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Full text of "Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750 Tomo Sesto"

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ANN ALl D' IT ALIA 


DAL PRINCIPIO 


DELL' ERA VOLGARE 


SIN 0 ALL' ANN 0 175 0 . 



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ANNALI D' IT ALIA 
DAL PRINCIPIO 
DEL,L' ERA VOLGARE 
I 
SIN 0 ALe ANN 0 1750. 
COMPILATI 
DA LODOVICO ANTONIO 
MURAT'ORI 


CO L L E PRE F' A Z ION L C R I TIC H E 


Dr GIUSEPPE. C.ATALANI 


Prett deft" Oratorio di S., Girolam() del/a' Carità J 
E eOL PROSEGUIMENTO Of DETTI ANNALl 
i' J N O. A G L J. ANN I PRE S E N T I., 


TOMO SESTO 


Dali? Anno. 1001. dell' ERA V olgare. fino all' Anno
 '1170.- 
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IN L DC'CA, 
IDCCLXIII: 


1I .
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Per- V' I NeE' N 2' 0' C' I U N TIN I. 
C' 0 N Lie E N 7 A DE' J' U p. E RIO R I 
A fpcic: dì GIOVANNI RICCOMINI._ 



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ALL'ILLUSTRISSIMO SIGNORE 
CARLO GIOV AMBA TIST A 
CACHERANO MALABAILA 
 


CONTE D' o SA,SC 0 , E DE'CONTI DI CANrARANIl, COAZZOLO. 
BRICHERAS/O, E ROCCA D' ARAZZl, 


Ace A DE M Ie 0_ I P PO CON D R I A Co 
DETTO AM ILETE, 
ED 
ACCADEMfCO IMMOBILE 
DE T T 0 I L SOL I TAR I 0, 


PAT R I Z I 0 D' A S T I. 


s. L. B. 




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lor dai 
orchj alla pu- 
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 bllca lllce 11 fell:o V olu- 
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, I1;J. 

1 me del1'erllditÌflìlllO Mll- 
rarori efcir dee, dllbbio 110n v' 11:1 , 
clle'1 gradin1el1to degl' Iftorici, e 
a 3 Let- 



Lcttcr
lti ripetcre (lel1ba e rifclIO- 
tcre. QUilldi e, chc ardil
nel1to 0 
tracotall za (leffillir 11011 fi poíI:'1 di 
clli fotto tlllalclle aufpicio pOlle- 
rofo (Ii raggllardevole Soggetto 10 
, incl1ini, 11011 n1ello che flllla fì.()11- 
te d' efiû V OllllllC un qllalcllc pre- 
[celro , e prcllifti11to N0111e, per 
Oglli grado e titolo clliarifIÌ1110 ne 
Ílnpri111a. Se così è, ell a quale 
111ai 0 pella Nobiltà pill terfo, 0 
pella perfllicacia pill ele\7ato,0 l)er 
Ie Scicllze pill erllLlito Soggctto 
11111iliare dovrò io c cledicarlo, 'fc 
nOll a V oi Illllftrifs. Sig110re? Sì, 
cl1e, fellZ' altro, COlI pienezza di 
coraggio ri\rerentiflìn1o a dClli- 
carvclo n1' accillgo; giacchè col- 
le voftre opportlll1e riflefIìol1i, 
ell erudite) c fcientifìclle, t1pete 
cd 



ed ;tpplalldir f011datamente alIa e- 
rudizione dell'Opra, e garal1tir po- 
deroL1mente col fregio onorato 
de' voftri titoli 10 fteffo 'T olullle , 
cl1e da tIn tale duplicato cllia- 
rore irraggiato viel1e e 11obilitato. 
E COine l1Ò? Siete pur V oi qllel 
d' effo, clle. COIl erudita pel111a e 
fil1ceri il1chiollri, de'voftri grand' 
A vi .Ie geIla IUll1il10fe e l' eroi- 
co Al1ilTIO fulli onorati V 011II11i or 
or vergate e COlllpilate? Siete PUI 
V oi , clle de i \Tetufti meriti deglí 
ftelIì vo!tri Afcendenti nllmerofÌ 
carico n' al1date ell onufto? Siete 
pllr V oi, cl1e Ie orIne gloriofe di 
lluelli direttàll1eIlte feguite e cal- 
cate? Clle dovrò io dUl1qlle aggill- 
gnere piu di qllello, clle V oi Jette 
rato, V oi faggio, V oi dotto> V oi 
Vll"- 



virtl1ofo d' eili l1C 
lll1ate raccoglie11- 
lio, {e qlleito fteífo a voi l11edc- 
filno gloria aggiuglle a gloria, vir- 
tù a virtù; giacchè, 11011 per j

t- 
tallza 0 vanagloria, (barbari igl10- 
ti n0111i all' Ullliltà e modeftia va- 
ftra) llla per l11ero e puro fubli- 
tIle fel1tin1ento 0 d' illlitaziol1e 
il1 V oi fteffo, 0 (1' efenlpio a Po- 
ircri tal Opra COll11llenlievoie an- 
date diligeIltal1do e coitrllendo. Si 
filIi pllre chi l1a pllpilla di 1Ile pitl 
acuta e cofta11te nell' Eroifrllo d.c' 
voftri Predece11ori, che io collo 
gllardo nlio debole e fioco, 
Lb- 
bagliato ne rilnango e COJ1hlfo. 
COlI ciglio però per 10 ftupore 
Î11arcato, nò, 11011 poffo. a Jllel10 
di nOll riandare di volo, per ta- 
cer di tant' altri, la invi(liata ferie 
delle 


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delle virtù e nlorali e fcientifiche, 
l 1cr ) Ie qllal i 1'IlI1111rifs. e per Oglli 
titolo ornatiflÌn1o Zio v
ftro .pa- 
terIlO, dopo refo, fenoon dall' Ar- 
tico Polo all' Antartico, almello 
dall'11110 all' altro liclo de i valicati 
Mari il fll0 110I11e celeberrimo, 
llleritò la Carica decorofiilillla del 
Grall Priorato nel nobiliiIÌll1o e- 
q1leftre Ordille Gerofolimitano: 
nella q1lale, gli adattino altri gli 
ollori degli anticlli Nazzarei l1e1la 
Divilla Scrittura lloverati, oppure 
l' elogio di qllefti, clle nel q1larto 
. de'TrellÎ di Geremia ftà regiftra- 
to, çlle io mi contenterò foltanto 
d' amll1irarlo, quale ancor vivellte 
tant' altri pria di IDe, COIl edifi
a- 
ziolle 10 ricollobbero, cioè, clle 
de' Config
i ftelu Val1gelici fe pre- 
cet... 



cetro e legge al gloriofi!1Ì1110 flIO 
Vivere. Viva dunque" e da li11g
la 
ill 1.il1gua coftante fi porti (llll' L1
i - 
di gloriofa faLlla la fple11del1te me- 
filoria di sì elevato S'oggetto, che 
io in t;.1nto nOll pafièrò fotto fi- 
lellzio Ii giul1:i encornj de i coflli- 
Clli Fratelli voftri viventi, iquali 
daIl' orine de'loro Maggiori lIon 
lleclinalldo, e da. COll11l1el1Jc i11-' 
fig,lliti l1ello ftelf() 110bilifIÌll10 Or- 
dil1e., e dalle Regie nlilitari Divi- 
fe cOl1decorati, a qllella, glorioJ:1 
lucta. a gran. paffo al1clal1o 
 alia 
qllale la Coftanza, e.'1 Valore, la. 
VirtÙ, e la Gloria velocemente 
lì cOJIdllcono. 
. Segllite pur dllfi(lue" Illuftri (s. 
Signore, nella il1traprefa COll1pi- 
lazlone; e gìaccllè V oi eruditif.. 
fimo 



. 


:61110 l1elle SCiel1Ze, e feliciilill10 
\ 
ancor iiefcifte neUe TraduzioJ1i 
dall'uno nell' altro i
ioma di quel- 
Ie alrre Opere, cl1e il plall!o fi 
meritarono della Repllblica Lette- 
raria, degnarevi l' o.tferra gradire 
 
e la Dedica di quefto e per !'erll- 
dizione, e per l' lltilità comune
 
fempre degno del voftro riguardo, 
plaufibile V olllme di sì ornata 
Iftorico 
 le ClIÎ Opre merÎterallllo 
fempre il poffente Padrocinio V 0- 
itro " ficconle degne fono del V 0- 
Itro genriliilimo gradinlento. E 
fenza pi.ù, permettere il vanto all- 
che.a me di offerirvi ill lln c.ol V 0- 
lume ifteífo quella Ubbidiellza, 
clle 'renda felici i giorni miei, e- 
fercitandola con quell'inalterabile 
profondo rifpetto, C011 Clli Ii pre- 
gla- 



giatiffimi voftri Comandi uniti al 
poffentiffimo Padrocinio V oftro u- 
milifsilllamente imploro. 


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PRE- 


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PREFAZIONE 


DI 


GIUSEPPE CAT ALANI 


AI VI. Tomo deli' Edizio1te Romana. 


D De fono gli Articoli nel Giornale de' Letterati per 
l' anno 1746. ne' qua1i il diligente GiornaliUa Ro- 
mano a lungo confura quanto egli ha creduro., che 
in queUo Torno YI. degli Annali d' ltaIia il All/- 
rotori abbia fcritto in pregiudizio della Sede Apofiolica, e 
de'Sommi Pomenci. Ecco il fuo difcorfo nel primo Ani- 
colo., ch' è il XXXII. pag. 2.96. e feguemi. 
" In quefio Volume comengonfi 170. anni dal 1000.aI 
." 1171, cioè daII' anno teno di SilveUro II. e ultimo di Ot- 
" tone Ill. al 13. del Pontefice AielTandro III. e 17. deIl'Imp. 
" Federigo I. Noi riferir
mo in queHo Anicolo folamentc 
" il Secolo Undecimo., sì per la gran correlazione., che ha 
" col paffaro, e sì .mcora per fep<\rarlo da'tempi migliori 
" della Chief:t di Dio. Quefio Secolo fu veramente il più 
" infclice, ch' ella provaHe giammai: poichè alla prepotenza 
" de' Signori Romani, fpecialmenre dc' Conti Tuícolani, H 
" aggiunfero Ie:: derdiabili lìmonie, Ie im'eitirure pretefe da' 
" Sovrani, Ie incontinenze de' \' efco\'i., e del Clero; gli fci- 
" froi, 1c ribeIliof1i di gran parte delle Cinà d'lralia, e per 
" confegueme Ie novelle piccole Signorie, e fopra tutto Ie 
" orride guerre tra '1 Sacerdo"lio., e l' Imperio. 
" Una tela per tante, e sì varie, e fovente intcrrone, 
" 0 raddoppiare fila intrigatilIìma; a cui s' aggiunf;e b non 
" mediocre confufione per la frequenza de'documcnti o:-dl- 
" nariamente difetcolÌ nelle D.1te, Ie quali fole quart femt'r
 
" s' adoprano in prova 0 di Cronologia, 0 di Genealogie, 
" non è m,Heria lb cli1uridarfi agevolmente i;l un bre\'e e:hat- 
TonI. VI. b" to. 



x 
" to. Perciò noi feguendo ciò che ha connefiione co'Tomi 
n antecedenti
. andremo parchi nelle alrre cofe minute; e 
" fo10 avrem riguardo a due principali Sovrani d' Iralia, cioè 
" a'Sommi Pontefici, e ai Re d' lralia, che eran q-t1e'di Ger- 
" mania. Oiremmo Imperadori, fe la maggior pane degli 
" avvenimenti non riguardafler quelli, e non queHi. E in 
" [ani in tulto iI Secolo Undecimo non vi turono che 32.. 
" anni d'lmperio divifì in tre Re di Germania; S. Enrico, 
" it quale, coronato da Benedetto VIII. l'anno 10[4. morì 
" l' anno 1024. Corrado II. coronato da Giovanni XIX. l'an- 
" no 1027. fino al 1039. ed Enrico II. di quefio nome [ra 
" gl' Imperadori, e III. fra'Re di Germania, che coronato 
" da Clemente II. l' an. 1046. morì l' an. 10,6. Percbè EI1- 
" rico IV. figlio di quefio, rimailo in età di fei anni, non 
" fu mai I mperadore, benchè fia tale falfamente chiamato 
" nella Sroria, e 10 3\'vifa molto bene il 
ig. Mttratori 
" l' anno 1084. Netta Bafitica Vaticana, egli dice, rice- 
n vette Arrigo datle mani del {acrilego .Alltipapa ia Co- 
n rfJlla Imperiale, e it titolo d'Imptrad.pre AuguJlo. TaÜ 
;, it chillmerò anch' io, com
 hanno fatto tanti altr;, quan- 
" tunqtle i//egitimo Imperadore, perchè unto, e coronato 
" da un uft/.rfatlJre del Romano Pont
fìcato. Nondimeno 
" anche a'predetti anni d'Imperio avremo il dovuto riguar- 
" do, benchè lìan più fierili di cofe inrereffanri negli aflåri 
" del Pontificato: mentre fino alia meÜ del Secolo., oltre 
" ]a q
ale appena paifarono, cominuò la prepotenza de'Ro- 
" manl . 
" Prima di tutto bifogna rifovvenirfi di ciò, che fa- 
" viamenre avvisò il Sig. Aluratori nel Torno antecedente, 
" e torna ad avvifare in quefio all' anno 10+6. cioè che i Re 
" di Germania niun diritto aveano jòpra la Città, e [att; 
" dj Roma. Perciocchè, quantunque egJi dica. all' an. 101 t. 
" Che anche Arrigo 1. di queflo nome fra gt' Imperadorz, 
'" godej(e al pari de'fuoi Prcdeceffori la jovranità in Roma, 
" 7i raccoglie dat fuo nome enu1Jziato con quetJ n de' Papi 
" ne/le monete; contuctociò da femplice congenura, già 
" moHrara falra dagli Erudiri, 10 argomenra, e a niuno degli 
" altri due dà tale onore, moHrando anzi ]a fovranità ne'Pon- 
" tefici: fovranirà per ,alrro aHài ]imitara, perchè troppo di- 
" fiende quella de'Re d' Italia. La parte Boreale in fpecie 
dello 



XJ 
" dello Stato EccIefi:-'1ico, 0 fia per 1'impegno di foftener 
7' ciò
 cae ne ha fCritto per l' addietro, 0 perchè più 10 in- 
" .re-reHì, l' anribuifc.e tutt
.ai Re d' lra1ia. Se J;oi 10 pro vi , 
" a :1oi non fÌ afpetra di p:iudicarlo: noLtro uffizio è di ri- 
" ferir diligePrememe i fondamemi da lui poni a tale effetto . 
,. Q!1dH all' apparenza fono i migliori., chc: lì prarichino 
" neU' arte, fe pure fono abbattanza folidi, e irnmobili. Co- 
n mincia dal disfar quei, su cui s' appoggia i1 diritto <3clla 
" S. Scde. Legge egli, e rileva alcune parole di VitmaTO, 
" nè 1etr
, nè rilevare dal Cardinal Baronio, nè dal 'P a
j, 
" e fan queile: Rex flel1riclls Il 'Papa Benedjfio, qzti .t
1JC 
" præ c
ter.is .A1Jtecf..{foribtlSfUis maxime domÙlIlbatttr, 'tJ2e1l- 
" ft Febrttario Ùz 'V,'be Romulea cum in effllb ili bonore (Ù- 
" flipit 1 r. Sopra Ie ql1ali parole 'co
ì va cong
tturan.io: A 
" mio credere vtwJ dire, che i Romalli a.veano per I1wlti 
" ann; a.ddietro ritagtilltll di motto I' attforiÚì: tempora/e 
" .dK' Papi Í11 Roma; ma da che Papll Benedetto ebbe {tata 
" r;corfo al l!-e Arli$o, e ft. tie tornò a RO'7Ja; per palil'a 
" di e./fo Re I potentl ROrlM,ll1 (chefn/'zll gtlel fren() Ii fa.- 
" realto bllUare Il /01" vogiill) do'vettero cederg/i ill [,TliJIl, 
" ch' egli efèrcitalfe pit's Iii molti [ltO; Antecej{or; la SigIJO- 
." rid. Ofptlre gJi Ottolli A1lguJli, e mllJlimamnlte, per 
." quanto ;0 VO fò,[pett4ltdo" it Terzo, Ilv
ano accorciato 
" lion poco it temporal domÙÛo de'Romani .po11 tejici " COIl 
" a.verto poi ricupe1"ato it fitddetto Papll Benedetto VII I. 
" dat piiJjimo lmpcrndore Arrigo regl/a.ltte. Già i Letrori 
" bene Htruid dal medelìmo 'Dltmaro, da Glllhro'l e dagti 
" altri Amori amichi preno il Cardinal Baronio (1l1J. 1012.. 
" 
 fèqq.) Canno, che Benedetw cacciaw di ROffia dall' An- 
" ripapa (j-regorio., ricorfe a S. Enrico, il q uale venne a ri- 
" itabilirlo ful trono, a1 che fi riferifcono queUe parole: mo. 
" ciò nOlI c' Ì11terrompa il fito . 
" Indi richiama III pinza EfPofiziolle f!)c. colla cui au- 
" torità dichiara copia in forme la Donazione di S. Enrico. 
" riferita dal Card. BllrollÌo a queU'anno .1014. e gli dà millt:: 
"ecce.zioni; e veramente s'accorfe ancheilPagi, chev'è 
" una volta nominaro Lodovico Pio, e ve 10 credè aggiun- 
" to; rna ne1 rimanente nOJ:} ha che ridire: adopra poi an- 
" che in teilimonio il P. .Alabi/tol1e, il qual corregge negli 
" Annali la Cronologia del Card. Baro11Ío con queUe chia- 
b 1. " riiIì- 



XlJ 
" riffime parole: Ba,'ol1ÏtLS ad hoc tempus rt'vocllt privi/e- 
,. gi/tm R. E. ab eodem Imperatore COllCe.lrUm. At fubfcri- 
,_ ptiones quædllm fatis oflendrl11t, hoc effe pnßeriorlS tem- 
u .IorÏ.t, qlÛppt C1Û fubftribit Richardru Abb4S FutdulfÙ, 
", qrlÍ vix aNte tl1lnttm IOU,. hllnc Prtefelluram in;;t. AIle 
" quali parole non ci par che convenga queUa illazione del 
" Sig. AJurafori: Così co/ta fua fllitll mndeflill quell' ;11- 
:), /ìgl/
 letterato: volendo anch' egJi {ìgnifi'care, che i/ Pri- 
" vilesio fuddetto è fin to , oÞpure interpo/ato: mentre que- 
" fio mfìgne ]etteraro non prerende altro con quel nuovo 
" ]ume della Prefettura di Riccardo, che differire agli ul- 
" timi tempi di Benedetto VIII. e di S. Enrico, che amen- 
" due morirono r anno 102.4. it Privilegio: cora che cor- 
" rirponde aIle conquiHe di S. Enrico poHeriori al 1014, 
" in cui ]0 coJIocò il Card. Baronio; non perchè ivi s' avef- 
" fe a Habilire, ma perchè, eHendo fenza Data, non 10 
:), fcppe determinar più a quefio, che a quell' anno. Onde 
" i Documenri, che il Sig. Afttrafori adduce Il!t' Ilnno 102..2.. 
" 
 ftqq. non !t oppo
gono 
ltrimenti ad un Privilegio, 
" che fecondo II Alabtllone non era ancora conceduro. 
" Si aggiunge, che rai documenti riguardano il Regno di 
" Napoli, di cui, come or ora vedremo, egli accorda dopo 
" 3 0 . anni iI dominio alia S. Sede: ma perchè ha credmo 
" d' 
bbauere i fondamenti, fu cui s' 
ppoggia, 10 ]afcia in 
" ana. 
" Al Privilegio di S. Enrico unifce Ie Donazioni an- 
" teriori di Carlo Magno, e d' Ouone 1, contro aile quali 
" dappenurro Ii dichiara, come vedemmo nel 'romo' ame- 
" cedente: e in fpecie all' anno 1017. deplora la perdita de- 
" gli originali, dicf'ndo, effere Ie copie !òggette a molte al- 
" terazioTJi jècondo il bifogno, e I' Í1lterel/è d('lIe pClj01/C, 
" e che 1101t porgonfJ effe bajìmlte /tlme pt'r quieta,. t' I1Jtel- 
" /etto. Semenza aílài nO[abile, rifpeuo a' fondamemi, fu' 
" quali egli appoggia Ie fue opinioni, e congerrure, dopo 
" aver potH in mala fede quei della S. Scde. Perciocchè 
" egli indiflèrentcmeme adopra e copie, e documenri edid 
" da Auwri di poco nome, e di niun,t critiCa in fuo van- 
" taggio. II Cron1co di Farfa ha prefio di lui la maggior 
" autorirà. Eppure fi dichiarò cgli medefimo, quando 10 
" pubblicò rra gli Scrittori ltalici, che queHo era un
 co- 
J) PI,t, 



XII] 
" pia, e inveì contro chi non volle dargIi r originale. Di 
" piÜ 
onfe{t1 eg1i medetimo, che è un lavoro di Scifmatici, 
" e dice all' anno 108 I, che gue'Monaci p,mto non bada_- 
" vano Ill/I fl:omrmiche POlltificie, e t
mlero ftmpre CStl 
" e1!o R
, perchè quelto 
rll lvJonipero R
gllte, 0 Jill Im- 
" periale. 
 due anni dopo parJando d' un Diploma di e(fo 
" Arrigo fconlunicato, in cui Ii confermano i beni, e pri- 
" vilegJ del MoniHero, così fi efprime: f?2.!ec'Monaci rico- 
" 1/-ofávllno Il/Jora per Papll GrÛberto, 
 tenevano fllido 
" if partito d' Arrigo. Non faranno dunque flate Ie carte 
" di quel MoniHero fog-gene a moire alter"zioni, e avranno 
" baHante 111me per guierar I' intellerto? Eppure egli all' an- 
" no 1051. avea riferite Ie feguemi parole d' altro Cronico: 
" Subiacenfts ad ft C011vocavit (S. Leone IX.) in AJo/la- 
" fle,.jo, flt/Ort/Tn f!) reqtJÍrelts Í11flrll7nenta chartllrte1'lJ, '110- 
" tllvit fa(fijJìma, f!) ex mag ' la parte ante ft ig11e cretJIllri 
" fecit: con aggiungervi gueHa fua fentenza: Vi quefle 
" merci 11011 fiero/iO privi 1mll volta Illtri Al01tifter), e Chie- 
"ft. II che fill detto jhlza pregiudizio de gli i1t1lt/merll- 
" bili aftr; artefttici -DOCllmeJlti, che ß trovano lle'loro 
" Archivj. 
" Nùi tcnghiamo per certo, che i Lettori primierameme 
" dubireranno forte di tutti i documenti del Cronico di 
" F,.rf.\, al folo femÍre, che i1 Recipe delle fcomuniche (ci 
" fervia:no della frafe del Sig. ltfterlltor; an. 1038) era per 
" loro di niun fruno: e poi, ficcome non avranno comodo 
" di vi/itar gli Archivj delle Chiefe, e J\lonillerj, onde ha 
" egli tracti i fuoi documenti, per rifcontrare gli autentici, 
" diffideranno di guei che produce in queHi Annali; e fpe- 
n ciahnente in quetto 1'omo, qualì turti difcrto(Ì 0 neJl'in- 
" dizione, 0 in a1rro carartere di tempi, 0' di perfone: e 
,. Jungi dal doJerft con lui all' anno l083. per eHerfÌ fmar- 
" rico il Diploma d' Arrigo IV. in cui ft confermano i pri- 
" vilegj a \10ntecafÌno; d;\ranno di nuJlità a turlÌ quei, chc 
n s' arrribuifcono a gueHo Principe fcomunicato, ancorchè 
" foflero aurenricÎ, e fÌ maraviglieranno fane, e che i 1'10- 
" niHeri gli abbian conferv
ti, e che Scrinori Cauolici gli. 
" producano al pubblico, come preziofe religuie d' antichità. 
" II Sig. AJu1'llfori, fenza fargti rorto, è uno d'efIì, per- 
" chè niuno ne h<1 tralcuraco. Fin l' anno 1095. dopo aver 
" dichia- 



XJV 
" dichiarato Arrigo nCn1ico del1a Chiefa, e abbandonato 
" da tutti, a ri
erva d' u!1 teoue J?artito di Scifmalici, pro- 
" getta un PlacHo da 1m [enuto In Padova, io .cui accorda 
" la fua protezione al MonWero di S. Giuilina, e un Di- 
" ploma, in cui cooferma i privilegj al Muniltero detla PU'11- 
" pofa Ira Fe.lT:ua e Com
c<:hio. Noi oon ne \'ogli.lmo in- 

, terpretarc hnJHrameme 11 fine.. Conruttociò vediamo, che 
" all' an.oo IOU. coll' aut?rità d' u
 fol
 Catalogo di quel 
" Cromco, che teUè ovmmammo, In CUI lì leggono Duchit 
" e Conti di 
abina, metre in dubbio il dominio temporale 
" di quel .
1
ni,Hc.ro: ,perch
 al Pa
a n<?n accord a PrinÓpi 
" 0 Ducll1 \ atIalh. Ed abblam nOI ollervato, che al Sig. 
" Alllrlltori i Conti 10uo altri 50vrani gli diventano Pdn- 
" cipi, e aU'-()ppoH
 i Prindpi [otto j Pomdici gli di\'en- 
f' uno Conti. ParJa all'anno 101 4, di Beroldo, da. cui di- 
" fccnde la real Cafa di Savoja, e dice così: AI/ora i CO/JtÏ 
" fi::come perp.euIÏ Go",'ernlltori di qtwlcbe Città, elltra- 
" vatlO 11ei 1'11010 de' PrÙlcipi . All' incomro fa\'eJlando di Ri- 
" dolfo farto primo Principe di Benevento da S. Leone IX. 
"l'anno 1053. Allorll, egli dice, i -Papi 11011 concedeva1lfJ 
" Il t lor Vaj[alli il titolo di PrÙlcip
, .figl/
(ìC(l11te in (fllCfli 
" tempi Ul1 SlglJOre iltdipende,Nte, 0 1411 fig/io di Sovrll1to. 
" II Card. Baronio non fapeva CrlueHa erudizione. Per- 
" ciò dà luogo tra' Principi a' Conti Tufcolani, e altri po- 
" tenti Romani, cofa 110n avvenita dal Sig. AJuratori nè a 
" [em
o drgli Ottoni, come íì cliffe a fuo luogo, Ill: a tempo 
" di .corrado 11. l' anoo 1033. ove dice, che Alberico: qtwm 
" mort
 duortlm germa1lorlml 'POlltificl m Bt'IICdi[Ji, atqllt 
" JOIl1t1tis e domo fila Tom 
ficattlm dill rete tfUm egrtdi 
" 
gro Illtimo ferret, ne id fierrt, q
Hm Illitl1n non hllbt- 
" t"et, fititlm quem hllbebat 
tllfe pllert'ftJ, mtllis artibllS 
" ill Petri Catbedr4m ./hlgdÚ reverendam idem Alber 'etls 
" Ì1zt'rujit. Ell vidt's, (jNd./ìllt Il 'ZJrÙJcipibus toler4ltda 
c. 
" Perciò contro ragione fe la prende çon quel Ven. 5crit- 
" [ore, prorompendo in que1h zelante
 m
 inrempelliva cor- 
" rezione: Par
 piutfojlo, cb' e

/i dovej[t rjco,.dare Il'fuoi 
" Elettori di aver gli oah; ftlamel1te II ,])i0 1 e al bel1e 
" dtl/a Chiefà, e ltoll gÙì. alto fplendor d
'" oro') lIè a' pro- 
" prj 'vllllfaggi. Nell' elezione di Bffle-detto lX. 11ilm Prj,J- 
" cipe ebbe mal10. L' oro fit it Prillcìpe J (he fec( eleggtrlo a 
" 
 da 



xv 
" e da fJNeJfo tira1JlIIJ, 
 11011 da violenza di Principe al- 
" Ctl1l0 (ì /llftiar0710 q t>.f!Il" volta Ilhhaglitlre it Clero, 
 Po- 
" polo Romalto. OItre di che tal modo di parlare ci fembra 
" che potra' difpiacere al Sacro Collegio, quanto queUo del 
" 1047. Fu- giuþllmeltfe rimeffll itt pinta tihertà (Jet Clt'1'o 
" Romano /' etezion dt'Sommi Pontefici, che da molti fi- 
" coli- s' ufa, ed è da de/ìd'{!-1:are, che ftmpre duri: ma che 
", Ite/to fteffo tempo cejJìno Ie ftllndttloft Itmghezze de' Con- 
" c/Ilvi, e It private PlljJìoni de'Socri Elettori in Iljfllre 
" di tllntll importllnzll per III Chieja di 'Dio. De\ reHo il 
" Card. Barol1Ïo non fha coil' Imperadore:' parIa d 'Alberico 
" Principe Romano. E ci, accorghiamo, che il Sig. AJura- 
" tl'ri l' ha offervato: mentre fcanfando Ie di lui parole, ha 
" prefe dal Pag; (ItUm. 7.) queUe di Vitrore Ill. da cui 
" è chiamaro il giovane intrufo cujtJfdam A/herici Confu- 
" tis fititu: perchè g1'i è fiato più facile con toglier via 
" quel C01tfu/is, di fpacciarlo per figlio d' un cerro Albe- 
" rico CtJjtlfdam A/herici filius. Eppure non va egli lungi 
" dal' BaroHio, quando termihati i 30. anni di Pomiticato 
" in cafa. di que' Pri
cipi, ?ice .col Afa/me
hu.rien
, che 
" Gregono \ L trovo sì dlfirattl, e defoIatl 1 bem dello 
" Hata della Chiefa Romana, che appena gli refiava da vi- 
" \'ere. ßenchè avelfe derto del primo de' tre Pontefici AI- 
" bericani Benedetto VIIL che col favore di S. Enrico ave
 
" rimeHa in buono flaro b S. Sede:' narrando anche all'an- 
" no 1016. Ia di lui imprefa per cacciar di Luni i Saraceni, 
" e la Lega1.ione da lui fpedita l' anno feguenre- 'in perfona 
" del Vefcovo d' OHia a' Pifani, per animarli a cacciar que' 
" barbari anche di Sardegna', deUa quale ne diede 10ro la 
" invcilitura. l\;ta torniamo a' documenri. 
" Certa cofa è, che fe aIle Donazioni ddla S. Sede 
" opponefIe il Sig. Ab,ratori documemi manifeilameme con- 
" trarj, di chiunquc fi foßero, darebbe almeno contezza de- 
" gli' ufurpatori de'di lei beni. 1\1a per 10 più non fono i do- 
" cumemi, che 5' oppongono aIle Dona1.ioni: fono Ie con- 
" geti:ure" e gli argomenti, che da quelli Ii tirano. E in 
" ciò ha molta facilirà iI noHro AnnaliHa, come quello che 
" fin, dalr etlere andato Federico Arcivefcovo di Ravenna 
" ad incontrar correfemenre S. Enrico l' anno 1004. argo- 
" memò giuramcuto di fedeltà sì di lui, che de' i uoi popoli J 
" che 



XVJ 
" che I' Efal'c,1to fo{f.e incorpot ate nel R
gno d' ftatia, e che 
" non vi avetIero i Papi alcun dominio temporale. Ciò non 
" farebbe già Haw alieno dagli Ardvefcovi di Ravenna, in- 
" tend ft:mpre a fo[trarfi dal dominio Pontificio. Ma Ate/- 
" botdo da lui citato non dice .tanto. All' an. 1010. trova 
" in uno IHrumento d'lngone Vefcovo di Ferrara gli anni 
" del Re d' Italia, e ci avverte tubito: Si offer'vi, come Ùz 
" Ferrllra fò110 cOlltatt g/i amti d' Arrigo Rt d' Ita/ill. Si- 
" milmente l' anoo dopo vuol che s' olIervi iI dominio nella 
" ragguardcvol terra di Monfelice de'due fratelli M::rcheíì 
" Alberto Az'LO I,.e Ugo., perchè vi ten nero un Placito. 
" L' .mno 1061. dice aver uO\"ato in alcuni Diplomi, e Let- 
" (ere d' Arrigo IV. (era fanciullo d' :1nni I I.) Romn1lorum 
" Rex; ,e benchè rifleua, che il titolo è moho pOlteriore, 
" dice, che vuol.lZe:lI
fzcare 'ltttdche -cofa. Una tempiice giun- 
" ta al Cronico Cafauricnfe gli ban
 all'anno 1028. per to- 
" gliere alia S. Sedc il Ducato di Spoleti, t: la 1Vlarca di 
" Camerino, 0 di Fermo. Sci anni dopo un Diploma di 
" Corrado, non originale, nt: copia, ma Hamp3[0 dal Roffi 
" nella fua Storia di Ravenna, che comiene 1'invefiitura del 
" Contado di Faenza, 10 coHringe a conchiudere, che J' E- 
"farcllfo di RtlVell1la erll in 'I 1. e./i i tempi, com
 1l1Jche 
" J' Ilbbiarno veduto per tllllti allni addietro, [otto it do- 
" mÏ1tio immediato de'Re d' 1 flltia, fèllza che apparijèll, 
" ch
 pit
 vi ù-veffero domÙÚo, 0, vi pretende.ûèro i ROYlllln; 
" P011feþci. A quefio ugomenro ne aggiunge un altro 1'3n- 
" no 107)' dicendo, che Arrigo IV. già fcomunicaw, fpedì 
" in Lombardia, e netla \hrca di Fermo, per far deporre 
" S. Gregorio V II. Ma non pill di due anni dopo trova, 
" che i1 medetìmo Sanw Pontdìce fcomunica ncl Concilio 
" Roman'.) omnes Nort!JmaJ1"/os, qui Ùlvadere terram S. 
" Petri tabnraf/t, videlicet .AflZubiam Firrt'altam, 'DitCa- 
" tU1'lt Spotettlfwm, 
 eos, qui Be11eventttm o
/ìdent. Onde 
" trovandofi ,_arenato: Vi quì dice, pltÒ Ilpporire, ch
 III 
" },[ arca di Fenno, o./ìa di Camel'illo, 0 d' Al1cona, e il 
" '])1tcllfO di J'poleti, erallO 0 po.f!edlltj dol/a Cbiefa ßoma- 
" 114, 0 atmell preu/i di fua ragiolle dal P ala: it che come 
" fl./Je fitccedldo, 11011 I' bo potuto fil 1 0rll c!J1loftere. 
" L' avrehbe patuto conofcerc beniffimo, purchè avefTe 
" riconofciutÏ tutti qu<.:' P.\pi bialìmati Jal Card. Barol'tO 
" com
 



xvij 
" corne invafori, efrei'e {hti delb oMura me1dirnJ. di que1 
" Giovanni V cfcoyo di V elle(ri, fauo v
olf'mcmeme elegger 
" da Gregoïio figliuol d' Alberico. Poichè da queflo, che 
n ebbe il fopranome di \1incio, il Sig. ivluratori rrae l'an. 
" 1058. I'origine di Mjnchio1J
. Or te da que'meJdìmi, 
" ch
 dovean ,conferv
rc 10 Seato deUa Chicfa, IÎ facea il 
" poffibilc per diiIìparlo, 0 fi fcrrava!1 gl ì occhj aUe ufur- 
" paziooi; qual malaviglia, fc anLh
 la Dlzione Pomificia, 
" come (a me al(re variis pcffeffa', e.eJ amiffà. partiblls, ge- 
" nera confufione ne' Docum{'mi? II giuHo, c: legirimo di- 
" rino. però fermaro nella divozlpn de' popoli, e oelle Do- 
" nazioni, e loro conferme, e finalmente da' Pontf'fici co- 
n T<1ggiotì e cotianti fatto valere, e da (anti tecoli goå uta, 
" retta 1empre immobile; nè vagliano congeuure, e ammi. 
JJ nicoli pc:r abbancrne i fundamenti, Chi non Ieggerà cor. 
" del compatimcmo all' an. 1079. cioè un 1010 anno dopo 
" fulminate da S. Gregor1o VII. Ie komuniche contro gJ'in- 
" v3tOri del1a Marca -di Fermo, un nuovo argomemo a fa- 
" vor d' Arrigo IV.? Ricava da le(tcra di ello S. Pometice 
" (lib. 9. ep. 1 I.), che At'( igo promeue al Duca di Pugl1a 
" l'inveltitura di quella Marca, fe gli dà una figlia pe-r mo- 
" glie di Corrado tuo primogeniro. E dice }' anno legueme, 
" che il Punrcfi.:e ne inveflì 10 Hello Duca Roberro, ptr- 
" <:hè avea bifog r 1Q del fno ajuro contfo I' Anrip
pa Gui- 
" berto, e percJò lbtpefe i ditIàpori. Ognuno diílingue quì 
" il paJrone Jeginimo d211' ufurparore, 0 da chi ,1nimato 
" dalle poche forze del Ponterice, pre(endeva di efferlo; 
" fuorchè it Sig. Murlltori, it quale cotlame nella fua opi- 
" nione, fin l' anno IlOO. ricava da un p
zz:J di leuera dd 
" Muchete Guarnieri: Ch
 III 1."'1 arCil d' .Al1c01Ja 11011 dh't r ft 
" da qu
/la, che tempo fll erll dtl10millatll ivlal CIl di CIl- 
" merino, 0 di Fermo, "b/'idiva Ill/ora Ill/' Im;erlldore Ar- 
n rigo JV. . 
" Molro diverfo troviamo il Sig. Mur4tori nella parte 
" di Ponente dello Srato Ecclesiailico. Scg'jt: egli coHante- 
" menre it Card. BarIJl1io in ordine al dominio dirct(o dc' 
" 'Pomefici nelle due Sicitie, ed approva 1.1 di lui fone op- 
" poíizione alla \1onarchia, nome vera mente Hrano, come 
" eg1i dice all' an no 1098. E fe per avvemura ti diparte da 
" eíIò a1cuna volta, 0 per non difirugger ciò, che avea pre- 
Tom. PI. (; " ce- 


. 



XVllJ 
" cedentemente afIeriro, 0 per non ammettere: Ie Donazi(JIW 
" ni in dettimcnto delle fue congecture, C opinioni Culla 
JJ parte di Dominio, che abbiamo efaminara; pronuncia poi 
JJ una fentenza così chiara, e cmì al1òluta fulleg
(timo pof- 
" feffo delle Sidlie, che pre vale ad ogni precedente oppo- 
" fizione. Fiffa in primo luogo coil' Ollienfe la venuta de' 
" Normanni all' an. 1016. in Puglia; e dipoi Ii fa veder do po 
" varie vicende infieme temuri per la potenza, e per Ie cru- 
" dehà odiatillimi a tempo di S. Leone IX. III appref10 fh- 
" bilifce iI cambio del V cfcovado di Bamber
a, e alrre per- 
" tinenze della S. Sede in Germania col Pnncipatö di ße- 
" nevento l'anno 1052.. (ra l'Imperadore Enrico 11. e il me- 
" defimo S. Pontefice, il qualc fa ritirare in Benevento, 
h come in Cinà fua, l'anno feguente dopo 10 fvantaggio 
" delle fue armi contra i Normanni . E fina]mente l'an. 1059. 
" accarda l'invefiirura di Pngiia J e C
dabria, c infieme della 
" Sicilia non per anche conquiHata, 1.1 quale diede Nicco- 
" lò II. a Roberto Guifcardo: e accarda alrresì l' altra di 
" Capua, e fuo Principato data dal m
de(Jmo Ponteficc a 
" Riccardo 1. cognato di eff.') Roberto: avvegnache non ne 
" gli accordi il pacifico dominio fino all' an, 1061.. Fa indi 
" vederc il medetimo divcnmo ufurpatarc dopo cinque anni, 
" e rimcffo in dovere da Goffredo Marc:hefe di Tofcana, 
" i1 quale ricupera i fuoi diritri alla S. Sede. ]noltre am- 
" metre a gli anni 1073. e 1089. i giu'tamenti di fedeltà, e 
" Vaifallaggio al Romano Pontef1ce. E fe a turto ciò non 
" ave!Ic aggiunta quell.1 iua appendice, ciaè che a que'cempi 
" tì face va valere la Danazione di Co1bnrino, e che s' eran 
" dati fuor i Diplomi di Lodovico Pio, d' Ottane I, e d'En- 
" rico I. can delle addizioni; quetla parte di Storia non 
" darebbe niente da rid ire ; e 1i potrebbe facilmeme per- 
" donare al Sig. 1I1urlltor; quanto ha fcritto delle altre parti 
" dello 8(aw EccletìaUico, per foftenere ciò, che aveva 
" avanzaro in altre fue opere. 
" Quefia medefima appendice gli ha ancbe difformar3 
n la fopra da noi accennata, e ladata' femenza, perchè Ie 
" dà un p.rincipio fondato al falico fuHe immaginazioni, e 
" opinioni, che mal s' accordano con una veridica confef- 
n iione. Turtavia eccola, qual ella è: Potrebbeft cr
del'
, 
" (be fu tali fi)JJdllmellti !ì pÌt:lJttaJT
 il prÙJcipiD de' d,riui, 
" ,be 


. 



. 
XJX 
" che da allorll fin quà, cioè ptr tauti ftcoli, g(J({e la S
dt 
" .Apoflolicll flpra Ie due Sicilie, neJJe (/,uzli ha ,lllhiJitø 
" U1l4 si Ilfttentica, e giufla. Sovranità, e preftrjzione, 
" contro cui non ji può IllleJare rllgio1le a/crma. Le due fole 
" circofianze vere verifiime di tal fentenza, cioè la fovra... 
" nità, e prdcrizione di tanti fecoli, olrre al manifeilare i1 
" reUo giudizio del Sig. Annalifia in quefio panicolare, ob.- 
" bligano noi a dimenticarci di quama ne ha fcrino fopra 
" ín conn'ario, e perciò non ci lÌamo curari di riferÎrlo; 
., cORtenti folo d' aver prevenmo chiunque Ieggerà queJi 
" Annali. che tune Ie linee, anche non aftàtto rette, hanno 
" queHa fentenza per centro. 
" Avrebbero il fuo pregio particolare tutti i cinquanta 
., anni di regno d' Arrigo IV. tanto va egJi d' accordo col 
" Cård. Baronio, e cogH Scrittori gravi e Carrolici nel mo- 
n ilrarccnc la vera, e firavagante condotta: fe però fe ne 
" toglieJTero Ie date di tami documenti , gran pane de' quali 
" accennammo: mentre ad alrro nÐn fen-ono, che ad inter- 
" romper la Storia, e a dimoilrare incofiante r Htorico, del 
" guale iI vero e fchietro fentimento apparirà da ciò, che 
" quì epilogheremo. n Re Arrigo IV. fecondo il Sig. A-Ju- 
" ?-.f/ori, rimafio in erà di fei anni 1'0[[0 Ia cura deW Au- 
" gufia fua madre Agnefe (12 quale non era queJIa S. Donna. 
" che divenne poi a Roma in tempo d' AlelIandro II.) e 
" deW Arcivefcovo di Colonia fucceffivamente, crebbe nella 
" mala inclinazione, ene' vizj. In età di 17. anni celebrò 
" Ie nozze, contratte vivente il padre, con Berra figlia del 
" Marchefe di Sufa, e in meno d' un anno tenrò di ripu- 
" diarla, con farla paífar per difonefia: onde ne fu fudicia- 
" mente baLlonato da lei, e dalle camerierc, che 10 confi- 
" narono in l.erto pe.r un mere: rant' era ratro, e mal concio. 
" Guadagnò fulla medefima idea I' anno feguente l' Arcive- 
" fcovo di 1\1agonza, affinchè in una folenne Dieta di Ve- 
n ícovi, e Pripcipi fi fcioglieffe il matrimonio. Ma tcmpe- 
" Hivamente arrivò S. Pier Damiani fpedito in prova da 
" AleíTandro II. e gli ruppe Ie mifure. Ad<1lberto Arcive- 
" fcovo di. Brem
 
omplice, 
 autore d:lle d! Jui ,iniquità, 
" fu fuo primo Mmlfiro fino an an. 1072.. Iß CUI mon. L' Ar- 
" civefcovo di Colonia fofiituitogJi non vi reHè un :lnno t 
" e gli Iafciò libero il campo alIa vehdita delle Chide e a 
c 2. " tut- 


. 


" 


. 



. 


. 


xx 
" tutre I'infamie, continuate poi tutta la vita, e manifefiate 
" da Adelaide fua feconda moglie, 'juando Ie riufd I'an. 1094-. 
" di fuggir di Verona, ove la teneva imprigionata. PerCÎò 
" fi refe odiofo prima a' SatToni 'þ e poi generalmcnte a rur(Í: 
-" poichè teneva egli per fuoi nemid tuui i Principi 
 () fa- 
" ceva il pOllibile per nimicarfc1i. Finalmente Alettandro II. 
" fi rifolvè a chiamarlo a rend ere conto de' fuoi rrafcodì, 
" in fpecie dell' Erefia Simoniaca: ma morto il Ponterice 
" niente fi efeguì. . 
" SuccdTe ad AIcíTandro l' an. 1073. S. Gregorio VII. 
" Pontefice efiremameme lodaro dal Sig. Aluratori anchc: 
" prima, e particolarmenre all' an. 1067. quando e{rendo Ar- 
:n cidiacono delta C. R. fi oppore sì vivameme aUe preten- 
" fioni de' Principi neU' elezione del Romano Pontefice: ma 
" dopo che fu eletta, ne aumenta egli Ie lodi. Dice; che 
" {ì refe celebre a tutti i fecoli avvenire, cbe non vi voleva 
" di menD in quem tempi sì fconcert
ti della Chieia di Dio, 
" che i1 perta fone di queHo virruofo, dotw, ed incorrouo 
" Pontefice, per correggere fpecialmenre gli abulì d'elle Si- 
n monie, e delle jgcontinenze del Clcro. Or queUo S. Pon- 
" tefiee ioviò l' ao. 10"+. ad Arrigo nobile Legazione, cioè 
" l' A'lguUa madre, e quanro favj Vefcovi, ma fell1.a fruno. 
" Perciò I' anno fegueme furono da lui proibite nel Con- 
" cilio Romano per /a prima volta pubblicllmente fltto pelltl 
" di ftomunica Ie invtßiture de' Veftovlldi, 
 delle Abba- 
" zie,. che i Re davano ù g/i Ecc1e{ìllflici, cot porger loro 
" it P afloråle, e t' Ane lIa. S' era da 11I0/t i amtÏ introdot tll 
" qu
fla Ilovità. E coil' elfer div
n1tte dipnzde11ti dalJa vo- 
" Jontà de'Sovrtl1zi temporll/i, che Ùr q"e' tempi erllno di 
" coftienza guafla, Ie collazÙmi delle Chiele, e digsi! à 
" Ecclejillflic1e, s' 
ra ap
rta tllla larga porta alia Simo- 
" nill. A quc1lo favio ragionamenro del Sig. Murlltori VQ__ 
" gliamo unirne ahro lmlile dell' an. 1122. .,giaechè queUe: 
" due foIl' volre parla di propafiro fu tale atlare, rirnerroo- 
" dolì nd reUo al P. Tommafini, e altri Scrittori Eccle- 
" fia11:ici: Ed et'co, egli dice, il Iohirllto fitle J' una sJ 
" I1mga, 
 deb/orabiJ tragedia. Tanto vi vo/Je II fi'adicare 
" 1m tlbufo, che inftnjibilmente lived prefo piede ne"ll CI'Jieft 
" di 'Dio, contra ttltti i riti dell' a11tichità, ne' '1uali ftmpre 
" era1tO flate Ie etezioni dt'Sacr; Pajlori, con gr4vijJìm; 
" !IJJmÙJi cmanati contra deJia Simoni". !,) Arri- 



XX] 
" Arrigo difiratto dalla guerra in SafIonia diffimulò per 
" quelto anno il fuo mal talento concro j} retto operar del 
" Pomefice: ma l' anno feguente 1076. effendo egli giovane 
" fervido di 26. anni diè þrindpio all'infauHa guerra tra '1 
" Sacerdozio, e l' Imperio. II S. Pontefice 10 minaccia pri- 
" ma col terror delJa 1comunica: ma ei riceve i Legati 
" con difprezzo: dichiara illegittimo il Pontefice nella Dieta 
" di V ormazia, gli folleva contro l' halia : gli trafmette fin
 
h un temerario Cherico Parmigiano, che nel pubblico d' un 
" Concilio Lateranenfe 10 minaccia a nome d' Arrigo, e 
" gI'intima di deporre Ia Tiara. AHora fu che il S. Pon- 
" tdice, afficurato prima den' affiUenza dell a DL1chdIà Bea- 
" trice, e della Conteifa Matilda, e informato deUa difpo- 
" fizione de' Principi di Germania contro il giovane Re: 
" dicbiarò ftomunicato, e decaduto dai Regno Arrigo I V. 
" con a.ffòJvere tutti i di Jui fudditi da/ giurllmellto di fe- 
" de/tà: rifò/uzÙJ1lc, cbe qtlalttultqtfC ItO" praticllta da, ai- 
" cUlto de'ftoi Predeceffòri; pure. fu creduta giuj/a, e ne- 
" celTaria in qtteþ" cOllgÏtmtllra. 
" II vederfÌ abbandonar da tutti 10 fece apparentemente 
" ravvedere, ed implorar mifericordia. Gli s' accordò iI per- 
" dono, fe faceva la dovuta penirem,a; 10 promife, ma però 
" fceIfe a tal efletto I' Icalia, ove avea buon p-artito di Ve- 
" fcovi Scifmarici, cioè- quel di Ravenna, e quei di Lom- 
" bardia. Fece veramente in Canoffa I' afpra, ma falfa peni- 
n tenza: e in tanto fu c}.earo in Germania fenza l' appro.- 
" vazione del Papa i1 nuovo Re Ridolfo Duca di Svevia. 
" L'avere Arrigo riprefo, e continuaro l' antico genere di 
" vita, ribelle alia Cbiefa obbligò S. Gregorio a riconofcer 
n l' an. 1080. iI nuovo Re. L' efletro fu funello, perchè At- 
" rigo osò di farlo deporre, e creare Amipapa Gisbcrco, 0 
" Guiberto Arcivefcovo di Ravenna, foHenuro da' \'eièovi 
" Scifmacici, e concubinarj di Lombardia contro gli sforzi 
" di Matilda, che adoprò tutte Ie rue fone in 

::mo 
 cos1 
" permettendolo Dio, che permife altresì in Germania, che 
" Ridolfo nella quarta battaglia con Arrigo refiaffe uccifo., 
" a cui fu dato per fucceiTore nella Dicta Ermanno di Lu.- 
" cern burgo, rnemre Arrigo era tutto intefo a vendicarlÌ di 
" S. Gregorio, can intronizzare Guiberto. Du
 volte aife- 
" diò in vano Ja Città Leonina, perchè i Romani bravamcn- 
ill te 



XXiJ 
" te difefero i1 Pontefice, il quate nel fecondo afTedio, che 
" fu l' an. IOS:z.., col fegno dell a Croce e!linfe l'incendio fat- 
" to attaccar da Arrigo alia Baíìlica Vaticana. Panico con- 
." fufo anche la fecondø. volta lafciò I' Amipapa a Tivoli coIl' 
" armata; acciò manreneife il blocco) e tornato anch' egli 
" indi a due anni colI' oro, avuto ad altro fine d,tU' Irnpera- 
" dore Aleffio, corruppe la fperimentata fedelrà de'Roma- 
" ni: onde imrodotto in Roma intronizzò Guiberto, e fu. 
" vicendevolmente da effo coronato Imperadore: e S. Gre.. 
" gorio fu cofircrro daB'mfedeltà de' fuoi a ritirarlì in Canel 
" S. Angelo. 
"Quindi implorò l' opportuno foccorfo da Roberto 
" Guiícardo, da cui furon puniti i Romani a mifura del 
" meÌ'Ïto: poichè venuto prooramente con un efercito mi- 
" no di Saraceni, che commifero mille infolenze, incendiò 
" Roma da S. Giovanni Larcrano a Ponte S. Angelo. 11 
" S. Pontefice" che non avca più motivo di fidarfi de'Ro- 
" mani, fe ne andò con Roberto a Sal
rno, ove morì 
" I' anno fegucme, dopo avere affoluti, e benedetti tutti 
" gli fcomunicati, fuorchè Arrigo, e Guibcrro. AHora 
" cominciò. Arrigo a tormentar I\1atilda con afpra, e con- 
" tinua guerra. La fpogliò di 
1antova, e di molte ter- 
" re, che furon poi qualì [Une ricuperate dal1a cofiante 
" donna, che non '"oUe mai dare orecchio ad accordi con 
" quel Re fcomunicato, c finalmente ne trionfò con fua 
>> gloria immorrale. Perciocchè Corrado primagenito d' Ar- 
" rigo ribellandofi dal Padre, fu l'anno 10930 coronato Re 
" d'ltatia, e correndo tutti al nuovo Re, abbandonarono 
" Arrigo, il quale pieno d' oora, e di difonore fi rifugiò in 
" Germania. Preteft: poi I' anno 1099. di vendicaríì del fi- 
" gIio, con dichiarar fuo Collega, e fucceffore Arrigo V. 
" fecondogeniro. Ma pensò male a cali fuoi: pcrchè quem 
" reCo più ardito del fnltello, moffe al padre un' afpra guer- 
" ra 7 r obbligò a cedergli Ie infegne Regie, e a fuggirf
ne 
" in Colonia, e Licgi, ove rramando nunva guerra .con 
" ajuti eUerni, I' anno 1106. terminò in erà di ;6. anm la 
" vita. P,1r o compllrÙoe (conchiude it Sigo .ftlurlltori) a/ 
" TrilJtlllll1 di Vio" 1'ell'
r COlltO dt tanti fuot vizj, Jj sì 
" IU'!IJ.1l veffllz;o1le tÚltll Ill/a Chieft, 
 del tll1ftO fll1lgU
 
" CTiffia/IO lÞ"rJò pe'ftloi caprice), c per ia fua ojliltaziolJe 
. " nello 



XXllJ 
n nello Sci.l mE. Così cOilduce l' eruditiffimo Annaliíta Ie 
" azioni, e Ie vicende di queUo Principc infelice, fen1.a 
" ammectcr tante falútà invemate da' nemici della Chiefa. 
" La gran connel1ìone, che hanno 'i fani della Con- 
" teffa Matilda can quei d' Arrigo IV., ci obbl;gherebbe 
" quì a riferir dò che ne dicc il Sig. Murat(Jri. Ma con- 
" cioffiachè ci convenga parlar di lei nel fecolû feguente, 
" diflèriremo ad al[ro mere il caraltere da lui fanole, !a 
" difeìa, che ebbero fempre in lei i Romani POll,tefic1, e 
" la fua donazione alia S. Sedc; e conchiuderemo colla- ma- 
" derata critica faua dal no,lro AnnaliHa aUe opere di S. . 
" Pier DamiaÎ1i celebre Scrittore di queUo fecolo. Parlando 
" di lui all'anno 1007., in cui nacque in Ravenna, 10 chia- 
" IDa gran de ornamento di quel fe-colo. Simllmente l' efalta 
" a gli anni 1051., e 1057., ma più che mai I'anno 1072.. 
2J nel qual mod in un MoniHero poco lungi da Faenza: 
" poichè dice, che mancò in lui Vn grlln tume, ed or1tll- 
" metlto ddJ4 CrijtÙ1.1ÚrJ, mercè deiia ftienza, e del rll
o 
" ze/r;, ch
 in' tutte Ie azi(Jni fte Ji ol/ervò, e tuttavill 
" s
 olferV'a 1Ie'tibri fltD;, vi:vi tefli1JsQnj 1l1JCOrll d' un feli- 
" cijJimo, e piijJimo Îngeg1JtJ. In quamo a'medelìmi libri pel'ò 
" foggiunge poterfi deLiderare 10 effi pitì Pllrjimonill netk 
" IltJegorie, e più cautela Ì1J credere, e fpaccÎllr tante vi- 
" ./ioni, e miracoLj, 1l1c1t1Ji de' qt41l1i poJ{ono anche ftlr duhi... 
" tare de' ':Jeri. E ineomratoG all' anno 1027. nella mane di 
" S. Romualdo Hlimtor dell'Ordine Camaldolefe, al quale 
" S, Pier Damiani artribuifce 120. anni, dice e{fer
i chi crCl- 
" de, che il Damiani avvezz.o a credere, e fpacciare il mi. 
" rabile dappertutto, abbi
 
ro.p
 a.ccrefciuta I' età di queíto 
" Santo., Alr.ro
e ane
e dt1lè all ann. 
OO
. c
e cred
lo pitr 
" de gl
 alrn" tmhottt ie ,?perf!, fu.e dz Vt(i01tt" flg1U .f! mi... 
" racotJ ftr41tJ: e 10 denfe all an. 1062.. nella predlZione 
" fatta a Cadaloo, perchè non avveroffi. Cofe però tutte, 
" che. non diflruggono il buon nome, e Ie virrù d.a lui de- 
" can
ate, cOI:,-e !ì è. de
to.. Si
come non Ie diilr
ggon que' 
" veTil acu)eatt, che fertile Il Santq contro altro. Santo, cioè 
" comro. S. Gregorio VII. allara Arcidiacono dc:lIa C. R., 
", m
(ro .d
l zelo , p

chè gli pareva, che s' ingeriHè tro
po ne 
" gh atlan del Ponuncaw, onde non pareíIe Papa AIeHandro 
" lI., ma il Card. IIdebralldo. Perciò il Sig. ,1!rluratori p()o- 
" reva 



- 


XXJV 
" teva 1ibcram
nre, fcrna chiederne fcur!, riferirli, come 
" prima di lui avca [ana il Card. Baronio, e fono i feguenti 
" all' an. 1065.: 


" Pllpam rit
 colo, ftd tt proflratu.! "d
rø: 
" TN f.zâJ' hUll&' 4ominNm, Ie /àclt iJJe ÐtNm. 



. E dello {tetro Calibro quem alrri: 


" Vi'v
rt vi.! R011JL? clara depromito vou: 
It PIII.J Ðomillo Palte, qUflln 'D()I1J110 'pa
'eo P"P4o 
" Ne' 70. anni, che rimangono di quefio Volume, at- 

, tend
ranno i Lettori una tO[al muta1..ione delle avvemurc 
" dello Haw della Chieta, e di lUtta Iralia. E rcalmenrc 
" così facemmo lara fperare, allorchè dividcmmo quegli an- 
." ni dal Secolo undicc:limo. 1\1a \'edranno nd riferir che fa- 
" remo dò., che contengono, a che fine per noi (ì fece (:11 

, feparazione. Ebbe in detti anni la S. Sede undici Ponte- 
" fici quafì [uni coraggiofi, e pieui di gloria: ma nello Hdlo 
" tempo infelici, e perfeguitati da que' merlelìmi, che 101'0 

. doveano eifer più grad. La mone dclla Comet)a Matil- 
" da, in cui perderono aflai più, di qut! che acquHlarono: 
" I
 perfecuzione a cui toggiacquero molti di lorD in tempo 
" deU'incoH:tntc Arrigo \., e di Federigo ßarbarotlà de- 
" rcrino dal 
ig, lvlllratori per uomu fanatico, e crudele: 
" Ie fcifme replicate, e conrinuate coil' appoggio delle ar- 
" mi: la dottrina erronea d' Arnaldo da Brefcia, che guaHò 
" l' animo a mold dc' H.omani, e produlfe orride ribellioni: 

, e finalmeme il perperuo pellegrinaggio de' PonretJci fuori 
" di ROlua: (O[(c quc:lte cofe fi unirono a rendere infelice 
" la S. :;ede. anche in [t'mpo di Pont end di tanta co1tanza, 
. . 
" e npur<lzlOne. 
" E in fani morro l' an. 1106. Arrigo IV., ch
 ave\'a 
,. inquietati tanto i primi anni di PllfqttaÜ 1 J. colla pre- 
" (entione delle inve1tirure, Arrigo V. con hmulazioni e pro- 
" meUe, confuete nç'R.c di G..nnania per giungete i4l1ol co- 
" rona dell' Imperio, pervcnne finatmente l' an. 1111. a (.'"r- 
." pir la coro1l" I m!Jn ;41e (parole del Sig blt,rat"r;) ma 
." Jo1'O il (fagk
 avvenimemo della bauaglia tra' Romani, 
" e '1'<.:- 



xxv 
" e Tedcfchi nella Città Leonina; dopo la prigionia del 
" Papa, c d' alcuni Cardinali nel Cafiello di Tribucco in Sa- 
" bina per feHåntun giorno t e dopo un violente accordo, 
" chc fa poi difapprovato dal Sacra Collegio. Indi conti- 
" nuò nelle pretcnlìoni del Padre fino a gli ultimi anni di 
" fua vita; onde anche a GelafÌo II., e a CaIlifio II. toccò 
n la lor parte di que1lo travag1io. Si aggiunfe la orribH di- 
n vifione cagionata dall' Antipap", Burdino fino aU' an. 1121., 
" in cui CaliHo ne trionfò. A veva data il Pontefice nell' an- 
" no precedcnre l'inveHitura at Duca di Puglia t al Princi- 
" pe di Capua t e ad altri Signori e Baroni de'loro fiati nel 
" Regno di Napoli, e rice\uto da 101'0 il giuramento di fe- 
" deltà. Che però potè unire aile fue fone anche Ie auli- 
n liarie dc' Normanni, e fpavemar con formidabile alfcdio i 
" Sutrini, che confer\'avano quell' Idolo; rice\'erne in appref- 
" fo la confcgna, collocarJo fopra un Camelo con dargli la 
" coda in mano per briglia, e renderlû ludibrio di quegli 
" Sch.matici, che l' avevano adorato. Onorio tro\'ò la S. Se- 
" de più calmata: perchè iI fuo AnLecel1ore, oltre all' a\cr 
" debdlato 10 fcifma, aveva l'an. 1122. triontato anche delle 
" pretcnlioni Jmperiali, e formatane l' anno fegaenre neJ Con- 
" cilio Generale IX. Lareranenfe 1. la legge invariabilc per 
" l' 
vvenire. Morro inoltre fenza fucceHione Arrigo nel 
" primo an no del Pontificato, gli venne fotÌítuÏto Lottario 
" onimo Principe, c benemerito della S. Sede. Comurtociò 
" non mancarono a Onorio Ie inquietudini: poichè venendo 
" a mone l' an. II27. Guglielmo Duca di PugJia fenza ercdi, 
" Ruggieri Conte di Sicilia Uimolato dall' ambizione, e dal- 
" 10 fpirito di conquifiatore, impegnò il Papa in una gucr- 
" ra, che terminò call' eßèr da Sua Santità inveftiw di quel 
" Principato. 
" Senza comparazione provò maggiori torbidi Innocen- 
" zo II., che gli fuccedette l' an. IT 30. Perciocchè Pierleo- 
" ne di famiglia molto potente in Roma, benchè poco fa 
" venuta dal Giudaismo, uomo imraprendenre, e accettiffi- 
" mo a Raggieri, invafe il Pontificato, e creò Ruggieri Rc 
" di Sicilia. Si aggiunfe il fanatismo de' Romani addottri- 
" nati da Arnaldo da Brefcia in quem tempi, che gl'indulTe 
" a fhappar di mana al POntefice il governo: la poca a1Iì- 
" Itenza di Lottario, allorchè fu coronato con fingolare efem- 
Tom. VI. d f" pia 



'XXV} 
" pio in S. Giovanni Laterano l"ann. II] J., perchè era vc- 
" nuro con poche fone: la morte immatura. di quefio Im- 
,
 per.adore n.d maggior bifogno: e finalmente la prigionia 
" del Pontcfice in mano del falfo Re Ruggieri l' an. I I 3 9. 7 
" quando Corrado Ill. Re di Germania non conra\'a nientc 
" in halia, il quale accidente obbligollo a dkhiararlo Re 
" legittimo. Celettino II., e Lucio 11., che fucceHero per 
" breve tempo a Innocenzo provarono i medefimi travaglj 
" da gli ArnaldiHi. Ed Eugenio 111. fu obligaro a farti con- 
" facrH fu.ori di Rama, cioè nel MoniHero di Farfa, ove 
" per l' addictro aveva kmpre regnaro 10 fcifma, come dice 
" il Sig. Aluratori, quando parla all' an. I118. dell' Abbate 
" Bcrahlo: nè prima dell' an. II 51,. ebbe pace co' Romani t 
" pace indi a poco turbata da Federigo Barbar01J:1, chc fuc- 
" ceilè nel medefìmo anno a Corrado, e di propria amori- 
" tà fece la traslazione d' un V Mcovado. Sebbene eíIendo 
" egli morro l' anno teguenre, el--be fucceífore per un anno 
" AnaHa1Ìo IV., uomo facile, a cui non tì legge, chc di- 
" fpiacdle ciò chc Feclerigo avea ingin1brnenre operata. 
" Agirati1ìimo fu il Pontitkaro d' Adriano 1 V., che comin- 
" ciò C("I} fonoporre Roma aWinterclctto, perchè occulrava 
" Arnaldo, e 10 prorcggeva; e profeguì con ronura nota- 
" bile tra Ini e Federigo" dopo di a\'crlo coron
ito l' .10. II 55. 
H Finalmcnre i dodki anni del Ponrit1caro d' Alcl1àndro Ill., 
" che ti comprendono in gudlo Volume, accomp.lgnati clallo 
), fci!>!11.1 continuo di Ocraviano, Guido da Crcma, e Gio- 
" vanni Abbatc di Srruma, e p.:r ciò rorbidi, c moldli in 
" fammo grado, ebbero per colmo 1.1 Vema perfualÌone di 

, Federigo, che tì credeva p.'\drone di tuno il Mondo. 
" A queHe turbolem,e della S. Sede, che agitarono (urto 
" il \londo Cattolico, 1ì unirono quelle di varie Ciuà d' Ira- 
.., Ha, fpccialmcnre in Lombardia, e in Tofcana: Ie quali 
" naufcanclo Ie :avanie, e la crudel[à de'Re d1 Germania ') 
" IÌ \"endicarono in libertà: indi incirarc da emulazione co- 
" minciarono fenza verun freno (fpecialmenre 10([0 il Rc- 
" goo di Corrado 111. inurilitIimo all' Iralia ) a ill10lenrir con- 
" rro \e menD porenti . Le 101'0 guerre ordinariamfnte dt'boli , 
" toltane quell.\ dc'
liianc(Ì conrro di Como (an. 1127.) l' ori- 
" g:ne e natura del Carwt:cio, di cui dice facctamenre aIr an
 
" I 150. A guifa dell' Area del Sig/lore c01zdotlll ill camp 
>> da 



xxvij 
" Ja gli EhrÛ, er4 me11ato '1"eftl) UITro, e Ie airre minu- 
,
 zie, che f
 contcngono in quem Annali, noi volemieri Ie 
" tralafdamo 7 bafb.ndoci di riferire ciò che dia a'Leuori 
" idea chiara di queíli tempi, e che abbia conneíIìone co' fo- 
" gH. pafTari, cioè che dimoHri la C'onfuLÌone di tutte Ie Si- 
'U g'nùrie J' It alia , e il trionfo della prepotenz
, che altera, 
" ma non diHrugge il giuil:o, e Ieginimo dominio de gli 
" Stati. Diedero Ie Cirrà di Lombardia qua1che indizio di 
" libenà fin dall' an. 1002.., quando dopo la morte di Ono- 
" ne III. crearono Re a lor talento Arduino Marchefc d'Jvrea, 
" e dice il Sig: Al111'Iltori all' an. 1093., che Milano, Pavia. 
" e Lodi già eran Repubbliche. Tuttavia ne flabilifce un' 
" epoca qualì certa all' an, 1107. la quale vien da lui con- 
" fermata all' an. II 68.; memre legge ne' patti delle Repub- 
" bliche collegate contro Federigo: Il tempo,'e He11rici Re- 
" gis, 11{qlle ad introitum Imperatoris FrÙlerici; e inter- 
" preta d' Arrigo IV. 7 al cui tempo cominciarono molte Cit- 
" tà a farfi lilierc. A noi veramentc non fembra eflere ar- 
" gomento afI:Ú con vincente d'alcune di eife, l'aver fommi- 
" niflrati ajuti a' Milanefi contro i Comafchi, e l' el1èrLì unite 
" in lega oflenfiva, e difenfi\ra contro Federigo. Nondime- 
" no Ie riferiremo quì tutte, quali e{fo Ie annovera a gli an- 
" ni 1119., e 112.7., l\1ilano, Pavia, Lodi, Clemon.1 7 Ve- 
" rona, Genova, ßrefda, Bergamo, V ercelli, Novara, Am, 
" Alba, Albenga, Piacenza, Parma, Mantova, Ferrara, Bo- 
" logna, Modena, Vicenza, Pifa, Lucca, Siena &c. E all' 
" an. II68., parlando della lega fopra detta, vi aggiunge 
" tra queUe di Lomhardia Ci.vitatem Ve11etiarttnl, VerOIJa", 
" 
 Cafl1"um 
 Suburhiam, PadtJam, Tri'vijium &c. 
" In ordine al lora governo, oßèrva all' an. 1107., che 
" Ie Città aveano i Confoli a norma dell' amica Repubblica 
" Romana, ed altri Miniflri deUa Giufiizia, della Guerra, 
" eden' Economia con due Configlj, uno generale, e l' al- 
" tro particolare, detto anche di cred(;nza. II loro caraUc- 
" re più precifo 10 ha da Quone Frifingenfe, 0 fÌa Vefco- 
" vo di Frifinga, Zio di Federigo BarbaroHà, il quale dice, 
" c:he fcordateLì Ie Città de' barbari coHumi de' Longobardi, 
" imitavano la polizia, e leggiadria de gli anrichi Romani: 
" che non foflrendo il comando d' un 1'010, elegg
vano il 
" Magillrato annuo di due Confoli indiflerentemente da'tre 
d 2. " ordi- 


.. 



,-- 
....- 


.. 


.. . 
XXVIIJ 
" ordini, che Ie compone\rano; cioè de'Capitalli, de'Val- 
" vaHori, e dcIla Plebe; che obbligavano i Nobili, e Signo- 
" roni, bcnchè feudatari liberi ad abitare in Ciuà per mag- 
" giormeme popolarla, che ammettevano a gli uffizj pubbli- 
" ci, e alia milizia anehe i Meccanici più viii, onde in rie- 
" chezz3, e potenza Ie Città d' Italia fuperavano Ie altrc; 
" e fillalmente, che poco rilpetravano, e meno ubbidivano 
'O, il Re, fe non 10 vedevano con potente elercito (Iln. II 5' 4,) 
" E dice il Sig. J,!llratori, che tune riconofcevano per 50- 
" vrano l' Imperadore, 0 Re d' Italia . 
" Che Ie Ciuà del Regno Ira1ico, anche dopo eífedì 
" pone in liberrà, riconofceffero per loro Sovrano il Rc 
" d'ltaJi.!, 0 l'Imperatore, niun dubbio vi può eflere: ma 
" che Ferrara Ciuà dell' Efarcato, e Ie altre ddla Comellà 

, !\1atilda, cioè Parma, Reggio, l\tlodena, e !V1antova ta- 
" ceHero il medeiÌmo, non ci pare nè credibile, nè ben 
" dimo1trato in quetli Annali, ove leggiamo anzi ufurpa- 
" zioni manifeHe, condannate anche dal Sig. Aluratori. E- 
" che fìa vcro, in 
u.m(O a Ferrara., pona egli all' anno 
" II 0.. qucUe parole d'una leucr.l di Pafquale 11. prdfo 
" l' Ecc.udo: Licet quidam jl
/]ì(HJi veßræ in his, qll.te B. 
" "Petro reflittIÌ recep
flÚ adhuc noll/crullt obedi1'e, Ùlcolæ 
" videlicet Civitatis Cllftdla,'1te, Caßr; Co reo IIi , A1011ti.r 
" Alti 
 J.
fontis Actai 
 CEJ Nanzieltfis: IIOS tamen ea 7 e::> 
" Cowitafl/S -Pert
/i11ltm, Euguhinum, Tuda.tÌ1Jum 7 'Vrhe- 
" vettl'!'ll). BabJetl11l Regis, r:llflellltm Ft'/Jcitlltis, 'Ducatttm 
" SpotetalJU111, J.."rIllrchram Ferra1lÌa1/1., fE) alias, Beall "Pe- 
" tri poffej]ìones per ma"dFlti v
.ßri præ.ccptinnem cOlJjÙJimtu 
" obtÙzcre. E vi ritlcne fopra ill ()udh maniera. -- Notiti, 
" che '1 Ducaro di Spoleti è chiaramcme dc([o di ragione 
" della Chiefa Romana. Nomina il Papa anLhe }"Jarcbiam 
" FerralÚaw; ma Ii dee fcriver Firmalillm atIor
 occupata 
" d.l Guarnieri: non of an do io leggere Alarchlllm Ftrra- 
" nill'n, perchè ferrara in quef.ti tempi era in potere dclla 
" ComcHa Matilda, che la riconofceva dalla Sedia. Apo- 
" Holica --. 

., Di quefio Guarnieri, che intrllfe nclTa Scdc ApoHo- 
" 1ica \1agmolfo Abbate 
 0 Monaco di Farf.l, ne parlò 
" all' anno IIQ6. dicendo, chc reggcva quclla Marca a no- 
u me dell' lmperadore: ed eíIendo lmitolato in un Docu- 
" m{:n- 



XXJX 
" mento 7JttX, fÈ J.larchio, fe ne può inferire, egli dice, 
" che non Ia tola Marca d' An(ona, ma anche il Ducato 
" di Spoleti fol1èro a lui fottopofii. Del che niuno 1ì ma- 
" raviglierà, fe {i rammenri quanto bravo ufurpatore fi fu 
" Arrigo IV. Ciò che renderà n araviglia grande íi è l' ar- 
" gumemarfÌ cial Sig. Mttratori all' anno 1137-, dall'aver 
" l' onimo Imperador
 Lottario ricuperate alIa Chieh Ie 
" Città di Romagna, che queHa gran porzione dell' Efar- 
" cato apparrene1l'e all' Imperio. -- Ben è.i quì ancora 1ì ve- 
n de, che Ia Romagna era allora de gl' Imperadori, e che 
" ne inveHivano g1i Arcivefcovi di Ravenna. Inde Val/am 
" (Fano) deÙJde Senegallllm obJedit, 
 expug,!avit. Sic- 
" 1}1te A'vemlllm Civitatem adiit. V uol 
 credo, dire An- 
" cona. Sono di anon FrHingenfe queUe p-arole: AI/co- 
" 1Ja'fJ, J'polefum cum a/iis Vrhibus, Jeu CllflelJis Í11 dedi- 
" tionem accepit --. E tanto maggiore, per noitro avvifo, 
" farà b maraviglia: perchè :1\endo narrato il Sig. Alurato,.i, 
" come tuno aveano invafo gli Scismatici, e come Lonario 
" venuco quanro anni prima a coronarlì con poche rruppe, 
" non potè rillabilire il Ponrefice Innocenzo II., che do- 
" vene rifugiarLj a Pi fa ; fa quell' anno [Ornu Lonario con 
" buon eferciro; man dare Arrigo fuo figlio can 4000. ca- 
" '"alii a fcorrare il Pap,t (che da PiCa portarolÌ ad Alba- 
" no, indi per la Campania andò a Benevento) e ricupc- 
" rare al legimmo Ponteficc Ie fuè Ciuà paffando per la 
" Marca in Puglia contro Ruggieri Re falro, e Scismati- 
" co: c"i argomema poi una cora 
 che ripugna al carattcre 
" dell' ommo Imperadore, e a ciò ehc ave-a bene ollervato 
" nella lettera di Pafguale II. 25'. anni prim,t. 
" Crefcerà a dismirura la maraviglia, in vederlo riflet- 
" tere ful Diploma d'lnvc1lirura a Guglielmo Re di Sicilia 
" prcl10 il Cardinal Baronio all' an no 115'7- (in cui Adriano 
,., IV. tra Ie alrre Signorie gli dà anehe quella della Marca) 
" in gucHa maniera. -- Sorto iI nome di Mdrca è da ve- 
" derc, che paefe foile aHora difegnato. Forfe quella di 
" Chicri: non olando io fpiegarc ciò della 1\1:lrca di Ca- 
" merino, che è la {len,l con quella d' Ancona, e di Fer- 
" mo --. Perchè avendo narrate Ie invalioni grandi di Fc- 
" dcrigo nell' anno tcodo, fino ad aver rilatciato per gra- 
n 7.Ìa al Pomefice il dominio di Tivoli fa/vo Í1J. om"tib1ls 
" J
""e 



r- 
-- 


xxx 
"jttrc lmpu'iali: creda poi, che il mcdet
mo Pontefice non 
" vo1eífe procurare fcan1Po a' fuoi Had, con fid une una 
" parte la più bifognofa ad un Re già refo arnica. Tanto 
,
 più che 1'lmperador Greco Manuel10 Co'nncno oltre aUe 
" molte Città maritime del Regno di Napoli riteneva an- 
" che, bcnchè coo gran difpendio, la Cirtà d' Ancona. E 
" vediamo qud1:o medelìmo lmperadore an' anno 1166. e fe- 
" guemi in lega col Papa, co' Siciliani, e colle Città libere 
" di Lombardia contro Federigo. Vedi.:tmo ino1tre, ch' ei 
" fomm:niilrò danari a' 
1iI.tneLì per rifabbricar ]a loro Cit.. 
" tà, crudclmenre defolata dal medefimo Federigo l' 3nno 
" I1(J2., e che ben due 0 tre vottc tentò con promcíIè e- 
" forbitanti d' aver dal Pontefice AldIàndro HI. la Corona 
" deIr Imperio, fino ad aver marirata una fua nipote ad 0[- 
" tone Frangipani nobiliffima FamigHa Romana, ed attacca- 
.., (ilTìma al Pontefice. Contrafegni tutti di una interttfa1:a 
;I., amici2ia, e come ta1e cOhofciura, e detc{tata da' Ponre-- 
" fici, ma tollerata aHora con prudenl3, perchè Federigo 
" era troppo po rente avverfclrio. Onde niuna improbabilirà 
" vi è, che il Ponrefice inveí1:iífe delict Marca d' Ancona il 
" Re delle Sicilie, che era insieme Principe di Capua, con- 
" forme vedemmo net foglio antecedente elTerÎ1 pratticaro 
" da S. Gregorio \11. con Roberto Guifcardo, fenza che 
" 5' immagini un,1 nuova i\1arca, per non accor-dare a' Pon- 
" tetid il 101'0 leg:ttima, e indubitato diritto ne'loro Stari. 
" nello fa1'ebbe il dire, che l' an. 1160. Orviero, Terraci- 
" na, Anagni, e poche alae Terre, che rimafero ad Alef- 
" fandro Ill. dopo l'invat1on de' Tedefchi, e degli Scisrna- 
" tici, formavano tuna 10 Stato delta Chiefa. 
" Noi ci av\'ediamo bene, che fembrerà a'Lettori d' ef- 
" fere impegnati da noi a perdere 11 rempo con far 101'0 
" oHervare quem argomenti. Ma nofiro uffi'lio è di riferire 
" ciò che il Sig. Murlltori dice, non ciò, che dir dovreb- 
" be. Ha egli riconofciuri a11' an. 1112. come fpenami alia 
" Chietà il Ducaro di Spoleti, la J\larca d' Ancona, e Fer- 
" rara. 5' è poi pemit<> itldi a non molto, e ambedue Ie pri- 
" me Signorie Ie ha nuovamente to1te alia medefima. Ve- 
" dremo ora della tena, cioè di Ferrara, eg-ualmenre levara 
" alIa Chiefa, can affermar generahnenre delle Repubbliche, 
" riconofc-ertì da loro per Sovrano l' Imperadore, 0 il Re 
" d' Ita- 


'. 



XXX) 
" d' Italia. Prima che venijTe a mortc Ja Conte(fa !\htilda , 
" cento anni avean {ìgnoreggiato in qudla Città, prima i1 
" M.uchcfe Tebaldo (an. IOI 5'.), indi it di lui tigHo 1\1a1'- 
" chefe Bonifazio, Duca anche di To[cana, e ultinument e 
" la di lui fig1ia 1\1atilda, che morta l' an. I I 15. fenza ere ài, 
" Iafciò Jibero il feudo alIa S. Se"le. Sì eHa Ciuà, che gli 
" a1tri beni dell.} ComelTa lafci
Hi cor] folenne replicata d 0- 
" nazione .alIa S. Sede a tempo di S. Gregorio \ II., e di 
" PafguaJe II. Per ma1l1/m Bernardi Cat.di'laIÚ, 
 Lega- 
" ti R. E. l' an. 1102.. in Can01la, AI'rigo V. Himo\ato da.' 
" fuoi parziali in Iralia, ,'cnne I' an. 1 [16. a invaderJa. Per- 
" ciò ditle i\ Card. Baronio: [z1Úd autem aDum de bONis 
" Afathildis Eccle(ìæ R. retill is i s 1'lOramt/S, 1l1J poffef1iollt'1lJ 
" eorum Pafclutis Papa IldeÞtr/.S fìt. Nam V,fþergenßs 
" Abbas hoc mmo age'1S de ip(ìus A-Jathr/drs ohrtu hæc Ilit: -- 
" Interea direA:i ab Italia Nuntii obirum incly[æ MathiJdis 
" nuntiant: ad t:jutque prædiorum terras ampli llìmas hæredi- 
" tario jure poffi"lend.1s Cæfarem invitant -- qui al1110 fèqttelltì. 
" ifr ltaliam fe cOlztllJit (an. I II). 11. 8.) Fiachè ( parole 
" del Sig. AllIratori) egli prendeHe i Regali, e Feudali , 
", come fulla 
1arca della Tofcana, 1\1anrova, ed altre Cirri, 
" fe ne imende il perchè. \1,\ egli pre[efe ancora gli AHo":" 
" diali, e Patrimoniali, e n' emrò anche in pl1HetIo --. Ve- 
" dremo orora, che 1'invaílone non ebbe moha durata. Pra- 
n feguiamo ora ciò che rimane di Ferrara,. che 11011 aveva 
" niuno de' prcdeni due car.lueri, et1cn,io feudo della S. 
" Sede; ma bensì quello di Regale, Q Feudale della me- 
n dclÌma. 
" .\ bbiam villo f..1p-ra, cbe nel generale "fconvolg;men- 
n to delle cofe d' I[alia , Ferrara <Inch' e1I3 imitò Ie Cinà di 
" Lomb;\nlia, e ii feee Repuhbl1ca. Conturrociò nOI1 vi pt.r- 
" dene giammd il ruo dirino la S. bedc; e ie Ie fu uiur- 
,., paro, ne fece Ie dovure iHan1.e. Co
ì quando Ft'derigo 
" ßarbarolIà in\.ettì della l\Iarca di Tofcana, dd Ducaro di 
" Spoled, del Principato dl Sardegna,. e de' Beni Allod iali 
" della ComeLla Matilda Guclfo \ I. fuo 1.io materna l' an. 
" II5J., e I'anno fegucme prcfe po!fdTo di [Nto ciò Lhe fi 
" apparteneva a \1atilcta medefÌma, dice bene iI Sig. .Jlura.- 
" tori, che Adriano 1 \'. non ne fece parola. Egli 1letj() pe- 

J rò ran, 1159. riferifce Ie if.Lmz.e del medefimo Adriano-- 
)
 Chc 



XXXiJ 
" Che s' a\'effero a reLlicuir
 j poderi (j) latino dice Poff'e.f 
" /tofles, êØ RegaJill, e i poderi non fianno bene aHa reUa 
" di ciò, che vlen dopo) della Chiefa Romana, e i tributi 
" di Ferrara, MaíTa, Figheruo1o, e di turta la terra della 
" Conteífa lVlatilda, e di [Utta quella, che è da Acquapen- 
" dente fino aRoma, e del Ducato di Spoleti, e della Cor- 
" fica, e Sardegna. Rifpofe Federigo, che Uarebbe di tali 
" pretenfìoni al giudi1.io d' uornini doni, e faggi: al che i 
" Legati Pontificj non vol1(ro acconfenrire, per non fotto- 
" mettere it Pontefice all' altrui g;udi'l.;o -- Claufula, che non 
" fi ricava da Radevico, che racconta, come piací)ue aIr 
" Imperadore, che fei Cardinali dalla parte Pontificia, e 
" fei Vefcovi dal1a fua dove!fer decidere queHa lite; e che 
" i1 Ponrefice non accettò alrre condizioni di pill, che Ie 
" già Habilit:e (fa Federigo medetìmo, prima ddJ,t corona- 
" zione, ed Eugenio III. Perciocchè i giudizj, a' qlJali non 
" è foggetto, nè dee foggenarti iJ Ponrefice, non fono di 
" queHa natura. 
" Del reLio i patti accennati, che mofirano ]a cofian'l.a 
" d' amendue GueUi Ponrefici nel difendere i dirini di S. 
" Chiefa, fon tali: Vt paum Cltm Romanis, 
 clan R()ge- 
" rio Jicilrtl' Rege fine cOl1fè,
rÌ/. Romani 'Po1/tificís nOlI fa- 
" ceret: lit Romanos Pontzfin Jitbjugaret: ut honorem Pa- 
" paNts 
 Regalia B. Petri fuerett4r; e!) ad eorlim, que 
" direptll fuerant, reCtJperat ionem præberet allxiliu11J. Grte- 
" cortlm lm/,eratori nuttam in Ita/ia Terram cOHceder
t : fi 
" qUllm invaderet, i;Jlim ejicere tori.r Rpgni virihus nite- 
JJ retur. Pontifex vero Regem co/eret, Imperatorem coro- 
" 1Jllret, ej:tS boßes ad JatÚfallz011e1'IJ compd/eret, armiflJlI
 
" fþirittJalihus feriret (Ell,.. an. 1153. '2..). E noi abbiam 
" per certo, che i Lettori 0 crederanno falf:} quella Cro- 
" nica di \Veingart preffo if Leibni'l.io, da cui prefe if Signor 
" ftlurlltori quella norizia dell' invefiirura, 0 prenderan Fe- 
n derigo per un nemico della Santa Sede, e invafore de'di 
" lei beni, anche prima della corona Imperiale. Perciò niun 
" cafo faranno dell' elfere and are l' an no feguente a incon- 
" trarIo tarte Ie Città di Tofcana, e di Spoleti, per tog- 
" g
ttarfegli, com' egli dice coIl' autorità della Hena Cro- 
" mca. 


