il cui nome dovrebbe figurare fra
(luelli degli artisti più insigni, si chiama
Emilia Bossi.
Nei suoi grandiosi locali in via Rondinelli
e nella vetusta piazzetta degli Antinori, mol-
tissime operaie, lavorano indefessamente da
un anno all'altro senza riposo mai.
Ad ogni stagione la signora Emilia Bossi
porta a Firenze, pet la prima, ogni grande,
ogni piccola novità. L' alta aristocrazia, il fior
fiore dei forestieri residenti o di passaggio
accorrono a questo gratidioso lavoratorio, ed
anche talvolta Elena, la nostra graziosa re-
gina, si compiiice affidare i suoi comandi alla
squisita genialità di Emilia Bossi.
Erinni.
Bellezza del viso. — Il vero segreto della
bellezza è, per la donna, l'uso del Latte An-
tefelico o Latte Candès, che sia allo stato
puro o misto con acqu;i, fa sparire in quindici
giorni circa le macchie di rossore e tutte le
attrazioni della pelle del viso.
Le macchie della pelle nel periodo della
gravidanza sono pure completamente eli-
minate.
Usato quotidianamente come acqua da
toelette, conserva la freschezza della carna-
gione, e nella stagione estiva è il migliore an-
tisettico.
Questo ottimo prodotto ha, del resto, più
di 55 anni di esistenza e di buon suc<;esso.
{Vedere il modo di servirsene nella 1» pa-
gina della copeitina del volume).
Felicità domestica e.... gastronomia. — La
buona massaia non disdegna di lasciare qual-
che volta il salotto per la cucina e di sorve-
gliare ella stessa la cuoca; rocchio della pa-
drona, si sa, rende le pietanze più gustose:
ed una buona pietanza, checche so ne dica,
ha grande influenza sulla feicità domestica.
Se la buona massaia sarà poi assistita da un
buon manuale di gastronomia, la felicità do-
mestica poserà su solide basi. E il miglior
manuale di gastronomia, il solo anzi che ab-
bia serietà e competenza, è — tutti lo sanno
— L'I Scienza in cucina, di Pellegrino Artnsi.
Si trova in tutte le librerie, e si può riceverò
franco di porto inviando cartolina vaglia di
lire tre alla ditta Bemporad, Firenze.
LA SCUOLA PRATICA AGRARIA FEMMINILE DI NIGUARDA
Secondo 1" ultimo censimento, le donne
che si dedicano all'agricoltura sono in Italia
3.200,000, d'ogni grado e condiziono, da quelle
che amministrano fondi propri, a quelle sot-
toposte alle più pesanti fatiche materiali, con-
tadine, giardiniere, ortolane, allevatrici di be-
stiame, avicultrici, raccoglitrioi di funghi e
di cicoria: perfino taglialegne e carbonaie....
Che si è fatto in Italia per ottenere da que-
sta infinita schiera di lavoratrici quell'opera
meno empirica e più razionalo di cui le
nostre terrò hanno così urgente bisogno?
1 campiceli! istituiti dal ministro Baccelli e
qualche nozione d'agraria impartita alle mae-
stre, e dalle in:iestre alle troppo giovani al-
lieve, non hanno dato risultati apprezzabili:
speriamoli migliori dai provvedimenti del
ministro Uava. ma in verità, nessuna istitu-
zione, nessuna scuola finora si rivolge diret-
tamente in Italia alla popolazione femmiml
campesii-e, se non questa di cui vogliamo fi
parola: la Scuola Aifrariu Pratica Femmina
fondata in Nignarda, iirosso Milano, dal n^
loro pertinace di una donna, la signorii.
A urei la Josz.
Perchè a questa, più che ad ogni altra
UN BEL SENOS
ottengono Signore e Signorine col nostro metodo speciale. — Efletto garantito e
duraturo. — Non confondere il nostro specilico con altri preparati che non hanno
dato mai risultato. — Importante opuscolo si spedisce gratis, dietro carta da
visita. Scrivere V. Lagala. — Vii Ceironia, '23. - Napoli (Italia).
SCUOLA PILVTIC'A AGRICOLA FEMMLMI I hi \i.i
IVV l.»/I.
m
■ — 'VTALE D AOBAUIA.
fonnu (li aLtività sociale si sia wilta l'atten-
zione di lei, non è difficile scoprire a chi
conosca da un lato la sua cultura vasta
specialmente nel campo storico e in quello
geo^'rafico, clic le mostra ad ogni passo l'im-
portanza preponderante della vita agricola nei
destini dei popoli e dall'altro al suo ufficio
d'insegnante, che facendole sfilar davanti, tra
falangi di giovinette cittadine, anche molte
giovinette campagnole, le dà giornalmente
un saggio delle delusioni e degli errori a cui
va incontro la popolazione rurale emigrante
verso la città.
La lettura di un articolo della Contem-
porari/ lieview (agosto IS'JS), nel quale Mrs.
Crawford lamentava l'incuria dell'Inghilterra
d'allora per le piccole industrie agrarie, e
additava ammirata l'opera del governo belga
a prò dell'istruzione agraria femminile, fer-
mò l'attenzione della signorina Josz, e dette
forma concreta alle sue idee : che aita opera
di carità individuale e patria sarebbe quella
di trattenere nel loro elemento nativo la
maggior parte di quelle giovinette che dal
contado vengono a sfiorire in città in cerca
di un diploma; e insegnare a loro e a tutte
quelle altre fanciulle di campagna che, o
vivono in una supina ignoranza, o sono fuor-
viate dall' istruzione vana dei collegi, a di-
ventare provvide e sapienti massaie, come
si fa appunto nel Belgio 1
La giovinetta trova in quel piccolo e flori-
dissimo stato, come anche in Svizzera e in
Germania, e, da poco tempo in Inghilterra,
diversi tipi di scuole di vario grado scientifico,
di vario grado sociale, con insegnamento teo-
rico e pratico, che l'addestrano nei molti la-
vori della casa e della fattoria. In alcune di
queste scuole la donna può conseguire diplomi
che l'abilitano all'insegnamento agrario o alla
direzione di aziende rurali; in tutte ella ac-
quista quelle abilità che la renderanno pre-
ziosa collaboratrice del padre o del marito
nei lavori agricoli, fonte di una ricchezza,
difficile da calcolare in cifre, ma spesso ben
maggiore di quella che rimunera lavori con
determinato stipendio, a servigio d'altri.
E nell'andazzo de' nostri tempi di pre-
giare sommamente le lstituzi(mi estere e di
trapiantarle da noi, senza molto domandarsi
so siano destinate a fiorire nel nuovo suolo.
Ma r Idea che affascinò la signorina Josz,
d'i.stituire scuole agrarie femminili, in un
paese essenzialmente agricolo come il nostro,
che non dà alla sua terra che una parte mi-
nima delle forze e de' capitali che sarebbe suo
supremo interesse di dare, è di tale evidente
bontà, che la discussione non è possibile.
Solo nell'autunno 15)05, col concorso del
Ministero di Agricoltura e Commercio, la
signorina Josz potè imprenderò un viaggio
d'istruzione per visitare lo scuole agrarie
femminili fiorenti all'estero. (V. bollettino
Ufi", del Min. di A. \. e C, 1900). Ma già prima
ella eia ihisi-ita al iiei|iiistare profonda co-
noscenza dc'.r avgovnenlo, e sui modelli del-
l'estero dette vit.i, appena fu possibile, alki
sua Scuola Agraiin, e l'andò foggiando via
via che l'eseguita dei mezzi a lei concessi
si faceva minore, e l'idea poteva tradursi in
realtà.
" Io vorrei che sorgessero, ella scrive, al
pari delle .scuole aijrarie maschili, molte scuo-
le per le figlie dei fattori, di proprietari e di
tutto quel ceto medio che ha interessi ru-
rali, con carattere spiccatamente professio-
nale e casalingo insieme, sul tipo deHe Mé-
Ttagh-es Agricoles del Belgio, e conferenti un
diploma che dia adito a certi impieghi della
grande e piccola industria agraria. Ma vicino
a queste vorrei parimente che sorgessero le
scuole di tipo più umile, sotto forma di se-
zioni temporanee, come le scuole dette Am-
bulanti nel Belgio: strumenti di una cultura
che giunga là dove il bisogno è più sentito,
là dove la Ince non arriverebbe, perchè nes-
suno, per tristezza di condizioni materiali,
moverebbe a incontrarla. „
A<ttendendo che il Governo Italiano com-
pia questi voti, è lecito sperare qualche altro
tentativo dall'iniziativa privata? Qua e là
l'idea elettissima accenna a dittondersi; si
susurra che provvide trasformazioni si pre-
parino di antichi collegi e particolarmente
di orfanotrofi, spesso i-icchi di denaro e ter-
reni, in scuole agrarie pratiche; è noto inol-
tre il vasto piano d'istruzione agraria for-
mato dalla Contessa di Brazzà a favore delle
Calabrie.
La fiamma si allargherà, è sperabile, ora
più rapidamente. Ma sarà sempre doveroso
ed equo ricordare la piccola favilla che l'ha
accesa.
Facciamo brevemente la storia di questa
giovane istituzione.
Alla propaganda attiva ed instancabile del-
la signorina Josz fu facile fare de'prt>seliti, e
così si formò a Milano nel 1901 un comitato
che ebbe ed ha tuttora a Presidente la Signora
Maria Camperio Siegfried. Più difficile cosa
fu raccoglier i mezzi necessari all'attuazione
dell'idea. Sussi.li dagli enti benefici cittadini,
dalla Provincia, dal Governo, promossi e lar-
giti infatti più tardi (così da formare ora, an-
che con elargizioni di privati, la base finanzi.i-
lia della Scuola) non potevano essere concessi
finché la scuola stessa non avesse cominciato
a funzionare: co.sicchò fu detto argutamente
bisognava risolvere il singolare quesito di vi-
vere prima di essex'e nati.
Provvidenzialmente sorse intanto nel con-
siglio dell'Orfanotrofio milanese l'idea di
sperimentare un corso di agraria per le or-
fanello. Una benefica alleanza si strinse al-
lora fra le due istituzioni: l'Orfanotrofio for-
niva locali e terrtMio sperimentale: il Comitato
torniva insoLMianli ed attrezzi, e aveva diritto
LIQUORE
TONICO.DICESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
ma
ter-
Il e
no* .'v.ui..
àUilt A^rtuoiturit, Iittlu»tri»« Cviu-
timi II si 1,. .V..I.. . ...f1l..l...,l...
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lor.
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tori..
I pp,
sta ' ■.■!..
lo il Cou vitto, O
•:t*, necessaria a
- ->.. L-steuderai all'Iu-
tiera ipornatB. Le aiiieve vi sono ammesse
regolarmeute a 14 anni, dopo oonsegoita la
lioensa elementare, almeno il certiflcato di
matorita, e pagano la reUa di L. 400. Bono
.1 un
' limi»
•ondo Invero allo
-.-noia di Nljjnar-
niiiroMmeiite da ar.icii-
I>sra-
•nato
KM»' >>vi/7,rr<' <>
incontro ali» f.r
pnr<l ai pia nn
rnm«« 1*» loro minpu-
r^ ■ - 'Il So
pie
loro
che '.. l'Ili riluc«.<nti «li i>ulitt!/.2ii, d.il
loro I 1 apiari. da^U orti vord«»p-
gianti <: :.-.i-::.i. parta un cncnnpio salutare
tutto all'intorno, e si sfAtino cHjrte vecchie «
ahi! non immeritate accuse di sudiciume, di
trasonratez7.a e d' iKiiornnr.a. che gravano
salle donne dei nostri campi.
Akka EnnKD.t.
COME S'IMPARA A LEGGERE E A SCRIVERE NEL SEC. XX
Il metodo col qaale noi e i nostri babbi
v I ba ,bi dei babbi imparammo a leggere e
a scrivere, è ormai divenuto un ricurdo del
passato, oost come il tranvai a cavalli e il
fanale a petrolio.
Si ammetteva allora come assioma peda-
irogioo, ohe la lettnra e la scrittara r>sH<>ro <1.^
considerare come strumenti di '
futoro plnt<o«to che come me /.zi
giore STfloppo dell' intelligenza d
I maestri dicevano, e molti, partmppo, ripe-
tono ancora: * La lettnra e la scrittura non
sono che nn meccanismo. •
Lettura e scrittara erano, di fatto, sem-
plice meccanismo. Il fandnllo (ricordate?)
era appena entrato nella scuola, e già gli si
apriva sul bxiico nn quaderno rigato per il
Inniro e per il larRo; e insegnatogli a regger
frs le dita il manico della penna, gli si face-
vano tirare le une dietro le altre centinaia e
nii?U»i t ,\, »^tf. Con certi msjrtri que«to
est'; lava per tatto ivWto il primo
ami e a'Iora prendeva forma di
nn Mii>j>i./i • ^ero e proprio, da cui lo spi-
rito del fanciallo non poteva avere che danno.
In qnsMtA poi «( 1*»jr7<»r*». il <*'ii e*»»r**lrio
si t
(on •:
pesv
per eoai due ciiuio
mente, e poi il sillif
opptir*» A. K. F. <>. l
tutti, e specialmente sai principio, formati di
sefrni. che pel fanciullo non avevano nessuna
attrattiva. Per un fanciullo di sei o sette anni,
che è mai una sillaba o una lett«>r:i? r-he
relazione diretta, intima, può ma
la sna anima il snono di questi
vocale, di questa o di quella cons ■
clamo pnre anche di questa o di quolU pa-
rola, quando la parola non sia trattata in né
e per sé, ma nolo conn- mi x.lmio frt>(1<lo e
morto? In questo es' -:•■. la
forza viva della sua •• m
disparte, inoper'i ■ ' r»'.-»-
tive del conosc.- • n •
eccitate né ewi' i»"-
ciallo è piò cbe altro I
non aiatata nel suo sv )
essere da ogni vera s<
edacatore.
E non è a dire che i danni di questo inse-
gnamento si risentissero s..l(. ii.-l nrmio anno
o nei primi anni di - .«iitn
della tenera età. lo - 1 • pi»"
d'ogni altro particolari p«-i-
ché è la base di tu» ««o-
Ia«»t4<v>: e non di rad<. •!u'»«*o
tro, il dife;
r.Ti'lrar 1" t
■ itaro
dGO
labiea puramente meccanico: — si ritrovano
spessissimo in uomini già fatti; per non dire
che si mantengono costantemente, se pur non
si accrescono, nei giovinetti del ginnasio b
del liceo.
Si trova anche nei giovani delle nostre
scuole classiche l'uso di leggere passando ol-
tre, senza curiosità, ai vocaboli, ai costrutti,
alle locuzioni non mai incontrate, ignorate,
oscure. Proprio come se leggei'e non dovesse
significare, anzitutto, apprendere, intendere,
percepire; mii semplicemente vincere con il
moto delle labbra e con la voce certe diffi-
coltà di segni, indipendentemente dal loro
significato.
E questo difetto è il frutto di un seme
gittato appunto nei primi anni di scuola, e
poi non potuto mai sradicare; che cioè la let-
tura debba essere un insegnamento pura-
mente meccanico : e, quando il fanciullo legga
una data paiola, non debba ne affaticarsi,
come pensano alcuni, nò aiutarsi, come di-
cono altri, col pensare anche al suo signitì-
cato. Onde la lettura veramente perfetta sa-
rebbe quella di parole che non avessero signi-
ticato, di sillabe accozzate insieme a caso, le
cui difficoltà il fanciullo dovrebbe superare
con la conoscenza delle singole lettere.
E se, dicono, ques*o modo di imparare a
leggere non presenta attrat ive per il fan-
ciullo, non è questa ragione sufficiente per
abbandonarlo. Si sa, le radici della educa-
zione sono amare, i frutti saranno dolci.
Però, è strano, per non dii-e peggio, che
si debba riserbar l'amaro proprio per l'edu-
cazione di quella età prima, cosi bella e così
cara, appunto perchè lieta e serena.
Orbene, da qualche tempo si viene pen-
sando che, se qualche parte dell'albero della
scienza deve esser dolce, questa deve essere
proprio la radice. Gli scienziati o i letterati
potranno anche resistere alle amarezze della
loro scienza o della loro arte; ma al fanciullo
i primi principii del sapere devono offrirsi
più che mai allettevoli. Togliendo il fan-
ciullo a' suoi giuochi liberi, alle sue corse,
al suo prato, al suo giardino, alla sua casa,
e intrcjducendolo nella scuola, bisogna non
troncare quella espansione di pensieri e di af-
fetti, ma rispettarla ed aumentarla. La scuola
dev'essere, non un luogo dove artificialmente
si formi la vita, ma un luogo dove la vita del
fanciullo continui a svolgersi naturalmente,
in condizioni pia favorevoli che non nella
stessa casa o nella via o nel cortile.
Ed oggi per l' appunto, il principio sul
quale poggia l'insegnamento elementare della
scrittura e della lettura è l'opposto doll'an-
tloo; si crede, cioè, che lettura e scrittura
debbano essere considerate come un mezzo
fra i più efficaci insieme e più dilettevoli,
cioè più vevnniente naturali, dello sviluppo
e perfeziouaniento intellettuale del fanciullo,
e perciò in questo insegnamento si rifugge
da tutto ciò che possa sembrare meccanico,
per renderlo il più possibile razionale.
Dico che oggidì, come il fanciullo è en-
trato in classe, non si presentano ai suoi occhi
o ai suoi orecchi forme e suoni di lettere,
vocali o consonanti. L'alfabeto è tanto lon-
tano dalla sua mente quanto può esser da
quella di un selvaggio. Nell'età di sei anni il
fanciullo non conosce altro e non ama altro
che le cose. Ogni cura della sua semplice ani-
ma, ogni moto de' suoi instabilissimi sensi è
per esse e verso di esse. Che un cavallo passi
dinanzi a lui, che un cane gli abbai intorno,
che una palla gli ruzzoli fra i piedi, e voi lo
vedrete interrompere quel qualunque di-
scorso che altri gli faccia, e muoversi, cor-
rere, gridare, agitarsi in un verso o in un
altro.
È l'alba dei sensi, è la loro primavera:
quando le prime luci si diffondono, quando
i primi profumi si alzano dall'anima su cui
piovono i primi raggi della vita.
Che luogo di tormento diventa la scuola
ogni volta che soffoca questo magico incanto!
E per continuarlo, per accrescerlo, è ne-
cessario che il maestro crei intorno al fan-
ciullo un n\ondo non differente da quello da
cui esce; anzi migliore, più atto a illuminarne
la intelligenza, ad affinarne il sentimento, a
risvegliarne l'attenzione. Il maestro diventa ■
un compagno de" suoi alunni, un fratello mag-
giore, che finge di vedei-e, di pensare, di sen-
tire con la stessa anima loro; che non inse-
gna, non impone le idee sue come venute dal
di fuoi'i, ma le idee fa spontaneamente ger-
mogliare nella mente dei fanciulli.
Siamo ben lontani ancora dal parlare di
lettuia o di scrittura; ancora non si propon-
gono al fanciullo se non le immagini delle
cose, o le cose stesse nella loro realtà: una
rosa, una palla o un banco della scuola o la
scuola stessa, o essi, gli scolari.
Poi, un giorno, il maestro disegna sulla
lavagna la flgui'a di quella rosa che ha fatto
vedere in realtà e toccare e fiutare, anche,
a' suoi allievi; e dopo aver così illuminato
l'oggetto in tutte le sue parti, lentamente si
distacca da esso, per tìssai-e l'attenzione dei
fanciulli sul nome da cui l'oggetto è signifi-
cato: rosa.
La scolaresca pronunzia questo nome,
senza sapere ancora che esso sia una piro/o,
senza ancora riuscire a distinguere in essa
vari suoni, e tanto meno sillabe e lettere,
vocali e consonanti. Per il fanciullo, come
già accennammo, la parola è qualche cosa
di intimamente unito al pensiero che esprime
e all'oggetto che rappresenta, non analizza-
bile, non scomponibile in se. Per il fanciullo
il linguaggio tutto è qualche cosa di continuo,
come il respiro che gli finisce dalla bocca, o
IGIENE
POUDRESIMON
BELLEZZA
Polvere di riso senza bisuuao,
invisibile, aderente, deliziosamente profumata.
DI sniiTTriu DiRirrA
ÓtUAlO.
C?a*KV*l "Ì^KWcJ.-.!» plxcu^mj,
/U' Wxulcrvne, <)!i airucjcfu/ ru/ile. °^^^J^ ''^''*^ iwlu^
Il iMJvnio' {Jmwym. d (Mml e.
ImM I
Itmce |i/tfikw il (muio: & aitò/
e <x)wmMóam4; dóiw
- 462 -
che egli plasma diversamente secondo l'ani-
mo. Quando il bambino dice: Queatn enne è
bello, non s" avvede di pronunziar quattro
parole; nel suo dire ogni parola è fusa con
l'altra; il nome è impastato con l'articolo,
col verbo, con l'aggettivo; e rari sono i casi
nei quali correntemente parlando, il fanciullo
distinirua neltaimnte una parola dalle altre.
Fatevi toi-nare in memoria scritture di per-
sone ignoranti, e rinnoverete le risa per certe
divisioni fantastiche di una parola in due o
tre pezzi, o su certe appiccicature mostruose
di tre o quattro parole insieme, come: " T'id-
dico che lata vola s'ièrottunpiede. „
Dopo aver fatto conoscere la cosa (nel
caso nostro, una rosa) il maestro farà dun-
que conoscere veramente la parola, non an-
cora scritta, ma parlata; e la farà conoscere
in sé e per sé, nella sua natura e nelle sue
parti, cioè nelle sue sillabe e ne' suoi suoni
semplici, e porrà gran cura che il fanciullo
la pronunzi rettamente, perchè la retta pro-
nunzia è come il fondamento della i-etta scrit-
tura. Già a' suoi tempi il Rosmini raccoman-
dava: " Innanzi di far leggere e scrivere i
fanciulli, si rendano perfetti nella pronunzia. „
A questo punto, quando cioè il fanciullo
conosce la parola in sé, e per via analitica
la spai-tisce in sillabe, e le sillabe spartisce
in suoni, e poi per via sintetica ricompone
i suoni in sillabe e con le sillabe forma nuova-
mente la parola: a questo punto si può dii-e
che la parte essenziale della lettura sia com-
piuta, senza pur che ancora si sia vista una
lettera. Il fanciullo non conosce l'alfabeto;
eppure, sulla via del leggere e dello scrivere
egli è molto più avanti d'un che lo conosca,
ma al quale manchi la percezione uditiva
della parola così esatta. Questa si chiama
lettura mentale, dopo la quale si presenta
al fanciullo la parola scritto.
Il maestro scrive sulla lavagna, sotto la
figura della rosa, il nome " rosa ^i , a grandi
e semplici caratteri ; e avverte i suoi ragazzi
che ha scritto la parola " rosa ,..
Dapprima questa è per i fanciulli una in-
tuizione confusa, come potrebbe essere per
noi quella di una parola cinese, di cui pur
conosciamo il suono, ma di cui non cono-
scessimo né le forme né i valori delle singole
lettere. Bisogna dunque che il maestro faccia
distinguere al fanciullo nella parola scritta
quegli stessi elementi che egli già sa distin-
guere nella parola parlata. E allora, sotto 11
nome
il maestro scrive separato, come già separate
le pronunziò, le due sillabe:
ro - sa
e fa leggere ai fanciulli prima l'una, poi l'altia
parte del nome; e poi scrive le quattro let-
tere separate
rosa
In modo che il fanciullo nei singoli sogni
riconosca i rappresentanti distinti dei sin-
goli suoni. E la lettura è fatta.
Questo metodo por imparare a leggere
chiumasi metodo delle parole normali, in quan-
to che i primi suoi elementi, non sono già
né lettere né sillabe, ma una serie di pa-
role appositamente scelte (come Nino, uno,
vino, lino, uva, pane, cane, rosa, ec.), e dispo-
ste in ordine progressivo in modo che pas-
sando dall'una all'altra il fanciullo non trovi
di nuovo più che una consonante o una vo-
cale, e gli altri elementi siano a lui noti dalla
composizione e scomposizione delle parole
precedenti. Queste parole sono i-accolte in un
libricoino di lettura, che sostituisse l'abbece-
dario e il sillabario. Questo metodo sorto in
Francia per opera del Jacotot, si ditfuse in
Germania largamente, e fiorisce ora nel Bel-
sio, nella Svezia, nell'Ungheria, nell'Austria,
nella Svizzera, nelle due Americhe, e in Italia
sta mettendo radice da qualche anno, con
promessa di buoni frutti. Delle 170 classi pri-
me delle Scuole elementari di Torino, po-
chissime si mantengono fedeli al vecchio me-
todo; le altre hanno adottato il nuovo.
Il quale, mentre non richiede maggiore
abilità nel maestro nò maggiori fatiche, la
sua etficacia è tale da non poterglisi para-
gonar l'antico neppur lontanissimamente.
I difetti che vedemmo derivai-e da questo
scompaiono totalmente coli' uso di quello. I
fanciulli leggono senza più ombra di sillaba-
zione anche parole nuove e lunghe. " Inve-
ro, chi ha imparato a leggere la pai'ola nane,
senza sillabazione, giustamente osservava un
egregio direttore, il signor Luigi Rossi nella
Rassegna Scolastica di Firenze, saprà leggei'e
senza sillabare e sin dai primi esercizi, le
parole tane, pane, cane, rane, vane, sane, mane,
non appena gli sarà insegnato a leggere la
consonante con cui esse cominciano, e che
è il solo elemento nuovo dinanzi al quale si
trovi il fanciullo. „
Di più, l'insegnamento reso tutto intuitivo,
diviene un mezzo sicuro insieme e piacevole,
per risvegliar sempre nuova vita nella mente
del fanciullo desiderosa di conoscere.
In quanto all'insegnamento della scrittura
dobbiamo dire che esso procede contempo-
ranemente a quello della lettura, con la dif-
ferenza che mentre il processo di questa è
analitico, cioè conduce il fanciullo dalla pa-
rola alla lettera, il processo di quella è sin-
tetico, cioè conduce il fanciullo dalla lettera
alla parola.
Dopoché, ad esempio, il maestro ha fatto
conoscere ai fanciulli la parola rosa, porge
loro le quattro lettere stampate su altrettanti
cartoncini, e fa ricomporre la parola ad ognu-
no di essi. Poi, dopo esercizi di disegno pre-
liminari, il maestro presenta a una a una
le lettere sulla lavagna e fa distinguere In
esse le varie parti: il filetto, l'asta, le curve,
denominandole, facendo notare ai fanciulli le
loro proprietà, 1 movimenti della mano e il
tempo necessario per eseguirli. Poi, racco-
gliendo gli sparsi elementi, ricostruisce la
lettera e invita 1 fanciulli a rifarla parte per
parte, dapprima in aria con l'indice spiegalo
<i«>tU m.v
de d«>IU
poi "-.
li In o»o in moUe «cuoio
dello forme.
• > In COSI detu tHrittar*
Chi hd v«»dotn f \
V o bel«» che dir si
d:.1 . • . .
\u 9hggto iirllr foto-
r.i
•♦to jrfucre di sorlt-
ni'
j air«utloo. In ciJl non
.|ii. i
■ ro propre<-o, ò u'ierilca.
tutt. :■ -
.IL'll ahllllll I.l im-i/ iHK'
mo.l,, a, :
m"r(i»»(H oftotfl d^rlrn*
ntr4>.
E di qnl a Tenti «uni, In tatto il mond'
II silUbaiio non sarà più che an ricordo.
Habent «n<i fata liMIi!
Ltioi AMBROSUd.
RECENTI METODI DI CURA
La moUiciDa, M non ha soddisfatto certe
-!'e't.t7:oi''. un po* eooesslTe, ha però man»
feti >1elle !iperany.e susciute, ed ha
In mi anni beneficato l'uinanit;!
nuovi metodi di cura d'indi-
.•la.
■ leinpo, dopo il trionfale *ni^-
revso (i»»iia «•loroterapia a; v ' '* '
dio del rtoercatorl ai è 1 1
a duo malattir- oho sono •
Invece molte speranze della t<»rapputl'
si aono rivolte, non a torto, a mesat di cui
più Kenerali. di un'aKiouc meno limitata
piuttosco intesa a rinvi^^orire tutte le prin
cipali funK;oni dell'organiMno ; tali m«'/'i '
cura!M>no et^scnzlalniente fisici, quali !'•
terapia, la radioterapia, la fototerapia,
' le cure d'aria, di moviiii' ■ '
• •stl od altri mezzi di cu
'•--1 nn Tnftndn del ttifr
eoudoi;
tfa a d<
l'or--
IT)'
ri.
P-
o
at.
du
1:
ra;
sa-
assiduo
meno ;:
€<■•• •
at.
veru^iutìuieute cutu^r la cau^a della
•'■ '•'■■ -'>tto che,
■ •l esco-
loendo
1 t«iii,invi sierote*
vien dirlo, con re-
r.\.
uuiert-wìimedit
opluiamalisna.
.■e attribuito
inpo alla ra-
'cuni anni un
tnato rtof' ti
» ìnteittu spcouUtivo. cosicchtì il medico
trova sempre nella necessita di attener»!
preparati di antica e provata efficacia.
L'Olio Sasso Medicinale semplice jodato
rcvoliucitte.
Dei più importanti medicamenti nnovi
dei più efficaci mezzi di cura sannomina-
diró qui brevemente.
Mfdirammnti niinri. I Cìarorf/fo/ifaraenicoal!
'i'.if . .! ' ■' molto usnf ■■ -
. - ~ per la via -
! ' . soni) V.lr-
ciaKcuiia (.') pillole al u'ioriiu), cui)t;>>
bolezza, diminuzione di appetito, pr
speclalmeute dalla tubcrc<>i>)<si.
Contro la gotta e la <ì.-
palarsi la l'iperazimn, al< .>
caustico e non tossico del »;i'>|.|m> <ì< nr? |>
ridine: ha la proprietà di scloi;li«:re grai
didima quantità »!l arido urico. Contro ; ^
'•udore da iafezloiu
. on buon successo
ssi ellicvcc!: I« fktjfmitH't è n
dell'ioduro di potassio (pr
bi,
dotti !>*> '•! I.
Come autifebbrile va ricordata VAr'un
china, che è un derivato insipido del chinin'
che pur ncn avendone tutta l'efflcacia,
molto utile uelle forme leggere, e sovn:
tutto è ì>en toll'-r.Hfo.
Di r '
gouo tiit-
prepara'. .
ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
Uri
0 arsenicali, 6c.; lo sciroppo d'ipnfosfiti del
l'ellows resta ancora fra i mi.i;liori.
11 D!(jalen (digitoxinaiimort'a solubile Cloet-
ta), è slato proposto come succedaneo dela
digitale, e, secondo i resultati ottenuti da
vari ricercatori e specialmente dal dott. Va-
rallini di Parma, nelle malattie di cuore,
esso conserva tutte le V)iiO!ie qualità della
di^Mtale eliminandone quasi tutti i difetti. È
messo in commercio dalla casa Hoftmaiin Le
Roche e C. di Basilea in una soluzione tito-
lata di cui un cmc. cjrrisponde a 0,3 mgm.
di sostanza attiva.
Ij' Emcopol è un bromidrato di scopola-
mina, chimicamente puro, messo in vendita
dalla casa Riedel di Berlino che si ditferenzia
dal prodotto iscritto nella Farmacopea te-
desca per l'assenza di basi straniere e per la
sua inattività ottica. È utile nelle paralisi
agitanti, negli spasmi muscolari clonici e to-
nici, nei tics d'origine nervosa, nelle affezioni
nervose in genere. Il Bromural è un nuovo
ipnotico, appartenente al gruppo dei derivati
dall'acido valerianico; alla dose di gr. 0,3-0,6
è un eccellente ipnotico. L'azione si mani-
festa dopo 5 a 25 minuti: persiste da 3 a 5
ore. Da usarsi nei casi d'insonnia leggera. Nel
mal di mare fu usato, sembra con successo,
11 Validolo, che è l'etere mentolico dell'acido
valerianico coll'aggiunta del 30 % ^'^ men-
tolo liquido. Il validolo è stato raccomandato
anche come un eccellente analettico contro
l'emicrania, cotne mezzo specifico nella in-
tossicazione alcoolica acuta, nelle nevrosi ri-
flesse ed anche come stomatico.
Quanto alle sua azione nel mal di mare,
bisogna attendere resultati più sicuri, tanto
più che la massima incertezza regna per ora
anche sulle cause del noioso disturbo.
Idroterapia. — L'idroterapia è uscita fi-
nalmente dal i)eriodo empirico moderno, che
comiiicia, si può dire con Priessnitz e finisce
coll'abate Knoipp. Come ho già notato avanti,
la medicina si è messa da tempo sulla via
delle risorse naturali, sfruttando, per quanto
è possibile, tre elementi essenziali di forza
e di salute, vale a dire l'aria, l'acqua e la
luce.
L'idroterapia, che deve la sua meritata
fortuna specialmente al Winternitz, è entrata
trionfalmente fra i metodi di cura più usati
e più effi -aci: ossa — come dice il Vinai —
agisce sull'organismo umano per la tempe-
ratura ora calda ed ora caldissima dell'ac-
qua, per l'urto pi i o meno potente portato
sul corpo dalle varie sue operazioni, agisce
termicamente e meccanicamente quindi sul
sistema nervoso, sulla circolazione del sangue,
sulla crasi sanguigna, sulla forza muscolare,
sul respiro, sul ricambio organico, modifica
e regola il calore a seconda delle suo appli-
cazioni, e dopo di aver perturbato colle sue
eccitazioni e col suol stimoli tutto l'organi-
smo, ristabilisce colle sue reazioni l'equilibrio
vitale.
L'idroterapia si applica con successo in
svari atissime forme m^rljo^e Special m'-n'-O
nello nevrosi, i;i alcune ma'a'ctie orgaul.-he del
sistema nervoso, nelle malattie ^'astro infe-
stinali e in quelle del i-icam'ùo. Ri,'uardo alle
nevrosi l'idroterapia non ha altro ulflcio che
quello di ridare all'organismo quel tono che
per varie ragioni è venuto meno: non biso-
gna dimenticare perj che l'idroterapia, sia
pure associata a iniezioni ricostituenti, non
è sufficiente alla guarigione: le nevrosi hanno
un fondo psichico sul quale bisogna prima
di tutto operare: insieme all'igiene del cor-
po, conviene curar l'igiene dell'anima e rie-
ducare il ragionamento.
Nelle forme di dispepsie a'oniche e di ato-
nie gastro-intestinali, assai frequenti e spesso
associate a disturbi nervosi, sono utili le doc-
cie fresche, fredde, a ventaglio sull'epigastrico
e sull'addome di breve durata e semicupi
freddi a doccia circolare, perfrigeramento lo-
cale cogli apparecchi di Winternitz, la fascia
di Nettuno ed inoltre l'elettricità e il mas-
saggio. L'elettricità viene applicata sotto for-
ma di faradizzazioni piuttosto energiche del-
l'epigastrico e dell'addome, di massaggio
elettrofaradic ) oppure di galvanizzazioni po-
nendo un polo sull'epigastrico ed infine in
forma di semicupi e bagni elettro-faradici,
di applicazioni elettrostatiche: il massaggio
è largamente adoperato e giova indubbia-
mente a modificare l'atonia gastrica e del-
l'intestino in particolar modo. (Baduel).
Anche le malattie del ricambio igotta, po-
lisarcia, artrite, èc.) si avvantaggiano della
idroterapia in quanto che in essa e nell'elet-
troterapia, nel massaggio, nella ginnastica me-
dica trovano il mezzo di ridestare le sopite
funzioni, di ravvivare le secrezioni ed elimi-
nare i prodotti regressivi formatisi per il
rallentato ricambio. Per queste forme è molto
in uso oggi anche il bagno di luce Kellog.
Secondo Baduel non è necessario andare a
temperature troppo alte: meglio è mantenere
il malato nel bagno di luce un po' più a lungo
ad una temperatura dai 43o ai óO» C.
S'intende ohe anche per le malattie del-
l'apparato respiraiorio è indicata spesso la
idroterapia, la quale ò un potente mezzo
preventivo contro le facilità con la quale si
incontrano i rattVeddori e Io afìezioni del
tubo respiratorio. Le spugnature, le frizioni
col lenzuolo bagnato, le applicazioni locali
calde e fi-edde, i bagni raft'reddati, le doceie
circolari scozzesi, ec. sono indicate nelle varie
forme raccomandate. Questi sono anche i
principali modi coi quali si applica l'idrote-
rapia, modi, che cambiano naturalmente di
intensità, di temperatura e di pressione a
seconda delle m.ilat ie, dei casi, e soprattutto
degli individui.
Molti sono oggi in Italia gli stabilimenti
moderni dove l' idroterapia viene applicata
in tutte lo regole: rammenteremo fra i prin-
cipali quelli di Varallo, di Andorno, di Cossila,
di Castiglione dei Pepoli ec. ec.
Kinesitentpia e ginnastica medica. — li mo-
^^^■■^^%1^^\ ^^W^^"» sieno pure allo stalo cronico, guarite con le celebri
I LMIIUUIIIIII t'illole Holventi aiitiemorroidali Fat-
I II III llllllllllll tori ed Uutrneuto autiemorroidale Fat-
I UAlJL W A&Aft wAA/JI tori. - Scatola Pillole L. 2,50 - Vaso di Un-
I guento L. 2. In tutte le Farmacie e dal Chimici G. FATTORI e C, Via Monforte, 16,
^ Milano. — Opuscolo gratis a richiesta.
— 40Ó —
M mtale « di viu: ti ì
•«, niU'irimr*» l'or- v<
•ono «ondorr* a reitiiUH f»
gorta. Sono
dentiti o<>l
q
lotU A.
ha tro-
.. ^ - .tà del!»
'. net reni e quindi gli
-ra canalicoli e sangue.
u>zr.a abituale Dell'atonia
«terapia è indioatlssima :
Miorimeati metodici e ra-
clic CUI! trattare e nelle parasi, spe-
•• di origine tsterioa.
->no malattie come la tabe dorsale «
11 motbo di Friedreich. nelle qnali il disturbo
pia ^»parisoente è costituito dall'atassia o
«•-••-•onmento nella deambulazione: in tali
si può dire che la terapia fisica è
. efficace: si tratta di mantenere in
t -f>ro 7.10 i musooli e di riabituarli ai movi-
menti che non si possono più fare per la
con^n^nta via nervosa, data la distruzione av-
T« i:dolIo spinale. Cosi nella tabe
s' ì massaggio, la sospensione, la
r.> dei movimenti, l'elettricità, la
idroterapia, i bafrni di acido carbonico, la
e!imato(erapia. 8' intende che la U>rapia fi-
sica est ♦">■'■• '•• '=■'" "•■i'^''he a quasi tutte le
forme •*: >. ma più special-
mente i ..Ai Ti è deficienza di
tono, inde;>r>iiinenTo ot-iia condizione nervosa
o della forza muscolare, diminozioue del-
l'energia volitiva, anemia cerebrale, ec.
Per terminare questa parte interessante
e tntla moderna della terapia, nella quale
in mezzo a motte cose atill si sono Infiltrate
— bisogna dirlo — molte esagerazioni, ricor-
derò quello che oggi si pensa riguardo alla
ginnastica del bambino, che è ancora troppo
trascurata e che è invece di un'importanza
capitale. I movimenti che bisogna far com-
piere al bambino devono presentare tre qua-
lità principali: devono esser semplici e fsclli ;
devono essere utili, e riereare 11 bambino.
Secondo il Labmrtk* che tk è occupato
particolarmente di questo soggetto, per ogni
specie di musooli si posson trovare 1 movi-
menti adatti, divertenti per il fanciullo. Così
per i muscoli delle braccia, della naca, bi-
sognerà far camminare il bambino a quattro
piedi rialzando la testa, come se volesse imi-
tare il cane che abbaia. Si fanno poi imitare
al bambino svariati mestieri, gli si fanno
prender varie po-iizioni. che d«-I re-to pos-
sono variare all'infinito, ma che, ripetute me-
todicamente e siàtematicameutc, senza noiare
■ i I :
l;i' ; :.
a/ n
■'^'v.'l,'-
un.'», oltre alla «uà
rvosa, che vien au-
•nda che vie» con-
polo positivo o d
to «1 ^ potnto <
la loro a/
Negli ult;.!!
zione, i-
O SUtic.i
quokta •';
speciale if r ■
elettrico. nn< i
assorbire, mi:
Per la odi i
azione sull'e*
mentata o din
siderata in vh
negativo, ^ H'
servare n
degli io
produce
che imbevono 1 te--
trodi avviene un ti
ioni: gli acidi e l'o--
sitivo od anodo {aniont^; le ba-iieJ i uietalU
verso il negativo o catoie (eatiomi).
Non possiamo trattenerci a considerare
l'importanza di tali azioni elettrolitiche ri-
guardo alla nutrizione dei tessntf. m» no-
tiamo che di esse ci serviamo :
rapia per le applicazioni cataf< ó
per l'introduzione nell'orgauisni' v>
medicamentose.
Sono entrate nella terapia anche le c<^>i
renti ad alta frequenza e tensione di 'r>-s: .
Arsonval, prodotte da un grosso r< '
dt Ruhmkorff, capace di dare scintillo
25 centimetri di lunghezza: tali corre<
state riconosciute vantaggiose nel ■'.
gotta, reumatismo articolare ed aneti
tubercolosi polmonare cronica, dove
taggio è dovuto essenzialmente allo
aloni di maggior resistenza nelle qn
posto l'organismo: secondo alcuni t.^
renti avrebbero anche la proprietà <l
nulre la tensione arteriosa negli in :
che l'hanno eugerata.
Un sistema di cura ancora assai poco noto
in Italia, ma già molto diffuso all'Estero,
specialmente in Svizzera e in Qermania, è la
terapia eleUromagnelica, nella quale ci si ser-
ve dei campi magnetici ondulatori e inten-
sissimi prodotti dalle elettrocalamite. Tal'
campo magnetico ha un'azione calmante spic-
catissima sul sistema nervoso, ed anche una
azione ipnotica. Inoltre da numerose espe-
rienze fatte risalta che tali campi magnetici
aumentano notevolmente il contenuto ossie-
moglobinico del sangue. Lo strumento quale
fu costruito dairing. Mùller, consiste in una
poderosa elettrocalamita con un nucleo grosso
di ferro: l'elettrocalsmita è animata da una
corrente elettrica che cambia zapidameute
di senso, cioè circa 30 volte al secondo. Il
più noto istituto per tal genere di cura è il
Saius InJìiitHt di Zurigo.
L'Olio Sasso MedidMle sooipUci, jodato «d ornuUionato è il ricostituente sovrano.
- 466 -
l?tfiynt''yap'a. — Tu qnosM rltimi tempi la
sferoterapiii fn tentata, si può dire, per tutte
le malattie infettive: si sono ottenuti parziali
successi nel carbonchio, nel tetano, nella
pneumonite, ec. Il siero Doyen contro il can-
cro ha dato luogo a molte discussioni, ma
non si può dire ancora niente di decisivo
sulla sua efficacia curativa. Koch, Maragliano,
Behring hanno compiuto studi lunghi e in-
defessi sulla sieroterapia della tubercolosi, e
sui resultati non è lecito ancora pronunziarsi
con precisione.
Marmorek presentò fino dal 1903 all'Ac-
cademia di Medicina, il suo siero antituber-
colare, che accolto con scetticismo forse so-
verchio da principio, presenta ormai una
statistica assai favorevole; dalle numerosis-
sime esperienze fatte l'esulta che l' applica-
zione del siero Mai-morek è di un'innocuità
assoluta: che ha un'azione benefica in tutte
le forme tubercolari ma più specialmente
nelle forme ossee: che tale azione si mani-
festa su tutti i sintomi della tubercolosi pol-
monare; dispnea, febbre, segni stetoscopici,
stato generale, espettorazioni, ec. In non po-
chi casi si è constatata la guarigione com-
pleta.
Opoterapia. — Il metodo d'introdurre nel-
l'organismo sostanze derivate da particolari
organi di animali per compensare o sostituire
l'alterata o mancante funzione di questi, ha
avuto molti seguaci entusiasti.
Per ridurre le cose al loro vero valore
diremo che l' opoterapia non ha dato tutti i
resultati che aveva lasciato sperare : tuttavia
nel trattamento del mixedema, del cretinismo,
del morbo di Basedov?, dove si ha un'alterata
funzione delle glandolo tiroidi, la cura ti-
roidea ha dato resultati assai soddisfacenti.
Dopo vari tentativi, oggi si somministra ge-
neralmente l'estratto per mezzo di tabloidi,
formati di sostanza tiroidea in preparati sec-
chi. I migliori sono quelli delle case 13ur-
rougs Welcome di Londra o di Merck di
Darmstadt,
La cura tiroidea necessita prudenza ed
oculatezza, potendo produrre fenomeni assai
gravi, come dimagramento, accelerazione del
l)olso, del respiro, anoressia, insonnia, ec.
O. Federici nella Clinica Pediatrica di Ro-
ma e il dott. Zanonl nella Clinica Medica di
(ienova, hanno osservato efficaci resultati cu-
rativi con la opoterapia surrenale nella tosse
convulsiva. Numerosi furono in seguito gli
studi sull'adrenalina (principio attivo delle
capsule surrenali), che fu usata con successo
nella pertosse, nelle emorragie, nell'astenia
cardiaca, ec, I sali di calcio e l' opoterapia
epatica sono stati raccomandati nella epiles-
sia, ottenendosi l'aumento del potere coa-
gulante ed ovviando alla frequente insuffi-
cenza funzionale del fegato.
Jiadiolerapia e fototevapia. — Bisogna in
questo campo distinguere i raggi emessi dal
tubo di Crookcs dalle radiazioni del corpi
perciò chiamati radioaLfcivi; i primi sono i
cosiddetti raggi X o di Eoentgen, le seconde
i raggi di Becquerel. I raggi X sono stati lar-
gamente impiegati nella cura di malattie cu-
tanee e in special modo nelle forme parassita-
rie e in quelle in cui si tratta di determinare
la caduta dei peli con buon successo.
Nella tigna specialmente il trattamento
radioterapico assume molta importanza, per-
chè si fanno cadere i capelli malati co3i la
loro radice senza provocare una calvizie de-
finitiva. La durata dell'esposizione è di 20 o
iJO minuti.
Ottimi resultati si ebbero anche nella tu-
bercolosi cutanea e ganglionare e nei can-
croidi. Nella leucemia sono stati pure appli-
cati i raggi X, ottenendosi una diminuzione
dei leucociti del sangue e la riduzione della
milza.
Secondo alcuni la radioterapia può essere
applicata con successo anche nella cura del
cancro; questo guarirebbe radicalmente quan-
do sia possibile distruggere in totalità il foco-
laio iniziale. Però è bene, per ora, non farsi
soverchie illusioni in proposito, essendo an-
cora insufficiente l'esperienza.
Della Fototerapia è stato già parlato in
questo Almanacco. Mi limiterò qui a notare
che l'applicazione dei raggi attinici (metodo
Finsen) è andato senapre più estendendosi
anche in Italia. I più notevoli successi sono
stati ottenuti nelle forme di lupus volgare
ed eritematoso, di eczema, e di acne, di ni-
CHS rodena, di epiteliomii superficiali e nella
tigna favosa; fino dal 1904 esiste in Firenze
un istituto Fototerapico completo, dovuto
all'iniziativa del prof. Celso Pellizzari e so-
stenuto da oblazioni degli enti pubblici e
dei privati.
Psicoterapia. — Molte malattie nervose in
oggi più frequenti riconoscono couìe causa
principale tin turbamento delle psiche che
crea ed esagera dei sintomi morbosi e li fissa
per un tempo più o meno lungo, come se
si trattasse di disturbi organici.
Il Dubois di Berna fu tra i primi a ricono-
scere la natura tutta mentale della più gran
parte di forme di nevrastenia e d'isterìa;
altri clinici autorevoli ne confermarono poi
le vedute.
Tale concezione delle malattie nervose
inorganiche, dette da Dubois psiconevroni,
portò ad un mutamento sensibile della cura
che consisteva fino ad ora esclusivamente
nell'idroterapia e in una cura tonica gene-
rale. Senza voler escludere i benefizi di tali
mezzi terapeutici, bisogna riconoscere che in
tali forme la rieducazione della psiche e delle
attitudini volitive molte depresse o attenuato
in tali malattie, ha un'importanza eccezio-
nale. Il malato viene posto nelle migliori
condizioni poss bili di calma e di tranquil-
lità: la psicoterapia procede di giorno in gior-
ARTRITE
F/r/yom dì
VEDI ANNUNCIO DI FRONTE
.>:■:- •::> ALL' INDICE GENERALE
GUARITA RADICALMENTF
CON I CELEB RI
r
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!•' Me* • I tr>VM«l In ann «tsfo ili «toniirltrnnA o to d
una'." MiH.» Mir.-tr.. di unii d <tii ^'f ««■^f n.pjiti.. i.i-vi.i,t.
'^•- l:itMi» noli.' >U',; bili ldc<»j{cno, hft dato co-.
Quando è n'HN»s««rlo, Il malAto viene al- lenti resultati,
itaiiato dall'anibÉeiite farnij^lUre, Tiene i$o>
< per un tempo più o meno lungo, e. — Flreitt* Dott C. Qucbstti.
GLI OPERAI ITALIANI AUTODIDATTI
II
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C-
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• e U duve il sociaìisiuto,
i malcontento antJftscale
-a i bisogni spedfioi delle
quali trovano nelle prò-
-ori della classe.
• socialiste preTal-
;:li avvocati, i red-
ini; In Austria, Gor-
Mnintavi i frruppi parla-
p.o quasi esclusivamente
ava ch'ei sarà ben
i usciere e grldure :
oro. —
industriali hanno
••^nnlo nn nofrv. .1.-.
aa»uut.rti il ^oi«riiv> dt itup«>rUiiU orgauu-
saztonl.
L* più audace e grandiosa nostra azienda
eooperativa schiettamente operaia — la * Ve-
treria Operaia Federale . — è diretu da un
giovanotto livornese di M anni, C>«ar« Rié>
C'ardi, figlio di un commeaao e di una sarta
e già compositore tipografo. U Ricciardi, ohe
ad 11 anni dovett« lasciare le scuole per
r officina, ha diretto l'organo settimanale
della Federazione iUliana del ^tUgliai e ha
scritto interessanti monografle^H' industria
del vetro: è oratore stringente, appassionato,
ed ha snuv>atis<sim*' at'itndini comrnerclall.
•e m-lU i-.i
il ana!rat>eti. i.
. 1. ijU non è o.i- . , . la
pnnlixato nelt' organizzare i suoi coileRhi di
lavoro, ha l'abito dello studiolo riru;.'LM>utfl
dal chiassi e dallo folle. A ''•
a lavorare accendendosi pi
sione del sapere. Ha divo,
di economia, di scienze soi-iali.
— da sé — il francese e un po' 'l
tedf.iiro. I...- sin* i.iii/.;<»!ii ai r
Sni;. ,
in ^
./■ . , . ..;j
.i/.io)ii up«>raie itniiane utili qtiaif* ar-
anche l'Aimanacco Italiano fu lieto
.il |...i..ɻlioare Io scorso a::" ^ ..... .n
lull. Hiede nel collegio dei ;
bia:ica a Milano e nella C. :.
ciale di beneficenza.
Della Federazione Edilizia, forte di circa
T>0 mila soci, è mente <■ 1 anlfu.i r--'/-.- Q m-
I tenace bl»- i !
provincia!' >
; !ìol collegio i" . i
nel bielles"?. ha 40 anni. Uà fati
■ino al 189.5 e dopo poco veniva i
gretario propagandista della sua !..•<../
Nelle trattative per risolvere vertenze fr.i .m-
pitale e lavoro è nn diplomatico. Nei ooni./.i
fa scatenare tempeste di fischi mettendosi
contro ai matti e ai violenti. La dora d la
vince.
Doti di organizzatore e di nomo di stu-
dio sono riunite nel segretario della Fede-
razione metallurgica, Ernttto Verri, nato 35
anni sono a Firenze, da un falegname e da
una domestica e collocato in nna offlcinn
meccanica a Vi anni. Alla letteratura del Con-
Pastiglie DUPRÉ per la Tosse
le più efficaci nelle bronchiti, polmoniti, catarri, ec.
VENDITA PRESSO IL PKEP.\RATOKE A RIMI.M - PREZZO! L. 1.
— 468 —
sfsrlio Superiore del Lavoro ha dito la re'a-
zioae sul trattameuio da farsi al personnle
della manifattura d'^i tabacchi ; scrive settima-
nalmente nel Metallurgico e diresse qualche
tempo fa la rivista Le arti it^tallurgich», in-
sieme a Cleobulo Rossi. Il suo libi-o, teste
uscito, sul Moviiiiento operaio metafliirgico in
Italia attesta un ingegno acuto, pi'onto, ge-
niale. Nel contratto collettivo di lavoro con
l'Itala di Torino, il Verzi fu mugna pars.
Il Grimaldi dell'oratoria socialista è l'ex
tipografo Ettore Reina, oratore facile, fluente,
appassionato. Ricoi-re ne' suoi discorsi la nota
sentimentale. Ha gusti letterari. Segretario
della Federazione Cappellai, ha scritto sulla
evoluzione di tale organizzazione una delle
migliori monografie edite dall'Ufficio del la-
voi'o di S;ato. Deve aver perpetrato una
commedia. Per certo il Reina è tra i più at-
tivi e intelligenti membri del Consiglio Su-
periore e del Comitato permanente del la-
voro. Nacque a Milano nel 1871, da genitori
piccoli borghesi, e lasciò la scuola a 10 anni.
Singolarmente travagliata e dolorosa fu
la prima età di due altri autodidatti: il ver-
niciatore Chiesa ed il contadino Entrata.
Pietro Chiesa, nato nel 1858 ad Asti da
nn povero cocchiere e da una domestica, non
ebbe campo di frequentare la scuola che fino
alla seconda elementare. A 10 anni dovette
cominciare a guadagnarsi il pane! Lavorò,
lavorò in una quantità di mestieri, appassio-
natamente, onestamente: fu persino mon-
darisi, a 40 centesimi il giorno! Infilò poi il
mestiere di verniciatore; e ci rimase anche
quando, per due legislature, il collegio di
S. P. d'Arena prima, quello di Budrio.poi,
lo mandarono alla Camera dei Deputati dove
parlò poche volte, ascoltatissimo. Ha lucido
il pensiero, pratico lo spirito e tuttavia alita
nelle sue parole un ingenuo perenne soflio
di idealità, di poesia. È un educatore. Oggi
appartiene al Consiglio Comunale di S. P.
d'Arena, al Provinciale di Genova, al Comi-
tato esecutivo del Consorzio del porto di
Genova, al Consiglio del lavoro, al Consiglio
della Cassa Nazionale di previdenza. Questo
ex mondarisi scrive anche delle commedie
che teatri e giornali " borghesi « giudicano
simpaticamente. Col Calda e il Murialdi co-
stituisce la triade del movimento operaio
del genovesato.
Ancor più tristi furono l'infanzia e l'ado-
lescenza del trovatello Senofonte Entrata, nato
Il 20 settembre 1S70 in nn p'c^oTo comitne
del Manto .ano. Venne su in una famiglia di
contadini. Frequentò la scuola del villaggio
sino a 9 anni. Quindi chiese il pane, per sé
e per la matrigna, alla vanga del contadino,
alla carriola del bracciante. Si ridusse per-
sino nelle miniere del Piemonte. Emigrò in
Francia. Tornato nel Mantovano, si gettò nel
movimento di organizzazione di quei lavo-
ratori della terra, costituendo leghe, coope-
rative, circoli. Da alcuni mesi è alla dipen-
denza della Direzioie centrale del Partito
socialista, incaricato della propaganda eco-
nomica. Possiede una oratoria calda e insi-
nuante.
Ma quello tra gli operai autodidatti Ita-
liani che più emerge — e che una tragica
sventura concorre a collocar alto anche nel
pensiero degli avversarli politici — è Rinaldo
RiynJa.
Figlio di un tintore e di una stiratrice di
Biella, nacque il Rlgola nel 1868. Fu lasciato
a scuola s no ai 12 anni; ma nei primi due
anni di tirocinio come intagliatore in legno
potè frequentare i corsi serali di disegno,
plastica e intaglio, educando così l'occhio, la
mano e lo spirito per natura squisito. In-
torno ai vent'anni ondeggiò fra l'anarchismo
e il socialismo. Emigrò in Francia, rimpa-
triando socialista. Biella lo elesse nelle ele-
zioni del 1900 deputato al parlamento; ed
ivi, come in altri campi di attività, avrebbe
segnato il suo solco se una feroce malattia
non gli fosse piombata addosso, accecandolo.
Alle elezioni del 190t gli elettori dovettero
usargli violenza morale perchè riaccettasse
il mandato che tenne sino al maggio 1906,
quando il gruppo socialista diede le dimis-
sioni in massa.
Rinaldo Rigola è indubbiamente il migliore
scrittore che la classe operaia italiana abbia
dato al patrocinio della propria causa: uno
scrittore dalle idee nette, dal periodo agile,
dallo stile quasi sempre elegante. Una sua
lettera ad un'amica, scritta inaugurando la
piccola macchina dattilografica sulla cui ta-
stiera scorre con le svelte dita, fece il giro
dei giornali italiani. Era un lembo dell'anima
del cieco; del cieco che finalmente poteva
scrivere, non più dettare. Oggi dirige il set-
timanale La Confederazione del lavoro ed è il
segretario politico della omonima istituzione
operaia.
Angiolo Cabbini.
IGIENE
POUDRE SIMON
BELLEZZA
Polvere di riso senza bismuto,
luvisibile, aderente, deliziosameute profumata.
— 1.;:» —
FREQUENZE DELLE MALATTIE DI PETTO
E L'ELISIR "LACRIME DI PINO,, DEL PROF. POLLACCI
T>9\\t IfiMillo c-ho I morbi f<ni«' !».> ;illa
uUot« del corpo umano lo pm j-.n» l.s.-.
- m« quoU- chi- M-mlnaiio un ituiiu'r» dt vtl-
:ne stragrande, M>n<) ^o^/.l aiouu dubbio lo
T .ire cho
1° :))« poi-
»: ......._ ij'.T cento
di kaiie 1« sltre maUttte som-
ProfilMti ed igiene delle malattie di petto.
Qaeslo ci spiagm perchè la pener»sione
presentie, delle preoedentt meno fiaUUatioa-
mente raasegnaataai a questi mali, ooH'igiena
collettiva ed individuale si afont* di restrin-
gere sempre più 11 campo iftuions alle nu-
merose faUnfri di agenti InfettivL
M- ^-'^ .' • prevenire che reprimere: è un
ass luA aiitichlasimo della medicina, che mai
owm« ora trova la so* appUoasione pratica.
In neesuna malattia questo ooncetto della
preTensione è tanto flnsto come nelle fui me
polmonari, perchè »« si pensa quanta parte
abbia l'eredità nel trasmettere al Agli, se non
nn gOTino. come da alcuni patologi anche in-
1 al rtteneTa, almeno quella naturale pre-
ehe si risolve in una debolesza
ooDcenlta per cui più facilmente l'organismo
ammala, id comprende come ala dovere del
medico e della famiglia, nell'interesse su-
premo degli ammalati, di metter subito in
atto tatti quei mezzi che tendono a raffor-
zare gli organi dei quali la natura è stata
artefice insofficiente.
Pur troppo, però, finora non si è mal data
grande importansa alla prevenzione del mali
in genere e, qneilo ohe è paggio, ancor meno
alla prevenzione detto malattie pdmonarL
Non v'è alcnno cbe, nelln propria famiglia
o in quella di parenti od amici, non abbia
visto persone palesemente ailette da forme
polmonari, convivere con to persone sane,
senza la benché minima precauzione Igienica.
letervento curativo precoce nelle malattie
respiratorie.
Ma v'ha di pio. Ed è la poca o
cura, che comunemente si ha di una malat*
tia bronchiale o pollncnare inij^e, che. qaaet
rapre, con falso ottimismo,m dsssiikra per
iffreddore, per catatr-v hromehial*, non per
•mcÀite, parola ohe anche il medico deve
n guardarsi dal pronunciare, come se la
; arola. non l'essenza del male, foase quella
che deve preoccupare. E cosu di giorno in
giomo, si vedono uomini robustissimi, ra-
gazze e <q)ose fiorenti avrizzire, e le gote
d a .Ite e rosee farsi pallide e ca-
ri ìlio spetmersi. e quando si corre
AI . ^aante volte è troppo tardi! E
C'IlM^-ll.mi U >4 <-i I 11, llll J : IIH'IKI III.' xi^lICSOV
al malo fino dall'inizio V»bi consistere.
Perchè le malattie polmonari tono le pM
frequenti ?
Dei vartl apparecchi funzionali dd corpo
umano. Il respiratorio è quello che più fa-
cilmente va soggetto ad ammalare, e perchè
la mucosa dell'altero respiratorio offre una
vasta superficie assort>ente, solla quale. du>
rantc il passaggio dell'aria n'*"'--- '"'--'■''
fun/ionale, vengono ad esser
Kit innumerevoli germi infetti v.
gna l'aria che si respira e perche la. ■
respiratoria non ha mal treirua. La f
circolatoria pure non ha mai tregua, II
parato che vi presiede è molto meglio '.
feso.
La funzione di digestione può anche
lungo esser sospesa senza pregiudizio per
vita; inoltre, durante la sua funzione, l'a.
parato digerente colle sue elatrara/i "' *
chimiche difende l'organl^^mo da mol'
che gli agenti esterni gli tendono. L'u
chio respiratorio invece lU trova in con
di una macchina che corra senza p
contrade in condizioni di umidità, di ;
ratura, di clima le, più svariate e più rs]
dameote varianU. È vento, è pioggia, è p<
vere, è sole, è la micidiale aria di una risaia
di una miniera, di un'officina: la macchina
lavora incessante.
In queste cose dla«imili e bruscamente
mutanti condizioni di ambiente, si inunagi:
la delicatissima macchina respiratoria ioci
santemente attiva, questa macchina espirante
che, in una all'ossiiceno necessario aÙa vita,
porU all'organismo tanti e Unti germi In-
fattivi di cui l'aria è impregnata.
Non si è. a vero dire, mai data grande
importanza, nella ricerca della via di entrata,
d'un' infezione, all'apparato respiratorio, e,
in quesU rioerfa, tutt' altro si pensava fosse
la via di penetr.ftZlone fuorché quella che è
oggidì dagli scienziati riconosciuta; è o^gi
verità inoonfotabile che per la via della re-
spirazione e specie di slcune apparentemente
InnoceoU forme tonMllari (angine catarrali)
si possono preparare nell'organismo tnféiioiii
gravissime.
COME CI SI DIFENDE?
È per questo che l'antisepsi boccale, fa-
ringea, tracheale e di tutto l'apparato respi-
ratorio è nn dovere cbe l'individuo de\
imporre a sé stesso, antisepsi ohe viene n;
rabllmente raggiante coir uso delle Lacrime
di Pino, Elisir preparato dall' ninstre Com-
mendator Professor Pollacci, il quale, alle
altre sne beoemerenze scientifiche, ne hs,
con questo preparatn. aggiunta una maggfjrs
verso l'umanità sofferente.
- 470
Ed è una vera soddisfazione per il me-
dico di trovare ogni tanto un buon rimedio
ai quale non occorra una réeJanm commer-
ciale perchè è di quelli che da soli si Im-
pongono colla loro efficacia. Coli' Elisi i- "La.-
crime di Pino torniamo all'antico, e quante
volte in terapia questo ritorno all'antico non
è stato per gli ammalati più vantaggioso
della complicatissima terapia moderna, la
quale ha ingombrato l'arsenale terapeutico
al punto da mettere molte volte in imba-
razzo il medico sul rimedio da scegliere, —
CoìV Elisir Lacrime di Pino, invece, non si
fa che continuare l'uso di un rimedio che,
da Galeno tino ai nostri giorni (se si volesse
consultare la storia della medicina e la let-
teratura medica se ne avrebbe la conferma),
fu sempre ritenuto il vero balsamo delle ma-
lattie dell'apparato respiratorio, con questi
vantaggi sugfi altri preparati congeneri; 1»
chei principii attivi dell' olio essenziale di tere-
bene sono in esso mirabilmente amalgamati in
rtiodo da essei-e perfettamente tollerati dall' or-
ganismo anche se T Elisir venga usato assai a
lungo; e da non destare mai fenomeni di ir-
ritazione suW apparato digerente, condizioni
sine que non perchè un rimedio possa servire
in terapia; 2° di rispondere perfettamente co-
me rimedio specifico in tu' te le malattie dell' ap-
parato respiratorio.
Prima però di seguirci nella rivista delle
singole forme polmonari, e di conoscere i mi-
rabili eflfetti curativi dell' Elisir Lacrime di
Pino, coloro, che coli' anatomia, per diver-
sità di occupazione e di studi, non hanno
dimestichezza, molto volentieri accetteranno
un rapido cenno schematico dell'anatomia
dell'apparato respiratorio e del circolatorio
dal primo assolutamente indissolubile.
Anatomia dell'apparecchio respiratorio
e circolatorio.
L'apparecchio respiratorio è grossolana-
mente paragonabile ad un tronco d'albero
rovesciato, di cui il canale laringe-tracheale
costituisce il tronco che viene a dividersi in
due grossi rami: grosso bronco destro e
grosso bronco sinistro, i quali a loro volta
si vanno differenziando in piccoli bronchi e
bronchioli, tino alla terminazione nelle areole
l)olmonari.
Ma l'apparecchio respiratorio non si li-
mita a questo : esso si commette, o megUo, si
biforca in alto verso l'esterno ad Y; delle
diramazioni verso l'esterno, T inferiore, pro-
segue per la faringe, mette capo alla bocca
ed all'esterno all'apertura boccale: la supe-
riore, continuando pure colla faringe nella
retrocavità delle fosse nasali, nel naso, finisce
;iir esterno colle narici.
L'uria arrivata ai polmoni quale ufficio
vi compio? e rome si compie l'unìcio suo?
Per rispondere a questa domanda è neces-
sario far precedere una breve descrizione
dell'apparato circolatorio, perchè solo questa
conoscenza può permettere di comprendere
il nesso importante, di causa ad efletto, che
le alterazioni dell'apparato respiratorio han-
no sulla circolazione, e le ragioni per le quali
tanto frequentemente e rapidamente le pri-
me si ripercuotono sulle seconde, e perchè si
debba prontamente ricorrere a quei rimedi
che ne impediscono le successioni morbose.
Il prevenire le malattie bronchiali e pol-
monari, l'agire energicamente all'inizio loro
è salvaguardare il cuore, centro della circo-
lazione, da gravi compartecipazioni al pro-
cesso morboso: è salvaguardare l'organismo
tutto da possibili infezioni generali di gran
lunga peggiori delle malattie locali polmonari
e bronchiali.
E per questo scopo di evitare il peggio,
si deve fin dal suo primo apparire di una
forma bronco-polmonare, far uso delle La-
crime di Pino, il miglior profilattico, uno
di quei rimedii che gli Inglesi, con frase as-
sai felice, chiamano a cure ali, un tocca e sana.
Il sangue, nell'organismo umano, compie
due circoli distinti che costituiscono la grande
e la piccola circolazione.
Per la grande circolazione avviene sempre
la irrorazione e la nutrizione dei singoli or-
gani delle varie parti del corpo per il tia-
mite delle arterie, che, dal cuore sinistro, vi
portano il rosso e vivido sangue ossigenato.
Ma per portare e nel portare la vita e di-
stribuirla nell'organismo, il sangue è costretto
a cedere di se i migliori elementi (ossigeno)
caricandosi di sostanze di regresso.
E così il sangue arterioso, giunto agli
estremi tessuti, finisce nel finissimo reticolato
capillare donde si raccoglie nelle vene che
lo riportano al cuore destro.
Dal cuore destro, il sangue, per 1' arteria
polmonare, viene portato ai polmoni dove,
avvenuti a contatto dell'aria l'epurazione e
l'abbandono delle sostanze dannose all'eco-
nomia (carbonio) e compiutosi il processo di
ossigenazione, per le vene polmonari ritorna
al cuore sinistro, donde ripiglia il circolo de-
scritto.
Prima di passare alla trattazione partico-
lare delle varie malattie dell'apparato respi-
ratorio è necessario stabilire questo supremo
principio terapeutico: Che in ogni malattia
deve avere la preferenza quel rimedio che ri-
sponda e soddisfa a queste due indicazioni:
causale e sintomatica, « cioè a quel rimedio
cho oltre a sedare i sintomi morbosi, agisce
radicalmente sulla causa del male.
E appunto per questa ragione precipua,
l'Elisir Lacrime di Pino è l'ideale dei ri-
medi contro le malattie polmonari.
ASMA.
Delle malattie doli' apparato respiratorio termina la contrazione del muscoli costrittori
la più impressionante per la rapidità con cui delle corde vocali e della laringe ed una
Insorge, per la violenza e l'imponenza del chiusura ermetica della stessa, con impedi-
sintomi, è certamente l'Asma, malattia cau- mento al passaggio dell' aria durante l'inspi-
sata da una grave irritazione del nervi che razione.
]iiesiedon9 iil)a funzione laringea, e che de- Un bambino sta giocando.
irovoos u compar*» dati' aoi-<
•taitn
delbrov.-
i di Olia
lo.
«lei cél^nv i«riugw
per iocanto l'atUcoo cou-
iia sua forma
ne sintomatloa
i/ionl Uringee,
■■?a priori
iiattie che
...^ . i..-v.tt;enxa di
; ime di Pino. le qaall
' ron-
ibt-
ipe-
. • iCU.
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bruuduale, che, Ur
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ro-
CS-
-l-irato-
.«lc*»ol od
i di un
BRONCHITE, CATARRO BRONCHIALE.
Lm bronchite si disungue in : acuta e cro-
nica.
La bronchite aoaU può aver primltlTa o
se«.-nndana ad altre malattie.
E pnn.itira quella prodotta da agenti
termici (freddo), chimid (gas Irritanti), mec-
canici (pulviscolo).
E secondaria quella che aooompagna o
sussegue le alue lufesionL
I sintomi oomoal a tutte le forme sono :
la prodactone di catarro e la tosse.
Hall' acuta la febbre non manca mai.
Questi sintomi variano di Intensità, a se-
conda della gravità della mslstris
Tanto più grave e la bronchite, quanto
più l'espettorato è denso, vischioso e abbon*
Se troppo denso e vischioso sssal diffl-
dlmente è espulso, malgrado la tosse più
violenta, se troppo abbondante, troppo tos-
si eh •.> sono le fermentazioni putride a cui
<i* luogo.
Inoltre tanto più penosa è la malattia
quanto più violenta è la toese, per 11 trauma-
tismo violento che una tosse insistente de-
termina snll'organlamo già deboia ad esaurito
dal male.
Quindi i compito della terapia di fluidi-
ficare, disinfettare le secrezioni bronchiali a
diminuire la tosse.
A questi scopi risponde a perfezione l' Kll-
Kir Lacrime di Pino, il quale ha la proprietà
di favorire l'usciU degli sputi fino a quando
ne sia iuarldita la sorgente, di agire da di-
sinfettante energico e da parasaiticida e di
mantenere la tosse nei limiU di Intensità •
di frequenza compatibile colle forsa dal>
r ammalato.
Le forme bronchiali hanno la caratteri*
stlca di recidivare assai Csollmente a cau«a
della persistenza degli agenti infettivi nelle
ultime termlnaalonl del bronchi non del
tutto guariti.
Anche In questo caso le Lacrima di Pino,
usate durante la convalescenza, mantenendo
una continua e completa antisepsi dell'ap-
parato respiratorio. Impediranno 11 faoUti «
flraqueate ritomo della malattia.
POLMONITE.
Non è ancora risolta la questiori-- ■- • !.i
polmonite genuina o franca o crui. "-.i sia
l'effetto di adenti patogeni o roicror.:aiibmi
Kpffilìi^i fpiì.-u!n<joooco di Frledlinder o dl-
pU.co-.'M di Fiarikel o non piuttosto di di-
verge forme di microrganismi (tifo, meningite.
vaiolo) di CUI in tal caso la forma polmonare
non sarebbe che H sintomo capitale. È in
(> :nl III
II. ir.- t.i
i\>t «civrtafo r)ì- r i;if. /:..ne polmo»
tM j,i.j f.i.-.lij.. ut. .rv .■'.:-. -e. quanto
: - .:i. :■• I-.. Il ;i-:. Ili 'l'ambiento
li una mal^lUa a carattere
. luentesi determinano quan-
Uu y:'.,i ',.|.w i antisettici non si cerchi di
rendere l'spparato respiratorio tetragono ai
molteplici insuiu che gli possono venire dal-
472
l'estovno. Ove si pensi che la polmonite, sia
sotto la sua forma franca, che sotto tutte le
altre forme, broncopolmonlte catarrale (dei
bambini) polmonite astenica od adinamica è
delle malattie acute quella che semina mag-
gior strage, non parrà esagerazione il racco-
mandare con insistenza di curare scrupolosa-
mente l'antisepsi del proprio apparato respi-
ratorio, cosa a cui si soddisferà con certezza di
buona riuscita usando delle Lacrime di Pino.
Adempiuto a questa necessità profilattica,
si deve tener sempre presente questo assio-
ma: Nella polmonite il cuore uccide il polmone.
Ed è tanto vera e inconfutabile questa
asserzione, che, per farsene una convinzione,
basta richiamare le brevi nozioni anatomiche
ricordate.
Queste insegnano come il sangue, di ri-
torno al cuore dopo aver compiuto la grande
circolazione, dal cuore destro per l' arteria
polmonare è spinto al polmone per lo scam-
bio dei suoi prodotti di regresso coli' ossi-
geno dell'atmosfera.
La polmonite anatomo-patologlcamente è
costituita da una congestione sanguigna tale
che, dalle areole polmonari, per questo stato
patologico di cose, viene scacciata l'aria, tan-
toché il polmone diviene più denso e com-
patto, passa cioè allo stato di epatizzazione
rossa, col qual vocabolo si vuol dire che
perde la sua normale consistenza floscia per
acquistare la consistenza propria del fegato.
Si capisce facilmente come in questo caso
il sangue che viene spinto dal cuore destro
per l'arteria polmonare al polmone troverà
un ostacolo ed una diflìcoltà a penetrare
nel polmone, obbligando così il cuore ad un
lavoro miaggiore. Ma il cuore molte volte, se
la congestione dura assai a lungo, si stanca
e cede e si arresta.
È per questo che tutta la terapia della
polmonite è terapia eccitante del cuore.
Usare delle Lacrime di Pino, la cui azione
eccitante e tonica fu più volte ricordata è ri-
spondere alla prima indicazione nella cura
della polmonite.
CORIZZA ACUTA.
Quante persone oppresse da dolore gra-
vativo, bruciore, prurito nelle cavità nasali,
accompagnato da molesto dolore alla fronte
per diffusione dell'infiammazione ai seni fron-
tali, con disturbo della sensibilità tattile e
gustatoria, pure essendo questi disturbi sog-
gettivi assai intensi, non se ne preoccupano,
perchè un raffreddore non merita il conto
di esser preso sul serio, come se trascurato,
non potesse dar luogo a serie complicazioni
polmonari! Le cure cosi dette abortive della
Corizza hanno abortito completamente, ora
la terapia si riduce alla profilassi delle suc-
cessioni morbose broncopolmonari.
Ed è coi balsamici, ed in ispecie colle La-
crime di Pino, che noi veniamo a stabilire su
tutta la mucosa dell'apparato respiratorio,
dalla nasale alla faringea, alla laringo-tra-
cheale giù giù fino alla più lontana mucosa
dei minimi bronchi un' atmosfera antisettica,
che impedisce l'impianto di altre forme mor-
bose ed è curativa della malattia in atto in
quanto, per l'azione del terebene, viene ad
esser facilitato il distacco e l'eliminazione
delle mucosità, la cui presenza dei sintomi
subiettivi avvertiti dall'ammalato, è quella
che riesce la più tediosa, perchè, occludendo
e tumefacendo le fosse nasali, lo obbliga a
respirare continuamente a bocca aperta ed
anche allora con somma difficoltà.
Chi non conta fra le persone di propria
conoscenza qualcuno che non sia morto per
un COSI detto raffreddore trascurato?
E con quanta leggerezza viene comune-
mente trascurato un raffreddore quando ba-
sterebbe per opporsi alle sue pericolose con-
seguenze far uso ab initio del balsamo per
eccellenza le Lacrime di Pino?
DIFTERITE E CROUP LARINGEO.
Il trionfo della sieroterapia nel croup la-
ringeo e nella difterite, trionfo al quale, per
il bene dell'umanità è da augurarsi ne se-
guano altri nella cura delle malattie infet-
tive, ha, se non segnato la fine, almeno molto
ridotta e semplificata la cura farmaceutica
di queste due malattie, la cui essenza mor-
bosa, se non identica, è molto simile certo.
Ed è un bene che siano state bandite
tutte quelle manovre che facevano del mo-
dico l'aguzzino e il babau del piccolo am-
iniilato e che ad altro non tendevano che a
liberare l'ostacolo meccanico prodotto dalle
jìseudomembrane difteriche, non modificando
per nnlla In causa del male.
Un bambino è colpito dal croup o dalla
difterite.
Rapidamente passando dallo stadio catar-
lale allo stadio di laringo stenosi, arriva a
<! nello della narcosi carbonica od asfissia,
preceduta da un accesso spaventoso in cui,
per r incalzare della dispnea, il bambino porta
le mani al collo come per rimuovere l'osta-
colo che gì' impedisce la respirazione, e chiama
in sussidio tutti i muscoli perchè le ordina-
rie potenze respiratorie non sono sufficienti.
Banditi gli emetici che non facevano che
deprimere l'organismo, le spennellature inu-
tili, anzi pericolose, perchè potevano provo-
care la caduta di una falsa membrana in
laringe colle conseguenze di una subitanea ed
improvvisa soflbcazione, vi sono 1 sussidi tera-
peutici che costituiscono tutta la cura odierna.
La sieroterapia, l'antisepsi, l'intubazione
e la tracheotomìa, sussidii causali i primi,
sintomatici gli altri contro la chiusura della
laringe.
Per tacere delle altre cure, noi sappiamo
che la trementina è sempre stata nelle forme
laringee in genere e in questa in ispecie, il
rimedio a cui fino " ab antico „ ricorrevano
tutti 1 sanitari per determinare, nell'ambito
11)'
'incolta rt!
• (> la In
INFLUENZA O ORIPPB.
L'loflaen*«, <inf^ta forma epidemica che
ln&4»rUr< ; nte nella aUgtone
UiTerna 1 11 pooa enilU, tà-
tre voltp . . senta sempre sotto
vno dei scfiucnu upi : Il roumatiooarttoolare.
U ffastro<«nterioo. o il bronoopolmonare a
seconda che l'affeslone colpUoe le artloola*
alODt. l'apparato digerente o gli organi della
M^itraxlonc.
Sta nell'ano che nell'altro tipo morboso,
«na nota è oaratieristlca nell influenza: l'aste-
nia od adinamia fisica, morale, ed intellet-
toale provocata da un profondo, graTissimo
eaaarimento nerroso.
L'ammalato si paò ritenere guarito del
sintond morbosi acati che al sono qnasl dis-
sipati; ciò non ostante l'organismo è disfktto,
le forse non soccorrono: non è possibile alcan
lavoro manuale, né alcuna oocupazione men-
tale, e questo stato di cose pennane per set-
timane e mesi, anche quandi ìa malattia non
è durata olM pochi glornL È la cu.la dell'in-
floenza, dicono i profAni, e quelli dell'arte
^atro qocatl poitnmi combattono oon ogni
possa, ben sapendo quanto faollmenle in un
organismo In tali cooditlonl possano Impun
tarsi 1 germi di tuMa le pia oomani iaf«-
Blonl.
L'Blisir LaeHwi « Pln«, por le fkute oon-
slderazioMl, è il rlmodio che meglio rispondo
alle esigense terapeutlohe di questa mal itt.i
perchè, oltre esser uno speoifloo nelle r
di influensa a tipo bronco-polmonari', i
le forse dell'ammalato e combatto la dvpru^
sione grave, quello doè tra i segni dell'in
fluenza che maggiormente di pensiero r eh-
più deve esser sorvegliato. Inoltre, per :
proprietà toniche dello stomaco non •
tato neppure dalle persone affette dal In
di influensa a tipo gastroin testi •
sooressia, le gastralgie e la dl>:
assolutamente invincibili coi oou. .
A Ciò si aggiunga ohe l' Elisir LaorloM ù
essendo un rimedio che sostiene et
il sistema nervoso sensa ecoitarlo. si oi/ir^..-
alla comparsa delle gravi forme di aennute-
nia consecutive all' influensa con depreaslonc
nervosa intensa.
PERTOSSE O TOSSE FERINA.
Questa malattia è un catarro infettivo )a-
rlnffo-brooelUale con Ipereccitabilità del nervo
laringno «iperiore, branca terminale del nervo
La forma cllnica può esser distinta In tre
periodi: catarrale, spasmodico e di de<dina-
.ne.
Sei primo periodo si mantfsstaho le note
un catarro bronchiale comune, senso di
bmclore in gola, voce rauca, tosse molesta
Hel secondo compariscono i parossismi di
-e qMSOMdloa.
.SI avverte nn senao di vellleamento alla
laringe e subito sopravviene nn atto Inspl-
ntorlo susseguito da una serie interrotu di
colpi di tocse.
Il bambino diviene daootloo. con gli oc-
chi iniettati e lagrimosi : una profonda inspi-
rasiune pare dia un po' di tregua, ma subito
un altro accesso interviene e dopo questo un
altro, fino a quando, con un conato di vo-
mito o oon un colpo di tosse anoor piò vio-
lento degli altri, non si espella nn po' di
muoco asaai denso, con che Tacoeno è lìnito.
— Nel terso periodo questi sintomi vanno at-
tenuandosi, fino a scomparire gradatamente.
Dalla deflnisione e dal quadro stntcma
tlco. emergono chiaramente le indlCMloni da
osserverò nella cura di questa malattia.
Modtfioare il caurro dei broodU.
Diminuire recciubtiità del nervo laringe).
Combattere l'infesione.
. tutte queste Ij
LacHine 41 Phm, nn :
bronchiale, un ei^cttorante. un antlMttlco ed
un calmante che non è — oondo a nessun
altro rimedio congMicr», rtntooMtieaniento
superiore a molli eo^ detti ■pcoiflal della
tosse ferina.
PLEURITE.
Qualunque sia la forma di questa malat-
tia, acuta o cronica, generale o parziale, pri-
mitiva, reumatica o secondaria ad altra ma-
lattia infettiva acuta, si può dichiarare af-
fermando un giudizio esatto che gran parte
delle pleuriti sono di natura tubercolare.
Fatta questa premessa, si capisce a priori
come air infuori della cura medica, vesdca-
torìi, salicitato, jodoro, e della cura chirur-
gica, toraoentesi o rctezione dello oo-ite ove
il liquido nella cavità della pleura sia troppo
abbondante o si sia organissato in sostanza
purulenta, è da mettersi in atto fin dal suo
primo inizio (per sorprendere la causa pre-
cipua del male) una cura balsamica, le Ln-
efWM di Pino, la cui astone sorprandente nel
principio di questa malattia fu più e più volte
esperimentata.
474 -
TUBERCOLOSI POLMONARE.
Delle malattie polmonari è la tubercolosi
quella a cui rum.anità paga il magg'or tri-
buto di vittime, in quautochè di tutte, la
tubercolosi polraonare è quella che piti trova
la sua ragione d'essere e svilupparsi in mol-
teplici coeffioenti favorevoli di ereditarietà,
di ambiente, di cattiva nutrizione, di debo-
lezza organica, di predisposizione indivi-
duale.
Malattia infettiva, specifica, prodotta da
un bacillo speciale, il bacillo di Koek o ba-
cillo tubercolare, il quale penetra nell'orga-
nismo sia per la via dell'apparecchio pol-
monare colFaria inspirata, sia per inoculazioni
accidentali, nella dissezione di un cadavei-e o
di carni infette, sia per la via del tubo ga-
stro-intestinale ove si ingeriscano alim.enti
infetti e in ispecie latte di vacche colpite da
tisi perlacea.
Malattia che insorge spesso insidiosamente,
assai raramente in modo tumultuario, con
segni comuni di un lieve catarro bronchiale,
inappetenza inarcatissima, stanchezza sulle
prime ore della sera, qualche brivido, feb-
bre, sudori notturni. Segni molto vaghi, ma
costanti nell'inizio, che solo più tardi si ac-
centuano ed aggravano nel passaggio più o
meno i-apido dal periodo iniziale a quello di
intiltrazione catarrale e in ultimo a quello
di rammollimento ed ulcerazione del tessuto
polmonare.
A combattere una malattia così grave si
dtiz?arono le menti e le armi di tutti i filan-
tropi f. dei pratici migliori: furono esperite
ardimentose prove quali la causticazione del
polmone colpito, le iniezioni intrapolmonari
con soluzioni di acido fenico, di sublimato,
di creosoto; salii-ono in gran fama rimedi
vantati come specifici, ma nessuno ha realiz-
zato le speranze che su di esso si erano fon-
date.
T^on bisogna però disconoscere che la
grande scoperta di Koch segna una data me-
morabile nella scienza, e che se n'avvantag-
giò grandemente la terapia col dare impulso
allo studio di quei farmaci i quali, s« non
uccidono sicuramente il bacillo, ne attenuano
la virulenza.
Non possedendo la medicina lo specifico
della tubercolosi, compito della terapia è di
usare tutti i mezzi che si oppongono al ra-
pido sviluppo della malattia. Per lottare con-
tro la vita rigogliosa del bacillo, si devono
attuare due indicazioni:
Aumentale la resistenza dell'organismo, e
opporsi alla rapida invasione dell'elemento
devastatore coi rimedi antifermentativi che
v:jlgono a diminuire il catarro broncopolmo-
naie d'origine bacillare.
Per il fatto che l'Elisir Lacrime di Pino,
perfettamente risi^onde all'una ed all'altra
indicazione, senza tema di smentita si può
dire che le Lacrime di Pino rappresentano il
più razionale rimedio antitubercolare.
Della sindrome della tubercolosi le gastro-
patie, sia sotto forma di dispepsia iniziale
premonitoria, sia di gastrite di compressione
del pneumogastrico (di Guénan de Mussy)
sono quelle che maggiormente tormentano
gli ammalati e, per le rapide loro conse-
guenze, quelle che in poco volger di tempo
inducono l'organismo in condizioni d'esauri-
mento grave per i sospesi processi di assi-
milazione. Che se questi sintomi, non insor-
gono spontaneamente, molte, troppe volte,
sono provocati dall'uso di rimedi la cui ef-
ficacia terapeutica viene ad esser neutraliz-
zata dalle gastropatie che possono provocare.
Non è COSI a dirsi dell'Elisir Lacrime di
Pino che, non essendo rifiutato neanche dalle
persone affette da gravi forme gastriche; e
inoltre non producendo come il creosoto ir-
ritazione sul tubo gastrointestinale, è il ri-
medio antitubercolare a cui si può e si deve
sempre ricorrere nei casi in cui, per esser
in atto forme gastriche od enteriche di na-
tura specifica sono assolutamente controin-
dicati quei balsamici che, esagerando i di-
sturbi funzionali dell'apparato digerente,
i-endono impossibile l'iperalimentazione del-
l' ammalato e impediscono così di ricorrere
al mezzo che, tollerato, più d'ogni altro ri-
sponde allo scopo capitale di aumentare la
resistenza dell'organismo.
Ecco la ragione per cui, nella prepara-
zione dell'Elisir Lacrime di Pino, più che
d'altro, l'illustre preparatore si preoccupò
di elaborare un rimedio che, anche nell' uso
continuato, non dovesse influire sinistramente
suir apparato digerente che è, per cosi dire,
il fulci-o di tutte le altre funzioni.
Opporsi alla rapida invasione dell' ele-
mento devastatore diminuendo il catarro
bronco-polmonare d'origine bacillare, ecco il
compito del medico.
Il farmaco più in uso per le sue qualità
antisettiche e modificatrici del catarro bacil-
lare concomitante è l'essenza di trementina
che, nelle Lacrime di Pino, rappresenta la
base e il principio attivo del farmaco a cut
si aggiunge la potente azione ossidante che,
rialzando la quantità dei materiali di com-
bustione, esercita suU' organismo una azione
tonica rilevante.
L'eccipiente o veicolo elixir, per l'alcool
che contiene, è un analettico, ed eccitante
energico. Por tutte queste proprietà antiset-
tica, balsamica, eccitante, tonica, può dirsi
che il preparato è il rimedio principe di tutti
i congeneri della serie balsamica.
Ed è con soddisfaziowe che sì raccomanda
un rimedio cosi efficace ove si pensi che la
LacfiiMb HI Prm
(VMiVfnL
51-
PErria
'*r«> * c«ir*h(lf» (Il • 1
UCllK Ci
Con
oh*» 11. .
ileordo storie
li. .
: ecco
« nwevli che dif-
continuato, poto-
10 0 drt v«ii'
S-HUo 0 a n.
UiUi, col nuoTo preparato, Elisir Lacrime
La e<MM6nton« Meliultra p«r la T^n^lfM
deU'Blatr AmHm»* et iSm rran* AlBd i
DittUUrm Ogn» di Milano. Soololà a
p«r «cloni, con Capitala di L. 800.001*.
Il presto di una bottiglia irrwido è di L. '
di una bottiglia medi* L. 4, di un flaoone L
(oltre lo spese di porto In L. 1). — L' Elisir
trora In rendita nelle principali farmacie.
Fscilttszloni speciali sono offerte ai posses-
sori dell' J/«MiMM«a italiano (redi boono <ii
rtdusione nel fiMoleolctto del BmmSi.
COME POSSO GUARIRE DELL'ANEMIA?
(Della cura fosfo-arsenicale).
Lacaraarsenico-rerragiuosa Laac^uUUto
In questi ultimi tempi una grande importanea
terapentica, dando sempre fUid risultati in
* :tti qaei casi di depauperamento dell'or-
iiismo per lenti o rapidi prooeasl di esau-
. uiento. nei quali si richiede un agente ripa-
nuore di pronta efficacia. Il torpore nutritivo.
fi ricambio materiale rallentato, sono vinti, e
cosa provata, dall'azione combinata dell' ar-
riioo e del ferro. Maggiormente razionale
!. si è dimostrato in questi ultimi tempi
. .LTione dell'arsenico sull'organismo umano,
dm quando il prof. Armando Qsutier di Pa-
rigi ne hA assodato la presenza nel corpo
tuuAoo. L'astone medicatrice dell'arsenico è
stata lungamente dimostrata dagU studi re-
cenU del Brfot, OotUleb, laoobl, Biva • spo-
-il mente del Oaatler.
L'arseoleo Introdotto nell'organismo al»
: V a il processo vegetativo depresso, ^mlna
le cellule Invecchiate ed inutili, aumenta il
consuDO degli albominati. ripristina il rin-
nnvsmonto dei globuli rossl nel fegsto e nella
1 è rapidamente assorbito dai globuli
del sangue.
Mii se da una parte, l'arsenico goie di
la cosi grande virtù rinnovatrice dell'erga-
. amo, dall'altra il suo potere tossico pre-
senta gravi Inconvenienti nellipommlnistra-
sione, e non sempre il suo potere curativo
può essere aumentato da una maggiore dose
del rimedio.
Il prof. Armand Gautier di Parigi, oottsoio
di questo inconveniente dell'arsenico, si mise
alla ricerca di un adente terapeutico, che ri-
spondesse allo scopo di avere una maggiore
..r ,,.,,.. ^ QQn tossicità infinitamente minore
< intento raggiunse culla medicazione
i di cui egli fu l'introduttore.
Questa i;ia segnsvs un qualche va
sulla cura arsenlcslo. parche* sd nu a
maggiore univa un minimo gr&do <ll t'
K per questo mcontcKLnbiie vsntaxiT^o ìu <mi
dei eacodilati per Ih vi» iitodermira. Cloe p
mer.zo di iniezioni, ha dato risultati sod l
sfacenti.
Ma di fronte a questi vantaggi, la mrdi
cazlone cacodlllca ha il grave ini*onvcnient"
di non potersi senza pericolo sommioivtr4re
per la via gastrica.
Per ovviare a (]aei»ti Inconvenienti. H 'i»'i-
tier intraprese altre ricerche, e pot*-
delle sedute dell'Acoademia di medi
Parigi (febbrslo 1902) presenUre U rUnM»
del suol studi sopra di un preparato di ars
niso organico, assoluUmente inoffensivo, Sh
ohe a grandi dosi.
Qussto preparato Introdotto in terapia dal
Gaatior è U m»0tilar9imtt9 dia-iirn.
■spsrtmsntato dal Oaatier e '
l'ospedalo militare di Algeri, d
soddisfacenti n<>n<> ffhhri paluNt. .
gotto delle es! lotL Albert i
di Pioard ed i anche ita:
mttUartimaia ù.mv^.^j ... piuclamato uu ì.ì..
dio dJ slcan» sOMto In tntU quel casi cui era
Indicata la cura arsenlcsle e <<«<H>d(!io«.
ConslderaiMlo 1 buoni )
finora dall' ansnteo eombn
ovTio ritoners «he nn mtii
sarebbe stato «un sussidio tera^icuUcj li t;rA i
de Importanza.
Noi abbiamo bisogno di fermarci sof-
l'axioae ricostituente del ferro: sa questa
non foste cooformaU dal felici risoltaU delie
476
varie cnre ferruginose, e deirimmonto nume-
rico dei globuli rossi in set,'UÌto aila soinmi-
lìistrazioiìe, basterebbe il solo fatto della sua
preseiiza nell'organismo per stabilirne la ne-
cessità. 11 Metilarbinato di ferro di difficile
preparazione finora, ci viene fornito dai la-
boratori di Germania e di Francia, in uno
stato garantito di assoluta purezza.
Ma in tutte le malattie esaurienti, in cui
la cura arsenicale è cosi bene indicata, il si-
stema nervoso subisce anche una continua
diminuzione del suo elemento più importante,
.cioè il fosforo. Finora si era cercato di ripa-
rare a questa perdita colle cure fosfatate di-
verse cioè per mezzo dei fosfati, degli ipo-
fosfiti, del fosforo e dell'acido fosforico. Ma
mentre se ne scorgeva l'imperfetta assimi-
lazione si potè constatare che quel poco che
veniva assimilato, doveva per così dire ani-
malizzarsi; e quindi per risparmiare questa
soverchia fatica all' organismo, il dott. Robin
pensò di ricorrere allo stesso principio fosfa-
tato organico, che compone il tessuto nervoso.
Tale principio è la Lecitina, che entra per il
20 % nella composizione del cervello e del
midollo spinale.
Partendo dal principio che un medica-
mento è tanto più assimilabile, quanto più
s'avvicina alla composizione del nostro orga-
nismo, era una facile deduzione che l'unione
dell'arsenico organico col fosforo organico
avrebbe dato alla terapeutica il più razionale
e completo dei ricostituenti. Veramente il
primo ad avere l'idea di somministrare in-
sieme in un solo preparato l'arsenico ed il
fosforo organico, è stato il dott. A. Mouneyrat,
che nella seduta del 17 marzo 1902 dell' Ac-
cadenaia delle Scienze di Parigi, presentò il
risultato delle sue esperienze. Egli esperi-
mentò sopra un certo numero di tubercolosi
nel primo e secondo stadio la cura del me-
tilarsinato col fosforo organico, ed in seguito
all'uso di questa soluzione di arsenico e fo-
sforo allo stato organico, ha potuto ottenere
un miglioramento rapido dello stato gene-
rale, con aumento di appetito, di sparizione
dei sudori notturni e della febbre e diminu-
zione della tosse. Potè anche constatare che
il numero dei globuli rossi aumentava.
Da queste esperienze, confermate da altre
fatte recentemente da pratici italiani, si può
assolutamente ritenere che l'unione del me-
tilarsinato di ferro col Fosforo organico debba
costituire un potente sussidio terapeutico in
tutte le malattie esaurienti.
Un preparato che riunisse questi due ele-
menti era dunque desiderato; ed a ciò prov-
vide un distinto chimico, il dott. A. Mena-
uni di Napoli, ponendo in connnercio il Me-
tarsi/e, preparato purissimo, che riscos.se fino
dal suo apparire la geneiale approvazione
dei medici, ed il favore unanime del pub-
bl co.
Il Metarsiìe preparato dal dott. Menarini
è una soluzione di metilarsinato e di Fosforo
organico in liquore tonico.
Per l'azione dell'arsenico e del fosforo allo
stato organico e del ferro, il Metursile è i li-
di catissimo nelle febbri malariche dove i sali
di chinino non sempre riescono.
11 Metursile riesce utile in tutte le forme
d'indebolimento nervoso spinale cerebrale,
comprendendo quegli stati morbosi nei quali
esistono delle innegabili e pronunziate alte-
razioni della funzionalità del cervello e del
midollo, come cagione dei quali non si può
riconoscere ne ammettere la pi'esenza di una
qualsiasi lesione anatomica grave.
In tutti gli esaurinfenti causati da influenze
psichiche che danno luogo allo sviluppo della
neurastenia l'uso del Metarsiìe, sopperendo
alla deficiente quantità e difettosa qualità
della forza nervea, apporta spesso la guari-
gione e sempre un miglioramento.
Ma dove esso fa veramente prodigi si è
nella clorosi e nelle anemie, dove poco tempo
dopo della cura si nota il risveglio delle fun-
zioni digestive, con aumento di appetito, con
ritorno del colorito roseo delle labbra e delle
gengive. L'esame del sangue ha sempre di-
mostrato r aumento numerico dei globuli
rossi.
Nella scrofolosi, nel rachitismo, e nelle
malattie dell'infanzia per imperfetto sviluppo
del sistema osseo, il Metarsiìe è il ricostituente
più indicato per i bambini in causa del minimo
potere tossico dell'arsenico e del fosforo or-
ganico.
Pei casi di grave esaurimento, dove è re-
clamata una più pronta azione del rimedio,
e nei casi, ben rari, dove vi fosse intolle-
ranza del rimedio per la via dello stomaco,
sono preparate soluzioni di Metarsiìe per inie-
zione ipodermica, in ampolline sterilizzate.
Crediamo aver fatto cosa grata ai nostri
lettori col segnalare questa importante con-
quista della terapia, che è la cura fosfo ar-
senicale. Maggiori schiarimenti e centinaia di
attestazioni potranno procurarsi gl'interes-
sati scrivendo al dott. A. Menarini, 4, via Ca-
labrito, Napoli.
- 4'
NOTE DI MEDICINA
Alcttui cenni Intorno aU*BPILBSSIA e Bnol metodi di cura.
L'«pile«rlA, ooD derominastonl dtrcrM. fa
ioaa prodaoa
laanità, lono
ui-.ir ii<>iii«ii'.ir (tur (juaii ncnUOCIIO !# più
rwcntt • •erarmt* riMrolM wl«ntiAoh* hanno
potato rispondere.
HoB poò r epiles-^ift esitere contide nU oo>
<^ «n» entità morbosa autonoma, non è nn*
Ttost ststeaiatissata,quantanqu>' t-ilnni al»-
biano Tolato ammetterla fra qti-
nalattle oerrose, ma deresi p
darare oome un sindrome di fc. .. .
di spettanxa nerross, che iroTano ueii? •*.
Tersiti di modo di manifestazione different
"-fai», patogcuetica.
L'accesso epilettico completo, quello che,
rocednto dall'aura epilettica (cioè da un
oistnrbo particolare sia sensitiTo, motorio o
psIehleoK si inixia col grido improTTiso: la
perdita di coscienza, la caduU. cui seguono
laoianost al Tolto, l'arresto della respirazione,
le oonirazioni di tatto il corpo, la schiuma
alla bocca, i morsi alU Un;;ua e fluisce col
lanciare l'ammalato in uno stato di stupore,
che non sempre si manifesta.
Oeneralm""' • ro dal fatto più sem-
plice, l'equi V.. ico, che si appalesa
talvolta con . . i>a««e^Tera di co-
-ienza. o taluna aiiu<>HK. :i poche
ntrazioni conTulsive s: I corpo
il un arto, e di un i : ■••ma di
i;iii--uii. al vero accesso epilettico si arriva
], r 114 gamma di dUTerenti oiaaifastazioni.
K non meno devono aaaare ascritte al-
->pUcssla certe forme di itt4ri»m*o, talnne
He quali, anzi, meritarono il nome di ».«/•»-
Quale la causa di sì svariate e multiple
manifestazioni? Molte e le più disparate fu-
rono invocate nei diversi tempi e dalle Tarie
•eaole, ma neasnna finora che abbia potato
UaponL Lasciando a parte la iavoeaie lesioni
approssabili dei centri nenrcai, che le piò
aocoiota rloerdhe non arrivarono ancora a
dimostrare, e featte le altre influenze ohe si
Tollero sttribuire all'età, al aesM e a certe
altre condizioni flstdoglehe, qaali cause de-
terminanti r epileesia, e <^e meritano la mag-
gior attenzione, si notano : gli avvelenamenti
eronici di vario genere, le malatt'e Infettive
e in primo luogo le eruttive, alcune diatesi
morbose, fra le quali primissima la luetica.
Ino!tr« <ri e attribuita importanza di grave
T!o sviluppo d^mipiloasia alla
i del genitori, aO' eredità e, pri-
11 importanza grandlasima l'ai-
. In una parola, l'eziologia ha pav
rassegna ogni possibilità, ma con tutti
: f. ^ :. sparati modi d'origine, l'epilessia si
manifesta sempre sopra o^tretti con predi-
sposizione nevropatica ed individualmente
prepara tL
k naturale che in così oompleoaa vari''tà
di vedute, tutti i sanitari volgessero Is loro
mente a cercare, a seconda delle lon» opi-
nioni, il messo per combattere si terribile
mort>o.
È noie che due epilessie sono pariir Axt-
mente distinte: la parziale e la generale S>A
qui non istaremo a considerare tatti 1 ten
tattvi di carattere chlrargloo messi in opor i
par! u- la. mente nei casi della prima formi
oksoniana, e 1 mediocri risui
preme però far rilevare com
.. . casi doU'eplleesia parziale si i
mente esiguo, in oonfronio delta »
«.••■■irò di questa, l'empirismo non '-
feriore alla scienza positiva; infinite <
reno stabilite suH'oeservazione e<ipcrl Ti:
altre Ideate anche dai più emin< :
della scienza, innamerevoll in;
più o meno rumorosa rieUimu fu i
come infallibili, nessun j finora che abbu po-
tuto dirti veramente lo spcciflco untoo contro
r epilessia.
Ma ad onor del vero possiamo affermar'
che nessun' altra formula è stata coronata <i^
così brillanti risuluti. come quella del!" P'>'
Viri anUopUattieha che il Farmacisu />
da oltre 35 anni prepara nel eoo stabll.;
di Castelfranco Veneto.
Di fatto, non solo gli innamerevoll beno
ficatl e gran numero di Medici, di 81oda<<.
di Parroci hanno sentito il dovere di air<-r-
mare l' efficacia di questo prodotto, ma anc >e
la SUmpa ha creduto di doversene occupare,
e noi con piacere riproduoiamo • idudizi di
due riputati gioruRli ; il Siculo M Mitamo e 11
Movimento di Grnovi.
Il primo scrive: * Un rimedio semplice ed
economico contro l'epilessia o mal oadato,
l'isterismo ed il mal nervoso à stato inveo
tato da un modesto farmacista di Castel-
franco Veneto Iprovtnda di Treviso). D. Mmn».
Namemalssime sono le gnacigiotti otiaaate
con questo ^ooifloo. I migliorameaii «i fhano
sentire in pochi giorni, e gli secassi roadoosi
meno flroqoenti ed il fiero malore va grada-
tamente svanendo. «
U secondo scrive: * D slcnor D. Momti di
Castelfranco Veneto, nooio di studi e di po-
derosa dottrina, pare ^e abbia Analmente
risolto a problena di earare efficaceoseote
il Mal caduco (epitaaia). Humerool oarttfioatl
di Dottori, Direttori di Ospedali, di Parroci,
di Sindaci, ec attesfsno la bontà drt ano ri-
Qaaleha altro glomale se n'à pars ooou-
peto nell'interesse del pubblico, e lo fhcdamo
Tolentlart aaohe noi, essendo cosa utile a tutti
il seguire giorno per giorno le nuove sco-
perte della scienza, specie quando essa ri-
flette questo supremo bene: ì\ ealate del
corpo.
478 —
LE VENE VARICOSE
(Varici alle gambe - Varicocele - Emorroidi)
e la cura radicale medica scoperta dal Dott. Stefano Bolognese
{Casella postale 502 - NAPOLI),
La straordinaria meritata e preveduta ini-
rortanza e ditìiisione, che la cura radicale
medica antivaricosa del dott. Stefano Bolo-
t-nese (casella postale 502, Napoli) va ogni
giorno più conquistando, ci porp^e la gra-
dita occasione di riparlare di questa gran-
diosa scoperta tutta italiana, che, come di-
cevano, è venuta ad aprire un nuovo, vasto,
quanto tinora inesplorato, campo alla terapia
scientifica; e tanto più ne riparliamo con
piacere, in quanto il principal merito di que-
sta cura meravigliosa consiste sopratutto nella
sua semplicità: Se il Dottor Bolognese fosse
vissuto ai tempi della Inquisizione, nessuno
avrebbe potuto salvarlo, poiché il suo metodo
sarebbe stato senz'altro bollato per una pra-
tica magica. Infatti, non è sorprendente di
vedere con quanta facilità e rapidità guari-
scono e ridivengono agili, sane, ilari, felici,
pei-sone che da anni ed anni erano vjostrette
a subire la tormentosa schiavitù di calze ela-
stiche e fasciature, o che trascinavano a stento
le loro gambe pesanti, gonfie, dolenti, erite-
matose, eczematose, ulcerate, per vene dila-
tate esterne o interne?
E qui facciam nostra l'idea espi-essa tempo
fa da un giornale di Napoli: " Se nel moto
sta la vita, il Dottor Bolognese può ben af-
fermare di ridare la vita ai softerenti di que-
sta noiosissima affezione, i quali si vedevano
finora costretti a muoversi poco, con dolore,
e sempre sotto l'incubo di gravissimi peri-
coli! „
Spigoliamo ora un po' fra le innumerevoli
spontanee dichiarazioni che tuttodì affluisco-
no all'indirizzo del Dottor Bolognese:
Il Dottoì- P. Malerba, Direttore della Cat-
tedra di Chimica fisiologica dell'Università
di Napoli, dice: " Il mio raccomandato, dopo
il brevissimo periodo di cura fatto, mi assi-
cura che nulla più soffre. „
Il Prof. Cav. I. Laccetti, chirurgo primario
degli Ospedali di Napoli e Professore di Pa-
tologia e Clinica chirurgica dell' Università
di Napoli, scrive: " Avendo sperimentato con
grande vantaggio la vostra cura antivaricosa
su persona di mia famiglia, ec. „
Il Dott. N. Eossi scrive : " ....la signora,
che, per consiglio del comune maestro Prof.
P. Lupo (Direttore degli Ospedali dei Pelle-
grini e di Loreto e professore di Patologia
e Clinica chirurgica dell' Università di Napoli),
affidai alle vostre cure, migliora rapidamen-
te; „ e, poco dopo, è in grado di affermare:
" Una Signora affetta da enormi varici, che
le rendevano impossibile perfino lo stare in
piedi, è presto e bone guarita, mediante la
cui*a medica del Dottor S. Bolognese, ec. ,
Il Dottor li. de Rienzo, Chirurgo degli
Ospedali riuniti e coadiutore alla Clinica
o-iietrico-ginoculogica, scrive: " Ho potuto in
moltissimi casi controllare gli ottimi risul-
tati della Cura medica delle Vene Varicose
del Dottor Stefano Bolognese. „
11 Dottor F. Pepe, ostetrico, eorive : " Una
signorina di 28 anni, aletta da 5 anni di va-
rici, che le davano gravi sofierenze, è rapi-
dissimamente guarita mediante la cura del
Dottor Bolognese, e son già due anni che
non risente più alcuna noia. „
11 Dott. L. Nota (il quale, per consiglio del-
l'illustre Prof. Sevator T. Senise, Direttore
della 3» clinica medica dell' Uni vei'sità di Na-
poli, affidò una Signora alle cure del Dottor
Bolognese) scrive : " La malata, benché , al-
l'inizio della cura, ha sentito già un migliora-
mento, ec. „
Il Prof. G. Galli scrive: " Il primo pe-
riodo di cura ha già dato risultati tali, che
incoraggiano a proseguire. „
Il Dottor A. Settembrini, dell'Istituto di
Terapia Fisica di Napoli ed insegnante di
ginnastica delle loro Altezze i Figli del Duca
di Aosta, afferma: " Il mio raccomandato,
malgrado il brevissimo periodo di cura se-
guito, non soffre già più. „
E qui potremmo far seguire una inter-
minabile lista di attestati di persone guarite;
ma il Dottor Bolognese, curante assai più
del rispetto ai clienti che del proprio inte-
resse, si è imposta la pia rigorosa discrezione
e segretezza: egli ha presso di sé numerosis-
sime lettere, che, per esplicita autorizzazione
(lei clienti, sono ostensibili a chiunque voglia
prenderne visione.
Dal 1906, che accennammo a questa Cura,
ad oggi, le edizioni del relativo opuscolo il-
lustrativo (che si spedisce contro francobollo)
si sono moltiplicate; ed, inoltre, il Dottor Bo-
lognese ha recentemente pubblicato una in-
teressantissima monografia completa ed esau-
riente sulle Vene Varicose (Varici alle gambe,
Varicocele, Emorroidi, Cause, Cura, Igiene"^,
che mancava nella Letteratura medica e che
costituisce il vero Vade-mecum dei sofferenti
e dei predisposti.
Perchè i lettori possano formarsi un'idea
della straordinaria importanza di questo pre-
gevolissimo lavoro, riproduciamo qui l'indice
dei capitoli, che sono svolti col massimo ri-
gore scientifico e con quella insuperabile
competenza che solo una lunga pratica spe-
cializzata può dare : I. Un po' di Anatomia e
Fisiologia della Circolazione; II. Vene Vax'i-
cose; III. Etiologia: Cause ed origini, con-
comitanze e rapporti; IV. Sintomatologia,
Diagnosi ; V. Decorso e complicanze ; VI.
Vene Varicose e cure proposte finora; VII.
Giudizio dei Maestri della Chirurgia sull'ope-
razione; VIII. La mia cura. Comunicazione al
Congresso Nazionale di Medicina (Roma, ot-
tobre 1906): IX. Del Varicocele: X. Delle
Emorroidi; XI. Igiene dei varicosi e pi-edi-
sposti. (Questo volume, di 100 pagine, illu-
strato, si spedisce franco e raccomandato
contro L. 1,10 per l' Italia, L. 1,35 per l'Estero).
Dirigere corrispondenze (nelle principali
lingue), vaglia, ricliieste di opuscoli e medi-
cinali al D itfor Stefano Bolognese, Ca.sella
postale 502, Napoli,
IGIENE E TERAPIA
Alla conquista della forca.
Qmi9 Importali K* «bbe preaao 1' «nHchliÀ
crrvA e rv>ui&n» IVdooasloii* ftstca della irlo-
ventu, non e ohi lt> ignori: • tutti nuninenuno
rh« «>!«• |>rtH>o<Mi|H> I l«ftelatorl al ponto, da
d««4d«r« Licurgo ad enianare la legge rhe
tnmin abbandonati od aerici 1 bambini nati
gradii e deboU. Squilibrio delle facoltàjnen*
talt forca e realatenxa, coraggio ed tntrepl*
dcasa nel pericolo, amor di patria erano 1 be>
nelUtl eh' casi M ne Hr"'-^'"' ♦»'"*""" " ''be ef-
fetilramenteroiisegt) -tadel
mondo Intero: tant<
orgoglio 11 cittadino (k>i<>;> v M>Kt»
ripetere U motto: roHtamu» mm!
Per lungo volger di anni non per-
tanto la edveasione fisica molto r»
del «no valore nella mente del p<>ì
polc^ le lettere, le scienze, le i
arti ocmparono l'attività dell' uomo
fino dal sool primi anni, e la gioventù
rimase confinata per lunghe ore nelle
•roole, speuo senz' aria e senza luce,
longl da ogni attività mtiscolare; o
non seppe trovare altra via ad Ingan-
nare Il tempo che 1 luoghi di diletto
e di piacere.
Per buona ventura II problema
la edoeaElone fisica toma oggi ad
' apare a buon diritto l'attenzione
di legtelatori ed Istitutori, preoccupati
c»me essi sono della decadenza fbica.
alla quale fatalmente slamo andati in-
contro. E come nelle molteplici forme
di tport 1 nostri giovani ritrovano va-
ghessa e salate, ooat anche nella tera-
pia ftaiea la medicina scorge ed ad-
dita una sorgente sicura e valida di
organiamo, che egli ha diiamaSn
tmrni» ftr Im rottmt't flgten. Baso é tia«ai< > «mi
polensialltà muscolare ttaiologlca ddla (|iini<*
ciascun Individuo è dotato: e si efEsCtoa • ou
movimenti combinati, che. rióUmóiHtóo al nm-
scoli aforxl eontrappoati, dàauo aHitM uguali
a quelli che si ottengono coi toUcvuaent/t di
pesi, evitandone gli Inconvenienti, stantechi
non abbisognano di alcuna fatleu eccessiva.
I resultati sono meravigliosi: ool metodo
Wehrhelm Infatti l'aumento muscolare In tre
beneasere.
Bmeatl
mestieri tuttavia riconoscere che
non tutti gli eaerefad sportivi avflnp-
pano eguatanente ed unlformalmente
U statama muscolare distribuito nelle
varie regioni del nostro corpo e le sue
fonxloBl. e riescono a dargli queir armonica
bellessa che noi ammiriamo nel capolavori
della scultura antica; cime non può negarsi
che easl trovano talora nelle condizioni in-
dlTiduall certe controlndlcacionl per poter
essere praticati senza danno. Il clctiamo. ad
esemplo, essi cita solo le gambe, Issetenilo
Inattivo a resto del corpo, e deionia la ^Ina
dorsale a causa della poslslons del dorso
ctirvo sul manubrio della hiddetta.
La scherma permette che ana parte dd
corpo si tenga in esercizio sasdl meno della
opposta, e però può dlsporlo a deformarsL
Consimili oaservadonl potrebbero dedursl
del pari sulle altre forme di esercizio musco-
lare oggi molto In voga.
Cosicché in viste di sifTattl InconvenienH
0 prof. Wehrhelm (noto qmrtman) residente
a Torino (Val Salice) ha Ideato un metodo
di sport, pratico, eseguibile da qualslaai per-
sona. In qualunque età e condizione di salute,
pienamente efficace a corroborare il nostro
McscoLATtma pkl pbok. \Vehiuii:i>ì.
mesi è In media di A-7 cm. al bracrio ed alla
coscia, di S-4 rm. all'avambraccio ed alla
gamba, di 10-It cm. al petto: ed il Wehrhelm
' s ottenuto lo sviluppo del
8» a HO; del braccio da 28 a
3»; dsU'avambraoeio da 14 a S2: della cosda
da 4T a «0: del polpaccio da U a t8^ e nel-
raltessa da cm. 1T6 a ITS.
Oon questo mstodo di ootton flsloa la sa»
luto mlgUora prootsmsnts, si prova un he-
nesser mai ssntlto sd una maggtors attltu-
dina alla vita laboriosa, il sonno si rende elB-
caca ooeflkieote a riparare le forse perduto
neUa lotto per l'eaistensa. Non soto quelli
adunque che aspirano a divenire robusti e
forti, ma quelli esiandlo che conducono una
vita sedentaria né possono altrimenti ripa»
rare ai danni che essa arreca aU* organlsBo.
gU obesi. 1 nevrastemel. i malati nelle fbn-
stoni gastriche, gli affetti da stitichesaa abi-
tuale, gl'ipereccitabili, gli seoltotiei si avval-
gono «m notevole profitto di un tal astodo.
— 480
Se gli esercizi fisici entrassero nelle nostre
abitudini e 1 giovnni cominciassero a prati-
carli da fanciulli, non si vedrebbero più tante
persone curve, deformate, anemiche, nei'vose,
malaticcie e disgustate della vita e di se stesse
anzi tempo.
Spesse volte noi diciamo di sentirci bene,
di non aver bisogno di ricorrere al consiglio
medico, eppure altrettante volte forse ci in-
ganniamo. Riflettendo che ai più sono ignote
le norme e le vie per le quali il nostro or-
ganismo compie la sua vita fisiologica, si do-
vrà convenire che prevenire le malattie è
saggia cosa, ancor più che saperle curare;
espressione di marcata virilità e robustezza:
e le eroine che passo passo la storia oi ram-
menta, ad uno spirito àrdentissinio accoppia-
vano una tempra veramente ammirevole per
forza e resistenza.
Ben volentieri esporrei i particolai-i di que-
sto metodo di coltura fisica che all'estero, ed
anche fra noi, ha molti devoti ammiratori e
seguaci. Ma, perchè il lettore non ne perda
i minuti particolari, lascio il compito al pro-
fess. Wehrheim stesso, il quale ne dà lezioni
per corrispondenza e manda opuscolo gratis.
Così r allievo riceve o;,'ni settimana, e per
tre mesi, nei quali dura il corso completo,
Un allievo del Phof. Win^HEiM.
anche perchè un organismo robusto resiste
meglio afjli effetti delle influenze morbose,
quando pure non riesce ad evitarne il sini-
stro influsso.
Né infine si può omettere di osservare che
nella vita di relazione con i nostri simili l'este-
tica a buon diritto vuole la sua parte. Un
uomo ed una donna dal colorito pallido, dal-
l' andatura incerta, dallo sguardo scialbo, con
voce esile, con carni flaccide sono espressione
di una vita che tramonta, ed è triste assai
se ciò avviene anzi tempo. I cavalieri sema
paura, che formarono soggetto di romanze-
sche avventure, ci sono invece dipinti quali
un'istruzione particolareggiata dei movimenti
da eseguire e l'illustrazione dei medesimi.
Gli esercizi d'ordinario si fanno la mat-
tina subito dopo alzati, e la sera prima di an-
dare a letto. Se essi sono eseguiti a rigoro
secondo la prescrizione, danno risultati sor-
prendenti e rapidi, non mai raggiunti con altri
metodi.
Non rimano dunque che esperimentare 11
metodo del Wehrheim qualora se ne senta la
necessità, od anche la convenienza, per con-
servare lo stato di sufficiente benessere chd
già si possiede. Ed è quello che consiglio al
lettore. DoU. G. Silla.
isl -
RA/AIOLA
PRIMO UNICO STABILIMENTO ITALIANO TER LA CURA DELLE MALATTIE
dello STOMACO. INTESTINO. NUTRIZIONE
Noi paese nostro e8Ì>teTa una grave la-
cuna.
i.. T»,i,, " o"^!4T» uno Sta'-'''"' "♦ ' ^'"
ndosl dallr
.iNse per il -
I anco, per ;a >i)a organizza/'
oolnta garanzia di potervi co
uno stadio accurato e diliger
1" più aempolose cure dietcUche e tìsiche.
stabilimeDtl di questo gener* flnrfacono In
.-ran numero all' estero, e spedalment* In
Germania, ore il r "o conscio della
importanza della ne e delle cure
tutiehe praticate ii. ^.. .^ ^., tranquillo • ben
nifaoisxato. Ti ricorre numeroeo facendo con
omaggio al precetto degli antichi Romani:
Fmg* toeum mbi afrolatti.
Il clima, la regokta alfm«>ntnr1r>n(r «otto
la sorregtianca di vn : una
vita eminentemente lgi< ;;•
^■ere le predlspoeizloni rdi-
nare le conaeguenze che factUucutc vi ven»
{^no dalla odierna vita sodale, la
medica rontinua. lllamlnatA,fMtnano
plesso di fattori, che t4^t«Aente
nelle nostre famiglie.
Il Leyden ebbe a seriTcre:
Qui btmt nmtrit, lene curai.
Questo concetto positivo sulla alimenta-
zione trova massimamente la aiprovacioDe
nella cura (i dello ttomaco, r!
Vinteti ino, e xone.
*'-TTìe sp«»?u »i i-uii traggono del distargli
itgestione mangiando male, coel con
inU faciliti Si può guarire di qneMl,
do giu!«tamente l'alimentazione.
Medico che stablliace un regime dl«t«*
r un individuo afflitto da dlsiorbl dello
stouiaio e dell' <M/««<JMe, segue un connetto
naturalistico, pol^è, abbandonando gii arti-
floi delle meditino, con mia aana elnoastloft
alimentare. ^
e nel U.
miti della ù
turbato
nella win •
.•UT.
Rei :
Iti program t
così d<
i'armense li
MIQLA. in-
arriva — come In-
vece si è ott. MIOLA - a coogln»>
gere elemeiit
i loro armoniszaaM,
poiché qoas.
i^inentedanot.
totiMioalc
vengono acolte
m Ivofhi pr
l'Ili solo delle
attrattivo osi
hianure
rnttonsioiie '
Cod noi .....-;
*tommr».
d'imtett imo, ammalati di
tendevo
che venga la stagione p^
tarsi bi
luoghi di cura sonsadist
rrannoso
ricerca del fresco, preten
.1 dima.
tutti quei vantaggi che
•tendere
dalle cure fatte In Camtg;
aspettaUve sono dHose. ;
laterali sono sempre po<-
Lo Subilimento di BAMIUÌ.A. eretto ap-
positamente in na dima temperato, prwsn»
tante delle predpne qualità curative per ani»
31
— 482 —
malati di stomaco, i'infes'ino e della nutrizione
ti presenta con un magnifico fabbricato ri-
.vpondente alle più scrupolose esigenze del-
l'ingegneria sanitaria, ricco di quel comfort
tanto utile per le persone che attendono esclu-
sivamente alla cura del loro organismo; oflfre
tutti quei requisiti che fino ad oggi avevano
formato la caratteristica degli stabilimenti
consimili dell' estero.
con grandi risultati, le cure nella stagione
invernale, proprio quando l'ammalato di sto-
maco e d'intestino ha più bisogno delle risorse
curative.
In tre anni di vita lo Stabilimento di RA-
MIOLA ha assunta, in Italia e all'estero, una
grande e meritata considerazione.
I maggiori Clinici d'Italia e numerosi me-
dici italiani e dell'estero, hanno mandato e
L'ospite entrando nello Stabilimento di
EAMIOLA ha la assoluta garanzia di essere
minutamente studiato in ogni particolare dei
suoi disturbi, in ogni esplicazione della sua
attività vitale, e quello che più importa di
essere quotidianamente diretto nella cura,
per guisa di provare subito quella quiete,
quell'alto conforto di sapersi oggetto di as-
sistenza afifetluosa e severa.
Nello Stabilimento di RAMIOLA si prati-
cano esclusivamente le cure piùcnoderiie per
le malattie dello stomaco, dell'intestino e della
mttrizione.
Restando aperto tutto l'anno oflfre il grande
vantaggio di potervi accedere in ogni stagione.
11 clima uniforme e temperato, il riscalda-
mento generale a termosifone, permettono,
mandano a RAMIOLA i loro Clienti, mani-
festando sempre al Medico direttore Dott.
r. Melocchi la loro alta approvazione per
l'indirizzo serio, scientifico, per i lusinghieri
risultati delle cur-».
Consigliando ai nostri lettori di far cono-
scere a chi ne può aver bisogno lo Stabili-
mento di RAMIOLA, siamo certi di fare opera
meritoria e patriottica, di rendere un gi'ande
servigio alla umanità soflferente.
Scrivendo alla Amministrazione di RA-
MIOLA si ricevono, franche di porto, notizie
illustrative dello Stabilimento.
UN ANGOLO TRANQUILLO SULL'APPENNINO
(Castiglione dei Pepoii).
''-■"-■•'' ""del Pepoìi e an Cornane della
i'-ologna e sede di Pretura. Qne-
-inpatiea borgau. dall'aspetto
0 metri sai mare, sta a ridosso
iida del Monte OatU.
i» è quanto mai grandioso; roc-
chio spazia per tutta lampla e ridente val-
laU sottostante, e si riposa sol verde del
prati e del boschi che ammantano il dorso
montuoso di questo pittoresco ed attraente
La contrada è famosa per la ricche/za del-
le sue sorgenti di acqua fredda e purissima.
In questo angolo tranquillo la natura sor-
ride d'un sorriso calmo ed aperto. Invitando
alla vite cootemplatira, al riposo dalle sner-
vanti cure della vita quotidiana.
Ivi, fra 11 monte ed il cielo, è «orto per
opera dell'uomo uno stablUmento idrotera-
pfoo che è quanto di più moderno si possa
desiderare, con annesso un grande Albergo»
Pensione, provveduto di tutto Ù comfort dei
prandi Hótot cittadini.
Crediamo opportuno d«dieai« «kmae pa-
>, dettate dalla ricoDoeomia. a quMto an-
K'^lo di paradiso, dove paaMmmo giomi in-
cante>oll. lontano dalie noie e dal fhwtoono
della città.
I dintorni della StabaimeA al prestano
a lunghe ed amenMne passeggiate ombroae
e ad escuraioni CsefU ed inter^saanti. delle
quali le più vicine sono: U saliU del Monte
Gatta, e quelle alla ridente borgata di Bara-
gazza ed al celebre Santuario di Boocedirio
alla PineU di Montepiano. favorito
estivo dell'Appennino Toscano.
Qui si ha l'immenso vantaggio di unira al
benefico effetto dell'aria montanina e delle
lunghe passeggiate, l'aalone rigeneratrice •
una doccia salutare, di un bagno di luce,
un buon massaio svedese!
Il locale destinato alle cure idro-elettr»>
terapiche, di recente costruzione è fornito di
vasche per ba^fni «empiici e medicati. di bagno
di acido carbonico, di bagno elettrico, di stufe
per bagni di aria calda e a vapore, di Unozxe
per Immersioni alternate, di una vasta pi-
scina naUtoria ad acqua corrente della ca-
pacità di 69 mila litri, di un nuovo implantr.
elettrico con presa dalla corrente stradai*
ba^no di Inoe. apparecchi per maasaggt >.
bratorl e ginnastica medica.
Lo subillmenlo è fttato premiato all'Espo-
sizione tenutasi in Roma in o«-oasiooe éfì
Congresso internazionale di Terapia teloa (ot
tobre 1907). ^
Annesso allo Stabilimento Idio-eleltro-tc
rapioo vi è l'Hótel-Pension. che olfre tatto >
*>om$firt abituale oggi nei più oelebraU Stebll
menu eUmatioI d'Italia: otUme stanze solew
giste, con ampie flnestre, la maggior parte pro-
SAL\ l'A liiuxnDo.
4S4
spleen ti la spaziosa vallata sottostante, opperò
con vista pnuoramica incantevole; ha anove
sale appartate per lettujra, per conversazione,
per musica e ballo, sale da bi<?liardo, sale spe-
ciali, e un grandioso salone da pranzo che oc-
cupa la superficie di 250 mq., spaziose tettoie
coperte per passeggio e per reazione in caso
di cattivo tempo. Annessi a questo Stabili-
La direzione medica affidata al Prof. Cav.
Giovanni But'alini, Direttore dell'Istituto di
Materia Medica e Terapia nel R. Istituto di
Studi Superiori a Firenze, coadiuvato dal
Dott. Leonardo Rodolico, assistente del Prof.
Grocco, assicurano a questa Stazione e) ma-
y.VLA DA FBANZO.
Saia di convkesazioxe.
mento vi sono chioschi e giardinetti ombreg-
giati, dominanti la vallata sottostante, dove
possono, nella quiete di questi luoghi, stare
tutto il giorno a respirare aria tonica e bal-
samica, tutti quei neurastenici o deboli, o
esauriti o anemici, o nervosi, o convalescenti,
la cui cura abbia per base principale l'as-
soluto x'iposo fisico e mentale.
Per quelli ai quali è permesso o indicato
il i>asseggiare, si trovano vicino allo Stabili-
mento boschi immensi di castagni secolari,
quindi passeggiate amenissime tanto in piano
come in dolce ed erta salita.
A pochi passi dallo Stabilimento, sovra un
ampio piazzale, vi è il Lawn-Tennis, giuoco
igienico ed el
tica e di cura una importanza speciale e
quale le spetta per la sua incantevole posi-
zione e pel suo clima ideale: e la raccomanda
in particolare a chi ha bisogno di una seria
cura tonica ricostituente o fortificante.
Nel medesimo tempo la dolcezza del clima,
la elevazione non eccessiva, l'aria balsamica
e il luogo adatto a un passeggio non faticoso,
rendono lo Stabilimento di Castiglione eccel-
lente per le persone anziane o bisognose di
rinfrancarsi con dolce riposo, e noi, forti del-
l'esperienza, lo raccomandiamo vivamente a
tutti coloro che, sfiniti dal quotidiano lavoro
mentale, anelano di trovare la quiete rige-
neratrice di un angolo tranquillo montanino.
M.
lettostre;
JNDUSTRIE
L'INDUSTRIA DEL VETRO
I. — Cenni storici. (2)
II
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l'.o] :■
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i : ■ irosi COlO-
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he danno una idea
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i;.pr,ni:i
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; .u
■■ nr-i-tl.-:i -lolla
fabbricar.ione .1
\ iTi (1. . .
1. :»
>.-iror« unaiilind
la ;
cad»n7
sionl ut
di tutti i competenti, nessuna fabbrica del
mondo può competere ooUe vetrerie vene-
ziane per l'eleganza, la squisitezza ed il gusto
del suoi lavori.
Come tutte le industrie che derivano dalla
chimica applicata, anche questa dal vetro ha
fatto negli ultimi anni grandi progressi nella
tecnica della lavorazione e nelle appUcadonl
più varie. Uggi l'industria del vetro è ani-
mata da uno speciale spirito d'iniziativa per
moltiplicare e perfezionate i suoi lavori: •
malgrado l'ostacolo della loro fragilità « la
oonoorrenza delle arti del metallo, riesce a
diffondere ovunque i suoi avariati prodotti
che vanno dal modesto servizio da tavola di
vetro ordinario ai più Ani cristalli di Boemia
e di Baccarat, dagli articoli di eomttrm da po-
chi soldi fino al più delicati oggsttl artistici
di Venezia, dogli specchietti mlcrosoopicl aUs
enórmi lastre di vetrina, dallo tonti seono»
^nlohe per occhiali agli obblsttlTl oostoolaslml
per gli istrumentl di predaloDO.
~ «doperà generalmente la parola 9ei'
r*tr0, In^. glam, tsd. ]flaj>, spagn. '
; T Indloars tatti I sllicau ad<>t»
iiistria e prodotti dalla comt'
lice e dell'acido silicico con \
luest'lndnsti
IHJ», le seg<
'"IH utatm^ì
lana, l&ya. L. CoKlIOSAL, Vf
J. HENBiVArx. La verrerie à ' .
vetrerie au XX eiMe, 1903; \V. ,. ......-.,.,..
C. Wetzel, Die BearbeUuHff con Gt-fkiirpeifì, 1
(2) Vedi per questa parte: Devillk, Hi9to>
di Arti ed /itdiuirie di PABirr<>
. D'AxoBLo. // Mfro, HoepU, 1»'
f'Oiitc'ittt de gtaem et critiauT. '1 \-
K, Le perrt, Par:
. Ì90i', J. HEitRtv
- '"''Wimg, 4th e4.. ..
' 'ìern* Qtàmr, 1^
e.
486
La silice si trova in natura allo stato cri-
stallizzato od amorfo sotto form.a di quarzo
e di sabl/id, ed è spesso combinata con so-
stanze metalliche ed alcalino -terrose for-
mando le argille, i feldspati, le rocce ig en,
le puddinghe, ec.
Una prima divisione dei vetri può farsi
tenuto conto della loro solubilità nell'acqua:
1 vetri soluhili sono dei silicati «-empiici di «oda
0 di potassa che si sciolgono perfettamente
nell'acqua calda ed hanno vario impiego nelle
industrie, però hanno poco a che fare coi ve-
tri propriamente detti che sono i retri inso-
lubili, miscugli in varia proporzio.ie di silicati
insolubili.
II. — Composizione, proprietà generali, ec.
Le materie prime usate per la fabbrica-
zione del vetro sono l' arena più o meno pura,
qualche volta argillosa o ferruginosa, i car-
bonati di potassa, di soda e di calce surrogati
talvolta dai solfati delle stesse basi; l'allu-
mina, gli ossidi di ferro, di manganese e di
piombo e vari altri corpi che servono a co-
lorire, ed a correggere le qualità tìsiche e
chimiche dei prodotti. Tolgo dall' Henrivaux
la seguente tabella, che presenta in modo sin-
tetico la percentuale degli elementi compo-
nenti i veti'i più usati nell'industria:
«JlSBl
d e4 1 jo 1 2 1 i 1 1
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UDiniBJ IP
mm wi»A
S 1 1 ^ 1 1 1 1 1 1
H
1
a
Silice
Calce
Potassa
Soda
Magnesia
Allumina
Ossido di ferro. . .
, di manganese
„ di piombo .
Acido stannico. . .
Nella fabbricazione dei vetri comuni si
usano le potasse e le sode grezze ed anche
le ceneri dei vegetali: la soda induce nel ve-
tro una leggera colorazione azzui-ra e verda-
stra, mentre la potassa produce dei vetri
meno brillanti ma privi di colorazione: il
biossido di manganese in piccole dosi serve
ad attenuare nei vetri trasparenti la tinta
verdastra comunicata dalle tracce di ossidi
di ferro, in forti dosi serve a prodijrre il ve-
tro nero del commercio, che è però nero per
riflessione e non per trasparenza. Il piombo,
il bario e lo zinco danno al vetro una fusi-
bilità maggiore ed un maggiore indice di ri-
frazione alla luce ; i metalli alcalini in genere
aumentano la fusibilità e la plasticità, men-
tre l'allumina in proporzioni superiori al SO^/o
rende il vetro molto refrattario e pratica-
mente infusibile; la caratteristica dei cristalli
è la presenza del silicato di piombo che con-
ferisce loro la maggior densità e le proprietà
di rifrazione alla luce.
Il peò-o specifico del vetro nelle sue varietà
è dato in ordine crescente dalla seguente ta-
bella:
Qualità di vetro
Densità
Vetro di Boemia
Crown-glass . . . .
2.396
2.487
Vetro comune
2.642
Vetro da bottiglie
Cristallo
Flint-glass
2.732
3.255
3 600
Quanto alla durezza, il vetro si lascia dif-
ficilmente incidere da una punta di acciaio,
mentre è attaccato dallo smeriglio e dal co-
rindone: fra le varietà il cristallo è il più te-
nero, il vetro di Boemia il più duro.
Il vetro è cattivo conduttore del calore e
dell'elettricità e per la prima ragione si rompe
facilmente sotto l'azione di un brusco cam-
biamento di temperatura: la temperatura di
fusione delle ordinarie composizioni vitree
oscilla tra i 1200° -f- ISOO» C. Pel suo debole
potere emissivo il veti'o può conservare per
un tempo abbastanza lungo la sua alta tem-
peratura, permettendo cosi la lavorazione allo
stato pastoso senza bisogno di un frequente
riscaldamento.
L'acqua, come ho già accennato parlando
dei vetx-i solubili, non ha azione apprezzabile
sui vetri insolubili: gli acidi hanno un'azione
«1d II Tetro pivMnU Anain«nt« ano •Uh
'. > f.-n.-niouM s.. !»..;. -vf . alfa, i ,!!.'• .li un i ?.
ttiaU un* ••-
U vetro si «?
III. ~ Fabbricazione del vetro.
La materie YetrifL*«blll mUt« In rarla pro-
porzione, sacondo U diversa quAlltÀ del vetro
'■« ùbbricare. Tengono fuse in crogiuoli di
rr» refrattaria, nei ro!»lildetU formi di fn-
' mo, uaato ancora oggi nei pic-
eni a scaldamento diretto con
t t - ii carbon fossile ed era oo-
•»• r.fnte da una grande for-
! .-tiri orizzontale coperta da
! i un gradino su cui si
fusione scaldati dal
.:inn.' e Jol carbone
loe
11-
,-. --: iL-lla
per oalciiiart» ie ma-
vetro laTorato. Q iie-
. .. .il. i^.^wu.w - :ndrau o ciroo-
tre aTerano una M lavoro, vale
. 1!r* che nel'e pa . . di esso erano
da uno o pili luti i<-iic ai>erture, donde
nU potCA ano prendere il vetro fuso da
: fri questi forni si potevano fondere
. dUposizioni da 1500 -^ I8O1» kg.
iando da 1800 ~ 2090 kg. di car-
forni a gas ( > ) con oembustlbili
: > più artificiali sono a scalda-
A. 4..„_ . ., »,g pren-
s. Quen-
.ano sul
^'Citante i gas
carlMn foss:le
-i ben dtoUnU
lidamento pre-
i combustione
che prendono
- '*namcnto del
• esce dall' ar-
...^...... -j... 4«.^r i^. ... ..>.>. ^■.«.Azione del TO'
> e rientra nel campo generale della tecno-
^a del calore: ad ogul modo, accennerò In
roposlto che 11 ìfOMoféMo, di Tarlo tipo se-
>ndo la qualità del comboatlbUe osato ed li
raggfo naturale o eoaUto, oonsAa eeaenslal-
wente di un fornello ohtaeo a tramoggia con
griglia ad incUaaslona Tariabile «toTe U car-
bone ^ distillato e trasformato in gas oom*
■; (ossido di cart>onio> Andottato me-
pportune tubature al forno di fusione
]■..> esser situato Immediatamente sopra
detto gassogeno, oppure al una certa dl-
anza da esso: il rienpei-atort è oostitoito ad
;ia o più camere di muratura In coi sono
-•poste delle cataste di mattoni attrsTerso
■' quali si Canno passare altematlTamente 1
prodotti dei gas tN>ttit.ustibill braolatlnel for-
no di fusione e l'aria eotcma che deve servire
per la ulteriore combustione: qaesto movi-
mento alternativo del fumo e d^'arta In
senso contrario è regolato da un nt>i><iitiino
statemadl valvole, e serve spi-
rare buona parte del calore e!
sperdeva Inutilmente nt-U'atmo^u-ia ìm— .1 ..
tichi fomL
Nel forno di tipo Siemens fu nppMcato jm
la prima volta pratic.km<;nte il i ::«
ricuperazione del calore, ed 1: •">•
vazione della f>ti«ra di fnnioiu > • le
materie vetrlllcablU, Invece che in cru^luoU
separati son disposte In un unico bacino scal-
dato a fiamma libera, ow. :.. .1 ~..i:i irra^iL».
zione : questo sistema aff^
cato in tutte le grandi :
una fusione ed un lavoru imiiìiìiuu 9\:iii.» ut-
sogno di alcuna interruzione neceaearta al oa>
rlcamento dei crogiuoli vuotati. Non mi dlf>
fondo in altri particolari sai forni di fkialone
e sul nuovo sistema a spolette divise In soom-
partimentl. perchè uscirei dal limiti assai mo-
desti di un'esposizione popolare, e passo
descrivete brevemente 1 due metodi di la\
razione della pasta di vetro: il motn4o ciu^
del vetro tofflato, e quel! tfalo.
a) Vetro toMato - i 1 soflla-
mento. che è il più antiou v pm uuiusu per la
produzione di oggetti di ogni forma, atillasa,
come dice il suo nome, un sofflo o getto di
aria compressa, spinto nella maasa peelosa d< :
vetro per aumentarne il volume e proda t
no* oavitA a forma di bolla, che sneeewlv»
mente e mediante opportuni artifloi Tiene
modificata e ridotta alla forma desiderata.
I^ forza di pressione dell'aria oompres».i
iniettata naturalmente con le labbra o m>
canlcamente, può venir combinata oon
forza di gravità, ed allora il metodo pig^in
il nome più particolare di pr<*f*aMo 4mi eilimàri
o tuamieotti, oppure oon la forza centrlfoga
col si sottopone la pasta di vetro Csoendola
girare rapidamente, ed allora si ha il prsrw»,
(Mfe eor«m« o dH diteki: pegli oggetti di formo
oomplioate si osano stampi speciali oontr«
quali si comprime il Tetro.
Per la aoflUtora si impiegano 1 segoen
utenÀli:
La eatma,' di ferro forgiato ohe ha u:
langhezza da m. 1.60 -f- 3.00 oon un diame!
di on MI o poco piò ed è muniU di un di .
nioo di legno presso l'imboccatura,
H tmmnmo, che è on pezzo di ferro fuso
fornito di caTttà emisferiche di diametri dif-
ferenti destinate ad arrotondare le maase di
Tetro pastoso aderenti all' estremità della
(1) Tedi per questa parte V importante Gli ttampi, che sono dei blocchi di ar-
opera tecnica: SicxKSis. Four9 régémérateurt. giUa ó di legno a cavità interne cillndrirli
488 -
e presentano nelle loro superflci i disegni da generati-ice, e sviluppando in forni speciali
riprodursi: spesso sono formati di pezzi con-
giunti a cerniera (stampo di Ilickets, Carillon,
pompa Robinet, ec),
Il rastiatoio, che è una lamiera cilin-
drica di ferro con manico di legno od un in-
cavo semicircolare negli orli per riunire il
vetro fuso e serve a riunire il vetro verso
l'estremità della canna quando si prende
dalla massa pastosa.
Inoltre si usano i politoì per sostenere il
vetro appena sta caio dalla canna, le pinze
per modellare le imboccature delle bottiglie,
le forbici per ritagliare le appendici inutili e
vari altri utensìli di importanza secondaria.
L'antico e ti-adizionale soffiamento ese-
detti da stendere. Questi si compongono es-
senzialmente di tre parti principali: la trombi
in cui si riscalda il cilindro o man cotto, la
galleria in cui si fa pervenire la temperatura
al grado di rammollimento del vetro per ese-
guire lo sviluppo, Varco in cui la temperatura
va decrescendo e nel quale si esegue la ri-
cottura della lastra sviluppata: l'operazione
dello sviluppo si esegue sulla pietra da sten-
dere composta di materia refrattaria mediante
cilindri e spatole di legno. Nelle fabbriche
inglesi si sogliono ottenere le lastre di vetro
sotBato col metodo dei dischi e si procede cosi:
Formata una grossa bolla cava di vetro fuso
nel modo che ho descritto avanti, la si sofl&a
guito con la bocca è l^n' operazione che ora contro una lastra di ferro che ne limita lo
non si pratica quasi più, poiché, oltre all'es-
sere poco igienica anzi dannosa per la salute
degli op rai, non si presta ai bisogni della
grande inQastria ove la produzione deve es-
ser rapida e su larga scala: sono quindi in
esercizio degli speciali apparecchi, detti di
Appert dal nome del loro inventore, in cui
l'aria compressa a 2 o 3 atmosfere di pres-
sione dai compressola dell' olficina è mandata
in diversi serbatoi a pressione regolabile e
da questi nei cosid detti manicotti <H soffia-
mento, che sono connessi alle canne da sof-
fiare e possono girare ed oscillare liberamente
sviluppo nel senso verticale finche si arriva
allo spessore voluto, poi si stacca con un ferro
un pezzetto della bolla in direzione opposta
alla canna, si scalda alla bocca del forno e
si imprime alla canna un movimento di i*o-
tazione sempre crescente in modo che il
globo si appiattisce fino a divenire un disco
piano che poi si squadra in forma di lastra.
b) Vetro co'ato. — L'industria del vetro
colato, con cui si fabbricano le grandi lastre
per vetrine e specchi, i mattoni e le matto-
nelle a vari disegni per costruzione, le lastre
di vetro armato, ed in generale tutti quegli
in tutte le direzioni, secondo la natura degli oggetti di uso domestico o industriale per cui
oggetti da produrre.
Per costruire un cilindro di vetro soffiato
si prende la pasta dal crogiuolo coli' estre-
mità svasata della canna scaldata preventi-
vamente al calor rosso, si arrotondisce il
blocco nella cavità del marmo, e si comincia
a soffiarlo girando contemporaneamente la
canna intorno al suo asse: si ottiene una spe-
cie di pera che si riscalda alla bocca del forno,
indi si eleva la canna verticalmente e per la
vetro fuso è direttamente versato in stampi
speciali, si esercita ordinariamente in grandi
impianti provveduti di macchinario completo
mosso da forza motrice idraulica od elettrica,
collegati alla stazione ferroviaria più vicina
da binari di servizio e corredati di officine
per la produzione e lavorazione dei mate-
riali necessari all'industria stessa.
li' officina di colata ha generalmente pianta
rettangolare: sui lati lunghi di essa sono di-
forza di gravità la massa di vetro passa dalla sposti i forni di ricottura (fr. carcaises), lungo
forma di pera a quella di calotta sferica,
riabbassando la canna ed imprimendole un
movimento di oscillazione la calotta si al-
lunga, si stira e si va trasformando in un
cilindro. Le pareti di questo cilindro non sono
di uniforme spessore, perchè il vetro pel pro-
prio peso tende ad accumularsi verso il basso ;
per correggere questo difetto è necessario
produrre vari allungamenti, scaldando suc-
cessivamente le parti di maggior spessore:
finalmente, per staccare le calotte terminali,
si adagia il cilindro sopra un cavalletto di
legno e si circondano le calotte con un cor-
doncino di vetro incandescente, toccando poi
le circonferenze con un ferro freddo.
Un abile operaio soffiatore può in un'ora
fabbricare in media 10 manicotti di oltre un
metro di larghezza e 23 cm. di diametro e
del peso di circa 4 kg. con procedimenti ana-
l'asse centrale i forni di fusione in numero
proporzionale ai primi, in senso longitudinale
corrono i binari di servizio per trasporto delle
cosiddette tavole di colata. Queste sono degli
stampi piani in metallo di forma rettangolare
e di dimensioni variabili da una fabbrica al-
l'altra, che poggiano su robusti carrelli e sono
provveduti su d'un lato d' un cavalletto per
appoggio del cilindro metallico che serve a
stendere il vetro fuso: questo cilindro scorre
su regoli metallici alti quanto è lo spessore
da dare alla lastra. In alcuni stabilimenti le
tavole di coluta raggiungono le dimensioni di
m. 7X4: la tavola più grande delle famose
vetrerie di St. Gobain in Francia pesa 270 q.
e costa oltre le 100,000 lire.
Ciò posto, ecco in breve come procede
l'operazione della colata:
Un grosso crogiuolo contenente il vetro
loghi ma più complicati, ed usando i diversi fuso a giusta consistenza si estrae dal forno
stampi opportuni si fabbricano globi, fiaschi, di fusione con una grande tanaglia montata
bottiglie, vasi, boccette ed in generale tutti
gli oggetti di forma e destinazione diversa che
si trovano in commercio. I tubi sottili che si
usano in chimica e fisica si ottengono stirando
un manicotto: le lastre piane che og^i si fab-
bricano generalmente con l'altro metodo della
colata, come dirò in seguito, si possono otte-
nere anche col metodo descritto, tagliando
un cilindro di vetro sottiato secondo una sua
su d'un carrello (carretto a tanaglia), si schiu-
nni rapidamente e si trasporta sotto la grue
girevole, che lo solleva sull'orlo anteriore
della tavola di colata, e lo versa: si mette
allora in movimento il cilindro che scorre
sulla tavola, forma la lastra e scaccia il vetro
soverchio che cade in alcune cassette sotto-
stanti. Rapidamente si ripiega un orlo della
lastra, la si solleva dalla grue sopra una ta-
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
pi
moiiat, ^(fr»iii 1 is(>;:in>
di on* UvotA ut di ri-
oottun MM ^ vajron-
ci?i di s«rvixi> r,t
dove tono acki ni
opportane.eq <>
Iii600ftnica« du'>
oaMlTe di t»;-^
LWfi9«MiitiM. .. >. . .^ _ ^.-^...^ .^ .-.,w.
gnuidi piatUforme orissonUli e girevoli di an
> Boooeniva dt Mbbu grosta
\ù • «m^rlfflio ìm lustra fl«Mtt
})i.iuAtoi-mA cor ^ ' ■ V forro fOM (iMM/omi
0 provocano l I» rotaziona del-
l'una e (1<*(;1t M-destmo »enao oon
velocità •:
La p '^ ha lo scopo di levigare
le sapern i.intre e ron<l<rli' trasi»»-
TìM mcdiaube lo «troAnamento
li, che sono rivestiti di feltro
...ia solaziune di ossido e so11a„
(£r. pot^e).
IV. — Applicazioni del vetro.
Sarebbe a.'^'.ai 1mi);:'i a^N-oiinai e anche bre-
:;entc a tutte k* api>Ii.Mzii'iii che ricc\' il
■ ro nella prati.-.i. jn rche Mltr< a;;ll usi i»m
avariati cui «• alili:.! \nr l:i t.nula. la can-
tina, la too".<.-tt.i, SI pTiu 'lir<- <hf r.on vi ha
•cienza appucata ed industria moderna che
non si valga di esso per qualche cosa; le
•eienxe flsiohe. chimiche, naturali, mediche
al servono del vetro per fame pri*mi, lenti,
tptccki, tubi di taggio, di barometro, teriKome-
tro. atorU, provini, ec.: rinct^snoria o l'arte
delle costruzioni lo ntllir./ . rmadl
lattr* per invetriate, mail 'ro ar-
nuMto, wtattomeUe da pavime -tra or'
namamtaìe (pietra di vetro), ce; lu industrie
tecnologidie ed elettrotecniche lo utilizzano
come vetro eofubiìe, r*tf„ hì,,i„ •• n.r <'.iBtruire
ieo^'atori, lampade ad le arti
applicate infine si »: i vasta
scala per i vetri co'unn,. .../.i».w. .«..-i, e per '
gli ematti, I wtoeaici, le imitationi dHìe gem-
me, ec.
Mon potendo fermarmi su tutte le appU-
oazionl. aroeonerò solo a qualcuna delle pia
tmpTf ifiti, tralasciando le più comuni.
^ '• ottica si preferisce 11
gii chlali. il fUtU-ptaet per I t«i«-
scr , deve easer sena* difetti, di
atruuura perfettamente omogenea, molto
duro ed Inalterabile agli agentt atmosferici;
- fmporUntisslmo l'indice dl^riCraaione. 11
Ho delle lenti per gli stnaAntl di ottica
-egac in laboratori speciali, ed esige ctira
e precisione straordinaria ed un tempo assai
lungo: esso si esegue sopra sagome di rame
con lavorazioni snocecslve di pulitura. I vetri
per orologi sono di due specie, semplicemente
ritagliati da palle sofBate di 15 -^ 10 cm. di
diametro gli uni, vetri ourvi trùformatl in
piatti col metodo del dischi gli altri : I primi
costano meno; il taglio si esegue con una
specie di compasso meccanico a punta di
(1 .nuante. I tubici vetro che servono ]
\\'\ .bile -1,1)7.0 fisiche e chimiche bi
ii i>ar< ;>• s .tti;.' o doppirt, secondo l'ti
ventililo ;. -tu m ; ..Lt!. r . iin'»iiN- «juvlli per
ri<-.-r li'- .■hiii. ..•!,.■ si i.iiivM -■.•;ili. aflìnchò
messi al fuoco nuu i>i rompano ; • - li Ifnn
poca condactbilitH al cslore; qU'
per la liquefazione del gas, per 1<
ganiche e per 1 livelli delle caldMie a ^
devono essere a pareti doppie e re»
perchè sono sottoposti a pressioni mol:
vate, che, dalle 15 -f- 20 atmosfere in questi
ultimi, possono salire fino a 100 atmosfere
net tubi di analisi organiche.
I vetri per epeceki (0 si ottengono quasi
generalmente col metodo della colata, e d>*-
vono essere, per qusnto è possibile, senza di-
fetti, lavorati in lastre perfettamente piar • .
di speasore uniforme. Un tempo si fab' n-
cavano gli specchi applicando alle Uaitr
un'amalgama di mercurio e si usavano dei
tavoli orizzonUll ctrcondstl da telai di legno
su cui ai stendfova prima un foglio di sia-
gnola, e poi il mercurio adagiandovi ^ ; r.\
e premendovi il vetro In modo da non tnr
vuoti o bollicine di aria tra le .tiipi-r-
a contatto: l'operazione ers compi* ta
dopo una quindicina di glomL Da molti aunt,
però, questa fabbricazione ha subita una com-
pleta trasformazione aostituendosi all'antico
proceaso quello dell'argentatura del vetro
con cui si ottengono specchi pln belli ed inal-
terabili, ed all'uopo ai fanno agire sul ni-
trato di argento messo a contatto del vetro
delle sostaoxe riduttriol cbe lo deoomp >r)-
gooo e fanno precipitare l'argento meuiiico.
Ordinariamente si adopra oome sostanza rl-
(1) Vedi per gli specchi : B. XamAS, La f.ih-
bricaiione d^gli tpecrhi « la decoratiome dot
vetro e dei a istallo, UoepU, 18»8.
— 490 -
duttricp il cosiddetto sale di sfilgtielte che è
un tartrato doppio di soda e potassa, e l'ope-
raxione si esegue su banchi riscaldati da ca-
loriferi ad acqua o vapore per ottenere ri-
sultati più pronti: dopo l'argentatura le lastre
vanno lavate, asciugate all'aria libera o negli
essiccatoi, e verniciate a più strati con ver-
nici alcooliche a base di gommalacca, mastice
o sandracca. Ricordo come la fabbricazione
degli specchi fosse un tempo esercitata dai
soli Veneziani che eccellerono in quest'aite.
Fra le moderne applicazioni del vetro al-
l' arte delle costruzioni merita di esser ricor-
dato il vetro armato, ohe si ottiene inserendo
nello spessore delle lastre pezzi e reti metal-
liche che ne aumentano notevolmente la re-
sistenza, rendendole adatte a grandi coper-
ture e la pietra di vetro che si fabbrica coi
detriti di vetro portati ad una temperatura
di oltre i 1250» C, e compressi da presse
idrauliche dentro forme o matrici. Questa
pietra pel fenomeno di devetritìcazione può
assumere l'aspetto del marmo, del granito, ec.
e si presta alla decorazione esterna degli edi-
fici. Tralasciando le applicazioni del vetro
alla pavimentazione sotto forma di matto-
nelle o lastre stampate, traforate, placcate,
marmorizzate, perchè molto note ed in uso
da tempo, ricordo Invece l'impiego dei mat-
toni vuoti di vetro per le intelaiature e quello
dei grossi lastroni per formare pareti doppie,
cattive conduttrici del calore, tra le quali pos-
sono inserirsi le condutture dell'acqua, del
g!<s e dell'elettricità : un esempio abbastanza
r^^cente di tali costruzioni fa dato all'Esposi-
zione di Parigi del 1900 col Castello luminoso.
Prima di passare alle applicazioni del vetro
alle arti ornamentali, mi resta ad accennare
al vetro solubile ed al vetro filato. Il vetro so-
lubile si prepara per via secca ed umida, ti-at-
tando la silice solubile con le soluzioni alca-
line e si adopera spesso come materia prima
la cosiddetta farina fossile, fatta di avanzi di
diatomee, calcinandola precedentemente per
distruggervi ogni traccia di materia organica
ed averne soluzioni trasparenti. Le applica-
zioni del vetro solubile sono varie: in pittura
si adopera come fissativo dei colori, in Inge-
gneria come vernice per proteggere dagli in-
cendi i materiali di costruzione, nell'industria
dei saponi come ingrediente di saponi adatti
alla pulitura dei metalli e degli organi di mac-
chine. Il vetro sohib'le si scioglie perfettamente
nell'acqua calda, poco nella fredda, sempre
però che essa non sia dura, altrimenti si forma
silicato di calce.
Il vetro filato di diversi colori serve final-
mente neir industria tessile a formare colla
lana e la seta delle stoffe di effetto sorpren-
dente. Il costo molto elevato di siffatti pro-
dotti è l'unico ostacolo che ancora si oppone
alla diffusione di essi. A Parigi questi tessuti
sono fabbricati da una Società: il vetro è filato
da bastoncini riscaldati alla temperatura di
l'200o C. da cui si ottengono fino a 1500 m. di
filo per minuto.
V. — L*arte e la decorazione del vetro, (i)
a) Colorazione del vetro. — I vetri colorati
si ottengono mescolando alle materie vetri-
ficabili in fusione alcuni ossidi metallici in
piccole proporzioni: basta un centesimo di
ossido per colorire un iìitero crogiuolo di
vetro. Più usati sono gli ossidi d'oro, d'ar-
gento, di rame, di ferro, di nikel, di cobalto,
di cromo, di uranio, I biossidi di rame, di
ferro e di raagnese, lo zolfo e carbone, e l'an-
timoniato di piombo: le colorazioni che ne
derivano variano secondo che i vetri da co-
lorire sono a base di soda, di potassa o di
piombo; eccole riunite in un utile specchietto
comparativo :
Mateuia colorante
Ossido di cobalto . . .
Biossido di rame . . .
Ossido di rame. . . .
„ di cromo . . .
„ d'uranio. . . .
Biossido di manganese
Ossido di nikel ....
Biossido di ferro . . .
Ossido di ferro ....
, d'oro
„ d'argento . . .
Carbone e zolfo. . . .
Antimoniuto di piombo
Vetro di soda Vetro di potassa Vetro di piombo
azzurro-violetto
celeste
rosso -porpora
verde-d'erba
giallo-verde
violetto-rossastro
violetto-giallastro
verde-bottiglia
verde-azzurro
castagno-azzurro
arancione
giallo-canario
bianco (opaco)
azzurro-verde
celeste
rosso-porpora
verde-giallo
giiillo-canario
violtìtto-a:netista
verde-giallastro
verde-azzurro
rosso- rosa
arancione
giallo-oro
bianco (opaco)
azzurro
verde
rosso-sangue
giallo-rossastro
giallo-topazio
violetto-rosso
violetto-azzurro
verde-giallo
rosso-rosa
nero
arancione (opaco)
(1) Per l'arte del vetro vedi le importanti opere speciali moderne: H. Bertran, M ttiuel
de la peinlure sur verre, porcelaine et sur email, 1901 ; L. F. Day, Stained Gìass, 1903 ; E. R. SuF-
FLiNO, Trea'ise on ths art of Glass painting, 1902; E. Wichmann, Vorlagen filr moderne Gian-
muterei und Glasiitzerei, 1900.
ti
▼e:
col
Of
11 1
lei \elTO (tedAo. « ]a%oiauilo
A fasioDe alla temperatura più
ali. — L'imiUsione delle
PKlnrali con vetro oo-
1. .... «nisca un'arte
CP' *« fatto negli
ul: ; -Itosi.
i ! crloiel-
he: 1 seco-
lo \ • ... . oni ed
ha una cun)pi>»i£ioue «.'he »i awiciia molto al
yiint-filas»; pel suo potere rifrangente abba-
starna elevato e pel suo peso sp«ciflco che
varia da 3,4 a 3,6 come quello del diamante,
si presta molto bene all'imitazione di quo-
st'oltdno. Ecco, secondo il Donnault, le mi-
fUorl compostjEioiii di mint:
I
n
III IV
Cristallo di rooos .
. . 800
800
300 300
Sabbia.
800
8(>0
800 800
Minio .
470
300
462 800
Biacca. .
470
514
462 800
Potassa aii aicc>ui .
. 163
»«
160 96
Borace
. . 22
27
18 27
Acido arsenioso . .
. . 1
1
0,5 l
La fusione di queste composizioni deve
farsi in cro^uoli di porcellana dura, i soli
ette non alt^^-rino il colore e la limpidezza
dello ttiuis»; quanto più la fusione è tran-
quilla e prolungata, tanto migliore riesce il
prodotto.
Fondendo lo ttras* oon altre sostanze si
ottent^ono le imitazioni delle diverse gemme
colorate: ecco uno specchietto per le pnn-
rlpaM:
Strass incolore . .
Vetro d'antimonio
Ossido di ferro . .
Strass bianco . .
Topazio
Z.M rir.o
j Strass inco!ore . .
. Ossido di rame. .
i , di cromo .
i Strass bianco. . .
\ Ossido di cobanb.
Strass bianco. . . .
Ossido di manganese
, di cobalto. .
Porpora di Cassio .
1000
40
1
8
I
1000
8
0,2
1000
15
1030
8
5
0,J
e) Smalto. — E una materia vitrea ri-
snltante dall'impiego dell' ac<d<i «tilioioo e bo>
rivo cogli ossidi terrosi e metallici: si dà pure
il nome di smalti ad alcune altre composi-
zioni rese opache con l'inclusione di sostanze
irano collo smalto
-(H>laio oon gli os-
s di metallici culuianu. una formola di com-
posizioos per lo smalto bianco i la sagaenis:
Vetro bianco 800
Borace -. 100
Nitrato di potassa .... 35
Antimonio 100
Gli smalti trovano spplloazions nell'inda»
stria della ceramica, in quella del ferro smal-
tato e neiroreflceris: a Venezia si fabbricano
anche oggetti di vetro smaltato di gusto squi-
sito.
d) Pittura sul vetro. — Uno dei più vaghi
ornamenti delle antiche cattedrali erano i ve-
tri dipinti, (1) ed a cominciare dal XII secolo
in poi l'arte dcHa pittura sul vetro si man-
tenne sempre in flore; oggi, oon lo sviluppo
deU'^Jrfe nuova, anohe le vetrate dipinte sono
ritornate in onore per la deoorazione degU
edifici.
Le lastre dipinte possono esser di un sol
pezzo, nel qual ciso si rionociono tutt' in-
tere dopo dipinte, oppure possono, come un
mosaico, constare di vari pezzetti di vetro
colorato su cui vengono aggiunti i contorni,
le ombre, le sfumature. I colori che si usano
sono all'acqua o all'essenza di trementina e
si applicano sul vetro c«>n diversi artifici che
non è qui il caso di esporre: la ricottura
delle lastre dipinte, dopo che sono terminate,
si esegue in alcune casse speciali di terra re-
frattaria, dette muffote, che hanno un'aper-
tura grande sul davanti per introdurvi le
lastre ed una piccola sul coperchio per far
uscire i gas che si sviluppano nella oomliu-
stlone, e sono munite di j>irom«rr< e di pozzi
di prova, affinchè si possa sorvegliare l'anda-
mento della cottura.
e) Incisione sul vetro. — Si può incidere
il vetro cuo vari metodi, coli' addo, ool getto
di sabbia, col diamante, e con lo smeriglio.
Il metodo dell'incisione chimica sul vetro
è identico a quello sul rame, salvo il reagente
addo che è diverso: all'uopo si ricopre la
lastra di uno strato di vernice preservstiva,
che per lo più si compone di una parte di
bianco di balena e due di asfalto di Giudea
sciolte oell'easeosa di iremenUna. e su di
esso si esegue il disegno oon una punta me-
tallica; si ottiene T Incisione attaccando la
parte scoperta con l'acido fluoridrico allo
stato di vapore, oppure premendo sul vetro
con nnapi«sss dei f<>- ^ìbuls imbe-
vuti di scido liquidi» di diversa
profondità e le mez/' uà intensità
si ottengono In più vultc. ricoprendo uou la
vernice le parti già incise suIBcientemente e
ripetendo l'attaciv dell'acido sulle sole psrti
che devono risultare più profonde.
(1) Vedi l'eccellente album di A. Kliiocc,
MeÌ4Urtc«i-1c€ der kirchlicfttn Gla^mattrtit
1894-97.
492
Nell'incisione al getto di sabbia, inventata
nel IfcTU da Eil>,'boman di Filadeltìa, si impie-
gano apparecchi speciali in cui la forza del
vapore o dell'aria compressa lancia contro la
lastra da incidere una fitta pioggia di sabbia
che attacca la superficie del vetro renden-
dola opaca: anche in questo sistema si rico-
pre la lastra di uno strato protettore su cui
si traccia il disegno; una pellicola di gelatina
al bicromato impiegata come negativo foto-
grafico ofl're una resistenza sufficiente ad un
getto di sabbia lanciato con piccola velocità
e può servire ad otteneie delle buone ripro-
duzioni. Con questo sistema una lastra è in-
cisa in pochi minuti, e tutta la superficie non
protetta resta smerigliata: il vantaggio igie-
nico sul sistema all'acido è d'importanza de-
cisiva. Non occorre fermarsi sull'incisione
alla pnnta di diamante che non presenta al-
cuna difìerenza dell'incisione al bulino che si
pratica sui metalli. Per l'incisione allo smeri-
glio il processo è tecnicamente analogo a quel-
lo del getto di sabbia, ma pratica è usato
soltanto per piccole lastre e lavori di poca
importanza. La lastra, ricoperta di carta o di
uno strato di mastice su cui sta il disegno,
si fissa al fondo inferiore di nna scatola in
cui si versa la polvere di smeriglio e del
piombo da caccia; si chiude la scatola e la
si agita fortemente in senso verticale, finché
lo smeriglio non abbia attaccato sufficiente-
mente la superficie di vetro scoperta.
VI. — Succedanei del vetro.
Il vetro è materia che per le sue qualità
di trasparenza trova difficilmente del succe-
danei; l'unico veramente pratico è la mica,
con cui si fabbricano lastre di protezione per
automobili e tubi o scartocci per becchi ad
incandescenza.
Si adopra spesso per oggetti minuti il cel-
liduide trasparente, ma questo prodotto^ emi-
nentemente moderno, presenta insieme amol-
ti vantaggi l'inconveniente abbastanza grave
della facile accensione: il cosiddetto vetro fles-
sibile dell' Ebstein, usato nelle farmacie, si
prepara sciogliendo del cotone fulminante
nell'etere, ciò che dà un collodio denso, cui
si aggiunge:
Olio di ricino 0,02 ~ 0,04
Balsamo del Canada. . 0,04 -f 0,10
Per tettoie è stato in voga per un pezzo
un prodotto detto tectoriuni, composto da una
rete di ferro, tra le cui maglie si trovava uno
strato di gelatina cromata trasparente: ora
però questo prodotto è stato sostituito com-
pletamente dal vetro armato.
Aprile 1907.
F. Clèmenzo.
INDUSTRIE CHE SI EVOLVONO
Il pane.
Vi sono nella vita sociale dei popoli certe
forme di attività che continuano a ripetersi
da secoli negli identici modi, senza sentire
menomamente l'influsso della evoluzione dei
mezzi meccanici intorno, senza nulla appren-
dere dal progresso di tutte le altre manife-
stazioni di energia umana.
E ciò è tanto più strano, in quanto tali
forme di attività sono più vicine all'uomo,
sono indistaccabili dalla sua stessa esistenza
quotidiana e contribuiscono a formarne e a
rinnovarne l'essenza materiale.
Una, ad esempio, è la fabbricazione del-
l'alimento fondamentale: il pane.
Lo strumento in mano dell'uomo si è po-
derosamente e prodigiosamente trasformato
e perfezionato. Oggi si può persino concepire
che un solo individuo abbia a sua disposi-
zione, sotto la pressione di una leva, tutta
l'energia dinamica che può prodursi nel mon-
do col carbone estratto dalle miniere, con
l'acqua che balza dai monti e scorre pei fiu-
mi, colle correnti del vento, coi raggi del sole,
col flusso delle maree, e che sia in grado di
lanciarla utilmente nella direzione che me-
glio gli aggrada, mettendo in movimento i
moccanismi più delicati, più potenti e più
intelligenti. E questi già servono, oggi, a fab-
bricar gli oggetti d'uso assai differenti e di
molto migliori, per qualità e disegno, di
quelli adoperati soltanto un secolo fa, ma
non in egual proporzione e misura sono essi
applicati alla preparazione del pane.
Ad esempio, anche nelle più remote cam-
pagne, le donne non fabbricano più da loro
medesime gli abiti per se o per gli uomini, ma
si vestono di cotonine stampate o rigate che
le grandi fabbriche mandano loro a buon
prezzo, ma mangiano un pane confezionato
in modo affatto primitivo, nel quale entrano
come ingredienti anche le ghiande, che non
lievita, è duro, pietroso, e si ricollega di-
rettamente coi pani scoperti negli scavi di
Pompei o con quelli che si fabbricano gli
abitanti del Marocco, facendolo cuocere al
calore della fermentazione degli escrementi
di cammello.
Nei maggiori centri urbani l'igiene e la
tecnica hanno fatto progressi direi quasi ti-
rannici per la vita dei cittadini i quali vivono
sotto l'incubo dell'una e dell'altra per avere
prodotti salubri e pei-fetti ad ogni costo.
Questa regola è costante per tutti, in tutti
gli strati sociali, per moltissime cose anche
non indispensabili, fuorché per il pane.
È incredibile la noncuranza dei consuma-
tori e la disinvoltura dei panettieri per quel
che riguai-da la confezione del pane! La pu-
lizia delle cose che vi si adoperano e la sa-
lute degli uomini che vi sono addetti sono
affatto negative.
Ogni inchiesta che è stata compiuta sul
L'Olio Sasso Medicinale semplice jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrana
Uy
tu
r-
II-,
un'lnchi«»ta
ln<
>;.
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ira che, bopra 600
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;ora ni disotto del
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p;i..
.weiiire in mòdo
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Tio l'aria 'la c<>r:,
\v:-
[.re liberi d;i
s. :
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<c) in patre-
le
t^
.11 la dalla stra-
lei
da, CUI)
do trasportata in
B«'I
•bbODd.
l.ile Unto ricca di
a \
cenni, d
lU di leUtne equi-
si ;
DO. ec.
sl sulla pasta o sul
faci
pane. N-
:.L*i sotterranei pa>-
gar- '-
ira che spesso
b
./ioni gas no-
ci\
> K-he il Oiiso di
Tere p.r>iit<- di
■h'', verendo assorbiti
dalle farine, rendono naaseabondo il pano.
Soltanto 1^3 forni sono in buone condi-
zioni di illuminazione, cosi che negli altri 407
riesce difficile far bene la pulizia e può ta-
cili".-nf.- ;i.-.-..dere che sul pavimento ammuf-
fit cada qualche pezzo d! pasta
cu calore del forno non basta a
st- . wf e. tanto meno, a liberare dal di-
.'■^' > ■ - > odore di muffa.
I:. HI ca!>i la nettezza dei panifici fu di*
ch»«ratA insufficiente perchè le pareti vi sono
Imbiancate o^ni due o più anni, non si dà
sapone ai lavoranti per la loro pulizia per-
sonale, si somministra un solo asciugamano
per più persone, e non esistono catini, sì che
1 lavoranti si lavano nel così detto tazzone.
La pulizia generale degli operai lascia
moltissimo a desiderare. Essendoci a Milane
troppa scarsità di bagni popolari, aperti du-
raste l'intiera annata, l'operaio deve ricor-
rere a bagni parziali che non sono certo suf-
ficentl per una completa e vera polizia. I
bagni alle cvtreniità inferiori si fanno oon
ana certa frequenza, ma il sapone manca in
più di 800 panifici. Sono prorvisU di cattot
205 panifici, ma alcune volte faron trovati
ricoperti di ano strato di polvere. Iodico di
lungo disuso, e. per confessione degli stessi
operai, la lavatura viene fatta o nelle seochie
del sale, o (più spesso) nel tazzone, rarissime
Tolte alia tromba.
Le latrine sono lo grande maggioranza
lontane dal locale del panilMD, spesso Del-
l'i^partamento del padrone, tà die gli operai
trovano più comodo e sbrigativo rioorrere a
secchie o alla vasca della tromba. Solo in
quattro forni si trovano sputacchiere I
Queste constatazioni furono confermate
un» inrhioata compiuta i-\
fi dH lavoro di Koina; i p.i
" -rui»*!. mancano di
HpcMHo più adatti
lo e le muffo
.ro non »<»no
il" Jils-.l «o
facile la trasmisaione di parassiti e di malatti<
Quali le cause di questo ripugnante quan-
to strano stato di cose in una industria in
cui la luce, il candore del muri e delle tel<
e l'igiene della persona dovrebbero esser'
cànoni imprescindibili? Due precipuament< :
il fraz'ouamento della industria e il l,iVor •
notturno.
La confezione del pane viene generalmente
considerata come una industria delle più sem-
plici, delle più elementari - per baco' Io
fabbricano le nostre donnette del cont.i : !i
casal — e quindi viene assunta da un ^'. -..•>
all'altro da chiunque voglia darsi a «|uisia
occupazione con un capatale più che limitato.
Basta l'affitto di una bottega, la ou<ttrU'>
zione in essa del forno, e l'acquisto di qual-
che quintale di farina, la clientela, special-
mente nei quartieri nuovi di una ijrande città
non manca mai, e si dà fuo<>o al forno e -^
divenU panetUeri. Per via poi si apprender .
meglio il mestiere. Così a Mlliino la •••»•
dissima ma^icioranza dei paniiici, 491 i
r81.70 percento, inipiCKada unoapoi-
di tre quinuli di farina per giorno, e occupa
tre operai. Nel SI, 28 per cento dei panifici il
proprietario partecipa direttamente alle ma-
Dipolazloni del pane, con funzioni varie, e
oiiadiuvato o dai membri della famiglia o da
qualche operaio salariato.
Si comprende che in queste con'
l'industria «iella panifloasiooe non p'
rimanere antiquata, essere antigienica, . .
snltare costosa, antlecooomloa.
Il guadagno netto sopra due o due quin-
tali e mezzo di farina panificaU è necessa-
riamente piccolo — perciò molti fornai ven-
dono col pane altri generi alimentari, dall'olio
alla cioccolata — e questa povertà dell' indu-
stria obbliga 1 piccoli fornai a ridurre al mi-
nimo le opere, e ad accrescere in tutti 1 modi,
l SPI
(JAKTOLERIA NARCISO VESTRIM
FIRENZE - Via del Proconsolo • FIRENZE
SPL.EXDII>A OCCASIONE - Vedi Baonl di riduzione.
- 494 -
leciti ed illeciti, i guadasrni : " a itnpiegar To- L'assenza quasi completa della concor-
cali di infimo ordine ; a non far faticiie e renza fra pioduttori e prodotti di luoghi
speseper tenerli puliti; a impiegar farine glia- differenti, per il carattere locale dell' indu-
ste o adulterate coWe peggiori miscele, a non stria che ne ostacola l'accentramento, rendo
cuocer bene il pane, dando acqua invece di quasi impossibile il perfezionainento della
materia nutriente; a frodare sul pane, a far panificazione e il sorgere della grande ira-
crcd.to ai loro clienti; a trarre dal lavoro presa, e favorisce l'esistenza dei piccoli nu-
degli oijerai il massimo elletto utile, assog- merosissimi fornai poveri di me/zi.
ce
o
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(C
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H
i-
o
:z;
o
PC
a
Il lavoro notturno è un'altra delle cause
della poca pulizia nella panificazione.
La luce artificiale è, in lujghi già oscuri,
e riposti, inferiore alla luce naturale e la
(1) Vedi l'inchiesta sul lavoro notturno sostituzione della notte al giorno sul lavoro
gettandoli a uno speciale regime di semi-
clausura e protraendo la durata del lavoro;
a impiegar ragazzi Invece di operai. , (1)
dei fornai, fatta dall' Ufficio regionale del la-
voro.
è per gli operai causa indubbia di deteriora-
mento fisico e morale, di grave inebetimento;
L'Olio Sasso Medicinale sempitce, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
- l'.C) -
nnA* più ^if
> fanH-
ho. A
. . ^i meno
mm In lulu
(lolla j>.)|iiii;u'i..m' e rl|>osaiido
Mi
tu:
■I^KIAIO 11 HV
U clomo.
Sin qui, abblAmo detto, perchè sembra
ormai die l'aboUxione del i«Turo notturno
debba easer presto In Italia un fatto compiuto,
e for^e nuan<lo uuosto AlwaHiicco vedrà la
lai-- a approvato il di-
se- «lai deputato for-
n* ,.....v -wLilisce che è proibito
ìm\ ivurare di notte nella fabbri-
ca.- .u', salvo opportune deroghe in
occasiono ui nere, fettlTlta speciali, immigra*
aloni temporanee.
La necessità della lejf^c si ò Imposta per
qu. -
ta
pe
tic iiiii il pAiie fre.>uo alle uove dal
ma .«^- alle sette, si spuntava con-
tro ... . ... ..l'uza degli altri fornai i quali,
fabbricando il pane la notte, lo fornivano
prima agli operai, all'ora di andare al lavoro.
E gli operai abbandonavano la Ck>operativa
per gli altri fornai dimentichi del danno che
così poruvano ai loro compagni panattieri
costretti a continuare a fare di notte giorno.
La legge palifica le condizioni di lavoro
per tutu i lavoranti e quelle di freschezza
del pane per tatti i consumatori.
I quali però non avranno troppo a soflTrire
della provvida riforma legislativa che miglio-
rando l'aomo migliorerà anche la co!»a, il
pane, e molti degli inconvenienti lamentati
polendo alla luce del sole e dopo una notte
di riposo essere facilmente eliminati. t)ltre a
ciò uno speciale lievitai di recente«invenzio-
ne, preparato nelle prime ore della «era, per-
mette che ai confezioni il pane la mattina e
lo Ki m<>t«a in >• '.do che anche al-
lura d.«l carte - ne si possa avere
pan fresco e p ^.. .
Inllutrà l'aboiiKione del lavoro notturno
anche aulla e\oluiiune ncorssarla della pa>
■ '" - ■' net
canta MpoaUloiM tenuta a Bu<lnp<ht
i qnsH progrc^ «i ^Innn farti nri h"
in quesf • »
d
prestino a cuocere lu furiue più kvaruu « più
delicate di pane per le quali sono famosi spe-
cialmente 1 viennesi.
Forni tipici, modello, esistono io tutte le
grandi metropull: le coo|>eraUve socialiste
belgbe di Bruxelles e di Gand ne vanuno
di bellissimi : sono stati costruiti Impianti io
cui il grano diventa pane senza passare per
le mani dell'uomo; e scuole di paolfloazlone
chiamano la flsii>a e la chimica a sussidio di
quest'arte, che è generalmente allo stato pa-
triarcale. Ma siamo ancora, dappertutto, allo
stato di tipi, di eccezione. La gran massa del
pane è fabbricata, come diciannove secoli fa,
a Pompei. .
In Italia qualche panificio tipico funziona
già; per esempio quello dell'Alleanza coope-
rativa di Torino, e la tendenza a munici-
palizzare questo servizio va accompagnata
dall'impianto di macchine In locali Igienici,
aereati, luminosi.
Possiamo quindi prevedere che slamo alla
fine dello stadio patriarcale, domestioo della
fabbricazione del pane, e che forze Tarlo e
indirette, di carattere sociale: l'organizza-
zione operaia premente per l'abolizione del
lavoro notturno, la oooperaziooe per l'eser-
cizio di questa industria e '■■ " '■" •■» della
municipalizzar.ione di que^ ^.nen-
zialmento pubblico, contri! ' nte-
mente e rapidamente a trai>t<<rin.H! •■ t ■■istemi
tecnici insieme con l'ambiente. superan<to le
difficolti intrinseche ohe l'accuinpai^nanu a
che ne rendono, sembra, assai piccolo il mar-
gine utile.
Il bucato.
y. quel che si è detto per il pane al può
: altr. s. i>< r il bucato: lo stesso fraziona-
mi- - 'Istria, lo stesso retrogradare
del. t Stessa condizione di lavoro
ecc«. • a.iomiala, mentre la trasforma-
zione in senso proin«sstTo con l'adozione di
mezzi meccanici al mantiene allo stato spo-
radico e tipico.
A Milano U quasi totalità della biancheria
della popolazione vieiK- l.ivat4 n.-lio num**-
rose piccole lavand»-: (; j.
città situata lungo i <
In generale, ogni i - >
della famigli-t del proprleUno o dell affittua-
rio dei locali, del terreno (che ora e' è ora
no) per sciorinare ed ascioirare i panni, del
materiale occorrente per l'imbianchimento,
e del carro con cavallo per prendere e ri-
portare a domicilio la biancheria.
Ubo o due. o talvolta anche tutti i mem-
bri della famiglia partecipano alla azienda in
qualità di dirigenti 0 personale assunto a
mese o a giornata.
Il lunedi, il padrone o la padrona, aiutati
da uno o due figliuoli o dal membri più gio-
vani della famiglia, con un carro speciale,
piatto, provvisto di ripari al quattro lati,
condotto da un cavallo molto spesso veloce,
vanno al domicilio dei clienti a ritirare en-
tro sacchi la biancheria sudicia.
Nel pomeriggio dello stoitso giorno II pa-
drone e la padrona procedono sita ripartizione
della biancheria dei clienti, senza valersi di
alcun segno di riconoscimento applicato ai
pezzi, ma della sola lunga pratica nel ricono-
scere la biancheria di questo e di quel diente
dalla qualità del tessuto.
Quindi, dalle lavandaie avventizie, si pro-
cede alla prima lavatura della biancheria a
pezzo a pezzo col sapone.
Nelle lavanderie meglio costrutte l'acqua
scorre sotto una tettola aperta da uno o due
496 -
lati, dove, perciò, le lavandaie sono soggetfe
a tutti i ligori della staj^ione. Appena lavati,
1 panni vengono disposti a strati nei mastelli
o nelle caldaie, collocando la biancheria più
sudicia o macchiata di sostanze più tenaci,
in fondo.
Nei mastelli l'acqna bollente viene ver-
sata a mano dalla caldaia a legna o a carbone
per mezzo di recipienti speciali.
Le caldaie invece sono di zinco foderate
inteinamente di aste di legno distanziate fra
di loro. Nel centro un tubo comunicante in
basso col rccppiente dell'acqua sotto il quale
sta il fuoco, inonda la caldaia di acqua bol-
lente. L'opera dell'uomo si limita quindi a
versar l'acqua fredda in un serbatoio e ad
alimentare il fuoco. All'acqua bollente è me-
ora la tarilia a pezzo. Per i clienti vecchi,
da molti lavandai si pratica tuttora il sistema
dell'abbonamento mensile à forfait, che va
scomparendo perchè dà minori guadagni ia
confronto alla lavatura a pezzi.
Il pagamento a peso, è adottato solo per
la biancheria degli ospedali, e dalle lavan-
derie a vapore.
Nelle piccole lavanderie l'amministrazione
è tenuta dal padrone, cosicché tutto procede
in modo patriarcale sia nei rapporti co' clienti
e col personale avventizio e fisso, come nella
gestione amministrativa.
Il personale fisso è rappresentato da uno
o due uomini che fanno le fatiche più grosse,
alimentano il fuoco, versano l'acqua bollente,
scaricano e caricano i sacchi, sciorinano e
Lavanderia sociale in via Magolfa, Milano.
scolata lisciva chimica (soda caustica e po-
tassa), già preparata, e che viene acquistata
in casse presso le fabbriche che la produ-
cono.
Tolta dal mastello o dalla caldaia la bian-
cheria viene nuovamente lavata e quindi
messa ad asciugare in estate sui fili di zinco
tesi attraverso un prato, In giorni di pioggia
o d'inverno in casa, su stanghe, dopo averla
passata nella stufa centrifuga mof^sa da un
motore a vapore. Questa però è assai rara.
Il giovedì e venerdì la biancheria asciutta,
rimessa nei sacchi, è pronta, e viene ripor-
tata a domicilio.
Per gli alberghi Invece il servizio vien
fatto due volte la settimana od ogni due
giorni e talvolta ogni giorno.
Il sistema più comune di pagamento è
raccolgono la biancheria, curano il cavallo. 1
Il maggiore strapazzo fisico, ò quello di dover 1
passare, d'inverno, dal cortile aperto coi panni
sulle braccia al locale delle caldaie dove, per
il calore, l'aria è riscaldata e fortemente im-
pregnata di vapore acqueo.
Gli inconvenienti che questo sistema pre-
senta sono vari; la mancanza di disinfezione
della biancheria che è mescolata senza cri-
terio da una famiglia all'altra; la facilità di
smarrimenti dei pezzi di biancheria dei quali
la piccola azienda non può rispondere per i
l'esiguità del suo capitale; l'eccesso di lavoro
al (piale sono costretti a sottoporsi in alcuni
giorni della settimana i lavoranti che sono
lu maggioranza donne e dorme attempate.
Infatti la classe dei lavandai, o meglio
delle lavandaie, sia che lavorino per conto
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
SULLE RIVE DEL TEVERE
Tricromia eseguita e stampata con Clichés in CELLULOIDE
Leggere articolo a pagina 508
L'Olio sasso Nieaicinaie semplice, joaaio eu umuisiunaiu o n ii«.uaiiiuciuc «w»
-■ -io:
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Toro delie doni.»- •»! .l<»vrcl.b.« a\ii . ••
dentemento por le ntMM ore di la\ . >
Uvo:
In loTertio:
sul lavoro or* 16, rtpo«i p«| pMil or« :>
UToro effettlTO SI nelle 00 ore,
in esUte:
sul IsToro ore 49. ripoci pei pasti ore 6.
lavoro effettivo 42 nelle 72 ore, • dovrebbe
conosccììtì a-
delle domett.
abbiente.
Ordlnarlaii
fv^ LATAXDCBM
6 o alle «de: -•
fi martedì e il lUi . ' i U au-
die alle 20 e 21. r ; alle 12.
La giornata di lave , ....._ ust per
dne giorni, ed un niiotmo di 11 ore sino a
ou maaaimo di 20 ore. Oli orari più frequenti
Fonn quelli di 18. ore roo lut^rralU di rlpoao
di un'ora per la colazione e di un'ora e
mezxa per il pranzo. Qualche pasto, oome
il cailò alla notte e la colazione al mattino,
vengono consumaU senxa abbandonar* Il pò*
Ito sol lavoro.
<iii.«l<-h«' »ltr.i
Da questo ^
so preteso In n
ne viene ohe 11 Uvuto hi
numero di giornate In un
dagno settimanale viene a
mente, d'onde derivano queste oondiziout d:
fatto:
1*. L'impossibilità per una donna di
eserdtsre 11 solo mestiere di larandala per
assicurare a sé stessa un messo oontiaoo di
sostentamento:
2*. La necessità quindi che questo me-
•ttere sia esercitato soltanto dalle osssHnriis,
- 498 -
eome mezzo di integrazione del bilancio di
famiglia, abbatidonaiido per due o dae gior-
nate e mezzo quasi interamente, ogni setti-
mana, in mano ai vicini o nella strada i
figlioletti pieculi e trascurando affatto il go-
verno della casa.
Per questo lavoro il salario degli uom.ini
oscilla fra una e due lire e cinquanta al
giorno, in danaro, al quale aggiungendo il
vitto e l'alloggio si arriva a un guadagno
complessivo di 2,20 a 4,30 al giorno; le donne
guadagnano da 1 a 1.50 nei giorni di lavoro
e altri 20 o 30 centesimi per il vitto, negli
altri giorni in cui cercano in altri lavori al-
tri cespiti di guadagno, questo va da meno
di 50 cent, a 2 lire.
L'anormalità di siffatta coudizione di cose:
In tutto il paese, ma specialmente a Lon-
dra, si sono moltiplicate le Società che pos-
siedono uno o più stabilimenti di lavanderia
— alcune ne hanno 12 e più — a vapore,
provvisti di macchine ottime.
In questi stabilimenti, per la divisione del
lavoro, una sola camicia dovrà passare per
sette od otto macchine diverse, durante una
sola stiratura. Al posto della donna maritata
di età matura o della vedova, vediamo dei
meccanici esperti alla direzione di un hangar
pieno di macchine, mentre ventine di ragazze
e di fanciulle, delle quali le più giovani hanno
13 anni, " sorvegliano le diverse macchine da
stirare. „ Anche negli altri lavori, " segnatu-
ra, „ " amidatura, „ il lavoro è predisposto e
regolato come in una officina ordinaria.
Lavatoio i'ubblico municipale in via Mario Pagano, Milano.
lavoro prolungato ed esauriente per due gior-
ni della settimana, e disoccupazione negli al-
tri sarebbe tolta con gli impianti di lavanderie
me«'caniche, a vapore, in cui il lavoro può es-
sere compiuto rapidamente con orari normali,
In modo da poter consegnare da un giorno al-
l'altro la biancheria alla clientela.
In Inghilterra specialmente, in pochi anni,
la lavanderia ha preso uno sviluppo econo-
mico molto rapido, ed ha subito una note-
vole trasformazione.
L'antica industria domestica è diventata
un'" azienda . di tipo moderno, meccanico,
caratterizzata dal raggruppamento delle ope-
raie in uno stesso locale e sotto un'unica
direzione, colla suddivisione del lavoro e con
l'impiego di macchine che eoonomizzano
aula mano d'opera.
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato
Ma accanto a questi impianti moderni
sussistono anche a Londra in larghissima
scala le piccole lavanderie a mano, alcune
delle quali si trovano nel sottosuolo in vere
caverne nere, illuminato da un becco a gas
e cosi piene di vapore, che lo due operale
che vi lavorano non si possono neppur ve-
dere tra loro. La legge è in parte impotente
e in parte insuBìciente a proteggere i lavo-
ranti di fronte alle esigenze del pubblico
che consegna la biancheria il lunedi e il mar-
tedi e la rivuole al sabato, d'onde un lavoro
ecceSvSivo il giovedì e il venerdì, anche di
notte, cosicché nel 1903 scriveva il Wood
queste considerazioni estensibili anche agli
altri paesi:
" Niente impedisce che la biancheria rice-
vuta 11 lunedi sia riconsegnata, anziché 11
ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
* K perchè poi un' industri» doMt>bb^ rt-
nianrr<« <1Uor-*aiiur.it.» e iioii i<'v*i>hif* snlo
p«r ' it» che
IHM. \a ch9
è i'.
'>sa applica*
mbb*Tn<
C«rsl alit
Avrebbo ;
tela del y < cvpace al padioue pia
rapace, o strare che quest'esodo
sarebbe !..
* In rralta m e sfruttata la simpatia d?l
pubblico per la povera vedova a profitto dei
padi •»• - - <n capiscono neppure 1 propri
aria • del bucato delle madri di
fati. ri sono ingrossate oltre mi-
sura por mantenere un sistema crudele e ro-
Tinoso.
*>è tempo di metter fine a un tale stato
di cose io nome dell'umanità e in nome del
•enso comune degli affari. ,
Ora, infatti, sta dinanzi alia Camera dei
Comuni un disegno di leg^e, già approvato
in seconda lettura della Camera dei Lorvii,
col quale tutti gli stabilimenti di lavanderia
•ODO aottoposU alla legge del 1901 sulle fab-
briche e sugli opifici soggetti alla ispezione,
comprese quindi le lavanderie fin qui escluse
dall'oasenranza della lep;:^ che oltre ai mem-
bri della famiglia hanno due lavoranti 'sala-
riati. Solo per far fronte all'urgenza del La-
voro, gli stabilimenti di natura commeivialo
potranno impiegare delle donne tre volte la
settimana, per 13 ore, comprese le ore di
riposo, riducendo però proporzionalmente le
ore di lavoro negli altri giorni, cosi ohe il
numero delle ore di lavoro nella settimana
non ^np^'rt 1** ♦?*.
e limiUtrice del
lav ;>provata come in
Inp ' minat-ciata come
lo Germania ha vjmpre sollevato le proteste
(tei proprietari lavandai perchè, affermavano,
avrebbe rovinata l'industria. Invece. dopo, si
•ODO persuasi che 1 timori erano affatto insos-
ststeotL A L<indra il proprietario di una gran-
de lavanderia a mano confessava che d^po
l'applicaxlooe della legge, con W operai, egli
otteneva Io stesso lavoio di prima con 72. In
Olanda anohe le lavandaie erano contrarie alia
ridaalone della giomaU di 11 ore per una ra-
gione~~ di dirertlmeoto. Prima, lavorando
dalle 5 del mattino alle 8 di sera, dormivano
nella sUbtlimento, e alla sera dalle 8 alle li
d'ai
un 1 :
mo''
St4>>
tutt
IT»'''-
! <»i>|)«>iie 11 r.into più elevato rti-l
lavato.
N meno, una applicazione rigorosa e
vigliamo della legge sul lavoro delle donne
e dei fanciulli può ottenere questo: di abo-
lire il lavoro notturno, di ridurre la gtornat.i
di lavoro nei suoi limiti normali sopprimcnclo
l'orario continuativo e spossante di in o 20
ore su 24, di rendere superfluo il sistema del
pagamento della mercede in parte in natura
anziché tutto in danaro, di ridare quindi al-
l'operaio maggior riposo, maggior libertà e
maggiori garanzie della esatta ed Integrale
percezione del suo salario.
Oltre a ciò, dovendosi il lavoro oggi com-
piuto in 3 giorni a Ift e 20 ore al giorno, con
riposi effimeri, compiere in giornate di 12 a
16 oro con riposi di 2 ore, ne verrebbe di
necessità che o si aumenterebbe il penonale
o si prolungherebbe 11 lavoro per un'altra
giornata nella settimana, rendendo più sta-
bile, in questo secondo caso, l'occupazione
delle lavandaie, le quali non avrebbero biso-
gno di andar cercando occupazioni in altri me-
stieri, ricavando esse l'intero sostenumento
settimanale dalla loro professione abituale.
Ciò andrebbe un po' contro le abitudini
del pubblico, il quale dovrebbe adattarsi a
ricevere i panni imbiancati il venerdì o il
sabato invece del giovedì, ma il danno non
sarebbe tanto rilevante da non poter\Ìja abi-
tuare.
11 pane raffermo alla prima colazione, e
la camicia il sabato invece che il giovedì
valgono bene la salute e il riposo di migliala
di persone, e la maggiore igiene nei procesal
tecnici per tutti.
Né è detto che sotto 1 nuovi blaogni la
tecnica non escogiti anche nel bacato alsleml
di lavorazione meno oostoai del grandi im-
pianti a vapore, che oooeilino !• eàleeine del
lavoranti con quelle della clientela, mentre
la oooperazione può efflcaoemente aiutare 11
perfezionamento di questa industria anendo
in aziende importarti e provviste di mezsl i
pici-oli lavandai rozzi, arretrati e alieni del-
l'adozione di qualunque sintema oos't igienloo
oome meocanioo moderno.
AuEasAXUBo Sanavi.
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Invio GRATIS Catalogo.
rT^k^^'"
Lo STABILIMENTO DELLA NUOVA SOCIETÀ G. B. BORSALHTO FU LaZZABO E C.
PEB LA FABBRICAZIONE DEI CAPPELLI.
COME SI FANNO I CAPPELLI
Nel passato si può dire che ogni città ita-
liana avesse la sua particolare industria, clie
la rendeva rinomata in ogni parte del mondo.
Purtroppo, per il maggior numero, essa non
rimane clie ricordo. Pochissime hanno sa-
puto conservare la tradizione, adattarla alle
esigenze della moderna vita industriale, così
da serbarle sotto nuovo aspetto la primitiva
grandezza.
Una di queste città fortunate è certamen-
te Alessandria. Se l'industria dei cappelli si
è impiantata anche altrove, Alessandria ha
saputo mantenerle un carattere aristocratico
per la liuezza della sua produzione. Questa
era nell'antichità affidata esclusivamente alla
piccola industria. Erano legioni gli artieri che
lavoravano il cappello in una piccola bottega,
aiutati da qualche operaio. Ma è ormai un
secolo che per opera dei Camagna prima e
per quella di Giuseppe e Lazzaro liorsalino
poi, la grande industria prese il posto del-
l'antica: assorbì la mano d'opera, e colla
progressiva e sempre più vasta adozione dei
mezzi meccanici riuscì a far penetrare dap-
prima, ad imporre poi su tutti i mercati del
mondo, la supremazia della sua produzione,
circoscritta cioè ai ciippelli fini di feltro di
pelo. Ne è venuto cosi che il nome di Ales-
sandria è diventato oggi per 11 mondo in-
tero sinonimo di finezza di materia prima,
di bontà di lavorazione, cosicché questa pro-
venienza italiana non è più nascosta dai cap-
pellai forestieri, magari sotto 11 nome di qual-
che città inglese, come si faceva in passato.
Da tutto ciò è derivato che in Alessandria
ha potuto fermarsi una maestranza di spe-
cialisti nella lavorazione del cappello: ognuna
delle Infinite operazioni per cui questo og-
getto così necessario deve passare prima di
far bella mostra di sé nella vetrina di un
cappellaio ha degli operai specialisti per com-
pierla; operai cioè che hatuio spesso eredi-
tato di padre in figlio le particolari attitu-
dini, così da poter essere considerati insu-
perabili.
Or sono circa due mesi che, trovandomi
in Alessandria, mosso da curiosità, volli as-
sumere informazioni sull'industria alessan-
drina del cappellificio, sulla sua prosperità.
E con grande piacere appresi che l'industria
va sempre più prosperando. La prosperità
anzi è tale che la vecchia ditta Giuseppe
Borsalino & Fratello non è più sola a far
onore al nome industrialmente glorioso doi
Boi-salino. Morti Giuseppe Borsalino e il di
lui fratello Lazzaro, i tìgli di entrambi soii
diventati l'anima di due Società: una, l'ai
tica, è oggi un'anonima avente alla sua test.i
uno dei figli di Giuseppe; l'altra, nuovissi-
ma, è un'accomandita, di cui è anima il figlio
di Lazzaro, vale a dire Giovanni Battista
Borsalino, che per ben un ventennio aveva
fatto parte della vecchia Società, acquistando
in essa singolare competenza e perizia. Non
un astioso spirito di l'ivalità e di concorrenza
fu la causa di questo scindersi di forze, ma
un bisogno di ditì'erenziazione reso necessa-
rio dalle crescenti richieste del mercato in-
ternazionale. E che ciò sia la verità lo di-
mostra il fatto che nel mentre la Società
anonima, ohe risponde al nome antico, non
fu per nulla scossa dal sorgere della nuova,
questa in soli otto mesi è arrivata a una
produzione quotidiana di 1200 cappelli, che
dovrà essere portata, non appena ultimati i
nuovi impLintl, a l.>00, e ohe salirà certa-
mente sempre di più.
- e 1111- Sjxjrial"
\r>i c«sl parlerò
:<-s«0 In- ftppO;iXl'> , ;
merita p«r- miracolo Industriai» poUMM oouptn
elaie con cui l»<\v
fu Lascaro e C. si
interamente versato
•nato
subito a L. 3,360.000, ed elevabile a 4 milioni.
Io non conocoevo dHrindastrla del cop-
pelli che 11 piooolo saggio capotto al pnV>
blioo nella aalleria del Lavoro deirBapo»;
UKA I>ELLE MACXUiXi: UIBASTITUIì I.
(Fot. Origgi, Atfstamdria).
la soli oinqae moti fa p<»ssfbna adattare
l'antico grandioso stabile della Società Eno-
logica Italo-Oermanlca, aamMitarlo di an
plano, creargli attorno padiglioni, fornire lo
stfbllimento di tolte le più recenti e per»
fesiooate macchine, iniziando nel latito la
lavorazione, che oggi da gii lavoro a 700 ope-
rai ed è in grado — come dicevo — di far
fronte alle richieste con 1300 cappelli gior-
nalieri. Sa 10,000 mq. di area sorgono oggi
11,000 mq. di laboratori azionati da ana forza
motrice a vapore — ohe col nuovi impianti
salirà a 400/500 cavalli — e da 150 cavalli
di enerva elettrica.
zione di Milano. Ma in questa si trattava di
una lavorazione speciale e limitata, quale
poteva essere consentita nel breve spazio
ooooesso ad una mostra. Ed essa non aveva
per tale ragiono ^ oaratt4>ri che contraddi-
stlnguono una grande. coloRsale produzione.
Ho perciò chiesto di poter visitare i gran-
diosi sUbilimenU della * O. B. Borsalino fa
Lazzaro • C^ • giacché e<si. per la loro reoen
tlsalma fondazione, pote%-ano darmi un'Ida-
completa di quello che di più moderno con
traddlstlngue oggi Tindostrla dei csppelU
fini. QU amministratori della fortunau Im-
presa, 1 direttori della statsa mi fOrono lar-
502
ghi di ogni più ospitale accoglienza, consen-
tendomi di farmi un'idea del processo per
il quale un cappello lìiio di feltro di pelo si
forma.
Un cappello! La parola è una sola, ma
dietro quest'unità immagina il pubblico cosa
si nasconda? Esso potrà farsene un'idea ap-
prossimativa pensando alla varietà delle for-
me, delle tinte e alla mutevolezza incessante
della mode. Un cappelliflcio che non produce
quel genere dozzinale che è riservato alle
classi fra le quali gli influssi della moda si
risentono più lentamente e quasi sempre di
seconda mano, ma bensì il genere line — che
deve accontentare i gusti e spesso crearli, e
non i gusti soltanto del popolo di una na-
zione, ma di molti popoli delle più differenti
nazioni, che deve quindi preoccuparsi delle
diverse esigenze dei climi, delle diverse aspi-
razioni di infinite categorie di persone —
deve essere un po' come un osservatorio. A
chi mi legge non è mai accaduto di ritro-
vare *i qualche vecchio canterano un cap-
pello dimenticato da qualche anno e di ri-
manere stupito per l'enorme ditteronza che
passa fra esso e il cappello oggi usato? Qual-
che centimetro di più o di meno nell'altezza
della " cupola „ o nella larghezza delle ali
stabilisce subito una differenza per la quale
se voi usciste col cappello antico, muovere-
ste al riso. Ciò dimostra l'estrema delica-
tezza estetica che governa la produzione
industriale del cappello. Non siamo più ai
tempi in cui il cappello di castoro durava
la vita d'un uomo e passava poi in eredità
ai suoi successori. Oggi la moda capricciosa
muta rapidamente i gusti, moltiplica le esi-
genze e il minor costo — reso possibile da-
gli sviluppati commerci e dalle applicazioni
meccaniche — combinato col maggiore be-
nessere seconda questa varietà e questa mu-
tevolezza di gusti.
Basti il dire che le forme più in voga
attualmente in Italia sono un centinaio per
i cappelli molli e una cinquantina per i duri.
Ma se noi usciamo d'Italia e volgiamo verso
i paesi caldi o verso quelli freddi, o attra-
versiamo i mari, troviamo che le foggio dei
cappelli duri sono circa 200 e quelle dei cap-
pelli molli oltre 660. E oltre alle forme ci
sono i colori — io ne ho contati 36 — che
mutano essi pure con una insensibile suc-
cessione di nuances, e che danno circa 600
combinazioni diverse di tinte.
La nuova Società " G. B. Borsallno fu
Lazzaro e C. „ esporta i suoi prodotti attuali
In tutti gli Stati d'Europa, alle Antille, al
Sud-Africa, alle due Americhe, all'Estremo
Oriente, all'Australia: quindi e><sa può dare
un'idea esattissima di ciò che è il cappello
fine in tutti i paesi del mondo.
Data questa enorme varietà di forme è
difficile precisare come la lavorazione di un
cappello si compia. Quando si pensi che io
ho veduto in lavorazione cappelli molli che
non pesavano neppur 40 grammi e alcuni
duri che ne pesavano appena 65, ed altri in-
vece straordinariamente pesanti — perchè
così sono richiesti dall'uso o dalle esigenze
climatiche di parecchi paesi — si compren-
derà come ogni tipo voglia una lavorazione
8U» propria,
Contentiamoci perciò di una rapida scorsa
attraverso le sezioni.
Ecco il deposito del pelo. Un vastissimo
ambiente, ove in pacclii è il pelo quale ar-
riva dalle conperies di Francia e d'Inghil-
terra: pelo di castoro, di lepre, di coniglio e
sovratutto di quella specie di conigli da pelo
detti garennes. 11 pelo della pelle d'un intero
animale è tagliato dalle conperies e impaccato,
in modo che voi lo potete riconoscere in ogni
sua parte ed escludere a prima vista che di
esso faccia parte quello che ricopriva le gam-
be e la coda, che essendo troppo forte sa-
rebbe inadatto. Del pelo vengono fatte mi-
sture, a seconda della qualità del cappello
che si vuol produrre. Stabilita la mescolanza,
il pelo viene sottoposto col mezzo delle sof-
fiatrici a un'operazione intesa ad eliminare
ciò che può contenere di scarto o di pelo
troppo coriaceo. Gli si toglie così il 20%. Il
resto, che viene a formare come una piuma,
tanto è soffice e leggero, costituisce la ma-
teria prima destinata a creare la cosiddetta
" imbastitura „ o il primo feltro.
La macchina " imbastitrice „ è interessan-
tissima. In scatole di metallo è la quantità
di pelo necessaria per formare il feltro; quan-
tità maggiore o minore a seconda che questo
dovrà servire a formare un cappello pesante
o leggero. La massa del pelo viene introdotta
dall'alto della macchina imbastitrice, la quale
a mezzo di un soffio lo divide in tutti i suoi
componenti e lo fa cadere così sciolto in una
specie di cameretta di vetro. Nel mezzo di
questa è un cono reticolato a fori finissimi,
girante velocissimamente intorno a un pernio
e sotto questo cono si effettua una forte aspi-
razione d'aria, che si accompagna a una piog-
gia d'acqua calda. Il pelo soffiato dall'alto e
aspirato dal basso viene così a distribuirsi in
superficie uguale sul cono e l'acqua calda
opera il primo intrecciamento dei peli fra
loro, così da costituire una massa unita, che
forma appunto l'imbastitura, o la trama del
feltro futuro.
Questi coni di feltro sono grandissimi e
data la loro grandezza voi non supporreste
mai, che di quella specie di sacco conico, di
un impreciso color grigiastro, era in origine
costituito il cappello che portate in capo, per-
chè esso deve ancora passare per una quan-
tità di operazioni, le quali significano altret-
tante riduzioni. Eccolo infatti sottoposto a
una asciugatrice a forza centrifuga, poi a va-
rie specie di massaggi asciutti ed umidi.
L'operazione d' "infeltrire „ è una delle
più complicate: ai bagni acidi destinati a sia-
nave il feltro, segue l'opera delle follatrici
americane, quella delle vouìettines destinate
tutte a rendere il feltro più spesso e resistente.
Là lo si sfrega, qua lo si lava, più in là Io si
comprime e lo si batte. Quello che la basti -
tura viene così acquistando in resistenza lo
perde in grandezza, tantoché la vediamo sem-
pre più impicciolirsi. E quando l' infeltrimento
è completo, comincia la lavorazione. L'opera
di tintoria varia a seconda della qualità e della
tinta; per certi generi essa è compiuta du-
rante l'infeltrimento, per altri a lavorazione
già iniziata.
I procedimenti per I quali 11 cappello Tiene
assumendo una forma sono infiniti: U feltro è
- 503
no affldaM. Il cappello ti
e Col tiu'7.?.o di »:otH di
• ■ i.-e,
— che ■
scorre I ■
lo sUt>
ooloni't-
netti e :
donne atmnduiio,
del laToro. alle op
un ordiniì e ui:a i
g
L^ * LATO&AZIuXX BIAXCA ,
(Fpf. Griffo, A.
lENB L airiU.TKUUUCTO.
tmpeni per ofnl partloolerità. ed ogninift di
esse rappreeente un* Tera ounquiste del gè*
Dio dell' aomo.
L'opera di rtflntmento InterrieDe: fl oap-
a#e»eo ^
pello è spazzolato, stirato,
applicati bordi, nastro, marooolUiio, fòdere.
Fra il cappello duro e quello molle paeea
questa differenza, che il primo è sottopoeto
a una speciale operazione detta d' inoatrama-
tara. compiuta con una soluzione speciale,
la quale gii dà Im necessari* durezza.
Ha ciò ch'io ho detto se paò bastare a
dare una idea della complessità delle opera-
zioni per cui passano il pelo prima di diven-
tare feltro ed U fe.tro prima di diveuUre
ohe n ceppello prima di naw^re ha
stato ri'. ■■ ;■ .•■■'* '
ogni pa
•Ilo SU'
qnantit.. ore. la g: .
nonché .ento. Qoc^-
eacloni „ « paasaport.
peto a cappello nel suo nascere, nel suo i
marsi. perchè l'ordinazione porta a ter.-
segnate tutte le operazioni per le quali
cappello dovrà passare, e ogni operaio che
le compie deve segnare il suo nome.
Ciò spiega oi>me il cappello, malgrado una
produzione cod ooloasale, s' individualizzi, e
l'ordine venuto i\»l Meaiioo per date forme
- 504 -
(ìi testa, trovi con una precisione e una ra-
pidità meravigliosa, un'esecuzione perfetta
del pari di quello arrivato dai paesi nordici.
Vi sono poi in questa produzione dei lati
di un singolare interesse.
Nella lavorazione del c.ippello si usano due
generi di forme: quella por la cupola e quella
per le ali. Il battesimo di queste forme è
lasciato agli stessi operai. Questi i)ropongono
e il capo operaio sceglie e dispone.
Per le forme della cupola non c'è gran
libertà di scelta; poiché variano meno, si è
tenuto per esse i nomi di citìà. Le forme
delle ali invece, essendo assai più numerose
Carducci,lV[azzini,Zola,Noebel. Bellini. Bracco,
Doni7,etti, Franchetti, Verdi, Giusti, Pasteur,
Cilèa, Bonci, Caruso, Garbin, Salvini, Aligi,
Mila, Jorio, Iloio, Zazà, Ornella, Vinicio, Ursus,
Elsa, Pai'sifal, Tristano, Isotta, Wagner, Zac-
coni, Nennelle, Alceste, Argo, Amleto, Bovio,
Brunilde, Barnave, Boito, Cattaneo, Danton,
Darwin, Diderot, Imbriani, Ibsen, Lear, Lu-
tero, Loria, Milton, Mirabeau, Melò, Notari,
Oberdan, Socrate, Saffi, Sarpi, ec, ec.
Anche le tinte dei cappelli portano titoli
speciali, ma questi sono nomi di luogo e an-
che nomi fantastici, come ad esempio: Alpe,
Cesio, Liri, Scais, Garda, P^del. Rupe, Erbea,
Fauno, Fraele, Venina, Zana, Tauro, Rolla.
Ho voluto notare questo particolare che
mi ha colpito, perchè esso prova come quel
Le macchine pressatrici nella sezione informatura.
(Fot. Griggi, Alessandria).
e suscettibili di modificazioni, portano quello
di persone reali o fantastiche, di glorie sta-
bili o di quelle molto passeggere dell'ora che
passa. L'opera letteraria o artistica che fa
rumore trova ripercosso 11 suo successo nel
battesimo che dà a una data forma d'ala di
cappello. Ieri erano 1 personaggi del Quo
Vadis? e oggi sono quelli della Figlia di Jorio
che Imperano. II nome dell'autore che tutto
sacriBca al successo, si trova accostato a
quello del martire ohe sacrifica la vita all' idea.
Ma di questi nomi ho voluto notare quelli
ohe mi si affacciarono all'occhio, ed eccone
alpunl : Dante, Edison, Marconi, Volta, Tasso,
tanto d'idealità e di poesia che l'operaio ita-
liano aspira fuori dalla vicenda incombente
del suo lavoro, si ripercuota poi in questo,
lo accompagni nell'opera quotidiaiia, raggo
di luce intellettuale, ondata avvivatrice di
calore morale, che certamente cooperano a
rendere la sua produzione esteticamente mi-
gliore.
Un altro rilievo degno di nota, è come
questa grande industria faccia tutto da sé:
dalle forme alle fodere dei cappelli, alle stam-
pigli3 dei marocchini, alle casse e alle scatole
d'imballaggio, portando così nella confezione
dei (iettagli una vigilanza assidua ed efficace,
Ma r industri» dol cappeHtflrio In Alessan-
dria mi licliiAnia anche n^ an altro atifo-
nMnto. ohe rl^'uarda din^ttàmeote gli operai.
U«a don* ra«rli'ni p.r 1.» . inali spetM un'in,
dosirla locale decade è che essa non sa te-
- - !e oondlziODi della mano d'opera al li-
i'ià
Ja-
o a
t «lampa Italia»
\ n r.-n<-r.« un»
-ot-
j.cr
**" - - vw., t-,,« ,- , il->-<llll£ÌUllO
dei nuoTi operai e le modalità di lavoro, eoo
Una deio^k sxzioxx ovx i cai
: SBALLANO PEB KSSKKX OIFrUSl Ut TUTTO tL MQSl>'>
{Fot. iiriggif Alétaamàrio).
vello eoi hanno aapnto glangere altre inda-
strie^ onsiooliè questo Msorbono gli elementi
migliori. ^^
Ricordo ohe or non è nllto tempo ebbi
a interessarmi dell'indastria del coltelli di
( .amn.)t>sMo. QiiestA Città, cho fo colebr* in
- -> nella produzione dei coliHIini e delle
flnameoto lar orati, non ha qna^i più
i . . ^ ria. Solo pochi vecchi operai resistono
H :• I er vira la tradiiione. Quale la ragione
di :.i;^ta deoaden;:a? Una sola, e cioè le dif-
ficili condizioni economiche create agU operai
di qaesta indastrla. Tali condizioni hanno
^tto SI che molti operai hanno preferito oer-
una garmnsia pecn-
rai p«r l'osservai'
rata e l'impegno •
prlo contratto, acc
cointeressanza sti;.
iribnzione all'erezi
.-irte degli ope*
i*he per la dn*
un vero e pro-
;';<ri t<emp«> no«
' forma di con-
-..<> operaie.
Il contratto di Tonno — col quale quella
fabbrica di automobili si garantiva la propria
maestranza, di front» alla ricerca febbrile di
operai da parte di nuove fabbriche — non
era però il primo d'IUlia. Questo primato
spetU alla ditta Q. B. Borsalino tu Lassare
e C della quale mi occupo, di» alo dal 17
ina^o 1906 e cioè due mesi prlnw d'IalxUur*
506
la propria lavora/Ione, stabiliva colla Fede-
razione italiana dei lavoianti cappellai un
contratto, di cui credo utile dare le princi-
pali disposizioni.
Con esse la ditta si impegnava di non as-
sumere personale per la lavorazione del cap-
pello al difuori della Federazione Italiana
Cappellai, che, all'uopo, costituiva nella pro-
pria sezione in Alessandria, un ufficio di col-
locamento, di cui faceva parte anche un rap*
presentante della Ditta. Nel caso però in cui
detto ufficio di collocamento non potesse
provvedere un dato personale richiesto dalla
Ditta, questa allora avrà diritto di procu-
rarselo altrove, direttamente, impegnandosi,
però, a dar la i)recedenza ai federati, ed ec-
cettuati, in ogni caso, gli espulsi dalla Fede-
razione.
Con apposito regolamento interno, con-
cordato fra le parti, sono stabiliti gli orari,
ancora una nuova conciliazione dal Consiglio
della Federazione (sezione Alessandria) uni-
tamente ai dele^'ati biella D tta.
Se invece la vertenza riguarda quistionl
disciplinari o di interpretazione del regola-
mento e del contratto di lavoro o altra qual-
siasi di carattere giuridico, le parti si rimet-
teranno ad un Collegio arbitrale composto
di due membri nominati dalla Ditta, di altri
due nominati dalla Federazione Cappellai, i
quali quattro eleggeranno il quinto artdtro.
Nel caso di disaccoido in tale nomina, il quin-
to arbitro sarà di diritto il direttore dell'Uf-
fìoio governativo del Lavoro o persona da
lui scelta.
Nel caso di introduzione di nuove mac-
chine che importino diminuzione di mano
d'opera, il personale così sopravanzato si de-
stinerà in altre sezioni di lavorazione affine
ed a parità di guadagno.
L USCITA DEGLI OPEEAI DALLO STABILIMKNTO G. B. BoKSALINO FU LAZZABO E C.
(Fot. Griggi, Alessandria).
l'osservanza del riposo domenicale, la mer-
cede per le ore di lavoro straordinarie e tutta
la materia disciplinare, che non sancisce mul-
te, e la cui osservanza è affidata, per le qui-
stionl di carattere particolare o personale ai
delegati degli operai, e, nei casi più gravi,
ad una Commissione interna composta di tre
delegati operai e di tre rappresentanti della
Ditta.
Riuscito vano anche questo tentativo, le
parti, previo " ultimatum „ e sempre quando
la vertenza riguardi una qulstione di tarlile
o di modalità di lavorazione, saranno libere
di agire come meglio crederanno.
Se coir intervento di tale Commissione in-
terna non si ottenesse raccordo, sarà tentata
Come si vede, si tende con tali accordi
non soltanto a impedire gli scioperi vani, dan-
nosi per tutti, ma a tramutare le Leghe in
vere Società di lavoi-atori specializzati, fa-
cendo rivivere quelle corporazioni d'arti e
mestieri che furono in passato gloria d'Italia.
Si aggiunga che la giornata di lavoro ò
di 10 ore, che questa il sabato o* il giorno
ohe precede due feste è ridotta ad otto ore
e mezza; che alla Cassa di soccorso interna
e all'assicurazione alla Cassa Nazionale di
Previdenza contribuisce largamente la Ditta,
la quale infine per patto statutario destina il
5% degli utili agli operai: si .aggiunga tutto
ciò — dicevo — e si comprenderà come in
pooUi mesi la nuova Ditta abbia potuto for-
msni. rtin» .^n»r<» Mltnrrt* » te luoiu •oo«l- iirA
lenti clouirnti ci imporsi. Oon<
■TtiT»'
QqaiiUì ho scriiitt |>anul debba estere n-
Klon« di vlT» Roddufaxione per li paese no-
stro <•••• • • ■• *■■ i......
il >l dobblsmo ni' per
■ Ijudu al
iue«t« vi>
mesi una
la, cresta e svt-
risaltati solo ot-
d'annl.
non possiamo
qn*«»t«> diflTeren-
• rsi di
nva-
psrte del • tid.
arabi, eglr. con
fteresxa ad i In
lettere Itallohe, Ui lui»{tia U' ^ -'-
ftstioasiont, seiixa rldaxioni. ^
ni, e penssTo ohe e«Ma dal i ■ Uv-
daecento cappelli dlMemin.-. nte
oranqae. sa oi^nl terra «tr bbe
istillato. In molte teste rispetto e c<.ii«.iriera-
zlone per questa nostra patria lUliana.
Augusto Biaoi.
[Fot. Grigli, JlMmuirio).
LA MODERNA STEREOTIPIA
Applicazione della Celluloide. ^^^
11 progresso nell'arte tipografica — vero
prodigio dell'umano sapere — continua la sna
linea ascendcMitale, ra^'gi ungendo man mano
le più inspprate altezze. " L'uomo — cosi
Adolfo Padoaii — è il prodigio di Dio, il li-
bro è il prodigio dell'uomo „.
Ma facendo ancor nostro il pensiero del
Sala, illustre collaboratore à.e\V Archivio Ti-
pografico, diciamo che l'uomo, ergendosi sul
meraviglioso sviluppo delle industrie e del
commer(!io, ha voluto ad esso coordinare la
nu)ltiplica/ioiie delle riproduzioni a stampa.
VA al pertezionamento delle macchine tipo-
grafiche, che lanciano in un'ora nel mondo
migliaia e migliaia di esemplari dai più sem-
plici ai pili complicati, non solo ad uno ma
bensì a vari colori, ha tenuto pari il pro-
gresso nella rapida esecuzione delle forme
e dei cliches; ed eccovi che anche la mac-
china da cumporre ebbe degna alleata la ste-
reotipia in piombo, che permette di ripro-
durre da una prima composizione parecchie
altre identiche, rendendo cosi ancor più sol-
lecita la stampa degli esemplari.
Ria il sistema di stereotipia non poteva
fermarsi alla prima tappa, a quella cioè in
piomiio.
L'uomo nella sua febbre di innovazione
e di perfezionamento, nel mentre veniva man
mano a conoscere come detto sistema non
potesse reggere degnamente a lato delle altre
sue creazioni, né potesse seguirlo fin dove
egli intendeva elevarlo, ne escogitava una
degna e sicura emancipazione. E fu dopo
studi pazienti, continui e diligenti, che rag-
giunse finalmente la splendida Invenzione
della stereotipia in celluloide.
Non vi ha composizione per quanto com-
plicata, non vi ha cliché per quanto fine, che
sfugga al nuovo trovato : e con una sola ma-
trice, pur essa in celluloide, possono con una
velocità incredibile riprodursi innumerevoli
stereotipie.
Ai tipografi il giudicare la importanza di
simile trovato, che con spesa insignificante
permette di riprodurre in celluloide anche
il più meraviglionn processo fotomeccanico: la
Tricromia, e con una precisione assoluta nella
sovrapposizione dei colori, prestandosi alla
stampa con grandissima facilita.
Chiunque abbia visitata la Galleria del Tia-
voro nella grandiosa Esposizione di Milano,
avrà potuto assistere alla esecuzione delle
stereotipie ed alla tiratura dei clichés in cel-
luloide eseguite in modo sorprendente.
L'importanza del nuovo sistema, protetto
da brevetto di invenzione in tutte le nazioni,
ebbe degno apprezzamento dai tecnici del-
l'arte tipografica ed una grandiosa Società
Internazionale sorse a Genova con tre milioni
di capitale, sotto la denomin.azione di Società
Anonima fnleriuiziofiale per i Clichés in Cellu-
loide Uacignhcpi, collo scopo di far conoscere
ovunque e di cedere le licenze agli stabili-
menti tipografici i quali, da soli, potranno
cosi eseguire stereotipie col nuovo sistema.
Alla ditta Ridolfi ed Agostini di Firenze,
venne affidata la Rappresentanza Generale per
r Italia: ad essa dovranno quindi rivolgersi
le domande di concessione.
La presente pagina e la riproduzione a
colori che abbiamo voluto dedii-are all'im-
portante invenzione, vennero stampate con
clichés in celluloide. Con queste ognuno può
giudicare a quale grado di perfezionamento
il genio umano abbia oggi elevato il sistema
di stereotipia.
(l) La celluloide usata per simile lavorazione è di qualità speciale e brevettata.
^11 11^^
La oxakdx Caxhxkjl Y. Valtamou Vbaxoo or QxanàOXAXO (rorfiM).
COME SI FA LA CARTA
(Visitando una grande Cartiera),
'.irta di strac M. nota ai Cinesi da tempo
>lmo. si coiiiJni'iò a fabbricare in Oc-
solo nei XII !>ecolo. Il niunoscritto più
!i carta di stracci, fra (lui-lli che ci Tv
portano una data, e dei 1154. E dopo
re di Spa^'na. che »<ino le primitive
:.a fu a XativaK par*' che la cirtiera
. tica »ia stata ui Italia quella di Fa-
briano nella Marca di Ancona, già fiorente
nel Moolo Xlil.
Nel primi tempi dell' tndastria gii stracci
si fiaceTano semi-impatridire e fermenure
neir umidita, poi si tritavano, bi scaldavano
e ai batteTano flr><. a r durll ia pasta.
Le primo <>arta, destinate sol-
tanto a scn. peaantlaslme ed lo-
coliate, nel ke-i:<<.<j .v < i. »i introdiuae la carta
senra colla pei libri e le sUmpe In genere.
Perfezionamenti notevoli nella fabbrica-
zione della carta a maocbinaitarouo apportati
verso il prtuclpio del secolo scorso dai tede-
sebi e dagli inglesi: le macchine complica-
tissime che ogKi si tuuuiu nelle (crandi car-
tiere traggono origine da quelle del Dickinson
e del Foudrinier, cbe pei primi dettero nuovo
impulso all'industria moderna.
La carta può fabbricarsi a mano o a mao*
china: il primo metodo si adatu principal-
mente alla carta di pezza di maggior valore;
questo sistema, usato anticamente in tutte
le fabbriche, oggi si è ristretto di molto, e
serve soltanto per la fabbt trazione delta carta
speciale di luiwo, della carta bollata e per la
fornitura di qualche amministrazione: inAmr''
rica nou vi sono più fabbriche di carta a oui>
ed anche le carte-valori hi fanno a macchili-
Oggi quasi tutta la fab. ricazion<' !• : i
carta è fat:a con macchine, che o.Ti
grandixstmi vantaggi dulia celerità, d-
uomta e dflla precisione. Anche n«'
bricazione della carta a mano lo pil>
produzione della pasta ed altri aoceabij:
mosjte meci-anicamente, quello peri» ch« e •
ratterizza la fabbricazione a macchina ai
l'impteiro dei mecca-"- ""^Mcati che V >
«formano automati , cita In rar
la^fl|Mpuio, la ri;.. irano. la t .
glIQ^nimlnando i a7.i"n<- 'eretta dell'ope-
raio. e la porgono finalmente iu rotoli dJ
Indefinita lunghezza.
Aawentaodo via via l'uso ed il oonsatr.
della carU pel diffondersi della civiltà e d<
rtstruzlone. per l'estendt-r-^i ì-i i-..inuiet
e per la creazione di t^
tempo è risultato insuffli-
gni la materia prima Ui— - :
zione della carta, e si è reso a— oiotamenU
necessario l'uso di sapoedaoel al «Miei. Il
cui commercio è r m uto, j>«r U mu stMn
natura, quasi stazionario.
Per trovare un materiale booDO ed «co»
nomlco, Tennero provai* moUlailae »jrt>n—
— 510 —
vegetali fibrose, come paglia di graminacee,
foglie di sparto, luppoli, ginestra, ortica, fieno,
trifoglio, juta, alghe, palme; detriti e raschia-
tura di legno, ec, in Italia si propende per
le paglie di graminacee. In generale, si può
dire che tutte le sostanze filamentose si pre-
stano per la fabbricazione della carta, e la
scelta deve farsi con criteri economici, per
cui, scartando le materie tessi i ricercate per
le tilature e quindi costose, bisogna fermarsi
a quelle altre che si trovano a buon mercato e
non richittdono un trattamento troppo costoso.
Il legno si trova in abbondanza dovun-
que, ed è perciò quello più g neralmente
usato. La qualità di legno da impiegare varia
naturalmente secondo i paesi e subordinata-
mente secondo la qualità di carta da fab-
bricare. La pasta di legno in generale però,
essendo formata di fibre grosse e corte, non
si adopera quasi mai sola nella fabbricazione
della carta, c!ie riuscirebbe troppo rigida e
fragile, ma si mescola in varia proporzione
con pasta di cenci, secondo la qualità del
prodotto che si vuole ottenere.
Una fra le più importanti cartiere è senza
dubbio quella di Germagnano (presso To-
rino), che avemmo il piacere di visitare ac-
curatamente qualche tempo fa, mercè la gen-
tilezza del signor V. Valvassori Fi-auco e dei
suoi amministratori.
Questa importante fabbrica di carta, che
ha la sua sede amministrativa in Torino, via
Cavour, n. 15; d'^positi in Torino, Firenze e
Bologna, e rappresentanze nelle principali
città d'Italia, ha il suo stabilimento in Ger-
magnano, appiè di un monte, ove si estende
per molte migliaia di metri quadrati.
L'aspetto dell' intorno dello Stabilimento
è veramente grandioso : circa cinquecento
operai lavorano assiduamente alle granii
macchine.
Fra queste sono notevoli due grandi mac-
chine a lavoro continuo, e tre grandi slibratoi
per la fabbricazione meccanica della pasta di
legno.
Questa fabbricazione è senza dubbio una
delle più interessanti ad osservare, eseguen-
dosi quasi tutto il lavoro automaticamente.
La fabbricazione meccanica della pasta
di legno richiede un impianto speciale, in cui
i diversi meccanismi si succedono l'uno al-
l'altro con una disposizione a gradinata e
che porta ordinariamente il nome di mac-
china di Voelter, benché il suo modello sia
stato poi successivamente modificato.
EocDne qualche cenno. I piccoli tronchi,
già tagflciti a mano grossolanamente, sono
stritolati in un primo apparecchio detto smi-
niizzalore, che consisto in una mola verticale
mossa velocomente contro di cui 1 pezzi di
legno sono compressi da quattro o cinque
c«wjj ■•«»*«»•/ speciali: la mola è continuamente
bagnata da un filo d'acqua ohe evita 11 ri-
scaldamento del legno e forma nello stesso
tempo il veicolo che trasporta poi il le«no
sminuzzato negli apparecchi detti depuratori.
Questi sono composti da truogoli di la-
miera, ili oui si movouo del panieri funzio-
nanti da staocio, del cilindri a pnreti forate
che lasciano passare soltanto le fibre di una
certa finezza, e dei rastrelli che schiumano
il liquido e ne fanno cadere al di fuori le
parti grosse che vi nuotano. I depuratori
sono in numero variabile di due o tre, ed
hanno uno staccio sempre più sottile: da
questi, sempre per effetto di dislivello, i pro-
dotti passano al ra/finatore che utilizza e per-
feziona le parti non sminuzzate a sufficienza,
ed è formato da una piccola mola circolare,
mossa da un sistema di ingranaggi, e che può
esser serrata più o meno conti-o il piatto mo-
bile superiore; da ultimo la pasta di legno
passa nei classatori che, in numero di tre,
servono a filtrai-e e dividere le fibre secondo
il loro grado di finezza e sono composti dì
tamburi girevoli a staccio metallico sempre
più fitto.
A questo punto la pasta di legno è ri-
dotta abbastanza fina da potersi adoperare
per la fabbricazione della carta.
La Cartiera Valvassori Franco di Germa-
gnano produce ogni genere di carte a mac-
china, bianche e colorate, da scrivere, da
stampa, da registro musica, assorbenti, da
imballaggio fine e mezzo fine, cartoncini bian-
chi e colorati, fini e mezzo fini.
La forza motrice è data da sei turbine
di 1000 cavalli vapore ciascuno, e da due
motrici a vapore di 160 HP.
Nulla di più impressionante di questa
enorme forza, distriljuita automaticamente,
nei diversi reparti, che pone in azione tante
macchine di forma e di uso diversi; nulla
di più interessante di vedere in piccolo spazio
di tempo i ti-onchi d'albero ridotti in pasta,
e la pasta ridotta in larghi fogli di carta, di
ogni colore e dimensione, pronti ad invol-
gere o ad essere impressi.
La Cartiera Valvassori fornisce il mate-
riale per stampare ad una clientela ricca e
scelta, quale una Casa di prim' ordine si me-
rita. La maggior parte dei libri editi dalla
ditta R. Bemporad e figlio, specie quei nitidi
volumetti per le scuole che si trovano in ogni
parte d'Italia, sono stampati su carta uscita
dallo stabilimonto di Germagnano.
Anche il GininUino della Do nenica, quel
gioiello di periodico edico e stampato con
tanta cura e tanta eleganza del quale par-
liamo difTusamonte più innanzi, viene im-
presso su carta Valvassori.
Siamo dispiacenti che la ristrettezza dello
spazio c'impedisca di riportare alcune inte-
ressantissime fotografie, che abbiamo sott'oc-
chio, riproducenti l'interno del grandioso
stabilimento, le macchine, gli operai al la-
voro, ec. I nostri lettori avrebbero seguito in
tutto il suo svolgimento anche la lavorazione
della carta, insieme alla stampa e alla compi-
lazione del giornale.
Se lo spazio e le esigenze di varietà della
pubblicazione ce lo permetteranno, non man-
cheremo di riprodurle neW Almanacco 1909,
certi ohe tutti coloro che s'interessano al pro-
gressi dell'industria nazionale ce ne saranno
grati. M.
— .MI —
Caxtomx di Yapbxo D'Adda.
LE CARTIERE AMBROGIO BINDA & C. - MILANO
La ditta Atmbrogio Binda <t C, fondata
nel 1855. deve oonaiderani f^ le più impor-
tanti d'Italia per reooeUenxa dei suoi pro-
dotti e per la forte esportazione nell'Estremo
Oriente e nelle Americhe. La Ditta Binda pos-
siede dne Cartiere, una alla Conca Fallata
presso Milano, die oooapa oltre mille ope-
rai, l'altra a Yaprto d'Adda, die oocupa circa
600 operai.
La Dttu Amibrogi» Bimda ^ C produce an-
Doalnurate 5 miUoiil di kf . di oarie Unisalme
e Ani da lettere, da etempa, da registri, da
disegno, da elMMcrafla, da eeuola.
Bpeetali rtpettl sono destinati alla oonfé-
sione ddle carte In scatole, dalle p!è eleganU
aUe pia eoooomicbe, ai bfgUettt da Ttaita,
r'arte da latto, quaderni, eoa
Altre specialità sono la preparazione delle
arte oso pelle, marmorate per legatori, pa-
tinate per orano e per illastrazioni, ed In
tale specialità ha raggiunto la prodoxtone
di 3000 kg. al giorno.
Nella fabbricazione delle baste Uene n
primo posto, prodacendone 600 mila al gl<>
no. cifra ohe sta per essere aomealata e
l'impianto di nuove macelline.
Il merito principale del sIgDOr Ambrog
Binda e dei suoi snooessorl oonsiste» non soi
nella importanza della sna prodnsloiie. ma
anche nel fatto di aver introdotto molti rami
di lavoro, il coi fine è la trasformazione della
carta, e che ogaono di essi eosUtalsoe una
vera indostrla ohe, o aoo eststera In Italia.
oppure vi si troTava allo stato rudimen-
tale.
Trattasi dunque di una delle più lmp<'
tanti case nszionall. non solo per la quanuui.
ma anche per la qualità e la speoiatità del
suol prodotti, ohe sono altamente appressati
sui principali m«t«ati d
L'Ufficio ABBONAMENTI, nella Libkeeia Bempokad.
COME SI FA UN GRANDE GIORNALE PER RAGAZZI
Quando sono nati i primi giornali per la
fanciullezza? La questione si ricollega con
quella piìi generica dell'origine dei giornali,
ma è molto meno oscura e più facile a ri-
solversi, perchè in realtà possiamo esser quasi
sicuri che tino al secolo passato non sono
esistiti veri e propri giornali compilati e stam-
Vamba (Luigi Bertelli).
pati esclusivamente ad uso dei ragazzi. Ed è
naturale. Per molti e molti anni anche il gior-
nale per grandi fu concepito come una cosa
di lusso, come un grazioso strumento di pet-
tegolezzi 0 di satira, o come palestra lette-
raria; soltanto nel secolo XIX esso diventò
una grandiosa miniera d'informazioni, l'amico
d'ogni famiglia, quasi un oggetto domestico
di cui nessuno può fare a meno.
E così a poco a poco si pensò che questo
poderoso mezzo di diffusione d'idee e di sen-
timenti poteva avere anche un' elficacia edu-
cativa, e si concepì la possibilità di periodici
destinati all'infanzia. D'altra parte l'istinto
d'imitazione e la curiosità — così sviluppati
nei ragazzi — doveva far provare a questi
vivissimo il desidei-io d'avere un giornale
tutto per loro, come l'avevano i loro babbi.
E i primi giornali per l'infanzia sorsero, prima,
naturalmente, in Inghilterra e in Francia, pi)i
anche nel nostro paese. Ricordiamo subito
L'ami de In J^unestie et des fnmil'es, L'ami
chtétien desfamillts, L'ami de l'Enfance, L'ami
des Enfants, Le nioniteuv du jeune óge; e in
Italia Scritti per fanciulli (1853) fondato e di-
retto dal benemerito Pietro Thouar; L'amico
dei fanciulli e anche L'amico delle fanciulle,
L' Infanzia e L'Adolescenza, e perfino II Caffè,
tutti di Firenze, come pure di Firenze era
Il Nonno! Tutti titoli, come si vede, poco di-
vertenti, e troppo rivelatori dell'intento di
propaganda morale e religiosa che i fonda-
tori si prefiggevano, senza raggiungerli mai,
perchè quei giornali erano letti da tutti tranne
dai ragazzi, i quali sono meno resistenti al) a
noia degli adulti ! A Cremona poco dopo sor-
geva La piccola aiuola, titolo che farebbe ri-
dere un ragazzo moderno, e a Napoli Lo
spione educativo.... che non spronava davvero
ad abbonarsi. E, dentro, c'era di tutto un po':
notizie del mondo intero, prese a ca^o dai
giornali quotidiani, dissertazioni scientifiche
non metio inesatto che pesanti, e più che al-
tro novelline, apologhi, romanzetti educativi
scritti con quello stile Involuto e ricercato
che usava allora, e che non doveva conciliare
molto la simpatia dei piccoli lettori verso
quegli ideali morali che lo scrittore preten-
deva Inculcare. Morale del resto molto facile,
molto semplice, molto — diciamo pure la
brutta parola — banale, senza nulla che la
Tricromia eseguiU e sUmpaU eoo CUcbés in CELLULOIDE
Leggere articolo a pagina 506
'T^^mfwsmm:^^
- 519 -
Ttri rK^Mon calore di frde. no», a ni^witt ^r#^^fl<^;rla!(» r^flyloM, polf'ci
ODO nocui di B
t cipto ohe
v«
a menu. Y
;<io non mei^
Mialn (i<>v«'\
Hasii dire che tacili a
tu poi anche difficult
J. cu» UiJile ma-
:<». M, a' Intende m;
e, di divertire aeii
■ r mai iivi monotono, nell"
,o»o^^ quatido si deve» fare (!■
e deirart« per radazzi, qaan .
rinunziare a tutti quei veoehi mer
In tipogi-afìa: Sala dkllk MAOCHlirs.
!.ll,0 .TI)c
1, stari
<n msmore desiderio,
•lopu il iiiitrnale d*i
Tr.v.-^ :i M U .. i:..-
a:iooni stentAtamciiU;, c*?rc.tii<1u d'ot-
la preferenza con la mitezsa del prezxo,
iiKiaudo perciò a ogni eleganza e qtuul
j, o^'iii dignità di aoaUasa e#i forma.
// Giornalino dolio Dommica, oompano
alla luce il S4 giogno 1906 dopo langhlaauna
o accurata preparazione, edito senza rispar-
mio d'energia ne di denaro dalla ditta B. Bem-
r...rvi e F. di Firenze, e diretto da Vnmba
Beriel'.it vale, a dire da nna delle pln
1 personalità del giornalismo italiann,
iiii uMìmpronta onmpletameote diversa da
tutti quelli che lo precedettero. e. raigli< rin lo
sempre per virtù propria, io omag^o a un
latralo di perfezione autouomo e uuu attuto
a quei tradizionali ttmmenti dell'arte •'
divertire ohe altrove possono adoperarsi lar-
L- tt!i.-Mt<>. Ma qui. in nn giornale per ra^azzu
s . {>os'«ono dire né far vedere 4elle enee
u n sulo sconcie, maneppor» minimamoute
proosoi; qoi non si pao la
fondamentale dell'arte <! '■•>
è r<Mierff; qui btso-^a re« «r»; u<-iiii" •••utti
di convenienza, d'opportunità e aaote di
facilità ben deAnltl e neoessariamente rlstrei>
Queste è la prima dlOooItà ohe It Ci'
nalimo eolia Doatoniea ha brllUntemente *>'
pereto, ool sussidio dei pln notevoli tage^il
che il Doetro paese abbia prodotto in questo
campo. Rd è gloria del (ìiormalimo avere non
solUiito richiamato l'attenzione dei migliori
scrittori e artisU di fama gm subilita. 1 quali
hanno tutti trovato in fondo alla loro aatma
nna nota gentile da dedicare al nostri rs*
gassi, ma d'avere a^iclie rivelato delle per»
souol.tà arti»tiatie e lettencM noteTollaslme,
- 514 -
èiie aitrimonti sareijtìevo rima?itc chi sa pr>r
<Hiaiito tempo iiell' ombra. >iessuii giornule,
par esempio, conta un numero di scrittrici
valenti e originali paragonabile a quello che
forma il vanto del Giornn/ino delUi Domenim.
È innegabile che nella letteratura infantile
le donne hanno, per quantità, il primato su-
f{li uomini, mentre per qualità li pareggiano.
E forse naturale e certamente utile che sia
così, ma ad ogni modo il fatto non era ap-
parso mai cosi evidente come ora, e il Gior-
nalino può andar lieto d'aver contribuito ad
affermare questa simpatica, onesta forma di
femminile intellettualità.
Passando ad altro campo, quanti pittori
e disegnatori che finora non si erano mal
troppo curati di rivolgere lo sguardo attento
al mondo dell'infanzia per trarne le loro ispi-
razioni, quanti arguti caricaturisti d'uomini
politici e di divettes da caffè concerto, quanti
illustratori di cartelloni genialmente commer-
ciali, dopo l'apparizione del Giornalino si sono
accorti che esisteva ancora un campo ster-
minato alle imprese del loro pennello, sono
stati lieti di poter purificare e rinfrescare la
loro fantasia nella riproduzione pittorica della
vita dei ragazzi!
Le copertine del Giornalino hanno ormai
richiamato l'attenzione di tutti i critici e di-
lettanti oltre che del pubblico giovine ed en-
tusiasta che aspetta ogni settimana di sorri-
dere, di commuoversi, di pensare davanti a
quelle scenette dipinte con grazia, con vi-
goria, sopratutto con sincerità. Gli Editori
del Giornalino hanno affrontato un'ingentis-
sima spesa, e chi dirige si è sobbarcato a una
grave responsabilità estetica prendendo l'im-
pegno di pubblicare ogni settimana il gior-
nale sotto una veste nuova! I bozzetti per
copertina affluiscono continuamente da ogni
parte d'Italia, ma come difficile e laboriosa
è la scelta! Pure, questo arrivare ininterrotto
di disegni dimostra un lusinghiero interessa-
mento dei nostri pittori per la maggiore pub-
blicazione del genere che esista in Italia, ed
è tanto piìx significativa in quanto si suppone
che non soltanto il desiderio di lucro muova
l'amoroso pennello dei bravi artisti.
Abbiamo detto che il Giornalino è la mag-
gior pubblicazione del genere in Italia. Po-
tremmo aggiungere ch'esso si avvia a co-
stituire senz'altro uno fra i più importanti
periodici del nostro paese, di qualunque ge-
nere! La sua tiratura aumenta con moto
rapido e sicuro e il numero degli abbonati
è tale, che si può dire non vi sìa paesello in
Italia dove almeno qualche copia del G or-
vulino non giunga ad allietare i ragazzi, e....
a distrarre i grandi dalla vita monotona della
provincia. Perchè il Giornalino ha fatto que-
sto miracolo; di diventare indispensabile alle
persone adulte della famiglia non meno che
al bambini cui sarebbe dedicalo: risultato
facile a spiegarsi quando si pensi ch'esso co-
stituisce una modesta, ma coscienziosa e ge-
niale opera d'arte, e che l'arte vera è in
fondo identica ed egualmente attraente per
tutti, grandi o piccoli che siano.
Per completare questo breve cenno in-
torno alla fortunata pubblicazione, accen-
rriamo rapidamente alla parto tecnica della
compilazione e dulia stampa. Qauiitu ullu
prima, essa hn per princi'pr essenziali, che 1
lavori debbano essere quanto è possibile
d'attitalifà. ri'jppcchiare cioè la vita i^aliana
e mondiale conteinporanea e mapari giorna-
liera in quanto possa interessare i ragazzi.
Questi devono avere dinanzi :igli occhi un
vero giornale, non una rivista incolore, sem-
pre uguale di numero in numero, o conte-
In redazione: CEnALACCA E Maestro Sapone
(due de' pili popolari redattori) spogliano la
numerosissima corrispondenza.
nente scritti che si possono riferire all'oggi
come a dieci anni addietro. Tale impronta
di freschezza, che distingue, a confessione di
tutti, il Giornalino, è anche il segreto del fà-
scino speciale che esercita la sua lettura. Gli
scritti sono tutti pagati, ciò che assicura la
collaborazione coscienziosa e attiva dei mi-
gliori, e sono illustrati (ecco un'Altra novità
di grande importanza) appositamente con di-
segni originali, mentre finora si usava adope-
rare ripetutamente dei rlichés vecchi, e su
questi fabbricare l'articolo esplicativo, il rac-
contino o la poesiola, rinunziando così ad
ogni sincerità d'espressione e spontanei ^à
d'ispirazione.
Messo insieme, secondo questi principi, il
materiale per ciascun numero (al quale si
cerca di dare la massima varietà, alternando
gli scritti e le illustrazioni più diverse per
genere e per maggiore o minore facilità) il
giornale viene rapidamente e accuratamente
stampato in uno dei più grandiosi Stabili-
menti tipo-litografici di Firenze, che ha fatto
appositamente acquisto di macchine moder-
ne e perfezionate.
La stampa del Giornalino costituisce un
lavoro del più interessanti : è diretta da un
esperto direttore tipografico e sorvegliata
dal principio alla fine dalla Direzione. Cre-
diamo che pochi giornali illustrati (e nessuno
a parità di prezzo) siano impaginati e com-
posti con un buon gusto paragonabile a quello
del Giornalino: cosa notevolissima anche per-
chè, come dicemmo, i numeri di questo non
vengono mai preparati molto tempo prima
e pubbiicuti via via, ciò che sarebbe iroppo
ti • tlAmpiiti sotti- dui LtinMl, qnnndo «1 mmlncU ii m<»!»«»rf
in1 «!!" uìtiiij.' tiu>- iiin ■• Ji Ili», al (l .. r^li *.-<» .1.1 .•,•,, ^r,,. 1
e «nr ri»
r hkiiiiu I'
.1 tlivt-ri»! cviurt. Ir»?,
colore rlob'.ede iia-
V spooiale. Per da» e
lavorio di stampa
.. rendiamo come bvse
.'t>.oOO copie (che sarà
nel nuovo anno* per un
pr.'^tn di 24 paplne di te-
. i ri. Sono
re 36,000
r le pa-
• • :1«
prupattaxi^a <
dedioaiiu a <;
in'-'" •■■ ;
^•'
roMMf
hanno
copie i1'
paeM». Intrutluicj.clulu 1
nendolo tra le mani di
di ragafrl. 1 «(uaii m .1
Ispirazioni, r-
La coj,cifi
può ispirare < i.. ..
Ij^tto molto, e un ar
ulibondauu uellu stabilioituio. In ccmplcssu.
Umcio spKDiztoint k cmcio amKnon.
INSEGNE VETRINE
rUlKIISTIUISMin FEIILcIECOZI
ri""'vaniinTTi
?5L«mT0 (Ofl MEDflClW D ORO <'
-> Au t^WJiZlont 01 Milano i«0«
^-7 //? 'Din: j:ioi*[ ù/ verK/^f fi fin,
CMCO/^OLI/) OVIRCCnTO Oli t|
CORiO vÀLEftTlHO. 24 C>_^.^!S^
orric.NAMO*a>ayiA ftAReni.Sr 1
BIG
COME SI PREPARANO LE DIFESE CONTRO LA PIOGGIA
(Una visita alla Fabbrica Niccolini).
C'iii La provato la i^omma voluttà di cam-
hiiiiare leni amente, iiuif^auiente, ben coper-
to da un ampio impermeabile, i piedi In
un paio di ben attillate caloehes, sotto la
pioggia fitta e incessante che sterza il volto
come una carezza rude; chi, dopo una lunga
corsa nella sua tida 24 HP, sotto l'imperver-
sare dell' acqvia, ha lasciato alle cure dello
chautìeur la macchina irriconoscibiie sotto
la mota, ed è uscito caldo ed asciutto di sotto
all' inespugnabile copertone; colui avrebbe
provato come noi un vivo piacere nell' assi-
stere a tutti 1 più minuti particolari della
fabbricazione delle tele incerate nella visita
che facemmo qualche tempo fa alla Casa Nic-
colini, una ('elle più importanti del genere.
La fabbrica di tele cei-ate e vernici Gior-
gio Niccolini & C.ia, che occupa un ampio fab-
bricato sul Viale Mazzini, a Firenze, va men-
zlonat.i fra le più impoxtanti industrie fioren-
tine, che devono alfa nobiltà (il ISfarchese
(iiorgio Niccolini appartiene ad una delle più
antiche famiglie ])atriziej la loro origine e la
loro prosperità.
li. Makchksìì
I.IO >.K COLINI.
La fabbrica occupa una superficie di 10,000
metri quadrati, non troppo lontano dal cen-
tro della città, nei pressi del " Campo di Mar-
te. „ Ben cento fra operai ed operaie lavorano
assiduamente in questo grandioso opificio,
azionato da tre macchine a vapore della forza
di 12 cavalli vapore ciascuno.
La produzione principale della fabbrica
consiste nelle tele cerate di ogni genere, lisce
da una e da due parti, ad una e a due vernici;
tele cerate per fai macìe, per lépia, per Inibal-
h'.ggi, per art coli da viajglo, per letti, ec.
Le tele cerato, imitazime legno, per co-
pritavola (iujituzione acajou. palis a >dio, ace-
ro, quercia) meritano una speciale menzione,
insieme ai tappeti da pavimenti, guide bor-
date ai lati, alle tele stampate per tivole, per
sulfltti e pareti di vagoni e tranvai, battelli,
vetture, ec.
Una vera specialità della fabbrica sono le
tele marrocchinate, che vengono fabbricate
in dieci tipi principali e in cinquaniadue co-
lori assortiti.
Viene quindi la fabbricazione degli oggetti
impermeabili per abiti: mantelli, cappucci,
cappelli, fiiacche e calzoni per minatori, grem-
biali e bavaglini per bambini.
Ma la produzione che fece soprattutto co-
nosceie in ogni parte d'Italia e all'Estero la
Fabbrica Niccolini, è quella djlle coperture
impermeabili di tela ** olona „ per vagoni,
furgoni, navi, per trasporti di mercanzia, per
locomobili, trebbiatrici, ec.
La Casa ha anche intiaprcso su vasta scala
il servizio dei copertoni a nolo.
Non possiamo tralasciare le tele per tende
d'isolamento e le tele idrofughe, che non t -
mono confronti per la loro durata e la loro
impermeabilità.
Questa fabbrica fa impiantata, con criterio
sagace e pratico, in modo da poter produrle
essa stessa le vernici che servono ai suoi la-
vori: non solo, ma essa confeziona anche le
vernici per la vendita.
L'impianto per stemperare, cuocere e mi-
schiai-e i colori, è dei più moilerni, e corri-
sponde ijerfettamente al tipo della produ-
zione.
La Fabbrica Giorgio Niccolini & C.>* pro-
duce e vende i seguenti tipi di vernice: co-
]iale per vettura, sopraffina, marca A e marca
13, vernice da pulimento, di prima e seconda
qualità; vernice nera del Giappone, vernice
da cuoio, vernice da seccare, vernice da de-
corazione, copale bianca sopraffina, copale
per mobili in due qualità, copale di diverse
qualità, Diiuar bianca, vernice chiara da pit-
tori, e smalti di tutti i colori.
I locali sono vasti, ben aereati: niente di
più interessante che di veder funzionare la
macchina per la tintui-a delle tele, messa in
azione da un motore; gli essiccatoi sono gran-
dissimi. Nel lavoratorio di cucitura lavorano
continuamente venti macchine da cucire.
La fabbrica di cui ci siamo occupati nel
presente articolo ha ottenuto le migliori ri-
compense alle esposizioni italiane e straniere:
citiamo il Grande Diploma d'Onore a Genova
nel 18it2, e la Medaglia d'Oro a Torino nel 1903.
II Marchese Giorgio Niccolini, cui si devo
la fondazione e l'incremento continuo del-
l'importante stabilimento, fu creato recente-
mente Cavaliere del Lavoro.
In poche parole, noi possiamo assicurare
che questo stabilimento onora l'industria ita-
liana e gareggia degnamente con le più im-
portanti faìibriche per il (jcncie de. la sua
produzione.
^rw
1 s
- 518 —
L'INDUSTRIA SICILIANA
FRANCESCO MONACO & FIGLI.
Il grande Stabilimento
Fkancesco Monaco & Figli - Catania.
La Sicilia, dal punto di vista delle risorse
agricole e industriali, merita di attirare par-
ticolarniente l'attenzione degli Economisti.
Infatti questo paese, fino a poco fa molto ne-
gletto, si assimila, a poco per volta i progressi
scientifici e procede alla loro pratica appli-
cazione; ogni giorno le industrie agricole si
vanno perfezionando e danno dei prodotti
apprezzati. In oltre, fili uomini di iniziativa
vi moltiplicano i centri di attività e creano
numerose imprese, arricchendo la interes-
sante pot)olazione insulare e diffondendo i
prodotti siciliani, che si fanno a poco alla
\olta conoscere nel continente.
Fra gli stabilimenti, i cui capi hanno spie-
gato gli sforzi più intelligenti a prò dell'at-
tività siciliana, occorre mettere in prima fila
la Casa Ffcmcesco Monaco e Figli di Catania,
la quale nel suoi diversi rami industriali adot-
tati si è assicurata una incontestabile supe-
ri oiùtà.
Questa Casa fu fondata nel 1875 dal signor
Francesco Monaco, che fece le sue prime
prove come fabbricante, importando in Sicilia
la distillazione delle vinaccie. In seguito im-
piantò uno Stabilimento per raffinare la sua
produzione di acquavite, ohe non tardò a rag-
giungere una grande importanza, tanto più
che la maggior parte dei distillatori siciliani,
bramosi di emanciparsi dalla soggezione in
cui sino allora li teneva l'Estero, ricorsero
alle sue buone cure per rattiflcare i loro pro-
dotti.
Nel 1894 11 signor Francesco Monaco, colla
collaborazione dei suoi figli oav. Lorenzo ed
Antonino, iniziò arditamente l'industria mo-
li trice, dotandola di macchine e di apparecchi
di molitura perfezionati. Cod.'>sfo nuovo Sta-
bilimento prosperò ed aumentò tanto nella
produzione, che di recente dava circa 500 qnin-
tiili di farine al giorno.
Verso la stessa epoca creò anche un pa-
stificio, ohe per l'intelligenza ed iniziativa dei
direttori guadagnò la stima dei consumatori,
aumentando di anno in anno in importanza.
Attualmente questo ramo dell'industria della
Casa Fi-ancesco Monaco e Figli produce oltre
600 quintali quotidiani di paste alimentari,
che possono gareggiare per qualità e gusto
colle migliori paste napolitane, e ne fanno
grande esportazione nell'Americhe e nel-
l'oriente.
I signori Francesco Monaco e Figli, dotati
di instancabile attività, accrebbero ancora in
questi ultimi anni l'importanza della Ditta
con rami nuovi. Cos'i nel 1900 stabilirono su
vasta scala la produzione dei Cognacs f'il si-
stema fi-ancese perfezionato, ponendo a capo-
tecnico un enologo distintissimo di Bordeaux.
Oggi le loro cantine posseggono costantemente
una riserva di oltre un milione di litri di un
ecceìlento cognac, che meiMta i suffragi dei
più delicati buongustai. È certamente il più
importante deposito che esista in Italia.
Contemporaneamente, 1 1 Casa ha centra-
lizzato la produzione dei liquori e vini spu-
manti, riportando in Italia e all' Estei'O il
plauso dei consumatori. Fra le sue specialità
ha avuto meritata fortutia il liquore Bellini
di gusto soave, che ormai è assicurato dal
gran consumo. Ha anche fondato una distil-
leria speciale, dove, con metodi scientifici, si
fa l'estrazione dello spirito di granturco.
Tale ultima specialità, che si è sviluppata
assai in seguito alla nuova tariffa sugli alcools
industriali, prende ogni giorno maggiore im-
porta-iza, giacche l'agricoltura siciliana trova
un impiego prezioso di un cereale finora
poco rinumeratore.
*Dal punto di vista commerciale la Casa
Monaco e Figli dispone di un'organizzazione
che è all'altezza del suo impianto industriale.
Man mano che ingrandisco la sua sfera di
aziono, si assicura la collaborazione di spe-
cialisti, cui aflida 1 nuovi servizi. Essa studia
nuovi sbocchi all'estero, e recentemente dava
la massima estensione ai suoi affari di espor-
tazione.
Nel corso della sua lunga carriera indu-
striale, la Ditta ebbe numerosi attestati di
stima e di simpatia. Nel 1889 a Catania ri-
portò una Medaglia d'Argento ed una d'Oro
a Palermo nel 1891. Nel 1900, alia nostra
Esposizione Universale di Parigi, il giuri le
decretava il Grande Premio per le sue pa-
ste alimentari o ultimamente all'esposizione
di Milano ottenne 4 medaglie d'oro.
(Traduzione di un articolo comparso noi
n. 5'25, del 15 gennaio 1904, della Enctj ìo^édie
Contemp traine di Parigi).
SOCIETÀ ANONIMA PAbiinv.! u. DOLFI - FIRENZE
Capitale Lire 500,000 interamente versato.
n 19 di giugno oltimo scor»o fa solenne»
nieitte inaucorato il grandioso Pastificiu che
\nonima l'astifici O. Dolfl ha oo-
a delle Cento Stelle.
-1, a capo del quali le Autorità
corsero in fuUa, e visitarono lo
riportandune un'impressione Te-
laiu'iiir entusiastica,
Infatti il detto aubilimento per la Tastiti
e il numero delle aule, per l' arieggiamento,
per l'arredo, per l'ordine, per la pulizia
hcrupulosa, può considerarsi fra i primi in
Italia.
11 maoehinarlo. ^e è quanto di più mo-
derno possa Immaginatesi per l' industria della
t>&stiiì<-&2ione. fermò l'attensione ammirata di
rrenntt. i quali non avevano mal
pia, la rapidità meravigliosa e la
}.■,,• / ,. ilei prodotti, prima di avere oe-
Kervato le forti tarsinole da CO s 100 kg. • 1
turchi idrauhci, KxceUlor « Bisibosi. • le
presse orizxontait a verticali, dalle quali soen>
de costante, molle, bella a vedersi, la pasta,
quasi Ibase la produzione fkvolosa di un' Igno-
ta energia. # •
E l'energia si sprigiona potente dalla mo-
trice a vapore dalla forca di 80 cavalli, una
delle pia perfezionate ed importanti che si
abbiano negli stabilimenti industriali.
Dalla gran sala delle macchine, la folla al
riversò nelle bellissime e non meno mirabili
sale dell' essicoamento rapido, in quelle per
la tesa e per l'asciugar --•rale; tutto
e COSI ),:raiidioso, che p- . sebbene
uuiiierosi, potevano a. . lu a^io e
gmsìirare la prvdi^osa ^ru4uzH>u9.
I locali riservati agli operai sono quanto
di più moderno si possa domandare; i due
refettori, uno per gli uomini e l'altro per le
donne, vasti e bene areatl, gli spogliatoi. 1
lavabi, tutto risponde allo esigenze dell' Igiene,
e spirano un senso di benessere • direi quasi
di riposo.
La sala di pronto soccorso è fornita di
quanto può occorrere ad una prima medi*
catura in caso d'infortunio, e naila è trasca-
rato perchè tutto sia soUeeitaiiMaU pronto
per il momento doloroao.
au operai alloaU • IntoUlgontl della nae*
chine, coadiuvano votontaroai U lavoro di
pt od azione, e sono orgoglloal di eonoorrers
ad arrioohire la nostra dttà d' «sa industria
fiorente, eho Imialsa Firenso artistica all'Im-
portanza di città cMBnere.ale • Indaatnale.
Ad nn PastlAoÉo eoma qoaalo, cha è on
modello del suo genere, non può cho ani»
dere 11 successo, porche possa ocoopato tt
posto die monta, f^ gli affini d'Italia.
Olà ba preso nn notovolo sviluppo, • at-
tsalmoHe prodooo droa 8000 kg. di pasU al
glomo. di coi ona parte non ludlflsraata dMo
varie speoialltà.
L'esportazione si effettua lo laifm aoaU
nelle varie parti d'Baropa, nolto Amarlrihe
e nella Tani»ia.
Hello subiltmento lavorano altaalmenie
M operai. 50 operaie e 10 apprendisti dal 1 4
al 17 anni.
Abbiamo l't ^»^...-.,, -.»,o i-«t.nr> T.rn«4iTno
parlando di -oà
die onorai. -'O*
— 520 -
" L'ITALIANA „
(Società Anonijia).
Scale Aeree ed Attrezzi per Pompieri.
Carri, Furgoni comuni - Carrozzeria Industriale.
Filtro Brevettato " Cav. G. Rossi. „
Via Nino Bixio, n. 30 - MILANO — Telefono, n. 19-30.
Questa Società rilevatnria della ben nota
" Società Italiana Scale Aeree „ in pochissimo
tempo seppe (ìnre uno sviluppo assai notevole
alla sua industria perfezionando sempre più
la costruzione delle scale aereo che osci pos-
sono, per precisione di meccanismi, compe-
tere coi tipi più stimati delle Case estere, vin-
ce^'do la conci rrenza colla modicità dei prezzi.
Id infatti, nella recente Esposizione Interna-
zionale di Milano ottenne la mairgiore ono-
rificenza per scale aeree e carrozzeria da
pompieri e l' Esposizione stessa le fruttò
l'acquisto della clientela dei principali Corpi
di Pompieri e delle primarie Società Elettri-
che che fanno grande uso di scale e attre zi
aerei.
Non minore fu lo sviluppo impresso al'a
costruzione di tutti i tipi di carri per ogni
uso del commercio. La Società, che allargò
le otticine quanto mai l'area delio stabili-
mento concedeva, non mette in costruzione
un carro senza averne prima studiato tecni-
camente ogni parte, ottenendo carri di costru-
zione Tierfetta ed elegante, e della portata ri-
chiesta.
Fino dalle prime sue forniture, la Società
s'acquistò il plauso dei competenti e le af-
lUii ben tosto la clientela dei principali spe-
dizionieri, di molte Case automobilistiche pei-
carrozzeria da camions, e di molti industriali
e privati.
La Società poi ebbe il merito di tradurre
In atto l'idea del marchese Solari, il primo
collaboratore dell'illustre Marconi, di create
cioè un eai'r.) portante un'antenna ripiega-
bile che si sviluppa in pochi minuti fino a 35
metri, otenendo cos'i una stazione radiotele-
grafica mobile che venne approvata dall'illu-
stro scienziato e acquistata dal 11. Governo
che diede poi successive ordinazioni.
Essa ora trovasi in un grande sviluppo
d'aflTari, e a lei spetta il merito di aver dotato
Milano d'un grande St.ibilimento montato
perfettamente e ottiinatnente diretto per la
costruzione di scale aeree, carri p furgoni di
qualunque natura.
Essa trovasi già nella necessità di ampliare
largamente le proprio officine, e sappiamo che
il lodevole Consiglio d'Amministrazione ha
intenzione di aumentare il capitale, e intanto
s'a cercando un'area ove impiantare un gran-
dioso Stabilimento, rispondente al magjiojr
lavoro e4 ftUe esigenze mo4ey||i?,
- 521 -
LA FABBRICA DI OREFICERIA ED ARGENTERIA
MARIO BBTTINI
Fii«K\y.r. I .,./-
l 'ino p*-
I : u at ticolo, hi pruVii il UdIcc con-
t -'alare che in Firenze la bella
b. . ..' .. w, Alo, glurfosa di inslgn! maestri.
iN>ine il Cellini. il Finigaerra, il Francia, il
CJliiberti ed altri, non solo non è trainoutata,
ni.> aH!)U^(,'e sempre a nuove e più grasioso
e-ii!'c.i/jui.i.
Il ij Mutrie Bettini, con la ^sqnlslt» gen-
pertone d: ha rli-e-
)a f«bbr1cA to tante
1 iiotirle fco '1 ;ile lavo-
raaiui)«. che crediamo di i^r cu*» urliitM al
D»stn lettori parlando un po' delle spec a-
liti che easo ..r,..in...-
Dlremo a il sig. Mario Bei-
tini è com; « anoca—ore della
I»!tta dl'Or»: . . \;-«>ntrrip V. MaaelU
F.-<1i .• ft^'li. ri,.- h.i i] ii..i^'.i/Mti . itj VlaCer-
rrtaiii N. III. fieq<i..-iiUt<> 'Ulla il.t'ntcla fé-
d-ltsAima compeata del mij^lior <-<*to floreo-
Udo e della / Ut della colonia straniera.
I ireoerl cbe al possono acquistare in quel
ma;:.tzzino hanno una flne impronta artistica,
ed il nome solo della DitU da tatti gli alB-
dementi desiderabili. ^
II sic. MatIo De: Uni ha fnbltre ami Fab-
brica di Oi<>fleeria e Argenteria da cai esce
qnalnnqno lavr.ro >*.'■} cifr**. Il ramo più im-
poi
t.in-.- 1 'U > i.« T r .1 .
/: II-, e che ne costi-
r-K~
■.. 1.1 >J..,-,..'it ;. - •-
- infììn della fab-
ne di bl;.
brillan-
e hanno r.
.i Dostra
rizlone. Qn- ~
att'ial-
ir.t iitt h.Tiiro >ifia ritrhi'js^a uumen^a dal-
l'Estei-.. V.-. ,; :i.. se^tiaUmente esportate
nepli Stati Ululi, In Inghilterra, n -1 Brisile,
tiell'Ar^eutiiM 9 iu Gtrjruumia.
La fabbricazione di qaesto artiiNilo >' tutto
an segreto: coni e ttainpi sp-
mente esegaiti nella fabbrica s-
il metallo tn modelli grazioai.H
no\lt«, e t*un proi*4 sso pcrfetMitsuno
ven,;ono brillantati e riescono di un
aorprendente.
Cosi abbiamo Tedato anelli, spilli da cr
vnttc. hmrhe», pettini per oaiiigliatura eapil
d> !K'«tiasime per ele;;anli «MrrV
< itenelle di modelli uvariatlaaiii
rti-a aono adibiti cinquanta op
ral,i.HliI macchinario, che rapprvaentaqoanlu
di più rispondente si può aver* D«l gwwr*.
è atUvato dall'energia elettrica.
L'arte dell'orafo è anUoa quanto la <
viltà, • venne a noi dall' oriente insieme
qaaaU. Notevoli sodo I progressi tatti ne
bella penisola dal primi lavori degli arte'
pela«gi, etnuobl, greot e fenld: ma la k
rlosa tradldooe «^ Don al è mal offttac*
ed ansi toooò col OeOlnl 11 mawlmo spie
dorè è centinnata defnaoiente, onm« vedi >
mo, anohe al nostri glomi. Oonformaadoal al
tempi, quest'arte pare al 4 democratlwta.
• oftn anche alla povera operala 11 glolallo
artistico a boon mercato, mentr«> prodn<
per le ricche slgn«ire dei te*orl di arte, i
che di metallo, ohe valgono veri patrtm»;
X noatrt raUegramentl al sig. Mano ii<
tini, ohe con la stia fabbrloa fondata fii
dal 1879 ha pari* « ragfaantovole odia no-
bile» gara.
Questa Casa ha riportato distlnie onorifi-
cenze In diversa Espoftiziool a cai ha par:
cipato: m<-djglie d'om • d'argeato a L
ne lOM. Anversa 18*^. Chicago 1693. San Fra.
oisoo VSH, PAriyl 1900.
— 522
VITTORIE DELL'ARTE E DELL'-INDUSTRIA NAZIONALE
Calzaturificio Lombardo Borri e Vitale
(Lombardia).
Busto Arsizio
Veduta dello Stabilimento.
Il nostro Almanacco Italiano, che mercè il
suo nobile programma tenne sempre a cuore
l'arte e rindustria nazionale, nonché Io svi-
luppo commerciale dei prodotti che vanno
sempre più diffondendosi pel mondo a gloria
ed onore della nostra Italia, è ben lieto di-
nanzi alla serietà ed alla realtà dei fatti di
constatare oggi un rapido progresso nazio-
nale, che è frutto di studio e d. lavoro co-
stante.
Intendiamo parlare del Calza'urificio Lom-
bardo Borri e Vitale di Busto Arsizio (Lom-
bardia;, in continuazione alla Ditta Giuseppe
Borri, di cui già tenemmo parola nel nostro
Almanacco del 1906.
La, fama che gode la Casa di Busto Arsi-
zio è indiscutibile: lo sviluppo pi-ogressivo di
essa, la vera potenzialità, l'importanza singo-
lare, la buona riuscita o meglio la perfezione
nel confezionamento delle calzature, la bontà
della produzione, la serietà dell'azienda, la
soddisfazione dei clienti, tutto contribuisce
oggi a fare un' eccezionalità di questa casa,
che riuscì in breve volger di tempo a por-
lare il suo prodotto all'altezza delle case
estere.
Ed iiilatti, alia grande Esposizione Interna-
zionale di Milano, nella Galleria del Lavoro
mcti i visitatori avrunao jiotuty ammirare ì»
fabbricazione della magnifica e razionale Cal-
zatura Sempione, in oggi domandata su vasi .a
scala da tutta la clientela. Di^tte calzature falv
bricate espressamente ed esclusivamente dalla
Ditta Borri, meritarono dalla Giuria la Grai.de
Medaglia d'oro.
La fabbrica di Basto Arsizio è certamente
una delle più progi-edite nel genere per il suo
razionale sistema di fabbricazione meccanica,
avendo continuamente seguito tutte le inven-
zioni del ramo, ed a ragione può vantarsi la
prima in Italia ad introdurre il rinomato si-
stema Goadyear.
Col nuovo ampliamento la Ditta Borri e
Vitale arriccili la fabbrica di tutt« quelle mac-
chine che per i loro brevetti oftiono maggior
garanzia alla solidità, uniformità ed eleganza
alle calzature stesse, portando nel medesimo
tempo la produzione giornaliei-a di 450 pa a
a 1000/1200 paia di calzature.
Il materiale impiegato è di primissima
qualità, e, la lavorazk)ne accuratissima, in
modo che i suoi articoli primeggiano su quelli
della concorrenza per i requisiti t)pportunis-
simi di leggerezza, robustezza. Hessibilità, so-
lidità, nonché per le bellezze di linea le quali
i-endono le calzature ammirate. Le calzature
della Ditta Borri e Vitale vengono distinte
colle seguenti marche di fabbrica depositate.
(^UAI^lTÀ SVfEBlOBJ:, (^UALJIÀ tXTB.\.
MAIO «luaic anelli laiiio l.t jiri>!«]»jiitM
BREVETTATO PASTIFICIO ACHILLE ANTONELLI & C
(Gli TOMMASINI-.VN rONKLLI-MAIXlNI)
M«de In VKXEZIA
I.TIME ONORIFICF.NZE: Diploma d'Onoiir, R. IsUtaio di SctetiM. Lettere ed Arti 1905.
ILEOAOI.TK d'Oro. Palermo 19U3-U5, Orléans 1»05, Torino 1905.
(Esportazione) Meuaoua u'Abobnto, Esposizione di Milano 1906.
è nna Serietà in «ccomandita. Gerente il
•t;: Antouelli, che <liri);e tutti e tre
g! ti due del quali a Venezia e uno
a
. è concesslonoria dell' uso spe-
tto d'E!>$icc izione ad arlaoom-
- ' -tilxardia.
aiDdeooa produce
■ ire i»l ^orno. F^^o
./.iulic.
si ampi magassinl
; .i>ta pronta alle spe-
^: pA-»i»a in una gradiosa
, e chi entra rimane sor-
-.■ ,.• . .. ....V . i,vr la disposizione dei det-
^'li e per la pulizia veramente meticolosa.
L'ordine è perfetto, sebbene Ti siano im-
piegati 150 fra operai ed operaie tutti puliti
ed attenti al lavoro.
Il tnai^chinario è rappresentAto da due
audl impastatrici che lavorano due Qt. di
. rina per volta, quattro gramole della stessa
.i>4<-.ta. du<- raffinatriol ultimo sistema, tre
- t.>aii a dne campane della
<^U di pasta per ciascuna,
'^-"' — "^'Itkg. 120
• torchi
•hlo »l-
Msposii luiii sitnmfiru-amente e nel
! rimo plano tà trova, aopra la sala delle
ux-hi»e, un altro vastissimo locale dove la-
rano le operaie par la pasta a mano e per
approntare gli astuool. pacchetti e sacchetti ni
di pasta destinata all'estero, buona parte '. i
questa per l'America del Nord e per l'Estreni
Oriente.
Divisi dal deposito e dalla sa
chine da un vastissimo cortile
offldne meocatiiche e per la t
degl' imballaggi, con unito il sal<
trlce e nna Sa a per la I>inamo •
:i elettrica fornitaci dalla ^<•cscta ari
I ■■> Stabilimento fu onorato fi If ^\n-
guu IMJb dalla visita di Sua Ma< i
Madre, che ammirandone la pr<>':
dine, fu larga di elogi e congr»' . r
tutti.
II secondo Stabilimento Succursale, posto
pure a Venezia. San Martino, è atto «i •■■'-
durre 50 Qt. di pasta al giorno, ed è d<
a curare la fabbricazione della pasta
Forniture Militari.
La stessa Società ha poi in oondazlone un
altro importante PasUflcio di Treviso atto a
produrre 100 Qt. di pasta al giorno. Emo è
munito di macchinario di recente ooatrasioue
ed a sistema Idroelettrico e questo con essic-
cazione a mezzo di giostre giranti.
La Società che per la garanzia <U'{ propri
prodotti è sotto l'alto patrocinio dt 1 controllo
chimico pormanento Italiano di Genova, ài
grado di fornire qualunque quantitativo •'
pasta disponendo dello »cgaentt sue speci •
liU:
Pasta uso Napoli • Pasta lavorata a mai<
ed a macchina • Pastine gluttnate per amma-
lati e Patl^ con Mtratto il camt.
T
.OPUSCOLI E^
SCHIARinUTI
<iRflTISj^<f
STOB.C.flRM/ILDI-ViA B.Vitruvio S-MILANO
Il
iili^.
Fig. 1, — Grande festa aerostatica di Bruxelles, 22 luglio 190G.
L'AERONAUTICA NEL 1907
Il poter viaggiare nell'aria è stata sem-
pre una delle più vive aspirazioni dell'uomo,
aspirazione che il mond", alla notizia della
" macchina aerostatica « lanciata dai Fratelli
Montgolfier il 5 giugno 1783, sentì più pro-
fondamente e fece sperare all'uomo di dive-
nire ben presto padrone dell'aria e di poter
così avverare il sogno di tanti secoli, perpe-
tuato dalla leggenda, con la caduta di Icaro
e Dedalo, e da antichi monumenti, con la rap-
presentazione di uomini volanti, di ascensioni
e di viaggi aerei.
Dal 5 giugno 1783 più di un secolo è pas-
sato e, benché l' aeronautica, in un progresso
continuo e meraviglioso, abbia reso immensi
servigi alla metereologia, all'astronomia, alla
fisica, alle arti militari, pure non è ancora
stato completamente realizzato il sogno tanto
desiderato.
Gli studi aeronautici, spinti ora con tanta
perseveranza e fondati su più metodiche espe-
rienze, saranno, certamente, ben presto ricchi
di risultati; e le speranze che il mondo riposa
sulle prove già così brillanti dell'aviazione,
non tarderanno a dare all'umanità anche quel
più pesante dell'aria che è da tutti conside-
rato come l'unica soluzione logica dell'im-
portante problema.
Nel suo movimento progressivo, l'aero-
nautica va sempre conquistando nuovi pro-
seliti tanto dal punto di vista sportivo quanto
da quello scientilìco. Prova ne sono le fio-
renti società aeronautiche fondate special-
mente in questi ultimi anni, il crescente nu-
mero dei periodici dedicati esclusivamente
all'aeronautica, il crescente consumo del gas
per ascensioni sportive e scientifiche di esplo-
razione dell'alta atmosfera, ed il crescente
numero di esperienze e costruzioni di di-
rigibili ed aeroplani montati ed a motori
(Ved. figg. 1, 2, 3).
Tavola I. — Società Aeronautiche e Clubs nei diversi Stati.
Stati e Società, aeronautiche
km
di
roHdu.
Sede
Organo sociale
E
Periodici aeronautici
Inghilterra:
The Aeronautica! Society of Great
Britain
1866
1901
1902
1872
London
London
London
Paris
Aeronaulical Ji.urnal of
Great Bi itain
Baìloning and Aeronaittic
(privato)
L'Aéronanie
The Aeronautica! Institute and Club.
The Aero- Club of the United Kingdom.
Francia:
Société Francjaiso de Navlgatlon Aé-
lienne , ,
^ 50' -
Fig. 2. — Coppa Uohuom BKirxxTT. Pabioi 190G.
Stati k SocietI AzmoiiAUTicHB
FMta.
Frincia dt^^uiro):
A.-r.iiaut l'I. -Club de Frai 1S97
A. i..-t iili (1.- Franco . . 1901
Acro* lub du Sud-Oucst ..... 1«0I
Acad' inio-Acronaut»qu»< de Fnnoe.
U-s Aéron«ute» du Sièjre .
.{(da Ilhónc et dn Sud-Bi
Austria:
Russi.i :
l'IaKtecliniscber Verein .
A.ruClub
■ir Imperiale SodeU
Germania;
Herliner Terein fùr Laftschtflahrt .
r Verrin fùr Laftsrbiffabrt .
ùscber Verein fùr Luilschif-
Au.
X|. . :
fjhrt
l'osencr Verrln far Lafì«cbillahrt . .
CKtdcotscber Verein fùr Luftschlf-
f*hrt
Frànkiocber Verein fùr LofUchilIahrt.
U a telrheinisober Verein far LofUchlf-
fahrt
Kóiner Klub far LgflwhMabrt . .
Svezia:
Fùrening f5r lofUegUngBkoniteiis fi4>
n^snk . . . ^
Srenska aéronaotlska Sàiliskapei. . .
Belgio:
Aero-Clab de Belglqae
Svizzera:
Aéro-Clnb 8ui«- . . .
Ungheria: 1
Un^ariscber Acro-Club I
1901
iffH)
1901
1880
1881
1889
im«
1900
1901
190S
1900
1901
1901
190S
fizOB
OaoAifo aocuui
K
PKKIOnid ABBOVAUnri
Paris Is' Afi-nnautiqm
Fari* !.' Ai^t-nphife
Bordeaux /
Parì^
/ •
ParJ»
Lyon
L'Aviatkm (prfrato)
Wlcn
Wien
W'ùntr
LtifUfMtffer. Z
8L Petembonrg
Atti <'.
tà 'I
i
Berlin
XAnchen
IUHHr,e,-it AtroiuimtiBeh*
Straasbarr'
I>re«laa
Aogaborf
--
Barmen
Poaen
Orandena
Wdrsborg
-
Coblena
Kòln
:
Stncfcbolm
Bruxellea
Bem
Badapeat
Lm tomqmtt*
- 526 -
Fìs. 3.
Festa pek il 25» annivebsabio della Federazione Abbonautìca Gebmanica.
Beblino, 1906.
Anno
Organo sociale
Stati e Società aebonautiche
di
Sede
E
Fondaz.
Periodici aeronautici
Italia:
Società Aeronautica Italiana . . . .
1904
Roma
(Sezione di Roma).
Società Aeronautica Italiana
1906
Milano
\ Bollettino della Società Ae-
(Sezione di Milano).
ronaìttica Italiana
Società Aeronautica Italiana
1905
Torino
(Sezione di Torino).
Stati Uniti d'America:
[1907
Atti (Nuvigating the air.
The ACro-Club of America
1905
New York
The Aero-Club of Saint Louis . . .
1906
St. Louis
The Aero-Club of Philadelphia . . .
1907
Philadelphia
Aniei-ican Magazine of Ae-
Spagna:
ronautics (privato)
El Real Aero-Club de Espana . . . .
Madrid
^
Messico:
1905
The Aero-Club of Mexico
1907
Mexico
-
Tavola II. — Consumo di
gas per escursioni spor-
tive nel 1906.
Francia .... me. 617,400
Germania 358,400
Belgio 138,000
Italia 154,000
Spagna 140,000
Inghiltena .... 220,000
Svizzera 23,800
Svezia .... . 15,000
Tabella III. — Esperienze
di dirigibili ed aeroplani
a motore nell'ultimo de-
cennio.
Nazioni
Dirigi-
bili
AcroplAni
nsDtati a multre
Francia . . .
Germania . .
Inghilterra .
Stati Uniti. .
Italia . . . .
Danimarca. .
17
5
2
5
1
6
2
1
rig. 4.
Ckkvo volakte per esplobazionk,
fotoobafib, ec.
L'Olio Sasso IMeoicinale sempiicd, jodato ed emuliionato è il ricostituente sovrano.
— r,'>7 —
Fiff. ft. — CKBVI VOLAKTI PBB BftPL<OftA210KK UKUL'ALTA AXMOUrKftA.
?" poliiMroAUMiino'r
>!• kcqaitU «rropi'
:jau..i .1. e l'he n»! essa prend-
dj qualche anno. Il gentil »(>■»•>
che VAiionaH'iijuf Club itr Framt^'
tuto peniUio «viNtttulro un «tv- '
di Datne.cotnix^sU) di ben «
la più eletfn «ificl«-tn dt !"
sono 1 CI'.'
i loro SO'
E 1.1 ;
F'utni-ia, (ternianta,
Spagna, e via ria In
s'Iiinal/.i iiiae<tiof<o u
nrPIEOATO XELL' E9EBC1TO INGLESE.
{La »ffHora Codff è nella nac ce': a,.
Mentre il naovo Sport si svlloppa per
o|?tit dove a rapidi pawl, si pop..Iarlwii
f.i nella civiltà del popoli II st,
. vho e p«>tent««. silo srllnpi
:.- :,t:cord lnU'Uetlti«led«iraouj
esco adempie ptire al nn «uro «ooi
K««o, giorno per giorno, tanto più ne a<
- 528
MOTOBI LEGGERI PER AERONAUTICA, BUCHET 1906.
vince, tanto più ne guadagna
a quegli iiidimenti invitti, pei
quali, con lentissimo progres-
so si è pervenuti, alfine, a nuo-
vi mezzi di più meraviglioso
dominio dell'atmosfera.
Non più il correr passivi
le sorti dei venti, non più
r ascendere nell' atmosfera
quando cielo e terra consen-
tono, ma liberi, indipendenti
da ogni condizione di suolo,
da ogni condizione di tempo
e di vento, su macchine vo-
lanti o su aerostati dirigibili,
spaziare per l'aria a volontà,
a sazietà infinita.
A tutti è sempre presente il
popolare giocattolo del fan-
ciullo, il cervo volante (fig. 4),
ed è noto altresì, come quel
giocattolo, fatto gigante in unii
multiforme serie di sistemi,
sia stato, a mano a mano, e ;i
grado a grado, col vol;.ere dt-
g!i anni, asservito alla scicnzii
e come ausiliario di guerra.
La scienza lo adopra a
scuoprire, nell'alta atmosfera
(fig. 6), gii intimi segreti dei
fenomeni della natura, anche
jicr periodi di più giorni con-
secutivi, e lo ass(,cia allo laii*
Fig. 8, — MOTOni LKGOKKI PER AErONAUTICA,
Antoinbtte 1906.
«r5«*^
ilUOIBlLC PA t.l 1 >u A IKUKSCO, LUGLIO ltt07.
Me di naìlonclni. di gomm* o di oartA, di
ttnra. cni è dato il compito di
-. uelle più elevate regioni rag-
cielo : nel 1906, nella campagna
>, fa raggiunta l'altitudine di
■ -rvo
lit-
tle
t«:i «re-
di aollevare l'aomo • tatto U pMod«gll or
gani motori. I cenri volanti cedono U eampo
agli aeroplani: le Telature debbono dar* fi
sostentamento, non più per «ola forca vItil
d>'l vento rontro il quali* retUtono, ma per
forca viva di moto proprio, in arte calma e
contro Tento.
'TAme-
■ ■ "-'■;
fo
.. re-
di forti
itla poa-
rapidn prò-
;. if mi a model-
lare, iliille oreatur«> &l.-ile «Il natarm. statomi
a grandi aop«rftel di ■ootontammito, capaci
Fig. 10.
Il Goapil in Fran<-la. i) Maxim e Langi'
in America, ti Lll«enthal in (>«rmauta. fra
1885 e il I(»9<». hanno studiato il problema
r»n Tere o propri'} norme iccniehe, aeppare
mnr.r^ . nìtiir-:.')i. . 1 1< s»L'Uttn l! Langl«7 «d 11
!. i erose •aportoaaa di
^M tiido lo primo boat
ti*>»:>> ^ >•"> ••• Ml'aTlaafone: ed in
America, l' iiig. ChAnuto si fa aegaaoe deotao
del Ltllentbal. e con dae precJoal allievi,
l'Herring e l'ATery, è penrenato a naovl e
brtllaau rlsalUU.
L'attenalono del teenid di
oful nastooe. oumluoU cori »
•asora aitrott* e.BpMÉaUa«n'
la Francia, Oormania • Aaatr
si Tollero sabtto emalare ,
Amoricaiti.
11 metodo esperimeotAle •:
giogo, al quale il Marey «dat
lo atadio fotocrooograUco «^
volo dot piceiooi. gabbiani e i*
chi, e col quale LlllenChal, L.<
gley, Wellner. Zahoi. Mar-
ICecknagel. Voo Loca»
lacero esperimenti au:
atenza dell'aria, sogfpt
AEnoFLA-No Wright. STATI U.MTi 1903. pitooo Forbor, in Fraocta, di
6U Oli d'olhra P. Som» • Figli di OnMlìa tono «H mM Mrfltit.
5B0 -
Fij^, 11. — Aeroplano Santos Dumont. — Record di volo, 210 metri.
provvedere con esso alla sicurezza dei suoi
esperimenti, sospendendo ad un yiogo ro-
tante i propri aeroplani, con e senza motore.
Prove che p;)i eseguì di nuovo, secondo Li-
lienthal e Chanute, con semplici partenze da
terra, su pendenze appropriate, provando,
anche personalmente, le avventure cui può
andare incontro l'aviatore, per avere errato
nel governo del suo equilibrio.
Il Chanute faceva intanto in America nuovi
e preziosi allievi nei fratelli Wright (tìg. 10),
i quali, col 17 dicembre 1903, segnarono la
prima data alla quale, un aeroplano montato
da un uomo e con un motore da 16 cavalli,
abbia realmente volato, e contro un vento
avente una velocità di circa 10 metri al se-
condo.
Questo, stimolò vieppiù in Francia, un
nucleo di ferventi aviatori, con a capo l'Ar-
chdeacon, il Ferber, l'Esnault-Pelleterie, il
quale ultimo ripetè e riprovò le prime espe-
rienze dei fratelli Wright. Il metodo di traino
con verricello, escogitato dal Chanute, fu
trasformato utilizzando le potenti automo-
bili. Indi, riprendendo l'idea geniale del-
l'austriaco Kress, fu esperimentato su vasti
e calmi specchi d'acqua, pervenendo così ai
promettenti risultati del Voisin, del Blcriot
e dell' Archdeacon.
Passo passo ò andato così aumentando il
numero della schiera attiva dei fautori del-
l'aviazione. Passo passo si sono formate co-
gnizioni più vaste e profonde delle velature
e strutture necessarie per dati pesi, dello
velocità assolute che s'impongono perchè
sempre più limitate supertici, composte di
forme della maggiore semplicità ed efficacia,
possano offrire la voluta potenzialità di so-
stentamento. L'investigazione teorica, pro-
cedendo di pari passo con l'investigazione
esperimentale, comincia ora ad apportare,
ossa pure, il suo valido concorso, dal quale
dipenderà certamente la soluzione definitiva
del problema dell' aviazione.
Concorrentemente, l'industria dei potenti
motori ad esplosione, eccitata dallo stesso au-
tomobilismo a creare motori sempre più po-
tenti e sempre più leggieri, s'iiìteressa pure
della stessa domanda fatta dagli aviatori per
i loro progetti di aeroplani (figg. 7, 8, 28).
Frattanto i fratelli Wright dell'America
del Nord, sorprendono il mondo intei-o con
la notizia, propalata con molta arte, che con
le loro esperienze del 26, 29, 30 settembre, e
3, 4, 5 ottobre 1905, sono riusciti a fare dolio
volate di 38 chilometri in 33 minuti con un
motore di soli 15 cavalli. , I brillanti risul-
tati di questi inventori misteriosi spingono
il Bleriot ed il Voisin a tentare la costru-
zione di aei-oplani e il Santos Dumont che,
aimi prima aveva meravigliato il mondo con
le sue vittorie sulla dirigibilità degli aero-
stati, si trasforma arditamente in aviatore,
costruendo quel 14 bis che gU fruttò la Coppa
Archdeacon. Nelle memorabili giornate del
4 settembre, 13 e 23 ottobre e 12 novembre
del 1906 l'aeroplano si sollevò da terra con
una semplice rincorsa di avviamento com-
piendo prima sbalzi di 4 a 5 metri a circa
1 nu'tro dal suolo, poi volate decise di oltre
50 metri ed infine il bel tragitto (tìg. 11), del
12 novembre, di ben 210 metri in 21 secondi
e Vs con una velocità media di 37 chilometri
all'ora.
Crediamo interessante per l nostri lettdri
di dare un piccolo resoconto di quella me-
morabile giornata.
Ore 10 del mattino: L' appai-ecchio si sol-
leva avanzando, e percorre in 6 secondi e a
40 centimetri dal suolo una volata di circa
40 metri.
Ore 10.25; L'apparecchio percorre tutto
il campo d'avviamento eseguendo due vo-
late: una di 40 metri e l'altra di circa GO.
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricost'tuente sovrano.