" Di 



n. 
XXXl1J 
. "Di quefie cofe 
 capaci per Ie loro varietà a generar 
" confutÌone in chi íì íìa, daremo orora una notizia più e- 
" fatta, rH1:ringendo Ie azioni della ContcdTa Matilda, e de" 
n due grand" invafori deIlo Stato Eccleíìafiico, Arrigo V. e 
" Federigo Barbaroffa, Ma prima vog1iamo preventivamente 
" additare i principj dell a Signori a di Ferrara ne' Marchelì 
 ......: 
" d' Ene, quali gli fiabilifce il Signor Murlltori nel Tomo :..-----r- 
" feguente: affinchè il Lettore trovandoli in più luoghi di 
" quefio, fin dall'an. 1097. chiamati Duchi di Ferrara &c. 
" non credeiTe, ch' ei attribuilfc 101'0 tal Signoria avanti tem- 
u po. Raçconta cgli, come eífendolì già molto dilatate Ie 
" ce1ebri fazioni Guelfa, e Ghibellina, Guglielmo de gli 
>> Adelardi ricco, e potente Cittadino Ferrarefe, capo della 
" F azione Guelfa ebbe una figlia chiamata Marchefella, la 
" quale dopo la morte del Padre, e del Zio A.delardo, fra- 
" tello di Guglielmo, rimafe erede del pingue parrimonio. 
" Or quefia per opra della Fazion Guelfa, ehe era rima!1:a 
" fenza capo, efpona alIa Ghibellina, Ja 
uale avcva per f uo 
" Capo Salinguerra, fu maritata ad Azzo V. \1arehefc d' Ene 
" l'an. 1196. feeondo iI Sigonio, e il Roffi, 0 anehe pri- 
" ma, feeondo il Signor Mur.tori. La foUa.nza è ehe Azzo 
" era deHinato emmo di Salinguerra. -- Da lì innanzi, dice 

, il nofiro Annalilta, i Marcheíì d' Ene Signori di Pole fine, 
" di Rovigo, di Ene, Montagnana, Badia, ed' altre nobili 
" Terre, eominciarono ad averc abuazione in Ferrara, e far 
" la fie;ura di Capi della Fazion Guclfa. -- Quelte nozze,-- 
" com egfi medefimo afficura (il ehe dee auenramente no- - 
" tarlì) aprirono alla nobiliffima Cafa de' \1archeíì Eflenfi la 
" porta per {ignoreggiar in Ferrara. -- Non ehe eominciaf- 
" fero fubito a dominare, ehe anzi ne fll'rono caeciari dalla 
,., fazione eontraria, non una volta foJa: ma affifiiti daI Som- 
,., mo Pontefice loro Sovrano rimafero finalmenre Signori di 
" cffa, Signori però dipendenri, non aíloluti. 
" Fin dal primo loro ingreflo in quella città per opra 
" della parte Pontificia, riconobbero la 
ovranità deJla S. Se- 
" de. E perciò vediamo poehi anni dopo il Marehde d' Ene 
" rieuperar Ferrara, da cui era flato eaeeiato, e fpcdir fup- 
" pliehe aRoma, per ortener licenza dal Papa di edif.car 
 
" nella Città una Fortez7.a, per megJio eonfervar1a allll Chie- --- 
" fa. Tutto è palefe dalla lerrera 80. d'Innocenzö Ill. al Le- 
Tom, VI. t" gato 



XXXJY 
" g;1I 0 d
1h Sa'1t
 Serle l' annD n. If 
 nt)n oRervata dat Sìg. 
" ..\tlf.l r at1ri, J "llu1e riterJce ?er altro qudla di Ferrara ,.i. 
" cut,erata (
he è.la 76. Jp} rnedelimo lib. 14. f(:condo t"edi.. 
" Z1,1õ'}e rid ßdltIzio) perCI1:O:. favorifce la fua opinionc.. La 
" klt,,-ra durll,JUe è cafe: VlleE/:u IiJÚu lIohiJÚ Jï,. MIIT- 
" chi? 6le 
(ì r nohls, b'mlibter fil!pJic"7Jit, lit ill Ferr... 
J1 l' le ll:li C
'vitlJte co't(/rlteJII/i CalfrM17I, per quod ,pflm- lilt- 
" hus defelldere vatellt, t!) ad (Ù/elitatem R01JZllllle Ec(lt/il 

, cjlljel"'.Ja r c t llcen.till1n cóiicê dert a ign llre mtlr. NùS igiÚi" 
" id tUd!. /Jl'udenti4> CI) n.."ittelltn t. difcretioni tUIT per Ap'- 
" flotic4 .fè,.i ?ta mandamus" quate1lus fuptr hoc jhztllar Iltl 
" honore11l, 
 /JrofeElu'1l Eu'elj
, qu.
}(i. vlderi.r expedirt. 
" 'Datum l..rJtertl'Zi VII. [dIu J!l1Úi.. Così quella. Città. che 
>> in :nort\: di \1a..i.ilda ritQrnò libera. all.\. S. Sede, e involca 
., ancn' elfa coil' alrre neUe vicendc de' Seeol dodicefimo, 
2' ora re1lò invafa dalla prepo[enLa. de' nemici della Chiefa I- 
" ora ufando Ie f ue proprie forze Ii fattenne indipendeme 1 
" la comineerema a veder dal principio. del Secalo tredìce- 
S1 time governata, e difefa da' 
tareh.eti d' Ene, fotto i quali 
" creb.bc in ripura1.Ìone t e in onore per privil,cgio. de'Som- 
" mi Pontefid. lvi ancora vedremo l' origine-, e i progreffi 
u delle due ihepitofe fa1. i oni, con. qualche' nua.vo lume (om- 
u miniUrato dal Sjgn. Muratori, che fa ffiutafe idea su tal 
JI panicoJare-. lntamo perchè. meglio fi comprendano Ie av.. 

, ""cnmrc del Secolo dodicetìmo, e di qua.lche porüone del1
 
I'. anteeeðente, rii1rìngeremo' quì Ie azioni della ConteHà Ma- 

, tilda, di Arrigo V. e di Federigo- BarbaroHa quà e là di- 
" vife in queHi Annali con detrimento: deUe particolarità di 
JI confeguenza, ehe rig,ua.rdano.lo Staro. Ecclt:iìailico, il q ua- 
., Ie è,- c: deve effer noilra prima premura, cosl volendo 
" l' amlJre- della. verità, c dcIla religione, che non foggiac- 
" ciono. al!e umane pa.ffioni, feguirc anche- dal 
ig. J}JurtZ- 
" tori, da' cui Annali,. e non da altri' ci è fomminiilrato db, 
" che andremo, fuccincamente rifercndo., Cominciamo da 
" 
1ati}da. 
" N,lcque quefia Eroina l"anno. 1046. dill fig1io. del Mar- 
" chefe Tebaldo Bonifa"Ûo Duca. e. Marchefe di Tofeana, 
" Signore di \hmova, Ferrara, e alrre Cinà, e dì B..earrice 
n figha del Duca di LOîena fua feconda moglie ,. che gli par.. 
>> tod due altri figliuoli t cioè Federigo, e fecondo alui Bo- 
" nifa- 



xxxv 
>> nifazio, e Beatrice: perchè da Richilde prima moglie, 101 
" quale morì l' anno 1036. il Duca Bonifazio non ebbe prole.. 
" A quelto primo matrimonio fa i1 Sig. .ftfuratori un 
af1
- 
" tere poco vantaggiofo. Li dichiara ambedue a gli o1nni 
" 1016. 101.0. 101.2.. gran Cacciatori di beni J e StaLi F ccle- 
" fio1Hici. -- In quefii tempi, dice il Signor Mur#tori, 1Ì 
" ,fiudiavano i Principi, e gran Signori di pe1are or foave- 
" menre, or violememente Ie Chiefe. La maniera foave era 
" quella di prendere i loro beni, e Ca1tella a livello, con 
" promenere un annuo Canone, e intanto donar quakhe 
;, Terra in proprietà ad effi luoghi facri I per indurre i Ve- 
" fcovi, e gli Abbati c01 picciol prefente vantaggio a livel- 
" lar eili beni, l' ufofrutto de
 quati mai più non foleva arri- 
" yare a confolidarfi col diretto dominio. --Si dichiara d'a- 
tt ver pubblicatA 11 Hila delle CaUella J Corti J chiefe &c. 
" che Bonifaz1o cllrpì al folo Vefcovado di Reggio ( 'Dij{. 
" ,6. Allti'!. Itat.); e argomenta, che altrettanto, 0 poco 
" meno dovef1e aver fatto co' Vefcovi di Modena J Parma, 
" Cremona, Mantova J ed aJtre città circonvicine. Del Du- 
" ca Bonifazio in particolare fi{Jà all' anno 1031.. iI Ducato 
" di Tofcana fulle ruine del' Marchefe Ranieri. E febbel1 
" dice all' anno lo
6. che andavo1 a confe1farfi una volta 
" all' anno alia Pompofa: tuttavia riferita a1l' anno 10; 3. 101 . 
" di lui morte
 in un borco per colpo di factta avveIena,.. 
" ta, foggiunge: - cerramente quefio Principe non era un 
" Santo: anzi egli s'acquifiò it brut(O nome di Tiranno pre{fo 
JJ i Tedefchi. -- Accadde dopo Ja di lui morte, che Bea- 
" trice fì rimaritò l' anno 1054. con Gotifredo Barbato Du- 
" ca di Lorena J il quale entrò at poífeifo della Tofcana J di 
n cui Enrico II. Imperadore, non fÎ sa iI perchè J ne pre- 
., tendeva I' Inve!1:irura. Tanto baHò per farlo venir coIl' e- 
n ferci.to in (talia, e ritener B
atrice fua congiunta in oHag- 
" gio J b
nchè mand
ra con buona fede da Gottifredo per 
" calmare il di lui fdegno. tn tal congiufltura 1\Jtatilda ri- 
" mafe erede Iegittima di tutti gli fiati del Padre, perchè 
" il fratello Federigo. cui pretendeva Enrico d'inveHire t 
0' venne a morte, e 10 avea già prevenmo l' alrta 
orella, 
" Papa Vittore 11. s' inrerpofe, e feguì l' anno 10;7. la ri- 
'J co
ciliazion; tra Enrico, e Gottifr
do. Ma qudli dopo 
" foh tre anm venne a rnancare, lafclando un folo figliuolo 
e 1. " delía 



. 
XJCXYJ 

, della prima moglip, che fu G01.1.e1one, 0 Gottifredo il 
" Gobbo. Queili fu fpofato da Marilda r anno' I070
 fi:Hen- 
" do db in .età di 2:3. 
nnj, e venne a T!unirfi la Lorena 
" colla Tofc.H1
, e con gli ahri Stati di Matilda: ma vifie 
" foln fino all' af1no 1076. in cui mod di morte violenta 
 
" ed Enrico inveUì della Lor
na il proprio figlio. Onde Ma- 
" tilda, che perderre indi a dtje mefi anche la Madre, ri- 
" mare vedova, e (ola at governo de' fuoi Srari ereditarj. 
" SarebGc !;rande ingil1flizia il tralafciar Jt elogio, che 

, fa it Signor Murlltori alia Conte-ílà Beatrice, morta in Pi- 
n fa a dì 13. d' Aprile -- Principetr\ di gran pietà, di egual 
>> prudenza, e d' animo virile: che fi tenne fempre atracca- 
" ta alIa Santa Sede, ma fenza perdere iI rifpetto al Re Ar- 

, figo (IV.) anzi con effer mediatrice di concordia, e pa- 
" ce fra lui, e it Pontefice (San Greg. VI(.) bregorio. La 
" maggior gloria nondimeno di Bea-trìce fu l' aver meßa a1 
" Mondo, e mirabilmentc educata in tutte Ie virttl, e nella 

 cognizion delJe Hngue la ContefTa MatiMa, la quale ri- 
" mana fola al governo delJa l'ofcana. e de gli altri Aviti 
" fuoi fiati, cominciò a far conofcere i fuoi rari pregj nel- 
" Ie f1ere rivoluzioni, che andrò da quì innanzi 2ccennan- 
" do --. Quanto ciò fia vero b dimoHra I' clfere {lata Ma- 
" tilda, fin che vißè, anremurale di Sama Chh:fa, e braccio 
" fone de' Pontefici 
 e it rifugio di rucri ì Vefcovi CattoIi- 
" ci perfeguirati dalIi Scìfmatici, fpedalmente di Lombar- 
;, d'ia. Cominciò r an no immediato alia morte del1a maJ.re 
" dal favorire, e foHenere nella fua inefpugnabil rocca di 
" CanoíIå il zela intrepido di S. Gregorio VIt. nel1?umiliare 
'" il Re Arrigo IV. Profeguì r an no 1081. e feguenti, af- 
" ficurando, e proteggendo i pochi Vefcovi del partiro Pon- 
" tificio cacciati dane loro Sedi, contra it furore d' Arrigo, 
" a niuno feconda nell' amor della reJigione, e fup
riore al 
" fuo feilo nella politica, e nella conofcenza dell' arte mi- 
" litare. Perdette ella moIre deUe fue Signorie per tal fua 
" coHanza concr:o un- nemico della Chiefa così potente. Tut- 
" tavia fempre eguale e neUe perdite, e neUe vittorie aven- 

 do ricuperati mold de' fuoi Stati, I' an no 108,. riUabiI\ 
" in Reggio., in Modena,. e in Pifioja i Vefco\'i cartolici, 
" e due anni dopo fece ricuperare a Vittore IlL Roma con 
" Caile! S. Angelo, e S. Pietro 
 e Ie due Città di Porto, 
JJ C d' 


. 



xxxvij 
" e d" ama. Qua
do Pafquale II. andò .f{ Fir
nze, e vj. ceo.. 
" lebrò ConclHo 1 anno nos. per' togher dl capo. a quel 
" Vefcovo la frenefìa ddl" t\nticrifio, che fotteneva elIer 
, nato,. e 10 infegnava al popolo; e quando \lmiliò l' anno 
,: feguen
e 
n altro Concilio di Guan
Ua i pertin
i . Ar?Ï- 
" vefcovl dl Ravcnna con levar loro t Suffraganer dl Pla- 
" cenza t Parma, Reggio, 1\rlodena, e' Bologna, dappertut- 
,., to era la, ConreiIà Matilda per difendtre. e'onorare il Vi... 
,., car.io di Criflo. 
" 
alì efTa perciò' in tanta univerfal riputaz 1 one, che 
,., Arrigo V. quando volle calare in Itatia t di niun altro' 
It ebbe foggczione, fuorchè di Matilda, benchè fua pareo... 
" t
. E quando- fe' ne tornò, in Germanìa dopo la tragica 
" fua coronazione, pafsò da lei per vifitarJa, e trattenuro- 
" fi can e{fo lei tre giomi in Birnanello ful Rcgg'ano, par- 
". larono fempre Tedefco, fenza bifogno d' interp.rt:te ( all- 
" no I II I. ) Non lafcia i1 Signor MNrlltori d' unire a tan... 
n te virtù quatche difet.to; dif,.uo'peraltro, che non adorn- 
" bra Ie di lei virrù, perchè refiano> all! ofcuro Ie circoHan- 
" z.e. Quefio confifie in aver difgullati due Principi fenza 
" e{ferne palefi Ie caufe. II primo, fuGuetfo V. figliunlo di 

 Guelfo IV. Duca di Baviera, tþofato da lei l' anno 108<<}- 
" per opra' di Urbano II. il quale fi partì.daJl41 GonteHà di- 
n fguihuo l' anno 1005. II Signor 1\IilrAtori'dice,. che quan- 
" do ell. vide Arrigo IV. depreHo, in- lta-Ha," cominciò a 
" rincrefcerle d' avere un compagno nel comando, e fu ca
 
" fa, ch' ei fi gettò nel panih') fallito
 di efIo. Arrigo. Dice 
" però ancora, che Guelfo fcopd la- dona1.-ione fatta ana 
" Chicfa, e villo" delufo"feceil divonio.. b'alrro fu Cor- 
" rado figlio d' Arrigo IV. che per opra' di lei fu coroflato 
" Re d'ltalia l' anno 1"093. e diede il tracollo.. a gli aflàri 
" del padre. E anchequeHo, dice it Signor Murlltori all' 
" anno 1101. in cui morì, che provö de'difgulti per parte 
" di Matilda. Lo defcrive prima come'innocemitli:no Prin- . 
". cipe; indi foggiunge:--Eppure anch' egli provòpúca. buo- 
" na fortuna preffo la ConretIa Matilda., donna,che in que- 
" fti tempi tenza tirolo Regale faceva, yolentieri da' Regi. 
" na in ltalia, Che uifgulU ella dem.' a11' ottimo giovane Cor- 
" rado"non Ii fa
 

 glie n
 died
. Dappoichè Arrigo fuo 
" padre non ehbe pm. for'l.e m ltalla, neppur ella ebbt:, (Jiù 
" bifogno di Corrado -- . " AIle 


. 



... 
XXXVtlj 
" AIle locH di Matilda fi deve aggiungere I' tß"ere Ga- 
" ta erena a richiefia di lei la nobil Chiefa di Pifa in Ar.. 
" civefcovado da Urbano II. che era in Anagni r anno 1091. 
" effendone aHora Vefcovo Daiberto, con fouoporgli i Ve- 
" fcovadi di Corfica. 'Sebbene dopo la di lei mone rccIa- 
" mando i Genoveft, e aumentando fempre più Ie loro ga- 
" re contro i P,fani, obbligarono Callifio II. a fottrarre que- 
" Vefcovadi a PiCa nel Concilio generale Lateranenfe. A ciò 
" era 
gti fiato .configliato da Guahieri Arcivefcovo di Ra- 
" v
na, che 110n feguendo i <lannabili efempj de' fum An- 
., teceffori, ma pieno <Ii fapienza, e di rifpetto per Ja Santa 
" Sede avea meritato d'dIer l' anno II 18. reintegrato da Ge- 
., lafio II. -de'" V efcovadi 
 che abbiam fopra nominati. Ciò 
" fentendo jl Pifaoo, forfe Azzo, fecondo il Sig. MuratfJri., 
" giu:ò pien d' ira, e di difpetto la Mitra e I' Anello a' piè 
" .del Papa, che ne fiefe fubito il Decreto, fenz' altre per- 
" fuafive. Anche la fondazione della Univerfità di Bologna 
7' primaria di tutte Ie ltaliane, come dice il noUro Annati- 
" ila, aggiug
 lode a Matilda, perchè 1'1fiîtutore fu fatto 
., da lei medefima quell' uomo, che era. Egli era -- Guar- 
" nieri Giudice, oggi Dottor di legge (paro1e del Signor 
" MurlltDr;) il quale ad ifianza di Matilda avea intraprefo 
" a fpiegare i Regefii, e Ie altre leggi di Giufiiniano J tra- 
" fcur.ate ne'fecoli ftddietro, e certamente conofcime prima 
" che i Pifani portaffero, fe è pur vero
 da AmaJfi Je Pan- 
., deue appellate Pifane, e oggidì Fioremine --. Ciò fi di- 
" ce e1Ter feguiro I' an no 113 f. quando i pjfani vennero in 
" difefa di Napoli contro Ruggieri. 
" Non vogliamo quì omcttere un graziofo detto del 
." Sig. MMrøtor; contro quefio Guarnieri, 0 W arnieri, 0 
" Irnerio a11' anno ] 118. ctoè due anni dopo fondata l' Uni- 
" verfità, 0, per pari are colla frafe dell' A nnalifia, dopo 
" apcrta in Bologna la fcuola di Giurifpruden'l.a Romana. 
. ., Lo induce egli a perfuader vivamente, che fi crei Anti- 
., papa Bur.dino, indi :pro[egue. -- Vep;gafi che gran fapere, 
., e che buona cofdenza avcHe qu
Ho sì decantato reHÜuwre 
" della Giurisprudcnza Romana. -- Fra poco ne riferircmo 
" ahro più gra1.iofo' di qU3ttro difcepoJi di etfo Guarniel i. 
" Ma tornando a Matilda, che morì un an no prima di que- 
" fia rc11ituzione, cioè l' anno I II 5'. a veva e1fa nel prece- 
" den- 



XXXJX 
" dente ricuperato \1antova. ribellara fin d-11 1090. -- Oopo 
" aver meil
 a d',JVel e- ne.' tempi addie[ro anche la 1\,larca
 
" creduta da. me qudla di rofcana, nuna rellò più delle- 
" p.;:rdüce atlticne fue giurisdizion1,. che non rirornaffe alIc: 
" tue .nanì -- così it Sig.1or' Afuratori all' apno I (14- Noq 
Ð tono.eUe giuri
Ji'l.ioni., com'è ben noto, erprdfe- fe nOI\ 
" in genere neU' hlrumento di D,mazione. EI:!;Ii è certo pe... 
" rò, che Parma,o Reggio, e !\1antova, che-- fanno figura di 
" cO.1fini ne'Diplomi Imperiali, (come fi di1le nella Prcfa. 
,:. "Lione del Tom. V.) intleme con, Modena, e tune Ie- terrc: 
" a 10ro. apartenenti in virrù di 
ueila Dona:z.ione leggitri- 
" mameatc acquillò la Santa Sede nella parte Boreale del 
n iua !taw: e aopo la moTte d' Arrigo V _ che i nvare tutto. 
" Onorio 11. e dot1o lui lnnocenzo II. ne diedero folenne 
" lnveílirura., quegli al Duca Alberto,. e queíli a L,lttario 
tJ Impcra.dore., e ad Arrigo. IV. Duca di Baviera, e di Saf- 
>> fonia. Genera dell' lmperattore. Tuno farà palefe,. dopa 
" brevemente epilogare Ie a1.ioni deU'lnvafore l\rrigo V. 
. ." Queili pegglore dt.'J Padre.li diede a c01toftere,. co- 
>> me dice il Signor .ftfurlltori r anno 1110_ e come dimo- 
" fuò l' anoo feguen.re, sì nt:lle crudeltà urate contra fe Cit- 
" tà. d' haJi.!, e sì nella. mancanza di fede, e in ni.tto, il tra.. 
" gico aV\'t:nimento da. noi accennato, che cì richiama i tem- 
" pi funeili de gli }mpt'r
(ori Ariani. P
rfev
r
 nel 
al 

. 
p 1ento contro la 
ama Sede, e contro II legtttlmo V tcano 
>> di. Gesù Crillo, fino ad aver volmo rinnovar- la fua cora- 
>> aaz.ione l'anno 1117. per mana dell' Antipapa ßurdino. 
,,. giac.chè Pafquale IL dopo aver villo nell'anno fcorfo in- 
" vadere: i beni della Come{fa. t\1atilda,. e farla in tUt[O da 
n nemico dichiarato, fe- n' era fuggito a Benevento. Non 
" trattò niente meglio Papa Gelafio H. l' an. I IJ 8. chc' s' era 
n tra5ferito. a Gaeta intimotito dall'improvvifo arrivo. den" 
" Imperadore 
 e 10 voleva fin colle minaccie far tormentare 
,.. ft Roma:- ma -- non parve" dice il noHro Arrnalifia, al 
" faggio Pontefice fano confìglio, il fidarfì d' un Principe',. 
" che avea 
ì fonor3meme perduto il rifperro al Papa fuo 
" Predeceßore, con cui ancll' egli .fu fatto. prigioniere __. 
" Nun gli riufd già tanto agevole la faccenda contro Cal- 
" Ii Ilo 11. mentre qudlo favio, e intrepido Ponretice comin- 
,.. ciò il tuo- Pontificato collo fcomunicar l' lmperadon: , e 
" l' Anti- 



XL 
" l' Antipapa nel Concilio di Rems l' anno It 19. Liberatofi 
" poi, com' è detto, d'tllt sì per;coJofo mLÏmlltc, che cos} 
" è chiamato l' Antipapa Burdino in queHi Annali anno 
:I, 111..1. ilrinfe fempre più colle fcomuniche Arrigo, facen- 
" dogliene ful
inare una in deteo anno dall' Arcivefcovo di 
" Magonza dichiarato Lega.[Q della Sede Apofiolic3 i 1a qua- 
" Ie gli follevò contro la Germania, e in fpecie la S
dro- 
" ni3. Piegò rgli allora il capo, e l' anno feguente fi ricon- 
." ci1iò col Pontefice cedendo aIle pretenfioni ingiufie fin 
" a!1or fofienute., e -impegnandofi a refiituire il mal tolto 
" alIa Chie[a . 
." II 
ignor Muratori adopra; e loda il diploma d' Ar- 
.' rigo prd10 iI Cardinal Baronio (a11110 1111. n. 6.) ma 10 
" va tanto mutiIando, che non fe ne può comprendere la 
." fofianza.: ceeo Ie di lui parole --. Promife egli an cora di 
." refiituire all1\ Chiefa Romana, e a tutte Ie altre gli nati. 

, e i beni, che eg1i per avvemura, 0 fuo padre aveffero in- 
,,, giufiamentc ufUtpato -. .ciò parrebbe .atfai.; perchè non 
" dice, come fopra, i podtri: Tuttavia il Diploma dice qual 
." cöra di più: Pojfeffi01tU., & R
ga/jll Beat1 Petri, '1114 
." a principio hryu,s diftordi
, uff{ue ad hodieriJam Jitm fi- 
" ve tempore plltri.r me;, five etJllfJJ meo abJatll fùnt, fJut't 
":J' hab
(J, idem S. R. E. r
flitt{o: 'ltlte atlt
m non baveo, 111 
" reflitttantur, jidtJiter ju'vlll1o. PoffèjJiOllU et;llm omnÙmz 
." . 1l1iarum Ecclefillr-um, 
 Principtlm, f!) ll/iorllm tllm CÜ- 
" r;(OrNm qllam Lilicoru1lt conjilto PrÎ11ciptlm, é!) juflitill. 
., qu
 habeo, ut reddanttlr fidcliter jtIVIl!Jf). Se egli au:encf- 
.Ii fe la parola, 0 no, è -inccrto. II cereo si è, chc morro indi 
" a poco l' Imperadol'e, Onorio II. invefiì de' beni delJa Con- 

, reífa Matilda it Duca Alberto, c 10 -,=onfeßà il Sig. AJu1'll- 
" tori all' annø 111.8. -- Quell' Alberto, di cui è fatta men- 
" .zione nelle mie Antichità Efiensi, si vede crcato da Pa- 
" pa Onorio II. Marchefe, c Duca dopo la morte dell' ulti- 
" roo Imperadore Arrigo, con dargli l'invefiitura dc' beni , 
" e Stati delta CQnte{fa Matilda --. E lcggiamo prcCfo iI Car- 
." din
.l Baronio (1l111tO II B. 111/111. 3.) it Diploma d'lnno- 
." cenzo I. villa otnche dal Signor Muratori, con cui vicne 
." inveLliw de'medefimi Lottario 11. Imperadore inlìeme con 
." Arrigo fuo Genrro, e colla propria figlia: ita tamen 'ltt 
" ,idem Vux htJ11IÏJtum faciat, 
 /ideJitat,m B, Pn,'(), Il( 
" nDbi:: 



. XLj 
" nohis 1J.fJj?,.i[qtte /ÙCce.ûÒriblU juret. Poji q1f01'mn 'Obit 1m: , 
" prædiélunt Comif
f!.r lvlatitdæ /It10ditlM ad jllS, ê:9 domi- 

J ni1t1lJ s. R
 E. fiertt jÙpræ diflum 
fl, Ùltegrtt1lJ J fE ab.f- 
" fJtU! ul/a dimÙmtÎone, at8J'te diffiettltate ll/iqull t'edtteatftr. 
" ,Salvo tame11 femper ill omnilms ljufdem S. R. E. jt/re., 
b IlC propriet4te. Lottario morì I' anno II 3;-. e due anni do- 
" po morì il Genero, feOla che paHàHe l'inveiHtura nell' u- 
n nico figlio Arrigo Leone. In tanto tra per r indolenza del 
n Re Corrado III. e per Ie veíTazioni grandiffime, che reca- 
" vano a' Pontefic} gti Arnaldifii, non folo Ie Cirtà lafciate 

J alia Chiefa da Matilda, ma anche alcune delle antichc Pon- 
" tificie .imitaron queUe di Lombardia, reggendofi a forma 
" di Repubblica. Succdfe poi I' anno II p.. ulLimo d' Eugenio 
n HI. Federigo Barbaroíf.a a Corrado, dalle cui azioni 
 che 
" l;imangono da' epilogarsi, apparirà 10 flaw delle Città d'I- 
" tali a , ed altre Provincie ancora. 
" Fcderigo, che vien chi,....mato dal Signor i
1rtl'atori nc1 
" Torno feguente (alUlO II 90.) UI:O de' piil gloriosi Princi- 
" pi, che abbian governato I'lmperio Romano, porta un c
- 
n rattere molto diverfo in ql1eHo \' oll1me, ncl quale 10 di- 
" vifa Qappertutto per uomo fanatico
 irreligiofo, e crude- 
." Ie. E che sia vero: \' ien egli in Italia la prim:l volta l' an- 
" no 1 15' 5'. per farlì coronare Imperadore: e ricevc per \'i
g- 
" gio Ambafciata folenne de' Romani guaHi da Arnaldo, che 
" chiedevano, ch' ei riduceíTe il govcrno di Roma all' ufo an- 
" tico. eïclufone il Pomificio. Ed egli fuperbamemc -- rif- 
" pofe 101'0 di mar:.wigliadì, che foHero venuti con penfiero 
" di dar h:gge a chi, siccome Principe e Sovrano di Ro- 
" ma 
 doveva egli imporla ad em --. Il buon Pontefice A- 
" driano IV. rifeppe da Federigo a Nepi, ove 
i trovarùno 
" insieme, la petizion de' Romani: e come guegli, chc a 
" quell' anil1)o gra\'}de, che moflrò a Surri negando di alTI- 
." lJlettere iì Re al bacio, fe non face\'a prima 11 fuo do- 
" v
re col Vicario di Criíl:o, uni\'a fomma prudenza, con- 
" sigliù il Re a fpedir fubito fue truppe ad impofieHarsi di 
" San Pietro, e della èittà Leonina. Fu fano , e fcgl1ì I" co- 
" ronazione a dì 18. Giugno fenza i Romani, che foprag- 

, giunti dopa la fe1Ìa call' anne, batterono, e furono bartu- 
." ti da'Tt::defchi. 11 Pometìce fe n' andò colI'Imperadorc a 
,., Tivoli, e fccero la fella di S. Pietro a Ponte Lucano. Qui- 
Tom. V 1. f " \i 



XLlJ 
" vi lafciò Federigo ingratamente iI Pontdìce fenl.' attende- 
" re nè promefre, ne' giuramemi. Appena giunto in Germa- 
" nia, comlnciò a monrar dilIàpori col Papa. L' aver cgli 
" d.H:1 1:1 pace a Guglielmo Principe fuo vallalIo, ed aceor- 
" daro il ritolo di Re fè1iZIl pIlrticifJIlZio 1 1e a/culla. eá Il.f- 
" fè/
(o filO fu gran delir to. 5i aggiunfero nuovi diHapori 
" d,llla liniltra interprer
rzione delle lettere Ponrificie, e con 
" queLlo mal talenro vienc in Ju
lia la feconda volta, can 
" aVt:r prevemivamenre, e indiftèrentememe avvHate'le Cit- 
" tà d' Italia, anchc dello Haw dclla Lhieta di mandaI' trup- 
" pe at fuo campo per invdlir Mlano, cd avert: ulare altre 
'" oHilirà, ehe dit etramente ferivano 1:1 Sama 
ede. . 
" L'anno I15'
L dopo aver farta provare la fua tierez7.1 a 
" varie Ciuà di Lombardia, coílrinte l\1i1.1llo ad una COffi- 
" paHionevole refa. Indi tenne una Dicta generale in Ron- 
" caglia--lmervcnnero, parole del Sign. .Afurator;, tutri i 
" V cfcovi, Principi, e Confo1i e fmono anche chiamari gti 
" allara quanro famofi Lettori delle kggi n.:1Io iludio di Bo- 
" logna, cioè Bttlgaro, Martino Goj}ia, Jacopo, ed 'Vgo- 
" 11e da Porta Rllveg"a111l, turd e GuatfJ'O ditcepoti di qudl' 
" Irnerio, 0 fia Guarnieri, che di fopra vedemmo primo 
" interprete delle leggi in Bologna. Imerrogari coHot'O, di 
" chi toirero Ie Regatie, cioè i Ducati, i Marchefari, Ie 
" Contee, i ConfolatÏ, Ie Zccche, i Dazj, Ie Gabelle, i 
" Porti, i \lulini, Ie Peftagioni, ed alrn lìmili provemi: 
" Tutto, futtò, gridarono que' gran Dottori, è dell'1111pe- 
" radore --. Gnde tutti que' Principi, e 
ignori cederono 
" ogni lor diritto a Federigo, 11 qua]c per gran favore 11- 
" ]afcionne alcuni a chi produffe ]ndulti, e Diplomi Impe- 
" ria1i, e guadagnò con tal fentenza di que' Dotrori 30. fili- 
" la talenti annui. Narr
to poi quc1 faHO celebre del pala- 
" freno donaro delll'lmperadore a l\.1anino, perchè ,comro 
" il femimento di Bulgaro affermò ef1Ú ]' ]mperadore giu- 
" ridicameme padrone di runo 'I Mondo, così profegue--Gua- 
" dagnò ben Fcderigo con poc.t f<(rica il dOlfJÏnio di turto 
" il Mondo. Sarebbe prima Hata da ,'eclere fe i Franlcfi, 
" Spagnuoli, lnglelì, c molto più fe i Greci, i Perlìani, i 
" Cinefi &c. la imendeffero così. Ah! che l' adulazione fem- 
" pre è nata 1a ben veduta nelle Corti de' Pl'incipi -.eo Claulula 
" veri1lìma, anche per conto di chi la pronunzia, come 10 
" pro- 



XLllJ 
" prova ciò che abbiam riferito, e che riferiremo in avve- 
" nire, feoza punta adular la Corte, in cui fcri\'iamo _ La 
" verità, e la giuilizi3 abborrifcono tal maniera di fcrive- 
" re; e Ja Santa Sede per giuilificare i faoi diritti non ha 
'" d' uopo di adulazioni. La nuda, e femplice efpofizione de' 
" fani,. fenza Hender Ie pretenJìoni oltre al giu1lo, pone in 
" chiaro ciò che è di fua ragione, e ciò che Ie fu ufurpa- 
" to. 
Ia profeguiamo Ie azioni d' uno de' maggiori . ufurpa- 
" tori, che fia {taro mai., qual 10 defcrive il Sig. .AfHratori. 
" Dicemmo già, che avendo invaíì Federigo r an. I I 5' 4- 
" i beni e gli Stati di Matiida, Adriano IV., che per allo- 
" ra tacque, dovendola far con un Principe, a crtÏ coj1a'vtl 
" poco J,' eecidìo de/J{/, Città, come dice all' anno feguente il 
" Sig. Mtlratori, avea mandati I'anno II 5'9. i fuoi Legati 
" per ripetere fra Ie altrc cof
 Ie Regalie di San Pietro, Ie 
" quali poco fa udimmo interpretarfi per r Imperadore 'l)tt- 
" chllti, .1I1archefàti &c. e aHora Ie udimmo interprctar 
" poderi, pcrchè Regalie della S. Serle. Or' a quem Legati 
" egli rilþofe al1ai alto. Nam (R3devic. lib. 2. CIlP. 30.) 
" fjllum di'V;'11l ordi1latione lmprrator 
 diear, W fim, 
" fþeciem talltum VomÙJaJltis e]JÙzgo, 1$ Ì1ttlne tttil/tle por- 
" to 1tOmen, lie jÙle t'
, /ì Vrbis. Romæ de m4111t 1t
flrll po- 
" teßas fuerit eXC1
lTtl. Ci ferviamo volentieri de'Tetli la- 
" tini, perchè neUe traduzioni perdono r.nolra d. encrgi-1, 
" come fegue anche quì, ove dice il noUro Annali1ia: -- Pa- 
" r
ndog1i di divenrare un Imperadore de' Romani di folo 
" nome, e d-a feena, quando fe gli volèHè Ievare Dgni pa- 
" tere e dominio in Roma - _ Morì 10 tteiIo anno il Pon- 
" tdice, e gli fu daro Iegittimamemc per SucceHore Alef-' 
" fandro Ill. E neUo tteHo giomo Ottavi.mo Cardinale di 
" Santa Cecilia invade il Pontificato, e vicn l' anno fegucnte: 
" leginirnato da Federigo nel ConciliaboIo di Pavia, e da 
" quì innan1.i d' accordo cog1i 
èismatici tiranneggia in It.\- 
" li
\. La crudc-1[à di maggioI' fucct\]ü fu quella utàt
 ran. 
" n62. contro Milano, ipianando la Cinà da' tondamenti, 
" e -- affinchè reHat1e memoria, dice il 
ig. frlrtratori, ddia 
" fua crudeltà, il DiplomJ 9 0 Privilegio de' Genovcfi lì vede 
" dato: Papiæ "pud S. Satvlltorem iN 'Plllatio Impcrato- 
" ris poft deJirtdli011em Medioillni -- _ Perciocchè tuna lta- 
." Iia fpavenrat3 da sì fiero efempio gli fi fottomife. 
fz.. " Non 



XLJV 
" Non dee tralafciarfì la rifletIione del big. Murlltori 
" fu tal parricofare. 
- Curiofa cofà è, egli dice, it vedere 
" con che generolÌtà Federigo diede allora in feudo al Po- 
" pol Genovefe SyrtfC1ljànllm Civitllum CHm perti"enriÚ 
" fiÚs, 
 tlHcentas qttin1'lllgÙJtll Cabal/Mias terr4 in J7a/l
 
" Nothi &c. 
 in unaqullrue Civifllte mllrit;ma, qU4 pro- 
" pitia Vivinitate a nO/its cllpta ft'
rit, Ruga11l Unll11l eo- 
n rum IJegotiationiblu conven;e1Jt"em cum Eee/efts, bal1leo J 
" fUIJdico, fE ftlrlJo" con alo'e liheralità. Ma il proverbio 
" dice, che il fare i conti fulla pelle delJ'Orfo vivo,. non 
" fempre riefce --. QueUo proverbio nafce da una nO\1el- 
" lerra contara 300. anni dopa queHi tempi da Fedcrigo 
" IV. Imperadore favio e accorto, all' Ambafciatore del Re 
" di Francia Luigi XI. che faccva i conti fulle Città da 
" conquifiarlÎ; e leggefi nelle memorie di Comines lib. 4. 
" Cll:p. 3. Noi vogliamo quì rammentarla al Lenore, si per 
" chiarezza del proverbio del Sig. }'luratori, e 5ì 
mcora. 
" perchè fpiega a maraviglia il caratterc di Barbarofla. 
", Difs' egli dunque aU' Ambafciatore, che infeitati una volta 
" i comorni di certa Città d' A]emagnêl da un .fieriflimo Or- 
" 10, venne talemo a tre gran Tavernieri e Bevitori d
 farne. 
;; preda. 

 perciocchè erano debitori ad, un loro OHe, 10 
" pregarono a tàr ]oro nuova credenza d' un pranzo 
 che in 
" meno di due giorni I' avrebbero interameme foddisfauo 
" colla pel1e de]]' Orfo, il eui valore fupcrava i1 10 1 " dehiro. 
" Poco lungi daHa Città incontrarono I' Orfo inafpcttara- 
" mente" e coníìg]iaÏi dal1a paura, uno corre a vola \"erfo 
" la Città; fopra un 21bero falifce un altro; e il terzo IÌ 
,; gena a terra per mono. Sopragiunta la fiera pone il mufo 
" ful vifo di queHo, e fiuta Ie orecehie, per femir fe era 
" veramente mono (che non fuol nuocere a' morti ), e cre- 
" dutolo tale, {ì parte. Appena il fÌnto mono Ii vide li- 
" bero, corfe anch' egli aHa Città, e prima di arrivarvi, rag- 
" giunto da quello dcII' albero, fu imerrogaw con 
iura- 
" menta di fede, qual fegrew g1i avef1e comunkato l' 01'- 
" fo: Egli mi diceva, rifpofe, eh' io mai più non faceffi 
" mercato della pelle deU' Orfo, infino a tamo che la be- 
" ilia non foITe marta. 
" Cas} accaddc a BarbaroíI'a'. GJi fi ribe]]arono tutte 
" Ie Ciuà di Lombardia, e feecro 1a ilrepitola lega off
n.. 
" 1ìva 



XLV 
'" fÌV,1, e ditèn1ìva', che accennammo, allc quali s' unì an- 
n' che Milano l' anno II67,,. rinafcendo a poco a poco rulle 
,
 fue ruine. In tale occafione i \1ilanefi co' CremoneíÌ, e 
" Piacentini fondarono a onor del Papa la nuova Cutà d' A- 
" leíTandria, detta della Paglia, dalla copertura fretrolofa 
" delle Cafe, e refa indi a poco tributaria aHa S. Se.de. Net 
n predetto anno Federigo affediava Ancona per cacciarne 
" i Greci, non già in adempimento del fuo dovere eolla. 
" Santa Sede, IDa per aumentare Ie ufurpu.ioni. AlIa fieffo 
" fine calava in Puglia, intermefTo quell' afledio: quando 
,,.. prima di palTare il Tranto accorfe in ajuto di Pafquale 
" Antipapa, che era a Viterbo in gran pericolo per gli a- 
n juti venuti daUa Sicilia. a Papa Alelfandro. Gli riufd di 
" cacciaI' di Roma il Pontefice, Habiliryi l' Amipapa, e farIo 
" riconofcerc a' Romani, muniti in premia di efen1.ioni e 
" privilegj. Cmì colI' idea di eß'er padrane del ìVlonda, u- 
" furpava il turto, e di tutro inve!liva. Nan'a in tal pra- 
" poiìw it Sig. MUr'lltori aU' anno II 64-. , che FeJeriga" 
,., benchè aveHè inveHito della Sardegna Gl1elfo, VI. ruo Zio, 
,., ne invdlì anche uno de' quanro Regoli, a fian Giudici 
" di quell' Ifola, chiamata BarllJont, creandalo Re da Sce- 
" na, e neno Herro anno ne inve1lì anche i Pifani. Nd fo- 
" pradetto anno però, ponendo la cofa in ferio-, così ra- 
" giona: -- Imanto venne Dio a vi/itare i peccati, e l' al-, 
" terigia dell' Imperador Federig!), Principe, che nulla men a 
" m
dita\'a, che di mettere in ca(ene I' Iralia tuna,. e per 
" politica andava fomentanðo il deplorabile fcisma della 
" Chiefa di Dio --. Tat vHìta fu Ia pefiilenza repemina, 
" che gli diihl1tTe l' efercito, e l' obbligò a sloggiar difono- 
" rata da Roma. Giunto in Lombardia trovò turto in ri- 
" volta: onde egli, -- al cui cenno tremavan dianzi mtte 
" Ie Ciuà -Italiaoe, e che già per decilìone de' vanifIimi 
" Dotton di que' tempi era Hato dichiarato padron del Man- 
>> do, IÌ vide in fine ridotto a fuggirfene vergognofamente 
>> d' Italia fotto un abito di viI famigtio contra lmperllto- 
" riam dignitatem, come dice Gouifredo '\1onaco: tardi 
" conafcendo, che più colla c1emenza, e colla mJnfue[n
 
,
 dine, che colla crudelrà, ed alterigia Ii fuol far guada- 
" gno, e che per voler troppo, 
ne fpeíTo tuna fi 
" perde 


" A que- 


, 



. 
XLVJ 
" A queHo, e ad Arrigo V. e agti a1rri invafor1 'dello 
" Seato EcclclìaHico, giacchè gli vede fempre, e gli con- 
" feLIi:\ puniti da Dio:J avrebbe meglio, che -ad Innocen2.o 
" II., e a'Succeflori all'anno 1139. data il Sig. .AltlrlltfJri 
" que1 
uo zelame. avvifo -- a cui, e a gli altri fuo; :;uc- 
" ceíTon volle Iddto dare un nuovo ncordo di quel ver- 
" feno del Salmo: Hi in cttrribtl.r, 
hi in etjtJis: 1JfU 4U- 
" tem in nomÙte Vá Iloflri invoct'lvimus --: aH1nchè a gwfa 
" del Santo Re Davide fi armafTero conrro i Nemici della 

, Chiefa, e imploralfero alla giuttizia della lor guerra il Di- 
" v;no ajuto. E ad InnocenLo, II., e a ruui gli alai Pon- 
" refici, che ad efempio di S. Leone IX. ufarono efereid 
" per difcnder gli Sr3tÍ della Chicfa, non per ufurpare gli 
" aJrrui, deve plunoHo adattarfi il verfeuo, che iegue 11<:1 
" medefimo Salmo: lpli obti/l.ati fimt, 
 cecíder.tmt, nos 
" Ill/tem fitl're:áwll. r , W eretli fil1nus. 
Ora per dire :..mcor noi <Jua1che cora fu queHo 1'01110 
VI. non può aver Iuogo il femimenro del A1rlrlltori, ovc 
all' an. 1026. dopo aver rifcri[O ciò che fcrive \\'ippone di 
Corrado, cioè, che con gran poddl:ì rcgnÒ in Ravenna: 
Ctlm magna pute.flate ibi reg1/avit; co
ì foggiunge: 11 che 
ftmpre pÙì ci a.lßCllrll, che Ra.veltnll ('o/, fNO Ejàrcllfo cro 
atJora" a1lzi dll g,'Il,,, tempo, comprefa u,.1 Regllo J'lfllJiIl. 
Che Ravenna, ea il fuo Efarcaro, e aHora., c prima fpet- 
ta{Ic al dominio fovlano della S. Sede; 10 confeJIà l'iHelIo 
Pagi nella Vita di Stefano II. 
. 1.0. ove così fcrive: l/1ftd 
rerttJm videtu1" Adnotatori Bllrollii, Il(; hoc fe npo1'c ple- 
1I1lm in rebll.r CiviJibtls admÙÛþrlltiol1em PO'I! 
fices Roma- 
l/OS, tam Romæ, quam ill EXllrcblltu RIlVeltlZateilji eJl:er- 
rrJ
/!e, wift rebetJiollZnn motibtts aliq111l/Jdo impeJirentttr. 
Che poi Corrado vi regnaíTe cum magna fote{latc, queíto 
può rifcrirlì alIa fua prf'potenz.1, e .ingiuHi"Lia; i1 che cleve 
conc
dedì dall' iitetlo Mt I'lltor;, il qllale antcccdentemenre 
al1'Hteífo anno riferifce Ie fee!erate ed abhominevoli azioni 
di eHD Corrado farte nd Pa\ ere, maravigliandofì ancora, 
chc it hU01l Iripto1fc Je 1'accn Iti fJtUlft come l!,Jorioje pro- 
dc:::,ze del Re Corrado. 
Dire inoltre all' anno 1027. il ./Ihtl'otori, che lJora 
molte Cbieft d'Italia, maf/imamente Ie maggÎ()ri, a'L't' IJO ; 
lor Cardi111l1i at pari delta Chic/a ROmal!tl. Che antkJ- 
men- 



XLVI] 
mente ciafdr
duno'l' ch' era Prete, 0 Di,lcono Titolare- 
di quakhe Chief.\, ')ueHo Ii chiamalle Prete, 0 Dia- 
cono Cardinale di quell", Chiefa, con varj etempj 10 dimo- 
{lra il Tomalìni nella fua vecchi,\ e nuova dilciplina della 
Chiefa Part. 1. lib. 2., \1a non lì può gial11mai alferire fon- 
datamente, che in ap?relIo'l e fpecialmeme nel Secolo XI. 
Motte Chteft d'ltlltia. m(lJlìmame1tU Ie mllggiori 'aveano i 
lor Cllrdmaii III pari deUIl Chie/a Romanil: paffando (ra 
eili una gran didercnza notata già da varj C:moniHi'l de' 
quali fa ml:nzione an co il Fagnani al Capo BOlle memori
, 
'De pofllllatiolle Prælator1/m, num. 14. e If. dove co
ì- di- 
ce: Confimiles Ca1tonici Cardinales funt etiam in Ecet
{ia 
Compofle//aTla. & A1edioia11e1lfi'l Itee tllmen ftctmdtlm //b- 
blltem hic num., 3- ßmt vere CllrdÙtnits, fèd tates mt1lell- 
pantur h01lf)ris cllufa ex privitegio P apæ, 
 drcuntllr Car- 
dina/es, fiCtlf dicittl-r Re:x; Scaceorum. 'It inqult Gtolfll in 
Cap. PuJor, 111 verbo'l Principem Mundi, 32.. 
Iæp. 2.. 
Sunt 'vero CardÙulles /ÙJC Pi/eo rubro, & /Ùze fie eo , tIt 
(one/ltdit Cardin. .'Jacobat. de Concll. lib. I. artic. I. nt/me 
2.71. I Cardinali dell a Chiefa Romana già. nel Secolo xl. 
avea-no una gran prerùgativa'l e molta aurorità'l della quale 
abbiamo a lungo parlatO ne i nofiri Commemarj al Ceri- 
moniale'della Chiefa R
mana, data ]a prima votta in luce 
da \1.ucello Vefcovo di Corfu, quantut1que l' Amore di 
elfo folre Agofiino Patriz.io I\1aettro delle Cerimonie 1'0[[0 
quatrro Papi'l e Vefcovo di Pienza. 
Per quel che Tiguarda r etez.ione de'Sommi Pontefici, 
dice il "'Jurator; all' 8nno 1047. ch' ella giuilamente fu ri- 
mella in piena liherrà del Clero Romano. che da molti fe- 
coli ti ufa, e ch' è da detìderare'l che fempre duri'l ma che 
net/' ifle.{ß umpo ce.l/ìllo Ie ftll11dlllofe trmgbezze de' COlleJa- 
'Vi, e Ü privllte PIlJlioni de'fllcri Elettori 111 Ilffllre di tllnt/!, 
;1J1Þortnnztl per ta ChieJa di 'Dio. EHendo I' elez.ione del 
P ,pa' aflàr
 dl fomm3 importanza per la Chiefa di Dio, non 
è maravig1ia'l fe per Ie varie emergcl1ze'l che fogliono ac- 
cad.ere fu queHo negol.io'l tal volta IÌ atlunghi il Cond,we, 
<]uamunque i 
o,nmi Pomefici, can varic Cofiituzioni rap- 
ponate- da noi ne Commt:marj al Cerimoniale della Chieta 
Romana fì fieno !lforzari di porvi opponuno rimedio. E fe 
a i CapiLOlr delle Chide Cattedrab da' bacri Canoni fu con- 
cello 



XL V 11 J 
ceHò di parer differire l' ele1.ione de' Vefcovi 1ìno a tre mefi., 
non nii pare che fi potIà110 redal guìre i Signuri Cardinali., 
fe diftèriOèro un poco più la ele1.ione del Ponteficc l\t1af- 
limo, Pailore della Chiefa univerfale, affine di efaminar bene 
Je qualità di chi devono eleggere. Quindi non è niaravi- 
glia, fe i Conclavi ralvolta Ii aUungano, non giàper la pri- 
va[a paiIione di quaJche Cardinale, ma per altre cagioni, 
aIle quali è foggeua piÜ che ogn' ahra, la ele1.ionc de'Papi. 
Fino ne' primi teeoH noi Jeggiamo lunghe vacazioni della 
Sede ApoHC'lica. Dopo la mone di S. Fabiano P.1pa, ,'acò 
Ia Sede Romana, al riferire del Pagi, un anno, ed alquami 
mefi, e poi fu eleno S. Cornelio nell' anno 2.,3. Siccomc 
ci atteUa i1 medefimo Amore, dopo la mone di S. 
ifio II, 
vacò la Scde a1JHO [ere 1'110, ,dopo del .quale fu elt'
to S. 
Dionifio all' anno 1,59. Sicchè nel ter1.o fecolo della Chiefa J 
an1.i circa la mctà del medeiÌmo, fi yeggono lunghe v.aca': 
zÌoni, quando per ahro dopo l' ultimo fcifma, appcna qual- 
che volta J' interregno Pomificio è 
uri\:a[O al mezzo an110. 
All' anno 1061. dove dopo aver deno eOer deg'Jlo di o.f. 
ftr'VtlZiOlle J che ill aiotJ/e Lett ere, e Ðiplowi Arrigo IV. 
nOli pera1iche Imperlldol'e, IIfa if titoJo di J(oma110rum Rex, 
fa <J..ueíl:a rWeffionc: 1/ che Vltf1/ jigllijicare qllalch
 co}a, 
111: Ii trUfJva ufato ,dll'fuoi Predece.flol'i. Egli non dice cofa 
vogIia fignificare, e pure chiaramente ci dà ad imende-re. 
che que-H' Arrigo fu il primo, che iì era ufurpato qud JÜ:' 
tolo, e gi uHo appunto, perchè non 1ì trova ufaw da' (uoi 
PredeceHori. Quanto fotle fcellerato queHo Principe, e ne- 
mico della Sede ApoUolica, è. now fino a chi i: poco ver- 
faw nella .5toria Ecclel.ìaUica. .Secondo l' Abbate Urfþergenfc 
neJ fuo Cronico pag. 192.. .da turri i Catwlici iu .deno .Ár- 
chipi]"llta J JIÆreßarcll, 
 Apoflatll. Eg\i non contento del 
folo tÎwlo di Re .de' Romani J aHediò anchc Roma, e la 
prefe; il che altro non può íìgnifi.care., che una fua oHinata 
oíl:ilità contro la Chiefa Romana, cd i P.api; íìcchè obbJi- 
gò S. Gregorio \'11. a più volle fcommun1carlo, e dichia- 
mrlo decaduto dalI' Impct;o. L' iHefÌo Alterato'ri in guefio 
Torno \'1. de' fuoi Annali abgaHanL<1 ci fa conofcere qu.mt' 
empio foOe Arrigo IV. onde non fa d' nopo, che io fu queflo 
p:uticolare più mi dilunghi. 


E -ro- 



. 


. 
XLJX 
E' COf.1 degn;\ da notadì, che quantunque quctlo iIlu- 
fire Scrittore a cagione delIct fua preoccupata opinione ab.... 
bia fcritto,foveme con qualche durel.za, per queUo riguar
- 
da l' antico alTolmo dominio temporale de' Papi su de'loro 
Stati, pure egli medefimo ci fom niniitra argomenti per con- 
fmarlo. A:lI'anno 1063. dice, che Alel[mdro- U. rallegran- 
d'oli aHttHfimo dell
 virtorie riportate dal Conte Ruggieri 
contro de' nemici della Croce, fþedi anch', egli tI, Ruggieri 
III Bandierll di S. PIetro, per mag
iorl"lJr1t'l' a,Û'JllZrlfJ a, 
p1't(}lègtÛr quell'imprefà. Oke p.'nm,
'lte aU' an. 1069. cha' 
1'ifieHo Papa la mandò aJ Erlemb,lldo Cûtra; e all' an. 1078. 
che Gregorio VII. la diede a Ròberto Guifcardo, dopo 
che quem diede foddisf."Ûone' at Papa, e preUò al rnede- 
fimo fcdelÙ, ed omaggio. Ed eeco manifcHo per bocca 
del Sig. Muratori, che la tradizione del Vellì1lo di S. Pie- 
tro fana da' P.1pi a' Principi, non fignifica quel1a forta di 
dominio, ch'egli pretende nel Tórno IV. ma più to11o quella 
fpi'egata da me, nella Prefazione di ello Tomo IV. 
Or lafciando ahre cofe, dene e ridette in qud1:o To- 
rno d-al Af1tïatOl'Î, e già notate dal GiornahHa, e da m 
i.mche ribunate nelle Pret:1Zioni de' Tomi amecedenti, me- 
rita confutazione l' ef prellìone del citato ..\utor<;, che fa 
all' anno 11'1.8. ove parlando della In,lulgenza Plenaria con- 

eduta da Onorio Papa II.. a chi morÜfe nella fpediiione 
contro Ruggieri Come di Sicilia, che avea ufurparo varj 
luoghi dipcndemi dalla Chielà Romana, così foggiunge: 
Ripiego PrllfJO, che t11ttavia comÙlciò a diventare a/tll mo- 
da, con-far jèrvif'e la Retigione Il gl' Í1tterej]i temporllti. 
Quello non è UI1 ripiego Hrano, lTI.1. giuUo, praticaro da 
piit Sommi Pontdlci, cd approvato da graviHìmi Amori, 

ra' q',uIi può vederG il dottiHìmo CriHiano Lupo in una 
tua Di1lèrraZ10'1e, imitolata, oDe pecclltortlm, 
 .fatisfalllo- 
num 11Idltlgel1tÌ1s. La Chiera per bene anchc' della Reli- 
gione deve con(ervare i fuoi beni temporali, e ficcome A. 
letlàndro II. porè giul\:.amenre concedere 1',lndulgenza,al Come' 
R
lggieri, ed, a tutti coloro, chp. combalterono comro gl'ln- 
feddi, che aveano occupara la Sicilia, co
ì mùho più la 
può concedere a qudli, i guali prendono l' armi contra quei, 
che invadono g1i S[alÏ della Chiela., D..?lIa detta InduJgenLa 
di Ale1fandro 11. ohre ad altri Autori, fa menzione ancora 
il Pa., 



. 


L 
il P agi nella Vita di eWo Pont('nce al S. X X ILl. Siccome 
parimcnte la Chiefa giullamenre fcomunica gl' invafori de' 
beni altrui, così molto più può fcomullicare coloro, che oc- 
cupano i fuoi proprj beni, i quali per altro fervono a con- 
fervare la Religione. Ecco fu di ciò la dottrina di S. Tom- 
maro nel libro IV. delle fentenze, Difiinzione XX. Que- 
lHone II. Anicolo III. Tcmpo'ralill Ild Spiritulllia ordintlH- 
tur, qui(
 propter .fpiritttlltill temporalilms uti dt!hem.us, W 
ideo pro te;'lporaliblu jimpliciter ll()N poteft fieri bldulge1z- 
tin, Jèd 'pro tempo'f'alihíJs ordi1uz.tis Ild Spirittllllia, ficut 
regreffio ÙÛmieOrft1J) , EecLeßæ, qui pacem Ecclepæ ;ertur- 
lillltt, vel fief.Jt CfmflrJJi'!io Ecctejiarum, 
 p01tJÙtm, & Illill- 
rum e/eemo.ß'narutll eoJl/ltio C:)e. E tanto ha1li a dirnofirare 
chiara mente ellersi ingannato i1 lrJurlltori in dire, che fu 
thano ripiego queUo d' Onorio II. in concedere Indulgenza 
Ph
naria a quei, che combattevano conrro coloro, che ufur- 
pato aveano i luoghi dipendenti dalla Chiefa Roman:}. 
Finalmente quamunque il .ftful'at(jri in qucilo Torno, 
siccome negli altn ha dette atcune cofe con delle efpreffio-. 
oi non poco dure, pure bifogna conteßàre, che tanto in 
que,to Torno, come negli altri mohiffime cofe ha fpie
ato 
con decoro della Sede ApoHolica, e de'Sommi Pontefici; 
sicchè nön può giammai aver luogo iI fentimento di alcuni, 
i quali, non fo da quale fpirito moHì, 10 predicano fenza 
alcun ritcgno t come nemico giurato del1a Chiefa Roma.na, 
cd anche della Cauolica Religione. 


... 


.. 


GLI 



I 


G L I 


ANNALI 


Ð' IT ALIA 


Dal principio dell' Era V olgare 
iÌno all' Anno 175 o. 


.. 


ANN 0 DIe R 1ST 0 MI. IN D I Z ION E XIV. 
DI S I L V I S T Roll. Papa 3. 
DI 0 T TON E III. Re 19. lmperadore 16. 


_ 1 A 1\1 giunti al principiQ del Secolo Undccimo, Se- Ex A Vol
. 
f; 

-' 
= ' cola, chc rrodu/lè una murazionc: infignc di gnvcr- ANN. 1001. 

-
 
 "0 e d. conum; ;..e fopraturro ci f"à. vedere ;n rona 

. '
, '1ii; 11 SacerdozlO colI Impeno, ewe un IhaJe dl grdvi 
; '. o:'"
 'Þ
 Ccandali e Cconceni non menD in Italia, chc in Ger- 

 :
- 
 mania. Ma ritornando al fila ddla Sroria, noi Cap- 
tt....., 
... t:_

 piamo da S. Picr Damiano (g), chc DUone III, Au- (a' 1!tt
UI 
guflo, perchè fi Centiva mordere la colcienza d' avc:r D,amlQnz 
fotto la fede dd glUl.J.mento ingannato e fatto decollare erc:Ccenzio VIt. f.ii R,- 
ConCole Romano nell' :mno 998. c ne volèa far penitenza, dopa avt'l" ::;
 1.5. 
confdfaro Ii luo f<illlo a S. Romoaldo Ahbate, per configlio dl lui, (*) 
l1ud,S pedibllS d
 R,mana Urbe p,.ogredi
Hs ,.fie ufquc in Garg.num Alonum ad b 
[anEti JHÙhaÛis pe1r
xit Eecltfiam. Leone Olbc:nfè (b) ml:(t(: qudto pdlc- 
J;;:j,s in 
grm;;ggio dell' lmperadorc lotto l'anno precedente 1000. con aggiugne- ClmmlD. 
crom. 171. A re, 
(*) a piè nudi ufcmdo di Roma, così .'1dò fino ,ll Monte Gargano lItll(; 
Chit[a di S. Jl,1i&htle. 



2. ANN ALl n' I TAL I ^. 
ERA Volg. re, che pafT'anrlo per Benevento feee ifi:aoza a qu-;:' Cina dini d' avere 
Ar;r;. 1001. il Corpo di S. ß.molomeo Apo{lolo G.\ riporre nella. ehic:fa di Santo 
Adalb
rto, ch' egli facea fabbricare .nell' Ifola del Tevere in Roma, 
e fommam.ente ddiJerava di arricchir di fante Reliquie. Gli accorti 
Benevenrani, giacchè non ardivano di opporfi all:\. dlmanda 3t1torevole 
dell' ImperaJore, in vece del Corpo dell'Apoftolo, gli mollrarono e 
dJedero il Corpo di S. Paolino Vefcovo di Nola: con cui egli tutto 
cO,otento, ma mgannato fe n' an
ò., Perci,ò i
 ear
inale Orfino, po- 
[cia Iknedeno X II I. Papa, a 1 dl noUn vigorolamente {oil,nne il 
pntTdlo de Benevemani contra ie pretenfioni de' Romani, gÌJcchè fi 
atmbuilce "una e l"altra eiu;Ì il.Corpo di qudl' .'\po!lolo-. Eben 
prevale l' autorità. dell' Ofiienfe a gli Autori del Sccolo fu!1èguente, 
che divert3mente ne fcrHTcro. Seguita poi a dire Leone OÙicnfe, 
che: [copeno I'inganno, s' adirò forre I'lmperadore contra de ßenc- 
velltani, e percio (*) jèqNtnti tempore perrexit Uerum fuper BeneVtntlml, 
& objèdit eam ,mdique per dies muJtos. Sed nihil advcrfus eam pr
va'ens, 
Romam reverfus. efl. Unde vix ad futl reverti difpotlens mortuus efl. La 
motte di Ottont: II J. cadJe nel Gennaio dell' anno fegueme. Parreb- 
be perciò che in qudl:.' anno fegulf1è l' alTedio di Benevento. In fani 
(a) RPmual
 Romoaldo Salernirano (a) fcrive, che Ottone Ill. objèderat Beneven- 
tl
s Salrr- lum Anno Ail. 1ndiElione 1JT. (vuol dire X/Y.) & atriter jpfam Ci- 
DI
.InU.S vltatem expugnans vi ceperat. Contuttociò non pare alTai cereo qudto 

o::'n1;il. a(redio, e molto meno è da credere, cb' egli prendc{fe quella Città. 
J.l..er. Italic., E quando pur foíTe fucceduto, ddncile è 10 ftabilirne il tempo, cioò 
fe nel preft:nte, 0 nd preeedente anno. Cr
do bensi, che ful princi- 
pio di quell' anno fuecedeíTe I" a(fedio di TivoJi. Tangmaro Prete" 
Scrittore conternporaneo nella Vita di S. Bervardo V dèovo d' JJdc- 
(b) Tanf- feim (b), racconta, che quel fJIUO Prelaw a caglOne d' una comro- 
marus in verfia inforra fra lui e Wil/igz{o. 
o\rcivefcovo di Magonza, arrivò a 
Ylta
: ;e7 Roma nd dl 4. di GennalO deWanno prefente, cd c1pofc Ie fue que- 
;

;t:r.' , rele al pii.flìmo Papa Silveflro, all'lmperadore Ouone, di cui era flaw 
Brunsvi-, MaeUro, e ad Arrigo Dum di Baviera, che fi troVava aHora alla Cone 
{en!- Le16- d'dTo Imperadore. Fu raunato un Concilio, deeifo in favorc di lui, 
>JltII., e fpedito in Germania FederigtJ CardlOale dell:! faota Romana ehicfa, 
Sa(fone di N azione, per terrninar qlldla briga con un' ahro Coneilio. 
In que' giorni,_ feguita a dir
 Timgmaro, avea l' Imperadore Ouone 
imrapre10 l' aíTedlo di Tivoli con tUt[Cl Ie macchine di guerra, c fa-. 
cea gran guerra a qudla Città. S. Pier Damiano [crive, che l' ori- 
gine d' eíTa venne dall' avere quel Popolo uccifo Mazzolino, Dllca 0, 
fia Capitano d' eíTo Augufto Onone Ill. e dall' aver- anche obbliga- 
to 10 IteíTo Imperadore a fcappare dalla Città. Ma Tangmaro glTai 
dl a conofcere, che la lite era iofona fra i Romani, e quei di TJVoIi i 
e per- 
{
 dipoi nuovamente andò {opra Benevento, e la cinfe d' affidio pet' molti.. 
tJorni. Ollde tJppena rifolvendo di ritorn
rfene a'Juoi, morl., 



A. N N A L ). D' I TAL I A. 3 
e pcrciocchè Ottone inc1inava in favor de' Romani, i Tiburtini fi ri- I! R A Volg: 
bdlarono, e fu necdlìtato l'Imperadore a prendere I' armi cc:>nua di ANNO 100(. 
10m, ma con trovare que!l' oflò riù duro di quel, che fi penlava. Se 
vogliam cr
dere al me
efi,mo .5. P,ier, DJ.miano. (
), fi tranava dl met- (a) Petrus 
tere a 61 dl fpada tutu gh abm:nu dl quella Cltta; ma buon pcr loro, Damiani 
che capitò in queUe parti S. Romoaldo Abbate, per rinunziare la in Vita 5,. 
Badia di Cla(fe. S' interpofe cgli, tr:mò d' accordo, e feçe che l' adl- :R01nuld,. 
1'.1[0 AuguHo fi comentò, che -Guel Po polo atterraí1è una pane- delle 
mura, gli deOe de gli -ofiaggi,e in mano r ucci(ore del ruo _ U t1zlalc. 
Cosi fu, e il Samo o[[(;nne anche dalla Madre ddl' ucciio 1.1 vita 
dell' ucci(ore. Come fieno ficuri i racconti di S. Pier Damiano't che 
nè pur' era nato in que' tempi, fi raccoglierà dal confrontarli colla naT- 
rativa di Tangmaro Prete, il qua Ie con S. Bervardo fi tfOVÒ prefen- 
te a quefio fauo. Nulla fcrive egh di S. Romoaldo, ma benSI che 
trovando l'Imperadore gran rt:filleoza ne gli a(ft:diati, e .ddiderando 
di u(cir di quefto Impegno fenza dilònore.: Papa Silveltro, e il V c- 
fcovo Bervardo, rno'Íli da Eccleiialtico zelo, fecem i Uan1.a d' entrare 
in Tivoli. Vi furono con giubilo accolti, e dl(po(ero quel .Popolo a 
ri(ouomenerfi lmperatu1"is diti(Jni, con renderfi a dderezione. 11 dì ie- 
gueme u(cirono (*') cunéli primarii Gi'Ves nudi, fem(Jralibus tantum teéli, 
tltxtra gladios, iteva ftopas (ßagelli) ad Palatmm prætendentes; Jmpe- 
rÙlli jure fè fubaEl(Js; nil pacijâ, nec ip/àm fjuidem vÚtlm; qUOi diJ!.'JOS jlt- 
JicaVe1"it , mje feriat, "'lie! pro miftl ;cordia ad palum (c/Jpis exa11Jlnal i /<,1- 
.ei..!t ; fi muros Urbis ad fo:um cOn/planar; votis ejlts juppetat, promtos Ji. 

enti animo cU12fla exfrqui, 
ec juJlis ejus lIfajejiaris, dum <;;iv.mt, cMtra- 
-tliflur(JS. L'Imperadore alle pn:ðhiere <lei Papa e del V efcovo, loro 
perdonò, e rello conchiu(o di non difiruggere queUa Cinà. .Not1nfi 
queUe parole de' Tivolefi: imperiali jure je (ubaflos. In tali cafi and a- 
vano i Nobili a chledere perdono -col metterfi la fpada al collo, per 
-dichiararfi tiegni -del taglio della lena. Gr Ignobllì portavano la corda 
al collo, ptr plOtctlarfi degni d' elTere impiccati. 
TorOlamo ()ra a S. her Damiano, il quale ci fa fapere, ch
 
Onone III. venne a Ravenna nelP anno prefenre, ed ivi atte(e a tàr 
penitenza de' fuoi falli nel Monillero dl Cla(fe. Ecco Ie fue parole: 
(b) .Per tot
m e
iam Q!fa
ragefimam in GlafJè.nft 
lonajierio heatz Apo/li- (b) 1åt11/1- 
11arli, pllum þ!u adhærenlzbus, manJit. Ubz JCJumo & pfalmod;
, prout Ulp. J.S. 
A L 
ak- 


(-) tutti ; pri
ci
ali Gittadini nudi, foillmente ricoperti da j calzoni, por- 
tando avantz dt fè al Palazzo nella dejira Ie Spade, nella finijira Ie 
frujie; e.1Jèr :egíing flggettati dal dritto Imperiale; di IJ;ente capito/are 
'/
ppll
e de/
a 'VIta m
de(ima; colla .fpada ferifta -quei, cbe ne avra giu
 
dt
att degnz, -0 per pleta flagellar g/z faccz.J ad una colonna; Je gJi ba- 
fit? che ie 

r
 de/la Città þ
110 ,(pia
ate a tena, tffir pronti ad eft- 
gutr 'VolentlerJ 11 tutto, nè mal, lor 'VJta duraT/te, eJJcr per &Qntradire 
a i Comandi di fua iHacflà. 



t It A Volg, 
ASNO 1001. 


t,\) fllitiqu. 
11 If. Dif- 
J.rt. -. 


(b) I
idtm 
Dlfferl. :0. 


(c) Ibidt1n 
Dir[rrt. 66. 


(d) Ibidem 
Differl. '3. 


4- ANN ALl n' I TAL 1 A. 
valebat, intentus, cilicio ad carnem indtltus, aurata de[t'p
r p'trpura t
lTe- 
batur. Leclo etiam fu'gmÛbus palliis prato, ip{e ill (lor
tI tI
 p Ipyri) c
n- 
lef/a tmera delic.lti corporis memfJra terebat. Pr
mijit Itaque Romualdo, 
quod Jr"'>erium relinquC11s, i\1u'J'lchicum [u{ciperet 'Hbitum &c. C,,) Chc 
Ottone II I. fotTe'in Ravenna neI dì 2,'). dl Apnle, fi puo anche In- 
tende:re da un ruo Diploma confermatorio dc= i pri\"ilegj del Moni- 
1lero ddle !'vlonache delta Po{tc=rla di Pavia, a petizlOne 01 Pietro Ve- 
fcovo di Como cd Arcicagcelliere, c di Otton
 eonte dc=l P alazz') , 
Nipote d' effi) Vefcovo. Fu daro qucl Diploma (if) XU. Ka/
ndas 
Mai, AulZO Dominic
 Inc.'lr.'/l.tionis J
li"e/ìmo Primo, [ndiclio JI X J 11 J. 
Anno 1ercii Ottonis Reznantis XVII, Imp
rii 17. ÂC11t1l1 Ra'iJennìf!. Pcn- 
dt va tunavia da ctTo Diploma il Sigillo di pinmbo coil' imm,lgine e 
no me de II' I mprradore. 1\1a 0 io non ol1'ervai bene, fc in vece di Re- 
..rr.nalttis XP/I, fofle ivi fqitto XVIII. 0 pure fe veramentc= fiava fcrino 
XVII. perchè ciò ctTmdr), conwrrc=bbc= ammett
fe due Epochc di- 
verfe del Regno. Altri fimili efempli nondlmeno abblam veduto di 
fopra, Ho io parimeme prodona una Lc=nera fcriua (b) dil P.lp:i Sil- 
"elho II. al iùddetto I mpcradlJre, in cui raccomanda alla cura dl Guido 
Vefco\'o di Pavia I' anrichillim0 I\1nnillero delle Monachc del Sem- 
tore. V idi pendente la Boila Ponrifi7ia di piombo; e pure v' ha la 
feguente Data: /If/'Im hoc Amlo DonlÌnic
 /ncarntltionis jUiJ/
jimo Pri. 
1'/0, I1diflione 'l'ertiadecima, ðn110 'l:eru Po1'1t
ficatus Silveftri tmi'i.,'
rfalis 
Paptl: f(l'arto. Ma in quel1:'anno correa l'lndi:::.ion
 X/P. e l'A>1no !Z.uarto 
di Papa Silvefl:ro II. comrnciava folamente a correre ndl' anno fc:guc:n- 
IC. Che anche vc=rfo il fine di Novcmbre tuttavia eOò Impel.1dùrc 
foggiornafle in kavenna, fi racc0giie dJ. un'altro Diploma, (pc:JHo in 
favorc del i\1oniltrro delle Monache dl San Felice dl Pavl.l (c), da- 
to X. Kalendas Decembris, Anno DomÏ1zic
 blcarnationis AllllifilllØ P1'Î- 
t'JIO \ fndiflionc XV. Anno 'l'ercii Ottonis Reg t talttis X,7 II. Impel ii f/ 1. 
ARum Ra'CeJ1n
. Si otTervi ancor quì l' Anno XV II. del Regno, c= non 
già il XViII. come dovrebbc= cfTcre fccondo j' Ep,)c.1 ordmaria di que- 
fto Imperad0rc. M,I qui\'i è c()lã 111'.111:1, che iottolcriva Heribertus 
Canct'ilarius 'Viel trilligiji Archiepifcopi, quando Piet"o V efcovo di Co- 
mo ela tunf>VI'l Arcicancclhere. Apparteneva in que!ti tc=mpi ).1 no- 
bil Terra di Cdrpi, ')ggidi Città, al Contado di Reggio; e quivi (d) 
Amlo Imperii 'l'ercii Domni OttfJni, Deo p,'opitio, Sexto, Pridie Kaie1'!das 
08ubris, Indittione Q!fintad(Jâma, cioè nell' anno prdeme, 7'ed'liáø J\1Jr- 
,'hde e Conte del Contado dllte
3io) Avolo dell" granConteßã M..tll- 
da, 
(*) Pcr tut/a anco III f5<.uareftma con alcuni Juoi pochi r
flò nel Claffiizjè 
A1f1nipe10 del B, Apo/iinare. Do'Ve attento al digiuno ed alia Salmodia, 
come poteva, fencmlo (opra Ja carne i/ cilicio, Jòpra era coperto di por- 
pora dfJrata. Preparato tlnCO ii letto nobilmente, eg:i ftrazitJ.va Ie tenere 
membra del corpo delicato /ùp,-a una floja fatta di fogHe. Promifc a(/ulI- 
que ..I Rom1'tlldo, che iaJci.l-:o /' iJ/zpero fi Jarebbe laffo Alonaço. ec. 



ANN A I. I D' I T .4. L I A. ; 
CIa tenne un Placito in cui {j rrovò in perfona Beïta BadtjJZJ d.:l :\otoni. E!I. A Vo!
. 
,'. , ,', r' , - I " d . ''\ I AI\NOIOOr, 
írem dl Sal1ta Gmba dl Brclcla, e \'1I11e una Itc I terrem. a qua 
l\1arca prefeddfe Tedaldo, io nol so dire. Circ.\ quefti tempi Le6r.e 
Arcivefcovo di R,wenna, caduro in mJl.1 fanità, rinunziò la (ùa ChieCl, 
ed in luogo fuo emrò il fopra menrovato fèderigo Cardin
le della S.lI1r
 
Romana Chief.'l. Non so io concertare COil qu.lIUO abblam veduro dl 
fopl a inrorno aHa permanenza di üuone II I. Augul10 in Ravenna r--- 
per mtta la Quarclìma, il dir{j d,,1 Cronoglafo Sal1òne (a), ch' egli {a) chronl- 
Romam profici{cens fZC7"ofanélum Dominic,e Refurreélionis Fe.flum dtbita ibi grllph. S
X
 
. 'i 
 ' fl " C d ' , (1 h ' 
 11 P f apud Ltlb- 
'VclIera/Jone ctleorare 1;1 It/ut. re 0 10 plU to 0, c e In vece lIe a .. - "" 
qua cgii vokffe dire 'il Natale del Signore. N è {j dee tralafciare, che nztlu,n. 
qudlo Imperadore d:1 Ravenna feee una fcappara a Pavia \'crfo il fine 
dl Giugno, ciò coftando da un fuo Dirlnma, daro in f;l\Tor
 di Pie- 
t
o .v erc
vo di N 
v;;ra (b) !C. K
IMdas ]u/ii 
 l. mo ÐfJ"!1inicæ !ncarntr- (b) TIlTOn. 
Iloms ]l.llll
(imo Primo Jnt/tElione XIV. Anno Cf"ertll Ot/oms Regm XVIl. An"ME, Ea. 
Impu'ii V. Dee d1ì:re 171. Tomato pofcia a Ravenna, fentcndo ful fine II<! h",IC 
dell' anno, che v' erano de'rorb,di in Roma, s'inviò a quella voir:}. .AIM'tln. 
Tro\'ò PIÙ di quel che s' immaginava. Abbiamo da Ditn1aro (t), che ( ) D' 
fra gli alrri porcnti Romal11 Gregorio, prrtonaggio a(fJi caro al me- 
hr, l;



' 
delimo Auguflo gli tendeva delle infidic per prcndc:rlo. Un glorno in 
fatti div.lmpo una follevazion de'Rom.mi contra di lui, per la qU:11e 
fu a(lretto a fug
irfene per una porta fuori di Rnma, C0n Jafciar motri 
de' fuoi nella Cirrà rinchmfi. 11 Cronografo S1(fone (d) fcri ve, chc (d) ChronB- 
qUJnti DC furono trovati, tutti reflarono rrucidari. M,l DItmaro nar- graph. 

xø 
ra, che i Romani ravveduti del 101'0 fJllo, Ii J;j,fciarono in libcrtà, ed 
inviarono mdlì all' Imperadore, chiedcndo prrdono e pace. O[(one 
nulla fidandofi delle 101' belle parole, artefe a raunar qu'wte foldare- 
[che pocc, e tutti i fUOl Vaffillli; e chi dice, ch' c:
li efercitò varie 
oLblnà contra dc' ROIll:lI1i, e chi, che folameme {j prep.11'ò a vendi- 
cadi del rice\'uw afflOmo. Fra quelli, che fpezialm
nte affi 11cmno in 
qucllo bru[[o fr.1I1gente a!i' Imperadore per merrcrfi in talvo, fi con- 

o _ Ugo 
uc,a e l\larchefe di TolCana; ma egli fterre poco a tcrminare 
1 tuol glnrm. Se vogltum badare a S. Pier Damiano (..), Scrinore, (c) Pttr!/s 
chc clcduÌa PIÙ de gh a!tri imbnrri I' Opere fue di v\{jooi, fO b G'ni, e D.tm;lln; 
I ' t 1.7. Ep;ft. 
mlraco It rJI1J, rJcconra, cll:: Ull Vefcovo, di cui a\>ea dlmrnticaro il l
.rt., 0'11- 
nO,me " vide in un rizzone di fuoco tcritte queL1:e parole: Ihgo llftlr- JCt I. ,;: 
elm quznquaginta /1n Jis viyif: indizio della vlcina fua morte. \11 ft> è 
ver
, 
O
1,:; 
vverui dl (opra all' Jnno 961. che 
ia U

o folre Mar- 
chde dl 10lcana. In gu
H' annn, nOI1 ti pord g;à credere, ch' egli 
m.1I1c"lfe dl vHa In era tolo d' anni cinquanu . 
Seguica a dire S. Pier D.:ml.1I1O, che 1'lmperadnre Or(one, udita 
1a 
orre d
1 lVlarchele U go, 0 perchè poco {j fidaf1c di lui; 0 per- 
che non gh place(fe la rrûppa di !ui pNcl17.a, prnruppc in (jud1e 
parole del S.tlmo (f): Laqut'ts contritus ell, & nos liberati fumus. Ma (f) l'f.litn. 
eb
e poco a ratlegrJr/ì e a gl<>narlenc Orrf)nf' III. pcrcif'cchè anch' u3. 
egh paulo 1 0 ft, eodtm fcilic
t Ail/tO, & ipfè de!ullfltu eft. SCOlbr.1.no quelle 
paro- 



(a) cl{im, 
Jel/a Rena, 
Srrj, Je' 
Duchi di 
'1 ,fillnA . 


6 ANN A LID' I TAL I A. 
F I!. A Vo'g. parole indicare, che la mone d' Ugo accadeíìe fuI principio di Gen- 
Ato,t>o 1001. naio. de!l' :\nno feguentc,. rcrchè da lì a non mo1to in -quello Hello 
Mele dlcde fine a1 tUD vlverc anche 10 fiefiò 
mpcradore. !\la Don 
Placido Puccinelli, che con ifiife RomJnzc(co compilò la Vita. di qu::- 
Ito celebre e potente Principe, e it faggio Colima del1a Rena :(a), 
pretendonu, che la fua mone accaderrc nel dì .2.1. dì Dlcembre dell' 
Anno prefente: giorno, in cui i l\.lonaci B..:nedettini della BJdia di 
Firenze cclcbrano II di lui .-\nni\'erfario. Chc if Luogo, dov
 egfi hnì 
fua vita, foiTe 0 PiLloia 0 FIr.enze., Ii credo io fogni dc'moderni Scrit- 
tori. Cerro è poi per a[reflaro del ludJetto S. Pier Damiano, che 
quefio Principe, FlgJiuolo d' Uberto, e Nipote d' Ugo Re d' halia, 
(I) obtinnit utramlue AlonarchiRm (
gIi 3\'fà fcritto Afarchiam) & quam 
cry,.,.benum 'Videlicet, & guam mare AdriaÛcum -alluit. Cioè fu lJuca 
non meno della Tofcana, che di Spoleu. (2) Sed fjuum perpen"eret, 
fuia propter imptobitatem jn)t4fle -vj'Ventium /irMue regere fllramfjl/e nou 
poJlèt, ult1'01/eæ 1'enlintialÌof//S a,.bitrjo ceJlit lmpet'atorj A-lmÛJiam Came- 
,'il,i cllm Spoletano lJ/tcatu, juri 'Vero proprio TNfciam t'eje1''Vavit. Se 11011 
fi dJf1"onerrano altre ml:morie, non è f,ICile ii conolètTe in qUJl tempo 
luccederre quctta rinunzia dd Ducato d. Spo1eti, e deila Marca di 
Camerino; anzi può anche nafcere dubbio imC'rno alia rneddima. Ab- 
biJrn veduto a\1' Anno 99f. un Ugo Duca di Spoleti e Marchefe di 
C:]merino. Aggiungo or.l, crederli da me 10 fl:dfo, che Ugo Mar- 
chefe di Tofcana. Perciocchè fra Ie Epillofe di Gerberro, una fe nc 
(b) Gerbtrt. ]eg
e rcrina a lui, già divenuro Pap I, con quC'"\lo titolo: (b) Rl'Ve- 
Epi.ft. 158. 1"ellliJIimo Papæ Gerberto Otto gratia Dei lmperator Âuguflus, dove di- 
TIm. II. ce, che trovando. nociva l' ana d' Italia alia lua fanltà, vuol mur.trC 
Rlr. Franc. r f " d . fl ' { .> I . I (j , . 1 I . (. 
B.- chesnl. pacle; ma C le In amto e 0 apa eg I a cIa pnmoreJ ta zæ, e ma - 
íi mamente (J) llugollcm 'I'Ufètl1tl .....obis Pel. {}mnia fidum S. (forfe fciiict't) 
Comitem, SpoletÙzis & Camerinis P,'æfeflum, cui oao Comitatus, qui rub 
lite funt, 'ë:cflrU11l Qb amurctn tontulill'ltls, nußrumque Legatum cis :ld pI 4- 
{ens præfecimus, tll Populi Reft01em babeam, & 'Vobis ej:1S opet"a debita 
Jcr- 


(I) Ottenne l'l/ntl e l' a/tra l1farctl, -cioì e Ja bagllata dal mare Tirrcno, 
e la bagnata dal mare Adri/l.tico. 


(2.) 


l\1a confiderando, che per /a i1'1iquità de' mal' 'Vi'Vtnti, i' una era/Ira 
lion porea go'Vernare 'VatorDjåmenre, con rÙzunzia (po1Jtanca cedè air !m- 
peradwe la 1vlarm di Camerino cot lJtlmtfJ di Spoleti, ed ai Juo dr/ltl 
,.j(er'llò la roþalla. 