^ .VU -
rig. 12. - AXBOPULKO SaXTOS Dl'MOMT. 1»07.
percorso termina ooa U prora 41 una voi*
lata ili pieno toU>. arrestata però a eaasa
della troppa TU-iiiAnxa di aloaol alberi a oirca
nn quarto dell' evolaiiooe a dritta già oom-
piata. Ri produce un foasto di poco in<»-
meuto all'aaae della raou destra del carrello
di tra>(>i>rtii
' picciolo fnaato è stato ripa-
te : la prima di 50 e la seconda
u: ■ " — " ' f^oè aiia ve-
lo< :iirora. Non
n*- ' lU a destra
Ore trova sopra
nnal«i:. jt.-ik!-- Mi-
ti-.■
P"
Se ancora qnah^e dabbfn pretn* ■
molti, che le notizie '
fossero apocrife, orni
reale e splt-n elido i
Santo<(-Ouinoiit
il Ferber. lAi
il Kapferfr, il N „ ,
Vaulx, il Melvin. il Vaiieuian. li Uv i>iun. «t
Vinet, il UaziM. il Hollrvne, il Zen». Etrick v
Wells (flg. I3>. ec
Nella prinisTera del IWiT 'tifz- K. 1&) M
Delagrange effettuò vf»!at«» »1l .«lirf so m^tri
ad un'altesza ' '
Vula (ùg. 16) <
Ti'ììU-, ri.-v-,. fi
In
•••rrantl<» subito In modo
percorse fa di 210 metri
iitos Domont prova
IS) di dimensioni
;>erienze non hanno
10 metri da terra il 15 IukIìo. i>
feto una voIaU di 100 metri in e
ed il IS sgoslo due Tolste ans
a S metri da terra, prose(iiend<
altra di US metri tra « e IO tn<
(flgg. 17, 18).
l>istiagaere fin d'ora I tipi multipianl,ce!
Inlari o no, dal monoplaai, sfcennare all«
caratt*risticho wlgaase • qualità aerodlaa
Fii
rijuro EmcK k Wnxs. 1907.
^ nr.^ —
Fig. 14. — Aeroplano Delagkange, 1907.
{Superficie 60 mq., peso 260 kg., motore 50 cavalli).
miche def,'li uni e degli altri, non è possibile;
— sono tutti basati, ancora troppo, su con-
cetti empirici; — e sinché gli appositi studi
metodici di aerodinamica teorica ed applicata
non avranno portato loro tutto il necessario
concorso magistrale della tecnica sperimeij-
tale e del calcolo, non potranno mai entrare
nel campo perfettivo e pratico, e su di essi
non potrà ancora esser fatto alcun nssegna-
mento.
È tuttavia importante la dimostrazione,
piena, ami)ia, indistruttibile, che l'uomo oggi
può di già, effettivamente e bene, sollevarsi
da terra con semplici mezzi similissimi a
quelli delle creature alate di natura, sebbene
di carattere dinamico differente.
Vediamo quanto è stato fatto concorre n
temente nel campo della aero-
statica.
Vi ricordate, certo, che lìn
dai primi tempi della maestosa
mongolfiera, del magnifico aero-
stato sferico, subito furono esco-
gitati vari mezzi e sistemi, ag-
giungendo appositi remi e vele
o propulsori ad elica, o principi
tìsici di reazione del mezzo ae-
reo, per rendere capaci, quei
globi leggieri, di muoversi nel-
l'aria, liberi ed indipendenti da
qualsiasi vento. — La forma
sferica fu poi in massima abban-
donata, sostituendola in genere
con forme più o meno allun-
gate, ovoidi, od a fuso, od a si-
garo, o cilindriche addirittura.
Meusnier, Giffard, Dupuy de
Lome, i fratelli Tissandior, Yon,
segnarono orme di preziosi con-
cotti; — od il noto capitano Re-
nard, poi colonnello dell'eser-
cito francese, come un faro vivo.
sfidante o mi più fitta tenebra, di un cielo
notturno, cfucciuso, ed ingombro di nnbi e
tempeste, dopo aver agitato, incitato, con lotte
e dolori infiniti, menti e Governo, infine, nel
1884, soggioga ogni meraviglia attonita del-
l'uomo, col suo dirigibile La France. — Fu
però una favilla del genio umano, che nel-
l'ai'ia ambiente non trovò che limitata nutri-
zione, e che andò minacciando di spegnersi,
lenta lenta, con g.i anni.
Difatti, si ripetono tentativi dal Woelfert,
dallo Schwartz con involucro in tutta la-
miera sottile di alluminio, dal Severo col
Fax, dal Bradsky, — ma lasciano solo una
traccia di sventure e dolori.
Tuttavia è sempre più eccitata la fanta-
sia dell'uomo, — ogni concetto di utopia
comincia realmente a svanire per ogni dove,
— e sorge in Francia un mecenate convinto,
15. — Aeroplano Delaguange, l'JOT.
e IO aprile fece volate di circa 60 tnstri.
L'Olio Sasso Medicinale semplice, iodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
Fig.
marzo
Fig. 1«. — AsmoPLAXo TinA (onroxo l»07).
/Ve» mlcum* 0olats di circa iOwt.aé»StH.da tèrra.
i5 italsoe un
i per primo
> alla punta
1 la sfida, un vero
ii.»^.. -^ .1 .. i... >,..;ì ., Dumotit: — e Ir*
gU anni 1901-1 W2-rt03. non s<.l.. viiu-'-. .ir liU>
ed audace. U premio Islifuito dal I><iirsirh.
ma, con una »e ne di ben U tipi di diri^'ib:!!.
di Tarte dimensioni e ditT'-rctiti unu dall'al-
tro, compie una s^rio di tentativi »? di o^pf-
rienze, esponendosi perfino ad una aomma
di peripezie una più aT^'enturosa dell' altm.
Il xuu dinirihiif ti. '.' <; i»<Tt.-)iito il mnslo
rlusciU' s-to per
ben tre 'ntinua
dei partR..... i... «... . ' •'" ' -^
ad assistere alle corse d
dello 8t^«»" m«»«o •r«.n-'.
proprio '
des Cha-
sione II •'
lazione al Ilc^tauiaiìt <l»j :a < ..
de Boologne, il 14 luglio vola .-^
piena .ir A .<1U riTista di Loq|g<
hr n presidenziale.
itto e sempre come semplice
es:;.,..- . ......v.io di una genialità multiforme
meraTlgliosa, e tutto e sempre col solo em*
pirlsmo. Santos Dumont tuttavia apporta
' segnaroenti pratici ai tecnici e co-
nrr.rnt; c-'t^'iti. nf qnall furino note-
V lU dalla Ger-*
ni. ■ lin. che sulle
riv . -.seca un con-
cotto di 9tr;i*>r<ii:i.irìo Ardimento.
I capisaldi principali dell' aeronautica, con
art strati: la st t
h:\ tale dell' in
vo; - - _••.
gucii il ootwiio u seta, gonfi
più o ni tamenie di gas più le;:
gtero dfci. ... .... ».n litì per le perdite cofi'"*-;
di gas attraverso la stoffa, non può in
contro l'aria urtata dal dirigibile. n< . .
versi per propria propolsioiie, come non pn
marciare contro vento. Mosa ohe 1* pn*'^
sione interna del gas non cgtiagU co«laat<-
mente quella dell' aria o del vento aitaste
la punta anteriore dell' Involucro. — Perot»
tener" tal.- nr«ssi.,n« Interna, ha dato per-
ff" icca pure di stoOk, e <^
pr ne. disposta all'intern
'•- r.. .,).,'.. „ ,.,.11 , 'filile. .*
7.ion4-
- ferie*
. vuiiii*. p«Tein» ni«i«*i>(ieiido«i
■^aeea, ed Impertendoel te pffe^»
- 1 sacca al gas deirinvntncr'
n'Interno dell'air
•■^guagll quella d
!(igge dalla kac.i-a
la piuttosto nelle
Lo
d'ana
arrT»"*»"
eii
ali
i r
df
e;: .•• ^'ra\i ln<-«»n\enient
di armatura e del motor*
con • raordinartameat» te ea-
bator* dcir *rco*tato , portandola a circa
12000 me, - e per reetare Ut limiti di •<•
534
Fig. 17. — Aeroplano Bleriot N.o 4, 1907.
zione maestra di conveniente limitata resi- dide esercitazioni sopra Mantes, e nella mi
cella arriva a ti-asporcare ben 6 persone;
tìnchè, l'insieme del sistemi, riesce, così per-
fezionato e cosi rispondente, a tutte le esi-
genze della navigazione, che i fratelli Lo-
baudy e l'ing. Julliot non esitano più a pro-
porlo al Governo francese, per l'applicazione
alle ricognizioni ed esplorazioni da guerra.
Il dirigibile Lehaudy 1905 (fig. 10), è allora
sottoposto all'esame di una speciale Commis-
sione militare, che aveva tutte le cognizioni
tecniche e scientifiche adatte, — ed il 27 giu-
gno di quell'anno, sotto il controllo di quella
Commissione militare, dava prova memora-
bile delle sue qualità nautiche, sia in viaggi
a partenza improvvisa di notte e di giorno,
sia con velocità da 18 a 42 chilometri all'ora
a seconda della marcia contro vento o col
vento, sia compiendo una prima tappa di 94
stenza, la il suo sistema lungo ben 123 me
tri. — I nostri colossi marini usuali esterior-
mente gli stanno a raffronto.
I mezzi odierni sono tuttavia ancora in-
sufficienti, o non corrispondenti a dirigibili
di quella straordinaria mole, — e le prime
esperienze dello Zeppelin del 1900 non hanno
un risultato soddisfacente. — Ma la tempi-a
adamantina dell' uomo vedi-emo che sfida
qualsiasi contrarietà ed avversità dei tempi,
fisso ed incrollabile nelle sue idee.
Non sono ancora dimenticate le aspetta-
tive, già fatte ed un po' svanite sullo Zep-
pelin, che appaiono nuove impressionanti
notizie. In Francia i noti fratelli Lebaudy,
lianno consentito larghezza di fondi, ad un
ingegnere loro dipendente, per la costruzione
di un dirigibile. — E quando ognuno meno
se l'aspetta, ecco comparire
un primo tipo di questo di-
rigibile, dedotto da una lunga
serie di studi ed esperienze
apposite.
I primi risultati sono sod-
disfacenti, e, con un metodico
studio progressivo, ne vengo-
no esperimentati lentamente,
e senza alcun risparmio, tutti
i particolari.
Un primo periodo di espe-
rienze si compio dal 2 novem-
bre al 13 novembre 1902; —
un secondo periodo dal 1»
aprilo al 15 giugno 1903; —
un terzo periodo dal 24 giu-
gno al 2 agosto stesso anno;
— un quarto periodo dell* 8
al 20 novembre ancora del
1903, — ed in cui da Moisson
si reca in un'ora e 40 minuti
u Parigi con una velocità di
3»'» km. all'ora; un quinto pe-
riodo dai -1 al 28 agosto 1904: Fig. Ift. — Bleriot N.» 5, 1907. — 6' agosto, due volite, mia
- un sesto periodo dal 30 et- di 122 m. a 2 m. da terra, ed appena toccato il suolo,
tobre al 22 dicembre, pure sema arresto, una seconda volata di 143 m. a 10-12 m.
del 1904, — ed in cui fa splen- da terra; percorso totale, 265 m.
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Fiali di Onealìa «onn nll imioi norfoHI
Fig. 1». — Lebacdt. 1905
</ ' I f'utttiflia da guerra fraHCt**^ addétto alla pttuta forU di
e) ì ore « Qaal.
3 «rie sino subito ^
ai- ulOOkg. pria fl'
di xaTorra: Ma aroampaiido aii'aperta campa- piiaci|> >
gna dando an>-h«> buona prova di resist«nia Ed)'
a violenti Ut. t rendendo dopo qa«- al fraU'Ui l,-
sti. del tntt<> li tormento sabito, condo dlrigib
le sue ascei)^. -Nrc. Mentre p*'
lVell'insietn(> di (inciiu prov pe oondo meravi
• 5 gtomi di Tiaggio consecott\ di manifestazion
•os^iorno IMT ripovi, jM-r.-iTr- Si- dal c<intt' Ali:
|..- ■ ■ ■
naggra prectao at luugbl
terreno preordenfeemente
limi ri>-<>ii«/x-iiii<i, — non sfaiema di onneg»
gio. e materiali di aoeampameot>>. riapon-
denti come realstenaa a TiolenUstiml tem-
porali, par restando abbandonato a aè steMO
giorno e notte.
Kè basu. che !'8 ottobre, tempre del
1906, mentre della guerra fran-
cese IroTava^ dirigibile è esporto,
<-on splendide . *d ani prova di na-
i^asione contro forve vento «1 abbondante
: 'jggia: — Il 17 ottobre e'segaentJ, è ap-
Ì<lìcato ad esolosive prove di ricognlsione
militare sopra la piazza forte dJ Tool e vi-
cinanze. — e dorante quelle fa e^roitasionl
di rilievi fotoffraflcl, e r -^ : anelo di
proìf'ttili sui forti e sulle In cinte.
— Infine, in a:ia prova naviga
splendiilanuMit • ;» >-\ira
Q;ial.> iii-T.iv!_-li.». >.• • Ulto mi-
nuzia.M.« e >crni>'l'>sv pr ' /y lyoi,
fu acquistato deOititivamcui^ *i%i (JO^^mo
francese?
VOI», «1 '
vanno :
peltri Italiano.
Oia ardente fautore, nel 1S7S, dei <
del CordenonA. - p^r Innjrhl r Inn,-'
concepisce, «• i
di dirigibile I
di forma, con
tara rigida tutuioa dcgt.
tuisce una geniale careni
cÀouch, - ed allasUbilita '
dinamico dell'altitudine :
vede con una coppia dt p
verso l'estremità antenoi
tro verso réatrrmifa pf
Lo prove d^-l r» >'-■ d
però che un'.
strazlone deli-
dare quel sL>t' '
«ioni di mezzi iiau.j»zi»ri iuruuo sempre e
critiche, cbe il c^nte Almerico da Schio, n*
530
Fig. 20. — Aeronave Italia, 1906.
potè mutare rinsnffioifnte motore Buchet,
previsto e provvisto intorno al 1890 di soli
12 cavalli di forza, mentre tutte le più re-
centi esperienze di dirigibili consigliavano
almeno motori da 40 e 50 cavalli.
Tuttavia l'Italia effettuò, tra il 17 giugno
ed il 4 luglio 1905, un primo ciclo di espe-
rienze, che nonostante l'esile motore, de-
perito da lunghi anni d'inei'zia, dimostrò
soddisfacentissime doti nautiche del si-
stema da Schio. Ed il 1" luglio, eseguiva
persino delle splendide manovre di diri-
gibilità innanzi alla nostra graziosa e pre-
murosa mecenate, S. M. la Kogina Mar-
gherita di Savoia.
Dal Renard nel 1884, eccoci passati al
1905: in cui, emergono gli splendidi ri-
sultati del dirigibile Lehaiuìij, le preziose
promesse deW'Italia, i misteriosi tenaci
tentativi dello Zeppelin.
Nel 1906, si attendevano tre nuove ma-
nifestazioni dell'aeronautica: — il se-
condo dirigibile commesso dal Governo
francese ai fratelli Lebaudy coi tipi stessi
dell' ing. Julliot; — il secondo ciclo di
esperienze del conte Almerico da Schio,
— il primo ciclo di esperienze di un altro
dirigibile, dovuto agli studi e ai lavoil
di due eminenti tecnici italiani, l'ing. For-
lanini, già noto fin dal 1870 per il primo
apparecchio più pesante dell'aria che si
sollevò coi pj'oprì mezzi da terra, ed il
capitano del genio cav. Cesare Dal Fab-
bro, l'organizzatore del tipi di costru-
zione del m.ateriale aerostatico militare
del nostro esercito.
Il conte Almerico da Schio, pel 1906,
oltre ad alcune modificazioni al sistema
di governo dinamico del suo dirigibile
(figg. 20. 21), inteso sostituire il motore
da 12 cavalli con un motore extraleggero
da 40 cavalli, delia rinomata ditta fran-
cese Levasseur; — ma sopraggiunse la fine
della stagione autunnale, e l'inizio della ina-
datta stagione invernale, senza che fossero
ultimati i preparativi per il -2" ciclo di espe-
rienze.
Il dirigibile dei signori Forlanlnl e Dal
Fabbro non era ancora compiuto.
Jj'lg. ^1. AcIUJìNAVK * irAL.lA „
DEL CONTE ALMERICO Da Scilro. 1 ,),)(>.
t'Qiio Sasso M^dipin^ie semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituejite sovrano,
Flg. 22, — OtBioxfiiu: Vamu,\ai^ 1906.
», '
In competi^) si ebbero, «d* Amburgo •
neilmo in giugno e loglio, aloaneesperieose
dt un dirigibile dH Tna^^ore tedesco Puae-
val (Ag. tSK — Ri.i mente per
Ril teitwUti^ra^' i per la
loro f<>nna sJii;:'. r la loro
«pecii» Miti.
— M.1 ine
geniali- ... . . . .n
ghe estpenviise «■ drlinitivo .
In Franoj.i. il Conto <l.-
ste»i« epoca, a tnostia un i
di 720 ni. <•. itìx. '-Mi. stii-lin-
scopo sporiivti. — Le prove >«•
riguardo rito stadio tecnico del sUtema. ma
dimostrano, per ora a!m«no, rinadatiihilità
del dtrfrlblll allo sport
N '.re, poi, si ebbe ana Inprovrisa
ortita, sul Ugo di Oostanxa. di
K ^rthìlo dello Zeppelin (ftg. 24. 25|.
•liiroj. 1900 e 1«04.
per « «jgiante e mo»
'I tl.V..- .... ..^.. .t...i » ,(4 ...._
<• per aver
.v«:il. la foi
-^
I
Fiff. 2.::
Aeronave Zeppelin, ottobre 1906.
Fig. 25. — Aeronave Zeppelin, ottobre 1906.
Fig. 26. — Il dirigibile da guerra " Patrie „ l'.)06
20 din'aibile della Hottìalia da guerra francese addetto alla piazza forte di Verdmi,
yig. J7. — I TUfom K PIASI STABXUZCATOBI DU. • PaXKUC
salta abbia ragglanta la libila v^lor
di 51 km. all'ora.
K fat'^Ta anche, q';
2*2 novembre 1W« 1p «:n
. 2'it. — il 2;i. 24. Uó.
•gnano marcato prov<
r.l.. ,1,r, ,.».,!. .-he. Il ^ .
'•- il SUO
.:•> mili-
i<i> K-i SU» firima aaoen-
luell'equifi
; UW7. - Qaale tt mov;
' iài primi di qaeat'anno?
le oooa«iiiieDse. derivata d^
i..tt* i-nfi '^^-•-••Ti, taate Mp<
«empre p!
I 'rniai. tiiTT<^- i«> nazioni
iiu'lu«a l'Italia
oniprese del deeiaiTO puap fatto
dalla Francia, nai co«Cltnir# per la
prima una flotllglto di diriffblll da
gaerra, — e sertaiD«nt« impreasiona-
te, dal progressi rapidi che ra fa-
condo l'aviazione in Francia, con gli
noropl""* '^"' ^<*ntos Domont. BI©-
r^.T. ! i^range, ec. tutte
l" ?n . !ii sono intento ed
a -rudi e ai laTori, per
pr >nta costruzione di
'. j .i.rr.pl.inl.
sna ti'
Quatti
8. — MOTOBS
100 HP; Ito kf.; 19 eUim-iH.
IlcpubUqne e Democratie (1907|: per i quali
la saranno pare completamente organizsate le
lai loro risi>ottive «taztoin presso le piasse forti
'.•6». nrinciDali di frontiera.
- 540
j
Per il 1910 la flottiglia sarà portata a 6
dirigibili, di cui uno speciale per lo Stato
Maggiore.
La Germania per la fine del 1907 avrà 4 di-
rigibili in completo assetto : il Parseval, un
tipo Parseval-Lebaudy (fig. 27), dell' ing. Ba-
senach, più lo Zeppelin III 1906 che nel 1907
subì parecchie vantaggiose modificazioni, cosi
da pervenire a compiere meravigliosamente
un bel }-(iid di 7 ore di aeronavigazione senza
scalo, con un percorso di circa 340 km. e ve-
locità di circa 45 km. all'ora in media, tra i
400 e 1000 metri di altitudine: infine lo Zep-
pelin IV, tipo 1907, lungo 130 metri, e 270 ca-
valli di forza motrice, e che pel novembre e. a.
sarà ultimato ed inizierà le sue esperienze,
porfando a bordo anche un proiettore ed un
impianto radiotelegrafico.
L'Inghilterra nel settembre ha esperirne i-
tato un nuovo dirigibile " Nulli Secttadiis „
di 1750 metri cubi, cilindrico, lunt^o 30 metri,
diametro 9 metri, motore Antoinette da 50 ca-
valli. Perfezionato con appositi piani stabi-
lizzatori, il 30 settembre da Aldershot potè
spingersi fino su Londra, ma la sua velo-
cità massima ottenuta in calma fu appena
di lfi-20 km, all'ora. Ricostruito e modificato
opportunamente, prima della fin d'anno farà
nuove esperienze e segnerà il primo tipo della
flottiglia che l'Inghilterra ha deciso salito
di costruire per la sua difesa nazionale.
Il Governo inglese atten<le poi ancora a
proprie esperienze di aeroplani per servizio
militare, e fin dai primi d'ottobre un primo
modello montato, riusci a volato di oltre
100 metri.
La Spagna e l'Italia avranno a buon punto
la costruzione del loro primo dirigibile mi-
litare, con caratteristiche alquanto differenti
dal tipo Lebaudy. L'Austria sta ultimando
pure il suo primo dirigibile.
Notevole, in tanto movimento, sono le pre-
ferenze che danno l'Inghiltei-ra agli aero-
plani, e la Germania ai dirigibili. — Ma ciò
dipende, essenzialmente, dalle tendenze delle
personalità tecniche attuali, più eminenti nel
movimento stesso delle singole nazioni. Di
fatto però, i dirigibili e gli aeroplani, per
l'applicazione alla guerra, si completeranno
a vicenda, — le speciali doti dell'uno non
potendo essere proprie dell'altro.
L'aeroplano è la macchina dalla vertigi-
nosa velocità che corre d'un guizzo da un
luogo all'altro. Non trasporta che un limi-
tatissimo numero di persone, e risente gran-
demente delle critiche coudizioni organiche,
per i potentissimi motori di cui ha bisogno,
e per l'enorme quantità di combustibile che
quei motori consumano, — il peso di tale
combustibile, e, dell'apparecchio intero, es-
sendo enorme assai.
Il dirigibile invece, è il colosso, di molto
maggiore capacità di trasporto, rispetto al-
l'aeroplano. — Sotto limitati diametri, ed
estese lunghezze, può essere dotato di enormi
forze ascensionali — le quali danno il mezzo
di trasporto di quantità rilevanti di carico, di
motori più resistenti, e del combustibile ne-
cessario per ima lunga durata di cammino. —
CONTRO LA STITICHEZZA t
:4 ii4:M«i MJ«;/A7«i:i
CHIEDERE OPUSCOLO EI-IXIR PURGATIVO
fmMH^ia: ifia Luigi Miragli3, 1-2: ViaConlc di Runa, 13- N/ì POLI
Flc. aoi -> KuoomoM dbi Fkatblu Dvrxxm, Pabioi ifoft - ciivirmA IWM.
I/aero^ratn dirigibile paò, anobc. spesso nfriii»
tare. p!pn.ttT;f"n?f e1 nmninttr'Jttr ir correnti
«orti.
lllSJ
'■i i/iu
imi'
>.triee
— 1 treni ferroviari,
od .1,
In .jii.MM |t-iin(iu iniiiHle della applica-
zione di quei due siittfoil alla guerra, non è
ancora lecito di dire l'organlezazione ohe po-
tranno assumere 1 senrizi militari inerenti:
— né, sotto quanti differenti aspetti, di ser-
vizi militari propri, o di servizi privati, mi-
litarlzzabili al momento oeoessaiio, l'appU-
cszione poi ri essere estMa.
Ha, alla vostra meut« perspicace, non
•fuggirà certo, la visione dell' importanza
straordinaria, che potranno assumere dislo-
cazioni opportune, e rej?ionn" '^-••" *n dal
tempo di pace. lun;;o tutto !c|lu
Stato. In numero convenleir nieno
complete sUuUoDl urne, di diM.jii>)ii • i aeru>
plani, da dIfiMA «d offf^i'a e di più o meno
potenti isttlOlloal private, sportive, inda-
striali e conniiereiaU, aeronautiche.
Quo) la Tietone si oonrreta maggiormente
con la >alataslone dell' ampio dominio, della
straordinaria pr<- ': offesa e difesa,
che. dirigibili < poseooo avere
dalle loro elevat« -... '^-' rapido por-
tarsi, su ogni luogo inente, ri-
spetto alle localizzate : ■■•' di terra
e di mare, e. proporzionatavni^. alle moUo
lente mosae di tali forse, per ^1 intricati
cammini sti campi e terreni, o traTonvo allo
impedenti acque.
Dond^fM>^ iranno, per via, trasformasioal
«'^''tatirlnM. nnl!r> organizzazioni stesse delle
terra e di mare — avvlan-
ver«o quei concetti id«»all
Naie — cui tendono già d»
idilli i • <'rni — per evitare le sem-
pre ]■ M>. provvedenti alla dife«a,
»'■' 4. ed all'iufluente aatorttà
ne. - e per evitare le sempre più
icrre, per 1 sempre pio terribili
htriiiii' mi di guerra, che all'aomo è dato
comporre con I profr«Mi della MiMua e
delle industrie.
Né vi pala strano di accennare, sin d'ora,
a tali tranfcrmazioni : - poiché, a lato del
progressi dcKll areoplanl e del dirigibili, si
hanno anche degl'importanti paesi in avanti,
fatU dagli ellooptert.
Quell'elica, — oIm voi avete vista appli-
cata come propulsore a uavt marine, ad
aeroplani ed acroeUU dirigibili, '^ se la di-
•ponete col eoo aase verticale, se le date una
costmzlone propria, diviene e«»a %ti^^** r*
pane di sollevare riicvsnii pesi,
motore, dal quale è Catta funzionar
che deve governare rappar<'i-clii<>. I
e Svizzera, Anatria ed I ■ no «uidi •
lavori già preziosi in t 39. 30), e
proprio salta fine di setu a....^ ^. quest'anno
Il glroplano Brégnet, che non è «le un eli-
coptero con i coppie di elidie di aoelenta-
mento, e con un motore di 41 cavalli, ha
sollevato Un 700 kg. Indoso Tnomo che mon-
tava l'apparecchio, oexia circa kg. IS.BOO por
cavallo.
CARAMELLE VENCHI
TORINO
- 542 -
L'elicoptoi'o, via via, perverrà ben presto a
sostituire l'aerostato sferico, in tutte quelle
applicazioni sportive, scientifiche, e militari,
per le quali sarà utile aver l'indipendenza
assoluta dai venti, e dalle condizioni me-
teorologiche, per fare ascensioni locali o di
piccolo e lento spostamento.
Nulla vi posso dire in fatto di apparec-
chi, che, a similitudine degli esseri alati di
Natura, abbiano ali battenti — o in velatura,
o in strutture simili a quella degli uccelli,
od insetti. — Assai poco v'ò di fatto al ri-
guardo. — Il tecnico è troppo attratto ad
ottenere, per ora, un pronto ed immediato
utile pratico, da meccanismi ed apparecchi
di più facile e semplice combinazione, come
aeroplani ed aerostati dirigibili, che non lam-
biccai'si faticosamente il cervello per conge-
gni che saranno sempre complicatissimi, e
mai raggiungeranno la perfezione di Natura
in Natura.
Ma qui, il pensiero non può a meno di ri-
correre ai lavori e agli studi, di profonda in-
vestigazione sul volo degli esseri alati, fatti
dal celebre fisiologo il prof. Marey di Fran-
cia, e di cui nel 1905 fu rimpianta la perdita
da tutto il mondo scientifico.
Un'altra manifestazione dell'anno 19C7 do-
veva essere la pax-tenza dallo Spitzberg, in fin
d'agosto, della spedizione aeronautica Well-
mann, col dirigibile America (1907) al Polo
Nord (fig. 31).
Questo tentativo audace è ancora molto
intempestivo date le condizioni tutte pri-
mordiali in cui sono gli attuali dirigibili. Per
spedizioni di tal genei'e, in regioni inospitil-
lissime ed inabitate, occorrono dirigibili per-
fetti e provati e predisposizioni speciali, ol-
treché per il regime ignoto dei venti e delle
condizioni metereologiche e di navigazione,
anche per eventuali anticipati attcrraggi, per
eventuali necessità di rifornimenti di gas e
di combustibile per il motore, per eventuali
necessità di ritorno a piedi per abbandono
del dirigibile sui ghiacci, ec.
La radiotelegrafia sarà per certo di grande
aiuto alle spedizioni di tal genere, ma allo
stato attuale le comunicazioni avverranno
sempre? Tutto il mondo sta in aspettativa
e viva ansietà pei- la spedizione Wellmann, e
gli auguri e voti vanno ad essa tanto più caldi
e sinceri quanto più seri sono i timori che
tengono sospesi gli animi. E certo però, che
la riescita del Wellmann sarebbe un nuovo
e splendido passo avanti fatto dall'aeronau-
tica, cui, in avvenire, saranno naturalmente
affidati i più difficili compiti delle esplora-
zioni scientifiche e geografiche.
Guido Castagneeis.
Ottobre 1907.
COSSILA BACHI
presso BIELiI^A - Piemonte
STAGIONE 1o GIUGNO - lo OTTOBRE
MEDICO-DTKETTORK
Dr. L. C. BURGONZIO
Fig. 31. — " Amebica „ agosto 1007.
Dirigibile della spedizione aeronautica al Polo Nord,
dell' esploratore Wellmann.
CUCINE
CALORIFERI
VENTILAZIONE
FORNI
DELI ORTO
FEDERICO DELU ORTO & Cr MILANO |
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hia « NMocw divùe.
644 -
IL PLOTONE GRIGIO
La denominazione P!olo>ie grìgio serve ad
indicare l' inizio di una grande e radicale ri-
iorma nel colore delle divise dell'esercito
italiano.
Nel 1904 Luigi Brioschi, presidente della
Sezione di Milano del C. A. I., leggendo delle
stragi della guerra russo-giapponese, si con-
vinceva che, data la spaventosa potenza di
distruzione delle armi da fuoco moderne, che
fanno in brevissimo tempo d' una truppa vi-
sta una truppa distrutta, avrebbe avuto un
vantaggio immenso sull'avversario quell'eser-
cito che si vedesse meno, e dalla cui divisa
si fossero accuratamente eliminati tutti gli
accessori inutili e tutti i colori troppo ac-
centuati Si deve, in una parola, poiché per
un pezzo non si riuscirà a sopprimere la
guerra, rendere questa meno micidiale che
sia possibile; e ciò si può in notevole mi-
sura ottenere avvicinando il colore della di-
visa dei soldati al colore del terreno, del-
l'ambiente in cui dovranno combattere.
Furono fatti, nel battaglione Morbegno
del 50 Alpini (allora comandato dal tenen-
te colonnello Donato Etna) molti esperi-
menti sulla visibilità del colori; ed al ber-
saglio, alla distanza di COO metri, risultò
che ad ogni palla che colpiva il colore
ritenuto il meno visibile (grigio-creta) cor-
rispondevano otto palle che colpivano la
vecchia divisa degli Alpini.
Il primo plotone grigio istituito, col con-
senso del ministro della guerra, per ini-
ziativa ed a spese di Luigi Brioschi, ed
appartenente al predetto battaglione, fu
vestito la prima volta a Tirano il 24 lu-
glio 1906, e comandato dal tenente Tullio
Marchetti di Trento.
La riforma, lodatissima da tntte le
autorità militari, in tutti i suoi particolari,
mosse il governo ad estenderla agli al-
tri due plotoni della stessa comp.ignia;
ma (per quanto in via di prova) si vollero,
nell'arredamento e nell'equipaggiamen-
to, introdurre modificazioni, che sono al-
trettanti peggioramenti.
A spiegar questi, bastano poche parole,
unite alle vignette inserite a i)ag. seg.
Il primo dei cinque soldati visto di
fronte e di fianco veste la divisa antica,
con tutti i suoi pesi ed iTiconvenienti.
Il secondo è un "alpino grigio,, puro,
secondo l' iniziativa del BrioscJii.
Il terzo è simile al secondo. L'ala
sinistra del cappello (molle come quello
del soldato precedente) è sollevata alla boera,
e tenuta ferma mediante un bottone automa-
tico. Tanto il secondo che il terzo di questi
soldati ha, in cambio del vecchio zaino In-
comodo e pesante, il sacco alla tirolese, giu-
dicato comodo e praticissimo.
Il quarto ha il vecchio cappello duro,
colla penna, e con una copertura grigia; due
ritorni all'antico, due riforme clae sono linà
peggiore dell'altra.
Il quinto — il martire — oltre al e p-
pello duro colla sua brava penna, anche è
caricato del doppio zaino, che alle manovre
dello scorso anno fu bocciato a pieni voti da
ufficiali e da soldati, i quali lo detestano come
una vera tortura. E pure si ordinò di ripro-
varlo e si ritenta di imporlo!
Anche gli ufficiali saranno vestiti come i
soldati. Dei tre ufficiali dei quali qui si dà
il ritratto, quello a sinistra di chi guarda è
il sottotenente Ferrerò; nel mezzo il capi-
tano Treboldi comandante la compagnia; il
terzo (colla vecchia divisa) il tenente Villani.
Manca il quarto ufficiale, tenente Barbieri.
Mentre in Italia si va così lentamente
esperimentando, l'Austria in quest' ultimo
anno ha vestito di grigio tutte le sue truppe
di confine, ed il Giappone tutto il suo esercito.
L' iniziativa del Brioschi trovò un grande
Ufficiali alpini: vecchia e nuove divise.
difensore e propagandista in Ottone Bren-
tari, che sulla rifoi-ma scrisse numergsi arti-
coli in giornali, tenne conferenze nelle prin-
cipali città d'Italia, e pubblicò due opuscoli:
Il Plotone grigio e Camicia liossa e Plot ove
grigio (Torino, G. B. Paravia), con numerose
lettere di generali, colonnelli c<'. tutti plau-
denti all'idea propugnata dal Brioschi.
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I .tiiii.- I ir,, ^iv^riMii dei Qaall
n •^•ranfie «torta il giomallsiDO
« «vuto delmomeuU
: a itaUle è YtnesU,
. foglietti volanti o
pubbIic«Ta infatti
- - /le politiche d» Mi-
Uao, Toruiu, Vieuna. Praga e dalla Kpagiia;
(li avrisi dell'arrivo e della partenia delle
Bav< ......->... j decreti ed i provvedimenU
*' «tu eccezione però perle cro-
»•' ■■■<i alle quali dedtcaTa ogni set-
timiiia 11 >upitim«mto di rrm0:ia.
Kel 5 di ft«nnaio 1661 la (ìazzetu usci
per la prima Tolta a stampa in caratteri rozzi,
senza in. ifaisa che ogni capoverso
<!•▼» ut .> : zia. E COSI talvolu stAni-
pau ma - he manoacrltta. la pab-
blicazloue continuo i-on qualche interruzione
durante tutto il secolo XVII e nella prin.»
metà del XVI li.
La serie veramente regolare delle Gaz-
zette incouiiiicia solo nel 1741, ma il gior-
nale grande meno di un quarto dell'attuale
restò un arido notiziario nffifiale. fino a che,
nel 1760, Gaspare Gozzi con interessanti rac-
conti in istile lepido non ne rese piacevole
la lettura e non diede al foglio un mirabile
rtovoplio.
È in quel tempo che sì rinviene nel gior-
nale renc'ziaoo la moderna pubblicità per
quanto tu embrione.
Nel nv7, quando giungeva pure a Vene-
zia il soffi-I possente della rivoluzione fran-
cese, la OmuHtm Ytnetm itmiiama fregiò U sua
testata ddl'embtenM repubblioano e per breve
tempo datò Amn» l deUa tOtrtà UvUmmm.
Col 1* agosto 1796 la Oauette divenne
quoudiana ed essendosi tesa eoo altri gior-
nali che le erano sorU aooaoto potè awnea-
tare gradatamente II formato. Nel 1816 as-
sunse il nome di Gasxrta l'ritiltgiata, indi
di Or,^-,'f.. „fr.., ,:, « finalmente l'attuale di
(iu.
N'enesia che conta perciò
166 ajiiii 'Il T' isolare pubblicazione, segue su-
bito in linea d'anzianità fra i giornali ita
liani. la GaziHta di Barmta.
La Gaztma di VmtMim è ifli^rtante per-
chè e la cronaca degli avvenimenti storici e
politici della gloriosa città veneta.
Essa subì le peripezie della politica e mutò
spesse volte indirizzo e colore. Dopo il '06
però rimale quasi avmprp poniicam^nie p»!
landò l'organo dei liberali monarvhlol » >
carattere più o meno aoeentoato.
In anni recenU ebbe a direttore Fecru.
(4o Macola, che ne divenne poi il proprietà
rio. Egli la c.Metle ptloli al .N.nt- P-patl
poUdeKii
Qicrmmlf
in prop: . .
partenenu al i
sua vita, dlM-
da Lttoiano Zu<.^oii.
Detto del
- l'iano più
accenneremo
>riofto defu
C»-..„..„. „ir<,
,. ...1,. . .
»< ;
fu, come V. o:
rale e il diari) «
patria: e al > '
Cesena radunò l'av.
Baldassarre Avanziti
Martini, Francesco 1 )•
ufficiale e Piacentini dir«tu>r«» d«ll« ou. .' i
ufficiale.
t'anftJla ebbe Vita brillante, ed è r
dato come uno dei migHorl giornali d
Ma la lista dei defunti itarebbe assai . .
A diecine i piccoli fogli modesti, qvasi ign-.
rati prendono la via del camposanto In Italu
dove si legge assai poco il (tornale (e assa:
meno il libroi ma anche i f*§timd pltBl di
viu e di ardire ohe ssfnaao del bel testa-
tivi nel giomalisoio Iterano, quale tt OÌ0rm>
fondato da Luigi Lodi, compilato con mo-
derni criteri e nel quale acrivcvano D'An-
nunzio e Mascagni e la Serao, ma che duro
pochi mesi.
Meglio dunque psssare ali* stato dvlle
dei TivenU per oonoeorre un po' da Tlelao I
ma(glort
La Trihmtm ohe ha ventidnqoe asnl di
vita ■ •'• -> (n lUlia in fstto di polttira
il ^' (jtorevale perchè volta a volta
è 1 i^'overnl di sinistra da Cairoti
a Uioittii.
Fu fondato da Cairoli. Crispi, Zanardelll.
Nicotera e Baocarint, ed ha anche per questo
la sua grande importanaa poUtioa. Ebbe nella
redazione l'on. Atulio Lozsattl e Salvatore
Barzilai. e Luigi MeroatelU. e la collabora-
zione del migliori, dal Oardiaod a Paolo Man-
t egazza.
Gambe pesanti, n
•nfle e dolenti, anche se ulcerate, per 9«né varirt^e, di*
^ngono presto leggiere, asciutte, agili e sane medlaaM la
cura radir.iJf m<"ii a dei:^ r^M 9arìeom, soopcTta dal Dott. Stfamm BtÌ9§m9m (Ca-
sella postale 5(^2, NAPuLIi. — Opuscolo splegativo a richiesta. — VadeaiMBm
(100 pa^. ilL) I«. 1. — CoDsnltasioui di persona e per corrispondenza nelle prin-
cipali lingue.
- 546 -
Osgì è divetta dal senatore Roux pd h\
la coliabotazione fissa di Vincenzo Morello
(Rastigiiac).
Ebbe dei momenti gloriosi specie per le
informazioni rapide che riceveva dai suoi
redattori viaggianti in Africa nelle epoche
delle guerre disastrose.
Il secondo giornale ufficioso d'Italia è
Y Osservatore Romano, l'ufficioso del Vaticano.
Non ha gi-ande storia. E un giornale che vive
tranquillamente, serenamente... quanto con-
cerne l'amministi'azione. E diretto dall'av-
vocato Angelini.
Molti giornali sono dedicati àll'esei'cito,
ai soldati. Il più glorioso e il più importante
è l'Esercito italiano che nacque nel '62 a To-
rino in piccolissimo formato ad iniziativa del-
l'editore Voghera e passò poi a Firenze e a
Iloraa. Lo dirige il cav. De Luigi e ne sono
collaboratori o redattori distinti ufficiali.
Il giornale popolare per eccellenza (par-
liamo sempre dei giornali della capitale) è
senza dubbio il Messaggero.
Il popolo romano non sa capire un tàpo
di giornale diverso dal Messaggero preoccu-
pato specialmente a dare i " maggiori parti-
colari r, d'ogni " fatto di cronaca „.
Il Messaggero è anche come 1' eco dello
spirito popolare romano e combattè con co-
raggio molte battaglie democratiche. Il Mes-
saggero diretto per alcun tempo e poi ammi-
nistrato da quella forte tempra di giornalista
e di lottatore che è Luigi Cesana è anche
(incredibile a credersi) un' ottima specula-
zione finanziaria della quale per la saggia isti-
tuzione d'una Cassa di previdenza godono
tutti, redattori e tipografi.
Ogni partito politico ha da noi il suo gior-
nale o i suoi giornali, ma dobbiamo notai-e
perchè più carattex'istico il giornale del par-
tito socialista l'^vaw^i.' fondato per sottoscri-
zione fra tutti gli iscritti al partito socialista
del quale segue con cura le cronache.
Ij' Avanti ! et'be a direttore Leonardo Bis-
solati, un giornalista di grande ingegno, di
moderna cultura.
Per le diatribe che sconvolsero il partito,
a Bissolati successe l'onorevole Ferri dal qua-
le ricevette grande impulso e col quale com-
battè molte battaglie per la morale nella
politica. Il giornale subì anche varie pei'ipe-
zie, peripezie riservate ai giornali di partito
estremo nei periodi di reazione.
Detto dei più caratteristici giornali della
capitale, girando la penisola ci incontriamo
in moltissimi giornali, pochi dei quali hanno
una vera importanza storica.
Noteremo il Mattino e il (Homo di Napoli
l'uno dello Scarfoglio, l'altro della Serao.
A Firenze vivono per tradizione alcuni
giornali come la Nazione, che ha gloriose e
antiche tradizioni, il Fieraniisca, è sorto di
recente II Nuovo Giornale, un foglio che ebbe
diverse avventure e disavventui-e finché dopo
essere stato per un breve periodo di tempo
diretto da Luigi Campolonghi, oggi è diretto
dall' avv. Umberto Ferrigni figlio di Yorick.
Torino ha la Gazzetta del popolo, vecchio
foglio battagliero, democratico e la Stampa
un giornale ricco quanto.... la Tribuna.
Bologna ha il Resto del Carlino diretto da
un forte giornalista, Pio Schinetti, e VAvve-
nire di Bologna, ultimo venuto nell' arringo
giornalistico ma arditamente battagliero in
nome dei democratici cristiani.
A Genova il Sei-olo XIX e il Caffaro hanno
una storia; il Lavoro è l'esempio di un mi-
rabile sforzo di solidarietà operaia, poiché è
il giornale delle organizzazioni operaie ed è
anche esempio di un giornale moderno di-
retto con valore da quell'ottimo uomo e da
quel valoroso scrittore che è Giuseppe Ganepa.
Milano che è certamente con Roma il
centro giornalistico italiano più importante,
e dove vivono ben trecento giornali fra pro-
fessionali e letterarii, va specialmente segnata
nelle cronache del giornalismo per due grandi
giornali che hanno un'enorme difl'usione in
Italia e fuori: il Corriere dellt S'irà, e il Secolo.
La tiratura di questi due giornali supera
certo la tiratura d'ogni altro giornale italiano.
Il Corriere della Sera, ricco d'informa-
zioni, di collaborazioni, benché i-appresenti
una tendenza politica tempei-ata, è letto e
apprezzato giornalisticamente parlando dal
pubblico più vario.
Il Sscolo è il giornale del popolo. Ha tra-
dizioni democratiche gloriose, non ultima la
sua soppressione ordinata nel '98 dai tribu-
nali militari.
Per la copia e ricchezza di notizie, perle
illustrazioni quotidiane, per le varie rubriche
e rassegne, per i buoni articoli, ed anche per
i romanzi che pubblica in appendice è molto
letto e ricercato.
Un particolare molto intimo della tecnica
del giornalismo di provincia. Innumerevoli
giornali di provincia trovano nel Corriere e
nel Secolo.... i loro dispacci particolari!
per far cre-
scere Capelli,
Barba e Baffi
SEGRETO
in poco tempo. Pagamento dopo il ri-
sultato. Non da confondersi con i soliti
impostori. Rivolitersi: Giulia Conte, Vieo
llerio I lolpiio, N. 4, NAPOLI.
TIPI B FIGURE DEL QUARTO POTERE IN ITAWA
Parlare di giornalisti in Italia dove i gior-
nalisti sono una falange è davvero un' impresa
assi seria.
Fare una rassegna del Quarto potere in 10
pagine?
Questa ipotesi che mi son proposta mi ha
assillato per un anno intero, poi si è cambiata
in un assioma che non ha bisogno di dimo-
strazioni: E una cosa impossibile.
Da Roma a Peretola ogni città e borg:\ta
ha ormai il suo giornale e ai giornali di in-
formazioni si so;i venuti aggiungendo quelli
di partito, e a questi, queili di classe e a
questi quelli professional i. Guai poi se do-
•U4>rtHI» di Tarlata
rn «d «Tnmtnl«lrfttiTn
•IO por »v?r« sr>miire un
■ •ni *'Hv#rp le loro Idee,
-i'hlerm notm.
- i ll*IU «t*SM
- '^tm Infenaità
ni.iin po'pocti
Il** ver e«Mre
te d'iu-
. una fn-
... .„..v.- i..v..,. . ..V ..V...,, ;)C quanti
..•, st V potuto far un'idea di quel che
•IO.
dunqae tina serie di biografie. th9
«lescriva e II consegni alla stori* colle
11 qnosto aìmnnnceo. ma Ta de»crt-
itil
ne.
: oco 4|<mUo die mt »on propo«»lu Ui lare.
< Il omessi non «e n'abbiano a male, ol sarà
} o^to per loro un altr'anno.
Il direttore del grande giornale.
Luigi Albertina
•■.i'-> nn ;.'iMrii.i!.' che riTa-
altri i» r !» n.-<-bezra del
la varietà dolh* sn*" m-
; letto, il più apprrrzHto »>.
Alta Italia, ha una struor-
aiiiuMoiie fra lettori di ogiil partito.
LmOI hVBMXTtKl.
Questo giornale è 11 Correre detta Sera,
ù grande fogli" mH«n«aie che vlen pubblicato
in due e tr ' - ' ' fi otto pagine.
La sua forti, : • ai messi stra-
ordinari di . ed al grande
favore del puSbiioo, e certo dorata anche al
L'Olio Sasso
assunse la e
anno, In segt:
OUTa« aasanse ancQp i» (iiri*Ki<>iie nei ((lunia.
n direttore
del giornale popolare.
Carta ROMML
Cario Romossl Ttase •! Asesfe e rimase
S4eot«. Fa anche secondo di bordo prim
capitano oia dopoohè Knnsto Teodoro lì
neta abbandonò 11 giornale per dedloersl c<
Camvo Roncasi.
maggiore asstdalià alia sua opera di prop .
gaada per la pece. Me è eaehe 1* anima dt
eoM Sonsofno dorè ha dato vita a molte
pabbUeaatonl popolari ed ha illustrato par-
ticolarità e eortotftà storiche ed artlstlrbe
Al &«o/e — e quando tI fu redattore eaj
ed ora che Ti è direttore - ha date tatto
sue curi' fao»-ndo del jjiornale dimoerà':
reMe det rumMiAl e del ratMO:.
noesi si poò dire che aon il
e dri B»eoU» del qoale è Ttttlt:.
èi
548
e martire, poiché nel 1898 nel periodo delle
repressioni subì con Turati, con Tìon Alber-
tai-io e con altri giornalisti il carcere per non
breve tempo.
Nell'ultima legislatura egli è stato eletto
deputato di Corteolona.
Il giornalista socialista.
Claudio Treves.
I giornalisti socialisti sono una falange
perchè sono pure una falange i giornali so-
cialisti. Ma nel mondo giornalistico sono ri-
conosciuti solo i maggiori: V Avanti!, il Tem-
2)0, il Lavoro, la Giustizin.
Benché V Avanti! sia l'organo del partito
e ne segua le cronache, il Teiìtpo che é gior-
nale di discussione e di battaglia, che fu sem-
pre il portavoce della parte temperata del
partito, che vive a Milano — il focolare del
La discussione vivace, la battaglia ardente
alle quali spesso si abbandonò il giornale
appassionarono il pubblico dei lettori, e fe-
cero convergere vive simpatie su Claudio
Treves così da portarlo al parlamento con
una splendida votazione.
Al Tempo ora egli dedicherà meno cure
forse, ma il suo articolo, quello di Turati,
l'attiva redazione di quello spirito acuto che
è Vittorio Gottardi, continueranno a fare del
Tempo un ottimo giornale.
Il giornalista combattente.
Pietro Guastavino.
Ve n'hanno molti altri giornalisti depu
tati, da Faelli a Treves, da Tecchio a Bisso-
lati, ina Pietro Guastavino mi sembra il tipo
perché egli pensava.... che non si potesse esser
giornalista senza essere deputato.
Claudio Tueves.
mondo operaio — e che ha croato intorno a sé
un pubblico di lettori anche fra gli uomini
di schiere opposte, rimane perciò il più di-
scusso e seguito attentamente.
E ciò anche non poco per la tempra del-
l'uomo che lo dirige.
Claudio Treves è un vero giornalista, e al
giornalismo ha dedicato tutte le sue energie.
D'ingegno pronto, di cultura modernissi-
ma, Claudio Treves studiò il giornalismo te-
desco e ne volle imitare i metodi.
Quando II Tempo passò dal partito radicale
al socialista ed egli fu chiamato a dirigerlo,
il giornale prese subito un posto importan-
tissimo nella metropoli lombarda.
I brevi trafiletti acuti, satirici che Treves
stillava dalla sua penna col titolo di 2^ote in
taccuino costituirono una dote del giornale
che spesso, anche solo per questi, era com-
prato.
Pietro Guastavino.
E fu sempre in vista con polemiche, con
duelli, con ardimenti che talvolta apparvero
temerari e spavaldi.
Cominciò vent' anni fa la sua carriera nel
Cuffaro sotto la guida di Anton Giulio Bar-
rili e di Luigi Arnaldo Vassallo. Dopo una
breve interruzione romana al Don Chisciotte
tornò al Caffaio di dove bombardò i partiti
popolari, stìdò studenti e socialisti sostenen-
done poi gli assalti dalle finestre di reda-
zione a colpi di rivoltella, spesso o sempre
diteso dalla questura o dalla truppa.
Il suo atteggiamento bellicoso gli amicò
l'elemento conservatore e affaristico di Ge-
nova così che dopo lo sciopero generale egli
riuscì deputato nel posto del deputato ope-
raio Pietro Chiesa.
Ed eccolo giornalista e deputato, giorna-
lista abile e battagliero, deputato per man-
dare impressioni p;ulameiitarialsuo giornale.
CONFETTI UENCHI
TORINO
Il giornalista combattente.
Luciano ZuccolL
1/luii» ha di qno«t« tempre ardito di
romhuttonti. di ribelli, di «udaol. ▼•nesla è
d«)>tinat« A roderne passare alcanl nel tuoi
giornali.
IKipo Korrucoio Macola, eooo nella sieaaa
(i<*^tHt<t di r#Mf.<<.i Luciano Zacooli. on let-
terato di val.ir<>. un oritioo Mveru ed educato,
un polctntstA «uiaoc.
mculrc
n.-t i'i..
è kcmpro
rii(»lt«iii.. 1
un
ha .e.
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del g,
M'UW
mai
l'.Jy
1 su
L<1 ruuiaii
al-
Ll\ia>u Zoccoli.
1 «.
Nella carriera letteraria Luciano Zaccoll
che non è altri se non il conte Ingenheim
Luciano di Lugano, cominciò con un romanro
/ lujiMmrioti al quale segni II designato e una
raccolta di novelle: La mtort* d'Orfto.
11 nome chiaro che si era venuto acqui-
stando nelle lettere gli procurò l'incarico di
fondare a Modena (1888) un giornale politico
quotidiano La Provincia di M'-detta.
E Luciano Zucoofl giornalista diede esem-
plo d' un temperamento audace, Ttoleoto, oon
polemiche sostenuto Aerameoto e non di rado
finite oon vertonse cavallerescbe..^ e no.
Fu chiamato a Venezia a dirigervi U Oior-
nal0 di y«mg*ia mentre conUnnava la sua
fortuna lettorarla e i suol romanzi venivano
tradotti In tedesco e in francese.
Ossalo nel 1906 il Giomal9 di Vtmtsiu
Luciano ZncooU assumeva In quell'anno la
direzione della seconda Ganttta di Vgtutta
dandole impulso di vivacità polemica.
La Casa Treves ha pubblicato l'anno soorso
(1907) un suo volume di novelle col titolo
delia L*ggei%.
La
n giornalista letterario.
Pasquale De Luca.
Volevo dire il giomallsU letterato, ma
giornalisU letterario mi pare meglio kI at>
tagli. Pasquale De Luca anche nel giornale
politico scrive letterariamente, ed è 11 diret-
^re della rivista letteraria tipo, Natmra ed
nel Carfaro, nel Re§to dèi Carlino. n<:ia S^ra,
nel Capir an fra«a««a, od In alt r .iU.
Ma cura anche 11 roman «
dopo una serte di volumi, di i.^.v,..-. .;. rao
conti, eooo una trilogia romantica desanata
a destargli Intorno gran rumore.
8i è Iniziato con AU0 porle dalla felieUà,
è continuata con le Amtbisiaot, • finirà con
// Cavatier* di Malta,
È una trilogia ohe dcaortvc l'ambiente na-
poletono con Tlveua di oolori • oon grande
nattiralesca.
Intanto fa il critico d'arto • nella sua
rivisto Illustra gli artiaU • la espoaisioni. Per
la Patria dogli Italiani ha compilato col r<>-
todini un magnifico album dell'Eapoaliton»-
Milano.
A Natura od Arto dedica cara latalllgenn
cosi che ha saputo fame ona rivista mollo
latta, elegante, moderna, di utlllartma Iattura.
Il ^omalista ambulante.
Beco un tipo originale di giomalisu. ;i
glorualisto viseiriaote. Uà girato mesco bì<
do. ed ha Inondato i giornali italiani delle ^
lettore di viaggio piene di brio e r^^ -■
più attraenti dalle Indovinato earlr.
Collo pseudonimo di Mario dW /'•
corrispondente ivroaoo del Caffarodi mcuox»
e della Cicilia di Catania. Cotlabormcoa molto
spirito al Traoaoo dotto iéoo, compila • dirige
550
gioi'iiali settimanali, giornali mondani, gior-
nali di bagni. Va ora famoso come direttore
estivo dell'estivo Tettticdo di Montecatini.
Ha scritto diversi libri, libri di viaggi, ro-
manzi, novelle, una commedia.
Distratto, bizzarro, è un uomo di un bel-
l'ingegno ed è conosciutissimo nel mondo
giornalistico.
IJecentemente ha pubblicato un volume
sul giornalismo romano, dal quale spigoliamo
alcane notizie per questa nostra rassegna.
Oipitan Fracassa, Il Ve/ierdì della Coiifes'-a;
e di cento giornali letterari in cui sparse boz-
zetti e novelle a centinaia. Iniziò neir82 la
serie dei veristi bozzetti militari sulla allora
nata Gazzetta del Popolo della Domenica, e In
Caserma e fuori e Galloni d'argento rispec-
chiano, arditamente per quel tempo, la vita
Aldo Chiekici.
L'estate scorsa ha peregrinato per la Tri-
polititnia, la Tui-chia, l'Olanda ed il Cairo.
Tipo di bohhne, lavoratore attivo, collega
cordialissimo e simpatico. Di lui merita dare
r autocaricatura.
Egli si è ritratto mentre fa gemere i tor-
chi col suo II Quarto potere a Roma, un libro
interessante e utile alla storia del giornalismo
italiano.
Il collaboratore
e corrispondente.
Maurizio Basso.
Maurizio Basso non è certo nome ignoto
ai giornalisti che, se appena appena han messo
piede nella sala della loro associazione a Mi-
lano, l'han visto e conosciuto, né ai lettori dei
fogli settimanali, quelli da sartine compresi,
che tutti li ha inondati dei suoi bozzetti, delle
sue ^novelle.
È un piemontese trapiantato a Milano da
una dozzina d'anni; e dall' esercito^nel quale
era ufliciale passò al giornalismo. È uno dei
tipi più catatteristici di corrispondente e col-
laboratore.
Manda alla Gazzetta di Torino ed ul Caf-
faro, lettere briose e pupazzetti gustosi ed
espressivi. Fu collaboratore di: Il giornale
di Venezia, L' Ora, La Nazione, Don Chisciotte,
Maukizio Basso.
militare. Tentò il romanzo con Nel vortice, e
Ragazze da marito, e le novelle di lunga lena
con L'Amica, Il Brigadiere l'roveni. La Si-
gnora Moìdauì-eau, L'amuleto del Sor Faolo,
Un uomo utile.
Pel teatro ha scritto, con varia fortuna,
drammi popolari \,Il Nibbi::, che il Grasso ri-
produrrà in veste siciliana, Il colonnello, Il
romanzo d'un cospiratore, Il generale. La cólpa
di Clara, Ritorno), commedie [La scuola della
sorella. La casa della vedova) e pochades {La
tomba di famiglia. La corsa delle fiaccole). Di
due operette [La piccola Boheme e II processo
di Venere) rappresentate, son suoi i libretti,
ed altri molti sono tuttora in attesa d'un
maestro che li metta in musica. I suoi schizzi,
le sue caricature sparse un po' dappertutto
(notevoli quelle disegnate per L'album di Pa-
squino e per Le Maschere) sono parlanti.
Segni caratteristici : porta la caramella al-
l'occhio.... dicono i colleghi malignando, senza
averne bisogno.
Il corrispondente viaggiante.
Egli è naturalmente Luigi Barzini di Orvieto.
Tempra straordinaria di giornalista, egli
ha creato la sua fama e non è esagerato dire
che è il giornalista più letto e più amato
d' Italia.
TI VHrirnPPlP ^'^®"*'*'' indolente in pochissimi giorni, spesso in poche ore,
li vaiiuUuUiu Q rapidamente guarisce solo mediante la cura radicale medica
delle vene varicose scoperta dal Dott. S. Bolognese (Casella postale 602, NAPOLI).
Spiegazioni a richiesta. "Vademecum dei sotterenti e predisposti (voi. 100 pag. ili).
li. 1. — Consultazioni di persona e per corrispondenza nelle principali lingue.
-tA tu un MtUiuauvIe dc.U (•
duU KiurtMÌM«Mb«, s4 raAau owm« «orittor*. iiou t««tr*)« di vaiur* • i
Lctoi Bamzxki.
Umbesto FnuuojtL
Da Londra fu mandato in Cina di dove mandò
Vttero d'impressioni e n-»- --*»<•>-. « -"rag-
. ose osservazioni sulla ' io-
li*. Cr^^the la simpatt.i ; so
fiere se lo tenne raro. i/O mando
• a Belgrado dopo l'assassinio di
i. RuHSia, in Terrasaata.
vive di impressioni, scritte
brioso, colorito, erano ri-
: imente e trovarono presto
1» le raooolsero in volume.
:iiò la sua specialità di cor-
- ...^ ...^.^ante, si può dir» plasmò
del rtporUr con on Ì0p«r1ag» fino,
si è ancor più affezionato
.-) 'ra, « causa delle lettere
.1 >utoch«altrlglorsaltTaauo
as5. iiaiido tipt «11 rtftHl
a lui.
L" uhimc sueimpraMi
'alla guerra Roaao-Olappooeae e
■Mittif PedUno-Parlfi col prio-
, . , , ..j Borghese.
Un nuovo battagliero.
Umberto Ferrigni (Yorìcitton).
Umberto Ferrigni tix'lio «li Vor.-k il relè-
bre M-nttor-^ «• l>'tt« r.«f'<. e um- <ì'-^\i ultimi
V. nar; nt'U" arriiik'o del gfornallsuio politico.
lo diciamo il muovo battagliero per-
ii en a arrivato alla direzione del Nuovo
/u di Firenze dove era passato ardito
ardimentoso come sempre, un tipo btz<-
-arro di giornalista d' iogegno: Luigi Cam-
teatro diede L* primto armi rapptMenUta
molti teatri con sucoesao, poi /^ ocort4mtvt.i
pure ben riusciti.
Ora attende ad altri lavori, che presto ve-
dranno U luce della rtbaltA.
Conferenslera il fece ap;tlaudlre sp«cì-«
mente per una ommwnoraaiooe di Adelai :
Blateri nel suo centenario artistico.
Tive a Firenze ma ha viaggiato pavecvh
Dirige pure un aettinusale ereditato da ^n
padre, Lm Dwmon'ea Fiortotìm.
II giornalista di provincia.
Veramente non ta eempro vIomalMn di
provincia e non tu come per oeemplo un al-
tro valentlnlnio ohe ora riposa all'umbra 1
«Ma Sonaocoo ma che bal<o da IMine a B'-
gamo. da Bergamo a Verona a Padova. h>
rlco Meroatali che compiè anche II hmr d*
fort* di dirigere due giornali oonleaiponnea-
m*nu>. Il fmom di Udine e la LArrtà di
I'al«.%a.
Ma Luigi Maesoero ha crealo no tipo
giornale di provincia sorlo, bene Informa t
Tarlo, la sua Prormeim di Como e 11 gtom
litmo di proviiicia ha avvicinalo e stndiat
nel suo volume Se ut * Hpt dtt gioromiimmo
IN prorincia.
Luigi Uassnero nacque nel IMI a Cham
béry da flunlglla plemonlase. U padre sti
Ferdinando cadde a San Martino nel 186'''
Entrò nel giornalismo nel IW3 oooM e»
rlqKNidente deUa G"M»Htm Fi*m»omt«m e dr;
TrOmma da ParigL Tornato in Ualla nel \>-
552
collaborò a parecchi giornali. Nel 1885 fu re-
dattore aW Arena di Verona, Nello stesso anno
fondò a Pavia il Corriere Ticinese; nel 1886
entrò alla Gazzetta Nazionale fondata a Mi-
lano dal BolaflBo, nel 1889 assunse la dire-
zione d^W Araldo di Como. Nel 1892 fondò
Egli mette alla disperazione i suoi colla-
boratori col monitn: molte, molte illustra-
zioni e originali e cosi ha saputo fare del
Secolo XX una rivista utilissima e certo la
più letta.
Ma Achille Tedeschi che ha oggi 48 anni
Luigi Massueko.
AcHUiLE Tedeschi.
la Provivcia di Como che dirige ancora e che
gli auguriamo di dirigere per molti anni an-
cora — quella Provincia di Como alla cui
campagna coraggiosa si deve il rifacimento
della grande esposizione Voltiana, distrutta
dall'incendio.
Scrisse alcuni opuscoli e volumi, una com-
media Gli illegittimi che tradotta in mene-
ghino si chiama i bastardi e viene portata
su tutti i piccoli teatri dall'attore Grossi.
È collaboratore della Patria degli Italiani
di Buenos Aires e scrive un po' da per tutto
sui giornali d' Italia.
Il direttore di rivista illustrata.
Achille Tedeschi.
Il direttore per eccellenza di rivista illu-
strata è senza dubbio Achille Tedeschi, che
ha la grande fortuna di dirigere il Secolo XX
la ricca, elegante e moderna rivista edita da
Casa Treves e che fu una delle primissime
a sorgere in Italia ad imitazione di consimili
riviste fx-ancesi e dei Mai/azines inglesi.
Ho detto che è direttore per eccellenza di
rivista illustrata perchè egli sapendo inter-
pretare 1 gusti e la tretta del gran pubblico
che leggo, si preoccupa con vera passione di
oifrirgli sempre articoli di varietà sui più di-
spaiati argomenti e sopra tutto molto illu-
strati.
ed è di Verona, figlio d'un negoziante di
filati che fu pure socio della libreria editrice
Drucker e Tedeschi di quella città, può es-
sere detto il giornalista dei fanciulli.
Egli infatti diplomato ragioniere trascorsi
due anni a Lipsia, dove frequentò anche
queir università, venne a Milano e per la casa
Treves fondò e diresse il giornale La Per-
cola che si trasformò nel Giornale dei fan-
ciulli, il più bello, il più ricco e il più fortu-
nato periodico italiano del genere d'una die-
cina d'anni fa. Vi collaborava quella geniale
sci-ittrice che è Cordelia, la sorella del Tede-
schi e sposata a Giuseppe Treves.
Il giornale deliziò i fanciulli molto tempo,
ma poi morì perchè Achille Tedeschi, che
intanto aveva anche collaborato ai quotidiani
l'Italia, la Gazzetta Nazionale, il Corriere della
&'«>•«, passava a fondare e dirigere il Secolo XX.
A questo, ora ha dedicato tutte le sue
cure. La casa sua in via Goito, dove lavora
più volentieri che in redazione perchè gode
dei chiassi delle sue belle bambine, è la fu-
cina del XX, occupata tutta da manoscritti,
disegni, incisioni, macchine fotografiche.
Achille Tedeschi è anche Leporello, l'ap-
prezzato critico AeW Illustrazione Italiana e
ha pure pubblicato dei volumi per l'infanzia
Le gloriose gesfa dei Nani Burloni. La Zucca
liei Re, un canzoniere Voci di Bimbi, e una
monografia sul Teatro della Scala.
In collaborazione con Girolamo Mariani
IGIENE
SftVON Sf MON
BELLEZZA
Il più puro, il più soave, il più delicatamente profumato.
Indispensabile alla toilette dei bambini.
La sriomalista.
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Matikl* 8r-
raglomalt
•1 gnitiao o i» pia
' ome lctt<'raU è »p-
iuMisi Mino d«>i nil>
j:Horl dell* lotirratura iH>Dt«mpor«nea. Il kuo
•Ul« « forte e olTlle.
Ma oltre che alla letteratura ha dedicato
totto II soo Ingegno, tutto 11 sao lavoro al
flomalksmo, creandosi una fama, ana falan^
dì Iftti.n li!i.. \ . r 1 ■ . ria.
periodo eroico del
> . CSomVr* di Sapoli.
\ quando roll-
ino l'articolo
niara dram-
matica : .1 e Ga-
briele <1 Serao
daTa ti:; ,. di Ifo-
mccmi, crtaz.; ux)!! di
letteratura e un' Infl-
uita dlp«eu(l..: > _ ino Sor^
eoo tuia feooodita covi serena • oontlnaa da
àmUx slopore.
Il *' giovane „
UnMrto Paméltl.
QoMl oom« Il blot:rafo (di
rofeè lo ti trova quaiclf
•1 poti» dtUft Arma • che a vei
fu diiamato a dlrlirere La Liht*
Vv
-irllal è ano del ptu K^uvaoi 'i
iiall d'ItAlla.
••"•'""-" ^tinl perchè è rav. i
.'i)nel gennai' ->
Mia non ha ' . r. .
8. GlorK
Fece gh
perohè a QIC
■Mie foUardir
booofatora alla
di debiti cut dovette pro>
nitore.
Subito dopo perMfnlta;
di conquista rarcò la frontler<à. Vuito
aera e la Francia corrispondendo alla
al Cnrri4r* d' Itaiia e al '.* • -
Ebbe la rappreaeotanr
prandi, e nel 1901 dopo
Allora Giocnè Ccrdood le fee« II migliore
elogk> : * Il Toetro giornale, le dlaae, è U me-
glio scritto d'Italia . e per un glomato — obi
1 giornali sono la detarpaaione daDa lingua
dello stile. — non tk potvrs dir» di piò.
Matilde Serao traaoorae anal fortonod •
pianto. Ora ha caputo er^sl aoa posi-
ne tutta sua, ed ha fondiflb e dirige /I
"»tto. iotonio al qnale ha raccolte prMioae
rze di giornalisti.
Ultimamente ella ha fatto un giro trlon-
e nelle città italiane ripetendo una sua
UXBSBTO FaSAi'isi.
saggio eooM ODBter«aisi«r« «d attof* «d au
toro drammatico In teatri popolari, «ntru
redattor capo al giornale quotidiano Vni^m*
ohe al stampara a Micxa marittima.
Mal IW» itapatriava. eoegUando oosm ava
rartdaBW Oanova, dova fopdò an gloraala
d'aria I/Efm étU'Ant, Fi^Mindi oollabara*
torà dal Oqfara. radattoralM éimnttm a eco-
aiata del Cfrif* mmrmmUt*.
Da oltra on anno dti HPH JIm i iti ■ toxaw.
foglio battagliero di Livorno pel quale Cili-
berto Paradisi scrive degU articoli e dal tra
Jorniture per Società Jilarraoniche
A. LAFINI - Via del Giglio. 9 - FIRENZE
Invio GRATIS Catalogo
^m^mm^^fmm^
554 —
filetti arguti e sostiene tratto tratto polemi-
che (destino dei giornali di provincia) coi
giornali avversari, diretti da quel giornalista
consumato che ò Averardo Borsi.
Un nestore.
Eugenio Checchi.
A Eugenio Checchi, lo scrittore manzo-
niano, autore di libretti d'opera, oggi redat-
tore del Giornale d'Italia domandammo sue
Eugenio Checchi.
notizie. Egli ce le fornì con una lettera cosi
piena di spirito, che non possiamo far a meno
di riprodurre per intero:
Egregio Signore,
I maligni dicono che io sia nato il 4 ot-
tobre 1838 e purtroppo hanno ragione. Alla
età di sedici anni, mentre facevo le viste di
studiar legge all' Università di Siena, comin-
ciai a scrivere articoli per i giornali artistici
e letterari di Firenze. In quegli anni, visto
che il codice penale non comminava pene
per certi determinati delitti, osai perpetrarne
uno drammatico sotto la forma di commedia
storica in due atti intitolata: La gioventù di
Goldoni, rappresentata in varie città. Dopo
parecchi anni e parecchie vicende, ripresi
sui serio la professione del giornalista, col-
laborando alla Gazzetta del Popolo e alla Gaz-
zetta d'Italia di Firenze, alla Perseveranza di
Milano, al Conte Cavour di Torino ec. ec. Fui
uno dei collaboratori del Funfulla dalla sua
fondazione fino alla morte: fui per quasi un
decennio direttore del Fanfulla della Dome-
nica: collat)orai e collaboro a Natura ed Arte,
alla Gazzetta musicale di Milano, alla Nuova
Antologia, alla liassegna Nazionale, alla Cul-
tura, e non so a quanti altri giornali e riviste.
Non ostante lamia fede di nascita, con-
tin.uo a scrivei-e in vari giornali e sono r'e-
dattore del Giorwile d'Italia.
Ho stampato una dozzina di volumi fra ì
quali Le memorie di un Garibaldino, Note e
Motivi (edizione Ricordi), Rossini (Pantheon
di Barbèra), Verdi (idem), Nostalgie marine,
I Giardini storici romani, L'I'olla dal 1815
ad oggi, Racconti per giovanetti (.óemporad\
Fra un treno e l'altro (Bemporad) eo. ec. Nella
biblioteca '^ bijou „ di Treves ho pubblicato
II piccolo Haydn e Mozart fanciullo, comme-
die. Lo stesso Treves pubblicnerà nel cor-
rente anno un mio volume intitolato Ombre
fuggenti.
A tempo avanzato sono anche professore
titolare di lettere italiane nel Regio Istituto
tecnico di Roma, con ventiquattr'ore d'in-
segnamento ogni settimana.
Sto scrivendo un libro di lettura per l'edi-
tore Paravia.
E mi pare che basti, seppure non si vuol
mettere in conto una dozzina di prefazioni
per volumi di Le Moimier, Sonzogno ed altri.
Fra pochi giorni le spedirò il ritratto che
sta ancora nella negativa.
Suo dev.mo
Eugenio Checchi,
PS. - Ultime notizie: Sono stato sempre un
originale: tre volte nonno, sposai un anno fa
una bella signorina di 23 anni. Caveant con-
sules.
Un veterano della stampa.
Anton Giulio Barrili.
Egli è Anton Giulio Barrili, il fecondo let-
serato, il romanziere caro a tutti gli spiriti
tentimentali.
Anton Giulio Bakkili.
CACAO VENCHI
TORINO
V, .1.
ra uni ilouo d'aUcttu.
O. Luioi
LA SOCIETÀ ITALIANA PER IL PROGRESSO
DELLE SCIENZE
n 29 settembre 1907. nHl'Anl» Magna deli»
B. UniTersltà di Pan > >^oIenaemente
procUmaU 1» coi^t .i Società Ita-
liama p*r a Profifs ^me; Q. ÌL lì
Be, primo ad apprez.«ud il uobile scopo della
Sooietà — promooTera il progresso e la diffu-
sione della scienza — deguavasl accordarle li
T'iprio alto Patronato.
Cocì si è reatizrato il Toto solenne fatto
nel Congresso dei Naturalisti Italiani tonatosi
a Milano nel settembre 1906.
II desiderio di quanti amano il progresso
e la diffusione della scienza, la necessità di
temp<>rare fra i cultori delle scientiflche di-
scipline la tendenza alI'eccesslTaspecializza-
xione. la nobile aspirazione infine di meglio
disciplinare le riunioni di specialisti dando
loro necessariamente uua benefica armonia
d'intenti, troTansi ora anche in Italia soddi-
sfatti mercè l'inde fessa operosi tèdi un gruppo
di eletti scienziati che costituitisi in Ck>mitato
ordinatore rollerò e seppero ridonare a no-
yella rifa nn'iittituztoMe che, già antica in
alt- .da noi visse e prosperò nei
U-v.. ^'nano le epoche più gloriose
df-i : scatto e poi, cessato lo scopo
patnutiico, era andata man mano illangui-
dendo.
Ricordiamo i Cottgi-estri «Ufli f>i-i«HZi<iii Uà'
liami tenutisi in Pisa (1S39I. Torino (1)^10),
Firenze n84ll. Padova (1812), Lucca (1843).
j,;,-.. ,,.,,. >'apoii (1845), OeuoTa (1846),
T. Siena (1862), Roma (1873), Pa-
le:
' ' i . • ! in un i.l<ale politico che ispira
la .<-■/"''< /' i'. I» I l'-r i! I rogre*90 détte 8eÌ4HM,
lua tin pur.. ìì>-aìf sceutitìco: riunire doò le
energie vulonterose oon solo S^ cultori delle
scienze, ma di quanti ne seguono oon vigile
simpatia il progresso continuo e glorioso.
La Direzione della Società è aSdata al-
VUffUio di PrtMtum oosi costituito:
PrmidtmU: Prot Vito Volterra, senator
del Regno (Boms).
yit»pr9Bid*nti: Prof. Giacomo CiamidK
(Bologna). Prof. Camillo Golgi, senatore d<
Regno (Parla).
S^grMario: Prof. Alfonso Sella (Roma).
Victtgr.: Prof. Pasquale Baccarloi ( Firense).
rie$tfr. ogffimmto: Prof. Alfredo PocheCttlio
(Bonu).
La Sooietà è diriss In classi gonenll e
queste alla loro rolta si snddlrldoDO In se-
zioni; le Sezioni finora costituite sono:
I. Matematica, Astronomia, Geodesia. —
PrétidenU: Prof. Valentino Cermtl, senatore
del Regno (Roma).
II. Flsioa, Fisica terrestre. Meteorolo-
gia. — Pr«*id0Mté: Prof. Augusto Righi, sen»
tore del Regno (B^ilogaai.
IIL Meccanica, Ingegnerìa, Bettrote<-
nica. — Pmidentl: Prof. Luigi Lutggl (Rom*
e Ing. Emanuele Jona (Milano).
IV. Chimica ed Applicaaioni. — Prmi-
dfntt: Prof. Emanuele Paterno, semtors del
Regno (Roma).
V. Agronomia. — PrtàiétmU: PfX)f. Gin
seppe Cuboni (Roma).
VI. r;..n .rufla _ IWjHtUtit*: Prof- ri
Ilppo P. I.
VII .1. Geologia, Paleontolo-
gìa. — i'rrm,<,,ni^ , iwf. Arturo Usel (Genera*
VIIL Botanica. - PrtidtmU: Prof. An
tonto Boni (Palermo).
IX. Zoologia. AnatomU oompsrata. -
Pi-étidtmu: Prof. Angelo Andres (Psrmn^
X. Antropol<^|la,Etoofrsfla,Paletnogra-
fia. — PrtJtidmmtt: Prof. Luigi Pigortol (Roma)
XI. Anatomia, Lttolo^a. — Pi-^mid^ntt
Prot Frane. Todaro, sen. 4iel Regno (Roma^
^
f
i
I
yy
DITT/q
|oRENZ2^
. FIRENZE
CORSO TINTORI 8
PREMMTO
FONDATO
5T/1BHIHEI1T0Ì
NtU 1740
CONIAZIONE DI MEDAGLIE
50TTONI,«MET/»aO n» LfVRtt t Mftm^
INCISIONI -RIDOZIOMIflRTlSTICME-MECCflMICrt
556
Xir. Fisiologia, Farmacologia. — Pre'ii-
denle: Prof. Giulio Fano (Fii-enze).
XIII. Patologia, Igiene, Batteriologia. —
Presidente: Prof. Pio Foà (Torino).
XIV. Statistica, Scien/.e economiche. —
Presidente: Prof. Mafifeo Pantaleoni (Koma).
L'istituzione di premi e incoraggia-
menti per ricerche e intraprese scientifiche
è alfidata ad un Comitato S-ientifico di cui
fanno parte l' Ufficio di Presidenza, i Presi-
denti delle singole sezioni e otto membri
della Società eletti dall'assemblea di Parma,
cioè i professori: Guido Castelnuovo (Roma),
Ferdinando Lori (Padova), Giovanni Vailati
(Roma), Ernesto Lugaro (Mesiina), Umberto
Ricci (Roma), Gino Galeotti (Napoli), Filippo
Bottazzi (Napoli), Vincenzo Tangorra (Pisa).
Amministratore della Società è il comm.
Bonaldo Stringher(Roma) ; Economo-Cassiere il
prof. Giuseppe Folgheraiter (Roma); la sede so-
ciale è in Roma, via del Collegio Romano, 26.
Per essere soci basta far domanda all' Uf-
ficio di presidenza controfirmata da due soci.
I soci si dividono in o-dinari (pagano L. 10
all'anno), in fondatori (sottoscrivono una o
più quote da L. 100, oltre la quota annua) e
in benemeriti (sottoscrivono almeno L. 500,
oltre la quota annua); i soci possono liberarsi
dal contributo annuale pagando in una sola
volta 20 annualità da L. 10. Il numero attuale
dei soci è di 1200.
L'UNIVERSITÀ ESTIVA FIORENTINA
Non ostante il grazioso scetticismo dei
nostri concittadini e l'opinione ormai diffusa
che Firenze in estate sia una città equato-
riale, possiamo segnalare con compiacenza
l'ottimo resultato ottenuto nel 1907 dal primo
esperimento di una Università fiorentina.
Infatti lo scetticismo non tolse che mol-
tissimi abbiano allargato a tempo opportuno
1 cordoni della borsa, tanto che nella prima-
vera passata erano state già raccolte parec-
chie migliaia di lire che permettevano di
guardare al futuro con una certa tranquil-
lità.
Il secondo degli spauracchi, dopo quello
dei mezzi finanziari, era il caldo.
Bisogna tener presente che non tutti gli
studenti vengono da paesi più freschi dei
nostri, e bisogna soprattutto sapere com'è il
tipo degli studenti estivi.
Questi non sono nò buontemponi, né svo-
gliati, né epicurei. Sono professori, studenti,
avvocati, scrittori, studiosi, che approfittano
dei 30 o 60 giorni di vacanza da un ufficio,
da una scuola per acquistare nuove cogni-
zioni. Sono persone che non mancano mai a
una lezione né a una gita, che hanno una
volontà febbrile di imparare. Per loro l'as-
senza di un professore è un dispiacere e non
una gioia come per altri studenti. Gente mo-
derna, di ampie vedute, e, in generale, di non
molti quattrini, segue la massima: il tempo
è moneta.
Chi ha molto tempo e molta moneta non
frequenta le Università Estive né di Firenze
né di Grenoble, e neppure del Capo Nord;
e qualche grado di più del termometro non
può distogliere persone di così buon propo-
sito dal venire in Firenze.
E l'Università è stata un successo. Dicia-
molo senza false; modestie, perché fino ad
ora il nostro difetto è stato appunto quello
della modestia. Temendo forse noi stessi del
resultato, non avevamo fatto si può dire al-
cuna reclame. Pochi avvisi stampati distri-
buiti ad amici personali in Italia ed all'estero.
Poche promesse generiche di corsi e di gite,
senza specificare bene il programma delle
lezioni né 1 luoghi che avremmo visitato. E
basta.
Invece gli studenti sono accorsi più nu-
merosi di quello che fosse lecito sperare. Ne
sono venuti da tutti i paesi: dalla Francia,
dall'Austria, dalla Germania, dall'Ungheria,
dalla Svizzera, dagli Stati Uniti, dalla Russia,
dalla Polonia e anche da altre città italiane.
Ed è da notarsi un forte nucleo di studenti
venuti dalle provi ncie italiane soggette al-
l'Austria e che quesfaltr'anno aumenterà
certamente.
Sarebbe difficile stabilire quanti sono stati
quelli attratti più dalla Università Estiva Fio-
rentina che da Firenze, ma poiché l'Univer-
sità è in Firenze, noi non vogliamo fare
l'e-ame di coscienza dei nostri studenti. Sa-
rebbe una fatica inutile. Siamo in una delle
più belle e interessanti città del mondo, in
un grande centro italiano, dove meglio si
parla la nostra lingua. Abbiamo dei vantaggi
sulle altre città. Approfittiamone!
La maggior parte dei nostri iscritti era
costituita da professori e maestri, benissimo
elemento sia per sé stesso, sia per la propa-
ganda ohe potrà fare alla nostra istituzione.
Ma abbiamo avuto anche architetti, legali,
studenti universitari e secondari, artisti, ec.
E tutti sono rimasti soddisfatti tanto dei
corsi, quanto delle gite artistiche, e delle fa-
cilitazioni che abbiamo loro procurato.
I corsi ebbero Inizio il primo agosto con
l'inaugurazione fatta alla presenza delle auto-
rità, ed hanno seguitato ininterrottamente
sino alla fine di settembre. Le lezioni avevano
luogo tutte le mattine dalle nove alle dodici
nel magnifico locale dell'Istituto Tecnico geu-
CUCINE
CALORIFERI
VENTILAZIONE
FORNI
DEILORTO
FEDERICO DELL' ORTO & C." MILANO
tilni
moiivinirnn i; : ■ •
Utlonc. prrchè era rUotvato alU tfiu éviu- g«><
manale.
r avt'un nrofr<»«nr<« vi era propoato cha dai
or^ ; >Mtblle organica e tot
*fì '.o ohe lo atudrnta, pli'
il ^umii- Bi iu^<w i>4iiiii< n tuf se IncOIDlllOÙUO
potMM approftlUroaubiio irll'inncnaiminfi
opjK>rtunl
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'•mc.logia,
■ ■<•».
-!«?0 ffttlO
if. t.n/.. (1.1 U|.
• 1- h'it* ar-
" allo vaila
L' Umi9m-»ità Eativa fiortmtima m tiwtoia, 17 agoa*9 1:
DSL Ckppow
Le materie erano le aeifoentt: Ungoa Ita-
liana, letteratora Italiana, atoria fiorentina,
letteratara danteaca, atoria dell'arte.
Il prof. Gargano ha tenuto i corsi di lin>
gna e letteratura italtana. 11 coreo di lingua
comprendeva la lettura e dettatura e anche
la correzione dei rompiti, che il prof. Gar-
gano si è addossai' I con quel nobile apirtto
di aacrificio che lo distingue.
La letteratura italiana è «lUa nn aegnito
di conferenze sai romanticismo e sulla poesia
popolare.
Il proL Caggese ha illustrato la storia flo-
fnfrl di To«san«« giteartlsU»
co Influì;!
Le git< io FlxMkM il ftwvBO
nel ponei no atat* ffuidale qoaal
aempre dal pruf. Falnni. che ha volato ao>
stenere qaesta non piccola fatica per U aao
grande amore alla ivctn/Kuw. v. ^vim irli
studenti hanno avut
monumenti: San Mii
Santa Croce. Santa Ttiiiii>. r^ama «•<•• .-••-
Telia e Cappellone degli Spafooli. Basto Spi-
rito. San Lorenso, SS. Apoetolt, Santo Sde»
faiio. Palazzo Vecchio, Palazzo Riorardl, ed
IGIENE
SAVON SIMON
BELLEZZA
Il più puro, il più soave, il più delicatamente profumato.
Indispensabile alla toilette del bambini
— 558 —
hanno visitato afcuratamonte tutte le nostre
gallerie e musei.
Sono state ore ed ore di spiegazioni sto-
rico-artistiche. Che ditìerenza fia il visitare
Firenze in questo modo, e l'andare giron-
zolando come fanno per forza tanti forestieri
dietro una cosiddetta guida autorizzata o in
compagnia di un libro pieno di asterischi !
I nostri giovani, ne sono sicuro, hanno sen-
tito le bellezze di Firenze e l'hanno amata.
Il sabato poi partivamo in allegra comi-
tiva per le gite fuori di Firenze, e talora
siamo rimasti assenti due giorni.
Le gite erano organizzate nel modo più
economico possibile. Venivano guidate sem-
pre da un membi-o del Consiglio Direttivo e
da un professore. Siamo sempre stati rice-
vuti dalle autorità del luogo, che ci sono state
larghe di tutte le facilitazioni ; e sempre qual-
che specialista della città visitata ci fu cor-
tese illustratore dei monumenti, delle chiese,
dei musei.
Ma oltre l'arte pura abbiamo voluto far
vedere anche l'arte applicata all' industria e
perciò ci siamo recati alla Manifattura Ginori
di Doccia, alla Manifattura di Signa, a Ca-
L' Università Estiva fiorentina a Perugia, 24-25 agosto 1907. — Salendo al Gla-EDINEtto.
La prima delle gite l'abbiamo fatta a Fie-
sole, quasi per vedei'e se gli studenti avreb-
bero corrisposto volenterosi alla iniziativa.
Abbiamo fatto inoltre le seguenti escursioni :
A Pistoia, sotto la guida del Chiappelli; a
Perugia, per vedere l'esposizione, e quindi
ad Assisi; a Prato: a Forlì e Ravenna; a San
Gimlgnano; a Signa, Malmantile, Montelupo
e Capraia, per visitare le fabbriche di cera-
mica ed al tempo stesso far vedere il tipo
della campagna toscana. Le gite di Perugia
e di Ravenna hanno preso due giorni, le al-
tre un giorno soltanto.
praia, alla Fabbrica Quentin Mossmayer, ove
si procedeva al restauro delle vetrate di Santa
Maria Novella, all'Arte della Ceramica, alla
Fonderia Nelli, alla Fabbrica Cantagalli e
dovunque abbiamo seguito i vari processi di
lavorazione.
Nessuno vorrà negare che siano stati due
mesi di assidua ed intensa, eppur variata,
attività.
Quanto alle facilitazioni e ai vantaggi in-
dividuali ofìeiti agli iscritti, va ricordata in-
nanzi tutto l'opera della Associazione perii
Movimento dei Forestieri, la quale agevolò
Lavorazione speciale in CAPPELII e BERRETTI per Filarmoniclie
FORNITORE DEL MUNICIPIO
A. LAPINI . FIRENZE, Via del Giglio, 9.
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d'Ingre^ ^a i de-
nari df veralU.
Polche K' na ta»sa
d'isctixtutitf ti. (Ktr ciascuno
dei mesi di a_ . con diritto
con an bel eorredo '
li quello
>ne ool Circolo Fl-
i lina comoda sede
""■diversità, ab-
bile sale del
-ti sanno che
1- r<j in afflilo sol-
Miale rimangono il
Per ricevere qaaU
I"
b.v
Ci:
f^h
ta
Pa-
canti, p«r U rtK'^àpiio della po^ta, per legifero
giornali e riviste, per conoscersi meglio l' un
l'aifri T...,- ....e... 1, -"vri tn una città stra-
ni' ' era li locale più
In lire che ne hanno
fat- >-,i,u.
: Studenti che sono Te-
nu; !.o speso poco, hanno im-
parato niultu ed iianno ottenuto grandi fa»
dlitazioni.
Quest'altr'anno colla pratica acquistata
nel 1907 potremo fare più e meglio. Aggiun-
geremo dei oorfti come quello di fonetica
pratica, e forse quello di storia della Musica.
Sdoppieremo lo stadio di IHnte in due corsi :
letteratura dantesca e Commento della Di-
mima O'mmudia,
Alcuni conferenzieri già Interpellati hanno
accettato di parlare su srarlatiasiml argomenti,
specialmente per far oonoeoere agli stranieri
la nostra Italia moderna. Polche ci slamo ai.*-
corti che molu dei nostri ospiti aono partiti
rentlnl noi Togliamo «-h- U
ne viva e protpeit air«.:i 't*
ni"
P.M
ini
reti
or^ .
Tengono
tasche di
mangia i
fatino, ci.
l'assenz '
r ebbero o .
Poiché non w deve .,:,
blamo studenti di t<r
Presid •■
conte oti
11 Cui.
posto:
Comm. Piero Barbèra, Frt^d-
eoto Filologico. s
Comm. Pr. ! lo Blagt, J'tfftUo
dtUa BiUioton. ,.
Cav, Fortun .
Cav. Uff. Ing. Oelau CapaocL
Conte Avv. Leonello De NobllL
Cav. Prof. Dr. Guido Falorat, lutogi^amu
Superiora al R. IttUmto Tomieo.
Conte Avv. Luigi Qallettt, CmmoI« JW
Btlgio.
Cav. Uff. Dr. QinoGelll. Pr^iUmU iMCAt-
toeiatioHé per la difesa di Firtm** Mt^erma.
Conto Avv. Guretto Oorettl FlamlnJ.
Dott. J. M. Le Diveleo (teitoriere).
Dott. Franco Magrini. Pi^MidemU déWAom'
eioiUm* pel tno9Ìmt*nto dèi t'o tttierL
Att. Alfredo Medici.
Avv. Arturo Ptlaoci, Deptttat- -' p--'-,-
Avv. Piero Roselll (segretari'
Per lacrixiont e per ogni il* > •■^■
zione rivolgersi alla sede del I < ^ ';"*..« FNt;\ a
Fiorentina, presso il Cirouio i^ii icgxo <ii.i-
laxzo Ferroni), Ftrensc
if97.
AVT. P. BOSKLt.t.
L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER I PAESAGGI
ED I MONUMENTI PITTORESCHI D' ITALIA
* II paesaggio è fi Tolto amato deUa patria. ,
Informata a questo concetto venne presa a
Bologna l'iniziatiTa per una nuova Associa-
zione nazionale. Iniziativa che ha iBCOOtmto
generale favore, in modo che la società Ta
prendendo quel meraviglioso sviluppo, che
merita.
È noto che nella patria no>tra noi mo-
nnmenti che han'io qtislche Imp
una legge dello Stato : e in qua*
vi sono comitati speciali pei moi.wi..-
rid ed arti«ticl. ma non l»a«ta. I
piccole località ed anche In Inot;).
molte bellexse che ora sono dichi.^r*t4f - m >-
nnmento aasionale .. vengono trascurato e
qnalobo Tolta deturpate.
Keastino poi si cura 41 difendere le bel-
lezze natorali. n OoTemo con aoa legge si
rura dei boschi e delle acqo* eoa arttoff più
- agricoli, ma è nece«ario provTe-
i -^ alla Imporianra e«U'l Ica delle cose.
... ,*u* esteUoo nessano difende i boschi.
560 -
le acque, i panorami, che formano una grande
ricchez/a, un patrimonio immenso e meravi-
glioso della nostra Italia.
Per questa considerazione a Bologna, sotto
la presidenza del cav. Carlo Sandoni, giovane
ed attivissimo promotore e propagandista, si
costituì un comitato, composto di numerosi
artisti e turisti, perchè d'acoordo colle bene-
merite società consorelle Touring Club, Movi-
mento dei Forestieri, Fra Montibus, potesse sor-
gere questa nuova Associazione nazionale, la
quale completi la nobile azione delle prime
e che, senza essere una imitazione vera del
Comité des Sites et Monuments pitforesques, che
ha tanto sviluppo in Francia, possa svolgere
Oaklo Sandoni
fondatore e presidente dell'Associazione Nazif
naie per i paesaggi ed i monumenti pittore
schi d'Italia.
quest'opera di difesa, di ripristino, di illustra-
zione delle nazionali bellezze artistiche e na-
turali, intensificando l'opera sua, non solo
nelle città ove altri enti non pensano a ciò,
ma specialmente in tutti 1 paesi, su per le
valli pittoresche, e pei monti che limitano e
percorrono tutta l'Italia, nonché per le spiagge
dei mari che la comprendono.
L'idea, invero, come abbiamo detto, venne
accolta ovunque con sincero entusiasmo, co-
sicché da ogni parte d'Italia giunsero arie-
sioni, tanto dai passi sempre coperti di neve
quanto da quelli che troppo di frequente sono
agitati dal fuoco dei vulcani meridionali.
Giova qui ricordare il pensiero di un uomo
che occupa un'alta posizione politica, noto
per la genialità del sentimento e la profon-
dità della coltura, Luigi Rava, il quale nel
plaudire alla iniziativa mandò ai promotori
come segno della sua benevolenza la copia
del discorso fatto alla Camera presentando la
legge per la conservazione della Pineta di
Ravenna, discorso che è un inno di poesia
ispirata e gentile. Egli, dopo aver descritto
quanto si fa in Francia e negli Stati Uniti
d'America per le bellezze naturali, aggiunge:
" Anche in Italia dovrebbe essere generale
e profondo il rispetto delle linee essenziali
che costituiscono per così dire l'immagine
antica e sempre giovane del sentimento na-
zionale.
r, Dovremmo anche noi restaurare e far
risorgere con amore i monumenti naturali,
che il tempo guasta o denuda.
„ Provvederemo così con eguale fortuna
al decoro ed agli interessi del paese. „
Già nell'anno ormai scorso ebbe luogo a
Bologna il I Congresso Nazionale dell'Associa-
zione. Vi intervennero numerosi soci e molte
altre persone notevoli.
Ugo Ojetti nell'artistica sala del Liceo Ros-
sini tenne il discorso inaugurale, l'on. Bru-
nialti parlò delle bellezze siciliane. Ottone
Brentari, il march. Crispolti, il cav. Rubbiani,
il conte Barbavara e tanti altri si interessa-
rono della Associazione e diedero ad essa as-
setto definitivo.
Ora l'Associazione continua nel suo pro-
gressivo sviluppo: raccolti i soci, verrà iniziata
l'opera di difesa, di illustrazione, di propa-
ganda, e nella prossima primavera a Torino,
pel II Congresso Nazionale, si potrà sempre
più constatare come nella sua giovanile vita-
lità possa essere benemerita, possa e-iseie
degna del motto che Lorenzo Stecchetti le
ha dato " Pulcra tneri, „ possa essere vera-
mente degna del suo scopo patriottico e delle
meravigliose bellezze della patria.
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GaETAKI. — ."i. ToB DI SCHIATI. — 6. SCLLA CIMA DEL SoBATTK. — (/ '
fotogr. di B. Moscioni; il numero 6, da fatcgr. Betti j U «Uit, ftdogr, di B.
IX. - LA CAMPAGNA ROMANA
La poesia del paesaggio.
La campagna romana ha una severità che
impressiona chiunque; l' agricoltore preferirà
i fertili terreni della Toscana, dell'Umbria e
delie Marche o magari le verdi pianure del
Po, ma l'artista, l'archeologo e lo scienziato,
preferiscono la campagna romana dove il sole
tramonta con bagliori di sangue e dove il
paesaggio ha del melanconico, del solenne,
del truce e sempre colpisce e fa pensare.
In nessuna altra campagna trovate sparse
a centinaia tombe antichissime e monumen-
tali, torri e rovine cadenti che hanno tutte
una storia. E che dire degli acquedotti, i cui
archi massicci ed imponenti s' inseguono per
chilometri e chilometri nella pianura vasta
ed infinita? Gli antichi erano maestri nella
costruzione delle vie specialmente di quelle
per cui passava l'acqua. Migliaia di schiavi
trasportando i pesanti blocchi di pietra riu-
scirono ad innalzare dopo enormi fatiche
questi modelli di architettura, che sfidano
ancora i secoli.
Poeti, pittori e romanzieri di ogni nazione
trassero ispirazioni dalla campagna romana;
approssimativamente si calcola a diecimila il
numero delle opere pubblicate sull'argomento
ma nessuna forse ha reso fin ora il fàscino
della campagna romana. La pittura — come
giustamente notava Ugo Fleres — non se ne
giovò abbastanza ; la malaria fugò spesso l'ar-
tista. Nicola Poussin e Claudio da Lorena non
osarono spingersi troppo oltre fuori porta del
Popolo dove abitavano e dipingevano. Il Pi-
ranesi si allontanò ancor meno per trarre
elementi delle sue tetre ispirazioni contem-
poranee e congeneri della cosiddetta poesia
delle rovine. I pittori francesi e tedeschi non
trovarono di meglio che i carri di fieno e le
mandre di bufali; e del resto, le barbe in-
colte, i panciotti rossi e tutta la colorazione
a bandiera dei ciociari non v'era bisogno di
cercarla al di là della scalinata della Trinità
dei Monti. Tuttavia il Sartorio, il Colemau,
il Petiti, il Carlaudi e il Costa hanno lavori
assai pregevoli.
Le cacce nella campagna romana. Le bufale.
La campagna offre contrasti e soggetti in-
teressanti ad ogni passo. Basta prender parte
anche una sola volta alla caccia della volpe
por averne subito prove luminose. Questa
caccia a Roma ha un sapore tutto speciale,
e il terreno si presta mirabilmente per lun-
ghi galoppi. Durante la notte un uomo pra-
tico dei luoghi, tappa con molta cura le bu-
che delle volpi.
All'appuntamento fissato generalmente per
le 11 del mattino accorrono amazzoni, cava-
lieri e miolti ufficiali. Un centinaio di cani
escono abbaiando da un carro e vengono gui-
dati sul luogo della caccia. Quando la volpe
è scovata, si lanciano a corsa sfrenata e i cava-
lieri dietro, saltando naturalmente ogni osta-
colo, muriccioli, fossi, marrane, e quelle stac-
cionate di legno che dividono un terreno
dall'altro. Le cadute sono frequenti ma non
quasi mai gravi. Né mancano i timidi o per
meglio dire i paurosi, che preferiscono far
aprire i cancelli ed andai-sene tranquilli alla
retroguardia; i più esperti li chiamano sar-
casticamente i cancellieri.
La volpe spesso è presa e uccisa dai cani,
talvolta però si rifugia, e scompare dopo un
galoppo di qualche ora.
I conduttori dei cani tagliano la testa e
la coda alla volpe i cui resti sono dati ai
cani; il master otìro la testa e la coda di s'o-
lito all'amazzone e al cavaUere che nella
corsa si avvicinarono di più ai cani. Gene-
ralmente ciascun dono si ricambia coli' of-
ferta di 50 lire che va a beneficio dei con-
duttori dei cani. Nelle giornate di pioggia il
ritorno dalla caccia non è dei più attraenti;
le signore grondano acqua e sono sporche
di fango. Eppure fra qualche giorno torne-
ranno all'appuntamento. Non è soltanto la
caccia alla volpe però che le attrae; il più
delle volte gli appuntamenti costituiscono
una vera fiera di vanità. Inutile dire che per
prender parte alle cacce bisogna possedere
ottimi cavalli ed esser ricchi. Un appassio-
nato è Gabriele D'Annunzio e molte signore
straniere vanno appunto per vederlo. Le
americane sono entusiaste della campagna
romana. Quelle che risiedono a Roma non
mancano quasi mai all'appuntamento.
La caccia al cervo e il drag hunter richia-
mano anch'esse il pubblico aristocratico e
cosmopolita di Roma.
I cacciatori di volatili poi costituiscono un
vero e numeroso esercito; alcuni sono per-
sino ** professionisti „ ma conducono una
vita piena di peripezie e di strapazzi fisici.
La domenica i cosiddetti " cacciatori della
festa „ invadono i dintorni di Roma consu-
mando inutilmente molte cartucce; vestono
come arditi esploratori e rimorchiano so-
vente l'intera famiglia. La sera le osterie sono
piene di questi pseudo-cacciatori 1 quali oao-
VESAOOI DI
\ ROMA
1. L'Oli. Celli distkibcisce past^. h. «.uix;.»^. -
DI Papa. — 4. Capaxua Di " cicobiahk ,. -
i^oGio DI CAPAinrx PBxaao Palkstiha. — (/. ■.
mei-i é e 5, da f<dogr. Sbità; U altr*, fotofr. di M,
- 564
ciano in cofpo caratelli di vino e montagne
di.... spaghetti.
I vei'i cacciatoti vanno in palude, a Mac-
cavese che è una delle più vaste tenute della
Campagna Romana, ma anche delle più in-
salubri ed infide tanto, che i contadini dicono
che a Maocarese " ci si sta per le spese „
poiché lo scarso salario non basta per i me-
dicinali e per il cibo più abbondante di cui
si ha bisogno.
I cacciatori trovano molta selvaggina ma
sono costretti a camminare attraverso un ter-
reno acquitrinoso, che esala miasmi pestilen-
ziali. Nella vasta e solitaria tenuta non ci
sono che tre o quattro fontanili e non è fa-
cile rintracciarli. Il paesaggio ha del pauroso :
le bufale pascolano qua e là e vi guardano
sinistramente. I cacciatori ne hanno un vero
terrore; quando si vedono inseguiti, per sfug-
gire a certa morte non hanno altro scampo
che di gettarsi a terra e rimanere immobili.
La bufala annusa, scuote la testa e si allon-
tana ma guai se la paura vi fa agitare! la
bufala vi è sopra e vi caccia nelle reni e sul
ventre le sue corna ricurve. Le bufale sono
di origine indiana e pare fossero trasport(ite
in Italia dai longobardi: addomesticate, tirano
enormi pesi e obbediscono ad un pungolo di
ferro senza bisogno di redini. Allo scricchiolìo
di un fascetto di canne poste sotto le ruote
del carro balzano innanzi impaurite: con que-
sto strattagemma, in uso specialmente nelle
cave di pietra, si fanno trascinare alle bufale
pesi enormi. I bufolari le chiamano per nome
e le mungono ma le più irrequiete vengono
legate e se tardano a calmarsi, le bastonano
senza misericordia. Nelle Paludi Pontine e a
Maccarese sono riunite quasi tutte le bufale
dell'agro romano; è dilììcile vederle in altri
luoghi.
Pastori, bifolchi e butteri.
La vita dei campagnoli dell'Agro Romano
è delle più misere e penose. I pastori sono
per lo più dell'Abruzzo e delle Marche (cii*-
condario di Camerino). Vivono una vita con-
temi)kitiva, sdraiati al sole e avvolti in grosse
pelli di capra. Hanno una robustezza feno-
menale e dimostrano un vero stoicismo in
caso di malattia. Curano le ferite con sale e
aceto, e sono d'un' ignoranza da far spavento.
Le loro capanne a forma di cono differen-
ziano dalle altro a forma piramidale, dove
vivono numerose famiglie. Spesso per la di-
stanza dei pascoli i pecorari non tornano alle
capanne, ed allora si trascinano una cuccetta
di paglia che sembra più un rifugio da cane
che un'abitazione umana. I cani sono i soli
amici dei pastori; «e hanno dei grossissimi,
traditori e feroci.
Un pastore guadagna una quindicina di
lire al mese; quando muore una pecora i
pastori la scuoiano per prendere la pelle e
giugno però essi tornano alle montagne, fug-
gendo COSI il caldo soffocante dell' estate ciò
che non possono fare i bifolchi, costretti a
passare l'intero anno in campagna. I bifolchi
conducono i buoi al lavoro ed arano la terra.
Guadagnano il doppio dei pastori, cucinano
spesso in comitive, e dormono nelle stalle dei
buoi cui danno i nomi più strani: Nerone,
litthacoì-e, Facchino, Cardinale, Garibaldi....
La vita del bifolco è meno dura però di
quella del vaccaro, il quale non ha mai ri-
poso: munge di giorno, munge di notte e
sempre all' aperto anche quando imperversa
il temporale. La mattina di buon'ora, in qua-
lunque stagione dell'anno, il latte vien chiuso
in grossi recipienti di rame e portato a Roma
su speciali e caratteristici carri tirati da ca-
valli ispidi e selvaggi, come gli uomini che
li guidano; questi ultimi vestono pelli di
montone e spesso hanno a fianco un grosso
cane da pagliaio. Cosi equipaggiati attraver-
sano le vie della città spesso inzuppati come
pesci, reggendo in mano un mazzo di guide
divenute rigide come sbai-re.
Questo lembo di vita primitiva, che passa
in vie animatissime, offre un contrasto stri-
dente che forma la gioia degli stranieri ma
che non fa onore affatto alla nostra civiltà.
Al Coi-so, per esempio, passano ogni giorno
le diligenze di Campagnano e di altri paesi
vicini tirate da due o tre cavalli scheletriti :
queste diligenze traballanti, sconnesse e pol-
verose fanno arricciare la pelle, tanto sono
incomode e preadamitiche; eppure lo splen-
dore di Roma e il contatto continuo col-
l'eterna città non bastano a far sparire que-
sto sconcio.
Non è possibile dare un'idea esatta delle
difficoltà e dei disagi che offrono i viaggi at-
traverso la campagna i-omana e nei paesi ar-
rampicati sui monti. Sovente uomini e donne
non hanno altro mezzo che gli asini e i muli.
Le donne vi salgono persino in tre, e si ten-
gono avviticchiate e guardinghe. Ricordo di
averle viste scendere, strette le une alle altre,
la ripida discesa del Sacro Speco a Subiaco ;
il mulo procedeva cauto, scrutando i sassi e
le buche come se fosse compreso della sua
responsabilità. E le tre donne che erano a
cavallo come altrettanti uomini, in una po-
sizione cioè assai incomoda, sorridevano di
contento. Venivano da lenne e si dirigevano
a Cervara, un vero nido d'aquila inchiodato
ad una roccia altissima, paurosa.
Maestri insuperabili nell'arte del cavalcare
sono i butteri e i cavallari, i cui esercizi, per
chi non li ha mai visti, hanno qualche cosa
che fa rabbrividire. Non indietreggiano di
nanzl a nessun ostacolo, affrontano l'animale
più ricalcitrante, e saltano sulla sua groppa
in \u\ baleno. Il cavallo s'impenna, indietreg-
gia, abbassa la testa e dà balzi spaventosi;
poi si butta in tei-ra cercando di fracassare
gambe del cavaliere, ma il buttero è già
accrescere di pochi soldi lo scarso salario. A in piedi; poi di nuovo aggrappato alla criniera
■mi^^
NE E PAESAGGI DELLV CAMPAGNA R(
^!^ ^
yf»
1. Palude pke««" aixk kotuts di Ndifa (Fafofr. M»9eiom{\. — S. l'j» jfWtPiCAimt, a Ca»-
TEKANO pr:^ "' o ifotogr. B. Simbdiu — 3. MacCaXOB (/««rr. /*m*). — ♦. In
GREGGE ( r ' ("^wan - 5- ClJA VECCHIA PABALITICA K llAlJk»l<A f/<rf^^. *. *»»-
boli). - 6. 1 io PKUU. PAOUA (fot^i: M. Simboti).
— 566
e ancora una volta rigido in groppa. Il ca-
vallo non si avi-ende, o continna a mettere
a dura prova il coraggio del buttero, finché
avvilito e stanco si lascia mettere la sella. I
butteri si cimentarono anche coi cavalieri
della compagnia di Buffalo Bill, e uscirono
dalla prova con molto onore.
Un quadro di miseria.
Durante i lavori agricoli di maggiore im-
portanza dalle Marche e dagli Abruzzi accor-
rono nella Campagna Romana un gran nu-
mero di contadini; vanno a gruppi di 50, di
100 e a Piazza Montanara vengono assoldati
dai così detti caporali, i quali prendono l'im-
pegno di fare questo o quel lavoro sfruttando
i sudori dei poveri contadini costretti a con-
durre una vita nomade, e a percorrere spesso
trenta o quaranta chilometri prima di giun-
gere al luogo stabilito. Lavorano dall'alba al
tramonto per 15 o 20 soldi al giorno; dor-
mono nei fienili, sotto i pagliai, nelle grotte,
nelle stalle e quando non è possibile avere
queste.... comodità, dormono a ciel sereno in
un ammasso informe di stracci e di miseina,
senza distinzione alcuna né di sesso, né di
età. Il caporale si riserva la parte del leone,
e in compenso tratta i miseri contadini con
una durezza brutale. A furia di privazioni e
di patimenti, questi infelici dai quali si pre-
tende il massimo del lavoro (i più deboli e
mingherlini vengono scartati senza pietà dalia
visita i-igorosa che fa il caporale), hanno finito
per perdere ogni idea di amor proprio e di
coscienza.
Il dott. Sinibaldi proprietario della tenuta
Casal brucialo mi raccontava di aver fatto
venire dalle Marche una famiglia di bravi
lavoratori, ma che nonostante 1 riguardi da
lui usati si avvide che quelli a poco a poco
imbastardirono, subendo l'influenza degli al-
tri, e dopo un anno di permanenza nell'Agro
Romano, divennero talmente oziosi e ribelli,
che per farli lavorare si dovette ricorrere al
caporale.
Una vita non meno penosa è quella degli
abitanti delle capanne. Se ne trovano un
po' ovunque, specialmente nel territorio di
Valmontone, Arsoli e Tivoli.
Ad Ostia, a Lunghezza, a Palestrina, a Za-
garolo, si può assistere a vere scene di vil-
laggi africani. Le capanne sono fatte di paglia,
canne di granturco, strame, e un' erba spe-
ciale che fa scorrer via l'acqua delle piogge.
Un'apertura assai stretta conduce nell'interno
delle capanne dove vivono una o due fami-
glie; però, nei capannari come in quelli di
Salone, vivono trenta o quaranta persone 1
cui letti seno divisi da fascine ; eppure si
afferma da molti che le donne si mantengono
di una castità esemplare. Il fumo rende l' aria
Irrespirabile; il vocio dei ragazzi, 1" abbaiar
de' cani vi assorda. Uscite di là come da una
bolgia dantesca....
Naturalmente in luoghi sifTattl dove la pu-
lizia non si conosce, né del resto sarebbe di
facile attuazione, la febbre, la dissenteria e
il gonfiore della milza sono all'ordine del
giorno. Si vedono bambini che sembrano ve-
sciche gonfiate, e giovani che pur sarebbero
belle se 1-e schifose croste die ricoprono
buona parte del viso e delle labbra non le
rendessero ripugnanti. Il medico per lo più
è lontano e arriva con grande ritardo quando
pure arriva. Il febbricitante non ricorre al
medico se non quando il male abbia fatto
enorme progresso; finché il contadino può
reggersi in piedi lavora e produce. Quando
si abbatte sul pagliericcio aspetta con stoi-
cismo le conseguenze del male. Se la perni-
ciosa gli rende la vita impossibile, allora va
allo spedale.
— E se non siete in tempo a trasportare
il paziente per la gravità del suo stato? —
chiesi ad una povera contadina che aveva il
marito al manicomio. E lei con terribile filo-
sofia :
— Allora magna muri ecco! — (Bisogna
rassegnarci a morir qui !)
A pochi chilometri dalla stazione di Pa-
lestrina là nel territorio incantevole un tempo
ammirato por splendore di nitide ville, deli-
zia d'imperatori come Augusto, Domiziano,
Marco Aurelio, e di poeti famosi come Ovi-
dio, esiste un villaggio di capanne chiamato
Karchitti dove vivono più di 000 persone. Un
impasto di farina di granturco cotto in forno
è l'unico loro cibo. Ecco perchè non appena
vi presentate nei pressi delle capanne, una
turba di ragazzi sporchi, laceri, mezzo sel-
vaggi, vi accerchia, vi preme, vi chiede con
insistenza in elemosina. Se avete pane e paste
la folla ingrossa rapidamente; ai ragazzi si
uniscono le donne, gli uomini, i vecchi tre-
molanti. Le mamme vi chiedono suppliche-
voli un biscotto per i figliuoli malati, ma poi
non resistono alla tentazione di assaggiarne
un pezzettino.... Gli uomini più diffidenti e
taciturni vi guardano spesso con occhi truci.
Abituati alle sevizie più terribili, odiano tutto
e tutti, e temono che ogni cortesia nasconda
un'insidia, un agguato. Bisogna entrare nelle
loro grazie a poco a poco, e combattere la
loro innata diffidenza; solo allora si mostrano
espansivi, miti e buoui<
La inaiarla.
La malaria è II terribile nemico che miete
ogni anno tanto vittime. Dal 1887 al 1895 mo-
rirono di malaria più di 15 mila persone al-
l'anno; buona parte delle vittime apparte-
neva all'Agro Romano. Anticamente si cercò
di combattere il flagello ; verso la prima metà
dell' 800 la campagna romana fu abitata come
non lo fu mai; i terreni coltivati avevano
come centro una chiesetta ed una torre, in-
torno a cui sorgevano villaggi. Di queste torri
dette anticamente domoculte se ne conservano
INSEGNE VETRINE
FCRROCRISTAUOSMtnO FERROn.NEEOZI
G'VOGLOTTI
PREMIATO con MEDAGLIA D ORO "■;■=-
-.1;- ALL' E5P05IZI0ME Di MILflno 1906
fiffi Ltì CO^TRUZlOnE Ùl VETRINE fERRO,
E MEDAGLIA DflRGEMTO DEL
Minivi ffO fISRiCOlTUfitì iH0</i1l>l/liC0»»SRCI0 ,
CORbO VALENTINO. 24
OFFiciMA PROPRIA VIA BARETTI,
57
SCENE E PAESAGGI DELLA CAMPAGNA ROMANA
A' ^É''
1. La CACCIA ALLA VOWK: Vn OAlX>FPO. - »- L'CSrtTA VZt CAKl U* ^"^'^
TOBI A CAVALLO A B.ACC1A1.0. - I. LA CACCIA ^* ^ ';i,^ "^ ^J '^SJu.O
FRATE FBAFCJCSCAJJO A CACCIA. - (/ IMH»Mn ^ 0 b fot. di B, Òmi^i, « »«"» T*' ^
5G8 —
moltissim'». Alla Cervelletta sorge ancora in
ottimo stato un sontuoso casale, costruito nel
secolo XVIII.
Alcuni papi dopo il Rinascimento permi-
sero di seminare i terreni incolti, e così in-
cominciarono i primi passi verso la coloniz-
zazione, ma poi r opera colossale non fu
continuata e il latifondo uccise ogni lodévole
iniziativa.
Per combattere la malaria o bisogna libe-
rarsi dalle acque prosciugando le paludi o
mettere in movimento quelle stagnanti dove
annidano le zanzare, apportatrici di morte.
Oggi, dopo gli studi importantissimi di tanti
illustri scienziati, fra 1 quali il Grassi e il
Celli, due sono i mezzi efficaci per combat-
tere la malaria: il chinino e le reticelle.
Il chinino si distribuisce sotto forme varie
a confetti, quadrettini, cioccolatino, globuli.
È efficacissimo se è preso per prevenire la
febbre, poiché è facile distruggere i parassiti
malarici, appena penetrati nel sangue; è più
difficile, invece, distruggerli dopo che hanno
prodotte le febbri.
La vendita del chinino aumenta ogni giorno
e ogni giorno diminuisce il numero dei morti.
Ecco una eloquente tabella che il prof. Celli
ha compilato di recente.
Utili netti
dell'azienda
del
Chinino di Stato
Consumo
Mortalità
di chinino di Stat
per malaria
Anno
finanziario
Kg.
venduti
Anno
Totale
morti
Lire
....
....
1900
15,865
....
....
1901
13,358
1902-1903
2,242
1902
9,908
34,000
1903-1904
7,234
1903
8,513
183,038
1904-1905
14,071
1904
8,501
183,382
1905-1906
18,712
1905
7,838
293,295
Le reticelle metalliche diedero sempre ot-
timi risultati; tutti i caselli ferroviari ne sono
forniti. I guardiani, inoltre, possono ripararsi
le mani e la faccia con veli e con guanti; le
reticelle sono utilissime dal tramonto all'alba
perchè in queste ore le zanzare sogliono pun-
gere con più accanimento.
L'opera della Croce Rossa nell'Agro Ro-
mano è veramente un'opera santa ed eroica.
Ne va data lode al prof. Postempski noto
per la sua dottrina, per il suo zelo e per la
sua abnegazione.
Usi, costumi, superstizioni.
Ce ne sono molte, curiosissime e bizzarre,
tanto ohe sembrano persino imijossibili. Ne
tolgo alcune da un interessante libro scritto
da Luigi IVTercalli, un agricoltore il quale visse
e vive nella campagna romana. Egli racconta
che i dolori alle gambe si curano con lom-
brichi fritti nell'olio. Il gonfiore della milza
comunissimo fra i contalìMi, si cura con un
impiastro composto di miele, vino, sigari na-
poletani triturati. L' orina di maiale maschio
serve a liberare le mani dagli spini che pos-
sano esservi entrati. Per i dolori di ventre si
recitano sette Ave Maria, quindi si dice a
voce alta: " Vergine Maria, prima la vostra
sant'ssima mano poi la mia. Erano tre zit-
telle, portavano tre scodelle, una d'acqua,
una di sangue, una di sale, per virtù di Dio
e delle potenze divine: Padre di sapienza,
figlio di Passione, Spirito Santo. „
Per le distorsioni si lega il piede o il
braccio con una pozza di seta, quindi si dice:
" Fermati, stortura, come si fermò Nostro Si-
gnore Gesù Cristo alla Colonna (segno della
croce e nodo colla tela). Formati o stortura
come si fermò Nostro Signore Gesù Cristo
nella coronazione di spine (segno della croce
e nodo). Fermati stortura come si fermò No-
stro Signore Gesù Cristo sui chiodi (altro
segno della croce). ,
Per gl'incanti del malocchio si procede
così: si prendono tre capelli, sette coppie di
chicchi di grano e un bicchiere pieno d'acqua.
Si gettano i capelli e una coppia di chicchi
nell'acqua dicendo: " Sette fratelli carnali in
vigna stavano; tre zappavano, tre vangavano
ed uno, l'invidia scannava. .„ Bisogna pregare
la Vei'gine Maria perchè mandi via l'invidia.
Si gettano quindi gli altri chicchi, ripetendo
sempre le stesse parole.
Chi si taglia i capelli il primo o l'ultimo
venerdì di marzo, non soffrirà di mal di capo.
Marzo a quanto pare è un ottimo mese per
i campagnoli; i primi tuoni di questo inese
sono attesi con ansia, poiché chi riesce a ro-
tolarsi per terra mentre romba il suono, gua-
rirà dalle malattie.
Volete conoscere la vera origine delle
macchie della luna? Eccola. Caino ucciso
Abele; non sapendo come occultarsi prese un
fascio di spini e cercò di coprire la luna.
Questo rimane dopo tanti secoli dell'an-
tico splendore della campagna romana dove
sorsero le ville di LucuUo, di Cicerone, dei
Quintili, di Pompeo, dei Claudi, ville che
sembravano città, con vie ampie e comode
e torri e mura di difesa. Intere tenute erano
coltivate a roso, molti prati messi ad erba
medica e innatliati abbondantemente. Oggi
il pi i gran comune del mondo di 212 mila
ettari è diviso in solo 388 tenute abitate da
molte bestie e da pochi uomini.
Roma, 24 marzo 1907.
Raffaele Simboli.
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570
X. — SANTUARI E GROTTE DELLA MAIELLA
Parlare dell' Abruzzo di una volta, oggi
che una vampa di febbrile lavoro arde nel-
l'anima d'ogni abruzzese; quando i proni
giganti della nostra conca pullulano di stazioni
climatiche eleganti ed affollate e sui fianchi
rotondi, su le mulattiere petrose dei monti
s'inerpicano towistes d'ogni nazione; quando
i corsi d'acqua eternamente ribelli, non più
dilagano per campi e per villaggi, ma impri-
gionati entro tubi di ferro imprimono le ve-
locità più alte a naille turbine che animano
tante industrie rigogliose; parlare, ripeto,
dell'Abruzzo di una volta col risveglio agri-
colo, industriale e commerciale che con cre-
scente fervore pulsa gagliardamente in tutte
le manifestazioni della vita nostia, non è ve-
ramente da abruzzese.
Tuttavia, se io mi accingo ad uno studio
su l'Abruzzo di ieri è principalmente per
mettei-ne in mostra le condizioni di oggi. Ed
ancora due altre ragioni mi spingono: quella
di far cono-cere come in questo Abruzzo —
che solo per vana retorica chiamano la Sviz-
zera d'Italia — sono tali naturali bellezze, che
poco o nulla hanno da invidiare a quelle che
gl'italiani, a frotte, si recano a godere ol-
tr' alpe.
Mentre — e non è a dirsi con quanto real
vantaggio fisico ed economico — potrebbero
goderle qui le vere, le grandi bellezze, fra un
popolo forse ancora rude, ma schiettamente
cordiale, in mezzo ad una natura meravigliosa
e così varia, così multiforme da non istancare
mai lo sguardo, da mostrarsi giorno per gior-
no con aspetti sempre nuovi ed affascinanti.
L'altra ragione che pure ha pesato non
lievemente su me stesso è che l'Abruzzo pos-
siede monumenti grandiosi, finissime opere
d'arte, con le quali si potrebbe ricostruire
punto per punto la storia di nostra gente.
Ebbene, inostri monumenti migliori — e non
8ono pochi! — giacciono in uno stato di de-
solante, vergognoso abbandono!....
Tutto ciò, dunque, mi ha spinto a scri-
vere di alcune nostre bellezze naturali e di
alcune pregevolissime opere d'arte giacenti
oscure e quasi ignorate su la Maiella, " la
montagna madre „ d'Abruzzo.
E pure da questo modestissimo lavoro
balzerà viva e sincera la figura dell'abruz-
zese, che non è fatto tutto di quella vitalità
cieca, selvaggia, atavica come si rivela in
qualcuno dei quadri più liricamente intem-
peranti di Francesco Paolo Michctti e nelle
altre produzioni appartenenti al secondo pe-
riodo evolutivo della sua arte sublime.
È vero però, che Gabriele D'Annunzio
giustifica, o meglio, completa l'opera del suo
grande fratello d' arte dicendo che nei quadri
del Michetti, " è rappresentata la vivace antica
razza d'Abruzzi, così gagliarda, così pensosa,
così canora intorno alla sua montagna ma-
terna d'onde scendono in perenni fiumi al-
l'Adriatico la poesia delle leggende e l'acqna
delle nevi. Qui sono le immagini eterne della
gioia e del dolore di nostra gente, sotto il
cielo pregato con selvaggia fede, su la terra
lavorata con pazienza secolare. Qui passano
lungo il mare pacifico nell'alba le vaste greggi
condotte da pastoi'i solenni e grandiosi come
patriarchi, a simiglianza delle migrazioni pri-
mordiali. Qui si svolgono lungo i campi del
lino fiorente, lungo i campi del frumento
maturo, le pompe delle nozze, dei voti e dei
mortorii. Qui gli uomini accesi da una brama
inestinguibile seguono a torme la femmina
bella e possente che emana dal suo corpo
una malìa sconosciuta; e si battono a colpi
di falce tra le biche gigantesche, in un tra-
monto sanguigno, al cui lume si fan più nere
e più tragiche le loro ombre sul suolo raso.
Qui turbe fanatiche, con i torsi nudi tatuati
di simboli azzurri, con le braccia avvolte di
colubri, o con le canestre di grano sul capo.
o con serti di rose e di vitalbe, vanno dietro
i loro idoli gridando, stupefatti dalla mono-
tonia dei loro gridi. Qui la vergine dai ca-
pelli rossi che le cingono la fronte come un
diadema di fuoco, chiusa nella sua profonda
inconsapevolezza, conduce al pascolo di pri-
mavera la vacca gravida portando nel pugno
una canna fronzuta da cui geme la linfa in-
terrotta. Qui la vergine esangue, liberata da
una fattura d'amore, dopo aver veduta la
faccia della morte, va a sciogliere un voto
in compagnia del suo parentado che porta il
dono della cera; e il gracile fantasma bianco,
in mezzo alle belle femmine feconde, in mez-
zo agli agricoltori adusti e nodosi, passa quasi
aereo nella luce del meriggio, sotto l'azzurro
inesorabile, lungo la mèsse alta bionda e in-
finita. Tutti i drammi e tutti gli idilii, tutte
le imagini della gioia e del dolore di nostra
gente sono qui come in un visibile poema.
E in ognuno di questi esseri l'artefice lascia
intravedere un'anima senza limiti, il mistero
delle sensazioni confuse, la profondità della
vita inconsapevole, le meraviglie del sogno
involontario ereditario „ (1).
Ma a rischio di passare per antl-dannun-
ziano — mentre, e lo dico alto, non lo sono
— mi occorre rendere noto che l'Abruzzo di
oggi non è più quello di una volta. Oggi, e
non solamente da oggi, le correnti vigorose
e novatrici della vita moderna hanno spaz-
zato via l'Abruzzo di Michetti e di D'An-
nunzio !
(1) G. D'Annunzio — Elogio di Francesco
Paolo Michetti.
ì P ffSìfTllìP nP^SSinn ® ^* dolgono dopo esser rimasti un po' in piedi? Atten-
UG gdliiUU pUdClilU zione! Cominciate a divenire varicosi! Scrivete subito
al Dott. Stefano Bolognese (Casella Postale 602, NAPOLI), e mediante la sua mera-
vigliosa cura medica, guarirete subito come per incanto. — Consultazioni di per-
sona e per corrispondenza nelle principali lingue.
- 571 -
572
Oggi per le marine cariche di azzurro,
nelle vallate rivestite di friimonto e di ulivi,
sui monti quei-ciosi è un popolo, il quale,
pur avendo — come dice lo stesso D'Annun-
zio — nella sua struttura morale le stesse
grandi linee della sua struttura fisica, non è
più il primordiale, l'impulsivo, il fanatico
negli Spettri, ma di quella vera, feconda, ele-
vatrice chiesta da Goethe sul letto di morte!...
Santo Spirito a IVIaieila.
" 0 mura dei conventi malinconici e queti,
Celle di sognatori, di santi e di poeti,
Veduta di Caeamanico.
popolo di un tempo che va definitivamente
scomparendo.
Le periodiche emigrazioni o immigrazioni,
le industrie rigogliosamente prosperanti, i
commerci avviati con audace spirito d'ini-
'ziativa e un ideale di vita più sana, più libera,
più rispondente ai bisogni urgenti dei tempi
nuovi, che penetra a sotlìi più o meno larghi
Voi dell'arte e dei sogni siete i lucenti fuochi,
Voi, vivi solamente nel rimpianto dei pochi!
GiACOSA - Una partita a Scacchi - Prologo.
Dalla stazione ferroviaria di San Valentino,
su la Castellamare Adriatico-Sulmona, pas-
sando per Caramanico, una elegante stazione
climatica ricca di acque solfuree e magne-
Caramanico. — Veduta generale dello Stabilimento.
e continui, hanno fatto dell'abruzzese un po-
polo destinato a conquistai'e sicuramente l'av-
venire.
Avvenire però, che raggiungerà quando i
più profondi revessi della sua natura e lo più
remote vallato della sua terra saranno inon-
dati di luce : non della luce invocata da OscaìUo
slache, e per l'alpestre paesello di Roccamo-
rice, si sale a SatUo Spirito a Maiella, posta
su rocce a picco e a 1130 m. sul livello del
mare.
Tornate con gli occhi della mente quattro,
cinque, sei secoli addietro- anche col (jiacosa
ricorderò che " mezzo secolo prima, mezzo
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
- r>73
— 574 —
secolo poi, a me non giova nulla e poco im-
porta a voi ri - e immaginatevi, se è possibile,
un santuario cretto quasi fra le nuvole. Sul
sentiero inerpicantesi per i greppi rivestiti
di vegetazione selvaggia, per le ripe rossiccie,
sotto cui con l'impeto di un'orda barbarica
fragoreggia rumorosamente il torrente diac-
cio, salgono, arrampicandosi, vecchi ossuti e
incalliti, donne scalze con le trecce snodate,
giovani robusti recanti il genitore infermo o
qualche estenuato dall'ascensione faticosa.
Di tanto in tanto un lieve tintinnìo di
campane vibra dolcemente alle orecchie e
rincora i pellegrini e accelera i loro passi
per l'erta petrosa, quasi inaccessibile.
Dove vaimo? A S. Spirito, su la Maiella,
per la Fes'a del Perdono.
Giungevano numerose — tra la fine di
agosto e di settembre — le compagnie di
fedeli dalle regioni più remote, e tutte le
classi, tutti gli ordini sociali vi si confonde-
vano bizzarramente, guidati, animati dal de-
siderio di ascendere la Scala Santa, eretta
quasi nel cielo, di baciare il rozzo saio del-
l'umile Pietro di Marrone, di implorare ge-
nerale pei'donanza per le colpe commesse,
di vedere a traverso la parola e il gesto del
fraticello d' Isernia la rivelazione di qualche
grande miracolo....
Le storie del tempo, confuse con una nube
fantastica di leggenda, narrano che nel 1244,
quando Pietro di Morrone si ritirò su la
Maiella con alcuni compagni, abitò una spe-
lonca che per l'orridezza delle rupi che la
circondavano, fu chiamata la paì-ete dell'orso.
Una notte che l'incendio distrusse le poche
frasche su cui gli anacoreti riposavano, egli
solo, mentre i compagni fuggivano spaventati,
si slanciò tra le fiamme, le quali subito per-
dettero l'igneo furore....
Il mattino dopo apparve a Pietro una co-
lomba che nel rostro aveva un pezzo di carta
con la scritta: "In questo luogo edificherete
la chiesa in onore dello Spirito Santo. „ E la
storia e la leggenda narrano come la spelonca
si trasformasse in oratorio: come sul colle
ove posavasi la colomba, nunzia di fede, si er-
gesse subito per volontà di Pietro una chiesa,
poi il santuario e il convento, e dicono pure
le mirabili apparizioni di angelici cori, che
accrebbero la fama al santuario, circondarono
di una aureola di santità Vinerniese e i suoi
compagni e richiamarono da ogni parte turbe
di fedeli, non che alti prelati e cavalieri di
nobilissimo sangue.
Tutti sanno come nel settembre 1292 Pie-
tro da Morrone fosse nominato Papa col nome
di Celestino V e come egli facesse " il gran
rifiuto „ il 13 dicembre dello stesso anno " non
per viltà di animo, al sensi parziali e profani
dell'Alighieri — se pur di Celestino intese
egli parlare — ma per virtuosa generosità di
spirito ai sensi della verità e del Cattolici-
smo „ (1).
Mori 11 19 maggio 1296 nel castello di Fu-
mone, nella campagna romana, ove lo aveva
(1) Cf. V. Zecca, Memorie artistiche e stori-
che della badia di S. Spirito a Maiella, pag. 59.
tenuto quasi imprigionato Bonifacio Vili, e
dieci anni dopo da Clemente V fu solenne-
mente canonii^zato in Avignone.
Per ben due secoli il Santuario di S. Spi-
rito crebbe continuamente di fama.
Il Petrarca, noverando i varii ordini mo-
nastici d'Italia, metteva fra i primi quello
della Maiella — " hidicio mine etium sunt Coe-
nobia, ed ìnfer speìnncas st/ìveòtres devotissi-
mas, doiiius Cristi MulelU), ee. „ {De Vita so-
litaria, libro II, cap. IXj. — Per un certo
tempo vi dimorarono pure Cola di Rienzo e
Torquato Tasso.
Ma dopo tre secoli di vita il monastero
rimase deserto di monaci, e, tranne la chiesa
di costruzione solidissima, tutto rovinò e
servì di rifugio ai pastori. Gli storici del
tempo -- fra cui lo Spinelli, il Marino, il Te-
iera, per non dire d' altri — ne attrfbuirono
l'abbandono alla selvaggia asprezza del luogo
ed ai continui lamenti che i Celestini ne fa-
cevano. Rifiorì però n.l 1588, crescendo anzi
in maggioro rinomanza per una schiera di
nobili ingegni che fra i benedettim si istruì
ed educò.
M. Salfi, l'autore delle note addizionali
alla vita di Ferdinando Galliani scritta dal
Ginguené, così giudicava quei Padri: '' Les
pères Célestins se distinguaient par un esprit
de pliilosophie et de sociabilité qui était
alors trés-rare dans les ordres monastiques.
Tous étaient plus ou moins évlairés; il n'y
avait pas jusqu'au cuisinier qui ne se fit re-
marquer par son esprit. Mais de tous les
hommes célèbres de cette Congrégation j'en
citerai deux seulenaent: le P. Joseph Orlandi
ami de l'Abbé Genovesi, qui merita l'estime
de tous les savans de son temps par ses con-
naissances dans la physique et surtout dans
les mathématiques; et le P. Bonafede, qui,
souvent déguisé sous le nom de Agatopisto
Cromaziano, a public divers ouvrages, et sur-
tout VHistoire de la philosophie ancienne et
moderne....„ Questo elevato consentimento di
stima durò fino al 1807, anno in cui con Na-
poleone Bonaparte suonò l'agonia per il co-
spicuo ordine — legge 13 febbraio 1807 —
Fu portato via da S. Spirito quasi tutto quello
che vi era e vi si aggiunse dopo, nel 1820,
anche un incendio che distrusse gran parte
di quanto rimaneva. Si dovette ad un buon
sacerdote di Roccamorice se furono salvi un
cenacolo attribuito allo Speranza — 1' allievo
del Mantegna — un mezzo busto di San Pie-
tro Celestino, l'antico dipinto di Nostra Donna
e un grandioso crocefisso.
Nel 1850 ci fu un tentativo di restaura-
zione del santuario e del convento, ma per
fatalità di uomini e di cose non lo si potè
condurre a termine.
Oggi S. Spirito con tutta la qualifica di
monumento nazionale, è poco più di un muc-
chio di rovine. Oggi, custode .solitario di un
passato glorioso, di una modesta chiesetta e
di poco altro che ancora resta, è un romito.
Il quale condurrà il raro visitatore fra 1 muri
diroccati, fra i massi di macerie o in qualche
stanzone vuoto e dirà: Qui era il famoso
Santuario di S. Spirito. Qui convenivano a
migliaia i pellegrini genuflessi e si ristora-
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Guardi "jir'f. — II. T'<nr.ioxK. 'fi. t'fo --o «^ i?n 'i-v. -tf-t-i-r» -r?'i Mni*V^.
- 576 -
vano presso quelle fontane che ora hanno lo
vene essiccate. Qui era il tempio di ordine to-
scano semplice con l'ingresso misto di.jonico
e di corinzio; laggiù era il capo altare con le
colonne doriche sormontate da una cornice
triangolare, e più in fondo erano le camere
del convento, il cortile scavato nella rupe e
la gradinata — la Scala Santa — lavorata a
scalpello nel vivo della roccia, che per uno
strano artilìzio di scultura serviva da destra
parete e da volta — imitazione di quell'ar-
chitettura sdegnosa di cemento, di cui si ri-
scontrano larghe tracce nelle primitive co-
struzioni egiziane.
Questo dirà il romito di S. Spirito, e non
appena avrà egli cessato di parlare, un sen-
timento di stupore misto a tristezza vi per-
vaderà l'animo. E mentre il sole inonderà di
mille sprazzi luminosi le ombrie folte dei
faggi; mentre le rovine al bacio del sole sus-
sulteranno di una vita misteriosa, incompren-
sibile, il visitatore, riandando i sei secoli di
storiche e leggendarie vicende del Santuario,
si commoverà, e si sentirà attratto da quelle
pietre che parlano alla fantasia — come dice
Chateaubriand — e da quella polvere sotto
cui sono certamente i segni di una umana
grandezza!...
San Liberatore a Maiella.
Fin dall'undicesimo secolo, prima cioè,
che sorgesse il santuario di S. Spirito, quello
di S. Salvatore esisteva già, ed aveva fama
di centro intellettuale elevatissimo.
Sotto la reggenza di un abate (1022-1032)
amantissimo delle arti si arricchì di pitture
ed altre opere d' arte preziose, fra cui alcuni
splendidi codici con le regole stabilite per
provvedere alla cultura intellettuale dei be-
nedettini.
La chiesa era a tre navate sostenute da
pilastri terminati da tre absidi. Sul davanti si
vede un ampio porticato con avanzi di anti-
chissimi affreschi — ve n'è uno pure di Carlo
Magno. Della chiesa restano le mura, una
bellissima porta e il campanile. 11 chiostro
a mela distrutto, in tempo di piena, è spesso
invaso da un torrente che vi scorre vicino.
Non è molto che il Ministero della Pub-
blica Istruzione ordinò alcuni restauri.
San Salvatore di Rapino.
Sapino è uno dei paeselli più vicini alla
Maiella che, a 550 metri dall'abitato, s'innalza
ripida e maestosa.
Su le rovine dell'antica città romana di
Tazze — costruita nel periodo di decadenza
dell'impero — tra le monete, i vasi, le pit-
ture e le pietre riquadrate del tempo sono
pure le rovine di S. Salvatore a Maiella. Vi
dimorò Desiderio del Principi di Benevento,
che nel 108G fu nominato papa col nome di
Vittore II.
Da quell'epoca In poi, l'abbazia fu pos-
seduta dai benedettini ohe l'abbandonarono
nel XVi secolo.
A quattro chilometri da l?aplil(S, pure su
la Maiella, è la famosa Grotta del Colle c(jn
bellissime stalattiti bianche digradanti in bi-
gio rossigno. In questa grotta si rinvenne
una lastra di bronzo — il bronzo di Rapinu
di cui parla anche il Moinmsen — con iscri-
zione arcaica a graffito.
Tanto S. Liberatore, quanto S. Salvatore
si trovano nelle vicinanze di Giiardiagrele,
l'antica città ellenica, celebre col nome di
1
1
1
Guardiagrele. — Piiosìkxxo dkl Duomo.
Athenae Aprutii, patria di nobilissimi artisti
quali i De Litio, celebri pittori, e il Galluccì,
principe di tutti i cesellatori e precursore —
come atferma il D'Annunzio — di Benveimto
(bellini.
Le Grotta del Cavallone.
O cuor che ascolti, o anima che sali.
Ecco la balza a manca arde vestita
Di raggi che balenano com'ali,
E in alto, a destra, s'apre nell'ardita
Nuda parete, e, dei silicei canti
Tra gli echi dolci, chiama e a sé e' invita
La bella grotta dei segreti incanti.
C. De Titta, Jl tanto della pietra.
Si chiamava così. Ma, dopo lo strepitoso
successo del La Èigliu di Jorio, % tragedia
CONTRO TOSSI E
CflT/IRRf USATE
P/ISTIGLIE,
rESTRATTO'^ic
— bii —
■». I memori
vicino • cui
si PooU chf
n»|!^ ^n.» .lei «-«oon lo aito d« iUi /V'»»» -/i
I rimprva^one al r«rido Mnaprv ni«f •
1 .•
oh.
pa.
Da
In !
eh
•wi
1904
li* lAìmn
hiar* cit-
-v*...* .».,.,...*, per un
•enUero dottoloao.e dopo
an'ora f m^r.f d» raTaU
catura si . alla
irrotta, n . sot-
to di esaa. lina
roccia che &ccude a picco.
Fino a podi! anni ad-
dietrv^. lasi^'nsioae della
nn- ntaalmA, e
r«I ^'rotta, al-
tro ii^,..^.-l ..V- unerepac-
eio «aonne. Oggi, in vere,
per la ooraggioaa inizia-
Uva di aloani eittadini di
Lama, la mina e 11 piccone
hanno acarato nella roc-
cia ana rampa a xig^sairt
per Otti è resa flMUiasima
La prima impressione
>
'V >
*>♦'
f^
Oretta del Cav/lom*. — UrrTAOLio
DI UKA BOCCIA KnrXSTTTA DI STAXJkTTm.
{Fot. Di Marco, Taranto PeOpna).
trando Della erotta non è tanto per qoelTo
che si vede. qa.tut4j per la miraiiile riprodu-
^ COX Ul kamta a no-ZAO.
. . . Marco, Taramta Flffmm),
ginn, tante sono le mafaifloensa die al dlseo»
prono allo sguardo ad ogni pa<(so. tanto è artf-
stica l'armonica disposizione delle stalagmiti
verdine nella gola della grotta, tanto è rego-
lare il lieve ondeggiare dei tllteHi madrepo-
rici sa la volta.
Le lampade ad acetileoa ed 1 lampi di
magnesio che rlscbiarsno il cammloo al visi-
tatori moltipllcano meravigliosamente le fan-
taxtlche llgarasiont delle stalagmiti. Sa qoeata
viMoni stranlasime e fasdoatrlol cori me ne
K.rivova II prof. Franebetla, ono dal piò ap-
pa&aionati Aoopritorl del ««greti locanti della
grotU: * Dee e fate ^porgono sorridenti nella
nabe ideale del candido peplo.., vergini igno-
de.^ mammelle turgide.^ apalle candide.^ oa
magico volteggiare di vlta..^ immagini sovrap-
posta ad ImaàaglJiL... an tarbloe d'impraaslonl
eh* sTla la oontamplaslooa mliwiloaa. B si
cammina, si canualiu nana vtseaw dalla mon-
tagna, coma aa ri eorrsssi ditto «na lÉag» o
▼er^ ona mèta ideala.. «
B la soana ri aaroadono alla aeaoa: an-
fora agtaUa, vari greci e romani modatIaU pe-
dali* aoqaa diaccia «ha stilla so-
Incsisiota. B contUmano la vMonl di
canU ori senso 1
volle darà a qi
Sotto laohian
0
> cka Giorgio Sagri
parola.
dalla loca, aotto
Ute-
sAiggooo. tnarolaBO dlaaari aOo sgnardo
■rtarislo dallrioaa teoria di aMoHol. maotra
U noMr h»r% drilo riHHcldto divanta aa
eha ri diBbada eooM U dol-
ursssa nella vita Intartors, a
aooote. rldeata qnalofea cosa di reprasao. riM
tende a sriirc
Ma nuova meraviglie, dopo la motts già
veduta, vengono ad atttrara n Ttritatora; aa
17
578-
Grotta del Cavallone
Una fotogkafia al magnesio.
taU, é non lilià Volta
solai
Uscendo dalla grot-
ta, delle comodissime
tregge traspoi tano i vi-
sitatoi'i ai piedi della
roccia. Si s:'ende, si sci-
vola lentamente, dolce-
mente, mentre una glo-
ria di sole avvolge la
Maiella, questo "gigan-
tesco altare de l' estatica
terra offerto ai cieli, „ e
tutto l'alpestre pae-
saggio.
Torino di Sangro
(Abruzzo , agosto 1907.
Rosario Javicoli.
Air illustre storico
vivente d'Abruzzo, ca-
valier Vincenzo Zecca,
al finissimo artista delle
majoliche, continuatore dell'antica arte dei
orrue, Fedele Cappelletti, ai valorosi profes-
sori lezzi, Frtinchella Vitacolonna e Rosica si
pozzo si apre dinanzi all'improvviso e nel-
l'abisso che si sprofonda si riflette per un
attimo lo zig-zag luminoso delle lampade.
Nel fondo di una pa-
rete è un laghetto lim-
pido e cheto, che, con-
tornato da colonne sta-
lattitiche s'interna an-
ch'esso nella roccia.
Si scende e si entra
nella sala delle fa'e....
Ma è inutile descri-
vere ancora.
Tornando verso la
apertura della grotta
dopo due ore di con-
tinua esaltazione si ri-
vedono il Pantheoìi, la
galleria moresca, la chie-
suola gotica, il Culon-Jtato
pagano, la necropoli, Vo-
ratorìo di Mila di Codr<>,
la cameia di Ornella, la
sala di Lazzaro di Rojo,
la caverna di Cosma, il
laghetto di Splendore, il
vestibolo di Candia della
Leonessa, la camera di
Aligi, V antinferno.