(3) 


Ugo Tofcano -a :Poi in lutto fedde S. (cioè 0 fempre) Cøtlte, Go<;;er- 
natore di SpoleJi, e Co erino, a cui OUQ COlltadi, Litigio/i, per amor 
'Voflro abbiamo Jato, cd a fjl/eJii per ora IQ abbialllo poJ1o per t!oJ1r
 
Legato, acCÎò i P(Jfoli abbrano GO'llernatort, ed (J Yoi per opera it 
Lui prtjJ;'lo i ßO'Vuti ftr-vigj. 



ANN A LID' I TAL I A. 7 
[er';)jtia exhj/;eant. Circa quelli tempi {i conofce fcritta queO:a Lette- ER:\ V(111. 
ra, e dalla mede{ima impariamo, che Ugo Marchefe di Tofcana co- A!Ho.OICO
. 
mandava anche a Spoleti e a Camerino. Dove è dunque la ceffionc 
di que' Principari a noi narrara da S. Pier Damiano? Anzi it Marchefe 
Ugo, in vecc di rinunziare in quefti tempi ciò, ch' cgli godeva, cer- 
cava ancora di goderne di più fccondo il cofiumt" ordinario de i gran 
Signori, che mai non {i faziano d' accrefcere i loro Stati. Oi qui ap- 
punto abbiamo, ch' egli acquinò ono Contadi, non goduti prima. 
E un Contado allora per 10 più fignificava una Città col fuo Oi- 
ftretto. Non lafciò dopo di sè it Marchefe U go alcul1 Fighuolo ma- 
fchio, e rel1a tnttavia involto nelle tenebre , chi folre r erede dcgl'im- 
men{i flloi Allodiali. Gran fofpetto ho io, che per qualchc fua Fi- 
gllUola, I) Sorella, 0 Zia, palfata ne'Marche{i Progeniwri della Cafa 
d' EO:e, a loro devenilre Rovigo, EO:e, la B.ldia della Vangadlzza con, 
alrri Stati, {iruau fra Pad "va e Ferrara; perciocchè gli E1lenfi't prima 
potenti nella Lunigiana e Tofcana, fi cominciano, da quì innaozi :1 
novar Signori anche di quefti altri Stati, e fi vede ricrearo in d1ì il 
nome di Ugo (a), elrendo anche aHora, non men che oggidì' vigorofo (a) AnticM
 
il coftume di rmovar ne i N ipoti i nomi degli A voli 0 Parenti sì pa- tà Ej1tnJi 
terni che materni. Andando innanzi vedremo, chi fuccedelre al Mar- P. 1. c. II, e 
chefe Ugo nel Ducato della, Tofcaoa, e in quello ancora di Spoleti u. 
e di Camermo_ 
Tornando ora ad Ottone IlL Augufio, ufcito ch"egti fu di Ro- 
ma, e raccolri che ebbe tutti i fuoi VaíTalli e foldari, moLlrava ben 
grande ilamà nel volto; ma riflerrendo a varj trafcorfÏ della fua gio- 
vanile erà,. internamente nondimeno fiava rnalinconico, ed anendeva 
a fame penltenza (b) colle lagrime, orazioni, e limoune. Secondo' gli (b) Anmili- 
Anoali d' Ildefeim (c), egli folennizzò la Fdla del fanto Natale in Todl till ;Ilxo. 
in cornpagnia di Papa Silveftro. Pofcia- Sa/ernum Oppidum adiit, fia Chr. .t;.r. 
fcrir{O ne' fuddeui Annali j ma con errore, doyendo dIre Paternum lC) Ann.les 
Oppidum. Qlel che è PIÙ fi:rano, e 10 racconta- Ditmaro, in queLli Hi!des- 
mede1Ìmi tempi ,.Ienza che ne fappiam I" cagione, in Germania molu hum. 
Duchi e Conti, con participazione ancora de i V efcovi, rnacchina- 
vane delle novità contra dello ttelro Onone III. e ricorfero per J eO:o 
ad Arrigo Duca di Ba'Viera'. Ma perchè il ritrovarono ricordevole degli 
avvertimcnu lafciati a lui d,ll Duca Arrigo fuo Padre di oßèrvare re- 
ligiofamenre la fedeltà. dovu(a al Sovrano, non :mdò più innanzi la 
101'0 mena. Scnvono alcuni, che elro Ouca Arrigo {i trovava coll'lm- 
peradore, allorchê quefij fu forzato a fcappare di Roma. Ciò, ch'io 
rapportl'rò all' Anno feguente, ci darà abbafianza a conofcere, che 
Arrigo dimorava ful fine di queit' Anno in Germania. Ma s'io ho da 

onfelrdre II vero, terno forte, che Ditmaro, e i i"uoi Copiawri non 
fieno Itarj a{f.1.i informari di quetti fconcerti. Tan g maro Prete (d) (d) TI1'!g- , 
h d í1ì ' d ' I I V d ' S B d ' r 1 S ,'mllrUJ In VI- 
e e come I 1, CI ICl e a 
ra ! '. ervar 0, e. tu non 10 0 CI"I(- tll S, Btr- 
tore conremporaneo, ma tefhmol1lo dl villa di tall avvenimenri, la- vvardi. 
fcia fcritto,). chc terminato l' aíredio di TlVoli (aírcdlo fucccdur? ne' 
pnnll 



8 A N 
 A LID' I TAL I A. 
Fll A Vo'g, prml l\.lcli deli' .\nno prell-nre) col perdn:1o dato a que' Cittadini, it 
.>\!>:NO 1001. Popolo R omana, il qua1e \-ol
a pur dlsfarra qudla Cmà, ed atterrato 
qud Popola per una gara, chc vedrcmo continuata ::mche d'poi, la 
prere: contra ddl' I mper.ldore, ferrò Ie Porte d. Roma, ncgò ad dTo 
.Auguilo, nfln che a i luoi I' enrrarvi, ed arrivò anchc ad uccidcre 
akuni de' ftddi del medclirno I mperadorc. Si venne pc:rciè all' armi, 
ma Dio volle, che i Romani fi ravvidero, implorarono cd onennero 
]a pace, cglino Hd1ì kvarono la vita a due capi dl.l1a ft'dizione, e 
tuuo r
tlò quieto. (I) Pacem pctunt, facramenta ;mlovant, fidem ft Im- 
perator; pn pctuo {epvatuyos promltttmt. Sul principia deW Anno tuna 
queito acc:tude. Tornò In Gel n1.1l11<1 S. ß;:rvardo, c pcrchè con turto 
l' .1ppogglO del Papa e dell' Imperadore non pmè ottener giufiizia daW 
Arclvelcovo IfTilligift, nrpcdl vafo II fine dell' Anno il fuddcrro T.mg- 
maro in I talia. Qudti lmperatorem in Spo/etanis partibus Feper;t; vi ar- 
ri\'ò anche il Papa, ed amendue '1ude,tinæ Nata/em Domini ceiebrarunt. 
In cfT3 Cinà fu poi tenmo nel dl fcguenre un eoncilio di molti Ve- 
fcovi d' halia, e di tre Tedei<.hi, nd qu.\le Tangmaro efþofe Ie do- 
glmnzc del tuo Ve(co\'o, e nc riponò buon Plov\'cdlmenro. Licen- 
ziato dipoi con aCTai Icga1i li p.mì alia volta della Germania nel dì 
I I. di Gernaio, con :JgglUgnere, ch
 "Imperadore poco apprdlò, 
eioè X. Kaimdas hbruarii per una fcbbrc già incommciata tcrminò 
i floOI giorOi. Pcrò n<,n 1'0 vcdere, come regga qudla guara contra 
de' Romani, e quella \"endetra, che ci vien racconta[a da Ditmaro. 
Tuno era in pace, ed anchc Papa Silvdho in buona 
rmonia ca'Ro- 
mani pac:t1camemc celebrò que! Concllio in Túdi. Ma prima di tcr- 
mlOare gli avvenimenri di quell' Anno, dee farli menzionc d' uno, che 
a\[rond.: non s' ha, fe non dA due Storici Mllandì del Secol", di cui 
(a) .Aruulf. Pdrliamo, cioè da Am-a.lfo (a), e da LanJolfo Icniore (b), Stando fer- 
Rlflor. Ml- 010 Onone III. di vokre per Mog\ie una PrinClpcl1å dell'lmperi.ll 
1 ,-lJOIIl'Jl1l! Corre JI Grecia, giacche indarno t' avea chiell:a con una pr
cedcnte 
, [. C<lp.IJ- A b fi ' J d I . li . h . II ' .\ 
(b
 LIl1'JJul- m a cena, Ipe / co a, per quanto I puo cong Ictturare, ne al1!1 0 
[us fmlor prefeme, Arnolfo I I Arcivelco\'o di Milano. Vi andò egii can lu- 
I,;. 2.. c. Ii. p.:rþlßìmo accompdgnamU1to, riceveue inGgni onori da B.diho e, Co- 
lla. 10 Augutti, ed onenne qUdnto dimandò. Ma inmile riufcl, il 
CUI) \' iagg'o e tr dUato, perchè. tornato in I taha tro
ò _O
[Qne II J. .{ hla- 
mah1 da Dio all' alua vira. II (uddeuo Landolto !emore, Scrntore 
talvoha Par.lbolano, lafclò ferlno, clle olt re a molti altri regaii ri- 
porra[/ da quedd Cone, dTo Arnolfo (2.) Serpmtem 
1Jeum, quem I.Hoy- 
fts in deftl to divino Ù11}'erio exaita'l,'erat, 1mperator; 1'equ;fivit, t3 kabere 
merUIt; 


(I) Pace dimandano, rintJo'Vano i giura11lcnti, promettonø di mlJnte1ier fi ftm- 
pre fedel; all' Impcradore. 
(2.) jJ ferpente di hronzo, che 
\1osè innalzato avea nel difertø p
r dh.'infJ 
CO'1'JJa1Jdo., ricercò dafl' J'1'JJpe'ud,J1e, e t' fltlenne j e velfenao 10 eJallò lima 
Chicfa di S. Ambrogio. 



ANN ^ L J D' I T ^ L I ^. '9 
meruit; & 'VenieltS in Ecclefia Sanfli Ambrcfii ipjum exaltavit. Mirafi ERA Vo1g. 
tuttavia nella Bafilicn Ambrofiana di Milano un Scrpente di bronzo ANNO lCC>l.. 
fopra una colonna di marmo, crduro il medefimo, di cui FarIa Lan- 
dolf{); c lòpra di quefia iníìgne Reliquia c mirablle il vedere, quanto 
abhiano fcrino varj Scrirrori l\1iIJndi, fcnza accorgerfi, che quefia 
è una delle groiTolanc templicità de'Secoli barbarici. Sembra a me , 
d' aver prodotta altrovc (a) la vera origine di qudlo fcrpente di bron- (3.) r Á11tI J: 
%0, conlervato in efTa Bafilica; e pe-ro a1rro non ne foggiungo. ;:;/iQDI- 


Anno di C R liT 0 MIl. Indi:iionc xv. 
di S I L V F. S T Roll. Papa 4. 
di A R DOl N 0 Re ti'ltalia I. 


D Tmorava I' Augufto Ottonc Ill. nella Terra di Paterno con poca 
fanita, intento agli efercizj di penitenz:1. Quefta Terra di Pa- 
terno Coíìmo della Rena (b) la cn:de íìruara nel Conrado di Perugia, (b) C
fim' 
diilanre una giornata da Todi. Leone OLlicníe (c) chiaramente fcri- :tll,tI dR
na, 
ve, che ûaane fi ririrò C 1 ') apud Oppidl.óm, quod nuncupatur Patemum, 

l:hi 
 
non /onge a Ci'vitate, qu
 dicitur CajlcJiana. NeUe Ta\'o1e del MagiC1l (c) Leo 0- 
tunavil íì o{ferva PateJ'no del Contado di Ciuà CaLleIJana; C Fero fl.itn. cl-r. 
non DeCOlrc It:nza tcfiimonianza de gli amichi cercare altro tìt') chc I,/;. 1. c. 24. 
qudto. Stando in dfa Terra Orrane, che s'intitola Ser<;;us Apoflo/tJ- 
,'um, died
 un Diploma (d) in tãvore della Badia di Flrer.z.e Fl. Jd<<s (d) PI/rei. 
Janua,.Ü, Anno DominictZ IncamatitJnis J11I. IndjEfiOlIc XF. Anno 'Ieïtii ,,
lti C,o- 
Othonis Rel.ni XF Ill. Imperii F l. Datum in Pata no. Si oí1en'i ancor ';(;/{tl;:
 
quì I' Anno del Regno XFl11. chc= fccondo l' Epoc.! ordinaria do- r

ti:a."- 
vrebbe dfere il XIX. e però indica un' Eroca dlvcrl:. daU' altra. ForCe 
è prefa dall' 
-\nno Sg4. dappoichè colh ccí1ìooe del Duca Arrigo egli 
fu riftabilito ful Trono. PoCci.1 neI dì I L del mcdeíìmo Mere nc 
fpedì un aItro in confermaz.ione de' Bcni del Moniilero di Santa Maria 
di Prataglia (e), 111. Idus Januarii Am:o D(;milJic
 lncaY1'liltionis Mil. (e)lb.Þ.109. 
Indiflione Xl'. Anno .autem Domni O/fonis incliliflimi <.rertii Imperatoris, 
Regnantis quidem XF 11. Imrerantis r 1. Allum in Paterno. 1\1a da 1i a 
pochi di Ia morte rapì queito giovane J mperadore, della cui nobilif- 
fim:s indole, maravighofc: dnti d' animo e fJpere
 non (ì fniano di par- 
lare gli Storici amichi dclla Gerrnania. La mGrte fua ne gli Annali 
d'lldefeim {f), c da Elmanno Contratto (g), vien regiP.rat:t nel dl (f? Annal, 
Z. J. di Genn
io del prefeme Anno. DI
maro, che, la n
t:rre, nc! di 
', ::i
t
- 
f?rfe volle Jntendere della fep-olrura. Se ad ,alcum 
crItton 1 cde1chl (g'r Htrman- 
S ha da credere 
 Ouone III. fu porrato all a!tra vIta da una fcbbrc 1/US Cð1Jlrtl- 
perecchiale. Ma Leone Ofiienfe, Landolfo feniore, Roberto Tui. t1us iI. Chr. 
<.rom. F 1. B zien- 


(.) p1"l'Jlò i/ CaJlcllo chiamato Paterno, non lUIJg; da/!a Città della Ca- 
fie/lima. 



10 ANN ^ LID' I r A L I A. 
E -II. A ,. olg. zienfc 11 Ra.dolfo Glabro, ed 
h:ri, tutti concordemcnre atreriCcono, 
In.mo 1001. (h
 ml1f1CÒ di vita per veleno d,1togli da Srcfania, gi:ì Moglic di qucl 
CrcCüt:nzio, ch' egli avea farto ...iecapit.lre, benchè fieno dltcordi nella 
maniera, cd abbiamo inti al"caro di moire dice.-ie popolari quefto av- 
venimenro. L' incauro P.rtncipe s' 3o\'ca prel:l pa coocuhio,l quell, 
Donna, lolonde fu a lei tàcile il fJr vend-ern deW ucciíø Marito. Chc: 
Onone I' ave{fe prefd per Moglic, come harmo ntTeriro .:tlcuni , e poi 
Ia riplldiaerc, fon f.lvole a mio credere mte nell' immagin,uione 
ella. 
bllona genre. Fors' anehe è una f.woh qud concubin,tto, che non 
s' accord" colla penitema
 a eui eglt aucJ1deva ill quelli tempi. Fu 
incredibilc it dolore e pianto di tuni i luoi per I'immamra mone di 
quefb d.l loro arnatiffimo Principe. La tcnncro elli eelara, finchè fi 
raun.1ffero Ie ColdateCche Cparle per Jc Calkllaj c poi fj mifero in 
viaggio per riportarne il Corpo ad Aquiigrana, dove egli dcfiderò 
(a) Ditmar;. d' eHere leppcllito. Ditmaro (a), e l' Annaltlb (/0), e il Cronografo 
lIb. 4. SaíIooi (c), ferivono, che divulgara la mone di Duone III. e chc 
(b) .A1J7IRli- veni\'a trafporraro in Germania il cooavero Cuo ð i Romani (Ce pure 
fill. Sßx h ". non J,loglion dire g}'lrali.mi) barbaramcnrc fi fC:Hcnarono contro Ii! 
(c) C øno-. , ' 1 A d ' T d {i h ' d ' , 
[,raph. Sa"
 P,ICO'), a rmara e c 
 c,,; e ora 1.1 agu:HI, ora a campagna apena 
_pud Llib- 1 a(fahrol1o, con etTere fpczlJlmcmc fucccdutc tre banaghe, nelle qua- 
nitiull}. Ii ebbero la peggio i Romani. In Comma per fene giorni cominui 
bifognÒ. marciar qll1!t Ccmpre combanenJo j nè fi trovarono mai ficuri, 
fin,chè old ßrrnam prt'veniuilt CivÌJatem. Mol. ill vecc di Bema. fi ha a 
mio credere da Ccrivcre Berona11l, cioè reTtma, in cui era Marchefe 
Quone Duca di Carinria. In f.itti nella VÜa di Samo Arrigo Impera- 
tI-) d 1- dore (d} fi lcgge: CUYJZ ma:âma diJIicullflfe & perimlis piuribuJ per Ye- 

..J.d:S 'i" ronam, per Bavariam, cadaver ipfius reporfiÚJA1It. FUfl'no p0i ftccolti ad 
Yit. S. HtlJ- una Cone del Velco\"o d' A ugu fla d.. ArrigÞ Ill. Dllca di B LViem, il 
ri,i Imptr. qUJle eominciò di buon' ora a fare i fu:>i negoziati, per eRere dcno 
Rc, giacchè il defunro Auguno non avea taCciaro dopo di sè prole 
alcuna mafc-hile. Era cero Arrigo, Figlmolo di Arrigo Duca, e N i- 
pote d' un altro Arrigo [)uca, già da rwi veduto Frarello di Ottone 
il Grande Augu!lo; c per conCegueme Ce era mancara b lmea. d'dfo 
Qnone, durava nondimeno in lui L
 altra, in guila, eh' egli pretendeva 
come: per diritto eredirario la Coron
. Però per forza oceupò 10 Scet- 
[ro, ]a Corona, il Porno, e gli altri ornamcnri I mperiali. E percbè 
il fanto i\rcivefcovo di Colonia Eriberlo avea mandata innanzi \a Lan- 
cia, il feee arrefiare, nè il rilafciò fenz:!. figurtà, che gliel avrebbe 
inviata. Fu poi data fcpoltura. aL Cl\rpo del defunto- Imperadore in 
Aquisgrana. 
In quefi:o mcnrre,. cioè appena inteCa la. mone di Ouone II I. 
Augulto lcnza fucceffione, i Principi, Vefcovi, ed altri Primati d'l- 
taha furono in gran mota. A i più pareva, chc foere ri{orta la lor li- 
bertl per potcr eleggere que! Re, che foere lora più in grado; e 
tanto per amore dellJ propria N aziom.. 
 qU.lmo pcrehè non crano molt
 
foddlsf.mi del govemo dc' Monar,hi Tcdelchi, s' accordarono atT;;iffiml 
d' ei1Ì 



ANN A LID' I TAL I A. I r 
Ò' effi nella Dicta tenuta in Pavia di eleggere \1It Re I taHano. Artloino J'! It A V"'g. 
J.'1-1archeft d'Ivrea, Principe per accortezza e pel' ardin", ma nOIl già l\r.NQ l
q.. 
per Ie Vir,tù C,ritbane, fuperior
 a molti, quegli tù, ch
 guad
gnò ! 
voti de gh aIm, e fi fece eleggere e coronare Rc nella Bafihca dl 
S. M iche1e di Pavia. Epiftopicit/a il chiarna. Dj rmaro, e ne abbiam 
'Ycduta la ragione 
i fopra 
Il', i\nno 99
. F
\'ole io rel?uto qu{'
Ie, (3' Cafli- 
c
e rae.conta .V aler1an
 Ca
lgIlOn
 (a), fpac,clando" ('he In l!na Dleta ELionc milt 
dl Lod. fegut(fe I'dezlon dl Ardo
no. ArnoJ
o 
111
nefe, dHaramcnre A, Ii nottu:.ÌIJ- 
fcrive: Papite eligitur. Nella Crol1lchetta de I- Re d Iraha (s,), da me n
 al 
t.Ç1J" 
data alia luce, fi legge, che dopo la morte di Ortone III. fuit tunc d ;.tallil lei 
Reg"tlmft

.
fge l!l!lP. dies: pie tjui fi 4Ìt , Dominico" & fuit !17. !'-1 m - ft:)':;
:;dot. 
fts Februanl In C1'V'tafe Pap,a mter Baftlrcam Santil i"l-lIchaelts fUlt co- Llfti". T, %0. 
ronalus .ArdoiíJI
s Rex. Cadde appunto il dì XV.. di Febbraio dell' Anno Jag. 104. 
prefenre in DomenicII: e di qui ancora s'apprende, conrando i dì 24. 
del Regno vacante, che Ottone finì di vivere nd dì 2J. di Gennaio. 
.Ardoino chiamato da Ditrnaro Hardwigus, & Hardwi(tis, e da Arnolfo 
Storico Milanefe di qucfio Secolo (c) nobi/is 'Ipporegite Marchio, era (c) .Arnulf 
Figliuolo di Dodðne, 0 fia Doddone, come fi ha da un fuo Diploma, li/flor. Joi
 
dato (
) Anno Dominicte !.n:arna
jo nis . MX I. . '1értio Ka!endaJ, Apri/is, 
t
';;uf;,,
: 
Indiéllcne IX. /lEfum Boblt I" EpiJèopab Pa/alto. QueUo connene una -1I/ln Blbli.- 
Dona7.Ìone f.\ua a S. Siro di Pavia pJ'O anima Palris lIoßri Doddo'lis, thtc. 
i!b,,(. 
& pro anima PatnÛ noflri Dom1Ji Ada/berti, I"fJgallte Domno lrilelmo Centur. ll. 
Marchione car4/imo Co"fobrino germano noftrD. N è dà egli il titolo di c
p. 10. 
Marchefe al Padre nè allo Zio. Da a}[I i il Padre d' .-\rdoino Cembra 
appellato Oddone, cioè Ottone; ed avendo Ardoino avmo un Figliuolo 
nom.ltoOttone,(I!') pare, che non fia fenza fondJrnemo un tal Nome. (e)lh.c.3. 
Per quanto ancora ho oíTervato neUe Antichità Ellenfi (n, non è in- (f) Antichi- 
vcrj(ìmile, che Ode/rico Magnifredo, 0 fia Manfredi, Marchde celebre là Eflenji 
di Sufa, e FrateUo di .A/rico Vefcovo d' Alii, fo(fe ruo Zio paterno. P.l. c. I). 
Comunque Ga, Ardoino diede principio al fuo govemo col confermare 
i Pr!vilegj di 
arie 
hiefe. Uno d
' fuoi Diploml pel Moni-liero di (g) Bullar. 
S. Salvatore dl Pavia fi vede fpedlto (g) X. Ka/e'ldas lt1artii, .Anno cnJin'1If. 
Domi"icte /ncarnationis ltill. .Anno Domni Arduini Regis I. Allum in T: 1.. Cø".. 
Papienfi Pa/atio. Il Margarino ha drmcnricara l'lndizione. Due altri fillut. 7(. 
dati nello fie(fo giorno per la Chiefa dl Como fi leggono rrcíTo il (h) Tatt; 
Padre Tatti (h) colle feguenti nore: PIll. Ka/mdas /lprilis Anno Do- 1ft. drUa 
minic
 Incarnationis Miilejimo SecMndo, Inditlione !?<.!!intadecillJa, .Anno chllJß IIi 
'üero Domni .Ardoini Regis Regnantis Primo. Affum Caflro i
o'ntigio. Como T. 1. 
Così pa(favano gli affari d' Italta, ed inranto fi dilþu:ava in Germ,Ulia 
per I' elezione del nuovo Re. J due principa\i concorrenri, ol
re ad 
Ecchicardo Marchefe di Turingia, crano Erimanno Duca di .!\lemagna 
e d' Alfazia, Figliuolo di Udone Duca, mono nella fconfitta data da 
i Saraceni in Calabria ad OUone 11. e il fopra mcntovato Arrigo Ill. 
Duca di Baviera. Prcvalfe in fine, ma dopo mold rnovimemi d' armi, 
co' fuoi aderemi cíTo Duca Arrigo, il quale in Magonza per arrc:fiato. . 
di Ditmaro (;) PlI. JdtlS Junii in Regem eligitur, acciamafllr, & a ( e l ,, > DII"' j llr. 
ß z. Willi. r,,,.. 5. 



111 ANN A LID' I TAL J A. 
r B. A Vo1
, 1lTi/l
e.i(o Prtl'[ule henedicitur & corOJ1(1tur. Adelboldo (.2) Ccrill'eo, 01,VfI 
I ,"0 I l Ol , ' Mus ]unii, Ctnè lårà flato eletrn od dì z.r. di Maggio, e coronna 
,al JJ t. 0 - 1 d - 6 E ' b d ' , d ' . . 
...S In Vit.1 nt', I z.. n era en egno: tante VIrtU ammo concorreVolnl} 10 
.... Rer.rÙi. !U1
. e m:1îlìmamenre h Religi()ne e Pied, per cui fi meritò porcia 
11 molo di Sanro. Claudus, cioè Zoppo, fIa g!i .'\ rri
hi vieo applll- 
latn d,\ akuni. pcrchè zC\pp:nva di un piedc, A VCol per Mogiie Cu- 
mf,01l'ln, Fi!!1iuf)!:t di Sir,efredo Conte di Lucemburgo, ch-.: can lui gJ.- 
rf"ggiava ncl roffc=lTo ed cft'Tciz;o dellc piÙ rare V mll, c per caglon 
d'dlè arrivò anch' ella ad effere regiftr:lta ncl C.1Ltlog o dc' cclefti Cit- 
tadini. (") Ricevette :Inch' elT, clipoi la Corona Reg.lle ncl giorno di 
S.m Lorenzo in P3deroona. Sn[[o il prefemc Ann,} Lupo Protol'pat.l (c) 
raccont1.. che (I) oh{edit Sa,nhi Cn}t/!s (cioè il Gener,lle de' Saraceni, 
o fia de'Mnri Affric:mi, radroni della Sicilia) BarulIJ a die 11. J.Unii 
uf1ue ,zd (anélum Lucam Men{e Offobris. crulle /ilerata eft per Petrum 
DtJtem J7eneticomm. Q!Jdlo farro gloriofo di Pietro Orjeo/v fl. Doge 
di V(.nezia non fu ignoro all' accuratiffimo CroOltb dl Venezia An- 
CJ' DAn- drea Dandolo Cd), di cui fono Ie fegu
nti parole: (z.) l{ie DIl.
 etiam 
.,Ius in contra Sn1"acenos, qui Barm{em UrÞem Apuliæ o
(èffiml dttinebant, Win 
chronico 'I(JVn/i {lolo pErrexit, & Urbem intra vi/ , .';3 viðualibtl} rJJlll1Íit. Et C'lln 

;.' /:


. Grlf!.orio Cttfnþnno Imperiali ex Urbe ex;ens, de S,J1'(lcmis viElfJriam habllit , 
& liberatil Urhe ab obfidione J7enetias redii/. n Sigol
io differ} qudb 
imprel':t fin') all' Anno Ioof. 
Non fu I' alTunzione del Re Arrigo al Trono Gcrm
mico fcnza 
conrrat1i, c maí1imamente dal1a parte del CudJerro Erimallllo Duca 
d' .-\ lemagna, 0 vog1i:1m dire di Sucvill. Turravi.\ giacchè chiunque 
dc' Ihroni a [U[[a prima non aveva acconfenrito all:1 di lui dczione, 
di mano in mana veniva a rCI'derg1i ubbidienz,\: Enm moo anch' egli 
prefn mi
lior conGglio, ful principin d' Ottr.,bre dl queit' anno, e non 
gi.ì neI fegucntc, come h,nno 
li A nnJli d' Ildcsheim, an,!o a giuar- 
fcgli a. p:edi, e a giurargli fede1rà, Di qudli prolþcrofi fuccd1i del Rc 
Arrigo informato il Re A rdeino già andava pre't'cdeoJo, cbc non tar- 
tc) Dilm
r. 
crehbe moIro il Re Ge
manico 
 po
tar !a, guerr.l in h
lia_ (t'); rm 
chr,nù. III qudlo menrre fi faboncava eglJ la lua rovma col trattar afprJmcntc 
ti
. s. que'medefimi Principi d' Iralia, che I' aveano melT" ful trona. FrJ. gli 
alrri, pc=rchè il Vefcovo di BreCcia gli diffe alcune fpi:lcevoli p'arolc,'t 
il preCe pel ciuffo, e il cacciò vituperofameme in terra,. come Ie foflc 
nata 


(b) ,A"n-41e-s 
HildtJ- 
helm. 
(c) Lupus 
pr.o.tøfpAlA 
il, Chronicø. 


(I) l
lfrdið Sa{i Ca,yto Bari Jal dl due tli maf!,gio fino a S. Lllca nel meft 
Ji O//obre. AI/ora III. liberata IIa Pietro Doge d, J"enezla. 
(1.) Code/lo Doge alleo contra i Saraceni, ehe tene'Vano ajfuliala /a Citt.-s 
tli Bari nella Pu<
/ia, andò con flotta J1ilv..Ûe, ed ent,-ò nella Cit/à, e 
Ja Plovidc di velto'1:aglia . E con Gregorio Catapano Imperiale uflend, 
tli Città, vinfè i Saraceni) e liberata Ja Città tlall' a.ffitlio ritornò · 
!Te'lezi" . 



ANN A LID' I TAL J A. 1-3 
flam un bifo1co. Ql:lefia fua sfrenata col1,
ra fu cagionc, che m,olti E"A Vol
. 
rlt.' Principl ha1l.1I1i, pemiti d' averl') inmlz:lto, fegretamente fped,ro- ANNO I
OZ.. 
no 0 rncffi 0 !euere ad invitare in hali.l il buon Re Arrigo (a). Era, (3) .Adtf- 
come ho detto di Copra, in quen-i tempi Duca di Carintia e Marchefe j,
ldllf in 
della Mrca di Verona, 0 (j:J. di Trivigi, Qttone, quel medefimo, che y'I'; 
. Rm- 
vedemmo Padre di Gregorio V. Papa, iI \. ui Padre fu Corrado Duca TlCI. 
di Franconia, la Madre Liurgarda Figliuola di Ottone I. Augufio. II 
rlifcender' egli dal fangue d' e(fo I mperadore, congiunro col credito 
i 
una rara probid. e faviezza, parvero tali prerogative aHo .1te(fo ArT(: 
go, non per anche Re, che gli mandò ad offerire il Regno. Ma egh 
con umiltà fi fottra(fe a quefln onore e pefo, e per quanto potè, coo- 
però dipoi all'efaltazione d' Arrigo. Dalla Germania, ove era ito dfo 
Onone, t:bbe ordine di tornarfene in Italia con un picciolo corp/) di 
Armata. Ardoino, che teneva di buone fpie, non folo penetrò la di 
lui venUta, rna feppe ancora, che cal:lto e(f" in Iralia, erano per uni- 
re con lui Ie fone loro Feder
(,o ./1,.cive/covo di Ravenna, e Teodolfo 
AI'1.Ycheft. Cosl h:l il [dlo di Ditmaro, e quello eziandio dell' Anna- (b) 
lifia Sa(fone (6); ma fcnz.1 dubbio in vece di Teodolfo, s: ha quivi da lifta 
::"; 
leggere Teodaldo, 0 {ja 7êdaldo L'1a,.che[e, A volo della gloTio[a Conre(fa R/lld E,- 
Matilda. Tiebo/dzu è nominato da Adelboldo (,-). Però Ardoino frer- 'RrdNm. 
to.lotàmenre con tune Ie fue fõrze accorfe aile Chiufe d' I talia, che iC
d.Adtl-. 
finquì erano nate guardate da gli lIomini del Vefcovo di Verona, e /:pr: s UII 
per forza Ie prefe. S' avanzò anche fino a Trento, credendo, che colà . 
fo(fero già calati i Tedefchi; ma non avendoli trovari. fe oe rornò 
in frena alia campagna di V crona. CelebFava egli la Fefl:a del fanto 
Natale in un Canello, quando giunto il Duca Ottone alia Chiura 
dell' Adige, e trovato tèrrato qucl pafso, rnandò al Re .-\rdoino pre- 
g.mdolo dclla Iicenza di poter pa(fare. Trattenne Ardoino i Melli fino 
alia mattina fcgu{;nte, e ndid notte raunate Ie fue truppe, ful far del 
gior
o i,n ordinanza di battaglia ,poTtoffi ad affalire i nemici. C
Ida fu (d) Pllg;Nf 
quell aZlOne, moho fangue coLlo all' una e all' altra parte; rna In fine CrÏti,. lid 
rell:arono fconfini i Tedcfchi, e pochi fe ne falvarono coil' ajmo delle .AnnRI. BII-. 
gambe. N arra il Sigonin quefto farro fotto l' 
nno 1-:)03, ma a(fai chia- ron.lfd .Ann. 
rament
 ti raccoglie d," 

(ll1dr?, che ciò feguì f
1 terminare, dell' a
- é
)Oi;;tmllr. 
DO preteme. Non erro gla egh, come prf'tende .1 Padre Pag. Cd), 10 chronic. 

acconrare una tal barraglia c: virroria, e(fendo cofa indubirata, perchè lib. 5. 
a(ferita da Ditmaro (t'), e da Addboido (n Scritrori di quefii tempi. 
) .Adtlb
l- 
Pari mente Arnolfo Storico del prefenre Secolo [crive Cg), che il Re s
s 
:n:';

 
Arrigo per configlio de' Principi d' Italia fegret1mente a lui fJvorevo- (g
 .Arnu!f 
Ii, (lit) tli,.exit in Ita/iam Juum cum exerâtu Duce1'Jl. Cui occurrcm virili- I-iiftor. .Me- 
Ie,. Ardoií1us, [aRa congreJlione in campo Fabricæ, quamplures jfrtJlÛt, cæ- dIO/R7J. lib. 
teros I. IR}. I
. 


(>It) mandò in Italia (oJI' eftrcitø' ;J Juo Capitano. 3 cui ventmdo incontro 
[ortemente Ardoino, [alta It I baftaglia nel campo deita Fabbrica, molt; 
rI, litterrì, :Ii altr; (acciò [ucra de' confini tÚJ Regno. 



14 ANN A L I Ð' I T ^ L I A, 
Eu. Volg, ter()S ,Ixlr(/. fines Regn; fugavit. Curiofa cotå. è il vedere un contralto 
ANNO 1001. ièguito in quefl:' anno ,fra CO'lwne, 0 fi.\ Cormdu V cfcovo di Peruaia' 
(a) Ughtll. 'e I' Abbate del Monift('ro di S. Pietro di Perugia, (a) Pr
jiJell
' Do
 
JtAI. Sit", mJW Sylveflro II. RomtllkC Sedis Pontifice ill Synodu habila in Pa!alir; fa- 
;:;. 9
:: crofo,"E!tJ L
te
""enfi 
mlD þ<'ua. rto . ordillationis fu.e, Menjis Dectmbrris di, 
YÎrtia, Ind,ftJoJle PrIma, commClata nel Sett('mbre. Pretendeva il Ve- 
fcavo fuperiorità fopra quel Moni ftero j pretendeva il Papa, che fo{fe 
efe.n
e, 
d imm,edi
tame
te fottop
fio all:\ Canta Sede 
n vigore d' un 
PrlVlteglO PonunctO. RICpondeva II VeCcovo. C.) p,.,vilegia htlc INn 
repr-obtJ j Jèd fine cDnfènfll Antece.flòris mei, cujlts tempori!Juj ,illud primum 
p,.i1)ilegium faEtll>>l eft, fttflJJm fuiffi dico. Si filum viderem. cOllfinfu11l, 
hAl1e,.e11l i"tlø 4tenzum jilffllium. Gli fu moftrata la Lettera del fuo Pre- 
dece
ore col confenfo, anzi con preghiera, che fo{fe privilegiato qud 
Momfteroj'laonde convenne :1:1 Vefco\'o di cedere. Cosi i VeCcovi 
d' aHora confenrivano alia diminuzion della tor? giurisdizione. E di qui 
fi fcorge, che fi efigeva quelto loro confenlo. Ma andando innanzi, 
fu creduto in Rorna fuperfluo iI chiederlo, e fi privilegiarono tutti 
quanti i Moniileri, fecondochè piaceva a i Romani Pontefici. 


Anno di C & 1ST 0 MIll. Indizione I. 
di G 10 V ANN I XVII. Papa I. 
di G J 0 V ANN I XVIII. Papa I. 
di A R. DOl NO Re d' Italia 1.. 


C Irca il dì II. di Maggio dell' anno prefcnte diede fine aIla rue 
carrier. Sil'UcJi,.o J I. l'apa, prima chiamato Gl'rberto. Se fi voleíre 
(b) A",udí- credere all' Annalitta Sa{fone (b), qllella medeCirna Stefmia, già Mo- 
JI" s,,"" ,,4 glie di Crefccnzio Confole, decapitato, che :lttolucò ûttone JI f. Au- . 
4Mn. Ml. guilo, rnalamenre cöf1ciò anchc il fuddetto Ponrefice. renejicio tjufdem 
mulieris etiam Papa Romanu.J grilvatUJ afferitur, ita utloquendi M[um am;- 
jerit. Non fi può dir, qu;mte ciarle Ii fpargelfero dipOi in difcredito 
di e{fo Silvetlro. Cioè fu fpa<<lciato per Negromante, e che per pat to 
fegreto del Oiavolo egli .arriva{fe al Pontificato, e poco mancò, che 
mifcramente poi tra Ie griffe di lui non ifpiralTe I' anima. Stomacofe 
calucnie fon quetie, 0 invemate 0 fpacciate da Bennone, Cardulalc 
Scifrnatico a'tempi di Papa Gregorio VII. nell'infame fua invertiva 
<:ontra dclla Corte Romana (c). Sigeberto, Manion [>o)acco, Tolo. 
mea da "Lucca, cd altri da quei1a.. puzzoleme fcrinura tra{ft:ro la fa- 
\' ola 


(c' M,... 
.'t"iNI 
Scr;fðr. 
It,r. G,r. 
,."". I. 1. 


,.) !<JePi Pri'Vilegj JltJ" gli ripr''tJD.j ma ft.n
a 
l cqnp>>ft de! m
 An
'- 
&e.fl(J1 e, a tempi del quale 'luel príl1ltJ Pn'Ulieglo fN /tllt
, " dlt
 ef/ere 
Jlato falttJ. S, !olo 'tledeJli il &Inftnfo, m; ljJÛtlfrei 1" {Ullpre. 



It.. N N A LID' I TAL 1 A. If 
vota indegAQ del meriro raro dj quefio Ponteficc. Pcrciocchè per con- Ell A Volg. 
fcl1timcnto de gli amichi e m.igliori Swrici, GerberttJ, 0 fia Silvtftl'o. 1I. ANNOJQQ3. 
fe fi eccettua la fU3 ambizione, fu uno dc' pi ù il
tìgni perlonaggi di 
quc,fti tempi: tanto era il fuo S:lpCTe, non disgiunro dalla Pietà, per 
wi parve a qu'C'Se.coli ignorami, ch' cgli più :chc .umanamenre poOè- 
ddre I' Ani c le Sci.e.nze. A lui anzi ha g,rande obbLißazione I' India, 
pot(:Ddofi in ceru m.micra dire che dotH' aver'cgll apena SCUl)la l'Iei 
Moniftero (Ii Bobbio, cominciò fra noi i1 riforgimento delle buone 
Lettcre; c così in Germania, e in Francia, dove eg1i coli' efcmpio 
fuo infi:rvocò allo iludio i dormig1iofi. Ingegni. Oi lui perciò G di- 
I
tt.av.a forte ünooe III. Imperadore,. e Copra tuno, perchè egli era 
aifai ifiruioo deU' Ani Matematiche. Qyelle linee e que' triangoli, cofe 
aHora t1"OppO forefiiere,. probabilmente gli acqui{iarono iI titolo di . 
Mago prd1ò 11 goffo popolaccio. ('it') Oplime, fcriveva Ditmaro (.) 
 D
tmM-. 
IlIlkbllr AftrIJrllm Cllt/US difternere, & co.ntempo.rales [No.S 'lJari.e .Artis no.- fu:fi:
-"" . 
titi-A fMp
rare. In Magdahurg Hoy().wgium fecit, ii/Nd reti.e (onflituens, (on- li/-,6. 
fitkrata p'Y fiflullms 'juadam Slella',nautarlJm duct. Anche prim.\ dell' in- 
venzione del eannoccbiale, Ii fervivano gli Allronomi di un tubo per 
miraI' Ie A:elle, ma fenza giugnere a faper adoperae e congegnar Ienti 
cd obbiettivi di vetro,. che oggidì cotanto ingrandifcono, e rendon vi- 
fIbilt gli oggetti lomani. 11 Padre Pez diede alla luce 1a Geometria 
d'ctfo Gerb!:r.to (b). ^Iu'e fue Operette, oltre aile Epil1ole, fcrine (b2 l't
 
con a.ffai vi"acità, fono rammeotate da gli Scrittori della Stona Let- 
:{
;;;or 
terar.ia. Ora a Silvc:ftro II. fuccedette nella Cattedra di S. Pietro un P. II. T.IÍI. 
G
fJanni, fopranorninaro Siccant, 0 Secco., il quale fecondo la Crono- 
10gia POntificia- dovrcbhe e(fere appellato- Giovanni Xf7 I., c: pure fi 
truova nomato da alcuni Gio.vanni Xf7 I I. perchè quanmnque Giovanni 
Calabrefe, che occupò la Sedia a Gregorio V. neWanno 997. non 
meriti luogo (ra i Ronuni Pontefici, pure altro fentimemo dovettero 
aVCTe i Rom:mi d' allor.1, giacchè uoviamo, che il Succe(fore di quc- 
fio Giovanni Sccco venne Cempre chiamato ne gli Ani pubblici Gio- 
'DantU Xf71L Così il chiamò anche Mariano Scoto, e I' Annalifia Saf- 
tone; e che così s' abbia a chiamare, Caggiameme 10 pretefe il Padre , 
Pag1 (c). Ma quefio Giovanni Xf7lI. dopo aver tenuta la Cattedra 
). 
"f":/ 
Pontificia appcna fei Mcíi, colla fua morte fece luogo ad un alLro l

:j. a 
._ 
Girvann; Xf7flL che fu fopranominato Fa/anD. Crede il fuddetto Pa- r'II. 
dre Pagi feguita la di lui ordinazione nel dì di fanto Stefano 2.6. di 
Dicembre dell' anno corrente., 
In qud\' anno ancora mi fia lecito iI riferire quali Principi d'lta- 
lia tenc(fero in favore del Re Arrigo., fcgrctamente nondimcno; ere.. 
den- 


(-) Otl;mll1Jlente faptva difcrrntre il (tJYJò iegli AJlt'Î
 e [uptrare i {uo; 
(onlemporanei, 'lei/a cognizio.ne di arle 'Var;a. In Magdeburg feee un' flYO- 
logitJ, rellamenle ponentl%, .onJiderata per un ,ubo una cerIa fle/Ja, glli. 
JII tIe' nø"hier; . 



16 ANN A LID' I TAL 1 A. 
E"... Vol;!:. dendo io, che il Colo Dttone Matcheft rli Verona e Duca di CarÎntia 
ANI'O 1003. fi dichiaralTe apertamente contra di Ardoino. Tro\'avafi tuttavia i
 
viaggio, rornando daW Ambafeiat3 di Co{b.ntinopoli Ãrnolfo 1/. Arci- 
vdcovo di Milano, allorehè venne a mone üuone Ill. Au"uO:o e 
feguì l' elezione e . eor,onazi
ne d' 
Oò. A 
d
ino. Dovette egli ,::)aver6 a 
male, 
he fenza 
1 lU1, 
nm,o fra Prmclpa del
a Lombardia, e in pof- 
[c(fo d. coronare 1 Rc d ltaha, fi foff"e dato 11 Regno e conferita la 
Corona al Marehefe d' Ivrea. PercÎò A rdoint>, fecondoch
 s' ha da 
Arnolf<> Storieo (a), cugnito jam diéli Pr
fiÛis reditu, occur,.it in itinere 
Ob'l..,itiS, ftCllt itate, qua
ta 'VaJuiJ, fibi ilium tlppli(ar
 procu,.ans. (I) G Ii 
dicrle a mio credere Il Prelaw delle buone parole; ma internamente 
feguitò ad dftrgli contrario. Anzi, fe fi \'olclfe cn:dcre a Landolfo 
(b) La1ldNl- fcniore (b), da Ii a pochi giorni qudlo ArciveCeovo (2.) ;n RonchaJilfl 
JNI ftn1
T cum (lmni
us ltali
 Primatibus col/oqzÚtlm habuit, "bi '1:111'* di'Verft de 
BlfiDT. Nt- RerrlJ; negotiis traEltJ,ffint, Arduini fþreto dominio, qllod malis ar/jhus ufùr- 
lIiDI1I1I.1.1. ò J 
 'h r. . . '} fl .I. 
I. 19. pa'Ver-at, Henricum . & eutonicum J clent:a iI,u rem, a,.mis fortiJlimu11I, 
militumque copiis abundtzntem, & 
i'Vitiis ßfjluellt
m elegit. Ma non pre- 
th <Juì fede il Lettore a Landolto, Amore folito a vendere delle fan- 
faluche. Non è eredibile quefia Dicta ten uta ig Roncaglia ( io non 
so eome il Sigonio la metta in Lodi) aa
rchè ,\rd",ino era tuttavia 
fone, nè avc:a .competitorc in lta
ia. A rnolfo Storico di rnaggior ere- 
dito, fotto r antecedente anno [crlve con più apparenza di verità, ehe 
in[orta la lite dd Regno fra Arrigo, & Ardoino, (3) in mcdio Prin- 
Ûpes Regni (ltalici) jratldttlenter incedentes, .Ardoino palam militabant, 
(c) AJtlbDl- Hem'ÎCo latenttr fú'l;ebant, a'Varjti
 !luI'a feElantes. Adelboldo (c). Au- 
AUI in !,
fa tore contemporaneo, ci viene 
nno\'erando, quai fo(f
'ro i fautori del 
6. JienTJlI. Re A rrigo in ) talia, che nell' anno precedence l'iovirarono in I talia . 
(4) In 'Vo/untate bl
;u/modi, dice egli, aliqui m,m
refli ,aliqui erant oaulti. 
7ieboidul na1Hfjue Alare/JIO, fj An'bicp
COld.J Ra'Vennas, & Epi(copuJ Mu- 
tine11- 


(a) Arnul- 
1hNI Hift. 
.Mt.1i
I,,". 
'lib. I, t. 14. 


\'1) [aputo già del delto p,.c!nto il rÎtOr-1fO, gli anåò incontro, procurantiø 
Ji fa,filo /uo con tut/a la maggiur fic/l
'ezza poJlibile. 
(2) in Roncaglia Cjn tutti i P,'zrlJati d' ftalia tennc un I Ditta, o'l!
 'V(wi.s- 
mente trattato a'Vendo ,;egli afm; J'ltdlia, difrezzatc d'drdoino if 
tf{}minio, con male arti uj'urpato, eleJlè Arrigo 1. 'I"elJtOllü'o, illufl,.e per 
l'i ftiwza, pcr a,.mi fo,.tifjimo, flbordtmte di milizie e Jj ricchezze. 
0) in mezzo and:Jndo con .fronc i Principi del Regno ( halieo) paleftmellte 
fiJilita"Jß1Io in fa':..'ore di ÁrdoÎtlo, di 1I11jèo/lo fa.vorj,vllno Arrigo, ftguen- 
do i ft It It; dcli' a'Varizia . 
(4) 1n Iuo fa'L'ore a/czmi crano t1Zan
fefli, allyi oceulti. blJpcroccb
 'lÎrjoldo 
J\.larcbe(e, e I' Arci'Vcfto,""o di Ra'1.'cnna, td ;1 JTefto'Vo di A10dena, di 
Fetill:a e /7ercelli, {lpertamente.fi 1Ntll.leøe'Vano fedeJi al Re Arrigo, L' Ar- 
CÎ'f!tjèo'Vo ltil Iii /l1ilano, cd i Yefco'Vi IIi C,"C1JI01Jß, PioceJlza, P ilvi
 , 
ßI c.ci.
, Como, manifefl{lvano quel cbe 'VoJe'l.'a ,0 _ '1dtJÎ perb in com.llJe 
h,-.lm( vano II Re Arrigo, jutPJÚ!Jc'Voli pcr mez'Z{} di Legali, e [p.fttre 16 
if; .,it tJ'';O'iO . 



ANN A LID' I T ^ L I .\. 17 
ti1JeílfiS, 17el'onenfis, & 17crcellcn/ìs ,apel'te Íil Regis H::int'ici fidelitate m.':Jle- ERA VoIg. 
[-ant. .Archiepifcopus autem JJediola1zenfis, & Epifcopi Creln?nenjis , Placenti- ANNO 1003-. 
nus, Pllpienjis, B,.ixienjiJ, Commfis, quod ';:oleb'lJJt,. ;n<mifeftabant. pJlm
s 
tamen in COJ1lmUlie Regem Henricuill dc(idcmbant, preClb:ls per Leg'
tos & 1.z- 
teras Ïilvitab!Jl1t. Fra quei che cammin:lvano con p:ù riguarJo,.v't:ra I' A
- 
ci,-dcovo di Milano. \Teggafi dUilque, fc rcgg:lla Cparat.L dl Landolto 
Storieo MilaneCe. Qld Cfitbo/do Marchere, iiccomc già accennai, al- 
[ro non è, che 'l"c:Jd:t!do, 0 'I'edaltlo, A \'010 èdla Comelh. JVlatlldJ? 
e Figliuolo di qnell' .r\dalberro AZlO, Conte 0 pure l\larchek, da nOl 
veduro a'tempi di Ottone I. .'\ugutlo. DI dfo Tedaldo parla anchc 
BC11':::.one Vefcovo d' Alba in quel (uo fcomunicato Panegirico di Arri- 
go Ill. fìa.g,I'Imperadori con dire (,a).: De 'I'ad?Jze vero,,'i!Ú p
opter (a) 11m::.. 
1lIett/iN Ardozf/l pedefter Leg.1t:es i1f IrchlOn:s 'lê9daldl, atque Epifr:opz LCfJ- Panegync. 
IDS (di V crcclJi) qllÎd fecit ,:-'werabilis c/eme"tia magni I-Ienrici jèreùÏjfimi I;/;. I. c. J6. 
l'lllteratoris? CCïte 1mi Filio cius dedit 17ct"one Epifcopaltun j alteri CM.-i- T; G om . J, Rer. 
, ' .' ( erm.Hl. 
tatum j P atri vero G.1rdam, & totMiíZ Bei/ac/zm. Volle 11 Pad rc Pag} b) M,,,ckm;;. 
darci informazione di quelto Principe con dire, ch' cgli fposò If/ztld, lb) Pl1gÙts 
o fia Guilla, Sorella di Ugo J)14L"a e 
\1archejè di 'I'o[cana. Curo che in Cr;t;c. 
u
a If/ilia, fu Moglie d'etfo Tcda/J?j 
Jd .u? 
ogno è dd Padre p
- 
';;;
'1

1. 
gl, perche fenza pruo\'.l alcuna ddl anuclma, II dade per Fr;1[cllo Il 
March<:fe Ugo. Soggiugne francamenre, che red:
/do fuccedelte al Mar- 
chefe U go nel J)ucato dclla Tofcana: il cht: hanno creduro alcuni 
1v1odt:rni, ed inclinò a crederlo anche l' accurJ[it1Ìmo Franccfco iVl.t- 
ria Fiorenrini (c). PCI' pra\'arlo adduce effo Pagl h fondazionc da lui (c) FioTt1,- 
fJtra del Moni!tcio di Polir,me, dove s' imitola Ego in D!!i nomme t;n; .Memo- 
crCUd3/dUS Al.1rchio,filius 'itlond<WJ .dddberti itedJfjlee JJarchio. Stim3. ezi.ln- rit IIi 1<1.1- 
d!(" che .Ælalbel'to tùo Padre fi:l Hatf) Marchele di Tolèana. M.l è d:l t.lde lib. 3, 
dire, che la Storia ddhl Tofcaru per quefl:i tempi è involta in moIre 
[cnebre. Per como di AJalberro, tale è j' errror del P:lgi, che non 
occorre confurarlo, Abbi.lm già vcduto, a chi finora fia (tat
 appog- 
giHo il governo della Tofcuu. Ch: pOI'I'ed:Ûdo fuo FigliuoJo fucce- 
deffe ad Ugo :\-1archcfe, nulla rcrve a provarlo il ritoio di itbrche/e. 
Alrri v' erano in qm:' tempi di qu:,!to tirolo deeorati, e fra gll alrri 
anche gli Antenati dc:lla Cafa d' Ette, fenzl che fi potfa dire, che go- 
vernaflèro la ToCcan:1. N è pcrchè fi truovi in ToCcana un M.trchcle, 
ci è leciro i1 [olio inferirnc, ch' egli fofÎc: aneora :\1Jrchcfe di Tolèa- 
na. A ltrimemi con pill ragione fi avrcbbe ad afT'erire l\,1archèfc di 
quella co:ur;lda (d) Adalberto A1archejè, Fígli/!olo di Obt'rto IIlarcheft, e (d) Antichi. 
Nipote di O/;cr/o Alarchejè, uno de gli A nrenati della fuddetta Cafa tà Eflenji 
d' Elte,_ ch
 POc? più di due mefi dopa la mone d' Ugo, patent.: P. J. c. 1I. 
IVIarchele dl rolcan>1, fa una venditJ di b::ni (e) Anno ab bzc.Jrnatione (e) F;orenti- 
Itfille(imo Secwzdo, & 'Ièrtio Idus l1lartii, I,ldiElione X 17. infra B 'ergo de ni .Mem.'r;, 
Luca prope Port<lm Sanéli Fridimzi. Ma io non mi fono arriCchI.lto pc:r 
i 1<liltilde 
quefto folo Oocumemo a crederlo e chiJOl1rlo MarchcCc di Tofcalla. 1I
. 3. 
Tornando dunque a1 Marcheli: 'I'eda/do rtlddetto, alrro io non so dire, 
fe not) che cgli era Conte di Reggio e di 
tfodeJz.1, come altrove ho pro- 
rom. l7 f. C varo. 



E II. A Yoig. 
.-\":\0 I O()3. 
(;1 D3ni:c.1I 
V,ta Ma- 
thtldlS I. I. 
e,lf- 3. 


(!J) UgJ,tll., 
Ita I. Saer. 
Tom. 11. i" 
Fp,feop. 
p.I T 17J en f. 


(c) Lupus 
Prolofpata 
n Ghrlln:clI . 


(d) .Anti1u. 
Italic. D,f 
fir', 3 r. 
Pill, 9(;S. 


18 ANN A 1? I D' I TAL I A. 
varo. Oi lui fcri(fe ancora Doniz.z.one Monaco (0) nella Vita 
Conrc(fa Matilda (ua Nipote, chc il Papa l'invdlì di Ferrara. 


della 


Re
iblJs exfiflit carus, notiJIimus i//is, 
R011lanus Papa quem fince" peramabat, 
Et fiM conce..{Jit, quod ei Ferrarea ftrvÎI . 


Inclino Pllrimenre a credere, ch' egli governa(f
 Mantova, per- 
chè nel feguente anno truovo Bon
fazio fuo Figliuolo con titolo di 
Altrrch
fè in qudla Ciuà. 
d :tncorchè non fappia io ben due, fe il 
fopra m<:,ntovato Monillero di Polirone fa(fe aHora fimato nel Conta- 
do di Mamova, 0 pure di Reggio: pure di quì an cora fcorgiamo, 
chc la potenz.a di 'I'edaldo Marchc(e fi fiendeva per quefl:e pani, fen- 
za che refii memoria aicun
 comprovame, ch' egli fotTe tvlarchefe di 
Tofcana. Pcrchè Arrigo Re di Germania niun po(fe(fo e dominio go- 
de va pemnche in haJia, potrebhe fembrare alquamo firano un fuo Di- 
ploma, rifáito dall'Ughc11i (b), dato 11. Ka/endas Martii, Anno Incar- 
1
ationis Domini l
flll. IndiElifme I. .dnno 'i/ero Damn; Henrici Regis Pri- 
mo. Aaum Noviomagi, in cui e(fo Re Arrigo, inlrrvcntu noftr; fidÛis 
Cfbeodilldi J.\.1archionis (così abbiam veduto 
 che era appcllato da i Tc- 
defchi il fuddetro 'Iêda/do) concede a Sigcfrcdo VeCcovo di Parma Ja 
pingue BJdi
 di N on:1ntola ful Modenefe:, parcndo poco Vt:nfimlle, 
che Tcd
\do Marchcfe e il V(:fcovo fi porraffero a Nimcga, fcnza 
timore d' Incontrar la di5graz.ia del Regnanre Ardoino. Mol qlldlo bro- 
glio, e l' aggraffamenro di qudla inCìgne lhdia farà feguiro per Let- 
(ere e raccomJnJ.17.ioni fegrete:. E il buon Re Arrigo non avea aHora 
fèrupolo a guadagnarG dc' partigiani in ltalia, facendo il liberale: co i 
bcni ancora delle Chiefe, ftlatenus (Sigefredus.) firmatus in fide acriter 
defervirct 1lobis' 10 dice: chiudmenre 10 fte{fo A rngo. N è vo' lafciar 
di dire, ;lvere Lupo Protofpata (c) fcrirto fot[Q qUl:fI:' an no : Sarra". 
ni obftderunt l\1ontem Scaviofum Afenft 
\Llrlii, fed nihil profeccrunt. 


Anno <.Ii CRISTO MIV. IndiLionc II. 
di G 10 V ANN I XVIII. Papa 2. 
di A R DOl N 0 Re d' Italia 3, 
di A R RIG 0 I L Re di Gcrnlania 3.' d' Italia I. 


F Inquì era durato il R
gno di Ardoino in Icalia fenz'I eWere turba- 
to, per quanto fi (lppia da guerre int<:,rnc, ma colla fede vacil- 
Jante di mo\ri Principi, che inclinavano al Re Arrigo, 0 erano da 
lui moí1i colla fperanz3 di maggiori vamaggi. Ho io pubblicaro (d) 
un Placito tenuto d
 Ad
leJmo, 'lui & Jlzo, J\.1ij{tH Domn; Arduini 
Regis in Crcmona, .dnnø Regn; DQmn; .ArdtÛni Regis 'I"crâ{J, 
into 
Ka- 



ANN ^ LID' I T ^ L I A. 19 
Kalendas 
Uarcii, Indiélioi2e II. ,cioè nel Febbraio dell' 
l1no pref\:mc. 1:'1..\ "oIg. 
I\la non andò molto, che arrivò in ltalia, chi g!i mve(ciò il ruo Tm- ANNO IC04' 
no. Arrigo II. Re di Gcrmal1la [ra perchè gh n

a a cuore l' halia, 
e perchè da' fuoi parzi.lh gh veni\'a dlpinra per aüal facile la cooqui- 
ll:a di quello Regno, sbrigato ch
 fu da alcune guerrc civJ\i, e cn:a- 
ro che cbbe Duea di Baviera jlrrigo Frarcllo deli' Augulta Cunegon- 
da, s'incammis:lò con un roíTcnre clt:rciro a C]ueLin vol[a., c ncl di delle 
Palme arr,ivò a Trcnro. Se credlamo aU' Annahlh SaÜon
 (a), g:à c:ra- (a) Am1tl1:- 
no iti a rrovado 6t)0 in Germania il V cfcovo di \' elOn,\, & alii qu:- fia SI1AQ 
dam ltaUd Primnres Regni, ([I,m Regiis f!Zuneyikus. Seeondoc
è iCnye :
:,:u:"- 
Ditmaro (b), la venuta d eOo .'\rngo 111 Itaha accaddc ntll an no fc- (b) Ditmar. 
guenre lOaf. confummata MÌ//ena1'ii linea numeyi, & in f23into cardina- c,hronic, 
lis ordinis loco. Però il Card1l131 Bamnio (,), e dopo dl lui il Padre lib. 6. 
Pagi (d) ri6urando gli Annali d' IlJefeim (e), che la mcttono ncli'anno J
) ::;:7.' 
prefènre, fcrive
 llew"ici expcditioHem 1/
/icaí1l in ./!IJnUlJl jèquetltem ill? E,deþn/f, 
differt Ditm;
rus Libra Sexlo, eiquc flaNdum exifli;no. Mil. Il Padre Pa- 
 d) P,!giur 
gl non colpl nel regno. 11 [dio di Diunaro qUlvi è fcorreno, e in In Cr

lCa 
Vc=ce di !èin;o vi fi ha da f
rive
e ,f<J
aíto: L' Annal
íl:a Saffon
,.c il 
:;o;

altj 
Cronografo S.1íTone (f), Copl:lton d cUo Damaro, chlolramtme knvo- Hiltltr- 
no, che neWanno prefenre il Re Arrigo calo it) Iralia. COSI ha Er- htim. 
manna Comratro (g) can alrri. E quelta ve:ri[à vien chiaramenre con- If) Chmlo- 
fermata da ^:elbold? (h), Scrittore comempoTimeo, c da ,i docllmcl
ti, ;:a

:
 Sa- 
che accennero. ^rnvato dunC]ue a Tremo 11 Re Germal1lco call' elcr- LtibnitiNm. 
ciro fuo, rrovò prele e ben forrillcate d4 Ardoino Ie Chiulè dell' Adl- (g
Htrman- 
ge, in maniera che gli era Impotlìbile 10 sforzarc quel paGo. Per con- 
ur qontha- 
lìglio de' fuoi rivolfc Ie fue fperanze al Popolo della C.tnnua, il quale (h;r ::tt7- r. 
portoffi ad occupare un' altra Chiulå verfo la Brenra, 110n so fe lid boltlus in 
Vicemino 0 fui Trivitimo, che non era eullodlts con tama gebfia. Vita. 
anfl. 
Prefa qucfia, Arrigo col fiore della fu,\ Armata per momi fcofcefi e HtnrlCl. 
dirupi ramo feee, che da quella parte fccíè al plana d' Iralia in vici- 
nanza d' eat) Fillme Brema. QÜVI ripolö Ie 1tanche foldatelche, e ce- 
It'brò la fantd Pal' qua , che \'enn
 iu quell' anno ncl di 17. d' A priIe . 
Degno di confiderazione è uno Srrumemo data alIa luce dal t)adre 
Bacchini (i), in cui Bonifacio AJarchio Filius Domni Teudaldi itemque (i) 
a{
];;,.. 
Marchio, qlli profeifus fum ex Natzone mea Lege vivere LongobardoYl
m, ni Ift,r. dtl 
fa un donativo di teue al Momllt:ro di PolJrone. Tah lono Ie Narc Mo,!ifler. di 
di qudla Carta: Henricus gratia Dei Rex, Anno Regni ejlls, Dco p"o- 
ollrll':: 
pitio, hie in Italia Primo, lvfenje Afartius, IndiElione Secunda. .Ailum f,,
t

. 
in Civitate 1I1,mtu
, Credette e{fo P.tdre BacchlOl fperrame all' an no 
feguenre loor. quefia donazione, non so fe COSI perfualo dal Padre 
Pagi, che ad c=íTo anno mertc ia venuta del Re Arrigo in Itali:!. Ma 
è fuar di dubbio, che apparriene all' aono prefente, dim:>urandolo 
l' /ndizione Seconda, corrente in quefi' anno. Sicche vegniamo ad In en- 
dere, che B
nifaÚo Marchefe, Padre della ConteíTa MatIlda, VI venre 
an cora il .Mar
hele Tedaldo fl1
 padre, porrò, il titolo di i\1,lrchefe, e 
fignoregglsva 111 Manrova. Dl effo Bonifazlo appunro fcrive Doni- 
W
. C
 C
 



filA 'Vo1g. 
AI.l\lJ Ico4. 


20 


ANN A LID' I TAL I A. 


Cui jura'Vere, Patre tunc 'Vi'Vcnte, Fide/es 
Sn'Vi, prudentes Proeeres, Comites pariterque. 


Intendiamo in oltre, che dro Marchefc Bonifazio, appena udita 
Ia mofTa del Re Arrigo verla I' Italia, fcoza nè pur afpewire, ch' egli 
valicafTe i monti, il ricnnobbe pcr Re d' halia, e comlOciò a cot'lt,uc 
I' Anno Primo del fuo Regno. Si doveva ('gli fidar molto della fortt:7.za 
di Mamova, ficcome fuo Padre dell:t Rocca di Cano(f.1. Nella terza 
Fd1:a di Pafqua pafsò il Re t\ rrigo la Brenta, cd accampofiì per ifpiare 
gli and1memi di Ardoino. Ma da Ii a poco gli giunfe il hew avvi- 
fo, che I' Armata d' eßo Ardoino s' era fciolta, e chi I' una yia, e chi 
(,l: Ar:mlf. l' altra avea prefo. Arnolfo Mi1anefe (a) COSI racconta il fano. Ex 

,IJ:O
. 1.1
. (uh:crfo At'doinus fir/ens 'VÙ-ihus, nee minus armis inftruélus, lIOn ta.ntum de- 
i .IO;
;;;. '16. Jet/dere, quantum fuper eum (Heinricum) paratus infurgere, occurrit illi 
f7eronæ. Sed deceptlls perfidia Principu11J, majori mi/itum parte deJiituitur. 
f23umqtle eeßiffit iwvitus, Reg;l/Im Heinrieus ingreditur. Non avea f.1puto 
Ardomo cattlvarfi l' amore de'l'rincipi; abbondava anche di vizj, 01- 
ne al lãpcdì, che i\ pcfcare nel torbido è mcfiiere non ignorato da 
i Grandi; nè manc3va allora in Italia, chi eredea di poter vantaggiare 
gl' IOterd1ì [uoi fotto i Rc Tedefchi c lontani. In Comma il Re An i- 
go, efentato da ogni cM,traflo fu ben rolto ricevmo in Verona cnn 
lommo arr1:!llfo, e quivi fc gli prefcntò crràtzldo Marchefe col fud- 
detto BOllifazio rv1archt:fc: (uo Figliuolo, e con g\i altri parziali, c:hc 
s' erano c.\Vata Ia mafch
ra (b). Con pari lieti{]ìmo incontro fu accolto 
in Brefcia da que' Cirradini, e dal 10ro V clèo\'o, per quanto rare, 
appellaw Atla/berone da Ditmaro, febbene I' C ghe\li ffieUC allora Ve- 
kovo di qudla Cirrà Lant!o/fo. lbi, foggiugn: Atelboldo, Arcbiepi- 
[copus Ra'Venr.as cum fuis & .fibi finitimis ei ob".Jiam 'Venit, & manus non- 
dum dominin adu/terinn pollutas, Seniori diu expeél.Jto redåit: parole fi- 
gmficanri, che Fedcrigo Arcivefcovo d\ Ravenna co' Popoli ddl' Efar- 
caw non avea voluto riconofcere per Re in addietro Ardoino, e ch' 
egli giurò fedeltà ad Arrigo, come a fuo Signore. Dal che rcita fern- 
pre pilI :ovvcrato, che in que' tempi l' 
farcaro di Ravcnna era parte 
del Regno d' halia, e non ne godevano i Pari alcun temporale domi. 
nio. 1\1:1 poco più dovette fopravivere dla Arcivefco\'o di Ravenna, 
ficcome apparini da qmnro diremo all' Anno 1014. Ando{fene dipoi 
Arrigo a 13ergamo, e colà venuto I' Arci..e[covo di Milano A1'110IfO 
II. rrellò ad ,{fo Re i1 giuramemo di fedeltà. Giunto finalmeme a 
l>avia, fu eletto cd acclamato Re d' ha\ia d'l\\a maggior parte de' Prin- 
cipi, c cor0n:no nella Chief.l di S. Michele. Nella prima delle Cro- 
nichene de i Re d' Ita\ia, da mc> date all.\ luce (c), fi leggc: In die 
Dominico:t 'i" i (tÛt die. . . . . Men./is !vfadii inter Baþ/icam. flmÐi lv/iehae- 
lis , qu
 dicitur Jfajore, fuit Ûeélw l/enricus, & coronatus ;11 /ècundo die, 
qui fuit die Lul4te XI!. die J\lenjis M.Jdi. Nell' altra Cronichena ahbla- 
roo: Deinde '".:eni: Anricus Rex. Fuil coronatus i.n Regem in Papia 9"'ertio 
diJ: 


lo) Atclf
l- 
åus in Vila 
S. llmrici 
E;" 4 8 . 


{(' Chronic. 
1(';'11171 1- 
tnl. T. 1. 
4nudot. 
J Min. 



ANN A LID' I T ^ L J ^. 2 I 
die an:c feJIi'llitatrm Sanéle Xiii, qll.:C fltit ;', lvlmjè l
fatlio. Nel di. :7: EllA YoYo. 
I l' d S S T ANNOIOO
 , . 
di Maggio in Pavia fi celcbra a Tras,azlOne I . Iro . r
 glOrm 
prima, cioè nel di 14. d'dfo I\lcfc, correndo aHora la D.omen'ca, d0- 
vette fcgUlr l' elezione del Rc Arrigo, e la fua coronazlOne nel Lu- 
nedl feguenre giorno If. d' e{fo Mere. Però in vece di die Lun.e X I/. 
die J11rnfis lvlddii vo io credendo, che s' abbia a leggere Xv. 
1\1a quefie allegrezze refiarono funefiate da un terrihilitIimo _ac- 
cideme. N ello Hello giorno della coronazione del Re verCo la !era 
inlorfe lite fra i Pól\'cfi e i Tedefchi, che erano in Pavia. Gli Storici 
Tt"deCchl, da' quali foli vien con qualche particolarirà efpullo il f.1[[0, 
arrribuifcono l' originc della difcordia all' ubbriachezza de' Citradini 
(il Lenore più tacilmente l'immaginerà de i Tedefchi) e a qualche 
fdzionario (il che può eO"erc) di Ardoino, che incirò il Popolo all' ar- 
mi. Prelero i Pavefi Ie mura, e creCcendo la loro furia s'inviarono 
al Palazzo, do\'e erd il Re Arrigo. E,"iberto Arcive[covo di Coloflia 
per placare il rumore, s' afiàcciò ad una finefira; ma i Saffi e Ie faene 
il fccero ririrare brn tofio. I mamo s' arrrupparono quanti Tede[chi fi 
trovavano nella Citrà, e cominciò la mifchia, che durò tuna la notrc 
fino al giorno chiaro, in cui accorfi gli altri [oldati, ch' crano fuori 
dell a Cirtà, ridullèro a mal pumo i Cittadini. Ma perciocchè dallc 
cafe venivano pierre, legni, e vcrettoni, i TcdeCchi s' avvif.1rono di 
3uaccar fuoco in varj fiti della Città; e queHo crebbe a tal fegno, 
che tutta que))a nobil Ciuà refiò preda delle fiamme infieme col Pa- 
Jazzo Regale. Re1larono vittima delle [pade 0 del Fuoco non pochi 
dc' Pavdì; e ciò, che non conCumò il fuoco, 
ndò miferamente a 
f.1CCO. Ritiroffi il Re Arrigo fllori de))a Città net Monifiero di S. 
Pierro in Cælo aurco, f<:,ce celf.1re, ma molto tardi la guerra; e in- 
tanto; come fcrive Arnolfo. (a) quum non ad 'VDtum jiM obtempera.flèt, 
uno tot
m Pap
a
 concren
a'Vit incendio..1 [aggi I mperadori . T
d,efchi, 
per evItar fil11ll1 Tragedlc, amavano dl aver fuori delle Cltra 1 lora 

.JIJgj, Ogo Flaviniacenfe Cl) fcrive, che Arrigo obbligò i Pavdì a 
nfare 11 Palazzo Regale. N oi non poffiam ben låpcre il netto di quefii 
[,uti, pcrchè non gli abbiamo fe non da Storici TedeCchi, i quali ce 
ne danno notizia, e Ii dipingono come lor torn3 meglio. Ma fi r uò 
ben credere, che una 
i barbarica vendetta non fece gran credito al 
Re :\ rrigo, e me no alia genre IUd, e fparre I' orrore per tuna I' Jralia . 
IJc,rciò Himò bene e{fo Re dl non fermarfi molto in un paeCe, dove 
l
lcla\'a Icgni ta,nto vivi di befiial furore per colpa de' t'uoi. Pare 110n. 
dlmcno, ch' egh tl1uavia dirnora{fe in Pavia nd dì 2f. del Mclè di 
l\:1aggio, avendo io pubblicato un [uo Diploma (,) in favore di Gui- (c) ..Ant:,
".. 
mzone Abbate di S. Salvatore di Monte Amiata, dato VIII. Kalen- 11" ;(. DIJ- 
das Junii .Amlo. ponzi
ic
 /ncar,nationis- llJille{tmo þ<'ua,./o, lndfflione 1/. Jm. "2.. 
Anno 'Ver
 I?o
lIm Hezn.n.cz RegIS 11. .Allum Papiæ. Non parra a taluno 
moIro credlblle, che II Re Arrigo fi ferma(fe tanto it) una Città in- 
terameme 
ruci:l[a, e in mezzo a' Cittadini, che I' odiavano a monc. 
Q!ld che e certo, da Pavia fe nc andò a Pontdungo, dove riceveue 
mol- 


(a) Arn'tlJ: 
l!i,'!or. .\:e- 
dd,zn. /, 1. 


(b) Ugo 
Eltl'l/ITÚa- 
nn[. in CIJr. 



2. 2. ANN A LID' [ TAL I A. 
F R A Vo1
. molti Deputati di Città e Luoghi, che vennero a Cottom
ttedi. porcia 
ANNO 1004. vifirò l\1IÌano. lndc Cbroma pervemt!fls Pentecoflem Sanflam pia animi de- 
rz;otione ce/eú"ßvÎI. Che Luog') íì.l que1to, nol Co. Grommo è c:hlamato 
(3) .Anrali- daU' l\nnahita Sa{fone (a). Parmi dl aver veduro G,ome/lo nelle vecchie 
fla Saxo. Carte, ma mi è ignoto i. Cuo firo, e per conlt:guenre non po(fo di- 
CLernae, fe convenga a qucilo racCoO[o. Diede egh un amplilIìmo 
b .A' PrivileglO a Sigefredo Ve[c,>vo Ji P.lrma (b), 11. Kalenias 1unii, Anno 
}t
llc. nt;Jir- Dominicæ ll1carnat/O Iis 1111llJ. Jndifliolle II Anno 'Vero Domni Hemrici 
Jt,.t. II. Rf/,is 11, Allum in RoJ
. Abblam qui I' Epoca del Regno di Germa- 
nla, ma dovrebbe eífere l' Anno l/J. Il Luogo poi e Rhò, Terra del 
(c) TaU; Comado di Milano. Un altro Diploma dal Tatti (c), e daU' Ughdli 
1ft, dtll z fi dice dato ad Everardo Velcovo di Como nello Itdfo giorno, cioc: 
Chi-fa ti; 1/. /dus ]unii, Anno Dominicæ lncarnationis j1,f/ Ill. IndiElume ll. AnnfJ 
Como T. 11. vero DDmini He}jriâ Secundi Regis "ertio. At1um in Lacunavara. Si of. 
íèrvi II nome dl llenricus (G foleva fcrivere HeiHrÎcus) e il titolo Fran- 
(Olum pariterque LO;Ji,oba,.d,rum Rex, che è cofa rara. Aggiugne Atel- 
(d) .Attlbøl- boldo (d)) che nel parrirG .\rrigo da Crommo, 'l'u[ci ei occurrunt, 
tius i" V
ta t3 m'ltJUi per ordinem finguli redd/llfl. Se la Toícana av.dfe riconol.ciuro 
S. Hen,.w. per Re AI doino, nol to dire. Cerro di qUi impól.J"lamo, che que' Po- 
puli tì dledero al Re Arrigo; e non ved.:nJoG pa1'ola del loro 1\13r- 
chclt:, n.1rce tofpct[O, che In queJli tempi niuno dlà ne ave(fe. Pare 
e2.landlO, che vada per terra l' opinion di coloro, che tennero 'l'edaldo, 
Avolo dclla Comellà Marilda, per Marchc:rc dl Tofca.na. Se tale fotTe 
flaw, non sì tardi qudla Provincia avrc:bb
 acce[[,I[O per Re Arrigo, 
fapeodolì, che Tedaldo era de' Cuoi PIÙ parziali. Sbrigato cos} da gli 
at+
m d'ltalia il rcgnanre Arrigö, s' InVIÒ alia volta del\' Alemagna, 
e cclt:bro In Argenwu Ia Fdla di S. Giovanni Batilla. Q!1indi auere 
alla guerra cuntra di Bolcslao ururpawre della Boc:mia, Cbe il Sigo- 
010 non abbia cono[clUw la venuta in quell' Anno di Arrigo in Ita- 
lia, e gli altri :atJ fuddctti, non è da maravigliarfene. M.lOcavano a 
lui molti lumi, che noi ora abbiamo. PIÙ tolto fi può chicde.re, co- 
(e) Slru1J;USmc abbondando di queíl:i lumi Burcardo Snuvio (e), fcrive(fc, che 
Corp. Hift. Arrigo fu coronato Re d' halia in Pavia nell' Anno lOor. Ma anch' 
,?trmdn
c. egli tenza alt1'o eCame do vette tcner dietro al Pagi. 
In lienrICO H . bbl D . (n h B ;{' I ',r. 
11. 0 10 pu u:a[a una onazlOne , c. e . 01J1} !JctUS J; 0,.,8} uS 
(f) Ant;q_ 1I1archio (non [0 fe fia il P.ldre ddla Contel1a Matilda) ft:

 al Mo:- 
Italif. Dif- mlh:ro dl S. Salvatore Anno Deo propitius Pont
fi(atus D011lm 10hanms 
fert. 6. Jummi Pontificis &c. Secund", {tcquc regnante Domno Heinrico piiJJimo Rege 
in l1alia AntJO 'l'ertio, die XXI/i, 1I1enfis Septembris, itZdiEtione SeptIma. 
Fontana 'l'anoni. Gli 1\nOl del Papa e del Re indicanû I' Anno pre- 
fente. Ma I' Indizione e [corrctta, e dovrcbbe dTere 0 Secr:nda, 0 'l'er- 
tia. Sc: f.1pd1ì, dove fv(f!: il Lungo di FOlltana 'l'flmni, laprel 
nche 
dire, ptn:hè enmno qUI gli Anni del Romano Pomct1ce. N 
 gl
 An. 
nali PIf.1ni (g) fi le5ge lotto quefi' Anno: Fecerunt helium Pi(a11l (um 
Lucenfibus in Aqllalonga, & 'Uicerunl iI/os. 
eno è iI primo farto d' ar: 
ßll e la pnma gucrra d' una Clttà Italiana contra dell' altr
, che CI 
[om- 


(,,' .Ann. I. 
Plf.zni 
10m, VI. 
R,,.. Utlt Ü. 



ANN A LID' I TAL I A. 23 
fomminif1:ri la Storia d'lralia. Finquì Ie Ciuà di qud1:o Regno erano Ell. A Vo!g. 
1tate governate ognuna dal fuo Coote. I Conti delle varie Provineie Al'ö!oõo lCO-\-. 
erano fubordinati a qualche MarcheCe 0 Duca, cioè al Governatore 
deJla Provincia. E i Duchi e Marcheli all' Impcrndore, 0 fia al Re 
d' Itaha. Così ognuno vivea in pace, e nafcendo difcordic rra l' U1
 
Popolo e l' altro, 0 i Duchi e Marcheli, 0 pure gli Uf1.7.iali e Met11 
Imperiali, tollo Ie fopivano. Abbi1m folamente \'eduta fin quì Ut1a 
diCcordia civile in MI1Jno. Se è vera II guerra fuddetta, già comin- 
ciamo a fcorgere, che Ie Città d' halia alz.ano la tdla, e {ì attribui- 
fcono, ovvero {ì ufurpano il diritto Regale di far guerr.l. Vedrcmo 

ndar crefcendo queth mufica, 1a qual.: fi tirò dletro col tempo una 
gran mutazion di cafe in Italia. Aneor quefto potrebbe parere indi- 
ZIO, che aHara la Tofcana fo(fe fcnza un Capo, cioè rcnZJ. un M.tr- 
chelè, la cui autorirà tene/Te a freno, 0 tronca(fe fomiglÎlnti difeor- 
die. Nota appul1to il Sigonio (a) fono il prcfente Anno, che Piþ, 
Genova, e, Fircnze cominciarono a f.1r figura, e ad acqui f1:arfi gran no- 
me j perciocchè coli' crcmpio de' Veneziani fi diedero alIa mercatura 
e all' armi, e fecero Batte navali. Delle due prime Cmà poffiamo ac. 
cordarci can lui j ml per canto di Firenze cominciò ella piÙ tardi a 
falire in potenza e ricchezza, e a fcgnalarÍ1 nell' armi. Per altro con- 
viene andar rirenuto in credere rurt!> ciò, che narrano i fuddetti An- 
nali, e dopo J' effi il Tronci (b), di rante prodezze dc' P1Cani co i (b) Troncí 
lor vicini in quefli tempi. Altri d'cffi Annali raccontano all' Anno Ar;nal. pi- 
1002.. la fuddetta. fconfina de' LuccheG ad :\equalunga. Pofcia all' ,1nno j.m. 
prefeme narrano, chI: Lucani cum magno exercifu Lombardorum 'Venerunt 
urfjue ad Pappianam, & PijÀNi eos fuuaverunf ufque ad Ripam FraElam. 
Non è sì facilmeme da credere una 
ale Armata de' LuccheÍ1, perchè 
non p
ranch
 i Popoli d' halia aveano fcotTo i1 giogo" nè f01e:1I10 far 
tanto I Bravl l' un Contra I' altro. Secondochè o{ft:rvò il Cardinal B-1- 
roOlo, in quell' ï\nno la pef1:c inherì non poco in Roma. Confermò 

mcora it Re Arrigo [Utti i fuoi beni e privilegj alia Chiefa di Cre- 
mona can un Diploma darn (,,) VII. Idus OElubris, IndiElione /I. .Anno (c) .Antiqu. 
ab /ncarnatione Domini A/If 1/. Anno vero Domni HC11rici Secundi Rrgis ll.;r/ic. DII- 
l/. Dat.4TiJ in Agidbur(!,o. A Giovanni Petrella Duca di Amalfi fucce. JtrI. 7 1 . 
dette in quell' Anno Sergio fuo Fig\io, il quale avendo dichiarato ruo 

ollega nel governo Giovanni fuo Figliuolo, do po tredici. anni fu fcac. 
claro dal Popolo, mal iòddisfauo di lui (d). Nell' Anno pofcia 1019, Cd) It. T. I. 
1
 i,tef1ò. Gio
(lnni iuniore fu di nuovo proclamato Duca, e regnò trc. P,lg. 12.0. 
dici anOi. 


(a) SigoniHI 
d, R<gno 
Ita/iot I. 8. 



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Anno 



14- 


ANN ^ L ( D' I TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 MV. Indizione I I I. 
di G 10 v A N l' I XVIII. Papa 3. 
di A R D a I NO Re d'ltalia 4- 
di ARRIGO II. Re di Gennania 4. e d' Ital. 1. 


Q Ualnr íi v()glia prefiar fede a gli Annali Pifani, {tÛt capta Pi/a 
a Saracrnis (a) . H Tronci Storico di quella Città narr3, che i Pifani 
colla lor Armata navale paffarono in Calabria comra de'Sarace- 
ni, e trovJ.tlli nfugiati nella Città di Reggio, vi pofero I' affedio, e 
datale afpra battaglia fe ne impadronirono con mettere a fil di fpada 
curti quegl' infedeli, e d,\re 11 facco alIe lor cafe. Aggiugnc, che 
I\turetto Re S.traccno, dlvenuto padronc della Sardegna, imefo, che: 
]a Città di PiCa íi trovava a110ra fprovveduta di combauemi, p\:r ef- 
fer eglino andati in corro, venne con groffa armata, pre1e qudla Cit- 
t:ì, la faccheggiò, e ne bruciò quclla parte, che fi chiamò roi ChÙl- 
flca, pcrchè una Donna chiamata ChiniÌca Gifmondi, vcdendo il pe- 
ricolo della Cmà, andò gridando al Palazzo dc' R.ettori dclh Repub- 
blica, c fece dar campana a martelIo: per la qual cola i B:trbari íi 
diedcro alia fuga. Fu poi alzata una Uatua a qllcna donna, e duo il 
nome di lei aHa parte abbrugiata d' effa Cinà. V' ha delle comradi- 
ziom in quel raccomo, e quanta a me io il credo in pane f.lVolo(.J. 
F orfe il nome dt Chinfica VC:lne dalla Lingua Arabica a quell.. panc 
di Pilj, perchè ivi fokano 3blrare i Merc.1tami Arabi 0 ha Saracèni, 
(b) Dand.,1. che vcmvano a trafficarc in Plra. Abblamo dal Oandolo (t) , che oell' 
in chron;co 3nno XV. di Pietro OrfetJ/o II. Doge d i Venezia, il quale dovrebbc 
Tom. X I 
I. coincidere coli' anno prc!ènte, 0 col fuffegueme, una temhil carelii.ì. 
Rer, Uti /C. ' f ' (' 1 v , ' 1 [vI d . 
e mona u non 10 amcnte In enezla, m,\ per turto I on 0, 111 
gui!:l che innumerabd genre ped. Fra gli altri, che re!bron,o rrnja 
di quefio malore, fi com-ò Gi07:Cli'htÏ Fir7llUolo d'dIü Doge e IUD Col- 
lega neI Ducato. E d.. 11 a kdici dl I
ggiacque 31 mrddimo fundio 
inHlIíT0 anche A1aria fua Moghe, quell a llef1à, ch' egli avea condotta 
da Coftantinopoli, SorcHa dl Romano, pofcia I mpcrdèorc de' Greci, 
come di fopra vedtmmo a1l' anno 999. Di qudia Donna s' ha da in- 
tcndcre CIÒ, che fCnve S. Pier Damiano colle feguenri parole (c): 
Ðllx J7enctiarum GonßanÛ1Jopolirtlllte Ut his Givem babebat Stxorcm, qu
 
nimÙ'um tam tmerc, tam delicatc 'llivebat, & nOli modo fuperßiJlofa, aut 
Üa loquar, ,{c ft juctmditate mulcebar, tit etiam commumbus ft aq:tis dcdi
 
gnarCfur abluere j Jed ejus fer'll; rorem ctCH foAtclgebal2t ul1dcctli1que colligcre, 
ex quo fibi iaborioJùm jtlliJ balncum ploctlrarmt. (10 cn;,'" chi vlIolc) 
Gibbs quoque /ùos mani/;us uon t'lngeb.lt, jèd al; Ettnucbis ejus al;iJ1w'a 
'pæque 71Iinutius concidebantur i1J {rufld; qu
 mox ii/a quibtljdam fufcl11u- 
lIs aureis atquc b,dentillus or; fuo iigltt-iens adhibebat. EJ11S porro cub,cuJum. 
tet th)miamatum a,.Cimatumfue :cnerJbus redundabat, u! & ,lob,s nclrrarr 
t all- 


E II. A Volg. 
ANNOIOO\ . 
(a' Annal. 
Pij.m. T. V J. 
P..er. lulie. 


(c) PttrHs 
Damiøni 
opu/CI.I. 
de Inflilut. 
Mon:41. e. 
II, 



\ , I 
ANN A LID TAL 1 A. '-; 
t
fltrlm dedecus Jæteat, & auditor JOfte non credot. Seguita pofcia a di- Eu Vol
 
re che Dio colpì la vanità e fuperbla di qudta Donna, perchc co, - AN!\!O 1 00 5. 
pu; ejus omne crJ11Jput
uit, it
 ut me,,!
a crJrparis undi'lue c/mil.1 ma'.ce- 
fcerent, t'tumque cubl
u/um 'n.to
erobl/z pra
fus fætore comfk,.ent. ,In tale 
fiata fuggita da tutu, [erml.no la fua vita q.uefia vann11111a P!'
c'p
f- 
fa. S'ingannò il D
ndolo, n,feren
o, parte dl quefie parole d" S. Pier (a) Ur e,.- 
Damiano a'tem p i dl Domemco SilvIO, che fu deao Doge dl Vene- . ,r; h 
1 . , , I f M go71JIS In 
7.Ìa nell' ann a 1071. A que{ 1 tempi appartlene un ta 1([0. a per- Chroni,o. 
ciocchè l' Abbate Urfpergenfe (a) lneUe la Fame fotto I' an no pre- (b) Ba,r
J1. in 
cede me , nel quaic pari mente accadde la Pefie, per tefiimonianza del .Anr.a,: Ecc. 
Cardinal Baronio (ø): pO,trebbe 
aluno credere, che a quell' anno fi 

s 
::
== 
avefTe da nferire l' avvemmemo tuddetto. Parla Erm:mno Comratto flus in ehr. 
(c) di qudla Carefiia all' anno prefente. All'iòcontro Sigeberto Cd), e (d) ,Sigtber- 
gli Annali d'lldefeim (co) la mettono nell' anno fegueme. Attere in Ius In elfr. 
queLl' anno il Re Arrigo a 
omar Bolesl
o. occup
tor della ,Boemia, e <;;}d

lIales 
il ridufTe a capitolare con glU
llo dl tum 1 Popoh. StanJo In Utrecht heim, 
contèrmò i Privilegj del Momfiero A mbrofiano can Diploma (f), da- (
) purictl- 
to anno Dominicæ Incarnat. !oilY. IndiFt;rJ1Jt Ill. anno 'Veto Damn; He;n- l,ul Monfi 
riâ J1. Retfis llJ. Ðatø IT/. NrJnas J.\1a;i. .dElum 
ra lJ 'eélum. 
el1l b . !;;a ,I. 
o ....", rOJlIlR. 


Anno di CR IS TO MV!. Indizione IV. 
di G I a v ANN I X'TlII. Papa 4. 
di A R DOl N 0 Rt: d' Italia 5. 
di ARRIGO II. Re di Germania 5. e d'ltal. 3. 


F Orfe perchè nell' anno prefcnte fu I' I talia, anzi I' Europa tuna, 
afflitta Jalla CareLba e Pefiilenza, di cui s' e fma menzione nel 
prccedcnte anno, la Storia è atrai diglUoa di fani e maí1ìmamente 1"- 
taliana. Dclla Gcrmania altro non farplamo, fe non che Baldoino Con- 
te di Fiandra, per aVere occupata la Citrà di Valencienes, apparte- 
oente alia Marca della Lorena, e tottopofia aHora al Regno Germa- 
nico, obbligò il Re Arrigo ad impllgnar I' :trmi contra di lui, ma coh 
poco profilto. Però fu riterbata aU' anno ventura la maniera più pro- 
pria dl mcuerlo in dovere. Grande affetto a\'ca prefo il buon Re L-\r- 
rigo alia Chiefa di Bamberg;\, can defiderare fpezialmente di fame un 
Velcovaro. Però ne cominciò con vigore in quell' anno il negozi.lto, 
ma riuovando renitente .Arrigt Vefcovo di V irtzburg, 0 fia d' Erbi- 
poli, per 10 fmcmbramento, che fi voleva far dclla lu:! Dinccfì (g), (g) .Aél. 
folamemc neU'anno fegueote ebbe com pimento la di IUI premura. Nc Sanélør.. 
gli Annali Plfani (h) abbiamo fotto il prefeme anno, che feærunt Pi- B;Il

d' 
fani bellum cum Saracenir ad Rhegium, & gl'atia Dei 'Vi,;errmt il/as in 
 po,';li; 
Die Stf,nBi S,X/;. Quefia è la vltloria ritèma dal Tl'Onci all' anno pre- th) .Annal. 
cedente. 1\1a altro è i'avere fconfitti i Saraceni ad Rhegitun, altro I'cf- Pi/..iT.V.1. 
fedi impadroniti, ceme vuoIc e{fa Tronci, di queHa eittà, perchè ",r. Jtalrc. 
I)'"om. ITI. D di 



1.6 ANN A L J D t I TAL J A. 
hA Volg. di ciò non rdh vefiigil). Legge" prdfo I' Ughelli (0) un Placito t
- 
AI'NO 1006., nmo Anno lncarnationis D,m; Ii Mf/ /. /lIdiEtiøne JP. 
uarJo Nonas A- 

:J.) I [.
btll. prilis dal Re Arri
o In Gcrmania, dove fu agitata unå lite fra./11 ia/- 
;c':;, J


. do V CfCQ\10 di ChlUfi in Tofcana, e Guini7.one Abbate del Moni- 
i11 Fpifr.p. 1lero di S. Salv:1tore di Mome Amiato, eBofone Abbate di Samo 
CiNJin. lwtlmo. II fuo principio è qlicfio: Dl/nJ rtjidrrel Domn.s Hrnricus 
Rcx in caminat:l in CaJlello hereditalÌs Jute., quod tiicitur NO'l)um Burgum 
(Ncl.burgo) alia prcfen7.a di aki.1ni V cfcovi ed Abbati. Fra gl'1ta- 
liani v'intcrvennero O/derieo Vefco\'o di Trento c 10 fidfo Vefcovo 
di ehiufi, Iviz()ne Abbate Leonenfe ful Brefciano, Ugo Abbate di 
F,ufa, Buono Abbate di Ravenna, Ildtberto Abbate dl Siena, Gio- 
yanni Abbate forfe di Lucca, Ildcbrando, Rinieri, e I\rdingo Con- 
ti, probabilmeme di Tofcana, Pietro Tra\'erfario da Ravenna, e i 
Mdlì de' Vefcovi di Arezzo e Siena. Ecco come gl' Italiani frequen- 
tavano in que11i tempi la Corte del Re Arrigo, e maffima
ente gli 
Abbari, tutti per loro negozj, e per impeuar Privilegj 0 beni 0 giu- 
ftizia, giacchè non mancavano mai rrt'potenti, de ulurpavano a i 
Monif1:eri gli fiabili can quella fic{fa facilità, can, cui i Monad gti 
acquiílavano. 


Anno di C R 1 S TO MV I I. Indizione v. 
di G 10 V ANN J XVIiI. Papa 5. 
di A R DOl N 0 Re d' ltalia 6. 
di ARRIGO 11. Re di Germania 6. d'ltalia 4. 


E Sige ben Ja Storia d' Italia, che a que It' anno fi faccia menzione 
dl Fulberto creato circa qudli tempi, come comunememe vi
n 
crcdmo, Vefcovo di Sciartres (Carnutum) in Francia. Siccome o(fc:r- 
(PI) Mabill. vò il Padre MabiUone (b), fondamemo c'è di tenerlo per nato in Ita- 
A'

A l 
. Bt
 Ii1. Bam ben furoQo i narah fuoi, ma paíTaro in Francia, per l'de- 
n,,,,. In. Au d ' 1 " f: r. . , d ' rr . I 11 
A,m. 99 1 . v.atezza e. IOgegno e aper IU.), mento eucre mna zato a que a 
Cattcdra. A veva a\'uto in Rems per maefiro Gerberto, che fu poi 
Papa Sllveltro II, Aprì anch'eg\i Scuola, e la continuò anche dopo e(ferc 
falito al V efcovaro; e dalla medefima ufcirono poi cccdJenti Dileepoli. 
Più celebre Scuola di quelta non v'era aHara tm i Franzefi., L' opere di 
così infigne Prelato fono a(fai note nella Stor;a Letteraria. Già a\'e:l 9:eda/- 
do Marchefe, Filius quondam AdIJ/berJi itemfjue Mar,hio, A volo della cde- 
brc: Conte1Ta 1\'1aulda, ridaHo a perfezione il magnifico Monifiero ,di S. 
Benedetto, fituato (fa il Po, e il FlUmicello Larione, oggidì appellato di 
Polirone. Al medefimo fece egli un'amplifiìma donazione di be
i in 
(c) BAC,hi- queft' 3nno. PreíTo il Padre Bacchini (,') fi legge 10 Srrument
 filpu- 
ni Jftør, di la[o infïa Rocca CanoJ!ò, con queUe Note: l/enrieus Dei gr.lla Re;l, 
l'ol
ron. anno Regni ejus, Deo propitio, hie in ltn/ia, 
!tIrro, i\1enfè Junii, In- 
I1tl,l.l.'AP-øiffÙme g'uinta. Dal che imnariamo , che in Italia fi ufava I' Epoca 
Ptnu"t . ' ...... 
 
par- 



ANN A L r D' I TAL I A. 1.7 
particolare del Re&no Itatico, 
iverra da quel

 del G
rm
mico. Un' E.,^ Voig. 
altra donazionc: panmeme da 101 fatta al i\10111:tcro mcddìmo five-de: ANNO IOOì. 
fcritta Anno lHU:efillJo Septima, /ndiElione Q!:inta, fimndo die inttarte 
A1enft ApriJis, fc:nz.a apporvi gli Anni del, Re. COi11uncmente fi cr..:- 
de ch' e(fo Marchcfe Tedaldo detTe fine In queLL' anno a i luoi gior- 
ni 
 10 non ne fono abbatlanza perfu.lfo, ficcom;; du'ò qui fouo all' 
anno 1012.. Nel prcfeme riufcì al Re Arrigo di 2Ppaci'1f Ie file pilí1Úue 
\logtie con ergere in Vefcovato e dotare magnificamene Ii! Chh;b di 
Bamberga, e fottoporla al fo
o Romano ,Pontdicc. Fu confl:rm.ao 
que1t' Atto con fua Bolla parucolare data In 'quell' anno da GIO\ anni 
XVIII. Papa, co
e fi legge, pre(fo ,l'l-:lofmanno.(a), ed altri Salt- (a'H{Jfm..,,- 
tori (b). Con gaghardo elerclto pafso circa quc1b tempi il mede6mo "u, .AlIl.41. 
Re Arrigo la 
chelda contra di Ba!do
in,o Conte di Flandra, il quale Eal.,btr- 
veggendo di non pote,re re
fiere,. ,b glUO _ alia mifcricordia di 101, e 1bY.ApuJ 
ne otttone buona capltolazlone,' SI nacceie anc. he Ia guerra fra clTo Ludt';rvil. 
Re Arrigo, e Bolcslao Duca dl, Paloma e de. gh Sclavi. Qldlo è poi To. 1. 
c..i- 
l' anno in cui venne aHa luce In RaveAna P,etro Damia>Jo, grande 01'- ptor, lJùm- 
namen;o del Secolo p
efente .(c). Fu jJ .fu? no
e, Piet!o di Dami
nD, t:?
'trllt 
cioè Pietro Fratdl
 dl DamIano. eo
tdI
 c&h m plU d' un luoga, DamiAn; 
che attdc allo ftudlo del!e Lettere pnma 10 1< aenza, polèia in Par- Opl4.{clll. 
ma: il che ci dà a conoi
e
e" che Ie Let,tere 
 p
co a poco ritõrg
a- 6'1. c. 5. 
no ancne in Italia. Tenmno II corfo dl tua Vita In que1t' anno Lan- 
tf'lfo IV. Pnncipc 
i. 
aJ-'oa (
), topral
o
i
ato da SlInt' .dgata, nel di (d) Cam;l
 
2.+ di Luglio, e lc1icl,o lu
cdl.ol
e nel [r
nClpato, PalJdolfo J V. .'\nda- '''.' Ptrt(ri- 
vano di male in pegglo gh aftan della Chlc1a dl Cre mana. Non fn n1".' .HI/for. 
si prefto ufci.to de,l 
ondo o.d.:/ricfJ, 0 CIa O/deric
 Vefcoyo di quella 
:::;
trd. 
Chietå che 1 bem d dTa paurono non llcvc demmento. Gli fucce- 
deue landolfo Cappella30 d
l Re A
rigo, i
 quale nell' an no prefen- 
te ottenne da dTo Re un Diploma dl proteZlOne per la fua ehicfa (e) (e) .Antiqu. 
Ann' Domin;ce Incarnati,nis !oiIP 11. lndjéfjone V. anno Regni Domn; ltillic, Dlf- 
Heinrici Regis Secundi Regnantis PI. (q,;dta, è l' E.poca del Regno ferl. 61. 
Ge.rmanico). ARum Polede. In Milano 1< ulcOlno figliuolo di Bernar- 
do, .iventc fe-condo 1:1 Legge Salica, tõndò in quell' anno la Colle- 
giata di Santa Maria, oggldi appellata Fo/corina. Lo Strumemo ha 
quefte Note: He"ricus gratia Dei Rex, Anll, Regni ejas 

"IO 1'1/ l. 
die Menfis ORobris, IndiRio1fe ingrtdimte Sexta. Ancor quì abbiamo 
r Epoca del Regno d'ltalia del Rc Arrigo. 

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"""Ii. .\' 
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." , ,( 
. - 


Dz. 


Anno 



'2.8 


^ N N ALl D' I TAL I A. 


Anno di C It 1ST 0 MVI I I. Indizione VI. 
di G 10 V ANN I XVIII. Papa 6. 
di A R DOl N 0 Re d
 Itatìa 7. 
di A RRIGO II. Re di Gern1ania 7. d'i talia 5. 


1-'u Volg. E Bbe in quefi' anno de gti afpri a ffa ri it Re Arrigo per cagio- 
ANN.O 1008. . ne di uno de' Fratelti dell' r mpcradrice Cunigonda lua Moghe 
 
chlamato Ada/berone. E{f'endo va(:ata I' Archiepifcopalc: Chieh di Tre- 
\feri, fu egli efetto, bcnchè mal volentieri da qud Clero e Popolo 
p
r Arcivefcovo. Ma non vi confenrì il Re Arrigo, da cui fu data. 
quella Chiefa a Megingal4do, Camerario di H'ì//i:ifò ArcÌ\'efcovo di 
(a) Her
 Magonza C.). Per qud1:a cagione inforfè guerra fra eOo Re, e 10 ftef- 

::tn:.
us fo Adalberone, al quale furono in aimo 7êodflYico Vefcovo di Metz 
 
;11 CJ-mnilÐ. Arrig
 Duca di Baviera, fuoi Fratelli. Li fogglOgò il Re Arrigo, e 
, tolfe roi il Ducato a\ Cügnaw Arrigo. 1r.torno ache (Ì 1'o([ono kg- 
(b) 

"V'lJl gere g\i Annali di Treveri del Browero Cb). Gf'lmperadori Greci 

;:'lJjre:7' po{fedevano in que1h tempi qu
fì tuna la Puglia, cominciando da. 
Afcoli, e feguitando la cofta dell' Adri3tico a riferva di Siponto e del 
Monte Gargano, dipendcnri dal Principato di B
nevemo. Erano 311- 
che in po{fef}o della maggior parte della Calabria, con ritencre ancora 
GU3lche fovr.mità 0 almcno amorità ne' Ducati di Napoli, A m..lfi , e Gae- 
fa. Sùleano chiamar Longobardia qucgli Srati, e mandarvi un Govc:rnaror 
Gcncrale col nome di CatapaNo
 come gia accennammo. Abbiamo daLu- 
(() 

p..s po Protofp:ua (c), che nell' anno 1O
6. Xifea Catapano era venuto a qud 
,r,tøJp.tA M n- d I ' d .' II n-. { p 
i. Chr,,,ill. go verno . a clJcn 0 eg I mancato I v Ita oe 'anno apprcuo, 10 que 
, 
anno dcfcendit CUl'ctI.'1 Palricius i\Jmft A-faii, cioè fu inviato per Go- 
vcrnatore d'df.. minor Lombardia. P.ire, che in quef\' anno il Re Ar- 
rigo conferma([c i Cuoi Privikgj e beni al MoniUero delle Monache 
(d) ..A7fti'1,.' di S. Sitlo di Piacenza con un Diploma Cd), data anno Dominic4 In- 

talll. Di/- carnationis Millejim, Ofltlvo, bliiEliønl P. anno vero Domni Heinrici Se.- 
J.rl. 7 0 . .1: R ' . T.T I 
a. . T 1 '1.' M " h 
(UI1,u egIs ,.egnantls Y. . .E.l
,IIY11 m .l11{,e oczm . a qUi v a er,r<?re 0 
neW anno, e fi clee fcrivere Ali/!eji11lo Septimo, ovvero neH' Iruh1slone 
 
e fi dee lcggere 1ndiElione P l. Ed è confiderabile, che nè in quetlo" 
l1è ncll'altro Diploma, accennato all'anno precedence, non compari
ce 
j} Giomo, nè il Mefe, contro il conumc delle Regali Cancel1ene. 
(e) JlAb
I'. Anch
 il Padre ì\hbillone Ceo) ofTervò quefio rito 0 difett
 in al
ri 
J. R.e ,D'
 Diplomi d' cao Re Arrigo.. N dl' Archivio del Moniftero dl Subbla- 
pl,mats,.. co fi legge una Bolla 0 Suumcmo CÐn qucflc note: Anno D
o propi- 
lio Ponti{icatus D
",ni Joh
nni /ummi PontiJici XP /II. Pap
. III (tlcra- 
tifjima fide beati Petri .Apoßoli f7. lndiflione IT 1. i14enft ']unu. dte 17 J. 
ciC'è nell' anno preÚ:nte. V 0 io (Una via comando gli Anm del Rc 
.Ardoino, percio.:cbè 1ëbbc:ne ha cfcdu[o più d' uno Scriuore, ch'egli 
dopo 



ANN A LID' I TAL I A 
 \. 2.9 
dopa la venuta in Italia del Re Arrigo, e dopo la di lui Coronazio- Eu Volg. 
n
 ' decadelfe affauo dal foglio Regale: pure è certo, ch' egli ritenne ANNO 1008, 
circa nove anni ancor3 non fotameme il titoto di Re, ma anche ne 
efercitò I' alltorità in mold luoghi. A 1I0rchè gli con venne cedere al 
Re Arrigo, egli fi ririrò nelle Fonezze del Piemome in falvo. Ma 
non s1 toO:o \:1fcì Arrigo d" I talia, che Ardoino tornò. ad atmre la te- 
fta, e trovando fpezialmcnte inviperi.to il Popolo di Pavia contra de'Te- 
defchi per I' imrncnfo danno rccato colla fpada e col Fuoco alla-Ior Ciuà,. 
6 può facilmeme credere, che fu Guivi di nuovo riconofciuto per Re. 
Porta il Guichenon (a) una Donazione fatta alIa Cattedrale di Pavia (a) Guic/',- 
da Qttone eonte, chiarnato ivi Filius ftreniJlìmi DfJmini, & metuendif- n,n Biblio- 
þ1ni Plltris mei Domini .Ardoini Regis. Lo Strumenro ha Guefle Note: thee. seb..f. 
Ãrdoinus divinil tribuente gratia piiffimus Rex, anno Regni ejus propilia gm
ur. 11. 
Septimo, IndiElione Pll. Manca il Mefe e il Giorno, con reftare in- . . 
certo, fe folfe fana quell' offerra ne gli ultimi quattro Mefi dell' an- 
no corrente, 0 ne j, due prirni del feguente. Lo Strumento è fo[[o- 
feritto dallo O:eO'o Re Ardoino, e vi fi leggc:: .Af1um apud PapiaTJI 
in Pillatio juxta Ecclefiam $anfli Mich"e/is. Sicchè abbiam qualche 
fondamento di credere ritornato queO:o Re al fuo comando in P.uia. 


Anno di C 
 ] S T 0 MIX. Indizione VI J.. 
di S ERG] 0 IV. Papa I. 
di A R DO J N 0 Re d' Italia 8. 
di A R RIG 0 II. Re di Germania 8. d) Ital. 6. 


G Iunfe al line di fua vita in quefl' an no fenza faperfene il più pre- 
cifo tempo, Giovanni XV11/, Pap2, che da Oitrnaro è chiamaro , 
Phafan (h), e dall' Annaliíìa Sa{fone (c), PbaßamlJ ideft Girl/US, doC; (b) DltjA
. 
Fagiano. Uno Srrumtmo fi legge nel Monifiero di Subiaco, che porta (
/
:n
li: 
Ie feguenti Note: .AnnQ Deo propi/ius, Ponti{icatus Domni Johanni /rlm- ft" 
A"Ø-. 
",i Pant
{ici & UiJÎver(à/i XJ7 Ill. Papæ in ,(acratiffima Sede be..
ti Pttri 
.Apofto/i Sex/a, ludiElione Sep'im:l, l'llmps ]anuarii die 'Xl. cioè nel pre- (d).ABar
n., 
feme anno: RapP?rra il Ca
din.al Baronio (d) un" 
pitaffio, che era ':cdtftafi: 
Jlella Bafihca Vancana, attnbmro da Matteo VegglO a qu('flo Papa. (e) Manliul 
Lo rifcrifce ancora Pietro Manlia (e), ma con dll'lo cujuldam Johan.,. T:, VII.?-__ 
nis Papte. Non oferd io, crederlo. fepclcro di quefio Papa. I vi 6. 
:::
:,
n- 
Iegge : 14nd. 


NAM GRAjOS.SUPERANS, EOIS PARTIBUS UNAM, 
SCHISM.-\TA PELLENDO, REODIDIT ECCLESIAM. 


Non è probabile, che di quefla glnriofa az.Ïone niuno avdfe lafci:1t& 
qualche menzione nella Storia Ecclefiafiica di Oriente 0' d' O,cidente,. 
Egli è chiamato ancora. AU- 



30 


ANN A LID' I TAL I A. 


Eu Vofg. 
ANNO J009- 


AUGUSTIS CAR US, GENTIBUS, ET TRIBUBUS. 


(a) Dir,,,,,r. 
(;/'r'l1;'. 
l;
. 6. 


. Più cc:mvien q
efio titolo. a qual
he Papa Giovann!, vivuto aUorchè 
I Greci Augufil fignoregg'avano 10 Roma. Succefiore di qudlo Pon- 
tefice fu Sergio JV. il quale per atre(tato di Ditmaro (a) 'VoctJ!Jafur 
Bucca POYci. Erano forfe in voga ancora in que'tempi i Sopranomi , 
molti de' quali, tuttochè fo{fero impofi:i PIÙ per vituperio, che per 
onore, tUU3via pafrarono dipoi in Cognomi di Famiglic, ficcome ho 
olfervatò altrove (b). Negò il 
ardi_nal B:1r.onio, che que1to Papa por- 
ta(fe un tal Soprano(TIe, perche dal fuo Epl[affio fi fcorge, che prima 
del Pontificato era cbiamato PietYð. 


(b) A.nt,lJ.u, 
Italic. Dí{- 
ferl. 4 1 . 


SERGJUS EX PETRO SIC VOCITATUS ERAT. 


Ma ql1efio a nulla ferve. Pietro fu il fuo Nome Battdìmale; m:J. per 
Sopranome, fecondo il conume d' a1l0ra, egli dovette 
fiere chiamato 
Bucca di Porco, ficcome il ruo Predecetlore Giovanni fu foprdnomi- 
(c) Dan. nato Fafam, 0 fia Ft giano. Per artdlato del Oandolo (c), in quefl' 
lIulUJ !n anno pagò il tnbuto ddla natura Pietro Orfe% II. Doge di Venezia, 

hro"

l Principe gloriofo, per avere a{faiffimo ampliato il dominio Veneto, 
;:;: 1ta;;,. fconfitti i Saraceni, e governati con fomma prudenza e dolcrzza i tuoi 
Popoh. Gli fuccedtw:: circa il Mefe di Marzo OttfJne Orfe,lo fuo Fi- 
gliuolo, dianzi creato fuo Collc:-ga, non inferiore nella Religione e 
Giutlizia 
I Padre, e ricchiffimo di beni di fort una . Ebbe egli pl:r 
Moglie una Figliuola di Geiza Duca dl Ungheria, e forella di Samo 
.S[efano, primo Re regnaA[e aHora in queUe contrade, la quale ga- 
rc;ggiava ndlc Vinù cel Fratdio - Era per teUimonianza di Camillo 
(d) C

ill. Pellegrino (Ii), in queth tempi Principe di eapua Pand.ifo IV. Prerc 
P
rtlrlTl"'.J rgli per Cuo eollega in quel Princlp,lto Pam/oifo 11. Principe di Be- 

t. L:

: nevemo, fuo Z
o patern
. Non ne veggiamo a(fegnato ii, motivo, ma 
IÞArJ. prcoobllmcnte tu, perche m.lOcandogll 'fucccffione mafchlle, volle af- 
fìcurare ne' Parenti fuot il Prmcipato. Abbiamo fo[[o queit' anno da 
(c) 
pUJ Lur o Protofra ra (e), che cecidit m1xi11la nix, ex qua ficcaverMnt arbo- 
::
/'!D

Ø. res.olivtE, & pifces &, 'l.Jo
ati/ia 
or
ua funt. :ofci
 aggiugne; Me>>ft 
Afaii Ùlcæpta rjl rehe//zo: 11 che to ImenJo de Pughefi, chc comlOCla- 
rono a r.bclladi a i Greci. Et Afenft Áugufti apprehenderunt Saraee"i 
Ci-::itate11l C,ftntiam ( Mecropoh della Calabria) rupto fædere 1tflmilfl 
Cayti S4Ii, <"lUè dd Gencralc d!:" vJori. Ancorchè ArJolOo Re aVt;(fc 
npighace Ie furze, e fignoreggiatre a Olio credere in Pavia, pure I. 
mag
ior parte delle Cma del R
gno flava c,oilante nella d,vo
ione e 
fcddtà g'u:':na al R, Arrigo, t tra qudl:e Mrl.1no, P.acenz:l, Crcmo- 
n3. La1Jdøifo Vefcovo appunto dl Cremona oatnne in quett' annJ Ja 
Arriðo UII divleto .a Lambeno Abbate del Moni(lero di S. Lorenzo, 
f1m"to pre(fo a Cremona, di non poter' alienare, livcUarc:, 0 contrat- 
tare to alue gui{c i bl:ni di que! facro Luogo fcn
a I. licenz..a del Ve- 
fcuvo 



A tI N A LID' I T A I.. J A. 3 I 
fcovo fudJcuo, il Guale pofcia fe ne 3husò. II Diploma (j dice daro C.) 
17 1I. Jàus Oflobris, A/WJ ab /ncar,ztltiont Domini ft1Y 1/ ll. Anno 'Vero 
Domni Henrici Pritni (fcrivi Secuntli) Regis, F fl. Aélum 1I-t.1ideburg. 
Dovrebbc e{fc:re l' Ã1mO Fll/, It> pure non appart1ene all' anno prece- 
dence: il che non {i può comprendere per la mancanza dell'lndizio- 
I1C. Ho vedura un' allrenrica Donazione fana in CÒrrcgsio alia Chief a 
di S. Michele, ogglJi di S. Q!mino con quelle N are: Enricus (!'r4- 
titl Dei Rex ic in It,Ûia f52.Jinto, die' !?<.!pnto de iHcn(è Oflubris, Indi- 
fliol1e Oéfava, che app
nu:ne all' annn prelènte. So no quell' anno an- 
cora abbiamo dal Bollario eafinenlè (h), e daW Ughelli (,) una dona- (b
r.Bu

ar. 
zione faua alia Badia di Sam3 Maria di Firenze, Anno ab Inc.rnatio- 

J


n:;01J_ 
If/.e Domi>>i No1'JO poft Mille, Pridie Jdus Augufli /niitli01Je Settima. II flitut. 75. 
fuo prmciplo è Gueilo: Ego quidem Bonif!Jtius inclitus ,Yarchio, Filio' (C!) Vgh,lt. 
Dom>>i Alherti, qui fuit Comes, fui profeJlù: (um Legem vivere Ribuario- 
al. .s
cr. 
rum, Lo Strumemo fu fiipulato in Loco Plomayo ttrritorio Motznenfe. . Ill. 
Dove fotTe quefto Pis1Joro del Contaclo di Modena, nol faprei dire. 
Pi,mol'O (j tru")va fulle montagne di Bologna j' Pianorfo in quelle di 
Modena. Meno poi so, di Gual contrada fo{fe Marchcfe qudlo Boni- 
faziD. Cofimo della Rena nella Scconda Pane, a noi promeífa, ma non 
mai data, dclla Serie àe i Duchi di Tofcana, pare che inclinatTe a 
eredc:rlo Duca di Tofcana. Non c' è fonclamento alcuno per sì farta 
opinione. 1 Duchi, e Marchefi,. Conti, 
 Signori grandi per 10 più 
polTcdeano allora de i beni in varic pani d' Italia, nè bafia una 00- 
11:1zione di beni privati, fan a da aleun d' effi in qualche territorio, 
per argomemare dominio Principcfco in qud paefe. Di qudlo Boni- 
fazio Marchefe vi vente fecondo la Legge Ribuaria, ho io trattaro (d) .A t' 
altrove Cd) con crederlo difcendenre d:1 qud Bonifaz;o, che già vedcm- Italic. 

r. 
mo Duca di Spoleti, e Marchefc di Camerino, e da Tenhaldo pari mcn- fm. u. 
tc: Duca e Marchefe di Guclle comrade nel Seeolo precedente. Ma 
non apparifce pumo, fe queUo giovane Bonifazio govcrna(fe Marca 

lcuna: e certameme egli fu perfonaggio'diverfo da Bonif
zio Marche- 
fe, Padre della gran Conte {fa Matilda. 


EllA V olg. 
ANNO Jo09. 
(a) ughtll. 
Ilal. Sacr. 
Tom. IV. in 
Ep;fcop. 
Crtmonmf. 


Anno di C R 1ST 0 MX. Indizione VI I I. 
di S ERG I 0 IV. Papa 2. 
di A R DOl NO Re d'ltalia 9. 
di ARRI
O II. Re di Germania 9. d'Italia 7. 


S E vogliamo qui prellar fc:de a Giovanni Villani' Ce), che oar- (e) GioVlw- 
rando avveoimemi lontani d,1' fu)i temoi, ci coma bene fpetTo ni Vill
ni 
delle favole, 0 pure con favolofe partieolarità fconeia i fani veri: in lflor. l,b. <t. 
quefi' anno i Fiorentini, mirando da gran tempo di mal' occhio 1a vi- fAP. 5'. 
ciaa Ciuà di Ficfo1e, can ioganao finalmcl1tc fe nc feecro padroni. 
Net 



(b) Jbtiqll. 
l1Alle. DIfr 
firt. 6f. 


32. A PC N A L I'D' I TAL I A. 

u VagI. N cl dì fotenne di S. Romolo, Proteuore dc' Fiefolani, mentrc quel 
hljNO 1010, l>opolo era Intento ana fdla, fpedirono i Fiorentini colà una mana 
dc' Jor glovam fegretameme armati, che prcfero Ie Porte, e diedero 
campo aU' elerelto d' eill Fiorcntini d' impadronirfi di quclla Città con 
jfmamellarla poi ,tt
ua, e 1'idurre 9,uel. Po polo a Fircnze. Quella' rac- 
como paisa dlpOl 10 tunc Ie Stone Florentine, non mane.lndo nondi- 
menD altn Scnnori moderni, cbe t{'ogono fucceduto un tal fano neU- 
:1nno 101.4. Credane il Lettor ciò, che vuoie. Qu:mto a me vo aO"ai 
lemo a perluadcrmi cotali bravure in qudti temp!, n
' quali Ie Città 
d: Ital
a ':101
 avc:ano 
er
nche ,nè f
olta ne u{ò di muovere l' armi da 
sc,' ne d.1 dllhu,ggerh I una. 1 alt1'a: 
olt? meno credo, che in que- 
(a) .A,.".;- t
l tcmpl" come. vu?le SClplO11e :\mmlrau (a
 con altri, folfe Duca 
rllt; Iflol'. dl Tofeana Bonifa:uo Marchefe, Padre della COl1tdfa Matilda. Niuna 
7iom"il1. pcuova di qudi.o viene addottaj e fenza pruove 
'alfcrir cofe antiche 
non è diverto dal fabbricar nelle nuvolc. Leggcfi [otto 'queíl' ann
 
una magnifica donaz.ionc fatta a i Canonici dl Ferrara da 1l1 tr one Ve- 
fcovo dl queila eitrà con uno Strumemo Cerino, (b) Pontific
tus Do- 
mni nO/lr; Sergii jùmmi Pontificis & ,mÏ'iJe1falis PaptE in APOftoJìta. fact'a- 
tiJ!ìma heati Petri Jède AnlJO Primo, Regnallle ve,'o Dom"o Enrico Rel.e 
. Deo (orlma/o, pacifico, magno, in l/alia Septim, (dovrebbe eff'erc 
'Sext8) die rertia i}fmfis FebruiJt'ii, /ndiétio'Je Oélava. FerrarÌte. Si of- 
iàvi, come 10 Fcrmra fon comati gh anni di Arrigo Re d' Italia. 
In que1h tempi per 1a Tofca,n;) fpeziollmente, e pel Ducato di Spo- 
leti, San Romoaldo A bbatc {p:ugcv a o
ore dl gran fanrità, edificava 
Monifieri, t: dilatava l' Ordine RdiglOlo, che Í1 chiamò Camaldolen- 
fe, e fu una Riforma del B':
1(:d,uJl}o in lralia. Abbiamo da Lupo 
Protofpata (,,) ndl' aooo prekme, ('he, CtlYcua Patrizio, Governator 
de gli Stati po(lcdulÌ da'Grcci in IrahJ, dleJe fine a I Cuoi giorni, 
e in luogo fuo venne a que! g0vcrno BaJìlio Catapano nel !\1elè di 
Marz
 con uo co
po di mlilZIC traue dalla Macedonia. t\ggiugne 
qucfio Scrinore, chi: Syltißus itJcclldit mu/tos hfJlI1Ùie
 in Civ;tate crrani. 
D.1 un' aitro tdi.o s' ha, che Lang,oba,'dra (COSI chlðmaVjnO i Greet', 
eome già fi aççenno, gli StaB loro to I.talia) rebelltlvÏl II CtEfare 
(cioè dal Greco Augutto) 
pera J.Htlo DuelS, lfque accu,-rens pr
/iatus 
eft Barum CO'Jt
'a Ba,'e'Jjès, .ubi Ipli a/;ierunt, 
dto JUe/a di onion 
(d),LU Longobarda, ticcome ,c' ant.egna 
c:onc ,Oß:lc:nle (d),ß.armJìum Ci- 
ofil,n
t 'Vium, immo totitlS Apulla! P7'lftlU), & clanor erat, jJrenuijJlmus 'lJalde a& 
fí rø "". prudent,;jJimlH vir. Sed qUIWl jllperbi.'lm, injò/enriamque, tiC l1efjuitiaf/l 
I . 1. c. 37. GrtEcorum, '1. 1Û non mutw (In/eel, teMpore .lèìfiCil PrÙni Oélonis, Apu/iam 
fibi Caídb
 iamqHe, ftciatÙ in oltxiiium jÙum Danis, RAjJiS, & GlJa/.I- 
nlS 'C'ÙJd/ca'l:en.lIt, Afuti fe, re non pojJenl, cum eadem AIe/o & cum 
(e) .A h demar. .ua
/o o.rodarn æoue nobitiffimo, ipji;
fèJuc i\1t1i c
gllaIO, t.:tmdc11I rebel/ant. 
'" C ron.co 1 - 1 t - Ii fI t b ' I d ' P I fi 
.p.d LAb- ...
hc: Hit"pnole conleguenl.C t tu
.e ceo Cjl
d an ea Ion e ug Ie , 
be. l'andrcmo a poco a poco fcorgcoao,' .n,bblam<:> 
a A,dcmaro (e), 
 
(f J Glaber da Glabrn (f) che circa Cjueth tempJ J Sarolcel1l mhl.nrono fotto varJ 

.tlu " IJUt P reteHÍ contra' dc' Cn{bam ablta.nti in G
I'ujalt.:mmc con ucciJ.:rne 
1ft. C rom". IT ' [. 
jlUóll ... 


{c} l.MpliS 
'r.tofpata 
i" C"r.nj". 



ANN A LID' I TAL I A. 33 
alT"aiffimi e forzarli ad abiurare la Fede di Crillo. Dirocc:nor.o ezi:m- Ell A Volg 
<110 la B
hlica del Santo Sepolcro con varic altre Chiefe. Era aHara ANNO IOU,' 
GeruCalemme forropoila al Calif.!, 0 fia al Sultano dell' Egitto, e non 
gÜ a i Turchi. Fece
o ancora i Saraceni dimoranri in halia, 0 pure: 
in Sicilia una barraglla, per attcllato del fudderro ProtoCpata, co 1 
Greci a Monre PeloÎo non lungi dal diltrerru di Bari, lJnde pel'emp/us 
eft Du.y, fenza fapcrfi, fe de' Greci 0 de' Mori . 


Anno di C R 1ST 0 MXI. Indizionc: IX. 
di S ERG I 0 IV. Papa 3. 
di A R DOl NO Re d'Iralia 10. 
di ARRIGO II. Re di Germania 10. e d' !tal. 8. 


G Ià ho accennata la ribellion de' Pugliefi, capo de' qUJli era Melo 
con dlèrfi lottr:1tti al dominio de' Greci. Scrive Romo11Jo Sa- 
lernitano (.); Anno J1XI. Indiéliline IX. Fames valida Italiam obtinuit. 
!?2.!IO tempore i
fe/ Catipanus cum Norm':lnnis 
1pulia"11 impugn:zbat. Ecco 
il CatipallUs 0 Catapllnils adoper:Ho in vece dl CapitamlS, 0 Capitaneus. 
Ma queflo Storico anr,cipa di tI oppo la venma de i N ormanni a guer- 
feggiarF in Puglia, Potrebbe ben dTàe, che nell' Anno prefcnre fe- 
guilJè I' a{fedio di Bari Farro da Balilio Generalc de' Greci, cd accen- 
naro da Leone o Clienlè . In un retl:o di Lupo Protofpara (t-) pare, 
che [ale a{1èdio fia n,lrrarO all' Anno precedenre. In un alrro è pollo 
[orto I' :\nno IOI
, Fors' anchc la ribellion de' Pughefi non div:1m- 
pò, fe non in quell' Anno, 0 pure nel feguente, perchè 10 S[O- 
rico Greco Curopalara (c) metre ne' primi Mefi dell' Anno pre- (c) CurO;R': 
fcnre alcune disgrazie, chc fervirono di prell1dio. Comunql1c fia, IMR. 
abblarno dall' Oltienfe (d), che ancorchè emro e{fa Ci!tà di Bari (
) Le
 0- 
al1ìltellè Melo ana difefa, pure que! Popnlo vílmente foll:cn::va II pefo film. lIb. 2. 
de gli aílalri; e però dopo un melè d- a{fedio rrartarono di rendc:r1ì e ,a;. 37. 
di dar 10 He/lo Melo in mano de' Greci. Ebbe Melo conoteenza di 
(juella nama, e la fort una di falvarfi fegretJmeme in compagnia di (e) .An
Rli- 
Datto, con ritùgiarfi in Afcoli, Cinà, che s'era anch'elTa ribellata. fiR SRXO. 
QuiVI fu di nuovo a{fediato, laonde una none gli convenne fuggire Htrman- 
anche di Ià infieme con Darto, e ritlrarli a Bcntvcnto. Pofcia andò ;;S eom
a- 
a Salern,o, indl a Capoa, medirando fem,pre Ie 
anicre di libcrar.la (;; :a
R
: 
fua Patrta dalla tlranma de'Grecl, e i1udlandofi dl muovcre que' Prm- Scotus in 
cipi in aiuro fuo. Ebbe nunva guerra in queCl' Anno il Re Arrigo Col') elmllieo. 
Bolt:slao DUCil di Polonia (t'). Con gran folennirà fcce e{fo Arngo (f) h Dllja;. 
dt:dicJre al1ch
 nel. prefeme Anno.c fe p
re n
n fu PIÙ t.o{
o neI I
:- 
t G
ieht- 
guemc) Ia Chief a dl Bamberga. G,ovannz Patrtarc.l d' :\qUlle1a can pill non BlbliD- 
dl trenra Vet'covi fece qudla facra funz.ione. Ct fomminifira a qu
1l' thu. 
tbuf. 
anno 11 Guichenone (g) una donazione fana dal Re Ardoino a S. 51- Ctntur. lIe 
"' T7' I. E CRP. 10. 
.I. om. ,. . fO J 


(a' 'Ro,"u.l
 
JUI Salcrni- 
tanul ChI'. 
Tøm. VI. 
Rtr. ItRIÍ,. 


(b) Lupus 
PrDto[pat4 
in ei-rDnicD : 



34 ANN A LID' I TAL I A. 
Fu '\olg. 1'0, cioè aHa C:medrale di Pavia, pro anima Pat' is nO,flr; Dandan;s, 
A
NO 1011. & pro anim:J [>cltmi nollri Damni Ada/berti, ,'ol,tmte D(Jmno lYilelm(J 
j\/1rchione carijJimo Con,fòl 1 rino ,
enn:mo nollro, Tal
 ,-\[[0 fu Icrmo An. 
no Dominicæ 11lcarnationis A/X I. 'rertio Ka/ennas Aprilis, lndiflione IX. 
Allum BfJbii in Epifcopali Pa/1-tio. E' o(fervabile, che non com pari- 
(cono qUI gli aonl Jd fu" R
gllo. Scorgiarno poi, che il dominio 
d' effi) Re \ rd.)in'") fi íl:.:odeva anche nella Cinà di BobbJO, firu3.ta 
futla T rt.bbia \'e1uiqu1ttro miglia iopra di Placc:nu. Sc: è vero que- 
ito Oocllmemo, cOlwerr3 dire, che prima dell' anno IOJ4.. cioe: pri- 



/

::: ma di qu:1 che penfl(fc I' U ghelli (a), fol1è creato II primo Vefcovo 
T
m. LV. dl ß.,hhl). Ma Oitm Ira (b) Storico di quelli tcmpi ci al1ìcura, che 
;n FpiJcop. quLl V dcovo fu lilitu;to ne1\' anno 1 :)14. e però fondamen:o giutlo 
Boblmf. CI è di dubitare dcll;} Ir>girrimità di quello Oocumento. Qualora poi 
(b2 DlI7tr. fi potclTe provare, come pensò it fuddetto Guichenon (ç), che Be- 
fc/o
ul;h;
 rengario II. Re d' lra1ia aveITe avU{o un FI
Jiuolo, chiamaro Doddone, 
7/on H:ftI1lre 0 fia Oddone, noi potremmo df"durre dal Documc:nro luddc:rto, che: 
de ill Mil;. II Re A.-domo foí1è N ipote di lu;, e per prettnúoni eredltarie a\'eíT"e: 
Jøn 
.e 51
'/)0- t:'onfeguir o 1.1 Corona d' Italia" Perciocchè in tal cafo Adalberto, Zio 
"i e . . paterno d' e(fo A rdoino, farebbe que\ medefimo, che abbl.1m v\.duto 
Re d' I talia, fcacciat" da Ortone it Grande. E Guglielmo Muchefe 
qui nOl11maro, f.m:bbe Ot/on Gu
lielmo, Figliuolo d' eíTo Re .-\dalber- 
to, chc in qudE fempi tuttavia vivente era Come, 0 fia Duca di 
Borgogna. !'vIa io nnn s.). che Berengario II. avelTe, fe non tre Fi- 
gllunll, cioè Ad,llbert8 Conone,. 0 fia Cm"rado, e Guido; C {}Ul poi fi 
tratra di un nneumento, ch
 non è aff.1tto úeuro. Per teltimonian- 
(d.' MabiJl. za del Padre f\1ahi\\onr: (d), in queft' anno l!nd.
ima die Decembr
s, 
.Anlfa.. Be- Anno Sergii Pczpæ Tn.tio, tenuro fu un Placito 10 Roma davanu a 
md;tlin. Giovanni Patrizio, e a Crefcr:nzio Prefetto dtlla Cmà, in cui Gui- 
ad hun, do Abbate del MoniO:ero di Farfa evinle una Cafa di ragione dd fuo 
.Annum. MOOitlera. Rcfia a noi ignoto, come aHara fi regol.líTe il govano 
( e) .4fntiqu. di Roma. Era in qud1:i temp' Confole e Duca di Napoli Sergio 117. 
lta"'- D{- memovato dJ. Leone OltienCe, e in un Documento da me data alIa 
ftrt, 5, luce (e). 
pili,. ISiS. 


Anno <.Ii C R 1ST 0 MXI I. Indizionc: XL 
di B F NED F T T 0 VItI. Papa I. 
di A R DOl N 0 Re d' ltalia I I. 
di A R RIG 0 II. Re di Germania I I. d' Ital. 9. 


fe' Hermlln- S Cri ve Ermanno Conrratto (f), che in quell' anno fu chiamato da 
7/US c;Onlrll- Dlo all' altra vita Corrado Duca di Carinria. Q.udb era FlgIiuolo 
flus In Chr. dl Ottone, Duca parimcme di Carintia, t: l'vbrchdc dell.1 Marca di 
Verona, da noi menzionato di fopra, e Fratello di Brunone, cioè del 
giã. 



ANN A LID' I TAL I A. 35' 
gi-à Papa Grtgorio Y. Lafciò do po di sè un Figliuolo, appcllato anch' E.. A Volg. 
cWo Corrado. Ma il Re Arrigo, forfe perchè quelro Principe fi uo- ,ANNO 1012.. 
vava in ctà non per anche capace di governar Popoli, conferÌ il Du- 
caw fi.1Jdetto della Carintia ad Ada/berone, giacchè non erano reran- 
che: íl:abllite Ie Leggl Fcudali, ufatc oggidì. Ho io prodono un Pla- 
cito (a) tenuto neli' anno fe
uente fuori di Verom da dfo Ada!bao- 
ne, chlamaw ivi Ada/perio Dux iflittj J.1farehiæ. Se Ottone fu nello 
fidfo tempo Duca di Carintia c l\.larchdè di Verona, e: tale veggi'l- 
mo ancora, che fu il fuddetto Adaiberonc: per confeguenza imen- 
diamo, che anchc Corrado Duca di Carintia, mono in quelt' anno, 
dovene dIère: l\larchdè di \' eron:i. Andavano allora congmmi queHi 
due goyerni. Fra i documenti pubblicati dal Padre BJ.cchini (b) nd- (b) Baeehi- 
la Storia del Monifl:ero di Polirone abbiamo una Donazione fatt:! ad ni if/Dr. del 
clIò .C\lonittero da Bonifazio l\larchefe, Pddrc: della Contclfa 
1atilda, MO,!lfler. 
i 
ehtleme in Pigognaga, oggidi Terra del Mantovano. Le Note ton :;llr';ell 
quclle: HenriClts grdtiù Dei Rex, AIJno RegJJi e.fus Dco propitio in Ita- ppen. 
liù Nono, Y Ill. ÃaÜt1das Augttflus, lndillione Decima, clOè nell' anno 
prefeme:. Egh s'imitola nella feguenre form..: Ego in Dei nomine Bo- 
nifacì/Js Jl,1alÛJio, Filius Domni 1'eudaldi 1/e111que .iJarehio, '1ui profejjõ 
film ex Natione mea Lege 'l,;Ï'l.;ere L(lNgobardor/4m. H,U1 acduLO II :;Igo- 
nio, il Fiorentini, cd altri moderm, che creda/do Marche:fc, Padre 
d'dTo Bonifazio, celIdLI
 di vivere ne1l' anno 1007. .l\1a non trovan- 
doli qui tegno alcuno, che Tedaldo fo{fe mono, cioè non compa- 
rendo 11 quondam, uutat:t parola per tale efiètto j cd elfenJIJ iimile que- 
fia formola all' alua, che abblam vedutD ncU:t Donazicne fana dal 
meàefimo Mrchefe Bonifazio neWanno 1004 qUdmo a me fofpendo 
la cJcde:nza della dl lui mane in qudl'.anno. Per altro abbiam già 
oLIèrvato Introdotto il collume, che vivente an cora il Padre Jl,j.Jrehe- 
ft, i Flgliuoli talvolta venivano decorati del medefimo titalo per COI1- 
cel1ìone:, credo 10, de gl'lmperadori, 0 tia de i Re: d'ltalia. Abbia- 
roo nella 
ronica. del Muniltcro d

 V olturno (c) una Bolla data da (c) ebronit. 
Papa SelglO IJ7. m favore dl quell mligne: Momltero con que!tc No- Vullurnenf. 
tc: Da/
 17. Ka/endas A-1:zr/Ïi, dnllo Deo propitio Pontifiea/us D
1Jtl1i P. 1/. T. ,I. 
noftrl Sergii JànfliiJimi 
ar/i Papæ, ftdente Anllo 7'ertio, fndJéliPFJe fu- R,r. ir.tlle. 
pradiéla DecimeJ, elOe nell' anno prefcnt
. A Itri A ttI del m.:ddimo 
Papa frettami al Marzo e all' Apnle di quell' anno, fun CIt,,[1 dal 
Padre Mab1l10ne, & uno del dì 16. di Giugno d,!! Cardmal ß"ronlO. 
Però ragionevolmeme dopo il Padre Papebrochio penso il P. Pagl, 
che quetto Pontcfice: paLIàLIe a miglior \'ita prima dell' Agoito de1l' an- 
no pn.fcnte, e che immediatamente gli fucceddIe Benedetto YIfI. il 
quale m fani u truova Papa nel dl 2.z,. d' eLIo Mefe d' i\go!io. C.Ò 
C01Ta Jl una Carra d' accordo, feguiro fra Guido Abbate dl Farfa (d)., 
& illtfr Johannem, DQmini gratia, Ducem atque Nfarehio em, nee/JM & 
Creftentit..m, Dei nutu, honorabi/em Comitem germanum ipftus, de CU1/e, 
quæ 'Voea/ur Sandi Getu/ii. Fu íhpulato qllello Srrumt'IHo ndlo !tdro 
Moni1tero di .Farta, .dnntJ, Deo prop;tio, POlltifiea/us Domni no)ri Be- 
E z. lIedi- 


(a) .Antiehi- 
ts Fflmfi 
P. 1. c, II. 


(d) C/'ronze. 
Fllrfenfe 
P. 11. T. II. 
Rer. Ilal,c, 



(a) 1fu
lðr, 
C aþnenf. 
1. 2" Con- 
flitu;. 76. 


, 3ó ANN ^ LID' I T ^ L I ^. 
F 1\ A V c1
. nÚ:iÜi fummi & uni'Verfalis Oéta'Vi P ap
 Primo, IndiElione X. Mmfe Att- 
J\N
'.'lOn. guflo, die XXII. La moglie dl Crelèc::ozio Conte vicne appell.ita Hit- 
ta i/lu(lrijJiiIJa Ducatrice, 
N oi non lapplam bene-, fe il Monifiero di Farfa po!lo nella Sa- 
bina, il quale nc'tempi addictro era eompre(o nel Dueato di Spole- 
ti, foOe in que1h tempi [uggetto al H:mporal domioio de' Papi. Nc 
ho io fofpeno al vedere mentovati ne' Catalogi antepofii alia Cronica 
di Farfa Leo Dux Sabinenjis, Ra)'no Dux Sabinenfis, e Jofèph Dux Sa- 
binenjis, e.ln [rovadì poi de gli altn, che altro non ponano, fe non 
il tiLOlo dl Comes Sabinenfis. I primi paiono Minifin del Papa, gli 
altri dell' I mperadore, 0 fia del Re d' halia. Per ahro dTendoti finora 
off"ervato, che il Dux & A/arcbio foleva indicare chi era Duea dl Spo- 
Ini e Mal"t'hcfe di Caml:'rino: incline rei a credere, che quell' Johan- 
tIes Dux & A1archio avdTe goduto amendue que' Governi, lucccdmo 
forfe ad Ugo glà fv1arehefe dl Tofeana. Legge" poi nel BolJario Ca- 
finenle (0) un Diploma del Re Arrigo, dato Pridie Idus lvÙlji, An- 
no Dominic
 b1canlationis A1X /1. Indiéfione Deci11l;l, Domni 'lJero Hein- 
rici Regis Secumli Rey,nantis X. At1um Pa'Venberg, cioè in B..mberga . 
Conferma eg\i alia Badia di Firen1.c Ie Cow, quas quondam Bonejd- 
&illS l'y/arcbio per cb.1rtu/as offerfionis eidem tradidit l\1onafle1'io, cioè do- 
nate, come di Copra \'edemmo nell'anno 1009, da Bonifazio Marche- 
fe, Figliuolo di .'\lbcno Conte, viveme fecondo 1.1 Legge Ribu;uia, 
e d,ffercmc d.lI Palire della Contdla MatiUa. Sleeome ho io con 
(b) Ant;chi- chiari Documcnti provato (b), da Oherto I. l\1arcÍ1elè e Conte del 
In FjJenfi faero Palazzo, Progeniwre de' Principi dclla Catå d' Efie, naeque 
P. I. c. 14. Oberto II. Marchefe; e qucfii ebbe due Fig!iuoli, cioè .Adalberto,o 
· 15. fia Ãlber'lo Azzo I. ed Ugo, amendue l\1arehelì, vi\'eme ancora il Pa- 
dre. f'ru:>vanfì queO:i in Caf.'ll Maggiore, Terra di lor dominio, in 
quell' anno, dove fanno una donazion
 al Vefcova[O di Crcmona. So- 
no ivi appellati: Nos in Dei nomine Azzo & Ugo [,erma
JÌs, Filii Au- 
berti A1arcbio, 'iui profefli fuml4S ex Natione noflra Lege 'l.Ji'Vere l.ongo- 
bardorum. IpjD namque Genit(Jr l30fler nobis COlljèntienle &c. Si Couoferi- 
vono Azo, Ùf,o LHarchio, Otbertus Marchio, cioè il 101'0 viveme Pa- 
dre. Lo Strumento fì vede ferlno: Enricus J!.ratia Dei Rex, Anno Re- 
gnz CjUI, J)eo propltio, hie in Ita/ia Ofla'Vo, r I. KaJel 1 das Martii, In- 
diéfione Decima, cioè ncll':.mno prefeme. In un altro Strumento pari- 
memc d' que I}' anno, ferino IX, Ka/endas Mitrtii, [ono ehlalluti Azo 
& Ugo ge,.m.'miI, & Filii Uberti Afarebio. In un ahro Do<:umemo 
dell' anno 101 I. Sexto die Alen/is Madii, Indit1irme IX. .Adelaide, 0 fia 
Adela Comitiffa & Conjus A-zoni l\farcbio, compera v:lIj beni. La (lcll
 
in un altro, Iii pulaw Seflo die lVlen/is Septembris dell' anno prefeme, 
dona Bcoi pofl-i in Comittltu .Aucienft (og
ldl 10 Stalo Palta'Vicino [ra 
Pa
 ma e Placenza) al Vefcova[Q dl Cn:mona. QJivi è appcllata Ade- 
la ComitijJà, {onius Azoni Jr.lm"cbio &c. ipfo namque jugal, & It-fund,- 
aldo mea mihi cO'P1fèntiente, & mibi cui fup
-a Azoni pr4diEl14s, Otbertus . 
GenilQr fJleUI, ji l1ilitcr mibi cQlifentienJe. Co1 lume di 51 fatti Docu- 
mCIl- 



ANN A L I D-' I TAL I A. 37 
memi andremo vcdendo )a continuazione de' Principi, appeIIati pofcia 
i1farcheji d' Efle. Ma Papa Benedeuo VIII. po.co di quit:te porè go- 
dere nclia Sedia Pomi6cia. Ditmaro C..) ci fa Capere, ch' egh nelì' ek- 
zione ebbe per eoncorrente un cerro Gregorio, it qll de rello bensì 
al101'.l infcriore ne' voti, ma da lì a non moho divenne fuperiore nell.t 
forza, in maniera che Papa Benedeno 
u coftretto ad ukire di Ro- 
ma. 1\ndoOène egli in Ge::rrnania a trovare il Re Arrigo per racco- 
mandarlì alla di lui protezlOne, e celebrò con dfo lui in Palirhi il 
fanto N 3tale. AHora fu, che Ii concenò di ereare lmperadore Arri- 
go. N e ardeva egli dl voglia, e il Papa conoreeva anch' egli )a ne- 
cdnrà di rneuere un Augutlo ruHe tefie troppo aHora caparbie e fe- 
dizlOle de' Romani. Qyando e come tornal1è it Papa in Roma, prima 
che vi giugne{fe Arrigo, non è a noi beD noto-. 


Anno di C R J S T 0 MXI I I. Indizione XI.. 
di BEN E D E T T 0 VIII. Papa 2. 
di A R DO) N 0 Re d' Italia 12. 
di A R RIG 0 II. Re di Germania 12. d' Ital. 10. 


G I A s' è "eduro, el1e Ardøino Re d" Iralia avea ripigliaro il domi- 
nio di Pavia e d' ...ltre Ciuà, e fi può credere, che il Piemon- 
te tucro aderi{fe a lui. Noo abbiamo Staria d' Iralia, che ci dia lu- 
me per gli avvenimenri d' aHara. Comuttaciò è f.'1eile, ed infie me 
glulto l' immaginare, ehe dur:t(fe moho la guerra fra Ardoino, e quei 
della rUê\ fazione dall' una parte, e Ie Ciuà aderemi 81 Re Arrigo 
daW ahra. 11 fo)o A moHo, Storieo Mi)anefè di Cj1leflo Seco]o Cb), 
ci ha lalciato due po.Irole, ba!tanri a farci conghieuurare il rdlo. COSI 
egli fCflve: (1) Perunfamen re.1.jJulIItÌs intfrim 'Viribtls Ardoinus juxtQ 
p.,gë ultionem exerat in perfidos. Sifjuidem pCiflea Percellenjium Urbem ce- 
pit, No'Va,-iam obftdit, Cumas, in'V.ifit, multaljtle alia demo/itus eft LOCQ 
jibi Cfmtrm'ia. Siccome vedremo, pare, che ciò avvenitle neli' .-\nno 
tegueme, come ancora ofTervò' Ii Sigonio ('), quanrunque Arrigo al- 
lara foOè vermto Tn haha, e foßè f:rcaro I mperadore. Puoßì ben coo- 
ghictrurare da qudlo, chc non dove::treru godae gran calma Ie CJtrà 
ade::renu in Lombardla ad :\rngo prima della di IUI fcconda Ven l J[;1 
in halia. Ora qUi due irnponanti pumi comin.::iano a trafparire nella 
St?ri
 d' Italia. L' uno è:, parer venlìmilc, che da queCb torbidi a\'c{fc 
prmclplo la g.lfa e l' odio Implacabile, che aodn:m da qUi ionan1.i of:' 
fer- 


(1) Ma .ïnlanto rip
'efo 'Vigore Ârdoino ftcondo Ie Jue forze fa 'Vendetta de' 
perfidz. fmperClOcchè dipoi preft in. Gull di Percelli, affidiò No'Vat"ß s 
in7Ja(e '(;ilJO, e dijlruj'ë mo/ti alty; LUtlghi a Ie contrarii. 


E1\ A vorg. 
ANt\O Ion. 


(a) Dirmar. 
chr. lib. ó. 
in fin, . 


(h) A1'nJ4I.f. 
Hij1or. Me. 
,hol.m. I. 1, 
Cilp. 16. 


(c) Sigi>nius 
de Reg 
f) 
llai,
 i. a. 



J 3 ANN A LID' I T ^ L I ^. 
Ell A VG
g. fCITJndo fra. Ie due n03ilil1ìmc Cinà di Milano e Pavia, gi3CCll
 1a 
iìr-;r-;o 101 3. prima. teneva pe! 
r
ißo, e I' altra per ArdoJno: gara f1CIJc e (lmi- 
Ilare Ira Ie Cltta \ ICIIlI.;') e mailimamtme fc porenti, m1 accrefciuta 
fl J queflc du
 pd' la fudJcna dlfcordla, e per Ie penfioni dure, che 
teng,mo dil;'tro all.! guerra . L' alrro è, che i Popoli della Lombar- 
did per qUt Ih occafion
 e neceílìt:ì cominc.arano ad imparare a maneg- 
gi'lr I'armi Ja sè ne
lì, 0 per offcndLrc altrui, 0 per dlft:ndere Ie pro- 
pric cofe: il che loro iCp!ro animi PIÙ grandi, ed anehe deW orgo- 
glio, di modo ehe preno Ii vcdremo alzar la tena fin contro i So- 
\ I"Jnt, e tendere a gran paffi alla Libcnà, e confeguirla in fine con 
un conCtderab Ie cambiamcnro di govcrni In halia. Ma prima dl nar- 
rar la teconda vemua del Re Arngo, raccoglie::remo alcune altre po- 
, che notizic, che riguardano l' annt> pretence. Leggefi una Donazione 
(a) ..Antlt]. f\Tta dol Papa Benedetto V II I. a GUido Abbate di Farfa (.ø) Anno 
ft:/
C
6
lf- Deo pi opitio, Po
t
ficatus. Dom1Ji BcnediélJ [um"!i P
ntificis é:! l!niverjà- 
/is Papæ PIll. l1J faerati.ffima Sede bea/1 PetrI Pnmo, lndll:lrone XI. 
..1fenJè 'JwiÌo, die If. In qudl' anno parimcnre die quinto ft1en(e Ala- 
dio, IndiélÙme Xl. .ddalberone Uuca di Carintla, e Marchcie deHa 
(b) .Antichi- l\.hrca di Verona, tcnne un Placito (
) in Comitatil Peronenft ill loco 
tt. F/lenft & [undo /llonaflerii S.Jnfli Zenonis, non longe prope muros CivItatis Pe- 
p, 1. c. I I. ,'o,Jenjè, dove fu d
cltð. un.l cau(a in favort: del noblliffimo Moodiero 
di S. Zachcria di Venezia _ Perchè quivi lì rrarrava di una Corte po- 
ita nd termJlIo di Monldice, di CUI eraoo padroni aHora j Marchdi 
./1/Jerto Azz.o I. cd lIgo Fr.ndh, Antenari dclla Cara d' Efie, perciò 
an, h' eHi v' affiller,mo, e il N otaio knlTe la Carta ex juffione Damn; 
./1Z.M; & Ug(J/JÌ ,MarchiO/Jis. A bbÍJ.mo oltre a ciò un alrro l.llacito, tc- 
nuto da j fuddctti dLle Marchefì in Mcnlèlice (fegoo del 101'0 domi- 
nio in qudla riguJrdevol Terra) Anno DOdm; HelJrici Regis hie in Ita- 
/ia Dectmo die ]
fen(e Aladio, lndiélj(JlIe XI. 11 Cuo pnnclplO i: qudlo: 
Dum in Dei /Jomine in Comilatu PalaVtiJji & in Judiciaritl. l\1ontifi/li- 
(a,ltl in P' ædiélu ioeo lvlrmtejilice Ì11 m.mjio/Je publica rejideret Donmus Azo 
(3 Ugo geuJtanis lvlarehioJ-les &c. N die louoler.zloni fi leg
c Adelbey- 
tItS, 'illi dzo vocatur &c. Ugo /l.la,.ebio &c. l'ero comincldmo a i"cor- 
f,tn: In que' padì i Princip' progenirorl della Cala d' Erte, forfe per 
credlti loro pervenuta da Vgo March.:ft: di Tofcdna. Ed è ben vc- 
nfimile, che ß,à polTede(Jt.ro Eße, Ro'/)igo, ed altre Terre e Cafte!- 
la, che Hoven.roo andando inn,lOzl dl 1010 glunldizlone. Dopo a...ere 
il Re Arngo dd.to buon lèllo a gli afbll dclla GlrmJnia, e tlabllua 
qualche concordia con Bolt.siao Uuca di PoJooi., dctermino di tor: 
nart: per 1:1 Icconda volta 111 hali... Doveano t:1Ì<:re frtquenu e caldl 
gl' mvni, che, venivaoo dalle Cmà di 
ombard'a, travagJl.JtC' dJIl',Ar- 
ml del Re Ardoino. Ma que!, che plU 1tava .a cuore al Rc Amgo, 
era la rrorlzione imprefa dl Papa ßlnedt:uo \' Ill. e la br.ïma dl \'e::- 
(c) .AJlnl/li- dedi In capo Ia Corlma lmpcrlak. Pelò iul fimr dell' AUlUnno (c) 
{t'2 SI/XII, colla Regal Conforte CUl1egonda, e con un po1Jè-l1re elcrclto, al dl- 
0' 1 ï d A1J h nales ÍÎ p crro delle P iO gg lC diro[t
 , C Qclle Ulolld.tl.lOni dc' fiumi, cornparve 
11& tJ "119. In 



ANN A LID' I TAL I A. 39 
in Italia ed arrivato a Pavia, quivi Natale Domini hOllorifice celebra- 
'Vir. Gir
hmo Rolli (a) fcrive, che cITo Re in queí1:' anno fu in Rte. 
'Venna dove confermò Abbare del Monillero di Samo Adalberto vi- 
, . 
cino al Po S. Romoaldo, fommamente da 1m veneraro per la fUJ (.-10- 
tirà. Ho io pena a credere fucceduto neU' anno prcfeme un tal farro. 
Conrutrociò fi vegga all' anno legueote. L' ingrdfo poi d' efro Arri- 
go in Pavia, fenz:! ,che gl, Sc
irrori facciano 
enzi'me d' opp.o
zjone 
alcuna 
 porge a OOJ mor ivo dl credere, che I Paveli anerr!n dalle 
forze d'.-\rri,
o tornafrero, priml ch'egii arnvJ.fre, all.! dl Iui divozio- 
oe ienza farli pregare, cd o[(cnelTcro il rcrdono._ 
. 


EI\ A Volg. 
AN1i:. loq. 
t-a' R'4b 'us' 
Hzji, r. RII- 
'Venn. I. 5. 


Anno di C R 1ST 0 MXIV. Indizione XI I. 
di BEN E D E T TO VIII. Papa 3. 
di A R RIG 0 II. Re di Germania 13; Imp. I.. 
di A R D 0 J1' 0 Re d' Italia 13- 


D A Pavia, non ofiante il vernð, pafsò il Re Arrigo a Ravenna, . 
dove per artelbro dc:ll' Annalifla S<ifrone (b), ral\l
,HO un Conci- 
) Anna/t- 
lio, fece eleggere Arcivefcovo (fe pur non era primJ. eIeno) .drnoldo, a Saxo. 
o lia Arnaldo fuo Frarello. Da che in quella Ciuà mancò di vira 
Federigo t\rciyefcovo (prubJbdmcnre nell' anno 100+) un cerro Add- 
herto 3\'ea fenza Ieginima elczione, e' can nule ani occupara quella 
fedia Archiepifcopale, c d::'rcnuta finora. Pofcla in Roma rece il Re 
Arrigo confecrare da Papa Benednro VIII. queUo luo Fralello ('). (c) DifmRr. 
VoIle anche far èegradare il fudJerto Adalbaro; ma aIle preghlere Chr. fib. 7. 
di moire perf'Jne pie alte1'i præfecit Ecclefìæ, nomine dricia. L' ,-\nnali- 
fia SafIòne dIce: Arecinæ p -æfecit Eccle(iæ. Crede il Padre Mabiilone, 
ch'egli fofre creato Vefcovo d' Arezzo, ma prefro l'Ughelli nulla fi 
trUOVa d, lui. S;;r, bhe m.1i quì m"'n(nV3ra la Riccia, che in qudti 
tempi goddfe I' on.)re del V dccwato? Pofcia continuò il Re Arrigo 
alia volra di Rnma il fu '1 via

io. Secondo la reibmoni,lnza dl Gla- 
br
 Rodolfo Cd) Papa Benedetto V /II. gli venne incomro: il che ci (d,' Glaber 
fa mtend
re, che 
fro PJ.pJ. era già rimdlò ful TranI) Ponrif1zi 1. DIt- l!,(t
 lzb. I. 
marc fcnve, che II Papa I' alpetrò 3 S, Pierro: e quelb era il cotlu- zn flue. 
me. Abbiamo poi ne i [
fti d' efro f)J(maro, edell' .-\nnaliJta S,l(fO- 
I1e, che: fi fece ,1<1 I()h'nne CoronJzione Imperiale dl An igo e di Clme- 
gonda fua Mogbe, PI. Kalendas J1artii, cioè nel dl 2.4. di Fcbbr.,io, 
die Dominica. Ma non cHê::ndu cadllto qucl di in Domenica nell' an no 
prd
nre, II Padre Pagi con raginne prerende Ce) 
 che Ja magr.:fica (e) P'lgius 
f
nzlone fi facetIe XVI, Kalendas JJartii, cioè n("1 èì 14- di Fcbb.aio. in Critic. 
gJ()rn
 
'c
amenrc dl D(
mcnica. Abblamo da Dirmaro 
 che in qudla BoJron. 
folcoOlta 1 Augu!to. Awgo, Secondo fra iRe, c Pnmo fea gl' fmpc- 
rado- 



43 ANN A LID' I TAL J A. 
E..." V o]
. tad
ri, c
,rnpar.\'e, (I) 
 S
l1atoribus dllodeâm va/lattJ,f, 'iI/Drum ft,'( raft 
I\NI';O 1 01 4. b.ly!.'a, alII prol:xa, 11Jyflzee ;nccdeb;mt cum bamlis. Pnma J' entrar nella 
B
lli/iCl V :Hicana, fecondo il collume, fu interrogaro, fe voleva eßerc 
A vvocato e Dlfenforc della Chiefa Romana, e feJele al Papa, e a' fuoi 
SuccefTori. Rifpofe con gran divozione di sì. D,)po di che ncevette 
colla Mogli:: I' unzione e la CorOl1'1 Imperi tie. Nota il meJdìmo Dit- 
maro., 
 dopo lui l' I\nnalifta S dTimc, eh.: Giov:mni F
f,l;'IOlo di Cre- 
fcenz,o, (2.) dpol/olieæ Sedis JelJru:ior, ml,Merib!Js fuis & pYMJiJ!ioniblls 
pbaleratis Re
em p'Z'arn honoravit; {e./ lmperatorite dig'litatis falJigiu n e;lm 
aJcel1de r e m:ÛtfJ'1I tim'Ût, om 2Ïl1Iodifque irl pyohibere clam tenta'lJit. ,\ bbiam 
[I'OV.l(O di lopn all' ,1J1110 1012. Giov1tJni Due,l e :\1archelc, t:>fpettato 
da me Duca di ,f)poleti, Fr.1tello di Crcfc;:n'l.io C ">nte. F .>rfe qll i ti 
p:ula dl lui. Non arn1Vano i Romani, in que' tempi di avere lopra 
di sè un'lmpc:raJ'1rc, perchè (enza qac(
o freno f.!ce.mo b,11l:ue i Pa- 
pi, comer loto piaCe\'l. EJ è anche lh o'1èrv,u.: ciò, ch
 il fuddeno 
(
) Ditmar. Ðnm1ro fcrive: (z) Rl!x flenrieuI a Pap:l BeJJerljélo, qui tunc pr
 eæte- 
j,b, 6. In 1'Ù AJltece(Jõrïbus fiÛs m,nime domin 'IbÃtur, ftle,
fc Fc/mHrio in Urbe Ro- 
fine. m'Ûc:J CNrn i 'eraSili h01lore (u'êipi!!Jr (
). Ami:) crderc vuol dire, che 
i Rom 111; lV('ano per m )lri tnl1i aj iiaro rit'qli,1t:1 di molto I' autori- 
tà tempor.llc de i Papi in Rom,\. M.l da chc Papa Benedetto ebbe 
Farro ricor{o al Re \ rrigo, e {e ne tornò a Rom:1, per paura d' efTo 
Re i potenti Romlni dovecrçro cedergli, in guifa chc: egli dt:reitava 
più di m
lti fut1i ,-\ n
(:"ccfrori la tcmporal Signori.!. a pure gli anoni 
AUsu'li, e maf1ìmamcnre (prr qUlnfO vo io fofpcnal'1Jo) II Tcrzo, avc.l- 
no accorciato non poco il temporal dominio de'RomaOl Pomefiei,' _con 
avcrlo poi ricupcr1to il fud.j
rr':) Papa B:nedew) VIJI. dal pllOJiTIO 
Imperadore .-\ rri
o regnamc. A q'letl' anno rapport" il Cardi',ul ßa- 
Tonio (b) il Diploma, de li pretende daro dall' Auguíto Amg3 aib 
(b) SarD1J. Chicfa Romana P er confermare ad efTa i flloi Stau tempora!i; e ve- 
.Annal E,-' :\ 1 11 " 
el
ft.zi 
amcnte a? a
tr("l 3noo, che 
 que(lo,' no
 dee apparrer:ere. h' 
 e 
 
(c. PienlJ e una copla Informe (em. 1 I Imno, In CUI fu dar
, e knza glJ anm 
E/þDft:{,;,m, del Regno e ddl' r mpe-rio. Contiene eziandlo vane nO[ll.le, che pa- 
,
r III Csn-. riícono' ddncu1rà, liccmne prim1 d' ora h., in a1trove aCcennato (,)" 
IrÞv.rft
 ill C ' . , ' , h iT:' . 1 1 > d il. l b 11 11 
c h' onVJene f1ggnJ 'nere qUJ Cl.o, C c ouervo I d re 
\ a I ol1-C co c: 
Dma,ç IS. 0 fe. 


(d circondato da dodici ,çen'llori., tIc" qual; fei colla barba r'!(a, !.Ii altri 
colla barb.1 lunga, mi/Jeriofamcnte fe H' dizdav 1no co' baftont . 
(2.) difJruttore if!!" Scde Apofloliea, ctJ' fuoi regali, e promeffe grandioft 
eflernamel1te onorò it Re. ma molto temt , ,h' eg,li fitliJIè fut 'rnmo 1m- 
periale, e d'imperlir ciò mftQJI
mellte lentò per ogni viø. 
(
) f1 Re Arrigo nel mere di F,',
hraio ton onore ;'Jdicibile è rieevuto 'J
lI,! 
Città di Roma da Pap'l Bencdetto, if fjuale aI/ora av
va un }JomJnl' 
'/Iuzggiore 01 fommo, di qucl/o degli altr; juo; Antet:t.l1 orl . 



ANN A LID' I TAL I A. 41 
Ceguenti parole (a): BøroniuI ad hoc tempus revocat Pri'iJi/egium R01I1a- E.. A. Vo1a. 
nL Ecclejìæ ab eodem Imperatore concejJilm. At fubfcriptiones queJ&m fa- ANNO I'J
4' 
tis oJiendunt, hoc efft pofleriorij temporis, quippe clli fuhfcribit RicharduI (a) -^fRbl/l. 
.Abbas Fuldenþs, qui vix ante ÃlInNm MX Xli. hane Præfeélaram iniit. 
;
;,
 B:j 
Così colla fua tl)lu3 modctlia quell'infigne Le:[te:rato, volendo anch' .AI"'.' I
H.. 
egli fignificare, che il Privilegio fudderto è limo, 0 pure imerpolato, 
Nell' ouaVQ giorno dopa la Coronazione inforte una llrcpitofa 
ri{fa fra i Romani e Te:de[chi nd Ponte del Te:ve:re, e molti caddero 
cLlmri dall' una arte e dall' alrra, Si [rovò, c{fcre 1lati amori di talc 
fconcerto f.ermtlNi tres, Ilug, Heci/, Ecilin, non so fc rre Tedefchi, 0 
tre: Frlrdll. Furono preu, inCarCtf3ri, e poi condo[[i fra Ie catenc in 
Germania. Chc anche l\rrigo Primo di qud1:o nome: fra gl' Imrera- 
dori god
{fe: al pari de' fuoi Predcce{fori la Sovr:mità in Roma, íì 
raccoglie dal tuo Nome, enunziaro con qucllo dc' Papi n
lle Mone- 
te, e ne gli Ani pubblici di Roma, c daW avere anch'egli am mini- 
flrara pubblicamenre Giufiizia in dTa Citrà. Pubblicò il Padre Ma- 
bilJone (b) un'iníìgne Placito del medefimo Augullo, in cui per 01'- (b) litm 
dine fuo fu decrerato il po{fdlo del Cattello di Bucciniano ad Ugo ;
idt",. 
Abbate di Farfa. 19itur (quivi li legge) fjUIl11t memoratus Heinricus 1<.0- 
mam 'lJenijJèt, & intra Baft/itam beati Petri Apofloli reþderet ad legem 
(3 jNflitiaM faciendam &e. Da Roma s'incamminò l' .'\ugutlo Arngn 
:llla ,"olra di Pavia, Ch' egli venißè perla Tofc.:ana, 10 raccolgo da. 
due Diplomi da me pubblicati (,,), e dati nd medeGmo Luogo del ( ).A . 
Comado di PI
a" il primo in. fa,vore de:
 

onit
efG ancichißi
)o deJ
c 1
"lie. m;r:r- 
Monache, oggldl appellare dl Santa GlUfhna dl Lucca 
 c J al[1'o &I) Jm, 18. Cl' 
favore de' Canonici d' Arezzo, Le N ore Cronologicbe fon quellc; 61. 
Datum Allno D011linic
 Incarnationis MXY. /1fdiélÙme Xli. Ãnno ÐD- 
m1fi Hcinrici Imperatoris Augufli Regnorum XU. Imperii ejus /. AlluJ1l 
in Comitattt PiJàno in rilla, qu
 dicitur Faþa1'Jo. 10 nd pubbJicar rali 
Diplomi, Ii rapponai all' .Anno IOlf. fcnza elàmiaare, fe in quel1'an- 
no Arrigo pctetfe foggiornare in Tofcana. On veggo, che appu- 
tcngono al prefenre an no , ed e{ftre quivi ufato I' an no Pilano, che 
nO\'e Meíì prima del noftro ha il tuo principio. Dalla Totcana 
pafsò Arrigo a Ravenna, dove lafciò il Fr2[ello, cioè Arnolda 
Arcivdèovo, il qual
 (d) !'23artodecimo Anno poft i.
1i/Je.fimu1ll divÌi1ÏtuI (d) ufhtll 
morta/itati'I aj{umtæ, fab ImperiQ c/ementi.ffimi ANgufti Domni Henrici Ùl llal. Saer: 
'Tertio ( fì dec fc1'ive1'e Primo) Almo, Pridic Ka/mdarum ;,\1ajarum tt:nnc T, ,11.. in Ar- 
un Concilio Provin<.:iale in Ravt:l1na, in c.ui annullò va1'j Aui del,' u- elmpiJeop. 
furpatore Adalbcrro, In pc1f1àndo pal per Piacenza l'lmperadore e<>n- Ravmn. 
famò i fuoi beni alia ß1dia dl Tolla con un Diploma (c), dato .n,mo (e) Campi 
DomÌ1licd'lllcariiatiMzis IHXlf/. Indiélione XU, n,/11(; 'lJero Domni Hein- 1fl
r.diPiA- 
yiCÎ RegllÌ cjUI XIII, Impel ii atllcm Pri1l1{}. Aélum P/'lcentiæ. Ancor etn. To, 1. 
quì come: in ranti alrri d' elfo Arrigo, manca il Giorno e il Mete. 
GlUmo a Pavia, cckbrò ivi 1:1 tãnta Pafqua, e diedc un Diploma in 
favore del Monillero JI S. Salvatore. AEJiLm Papiæ (f). Q!.&ivi 
mcora 
Septifl;O die A-fmjis Madii, davami a lui rcnne un P!aclto OUoiie Conte 
'I'lJm, r I. F det 


(f) Bullilr. 
CtIJintnJe 
T, 11, Coa- 
l1itut. 18. 



42. ANN A LID' I T ^ L I A. 
f." Volg, Jel P./Il'ZZA, da me dato alia luce (Il) coll'inrervemo di Oberto, eð 
^
N(' 10 1 4. Anfe/mo Frare\h Marchdi. PoCcia s'mvlò verfo la Germania, c paf- 
:
; :;:

hl- fjnJo p.:
 Verona, confermò i fU0i Privilegj al1e Monache di Sanra 
1'. 1. c. 14. GlUlta dl Brefcia. (b) L,'J fle{fo fece in favorc ddla B.1dia di S. Ze- 
,b} ..Anti.ill. none: Ji V croru con DJp!l')ma dato X ff. K!Zler.das 7u>>;; (1Ì oíTàvi quì 
11,'/". DI(- 11 glf)f'10 C mef.-) Anno Domin;cte Incarnationis Jl,1XlIJ/. lndiflione XI/. 
filt. 18. ..f,no D?mni ll!'inrici Jmperatoris Augttfli re.
nantiJ Xli. imperii 'Vel'O ejus 
(c) Ibidem I. .Aéll.lt 'Te,.on
, Un'altro ruo Diploma (,,) in f"vore dd Mondlt:ro 
D.j[erl. J9. Vt"ron \1" Ji i. :\1ana all' Organo, è dato f/Jlfl. Ka/endas 1unii, In- 
diéfillne XU &c, 
lflum LiÛ:mn. Leggefi pari mente un Placl[O tenuco 
(d) Ibidt'" in que/i' Anno, ( 1) 
Iarto die menfis l\1adii ,i
 Pavia da OUone Cont
 
Differt.8. del P.lbzzo. Pap
 Blonedeno VIII. anch'egh In quell:' Anno confermo 
(c) C .ID"ic. al Mondie:ro di Farfa il c.lflello di Bucciniano con Bolla data (t) XI". 
Far{:..
 11 Kalendas Augufli, Anno Domn; Benedifii P.p
 Otfa'Vi 'Ûrtio, Imperant, 
i
r. . It
lic: Domn, 1lenrico, Anno eþls Primo. Se cosi e:ra n
ll' originale, IIbbiamo 
di qui, che quefio Pontdice: dov
trc ouenere: il Papaw pTlma del dl 
18. di Lllglio nell' Anno 1012.. Ma non è cora certa, rerchè di fo- 
pra fi legge (criptum in ftlmft ./lugufli. In f:tui rcnnc queilo Papa un 
bel Placito nel th 1. d' Agofio dell' Anno rref
mc, pa ricnperare il 
Caíl:cllo fudd=tro; e tal Documento fi kg3e prello II P.ldre: l'vlabi 1- 
lone, e nella fuddctta Cronica di Farra. Ci fommini{ha ancora la me:- 
delima Cronica un PldCito fenza Data, ma probabilmente circa quell' 
annn, [cnuto da Raincrius L
larchio & Du,ç j" Tuni de Corgnito. lit ro- 
varfi imorno a qudti tempi Rmieri Marchcfe: cli Tofcana, fel ch'io 
ìl cre:cla il medefimo 
nunziato in quella Carta. , 
Arrivò felic
m
me I' :\llgu(lo Arrigo a Bamberga, e vi ce\ebrò 
la fefta di Pent
colte. Ma appena av
va egli metro il piede fuori d'l- 
talia, che il Re Ardoino più fcroce ehe mai ripigho I' armi, e ri- 
(f) Ditmar. cominciò la guerra, E' da fdpere: per teíl:imonianza di Ditmaro (f), 
C::hrDnic. chc eífo Ardoino aU' avvifo, che Arrigo con gran potenza calava di 
J,b. 6. (7 nuovo in I talia, ben conofcenJo di non porer cozzare con un Re si 
It'Ju. poJerofo, gli (pedi incontro de gli .-\ mbafciatori, con cbbafi pronto 
a rinunzi:lr la Corona, purchè gli concedeífe: un ceno Coruado. II 
buon Re lafciuofi condurre da a\cuni fuoi Coníiglie::ri, rigettò I' of- 
ferra; ma egli ad magnum fuis fami/iar;bus pro'Venire damnum 'id pofle.s 
perftnfit. Racconta dipoi 10 lieffo Storieo, che uiclto d'ltaliJ. l' I mp
- 
radore, Ardoino, che dianzi era flaw ririrato in un forte CaUdlo, 
T/erce/lenftm in'Va..frt Ci'Vittetcm, Leone ,jufdel1r EpifctJpo -vix effugietlte. 
Omnem fjuoque h'lnc Civitr.tt:M comprehendc.rJs, itcrum fuperbire cæpit. Ab: 
biam \'eduro di fopra colla te:ilimonianza di Arnolfo Storieo, ch' egh 
non fohmentc pref
 Vercclli, ma alTcdiò anche Novara, Cumas illi.Ja- 
fit, multaqut alia del1loNuI en IDea fib; contraria. Prellarono aiuto in 
quell:a ml'1íT'a d' armi ad .'\rdoino alKhe i Mdrehcfi, Progenitori della 
C:1ia d' E :ic, for{
. perchè parenti fuoi, fapendo noi 
 che Berta Fi- 
gliuola d::l ;\1archcfe Obert' II. fu m 'r,t
ta (g) con Oile/rico Jlanfredi, 
Marchcfc ccl.:brc: di Sufa, il qual fode era dell" Cala del Rc Ardoi- 
no. 


fg) .Anli- 
.ëid E{fenþ 
1'. L I. I). 