Non è vero che certi
nomi danno una som-
ma d'impressioni che, a volte, non si riceve rendono vivissime grazie per le loro pubb'I-
da qualche pallida descrizione? Occorre ve- cazioni che diminuirono di moltole dilficolta
dare, invece, vedere con i proprii occhi mor- del mio lavoro. r. j.
Grotta del Cavallone. — Lago di Oandia della Leonessa.
CIOCCOLATO VENCHI
TORINO
IpPORTQmOCHI
TEMP
ALPINISMO
Jj'AJmnnacco ha parlato nei volumi prece-
denti di tutti i generi di Sport: di tutti, uno
eccettuato, l'alpinismo, che di essi è il più alto,
il più vario, il più nobile, il più utile. (1)
Che cosa è l'Alpinisino? Ne furono date
cento definizioni: ma io credo che una sola
sia giusta: l' alpinismo è la passione per le sa-
lite alpine; e, come tutte le passioni, la si
sente ma non la si ispira. Ho conosciute
persone di grande ingegno che non sono mai
riuscite a comprendere che gusto ci si trovi
ad arrampicarsi sui monti con fatica, con
sudore, privazioni, pericoli.... e magari anche
andando incontro alla morte. Paulo Fambri
(una delle menti più vaste e complete che
io abbia conosciute) mi dava del matto quan-
do mi entusiasmavo a parlargli delle voluttà
dell'alpinismo, e considerava questo come
uno dei generi moderni di pazzia. E l'opi-
nione del Fambri è condivisa da moltissinai....
anche fra quelli che non hanno la mente di
lui; ed in occasione delle disgrazie alpine
(che nel 1907 furono dolorosamente nume-
rose) sentiamo ripetere le solite geremiadi.
che non serviranno certamente a trattenere
dall'andare in montagna alcun appassionato
Dunque V alpinismo è la passione per le
salite alpine. È vero; vi sono varie deriva-
zioni dell'alpinismo, varie sue applicazioni,
varie operazioni che hanno bisogno di esso;
ma in queste l'alpinismo è mezzo, non scopo.
Ecco infatti V alpinismo benefico, che induce
provvide istituzioni a condurre in montagna,
(a respirarvi ottima aria e bere acqua eccel-
• lente.... non iscompagnata dal pane e dalla
carne) schiere di poveri bambini deboli e
linfatici; ecco V alpinismo militare, che spinge
a sabre, studiare, munire le montagne con-
siderate quali fortezze naturali per la difesa
della patria: ecco V alpinismo scientifico che
manda in montagna botanici e geologi a rac-
cogliere materiali per 1 loro studi.
Ma si tratta qui di vero alpinismo? No!
E a persuadersene basta leggere i libri che
(1) È ciiiaro che l'amico Brentari non ha
la raccolta completa Aé\\' Almanacco, altri-
menti avrebbe saputo che nel voi. I (1896)
è stato pubblicato un bellissimo articolo sul-
V Alpinismo. (Nola del Dir. .
i più illustri botanici dei secoli XVI e XVII
scrissero dopo visitato il Baldo. Su quel mon-
te essi videro le piante, ma nuli' altro; e
mostrano di non aver sentita neppure in
ombra quella passione che costituisce l' es-
senza dell' alpinismo. E che forse la sentono
molti soldati alpini, che pur corrono sui
monti come camosci ? E che forse la sentono
Quintino Seli^a
Fondatore del Club Alpino Italiano.
gli alpigiani, che sui monti passano la vita?
No: e per questo appunto fra alpino, alpi-
giano ed alpinista la differenza è Immensa;
e chi non la capisce.... non capisce l'alpi-
nismo.
Quando nacque l'alpinismo? In molti li-
bri che trattano simile materia (libri inglesi,
tedeschi, francesi, italiain; tanti da formare
f £iqttorc Jdlini ^
\ VINI - LIQUORI - VERMOUTH - OHAMPAQ-NS
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3f.sco Monaco e ^ig(i
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- 681 -
Cx'l r. 1 : : a ; ',.. i^,^«cn^u.i.l la retoiM d«l ^ ". •!• p«rch^ (1* •«••
"• ' 1 . V. , * .Il M .V.. ,h- non «I goda é«v«.... «-, {««Borami tt«l qsall
il flmno WTOB— m— f MiMUlTt tatù»
ni«m<», iU par !• ttiBordlaart* dUioolU
'^Vooo. 1 M qMlto T«M» Mtaorl
uB pl4 «odbrao fMtn 4'alpi.
' t/nw* Btraftartii^ fan— la Mio di
ru. }.|.o III r« di MA- « li— rrato a yoiM. I qaaU,
liAlcanl; l'ioipMiton )
)> Siri* • rairilBat I
«iit« eh* «bbaro «loua'alu*
•1 Doa poMlame tri mtomk
Il Pl«ÌrO IU MMM •<•, .
eoct. Mr- doma por n
^M muto noioso o p< :
1 nel la qvo o più in !• aeu orcimar.a
non troTam> pia fa booM
ifta «d opportono. Al»
n l'oiictnaliU oollo
ed • la
/»- dooarlikMM di qaollo wmHmmH eho da qaakbo
nl9 t^tnpo forma la part« pl4 aolom rd
. L-« sopero
iy>mplau
DI qaesto mi uioe
ne potrebboro e .. ma
credo ala maglio lui cbe
al può chiamare Uptntamo,
Oraslo Booedott o nel 1774
aalì 11 Crammoir Muut Mort, noi
1787 11 Monte h. vetU ora aUta
anperata la prin^ . ino aatooedento
dalla guida Balmat.. nei 1788 11 Brelthom.
Ckime ai Tede da questi dHti, al devono cor*
caro le origini dell' alpinismo nell'epoca atea
aa In cui hi cr-n-ano qooUo.^ doUa rlvolasiono
france&e; e dobbiamo qnl toato oaaenraro oho
la procrt op», la pefilaw «g* ddl'alplnismo è
flaaata dal Canalngham iTk« jtfawoara o^ tht
Alp») noi dooemiio cbo va dal 1866 al 18«6.
cioè nel dooonnte-. dalla rlToloslooo italiana.
È tn qort doeamilo apposto ohe ai oompt-
rono le pia grandi aaoenalool aoUo AIpK o cho
ao ne domarono le piò ardao o poriooloao vet-
te : la H5chste-8pltse. detta poi Dofoar^Spitae.
lo più alta dmadel Boaa. o<^* ^^'-'^ >< <•'■'"'*
Combin od II Oran Paradiso ^
TlsoodilWolaabomnoll8«i; ..
Doat Blaiiobo,I>oiitd'Hérens nei iso); e giù
gtà alno al OarvlDo noi 1666». a poi di aagolto
aiao al Dento dal QlgaDto aol IBBL
Ora tatto la ooeolaa vott*. la taitta la no-
stra Tasu oarefaia alpina, aooo aiata doaatat
e chi Tool trovaro * ponto vergini « . ehi vaolo
arramploarri li ove oeoaan'altra orma oniaaa
era mal atata aegnato, dove andar a caraara
pionacolL, deuU, goglie. tomi roceloaa, nol-
l'oooreito di qaoUo ohe faaoo oortogflo allo
dmo maggiori, o ^o orano prima atato tra-
Kooon di aipommo,
iie elaoeaao dava go-
iiiuutagna ooBM mogtio gli
luosti ultimi maal di gran
- .^'jao nataralmcnta 11 lampo
che irovmroDo.
Quando gli alpinisti al aoeoraaro d'aoarra
In boon nomerò, pooaarooo di Milnl la apo-
olall aodallsl ; o ooai aonare la aoalotà alplaa,
ohe qoaai da por tatto al illaiara tlmk, porokè
la prima di oaaa aoraa ooa aa tal aoaao la
Inghilterra. Lo aooletà alplao ooatrlbalroao
aaaat a dilToadara l'alplalamo, aflUaado la log-
gaada aal partaoU a dlAoollà dalla aMatagoa,
aoopraado a towaaado booaa galda, aaf an do
soatteri. eriirendo ritagli fhoMdo aotfaio al-
bergh indo carie, Ubrl di guida,
deocr. te. ed illnatraodo le vallato
olo vcii<r ».M..<^ . capotto artlatloo, aotootlAco,
atorlco. Da aa passo al daaldara aaa hUtéo-
frmfim alpina, eh§ oompranda qimato aoU' al-
pinismo e aalla Alpi fti pabMÌealo, apodal-
mento nella aaeoada OMià dal aaaolo aoorao.
In libri, opoaooll, ilvlala, gtonaM: ma qool
atta-
o oba
nel Clmk A'ptao aoae poco aaaaaroal l biblio-
grafi.
1 4ipU4 Ctmk vanaa faadato 0 tS dlorm-
'5«, dal colabra Kaaacdy, a por I alala -
Ila fkmlglla Matthava. Al sad BMAbri
»i aeTono moitlaalma prima aaltta: a gli la-
glaH haaao a diritto di vaaira aoaaidarati
coam I vari foadalori don'alplaiamo. tonato
aal aao aaaapo parlaalme. aaasa aaooadl tal.
Hol 1M9 vaaaa foadalo a Tlaaoa rOasrcr-
raUWsdUr J/peo-Forwto (Olab Alplao Aa-
atrlaco) o aol ISTt a Moaaoo tt MhmNtàtr
AIpm-r$r9iu {Club Alplao Todaoeo). cho oel
18T4 al fkaaro aal IhmitHkm- ama Omui^ihi-
tdttr Atmetf Tors^ oho ha 11 aoma piò laafO
od U pia grande aaaaaro di aod fra tatlala
opoaooll, ilvlai
è par aampra.
UN BEL
ottengono Signore o Sigaorlaa col i
duraturo. — Non oonfoodora II noatto ^odfloo eoa altri praparatfiaha aoa I
dato mai risaltato. — Importante opoacolo al apodlaoo gratta, dietro carta da
visita. Scrivere V. Lagala. - YU Codroaia» ». — Xapoll (Italia^
— 582 —
B'tre società alpine. Anche questo «sodalizio nomo, e col nome di Società Alpina Fiiitlana,
contiibui assai all'illustrazione delle Alpi; che, presieduta dal celebi-e geografo profes-
ina esso ebbe il grave torto di lasciarsi trop- sor Giovanni Marinelli, ed ora dal figlio di
pò inquinare dalla politica, e di diventare un lui professor Olinto Marinelli, si rese assai
po' alla volta un puro e semplice servitore benemerita della illustrazione del territorio
del partito pangermanistico nel Tirolo Me- alpino friulano.
ridionale, nella Ladinia. nel Trentino, nella Altre società alpinistiche italiane con ca-
Veuezia Giulia. rattere autonomo sono o furono il Club AI-
Il 10 aprile 1863 si fondò lo Schìoeizer Al- pino Sardo, il Club Alpino Siciliano, la Società
pen-Club, che ha sede girante; il 23 ottobre Alpina Meridionale.
1863 (da Quintino Sella reduce da una gita II Club Alpino Italiatio ha la sua Sede cen-
ai Cervino, Bartolomeo Gastaldi, San Robert, trale a Torino, e 35 Sezioni sparse in varie
Perrone di San Martino, ec), il Club Alpino, città d'Italia. Ogni sezione fa pagare ai pro-
che nel 1869 si chiamò Club Alpino Italiano: pri soci dalle 12 alle 20 lire annue; e per ogni
nel 1868 il Norske Turis'forrening con sede a socio devono essere vei-sate L. 8 alla Sede
Cristiania; poi lo Soensl-a Turistferrening con Centrale, che pubblica la Rivista (mensile) ed
s >de a Stoccolma; nel 1876 V Appalachian il Bollettino (annuale), pubblicazioni spedite
Mountain Club con sede a Boston : nel 1878 gratuitamente a tutti i soci e sussidia i lavori
V Associaciò d' Excursions Catalana con sede alpini. tieWassemblea dei delegati (unione dei
a Barcellona: nel 1882 il Club Alpin Belge rappresentanti delle singole sezioni), nel di-
consede a Bruxelles; e poi altri Glubs ancora, cembro 1906, su proposta dello scrivente si
E qui da ricordarsi in modo speciale la decise di sostituire per ogni biennio, al Boi-
Società Alpina Trentina, sorta, nel 1872, sciolta lettino un volume della Guida d-lle Alpi Ita-
dair autorità, e risorta poi col nome di So- liane, lavoro che dovrebbe essere il vero
cietà degli Alpinisti T, iden'ini. Essa, che ha monumento di gloria del possente sodalizio,
già superato il numero di l'^OQ soci, contri- Le quattro sezioni più vecchie sono quelle
bui in modo meraviglioso ad illustrare e far di Torino, Aosta, Varallo, Agordo. Delie 35
conoscere il Trentino, ed a porre un argine ora in vita, segno di vita da qualche tempo
possente ed insuperabile al tentato dilagare non danno la Ossolana (con sede in Domo-
dei pangermanismo nelle vallate italiane. De- dossola) e quella di Perugia; le altre, disposte
gne di menzione e di lode sono pure la So- in ordine decrescente per numero di soci,
erano le seguenti al 30 giugno 1906.
Torino 1090
Milano 1041
CW \ I *'" IPL>a*"^' I Ligure (Genova! 600
m,\ I -«P***^ i Brescia 373
W[^, j Monza 322
■ Wjjr , Varano 246
*^^ __llÌÉ ; ì Koma 234
t 4t^dÉ0l ì I ^^^^^ ^'^^
/ LjMl .JMI^mvL. E Bergamo 172
Como . 171
Verona 169
Venezia 156
Bitlla 151
fu ^i^m^'^m Varese 122
A ■FJP^ Bologna 116
Valtellinese (Sondrio^ 103
Verbano (Intia^ 101
Firenze 97
Cuneo • 83
Monviso (Saluzzoì 82
Lecco 77
Cadorina (Auronzo) 70
Cremona 61
Enza (Parmaì 59
Vicenza 57
Schio 50
Agordo 50
Ali CoNGKESso Alìino, Col d'Olen Belluno 43
6 settembre 1907. Napoli 42
Tre presidenti: l'avv. comm. kìiTO'S\o GtB.OTiV,Vi, at- Catania 38
tuale presid. generale del C. A. L; ANTomo Ck- Jesi (Ancona) 32
lìKUSA, presid. della Sezione di Sondrio; IjVigi Messina 31
Brioschi, presid. della Sezione di Milano. Palermo '2:ì
{Fot. dell' ing. P^stalozza). Totale 6279
cietà delle Alpi Giulie con sede a Trieste ed Vinte le più ardue vette (con ascensioni
11 Club Alpino Fiumano con sede a Fiume, che richiedevano molto tempo e molto da-
La Sezione di Tolmezzo del C, A. I. si sciolse, naro), e reso più facile l'alpinismo, questo si
per risorgere nel 1881, con carattere auto- diftuse e democratizzo; e quanti trovavano
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionalo è il ricostituente sovrano.
rcalpu, e
•>rasione,
i&OO aod.
>« à't-^ttpima le
l'ordine crono»
Alpina
ila tUUt
.'. Fisica
l'inai pina
. Monatti
• aduni iriedimnlera):
I^eooo) : EfCiirtion iti i
KMrurtioniHi Aronr^i
a. (MI-
di ouu-
tiiwi fonine.
Li oommemorare
n (< alla nmMlte di
le del Vof/n/arl ^Z-
. nell'ottobre del 1907
_ _ . ..a gmrs di tiro • segno
al poligono di Mtlaou. la «laala sarà seguita
nel 1908 da una Gara di tiro a segno in mon-
tagna.
Nò qni è da dimenticare che allo studio
dell» Alpi Italiane oontribairono e giomal-
I tbaiscono in modo notevolissimo
itaiU con regio decreto 16 ottobre
■ ualmente raggnippati In T reggl-
muaii, composti di M battaglioni divisi In 7»
compagnie, ognuna delle quali dovrebbe con-
tare SM uominL
Se, in cambio d'nn semplice articolo, do-
vessi scrivere un libro sull'alpinismo, avrei
modo di continuare anc-»-^ •">'• "" f>ezxo, per
parlare delle varie qua Jl.dclre-
qulsl ti necessari per fu: un alpini-
sta, del vestito ed eqnipa>r«j*nicnu neocvsari
per compiere una salita, delle aaoensloni i -
1 » età e per ghiacciai, dei pericoli dell
nno e relative disgrazie, dell' al pini"
.rte. nella soiensa, nella strategU; :
inesto mi è qui imposvifailc. VuUi-
libro ricco di geniali dlvag»
osservazioni sali' argomento
pinigmo di Paolo Lioy. Voltu „
dati tecnici e numerose, tadloaxioni biiilio-
grafiche? E leggete Alpinimno di Oiulio Bro-
c-herel. Persuadetevi poi di una cosa: pochis-
sime salite alpine, anche modesta, serviraono
a dirvi se voi avete i reqtUsiti Haiel necessari
per le salite, e per mostrarvi se queste vi
danno si o no un piacerò che vi compensi
- 684 —
ad usura delle fatiche che dovete sostenere:
fatiche che sono del resto un piacere per sé
stesse. Se i polmoni vostri (che nelle salite
servono più che le gambe) si stancano troppo
e si ribellano, se nelle salite non trovate gu-
sto, tornate indietro, e cercate altri diverti-
menti, altre gioie, altre soddisfazioni. Guai
se tutti volessero cori-ere sulle cime! L'alpi-
nismo è un piacere faticoso; e non è fatto
per tutti; per alcuni è un arduo lavoro inu-
tile; per altri è una gioia suprema; io sono
fra questi ultimi ; sui monti passai le mie più
pure e vere ore di voluttà vera e serena; e
quando avessi a persuadermi (e quello sarà
per me un gran brutto giorno !) di non essere
più capace di salire neppure il più modesto
dei monti, mi trascinerò sul più basso dei
colli ed esclamerò: Et nunc dimitte servum
tuum, Domine!
Ottone Bbentaei.
AUTOMOBILISMO
La marcia dell' automobile — La vettura a buon mercato — Duemila lire gettate dalla fine-
stra — Materiale di primo ordine e lavorazione eccezionale — U industria italiana ha
trionfato anche in questo — TI " raid „ Pechino- Parigi.
L'automobilismo ha fatto, in breve vol-
gere di anni, dei passi veramente.... automo-
bilistici, raggiungendo una diffusione che era
assai difficile prevedere, dato il prezzo certa-
mente elevato delle vetture fino ad ora in
commercio: ma la sua diffusione sarebbe di
gran lunga maggiore se si potesse creare una
carrozza economica, accessibile — relativa-
mente s'intende — a tutte le borse. "Quando
la vettura automobile da 8 a 10 cavalli co-
sterà attorno alle 2000 lire, allora la com-
prerò ,. Così ragionano molti, anzi, moltis-
simi. Si pone quindi il problema: è possibile
avere una buona vettura a motore, robusta
e sicura al prezzo indicato? Noi sinceramente
non lo crediamo, né crediamo che la concor-
renza fra i fabbricanti possa arrivare — come
sperano molti — al punto di offrire una car-
rozza rispondente a tutte le esigenze, al prezzo
già detto. Le frasi come quella riportata più
sopra sono, a mio parere, suggerite dalla man-
canza assoluta di cognizioni e di esperienza
del come si fabbrica una vettura automobile
e delle difficoltà della costruzione. L'industria
automobilistica è ormai troppo solidamente
stabilita per poter naufragare in una lotta di
concorrenza basata piuttosto sulla bassezza
dei prezzi che sulla eccellenza della fabbri-
cazione, e piuttosto di vedere i fabbricanti
darsi alla fabbricazione di macchine economi-
che, nel senso che commercialmente si dà a
questa parola, noi nutriamo fiducia di vedere
invece il pubblico convertirsi all'idea che la
merce buona bisogna pagarla bene e che è
meglio spendere bene 4000 lire ohe buttarne
2000 fuori della finestra.
Bisogna aver seguito con passione ed in-
teresse lo svolgersi particolareggiato di que-
sta lavorazione, per comprendere subito in
quale errore cadano coloro che sognano di
poter avere, in non lontano avvenire, delle
buone carrozze ad un terzo del prezzo che
costano attualmente.
Gli organi di un automobile — niuno ec-
cettuato — oltreché essere sottoposti ad un
movimento rapidissimo, sono soggetti conti-
nuamente — per le accidentalità del terreno
su cui scorrono — ad una innumerevole quan-
tità di sforzi, diremo così, complementari,
come quelli di torsione, flessione, tensione,
urto, tremolìo, ec, che sono affatto scono-
sciuti in quasi tutti gli altri meccanismi. Ne
consegue da ciò che il motore automobile
esige per sua natura anzitutto dei materiali
di primissima qualità, quindi una lavorazione
accurata, anzi perfetta sotto tutti i rapporti.
Le locomotive ferroviarie — che sono le
macchine più paragonabili agli automobili
— sono lontane dall' essere sottoposte a tutti
gli sforzi sopra enumerati così come la su-
perficie liscia delle rotaie su cui debbono
scorrere, é lontana dal rassomigliare.... alla
maggioranza delle strade pi-ovinciali italiane.
Ebbene, sono molte decine di anni che si
costruiscono locomotive, e malgrado la ine-
vitabile concorrenza internazionale, malgra-
do le gare governative e private, il prezzo
delle locomotive si mantiene sempre all'al-
tezza della lavorazione accuratissima che esi-
gono. L' apparato motore di un automobile,
che rappresenta come il cuore di questo vi-
vente m.eccanismo, di quante cure non deve
essere oggetto perché possa rispondere pie-
namente allo scopo! Cominciando dalla fu-
sione dei cilindri, il cui modello é sempre
molto complicato e di difficile riuscita per le
camere interne di raffreddamento, si hanno
le prime difficoltà: basta una bollicina d' aria
nella ghisa perchè il getto debba essere scar-
tato. Molte volte la bollicina è interna, cosi
da non palesarsi che col funzionamento del
motore: ecco un getto costosissimo per sé
stesso, ed il cui costo è reso anche maggiore
dalla inutile lavorazione che se ne è fatta e
che deve inesorabilmente essere scartata. •
Ma qualora anche la fusione sia perfetta-
mente riuscita, pochi sanno quanto costi il
tornire e l'alesare ed il finire un cilindro. Ep-
pure, quando questo pezzo è al suo posto,
ben pochi sanno rendersi conto del suo va-
lore. E se i cilindri sono due, quattro, otto
il lavoro aumenta in proporzione, anche per
il macchinario perfezionatissimo che esige la
loro lavorazione.
Ma non abbiamo che cominciato. Sotto i
cilindri trova posto il carter: esso é fatto
quasi sempre in alluminio, o meglio in una
lega di alluminio, lega che deve essere accu-
ratamente studiata perché non sia né troppo
tenera, così che i fori si ovalizzino facilmente,
né troppo pesante per sovrabbondanza di
ferro. Una volta trovata la lega che — si
noti — varia col variare della potenzialità
del motore, occorre ancora il lavoro di trac-
- 586 -
<* .:fiiuUm«nto.
d«tto, h noli*
n più tnpor-
leffll Motel d»
:<tri» «atomo-
tn nn «tin nt-
umo sili lo d-i;» ;
mal InTaao U cann
mat^rtaU. Unto c!i
molla OM*. si é abbaadoiuiU U glu«* p«r
r «coiaio.
Sol principio, quando <sioè 1» Telocilà era-
no moderate, la natura della materia implo-
ir*ta ara di una importanza secondarla, ed
■"•*"^ ^-atodi qualità ordinaria aembrò
1 ^jopo. Ma oggi non è più ooai.
I- onUnuo della T«looltà « la oon-
a(^guente aiminntlono di pMo ha dimoatrato
oom* Amm Deoemarto rioorrere a della qaa-
liU cpeeiaU di eodalo ohe oflHmaro. nella
•estone più piiSsola, la macKiore reeiatensa.
81 è dovnto qaindi abbandonare Unto i
t«Ut dì ìo^no armato quanto qnelli a sbarre
r alla lamiera d'acciaio sUmpato,
^> ^) del teUU tatti di un passo.
..V ....«.,« è qoindl reeo soUdteBÙiio^ ma
ehi immaginano qoaie di^endloeo pmeemo
Urorasione eel«MM> atmOl lelAt. «empre
complicati ed anche qnestt compre variabUi,
a seconda del motore che debbono soppor-
tare.
Occorre ancora parlare — dopo ciò —
degli alberi a gomito, del rolanti. degli in-
cranaggi, degli assi, delle frizioni e di tutto
resto?
In tutti questi ImportanUssiml organi del
itore automobile si Impiega oggigiorno
a^xHaio legato col nichel. Ma qui pure le
: fUooIU sono enormi, poiché la gaouna de-
gli acciai al nichel è assai estosa e non è In-
differente l'usare nn tipo plottoeto che on
altro. Cosi, ste pel materiale speoiallasimo
che occorre per tali organi dti motore, sia
pel oosto di produslone shunto a quello
della sua laToraslone. si arrira ad una dfra
molto elavata, ohe deve ersero naturalmente
oalcoiaU sul ralore della rettura offerta sul
Ma oltre al motore Abbiamo altri organi
non meno Importanti: per esemplo, ossar-
Tlamo on cambiamento di Teloettà. Qol pare
abbiamo O mrur In altamlnio speflUI*. e
dentro a morlmento degli tacraaiiiggl. e«l
pure In acciaio, torniti. ft-iMh. tompMSil e
rettlllcatl; tutto fl meoonnlmo diAsMoilale,
la paleggia del freno e l'Inisio degli alberi
che ranno a dar movimento al pignoni di
padentr ''<^*orup<->!<>«k finltura
questo.
Ora. i»...-. !.. t.i «I 1» fif'Mi'mTita a<v-
nato ngnardn «^M( ..-^.ji')' pMtu-.pAii. ,\„Tn .
s^re ealaodio fc.'i.;|< .un t.t» ai-^iuAt.. v
tnUa !• altre parti di ona vetmra aviomo-
bUe, — ti voole oHwnn «a
ix^r «al ta creata. B totta qoaeto eosta tór
qaatirtal. ed è qnetto — aoa altro - efea
- one n pmao dcUe macciitna oa po' al di
sopra dalla MOO Mia Tdata da tanti aha Ra-
dicano aonsa oonoeeere.ooci ad ooohlo a aroaa.
basandosi sa qartlo ohe oasU ana Tottars n
catrallL.. di carne.
E possiamo dire con orgoglio che Tind .
atria Italiana ha^rtonCalo aneha la qnesto: il
Pare una cosa da nulla, ^scritta In quat-
tro parole e che. tIsU moRaU su di ont
c&rrozza, si direbbe un gingillo: ma qa*le
ormai Impoeta aneha aa*wHfo, a noo «alo
In Baropa ma aneba nella inilaeiilallMiia
America, è dovato. non tanto alla nana Tinta
o ai rtetrda battttH, bm aOa layatailnna ao-
questo, certo, ohe le cattare ItaUana aono
più eoctoae che si abbiano tal mercato, u. .
per questo, sono anche qaella eka il com-
prano di più.
al trtonfo
deU'tndostrla antomobOistlca nailonala, cade
in aooondo ricordare l'ormai fkoMeo rmid
Pechino- Parigi, nel qaala tre italiani, «a mac-
china italiana, riaseirono a percorrer- fi-«
inaudite dlOooltà, la enorma dlstoau
diclmila (ddloosetrl. Fa an trionfo di>
stria italiana, ma tu altre« «ma saperu* m-.
fermaslone della tenace flbra latina.
Se è Tero che una macchina mano per
fètu e meno solidamento costrolto, non «i
rebbe baataU a trionfare dagH tonamereTo
ostacoli disseminati snlla saa Mnda, è ver< >
altrs^ che Tlagglatori aano coraggtoiL mano
spressanu del pericolo, arrebòtoo abbando-
nato l'Impresa appena lalsiato.
È doverceo quindi eonsegoara alte eloria
su questo ^wawsnte ohe è ooaM te cfooaoa
annuale dei grandi aTTanhnenti. e In qaast»
rabrlca sportiTa, 0 ueadomero detta plb Cor
lumobBlillos. U prindi^
to «rtttota geniale ed
ba foadaffaato ona granda
vittoria daU'iacagaa, Lalgl Bantnt. ad 0 so-
lca Oamardl eba aorò
di padre. l'In-
tegrità daltei
Itala, U quale portò attraveiao dna oonti
nentl, fra popoli e mw» dlvetse. Il bel tn
colore italiano, segnacolo di driltà e di pr<
di tenacU e di ar.i
T. l'. MiUMIASOO.
Un. A ■ ■ ■
BorgBaasi
la cba ba
MON AVEV/^ ILVERO FANAL
(DEPOilTflMEUl WWW •*A04JILASm
AQUIUAò
— 58G —
FIAT VITTORIOSA
La FI A T pnò essere considerata, oramat,
come una fulfjida gloria dell'Italia d'oggi.
Di questo forte paese che da alcuni lustri,
movendo ad una grandezza nuova nel suc-
cedersi de' suoi alti destini, offre al mondo
un sì mirabile spettacolo di nobili energie
rinnovel!anti.si, applicate a far sorgere e fio-
rire, entro i propri confini sacri alle arti,
anche le industrie più nuove e più ardue
che il progresso abbia generate nella sua in-
cessante ascensione, la grande fabbrica tori-
nese di automobili, rappresenta, infatti, tutta
l'alacrità imp.areggiabile, tutta la genialità
Innata e inesauribile, tutta la potenza con-
quistatrice e vittoriosa sempre, condensate
ed elevate al massimo grado iu un unico or-
ganismo produttore.
Da modeste origini, la FIAT salì. In otto
anni soltanto, all'apogèo del successo e della
rinomanza. In otto anni d'intenso lavoro, la
FIAT riuscì ad assicurare ai suoi prodotti
una superiorità grande ed incontestabile su
quelli di tutte le fabbriche estere che la pre-
cedettero nell'applicazione dei principi della
nuova locomozione, e a perfezionarli tanto
da farne le macchine più veloci che si cono-
scano. Otto anni di vita operosa e prospera,
ed altrettanti di continui progressi, di conti-
nue conquiste nel campo della meccanica au-
tomobilistica, altrettanti di vittorie sempre
maggiori in tutti i grandi cimenti interna-
zionali!
Questa, sinteticamente, la storia della mag-
gior fabbrica Italiana di automobili. Ma noi
ci proponiamo appunto di diffonderci, sia
pure in modo sommario, su questa storia
breve, ma densa di fatti e di avvenimenti
significantissimi, poiché essa costituisce un
elemento capitale della storia complessiva
dell'automobilismo in Italia, la quale è già
a tal punto da rappresentare un soggetto di
studio oltremodo interessante ne' suoi aspetti
molteplici e vari.
il nome formato dall'unione delle iniziali del
titolo della società F. I. A. T. (Fabbrica Ita-
liana Automobili Torino\ " Il motto ci pare
ben scelto — scriveva un giornale di allora
— poiché oltre a contenere le iniziali della
ragione sociale della nuova impresa e della
città che ne è sede, suona buon augurio per
l'avvenire di un meccanismo che si presenta
sotto così buoni auspici. «
Alla fine del 1899, la fabbrica torinese era
aperta definitivamente.
Le officine, capaci di 400 operai, compren-
devano un vastissimo locale a fheds, conte-
nente le macchine, sei grandi fucine, nume-
rosi magli, alcuni forni per la cementazione,
laboratori per i ramai, i calderai, i vernicia-
tori, magazzini per le materie prime, per 1
pezzi lavorati e per le vetture.
La forza motrice era fornita da tre motori
elettrici, indipendenti, della forza comples-
siva di 36 cavalli. Nell'officina delle macchine,
si era iniziata la fabbricazione di una serie
di 60 vetture marca FIAT, per la quale ve-
nivano impiegati 28 tornì, forniti dalle mi-
gliori Case americane, un gruppo di 6 frese
pure americane, ed un altro di 6 torni à re-
volver, più 7 trapani e 2 smerigliati-ici. L'of-
ficina comprendeva, inoltre, una tool-room
ricca di macchine da affilare, smerigliare e
rettificare, ed aveva quindi già allora, un at-
trezzamento completo, di tipo assolutamente
moderno.
I tipi di vetture messi in fabbricazione
dalla FIAT in quel suo primo periodo erano
due soltanto, con motori a due cilindri oriz-
zontali situati nella parte posteriore del te-
laio, l'uno della forza di 4 HP l'altro della
forza di 8 HP.
Agli ehà-<sis che s'andavano costruendo
era applicabile qualunque forma di carroz-
zeria, e le forme adottate dalla fabbrica erano,
come si può giudicare dalle fotografie e dai
disegni di quell'epoca, assai notevoli per la
loro snellezza e la loro eleganza.
Nel giugno dell'anno 1899, per iniziativa di
alcuni signori torinesi che già allora i gior-
nali chiamavano automobilist', vennero gettate
le basi di una società anonima, con un capi-
tale di L. 800,000 in tante azioni da L. 200
ciascuna, per " la costruzione ed il commer-
cio degli automobili in Italia. „
La Società venne definitivamente costi-
tuita ril luglio di quell'anno, con sede a
Torino.
Nell'ottobre 1899, superate lo prime dif-
ficoltà, la FIAT vedeva già a buon punto i
propri lavori d'impianto, poiché già sorge-
vano quasi ultimati, i locali delle officine, su
un ampio quadrato di terreno (10,000 mq.)
fronteggiante, al Valentino, il corso Dante.
Intanto la fabbricazione dei pezzi greggi era
già attivata, e si provvedeva alacremente a
rendere possibile il pronto inizio del montag-
gio delle macchine.
Fu allora che la Direzione della Fabbrica,
propose di assumere come marca di fabbrica
Il 19 marzo 1900 ebbe luogo l'inaugura-
zione ufficiale dello stabilimento della FIAT,
alla quale assisterono il Duca di Genova, il
Principe Ferdinando e più di 500 invitati, i
quali, esaminando i prodotti già ultimati della
nuova fabbrica, manifestarono una meraviglia
pienamente giustificata dalla celerità con la
quale i fondatori avevano saputo compiere
l'impianto ed avviare la pi-oduzione.
La produzione frattanto continuava in-
tensa, procedendo di pari passo con lo svi-
luppo che l'automobilismo andava prendendo
in Italia come all'estero.
Cominciavano anche in Italia le prime mo-
stre e le prime corse di automobili, e la
FIAT, quantunque appena nata, era già in
grado di farvi flguiare con onore le vetture
uscite dal suo stabilimento.
Alla riunione automobilistica di Padova
del luirlio 1900, che fu una delle prime che
8i tennero in Italia, la Fabbrica Torinese
- 687 -
/i t^rmt (ti 6 RP • Mon(*4>nltto (gnn coy
nrt di 4 HP. ?J<»II« Amedeo) », InnUr*»
•>Uiu« di Ti>t1no e II * ■
. (ti vo- nono automo)
v«»ltxll;« 1.
1 .. All<'->t.-i
r i A 1 non ni.uii''»
onore. riporUndo ▼<<'
la ropp» d'nnnr*». or
•t.
toi , .
guidatore, e J» .V.i.-.-J»\>. uuv-,-.4 ;ii«.M. fu M)-
cond* col suol 6 HP, dietro a 1 una l'hamtrd'
X^r.. «.-..• '^< !•• MI- (.„,».•. <>; barone /Tra»»-
db' tn. 43.500 a!-
!'• li km. 57,300
I'.
ncorrenti v'erano
li- luft, un» Di Dìom
e 1 11 8 HP.
1 corsa di re*
8i>-' A, Cremona,
Mauu>> .. otroa),
e la gara impor-
♦^"" — - ; molto
■ ijte.
«il, la FIAT incominciò la co«tra>
ziuiit' leila vettura con motore a 4 cilindri:
in quell'anno essa ottenne a Torino il primo
premio nel concorso di cnrrsnmo, a Mllnnn,
Il gran premio della prin.
stonale di automobili, la
e la ;.'r.i 1 i.- medaglia d'o:
pr in una cor>k <ii vt:loi;it^ La
»n : ! ;e vetture F I A T su ogni altro
pr 'l'i-tria automobilistica ita-
liana c<'' :'iqne ad affermarsi «ad
LavetKira r i \ f 1904 pres«^r'- - -*-; - ■-
tevoli progressi su quella dep
dectL Lo chàa»i$ era ancora d.
etto da traverse di ferro, ma II rnorort- «-ra
già verticale e situato nella part« anteriore
della vettura. U carburatore era a polverix-
zastone e a livello costante, con prese d'aria
calda e d'aria fredda addizionato. L'aoeen»
sione era ottenuta, come dicono to deaeri-
sioni del tempo, * mediante un apparecchio
magneto-elettrioo rotativo, messo in salone
dal motore stesso, e mediante candele spe-
ciali a martelletti. « Un apperecohio * inge-
gnosissimo, , brevettato, dava satomatlos-
mente nn anticipo all'aocenalNie, proporslu-
naie al numero del giri del motore.
Pel rafrre<Ir! amonto, pompa oentrifaga, ra-
diatore < '' con ventilatore. Per la
lubrifica '.indri, apparei*chio auto-
matico L. . ::.. .
Fu con vetture di questo tipo, ODO la
FIAT, partecipando quell'anno a tutte le
manifestazioni automobilistiche, riportò 11
primo premio nella corsa in salita 8assi-3n-
perga (Coppa di 8. A. R. il Duca degli \bruzii).
il primo premio uell'sitr» oorss m sahu Sus»-
p,.
lt.i
ailc-...„..^.„ . ,
bite, maebbe >:i£agrandu
sima dal pant- ti^.
Sorsero nu(>\f t . .. . . .
eslsCevano furono e
dossero sensibili rn
produzione, oonrt.- ■:.
onorevolmente a' ■ -•• . !..i i ! \ r m in.n-
tenne slls test* 'ii .i'i.vto m .v.in. n-. - i..
sue macchine dal nume (atldloci •' ! r-nn-
acquistarono una notorietà mon i •: i >
do«t iti.N.r:» tiMfnro In nfroi maiUlcataZiuU' .
pi:
, listata tsalo rapi
daun-ntf. non iivrfi.iM- |M>lutO OSSere pi*:
stifleata. bisogna convenirne, né più in<
N Ila giovane Cabbrics torlneee. Tei.
infatti, metlcoloeanienie, I oonoetti
Ilo potevano oontribalre s ter ml-
incessantemente la produsloDe. La
w^lu del materiale era fìuta con mlnuslo* •
cura, la lavorazione di ogni parte delle mar
e iine era dlll?eiitU«linA tvirn» him/D « rtg >-
roeo era il cn ' ' lori
pezsi, e scrop ttura
doveva subire pi.u... .. u-.. i«;>brk>a.
Alcune vettore della fShbrlaa torlneo-
eran già sUte aoquivUte dal Ministero deiu
Guerra, e. quell'anno furono espertmeoUte
per la prima volta, con pieno soeoesso, du
r4nte le grandi manovre. Altrs veltars FIAT
divennero proprietà del Re. detto Beglns Ma-
dre, dei principi di Onss 8svois« ohe diedero
e mantennero loro to preferenza, ed alto
FIAT 11 Ministero della MaHna. ordino I
motori a scoppio di gaz di petrulio. da 150
e da aOO HP. per I battelli sottomarini allom
In costruzione.
Ls produzione intanto cresceva ancora. •
il nnmero degli operai ImpSegaU nello stabi
iimeoto di Corso Danto doveva essere eon
tinnsmento somentato. In pari tempo «n*
scerà anche II nnmero delle onortflcens* e
del successi che la fa 'brlca otteneva, co'saol
eccellenti prodotii. in ogni mostra e In ogni
grande i a ed a' l'estero; e ' •
tore FI ^ iva ad e«sere pe-
nato, a n; , . . in tipi di forse di ^ ^
HeU'anno liMMt si tentò felicemente to coetro-
zlone di ona 14 HP eoo ootevoti mntaoMnM
nelle diverte psrti del «eecsnismo. mentre
— 588
11 tipo normale fissato per quell'anno, esposto
coi tipi dell'alino precedente, al Salon di Pa-
rigi del 1902 era già stato universalmente
notato come una vex'a i-ivelazione, e aveva
ottenuto, fra le molte novità che quella mo-
stra comprendeva, uno straordinario suc-
cesso.
Nel 1904, salita la produzione a 250 vet-
ture e salito a 500 il numero degli operai, la
FIAT dovette prontamente provvedere ad
ampliare le proprie ofificine, ed acquistò a due
riprese altri 30,000 metri quadrati di teiTeno
che non tardarono ad essere coperti da nuove
officine.
Le macchine costruite dalla fabbrica an-
davano subendo nuove ed importanti modi-
ficazioni in ogni loro parte, continuando ad
eccellere per il loro ottimo funzionamento
e per la loro eleganza, oltre che per le qua-
lità nuove che di continuo acquistavano, dal
punto di vista dell'esecuzione meccanica e
della velocità.
Lo chàssis di legno armato, non più atto
a sopportare un motore divenuto potentis-
simo e capace delle massime velocità, era già
stato abbandonato definitivamente e sosti-
tuito da nn robusto chàssis d.'a,GCi&ìo embouti.
La potenza del motore fa aumentata in
alcuni tipi, fino a 60 cavalli, e il materiale di
costruzione continuò ad essere migliorato in
tutte le parti, mentre nuovi dispositivi veni-
vano applicati, per l'accensione, per l'em-
hrayage, pel cambio di velocità e così via.
Anche in quell'anno, conscia della neces-
sità di assicurarsi nna notorietà adeguata al
proprio sviluppo ed alla bontà dei propri
prodotti, la EIAT prese parte a tutte le
manifestazioni automobilistiche, tanto spoi--
tive che industriali, e la vediamo riportare
i primissimi premi nelle corse e nei concorsi
di Firenze, vincere a Brescia la Coppa d'Ita-
lia, distinguersi al Taunus e brillare a Bom-
bay tra le migliori fabbriche d'Europa e
d'America, in una prova di velocità e in una
mostra, nella quale ottenne U premio riser-
vato al più. bello degli automobili esposti. La
celebrità della grande marca italiana comin-
ciava a diventare mondiale!
Nel 1905, le officine di Corso Dante do-
vettero essere ancora ampliate, di maniera
che la superficie totale occupata dallo stabi-
limento giunse a circa 50,000 metri quadrati.
Il numero degli operai era salito a 1000 e la
produzione annuale superava ormai i 500
chàssis.
I successi sportivi della marca andavano
Intanto moltiplicandosi vertiginosamente, an-
che perchè i dirigenti della grande fabbrica
avevano saputo assicurarsi il prezioso con-
corso di guidatori eccezionali, quali Vincenzo
Lancia, Alessandro Cagno, Felice Nazzaro. De-
dicatasi anche alla costruzione di motori spe-
ciali per canotti automobili, la FIAT oomin
ciò a distinguersi nelle corse di vacera e di
cruiser, oltre che in quella di vetture, ed ec-
cola vittoriosa a Monaco in una delle prin-
cipali categorie, eccola partecipare molto ono-
revolmente con un canotto rimasto celebre
il Fiat X a quel memorabile tentativo che
fu la corsa temerariamente battezzata Algeri-
Tolone.
Poco dopo tre vetture FIAT 24 HP pi-
lotate rispettivamente da Vincenzo Lancia,
dal marchese Ferrerò di Ventimiylia e da
Alessandro Cagno vinsero un primo, un se-
condo e un terzo premio nell'importante
concorso di turismo dell'A. C. M. Poi, ecco
la Gordon Bennett, sul circuito d'Alvernia,
alla quale partecipano tre FIAT da 100 HP,
guidata da Lancia, Cagno e Nazzaro.
Lancia si mantenne alla testa per i primi
due dei quattro giri della corsa, con circa
25 minuti di vantaggio sugli altri corridori,
e avrebbe vinto certamente, in vece di Théry,
se un malaugurato incidente non lo avesse
costretto a ritirarsi alla fine del penultimo
giro. Nazzaro e Cagno furono secondo e terzo
nella classifica finale, e Véquipe italiana fu poi
quella che più si distinse in cotesta grande
corsa.
La FIAT primeggiava ormai fra tutte le
marche del mondo, e la serie dei suoi trionfi
nelle maggiori prove internazionali era splen-
didamente iniziata.
Nel settembre di quello stesso anno, Lan-
cia e Nazzaro dovevano ancora distinguersi
nella Coppa Florio, a Brescia, mentre Cagno
in Francia, al Monte Ventoux, stabiliva un
record di velocità in salita che non è ancora
stato battuto. E infine nell'ottobre, alla Coppa
Vanderbilt, in America, le vetture FIAT s'im-
ponevano ancora all'ammirazione del mondo
compiendo una coi-sa meravigliosa, che come
la Gordon Bennett sarebbe stata vinta da
Lanca, se questi, sfortunato sempre, non
fosse stato investito poco prima della mèta,
da una vettura americana.
Ed eccoci al 1906, anno nel quale alla pri-
m.itiva Società messa in liquidazione, suben-
travauna nuova Società col capitale di 9,000,000
di lire.
La FIAT cominciò l'anno col farsi nuo-
vamente onore nel Meeting di Monaco, nel
quale il racer battezzato col suo nome compì
veri prodigi di velocità. Poi colla vettura di
Lancia, vinse la memoranda Coppa d'Oro,
nel qual concorso Cagno e Nazzaro, pure iu
FIAT, furono classificati terzo e quarto, e
nel mese di giugno partecipò, tutti sanno
con quanto onore, al Grand Prix dell'A.C.F.,
sul Circuito della Sarthe.
Nazzaro il futuro trionfatore di tutte le
grandi prove del 1907, arrivò secondo in
quella corsa, a brevissima distanza dal vin-
citore Sisz, e Lancia prese un ottimo posto
nella classifica finale.
In ottobre poi la FIAT corse per la se-
conda volta nella Coppa Vanderbilt a Long
Island, ed anche in questa corsa s'impadronì
del secondo posto, con 100 HP guidata dal
Lancia, lasciandosi indietro parecchie delle
più celebri e antiche marche francesi.
La grande fabbrica torinese, a questo
punto della sua gloriosa esistenza, gode già
di una fama superiore a quella di ogni altra.
In tutto 11 mondo le sue macchine sono ricer-
cate, apprezzate ed ammirate, e la straordina-
ria sua prosperità contribuisce potentemente
all'incremento rapidissimo dell'industria au-
tomobilistica italiana.
La produzione delle officine di Corso Dan-
- 5R9 -
«Acorft p^r quanto «It roniMdpip*
-inmrn'ntn tn l'a!!» i; mimrr" r».i Ilo
Mu ab' la Mpato in»tt4rrtl alU ImU di ano
tini ptn rrrrnrt pr-v-rr^M.
del
Ut»
o .nso^ii.io con tna^^jor rtspetto delle glu.-ti
esigenze del pabbUoo.
llA,per esanrlre il nostro c<$mpito, ol re-
sta da accennare tn altre note aommaHe e
rapide come te procedenti, all'anno che ora
volge alla tire, o ohe è stato, per la FIAT,
vermmeote tru-ntale.
Taturia la Tar^ Florio, la Coppa del-
l'Imperatore e il Granrl Prlx francese 1907
sono aTTenniìcntì ancora tanto recenti e sì
nnlTersa- I<er avere interessato e
appa<si< ; * intero, che stimiamo
lnuti:e -1 > pariamo qai. Ci limi-
tiamo qr. Urli soltanto, in queste
pagine, i mte tappe della merm-
Ttx'liosa ascvii!>ioii« cumpiuta con si meraTi-
gliosa celerità dal grande organismo indu-
striale di cTt\ et Sfamo proposti rtt tratteg-
giare la ^ runa
all'altra. iza di
temj'M, - in una
uri! .. po<ler»&-' ^oiu ^uUc ali lumi-
no- >iia e della Fama.
\ - -empre, come per una felice
fatalità irresistibile, la FIAT ha compiuto
infatti in un anno, più cammino in alt«>zza
che non ne abbiano • fin dal loro
inizio le piò rinoma: dell'estero.
L' en^otim'mt, tanto > Kinstiflcato,
che l'odierna civiltà iraiif.^ta p«r l'auto-
mobile e rautomobtii.snM. facendo di questo
com- iiii''-i>ressione sintetica della propria
atti'. 1. è ora nel suo momento di
mii. Mtà, e l'automobile FIAT è
fra ; . . u che gode, nel mondo. drll.\
cele)*rita massima. Un risultato t
revole non poteva dunque cs»'
dalla grande fabbrica italiana, ne ii^t^a^- i-w-
teva giovare al paese piò che non gii abbia
giovato, a^aicvnuidogll ti primato assoluto in
ma indnsirfa che ha davaatl a sé uno spiso»
dido avvenire.
È appunto per questo che. aoms abbiamo
affermato in principio, la FIAT dev'essere
considerata come una vera gloria dell' Italia
d'oggi.
La FIAT, riportando soccssil clamorosi
dovnnqae abbia mandato sue mseehlns, nel
paesi più progrediti e nei paesi da noi p*à
lontani, è bastata da sola a rivelare, a quanti
non potevano ancora saperlo, di che cosa sia
capace l' Italia nuova, l' Italia lavoratrice,
l'Italia industriale che nacque lori, e
.<o. • 1 //#-
FIAT ha
> <*orsa
■ vno
'ì<>\9
quanto ha
è sufflclcn-
fi-r/o e delle nuu\L- Mrtu
liana.
Di questo. l'Italia dev'
Bcente.
Muteremo d'altronde, ohe, di
fktto e continua a fare la FIAT
temente ricompensata dai propri succeaai. idi
corrisponde, com'è logico, un proporzionato
sviluppo commerciale.
La prodnsione ancora auroentatadell'anno
scorso, è oggi di oltre 1500 eMuia "A nccnp»
più di SOOO operai. Il modello \
sari, come quelli degli anni pret
dei dom delle varie Esposizlonf e- \
nostra piò grande marca nuovi tribuu d aia-
mirazlono e di preferenza da parte degli au-
tomobilisti, e nuovi trionfi nelle prosalme
prove.
La FIAT d'altronde, mentr« va sempre
aumentando il suo mlrabl'^ , non
trascura alcuna delle applii- -tore
a benzina e. oltre alle insnp*-i . r<> che
tutti coni- '.ice, con crescente atti-
viti, grui i^eroaDOtAledomnibna,
carri, ve:< ali d'ogni ftoors.
I canotti tua wulure FIAT sono sempre
fra 1 più ammirati, a Monacn. e quest'anno
vinsero, nella categoria d si er-imfr* il « .un.
plonato del Mare, ed altre vitt'
rono nelle regate di Livorno, del
Spezia. Quanto ai carri ed al c/-
grande marca, beati accennare a
furono apprezzati dallo Stato Ma/
ultime grandi manovre, durai. t.- ;.
dero splendida prova di uti -. .-. : a^ . ut.»
impeccabile: e. quanto agli ornn ■ n. «i i:tni-
teremo a constatare che già parecchi di questi
Teleoll. usciti dalle oOctoe di Corso Dante,
diHimtifi/naoo ODO spIcDdlda refolsritè Im-
'^rrisl pabbllfll. • die moiu altri
I droolaskHM nel proe-
rosi si può gii essere certi db» quando
Il periodo sportivo dell' antomobUtsHio sari
deflnittTaaseBto tramootstot la FIAT oootl-
Bttorà a trioalhrs soa Mio oon le mo voi-
t«rs da tTlsmo, va anche Intensi floaodo la
prodoslone di tatti quel velooU antoaMbdl
per trasporti di morcl e per trasporti In oo>
lae
B
essa snprà
•FIAT nttortosa
dare per titolo a q
oontlnoerind
ipsrdato.
• aoB aadrt
590 -
LA PREPARAZIONE DI UN CIRCUITO
(Appunti di un osservatore
a proposito della grande corsa del Circuito di Brescia).
L'esito splendido della j^rande corsa del
Circuito di Brescia fu senza dub: io dovuto
in gran parte alla accuratissima preparazione
della strada, la quale, per comune consenso
della stampa e d-lle pei'sone più competenti,
corrispose In modo vei amente adeguato alla
importanza del grande avvenimento automo-
bilistico.
Purtroppo le strade italiane, in genere,
per deficienza di solidità della massicciata,
non sono le più adatte per e.-^ser convertite,
in breve tempo, in una pista da automobili,
tale da garantire una sutficiente resistenza e
una mancanza quasi assoluta della polvere,
che è il peggiore nemico dell'automobile.
La ristrettezza dello spazio c'impedisce
di parlare come vorremmo sulla costruzione
del sotto passaggio alle porte di Brescia (co-
struito col cwncorso dello Stato, della Pro-
vincia e del Comune), sul lungo lavoro di
assodamento della m arsicciata, di allarga-
mento di vari punti, di smussatura delle ri-
svolte, di profilatura accurata dei cigli, che
costituì la prima base della rlitficile impresa.
Dopo una energica spazzatura di tutto il
circuito, eseguita da tre potenti spazzatrici
meccaniche e da una trentina di uomini (l'in-
tera spazzatura fu eseguita in due giorni), ed
un abbondante innaffiamento, dopo aver prov-
veduto cioè per tutto quanto era possibile al
miglioramento della carreggiata, rimaneva a
disporre per la più importante e più difficile
operazione di t giii circuito, e cioè alla sop-
pressione della polvere.
Dopo maturo esame si stabili di ricorrere
all'innaffiamento col FIx, il noto preparato
della Società E. Reinach C. di :\rilan.o, la ben
conosciuta produttrice di lubrificanti, primo
fra i quali l'ormai celebre OUoblitz.
La mancanza dell'acqua in alcuni punti
del circuito rese necessario sostituire, in qual-
che parte, al /'Yjj la incatramatura: ma (.Itre
due terzi d^l circuito furono trattati col Jix,
con ottimi resultati.
Per il trattamento col Fix si stabilirono
depositi di barili ad ogni due chilometri circa,
ed in prossimità dei punti di rifornimento
di acqua. Un primo inaffiamento venne fatto
con una soluzione al 10"/',), seguito a breve
distanza da un altro inaffiamento con solu-
zione al 5%. Quindici carri botti disimpe-
gnarono tale servizio con un consumo di Fix
che s'aggira intorno ai 500 quintali.
In alcuni punti speciali del circuito dove
mancava l'acqua e sarebbe stato troppo in-
comodo eseguire la catramatura, si provvide
con un serbatoio di riserva con pi<'p;irato
Fix contenente 4 metri cubi, per modo che
con una botte rimorchiata da una locomo-
tiva stradale leggera, si sarebbero potu;i in-
naffiare da 8 a 10 chilometri per giorno.
Con tali mezzi si giunse, se non ad elimi-
nare completamente la polvere "il che non si
è riusciti a raggiungere neppure negli ubimi
circuiti esteri) e ridurla ad un minimo quasi
trascurabile.
Gli ultimi resultati ottenuti, confermarono
una volta ancora che l'industria italiana non
ha nulla da invidiare a quella straniera, e che,
se le strade del nostro paese hanno molto da
invidiare a quelle delle altre nazioni, per ri-
guardo al turismo, ciò non dipende solo dalla
natura delle strade stesse, ma anche dalla
manutenzione di esse, molte volte troppo
trascurata.
Le strade costituenti il Ci>cuito di Bre-
scia risentiranno ben oltre il periodo delle
corse il beneficio della preparazione di cui
abbiamo parlato, e ciò dovrebbe dimostrare
alle Amministrazioni il vantaggio giai.de ni
molti di questi lavori che dovrebbero pene-
trare nel servizio normale della manutenzio-
ne: niun dubbio che ove ciò si facesse e si
provvedesse anno per anno alla sistemazione
radicale di qualche tronco di strada, in un
non lungo periodo di tempo si potrebbe al-
tresì notevolmente migliorare tutta una rete
di strade.
Ma se l'automobilismo è stato il primo a
risentire i benefici del Fix, non è dette che
qui debba arrestarsi il cammino di questo
meraviglioso preparato. Ben più vasto ed
importante è l'avvenire che gli è riserbato.
I progressi dell'igiene hanno dimostrata la
necessità di combattere nella polvere il più
terribile veicolo di infezioni: non è quindi
lontano il giorno in cui il Fix, grazie all'in-
teressamento sempre maggiore degli enti
pubblici e privati, diventerà uno dei più ef-
ficaci benefattori della salute pubblica.
MON AVEV/q ILVERO FANALE \
"^ — s.J!
cut PORTA IMPRE55/> QUESTA (IflRCfl l-ÉGflLMtflTE /gjj\ -
DEPOSITflMtLfl PAROLA "AQUILASo VvÌ'h!?)^^
FABBRICA F.'- Schiusi -FERR/^R^ '-^-^^j
AOUIUA
CAVALLI B CORSB
(Corte al galoppo).
A«.A <."'iriii un rilevai,
iij.p.. <1p!!.« .•..,,,• Mi ,
itso ohv
nno cb«
uoT* riunione Romana dei mesi di
i apri!»*, r'.f't'n if numero»© irtornate
•/i (60.000) ed
ippo dato a:ia
-• giornate ar-
cuila >-r«. Atloue del Crùti-iitm (30.0001.
v'.to che la Lombarda potè mantenere
programma latte le grandi prore che
Ha «orsa annata erano state imlette. in via
- . aordinarla, per solcnniczare l' EspostiKiooe,
.^••giiarono oompIessiTamente un periodo di
proapòttà che tutto lascia sperare, e noi ri-
▼ameote auguriamo, tara Inido di nuore ar-
dimentoae IntxlatlTe.
Col graduale aumento delle corse, sia per
numero sia per allocazioni, le lotte del turf
di Tenteranno meno rorlnose per 1 nost
tpo>-tmtH, e. mentre nascono nuore scudei
e si cf^na all'estero materiale di classe, ì;
a' - o adeguata ri(H)mpen8a al
s.> ; er il miglioramento deHa
• r ..iu^......v i.iK^.».- i.a: I nostri ca-- ' '^' -— "
n rimarranno più palestre <*-■
. <> o cinque competitori, la lo;
combattuta, ed anche qualche picroia .scuic-
ria estera non disdegnerà di seguire le riu-
nioni italiane, come già infatti arvenne per
la riunione della scorsa primarera a Milano,
ore i signori Balsan. Zafiropulo e Cammas
•cecero tn campo con parecchi caralli. È però
doloroso di dorere constatare che, almeno
perora, allo sviluppo delle corse ed all'au-
lB*»V««f'> ^-' r..-«r«i non »ia pror^r, ,,,.,.».. il
n illevament'
tiu .-.oltane si iMv-
In anno i una p':>gg1ore dell' aitra i-on una
media di aarorra reramente desolante, e fa-
cendosi sempre più rara l'appartsione di un
rero buon carallo. Dopo la scomparsa del
grande Satwmftto passarono parecchi anni
prima che l'alleramento nazionale produ-
cesse nn soggetto di classe: bi«ogna arrirare
fino a Manema, il riociiore del Commercio
19W, per rrorare un carallo che abbia dato
almeno l' illusione di saper seriamente galop-
pare: lo stesso CkiammtomU, imbattibile In
Italia, anche con 65 chili, sdle distanze in-
feriori ai 2000 metri, non fu capace, lo scorso
settembre, a 5 anni, di rincere. con 47 chili.
Jf.indicap de hi Tamim a Maison» Laffltte su
- Mj metri. £ poi generosità il non rammen-
r
pr..u .<.
medio,
ne è la '
la deflci-nf"
Ioni, e farà f.i
solanti rtsult
dnzione ««ert*-
finirebbero p
rettlno: da i
puro Bit
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rincl|or.
Uto M'
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classe: .
Hikoi, e
m.Mit- •
ngurer< :
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iiaui«ulo aìU e mìa d«U«
ì:>
ha
torla ri;
sarà: \
Klena, •'.
Pb*dieke-
bnllant<-
Premio A
llastma Ttttoris, qua;
una dlstanaa al di
puledra.
Nell'annata le nostre scuderie tentaron
ancora la ««irte sugli ippodromi t^n^inl. •
oon lieta fortuna: Chiama»
tamom, Madt'ié e {io9ta(*> :
(lquorc|iilÌ
l VINI - LIQUORI - VERMOUTH - CHAMPAOKB
SPECIALITÀ DELLA CASA
^.sco Monaco e ^igli
di CATANIA
]
592 —
fatM. alla riunione intorna'ionale di Maisons
LaOitte, i primi tre piazzandosi negli handi-
caps della Tamise e della Seine, Tthtmon pas-
sando primo il palo nel Prix de l'Eacaut e
nel Prix Newmai-ket. J^'haniticapper francese
era stato assai generoso coi nostri rappre-
sentanti, assegnando loro dei pesi di piuma,
ma ciò non ostante le corse da essi fornite
furono assai onorevoli.
La statistica della campagna di primavera
(lo marzo-30 giugno) 1907, tenendo anche cal-
colo delle corse disputate all'estero, porta in
testa all'elenco delle scuderie vincitrici Sir
Rholand (signori Scheibler, Centurini e Flo-
rio) con L. 399,925, somma record per le scu-
derie italiane: seguono nell'elenco il Principe
Doria Pamphili con L. 124,650, E, F. Bocconi
con 121,825, poi Razza Gerbido 80,150, Petite
Ecurie 47,725, Principe Deliella 36,500, Fran-
cesco Simonetta 34,575, Alberto Chantre 30,975,
march. Solaroli 29,200, Riccardo Sineo 26,100,
Razza Volta 25,000, ec. Sono dunque 11 scu-
derie che toccano le 25,000 L., nella sola cam-
pagna di primavera, mentre i primi risultati
delle riunioni autunnali assicurano che, a fine
d'anno. Razza Alchina, Razza Casilina, conte
Riccardo Bastogi aggiungeranno i loro nomi
alla ricca lista. Madrée occupa, naturalmente,
con 175,500 lire, il primo posto nella lista dei
cavalli vincitori di almeno 15,000 lire, seguita
daZ'/on/ere 50,550, Gostaco 48,325, ^e?6»c 41,325,
ii&er/o34,450, O^/vo 29,000, On^ra^a 26,000, Chia-
ramonte 20,475, Savello 18,975, Excelsior 18,175,
Onorio 16,226, Fruitière 16,050, Eos 16,000 e
King David 15,625.
Sempre limitatamente alla campagna di
primavera, in testa all'elenco dei fantini vin-
citori in corse piane, è L. Spencer con 28 vit-
torie su 81 monte e con una media del 34,8%
seguito da A. Childs con 27 vittorie ed una
media del 37%, poi da Jacobs 19, Emery 18,
Bartleth 15, ec. : in ostacoli il primo posto
rimane a Pozzoli con 11 vittorie su 23 monte,
seguito da Wicher 6, Evans 5, Pandolfl 4, ec.
Melanion tiene ancora il primato fra gli stal-
loni che fanno la monta in Italia, i cui pro-
dotti vinsero, almeno trenta ralla lire, con
220,650 lire, seguito da Garrick 120,036, Ar-
conte 96,725, Sansonetto 75,100, Vanloo 62,900
e Saint Capraia 31,525: dopo la campagna
autunnale bisognerà certamente compren-
dere in lista Spartivento, Candeyran e Clairon.
LE PRINCIPALI PROVE DEL 1907.
H Gran Premio Parioli, dotato di ben
50,000 lire, che si corse, per la prima volta,
a Roma, rimase appannaggio di un cavallo
veramente indegno di si ricca allocazione:
Gostaco, da Melanion e Natalia, difettato nelle
vie respiratorie, non avrebbe mai dovuto ri-
portare una corsa di tanta importanza, e
le sue performances posteriori dimostrarono
quanto fovhmita si;» stata rin=;p3rata vitto*
ria: il campo della grande prova romana non
comprendeva alcan soggetto di c'asse, ma
Savello, Caronte II, Liberio, quantunque me-
diocrissimi, erano pur sempre migliori del
vincitore.
Nel Derhij, corso con un terreno pesan-
tissimo, fu ancora una nullità che potè pas-
sare primo il palo: Belbuc, da Arconte, riportò
un successo che non ebbe domani, e cosi, a
soli tre giorni di distanza, dovette abbassar
le armi dietro al modesto Olivo, che lo battè
neir Omnium.
Le clausole restrittive di peso o di recla-
mazione, già tante volte da noi lamentate,
tennero lontane le scuderie estere dalle due
prove internazionali indette dalla Lombarda:
Commercio ed Ambrosiano si corsero anche
quest'anno senza l'intervento di cavalli fran-
cesi. Le due grandi corse rimasero entrambe
alla scuderia Sir Rholand rispettivamente con
Pioniere e Madrée: e fu giustizia, giacché i
rappresentanti della giubba bianco e violetto
erano veramente i migliori del lotto. Abbiamo
già parlato di Madrée, una puledra che, per
l'Italia, deve ritenersi di classe e qualità su-
periori, epperò la sua vittoria nell'Ambro-
siano, se non concludente per la medioci-ità
degli avversari, deve pur sempre ritenersi
un'ottima performance ed un degno premio
a chi ebbe l'iniziativa ed il coraggio di com-
perarla yearling alle aste inglesi. Pioniere,
vincitore del Commercio, è un cavallo utile,
ottimo per l'Italia, ma sulle cui qualità non
è più lecito esagerare e farsi troppe illusioni:
le corse fornite in settembre dal tìglio di Pio-
neer, in Francia, ove a Maisons Laffitte, ri-
cevendo due chili, venne battuto dal modesto
Merci, mentre non fu mai in corse nel Mu-
nicipal, ne fanno un puledro da handicaps,
ma ben lungi dal possedere quell'alta qua-
lità che solo rivela il cavallo di vera classe.
Liberio, vincendo il Lombardia ed il Principe
Amedeo, raccolse due vittorie che ben gli
spettavano in un'annata tanto mediocre: il
figlio di Garrick era certamente uno dei meno
cattivi tre anni italiani ed i suoi successi fu-
rono meritati e regolari: così dicesi del suo
fratellastro Savello, vincitore del Premio Mi-
lano. La vittoria di Excelsior, nel Gran Pre-
mio del Sempione, ove ancora l'eterna clau-
sola di reclamazione tiene lontani i rappre-
sentanti esteri, dice da se sola quanto me-
diocre sia stato il campo della grande prova
autunnale: 1 grossi sopraccarichi incorsi da
Madrée e Pioniere, e le loro conseguenti as-
senze, la forma declinante di Onorio, il ter-
reno pesantissimo, l'andatura sostenutissima
facilitarono il compito del puledro di Razza
Gerbido, che venne in ultimo a battere fa-
cilmente avversari di classe inferiore, quali
Palermo ed Ipsus.
Nello steeple-chasing le note sono ancor
più dolenti: le nostre scuderie non hanno.
VpnP USrimQP Cluarlglone rapida, radicale, sicura, senza calze elastiche né
luiiC VdlluUiJU* operazioni, mediante la cura radicale medica {\Jn\cdk&\ mon-
do) del Dott. S. Bolognese (Casella postale 502, NAPOLI). Congressi medici. Inter-
nazionale (Madrid 1903) e Nazionale (Roma 1906) Gran Premio e Medaglia d'oro
a Roma, Bordeaux, Palermo, Firenze, Parigi. — Opuscolo spiegativo a richiesta.
Vademecum (100 pag. ili.) Jj. 1. — Consultazioni di persona e per corrispondenza
nelle principali lingue.
elÀne, non o«:.s
oaUoott qttal«h« c«v« K-r*od« •!«••
pi» di MtUao rtiDU*' • » al ptccolo
. an modaalo mtimj^r franca** oh* nop
- da galoppar* par ballar* Frmtqmtm a
viui rappratalanti ItalUni. I^ cs>raa di
IL DERBY REALE
EO IL PREMIO AMBROSIANO 1908.
IO dtoMttntfto oìm I i> cUrl
... .dmiirt r-Atnhiar ▼!•: aon » • «ani-
pn- '! acadaria ohe p«'<»Ano «kII
<Mt.' '^ Maditam • rr«»art. ilpor»
Ur».i.v. J..1.. .no Tlttortp. T"i <'■••■•• -
trambl a^b*^vi^r le »rinj .li-
importato dal.» Francia Aj,
a oha sembra un cavillo
ao^ll octaooll. potrà guada
la soa biada.
La nuova prodostona V.'
mio modaato avviso, aoiU>
Il erfé non al è cartamentr,
ma a biamo aaslaUto al dcbuu.
di puledri oba. per la loro ooatm
1 terr.'-' <"-•-"•»• laaeiano «parar» in «,. ..
mi;: ; raoadanU. Fra tatù e .
trìc. . qneOo che p'ii ci ha li;
atonali e cno può pretende !■ ' '
cavallo ▼aramente bouno e<i
coctrolto, dotato di fondo <
dro del Frtoclpe Dnria al suc>'a «lagh altn
saol ooetaoal. Qmi r,m, Km»callo. MomttMìo,
Brimf, Bmtiom, ttu 1 maachi. 5 r-.i *. 0,,l- Ttr!,/.
Kamba, Seri fa, ì'»rotte»a, B >
rea», l'antta, fra le femmiii»
di puledri dal quale c?rta:
soggetti che sapranno galoppare e ai aacri-
veraniio le grand» pr.i\ •• dvlla ventura pri-
mavera. Fra le : • - tiì non va dimen-
ticata Origaìa. . \o facilmente 11
Criterium di T<; i . >su fra i migliori
due anni del no*itr^ tnrf. Il Criteriam Inter*
naxionale di Milano, del quale non puaao at-
tendere r esito per le esigenze Upograilcba
AeW Almamact», e che oartamaute riunirà al
palo i migliori rappreaentantl della unova
generazione, potrà solo darci noa linea eaatta
rbe permetu di proooatioftre aull' avvenire
dei naovl camplonL
Come negli soorsi anni diamo. In nno spao>
chletto. U ruuiuto delie principali prova di-
sputate in Italia nel 1907, ponendo vlctoo al
nome delle corsa un H. per ladieare gH Aaa>
éieap; un i? par indicare la cor** di dopi,
ed un se per Indlcara la con» oon groaal
ostacoli, sTaiyfa cAesas.
Come 1 Mttfl fedeli letloH ben ramiBen-
tano, gli AaMlieepa aono quella eorsa n^e
quali U pe«o <Ae devono portare 1 singoli
cavalli è fissato da on apposito tnoarleato.
detto hiitniirapper. allo senT»" M «^'''l'parara
possibilmente le prohabil • a: «1
calcola che un chilo vali: > lun-
ghezza per ogni mille metn.
0w»ylMl«l908: I. 34<^-
11 Ba t.cr .i\n,: i-jv. ui St.i
.» . ; 1 . :. IH.
sUn-
Ilotu* mi
BM*''
;■• i\%i,»i.-
noli» ...-
... .. al «ttreUi*
bra lw>«. colla
• delta (atuiol
gravide.
.... .- .
dott
ni; lU/ra
i; Alberto
'Orto
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.ut:
; J.
Mi-
Smmm, Mm Xè^i
Dmmt» éé Pifm$ i
1 micllori ooDoe^
Tra questi
ora: Wkf,
pttla, Amémtmm /
17 ottobre 1»0?.
.^^- ALBKvro Qwxouan.
CONTRO LA STITICHEZZA t
¥i3rr»M h^jai/j^w:
CHICDCRE OPUSCOLO
ELIXIR PURCATIVO
féatm^OA : ¥i3 Luigi Mir^glii. 1-2: Via Conte di ftuvo, 13 -N^POL I
- 594 -
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596
CICLISMO
XJ:ia lotta di quattro anni degna d'esser ì-icordata. - Il record delle 24 ore comhattufo fra la
Francia e l'Inghilterra. - Siéphune vittorioso. - La " Cuca Cocoa Cup. „ - Shorland e Slé-
phane si battono a vicenda. - Lesua e Williams entrano in iscma. - Huret si rivela. - Il
lecoTÒ. resterà in Francia. - Bivierre batte l' inglese. - Trionfo definitivo di Costanzo Huret.
- E r Italia?
Più che il resoconto di un avvenimento
ciclistico, io voglio fare quest'anno la storia
di una lotta interessantissima che resterà, a
mio avvilo, nei^li annali del ciclismo interna-
zionale una delle pagine più belle che siansi
scritte da quindici anni a questa parte, quella
del record delle 24 ore.
Non mi indugierò sui primordi dello sport
quando l'agile macchina non ancora giunta
alla sua massima perfezione non permetteva
velocità strepitosa e non accennerò che di volo
alle performances di Bouhours e di Holbein,
per quanto esse pure siano degne di ricordo.
Voglio solamente occuparmi della memora-
bile lotta svoltasi negli anni 1892-93-94 e 95
e che pose di fronte i grandi corridori di
resistenza francesi ed inglesi per conquistare
allo sport della loro patria la ^palma di un
record eminentemente classico. È, ripeto, una
delle più belle pagine dello sport ciclistico, ed
io Ron ne conosco altra che possa appassio-
nare maj^'giormente le giovani generazioni che
si dedicano a questo sport, entrato finalmente
nella sua fase pratica e razionale.
La lotta, che non durò meno di quattro
anni, si chiuse colla vittoria dello sport fran-
cese, ma sarà bene ricordare che questo aveva
al suo attivo il vantaggio del numero, Stephane
Lesna, Rivierre, Huret, mentre l'Inghilterra
non era rappresentata che dallo Shorland, suc-
cesso a G. P. Mills cosi presto scomparso dalle
piste internazionali.
Quattro anni durò la lotta, e quattro anni
essa continuò con un accanimento addirittura
fantastico, seguita in tutte le sue fasi da un
interesse, dirò meglio da una angoscia inde-
scrivibile. Essa dette luogo anche a delle per-
foì-mances nulle, non essendo esse state rico-
nosciute ufficialmente, ma nondimeno coloro
che vi parteciparono meritano di essere ugual-
mente conosciuti e stimati al loro giusto va-
lore dai giovani che seguono oggi con entu-
siasmo e passione uno sport, che pur tuttavia
è lontano dal suscitale l'interesse e gli entu-
siasmi d'un tempo.
Dopo questa non inutile prefazione eccomi
all'argomento. Fu nel luglio 1892 che Ste-
phane, sulla pista di Buffalo a Parigi, allora
appena ultimata, tentò per la prima volta di
far entrare in Francia il record delle 24 ore
su pista, da allora sempre tenuto dagli in-
glesi ed a quell'epoca in posse-sso di Holbein
con 582 km. e 259 metri.
Stephane si mi>e in pista sotto la dire-
zione del compianto Federico de Civry: il
fior fiore dei campioni del pedale, Charroii
Médinger, Dubois, Fournier, Antony sono i
suoi allenatori. Fin dall'inizio è facile pre-
vedere il successo del tentativo perchè il pri-
mo record-man francese delle 24 ore marcia
con una facilità grandissima: infatti, malgrado
un riposo forzato di 2 ore causa la ijioggia,
Stephane copre la distanza di 631 km. e 811
metri. La lotta è cominciata.
Il successo di Stephane commosse viva-
mente gli inglesi i quali, allo scopo di ricon-
quistare il record perduto, istituirono subito
una corsa di 24 ore su pista, cui diedero il
nome di Cucn Cocoa Cup: nello stesso tempo
il North lioad Club fondava una identica prova
su strada. Quindici giorni dopo il tentativo di
Stephane, la Cuca si disputava sulla magnifica
pista Londinese di Herne-Hill e permetteva
a Shorland di compiere nna, performance senza
precedenti. Egli copri infatti nelle 24 ore 665
hm. e 764 metri, battendo cosi il record di
Stephane di circa 34 kilometri.
Ma sapete su quale macchina Shorland
realizzò questa impresa? Su di una cosi detta
crypto, incomoda e pesante, sulla quale i cam-
pioni dell'oggi non riuscirebbero a percorrere
25 km. in 60 minuti. Davvero fu straordinaria
l'energia che occorse a quest'uomo per bat-
tere il classico record, quando si pensi alla
incomoda posizione che esige il crypto e più
ancora alla pista di Herne-Hill in legno a la-
stre disgiunte, e quindi assai meno scorre-
vole al cemento di Buttalo. L'Inghilteri-a pos-
sedeva in Shorland un campione veramente
eccezionale, e non fa meraviglia quindi veder
quest'uomo tener testa in seguito ad uomini
come Lesna, Williams ed Huret.
Gli sportnien inglesi speravano conser-
vare lungamente il record tanto invidiato, ma
si ingannavano. Infatti due mesi più tardi un
nuovo assalto era tentato. Sempre sotto la
sorveglianza di De Civry e meravigliosamente
allenato dai crucks dell'epoca, Stephane al
quale i profani pronosticavano la morte pros-
sima pel surmenage fisico cui si sottometteva,
si rimette all'opera sulla pista di Buffalo e,
come la prima volta, il successo risponde al-
l'aspettativa ed il record ripassa la Manica.
" Io non dimenticherò mai, scrive Char-
les Ravaud che vi assistette, questo secondo
tentativo del vincitore di Bordeaux-Parigi,
1892. Charron, Cassignard, Fortuny, Médin-
ger, Fournier, Vigneaux, Antony, Dubois, in-
coraggiavano senza posa il recordman, e l'al-
lenavano gratuitamente — o tempi eroici, ove
siete voi? — con una devozione ed una fiducia
pi-ofonda. Un largo sorriso di trionfo e di
gioia illuminò le loro fisonomie quando Ste-
phane, dopo un ultimo giro superbo ebbe
raggiunto In due giri d'orologio 673 km. e
816 metri.
RISCALDAMENTI MODERNI
l'rf lu'n t iv i G va t is
SERANTONI & PONTIGLIONE
9IIL.ANO - BOf..OCw^i'A
Viale Monforte, 5 — Via S. Simone, i.
!'>rra «r» Tinta, ana Tihr»nt«
■ I Ai^io^o. La veocht* Albione
ivlndU eh* r«nno
•«OH C-«»ii Cnp. «
1 • oh* etUL ìm piTM
.inoablle BhorUnd.
i a Hern*>HlU stu-
u<roMO ed tmport*nt« di
TìHla prova in.*l<»««» .\r-
da un Undvm mo'ttalo datali apfSmttrt am»
nvuii 11» ik>r r> W1i--..].T. »'iij»<» con*#rvar
qu' iella oorat
o<<i i'Mì Riati
ri' .* . — . .. u U posaoaa '
di-l
' di ornanlsjiar» an mateJt
gli . •» rmij.lnt:'- '-••'- - -■- ■
A.
U ^t--
metri. t
precede
1899, dae u-
per riprender
di ShorUnd:
falò, in nna i-
forono perei'
Prr.T.. .1. .T • ^_.
.laU.
>re, ali'ant > d'In-
%criiu, itiiuatas coprì nvìi^ .i <.-iv- km. 089,
BUI anche qaeatg tyvorii non venne rioono-
•cliiio, reaendo aUto ottenuto su pisU co-
perta. Fu neoeaaarto che 1 francesi organlz-
sasaero nna corea oonalmile alla Cura Coeoa
Cmp, perchè potessero trionfiare definitiva»
mente ed aggiodicMsl il poaaeaso di nn re-
cord al quale l'Intero mondo aporClTo mo-
strava di interessarsi.
Fu questo il J'ol d'or, creato dallo acuì-
tore Decam, direttore del Farit-Pfdal«, ed
organizzato nel giugno 1894 a Buffalo. Huret,
liMna, Millianu, Hivlerre, Meyer, Allard, per
Bon citare che t migliori, disputarono questa
prova che ai chiuse con la incontrastata vit-
toria di Ooatanso Huret l'uomo tipo delle
S4 ore. che, quasi debuttante, riportò un col-
po terribile alU riputazione di Hhorland, co-
prendo la distAnza fenomenale per quell'epo-
ca, di 736 km. e 946 metri. Shorland aveva
baiinto Siepbane forzandolo ad abbandonare
la partita, ma a sua volta dovevasi inchinare
ad un nuovo astro. Nonostante, da atleta di
rassa, egli lottò ancora; e fu nella terza Cocoa
Cnp, un solo mese dopo il tour de forc* di
n iret.
La conquista del rtcwrd era delle più prò-
;*^maticbo. tanto più che lo iiafrr inglese
essendo n<m poteva eonsaorare al
suo allo tempo e le ctire che vi
Durante le ul'
la minima d<-l>
competitori, s-
Infine, dopo u
pauo entuslii-
di mac* !
■ hhorland non disperò: fece
<> il suo coraggio ed a tutte le
,j. .„...„. .illa 13* ora aveva già un pie-
io vantaggio sul reeoni di Huret. Allenato
K fu sn qii
il duello '■■■
allora il
Rlvierre.
sero e se uè iui)>ji4iuiiiiuno a \i<'.>it«lA. e ik"
più esso diede mai Iiiok'O a si terribili coni
petizionL I tempi eroici erano passati..»
Perchè mai — domanderanno i lettori -
l'iulia non scese mai in lotta per la cnr:
qutsta del tanto ambito rtcoré, laacUn't
Unto ai francesi ed agli ingteat eorrc r
della vittoria? Forse maacaroao o m
allo «.pert italiano uomini eapad di tant< ir.
desse paragonabili a quelle dello Shorlan ! <
vi Bla suto e vi ala '
n< .. , u corridori clf1i»ticl e .:
dotati (il eccezionale energia, m-t -- -
che i tfieord su pisU non ebb< t
Italia. Quel girare per tuU'un.»
nata attorno ad una pista non ria ii).ii >>.
seiuto né l'interesse del pubblico né l'ani
bislone sportiva dei corridori: ecco pernii-
la gran lotta fa limitata ad un durilo frane
inglese.
B davvero io n<>n w. >1ar :'>rti> ai mi*
connazionali... o.
OPUSCOLI E
scHiARincnTi
STdRiC URNALDl-ViA B.ViTRUUio 9-niliiN0
598
LA BICICLETTA DELL'AVVENIRE
Dalla draysienne al biciclo, da questo alla
bicicletta e dalla bicicletta alla motocicletta,
il caratteristico mezzo di trasporto indivi-
duale subì profonde modificazioni e fece in-
negabili progressi.
Ma con la motocicletta (un mezzo di tra-
spoito veloce sì, ma difettoso perchè pesante,
rumoroso e facile a gravi guasti, nonché pe-
ricoloso per il suo peso in rapporto alla ve-
locità e per la faticosa manovra) con la mo-
tocicletta, diciamo, si credeva raggiunta la
perfezione, il non pUis nitro.
Ahimè! la motocicletta non resse alla pro-
va dei fatti, e non le restarono fedeli che
pochi appassionati, per lo più corridori. Nella
vita pratica rimase lettera morta, ed il van-
tHggio della maggiore velocità non bastò a
far soppiantare Ja vecchia bicicletta a forza
muscolare.
Ma il problema della bicicletta a motore
non poteva dirsi risolto, quando lo era così
malamente e senza successo. Molti studii si
Con la MofosacocJte invece, se il motore ha
una panne, si stacca, e la bicicletta che ri-
mane forma il parafulmine che annulla le
insidie del motore e della strada.
Insomma, chi parte con la motocicletta
ignora se e quando potrà arrivare, chi parte
invece con la Motosacoche ha la tranquillità
assoluta di arrivare sempre. Ecco perchè me-
dici condotti, sacerdoti, pompieri, agenti di
P. S., guardie daziarie, guardie forestali, vi-
gili urbani, soldati, ec, non accedettero mai
alla motocicletta fiiivano lusingati dalla minor
fatica e dalla maggiore velocità) e corrono
invece oggi con entusiasmo, alla Motosacoche.
È questa soltanto la macchina che può
utilmente sostituire la bicicletta, portando
in campo doti di robustezza eccezionale, di
velocità grandissima, di sicurezza assoluta e
di minimo consumo.
Infatti, e le prove turistiche aspre e dif-
ficili (come il" viaggio in Grecia) e le corse
disputatissime in Italia, Francia, Germania e
fecero, e finalmente fu trovata la vera for-
mula pratica e moderna 'Brevetto H. e A. Du-
faux e C. che la Società meccanica italo gine-
vrina, con sede in Torino, si afl'rettò ad appli-
care e a divulgare. Il nuovo tipo di macchina
fu chiamato Motosacoche e sta alla motoci-
cletta come la bicicletta sta al biciclo, e forse
anche con qualche maggiore vantaggio.
Infatti la Motosacoche è composta di due
parti distinte: la bicicletta propriamente detta
e il motore. Se per avventura il motore si
guasta, si può facilissimamente staccare, ed
il resto della macchina serve ancora al tra-
sporto in modo perfetto. Non havvi perciò
chi non atterri subito il vantaggio enorme
della innovazione. La vecchia motocicletta,
essendo un corpo uJiico e indivisibile, oltre-
ché delicatissimo, appena un guasto si pre-
senti è immobilizzata, inservibile, e può fare
lo scherzo, al ciclista, di appiedarlo in Ivaogo
eccentrico, senza risorse. Guai se egli abbia
impegni urgenti e urgenti doveri!
Svìzzera (dove le Motosacoche, battendo mo-
tori di assai maggiore sviluppo di forza, giun-
sero sempre in testa, non con una macchina
sola, ma con gruppi di macchine) e ove fu-
rono messe a dui issima prova, dimostrarono
che la fama della nuova macchina non era
usurpata, e che la sua superiorità sulle vec-
chie motociclette era addirittura schiacciante.
A questo nuovo strumento di progresso,
che ci arriva per il tramite dello sport, sia
dunque il benvenuto; benvenuta sia questa
Motosac'iche di cui l'aiutante maggiore in 2»
del 39» Regg. Fanteria, conte Franz Soliani
Raschini, che se ne servì per tutto il periodo
delle grosse manovre, scriveva: " La prova
ha corrisposto pienamente alle aspettative;
essa non poteva essere più completa, più esau-
riente, e posso affermare che questa piccola
macchina è la più adatta, la più pratica per
noi militari, ed esprimo la convinzione che
essa renderebbe all'esercito inestimabili ser-
vigi. - Tenkntk lì C.
- ùìO
I GIUOCHI FANCIULLESCHI
LmJ4rt p^r imfar, tqmitart in attimlim* tomga.
BoKATius. Rairrae. II. 3.
«bla
•l'I
ni..
-limolo
* • ri-
M«, net
.■K^ • ••»■> ^ •• ^•. <><'Vaiiqutt
un pò* di spaxio ove poter glo-
< >ne. bofonchia, mastica un me
.trera, Kiaoro prediletto di Aujfu»to, »c>o(»ndo 8ve-
K'ilano tonto, alle noci.
OikI r.!!*»»/.!!!.. ttillo ii.rvl dfcL-ll -irchl
di!
Ini]
tan:..... i-... .......tr- ■.■ . ...^. „>,..,,„ » .
nato per un momanto le Uix'l. di cui e po-
pHofnrfo, o prld» nott^i II nm-o ««l nn<» «.v'-
.V il profilo fJi
: una rami
:v1 .i!..[..-r
IO «parse per terra: intanto da
.....;v'a guardingo no altro ragazzo,
dal mosctto e dalle moTense di topo. 11 quale
A BmPIATTlXO.
iFutoffrafia Ro*9ini — Mntelien).
\i .
SI-
pa
1 t
dil..
pre.
re sereno, invece, ri prova un
o. Il giuoco rivela l'Indole di
r^r'^h*». m'^ntr'» qn«"'ti rnxra.
in maniera piena e iutiera.
Mentre m'.
un'afa di nir
piazzetta un ;
(> anie * In
una I emota
si diverte al
profitta della disputa, e. n ... ...... .àrrafT;\
quante nod gli sono a portau di mano e ->
allontana poi caulasiente. a ptcooli paa»
dandosi un'aria Indifferente.
Un vecchietto, disturbato nella aiesta, »:
affaccia ad una finestra e fa Urjhl j^cirtl ;
i all'indirizzo dei i >
"n se ne danno i
U: • Eccomi! Ecooii .
»cauiente. si sente scender le jvcalc. UM^uautì <
egli è sul limitare dell'uscio, munito di w
salutare r^'"^""" ■••' »»> «la/j-im s ,i o i-i* soa;
pati iu tu
non ha ]
Kiale: piCCtHQ f/mtjru \ùt l'vii^ri *r.r..,. .. ^w.-..
delle ttnri: pur* ha «jmmo^.. oon qucI ohe se
gue <XIV, 18).
— 600
Procediamo oltre. Lungo quel sudicio
cliiassuolo, ove il sole non giunge mai a ri-
scaldare le fetide mura delle stamberghe,
che sembrano traspirare fuliggine e sego, un
altro branco di monelli cericiosì, scalzi, scar-
migliati, sporchi, giuoca a rimpiattino. Osser-
vate quel frugolo, alto come un soldo di cacio,
vestito con la sola camicia piena di sbrendoli
e con un paio di brache che, per le toppe, son
una intera storia della moda. Va cercando in
tutte le sinuosità, dietro agli usci, pei'fino
sotto alle macìe accumulate in un canto, do-
vunque, insomma, potrebbe celarsi un uomo,
e tutto ciò con sì fine intuito, con tale spi-
rito di osservazione, da disgradarne Mon-
sieur Lubiu o Sherlock Holmes,
Il cercato, invece, non meno furbo, che
se ne stava rannicchiato nello sporto di una
inferriata, su la quale si era arrampicato col-
r agilità di un gatto, cautamente cammina
dietro le spalle del " poliziotto „ e lo segue
come la sua ombra, finche la scena da " Gran
Via « finisce in una risata.
diplomatico. Quante volte 1 giomnli umori-
stici, primo fra tutti l'inimitabile Gnevin 3fe-
schino, han fatto giocare " all'ambasciatore „
quei pazzerelloni di Griolitti e Sonnino, Mar-
cerà e Oornaggia, Santini e Ferri!
Tutto ad un tratto fra le ombrìe quiete
di un viale irrompono dei ragazzi. Una voce
acuta come una punta di spillo, echeggia nel-
l'aria: " Giochiamo a mosca cieca! „ Un coro
di strilli assordanti fa eco alla proposta, fin-
ché, a furia di spintoni, di gomitate, di ca-
pate, quegli otto o dieci sbarazzini si met-
tono in circolo per fare al tocco. Ed eccoli,
improvvisamente, muti, seri, gravi: si direbbe
che sta per accadere qualcosa di straordina-
rio. Tutte quelle manine grassoccelle, che in
genere han poca dimestichezza coli' acqua, si
protendono a formare come una ghirlanda
di rose carnicine: il più grandicello della bri-
gata ne conta le dita distese, e il giuoco, che
i romani chiamavano ninfea aenea e mynda,
comincia in mezzo alla più sfrenata allegria.
11 bendato ha l'aria di Fenton nell'ultimo
GlKO GIRO TONDO.
{Fotografia Bossini — Matilica).
Chi sa se nella vita quei due si incontre-
ranno ancora nelle stesse condizioni, ma il
primo vestirà la divisa del carabiniere?
Dall'androne di un palazzo signorile giunge
\\i\ coro di vocette argentine, una specie di
cantilena litux-gica, cadenzata: si la " all'am-
basciatore y,.
È* arrivato l'ambasciatore
Col pirnm pirum lero,
È arrivato l' am' a<iCÌatore
Col pirum pirum là.
E il giuoco fatto di piccoli passi da con-
traddanza o d'inchini profondi ha infatti del
ARTRITE
F/i/som Di
atto del Falstaff: lo si provoca, lo si stuzzica,
lo si beffeggia, ed egli, a tentoni, con lazzi gotli
e insieme tanto ameni che farebbero spianar
la fronte a Giuda Iscariote, cerca di acchiap-
pare chi lo sostituirà.
Si crederebbe, se si presta fede al Ferra-
rlo, che in Nutka (America) al tempo della
dominazione spagnola, questo giuoco aveva
un feroce scopo di sangue?
11 padrone, fatta riunire dinanzi alla pro-
pria casa una parte dei suoi schiavi, si ben-
dava e cercava di afferrarne uno. Lo sven-
turato che, meno destro degli altri, aveva
avuta la sventura di cadei- tra le grinte dello
GUARITA RADICALMENTE
CON I CELEBRI
A
VEDI ANNUraCIO DI FRONTE
-:•:- •-;•=• ALL' INDICE GENERALE
lAxì c^rcuUj,
t» Iti
(FaUtgrafia no*$im
: andane « mala dalle matte risate. Come
s'ii tielli I n«azxi ohe ridono! Di ohe ridono?
Poco imporU: In quell'età beata basta un
nonnalla a desUr l'Ilarità. Guardate quel-
l'omancoletto grasso, rubicondo, boffice. Sta
li serto serio, con le mani dietro la schiena ;
Cercar di fare la descrIxIOM. anche »om-
msria, o un elenco del giuochi fknclallc*^ •.»,
sarebbe una fatica enorme e sprecata l'i s.. .
del giuochi, dirò COSI, IniomaKlonall. Argh ..i-
tri tramandatici dagli anLcbi e conaer^.i.i
La camtama.
{Fotografia Stoini - ìlaiaiai).
tutto a utt tratto, senza saper perche, gli si Uli e quali nonostante II lunghissimo *..!
oontra<<gono I mnsooll faciali, un rlnoltno in d'anni, degli altri che rlconUno anUefil
pelle m pelle t')i «flora le Ubbra: Improvrisa- stumi. di qm>ll| propri soltanto della fci><
mente, spalanca la bocca e ooniincla a ridere lezsa, di quelli, infine, che formano U del;
di un n^o convulso, ^frrn .t rr...,.,.s ,.. od il tormento anche dei gnuidL
G02
Tanto per citai-e qualche esemplo, il giuoco
della lettera e croce ci vieii tramandato dai
romani, i quali tiravano a indovinare se la
moneta mostrasse cripta. aiU navim, che erano
gli emblemi di ciucila di Giano. Ce lo dice
Ovidio nel primo libro dei Fasti. Questo
giuoco, comune ai grandi e ai piccini, vlen
chiamato negli ex stati pontifici arme e lettere
o armi e santi, perchè il baiocco portava da
una parte lo stemma gentilizio del papa re-
gnante, dall'altro il nome della moneta, ov-
vero 1 santi Pietro e Paolo; in Toscana lo
chiaman palle e sunti, perchè i quattrini me-
dicei avevan lo stemma della famiglia, le pnì-
le, e san Giovanni; i napoletani capa e Iettare;
i piemontesi lettrn e crure ; i veneti marchi e
niadone, e così via. Qtrcsto giuoco, a sezioni
ridotte, forma la dispei-azione delle mamme,
perchè i fanciulli, invece della moneta, ado-
perano 1 bottoni, e siccome i debiti di giuoco
Il giuoco della palla, infine, è forse il più
antico di tutti. Dal libro sesto d.e\V Odiasea
si ha che Nausica, figlia di Antinoo, re dei
Feaci, giocava alla palla con le suo fantesche.
I greci, nei ginnasi, destinavano a questo
giuoco una stanza apposita e un maest4-o
(Siaipi^Tixó?): ed Erodoto ne attribuisce l'in-
venzione ai Lidi. Plinio, invece, ne dà il vanto
a un certo Pito, e i romani avevano tre specie
di palla, cioè la triagonalis, i'ip;ena di pelo,
con cui si giocava nel trigoni, luogo delle
terme convenientemente riscaldato perchè la
nudità non fosse di pregiudizio alla salute dei
giovani. Veniva ribattuta or con la sinistra, or
con la destra, consistendo il giuoco nel non
fai-la cadere in tei-ra. E Marziale nell'epigram-
ma 46, libro XIV, scrive: "* Se ini l'abilità di
cacciarmi fuori con la mobile sinistra, sono tua :
se non l'hai, o tanghero, restituisci la palla. „
Avevano la paganica, e Marziale nell'epigram-
FORZA....
(Fotografia Rosifini, — Matelica).
sono sacri, " colui che perde si riman do-
lente ., ma paga, strappandosi 1 bottoni dai
vestiti, dalla camicia e dalle mutande.... se
ne ha.
Si sa che i romani erano fanatici per gli
aliossi, ocellata, e il tratto più favorevole era
chiamato // atto di Venere. Questo giuoco è sta-
to richiamato in onore.... da Corrado Brando,
sebbene, in verità, con pochissima fortuna.
11 cervo volante, che dette origine alla
scoperta del parafulmine, ci vien dalla Cina,
ma ivi la sua forma è elegantissima, e talora
rassembra un uccello da preda, talora una fai*-
falla, talora una divinità buddistica. Quando
poi si pensi che il mitologico Aquilone ve-
niva raffigurato con una coda di serpente, è
prèsto spiegato il perchè dello stesso nome
dato al popolarissimo trastullo, destinato,
forse, a dare anche la soluzione del problema
delle macchine volanti.
ma 45, ci dice che " Sgonfia di difficili pium",
è iiietio grande del pallone e meno stretta della
palla. „ E finalmente avevano Y harpastum dal
greco /^yn/?^^ io rapisco, che gli uni cerca-
vano di togliere dalle mani degli altri, e con
la quale si giocava tumultuosamente in multi
(Ved. Marziale, lib. IV, 19).
I francesi la chiamano paume perchè ci
giocavano col palmo della mano, sebbene i
romani già adoperassero la reticula minu-
hriata di cui ci parla Ovidio in de arte ama-
toria, lib. Ili, v. 361 e seguenti.
Chi non rammenta il famoso giuramento
du jeu de paume a Versailles nel 178y?
II popolarissimo toccafe' ro, invece, ci vien
dal medioevo e ricorda il diritto d'asilo: la
frase sacramentale ** fuor del giuoco „ è ori-
ginata forse dalla " tregua di Dio „. E i ga-
min^ frondeurs che dettero il nome alla guer-
ra contro il Mazzarino e alla canzone famosa?
Gli Oli d'oliva P. Sasso e Figli di Oneglia sono gli unici perfetti.
di voU a di vuUntt. di •*< t
I f) m««rhlr1f1 h (vnt rie' —
., 1 . ;. ..1 . i;.... Il t,.-,-
(l.iU injiiri-\l<
I"T i'- 1.111. iHi."- <■ ». ii.ri.o i.* ■'.
!• :<I^r . lavio, |;i cjualtj «li- l'iiidussar» tti» vecvhU «utUua deUimauiiiiA
{Fot'tgrafìu Jio*sÌMÌ. — ilaUiu-'
TPntcr-i llii'.i-.» II nhilc. In mi b»tt«r d'OO- p<*r nf.r 1<. •... t.rf... >,....-»
e). — liontt, uno più goMoso b..
e- 1 tro, si truce* io rhaufftur, le.
.< limone, •ti imiU 11 * teoff — i ii>> ^ ■
.ale d'alUrtne e quindi^ TU, a non kU ttcnc
fc'lù per 1a china. ine^^o n h«r> i
ài
••• ».
Il
< re i maschi si sbizzarrì'
.L<isoni e strava^iiti, ì-
dai cluoclii tfiim.isfi. ^ , ^. „^_ . ,.
— it*rv rfi von menméaivtmtwf, L'oilo •!
1- ricino!...
>- — Oh non ' " ■ •'onoldltiarbldaii*
:•. dentlztone... ^ i ite «off^r..., ma gu
c> le sono apunt- «««aqnattro denti.
. KMiaio n<i;e -«or»-!!*^ inni.';.'i<i. j i dmi.,iAi« Stanotte mio ni;i:;f'> fi.i iit!,'ato con me p<-r
.quio delle amiche di famiglia, le predichf rbè non poteva dormite ~.
LIQUORE
TONICO DICESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
G04 —
— Levagli le frutta a pranzo!
— Ah il min, in tre anni di matrimonio,
non s'è svegliato mai mai.... E sì che ho al-
lattati da me tutti g\i otto figliuoli...,
— Vuoi un rimedio veramente meravi-
glioso? Falle mangiare i confetti col rosolio....
— Non ne ho....
— {Coro}. Peccato!...
— In ogni modo, in mancanza di meglio,
prova a fa'le m;in.^iar dello zucchero.... di-
molto zucchero....
— Se non ne vuole! È di cosi di;Bci'.e
gusto!...
— Eh, figlia mia, non bisogna darla vinta
ai bambini.... Eppoi un po' di buon esempio....
Sacrificati a mangiarne tu.... e vedrai....
— {Con un sospiro). I sacrifizi per i tìgli non
sono mai troppi....
— {Coro). Coraggio!... —
I sacrifizi si moltiplicano con un cresoen'lo
spaventoso e.... di lì a poco si vede il fonlj
della zuccheriera.
Mentre finisco di scrivere è notte. D illa
finestra aperta giungono a me gli effluvi delle
acacie in fiore: nella quiete solenne della
campagna un rosimelo canta laggiù tra i
pioppi che ondeggiano sul greto.
Ed io penso allo sciame dei fanciulli dor-
menti, stanchi pei giuochi della giornata, li
vedo colle boccucce semiaperte su cui or ora
s'è posato il bacio della mamma....
Matelica, maggio del 1907.
Vincenzo Boldrini.
I GIUOCHI FANCIUI<LBSCHI
E LA PRIMA EDUCAZIONE DEL BAMBINO.
(A proposito di un nuovo libro).
Scriveva a ragione l'illustre Pitrè che " fra
le tradizioni popolari, i giuochi fanciullesrhi
offrono un campo spazioso di ricerche e di
osservazioni a quanti studiano l'uomo nella
sua vita intima e domestica, nelle sue rela-
zioni con gli uomini, nelle sue inclinazioni
e costumanze; e però non solo ai cultori del
Folk-Lore, ma anche agli etnografi e ai pe-
dagogisti, „
Specialmente ai pedagogisti, vorremmo
aggiungere noi, e non solo agli insegnanti
che hanno appreso dalla pedagogia le norme
per una sana educazione dei fanciiilli, ma
anche alle madri, a questo pedagogiste della
pratica, che nell'amore e nell'istinto materno
attingono quelle norme, che la scuola non
sempre apprese loro, ma che esse intuiscono
con marav'gliosa e commovente sicurezza.
Poiché è verità vecchia, ma pur sempre
lina grande verità, che la madre è la prima
e la migliore delle maestre, perchè educa più
che non istruisca, ed educa con amore e senza
annoiare.
Raccogliere in un volumetto tutte le pa-
role amorevoli nella loro semplicità, educa-
tive nella loro freschezza, che le madri inse-
gnano al loro bimbo non appena esso comincia
a comprendere e balbettare, è ciò che ha fatto
il prof. Giovanni Giannini in un interessante
volumetto (1) che abbiagao sott" occhio e che
vorremmo vedere nelle mani di tutte le gio-
vani madri.
Esse vi troverebbero non solo tutte le
più note di quelle graziose cantilene, fila-
(1) Giovanni Giannini, Sciogli! ingua, Indo-
vinelli, Giuochi fanciulleschi. Canzonelle, Fila-
strocche e storielle popolari, da sentire alla
prima educazione del hainhiho. — Firenze,
R. Remporad e Figlio, L. 1.
strocche, canzonette e storielle che tutti ap-
prendemmo bambini, (chi non ricorda con
una dolce commozione le carezze della mam-
mina giovine, che tocca il visino del suo di-
letto marmocchio e mormora :
QuesUi è la montagna
questa è la castagna
questo. è l'occhio bello
questo è il suo fratello,
questa è ia chiesina
e questo è il campanello)')
ma anche un bel numero di giuochi per tra-
stullare i loro piccini, di sciogli lingua {tre
tozzi di pan secco - in tre strette tasche stanno)
e indovinelli graziosissimi:
Io ho due conche - sopra nn pnte
passa il lupo, e non le rompe;
tira un filo - e mette un grido.
Ve-lo dico, e ve-i'Ò detto
ve-lo torno a dir di nuovo,
e se voi non capirete,
testa d'asino sare'e.
Ma oltre queste notissimo, la più parte
tolte dal Folk-Lore toscano, ve ne sono di al-
tra poco comuni, o meglio poco note a noi,
però comuni in alti-e regioni d'Italia. E giuo-
chi facili e difficili, regionali e locali, per
pochi bimbi e per molti.
È in complesso un volumetto interessan-
tissimo nella sua brevità (sono un centinaio
di pagine appena) e non possiamo non con-
sigliare abbastanza le giovani madri a porre
fra le mani dei loro bimbi questo intcì-essante
volumetto, che si trova in tutte le librerie
d'Italia, ed è consigliato e adottato in mol-
tissime scuole.
?.I.
PinoscAro •Sassoo,
ari pn-ownji «impania • Laxio < jmA frauM étU» Mirima MèrcmmlUt italimtm
ai tnuport» Ìt§U EmlfrmtUi.
COME SI ATTRAVERSA L'OCEANO
n questi ai-
timi anni,
r Emifrrazio-
11 e tran so-
ceaaica che
già del 1S9S
al 1900 aT».
va rag(;ianto
una media
annua osi-il-
* Unte intor-
no ai 169,000 individai, dimostrò una costante
tendenza all'aumento. Nel periodo 1901-904
evsa raggiunse il numero di 370,000 iadiTidnl,
in media per anno: nel 1905 si tocoò 1a ci-
fra di 447,000 e nel 1906 quella rUevantissIma
di mezzo mtUone.
A parte la considerazione ohe la nostra
emigrazione si Ta sempre pia trasformando
da pen>ianente in temporanea perchè il nu-
mero tende sempre più ad aTrioiDarst a quello
decH emit;rati. non sono da dlsoonosoer» gli
indi-^catibili %-antag(ri dell'omigrasione, nèal
può cuntestare che l'esodo delle nostre classi
lavoratrici, sia stato negli ultimi trent'annt
un fattore efficace del risorgimento econo-
mico nazionale ed abbia oontltuito un eie»
mento da prima non prevedalo di svtloppo
commerciale.
QuesU premessa è necessaria per oom*
prendere quale e quanta import ansa possa
avere sopra un movimento di pasnegflerf,
per quanto di terza classe4fena potente So-
cietà di navigazione. la quale tenendo anche
conto del movimento dei toaristi, possa in
ogni modo provvedere a che i viaggi degli
uni e degli altri si compia nelle migliori con-
dizioni possibili.
Una grande flotta mercantile nazionale
assume perciò in Italia l'a&petto di ana4ie-
cessila di primo ordine ed ha un fine nobil-
mente patriottico, quale è quello della eman-
cipazione del paese dalla sog^^ezione strauiera
nei traffici per le vie di mare. Fortunata-
mente ri soao orgaoisxatori tatelllgenU ed
aodaol, ohe hanno saputo ritiiiir<< e v4ntio
•empre meglio completa
mercantili, che rlspou<l
tutto e nella maniera U j.... i.wv.v..... ...»
nsoeasità della «ituazione.
Fra tutte, la più importante è qaella della
NatigatioH* OtmtraU iloltena.
Questa Sodotà. è rlsapaio. naoqae dalla
foslona della Società FImrt» # BmkmUimo.
Molti lettori ricorderanno che ta praei* i
mente con dae plrosoofl della Babattloo.
Lombarda ed il PMmumtt chs Otossppe <i
ribaldi apprestò nel 1860 la leggendaria f|
dizione dei Mille. I dae vapori furoDO n
tarati daifll incaricati del ComlUto rivoU
zionario Nino Bixio e Salvatore Casilglla, ed
il 4 ma</gio salparono dallo scoglio di Quarto
e condu«i4ero i nuovi argonauti a Maraala
Un'altra imprewa patriottica al com;
mento della quale conti ibvii un plrosT.-»'
della Rabattino, è quella di Carlo PUacai
che con 1 suol oompagnl s' impadronì del i
mscafo Cofliari che faceva rotta da Genova ■
Tunisi e con esso «1 diresse all'Isola di Ponza,
ove liberò 1 prigionieri politici e poi alta
•P»?gf» ^ Saprl, dove si svolse lo
ktArloo
Ls eooTSosioni posta
roDo alU Sooietà Babatt
i serrisi delta Sardegna.
Indie ed alU Società >)
della Sicilia, con dirama
nisi e quelli dell'AdrlaU
Nel 1880, Ignazio Florio m ìì»c*
tore, assieme a Raflkele BobatU no. '
sione deOe due Società, e le traitaUtt. ;^ .
rlte dal Oovemo. condussero alU oostitaxions
della yariga*iom4 GtMraU ItaUmmm.
n naviglio sociale oontava allora 89 plro-
60G -"
Piroscafo " Lombardo „
{dell'ex Società linbattino/. insieme al Piemonte,
trasportò la spedizione dei Mille a Marsala.
che
Piroscafo " Cagliari „
{dell'ex Società Ritbattino)
trasportò la spedizione Pisacane a Saprì.
scafi, della portata di 67,030 tonnellate di re-
gistro netto.
In seguito, e specialmente nell'ultimo de-
cennio, la Società per l'esecuzione degli im-
pegni contratti collo Stato e per lo svolgi-
mento delle proprie iniziative, oltre a curare
la trasformazione del materiale originario e
la adozione della triplice espansione per i
suoi apparati motori, provvide alla costru-
zione ed all'acquisto di un complesso non
indifferente di altri piroscafi. E così ebbe il
Cristoforo Colombo, il Galileo Galilei, il Mai-co
Polo e VEleitrico, per il servizio postale tra
Napoli e Palernrio; V Amerigo Vespticci ed il
Flavio Gioia per il servizio Civitavecchia-
Golfo Aranci; il Montenegro, il Serbia, ì\ Ro-
mania, il Bulgaria ed il Bosnia, per la linea
dall'Adriatico al Mar Nero e Danubio; il Le-
vanzo, il Favigiiana, Vis Jiia, il Capi-i ed il
Procida per la linea del Levante; il Liguria,
il Lomlardia, il Sardegna, il Sicilia e l' Um-
bria per le linee delle due Americhe.
Un programiTia di più vaste riforme circa
il rinnovamento della fletta veniva però trac-
ciato alla fine del 1903. Per esso la Società
die subito corso all'ordinazione di sei grandi
transatlantici per un importo di 50,000,000 di
lire. Delle sei navi il Duca degli Abruzzi, il
Duca di Genora e il Re Vi torio, furono re-
centemente varate, e la Regina Elena si va
allestendo nel cantiere di Ancona.
Finalmente nei primi mesi del prossimo
anno entreranno in esercizio anche le due
ultime navi di questo importante nucleo il
Principe Umberto ed il Duca d'Aosta, che si
trovano già in costruzione nei cantieri di
Palermo.
È noto il grande successo che ebbe lo
scorso anno all'Esposizione di Milano il pa-
diglione della N. G. I.
Sala di conversazione del vapore " Ke Vittorio ^ della linea Genova-Buenos Ayres.
Saia da pbaxxo dei Piboikafi •8ic:ma. » ' Sakm
PiBosCAf I * Sicii-iA «E * Saboeoka , : r
G08 -
Che cosa sia un grande Piroscafo moderno,
pochi Io sanno; tuttavia la mostra ordinata
con molta cura riusciva a dare, anche a chi
ne fosse assolutamente profano, un'idea della
vita di bordo.
Dal principesco salone da pranzo del Re
Vittorio, dalla sala di conversazione scintil-
lante di ori, dalla meravigliosa sala di mu-
sica, alle elegantissime cabine di Prima classe,
tutto interessava il visitatore, il quale, appa-
gando l'occhio in quegli splendori e pensando
alle trepide speranze dei poveri emigranti
ammassati nelle terze classi di certi Piroscafi,
forse ignorava che la nostra maggiore Com-
pagnia di navigazione, nelle sue nuove co-
struzioni e pei suoi nuovi acquisti — fra i
quali meritano di essere ricordati 1 tre ma-
gnifici transatlantici capaci ciascuno di più
di 2000 emigranti Campania, Lazio e Sannio,
— dopo aver provveduto agli agi ed al lusso
dei fortunati, non aveva dimenticato di con-
cedere le possibili comodità agli umili, ai di-
seredati, a coloro cui la patria non fu ospitale
e che sono costretti a portare l'opera del
braccio e dell'ingegno italiano in altri paesi,
lontano, oltre 1 mari senza confini.
Infatti, importantissime modificazioni sono
state introdotte dalla N. G. I. nei nuovi Piro-
scafi, per i passeggeri di Terza classe.
Piroscafo " Umbria „
Il grande scalone che conduce agli alloggi
di I e li classe.
esatto conto del grado di progresso che rap-
presenta il riparto della Terza classe nei Pi-
roscafi moderni.
Allora gli emi-
granti erano agglo-
merati in locali ri-
stretti, sudici, mal-
sani, senz'aria né
luce, male e scarsa-
mente nutriti: è fa-
cile immaginare in
quali condizioni di
pulizia e di igiene
dovevano arrivare
a destino quegli in-
felici, dopo aver
viaggiato per alcu-
ne settimane.
Ora non più: i
passeggeri hanno il
loro letto separato
e libero ; sono di-
stribuiti in vari ca-
chi non ha mai visto alcuna delle navi meroni divisi in due scompartimenti, uno per
mercantili addette fino a pochi anni fa al gli uomini ed uno per le donne.
trasporto degli Emigranti, non può rendersi Non mancano i locali speciali por i pasti,
Sul ponte di un tbansatlantioo della Naviga/. Gkn. Italiana,
**-
1
■^
1
»■ 1
Salone da pkanzo sul Pikoscafo
" Regina Elena -.
Sala di conversazione del Piroscafo
Maeco Polo „ linea Napoli- Palermo.
— itKj —
t'K t>oKMrrono
M III CLAMR
V DA PBAN
— (ilo
wmiimm
L'CKrt.i>xi.K. - Ih' u^t\t:ioK€ a lK.r\iv.
La cucina tii Ili
p4>r le do<x^ìe o per i bacni. ooatruitl aeoondu non potrà ad e«M mn-
le r«gole più miuuciOM dell'imene. tra i t>;i ■.>«■.•;:(.> n «li i ..
E poi : ambal«torì, farmacie, ospedali por qua!'
iKimlnl ed ospedali per dunne, per malattie d'tm
oomani e per tm»'»<» '"^-^ttiTe, ec che - . , — ,- -
Con ri4(ieiu- ' i noiosamente cn- perf-
rata l'alimenta. iii«rant« sotto il I. razione inirodatu In qa«sl«
Mplenie e rlgoros nirono del Comandanti mo<l' v - ' -nt ^ll sMoeu*
e dei Re^i Comml^s«ri. sor) ' passeggeri
Per tn lil^rantr vp'r.Hri. t« mtrVn orart*». Il fa irtulonedl
che I ! r.i'ir.o jM'i l>a-nbini oh* per
la (1 non riescuno sempr* gra-
por
La CABIVA
' l-AKATI MaBCOHI.
Il <ii ■:.
DKl XI <V| I III
I GIGANTI DEL MARE: Il varo della nave Europa. — De-
scrizione di un grande transatlantico moderno. — Altre
grandi navi della Società di Navigazione "La Veloce,,.
I lettori deWAIniatHirio Italiano ebbero,
nell'edizione del liiU7, breve notizia delle
origini della Societ<à La Veloce, del suo con-
tinuo e rapido progredire, dei servizi ma-
rittimi cbe attualmente esercita, della sua
flotta in parte giovane ed in più gran parte
giovanissima, composta di grandiosi transat-
lantici quasi tutti costruiti in cantieri nazio-
nali e meritevoli di stare a confronto coi mi-
gliori navigli esteri.
Seppero anche degli adatlaraenti di sfar-
zosa eleganza e vera signorilità per p.sseg-
gieri di prima e di seconda classe di cui le
unità di tale flotta sono munite e delle co-
modità del tutto eccezionali che sui vapori
della Società riscontransi negli alloggi per
emigranti, ricchi di aria e di luce, ben di-
sposti, mantenuti in perfetto stato di net-
tezza, fatti oggetto delle più premurose cure
ed attenzioni degli equipaggi.
Ebbero già oci asione i nostri lettori, di for-
marsi una giusta idea della bontà e regolarità
dei servizi tutti di bordo, per ogni riguardo
ini^punt.ibili, e di quanto Insomma, nei ri-
guardi della Società La Veloce, dimostra in
modo inoppugnabile com'essa, conquistato
già da tempo un posto ragguardevolissimo
tra le comiiagnie italiane e straniere cheeser-
cilano servizi postali celeri fra l'Kuropa e le
Americhe, prosegua ardita ed intrepida verso
ulteriori espansioni, sempre migliorando i
propri servizi, aumentando le proprie bene-
merenze : in una parola conferendo prestigio
sempre maggiore, sui mari, alla bandiera na-
zionale.
* *
Questa volta V Almanacco non può non ri-
cordare un avvenimento che, già ansiosa-
mente atteso, si compi felicemente il 10
mar/o 1907, facen-io convergere verso la So-
cietà La Vduce 1 utienzione e Io vive simpatie
del pubblico e dimostrando ancora di quali
ardimentose iniziative e mirabili energie possa
andare orgogliosa la rinomata Compagnia di
cui parliamo.
La mattina di detto giorno si varava dun-
que a Palermo, in quei magnifici stabilimenti
dei Cantieri siciliani, il grandioso transatlan-
tico Eiiropii, costruito per conto della Veloce,
e specialmente destinato al servizio della linea
di New York.
A dare un" idea della borezza e della gran-
diosità della nave, della modernità e signori-
lità dei suoi adattamenti, del confort che offre
ai jjasseggieri di tutte le classi, delle eccel-
lenti sue qualità nautiche, gioveranno le sem-
plici indicazioni delle sue caratteristiche ed
una rapida descrizione delle varie sue parti.
Ij' Europa, piroscafo a doppia elica, venne
impostato nel giugno del 1905, e fino a quella
data nessuna nave di uguali proporzioni era
stata costruita od impostata nei cantieri ita-
liani.
1j' Earojia misura infatti m. 138,57 in lun-
ghezza, m. 16,27 in larghezza e m. 11,92 in
altezza.
11 piroscafo è a quattro ponti, con un ponte
passeggiata superiore ed un ponte tenda. Spo-
sta a pieno carico tomi. 10,500: ha una stazza
lorda di tonn. 7870 e netta di tonn. 4547: la
sua portata è di tomi. 4^00.
Le due motrici di cui il vapore è mu-
nito, sviluppano oltre 6000 cavalli a vaporo
di forza, imprimendogli una velocità di circu
quindici miglia e mezzo all'ora.
1,' Europa trasporta un centinaio circa di
passeggleri di classe, ai quali il piroscafo of-
fre quanto di più modernamente sfarzoso si
possa pretendere e produrre in fatto di adat-
tamenti di lusso. E cosi: salone da pranzo
decorato cou novità di stile ed artistiche
G14 —
riroscnfo "Europa,, — Cabine ni prima classe.
rh'oscafo " Europa „ — Salone da pranzo.
t'tio9eaCo • /
— Gir, —
Piroàcufo
'opa. — Ambulatobio annesso
all' ospedale.
bizzarrie di addobbo, salone da conversa-
zione, salottlni per fumatovi e signore, sala
da musica, camere per toile'.te, cabine di lusso
spaziose e fornite di mobilia in mogano: ogni
confort adunque ed il tutto terminato con
gusto ed eleganza, e disposto coi criteri delle
più raffinate esigenze.
Il piroscafo alloggia poi colle mnssirae
comodità circa millesettecento emigranti di-
stribuiti in vastissimi ambienti, bene illumi-
nati ed arieggiati. Per tale categoria di pas-
seggieri V Europa ha anche ampi refettori in
cui gli emigranti ricevono i loro pasti sanis-
simi ed abbondanti col massimo ordine, poco
avendo da invidiare, anche per tale riguardo,
agli stessi passeggieri di classe.
Oltre gli accennati adattamenti per pas-
seggieri di prima e terza classe, sono vera-
mente notevoli:
Li'ospeddle per malattie comuni, situato a
proravia, sufficiente per ventiquattro uomini
e dodici donne e costituito da ambienti bene
arieggiati ed illuniiiiaLi e forniti di tutto il
materiale medico e chirurgico rispondente al
più moderni trovati della scienza. Sonvi inol-
tre a bordo altri due ospedali per malattie
infettive, capaci
complessivamente
di venti infermi.
La cucina di
terza classe, che
dispone di sei cal-
daie mbvibill me-
diante viti, e suffi-
cienti per prepa-
rare in una sola
volta il vitto per
la totalità del pas-
seggieri.
L'ampia came-
ra fri(jnriffra a
poppavia, con op-
portune divisioni
per lo stivaggio
della carne, del
pesce, della frut-
ta, del burro, del-
la verdura, del
ghiaccio, munita
di apparecchio re-
frigerante Hall,
Le cnnilnif>t>, il warello, la pnsfìccerìa, \%
pa>ielterifi,\\ forno, la cncina ili prima clnsfie.
Infine gli olhxjyi del comandante e degli
ufficiali, situati sul ponte te-ida e quelli
dei macchinisti in coperta ed in conispon-
denza col cofano delle macchine.
Va rilevato ancora che tutri gli alloggi
od i saloni sono muniti di caloriferi a va-
pore e che la Intera nave è Illuminata a
luce elettrica. La corrente necessaria viene
fornita da tre complessi elettrici della ri-
spettiva potenza di venti kilowatts.
Tu' E'iropa è Inoltre provvisto dell'ap-
parecchio radiotelegrafico Marconi.
Alla Veloce, promotrice insieme alla Na-
vigazione Generale Italiana (colla quale con-
tinua ad esercitare l servizi celerissimi com-
binati per New York e pel Piata), di un rapido
e meraviglioso sviluppo dellamarlna mercan-
tile italiana, oggi che questa, per effetto dei
nobih sforzi delle due potenti Compagnie, è
in grado di fronteggiare con successo nel no-
stri porti la bandiera straniera che soltanto
pochi anni addietro manteneva incontrastato
il monopolio dei più importanti tiaffici ma-
rittimi nazionali, va attribuita molta lode per
avere aggiunta alla propria flotta un'unità
splendida come l' Europa, tanto rapida da
compiere, com'ha già fatto, in meno di do-
dici giorni, la traversata Napoli-New York.
Del resto V Europa, per quanto la sua en-
trata in servizio abbia costituito, come ab-
biamo detto, uno degli avvenimenti marittimi
più salienti della vita marittima italiana di
questi ultimi tempi, non rappresenta l'iinica
prova data dalla Té'^oce nel 1907 dello spir'to
d'Iniziativa ond'ò animata.
Per suo conto infatti, poco dopo l'inizio
dei viaggi deW Eìirop-^i , inipostavansi a Muì:-
giano, negli Stabilimenti dei Cantieri Navali
Riuniti, due altri colossali piroscafi, del quali
ci limitiamo ad indicare le principali carat-
teristiche :
VUU>bCAi;'0 ' AltUÌi>ii>A ,
r«r ni»tH 1
'!
'iu()>< AKo " Brasile
•ino tnoomincfare a navigare Terso la floe e la refitkiHlA e pfrlofUc^Ui «IH »!•??<.
Hfi 1906. pre mant- : .'■
Al rinnoramento del materiale impiegato hanno as-^
nella I.fnca rtol VìutA. 1a TV7«w provvoirva alone «<■
«li I '. partenae
i» stato di «.
di - > e le «Jd. . •
loru; uucitH> 4ii uavl riki4<l« « moderai»- quello di c)awt« «•r«iu«g«ii'<i' .
Coxsiouo o'Amxixutkazioxx d: lla Sociktà la veloce.
'irfemf e: Solmri comm. Pietro: r,.m»igUeri: Branelll prof.eaT. Durocnioo. Ca«anoTacsv.Fran-
ccjion. Crespi comm. Agostino. Faaalni bar. Alx-rto. Uallulti bar. Trtatatio, MaleDcblnt
march. Luigi, Bossi Maùrtiol conte oomro. Oerolamo, Mnafort iM rtgmo.
DnunroBS OnntALS i>pli.a Sotirtà:
Broncllt
Flotta deUa Società.
n-..f t «'.manico.
PIB08CAFI
XUitt l«N«
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Csralli
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affa ^r»
■iriu
1446
15.47
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ABoiormtA (doppia elles) . . .
Bba = -- '" -a etlrai . . . ^
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Cu. NO
Citta m T kiso .
KXJBOPA (doppia eli. ..
Italia (doppia elica
NOBD Amkmca . .
Savoia (doppia elica
Vesk/xela ...
N. N. (In costruziori
N. N. (In costruzion
4966
6095
S86T
8848
8ft88
7870
6017
4919
5089
8878
1»000
8000
16
90
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91
88
86
63
42
61
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SOM
9067
9781
3761
4646
80«7
3891
8099
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30
81
61
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64
81
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6000
5800
8800
9560
808»
8000
6H0O
4no
6100
84S7
7i»00
7ii00
XFLO
XHPD
SMOW
K MttL
MMAO
PONE
PWNT
QTBJf
HOMB
iiUNK
- 618 —
UFFICI, AGENZIE SOCIALI E CORRISPONDENTI
incaricati della vendita dei biglietti.
UFFICI SOCIALI: Direzione Generale della Società - Genova, Via Garibaldi, 2 (Palazzo Gnm-
baio). — Sede Succursale - Napoli, Via A. Depietis, 62. — l'ffici ^'Emigrazione - Gk-
NOVA, Salita San Giovanni di Prò (Bimpetto alla Stazione Piincipe) - Nai-oli, Via Oronzio
Massa (Palazzo Salsi) - Messina, Corso Vittorio P^rnannele, 90 - Palkkmo, Piazza Ma-
rina. — Ulficio p(rss"<jgieri - Milano, Via Carlo Alberto, 1.
AGENZIE E CORIIISPONDENTI INDIRIZZO TELEGRAFICO
Ancona .... Goffredo Novelli Novelli
Anversa. . . . W. Kaydt & C. Canal au Sucre, 37 liaydt
Barcellona . . Canadell y Villavecchia Cnnadell
Basilea. . . . Kaiser & C. Elisabethenstrassc, 58 SlmU
b.
\\
Piroscafo " Italia „.
Berlino . . .
Buenos-Aires
Bruxelles . .
Cadice . . .
Colon. . . .
Corinto . . .
Callao . . .
Caracas. .
Cartagena. .
Catania . . .
Curacao. . .
Firenze . . .
Francoforte .
Las Palmas .
Lima ....
Livorno . . .
Londra . . .
Londra . . .
Madrid . . .
Marsiglia . .
Montevideo .
Nuova York .
. Cari Stangen, Untar der Linden, S Weltreisen
. P. Christophersen, 250, Heconquista Veloce
. J. Gielen-Bobette, Rne da Marais, 72 Givlen-Hobe'.td
. Viuda De R. Aloon Y. F., Lerdo De Tejada Alcon
. J. Fidanquc Veloce
. E. Palazio & C
. Lorenzo Delaude
. H. L. Boiilton & C Boulton
. Juan B. Mfunero & C Mainerò
. Pietro Marano Marano
. Viuda de John Gaerste Gaerste
. F. Henry Huiubert, Via Tornabuoni, 20 ...... Hanthert
. J. Schottenfels & C lieisebitreau Scholteu-
. The Grand Canary Coal Comp. Ltd Veloce [ftla
. Lorenzo Delaude
. Agostino di Carlo Gori Gori
. Sewel e Crowther, 18, Cockspur Street
. llethorington F. W., 163* Strand Ship
. Fernando Poin.i.dor, Preciados, 27
. Marie Morcau & C, llue Sainte, 42 Marie Mureaii
. A. Piaytjio Veloce
. Hartaeld, Solari, & C, 50, WttU Street Veloce
IK K C(ittUlSI*OhUKN
Palermo i io
Parigi («, l'i«c« d« rOprm .
Rio J.vio ro nMiilt» lt»lo-l)rm«ilt»no .
R.i 11.1 "•*«, l'orso Umberto 1. !«"••» .
H.' ' .1 .r>o rmbrrio l.«nif.vUT«.iti ■
San Callo 1
San Paolo . !'• - o«»l« Italo Brmalllano . >
Santo» ... 1' ' Ittdo Brasllianu
Tantrìfl* . . . T' <tf Comp. I^nt
Tonn« V 1 ^Ijocapa, S • Viarr» t\a,lfllo
T' >str ■ * C
UOi:io V •' PrcfBttara, 1« . ; .
Venetia . tmlt-lii l'anlu di Ota^epp» . . rr,if»ttrdo
Vienna . . Sobenker fc C tkhouerlng. I . heitrhmr^am
XB. - Oltre 1 saddetti DfBei. Attornio 8<M!iall p « orrl«pondentl tono Inoarlrail d*ll
dei biplletll di pa»s.it't:io »..,-),. I» iriti Thos f,..,k k Sun Al U.iulra (LudtfaU-.t
1 auoi Uffici.
PiBOHTAro •Batoia.
À
Vapobe tipo " Toscana „ e " Ravenna.
ITALIA
Società di Navigazione a Vapore
SEDE IN GENOVA
Capitale Sociale L. 20,000,000, Emesso e versato L. 12,000,000.
La storia breve ma lusinghiera di questa
giovane Società è costituita di vittorie e trionfi
sempre maggiori, dovuti alle eccezionali qua-
lità dei piroscafi modernissimi, adibiti alle
Lince di navigazione esercite.
La Società "' Italia ^ fu tra le prime ad
inaugurare la serie di quei poderosi transat-
lantici che da qualche tempo la nostra ma-
rina mercantil'-, con febbre nuova di pro-
gresso ed energìa, slancia quasi ogni giorwo
sul mare.
Fondata, con atto 6 maggio 1899, a rogito
del notare Sciello di Genova, il 4 novembre
del successivo 1900, intraprendeva col va-
pore " Toscana „ allora allora varato dal can-
tiere Oderò a'ia Fpce, la serie dei suoi viaggi
regolari sulle linee del Piata e Brasile.
Il 10 aprile del 1901 salpa-
va pure per la prima volta dal
ponte Federico Guglielmo del
porto di Genova, il piroscafo
^Ravenna „ (gemello del primo)
sempre alla volta dell'America
Latina.
È tutt'ora vivo il ricordo
dell' ammirazione e dell' entu-
siasmo destato da questi nuovi
tipi di vapori, sin dalle prime
partenze.
Perche infatti essi, colle loro
magnifiche forme, qualità nau-
tiche eccellenti, installazioni in-
terne razionali e studiate in ogni
particolare, presentano tutte le
comodità e confort desiderabili
dai passeggieri, sì di prima ohe
di terza classe.
Ma la Società " Italia „ ormai
slanciatasi nel traflaco non do-
veva aiTCStarsl, bensì migliorava e comple-
tava i servizi con altri vapori espressamente
costruiti.
Nel 1905 la flotta sociale fa aumentata di
altre due unità, 11 " Siena „ ed il " Bologna. .,
L'uno costruito dal Cantiere Oderò di
Sestri Ponente e l'altro da quello dei signori
Harland e Woltf di Belfast flrlanda), ciascuno
di tonn, 4000 circa, con due macchine e dop-
pia elica e una velocità oraria di miglia 13
e ^/o, posseggono oltre ad una splendida 1»
classe capace di 70 pei-sone, anche degli in-
stallamentl per 1289 emigranti, terminati in
ogni loro parte a seconda dei più recenti
sistemi in uso, ed a norma delle leggi e dei
regolamenti vigenti.
Questi splendidi vapori hanno assicurato
Vapore- " Bologna,
Oaadsr»«to In ta! tnndo II r«T<>re
Miino « Ul aopo oostrnen-
TiiK.niati oatituTl InRiest tre
» Sp.*rd*(k , i quali
all« etlpeiiM delU
.1, ..... ... .... ^razione ed • qaelU
DlslooMnento 11.000 toan. C«|>aoiU di <
r'.oo tono. 9000.
ClMM dH R. I. 100. A. 1. I. KftT. L. (T. i
• LLOTD B. 140 A. 1.
Scafo In scolalo • dna nuMvhiT
a trlpUoa Mpan<; - '^■
dna «Ikte: vaio
XhM oaldarit
neranno per i »•
boniU oapad di
carbon. .
lue.
Caììlna vi LUttM>. VaPuHI " ^^nu , K " ttolugt%4t
sii:
!"•■
e p»à •"■•■ *»'-
Oltre rbe a .
tavole, pancl}<<.
D«ceaittaperelien;;nnnnpo«Mi pr-
dure I propri paaU comodai— af -^
dato ed al ooperto, I vapori e<i
coatra Iti In maniera eba 1 pao»<
glert di I* Claaae avranno anrbr
toro «adnsiva dispo«lalooa tatt"
ponte di coperta ed 11 ponte aapeiiora.
pma a poppa, ooeia ana aaperAote di ol*.
14W mrtri «U p«««*r'*««'^ ^
più meticolosa degli StaU UniU del Nord
America, ma anche a tutto ciò ohe poaaa va-
nir richiesto dalle proip-edite la^rgi avvenire.
Le reoenU tntfravtfflloae oo-
strazionl di col le grandi marina
del mondo si sono arrlochlte e
nelle quali l'ornano intelletto ha
eM 1 li > tutta la sua potenza.
■orae nnlla póma orgl
i rato nella formaziooa
«1 ,... „afo che deve portare
nel suo grembo tante rite e tanto
energie: e anche questi dell** //a-
ìla . nnntrannn in sé, dòj^e di
meglio, la so'.i litm, la alc#eaza,
l'igiene e l'iàfiiatrua poasono ri-
chiedere.
Questi vapori Intraprenderan-
no la loro via sul mare nel mar -o
■ d aprile prossimi e porteranno
; bei nomi iullci di " Amanta, V*-
, onn, Taormina. .
Ei-co le loro caratteristlebe:
Lnngher7.a m. 153. Larghezza
m. 17.60. Altezza m. 11.75. Sai^ *"" rt^iAioju. > a4-u« omm. , a
■.•Umoi
iU<»j'
~ ()22 -
tale comoda novità vi fu apportata, perche
anclie i dormitori ebbero quella del riimo-
vamfuto costante dell'aria e contemporaneo
risi-aldamento o rinfrescamento, per mezzo
dei così detti " thennotanks, „ uno degli ul-
timi trovati della scienza.
Inoltre a garantire sempre più la sicu-
rezza del via;,'gio saranno impiantate le grue
" Weìin Davits „ per la rapida e sicura calata
in mare dalle barche di salvataggio.
La sorte arrida ai nuovi vapori e la So-
cietà Italia, avrà l'orgoglio di aver contri-
buito con ogni sua possa a render prossimo
per la patria l'avvenire glorioso che le rapide
comunicazioni con lontani paesi, gli scaAibi,
i traffici, l'industria e la virtù della sua gente
le vengono preparando nei secoli.
Tipo dei nuovi vapori " Ancona, Verona, Taormina.
' mA'ENiMErfri '
PIÙ IMPORTANTI
(Ottobre xgoó - Settembre 1007).
OTTO K Iti:
:i«' con è rUiv
-esk*nl rio: «ot
< r«zlo> stl la !
4«oruo e la i.»
a un »*- quindh .
i> delle seuonl, non no- oim *al colpo.
{50. 7. Roma — IX GongrcMO
•■ tra ijii.-
^ (/W-V'- 'i'W n't
. _ si,t..ro doi'h irm.i'.-atl dell» l>ToHc- Ir» r!^mi!«tl. «1n1a.-.
■-■». t''
-lenKm I
delegato ita:
■' riMVU a
^ - Il mlnUtro de/Il afftrt «Meri
laui; ics^u.Ti. : ^i-iah d-_- ii. .u <'.; !-:>:• r-, a. iin monarchia auttro-aiigartoa e*:-r-- -
L'Olio Sa5sa Medicinale semplice, iodato ed eauUloJUtj è U ricottltitJlt ••wtns
■^ G24 -
all'àmbasciai-orè itaHano 11 rincrescimento
del Governo reale d' Ungheria e suo, per
le violenze subite dai cittadini Italiani a
Sussak.
3. Itoma — Piimo Congresso soc alista fpiu-
niinile, presieduto dalla russa Balabanoif.
12. Eonia — Luigi Luzzatti è nominato nii-
nistro di Stato.
13. Per comune accordo fra i comitati di Pie-
troburgo e di Londra la progettata visita
di una delegazione inglese in Russia è ri-
mandata a tempo indeterminato.
15. Durham (Inghilterra Settentrionale) —
Gravissima esplosione nelle miniere car-
bonifere: numerosi feriti, 3t) morti.
16. 11 sottomarino francese Lutiti cola a fondo
all'entrata del poito di Biserta, con 16 uo-
mini dell'equipaggio. Dopo lunghi ed emo-
zionanti tentativi per ricondurre a galla il
sottomarino, si trova che tutto l'equipag-
gio è morto.
„ Torrenti di fango danneggiano gravemente
molti comuni vesuviani.
17. Milano — Arrivo dei Sovrani, che per la
terza volta vengono a visitare l'Esposizione.
„ Parigi — Dimissioni di Sarrien, presidente
del Consiglio, per motivi di salute.
„ Seneca (Carolina del Sud) — I negri incen-
diano e distruggono completamente il co-
mune per rappresaglia contro le vessazioni
dei bianchi.
18. Gravissimi cicloni devastano tutta la parte
occidentale di Cuba; ad Avana 20 morti.
„ Una fortissima tempesta devasta le coste
orientali della Florida, gli isolotti Key e le
isole Bahama; al Guatemala e nell'Houdu-
las si segnalano pure enormi danni e nu-
merosissime vittime.
^ lioma — Arrivo del Segretario degli affari
esteri germanico von Tschirschky.
10. Parigi — 11 Gabinetto francese decide pre-
sentare le proprie dimissioni al Presidente
della Repubblica, in seguito alle dimissioni
offerte del presidente Sarrien.
r, Porto Empedocle — Scoppiano gravi disor-
dini in seguito alla diminuzione della per-
centuale dello zolfo in provincia di Catania.
La folla distrugge gli uffici alla stazione e
dà fuoco ai carri.
20. Parigi — Clemenceau, incaricato di for-
mare il gabinetto, offre a Picquart il por-
tafoglio della guerra.
n Pietroburgo — Un ukase imperiale ordina
l'abolizione di tutte le restrizioni di classe
per ciò che concerne gli impiegati e le ca-
riche dello Stato.
21. Venezia — Varo del sottomarino Narvalo,
quarto della flottiglia in costruzione.
^ Vienna — Dimissioni del ministro degli
esteri Goluchowski
22. Intra — Fine dello sciopero del tessitori
verbanesi.
23. Napoli — Il Re s'imbarca sulla Umberto I
per recarsi ad assistere alle manovre na-
vali di Taranto, che coniiuciano il 25 e ter-
minano il 28.
23. Moti cartisti in Catalogna.
fl Costituzione del nuovo Ministero francese,
con Clemenceau presidente e Pie in art mi-
nistro della guerra. 11 Gabinetto è formito
con 6 membri del precedente Ministero e
6 nuovi.
24. Vienna — L'Imperatore fa personalmente
una visita di congedo al conte Goluchowski,
ministro degM esteri dimissionario. Il ba-
rone Aehrenthal è nominato in sua vece.
Anche il ministro comune della guerra,
Pitreich, dà le dimissioni.
28. Budapest — Trasporto solenne delle ce-
neri di Rakoczky e degli altx-i esiliati del
1715, dirhiarati allora, dagli austriaci, tra-
ditori della patria ungherese, per cui ave-
vano combattuto e sofferto, morti e sepolti
a Costantinopoli.
„ L'ambasciatore giapponese a Washington
presenta al Governo degli Stati Uniti le ri-
mostranze ufficiali del Giappone contro le
disposizioni prese dallo Stato della Califor-
nia che vietano ai fanciulli giapponesi di
frequentare le scuole per i bianchi.
n Ad Atlantic City (New Jersey) crolla un
ponte girante mentre passa un treno: nu-
merosi i morti e feriti.
„ Un ciclone distrugge parecchie città del
Messico.
NOVEMBRE
1. Una terribile mareggiata si scatena sul li-
torale nizzardo producendo ovunque danni
gravissimi e specialmente a Nizza. Anche a
Venezia l'alta marea allav'a piazza S. Marco.
3. Berlino — I delegati della Conferenza ra-
diotelegrafica firmano il protocollo della
Convenzione; non firmano i rappresentanti
del Montenegro, dell'Egitto e di qualche
altro Stato minore; firmano con riserva i
delegati dell'Inghilterra, della Francia e
dell'Italia, questi ultimi dichiarando di vo-
ler mantenere i contratti in vigore con Mar-
coni e col Montenegro.
4. Roma — Convegno dell'Associazione dei
Comuni italiani; i delegati, il giorno stesso,
sono ricevuti dal ministro Maiorana, al qua-
le espongono i voti del Congresso.
5. Parigi — Riapertura della Camera france-
se; dichiarazioni del presidente dei mini-
stri Clemenceau.
fl Portsmouth — 300 marinai inglesi si am-
mutinano, come protosta per la punizione
inflitta ad un marinaio ribelle: gli ammu-
tinati saccheggiano il quartiere degli uffi-
ciali; parecchi feriti e 100 arrestati.
6. Pietroburgo — Sono pubblicati i conti
consuntivi della guerra russo-giapponese:
le spese militari ammontano a 4 miliardi
e 750 milioni.
^ New York — Elezione del nuovo governa-
tore dello Stato: riesce eletto, con circa
60,000 voti di maggioranza, Hugues repub-
blicano contro Hearst democratico. L'Hearst
aveva per piattaforma elettorale la lotta
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li ...... I, H.^Uji^ione
dr-iiL- IDI. r Hepara-
zionf, N'.ta;. . 103 on
orditi*? dei (;K>r:)o cne approva ic dtelllarA*
zioni del Gorerno e respinge ogni agglonui
«ila !»«frr*».
:^iglio drt m;
•tto di legg-
ente aottop'-
e ;:u i'rucutv r^icqaisto del palaxto i'aroc^c
a Honia.
14. <;• nova — Il TrttNioale aoapendo i> Ai-
v-Ti^-i. IT- 'I-I proceeeo promoseo ■'
r/' ' » / s I . 11 Mflanoxontro II '
he lo ftTeTa%7cusftto •:
all'esaarimento di altr.>
so contro altre penion> .
ana bomba nella ba
il fWinioo tra 1 fedeli
d<>lla F«<1
ri r1<') mai
neldelQai
oeMUii dai:!
, Seattle (Suui <.:
sima collisone ti.
qaest'uliitno cnt.
20. In tutta la Fi.
ventarl dei beni
22. Partjfl - T - '
Senato vot.i
(ft<tlativ3 a-
a ì:k>'
etano gii n
Vtfentato contro Febi-
a "...rito d«-l auitan*», «-fi
l'orm inatatento li
italazione.
■ -li al Ho ,1 !• . ,
pa-n..
riin.iiio ii-
23. Vi»na d. 1
Giorgio I arriva o^^ki .. '
prandi forte. Al?a vr.»
Corte, dov*" ' ■'••■ •*
brindiai ini;
24. GenoTa
•odasinne fra ir>i impo-iraii nn;:iin:>
ber» l'oatrailovlaao per proteeUrr
la nianoAta pccseaUJdoiie del asc
diakci
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VKNOUW PRESSO IL rKEPAK.ATOKE .V KIMINI - l'iiK/./.<y. I.. 1.
- G2G
So. La Canea — È ufR-ialmente annunciato
il prossimo ritiro della gendarmeria ita-
liana.
„ Pietroburgo — È pubblicata una legge che
abolisce, col 1» gennaio 1907, la dimora ob-
bligatoi-ia dei contadini nei villaggi a cui
appartengono.
^6. Roma — Il Ite di Grecia fa visita a Pio ^.
^ Roma — Ferdinando Martini presenta le
proprie dimissioni da governatore dell'Eri-
trea.
„ Roma — Un inconsulto sciopero dei tram-
vieri, scoppiato quattro giorni fa, ha fine
oggi per esaurimento. La Società licenzia
tutti i tramvieri ed apre le iscrizioni del
nuovo personale.
„ Livorno — Sciopero generale nel porto,
in segno di protesta contro il disservizio
ferroviario.
„ Malta — Pubblicazione di un' ordinanza
reale che stabilisce la piena libertà dei culti
religiosi in Malta.
27. Roma — Partenza di Re Giorgio che la-
scia 3000 lire da distribuire ai poveri di
Roma.
„ Roma — Riapertura del Parlamento. L'on.
Biancheri presenta le proprie dimissioni,
che sono respinte all'unanimità.
23. Brindisi — Arrivo da Roma di Re Gior-
gio di Grecia, il quale si imbarca immedia-
tamente sul yacht reale Amphitrite; il giorno
stesso parte per il Pireo.
„ Annen (Vestfalia) — Terribile esplosione
in una fabbrica di roburite e di altri esplo-
denti. La fabbrica e molti caseggiati vicini
sono completamente distrutti: 40 morti e
104 feriti.
29. La torpediniera italiana 137 S. Investe
alcuni scogli e naufraga presso Cala Fu-
miera (Isola Favignana).
30. Vienna — Alla Camera avvengono gravi
scene fra tedeschi e czechi durante la di-
stribuzione dei mandati per la Boemia e
la Moravia.
DICEMBRE
1. Manciuria — Le autorità giapponesi con-
segnano Niu-Ciuang, il maggior porto della
Manciuria, alle autorità cinesi a quattordici
mesi di distanza dal trattato di pace fra la
Russia e il Giappone.
„ Madrid — Costituzione del nuovo Mini-
stei'o, con Moret presidente del Consiglio.
Ma non vive che due giorni, dimettendosi
il 3.