ANN A LID' I TAL I A, fJ 
no. De i danni inferiti da quefla guerra ne toccò la fU1 parte alia E It A Volg. 
Chiefa di Pavia, quam ipji in fuis pertinentiis ;gne & rapitJis 't'ehenmlter ANNO 10104-. 
devafla'Verunt; percio quel Ve1covo 0 Clero in quell' Anno ricGlie all' 
Augulto Arrigo in Gt.rmania, chiedendo giul
,z
a e cO,m.renfo. Egli 
rlunque con fuo Diploma, dato Am'(J InCarn.1tlonlS DomMlc
 J\IXIIJI. 
IHdiélione Xl!. Anno'Vcro Domni Henrici Imperatoris Augußi Regni XIII. 
Imperii'Vero Primo. AEtum Solega (non fo che Luogo lid quelto) dopo 
aHre cfpono, Ubertum Comitem Filium Hildeprandi, OtbcY/um Marchio- 
"em, & Filios ejus, & Afbertum Nepotem ii/irIS, poflqllam Nos i. Re- 
gem & lmperatorem elegerunl, & pofl manus Nobis datas, & JàcrMltent
 
Nobis filEta, cllm Dei Noflroqu,e inimi
o .Ard
ino Regnum tloJ
ll1m in'V
- 
þJlè, rapinas, pr
das, devaflatrones ubuj1le feciffi &c. erano lecondo Ie 
Lt'ggi incorlì nella pena della vira, e tutti J lor B.;ni devoiuti al Fi- 
fco: atlègna perciò alia Chiefa di Pavia una tc:nma di beni fþettar.ti 
ad effi Marcher. in S. Milrtino in Strada, e in altri fiti. St1l:cedette 
di più, bench'io non fappia, fc: in que1lo, 0 pure in alcuno de i fuf- 
feguemi Anni, cioè che (a) l' Augutlo Arrigo (I) Marchiolfes Ilali
 (a' Árnulf. 
qllatuor, Ugonem, Azonem, Adeìbcrtum, & Obizonem caption, 1U1(J cøn- :-if!lfr. J:f'- 
flrinxit. N è dIce già eOo, A r
olfo, cotne fcriß'e. trecento anni dipoi /..
:;. 1/: 8 . 
Gualvano Fiamma (b), ch egh faceß'e anche taghar loro la [(:ita. 80- (b) Flamm. 
lameme fcrive, che gli ebbe prigioni. Ma che per la fua innata cle- i. Man;pu- 
mcnz.a lor pofcia reodcß'e non foI.lmente la hbatà, ma anche gli 5ta- 1. FI.r. 
ti, l' abblam dl cerro dal veder da Ii innanzi fiorire in ltalta queLli me- 
defimi Principi; come coí1:a da i Documenti da me d<ltj alia luce nelle 
Antichità Efi:enfi. E ne Ten. in oltre la pofitiva afierzione dell' Au- , 
tore dell a Cronica N ovalicienfe Cc), che fcriß'e in queHo Secolo, lad- (c) ct rontc . 
dove parlando di Arrigo Primo J mperadore, così favella: (2) J.War- ;.o

 
;. II. 
chi,nes all/em Italici Regni (ua ca/fiditate capiens, & in cuflodia por.ens, H,,.. 1,.I;c. 
lJuorum nOHnNlli fuga lapji, alios 'Vero poft correEtionem d,tatos muneriblls 
áimifit. Si nou queft' ultima partlcolamà. Già abbiam v ec:lu to , ..he 
i Ma chc:fi Ugo ed A/berlfl Azzo I. erano Figliuali d.i Oberto II. Mar. 
chelè: J t:d ALbert. (10 fleff'o è che Adalberro) Azzo I J. fu Figliuolo 
di Æzzo I. tutti i Principi della Cafa d' Efie, ma non perancbe chia- 
mati Marche6 d
 Efte, quantunque ånche aHora poßedcßèro la nobil 
Terra d' Ene, che ne gli antichi tempi fu Citrà. 
In queil' Anno 1014. e poi nel 1016. in due Strumenti di Ro- 
dolfo Re di Borgogna, fi comincia a vedere un Berto/do Conte, chia- 
mato da altri BeToldo, da cui il Guichcnone, e gli iillri Storici del 
F 2. Pie- 


(I) Preft a un coip, quatlro A-farcheþ del/' /ta/ia, U!.o, Azzo, Adalbtr- 
to, ed OJ,iZZ9. 


(1) I Marche/i poi de/I'Ila/ico Regno CÐ/la fua aJlutezza prendmdo, ed iH 
carcere ponmdoli; a/cuni ft ne fuggirono, allr; poi dopo la correzione b,. 
rega!.:lli Ii /imlziò. 



44 ANN A LID' I TAL I A. 
E 1\ A V olg. Piemonre, fanno difcendere la Real CafJ. di Savoia. A Bora i Comi, 
.I\NliO 101 4. fiec( me perpetui Governatori di qualche C\[tà, emravano nel ruolo 
dc' Prir'lcipi. Però nel Regno di Borgngna, 0 fia Arelatenfe, fi hanno 
a cercare gli Antenati del mcddimo Benoldo. Truovafi dlpoi in queUe 
parti Umberlo, 0 fia Uberto Conte, e qudli è atTcriro Figlio d'dTo Be- 
roldo. Da\ medclimo Umbeno dlfce:nde la fuddetta Real Famiglia. 
E quella, dappoichè can iHende:re 
mpiame:nre il fuo dominio in ha- 
Ii.}, quì da rami Secoli gloriofameme regna, ed ora maggiormeme 
rifplende per )a faviezza e: valore del regnanre: Carlo EmanueJ/o Re di 
Sardegna, Duca di Savoia, e: Principe del Plemome, mt:riterc:bbe be- 
ne, che pe:nna più ficura di quclìa del Guichc:nonc diradJlTe Ie: tene- 
bre, che tut[3via reftano ne1la Genealogia de' primi difcendemi da 
elTo Conre Beroldo, e più accuratameme: ne: ce:rca{fe gli A{cendenri, 
e motlraffe il vero te mpo, in cui paffarono in e:{fa gli ampj Stati della 
celebre Cafa de' Marchefi di Sufa, Si può ccrtamente: con ragion pre- 
fumere:, ehe la Nobiltà d' eOo Come iì fiendetTe anche ne' Secoli ad- 
tlietro, e: non ave:lTe già sì corti principj, come ha prete:fo il Tcde- 
Cco Eccardo. 


Anno di C R 1ST 0 MXV. Indìzione XI I 1& 
di B,E N EVE T T 0 VIII. Papa 4. 
di ARRIGO II. Re di Germania 14. Imp. z. 


T Erminarono in quefl' anno tutte Ie bravure c Ie feonfigliate (pe- 
ranze dc:1 Re Ardoino, non già come imma'Tinò Gualvano F
m- 
(a) Si1/lNi1i1 rna, e do po lui il Sigonio (a), perchè I' Arcive
ovo di Milano .\r- 
:: ttfi/ 8 no!fo con un gagliardo e:fercito a/Tediaífe A fti, ed obbligatTe Ardamo 
II. I. . difperaro a fadi Monaco; ma perchè cadde gravemente infermo, e: 
dovette: hnalmenre intendere, quanto fieno caduehi i Regni deHa Ter- 
ra. Ad ultimum (fcrive di lui Arnolfa Storieo Milanele di quefto Se- 
(b) .Arnulf. colo (b)) JlJbOTe confetlus, & morbo, pri'Vatus Rct,no, [010 C01JtenlliS eft 
JJijl,r. Mt- D fi II d 
lIliolan. I. I. Monafterio nemine Fruéler;a (0 fiå Fruffuaria ne:lIa ioce 1 a ora . [- 
rll/. 16. vre:a) ibique depojitÙ Regalibus fIJptr Aitare, [umtofjlle habitu p!!up,ere, 
fuo dormi'Vit in tempore. Ma una tal ritoluzione fu Ja lui prela lola- 
mente, allorchè ebbe: pc:rdura )a fperanza di poter più vivcre: chc 
così ufavano allora anche i gran Signori ful fine de'loro giorni, per 
cornparire davami a Din diverfi da quello, che erano llati in vita. 11 
(c) .A7Inllli- tempo della fua mOTte fu a noi con(ervaro daB' Annalilta Sa/Tone (,') 
.1
 SIIX,. con queí1:c parole all' anno prefcnte. interim Hardwigus, nomine tan- 
tHm Rex, perdita Urbe PercelJi, quam expulfo Leone Epifcopo diu.. injufle 
(d) Mllbill. tenuerat, infirmatur, radensqui harbilm (che tutti i Secolari tolevano 
.A7Ina
. Bt- allora portarc) & A10nachus faflus, Y"ertio Kalendas No'Vembris obiit, ft- 
}/::::',;
_ad pultus Í11 /v.lonaflcrio, Ci
è di Fruttu
ria. Jl. Padre MabiJIonc (å
 a\'
 
um. venì, chc la mone dl Ardomo vleo rcgll1rara nel N.:crolog1o dl 
Dijon 



ANN A LID' I TAL I A. 45' 
 
Dijon X/X. Kalendas Ja!luarii. Così reflò libero da queUo impaccio Ihu Volg-. 
in Iralia l'lmperaJore Arrigo, fra il qu,lle, e 
)leslao Duca di Po- ANNO 10IS. 
lonia durava Imamo la diCcordia e la guerra in Germania. Tenuto fu 
un bel Placito in qlJcft'l\nno da Para Benedetto fTIll. in Roma, di 
(;ui ci arricchì il meJefimo Padre MabiJlone. Ha Ie Ceguemi No[e: (<1) (a) Chronic 
Pontifieatus Domni noflr; Benediélí fùmmi P01ífificis & IIni'Verfalis Oflavj Farfenfe 
Papæ &e. þ<!!arto, /mperante Domno nofl1"o Heinrico piiJlìmo Imper
tol'e 
 If 1 TiP' 
.Augufto &e. Anno Il. Indift;one X/J7. !?(r arto dil Decembris. La lite r. I. Ie. 
era dl bem fra Ugo Abbate di Farfa, & Damnum Romanum Confulem 
& Ducem, & omnium Romanorum Senatorem, a/que germclnum prænomi.. 
1Jati Domn; P011tificis, Si veggono tnemovati in dTo Placito Johannes 
Domini gratia Urbis Romæ PræfeEtus, Albericus Conful germlJnus prædi- 
é1i Pyæ/utis &e. La Dignità di Prefeno della Cinà di Roma, sì co- 
fplcua ne gli ami chi Secoli, pare:, cbe fi rimenetTe in piedi fo[[o gl' 
Jmperadori Ononi. Anche a'tempi di Pippino e Carlo Magno Pa[rizj 
di Roma, la mede{ìma illuftre Djgnità ivi fi o(ferva. Geroo Propoflo 
Rcicherfpergenfe, Scrittor.: dd Scco\o Cu(fegm:me (b), in una Lettera (b) A.
ui. 
fcrina ad Henrieum Presbylerum CardinaltrJs" ci avvenì, che dol'Sena- BIl,lu7:..' l um 
, R ' r. r I C r.' ' I ' r. 1 h d ' Mifce, an 
ton oíllalH 11 con01cevano c au,e CIVI I 10 amente;, e c c gran lora. li.b S 1
 
Urbis & Orbis negotia longe {uperexcedunt eorllm judicia, fpeffantqlle ad 604:. . 
R01lJtlnum Pont
fieem, jive il/ius f7iearios, Lillo & Clelo eonjimiles; item
 
fue ad Romanum /mperatorem, fi<ï:e iliius J7icarium U RBI S P R Æ F E- 
e TV M, qui de fUtl Dignitate l'efpicit tit, umqlle, 'Videlicet Domnum P.t- 
pam, cui fllcit hominium, & Donmum Imperatorem, a 11.10 aecipit [UL P 0- 
tef/atis !Hfigne, fcilicet exertuJ/Z G ladium, Sieut enim hi, quorum interefl 
fxercitum campo duéfare, congrue invefl iuntur per J7exil/um, fie non inde- 
&enter ex Longo Ufr4 PrLfeéfus Urbis ab Imperatoribus cognofcitur i11'vefli- 
Ius per Gladium contra 1lJalefaflores Urbis exertum. PræfeElus 'V('ro Urbis 


rltper jib; dato Gladio tunc legitime utitur ad v;ndiElam malorum, lau- 
Jem vero b01ZDrum, quandJ cxinde tam Domno Papæ, quam Domno Im- 
perlltfJI'i ad honorificandu11't SClcerdotium & Imperium famula/ur, promiJlà 
'Vel jurfita utrique FideJitate &c. Tale era in que'tempi il Governo di 
Roma e del CUD Dncato. Ho io pubblicato un bel Placito (c), che (
) Her. 1101- 
ci fa conofcere, chc Bonifazio Marcheí"e, Padre della celt-bre Con- 
car" p, 11. 
te{fa Matilda, non menD che del fu Marchele 'I'edaldo Cuo Padre, fi- p:;:- I:". 
gncreggiava in ferrara. Fu dTo tenllto, Pont
ficatuJ Domni noßri Be- 
lIediEli jì.lmmi Pont
ficis .AnHo 
.1.rto 
 Regni 'VerB Henrici Regis, qui an- 
tea regnabat, quam COí Ðl1..lm Imler;; fuftepiffit, Undecimo (quc Ita è I' E-. 
poca del Rf'gno d' halia) fed poflru.J.r/J Coronam Imperii fufcepifJet, &.. 
,undo, in Dei nominø, diø XlfT. J1enjis Dfcembris, Indic1iDne XIJ7
 Fer- 
rarie. La hte era fra Martino Abbatc del Monifiero di S. Genefio 
di Brefcello, & Ugo Vefcovo di Ferr:lra, a cagionc del Moniftcro di 
S, Michele Arcangelo, pono in e(fa Ciuà di Ferrara. Secondo )'a- 
buro di que' tempi fi venne all' efibizion del DueHa; ma in fine il Ve- 
fcovo fi dicdc per vimo. 


AnnG 



..6 


ANN A LID' I TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 MX\TI. Indizione XIV. 
di BEN [D E T T 0 VIII. Papa f. 
di A R R IGO 11. Re di Gennania If. Imp. 3. 


Ell. A Volg. P Erchè l' anno precifo, in cui fuc;ceðene un movimento d' armi in 
A
NO 1016. . Lomb2rdla, I't

a i.ncognito, !Di fo leci[o di rifcrirlo qui: L' ab- 
) if. blamo da Amolfo Stonco M.lanele (a). Narra 
gli, che il Ve(covo 

iftD
rn
e
 d' Afti, pcrchè 
avorl Ie pani del Re Ardoino, cadde in disgrazia 
dlo/anens. dell' Augufto Arrigo, e però Venuto a Milano, qui vi 6no alia mone 
lib. I. c. Ii. ft
ue alcofo. (I), Dcderat. Imperator, vivente ;pfo, & abjeélo, Epifcoptil- 
lum cuidam Olderzco Fratn i11aÙJjredi MarcbioniJ eximii, cioè di M.m- 
fredi Marchere di Sufa, Marito di Bcrt,
, Figlmola del March
fe Oher- 
tD I I. Progenitore de'Marche6 d' Ene. A1nolfo Arcivefcovo di Mila- 
no, non pare(1do a ,lui giu
ta la depo6zione del prtdeno Vefcovo, 
confeguemememe flCUSO dl confecrnre O/derico, chiamato in alcuni 
Documenti AllJCO: 
Ja quctli co
fiJando nella potenza fua, e del 
Marchefe Maotredl tuo Frarello, Ie n' andò aRoma, dove con falfe 
rapprdemanze ottenne dal Pap.! la confecrdzione, che appar[
neva 
di dlrino alj' ArcÌvc:lco\'o .di Milano. Irritaw da tali Atti Arnolfo Ar- 
civefcovo, fcomullIco in un Concilio eíT"o Olderico. Po(cia raunato 
un numer.ofo elercito, andò in6eme co' fuoi VaíT"alJi a mettere "a{T'edio 
alia Gruà d'.1\ fii, e vi colfe dentro non meno Olderico, che il Mar- 
chele fuo Fratello. Si olfervi, come in Lambardia 6 cominciano a 
raunare ef
rciti e a t
r guerra, fë:nza dipendere dall' I m,peradore, nè 
d..' luoi Miniltri. Suu\lc eEli t.lOW qudJa Ciuà, che furono coftretti 
gh affeJiatl a -capitoiare, come volle r ArÒvefcovo. E fu ben dura 
la capltolal.ione. Cioè He miglia lungi da Milano, (J.) nudis inceden- 
do 'VeßigiiJ EpifcOpUJ C"dicem, ll.farchio Canem bajutam, ante forls Eec/,- 
ji
 be,
tJ Ambrofii 1eIJItH proprioj dcvot
/fime funt confeJli. Per atteftato 
(b). Off' di Oaone Fnlìn,gcnle (b), Ie qua\chc NobIle commcttea tal fcillo, che 
7,riþng,nþ'g meritaíT"e 13 mone; lecondo I' antica confuc[udine de' Franzcb e Sue- 

'r
b.c'l
i vi, (3) ad conf.'ljio/lÏJ fu
 igiJOm1lJimn, Ganem de Cøm;Mlu ill prDximu11I 
7rideT. Co- 


(I) L'l1'1lperaàure aveva dattJ, effi 'z.'ivente e dtpoflo, it Vefc(wllåo (ld It>> 
cerlD OJdlrico .FratetJo åi A1anfred; Marchejè tutl/eme. 
(1.) a piè fcalz; andando, il F'efco:z;o un Codice 
 il M,archeft 'port
nd. 1m 
Callt, avouti Ie pDrte del/.'I .cbltfa Jel B. Ambrogl() dC'VoJi.flìmz e.nfef- 
/arono i prop' ii peccati4 
(J) di [U1 confufiotle ad ;gnominia ertJ coflretto II poria,.,. N1J ClllN IÚI NIl 
COlftlldø al vICino Contado. 



ANN A LID' I TAL I A. 47 
Comitatum geftar, cogebatur. Depofe Olderico il baf1:on Pallorale, e :E.. A VoJg. 
l' anel10 fopra l' Altare di Santo Ambrofio, chc gli furono poi rett.i- ANNO IQI6. 
tuitÍ. E il Marchefe M:wfa-'di olrer! alia Chiefa una buona fomma 
Ill' uro. C1Ò [ano, co' piedi nudi per mezzo alia Cinà andarono alia 
f\.letropohtana, dove ebbero pace daW A rciveCcovo, Clero, e Popolo.o 
Se crediamo all' Ughelli (II), Odclrico, 0 fia Oldcrico, fu imruro (a) Ugh,lI. 
..ell' anno 1008. c: nel fegueme kgittimamente e1.cno, laddove Tri- ltal. Saer. 
ftano Gileo, il Sigonio, e il Puricdii, fanno {ùcceduta quefta fcena '!um. .lV. 
chi nell' anno 1014- e chi nel 101 r. 0 nel 1016. II Guichenon (b) ';1/1'op. 
porta un Diploma del regname Arrigo Auguno, daro in favore del (b) '

i(h'- 
Moninero di Frutmaria nell' anno 1014. in cui fra I' a1rre cofe con- non Biblio- 
ferma, 'iu
 áederunt A1anfredus Marchio, & Berta ejUJ Uxor, & F,'atrts thu. S,buf. 
Ijufá,,,! ManfredI, i
efl .dlricUJ Epifcop'-IS &c. Adunque Alrico, 0 
a c;:t79. II. 
Oldenco goJea nell anno 1014-. pa.c,fic:1meme il Vcfeovato d' Af1:1 . 
Connucociò Cembra a me tuttaVla fcuro il tempo di talc avvenimc:n- 
co, Perchè come mai ncll'anno 1008. temro, in cui era tuttavia vi- 
vente e in forze il Re A rJoinn, dec'ldde il Ve(covo d' i\ f1:i, che il 
favoriva; e com
 potè il Re Arrigo lontana mencre un al[ro Ve- 
fcovo in qudh Cirrà? ."rnolfn in o\tre dice, che l' Imperado-re diede 
quella Chiela ad OMerico. Arrigo non prcfc la Corona Romana, fc 
non nell' anno 1014- E però aJrri han crcJuto, che non già Arrigo, 
ma Ardoino promovel1è OJdnco, a quell a ChieCa. N è il Diploma del 
Guichenon è Documenro cfenrc da difl1culta, mancandovi I'anoo dell' 
Impefio, e il Luogo, e venendo chiamaw Everardo .Archicape/lantJ, 
che oe gli, altri Diplomi è deno Archicancellie1'e. Intorno a ciò nulla 
io decido, bafiando a noi di tenere la folhnza del [.1[to. Ho io rap- 
ponaco un Placiw (c), t('nuto Anno a
 lncarnatione Domini noflr; Je- (c) ;Anti,!lI. 
fu Chrilii A1illejir110 Sextodecimo, .dn;1o vero Imperii Dom"i Hânrici Im- fi allC .6 Dlf- 
peratoris crer:iuJ, iVlenfe HoElubri, IndiÜioí-ze !?<ßartaáecíma. 11 fuo prin- ,rl. . 
cipio ë quelto: D'4m R{lgineritts ,'.-farchio & Dux 'I'ufcanus Placitum 
cÛebraTet ill Civztate A1f!tin_ cum llugone Co mite ipjius Comitatus &c. 
Or vengano modt'mi Scrinori a volcrci pcrfuaJere, che a1cuni anni 
prima BonifaÛo Marchefe, Padre della Come {fa Matilda, era l1:aro 
creato Duca e r-.larchde dclla ToÎcana. Rana queno Documcnto per 
farei conofcere, che m ciò s' ingannarono. Noi croviam qui, chi in 
queili tempi goveroava la Tofcana co i tÌto1i di Duca e di Marche- 
fe, cioè Rinie,.;, da noi anche veduro di fopra. N è fi toglievano i lor 
govc::rni a i Duchi, M:;rcheli, c: Conti fenza qualche grave de1irro. 
Vedremo a Îuo tempo, qu \Odo probabilmcme il Marchefe Boniftlzio 
ortenne la fignoria 0 6,1 il govcrno della Tofcana. Egli intanto figno- 
reggiava ndk parr! d.ella 
om.bard:a" e fr.ezi
.hnente in M?ntova, do- d vi . 
vc: il trovo con RICh1/dl'l dl 1m Moghe, 
. Simeone Romito (d), che 
) t: S. 
h 'c < I ' d ' P I . S ] "'Ymeøms II- 
da qualc t: tempo sera Tc:rmlto nc Mom!1cro I 0 none, cuo a ,ud Mabil- 
allor't, di gr:lOde efemplarità, it) ttmpo che uno di que' Lioni,. quos løn. SlUul., 
Princeps magnificcntiJIimo alebat (umtu ac pompa, era fuggito dal ferr..- v
. Benedl- 
\ . d ' C ' d " fi d 1 S d 1 S . ffin.Pilrt.I 
g 10 con gran terrore c uta 101, e U J quo: ::rvo e' '. Ignore. 
ncon- 



4
 ANN A LID' I TAL I A. 
Eu Vo1g. ricondotto al (uo luogo. Ed appunro nctl' an no prc(enrc, come fi ha 
ANNO 1016. dall' :\utore eontemporJn
o della di lui Vita, ctfo S. Simeone palsò 
al Rcsno de' ßcati Anno DominictI! Incarnatio1Ûs Jl.JXYJ. Indiélio'Je XII'. 
Septima K(íllmdas AuguJli, Røman; Imperii A1ontt.rchiam obtil1ente Henrieø 
Primo 
ugtlf1ø, D:lcatus qlloque PriHcipatum t, iumphante (parola a mio 
creJere fcor.retta) Bonifacio gl,riofo Dtlce ae PriHcìpe. Tranoffi poi in 
Roma della di lui Canonizzaziol1e, e rclla tuttavia intorno a ciò una 
Lenera fcTina da Papa BenedeuQ VIII. Bonifacio gratia Dei i\/.1rchio- 
"i inclyto. 
'E per conto d' eero Papa, di lui fi racconta un fateo ilrepitofo 
aceaduro in quell' anno, la cui memoria fu a noi eonfervata da Dit- 
(a) Di11l,.r. maro (a). Vennero i Saraceni eon un grande {luoio di navi alIa Cirtà 
ChrøJf, l. 7. di Lun;, che aHora era deUa Provinci:1 della T of can a , e la prc:1èro, 
elTendonc fuggito it Vefcovo. Qyivi s' annidarono, tèorrendo poi [Utto 
it vieinato, c: fvergognando Ie Donne di 
ue' contorni. Ciò udiro, 
Papa Benedetto non perdè tempo a me[rere in armi quanti PopoH po- 
tè per terra e per mare, a fin di cacciarli. Spedì un' Armata navalc 
davami a Luni, affinchè qucgl'lnfeddi non potdTero fcappare eo i 
lora lcgni. Ebbc nondimcno la fortuna di tålvadi a tempo in una bar- 
chetta II Re 101'0, chc probabilmcnte era !\lugctto, occupator dell' 
Hola di Sardegna. Gran difdå, grande firage de' Crií1:iani fecero per 
tre dì que' Darb.rri; ma hnalmeme rimafero rorti, e fu sì ben eompiu- 
ta la fetta, che nè pur un d'dlì vi renò, che la poteffe comare. AlIa 
101'0 Regina, che fu ivi prefa, nè pure fi perdona. La fua eonciatura 
da tefia, , ri-cca d' oro e di gemme, che ben valeva mille libre, fu 

;i/;:


. im.iata in dono all'lmpcradol'e Arrigo dal Papa. Ii P. Pdgi (b), dopo 
:werc anch' egli cantaro qucí1:o avvt'nimento, aggiugne una cola, che 
potrebbe farci maravi31iare, fc non fapeffimo, che -non v' ha Serino- 
rc, per grande che fia, il quale non ft.1 fuggctto a prendcre de i gran- 
chi, ed :mche a groffolanamenrc ingannar1ì, cioè krive: Luna autem, 
hot/ic Luca appt/lata, Civitas /ibera, a qua n/iquot toea pendent. S.l ogni 
ltaliano
 pra[ico atqu.1Iuo di Storia, 0 di Gcografia, c/1c la Cinà di 
Luni, da alcuni Secoii tcadur1!. alia sboccatura ddla .\lagra, nulla ha 
che f.1fc con Lucca, cd c(ferci tuuavia il vercovo di Luni, abitanre 
nella Cirrå di Sarzana, can bella Diocefi, diverfa dal Lucchefe. L' irn- 
preCa Cuddetta d' etfa Citt:ì di Luni la credo io accenn:n3 ne gli An- 
nali P1iàni colic fcgueml par01e: (I') Allno JI/XY!. Pifani & Januen- 
fts fectrunt bellum cum l\{UgCto, & vlceumt ilium. Ne gli altri Annali, 
ove è fcrieto '0[[0 quelt' :1nI1O: Plfani & Jan:JenJès de'iJiccmnt Sa,-d;- 
neam, v' hft dell' errore; e Ii conolCe da quel che fcgue; perciocehè 
iolamenre nell'anno fcgucnre i Ptlåni c Genoveli 
nd-trono in S,1IJe- 
ßna. Alle co'c Jette dl fopra aggiugne Dlrm1fO, che il Re de' Muri, 
c.b me crcdutD Muge[[o
 irritato per la pedita fuddetta .invio al'polpa 
un rlccn di caH:agne, volendo fignificarc, che altrcnan.!1 f?ldau (ta- 
rcbbono fhti ben pochi) nella Hate vemura avrcbbe tpedlto COOlra 
dc' Cliibani. H Poncc6c
 in comr.1cambio gli manJo un facchctt? di 
ml- 


(c) .Ann. I. 
Pi(lIlI; 
TDm. J'I. 
.I.,r. Italic. 
" 107. CT 
16 7. 



ANN ^ LID' I TAL I A, 49 
mi o lio, per f.1rgli cont)[cere, che non era figliuol di pam.!, Nè va- ER.\ VoJg. 
gli
 taccre, che il fopn mcn[O\1ato Marchctc _ Bonijazio, 
 Ricbi(d"{, ANNO 1016. 
tua \1oglie (Figliu
h di GjjClbcrto Came del lacrJ P.llazzo 111 Irdh,,) 
e non giå di Gltèlberro Fr.1tdlo di CUl1egond.l allora lmperadricc, 
tutti e due gra'} cacci..[Ori dl Beni e SU[I, racor(ero ill qudl' al1no 
all' ImpcradOíc ,d/,-i;,o per ottenerc la metà della Con
 di Treccl1t.1, 
oa-giJì ful Ferr.Hcle, colla me[à del Caltdlo, e fue dJpt.',d,'nze ,Jimt 
a oÈcrcngayjo & JlugofJe fi/iis Sigefrcdi Comitls, noflro frnferio l'cbeiÙmtibús 
batlmus vifa funt paßdcri. Li donò Arl igo ad cfT.l RichilJ \ con un . 
Diplo:na d.no Ca) dnlJo DOl/zinictE lrlcarnalÎcmis l'tf:lIejì1lio lJecimo ftxto , (a) ,.Antlq. 
" v III D . J 1" ' R . XliI l .., 111 IlallC. DII- 
].Zr/JélI01le 
l.f . !lnno OlJ!.111 .lemr
C1, egm , I.liJpeïl1 
'/IS . ..
êt'i1Jj fert. 19. 
Pan':Jembcl'o (0 Ita Pavel11bag, clOe come voglJo credcr
, 10 Barn- 
berga.) Fu di p,lrere il Slgol1io (b), che Ie Nozzc di Rlchi!da col (b) Sigonills 
Marchetè Bomfiizio fcguitfero ndl' al1no 1821. Ecco qu mto rrima era de ,R cS 7 0 8 
comratto il lor Matrimonio. N è già in occalion d' ca
 N OZze fi fece It,j III. . . 
quclla battagliJ, che vicne accennat:l d,l DO(\Jzone, come fi pCI
så il 
iùddetro Si
0I110, ma in qualch' altra conglUntura, íìccome din:mo. 
Nell' an no prefeme sì, per attelbro dell' f\nnalJlta S,tffone Cc) I' L\ u- (c' .Anna li- 
gutto Arrigo tenne una gr.1Il Dieu in Argentll1J, dove anche Ii rro- fta S.XD, 
vò R6doJfo Re d, BOI:gognll, can fottoporrc il fuo Regno all'lmperio 
Romano. V 0 io penl,lOdo, che allora IÌ tLblliffcro qudIc tre Lcggi 
d' e(fo Arrigo, che fi Jeggnno fra Ie Longob lI'diche Cd); gi-lcchè ndla 
Preftzione Ii dice, che furono f,me in Ci-vitate Argentj,u, flUte 'vulgari 
nomine Siraburge úppellat:/r, cOII'lmervemo de: gli Arcivefcovi di I\li- 
]ano e di Ravemu, de i VeCcovi d' Argentina, Pi:tcenz'l, Como &c. 
cd anche de'Marchefi e Conti d' [ralia. Abbiamo in oltre da Lupo 
Prorolþata (L"), che in quelt' anno Civitas S.J.lcrnum obfe.lla eß a Sara- (e) LUpNS 
tn/is per mare & per tena,n, & nihil profecenmt. Se Ii ha a credere a Protofpata 
Leone Ofl:ienfe (n, fu in quelb occalione, che i Normanni, dc'quali inChroni". 
parlcremo all' an no Icgueme, capirando dal viaggio dl Terra fanra a g
. if, 
S.llerno, furono in aiuto dl Guimario Ill. Prmcipe di quell
 Terra, ch:::.lSl. i'. 
c colla lor prodezza obblig.u\JI1o que' Bubari a levare I' aITedio. Ma 'ilp. 37. 
Guglielmo Pugliefe, ficcom:: \'edrerno, diverfameme ne parla. 


(d' lI.mlm 
llalic. P. 11; 
TDm.1. 


Anno di C R 1ST 0 MXV 11. Indizione xv. 
di B E. NED E T TO VIII. Papa 6. 
di A R RIG 0 II. Re di Germania 16. Imp. 4. 


I L Tronci ne' Cuoi 'Annali PiCani, non so Cu qual fondamcnto, fcriC- 
Ie, che i PiCani fatta neU' anno IOI4- una gro(fa Armata, !!b U'ca- (g) .Annal, 
ro
o nella Sardegna, vennero aIle mdni coIl' e(ercito de' 1Vlori, il ml(e- PiJani 
1"0 III rotta, e s' impadronirono di quell' Hola, do po c(fcrne fuggito il Re potg. 107. 

I que'ßarbari Mugetto. Meritano ben più fede gli amichi Annuli dJ Pi- ;: l!'itl 
fa (g), che fotro il prefènte anno raccontano qudl' imprt:fa. Se n' era Re
'ItaÚ,. 
Tom. IT 1. G [or. 



;() ANN ^ LID' I T It L I ^. 
Ell.. 'olg. tormr
 in Sardegna Mugerro, fortun;1famenre fcamparo d1 Luni, tutro 
Ar.KU IOI7
 ,die furie cootra dc'Crittiani dl qudl' JI
)la, mo-hi dc:'qudli f
ce bar. 
barameote crocifiggere. Erati anche mclfo in penfiero di fJbbric,}f in 
tjudl' I(ola una forte Cinà, Benedett{J Papa imanro, cbc l'avea. comin. 
ci.na bene, voile hoirh meglio. Spedì per luo Legaro a PiCa II Vc. 
(covo d' Oltia, per ammare qucl P"polo a caccia.. fuori di S;1rdegna 
Mu
erro. Lo t1:.clfo probabilmeme t::ce a Genova, da che cl>nfeffd. 
no gli Itcffi Annali di PIC!, che anehe i GenovelÌ concorCero a quell' 
imprc1a. Paffilrono in fam in Sardegna quetft du
 Popoli con [lI[[C Ie 
lor [.)fze,. nbblig:l1"ono Mugerro a f.1lvarli coll1 fuga in Affrica, e prc. 
fero 11 poífdTo di '1ueW Ilc)la, Soggiungnno qu
gli Ann.\li, che il (>a. 
ra invellì d"elfa S.lrdegna i Pifani. Mo! non tardò a nafcere difcordia 
fra g\i th ffi conqudlarori, rerchè il buon boccone facea gala a tutu. 
Si s

')rz
rono i Geno\'cfi di caccl3rnc i Pllani; ma i Pilillll, che in 
quc1h rt'mri er.mo PilI for::i, Ii Ipinlt-ro fuori di turta l' lIola, e nc: 
rdlarono paJroni. Tale prmeipio t'bbc la porenza ddla Citu dl Pifil, 
rU[tochè non apparilca, eh'dTa rcr 
lI1cpe :;vlße acquillara la hbenà, 
perchè era ruttavia. fu.
gett I a i Duchl 0 fia a i Marchefi ddla To- 
fc.tn.t. Cominciò anche in Puglia per que{ti tempi una bella danza, 
che parve cof.. dol nulla ful princlPlo, ma ebbe col tempo delle mt. 
rabili conft'guenze. Era venuto per tdbmonJanza di Guglielmo ru. 
(a} G..illøl-, glieCe (a),. nell' anl10 precedcnre daIh N orm,mdiJ un pugno di quella 
mur At,j"s genre p.'r lÎ.u divol.iooe al Monte Gargano, d';lve S. MIchele AJ'{,an- 
P N ,e-n, aø gelo- era in gran venernione. Q1ivi per accidence rrovarolÏ Melo, 
orman>>. I r: ' C ,1' d B I . b II ' G . 
",,,. I. . que poteme e la\'IO. Itraumo I JI'I, C H: sera n e ,ItO a recl, 
appena cbbe egh addocchiari quellj u.omini, bclla t:' nerborura. gente, 
che teouto con dfo- loro dilcorCo dell.. bdkzza di- qucl pacCe, delJa 
dapoeaggine de' Greci, c della facllJcà di vincer",. e di farfi gr
n Si- 
gl10ri gi' invnglio. Ji Ceco imprendere gut'rra in quelk' pani comra del 
dominio Greco. PrcCero dTì rcmpo, tanto che rorndfno-alle lor cafe, 
t:d 10\0 irafIi:ro aleri compagm all' impreCa . Venuti in quell' annt.> fenz
 
armi, ne- tùrono ben fùrniti da Melo, e d'Jpo a\'er plef.1 ripofo, por. 
rarooo la gucrra addolTo a i Greei. Era allora GeneraJe dc;' GJ(
ci in 
qud\e c,muade Turnichia, appelJaro da altri Andronico, che lènza 
d!mora uCcito in campagna con
 file forze, ltfen[e itfilii, come h.\ Lupo 
tb) LUPIIS' ProroCpara (h), fuit præliut1t cum l
felo, & NfJ1"tm,mrZis. Qudla prima 
!r<'t91'ala b.Hra" lia rar
 che fnllt: f.lVorevolc a Melo. Si tornò a combaut"re net 
In CJJrQ/JICO. j ':> d ' L 1 , Ii d ' 1 Ii d t- rr L [ ) fì b I ' 
'üI 2.2. 1 ug let, e ecnn 0 I re 0 (;110 Upo roto pat,a, CDe 1
 
rell,ffe morro nd cnofliao Leone I'azi;mo, ehe III luogo del CJr3pa- 
no Turn,cI-:i,:) comanda\a I' .'\rmara de' Greei, pure vi reUo (contino 
Mdo co i NorrY1Jnni. Ma f,Jrfe quc:l rclto è gu,dlo. Guglielmo Pu- 
glieCc:, Amore di, mlggior credit
J in qlldlo, Quelb, che M-e1o e i 
Normanni ne uCcirono vrncitori, fenza raccomar altro, che un 1010 
(c' .A1IDny- fatto d' :mni. Gran credno, che s'acquillarono con CIÒ que' pochi , 
rn,u r Co1þ- ma v.\lcl'.tÎllìmi Normmni; 171'.1:1 borrino che fccero. Anche I' Anom. 
n:: J / 1S 1 r . / , Y. fila Clfin
nlè (c)
 0 lÌa Alb
rico Monaco, fcri\'e lotto. il P rcfcnre an- 
_r. ,.. It... A J ' Ab 
no: Nur,uanni J."'lelo Du(e CæperMi1t fxpuglJare .npu ram. ' 



A N [II ALl D' t TAL 1 A. 51 
Abbiamo da Girolamo Roffi (ll), cbc un riguardc=vol Phcitn fu Eu Volg, 
in q uell' Anno tenuto in Ra\'enna dd Pellegrino Cancelliere e l\ldiò ANNO !,x;. 
, . J. . d T d C "" 1 IT h ' r d 1 d (a l<ubeus 
Flenrw mpel'ðJoYtS, ea. a. one: om:, 1\ eno 

c eg I : .me e- J-ii{lDr. Ra- 
fimo ^ugul10, Anno Brnedléll Papæ f<!!mto, Henne: Imperal01'lS In /lfJ- -.::æll. t. S. 
/ia Anno 'l'erIÎa., die XV. Ftbrual'ii Indiftio1Je XP. HarlJtl/do grtJ/Ì," Dei 
fanEliiJimo f.j loatJ/!,e!ieo Arl!Jiepi[copo [anftæ Ra'/}
;matis. Ecc/
jiæ. , J n df-o 
Placito il tuddetto Pdtegnno app1t'hCJ1denJ m.'lI11bus 'Vwgam, ml fìt ean: 
il1 mtl.'1ibus lùpraferipil HarJl(;ldllS gratia Dei fa,
élljJill1o & cO m!{,cheo JI-- 
"J
pjjèopo, & Îm.:eJlj.7)it ipfutA & Ecclefiam Ra't'clmalem, ex parte l!m- 
rici Jmperatoris tie 
;rJ11i Fijco & de omni publica "e Ra'7-'e!1rJ(ltl! 
 ji'!:e Ripæ 
(lut Portæ, & de Comit.'lJJ/. Bo;;onienft, & Comitt!lll ÜmJeLimft (I mola) 
& Comitatu F,lvenlino, f.3 -Co1JJitatu ...... & Comireltu Fic(l!"e 12 ft 
( Cen'ia ) cum omui Fifti., & pubJicis eorum Comitatilus &c. Noi ab- 
biam() bensi prdro del Cardilld B"ronio i DipJomi di Lodovico PIO, 
di Ottooe I. e dd rcgnanre Arrigo I. A-uguHo, ne' quali Ii \'('ggono 
confermati alia Chida Romana ), Efarc:no d: RaVtfìOa, II Ducato di 
5poktl, i} Ðucato di Bwevcnto con ahri paelÏ. i\.1
 effcndoli per di- 
fgrnia perJuri gli Originali, e non rapporrandolì Ie non Ie Corie, 
(uggcue a molte alterazioni, fecondo il birogno e 1'imerel1e dene per- 
fone, non porgono die bailante lume per quetar I' inrelleno. E t:ièn[O 
poi meno., fc con elfe combattono faui cert! e Ùocurnemi, fu i quali 
non cadano fofpeui. Già s' è \'cduta più d' una pruova, che da gran 
tempo l' Eiiucato era divenuto pane dc:l Regno d' I talia, forfe per 
quakhe con\'enzione fcguita fra Ia fama 
tdc, c: gl'lmperadori. Ne 
abbiamo ancor quì una pruo\'a chiara. Altrettamo pure s' è ol1èrvato 
tiel DLlcato di Spokti. Per conto poi del Ducato di B
nevt'mo, nè 
pur convien difpurarne. E a comprovare quanto s' è detto ddla Ro- 
magna iervirà anchc= ciò, che fcrifle S. Pier Damiano (b) circa P Anno b' 
1 c;6:J. Eo tempore fjuilm adhue ROmtll1a Ecclejia fpatiofius multo fjllam NUNC bllm
e;?J 
Jura prliteHdcrct, {3 inter ctf'tcra Cæíènate Oppidum poJ1i.Jeret &c. Adun- in Ylta S. 
que a' tempi del Damiano Celena non appaneneva più al dominio rem- Mauri CII- 
pOl'alc de' Papi. Chi ne foflè padrone, I' abbiamo già vedllto. Ho io fen. cap. I. 
prodotta una Cdrtd di Livello di un Pono, dato dal fopra mentovato 
Arnaldo Arcivefcovo di Ravenna a Pietro Abbate della Pompofa, (c) (d .Antiqff. 
crc=duta da me [rename a1l' Anno fegucnte 1018. ma ficcome ho poi !tal;c. ViJ:" 
uvvertlto per più efatta collazione fana coIl' Originale, em app .rri:ne fert. S6. 
a qudt' Anno. I vi fono Ie feglì.emi Note: Anno, Deo propitio, POriti- 
JiLatus Dom,.,i Benedlfli fummi Pont
ficis, & huniverJàlis Pap.e PII/. &c. 

into ; fed & lml'erantc Damno Heinrjco magno Imperatore jH lfa/ia Antll) 

arlo, die XX. ]t,Jen/is Febrpùrii, bJdiiliou xr. Abb.amo qUI .. Ann,:> 
1017. Adunque Arrigo I. fra gl' J mpt'l'adori a\'ea nell' Ar.n 1 1014- c: 
nel dì 2.0. di Febbraio gi
 ricevuta b Corona Imperiale. Oi elfo Pietro (d) .Mal ill. 
Abbate è fanta menzionc= nena Vita di S. GuiJo Abbate delld Pom- 
:::e
ict. 
po(a (d). In quell:' Anno pari mente s'incomra un Placiro (e), <:he Do- Part. J. 
nus Ade!pe)''-o ÐIIX ipius /llarchie CarenlanOrlllll, & Ramba!'tIS Comes (e) .A1Ili1:_ 
ifilils ComÎlatu 1'et'lJiþal1C11ft, U:1itameme tcnncro in Cvnzitatu 'Iêl'viþa- j::/.IC S . Dlj- 
G 2 nm- 


. 



;2 ANN ALl D' I TAL 1 A. 
l' 'II .. Vol!? nen(e in Pilla Axi!(I, non multu11l longe ad CaJI1'o Axilo de fuhlUS, in 
A"NO ]018. CUI conti a èel !'\.t,mtkro dl Sa'
t.1 Glullan.\ dl P.1dova fu d
CII;t una 
lite In f.wore dd Monil
ero delle :\1()oache di S. Zachena di V 
ne- 
Zid. .
 bbi !mo quì, che tt nob.l Terra d' :\foio era in quc1ti tempi 
. del Conrado di Tm igi, Legg-(i In oltre (ono il prelemc Anno una 
(a' Ibidem I)onni.)ne (,1) tàrta nel mele di M ,rzo al \lnl1iílcro di Nonanwla da 
D jlrt. 10. Bonifacitls l'l1m'cbio, Filius bone ;nemoric 7'eutlaldi, qui fuit ilemqllc jilal'- 
rh'b, & Richelda conjuy,e 
j"s ,jugalibus, Filia bone mcmorie Clje/berti, qui 
fuit Comes PakJtii, qui profefli [umlts Legem .-.:i'l.,'ere Longobardoru II. 


Anno di C R 1ST 0 MXVIII. Indizione I. 
di ßEr<;FDfTTO VIIL Papa 7. 
di ARRIGO II, Re di Germania 17. Imper. 5. 


(b) RHbrus S E vogliam ripofare fulla t{'de di Girolamo R(dIi (b) (eguitato dall' 
lil(lDr. l{a-... U 
htllt) Ãrn,lldo Arcivelcovo dl Ravenna, FrareJlo dell' Auguflo 
'limn. ñrrigò, compiè il corro dl:' fuoi giorni net dl 19. d. Novembre dell' 
Anno iè-guf,n-e, cd ebb.: per luccefforc Eli/mto. 1\1a lècond,} J'.\nna'- 
(c) Ânnali- hila S.llf,'nc (c) egli fll.lnco di vita ned' an no prefcnre. Potrebbono 
flo/ SaXD. It: Carre pecore deW Alchi.....o di Ravenna merrere in chiaro, qUJI di 
qlJclle afE'rzioni fìa Vera. Er è d.1 Cperarl.:>, d.1 chc it Pa.!re DlJl1 PIC:- 
HO 1-':1010 Ginanni Abb.lte B.:nedettlno can i.1fJricabll plemur,l va rac- 
copJiendo Ie antlChe memnrie Ji qu
1l1 Cltrà 110bi.ll1ìm1. A \'cva ,.mche 
(d) 
axius d dJ\
gcntemenre o(JelvJto il Signor S.lffi (d), che ArnolfD II. Arcive- 
In N oIlS a - d " i ] Î '. d . , ll ' fi ' 
si"w. de ICnvo J 
v Lano cdso I vlvere non gla n
 anl\.) 1:)19, corne 1 pt:nsO- 
R:lll. lwl. il Sigonio, non giil nell' anno IJI r. come s'mgc,5nò di provar k' ..\u- 
(e) T. IV. tore delle Annntaziol1i atl'Ughellt (eo), ma belìSl ntll'anno prereme 


;;
. Slice. 1?(8. I(
 faCtI il 
'udlter[o Ann,;li
ta Sa{fo

 lotto <)udl' an,no mtdc- 
g h mo fcnve: JledLOlmt1z{is .drch/l!pI{ctJPus abut, & p
'.rp(JþfllS eJufdem Ec- 
cle{iæ Hetibeytllj J1tcee.flìt, cioè Enberro de loco /llJt/mÏlmo, come (i ba 
d.l'lul)i Strumt:nu, .-\Iclvdèov.) tàmolo fra qlll:i <.II l'vlJlano, che fece, 
ficcomc vedrC'mo, lud.He il ciuffo all'lmper.1dor Corrado. Ch' egli 
3ncora otrendTe in quefl' anno 1a Cattedr,l 
1Ib
efe, fi eomp1uova 
can un Pl.lciro tenuto in ßela(io (f), [el ntono dl Como, dot .\nfel- 
roo Metro dell'lmper...dore .-\r, igo, Anno Inzpe1-Ü Dom1JÍ Henriei Impc- 
,.a/uris- .6)uinto, lUffl[e No'/.'embn-. Jndiélione Secunda. r roduHì io queHo 
Docum
nro c.)me fàitto (lcll':mno 1019. Or.t m':\vvcggo, che ap- 
parriene all' al1110 prefeme, pelchè 1'lndiÛone Second a cbbe principlo 
nd Snrembrc. Quiv; Domnus Jiribe,.tuJ {allflæ Mediii!anmfis Ecc/eji
 
.dy(hiepifcopus, & A/bcricus fanélæ Cumenfis Eccle.fiæ EpiJe';r'lS, eitau, e 
prt.fcnu, ce:iono 311e lor pretclllìoni lopu eel tc terre III favorc del 
Moniticro di S,U1W Amhrolio di Milano, e del fuo Abb:lte Gotifre- 
do. Eril!lo gJi Augulb Greci ::.Jirati non poco contra dl Melo ribdlo 
del 101'0 Imperio per la guerra da lui molT... in compagnia dc' Nor- 
nn.nni 


(.f) Jf1Jfi'l'I. 
Ir.1I1(, D:J- 
'ê. t. 70, 



ANN A LID' I T ^ L 1 A. 53 
m:mni contro la Puglia di Jor giurifdi'liolle. Però, fecondochè s' ha Eu Volg. 
da Lupo Protorpatd (,,), fpedirono in qudl' anno al comando delle ANNO IOÜ' 
I ' C ' B Ii " 
 (a L'lpUS 
ar arnJl In It:Jh.l, 0 fia per 101'0 Cat:ip.tno, 0 apltann, J 1110 10- PrOlop41a 
pranoffi1n \to Bllgiano, uomo dl gr.ln fcono ed anività. RomoalJo S:J.- In cÙon:ro. 
Jernirano (h) fcr'vc, che conui portò feco un gran teroro, ct;.,è i\ p
 
- (
ì [
omua
- 
Clpal ncrbo per ben fare la e,l1Crrd. Aggiuvoe dipoi, ch' effo B.lh'lO ailS Srllti,nI- 
Alino 1I1Xlll, (V.l Cerino IV/XI/III,) Jndifti
Je 1. fece r:fJbbricar n.eila ;1;:::.1 

l:- 
Puglia l' anw:a Cirri di Ecal1a (Ii dee Icr!vere Edana) che :l.Otle,l- Rtr. lll
lit. 
mente e:bbe I fuOl V elcovi, e Ie impofe il nome di "Troia. N oi fap- 
piam" da lVl.1rio Ml'I'edtore, e da altri antlchi Serinori, che Giuliano 
bero difenlor di Pdagio, e confutato ne' fuoi mirabili Llbri da Santo 
Agoltmo, fu VeJco'l-'o Eclanenjè. Camillo Pellc!:ino prerefc, c.he la 
modcl"Oa OWl dl Fngt'nto lìd luccedura all" anri( hiO\ma Ecl,ma. L' 01- . 
Henio, e d Cardinal j'\T OTIS (e) crederono, che Edana f()fTe .1 Luogo, (
)ft Nom 
appellato po{èia ftuinroJeâmo. Sembra ora, chc Ii poOà con più fan- ;I:m'. 

'

 
damento aderire all' opmione di Romoaldo Salelnit.iIlo, Autore vivuto tllP' 18. 
cinqu':l:emo anm pnmJ, e pratico dl que' paefi, allorchè aneth, che 
la modana Cirri dl TrOIa fu l' amiea Eclan:i, 0 \1og1iam dire Eclano. 
Gitre a qudh Cmà rabbrico il fuddeno Batilio Draconaria, Fiorentino, 
cd altri Luoghl forti nelJa Pro\' incia, che og
idl (ì noma Capitanata. 
Ag 6 iugne 11 glà citato Prnto{pata, ehe Li
(Jrius 7epotriti (leg
o 'I'opo- 
tiriti, cioè Confervatore del Lungo) fwt præiiu111 'I'rani, & OCC
(NS 
fl 
iói Joanna/ius Protofpata. Et Romoald captus eft, (3 in CO/
(!antinopo/im 
deportatus eft. Sono (cure r.lli oOlizle, m'l. ballano a farci eom}' rendere 
la conrmu,tzion dell:. guerra in Puglia rra i Greci, e i Puglidi ribc1- 
lati. Vien citata lotte' il P reft'me Anno da\ Padre i\1J.b.llone Cd) Un,! !
) }. / 1ab:J1. 

 ..ÉJ.r.na. 
e" 
DOIu7.\One fatta dil Giovan,.; DUfa e Conlok di Gaeta a1 Moni tlero 1/lN;aW. a ,I 
dl S. Tcod('rc) dl quclla Cmà: d che ci fa conofcere, chi fofft aHara lJ'mc .An- 
PrmClp
 dJ Gae[a. n"w.. 


Anno di C'R 1ST 0 MX.IX. Indizione I I. 
di BENEDETTO ViiI. Papa 8, 
cli ARRIGO II. Re di GermJ.nia 18. Imp. 6. 


S Otto il preCente <\nno rcriv
 Ermanno Contratto (e), che Conra- (c
 Iltrm/m- 
dus adole[cws films C01Jradi fjuoi1darn Ducts Carentani (e l\hrchc It: 7m CDiI! fa- 
allrora de lla i\iLlJ'ca di V, rOl:a) auxiliaf1te p.ltrue/e (uo Conrado, po 'ie-a r.,'u CJ. 1 "D;- 
7 JJ Ib ., ",C. (. It.on. 
.I.mperato,-e, nUO erone,'l/ tunc Ducem Carenta;lÏ <<pud Ulmam pugna 'VIRum CIlr.iJÌl. 
fuga'Vit. Abblam v<::dUlO .11 10,'la, chc qudtn Adaibcronc er,1 anch'e- 
gh Duea dl Carintia, t' infi, me: .\t1archcfc di Veron.! L' aVCV:l can 
lui il giovinetro Cor-rado, qu ilîche gla avefTe Adalb-.:ronc: rub,Hi que- 
gh tlatl, che fe non di g'uHiva, almt:Oo per introdotto c(>lluíT.eJo. 
vcano roCLare a \ui dopo 1.\ morre dd Padre fuo Corrado. E' dd cre- 
dere:, ehe Ad..lbcronc pall
ddre allcora de gli Stati in Germal"
ia, 
 
chc 



rM Yo1g, 
AN!;O tú19' 
(a Lupus 
l'rofo p lIa 
in Chrønicø, 


(b) LN 
Ofti,n(ì. 
chronic. 
lib. 1.. c. 37- 


(c' Gui/i,'- 
mUs .Apulus 
d, NOnn41f. 
Jib. I. 



 4 ANN A LID' I TAL I A. 
cht: per cagion d' eßi tra lor fcguiffe iI conflitto fudderto. Per arrc- 
Hotto di Lupo Protofpata (a), Bugiano Gcnerale dc' Greci venne a bat- 
taglia in quctio meddimo Anno circa il dì primo di O!tobre co})' Ar- 
mua di Melo, e gli dlede una rOWl tale, che non porè più rifi.)rgc- 
re. Leone Oltienfc .f.;) lalciò fcritto, che Melo col lò.ccorfo de' Nor- 
manni avea dlanzi rirorrare rre "ittorie dc' Greci, prim' apud Armo- 
lam., ftcJl1Jdo aputl Ci':.:itaf.em (AlaYJiC1l1t1 11 chiama Angelo della N n(:c) 
tertio apud f/accaricÙl'fIl ct,1mpeflrj urtamine dimicans, tribJlS tOS vicibus vi- 
tit, multofque e
 his inlet ficims, & uf'lue 1'ianJim eos cOI1{lringens, tJ1Jl1J!S 
ex Co2C parte, qU"lS imJaft1'ant, Apuli
 Civitates & Oppida reapit. !?<!fat ttJ 
deltJum PlJg':tz ap1.Jd CalliJtJ! Romar.
rum clade famtJfas, Bojani Cata-pafti in- 
þdiis & ingcniis (macchine d. Guerra) fJlttralus, IImverjå, quit' f.zcite 
t'ecepet'at, facilius perdidzt. A pprdlo raccoma, dlè:re n.ua filma, che 
dl dugeoto cinquaota Normanni, aiuUtori di MeJo, non m: rimancf- 
Cero in \' ita, fe '000 dicci: c che la virtoria nondimeno coUò ben cara 
a i Grcci. 1.\.1c1o difper:ìro, non farendo riù dove rivolgere Ie fue 
fpcr.anze , dopo avcrc rdl'cOmanduQ i pod1l N ormanni, chc 
li rcllap 
vano, a GJillim.-1ti, JJI. Pnncipe di Salerno, e a PantiolftJ IV. Prin- 
cipe di Capua, imprele il viaggio di Gnm>lnia, 0 per muoverc rlm- 
p..radore Arrigo a \'cnire in perfona in Jtalia, 0 almeno per ottt.nt:rc= 
.da lui un roderofo foccorfo di milizie. Ecco come di qudi' ultimo 
fatto d' armi parla Guglielmo Puglicfe (c)_ 
ricinus CtJlmis 'ilia defluit JI!Jfidus amnis, 
Circiter Oélobt,js pugnat1/7 utrimlue Calmdas, 
Cum modic
 nOlI gC/Jtt 'Valells obfiflere .\1dus, 
Ttrga dedit 1n.Jgnti fpoliatlls pm Ie lllorllm, 
Et Pllduit 'l/iélum pa/ria tel/Nre mtJrn,.i. 
Saml1ius adiil (uperatus, ibi'lue moratur, 
Ppß .AlemlJí1110t'um petiit fùffragia Regis 
lJel.,Tici, foJito plaâJus qui m01e pt'eeantem 
Sufcipit, auxilii prom.ttens dona pI opinqui . 


Leggefi una cdTinnc farta delle Dcc-ime di quattro Pievi al V e
 
fco\1ato di Cremona (d) d,1 Banifaâus i'Harehio filius quondam creotaldl 
itemque 1I1a y ehio, & RÙbilda fi/ia quondam GifeJberti CilTi1Itis !1ell' Anno 
prel..:me. ß0nif..zÏo è il Padre deli.. ComclT. Marilda. \'0 10 cTcden- 
do, che appartenga lijCOra all' An:Jo prefcnre un Dlploma,_ 'pcdlto 
ddll'lmperJdore Arrigo in fJvore del Mondlcro di t\lonte Cafino, e 
(r) GaUo!" deWr\bbJre Arcnolf,) (1'). Le Note fon queUe: Datum JlI. IdtiSJu- 
Hßcr. }.!c- Iji Anno Domir.iræ jllcarnatio1Jis iHiiiefimo f/if/þmo, Indiélione Secu
dil, 
w'þ, caþ- .ÂhJ'O DGmni lIeim'iei ReQis Deçimo feptimo Imler;i "Ilcro 
.tlS .f2!,lt'JIO. 
.tll[. P. I. Aéltlm l<.etiesbone. Se cn7d,amo al PJore G
t[OIJ, il Dlp:oma è ongi- 
oJ.1e j ma jo ho pena a Lredcdo. L'lmlizione Seconda accenna }' Anno 
prtfcme. Come poi tiB I' ..lnno J\lXX. It: non ru;ornamo all' Anno p
- 
i4110, non fi S.I carne. E retta poi da mo{h':lfc, come In Gl:rmam& 
avclTe 


Cd) .A7Iti'1 u . 
Jlalic. viI- 
Jirl. YJ. 



ANN ALl 0." I TAL I A. ;; 
avefT'e 1uogo r Era pj[.ma. Pofio anccra, che fia l' Anno nofiro JfXIX. 
non 11 accord a con dTo l' .d,mo Xf/ll. del Regno, nè il 
1Ín;:o dell' 
Jmperio. 


fIlA V olg. 
Al'iNO IG10. 


Anno dí C R 1ST 0 MXX. Indizione III. 
di BEN F D F T TO 'TIll. Papa 9. 
Ji ARR IGO II. Re di Gerrnania 19. Imp. 7. 


L ' Anno fu quella-, in cui Papa Benedetto VIII. andò in Gr.-rmania 
a trovar r ImperadMl" Arrigo, che I'afpetrava in B
mberga. J1 
Srgonio, il Buonio, I' Hoffmanno, e forra rutto il Padre Pagi h:lOno 
prete!o, che quella andata del Pnnrd1ce accadcffe nell' an no preceden- 
te la19. e che mal Ii fieno' appoHi coloro, che la riferilcono all' an- 
no prefente 7 C"'l cirare per lôl loro lentenza Larnberto da Scafñahur- 
ga, Mariano Scow, gli ..\rmali d' Ilddèim, e I' Abbate Ur(pergenre. 
1\la non ha fana alT.Ji rifletI10ne il Padre Pagi a que-tio punro dl Sro- (... Mar;A. 
ria. Mariano Scow, fe bl'n fi guarda, a qoell' anno (a) arr unro paria 
:s Seol us 
del vi-aggio di Para Benedelto. E Ii conolce, che Ie lbmpe hanno inCh'onieo. 
a}ter
to J tefii di Larnberro e ddl' Urfpl"rgenfe, e de glt i\l1f"ati d' f!- 
defeim. DICo, fi conolce, perchè ivi la mom: dl Sant' Enbeno 1\r- 
clvet"co,.o dl Colonia Ii mira nc'loro tefii (lampati all' anno 102.0. quan- 
do è fuor di dubbio, che av\'enne nell' ann0 101.1. come confdlà 10 
fidTo Padre Pagi. Pefò gli A utori íuddcni fi dee credere, che ah- 
biano pOlta I' anJjta del Papa nel prefeme anno raw. e nc:l fegut"nre S

 H:!o:/
:: 
la mone di S.mt' Erlbc:rro. Che poi t>c:ramente il Papa in queit' anno ths in 
fi porral1e a B.lmberga, I' àbbiamo da Ermanno Contrà[tp (b) nell't.di- chronic" 
zIOn m,gli 1re e più copiolà del Canifio, da Sigt:berro (c), daW Anna- edlli.n. 
1iIb. Saf10ne (d), dal Crooogr:lfo SalTone (l'), da A Iberico Monaco de 
t'{i;!ltr. 
i- rrc: Fomi, e da altri Storici. Lo fidfo fi ícprge daJl"antica Vita w. III Cl')ro- 
dello Heflo Santo Arrigo (f) pubblicara dal Glct(t:ro, e da altri. Qui". 'litO. 
è (crlno, ehe ii P<lpa m\'itato daWlmptr,ldore, in proximo Apri/i dle- (d Annali- 
mamriam ÙJTrtlvit, omnibJl(ql!c Civitatibus illi<<s ,egionis pera<
,atiJ, te;n- f

 s:':,ot.:no_ 
pore, quo c01Jd,1(erat, Babengerg locum adÙ e dlÎPOfuit. Venit ergo P-, Fe- gr,,
l:tJs 
ria m "ljoris heb4omadæ, hora Jexta (MriJ PontificalibuJ ve/Jimc.rriJ indlltUJ bot 0, 
&c, <...!!ICÜO mmutQ racconto fa conorccrc, che I' ,4 utor d' ell'J V,t.! (f' V,r" S. 
P rdè un tal fduo d,l buonc notizie _ e P rob..bilrneme da q udla coe liu,r:c, in- 
tr ' fa Aéfa 
1cnllC Adtlboido, giunra a noi troppo mancanre. Cvh Ie P,'pa B..ne- !,ß.,Ûcr. 
de!to entro d'.dp"ile in i\llmagn.l, cd aïlivò nel GlOvedì Sanma B
llJnd. 
B 1111berga: adunqu
 nell' alUlO pn:ftnte :irrl\'Q coh, e non gi.l nel pre- ad ,1I.m 14. 
cl:dl:nre. Pel CIOCl. hè neB' :mno J') 19. la Parqua cadde nel d, 2.9. di 
u,J::.jt'7 s. 
Marzo, e in quell'anno fi ctlLhro effa nd d, 17., d' Aprile: Ne \,0- A,t;I.VVtrc; 
gllo taccre, ch
 viene anchc Cltat.. I.. V 1[01 di S
 1\IeinwerC0 V 
fco- Qp4,{ LÚb. 
vo di Paderbona (g), ,per compro\'ar I' .1pinlOne de' tiH.idt tti fofienitori nrr",m T. 1. 
d 11 ' · " 11 ,! ',. h d tr '- I Scr'þ/1r. 
C anoo 1019. N.J.t que a v l[a, quanu am: e lCt:llC CIO c lC preten- JJn<nS1:i:Ù;. 
d{Jno, 



,6 ANN A LID' I TAL I A. 
rl'A Volg, d!,no, cf:fcndo fcritt'1 l1e1 Secolo rll!Tcgu
nrc, non può chiam,rG un 
ANNO IOlQ, rctlåmol1lo inf.:!lltb1le di qud cbe cerchiamo. GIrre dl chc tors' anche 
qu:.:\la va d' accorJo coll' opinione mia, íèorgendoG, che il medclìmo 
Autore aU' al1no fuf1èguentc metre il ralT.1.gg1o a mlglior vita del fud- 
deuo S,mt' Erihcno, 11 Cjual pure vienc lbhiliro neil' anno n2..r. Fra 
l' altrc cofc, che al
giu6l1c I' Amore d_'li 1 Vita fudletta di Samo Ar- 
rigo I mp:raJore, raCCOl}ta che nel l\1:nurrno di Pafqu2 il Patriarca 
J' /lqui,eia rtcltò la prim.l l.:7.ione, l' /lrcivc(c
'z;o di Ra'veml,. Ia lèconda, 
e il Papa la terza. E che p()lèia il Poruel1ce m::ddim') F 1/ /. Kalm- 
d,1S iH:zii B1.fi/icam in honore S,mfli Stcpb(l-Ji conJècravit; e 10 fte/To an- 
cora abblamo d 111' .-\utore dcl\a V it.! dJ S, \1ell1werco. 11 dì 2.+. d' A- 
prile -C:ìuì cnullzi'lto p.ù s' accorda coll.1 mi,l fudderta opinione. S.tg- 
giameme ollèrvò il Cardinal ß.uor.io, che fra i motivi per Ii qu,lli 
andü volentieri Pdpa B.?nc:dcrto, anCfJr qlldio \'i dovette e/Tcrc di com- 
muovere I' AUbulto Arrigo a candurrt: 0 fp
dirc una buona ,-\rmata 
p.?r f.u' argine .1 i progrdu de i Gnci. Circl il dì rrimo d' Ottobre 
nell' al11)O pre'cedentc era fucceduta, come dlccmmo, la disfatla del 
picciolo clercito dl 
clo. Tuno perciò anday:! a leconda d
 i Greci , 
; qu 111 nC'n folamente ricuperarona ql1anr() avcano perduro, ma CZi,iO- 
dio t;rarono nel loro parmo P :4zt/oJro IF, Principe di Capl1a. Scrivc 
(
) ü, 0- I' OHi:n(e (a): þ<"ttllm Capu211l!S Priilccps l,
te 1fer fa'ZJc7{/ Cofl.m/Ì1JopoJi- 
ji
tnl,
}lro- tano IJ.1!iiio, fecit irztcrim ficri cl'lves aureas, & ;ni lit ad ilium, um fe , 

;;: '3 8 .2., qua
4 CJ'VÌfatem CaplJ ljNim, Ïimno utJÎíJcrj-mJ PrÌilcip:z/um cjus pcr b.ec im- 
peno contradrl/s. 
l).IVJao ne gli occhi, c gran gelalÌa recav:mo a Papa B
ncdetto 
qudìi m1neggl cd aVln7.a
e,1(1 dc' Grcci, che Ilerdevano il 1M dorni- 
nio t1110 ad Alcnli j e lè mcrrcv 4 no il plt'de anche lopra il Principato 
dl Capua, già fc Ii fèmivl aile Pone di Romd. N ë era gi:1 da [pc' 
rare, che j Grcci .-\u

u(li ave/Tc:ro voluto lalclJr' a I P.lpi, fe Ii folfe- 
ro .impadronin di Rom,], qudla Signoria, che fcconda i patti con gl' 1 m- 
peradon d' Occidenle da pili dl due S.::coli gndC\'3. Pcro clavette il 
bU;ln Papa follecitare, per quanto pore:, I' Augullo Arrigo ad Implc- 
gar Ie (ue fone cantr.! di qucllJ Naziol1c, nemlCJ anco!'J de I Larini) 
b quale alpirava alJora a de i gr.1I1 \.oli. A1:>biam,) anche dol GlJbro (1)), 
che RodolflJ N 01 manna fugs'to da N orm.mdi,l a Rama con alg.u
nti. 
I. com pagni , ando :l trovar Pdpa 13,'11 
dctto V III. per cont.lrr!,h 1 IUol 
guai. i\.-1:1 il Papa cæpit ej 9uerd'lm cxponere de Græcorum irlvafiolle Ro- 
mani Imperii, e indu/Tc: quc' ..\oJ 1)1'111.\11'11 a mllitar contra dl loru. Por- 
(c) lUþ!41 rò intJnto la dlsgraZI.I, che Mclo uovanJofi 10 Gcnnaof1 per muo- 
l'rolØr
út4 verc qurlla eone contra de' Greci, infernHrofi <jUIVI nell' ann..., pre- 
i'1-ChrDI'1,;
o. rente cdsò di vivere. L'abbiam
 da Lupa Prorofpata (c). l:. Gugltel- 
(...I, G"Ii/
/- mo Pucrllcfe (d) )' acrcHa :mch' ea)i {crj"cndo d'dlò Meta, e deli' ()no
 
11:'11 Ap4/1S 0 " 0 
lib. I. de re f.l.ttagh alla (epoltu ra, Ie fcguenu parole: 
NO/'lIMIl/:. 


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lib. 3. c. 


. 


At 



A H N A LID' I T ^ L I A. 



7 


At MeitH regreái pr.eventus morte nequivit j 
Henricus fipc/it Rex hum, ,# Regius rft mos j 
Funt:rÙ exftquias e
mitatlls lIå ufque {epulct'um, 
Carmine Regali tumulum decortJvit humalì. 
Nella Cronica del Protofpata egli è appellato Dux ..t1ptlli
, nè 
fcnza ragione. Q!Jefio titolo glid dicde I' Augutio Arrigo per premio 
del già operato, e per animarlo ad operare dl più: il che è da avver.. 
tire per intenderc, fe gli Augufii avclfero donato a i Papi il Ðucato 
di Benevento; e con CIÒ va concorde il fuddetto palfo di GI..bro col . 
fegucme. Altbiamo nella Vita d' e{fo fanto Imperadorc (a), benchè (a) Y:t 5 
non can tutta l' efattezza, che etro I mperadore Apu/iam (J Græcis diu Hmr;;; It; . 
po.lfeJ!åm, Roma1J() Imperio reeuper.vit, & eìdem. P,-ovinciæ 1fmae/em (vuol tRþ., 3. ;ø 
dire Melo) Ducem prttfecit, qui poflea in Babenbergenfì iDeo mOt'tuus, & .ARu S,,,,R. 
in CapitNlo majoris Mo>>afterii ft.'plIlIUS requieftit, in j)o11li
,. Ol
re a ciò 

. ";:::i. 
fappiamo dal Pro[Ofpata, chc In quefl' anno I S.traccm a(fedlarono Ja 
CJttà di Bifignan8, c la fottomifero al loro dominio: ficchè e Greci 
e Mori mJlmenavano forte queUe comrade. Spezialmente poi in que- 
fii tempi 6 ttudiavano i Principi e gran Signori di pelare or fOdve- 
mente or violentemente Ie Chiefe. La rnamera foave era queI:a di pren- 
derc i loco beni e Caílella a livello con promenere un' annuo canone, 
e inumo donar qualche terra in proprie[
 ad effi Luoghi ':&cri, per 
indurre i Vefcovi e gli Abbati col picciolo prefente vantaggio a li- 
"ellar' em beni, I' ufufru[[o dc' quali mai più non foleva arravare a con. 
Colidarú col diretto dominio. Uno de i gran caeciatori di uli beni già 
ho detto, che era il Marcheft ßtnifazio, Padre pofcla della gloCloe.. 
Contdfa Matilda. Può effere motivo c.li fiupore l' o !fer v are , quante 
Caílella, Corti, Chiefe lkc. egli carpitre al folo Vefcovato di Reg- 
gio. Ne ho io pubblicata la litla (b). Altrcnanto, 0 poco meno do. (b) -I'milf'!' 
vette egli fare co' Vefcovi di Modena, Parma, Cremona, Mantova, flallt. 6 Dif 
cd altre Città circonvicine. Ed in queft' anno "ppuneo egli ottenne a trl. ) . 
livello da Wari"o, 0 fta Guarino V clCovo di Modena Medietatem de 
Monte unfJ, qui dÙilur Barelli, ubi anlea Cafirum ediþcalum filii, eU11l 
foffitum in parle Ûrçu11ldatu1JI. 


Ell." Vo'g, 
ANNO 102.0'. 


Anno di C RI S T 0 MXXI. Indizione IV. 
di BEN E D E T TO VIII. Papa 10. 
di A R 
 I G 0 II. Re di Gernlania 20. Imp. 8. 


A Rdevano dj voglia i Greci di avere in lor mana Datto, cbc già 
, dicemmo uno de' Princlpali della Puglia, ribcllati alb 101 figno- 
ria, e parente del defunto Melo. Dopo l' infelicc battaglia di Canne, 
Tom. PI. H pcr 



S'8 ANN A L I D t I TAL I A. 
:!: II. A Volg. reI' attef1:ato dell'Of1:ienfe e..), s' era egli ritirato colla fua Farniglìa fotto 
fNN' 1011. la proreÚone di .'\tenolfo Abbate di Monte Cafino. Ma po(cia Para 
;';lIv
toJtf- 
cn
Jetto VIII, J?erehè il conofcevi fedde all' Imperadore t\rrigo, 
1" (, 37. f.!J' II r:n ,fe alla cunodl
 della Torre del Garig1iano, qua.m ide", Papa tunc 
38. r
tmebat, con !ileum N<>tmanni. Che fece it Cat:.lpano Gre-eo B()Ùmo 
(10 ne
o. è c
e Bugiana) per averlo? Guadagnò con danari- Pa.ndlJifo 
1I. PnnClpe, dt Capua, aceiocchè gli permettdre di pr
ndcrc il mifcro 
Darto. All' Improvvifo dunque arrivato colle fue foJdatefcbe fono quella 

orre" cominciò a tormentarJa con a/1ah:i e rnacchine. Per due gior- 
ßl fi d.{ef('ro quei di dentro, ma in fine colla Torre rimafe[o p.-di . 
· Aile preghiere dell' Abbate Atenolfo lafciò Bugiano la libertà a i N 01'- 
(b) Lu,us, ma
ni; ma Datto (&) fra 1(' catcne, e fopra un' Afindlo, condono a 
!mofpRta Ban nel dì t r. di Giugno, a guifa de' parricidi cl1 iufo in un (aceo di 
mchrOllICo. ' fì " S d ) ' A 1 . d . P 'î. ( ) M 
( C) .AnnAl. CUOIO U glt
:!tn II:' mare. econ o. g I noo I 1 UI , . avea u- 
h[4n. T. J'1. getto Re de Mon, 0 pur 
 come 10 err-do, Corfaro rotente, rrefo 
l<,r, lJaJiI. ndl'smno precedenre Cafie! Gicwal'lf'li (førfe in S2fdeg.na) che era fouq 
J" ArcivcfeovQ di Milano. Nr-Wanflo preft'ntc foi eon podnofà .-\1'- 
mata di navi tnrnò in Sardegna. AlInrn i P,fani, tirati in legd i Ge
 
nove{i" coorra di quefio C01T\Une n('mien., (ano un gr"-làde sf 01 7..0 dl {JaVi 
e di 
ente, il caccbrono dall' I fola., e m3ggiorrne.nre pofcia ane
el 0 a 
ß:abilirfi e fonific:nfi' in quella vaf1a Hola. II ricco tc-foro d' dIn Mu- 
getto, \"Cnuto al1e loro mani, fu da eAi ceduro ai Genovefi in paga- 
mento de11e 101'0 f
re e f.'niche. II Trtlnci Stolico PI(aRD fcrive (d), 
che Mligetto in quefl'anr.o s'imradronì dí nnovo- deUa 
ard('
n
, 
 
che nel rr-
u(nte ne fu. cQcciaro. E quì cnmbanono gh Stonel dl 
Pif.'1 con quci di Gencwa, prerendl'.'ndo i primi, (;hc niun diri[,to ac- 
qui fL\frero i Genovefi lÏ\pra Ja SardcJ!:na, e gli altri foO:enendo 11 con- 
[Tario: inrorno a che Ii lafc("remo du
nare. Se parimenre vng\iam ere- 
d
re ,al Tronci (uJdetto, i Pirani d;vif
ro poi cp.leU. Iîola in quattro 
Giudicati. che (rtrom dati in gove.rno (I "Iulltfro Nohi/j p
ra1'Ji, cic.è 
i 
Cagli
,.i, di GIl!IMr
, di .A'b()r
lI, t Ji '1Qr,j, volgarmeme d!:tto S(gërl. 
E fali Git
Jici arriVllrfJ11D IJ. tanto fafltl, ,he før()n(J a>>&ht nont;,zat! Reg;, 
, Ie foro i\logli Regine, Ma t{"mo io forte, che non ftL
 v.<<.11 ficure 
rali (}Otizie, dappoichè ho a1rrove Farro vedere e t ), ehe In qudl o me- 
ddimo Secolo. v' era in Sardegna la divifion de i GiudicÄti, c che 
qlJ
i Giudici ufavano anehe liberamente it titolo di Re, il che punto 
non conviene a chi lInicamente fofTe (tato Governatore di que:lle con- 
trade per la Repubblica Pifana. Olrre di che non \/' ha ne gli Ani di 
quei Giudici 0 Re, rnenomo vefiigio di dipendenza. da Pira. Anzi d
 
un Farro narraro daH'Ofiienfe ef) circa l'aooo. IC6J. fi fcorge. che 1 
Pifaoi miravano con invidia i Sardi, ed aveano ncmicizia con BJrafo- 
ne Re di quell' Ifob. Però fi può fofpettdre, che moIro più t,ardi la 
potenza. de' PiÎani fifTafTe il picde nella, Sardegna; 0 almeno memer
b- 
be quefto puo-tO d' effere più fodamenre chiamato ad c:r.'1me. L' In: 
fulto f,Hto alia Tom= del Gari"liano colla prela c mom: cruJc1e dl 
Doltto do\cttc: folf riofof;lare Itdlanze c preghicre di Papa, B
ne1e!1D 
rIll. 


(d) TTÐllci 
.Alana I. ,,.. 
[01". 


(e) .Antiqu. 
balie. Vi!.... 
ftrt. 5. (;]'. 
31.. 


en LtÐ 0... 
filmfìs 
Chronic. 
l,b. 3. c. 13. 



ANN A LID' I TAL t A. ,9 
PIll. an' Augufio Arrigo, perchè accorrdfc alIa difefa deWit-alia 0- ERA Vol
. 
rientale, che era in ma'nifeUo pcricola di petderfi. Perciò Arrigo., Ar.so IQU. 
ficcomc fcrive Leónc Ollienfe (d), reputans /èCllm, .fore ut Gr
ci amijJ'I (-) 14 
.ðPllli. ae Principatu, Romam quoque maturaJ7nt, Jtaliamque totam fim!ll li
. l..em 
amiUet'et (41:) dccerminò di tornare, eben' armato in Italia. Comune- 
mente il Sigonio, il Buanio, il Padre Pilgi ed altri banno fcritto, 
ch' eg1i vcniff"e fobmente nell' anno fegucnte. 
Ma fi ha a tenere per cerro, che la fua carata fu nell' A utunno 
dcB' '4ono prc[ente, fotto il quale Ermanno ConCratto (.) racconta che (b' Hep'- 
Flt?11"íÏcus I'lItJerafor in Italiat1l 'txptditiomm 'lnO'EJÌf. E I' Ann}jfia SafTo- mifnnru 
ne (t) ag ì3 i;Jgne, ch' eglt Natale Domini celebravit il1 Ita/ia. A bbiamo C d 
n
rat1us 
, , L " e III,n. 
m oltre ocumentl, cbe ct ne a
cut'ano. Ho fO prod otto un mfigne Canifti 
Placito (4), da lui fidTo tenuto 10 V crona, L1nllo pr
djé1i D(}mni Hein- (c) .Ann.l. 
rici gÚJriofijJimi Imperatoris Dt. propÙiø, hie in Ita/ia, OElû'Vo, SexttJ Sax, alt4d 
die l11enjis Decembris, Indiflione Y. cominciata ncl Settembrc: di qudl' fd
a
d"m h'- 
anno. Dc
ño è d' effere rapponaro quì il principia di queW ana: tà' Efi:

: ' 
Dum in Dâ nomine foris, (5 '10n "I11;Ûtum longe U,.bis J.TerOt
ìlJis., ;;1 [0- P. I. t. 14. 
/ario proprio beati!fìmi Sanéli Zenonis Confe.lforis Ch1iJli, quod eflcol1flru- 
Rum juxta pt'ædiflum MonllJlerium Sana; Zenonis Confellõris ChrifJi, in 
cilminata dormi/ot'ia ad Regalem impet'ium in judicio rcjideret Domnus g/o- 
rioftJlimus Heinricus Romano1"um /mpet'ator AugufluI, unicui'jue Juflitias 
'iacimdas, bac Jelibera"ndas, reftde
tibus 
um 
o Dom
us Popo {ànflæ Aqui- 
Icgenfts Ecclejiæ PafYlarca. Fermlamocl qUI per dire, che non merita- 
Va cenÎura 11 Sigonio, per avere fcrino, che Arrigo paísò in Iralia 
cum Pili'{rìllo ColonienJi, {1 .p(Jppone Aquiltjenþ Præfuiibus, con preten- 
dedi, che non Poppone Patriarca d' AqUlleia, ma bensì Poppo1Je aHara 
Arcivdcovo di Treveri, ignorato dal Sigonio, quegli foíTe, 'Che ac- 
compagnò in tale fpedi2.ÌOt1e l' lmperadare. Perchè i' Ollienfe chiamò 
ArcívtfcO'l.J' quefio Porpone, perciò fi è credmo, che s':JagIiaífe il 
Sigonio. II Browero (i') anch' egli (e pofcia il Padre Mabillone (f)) (e) 'ßrÐVV4Þ 
fo
da[O 
olam:n
e 1"01'ra quella p
rola. dell', Oltienfe, <juaficl:è il Pa- r.;:'v;;:nn;'. 
tnarca d AqulleJa non fotfe mch eglt Arclvefcovo, fi 6guro, che il Tom. 1. 
fuo Porponc veni(fe in Italia, e feeo menaffe un groífo -corpo di trup- 
f) Mabin 
pe. Ma noi quì "bbiam d1iaramente P01P01l1 Patriarca d' Â1uileillo al ': A,n
?', 
, d II "' I d ., 1 , 11 'Î. d ' T ' ..MedlC.In. 
corregglO e mpera ore, e non gla arClvelCOVO I reven e 
però fa-Ida faldiffima refia I' a(fcrz.ion del Sigonio. Seguitano Ie par
le 
del Placito,,: Pelegrillus CO/(Jnie
fts, EribETtus lvlediolanenfts, fané!arum 
Dei Eulefillrum ./Jrebiepifcopis, <JohanNs Perollenjis, Leu f/crce/lenjis, Si- 
gi1lfadus PlaC
nli11tts, lle1lricus Parmenjis, At'lm/dus crervianenfis (di Tri- 
vigi) E"í1JÙ'geriu
 Ce1U!d

/is, Rigiz/J Feltrenjis, Lttdo'Dicus ßeJIunenjis., 
H 2; Ugo 


(.) fico pmfando, chI j Greci perduta 1(1 Puglia, e" I PrincipatD, fi fa- 
rebbrro aflrlttati tlneo,. verfo Rom.., ed 
vtrebbe infieme ptrduto tuftll 
I' Italia. 



(a) A"tiqu, 
lla/ic. Dif- 
firl. 73. 


60 ANN A LID' I TAL I A. 
F.. A Yolg. Ugø Marchio &c. de'Marche6 d'ltalia non fi trovò in tal' occaftone 
^IiiKO IGU. a corceggi
re Arri
o, fe non Ugo, uno d
 gli Amenati della Cafa d' E- 
ne, dl CUI rornera occaGon di parlare. Fra i pochi, che fottofcrilTe- 
ro, ft legge an cora Ugo Marchio, Era, come "bbi:1m veduro, l'lm- 
per.:ldore in V crona nd d) 6. di Dicembre. 10 il truoVo nei dì 10_ 
d' elTo Mefe in Mantova, ciò cofiando da un fuo Diploma, dato da 
('{fo Augufio in favore d'ltolfo V cfcovo di qudla Ciuà, e da me pub- 
blicaro (a), Ie cui Note guafie, da me allora non eCaminate, convien 
ora raddirizzare. Tali fon elTe nella c<'pia, ch'io n'ebbi: Data IIII. 
ldus Dece11lhris, Indi8ione r. .Anno DominiclI! Incarnation. Jl.1XX. Ã1111Ð 
Domn; Heinrici Regnantis XP Ill, Imperii 'Z.'Ct'O r J I. 4élum A/antu
 in 
Pa/atia ejufdcm Epiftopi. I.: Indizione V. cominciar:\ nel Sr-ncmbre ei 
dà a conofcere, che nell' Originale farà 11-:110 ferino Annø Døminic
 
lnulrnation;s MXXI. &c. Regnanfis XX. Imperii YlJI. 


Anno di C R 1ST 0 MXXtI. Indizione v. 
di BEN E D F. T T 0 VIII. Papa I 1. 
di ARRIGO II. Re di Germania 11. Imper. 9- 


. 
N El Gennaio ðdl' Anno prcfcme col fuo poderofo efercito ,conti- 
(b), ZII nuò I' Augufio Arrigo il fuo viaggio alia volta della PuglIa. (
) 
oftlt1JfÌl Per la Marca di Camerino inviò il Patriarca Pop pone con quindici- 
elm". I. :a. mila eombattenti eontr:l de' Greci; e per quella di Spolcri, e del Du- 
..p. 39. cato Romano Cpedì Piligrino, 0 fia Piligrimo Arcivefcovo di Colonia 
con altri vt:'ncimila armati verfo Monte Calino e verfo Capua, ad oJ?,- 
gerto di prenderc A tcnolfo A bb:ne, e il Principe di Capua Pandolfo J? 
fuo FrateHo, amendue procJamaci come fegreti fautori dc' G reci, c 
che avelTero tt:'nuta mana aHa morce di Datto. L' Abbate non volle 
afpectar quefio turbine, e fe ne fuggì ad Otranto con d,fegno di 1?af:' 
fare a Cofiantinopoli. Ma imbarcato6 e colto da una fiera burafca, 
Jafciò con tutti i fuoi la vita in marc. Saputafi daU' Arcivcfcovo la 
di lui fuga, per timore, che Pandolfo Principe non gli .fcappaffe.da,lle 
mani, con isforzata marcia arrivò folto Capua, e la cmfe d' aßedlo. 
Allora Pandolfo, che fapea d'elTcr6 colle fue iniquità comperato 1'0- 
dio de i Capuani, anzi era informato, che macchinavano di tradirlo, 
Ja feee da difinvoltoj ed affidato 6 venne a metterc in mano deU' ^r- 
civefcovo Piligrino, con dire, che gli dava I' animo di gil1{1:Jfica
fi delle 
imputazioni dilTeminate contra di lui. Intanto l' Augullo ArrIgo era 
pa{fato all' alTedio di Troia, Città, che, quamunque non folTero peran- 
che terminate Ie incominciate fonificazioni, pure tante n' avea, e si 
copiofo prdidio di Grcci, che 6 accinCe ad una gagliarda. difefa. SottG 
a quella Citca fu a Jui prcfentato i-I Principe di Capua, 11 quale poco 
mancò, cbe non vi lafciaffe la tefia, pcrchè cODdennato a morte: diAl 
plC- 



ANN A LID' I TAL I A. 6 I 
Fieno ConGglio. Ma cotanto fi adoperò I' A.rcivefcovo di Colania, E. A V0J
. 
gelofo del iàlvocondotto a Iui dato, che gli guad:Jgnò la vita. pono .ANNO 1012.. 
nundtmeno in catene, fu dipoi menato prigione in Germania. Ma n:)n 
fi dee tralafciar, ehe prima d'imprendere I' aíTedio di Troia, l'lmpe- 
radorc= Arrigo, per 3neftaro di Lupo Protofpara (a), giunfe di Marzo (a) LUpl" 
a B
nevento, dove da Landolfo Principe, e eome Jafciò fCflno Epi- 
rol h ofþa
a 
d ( L ) B ' l '7, h ;/: ifi firfi " mC ronlfD. 
anno .. , a ene'VcntantS gratu antillus onorlpee ac magm ce U "p,tur, (b) He!;- 
e fu riconokiuto ivi per Sovrano. Di qucflo ancora ci refiano buone Ja,mul .AfS- 
tcthmonianze ne'Documenti di quelle conrrade, v('dendofi il fuo no- r:a1. Im
. 
me ne' pubblici comratri d' allora, e trovandofi de' Placiti tenuti da mler Sm- 
lui per I' amminiChazione dell:1 giullizia in queUe parti. Uno di quefii 

:
:
. 
f1 legge nella Cronica del Moniftero del Voiturno (c), tenuto in ter- (c) chroni,. 
,.ilQriQ Bene'Vtntano in locum, qui nomintltar ad Cllmpum de Petra, ibifjul VultunleJJf. 
;11 pr
ftntitl Domni Hem'ici Serefli./Jimi Impet'atoris &c. Fu ferino quel P. II. T 1 : 1. 
G ' d ' " 1. T. ' D " fl' 1 ,r, Ch iJlj; MXX Iter. Ita If. 
lU Icato J.ßnno afl .ßncarnatlone Oi'llInt no/.rl eJu rI I unt II. 
& Imperante DOTIIlZo Henrieo Sereni1Jimo ImpercJtore ..-tugu 0, Anno 111- 
perii ,jus Deo prQpitifJ in llalia Ofla';)o, & diiS I'r1mft FlbruRrii per In- 
Jiéli,n. IV. (Icrivi V.) ARum in territoriI) Bene'Ventano. Un a}rro Pla- 
cito tenne' nd l\1efe di Mãrzo di quell' anno in Balva Domnus .A1IIbro- 
flus, !,Û eft MiffU5-, & Cap
JjanUJ D
mni Henrici 1mperatoris .Augu(li. 
Un altro pari me me in eíTa. Cronica fi legge, tenuto nell' .Aprile dell' 
Anno prcfeme da Leone Vefcovo di VercGlli, e da un altro Vefcovo 
deputati II pr4c!nra pOlefialc Sereniffimi Einriâ Augufti, in territoria .Be- 
nl".Jentano juxta E,clejiam SanEli Pet,.,i A/oj/oli, filus propinquo hane .Be- 
neventi Civitatem &c. Ci fa al1che vedere un Diploma d' efTo t\ugufio 
in favore del Monifiero di Santa Sofia di Benevento, rapporrato dall' 
Ughelli (d), che il medefirno foggiornav:a in Bcnevt'nto PI. UU! Mar- (d) Ut/ ull . 
tü, Pofefi dunque I'lmreradore aU' afTedio deUa Cina di Troia, valo- Ital. S:cr. 
r. d 'l" r. d ' C ' di . d 11 " G d . Tim, ,111. 
fOl:1meote lrCla :1 que Itta OJ, e a a guarmglone reca, I modo ;n .Archi,þ;- 
cbe per tre mcli convenoe tener ivi il campo (;on gran difagio de gli f",. 
ene- 
afTedianti , e non mtnon= degli affcdiati. Radolfo Glabro (eo), Storico 'fJtntan. 
di quelb tempi, defcrive un tal afTedio. Era tormenura Ia Cinà da (e
 rider: 
j m..mgani, e OJ altre macchine di guerra. Ufcirono i Cittadini, e ne :;' :. . 3. 
fecero un faJò: perldchè montato forte in collen l' lmperadore,. feee ' 
prepararne dell' altre coperte di crudo cuoio e cominuar Ie offefe. 
lndarno furono invitati i difenfori alla refa can buone condizioni: s' 0- 
fiinarono effi; perchè lor fi faceva credere imminente un gagliardo 
foccorfo. Per quefio impa'l.iematofi l' I mper.adorc:, gti ufd di bocca" 
che fe potea. meuere i\ piede in que11a Città, votea mandar tutti 
quanti a fil di frada. Ma non' potendo più i Cittadini, aHora Ii ri- 
volfero a chiedc:re miièrirordia: al qual fine fpedirono fuori della Città, 
un Romito con dietro tutti i. lor fanciulli in procdIionc, che gricL1- 
vano Kirie e1eiJon, cioè Signore, "bbiate pietà. Arrigo colle Jagrime a 
gli occhi ordinò, che fi rimandafTero in Cirtà. Tornò il dì feguenre 
il Romito co' fanciulli, e colle ftefTe voei, ed ufciw I' J mperadore 
dal fuo padiglione 
 mm potè regg
n: a qucl tenero fl?ettacolo
 e per-, 
donò 



61. A N 14 A LID' I TAL I A. 

u Vo1g. donò a que' Cittadir:i: con che ahbatteífer,o quella parte, delle mura; 
ANNO JOU. cbe aveano f
na rch11enza alle fuc mlcchm::, e che pOI Ie rifaccllÌ;- 
(a) !.,ø 0- ro. Lafci.1to dunque ivi prctjdi
, e, rr
fi gh o,ttaggi, fc n
 Vl"Me a 
fl tnþs t. 1. Cap1J3, dove per atte1hto dell Olbenie (a), dlede qud principato a 
,.,. ..I. PaNdolfo Come di Tiano., feol.a che '5' oda, che Papa Benedetto V II J. 
pretendeíTc ivi giurisdi7.i
ne alcuna tC"mpora1e. Creo ancora Conti non 
tï fa.<Ii qual Lungo Stefano, Melo, e Pierro, N ipoti del già defun10 
Melo Duca d. Puglia, co' quali allogò qut:' pochi Normanm, .cht e- 
rano reUati in queUe c()ntude. 
DI là palso in compagnia del RomJoo Ponre1Ïce at Monill:et'o 
di Monte Cafino, dove tegm l' elel.ione dl Teobaldo Abbate, con- 
(eerato pofcia dal Papa. l-'atlva I' J mperadore de i gravi dolori, e- ne 
fu guanto rer interceffinne di S. Bcnedctto; per Ia -qual gral.ia fece 
de I -ricchi Tegali a quell'infigne Santuario. Rapporta il Potdre Gat- 
(b) Gatt,la tola (b) un Diploma 
a lui dat
 allo ItcíTo M?n,itlero. con '<}ueile No- 
Rift. J,4'lIA- te: 
1IØO ab ["carnallone Do 1/11 1 1 ,.1 X XII. IndlEtlone 'P. .A,11/0 
o Do- 
fl
r. c"þ- uni Heinrici Romanorum [mperat"ris ./Jugußi Secuvdi Regl1amis XXI. Im- 
1It7l[. P. I. ptrantis Quterll Nono. AEtum in A10nte Cajino. Non dla tàtlidlo ad a1- 
cuni il veder ivi fo[[ofcritto il Cancclher Teoderico 'l-'ice Ebbo>>is Pa- 
pembergenfis Epiftopi & ArcbÙappellani, q\1anJo ne gli altri Diplomi 
qucfto V cfcovo dl B.1mbcrga porta il nome -èi Eberardø, e di Archi- 
lam:e/lieTe, perciocchè Ehbone è 10 -tleíTo nome di Ebera-rdo; ed egli 
era anche ÃrcicappffJtanö dell' I mperadore, fe .pure in quetti t
mpi non 
era 10 fidfo it grado dl .Arâcanceliiere e di .Arcicappellano. Leggefi in 01- 
tre una Letter.! del meddimo Augutto a Papa Benedt:uo, in cui gli 
raccomanda efficacerncnre il Monittero Imperiale di Monte Cafino, 
fouofcritto colle fidfe Note cronologiche. Turri i -Copra t1arrati av- 
venimenri appartengono all' Anno prefcme; e fe il S'gonio Ii riferì 
aU' Anno feguente, non (i dee giå argomcnrare., che in lui mancaffc 
la <hligenza, ma bensì ,che gli mancarono moire Storie e [)ocu- 
mentì, de' quali noi godiamo ora, ditfoncrrar1 da gli Eruditi. Lo 
.fteíTo dee du'1Ï del Cardinal BJronio, il qU.llc ti 'figuro, che 1
 Impe- 
r.ldorc Arrigo fi trarrend1è lino aU' anno ff'gu
nre 11) halia, qUJndo è 
fuor di dubbio oggidi, ch' egli in queUo Ie ne tornò freuololamenre 
in Germania. Ma prima di accennare it fuo viaggio com.jen qur av- 
vertire., avere fcriuo Epidanno (c), Monaco dl S. Gallo in quefio 
Sc:cølo, che l' Augullo Arrigo (.) 'l'rojam, Capuam, SaJer.nltm, Nea- 
pDtim, Urbes Imperii fui ad Gt'
CO
 d
fiClentts ad deditiWJem coegir. Che 
ancbe Gu.
imiZ"w III. P.rmclpe .d. Salerno, atterrno d.lh
 e1c:mpio di 
Capua, riconofcc:íTe per ruo 
ovrano l' Jmpcraàorc:, nitma dlfficultà ho 
(d) ,.Anti,: a crederlo. Lcgg(.(i [Unavia un Diploma (d) d' et1õ Arrigo, conce- 

t"t". Dif- duto ad .Amato U. Arcivcfcovo di Salerno, dove è chiamatG Fidelil 
J

 
" 


(c) Htpi- 
tlll""US in 
.Ji l'I"al. 
6rrv. 


(.) coflrinft allå re(a crrøja, Cllpua, SaliTno, Napo j, Cilt
 del ft. im- 
perio ,hI fi yibdlavatlo a i Gt eci. 



A N MAL t D' I TAL 1 A 
 63 
nofler, dato Pridie Kalendas 'Junii, lndiflione V. CIOe. neU' Anno pre- EllA. VogI. 
feme coil' AElum 
roje. Potn:bbe folo dubitarfi d. Napoli, Ma ab- ANNO IOU. 
biamo ancor.\ Ermcmno Contratto, che 10 conferma con ifcrivere fotro 
il prefente Anno: (a) Benevent,111I inlravit. 'lrojam oppidum oppllgnavil & (3) Htrman- 
æpit; Neapolim, Capuam, SaløYnum-, aJzaffJ..ue eo /ocorum Civitates ;n de- "US C!ønlta- 
ditiollem omlles accepit'. (I) 
;: '''c Ch
. 
Era già inl()rra durante l' a/Tedio di Troia la pc{1:e, 0 pure una I , IIni[., 
epidemia neU' efercito dell' Augufio, e qUt'fio aveva anche fervito a 
lui dl maggiore irnpul(o a perdonare a quel Popolo', per isbrigarfi da 
quc' contorni. Si mire dunque in viaggio alia volta della Germania" 
e dovette paff"are per h Tofcana... avendo io pubblicato un fuo Di- 
ploma (b) in favore de' Benedettini di Arezzo, d&to X. Ka/endas Au- (b) ,.Anti,,,. 
g.;7;, Anno 112carlUllÌonis Domil1ic
 A1XXi I. IndifiÙme Y. Ann' Domn; ItalIC. DI{- 
HcinrÙ-i Regnantis Seculldi XXI. Imperii 'Vero rUIJ. AElm. Pri'Z)arÙ
 (crt. 63. 
;Jl C,mita/u Lucenfte. Perchè a cagion de' calori d' halia crebbc nell' 
Armata Impel1ale l' epidt'rnia, che ne fece graf1de ftrage, Arrigo in 
[ren:), e con poche gu;\rdie (z.) Alpium cacllminrJ citattJ transgreditur 
fWjil, come s' ha dall",\nmhfla, r: dal Cronologo S.tff"oni (c), e giut1to (c) .Auali- 
in Germa.nia raunò un numerofo Concilio di Vefcovi. Credc: il Pa- fta Saxil . 
dre Solerio della Compagnia di Gesù (d}, che ral Conci
io fia flato s Chronogr. 
queUo di SalingenC1:ad, pubblicaro,dal Labbè nel Torno IX. de' Con- (d)o. ..4éla 
Cilj, e teGU{O nel dì 12.'. d' Agofio ddl"Anno pretènte. Ma fe Arri- Sanélilr
m 
g Ot come abbiam veduto, nd dì 11': di Lu g lio era. tuttavia ne1 ter- Bol./Il,!dl 
, . d ' L n. bb d r.. I ' n. ad tllem 
fI,[Qn
' I ucea, re ere, e a 
lam!l1a
e', come .eg I potCIJC com- XlV. JU Iii. , 
piece In tempo.sl I1:relto II fuo vlagglo In Germ-3ma, e l'-adunamento 
di ranti PrcJati a que! Concilio. 01tre di che in Saliflgenftad" non fi 
tr.ovò fc: non l' Arc:iv
fcov.o <.Ii Mag r '>nZ1 con cinque fuoi fuffraganei: 
laddove quel di Arrigo fu compo{1:o di moltiffirni Vefcovi. Nd Metè 
di Dlcembrc: dell' Anno pref
nre il Marchefe BonifaÛ
, Padre della 
eonrdra Ma.tilda, infieme con Richilda Conteffa fua Moglie, prcfe a 
liveilo. da Larrdolfo Ve(covo di Cremona due Corti (t') cum caßro inihi: (e) .Arrtiq. 
habente, e cplla. lor Pi=ve; ed all'incontro egli cedètte al Vefèrwo Italic. DI[. 
1a Coree di Pladena, Patria del celebre Storieo Bartolomeo Platiòa. fin. 3 6 . 
At1ìilè a1 contrat{o 
ad011e Conte di V crona.. Kin queni tempi fiorì 
nel l\1onifiero della Pompofa Guido :\ bbate rinomato per la fua ranti. 
tà, ficcome ancor.l Guido Mi)naco di patria A retino, a cui ha non 
poche obbligåzioni il Canto Fenno, da Jui riformato, ed infegn"1to 
colle fue regole. Truo...aCi tl.Htavia fcriito a penna- un fuo' Trattaro 
de i\1ufial col rj((}lo di :Wic,.o/ôgus, di cui ancora fa, menz.ion' Donizone 
nelia V Ita del1a CORtetra Matilda.. 


Anno 


(1) Entrò in Bene'VeNto, combattè e--pre{e 'I'roja; preft in IIrreJå'Napoli, 
C1IPUII, Sa,ern" e tutte Ie a/Ire Città. cir,01J'Vjcine ._ 


(2.) a marÛa forzata. .//repaffd ie cime dtll' /llpi._ 



6.,. 


ANN A LID' I TAL I A. 


Anno di C 
 1ST 0 MXXI I I. Indizione VI. 
di BENEDETTO VIII. Papa 12.. 
di All RIG 0 II. Re di Germania 12. Imp. 10. 


J!u Vol!:. S Econdochè abbiam da\ predetto Donizone (a), ebbe il Marchefe 
ANNO 1013. Bonifazio, Padre dclla poco fa mcntovata MatiJda, due Fratdli . 
(a} D.n;,"-' L'uno fu, non 'I'øba/do, come ieriífe il Padre Pagi (b), ma 'Iêodaldo, 
".',. 
"'
- 0 fia 'I'edald(J, .chc Vefcovo di Arezl.o vien lodato da quello Storico 
:
.u;. c. a;.. per la iua Religione, Continenza, ,cd av\'crfione a i Simoniaci. Q..ueO:i 
V' 6. nell' anno pre[ente fej:e una Donazlone a i Benedettini d' .
rczzo (c), 

b) "'!t,ÏIIS Aknft AlIgNfti lndjéfjone Sexta, da me data aHa Juce. L' ahro cioè 
'j crltlc' l Cor''Izdo, era giovane di moho fuoco. Cc:rcarono gli emuli di queila 
;1I,

n.. }.'arnlglia di metter la di[co
dia fra dfo lui, e Bonifazio Fratello mag- 
(C) .A,,'ii'" giore, ma lora non venne fa no . Non fi sa poi nè il tempo nè il per- 
JIIII;c. Dif- chè, lì fece una gran raunata di, g
nte ex Rtgno toto contra di qudli 
I"', 3 6 . due Fratdli, che venne a trovarh hno a CO'lJiolo, un miglio e mezzo 
lungi da Reggio. Q!11vi iegui un fanguinofo fano d' armi, Bonifazio 
vi tece di molte: prodezze: pure gli con venne ritirarfi, {}uand' ecco 
ufcire di un boleo il fratello Corrado con cinqueCffito cavalli, che 
l'incoraggì a tornare in campo contra de' nemici. Rinforzoffi la bat- 
taglia, c tinalrnt:nte da i due Fratdli fu mdfa in rana I' ..\rrn.ua ne- 
mica. In quel conflitto riponò Corrado una ferita, che fu bensì cu- 
rataj ma pel'chè il giovane non s'tbbe riguardo a1cuno da Ii innanzi 
nd giocare e manglue, da lì a pill anni, p
ft plures ann,s, come s' ha 
da Dúnizone, (e non glà in quel falto d' armi, corne í"criffe il Sigo- 
l1io) dr" terita .il portQ all' altro Mondo nd dì I 
. di Luglio dell' 
anno IO
O. 


Ann; Terdeni tunc Pe,.hi Mille firm;. 
Ci porta queO:o a conofcere, che orarnai i Popoli della Lom- 
bardia cominclaviino a farlì gUt;rra l' uno all' altro, fenza di pendere da 
i MJnlttn Jmperiali, che governavano il Regno d'ltalia, e Ie parti- 
colari Città. 11 che non vuol dire, che i COl'\ti e Marchefi perddfC'ro 
la loro autorit'i. -Copra de' Popoli, ma anch' effi co i lor Popoli facea- 
110 gu.:rra a gh altri, e cOl11e fi può credere, fetJza chicderne l1cenza 
all' l mpcradon:; 11 che in addietro non Icgg1arno, chc ú, pra
ica(fe . 
E dl qui avvenne, 
he a poco a poco ando crefcendo 1 ardU1
cnto 
ne'Lombardi, con glUgnere finalrn.cnte, ficcorne vedrcmo, ad engere 
in RepubbiiLa Ie 101'0 Citt'à. C
>nÍ"ermò in qoelP anno I' L\ 
gu(lo .dr- 
(Ii) G.,t.,. ,.igo al M,)n.llao di Monte, C.'hnC?, e a'Tebaldo .1hbate dl qud facr
 
8:,'1. },fna- LUJgo tutti i fu.>i Pl1viìegJ con diploma dato Cd) II. NonaJ Januiirll 
ft!
i- Caft- Anno lJM1Ïnice lncarnal. A/XXJJ1. Á1IIiO 'lJerD Domn; Hr:nm; .Regt.an- 
.
fJJ' p. I. IiI 



ANN A LID' I TAL I A. 6, 
tis XXI. Imperii vero (jus Fill!. bJijElione &,\ti1, ,Æ'1ili1J PCldcd,'Il;;- Eit 1\ "01... 
110n cioè in PaderborJu. Ci III anche conf
rvato il Regdtro dl Pictr.> ANNO 102....;.., 
Dia
ono dil1t'nte in quell' inlìgne B lJ:a il Dipl 1n11, con cui dro 101- 
pcr,ldore N
l1.ï.S 1 
11:1
,:ji Indiiì!fJ;.e .f/l. 1: J11
l LJoìl
ini :\1 XX Ill. c
nce- 
clette PJinnpttJioli m.c/ltIJ, noftYlJ fjtl/dem hdclltJUJ dJlet7ls P
1fld:dfD & Jo- 
h'l:m; (ilio cjus, p,'incip.1tllm Capll:e Win omnibus ad cum pèrtÌílentibus, 
ita r:..Ûelicet ttt a-:"'[JJ ejUJ PandJlifus Icm'it, c\ccptis /lbbatibuJ Impel iali- 
bus faìJéli BencdiEli {
 A/onte CaJipo, & /mJflj f/hcemii. L
'P"l:li .1Ocar 
oueUa concellionc pnJlo il Padre Abbate G:mola, & è d

n\ di 
t- 
[
nta confidcrazionc. Nella copia dd Diplúnu, .con cui 10 l!el1ò Ar- 
riO"o Prin'o ua gl'lm
'erû.dori ii dIce, che ndl'anno 101+ confamò 
al
 Chicfa Ranuna i di ki Stû.ti, l:ggiamo in partibt/J Ctl'
JpalJjæ SOl'a 
AI'cn, AquÙlliií1, Arpj1Jum, Tb
ar..um, Capuam, Cinà compon
n[l il Frin
 
ci!':lto di Capoa. Ql,an
o clO tulT
 
.lto, n,on fi puo gii crcdclt: sì 
pri\.o dj memoria, ne Sl mallC,:.ìnte dl Rellgl,one Arrrgo l. J mperado- 
re (".Into, ch' egli avdìe dopo ,ll1vdhto d' clIa CaF:oa c del fuo Princi- 
p.ltO Pal/do/fo c Gi(j7..'tlì1ni (uo FlgllUolo. E fe pU,r fa[[;) l'a\'el1è, :1\Trcb. 
be recl.1mato il Romano Ponteficc:, del chc ,nIUO \'Cfilgio appariCce. 
Chc dunque fi ha da dm= d
lla COrl
 del l?lploma dell' anno 10(4. 
r:1ppona(a dll Cardinal ßjrol1lo? Abblamo pOl d.1 Lupo Protofp:1ra (a), (a) LUluS 
che in quell' an no vcnit Raya (0 fi.1 1?.'lyca) cum Saffari Criti Bm/lm !,rotoJp.1
a 
Jl,fenft 1unii, & obftdit earN ZlìlO die. Et amotj exm<<e comprcbender"rt In ChronIC'. 
Pe/agi.1.11um OPEidum. Et f.Jb:-jc
t
m ef! C
fltlllm
 in l\.ll1tu!a. Erano qucHi 
due alTedlatori di Bari, Pugh;:!l nbdh a 1 
recl, e nufCl lora di prende- 
re la Terra di Pdagiano, 0 fid dl Conghano, come ha un alrro tc/lo. 
Sotto qucfi' anno Poppone Patriarca d' Aquilcia, per qu,mto narra il 
Dandolo (b), fidacofi nell' appoggio dell' lmpcradore, mo{fc lire at Pa- (b) Dan
ul. 
tri.\rca di Grado davanti a Papa Benedetto, chiamandolo ufurpatore In ChrOlJICO. 
di que! titolo, e prerendendo
o fugge[[
 alia Sedia fi.n. Accadde, che 
:
. fc
:i,. 
p,e
 diífc,nfioni ,nate in V 
r:::zla, fu obbl!ga
o C!ltl11e Orft% Doge di 
T1urarfi III I fina come ehhato In compagma dl OrJò Patriarca di Gra. 
do fuo Fratello. Si prcvalfe Poppo
e dl. tal congiumura per emrarc 
call' armi in Grado, e dopo a\'ere ipoghato cd abauuto PIÙ d' una 
Chiefa ed alcuni Monilterj, quivi lafclo una guarnigione di fuoi fol- 
dati. A qudlo) colpo fi ravvidcro i Veneziani, (c forfe neW Anno fe. 
gueme) richiama[O!l p
ge .col Parriarc
 
ratello pafTarono 
on graodi. 
forze a Gr:ldo, e nplgharono quella Clt[a cd Ifola, con Ifcacciarne 
Ie genti del Pa[ri.uca d' Aquilcia. 


" ' ...\.--.. 
,-'- - v"ç- .'. 
-' - 
: 
 -.. 
-
.. 
:'c 
 ' , 
...,,,,, ..... 


Tom. V 1. 


I 


Anno 



66 


ANN A LID' I TAL I ^. 


Anno di CRISTO MXXIV. Indizionc VII. 
di G] 0 V ANN I XIX, Papa 1. 
di COR R ADO II. Re di Germania c d' Ital. I. 


FRA Volg. A . fi 11 R bb /1. 
" M ncarollo 111 q ue "anno a a epu lica Crilci:ma i fuoi due P ri- 
.."')0,0102.4- 
mi luminari, cioè il Papa e }' I mpcradore. ForCe il pnmo fu Pa- 
pa Benedetto VIII. che terminò il fuo Pontificato, per quanto (ì ere- 
(a' p.7:;ius de, nei MeCe di Giu!!no , come offervå il Pddre Pa g i (n). Ebbe P er 
old A"l/úJ. . . 
BarQn. l
ecet1òre Giovanni XIX. fopranominato Roma"o, Fratello del prede- 
(0 Gl"bcr funto Benedetto, ma Papa fcreditato da Glabro (b)) e d.II Cardinal Ba- 
H.j1, 1.4, ronlO (0), pcrchè di Laico, eh" egli, era, coll' interccl1ìonc della pe- 
cap I. cunu guadJgnati i \'oti, f.11ì CuI Trono Pontifieio. Uno eodem q ut die 
(c B.u:m, in & 
Annal. Ecc. Laicus & Pontifex fuit, dice Romoaldo S.tlernimno Cd), II che fu 
(d) R,omMI- contra gli antich. Canoni. Che l' aírun'l.ione fua feguifTe per la prepo- 
tlu S.1Icrn;- tenza de'Cl1nti TurcoIani, 10 fcrive il Porporato Annalirta, del che 
I.m'u 
hr. io non veggo Ie pruovc, Glabro folamente attcfia, che eu I' efficace 


;.. f;:.ljic. mezzo detÎ' oro, ehc il rortò in alto: e CjueHo dire, Ie e vero, fcrifee 
(el Wippo ehiunguc l'elel1è. Quanr() a1l'Imperadorc, abbiJmo da \Vippone (t'), 
in v.it. C
n.- da Erm:mno Co!ìtrano (n, e da alni :l!ìtichi S.torici, eh' egli fu ehia- 
r
d, S.l/lel. ma
o da Din ad un Rc
'no rni g liore nel dì I). di Lt:glio dell' anno 
(t}Htr7'Jlw-" I ' fi d 9-. 1 II - d I C ' " d . B b 
nUl Contra- prdentc, e g I U ata ICpO tura ne a lua pre' I c[[a Itra I am er- 
flusinChr.ga. Jmperadore, Ie cui moIre Vinù, e m.1f1ìmameme l'in(ìgne Pie- 
Illrt. Canif. tà, eoronaUl da varic gloriofe azioni, meritarono,. eh' egli forte aferi[- 
to ncl Catalogo de' Santi, con celebr.trfene 
:1chc la fL Ita nel di 14. 
d'dTo Mclï=,. giorno prob.tbilmeme della fua tèpolmra, Confegnå egli 
priml di O1orire a i Parenti I' Imperadricc Cu legonda fua Moghe, V cr- 
glOe, per quanto la fama divolgò, gu.llc I' a\!ca ric.:vm;1, Principcffa 
anch' c\la dotata di sì luminofe Virtù, che nnn men dd Mariro arri- 
vò a ccnfcguir la laurca de i Sami. Per gloria di lei, e per docu- 
memo delle thane vicende, aIle quali fono cfpofii anche i migliori t 
non fi vuol [Jccre, ehe cflsì {anm PrineipdJa (g) fu aecufata d'infe- 
deltà all' Augurto fuo Contorte. Si cfibi ella di provarc I'mnoecnza 
tua colla pruova del Fuoco, ufata in que'Seeoli d' ignoranoza; e però 
en' pi.:di nudl fenza ldiom
 alcuna paíTeggiå Copra dodlei fern roventi . 
1\1a dl Cjudlo gran farto, nè deIla vergmità di, Cunegnnda noi non 
abb:amo tclbmomo alcuno eontemporaneo, che ineonrrafiabilrneme ce 
ne ailicuri; cd ella porè fenza di quel1:o, effere Principdfa dl rara l
n- 
rid. Le Vire dc'S.lnti ferine lungo tempo dopo la lor mone fon 
Cuggette a varj riguardi., perehè la fama, chc cre1ce in andare 
 ag- 
gmgne talvo\ta quello che non [u. 
Venne dunque colla morre di Santo Arrigo a \'acarc 
&o01;mo col Regno della Germania c dell' Italia. L'dlcrc 


(g) Vito S. 
cunrgulld. 
up. 2.. 


I' Imperio 
egli man- 
cato 



ANN ALl D' I TAL I A. 67 
caro Ccnza prole, aprì il campo aIle prctcnlioni divar; Principi, C Fr I:"RA Volg. 
confegueme aHa difcorJi.1. Se
o:1do )' ,au,efia.ro dl \V IpP,one Stanco ANNO IO:!.4. 
di quclli meddìmi rempi 
a), I, due pl'1
clpah coacorreml f
rono 
ue (4) rri&þð 
COlloni, cioè du
 Cort'arli, , qu.th per dllltnZIOi1C erano appell.m i1 caglOn in Vii. 'Con- 
dell' età, I' uno il .\1aggiore, )' altro il Minore, ,Cugmi g'?rm mi. Era radi SaÚ&Ì. 
nato il magoiorc da Arrigo Ouca dell.. Francom:1, II fecondo da Cor- 
t'ado, che v
dt"mmo Dl1ca di Carinria e l\1archeJè dí V cran:!, am::n- 
due Fratelli, c Fratclli ancora di Gregorio V. Papol. Olto,,
 A 
 010 
de i Cuddetti due Lugini, Figliuolo dl Liutg.1rda nata da O.ran:: il 
Grande, fu anch' cgli Duea dl Fr.lnconia. Però quefii due Principi, 
ficcome difcendeoti dal fangue di Ottane I. Augutlo, fureno credmi 
i più proplj pe
 fuccedere; e ,fra queHi due c?mpctitori, fu amich
: 
volmcntc conchmfo, che queg1t farebbe Re, II qualc nporraffc pIU 
voti. Caddc pertanto l' clezlOne in Corrado il Maggiore, FIt;liuolo 
d' Arrigo, che fu poi appdl.\to per fopranome tl Saiico . Scrivo- 
no, che Arrigo Augufio nell' ultima fua infermità conugliò ,Ì Prin- 
cipi ad elcggere quelto, ficccrne Principe di gran valore e (cnno. E 
non furono già i Icne Eletwri, che djed
ro il Re alia Ge'm,lI1ia, ma 
bensì turti i Vefcovi, Duc.hi, e Principi di qucl Rt:gno, che concor- 
fero nella fcelta di llli, come a[[efia il rneddirno \V Jppone. Vi fllro- 
no invitari ancbe i Principi d' I [dlia, ma non giunfero a tempo. N el 
dì 8. di Setternbre in Magonza fcgllì b Coronazione Germanica l.B 
Corrado il Salico; e per aHora Ji racque il minore Corrado, benchè 
mal contento d' efJcrgli Hato pofpotlo. Ma 
ppena il Popolo di Pavia 
ebbe intefa la morte del (anto Jmperadore Arrigo, che ravvivando la 
non mai dlima rabbia per l' atroce danno inft"rtto da lui, 0 per dir 
meglio da' fuoi foJdati, alIa lora Città, nè fapendo qual' al[ra vende[[a 
f.Ire, proruppero in una foHevazione, e corli ad attCTrare it Palazzo 
Regale, 10 riduffero in un monte di pietre. 'func Papim(es in ttltionem 
incenfte Urbis, Regium, quod apud ipJos erat, deftruxere Pa!ariutlZ: fono 
parole 
i Arno,lfo, S[O:i
o 
111
n
rc (b). l!diJmO anche ,-lPippone (&J. (b) .Art>11if. 
Erat, dIce eglt, rn Ct'Vltate Paptenfi P a/atmm II 'fheodorrco Rcge mlro Hijlor. Me- 
opere conditum, ae poflen ab lmperatore Ottone :Tertio nimis adornatum . diolan. J. 2.. 
QueUo è il Palazzo, chc fecondo \Vippone diruparono i Pavdì Ne eaþ. I: 
dublto io. Siccome abbiam veduro al1' anno 1004, ref!ò incenerito nella f
 )::?[
 _ 
fedizionc- infona in Pavia il Regal Palazzo, e í Paveu furono conde!)- radi :>'alie;. 
nati a rifarlo, 0 pure a fabbricarne un nuovo. Così di Arrigo f('five 
Ugo 
lavi,nJacenlè (d): Papiam 'lJenien
, .ab eis miri 
peris P",!atium lib; d llu 0 
c
nJlm
 fecIt. Quefio d

quc, e non gla II Palazzo dl Teodenco, dian- 
/
vlm
e, 
ZI 1 ovmata, dovette pm venum:lmentc refi-ar neWannt) prefenre vit- in chro,lÍC/I 
tima del foror de' Pave Ii . PCI' altro motiïo anCOr.1. (bifogna confef- ad .A,m. 
farlo ) s'induffe quel Popolo a tal rifoJuzione; perciocchè i Reoali Pa- IOI]. 
lagi, uccomc altrove abbiam detto, (olcvano effere fuori delì
 Gmà 
primarie, a fine appul1to di Cchivar gli accidenri funefii, che per fUI 
mala forre provò Pavia; e perciò rincrefccva al Popolo Pavefe di vc- 
derc il {no piancaro nel euore dclla 101'0 Citrà. 9:'OtllfflfjUC Palatium 
I z. ( fe- 



68 ANN A LID' I r A L I A. 
1-: R A Yðlg. (Ccguira a dir 'V;pponc) u{fllt ad imum (tmd8melfti lapidem eruehant, 
\1';"'0 lO;!'). n
 qlli{quam Regum u!terius infra Civitate-11 ii/am Palatilm; pon
re dc&ro- 
vijjèt . 


Anno di CRISTO MXXV. IndizÌonc VIII. 
di G 10 V ANN I XIX. Papa 2. 
di COR R ADO II. Re di Germania 2.. 


N ON m!lncarono Principi d' lealia, chc concordi ncl genio cot 
PopolO) di Pavia abborrivano dt aver più in lralia Rc, 0 Jrnpe- 
mdori T
defchi, i quali do\'cano forCe parer 101'0 troppo gravofi. Fra 
quelli fpc7Íllmente ci fu iHaginfredo Marchere chi.mHimo di Sula, 
con Abieo Vefcovo d. Afii fuo Fratdlo, e i Marche.(ì Progenitori dclla 
(
, IJ
s1ius Car." d" Eíle, cinè U;;o, ed Alberto dzzo I. Siccome ol1ervò II Bcsb (a), 
d
 vtra jY/- {i volrarono eAi 
 Rr berto- Re di Francia, efibendo a lui la COJ'ûna del 
gm. Iillgm, R d ' I 1 . d I ' . iT" I d U F ' 
Rtg. egno' ta J3; e quan 0 a Ut non placcllc, a meno a go luo 1- 
gliuolo, già dichiar.1to Collega nel Regno. Ma egli non fc ne volle 
irnpacciarc, perchè non gh piaccva di tirarfi addoflo una guerra col 

b' Glabtr Rc Corrado. GJ:1hro (6) lèrive in rarlando del medctimo Ugo, che 
'ib. 3' c, 9. (I) ubiqlle provÌ1tci,Jrtlm perdffJS peroptabattlr a multis, præcipue ab italis, 
Ul jibi imperaret, in 1111p'erillm fublimarL E nc i verfi fatti topr<1 la- 
mone di lui 
 


Omnis qllem prona po{tebat ltalia, 
Cit'far tit jUftl pn)meret Regalia" 
Perdutll quefta fperanza, e tanto pill rerchè elTo giovinett o Ugo 
íù r:Jpito dJ.lla mone in quell:' anno net dì [7. di Settembre, palTaro- 
no que' M
lrche(j a tenrare Guglielmu iV, Duca d' :\quuama, 0 pure 
fuo FigllUoln Guglielmo P. Fulberto V cfcovo di Ch,mres COSI ne Icri- 
(c) Fulbtr- ve a RobettCl Rc di Francia (c). Guillelmus Piélavorllm Comes ( 10 
flU Rplflol. ftefTo è, rhe il Duca d' Aquitania) herus meUS loquatus eft mihi nupel' 
54. ()' H. diems, quod po(lquam Ita!i di/ceffirunt . vobis, tliffifi, 'it/od 'Vos Regem 
ÎJabertnt, petierunt Filium fuum ad Re.r:;em. f5Guibus We invitus coaEtuf- 
que refpondit, tandem. acquiejèere.ft voluntati eo;:um (1,). Ma per non 
imbar-, 


(I) pcr oJ!,ni Provincia invitato, era /;rtl11Jato, d.3 molti, che fqffe ÙIL1l:ullo 
all' Imperio, principl!llmeme dag/' It aliani, acciò Ii governajJe,. 
(2.) Guglielmo COllte di Poitieys mio Padïone mi diffe poc' anzi, che da. 
poichè gl'ltalian; fi partirono d8 Foi, difperando d'llver'Vi per Re, di- 
mandltnmo il fuo Figlio per Re. A i fjuali egli di mala voglia e for. 
zato rifþoft, cbe fir-a/mente condiftendevtl alia dl loro volontà... 



ANN A LID' I T ^ L I A. 60) 
imbarC:1ffi male a propofi[Q, fece il Duca Guglielmo avvir.ne per E 1\ to. Vol
. 
mezzo del Conte d' Angiò il Re Roberto ddl" dìblzion fJHagli d.l ANIoOO I

5. 
gl' 1 [aliani; e ch' egli I' acccnerebbe, qualnra it Re voldTe Cecondar- 
}'" e mu()
;;re all'armi i Duchi della L(')r
na contra il Rc Corrddo : 
al qll.}l bnc cgh offai\'J una huona Comma di danaro. N 
 _qt!lcfio 
gh banò. Volle in perrona \'cnir" egli in I [alia, per mcglio Icanda- 
g:iare þ)li :mimi e Ie fOfze di qudh Principi. Ma qui non trov.mdo 
quclla concordi.t, che occorreva in un'a1fare dl t3ma imponanza, e 
non gli piaccodo eerte condizioni, c.he fi dirnandavano d.l i Prmcipi 
haliani, fè ne [Ornò in Guienna, e fi diede a di
tàrc la telA ordit,t. 
In una Lettera (a) da lui Ccrina a Maginfredo Marchelc, gli dice: (a) Idem 

uod cæptum eft de. FiJiø meo, non videtur mihi ratflm fore, nec uttle) Epift. 58' 
nec hOilc.f/um. Gens cnim vejlra it
fida en. lllfidi
 grcs''Ves &lmtr.1- nus oriM: 
fur. Pero II prega dl rompt:re C0n buon garbo qudlo negozl:HO, Odah 
:lIlcnra Ademaro Monaco di Samo -Eparchlo, che nella lùa Cronica 
fcnvc: (b) At vero Ltmgobardi, .fine lmperattJl^Ïj' (H
nricí )gaviji, defiruunt 
Palatium Imperiale, quod erat Papi
, & jugum ímperatorium a fè exCd- 
tere volentes) venerunt 1'I1ulti NoóilifJres eurum coram Piéltlvam Ut'bem ad 
Wille/mum Ducem Aquitanorum, & eum {uper ft Re,
em, conftituere C1l- 
j11ebant. 
IÍ prudenrer ca,vens çum lrille/mo Comite Engolifm
 LaíJg(}bar- 
dorum .filJes penetravlI" & diu Placitum te/tens cum Ducibus Jtali
, nec in 
cis finem (0 PIÙ toU:o fidem) reperiens, /audem & honorem eorum pt.o l1i
 
hila duxit. Leone V deovo di V ereelli) uno dl quelli fu, che fi sbrac- 
ciò non poco) per tirare in lralia J' arnico fuo Duca d' Aquitania , 
Lcggeii una Lettera [aceta dd Duca ad e{fo Leone, nella quale Ve- 
I!endo poi al fÚio) Ccnve. ({) L
ngo
ar.dos no
 arguo deceptionis 
 r uanr (c' FlIlbm. 
111 me exercere vel/em. .f<!.ltln!um emm In tpfis fUlt) partum eraJ ntlhl Re- I:.}ift. 12..6. 
g,mm It,liÙe, ji unum [aeere volulj;em) quod nefas judicavi: fciJiçet, ut ex 
vo/uY/tate eorum EpiJèopls) qui eJ!cnf Italï
" deponerem, & aN,s rurflu 
illorum al'bitrio ele'!Jarem. Sed abfit) me rem hujusmodi fa.cet't &c. Ecco 
quanta fotfc la Pietl c tàviezz.a di quel Principe. 
In oecafione di quelb trattati p3tsÒ, come vedemmo, in Fran.. 
cia Ugo i1la1'che.fè, uno de gli Antenati Eflenfi, per indurre il Re Ro- 
berto ad dcç\:ltJ.r b Corona d' hnlia, e patTmao per la Cirrà di Tours) 
qUivi fi tcrmo per. due giorlll a fin Ji 1(]dJisfare aHa dlvozinne tUft 
verfo San :\1arrino. 
ldla nOtlZI;1 ci è Cnrnminiflrata da lIna Carta 
dell' Archivio dl 
uc' Canoniti) dove fi legge: (d) Otta eft qucrela Ca- (d) .A{llrte- 
noniconmz Sanai /vlarrÙÚ, circa qflosdam LUfJrchivnes luliæ, ßvnefaciunt ne He j ll'4r. 
vide
icet, A./
et't14tJl, f! ./Jcz.one,m.., Otber/um, & Hugonem, propte! ,tel ras 
:;.. 1
:cI
 
beall IIlarum de It:Ûla, qllas lfJiu{le tenebant. ó)uorum llugo accldlt, ut piP. 51. 
in terra lc'laliO/JÌJ catifa R.obertum f1'ancorum R
cm ad:ret, & per fan- Þ 
élu", be.4tl .
1.Jt'tiJli. locum tranjiret &c. S1ccomc ho ;11nove dimoUrato, 
era no qudtl PrincíPI delta Famiglia de' Marchefi) appellad polèia d' E- 
fie. Soddlsft:ce il M;1rchef
 Ugo a que' Canonici. Ora il negoziato 
finqui cfpoUo d
' Pnnclpi d' ltalia p
r if('uo[t're il giogo Tedefco, 
per la rnagglOr parte fu fatto ncl preccdtme Anno, e tcrmmò poi 
nd 


, 


(b) .Apud 
L.z"
e Bi. 
blioth". 
MSS. T. 1. 


I 



70 A N I' A LID' I TAL I A" 
ER A ,"ok. ne1 prcfcnte. Tra pcrcnè abortirono Ie fperal1ze eoncepme di avere 
AtHW 102.5. UI1 Re dalb pane della Francia, e pcrchè I' unire e tener'unite tante 
te
le, era coCa più ehe difficile, Eriberto Arcivefco':Jo di lvlilano, il 
pnmo fra' Principi di LombJrdia, prefe II p.Jrtiro fu
, e fcguitJto da 
molut1ìm,i alrri anJò in G.:rmanil d darfi al Re Corrado, e a pro- 
().A If mettergh la Corona del Regno Italico, ogni volta ch' eg\i c3laí1è in 

iftor.rn':..tt
 Ita
ia. L' ahbiamo da Arnolfo Storieo M . 1.1Il I" fc (a). Faf!um eft (Ccrive 
tliol.1n. L. 2.. cgh) ut fimul convenimtes in (ommune traflarent de conflitllmdo Rege Pri- 
tRp. I. mates. Dh:er.fis itaqlle in diver(a ft'ahentibIls, n911 omnium idem fuerat a- 
nÏ:1ms. hlterque talia f!uffurmte ltalia, [uonmf comparium dec/inans fleri- 
bcrtus .con/irtium, invitis il/is ac ,'epl4gnantiúus adiit GermmlÏam, filtH ipfe 
Re.
cm eJ,Fluruj leutonicum. 
Um7'Je leutones fibi C/Juonradum eligfrent, 
eumdem ipfum /illldavit, omnÙ/1llque in oculis coronavit. Ma Ron fut1ìíte, 
l:he Enbeno intervenitre all' ekzion Germanica, e moho meno, ch' 
l'gli eoronatre Corrad0, nè ehe v' andaffc: lòlo. Un Amore meglio in- 
(h) J'f."ippø form'uo, chc era allora in eorte d'dTo Corrado, eioè Wippone (b), 
in Vito c
:
- ci at1ìcura, che il (U') Re ,venuw alIa Circà Ji CoLlanza, quivi ccle- 
Till!' Sa/lei. brò la Penteeofie, che cadde nel dl 6. di Giugoo dell' Anno prefenrc:. 
(,.,) Ibi ,Archiepiftopus Mediolanenfis Htribel-tus ClIm c"feris Oplimatiblls 
Italici ReJ',izi occurrehat, & ejfeflus eft [uus, fidemque .fibi fecit pcr facra- 
11IeiJtum & ol;firlt(m piJ,lJUJ. ut 'lu1IIdo vel/Îrel ell JJ I.ycrcitu ad -/lIbjicien- 
dum 1t1/iam, ip(è eum r,Ûperet, & (,um ()mnibus (rÛs (1./ Dominum & Re- 
gem pub/ice laNd.lret, {fatimqut corOliaret. Similiit:r rl!liqui Langobadi fe- 
cerant"( fc:cf'rl1:1t) proptel' (præter) cricine1l{es, qui & alio nomine Pa- 
pienfts Vocfl1Jtur, qaomm Legati aderant cnm muneribus & amicis, mo/im- 
les, ut Re(l,em þl'O offin(ione Civillm placarer.t, 'luamluam id tldipifci a Rcge 
jU:l(ta votum (U1I11I nu'lo 11Iodo valerent. TcnevJlì uff.:lo II Re, perchè 
i P<1vefi avC'ffcro demolito il Palazzo Imperiale. E qudb dice- 
vano: ('hi abhiaroo noi offefo? Finchè I' Augutlo Arrigo è vivu- 
to, gli fi.l.mo flati 'Jhbidiemi e fedeli. Morro lui, non avend,) noi 
Re, nè obb\igo verfo chi peranche non era noltro Rc 
 abbiamo 
fmantcllato un Palazzo, lu cui niun, fuorch
 noi, avea diritro. 
Ma Corrado non l'intendev:l così, pretcndendo, eh!: fe moriva il Re, 
il Regno nondimeno vivo reí1:ava; e che qu
1 Pa!olzzo era del Re d' 1- 
talia, e non dc' Pavcfi. Per qu lla eagione fenza pace Ce ne tornarono 
mdie- 


(4) Iv; r Arcìvefco'Vo di A/ilano Eriberto (on gli altri Ottimati {le/l'lla- 
lieD Regno venn
J!,Ii ineontro, e tlivenne fuo, e gli promye fede/tà, con 
gillrame,zto, e CfJl fMgno degli oftaggi; ehe quando 'VeniJIe coIl' eftrmo a 
[oggett.1re Jt Italia, egli 10 averebbr acco/to,e con tutti i [uoi Jo avrcbbe 
pr(!c!amato pfr Signore, e Re, e fubit(J 10 a'l.:rebb
 coronato. Simjlmel
te 
fecero gli a/tri LOlJgobardi, eccettuati i Paveþ, de' quali i Legati 
rano 
prefenti con ,.,gali ed amici teJllando di placare it Re pfT la offeja de' 
Citfadini; fjN'lntunf}ue ciò nDn fDTe./ftro ,,, modD a/cuno jmpetr.re dlÛ 
Re, ftconát1 it Iqr dejill";". 



ANN A L [ D' I TAL I A. 7 I 
indietro gli A mbafci.uori di PJvi
. (;11<). Reli:pi vero Italicj allJp/{Jlìmis 
dOllis a Rega honorati i" pace dimißi fì;,lt. 
 è glà i PaveG nculavano 
di Tlfabbncare quel Palazzo Regale, c he era loro di gloria, ma 10 
volcvJno fuor dl Città. Corrado a1i'inl:omro 10 vole va dcntro, comc 
prima. In ciò conGlh,va la ]01' dlfcnrd.mza. In quett'anno propria- 
mente, Gccome olTervò il Padre Mabrllone (n), cd io ancora (b), ebbc 
prlnclpio II celebre Moniftero della C:\"a nel Principato dj Sak.rno 
per Cur.l dl Guaim.lrio III. Principe di quelle Contr.1Jt.. Il tuo primo 
Abbate fu 51\11[0 Ade/feyjo, 0 fia A/ferio. Abb!amo ancor.l da Leone 
Olhenlc ({), e dall' Anonimo Caíinenle, che in quc:fi' Anno PalJdolfo 
lV. Principe dl Clpoa, g,à cond0t[o rrigione in Germani.! d.II de- 
funto Arrigo Augullo, ad inrerceßlone èeBo ftdro Guaimario onenne 
la (u;! hbenà, C {orno(1(:ne (Uno umile e manfueto tècondo Ie appa- 
rcnze in Iralia, con accigncdi dipoi a ricupcrare il perdmo Prmci- 
Pd[O, 


Anno di C R 1ST 0 MXXVI. Indizione IX. 
di G (0 V A 
 N I XIX. Papa 3- 
di COR R ADO II. R.e di Germania 3- d' !tal. 1. 


A N corchè nell' anno addietro tendelrero alia ribellione, e facclrero 
\',Irj movlmenti comra del Re Corrado, if glOvane Corrado l)u- 
ca di Pranconia, Erne/In l)uca dl Alemagna, 0 fia di Sucvia, c 
Gudfo Conte SuevC\, figliafiro d.:l m" dcfimo Ernetlo, c Fedcrign 
Duca di Lorena (d) can aitn probabilmentc moffi da Roberto Re dl 
Francia 
 che g,à ral:CV3 canto Ji pdcarc: nel torbido: pure tal tù 1'in- 
duLhia c il fenno d' eLTo Rc Com,do, che feppe quct:lr qucfii rumo- 
ri, e åll1ìpare in gran pane Ie allcanze Hamate comra di lui. Però 
non si [alto fi vide qUieta in Gcrmania, ehe fi accinfe a calílrc in 
Italia, per prcvaler!ì dclla. buona \.hfpo!ìzione, che avca Hovato nc' 
Princlpl d' halla, e nd Romano Ponrdìcc in favore di lui. Per at- 
telbta di Arcolfo Storieo (e), l' Arcivdcovo Eribeno' gli avea gi.i 
guadagnaci gh aninu di qualì cuni, pane con fani, c parte con ifpe- 
ranzc di pn:mj. Patamo s' i:1cammino egli 31h volta dell' ltaJia, feeo 
menando un podaoto etcrcito. (n. Per V crana pa{sò a Pavia, c no. 
vando chlUlè 1c pone dl quella Cmà, andò a V creelIt, dove celeb: ò 
1a tal)[a Paíqucl nd dl D. J' ,1\pnk. ItJ ipfis diebtlS PaJèhalibus Leo 
Ijzydem Cj'vilafis Antifles, vir mit/fum ['piens, mUl1d"m cum pace reliquif, 
cui Af'deYiClIS
 Jledio/',mC1Jjis CfJnonicus JuceejJit. Adunque circa il tCIT:,lO 
della 
4rehma, come vuok Ermanno COn[fiu:LO, ddl' anno prefcmc 
era 


(*) G/i allYi poi lta/Íil.m d' ampliJIimi doni o11Orati dat Re furono Hem- 
ziall in pace'_ 


E It A Volg. 
ANNO 1025. 


(a) M.tl-ill. 
in fim.al. 
Bentditlin. 
lb) Rcr, 
lta/icarum 
Tom. 1-'1. 
Pr4flll. ai 
Vito fibbat. 
Cav(7'ir. 
(c) Lc'ø 
Vf/:l11Jis 
Chronic. 
lib. 1.. c. 58. 
- 


(d) Herm.ln. 
Ca>zzr,z.'tlls 
ill C'1rJnlC'J . 


(
'I A rmilf. 
H:fIor, .\1,- 
dZðla,
, /. 7.. 
c Pi', 1- 
(f WIN" 
In VIt. Cøn- 
radl 
all". 



ER A "o1g. 
.'\
NO IGl6. 
. a U3hc!/. 
Ital. Sa cr. 
1
m. IV. 


(b) ]]1)11;n- 
contr. Chro- 
nic. Mo- 
non. T. XII. 
Rcr. Italic. 


(d Wittl'- 
IUS, Vila S. 
Ltonis IX. 
!iÞ. I. c. 7. 


72. A l'1 N ^ LID' I TAL I A. 
en allora L!!Olll! V 
fCOV0 di Verce1\i; pert:mto è da vcderc, come 
I' Ughclli (a) m
t[a in qu.:!b tlorn!ll Vcfcovo di quella Città Piett'o, 
teouro ivi per 

mt(), con dire, ch' cbli mori n:( JI I 
, di Febbraio 
di qudl:' ann') Dz.6. Secondo II fu.idelto Storico Arnolfo, vmirns 
ChuonradllJ Ita/jaTJJ, ab I L?riberto Aïchiep
{c(}po, 1ft 11101'Ïs eJ!, CfJ1'OIf'ttur 
in Regljo. Vogliono gli Storici 
ldJ')dì, cfJ'cgli Kllfc coronato nella 
Bafihca di S.\oto Amhrofìo, allora fuori d. 1\111<1110. Buonincontro Sto- 
neo di Monza ?ggiug.le (b), che qUt'ltn Rc a!J Henrico .dtchiepifcoftJ 
,\lcdiolq,ni , primo ÙI J.\Jot/oetia, po flea J.
le.1iol/Jnj Í1J fcMElo Amlro{to coro- 
I'-1Jur, N e pur Clpea qudto Scnttorc, che allora fedt'a nella Cattedra 
dl Santo i\mbrofio Enberto i\rcivdcovo: 1aonde nè pur noi f.1ppia- 
roo, coh fia da cl"{'dcrg1i in que fio panicolare. La verità fi è, ch
 
]a Çoronazionc in Re d'.halia h dee tcnerc reI' certa; ma pc'r conto 
cd tempo e del luogo, qudto [tIuavia rdla involto nelle tenebrc. 
Pcdìitendo poi Corrado in non volere è..\r pace a i Pavefi, feee 101'0 
<Jl1.1nta guen.1 potè nel territorio d' dTa, can inccndiar Ie C.I !kll,1 C 
Ie ChiclC, c far rnorire di ferro 0 di fuoco i povcl'i comadini rifu. 
piari in que'lacri Luoghi, con ta g 1iar [title Ie viti, e far' ahre lìmili 
u _ 
:ìzloni abbomi!1cvolt e 1cdleratc per un Rc CriUiano, perchè contra 
qacHa parte di Popolo, che niuna colpa avea ncl dehuo, Þ
nchè il 
buon 'Vippone 1e racconti qu,1fì com... gloriorc prodezzc d.:l Re Cor- 
rado. Ma non íì mire egli a far l' afTedio di P.lvia, perchè 1a conobbc 
Ciwì forte, e piena di Popolo, e però capac
 <<..Ii far lunga e vigo- 
ro(a rcfi!tcnza. RaccontaGUlbcno Cc) nella Vita di San Leo:1c IX. 
Papa, cbe qud1:i in età di vemitrè anni, chiamato all....ra Bru!1one, 
corrt:ndo l'anno I02.f. vice Jui POl1tificis /lcrim.mniin expeditio;:e Con- 
t-.uli /mperatoris (fu,) ZIO) L(J
!,obardiam, & maxime Juper ,\lediol'l- 
n 1m, tunc rebellem, eft profeélus. S' ingan:lò Guibè'rto, e volle dl:" Pa- 
via.; pcrciocchè Milano eril tuno aHora pcr Corrodo. 
Attcfc dfo Itc per qualche tempo a fottomeuere alcuni gr.m 
Sigl}orJ, callegati co' P .\\'c(ì, cloè Ad.'1/berto Marchelc, e Gugliell1
o, 
cd aim Principi in que' contorni, con defolare un lor Ca!tcllo cnia- 
mato Orba \'erlo i confini oggiâl dell' Aldr.mdrioo. Pafsò dipoi a .Ra- 
venna, c come fcrivc il fudJeto 'Vipp-.)ne, cum m'Jgna poteft_te ibz re
 
gna'iJit: il cbc fern pre più ci aiTlcilra, cnc Ra\'cnna co1 fuo EIJrcato 
era allan, ami d.l gr.m tempo compref.1 nel Regno d' halia. M.a an- 
che in Ra'''enna fi attaccò una zufl-'d rra que" C,ttadmi e gl' indilcreti 
Tedcfchi, per la quale fu in armi tuna fa eiuà, e fi comlJ.mè alia 
difperara fra}' un:1 pane e l' altra, e ne fe-gUt UI1:l non picciola f
r.\gc 
col\o1 peggio in fine de' Ravennari. Lo ttdlò Re Corrado udlto II ru- 
more, fi teee armare, domandò tl cavallo, ed ufd fuor del .pala
zo. 
Ma veggendo fcappare i Cittadini, e falvarfi nelle Chicfe, (. I
C I na- 
fcond'gli, miJertus forum, quia ex utraque parte fui eran,J, exe:t!titm, d
 
pa:(equutiDne Civium revocavit. N el dl Icguentc davanu a lUi 1 pnml 
ddlo\ Citrà co' pledl nud" e colle fpade nutIe in m
no, p,er It.gno 
d'dfcre degni del raglio della tefta comparvcro a chledere 11 perJo- 
no, 



ANN ALl D' I TAL I A. 7 j 
no, e l'ottenncro. Grandi furono in quefi'anno i calori nelI'ltalia, e E:u vo,
. 
moire perciò Ie rnalatrie. A fine di cunodir 1:1 fanità, il Re u/tm ANNO 102.6, 
.Atim fluvium propter Dpaca /Dca, & aeris temperiem in MOJ1tana JèccJlit, 
ibique ab Archiepifcopo Mediotanenft per du(}s menfts & amp/ius Rega/em 
'Viflum fumtuofe habuit. Che fiume fia quefto Ati, nol 50. Credo gua- 
fta la parola. Parn::bbe Athcfis, cioè l' Adige > ma Ie fpefe a lui fane 
sì magnificarneme da Eriberto Arcivefcovo, m'inclinano più to11:o a 
crederlo un Luogo del Milanefe. Celebrò finalmeme in Ivrea 130 Fe- 
1\a del Canto Natale, e non già in Ravenna, come fi pensò il Sigo- 
Dio. Riportò in queit' anno Ingone Ve(covo di Modena la conferma 
de' beni e privilegj della fua Chiefil da dro Corrado con un Diploma 
puhblicato, ma non fenza fcorrezioni, dal Sillingardi (a), e dall' U- (a) SiUill!. 
ghelli: (b) Le Nore fon tali nell' Originale: D
ta Xl/I. Kalendas Ju- C'f!"lo!. 
Iii Anno Dominic.e lncarnationis MXXV I. /ndiétione Nona, Anno 'Vero l!plft.'por. 
DOtlm; Chuonradi Scwndi Regllantis Primo. ARum Cre1'/fon.e. L' anno tt,t;:;.t: 11 
Primo del Regno d' Italia fi vede quì adoperaro. Si dee anche cor- llal. ..s;,;, 
reggere un Diploma d'dro Corrado daro in Piacenza in favore del Tom. 
l, 
Monifiero di San Salvatore di Pavia (c), e conceduto in queft'anno, (c) Bu
l.Jr. 
e non già nell' amlo MXXIIl. caþne1Jfe. 
Era mancato Ji vita dopo cinquant' anni d'Imperio Baþ/io Im- 
peradore de' Greci nel precedcnte anno 102.1'. ed era rellato lòlo Im- 
peradorc Coftantino luo Frarello. Pensò qudli nell' anno prefente alia 
conquií1:a della SIcilia, che da tanti anni lallguiva [otto la tlr:mnia de' 
S.lraceni. La fpedizione fua è narrata da Lupo Protofp
1ta con quefle 
parole (d) _ Defpotus NiclJS (forfe Andronicus) in Ita/iam defcendit cum (d) Lu,us 
ingentibus copiis Ru./{orufJt, Irandalorum, 'l'urCarrITlI, Bulgarorum, BYlIn- !,rolofpa
4 
l P ' 1" J I ' . d S . ' [ ' ,znCitronlCl 
C 'Jorum, OIOl1t/rum, LY.Jaceaonum, a tarumque nat,onum a leI lam cap/tn- ' 
dam. Captum en alltem Rhegium, & ob Ci'Vium pecca/a de{iruRum eft a 
P'ulcano Catapano, & Raft/iNs Imperator obiit Anno ftcundo. Si d
c fcri- 
vere Conftanlinus, come olTervò Camillo Pellegrini. La mone di quc- 
fto Imperadore, ft1cceduta nell' anno fegaente a dì 9. di N ovembre, 
e la pelle emrata nell' efercito de' Greci, mandò a male tuna qudJa 
im-prefa, Orefte è chiamato da Cedreno il Gent:ralt:: de' Greci, lþcdiro 
fecondo Itli in Sicilia, quand' anche era vivo BalÌlio Augulto. Scon- 
volfe 10 quefi' :mno la difcordia Ii Cmà di V enezi t (t), Perche 01- (e) ,D4nJN- 
tOlle Orftolo Doge non volle invefiire Domenico Gradonico, 0 fia Gra- J".s ItJ Chr
. 
J ' '. I V r. d . 11 C ' 1 ill d I D nt'o T. xll. 
"enlgo IUOIore, e eno elcovo I que a Itta, a z
) 1 ContI a c:: Ù- Rer I1ali, 
ge una porente fazione, che it dc-pofe, e tagiiatagli la b<\rba, II man- . . 
dò in etilio a Conllantinopoli. Orfo Patriarca di Grad.:> Cuo Frarello, 
ficcornc fofpetto, fu anch' egli in tal conglUotura cacciato dalia fua 
Sedia. In Juogo del bandito ürwne venne detto Pietro Barbo/ano, 0 
fia Centranico. Ma poca quiete provò egli, parte perchè dl tanto in 
tanto fi f
rmava
o delle, lediz
oni contra di .1u i , e pane 
crchè Pop- 
pone Patriarca d AqUllela, a/llnlto da gb alUn del Re CorraJo, in
 
fdtava i confini de' Veneziani. Anzi Jo tlelTo Corrado, fenza vola con
 
fcrmare gli antichi patti, fi mife anch' egli a perfeguitare c danneg- 
Tt/11I. P'J. K giar' i 



{b' J4aJill. 
s
cul. YI. 
:ætnl/lif1. 
1'.TI. I. 


74- ANN A LID' I TAL I A. 
giar'i V C'ncziani. Secondo I' Anonimo Cdinenfe (4), P4nJolf, Ir. ri- 
rorQato libero dalle carceri di Germania, e andando dletra .Ilia ricu- 
pera del fuo Principato dJ Capoa, uniti tutti i fuoi feguaci c fAutori, 
ottcnne anche un rinforzo contìderabile d' arm'lti da BOIano, 0 {ìa Bu- 
giano Generale dell' armi Greche, e dA Gliimario //1. Prmdpe di Sa- 
lerno, marito di Gaitelgrima fua Sorella. Ebbe anche daUa fua Rai. 
t1ulfo e Amolfo capi de' Normanni, e i Conti di Marfi. Con qudlQ 
sforza di gente mife I' alTedio a Cap03, che durò, chi fcrivf fei Mcfi, 
e chi un' anno e mezzo. Pandolfo Conte di Tiano, già creato Prin. 
cipe di Capoa da Arrigo I. Augucto, fincbè ebbe forza, difefc la Cit- 
tà; ma in fine la neceaità il cofirinfe a rC'nderJa. Affidato dõ1l Cata- 
pano de' Greci, infieme con Giovanni fuo Figliuolo, e con tUtti i fuoi 
aderenri fu condotto a Nap<>li, e lafciato in hbertà, Così PllnJ
lfo /1'. 
tornò ad elTere Principe di Capoa, e dichiarò luo Collega nel Prin- 
cipato Pandolfo f/. fue Figliuolo. Fu chiamato da Dio in quefi' anno 
nel di 
o. di Agofio a miglior vitJ B,no"io Abbate di Lucedio nella 
Diocdì di Vercelli. Le fue infigni Vircù, e::d azioni di rara Pietà, 
accompagnate da miracoli, indulTero .drdtt'ic, Vefco\'o di Vercclli a 
riconofcerlo per Santo: il che fu anche approvato dal Sommo allora 
Pontefice Giovanni XIX. Nacque Bononio in Bologna, e quivi nel 
Moni{h:ro di Santo Stefano per alquanti anni vilTe Monaco. La Vita 
di lui, fcritta da Autore contemporaneo, fi legge prelTo il Padre Ma- 
billone (l>). 


Eu V olg. 
1\..10101016. 
(a) ./iIlDny- 
"'us CaJì- 
nm, T, V. 
]{,r. Italic. 
L'D Oftl,n- 
fts 1.1. c. 58, 


Anno di C R 1ST 0 MXXVI I. Indizion
 x. 
di G 10 V ANN I XIX. Papa 4. 
di CORRADO II. Re di Germ. 4. Imperador
 I. 


N EI Febbraio deU' Anno prefeme dovette muoverfi il Re eorrad. 
. alla volta di Roma, dove fecondo i maneggi e il concerto fe- 
gUlto fra loro, Papa GiD'lJatmi x/x. era per concedergli la Corona 
(c) :",nlif.. Imperiale. Un fuo Diploma (c), dato probabilmente ncl Febbraio di 
f/.l". Dif- quefi' Anno, benchè manchi il Mefe e il giorno, ci fa vedere in Fe- 
flrl. -fr. ,.fJnll appellato folamente Re 10 fietfo Corrado, cioè non peranche no- 
mato Imperadore. Ri"ieri Marchefe di Tofcana, per quanto ne lafciò 
(d) !Vi1Þ' fcritto Wippone (d), con tutta quella Provincia, non avea volute per- 
." [". 

'!- anche riconofcC'rlo per Re, e nava forte nella ribellione. A quella 
r. , SA Ie'. volta marciò Corrado colla fua Armata, cioè con un potfente eforcif- 
roo per co(irignerlo all' ubbidienza. In facti Rinieri, dopa elTerfi tc- 
nuto chiufo in Lucca per pochi giorni, vedendo la malparata, venne 
f1nalmente ad arrendC'rfi. L' ('fempio di Lucca, e del Marchefc, fer- 
.ì a ridurre in breve la Tofcana tuna a fuggettarfi. Ci mancano Do.. 
cumenti per conofcere, fe dopo quefio f.\tto feguitalTe il Marchefe 
Rinieri a reggcre la Tofcana, 0 pure s' egli foffe depofto, e in luogo 
di 



ANN A ... I D' I TAL I A. 7 ) 
di lui crcato Duca di Tofcana ßonifaziø Marchefc, Padre dell'indita Ea. A Vo1g. 
Comdr. Matilda Inclino io . credere, che Bonifazio profittaftc di Atwo 10!.1. 
[al congiunrura. Andoffene dipoi Corrado aRoma, e qui\"! nel Mer- 
cordì fanto con fommo ODore e magnificenza fu accolto da Parol Gio- 
vanni, e da tutti i Romani. Pofcia in die [anéto P a(chl!, f}lti eo .Ann' 
Y I I. Ca/end.s .Apri/es terminabatur, '" RfJmailis aJ ImptrtJtorem eleélus 
(doveano dunque concorrere anche i Romdni col Papa all' ele:l.1on 
dell' lmperadore) imperialem b'IIediéiiolftm a Pap. [u[cepit. 
C
ftr & Ãltf.'4/IIS Romall' nomine iittus. 
RiceveHe eziandio la faera unzione e coronazione la Regina Gi- 
felll fUI Moglie, Figliuola di Er;man1HJ Duca di Alemagna. Fu quella 
gran tùnzione onorata dalla prefenza di due Re, cioè di Rødolfø Ill. 
Re di Borgogna, e di Ca
t', 0 fia Cnuto, Re d' Jnghllterra, in mer.- 
zo a i qU:lh l' Augufio Corrado fe De torno al Palazzo. Ma anche in 
Roma fuccedette il medefimo, che era avvenuto in. Ravenna . MI fl. 
perme{fo il dirlo, doveano ben drere aHora indifciplinati, barbari, e 
befiiali i Tcdcfchi. Per ogni picciolo rumore eorrevano a far Iaghi 
di faf1gue, e sfoggiavano nella crudeltà: dal che poi venne, che fi 
tirarono addotro l' odio de gl'ltaliani, e ne llanearono Ja pazienza, 
ficcome vcdremo. Per un vII cuoio di bue in un dì di quelJa fettJma- 
1'\a nacque comefa fra un Romano e un T cdcfco, e vennero a i pu- 
gni. In vece di fpanirJi, diede aJl' armi tU[[O l' etercito Imperiale, e 
i Romani aneh' effi ricorrcmdo per dltèfa aU' armi lora, fecero una paz- 
za refifienza j ma in fine con venne 10ro dar aile gambe, & innumera- 
hiles ex ilJis perierunt. Nel dì feguente i COSI m,lItr,mati Romani, (.) 
"flte Imperatorem 'lJenie1fl-es, nMdatis pedi!Jus, tiber; cum 1Iud,s !./adiis , fe r - 
'Vi tum torf}uibus 'Vimineir cir&II CfJ/lUm, fUR} ad jujþenjionem pr.eparelti, 
'4t lmperator juJlit, fatisfllÛtbant. Qudte furono Ie alkgrezze e con- 
folazioni de' Romani. Se vogJiam credere ad Arnolfo Storieo Mlla- 
nefe di quefio Secolo ("), accadde in occahone della fietra Corona- (a) .A,nulr. 
zione anche una ritra fra Eriberto ÂrÛvejcovo di Milano, ed Eribertl Hill. M,d':- 
.Arcivcfcovo di Ravenna. Quelt ultimo aldl[amenre fi mile alia ddha lan.I'!'.'.3. 
di Corrado. L' Arcivefcovo di Milano, ciò veduto, e fentendo, che 
íl coneggio de'iuoi M ilanefi, che era grande, iocominciava a far [U- 
mul[o, e po[eane fuccedere fcandalo, laviatneme fi rimò. Acconofe- 
ne Corrado, fermo d paßo, e dißè, che ficcome toccava all' Arci- 
vefcovo di Milano di dar la Corona al Re d' Italia, per cui fi {å.liva 
aU'Imperio, così convenevol cofa era, cbe queJ medcfimo prefcnraf- 
fc il Re al Papa per ncevere dalle di lui rnani II eorona Imperiale j 
K z. e però 
(.) vencndo aval11Ï all' Imperadorc, tJ piè féalzi, i lihcri colle [pade igl1U- 
de, gli [chiavi con c(Jrde a/ cOlio, qUlilfi pI eparati tJd cJJcre iMpiccati, da- 
'Vano la fodisfa'Zion, -comtlndtlta dat Re. 



7 6 ANN A LID' I TAL J A. 
E JI. A Vo1g. e però [01[3 la m:1I1 defira all' ArciveCcovo di Ravenna, giaeehè fe 
ll:<>No 101.7. n' ,'ra .irn que! d. Mïlano, per partTe del Pontefiee Giovanni XIX. 
ft"cc lupphre Ie dl lUI veel ad Al'der;co Fefco"..'o dl V creelli, Suffraga- 
nw dell' A rci\'efcovo. Imamo i Milaneli altercando co' Ravcnnati , 
Vl nn
'ro con d1ì aJ.h:: mani, c ne feguirono moire ferne, e crebbe si 
f1tf1mente la mitchia, che 10 flefTo Arcivefcovo di Ra\'cnna fu ob
 
bhg.lto a rnenertj in fal\'o cuBa fuga. Da h poi a pochi giorni in un 
Concdio [cnmo dal Papa fu decito, chc l' Arcivdcovo di Ravenna 
avdfe d,l cedere la mana 3 que! di Milano. Lite nondimeno, che non 
fini, e noi la vedrcmo ritòrg
re all" :\nno 1047. :\bbi.\mo un lJiplo
 
(a) Chrln;f. ma di Corrado Augullo (d), in cui eonferma tutti i fuoi Beni al Mo
 
F'Jrfenfi niJiero di Farfa, dato F. Kalendas ."-fartii, annfJ Dominic.e Jncarn:lt;o
 
P. 11. T. 
l. nis MXXF/I. Anno vero D:mm; ChuOIJradi reg/lan/is 111. Imper;; qu().
 
l/.:r. It"/,,. qlil! J. ARum RCim
: il che maggiormenre el at1ìeura dclla fua Coro- 
nazioncr. Ch' egli :1bitalTe fuori di Roma ;n CivÏlatc Leoniana, fi rac- 
coglie da un lùo Diploma, dato Nonis Aprilis dell' anno preCente, e 
da me tolto aUe .[e!"lt':bre Cb). 
L' attività di quefto Imperador
 nollaièiò c,mfumare inutilmen- 
te il tempo in Rama. Però da Ii a poco, marciò egli call' Armata a 
Benevento e a Capoa; cd eff'e Città coil' altre di quella c:ontradl, (*) 
fiVt vi, {i've volunhr.ria deditione fibi fub)tigavit. Diede anche Jieenza a 
i Normanni, che Ii trovavano in qudle p.mi, di abitarvi, e difende- 
re i confini da i temativi de' Greei. Ciò fano ritornò a Rama, c 
s' avviò alla volta dell' Alpi. Era egli in Ra,penna nel dì J. dl Mag- 
gio, e in Verona nel dl 2.4. di elTo MeCe, come colla da due lùoi 
(c) Ugh,I'- Di plomi, pubblicati dall' U ghelli (,), e da uno riferito dal Padre Ce- 
l1al. Safr. Jeílino nella Scoria di Bergamo. Tanto feee, che in quefti viaggi cb
 
r,m, Y. be neUe mani TalTelgardo Italiano, grande fpogliator delle Chiefe, e 
in Epif'op. b ' fi 
Pgl41J. (7 delle V cdove; e colla Cua mone fopra un patibolo Ii ero non 0 
T,ron,nf. qual Provioeia da gl'inful[i di cofiui. F,Iii craftlgardi quolldam Comitis 
. Ii veggono nominati all' anno 1019. ndla Cronica del Moni {tero di 

) .Jh;'OnlC' Farfa Cd). In uno Strumento ancora da me pubblicato (r) e Cerino 
p
rl;.n T. II. neU' anno 104-f. fi truova '.Teffilgardus Comes .filius bon
 memori.e '.TeJlè.'
 
.n,r. Italic. gat'd; Com;tÌI tx Civitate Bcncventi. Sembra, che del medefimo perlo- 
(e) ..Anl;fJ.II. mggio fi parli in tali memorie. Menne qucfte cofe pafIavano in Ita- 
fiillu. Dif- liJ, Guelfo eonte nella Svevia, dives ;n pr
djjs, potms in armis, turbò 
Irl. 19. Ja quiete della Germania. Impadronitofi della Cinà d' Augulla, de- 
vafto1\a, e diede il faceo al teforo di quel Vefcovo. Glue a Corrado 
Duca di Fr,meonia, che faceva di molti preparamenti, anche ErncJl, 
Du!a d' Alemagna, 0 fia dell a Suevia, bcnchè figliatlro dell" Impera- 
dore, prefe l'armi eontra di lui. L' arrivo di Corrado ad Augufta 
diOipò tutti i :dilègni di qu::' Principi. Guelfo, Ernefto, e Corrado, 
venncro all'ubbidlcnz.l, e colla prigionia, e coll'e(ilio di qualche tC'm
 
po, 


(b) .Anli,u. 
JI,,/i,. DJf- 
Jm. 6S. 


(.) 0 per forziI, 0 per 'j)olontaria arrefå ft Ie flu ettiJ . 



A N }of A LID' I TAL I A. 77 
po, pagnrono ]a pena dclIa lor ribellione. Raceonra '\Vippone (a), 
ehe Corrado (*) p
r bienrJi:4m omizes ricinenfts a Fflixil , donee omizia qUit 
pr.ecepil 0111n; diltltione poflpofila eomplet:errmt. Però li può crcJ
lc, <-he 
i Pavelì in quell' a"no mdoai a ritàbbricar emro la 
or Città il Pa- 
1.1ZZO Re
al
, tornarlèro in gra1.ia ddl"'_\ugullo Corrado. Circaquefii 
tempi, per qll10to li raccoglie da Arnolfo Storieo (b), venne a müne 
il V cfcovo di Lodi, e quel Popolo tècondo l' a!1ti(;o rito eldTc il Suc- 

o1.rn;:{: 
cetrorc. l\Ia Erib
no ArelVeCcovo di :\1ilano, che in ricompenta del- diolAn. 1.2.. 
Ie tante f.mche e fpeCe faue per efaltare l' I mpcrador Corrado, e per "'p. ð. 
potere fignoreggiar egli [otto l' ombra di lui in Lornbardia, avendo 
fra gli alti PriviJegj ottenmo da e{To Augutlo di pater dare a Lodi 
quel Vefcovo, che gli piaedle, fcel[e e coolecrò Vefcovo di qudl1 
Città dmb, ojìo, uno de' fuoi Cardinali: che aHora molte Chiefe d' I.. 
talia, maHìmamcme Ie maggion, avcvano i lor Cardinali al pari dl!lla 
Chieiå Romana. Sdegnari I Lodigiani per quefia no\'irà, ehe era an- 
(:he contra de' Canoni, g1i fecero 'tcfta. Ma il fnore ArC'ÎHfco.. 
vo, rne{fa inGeme un' Armat.1, lor motre guerra, prefe all' intor. 
Do Ie lor Terre e Caiiella, e portò l' a['cdio aHa fieflà Cirtà di Lo- 
di. Non potendo di menD que' Cittadini, cedeuero aHa forza, accet. 
tarono Ambrofio V efco\'o, il qual pofcia fece onima riufcita; ma di 
là nacque un odio implac.\bile de'Lodigiani contra de' Mi:andi, il 
qual pofcia partorì immenfe ruberic, incendj, e firagi per molUlnmi 
:mni avvenire. CredeG, che in quell' anno [crmmaf1è j fuoi giorni, e 
Ie fu: mirabili faÜcne S, Romolldo Abbate Jtlitutore dell' Ordine Ca- 
maldolefe, in età di cento vent' anni, come la[ciò fCritto S. Pier Da- 
miano (c). V'ha chi creJc, chc il Damiano, Amore avvczzo a ere- (c)l'ttruf 
dere e fpacciare il mirabile d,1rcrtuno, fcnza avvederfènc abbia accre- !>Am
A1'; 
fciuto di troppo gli An"i di quetlo S.1nto. Ma intorno a ciò fon da '; Y1t1d'S, 
vedere le Di{fertazioni C:-1mJldoleli del Padre Abbate Grandi celebre omuìI I. 
Lctterato, che donam'::l1tc ha t!;lminato quefio punto (d). S' cobe a (d) Grìllldi, 
male Pando
f(J Jr. dopo avere ricuper,lto Il Principato di Capoa (c), Dijftrtiuio J 
che Strgio Duea di Napoli avetre claro ricovc:ro nella fua Città a Pan- nlS CAma!- 
dolfo di Tiano, cioè al vimo ernulo. E fenza di quctio che non fa il t
"'!:
;n'J- 
mantice dell' ambizione ne' potenti Signori? (n 
ando men Sergio mus Cllfi- 
fe,l'afpetuva, eceoti Pandolfo colla tua Armata vulare all'a['edio di n,nfis 1', Y. 
Na p oli, e ihi g nere ralmente q uella Città, che l'obbli g ò alia refa. R'r. ItAlic. 
(f) Leo 
SergIO ebbe maniera di fuggirll-ne; e Pandolfo di Tiano fcappò an. Of/;,nfis 
cn'egli a Roma, dove mikramente terminò. i [uoi giorni. A niuno Chrøn. 1.2. 
de Pril1cipi Longobardi era mJ.i riutcito ne'Seeoli adJietro di mc[te- cap. 58. 
re il piede in Napoli. Q,ycfta fu la prima volta; ma Pandölfo nè pur 
cgli potè lungamente f01tenere una tal eonquilla, ficcome dirc;mo. 

ella Cronica del Volturno (g) fi vede, che Pandolfo IV. e fuo Fi- 
gliuo- 


E 1\ A VcJg. 
!\'(NO r01.7. 
(a) WipÞ3 
in Vir, Con- 
roldi Sal;,i. 


(g\ Chron;ç" 
Vlilturnenf. 
P. II. T. 1. 
R'r. 1IAl;*. 


(.) per JUt anni affli/Je tutti i Pa'1Jefi, fine!Jt depofJo 0;'11' il1t{tlgio feeer, 
tu/to fu
ll(J ,be eflmandò. 



78 A !of !of A LID' I t' A L I A. 
Eu Volg. g1iuolo PtrnJølfo F. contavano nel Mert di Muzo, c d' Aprile dIU. 
AHNÐ IIn8. anno fegucnte 101.8. l'Ii"", P';11IfJ D"çat"r NtlJpo!ita1lJ. 


Anno di C R 1ST 0 MXXVI I t. Indizione XI. 
di GIOVANNI XIX. Papa 5. 
di CORRADO 11. Re di Germania 5. Imper. 1. 