2. Fine dell'ostruzionismo doganale con in-
successo completo, tanto negli effetti im-
mediati quanto in quelli remoti.
3. Madrid — Firma di un appordo tra il Go-
verno spagnuolo ed il Governo francese,
per un'azione comune al Marocco.
4-. Camera dei Deputati — Esposizione finan-
ziaria del ministro Maiorana. Gli avanzi
dell'esercizio 1905-1906 sono accortati in
L. 63,521 ,à8é, che il Ministrò propóne di
impiegare per '25 milioni al miglioramento
dei servizi postali, telegrafici e telefonici,
per altri 25 nei lavori dei porti e di svi-
luppo della naviga2ione interna, 5 milioni
come primo fondo di un mnnte speciale
destinato all'acquisto di insigni opere d'arte
e altri 5 milioni in lavori e provviste ri-
chieste dalla marina militare.
4. Genova — Sciopero dei lavoratori del mare;
principia a bordo della L onbard a, che do-
veva salpare per l'America, e si estende in
tutta It-ilia.
„ Madrid — Costituzione del nuovo Gabi-
netto, col march. De la Vega de Armijo pre-
sidente.
„ Washington — Roosevelt, presidente della
Confederazione, nell" aprire la seconda ses-
sione del 59» Congresso, comunica alle Ca-
mere un messaggio nel quale tratta am-
piamente di tutta la politica interna ed
estera degli Stati Uniti. Ha parole severis-
sime conti-o gli ?tti di ostilità verso i giap-
ponesi usati in California.
5. Roma — Firma del contratto fra il Mini-
stero della marina e la casa americana
Midvale per la fornitura di 2100 tonnellate
di corazze per la nave ita'iana S(in Giorgio.
„ Napoli — In seguito ai gravi disordini fra
gli studenti, che ijroti^stano contro i nuovi
regolamenti, il Consiglio accademico deli-
bera di chiudere l'Università fino ad or-
dine ristabilito.
„ Atene — Il Presidente della Camera ri-
volge voti cordiali e caldi ringraziamenti
alla Camera italiana ed al popolo italiano
per l'accoglienza fatta in Italia al Re di
Grecia ; indi la Camera delibera di far stam-
pare il resoconto della seduta e di inviarlo
al Presidente della Camera italiana.
y, Bucarest — Firma del trattato commer-
ciale italo-rumeno.
6. Genova — L'assemblea generale straor-
dinaria della Federazione nazionale degli
armatori delibei'a il disarmo delle navi, ec-
cezione fatta per i servizi postali, e fino a
nuova deliberazione della Federazione, in
seguito allo sciopero dei Lavoratori del
mare.
„ Vaticano — Nel concistoro pubblico il Papa
impone, in forma privata, il cappello car-
dinalizio al cardinale Giuseppe Samassa,
arcivescovo di Agria in Ungheria, creato e
pubblicato nel concistoro del giorno 11 di-
cembre 1905. Segue il concistoro segreto
nel quale il Papa provvede tra l'altro alla
chiesa patriarcale di Gerusalemme, di rito
latino, con mons. Filippo Camassei, pro-
mosso dalla sede metropolitana di Naxos.
8. Il conflitto tra la Francia ed il Vaticano
s'inasprisce. Alla vigilia dell'applicazione
della legge sulla separazione il Pontefice
vieta ai parroci francesi di fare alcuna di-
chiarazione e di continuare l'esercizio del
culto pubblico. Per rappresaglia il Guarda-
CUCINE
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VENTILAZIONE
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FEDERICO DELL' ORTO & C.- MILANO
•ti*
9. Il
are v«r- 12. I'*n»l ~ PerqQlirixion* nH pilatto d^tto
■ tu I p«r. >'„„r«aMtm f «frat!.. di wt-n*. Mint»irnlnl
i<lta«ri«. « rasptDt* con voti
.wiu* — In -•■----■ .
L' ma:
KVOTO PaTMIABCA di (iKRlKAI.KMME M<
( Vtd, « dietmbr* - Ft. A. Croee).
. Parigi — II !tJ?nor Robin ed il direttore
iella nrHta l.a ff<»w'M'»»<7»t<-«». Martfnft. pren-
rl-
lo
per un aau.o.
, Londra — La Camera del Comoai approra
con 317 voti contro 89 Vpropoata del Go-
Temo, di respingere in blocco tatti gli
emendamenti introdotti dai Ix>rdi nel pro-
getto per l'istrozioDe pabblica, o Bimeo'
tion bill.
delle signore e signorln** di PadoTa.eaolu-
dal voto dalla Corte d'Appello di Tener.
, Berna — A praaldente della ConTeder..
xiooe per l' anno 190T è eletto U conslf tir
federale Edoardo Mftller oon voU l«S ^
179, a vioeprealdente U ooaalftlere federale
Breoner.
, Bedùio — n R4>lchatag nega al OoTerm. i
foo£ieer l'aamento delle tmppe o
Immediatainente dopo il Cancelli**;
an d^tfreto Imperiale ohe MiogUt-
I P ffSTTìhP nP^^nn ^ ▼! dolgono dopo esser rimasti an po' in piedif Att>
IjC ^diilUC liCDOilU ,,onoi Cominciate a dlrenlre vartoosl! ScrlTeU snbit^
al Dott. St«faHo BoUtgn^* (Casella Postale 80S, HAPOLI). n mediante la san metm-
Yigliosa cura medica, guarirete sabito oome p^r Incanto. — Coi»u)tasJool <tl per-
sona e per oorrispondeaza nelle principali lingue.
^ G29 -
14. Roma — ÀiUi Corte d'Assise si comincia
!i discutere il processo conti o l'ex ministro
jN'a.si, conhumace. lua la discussione è subito
sospesa, finoliè hi Corte di Cassnzioiìe non
abbia deciso sul ricorso del Pubblico Mi-
nistero per incompetenza dell'autorità giu-
dizio ri a.
« Fabriano — Un treno merci devia e pre-
cipita bul tìanco del monte, 21 vagoni sono
distrutti, 1 morto, 8 feriti.
15. Koma — La Corte di Cassazione cassa la
sentenza della Corte d'Appello d'Ancona,
cJie accordava il divitto di voto alle donne.
fl Parigi — 11 Governo presenta alla Camera
un nuovo progetto per l'esercizio del culto,
iu base -alle leggi coinbinate del 1901 e
del 1881.
17. Genova — La Federazione dei lavoratori
dt-l mare proclama lo sciopero.
r; Pietroburgo — Lo Czar lirma un decreto
che concede molte franchigie agli ebrei.
19. Londra — Si acuisce il conflitto fra i
Lordi e la Camera dei CoumJii per V lùlii-
catioH hilì. La Camera dei Lordi vota una
protesta contro i Comuni che hanno re-
spinto in blocco gli emendamenti dei Lordi
e insiste pel mantenimento degli emenda-
menti stessi.
21. lloma — Protesta del Vaticano alle Po-
tenze pel sequestro alla Nunziatura di Pa-
rigi. Contemporaneamente la Segreteria
deJliT Santa Sede dirama ai suoi rappie-
sentanti diplomatici una circolare, che giu-
stifica la condotta del Vaticano di fi onte
alla Francia riguardo alla applicazione della
legge di separazione.
„ Parigi — La Camera approva con circa
180 voti di maggioranza il progetto 13riaiid,
che regola l'esercizio del culto.
22. Milano — Pubblicazione di un vivace pro-
gramma di resistenza della Confederazione
degli impiegati civili.
„ La Canea — Partenza della prima squa-
dra dei carabinieri italiani, cui era affidato
il servizio di sicurezza pubblica.
25. A presidente della Kepubblica dell'Equa-
tore è eletto il generale Eloy Alfaro.
26. Pietroburgo — L'ammiraglio Niobogatof
ed i tre comandanti di corazzate Smirnow,
Gregorien, e Lishine, che si erano arresi
alla flotta durante il combattimento navale
a Zuscima, sono condannati a morte da una
Corte marziale; la pena è indi commutata
in 10 anni di fortezza.
r, Arica (Perù) — Un violentissimo terremoto
distrugge quasi completamente la piccola
città marittima, porto principale del Perù
e della liclivia.
28. Marocco. — Il Sultano condanna El Kai-
suli come agitatore e provocatore di tor-
bidi, e gli toglie ogni potere sui territori
intorno alla città di Tangeri.
CI. Madrid — Katifica dell'atto di Algesiras.
I soli Stati Uniti sèttopongono la ratifica
loro a riserva.
GENNAIO 1009*
1. Decreto reale che nomina 14 nuovi cava-
lieri del Lavoro.
r, Tehei-an — L'assemblea nazionale appx-ova
la nuova costituzione persiana presentata
dal Gran Visir.
2. Bulgaria — Scoppia lo sciopero dei ferro-
vieri di Stato, che dura fino al 14 febbraio. Si
hanno anche scontri sanguinosi colle truppe.
3. Civitacastellana — Tumultuose dimostra-
zioni per la minacciata soppressione del
presidio.
r, Pietroburgo — Assassinio del prefetto di
polizia, generale Vladimiro von der Lau-
nitz, suicidio dell'uccisore.
5. Marocco — Le truppe spedite dall'impe-
ratore per ristabilire la sua autorità, attac-
cano e bombardano Zinat, dove è rifugiato
IJaisuli. La fortezza si arrende, ma llaisuli
riesce a fuggire.
9. Teheran — Morte dello Scià di Persia.
„ Pieti-oburgo — Assassinio del generale
Paulo v, procuratore generale dei ti'ibunali
militari.
10. Teheran — Assunzione al trono del nuovo
Scià di Persia, Mohamed-Ali-Mirza, di a. 34,
figlio dello Scià defunto.
11. Roma — 1j' 0-^fieìP itore liomnvo pubblica
una nuova Enciclica di Pio X al clei'o e al
popolo di Francia, nella quale ripete le do-
glianze per la condizione creata alla reli-
gione in Francia e respinge la legge Briand.
14. Kingston, nella Giamaica, è quasi com-
pletamente distrutta dal terremoto, quindi
dall'incendio; le comunicazioni interrotte,
numerosissime le vittime, circa 2000 morti
e 1000 feriti. Fra le vittime Sir Giacomo Fer-
gusson, ex deputato di Manchester, uno dei
più eminenti parlamentari inglesi.
15. Bettole (Piacenza) — Gravissimo scontro
di tranvai a vapore, danni lilevanti, venti-
due feriti.
16. Salvador — Il generale Fernando Figixe-
roa è eletto presidente della Repubblica.
18. ZJ Osservatore lionimio pubblica la risposta
dell' Episcopato francese all' Enciclica di
Pio X.
„ A Ristagno, sopra Acqui, muore il senatore
Giuseppe Saracco. Il 21 si fanno solenni
esequie con intervento del Conte di Torino,
in rappresentanza del Re.
19. Con voti 23,293 contro 489 e 127 nulli è
approvata la fusione delle due organizza-
zioni ferroviarie Jiiscattoe Sindficato.li'uiùva
Federazione ferroviaria italiana avrà per or-
gano un periodico settimanale dal titolo La
'Tribuna dei ferrovieri.
y, Teheran — Incoronazione del nuovo Scià
Mohamed-Ali Mirza.
^ A Beaupréau (Angers), sanguinoso con-
flitto per hi resistenza opposto dalla po-
polazione ai soldati, che appoggiavano le
autorità incaricate di fare sgombrare il se-
minario, circa 150 feriti.
CONTI» M STITICHEZZA l
ENTEROCHENE MVONE
«HIEDCRE OPUSCOLO EHXIR PURGATIVO
etrOIMaCia • l/V» l nini Mir^tn/i^ I^P ■ X/ifa f^nnha ,i i D.,..^ ti -M^Ot%l I
t<-nU di su
KlXOSTOX DI8TBCTTA PAI
{Folo</,.
, Boffalo (Stati UniU) - Scoppi» un vlo-
lento araifano. che dar» dioioUo «>re, otto
piroHcaa di servirlo sol (;r»ndl Ughi n»u-
rr»g»no. venti o»se fono dl»trtitte d»ll» ftj*
ra ilei vf!ito. l danni delle proprietà »sopn-
: 1 I di «ette milioni e mczxo di lire.
nopoll — L'«irob»»cJ«torc d'IUl •
-datore di Fr»i»cl». rliuettooo «lU
SuM ii:< l'ort» oiw nota ideottc», nelUqoAle
M ai luiiPl» Il p«M»;!gio deflnltlro «otto U
pr. t. zi-iiedeiritall» deglN»tUaU rell«io«rf.
che SI troT»Tano «otto II protettor»to fr»ti-
23. In questi giorni freddi sirmordlnarl In
tutu Europa. A Roma si h» lo «pettaoolo
vei»i<
»ir<><
1 ni
rto.
Ilp.
ms Unga» >!..
vacia !itiir.:..i.
, Sono »ccetl»t« la dli»l"»lonl dell co. F'
dlnando Martini da ounimlMarto dvtla t
l'Eritrea, e nominato ano anroaaaore •
2ò marro In aranU il niarelieae Sai»»
Baggi.
. Madrid - Il 0»bliietto de 1» Vejr» d« \
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DELL ORTO
FEDERlfiO DELL' ORTO & Or MILANO
(i30 -
mijo rassegna lo proprie dimissioni. Maura,
capo del partito conservatore, è incaricato
di formare il nuovo Ministero.
25. Alessandria d'Egitto — Tre rifugiati rus-
si, imputati di aver complottato a far sal-
tare una nave meivanti'e, sono arrestati, la
popolazione tumultuosamente protesta ed
assalta il Consolato russo.
„ Eléjsioni generali in Germania: trionfo del
Governo, i socialisti perdono venti collegi,
il centro ne perde due soli.
26. Milano — Estrazione dei px*emi della Lot-
teria dell'Esposizione Internazionale di Mi-
lano, il premio di un milione spetta al n. 2485,
serie 062. Il possessore del namero vinci-
30. r.oma — Commemo- arlone di Giuseppe
Saracco al Senato, il quale in segno di
lutto sospende la seduta.
^ Koma — La Camera accett.a le dimissioni
dell' on. Biancheri da presidente.
„ Chaux de Fonds ^Svizzera) — La città è
completamente bloccata dalla neve, nes-
suna comunicazione è possibile.
„ Il governatoi-e della Giamaica, ritratta la
sua lettera all'ammiraglio Dawis che con-
dusse al ritiro della squadra degli Slati
Uniti dalle acque di Kingston, ed esprime
rammarico per l'accaduto. L'incidente si
ritiene esaurito.
31. Berlino — La neve, che da ieri cade inces-
santemente, raggiunge i 40 cm. d' altezza,
la circolazione dei ti-anvai è Interrotta, e
tutti i treni giungono con grande ritardo.
Il vìncitore della lottebia del Milione
G. Lehmann.
(Fotografia A. Croce).
tore resta per molti giorni sconosciuto, final-
mente si scopre (lì febbraio) che è un elit-
tricista svizzero, Gustavo Lehmann.
„ Madrid — Costituzione del Gabinetto spa-
gnuolo con Maura alla presidenza.
„ Budapest — Dimissioni del ministro Po-
lonyi.
27. Mantova — Elezioni comunali, nessun so-
cialista riesce eletto.
r, Belgrado — Mancato attentato contro il
principe ereditario, con una bomba gettata
nel palazzo reale.
28. Parigi — Nella riunione dei vescovi di
Francia si decide di tt-ntare un esperi-
mento di organizzazione del culto pub-
blico.
„ Reden (Territorio di Saarbrùcken) — Scop-
pio di grisou nella grande miniera carbo-
nifera, 149 minatori rimangono vittime.
29. Genova — Gli armatori respingono le
proposte avanzate dall'Ufficio del Lavoio,
per una composizione del conflitto fra ar-
matori e lavoratori del mare: queliti deli-
berano la continuazione dello sciopero.
FEBBRAIO
1. Montenegro. — Nuovo ministero, sotto la
presidenza Eadovic.
2. Roma — Giuseppe Marcora è eletto pre-
sidente della Camera dei Deputati con voti
229 contro 124 (votanti 353). L'insediau'ento
del nuovo presidente ha luogo il 5 febbraio.
„ Parigi — Arrivo dei Sovrani inglesi con
la figlia principessa Vittoria, che vengono
a passare alcuni giorni in incognito nella
capitale francese.
„ Berlino — Hanno luogo 11 ballottaggi per
le elezioni al Keichstag: la vittoria del Go-
verno si accentua perdendo i socialisti altri
tre seggi. Il Eeiclistag cosi si compone di
108 deputati del centro, 61 conservatori,
57 nazionali liberali, 43 socialisti, 28 radi-
cali, 20 del partito dell'impero. 20 polac-
chi, 65 appai-tenenti ad altre frazioni.
3. Roma — 11 deputato Ernesto Dì Broglio
è nominato senatore.
„ Venezia — Arrivo del principe di Udine,
figlio del Duca di Genova, assente da due
anni dalla patria, perchè imbarcato sulla
Calabria.
r, Genova — Comizio dei lavoratori del mare
per chiedere lo sciopero generale a soste-
gno della loro causa.
„ Parigi — Inaugurazione della chiesa cat-
tolica apostolica francese, meschino tenta-
tivo di chiesa scismatica fondata dal sedi-
cente vescovo Villatte, già scomunicato fin
dal 1900, insieme al vescovo italiano Paolo
Mi raglia.
4. Torino — Al Consiglio Comunale è comu-
nicato l'accordo concluso fra le città di To-
rino e Roma per solennizzare la data cin-
qxiantenaria della proclamazione dell'unità
d'Italia con Roma capitale. Il consigliere
clericale Crispolti, pur appoggiando l'idea
di fare un'Esposizione, dichiara che i catto-
lici torinesi si asterranno dalle feste per
l'unità d'Italia.
IGIENE
CREME SIMON
BELLEZZA
Senza rivali por rei.dere morbida, bianca e vellutata la polle di 1 v si e delle mani
e proteggerla contro l'azione del sole.
- 031 -
. i.'ju«* por
Ix. * Bebux , «AvnuoATo nnxA oocta olajtdbis.
{Fat. A. Croe*)
8. Terribile tempesta nello stretto di Mm>
vii ;i Ina f,, r is^ftn» maregjrlat» allag» Il
aio ilarltia, grari dùiml
iy^. .^<<ii:«.<j ii.iuiiia — CombaiUtneolo fra
ascari italiani al comando d«l tenente Sire*
ra. f Bimal ribelli, presso Banam. Duecento
.1 norlsl, on ««caro morto e venti-
feriti, fra i quali 11 tenente OaaU\o
K ; irnscafo. Larekmmt, partito da PrO"
\-A-\ ce (llhode Island) e diretto • X«w
V'uk. affonda In seguito ad una ooUlalone
con un tre alberi, circa 150 vittime.
areva cominciato a Imorgm. tntte le ave
domande, compreso 11 rtcoooart mento for-
male del g'iTerno oostltazlonaJr.
13. Oravi diaordlnl In provlmia di Cosenra
a proteau per le taaae locali, eondlitl fra la
truppa ed I dimosiranU a Langro. irtrmo
e in altri oomanl del ctroondarlo di Cottro-
TilUri.
16. Bologna — Gloavè Oardnool, dopo bn > k^
sima malattia, ■gore ali» ore 1 • Igmir. i'
. Boma - Sotoiin* oowinwnotMlono
Otosoè Cardoorl alla OaflMta» L'oa. Q\ '
presenU 11 teelo di an dlsagao di lagg«> v ^
l'eredoM la Boma di on a
«ritorni, ec^ eoa Bfsdtcatvre locali non
guarire, poiché Msogna oormre la asass,
ene solo mediante la cmr» m-
afm^ (Ca«elU poatale SOI, M A-
lecom (100 pag. Ul.) I«. t. —
Ulcerazioni varicose.
cioè l.ì iiiì .itr a o debolezza delle ven^-
(f(>a> I /.• 1. I unicji al mondo) del !><•''
POLIi. - l'{ai.««'olo illustratiTo a rleh.
Consultazium di pe.sona e per oorrtspondeoxa neUe prlndpaU Ungne.
- G32 -
(Giosuè Carducci, l"o;i. Rosali pi'esenta una
mozione per 1» tumulazione della salma del
poeta a Firenze, in Sanf-a Ci-oce.
17. San Giorgio La Molara 'Benevento) — Gra-
vissimi disordini e dimostrazioni contro
l'amministrazione munioipxle.
„ Dimostrazioni anticlericali in molte parti
d' Italia pel terzo centenaào della morte di
Giordano Bruno.
18. Terribili inondazioni in Algeria. Speci li-
mante danneggiata la città di Bona. Nei
Pirenei, la piccola città di Barèges è di-
strutta da valanghe di neve.
13. Berlino — Solenne riapertura del Reichs-
tag alla presenza delia famiglia i.nperiale,
„ Camera — L'on. Rosadi, relatore del di-
segno di legge per l'erezione del monu-
mento a Carducci in Roma e la tumula-
zione della salma di lui in Santa Croce,
dic'nara che di fronte .al concorde volere
di Bologna, rinunzia su avviso degli stessi
proponenti alla proposta del trasporto della
salma a Firenze.
r, La Camera nord americana approva il hlU
sull'emigrazione con un emendamento che
vieta lo sbarco di cooliss giapponesi.
20. Un furioso uragano investe le coste del
Baltico, causando danni enormi e numerose
vittime.
21. L'ammiraglio Bettole è nominato Capo di
Stato Maggiore della Marina. Con altro de-
creto reale odierno sono determinate le
attribuzioni di tale carica.
„ Hoek Holland, presso Rotterdam — Il pi-
roscafo Berlin, che fa la traversata fra Har-
wich e Rotterdam, entrando in porto è
sbattuto dall'uragano contro il molo e si
sfascia. Una parte dei passeggieri può es-
sere salvata con prodigiosi atti di eroismo:
3 donne sono salvate per ultime dopo 45 oro
di sforzi. Il Principe Consorte Enrico ac-
corre a dirigere il salvataggio ed a parte-
ciparvi. Le vittime sono in tutto 120.
fl Parigi — Al Senato, su proposta di Ravet, è
approvato per alzata e seduta un indirizzo
di condoglianza per la morte di Carducci.
„ Elezioni generali in Russia, la vittoria è dei
partiti estremi che conquistano 140 seggi
su 350.
22. Il piroscafo austriaco Imperai rix, partito
da Trieste, affonda presso Capo Elaphonissi
all'Isola di Caidia.
24. Genova — Coli' intervento dei sindaci,
dei deputati e di numerose autorità e lap-
I)resentanze di Genova, Milano e Torino si
tiene un'adunanza di protesta contro il dis-
servizio ferroviario e a favore della diret-
tissima.
2o. Roma — Alla Camera, una petizione delle
donne italiane per il diritto all'elettorato
politico ed amministrativo, dopo vivace di-
scussione nella quale p ulano in favore Mi-
rabelli, Luzzatti e altri, ò rimandata al Mi-
jiistcro dell'interno.
23. Parigi — Il Governo re^tìtn'sce alVamba-
sciat(U'e d'.\.ustria Ungheria l'archiyio della
Nun/.iatura pontificia sequestrato a mons.
Montagnini e l'ambasciata ne fa la conse-
gna a un incaricato- della Santa Sede.
„ Costituzione del ministero del Transvaal.
presidente è il generale Botha.
MARZO
2. Londra — Alle elezioni del Consiglio della
Contea di Londra alle quali hanno parte-
cipato circa il 00 " o degli elettori, i mode-
rati vincono i pi-ogr jssisti, i quali da IS anni
erano al potere e cadono ora per l'infelice
successo dei tentativi di municipalizzazione.
3. Messina — Violente dimostrazioni anticle-
ricali, conflitti fra i dimostranti e le gaar-
die. I tumu'.ti continualo per parecchi
giorni.
„ Gravina (Puglie) — Confitto tra i so.-ia-
listi e la forza pubblica, che voleva impe-
dire un comizio contro lanministraz o le
comunale; 0 agenti e carabinieri feriti.
4. Il Granduca di Mecklemburg concede la
costituzione.
5. Pietroburgo — Inaugurazione della nuova
Duma.
GOLOVINE
nuovo presidente della Duma.
{Fot. A. Croce).
6. Roma — L'on. Fausto Massimini ministro
delle finanze è colpito da grave malore,
alla Camera, nella sala dei ministri. La s«a
vita per molti giorni è in pericolo.
7. Roma — Morte improvvisa dell' on. Gallo,
ministro guardasigilli.
8. Roma — Solenni funerali del ministro
Gallo.
r, Parigi — Sciopero improvviso de,'li operai
elettricisti: la città resta al buio, i teatri
'Jn&UpetCìbiC^ contro,
UcRIlityPJMQ
fyMJVTTTE:
lil -
PESia
Ctì.
dt
oltft* m
• »uo. qii'
i-on- no al K<'
. Boraanu
> TiimMiil. ••fUau
rviziu «p«- , Tulon*
' pr<o(*ipo di UUi-
^.■~ ^rutimo loc««dlo,
DM (ii«trutt«.
K«plo«tou« A bordo d«llft «orms-
* JHXA a PEI MA OKI. OUAJIT»0.
di'
mix-
sato Jtma, tneti
roll-
io. T
di
d<i
p. ;
rne-
.l>«r»
Il un mihuueairi.«.Ut!ii:ione
ijiuo per le «biUzluni po-
parAslonl. 118
U deoomposic . >
sensa fumo.
14. L'on. Vitt. Kminael*» Orlando^ nominai*
ministro di grajca. flusiÉzu « e ilti.
Jf.NA . DOPO L' EarLOCIOXB.
(Fot. A. Cf9et).
11 PariRi — Morte di Caslmfr Perier ex pre-
ssdente della Repubblica fr.«noe»e.
, Sofia - li presidente del CousigUo Petkoff
è ncciso con .3 colpi di rivoltella d^U'anar-
> ;.iio Pctroff. mentre era a passeggio col
. BelgnMlo - nravlMiinl eonfllt&i fn
troppe 0 gli »ciop«ranM d» pan».», i.i
brlcbe di sorch«-rv. 5 morti e i
« Amburgo — bcrnta nel port<.>.
r calori diaoccapali.
l^'Oiio Sasso Ii«di9inal9 «eapiice, jodato «a en««ÌsifQ«tf è il HomJImM*
— G34 -
14. New York — Hravlssimo pànico in borsa,
si calcolano 2 miliardi e mezzo di ribasso.
15. Roma — Dichiarazioni del ministro Tit-
toni sulla politica estera.
y, San Marino — Nomina del cittadini Ciro
Belluzzi e Francesco Pasquali a capitani
reggenti della liepubblica di San Marino.
„ Lorena — Due catastrofi minei'arie a po-
chi chilometri e a poche ore di distanza,
una a Dewendel l'altra a Saarbrùcken:
complessivamente 155 vittime.
„ Pietroburgo — Crolla il solìitto della sala
delle sedute della Duma nel palazzo della
Taui'ide. Le sedute sono aggiornate.
16. Roma — Alla Camera un emendamento
Guicciardini sullo sgravio del petrolio, per
ridurre il dazio a 12 lire, è respinto con
voti 189 contro CO.
17. Roma — La Camera dopo avere in fretta
discusso e votato leggi importantissime, la
riduzione del dazio sul petrolio, la unifi-
cazione degli istituti di previdenza pei fer-
rovieri, l'avocazione di molte spese comu-
nali allo Stato, prende le vacanze sino al
23 aprile.
„ Genova — Scoppia un grave incendio nel
porto: più di 4 milioni in cotone incendiati.
18. Gravissimi disordini in Rumenia. Comin-
ciano a Botosani con la rivolta dei conta-
dini contro gli ebrei, ma il movimento
agrario e ai'tiscmita dilaga rapidamente in
tutta la Moldavia e in Valacchia, assumendo
carattere anarchico. La rivolta dei conta-
dini si estende, nonostante la repressione
severa e lo stato d'assedio; i ribelli si dan-
no al saccheggio e a stragi e violenze ne-
fande.
19. E concluso l'accordo fra il Governo ita-
liano ed il Governo britannico, allo scopo
di regolare i reciproci rapporti colla So-
malia.
20. Villadossola — Causa il disservizio fer-
roviario gli industriali dei numerosi stabi-
limenti che danno lavoro a migliaia d'ope-
rai, proclamano la serrata,
n Parigi — La Camera francese approva
con voti 370 contro 164 una mozione di
Jaurès per la pubblicazione dei documenti
Montagnini.
„ Asmara — E pubblicato un manifesto di
congedo dell' on. Ferdina-iido Martini, Com-
missario civile per l'Eritrea.
21. Roma — Il padre Maria Bernardo, cap-
puccino france-ic, presenta a Pio X una let-
tera autografa di Menelik, che risponde fa
vorevolmente a quella inviatagli tre mesi
fa dal Pontefice, per pregarlo di proteggere
la missione cattolica.
„ Londra — Il Governo dichiara di opporsi
al progetto di costruzione di un tunnel
sotto la Manica.
23. America Centrale — Gli eserciti riuniti
del Nicaragua e dei rivolvizionari dell'Hon-
duras sconfiggono l'esercito del presidente
dell'Honduras presso Marai/a. Il generale
Loreto Barahona, ministro della guerra
dell'Honduras gravemente ferito è fatto
prigioniero. Cannajagua antica capitale del-
l'Honduras e parecchie altre città sono in
mano degli insorti.
24. Roma — Sanzione dei trattati commer-
ciali con la Serbia e con la Rumenia e le
annesse convenzioni sulla epizoozia e sulla
proprietà industriale.
„ Roma — Costituzione della Camera dei
Consoli in Roma.
r, 11 ministro del tesoro è incaricato di reg-
gere l'interim del Ministero delle finanze;
con altro decreto sono accettate le dimis-
sioni dell' on. Colosimo da sottosegretario
per la grazia e giustizia.
25. Napoli — Elezioni comunali: la lista mo-
derata ha l'assoluta maggioranza; i socia-
listi sono completamente battuti.
„ Parigi — Trasporto al Pantheon delle sal-
me del celebre chimico Berthelot e di sua
moglie alla quale è concesso l'eccezionale
onore di rimanere sepolta accanto ai ma-
rito; il 2t) ha luogo la cerimonia funebre.
„ il Governo francese decide di procedere
all'occupazione provvisoria di Ugida (Ma-
rocco) fino a che 11 Marocco dia suddisfix-
zione alla domanda di riparazione presen-
tatagli in seguito all'assassinio del dottor
Mauchamp a Marrakesc. La Camera ap-
prova il 2tì all' unanimità tale deliberazione.
„ Massaua — L'on. Martini parte ijer l'Ita-
lia; il march. Salvago Raggi assume il go-
verno della colonia.
26. Bucarest — Nuovo ministero liberale suc-
ceduto al Gabinetto conservatore Canta-
cuzène dimessosi dinanzi alla rivolta. Il
nuovo gabinetto è paosieduto da Demetrio
Sturdza.
27. A Torino, ad Alessandria, a Milano, a Fi-
renze agitazioni dei sottufficiali, che pro-
testano contro il rinvio della legge a loro
favore.
„ Sciopero generale nel Canton di Vaud. Lo-
sanna è in istato d'assedio.
28. Ginevra — Sciopei-o generale.
fl Colton (California) — Gravissimo disastro
lerroviario ; (59 morti, tutti italiani, 100 feriti.
29. Nel Cantone di Vaud termina lo sciopei'O
geuerale, in seguito ad un accordo firmato
tra gli scioperanti cioccolatieri di Vevey e
i proprietari delle fabbriche.
„ Si annunzia che nella Moldavia l'ordine
e completamente ristabilito.
„ Ugida, sulla frontiera del Marocco con l'Al-
geria, è occupata dalle truppe francesi come
pegno della riparazione chiesta al Marocco
per l'assassinio di Marchand.
„ Costantinopoli — Scoppio di una macchina
infernale nel quartiere di Pera; 1 morto,
7 feriti.
Vene
TTnnìpnnp Guarigione rapida, radicalo, sicui a, senza calze elasticlie nò
Vtlill/UuC* operazioni, mediante la cui-a ) ad icaìe medica (Vuica. al mou-
do) del Dott. S. Bolor/nese (Casella postale 502, NAPOLI). Congressi medici, Inter-
nazionale (Madrid 1903) e Nazionale (Roma 1900) Gran Premio e Medaglia d'oro
a Roma, Bordeaux, Palermo, Firenze, Parigi. — Opuscolo spiegativo a richiesta.
Vademecum (100 pag. ili.) L». 1. — Consultazioni di persona e per corrispondenza
nelle principali lingue.
RapAHo - Ortnr^gno tr» Il prlnelp* di
Tiit-. i. Vn
APRTTF
illusi K liCL,OW
(inda d^l K-rtaat Hòt«l di Rapallo.
baacto «.
5. RomA — Il (1ov«mn pd^ra»! ▼alleano* mt*
lionl coro« comp«nM p«r 1' lnrftm«niia«alo
del b«nl dell* Om« genenUixle d«rll or>
dmi rellftoet reiadeati a Roma. La trmaai-
KloD* era eUU «Upulato U 80 dicembre iMd.
6. Bantiago di Cuba - OraTlMtmo Inrendlo.
7. Menico — A!i«aa»ìmìo driret rrr»tdi>Dte
del atuit^mii'
8. Vlairrto di N Uro-
rl.1 II II.' ».. V . ^1
vii, K,. dliife-hilterra.
Mito ,1.>1 nI^.^.. «"olili.
por
,...vi', ... w.. .,..,.,*, ,r • oiv/ltlU UO
lognunina di «aiuto.
l'orni -^ Oravi agltasionl operaie: alle
Aoolalerle di Temi gli operai, maloonteott
del naoTo regolamento, nilnaoelaao lo aclo*
p'>ro ircnerale, la 8oc età risponde con la
- Il Be d'Italia vWU le anUihiù
:^d. Li iKT» pranro di i»«'i» l'i' -• •
f««tMton« di aln.
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ni tu-
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«iiiiiiH V
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liwOtol» lltttJ'tl.
Boma — U Papa proaaoda nel Conol*
o TIKI.LA ' Roma ,. — Il battsaimo.
( V«d. 21 aprtU - Fot. A. Croe$).
12. Braxellcs — Avendo la Camera rotata
dopo an mino di discastiODe con molti
gravi emendamenti non accettati dal Go-
verno la le;:u'e calle miniere. Il gabinetto
De Smet <'.-• Nn-ver r»i.- d.iiraL-r.^to ì'Jini
era al p' -
dopo uti
rtUra 11 I . , ,...M.- v..^ ,.-
pre>otitd(<
13. Catii?it«
tor
pa-
reri
Bellini.
, Giamaica — Sono segnalate violenti fcoiae
di terr'>njoto.
14. Roma. — Concistoro aegreto in Vaticano.
Il Pontefice nomina sette naori cardinali :
- V
Vittorio di ri-
storo un'importante aOomzfcNM ralle eoae
di Francia.
, n Re, t- ars, ai reoa da Oatania
a Rlracu^ mnsco e le antJehita,
riceve le a itadine: n^la notte ri-
parte, e con la »<|uadra fa rutta per Oacta.
. Oravta«imo terremoto al MMeico.
, CeM'ia — Un tnoendio dlstmgfe qoaai
oompletamente il teatro.
16. Sciopero nella ferrovia Palermo-Corleone.
La Direziono r "
17. Roma — Ir in
Cori* ricevono •: .«•
setta e la ben- la car J <iialLz.ia. il lt« ha
Inogo un pabblico Concistoro ove rioevono
il cappello cmrdlnalisio.
• Arrivo di Re Vittorio a (laeta a bordo
del parht Tiimaerta. Ia mattina appresso
rÉfflORROIDI
ì:u>-!ito L.
I. In tutte !•• Pariii.ici'
Opuscolo gratis a i:chi
»i'>io pure afin flato <"'i
IMlloieMolvenff -
tori • <1 l'nc:i*<'nt<
fori. - S<.-at' U i
e lai l'hiiiiicj «i. K.\ i 1
crnaritA fv»n le reW-firi
T T^- ^ '-tTf Fnt-
V'nì
1
m -
vi ò raggiùnto dal Re Edoardo d'Inghil-
terra, che giunu'e da Malta a bai'do del
Victoria and Alhert. Dopo un ironliale col-
loriuio e una colazione intima i Sovrani si
lasciano: il Ile d'ItiUa ìa aato.nobile si
dopo r abdicazione di Amedeo di Sivoia,
Il Sa'meron rimane illeso, uno dei suoi com-
pagni è mortalmente ferito.
19. Savona — Fine dello sciopero degli ope-
rai della Siderurgica.
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Ili VABO DELLA " liOMA
reci a Roma, i Reali d'Injhìltei-ra per mare 21. Spezia — Varo della corazzata Bomn, alla
a Napoli. pi-esenza di Re Vittorio, e consegna della
17. Milano ^ Sciopero del perdonale della bandiera, dono della Regina, alla corazzata
ditta Bocconi. Regina Elena.
„ Roma — Riunione della Direzione del par- 23. L'onor. Cotfcafavi è nominato sottose-
IL Re del Siam a Napoli — ( Ved. 23 aprile).
tito socialista per decidere in una contesa
tra ['Aorinti! e VAiione.
18. Madrid — .\ttentato contro Salmeron ohe
fu presidente della repubblica di Spagna
gretario alle finanze e l'onor. Pozzo dalle
finanze passa al sottosegretariato della giu-
stizia.
Roma — Riapertura della Camera.
L'Olio Sasso Medicinale semplice jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
inilMl. éf
24. Torn» - 1
S
2S
IO. VtnttiA - ArHro
p«r inaugurar* ti \
. Ma<lr(d •. Nateti*
26
27
28
29
tM) T-.ero.
ti Va- esotto, «ni
>inci« di Brescia.
tao e altre loctlita.
iuat<?iual« - Art nti'o fonfrn 11 presi
i<-nte delia r iii«le è
..-lareniente ? iitato
non SODO s«>': dopo:
arrestati il -.' :.ìì)«*.
30. Parten7.a • •. Inghilterra
'la Napoli, al. — ^ :na s' intrat-
■ ne in brere coUoqalo eoa Vittorio Bma-
lele III.
MA<>i«IO
1. Koma
Dico ni >
lattazi:>:
8. Bos.'o Marc;v'
mator.o .'i'Hi cor
ni. ! !ii> ^;ravl
> - 11,.
piovvi-.
popolare all'Orto Bota-
.. vieto del Governo. Col-
■ lippa.
Al.-.-ari Ir a - Nel Rifor-
cvu li M ni.rMano e com-
rimea) — MaCiliiionio del crandae*
uchl«nb«ff.
13. In» iiiiM.. rUjfgc li TitUfflo
di Ktenthal r i.
, Rio Janeiro , . bra«illafK> Tlela
lo sbarco al principe Lui^ d'UrlMM Aglio
del conte d'Ea e d«lla flette di don FtfOro
d'\l.-,\iitata. ;:iunt.) sul tnn'ftoafo Amn»»mém.
14 ! ;r.rla
I' v,t>n-
dal
•vM Uie ail UUUto cat-
nto «luticai Uriico.
7. New York — Sriopeco degli operai del
porto. Dora 50 giorni.
8. Carate Brianza — Gli operai d'Ila fabbrica
d'abiti Giacomo Rn<i-ii e C. »oyi»eraatJ dal
lo mai^gio saccbeg.;iano e deAstano ooui-
pletameote lo sUbiiim^^to.
9. Padova - La stnlfit^csca antfclerlcale
ii!% lo in-
p •■re al
li U tu-
niultudiii;.
L'Il alTari o»t«»rl- rlaf*
dl-
, L.'iiii» — » .fiijii^-7i-»if ^..Lu.i'.ij I uv>u. Con
rinlenrento di Manlmo «orkL
16. Ferdinando di Sarota. principe di Cdlnc.
da guardiamarina « promoMo aoUotenenie
di Tascello.
. Camera — È approvata l'Indileata sai»
r eeerdto.
, Berna — Nomina dell'on. Cercano a mi*
nlatro del tesoro. In eoeUtozlone del dimis-
sionario on. Misiorana.
CONTRO TOSSI E
CATARRI USATE
S€MPRC
PANERAJ
P/l«» FIGLIE,
eESTRATTO-:ìc-
610
18. Greilòvà -= Arrivo dt una delegazione
della municipalità marsiglitìse in visita uf-
ficiale al lunnicijiio di Genova.
„ In Gei'uiania è istituito, dopo molti con-
tra.'iti, il Ministero del'c Oulonie con Dern-
burg ministro. Questi, come primo -uo
atto, si reca a visi:aL-e i possedimenti te-
deschi nell'Afi-ica.
19. Francia — L'agitazione per la crisi vini-
cola nel Mezzogiorno, capitanata da un
comitato sorto nel piccolo comune di Ar-
geliières e specialmente da un ignobo vifci-
caltore Marcellino Albert, assume propor-
zioni sempre più inquietanti. Un grande
comizio a Perpignano raccoglie 172,000 di-
mostranti.
21. Terni — Continuano i tumulti provocati
dalle donne, che impongono lo sciopero
generale. La Camera del Lavoro sconfessa
il movimeni;o, e i.ivita gli operai non "" ser-
rati „ a riprendere il lavoro.
22. San Salvador — Alonzo Barabona, già
candidato alla presidenza della Repubblica
del Salvador, ò assassinato in prigione.
23. Bologna — VI Congresso dei Comuni
italiani.
25. Cina — Gravi disordini nel Kuan-Tung,
massacri di funzionari e ufficiali.
26. L'agitazione nel Mezzogiorno della Fran-
cia per la crisi vinicola aumenta in modo
inquietante: a Carcassonne un comizio rac-
coglie 250,000 dimostranti,
28. Elezione del duca Giovanni Alberto di
Mecklemburgo a reggente del ducato di
Brunswick.
30. Biiiogna — Congresso radicale.
^ Koma — Gravi tnmnlti all'arrivo di cin-
quanta bimbi, tìgli degli operai " serrati „
delle Acciaierie di Terni, mandati a Roma
a quella Camera del Lavoro.
31. Numina di 14 nuovi Cavalieri del LaToro.
^ Sciopero generale marittimo in Fi-ancia
■ scopi)iato per protesta contro il progetto
di legge sulle pens:oni per la vecchiaia agli
iscritti marittimi.
OIUGXO
1, AperturadelPar'ameiito finlandese al quale
appartengono 19 donne.
, Sciopero generale marittimo in Olanda.
3- Argenta — Ha finalmente termine il lun-
ghissimo sciopero agrario, durato oltre tre
lafisi; 11 concordato non concede agli scio-
peranti che irrisori vantaggi; ma gravissi-
mi .sono i danni delio sciopero: perduti i
raccolti della canapa e delle bietole, il be-
stiame quasi tutto venduto a miserrime
condizioni.
„ Koma — In seguito a un'inchiesta Righetti
sulla magistratura di Catanzaio sono presi
dei gravi provvedimenti contro i magistrati
di quella Corte d'Appello e di quel Tri-
bunale.
-4, Milano — Il h'hinomme.nfo pubblica una
lettera della direzione del giornale stesso,
in cui si rifiuta di aderire all'invito della
Congregazione dell'Indice di sospendere lu
pubblicazione.
15. La Camera approva la legge sugli esami
nelle scuole medie.
€. Marsiglia- Fine dello sciopero marittimo.
SiGNOEA KlAXIKOSKt
deputata al Parlamento di Finlandia.
{Fot. A. Croce).
7. Camera — È approvato il disegno di le rize
di un milione, di destinarsi a favore dei
superstiti garibaldini.
SlCNOK.V ZaIXK
deputata al ParUfnenio di Finlandia,
{l'ot: A. Croce).
Parigi — Con sentenza della Corte della
Senna sono condannati a severe pene: Bou-
squet segretario del sindacato dei pana^-
L'Olio Sasso Medicinale semplice, iodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
!1 f\'f nni* «^ ri<.
.. ^ 1 dtfll* maia-
— La Cainrrft fHuicvw r««ping« I >
• '"■' ' ' -inUi» di «0«
MIO oorrvnuv
•ri marcio
..I. <-..,« nAii l'oiiir aii<-«a (vintro ir frodi IMI Ttnl.
1 Ululo 18. Pariti ~ DlmlMlottl di SMmat, «oCloar
oaaMdi (rrrt«rtn di ntito Affli lal»mt. db« «MMldo
11 A ritiene doTeroao 11 MIO
Ao Io adopero d<
ai 1S sUbilUnenti \rrno 1. iM. r'arr«^t<.
'• «parsi
il. sin-
. amoiizì alla fuIU da lu dimissioni
'.hbsssare la bandiera nazionale dal
■'o comunale.
iTt;uova — Og)fi soltanto è oompinta in
Horsa la laboriosa liquidazione di Une
ina<n?io.
13. Il iìoverno francese notifica al Ooremo
italiano la stipulazione di nn trattato tra
la Spa^'na e la Francia col qnale '■
nazioni si garantiscono reHpnK-aii:'
loro situazione nel Mediterranea) •
l'Oceano Atlantico. Un identico trattato e
simnltaneamente firmato tra l'Inghilterra
e la Spagna.
• Spezia — Vasto • ; cantiere del
luggiano, danni ai. Anche lo
.-.tabilimento della i lai - ..luggiaoo è di-
strutto.
• Francia — II presidente Clemencesn, di-
rige una lettera aperta ai aindaci dimis-
sionari, invitandoli a desistere dalla ribel-
lione: Marcellino Albert risponde a nome
del ComiUto di agitazione che essi non
hanno ordini da ricevere dal Presidente.
, Pietroburgo — H Ooverno chiede alla
Duma di procedere contro M deputati s'<
cialisti. accusati di partecipare all'organi/
zazione rivoluzionarla e minaccia la Dumi»
di immediato sdoflimento, se l'aaturizza-
zione non è oonoesaa dentr'oggi.
15. La Camera approva 11 disegno di legge
pf-l riordinamento gfodiziazio.
. Inaugurazione della Seconila Conferenza
dell'Aja. Vi partecipano 45 stati. NeUdoff,
delegato russo, è nominato presidente.
16. Pietroburgo — Un tiktut imperlale ordina
lo scioglimento della Duma. ft<isa le nuove
elezioni al 1<> settembre (14 settembre) 1907,
•stabilisce come termine per la oonvoca-
one della nuova Duma la data del 1* no*
embre (14 novembre). Contemporanea-
mente sono pubblicati un manifesto dello
Zar al paese e una nuova legge dottorale.
(ftltlM
A Mo.r
PalMzr>
arrestau. 1 :
a Narbona n
f..r.fll-. f..'
I
V'iniìmtM.
19. Roma - Bltomo deirex min
Nasi.
Itoma — Chiosara del
hlco.
TrlkalaCTeesaglia) - Il ri
sato da on uragano Inonda la otuà e t din-
torni, pareceli^e oeaUDaia di animaH.
20. Camera — K respinta una prefflvdlzlale
dell' on. Treres contro le spese militari con
voti 262 contro voti S7.
• Roma — E tnsmessa al miniatro Oaa--
dasigilli la sentenza colla qoale la Ooi la li
Cassazione dichiara rinoonpetenta de la
Magistratura ordinaria neH'aflìtfe Masi.
. Napoli — I tramvieri, che da qoaloha gior-
no sono in «doperò, trascorrono a giSTl ao-
oessi. In alcune strade si fJsnno aaeha le
barricate. Ma la stessa sera si stablUaca «n
concordiate fra la società 9 gli >e>opera«tt
il poi è rt preso II •erritio.
.ipoli) - OrarlaalnM» diaaairo
.uu^....>»M.^uoo, ne rimangono rtttlme il
nardiese Tito Mottola NamcianU. don Ola-
seppe d'Avalos principe di Pescara, Q duca
O^ieoe Galeota di SanfAngalo. la mirtifcsas
BiiiBb Oerini e lo ohanffenr.
• Fola — Oraviastml disordini per le elo-
sionl, in odio al partito italiano, an morto
e parecchi ferttL
• In Francia la ribellione si estende anche
all'esercito. Seicento nomini del 17* reggi-
mento trasferito da Beziers a Afde si am-
mutinano e disertano, ma il giorno dopo
con la promessa ohe non si daranno puni-
zioni individuali rientrarono In easerma.
Gii ammutinati sono mandati In Africa e
internati a Oafta in Taniata.
RISCÀLDAHENTI MODERNI
SERANTONI dk PONTIOLIONB
Mir.AXO-BOLOGlVA
' <•-_*,
- 642 -
20. Lisbona — fìravì disordini in occasione
del ritorno del presidente del Consiglio da
Oporto, due morti e centosedici feriti.
„ Atene — Alla Camera greca è gettata una
cartuccia di dinamite, che non esplode,
l'autore dell'attentato è arrestato.
21. Camera — Nomina della Commissione dei
Cinque incaricata di riferire sulla sentenza
della Cassazione e su quelle antecedente-
mente pronunciate nei riguardi di Nunzio
Nasi.
^ Parigi — Tumultuosa discussione alla Ca-
mera sui fatti del Mezzogiorno: un ordine
del giorno Reinach di fiducia nel Governo
è approvato con 327 voti contro 223.
22. Genova — Principia un'inchiesta sulla
magistratura genovese.
23. — I panattieri di quasi tutte le citta
d'Italia fanno uno sciopero generale di
48 ore per protestare contro il ritardo della
legge per l'abolizione del lavoro notturno.
„ Trapani — Nunzio Nasi è rieletto depu-
tato con voti 3286 contro 445.
fl Parigi — Il noto agitatore Marcellino Al-
bert visita improvvisamente il ministro
Clemenceau, e riceve da lui l'incarico di
tornare nel Mezzogiorno per tentare un
accordo. Ma non riesce nella sua missione,
ed è invece fatto segno di sospetti.
24. Piacenza — Sciopero generale, che dura
24 ore.
fl Lo sciopero agrario è dichiarato a Cop-
paro nel Ferrarese, e si estende nei comuni
vicini. Si hanno dei gravi tentativi di vio-
lenze anarchiche, e delle selvagge aggres-
sioni alla forza pubblica.
fl Argelliers — Marcellino Albert riferisce
al Comitato della difesa vinicola il collo-
quio avuto con Clemenceau e le proposte
del Governo per la paciticazione del Mez-
zogiorno. Il Comitato non accetta le pro-
poste del Presidente, e delibera di conti-
nuare l'agitazione.
25. Roma — È pi-esentata la relazione della
Commissione dei Cinque, che propone di
deferire Nunzio Nasi all'Alta Corte.
26. Montpellier — Marcellino Albert si costi-
tuisce in carcere.
„ Tiflis — Una banda di terroristi lancia
dieci bombe nella via, allo scopo di deru-
bare da un furgone postale la somma di
341 mila rubli. Più di 50 feriti e vari morti.
27. Roma — Nunzio Nasi si presenta alla
Camera, giura e pronunzia un discorso in
sua difesa. La Camera approva di deferire
l'ex ministro all'Alta Corte di giustizia per
esser giudicato.
„ Camera — È approvato 11 disegno di leg-
ge, che dichiara 11 4 luglio, centenario della
nascita di Garibaldi, festa nazionale.
28. Parigi — La Camera discute un'altra
volta sui fatti del Mezzogiorno e approva
con voti 323 contro 233 la fiducia nel Go-
verno.
28. Zagabria ftJngheriaV — I croati di tutti
i partiti fanno una clamorosa dimostra-
zione contro Radkoczay il nuovo Bano no-
minato dall'imperatore.
„ Pietroburgo — Firma del nuovo trattato
di commercio italo-russo, che durerà un
decennio. Le parti contraenti si impegnano
a mantenere su di esso il segreto fino alla
metà di novembre, che saranno riconvo-
cati i Parlamenti delle due nazioni.
29. Camera — Nomina dei commissari d'ac-
cusa contro Nunzio Nasi. Sono eletti gli
on. Pansini, Marietti (Ruggero) e Pozzi.
fl Ferrara — Pwmo Congresso sindacalista,
si chiude il 30 colla proclamazione dell'au-
tonomia del sindacalismo,
„ Terni — È composto lo sciopero degli
operai della Società degli Alti Forni. Il
giorno 2 luglio è ripreso il lavoro alle Ac-
ciaierie, dopo ^93 glorili di sciopero.
30. Camera — E approvata l'avocazione del-
l'isola di Caprera allo Stato. *
n Ginevra — Il corpo elettorale ginevrino
approva con voti 7656 contro 6822 la legge
sulla separazione della Chiesa dallo Stato.
2. Roma — Sciopero degli infei'mieri del ma-
nicomio, il giorno 3 è composto, ma il Go-
verno prende rigorose misure contro gli
scioperanti.
„ Ferrara — Arresto improwLso dei più
noti agitatori socialisti di Ferrara, 110 man-
dati di cattura in un giorno solo e altri ar-
resti seguono i giorni appresso. Dei tenta-
tivi isolati in più città d'Italia per pro-
clamare lo sciopero generale politico come
protesta contro questi arresti non hanno
seguito.
3. Camera — È approvato il diseguo di legge
sul riposo festivo.
4. Roma — Solenne commemorazione alla
Camera pel centenario di Garibaldi; è vo-
tata una legge per uno stanziamento di
3 milioni per sussidii ai superstiti delle
campagne per l' Indipendenza.
n Un decreto reale concede una larga amni-
stia per i-eati di stampa, oftese alle istitu-
zioni, istigazione a delinquere, apologia di
reato, associazioni sediziose, reati eletto-
rali, di duello e di furto semplice, di legna
da ardere e di cose destinate all'alimenta-
zione, ec. Larga amnistia per contravven-
zioni in materia di finanza.
5. Camera — Hanno principio le vacanze
parlamentari.
„ Parigi — Alla Camera è commemorato il
centenario della nascita di Garibaldi.
7. Roma — Partenza dei Sovrani e dei Prin-
cipini per Racconigi.
„ Brescia — In seguito a disordini avvenuti
durante la commemorazione di Garibaldi,
TI ITflrirnrPlP ^'^®"*''^ indolente In pochissimi giorni, spesso in poche ore,
■ UAlUUuulu g rapidamente guarisce solo mediante la cura radicale medica
delle vene varicose scoperta dal Dott. S. Bolognese (Casella postale 502, NAPOLI).
Spiegazioni a richiesta. Vademecum dei sofiferenti e predisposti (voi. 100 pag. ili).
II. 1. — Consultazioni di persona e per corrispondenza nelle principali lingue.
r.irì -
MWfcli
«ciop4>ro ffraerU*. oh* tonnina i
ijk Oort« di CttMurtoa* m Meloni
<itoi findloA tr« macutrui d«>r*-
>«atloD« «tetta In M>tnlto all' in-
U Mafftatratara di Cala
D* Qlall. attaalmri
•nie dellk eMA» 4' Appello .
città. L*nc<^nre è
d«l tOTernator»éaUa
U iottodlr«nor« della
V, -^nninf ••,,
A l>£8Io U 14 luglio.
Donna Bics Tmoin. Ambaic. AoaTUAOo.
On. Tirr«M. Ilar. V. AKBUorrBAU SsoB. dki. MWtaTBo itaijaiio.
FiouA DKLi.'o]f. Trrrovi. Bbor. dki. mirtaTmo ACanuAOo.
(fW. ^. Croe*).
prigione, il qoale apparitane al partito rf>
Tol azionario. L'aaMa^no è toato deoipftato.
12. Boma - D Senato il ooatitalaoa In AIU
Corte di gioatlsiapw gtodioare l'ex ministro
Nasi e il suo oomplloe Lombardo.
, Parigi — ArriTo del garibaldini per pren-
dere parte alle fette oom^emoratlve del
oenteDario di Garibaldi.
14. Desio — ConTegoo fra il mlalatro degli
esteri austriaco barone von AebrentbaI e
il ministro italiano Tittoni.
esteri Ton Aebrenthal. aflconpagaato Ax
l'on. Tlttool, è rtoevoto dal Ho.
17. L'OamrKotort kommif pabblioa fl noox
Sillabo (datato del S loglio) oootco U m
, Oli
di Nasi la
18. n Oovorao prende
privata e ne
r«U e
dall' ladostri*
me re— ruUo.
l^ìmvz JcHini
I VINI - LIQUORI - VERVOUTH C
SPECIALITÀ DELLA CASA
3^.sco Monaco e figli
di CATANIA
G44 -
18. ra.!ovmo — Un comizio prò Nasi degpnova
in gravissimi tumulti. La polizia usa le
armi: ò ucciso 'dicono da un delegato di
P. S., ma non è provato) il giovane mae-
stro di musica, Carmelo Pintauro: vi sono
molti foriti. Nella notte le rappresentanze
di molti comuni dell'isola riunito eecita-
f ssime, in un albergo deliberano la costi-
tuzione di una Lega generale per gli in-
teressi siciliani. Per vari giorni la città è
teatro di disordini: il popolaccio dà caccia
feroce ai carabinieri e agli agenti di pub-
blica sicurezza.
„ Vienna — Un violentissimo uragano ca-
giona danni gravissimi alla città; due an-
negati.
„ Seul — L' Imperatore Yi-Uyòng, è costretto
dai ministri e dal marchese Ito, ministro
residente del Giappone, ad abdicare in fa-
vore del figlio Yi-Syek.
20. Perugia — Violenta dimostrazione con-
tro il " bagarinaggio „ sui viveri, il 22 lu-
glio scoppia lo sciopero generale.
23. Roma -- L'Alta Corte di Giustizia le-
gittima l'arresto di Nunzio Nasi, e gli nega
la libertà provvisoria.
r, Conclusione di un nuovo trattato tra il
Giappone e la Corea, la cui amministra-
zione è totalmente sottoposta al controllo
del residente generale giapponese.
24. Roma — Il presidente dell'Alta Corte
di Giustizia, Canonico, con sua ordinanza,
commuta l'arresto per Nasi, in casa pro-
pria, per Lombardo a,\ Policlinico.
„ Messina — Gravissima dimostrazione di
protesta contro la sentenza dell'Alta Corte
di Giustizia, che legittima l'arresto di Nasi.
fl Londra — Un messaggio reale alla Camera
dei Comuni propone il dono di 50,000 ster-
line a Lord Cramer come ricompensa na-
zionale per i servigi resi in Egitto.
25. Torino — Nomina della Giunta, il sena-
tore Frola riaccetta il sindacato.
r, Firenze — Prima seduta del nuovo Consi-
glio comunale, è eletto sindaco' l'avvocato
Sangiorgi.
„ Belfast (Irlanda) — Sciopero degli agenti
di polizia. La città, che dal 25 giugno è tea-
tro di gravi agitazioni per gli scioperi dei
carrettieri, degli scaricatori del porto e di
altre classi, i-psta in balìa della parte più
turbolenta della popolazione; e la repres-
sione coli' intervento del Governo centrale
non fa che eccitare gli animi.
26. Milano — Vengono alla luce deplorevoli
turpitudini perpetrate da indegni sacerdoti
in un asilo di fanciulle, nel vicino comune
di Greco milanese, diretto da una Suora
Fumagalli, che vestiva abusivamente abito
monacale. Ciò dà occasione a una ripresa
della campagna anticlericale in tutta Italia:
comizi, dimostrazioni, tumulti e un dila-
gare di accuse scandalose (quasi tutte rico-
nosciute poi insussistenti) contro altri isti-
tati clorica'i, «^p'-cialmenfe a Va-azze e a
Roma.
27. San Marino — Il Consiglio Generale esten-
de il diritto di voto a tutti i maggiorenni
letterati ed illetterati.
, Trentino — Una comitiva di tedeschi gui-
data dal noto pangerniiinista Mayer tenta
una dimosti-azione germanistica col prete-
sto di visitare le oasi tedesche del Tren-
IL MaKSTUO CaB.VìEL,0 PlNl'AUBO
ucciso a Palermo il 18 luglio.
{Fot. C'h. Abeniacar).
tino, ma a Pergine e in altri luoghi sono
accolti con fischi e con altre disapprova-
zioni dalla popolazione irritata e devono
fuggire più che in fretta.
28. Palermo — Comizio socialista che pro-
testa tanto contro gli eccessi della polizia
quanto contro il movimento Nasi e lo agi-
tazioni separatiste.
29. Il Governo francese depone Than-Tai, re
Varici alle gambe, Varicocele, Emorroidi. SSuuete'Tin"
vene, razionale, scientifica. — Sollecita e definitiva scomparsa di peso, dolori, ec.
— Opuscolo illustrativo a richiesta. — Vademecum dei sofferenti e predisposti
(Cause, Cura, Igiene). Voi. 100 pag. ili. li. 1. — Dott. Stefano Bolognese. Casella
postale 602, NAPOLI. — Consultazioni di persona e per corrispondenza nelle prin-
cipali lingue.
- r»i
Il P«>l»lcfl.-<» »!nt|« a
I |>rtVfcMlii«irfl .-Ik .J .•
Ili ■jUf.Jl tur»!
i.'..lu ili Hii««ia ro.irim-
\ «•«►^ IO
^uIU sponda bre-
viel taiio «1 Imm an tratto di ban<
■ tprofouda nelle acqaa.
aa pi<
digval aaaal|r<
trolneroctati
giornata, boi;
Il DUkxwno rsaaonAmto di
(Fpt. A. Ctoff).
, La linea ferroTlail*
Iseo paasa da oggi all'
2. Un daereto d«lla Saora Oofrigatrio— dal
Condilo aanitooa anova dlaposiatoal par
la celebradona del matrfmonL
3. Da alount giorni la campagna anticlericale
si aooentoa Intenaamaate; in %artal modo
a Boma le peneooxioal teppiatlebe contro
i religioal salgono a nn ponto latoUarabUa,
la popolazione drlle reaglaoe e le protasta
generali obbligano le aatorltà a
intanto I
Mali
d*«li
I>f..
j.n-
d'IUli
per l'eoddlo di Caaa Blaaoa • a prooMC-
tara la soddiafailoBl d'naa.
6. Boma — Con dacsrvio raala è waMkt tt
ConslgUo oofflunala.
TI
^
il
OPUSCOLI E
scHiARincmi
<iRflTI5v^<?
SMBCURNAliDlViA B.VITRUVIO 9-i«UlilN0
— G46
Bario regio il comm. Salvarezza, il quale
ril prende possesso dell'ufficio.
7. Casa Bianca — La squadra francese arri-
vata oggi sbarca millecinquecento uomini
al comando del generale Drude, che occu-
pano subito Casa Bianca. Successivi rinforzi
portano gli effettivi francesi a quattromila
uomini.
8. Pisa — Scoppia lo sciopero generale come
atto di protesta pei recenti scandali cle-
ricali, ma la sera stessa la Camera del la-
voro ne proclama la cessazione.
„ Casa Bianca — Combattimento fra i ma-
rocchini e i francesi. I primi non ostante
il loro coraggio sono decimati, altri piccoli
scontri hanno luogo nei giorni successivi.
9. Roma — Circolare del Grande Oriente
d'Italia a tutte le Logge Massoniche nella
quale a proposito degli scandali denunziati
negli istituti religiosi, si eccita a far pro-
paganda per la scuola laica, ma si condan-
nano le violenze e le intemperanze contro
i sacerdoti.
12. Belfast — Disordini sanguinosi; rivolta
selvaggia della folla contro i soldati e i
nuovi poliziotti. Alcune centinaia di feriti
e contusi, ed alcuni morti.
14. Wilhemshòhe — Incontro di Re Edoardo
d'Inghilterra coli' Imperatore Guglielmo di
Germania.
15. Marino (Roma) — Un gruppo di esaltati
anticlericali insulta il card. Merry del Val,
segretario di Stato. Una guardia è ferita
da una bastonata diretta contro il cardinale.
16. Ischi — Convegno tra l'Imperatore d'Au-
stria Francesco Giuseppe ed il Re Edoar-
do VII d' Inghilterra.
„ Pretoria (Transvaal) — L' assemblea legi-
slativa approva l'acquisto per 150,000 ster-
line del famoso diamante Cullinan, il più
grosso che esista (scoperto nel gennaio 1905,
pesa 3025 carati, cioè circa mezzo chilo-
grammo), allo scopo di offrirlo in dono al
Re Edoardo come segno di fedeltà e di gra-
titudine dei boeri per l'autonomia accor-
data al Transvaal.
r, A Mogador, nel Marocco, è dichiarato de-
posto il Sultano Abdul-Aziz e proclamato
in suo luogo il fratello Mula! Afìd.
17. Aja — La Conferenza discute la dichia-
razione inglese sulla limitazione degli ar-
mamenti, e approva all'unanimità una ri-
soluzione nella quale dichiara " che alta-
mente desidera vedere 1 Governi ripren-
dere lo studio serio di questa questione. „
„ Napoli — Arrivo di una missione abissina,
diretta a Berlino e a Pietroburgo, latrice
pure di alcuni doni del Negus al nostro Re.
18. Casa Bianca — Nuovo furioso attacco del
marocchini contro i francesi, che lo respin-
gono non senza difficoltà. Altro grave com-
battimento ha luogo il 21.
„ Stoccarda — VII Congresso internazionale
socialista. L'antimilitarismo herveista vi ò
completamente sconlìtto.
22. Sòmmering — Incontro dell' on. Tiltoni
col barone vun Aehrenthal. Dopo il collo-
quio che ha luogo il 24, un comunicato
ufficiale constata nuovamente la perfetta
identità di vedute fra TAustria-Ungheria
e l'Italia, relativamente alla questione bal-
canica.
24. Locamo — Inaugurazione della nuova
ferrovia elettrica Vallemaggia-Locarno-Bi-
gnasco.
y, Ischi — Arrivo del barone Aehrenthal o
dell' on. Tittoni, il quale il giorno appresso
è ricevuto dall'Imperatore d'Austria.
„ Fez — Gli europei lasciano in massa la
città, gli stabilimenti europei vengono sac-
cheggiati la sera stessa.
25. Amsterdam — Congresso internazionale
anarchico.
27. Racconigi — Il Re riceve la delegazione
militare giapponese.
„ Hakodate (Giappone) — Un immenso in-
cendio distrugge tre quarti della città.
28. Cominciano le grandi manovre ad ar-
mate contrapposte, nella regione compresa
fra Domodossola, Ivrea e Novara. Il pre-
supposto è che il partito invasore (rosso)
scende dal Sempione ed è giunto fino a
Domodossola e dall' altra parte fino ad
Ivrea; il partito nazionale (azzurro) si rac-
coglie sotto Novara e tenta di respingere
il nemico.
„ Sofia — Giubileo del principe Ferdinando
di Bulgaria.
29. Quebec — Crolla il ponte sospeso in co-
struzione sul fiume San Lorenzo, 20 mi-
lioni di danni, 85 morti.
30. Roma — A nuovo generale dei Barnabiti
è eletto il padre Ignazio Pica, n. ad Aquila
il 31 luglio 1835.
„ Il principe governatore di Samos, Costan-
tino Karatheodory, è destituito; al suo po-
sto è nominato Giorgio Georgiades.
31. Firma dell'accordo anglo-russo, che re-
gola la posizione della Persia, dell'Afgaui-
stan e del Tibet. Il testo del trattato è pub-
blicato il 24 settembre {ved. fìyura aUa jta-
gina sec/tiente).
SETTEMBRE
1. Roma — Inaugurazione del secondo Con-
gresso fra i dipendenti dei Comuni d' Italia.
2. Hanno improvvisamente termine le grandi
manovre nel Novarese, che dovevano du-
rare fino al 6 settembre. Il partilo azzurro
ha dovuto ritirarsi su ogni punto.
3. Casa Bianca — Una colonna francese tenta
l'offensiva, ma deve rientrare al campo non
egsendo riuscito l'attacco, pure avendo in-
flitto perdite gravissime ai marocchini.
5. Bari. — Scoppia lo sciopei'O generale per
solidarietà cogli spazzini scioperanti, un
delegato e un brigadiere sono feriti; la città
resta per un giorno abbandonata alla mala
vita. Il Governo ordina un'inchiesta, e il
CUCINE
CALORIFERI
VENTILAZIONE
FORNI
DE ti ORTO
FEDERICO DELL' ORTO A C - MILANO
r.
7,1
TiMiio He • miniti <
Cabta di paktb dkll'Asia a iL4.t?KTttAZioirK UBI. Tbattato àMattO'l
La tferu rutta d" imflmmtam è • nord dtUa limta Khaithi- Ymé-ltpmkmm'Kn mutm$km\ ;
la aftra WUammiea è a mtdul dtUa Imta Otaik-Birjamd^Km man T
sTilappo del territori comprasi nel badilo
del l«f(o Leopoldo II , Ib esteateBlmB prò-
prieU prìTBfB dellB Coroni belcB.
, VancoaTcr (Cotoni» Inglese) — Orari dlnor
din! per od.o di rmzxB. Le popoUclone bian
OB saocbegglB I quartieri dei dnesi e d>
giapponesi. La caceta agli nomini di color
dnra molti glomL
8. Enciclica Pimaeemdi, ohe oofllanna 11 ooald-
(ietto modernismo: è pabblioata II 16.
. H<?ma — Con regio decreto 11 senatora
Giacomo Malrauo, presidente di sexione del
tFBabordara sa altra bbtb. L'yaBIrt è par-
dato.
12 u«.v><>nt.ri — Decreto reale di iio«Ib« d*-!
,:llo d' ammlolctrasloiM dallo
^tato.
. .... ... ^^sentl sono i*i«»tt(
<• Pranceero \ >,'..
franoeae di >i .
alcione «««Aifl laccampameatD di Taddert.
lo Ineendla • dtaperda gli arabi.
19. L'agttoBkNM agraria Hm da t«mpo frr-
menu o^le Foglie «a Inasprendosi, a Rav»
La cura delle vene varicose .:.'r'z:;:j:'Ì5:i«:^rcSsr;2
stitu 9ce le parsU ▼«nose malate e tatto l'appa-
r . ' predUpotU! Ase rapprttfa tm rottru ssfsssfs /
- .ta. - Vademecum del soOereaU e predispocU
^(,l'l<■. .,<,.!, t^i-^H'^.. Voi. li/u i-rf;:. ili. Ia. 1.
— 648 —
è procl.imatu lo sc'iopero, e nei tumulti si
hanno sette feriti. Due giorni dopo, tumulti
anche più gravi; gli scioperanti danno l'as-
salto ai palazzi.
16. Cristiania - Qaarto Congresso interna-
zionale dei sindacati operai.
r, Tumulti anche a Cerignola: gli scioperanti
per vari giorni impediscono di entrare o
di uscire dalla città. E pure a Canosa, dove
un leghista è ucciso dai proprietari. Nuovi
e più gravi conflitti con la truppa il 19.
r, Palermo — La Lega per la difesa degli
interessi siciliani si costituisce formalmente
approvando lo Statuto e fissando Caltanis-
setta come sede del prossimo Congresso.
Al principio della seduta, una proposta di
inviare un telegramma di saluto al Re non
è approvata.
20. La data odierna è commemorata in tutta
Italia con molta tranquillità, mancando gli
eccessi anticlericali, che da molte parti si
temevano.
„ Torino — V Congresso del Partito Giova-
nile liberale.
„ A Santeramo del Colle, in provincia di
Bari, circa 7000 contadini occupano violen-
temente le tenute Matine, circa ottomila
ettari, che essi pretendono demaniali e ne
cominciano la ripartizione. Li guida certo
Giovanni Giampetruzzi, che qualche tempo
dopo è arrestato sotto l' imputazione di
trutta.
21. Roma — Il ministro guardasigilli adotta
provvedimenti disciplinari conti-o alcuni
magistrati genovesi in seguito ai resultati
dell' inchiesta Garofalo.
„ Napoli — Fine dello sciopero dei tram-
vieri e degli spazzini.
fl Napoli — Il Duca di Genova assume sulla
Lepanto la direzione superiore delle ma-
novre navali.
„ Aja — La Conferenza per la pace approva
il progetto per l'istituzione di una Corte
Internazionale delle prede.
22. Riva Trigoso — Il transatlantico Princi-
pessa Jolanda, costruito per conto del Lloj'd
italiano, cola a fondo subito dopo il varo. Il
piroscafo stazzava 9500 tonnellate.
23. Massa Marittima — Gravi tumulti popo-
lari per il rincaro dei viveri e dei generi
di prima necessità; in un conflitto riman-
gono feriti un brigadiere e due carabinieri.
23. Lisbona — Violento Tiubifragio.
24. A Bitoito e in altri luoghi dello Puglie
i contadini e i proprietari si accordano.
L'agitazione comincia a calmarsi.
„ Malaga — Gravissima inondazione pro-
dotta dal fiume Guadalmedina. Molti morti.
25. Cominciano le grandi manovre navali nel-
l'Ionio. La divisione del Mediterraneo e la
divisione navale di riserva creano la loro
base di operazione nelle rade di Augusta
e Siracusa. Il 30 si iniziano le ostilità con
l'assalto di quattro squadriglie di torpedi-
niere, che tentano silurare le navi.
„ Londra — La principessa Luisa di Sasso-
nia, contessa di Montignoso (moglie divor-
ziata del re attuale di Sassonia), sposa il
signor Enrico Toselli, maestro di musica
fiorentino.
26. Basilea — Visita del ministro Tittoni al
Consiglio Federale e al presidente della
Repubblica.
„ Boziers — Un violentissimo ciclone deva-
sta la parte sud-ovest della provincia del-
l'Hérault.
y, Anversa — Il grande sciopero dei docks
è completamente fallito. Oggi ripresa par-
ziale del lavoro in molti docks.
28. Mainau — Morte del granduca Federigo
di Baden.
29. Bologna — III Congresso dei metallur-
gici italiani.
„ Ripresa di agitazioni in Puglia. Nuovi di-
sordini ad Ascoli Satriano.
30. Racconigi — Il Re riceve la missione
abissina che gli presenta una lettera auto-
grafa di Menelik. La missione era rientrata
in Italia il 28, e il giorno appresso era stata
ricevuta a D»^sio dall' on. Tittoni.
r, Roma — Al Senato comincia una breve
istruttoria supplementare nel processo Nasi.
COSSILÀ'BAfiNI
presso BIEIiliA • Piemonte
STAGIONE lo GIUGNO - 1o OTTOBRE
MEDICO-DIRETTORK
Dr. L. C. BURGONZIO
PPUSCOU E
SCHlARinENTI
SliflR^CriARNALb^ViA BVitrùvio SFILANO
mi
5P0RT
(Ottobre 1906 • Settembre 1907).
OTTOBBE
' ravia — Quar o Congrttao tiAitonate dt p«-
toiogUL
, Milano — CongrMM naslonato di IgiaiM.
, Milano — Oongrawo Bastonale fra gli In-
dostriali delle artt grafiche, della carta eo.
9 Milano — CocgreMO interoaxloaale con*
•ro la diaoccapaxlooe.
. Milano — Al Teatro Manxonl. commemo-
i,i.-r'-r,.- d; n ; -r. .- r p ,-. diaoosa oon an dl-
V r~ : > . luUidi Sa compagnia
(Ì!..ii.ji;.i;i .1 i( > i l 'ti amori.
, Air università di Aberdeen sono oonferite
le lauree d'onore a Qoglielmo Marconi, a
Cesare Lcmbroso, al prof.LandAnl di Boma,
al senatore Veronese* di PadOTa, al prot Ro-
miti di Pisa e al prof. Fiore di NapolL
, Gara aerosUlica della Coppa Gordon Ben-
nett per la tiaversata della Manica. La vit-
toria è dell'americano Lahm col pcllone
r-,:ffd States, che copri 11 percorso di
• I km. circa, ma sono classificati al se-
: > potilo gli iuliani Alfredo Vonwiller
tenente Cianetti che col pallone £7^«
no 590 km. Dei 16 palloni concorrenti
iraversarono la Manica, gli altri nove
M arrestarono sulla riva del mare o in
Francia.
3. Milano — Congresso nazionale di idrolo-
gia e climatologia.
4. Milano — Congresso Ara i professori d'or-
chestra.
5. Gara aatomobilistica per la coppa Vao-
derbilt sul circuito di Long-lsland (Stati
Unitì d'America). Giunge primo Wafrner.
francese in ore 4. 50", 28* e ^ \, quindi Lan-
cia, iUliano, in o'-e 4.58», 44* Vs-
6. Boma — Inaugaraxione della Casa del
popolo. L'edificio costa 150.000 lire ed è
sUto regalato alla Federazione d. i Mura-
tori da un social ;»i a millonaHo •'>
Celesia di Genova. Aristide S .
oorato con una bella allegorib ... ..^.. su-
periore della bocca d'opera del salone prin*
ci pale.
,. CostanUnopolt — Inaogoraflone della Seno-
la commerciale iUUana alla prasanza del»
l'ambasciatore iUliano Imperlali.
ANEMIA ♦ ♦
NEURASTENIA ♦
RACHITISMO
SCROFOLA
DEBOLEZZA
6. SoUrne — Inaagnrajdone della nnoea )
la Femminile italiana. fuoda!a dall'i
sloue Kasiouale del MlMionart e diretta
dalle Suore d' Irraa. U plano geniale e aem-
pltoe è dell'architetto Molli di T..rìno sii
afflreeohi ette ornano la faodat
agli Italiani I nomi del loro gì
e gli stemmi delle principali •
sono del pruf. Smeriglio, venu
mente da Torino. La 8cc<4a è r>
milione, ed è an edata secondo i prcnrcti
più moderni dell'igiene.
)-7. iiarsana — R f(»^<*irgiato il TI eentena-
So del seggi' • Ulte in Lnnlglana.
risaputo, 1) n ottobre del ISOC
il notalo ser < > ; Parente di Ri n pi..
rogò In Piaaca delle Calcando!'
Vittorio Bmannele) a Sana— i
cura che messer Franossehlnu : ,...j.
- in nome proprio e del coagluati — <ec«
a Dante Alighieri. perAè trattasse la paee
ool Vescovo e conte di Lnnl Antonio da
Camilla. B il sommo poeU riUMÙ eceaUente
eeectttore dell'Incarico ricevuto, parche la
pace fu sUpoIaU II giorno itisao dalU pro-
cura, e ne fu rogato solenne atto dal me-
desimo notaio nella torre del pnlMio ve-
scovile di Castelnuovo. La Società OMileaea
Italiana, InvitaU dal Comitato
tenne a Bcrsana una adnnania
Isidoro Del Lungo lesse II discorso com-
memorativo. Quindi si ebbero un noevl-
jj.^„. .«r.., . ^.1 ..,,...K Alfonso Malaepina
arda, fsate a Ce-
k;, . lUU alle rovine di
Loni e la iiiaiii(i>r«'ioii« di tre epigrafi
commemorative, a Banana, a Caatelawovo
e nel castello di Mnlasao.
7. Pomodoeaola — Inaognraslone di «n mo-
sco storteo del Semplooe ool OoOoglo Bo-
smioi, fondato dal prof. A.
8. Milano
cesio di
9. Boma — XVII Coogramo doU'J
ofìaimolofflco HoUooo.
11. ~
detr
rionale fra I maestri di moalea.
RICOSTITUENTE SICURO
per ADULTI e BAMBINI
1 KHARilil
SAPOLl
C'onc«»**»orAri
•ad. per ritaiia
DI «C.
riitfi*MO(«^MI
650 —
11. Milano — Congresso nazionale delle so-
cietà economiche.
„ Milano — Congresso dei professori uni-
versitari.
12. New York — Inaugurazione del monu-
mento a Giuseppe Verdi, opera dello scul-
tore italiano Civitelli.
14. Camerino iMacerata) — Inaugurazione
del monumento al pittore e acquafortista
romano Francesco Vitalini (tragicamente
morto nel settembre 1905 sul monte Gi-
ralba, nelle Alpi Cadorine), opera dello scul-
tore Prini.
f, Milano — Grandi corse a San Siro. Il
gran premio del Sempione è vinto da un
outsider. Incordo della scuderia di Razza
Volta.
16. Milano — Congresso nazionale dei co-
struttori ed imprenditori.
fl Milano — Congresso dell'Associazione na-
zionale per il movimento dei forestieri.
20. Milano — Quarto Convegno della Unione
Saponerie Italiane.
j, Selby (Inghilterra - Yorkshire) — La ce-
lebre abbazia fondata da Guglielmo il Con-
quistatore è distrutta quasi completamente
da un grave incendio; i danni sono gran-
dissimi ma sopratutto la perdita per l' arte
è irreparabile.
21. Milano — Congresso nazionale dei cac-
ciatori.
„ Milano — Congresso fra gli impiegati d'or-
dine dipendenti dal Ministero della Guerra.
„ Milano — Ascensione aeronautica della
Duchessa Elena d'Aosta sul pallone Fides IL
„ Milano — Il Re autorizza il trasporto di
sedici affreschi del Luini staccati dalla villa
della Pelucca presso Monza e conservati
finora nelle sale del Palazzo Reale, alla Pina-
coteca di Brera, dove saranno riuniti, oltre
che agli altri numerosi lavori pittorici del
fecondo artista, particolarmente agli altri
frammenti della decorazione eseguita dal
Luini in quella villa (oggi ridotta a fabbri-
cato rurale) che è l'opera più importante
e geniale che a lui si debba e di cui il
pezzo più importante è la Salma di Santa
Caterina tì-asportata dagli angioli, eapola-
voi-o del Luini, già nell'oratorio privato
della villa.
„ Isera (Trentino) — Inaugurazione di un
busto in marmo a dementino Vannetti,
opera dello scultore locale Giovanni Spa-
gnoli.
22. Milano — Terzo Congresso internazio-
nale di aeronautica.
„ Milano — Corse a San Siro. Caronte II,
del principe di Dellella, vince il Gran Crite-
rium internazionale.
„ Parigi — Congresso internazionale del-
l'igiene alimentare.
r, Parigi — III Congresso internazionale per
la repressione della tratta delle bianche.
23. Dourdan — Il corridore Guirmes su una
macchina Darracq di 200 cavalli vince il
record mondiale del chilometro lanciato co-
perto in 20 secondi, cioè alla velocità di
180 chilometri all'ora.
24. Milano — Terzo Congresso fra i licen-
ziati delle R. Scuole Agrarie.
„ Torino — Al teatro Alfieri, Grande sirena,
commedia in tre atti di G. Bonaspetti e
V. Tocci, insuccesso.
„ Genova — XVII Congresso della Società
Dante Alighieri. Inaugurazione nel Palazzo
Ducale con l'intervento del ministro Rava.
La seduta di chiusura ha luogo il 29 a Mi-
lano alla Casa Verdi di ricovero per i mu-
sicisti.
„ Parigi — Santos Dumont col suo aero-
plano, col quale presso Longchamp per-
corse in linea retta circa 60 metri, vince
la coppa Archrieacon cui è unito un pre-
mio di lire cinquantamila e destinata per
il primo apparecchio più pesante dell'aria
che avesse percorso almeno 25 inetri. L'ae-
roplano, che porta il numero 14'ii% pesa,
compreso l'aeronauta e la navicella, 350 kg.;
ha la forma di un V e le ali sono due piani
paralleli; il motore è di 50 cavalli e pesa
80 kg.
27. Milano — Primo Congresso nazionale fra
i medici degli Istituti e Opere pie ospita-
liere.
„ Torino — Commemorazione del V Cente-
nario della fondazione dello Studium gene-
rale (Università di Torino).
„ Pavia — Inaugurazione del Congresso ri-
sicolo internazionale.
28. Roma — Al Teatro Costanzi, prima rap-
presentazione di Più rhe l'amore, nuova
tragedia di Gabriele D'Annunzio. La i-ecita
finisce tra le disapprovazioni del pubblico
che protesta contro la glorificazione del
delitto che è o pare la tesi della tragedia;
ed anche le altre sere, e in altre città, il
giudizio del pubblico è severo, mala trage-
dia nondimeno è stata riconosciuta un'ope-
ra grande.
„ Modena — Congresso nazionale delle As-
sociazioni per le cure marine e montanine
e prò infanzia.
29. Milano — Congi*esso internazionale prò
riposo settimanale.
n Milano — Terminali Congresso della Dante
Alighieri, cominciato a Genova il giorno 24.
Visita ufficiale alla Mostra deg i Italiani
all'Estero, ordinata sotto gli auspici della
" Dante Alighieri. „
30. Domodossola — Inaugurazione dell' Ospi-
zio Bonomelli, provvisoriamente in legno e
destinato all'assistenza degli emigranti, alla
presenza della Regina Margherita e del ve-
scovo Bonomelli.
KOV£9IBR£
2. Il comandante Roberto Peary, noto esplo-
ratore, di ritorno dalla spedizione sul lioo-
sevelt partito nel luglio 1905, telegrafa da
Hopedale all'estrema punta settentrionale
I mi
I di{
il
Il latte di vacca è un alimento pieno di pericoli pei piccoli infanti ! è una continua
minaccia d'indigestione e d'infezioni. Alimento perfetto per potere nutritivo, per
digeribilità, per gusto, perchè puro da ogni infezione è la Farina Lattea italiana
Paganini Villani & C. (Vedi avviso su cartoncino colorato).
— r.51 —
11 K. l„-ll.> 1S Nap
i.t.ia..iuct.' < ... 1,1
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MT* 160.000
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pour u'avoir pas saloé
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prooMiton.
Hdano — Primo OongreMO di Storia del
lUsorglmento NasioniUe e «airgio di Mostra
sistematica del Eisorgtmentotp^. l'articolo
spteioit dopo la prt*«mte CronachctU).
r ivr^rno — CommemorazioDc del XXV an-
trlo di fondazione dell' Accademia
alla presenra del Re, che tx>n9egna
u •umandaiito la bandiera del Municipio
I>ronauciaudo un brere discorso.
Parigi — Guglielmo Ferrerò tiene la prima
otto conferenze, di cui è incaricato,
"gio di Francia snlla grandezza e de*
/a di Roma.
, Di«Ada — Inaugurazione del monumento
a Crispi, dono dei cittadini di Palermo alla
citta di Dresda, e lavoro dello scultore
Rutelli,
ti. Milano — n pallone Milano, partito dal
parco aerostatico dell'Esposizione di Piazza
d'Armi oo^ aeronauti Usuelli e Cn>spi at-
traversa le Alpi ed In 4 ore scende ad Aix-
les-Bains percorrendo circa 156 km. È la
prima traversata delle AJpi dal sud al nord.
, Giro dclistioo di Lombardia, organizzato
<laIU GiUMotta dolU Sport (km. 117. Milano-
Tré v igllo - Bergamo • Lecco • Como - Varese -
Gallarate • Legnano • Milano): giunge primo
Cesare Brambilla (S.C. Milano) in 7 ore. 28
minuti e 89 seoondL
12. Milano — Chiusura della Grande Esposi-
zione Internazionale.
14. Lisanello (Pisa) — Posa della prima pie-
tra del Sanatorio pai tobAoolaal alla pre-
senza dei Sovrani.
15. Torino — Al teatro Alllerl. La Oitfima,
■ommedia in 8 atti di Leo di Castelnuovo;
accesso contrastato.
19. IfapoU — A
di Boberto i
24. D Ministro a ii«iu » mkkn.
a Qlomè Oardacrl aventU rA<
dese conferito il premio Mob<
teratnra.
• Brada (Bumenla) — Inaugv
monumento all'imperatore Tr.^. .
della nazionalità rumena.
25. Milano — Giro podistico di Milano (13 km
giunge primo Aduo Fava della Pkfriittitio
di Bologna In 40 m. 10" </i. sacondo Eroole
Pretto dello Sport Omo di Milano la ore
1. 1 m. 18".
26. Milano — Fausto Salvatori di Roma vince
il concorso Sonsogno di L. 15.000 per nn
libretto d'opera. Il libretto premialo è in
Utolato: Fotta dot frama.
27. Bologna — Al Teatro Oomaaala si fe-
steggia a S5* anniversario del Lokompr>»
dato per la prima volta In Italia su qneli<-
soene la sera del 18 novembre 187L Pn
code l'eaecuxione delTOr» dal B*mo, qolodi
si scopre una targa col basto di Wagner
opera dello scultore Montegutt • oon on»
epigrafe di Giovanni Federaoal, segue on .
conferensa tenuta dall'on. Domealoo Otivii
quindi la grand* tosoataale della r*/ '
30. Parigi — attfUelmo Perrer» «In
ciclo delle sua ooafaraoae al OoOeg
Francia, trattaodo il tema * Le graadt tdec
direttrici e 1 resultati del govarao d'An
gtisto,.
DICKMBRB
1. Roma — Alla preeaasa dal BmU è laan-
gurato tU'Aepmt'io Momtmmo U Oongreei i
di tdlologla e per la prevsnrtooa dalla ce-
cità.
, Milano - Al teatro Maasonl. Pbpà Eetml^
lomm, dramma di Gerolamo Bovétta, sva-
2. Plrensa — 8«d«ta aolawM dell
della Crusca. Il ssfi tarlo Oaldo
d^ Vocabolario è giunta alla voce matti»-
Mjwe a la oompUaztooe sino alla voce «••
EMPORIO
MUSICALE 1 LATINI
Via del Giglio, 9 • FOEIZE
Invio GRATIS Catalogo.
652
Slira; annunzia pure che è stato fortemente
ribassato il prezzo del Vocabolario. Ren-
dendo conto dei lavori dell'Acc^ademia s"in-
ti'attenne alcun poco sulla voce microbio
spiegando le ragioni per cui l'Accademia
accettando questa ha respinto invece come
erronea la voce mìcrobo. Commemorò poi
gli accademici defunti Gandini e Lamper-
tico. Pronunciò infine un discorso il prof.
Angelo DeGubernatis sul tema "La lingua
italiana fuori d'Italia „.
5. Venezia — Nella sala consiliare del Mu-
nicipio è consegnata a Marconi la medaglia
d'oro offertagli dalla re.u'ione veneta in se-
guito a pubblica sottoscrizione.
6. Milano — Al Teatro Dal Verme, Il Poeta,
dramma lirico in un atto del m.» A. Cantù.
7. Parigi — Inaugurazione del Salone degli
automobili al Grand Palais dei Campi Elisi.
8. Milano — La Biblioteca Ambrosiana inau-
gura le sale riordinate della sua preziosa
pinacoteca. Autori del sagace riordinamento
sono il pittore Luigi Cavenaghi, il senatore
Luca Beltrami ed il sig. Antonio Grandi,
quest'ultimo particolarmente incaricato di
ordinare la veramente cospicua collezione
ambrosiana di disegni e di stampe. Fu an-
che inaugurato il ricostituito Museo Settala
che nel secolo XVII fu una delle singo-
laiità di Milano, formato dal dottissimo
Manfredo Settala detto ai suoi tempi l'Ar-
chimede milanese, e che conteneva ogni
genere di curiosità naturali e d'arte: la-
sciato per testamento all'Ambrosiana aveva
sofierto gravi dispersioni ed ora le interes-
santi relique sono state dai conservatori
dell'Ambrosiana raccolte e ordinate.
9. Roma — La vaghissima fontana detta delle
Tartarughe nella piazzetta omonima, opera
mirabile immaginata dal Della Porta ed
eseguita da Taddeo Landini, è trovata mu-
tilata di una delle quattro tartarughe, la
quale pochi giorni dopo è rinvenuta in un
giardino poco lontano ove forse era stata
gettata dal ladro imbarazzato a trarne
partito.
„ Milano — È festeggiato all'Istituto tecnico
superiore il 50° anniversax'io d'insegna-
mento del senatore Giuseppe Colombo.
„ Firenze — Maria Saìvestri, commedia in tre
atti di E. Corradini, il lavoro è applaudito.
y, L'Università di Genova festeggia il qua-
rantesimo anno d'insegnamento del prof.
Arturo Issel, il quale riceve solenni mani-
festazioni non solo dai concittadini ma da
parte di molti geografi e geologi italiani e
stranieri. A serbare duratura memoria della
.solennità, un fondo raccolto fra amici ed
ammiratori dell' Issel servirà a istituire
un premio da conferirsi periodicamente
dalla Università ligure a uno dei migliori
studenti delle discipline natux*ali e geo-
grafiche.
10. Roma — Fine del II Congresso nazionale
degli Istituti di istruzione superiore.
„ Roma — Inaugurazione dei nuovi locali,
concessi dall'Istituto Storico nel Palazzo
Corsini per l'esposizione delle stampe, con
una mostra di incisioni e di disegni del
secolo XV e XVL
10. Stocolma — All'Accademia delle Scienze
sono solennemente conferiti i premi Nobel;
assegnati quello per la letteratura a Giosuè
Carducci, quello per la medicina diviso fra
due istologi, Camillo Golgi dell'Università
di Pavia e Santiago Ramon y Cajal del-
l'Università di Madrid; quello per la chi-
mica ad Enrico Moissan professore della
Facoltà di Scienze della Università di Pa-
rigi, e quello per la fisica a J. J. Thom-
son professore della Università di Cam-
bridge; tranne il Carducci, tutti gli altri
premiati erano pr;esenti ed il Re Oscar
consegnò loro personalmente il diploma ed
il premio, che quest' anno ammonta a
Fr. 191,840. Quanto al Carducci, per gentilb
iniziativa del Re Oscar, il ministro di Sve-
zia a Roma Bildt si reca espressamente a
Bologna e nel giorno e nell'ora medesima
in cui la cerimonia ufficiale si celebra a
Stoccolma, va alla casa del poeta e alla
presenza di poche autorità e di alcuni in-
timi, dopo un nobilissimo discorso, conse-
gna il premio al Carducci. Lo stesso giorno
a Cristiania nel palazzo dello Stoj-thing è
solennemente proclamata l'assegnazione del
premio Nobel per la pace a Teodoro Roose-
velt, presidente degli Stati Uniti, in ricono-
mento di quanto egli ha fatto per la causa
della pace, contribuendo all'accordo russo-
giapponese. Il ministro americano riceven-
do il premio comunica un telegramma col
quale Roosevelt ringrazia e annunzia che
impiegherà il premio stesso per la crea-
zione a Washington di un Comitato per-
manente industriale di pace destinato a
prevenire e comporre i conflitti fra indu-
striali e operai.
15. Torino - Al teatro Alfieri, La Scintilla,
commedia in quattro atti di Alfredo Te-
stoni, esito buono.
16. Milano — Inaugurazione a Brera della
Mostra internazionale di Bianco e Nero.
„ Milano — Commemorazione di G. B. Piatti
ideatore della perforatrice delle Alpi.
„ Alessandria — Inaugurazione del XXIII
Congresso dell'Unione Velocipedistica ita-
liana.
17. Parigi — Le esperienze col nuovo diri-
gibile militare Patrie, il quale partito da
Meudou alle 15, dopo 20 minuti giungeva
ai Campi Elisi, compieva parecchie evolu-
zioni sulla città a un centinaio di metri
d' altezza e alle ore 16 rientrava nel parco
aerostatico.
22. Torino — Al Teatro Regio, completamente
rinnovato, Salornè, poemetto drammatico di
Oscar Wilde, musicata da Riccardo Strauss,
diretta dall'autore e interpi-etata con gran-
de successo da Gemma Bellincioni. La stra-
vaganza affascinante della musica desta
grande interesse.
23. Gli aeronauti italiani Celestino Usuelli
e Carlo Crespi, a bordo del pallone Avia-
tor, inalzatosi dal parco aerostatico del-
l'Esposizione di Milano, battono il record
italiano d'altezza salendo a 7000 metri.
„ Scianghai — Regata fra l'equipaggio della
Marco Polo ed una nave americana ; la vit-
toria è degli italiani.
RISGAlDAHENTi MODERNI
Hrevetitivi frratis
SERANTONI & PONTIGL-IONE
MIIiAAO - BOIiOOIVA
Viale Monforte, s — Via S. Simone, i.
2é. Milano - Al '
? ' ' - Ina'i.; .: .1 •; il ■! mi List.. ^
•dolf» I.iimportJo... «iprr» dell.
;'H «i V. - .-^ T. •.-.Mi 1-- ,,r .
••• anatre r
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.1 Coop»- l in-i
ro Bav» 18. Pai.
sarò ^
!i»o ironista il : L AIU hti
!)« Hociali.
Mi 19 llnma — I „ 5 Itali» r,.-.
oat« nel nostro esercito. Le esperiense ile-
soono benissimo. Ls fl^ra qai unita rap-
presenta la stazione monUta sa carro: le
due persone a destra sono Gagiielmo Mar*
coni e 11 mafrKfor<> Mrtrri< «nmaadanta della
BrigaU Speciali >'
«EMliAIO 1907
. Roma — Conferenza del Daca degli Abmx-
zi salU spedizione al RoTeozort, aoito gli
auspici della Società Geografloa, al teatro
deU'.^rgentina La conferenza è lUostrata da
numerose e bellissime proiezioni, esegatt*
da Vittorio Sella: vi assistono i Reali d'Ita-
lia, la Be^fina Madre e tatti i principi della
MAKOiUDura DI Satoij
Coppa Chaixkiiok
Società Aeronaatlca Italiana alla qiial* onn.
Mfna la coppa * Regina Margherita . da '
IsUtaifea e desUnata al Tinottoro della ga
per 1* traversata delle Alpi In pallone.
654 —
2Ó. Torino — Un'adunanza all'Associazione
delia stampa subalpina accoglie il progetto
di tenere a Torino nel 1011, cinquantena-
rio della proclamazione del Eegno d'Italia,
una Esposizione internazionale d'industrie,
coordiniindola con un'Esposizione interna-
zionale d'arte antica e moderna da tenersi
in Roma in quello stesso anno.
„ Venezia — Al Teatro della Fenice, primi
rappresentazione del Fané altrui, nuova
opera del maestro Giacomo t^reiice su pa-
role di Angiolo Orvicfo, successo contra-
stato.
21. Roma. — Al Teatro Argentina, Una Mo-
glie onesta, dramma in tre atti di Giannino
Antona Traversi, successo completo.
„ Grottaferrata — Celebrandosi nella mo-
numentale Abbazia il XXV anniversario
dell'elezione ad abate di D.Arsenio Pelle-
grini, è inaugurato nel palazzo dei Com-
mendatori il Museo, riordinato in otto lumi-
nose sale, oltre una grande aula, per cura
di Augusto BelBgnani.
23. Torino — Al Teatro Alfieri, I bottoni
d'onice, commedia in un atto di Luigi Nasi,
successo completo,
„ Pavia — All'Università solenni onoranze
al prof. Camillo Golgi tornato da Stocol-
ma, ove si era recato a ricevere il premio
Nobel. Gli studenti, costituiti in comitato
per le onoranze, olTrono al loro maestro e
rettore un'artistica pergamena recante un
indirizzo di ammirazione e di riconoscenza
dettato dal prof. Rasi, docente di lettere
latine nell'Università.
25. Milano — La Casa Treves pubblica la
tragedia di Gabriele d'Annunzio Pia che
V amore.
27. Genova — Solenni onoranze ad Anton
Giulio Barrili per iniziativa dell'Associa-
zione dei giornalisti liguri. Al Barrili è con-
segnata in Municipio alla presenza di tutte
le autorità cittadine una targa d'oro, opei'a
dello scultore De Albertis, i-appresentante
da un lato il profilo del Barrili stesso e
dall'altro il genio del pensiero e dell'azione
con una dedica dell' on. Boselli. Un tele-
gramma augurale del ministro Rava an-
nunzia al Barrili la sua nomina a Grande
Ufficiale della Corona d'Italia.
27. Milano — Nel sesto anniversario della
morte di Giuseppe Verdi, al Conservatorio
di Milano s'inaugura un ricordo monu-
mentale all'autore dell'-^tda, opera dello
scultore Alberti. L'inaugurazione è prece-
duta da un discorso del maestro Gallignani,
direttore del Conservatorio, sul motto:
" Torniamo all'antico e sarà un progresso. „
Quindi seguì la Cantata dell'Ascensione (op.
37) di Bach, diretta dal Gallignani stesso.
31. Roma — Il Re consegna al maresciallo
dei carabinieri Lorenzo Gasco, in premio
dei servigi segnalati e del coraggio dimo-
strato nel dar la caccia ai briganti in Sar-
degna, esponendo più volte con coraggio
la vita per l'adempimento del dovere, le
insegne dell'ordine militare di Savoia.
— Firenze — Fin da quanda era direttore
delle Regie Gallorie di Firenze, Corrado
Ricci vagheggiava l' idea di raccogliere
presso il David di Michelangelo ueUA.T)tfc-
buna della Galleria, antica e moderna di
quella, eiftà, non dei semplici gessi ma di-
Terse opere originali del maestro, sparse
qua e là non tutte in luoghi convenienti. E
già prima di assumere la direzione delle
Belle Arti il Ricci aveva ottenuto dall'Isti-
tuto di Belle Arti di Firenze, mercè le prati-
che del suo direttore comm. Mazzanti, di
trasportarvi il grande modello di figura sim-
bolica di fiume, recentemente scoperta e già
celebrata dalla ci-itica di tutto il mondo. Ma
poscia la iniziativa del Ricci trova un forte
sussidio nel ministro Rava e soprattutto
nella generosità del Re, il quale concesse che
fossero trasferite alla predetta Galleria le
quattro statue di schiavi abbozzate da Mi-
chelangelo per il sepolcro di Giulio Secondo
e che il Talanti incastrò con relativo rispetto
nelle incrostazioni e nei finti scogli della sua
grotta del giardino di Boboli. Chi sa come
ogni manifestazione artistica di quel sommo
interessi i cultori e come le opere abbozzate
rivelino a pari delle finite, la meravigliosa
impronta del suo genio, sarà lieto di poter
ammirare isolate e in buona luce, quelle
figura di schiavi, fratelli a quelli che il Lou-
vre tiene in grandissimo onore. Ma l'opera
di raccolta non si arresta qua, bensì si com-
pirà portando alla Galleria antica e mo-
derna altra statua pure di Michelangelo,
esposta nel cortile del Museo Nazionale di
Firenze e poco in armonia col cortile stesso
di stile, come ognun sa, medievale e la sta-
tua magistralmente abbozzata del S. Mat-
teo, che era nel cortile del Regio Istituto
di Belle Arti. Così sarebbero riuniti otto
grandi lavori del Buonarroti.
FEBBRAIO
5. Amsterdam — Prima rappresentazione di
una nuova Cavalleria rusticana, musicata
dal maestro Domenico Monleone, genovese,
su libretto del di lui fratello Giovanni, tolto
esso pure dalla nota novella del Verga,
Successo.
fl Verona — La compagnia Mariani rappre-
senta La Gioia del tradire, nuova commedia
in tre atti di Gemma Ferruggia; successo
contrastato.
7. Firenze — Al Teatro Niccolini, Farfalla,
commedia in tre atti di Augusto Novelli,
successo mediocre.
„ Montecarlo — Prima rappresentazione di
Teresa, dramma musicale in due atti rti
Massenet, alla presenza del Principe di Mo-
naco, successo completo.
10. Milano — Terminano le gare di lotta al-
l'Eden, già cominciate da alcuni giorni.
massi
H
m
opuscoli e
schiarihenti
STflBCdRNALDI-ViÀ B.VITRUVIO 9-fllLflllO
Yich.
Ito i;.
.V (M-nin
iv, Mivoiairtia.
11. ì;..m» -
1:aiu.
- CoocrMM 4el Corniti «ffrart lu-
12. Milano
— Primo ConffTMW d«l ptobiv i
, In:uu'ur.i7iono d.-l ri^lflo SOl monte <"
•co. torto per Ini.-
Milano.
' ■
..ione di una Upi.l, .
• i/«i.ie 1
Kttore Ferrari. In onore
a pag. SA(<
: cole IU>»a, autore fra l'ai-
m^Ileoldo
uto a Vittorio £manQele II
a palaxso J.
;:a è poste per liilsiaUra
dontane li-
artistica intemazionale.
lla. In qurv- >
14. 1
membri deirAocidf-
«u proposte del Muuuru Uvh Uti<
mi»
li'bre drammaturi;»
nominato oommeodatorc della C
\Uu.
succede allo »to net.
Italia.
II. VUOTO BosaexTo del mo«umk»to a TnroBio MtuMuwtm.
{Fot. A. Croet).
Alberto Sorel. e dello storico marchese di
Segnr, che saooede all'aTTocato lionsse
16. Torino — Inaagurazione della IT Espo*
sizlone di aatomobili.
21. Milano — Il Ccrritrt àMa 8tra pubblica
la canzone di Gabriele d'Annonslo, i^
la mtorf di Giosuè Cardmeeù U commiato
finisce:
Canzon, ta vammi ostaggio
Ch'io guarderò mia fede a Lai che parte;
La fiaccola che viva Ei mi commette
L'agiterò sa le più a^pre Tette.
23. Venezia — Ckimmemorazione del IV Cen-
tenario dalla morte di Oentite BellinL Legge
nell'Acc^emia di Belle Arti il discorso oom-
memorativo il prof. Pietro PaolettL
29. Teneste — Inaofnmsioa* d«lte MMtra
Ooldoolaaa al Momo OMen CorrM-.
26. LondHk — AirAlbMBbn. prima nippr»-
•entaslone del nuovo hallo di Matto Coste
ìm tttfémm éi tpmU.
28. Teneste — Al Lteeo Maraallot npprsasn
taalooo dal WfUmf éi asw^yis, oMn d<
maestro Oaloppl sa Itbrstto di Ooldot:
datn In prtasn volte nel 11M.
rapprsssntertone U ì
Plttert rseltò U s«o esrms £t
— OoDom — Dwte grand* otemors la no-
tiate pahblicata dal gtornall. che sstte pr^
MioUk quadri dol Van l>jck, pOMidti é*.
marobsit Cattaneo Della Tolta» fooo stet:
656
clandesfinamentc venduti, si dico per due
milioni e mezzo. La faccenda ha un lungo
strasi-ieo nella stampa, dinanzi al Parla-
mento e nei Tribunali. Due di questi qua-
dri ricompaiono dopo qualche tempo.... ma
nella Galleria Nazionale di Londra.
MARZO
1. La questione del Monumento nazionale a
Vittorio Emanuele è nuovamente portato
alla Camera dei Deputati. Questo non calma
le polemiche che da mesi infuriano; ma io
non ne avrei fatto menzione in queste pa-
gine se non fosse occasione a dare qui la
riproduzione del nuovo bozzetto di questo
monumento che resterà, non ostante le pos-
sibili mende dell'esecuzione, una delle più
mirabili opere d'arte del secolo nostro.
„ Milano — Commemorazione del XXV an-
niversario della fondazione del giornale
Tu Duca, tu Signoke, tu Maestro I...
Caricatura di Giovanni l'ozza, direttore del
" Guerino Meschino „, disegnata da A. Mazza
e pubblicata nel numero straordinario dello
stesso giornale del 28 febbraio 1907.
umoristico Gter'n Meschino, con un bon-
chetto in or.ore di Francesco Pozza, diret-
tore, al quale è presentata una medaglia
d'oro.
2. Roma — Al Teatro Valle, / ftyli del Sole,
nuovo dramma in quattro atti di Massimo
Gorki, già rappresentato la prima volta a
Salerno. L'attesa era grandissima a cagione
delle discussioni che erano state fatte dopo
che la Prefettura di Napoli aveva vietata
la rappresentazione in questa città e che
si erano avute su tale proposito anche delle
interrogazioni alla Camera; ma il dramma
incoerente, quasi grottesco, cade misera-
mente.
3. Genova — È inaugurata una lapide in me-
moria di Nicoletta Connio, moglie di Gol-
doni.
10. Trieste — Al Teatro Goldoni, FI Marchi),
dramma in tre atti di Clarice Tartufar!,
successo discreto.
12. Bologna — Commemorazione del XXV an-
niversario d'insegnamento universitario del
prof. Augusto Righi, senatore del Regno, e
inaugurazione del nuovo Istituto di fisica
ove tiene la prima lezione sull'ipotesi elet-
trica lo stesso prof. Righi.
14. Monza — Inaugurazione della nuova sede
dell'Asilo Umberto I, costruita per pubblica
sottoscrizione come omaggio al defunto Re.
15. Roma — Inaugurazione del VII Congresso
dei direttori di cattedre ambulanti d'agri-
coltura.
16. Londra — Inaugurazione di un'Esposi-
zione di modelli di aereoplani, per inizia-
tiva del Daily Mail. È la prima del genere
tenuta in Inghilterra.
17. Fii-enze — Congresso nazionale tra archi-
tetti e studenti di 'architettura.
18. Roma — Al Museo Nazionale Romano,
nelle Terme Diocleziane, sono solennemente
inaugurate con l'Jntervento del Re le nuove
sale, cioè la sala del Discobolo di Castelpor-
ziano, le corsie nuove àeW Antiquarium e il
Dioscuro di Baia. Il Discobolo, trovato a Ca-
stelporziano nella tenuta reale e donato dal
Re al Museo, è una copia importante del ca-
polavoro di Mirone (v. Almanacco Italiano,
voi. X, pag. 269), ed è stato con grande sa-
gacia dal prof. Rizzo, direttore del Museo,
ricomposto in tutte le sue parti autentiche
e per le rimanenti completato con un mo-
dello in gesso. Ij' Antiquarium consta di due
sezioni, il classico ed il medievale; il primo
presenta quattro corsie nuove, delle quali
la prima è dedicata a Roma ed occupata
dalle collezioni dei doni votivi, terre cotte
in gran parte anatomiche, vetri, una col-
lezione di feste con acconciature, e le terre
cotte architettoniche, volgarmente dette
fregi Campania; la seconda è dedicata a
Paiestrina, Ostia, Norba e Vejo; la terza
comprende i doni votivi del tempio di
Diana Nemorense ed altri gruppi topogra-
fici; la quarta i bronzi di Nemi. Quanto
al Dioscuro di Baja, acquistato di recente
dal Governo per 30,000 lire, esso era de-
stinato al Museo Nazionale di Napoli e non
fu esposto a Roma che per pochi giorni.
Questa statua colossale era stata scoperta
a Baja nel 1687, in un fondo del signor Fe-
lice Ferri, presso le cosiddette Stufe di
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
n57 -
11*, «love r'
IL l'ISC <J!OI.O I>I l A<<Tri,ponziASo.
(Jcif. ii^«n ocor).
ttisteme aMft stattia. II Dinmmro rinias« por
molti anni nel villino Ferri a Roma, dove
•rn -t.fo ,,. ^.....^ r-^ ..,, f«t-
t*-'' mene
U' man-
dato m i»(cr«^'.rer«' la rnvni^snia coiifxlone
suraarla del Mnaeo Nasionale di Napoli.
21. Firense — InanKuraxloned^irEapoc'xione
della Società di Belle Arti. alU presensa del
Conte di Torino.
23. Giova mi Pasoolf Tioce per la dedma
yrr'r '-so intrrnaKlon«!e della po*-
ai > -Todall'ArT^dcmiadi Amster*
(*■ - . ..:;i sanno « )if ti P»'^-,.ì, « ano
stori poeti ' M lui
-sto aspett' • aol*
Nicola Frsta ri., -v... .1 .^.i^i.-nt»;
24. Milano - Al Teatro Urico, 1 „
tiiemorai;tone di (lloaaè Cardoool, tette 4m
(Jabrlele D'Annansio.
. Napelli — Al Teatro Saomuaro. Kimmnti^,
commedia In tra atti di Alfkvdo Teatonl,
•aoeM4o eoaaplHo.
. Boma - Al TMtro Anrmtina. n pmmmtm,
comoMdte lo on alto di Vgo Facna. ne*
cMKi oomptaiaL
• Mamglte — iBMfvrMkNM dal ptlao Aldo
dalla * Danto AUirUart. . alte pvMMwa dal
oonaoto gaoarala Marassi a del dapvtaio Ca*
27. Arasao — Coofraaao del profaMorl daOa
acoola parefflate.
28 e 29. Bnma — Primo Conffrcaao delt'A«ao.
rtMlone Xa7.louale fra 1 direttori dldalUcU
IGIENE
CREME SIMON
BELLEZZA
Senza rlTali per reu^ere murb.da. biauca e vellutata la peUa del Tiao a
e proteggerla contro l' azione dal «ole.
- C58 -
- tlomn — Facdnrlosi degli scavi per nuove
co.strux;ioiii nel terriMii di pioprietù del.;i
l;:uii.-a Comtneic ale u Villa LuJoviyi, viene
in luce uni splendida statua, opera greca,
appartenente senza dubbio al famoso grup-
po d-i NiouitU. Questo gruppo, attribuito
a Scopa od a Prassitele, raffigura Niobe.
!a sventurata moglie di Antìone con i suoi
La NioBiDE.
(Fot. Abeniacar).
dodici Agli: esso ornava gli Orti Sallusfciani
e fu ivi sepolto, pare, nel 410 per sottrarlo
al saccheggio dei Visigoti. Venne in luce,
ma non intiero, nel 1683; e le statue che
lo compongono, sono dal 1779 alla (ralleria
degli Uffizi di Firenze. Ora la statua rin-
venuta felicemente negli ultimi giorni viene
ad aggiungersi alle altre bellissime.
- Sicilia — Il senatore prof. Angelo Mosso,
noto llsiologo. re luce da una visita agli
scavi di Creta, dove si era interessato gran-
demente alle tombe antichissime di una ci-
viltà preistorica, volle in Sicilia e special-
mente in provincia di Glrgenti, adoperarsi
perchè fossero esplorati sistematicamente
degli scavi che sombravano appartenere a
popolazioni a.lìni. Dei resultati di queste
esplorazi ^ni cosi daVìt pvi'm^ sOrriman'ii ilO»
tizia al Ministero dell'Istruzione li stesso
senatore Mosso: " L'esplora/.ione del vil-
laggio preistorico di Cannatello, presso Gir-
genti, con trine e profonde, mise in luce
strati neolitici cosi alti, quali non si cono-
scevano nell'Italia meridion;ile, segno della
durata lunghissima e forse più che millen-
naria del villaggio. Una novità assoluta è
una piazza ciroo'are, bene pavimentata,
dentro cui si trovano cinque capanne, co-
struite in alcuni punti con grossi blocchi
di pietra, a quattro strati. Pure sconosciute
erano le strade neolitiche, le quali mette-
vano in comunicazione le varie parti del
vill;i;:,gio con la piazza centrale. Trovai, con
saggi, in due campi distinti, altre frazioni
del villaggio, che non ebbi il tempo di sca-
vare; le capanne quadrate appaiono per
la prima volta, mirabili per conservazione,
mosti'ando l'abilità architettonica dei co-
struttori neolitici; i pavimenti contengono
tritumi di paglia, ricordando la tecnica de-
gli impasti simili di Troja. La forma ret-
tangolare, come ho detto, non si era ancora
veduta in Sicilia. Le tavole di libazione che
trovai, stabiliscono i rapporti con Creta,
tanto più che in vicinanza rinvenni abbon-
danti corna votive, fittili ed astragali. A
Sant'Angelo Muxaro scavai una tomba con-
tenente quarantacinque vasi intatti, che
portai, con altro al Museo di Palermo. Seb-
bene questa tomba possa attribuirsi agli
ultinii secoli che precedettero l'invasione
ellenica, contiene vasi decorati ad imita-
zione di epoche più remote, simili alle de-
corazioni a nastri e cordoni che si trovano
abbondanti durante l'epoca neopatica del-
l' Europa Centrale. Speciale importanza
hanno i vasi di steatite, perchè provano
le relazioni preistoriche di Creta con la
Sicilia. Feci ancora un altro scavo a Cal-
dare, presso Girgenti, studiando le tombe
e i fondi delle capanne di epoca più antica,
corrispondente alla fine del primo periodo
ed al passaggio al secondo nella classifica-
zione dell'Orsi. Prego concedere l'espro-
priazione del terreno per conservare il vil-
laggio neolitico di Cannatello. „
— Il signor A. Grcnier, della Scuola francese
di Roma, richiama neW&'Gnzette des Beaux-
Arts l'attenzione degli studiosi sopra un
gruppo di scultura, esistente a Palestri-
na in una cappella del palazzo Barberini,
attribuito finora dalle guide al Bernini
ma che invece secondo le ricerche di lui
sarebbe una l'ieJà di Michelangelo, opera
sin qui sconosciuta del grande artefice e
da assegnarsi al periodo dal 1641 al 1550.
— Il Museo Nazionale di Palermo riceve in
legato dal comm. Enrico Santoro, testé de-
funto a Costantinopoli, una importante
collezione filatelica, comprendente 11,041
francobolli raccolti dal 1852 al 1890 e di
un valore venale superiore alle lire 60,000.
«MTiio m STITICHEZZ/I i
ENTEROCHENE PAVONE
CHIEDERE OPUSCOLO ELIXIR PURCATIVO
ffrPM/lCM : Via Luigi Miraglìa, 1-2; Via Conte di Ruvo. IS-N/IPOLI
^ m -
iirdanH li To^caia, la Mol-
.1 l'mti. Terni Nuova, il Cu-
111 s<Mio ooiuplete.
APKIL.K
:>^m.i — Secofi.lo Cnnjrrosso promosso dal-
\«sooi<i7io»ì^ per la diffusione e l'inere-
: classici.
iiternazionale >ll clinia-
; ' nrhatia. Cominciato a
. piuscijLii a Nizza, a Montecarlo, a
■ e si chiuse il d'i 8 aprile ad Ajaccio
2. Uuuia — Inaugurazione del Concorso ip-
pfoo nazionale a Tor di Quinto, alla pre-
senza dei Reali. Nella prima gara il capitano
Caprilli vince il "Premio lieale „ e 11 dono
del Ile con Foi^.
zoftl d>-l!a <!ociv-n '.(omo riolla s<'-inile ilnfi
univtMsit «ria di Napoli, lavoro ritn;isto hi-
c impiufo per la morte dell'artista.
4. Wasliinj^toij — Il €oii;^re-;90 vota una les-
te per l'erezione di un monumento a Cri-
stoforo Colombo in quella captile. La legge
stabilisco la nomina di una commission3
che dovrà scegliere il progetto ed il luogo
dove sorgerà il monumento, pel quale è
stata stanziata la somma di 100,000 dollari.
5. Roma — Congresso nazionale dei vete-
rinari.
7. Pietrasanta — Comm'^morazione di Gi v
sue Carducci fatta da Giovanni Pascoli. VI
assistono il ministro Rav.i, le deputazioni
del Senato, della Camera, de'.l" università di
Bolo'^na, 1 se. atori Villari, D'.\ncona, Bao-
namici, ec.
„ Roma ^ Corse alle Capanuelle. È corso
8. M. IL Re a Tob di Quinto peb il <
<Fot. Abeniacu.
, l'aol.i, cittadina della Calabria, festeggia
il IV centenario della morte del Santo
Francesco che da Paola prende il nome e
che nato nel 1416, si ascrisse alla regola
francescana, istituì l'ordine dei Minimi, e
mori il 2 aprile 1507: Leone X lo cano-
nizzò nel 1510. Tutta la Calabria pros?
parte alle feste che furono soprattutto
religiose, e vi si associò anche la cor.iz-
zata Vittorio EmanueU che era in quelle
acque.
, Monaco — Inaugurazione dell'Esposizione
di canotti.
3. Roma — Primo Couvegnocdei professori
^?lle Scuole di agricoltura.
Milano — Al Teatro Manzoni, // pusm! ì
> torna, commedia in tre atti di Washiiig-
!i Borg, autore napoletano: il lavoro cadi*.
Koma — Inaugurazione della Sala Patini
ula Esposizione di Belle Arti, alla presenza
del ministro della pubblica istruzione ono-
revole Rava, Organizzata da un gruppo di
amici contiene una ventma di opere di Teo-
filo Patini, dal Sjìvatnr Uosa a L'Erede,
quasi tutte evocazioni della umile vita dei
contadini abruzzesi. Vi sono pure l boz-
per la prima volta il Premio del Parlo! i,
di 50,000 lire. Vincitore Gosikìco di Sir
Rholand.
" «JOSIACO „ Ul >Siii iiUuL,AM>
vincitore del Premio Pari, li alle CapannelU,
{Fot. A. Croce),
l'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed e.-njlslonato è II ricostituente sovrano.
^ 600-
6. Fii'enzié — L'atlsffaliailo Mackintosh vince
il Gran Premio d'Italia destinato alle gure
internazionali di tiro al piccione che hanno
termine oggi.
11. Monaco — Corsa del Campionato del mare;
è vincitore del Campionato e del premio di
10,000 lire il vacer Panhard Tellier, che com-
pie l'intero percorso di 32 giri in ore 3, 33">,
4«, in media quindi circa km. 56,340 all'ora.
13. Atene — Al Teatro Municipale, per chiu-
sura delle feste italiane e con intervento
del Re di Grecia, Mademoiselle de Belle Isle,
opera di Spiro Samara, successo entusia-
stico.
14-. Roma — Devhy Reale: vince Belhuc di
Bocconi, che giunge primo per sei lun-
ghezze, coprendo il percorso in 2 minuti
e 59 secondi.
fl Torino — Nella storica aula del Palazzo
Madama solenne consegna della bandiera
che le signore torinesi, socie dell'Associa-
zione nazionale " Dante Alighieri, „ offri-
vano al Comitato di Torino. Vi assistevano,
con tutte le autorità civili e militari, la
principessa Leti-^ia, il principe Tommaso
e la Principessa Isabella. Il vessillo, rica-
mato nell'Istituto professionale Maria Lae-
titia, su disegno del prof. Smeriglio, e fre-
giato del motto eloquente '^ La nostra carità
non serra porte „ , fu, dopo poche parole
della sig.r* Ildegonda Uccelli, a nome delle
dame torinesi, consegnato per mano della
principessa Laetitia all'on. Paolo Boselli,
presidente del Comitato di Torino, il quale
pronunziò il discorso inaugurale.
„ Catania — La Seconda Esposizione agricola
siciliana è inaugurata dal Ile accompagnato
dai ministri Tittoni, Miiabello e Cocco Ortu.
La Esposizione sorge in Piazza d'Armi e si
divide in quattro sezioni: 1." Miglioramenti
agrari; 2.» Macchine, strumenti, apparecchi
e utensili agrari; 3.» Prodotti agrari e delle
Industrie cui daimo origine; 4.» Animali. Vi
è inoltre una Mostra manifatturiera, indu-
striale e commerciale della provincia di
Catania: una Mostra siciliana di Belle Arti
e topografica e una Mostra campionaria na-
zionale.
„ Corsa ciclistica Milano -San Remo, orga-
nizzata dalla Gazzetta dello Sport. Giunge
primo Petit Breton, compiendo il percorso
in ore 11, 8 minuti.
15. Milano — Al Teatro della Scala, Gloria,
nuova opera lirica di Francesco Cilea, li-
bretto di Arturo Colautti. L'opera è ac-
colta con simpatia ma è data due sere
sole, avendosi dovuto procrastinare, per
ragioni diverse, l'anda'a in scena fino alla
imminenza della chiusura del teatro.
17. Milano — Assemblea generale della Lega
navale italiana.
18. Bonfornello (Palermo) — Corsa di vettu-
rette automobili sul circuito siciliano, vince
Naudin percorrendo due volte il circuito in
ore 7, 47"', 9'.
19. Milano — Al teatro lÌAvttòn{, Il l}e<feH'
toi-e, commedia in quattro atti di Innocenzo
Cappa ed Ernesto Re, successo buono.
^ Compiono 50 anni dal giorno in cui ('arie
Lecocq esordiva, sotto la direzione di Of-
fenbach, al Teatro del Bontì'es-P.irisiens con
un'opera buffa in un atto dal titolo: Il dot-
tor Miracolo. Per celebrare il cinquantena-
rio dell'autore della Fillede Madame Angot,
del G roflè Giro/là, del Petit- Due e della Pe-
tite Mariée, era stata suggerita da Catullo
Mendès, uno dei più vecchi e convinti am-
miratori del glorioso maestro, una grande
festa nel Teatro Réjane; ma il progetto dovè
essere abbandonato per l'opposizione l'e-
cisa di Lecocq. In ogni modo la data non
passò inosservata, specialmente nei teatri
della capitale.
21. Roma — Sul Palatino presso l'ingresso
alle Scale di Caco fu eseguito in questi giorni
uno scavo con lo scopo di determinare l'ac-
cesso all'acropoli palaHna e di tentare la
esplorazione di una necropoli riferibile al
periodo dei re, che, secondo alcuni indizi,
si riteneva circondare l'arca più antica.
Nei primi tentativi si trovò un sepolcro a
fossa, reciso a metà della sua lunghezza da
un taglio verticale, che rendeva più aspro
il declivio del colle. In questa fossa non si
trovò che il frammento di un bucchero di
impasto italico, riferibile circa al settimo
secolo, corrispondente appunto al rito se-
polcrale ad inumazione. Seguitando a ri-
portare il terreno al vergine dal lato di
ponente fu messo in luce un muro della
larghezza di quattro piedi e posato in un
incastro tagliato nella roccia e che subì
spostamenti dal momento della sua edifi-
cazione. Questa opera muraria, forse una
delle cinte dell'acropoli, ha valso a dimo-
strare che tutte le altre costruzioni circo-
stanti formate di grossi massi senza ce-
mento, altro non erano che tarde costru-
zioni eseguite coi massi di quella supposta
cinta, certamente tutte posteriori al secondo
secolo avanti Cristo, come venne largamen-
te testimoniato dai frammenti fittili del pe-
riodo detto etrusco-campano, che si rin-
vennero in grandissima copia al disotto di
quelle costruzioni. Questo muro si inter-
rompe al passaggio di quel viottolo che fu
supposto percorrere l'antica via che con-
duceva alle Scale di Caco, e sembra ripren-
dere dopo questa evidente interruzione,
che fu un piccolo passaggio. Seguitando
questo muro dal lato di ponente si è sco-
perto dal lato nord la fossa circolare, eviden-
temente riferibile ad un sepolcro a pozzo,
somigliante nei particolari a quegli scoperti
nel Foro. Questo sepolcro che si riferisce
certamente alle poche e più antiche abita-
zioni che dovevano sorgere sull'acropoli
può con certezza alTermarsi che appartenga
ai fondatori della stazione palatina. È noto
che, come le acropoli erano riserbate ai
mi^mà
OPUSCOLI E
3CHÌARINENTI
GRATIS t;H^
SMB.C.flRNflLDI-ViA B.ViTRUVio 9-MILflMO
- G61
C;n ■ v'he lo olr-
c . si Mtrovft-
V.. pine difesa,
a; it.tì ikun^he patrinie. L'im-
pi : i località In cui si rUivennero
quv — ; non ha bisogno di illustra-
Sione. tLd e notevole caso che questa sco-
perta s!a avvenuta il 21 aprile, natalizio
di lioma. Le tre ligure qui unite (FoU Abe-
niacar) illustrano queste importanti sco-
perte. La llg. 1 rappresenta, si può dire.
la culla dt Koma, cioè il luogo dove fu
logi. (Fig. 3). Indica la località d. 1 Palatino
ove furono cominciati gli scavi. Si vede
anche una parte della via alla cosiddetta
Scala di Caco, che venne chiuda allo scupo
di continuare gli scavi.
21. Roma Corse alle Ctpannelle: Olivo di
Bazza Gerbido vince 1' Omnium di L. 26,000.
, Brescia — È scoperta una lapide comme-
morativa del celebre liutaio Gaspero da Salò,
ed una per Gian Paolo Maggini, allievo di
Gaspero e celebre artehce e perfezionatore
del violino.
Scavi del Palatino. - 1.
scoperta il 21 aprile la tomba antichissima
cui si è già accennato. A destra della figura
xedesi una parte del tempio dedicato al-
ì'Alnm Mater; nel mezzo le diverse costru-
xloni in tufo che ancor oggi rappresentano
per gli arcbeolo^ri un enimma insolubile.
(Fig- '^)- Precisamente sotto i massi che for-
mano le fortificazioni del Palatino e sono
sostenuti da travi, si trova il punto ove
venne scoperta la tomba dì" uno del più
antichi romani. Bcnrhc cotesti tomba por-
ti le tracce d: ;••. ha
tuttavia una _ i e oc-
casionerà viv.i .heo-
, Modena — Onoranze a Paolo Ferrari ; la
famiglia consegna al sindaco della città i
manoscritti dell'illustre commediografo, i
quali saranno depositati nel pubblico Mu-
seo. Quindi è scoperta una targa in bronzo
sulla casa di Via Servi, ove nacque 11 poeta
nell'aprile del 1822. La sera, al Teatro Co-
manale, Giovanni Sorelli commemora il
Ferrari, dopo di che è rappresentata una
commedia dialettale del Ferrari stesso, La
medicina di una ragazza malata.
„ Grande corsa automobilistica per la targa
Florio sul Circuito siciliano delle Madonie
il quale misura 150 chilometri e devo essere
ANEMIA ^ ±
NEUR ASTENIA ±
' RACHITISMO ^
. — ■
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Cl e C, Milano.
AVI DEL Palatino. - 2.
«CAVI PEJL. Palatino, - 3.
- GG3 -
coi^crto tto volle. roinp'o««lvnmoii«e le vet-
ture devono o »ui»iore 45» kiu. e bUJnietil;
la partonr» hu lungo da Huoiif«>viieilo a
ÌS km. da Terinlnt Inieiese ed » 60 d:i
Taleruio. (Uunne primo Nararu lou una
Hat e compie l'Intero perooi-so in ore 8,
17" e 86' ed è cosi vincitore del primo
premio di L. 15,00J, oltre che della targa
Florio, che diventa sun proprietà: secondo
Lancia In ore 8. iV" e 29'. La velooltà me-
dia è di 58 km. air ora, record non trascu-
rabile, se si considera che 11 circuito ò una
successione continua di salite e dlscc.se ed
ha oltre un migliaio di curve. La coppa di
Termini per 11 corridore, che avesse com-
piuto il giro più veloce, è vinta da Lancia
pure con una J-'icU, avendo egli percorso
un giro in 2 ore, 43™ e b».
26. Napoli — AI Teatro S.\nt'n-aro, l.'Iytnfa,
CKiiiMic.l'a In un ntio di Lt.oie àloscliuio,
i».ii.rci»so eiitiisiat.iio.
, Jamestown (Virginia) — Il presidente do-
gli Htall l'nltl lloosevelt, circondato dui rap-
presentanti militari di 37 nazioni, Inaii.^'ura
solennemente l' Espo.slziono Indetta i)er
commemorare il HI Centenario dello sta-
bilimento dei primi coloni europei nella
Virginia. Al principio del dicembre U>0(J
tre piccole fregate fecero vela dall' Inghil-
terra dirette al Nuovo Mindo, al comando
del capitano Cristoforo Newport. Dopo es-
seie stati ben cinque mesi in balia del-
l'Oceano, i futuri colonizzatori della Vir-
ginia giungevano In vista di due giaiidi
capi formati dall'Atlantico all'entrata della
baia di Chesapeake. I due aggetti ebbero
W
22. Roma — Inaugurazione del Musco Bal-
zico. dedicato alla memoria del celebre
Sl'ultore Alfonso Balzlco di Cava dei Tir-
reni, vissuto dal 1825 al lyoi, compagno
di Domenico Morelli e di Filippo Palizzi,
autore di monumenti a Massimo d'Azeglio
e al duca di Genova in Torino. Questo mu-
seo ordinato dalla figlia e dal genero com-
prende tutti l bozzetti e i modelli delle
opere dell'artista.
24. Milano — Al Teatro Manzoni. Il vian-
dante, commedia in tre atti di Tommaso
Monicelli, successo completo.
, Torino — Inaugurazione dell'Istituto di
letture * Antonio Fogazzaro ,. per lo studio
del problemi religiosi. Dopo un breve di-
scorso del Fogazzaro stesso, 11 prof. Piero
Glacosa tiene la prima lettura su " Le ori-
gini biologiche della coscienza religiosa. „
25. Milano — Convegno femminile Indetto
dalla " Federazione femminile. „
i nomi di Capo Henry e Capo Charles in
onore dei principi reali d'allora. I viaggia-
tori cui gl'Indiani avevano impedito lo
sbarco, proseguirono dentro nella baia, e
dopo breve tappa in un porto che chiama-
rono con la espressiva denominazione di
Old Point Comfort, risalito il fiume che gli
Indiani chiamavano Powhatan e che essi
dissero Jamps in onore del sovrano Inglese,
si stabilirono definitivamente poche miglia
a monte della foce sull'isola di Jamestown
e colà postisi ilsolutamente al lavoro ini-
ziarono la vita stentata del pioniere. .\ Ja-
mestown il primo colono ingle.se s'incontrò
con gli Indiani, ivi le due razze vennero a
conflitto e si combatterono, sicché il bianco
riportò completo trionfo sul pelle-rossa e
questi dlsparve dalla scena; a Jamestown
fu celebrato il primo matrimonio anglica-
no; li venne al mondo il primo bambino
di una coppia inglese e vi fu battezzato;
CONTRO TOSSI E
CflT/^RRr USATE
S€MPRC
PANERAJ
P/4STIGL1E.
E ESTRATTO-^
- 6G4 -
COBSA DELLA TaEGA FLOKIO. — In PARTENZA.
{Vot, Abeniacar).
La E^iu.si/yiu>ii; dì jAWbbi'owir ^ voi-o p' uccello,
- 666 -
ft ft» Utrntto il primo proopM ) davanti tit
un ginn e li InUiie si posero le basi della
prima ietfixlaclone. Per <'omiiu*nìorRr« tutti
questi avTenizuetitt fu Indetta l'Esposizione
27. Palermn — Al Teatro ^fa^slmo, Sperduti
tifi buio, opera lirica nuovUnlma del mae-
stro Stefano Donaudy, libretto del fratello
Alberto e di Roberto Bracco, il cui dramma
IXAUGcuAzioxE drll'Esposizionb DI Ykkkzia.
{Fot. A. Croce).
di Jamestown, che rimarrà aperta sino al
lo dicembre di quest'anno {v. 13 maggio).
27. Venezia— Inaugunizione della VII Espo-
sizione internazionale d'arte, alla presenza
omonimo ha fornito l'argomento. Successo
grandissimo e di vera commozione.
, Barcellona — Inaugurazione della Esposi-
zione Internazionale di Belle Arti, llichiama
Inaugurazione dell'Esposizione di Vetiezia: Al PADIGLIONE DEL Belgio.
(Fot. A. Croce).
del Conte di Torino, del ministri della pub-
blica istruzione on. Bava e di artisti e pub-
blicisti d'ogni parte d'Italia e del princi-
pali centri dtjjr estero.
l'attenzione del pubblico la sezione italiana,
ordinata da Ettore Ferrari e dal dott. Ar-
turo Salvagnini e addobbata con ta[)p<'Z-
zeria e fregi iuviati dal (ioverno italiauo.
- QQQ —
23. Milano — Prima giornata di corso Ippi-
che a San Siro, Grande Stee/ilf Chase inter-
nazionale; giunge primo Jios, di Henry
de Juge.
28. Venezia — Inaugurazione della nuova
Pescheria sul Canal Grande progettata e co-
struita dal pittore Cesare Laurenti e dal-
l'architetto Rupolo.
„ Napoli — Consegna del bussto d'argento
della Regina Madie offerto da un comitato
in nome dalle donne italiane alla nave Be-
giiia Margherita.
„ Palermo — Corsa di canotti. La Perla del
Mediterraneo è vinta dal Fly'mg-Fish, ca-
notto con motore Wolseley di circa 30 H. P.
onore, con le sue opere, del Piemonte e
dell'Italia intera, e già intitolò al nome di
Ini una via della città, e un teatro che le
fiamme d'un incendio indi distrassero, volle
"anche ora attestare la sua reverente me-
moria per Alberto Nota, destinando alla sua
salma un posto fra quelli riserbati nel suo
camposanto ai torinesi illustri. La trasla-
zione delle ossa dal tumulo particolare, ove
riposavano da sessant'atmi, ebbe luogo oggi
con una semplicissima cerimonia. Lo sche-
letro del Nota, ancora interamente conser-
vato, fu deposto in un feretro chiuso con
lastre di zinco, e trasportato indi in una
delle arcate municipali destinate ai citta-
La Perla del Mediterraneo, 1907.
{Fot. Abeniacar).
29. Torino — Alberto Nota, l'autore dram-
matico torinese che fu dall'ammirazione
dei contemporanei posto fra i maesti-i del
Teatro, fra i continuatoi-i più illustri della
scuola di Carlo Goldoni, morì Improvvisa-
mente la notte dal 17 al 18 aprile 1847 in
Torino, poche ore dopo aver assistito alla
rappresentazione di una sua nuova com-
media che gli attori della Compagnia Reale
Sarda avevano recitato al teatro Carignano.
Dopo sessant'anni la fama dell'autore, che
aveva meritato il soprannome di Terenzio
d'Italia, è diminuita d" assai; sull'opera di
lui la storia na ormai scritto un giudizio
che se è meno entusiastico della lode del-
l'età sua, riconosce però in lui lo scrittore
che con probità di carattere, con altezza
di pensiero, con decoro d'arte sopratutto,
lasciò nel Teatro drammatico del suo paese
insigni prove del suo nobile ingegno. To-
rino, che non dimenticò nei tempi passati
il suo cittadino illustre, il letterato che fu
dini illustri, in attesa che l' apposito Fame-
dio li raccolga tutti in un solo recinto.
Prima che la salma fosse murata in appo-
sito loculo, l'on. Albertini proMunciò un
breve discorso salutando con nobili ed ele-
vate parole la memoria del Nota, e illu-
strando rapidamente l'importanza del suo
teatro, e le virtù personali e civili del-
l'autore. La lapide apposta nell'arcata ester-
na, corrispondente alla cripta destinata al
Nota, porta la seguente iscrizione, composta
dallo stesso on. Albertini:
ALBERTO NOTA
autore drammatico
In tempi tristi per l'arte
richiamò sulla scena
l'arguzia e la semplicità goldoniana
restituendo in onore
la nobiltà del linguaggio.
29. Perugia — Inaugurazione della Mostra
d' arte antica, alla presenza del Re. Daremo
CUCINE
CALORIFERI
VENTILAZIONE
FORNI
DELI ORTO
FEDERICO DELL' ORTO & C- MILANO!
- G67 -
tJn» fi'cperold »l*-is'n di qu^nU >ro«tra,
■nlt« Si-uiU Bperiaitnonto di un nrtlcolo
Aen'Jri*, IWJ, fMO. IV. Le orlgUU della
Mo-stra furono le segmenti: che csM-ndo
compiutoti riurdinanieiifodolla Pinacoteca
Vannuivl, in pennato di iaccoj;lieie prcv-
vls<.>ri«uj •ut*' Hcoauto ad essi» talune opere
di maestri umbri poco In essa rappresen-
taU, a(;;:iun}:endovi le produzioni della ore-
fict>r^a e della miniatura umbra, maioliche.
sti>OV, ricami. Furono adibiti» u tuie s.-o))*)
le sale 'del primo piano del Palazzo Comu-
nale, nonché due saloni con altre minori
stanze del terzo, lasciando sgombro, con
lodevole pensiero, il grande salone dei No-
tar!, uno dei più belli d'Italia per la ma-
gnifica architettura e per la superba de-
corazione. Dal Salone si entra nella Mostra,
cominciando dal piccolo chiostro coperto,
nel quale, come in tutte le altre sale, sono
disposti con giusto criterio estetico di va-
rietà, dipinti, .sculture, stoffe e ricami, mi-
niature ed oreficerie; tra i cimeli esposti
in questo chiostro è notevole il Crocifisso
di l'orzlano, del principio del sec. XIII, e
nella contigua Sala I i due affreschi di Fa-
briano, attribuiti a Bocco: il Paliotto di
Città di Castello, stupendo cimelio di ore-
ficeria romanica; un Crocifisso duecentesco
di Todi ed alcune sculture in legno ed in
pietrai. Fra i minori oggetti di questa Sala
notevole una caratteristica mazza di ferro,
affatto simile a quella che Giotto pose in
mano alla Fortezza nella Cappella degli
ScrovegnL I Fabrianesi e gli Eugubini oc-
cupano la Sala II; le opere principali sono
una Incoronazione di Cola Petruccioli da
Orvieto, dipinto nel 1380, alcune preziose
tavole di Allegretto Nuzi, una replica di
Nostra Donna dell'Umiltà, di Francescuc-
cio di Cicco (1359), un piccolo capolavoro di
Gentile da Fabriano, proveniente dal Mu-
seo Civico di Pisa e rappresentante la Ver-
gine che adoia il Bambino; e di lui stesso
un amoretto proveniente dalla Pinacoteca
di Fabriano. In tre vetrine di questa Sala
si ammirano i sacri indumenti di Bene-
detto XI. morto a Perugia nel 1304, e con-
servati nella chiesa di San Domenico, pezzi
veramente mirabili non meno per le stoffe,
che per i ricami. Nella Sala III dedicata a
Nicolò da Foligno, detto l'Alunno, l'opera
varia di questo maestro è riccamente rap-
presentata insieme a quella di Bartolomeo
di Tomaso e di Benozzo Gozzoll, dai quali
egli in gran parte deriva. Di quest'ultimo
non v'ha qui che una piccola anconetta, le
nozze di Santa Caterina col Bambino, un
vero gioiello, proveniente dalla Pinacoteca
di Terni. In questi Sala è e.spo:^to 11 ma-
gnifico Paliotto donato da Sisto IV nel 1475
alla Basilica di Assisi, che il Venturi giu-
dicò eseguito sui disegni di Antonio del
Pollajuolo. La Sula IV offre alcuni affreschi:
la V Sala è riser\ ata a Matteo di Pietro di
Gualdo, In otil opera prlncii nle b la tnrolA
con li) Madonna e 11 Uimblno, au ricco
trono, con vanti, e la data del U'IJ esjiOHtft
dalla Pinacoteca di Gunldo Tadino. Nella
Sala VI non vi sono dipinti di molta im-
portaiìzo. La Sala VII è destinata alle ore*
ficerie di cui troviamo qui raccolti 1 mi-
gliori cami)loni, pur essendocene sparsi per
lo Srtle parecchi altri pezzi di non piccola
importanza: sono croci processionali e sta-
zionarle, reliqularll d" opera più preziosa dt
questa Sala, e insieme il più perfetto sag-
gio dell'oreficeria umbra del Rinascimento,
è appunto il lieliquiario del Santo Anello
conservato noi Duomo di Perugia e con la
data del 1473), pastorali, calici, ec. l'asse-
remo rapidamente per le altre sale della
Mostra. Nella Sala X sono riuniti nove gon-
faloni o |tendardi processionali votivi, ese-
guiti in occasione di pestilenze. Non devono
neppure passarsi sotto silenzio il famoso
Cristo che porta la croce, dipinto su tela dal
Perugino, che già nel 1407 era nel Mona-
stero delle Colombe ove ornava una parete
della oella della Beat^i Colomba da Rieti,
fondatrice di quel cenobio; e su quella
parete rimase, finché non fu concesso In
prestito alla Mostra; nò la stupenda pala
d'altare, secondo il Venturi capolavoro di
Bartolomeo della (ìatta, appartenente al
signor Cesqui Abeti di Preci, rappresen-
tante una Pietà. Finalmente merita qui
ricordare la bellissima serie di libri corali
miniati, che illustrano compiutamente la
storia della miniatura umbra e molti altri
che appartengono alle scuole bolognese,
fiorentine e sanese, C'*., ec.
- Napoli — Il dott. Ettore Gabriel annunzia
di essere riuscito a ricomporre, con molti
frammenti di bronzi del Museo Nazionale,
quasi nella sua totalità la famosa quadriga
spltn(fidìssiina, scopf-rta negli scavi di Er-
colano dopo il 173y e andativ miseramente
dispersa e in parte distrutta, poiché molti
frammenti furono, con dissennato consiglio,
fusi insieme ad altri bronzi ercolanesi per
ricavarne ritratti del re e della regina al
tempo di Carlo III. Secondo le ricerche
del Gabriel, la quadriga Ercolanese, che
sarebbe il monumento più grandioso della
plastica antica in bronzo che sia a noi per-
venuto, era un monumento onorario ad
Augusto, divinizzato nell'auriga nudo che
guida 11 carro: sul davanti del carro erano
applicate 5 figurette decorative. Apollo nel
centro, con Giunone alla destra e Venere
alla sinistra, e 1 d'ue Cesari Gaio e Lucio.
Dell'auriga si hanno importanti frammenti
(non la testa che forse è ancora sepolta) ;
altri frammenti del carro ; le cinque sta-
tuette quasi complete, un cavallo completo
(già restaurato nella seconda metà dil se-
colo XVIII), la testa di un altro e molti
frammenti. Si sta adesso facendo il calco
in gesso dell'iutiero monumento.
^OPUSCOLI E
, SCHIflRIMEhTI
simcàmàiiùmimtìiiNìo d^MiLiirid
2. Milano — Al Teatro Manzoni, La vita è un
sogno, commedia in tie atti di G. Pagliara,
successo contrastato.