A Vea nell' anno prrcedente terminato 11 corro di fua vita Arr;gt 
(a) ..fn,udi- Duct) di Baviera, (II) peri;) I' .Allguflo Gorrozdo fcdfe per quel Du. 
ft. Saxø. Cato la perfGna più cara, ch'egli avcfTë, cioè il fuo lle{fo FigliuolG 
H;m4_: Jrr;go. In queft' Anno pofcia gh proccurò una maggior dofa d'onorc, 
;;:s j:";;"
. con t
rloelcggere Re di Germania in età di fO'1i undid anni. La fua 
Coronazione fu folenn
menre tima in 6<\quisgrana ncl dì I.... di Apri- 
Ie, cioè ne1 giorno fanto di Palqua. A bbiam veduto di fopra, che 
COl'r.do Duca di Franconia, 0 fia di \V ormacia, Cugino dell' I mpe- 
radore, retlò efclufo dal Trono Imperiale. Da lì innanzi non fi quetò 
8iammai, e fece gut'rra contra d'dTo I mperadore per più Anni, ma 
con fao grave dilcapito. Alia perfinc I' Augullo Corrado in riguardo 
maffimamcnre della parentela, ed ancne per compenfarlo -dc i danni I 
lui recati, perchè gli avea fmantellate tutte Ie fue Foftc7.Ze, il rimife 
in fua grazia, gli reíliruì tutti i fuoi Stati di Germania i e poi fic-- 
come: diremo all' Anno 10Jr. gli fece Rnche una confiderabil giunra 
c regalo. .Chi dop" la morte di Ugo l1farcheje di Tofcana, fuccedura 
ful nne dell' Anno 1001. fucceddre a lui nel governo del Ducato di 
Spolt:ti, c dell.} Marca di Caroerino, e reggetTe quel paefe fino a quetti 
dì, nOI1 l' ho fdpUIO finora difcerncre per mancan1.:t di documenti. 
Nelle giunte, da me pubblicate alia Cronica del Monifiero di Ca. 
h ' fauÛa (b), noi tro\'iamo, chi in qudl' Anno fotTe Duca di Spoleti, e 
(b) C ..".'c. II I n - d . C ' " I U V 6 d PI " 
CAfAH..itnf. l' arc 
ie I am
,n,:o, . cwe un a tr? go. cgg,on 
 
t: aCItI, te- 
P. II. T. 11. nuri )' uno n
lll\ Cma dl Penna, e 1 altro nella Cmn d. Marfi, Ann' 
11.,... ll.li
. .ab 11JCar11tl.tiolle Do",in; AfXXP1Jl. f3 imperante Domn9 Chonrado gra- 
tia Dei Imperatore .Au.f,ujlo, .Anno imperii tjus in Italia PrimfJ, & di, 
J.lenfis Januarii, per il1diBÙ'nem X. Nell' Originale farà nato IndiB. 
XI. Era prefideme ad eßì Placiti Ugo Dux (1 Nfdrchio. La pena im- 
potta a i trasgre{J'ori è d! mille libre d' oro o[[im
, 1I!cd
elatem ad far-. 
ftm Imperato, is, & me"ttJatem ad par/em pr
dtEft jånfll MonaJlerlt dl 
.Caf.mna: parole ind:c;u1ti il .dominio dell' I mperadorc in quclla con- 
(c) JIInri'l'" tuda, e che per confegucnrc ivi fi parla del Ducato di Spoleti; 0 
/r.l;,. Dif- pur delh Marca di eamer;no, 0 Cia di Fermo. Probahilmcnte qudlo 
fi"', 6 8 ' U go l'bbe per Pat3r
 Bonif
z;ø iuniorc Duc. di Spoleti, come ho 
,.g. 9 7. t!J' h ' ( ) , 
DiJè..,. IS'. con; ;et.urato a,IrO, e , . "' . 
tag. 8H. Circa queíli tempi fucced
tte, qU,anto, lafclO fcn
[o GI,a
ro, 5to- 
(d) Gl
bt" rico (d), bll1r.:hè con qualche unbrogh? dl Cronol
g'a = Cloe, 111 u
 
H'
, i,
. 4. CandID, ;;ppelJato Montena, nella DlOcdi d.'Aíh, plene> dl molu 
.
. N
 



ANN A L J D' I T ^ L I A. " 
Nobili, s' era introdotta. un' Erefia, con rinovare i flU dc' Pagani c ERA Yo/g. 
de' Giudci. Per quel che dlrò, furono coO:.oro più tolto Manichei, ANNO 101.8. 
g'acchè quefia mala ra
za s' era di foppiatto molto prima introdona 
in halia e in Francia; e pur troppo in tutti e due quefii R
gni aVca 
fparfc di gran radici coIl' andare de gli anni. Sepiffimc lil11I' MøinfreduJ 
.Alarehi,nllm prtident
lJìmus, fjuam frater e;us Alrieus, dflënfis Urbis Pr.e- 
ful, in eujus fciJjcet Diæcefi loeatllm habeb,
tttr hujufmodi Caßrum, eæle- 

;'1u, Marcbiones ac. P,..e[ul,s (;reulllciy(a crebe,.yillltls ilJjs aJ[u!lus ;ntul,- 
,utll. CIO che avveni{)è di qud Cafi:ello e di quegli Erctici, Glabro 
Jo lafciò, nella penna. Ma ne parIa ben diff"ufamente Landolfo fenio- 
re C.), Storieo Milancfe del prefentc Secolo, con dire, che E,.il1",o (.) L.
JII(r 
.Arâ'VeftovI, in quefi:! tempi di Mila
o, trovandofi in Torino, udl I" E
 J;;: t
"

 
rdia de gh abltaml del Cancllo d. Monforte. Fatto prenderc un d. "'
4.. 
eoloro, appcUato Girardo, volle jntendere da ]ui, in che confúlelfe .i.. &. e. 17. 
1. [eua e ered
nza di quel Popolo. Alkgramenrc efpofe cofl:ui i' fuoi 
dogmi, e c,hiaro fi fcorge, che era I' Ere'fia de' Manichri. A Hora Eri- 
berto fpedì Ie fue milizie a qud Caß:eUo, e feee prcndere [uui quanti 
quegli abitatori, e fpezialmente la Conteffa di quel Luogo. Fa[tiIi 
eoodurre a Milano, cercò tune Ie vie di ridurIi a nlVvedunento, m. 
in nee- d' abiurare i loro rrrori, fi mifero a fedurre chiunque andava 
a vifitarli. Perciò fu loro intimata ]. morte, fe non ritornavano alla 
yera Fede di Crifto. Alcuni, almeno in apparenza, ]t abbracciarono i 
ofiinati gli altri yivi furano bruciati. Ma giacchè ahbiam parlato quì 
di Ode/riff), Maginfredo 0 fia Jl,fanfredi Marchefe di Sura, da noj altro 
volte menzionato, ed onorato da altri Scrittori di queni tempi coU" 
elogio di Principe prudemißìmo: bene farà it ricordare, ch' egli fondò 
in quefi:' anno (come cotta da uno Strumento prdro I' U ghelli (b)) i] 
Convento delle Monaehe di Sama Maria di Caramania" oggidì nella 
Diocefi di Torino, infieme con B
rta Comella fua. Moglie. Con que- 
fie parole fi veggono em enunziatj: Nos in Dc; nlmine Ode/ritus, qu; 
mi[t,.atiolle Dei Jvlagnifrtdus Marchio {ci/ictt nominalus, filius fjuondam 
Magnified; fimjJittr lvfarchiollis, & Berta auxiliante Deo jugales, filia 
'1uonda1ll .Aubert; itemque Alarchionis. Dal (he fi fcorgc, che Berta fua 
Moglie fu Figliuola del M.uchefe O(,erto II. Progenitore dell a Cara 
d' E1le. Haffi ancora. aU' Anno, fcguenre la fondazione fatta da queí1:i 
due piiffimi Conforti, e da A!t-ieo Vefcovo d' A fij, Fratello d'dro 
Marchefe, dcUa Badia di S. Giufto di Sufa,. (,,) in cui fi vede, che' (
) 
"t;(};- 
Berta avea per Fratclli Ada/berto Marchefe, ÂZzo, ed Ugo,. che ap- 
"
JI:nJ

 
pumo fi trum 1 ano in quefii tempi Figliuo]i dèl fudcktto Marchcfc . " . 
Obcfto II. Da .Ãzz, vcngono i Principi Eficnfi. 


(b) Ughell. 
Jud. SacT, 
TIII1I. JY. 


. 
 

 
 (f.t
 
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" - 
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J 


Anne 



80 


ANN A LID' I TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 :MXXIX. IndizÏone XII. 
di G I 0 V ANN I XIX. Papa 6. 
di C
f-RAl)O II. Re di Germ. 6. Imperadore 3. 


F 11. A Volg. M Ordeva il frenn Sergio Duca di Napoli, perchè cacciaro fuori 
ANNO IO:z.y. del fuo nido da Pandolfo Ir. Principe di Capoa, e Hudiava 
tune Ie vie di ricmrare in calå. Dopo due anni e mezzo, ch' egli era 
<a' .A7I07l'}- elute (a), gli venne fano èi ricuperare il fuo Principato, e per con- 
11I*S caþ- lèguenu: 0 ful fine di qudl' anno, 0 pur nell' an no lègueme. Proba- 
;",f. :- r. bilmcnre gli prefiarono aiuto per mare i Greci, perchè Napoli tin- 
L::. r.Jft;/::' qui s' era lempre tenura falda lotto la fòvranità degl' I mperadori d' 0- 
Jìs lib, 1. nenre, benchè i fuoi Duchi, appellati anche Macfiri de'Militi, go- 
'4/. s8. ddTero una piena fignoria in quella Ciuà, e nelle fue dipendenze. 
S(mbra anche cerra, che a [aie imprefa concorrelfero in aiuto fuo i 
N 0/ manni, i quali andavano crefeendo in quelle comrade, gente, chc 
fapeva pdearc nel torbido, e fegui[ava fenza fcrupolo ora l' uno, ora 
l' al[ro dl que' Prmcipi, anreponendo fempre chi gli dava 0 promet- 
t::va di piLI. Nè manCavano a Sergio de i panigiani nella fieffa Città 
di Napoli; e però ne tornò felicememe in pofidfo. Si fa, ch'egli 
donò un de1iziofo e fertile territorio fi'a Napoli e Capoa (fenza faUo 
per guiderdone .del buon fcrv;gio) a i Normann;, con crear Conre 
RùinuJfo capo de' medcfimi, e imparcmarfi feeo. Allora fu, che i 
N ormanni fi diedero a fabbricar calc in quel fi to, che a poco a poco 
divennc um CIt[à, chiamata Ave/fa, di cui fu il primo Conte il pre- 
dt'[[o Rainulfo , c cne fervi di bdlu;u'do da It innanzi contro la po- 
tcnz.a de' Princi pi di Capoa. II [rovarfi pùi così ben agiati e favoriti 
in I talia i N ormanni, e la fama delle lor delizie portata in N orman- 
diJ, :mdava faccnJo venire di colà nuovi compagni nella Campani.. 
a partrci par dclla .Fortuna e felicita de'lor n,lzlonali. Abbiamo da 
(.b) LUþll1 Lupo f'roto[pu:! (6), chc in ql1cft' 
\nno fn mandato in Italia per Ca- 
J!rot h 
J,ata rap.LIlo, 0 lia Generale de' Greci Criftofoi'o; e che BlIgiano con Orejie 
mC rom". r ' C . L ' ) ' ,\ 1 { ' 
 d C ' f1: h 
Ie ne [Orno a oLLanrmo.po I. agglUgne I Uu eeto rom a, c e 
mmft ']u!ii 'VU1it Potbo Cal:zr.mus, fecitque pugttam cum Rayca in Barl. 
Tanto fon corte quel1:e memorie, che non iì arri\'a a ddlinguere nè 
Ie perfone, nè Ie azioni fuccedurc in que' paetì. Tuttavia afT.'\Ì [raluce 
(c) .Ánon'j- daB' Anonimo Barenfe Cc), che dt'lpo la mone di i\le1o ql1cílo Rayca 
mUs BArI1l- fi feee capo dc' Puglidi ribcHi a ; Greci. J\bbiamo di nuoYo to [to 
.fs chronic. queft' Anno memcria di Ugo fl;faf'c/;eft, uno de gli. Antenati d
lla Ca[a 
10m. L V. " d' Elie in uno Strumemo, dato alia luce dal CampI (d), e CCrino colle 
Rer. ta Ie, N r ' c d ' D . l o4.n" r 
(d) CII",P; ot
 legucm I : ,O
lI a ,us gratl.J tl. mperator .nugU!,IIS, 
7n.nø .Æl1Jfl- 
If/cr. tli PÏA- rii eJus, Dco pI.OPI/tO l}ccutJdo, X. Ralendas Februam, IndlEltOlle )( II. 
ccnl.a T. 1. cnc indl..:ano l' anno prefcure. Egli è qui\'i cluamato Ugo ,Marchio ji- 
.APltnJ. tius Þ01f
 me,nOl-;æ Obcrti, qui fuit iltHJ ,1,lilychi,. E' m:il
ljifica )a com- 
pra, 



A N S ^ LID' I TAL 1 ^: 8 r 
pra, ch' egli fa di una gran qU1ntirà di Beni, a(cendenti feconJo la Eu Voi
. 
mj(ura a dieci mila iug,cri, che fecondo il Campi ,hnno ccnto 't'eIJtimil e , ANN. 102.9. 
pertiche. Fra quel1:i beni polh nt:'rerritorj di Pa-:Ji.i, Pir:ZCCiJ::::'i, Par- 
TJl:i, 
 Crcmona, fi comano \'arj CalteUi, Rocche, Coni, e Chiefe, 
de fi truovano poi cooferm,uc nell'anno 1077. da Arrigo Ill. deuo II 
IV. aHa Cafa d' Ette, eosì coll' una mana raunav,1 qudìo Principe delle 
ricchezze, ma co11' altra ne faceva anche parte ai facri Luoghi. Perci0C- 
chë in que It' anno appumo,o pure nel [0
8. come vue. Ie il C\!11?i, fi ûf- 
fervain unaltro fl1oSrrumemo (a), ch'cgh dona all.1 Cartedrale dl P/aèen- (a'.Antiebi- 
za due porzioni della Decima di Ponalbero, e la tcrza alia Chidà di San- tà Eftmfì 
[1 Mdria dc ipft loco Pørta/bao. Molt' altri effctri della fl1a Plet1Ì e mu- P. I. c. u. 
nificenza \'erlo Ie Chiefe ci ha nafcofo il tempo; ma non ci è già 
ignoro, eh' cgli magnificamcnte arricchì I' anuca B.ldla della Pompo- 
fa, (ituata C'ggidl nel dllhe
to di Ferrara, e govcrnata dal viveme al- 
lora Guido Abbate, uomo {amo, di cui s' è parlato di lopra. Arrigo 
II. rra gl'lmper
dori in 
n Cuo Diploma, dol me daw 211a luce nt'1le 
Antichilà Eitenh, e Ceflno neI :'ettewbre dell'anno IC4f. chiama 
eiTa Badia ab Ugone å1archio.'1c magnifice ditatam, e Ie conrerma fjuicquiti 
fibi junior Ugo _Harchio F;/jus Uberti dedit. L'anno in cui queUo Prin- 
cipe mancò di vita, è a noi ignoto. Prob.lbilmeme non molto (opra- 
viiTe clopo I'anno prdenre. Ebbe Moglie, ma non apparilèe, ch'
uli 
lafciaiTe dopa di sè Figlmoli: laondc la Cua eredità pervenne al Ma
- 
cbcfe Alhtrto Azzo I. luo Fratello, fe era \'ivo, 0 pure al Marchelè 
Albcrto Åzz.Q ll. fuo Nipole, del qUJle cominceremo a parlar da quì 
innan7.Ï. Fu rli parere l' U ghelli (b), che Eriberto Arci'Vcfco'i.:O di Ra- (b) Ughtll. 
venna paffalTe a mlglior vita nell' anno 1027. Non ne adduce alcuna Ilal, 
lICr. 
rruova. Ben ceno e per uno Snumento addotto da Girolamo Rolli (c), 1j,.II
n .Ar- 
che fi truova in qudt' aono, .dnn() f2!ta r to Joannis P.pæ, lmptrantc 


;n

' 
ChuOIZrado Anno Tcrrio, die Xl. .ApriliJ, 1mfiélione Xll. Arclvdcovo (E) KuhfUS 
di quella Cinà Gebtardo. III vece di Anno !5<3.Jrto, avri avuro la pa- Hifl DT ., Ra- 
gamena Anno P. 0 pure Pl. e il Roflì per lsbaglio avrà letto Anno 'IIer.". lib. 5. 
IP. egli Hetfo confetìà, che nell' anno fegueme 1030, a dì 6. di GIU- 
gno correva lUttavi4 l' .Anno Pl. di Papa Glovanm XIX. In un Do- . 
cumento, da me dato alla luce (d), Lorna a f.\rfi vederc il I\.-Jarchctè (d) ..Antl'!.u. 
di sura Ode/rico MagnifreJo, 0 fia jWanfredi, il quale fi prote1la Fi- fi:flCó 
if- 
gliuolo di un" aluo Jt1agnifredo Marchel
. Di qucfio Principe avremo 341'. . az, 
occafion di parlare in breve. 


'rom. Pl. 


L 


A.(')no 



ERA Volg. 1 Nforfe in qurO' :tnno guerr:t ffa 1'lmpcrador Corrado, e Stefano, 
ANNO 1:)30. PrImo Re d' Ungheri I. Principe lànro, per co!pa non glà de 
(a) .Amlll/. gli {J'lghcri, ma bCl1s1 de' ßavan-fi lor confinanti (ll). Mulfe Corrado 
Hildes- Un pot
nte cfercito a qu
:Ja v()lra, (' 
1Uf1[e fino al 6um
 Rab. S
- 
JJtlm. , !!UUOn0 f.lCchq:
gi ed incendj sì nell' Ungheria, che nella Baviera. Ma 
. w.p
o /IJ i! bunn Re Srd:'nn. a cui nnn piaceva quett.! brurra mufica, e che 
r,I.l C01Jra-, 
 h '
' d ' - , b ' , { ' d ' I ' 
II 5 ., II rr()V.l\':t :tne c mn:r10re I torzc, con un am .\lclara pe Ita a glO- 
I .l1/(/. ,'inerte' Re Arrigo dimandò p.lce; e quetli d.ll1' i\ugulto Corrado (uo 
Padre l' otrenne Circa qudli [empi Pandolfo II'. Principe- di Capoa, 
in?:r.lto a i bend1zj a 1m compartiti da Dio, tornò ad inJperveriar 
come: prima contra dd nnbilitTìmn Moniíl:cro di l\lontc Ca,lino) nulla 
curand()) che qud f.lcro Luogo t'0lTe lotto 1'1mmedlata fignoria e pro- 
tezion de gl' Imperadori ("). Chiamò a Caroa Tcobaldo Abbate con 
invito d, gran benevolcnza) 
 il forzò a non p:mirfi da quella Città . 
Si ft:"ce giurar tèdeltà dol rutti i fudditi dl quella B.ldia, dillribuì a i 
Normanni, allara fuoi adert'nti, una parte delle Call:ella, dipendenti 
da elfo I\londiero, e diede l' altra in governo ad un cerro Todino, 
uno de' Famigli dd Momllero, che afpramenre cominciò a nature i 
po,,'eri Monaci. In una parola fu ridorro a [al miferia qud facI'o Luo- 
go, che un giorno i Monaci dlfpcrati prclèro la ril'oluzionc d' andarfe- 
nc tutti in Gcrmania a' piedi ddl' Imperadore, per implorar' aiuro, e 
fi mifero in viag:?,io. l\ v vif.no di cio il fuddetto Todino, corfe, e 
tante preghiere e promelfe adoperò, che Ii fece tornare indieno . 
Abbiamo da gli :\nnaJi PJÎani (c), che in quell'anno in Nativitatc Do- 
mhÛ Pi/a cxuJla eft. Di fimili incendj di Ciuà Iraliane in qudli 
e- 
coli noi ne andrcmo trovando da qui innanzi non pochi. Non erano 
aHora mol[e d' cffe Citri fabbricare colla durevo!.:zZ.l e pulizi.l de' 110- 
fhi rempi. !\lolr') legname concorreVa a farle, e in molri di qu("gli 
cd1fizj duravano anCM<i i tcui cflperri di pa,.jha, ficcome ho io altro- 
ve aCcennato (1). Però non è d" fiupire, Ie attaccaro 11 fuoco in un 
luogo, tacilm::>nre li diffondcl1è la fi.lmma fino a pr
nJere ia rnaggior 
part.: delle Citrà. Ahbiam parlJto di Copra cfln ]ode di ll.f.rgfJifredo 
Marchde dl Sufå. Non fi \'uo]' ora racere un farro narra[o dolll' Au- 
t(ln' dclla Cronica dell" No\.aklà (e), Second:1 gli ahufi di quelli Se- 
coli barb.ui avea l' Imperador Corrado, ILmdo 111 Roma, contèrira Ia 
Badia dclh N nva1cfa al N Ipore di S.1I1[' O..hlone Abb.1tc di Clugni , 
il quale per e<<ere giovmetto, dnpo averle recaro non ]ic\'e d.1I100, 
]a concedette in bl:'nl'fizio (probabllmeme per danari) aJ Alberico Ve- 
fcovo di, Comu. QueUo Pl'clato ingordo 'faurinum 'Vmims, tgit artf 
(al/i- 


(b) l.t, 
Qr'limþs 
Chronic. 
:ib, 1. c. S8. 
W' ft1U. 


(c) .An"a/. 
Ps,'".zn. r. V I. 
l/..er. Ital ic. 


(d) .Ami 1:4, 
ll.tlir. DIJ- 
fert. 1.I. 


(
' Cbronic. 
Noval,c. 
P. II. T. II. 
Rtr. IIJI:,. 
pag. 7Ga. 


82. 


ANN A LID' I TAL I ^. 


Anno di C R 1ST 0 MXXX. Indizione XI I I. 
di GIOVAl'NI XIX. Papa 7. 
di COR R ADO II. Re di Germania 7. Imp. 4. 


t 



. 


ANNAL I D'ITALIA. 83 
enllida cum í'larchione fv!aginfredo, & [ratre Juo Ada'rico Præfu/e (d' c\l1j
 , Eu Volg. 
da/()que multo pretio, ut Abbatt'm caperet: quod & fecit. N d dl [egum- ANNO 1030. 
te i Cittadinì di Torino, che am.\vano, ed apprez1.:lvano f0rte queU' 
A hbate, fecero una gran raun.Ha per levar2;Iido dalle mani. Sed p,..e- 
diffus Al,lrchio curtZ turba miÚtare [ræ'VaJuit, interdicms iJlis, ne quid of- 
fendere1Jt. Può el1ere., che tel memalle i' Abb.!te. Nt: ho io Lua m
n- 
zione, acciocchè il Lenore otTèrvi, come in qudli u:mpi la Cinà di 
Torino dovea el1ère loao 1a giurisdi?-ion dd Marcllelc Magmfrcdo, , 
o Manfredi. In qudt' anno trovandoh l' 1m I'erajof Corradù In Inge- 
leim XJ711l. KaJendas Aprilis, A;MO Chuonrt'dj Reg,nantis Sexto, ejuJ- 
tlemque /rllperii '1ertio (a), confermo i fuoi beni e dlrini alla ß,dla di (3):fi Bullaf'. 
Santa Maria di ,Fircnzc, con dlchiolrarla BaJia Imperiale e RegJle. 

 ;;.''tnft, 
is. 


Anno di CRISTO MXXXI. Indjzione XIV. 
di G I 0 V ANN I XIX. Papa 8. 
ài CORRADO 11. Re di Germania 8. Imp. 5. 


S Criv e Romoaldo Salernitano (b), che Anr.o 
1ðXXX. Indiélione XllI. (b) R,- 
Johannes Prinæps Sa/erni deJunUM eft AllllO Principatus jüi Lf/ 11. mua/dus 
& fucceJlìt ei Guaymllrius .fiLius e;us. 1\1.1 è iallato il tt:lto, e in nce SaJern
tan. 
di Johannc
 avrà Ccritto Rom
:\IJo C?uaymarius, cioe Glt
imario 111. 'i7'::tRV. 
Prmclpe dl Salerno. Anchc J Anonllno B.!.renle preíTo 11 Pellegrini Italic. 
mette aU' anno 10 p
 la moTte dl quetlo Principe. In un tci1:o di Lu- 
po ProIofpa[a (c) elTa vien riferit.1 aWanno 101.9. Ma il (uJd.eno Ca- 
millo Pellegrini portò opinione
 che Gu,Üma.rio Ill. conducdre la (ua 
) t 

pus 
' fi II ' d 1 , h - tr . . ro 0}pa14 
vna no a 'anno rreleme 1031. paren og Ice 11 POll.! CJ() rlcavarc in Chronico. 
da alcuni antichi Strumenti. Abbiamo in oitre tanto dail' .-\nommo 
Barenfe (d), quanto dal Protolþata fuddetti, che Menft JUl1ii com pre- d 
henderunt Sarraceni CaJlìanum, clOè la picclOia Cltt;\. dl C4{f,lI1U nella 
ls 
no/fY: 
Calabria; e che nel di 3. di Luglio [->oto Catap,mo de' Grcci venne fis T
':
t';.. 
a battaglia con quegl' Infcdeli, e rellò fconfino con la!clarvi egtl la B.t;. Italic. 
vi[a. Palsò alia glOIia de' Beari in quell' an no S. Domenico Abbate del \e' ,leD , 
Monillero di Sora, appeHdto da Leone Oltien(e (e) mirabllium patra- 

:1f: In 
tor innumerum, & Crzrj,biorum fundator m:ÛtoYlim. J 1 Sigolllo, e do po lib. 2" c', 62.. 
lui Angdo dalla Noce (n Abbate Calinenfe, tlimarono OomcllIco (f .Angelus 
Sorano 10 fiel1D che San Domenico Loricato. Ma anlhrono Jungi JaJ de Nuce m- 
C ' h Co .
 I ' d ' - It L ' ,NOIlS ad 
Vera. erto e, c e lumno uue per one lverle. oncato volo al Chronic, 
Cido nell'anno 1061. comedlrJttamente olTervò ilCardlnal Baronio (g). Ltonis O. 
o lìa che íì pentillèro hn.dmeme i Venezioini dell' afpro trattamcllto ftitllJìs. 
da lor fano ad Ottone Orjèolo lor Doge; 0 pure che s' mfalliJlflà'J 
g) BarlJ l 7
' b 
d I d . P ' B b 1 I ' 
 ' 1 D in .A nn,/ I . 
e governo I Il'tro ar ()santl a UI tulLltul{o ne UColto; 0 rUle, C7' in Mar- 
come è più rrobahlle, che prevalefJ"e la f.lzion de gi! Odeoli: certo l'YI'ologio. 
è per atrellato dd Dand::JJo (h), ch' ellÌ prefo in que It' anno il fudJeuo t h Dandul. 
Pietro Doge, lè:nza faponata gli levarono la barba, c vdbtolo da Mo- ';. c;;

n


. 
L z. naco, lla/;c. 



8 fAN N A LID' I T ^ L I A. 
I
>. Vol
. naco, it mandarono in efilio a C()ftaminopoli. Q1indi inviarono alla 
,<'\"NU 10 3 1 . ndra Ciuà di Cofiaminopoli Pilale V cCcovo di Torcello con bello 
accompagnarnen[() a ricondurre di colà Ot/one Ol'jèolo per rimenerlo ful 
Trono Ducale. Ima.uo diedero il governo della Terra ad Orfo Or- 
[colo Patriarca di Grado, e Fr:nel1o d'dro üuane, uomo di gran fen- 
no e generofità, H quale per un' anno e due Mefi fece da Vicc-Duca 
con molra fua lode. 
(a) AlztilJu, Duc Diplomi ho io d,lto aHa luce (II), che in quetl' anno otten- 
l:alzc. Dif- ne dall' -\ugulto Corrado Uba/do V dcovo di Cremona, amcndue dati 
fm. 8. J.' I. Kalend.1s "'fartij An'1o J)ominic
 /ncarnatiollis Jl,lXXX I. Indiflione 
u l
. X fill. Anno aulem Domni Cbuonradi Secundi Regnant;s P /. Imperantis 
'l."ero II l/. J1il,I1n Goslare. In turti e due quelli Documemi è notato 
I' Anno Sefio del Regno, e confeguentemente pare adoperata I' Epoca 
del Regno d' Italia. l\1a di quì rifulrando, che la Coronazione Italica 
di Corr,.do farcbbe [eguit;1 prim'1 del dì 26. di Febbraio dell' an no IQ26. 
(b) Her- converrà me g lio inter p retare Ermanno Contrano (b), allorchè ad dfo 
rnazzl'lus .. . 
Cenzrlftlus anno 102.6. fcnvc, che Corrado CIrca tempus !'<!fadragefimæ mm exerCllu 
izz chronico. Ila/iam adiit. Diede hne in quc:ft' anno in Filcanno aHa fua lànta vita 
(c) }.Jabzll. Guglielmo Abbate di Di ] ' on in Francia (c), celebre nella Storia Mona- 
In Allt.'IIl 11 1 r. v , , I J:. d . d . ''' 1 ' (l ' fi 1 . 
E ..."iÉl, " Ica per e lue IfIU, e per a ron aZlOnc I van L\- OI11Llen, ra qua 1 
011 n. quello di S. Benigno di Frunuaria in Pie monte , e per avere intro- 
dona la rifmna in aíT,1illimi 
10niaeri mallin1.101cme di Francia. Gla- 
(d) 
laIJt
 bro Rodolfo Cd) fuo comcmporanco, nella Vita, che fcriíTe di lui, 
f
/T"aD
z- aucfla, tale ellère llata la fama e (lima d' e(]() Guglielmo Abbate, 
:
o
.z IIp.:d C....) tll cunfl:ls l.!Jtij ac Galliarum Provincias ip(itls amor ac veneratio pe- 
Mabillon. fJttr.:lret. Nam Reges ut Pat rem , Pont;{ices ut Jlagiftrtlm, Abbates & 
lvfonachi ut Archai.gelulJt, omnes in commll/le lit D.:i ìJmicum, fu
que 
Præccptorem jà/utis h:Jbcbant. N e ho faua 01': IIzione, perch' egli fenza 
dubbio fu di nafcita Italiano. Sccondo la tcfl:imol11anza del mcdefimo 
Glabro egli n,1Cque nell'Ifola di San Giulio dellJ. Diocefi di Novara, 
nel tempo Ile(]() che Ottone il Grande a(fediò 'ViHa Moglie di Be- 
renga:-io Rc d' 1t.11i:1 in quell' Ifola del Lago d' Ona: i
 che, ficcome 
abbiam vedmo, fuccedette nell' anno 962., Ouone nello dopa la prefa 
(11 que! Luogo il tenne al facro Fonte. Non s' ingannò Glabro in ifcri.. 
venda, ch' cgli morì neH' an no prefente (0)1. in cd. d'mmi (cttrmta; 
\e) M,t.ill. ma ingannoffi bene il Padre Mabillone (t'), \'olcndo qui l:orreggere 
_-fnnßI. Be- Glabro, quaGchè Guglielmo avelTe dovU(o oafcere nell' anon 961. per- 

:
;:l;gt: chè moho ben G verifica, ch' egl
 folTe nato nel 96z.. . e che 
el pre, 
fente lOp. egli folTe entrato nell anno fenantefimo dl fua eta, ben- 
chè fia vero
 che Bereogario morì molto più tardi di quel che fup- 
pofe 


. 


(....) ehe il di lui alJt(}rc e veneraÛone penetrQ tutte lø Provincie del La-do 
e delle Gallic. /11Iperocchè ; Re come Padre, ; Ponlefici c
me Jl,laeßro , 
gli ibbati e JHonaci come un 
1rcan1.elø, tutti comunemente 10 fi im ø v 4--- 
1IQ c
me amico d' Iddio, e lvIae/lro de!la 19ro fa/ute. 


.,. 



ANN ^ LID' I T ^ L 1 A. 8, 
paCe Glabro, Se vogliam c
edere a Sigebert
 (A), in quell' an
o 

- EllA Volg. 
1m Ius & Riehm"dus (N oblh N ormanl1l) mmuend{/! dOinO multztudm
s ANNO 1Q3! 
1\7 ' d ' ,17: A l ' & I l . , (a) SI!,ber- 
cau./fa, hoe tt'mpore a .J. Y ormtmma zgre.iJZ, .npU lam expelunt, ta IS tn- IUS in chr,- 
ler {e diffidentibus, dum alteri eontra alterum auxilium præflanl, hac op- nil'. 
pØ1 iunitate Italos eallide & fortiter debella/zt, & JueceJ!us urgendo JUfJS no- 
Men flJ:un dilllt,mt, & futur,e proJperitatis fibi 'l}jam para
t. Se, comc 
io credo, e fi raccoghc Ja ahro (Ïl:1èguente luogo, Sigebeno \'uole, 
c.'he RoIerto Guifc{Jj'do nell' anno prefeme daJla Normandia pa(fa(fe in 
}>uglia, egli r.lccoma delle fa vole . N è in quefii tcmpi fu gUtrra in 
Puglia, nè ffa i Principi di quelle comrade; e noi vedremo a fuo 
tcm po, quando e(fo Robcrto venne in Italia. Ma forCe pula di un 
dircr[o Roberto quello Storico. 


Anno di C R 1ST 0 MXXXI t. Indjzione xv. 
di G 10 V ANN I XIX. Papa 9. 
di CORRADO ll. Re di Gern1ania 9. Imperad. 6. 


C Efsò di vivere in que 0:' anno Rod()lfO 111. Rc di Borgogna, fo- 
pranominato il Dappoco, ièm.a lafclar Figliuoli. A veva l'gli per 
cura del f.uuo I mperadore Arrigo riconofciuto per dominio dipenden- 
te dall' Imperio il fuo Regno, (b), 0 pure pl:rchè ciò fi pretendevJ (b) DitMlJr. 
farro ne'tempi infino di Arnolfo Re d. Gcrrnania, egli venne a fug- i,! Clmniu, 
gettarlo di nuovo all' Imperio. L' lmperador Corrado mJggiorrneme firin- lib, 7. 
fe quefio affare, ufando anche della fon.a, con indurrc Rodolfo a pro- 
mettl:re di :lvcr per fucceíTorc in qud Regno 0 lui, 0 in fuo luogo 
il giovane Arrigo Re, con prctenderlo ancora per Ie: ragioni di Gift/a 
o Gis/a I rnperadrice fua l\log1ie, N ipote del fudde:no RodoJfo (c). 
Ed I:ra ben va1to e fiorito quel Regno, pc:rchè da Bafilea fi ficnde- 
va fino ad Aries e a Marfilia, con abbracciare la Provenza, Lione, 
il Delfinaro, ed alai paeíi (d). Ne fu poruta la Corona coll'altrc Re- 
gali inlègne, e maffimamenre colla Lancia di S. Maurizio all
 Augutto 
<":orrado. !vh Odone 11, Come, 0 fia Duca di Sciampagna., pc:rchè 
Fighuolo di Berta Sort:lla del defunro Re Rodolfo, pretcndendo a 
qudJa eredità, fi prevaHc della congiuomra, che clTo 1m pc:radore fi 
t1"QVa\'a impegnaro coll' arrni nella Schiavoni:}, 0 per meglio dire, nel- 
la Polenia comra dl Mificone Re, 0 pur Duca d. queUe: comrade; 
ed emrò in pof1ef1ò della Bvrgogn1. Pl:rciò Corrado s' andò preparan- 
do per fdre nell' anno fegucme una difguftofa danza neJ rapito a Jui 
Regno. Abbiamo [pename a quefi'anno un Documemo, che ci fcuo- 
pre, chi folfe nc'tempi prefenri Duca e Marchefe della Tofcana. 
Pubblicò l' Ughelli (t') la fondazi.onc de: Canonicari fana nella fua 
Chie:fa da Jalopa Vefcovo di Fiefolc:, Ål1no Dominieæ Incarlf4tionis 
MXXXfI. Imperii Domni Conradi Augufli V. lndiElione XV. Dice dl 
far quell' opera per Ja falute de gl' lmpc;radori, e fpe7.Íalmeme di '\1'- 
rigo I. 


(1:) winø 
i" 1';'<2 CDn- 
Toldi 
;Ill:â. 
(J I Glln rh,. 
"U 1.lgunn. 
lib. 5' 


(e) 'Ugh,/l. 
1r.1/. Sacr. 
TDm. III, in 
Epif;:op, 
F
Ju.An. 



86 ANN A LID' I TAL I A. 
P'RA Volg. rigo r. fra gli Augulli, che I' avea promorfo a quel1a Chief a . NecnolJ 
ANNO 1032.. pro fà.'u/e Com"adi Sere"ifjimi Impera/oris fe/ids memoriæ (così du:-evano 
aIm ancora de' Pnnci pi vivenu) (uæqile Conjugis Gislæ .Auguflæ, & fi- 
lii ejus H. necn01l_ BDnifaâi SerenijJìmi Ducis & MtfrchjDnis Tufciæ. Sic- 
chè probabil cola è, che fin nell' anno 101.7. Rinieri M.trchefe dl To- 
fcana, volcndo c
zzare col Re Corrado, con etlere poi necellitato a 
renderfi, decadeHe da quc:l Ducato, e che Culle rovine di lui fi 011- 
za(fe it MJrchdè BMifaâo, Padre dell.1 gran Conrdlà Matilda. eo- 
munque [iol, l' abbiamo DUC'1 del/a crofèana in qudli tempi. Tornaro- 
(3) Dilndl
l. no nell' an no prcfcnre gli l\mbafciaton (..), Cpediti dal Popolo di Ve- 

 ;tro;/Co nezi.! a Co[tal
tmopoli, per ricondurre dl colà il già efili:1to lor Do- 
l;.;/Ca
. tr. ge Ot/one Orje%, c(,lIa nuova ch' egli avea dato fine alia fua vita in 
quella Cmà. 11 pcrchè Of[o Patriarca <31 Grado Cuo Fratello, tlata 
V Icc90ge per lIlI' anno e due J\lctì, rinunziò il governo. Col favore 
di poca pane dJ Populo s' inn ulè neI Ducolta Domenico Orfto '0, e ma- 
le per ill!; pel ciocche non andò molto, che formarafi una potente Col- 
klt3zione Cl mra dl lui, t"bbe farica a lalvarfi con ririrarfi a Raven- 
na, .Jove lafciò poi Ie rUe o(fa. Girolamo RoOi (b) mettc la fua fuga 
e m. 1 m: nell' aOllo 1024. 
1erita ben PIÙ fede in quello Andrea Dan- 
dolo, dillbenre ScrÎtrore delle cofe della Parria lua. Fu dunque crea- 
w Doge ,.11 VenezJa Domenico Flaballico, che allora fi rrovava in efi- 
110: con chI: ccff",rono [U[[I: Ie fazlOni e dilcordie de'VcnezianiA Que- 
fit, tog s 1Ugne 11 Dandolo, a Coflcmtino ÃuguJlo Protofpatarius ordina- 
IltS ffl Ma dove-a duc da Romano .Argiro, 11 quale IIC:U' anno 102.8, era 
fucccJuro a Coflantlno ndl' J mperio d' Oriente Per atteHato dl Lupo 
l-'lOtolpara C,), edell' Anonuno Barenfe (d), in quell' anno, il mede- 
fimo Roma,Jo lmperadDr dl:' Greci mandò per Catapano, 0 fia Gover- 
l1.1tor 
t'nerak de'iuOl :)tati in ltalia, CoflantinD Protofpa/a, chiama- 
LO ancora Opo. 


(b' l(:tbt!1J 
RIft, Ro1V. 
lit. S. 


(c) LUp:'H 
Pror
fpara 
in Chro1J/Co. 
(d)... no"y"" 
1Jli r tnfis 
Chrønie, 
7'0. V. Rlf. 
1141". 


(e) RubtNI 
HiJf. l!.1l'IJ. 
lib. S' 


. Anno di C R 1ST 0 MXXXI I I. Indizione I. 
di BEN FOE T T 0 IX. Papa I. 
di CORRADO II. Re di Gcrmania 10. Imperad. 7. 


O L
r
 a quefi' anno non pafsò I
 vita, di Papa Gio'VlI
ni ,X IX. Non 
Ct e noLO II glOfIlO e Mefe, In CUI egh ceiso dl \"Ivae. Ben 
fappiamo, che ebbc nel MeCe dl Giugno per Succelfore nella Catte- 
dra di S. PJe
;"1) Benedc//o lX. Adunquc uno Srrumemo acc
nnato d
 
Girolamo I
offi (,), dove fi Iegge it fuo .Anno '1erzo n
l dl 2.r. ,dl 
Giugno dell' anno tegueme, patlfce ddlc difficulrà. Agglllng o dl pm, 
ch
 nel ßollario Calinde, e ne gli Annali BenederriOl del Padre M
- 
hillone fi rruovano Documenri, ft:condo i quali parrehbe, che eno 
Benedetto IX. aveffe confegUlto il I'omificaro n
11' anno pr
cedem
 
e non già nei prdente, Tali nondlmeno e tanti tono gh aim, chc Cl 
afii- 



ANN ALl D' I TAL I A. 87 
a(1ìcurano, avcr'cgli folamente in qudl' :1Ono confeguita la dignirà Pon- ERA \' olg. 
ti6cia, che non credo fi poffa dipanire dall' oplllione fuJderra. Ora ANNu 1033. 
l10i troviamo quet1:o Poutc6ce fommamenre (Cïed;r:1to nell.! Srori,l Ec- 
cldja(bca Egli è appc11aro da Glabro (a) Nepos duorum, BenedlEli {a' GIJ1IJtr 
atque Jobannis (Romani PonrcficÎ) Purr Jenne de,-mnis, inte,-cedente Rift. IIi. 4, 
the/J,:tI"orum pe:unia, e1eElus a 
omtlnis. N on par notJ7.ia licura, cn' e- 'lip. 5. 
gh foffc di eta sì tenera. Dicono 
\ncora, che fi chiam:wa prima 
eo- 
fi/atto. Anche di qudlo io dubiro, fembr.mdo per Ie notizic da me 
aJdotte altro\.'e, che non egh, ma Bmedetto PIll. fuo Zio port'lffe 
qudlo n',me. B-1 btn ragione dl dar quì ï nelle fmanie il fì Cardjn d 
1 
a: (b) lJaroø 
romo (b) contr'\ di qudlo mofiro, can 13 vlamcme con ur:tre .lpOI I in Ann..lib. 
neU1ICI d..ib Chiefa Cauolica, che dl quì prendono morivo d. Ipar!a- E(dtftafl, 
re JdJa Chlda Romana. Non lalèiarono m1i, nè Iafciano Ie Chide, 
e ipczl.llmcnte que:!a, che è Capo di nine, d' effere f<lcrofanre e vc;- 
nerablli, ancorche t;.lvolta Miniltri indegni ne giungano al governo. 
CúSI du;o anche aHora in curti i f.wj Crilbam I.! Vener.lZlOne dovura 
alla Sede A p,1Iiollca, tUaochè ciol[cun diCapprovaffe e l'ingrelTo e la 
vita dl qUdto Pumdìce, chc fu verameme eCecrahile e fporca. ( vi- 
2.j de'iaLfI P,lIlori non ion già vizj delle 101'0 S"die. P,,(1à anche il 
C.1rdind.le Annaiiila a riprovare, 
 meritamente, i Princiri del Seco- 
10, quaior vugllaoo mcuer mJno nell' eh:zione de'lommi Ponrdici. 
Ma, e, dol vedere, fe quctlo folfe il Iuogo di dar qudlo ricoI'd,) a i 
Princi pI. hue PIÙ ton a , ch' egl i doveíTe ricordare a i fUQi E.leuori 
di aVt..r gli occhi CoIaml'nre d Din, e al b
ne della Chief.'l, e non gtà 
allo iplendor dell' oro, nè a' proprj \'amaggi. Nell' clezione dl Bcn_e- 
detto IX. muno Principe ebbe nuno. L' oro fu il Principe, che t.;- 
ce eleggerJo, e da qUt i10 Tir::mno, e, non da violenza dl Pnncipe al- 
cuno, 11 lalì.:iarono qud1:a volra abbaoliare II Clero e Popolo Rom.t- 
no. .-\b-bidmo da. V ittorc III. Para [;), che quello Benedetto di no- 
me, ma non di fani, cujufdam 
1/berici Filius (Magi potiu! SimolJis, 
quam Slír'o;lÎs Petri vefligia jèflatus (non pm va a Patre in Populum pro- 
firgtua pecUilÏa, Iummum jibi Sacerdotium vendicavit. Cujus quidem poft 
a
ep
um, S"c.r
ot,;ulIl -:.;ita quam turpis, (pam Jæda, fuam exfècmllda ex- 
luUIt, h(J,rej
'o refeíTe. t\la aHora pur HOppO la Simonia facea gran- 
de Itl àbC nun in R',>ma folo, m'l per tutta la CriHianità. Ed db più 
factlmc
lte ancor a mc'[[ea Ie z
m pc nell' elezione de' Papi, p::rche a 
quc,la Intt"l'Vemva anchc il Popolo Secolare. Lodiamo Dio, chc que-, 
1rd m.u' LI bd, lemprc dctcllara, Cempre fuimin lta. d]lla Chicf.\ C.tuo- 
hCol, novo ù"': It a pochl anni de gli zdalhil1ìml P.\pi, ch:: fcriam
'n- 
te aaelt:lo a IrddlcarJa; e \oJiJmnlo, pcrchè a miO'bor' orJlIle ridotta 
l' ekZlO11 de'Romani Pontefid nan prù fi ve .J(J'')
o nella S:::dia dl S. 
hcrru perl?nJ.ggl, che in vec
 dl edd;cJre d
fru3
'1
,), nè Velcovi 
nd
' aitre Chl
IC, mancanri aflàtto dl qndle bt"'He d Hi, che S. Paolo 
dehdt:ra ed ef16e 111 ogfli f-lcro Pallorc JcIla Chiefa dl Dio. 
Nd Gcnl1alO ddl
 Anno prefente íì troVava in B dìlea l'lmpera- 
Jar Corrado., com\: colta d", un fu() Diploma pubbltcato da me (d). 
In quc:l- 


(c\. 1':8" 
11:. P,'pa 
Dia!ogilr, 
lib. 3. 


Cd) .Antiqu. 
11 die, Dif- 
ferl. II. 



88 AN}, ^ LID' I TAL 1 A. 
E
 A Vülg. In qu
lIo ftelfo. Mefe:, per :mcf1:ato di \Vippone (a), egti molfe l' \r- 
AN

 10 33, nut:, iua verfo 11 Regno ddla Borgogna, per ifpo(fdfJrne OJane Conte 

:)v
:/'
 _ 0 fia Duca di Sciampagn.l. Arrivato nel giorno della Purific.\zion del\a 
ratli SIiJic;..v crgine al MoniHero Patcrniaco, quivi da buona parte dc"Grandi d' e(fo 
Rez.no t
1 ri
onofciU[o per, Re, ,e n 7 rlcev::tte la c.)rona nel giorno 
fie: 11 0 . S accmfe a:1cor.. all a<fedlO dt alcu'1'
 C.t!lelb; m.l sì fiero e 
firaorùinario fu it freddo in 'ludic pani, che converme ddìí1:e:re e ri- 
(ir:!rfi . Torno(fcne dunque ind,etro, e trovandofi nel Cafidlo Turci- 
co, vennero ad inchin:lrlo la vedova Re,gim di Borgogna Erme1
f!,lrd,l, 
con altri non pochi Borgognoni, i qu III aveano f.ma Ia vja d' J talia 
per timor di OJone. VenU[;l pOI la State, l.lmperadorc in vece di 
l'urrar I' armi contro il Rcgno dcl\a BorgngnJ, andò a dirirrura a cer- 
eal' Odone in ca::'1 fu.l, ei<lè nell,\ Sciamp,lgna, dove sì terribil guallo 
diede, ehe Odone per nccdulà vel!ne a (rovar Corrado con tl1t
a u- 
miltà, e a ehiedere p
rdono, con promencr qucllo, che ficcome uo- 
mo di mala f
dc non voleva efeguire. Contento di qudlo fe ne tornò 
(b)Baron.;n in Germanta Corrado. ImmlginolIi il Cardinal B:uonio (") per un raf1"o 
.Ánnal. Ect. mal inrefo di Glabro, ch' eOo Augullo calaITe in qudl' :\nno in Ita- 


)C;,
f:.141 lia. Ciò è HOppO lontano dal \.ero, come avvcrtl il Padre Polgi (c). 
Baron. A nche il Padre Daniello (J) finJilramenrc inrerprCt3!ldo un a!rro polITO 
.d .Ánnllm di Glabro, fi credctte, chc 11 Popolo di !VIilano ribell.1tofi aU' Anguno 
JX 38 . . I Corrado, fpediITe nell' .-\nno prctème Ambdfci:ltori ad off'rir la Co- 

ift
;e1Zlje rona d' ha1ia a1 prcdcuo Odone. Ciò fcguJ molra più tardi, ficcome 
Erance. vcdrcmo. Erano in quetb tempi i MilaneG lomnnmente atnccJti e 
fedcli aWlmper:1dore. Nè fi \iuol tacere, che pcr atteí1:a
o del Cud. 
((:1 
lll/er delto Glabro (e), in quett' anno comlOciò per la prima volta ad udlrG 

,.. s: . 4. 11 nome della Tregua di Dio, propolla da i Vefcovi del1e Provincie 
di A des e di Lione, che pot fu Ibbilita più tarJI, ed anche abbrac- 
data da mold in I talia. Erano 
lIora non meno in Franci,l, che in 
Italia, in ufo Ie gucrre private. Cioè permdtc\-' ano Ie Leggi, il po- 
terfi vendinre de' nemicl, da che il lor fallo era parente e conofciuro 
da' pubbllci i\1inìllri. Però Ie dilèordie e vendette lì tramandav:1no a 
j FIglilloli e N iroti, frcquentlffimi crano gli ammazzamenti, e i pilI 
camminavano coW armi, promi tèmpre alIa difclà cd ofTèlã. Fu pcrclò 
in qucfii tempi fatt:! parob, e poi conchiulo nc:ll' Anno 1 :)41. che in 
(f') Hugll akuni giorni di qualfivogiia ferrÎmana (f) per amore di Dio niuno 0- 
Fla'Vlr.IA
 la(l
 di fIr d.mno :Ilia vita 0 alia roba de luoi nemici. Fu impona la 
.enf In chr. fcomuruca e I' efilJO a chi accewna quelh Tregua la tra
gredlffe di- 
poi. Sulfcguenrcmente fu in alcun luogo abbrcvlato il termine dell:t 
(g', Du-can- Tregu.l con a1tre regole, delle quali è da vedcre il Du-Cangc (g). Ne 
l
 In GI'Da- parla anche Landolt
') Seniore (h), S[Orico Milanefe di queHo Secolo, m:\ 


) i:;

:- con qualche diff"ercnzJ, lèrivendo, che a' tempi d" Enbeno 
rciv.c[covo, 
[-IS lemflr Lex fanEl
, at'jue lU
:ldatum novum & bonum e C.elo, ut janElI 1
I1'1 affirue- 
l!iPor. },je- rU>zt, om11ibus Chriftianis tam fidelibus quam znfideiibus data eft, d,ems: f:<3a- 
.! .l,,

 I, 1, tenus omn
s homines fteure ab bOla pl'Îfi1a Jovis I4ftJiie ad primam bDram, diÛ 
J. LUiJtC, cMJuftumlJue culpt! forent ,Jua negotJa agentes permanermt. Et tl'tleun- 
'jue 



ANN A LID' I T ^ L I A. 8
 . 
fIN hallc Ltgem offendermt, videlicet 'freguam Dei, fj/l
 mifericoraia Dømi'1i E II. A VoIg. 
'IIofty; Jefu Chrifli terris noviter apparuit: proeui dubio in txjilio damnatus per ANNO IOJj. 
aliqua teliJpora panam p.J,tiatur eorporeJm. At qui eamJem ftrvaverit, ab 
Qmnium peccatorum vinctllis Dei miftrir;oraia' abfòlvatur. Fu faggiamcnte 
penfata e introdotta Ia Tregua di Dio da i Vefcovi di Francia j ma 
Landolfo ci fa imendc:re, ch'dfa era venuta dal Cicio, fecondo il co- 
flume di que' tempi, ne' quali ogni pia ifliruzione fi fpacciava come 
miracolofa e mandata dal Cicio con qualchc Rlvelazionc. In quell' 
anno IX, Kalendas Februarii trovandofi l' Augu(io Corrado in Ba1ìlea, 
confc:rmò con fuo Diploma (II) tutti i beni e dlfÜti del Moniílc:ro Pa- (a) r.Anti q f1. 
vcfe di 5. Plctro in Cæ/o aureo. 
 , til t '" DI(- 
J,r. II. 


Anno di C R 1ST 0 MXXXIV. Indizione I I. 
di BEN E D E T TO IX. Papa 2.. 
di CORRADO II. Re di Germ. I I. Imperad. 8. 


S I credeva I' Imperador Corrado di avere in pugno il Regno delta Bor- 
gogna, chiam.ItD anche AreIatcnfe, perchè Aries era cna delle Cmà 
primanc d' c:Oò. Ma Odone Duea di 5ciampagna, mancando aile pro- 
metre, fèguitò a fignoreggiarnc una pane, e ad inqui.:tare il rlma- it w; 
neme (b). V idcfi dunque l' AuguHo Corrado forz3to a ripigliar l' ar- 
n) Yi/P
:n- 
mi, e per non avervi piu a cornare, rauno una patcnte Armata in radi Saliâ. 
Germania, e un' altra d' Italiani ordinò, che mlrciafTc a qudla volta. Hmnalt- 
Expeditis creutoni&is & Ita/icil, Burgundiam acutt! adiit. 'reNtolJeS ex UlltI- nus 
ontr h il. 
I A h ';
 ltl. d ' ,r. TJ. ' b ç
 0 j I " flus,n e r. 
parte, ex a te
a .nr
 ,lep'.Jcopus IY.J.e ,lo/ane11.J1S Herl er!us, \.:I c'!ttrl ta lei, sit, e! er- 
duElu Hupertl C01llitII de Burgundla, u{que Rhodanurn fiavlum con'Vene- tus in eM'. 
runt, Pada qui nominarameme \Vippone di Eriberto ArÛ'j;efto'Vo di 
Milano, che andò come Capitano di quclla fped'zione íecondo gli a- 
buft di quefii tcmpi. A tale impegr:o Ii può annbuirc l' aver egJi in 
quell' anno o.Alenft Martii, IndiElione 1/. provveduto a' CU01 tcmrorali 
affari per mitc Ie disgrazic, chc potdfcro av\"enin:, con farc I' ultimo 
fuo Tdbmemo. Leggefi qud1:o Jato aHa luce daW Ughelli (c), e dal 
C) r
r"ell. 
Puricelli Cd), dove cgli fece una gran quanut à d, Iegati pii aHe prin- ;a::'. l'::.r' 
cipali Chicle, 'e a tutti i MOOlth:n di Milano si di Monaci, che di in .Archie,i- 
Monache. Conviene ora agg1ugnere, che olue ad Enbcrto Ú diH:infe (cap, Mr- 
in quell'imprefa Bonifazio Duea e Marchefe di Tofcana, Padre delta t;.ala;. . 1 
ContdTa Matildl. 1\molfo (c) StorieD MlIan-:fè, allora vivenre cosi ne liu
 J.::;:- 
parla: E 'Vicino auttm Itali
 cum Optim.Jtibus cæteris eleEli Duces ince- ment. Bafil. 
dunt ,ftilictt Præful Hel'ibertus, & egregitlS lil.1y,hiQ Bonifacius, duo lu- .Á
braflim. 
min
 Rtgni. Duce;Jtes Langobardorum exel'citflm Jovii montis m de,a juga H (e! p .A
n d u!f:. 
.r, d ji h '" d . d C f'. ".e " 
tra"./cen unt, lC'jue ve enzentl IYruptlOne terram mgre lenteI, a æ,mem l
n. I. 1.. 
uhue ptrvmiunlo 51 do\"ca [U[[ó1 v ia preparare per quclb fpedizione il 
Marchele Bonifazio net di 17. dl Marzo, deczmoftxto Kalendas .dpriJiI 
del!' anno prefcnte j imperciocchè ttando in Mantova) ivi feee una per- 
cr6m. YI. M muta 



. '0 ANN A L I Dr r TAL I A. 
Ea,. Vo1g. mura di varie Cafi:ella e poderi con un certo Magifredo. H,tffi qud1:a 
ANNO 10,14. nc:lle Antkhità. Italicht: (<I), Ora l' Imperador Corrado con taO[o sfor:r.o 
(a) fintl'!. d' r. I C ' . d G 'n G l 'J P . , d . 1 
ltalie. DiJ. 1 genre prCle a ..uta I rneur:1, e 10 ci/a ero NO. nnClpe J qlJ
 
ferr. JJ. pacfe, fiecomc ancora Bur'I','do Arcivcfcovo di LJOm:, Uol11o fcellc- 
rato e f.'1crilego, fe crclliJmo ad Ermanno ConU,l(to. 10 fomma tal 
[crrore portò in queUe comrade, ,he non vi rdtò perCona, che non 
fi renddfe a lui, 0 non f()ffe çlt:erminata da lui, con venire aIle jue 
rnani tutto quel Regno. Dopo di che per .. Alf.lÚa fe ne [ornò Iß 
Gcrmania. Apparriene all' Anno prefente un Diploma dl Corrado A1,l- 

&

b::: gufio, .inferi[o da Girola,mo R
ffi nel
a. fua Sto
ia di I
AVenna (b!, 
'<(en>>. J. S, con CUI concede aHa Chlefa di e(fa Cm3, c: al tuo ArclVdcovo Ge: 
heardo (andato anch' egli, corne fi può immaginare, coUe fue genn 
alia gmrra) Comitatum FR.ventinum Ckl1Z omni diflyjfht fllo, {3 Legali 
Placito & judicio, omnibusfjue publicis funElÙmibus, angariis &c. haflf:llUS 
juri Re,
iJ legaliter affine-milJUs. Fu effo d<\to Pridie KalelllúlS Mail, }.",. 
Jitlio1te /I. Aifna DDminice Incarnationis A1XXXIr. Anno autem Domni 
Chuonradi Secundi, Regni Decimo, Imperii "Vero OEla-z:o. .dé!um Rati- 
fponæ. Era aHora in polTeffo del Conrado di Faeoza Ugo Conte di Bo- 
log{}3. Per cagion dunqu
 del Privilegio fuðdc:uo, dfo Ugo Come 
Del 
: 2.1'. di Giugno ddl' Anno prefcote cedeue pub
licamtnte a\
' 
ArClvefcovo Gebeardo il fuddetto intcro Contlldo d. (, aenza, con n. 
ceverne poi l' inveftitura delJa merà dal medcfimo Prelaw. QU,dti fon 
fcgni chinriffimi, che l' Efarcato di Ravcnna era in quelli tempi, co.. 
me anche I' abbiam veduro pt"r [anti noni addietro, (0[(0 il dommio 
immediato de i Re d' ltalia. fr-nza che apparifca, che più vi avdTero 
dominio, 0 vi pretc:ndeffero i Romani Ponte6ci. Non meno dell' ..\u- 
guilo fuo Padre fi fegnalò il giovanctto Re .ArrigD fllo Figùuolo, in 
quell' Anno, con avere riportate due vittor;e contro i Boc:mi, e mdTo 
al dovcre Olderictl Duca di quella Provincia, ed alui ribelh all'. m. 
.perador fuo Padre. Seguì nell' Anno preteme, 0 pure neli' antc:ce. 
(() .Antiq. dente uno Strumento fra Ing<ml! Vefcovo di Modena (c), e BonijR.zÙJ 
IIIIlÚ. Dif-- chiararmnte appdlato Marchio & Dux TN,{ciæ. Jl Vefeo\'o dà a Bo- 
fir/. I. nifJzio,. e a Richl/da Cua Moglie 
 duc: eattc1la, cioè Clagnano e Sa- 
vignano a titolo di L;vdlo; e i due Conforti cedono al Vefcovato 
di Modena ie: due Corti di Baioar.ia, (oggidì BazovaM), e del FoJ!at, 
tiel Re colle loro Cafiella. Conferrnò l' AuglJfio Cowrdo" non to fe 
in q udto 0'10 altr'tnno, i fuo1 beni aHa Badl:l di Flrenze con Di- 
oo
 AI 
If,lli Cr.". ploma, pubblicato dal Padre PuccineHi (Il), e, daro I/. Nonas maii, 
J,ll" Øa- IndiElione.ll. Anno DominicL Incarnationis MXXX1/T. AnnD au/em Do- 

I. Fiorent. mni Chuonradi Secu1fdi Regnantis X. bnperi; 'Vero PIll. .Aflum Rade- 
sb(Ju, QueUe Note Cronologiche fono fcorn:tte. 


Anno 



ANN A LID' I TAL I A. 


91 


Anno di C R 1ST 0 MXXXV. Indizione I I I. 
di BEN E 0 E T T 0 IX. Para 3. 
di CORRADO II. Re di Germania 12.. Imper. 9. 


S Econdochè 
'ha da Ermanno Contrauo (a), neU' anno prefenre .FM VoJ
. 
ÂdelberD Dux ICarenlan; & Hiflrite (Marchefe ancora della Marca ANNO 103>' 
di Verona) amiffa Imperatoris gratia, Ducatll quoqu, pri'Vatus eft. W ip. (a) Ii-erman- 
pone (b) parla di qudto f.'mo all' anno 1028. e (cflve, che eífo Adal- 
';:s r:;:ow:::- 
berone fu mandato in dilio. Diede pofcia l' Imperadore 
ell' anno fe
 edis.'
alrit 
guente, per anefiaro del medefimo Errnanno Contratto, II Ducato d. 
b) 
1f:ppo 
Carimia, e d' I t1ria, e per confegueme al1che la Marca Veronefe, a In v's, C,D1!- 
Corradø Duca di Franconia ruo Cugino, cioè a quel medeGrno, che ,.d, Sa,,,,. 
era natO fuo concorrente alla Corona, ed avea pofcia porrare l'arrni 
contra di lui. Corrado Padre di que no Corrado avea anch' egli, per 
quanto altrove s' è detta, dian7.Í goduto qudli medeiìmi Statl. Nota 
in olue il fuddetto 'Vippone, cbe in quella rnaniera, cioè colla giun- 
ta di un tal regalo, Dux Chuno (10 fiefIo è che Corrad(J) {idus & be.. 
ne mi/itam ímperat
r;, & fi/io ejus l-Ieinrico .Regi, quol
/qlle tJixit, per- 
11fanJit. Da gli Anm.li Pi f.'1n i (c) abbiamo, che in qut:tt' anno Pifåni (c! A,n7Jal. 
fece1'Nnt JlCJIi4m magnum (cioè un' Armata nolvalc, onde la Voce I ralJana ii/amYl 
Strl%) & -vicerunt Ci-vitatem Bonal,l ;1# Africa, & coroNa11f Regis lm- 
:
. IsaÚ,. 
peratori dederunt. Scriffe in olrre il Sigonio (d), che nell' anno 10 JO. (d) Sizo7lius 
da'medefimi Pifani fu fana una fpcdizione in Affrica, e prefa la Città d, 
rgnD 
di Cartagine, dc:l che fi può dubitare, quamunquc: it Tronci (e) con (

l;
 l.
. 
altri moderni, fotto quell' anno parli di tale impufa, con detèriverla, .Ánn;í
'
j- 
come s' egli vi fi fotTe trovato prefenre. A que1t' anl10 poi il prefaw [IIn. 
Tronci racconta, che i Pifani ebhero per atledio la Cinà di Lrpari, 
con aver fano un grofTo bottino in quell' Hola. Qtelto nol dovettero 
fapere i fuddetti amichi Annali Pifani, pcrchè nè pure unel parola ne 
dicono. Pofcia, tècondo il medefimo Troncl, accadde ne1l' anno IOJ6. 
1a conquifia di Bona: il che per conto del tempo non s' accorda co' 
fuddetti Annali Plfani, e più tol1o farcbbe d" credere, che ciò av- 
veni{fe neU' anno [oJf'. perchè i' Pifoini di nove Mefì amicipano I' anno 
noftro volgare. Del reito Bona, Cinà ddl' AiFrica, è I' anrica Hippo- 
n:J, di cui tü Vetcovo il glorlofa Santo Agot1ino Dottore deUa Chle- 
fa. SI turbò gravemente III quelt' anno la quiete dclla Lom
..rdla. Er- 
manna Conrratto (f) ne parla con quel1e parole Cf'si. In ltalia minc- (f
 Hrrm4n- 
res Milites cONtra D011finDs ftlÐS iì1(urgf1ftes, & pis legiblis -vivere, eu/que mu 
ontra- 
opprime,'e '!)(J/enteJ, 'VaNdam conjurationem fecer,. Meddi mam':lHe \\' IP- tius In clør. 
pone fcri ve, che in que(h tempi ft:glli una contùlione non prima udi- 
ta in Ita!ta, pcrchè cnng;urarono tuni i ValvatJori d' Italia, e i l\Ji- 
liti gre
ruii contra de'loro Signori, e tutti i minori contra de' rnag- 
giofJ, col non l.fciare fCDza vendetta, Ie da'Signo1Ï vcniva lor faua 
M 1. cof.'1, 



92. ANN A LID' I TAL I A. 
FilA. Volg. coCa, ch' em riputa(fero di loro aggravi,"). E diccaoo: Si Imperator eo- 
^"NO 10]5. rum nollet 'VuJire, ipfi per ft iCl,t!m flUmet fact:rent. Dr)venf' il Sigonio 
leggere in qU.1khe lenO, 0 Amore Regem in v('ce di Legem, pcrchè 
fcrive, d,e conjllrlJYlmt, ,fe nOiZ pt'.7ùrOj, que>>lfjU,im Regn.Jrc't ljui a/iut!, 
'1. uam qtlod ipftJ /uberet, fibi zmp(jneret. E' confuld nell' edlzlon d' li.pi- 
ódnnn, f.na Jal Gilidaito, l.1 Cronologia di quc:lli tempi, veggendoli 
ivi pt)lticipati i f.lui di fei anni. Pcrò lotto I' anno 1041. egli (a) parla 
di qlJt::1a cot'pirilZione de' Mlliti infcriori comra de' lor Signori, c: 
de'St:rvi conn a de'loro Padroni. Mot nell' edizion del Du-Chcsne trO- 
viamo ciò rlferito all' "nno rrclt-mc. 
Chc fignificaíTe il nome di fTalvaJ1ori, fi raccogl:e folcilment:: 
da i Libri de' Fcudi. I più N obili una volta tra i Vaff'alli erano i 
Duchi, Marchcft, Conti, Arcivcfcovi, Vcfcovi, cd c\bhati, i 'Juali 
a diriuura riconoiccvano dol i Re cd Imperadori i lor Feudi, e Ie 10- 
1'0 Dignità temporali. Qucfii poi folcvano concedere in Feudo Ca- 
nella, 0 altri Beni a i co!picui N cbili priv.ui, pcr avcre aile occor- 
rcnze il 101'0 fervigio nelle guerre, e 11t'lle compadè onort:vdi. E a 
quelli Nobili fi dava il nome di Yalvaffi1"i maggÙ,-Î, e di Capitlmei. 
Similmente poi queíl:i N obili infeudanmo COrti t: pcderi ad altri mt.n 
Nobili, Fer aver anch' egJino de i feguaci e adcremi ne'lor bilogni. 
E qudti ultimi venivano diíl:imi col nome di Fal'/;'aJ!or; minori, 0 ha 
di J7a/va{Jini, Ora inCorfero di(fapori, e pofcia apena diffcnfionc e rot- 
tura fra i Signori e i lor Va(fãlli fubordinati, rretendendo gli ultimi 
d' efrere oltre al dovere aggravati da i primi. E tal briga apri il cam- 
po anche a i Servi (Ja noi ora chiamati Schiavi) di rivolt:lrfi contra 
de'lor Padroni, qualichè troppo afpramentc fo(f!:ro da loro trattati . 
L' origine nondimeno di quefli difordini, pare che fi dcbba attnbuire 
ad E,'iberto Arcivlfiovo di Milano. Non mancavano a lui molte \'jr- 
ttl, ma queUe fi miravaoo romaminate daJla Superbia, talmeme che 

gli pl1zza\'a alquanto di Tiranno. Tuno \'o1.:va a fuo modt 1 , nè: a lui 
(b) .Ar1lulf. mettevano Freno 0 paura Ie Leggi. Lo confefT.1 10 ildfo .'\rnolfo (b), 


;
. ::

 Storico Milanefe, che porè forfe cono
cerlo, con dire, che 
ultis 
cap. 10. profperalus fucee.fJibus PræJul l-leribertus, Immoderate- ptJulult.l1n dommaba- 
Iur omnium, fuum confide-ram, non a/ienum animultl. Unde t aftum eft , 
"I quidam Urbis l11i/iles, vulgo IralvafTores nominat;, dancu./O il/ius in- 
jidiarenlur operibus, adverfts ip(um ajJidue ctmfþirantes. Corn perla autU1J 
IJCCtl!io}Je, cujufdam PðtenfÎs Be>>eficil1 (cos} tunavia fi nominavano quei, 
che ora appelJiamo Feudi) privtlli: fubito pr,ruunt in apertam rebel/an- 
tli audaciam, plures jam taBi. Si nudiò a tuna prima I' Arcivefcovo 
colle buone di quetare I'inforto turnulto, ma nulla con ciò profictan- 
do, mife mano aIle brufche con dar di piglio all' armi. Seguì, entro 
)a fldfa Cinà di Milano un conRrtto, in cui Ie genri dell' Arclvcfco- 
vo refiarono fuperiori, e convcnne a i vinti di ritirarfi colla tcíl:a baf- 
f:t, m1 col cUore pregno d' ira, fuori della Città. AHora fu, cher con 
cofloro ti unirono i PopoH della Marref.1na e del Scprio, e feceft an- 
che in altri Comadi cofpirazione ed unione j ma fopra tUtti tra{1e a 
que- 


(a) Htfi- 
d.1n1iUJ i1l 
-4-fr.nal. 
10m, I. 
I!er .AIA- 
VJAnn. 



ANN A L I n' I TAL J A. 93 
qlH:fio rumore il Popolo di Lodi, [roppo efacerb.uo per Ia \.iolenz3 Eu Vo!
. 
lor f.&tta ddll' _-\rcivcCcovo Ue(fo in volere dolf 101'0 un Vetcovo, lie- ^NNOI03 6 . 
cø-me abbiam deao di fc'pra. Ciò, che parrori(fc una ral difcordiJ, 10 
\'edrcmo t-"a poco., Crede il Sigonio (a), che I'efêmpio dc'ValvatTori (a) Sigoni"s 

lilanefi lêrvlife di IÌtmolo anche al Popoio di Cu:mol1J per rivolrarli de Regno 
in Gueft'anno contra dl LandoJfo 101'0 Vdcovo, cacciaI' lui di Cinà, 114i14 1.8. 
dirup,ue il di lui Pala!.zo, chI: era rido[[o in forma di fonezza., e per 
maltrattarc: alh peggio i dl lui Canonici. :\1,\ nulla ebb.ero che fare 
co' movimenri d.:' MilanefÏ Guei di Cremon:l; erano anzi accaduri mò1ri 
anni prima; e fe crediamo all' Ughelli (b), it Ve1covo LandoIfó cefsò (b) Ugh,ll. 
di Vlvere nd1' ann? l.o
O, DI Gueflo Landol
o così fc
i
'e Sica,rdo (e-), ::
'. 


. 
Vefcovò anch' egh dJ Crcmona: (I) Temporzbus Henrrcz CIIiUdz, Capel- ;n EI'iJco!. 
lanus 
ius nlJmine Landolpbus Cr.emonte f1.Ût Epiftopus, qui Afol'Jajierii Sa])- CTlm
nt7Jf. 
Eli Laul'enlii, & Cremonenfis Populi fuit àcenimus perjcquutor. f<3ocìruJ, (c) SIC4rJul 
Populus ipJum de Ci'Vitate 
iecit, fj Palatium (nnn già Oppidum, come 
hr.;" r u . 
hd il Sigonio) zunibus & dllplici mu.ro munitum deJlrll.xil. PrtJinde IiCd eT. "IC. 
Ep
(copio multa COílquifitril, tamen multa per (upe, biam, multa per iner- 
lieJm perdidit. NomIna pnkia Sicardo per Su.cceßòrc di Landolfo nel 
Velcovaro Baldo, cioè Uba/do a'tempi di Corrado Augullo, (2.) qui 
fuoque MonafterÙ4m Sanéli Laur,ntii perfe'luu/us eji 
 & apud Lacum Ob- 
fcurU11l impJJgnalus efl. 


Anno di C" 1ST 0 MXXXYI. Indizione IV
 
di BENEDETTO IX. Papa 4. 
di CORRADO II. Re di Germania 13. Imp. 10. 


. 


B Ollivano più che mai Ie dítTenfioni,. :mÚ Ie guerre fra EriberltJ 
./lrÛ'Velwvo di f\jilano, c i fUlH Valva/fori ribdìi: nella Gual ,bri- 
ga s' erano mifchiati i Vah-a/fori d' altri Vetcovi e Pril1cipi, c if po- 
polo di Lodi mal foddisEir[O di Eriberto, Però ad un Luogo fr<l 
Nlila
o e Lod.i aPl?el1ato la Mott3, (fi chiamavano così Ie fortczzc (d} .Ar1llllf. 
fabbncate al piano topr.! un' alzara dl terra fatta a m.mo) 0 pure, co- Ri1ðr. .Me- 
me abbiamo Ja Amolfo Storieo Mi1ande (d), nd Campø ,}fal", così d;ol.n, I. 1. 
. 
nti- c41. 10. 


(I) .A'tempi d' Arrigo il Zopptl, un Iuo Cappel/anD per nome fAPldolfo fu 
Pefco'Vo di CremGna't il quafe fu pcerrimo petficutore del Moniflero d.i 
S. Lorellzo, e tiel Popolo Cremone[e. Lacnde il P'polo 10 fcacâ
 dall. 
Ciltil, e diflruffi il Palazzo mU1lÌ/o di torri e doppio murtJ. Percìò fe;- 
hene molto a'VeJ!è acquißato al /T.efltJ'Vado, CfJtltutto..ið motlfJ perdelte per 
fupcrbia, mollll per poltroneria. 


(2.) il fjual, parimente per[eguitì ;J MoniflertJ di S. Lorenzo, t pr
/fo il 
Lago Ofturo fu tomblJtluto. 



94 ANN A LID' I TAL I A. 
amicamente chiamato, .Ii, venne fra )' una_ p1rte e )' al[ra ad una catn
 
pale banagha, che nulci moho fangUinola C"). Fra gli altri, che ten- 
nero la parte dell' Arci\'cfcovo, non so [e per proprio intereITe, 0 pu- 
re per far [ervigio ad cITo Arcivefcovo, {i como ./llrico Vefcovo d' Ani, 
Fra[rllo di ""laginfredo Marc::"eft di SuCa. Nè Colo egli intervenne a 
que! fatto d' arml, ma come un S. Giorgio
 dovette anch' egli vo. 
kre far pruo\'a del Cuo val ore -con i[candalotã ri[oluzione, vietando i 
lacri Canoni a gli EcdeGalhci, e maffimarneme a i V dcovi, I' andare 
alb g
erra pe.r comh)[te
e. Gli eoltò nondimeno cara, perchè ne ri
 
porto una feflta, per CUi da Ii a non 0101[0 morì. La notte feee hne 
al furor delle fpade. Soffer[ero molto amendue gli eferciti, ma I. 
peggio fu dalla pane dell' Arcivefcovo. Q!tdli torbidi di Lombardia 
tent:vano in agÜazim
e I' animo dell' .Auguftø Ccrrat4 j e 0 fia ch' egli 
cono[cclTe [roppo necet1aria 1a fua prdtnza per quecarli, 0 pur, co- 
me vuole .'\rn01fo, che egli ne foOc pregato e follecira[o daW Arci- 
vefcovo Eriberro: dt:termmò di [ornare in halia 0 Pertanto dopo aver 
data in Moghc al Re .Arrigo luo Figliuolo Cu.nichi/da (Cl/.ntlinJa è 
(b) wi", chiJmara da \\'ippone (b), e ne gli Ano:1'li d'ldelsheirn (f) Cuni&lliM 

:d
itsll
:cr notmnt) in Benedit1ione Cu.igNnd diEla) Figliucla di Camttc Re d' I n- 
(c) AnnAl. ghiiterra, con eOo Re Arngo verlo il fine dell' anno molTe alla volta 
Hlld,s- dO ltalia, feeo mcnando una poderofa Armata. Giunfe a Verona per 
heim. )a Fdta del fanto N arate, c qui\',i la folenniz-zò (d). Era c['o Impe- 

d) H"
- radore nel dì f. di Luglio in N imcga, quando a petizione deU'lm- 
;::

 In peradriee Gisla, Ji Pilegrino Arcivefcovo di Coloni'a, ac Bonifatii no- 
(e) Antiqu. fir; dileffi Marchionis (t'), cioè del Duca di Tofeana, che du\'ea [ro- 
Illllie, Dif- varfi in Gerrnania, confermò i Privilegj :\1 Moniflero delle Monache 
f
;. JOb II di S. Sino di Piacenza. Parimemc I' Ughelli (n rappona un Dlplo- 
· 
tal. 
:c;. ma J' eITo Augulto, dolto in f:wore del i\lnniflao di S. Salvatore di 
"l
m, Ill. Mom
 Amiarn Jelb DJOccli di C!uufi, Aimo DUTllinicæ /n",rnatiDI1;S 
in F.pi{cop. AfXXXYl. Reg
lÏ 'Vero Dom"i Conradi II. .ReglzantÙ 'I'e"/
, blJperi; ejus 
clufin. Nano, InJiélione ffT. .dEl
m in Civitatr! Papia. In vecc dell' .lInn/) J/f. 
del ReO'no Ii Jee fcliven: XI/I, Ma che m quell'anno arnvalfe l' Au- 
gutto Cotr:ldo al-'.lvlòI.'t ho in difficuhà a crederlo. N è ful fine di 
queit' anno correva 1" ./l!IIW, Nono d:U' I.mperio, ma bens
 l' 1 nno X. 
l'erò quel Dirloma ha bl[ogno 'til chi nrncna al fuo h[o 1 o(fa a1- 
'quanto slogate. , . . 
CJede il FiQrenttOl CO (non so con .qual fondamento) che lilt 
qud1" a!mo vrniffe a morre -!<ic!Jild.I" 1\10gli
 dd [
Jdetto, MdT-chefe 
Bor.ifazio J)onna di gran F,eta, c liberahta verta I I J o\'t:rI, e v
r[o 
i fa....ri T
rnp!i, e 
onilkrj. Abbiamo, rrd
ò il P
dre BAcchini (h) 
una dona'l.ionr da'ici f..tta nd dl 2.8. d l\pllie &11 mno prccedemc 
10 3 r. alia Chiefa di Gomaga, fubtøs. confirmaYJlt ,DDn
s, J3ø,Je!nÛus 
MtJychio jugale & 
\funlfoaldo ,m
o: Sa
pla
o 
a DOOlwn<: 
 I), ch
 qu
- 
fta piißimil Pnocipdfa [ermlnO _ I luol ,gt,ornt, fenz
 Ja
cla.. figl'UO!I, 
in N ogam, Ten-a del Veron::k, ed IVI e.bbe la lua kpotrura. I 0- 
tn:bbc: eßàe che r andata del V cdovo l'.'1archde .Bomt,0i-7.lo In Ger- 
, , 
maOl" 


ER A. V olg. 
ANNO 1036. 
(a, Hermlln- 
"US Cllntr4- 
flus in Chr. 


(g) Fimn- 
1m. Memor. 
.i .MAtlld, 
lib. I. 
lh) BAcchi. 
'" IjliJT/1l di 
'ol,rone. 
(i) Donit;.ø 
yit Comi- 
I;/f. M
thil- 
du "b. I. 
,. 8. (jf fe'lu. 



ANN A L ,I D' I T ^ L I A. 9' 
mania ferviffe ,8 lui per inravo1are un [econdo Matrimonio con Bea- Eu Volg, 
trice Fighuola di Federigo Duca della Lorena fuperinre, e di AJiJtiid.J AKNO 10]6. 
n;1ta da E man 0 Dlla
 di Su-:via, parente de gl' I mperadori 
 e de i 
Re di Francia, Cn.d3 io {una\ ia incer[O l' anno, in cui feguì un rale 
accafa.memo del :\Iarehefe Bomfàzio . Conw[(ociò perch'egli avea palTa- 
to di molto it mezz.o del cammmo della fu:! \,jra, può parer probabile, 
ch' egli non perdelTc.: tempo a cerear' alrn Moglit:, ehe l' arricchitre 
di prole, e che per confègueme- ft effe[(u:\(f'
ro in quell" anno Ie di 
Iui reconde Nozze. Veggon{ì etre deCcrirre dal fUt
de[[o Donizone 
con tali colori, che fe- è vero WtW, convien confetrare, che era fu- 
periore ad ogol altro Principe d' Ira1ia Ia di lui magnificenza e rÎc- 
chene. Andò Bonifazio con funwofo treno a prenderla in Lorena i 
i fuoi cavalli portavllno fuole d' argento, attaccate con un [010 chio- 
do. Ebbe in dote alTai Terre e Ville in Lorena. Condorra Beatrice 
in lulia" per rre Mefi nel Luogo di Marengo ful Manrovano fi ten. 
ne Corte bandita. Pel Popolo v' erano pozzi di vino; aile ravo]e pi:}tti 
c vafi tutri d' oro e d' argento i. prodig
ora quanticà di firumenti Mu- 
ficnli, c di J.Himi, a i quail 
dedit ;nfignÙ Dux præmia maxima. 
II che ci fa conofcere g.à introdotto il collume, che durò poi' 
per più Secoli, che a fimili felie concorrevano in folta tUtti i Buf. 
foni, Giocolicri, Cantambanchi, e 6mili, che portavano via de' groffi 
regali. Di, che riguardevoli doti fo(f'c poi orn:tta ]a Ducheffa Beatrice, 
l' and-femo vedenJo nel profeguimen[o delta Storia. r 0 noo so, fe ar- 
rivatrc in quett' anno, 0 pure prima, al fine di fua vita Ode/rico Ma- 
t,!nft'edo) 0 fia Alanft-edi Marchefe di Sufa, da me più vol te menzio- 
naro di fopra. Aveva egli data in Moglie ad Erimanno (10 fietro è 
che Ermanno) Duca di Suevia, 0 fia di Alemagna, una fua Figliuo- 
16, cioè .Adelaide" che fll poi PrineipelTã celebre nella Storia., N è 
avc;ndo Iarcmo mafehi dopo di sè, Eri roann\,,) per Ie ragioni delJa 
Moglie pretefe quel!a Muca, e l' ottenne per grazia dell' Imperador ( ) R 
Corrado. Heremannus DIJ
 AI:Jmalm;æ' iWarcham Soceri fti ldèginfredi m
nnu:r- 
Ú Imperatore accepit, [ono parole, di Erm:mno Contralto, (a). ClIlZtrllflus 
in Chrll7ii". 


Anno df C R 1ST Q. MXXXVI I., Indizione v; 
di BEN E D E T T 0 IX. Papa 5. 
di CORRADO II. Re di Germania 14.' Imp
r. I I., 


N ON' piccioli furono gli fconvolgimenri dèllå Lorobardia in qudP 
Anno. Dopo avere I' Augllfto Corrado celebrato in Verona 11 fan-- . 
to Natale (h), fe non prim.!, cerra ful principio di qucí1:' anno, pa[., 
b) vJ:f;'P
on_ 
fando per BreCcia e Cremona, coml? [cri{fe E.rm
nno Contratto., ,ar- r
Ji I ,;lJliÛ 
rlvo 



9 6 A K N ALl D' L TAL I A. 
Eu. VoIg. rivò a Milano, dove con gran magnificenza I' accolfe Eriberto Arci- 
ANNO [0]7. 'Vefco'Vo nella Chiefa di Santo Ambrofìo. Nello ltelfo giorno chiun- 
que fi pretenJeva aggravato da eOò Arcivefcovo, rumuiwofameme 
comparve colà, chiedcndo con alte grida giufiizia. Fece lor fapere 
l' I mperadore, che avendofi a tenere in b-re\'e una glneral Di.cta in 
Pavia, quivi udirebbe Ie lot" doglianze e ragioni. In fattifi tenne 
quella Oieta. Un' Ugo C
nte con altri pochi et'pofero gh aggra\'j lara 
inferiti ,dal. 
uddett'? :\relv
feo
o. C,orrado., ami,cif1ì
o di lui, ma pill 
della gJUfilzla, ordmo, eh egh foddisfaedfe. Rlcuso Enbeno di far- 
(a) clrr,,,,- 10; anzi, fe vogliarn preflar fede al Cronografo Salfone (a), con al- 
tr.JI;u
 ;Il: tcrigia grand<: ritpofe, che dc' beni trovati nella lua Chiefa, 0 da lui 

:r
.';". ' acqui'(lati, non ne rllafeercbbe un briciolo per i-1lanza 0 comandamen- 
to di chi che fo(I'e. Avvifato,ehe almeno eccettua(I'e l'lmperadore, 
tornò a parlare nel mellefimo tuono. AHara l' Auguflo Corrado s' aV- 
vide, ehe dalla durez.za di Enberto erano procedutc Ie follcvazioni 
dianzi accennate, e perciò gii feee mettere Ie mani addolfo. Così 
raccomano quclto sì nrq
itolo affare gii Amori Tedefchi, per giu- 
fiificar la rifo)uzione preta dall' Augulto Corrado; nè vi manea 1'1'0- 
babiiità, pcrche Enberro era uorno di tefia calda, e facea volentieri 
il Padrone, fenza mctterfi pena delle altrui qucrelc. Ma Arnolfo Mi- 
lanefe (/0), che ferille prima del fine di queflo Secolo la Stotia fua, 
in altra maniera defcrifJè quefto avvenimento con dire, ,che giunto 
Corrado a Mil3.no, avcndo tolto, all' AreiveCeovo il già coneedutogli 
Privilegio, per nitro abufi vo, dl dare a Lodi quel Vefcovo, che a 
lui piaeeva: il Popoio di Milano con alte grida fparlò comro l'lm- 
peradore, che fe ne offde non poco. E pcreioechè credette autore 
del tumu1to clfo E.-iberto, afpen-ò d' averlo in Pavia, cioè lontano 
dal fuo Popolo, ed allora il mife (ono Ie gNardie. 
ello racconto 
porta forle più dell' al[fO tuna l' ari.. di venfimiglianu, al vedere', 
che dipoi 10 fieffo 1'01'010 di Milano, lalciando andalc Ie precedenti 
gare, imprefe cun incrcdlbile 2.clo la dlfda del fuo Pafiorc. In effetto 
f("guira a drre dTo Arnolfo, che all'aV'viio della .prigionia d' Eriberto, 
(.) iWediotanenjis atJ{mita inborl'uÏ1 Ci<z:itas, proprio -z;ir!uata Paftore., 
do/em ae gemens a pNero 'Ifqtte lid ftncm 0 qtt
 Dsminll prøees, fjua l JtlC 
flindunfur & Jacrym
! 51 adope.arono il Clew, b N obllta, e II Po- 
polo per hberarlo; fi venne anche ad una convenzione, per cui fu 
prornelfo daU' I mpcradore di rilafeiarlo, e a qud10 hne fe gli d.icdcro 
-otb"gi; ma ciò non ofianre conrinuo Corrado a tcnerlo pngtOne, con 
de[e
minazlone di mandarlo in 
fi)io. N è di cio contento, cßcndo fia- 
te molto d
poi po1"tate delle accule contra de' VefC(WI dt Vercelli, 
Crcmona, e Placenza, Corrado folttih pn;ndc:re gli diliò: azione ri- 
pco- 


(b) .Arnulj. 
1iift,r. jd,- 
Ji/llAn. l. 1. 
rllp. [Jo. 


C.) Att-onita inorriJl fa Città di Mi/a'/fl, fþog/iclta del p,oprio Pilfiore, do- 
Imte e gemente d.lI fanciu//o al 'Vecchio. 0 che pregbifre at Si:'l1ore, qua,," 
Ie alleo lagrime fi [parl,()llo! 