4. Dublino — Inaugurazione dell'Esposizione
Internazionale irlandese coli' intervento di
lord Aberdeen, luogotenente generale per
l'Irlanda,
5. È inaugurato, con solenne cerimonia, un
ampio e diritto viale lungo tre km. e mezzo,
che da Ostia conduce fino alla ridente spiag-
dovesse rappresentare un lavoro ciclopico
e, quindi impos?ibils. date le condizioni
economiche del paese. Per questa ragione
il Comitato Fìo-Ritma MarUthua, che da
molti anni, sotto la presidenza delTinge-
gnere Paolo Orlando, si stuilia di portare,
con un'azione di propaganda attiva ed
energica, la coscienza del paese verso la
necessità di dare a Roma un porto di mare,
volle celebrare l'avvenimento con grande
pompa. E così ad Ostia si indissero feste
popolari; e così si tennero banchetti; e
Nuovo VIALE DA liuMA Al, iUAKJi.
eia marina di Castel Fusano, costruito, at-
laverso l'agro, dalla Cooperativa Brac-
1 uinti Ravennati, la quale in questo stesso
(giorno festeggia il V anniversario della sua
costituzione. Non era risoluto, con ciò, l'an-
tico e sempre agitatissimo problema di ren-
dere la capitale d' Italia una città marittima,
e nemmeno si era dato un grande passo
sulla via dulia risoluzione. Ma il fatto aveva
un certo valore, e precisamente questo: di
mostrare ai romani quanto fosse vicino alla
loro città il desiderato mare. Toccata, di-
rciéo cosi, con mano, la breve distanza,
essi avrebbero potuto convincersi che la
costruzione di un canale marittimo da
San Paolo a quella medesima spiaggia, non
così, infine, si pubblicò, col titolo La Via
dal Mare alla Capitale d'Italia, un elegante
numero unico, al quale collaborarono uo-
mini di lettere e persone tecniche per of-
frire la storia di quanto si fece in tale senso
nel passato e di quanto si desidera di fare
oggi, per mettere, riavvicinandola al mare,
Roma in una condizione di prosperità eco-
nomica che non potrebbe diversamente rag-
giungere. A ricordare questo evento, ripro-
duciamo una fotografia presa sopraluogo
nel giorno medesimo dell' inaugui-azione
del nuovo viale, il quale, quanto prima,
sarà percorso da un tranvai elettrico ca-
pace di condurre da Roma al mare in soli
venti minuti. (A. Lancellotti).
La cura delle vene varicose y;r D:;„""L%i'\;'^;rXenat1;'!
stale 502, NAPOLI) bonifica e ricostituisce le pareti venose malato e tutto l'appa-
recchio circolatorio. — Sofferenti e predisposti! Esso rappresentala vostra -salvezza!
— Opuscolo illustrativo a richiesta. — Vademecum dei sofferenti e predisposti
(Cause, cura, igiene). Voi. 100 pag. ili. li. 1.
- r>r>fi ^
5. Ar<»r«a (llupoll) — fnansnra7.1one del mn-
uumonto a Pietro Ho«i;«n<», l'eloqueiito av-
vocato poiirtl*» l'hi». ministro «la pochi j^innil,
si snlcUlo Molla iioue del U iiovctubre 1903.
Alla cerimonia assisto l'on. (ìlolUM.
6. Mtlnno — Al Teatro Manzoni, // Soi^ fon-
tutio, commedia in tro atti di Silvio Zam-
baldl. successo mancato.
8. Miliuio — Al Teatro Man/onl, S'MZti ap-
ff-;;r. ,«r,nn m:\ in duo .atti di S. Marvasl, la
1 11».
9 urazlone del Poli-
la »lnl<»frft: r.ile ft dir? «InA Uoutìa siU-rirt-
eul». Hccondu le ultime interpretazioni, ii i
rumo diiMoro e una z impetta felina <!i
cpifaniento eia il sostejfm di un plcc-i
plinto. La statua, dann)>(ri;iat.i nella cadiit
Immane, è mancante della punta del nu^
deirnvanihrai'cfo destro, di p.irte del hhi
stro, di più della metà del vassoio che ^'
appopniato sull'avambraccio sinistro e
alcuni degli oggetti collocati su questo v;v-
solo.
, Vtìn.v.ia — Inau^'urHzione del VII Concor-
so nazionale {jlnnostieo.
10. La Segreteria della Congregazione dei
Vescovi e Regolari dirige ai Vescovi d'Ita-
lia una lettera con la quale presenta e rac-
comanda un nuovo programma di studi,
approvato da l'io X, da introdursi in tutti
i seminari italiani. Le riforme principali in
essa contenute sono: radattaraeiito inte-
grale dell" insegnamento secondatlo nei se-
minari ai programmi dei ginnasi e licei go-
vernativi; l'introduzione di un anno spe-
ciale di propedeutica alla teologia; l'arric-
chimento del corso teologico con alcune
discipline storico-critiche e filologiche (ese-
gesi biblica, ebraico e greco, archeologia e
storia dell'arte); proposta di concentrare
in alcuni seminari l'insegnamento liceale
e il teologico.
. Genova — Al Teatro Paganini, La sfron-
tata, dramma di Carlo Bertolazzi, il lavoro
cade.
, (ìenova — AI teatro Verdi, Calle cUl Pa-
radiso n. 669, dramma di Silvio Zambaldi,
successo buono.
11. Roma — La Commissione Centrale d'An-
tichità e Belle Arti delibera l'acquisto per
i50,0(X) lire di un capolavoro della scoltura
antica, di una statua ora proprietà degli
eredi di D. Pietro Aldobrandini principe
di Sarsina ad Anzio. In una notte burra-
scosa del dicembre 1878 i marosi, inve-
stendo il piede del promontorio di Anzio
nella località detta dell'Arco Muto, dove
si distendono le fondamenta di antiche co-
struzioni romane, misero allo soopex-to la
parete di fondo di una grande sala, e da
una nicchia rimasta fino allora nascosta
precipitò in mare una statua di fanciulla,
che fu ripescata di poi, con qualche lesione,
per cura del proprietario del fondo, il prin-
cipe di Sarsina. Questa è la statua, rimasta
per molti anni celata e quasi ignota, finché
prima W. Klein e poi Altmann e Amelung
non la rivelarono agli studiosi e non ri-
chiamarono su di essa l'attenzione degli
archeologi. La statua in marmo greco, alta
m. 1,70, rappresenta una fanciulla vestita
di un chitone di stoffa pesante, e di uu
mantello, col viso intento a contemplare
ciò che sta sul vassoio che essa regge con
La fcjACUiFiCATiiicii; u'an^io.
(Fot. Abeniacar).
Da alcuni frammenti recuperati, si può
rilevare che con il braccio destro mancante
la fanciulla era in atto di deporre sul vas-
soio o di alzarne una corona d'alloro. L'in-
terpretazione della statua è tuttora incerta :
l'Altmann vedeva in essa una sacerdotessa
dell'Apollo di Patara, l'Amelung la figura
di una poetessa consacrante al dio la co-
rona della vittoria ovvero quella dì una
conduttrice di un coro di vergini (ma que-
INSEGNE VETRINE
FERHtmSTIlltSNIin FERIOn.IEGOZI
(W/ir^ii É
PREMIATO con MEDAGLIA D ORO -i- ,
--i> ALL ESPOSIZIONE Oi MILi^no 1906
fi^'P Itì COSTRUZiOf^E ùl VETRI ME FERRO,
EMEDflOLIfl OflRGtMTO OEL
CORbO VALENTINO. 24 •^ "^
O'FrciriA »RO»Ri* VIA BARETTI. 37
- m ^
Sfe'ipotesi parfi'vaffo .lati' idea che l'oppet^o
sul vassoio fosse un rotolo di perjraino.ia
e non una benda sacrificale, doijde il nome
Tol}.'ftve ma errato sotto 11 qnale la statua
è più c'ono-^ciuto, la Leggiti' ice) \ ora l'inter-
pretazione più scarnita è quella del Furt-
Avàngler che vi vede la figura di una ver-
gine assistente a un sacrificio. L'opera è
certamente una delle più belle che ci abbia
tramandato l'antichità. Klein l'ha attribuita
a Leochares, ma l' ipotesi non è suflfrayrata
da prove siiificienti. I più autorevoli critici
d'arte si limitano a definirla una delle
prime opere dell'arte ellenistica fiorente
nell'Asia Minore. Finché questi problemi
non possano essere i-isoluti da nuove inda-
gini, contentiamoci di ammirare il capola-
voro venuto ad arricchire le nostre colle-
zioni d'arte. Giudica il Furtwàngler che
essa " superi por grazia e venustà ogni
altra statua esistente in Italia: nulla noi
musei di Roma può ad essa paragonarsi
per bellezza. Essa è certamente un'opera
unica ed affascinante. „
segretario della Éepu1jl)tica flovenfina, A
San Gimijrnano per istruire quelle milizie.
Discorso commemorativo dell' on. Callainl.
13. Jamestown (Virgiiii^i) — Commemorazione
del IH Cen tenario di fondazione della prima
colonia permanente inglese nel Nuovo Mon-
do dopo i tentativi di Raleigh e di altri pio-
nieri elisabettiani. La città sorge dove 1 cen-
toclnque emigranti giunti con tre piccole
navi inglesi al comando di John Smith il
13 maggio 1P07 nella rada che si chiamarono
Hampton Eoad fondarono la prima colonia
Virginiana. Per commemorare questa data
solenne, si è indetta una Esposizione uni-
versale, inaugurata 11 26 aprile iv. questa
d(ifa). Nella stessa rada alla presenza del
presidente Roosevelt è passata una grande
rivista navale alla qnale partecipano navi
da guerra di tutte le nazioni civili del vec-
chio e nuovo mondo: l'Italia vi era rap-
presentata da tre navi, la Varese al co-
mando del Duca degli Abruzzi, l' Etruria e
il Fieramoscn.
14. Milano — Al Teatro Lirico, Diana d'Efeso
La traveksata del Tevere a cavallo.
(Fot. Abeniacar).
11. Reggio PImilia — Congres-o nazionale delle
Latterie sociali.
12, Milano — A San Siro, il Gran Premio del
Commercio, è vincitore l'ioniere di Sir Rho-
land.
„ Roma — AI prof. Matteucci, direttore del-
l'Osservatorio vesuviano, è consegnata una
medaglia d'oro, fatta per lui cauirtre^da
molti professori d' Università e delle Scuole
.secondarie in riconoscimento della sua ope-
ra coraggiosa, per essere rimasto intrepida-
mente all'Osservatorio durante la terribile
eruzione dello scorso anno.
„ Canosa — Inaugurazione del monumento
a Matteo Renato Imbriani, opera dello scul-
tore r:imo Palazzi, che è un allievo di Et-
tore Ferrari.
^ San Gimignano festeggia 11 quarto cente-
nario della venuta di Niccolò Machiavelli,
dramma in tre atti di Valentino Soldani,
successo buono,
15. Torino — Al teatro Vittorio Emanuele,
Espiazione, opera in un atto del maestro
Ottolenghi, buon successo.
18, Milano — Inaugurazione della Mostra del
Ciclo e dell'Automobile al Parco, alla pre-
senza del Duca di Genova, che rappresen-
tava il Re, e del Principe di Udine,
19. Ostiglia — Primo convegno provinciale
della Dante Alighieri,
„ Roma — Al teatro Adriano, Battista, opera
del maestro Giocondo Fino, successo com-
pleto.
„ Roma — Posa della prima pietra della
nuova stazione di Trastevere, alla presenza
del Ile: inaugurazione dei lavori della linea
di allacciamento delle stazioni di Roma.
„ Roma — In seguito ad una lunga pole-
- nri ^
Utile ootonr.é del i/-«*w^j7«»«-«» snilit
:iio liaiiieri, i manoscntU
nonienta conseguati alU
Kile di Napoli. Al tempo
la riiTa raccolta di libri
luliani donata dal profes-
MturaZumbiui alla Biblioteca
V Congresso internazionale dello
6cuoiti DuDienicaU'
21. Vienna — Congresso agrario internazio-
nale.
22. Milano — Al teatro Olimpia, Una iota al
palo, commedia in tre atti in dialetto ve-
ncKiano di C. Bertolazzl, successo completo.
. Bologna — Inaugurazione di una lapido
suTa fncri.Tta del palazzo Dell'Armi, ove
' Marconi.
2^" .ciano, hanno luogo, con
; il la presenza della Kegiua
Madrt-, «li tìspeiimonti di un nuovo tipo
di idroplano (battello automotore ad eli-
che aeree) studiato dai signori B. Croceo
ed O. Ricaldoni della Brijzata Specialisti di
Roma. L'idroplano è sostenuto da due cop-
pie di alette a l'orma di V, a poppa e a
prua, le quali sorreggono lo scafo che
emerge dall'. icfiua mc/.zo metro. Sotto la
spinta di due eliche aeree, mosse da un
II. t-re di 80100 cav.illi, l'idroplano può
iM^'j; ungere la velocità di 70 km. all'ora.
Il peso del sistema con due persone è di
lófH) kgr.
, Vienna — Conijresso della Lega interna-
zionale delle Coopcr.vLivo agrarie.
23. Roma — Al teatro Argentina, K/fetti ,U
Ito-e, commedia ^«iocusa di Lucio d'Ambra,
il lavoro è api)Iau«lito.
. Palermo — VI Congresso industriale e
commerciale.
25. Lecce — lnan:;n razione del tronco fer-
roviario Lecce-Nardò-Francavilia. In que-
sta stes-?a occasione sono inaugurati il ser-
vizio telefonico, un bassorilievo in bronzo
a Carducci, un bnsto a Bovio e la bandiera
offerta d ilie .signore al Comitato locale della
Dante Aliyhifsri.
26. Milano — Onoranze al senatore Malachia
De Cristoforis, illustre ostetrico e gineco-
logo, in occasione del cinquantenario della
Mia laurea dottorale.
, Como — Commemorazione 'l'jlla battaglia
di %\n Femio. <njin'nivn'».(ir<» AA\a tunl^rv i
d.'lJ» «e/ioM.» -It MelUiizona delln O m'.t .1 ,
' l'ariano 11 minintro Ca.vano e l'oii.
Veechinl rlerocindo l'epopea gai.-
/.la — VI Congresso geografico n.a-
.1 - Oli «tndrnti del liceo Mnchiavelli
"luuiemor.'xiio il 40" nunlversuio d In-'
^'iiamento della fllo><>tUi nel liceo »te»M) «|.
prof. Car!o Butti, milanese, o gli olfroi
una pergamena e una meda:;lia d'oro.
, Roma — (ili amici ed ammiratori italia'
ofTiono un albo ed una targa d'onore a
Salvatore Farina.
Scjrnaio «(»n n<»l mistro r.ilfr ilari)
QiK<«tP parole dif ognun può vedere :
<(;iul>il<'o di lavoro letterario
Di .SAI.V.\TOR FARINA romanziere,
<'loria vivente, placida e «iii'eia
D«lla Sardegna e dell' Kalia m'era. »
(Dal < Travaso dello Ideo delia Doilc
nira >, 2 t.'iupDo).
, lioina — A cura degli orefici romani
coliù.-nta sull'antico ediScio della Z3ci\
che lu poi 11 Palazzo del Banco di Ssrsi
■e».
Pastigle DUPRE feb u Tosse
le più efficaci nelle bronchiti, polmoniti, catarri, ec.
VENDILA. PRESSO IL PKEPAKATOKE A KIMINI - PREZZO! L. 1.
(HQ
ftpinio ci-à sul Óorso Vittorio Emanuele,
una lapide in onore di Benvenuto Celimi.
l.a targa è in 1)rorizo, ornata da due putti
che soirpggono il busto del maestro e da
due artistiche cariatidi.
26. Ascoli Piceno — Commemorazione di Sac-
coni fatta da Corrado Ricci e inaugura-
zione di una Mostra dove è rappresentata
tutta la instancabile operosità del Sacconi
dal progetto di Museo d'arte greca, fatto
quand'era studente, ai lavori per la Cap-
pella di Monza e per la tomba di Um-
berto I al Pantheon.
„ Palermo — Chiusura del concorso interna-
zionale di lotta, vince il primo premio di
L. 2500 e la corona della Sicilia il dalmata
Giovanni Kaicevich.
sfanno un processore italiano a Zar pftf'3
della commissione esaminatrice per il di-
ploma di studi superiori di lettere italiane,
e nomina per l' imminente sessione d'esami,
che principia in giugno, il prof. Dino Man-
tovani dell'Università di Torino.
29. Firenze — Primo congresso forestale.
30. Regata nazionale di resistenza a remi sul
percoz'so Milano-Abbiategrasso, lungo il Na-
viglio Grande. Alla " Colombo „ di Pavia
rimane la Coppa della Città di Milano.
fl Torino — Inaugurazione dell'Esposizione
razionale canina.
fl Firenze — Congresso ginnastico.
„ Berlino — Arrivo dei senatori italiani Man-
gili e Colombo, che col conte Jacini for-
mano la commissione milanese, incaricata
Roma
Inaugurazione di una lapide a Benvenuto Cellini
nel palazzo della Zecca ove egli lavorò.
„ Gorizia — Commemorazione dell'illustre
goriziano Graziadio Ascoli, fatta dal pro-
fessore Vittorio Ferrari, milanese.
„ Stockholm — Si chiudono le feste del bi-
centenario di Linneo con un ricevimento
dato dal re Oscar ai delegati stranieri, re-
duci da un pio pellegrinaggio alla casa na-
tale del grande naturalista in un angolo
sperduto della Svezia meridionale, il pic-
colo villaggio di Roeshult.
27. Grenoble — La Facoltà di lettere del-
l' Università, delibera di Invitare liu da que-
di presentare a Guglielmo II la targa d'oro
dell'Esposizione Internazionale di Milano
1906. La consegna ha luogo il 3 giugno.
31. Venezia— Congresso dei medici condotti.
— Colonia Eritrea — I professori Francesco
Gallina e Roberto Paribeni, inviati in mis-
sione archeologica dal Regio Governo nel-
l'Eritrea, presentano al Governatore una
relazione preliminare sui resultati delle
loro esplorazioni, relazione che riteniamo
utile di riportare integralmente:
" La Missione Archeologica recatasi in
RISCALDAMENTI MODERNI
preventivi _ChratÌ8 .
SERANTONI <fe PONTIGLIONB
MIL.A»fO-BOI^OGXA
_ Viale Monforte. s — Via S. Simone, i.
Onest'nnno 19M-I0f>7 in oolonln F.rUroa si
iH'cupù do}*!! st-avi di AdulH. snil.i uosta
«l«»l Sl;ir IJovso, poolic oro a Hud dì MassAua
pr»»s-so ri>,|l«'rn<> \ill;i;,'i;io di Zilla.
, Lo |HH-he u.'tuio lascìiutoci <lai clas-
sici sul naosl d«>l maro Kritreo rioorrtano
A'itl-y omo città ricca di ctimniorol e
1 ' ..1;\ dtt un inoiiiu'o
IO quel mare circa
.1 supporri.* che sulla
- i l* r «lualchi' tt'uipo la
mei. Ks^a sopravvisse poi
; •! dviminio, cbbo relazioni
c«>iuuuiu Ci>u i' IC^'itto roinaiiu, e poi, sia
per lo mutate condizioni del litorale che
condussero al completo interramento del
suo porto, sia por le difficoltà del commor-
ciò allo scoppiare della grande crisi mio-
mettana, e alla perdita dell' Ei^itto da parte
dell'impero bizaniino, venne lentamente a
morire.
, Il luopo offre ora r:ispetto di una pia
nura ondulata e ?abl»ios:i, «love cumuli M
pietre e di rottami attestano la presenza
di edifici in rovina. Per non pregiudicare
con depositi di terre di scarico nel centro
della città futuri lavori di scavo, le esplo-
razioni preliminari di quest'anno furcMio
condotte specialmente «Ila periferia. Dalle
numerose trincee e fosse di sag;,'io aperte
non risultò traccia alcuna di una cinta di
mura: alla periferia gli edifici si fanno più
rjiri: poi agli ultimi, rivelati al soprassuolo
dai cumuli di n)ttami, seguono le abitazioni
più povere e più leg^'cre in legno, paglia
e fango, di cui uniche tracce sono il foco-
lare ed il letamaio. Però pur presso alla
periferia si rinvennero editici di notevole
importanza. Un gruppo di case private fu
posto in luce nella regione sud-ovest della
città: benché riattate con successive sem-*
pre più misere rabberci.-fture negli anni
della decadenza, mostrano esse ancora nelle
parti più antiche larghe e robuste mura
costruite a grosse pietre laviche e basalti-
che e lastre d'arenaria, materiali che non
si trovano se non a una certa distanza dal
luogo della citui. Sotto le parti più antiche
si poterono del resto anche osservare avanzi
di altri muri con orientazioni del tutto di-
verse appartenenti a costruzioni anteriori
che non poterono per ora essere esplorate
per non danneggiare gli editici soprastanti.
. Nella parte settentrionale della città
si rinvenne quasi a fior di terra una chie-
setta cristiana della forma basilicale clas-
sica con abside, presbiterio, tre navate di-
stinte da colonne. Sorgeva essa sopra un
più antico edificio di assai nobile aspetto,
se«rondoogiìi probabilità destinatoanch'esso
a culto, e a culto precristiano, le cui mura
di bella costruzione a regolari riseghe sono
conservate a circa tre metri di altezza. Ab-
bandonato quel culto, al ricco edificio fu-
rono In lfloorO^!im<'nlo addos^ito m<>Kohln6
casette abitate, come rivelò la snppollettll »
in essM rinvenuta, da gontl cristiane, sicoh
(ta ultimo sulla parte più alta doll'antii
tempio mozzato si edificò la chiesella eh
ho ricnrdat », povera costruzione su cui In
furiò 11 t-mpo o l'ira tnusulraana. Vn alti
grande edificio anch'esso certamente pn'.
blico e for%f dedicato a culti preoristi.ii
fu trovato all' estremo levante della cittì
lung> venticiKine me ri, largo sedici, era
costruito in modo aifatto simile a quello
delle parti settentrionaM. Anche su di esso
fu eretta una chiesa c.istiana più grande
dell'altra, pure a forma basilicale con tre
porle, baldacchino centrale sorretto da otto
colonne, di cui restino sette tronconi: pr.
sbiterio. abside e battlsterio a vasca cin.i
lare per la pratica del battesimo ad immer-
sione. Della grande porta centrale carbo-
nizzata da un inceu'lio si rinvennero due
borchie di bronzo a foggia di testa di leone
di egregia fattura Dell'edificio sottostante
la Missione archeologica non potò per man-
canza di tempo che segnare il perimetro
esterno e non per l'intera profondità della
sua costruzione; ma il proseguimento dello
scavo potrà senza dubbio portare utili ri-
sultati. Il materiale raccolto nei tre mesi
di lavoro è stato collocato provvisoriamen-
te nei locali dell'antico commissariato di
Asinara, e insieme ad alcuni pochi oggetti
l'accolti anteriormentea Toconda e ad Aratù
forma un primo nucleo di collezione archeo-
logica etiopica ricco già di circa millesei-
cento oggetti debitamente inventariati e
ordinati. L'esame di quella suppellettile
come i resti degli edifici di Adulis, del Co-
haito, di Toconda e di .\ratù ci dimostrano
con piena evidenza la grande prosperità
economica goduta in età classica dal paese.
Alcuni edifici di Adulis erano rivestiti di
grandi lastre di eccellente alabastro; e cosi
marmi diversi e multicolori, serpentini verdi
e rossi, graniti entravano anch'essi ad or-
nare le rioche case e i templi; in bronzo
era non poco della domestica suppellettile;
oltre ogni dire abbondante e ricca la sup-
pellettile vitrea importata forse dal vicino
Egitto, patria antica di quella mirabile in-
dustria. Frequente l'avorio, l'ambra, la
madreperla, cose tutte di cui gli Aduliti
facevano coni mercio, e fre luenti anche, oltre
le speranze, l'oro. La collezione di Asmara
ha tratto da Adulis già quarantadue monete
auree del re axumìti, due grosse croci in
oro, simili alle nostre episcopali, una delle
qnali con iscrizione greca, e oggetti d'orna-
mento e frammenti di verghe d'oro grezzo.
Non meriterebbe che in una relazione scien-
tifica si dessero notizie statistiche che va-
lore scientifico non hanno alcuno, ma di-
remo ciò non ost;inte. che in tre mesi di
esplorazione, Adulis ha dato ori per due-
Varici alle gambe, Varicocela, Emorroidi. So':tu:S'd"e?u
vene, razionale, scientifica. — Sollecita e definitiva scomparsa di peso, dolori, ec.
— Opuscolo illustrativo a richiesta. — Vademecum dei sofferenti e predisposti
(Cause. Cura, Igiene). Voi. 10) pag. ili. Ij. 1. — Dott. Stefano Bolugnese. Casella
postale 502, NAPOLI. — Consultazioni di persona e per corrispondenza nelle prin-
cinali lin<rop. _ .. ._ _ _ __.
- G74 -
cotitope^santa grattimi. La serie nTimisma-
tica, ricca come dissi di quarantadue monete
d'oro e di trecentonovanta di bronzo, quasi
tutte appartenenti all'impero axumita, può
contare come una delle migliori, forse come
l'ottima delle serie ora note, ed è lecito
sperare, che se si continuerà a non disper-
dere quanto il ferace suolo può dare e a
rendere vi. ibiii e a conservare i monumenti,
ah studiosi delle antiche civiltà etiopica,
Ggizio-romana e paleo-araba potranno tro-
vare nella nostra colonia meglio che in
qualunque altre luogo copia di documenti
e materiali di studio. Ai non studiosi di ar-
cheologia quel materiale potrà dire, quanto
le speranze di un risorgimento economico
di quei paesi possano essere confortati dalla
storia antica. Che ricchezza e civiltà, atte-
state da costruzioni grandiose, appaiono
non solo in Adulis. città che dal mare traeva
tutta la vita sua, ma eziandio in regioni
interne e aspre e ditiicili come a Toconda,
e sull'altipiano del Cohaito, dove pure sor-
gevano ricchi e sontuosi edifici; e ruderi
di costruzioni che lasciano supporre centri
abitati e fiorenti, sono segnalati in tutto il
paese da Raheita al confine meridionale fino
agi. Habab settentrionali, e dalla costa del
Mar Eosso fino oltre le gole di Halhal nel
paese dei Bet Tacuè e dei Maria. ^
GIIJGXO
?. Assisi — Annuale convegno della Società
per gli studi fi-anceucani. Dotto distorso di
Adolfo Venturi, il quale combatte a fondo
la teoria del Thode, che vuole far derivare
dall'influenza di San Francesco il rifiorire
del llinascimeìito,
,. Kojua — Seduta solenne all'Accademia
dei Lincei coli' intervento del Re. 11 sena-
tore Blaseriia proclama le assegnazioni dei
Premi Reali. Il premio per la chimica ò
diviso tra il professor Angelo Angeli del-
l'Istituto di Studi Superiori di Firenze, e
il prof. Luigi Balbiauo dell'Università di
Roma; il premio per la matematica è diviso
tra il prof. Arzelà dell' Università di Bolo-
gna e il prof. Guido Castelnuovo della
Scuola d'applicazione, di Roma: il premio
per le scienze giuridiche fra i proft'. Man-
zini e Diena: il premio per la filosofia non
fu assegnato a nessun concorrente. Fatta
la proclamazione, il senatore Isidoro Del
Lungo legge un discorso su : " L' italianità
della lingua del popolo negli sciMttori „.
y, Roma — Il Re inaugura la Quinta Gara
nazionale di tiro a segno, alla Farnesina,
fuori Porta del Popolo. La cerimonia è
turbata da un doloroso incidente : un pal-
lone del Genio militare all'altezza di tre-
cento metri è incendiato da una scarica
elettrica 6 pfèòlpita con i*uÉ6cìale, che lo
montava, il cap. Rinaldo Ulivelli, che muore
dopo tre ore.
2. Livorno — Inaugurazione della nuova sede
della Camera di Commercio alla presenza
del ministro Cocco Ortu.
f, Saint-Cloud — Inaugurazione del monu-
nUmento a Gounod, che aveva scelto a sua
dirtii'ra quella pittoresca borgata alle porte
di Parigi.
4. Vienna — Inaugurazione del monumento
all'imperatrice Elisabetta, opera ammire-
vole dello scultore Bitterlioh.
5. Milano — Al Teatro Olimpia, prima rap-
presentazione della nuovissima commedia
in tre atti di Giacinta Gallina nipote del
Giacinto, autore del Moroso de la nona e
della Famegia del Santolo, successo contra-
stato.
„ Londra — Sul campo di Epsom, Derby
inglese di lire 162,500 (metri 2400) alla. pre-
senza del Re Edoardo e dei principi dii
Galles ed altri personaggi della famiglia,
reale. Giunge primo il cavallo irlandese-
Orby, del noto sportman americano Ric-
cardo Groker, montato da I. Reitt', primo'
fantino della scuderia Caillault.
6. Civitnnova — Commemorazione del quarto
centenario della nascita di Annibal Caro.
Discorso commemorativo del i^rof. Colini
Baldeschi.
7. Commemorazione delle nozze d'oro dei
Sovrani di Svezia.
6-7-8. Brescia — Grandi feste coli' intervento
del card. Ferrari, per la ricorrenza del
centenario della canonizzazione della santa
bresciana Angela Mericl fondatrice delle
Orsoline, il cui corpo si conserva nella
chiesa di Sant'Afra, intatto dopo più di tre
secoli senza soccorsi chimici.
'8. Londra — Inauguraziune dell'Esposizione
equina, la più grande aperta sino ad oggi.
„ A Neuruppin, in Germania, è scoperto il
monuGiento eretto in onore del notissimo
romanziere tedesco Teodoro Fontane, nato
di genitori francesi a Berlino, nel dicem-
bre 18 lU.
9. Milano — A San Siro, Gran Premio Am-
brosiano (100.000 lire), è vincitore Mediée
della scuderia di Sir Rholand (montato da
Spencer).
„ Annecy (Savoia) — Inaugurazione di un
monumento a Eugenio Sue. il popolarissi-
mo romanziere francese. Il monumento,
rappresenta l'Ebreo Errante come simbolo-
dell' Umanità che procede invincibile verso»
il progresso indefinito,
10. Pechino — Partenza degli automobilistii
per la corsa Pechino-Parigi indetta dal gior-
nale parigino Le Matin. Vi prendono parte
cinque vetture, una De Dion-Boufon gui-
dada da Cornier; la Sjn/ker guidata da Go-
dard: Vitata guidata dal priclpe Scipione
W^^^MM^^^MWaiWM
i^^**0>^^^t0mi^^m0^^tmt^^t^ii0
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ni a O Milann
r,75 -
•l'nltr:» f>« tìiiìu Pout'u. guidata
o ii)t\no la Cintial \;nii\utn da
i. vettura del principe Scipione
>se vi:iin:ia anche lì noto giornolista
r.arTiiii.
Il Pkixcipk Scipione Bobghese.
(Fot. Abeniacar).
12. Bologna — Onoranze commemorative nel-
i'Archiginnasio ad Ulisse Aldrovandi. Il 13,
vien fatta l' inaugurazione del nuovo Mu-
■-eo Aldrovaiidiaiio, collocato nella sala di
1 enedetto XIV nell'Istituto doUe scienze, e
..iingura/.ioue del Museo Indiano nell'Ar-
c-higinnasiu.
- Bologna — Congresso dei liberi docenti.
13. Londra — Inaugurazione dell' Esposizione
int«rnazion:ilo della Croce Kossa,
- Corsa automobili-Si ica della Coppa dell' Im-
p'jr.iiorc di Ccrnìaniu, organizzata dall'Au-
tomobll Club di Boriino sul circuito d- '
Taunus. Il i-lrculfo uiUara chtlonietrl llH.i
e deve essere percorso 4 volte. A cag'.ou.;
del granda numero di iMcrltt), »Q. sono fatto
due eliniinatoiie. nello quali le ma-'chlne
italiane sono splendidamente classiiicat*
la Fiat conquista i primi posti (Lancia e :
una Fiat è primo arrivato nella prima eliii.
natoria, Nazzaro n«'lla set-onda) seguila dal
Jtata e dalle Itiunchi arrivato al compie!
Il giorno appresso ha luogo la detlnitlv.i
e Nazzaro riesce vincitore, coprendo il per
corso in 6 ore, 34™, 62'. Nelle prime diti
vetture arrivate, soi sono italiane; e ntrll'ul-
timo giro Lancia sopra una Fiat compì il
giro in 81">, 52", che è il minor tempo Im-
piegato nella corsa (velocità media 87 chi-
lometri). L'Imperatore assiste all'eliiuina-
torie e alla corsa linaio ad Hombourg.
15. Hombourg — Congresso internazionalo
automobilistico.
16. Roma — Chiusura della V Gara di tiro
alla Farnesina: vi assistono i sovrani. Sta-
heli Corrado di San Gallo vinco il prini
premio; la Società di Cerea vince lo scud»
d'onore, la Società di Brescia conquista per
la terza volta la bandiera d'onore.
« Roma — Prima gara di autoscafi sul Te-
vere nel percorso Fiumicino-Roma, 35 km.
contro corrente. Il canotto GaUinari I vinco
la " Coppa del Tevere „.
17. Roma — Seconda gara di autoscafi nel
Tevere da Castel Giubileo a Ponte Milvio,
alla presenza del Re, giunge ancora primo
il canotto GulUnai-i I.
19. Milano — Al teatro Olimpia, Rinuncia,
commedia di A. Testoni, successo buouo.
22. Genova — Onoranze all'illustre chimico
prof. Edoardo Maragliano. È inaugurato un
busto di lui, pregevole opera dello scul-
tore Edoardo De Albertis.
. Ferrara — Prima rappresentazione in Ita-
lia di II vJo della felicità, lavoro dramma-
tico di Giorgio Clemenceau, ora presidente
dei ministri in Francia.
„ Bologna — Congresso nazionale per 1 pae-
saggi ed i monumenti pittoreschi d'Italia.
„ Monaco (Baviera) — Chiusura del IX Con-
gresso internazionale della Liat, associa-
zione turistica internazionalo che tiene vive
le questioni riguardanti gl'interessi del tu-
rismo in tutti i paesi d'Europa.
23. Ozzano d'Emilia — Onoranze a Enrico
Pan/archi e scoperta di una lapide com-
memorativa sulla casa del poeta, e di un
medaglione col busto di Panzac(!hi, opera
dello scultore Monteguti, al Palazzo Co-
munale.
24. San Martino della Battaglia — Inaugu-
razione del monumento ai caduti della
brigata Acqui, opera dello scultore pado-
vano Augusto Sanavio.
26. Roma — Congresso delle Camere di
Commercio.
, Firenze — Commemorazione del 25» anni-
versario di insegn anunlo di Guido Mazzoni
Ikfanìma! al tuo pSrgoletto da' il latte del tuo seno e le cure del tuo cuore,
gli assicurerai saluto e lietezza. Se il tuo latte fosse insufficiente o avesse a cessare
presto, troverai uti aiut« perfetto nella gustosa, nutriente, digeribilissima Farina
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— G7G
i snoi vecchi e rtiovi scolari gli olTrciio due
volumi di studi letterari.
56. Vienna — ('omiiioinoia7.ioiie di Carducci
por cura del Circolo Accademico Itiiliauo
l'atia dal prof. Arturo Farinelli, l'ultimo
Italiano che era rimasto a Innsbrucl», e die
recandosi era all'Università di Torino a oc-
cnp:u-\i hi cattedra di letteiatura tedesca,
ha voluto con tale cerimtnia accomiatarsi
dagli studenti od amici.
28. Londra — È solennemente conferita a
Joseph List r, inventore della medicazione
numeroso src'età ciclistiche G cor.polali del
Touring del IJegno, altre società ciclisti-
che della Venezia Giulia od anche una so-
cietà slovena. Grandi leste sono fatte spe-
ciiilmente al Consolato Veneziano del Tou-
ring. Gite a Capodistria, alle celebri grotte
di San Canziaiio, a Pirano e Parenzo. Ai
partecipanti alla gita di San Canziano fu
distribuito un artistico ciondolo-medaglia
con l'etìige di Carducci.
SO. Traslazione della salma del doge Seba-
sti-.'.no Veniero, da Murano a Venezia. 1)
Trasporto delle ceneri di Sebastiano Venxer a Venezia.
Il corteo entra in San Marco.
{A destra si vede il recinto dei lavori del nuovo Campanile).
antisettica, la libera cittadinanza di Londra,
che è il più grande onore civico ctie possa
darsi a un suddito inglese, tale onore toccò
un secolo addietro a Jenner. La cerimonia
è presieduta dal Lord Mayor dalla città.
29-1,0 Luglio. Trieste — Convegno Touri-
stico Internazionale, al quale intervengono
»<%KT^JM^^»^
Veniero, che comandava la flotta veneziana
a Lepanto e al cui valore fu soprattutto
dovuta la vittoria in quella storica giornata,
quando venne a morte, il 3 marzo 1578, di-
spose di essere sepolto nella piccola Chiesa
di Santa Maria degli Angioli di Murano. Con
tardo omaggio di riconoscenza il comune
[Lavorazione speciale in CAPPELLI e BERRETTI per Filarmoniche
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TTirrlr. (^tirsfn tiattHto è indirizzato «d Ei .
■ lato: /'«/ ìuvioiio. K noi
I' cirr^ll t" dfl print i;
wluriono dillo qur.stl- I
KeoiiifUi«li« y «li un metodo di i-alr« ;
che puu paragunaiKi al enluolo integrai
Lo su|>filiol sono considerate in certi v.<
eonic sommo di linee retto e i volumi con.
somme di plani.
\tO!. A.
anche dalla Regina Margherita e dal Du'-a
di Genova, sono portate alla chiesa dove
devono trovare degno riposo. Si scopre il
monumento eseguito dallo scultore Anto-
nino Da Zotto, che comprende anche la
-tatua in bronzo del Venier, alta più di
«lue metri.
30. Roma — Regate nazionali, importantis-
sima la fnra di canoti^V'gio per la Coppa
1 ■l Municipio di Roma, che di-
prestnza del Re dai canottieri
i Anione e Tevere di Roma, ri-
niaiic aggiudicata ai primi.
— Parigi — AUWc. ad-imia delle Iscrizioni e
Belle Lettere è d«ta comunicazione della
-coperta del prof. Heiberg di Copenaghen,
:1 quale ha trovato in un palinsesto di Co-
I<1JO£.IO
1. Roma — Inaugurazione della ?...,.-.,!., *..!
rihaldina nella biblioteca Vittorio Emanuel'
alla presenza del Re.
2. Gran Premio dell'Automobile Club di Fra i
eia, che è disputato sul circuito di Diep).'
il quale misura chilometri 76,9S8 e sin
percorso 10 volte. 11 regolamento d( 1
corsa impone una nuova condizione, ci'
la limitazione nel consumo della benzii
a 30 litri per ogni 100 chilometri. L'Ital
è inscritta con quattro vetture, tre f
(inscritte all'ultimo momento, non speci. ■
mente costruite per que>^ta corsa) e m
Aquila, che si ritira prima della partenz
OPUSCOLI E
SCHIARIMENTI
<iRflTI5^fM
^MR i'-^bM^Iff^l-l/ii R Wi-rr^ii.f./^ O.JMIÌ ANO
678
(;0>IMEM0EAZ10NE MASSONICA DI GaBIBALDI NEL TEATKO AdEIANO A KOMA.
__^ (Fot. A. Croce).
■^>.'if -f* . ~-a"-««&'
mm
i fJ t
II, COKTJiO MASSONICO INNANZI AL MONUMENTO DI GARIBALDI SUL G
5UL (jrlANlCOLO.
r,Ti)
ndo riTi' r< ■ ". ^ ■ 1^-
,10
■ .i!.11 fo. , ,11.
. -1 L'ii.i 1 e!)!ji; pure
Il n Sta I Ir.i, la storie»
: , . . . 1 . _ III dtnii 1 > ; . I i.iiid doi «pLili
rcv'».tu I» V «pr»Ma ti primo ; io (ìRrllniidi In ospitu nel Istìi. A New y<ji 1
po|>olitre oon l'irca diiemiln (> molti giirilmldinl che faniui parte» di <ni'
V' « ' \ " — •' •' 'u-(n. .11 i.uièo colonia Ht rpi'arono a Stateti Island a inuii-
«ssonloa: ese- gurarvl il Mmmorid elio oontlt-no la rtu»
•t di Mo/.art. dove Garibaldi sostò noi 1M.')0 e che è Sem-
ciuindl il cor- prò stata, tanto per gli americani quanto
con oltre 270 per v.\ì Italiani, o^,'l;f'tto di Rriinde venera-
li deporre una rione. Il 0, polkv'riiia;,'i,'io a Caprera alla
^
f-tX-
:i>-sr S?^ '"; "5'' -^
J ■ ,
'flH|
-~■:^ i^ -2- J^
' -..'^^^H
Inaugurazione del " Gabibaldi Memobial „ a New York, j7 4 Iwjlio 1907.
{Fot. A. Croce).
corona di bronzo ai piedi del monumento.
Nel pomeiiggio in Campidoglio cerimonia
della consegna dei cimeli paribaldini, che il
generale Canzio dona al Municipio di Roma,
fra i quali la bandiera della Legione Ita-
liana di Montevideo, la Stella dei Mille in
brillanti, offerta al loro Duce nel 1861* dai
reduci della gloriosa spedizione e altri pre-
ziosi ricordi. Assiste alla cerimonia la rap-
presentanza municipale di Nizza arrivata
al mattino. Il 4 posa della prima pietra
del monumento ad Angelo Brunetti (Cice-
ruacchio) nel Quartiere dell'Oca e precisa-
mente al principio del Lungo Tevere Fla-
minio presso il Ponte Margherita. Quindi
solenne commemorazione in Campido'glio
fatta da Giuseppe Cesare Abha alla presenza
del Re e di tutti i ministri, poi corteo al
Gianicolo promosso dal Comitato popolare.
Anche a Caprera grande pellegrinaggio e
solenne comnioniorazone. Altre comme-
morazioni a Nizza, a Trieste e in tutta
tomba dell'Eroe, indetto dal Comitato par-
lamentare, il quale per il 7 organizza una
grande commemorazione a Roma con un
corteo popolare al (iianicolo, dove intorno
al monumento sono deposte le corone ve-
nute da ogni part« d'Italia, Sono rappre-
sentati al corteo con gli altri municipi a:i-
che quelli di Nizza, di Trieste, di Trento,
. di Riva, la colonia di Tripoli, ec.
6. Genova — 11 marchese G. B. Mameli ri-
correndo l'anniversario della morte del
fratello Goffredo dona al Municipio alcuni
preziosi ricordi dell'eroe.
7. Venezia — Inaugurazione della seconda
Mostra di .nateriali edilizi alla presenza
della Regina Madre.
„ Parigi — Nella Pinacoteca del Louvre, un
vandalo distrugge irreparabilmente un nia-
gnitico quadro, il Diluvio di Poussin.
, Parigi — L'inglese BiUington compii
nuoto la traversata di Parigi, coprendo
percorso di chilometri 11,620 in ore 2, Ib' 2
CUCINE
CALORIFERI
VENTILAZIONE
FORNI
DELI ORTO
FEDERICO DELL' ORTO & C,- MILANO
G80 -
superando eosi tutti i recovds finora stabi-
liti, e mantenendo una velocità media di
ciiilumetri 6 e metri 400 all'ora, lùixe ita-
liani, Cattaneo e Altieri, giungono terzo e
quarto, rispettivanaente in ore 2, 31' 26" e
ore 2, 35, 25".
8. Berna — Il senatore Cesare Mangili coi
comm. Richard e Giachi presentano al pre-
sidente della Confedera.'^ione una targa
d'argento in ricoi-do dell'Esposizione di
Milano 1906.
10. Torino — Al Teatro Vittorio Emanuele,
Cavalleria Unsiicaim, musicata dal maestro
Domenico Monleone, su libretto quasi iden-
tico a quello nuisicato da Mascagni. Lo
spartito, in cui appare manifesta la preoc-
cupazione del maestro di astenersi da ogni
imitazione, incontra il favore del pub-
blico (redi 5 fehì>r<iiu),
13. Parigi — Feste franco-italiane per
la commemorazione dei centenaiio di
Garibaldi. Inaugurazione di un mo-
numento all'eroe, alla presenza del
Presidente della Repubblica e del ge-
nerale Canzio; la statua è opera delio
scultore Cechi e la base dell'architetto
Petit. Vi assistono circa 300 garibaldini
venuti d'Italia con le loro camicie
rosse, accolti con grandi festeggia-
menti e quasi altrettanti francesi re-
duci da Digiohe. Vi assiste pure una
rappresentanza della Casa di Turate
per i veterani. Intervengono alla ce-
rimonia il pi-osidente Fallières, Cle-
menceau e altri ministri, i presidenti
del Senato e della Camera; parlano il
ministro Picoii, il generale Canzio, il
senatore Rivet. I garibaldini si trat-
tengono alcuni giorni a Parigi festeg-
giatissimi. Il 14 luglio il Presidente
della Repubblica passa in rivista le
truppe allineate a Longchamp. Alla
rivista conferisce un carattere assai
pittoresco la presenza delle camicie
rosse garibaldine e della regina del
Madagascar Ranavalo, fatta segno a
grandi applausi dalla folla, e più an-
cora la magnifica piova del pallone mi-
litare dirigibile la Patrie che ha un
successo splendido. Il giorno 15 il generale
Canzio si reca al Ministero della Guerra,
nel pomeriggio ha luogo un ricevimento
offerto dal Consiglio Municipale, la dele-
gazione parlamentare italiana co ;segna
una medaglia commemorativa della festa
centenai ia di Garibaldi, indi i delegati ap-
pongono la loro firma sul libro d'oro del-
la città di Parigi, ed infine il Presidente
del Consigio Municipale ha l'incarico di
ottrire alla città di Parigi il Fascio Romano
in bronzo, portato dal colonnello Elia a
nome dei Comuni itali.mi.
14. Gara di nuoto della /;<r/ A^an/^"* sul per-
corso di n chilometri da Abbiate^rrasso a
Milano nel Naviglio grande; giunge primo
Enrioo Rossi della R. X. di Genova iu ore
5. 54m 20» e 2/3.
19. liologna — Al teatro Olimpia, Dina, tra-
gedia in quattro atti di Alfredo Oriaui,
successo discrei o.
21. Parigi — Traversata di Parigi, a nuoto,
organizzata dal giornale Les tìpur/s, gara
riservata ai soli dilettanti; giunge primo
Jarvis, inglese, iu ore 2, 41' 5", battendo
di 55" il suo tempo dello scorso anno. Si-
gnorini e Retaccìii, italiani, giungono re-
spetlivamente 4° in ore 2, 55' 57" e 5» iu
ore 2, 59' 46".
22. Roma — Inaugurazione del monumento
a Leone XIII, opera delio scultore Tado-
lini, nella Basilica Lateranense.
„ Clermont-Ferrand — Completamento di
Monumento a Leone XIII.
{Fot. A. Croce).
una linea tramviaria che conduce sino alla
sommità del Puy-de-Dóme (m. 14G5). L'ul-
timo tronco inaugurato oggi, tra la Bara-
que e la vetta, è lungo km. 7,996.
23. Bru'jres — Inaugurazione dei grandi lavori
destinati a rimettere Bruges in comunica-
zione col mare, la qual cosa accadeva anti-
camente per mezzo dello Zwyn, un affluen-
te della Schelda (Escaut) oggi interrato.
D'allora in poi Bruges era andata deca-
dendo, e invece dell'antico appellativo di
Venezia del Nord ch'essa portava glorio-
samente nel secolo XV, fu chiamata Bru-
ges la Morta. Questi lavori comprendono
la costruzione di un porto a Bruges sui
canale di Lisseveghe, lo scavo di un canale
OPUSCOLI E
SCHIARIMENTI
^BiC:ARNAU>I^ÌA^BViTRUVio9-|llUII10
- («1 -
al mart» lunjfo 11 km. e Inrgo 22 ni. o la
costi uRlon»» tU un porto »tl scio a Zeehnijj-
;• " ■•• ^^--r) con un grande molo
^ i f6sto;:«l nnoiitl tatti in
tri sopiiittutto nutevolu
; doirordine c.tv«lleres«'o
fondalo In Bruges da
:i l5or:;<>;;Ma. e ohe rinsri
-mi.i polche vi concorsero con
! 1 due ;,'ovcrni che o^rai ooii-
u. . ^torico ordine, cioè l'Austriti
(uhe io ha come ordine supremo) e la Spagna.
un hiisto in Itraiizo del com)>liiiiti) prof Ln
ciano \rin.iniil, uno del più insigni studio-
di hacterloloxia e che fu por molti unni di-
rettore dell' utHcio d'i>{leno municipale.
29. (-ìiunKO noti/.ltt dall'isola di Creta cho a
l'nnm li dott. Luigi FiM-nier e 11 plttm -
falli, della Missione «rchcolo'iicii H
htuino fatta una scoperta di k'raii vai";
r archeologia. Essi posero in lui-e un tt n
pio ellenico arcaico con entro la statua dell.
l)ra se<lut.i sul trono. Intorno allo par<ti
corre un fregio a rilievi rappresentante una
Varo del * Bellerophon,
{Fot. A. Grece).
27. Raid antomobilistico Pekino-Parigi. Il
principe Borghese guidando un'Itala as-
sieme al giornalista Barzini e al mecca-
nico Gnizzardi, giunge a Mosca dopo aver
traversato con prodigiosa audacia ed abi-
lità tutta l'Asia. 11 percorso già fatto è di
km. 7432, che costituiscono anche la parte
più diCBcile: ne restano da percorrere per
;:iungere a Parigi, mèta del viaggio, 404«).
I due automobili De Dion-Bouton, soli ri
masti in gara, sono però indietro di 2300km.
Portsmouth — Varo del Bellerofonte, che
la più grande e la più forte nave da
„'uerra che sia stata costruita. Sposta 700
tonnellate di più della Dreadnouyht, che
era tinora ritenuta la più formidabile nave
di tutte le manne del mondo. Quando il
Bellet-ofonJe sarà completato, se;.nerà l'ul-
tima parola dell'ingegneria navale. Il Bel-
lerofonte fu messo in cantiere il 3 dicem-
bre e varato dupo 7 mesi e 24 giorni.
28. (ienova — Inaugurazione di un ricoi'do
u caduti di Digioue e di una Ispide ad
Antonio Mosto, il prode comandante dei
arabinieri genovesi.
Napoli — In una delle sale dell'Ospedale
legli Incurabili, è so!eimeniente inaugurato
pompa di cavalieri in festa. Tutto trovaci
in buo)io stato di conservazione.
„ Ascoli Piceno — Un incaricato del Mini-
stero fa solenne restituzione al Municipio
del famoso piviale di Niccolò IV, già ru-
bato alla Cattedrale e restituito da Pier-
pont Morgan.
30. Aja — Alla presenza di una folla di di-
plomatici e giornalisti d'ogni paese, al suono
e al canto degli inni di Haydn, Beethoven e
Mozart, è solennemente posta la prima pie-
tra del grandioso palazzo della Pace che
sorgerà tra (jualche anno nel magnifico par-
co Zorgoliet per la munificente iniziativa
del miliardario americano Andrea Carneyie.
Il grosso macigno iaftì:,Mnante la pietra sim-
bolica recava su di un lato inciso il motto:
l'ari juHtiia fìrinriniìaf h(in cnedem Andreae
Caìnejie mnuifìcentia dediravit.
31. Esce in luce il secondo volume della edi-
zione nazionale degli Scritti di (r iuiteppe Mnc-
zini deliberata dal Parlamento italiano <■
curata da speciale Commissione Beale pre-
sieduta dal Ministro dell'Istruzione e di cui
fanno parte Finali, Boselli, Nathan, Pasca-
rella, Fiorini, Menghini, ec.
„ San Marino — Festeggiamenti pel cente-
CONTRO LA STITICHEZZA L
«MIEDÌERE 0Pa5COto ELIXIR PURGATIVO
682 —
rnrio frnriLji]diro e irnncurnzlone di una
lapide ad Anita Garibaldi.
- Chi tiene dietro alle novità della scienza,
non avrà dimenticato la grande inapres-
sione con la quale nel 1904 fu accolta la
notizia della trasformazione delle emana-
zioni del radio in elio, osservata da Ram-
say, Soddy e Collie. Le vecchie teorie or-
todosse della immobilità degli elementi
ricevevano un grave colpo. Ma anche mag-
giore impressione nel mondo scientifico fa-
ceva l'annunzio di nuove esperienze del
dotto chimico inglese William Ramsay, da
lui comunicate prima al dott. Ostwald che
ne dette notizia nella Chemiker Zeitung del
24 luglio 1907 e poi alla British Association
nel suo annuale congresso di Leicester. Si
tratterebbe della generazione del litio, altro
corpo semplice, per l'azione delle emana-
zioni del radio su di una soluzione di sol-
fato di rame. Già da un anno sir Ramsay
nel suo laboratorio di Regents Park aveva
mostrato le sue prime esperienze: facendo
agire le emanazioni dei radio sulla solu-
zione di solfato di rame ed eliminato il
rame con l'idrogeno solforato, si otteneva,
dopo evaporazione, un residuo impondera-
bile che dà sul filo di platino incandescente
lo spettro del litio. Le esperienze i-ifatte
ora in condizioni di assoluto rigore scien-
tifico hanno confermato il fatto e mostrato
ch'esso dà luogo a fenomeni anche più com-
ple^^si. L'emanazione del radio solo o con
l'idrogeno darebbe iuogo alla formazione
dell'elio come era già noto: in presenza
dell' acqua, si produrrebbe invece dei neon
a fianco di tracce di elio; in presenza di
una soluzione di un sale di metallo pesante
(nitrato d'argento o solfato di rame), si con-
stata la formazione dello xenon e forse del
kripton e dell'argon.
- Parigi — Andrea Lancien, giovane stu-
dente della scuola di medicina e farmacia di
Rochefort, presenta all' Accademia delle
Scienze ìa relazione della importante sco-
perta da lai fatta del fortissimo potere
radioattivo di un nuovo composto, il mo-
libdato di uranile. Questa sostanza, ottenuta
dal Lancien facendo agire l'azotato di ura-
nile sul molibdato di ammonio, è di una
radioattività 40 volte superiore a quella
dell'uranio, il primo corpo radioattivo sco-
perto dal Becquerel nel 1896, però di molto
inferiore a quella del bromuro di radio, la
quale è fino un milione di volte superiore a
quella dell'uranio. Malgrado la sua attività
limitata, il molibdato di uranite ha sul
bromuro di radio il grande vantaggio di
costare un prezzo minimo e di non pre-
sentare notevoli difficoltà di preparazione :
il bromuro di radio, che è anche detto
nell'uso corrente radio senz'altro, costa
300,000 lire il gr. ed i più fortunati (non ba-
sta essere ricchi per poterselo procurare)
a stento possono ave-rne qualclu' dcci'rr.
AGOSTO
1. Roma — Facendosi le fondaz'oni di al-
cune nuove case di proprietà della " Di-
vina Pietà „ in via Monte Caprino, viene
in luce un'antica preziosa statua che rap-
presenta una venditrice di polli e frutta. È
priva delle braccia e ha il viso un po'guasto,
ma è un raro esempio della scultura el-
leiùstica. Si crede che sia la statua corri-
spondente alla famosa Vicchia contadina
del palazzo dei Conservatori (riprodotta
néìV Almaymcco del 1905 a pag. 271) e che
forse serviva d'insegna del mercato, che
sorgeva a breve distanza dalla rupe Tarpea.
„ Firenze — Nell'aula magna dell'Istituto
Tecnico è inaugurata l'Università estiva,
corso di conferenze estive sulla lingua e
la letteratura italiana, sulla storia dell'arte,
sulla letteratura dantesca, sulla storia fio-
rentina. Prima a rispondere all'appello di
Firenze è stata una nobile città italiana
posta oltre i confini del Regno: Trieste che
ha iscritto ai corsi dell'Università estiva
dieci fra i suoi maestri comunali. Pronun-
zia il discorso inaugurale il presidente, dot-
tor Gino Gelli, che ne fu il principale pro-
motore. (Vedi articolo speciale ìlei corpo del
volume).
4. A Jehay-Bodeguée, presso Huy (Belgio),
è inaugurato un piccolo monumento alla
memoria di Zenobio Gramme. E una fon-
tana nella quale è collocato il medaglione
del celebre elettricista con l'iscrizione: A
Zenobio Gramme, inventore della dinamo in-
dustriale, nato a Jehay il 4 aprile 1826, morte
a Colombes (Seine) nel 1901. Noi italiani, pure
inchinandoci ai meriti del valoroso tecnico,
non dobbiamo però dimenticare che l'in-
venzione della macchina dinamo-elettrica
è dovuta a un illustre italiano vivente, il
senatore e professore Antonio Pacinotti, di
Pisa, il quale fin dal 1861 ne aveva costruito
un modellino da gabinetto chiamandolo
anello di Pacinotti, e nel giugno 1864 ne
dette notizia nel periodico pisano Nuovo
Cimento. Ne a dir vero la iscrizione del
monumento al Gramme contesta questa
precedenza.
4-5. Pisa — Campionati nazionali di canot-
taggio.
7. Londra — Congresso internazionale per
le case popolari.
„ Liverpool celebra con grandi feste il set-
t'ino centenario della concessione da parte
del re Giovanni di uno speciale statuto
alla città. Nel programma dei festeggia-
menti è compresa la inaugurazione di una
interessantissima Posposizione storica e di
antichità tutta dedicata ad illustrare la
storia di Liverpool.
8. Baden — Campionato europeo del trotto,
giunge primo Contralto del cav. Rossi co-
prendo il miglio inglese in 2', 12", secondo
Kh-kirnod di T,amma, nmbedue italiani.
IGIENE
P0UDRESIM0N1
ELLEZZA
i'oUere ai riso senza bisniuio,
invisibile, aderente, deliziusamente profumata.
- G83 -
Londra — Terr.r» Congi'<>8S0 Intomnirlo-
lale degli R«pei-tiiitisU.
. ! :i!';:l — Trttuifftlc en raU del principe
t hese e di Uarsiiii di ritorno dal raid
1 . rluno PariK'».
11. litiiUiii — l'iiiquantonario del Teatro Mns-
simo; si rappiesont;» l'opera David Ut di
Aluintore Galli, riiuinese, noto critico d'ar-
te. Siiceesso ottimo.
12. Snntn Maria Maggiore (Domodossola). —
1 Ilo della strada iiiternnzionale
\alli, alla presenza delle auto-
! ■ o federali e della stampa dei
due p.tos:.
14. L'Aja — Ottavo Congresso sionista.
»n'««lml l.irorl «spRultl n«ll.n ducale Arn
sena Uorentltm, rapprusentan > storie dei
vita di Giuseppe el)eo: In (irL'Ine eran
venti, tes.snti Hrca la metji del Cinqneeeii-
dagli arazzieri fìamniinghi Glovuinii U<,
e Nicola Carcher, su cartoni dol Bronr.l
e di Francesco Salvlati. Ora non ne re-.:a.i
che dieci. L'ar.-'zzo dannegg ato rappn .en-
tava la morte di Giacobbe; i)er fortuna il
danno fu facilinento riparabile.
16. Heidelberg — Nell'adunanza generale del
Congresso Internazionale di lisiologla. è de-
ciso che Vlntituto internazion-ile per ricerche
nrientifìche alpine, che sorge sul colle d'Olen.
fra Alagna e Gressoney a 3000 metri sul
Arrivo a Parigi del Principe Borghese.
(Fot. A. Croce).
Sul Corso di Vikcennes.
15. Madesimo — Inaugurazione di un monu-
mento a Giosuè Carducci, che per oltre
venti anni frequentò quello stabilimento
i'iroterapieo. È un altorilievo in bronzo col
t>usto del poeta, opera dello scultore Achille
.\lberti, con una epigrafe di Giovanni Ber-
taochi. Quindi è scoperta un'altra lapide alla
Villa Adele sotto la finestra della stanza
abitata sempre dal Carducci: in questa se-
i-onda lapide l'iscrizione è di Ercole Ri-
valta. Parlarono alla cerimonia il dott. Gio-
vanni Marzari e Giovanni Bertacchi.
16. Firenze — Durante un temporale che
imperversò nella mattinata, la furia del
vento apre con molta violenza le imposte
di una tìnestra della sala dei Dugento nel
Palazzo della Signoria, abbatte un sopram-
mattone che in parte le nascondeva e lacera
uno degli arazzi che decorano, con magni-
fii a vivacità di colori, le quattro pareti
della sala. Quegli arazzi che sono dei pri-
llvello del mare, prenda II nome di " Isti-
tuto M0S.S0 , in onore del celebre prof. An-
gelo M0.SS0 che ne fu il principale pro-
motore.
17. Milano — Arrivo del principe Borghe^f»
e del giornalista Luigi Barzini di ritovn
dalla corsa automobilistica Pechino Puri-
r, Biella — Prima rappresentazione del nuovo
lavoro Gara Antica, del maestro Mario Ta-
renghi. saeoesso ottimo.
18. Strasburgo — Campionati europei di im
nottaggio nel porto di Kehl. Il premio del:
Svizzera con doppio " schooner , è viu"
dalla società Milano, e nel campionat
d'Europa (per otto rematori), VAniene ■.
Roma giunge seconda con .soli tre second.
di differenza dal vincitore.
20. Strasburgo — Seconda giornata dei cam-
pionati internazionali di canotaggio. Nella
gara di " outrigger „ (a quattro rematori',
giunge seconda la Cristoforo Colombo di l'a-
OPUSCOLI E
scmmim
<TAn r Sf%§idii,f%lAi^A RllÌY^iiifi#«O.MII /l'NÌ>
— G84 -
via; nella gara di " skiff „ ginncrc terzo il
nowiny Cult di Milano; nella gara di -^ out-
rigger „ a due rematori se-onda la Lavio
di Como; nella gara di " doppel skulor „
giunge primo il lixv'nuj Club di M lano.
25. Inaugurazione del famoso Pertuis du Vi-
so, al colle della Traversetta presso Saluzzo,
nuovamente riaperto al passo dei viandanti.
Il Pnrtuis era una galleria a 2950 metri di
altezza, che pussava sotto la cresta del colle,
il cui passaggio era pericoloso durante il
cattivo tempo; l'aveva fatta sbavare nel U75
Lodovico II di Saluzzo, ma il passaggio era
poi stato ostruito in ooeasione di guerre, e
poiché a riaprirlo erano state frapposte
finora diflicoità dall' autorità militare, la
sua riattivazione era stata possibile sol-
tanto ora che le relazioni dell'Italia colla
Francia sono tornate cordiali.
„ Venezia — Inaugurazione di una lapide
con medaglione in bronzo al maestro Nic-
colò Coccon, opera dello scultore Carletto;
alla presenza della duchessa Isabella. Mi-
chele Coccon, nato alla Giudecca nel 1S26
e morto il 4 agosto 1903, era stato per tren-
t'anni direttore della Cappella di San Marco
e dal 1882 direttore del Liceo Musicale Be-
nedetto Marcello, lasciò 570 composizioni
quasi tutte di musica sacra, era detto il
" Maestro delle fughe. „
„ Lugano — Al castello di Trevano, prima
rappresentazione della nuova opera in tre
atti Gorrisinola: I sogni della vita, di Luigi
Lomhard, su libretto di Luigi Illica, ottimo
successo.
27. Colle d'Olen — Coli' intervento della Re-
gina Madre (venuta espressamente da Ca-
stel Savoia a Gressoney per la strada mu-
lattiera della valle del Lys) e di un gran
numero di dotti italiani e stranieri (come
Mosso, Mattirolo e Pagliani, il dott. Agaz-
zotti, direttore dell'Istituto, lo Starling di
Cxford, il Fuchs di Erlangen, il Magnus di
Berlino, ec), è inaugurato l'Istituto Mosso.
Già dal 1903 l'Accademia delle Scienze di
Washington aveva espresso il voto che il
Laboratorio fisiologico installato nella Ca-
panna Margherita sulla cima Gnifetti del
Monte Rosa a 4400 m. d'altezza fosse con-
siderato come un istituto internazionale
delle Accademie. Questa proposta fu ap-
poggiata dall'Accademia dei Lincei e il Con-
siglio dell'Associazione Internazionale delle
Accademie, nella sua riunione del giu-
gno 1903 a Londra, votava unanime che
il Laboratoi-io stesso doveva essere consi-
derato come utile alla scienza e come tale
meritava il suo appoggio. Fu questo voto
che indusse l'illustre fisiologo italiano il
prof. Angelo Mosso che aveva lungamente
soggiornato alla Capatnia Margherita per
farvi studi speciali, a prendere l'iniziativa
per la costruzione di un edificio capace
ui vari laboratori scientifici presso il Col
d'Olen, all'altezza di circa 3000 metri, la
quale avrebbe potuto offrire a;,'U studiosi
non soUiinto maggiori possibilità di un sog-
giorno prolungato, ma una suppellettile
completa di apparecchi scientifici e quindi
avrebbe servito di punto d'appoggio e d'ap-
provvigionamento per la stagione supe-
riore, la quale diventava per cosi dire una
succursale del nuovo istituto. Inoltre la vi-
cinanza delle due stazioni permetteva di
fare cert3 indagini ed esperienze cuntem-
. poraneamente o successivamente a 1403 me-
tri di dislivello, e cioè in condizioni ottime
per i confronti. L'idea del senatore Mosso
guadagnò rapidamente terreno: la Regina
Madre che già si era così validamente in-
teressata per la capanna sulla punta Gni-
fetti che porta il suo nome, il Re, i Ministeri
dell' Istruzione e dell'Agricoltura, alcuni
benemeriti cittadini, molti istituti italiani e
stranieri, quattro governi esteri concessero
il loro patrocinio e aiuti finanziari, e così fu
raccolta la somma di 117,500 lire che bastò
per le spese di costruzione e per quelle di
primo esercizio, L'Istituto fu dal governo
aggregato all'Istituto di Fisiologia dell'Uni-
versità di Torino e provvisto di un diret-
tore col titolo di Assistente del Monte Rosa.
I laboratori furono disposti in modo da po-
ter servire a ricerche di botanica, batte-
riologia, zoologia, fisiologia, fisica terrestre,
metereologia; e un posto di studio nei la-
boratori e una camera d'alloggio furono
assegnati ai governi e agli istituti che aves-
sero versato 5000 lire per una volta tanto.
Così due posti per una ebbero la Germa-
nia, l'Austria-Ungheria, la Francia, la Sviz-
zera, la Società Reale di Londra e l'Uni-
versità libera di Bruxelles ; uno l'Accademia
delle Scienze di Washington, la Facoltà di
Medicina di Torino, la sede centrale del
Club Alpino Italiano e la sezione milanese
dello stesso Club. I lavori furono iniziati
il 1° luglio 1905 e completati nell'estate 1907.
L'edificio si compone d'un corpo princi-
pale che misura 26 m. di fronte e di due
avancapi che danno all' edificio una lar-
ghezza laterale di 15 metri; è a tre X)iani,
alti complessivamente 10 metri. Vi sono 18
camere di alloggio per il direttore e gli stu-
diosi mentre il personale di servizio dimora
in una costruzione di legno presso l'è litìcio
principale. A direttore è stato nominato il
dott. Agazzotti, dell'università di Pavia.
30. Boi-gomanero — A Boca, a circa 10 km.
da Borgomanero, crolla il celebre Santuario
del Crocifisso ancora in costruzione. Era un
grande edificio rettangolare con abside, con
doppio ordine di colonne giranti all'esterno
e all'interno, con la cupola alta 75 metri.
Questo imponente edificio era stato ideato
dal famoso architetto Alessandro Antonelli,
che lasciò il suo nome alla Mole Antonel-
liana. Il disegno fu poi modificato dal figlio
Costanzo, che dirigeva i hivori ancora in
corso.
L
Il latte di vacca e un alimento pieno di pericoli pei piccoli infanti ! è una continu
minaccia d'indigestione e d'infezioni. Alimento perfetto per potere nutritivo, per
digeribilità, per gusto, perchè puro da ogni infezione è la Farina Lattea Italiana
Paganini Villani & C. ( Vedi avviso su cartoncino coloruto\
^
S«nt'Knf«*nil« di Aspromonte — Cnm:no.
>rsf<on«« c|*»ira)inlvorK.nrt«»iiJ A<»p ■niiniiitc.
a Ut l!a Si-rr.i ii<
1 Comitato pari-;!;
.. vi.il noto Vittorio iJ ;.....
Dnntescii di Fiivuze delibo:
•-ulla toinbA di Dante a U >
u'CR e artistica laiiipadu d'ar-
; .> del Trecento; il Municipio
rrovvederi a che li lainnada
• accesa. Aiu-he il Mimi
iTie di partecipare alla
• me e farà fondere un'an-
itru Miti>tiOtt in metallo per l'olio.
SETTEMBRE
1. Venezia — Gara Inter. lazionale di nuoto
* Lord Byron , indetta dalla Società Qw-
: IMI, sul percorso di circa sette chilometri,
. lie va da Santa Lucia a Santa Maria Kli-
•i di Lido; fjiun^e primo Francesco
i^qualo di Spez a, coprendo II per-
• m ore 2. H™. 5.3«.
. l'utenza — Feste;,'j:iamenti per il cente-
nario della cacciata dei Borboni dalla Ba-
- '•'■:»ta. avvenuta per opera di Giuseppe
1 parte il quale contemporaneamente
e ., .rava Potenza capoluogo della regione,
j ì (incorso commemorativo è tenuto dall'on.
Francesco Nitti.
12. Brescia — Corse automobilistiche. Lunedi
1" settembre ha luogo la coi-sa per la Coppa
Florio, alla quale prendono parte 33 vet-
ture. Vince Minoiacon unalsotta-Fraschini,
che copre gli otto giri (km. 485.9(301 in ore
4, 39* 53", con una media di 104 km. all'ora:
secondo Hemmery con uuaBenz; terzoHon-
riot su Benz. Con la vittoria di Mìncia l'Isot-
ta-Fraschini ha vinto anche la Coppa del Re,
•iestitiata all'ingeijnere costruttore e la
<'w;.iia d'Italia destinata alla vettura che
;i't'l>ia assicurato i! miglior tempo nei primi
;ì'»' ivm. 11 secondo giorno, martedì 2, cor-
sa d.'lla Coppa della velocità: 14 vetture,
meta italiane e metà francesi, vincitore
Cagno con un'Itala che copre il percorso
in ore 4, 3T 36". Secondo Demojeot con
una Darracq; terzo Rougier con una De-
Dietrieh.
4. A!ft Mia Sesia — Inaugnraz. del XXXVIII
t lei Club Alpino Italiano.
^. li — Gli ossolani e gli amici
i .derigo Ashton, l'illustre pae-
- ; na-.jntiiio, un ricordo monumentale.
; li di Antonio Lusardi. L'Ashton peri
M.t^' camente sul Sempione la notte del 18
asrosto 1902.
6. A Venezia òggi è riaperta al culto la bella
chiesa della Casa del Ricove-o. detta di
BantA Maria A«<<nnfu del I>crelilti ovo fu-
rono eHci^ultl nol^volissitnl ilstunri dal
Bononl o dal Cherubini.
8. Roma — Sosto Camiiionato italinnn <l
\Vnt*i-l\)Jo. La Sihit'à p./d Mfira Lnsht vln- ■
il 1" premio e la Coppa del giornaie /. -
Il ihunii di Roma.
l'alunno — VII Congresso magistrale ii:i
: Olialo.
forino - Inangurazione dfl XXVI Coi,
• !.>«,(» geologico nazionale.
zia — IV Congresso dell'Unlono na-
• educatrice dell'Infanzia.
, iriiste — XXIII Regata internazionale a
remi. Nella gara di schif " Campinnato il>l-
l'Atti fatici} . iriiin-^'»' primo l'avv. G A. Br;i-
nialtl doli' A II tenti di Roma.
9. Milano ~ Corse a San Siro, Il St. /,«.,.
italiano è vinto da Sunyulìo, di Bo«Tconi.
y, San Godenzo (Firenze) — In onore di An
drca del Castagno è inaugurato al o«is;i
del Castagno un ricordo marmoreo. Som
pure scoperte due lapidi commemorati \
nel paese. Le iscrizioni sono dettate <!
G. L. Passerini. Parla Giovanni Ros.idi.
10. Londra — Ascensione del primo pallon
dirigibile dell'esercito inglese, nei pan
di Farnborough. L'aerostato è battezzai
Nulli seciindim.
12. Casale Monferrato — X Congresso dei:
Società Storica Subalpina.
^ Bologna — Terzo Coujresio nazionale \>-
sordomuti.
^ Perugia — Secondo Congresso di stor,
del risorgimento italiano {vedi l'aiH. do/
ìa pientnle Cronffhetla'.
13. Il colossale transatlantico Lusitiinia del!
compagnia Cunard compie il suo prim ■
viaggio attraverso l'Atlantico da Dount a
Sandy Hook in 5 giorni e 54 minuti, eon
una velocità media di 23 nodi e 0.1 ali" ora.
Esso ha compiuto la traversata deir.Atlan-
tico nel minimo tempo tìnoia impiegati!,
senza però vincere il r«ro'(i della velociti
tenuto ancora da una nave tedesca, il Dff
schland, il quale compiè nel luglio iy03 :
traversata New York-Plymouth che è p;u
lunga, in 5 giorni, 7 ore e 38 minuti con
la veloci t;i media di nodi 23 e mezzo al-
l'ora. Il Lnsil<tni(i è lungo 241 metri, staz/ i
32,500 tonnellate e le sue macchine svilir
pano una forza motrice di 65,000 cavai:
Può contenere 550 passeggeri di 1» elass •.
500 di 2» e 1750 di 3«, o tre a 900 uomini
di equipaggio e ufficiali.
15. Corsa ciclistica Milano-Firenze (320 chilo-
metri!. Giunge primo Gerbi, coprendo il
percorso In ore 12, 10'.
, Livorno — Alla presenza del ministro M
rabello. varo della corazzata Pisa, costru:;.'
nel cantiere Orlando. L'incrociatore coraz-
zato FÌM, che rappresenta il prodotto degli
ultimi studi in architettura navale, ha le
seguenti caratteristiche: lunghezza tota'
m. 141. larghezza massima m. 21. altezza '
costruzione m. 12 e 15 cm., rìislocameiit.-
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toniiellate 10200. La nave è corazzata con
lastre tipo Knipp dello spessore di 20 cm.
per tuttala lunghezza alla cintura. Vi sono:
un ridetto centrale corazzato e due torri
di coman'to pure corazzate, una a prua e
l'altra a poppa. La nave è armata di 2 cop-
pie di cannoni gemelli da 254 mm. in torri
corazzate in c.>i>orta, 4 coppie di cannoni
gemelli da 190 mm. in torri corazzate in
coperta, 16 cannoni da 76 mm.. tre tubi
lancia-siluri, subacquei, di cui due laterali
ed uno poppiero. Due eliche mosse dalle
motrici principali della forza di 20,000 ca-
valli indicati daranno alla nave una velo-
cità di 23 nodi. La portata di carbone è di
oltre 1600 tonnellate.
15. Vicenza — Congresso internazionale man-
doli nistico.
„ Marino — Congresso della Feder-zione
Laziale del Libero Pensiero.
^ Bruxelles — Principia la gara aereonautica.
L'aeronauta svizzero De Beauclair batte
il recoì-d con 565 miglia di percorso, secondo
è il prof. Huntington (552 miglia), terzo l' ita-
liano Usuelli col pallone " Milano , che dopo
un percorso di 521 miglia, e aver traver-
sato il Belgio, la Svizzera e la Francia è
caduto presso Agen nel mezzogiorno della
Francia.
„ Fa ritorno ad Hammerfest la spedizione
artica del Duca d'Orléans, posta a bordo
della baleniera del principe Belgica coman-
data dal cap. A. de Gerlache. Partito da
Vardo il 9 luglio, la spedizione giunse sulle
coste occidentali della Nuova Zemlia che
esplorò fino al 780 parallelo. La mancanza
di carbone non permise di prolungare il
viaggio i cui resultati scientifici nondimeno
sono di grande importanza, poiché furono
eseguite delle serie sistematiche di osser-
vazioni.
18. Milano — Congresso dei capi d'Istituto
dell'istruzione media.
19. Cremona — Congresso delle Banche Po-
polari, coir intervento del ministro Cocco-
Ortu e dell' on. Luzzatti, il quale è molto
festeggiato. Si fa un'ampia discussione sulle
Case Popolari per le quali il grande statista
pi-opone la formazione di un Demanio po-
polare di mezzo miliardo col concoi'so di
tutte le Casse di Risparmio, Banche Popo-
lari, ec.
„ Genova — Al teatro Verdi, prima rappre-
sentazione della Modella, commedia in tre
atti di Alfredo Testoni; successo ottimo.
19-20. Napoli — Grande corsa ciclistica '^ XX
settembre „ Roma- Napoli -Roma. Giunge
primo Gerbi, che compie l'intero percorso
di 460 chilometri in ore 20, 53'.
„ Perugia — Congresso nazionale delle So-
cietà italiane per la pace.
21. Napoli — Congresso per gli istituti nautici.
„ Bordeaux — Terzo Congresso internazio-
nale della stampa.
21-25. Aja — Assemblea generale dell'Asso-
ciazione sismologica internazionale.
22. Cremona — VIT Congresso della Allean-
za Cooperativa interna/Jonale, con l'inter-
vento del ministro Tittoni e dell' on. Luz-
zatti.
„ Venezia — Commemorazione del 50° an-
niversario della morte di Daniele Manin.
23. Parma — Nel teatro Farnese è inaugurato
il Congresso della nuova Società italiana
per il progresso delle scienze, presieduta
dal senatore Volterra; interviene il mini-
stro Bava {ced. l' art. speciali nel co)p-j del
volume).
„ Berlino — Inaugurazione del XIV Con-
gresso internazionale d'igiene.
24-. Napoli — Sesto Congresso degli inse-
gnanti delle scuole medie.
^ Pellegrinaggio internazionale degli stu-
denti universitari da Pai-ma a Caprera; ne
è promotrJce V As<ociaziune Universitaria
Fuì-mense. Arrivano a Caprera il 25.
fl Magdeburgo — Inaugurazione di un mo-
numento in memoria del celebre Otto de
Guericke, inventore della m.acchina pneu-
matica, della macchina elettrica e di altri
strumenti lisici e che fu anche borgomastro
della città.
24-27. Maisons Laf&tte (presso Parigi) —
Alle corse internazionali partecipano con
onore alcuni cavalli di scuderie italiane. Al-
l'Handicap della Senna (25 settembre) Pio-
niere di Sir Kholand an-iva secondo per
una testa. 11 premio dell' Escaut (27 settem-
bre) è vinto da Telanwn del conte Scheibler
(giunto secondo nell'Handicap de la Tamise,
corso il primo giorno).
25. Venezia — VHI Conferenza del Comitato
internazionale marittimo. È la prima volta
che si riunisce in Italia.
„ Ancona — Al Teatro Vittorio Emanuele,
la compagnia Flavio Andò dà per la prima
volta La ISalva'ì-ice, nuova commedia in tre
atti di E. A. Berta, direttore della ^«2-
zetta del Popolo della Domenica di Torino.
"Esito contrastato.
„ L'Aja — Congresso internazionale di si-
smologia pi-omosso dall'Associazione sismo-
logica internazionale.
26. Parma — Inaugurazione del monumento
a Vittorio Bòttego, opera lodatissima di
Ettore Ximenes. — Vittorio Bòttego, n. a
Parma il 29 luglio 1860, capitano d'arti-
glieria, comandava una batteria d'africani
all'Asmara, quando nel 1891 organizzò, per
conto della Società Geografica italiana, una
spedizione nel paese dei Danakil, spedi-
zione presto interrotta per il suo richiamo
in patria, e ch'egli descrisse nel volume
• Nella terra dei Danakil (Roma, 1892j. L'anno
appresso egli riusciva finalmente a partire
per quella spedizione al Giuba ch'era da
anni in cima ai suoi pensieri e che fece in
parte a spese proprie, in parte col concorso
della Società Geografica. Attraversato l'Oga-
den, varcato l'Uebi Scebeli, incontra l'Ueb,
risale per 25 giorni il piccolo Ganale o Ga-
nale Diggò da lui erroneamente ritenuto
CONTRO TOSSI E
CflT/ÌRRf USATE
SeMPRC
PANERAJ
P/45TIGLIE,
eESTRATTO-;'c
- (kST —
per qualche t<»mpo 11 cor^o prlnHiMile del
(ìluhn e flnalinont* rn?e«'n>k'«» qtifsto eh-
gl'In ' ' ! la e che
cg\. : .DA lunga
soNt i V ("om-
un . le
l>cr .;to
lin'sj>,,.i.t.«', I ■.■.■ini-i'iutlu ooii t'saile/./.a lo
siìrKoiiii (111 lìMiba ihc non ha urinine, come
si cMHli'va. dal la„Mi Hudolfo, ma scaturisco
liai monti ihv:li Mussi. I resultati di questa
nta»:nitiia espleta/ione, durata qnasf un
anno, tu mìo conseguati uel libro /
VlTTOKIO BÙTTEGO.
esplorato (Roma. 1*^95), e gli meritarono la
grande Medajjlia d'Oro delia Hocietà Geo-
grafica. Gli oggetti di storia naturale, rac-
colti in questo viag;,'io, furono da lui do-
nati alla città di Parma che ne formò l'in-
teressantissimo Musco lióttego. Il valente
esploratore partiva il 12 ottobre l.*<95 da
Brava, porto del Benadir, per la sua terza
e purtroppo ultima esplorazione nella quale
egli intendeva impiantare una fattoria a
Lugh, procedere attraverso gli A russi per
iseoprire i! corso dell'Omo, quindi pros^>-
guendo a nord, lungo la gran valle del
Nilo, rius«.'ire nella Colonia Entiea. Lo ac-
compa;ii!avano il sottotenente di va-cello
Lamberto Vannutelli. il dottor Maurizio
Sacchi, il tenente Carlo Citerni e 250 uo-
mini Arrnolatl nella ColoiUa. ti vlaircrio era
prossinu» alla Qne e riuscito al di là di ogni
speranra: egli aveva fondato e ori;anl7.z«ta
la stazione di Liitrh. rls.illto 11 l>aiu». esplo-
rat-i hi regione dvl la;,'hl lUi*ipoli e lU'k'Ina
.Mar,<horita. r.i^'^iunlo l'Unu» e seguitone
Il ptMcorso tino a che non .«<i getta nel lago
ICodolfo di cui aveva completata la esplo-
razione Ini/.iat.i da Telokl. Qui si stacca da
lui Maurizio Sacchi per portare alla costa
le raccolte scientifiche, ma è assassinato
dagli amhara il 7 febbraio 1897, presso 11
lago Pagadè. Intanto Bòttego, Vannutelli
e Citerni si .-wauzano ver.so II Sobat 'jnando
il tradimento degli sciouni, imbaldanziti
per la vittoria di Adua, impone un tragico
epilogo alla spedizione fax allora cosi fortu-
nata. Ad Enarea, presso Gul)bò, il 17 marzo
18^*7, la spedizione fu assalita: gran parte
della scorta disertò, Bòttego cadde batten-
dosi come un leone, e Vannutelli e Citerni
fatti prigionieri, non poterono tornare In
Italia che dopo lunghi stenti. Il materiale
scientitico di questa terza esplorazione
andò tutto perduto, non di meno i due
ufficiali superstiti hanno narrato le vicen-
de trascorse ed esposti i resultati nel li-
bro LOinu (Milano, 18«U).
27. 11 nuovo gigantesco transatlantico Lu-
sitaiiin nel ritorno dall'America batte il re-
cord della velocità nella traversala da ovest
a est deir.\tlantico, che finora spettava al
Lucania della stessa compagnia Cunar 1, che
l'aveva compiuta in 5 giorni, 7 ore e 23 mi-
nuti. Invece il Lusitcmia non ci ha impie-
gato che 5 giorni. 4 ore e 19 minuti, non
ostante la fitta nebbia e il mare agitato.
28. Perugia — III Congresso nazionale dei do-
centi di disegno.
29. Vereelli — Inaugurazione del monumento
a Umberto I dello scultore Sereno. Vi assi-
stono il Re, venuto espressamente da Rac-
conigi. e i presidenti del Senato e della
Camera.
„ A Grazzano Monferrato, presso Torino,
crolla parte del campanile, bellissima torre
medievale, clas ^ificato fra i monumenti na-
zionali.
„ Milano — Sono inaugurate la nuova sede
della Tipografia Cooperativa degli Operai,
costruita espressamente in via Spartaco, e
una Mostra tipografica operaia nel palazzo
della Permanente.
„ A Fivizzano di Lunigiana, celebrandosi il
primo centenario della morte di Giovanni
Fantonl, Lalindo in Arcadia, detto YOrazio
toscano, s'inaugura un monumento, opera
piena di espressione e nobiltà del giovane
scultore Umberto Passiguanl, fivizzanese.
Il Fantoni, nato nel 1755 visse vita avventu-
rosa in Toscana, in Piemonte, a Napoli, a
Roma, in Lombardia, occupando uffici mili-
tari e civili: fervido patriota, sdegnoso di
ogni servilismo, soffre persecuzioni e car-
ANEMIA ♦_^
NEURASTENIA -
RACHITISMO
SCROFOLA
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esci, per l'Italia
e Oriente, ZINI,
BERNI, BlANCAR-
DI e C, IMilano.
- GB3 -
cere; vei'.sOt»giatore d'alti sensi, se non sem-
pi-e or;j,Muali, felice imitatore dei classici. È
inauj,Miiiita una lapide murata nel palazzo
Fuiituni: il discorso inaiiy:urale è pronun-
ziato da Isidoro Del Lungo. Al Teatro è
tenuta una conferenza da (Giovanni Sforza.
Tra le foste popolari è compreso un con-
vegno ciclistico indetto dalla Società gin-
nastica •' Apuana Juventus. „
29. Caprai'o'a, nel Lazio (circ. di Viterbo), che
si pregia di avere, nel famoso palazzo Far-
nese (ora dei Borboni;, il capolavoro archi-
tettonico del Vignola, cele ra il iV cente-
nario della nascita de! grande artista, Ja-
copo Barozzi, detto il Vignola dal luogo
della sua nascita, con T inaugurazione di
una lapide commemorativa (con iscrizione
dei-tata da Corrado liicci), una mostra Ba-
rozziana e festeggiamenti popolari. Legge
una bella conferenza, per illustrare l'opera
del sommo architetto, il prof. G. Tomas-
so tti.
„ Alvito, in prov. di Caserta, inaugura due
lapidi, una in onore dell'umanista Mario
Equicola, che qui vide la luce nel 1470,
l'altra in ricordo dell' acquisto fatto d.al Co-
mune dell'antico Palazzo Ducale. Pronun-
cia il discorso commemorativo il prof. Fran-
cesco Flamini dell' Universi à di Padova.
30. San Marino commemora Giosuè Carducci
che tredici anni prima, in questo stesso
giorno, con un meraviglioso discorso inau-
gurava la nuova sede della Repubblica.
Nell'aula magna del Grande Consiglio dove
lo stesso Carducci parlò, pronuncia un ap-
plaudito d. scorso Giovanni Pascoli, che no
donò l'autografo alla Biblioteca governa-
tiva di San Marino con questa dedica:
XXX settembre.
'' Alla Repubblica grande ohe fu rispettata
da Napoleone e che salvò Garibaldi e fu
celebrata da Carducci, dedica Giovanni Pa-
scoli. „
„ Venezia — XIII Congresso freniatrico na-
zionale.
., Berlino — IV Congresso internazionale por
l'infanzia.
Monumento al Bòttego in Parma.
— nso —
LA SOCIETÀ NAZIONALE
per la Storia del Risorgimento italiano e il Congfresso di Perugia.
Nel norembrA del 1900 si tenne in Milano
un rrsnio ooii»:rosso per la Storia del Rlsor-
rhe valso a riunire molti
: lidi e molti Insigni patrioti
^i., ,-,... >iv ,n . Ito per r Indipendenza. Pa-
recchio od Importanti questioni furono, per
Il prima volta, nmpiamente discusse; tra le
ito di questo ramo delia
l'esercito, nelle scuole se-
iiiversità, e 1 criteri onde
.' governati l Musei del Rl-
s sono costituiti e si vanno
c>- ine città, con grande amore
ed entusiasmo da parte dei promotori, ma
con molto incertezze e incongruenze nei
metodi.
Ma il frutto più importante di quella riu-
niO!ie fu la Sortela nazionale per la Storia del
Kisonjint^yito, fondata, appunto in quel giorni,
in sej;iiiti> alle proposte del prof. Fiorini.
La Società di cui è alto Patrono S. M. il
Re, ha per Presidende onorario il barone
A. Manno, per Presidente effettivo l'on. avv.
Bassano Gabba, assessore del Comune di
Milano, per Vicepresidenti F. Novati e A.
Luzio; sono Segretari il prof. Vittorio Ferrari,
il dott, G. Gallavresi e il dott. Ettore Verga:
tesoriere l'avv. Grippa; consiglieri 11 Conte
Nani Mocenigo, il conte U. Govone, il prof.
B. Manzone, li prof. G. Degli Azzi. Ve un
Comitato delle pubblicazioni composto dei
proff. Capasso, Fiorini, Lisio, Oberziner e
Zanichelli, e un Comitato dei fondi composto
dèi proff. Corio, Quintavalle, Rinaudo. Conta
oggi circa seicento soci, dei quali trenta
promotori.
Sono già costituiti tre Comitati regionali,
il Lombardo, il Veneto e il Piemontese ed
altri se ne stanno organizzando in altre re-
gioni.
La principale forma di attività del soda-
lizio sarà la Rivista storica del Rlnorgimento
Italiano, che si pubblicherà mensilmente, a
datare dal 1» gennaio 1908, ed è afifldata alla
sapiente direzione del prof. B. Manzone, il
benemerito fondatore della prima rivista de-
dicata a questi studi la quale, pur troppo, per
mancanza di solidi appoggi finanziari dovette
morire pochi anni or sono. La Società prov-
vedorà puro alla pubblicazione di due serie
di volumi, scientifica l' una, popolare l'altra;
la prima serie sarà inaugurata dall'edizione
del carteggio fra il conte Gabrio Casati e il
conte di Castagnotto nel 1848, per cura del
prof. V. Ferrari; la seconda con una biografia
di Garibaldi, in occasione delle feste cente-
narie, scritta dall'abile penna di G. C. Abba.
Lo scorso settembre la Società tenne la
sua prima assemblea generale, colla solennità
di un vero congresso, nella bella e patriot-
tica Perugia, proprio nei giorni in cui ricor-
reva l'anniversario dell'entrata dell'esercito
Piemontese nella metropoli umbra. Per l'oc-
casione fu pubblicata una bella cartolina, da
un quadro di Quinto Gianni, rappresentante
l'assalto dato dal 2o battaglione dei Grana-
tieri alla porta di Santa Margherita. Uno del
prodi che presero parte a quell'assalto, il
conte Visconti di Saliceto, partecipava fe-
steggiatissimo al Congresso.
Anche in questa riunione ebbero luogo
importanti discussioni ; citiamo le proposte
fatte dal prof. Verga e dal coram. Barbèra
per la compilazione di un Dizionarietto sto-
rico bibliografico del Ri^orgimento, il oul
bisogno è vivamente sentito da tutti gli stu-
diosi ai quali, in questo campo, manca an-
cora ogni sussidio di ricchi ed ampi repertori
di consultazione. L'assemblea si appassionò
alla discussione promossa dal prof. Parisob,
sui libri di testo anti-itaìiani che corrono per
le nostre scuole, e quantunque gli scopi del
sodalizio siano esclusivamente scientifici, e
affatto bandita ne voglia essere la politica,
non poteva, in questione si delicata, aste-
nersi dal formulare un voto, afiBnchè nelle
nostre scuole non si insegni alle giovani
generazioni una storia falsata da pregiudizi
di casta o di partito, ma la storia vera quale
risulta dall'esame oggettivo dei fatti. Con
questo voto la Società ha dimostrato che il
volersi mantenere affatto lontana da ogni
corrente politica, nel sereno campo degli
studi che tutti affratellano nella comunione
d'un ideale nobilissimo, non deve escludere
il sentimento e l'affermazione di un sincero
e sano patriottismo.
Dott. Ettore Veeoa.
NON AVEVA1 ILVERO FANALE
"AQUIUAS..
CHE PORM IMPRE55/1 QUESTA flflRCfl L£GfllMtnTE
DEPOìITAira £ Lfl P({M\Ji ''AQUILAS,*
(Ottobre Z906 - Settembre 1907).
Adami mons. Giustino, n. Torino di S:in,n-o
(Abruzzi) 1851, arcivescovo tit. di Cesarea
e presidente dell'Opera della Preservazione
della Fede, lascia 4 milioni al Papa, t Eoma,
13 dicembre.
Adamo Luigi, di a, 70, direttore capo di ra-
gioneria al Ministero delle poste e telegrafi,
t Roma, gennaio,
Ajroli march. Giacomo Filippo, professore
ordinario di fisica e chimica nell'Istituto
superiore di magistero femminile; aveva
festeggiato, in aprile, il 50° anniversario del
suo pubblico insegnamento, t Firenze, no-
vembre.
Albe Paolo, noto fonditore di caratteri, t Ber-
gamo, 3 giugno.
Alberti Antonio, di a. 86, già capitano di cor-
vetta, fu deputato del Governo provvisorio
con Daniele Manin e uno dei difensori del
forte di Marghera. t Verona, dicembre.
Alien Giorgio, valente incisore, editore di
John Ruskin, cui pago quasi 3 milioni di
diritti d'autore, t Londra, 7 settembre.
Alliaud Alberto, n. Pinerolo 1841, maggiore
nella riserva, lece le campagne del 60-61
e 66. t Torino, maggio.
Altmeyr (Von) Ferdinando, di a. 77, capitano
di fregata della marina austriaca a riposo,
competente scrittore di marina mercantile,
assistè alla battaglia di Lissa a bordo della
nave Arciduca Ferdinando Massimiliano, e
ne fece la narrazione nel libro: La guerra
del 1866 nell'Adriatico, t Graz, ottobre.
Altomonte Rosario, n. Reggio Calabria, di
a. 25, già noto nel campo delle lettere, t
Roma, agosto.
André Luisa, n. Ginevra, fondò a Firenze un
Asilo-Rifugio per reietti e i vagabondi, t
Firenze, luglio.
Angeli Giov. Batt., di a. 78, sindaco di Civi-
dale, superstite della campagna del 1848.
t Cividale, ottobre.
Angiolella dott. Gaetano, di a. 39, libero do-
cente di psichiatria e antropologia crimi-
nale nella R. Università di Napoli, autore
di numerose e dotte pubblicazioni, tia cui
le più importanti sono: Manuale di antro-
pologia cri minala 0 Delitti e delinquenti po-
litici, t Nooera Inferiore, novembre.
Angiolini Francesco, di a. 71, direttore dcll.i
Scuola d'arte di Cantu e già inseguaute
d'intaglio, di disegno e di ijlastica. f Cantù,
ottobre.
Annori Renzo, di a. 45, pubblicista, t Milano,
giugno.
Antinorio march, dott. Raffaele, di a. 90, in-
segnante, per molti anni, d'agraria nel R.
Istituto tecnico di Pei'ugia. t Perugia, ot-
tobre.
Anziani ab. Nicolò, n. Pontremoli 1828, già
prefetto della Biblioteca Medlceo-Lauren-
ziana. t Firenze, 13 novembre.
Arcangeli Febo, fu con Garibaldi in Sicilia e
con Francesco Nullo in Polonia, t Genova,
dicembre.
Argentieri avv. Giuseppe, di a. '58, uomo be-
nefico, di vasta coltura e mente poderosa.
t Latiano (Lecce), 27 gennaio.
Aria conte Pompeo, di a. 76, possessore di
una galleria contenente armi, majoliche ar-
tistiche e quadri di celebri pittori contem-
poranei, t Bologna, gennaio.
Armailhac (£>') mons. Alberto, rettore da molti
anni della chiesa di San Luigi de' Francesi,
da lui illustrata con interessanti scritti, t
Roma, 3 gennaio.
Arrighi avv. Maux-izio, di a. 78, già sindaco
di Lonato (Brescia), compagno e intimo
amico di Zanavdelli. t Lonato, maggie.
Arrigoni degli Oddi conte Oddo, di a. 75, sin-
daco, già consigliere e deputato provinciale
di Mouselice, presidente di var'e aziende
pubbliche, poeta e scrittore geniale, agri-
coltore coltissimo, t Monselice (Padova), 6
luglio.
Artaz Pietro, di Anthy Sant'Andrea, di a. 97,
unico supeistite dei soldati valdostani che
militarono sotto la bandiera di re Carlo
Felice, fu per quattro lustri sindaco del
paese, t Anthy Sant'Andrea (Aosta), 11 mar.
Artot Desirée, n. Parigi 1835, celebre prima
donna, dotata di bella vóce di mezzo so-
prano, t Berlino, aprile.
Aschieri prof. Ferdinando, di a. CO, profes-
sore di geometria prospettiva e descrittiva
alla Università di Pavia, t Pavia, 15 aprile.
Ascoli Graziadio Isaia, n. Gorizia 16 luglio
1829, uno dei maestri dellii linguistica mo-
CUCINE
CALORIFERI
VENTILAZIONE
FORNI
DEllORTO
irmrDi^^> rNPi
ba ■ I A ki^ I
— noi —
dormi « una fm Io più Incido monti d' Italia:
dal 1H«>1 «I l'.Ktl i)n>f. di storia oomparata
AoV.r < '■■ - ' ' ■■' "•\.-i'a-
d»M .lei
su. fa-
llii - «> i Stiffgi
/.»- 1 dell'wir-
chii I ;. fondato e
diretto, renature del iU'tjuo dal 1899. f Mi-
lano, 21 gennaio.
por i suoi stadi stiir alcool, di cai esalfara
le virtù nntrltlvc. t 22 settembre.
Auer Ignazio, bavarese, di a. r>l, mio dei più
noti personaRK' dol partito socialista tede-
sco, fu tra 1 primi deputati socialisti eletti
nel 1877. t Berlino, io aprile.
Aujfusto di Sassonia Coburyo e Gotha, n. Pau
ÌS4b, fijjllo cadetto del principe Augusto e
della principessa Clementina d'Orléans, fra-
tello al principe Ferdinando I di Bulgaria,
G&AZIADIO Ascou.
Asperti Clemente, chimico farmacista, occupò
varie cariche nelle civiche amministrazioni
di Parma, fu per tre legislature deputato
di sinistra del I Collegio di Parma, t Par-
ma, maggio.
Astorga mons. Giuseppe Baimondo, n. 1829,
arcivescovo titolare di Martiropoli, già am-
ministratore apostolico della diocesi di San-
tiago, lascia in legato all'arcivescovo di San-
tiago 20 mila duros a favore della stampa
cattolica, t Santiago, gennaio.
Astori Giacomo, operoso commerciante, be-
nemerito dello sviluppo economico In pro-
vincia di Bergamo, nelle sue disposizioni
testamentarie fa cospicue elargizioni a Isti-
tuti di beneficenza di Bergamo, t Almenno
San Salvatore, novembre.
Atwater Wibbur O., di a. 63, professore di
chimica all'università di Middletown, noto
già ammiraglio della marina brasiliana, t
Carlsbad, settembre.
Aureggl dott. Paolo, di a. 70, già direttore
della Provincia di Brescia, t Brescia, giugno.
Avalos (D') don Giuseppe, di a. 50, marchese
del Vasto e principe di Pescara, t Caianello
presso Napoli, •20 giugno, vittima in un
grave disastro automobilistico.
Avogadro Vittorio dei conti di Collobi'ano, di
a. 71, già capitano nei lancieri Aosta, vete-
rano della guerra del 1859. | Torino, 3 magg.
Avogadro di Quinto conte Felice, n. Vercelli
1844, comandante la divisione militare di
Milano, aiutante di campo generale onora-
rio di S M. il Re, combattè a Custoza nel
1866 e alla presa di Roma, t Vercelli, 10
maggio.
Azzali Augusto, direttore d'orchestra e Im-
presario di teatri nell'America Centrale;
L'Olio Sasso Medicinale semplice, iodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
— 692 —
diripova ora la banda mnsfcale di Giiada-
lajara (Messico) e recatosi con essa negli
Stati Uniti per una serie di concerti, periva
In un fiume tentando di salvare due suoi
amici in pericolo di annegare, t Filadelfia,
luglio.
B
Baccarini Calisto, ultimo fratello superstite
di Alfredo, per 27 anni sindaco della na-
tiva Russi, e consigliere provinciale, t Ra-
venna, 25 giugno.
Baco! Andronico, n. Isola d'Elba 1836, te-
nente generale, veterano delle campagne
del 1859 e 1866. t Siena, 4 aprile.
Bacci Emilio, n. Firenze 1831, avvocato gene-
rale fiscale militare presso il tribunale su-
premo di guerra e marina, senatore dal
1906. t Frascati, 30 agosto.
Baden (Di) principe Carlo, n. 1832, generale
di cavalleria nell'esercito prussiano e fra-
tello del granduca regnante principe Fede-
rico, t Carlsruhe, 3 dicembre.
Baessler Arturo, valente etnografo e viag-
giatore nel Pacifico e nel Perù, di cui sta-
dio le antichità, t Neustadt-Eberswalde, 31
marzo.
Baglioni Francesco, di a. 56, diresse per molti
anni la flottiglia de' piroscafi appartenenti
alla compagnia Cook, che fanno il servizio
turistico sul Nilo, condusse a Kartum il
generale Gordon ivi morto eroicamente, f
Assuit (Alto Nilo), marzo.
Baiocchi Pasquale, proprietario di un gran-
dioso laboratorio pirotecnico, antico gari-
baldino, abilissimo nella sua professione sì
da meritare da Edmondo De Amicis il so-
prannome di " artista del fuoco «. t Città
di Sant'Angelo, 11 luglio, travolto fra le
macerie del suo stabilimento saltato in
aria.
Baker Beniamino, di a. 67, famoso ingegnere
inglese, aveva costruito il grande ponte
sulla Forth e il serbatoio del Nilo ad As-
suan, t maggio.
Baldi Ing. Eugenio, di a. 74, appartenente ad
una delle più cospicue famiglie faentine,
t Faenza, novembre.
Balestra Raflfaele, filantropo, lascia il suo ri-
levante patrimonio alla Congregazione di
Carità di Roma, t Roma, 25 aprile.
Balisardi Giovanni, di a. 47, primo basso della
cappella musicale di Loreto, t Bologna, ott.
Balladore conte avv. Cesare, n. Voghera 1836,
già sottoprefetto d' Ivrea e di Mondovì, già
prefetto d'Arezzo, Siena, Campobasso, t To-
rino, 31 marzo.
Balladore ing. Luigi, ispettore del genio ci-
vile a riposo, t Roma, agosto.
Ballerini padre Raffaele, n. Medicina presso
Bologna 1830, gesuita, già direttore della
Civiltà Cattolica, autore di parecchi roman-
zi, t Roma, gennaio
Ballerio mons. Antonio Maria, d? a. Sfi, vica-
rio generale di Alghero, t Alghero (Sassari),
ottobre.
Bampo Silvio, direttore didattico delle scuole
elementari di Padova e veterano delle pa-
trie battaglie, t Padova, giugno.
Banandi ing. Carlo, di Briga Marittima, di
a. 82, ispettore emerito del genio civile; a
lui si devono i progetti dell'attuale linea
dei Giovi e della Parma-Spezia. t Torino,
febbraio.
Barbantini Ing. Luigi, professionista valente
ed autore di innumerevoli opere edilizie,
tra cui il palazzo della Cassa di Risparmio.
t Ferrara, gennaio.
Barberi Enrico, già sindaco di Castelletto Ti-
cino (Novara), prese parte a tutte le cam-
pagne garibaldine, cominciando dalla spe-
dizione dei Mille, t Castelletto Ticino, magg.
Barbii-olli Antonio, n. Rovigo, di a. 63, di-
stinto professore di musica e provetto vio-
linista, t Londra, luglio.
Bardusco Luigi, di a. 51, comproprietario del-
la ditta Mario Bardusco, assessore del ri-
parto finanziario del municipio di Udine e
membro di molte associazioni di previdenza
e di beneficenza di quella città, t Udine,
ottobre.
Bario dott. Pietro Emanuele, procuratore ge-
nerale della Banca Vonwiller e C. t Milano,
13 giugno.
Barillas Alessandro, di a. 62, ex presidente
del Guatemala, t Messico, 7 aprile, vittima
di un assassinio.
Barilli Aldo, noto impresario teatrale, fu per
qualche tempo segretario al teatro alla
Scala di Milano, t Messico, 1° maggio.
Barlesi Settimio, di a. 87, buon compositore
di musica sacra, t Caldarole, 23 gennaio.
Bartalesi Torello, di a. 82, colonnello di fan-
teria a riposo, veterano delle guerre del
48, 59, 60-61 e 66, già aiutante di campo
del generale Rafi'aele Cadorna durante la
campagna di Roma del 1870. t San Casciano
(Firenze), luglio.
Baseggio avv. Giorgio, fu uno dei primi re-
dattori della Perseveranza, fu consigliere
comunale a Milano, t Milano, 29 luglio.
Basile Alceste, pittore, professore ordinario
di prospettiva nell'Istituto di Belle Arti di
Napoli, t Napoli, luglio.
Basso Carlo, n. Palermo 1846, contrammira-
glio nella riserva, già direttore generale
dell'arsenale di Napoli, già capo di stato
maggiore in quel dipartimento marittimo,
t Napoli, aprile.
Battistini Domenico, per oltre 20 anni me-
dico chirurgo nell'ospedale di Busseto,
prestò più volte l'opera sua a Giuseppe
Verdi, t Busseto, aprile.
Bauer Giuseppe, direttore del Grand Hotel
Milan a Milano, t Mornello (Ceruobbio), 8
maggio.
Becchis avv. Vittorio, di a. 31, economo del
INSEGNE VETRINE
rtmOCBISULLflSHWB FERIIO.C.IIEG0ZI
fi"VOGL|0TTI
PREMIATO con MEDAGLIA D ORO -i" ^
'.i> ALL' ESPOSIZiOnt 01 MILflnO 1906
Pfff Ltì COSTRUZIONE ù/ VETRINE fERRO,
EMEDflOLI<«» OflRCENTO OEL \li
HIHI^TCRQ flSPlCOlTU/Ift l/limilllA iCQMUeRCIO "
CORbO VALENTINO. 24 ~^^_-i^
OFFfciMA PROPRIA VIA BARETTI, 37 |
— G93
Collegio delle orfane o «topretai io doli' Isti-
tuto d! «t'ile Arti di Vercelli, t Valle Vi-
gna, 3 agosto, in seguito a catastrofe al-
pina.
Bedlez Rosali» Enrlchetta, n. Parigi 1824, ce-
lebre cantanto, ottenne grandi ncoogìionze
nei prinolpall teatri italiani od esteri, f
Chéry-sur-Marne (Francia), settembre.
Ueghi d«>tt. Ettore, di a. 31, professore di
zootecnica nello Scuole e oaseiflcio Zanella
e direttore dell' annesso deposito governa-
tivo d'animali miglioratori, f Reggio Emi-
lia, 25 marzo.
Behanzin. di a. 62, ex-re del Dahomey. t Al-
geri. 10 dicembre.
Bellelll bar. Federico, di a. 90, già ufficiale
d'artiglierìa e già deputato dur.inte la X le-
gislatura pel collegio di Capaccio In pro-
vincia di Salerno, t Vletri, giugno.
Bellluzagbi conte Decio, nipote del conte Giu-
lio, noto sindaco di Milano, fondatore della
banca Ressi e C. copriva numerose cari-
che In società finanziarie, in istituti di be-
neficenza, ec. t Milano, 11 dicembre.
Beranger José Maria, n. Cadice 1«24, aena-
tore. ammiraglio della marina spagnnola e
già due volte ministro della marina, f Ma-
drid, gtMinaio.
Beraudo Eugenio del conti di Pralormo, te-
nente generale a riposo, già alutante di
campo di Vittorio Emanuele II, combatti
nel 1848, a Novara nel 1841«, nella guerra
del 18ft9 0 a Custoza nel 1866. f Torino,
13 febbraio.
Bcrgmann (Von) Ernesto, n. Riga (Livonia)
1836, celebre chirurt,'0, insegnò in parec-
chie Università, t Wiesbaden, 25 marzo.
Bergonzl doft. Pio, appassionato agricoltore,
proprietario di esteso tenute, nelle quaU
aveva introdotte continue migliorie, t Lau-
ghtrano (Parma), giugno.
Bernardi avv. Giuliano, di a. 85, uno dei primi
civilisti della Toscana, già consigliere comu-
nale, t Lucca, ottobre.
Bertanl Francesco, di a. 34, capomastro, uno
del più noti e operosi soci del Club Alpino
Italiano, forte sklatore. t 12 luglio, vittima
di un'ascensione sulla Meije.
Il chimico Bebthelot nel suo stxtdio.
(Fot. A. Croce).
Belvlglierl d»tt. Giovanni, già assessore co-
munale e membro di vari altri ufiBci pub-
blici, t Verona, agosto.
Benaducci Giovanni, di a. 73, già sindaco di
Tolentino per 30 anni, t Tolentino, luglio.
Benazzo avv. Emilio, di a. 64, per lungo tem-
po rappresentante a Catania della Società
che aveva assunto l'Impresa del lavori del
porto, conosciuto nel mondo musicale per
pregevoli composizioni, t Acqui, luglio.
Bendandl dott. Guido, valente chirurgo, da
parecchi anni primario all'Ospedale Mag-
giore di Bologna, t Bologna, novembre.
Benzo Mario, già assessore pei lavori pub-
blici a Palermo, combattè a Lissa. t Pa-
lermo, maggio.
Berthelot Marcellino, n. Parigi 25 ottobre 1827,
uno dei più illustri chimici del tempi mo-
derni; fondò la sintesi organica, col danese
Thomsen creola termochimica; le sue ri-
cerche sugli esplosivi prepararono la sco-
perta della polvere senza fumo; i suoi studi
di fisiologia vegetale hanno avuto resultati
importantissimi per l'agronomia, t Parigi,
18 marzo, improvvisamente per sincope ri-
cevendo la notizia della morte, avvenuta
pochi momenti prima, della moglie ch'egli
adorava.
Bertoloni dott. Giuseppe, di a. 61. chirurgo
primario dell'Ospedale Maggiore, deputato
provinciale di Pavia, t Milano, 12 novemb.
Bertolotto Lazzaro, di a. 89, già professore
694 —
d'astronomia e navigazione in quell'isti-
tuto nautico, e già collaboratore dell'^w^o-
logia, del Politecnico e del Diritto, t Camo-
gli, gennaio.
Bertrand Marcello, n. 1847, figlio del famoso
matematico Giuseppe, ingegnere capo delle
Miniere, professore alla Scuola delle Mi-
niere, geologo illustre, t Parigi, febbraio.
Bertucci Edoardo, n. Parma 1844, combattè
a Custoza ed alia presa di Rema, insegnante
di disegno nella Scuola tecnica di Milazzo
e pittore geniale, t Milazzo, marzo.
Besozzi Enrico, ispettore principale delle Fer-
rovie dello Stato, t Calco (Brianza), 21 set-
tembre.
Besozzi conte Giuseppe Alberto, n. Milano
1837, senatore del Regno, tenente generale
in posizione ausiliaria, ultimamente coman-
dava il corpo d'armata di Koma. t Milano,
4 giugno.
Bettoli Parmenio, n. Parma 1835, notissimo
giornalista, diresse e collaborò in parecchi
giornali, come autore drammatico lascia
pregevoli lavori, t Bergamo, 16 marzo.
Bezzi Cesare, vicequestore di Genova, t Ge-
nova, 7 dicembre.
Blagini Amos, di a. 61, da oltre 20 anni di-
rettore proprietario del Popolo Pistoiese,
giornalista arguto, t Pistoia, 8 novembre.
Biancheri Giov. Batt.. di a. 86, per molti anni
sindaco di Ventimiglia. t Ventimiglia, ott.
Bianchi avv. Andrea, di a. 77, combattè a Go-
vernolo nel 1848, e fra le schiere garibal-
dine nel 1860, fu consigliere provinciale e
deputato della Costituente, che votò l'an-
nessione delle province emiliane al Regno
d'Italia e durante la VII legislatura fu an-
che deputato pel Collegio di Guastalla, t
Reggio Emilia, marzo.
Biandrà di Reaglie conte Massimo, n. Torino,
di a. 82, ex presidente dell'Ospedale Mag-
giore di San Giovanni, in Torino, consiglie-
re onorario di Corte d'Appello, t Torino,
22 marzo, colpito da sincope.
Bignami Leopoldo, di a. 67, per lungo tempo
giornalista, fu redattore del Pungolo, t Mi-
lano, 14 novembre.
Binda Cesare, gerente della ditta Ambrogio
Binda e C, che ha fabbrica di carta, e so-
cio fondatore dell'anonima A. Binda per la
fabbricazione dei bottoni, t Milano, 10 feb
braio.
Biondi Michele, poeta e letterato, t Cerreto
Sannita, gennaio.
Bisagiio Pietro, da molti anni consigliere co-
munale a Domodossola, già prosindaco, pre-
sidente della Società reduci, t Domodossola,
marzo.
Bianchetti nob. Felice Lanfranco, n. 1819, te-
nente generale, combattè in tutte le cam-
pagne nazionali dal 48 al 66, riportando
due ferite, una a San Martino e l'altra al-
l'assalto di Perugia, t Torino, luglio.
Blind Carlo, n. Matinhelm 1820, noto apostolo
della democrazia tedesca, ammiratore e
amico di Garibaldi, t Londra, 3 giugno.
Blum Ernesto, di a. 71, noto commediografo
e vaudevillista. t Parigi, 19 settembre.
Bolis avv. Filippo, di a. 70, prefetto a riposo
dal 1902, resse le Provincie di Mantova, di
Girgenti ed in ultimo di Cremona, t Terni,
agosto.
Bonaparte Cristina nata Ruspoli, vedova del
principe Napoleone Carlo Bonaparte. t Ro-
ma, 12 febbraio.
Bonelli Antonio, detto Bellaooscia, celebre
bandito còrso, che da 60 anni sfidava im-
punemente la legge, t Corsica, febbraio.
Bonelli Leopoldo, già capo di gabinetto del
nainistro Majorana ogni volta che questi fu
al potere; ora conservatore delle ipoteche,
t Reggio Calabria, 29 settembre.
Boni Giulio, n. ad Antey 1827, vicepresidente
e benefattore dell'Ospedale infantile Re-
gina Margherita, t Torino, maggio.
Boni ing. Stefano, ispettore capo delle Fer-
rovie dello Stato, t Torino, 11 maggio.
Bonomi avv. Matteo, di a. 68, magazziniere
delle regie privative, già deputato di Son-
drio, t Lugo, maggio.
Boracchia Paolo, notaio, già sindaco di Spe-
zia, t Spezia, dicembre.
Dorella dott. Silvio, n. Galliavola 1834, mag-
gior generale medico a riposo, fece le cam-
pagne del 1860, 61, 66, appassionato agri-
coltore, ebbe gran parte nella bonifica del-
l'Agro mantovano e a lui s'intitola uno
dei più importaati cavi di prosciugamento
della regione, t Torino, marzo.
Borgarello Giuseppe, di a. 84, uno dei più
vecchi albergatori italiani, già propi'ietario
degli alberghi Feder, Ville, Isotta ed Eden
Palace a Genova, t Genova, maggio.
Boriani ing. Salvatore Filemone, superstite
della guerra del 1859 e già sindaco di Vil-
lauova d'Arda (Piacenza); ebbe per più di
20 anni una assidua corrispondenza col
maestro Verdi e da questi ebbe l'incarico
di fondare e presiedere il suo ospedale,
t Villanova d'Arda, maggio.
Borromeo Uboldi de Capei contessa Matilde,
dama d'onore della Regina Margherita, t
Monza, 13 settembre.
Boselli Francesco, n. Mantova 1830, tenente
generale, t Albenga, 18 ottobre.
Bosio Luigi, n. Buriasco 1845, direttore ge-
nerale al Ministero della guerra a riposo,
t Torino, novembre.
Bossi Giuseppe, di a. 90, colonnello veteri-
nario a riposo, veterano delle patrie bat-
taglie e della guerra di Crimea, t Villa Stel-
lone (Torino), luglio.
Bottazzi Giovanni, di a. 55, facoltoso produt-
tore di vini, t Pozzolo Formigaro (Alessan-
dria), dicembre.
Bozzano Francesco, di a. 69, assessore munì-
Pastible DUPRE per la Tosse
le più efficaci nelle bronchiti, polmoniti, catarri, ec.
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G95 —
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Bo tenoiito pcnerale
1 ii«»l IS.M», noi 60 ool
Millo <lì (Minbal.ll, im<1ì nel IScìl e a Gu-
stosa nel 1866. t Borguratto (Alessandriai,
aprilo.
Bo V vedova Vram, di a. 81, deoo-
I ' t^lia d'argouto di prima olasse
olii per lo cure prostate ai fe-
: oito francese nella guerra del
ilio, marzo.
1 louo, Ria corista di teatro, domi-
in Russia da più di 40 nnni. si ora
. -rK fortuna di oltre 200,000 rubli re-
i-strumenti a corda, t Pietro-
! : : O.
Bi:. ;io del conti di Testasocca, n.
M 1 -puloiano 1825, padre del deputato
Iv ,01. fu egli stesso por tre legislature
amputato di Orvieto, già presidente del Con-
siglio provinciale dell'Umbria e varie volte
Binda<v> d'Orvieto, t Orvieto, gennaio.
Bla . pe, n. Roma, di a. 60, noto at-
t .1, 30 marzo.
Br.; :;te prof. Ferdinando, n. Fermo
l-.T, . ; . > onato cultore dello studio delle
lin^ 1 i ;• he e moderne, ardente patriota,
(X'uib.itt<- ;i Pastrengo ed a Novara, f Mi-
lano. 20 aprile.
Bresciani notaio dott. Pier Qiuseppe, di a. 70,
uno dei Mille, t Adrara, 18 settembre.
Breventani dott. Luigi, canonico, lascia un
milione in beneficenza, t Bolofjna, 26 die.
Briasoo Vincenzo, di a. 76, garibaldino, com-
battè durante le Cinque Giornate di Milano,
e prese parte ai combattimenti di Calatafimi
e di Palermo, t Genova, 5 luglio.
Brichieri Colombi Carlo, tenente nelle truppe
coloniali, t in duello a Adi Cajè (Eritrea),
8 febbraio; lascia erede del suo patrimonio
la Società Dante Alighieri.
Brizio Edoardo, n. Torino 3 marzo 1846, il-
lustre archeologo, d<tl 1876 professore di
archeologia e numismatica all'Università
di Bologna, fondatore del gabinetto archeo-
logico di quell'Ateneo, direttore del Museo
civico da lui ordinato per la parte antica
e segretario della Deputazione di Storia
Patria; coltivò e illustrò più specialmente
l'archeologia Italica, t Bologna, 5 maggio,
repentinamente.
Brizzi Fortunato, noto produttore ed espor-
tatore di vini, destina il suo patrimonio,
circa mezzo milione, alla costruzione di un
ospedale nel comune di Poggibonsi. t Pog-
gibonsi (Siena), marzo.
Bronzi Giorgio, di a. 30, fondatore del Pen-
siero Liberale di Sestri Ponente, quindi del
Corriere Sestrese, direttore della Tipografia
Artistica, t Sestri Ponente, 16 agosto.
Bruii Ignazio, n. Prossnitz in Moravia 1846,
pianista e compositore di musica di gran
valore, t Vienna, settembre.
Brudl (Do) nob. H untavo, n. Trlcnto 1837, vie»
ammiraglio della marina austriaca in pen-
sione, t Vienna, maggio.
Brunolli avv. Francesco, prefetto s riposo,
t Torino, maggio.
Brunetièro Ferdinando, n. Tolone 1849, let-
ton^to e fllo.sofo di gran valore, da 30 anni
collaboratore e da 13 direttore della lievuf
des Dcur Momìea, oratore e stilista egregi",
combattè aspramente il naturalismo, e spo
cialmento negli ultimi anni fu campiono
vivace del oattoliolsmo. t Parigi, 9 dicemb.
Bruni Oreste, n. ad Arezzo, 1841 direttore
della Scuola magistrale maschile di Firenze,
autore di pregiati libri educativi e didattici,
t San Marcello Pistoiese, settembre.
Bruschottini avv. Augusto, n. Senigallia 1842,
già deputato di Ancona, t Ancona, febbr.
Bucher Dnrrer, di a. 72, detto il re degli Al-
berghi, perchè fondatore e proprietario di
molti alberghi In Svizzera ed in Italia; a
lui si devono parecchie linee ferroviarie per
turisti, t Porto Said, ottobre.
Budini Gattal Leopoldo, di a. 38, ricco filan-
tropo che aveva anticipato una ingente
somma per la ripristinazione dello storico
palazzo dell'Arte della Lana, contribuì puro
all'impianto dell'Istituto fototerapico diret-
to dal prof. Pellizzarl. t Firenze, febbraio.
IJulgarini avv. Salvatore, di a. 47, consigliere
comunale di Roma, t Roma, 7 dicembre.
Burdett-Coutts bar. Angela Giorgina, n. Lon-
dra 1814, ricca tilantropa, fondò case ope-
raie, scuole professionali e per le operaie
e infinite altre istituzioni di previdenza;
fu la prima del suo sesso a essere elevata
al grado di Pari d'Inghilterra e la prima
che dopo la morte, fia l'universale com-
pianto, ebbe onori funebri nell'abbazia di
Westmiuster. t Londra, 30 dicembre.
Burzi dott. Aristide, presidente degli istituti
pii educativi di Bologna e consigliere co-
munale, t Bologna, agosto.
Buscagliene Giacomo, di a. 71, notissimo In-
dustriale di Torino, già presidente della
Congregazione di Carità di Biella, t To-
rino, novembre.
Busi conte Ferdinando, di a. 80, maggiore
dei reali carabinieri a riposo, veterano della
guerra di Crimea, t Verona, gennaio.
Busnach Bernardo, di a. 65, nipote di Halévy,
autore drammatico, adattò per il teatro al-
cuni fra i più celebri romanzi di Zola VAs-
sommoir, Nana ed altri, t Parigi, gennaio.
Bussi ing. Gabriele, di a. 81, ispettore gene-
rale a riposo delle strade ferrate italiane,
t A.sti, agosto.
Buzzi Cantone dott. Fausto, capitano medico
e deputato al Gran Consiglio Svizzero, ad-
detto alla persona di Re Carlo di Rumenia.
t Novajjg o (Lugano), gennaio.
Bylant (Conte di), uno dei più ferventi apo-
stoli dello sport del tobogan. t Saint Mo-
ritz (Svizzera), 18 febbraio, vittima di un
accidente del tobogan.
Gambe pesanti.
gonfie e dolenti, anche se ulcerate, per vene varicose, di-
vengono presto leggiere, asciutte, agili e sane mediante la
cura ra'iicale medi-a delle vene varicose, scoperta dal Dott. Stefano Bolognese (Ca-
sella pustale 502, NAPOLI). — Opuscolo spiegativo a richiesta. — Vademecum
(100 pag. ili.) Li. 1. — Consultazioni di persona e per corrispondenza nelle prin-
cipali lingue.
— 696
Gabella Bartolomeo, di a. 60, ingegnere in-
dustriale di grande valore tecnico, fu per
vari anni presidente della Camera di Com-
mercio, aveva fondato e diretto a lungo la
nota ofiBcina Tecuomasio Italiano, t Milano,
6 maggio.
CacGia (dei conti) avv. nob. Edoardo, di a. 67,
da 40 anni sindaco di Varallo Pombia e da
27 consigliere provinciale di Novara, t Va-
rallo Pombia, 5 luglio.
Cacciavillani dott. Virgilio, per 28 anni diret-
tore del civico ospedale di Schio, lascia la
tenuta di Caille del valore di oltre cento-
mila lire all'Orfanotrofio, e altre rendite
per l'istituzione di borse di studio per gli
studenti poveri di Marano e Grespadoro.
t Schio, ottobre.
Cagni Manfredo, tenente generale nella ri-
serva, padre al tenente di vascello Umberto
Cagni, t Asti, 20 febbraio.
Calandri Ernesto, di a. 48, direttore della So-
cietà telefonica per l'Alta Italia, t Torino,
7 marzo.
Calandruccio Nicolò, dirett. provinciale delle
poste e telegrafi di Genova, t Genova, di-
cembre.
Caldaioli Bernardino, da oltre quindici anni
vescovo di Grosseto, t Grosseto, 27 febbraio.
Caldesi Carlo, di a. 86, patriota e cospiratore
all'epoca del Risorgimento italiano, padre
al senatore avv. Clemente Caldesi. t Faenza,
ottobre.
Cali Roberto, n. 1851, contrammiraglio, giaco-
mandante della squadra italiana nell'Estre-
mo Oriente e direttore generale del regio
arsenale di Napoli, t Napoli, 1° settembre.
Calore Pietro, di a, 64, industriale, proprieta-
rio col figlio Domenico di un'importante
fabbrica di carrozze, t Padova, gennaio.
Calvino Angelo, n. Trapani 1826, ardente pa-
triota, fu nel 1860 capo del governo prov-
visoi-io di Trapani di cui organizzò nel 1848
la difesa contro il governo borbonico, fu
poi prefetto, t Roma, 11 gennaio.
Cambray-Digny conte Luigi Guglielmo, n. Fi-
renze 1820, senatore dal 1860, fu sindaco di
Firenze quando questa era capitale, mini-
stro delle finanze dal 1867 al 1869. t San Pie-
ro a Sieve (Firenze), 11 dicembre.
Camerani Antonio, di a. 90, vecchio patriota
più volte prigioniero all'epoca della polizia
pontificia, fu amico di Garibaldi, t Ravenna,
febbraio.
Campisi Giovanni, già consigliere comunale
a Palermo e per ben 40 anni professore
di chimica applicata nella regia scuola de-
gli ingegneri e nell'istituto tecnico, patriota
garibaldino, t Palermo, settembre.
Canderperghés avv. dott. Emilio, soffrì per
vari anni il carcere in seguito alla congiura
ordita nel 1864 da Giuseppe Mazzini e da
Egisto Bezzi per la liberazione del Tren-
tino, t Rovereto (Trentino), ottobre.
Candiani ing. Attilio, di a. 33, industriale, pro-
prietario di una fabbrica per la prepara-
zione dei bitumi a Novale Milanese, t Mi-
lano, 26 novembre, assassinato dal suocero
che era impiegato nella sua fabbrica.
Candussi Giardo dott. Giorgio, di a. 43, po-
destà di Rovigno (Istria), uno dei più alacri
propugnatori della Lega nazionale nel-
l'Istria, t Rovigno (Istria), dicembre.
Canepa Bianca ved. Disetta, n. 20 febbr. 1802,
lascia 50 discendenti, t Coldirodi (Sanremo),
maggio.
Canossa Ercole, antiquario, notissimo per la
parte presa nella vendita del tesoro di Bo-
scoreale al barone di Rothschild, che lo
regalò al Museo del Louvre, t Parigi, ago-
sto, vittima di un disastro automobilistico.
Canestri Achille, di a. 78, patriota superstite
delle campagne del 48-49 60 e 61. t Forlì,
marzo.
Canonico Edoardo, di a. 45, primo segretario
al Ministero degli esteri, figlio del presi-
dente del Senato, t Firenze, ottobre.
Cantalamessa tenente Guido, colto e valoroso
ufaciale, combattè e fa ferito ad Adua, in-
segnò letteratura tedesca al collegio mili-
tare di Roma e pubblicò qualche traduzione
di studi letterari dal tedesco, t Lugo (Ra-
venna), maggio
Cautele Giambattista Primo, tenente nel 56o
reggimento fanteria, fu per alcuni anni
nello Stato libero del Congo, scrisse un li-
bro sul Congo, t Cremona, ottobre.
Canzini Pietro, di a. 56, banchiere, da circa
un mese presidente della Camera di Com-
mercio di Genova, vicepresidente dell'Unio-
ne delle Camere di commercio di Roma.
t Genova, 15 febbraio.
Capece Galeota Francesco, duca di Sant'An-
gelo, di a. 42, unico figlio maschio del duca
di Regina, t Caianello presso Napoli, 20 giu-
gno, vittima in un grave disastro automo-
bilistico.
Capitelli conte Guglielmo, n. Napoli 1840, pre-
fetto a riposo, era sindaco di Napoli nel '69,
e fece da padrino a Vittorio Emanuele III,
scrittore di poesie e versi, t Nervi, 6 magg.
Cappa Costantino, n. Garlasco (Pavia), 1818,
medico primario onorario dell'ospedale di
San Giovanni, t Palermo, marzo.
Cardin Fontana ing. Augusto, direttore del-
l'Officina Comunale del Gaz di Udine, t Pa-
dova, 27 novembre.
Cardinali Antonio, per circa 50 anni aveva
viaggiato l'Europa ritraendo vistosi gua-
dagni con un teatrino meccanico, t Reggio
Emilia, marzo.
Carducci Giosuè, n. Val di Castello presso
Pietrasanta 27 (o 28) luglio 1835; il maggior
poeta dell'Italia nuova, professore di let-
teratura italiana alla Università di Bologna
dal 1860 al 1905, senatore del Regno, t Bo-
logna, 16 febbraio.
Carizzoni Gaspare, di a. 87, emerito presi-
dente di Corte d'Appello, già presidente di
Lfi ^dinbfì UPSSTin ^ "^i^^olgono dopo esser rimasti un po' in piedi? Atten-
g iU U puuaUU zionel Cominciate a divenire varicosi! Scrivete subito
al Dott. Stefano Bolognese (Casella Postale 502, NAPOLI), e mediante la sua mera-
vigliosa cura medica, guarirete subito come per incanto. — Consultazioni di per-
sona e per corrispondenza nelle principali lingue.
G07 -
THbunide a Sondrio e a MiUno, fece parte
nel 18-18 del corpo dei carabinieri milanesi.
• Soujana, 2" n»«j;k'i»'-
t ti march. tJirv>laiiu), sindaco d'Ulani e
,; . re provinciale, f lUasI (Veruna),
(. >. di a. 44, rabbino della Comu-
iilca. t Verona, 2 febbraio.
Carpt a»v. Arturo, presidente della Deputa-
zione Provinciale di Firenze, jjià deputato
del c^tUegio di Prato, f Firenze, 17 mag^^io.
Carré (ìio'.an Battista, già distintissimo te-
nore. t Parigi, marzo.
Carta Mameli Michele, n. Cagliari, presi-
dente di Sezione al Consiglio di Stato e
son.nti'-. f .1. ! ]:»';:no. t Roma, 23 maggio.
( n,>. di a. 76, decano dei cor-
^'iornali in Roma; fu da
. • e cappellano militare nel
ItKib; sv^;^l» l' abito nel 1»70 e si dedicò
tutto al giornalismo ; fino a poco tempo fa
era vicedirettore dell'Agenzia Stefani e re-
socontista parlamentare per la Real Casa,
t Roma, 11 dicembre.
Casali Osvaldo, di a. 83, arcidiacono della cat-
tedrale di Camerino, vescovo titolare di
Mileto nell'Asia, prof, di fisica medica a
quella università, t Camerino, aprile.
Casanova Federico, mdustriale, da molti anni
consigliere comunale a Monza, f Monza,
luglio.
Casati prof. Luigi, di a. 75, già chirurgo pri-
mario dell'Ospedale di Forlì, copriva molte
cariche in patria, era uno dei fondatori del-
l'Associazione Nazionale dei Medici con-
dotti, t Forlì, 26 ottobre.
Casella Giacomo Andrea, n. 1839, maggior ge-
nerale nella riserva, combattè nel 60-61 e
a Cnstoza nel 66. t Fiorenzuola d'Arda,
9 ottobre.
Caselli Enrico, senatore del Regno, presidente
di sezione alla Corte di Cassazione di Roma,
t Roma, 21 aprile.
Caselli avv. Guglielmo, noto professionista,
direttore della rivista II Diritto Ecclesia-
stico, t Frascati, 24 luglio.
Cassigneul Desiré, di a. 71, da vari anni di-
rettore del Petit Journal, f Parigi, dicembre.
Cassuto dott. Carlo, medico primario degli
Spedali Riuniti di Livorno, t 12 marzo.
Castelbarco avv. conte Carlo dei principi di
Montignano, n. 1857, già deputato di destra.
t Milano, 31 marzo.
Castelli ing. Virgilio, consigliere provinciale
e sindaco di elusone, regio subeconomo
dei Benefizi Vacanti, t elusone, 20 agosto,
Castellote y Pinazo mons. Salvatore, di a. 44,
arcivescovo di Siviglia, t Jaén di Granada
(Spagna), dicembre.
Castioni Angelo, di Stabio (Canton Ticino),
di a. 72, scultore, già colonnello della Co-
mune nell'insurrezione parigina del marzo
1871. t Londra, dicembre.
Castracane Staccoli conte Camillo, di a. 58,
già consigliere comunale e provinciale, con-
servatore dfl palazzo ducale d'Urbino, t ^
bino, !• marzo.
Catastlnl Attilio, noto 1> ^ '■ "i.rentino.
t liork'o San Lorenzo i maggio,
suicida per la morte >'.
Cattaneo avv. Cesaie, di w.^i, prof, emerito
di giurisprudenza della R. Università di
Pavia, autore di pregevoli scritti, t Milano,
10 gennaio.
Cnvagtiis Felice, n. Bordogna in Val Brem-
bana 1841, cardinale del titolo di Santa
Maria ad Martyres dal 1891. t Roma, 29 die.
Cavalle Cesare, di a. 72, distinto pittore, uno
dei migliori paesisti italiani, t Bergamo,
aprile.
Cavalieri Pietro, di a. 73, pubblicista, fu di-
rettore dal ls«6 al 1870 dell'^wico del Po-
polo di Bologna, del periodico artistico Die-
tro le scene ec. t Firenze, 22 novembre.
Cavallini Luigi, n. Roma 1839, appartenne al
Consiglio di Reggenza della sede in Roma
e al Consiglio Superiore della Banca Na-
zionale dal 1885 in poi, fu dal novembre 1890
al dicembre 1893 segretario del Consiglio
stesso e in seguito vicepresidente, entrò
con tale carica nel Consiglio Superiore
della Banca d'Italia e nel 1899 fu nominato
vice direttore generale, t Roma, 25 maggio.
Cavassa Domenico, di anni 101, benestante,
t Recco (Genova), ottobre.
Cazzago nob. Antonio, n. 1807, fu sindaco e
consigliere comunale di Botticino Mattina,
t Botticino Mattina (Brescia), 11 febbraio.
Cefaly Andrea, calabrese, notissimo pittore
specialmente di quadri storici; era stato
con Garibaldi in Sicilia nel 1860; e depu-
tato per due legislature del collegio di Ser-
rastretta. t Cortale, 3 aprile.
Celoni Pietro, medico primario all'Ospedale
di S. M. Nuova, libero docente di pediatria
all'Istituto di Studi Superiori, t Firenze,
4 dicembre.
Cento Francesco Maria, avvocato, fu deputato
nel 1891 durante il ministero Nicotera-Ru-
dinì, cognato dell' on. Salandra. t Aquila,
gennaio.
Centurione march. Lorenzo Enrico, di a. 79,
già console generale a Marsiglia e già mi-
nistro plenipotenziario del Re d'Italia al
Messico, t Cogoleto (Genova).
Ceresa Costa dott, Pietro, di a. 74, già depu-
tato provinciale, proprietario di un impor-
tante allevamento di cavalli, benemerito
dell'industria agricola piacentina, t Pia-
cenza, gennaio.
Ceriani mons. Antonio Maria, n. Uboldo (Sa-
ronno) 1828, prefetto della Biblioteca Am-
brosiana di Milano dal 1870, celebre orien-
talista, dotto cultore di studi biblici, f Mi-
lano, 2 marzo.
Cerio avv. Nicola, di a. 76, procuratore gene-
rale di Corte di Cassazione a riposo, t Na-
poli, marzo.
Cerletti ing. G. B., n. Chlavenna 1846, distinto
cultore degli studi agrari e specialmeuto
CUCINE
CALORIFERI
VENTILAZIONE
DELL ORTO
698 —
dell'enologia; fondò nel 1874 a Gattinara
la prima Stazione Enologica Sperimentale,
nel 1876 a Conegliano (e diresse a lungo)
la prima Scuola di Viticoltura ed Enologia,
la " Eivista di Viticoltura ed Enologia, «
la Società dei Viticoltori Italiani, le Sta-
zioni Enotecniche all'estero, ec, studiò pro-
fondamente il risanamento dell'Agro Ro-
mano e la colonizzazione nell'America Cen-
trale, specialmente nel Venezuela, t Chia-
venna, 11 settembre, improvvisamente.
Cerruti Ing. arch. Giovanni, di a. 63, fu l'ar-
chitetto dell'Esposizione nazionale del 1881
a Milano e del Museo civico di Storia Na-
turale, t Milano, 25 maggio.
Cerruti Giulio, molto stimato nella colonia
italiana del Paraguay, fratello del senatore
generale Alberto, già sindaco di Genova,
t Asuncion (Paraguay), settembre.
Cesarini Francesco, musicista, fu direttore
d'orchestra al Regio di Torino, alla Fenice
di Venezia, al Costanzi di Roma, t Aquila,
aprile.
Cesi Beniamino, di a. 62, noto e valente pia-
nista, t Napoli, 19 gennaio.
Ceva di Nucetto conte Carlo, n. Cavaller-
leone 1827, maggior generale, prese parte
alla guerra di Crimea ed a tutte le cam-
pagne dell'indipendenza dal 1848 al 1866.
t Torino, aprile.
Cézanne Paolo, rinomato pittore della scuola
impressionista, una delle più bizzarre figure
artistiche del nostro tempo, t Aix-en-Pro-
vence, ottobre.
Chaigneau Giovanni Ferdinando, n. Bordeaux
nel 1830, valente pittore paesista e anima-
lista, uno degli ultimi campioni della scuola
detta di Fontainebleau. t Parigi, ottobre.
Chartran Teobaldo, n. Besangon 1849, pit-
tore in gran voga, eccellente ritrattista, t
luglio.
Chavasse Giovanni, n. Chambéry 1830, te-
nente generale della riserva, reduce dalla
guerra di Crimea, t Nervi, dicembre.
Chianello di Boscogrande barone Giovanni
Battista, di a. 62, varie volte consigliere
provinciale e assessore comunale di Paler-
mo, sua città natale, t Milano, ottobre.
Chiapperò avv. Alfredo, n. Torino 1864, de-
putato al Parlamento e consigliex-e provin-
ciale, t Barge, 9 agosto.
Chiarella Daniele, noto impresario teatrale
genovese, proprietario dell'ex teatro An-
drea Doria di Genova, da lui trasformato
nell'attuale Politeama Regina Margherita,
t Genova, maggio.
Chicco Francesco, n. Palo del Colle (Bari)
1836, già sindaco e consigliere provinciale
di Bitonto, letterato insigne scrisse lavori
patriottici, fu amico personale di Ranieri,
Guerrazzi e Carducci, t Bitonto, giugno.
Chiesi Carlo Giuseppe, n. Reggio Emilia 1838,
maggiore dei granatieri a riposo, veterano
delle guerre del '59, '60-61, '66 e della presa
di Roma, t Serra Portucci (Perugia), giugno.
Chigi Saracini conte Fabio, patrizio fiorentino,
t Castelnuovo Berardenga (Siena), ucciso
per un accidente di caccia.
Chiofalo Beniamino, noto sportman. t Peru-
gia, giugno, suicida.
Christophle, di a. 78, noto orafo, ^ Parigi,
gennaio.
Cialente Amerigo, n. Lucoli (Aquila) 1833, ve-
scovo titolare di Danila (^Acaia), ausiliario
dell'arcivescovo di Aquila, t Aquila, feb-
braio.
Cicala Ernesto, di a. 72, maggiore dei bersa-
gliei-i nella riserva, sup ^r.stite dei Mille di
Marsala, della campagna del 66 e della
presa di Roma, t Genova, 13 gennaio.
Cicogna Francesco, industriale in seta, già
sindaco di Fiumicello e poscia di Rudiano,
superstite della battaglia di Novara, nel '59
ospitò per tre giorni Vittorio Emanuele e
il generale Cialdini con lo stato maggiore
nella sua villa di Badia, t Rudiano (Brescia),
luglio.
Cigolotti avv. Jacopo, n. Monteforte nel Friuli,
vecchio patriota, che nel 1859, compromesso
a Venezia col governo austriaco, emigrò
nel Piemonte, ove si dedicò alla causa ita-
liana, t Macerata, settembi-e.
Cimatti dott. Andrea, n. Forlì, dicembre 1869,
laureato a Pisa in scienze agrarie, fu assi-
stente alle Stazioni Agrarie di Forlì e di
Roma, poi alle Cattedre ambulanti di Agri-
Andkea Cimatti.
coltura di Parma e di Teramo, collaborò
all' Almanacco Italiano del 1905 per la parte
agraria, t Pesaro, 8 novembre.
Ciminni Gaetano, n. Carpi 1852, noto maestro
concertatore e direttore d'orchestra di Cor-
fu. t Corfù, gennaio.
Cingolani Temistocle, di a. 63, da venti anni
direttore della polizia urbana di Roma, col-
laborò in diversi giornali, t Roma, gennaio.
Ciprandi prof. Ercole, fu uno dei primissimi
propagandisti del sistema manuale per la
educazione dei fanciulli e contribuì a ren-
derlo accetto ed a generalizzarlo, t Milano,
20 marzo.
Clementina, principessa d'Orléans, n. Parigi,
ultima figlia del re Luigi Filippo, vedova
del principe Augusto di Sassonia Coburgo
L'Olio Sasso Medicinale semplice, jodato ed emulsionato è il ricostituente sovrano.
G09
Gotha, e madre del principe regnante di
Mnlu'iirls. t Vt«»nn(*. l«i fcl»».ra(o
\iiutiuua L. U<:vriiioiu. t ililano, 7
, Vrv'oli conte Giovanni, n. Inaola,
'' anni era sindaco della sua
to prima di compiere 1 trcn-
segreUrlo ■'- '-1 Mliii-
GroVANNI CODBONCHL
Stero degli interni nel Ministero Minghetti-
Cantelli; lasciò la deputazione quando fu
nominato prefetto a Napoli e poi a Milano,
senatore dal dicembre 1689, ministro senza
portafoglio e commissario civile in Sicilia
dall'aprile 1896 al luglio 1897. poi ministro
dell'istruzione per breve tempo; vicepre-
sidente del Senato, t Roma, 9 maggio.
Coduri Fermo, di a. 59, cavaliere del lavoro,
antico garibaldino, decorato a Bezzecca
nel 1866; industriale in seta, aveva Intro-
dotto in Italia la lavorazione della bavella
di seta, nota sotto il nome di bourette. t Mi-
lano, 1» aprile.
Coggi dott. (Costantino, medico municipale,
t Cremona, ottobre.
Coletti Francesco, n. Caserta 1850, colonnello
medico nella regia marina, direttore del-
l'ospedale militare di Sant'Anna in Vene-
zia, t Venezia, agosto.
Colla dott. Vittorio, di a. 41, docente di pa-
tologia medir-a nella regia Università di
Torino, conosciuto nel mondo scientifico
per molte pregevoli monografie di medi-
cina, t Roma, aprile.
Colle ing. Giuseppe, di a. 63, professionista
apprezzato, prestò l'opera sua per lavori
dell' acquedotto del Scrino a Napoli e
l'acquedotto di Padova, t Padova, febbraio.
Collenza Pietro, di a. 84, primo presidente
onorario di Corte di Cassazione, gii giudice
al supremo tribunale di guerra e marina,
t Valenzano (Barij, settembre.
Colonna Ferdinando dei principi di Stigliano,
n. Napoli is;i7. appassionato «««Uore degli
studi storici Oli iirtiHMcl napoletani, r
glltore di mediiglie e incisioni rclnt
storia di Napoli e dol suo regno, t N
24 marzo.
Compagna bar. Gennaro, n. 1856, già depu-
tato di Cosenza, indi per quattro legisla-
ture di Cassano all'Jonio. t Roma, 19 di-
cembre.
Conforti Luigi, n. Torino 1854, figlio del gran-
de giureconsulto Raffaele Conforti, autore
di poesie gentili, t Napoli, 30 aprile.
Consolo Federico, n. Ancona 1840, famoso vio-
linista e compositoro di musica: era l'au-
tore dell'Inno ufficiale di San Marino e
pubblicò vari scritti di archeolOijia musi-
cale, t Firenze. 14 dicembre.
Contarini Mario, n. Roma 1887, giovane scrit-
tore di romanzi e novelle d'avventure, di-
rettore del Mure, giornale per i ragazzi,
t Genova, 12 settembre.
Conti Natale, di a. 49, maestro di musica, au-
tore dell'opera Savisiri rappresentata coti
successo al Teatro Regio di Torino, t To-
rino, febbraio.
Conti Ugo, noto Industriale, presidente della
Cassa di Risparmio di Livorno e cavaliere
del lavoro, t Livorno, maggio.
Cooper Tom, già famoso campione ciclista.
t New York, 20 novembre, vittima con la
moglie e due amici di un accidente auto-
mobilistico.
Corazzmi Sergio, di anni 21, geniale poeta,
t Roma, giugno.
Coronare Arrigo, di a. 26, noto musicista, au-
tore era r altro del bozzetto Tuiildu. t Vi-
cenza, ottobre.
Corradi Giuseppe, n. Bevagna presso Peru-
gia 1830, famoso medico-chirurgo, fu a
lungo professore di clinica chirurgica al-
l'Istituto di studi superiori pratici e di per-
fezionamento di Firenze, e all' Università di
Roma, t Firenze, maggio.
Corserl Girolamo, patriota garibaldino, t Or-
vieto, giugno.
Corsi Salviati Bardo march, di Montepescali,
nato 1844, colto musicista, t Montepescali
presso Grosseto, 12 febbraio.
Corsini Ludovico, di a. 81, già artista dram-
matico celebre sotto la maschera di Sten-
terello, fervente patriota, aveva combattuto
a Curtatono e Montanara e nel 1859. t Borgo
a Mozzano (Lucca), 19 febbraio.
Cosso ras;. Bartolomeo, vicedirettore del Mon-
te di Pietà e della Cassa di risparmio, sin-
daco di Voltagio da molti anni, t Genova,
febbraio.
Costantini mons. Giuseppe Maria, arcivescovo
titolare di Patrasso, elemosiniere segreto
del Papa, t Acquapendente (Orvieto), no-
vembre.
Costanzi Enrico, di a. 66, professore di filo-
sofia, autore di pregevoli opere storico-
filosofiche, proprietario del teatro Costanzi
di Roma, t Roma, 25 giugno.
Provata coscienziosMnente in Cliniche Universitarie, in Asili per lattanti, In
Ospedaletti Infantili, ec. la Farina Lattea Italiana Paganini Villani & C. è stata giu-
dicata dal più illustri specialisti d' Italia (Concetti, Mya, Fede, Comba, Mensi, Val-
vassori-Peroni, Sapelli, Pagliari, ec), pari e anche migliore del similari prodotti esteri.
( Vedi avvito «u cartoncino colorato)
— 700 —
Costa-Reghinl conte Rigo, di a. 42. t Pistoia,
11 giugno, suicida.
Costella Nicola, di Livorno, fu deputato e
vai'ie volte sindaco delia città ove fu una
vera potenza ma poi fu condannato per
malversazioni, t Livorno, 29 gennaio.
Cova Cesare, di a. 69, distinto maestro, da
oltre 40 anni direttore delle scuole comu-
nali di Cantù. t Cantù, aprile.
Cranbroock (Conte di) lord Gathorne Hardy,
n. Bradford 1814, già ministro della guerra
nel gabinetto Disraeli, poi ministro delle
Indie e infine presidente del Consiglio nel
gabinetto Salisbury. t Kent (Inghilterra),
novembre.
Crescimone prof. Vincenzo, di a. 44, buon
scrittore e poeta, t Niscemi (Caltanissetta),
novembre.
Crespi nob. Pietro, di a. 67, buon patriota,
si segnalò nella campagna del 1866 come
ufficiale di Garibaldi, t Milano, gennaio.
Crispi Maria ved. Palamenghi, sorella di Fran-
cesco Crispi e madi-e dell' on. Palamengni-
Crispi. t Roma, 9 gennaio.
Croce Giuseppe, n. 1838, maggior generale
veterano del 60 e del 66. t Padova, 1 ott.
Cuttica dott. Sergio, capodivisione al Mini-
stero della Guerra, t Roma, 7 novembre.
D'Albertis conte Domenico, già proprietario
d' un' importante filatura di lana presso
Voltri, possessore di vaste tenute nel mo-
denese e in Toscana, ove ritiratosi dagli
affari si dedicò all'agricoltura, t Monaco
(Principato), gennaio.
Dalgas ing. Alfredo, di origine danese, pro-
prietario di cave di marmo nella Versilia,
già consigliere comunale e console di Da-
nimarca, fu presidente della Camera di
Commercio di Lucca, t Livorno, maggio.
Dall'Orso Francesco, di a. 53, noto mediatore,
armatore e negoziante di grani, lascia due
milioni in beneficenza, t Genova; agosto.
D'Amico Anna, di a. 76, celebre sonnambula,
siciliana, da circa quarant'anni stabilita a
Bologna, t Bologna, 2 novembre.
D'Andrea Jacopo, di a. 87, valente pittore e
per oltre mezzo secolo professore di dise-
gno in quella Accademia di belle arti, t Ve-
nezia, novembre.
D'Andreis avv. Giovanni Antonio, consigliere
di prefettura a riposo e vicepresidente del
Consiglio d'amministrazione del Monte di
pietà di Genova, t Genova, dicembre.
Daneo Luigi, di a. 75, intendente di finanza
a riposo, t Torino, novembre.
Danioni rag. Emilio, per molti anni professore
e preside del regio istituto tecnico Antonio
Bordoni, già assessore municipale e consi-
gliere provinciale, lega il suo patrimonio
all'Opera Pia Sordomuti e dispone alcuni
legati in altre opere di beneficenza, t Pa-
via, febbraio.
EMPORIO
Da Prà dott. Pietro, di a. 55, per 25 anni
sindaco di Belluno, fondatore del corpo dei
pompieri nella sua città, t Belluno, agosto.
D'Atri Nicola, ispettore generale del mini-
stero delle finanze a riposo, prestò segna-
lati servigi all'Istituto geografico militare,
t Napoli, gennaio.
David Giacomo, di a. 54, più noto sotto lo
pseudonimo di Ousenstall, librettista tea-
trale: anche il popolarissimo libretto della
Geisha è suo. t Londra, 10 aprile.
David-Sastelli Giuseppina, di a. 86, rinomata
cantante, figlia di Giovanni David, il più
gran tenore del secolo scorso; egli e sua
figlia furono i primi artisti italiani, che
cantarono a Pietroburgo, t Napoli, maggio.
Davis (Signora), di a. 80, vedova dell'ex pre-
sidente degli Stati confederati Jefferson Da-
vis, scrisse due volumi sugli avvenimenti
svoltisi dal 1861 al 1865. t New- York, 17
ottobre.
De Amicis Sofia ved. Ricci, di a. 76, sorella
dell'illustre scrittore Edmondo De Amicis,
vedova del tenente generale Agostino Ricci
di Savona, valente scrittore di cose mili-
tari, ed ex deputato, t Torino, settembre.
De Angeli Ernesto, n. Laveno, di a. 58, sena-
tore del Regno, industriale audace e fortu-
nato, era da umili origini salito ad altissima
condizione industriale trasformando radi-
calmente una piccola tintoria alla Madda-
lena, presso Milano, ove sorse un poderoso
stabilimento costituito poi in Società per
l'industria dei tessuti stampati; ebbe nu-
merosi ed alti uffici pubblici e partecipava
Va''
Eknksto De Angeli.
a un gran numero d'imprese commerciali e
industriali; si era molto interessato delle
opere di prevenzione sociale e fu fondatore
e anima dell'Associazione contro gli infor-
tuni del lavoro; fu tra i primissimi deco-
rati del nuovo ordine dei Cavalieri del la-
voro ; era comproprietario del Corriere della
Sera; lascia un milione in beneficenza, t Mi-
lano, 17 gennaio.
MUSICALE
Via del Giglio, 9
A. LAPINI
FIRENZE
Invio GRATIS Catalogo.
701 —
laro r» rleooonsdlo
o Fu-
\ rto. di
. . u membro
irovliKMale e
no ileU'Ospe-
i sindaco di Paderiio Da-
nte dol <V>nsiKlio d'am-
\o\\o ferrovie
del Pio Isti-
. ■ ii^nauo, 1 lu-
cida.
: irl Felicita, di anni 104. t Genova,
Ferrari march. Tomma'?o, di a. S4, fu
vorso 11 1840 tra gli iniziatori della Banca
livenuta poi la Banca d'Italia, t San Fran-
■esco d'Albaro (Genova), dicembre.
• Gennaro Ferripni Amerigo, di a. 60 de-
nto pel collegio di Napoli
■ di lettere latine nella
Napoli, pronipote di An-
il sodale di Leopardi, t Na-
'.e.
Giuseppe Luigi, già deputato
d.-l coiitK'iu di Lanusei durante la a» e la
10» l.-islatura. t Bosa (Cagliari), luglio.
Del Torre Giacomo, prof, di chim.ica, presi-
dente dell'Associazione nazionale fra gl'in-
segnanti delle scuole medie, autore di un
noto Trattato di chimica generale, t Roma,
7 aprile.
De Marchi Lamberto, di a. 65, ingegnere capo
di prima classe nel Corpo Beale delle Mi-
niere. 1 Roma, 17 giugno.
De Martino barone, t vittima di un accidente
automobilistico durante la corsa del Cir-
cuito di Brescia, !<> settembre.
Demichelis ing. Giacomo, ispettore principale
delle ferrovie dello Stato, t Torino, luglio.
De Nino Ajitonio, n. Pratola Peligna (Aquila)
1S36, direttore da 35 anni delle scuole me-
die di Sulmona, curioso ricercatore della
storia e delle tradizioni dell'Abruzzo; la
raccolta degli Usi e costumi abruzzesi da
lui pubblicata in sei volumi dal 1879 al 1897
è un monumento prezioso del folklore na-
rionale. f Sulmona, 1« marzo.
Derchia Vincenzo, di Monopoli, di a. 44, mag-
giore d artiglieria, t Bracciano, 23 luglio,
vittima di una disgrazia accaduta al Poli-
gono di artiglieria.
De Sanctis Paolo, n. Rigatti (Rieti) 1816, già
vescovo di Poggio Mirteto, arcivescovo ti-
tolare di Sardica in Dacia e vicario capito-
lare di San Giovanni in Laterano, fu a
lungo professore di teologia e filosofia nel
seminario di Rieti, t Roma, maggio.
De Sanctis Vincenzo, patriota valoroso, re-
duce dalle patrie battaglie, combattè pure
con Garibaldi, Ispettore del veterani, t Va*
sJ<». 24 agosto.
Desideri Ing. (tesare, di a. 04, cap ' '" f-
torato per la bunifica e la <•<■ ^
dell'Agro romano, già dlrettoi > i
Scuola pratica di agricoltura, t U"rn a, h-
cembre.
De Simonis Diomede, presidente della !><■-
putazione provinciale di Bologna, t Bolo
gna, 6 giugno, colpito da sincope durant
una seduta del Con'iiglio provinciale.
Di Scanno Geremia, di Barletta, di a. 66, pit-
tore valente specialmente nel riprodurre
scene della vita romana antica, f Napoli,
14 febbraio.
Donali avv. Gustavo, di a. 47, vicepresidente
del Ca*iiiio Borghesi di Firenze, e consi-
gliere di varie Società industriali, autore
della Madre, commedia in 5 atti che ebbe
notevole successo, t Firenze, 11 febbraio.
Donesana Giuseppe, n. 1835, colonnello del Ge-
nio a riposo, combattè nel 1870 alla presa
di Porta Pia. t Milano, 21 luglio.
Dotti Cesare, patriota e industriale stimato,
occupò a Milano varie cariche pubbliche,
fra cui quella di assessore nell'amministra-
zione Bellinzaghi. t Roma, maggio.
D'Ovidio ingegner Eugenio, di a. 29, occupava
un posto importante nel cantiere Arm-
strong a Pozzuoli, figlio del senatore En-
rico d' Ovidio professore dell' Università
di Torino, t 3 marzo, vittima di un' accen-
sione al monte Sant'Angelo presso Sor-
rento, insieme all'ing. A. Kernot.
Dowie, Irlandese, fondatore della setta del
Sionisti, t New York, 9 marzo.
Dozzi dott. Giulio, medico-chirurgo, per tren-
t'anni prestò l'opera sua nell'ospedale ci-
vile di Motta di Livenza. f Motta di Li-
venza, maggio.
Dubois Luigi, n. Chambéry 1828, colonnello di
fanteria a riposo fece le campagne del 1848;
di Crimea, del 1859, del 1866. t Milano,
marzo.
Duce Luigi, generale della riserva, diresse
per molti anni l'ufficio del tiro a segno al
Ministero della guerra, già alla direzione
del personale di fanteria, f Roma, 6 marzo,
Ducommun Elia, di a. 74, noto fervente apo-
stolo della pace universale, ottenne per que-
sta ragione metà del premio Nobel nel 1902,
fu giornalista, deputato al Gran Consiglio
di Ginevra e al Gran Consiglio di Berna,
t Berna, dicembre.
Dunne John William, di a. 78, già ufficiale
dell' esercito inglese, fu amico di Cavour
e di Garibaldi, t Nizza, dicembre.
Durante avv. Francesco, di a. 70, fu sindaco
. di Albenga per 26 anni, t Albenga, febbraio.
Durazzo march. Maria, n. Genova 1830, ve-
dova dell'ultimo senatore romano march.
Francesco Cavalletti Rondanini. f Roma,
febbraio.
Durini Giulio, conte di Monza, n. 1839, sin-
daco di Gerla Minore, t Milano, aprile.
CUCINE
CALORIFERI
VENTILAZIONE
DELL ORTO
aj ■ I A kl /^ I
702 —
Duval (Mathias-), n. Grasse 18S4, professore di
antropologia e di istologia alla Facoltà me-
dica di Parigi, istologo ed embriologo fa-
moso, t Parigi, marzo.
Elena mons. Giovanni, di a. 76, canonico ono-
rario della cattedrale di Brescia, fu condi-
rettore del collegio Peroni, che trasformò
poi in ospedale nel 1866 per accogliervi gli
ufficiali feriti, t Brescia, ottobre.
Elliot Enrico, diplomatico inglese, fu amba-
sciatore a Napoli quando Francesco II sali
al trono e riannodò le relazioni fra il Regno
delle Due Sicilie e l'Inghilterra interrotte
sotto He Bomba, t Londra, 2 aprile.
Epp Domenico, colonnello istruttore della
fanteria svizzera, era stato anche ufficiale
nell'esercito pontificio fino al 1810. t A.lt-
dorf (Svizzera) luglio.
Erba Giovanni Battista, di a. 63, distinto vio-
linista, t Londra, dicembre.
Erculiani Andrea, di a. 79, medico patriota
ed amico di Zanardelli. t Brescia, ottobre.
Escoffier Pietro Emanuele, n. Forcalquier
(Francia) 1828, fu tra coloro che si oppo-
sero con le armi al colpo di stato di Na-
poleone III nel 2 dicembre 1851; riparato
a Sassari si fece col lavoro una fortuna,
t Sassari, novembre.
Faber Arturo, industriale di Vienna ben noto
anche in Italia per i suoi lapis, t Vienna,
gennaio.
Fabris Francesco, tenente colonnello di fan-
teria nella riserva, veterano della campa-
gna del 1866 e professore di storia nel col-
legio dell'Annunziatella. t Napoli, febbraio.
Fabron Luigi, di a. 52, insigne pittore, pro-
fessore dell'Istituto di Belle Arti di Napoli,
t Pozzuoli, 24 luglio.
Faccioli-Licata Orsola, n, Venezia 1823, nota
e valente pittrice, t Napoli, dicembre.
Faconti Arturo, di a. 67, per 40 anni archi-
vista della Congregazione di carità, dili-
gente paleografo e cultore di studi storici,
t Milano, 4 giugno.
Faneschi Salvatore, n. Firenze, 1838, tenente
generale nella riserva, t Milano, 7 dicembre.
Fanti can. Giovanni, di a. 84, illustre cantante,
professore di canto gregoriano al Semina-
rio di Forlì, t Forlì, maggio.
Farias avv. Francesco, già questore di Cata-
nia e di Palermo. |- Catania, agosto.
Favero ing. Giovanni Battista, n. Crespano
Veneto 1831, membro dell'Accademia dei
Lincei, già professore della regia Scuola
d'applicazione per gli ingegneri, f Roma,
29 dicembre.
Fé d'Ostiani mons. conte Luisi, di n. 08, pre-
vosto mitrato di San Nazaro, cultOi-e degli
studi storici locali, t Brescia, 3 febbraio.
Fea Matteo Paolo, n. Torino 1840, maggior
generale nella riserva, fu alla presa di Roma,
t Torino, aprile.
Federigo, granduca regnante del Baden, duca
di Zaehringen, n. Carlsruhe 9 sett. 1826,
succeduto nel trono al padre granduca
Leopoldo il 24 aprile 1852, ammogliato dal
Gkanduca Federigo del Baden.
20 dicembre 1856 alla principessa Luisa di
Prussia, sorella dell' imperatore Federi-
co III. t Mainau, 28 settembre.
Felicioli Virginio, anconetano, da vent'anni
direttore delle scuole italiane ad Alessan-
dria d'Egitto, t Alessandria d'Egitto, set-
tembre.
Ferragatta Giacomo, di a. 61, contrammira-
glio in ritiro, t Torino, gennaio.
Fei-rari dott. Igino, di a. 38, medico condotto
di Trebaseleghe, colto scrittore, pubblicò
frequentemente articoli in vari giornali fir-
mandoli collo pseudonimo di Dott. Stricnina.
t Monteortone (Padova), luglio, suicidatosi
con una forte dose di stricnina.
Ferrarlo Carlo, di a. 73, notissimo pittore di
paesaggio, prospettiva e scenografo, da qua-
rant'anni insegnante di prospettiva alla
R. Accademia di Brera, t Milano, 12 maggio.
Ferraris Antonio, di a. 40, da dieci anni sin-
daco di Alagna, appassionato agricoltore,
t precipitando dall'Alpe von Flua vicino ad
Alagna, 23 luglio.
Ferraris nob. Carlo, n. Biella Piazza 1841, te-
nente generale nella riserva, fu per vari
anni comandante della Scuola di Tiro a
Parma, organizzò le compagnie ciclisti, t Mi-
lano 31 ottobre.
Ferrare Giuseppe, n. Carpeneto d'Acqui 1845,
provveditore agli studi della provincia di
Massa, già a Reggio Emilia e a Cuneo, cul-
tore degli studi demopsicologici, t Massa,
19 giugno.
UcflIMbyPJÌNà
f\Al/VflTE^
ai E
PESiai
— 708 —
14 OtU
' al ml-
1...-.V.V. ... ..^ ,....-.. V .. .> _ , ...iiabora-
tore in diversi giornali, fondo U giornaletto:
^1 rk'nl ttr*4»i, t Unin.n. mngifio.
i: ' ■-' • ' '• ', di a. 70, eme-
•20 dicembre.
re e deputato
iiovemb.
■.t 1824.
itore di
(toethe,
; 1872 In
iio e ixmui
Unlversitit
. .. .iojdelbern. t H • •■ . ■■ ..,. 5 luglio.
Luigi, di a. 80, scienziato di alto va-
lle per oltre 65 anni insegnò botanica
i :,:\' :-'t,4 di Berna, t Berna, maggio.
I >- : ; • 1 > Cesco, di a. 60, colonnello
111' i .• . i ì:.:io. 8 febbraio.
ores Edoardo, di a. 60, contrammiraglio,
;;ià capo dello stato maggiore del diparti-
tìmento di Napoli, fu alla battaglia di Lissa.
t Napoli, 9 marzo.
Fiori Stefano, marchese di Serramezzana, di
a. 32, proprietario dell'importante scuderia
da corsa, t Roma, 19 aprile.
Floriet Jane (in arte Jane Margyll). giovane
ed avvenente artista lirica, che ottenne
brillanti successi a Parigi nei principali tea-
tri, t Deauville presso Havre, agosto.
Foa Alessandro fu Marco, numismatico, t To-
rino, 6 febbraio.
Fogazzaro Luigi, di a. 83, zio di Antonio Fo-
gazzaro, copri in Vicenza importantissime
carich*» pubbliche e fu grande benefattore,
t Vicenza, 29 gennaio.
Fogli Jacopo, cavaliere del lavoro, t Ponte-
dera fP!«»a>. giugno.
~ tavio, pubblicista della (?a22««a
. segretario della Federazione
iliana, delegato presso IDnione
':ca italiana, t Milano, gennaio.
Y a. 66, valente pianista, t Bolo-
^: _. _- — bre.
Fontana Francesco, n. 18.30, già console ono-
rario d'Italia e d'Austria a Saint-Thomas
in America, t Sant'Ilario, presso Nervi,
settembre.
Forest Federico, tenente generale nella ri-
serva, fece le campagne del 1859, 60-61-66.
t Torino, 13 aprile.
Formis Achille, n. Napoli 1830, valente plt-
A Milano, nl-
iii loiriliitd I,
, , ..'ita. I Milano,
2M ottobre.
FòrsttMnann Kriiesto Guglielmo, n. Danzlca
nel 18-22, Il nestore del bibliotecari tedeschi,
aveva diretto per 49 anni lo Importanti bl-
Mlotooho di Werni;;erode n pnt di Prosda,
aveva pubblicato notevii
scritti messicani, f Ch.»
Forti Augusto di a. hi, >
ciale e sindaco di Migllanuo. t ienara, bal-
zato da un barroccino mentre provava un
Imbizzarrito stallone, aprile.
Foster Michele, n. Huntlngdon 1836, fistolo ■
illustre, professore alla Università di Lo:;
dia, per 22 anni segretario della Società
Reale, t 29 gennaio.
Fracanzani conte Carlo, di a. 56, consigliere
provinciale e già assessore comunale di
Este. 1 Kste, agosto.
Franceschi ni Pietro, di a. 70, noto libraio o
bibliofilo erudito, t Firenze, novembre.
Franchini dott. Eugenio, n. Vercelli 1834. <■
lonnello medico a riposo, fece la campa^-;
del 1866 e combattè a Gustoza. t Roii;
marzo.
Franchini Oreste, livornese, antico cospira-
tore della Giovane Italia, partecipò alla di-
fesa di Livorno del '49 e alle campagne
garibaldine del '59, del '60, '6G e '67. t Li-
vorno, 31 gennaio.
Franci Rinaldo, n. Siena 1852, celebre violi-
nista, t Siena, 2 gennaio.
Franclca-Nava Orazio, consigliere comunalr-,
fratello dell' on. Giovanni, deputato del col-
legio di Siracusa, t Siracusa, novembre.
Freschi di Cucanea conte Gustavo, fu per tre
legislature deputato del collegio di San Vito
al Tagliamento. t Ramuscello di Cordovado
(Udine), novembre.
Fumagalli nob. dott. Camillo, già segretario
• della Congregazione di carità, t Milano,
30 marzo.
Furstner de Billan barone Riccardo, di a. 33,
già capitano distrettuale di Trento e con-
vinto propugnatore dell'autonomia tren-
tina, t Vienna, gennaio.
Gallarati Paolo, maggior generale, lascia la
sua splendida biblioteca all'Istituto di sto-
ria, antichità ed arte di Tortona, t Tor-
tona, 31 luglio, suicida.
Gallian Carlo, console generale di Turchia a
Roma, decano del corpo consolare in Rom.v.
t Roma, 12 gennaio.
Gallo avv. Nicolò, n. Girgentl 1849, ministro
guardasigilli, già avvocato di grande repu-
tazione, deputato sin dalla XV legislatura,
presidente della Camera durante il minl-
P/^mlìP TlP^Hriti gonfie e dolenti, anche se ulcerate, per vene variro.ie, dt-
udlLlUC pCOdilliy vengono presto leggiere, asciutte, agili e sane mediante la
cura radicale me dica delle vene varicose, scoperta dal Dott. Stefano Bolognese (Ca-
sella postale 602, NAPOLI). — Opuscolo spiegativo a richiesta. — Vademecum
(100 pag. ili.) JL. 1. — Consultazioni di persona e per corrispondenza nelle prin-
cipali lingue.
— 704 —
storo Polloux e più voTte ministro; fu an-
che prole soie di tsfcetica allUiiiversità di
Roma e autore di numerosi lavori letterari
e tilosofici. t lioraa, 7 marzo, improvvisa-
mente.
Nicolò Gallo.
Gandolfo avv. Enrico, professore di diritto
marittimo all'Università di Genova e già
rettore dell'Università di Cagliari, t Ge-
nova, gennaio.
Garelli avv. Francesco, già consigliere pro-
vinciale di Torino, indi di Villanova Mon-
dovì. t Villanova Mondovì, agosto.
Garetti Luigi, n, Legnasco (Cuneo) 1843, mag-
gior generale nella riserva, veterano della
campagna del 66 e della presa di Koma.
t Torino, luglio.
Gargano Giovanni, noto operettista, capo di
un'intera famiglia d'artisti dell'operetta,
t Bitonto, marzo.
Gariboldi avv. Filippo, presidente di tribu-
nale a riposo e già presidente del Consiglio
d'amministraz. dell'Ospedale civile, t Como,
dicembre.
Garnesey Riccardo, di a. 74, celebre nano,
noto sotto il nome di Tom Pouce. t in Ame-
rica, 6 febbraio.
Gasparini Elisa, n. 1827, vedova del poeta li-
brettista Piave, t Milano, 5 novembre.
Gastaldi Felice, di a. ir6, console del Belgio
e di Spagna, e da oltre 40 anni sindaco di
Monaco (Principato), discendente da antica
famiglia italiana e daPio IX nominato conte
romano, t Monaco (Principato), ottobre.
Gatti Stefano, milionario notissimo a Londra
per 1 teatri e ristoranti di cui era proprie-
tario, t Londra, 12 ottobre.
Gattoni ing. Bortolo, deputato al Parlamento,
ingegnere ed agricoltore stimato, t Corno
Vecchio, 25 ottobre.
Gavotti Verospi march. Fabrizio, fu console
generale a Gerusalemme nel 1904 dove rese
importanti servigi, t Roma, 24 febbraio.
Genesio ing. Giovanni Battista, di a. 7S, di-
stinto tecnico, che legò il suo nome al tra-
foro per la sti-ada nazionale del Colie di
Tenda, t Chiusa Pesio (Cuneo), maggio.
Genova (De) di Pettinengo Secondo, n. Biella
1830, tenente generale nella riserva, vete-
rano delle campagne del 1848 e 1849 già
aiutante di campo di Vittorio Emanuele II,
già direttore degli istituti militari di Rac-
conigi, Maddaloni ed Asti, t Ospedaletti
presso San Remo, marzo.
Gentile Farinola marchesa Natalina, dei prin-
cipi Corsini, n. Firenze 1838, dama di pa-
lazzo di S. M. la Regina Madre, t Viareg-
gio, 28 aprile.
Genuardi Gerlando Maria, n. Girgenti 1839,
da 36 anni vescovo di Acireale (Catania),
t Acireale, giugno.
Ghelardi Guido, di a. G7, maggior generale
nella riserva, veterano del 1859 e del 1866.
t Firenze, 10 maggio.
Ghiliotti Efisio, n. 1846, contrammiraglio nella
riserva navale, t Pogli, marzo.
Ghinetti Guglielmo, n. Bagnone (Lunigiana)
1857, direttox-e della Scuola pratica d' agri-
coltura di Pesaro, autore di buoni scritti
letterari e agronomici, t Pesaro, 4 febbraio.
Giacomelli Angelo, n. Trevignano d' Udine
1816, patriota valoroso, soffrì il carcere au-
striaco, deputato di Treviso per tre legi-
slature, poi prefetto in diverse città, t Tre-
viso, 16 settembre.
Giaconi Bonaguro Antonio, di a. 68, per 14
anni sindaco di Bassano, a questa città re-
galò la fontana ornamentale che sorge in
piazza Garibaldi, t Bassano, settembre.
Alkssandro Gianetti.
Gianetti prof. Alessandro, n. Milano mag-
gio 1833, fu per molti anni professore nelle
L'Olio Sasso Medicinaie semplice jodato ed emulsionato è il ricoslituente sovrano.
— <0ó —
\loV WnlcSf VAtort di diVèlVf' oporr» Ai
Jt f' la laitc s.»,-r;i t In-
i- : AO.
Gian ! 1 K'o, di a. 54, caposcf Ictie
dei nuuibieso (1«11« lleal Casa, t Uotna, 24
marco.
Otarda prof. Francesco, Insegnante di piano-
forte nel liceo Bene. letto Marcello di Ve-
neri». ♦ Veneri.1. '25 InffHo, suicida.
<3la: " ' Tiacenza 1846, pub-
t. ; quasi tutti i gior-
n- 1 ;i redattore della
d'-i.-j^r.' ) (i M.':ni> l'iA tifila Kaiiione, fu
aniicisainio di Cavallotti e si uni a lui nella
4ifesa di Barbanti; scrisse moltissimi volu-
mi di argomento svariato, fra i quali una
iMlona Storia di l'iacrtua: era dei pochis-
simi che col lavoro letterario si sono for-
mati una piccola fortuna, t Pontenure (Pia-
cenza), 16 settembre.
Giavazzi ing. G:an Antonio, caposezione prin-
cipale delle Ferrovie Adriatiche a riposo.
t Bergamo, 4 dicembre.
Gigliucoi conte Giovanni, di a. 62, munifico
patrocinatore della Dante Alighieri, com-
battè coi Garibaldini nel Tirolo. t Firenze,
dicembre.
Ginori Conti Gino, dei principi di Trevignano,
11. 1836, già assessore e sindaco di Bagno
a Ripoli, t Padule (Firenze), febbraio.
Giobbe Mario, di a. 40, poeta elegante ed
i"e, autore delle lodate traduzioni in
lei drammi di Rostand. giornalista
-■' che fece le sue armi al Corriere di
SiipuH. t Napoli, ottobre, suieid;i.
Gioja Giacomo, di a. 70, cavaliere del lavoro.
t Firenze, giugrno.
Giovagnoni ing. Ettore, combattè <'on Gari-
baldi nel ItGC, e all'assalto di Montero-
tondo nel 1867. t Monterotondo, maggio.
Girardet Eugenio, n. Neuchàtel 1853, valente
pittore orientalista svizzero, t Parigi, magg.
Giussaui Camillo, n. Udine 1825, pubblicista
noto, fondò e collaborò a diversi giornali
friulani, t Udine, febbraio.
Giusti Alberto, capitano marittimo, veterano
delle campagne garibaldine del 66 e del 67.
t Genova, gennaio.
Glisenti Achille, di a. 58, valente pittore bre-
sciano, primeggiò fra gli allievi dEleuterio
Pagliano, t Firenze, dicembre.
Glisenti ing. Alfredo, t Brescia, 22 giugno.
Gnoc hi Gnido. cnmmcrr>iante, per molti anni
i del comune di Pa-
ria pavese, occupò
3. , fu presidente di
parecchie opere più e consigliere di isti-
tuti di credito, t Pavia, ottobre.
Gonzales del Castiglio y Augusto barone Giu-
stino, n. 1841, vice ammiraglio nella riserva.
I Napoli, marzo.
Gornrcl norern, n. 1P4*>, mnrglor (♦♦•nera**
In po.'iiz one ausiliaria, f MonlcpuKlan-»,
22 dlconibre.
Gori Franre-cii. di n. 80. padre dell'avv. Pie-
tro Gorl. n(vfo anan-liico: aveva fatto lo
campagne deU' liidlpt'iukMiza e raggiunto
un «Ilo grado nell' arnia d'artiglieria, f Pisa,
28 dicembre.
Goschen Giorgio, n. 1831, lord inglese, flgnra
notevole della politica inglese, più vi>lte
ministro del Commercio e primo lord del-
l'Amn iragllato, noto finanziere, t Londra,
7 febbraio.
Gounod, di a. 78, vedova del celebre maestro
di musica autore del h'aunt. t Parig', 19 ott.
Goyzueta (De) Francesco del marchesi di Ta-
verana, già capo divisione al ministero de-
gli affari esteri e già console generale al
Giappone. 1 Napoli, gennaio.
Gramizzi ing. Massimiliano, industriale, pre-
sidente del Pio Istituto di Santa Corona,
appartenne alla Camera di commercio e al
Consiglio generale, f Milano, 25 aprile.
Grancher (iiuseppe Giacomo, n. Felletin
(Creuse) 1843, medico illustre, noto per i
suoi studi sulla tubercolosi, collaboratore
di Pasteur nei lavori sul siero antirabico,
t Parigi, 14 luglio.
Grandi avv. Gaetano, di a. 79, già presidente
del Consiglio provinciale, presidente della
Ca-sa di risparmio e già consigliere comu-
nale, t Piacenza, febbraio.
Grattarola Giuseppe, di a. 63, uno dei più
eminenti mineralogisti d'Italia, professore
all'Istituto di Studi superiori di Firenze,
dove aveva fondato un museo mineralogi-
co, t Firenze, 23 marzo.
Grazioli Francesco, n. Milano 1830, scultore,
incisore e medaglista, fece larghe dona-
zioni all'Accademia di Brera per la istitu-
zione di premi per lavori di cesello e in-
cisione, t Milano, 29 gennaio.
Grazzini prof. Reginaldo, n. Firenze 1848, già
direttore del Conservatorio musicale di
Reggio Emilia, poi professore di composi-
zione nel liceo Benedetto Marcello di Ve-
nezia, poi all' Istituto Musicale di Firenze,
t Firenze, ottobre.
Grieg Hagerup Edward, n. Bergen (Norvegia)
15 giugno 1813, celebre compositore e pia-
nista non meno famoso. 1 Bergen, 4 sett.
Griesbach Carlo Ludolf, geologo, n. Vienna
1847, fece per conto del governo inglese
importanti lavori geologici in India e nel-
l'Afganistan. t Graz, 15 aprile.
Grillanti Fabio, n. 1838, maggior generale
nella riserva, nella guerra del 1859 fu ad-
detto come aiutante di campo alla persona
dell'imperatore Napoleone III, combattè a
Messina e alla battaglia di Custoza nel 1S66.
t Resina (Napoli) febbraio.
Grotta Tommaso, di a. 51, già maggiore d'ar-
tiglieria, lascia il suo patrimonio di L. 200,000
alla beneficenza, t Lucca, aprile.
ANEMIA r^
NEURASTENIA -^
RACHITISMO
SCROFOLA ^
RICOSTITUENTE SICURO
rNi 1 1 -yi
À. MENÀRmi
NAPOLI
Concessionari
esci, per l'Italia
e Oriente, ZINI,
BERNI, BiANCAR-
^ 706 -
6rùnwald-2eikowitz Lidonla, n. 1852, scrit-
trice e poetessa, t Carlsbad, 12 giugno.
Guaineri nob. dott, Cai-lo, cons gliere comu-
nale ed assessore per l' istruzione primaria,
già consigliere alla prefettura di Firenze,
t Brescia, febbraio.
Gualandi mons. Giuseppe, di a. 81, fondatore
dell'Istituto Gualandi pei sordo-muti di
Bologna e di altri tre istituti consimili a
Roma, a Firenze ed a Giulianova negli
Abruzzi, t Bologna, luglio.
Gualdi Luigi, di a, 81. medico primario e di-
rettore emerito degli ospedali di Roma e
già membro del Consiglio superiore di sa-
nità, t Roma, ottobre.
Guarnieri Geremia, di Feltro, costruttore dei
forti di Primolano e fondatore in Bassano
Veneto della Società industriale per tra-
sporto di energia elettrica, t Padova, marzo.
Guenzi Ettore, di a. 23, proprietario del
Grand Hotel Excelsior di Genova, t Genova,
30 agosto.
Guglielmi avv. Francesco, di a. 36, reggente
11 viceconsolato italiano di Ribeirao Preto.
t Campinas (Brasile), ottobre.
Guida ing. Carlo, di a. 66, uno dei Mille e
dei settanta di Villa Glori, t Misano Gera
d'Adda, 19 settembre.
Guidantoni" Maria Rosa, già attrice di valore,
t Coriano (Rimini). 16 agosto.
H
Hanbury Thomas, di a. 75, inglese amante
dell'Italia e grande filantropo, aveva isti-
tuito numerose fondazioni di istruzione di
beneficenza in Italia, in Inghilterra, e per-
sino in Cina; predilesse gli studi botanici
per cui creò e donò a Ventimiglia un giar-
dino d'acclimatazione, alla Università di
Genova l'Istituto Botanico, t Ventimiglia,
10 marzo.
Hautin mons. Francesco, di a. 75, da 16 anni
arcivescovo di Chambéry. t Chambéry, feb-
braio.
Herger Franz, di a. 43, direttore della sta-
zione meteorologica del Gottardo, f sul
Gottardo, 21 marzo, assiderato mentre tor-
nava dalla torre di osservazione.
Hermann Federico, di a. 80, da 60 anni pro-
fessore al Conservatorio di Lipsia, padre
di Gustavo, noto industriale milanese e di
Carlo, rappresentante generale per l'Italia
delle case Berger & Wirth e Koenig & Bauer.
t Lipsia, settembre.
Hill Lewis, più volte milionaria, vedova del
più rinomato strozzino londinese, lascia
venticinque milioni per beneficenza, f Lon-
dra, 13 ottobre.
Hugues Clovis, di a. 56, notissimo poeta fran-
cese, antico comunardo, più volte deputato
socialista di Parigi alla Camera francese,
t Parigi, 11 giugno.
Huysman Karl Joris, n. Parigi 1848, celebre
romanziere, presidente dell'Accademia Gon-
oourt. t Parigi, 12 maggio.
1 J^
Jacohy Giorgio, di a. 66, violinisià è dòtìl»
positore di musica, t Londra, ottobre.
Java! Emilio, n. 1839, illustre oftalmologo, fa-
moso per i suoi lavori sullo strabismo e
l'astigmatismo, i perfezionamenti dell'oftal-
mometro, ec; divenuto cieco nel 1900, aveva
nondimeno continuato i suoi lavori, inte-
ressandosi specialmente delle questioni
oftalmologiche e dell'educazione dei ciechi,
t Parigi, gennaio.
Jennaco dott. Raffaele, di a. 69, chirurgo di
grande valore, libero docente di anatomia
chirurgica nella Università di Napoli, e di-
rettore dell'ospedale dei bambini Lina Ra-
vaschieri. t Napoli, maggio.
Ignatieff conte Alexis, di a. 65, fu governa-
tore generale di Irkutsk e poi di Kiew,
membro del Consiglio dell'Impero, t Tver,
22 dicembre, assassinato da un rivoluzio-
nario.
Impallomeni Giov. Battista, prof, ordin. di
dii-itto e procedura penale nella Università
di Roma, t 7 marzo.
Intra G. B., n. Calvatone 1832, da oltre 30
anni prefetto dell" Accademia Virgiliana, già
pi-ofessore e preside liceale, autore di nu-
merose e pregevoli pubblicazioni di storia
e d'arte mantovana, t Mantova, 15 marzo.
Inviti Pietro, di a. 84, colonnello a riposo,
patriota esimio, combattè in quasi tutte le
campagne dell'Indipendenza, fece parte del
triumvirato che presiedette al comitato se-
greto bolognese della Società nazionale, de-
putato in più legislature, t Bologna, 26 ag.
Joachim Giuseppe, n. Kjtse (Ungheria) 1831,
celebre violinista, valente compositore, f
Berlino, 15 agosto.
Jona Giulio Amedeo, n. Trieste, 1868, regio
console generale d'Italia a Colonia, t Abano
(Padova), 18 giugno.
Isernia avv. Enrico, direttore della Gazzetta
di Benevento, consigliere comunale, scrisse
una storia della sua città, t Benevento, 11
febbraio.
Ivanoff-Sgambati, Maria figlia del valente pub-
blicista russo Michele Ivanoff e nuora del-
l'illustre maestro Giovanni Sgambati, t Ro-
ma, giugno.
Kader Waldemar, di a. 70, letterato, pubbli-
cista; i soggetti dei suoi romanzi e racconti
si svolgono quasi tutti in Italia; tradusse
in tedesco i Promessi Sposi, f Berlino, luglio.
Kernot ing. Arturo, di a. 30. t 3 marzo, vit-
tima insieme ali" ing. Eugenio D'Ovidio in
una ascensione del monte Sant'Angelo pres-
so Sorrento.
Kind ing. Adolfo, n. Sils (Engadina), di a. 59,
proprietario di una fabbrica di sapone in
Torino, fondatore e direttore dello Sky
Club di Torino, t sul ghiacciaio di Tschier-
wa ^Svizzera), vittima di una disgrazia al-
pina sul Pizzo Bianco, 8 agosto.
Kirchhof Alfredo, n. Erfurt 1838, geografo il-
lustre, prof, dal 1873 al 1904 alla Univ. di
Halle, t 8 febbraio.
CONTRO TOSSI E
CAT/IRRr USATE
S€MPRC
PANERAJ
P/a STIGLI E,
eESTRATTO-ò'c
- 7()7 -
.• o. di n. SO l.t»( rn'o pol«»«iN>,
. «Mt» per Ih «m'uh iUlla I'oKimh.
arguti su Ki-;;(>ii*.eiiti di storia
I. tu direttore d »•!« atlArl poltticl,
ti tilt Aro austro-utiffarloo. t Cracovia,
,|>e, di a. 79, oriUco dramma-
>, dal 1883 direttore del famoso
. lurn.ilo (li erudizione Xot«t and Queriet.
t Londra, 23 giugno.
,> ,-.v-ivv i^ncomo, n. Bucarest 1841, gene-
o romeno degli esteri, f Parigi,
*' *• ^ron. medico a riposo e già
Milita militare, prose parte
• GÌ e 66. t Cagliari, gemi.
. .11170 Aiolfo. di a. 68. pittore ed incisore
celebre, t Milly (Francia) ottobre.
ii. i>uH. J^Ai-PONl.
Lamberti mons. Carlo, n. 1833, patrizio barese,
provicarlo generale dell' archidiocesl di Ba-
ri, t Bari, marzo.
Larapertico Angelina, di a. 50, figlia dell'eco-
nomista e senatore Fedele Lampertico, la-
sciò un volume di pregevoli scritti, fra coi
uno su Giacomo Zanella, di cui fa allieva
prediletta, t Thiene, ottobre.
Lam^dorf. n. 1S45. già ministro dr»gH riferì
in Uiis»la dal 1900 al 1V>0«. f San Kemo,
19 marr.o.
Lana Pietro, di a. 80. da 50 anni amraliiistr >
tore del teatro Tosi Borghi, antico cosj-
ratore. t Fernira, novembre.
Lanfranchl Vincenzo, di a. 82, intimo ami
e successore di Tomaso VallaurI nella c:r
tedra di letteratura latina nelfUnlversi: i
di Torino, l;iscia opere progevolisslrae. t T'
rlno, gennaio.
Lanino Ing. Giuseppe, n. Torino 183?, già d -
rettore del trasporti presso la Società del •
Ferrovie Meridionali, uomo di altissin i
competenza in fatto di costruzioni ferr^
viarie; ebbe parie in tutto le opere p: .
importanti costruite da quella Società, nui
dovè la sua fama specialmente alla galle-
ria di Ariano, condotta a fine attraverso
diCBcoltà che allora parevano insuperabili,
t Bardoneccbia, 8 agosto.
Lanz Alfredo, di a. 51), Insigne scultore sviz-
zero, residente a Parigi, t Berna, maggio.
Lanzanl dott Francesco, regio provveditore
agli studi a riposo, t Como, 28 agosto.
Lapponi dott. Giuseppe archiatra pontifici
lascia opere pregevoli, tra queste Ipn<>tt
sturi, SpiritistHO, studio medico pratico, t Ro-
ma, 8 dicembre.
L:ischi Eugenio, veronese, capo della cessata
impresa che aveva assunta la costruzione
dei niuraglioni lungo l'Adige, opeiadalui
condotta meritevolmente a termine, t Mi-
lano, 20 marzo.
Launitz (Von der), generale, prefetto di po-
lizia di Pietroburgo, t 3 gennaio, ucciso da
Xìu rivoluzionario.
Lavarello Vittorio Emanuele, capitano ma-
rittimo, uno dei più provetti e stimati co-
mandanti della Veloce, t Becco (Genova),
giujjno.
Lavista Giuseppe, di a. 67, maggior generalo
a riposo, veterano delle campagne del 60
61 e 66. t Torino, novembre.
Lazzarini avv. Alfonso, n. Pollenza, già d'
putato di Macerata per due legislature, g
sindaco e presidente del Consiglio Proviii-
ciale e presidente del Consiglio dell'or-
dine degli avvocati, t Macerata, gennaio.
Lcary John, di a. 77. nno degli ultimi fe-
niani che crearono il movimento rivolu-
zionario irlandese, f Dublino, 17 marzo.
Leiningen-Westerburg (Graf zu), Karl Enrich,
di a. 50, studioso di storia e di aralditM,
possessore della più grande raccolta di ex-
libns, lasciata da lui al Museo germanioo
di Norimberga, t Monaco di Baviera, 28 sctt,
Lemoniiier Alfonso, n. Parigi 1842, direttore di
teatri, autore drammatico fecondo, t Bru-
selles. agosto.
Lenzi Alceste, preside del Liceo ginnasio Vin-
cenzo Monti di Cesena, t Cesena, novembre.
Leon Leonie, fu per dieci anni l'amica f >-
dele di Gambetta, t Parigi, 17 novembre.
Leone notaro Camillo, di Vercelli, di a. 77,
archeologo e numismatico, aveva formato
LaYorazione speciale In CAPPELLI e BERRETTI per Filarmoniche
FORNITORE DEL MUNICIPIO
A. LAFIM - FIRENZE, Via del Giglio, 9.
-^ INVIO FIGURINI GRATIS E^
- 708 -
nn flòcco museo di stofla e offe cittadina,
lasciato all'Istituto di belle ai-fci di Ven-elli
Insieme al suo patrimonio di oltre mezzo
milione, t Vercelli, 24 gennaio.
Leone Federico, da oltre un ventennio pre-
sidente della Camera di commercio di Ca-
tanzaro e capo d'una vasta azienda far-
maceutica, t Catanzaro, marzo.
Leonino barone Carlo, colto gentiluomo, pre-
sidente della Società Varesina per le coi-se
dei cavalli, membro di direzione della So-
cietà Lombarda dalla fondazione, fu com-
proprietario nella scuderia Sir Jìholand,
oltre che nell'allevamento di Castellazzo
di libo, t Varese, 9 settembre.
Letizia, maestro elementare che durante il
ministero Nasi ebbe grande notorietà per
le vivaci polemiche, a cui diedero origine
le persecuzioni da lui sofferte, t Aversa
(Caserta), 30 marzo.
Levis Ada, lascia dieci milioni sui 28 che
costituivano la sua fortuna, in legati di
beneficenza, t Londra, novembre.
Liberti avv, G. B., giureconsulto dotto ed
eloquente, t Sampierdarena, marzo.
Lironcurti Adriano, di a. 75, autore di pre-
gevoli pubblicazioni in materia ferroviaria
e già direttore capo di ragioneria al Mini-
stero delle finanze, t Roma, gennaio.
Liscio Nicoletta, di a. 100. t Bari. 2t marzo.
Lodi Paolo Giuseppe, di a. 72, colonnello a
ripo.so, combattè a Custoza nel 1866 ed alla
presa di Roma, fu comandante nel distretto
di Mondovi. t Torrazza Coste (Pavia), 14
gennaio.
Longoni dott. Cristoforo, di a. 48, sottopre-
fetto a Chiari, ora commissario prefettizio
al Municipio di Mantova, t Mantova, 21
gennaio.
Lorenzini Augusto, n. Roma 1826, senatore
del Regno, combattè nel 1848 e 49 per la
repubblica romana, fu condannato dal Go-
verno pontificio a "20 anni di carcere duro
e ottenne dopo tre anni la commutazione
nell'esilio perpetuo, combattè a Mentana nel
1867 e rientrò a Roma nel 1870, fu depu-
tato di Roma, Perugia e Spoleto, t Roma,
13 agosto.
Levati prof. Daniele, operosissimo industriale
neir ebanisteria, t Milano, 21 gennaio.
Lucco Luigi, di a. 73, mag;,'iore di fanteria
a riposo, superstite della guerra di Crimea
e delle campagne nazion. t Torino, maggio.
Luchetti Giuseppe, rinomato .scultore peru-
gino, autore del mausoleo à papa Inno-
cenzo III a San Giovanni in Laterano a
Roma, e di altri pregiati monumenti, t Na-
poli, marzo.
Lugo Orazio, di a. 78, dottore in medicina
ed in scienze fi-;iche, cugino di Cavour,
combattè sotto Garibaldi, poi in America
sotto Grant, fu per qualche tempo perito
chimico per conto del Governo degli Stati
Uniti, t Londra, 6 agosto.
Lurà Agostino Vincenzo, di Bergamo, super-
stite dei Mille, t Cenate di Sotto (Bergamo),
dicembre.
Luxardo Demetrio, noto Industriale, capo
della nota casa produttrice di rosolio ma-
raschino, fu buon patriota italiano assai
benefico, t Zara (Dalmaziai, dicembre.
Luzzati avv. Ippolito, più volte deputato al
Parlamento, lascia pregevolilavori d'afgTó*
mento giuridico, f Moncalvo, 5 settembre.
M
Macchi Luigi, n. Viterbo 1832, cardinale dal
1889 del tit. di S. Maria in via Lata, Primo
Diacono, segretario dei Brevi di S. S. f Ro-
ma, 29 marzo, per sincope cardiaca.
Maestri Vincenzo, di a. 74, presidente del-
l'Accademia di Belle Arti e direttore dtl
Museo civico di Modena, t Fontana di Ru-
biera, settembre.
Maglione Giovanni, uno dei più noti e ac-
creditati ragionieri d'Italia, professore di
contabilità all'Università Commerciale, già
consigliere comunale e coudirettore del-
l'Istituto Maglione e Rossi, t Monza, 15
novembre.
Malocchi Ernesto, di a. 47, capo dei socialisti
di Voghera e direttore del periodico socia-
lista: L'uomo che ride, t Voghera, 14 mag-
gio, suicida.
Malagrida Giov. Battista, di a. 84, ardente
patriota, combattè nel 1848 e seguì Gari-
baldi in tutte le campagne dal 1859 in poi.
t Como, giugno.
Ras MangasciÌ
(Fot. A. Croce).
Malot Ettore, n. La Bouille 18'?0, noto roman-
ziere: il suo capolavoro è il celebre Sans
famille (1878). t Fontenay-sous-Bois, luglio.
Malvano avv. Gustavo, di Torino, distinto di-
lettante di musica, compositore, t Magenta,
1 settembre, vittima di un disastro auto»
mobilistico.
- 709 -
i;nrolli Tooiloro, nnrt del più otnlncntl pub-
Mc-Ktt ti'dt'^f^l. rt'In't'To lottcnirlo della
' t liiK» lo.
tari, di A. 83,
. I rso parte •
U iiuiipoiiaonzadal 1848
.' gennaio.
— -..», n. Desenzano sul Lago
■ i<) della stHMipa milanese; fu
latori del Sole; aveva couibat-
1 V. rnnea 0 con Garibaldi uel 1866.
■ no. 3 gennaio,
i iHa<), n. 1861, figlio del Negus
l>be il comando del TU* rè fino
.1 di Adua, dopo la quale fu
. londotto allo Scioa da Menelik
.:.\to sopra un'.imba per sospetto di
.i<nto. t Ancobcr, 14 novembre.
:,..... ,,,.o.ì Bi'Hinc.asa (lapponi marchese Luigi,
ai a. 55, appassionato musicista, colto gen-
tiluomo, pubblicò qualche libro e collaborò
a iliversl giornali, ottenne in giovinezza
siK>'essl corno commediografo, t Firenze,
1 un'Ilo.
Mante^na Benedetto, principe di Qangl, di
a. 64, giù asseNsore comunale e consigliere
provinciale di Talermo. t Palermo, aprile.
' latica avv. Giuseppe, n. Reggio di Cala-
Sria 1S65, da due legislature deputato di
Oittanova, professore di lingua italiana e
stilistica presso l' Istituto superiore fem-
minile di magistero a Roma, t Ariccia
(Roma), 24 giugno.
Manzoni march. Luigi Costantino, n. luglio
1839, già consigliere comunale e ammini-
stratore di varie Opei*e pie. t Padova, gen-
naio.
Manzoni-Borghesi conte Bartolomeo, figlio
dell'illustre bibliografo conte Giacomo Man-
zoni di Lugo, già ministro della Repubblica
romana del 1849, erede di tutto il patri-
monio del noto archeologo e numismatico
Bartolomeo Borghesi, di cui aggiunse il
cognome al proprio, t Serravalle (Repub-
blica di San Marino), gennaio.
Maranl Alessandro, di a. 79, maggiore me-
dico a riposo, veterano delle campagne na-
zionali dal 48 alla presa di Roma, f Modena,
giugno.
Marasini nob. Amalia, di a. 40, distinta pit-
trice, t Brescia, maggio.
Marchetti Melyna di Caprigllo conte Gaetano
Ferdinando, n. Buttigliera d'Asti 1S35, te-
nente generale nella riserva, superstite del-
la guerra del 59 e del 6G. t Tonno, maggio.
Marchi Alberto, di a. 44, tipografo apprez-
zato, ebbe dall'editore Zanichelli di Bolo-
gna l'incarico di stampare alcune opere &i
Pascoli, che riuscirono belle ed ammirate,
t Lucca, luglio.
Marciano Beniamino, antico patriota napole-
t.ino, vesti da giovane l'abito talare, che
poi abbandonò per I suol sentimenti libe-
rali, ma da un anno si era convertito ed
aveva nuovamente indossato kH abiti sa-
cerdotali, fu con Garibaldi al Volturno, di-
resse l' TtuìipfttUn'» fondato nel 18C5 da
Do Shiu'IIh, copri in patria molte Impor-
tanti cariche pubbliche, t Napoli, 9 genn.
Mari Adriano, consigliere di Cassazione, c<>l
grado di primo presidente di Corte d'Ap-
pello a riposo, t Roma, 31 gennaio.
Maria di IJruuswick-LuiK'biirg, ex Regina del-
l'Amiover. n. 14 apr. 1818, naia piincipess i
di Sassonia Oldenburgo, ved. del re Gioì
gli) V. t Gmunilen, 9 gennaio.
Marietti Giuseppe, di a. 80, già proprietario
di tipografia, lascia 120 mila corone alla
Congregazione di carità di Trento perchè
vengano erogate In soccorso a vecchi ti-
pografi del Trentino inabili al lavoro e in
miseria, t Trento, gennaio.
Marlotti Pietro, già uno del più alti impie-
gati della Casa Reale. \ Roma, gennaio.
Mariutto Luigi, venerando filantropo, consi-
gliere comunale di Mirano, lascia tre mi-
lioni per l'erezione di un Pellagrosario a
Mirano, t Mirano, 19 giugno.
Marsetti dott. Carlo, di a. 84, patriota, amico
del conte Paolo Taverna, lo coadiuvò nel-
r opera benefica a prò dell'Istituto dei sor-
domuti poveri di campagna In Milano, ne
fu per oltre cinquant'anni membro della
sua commissione direttiva, t Borgovico
(Como) 24 ottobre.
Martinelli Ing. Gaetano, di a. 75 valente pro-
fessionista, presidente del collegio degli
ingegneri, t Mantova, ottobre.
Martinelli Luigi, veterano delle patrie bat-
taglie fece le campagne del 1860, 1866, In
cui venne ferito, e del 1867 in cui riportò
pure una ferita, t Gazzada presso Varese,
15 luglio.
Martinez Enrico, consigliere della Società di
Assicurazioni generali di Venezia, sindaco
di Messina, t Milano, 26 aprile, per paralisi
cardiaca.
Martini conte ing. Archimede, trentino, di
a. 60, podestà di Riva di Trento, nato di
famiglia di patriotti, aveva combattuto lo
battaglie dell'indipendenza, fu uno dei fon-
datori della Società degli Alpinisti Triden-
tini, t San Remo, 8 gennaio.
Marzorati ing. Alfredo, di a. 72, contribuì coi
suoi disegni e la sua direzione all'impianto
di varie linee ferroviarie della Toscana, t
Firenze, gennaio.
Mascari ing. Antonino, astronomo aggiunto
nell'Osservatorio astrofisico ed etneo di Ca-
tania, t 18 ottobre.
Maselli Cesare Augusto, di a. 42, noto pittore,
t Marcete presso Lugano, 12 gennaio.
Massarenti Carlo, di a. 93, illustre professore
di ostetricia nella R. Università di Bologna,
t Bologna, aprile.
Massimo don Emilio, duca di Rignano, n. 1835.
t Roma, 16 maggio.
Matteucci Paolo, n. San Ginesio 1821. presi-
dente onorario della Corte d'appello, fu
governatore di Fara Sabina durante la re-
pubblica romana nel 1849. t Aik-ou-i, feb-
braio.
Il latte di vacca è un alimento pieno di pericoli pel piccoli infanti ! è una continua
minaccia d'indigestione e d'infezioni. Alimento perfetto per potere nutritivo, per
digeribilità, per gusto, perchè puro da ogni infezione è la Farina Lattea Italiana
Paganini Villani & C. ( Vedi aoo'uio su cat-toncino colomUt).
n
— 710 —
Mazziotti barone Domunioo, di a. 71, vice-
presidente della Società Bediici Itali» e
Casa SavQla, capitano di fanteria in riposo.
•f Roma, dicembre.
Medana Angusto, n. Damasco 1857, già con-
sole d'Italia, a Tripoli di Barberia, ora
nominato ministro d' Italia a Teheran, t
Malta, 3 marzo, in viaggio per recarsi alla
sua nuova sede.
Medini Antonio, n. Ferrara, di a. 72, ufficiale
garibaldino, superstite delle campagne del
60 e del 66. t Milano, settembre.
Meillard Lirigi, attore caratterista, uno dei
migliori elementi della compagnia d'ope-
rette diretta da Aristide Gargano, t Geno-
va, 27 febbraio.
Mei Isidoro, deputato di Vittorio Veneto
divlla 16» legislatura, t Roma, 8 dicembre.
Menabrea don Alessandro, di Valtournanche,
di a. 83, già parroco di Courmayeur, pa-
rente del generale e senatore Menabrea.
t Seint-Pierre d'Aosta, agosto.
Menabrea (Marchesa), vedova del generale
Menabrea che fu ministro più volte e am-
basciatore d'Italia a Parigi, f Chambéry,
26 settembre.
Menafoglio march. Pao'o, n. Modena 1846,
senatore del Regno dal 1905, già deputato
della sua città nelle legisl. 19», 20» e 21», già
sindaco di Modena, t Genova, 1° giugno.
Mendelejeff Demetrio Ivanovic, n. Tobolsk
1834, clinico illustre, professore dal 1866
alla Università di Pietroburgo, il suo nome
è famoso per la legge della periodicità de-
gli elementi, con la quale potè divinare la
esistenza di diversi corpi semplici scoperti
assai più tardi, t Pietroburgo, 2 febbraio.
Menghini Luigi, di a. 59, geniale pubblicista,
ex garibaldino, t Milano, 6 giugno.
Montasti avv. Carlo, n. Milano 1829, presi-
dente onorario di Corte d'Appello, t Do-
gana Fiorentina, 29 agosto.
Meraviglia Mantegazza nob. Sante, di a. 79,
ingegnere apprezzato in materia ferrovia-
ria, divenne direttore del Servizio mante-
nimento e lavori delle Strade ferrate del
Mediterianeo. t Milano, 11 maggio.
Mereu Luciano, n. Nizza 1842, colonnello ga-
ribaldino, partecipò alla spedizione del co-
lonnello Nullo in difesa della Polonia, e
alla guerra di Grecia, da qualche anno cu-
stode dell'Ossario di Mentana, f Roma, 2
aprile.
Merzlyat conte Luigi, di a. 80, tenente ge-
nerale a riposo, veterano delle patrie bat-
taglie, fu capogabinetto del generale Fanti,
t Genova, 9 gennaio.
Meyer Giulio, di a. 78, colonnello comandante
la gendarmeria del Canton Friburgo, com-
battè a Castelfidardo contro i fratelli Cai-
roli e il 20 settembre a Porta San Giovanni,
t Friburgo (Svizzera), agosto.
Mozzetti A. N., negoziante di musica. Inven-
tore dell'ocarina, t Londra, febbraio.
MiccinelllconfePio. di a. 33, patrizio romano,
guardia nobile di S. S., e segretario del-
l' Istituto Araldico Romano, t Roma, 11 di-
cembre.
Miceli avv. Luigi, n. Longobardi (Cosenza)
1825, senatore dal 1898, benemerito pa-
triota, fu dei Mille, deputato per Paola e
Luigi Miceli.
altri collegi di Calabria da'la Legislatura
VIII» in avanti, fu per due volte Ministro
dell'Agricoltura, t Roma, 30 dicembre.
Michela Mario, di a. 50, presidente della So-
cietà italiana per la fabbricazione dei pro-
dotti azotati e della Società italiana di
elettrochimica, fece due volte il giro del
mondo, in una accompagnò il principe
Luigi Napoleone, t Roma, 10 ottobre.
Micheli conte ing. Pietro, di a. 47, fondò in
Genova la Sm Giorgio, Società per auto-
mobili, t Genova, 2 aprile.
Michelini Policarpo, conte di San Martino e
Rivalta, assessore comunale e già consi-
gliere e deputato provinciale di Fossano.
t Ivrea, 17 novembre.
Migliavacca Aristide, di a. 58, rappresentante
generale per l'Italia del Lanifìcio Rossi. |
Milano, 3 gennaio.
Milesi Guglielmo, di a. 74, veterano delle
campagne garibaldine, in cui rimase più
volte ferito, già capitano dello squadrone
Guide di Garibaldi, uno dei primi alla ca-
rica che nella battaglia di Digione fruttò
il possesso d'una bandiera prussiana, t Mi-
lano, settembre.
Milesi Pietro, di a. 55, noto armatore, uno
dei primi insignito della croce di Cavaliere
del lavoro, t Genova, novembre,
Milon di Verraillon Alfredo, n. 1844, maggior
generale nella riserva, reduce dalla cam-
pagna del 1866. t Roma, 4 gennaio.
Milone Luigi, oriundo piemontese, uno dei
più avveduti impresari teatrali dell'Ame-
rica (LA Sud. t Rio Janeiro, giugno.
LflÌPfllME.1kfP»lO
fVMfVflTE-
(^1
PESIai
711
Mi' -.ttl Giuseppa», dlreltor» d«>lli» Boclctà
: i ><uur»rlonl • ItiUia. , t Qcnov», 6 gen-
M ^ ilohl Er«Jtr.o eonto Marco, n. Verona
i-i4 ilopuiato al rarlamcnto. f Verona,
•■•"■>T(«.
yi Anfrelo, consigliere provinciale.
■}'ì fohbrnio.
Jdrii "' '■ * .'lice del Rior-
r.i .Dllnhoratrico
i- : - ,o, Fiorentina,
! : fiale lit'lle donn« e nel
del volume In qua » in
. : Firenze, ottobre.
Mini cìiu.>ep|>e, n. Imola, senatore del Regno
dal 189S, tenente generale già comandante
la divisione e il Corpo d'armata di Bolo-
gna, e ministro della guerra: aveva fatto
eon Garibaldi le campagne del '69, copren-
' ■ ■ ria al Volturno nell* episodio di
ne dove combattè a fianco del-
1 nzettl; fu commissario militare
in Sicilia nelle agitazioni del 1893-94. t Bo-
logna, 5 settembre.
Mooenni nob. Stanislao, n. Siena 1837, tenente
generale nella riserva, combattè nel 1859,
in due campagne contro il brigantaggio
e nel 1866, fu colonnello comandante nel
collegio militare di Firenze, deputato del
collegio di Siena per nove legislature, fu
ministro della guerra durante.il Ministero
Crispi. t Siena, 9 agosto.
Mochi Luigi, ex-sindaco di Pescia e presi-
dente dt Ila tramvia Lucca- Pescia-Monsum-
mano. t Pescia, ottobre.
Modestoff conte Basilio, di a. 68, illustre pub-
blicista russo, già professore di filologia
classica, e di letteratura latina nelle Univer-
sità di Pietroburgo, Kiew, Kazun e Odessa,
t Roma, marzo.
Mohrenheim (De) barone Arturo, di a. 82, già
ambasciatore russo a Copenhagen ed a
Londra, indi a Parigi durante le presidenze
di Carnot e di Faure. t Pau (Bassi Pire-
nei), ottobre.
Moissan Enrico, di a. 65, celebre chimico fran-
cese, vincitore del premfo Nobel per la
chimica nel 1906, inventore del forno elet-
trico, t Parigi, 20 febbraio.
Molinari Carlo, di a. 53, giù comproprietario
dell'Albergo Italia in Londra, t Bèe (No-
vara), 25 agosto.
Moli (De) barone Enrico, di a. 36, appassio-
nato e valente agricoltore, copri importanti
cariche in vari istituti agrari del Ke;?giano,
e del Mantovano, t Mantova, 12 febbraio.
Molossi Filiberto, cron.sta della Gazzetta di
Parma, da oltre 20 anni, fratello del diret-
tore del giornale, t Parma, 19 agosto, uc-
ciso per disgrazia in un conflitto fra ca-
rabinieri e malviventi.
Monaco conte Giovan Battista, di a. 76, fu
l'unico friulano reduce del 1848 fregiato
della medaglia dei reduci, lasciò erede del
suo palazzo e dei suoi beni la Lej/a Nazio-
naì*, \ \r\
ItallH) > >.
t Cni..
Monioi'lli avv. l'i«tro, d» a. GÌ, MtnUacu di
Fabriano, t Fabriano, maggio.
Monsabré, di a. 80, padre domenicano, cele-
berrimo predicatore, allievo e successore
di Lacordairo sul pulpito di Nótre-Dame a
Parigi, t Parigi, 23 febbraio.
Montereale Mantica conto Giacomo, di a. 73,
già sindaco di Pordenone, combattè nel 66.
t Varese, dicembre.
Montesi Giuseppe, di a. 72, capitano di va-
scello a riposo, fece le campagne di Crimea,
Gaeta, Ancona, Lissa. t Genova, dicembre.
Monticelli Franco, già deputato del primo
collegio di Lecce, poi di quello di Brindisi
durante la 17» e 18* legislatura, f Napoli,
agosto.
Mora Giovanni, consigliere delegato della So-
cietà F.'»' Mora, presidente della Società di
ginnastica e della Società " Giovane Oro-
bia. „ t Bergamo, aprile.
Moraschini rag. Eugenio, di a. 26, fortissimo
alpinista, t 12 luglio, vittima in un ascen-
sione sulla Meije.
Mori Ubaldini degli Alberti conte Alberto,
di a. 41, console italiano a Johannesburg
(Transvaal). t Johannesburg, novembre.
Moro Giovanni, di a. 76, ufficiale superstite
della marina del Governo provvisorio del
48 e 49 e della battaglia di Lissa, fratello
di Domenico Moro, fuc lato dai Borboni coi
fratelli Bandiera a Cosenza nel 1842. t Ve-
nezia, gennaio.
Morosiui Venier contessa Maria, di a. 83. t Ve-
nezia, 16 dicembre.
Morozzo della Rocca contessa Natalia, vedova
del conte Manfredo Francesetti d' Haute-
court e di Malgrà, di a. 55, donna di alti
sensi e profonda coltura, dedicò la sua vita
all'elevamento intellettuale della donna,
t Roma, 7 aprile.
Mosca ing. Carlo, di a. 57, ispettore princi-
pale delle Ferrovie di Stato, f Torino, di-
cembre.
Mosetig Alberto, n. Trieste 1838, celebre pro-
fessore di chirurgia nell'Univer. di Vienna,
partecipò come chirurgo militare all'asse-
dio di Parigi nel 1870 all'occupazione della
Bosnia e alla guerra serbo-bulgara, t Vienna,
26 aprile.
Mottola (Di) marchese Vito Nunziante, di
a. 40, presidente del Lawntennis Club di
Napoli, t Caianello, presso Napoli, 20 giugno,
vittima in un grave disastro automobili-
stico.
Mussila Isacco, n. Gandino, di a. 77, presi-
dente di Sezione di Cassazione a riposo,
t Oslo Sotto (Bergamo), 23 giugno.
Musso avv. Domenico, di a, 88, uno degli
ultimi superstiti del Parlamento subalpino,
di cui fece parte rappresentando il collegio
d'Albenga durante la quinta legislatura,
1853-57. t Coruigliano Liguie, gennaio.
OPUSCOLI E
SCHIARinENTI
STdBC.ilRN ALD1-VÌAB.VITRUVI0 d^niLANO
712 —
BTiizalTer-eJ-Dln, n. 25 marzo 18ó3, scià di
Persia dal maggio IS^B. t Teheran, 9 genn.
Nessi Carlo, di a. 85, stimato Industriale ini
seta, t Como, ottobre.
Nievo Carlo, di a. 71, tenente generale a ^
riposo, fratello del defunto poeta Ippolito •
Nievo. t CoUoredo di Monte Albano (Udinej <
17 agosto.
Nigra conte Costantino, n. Villa Castelnuovo •
presso Torino 11 giugno 1828, senatore del l
Ilegno, Collare dell'Annunx.iata, creato con- ■
te nel 1885; fu segretario fidatissimo e pre-
diletto di Cavour, che dopo averlo ado-
perato con successo in molte missioni di '■
grande delicatezza lo mandò nel 1858 come
rappresentante del Piemonte poi dell'Italia
a Parigi, dove rimase tino al 1876, pren-
dendo parte importante in tutti i grandi
avvenimenti politici, e rendendo indimen-
ticabili servigi al paese; passò quindi am-
bar.ciaiore a Londra poi per breve tempo
a Pietroburgo e lìnn^monte a Vienna, dove
MUZAFFEB-ED-DlN.
Muzii avv. Augusto, di a. 75, era stato sindaco
di Teramo, presidente della Deputazione
Provinciale e presidente della Congrez. di
Carità, t Teramo, 23 gennaio.
N
Napodano avv. Luigi, professore pareggiato
di procedura civile all'Università di Napoli,
sopraintendente del regio ospizio di San
Gennaro extra-moenia. t Napoli, 8 ottobre.
Napolioni dott. Flaminio, di a. 64, consigliere
comunale e provinciale di Camerino, e pre-
side.ite della Società anonima per ferrovie
e imprese elettriche, t Pieve Bovigliana
(Macerata), aprile.
Naselli Feo conte avv. Ernesto, di a. 38, so-
stituto procuratore del Re presso il tribu-
nale di San Remo, t Savona, ottobre.
Nava Germano, tenente generale a riposo,
fece le campagne del 59 e del 66. t Como,
21 giugno.
Navir, di a. 84, celebre cantante francese
sotto lo pseudonimo di Medori, aveva stu-
diato nel Conservatorio di Napoli, t Bru-
xelles, 3 novembre.
Nebuloni Emanuel Vittorina, distinta arti-
sta drammatica, vedova del grande attore
drammatico Giovanni Emanuel, t Milano,
30 gennaio.
Negri Candido Alessandro, n. Cuorgnè 1830,
console generale d'Italia a Costantinopoli,
a Fiume, a Parigi, a Buenos Aires e collo-
cato a riposo col titolo di ministro pleni-
potenziario: era stato segretario di Dome-
nico Farini. t Torino, 9 dicembre.
Nerucci prof. Gherardo, di a, 78, superstite
del battaglione universitario a Curtatone
e Montanara, scrittore apprezzato di cose
storiche e letterarie, t Montale Agliana, di'
cembro.
Costantino Nigea.
chiuse la sua carriera nel 1904; coltivò an- •
che gli studi, fu iwpeta e studioso di storia v
letteraria e dei canti popolari del Piemonte. .
t Rapallo, 30 giugno.
Nigra Luigi Giuseppe, n. Bairo presso Ivrea
1837, maggior generale nella riserva, già
comandante del distretto di Cremona, t To-
rino, aprile.
Nisio Girolamo, n. Molfetta 1827, insigne edu- ■
catore e patriota, fece parte del Consiglio
superiore della pubblica istruzione, regio
provveditore a Palermo, Catania, Verona,
Napoli, Roma, t Roma, 7 settembre.
Notari avv. Domenico, già sindaco di Reggio
Emilia, t Reggio Emilia, Luglio.
Nuvolari Gedeone, di a. 59, uomo di grande
operosità, in dieci anni di dimora in Sicilia
Tq niPil Hollo irOTID irOltinnca {Varld alU gambe, varicocele, emorroidi)
Ud UUld UCllG Velie VdUbUOC del Dott. Stefano Bolognese (Casella po-
stale 602, NAPOLI) bonifica e ricostituisce le pareti venose malate e tutto l'appa-
recchio circolatorio. — Sofferenti e predisposti ! Esso rappresenta la vostra, solvenza !
— Opuscolo illustrativo a richiesta. — Vademecum dei sofferenti e pi-edisposti
{Cause, cura, igiene). Voi. 100 pag. ili. li. 1.
- 713 -
ri. nmicnìari, rtl-do
ira. o (llrps^o i In-
Oddo LulfTl. n. Roggio Calabria 181S, cospi-
ratore e patriota, combattè a Paìormo nel
194». fece la campagna del 1^5^. f Sassari,
23 febbraio.
Odysse Barot Francesco, di a, 79, pubblici-
sta, già oollabor.itore In Importanti Kiornali
« già soj?retarlo di Qustuvo Flourons. t Pa-
rigi, febbraio.
Olcott H. S., colonnello dell'esercito norda-
mericano, presidente della So.o. Ti'osoflca,
fondata da luì insiemo alla famosa baro-
nessa n'ivatsky a New York nel 1875. t
\ ha inglese), 17 marzo.
C , di a. 70. già provveditore afjli
s ^ i reside del liceo Galilei di Fi-
renze, ellenista di valore, educatore valo-
roso, t Roviifo, 29 settembre.
Oliver! dott Giovanni Antonio, di a. 86, già
sindaco per lunghi anni di Sestri Levante,
t Sestrl Levante, ottobre.
Onesti avv. Giulio, regio prefetto a riposo e
da molti anni sindaco di Incisa Be'.bo. t
Incisa Belbo (.^^lessandria) novembre.
Osiris Daniele Ifla, di a. 82, banchiere, di mo-
destissima famiglia israelita si era creata
Tina enorme fortuna, era filantropo e me-
cenate delle arti, aveva fondato un premio
triennale di 100,000 franchi da conferirsi
dall'Istituto alla più importante scoperta,
e morendo Ijtsclò erede di gran parte della
sua fortuna (circa 46 milioni) l'istituto Pa-
steur, t Parigi. .3 febbraio.
Ottone Francesco, n. Gratz 1865. fratello del-
l'arciduca ereditario Francesco Ferdinando
d'Austria, ispettore generale di cavalleria,
t Vienna, 1 novembre.
Padilla Mariano, di a. 70, famoso baritono
spagnuolo, che si era dedicato al canto ita-
liano, t Parigi, novembre.
Padovani dott. Pietro, di a. 5:^, professore di
scienze naturali e veterinaria, lascia cospi-
cui legati alla beneficenza, t Faenza, set-
tembre.
Paganelli Carlo, capitano di fanteria, addetto
alll' ufficio storico del Corpo di Stato mag-
giore, t Roma, 12 aprile.
Paladini Cesare, generale in posizione ausi-
liaria, comandò la Scuola di Modena nel
1895. t Livorno. 20 maggio.
Palamidessi Ugo, di a. 45, colonnello coman-
dante il 6o fanteria di stanza a Chieti. t per
sincope in treno tra Broni e Stradella, 28
marzo.
Palazzi Trivelli conte Corrado, n. 1844, già
assessore comunale e da ultimo consigliere
nelle amministrazioni di Bibbiano e Castel-
;iovo di Sotto. 1 Reggio Emilia, gennaio.
Pallavicini Giulio, di a. 32, marchese di Priola
» Ceva, fluito del generale Pallavlfinl al'
tante di campo di Ito Umberto, diretto
amministrativo e consigliere (lole.fato del
tabliriea d'automobili Aquila italiana, t M
geiita, 1 settembre, vittima di una disgraz .
automobilistica.
Pallavicino marchese Rolando, rinomato nl-
Invator© di cavalli, t Ragazzola (Rooe.i-
bianoa), novembre.
Panizza Giacomo, n. Vicenza 1850, già depu-
tato di Vicenza per una sola legislatura,
poi pretore, t Torino, settembre.
Papazzoni ing. Ernesto, di a. 64, superstite
garibaldino del 1860 e 1806, ferito a Villa
Glori, mentre gli moriva a fianco p:iirico
Cairoli. ì Borgomanero (Novara), marzo.
Parigi avv. Andrea, di Sarnico, vecchio pa-
triota cui venne concessa la cittadinanza
milanese avendo combattuto nelle Cinque
giornate del marzo 1848. t Saruico (Ber-
gamo) febbraio.
Parodi mons. Domenico, n. Genova, 1844, già
ufficiale di marina, fino al grado di capitano
di corvetta, fu precettore del Duca di Ge-
nova; collocato a riposo si fece prete, fu
nominato Cameriere segreto di Sua San-
tità, fondò e diresse l'Eco d'Italia, giornale
cattolico, t Genova, 17 settembre.
Parolin Giovanni Battista, di a. 77, marito
alla signora Teresa Saito, sorella del Papa,
t Riese, 16 luglio.
Francesco Pabova.
Parona Francesco, n. Lodi 1842, fu chirurgo
primario per 35 anni nell'Ospedale mag-
giore di Novara, deputato al Parlamento
dalla 15» alla 18» legislatura, poi senatore
del Regno; coprì molte cariche cittadine e
provinciali e fu membro delle Accademie
RISCALDAMENTI MODERNI
SERANTONI <fe PONTIGLIONE
MIL.4XO-BOI.OC;XA
Vinlf» IWnnfnrfi» e Via S ^imnn«», T.
- 714 -
modiche di Bologna, di Roma e di Torino,
t Bucoioiie presso Gozzano, 10 agosto.
Passeri-Modi ing. Benedetto, di a. 70. già as-
sessore comunale di Pesaro, e presidente
del Consiglio d'amministrazione del liceo
musicale Rossini, t Pesaro, novembre.
Patella Nicola, noto libraio, t Barletta, 30
luglio.
Patini Teofilo, n. Castel di Sangro 1840, va-
lente pittore, t Napoli, 16 novembre.
Patron Giovanni, consigliere comunale e pro-
vinciale e già presidente del Consiglio pro-
vinciale, t Livorno, febbraio.
Paulow, generale, n, 1851, procuratore gene-
rale dei tribunali militari in Pietroburgo,
t 19 gennaio, assassinato da un rivoluzio-
nario.
Paulsen Adam F. W., n. Nyborg (Danimarca)
1833, direttore dell'Istituto meteorologico
di Copenaghen, uno dei più illustri meteo-
rologisti viventi, diresse due importanti
spedizioni nella Groenlandia e nella Islanda
per lo studio delle aurore boreali, t Cope-
naghen, 11 gennaio.
Pavesi Pietro, di a. 63, da circa 30 anni pro-
fessore ordinario di zoologia e preside della
facoltà di scienze fisiche e naturali nel-
r Università di Pavia, già commissai-io regio
e sindaco della città, lascia pregevoli pub-
blicazioni, t Asso, 1 settembre.
Pavesi ing. Urbano, dei Mille, combattè nel
1866 e 1867, fu intimo dei Cairoli, di Caval-
lotti e Majocchi, t Pavia, 27 aprile.
Pecori Adelaide, n, 1823, nota attrice, fu
prima donna nella compagnia Gustavo Mo-
dena, t Monaco (Principato), novembre.
Pedone Lauriel Luigi, di Palermo, di a. 70,
benemerito editore-libraio a Palermo, t Ma-
laspina (Palermo), 2 febbraio.
Pedrazzi avv. Giuseppe di a. 65, fu per vari
anni presidente della Deputazione provin-
ciale di Bologna, f Bologna, febbraio.
Pelizza Giuseppe, n. Volpedo (Alessandria)
1868, geniale pittore divisionista, seguace
di Segantini, venuto in fama per quadri
di soggetto sociale, t Volpedo, le giugno,
suicida per la morte della moglie.
Pelizzola Ernesto, di a. 67, colonnello di fan-
teria nella riserva, superstite del quadrato
di Villafranca, e della campagna d'Africa
del 1887. t Pavia, marzo.
Pellas Ernesto, di a. 66, già direttore della
Banca Nazionale a Savona, Livorno, Bologna,
Venezia, reduce garibaldino, t Genova, ot-
tobre.
Pellati ing. Nicola, n. Gamalero (Alessandria)
1835, dal 1852 capo del Corpo Reale delle
Miniere e direttore del servizio della Carta
geologica del Regno, t Roma, 19 giugno.
Pellati di Rovagnasco nob. Giulio Cesare, di
a. 49 di antichissima famiglia patrizia di
Alessandria, lascia erede universale l'Ospe-
dale di Castellazzo Bormida. t Milano,
luglio.
Pelloux Leone, n. La Roche Faucigny (Sa-
voia) 1837, senatore del Regno dal 1876,
tenente generale in posizione ausiliuria:
era molto competente in cose militari e si
era assai distinto nelle campagne del 60 e
61. t Torino, 30 luglio.
Peluso avv. Erminio, di a 72, sostituto pro-
curatore generale onorario di Cassazione,
già sostituto procuratore generale della
Corte d'Appello di Milano, combattè a Sol-
ferino e San Martino, e nelle guerre del 1860
e 1862. t Milano, 12 maggio.
Penaglia Elisabetta, n. Odifedi 9 febbraio 1804.
t Massa, 18 gennaio.
Pennacchio Alfonso, maggior generale addetto
al Comando generale dell'arma dei reali
carabinieri, fece la campagna del 66. t Ro-
ma, 26 gennaio.
Pennino Antonio, di a. 62, ex prefetto di
Aquila ed ex questore di Napoli, t Napoli,
15 dicembre.
Penzo Emilio di a. 60, presidente della Depu-
tazione provinciale di Venezia, già sindaco
di Chioggia e membro di altre cariche pub-
bliche, t Chioggia, 19 gennaio.
Casimib Peeier.
Perier Casimiro, n. Parigi 1847, ex presiden-
te della Repubblica francese, t Parigi, 11
marzo.
Perkin Guglielmo, di a. 69, chimico inglese,
famoso per avere scoperto nel 1855 il primo
dei colori di anilina, aveva fondato e diretto
fino al 1874 la grande fabbrica di colori di
anilina ad Hanow. f Sudbuny, 14 luglio.
Perricei Ignazio, n. Monopoli (Bari) 1834, uno
dei più squisiti pittori decoratori meri-
dionali, da circa trent' anni insegnante al-
l'Istituto di Belle Arti, t Napoli, 2 maggio.
Persichetti Carlo, n. 1846, a Colli di Frosinone,
colonnello medico nella riserva, già diret-
tore dell'ospedale militare di Ancona, t
Roma, luglio.
'JnaupeftìhUe contri te.
LflCiUML l^rPllld
f\Aii\Tn£.
1^1
PfcJTia
- 715
fi :1. presici, del Oonsl^-llo
i t Ì*rt'soia. 13 novpmUro.
ì' imMiK'o, di a. S4, prevosto
ìellA l><u»ilioa tW Chiavari e protonoUrio
:ip( liiitiioo. t Chiavari, fohbiaio.
" n LodovK'o, di a, S«. vlcepresJdonte
~>>olelàd«'Ila ferrovia Milano-Vl^'evano.
nr». novembre.
■ bidente del Consi^Mo del
:a. t Sofia, 11 marzo, vlt-
t:ltO.
.1 duit. Alessandro, di a. 91, Il decano
(.■dici romani, fu patriota ardente,
ittè nel 184y a Homa, prestò efficace
ANtiistenza pure in Roma nel 1867 durante
1 colèra, f Roma, marzo,
mcianl conte Adolfo, di a. 82, già ministro
«lolle armi e generalo pontificio, fu consl-
pHere comunale di Roma, e godeva per
di Leone Xlll il titolo di » Rap-
dell'ex esercito pontificio. «
J ottobre.
oiii;m tìiuseppe, n. 1838, maggior generale
nella riserva, veterano della guerra del
1866. Voghera, maggio.
Piccone Giuseppe, di a. 65 capitano della Na-
vigazione generale Italiana, compiè cento-
sette viaggi a Buenos Ayres, durante l'ul-
timo avvenne la catastrofe del Strio il 6
agosto 1906. t Genova, 21 aprile.
1 letnbonl Giuseppe, n. Venezia 1846, abile
td intelligente capocomico, t Bologna, 28
a^'osto.
PietiomarchI conte Antonio, già guardia no-
bile pontificia, collaboratore dell' /'a?/«,
buon dilettante compositore di musica, t
Roma, luglio.
1 :;^natelli Alfonso, di a. 82, dottore In medi-
cina e chirurgia, già presidente del Consi-
glio provinciale di Lecce e per quattro
legislature deputato del secondo collegio
di Lecce, t Grottaglie (Lecce), aprile.
Pisak von W'ellenau, di a. 83, gen. austriaco,
fece le campagne del 1859 e del 1866, si
distinse nel 1849 all'assedio del forte di
Slargherà e a Venezia, t Vienna, 8 marzo,
suicida.
Pinalli avv. Angelo, di a. 72, strenuo difen-
sore dell'italianità nel Trentino, t Rovereto,
novembre.
1 tauro Carmelo d'anni 25, maestro di mu-
gica, t Palermo, 18 luglio, ucciso, forse dalla
polizia, in una dimostrazione.
r i>vano ing. Carlo, di a. 58, direttore delle
costruzioni ferroviarie di Stato, t Roma,
3 giugno.
Pisani avv. Giuseppe, del baroni di Casta-
gneto, di a. 72, appartenne a quella schiera
di patrioti, che prepararono l'aggregazione
delle Calabrie al regno d'Italia, t Napoli,
luglio.
Piva Domenico, n. Rovigo 1826, generale In
pensione, uno dei Mille, combattè con Ga-
ribaldi nel Veneto nel 48 e 49, In Lom-
bardia e a Roma ove fu ferito, poi in nu-
m -rose altro campagne por l' Iixlipondcnza.
t Rovigo, 5 luglio.
Piva Vittorio, di a. 32, noto KÌorn.ill8ta, già
rodattoro del (ìuzzettino di Venf.zia, i\\x\i\\'
AkAV Aranti, poi diresse V Avanti della 1>
menila, figlio del precedente, t Perugia, a^-.
Pizzi avv. Plutarco, di Mantova, di a. 80, vec-
chio patriota, emigrato a Londra nel 1850,
vi rimase sino alla morto, intimo di Maz-
zini dlre.sse per molti anni 11 Comitato
Italiano di emigrazione, t Londra, febbraio.
Platanla Pietro, n. Catania 1828, noto maestro
di musica, lascia opere pregevoli, fu dal
1863 al 1887 direttore del Conservatorio di
Palermo, Indi di quello di San Pietro a
Majella. t Napoli, 26 aprile.
Po di Nerviano conte Pietro, n. 1848. colon-
nello del Carabinieri a riposo, veterano
della campagna del 1866. t Torino, 24 giugno.
Pobiedonoszoff Costantino Petrovlc, di a. 80,
per 25 anni procuratore superiore del Sauto
Sinodo, t Pietroburgo, marzo.
Pogiia Giuseppe, di a. 62, triestino, pittore
geniale, allievo dell'Accademia di belle arti
di Venezia, t Trieste aprile.
Polese Luigia, di a. 75, figlia di Antonietta
Robotti, una delle più note attrici del suo
tempo, attrice pur essa; vedova prima del
celebre attore Angelo Vestri, poi del dot-
tor Icilio Polese -Santarnecchl, fondatore
del giornale L'Arte Draiitmatica. t Milano,
27 settembre.
Polidorl padre Eugenio, di a. 55, della Com-
pagnia di Gesù, già direttore della Civiltà
Cattolica ed autore di buone opere sacre
quali 11 Corso di religione e la Nuova apo-
logia del Cristianesimo, t Roma, dicembre.
Pollastri don Giuseppe, di a. 79, canonico
della cattedrale di Modena e da 30 anni
direttore dell'Istituto dei sordomuti che
lascia erede del suo cospicuo patrimonio,
t Modena, marzo.
Pompeatl Francesco, già consigliere alla pre-
fettura di Padova, e già sottoprefetto di
Mondovì. t Padova, febbraio.
Ponsiglionl Antonio, senatore dal 1901, pro-
fessore della Università di Genova, t Ge-
nova, marzo.
Ponticelli Carlo, già sindaco di Grosseto, suo
paese nativo, poi di Slena. 1^ Slena, set-
tembre.
Postiglione Salvatore, di a. 45, valente pit-
tore, eletto giovanissimo direttore dell'Isti-
tuto di Belle Arti di Modena, t Napoli, 28
novembre.
Poubelle Eugenio, n. Caen 1831, già prefetto
In vari dipartimenti e dall' 83 al 96 pre-
fetto a Parigi, t Parigi, luglio.
Pozzi avv. Francesco, di a. 64, veterano delle
patrie battaglie, consigliere comunale e
amministratore di varie Opere pie di Cre-
mona, fondò e diresse per vari anni 11
giornaletto II popolano cremonese, collaborò
col senatore Pietro VacchelU a fondare la
Banca popolare, t Cremona, gluguo.
mm
HI
p
OPUSCOLI E
SCHIARinEini
ORATISI'
SUR r 4DN4Lbl.ViA R VironuiK 9-MItflNO
716 —
ro770 d.)tt. rnrico, n. Camlelo (Biella), capo
divisione al Ministero del Tesoro, capo
gabinetto del Sotto Segretario di Stato por
le Finanze, t Roma, 29 gennaio.
Tozzolo prof. Vincenzo, di a. 83, esimio mae-
stro di musica e orjjanista della cattedrale
di Vercelli, t Vercelli, dicembre.
Prandi avv. Renato, direttore della Real Casa
di Milano, t Milano, 21 gennaio.
Prati Eugenio, di a. 65, distinto pittore, t
Caldonazzo (Trento), 8 marzo.
Prato (A) barone Vincenzo, di a. 88, consi-
gliere aulico proprietario del Castello di
Segonzano, ove nel 1551 si tennero parec-
chie sedute preparatorie del Concilio di
Trento, t Trento, novembre.
Primicerio Ferdinando, n. Catanzaro 1854, co-
lonnello direttore territoriale del genio e
già capo-sezione al ministex-o della gueria,
fu a Casamicciola dopo il terremoto del
1883 e nel 1888 diresse la costruzione dei
forti Baldissera, Adigrat e Arkico in Africa,
t Genova, settembre.
Prochet Matteo, n. Luserna San Giovanni
(Torino) 1836, dott. in teologia, presidente
onorario del Comitato Valdese, fu per 35
anni presidente effettivo dell'Opera evan-
gelica valdese in Italia, t Roma, 16 feb-
braio.
Prosperi Luigi, detto " Chioccarono „ , antico
garibaldino, popolano noto per la sua fa-
cile vena poetica, t Carreggine, presso Luc-
ca, 16 febbraio.
Provenzale Virginio, n. 1843, maggior gene-
rale nella riserva, sindaco di Acqui, t Ao^iui,
1 dicembre.
Prudenzini avv. Paolo, di Breno, di a. 50,
colto ed ardito alpinista, presidente della
Pro Valle Camonica, illustratore sagace dei
monti della Val Camonica e specialmente
dei gruppi dell'Adamello e della Concarena,
t Breno (Valcamonica), gennaio.
Prudhomme SuUy, n. Parigi 16 marzo 1839,
ano dei più ispirati poeti francesi; esordì
nel 1865 con Les stances et pohnes, era del-
l'Accademia francese dal 1881, ebbe nel
1901 il premio Nobel per la poesia, che
egli destinò ai giovani poeti del suo paese;
scrisse anche d'estetica, t Chàtenay presso
Parigi, 7 settembre.
Pucci avv. Domenico, di a. 47, deputato del
terzo collegio di Firenze, consigliere co-
munale e provinciale, t Firenze, 16 marzo.
Pucci Guglielmo, di a. 84, vice ammiraglio a
riposo e senatore del regno, già aiutante
di campo di Re Umberto, t Roma, 28 gen-
naio.
Pucitta dott. Emilio, di a. 55, capitano vete-
rinario nella riserva e professore di clinica
medica chirurgica veterinaria nella Univer-
sità di Urbino, t Fossombrone, aprile.
Pugliese Antonio, n. Catanzaro 1836, il più
anziano dei consiglieri della Corte di Cas-
sazione di Roma, t Pago di Vallo del Lauro
(Avellino), settembre.
Puviani Amilcare, di a. 53, prof, di economia
politica e di scienza della finanza all'uni-
versità di Perugia, t San Felice sul Panaro
(Modena), 12 settembre.
Quadrio-Pei'anda nob. Enrico, n. 1826, colon-
nello di fanteria a riposo, aveva preso parte
a tutte le guerre dell'Indipendenza e alla
difesa di Roma nel 1849. t Ponte di Valtel-
lina, novembre.
Rabotti avv. Francesco, di a. 86, primo pre-
sidente di Corte d'appello a riposo, ter-
minò la carriera attiva come consigliei*e
alla Corte di cassazione di Torino, t Ca-
stelnuovo nei Monti, maggio.
Radaelli Luigi, n. 1826, maggior generale nella
riserva, reduce di Crimea, t Milano, no-
vembre.
Raggio conte Edilio, n. Genova 1840, depu-
tato di Novi Ligure dal 1874, tra i primi
finanzieri d' Italia, da modeste origini, la-
sciò una fortuna di oltre 40 milioni, fu
creato conte dopo l' Esposizione Colom-
biana di Genova del 1892 di cui era stato
il presidente, t Novi Ligure, 22 ottobre.
Ralli bar. Paolo, banchiere greco, milionario,
da 27 anni membro della Camera di Com-
mercio e direttore di Borsa a Trieste, la-
scia per testamento 100,000 corone per una
istituzione umanitaria, t Trieste, 9 magg.
Ramorino Gaetano, n. Cagliari 1820, colon-
nello commissario a riposo, t Torino, lugl.
Raoul le Boucher, di a. 24, fortissimo lotta-
tore, allievo favorito di Pons. t Nizza, 13
febbraio.
Rasetti Domiziano, di a. 26, scultore noto»
t Viggiù, novembre.
Raso Caterina vedova Merani, n. 1806. t Le-
vanto (Genova^ 13 febbraio.
Ratti Giuseppe, di a. 61, milionario italo-ame-
ricano, proprietario di tre grandi setifici in
Pennsylvania, vice presidente dell'ufficio di
collocamento per gli emigrati, apertosi da
poco a New York, t Rogeno (Erba), 25 ott.
Ravelli bar. Gabriele, già consigliere comu-
nale e deputato provinciale di Napoli, ve-
terano della campagna garibaldina dei Vo-
sgi. t Cicciano (Caserta', dicembre.
Ravina Giov. Enrico, n. Bordeaux 1818, illu-
stre pianista, a 8 anni figurava con onore
in un concerto a Bordeaux, a 17 anni pro-
fessore nel Conservatorio di Parigi, t Pa-
rigi, ottobre.
Rebora Bartolomeo, di a. 47, musicista ita-
liano, fu per qualche anno professore di
musica presso la Casa Reale italiana, t Pa-
rigi, 20 dicembre.
Régamey Felix, di a. 63, geniale pittore orien-
talista, già ispettore dell'insegnamento del
LflCRIMt M PiHo
fV^liVfTTE:
DI
PEltIS
- 717 -
illspfjno re'1* urnole di r«H^I. t Juan Ics-
';», di a. 81, putrirlo
>rcvoU op»re d'In-
.1. t Multfilo (Fogli),
ug. Antonio, n. Udine 1849, gìh Inpe-
^ oapo niuniflpAlo, ebbe parte note-
^K'ìtì in tutti priniporttntl lavori edllitt
compiuti nella sua ritta net 34 anni In cui
„,.. .,„ l'opera sua al Comune, t Udine, 23
. Maria, di a. 75, vedova del celebro
storu'o Teodoro Mommsen, figlia del noto
editore Karl Reimor di Lipsia, f Boriino,
mnrr.o.
r. y li i-niro. di a. 74, Industriale, già vlce-
]<■- .' t> della Camera di Commercio, fu
dc^iuiat' por tre legislature, padre del noto
alpinista (ìuido Rey l'Illustratore del Cer-
vino, t Torino, marzo.
Ribonl avv. Vasco, di a. 30, noto legale esper-
to e studioso, t Varese, 29 dicembre.
Riccardi («lei conti) nob. Roberto, n. Biella
1S37, prefetto a riposo, già consigliere de-
legato di pi ima classe a Venezia, t Torino,
3 giugno.
Rigato contessa Matilde, di a. 90, lascia 80
mila lire per la fondazione di un istituto
di beneticenza in Treviso, fondò e dotò un
asilo infantile a Venegazza, ove fu sepolta,
t Treviso, gennaio.
Righetti dott. Carlo, n. Milano 1830, roman-
ziere, commediografo, giornalista con lo
pseudonimo di Cletto Arrighi, fondò nel
1853 l' Uomo di Pietra, fondò pure, nel 1870,
Cletto Abrighi.
11 Teatro Milanese, pel quale scrisse molte
produzioni, come EL Barchett de Loffulora,
Un tnilanen in mar, eo ; fu anche deputato
per due legislatuie, ora viveva di qn mo-
desto impiego airArcbivio di Stato, t Mi-
liUiO, 3 novembre.
Rl»!blnl DcsMorfo, roto ln'ln«trl«1p. f digrioM»
8<'|)r.i 8trcsH, ngo.stu.
Rliinldl plot". IJartoloun'o. di a. 5«. rettore del
ronvitto nazionale Umberto I; avova fon*
dato e diretto alcune riviste scolasticbe.
t Torino, settembre.
Rinaldi prof. IMetro, di a. 82, fondatore delle
scuole serali operaie di Bari, t Bari, ott.
RlnonapoH Michele, di a. 89, professore di
matematica al collegio dell'Annunziatella e
all'Accademia navale militare e Insegnante
di geodesia e topografia nell'Università di
Napoli, lascia Importanti pubblicazioni
scleiitiliolie. t Napoli, settembre.
Ristori Adelaide, n. Cividale del Friuli 31 gen-
naio 182-2, da due modesti artisti, debuttò
giovanissima, a 18 anni era prima donna
assoluta nella R4?ale Compagnia Sarda, di-
venne rapldamcmte la prima attrice tragica
italiana, raccogliendo continui trionfi in Ita-
lia ed all'estero; nel 1850 sposò il marchese
Capranica del Grillo, nel 1883 si ritirò dalle
scene, t Roma, 9 ottobre.
Rizzi Antonio, di a. 72, veterano delle cam-
pagne del 1848-49, già aiutante di campo
del generale Medici in Sicilia e per molti
anni assessore comunale a Mestre, t Vene-
zia, novembre.
Robecchi Levino, di a. 72, uno del più vec-
chi librai di Milano, t Milano, 21 ottobre.
Roberti Ferruccio, colonnello del 28° reggi-
mento di fanteria, dotto ufficiale, già capo
dello stato maggiore alla divisione di Mi-
lano, t Genova, luglio.
Roesler Franz Ettore, pittore e paesista di
valentia non comune, notissimo noli' am-
biente artistico romano, t Roma, marzo.
Rognoni avv. Camillo, di a. 55, giù presidente
della Congregazione di Carità, presidente
dei Ricoveri notturni, alla cui fondazione
aveva contribuito con denaro e coli' opera,
t Laveno, !<> luglio.
Roisecco ing. Ignazio, n. Spezia 1864, asses-
sore comunale pel riparto edilizia, inge-
gnere valentissimo, t Bologna, 10 dicembre.
Rolla C.trlo, di a. G9. maggior generale nella
riserva, era amministratore a Genova di
varie importanti opere pie. t Genova, 23
marzo.
Romanin-Jacur conte Michelangelo, per oltre
un decennio assessore per le finanze a Vi-
cenza: in tiile periodo portò a compimento
il riscatto dell'acquedotto e la municipa-
lizzazione del gas. t Vicenza, 21 novembre.
Ronchetti Giovanni, di a. 74, intelligente e
modesto lavoratore, destina una somma
cospicua alla beneficenza della città di
Cotno. t Como, miig^io.
Ro!icoroni Luigi di Milano, di a. 55, brillante
attore, t Mombello, gennaio,
Roozeboom Backuis, n. Alkmaar(01anda)18.>4,
pro.'"essore di chimica inorganica all' Univer.
di Amsterdnm, uno del più illustri cultori
della chimica fisica, t 8 febbraio.
Rosati ing. (ìiuseppe, di a. 70, già consigliera
comunale e provinciale, presidente del Co-
mitito per la sistemazione idraulica del
Mantovano, t Mantova, magi,'lo.
Rossi mons. Angelo, di a. 82, vescovo di Ci-
vitavecchia da circa 2ó anni, t Civitavec-
chia, ottobre.
Rossi Colombo, di a. 102, esercitò il magi-
- 718 -
stero per 75 anni e per qnasl altrettanto
il sindacato, t Andermatt (Svizzera), 9 mar.
Rossi Ferdinando, n. Savona 1827, maggior
generale, combattè, nel 1848, in Crimea ed
alla presa di Roma, t Roma, febbraio.
Rossi Giovanni, n. Napoli 1876, professore di
scienze naturali al Liceo Genovesi e libero
docente all'Università, t Napoli, 17 novem-
bre, pugnalato da un anarchico.
Eossi dott. Giuseppe, direttore dell'Ospedale
di Treviso, già assessore municipale per
l'igiene pubblica, t Treviso, febbraio.
Roveda Giuseppe, di a. C8, uno dei Mille, com-
battè pure nel 66. t Milano, 3 settembre.
Euflfo di Calabria Santapau Francesco, prin-
cipe di Palazzolo e marchese di Licodia,
n. Torino 1842, contrammiraglio nella ri-
serva navale, t Roma, 22 novembre.
Ruflfo-Gerini march. Maria Pia, n. Firenze, di a.
37, moglie del marchese Alfonso Ruffo della
Scaletta, t Caianello presso Napoli, 20 giu-
gno, vittima di un grave disastro automo-
bilistico.
Ruflfoni Giacomo, notaio, ardito alpinista e
fortunato cacciatore di camosci, t Cessoli
presso Grezzana (Verona), settembre.
Kugalli ing. Salvatore, di a. 80, patriota che
sofferse il carcere politico sotto il governo
di Carlo III, duca di Modena, t Collecchio,
luglio.
Buggeri Arturo, di a. 33, delegato del Tesoro
italiano a Parigi, t Parigi, 21 giugno.
Euspagjjiari Giuseppe, n. Reggio 1840, pre-
fetto di Padova, t Frascati, 2 marzo.
Ruspoli Francesco Maria, principe di Cerve-
teri, marchese di Oriano e conte di Vigna-
uello, n. Roma 1839, era cavaliere di cappa
e di spada dell'ordine di Malta, e maestro
del Santo Ospizio del Palazzo Apostolico,
t Roma, gennaio.
Russell William Howard, di a. 87, veterano
del giornalismo inglese, creatore in Crimea
del vei'O tipo del corrispondente di guerra,
fondò e diresse la Army and Nacy Gazette.
t Londra, 11 febbraio.
Russi Colombano, di a. 103, organista, t An-
dermatt (Uri), giugno.
Rutschmann Oscar, di a 48, attivo industriale,
fondatore del Cotonificio om .niino. t Ponte
Lambro (Como), maggio.
Ruzza Tommaso, di a. 75, veterano garib'l-
dino, già assessore comunale, ex presidente
dell'Albergo dei poveri e dell'Opera pia
Canevari. f Genova, dicembre.
Sabbioni Cesare, di a. 62, colonnello a riposo,
combattè a Custoza e alla presa di Roma,
t Mantova, marzo.
Sacerdoti dolt. Giacomo, di a. 75, già presi-
dente del Consiglio provinciale di Modena,
nel 1859 fece parte dell'Assemblea costi-
tuente che decretava la decadenza della
dinasti* Estense e l'unione di Modena al
regno d'Italia, t Modena, marzo.
Sadowski Fanny, n. Mantova I83ft. cMe^T•Q
attrice, allieva di Gustavo Modeaa. f Na-
poli, 1 novembre.
Sagramoso contessina Matilde, di a. 37, arti-
sta di canto di valore, nota sotto lo pseu-
donimo di Oanripotiore. t Milano, maggio.
Saint-Germain (De) Adolfo, di a. 7i. generale
di divisione nella riserva francese, super-
stite delle campagne del 1859 in Italia, fe-
rito aMontebello, già comandante la piazza
di Parigi, t Parigi, giugtio.
Salce ing. Giuseppe Virgilio, direttore del-
l'Acquedotto di Bergamo, t Bergamo, 4 giug.
Salina Amorini-Bolognini march. G:ovanni,
di a. 42, famoso cacciatore, vinse nel 18rt7
il Gran Premio del Tiro al piccione a Mon-
tecarlo, t Villa Fossalta (Bologna), 27 feb-
braio.
Salvadori Fedele, di a. 82, già direttore ge-
nerale dei Telegrafi dello Stato, lascia due-
centomila lire all'Ospedale di Pesaro, sua
città nativa, t Roma, 23 aprile.
Sambonifacio (Di) conte Rizzardo, patrizio
veneto, reduce delle patrie battaglie, fu
volontario nel Battaglione universitario ve-
neto formatosi nel 1848. t Pa lova, ottobre.
Sanderson Roberto, di a. 99, suddito iu^rlese
da molti anni stabilito a Messina, posses-
sore della sontuosa villa " Contemplazione „
ove ospitò pochi anni or sono rimperat<ire
Guglielmo coli* Imperatrice e 1 figli, t Mes-
sina, marzo.
Sandrini ing. Lorenzo, ispettore principale
delle ferrovie dello Stato, f Udine, 1 iglio.
San Giuseppe (Di) barone Emanuele Bene-
detto, n. Alcamo 1847, senatore del Regno
dal 1892, fu quattro volte deputato, t To-
rino, 15 ottobre.
Sanguinetti Cesare, di Bologna, di arni 5?.
presidente della Camera di Conamercio se-
natore dal 1905, consigliere e deputato pro-
vinciale, fondatore e anima di molte isti-
tuzioni cittadine, t Bologna, 4 cicembre.
Sansebastiano Michele, di a. 54, noto e geniala
scultore, t Genova, 29 dicembre.
Sanseverino Vimercati conte ing. Alfonso,
n. Milano 1830, senatore del Regno, aveva
preso parte alle guerre dell'indipendenza
e coperto molti utfici pubblici, fra gli altri
la prefettura di Napoli, era alla testa di
importanti istituti, presidente delle ferro-
vie Mediterranee, della Banca commer-
ciale ec. t Milano, 31 marzo.
Sansovini Achille, di Forlì, pittore, il mag-
giore dei copisti italiani contemporanei : le
sue copie dal Beato Angelico sono sparse
per il mondo intiero, t- Forlì, aprile.
Santini Renzo, tenente di cavalleria, sportmnn
appassionato, t Bracciano, 12 marzo, ferito
durante le corse cadendo da cavallo.
Santoni sac. Milziade, n. Camerino 1834, can-
celliere della Curia Arcivescovile, bibliote-
cario dell'Università, vicepresidente della
Società storica marchigiana, autore di pre-
giati studi sulla storia della sua città e sulla
numismatica, t Camerino, 21 fc braio.
SCHIARINEHTI
STdR r dDN4Lni.ViA R ViTDiiuin q-MILANÓ
719 -
ft Co-
tiu* ali' Vili, pò
i\.T iMi-in.i
II. Aoqul '.' '1,
no, fu por • i^i-
di Acqui e por circa ai-
re provinciale di Alessan-
1 Acini d.i'.la IV leglsla-
i; s ' r > dal 1865, mi-
^..
Giuseppe Saracco.
Distro più volte, presidente del Consiglio
nel 1900 e IMI, collare dell'Annunziata,
presidente del Senato dal 1898 in poi; sotto
il suo ministero avvennero la tragica morte
di Umberto e la successione dell'attuale
Re. t Bistagno, 19 gennaio.
Sardagna di Neuburg Hohenstein conte Giu-
seppe, n. Trento 1863, i. r. ciambellano e
tenente dei dragoni austriaci nella riserva,
t Vienna, ottobre.
Sartorio baronessa Carolina, di a. 71, coltis-
sima dama, letterata geniale, t Trieste, giug.
Satta Piutus avv. Ignazio, assessore comu-
nale consigliere provinciale per la Madda-
lena, t Sassari, dicembre.
Savloll De Salvi Eugenia, gentildonna intel-
ligente, colta, di sentimenti patriottici, nel
1859 accolse nella sua villa di Abano molti
profughi, t Padova, giugno.
Scacchi avv. Carlo, di a. 63, deputato provin-
ciale e presidente del Consiglio provinciale
di Como, già prosindaco, t Como, aprile.
Scalfì Lorenzo, già colonnello del 2» reggi-
mento alpini, fece le campagne del 1848,
1866, e la campagna d'Africa del 1887. t En-
field presso Londra, gennaio.
Scalinger Giulio Massimo, di a. 50, critico
drammatico, fondò è diresse circa 20 anai
f» 11 T forarlo Fnt'fumio t-^
vIU 1 iiiiioHn. t NnpoH, 2.
«■Mv...,;. 1 ,, di a. 2*,, rttrett.,,.
\ il« d«l HftHnin. t Campobasso, apri
padre Sunto, n. Santa 1>«>?ti'»!i
i.ii'io prt"<so Cosenza 1841, ! ' ; i-
gnta di Gesù, autore di nnm il
filosofia 0 teologia, già Insr la
ebraica In alcuni fra l principali siuiiiarl
esteri, t Chleri (Torino), dicembre.
Schlrattl Gaetano, di a. CI, già d<^putato di
ConegUano per tre legislature, fu con Luz-
zattl uno del più attivi fondatori di J3anche
popolari, t Pieve di Soligo, dicembre.
Schoenliaich Carolath (DI) principessa Wanda,
nata contessa Henckel di Donnersmarck,
aveva acquistato a Firenze lo storico pa-
lazzo del Mozzi; in Prussia aveva avuto
gravi attriti per le suo idee politiche con
Bismarck. f Firenze, 11 febbraio.
Schreyer Ermanno, n. 1840. attivissimo critico
e filologo di vaglia, autore di importanti
opere sulla storia del dramma tedesco,
t Schulpfort, luglio.
Sclacca della Scala dott. Gaetano, n. Patti di
Messina 1854, prefetto di Verona, già pro-
fessore dell'Istituto tecnico di Torino poi
segretario alla Camera dei deputati, t Ve-
rona, 6 aprile.
Sconfietti ing. Leopoldo, di a. 47, direttore
del Cotonificio Cantoni e inventore di un
premiato paranavette. t Legnano, 20 ott.
Scrinzi avv. Alessandro, di a. 63, fu consigliere
comunale e provinciale e membro di varie
amministrazioni di opere pie. t Venezia, di-
cembre.
Seletti Enrico, g'à presidente della Cassa di
risparmio parmense e professore di eco-
nomia politica nel R. Istituto tecnico Ma-
cedonio Melloni di Parm.i. t Parma, genn.
Semprea-more Francesco di a. 75, maggi.. re,
fu garibaldino e combattè valorosamente
per la patria indipendenza, t Livorno, ag.
Serafini dott. Cammillo, patriota che la notte
del 2 settembre 1849 dal Molino di Bru-
ciano, in quel di Castelnuovo Val di Cecina
. accompagnò Garibaldi presso Follonica, t
Massa Marittima, 8 ottobre.
Serpenti Mirasole marchese Gian Raimondo,
di a. 60, colto musicista, autore dell'opera
Leonora e di numerosi ballabili, f Genova,
gennaio.
SerpoUet ing. Leone, savoiardo, di a. 47, apo-
stolo dell'automobilismo a vapore, costrut-
tore delle vetture a vapore che portano il
nome di lui. t Parigi, 10 febbraio.
Serrao Paolo, di Catanzaro, musicista egregio,
decano dei professori del Conservatorio di
San Pietro a Majella, fu per parecchi anni
direttore del teatro San Carlo, t Napoli,
17 marzo.
Sguanci dott. Ugo, ex assessore del comune
di Sesto Fiorentino, uno dei capi del so-
cialismo sindacalista toscino. t Sesto Fio-
rentino, 15 luglio, suicida.
LflCiCIMb M riHÌ
(MWfiTUt:
ttl -
ptTia
^ 720
Èiacci Francespo, n. Homa ISSO, S^tiatore del
Ee^Mio dal 1892, fece lo campagne del 186G
e 1^70, illustre matematico apprezzato spe-
cialmente per i suoi studi di balistica, fu
professore alle Università di Torino e di
^■apoli. t Napoli, 31 majjgio.
8'gismondi dott. Enrico, di Breno, già sin-
daco della sua città e consigliere provin-
ciale, cultore degli studi biblici e filosofici,
t Brescia, gennaio.
Solari Stanislao, di a. 77, colonnello, prese
parte a tre campagne dell'indipendenza,
appassionato agricoltore, lascia parecchie
opere di agricoltura ed economia agraria,
t Paima, 23 novembre.
Solerti dott. Angelo, di a. 40, provveditore
degli studi a Massa, già professore di let-
teratura italiana nel liceo di Bologna, noto
per le sue diligenti ricerche sul Tasso, or-
dinò il Museo Tassiano a Roma, collaborò
a importanti riforme amministrative del-
l'istruzione, t Massa, 10 gennaio.
Solms (De) Maria Teresa maritata Blanc,
n. Scine Fort 1840, nota nel mondo let-
terario col)') pseudonimo di Th. Bentzon.
t Meudon, presso Parigi, febbraio.
Sommaruga Carolina, di a, 82, donna assai
benefica e d'alti sentimenti patriottici, t Mi-
lano, gennaio.
Sennino baronessa Giorgina nata Terry, di
a. 83, n. Bath (Inghilterra), madre del se-
natore Giorgio Sonnino e del deputato
Sidney, t Roma, 25 geni. aio.
Spaini Andrea, di a. 76, veterano fregiato
delle medaglie di tutte le campagne per
l'indipendenza e del Valore Militare, t Mi-
lano, 24 maggio.
Spencer Samuele, direttore della grande Com-
pagnia ferroviaria Southern Railway, fa-
moso organizzatore di ferrovie, t 29 no-
vembre, vittima di nn disastro ferroviario
presso Lawyers nella Virginia.
Spencer Walpole, illustre storico inglese, fu
uno degli uomini politici inglesi più in vi-
sta, lascia pregevoli opere storiche, t Hart-
field Grove (Contea di Sussex), 8 luglio.
Sperlari Enea, di a. 57, stimato fabbricante di
torrone e mostarda, t Cremona, settembre.
Spezia Maria ved. Aldighieri, n. Villafranca
Veronese, di a. 79, illustre artista di canto,
t Colognola sui Colli (Verona), 3 agosto.
Stablewski Floriano, n. Wchoswa 1841, arci-
vescovo di Gnesen e Posen. t Gnesen, 26
novembre.
Stampa conte Stefano, n. Milano 1819, figlia-
stro di Alessandro Manzoni, sul quale scrisse
due volumi biografici, autore anche di altri
buoni lavori filosofici, lasciò erede del suo
patrimonio il Pio Istituto dei Figli della
Provvidenza, f Torricella presso Erba, 26
febbraio.
Standaert Luigi, di a. 75, fino al 1905 pro-
fessore di scienze e lettere alla scuola mi-
litare di Modena, noto per la sua traduzione
deWAssomnioir. t San Mamete (Lugano), 14
novembre.
Stefani dott. Catofitió, di a. GO, direttore del?
Manicomio di San Giacomo di Verona, t
Verona, 10 marzo, colpito d'apoplessia.
Stefani dott. Umberto, di a. 40, direttore del
manicomio provinciale di Colorno (Parma)
già direttore del maincomio di Vicenza e
già docente di psichiatria nella Università
di Padova e di Parma, t Bardolino (Lago
di Garda), 27 luglio.
Stelluti Scala conte mons. Vincenzo di a. 48
d'antica famiglia marchigiana, valente ora-
tore sacro, t Fabriano (Ancona) gennaio.
Stecchetti Celso, pittore geniale, t Stabio
(Canton Ticino), 17 agosto.
Stoppani Luigi, di a. 79, benemerito ammi-
nistratore di pubbliche istituzioni, t Pesca-
renico (Lecco), luglio.
Storchi dott. Alberto, di a. 53, capitano medicO'
nella riserva e fondatore dell'istituto dei
rachitici in quella città, f Modena, marzo..
Stroppa Bartolommeo, di a. 77, capitano di.
fanteria a riposo, superstite della guerra;
di Crimea e delle campagne nazionali, de-
stinò al Museo del Risorgimento i suoii
ricordi ed all'ospedale militare la sua bi-
blioteca, t Milano, luglio.
Supplej Aristide, di a. 78, già assessore al-
l'economato e all'istruzione e consigliere-
in molti istituti di beneficenza, superstite
della compagnia Bandiera e Moro, che
partecipò alla difesa di Venezia, t Padova^
aprile.
Svampa Domenico, n. Montegranaro (Marche)
1851, card, del titolo di San Onofrio dal 1894,
arcivescovo di Bologna, t Bologna, 10 agosto.
Taliani Emidio, n. Montegallo 1838, cardinale
del titolo di San Bernardo alle Terme dal
1903, già nunzio apostolico a Vienna, t Ko-
ma, 24 agosto.
Tancioni Amalia, nel 20 giugno 1853, appena
diciottenne fu gravemente ferita dalle trup-
pe svizzere mandate da Pio IX, per ricon-
durre Perugia all'obbedienza della Santa
Sede, t Perugia, agosto.
Tamburri barone don Luigi, n. Agnone 1832,
generale dei chierici regolari e parroco di
San Lorenzo in Lucina, f Roma, dicembre.
Tanturri Gennaro, di a. 63, colonnello di
fantei'ia a riposo, veterano della battaglia
di Custoza nel 1866. t Scanno (Aquila),
aprile.
Taragnoli Tebaldo, patrizio bellinzonese, su-
perstite dell'attacco di Peschiera del 1848. f
Montecarasso, novembre.
Taroni rag. Giuseppe, presidente della Con-
gregazione di Carità e capo della Cassa di
Risparmio di Lugo. f Lugo, 15 giugno,
suicida.
Tassara ing. Federico, di a. 49, consigliere
d'amministrazione della Società anonima
Ferriere di Voltri, importante stabilimento
metallurgico fondato da suo nonno, gli eredi
mmkm
ij^ilt^lii'ilÙ
5CHIflRIMEnTI
CLTAR e St%M£ì,f^ìAhA R Wi-rE^iMfi^ O.MII ^NO
- 7-21 -
uirt c^nfoTi la Uro .iir«>r!-:fn !o osp«-
; Voleri, t Volili. lìMV.Miihr.'.
• 'inillo. n. Asi'oli I'ìl-oho I.S27 pri-
oipoiali dì Uoina. uhirar^o di
Tondini de OaaréngM p. Cas-irto, n. t.c
1H39. procuiHtoro ìmmi «rale dot Barnab •
molto si oc.-- ') sorlss*» p-r la rli
niono dell»' ' Uc:i o greca e p-
Vnnlrt -azloii' ihirlo. t Koma. :■
1 lui la,
.. 1 i - . che teo-
• e lette arie, t Kuina 26 settembre.
a (pseudonimo di Gabriele Jojjandl,
ui ;i. ..;J. feroo-i antlolerioale, nel 1885 finse
Ci convertirsi e scrisse feroci e ridicoli li-
belli contro t;ìi antichi suoi amici, poi nel
iiilcamente le sue mlsti-
1 campaj^na anticlericale.
.1 lauseppe, di a. 30, professore di
nia all' Universitii di Modena, ove
il musco zootecnli'o.t Modena, marzo.
Tenchini Lorenzo, prof, di anatomia umana
nell'università di Parma e all'Istituto di
Belle Arti della stessa città. 1 Brescia, 10
>ttobre.
. rrent Alessandro, n. Livorno 1823, procu-
r rale di Corte di appello a riposo.
•••Ilo (Pisa), giu^rio.
T. '. 1). Pontremoli, di a. 59, vescovo
ili Borgo San Donnino da quattro anni, t
Bortjo San Donnino, '28 agosto.
Tessera ing. Giovanni, di a. 76. t Bergamo,
30 aprile.
Thanlow Felerigo, n. Cristiania 1847, valente
piMore paesista, t Volendam (Olanda) no-
vembre.
Theuriet Andrea, n. Marly, di a. 75, noto
poeta e romanziere, dell' Accad. francese,
t Bourg-la-Reine (Parigi), 23 aprile.
Toaldi avv. Antonio, n. Schio 1835, deputato
dal 1876 di quel collegio, già pretore, in-
dustriale, enofilo appassionato t Schio, 22
febbraio.
Tofl"oletti Antonio, ingegnere del Cotonificio
Amman di Milano, t Udine, 24 aprile as-
sassinato da un operaio scioperante,
mmasi dott. Donato, elettricista e chimi. 'o
i»en noto, autore d'importanti trattati e di
numerose comunicazioni all'Accademia del-
le scienze, f Par:gi, 15 dicembre.
Tomasich Anna Maria, già celebre cantante
conosciuta in arte col nome di Maria Majo,
lascia una cospicua somma alla beneficenza.
♦ Milano, giugno.
' inmasini Cesare, n. Borgo a Buggiano. can.
di S. M. Maggiore a Roma, autore di un
V'oi-abolario di pesca che manoscritto fu
premiato all'Esposizione di Milano: non
riuscendo a trovare i mezzi per stamparlo,
si suicidò gtfttandosi a Roma nel Tevere
il 3 gennaio.
Ton avv. Antonio, di a. 65, sostituto procu-
ratore del Re presso 11 tribunale di Belluno,
t Belluno, maggio.
l'emlstocle, già soMuto e ufBcalo li
lidi nelle guerre del 59 e del 60. »Mif
ijunuli nell'esercito regolare come u e
del bersaglieri, combattè contro il '
taggio nella campagna del 66 e alla , .
di Roma, t Livorno, luglio.
Tornaghl Angelo, n. Milano 1824, uno d
maggiorenti della colonia italiana a Sydney
(Australia), dove aveva un importante labo-
ratorio di strumenti di precisione, t Sydney
dicembre.
Torresani barone Carlo, n. Milano 1846, già
uQiciale nell'esercito austriaco e autore di
vari romanzi, nipote del bar. Torresani che
come direttore di polizia del Lombardo-Ve-
neto lasciò sì triste fama di sé. t Torbolo
(Riva di Trento), aprile.
Torresini Rainerlo di Padova, capitano di fan-
teria a riposo, superstile della schiera d»^;
Mille, t Vicenza, novembre.
Tortello prof. Agostino, di a. 86, fu ufficiai
di marina reduce dalle campagne del 48-4'J
e direttore della Compagnia di navigazione
delle Puglie, fu consigliere comunale a Ge-
nova, t Buenos Aires, ottobre.
Tosi .\ntonio, di a. 78, addetto al cantici
navale Orlando, combattè nelle cinque gi<<;
* nate di Milano, fu uno dei primi nom
nati cavalieri del Lavoro, t Livorno, e:
cembro.
Trasselli Carmelo, di a. 7.t, consigliere alla
Cjrte di Cassazione, patriota che preso at-
tiva parte ai moti insurrezionali di Sicilia
dell'aprile 1860 è fu chiamato dal Diret-
tore a far parte del governo provvisorio,
t Palermo, settembre-
Traube Luigi, di a. 46, professore di filolop:
latina alla università di Monaco, noto p' .
i suoi studi sulla filologìa latina del medio
evo. t Monaco, maggio.
Trigona Naselli Domenico, principe di San-
t'Elia, n. Palermo 18*28, senatore dall'otto-
bre 1890. t Roma, 8 dicembre.
Triolo Salvatore, colonnello di fanteria a ri-
poso, veterano delle campagne nazionali,
fu condannato ai lavori forzati e tenuto
prigioniero dal 1843 al 1860 per aver preso
parte ai moti insurrezionali di Sicilia, t Pa-
lermo, marzo.
Tripepi Luigi, n. Cardeto (Calabria) 1836.
creato cardinal-i nel 1901 da Ijeone XIIL del
tit. di Santa Maria in lìomnica, lasciò erede
il Pontefice del suo p itrimonio di oltre
700,000 lire, t Roma, 29 dicembre.
Trovanelli avv. Silvio, membro della Depu-
tazione di storia patria, f Bologna, giugno.
Tr.ìhner Karl J., fondatore e proprietario
della celebre casa editrice K. J. Trùbner
in Strasburgo, t Strasburgo, 2 giugno.
LflCillrtL W YìHÌ
fVAliVfTTE:
ttl-
-^ 722 -
Tu^fni Salvatoi'é, n. foggÌA 1844, già ministro
plenipotenziario d'Italia presso la Corte
all'Aja. t Aja, 16 novembre.
Tuminello Lodovico, di a. 83, fotografo, era
stato mandato dalla Società Geografica
Italiana nel 1875 negli Soiotts tunisini. +
Roma, 9 giugno.
Turcotti avv. Salvatore, presidente del Con-
siglio dell'Ordine degli avvocati di Biella.
t Biella, n aprile.
U
Udina Adele, di Roma, nota attrice della com-
pagnia drammatica Berardi. t Firenze, di-
cemb., morta improvvisamente recitando.
Ugolini Aurelio, di a. 30, professore di liceo,
autore d'un volume di versi intitolati Vi-
burno, presentato al pubblico da una pre-
fazione del poeta Giovanni Marradi, parente
del defunto, t Aquila, gennaio; fu creduto
da molti che morisse di veleno datogli da
nemici, ma le indagini chiarirono la morte
naturale.
UliveUi Rinaldo, n. Civita Castellana 1871,
capitano della seconda compagnia specia-
listi del genio, t Roma, 2 giugno, precipi-
tato da un pallone del genio militare in-
cendiatosi.
Vaccari Carlo, di a. 65, notissimo industriale
in seta e già presidente per molti anni
della Camera di commercio di Vicenza, f
Vicenza, dicembre.
Vairolido Stanislao, di a. G8, tenente colon-
nello di fanteria a riposo, veterano delle
guerre del 49-59-60-61 e 66, si distinse co-
me capitano dei bersa^flieri all'assedio di
Gaeta, f Orbetello, luglio.
Valdonio dott. Giulio Felice, di a. 64, pro-
fessore ordinario di zoognosia, zootecnica
e igiene nell'Università di Parma f Parma,
gennaio.
Valera Ortiz Rufino, valoroso e brillante
giornalista, Insigne giureconsulto, notissi-
mo nel mondo politico, t Buenos Ayres, 2
marzo.
Valsecchi Lattanzio, di a. 66, filantropo, lascia
erede la Congregazione di Carità di Crema
sua città nativa, t Brescia, gennaio.
Veintemilla (De) Marietta, di a. 47, scrittrice
distinta e poetessa, ebbe anche una pagina
notevole nella storia politica del suo paese,
l'Equatore, t Quito, marzo.
Vellani Federigo, figlio di Giovanni che fu
condannato a morte dal Duca di Modena
nel 1831, fu a sua volta patriota e prese
liarte agli avvenimenti del 1848, del 59 e
del 60. t Bologna, 3 febbraio.
Ventura Eugenia ved. Bbodio, madre al noto
attore dialettale Gaetano Sbodio; in casa
sua si radunavano i componenti il Comi-
tato rivolndonftrio di Roma, óre abitò dal
58 al 61. t Legnano, settembre.
Verdoia ing Giuseppe, di a. 79, già capo-
divisione al Ministero delle finanze, t To-
rino, luglio.
Verrusio Tommaso, di a. CO, presidente di
Corte d'appello a riposo, t Napoli, giugno.
Vestri-Marsoni Laura, di a, 51, valente attrice,
figlia di Luigi Vesfcri, fece parte negli ultimi
mesi della compagnia Calabresi-Severi, f Mi-
lano, dicembre.
Veyrat comm. Pietro, di a. 64, prefetto a ri-
poso e già commissario straordinario a
Palermo nel 1901. f Oneglia, 18 gennaio.
Vienna avv. Augusto, n. Torrice (Fresinone)
1847, penalista insigne, per cinque legisla-
ture deputato del collegio di Frosinone.
t Roma, 14 dicembre.
ViglezKi Ippolito, n. 1848, segretario del con-
siglio e procuratore della Società anonima
per imprese elettriche Conti, colonnello
d'artiglieria nella riserva veterano della
guerra del 1866. f Milano, novembre.
Vigna Carlo, di a. 77, tenente colonnello d'ar-
tiglieria a riposo, superstite della guerra
di Crimea e di tutte le campagne nazio-
nali dal 48 al 66. t Cuneo, gennaio.
Villa Aleardo, u. Ravello (Piemonte) 1865, no-
tissimo pittore, genero di Cavallotti, f Mi-
lano, 31 dicembre, suicida.
Villa Brofferio Emilia, di a. 70, figlia dell'il-
lustre commediografo piemontese Angelo
Brofferio, moglie dell'on. Tommaso Villa, t
Torino, 22 aprile.
Visani Paolo, di a. 86, scult, valente, t Lugo,
dicembre.
Visconti Venosta Giovanni, n. Milano 1832,
patriota di vecchio stampo, combattè nelle
Oinqtie Giornate, dapprima mazziniano fer-
vente, si staccò presto dall'agitatore ma
adoperandosi sempre con fede instancabile
perla causa italiana; nel 1«60 fu commis-
sario regio della Valtellina; poi a Milano
fondò con altri il giornale La Perseveranza
e nominato assessore nella prima giunta
presieduta dal Berretta coprì sempre uffici
vari nel comune finché non caddero i mo-
derati; fu deputato per una sola legislatura
ed anche ora presiedeva la Società italiana
degli Autori ed altre svariate istituzioni,
t Milano, 1 ottobre.
Vitalba avv. Leonardo, di a. 63, consigliere
delegato di Prefettura a Treviso, t Venezia,
24 dicembre.
Viterbo avv. Aldo, f Pesaro, 21 ottobre.
Vivanti Sara Regina, vedova Todros, di a. 67,
gentildonna colta e intelligente, fu fra le
più giovani amiche della contessa Maffei.
t Milano, ottobre.
Vogel Carlo Ermanno, astronomo, noto per
i suoi studi sull'analisi spettl-ale degli astri,
dal 1882 direttore dell'Osservatorio di astro-
fisica di Potsdam, t Potsdam (presso Ber-
lino), 15 agosto.
ANEMIA . ^ ^
NEURASTENIA ^
RACHITISMO ^
SCROFOU tt;
DEBOLEZZA f ^
RICOSTITUENTE SICURO
per ADULTI e BAMBINI
A. MENARCI
NAPOLI
Concessionari
esci, per l'Italia
e Oriente, ZINI,
BERNI, BIANCAR
DI • C, Milano.
- 723 -
w
^'''' • ' ' ■' ( ^0, artista (.11 circo e sport-
.u t Pari»». !j febbraio.
N miro. n. Mosca 1838, pro-
' ' * 0 penua-
•, unodoi
', autore
A, . Mi, molti
doi . Il e spe-
ciali . . . troburgo,
23 o:t,.bic>.
Wondrich-Paalon l^stella, n. Orai 1884, scrit-
trice e poetessa, aveva tradotto in tedesco
molte Uriche dol Pascoli, f 3 glagno, vit-
tima di un automobile.
Zajotti Eloisa, n. Trento 1818, vedova del-
l'avv. Nicolò De Rin e sorella dell' avv. Pa-
ride Zajotti. che fu per lungo tempo diret-
tore della Gazzetta di Venezia, prese parte
attiva col marito alle cospirazioni per la
cacciata degli Austriaci dal Veneto tanto
che nel Iffifi II Inopotofiontfl di Trlosf^ fere
Intimare 11 bando ai coniugi De Uln Zi^ottt.
t Triesite, gennaio.
Zamoranl avv. Amilcare, di a. 62, dal 1S86
direttofo-proprletarlo del Retto del Caritno
ch'egli condusse a grande prosperità, f Bo-
logna, 'il aprile.
Z-anettl Antonio, vicentino, di a. 84, famoso
intagliatore di molili artistici, fondatore di
un fiorente laboratorio per il quale fu no-
minato cavaliere dal lavoro, f Vicenza,
24 giu;rno.
Zella Minilo avv. Michele, deputato In dna
legislature pel collegio di Acqnavlva delle
Fonti, fu direttore generale presso il Mi-
nistero di Grazia e Giustizia, t Casamas-
sima (Bari), 12 ottobre.
Zichy de Vasonykeoe conte Eugenio, di a. 70,
magnate ungherese, apparteneva al Parla-
mento dal 1862. t Merano (Tlrolo), dicembre.
Zinno dott. Silvestro, di a. 72, professore di
patologia e chimica generale all'Università
di Napoli, pubblicò lavori importanti, t San
Giorgio a Cremano, ottobre.
Zuccoli Giuseppe, maggior generale, commis-
sario nella B. Marina, t Milano, 29 luglio.
INSEGNE VETRINE
FERIOCmSTtUO SKUtl FEMOk.NEEOZI
l'I^'i'l'Hi'^*"
PREMIATO cori MEDAGLIA D ORO '■>
-■> Ali ESPOSlZIOnt 01 MiLflnO 1906
Pfe LA (OWf>UliOtt£ ùf V£TR/fl£ ffPPO,
E MEOflOU/J OflRCENTO DEL -A
CORbO VflTEnTINO. 24 <_--£<=5^
orFiciMA PROPBi* VIA BARCTTI. 57 [
TO^\WO^reLEFOHO - 422
La-VìJa^PRfìTKR
jL
Consigli e notizie interessanti pei lettori delT ALMANACCO ITALIANO
INDICE
La Vita Pratica, e i suoi mille problemi .Pag. 724
Per la Salute 728
I progressi duLlu iHuàtcina 730
Istituto terapeutico Italiano . . . .ivi
Cura del cancro ivi
Cura della pertosse ivi
Anuresine 731
Una cura pratica ivi
Per guarire e prolungare la vita . . 732
II Rigeneratore ivi
Il Diabete 734
Vizio di ricambio . 735
Anemia ed altre sofferenze 736
Neurastenia ivi
Malattie uterine 737
Notizie varie 738
Le vene varicose ivi
L'igiene della pelle .ivi
Per dimagrare ivi
Nvle del medùo 739
. Cronicità Pag. 739
Fiere grandi e piccole ivi
Il fermento d'uva Jacqueniin dinanzi alla
medicina 740
Specifici raccomandati 741
Per le generazioni venture ivi
La Terapia fisica nelle malattie dei bam-
bini ivi
Alimentazione infantile 742
Aforismi di fisiologia pratica ... .ivi
Pei nostri bimbi . 743
Vene varicose ivi
Il Tonai ivi
Per la casa 744
Pavimenti, pareti e soffitti 745
Gl'impianti moderni pel riscaldamento, ivi
L' illuminazione 746
I saponi 747
Per i bisogni inteiletiuaii ivi
Un avvenimento femminile ivi
LA VITA PRATICA
La vita pratica! Ecco quel che ci vuole
pel tempo nostro, nel quale si vive in fretta,
e si sente il bisogno di trarre piofltto del-
l'immenso progresso che le scienze, le arti,
le industrie, il commercio, realizzano ogni
anno maggiore.
Questo affermavamo nell'Almanacco Ita-
liano dello scorso anno, inaugurando questa
sua nuova rubrica: questo ripetiamo conti-
nuando la rubrica stessa.
Perchè, infatti, come già constatavamo al-
lora, questo meraviglioso progresso, che ca-
ratterizzò il secolo XIX, ed è carattere sem-
pre più specifico di questo secolo XX, nessuno
poteva neppur sognarlo. Chi lo avrebbe detto
ai nostri nonni che l'Atlantico avrebbe potuto
essere attraversato in cinque giorni, quando
cinque giorni non bastavano ad essi per an-
dar di Toscana in PiemonteV Eppure il 13 set-
tembre WLusitania, il colossale transatlantico
della " Cunard Line „, il piroscafo sky-scra-
per, che non è soltanto la più grande delle
navi, giacché misura 241 metri di lunghezza,
stazza 32,500 tonnellate, e può albergare 2800
passeggeri oltre i 900 uomini d'equipaggio,
ma anche una delle più veloci, poiché nel
suo memorabile viaggio realizzò una velocità
media di 23,1 nodi all'ora, pari a quasi 43 chi-
lometri, giungeva a New York d i Queenstown
dopo aver percorso 2782 miglia in 5 giorni e
54 minuti! Chi avrebbe detto ai nostri buoni
vecchi che l'acciarino e la pietra focaia sa-
rebbero stati buttati in un canto, che i vec-
chi lumi ad olio sarebbero andati a finire nel
solai e nelle botteghe dei ferravecchi, che le
carrozze di posta avrebbero finito di andare
trabalzando al pesante trotto delle vecchie
rozze slombate? Ben pochi di essi hanno ve-
^nlo 1 rerliil che dutRno appena da meitro
Fecolo, e oho poco più di veni' anni or souo
erano ancor» o^rjfotfl di lusso: ben pochi vi-
dero lo )«nipn<l*» oNttriche ad arco che Ste-
1.;- lo oui'liK' a gas che
s ; telegrafo la di cui
I 1 a Monaco nel 1833;
II -• tanto da scivli-sl dogli
i. tranvai elettrici, dei quali
;i Berlino nel 1881, Inven-
■n*; del telefono, che Inventato
Meu«-ci nel 1851, fu usurpato da
*.v.. . ...I ..iìiil dopo; nf-ssuno conobbe il fo-
noprato. Inventato da Edison nel 1878. il cl-
nt niiitoprafo Inventato pare da Kd'.son ap-
pena nel 1891 e già tanto comune, il telegrafo
senza fili che Marconi inventò nel 1897.
SI fu considerando questo progresso ve-
ramente straordinario, pensando alla fretta
di vivere, di godere, di arrivare, cQe carat-
terizza il secolo nostro, che noi nell'Almanacco
Italiano dell'anno scorso constatavamo che
realuunte manca il tempo di cenare, di ri-
flettere a lunt:o, di andar attorno per consi-
gli, nelle neoe>«;ità vere e più impellenti della
vita, o in quelle che noi stessi ci siamo create
e che ormai sono altrettanto urgenti, tutte
ugualmente e maraviglios:imente moltipli-
catesi.
I problemi della vita pratica che ci si af-
facciano ogni anno, ogni giorno, quasi ad ogni
momento, alla mente, sono infiniti.
Ve n'è uno fra gli altri che, vecchio quanto
la vita, attende sempre la sua soluzione, e ci
si para dinanzi sempre, sempre, dall'infanzia
alla più tarda vecchiaia.
Certamente molti de' lettori conoscono il
dialogo famoso di Socrate e di Eutidemo nel
IV del Libri di Senofonte, dei detti memorabili
ài Socrate. Domanda Socrnte: Dimmi, Eutide-
mo, sei tu mai andato a Delfo? — Eutidemo
risponde: Si, due volte. — 5. Hai tu dunque
Osservato che nel tempio, in certa parte, è
scritto: Conosci tk stesso? — E. L'ho os-
servato. — S. Kai tu fatto nessun conto di
questo avvertimento, e vi hai posto mente e
ti sei studiato di conoscere te medesimo,
quale tu sia? — E. Nessun conto veramente
ne ho fatto, perchè io credevo di conoscermi
benissimo, e per certo nessun' altra cosa po-
trei conoscere se non conoscessi me stesso.
- ^. Ma ti pare egli che conosca veramente
-e stesso colui che conosce soltanto il proprio
nome? O non piuttosto colui il quale avendo
coobiderato intimamente se stesso, quale egli
sia per la vita, abbia conosciuto la propria
potenza? — E. Mi pare che sia proprio cos'i:
che colui il quale non conosce la propria po-
tenza non conosce affatto S3 stesso. — S. E
non è usualmente ben ohluro che dal co;
scere se steaitl derivano agli uomini mo!t.
slrol beni, mentre dall' esuere In errore per
quanto è II giudizio che si porta sopra se
slessi derivano mali Infiniti? Perchè coloro
che conoscono se stessi sanno quel che ad
essi coiivieno, e distinirnono quel che possono
e quel che non possono, e lucendo ciò che
sanno di poter fare si forniscono delle cose
che ad e^si convengono o sono net^essarle, e
fanno bene i fatti loro: e astenendosi da quelle
cose che noi\ sanno non commettono errori,
e scampano d.ille disgrazie: e anche potendo
penetrar nell'intimo degli altri nomini, anche
con l'uso di questi possono acquistarsi dei
beni e guardarsi dai mali.... — Continuando
poi Socnite a dimostrare la ;;rande utilità del
conoscere se medesimi, f'u/ffV^mo soggiunge:
Sappi, o Socrate, che parml davvero che in
tutto e per tutto si dee far gran conto di
questa sentenza: Conosci tkstksso: ma donde
bisogni cominciare a conoscere se stesso, que-
sto è quel che io non so, e che domando a te.
L'antica sentenza del temp-o di Delfo, il
{"vcÒTi asTUTÓv dei Greci, il Noace te ipsnm
dei Romani, il famoso detto della sapienza
classica infine riguardava tuttavia soltanto la
conoscenza morale dell'uomo, e niente altro.
Ma l'uomo ha un raaraviglioso organismo,
la conoscenza del quale non è certamente
meno necessaria della conoscenza del suo
organismo morale, sia perchè la vita morale,
la vita psichica non potrebbe esistere un sol
momento senza il meccanismo funzionale di
quella che si dice la vita materiale, sia anche
perchè le così dette funzioni materiali eser-
citano una grande intluenza sull'indirizzo e
sulle manifestazioni della vita intellettuale.
Nulla di men vero dell'antico motto mens sana
in corpore sano, che tutti ripetono si, ma a
sproposito pur troppo tante volte quante a
proposito almeno, e che d'altra parte non
è apprezzato mai abbastanza nella pratica
con la serietà voluta, giacché sono ben pochi
coloro che vivono seguendo le norme d' una
sana igiene dettate da una buona e razionale
fisiologia.
Herbert Spencer nel suo bel libro sul-
l'educazione, parlando del sapere più utile,
pone come base dell'educazione quella scienza
che insegna le norme della conservazione del-
l'individuo. Non basta, dice Spencer, per con-
servar l'individuo, difenderlo da tutto ciò che
può danneggiare o distruggere meccanica-
mente il nostro organismo; bisogna proteg-
gerlo contro le conseguenze delle infrazioni
alle leggi fisiologiche, contro quelle tristi con-
seguenze che souo le malattie e la morte.
" Noi pretendiamo — egli continua — che la
vera scienza, insegnata convenientemente,
OPUSCOLI E
SCHIARiMENTI
CTilD > iir^Mifl.KI !#.. p%i.*^...;.^ O.Mfl n^t\
726 —
farebbe molto: e polche le leggi dell'igiene
devono essere conosciute prima di essere pie-
namente osservate, bisogna che la diffusione
di questa scienza sia tale da preparare per
un tempo a venire il meno lontano che sia
possibile una maniera di vivere più conforme
alla ragione. Noi concludiamo perciò, che se
una vigorosa salute, e l'energia morale che
r accompagna, sono per l'uomo i primi ele-
menti del benessere, la scienza che ha per
oggetto la conservazione di questa salute è
una scienza che non la cede ad alcun' altra. „
La necessità, dunque, della conoscenza
fisiologica di noi stessi è una necessità: ed
è un vero ed imprescindibile bisogno del-
l'età nostra e della scienza moderna che
venga completato il grande insegnamento
dell'antica sapienza.
Non basta: bisogna guarriare avanti, bi-
sogna cercar d'imparare la difficile arte, che
con vocabolo greco dicesi ^ro/iZassj, cioè guar-
dare appunto avanti, la quale insegna ad im-
pedire lo sviluppo delle malattie, e il ritorno
di quelle che si sono già sofferte: un'arte
difficile, dico, che s'impara soltanto coi lun-
ghi studi medici e con la lunga esperienza,
e che perciò non è da tutti. Vi sono tuttavia
delle norme generali, che, seguite scrupolo-
samente, possono tener lontane le malattie,
o almeno molte malattie, e permetterci di
Viver sani e a lungo.
Bisogna conservare tutti gli organi del
corpo in istato di vigore, facendo del moto
tut^^ti i giorni, qualunque sia il tempo; il la-
voro regolare e le occupazioni intellettuali
sono indispensabili. Però non si deve esage-
rare in alcun senso.
Bisogna cercar di scoprire e combattere
le tendenze alle malattie, siano esse eredi-
tarie o acquisite nella vita. Bisogna essere
moderati nel consumo degli alimenti e delle
bevande, come nella realizzazione d' ogni go-
dimento del corpo. I liquori alcoolioi, gli ec-
citanti d'ogni sorta, come i narcotici e le so-
stanze anolgesiche, quelle che cioè si usano
a combattei-e l'emicrania, la febbre, ecc., deb-
bono essere evitati. Si deve ricordare che
l'nomo è omnivoro, epperò non gli è consi-
gllibile una alimentazione fatta di sole carni
0 elisoli vegetali. Bisogna circondarsi d'aria
jinra e abbondante, coricarsi e levarsi di
buon'ora: bambini dormire almeno dieci ore,
tuioiuUi almeno otto, adulti sei o sette, non
1 io. Bisogna prendere un bagno e praticare
delle frizioni al corpo tutti i giorni, osservare
serapre la pulizia più accurata e generale.
BLsogna, infine, combattere le passioni e le
sensazioni nervose d'angoscia, operar sempre
co.«i che la coscienza mai non rimorda, edu-
carsi per le gioie più pure della vita, per la
tranquillità dell'anima, per una concezione
della vita piena di speranza.
Ma queste norme, pur troppo, non sono
sempre seguite, e si cade malati. Qualche
volta sono alterazioni delle funzioni d°lVor»
ganismo, sia pel soverchio lavoro di cei-ti or-
gani, o pel loro lavoro insufficiente, sia per
cause esterne, come l'abuso o l'insufficienza
degli alimenti, l'uso delle bevande alcooli-
che, dei narcotici, ec, il raffreddamento del
corpo, l'ingestione di sostanze dannose o ad-
dirittura venefiche, o anche l'introduzione
nell'apparato digerente di uova di vermi
specialmente o d'altri animali parassiti, che
poi vivono alle spese dell'organismo, e che
avviene spesso per mezzo delle earni, del-
l'acqua impura, dei cibi mai cotti o crudi.
Qualche altra volta si tratta d'una fatale di-
sposizione dell'organismo ereditato da pa-
renti affetti da malattie specifiche ; talora,
infine, le malattie derivano dai microrgani-
smi, dai micrubii, e sono quelle che si dicono
infettive.
I microbii .sono vegetali d'infima specie,
che si possono distinguere nei tre tipi carat-
teristici dei micrococchi, tondeggianti, dei ba-
stoncelli, e degli spirobacteri spiraliformi. Di
dimensioni minime, sicché occorrono ingran-
dimenti di 900, 1000 e persino 1500 volte per
poter osservarli al microscopio, si rendono
visibili soprattutto per la facilità con la quale
si colorano con certi colori d'anilina, per la
loro motilità: talora sono isolati, tal' ora uniti
a due a due (diplococchi), in gruppi maggiori
(atafilococchi), in catene (streptococchi), in serie
(bacilli), o altrimenti. Ve ne sono di quelli
che possono vivere solo respirando diretta-
mente l'ossigeno dell'aria, i così detti aerobii,
ed altri, gli anerobii, che tolgono l'ossigeno
necessario alle sostanze in via di decompo-
sizione. In genere resistono a temperature
anche bassissime : non alle temperature molto
elevate: la maggior parte periscono a 100 gra-
di ; ma ve ne sono che vivono ancora dopo una
ebollizione prolungata parecchie ore o dopo
aver subito temperature di 110 e 120 gradi.
Sono distrutti da sostanze che si dicono an-
tisettiche, quali il sublimato corrosivo, il cloro,
il cloruro di calcio, gli acidi solforoso e sol-
forico, benzoico, fenico, ec, il bromo, l'iodo,
il permanganato di potassa, la iodofenina, il
salolo, ec. Anche la luce, e specialmente la
luce diretta del sole, li distrugge. Vi sono,
infine, microbii patogeni, cioè generatori di
malattie, che sono specifici di malattie deter-
minate ; ma ve ne sono pure che, infettando
l'uno o l'altro organo, possono causare va-
rie malattie. 11 pneumococco, per es., può
produrre la pneumonite o la meningite, se-
condo che attacca i polmoni o le meningi,
cioè le membrane che, sotto il cranio, avvol-
gono il cervello.
Vivono talora nell'aria, come quelli del
tifo, della pneumonite, dell'influenza, della
difterite, della tosse ferina, della rosolia, del
vainolo, della scarlattina, del colèra, della
tubercolosi; talora vivono nel suolo, come i
microbii del tifo stesso, quelli del carbonchio
Mamma! al tuo pargoletto da' il latte del tuo seno e le cure del tuo cuore,
gli assicurerai salute e lietezza. Se il tuo latte fosse insufficiente o avesse a cessare
presto, troverai un aiuto perfetto nella gustosa, nutriente, digeribilissima Farina
Lattea Italiana Paganini Villani & C. (Vedi avvivo su cartoncino colorato).
- 727 -
« iVl U t»no; «peMo Tlvotio nell'» ft«qti« del
pozzi, del Aumt, ooiue quelli del Ufo, dt>l co-
lèra, «1% É naturale portante che eni s'in-
troducano neU'or>;anunio umano con l'aria,
con l'arqua, col cibi, e possano penetrare un
po' per tutto l'organismo.
Non sempre pero producono danno. Il
polmone aKisop, quando è sano, da filtro per
taluno di essi; altri sono uccisi dai succhi
aoidi dello stomaco, dal muco de^cli intestini;
ad altri impedisce l'ingresso sotto la pelle il
sudore; molti sono distrutti dai globuli bian-
chi del sangue, cellule viventi, capaci di muo-
versi, sempre pronte ad accorrere dove i
microbii minacciano l'organismo, e a tentar
di distruggerli facendone il loro cibo....
Ma Te ne sono pur troppo anche molti
ohe Tinoouo queste naturali difese dell'or-
ganismo, e generano delle infezioni troppo
sp«sso mortali.
Come combatterli allora?
Ecco un altro problema, non meno grave.
I problemi della vita pratica moderna
sono, si può dire, intiniti. Una volta, ad es.,
quando l'Italia era tatta divisa in statcrelli,
e non era in alcun modo consigliabile uscire
dal proprio, non v'era da scegliere, per prov-
vedere all'educazione dei figliuoli ed al loro
avvenire, che fra il seminario, il quale ne
faceva dei reverendi, e la scuola, la quale ne
faoeva degli avvocati, o dei medici, o dctrU
ingegneri architetti: e quelli che studiava^ ,
allora erano, per giunta, ben pochi. Adesso,
questo dell'educazione dei figliuoli, nell'at-
tesa della scuola media, inferiore almeno,
unica, il problema è ben altrimenti differen-
te, e si presenta sotto aspetti differentissimi
gli uni dagli altri, per la ragione, soprattutto,
che il fanciullo non si considera più, nella
avvenuta evoluzione delle idee, come un tem-
po, un tipo ben determinato e, per cosi dire,
immutabile.
Non bisogna però credere che il difficile
problema non si offrisse anche ai nostri vec-
chi: se ne preoccupavano lontani antenati
nostri, se ne preoccupavano gli antichi. Pla-
tone diceva già della educazione, che essa ha
per iscopo di dare al corpo e all'anima tutta
la bellezza e tutta la perfezione delle quali
sono suscettibili. Ma gli è pur necessario che
gli sforzi diretti ad ottenere un certo risul-
tato possano essere esercitati sopra un tan-
ciallo dotato di tutte le sue facoltà. La sa-
lute fisica è. come l'intelligenza, una condi-
zione necessaria dello sviluppo intellettuale
dell'individuo.
Non sono molti anni, e i disgraziati che
la natura aveva trattato da cattiva matrigna,
rifiutando loro sin dalla nascita la scintilla
per la quale, con l' educazione, si sarebbe
acoeso un giorno in essi il lume della Intel-
ligenza, erano completamente abbandonati a
loro st«ssi, come un tempo, a Sparta, per la
legge di Licurgo, i nati deboli o storpi! erano
subito abbandonati, mentre lo Stato pensava
ad allevare, soprattutto ingagliardendone il
corpo, t sani ed i forti, con una utile ma
crudel selezione.
Oggidì qnesto ijo» avviene più. Grazie t^
metodi del tutto nuovi, gli errori della na-
tura possono quasi tempre essere corretti :
tutte le intelligenze, le Intelligenze torpide
come le sveglie, si considerano e sono vera-
mente suscettibili d'educazione. Neppure al
povero idiota, hI degenerato, al defioi<>nto, è
negata la possibilità della educazione e della
istruzione. Non sono essi più abbandonati a
loro stessi dalla fanciullezza: non sono più
condannati a vegetare sino all' ultimo loro
giorno, oggetto di commiserazione, di pianto,
quando non pure di scherno e di riso! Ora
cosi possono riconquistare il posto al quale
pure hanno diritto nella vita e nella società.
L'educazione è accessibile ad essi come ai
loro fratelli più favoriti. Ed è questa una
grande vittoria, che restituisce a tutti il di-
ritto di pretendere, come dice Platone, a tutta
la bellezza e a tutta la perfezione delle quali
l'anima e il corpo sono suscettibili.
Non meno profonde metamorfosi subt
l'istruzione. Si può dire, ad esempio, ehe,
mezzo secolo fa, l'istruzione commerciale e
industriale non esisteva affatto, se si confronta
con quella che è impartita ai nostri giorni.
Il giovane s'incamminava allora per la via
scelta con un ben lieve bagaglio: quel che
acquistava mercè pochi anni di studio nel
collegio della città nativa o nella scuola del
suo villaggio. Oggi non potrebbe più essere
cosi: il mondo s'è rinnovato, le ferrovie, i
telegiafl, i telefoni, corrono le terre e i mari;
ogni giorno ci porta notizia d'una nuova sco-
perta, d'una nuova invenzione, e i telegrammi
aerei fanno ormai l'intero giro del mondo in
minor tempo di quel che occorre per scri-
verli. L'industria, anzi tutte le industrie hanno
subito in qualche modo il contraccolpo di que-
sto straordinario sviluppo dei mezzi di co-
municazione: esse non solamente si perfezio-
narono: si moltipllcarono. Nuove industrie
inoltre son nate. Occorre citare l'elettricità
e le mille applicazioni che sono state la con-
seguenza del suo rapido, maraviglioso svi-
luppo?
Ma non basta. La concorrenza commer-
ciale og^Mdi s'è mutata in una vera battaglia,
in un confiitto d'interessi tale, che soltanto
colui che è bene armato può avere speranza
di vittoria. Bisogna dunque bene armarsi per
tale battaglia; e ciò si ottiene soltanto mercè
un'istruzione solida, pratica, veramente so-
lida e pratica nel più stretto significato delle
parole.
È soltanto in grazia di tale istruzione e di
tale preparazione, che le nuove generazioni
potranno vincere le difficoltà che continue-
ranno a drizzarsi dinnanzi ad esse, tanto
maggiori, e più temibili, e più numerose,
quanto più numerosi e più decisivi saranno
stati i progressi della scienza, ben lontana
dalla pretesa sua bancarotta, e le sue appli-
cazioni dirette alle industrie.
I problemi della vita pratica sono Infiniti :
dicevo.
Infatti non v'è alcuno che in un dato
giorno, in un dato momento, non abbia a
proporsi una di queste domande:
— Pove andrò a passar le vacanze? Pqto
— 728
porterò I miei figliuoli? Al mare o al monte?
Le spiagge, gli stabilimenti, 1 luoghi di cure
climatiche, ai quali è possibile e facile oggidì
il recarsi, anche senza grave dispendio, sono
tanti.... Ma quale debbo preferire?
— Come debbo mobiliare la casa in vista
d 'Ile prossime nozze? A quale fra i tanti fab-
bricanti che sono in Italia, e dei quali spesso,
anche se in città lontane, è vantaggioso prov-
vedere la mobilia, debbo dare la preferenza?
Quale può fornirmi questo o quel mobile,
fatto in un certo modo, d'un certo prezzo,
alle condizioni migliori?
— Come posso impiegare il mio denaro?
Come prevederle disgrazie, assicurando l'av-
venire della mia fanai glia, dei miei figliuoli?
— Dove posso comperare i migliori, i più
utili regali per nozze, i corredi meglio con-
fezionati?
— Dove rivolgermi per provvedere una
buona macchina fotografica, dei buoni colori
per l'acquerello, a buon mercato?
— Quali sono i migliori libri pubblicati
in questi ultimi tempi? La Biblioteca azzurra
del Bemporad, s'è arricchita di qualche altro
volume del Capuana, della Baccini, di Vamba,
del Rizzatti, del Cioci, della Ferodi, o il Sal-
gari ha pubblicato qualcun altro di quei suoi
libri di viaggi e d'avventure, ch'io possa ag-
giungere alla biblioteca dei ragazzi ?
— In fatto di scienza quali sono le ultime
conquiste umane?
— Dove posso trovare nn oanp, nn ca-
vallo, un fucile, una carrozza, una bicicletta,
un automobile, un canotto? Dove semi. piante,
concimi, macchine agrarie? o animali da al-
levare? o commestibili? o vini? o liquori?...
— Come debbo curarmi, o curare i miei
figliuoli, se ci colga qualche improvvisa lua-
lattia, e il medico sia lontano?
— Come?... Dove?... —
I problem.! della vita pratica sono infi-
niti: tanti, e spesso anche cosi diffìcili, che
l'ideale sarebbe avere in ogni caso vicino un
buon consigliere, nel quale si potesse riporre
sicuramente la propria fiducia, tutta intera,
e che rispondesse subito, senza se e senza
ma, a qualsiasi richiesta, e risolvesse ciascuno
di quei problemi.... Ma il consigliere ideale,
il bravo consigliere, dove trovarlo?
Eccolo: in queste pagine che abbiamo in-
titolate della Vita Pratica: in queste pagine
che noi ci proponiamo siano appunto ogni
anno più completamente il consigliere pra-
tico e sicuro al quale nessuno ricorra mai
invano, ed abbiano wna risposta pronta per
ciascuna domanda, una risposta che risolva
uno di quei tanti problemi della vita, della
quale è stato discorso.
PER LA SALUTE.
È certamente, fra i maggiori beni dei quali
possa godere l'uomo, massimo la sanità del
corpo: ed è tanto grande che fu celebrato
in ogni tempo, come in ogni tempo l'uomo
diede ogni sua maggiore attività per otte-
nerlo.
La sanità celebrano infiniti proverbi. Mens
sana in carpare sano dicevano gli antichi: e
i moderni dissero che " ehi ha la sanità è
ricco e non lo sa „, che " chi è sano e da più
del Sultano „, che " chi è sano è lieto „, che
" meglio è un asino vivo e sano, che un dot-
tor morto o malato „....
E che la salute, quello stato di benessere
ohe noi proviamo quando i nostri organi eser-
citano le loro funzioni con libertà, con atti-
vità, con armonia, sia veramente il primo e
il più prezioso di tutti i beni, nessuno du-
bita, né dubitò mai. Conservarla quando si
possiede, ricuperarla quando si è smarrita,
si considera ed è un dovere per tutti.
Ma In qual modo si conserva? Lo insegna
l'igiene, la scienza della quale i Greci fecero
una dea. Igea, la scienza che insegna all'uomo
quali sieno i suoi veri bisogni e in qual modo
debba soddisfarli per conservare appunto la
propria salute, l'arte di conservarla e di per-
fezionarla prevenendo le malattie. In qual
modo si possa tentare di ricuperarla insegna
la medicina.
Tanto il conservarla, quanto il ricuperarla,
sono pur troppo cose diitìcili assai, che tristi
eredità talora lo impediscono, e spesso, troppo
spesso, chi ha la ventura di possederla par
quasi s'adopri tutto per perderla. Inconti-
nenze d'ogni sorta, noncuranza della igiene
spesso derivata dalla ignoranza, affidamento
in caso di malattia alle donnicciuole ed alle
loro vantate panacee universali, piuttosto che
ai medici e ai farmachi che meritano vera-
mente tal nome, sono le principali cause per
le quali un tanto bene sì di frequente si
smarrisce, e pur troppo anche altrettanto
spesso si perde.
Incontinenze, anzitutto, che derivano dalla
ignoranza di sé stessi, dalla ignoranza dei fatti
più elementari della fisiologia, del meccani-
smo della vita del nostro corpo. General-
mente purtroppo si crede ancora che basti
educare la mente arricchendola di cognizioni
indubbiamente utili come son quelle che si
riferiscono alle lingue, alla storia, alla geo-
m
.OPUSCOLI E>
SCHIARIMENTI
ST/IR.r 4DN4LDI.VIA R\/iTDiii/in Q-MII /INO
- 729 —
allH pfort» <1«>irRri*, ««o. M» qnnntt ««on qnoUl
v) ■ ' ' ■ ' -fa
nutsld. ft s'^j^nl c.i!).i1l««fli'l. a paiolo nilttlrfi
a operazioni stravaganti, a fartnuohi non nwr.
strani, al quali fonte ni annette Iniportan/n
solo pon-hò dllflfill a trovare, e chi hI ron-
tenta di far o«-lel)rnre una niosha o nn triduo
rinunciando volontariamente e decisamente
alla medicina umana.
' dtllti :>cienza
gli individui
., V. ...... ..v<^ persuasi che
nare regolarmente e dare
concetti solo quando il
rpo vi\;i sono il governo delle leggi flsio-
ò'iche e Igieniche?
D'altra parte, in fatto di medicina 11 pre-
giudizio regna ancora sovrano. Invano Bacone
la dichiarò la più dilTicile di tutte le scienze!
Non v'ha chi non Toglia a modo suo parlarne,
molti pretendono darne lezione, che sono
igiunl, non che di medicina, pure di anato-
mia e di tisiologia.
Meno male se da noi vigesse l'usanza, che
fu già in onore presso i Babilonesi, gli Assiri,
i Caldei od altri popoli, per l.i quale i ma-
lati erano esposti sullo pubbliche vie. e i pas-
santi che per caso s'eran trovati in identiche
coudizioni esponevano il modo della loro gua-
rigione !...
In tal caso anche i profani della medicina
potrebbero, per quanto empiricamente, al-
meno con qualche cognizione di causa, oc-
cuparsi e dar consigli e suggerimenti.
Ma noi non abbiamo questo beneficio, e
dobbiamo subire gli insensati spropositi che
l'innato ibtinto della con.servazione della vita
e della salute generò e diflfnse nei secoli.
E sono tanti: e se taluno fra essi è sol-
tanto ridicolo, molti disgraziatamente sono
nocivi, sia perchè suggeriscono pratiche o
farmachi dannosi, sia perchè mentre l'infermo
nutre la piena confidenza nell'efficacia dei
loro sussidii, va perduto il tempo logico della
opportunità curativa, e la malattia diventa
insanabile.
Cosi è che non si crede quasi affatto dal
volgo alla medicina dei bambini: dal volgo,
che afferma non essere possibile conoscerne
le malattie e curarle, e le trascura, o tutt'al
più ricorre a pochi e raramente giudiziosi e
razionali farmachi, attribuendo osso la mag-
gior parte del disturbi infantili alla dentizione
e ai vermi, quando non pure a qualche stre-
goneria, e molte malattie reputando assolu-
tamente fatali, e taluna, come certi */V^Ai al
naso o all'orecchio, utile, mentre è quasi sem-
pre, perchè non curata, causa di sordità o
d'altri gravi malanni.
Così è che si crede di poter guarire il can-
cro applicando sulle piaghe da esso prodotte
qualche fetta di carne di manzo in omaggio
al pregiudizio che un cane invisibile, affamato,
divori le carni del malato..^ Cosi è anche che
iii molte malattie c'è chi ricorre ad amuleti
A proposito di amuleti.... medicinali vale
la pena di ricordare quello che una vecchia,
tenuta in conto di strega, diede alla fine del
secolo XVII a un famoso cardinale malato
d'una febbre quartana ribelle a tutte b.« cure
modiche. Il cardinale mise al collo 11 miste-
rioso borsellino, e.... guarì. Se non che qual-
che tempo dopo, cedendo alle istanze di al-
cuni porporati che si trovavano una sera a
conversare con lui, aperse il borsellino. Den-
tro sotto parecchi involucri, non c'era che
un cartellino, e sol cartellino erano questi
versi :
Santa Maria Egiziaca
Che feste la pacchiana,
Per vostra intercessione
Guarite la quartana
Dell' arcieminentissimo minohionel
Quanto all'igiene, essa è pur troppo an-
cora poco in onore fra noi. Invano si insogna
che essa dà veramente le norme che possono
guidarci nella scelta dei mezzi più atti al
mantenimento ed al miglioramento della fun-
zione noi-male dei nostri organi, proteggendo
così la salute del corpo, e che quindi è pos-
sibile per essa evitare i danni i quali, per
eause diverse e molteplici, possono derivare
al nostro organismo, rendendone imperfetto
il lavoro vitale. Invano si insegna che è asso-
lutamente necessario far funzionare in modo
opportuno gli apparati della nutrizione come
quelli nei quali risiedono, con l'intelligenza,
le nostre più elevate facoltà psichiche. L'igie-
ne, per quanto scienza prima fra tutte, e me-
dica insieme, e sociale, e morale, se si misura
la sua importanza dalla molteplicità delle sue
ricerche e dalla utilità dei suoi servigi, che
pur potrebbe rialzare la dignità umana av-
vilita per la ineguaglianza delle condizioni
sociali, e diffondere in tutte le classi la in-
telligenza del diritto e della giustizia, è an-
cora tra le scienze meno diffuse, e tra le meno
note, e meno razionalmente applicate.
COSSILA BA6NI
presso BIELTiA - Piemonte
STAGIONE lo GIUGNO - 1» OTTOBRE
MEDICO-DIRKTTOKE
Dr. L. C. BURGONZIO
- 730 -
I PROGRESSI DELLA MEDICINA
Quando ci domandiamo per quale virtù
le scienze mediche sono così progredite in
Germania, non pensiamo o non sappiamo che
in quel paese l'Industria cammina di pari
passo o precede addirittura la Scuola. Per
esempio, i maggiori progressi della chimica
e della farmaceutica sono stati conquistati
negli ambienti industriali : lo stesso può dirsi
di molte altre scienze mediche, e specialmen-
te dell'igiene. Queste industrie, veraniente
scientifiche, strappano a peso d'oro i più po-
derosi ingegni alle cattedre, portandoli nei
loro ambienti ricchi di mezzi, scevri di pa-
stoie, organizzati come campi di battaglia,
dove l'emulazione, l'ideazione e il lavoro,
fervono come passioni. I nomi che maggior-
mente riveriamo nella storia delle lotte con-
tro la tubercolosi e la difterite, contro la
malaria e la peste, compirono e compiono le
loro memorabili gesta per volontà ed a spese
dell'industria. Vi è la Casa che dà 70,000 mar-
chi all'anno al suo Direttore scientifico, che
è nello stesso tempo professore di Università,
vi è quella che spende 200,000 marchi all'anno
per un Laboratorio di Microbiologia, come
vi è quella che invia spedizioni di medici nel
cuore dell'Africa per studiare da vicino i nuovi
problemi di epidemiologia. Con questi sistemi
non e' è da meravigliarsi se i grandi Stabili-
menti industriali tedeschi gareggiano colle
Università di tutto il mondo o le sopravan-
zano nella scoperta di progressi scientifici.
Uno dei più notevoli esempi per l'Italia,
in cui l'industria ha fatto connubio colie
scienze mediche, è 1'
Istituto Terapeutico Italiano,
con sede in Quinto presso Genova, e in Mi-
lano, via Dante, 4, sorto due anni or sono
per merito di alcuni industriali liguri e lom-
bardi allo scopo di trasportare nel campo
industriale colla massima prontezza e fedeltà
tutte le scoperte scientifiche che si fanno via
via nei Laboratori universitari. Si tratta di
un'opera che ha di mira la popolarizzazione
di ogni progresso nella cura delle malattie,
essendo appunto caratteristica di tutte le in-
dustrie il procurar di mettere a portata di
tutti, colla minor spesa e nel tempo più breve,
le cose che esse producono.
La direzione scientifica di questo impor-
tante Istituto è stata affidata al dott. G. Za-
noni, assai noto in Italia e fuori per i suoi
lavori e le sue scoperte nel campo della me-
dicina opoterapica, ossia della medicina fatta
coi mezzi che la natura stessa adopera per
difendere l'organismo dalle malattie. Il dot-
tor Zanoni nei dieci anni trascorsi come as-
sistente nella Clinica Medica della R. Univer-
sità di Genova e come capo-laboratorio del-
l'Istituto per le malattie infettive diretto dal
prof. Maragliano, ebbe campo di dare la sua
opera alle più importanti ricerche della te-
rapia moderna e potè quindi portare nella
direzione dell'Istituto una rara competenza.
Nel breve t^iro di due anni l'Istituto Te-
rapeutico Italiano si è occupato delle più no-
tevoli questioni che si agitino nel mondo
medico, e sempre vi ha portato un contributo
di opera originale.
Per esempio nella questione della
Cura del Cancro
così palpitante nel pubblico e nella stampa
anglosassone, e così dibattuta dalle cllniche
inglesi e tedesche, che ottennero dai Governi
degli Istituti per lo studio esclusivo di tale
questione, dotati di milioni, l'Istituto italiano
ha cooperato in modo preponderante, riu-
scendo a preparare i fermenti del pancreas
(Tripsina, Amilopsiua, ec), che possiedono me-
ravigliose proprietà curative sui tumori ma-
ligni, in modo da poterli utilizzare sull'uomo.
Dei lavori del dott. Zanoni su questo argo-
mento s'interessarono la stampa medica ita-
liana ed anche i maggiori giornali politici, tra
cui ripetutamente il Corriere della Sera, nelle
sue rubriche scientifiche; ed i rimedii sopra-
citati guadagnarono il primo posto nella cura
dei tumori maligni giudicati inoperabili.
Ma dove si distinse maggiormente l'opera
dell'Istituto, dimostrando il valore che si-
mili enti possono portare nel progresso delle
scienze mediche, è nella questione della
Cura della Pertosse.
è noto a tutti che questa malattia (chia-
mata volgarmente Tosse Asinina, tosse ferina,
canina, convulsa, ec.) è la più tormentosa che
affligga l'infanzia, sia per la durata (da 3 a 6
mesi),sia per la mortalità, elevata come quella
della difterite, sia per le complicazioni (polmo-
niti) e per le conseguenze (tubercolosi, rachi-
tismo, ernie), ohe per le sofferenze veramente
impressionanti che gli accessi px-ocurano alle
tenere creature. Or bene, questa affezione per
cui tutte le più svariate cure da parecchi se-
coli sono state messe in prova, con risultati
così scarsi da rendere scettici non solo le fa-
miglie, ma anche i medici più valenti, venne
studiata nell'Istituto da un punto di vista as-
solutamente nuovo, e il dott. Zanoni riuscì
dopo molti sforzi a scoprirne il rimedio spe-
cifico.
Si tratta di un Siero ottenuto da una pic-
cola glandola che si trova negli animali un
poco sopra al rene, e che perciò viene chia-
mata soprarene. Questa glandola durante la
vita fabbrica certe sostanze che hanno la
proprietà di far scomparire l'infiammazione:
infatti, se si bagna un occhio arrossato con una
sola goccia del succo naturale di questa glan-
dola, in poco tempo l'infiammazione scom-
pare.
Sapendosi ohe la pertosse è prodotta da
una infiammazione della parte alta dei bron-
chi e della trachea, il dott. Zanoni ebbe l'idea
di combatterla appunto col Siero di detta
glandola, Siero che in commercio venne bat-
tezzato col nome di " SIC „ ossia l'acrostico
del suo vero nome che è '' Siero Soprarenale
Interno e Corticale „. Questo Siero si prende
a goccio diluite nell'acqua, ed è di un sapore
- 781 -
ItradeToItMlmo, Unto cho 1 bamblBl lo cèto-
dono ila s^.
!>.imblnl
»o' i l'ur.i,
fui . ^ «'nnoro
coniutiioAd «1 i'oiiur(<t>o ili M«;«^Uoiiia tenu-
tosi a (it'iiova ii«'l VJ0[>. e In pooo t«mpo la
naova cura voniio sporiinentaU da tutu 1
medici d'Italia.
Le esperteoze principali furono fatte nelle
Cliniche Universitarie di Parma, Genova, FI-
rense, Napoli, Torino, Palermo, Buenos Aires,
Ginevra, Basilea, e negli Ospedali dei barn-
bini di Crciuona, Milano, Barcellona. Madrid,
Trieste. Ma fu specialmente nella Clinica
Pediatrica della li. Università di Roma di-
retta dal prof. Luigi Concetti, uno dei più
illustri maestri delle Malattie dei Bambini,
che il 5ic' fu oggetto di esperimenti decisivi
che ne consacrarono la f:ima. Anche di questi
fu fatta Relazione al Congresso di Medicina
tenutosi a Roma nel 11)06 sotto la presidenza
di Guido Baccelli, e II prof. Concetti li con-
fermava al dott. Zanoni con questa lettera:
Egregio Collega,
Ho esperimentato e fatto sperimentare
neir ambulatorio della mia Clinica e uell'eser-
oiEio privato il " Sic„ contro la pertosse. Posso
riferire su oltre un migliaio di casi, della più
parte dei quali i miei assistenti dottori Fe-
derici e De Villa hanno già dato Relazione
al Congresso di Medicina dell'ottobre scorso.
Il " Sic„ si è mostrato veramente efficace, sia
contro l'intensità dogli accessi e contro la
loro frequenza, sia rendendo più breve il
decorso della malattìa, e migliorando le con-
dizioni generali. Come derivato dalle glan-
dolo surrenali esso è attualmente il rimedio
da consigliarsi con la maggior fiducia nella
cura della Pertosse.
Prof. Luigi Concetti
Direttore della Clinica.
Per comodo dei nostri lettori avvertiamo
che il Sic costa L. 2,50 al flacone e si trova
in tutte le farmacie d'Italia. Secondo l'età
del bambino un flacone dura da 3 a 10 giorni.
Unite col rimedio vi sono le dettagliate
norme per l'uso.
Un'altra questione, che l'Istituto ha radi-
calmente risolta, è quella della cura dell'in-
continenza d'orina, così frequento nei bam-
bini anche dopo l'età di due anni, in cui
questo disturbo dovrebbe essere cessato. Si
calcola che su 100 bambini 24 siano affetti da
perdita delle orine di notte e alcuni anche
di giorno: è vero che col crescere degli anni
a poco a poco guariscono, se non tutti, al-
meno la massima parte; ma è anche vero che
finché il disturbo dura è un grande cruccio
per le mamme, una mortificazione pel bam-
bino, un danno per l'igiene e l'economia
della casa; senza contare che se i bambini
diventano rachitici, anemici, nervosi, lo si
deve in gran parte a questa affezione. I ge-
nitori ritengono che i bambini si bagnino per
malvezzo e pigrizia e li puniscono: invece il
dott. Zanoni ha dimostrato che il disturbo
dipende da una speciale debolezza dei mu-
scoli e dei nervi della vescica, e perciò i
bAmbinl ennretld non s devono panlre, ma
curar»». Finora però non esisteva nensun ri-
medio; ma recentemente l'Istituto Terapeu-
tico Italiano è riuscito ad estrarre dai nervi
degli animali certe sostanze, coli' uso dello
quali i nervi o 1 muscoli dolla vescica acqu
stano forza ed energia tanto che i bambini
eh» ai bagnatìo addosso, guariscono.
Anuresine.
Anche questo rimedio, chiamato Anur«-
»ine, si prende, come il precedente, a gocce
diluito in un po' d'acqua. Il suo sapore è
dolce. h'Anure»ine è assai ben vista dalle ma-
dri perchè, non solo guarisce l'incontinenza,
ma conferisce robustezza, appetito, vigore ai
bambini, e perchè, risparmi.indo la pulizia
quotidiana, la cura riesce più economica del
non fare nulla, h' Anuresine è usata in molti
Orfanotrofi, Colle;,'i, Ospizi, tra cui possiamo
citare l'Istituto dei Derelitti della Congrega-
zione di Carità di Milano, il Collegio Nazionale
delle Figlie dei Militari, l'Orfanotrofio Pro-
vinciale di Brescia. Padova, Napoli, ec.
In tutte le più accreditale farmacie d'Ita-
lia si può avere V Anuresine al prezzo di L. 3,50
al flacone, che basta per 8-10 giorni di cura,
e che in certi casi può bastare per la guari-
gione completa. Prima di chiudere, vogliamo
accennare ad
Una cura pratica
non dispendiosa e di provata efficacia contro
la tubercolosi polmonare, che l'Istituto ha
fatto conoscere in Italia. Si tratta della so-
luzione del dott. Roblot, antisettica bron-
chiale e ricostituente, adottata fino dal 1902
dai Dispensari antitubercolari del Municipio
di Parigi per la cura -di oltre 40,000 malati di
petto che ogni anno ricorrono agli Ambula-
tori dell' Assintence pubblique. La cura Roblot
si fa esclusivamente per iniezione per non
importunare lo stomaco che nelle malattie
a lungo decorso deve essere lasciato libero
per l'alimentazione. Le iniezioni si fanno in
numero di 3 la settimana: dopo un periodo
di 9 iniezioni si fa una settimana di riposo.
Tre, quattro, cinque, di questi periodi se-
condo l'importanza della malattia, bastano
per la cura, la quale può essere ripetuta an-
che dopo un po' di tempo, specialmente nelle
stagioni critiche di primavera e d'autunno
per rafforzare gli eff^'tti ottenuti. Preparatore
esclusivo per l'Italia della soluzione Roblot
è l'Istituto Ter. Ital., Via Dante, 4, Milano.
Il rimedio è in flaconi da 25 gr. e costa L. 4
in ogni farmacia d' Italia. Per averlo per po-
sta occorre aggiungere cent. 30 per flacone.
Per i nostri lettori che dimorano all'Estero
vogliamo indicare le varie città e le Ditte
depositarie dei prodotti dell'Istituto. Sono:
Ditta J. l'eretti a Buenos Aires, Monte video,
Assuncion. Ditta Thermon a Barcellona, Ma-
drid, Lisbona. Pascal a Losanna. Xadnlny a
Basilea. Haaf a Berna. Haiutsmann a S.' Gallo.
Soldati a Lugano. Uhlmann-Eyrattd a Ginevra
e Zurigo. Kamp e Sohn a Hohr-Coblenza, Lus-
semburgo, Amsterdam. Gallo a T^lnto. Meli a
Trieste. Mandoffla al Cairo. Camp, des Med.
Pai, franfaiaes a Parigi, Boston e Montreal.
7S2 —
PER GUARIRE E PROLUNGARE LA VITA
(Il Rigeneratore del chimico Nicola Contardi).
Che cosa è il " Rigeneratore? „
È un preparato a base di fosforo, ferro,
manganese, calce, acido lattico, combinati tra
loro e con la glicerina, quindi è un glicero-
fosfolattato di manganese, calce e ferro li-
quido. In ogni flacone vi sono circa 6 grammi
di prodotto complesso di fosforo, ferro, man-
ganese e calcio secco.
Conosciuta la formola di composizione, è
facile a tutti comprenderne l'efficacia cura-
tiva nelle molte e svariate malattie.
Basta ricordare il larghissimo e salutare
uso che si faceva anni or sono del lattato di
ferro e del fosfato di calcio, per comprendere
tutta la grande efficacia del Rigeneratore, che
contiene le stesse sostanze, ma allo stato li-
quido, assimilabile, organico.
Il Rigeneratore fa preparato dal Chimico
Nicola Contardi nel 1884, quindi conta molti
anni di esperienza gloriosa.
È bene osservare che dopo i meravigliosi
risultati del Rigeneratore sono stati messi in
commercio i glicero-fosfati, che, se apportano
un beneficio all'organismo, non possono mai
raggiungere l'efficacia del Rigeneratore.
Inoltre, dopo la grande diffusione del Ri-
generatore,sono stati messi in commercio tanti
altri prodotti d' imitazione, con nomi deri-
vati dal greco, dal latino, o magari da qual-
che lingua immaginaria, per far concorrenza
al grande e benefico preparato; ma come
nessuna scimmia diventa mai uomo, così nes-
sun altro prodotto ha potato mai raggiun-
gere l'efficacia del vero Rigeneratore Lombardi
e Contardi.
Se si interpellano tutti coloro ohe fecero
uso dei prodotti d' imitazione, si apprenderà
che ebbero sempre un beneficio illusorio ed
assai fugace, per cui ne ingoiarono inutil-
mente centinaia di flaconi, nella speranza di
ri ottenere la salute, ciò che non consegui-
rono mai.
Invece, con l'uso di un sol flacone del vero
Rigeneratore Lombardi e Contardi, l'organi-
smo si sentì rinato a nuova vita, e molti
scrissero che corrisponde vei-amente al nome
che porta.
Perchè gli si dette il nome di " Rigene-
ratore,,?
Il corpo umano è costituito di cellule, e
la generazione dell'uomo ha origine pure da
una cellula (l'uovo). Tutte le cellule, nello
stato normale e fisiologico, vivono una vita
rigogliosa, e la risultante della loro vitalità
costituisce la vita, la buona salute, la forza
dell' organismo umano. Quando, per una in-
finità di ragioni, la vitalità delle cellule è af-
fievolita, o in qualsiasi modo alterata, si ha
la debolezza, la sofferenza, la malattia, e indi
anche la morte.
Ora, se l'organismo umano è generato da
una cellula ed è un complesso di cellule, il
prodotto ohe ridona la vitalità affievolita delle
cellule rigenera l'organismo, donde il nome
di Rigeneratore.
In che modo il "Rigeneratore,, rida la vi-
talità alle cellule e quindi rigenera l'orga*
nismo?
L'uomo mangia per vivere, ma mangiando
muore. Ne uccide più la gola che la spada,
dice un antichissimo adagio. Nel mangiare
non si ha mai la giusta misura, ma si eccede
sempre; ciò dipende dal pervertito senso di
sazietà a cui viene educato l'uomo fin da
bambino. Come è felice quella madre che
vede mangiare a due bocconi suo figlio, ed
ingoiare dei grossi piatti di alimenti, em-
piendo un pancione da monsignore!...
Quante volte, osservando uno di questi
ragazzi o giovanetti, non ci è sembrato di
avere innanzi un vecchietto. E come son con-
tente le madri quando dei loro figli si dice
che hanno tutto l'agire e l'apparenza di un
vecchio! È appunto il soverchio alimento, che
fermentando, e calcificando precocemente la
cellula, fa invecchiare l' organismo prima del
tempo.
In tal modo, adunque, si acquista un falso
sentimento della sazietà.
Non è possibile qui definire i danni che
produce nell'organismo l'eccesso del cibo; vi
sono interi volumi stampati in proposito.
Così air ingrosso, si può paragonare al-
l'eccesso di combustibile nella macchina a
vapore, dove si produce l'incrostazione delle
pareti della caldaia e l'ossidazione, l'abbru-
ciamento della caldaia istessa. Anche nella
cellula del corpo umano si ha l'ossidazione,
r indurimento, e la calcificazione (deposito di
sali terrosi) (De Lacy Mele).
Il Rigeìieratore, pel suo contenuto di acido
fosfoglicerico e lattico, agisce combattendo
questo stato anormale della cellula, sciogliendo
i sali terrosi, e facendole riprendere l'anda-
mento fisiologico. Quindi rida alla cellula la
sua vitalità naturale, rigenera l'organismo.
Perciò il nome di Rigeneratore è perfetta-
mente appropriato.
Come si dimostra la virtù del " Rigene-
ratore „ ?
La dimostrazione è scientifica e pratica.
Fin dai primi giorni di uso del Rigenera-
tore le urine divengono più colorate, men-
tre il Rigeneratore non contiene alcun prin-
cipio colorante. L'analisi chimica ci dimostra
un' abbondanza di sali terrosi, di ossalati, di
urati. Contemporaneamente l'individuo si
sente più libero ed agile nei suoi movimenti,
diventa più svelto e più forte; se aveva de-
positi artritici li vede scomparire ; se .soffriva
di varici, vede rimessa la circolazione.
Tutto il corpo acquista una maggiore ela-
sticità, si sente ringiovanito, rigenerato.
Ciò non deve menomamente mettersi in
dubbio, perchè basta domandai-lo a chi usò
un solo flacone di Rigeneratore, per sapere
che è la pura e semplice verità, senza esage-
razisne.
L'efficacia del Rigeneratore è immediata
e duratura, còme innanzi abbiamo ripetuto.
Abbiamo degli esempi nei quali l'indivi-
duo che fece la cura completa di 4 ti. per
- 7^3 -
cheti dnp nio<l, sfotte in ottima sMnte p<»r
altri </Ni«i<iiVt riHni, e solo «topo tMio tempo
'<t*utt 11 bisogno di riprendere alcuni altri
:':iooi»l del benefloo prodotto.
Q-):t t<> dioifttno risultn ohiaramonto da
'linee sontteol dal 8olToronti.
• far osservare ohe noi ttMiiamo
A alla lettera spontanea doll'ani-
i;i.i >; .: Ulto, anziché ai certiftoatl di dub-
\>\.i p:v'\ .-•n.on/.a.
>; lìn/,-.,-'iator0 è un prodotto assoluta-
nieiito soientiùoo, prt'parato con crlterii ra-
zionali, lar^mento sperimentato con risul-
Uti moravi>:liosi per molti anni.
A quali malattie giova il " Rigeneratore? „
Espressa chiaramente la composizione del
- r^ore, ogni lettore potrebbe facilmente
•me le virtù terapeutiche, sfogliando
ori manuali di materia medica. Ma per
!uìare al lettore siffatto fastidio, tra-
nne qui brevemente le virtù sperimen-
• riconosciute dagli scienziati.
I professori Von Schroflf e 8emmola scri-
vono COSI circa il ferro (contenuto in modo
organico ed assimilabile nel Rigeneratore) :
• Tra le malattie, nelle quali si garanti
sce l'uso del ferro, noi annoveriamo le se-
guenti:
1». Debolexr.a atonica della digestione
con sviluppo di acidi, muco abbondante e
vermi, dipendente da atonia dei muscoli e
della mucosa dello stomaco e defili intestini.
2". Clorosi e molte altre cachessìe, ane-
mia generale in ambedue i sessi, idropisia,
edemi scrofolosi, rachitide, scorbuto, gotta
atonica.
3°. I flussi morbosi che si dipendono da
atonia dei vasi capillari e della mucosa, come
flussi sanguigni, specialmente dall'utero, e
dai vasi emorroidarii, lo blenorree, a prefe-
renza del sistema genito orinario e del ca-
nale intestinale, le diarree ostinate, le pol-
luzioni morbose.
40. Ritenzione delle secrezioni sangui-
ne, quando dipende da anemia, quindi nel-
. imenorrea e menostasia, che non solo ac-
compagnano la clorosi, ma sussistono da
loro.
50. Impotenza ed infecondità per atonia
degli organi genitali.
6°. Le malattie del sistema" nervoso, in
qualsiasi parte di esso, e sotto qualunque
forma si presentino. Le ipocondrie ed isterie
nervose, nevralgie, epilessia, ballo di San
Vito, convulsioni, paralisi, fremori degl" in-
doratori.
70. Contro il cancro, ossia la cachessia
che accompagna il processo carcinomatoso
ne;;li stati inoltrati.
8°. Nelle febbri periodiche, è utile nei
tumori degli organi addominali, particolar-
mente della milza, e che sogliono restare
dopo le febbri periodiche.
II manganese è il fedele compajjno del
ferro, tanto nel regno inorganico, che orga-
nico e Petrequin lo raccomanda a preferenza
nelle cloro-anemie.
L'unione del ferro e del manganese mi-
gliora la crasi sanguigna.
Il fosforo ha elettività speciali pel sistema
nervoso e per le ossa, quindi venne speri-
mentato come modiflcatore della nutrizione
del midollo, n«»irftfa<;><f«, r\'>U(> mnlplojrto. nel»
la paralisi ai<iiaiilc, e quindi ooine Iposte*
nizzan'te n>-It'rt<llntanla, nell'atasHodlnamta e
come afrodisiaco: ha un'anione Mpocittca sulle
ossa, ecoitatidono la foi ma/.ìono, e perciò fu
raccomandato nella racliiiide e nell' osteoma-
lacia. 1 medici Inglesi lo somministrano nelle
nevralgie (l'Ievanl). „
Crediamo indispensabile far subito notare
al lettore che il Rigeneratore Lombardi e
Contardl non contiene voloni, ma è un pro-
dotto scientifico insuperabile per i suoi be-
nefici effetti, adatto per i bambini e per tutte
le età.
Moltissimi imitatori del vero Rigeneratore,
per illudere gli ammalati, hanno unito alle
loro ibrido miscele veleni potentissimi, quali
la stricnina, la cocaina, l'eserìna e simili, per
cui vi furono anc-he delle intossicazioni e delle
forti irritazioni intestinali.
Raccomandiamo di escludere assolutamen-
te i preparati che contengono stricnina, per-
che questo velenosi accumula nell'organismo,
e perciò deve usarsi con molta precauzione,
poiché tre soli contigrammi bastano ad uc-
cidere un uomo del peso di 70 chilogrammi.
Anche noi facciamo prendere il Rigene-
ratore con i Granuli di stricnina, come è
detto più innanzi, ma diamo le es.itte indi-
cazioni per sospenderne la somministrazione,
continuando sempre l' uso del Rigeneratore.
Tracciata così brevemente la sua estesa in-
dicazione terapeutica passiamo ad indicare:
Il miglior modo di somministrare il " Rige-
neratore. .,
Il Rigeneratore è di gusto piacevole, di
sapore dolce, aromatico ; ma preso da solo
ricorda il sapore dei ferruginosi, quindi ò
meglio prenderlo diluito in poca acqua, o nel
latte, nel brodo, nella birra.
È bene prenderlo mezz'ora prima della
colazione o del pranzo, perchè si mescola
con gli alimenti e si digerisce senza alcun
inconveniente.
Lo si può usare però anche a di;,'iuno
perchè non irrita la mucosa dello stomaco,
né si scompone.
Il Rigeneratnre non è incompatibile con
alcun' altra cura, anzi si associa con van-
taggio ad altre cure generali. Cosi può usarsi
con profitto quando si fa la cura di ioduro
di potassio, o di arsenico.
Durante la cura del Rigeneratore è utile
praticare una vittitazione sobria, con cibi
leggieri, ossia di facile digestione, e nutritivi.
Quindi si userà la verdura cotta, le uova, la
carne, il latte, i latticini freschi, i le^'umi, il
pesce, il riso.
Si eviteranno le sostanze salate, troppo
aromatiche o irritanti. Non si daranno i fa-
rinacei in abbondanza.
Quantunque lo stomAco senta molto ap-
petito durante e dopo la cura, è necessario
non sovraccaricarlo mai. sia per fare che la
cura riesca più efficace, sìa per non distrug-
gere il beneneio prodotto dalla cura stessa.
Riusciranno utilissime le passeggiate al-
l'aperto, in aria di campagna, perchè col
moto il sangue circola meglio nell'organismo,
ed il Rigeneratore, che penetra subito nel
sangue, arriva in tutte le parti del corpo, ove
risveglia l'attività funzionale delle cellulOr
- 734 -
Qualcuno dpi consumatori del Rigenera-
tore V ha trovato di sapore troppo dolce, e
ci ha chiesto il modo di modificarne il gusto.
Per chi ha ripugnanza pel dolce noi con-
sigliamo di prendere il liigeneratore nell'in-
fuso a freddo del legno quassie. Basta met-
tere la sera, in un mezzo bicchier d'acqixa,
dei pezzetti di legno quassie (pochi grammi,
da 3 a 4); la mattina successiva si tolgono 1
pezzetti dall'acqua e si aggiunge il cucchiaino
di Rigeneratore, bevendo ogni cosa un'ora
prima della colazione o del pranzo.
Questo è il migliore amaricante innocuo,
ma noi continuiamo a mantenere il sapore
dolce al Rigeneratore, perchè piace ai più.
L' uso del legno quassie non è di alcun
inconveniente, anzi è utilissimo per stimolare
meglio r appetito, migliorare la digestione,
facilitare l'espulsione delle feci, se vi è sti-
tichezza.
Quindi chi non ha ripugnanza per l'amaro,
farà cosa ottima a prendere il Rigeneratore
nell'infuso di legno quassie, sostanza che si
ha in tutte le farmacie con pochissima spesa.
Il sapore dolce del Rigeneratore non di-
pende dalle zucchero, che non è contenuto
affatto nel predotte; tale sapore è quello na-
turale del glicerofosfolattate.
Detto così tutto quante occorreva per
spiegare chiaramente al lettore l'intima com-
posizione chimica dell'eccellente predetto,
veniamo ora a dettagliarne le speciali indi-
cazioni.
Il Diabete.
Ecco la malattia classica, che ha per sin-
tomo principale mua grande debolezza Aé\V in-
dividuo, fine al punte da farlo sentire stanco
dopo il più piccolo lavoro, la più tranquilla
passeggiata.
Alla grande debolezza si unisce il depe-
rimento organico progressivo, la sete, la vo-
racità e pei l'inappetenza, l'emissione di
molta urina, la quale contiene zucchero ri-
velabile con l'analisi chimica.
Chi voglia saperne di più richieda la no-
stra memoria sul Diabete, ove troverà tutti
1 dettagli della malattia e della cura.
Qui diciamo sole che se il Diabete era
stato ritenuto incurabile dn oltre cinque se-
coli, invece la cura col R generatore ha col-
mata questa grande lacuna della terapia.
Abbiamo pubblicate moltissimi attestati,
che furono comunicati a tutti i medici d'Ita-
lia; ne riferiamo qui pochi altri.
Livorno 9/2/OG. — Con la cura di un mese,
terminata oggi, ho trovato giovamento, ma,
non essendo del tutte scomparse lo zucchero,
prego spedirmene altra cura per guarire per-
fettamente. Pampana Angiolo. Via Palestre,
n. 22 p. 2.
Diocesi di Acireale 15/2/06. — Dopo molti
mesi di cura dietetica severa non avevo mai
potuto veder scomparire lo zucchero dalle
mie urine. Il dicembre cominciai la cura e
dopo 15 giorni lo zucchero 8C0Tnp<trve total-
mente e non è più ricomparso. Mj sento e
sono realnaente migliorato in forze, nell'ap-
petito, nella nutrizione, nel colorito. Sto bene,
quantunque non abbia per nulla interrotte
le fatiche del mfo ministero. XJa pafroco (ch6
non vuol essere nominato.)
Castellammare Adriatico 11/2/06. — Torno
a voi, perchè 1' unica cura da cui ho ricevuto
giovamento è stata quella del Rigen rntore
pel diabete, che l'anno scorso mi spediste.
Compiacetevi quindi inviarmi la cura com-
pleta. G. Giammari Giammaria. Via Lanificio.
San Cesario sul Panaro 21/3/00. — Il mio
ammalato di diabete con la cura del Rigene-
ratore e Pillole Vigier ha ottenuto un effetto
sorprendente, da dirsi guarito perfettamente.
Pellicciari Roberto.
Intra [Lago Maggiore) 23/3/06. — La vostra
cura centro il diabete che mi spediste in
gennaio, la trovai sorprendente, perchè in
un mese mi sentii guarite. Avendo però abu-
sato subito dei farinacei e zuccherini, il me-
dico mi ha consigliate di ripeterla, per cui
prego spedirmela con premura.
Appresi il buon risultate della vostra cura
dalla signora Imperatori ed io a mia volta l' he
raccomandata ai miei amici, che se ne sono
giovati, rantoli Placido.
Palermo 26/3/06. — In persona di mia fa-
miglia, affetta da diabete, voglie applicare il
vostro metodo di cura, che ritengo ragiona-
tissimo ed elficace, come mi assicurane al-
cuni celleghi, che l'hanno sperimentate. Spe-
ditemi la cura contro assegno. Dett. L. Ro-
mano Costanzo.
Ascoli Piceno ll/é/06. — Ebbi buoni ri-
sultati dalla cura fatta, e volendola ripetere,
come l'anno scorse, prego rinaettermene al-
tra per un mese. Camillo Garzia Civico. Corso
Umberto I, n. 63.
Caltanisetta 16/5/06. — La vostra cura mi
ha fatto molto bene, e volendola ripetere per
un altre mese, prego spedirmela subito e ve
ne rimetto il cesto. Carmelo Riccioni.
Cingoli (Macerata) 23/5/06. — Prego man-
darmi altra cura completa del suo pregevole
rimedie antidiabetico, avendone già il mio
cliente risentito vantaggio e volendola ripe-
tere. Dottor Camillo Coletti.
Lucca 27/5/06. — Favorite spedirmi la vo-
stra cura contro il diabete. La sperimentai
altra volta, e ne risentii vantaggio. Salva-
tore Del Carlo.
Reggio Cai. 2/7/06. — Avendo sperimen-
tato efficacissimo per la sparizione del glu-
cosio dalle urine, l'uso del tante rinomato
Rigeneratore e delle Pillole Vigier, prego spe-
dirmi la cura completa di un mese per una
mia cliente, che trovasi ammalata col diabete,
Giovanni Morisani, farmacista in San Gre-
gorio.
Radicena 25/7/06. — Ebbi buoni risultati
dalla vostra cura contro il diabete, ed ora
voglio ripeterlo. Sacca Nicola, caporale di
Finanza.
Verona 28/7/06. — Favorite spedire al-
l'indirizzo: Econome del Manicomio provin-
ciale di Verona la vostra cura contro il dia-
bete. Con un anno di dieta rigorosa non fui
capace di veder diminuire il glucosio, che si
manteneva sempre al 20 per mille; col vo-
stro rimedio invece, che adopero da un mese,
l'ho ridotto a 0,40 per mille, perciò son certo
della perfetta guarigione. Arnaldo Kessler.
Oppido Mamertina 29/7/06. — Dopo tanti
anni son costretto ricorrere (novellamente)
- 735 -
' rostro !»r*clflco contro 11 dlal>«»tc. Ho spe-
;n*ntnt<» Il f<»rTn«*f»to <1*nT» ed ho p*>rf1(ito
i: " ■ ' , 't.)
tt :o
d,> i e
dt ma lo /uc-
ci imi 11 Toatro
Si ' . . . col quale ho
seinprti i>>i>drvAti> iltiutiiutie t> scomparire lo
«ucchero dopo il secondo mese. Dott. Matteo
Pia neri,
l\>rd4pnmé 1/8/06. — FaTorite spedirmi
cubito la vostra cura contro il diabete. Sei
anni fa ne feol uso, e mi trovai bene. Essen-
dosi ora il male riprodotto desidero ripeterla.
Provai la cura di sola carne, ma si ottiene
poco e si va troppo per le lunghe. Taiario
Giovanni, oretìi-e.
Ctt-esole Reale 7 8/06. — Ho piacere di ri-
petere per un altro mese la vostra cura con-
tro il diabete, avendone ottenuto buon ri-
sultato; prego mandarmela subito. Giacchino
Giacomo. Albergo Leranna.
VentùHìglia Sicilia 22 8/06. — La vostra
cura mi fece molto bene: lo zucchero sparì
completamente nel primo mese e non è più
ricomparso. Desidero fare il secondo periodo
di cura col Bigenerajore e Granuli di stricnina,
che mi spedirete contro assegno Gottilla Tom-
maso, Sindaco.
Ancona 9 9 OC. — Ebbi già tempo addietro
a sperimentare la cara da lei studiata contro
il diabete e ne risentii davvero indubbio
vantaggio. Ora però provo qualche piccolo
segno di possibile ricomparire della noiosa
malattia. Le ho indirizzato due cartoline va-
glia da L. 12 ciascuna (n. 72,73) affinchè ella
si compiaccia spedirmi, con cortese solleci-
tudine, la cura completa in dose doppia, per
continuarla più a lungo e liberarmi definiti-
vamente. Il mio domicilio è Ancona; ora
però sono in campagna, per cui la prego in-
dirizzare il pacco: Ancona per Casebruciate.
G. Trionfi.
Chiavasso (Torino) 9/9/06. — Anni fa ebbi
occasione di guarirmi dal diabete con le vo-
stre Pillole Vigier e Rigeneratore, e ne fui
oltremodo soddisfatto.... 8op. Caffè Firenze.
Borgoiaro 8/9/06. — Prego spedirmi una
scatola Pillole Vigier e due fl. Rigeneratore.
Questa cura consljiliata al mio cliente ha fatto
buona prova. Dottor Cesare Cantù farma-
cista.
Fano 5/10/06. — Avendo sempre trovato
efficace la vostra cura contro il diabete, che
affligge mia moglie, prego spedirmela per
farla ripetere. Capitano Sante Gbiantoni.
Venezia 27/10,06. — Grazie alla di lei cura
mi sento assai meglio, lo zucchero è molto
diminuito, e riprendo le forze: perciò desi-
dero ripeterla e vorrete spedirmela assieme
alle cartine purgative. Vittorio Fulin. Via Vit-
torio Emanuele, 11 p. San Felice 3943.
Mirin^ola (Mo>iena) 11/11/06. — Trovando
efficacissima la cura di lei contro il diabete,
prego spedirmela per un altro mese. Dottor
Giuseppe Pignatti.
Tiinità {Cuneo) 20/11/06. — Soddisfatto
della sua contro il diabete, mio suocero il
cav. uff. Pietro Barbieri m'incarica di in-
viarle altre L. 12 per una seconda cura. Il
malato ha 73 anni, ha le gambe deboli ed
ha l)l«ogno di rinforzimi, co«» c^• gli p'
cura la cura atessa. Prof. Chlappella Pif>i
domentco.
l'ìBloia 20/12 06. — Con la vostra cura h
dom«to il mio diabete: lo zucchero è ridof
a zero. Proseguirò II vo.ntro Hìgener-jtore <•-
i gianuli di stricnina. Florindo Caramel!
Via Pratese 269.
J'eaaro 25/12/06. — Prego spedirmi altri
cura contro il diabete. Sono molto lulglio-
rato, ma intendo proseguire la sua benefica
cura per guari rmi totalmente, come si sono
guariti altri mici amici.
Pagnoni Giuseppe. Via Flaminia, n. 21.
Cairo 3/1/07. — Trovandomi malato di
diabete m'informai da una mia conoscente
per sapere come si era guarita ella che era
tanto malata, e mi disse che guari facendo
la sua cura col Rigeneratore e Pillole Vigier.
Voglio guarire anch'io, e prego spedirmi la
cura. Riccardo Siraffa. Via Chvàl Bey n. 20.
Egitto. Cairo.
Verona 4/1/07. — Mia suocera era da molto
tempo ammalata di diabete. Con una cura
completa dalla sua sper>ia1ità, più 2 altri fi.
Rigent^ratore è guarita perfettamente da più
tempo, ed io feci forte reclame alla sua spe-
cialità. Voglio ora usare la vostra Lichenina
ec. Palletta Germano, Via 20 Settembre n. 160.
Messina 7/1/07. — Essendo ammalato di
diabete, il mio amico Giuseppe CrisafuUi mi
consiglia di adottare la vostra cura, già da
lui felicemente sperimentata, per cui prego
spedirmela. Giovanni Spadaro Aliguò, via Bu-
falo n. 9.
Reggio Cai. 3/2/07. — Prego spedirmi 4 fl. di
Rigeneratore, che uso con efficacia contro il
diabete da più anni. Gesualdo Barreca, ap-
paltatore.
Parma 4/2/07. — Prego inviarmi la cura
per un mese del diabete e Pillole Vigier e
Rigeneratore. Già da più tempo ho intrapreso
tale cura, che mi ha fatto benissimo e sono
da molti mesi completamente guarito. Però
credo utile farla di tanto in tanto come pre-
ventiva. Oddone Vincenzo, Via Giacomo Tom-
masini, n. 3G.
La cura del diab<?te si pratica co\Rigene-
ratore e le Pillole litinate Vigier. È la più
efficace, superiore a tutte le altre ed in ispe-
cie a quella recente del fermento d' uva o
di birra (lieviU)).
La cura completa di un mese oosta L. 12
in Italia, estero L. 15 anticipate.
Vizio di ricambio
Noi riteniamo il diabete come la malattia
tipica del vizio di ricambio, quindi dell'istessa
cura si giovano la gotta, l'artrite, l'ossaluria,
la renella, l'arteriosclerosi, le varici, il reu-
matismo, ec.
11 Rigeneratore scioglie ed elimina i depo-
siti di sali terrosi Innpo le vene, le arterie,
i capillari e sulle cellule, quindi l'organismo
si libera dall' injjombro e si rigenera.
Non è possibile riportare in questo posto
tutte le testimonianze del guariti di tante
malattie: non la finiremmo più. Così nell'ar-
trite da Verona il 3 luglio 1905 Maria Frigo,
abiunte In via Prodavalle, n. 12, p. 3, scrisse
aver trovato miracoloso il Rigeneratore.
im -
I)e*te varici 1, s'gnor (rfovanni Penilo di
Tort JJliss, Texas, via El-Paso ne comunicò
la guarigione, e la più olas.sioa guarigione di
varici l'ottenne la signora Rosa Sozzani mae-
stra di San Giorgio Lomellina, poiché le va-
rici erano piagate.
Ma la prova più luminosa si ebbe in per-
sona di un illustre medico, il prof, comm, Giu-
seppe Manfredonia che per la sua tarda età
e per la debolezza, dipendente da naarasma
senile, era costretto di guardare continua
mente il letto. Egli scrisse:
" Attesto io qui sottoscritto di aver spe-
rimentato in me stesso la grande efficacia
del Rigeneratore Lombardi e Contardi. L'uso
ogni giorno, ed ho vinto il marasma senile
che mi aveva sequestrato a letto, mentre oggi
vivo allegramente la mia vita da ottuagena-
rio. Nessun' altra specialità mi fu di tanto
giovamento. Napoli, 20 gennaio 1898. Prof,
comm. Giuseppe Manfredonia, Medico capo
degl'Incurabili, Consulente dell'Ospedale del-
l'ordine sovrano di San Giovanni di Geru-
salem.me. ^
Questi e moltissimi altri attestati dimo-
strano quanto noi chiaramente spiegammo
in una recensione, " Per vivere almeno 100
anni „ : cioè che la vecchiaia è costituita dal-
l'indurimento e dalla calcificazione dei tes-
suti, e che a ringiovanire l'organismo, fugare
1 malanni della vecchiaia e prolungare la
vita, riesce brillantemente il Rigeneratore da
noi preparato.
La nostra pubblicazione fatta neir^?«ta-
nacco Italiano del Bemporad, anno 1904, pa-
gine 403 411, trova, nel suo risultato ultimo,
una brillante conferma negli studii del Met-
chnikoff, vice direttore dell'Istituto Pasteur
di Parigi. Questo illustre scienziato pubblicò
un volume intitolato " Etudes sur la nature
humaihe ^ ove spiegò l'invecchiamento dei
nostri organi per la presenza di certi microbi
detti phagocytes, che divorano gli elementi
nobili dei nostri organi.
Richiesto recentemente il Metchnikoff sul
" come impedire all'essere umano d'invec-
chiare prematuramente e come ritardare la
morte, l'illustre professore rispose: Forzan-
dosi di combattere le principali cause di
morte naturale e fra queste le intossicazioni
lente dovute alle fermentazioni che si pro-
ducono nell'intestino grasso. Riescono bene
allo scopo i bacilli lattici, che impediscono
lo sviluppo dei microbi nocivi e racchiudono
una sostanza utile all'organismo come lo
hanno dimostrato le ricerche fatte all'Istituto
Pasteur dal professore e dai suoi coadiutori. ,
Ciò spiega gli effetti meravigliosi del Ri-
generatore contro i malanni della vecchiaia
precoce, pel contenuto di acido lattico.
Anemia ed altre sofferenze.
Nella composizione del Rigeneratore entra
il ferro, che è il rimedio sovrano contro
l'anemia; ma v'è anche il manganese quale
energico coadiuvante.
La forma di glicorofosfolattato, con la
poca quantità di calce compatibile per sti-
molare la nutrizione, riesce di efficacia sor-
prendente.
Se ne gi'ovjl pure !a cfofdnémia, fa cloi'o-f,
la rachitide, il linfatismo, l'osteomologia, le
mestruazioni irregolari (dismenorrea, ame-
norrea) inappetenza, ipocondria, dolori di
testa, debolezza nelle gambe, dolori ai reni
e simili soffereiize dell'oi-ganismo.
In tali casi la cura del solo Rigeneratore
li sufficiente a combattere il male.
Vi si può associare con profitto l'uso del
Liquore arsenicale del Fowler o altro pre-
parato di arsenico a seconda che il medico
prescrive.
Il Rigeneratore è il rimedio delle giovanetto
pallide e smorte, che nell'età critica del loro
sviluppo soffrono un malessere indefinibile
per cui al seducente colore roseo, che do-
vrebbe brillare sulle paffute guance, si sosti-
tuisce il colore sentimentale della rosa tè, o
quello sepolcrale della ginestra.
Il Rigeneratoreà.Qve accompagnare l'uomo
dalla sua nascita fino alla più tarda età.
Durante l'allattamento, la madre o la nu-
trice debbono usare a pranzo il Rigeneratore
per avere un latte migliore e più .abbondante,
che per conseguenza farà crescere forte e
ben nutrito il bambino. E il miglior galato-
foro, per la virtù specifica dell'anaci conte-
nutovi, e del ferro.
Nell'età dello sviluppo il Rigeneratore nu-
trisce i muscoli, i nervi e le ossa, dando
organismi sani e vigorosi.
Nell'età inoltrata o nella vecchiaia II Ri-
generatore mantiene la vitalità funzionale
delle cellule, ciò che assicura la buona salute
e la forza.
Neurastenia.
La malattia del nostro secolo, l'esauri-
mento nervoso, dovuto all'eccessivo lavoro
intellettuale, alla grande responsabilità che
assai spesso pesa su l'individuo, alla continua
tensione nervosa, trova nel Rigeneratore il
rimedio specifico piìi potente.
Fate entrare nel vostro sangue il ferro
ed il manganese, e la nenrastenia guarisce;
nutrite i vostri nervi col fosforo, che stimola
la fibra e la cellula, e voi riacquisterete il
dominio di voi stessi, e la buona salute.
Ciò si consegue meravigliosamente col
Rigene atore, che contiene i preziosi elementi
nella forma più assimilabile, quindi passa
immediatamente nel sangue e si diffonde in
tutto l'organismo, apportandovi i benefìci
effetti.
11 prof. Mùller, specialista delle malattie
nervose, constatò scientificamente che il neu-
rastenico ha nel suo sangue appena il 6 %
di ferro organico, quanto se ne trova nel
sangue di una ragazza anemica, mentre l'uo-
mo sano ne ha l'il per cento; e ciò spiega
la grande efficacia del R'generatore in tale
malattia.
Il Rtgeneratorf da solo rappresenta la cura
completa, ma per riuscire più presto e me-
glio in tale malattia si unisce con reale van-
taggio all'uso dei Granuli di stricnina precisi
deila ditta Lombardi e Contardi che conten-
gono anche il fosforo per stimolare maggior-
mente il sistema nervoso.
Il granulo di stricnina va preso a digiuno
per 8-10 giorni di seguito, sospendendolo poi
.loml, TOPiìtrc il Tì'^'ttetntorf. Tftcon-
iiiui.i,.> sfuy.a tntcmizIiiMO. iiiir.t dopo 15 '20
irloriii di cura so in- aimuMitoni la d»>8e ft due
rurchlnini al giorno in noqua a colazione o
: tin sol granulo al giorno. La cura
», di oltre due mesi, si compone di
4 11. Kiiféttératoft ed un fi. di Granuli di
stricnina, e costa L. 18. estero L. 20 anti-
cipate.
Questa cura ha dato splendidi risultati
nelle pai alisi, nell'atassia locomotrice, nella
debolezza di vista, ambliopia nicotinica, nel-
l'astenia jjeneralo o sessuale (impotenza).
CivAro (jnpst* ultima indisposizione, per
ott. 'Vtto immediato, si usa con van-
ta. '•'Il ririlig, innocua.
I ■ il manifesto speciale della cura
con gli attotati.
Non po<;siamo ri erire lettere e attestati di
ammalati guariti, pur avendone a migliaia e
ciò per difTerenti ragioni.
La prima è che la neurastenia as^ai spesso
si confonde con l'astenia sessuale, e la me-
desima cura giova in entrambi i casi, quindi
potrebbe nascere il dubbio sul genere di ma-
lattia guarita.
E teniamo a disposizione degl' increduli
un grandissimo numero di tali lettere; ne
riferiamo solo una molto significativa, per
dimostrare che 1' ammalato guarito ripete al
bisogno la cura con certezza di buona riu-
scita.
Torino 15.'5/0€. — Prego spedirmi 11 Ri-
generatore ed i Granuli di stricnina per la
cura completa avendola di già sperimentata
qualche anno fa e ne ebbi un risultato ot-
timo, anzi splendido. Quara Camillo, Via San
Secondo 11.
Malattie uterine.
Abbiamo più innanzi parlato di diverse
malattie delle donne in cui il Rigeneratore
riesce utilissimo e prodigioso.
Ci piace ora di richiamare l'attenzione so-
pra uno speciale disturbo funzionale dell'ute-
ro, per cui si hanno frequenti aborti, o manca
addirittura il concepimento.
Anche in questi casi il Rigeneratore agi-
sce radicalmente sulle cellule, riordinando
le funzioni dell'organo, per cui si evitano gli
aborti, si combatte la sterilità. In tali casi
il Rigeneratore si unisce con le Pillole nervine
a base di viburno, e la cura completa di 4 fi.
Rigeneratore con una scatola Pillole costa
L. 20. Il dott. Giuseppe Giovinazzo di Radi-
cena dichiara di averle sperimentate su vasta
scala con felice risultato. 11 farmacista An-
dino Ro<:co di Castigliola ha prevenuto l'a-
borto diverse volte in una donna che abi-
tualmente abortiva. E non riferiamo altro
per brevità.
Applicazione estema.
II Rigeneratore viene assorbito anche dalla
pelle, quindi chi desidera un effetto più ra-
pido può applicarlo con vantaggio strofinan-
done un po' sotto le piante dei piedi e
nell'inguine, dopo aver lavate le parti. Anche
r applicandone lungo la spina dorsale riesce
giovevole.
T/ns«inr' itncnto <!el tHg»rtr<ifore per la
pelle sple,'n II fatto che il Rìqenerutore ap
plicato sulle verruche o porri li fa hcoh;
parlro.
Applicato sul viso o sulle mammelle, ra*--
soda i tessuti facendo si-omparire la flosce/./;!
o le rughe.
.\pplicat») sui capelli, ciglia e baili nutrisce
il pelo e fa loro riprendere leggermente il
colore naturale. Nel caso vi sia alopecia <>
calvizie l'applicazione del Rigeneratore %\\ì
capelli si fa alternare con l'applicazione dell:i
Ricinina, mettendo una mattina il Rigenera-
tore, ed una mattina la Ricinina: cosi la
calvizie si arresta, i capelli rinascono, l'alo-
pecia scomparisce come per incanto.
11 signor Barone, esattore del Roma di Na-
poli, ed il signor lovine, figliuolo del Segre-
tario Comunale di Vietri di Potenza avevano
larghe chiazze deturpanti di alopecia e per
quanti rimedi! e pomate ci avessero appli-
cate, per quanti medici avessero consultati,
non erano affatto scomparse o modificiite,
invece con l'applicazione della Ricinina, scom-
parvero le aree spelate ed i capelli bianchi
cresciuti si moltiplicarono e ripresero il co-
lore naturale.
Come vede il lettore, diamo sempre la
prova indiscutibile delle nostre affermazioni.
La Ricinina costa L. 5, per posta L. 6; quat-
tro tì. L. 20 franco.
Conclusione.
Come la benefica rugiada ravviva lo stelo
inaridito, cosi il Rigeneratore infonde nell'or-
ganismo la piena coscienza di vita ed il sen-
timento elevato della florida- salute. I pochis-
simi attestati, riferiti, rappresentano la mille-
sima parte di quanti ne possediamo. Molti
medici ne sono entusiasti e l'usano essi stessi.
Cosi il dott. Amato da Cervaro (Caserta; scrive:
" Da anni ed anni ogni volta che io debbo
ricorrere a cure ricostituenti, per riparare
le perdite che subisce il mio organismo, a
causa di un apparato digerente molto capric-
cioso, prendo il Rigeneratore, che il mio sto-
maco digerisce ed assimila benissimo. È un
preparato magnifico, che merita tutta la fi-
ducia. „
Quando per troppo lavoro, per eccesso di
piaceri, per patemi di animo, o forti dispia-
ceri, o per qualsiasi altra ragione, si avver-
tono in voi disturbi nutritivi, o disturbi
funzionali in genere, l'uso del Rigeneratore
forma la leva potente per rialzare e rianimare
l'esistenza morale e materiale.
In moltissime malattie, ove le più svariate
cure restarono inefficaci, il Rigeneratore fece
riacquistare la perfetta salute.
Nelle convalescenze, dopo le più gravi
malattie, il Rig'^neratore rifornisce all'organi-
smo in tempo brevissimo gli elementi essen-
ziali e necessarii per riacquistare subito la
buona salute.
Il Rigeneratore è perfettamente limpido,
di colore gialletto, senza deposito, solubile
nell'acqua, nel latte, nel brodo, nel vino, nella
birra e simili.
Non si altera per passar di tempo o cam-
biar di temperatura. Col freddo si appanna
la limpidezza lievemente per le sostanze
— 738 —
aromatiche che'contiene sciolte (anici, vanilla),
ma nulla perde di eitìcacia.
Largamente sperimentato per molti anni,
fu premiato con medaglia d'oro al merito
scientifico.
Costa L. 3 11 flacone, e si spedisce per
p.iceo postale dietro rimessa di L. 3,75 per
l'Italia, estero L. 4,00. Quattro flaconi si spe-
discono in Italia per L. 12, ed all'estero por
L. 15 anticipate, all'unica fabbrica Lombardi
e Contardi. Napoli, Via Roma, 345.
Per alcune parti dell'estero il Rigenera-
tore si spedisce in flaconi di ferro come cam-
pioni raccomandati.
Chiudiamo questa già troppo lunga ras-
segna con un'ultima testimonianza impor-
tante.
Bergamo 29 5-1906 - Avendo usato 15 anni
or sono il vostro pregevole Bigeneratore ot-
tenendone risultati etiicacissimi, mi rivolgo
fiiìucioso direttamente a voi dopo una lunga
malattia sofferta.
Con la presente cartolina vaglia vogliate
compiacervi spedirmi due flaconi del vostro
rinomato Rigeneratore. Del Conte Tebaldo.
Via Pignolo, 82.
Avvertenze.
Raccomandiamo di non confondere il rem
lìigeìif.rulore Lombardi e Contardi con tanti
altri falsi Rigeneratori, con nomi diversi. Cliie-
àeìesevajyve Rigeneratore Lombaì-di e Contardi;
allontanatevi sdegnato se vi presentano o vi
consigliano altri prodotti.
Diffondete i buoni eftetti del Rigeneratore
perchè ciò vi fa ricordare con piacere dai
vostri amici. A tale proposito noi ci ritenia-
mo sempre autorizzati a pubblicare le lettere
dei nostri buoni clienti, che ci partecipano
gli etfetti beneflci ottenuti dalle nostre spe-
cialità chimico-farmaceutiche.
Rispondiamo gratuitamente per qualsiasi
schiarimento e preghiamo di unire il franco-
bollo per la risposta.
Non spediamo contro assegno, per non
aumentare le spese.
Ringraziamo tutta la benemerita classe
medica che usa e prescrive i nostri prodotti.
Lombardi e Contatidi.
NAPOLI - Via Roma, 345.
NOTIZIE VARIE
Le Vene Varicose.
Le Vene Varicose. — Questa tormontosa
affezione, così ricca dì esasperanti gravissime
conseguenze e complicanze, ben presto non
sarà che un ricordo patologico. È oramai
esaurientemente dimostrato che la cura ra-
dicale medica scoperta dal Dottor Stefano
Bolognese (Casella postale 502, Napoli), rico-
stituendo le pareti venose e tutto l'apparec-
chio circolatorio, debella il male nelle sue
cause e nei suoi effetti (Ved. Articolo spe-
ciale, a pag. 478).
igiene della pelle.
Per nulla trascurare, richiamiamo l'atten-
zione delle nostre Lettrici su di un articolo
che non può escludersi da una bene assor-
tita toelette, e raccomandabile innanzi tutto
per la sua grande bontà; i suoi pregi essen-
ziali sono sanzionati -da molti anni di buon
successo, e dalla serietà e notorietà della Casa
produttrice, che da più di un secolo, coi suoi
articoli finissimi, compete coi migliori esteri.
Intendiamo parlare della Crema Glicerina-
Arène, alla Violetta, che aggiunge bellezza a
qualsiasi volto femminile, attribuisce quella
attrattiva, quella grazia, che esercita un vis
dalla pelle line e vellutata.
Siamo sicuri di non ingannarci consiglian-
done l'acquisto presso i produttori: Bel/et
Sénès & Cìurmes, successori d'Arène - Napoli,
Via Roma, 180.
Per dimagrare.
Siamo sicuri di far cosa grata ai nostri
lettori fornendo loro l'indicazione di un ri-
medio contro l' obesità, il quale, a differenza
di tanti altri, è razionale e scientifico. Esso
è il Liquore antipolisarcico, preparato dal chi-
mico farmacista signor Siverio Ferrari, con
la formola del prof. Acampora. La sua eSica-
cia è incontestabile, e reca dimagramento
fisiologico, senza alcun inconveniente o scon-
cèrto, e senza richiedere cambiamento nel
sistema di vita.
Il nostro compito, che è quello di fare
qui cenno di alcuni fra i più accreditati pro-
dotti, è finito: quei lettori cui lo specifico
Acampora interessa, possono chiedere schia-
rimenti più ampii e letterature al dott. S. Fer-
rari, successore di Acanipora,YiSi Bisignano, 54,
Napoli.
LIQUORE t°''"^'<"''^'
SMB.C.VIRN/ILDrVi A B ViTRUùiò 9 MILA N<>
NOTE DEL MEDICO
Cronicità.
Che cosa vi ha In qnosto mondo di più
tedioso, di più anii^^cnte di una malattia
cronica?... Il oiouloo è un misero membro
ohe si stAcoa dal grande tronco doli" albero
soc-iale, dal quale però ha sempre bisogno
continuo di attingere alimento, assistenza e
cara, senza per altro recare al medesimo il
contingente attivo di utile e di lavoro. 11 cro-
nico è quindi l'essere più cordialmente e ta-
citamente od alo, sopra tutto ai tempi nostri
di attività febbrile e convulsa, in oui resi-
stenza e il benessere trovansi intimamente
subordinati alla produzione e alla capacità
individuale di ciascuno.
Non per nulla si è parlato anche, or non
è molto, della famosa entananìa (buona morte),
metodo spicciativo, caldeggiato dalle nazioni
più industriose, metodo che dovrebbe essere
prodigato agli incurabili non tanto per carità
più o meno evangelica di toglierli alle loro
atroci sofferenze, quanto per liberare una
volta tanto la società civile dal peso fasti-
dioso del loro mantenimento.
Oh sii Pur troppo non esiste in questo
mondo una classe di individui che possa ve-
ramente considerarsi tanto disgraziata quanto
quella dei malati cronici!
Nelle famiglie povei'e essi rappresentano il
disagio e la rovina, sì da cambiare non di rado
l'amore dei congiunti in avversione, spesso
anche crudele e spietata.
Nelle famiglie agiate poi, i cronici sono
la disperazione dei parenti, della servitù.... e
anche dei medici, per i lamenti e le esigenze
che continuamente affacciano e pretendono.
Negli ospedali le peggiori sale, i più infe-
lici locali, sono destinati ai cronici, per i quali
veramente si attagliano le fatidiche parole di
Dante:
* Lasciate ogni speranza o voi che entrate. „
Una delle malattie più noiose è la gotta;
questa immobilizza il malato in modo da
renderlo qualche volta incapace di supplire
da sé solo ai più elementari bisogni della vita.
Ma i gottosi cronici hanno almeno una
risorsa potente nell'Antagra della Ditta Bi-
sleri di Milano, la quale, se non può vincere
le anchilosi antiche, irrimediabili, impedisce
almeno il progresso del male, e ridona alle
articolazioni una elasticità sufiBcente da per-
mettere qualunque movimento senza dolore.
Certo la cura deve essere indefessa e pro-
lungata tanto più, quanto più cronica è la
malattia. E dovrà essere coadiuvata da un
adatto regime di vita e di vitto e da un'asti-
nenza assoluta di ogni bevanda alcòolica,
tranne piccole dosi di vino asciutto ai pasti.
Sarà invece raccomandabile 1' uso di acque
diuretiche, digestive, antiuriche, che prati-
chino un vero lavaggio del sangue, inqui-
nato da un eccesso di acido nrico — La mi-
gliore acqua del genere è quella di Nocera
Umbra — Sorgente Angelica.
Fiere grandi.... e piccole.
Una statistica, pubblicata In una autore-
vole rivista inglese, fa ammontare a parecchie
migliaia il numero degli indiani uccisi xr\-
nualmento nel Bengala dalle tigri In qu'^Ile
foreste da cui il terribile felino )ion è si «lo
ancora snidato. E la cifra doventerebbe an-
cora più impressionante se fosse sommata
con quello delle stragi fatte dal mostruosi
coccodrilli che popolano i liumi indiani, e dal
micidiali serpenti che pullulano nelle ).ift*
gnifiche.... e traditrici foreste.
Ma che cosa si dovrebbe dire della strage
Inflnitamente più grande che — senza andare
nell'India — anche da noi, in Italia, nel no-
stro mite clima, fa un animaletto ben più pic-
colo? Alludo all'Anofele, la famosa zanz;ir*
propagatrice della infezione malarica. Se la
tigre sbrana, se il coccodrillo spezza le mem-
bra colle sue spaventose mandibole, Sb il
serpente fulmina col suo sottile, micidiale
veleno, l'Anofele invece punge quasi inseji-
slbilmente col suo aculeo i malcapitati ch«
non sanno difendersi dalle sue insidie.
Non è certo l'atroce, subitanea morte sotto
l'artiglio o i denti dilaniatori, ma è invece il
lento attossicarsi del sangue, è il trionfo pro-
gressivo, invadente di una febbre che consu-
ma, che snerva, che annienta le forze e che,
spesso, porta anche alla tomba.
Contro le tigri il governo inglese mandò
i suoi cipaj/s, con le battute di caccia, e gli
indigeni piantano le gigantesche trappole or-
late nell'alta erba delle jungle.
Contro l'Anofele la preveggenza vuole che
si adoperino le reti metalliche alle porte e
alle finestre ed i veli ai cappelli, a proteg-
gere il viso, ed i guanti alle mani. Ma l'Ano-
fele è tanto piccola, e la storditaggine o la
distrazione dell'uomo è tanto grande, che
ben difficilmente tali misure bastano a pre-
servare efficacemente la nostra pelle dalla
■puntura del malefico insetto.
Provvedimento più sicuro è quello di fare
uso dell'ottimo preventivo che, dietro con-
siglio e formula dell'illustre Clinico Baccelli,
la Ditta Bisleri già da qualche tempo ha
messo in commercio: alludo all' Esameba, a
questo gustoso elisir, che, al pari del Ferro-
China, è un ottimo tonico delle vie digerenti
e ricostituente del sangue, mentre che, per l
principi che contiene, preserva mirabilmente
dall'infezione malarica Impedendo che 1 pa-
rassiti, inoculati nel sangue dalle zanzare, pos-
sano ivi nonché prosperare, neppure vivere.
E se la preveggenza é mancata nel non
aver fatto uso dell' Esameba, e la febbre ma-
larica esplode, nessun miglior rimedio d^lle
pìllole Esanofele, se si tratta di adulti, della
liquida Esanofelina, se si tratta di bambini,
per prontamente domarla e vincerla.
Eisanofele ed Esanofelina — sempre drlla
stessa Ditta Bisleri — sono rimedi tanto uni-
versalmente conosciuti ed apprezzati, che ò
inutile affatto ogni nostro panegirico di rac-
comandazione.
•40 —
IL FERMENTO D'UVA JACQUEMIN.
INNANZI ALLA MEDICINA
Dacché il fer-
mento d'uva del
prof. Jitcquemìn
è entrato per la
grande porta del-
ìa terapeutica
modem a nella
cara delle afie-
zioni diverse, e
specialmente del
Beuinatismo, del-
le malattie della
Felle e del San-
gue, dello Stomaco
e del Diabete, più
di 180,000 amma-
lati sono stati cu-
rati e guariti.
Questa è lapiù
bella vittoria di
cui possa andar
orgoglioso l'illu-
stre scienziato di
Malzéville, il qua-
le aveva di già
all'attivo del suo
Istituto, ventun
brevetti ottenuti
in Francia ed al-
l'estero, a prote-
zione delle sue
scoperte, tanto
nella chimica pu-
ra ed industriale,
come per i suoi
processi di iras-
si-ologia, vinifica-
zione, distillazio-
ne degli alcools,
ec, per i quali ul-
timamente anco-
ra r Esposizione
Internazionale di
Vienna gli confe-
rì il gran premio.
La scoperta
valse allo scienziato di Malzéville l'onore
della pubblica discussione all'Accademia di
medicina di Parigi, e migliaia di elogi medici
ricevuti a Malzéville.
Tutti ormai sanno, per averlo letto e ri-
letto più volte, che il bacillo, il nostro terri-
bile nemico, è la causa, sovente unica, della
maggior parte delle malattie : la tubercolosi,
il colora, la difterite, ec; e principalm.ente
delle affezioni cutanee e dei vizi del sangue,
di cui ci proponiamo più specialmente di
intrattenerci col lettore.
Le malattie della pelle, tutte occasionate
da un vizio del sangue dovuto a difetto ere-
ditario o procurato, han formato oggetto di
studi seri, ed il loro bacillo è oggi perfetta-
mente conosciuto; ma, ciò che è molto più
interessante per i malati, è la scoperta di un
altro simile essere, come esso infinitamente
piccolo, ma dotato di un potere rimarche-
vole neir assorbire, nel distruggere o, per
meglio farci comprendere, nel manEriare e di-
gerire tutto semplicem.ente come noi fare.n-
mo di un alimento qualunque.
Il Fermento, tale è il nome di questo pic-
colo essere vorace, messo in contatto con certi
bacilli (quelli delle malattie della pelle in
particolare), li avviluppa, li imbeve della sua
sostanza e li fa scomparire, dissolvendoli e
assorbendoli, com.e scompare un pezzo di zuc-
chero immerso in un bicchiere d'acqua.
Tale è, in due parole, la teoria del'a sco-
perta sensazionale che ha potuto realizzare
uno dei più distinti chimici, il signor prof.
Jacquemin, di Malzéville.
Il Fermento impiegato è un fermento co-
nosciuto da tutto il mondo: è quello di pura
uva, l'agente che, insomma, trasforma il succo
in quel vino che noi tutti beviamo. Si era
già tentato antecedentemente, ma Invano, di
ottenere lo stesso risultato con altri fermenti:
il lievito di birra ed altri; ma di^^graziata-
mente questo fermento, che è coltivato in
ambiente freddo, non può acclimatarsi alla
temperatura elevata del nostro stomaco e
vi muore dopo la sua introduzione: quindi
l'insuccesso del medicamento.
Al contrario, il chimico Jacquemin, dopo
lunghe e pazienti ricerche, è giunto a tro-
vare [Rapporti all' Accademia di Medicina) che
il Fermento di uva dei paesi caldi vive nel
succo gastrico.
Fin d'allora i medici, comprendendo l'im-
portanza considerevole di questa scoperta,
cominciarono a prescriverlo in tutti 1 paesi,
ai malati affetti dalle malattie suindicate ed
i risultati ottenuti dalla pratica sorpassarono
di assai le promesse della teoria, tal che mi-
gliaia di ammalati gli debbono oggi la loro
guai'igionel...
Aggiungasi che il Fermento di uva è un
prodotto naturale di assoluta innocuità: con-
viene assai bene ai bambini, affetti da diar-
rea infantile, come agli adulti; è, infine, di
un assorbimento gradevole.
Quale felice notizia per i malati afflitti
giorno e notte dai loro incomodi, per quelli
che vedono il loro viso e il loro corpo coperti
di macchie, che li rendono presto ripugnanti,
perfino a loro stessi 1
In poche settimane, grazie al Fermento
puro d'uva tutti questi mali saranno scom-
parsi, ed i pazienti non avranno che da rin-
graziare la filantropica scoperta del profes-
sore Jacquemin.
Nell'interesse stesso dei malati è neces-
sario domandare sempre il Fermento di uva
originale, del prof. Jacquemin di Malzéville,
presso Nancy, e di rifiutare ogni flacone la
cui etichetta non porti la firma del prepa-
ratore.
Dott. Henri.
NB. - Una interessante letteratura sul Fer-
mento 2ìu)'o di uva Jacquemin si spedisce gratis
dal Signor Enrico Detkeu — Napoli - Rap-
presentante esclusivo per l'Italia — a tutti
coloro ohe ne fui-anuo richiesta.
SPECIFICI RACCOMANDATI
♦•PcrcCT!. .. t U traduzione testuale del
TTT^' 1'^ non riproduciamo per diflfl-
oi'l' .1 e che vuol dire ("apiifliatiifa
rijiv^. . ^ j il nomo d'uno specifico contro
la caUuie e 1» caduta del capelli (segreto di
bellexra dogli Harenis di Turchia e Persia).
Noi non possiamo lodar troppo questo
rimedio, tanto meno appartenendo esso alla
categoria di quelli ritenuti empirici. Dobbia-
mo però richiamare su di esso l'attenzione
del lettori, invit^iiido 1 più increduli e che
avessero vanamente esperimentato gli altri
preparati congeneri n provare anche questo,
o perlomeno a chiedere schiarimenti (unendo
francobollo) alla The Vercem ('.<> Ltd. (Roma,
Via Marche, 64).
Forse essi, pigliando visiono delle not'*
illustrativo, che snranno loro rimesso in llneiv
riscrvatissima, e perfino di autografi medic'i,
vedranno scossa la loro diffidenza, come ò
stata scossa la nostra.
Vene Varicose (Varici aite gambe, vm-iro'
cele, emorroidi). — Quante gioie non avvele-
navano o addirittura vietavano finora le Vene
Varicose? Viva la Scienza e l'Italia ! La sem-
plicissima cura radicale medica delle Vene
Varicose scoverta dal Dottor Stefano Bolo-
gnese (Casella postale 502. Napoli), tonificando
e ricostituendo con rapidità e sicurezza le
pareti venose, debella il male nelle sue cause
e nei suoi effetti. (Ved. Articolo a pag. Ala).
PER LE GENERAZIONI VENTURE
Vi sono delle cifre veramente spaventose:
quelle che dicono la mortalità dei bambini in
Italia. Quindici anni or sono l'Italia aveva il
tristissimo privato; mentre la media annuale
della mortalità dei bambini n3i primi due
anni di vita nella Norvegia era del 10 per
cento, nella Francia del Ifi, nella Svizzera
del 20, nell'Austria del 25, nella Baviera del
30, nell'Italia ascendeva al 38 per cento! Non
solo; ma mentre in Francia, nella Svizzera,
nel Belgio, nell'Inghilterra, sopra un milione
di bambini ne morivano circa 280 000 prima
del decimo anno di vita, nell'Italia ne mo-
rivano 420,0001 Nel solo anno 1887 morivano
fra noi 24,637 bambini per difterite. 23.7r)8 per
morbillo, 1400 per scarlattina, 900 per tosse
canina.... Come mai tanta strage? E, soprat-
tutto, perchè mai sì triste primato per noi?
Gli è che i pregiudizi e gli errori più gros-
solani circondano il bambino sino dal suo
nascere e lo accompagnano nel suo alleva-
mento; gli òche l'ignoranza delle madri circa
i primi precetti dell'allevamento è tale da
far vergogna. S'ignorano pur troppo le ne-
cessità dei bagni giornalieri, dell'orario dei
pasti, del modo dell'allattamento e dello slat-
tamento, s'ignora la necessità di curare gli
innumerevoli piccoli disturbi del neonato,
abbandonando i rimedi delle donnicciuole,
persuadendosi che anche le malattie dei bam-
bini si possono curare razionalmente, e che
non bisogna attribuirle sempre ai vermi o
alla dentizione, s'ignorano i benefici dell'al-
lattamento materno, e se ne trascura il do-
vere, nonostante gli esempi che talora ven-
gono dall'alto, gli esempi dei quali lumino-
sissimo fu quello ohe di recente impartiva
la gentile Regina d'Italia, come un tempo la
regina Bianca di Castiglia....
Fortunatamente, da qualche anno, si fa
pur qualcosa per l'igiene dei bambini; s'in-
segna nelle scuole, si cerca di dilfonderne l«
norme con le pubblicazioni popolari, con le
conferenze, le lezioni, ec, e già qualche van-
taggio si è derivato: la spaventosa mortalità
dei bambini è notevolmente diminuita.
LA TERAPIA FISICA NELLE MALATTIE DEI BAMBINI
Alle mamme cui tanto stanno a cuore !a
salute e la bellezza dei figliuoli, ad esse, che
con tenero ed ammirevole affetto vigilano sul
loro sviluppo, io dedico queste mie disadorne
parole, nella speranza che il consiglio in esse
contenuto sia ascoltato e con fiducia seguito.
Un antichissimo metodo di cura, richia-
mato dagli scienziati in uso in questi ultimi
anni, e, per le molte e recenti scoperte scien-
tìfiche elevato al grado di vera Scienza, va
ora estendendo le sue ap;ilicazioni a tutte le
branche della Medicina, imponendosi e me-
ravigliando per i lusinghieri e numerosi ri-
sultati ottenuti.
Intendo parlare della Terapia Fisica, della
scienza cioè, che cura le malattie servendosi
di mezzi fisici, quali il calore, la luce, l'acqua,
l'aria, il moto, l'elettricità, 1 gas, «e.
Tali mezzi sono, invero, i più conformi al
nostro organismo, e credo vano in questa
paginetta magnificarne le innumerevoli ap-
plicazioni; vorrei solo richiamare l'attenzione
sulle applicazioni loro in prò dei bambini
infermi, per additare alle madri .imorevoli,
che tutte se stesse e la loro vita dedicano
con sublime abnegazione ad essi, un nuovo
mezzo onde risanare e mantener forti e sane
le loro creature.
Non v'hama-^gior dolore per una mamma
di quello d'aver un bambino deforme, gra-
cile, malaticcio, tardo d'intelligenza, ed alle
volte oggetto di scherno o di ribrezzo.
Con quanta invidia queste infelici ve„'-
gono brillare lo sguardo d'altr- madri di le-
gittimo orgoglio, perchè i figli loro sono belli,
forti, sani, intellìgeuti!
742
Questo contrasto stridente aumenta il do-
lore delle meschine, cui natura fu avara di-
spensatrice di gioia e d' amore 1
Orbene, a queste infelici, più che alle al-
tre, io dedico le mie parole, ad esse rivolgo
la preghiera di leggere sino in fondo questo
scritto, e considerarlo attentamente, e farne
tesoro.
La Terapia Fisica può ridonare a codeste
doime la speranza, e per esse può sorgere an-
cora una nuova aurora di sorrisi e di gioie £e
vorranno affidare le loro creature ai medici
epecialisti di Terapia Fisica.
La ginnastica medica, i bagni, sia semplici
che medicati, sia d'acqua dolce o marina, il
clima dei monti e del mare, il calore del sole
0 dei bagni di luce, il massaggio, l'elettricità,
in tempo opportuno applicati, possono ope-
ra)-e il miracolo.
La recente scoperta di Kóntgen ha aperto
orizzonti nuovi e sconfinati alla Terapia Fi-
sica 1 Se per l' addietro occorrevano peinco-
loBe e dolorose operazioni a guarire certe
inf^irmità, oggi senza dolore, senza le detur-
panti traccie del ferro chirurgico si ottengono,
stupefacenti risultati. Le adeniti, gli ascessi
scrofolosi, le malattie del cuoio capelluto e
della pelle, alcune malattie degli occhi (con-
giuntiviti semplici, granulose, scrofolose, tra-
coini ec), del naso (vegetazioni adenoidi), della
goh\ (ipertrofie delle tonsille, gozzo, parotiti)
po.xsono essere facilmente guarite a mezzo
de' Raggi Rontgen. Le correnti ad alta fre-
quenza, la d'Arsonvallizzazione, furono espe-
rimentati efficaci contro l'ozena, contro la
tul.'ercolosi delle ossa e in molte malattie
deil' apparato circolatorio. I bagni di luce,
l'etliuvio d'alta frequenza, i raggi Rontgen
die iero pure buoni risultati contro l'artriti-
smo, il reumatismo, e le malattie cutanee.
1 tumori, le comuni voglie materne (angiomi)
le macchie cutanee, l'alopecia, le cicatrici
defoi-mi, possono scomparire, od almeno favo-
levolmente modificarsi, per mezzo dei raggi
Rontgen.
Colla ginnastica medica, coli' ori opedia,
il massaggio, l'elettricità, si può correggere
le deformità dello scheletro, ridurre lussa-
zioni anche se congenite, come quelle del-
l'anca; far scomparire atrofie muscolari, rin-
forzare organi deboli, guarire l'atonia gastrica,
la costipazione abituale, la polisarcia, la de-
ficenza della capacità polmonare, l'anemia, ec.
Per quanto riguarda il sistema nervoso,
son noti 1 miracoli operati colle cure elettri-
che nelle paralisi, nella neurastenia ed iste-
rismo, nelle nevralgie, nella corèa, perchè io
qui abbia ad insistere a raccomandarne l'uso.
In conclusione, sono moltissime le infermità
dei bambini, nelle quali la Terapia Fisica può
rendersi veramente utile, e vorrei essere riu-
scito a persuadere le madri a non lasciare
intentata questa via nuova, aperta da una
branca della medicina, che in breve ha sa-
puto imporsi por la sua superiorità rispetto
alla vecchia Farmacopea.
Non è vano ch'io aggiunga esser dannoso
che i teneri organismi dei bambini si abituino
troppo presto alle medicine, che altro non
fanno che logorare il loro stomaco già de-
licato!
La natura può assai più dell'arte, negli
organismi giovani, e la Terapia Fisica in altro
non consiste che nell' assecondare e favorire
l'opera della natura.
Sperino dunque le buone mamme, ne si
lascino scoraggiare dal sorriso diffidente dei
misoneisti, e per esse potranno rinascere il
sorriso, l'orgoglio, e la gioia.
Dolt. Giulio Ghibelli.
NB. — Il presente articolo ci venne in-
viato dal dott. Giulio Ghirelli, dirigente col
dott. A. Remartini l'Istituto e Clinica di Te-
rapia Fisica di Milano, Piazza SS. Pietro e
Lino, n. é, e l'Istituto Fisicoterapico di Monza,
Via San Martino, n. 11.
Alimentazione infantile.
Aforismi di fisiologia pratica ad uso delle madri.
Il valore nu'.ritivo di un alimento è de-
terminato dalla valutazione dei suoi com-
ponenti.
Ma l'analisi chimica di nn alimento ci dà
la mera informazione di ciò che contiene.
Mentre il reale valore dietetico di un ali-
mento è dato dal grado di assimilabilità dei
suoi componenti.
Il latte deve formare la base della dieta
infantile.
Ma il latte di vacca solo non è adatto per
i piccoli bambini. Dev'essere modificato.
Il latte modificato coli' alimento Mellin
coagula i suoi proteidi in flocculi leggeri,
spugnosi e minuti, facilmente digeriti dal più
piccolo bambino.
r?'
A. MENARINI
NAPOLI
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esci, per l'Italia
e Oriente, ZINI,
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DI e C, Milano.
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duri»
L'Ann:.-
acidità del
litU Owji iìt
sviluppo e
musoolaro
743 -
Lu i...^. ;.i. luju; iul yr;iu..
d'irAliinento Melitn ò In moltitudine dt barn-
bint sani, attivi, robusti e intelligenti, cho
ruiizxa l'eventuale sono stati allevati o.o\ suo uso.
L'Aliint-nto Mallin è proparato con pro-
cedimenti selentiflci noi quali le leggi e 1
dettati d«lla fisiologia sono scrupolosamente
rispeftiiti e scjjuiti.
L'Agente Generale della Mellin'n Food Ltd,
\ ra^gur.i„«,-io un rit:o..ilioso e sano In Italia è il sip. F. Mantovani (Milano, Via
una riso-Uosa costituzione ossea, Leopardi, n. 25) al quale le nostre lettrici
e nervosa, potranno rivolgersi per schiarimenti, ec.
latto.
fto yf'ìì
..i.Lne amido.
Ito, per diastasi.
contiene e Imparte al
Iella nutrizione
netta, i (juali il
. ^ con tutta faci-
Pel nostri bimbi!
In questi ultimi tempi i più illustri pedia-
tri del mondo sono concordi nel dichiarare
che non vi è preparato più efficace dell' Oleo-
fosfina Iz:o (Emulsione fosforata Kassowitz)
per la cura dei bambini gracili, deboli o ra-
chitici.
L'illustre pediatra Prof. Kastowitz, di
dell'olio fosforato, ha autorizzatola vendita
di questo preparato sotto il suo nome, e ciò
dimostra la grande importanza dell' Oleofo-
stina, che noi giustamente ricordiamo ai ge-
nitori e ai medici.
Per maggiori schiarimenti, e per richieste
di opuscoli rivolgersi alla Farmacia Interna-
Vienna, che per il primo dettò la formola zionale, Via Calabritto, 4, Napoli.
Le vene varicose.
Varicosi e prole. — È dimostrato che i sof-
ferenti di vene varicose trasmettono fatal-
mente ai figli tale triste eredità. Per non ad-
dossarsi la re.-^ponsabilità di renderli infelici
e distruggere tale tendenza, ora vi è il mezzo
scientifico e sicuro: La semplicissima cura
medica tonico-ricostituente delle vene e del-
l'apparecchio circolatorio scoperta dal Dot-
tor Stefano Bolognese (Casella postale 602,
Napoli), (Vedi Bubrica Scieniifìca).
Il Tonol,
Oramai l'olio di fegato di merluzzo, ali-
mento forse più chH medicamento, è univer-
salmente indicato pei casi di linfatismo e di
scrofola, ed anche come mezzo teraupetico
atto ad irrobustire gli organismi deboli sia
per nascita, sia per reliquati di malattie, il
8UO uso va maggiormente generalizzandosi.
Anche le classi operaie si preoccupano, con
più serietà e più razionalmente di quel che
non fosse un tempo, della salute dei lox'o
figliuoli, e l'olio di fegato di merluzzo fa ora-
mai parte della medicina popolare nostra per
modo, che l'Italia è a questo riguardo tribu-
taria dell'estero per parecchi milioni di lire
annue.
Era naturale che chimici e clinici itiliani
si preoccupassero di libei-are il loro paese da
tale sudditanza, e rivolgessero pertanto le
loro ricerche ed i loro studi ad altri olii. For-
tunatamente queste ricerche furono coronate
dal migliore successo, perchè l'olio di tonno
potè essere riconosciuto non soltanto come
un succedaneo, ma come un eccellente sur-
rogato dell'olio di. merluzzo, poiché possiede
le stesse virtù chimiche e terapeutiche, e con
vantaggio, dacché la pesca e l' industria del
tonno si possono considerare come italiane,
data l'importanza delle tonnare Sarde e Si-
ciliane, e dato che Genova è il solo emporio
pel commercio del tonno, e italiane sono le
più importanti Bitte del ramo.
Passando immediatamente dal campo teo-
rico al campo pratico, arditi capitalisti, senza
troppo preoccuparsi del pericoli d'una nuova
industria, impiantarono una Raffineria Ufi-
liana di olio di tonno a scopo medicamentoso,
per sostituirlo agli olii di merluzzo, sotto la
ragione sociale " Società del Tonel - Dottor
^^mt0»0m^m0^*m0mmm0m^t
Varici alle gambe, Varicocele, Emorroidi. S.uuel"°d"'?;^
vene, razionale, scientifica. — Sollecita e definitiva scomparsa di peso, dolori, ec.
— Opuscolo illustiativo a richiesta. — Vademecum dei sofiferenti e predisposti
(Cause, Cura, Igienej. Voi. 100 pag. 111. Ij. 1. — Dott. Stefano Bolognese. Casella
postale 502, NAPOLL — Consultazioni di persona e per corrispondenza nelle prin-
cipali lingue.
««M^^aw
MM«^
0m00m^mt^^^
m0^0tm0»0^0i
^«MM
744 —
Ginl'io Pugliese k C, Alessanir'a „, clie per
la complessità del suo impianto e per la perfe-
zione del suo macchinario rappresenta quanto
di meglio e di più completo si può imaginare
e desiderare nella tecnica dell'oleificio.
L' olio appena giunto dalle tonnare è su-
bito messo in grandi cisternoni di ferro sta-
gnato o di cemento rivestito di porcellana,
e lasciato in riposo per parecchio tempo, per-
chè depositi tutte le sostanze che tiene in
sospensione, e delle quali deve essere epu-
rato. Divenuto completamente liquido e lim-
pido, viene congelato, quindi filtrato per li-
berarlo della parte di esso che a temperatura
superiore a 0° è solida, giacche il tonno, bi-
sogna notarlo, a differenza del merluzzo che
vive nei mari nordici, è un pesce dei mari
caldi, e perciò i suoi grassi sono assai più
sensibili al freddo. Lo splendido frigorifero
che serve all'uopo è stato fornito dalla Ditta
H. J. West & Co. di Londra, ed è lo stesso
che alla Esposizione Internazionale di Milano
ottenne il " grand pn'x „. Congelato alla vo-
luta temperatura, l'olio viene spinto in un
filtro a prei"=:ione Philippe; la parte concreta
rimane naturalmente nel filtro, mentre quella
che è incongelabile passa, e viene raccolta,
quindi neutralizzata per liberarla da tutti gli
acidi grassi liberi, e mandata in un grosso
recipiente cilindrico a fondo conico dove
viene sterilizzato con sistema a sterilizzazione
discontinua. Una caldina situata lateralmente
mantiene l'olio costantemente alia tempera-
tura di éO^-éS» per 48 ore, mentre nell'interno
del recipiente si origina una corrente dal-
l'alto al basso, la quale trascina tutte le so-
stanze proteiche e albuminoidi che vengono
a separarsi dall'olio.
L'olio cosi lavorato e depurato, viene fil-
trato con filtri a sacchetti Philippe, e ricon-
dotto nei recipienti appositi dove deposita
le minime particelle solide che per avven-
tura potesse tener ancora sospese.
A simiglianza dei due tipi dell' olio di fe-
gato di merluzzo, la " Tonol „ prepara il To-
nol bianco e il Tonol rosso. Essi sono per-
fettamente corrispondenti, come appare dai
seguenti dati d'accuratissime analisi:
Tonel
Olio di merluzzo (An. Benedikl)
Peso specifico a 15°, 5. . . ,
Indice di acidità
„ di saponificazione . .
^ di iodio 166,73
„ di acetile 34,27
di Hehner 94,54
P. fusione acidi grassi 34o-3Co
Insaponificabile 0,4%
0,9285 0,920 - 0,930
0,98 (quasi neutro).
186,05
0,5 - 5 e
183 - 186
140- 170
40-50
95,4
0,4 - 0,7 %
più
L'ardita iniziativa merita ogni incoraggia-
mento, e non è dubbio che esso possa man-
carle sia dai medici, che vorranno certamente
sperimentarlo, sia dal pubblico.
Frattanto però è bene notare già che i
bimbi lo trovano più tollerabile al palato e
allo stomavio, e che molti medici che già lo
provarono e lo prescrissero se ne trovarono
contentissimi.
L'olio di tonno, l'uso del quale va già ge-
neralizzandosi, è destinato ad uno splendido
avvenire.
PER LA CASA.
Ricordavamo l'anno scorso, iniziando que-
sta rubrica della " Vita pratica „ come Sa-
muele Smlles affermi, a ragione, che ad ogni
essere umano vien dato il suo morale avvia-
mento nella propria casa, poiché in essa si
attingono quei principii di condotta i quali
poi si radicano così da non venir più meno.
La vita, infatti, aggiungevamo noi, nella casa
si vive: fuori di essa o si procaccia con la
fatica, o si dimentica nelle distrazioni. L'Ame-
ricano, che è un popolo il quale meglio d'ogni
altro ha la scienza della casa, dice : home, sweet
home, '* casa, dolce casa^ ; e un proverbio to-
scano, di chiaro significato, dice " casa mia,
casa mia, benché piccola tu sia, tu mi sem-
bri una badia „.
Alla casa, adunque, dobbiamo le nostre
maggiori cure: e non solaniente all'ambiente
morale ed intellettuale di essa, ma anche al
materiale. La scelta dell'abitazione è vera-
mente una delle faccende più im^portanti della
vita.
Un'abitazione sana, gradevole, che offra,
se non tutti, almeno i principali e più neces-
sari comodi, è una delle più importanti con-
dizioni, uno dei principali fattori del benes-
sere e della salute : e perchè sia tale, deve
pur essere accurata la scelta della mobilia,
giacché la forma e gli ornamenti di questi
si debbono conciliare con la comodità, e per
ogni riguardo debbono regnare nella casa la
proprietà e il buon gusto: e deve avere im-
portanza tutta speciale la realizzazione di
quelle norme dell'igiene, che, sopratutto ri-
guardo alla cucina, alla illuminazione, al ri-
scaldamento, alla pratica dei bagni e della
pulizia, e sirriili, sono assolutamente indispen-
sabili pel mantenimento della sanità.
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Viale Monforte. 5 — Via S. Simone, i.
— 745 —
Pavimenti, pareti e soffitti.
Come è lont^ino il Ituon teujpo antioo
quando le nostro ca-so erano tappezzate e mo-
biliate quiisi tutte iti una sola maniera, e che
nelle ramore fronegjjlavano l grandi letti pe-
santi co\ baldaooùint di broccato o di seta,
e li iTa ornava in pesanti tende le
ptn -tre, e copriva le sedie, e rim-
mel ulo e incomodo canapè con le
poUionowitì dalle parti, e le camere rimane-
Taao tali e quali per due o tre generazioni,
mentre 11 tempo scoloriva a poco a poco tut-
to, e la polvere s'accumulava, e l'odor di
vecchio si sprigionava da ogni cosa!...
Adesso la moda e l'igiene hanno mutato
tutto: la caccia al uucrobio, e il desiderio di
novità e di comodità hanno messo tutto a
soqquadro : ma non possiamo lagnarcene.
Adesso i gravi tappeti igienici, salvo che nei
più crudi mesi dell'inverno, cedono il posto
aU'lnsuperab le ^»/»..M«»« di Fibreno, che na-
sconde i brutti impiantiti, e li trasforma in
pavimenti eleganti, tersi, antisettici; adesso
le pesanti tende, le orribili tappezzerie, come
i vecchi mobili uggiosi e incomodi, cedono il
posto a tende leggiere, a parati diversi, a
mobili artistici, comodi ed eleganti....
Chi non ha visitafi I benisslrnl mrigaz<rlnl
di Fibreno, i bei magazzini di Via Tanzani,
di Via Cerretani, di Via del Hanchl, a Firenze,
dove si è certi d'essere ricevuti con una gen-
tilezza squisita dal signor N. Uellacci, il loro
fortunato proprietario, non può iinma;<inare,
ad es., né carte da parati più belle e più ric-
che, nò decor.izioni di soffitti in pittura, o in
carta, o in imitazioni di stucchi a rosoni sti-
lizzati, nò tappeti di linoleum più durevoli o
più eleganti, nò pedane o scendiletti più beili.
Affidarsi a lui, vuol dire essere certi che nelle
camere come nei salotti tutto armonizzerii,
dal pavimento, alle pareti, al soffitto: vuol
dire che pavimento, pareti o soffitto alla loro
volta armonizzeranno col mobilio, nò vi sarii
perii'olo che si perpetrino di quei veri delitti
contro l'arte e contro l'armonia, che pur
troppo si lamentano tanto spesso in certe
case dove per l'arredamento ci si affida ad
artisti che non meritano questo nome, o il
padron di rasa pris'o di ogni buon gusto vuol
far tutto da sé.... Case borghesi e case aristo-
cratiche amanti del buon gusto, non man-
chino di provvedersi al Fibreno, e tutte se
ne troveranno soddisfatte.
Gli impianti moderni pel riscaldamento e per la cucina.
Chi ha la disgrazia di abitar case nelle
quali il riscaldamento si ottiene per mezzo
di caminetti o di stufe, e la cucina disponga
solo di modesti fornelli a carbone, non può
non aver pensato con vivo desiderio alle belle
case moderne, ai riscaldamenti mediante ter-
mosifoni, alle cucine moderne che non con-
sentono diffusione di fumo o di ossidi nocivi
alla respirazione, che hanno sempre pronta
l'acqua calda pel bagno, il forno sempre
caldo....
Ora ciò che per molto tempo è stato pos-
sibile solo alle famiglie ricchissime, e non
poteva formare che oggetto di vano desiderio
per le famiglie semplicemente agiate, può
dirsi alla portata di tutti. Non solo; ma per-
fezionamenti ingegnosi e sapienti hanno per-
messo di realizzare al riguardo facilità, pron-
tezza, economi», tali, da corrispondere alle
maggiori e più difficili esigenze.
Da circa vent'anni, infatti, la Ditta Fede-
rico Dall'Orto dt C, che ha sede in Milano,
in Via Principe Umberto, num. 10, con stab;
limentl a Milano e a Menaggio, e una impor-
tante Filiale in Roma, in Via Marche, 72,
costruisce cucine ed apparecchi d' ogni sorta,
moderni, pel riscaldamento e per cucinare.
e con tanto successo che non è neppure il
caso di farne la presentazione. I suoi appa-
recchi, infatti, premiati nelle principali Espo-
sizioni, da quella di Genova del 1892 a quella
di Milano del 1006, con le maggiori onorifi-
cenze, sono noti non solamente in Italia, ma
anche fuori in Francia, nella Svizzera, in Rus-
sia, e persino nell'America, nell'Egitto e nelle
Indie, per la loro eccezionale solidità, per
l'accuratezza veramente incomparabile con
la quale sono costruiti, sicché rispondono
alle più strette esigenze della cucina moder-
na, ai dettami della igiene, ad una reale eco-
nomia di combustibile, ad una facilità grande
di maneggio, ed anche, ciò che non é disprez-
zabile neppure in cucina, alle buone regole
della estetica.
- 746 —
Le piastre radianti, che formano il coper-
cTiio e le parti principali delle cucine Del-
l'Orto, e che sono una specialità brevettata
della benemerita Ditta, hanno portato al loro
comparire una vera rivoluzione nel motodo
di costruzione delle cucine economiche. In-
fatti, sul lucente piano levigato delle cucine
Dall'Orto è un solo foro, una sola apertura!...
— " Ma come? „ — domandano coloro che le
veggono per la prima volta — " Servono per
una sola pentola? „ — E la loro meraviglia
aumenta, apprendendo per giunta che quel
foro non serve per acco;,'liere una pentola,
ma soltanto per introdurre il carbone e la
legna....
Gli è che le piastre radianti hanno riso-
luto il problema di utilizzare tutta la super-
ficie del piano superiore della cucina per la
cottura delle vivande, il quale diventa così
come un tavolo sul quale si possono collo-
care, una accanto all'altra, quante marmitte,
pentole, casseruole, vi possano capire, che
tutte, senza insudiciarsi di cenere e di car-
bone traggano il calore da uno stesso ed
unico focolare. Le piastre, per la qualità spe-
ciale della ghisa onde son fatte, per la per-
fetta piallatura e molatura, e soprattutto per
la loro conformazione, distribuiscono in modo
regolare ed uniforme il calore a tutto il piano
superiore, mentre consentono che il forno si
riscaldi quanto occorre sia per cuocere un
tacchino gigantesco, sia per cuocere il dolce
più delicato, e che il sottoforno conservi il
tepore necessario a mantenere calde le vi-
vande e i piatti, e tutto ciò con una spesa
minima di combustibile.
Il tiraggio è a regolatore; ma quando la
cucina è bene accesa, si può chiudere lo spor-
tello del cinerario, e la combustione procede
col minimo consumo di carbone e senza che
possa spengersi.
Gli ultimi tipi si fanno senza caldaie la-
terali per l'acqua: così la superficie della
piastra radiante è aumentata, si ovvia al pe-
ricolo che versando acqua fredda nella cal-
daia si raffreddi il forno, e d'altra parte rie-
sce più comodo tener sulla piastra senz' altro
una pentola mobile, con rubinetto o senza,
per l'acqua calda.
Alle cucine si possono applicare dei bol-
litori termosifoni, costruiti in solida lamiera
d'acciaio di Germania a saldatura antogona,
con troH-d'homme per la pulitura eventuale,
dai quali l'acqua è con lotta nel serbatoio e
quindi ai vari servizi, ottenendo così la pos-
sibilità d'aver acqua calda iu abbondanza,
sempre pronta, pel bagno, per la toeletta, pei
lavaggi, senza consumo di combustibile mag-
giore di quel che occorre per la cucina. Il
termosifoiie può servire anche pel riscalda-
naento: un riscaldamento idealo, che non im-
porta applicazioni, che si regola in un attimo
a volontà, che non dà odore, che non dà pol-
vere, e che effettua anche notevoli economie.
E il sistema che la Ditta Dall' Orto olfre, è
applicabile tanto ai grandi impianti, come ai
più modesti, giacché può servire per sei, come
per otto, dieci stanze e più.
Finalmente è da notare che anche il prezM
di queste veramente ideali cucine è conve-
nientissimo. Una cucina che può bastare ad
una t'ami «lia di dodici persone non costa che
240 lire; e volendole applicare il bollitore
termosifone, il prezzo aumenta solo del 10%.
L* illuminazione.
Lo sviluppo che da qualche tempo ha
preso fra i diversi sistemi d'illuminazione
quello a gaz acetilene, sia con impianti a tu-
bazione, sia con lampade autogeneratrici por-
tatili, è veramente enorme. La cosa si deve
al risparmio che consente di ottenere, in
confronto degli altri sistèmi, tanto che, per
accennare ad uno dei più economici, a quello
a petrolio, con un becco a gaz acetilene da
35 candele si risparmiano annualmente L. 50
in confronto d'una lampada a petrolio d'ugua-
le intensità luminosa, e si deve anche alla
splendida luce che da il gaz acetilene, tale
da non temere il confronto con la luce elet-
trica che spesso supera.
Però, un inconveniente non lieve di tale
sistema, era, sino a pochi anni or sono, quello
della mancanza d'un tipo veramente pratico
di lampada autogeneratrice portatile a gaz
acetilene, mentre d'altra parte, per diverse
TOpnn
il»
m
OPUSCOLI E
StHIARinENTI
ÌMB:C, flftNiSIibl -Via BAffTRUvió StMUi m
ragioni, non tutti potevano o vr»IpTa"o faro
Ufi Imvlsnto con (rizogeno e tuba/.ioni, spo-
- ■ '.«li appartamenti. L'incon-
n «io con rinvenzi<ine delle
• ir^ Aquilas, che offrono le
II A. , lori i,'aran.iie sotto ojjni rispetto, o go-
(i "M ' );ia d'una meritata rinomanza, tanto
l'ho la Casa fabbricante Fratdìi Santini di
Ferrara ne vendette In pochi anni, In quasi
tutto 11 mondo, oltre un milioni', e ve ne sono
già in commercio molte imitjizionl. Come
acoade, però, si tratta sempre di imitazioni
infelici, e la gente pratica esige le vere Aqui-
la», le quali portano impresse le parole Aqui-
las e la marca di fabbrica: un'aquila con la
lettera S, in un bollo rotondo.
La Casa Santini, che ottenne le maggiori
onorificenze in tutte le Esposizioni nazionali
ed estere alle quali prese parte, ed il diploma
d'onore in quella Internazionale di Milano
del 190C, fabbrica le sue Aquilas in esteso
assortimento di tipi, non solo per case, ne-
gozi, officine, ec, ma anche per minatori, fer-
rovie, biciclette, ec. Cosi è che molte miniere
di Russia, Ungheria, Spagna, Messico, ec.
hanno ormai adottato la lampada Aquilas
tipo da minatori, le Ferrovie dello Stato i
suoi proiettori, molti Corpi Militari, Stabili-
menti, Municipii, Imprese, ec. i suoi fanali,
le sue lanterne, ec, e i fanalini Aquilas p^r
biciclette non solo sono comunissimi tra noi,
rra sono ben noti o In grande uso pernln
America.
Lo stabilimento Santini, Il quale ha tre mo-
tori a gaz " Otto , di complessivi «o cavalli
di forza, ed un uiacchitiario in'rfcttamonte
moderno, ora impiega circa 400 operai: ed 11
suo continuo sviluppo, la sua forte esporta-
zione all'estero, la bontà dei suoi prodotti ne
fanno il primo e più importante stubilimonto
d'Italia di questo genere di lavoi-azione.
Una vera e grande rinomanza gode me-
ritatamente anche la Dilla Edoardo Pulaelli
di Kapolaiio (Siena) in fatto di apparecchi
d'illuminazione a gaz acetilene.
Questo sistema d'illuminazione infatti ri-
solve il problema difficile d'aver luce bianca,
splendente, economica, facile da avere, sol-
tanto alla condizione che 1 generatori del
prezioso gaz siano insieme semplici e solidi,
che non mandino cattivo odore, come accade
negli apparecchi imperfetti nei quali la pro-
duzione del gaz è soverchia, e che si possano
maneggiare facilmente e senza pericoli. La
Ditta Pulselli ha questo merito grande : i suoi
generatori, i suoi apparecchi, superiori dav-
vero ad ogni elogio, sono assolutamente senza
difetti, tanto è la cura con la quale sono fab-
bricati, e meritano d' essere caldamente rac-
comandati.
I saponi.
L'estero (specialmente l'Inghilterra e la
Francia), purtroppo dobbiamo confessarlo, ci
fornisce e ci supera anche in materia di pro-
fumerie e saponi, prodotti di eleganza e prati-
cità straordinarie, di superiorità incontestata.
La Casa D. & W. Gibbs, di Londra, ha in-
trodotto anche in Italia il suo sapone speciale
per barba (Shaving soaj)) e quello dentifricio,
{Tool tablet), che, per le loro qualità igieniche,
stanno rendendosi di uso generale.
Il concessionario per l'Italia sig. G. M.
Spadella (Via F. Palasciauo N. 11 Napoli) fa
propaganda gratuita di Cataloghi dei prodotti
di questa Ditta e di quelli della L. Allègre k C.
di Farigi. Queste due importantissime Case,
producono pure Estratti, Lozioni, Polvere di
riso. Saponi da toeletta, Arqua di colonia e di
Lavande, Invitiamo i lettoi-i a provare ed usare
questi prodotti, se hanno a cuore l'igiene e la
ricercatezza, nei saponi e nei profumi.
PER I BISOGNI INTELLETTUALI.
Un avvenimento femminile.
Nel generale risveglio dello spirito della
femminilità itahana, non era sorto sino a po-
chi mesi or sono un periodico elevato e no-
bile, che raccogliesse le voci di tutte le menti
e delle coscienze risvegliate, ed aiutasse quel-
le ancor sopite o neghittose, a scuotersi dal
torpore e dalla inerzia. La stampa periodica
femminile non contava, infatti, che poche ri-
viste e giornali oqgani di classi, insufficienti
ai bisogni intellettuali delle donne delle classi
elevate, inutili ai bisogni delle donne studiose,
inutili ai bisogni delle lavoratrici.
Sofia Bisi Albini, non paga di aver diretto
per quindici anni e di dirigere ancora la sua
bella e diffusa liivista per le signorine, per
rispondere a questi bisogni, fondava or è un
anno la rivista Vita femminile f.aliana e con
tanto senso di opportunità e di genialità, e
con tanto giovanile entusiasmo la dirigeva,
che essa è già tenuta in conto, in Italia e
fuori, d'un vero modtllo del genere, d'una
rivista fra le più importanti d'Europa. Infatti
LaYorazIone speciale in CAPPELLI e BERRETTI per Fllarmonlclie
FORNITORE DEL MUNICIPIO
A. LAPINI - FIRENZE, Via del GigUo, 9.
-^ INVIO FIGURINI GRATIS S>-
748 —
le più svariate questioni morali, sociali, do-
mestiche, vi son discusse dalle più illustri
scrittrici; le istituzioni benetìche alle quali
le donne recano maggiormente il loro con-
tributo d'intelligenza e di cuore, vi sono il-
lustrate. Per essa uomini insigni ebbero pa-
role d'alto encomio, ad essa le scrittrici più
note per intelligenza ed operosità danno le
loro pagine migliori, da Ada Negri a Maria
Pezze Pascolato, da Grazia Deledda ad Ame-
lia Rosselli, da Jolanda a Neera, da Felicita
Buchner ad EUen Rey, da Bice. Tittoni a Dora
Melegari, a Rosalia Jacobsen, a Gabriella Ré-
vai, ad Angelica Devito Tommasi, a Fanny
Vanzi Mussini, a Teresah, ad Antonietta Gia-
comelli, a Maria di Borio, ad Amalia Gugliel-
minetti....
La penna è per tutte queste egregie col-
laboratrici di Sofia Bisi Albini nella Vita fem-
ii.inile Italiana, un'arma agile e lucida per
e jmbattere una battaglia pel trionfo d' un'idea
sincera, d'una idea bella, d'una idea buona;
e le loro pagine, che studi;vno le maniftìsta-
zioni dell'attività femminile, le condizioni
morali ed economiche delle lavoratrici e tutto
le ingiustizie sociali, scritte da donne di op-
posti partiti, di idee differenti, rendono vivo
e palpitante l'Interesse che desta questa Ri-
vista, e danno luogo a vivaci e simpatiche
discussioni.
La Vita femminile Italiana corrispondo
così pienamente alla promessa del suo pro-
gramma, nel quale annunciava proporsi di
unire tutte le donne italiane e di tener sve-
glia e pronta in esse la coscienza dei doveri
famigliari e sociali, non solo; ma pubblicando
articoli delle più valenti scrittrici straniere
e facendo accurate recensioni dei più noto-
voli articoli che escono nelle Riviste estere
femminili, fa opera patriottica, perchè contri-
buisce a dififondere in altri pae-^i la conoscenza
della cultura e del valore della donjia italiana.
MON AVEV<q ILVERO FANALE
"AOUl
CHE PORTA IMPRE55/1 QUESTA (»1flRCfl LtGflLMtflTE
DEPOìITAffl £ LA PfìfiOLlì "AQUILAS,,
FABBRICA F." 5flhTlhl-FERR/1R/1 /t
ARTR ITE
F/INOHI DI
GUARITA RADICALMENTE
CON I CELEBRI
VEDI ANNUNCIO DI FRONTE
>:•:- ^r ALL' INDICE GENERALE
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I PAVIMENTI IN CERAMICA
dello Stabilimento G-. APPIANI - TREVISO
pei loro prc^i luiniio l'aiiia mondiale
l'Iliiiio oiiorificoiiEe
ESPOSIZIONE Mondiale 1904 (S. U. America) • Massimo Premio « Grand Prix
ESPOSIZIONE Internazionale - Milano 1906 - Massimo Premio - Grand Prix
Ksiiiere sui prodotti la inarca di Fabbrica.
Rubriche prineipali dcirALMANACCO ITALIANO
pubblicate nei dodici volumi precedenti e non ripetute in questo.
I. Calendario e notizie astronomiche.
Il Calendario: notizie più dififuse (1896-97-98
e 99).
I fusi orari (1896-97-98 99).
Le leggende dei mesi (1901).
La previsione del tempo (1903).
II. Effemeridi.
Effemeridi storiche del Risorgimento Italiano
(1898).
Effemeridi storiche d'illustri italiani (1898).
Effemeridi storiche femminili (1899).
Effemeridi storiche del Regno d'Italia (1900).
Effemeridi teatrali (19011.
Effemeridi letterarie (1903).
ili. Cronologia, Storia e Biografia.
Tavole di cronologia (1896-98).
II Montenegro e i Petrovic-Niegos (1897).
Storia della Colonia Eritrea (1897).
Cento illustri italiani: ritratti e compendiose
biografie (1898).
Ritratti di famose donne italiane (1899).
Fine di secolo : storia del secolo XIX (1900).
Il Re è morto! viva il Rei (1901).
Francesco Crispi (1902).
Giuseppe Verdi (1902).
L'agonia di un popolo: la Finlandia (1903).
La strage di Belgr.ido (1904).
Da Leone XIII a Pio X (1904).
Giuseppe Mazzini e il suo centenario (1905).
Case d'illustri italiani con altre case stori-
che (19051.
Le Glorie dei Comuni italiani (1905).
L'.\ssedio di Torino e Pietro Micca (1906).
11 centenirio di Giuseppe Garibaldi (1907).
I Mille di Marsala (1907).
II senatore Golgi e il Premio Nobel (1907).
IV. Guerre.
La guerra italo-etioplca (1897).
La guerra turco-greca (1898).
La guerra ispano-am?ricana (1899).
La guerra al Transvaal (1901).
Rivoluzione e guerra in Cina (1901).
La guerra russo-giapponese (1905, 1906).
I teatri di battaglia In Italia e in Eritrea
(1901).
V. Geografia, Statistica, Folk-lore.
Notizie geografiche e storiche della Colonia
Eritrea (1896-97).
Tabelle statistiche diverse (1896, 1900, 1901).
Nel regno della statistica: indici della vita
italiana (1901).
La Venezia Giulia (1901).
II Trentino (1901).
La Repubblica Argentina (1902).
La Valtellina (1902).
Ai monti, ai bagni, alle acque (1902).
La Repubblica di San Marino (1903).
Dalla Costa .\zzurra alla Provenza (1903).
Le isole di Malta e Gozo (1903).
La Tripolitania (1903).
La Svizzera Italiana (1904).
Ladinia (1905).
Gli Albanesi d'Italia (1905).
Cadore (1906).
Il Sempione e il nuovo Traforo (1906).
Usanze e costumi tradizionali del popolo ita-
liano: I. Sardegna (1903); IL Veneto (1904);
III. Terra d'Otranto (1904): IV. Marche
(1905); V. Toscana (1905); VI. Sicilia (1906);
VII. Pescatori dell'Adriatico (1907); Vili.
Calabria (1907).
Superstizioni popolari specialmente nelle
Marche (1907).
Costumi napoletani (1907).
VI. Guide locali.
Guide compendioslssime d: Bologna (1906),
di Como (18y'.«i. di Firenze (l'.»04), di Ge-
nova (1907), di Milano (1899, 1906), di Na-
poli (1903), di Palermo (1905), di Parigi (19<
- 750
di r.oma (1002), di Taranto ^906), di Torino
(189S), di Venezia (1901). di Venzone (1907).
Il Porto di Genova e il suo Consorzio auto-
nomo (1905).
Alcuni fra i Santuari più celebri d'Italia (1906,
1907).
Castelli di Romagna (1907); di Terra d'Otran-
to (1907).
Vii. Notizie politiche, amministrative
diplomatiche, geografiche, araldiche, ec.
Notizie utili sulla Corte Pontificia, e sulla
Corte Reale (189G-97). '
Gli Ordini Religiosi maschili (1898).
Ordini Cavallereschi italiani e stranieri (1896,
1898, 1899, 1900, 1901, 1902, 1904).
Notizie biografiche sui Deputati della XX Le-
gislatura (1898).
Stato delle famiglie già sovrane in Italia spo-
destate negli anni 1859 e 1860 (1896).
Ordine delle precedenze tra le varie cariche
e dignità a Corte e nelle funzioni pubbli-
che (1898).
La Massoneria (1896-98).
Stemmi delle principali città italiane (1902).
Elenco nominativo delle più cospicue fami-
glie nobili italiane (1902).
Medagliere nazionale italiano (1905).
Corone nobiliari (1906).
Le bandiere nazionali dei diversi popoli (1906).
Vili. Esercito e Marina.
Ordinamento del R. Esercito e della R. Ma-
rina (1896-97-1905-1907).
Marina militare : Quadri organici, R. Naviglio,
Tipi di navi, ec. (1897-98-99).
Marina mercantile (1897-1901).
Cenni storici sulle diverse armi e corpi del-
l'Esercito Italiano (1903).
Roma porto di mare (1907).
IX. Legislazione e Amministrazione.
Il Codice per tutti: cittadinanza, matrimonio,
successione (1896, 1903).
Vademecum dell'elettore politico (1896, 1903).
Vademecum dell'elettore amministrativo
(1903).
^^^er chi ha degli amici in carcere (1896).
■^ Mentore della vita civile. Dizionarietto pra-
tico (1900).
Piccolo codice dell'impiegato civile (1899).
Mentore per chi ha figli da istruire (1901).
L'odierna legislazione nobiliare in Italia (1901).
Proprietà industriale (1902).
Tasse di Bollo e di Registro. Imposta sui red-
diti di Ricchezza Mobile (1903).
X. Economia politica, Commercio, Finanza.
Che cos'è il Socialismo? (1897).
Del Debito Pubblico e della Rendita Conso-
lidata. Istruzioni sulle operazioni che si
fanno presso il Debito Pubblico (1897).
Borsa e operazioni di Borsa. Monete false, ec.
(1897), Biglietti di banca (1899).
Notizie dei principali valori italiani (1898,
1904).
Piazze bancabili, ossia Elenco delle piazze
del Regno nelle quali le tre Banche di
emissione scontano effetti o li ricevono per
l'incasso (lb99).
Assicurazioni (1897).
Elenco delle monete Naziona!i ed Estere
aventi corso legale (1901).
Biglietti di Banca e di Stato (1903).
Municipalizzazione dei pubblici servizi (1904),
I principali prodotti dell'esportazione italia-
na e i loro mercati (1905).
Movimento agrario cooperativo italiano (1905).
Le abitazioni per il popolo (190G).
L'organizzazione operaia in Italia (1907).
La disoccupazione (1907).
XI. Religione, Morale, Pedagogia.
Sètte rel-'giose moderne (1900).
Occultismo e Teosofia (1898).
Abbasso la guerra! (1900).
Le donne laureate in Italia (1903).
Antisemitismo e sionismo (1903).
Patroni celesti di parecchie città italiane e
delle professioni, arti e mestieri (1905).
A proposito di " Babel und Bibel „ (1905).
Alcuni fra i Santuari più celebri d'Italia (1906-
1907).
L'educazione della fanciulla italiana (1906).
La Stenografia (1907).
XII. Letteratura e Bibliografia.
Per chi scrive e fa stampare (1896, 1904).
50 eccellenti libri italiani (1898).
Dante e le sue opere (1901).
Spiegazione di alcuni dei più usitati nomi
propri di persone (1902).
I nostri poeti dialettali moderni (1902).
Scrittrici italiane viventi (1903).
Francesco Petrarca e il suo centenario (1904).
A proposito di " Babel und Bibel „ (1905).
Poeti Friulani moderni (1906).
Per il centenario di Schiller (1906).
Le biblioteche popolari di Milano (1907).
XIII. Belle Arti e Archeologia.
L'Italia Artistica e Monumentale (1900, 1901,
1902, 1903, 1904, 1905, 1906).
Le recenti scoperte archeologiche ed epigra-
fiche di Roma (1901).
Arte nova (1902).
Capolavori dell'arte nostra: le 25 più belle
pitture dei 25 migliori pittori italiani (1904).
Capolavori della scultura classica (1905).
Artisti contemporanei veneti (1906).
Che cos'è la Numismatica? (1906).
Grandi pittori stranieri nel sec. XVIII (1907).
XIV. Scienze fisiche e naturali, Ingegneria,
Industria, ec.
Aeronautica (1898).
Le applicazioni dell'Elettricità (1900).
Piccolo ricettario fotografico (1900).
Dell" illuminazione (1902).
II più grande disastro del secolo: la cata-
strofe della Martinica (1903).
I moderni processi fotomeccanici (1904).
II Tabacco e la sua industria (1905),
L'industria della carta (1906).
Le calzature a macchina (1906).
La Cina e la sua industria (1907).
L'eruzione del Vesuvio (1907).
Il terremoto di San Francisco (1907).
- r.i
XV. Economia domestica. Lavori femminili,
Cucina, ec.
La ViU pratica: ricette variate anno peranno
(1S96-97-88-U»).
Brevissimo dizionario del termini di cucina
(i^yo).
Calendario del gastronomo (1896).
La signor» in cncina (li>00).
Le falsificazioni ed alterazioni del principali
alimenti. Metodi facili per riconoscerle
(1900).
La madre e il bambino; igiene e medicina
domestica (1897).
Avete del bambini? Consigli alle mammine
tflovanl (1S9S).
Mentore per chi ha fipU da istruire (1901).
Convenienze sociali (1896-97).
Igiene della bellezza (1901).
Frutta da tavola (1902).
La cucina per i malati e i convalescenti
(1903).
Le industrie femminili Italiane (1904, 1906).
Specialità gastronomiche (1904).
Per i ricevimenti (1904).
Arte di preparare e di servire il tè (1904).
Geografia gastronomica e potatoria d'Italia
(1904).
Cenni sulla moda maschile (1905).
Le vie aperte alla donna in Italia (1905).
Intorno all'igiene del bambino (1905).
L'educazione della fanciulla italiana (1906).
XVI. {Medicina ed Igiene.
Soccorsi d'urgenza. Dizionarietto dei primi
rimedi da apportarsi nei mali improvvisi
(1896, 1899, 1904).
Dizionarietto dei farmaci e mezzi curativi
d'uso più comune (1896, 1899, 1904).
Igiene del piede (1899).
La madre e il bambino; igiene e medicina
domestica (1897).
Rimedi nuovi e cure nuove (1902).
La lotta contro la malaria (1903).
Istruzioni popolari per la difesa contro la
tubercolosi (1903).
La cucina per 1 malati e per i convalescenti
(1903).
Intorno all'igiene del bambino (1905).
Assistenza agl'infermi (1906).
XVII. Agricoltura e Zootecnia.
Calendario dell'Agricoltore (1896, 1899).
Calendario del Vignaiuolo (1896, 1899).
Calendario dell'Enologo (1896, 1899).
Calendario del Frutticultore (1896, 1899).
Calendario del Floricultore (1896).
Consigli per l'allevamento del pollame (1897).
Caseificio (1897).
Contro la peronospora (1897).
Consigli pratici per chi fabbrica il vino (1898).
Il Pappagallo: razze, malattie, igiene (1898).
Agricoltura — L'arnia (1900).
Olivicoltura e deificazione (1901).
Macchine agricole moderne (1901).
Gli agrumi (1903).
Il Tabacco e la sua industria (1905).
Uve da tavola in Italia (1905).
Movimento agrario cooperativo Italiano (1905).
XVItl. Sport, Giuochi e Passatempi.
Arrol)a,ic.'\(1903), Alplni.snio (18'.)(;), Atletismo
(19.»1), IJallo (1897), lìilUrdo (ingsi. Cacci»
(1898. 1906), Ca<>eia [Aucupio] (1897), Cac-
cia col falco (1905), Calcio (Giuoco del)
(1902), Cartolino illustrate e c.ivtoline Lle-
big (1900), Cavalli e corse: nozioni di Ip-
piatria, ce. (1896-97), Corse al trotto (1905),
Ciclismo e corse: nozioni pratiche (1896),
Educazione fisica [Ginnastica! (lS96i, Fila-
telia (1897), Enigniofilia: Sciarade (1900),
Enigmi e Rebus (1901), e Monoverbl (1902),
Giuochi di cartc[Tresette-Taroeco](18U0-97),
Giuochi sportivi (1905), Giuoco della Dama
(1900), Lawn-Tennis (1897), Lotta sul tap-
peto (1901), Nuoto (1899), Pallone (Giuoco
del) (189C), Pesca col cormorano (1907), Pe-
sca sportiva (1904), Podismo (1901, 1904),
Pugilato e pugilatori (1899), Scacchi (1896,
1898-99), Scherma (1890, 1900, 1902), Skating
(1901), Sporta invernali (1907), Yachting e
Rowing (1896).
Campioni dello sport in Italia (1904).
XIX. Musica e Teatro.
Galleria drammatica delle principali artiste
italiane viventi (1896 97).
Profili dei principali attori drammatici italiani
viventi (1898).
Il nostro Caflfè-Concerto (1899),
Gemme del Teatro Melodrammatico italiano
(1898).
Il Teatro Lirico Italiano (1901).
L'operetta in Italia (1902).
Le Maschere del Teatro Italiano (1903).
Il Teatro dialettale in Italia (1903».
Il Teatro drammatico italiano (1904).
I teatri d'Italia (1904).
Le gemme del Teatro Drammatico Italia-
no (1905).
Gl'inni nazionali dei diversi popoli (1906-
1907).
XX. Centenari, Esposizioni e Congressi.
Centenario del Tricolore italiano (1897).
Esposizione di Firenze — La festa dell'Arte
e dei Fiori (1897).
II Esposizione internazionale d'Arte della
città di Venezia (1897).
IH Esposizione triennale di Belle Arti del-
l'Accademia di Brera a Milano (1897).
Esposizione generale italiana di Torino (1897
e 98).
I centenari fiorentini del 1898 (1898).
Le Esposizioni di Como nel 1899 (1899).
II grande Giubileo del 1900 (1900).
L'Esposizione di arte decorativa moderna In
Torino (1902).
D Congresso internazionale delle Scienze sto-
riche del 1902 (1902).
Il IV Centenario della Disfida di Barletta
(1903).
L'Esposizione di Brescia (1904).
La V Esposizione Internazionale a Venezia
(1904).
L'Arte italiana all'Esposizione Internazio-
nale di Monaco (1904).
La Mostra Senese d'Arte antica (1905).
L'Esposizione Universale di Saint-Louis (19.»."m.
Giuseppe Mazzini e il suo centenario (1905).
- 752 -
Il IT Centenario dell'Assedio di Torino e Pie-
tro Micea (190Bj,
La VI Esposizione d'Arte a Venezia (190G).
La Mostra d'Arte antica abruzzese in Chieti
(1906).
L'Esposizione Ee-ioiiale di Macerata (1906).
Per il Centenario di Schiller (l'.fOGì.
L'Esposizione Internazionale di Milano (1906-
1907).
Il centenario di Giuseppe Garibaldi (1907).
Giovanni Euffini e il suo centenario (1907).
XXI. Notizie di Società e Istituzioni.
La Massoneria (1896, 1898).
La Società del Benadir (1897).
L'Associazione Nazionale Italiana " Pro Scho-
la „ (1899).
Società per la Pace (1900).
La Società Dante Alighieri (1901).
Il Touring Club Italiano (1901).
La Società Bibliografica Italiana (1902).
Il Consorzio Nazionale (1903).
La Casa Umberto I dei Veterani ed Invalidi
delle guerre nazionali in Turate (1903).
Le nostre Scuole all'estero (1904).
La Lega Navale Italiana (1904),
La " Corda Fratres „ (1904).
L'Istruzione dei Sordomuti (1905).
Il nuovo Ospedale dei bambini a Cremona
(1905).
La Lega italiana contro il duello (1905).
L'Unione Magistrale Nazionale (1905).
La Scuola del Libro a Milano (1905).
Pazzi e manicomi in Italia (1906).
Le Associazioni degli impiegati civili in Ita-
lia (1906).
Le biblioteche popolali di IMilano (1907).
L' Università Commerciale Luiiji Bocco.jì in
Milano (1907),
L'organizzazione operaia in Italia (1907),
I congressi a Milano nel 1906 (1907),
XXil. Tariffe e istruzioni pratiche diverse.
Per chi stampa e fa stampare (1896, 1904).
Tavole dell'interesse semplice e composto
(1897).
Vademecum del viaggiatore (1898-99).
Istruzioni postali e telegrafiche (1897, 1899).
Mentore per chi ha figli da istruire (1901).
Sistema metrico-decimale (1901).
Misure, pesi e monete (1896-97, 1901),
Notizie utili per chi ha da fare o da ricevere
spedizioni per ferrovia (1902).
Le vie aperte alla donna in Itaha (1905).
XXIII. Varietà.
Piccolo ricettario fotografico (1900).
II Quarto Potere: giornali e giornalisti (1897).
Per chi ha da battersi a duello: Consigli di
scienza cavalleresca (1898).
Elenco nominativo delle più cospicue fami-
glie nobili italiane (1902).
Le Regine del Mercati (1906).
La Stenografia (1907).
XXIV. Parte letteraria.
Fogazzaro Antonio, Nadejde (1903).
Doledda Grazia, Ballora (1906).
Jurro, Un romanzo in dodici mesi (1907),
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