ANN A LID' I T ^ L I A. 97 
provnta dal10 fidfo Wippone, con dire: C*) !f2..,!æ reI difþlieuit l1l!lltis, E RA VDI
. 
Saeerdotes Chri(li fine judicio damnari. Anzi foggiugne, che 10 fiel1ò ANNO 1031. 
Re A mgo lùo Flgliuolo 111 legreto detdlò la nfoluzion prefa dal Pa- 
dre comra dell' A rClVcfcovo, e de i'tre fuddetti Velcovi, perrone tan- 
to venerabili fra i Crifiiani, e pur condennate e punit
 fenza procef- 
fo, e fenl."- una legale f':ntcnza. Altri Amori, che nferiro fra poco, 
mc[tono più tardí la di[grazia di qucllo Prelàto. Fu dunque conle- 
gnaw I'i\rcivdcovo Eriberro a Poppone Patriare" d' AqUileia, e a 
Con','Zdo Duea di Car:ntla e Marchefe di V cronl, acciocchè ne avef- 
fero buona cullodia. II eondull
ro effi a PlaCenZJ, 0 piÙ to(tO fuori 
di Piacenza pre!fo al Fiumc Trebbia, fotto buona guardia; e intamo 
1'lmpcradore [e n' andò a Ravenna, dove celebrò la [anta Pa[qua ncl 
di 10. d' .\prile, con irpedlfc i fuoi MefIj a far giuftïzia f'er tuno it 
Regno. N cl dì ;. di Maggio del prelenre anno fi nuova Er1ì1anno 
Arcl'veJèo'Vo di Calonia, chc per ordine d' e(fo Augufio tiene un Pla- 
cito (a) nel Borgo d' Arbia del Contado di Siena. Un' altro Placito (a) Antiqu. 
tennero nel dì primo dl Marzo, per teftlmonianza di Girolamo Rolli Itali
. Dif. 
(b) Arrigo cd Ug,o Melli dell' lrnperador Corr
do nel terraorio d' 0- ft b Tt . 3I b " 
.r.. ( ) RII 'us 
lImo. . Rifler Ra- 
1'vlenrre foggioroava dro Augufiù in Ravenna, gli venne la dif. venn. Ú. 5. 
gufiot';t nuova, che Eriberto Areivefcovo di Milano era fU3giro. \V Ip- 
pone [crive, che poftofi uno de' famlliari deli' Arciveícovo nel di lui 
)etto, iogannò Ie gua
d'e; e in quefio rncntre Eriberto travdbto e 
falito fopla un cavallo, che gli fu condotto, fpronò frlr
e, finchë fLl 
in ficuro. II Cronografo Saffonc (c) attnbuilce il coiro ad un Mona- (c) ChrD1ID- 
co, che [010 era Llaw la{ëi
to a' fervigj d' cl1ò Arcive[covo. Ma par grllphud. s
- 
bene, che più f
d(; in quello fi poffa P reftare a Landolfo Seniore, XD d a'p m " E,- 
r . fi S 1 ,"r!A . 
Storieo Mllanelc dl que 0 eeo o. Secondo lui Cd), Enberto, che ben (d) pandul- 
conoíceva Ja ghiottoneria de' Tcdefchi, e quanta par7.ialità a\'e(fero jÌl
 ftnior 
pel vino, [pC'dì con buone iLlruzioni un Cuo fedele: aHa Baddfa di S. 7-'
or. IMe- 
Sdto di Placenza, per concertar la maniera di rimetterfi in Jibertà. /D2.

'(;1'ie
: 
Inviò dh all'lirtiveícovo venti [orne di varie carni, e dieci carra di 
divedì [quifìti vini, Può e(fere ehe foffero meno; e cum non occor- 
reva tanto al bifogno. Fu farta una li.mruola cena; tune Ie gLl,
rJie 
fi abboracchiarono ben bene; il [onno col ronfare tenne dietro a 1 va- 
tati hicchleri; e ncl più proprio tempo l' Arcive[covo [e la collè: fe- 
licemente con trovare in Po una barca preparata, cbe il conduOe in 
tåho. Arrivato a Milano, non fi potrebbe c[primere la gioia di quel 
Popolo: regno ch' egli era ben veduto e fiimaro da tutti. I\1" nè pur 
jj puo dire, quanto affanno e rabbia reca!fe all' Augufio Corrado la 
fuga d' Enb<r[O. Toito immaginò la ribellion di IVhl.mo, nè s'ingan- 
nò. Corle c01l' eferclto [uo ad al1èdiar quclla Cmà, Citra forte di 
Toni. PI. N rnura 


C.) La qt/at cola a molti tli(piaeque, ehe i Saeerdøti di Crißo condc/mati 
fo.f!ero, fenza effire gitldieati . 



98 ANN A L r D' I TAL r A. 
E A A VoTg. mur;1 e di t')rri, Cim\ ricca di Po polo , e Popolo riColuto di difënJe.. 
Allil\o 10 37- re fino an'diremo il Cun Pa(lore. Veddi ampiamcnte deCerino quell" 
arTedio dal fi,dd.;:uo Landolfo Ct'ni0re; e fappidmo da \Vippone, e do! 
Ermanno Cantrauo, ch'effo durò non gi:ì per tuno qucll'anno, nè 
pel CufTeguenrc't come CcrilTe il CroI10grd[.) S:tfTon
, e prim'! di lui 
}' Amore de Qli l\nnali d'llde..heim't ma Colamcnte poche fe[tÏmane. 
Perciocchè M ihno fi mwò o{1ò trorro duro, Ii anàò int:tnto sfog.m- 
d() la rabhia Tedcfca Copra Ie Callella e Ville di que! tcrri[Orio. La 
Terra dl L
ndrÌ3no Cpezialmeme rim3f
 un monte <.Ii pierre. N d dì 
deW ACcenfione fecero una vigoroC. fMtita i Mlla.ocfi, e nel fiero com- 
(3) .Arn'llf. b:trrimenro. per arrdlaro di A rnolfo (0), fra gli alui un nobile Te- 
l1iflor. Mt- defco (forCe qu p l N irote dell' r mpcradore, dl cui rarla il lùddeuo 
d,cltll1. I. 1. L:lOdn\[.') & If/ido I/alicils J.f.lrchio't ßgniftr Regius, inlet" medi..l tda 
'IlP, 13. (onti.vi /tint. Probabilmc-nte qudlo Guido Marchelè: t;r3 uno de gli An- 
tenati della cara d' Elle, e Fratello del M.lrcl1eCe Alberto .fizzo [, 
(
) .A"tichi- p1"f'
eni-:ore d' effi Ellenft't per qlWlto 110 io deeto alrrove (b). 01 1m 
tR f J1e1'Ji fi ha memoria in Up() (humenro dell' ano I 
z.!,. accennato d,ll Gui- 
P. I. c. 13. cl1enone nella Storia Genealogica della Real CaCa di Savoia. Ora ac.., 
cadde, che rrovandofi I' J mperador Corrado net I..cro dì delta Pence- 
cofte aWafTedio di Corbett:!., Cafiello poco ditbnte dJ. MILmo, all' 
(c) wi, i
p
ovvilò 5' alzò un temporale sì furi.olo di plO
ß'.a, gragnllola e fuI- 
in Vjt/
on- mJ.nJ, che andarono per terra [litre Ie [cnde dell etc:rcuo ('), C VI rc- 
r.ldi ðalici. fiò olrre a molti uomini clliot:1 una prod'igi<ìC, qua!\tir.ì di cavalh e di 
Chro7iogrll- armFntl can isbalordimento univt'r{alc dl [Una l' armatJ.. 1"u cn:duto 
l hus sa
'. miracolofo un sì fune(lo accidente, e che S.\P.tO AmblOfio in qudla 
Bit;:m1

 mani("ra liberafre Ia CJttà Cd) e l' ArcivelCovo dall'ingiull:a perfecuz,on 
dJolaJl_ di Corrado. Ceno di pill non ci volle:, perchè I' 1m perador vcggcn- 
L'17!1ulfus do sì conquafTolta l' Armata fua, fi ritiraífe a Cremon.\. 10 non 10 be- 

1JI
r 1lI;f. ne't fè prima 0 dopo l"a(fcdiG filJdttro, ovvero Ce efTo durJnte, I' Ar- 
(J) ';i;ti;tr- cive
covC? Eriberto f
c
fTe una fpedizione ad Olone C
f!te, 0 fi
 ])u- 
t
s in Chrtr- ca d. SClampagna, clOe a quel medefiOlo, che avea dl1put3tO 11 Rc- 
T1W. gno della Borgogna all' Aut;ufio Corrado_ 
(cr) G
4ttr Cerra è la fpedizione per attefiato di Glabro Rodolfo (t), de 
:::.' 9
 . 3- gli Annah d'lIdesheim (fh e d'altri Amori. Efibivano qudÌ1 Le- 
(f) Annili. gati Lomhudi il Regno d' ltalia ad efro OJone, il quale intanto vo- 
Il !dts- lendo profin:ue delta lontananza dell' I mperadore 't con una po{1cnte 
Imm. A rmata 
mrò- nella Lorena. prere iI Call:dl-o di Bar, t: fece un mon- 
do di mali, dovu-nque arri"ò. V olIe la Cua di.sgra7.ia 
 che Goze/one Duca 
di Lorern. con fr)rzc granJi ito ad incontrarlo't gli diede b.l[tagIJa, 
e 10 fconfi{fe, con refiar rrucidato il medelimo OJone. Stav,\I1o a'-pet- 
(g' ;hro;o
 [ando gli AmbaCciatori Italiani l' efiro di quella guerra, per tàr caJarc 
':øaPIl;;d A- 
tTo Öd
ne in Jralia: al che fi mC'flra\'a egli diCpol
'I1ìmo: M
 i
tefo 
1.t.bmtjum II CUf) mICer:ìb.} fine, e perdurc tune Ie Cperolnze npolle In 1m, Ie ne 
(h .Annllli- tornarono indietro coil' afRizionc dipinta ne' 101'0 voJti. Peggio ancnra 

nulll
:_ a i ml'dc:fimi avvenne. Imp,erci
cchè't ficcomc abbiam? dal 
ronogra- 

rdum .- fo S.1íf.onc (
), e dan' Annahfia. Sa(fone (h), So
rus lIenm(l1ZnJ SruvQrum 
Dr/cis 



ANN A LID' I TAL 1 A. 99 
Ducis, Ltg
toru11J cøn'Ventum refcivjt, mijJifque fatÛlitibus luis, 0112nes fi- E u V oJ
o 
",ul comprebmfos, reique verita/em confejJòs, lmperatori, ult; in publico ANNO 1037. 
COllvcntu, eifdem prænominatis t1-ibus EpifCopis præftntibus, crmftderat, 
trai'JJm
r;/ (*). La Suocera dl Erim1nno Duca di Suevia era Bt:rta, 
\' edoya del fu ftfaginfredo Marchefe di Sulå, e Sorella de' l\1archdì 
Ugc, .dlbnJo Azzo J. e Guido, Amen.ui della Cafa d' Efle, ficeome . . 
ho dimofi:ra[O a!trove (a). j (re Vefcovi accufati furono, Gecome già (
) 
nt

ht- 
diHi, quei di Vercdli, Cremona, e Piacenza, che perciò cbbero 2 pa- 
 
. tflJ' 
tire l' elîlio in Gcrmania 0 Ma già Sf è veduto coil' aurorirà di Virpo- 
ne, il più 2ccrt:ditato Stonco dclle impreiè di Corriido Augufio, ef- 
fere que no già Cucceduto pnmJ, e che irregolare fu la lor cond:mna, 
t: dlfpJ:icque fino al Re Arrigo FJgliuolo del mcdelîmo Imperadore, 
il quale Augulto per far dilpctto all' Arcivc:Ccovo Eriberto dlede neU' 
anno [egueme la Chie[a di I\JllJ.no ad un Cmonieo di qudla Catte- 
drale per nome Ambrojio, e p.ue eziandio, che il tåeeffe contecrare in 
Roma. 1\1ale nondlmcno pcr quefio amblziofo Canollieo, perchè mai 
non arrivò a federe to queU.. Cattc:dra, e i MilaneníÌ, che rennero 
fc:mpre faldo per Eribeno, dc:vaUarono tutti quanti i dl lui Beni (b). (b) wi,p. 
V cnne Papa BemdeltD a fltrovar eorrado 10 Cremona 0 Fu ricevuro in Yit. C'7I- 
con grandc onore, e dopo aver trattato de' [uoi aft'd.ri, fe ne roroò a ,-adi SAlici. 
Rama, fcnza che appan1ca 11 motivo di queiko fuo viaggio, fe pur 
non fu quelìo, che CI addltt:rà Glabra all' anno lèguentt:. Pafsò I' J In- 
peradore 1:1 ltm: oclle montagne pcr iièhivarc il foverchio caldo di 
quell' anno, e ful finire d'd]o venne a Parma, dove folennizzò la Fc- 
fia del Santo Natale. Ma in qudta Cinà an cora avvenne la folita ca- 
lamità, dJ cui fara permclJo a 1 Tedelchi di dame Ia colpa a i Cit- 
tadini, e a me di credere, che provcOllfe d.tlla poca dilCiplina, avi- 
dirà, 0 bdbalità allara de'medciìnH lor Nazionali. NeJla ftd10 dì 
del Natale s'auacee rilIi! ffa cHi "J'edefChl e i Parmigi.mi. Vi reltò 
mono Corr3do Coppicre \.klt' Jmperadore. Percio fu in armi tutto 
1'1 mperial elè:rcito, e col tèrro e col Fuoco inficrI contra della mi- 
fera Cmà 0 V olie In oltrc l' Jmperadore, cdfato chc fu l'ineendio, 
che Ii fmantel1<40e una gran pane deilc mura della Cinà, onde impa- 
raffero i Popoh haliani a lafclar1ì mangiar vivi da gli Oltramomani. 
Con tali notizie non so 10 accordare CIO, che leflve Donizone con 
dirc <c), che l'lmpcrador Corrado afTedlo Parma, e che gli turono (c) D01f:u 
ucci fì :.lcuni de'1uoi pJÙ cari. Percie ordme a ß()1lÍfazìo Marche1e in, V
/, Ah- 
di Tofcana dl accorrere colle lue Huppe, p::r dpugnare l' oUinata shlldu J,b, Io 
Città. .t\ ppena comparve egli, che Càl.1de 11 cuore per terra a i Par- 'A}. 10. 
N z. mi- 


(""') LII SUDCtra di Erimanno Duca di SIIl'IJia rifeppe la radunanza de'Le- 
gati, , man"tlti i juoi miniflri, tutTi ajJieme preJi; e tonfejJà/a la veri- 
/à del fatto, Ii 11Iandò Rlf lmper.zdore, dove rijèdell in t411 pubbliç, Con- 
'Vento, pejenti Ii flelfi predeui tre FeJCo'Vi. 



100 ANN ALl D' I TAL 1 A. 
1'.1t... Volg. migiani, e corfero a buuadi a' piedi dell' Irnperadore. Pofcia Bonifd.- 
Atu;o 10,17. zio giurò fedeltà ad eITo Augullo, il quale ordiJ1Ò, 
- - - - - - fjuod Jlarcbia ftTvict ipji. (I) 


E all'incontro Corrado anch' egli giurò di conCervar la vira, c 
la Dignirà abjque dolo a1 rnede/irno Bonitàzio: coCa veramente inColita, 
di modo chc 10 1lelTo Poeta (oggiugne: (2.) 


Nul/us Dux ullquam meruit tam fædera culta. 
111 charta fcriptum jusjltraRdllm fuit iflud. 


{a' 
ntiqu. 
It.die. Dif- 
flrt.. 11. 


Pare, che Dooizone aveITc fotto g1ì ocelli la Carta di un tal' 
..&.tto. Nè ti vuol tacerc, che in qUt'fl'aono rrovandoti 10 (leITo Im- 
peradore in Canedolo .1uxliJ flttmen Padi (a), nel di 31. di Marzo con- 
fe(roo i Cuoi Privilegj ad lto/fo Vefcovo di Mantova. In olrre feee quella 
Legge fpename a I Feudi, che ti rruova fra Ie Longobardiche, e 
nel Llbro Quinto èe' Feudi. La Dara d' eITa, da me [copena, è tale: 
V. Kalt:l1das Junii, IndiEliont V. d>>no Dominicæ Incarnationis. MXXXP I II. 
(così dce kriverc MXXXVil. 0 qui e adopcrato l' anno PICano) Anno 
au/em Domni Cbuonradi Regis XIII. lmperantis XI. .ß1élum in obfidione 
b b'd MedioJani. Confcrmò il mede/imo Au
ulto al Mooi(tcro di S. Tea- 

ffi
t: 7". nello del Tnvigiano i 
u<?i Bl:'nÎ e P.n
ilegj reon Diploma (b) daro 
J /. Jdus Julii AllliO D()""nrC
 IncarnatJoms J1.S. XXV I/. lndiélione r. 
An"o autem Domni Chllol1radi Secul1di Regni XI/I. imperii XI. 4élum 
YeY0114 ad flméll(m Zenonem. 


Anno di C R 1ST 0 MXXXVI I I. Indizione VI. 
di BEN F D [ T T 0 IX. Papa 6. 
òi CORRADO II. Re di Germani
 15, Imp. 12. 


C EO"ato il rigore del verno, m:uciò nella primavera di quefP anno 
l' .-\ugufto Corrado per la ToCcana alia volta di Rama call' efèr. 

k Gtt". Clro Cuo, Se vogliam credere a Glabro ('), ebbe blfogno della di lui 
(lIp:'8. ' 4" venuta BCI1edetto IX, Papa, perchè a.Jcuru de' Baroni Romani trama. 
vana. 


(I) che 1(1 Marca fogget/a a Lili refla.lfe, 
(2.) NiuJI Duea meritò patti sì hem. 
Z'al giuramen!o Iu defcritJo in car.!11 . 



ANN A LID' I TAL I A. J J t 
vano congiul'e cd infidie contra la di Itli vita. (*) Sed minir}ze 'V,Ã, f el1- E I\. A. Vol
. 
tes, a- Sede tamen propria expulerrmt. 'J'am pro hac re, qu UJJ aliis Ï1J(u- ANNO I03b. 
Imter patratis, Jmperator j/tuc proficifcens, propy.iæ iilum Sedi rcflituit. 
Niun'ab.o Amore abbiamo, ehe parli di qudta caeciat,t, e refiltu- 
zione d' cfTo Pontefice. Q,yivi feee, che il Papa fulminò la lèomunica 
contL".1 di Eriberto Arâvefco'j,,'o di Milano. Ma altrn Recipe c
 voka 
che quefto per guarire qudla eancl'ena. Enberto co' Mdaneh rran- 
qui\lameme {cgU\tÒ a ditcnderfi. PaísÒ dipoi Corrado a Monte Cafi- 
no (a), dove d.t qu;;' Monaci gli fu rinfrefc.:ata h memoria de' rapt I (a,) Leo 0- 
aggravj e danni, reeati al 101'0 Imperial Monillero da Pandolfo iF, jitl1lfÌl 1. 2.. 
Prmcipe di Capoa con difprezzo dell' Augufia fua Maeltà: lamenti an- cap. 65. 
che multo prima portaci al di lui Trona. Pa quefto avea gíà fpedl- 
to I' (mperadorc a Capoa i fuoi Legati,. con inti mare a que! malva- 
gio Pnncipe il rifarcímenro e la rettituzione di tuno a i Monaci Ca- 
Í1nefi. Si rrovò indurato l' animo di Pandolfo nell' ant:lca malizia: la- 
onde Corrado dopo eßere {taro a Moore Cafino, pafsò coil' armi alia 
vo/[a di Capoa ouova,. e v'eorrò nella Vigilia delta PeArecofle, cioe: 
nel dì l
. dl MaggIO. Erafi ritirato, Pandolfo- nella forte Rocca di 
Sane' Agai:a, ma per roroare in grazia dell' Imperadore,. gli fece efi- 
bIT trecento L.bte d'oro,. e per oftaggi una Figliuola e un Nipote: 
oftèrta, ehe fì.J accertata. Poco nondimeno {tette a fcoppiare, che 
Pandolfo tuttavia macchinava delle novità per la voglia e fperanza d.i . 
ricu perar la Città, tubHochè ie ne fo{fe panito Corrado. 11 pcrchè 
elTo Imperado-re col parere de' principali di Capoa diede qucl Princi- 
pato a Guaimario JF. Principe di Salerno, cioè ad un Principe, a cui 
non mancalTero forze per foftener quell' acquifto. Così tolea la fpe- 
ranza a Pandolfo dl rienrrare in cafa, egli dopo aver lafciato Pando/- 
fo. V. fuo figliuolo con buona guarnigione ne\la Rocca fuddetta, fe 
ne andò a Coltantinopoli, per implorare dal Greco Augufto aimo 0, 
di gente 0 dl danaro. Ma prc:venuto Michele aHora lmperadore da i 
Melli fpediti da Guaim
trio, in vece cti loccor[o,. il mandò in efilio,. 
dove ficne, finchè s' uJì la mone dell' Imperador Corrado. Ad iorer- 
ccffione ancora d'dTo Guaimario l't\uguito fuddetto diede l'lnvefii- 
tura del 
ontado di A verfa a Rainolfo N ormanno. E perchè era an- 
dato crelcendo il corpo de' Normanni a cagion d' altri,. che andavano 
di tanto in tanto fopraven.cndo, con etrere poi in[orte diffenfioni fra . 
i vecchi Itabtliri in queUe contrade, e i nuovi venuti (á): Corrado Çb) U'"iPpll 
II 1 I ' Î. M . r: 1 In Vita Con- 
CO a ua autortta e tronco 0 com pOle . a mtanro lopravenuta a radi Salici. 
boHente Sta[e, corro la pelle, 0 pure una feroce epidemia ne 11' efer- 
ciro Imperiale, in manlera che la mone cominciò a mietere fcnza ri- 
tegno le vice de'toldati. Tede[chi, avvczzi a Clima troppo diver[o . 
1e- 
fia 


(4) -'.fa non potendolo fare, lø [caccia-rono però d.,lIa propria Seie. 'J'antq 
per queflo, quanto per a/tre in[olenze fatte, /à portandofi 1'lmperadore-" 
lo rimijè nella !ùa Sed,., 
 



102. A 111 N A LID' J TAL I A. 
E 
 A Vo1g. fia disav\'c
tura fece a
rcttJr' ì paffi dell' Imper3dor Corrado, dlppoichè 
ANN. 103:3. egh ebbe tJua una vlÍlra a Beneven
o, per torn"rfenc in Germania; ma 
call' Armara Cua marclava del pari il malorc: con fiera {ha
e de'minori 
ed anche de' rnaggion. Fr;t qudli ulttmi fptzialmenrc fu compianra 
(a) Hmnan- da tutti la mone dl Clmicbi/da Regina, N Uara d' e/To Augufto (a) , 
nus Contrll- a cui renne dierro I' altra di Erimtlfino Duca di Suevia , fiolia- 
, 0 
flu b s'1! tho dell' Imperadore, perch
 Jlaro in prime nozze dall'lmperadricc 
CrOll "0 . G . I N J { l I "). , d L h Î. d ' . - 
.Annll1iftll IS 
. 01 v
 emma que LO n
clpe lvenuro aocllc Marc elc I Sui" 
SIl'" Ilputl p
l, tuo l\1.ltrlmonJo can un
 .Flglmola del già Marchelè l'-1aginfrrdo, 
E"llråum. ClOe, fecondo tUUC Ie venhmlghanze, can Ade/aide Princlpe/T.1 di 
bran [cnno, e ornata di rare virrù, la quale è cC'rtO per tdlimonianZ1 
dl S, Picr Damiano (b), che ebbe due Mariti, e che fono il domi- 
n:o d' ct1à plures ßpifcupabantur Antillites. ReUò percìò vcdova e/Ta 
Adelaide, t: d'dJa aVlern.:1 occafion dl riparlare andando innanzi. N è 
va latclar dl dire, che l'Impcrador Corrado nell'andare in queft' Anno 
aRoma tì tlOVÒ PD. Kalendas fUartii ad f/lom f/inariam (Vivinaia) 
in Comltatu Lucenfi, tìcccme cotla d" un fuo Dirlom:;. da me daro alia 
(c) ,.Anti 'I' luee <c), e Ipedlto In favore del Capirolo de' Canonici di, Lucca. 
j.llllc. Dlf. Vedclì 11 meddimo Augullo dipoi Xlii. Kalend. Âprilis Anno Dominicte 
:;
. 4 0 . &' lncarnMionÙ J1XXXY 
 11. In.diélione f/ I. Armo Domni Chuonradi Regn; 
Xllll. imperii XlJI. (it dce tcnvt:re Xl.) jU'I(ta Perlt(ìum in ^!onaþeriø 
Seméli Petri: come s'ha da un ahro Diploma dl me Pllbbhcato,c cnnfe::r- 
matorio de I bem Jcl Moni1lero di S, Slllo "iI Piaccnz,\. St,mJo polcia ciTo 
Augutto to Benc\ cmo Nonis Jlmii dl quell' anno, RegtJfmtis ftuartodecimo, 
lmperantis 'ferJiodecimo (dovr
bb' etltre Duodecimo) lndiélione Sex/a, con- 
felmò i luoi Pnvllegj al MoniUcro dl Monte Cahno, come s'ha d,tlla 
ld) GAtora Sroria Calinefe del Padre Garrola (d). Abbumo ancora uri Diploma fuo 


ít c
{in. data in favore della ß.1Jla dl Ftn:nze (t') X. Kalendas Augußi dell' anno 
..Ã.rctfJ. prefent e , Almo Regni XlJ7. lmperji X111. J7idaliante, clOè in P!adana! 
(e) BuUar. oggidl del Contado dl l\I.mtova. Come ancor qUi, e come In a
lrl 
cafi7it:f due fopraccennatl Oiplomi, s'incomri l' Anno XIII, ddi'lmpcrlo, 
flit:;. 86
- quando allora correA tolamcnre I' Anno XII. lafcerò etàminarlo ad al
 
tri. Abbiamo in oltre due Placiti tenutl in Vi\'i:1aia nel Contado dl 
(n ,.Ant;'l.u. Lucca da CadallJl C:mcelliere dell'lmperadorc l.f) intus Curte Domni- 
fi:;:'ó. 
it lata Dom>>i Bo
iJ.I
ii JJ.Jrchio & Dux ptr d..it.J lice,
tia I?omni Conr. adi 
lmpeTlJloris, 'iUI Ibl adelat, Of/avo Ka/andas Afarttl dd
 Anno Fr
kn: 
te. Se dIce II vera uno 
[rumeoIO, che fon per flfe
lre, manco 
1 
vita in quell' anno lngone VelCovo di Modena, e gli ,(uc
edttte GNI- 
berto, il quale non tardo a fare un Contratto can BOHifazl., al?P
lIato 
(.,., ib. DiJ- iVI JUarchjo & Dux 1Nfcite (g), dandogli a It veUo ::re COrti, CIO
 B.I- 
/':..,. 36. zaní CUM CajifO & Capt/la S.néli Stepbani; Li'Vitiani cum Caflro &. C
- 
petta jal1élorum Mó1rtyrum ddbeJberti & dntonÏ11Ï; & Sanélæ <
hn.R III 
CaJie!lo lUm Rocha & Eu/rfia &c. Dal che 1cmpre più 5' ImenÙe, che 
Ie Coni aoucamenrc abblacciavano tt11 buon ternIOrJO con I:'arochla, 
e tovente con Candlo . Diede a
l' incomro il MarchcCe Bon:t'":1zio in 
pruprietà, c a titolo di donaz.lOne al VeJCovato di ModenA trC 
or- 
[1, 


(b) Pttrus 
Dllmlllni 
O}uJc. 18. 


. 



ANN ^ LID' I T ^ L 1 ^. 103 
ti, cioè di Ga'l.'f'lo, forre quella che è oggiJi ruI 
1irandole
e; di EllA' ol
. 
Panz.mo (:1m Ca,'iro & Capella; e di Ga,J/f,ceto colla porzlOne a lUt [oct- ANNO 10 3 . 
tante de Ca(lro & Cilpell,
 infra. eodem Cû,'1I'O in honore [anfforum J
f,lrty- 
ruw Georgii, & Resmi (forCe Er:unzi) -i e in 
Itre varj p 0 deri n
lle 
Pie"..'i di PII/ÙltJl"O, e di Rocca Pelago, ttcm Ro(ca, 'll/te iZO,n;,Joztur flu- 
1'IJenaiin &c. akcndenri a!Ja fo01m,l di mirtc cinquecento iugcri. Le 
Nùte Cron;)lol.,iche Ion queC1:e: Chu;Jradüs gratia. Dei ImperatoI' /lU_
lJ- 
fills, /Inn; [m.:;erii f'jus bic in lta'ia Duodecimo, XV. Kalendas OElobris, 
lndiftione Sex/a, cominuata fino al fi ne del\' Anno. 

ra ne' P recedcnri anni in[orta difcordia fra i du
 Fratclli Sara- 
( 11 ' (a) Ceårm. 
ceni Abulafar e A bucab, Governatori d
\la Sicilia a). SI venne a ' In Com- 
:mni, cd .-\ hubfar fUDcrato ebbe ricorfo a ,Uichele lmperador Greco pend. Hif1. 
per ottener fùccorr..,.' Prefe quell' Augu!lo pe' capelli qUdla congiul1'- 
Jura per i[pcr3nu di ritorre la Sicilia a i Saraceni, e con una buona 
A .-mam fpedì in (talia olrre :I ,11ichr!
 Ducia7fo e Stefano Parrizj, an- 
che Ginrgio i\Lmi'lco, famo{o General d' armi de' Greci in quelli tcm- 
pi. Coltoro unirono al loro cfercito quanti Longobardi c N ormanni 
potcrono allenare con ingorde promdfe a qucWimprefa, c pa(faron
 
in Sicilia. Felice fu il loro ingre{T'o- colla pref.l di i\leffinJ, e poi dl 
Siracufa,. dove fpezialmente íì ddlinlè Guglielmo Figliuolo di Tancredi 
d' AlravlIIa, \"cnuro' d,ll1a Normandia a cercar formna con altri Nor- 
man!)i in Puglia. (b) Le tùe prodezze gli acquitlarono il fopranome 
di Ferrodibraccio. Intamo venuto da1l' A {frica un gran rinfont:' di gen
 
te, i S.lraceni Siciliani form,trono un' ,-\rmata di circa cinquantamila 

ombatl,
mi. M
niac?, andò cor:lggiofd.mente colla fua geme ad a(fa- 
lir quegl I nfeJeh al I'lUme Rt>mata, e diede loro .una gran ro[[a, alIa 
qUJle [enne dierro ]a ple(a di tredici picciole Cinà di quell' lfola, 
colla PIÙ bdia apparcnza de1 ì\londo' di ridur tuna la Sicilia all' ub- 
bidienz,l J,:c-l Greco A.u 6 ullo. L' ;\Utore della Vita di S. Filareto, Mo- 
naco 
Ic"iano, ch.: fiod in qucC1:i tempi, raccoora (c), che oltre alh 

JaVUl,a ,de' Grcci anche un vcnto gagliardo, che foffiava in faccta a 
J m:mlC1, fen'i a mettere i Saraceni in rotta, e che il Governator 
Saraceno dl. SIcilia (e ne fuggì ignominiofamentc con pochi de' fuoi . 
A VC'100' coloro fparf;\ per Id. campagna gran copia di triang()li acuti 
dl ferro, fperand",) di rovinar Ia c,walleria d
' Grcci;- ma crano ferrai 
in maniera I cavalli Greci, (he punro loro non nocque l' in/idiofa in- 
venzlOn, de' nCffilci, la qu..lle fappiam'1, che in aItre guerrc fece un 
buon glUi:lCO. Secondo la Cronica Cafa1lrienfe (d), in quefii tcmpi lì 

ruov.l. ne' conroml di quel :VIani C1:ero il giovane T'rasmondo 
larchefe, 
11 qUlle a mlo credere governava aHora la Marca di Camerino, cf. 
fenJochè in elf.!. Mdrca era' compr<<;fo qud M()I1It1:ero. Sc ciò è ve- 
ro, d,wea c(ftre Q1ancato di vita quell' Ugo Duca e Md.rcheCe, che 
vedcmmo all'anno 1028. In una Carta dell'annf) IOf6. dJ me pub- 
bhcata (t') fi truova Domna 1.f7illa indi/a' Comitilfa, reliéla quondam Do- (e' ,.Antiqu. 
mni Ugo gl,rioÞJíÙJJO, Cjui jtÛt Ð.JX & J.\1arcbio. Q.uell:a fu, fua Mo- lutl". Dlf- 
glie . [trt. 6. 
Anno 


(b) Gaufrid. 
.J.f,llaurra 
Hjftor. l. I. 
Lto oftitn- 
fis lib. 2.. 


(c) Vita S. 
l'hilaNl, in 
.Ae1. 
anfl. 
lid diem JI 1. 
.Április . 


(è) cJJroni,. 
cafauritnf. 
P. 11. T. II, 
R,r. Italic. 



10.... 


ANN ^ LID' I TAL 1 ^. 


Anno di C R 1ST 0 MXXXIX, Indizione VI I. 
di BEN F. D ,;: T T 0 IX. Pap:l 7. 
{Ii A R RIG 0 III. Re di Gcnl1inia e d'ltalia I. 


Ell" Vo1g. F U <ludlo l' u1tir:no 
nno dell:1 vita dell'lmperador Corrado. :\ 
eva 
ANNO 1039. ,C"gh f-l.[[o un vlagglo nel Regno deHa Borgo 6 na, dove que Po. 
(011 acccttarono per loro Re I' unico dl 1m F,gliuolo Arrigo. Tro. 
vooln
ofi poi in Colonia, confermò ed accrcbbe i Privilcgj ad In gOlfe 

eicovodi ìVlodena, con cuiil crea Conte di Modena. II Diploma, 
, ,ß1à accennato dal SigoOio ffJ[[o il pre[eme Anno, c da me dato in. 
X
 111. Dif tcro aHa lure 
 ha Ie feguenri Note: (a) Datum XV I/, Kale'ldas A. 
erJ. 7 1 . pritis. dim() Dominic
 Incarnatiollis JIXXXYllI, IndiEliolie fTJI. Anno 

t"'t!m DotJlfJi Cbuflmadi Re,
ni XJIJI, Imperii XU. ARum C%Nia. Ma 
JO tru"'v" qu' de gl' mtoppl. Pare falhto l' an no , e che fi deggia fcri- 
\'crC" 

1XXXVI1 I/. e cosi I' Intefe il Sigonio, Ma v' h:1 ønche de1l' 
errore ne gll '\nni del Regno; e quando fi volclre quefio Dipl.lma 
ritèrire 211'anno preccdenre, Corrado aHora dimora\'a in lulia, c non 
giå Ï!1 Colonia. Oirre di che qu.\ndo fuqìib la Carra addirala nell' anno 
prccedente, era gia lucceduro Guiber!o ad l'lgOf/e nel V cfcovato di 
Modena, prima dci\' anno pre(eme lC1J9 Però che dee dire di qlltLlo 
Dip:oma il fasgio Lettore? fro pofcia I' Impcr.tdor Corr.ldo ad l![re
ht 
(It) .
jþþD o("\1a Frifia, (b) qU1vi celebrando la Feft:a della Ptnrecofie, tu tC'f- 
m d l-l

 C I ,D,!- rrcl
\ da d(>1ori, che net Lunedl [eguente, clOè nel di 4, di Giugno, 
ra I ." lei. ' I d IT - 1 fi d ' - E d ' 11. 
Herman- I con u'lcro a ne e IUol glorOi. ra lanZI Hato eleno c corn. 
nUl C!mrra- nato Re di Germani.l il fudd:::ttl\ Arrigo Ill. Cuo Figliuolo, fo.pr.l,no- 
tlllJ In Chr minato il Nero a cagion delIa" barb1; e come Cuo SuccdTole tu Im- 
1nJ.n
I, Hll- mediarameme riconofciuto da tutti, Una curiola novella comincio ad 
esmm. f,\'ere fpaccio ncl Secolo {ufTegueNe IOtom<" al d perfona d'e:lo Rc Arri- 
(c) Godefri- go. Gntifrcdo da VÍ[crbl\ p.ue cht. tòfTe it pnmo a darle crcdj[(\ (c
. 
å
s V/l
r- Eccone per ricrcazion dl chi legf!;e un trafunto. Caduto in dlsgrazla 
blt1l fi h s In di Corr;ldo Augullo un Ltlpo/do COilte, Ii ritirò col1a 1\1')51ie a vlvcrc 
'aN' , , "1 . I n. II f: I f. 
IOC0gl1lto In una caDanna II) mezzo au una Ie \'a. 
Je a aVl\ a pa. 
rata roi in Italia. tü 1pplicata In altri termil1l ad alcunc Nob.,11 C,a[c 
da gI'impoC1:ori Gene::1loglfb. Ora accadde, chc Corrado" {man ItO 
nella caccia giunle a qucl wgurio una notre, e \'i prete npolo. N ello 
fiel1ò tempo partorì 1<1. Moglit' dl Lupoldo un mafchio, c Corrado al 
fenm10 vagÍ1e inteCe una voce dal Cicio, che gli dlÍlè: Conado, fjllefl(J 
FanCtullo farà tuo Gent'1"O ed E.rede. Levatoti per tt:mpo i' I mre
aJore, 
CJrdinò a due [uo F .migh ,d, I r
ndcre qu.} Harnbin,o, e d' Uf::lIJ
rl?,. 
N'd1bero compaffione, e 11 lafctarono VIVO Copra dl un alb
ro, 1 also 
di lã un certo Duca, che il prefe cd alIevò, c v
ggenJ,?lo ("
-:tccre 
in bellc:-zza c: fenno, I' adouò per Figllllolo. Dc-po alrul11 anm gua- 
rando 1'lmperadore qudlo GJovinetru, gli venne fofpelto, C
le iolT.c 
11 mc., 



A JCI N A LID' I TAL I ð 10; 
il medeGmo, di cui avea comandata Ja mone, forCe perchè fe::ppe, Eu. Vo1g. 
come era ftata trovato dal Duca; e con apparenza di voierio onora- Azc'\!o 13]9. 
re, I'arrolò fra'Cuoi Cortigiani. Un dì pofcia (critre all' Imperadrice 
Gisla una Letter., in cui' gli ordina\'a di t
rne immediatameme ucci- 
dere il portatore, e la diede al giovinetto Arrigb con ordine di pre.. 
fcmarla In mano d' elTa Augufia. Andò qudti, ma addormentatofi per 
'fiaggio in una Chiefa, il Prete d' efT.. adocchiata quella Lettera, glicla 
tollC: di faccoccia ed aprì. PC'r compattione il buon Prcte ne tè:rifTe 
un' altra con ordine all' I '!I peradrice , che alia comparfa di que! Gio- 
vane, immanrineme gli delfc in Moglie la comunc lor Figliuo!a. Andò 
il Giov.toe, fènza nulla Capere dell' operato dal Prete, c prefentata la 
Lettera, non (ardò a divenir Genero dell'lmperadore. Bel fuggettð 
per una Tragedia, purg.lto che fotrc da varj, invcrilìmili; ma per eom<t 
tJella Storia, avvenimento invemato di pdo, cíTendo fuor di dubbio, 
fecondo I' autorità di più Scrittori c\Jntemporanei, che .Arrig. J/I. 
na<:que da Corrad\) e Gisla Augufii; ed ebbe due Mogli, I' una CII- 
,,;ch,Me morta ncll'anno precedente, e pofcia neU'anno I04r. .Agneft 
, Figliuola di Gliglit'lmo VII'" di Poitiers. Beoch-è poi non folie côliu- 
me di conran: In ltalia gli Anni del Regno Italico, nè deli' Imperio, 
fe non dopo Ie Coronaz.ioni: pure mi prendo io 1a liherrà di comin- 
ciar qui I' EpOC3 del di lui Regno in Italia, al vedere, che una Carta 
rifel'fta dal Can
pi (,,), e fcritta in Piacenztl, ha qucfle N ore: .dniZð 
<<b lncar;zatione Domini A/XLIP. Amz. R
gni Dlmrni Henriâ Rex bù: i>> 
ltalia !,<uintD, Nono Ktlllndas Aprilis lnditlicne Xll. il che fa baO:c- 
vol mente inren4ere, che almeno i Pavefi, ed altri Popoli d' I talia, an- 
che fenz.a la Corl)nazionc Italiana non tardarono molro a ricevere dTo 

-\HtgO 1.11. per RC!. Un' altra Carta Piacentina nell' Allno tègueme 
MXLV. ha I' .Anno SeJlo del Regno d' Arrigo. Così nel BollarJO Ca- 
finefc (b) e prdro l' Ughdli (c) fi uuovano Diplomi dati da dro Re (b) Bullar. 
aUe Chiefe d'ltalia coU'Epoca fuddcna. Ho io panmcnte pubblicata (J) c"f'.ft
'ife 
una Lettera di AdalgcflO.CalfcellaYÙII & i\!ifius gl,riojiJ!imi Regis Hen- Cc
;1 
h;R' 
rÜi, tuju; 'Vice in RegiW ru",lfS, a tutto Jl Popolo di Cremona, con cui lt
l. SIIlr: 
gli ordinava d' i:uerycilire a i Plaëiti di Ubaldo Pefco'Uo di quella Cítrà, Tom. .Iv. 
Comuttociò pOtrebbe dfere, che tolamente all' anno fu{feguenre ti '; Epifco,. 
delT
 pl:incipi
 all.' Epoca del Rogno d' lulia, ,cio..:dappoichè E,.ibel'
o ((i?';
ti'1' 
.Arcl'Uejco'iJg dl MIlano, ficcome vcdremo, ando a nacq 1 11fiar la gllZla llù/ie. Dif- 
del mede(jmo Re Arrigo. N è mancano Documemi haliani di qudti Jm. 71. 
tcmpi, nc' quali ni'.1na menzione è facta dd Regno d' elTo Anióo. . 
rhea l' Augucto Corrado porcam con feca in Gcrmania un im- 
ph1cabil odio contra d' eITo Eribeno, nè altro potendo fue, avea in- 
caricato i Principi d' Italia, ciuè,' i Vefcovi, Marchc: fa, e Conti di far 
nfpra guerra a Milano. In fani alia Prim'.1Vera di quell' anno fi rauna- 
rono armi ed armati da varic pani per ereguire la dl lui volomà e ven- 
detta; ma punto non fi (gomcnrò, Eriberto. (t') PrcFaro egli buona (e) Ln'Rif 
copla di munizioni d" haec!, e da guerra)' chi:H1\ò in Cutà tutti i H.fior. .Me- 
Dllhirtuali da} grandc fino al P icciolo; cd allora fu, che e g li inven. J,olùn. ó " t 
CT F/ l () . . 1 ,,,,. I . 
.6. om. y . . to 1 


(
 C."'pi 
IJ'r, Iii pi" 
cro:G4 T. 1, 
AppUJd. 


. 



106 ANN A L t n. I TAL J A. 
i:.. k Vo1g 
Ò it Carrøc
i(J, tanto pofda \lfato e dc=t:anrato ne'Secoli fu!Teguentl 
-^J/NO 10 3" In Lombardla. Q.uefto tta un carto condouo da booi co.n un' anten- 
na alzata, che ave. full. cima un Porno dorato con due llendardi bi:m. 
chi. Ncl mezzo v'era l'immagine del Croc.ififro. Uno ftuolo de'p,il 
forti gh fiava aUa guardìa, e conducendoíi qudlo Cltrro in me no 
.11' di:rciro 
 colla fua villa accrefc
va coraggio Q i eombanemi. Di 
molte baruffe fi fccero in tal congiuotura, ed era per feguirne peg. 
gio, quando all'imprð,vviCo. giunta la nuova della moue Ji Corrado, 
tuna I'efercito, nimico fi levò e sbandò can tal confufione, che ad 
, elcuni cofiò la vita. Eriberto ne dovette ben cantue il l'e De"",. 

,.8
::t
::' Abbiamo da Ermanno Contratto (a), t cia Wippune (b), chc.in qut(l' 
I'wl ;n Chr, .nno nd d. 13. d' Otrobre patimente mancò di vita Cirruo DliC4 Ji 
(b) JoYiNØ Fnnconia, di Carinti:a, e d' lfirll
: con che venne eziandio a V-.1CQre 
In :"1.. C l 

. 11 Marca di Veron:a. Avrebbe forfe potUto pretendere ad efra Ada/.. 
ri"" 14 J&I II h ' d ' I ' 1 , .J fi ' h ' 
. "one, c e pnma I Ut avca gOl.lutB, e nc u cae claro ; ma anc 
egli pagò il fuo debito aUa naturt neU' nnno prtfc:nre. Se Qd aieuR 
fo{f
 ne' fei 0 fcue anni Ceguemi conferira qutlll\ 1\ larea, OfIn l' ho po" 
tuto 6n'Ora fcoprirc. Erano nella più bella p'Olitura gli aff"ari<k' Gre- 
ci in Sici}ia
 c partvQ g.à vicino il formna.t'() gtarno, in cui qut:ll' 
lfola nobiliffirn:! reß:af1è libera doll giogo CJh:' Sari\ceni. 
Ja 1
 GrecR 
avidità c fuperbill. ragliò il corCo a gh nlrcriori progreffi, c ro\'inò 
· .nche gJi acqUifti fani pc:r I. cagione, che fon per narrare. Gran 
cofe aVCR promelfo Giorgio Maniaeo Q i Longobardi c N ormanni, 
(uoi aufiliarj a quell' imprc:Ca., Quando fi fu . parrire il bonino, nn- 
ch'c(ft ne prerelero, come era il dovc:re, 1a lor pane. Nulla potero. 
'I}'O ottcnere. Inviarono Ardoino Nob.ile Longob:ardo a M.\niaco pcr 
farne nuovn iO:anza; e quett:i, forre perchè parlò con troppo calore, 
ahro non riponò che ftrap:izzi e baLtonate. Y o1cano i LQngob.udi c 
Normanni corrrett øWarmi e farne vendetta; ma il faggio Ardoillo, 
(c) G.ufri8.. per Que{l-aro di Go.ufrido Malaterra (c), Ii configliò a diffi.rnular 10 
1!K
lat
t'''4 ioegno; 
d uccorramen
e ticavlIra hcenaa df porer tornate in C.l.lab..ia., 
lJift. III,. I., imb,m;atofi con tutti fuoi alierc:nri, fdicemente, fi ndlolífe a Reggio di 
Calabria. in terra. ferma. Allom fu ch' eßi, prefo per lor Capitano dro 
Ãrrloino, fi diedcro a far venderta dell'ingratiruJjnc: de' Grt'ci con de. 
vaftar tutto quanto porcrono delle Terre pof1èdm:e da dIi Gr
ci in 
(d) Gøilirl- q
lla Provincia. Ma Guglielmo Pugliefe (J), eedreno, ed aim 
cri- 
flllIl .A/III", \'ono,.. che non da Maniaco in Sicilia 
 ma da Doceano
 0 fia DulcbJano 
HIli. I. I. Carapano- de' Greci, in Puglia, iu maltrattQto ef10 Ardoino, il qual 
cra. a.l1ora fuo Lcogotenente. Di Guì ebbc principio la rov

a de.l 00- 
minio Greco in ltdlia. Riurcì ancora in 'Juett' an no a GIIDI1JJIl7'IØ !
. 
(
) 1.11 0- Principe di Salerno c di Capoa (C'). di fottomettere al f
o dommlo 
f"nfil ;hr. call' aiuto de" NOfmarmi il Duearo di Amalfi. Lo fteffo vlen confi:r- 
Ù). 
nt!i: mato. 
alla Cton
ch
rta d', A malfi (!), cia 
ui, impariam.o" che c:nè:ndo 
1",1;(. T. J. fuggltl a Nüpoh (;,,!'vamu, t: Str!,o Cuo Figho, Duchl 
I qudla CIt- 
.P-f. UI. rà, JUanfonl 1.'r:lu:lIo d'dfo Giovanni oecupò 'Iud Pnncl{'a::o. Ma 
c{fcndo Ja Ii a 
J.&
ttn> &nl1i Iitwøato cUò Giovanni da Napoh, dOpÐ 
aver 



ð. N N A LID' I tAL I A. 
Q1 
ner prerO 
d açC;tcato il fuddetto Manfone 2 tornò I cQm
ndar Ie felie; J!ã A TWi. 
per poco tempo nQndimeno) rerchè Guaimariø s'impadrooì Qi qQeUa ibN. (0.0". 
moho ricca aHara Città. La [cnne egli per cinque anni c rei Mefi, 
dopo i quali ManCone tuuochè ciecQ ricuperò qud DucJto, c rcg
9 
dipoi altri DOVe anni. 


Anno di C R 1ST 0 MXL. Indizione T I I I. 
di BENEDJ.TTO IX. Papa 8. 
di ARRIGO III, Re di Germania e d'ltal. :&" 


.. 


F Ondato fop1'.\ l
 autorità di Galvano Fiamma fcriOc il Sigoni
 (a
) (a) ii!.,,;uI 
che il RI .drngD dopo la mone del P
drc f.l fQlleclto a, IpedJr.e 
et"' 
Ambafciatori in I [alia ad Eri!Jtrto .Arâvif(Q'Uo di Milano) per chic:dcrc Ital,
 I. a. 
la Corona del Regno I talico di preicmc, c buona amlcizia in avve.. 
nire. Sembre a me più verifirnilc:, che Etibcrto ccrcafie egli la gra- 
zia del nuovo Regnante, c che il maneggia fi tcrminaí1"e neW anno 
prcfente. M-eritano d'dfere qui rifcritc !e parole dcU' AnnahLta S"lfo- 
ne (
) ,.,J)opa aver egli detto, che Arrigo (òlennizò la Palqua in In.. (h) .Jr.""l;. 
gdcim, kgnir:i a fcnverc COSI. C.) JIJIt& ,fÙU/I poft PaftJ"ø i!lctropo/i. flit Saxø a- 
tanus McdioJdiJellfts Qd'VclIieIl1, & fi, omni f"Q 'PnIrD'Z)erþa) 'luilm ,onll(j l- d Ecc",J, 
l1rnp,ratorem COIlraduTJI e

(l4Ït, fatisf(Jciens, ",Ierventa Principum gra.. 
tiam Regis promerllit, & U,rum jllramClJ/is l a çem fidem'lue ft j6,vaturu1ll 
affirTlla'lJi-t j ICtjUe Regrm .dgrippillam pr(}j4cu/IIS, intÚ III/. PQlriam (11111 pa- 
" jìmul & gr"tia Regis "(""A'Vit. Pertamo vcpne 'cmpre più 
 ftabi- 
lirfi in Irali] il dominio dc:l Re Arrigo lJ t. quantuoqu.c non reft:i me- 
moria deUa di Jui clcziooc in Rc (1' It
lia, l
 qualc: è 
a c
d
rt, che 
fr-gui{fc in qualche Diera dc' Prinçipi in Pavia () od preçedemc: 
nno, 
o neJ prefente. Trnova6 Q1fnzjon

 anche d:J Arnolfo (,,) la riconci- (c) .Arn"l/. 
liazione fuddetta, e fi vede preO"o iI Campi (Ii) una DonazioOI! fatt
 1f.ifl,r. Me- 
dal fuddetto Arctvc:fcovo "Ua ßadia di TolljJ lul l-'iaçcntino, fçriua d
IIJa". I, I.. 
.All'" 1'-1 X 1:. P011l11Ï He,..ili Røg/s Pri1ll l , 1iif!ri 4JJ!e1ll Archìepiflqparl!s Cd)' 
J;",i 
XX/l. Im},8,D1Jt VIII. .ARu", lif Cøflrf C,afja . l' a. cgh mcnZlooe 101ft. Ji pia- 
qud Oocumento de' paff.ti fuoa travagli. t: riconof\:e <1.1 Dio) e daU' "m:.. T: 1. 
imerceffione de'Santi la fua libera:(,j\,mc. E,bbe in quell' anno il Re .dN,,,J,,. 
Arrigo guerra col Duc. di 8ocmia, 111' tOR j5vRmaggio de' fuoi. Se- 
guitarono intama i Lcng o b4rdi.c þlç>ftlU1lni, d
 5' C:faOO ritirati daU. 
o ,. Ski- 
(.) Là a1ZCor Jo
 /a P"./fru 'Vønendo iJ Mtr
þÐJjla1llJ MillJlleft) , JlJnd, 
flJijftRzilme Ii' o[.lIi (1Jf' tontrOlllrþll (J'UlJla (ODnt r 1 peradorl Co,-rado, 
'oil' I"t
'l:e.t
 de' ,Prillâpi tlUr:ilì la grø:Üa (ltl Rø, 
 di ""O'f)(} t(}11 giU. 
,..1I11nt, promift dl (oøftr'Vlln ,ace) ø fedBJIG j , t,SI IIc'ompagnandD i/ 
Re ad .A[.rippina, illdi r;lor"
 111/4 P 4.lriG &011 R"e ;l1{ìemt t grazia 
Jet Rr. 


. 



t08 ANN A LID' I TAL I A. 
E." Votg. Sicilia a prendere Terre, e a dare it gU1fio nel dominio de'Greci in 
"-\
t\O 104-0. 
uglia j e pereiocchè non aV<<='ano aleun Îlcuro ricovero in queUe par- 
t!, clop? aver ,prefa /l.1e/fi, 0 fia VelJia ne1 d. di Pafqua, la fortifi- 
CaraJ10 In manter:1 da non remere l' orgoglio de' Greci. Leone Oflien- 
(
) I.u 0- fe (4) (crive, ehe Rainøl(o Normanno Conre di ^v
ff.1 con pano di 
[;b. lI f: c.ci;: aver 
a mr'tà delle eonqui
e diede a
uto ad A
doino n
mico d' effi 
Greel con rrecenro de' (UOI N ormanm. N è qui fi f:::rmo la bravura 
di que(la 
ente. Prefero anche Ptnøj4, Aftuli, e LaVtl/o. Abbiamo in. 
(b) 
l4flls o1tre da Lupo Protofpata (b), ehe nel Mclè di Mar
o Æ-giYO Ftgliuolo 
f:

::

. di quel l'.1ela, che abbiarn veduto capo della folkvaziol1 de' Puglidi 
r . contra de' Greci, alT'ediò Bari, e fe ne impadroni. Ma fc .qui anda- 
, vano male gli affiri de' Greci, peggio ancora eamminavano in Sici- 

c) Ct.".. Ii. (,). Ríþigliate ie forz,<<=, i Sanceni av<<no mC:(fa infi
me un' Anna- 
';J,

I. fa di terra, con .cui fperando di riaequiftar Ie Cirri perdute, fi ac- 
camparono nella pianura di Dragina. Giorgio Maniaeo yalcnre Gc- 
ncrale di terra per }'Imperadore G.-rco, nulla rrczzanda cof1o.ro, pre- 
fentò loro la batraglia, con aver prima ordinato a S-tefaDo Patrizio" 
1\hrito dOnna SorcHa deU' I mperadrice, e General <Ii marc, di fiar ben 
at[cnto colla fua flotu, acciocchè niun de' Bubari fuggiOè: tanto fi 
trae\'a egli in rugno la vittoria. In fani m<[c in roua il nemieo-, co 
De feee bUf'na {hage; m:t il General Moro ebbc la fortuna di làlvarli 
con un:t barch
Wl per mare. Per qn
fla neg1igcnza di Stefano {i tro- 
..ò sì irritato Maniaco, E:he il regalò di qualche baUonara, c 10 fira- 
razzõ, chiarnandoto Copra runo uom vile c traditorc. Seefano, che 
flava bene a11a Corte, fcriffe eolà, che Maniaeo macchinavc\ d' ufur- 
rare per sè la Sicilia; e quefio baflò, perchè \'enifTc ordine di man- 
tt'<1do nc' ferri con Bafilio Patrizio a Cofbnrinopoli:, iI che fu efegui- 
to con refiare al comando dell" armi it fuddetlo Srefano. La dJppo- 
c:1ggine cd avidità di eofl:ui dicoe c.1mpo a i Mori di riavcrfi., e di 
ncupcrilre :I poco a poco Cfll1' aimo de gli lteffi Siciliani 1a Cinà e 
Fflr[cl.l.e perdute a rif.erva di MdIiAS, che fi [ofi:enne. AU'affi:dio èi 
<juefia Città eon tune te lor forze paff'arono i- Mori. Catalaco Am.. 
buno Comandante deU=- P.iazza, mortrando timcI'e, l er tre di niun 
mo\'imento- feee, di maniera che i Mort noue e di a ahro, non pen- 
(avano, che a (o}azzarfi in bere, in danze, e in altre allegrie. N d d.ì 
èella Pentecofie Arnbu{lo, ani mati i f"oi alia pugna, iliedc impr-ovvi- 
famente addoff'o II gli aff'edianti; colb nvalleria giunfe fino al padi- 
g1ione d' Apo1afare-, Gener:!1 dc' Mori, ch
 colto cone fparle ubbria- 
f:O morì fenza Caper di morire. Chi de' Saraceni non cbbe buone gam- 
be-, vi lafcio la vita; e nel bonino G trovò tama quanrità d' oro, 
d' argento, perle t e pierre preziofe, che, fe vogbam credcrlo fi mi- 
furavano a moggia. Ma con rurta q
efi:a Fortuna i Greci per mancan- 
za del loro Generale nuIJa più acquillarono, e Stefano fe ne fuggì in 
C
l..bria. Aggiunfe in quell' anno Guajmariø IP. a i fuoi Principati di 
5a.lc1:no, ð. Capu3" e d' Am>llfi, anche il Ðucato dl Sorrento (d). 
Q!lanto al ke Arrigo, egli intcrdjffc a \Valderico Abbate del Moni- 
fiero 


(d) Lei 
oflieJJfil 
ChrDIIU. 
1.1.. ,. 'So 



ANN It. L 1 rl l T It. L 1 A,. t09' 
fi('ro Cremonere di S Lorenzo r alienarne e livcllarl\e i Beni fer.za Er.. A \'u1
1 
licen13 di Ub,;/á, V cfcov.o di. quella Cinà. Q!1dlo era it mciliere di J\
NO 10".0. 
molri .'\ bbari, cattivi di queili tempi. Fu d..ro it Oiploma (..) XVI. ( .. .A : 
Kakntial Febrllarii., /ndifliont VII. Ann" ."-1XL in .dligufl(þ, per con- l

lj(. nljJ;j.: 
iàglio Kadeloi Epiftopi, atque GalueJlarii nojir'i. E però di qui ,'egnia- fe't. ;2:. 
mo a conofeere, che Cat/a/Do, famofo per Ie fue: ribalderie nella Sto- (b) ,Ugb,ll. 
ria Ecclefiafiica, dûvcnf.: conrcguire il Vefcov.1to di Puma, non già 1t.."
 s
; 
nell'anno 1046. come yollc i' Ughelli (h), ma bcnsi nell' anno precc:- i;. l.;illt: 
cknte LO )9. PII,,,,m[. 


Anno di C:R 1 S T 0, MXLI., Indizione IX. 
di BEN E D.E T T 0 IX. Papa. 9. 
di ARRIGO III.. Re di Germania e d'ltalia 3, 


E RA in qncfii tempi fconvolta- la; Reggia di CofulOtinopoli per I. 
prepotcnza. den' Itnp,radrict. ZOt, che f.tceva e disfJeeva a fuo ta- 
len(O gl'lmp<:r
dori; e pcrò anche Ie membra- dell' Imperio Greco 
rifentivano i malori del capo. At governo della Puglia e Calabria (c) (ë) CuI,,.. 
era. ftQto inyitato Doct'anø., 0 DuÜ'hi.zno,Catapano daU' Augullo iWche!e,nNI in c.,1/k 
Paflag.ne, cbe in qudl':mno hnÜI I fuoi giorni, con avere per fucceff'ore'p,øJ. Hift. 
JUìchl'le Cillafllla, il ql1a}e durò b.:n poco, e tafciò I' I mpero a Co. 
jian1ino J.
ono
a(o. Q1cno Doceano mori\.a di r..lbbia al ycdc.re i pro- 
grdn de' Normanni nella Pogiia (d), e però fece, quanto sforzo potè (d), L" 
per de6derio d' opprimerli, e di eaeciarli da. Melfi. Gli era anche, Ye- 
{"n.l!I 
rmto qualche riõ1forro di gente dal Levante. NuJla,sbigonito pu que- li/

'
: 67 
fto. Art/oino Capirano aHora d' effi N ormanni, adunò anch' egli.le fue . 
truppe; e quamunque troppo inferrore di genre (e), pure. iotrepida- (e) LU'1I1 
mente venne aile mani co i Gr
ci nel Mek: di l\l:>no prdTa ,al f1u-, 
N c t h øh"
. 
L '- ' I . , . h ' 1 fi All ,In 'DmtD. 
me a"ento; e toceo a vutoraa. a 1 poc I" ma \'a oro 1 . ora I Guilj,lmul 
Normanni, per tirar dalla fua gli abiutori, di queUe contrade, clelfe- .A./
luI I. t. 
ro per loro capo AtmlJifo, Fratello di PanáDIf.. Ill. Principe aUDra 
di Benevento, e ardiram.:me nd Mefe di Maggio prelfo il flume 0- 
fanto, e fccondo Cedreno,. in "jcinanza'del famoro Luogo.di Canne,.. 
s'az.zutfarono coll'dcrcito Greco, e dj,nnovo,lo sh:uagliarono. Ac- 
c:addc:, che quel meddimo Fiume, dianz.i feec<'1, allorehè i Greci iI. 
paffarono all'improvviro fi gonfio d' acque in ta1.guilã, che de i Gre-, 
ci in volerIo ripafTarc più ne r1marero ivi affogati, che noo erano re- 
.ftati ragliati a pezzi nel campo d"lJe fpade nemichc. Secondo, Lupo- 
Proto[pata, Doceano 6 falv,ò in Bari:' fegno, ch
 Argiro avea ricu- 
perata quella Clttà con ime-lligenz..a de' Greci, 0 pure che nOR la ten- 
lie. Gran bottino fccero in tal cOßgiuntura, i vittori06 Normanni. 
Succtdctte parim::nte in .quefi' anno un' altra con6derab.le imprefa, di 

ui parlerò all' anno feguem
. Ben fi può. credere,. che i vincitori 
.ovcucro fapct proittare Jdla lor foItun.1 c.on fottomettcrc fluove Ter- 
. rc in 



no A N MAL I 0' I TAL I A. 
I! II. A Vofg. re in Puglia al loro dornini-o. Anche in Lombardia corninciò la direM4 
ANNO 10 4 1 . dra a fcompaginar la bu-ona armonia del P()polo di Milano. Mi Ga le- 
cito il Pdrlarne fot[o quell" tnno col Sigonio, tucrochè fi pofTa dubi- 
.tare, che al [uûeguentc appartcnga qudlo funetlo a\lvcmmento, de- 
( R a
. 
'- M 1J. [critro ,da Arnolfo e Landolfo feniore (.), Srorici Milancfi di q uefio 
Ir l '. 
 
tliø14n. l.
. Secolo. 
C4'. .s. Era compona la Nobiltà di Milano de i Militi, ('he tuui go. 
L4
l4lf.
 devano qualche Fcudo, e fi di\'idev
lIo in Capitanei c ValvatTori, fle- 

1J;DrMMl- come ancora d' dltri, che non aveano già Feudi: ma per gront tenu4 
J:

n. 
: 1.. te di Beni., e per dignità ed Ufizj erano pOlenti. Maltrattavano, ag- 
Clip. 1.6. ,grava
ano i l\;1llici i
 Po polo ,mi?orc, cioè gli .Arrilb, e I" altra Plebe i 
c anJo tanto Jnnan
l la 101'0 tndrfcretezza, che In fine il Po polo ruppe 
.Ja ,pazienza, c il rilpt"tto dovtlto a i Maggiori con tale fciiTura, che 
la piaga durò dip?i nc'Sccoli avvenire, ora apena) ora cicatrizzata, 
ma non mai ben faldat3. A bbidm vcduto all' anno I 0 
 f. una timil rot- 
tura in Milano, che poi fi quetò per aHora. Fu un giorno malamemc 
bal1:onaco 0 ferito da un MHitc, 0 Úa da un Cav.lrere, un Plebeo. 
Tr:dTè 'al rurnore aJ
ra gcnt
 plebea, ne feguì un conflit[o, 
 pofcia 
un' unione glUrata dl 
U[[o JI bafTo Popol
 contra de' N obiJi. da' quali 
'pìi:r nen fi vo
c:va lafclar calpefi
re. II peggio f\l, che .Lallzone, uom 
Nobile, fi mlfe aHa lor tetia: 11 che fommameme difplacque al eorpo 
d<<:lla Nobiltà. La gucrra palr,ita avea addefirata all'armi anche la Plc- 
be, e però ftando SI, l' ,una, come l' al (fa parte in [ofpetto e in guar.. 
dia, un dì per un PICCIWO rumare tuni correro aU' armi, c fi camin- 
ciò ,per Ie Piazze e per Ie, jhad
 un' afpra bartaglia. C
i aH' apeno, 
c cni d:llle fincltrc, e da I tettl cornbJncva, c a moluffime cafe fu 
aaaccato it fueco. Era di tropro IUI'=riore il numero Qc11'- inferocito 
Popolo; lal)nde furon? obbligati i N obiti a eereare fcampa con fug- 
girlene delta Ciuà inbcme coJI&: lor Mogli e Figliuoli. L' Arcivefcovo 
Eriberto, affinchè non .Ii credetle, -ch' egli fdvonßè il parti[o dclIa Ple- 
be .<:onrra -de' Nobiii, molt! de' 
uali eJ'ano f.uoi VafT.lIi, giudic. bene 
anch' egli di riuurG fuor di Milano. Sicçome açp:!rifce da un DO(;u- 
'(b) .Ant;qu. meot() d.l me d.l
o al,la Juce (b), in queíl' anno Ii tl1Jova 
el Boodil1Q 
1141;c. Djr.. la Moglie di B'fsif4ZlfJ D/JCII e :\1artbefc dl TúCcana, B,atrlll Contc:tJ"a. 
firt. -41. 'J Ja qu..te è dcua }ilia fll:f}1IlJa1fl Frtd"iâ, fenz.a fpec,6care, come 
ra il 
cottumc, che Luo Padre tòfTe Du&.a. Ma benchè quella Cana (j diea [erit.. 
ta ndl' anno "b l11Car1llatiow DIJNJi.i -flri J'ß
 Chrijii 4\1i/lefimø 
Qroo 
ilrag'fillJ() Priøo,.iM XI/J, Martii; pure è difcttofa, perchè teguita. 
1'1ndizi'lle Dtci1Øa; e però 0 r anno e fallato, e r..rà il feguemc; ov- 
vero )' mdl
lone ha da cßère 1.1 N
ntI. Confcrmò ill queft' woo il Re 
(c) u[hÛl. Arrrgo tuui i dirj[[i e B
ni ddla Chief.. d" A t\i a p'i!,ro J7 tft()lj)8, ?i 
11111. 
lIcr= quc:Ua Cirtà con Diploma (c) dato J/IJ. Id
 F<b,.u,m .ðIlllM DUI1II"'., 

;j;ø:
' In ce In(ar"ati
n
J 
f
L/, 
.diai",
F!I
. (
 dee fcriverc ,r1lll.) .dn
 
.Al/enf. Do","; 1/['.rlcl T'erw Re!,lJ, O,.d,llatl,ms ø}ltS XliI. Reg . ll. .dflll1}& a. 

d} Ibil,m ArulSgralJi Paltllio. Con ..lIro l);plorøa raflmente conccdeuc, 11 Con. 
.n Ep;fc

. tado di Bergamo ad Ambr,fio YeJCI'IJ' di quella Cit . , ) NMis Apri/is. 
llerlo.elf). in';. 



A N K A LID' I TAL 1 A - I ( I 
J"tliBiønt IX. .A"". Dom"i Hcnrici Regllantis I l. O,.ãUlati"Ûs 'VerI '.;MS EllA V ol
. 
XX/II. (fcriv1 XII/.) AélNm Mogunt;4. COSÞ a poco a poco comin- ANNOIQoil. 
ciarono- i V cfcovi di Lombardia ad acqu.illare anche it governo tern.. 
pon.le e il dorrunio delle foro Città. Sc i'oro filcd.. tutto eggidl, nol 
10 dire: oHora ccno avea quelb virtù.. 
I", 
Annó di C R 1ST 0 MXL 11. Indizione X'. 
di BENEDETTO IX. Papa 10. 
di ARRIGO III. Re di Germania e d'ltalia 4- 


. - 
B Olli,,: più c
 mai f... i N obili ufciti di Milano, e il baRe Po-- 
polo retbto Padmne deUa Cinà, I' odio 7.1. djfcordia, c la guer- 
A. Ci .fficura Landolfo, fcniore (If), che I. Arcivdcovo E,iJ,u/o Ii (a) 1..
Jul. 
1 . \ fi . O . N b ' l ' d ' fUI {em" 
tenne neutra c an 51 en congrumura. fa, 0 I I, avtn 0 urato Hiflor Alt- 
nella lac fazione i Popolì. della Martefàna e del Sl:'prio, fi fortifica- Iliola';' 1. 1. 
FOTU>- Íß fc:i. Terre all'intorno della Città', e nc formarooo un blocc0 7 "'P. 16. 
fcnu pCmkttere, che nlcuno vi portaffc de i viveri i nè giorno paf- 
làn, in cui non feguiífe quakhe, badalucco, 0 combat[ imemo tra la 
PJc:be e i Fuoru[citi, con mortaliti continua d' amendue Ie parti. GUcli 
k taJun cadcva aeUe mani del nemico i non i[canfava Ja morte, 0 una 
prigionia, pcggior delta mone. A veva il Greco .'\uguíl:o .Michele PtJ- 
ka. prima di mor.ire richiam-ato daWltalia Dbceano, 0 fia Dul- 
c;:hlano.,. giì Catapano 7 riconoCciuto per inutile, anzi d:mnofo Madlro' (b) . 
di g
rr., (/J) e in fua vece inviato in Puglia un Figliuolo, di Bugia- Ofti;:;s 
flO
 foprnnominato, per 'luanto s' ha daU' Ol1:ienfe, EXIIUgll.J10, 0 .Ar.- IiI,. 1. c.67. 
111>_, Ceoondo il Malatcrra. Cofini feco ccanduffe un numerofo fiuolo LUlul Pro- 
di Greci e di Barbari;, ma venuto a batraglía nel precedentc Anno, toJ h 'P at ". ill 
, N " d ' d . S b fc M P . t r C rømCÐ. 
co I ormanm a I J. I cHem re 0[[0 onte I 010, 0 come 
vuol Cedreno, in vicinanza di Monopoli, non I:'bbe migJior Fortuna 
del fuo preJeceCfore, Rdlò ivi con una mcmorabile fconfi'ua tag.liato 
a pezzi q'.r.1fi tuno l' eferci{o [uo. Fu fino prigione egli ß:dfo" e do- 
nato dc1. I N ormanni ad Adenolfo lor capitano, il qualc ne fèce traffico 
co j Greci, c ne ricavò una buona fomma d'oro: azione nondimcno, 
che irritò non poco i Normanni, c fu caßione, che gJi' levarono il 
bafirm dd comando. Abbiamo dal Protofpata, che Argiro Barenfe. 
Figliuolo dd celebre Melo, fu in quefi'anno dichiarato Princeps & 
J)MIt ltaJi.e,. cioè.' dclla Puglia e Calabria i ma fenz..'l dire chi gli delfc 
qUt: tio Titolo, cioè fe i Greci, 0 i N orm
nn i. Cerro è per anc., (d Guilie/- 
nata di Guglidmo Pugliefe (.-) e di Leone Ofiienfe, che i Normanni m
 1t'ut 
(.) ..IJrgireft1ä fi/ilml fih; PI".JejiÛtt"ttS ,.&eJ,r_s .dDlili
 Civitates pllrt;;n vi HI . I . I. 
capiunl 


(-) fd"I1Jofi '&1Ip" .Argiro fii'Þo di Alelo, /' afire C;ttJ Jella P/.Illia parll 
, prendDn per for
, parte If it [1I111Z0 t,-ibUla,.ie. 


- 



II!. ^ N N A LID' I TAL I A. 
'Eu Vol; ç"piunt, p,lrt;", fibj tributat'iois facilllll. Ma .non itia-rcmo .motto a ,'edere 

!1;NO 1042.. qudto meddimo _'\rg!lO e: i Normacni unÜi co i Gre:ci. 'ntamo}' Im- 
perador Miche/
 C
!4ala fucceduto a Michele Paflaf.o1lt nell' anno ad- 
rlietro, imputanJo all'imperiÚl e dapocaggine de' Capitani Ie :fierc 
perco{fe date da i N ormanni aIle Armate fll:', Ii av\'isò di fpedirc in 
Julia GiDrgio J.\1I,,;aco ("), cioè qud mt:ddìmo, che vedcmmo dopo 
Ie vittorie riportate in Sicilia mandato ÍI'1 ccppi a Cofbntinopoli. Co- 
ftui'venne., uomo fuperbo, uomo oltce ad ogni credere crudele. .'\p- 
pena giunto ad Otranto, ritrovò che i Normanni erano già -divenuti 
(b) L" padroni.di cutta la Puglia, e l',aveano divila tra loro. (b) A Gtifþel1", 
OJli,,,P' BrlZuiolÜferro era toccata la Cittå d' Afcoli. Lupo Proto[pata fcnve (c), 
f;mJl" 67 chc Gtllle/1#tNS lleéttlS eft Comes iilatfrte. Ã Drllgone Cuo Fratello t.ccò 
(
i 
'U;
I . Ye1l!Jjà; La'l.lello ad ArTHJlino; ad Ugo Monop,li i 
rani a PietrD; Civil. 

rltDh"t,4 a Glta/tÍlro; Canne a Rjdolfo,; a cr,.i/iatlo AlontepiJoft j IJ"rigenl. ad Ervlfl i 
.. ch".,
,. Âarenza ad 
jditti1lO; ad unO éÜtro ,RiáfJ
fo .saltto Ârcangel,; Mi1llr'l,'iu 
a Rainfred.. Anche .Ârd,inø ebbe la p:trtc fua. E Rain'If. Conte ,di 
Averià ottennc la Clttà di SipOl1t' col MOlltt Gnrga1Hl. Afelþ rettò .co- 
mune a tutti, Città divct'tå da Amal.fi. Gûsì noi mlriam:.> andar crc- 
fccnJo a gran paffi la fortuna e poten
a cJe' Normanni in queUe con- 
tr..de. Ora [\;hni-aco dieJc principia aile Cue imprde con impadronirû 
.di Monopoli, e di Mater... .Fin ie donae e i f;!Aciulli furono barba- 
ramente taglia.ti a, peZ7.i, nè fi pcrdonò a' MonacÎ e Pret;; tantl era 
1a barbaric di co1tui. In guefto mentrc Argiro, prc[o per Generalc 
Ga i,Normanni, s' impoßèlsò di Giov
nazzo, c per un Mefe: tcnne ar- 
fediata la Citt... di Tram. Sc!"ive Lup:.> Pro[ofp.1[a, che I. Città di 
Bari "l'1:lrJ-' eft in mtlnus [tMptratoris nell' anr.o prefeme. Non s'intenJe 
bene per la brcvitl delle parole di qucllo Scriuore, come paflàOèro 
'lucgli affari. V cggolfi aU' anno fe.gucmc, e vcrrà quatche lumc a que- 

 fie tencbrc. 


(a) Ctd,1- 
71/1' . 
Guill;,/.. 
.A/_ Iul . 


Anno di ,C R I Sï'O MXL'I1"1. Indizione XI. 
di BEN IDE T T 0 IX. Papa I I. 
.di A R R Ie 0 HI. Re di Germania e d' Italia 5. 


(4) ,A"ti'rJ
. 
lt41i,. Di{- 
ferl
'. 66. 


D r\ un Ðocumento Ja me pubblie-ato, (1), noi ricaviamo, che .Ãdar- 
gtrio Cancdliete e t\l
!fo d
l Re. .)rngo tenne UA Pl,aclto 10 Pa- 
via tld Müninero di S. Pietro In Calf} 
lil"tO, al qUite wrervennC'ro 
E,il 
rt(J Al'cil'JeJèQ'VD di MII.\no, RÙ1I1Jd. j/eji;/J";' di ,Pavia, Riu".an. 
Yefto'Vo Ji N ovar..., LiJig
,.io J7e.lco'1:o di 
omo, c. 
dtlbt
tD C
nte. 'F
 
ferlno '1ucl Giudicuo Ân", .b Incr:rnllt,oM DO'!l"11 
ofl.

 JeJ
 C
"ß.' 
Afzl/rþmfJ S?<!!adr.Jgeþrtlo tertio, Re
m 
ero D
m
1 HelM'" Rrgzs h,ç In 
ltliJia Y. JJecimolertio Calendas 
WadltJS [,.d,fl101fe Untimma. Ma do- 
vrebbe elft"re I O .lln1KJ IV. del Regno, prend
ndo it prin-cipio dell' E- 
poca tua diilla mone di eorrado tuo Padre. 'f(jt1am
 Cako, c il.PIJ- 
nc:lh, 



A N 111 A LID' I TAL J A. I I 3 
ricdli, che fondati fu qucao Documento [criffero, eLTere in quefi' FRA VoIg, 
Anno venuto in Italia il Re Arrigo, prefero un groL[o abbaglio. (
i\"i ANNO 10 43- 
non è vdtigio alcuno di tal venma, e v I fi OppOtlC ancora. il ÍÌknzio 
dclk Storie. Seguitarono in qUtlt' Anno 
lUcora i Nobili fuoruÎeiti 
1\1 daneli a (co':" bloccata 1.1 Cirri di Mllaoo, con fuccedere frequen- 
tiÍìimi conflmi fra ct1Ï e il Popolo di quella Cmà, da cui vàbrofa- 
mente (j rdì!tcva a I 101'0 sforzi _ Non men crudele danzJ. contlOn..lVa 
nella Puglia. Era {tato balzu,o dal Tro
o 
i Co1tantioop('h .1H,l1' anno 
addletro ftficbele C,,!,:f.ltcr., e In luogo (uo mnaluto GoßaiJtt11(J 1110110- 

".:r.co, che pn:f
 per Ñloghe l' I m,p
r,
Jricc Z,oe" cl
lè la fcol1\'olgimce 
dl qudl' Impeno 0 (a) Palfava un antlea nemlCJZla ha clTo Colìanrmo, ( ) G '_ 
e Giornjo :vJani
co Generalc 111 ltaha ddl' Armi Greche, Pre\'cdelìdo I
!"''I;I Á- 
co1lui la ÎU1 rovina fouo un' ! mperadore sì mal' affctto ".:frO dl lui, l
duj Hip. 
pal te per di[perazionc, rarte per gli fiimoh deW amhlzinne, s' appi- lib. I. 
glio ad un' ardltiffima rifoluzion.:' con fallÌ prodamarc Imperador dc:' 
G..eci, e prenderne Ie infcgne 0 eeJrtnO accenna, (b) che per cagion (b) Cedre- 
di Rcmanll Duro fuo ncmico e prcpotente alia Cone di CoLbmino- nus Com- 
r oli , l\.1aniaco fì ribe!Iò 0 In faw l' 
ugu!l
 M
nomo.1co ,avea fpedito pmd. IJi.ft. 
in Italia PalJa Procolratano con ordmt dl Jpoghar .!\,Januco del co- 
mando. Ma 10 fcaltro Maniaco ferpe COS! b
n tàre, che (poghò lui 
d.:lIa vita, e cldle gran (amme d'oro, ponate do! clIò Pardo in halla, 
c fi fervi per rcgabr Ie ti urpe, e Ol.Jggiormemc addèarle ncl fuù par- 
(ito. Abbiamo poi da Luro 
rotolpat
 (c), c_
le Maniaco and
 [ot:.o (c) Lupus 
Bari, ma nol pote tr.lrre alla Lua dl V02.lOne. Vera do:ntro Argno Fl- l'rotofÞa,a 
gliuol di Melo, che nè per minaccie, nè per promdfe volle induríì in ChroniciI, 
a fottomenel fi a Iui. Tentò ;.nche di guad.1gnare i N ormanni, ma 
non gii riufcj. Tuao qucfio p;ìre (ucceduto nell' Anno precedcnre. 
L' I mperador Cotlanrino, a cui [cotti1va fone la ribcllion di Mania- 
co, nè nova\'a mezzi per iimorza
 ql1etlo fuoco, fi rivolfe aneh' egli 
ad Argiro, c a i N ormanni ; ed ehbitc 101'0 delle ingorde condizioni, 
e m;,ßìm
menre, come fi puo credere, 1a confcrma delle ]ora con- 
quiae, Ii tirò d:tlla lua 0 D"ii' Anonimo B:lfenfe, da me data alia ]u- 
ce Cd), fi rac

glie, che \'enac
o ad Algiro Lettere Imperia!i Fæde- (d) .Antiquo 
1 alus, & PatYlc:atus, & Galapam, U JTeflatt's (forfe SebaflatuJ). Por- It.Jli
. lJif- 
tarono anche ) MetE Impcria}i de 1 magni6ci regali per Argiro, e fir'. I. 
per Ii N ormanni. Tutto .2vre:bbc dato il MC'nomaco per libcrarfi 
da qucfio competitor dell'Imper:o Argiro, che era da gran tempo 
all' a{]'cdio di Trani, ed ave:;a f.\[[a fabbricàre una mirabll torre di 
Jegnaml per el pugnar la Terra, [oHo induC1è i N orrnanni a ritirar- 
fenc, e a folr preparamenti in fa\lore dl C..>llant;no Monomaco contra 
di M.dliaco. ScrilTe a Rainolfo Come di L-\ \'crfa per nuovl amti, e 
raccolta un' Armata di feue mila pcric:1c, tuna gente dl fomma bra- 
vura, ed 3vvezza aile vinone, con Guglielmo Ferrodibraccio, s'in- 
vio 111 quell' 1\nno alia volra di Taranto, dove s' era chiuÎo Maniaco, 
110n oLàndo tener ]a camp3gna contra de' poehi, ma fOl'rnidabih N 01'- 
manni 0 Taranto er:1 einà forLÏJlìma; prenderla per 
{falto fi COll0- 
1"01JJ. 171. P fce\'a 



I 14 ANN A LID' I TAL I A. 
EK A YoJg. fccva impol1ìbile; nè i Greci vo1eano ufcire a battagIia. Però dopo 
1'.1010 104-3. qua1chc tl mpo fe ne tornarono indictro i N ormanni. Saputo poi, che 
1\1Jniaco fc n' era ito ad Otranto, e ehe contra di Iui era \'enura una 
. floua Greca condotta da Teodoro Patrizio e c.,tap,mo, accorfero 
ancn'd1ì per terra all' a1T\:dio di Cjtlella CJttà. Mani;tco veggendo la 
ß1aIparat.1, ebbe 1a fortuna di potedì falvare per mue, e di anJarCene 
a Durazzo. 1\1.1 poco durò 101 fua buon:! forre, perchè forprefo da i 
foldati dell' Augulto Monomaco, terminò la fu.! Tragedia cnn rcfiare 
uccifo in queUe comrade; 0 pure, come vuol Cedreno, benchè vin. 
citmc, morì dl una ferita. f1 capo fuo pOl'tato a Cofiantinopoli em. 
piè di eonfobzione tutra quella Cone. Orranto fi dicdc rod Argiro, 
il qu,11e dopo que Ita impn:Ca licenziò tutti i Normanni, e fe ne tornò 
glOi ioro alia Ciuà di Bari. In quefi' Anno ancora per artefl:ato del 
, (a) .Da" h "u- Dandolo (R), avendo 6niti i fuoi giorni DQmenico F/abailico Doge di 
us I1J C rø- V ' I fi d ' I I >.' D ' C . 

ùco T, Xli. eneZIJ, g 1 uccc eUe In que rmclpara omemcfJ ontarmo. COi1- 
l'er. lIa/ie. flantil1us Aug"t.fius bunc Ducem l11agif/ra/; Sede decoravit, luna parole 
d' e1To OJnJolo, íìgnificanti, che dal Greco Augulto fu dlchlarato 
(b) UgheIl. quefio Doge A1ag;ßer A/HÙum, com
 erano i Duchi di N apvli, cioè 
Ira/. Sacr. Gcnerale d' Armata. Rappona I' Ughelli (b) la fonJazione da lui (ana 
'lom. V. in in quel1'anno, iníìemc con Domenico Patriarca di Grado, e con Do. 

-enet. Pa- menico J7c{co'i;o Oli\'olen(c, 0 tia di Venezia, dd Moniltero di S. Nic- 
triarfh. colò in Lido, con Ivi ordinare Serf.';o Abbate. Pafsò in quclt' al1no 
(c) Hcr- - ð 
pn,mn..s aIle Cecondc Nozze il Rc "rrigo III. con prenJere per l\loglic nel 
Contl'at1us. dl d' Ognilfami Cc) ..dgfle{e Figliuola di Gug/Ü/mo Duc3, di POltlcrs. Ne 
LambeTtus gli Annali d'lldcsheim Cd) fi parla all' an no feguente di qudlo f.uto, 
sca;.:bur
 ma con errorf'. A tali nozze fu un gran concorfo di Buffoni, GIO- 
fen 


oni(DII colieri, e Ci;,trlatani, tutti c.ro:dendo,. come era I' ufo di que' SecoJi, 
Ãr.dega- di riponarne de' bt:i rcgali. Ma Arrigo ridendofi di qud rtdicolo co- 
'l/tnft. Jtum e , tutti Ii lafciò colle mani piene di moCche, e ne do\'ette ri. 

]ld
=nalfs por.tar mO,lte 
al
di1.ionì da quella. canaglia, rna infieme molte lodi 
/Jeim da 1 buom c {aggl. 
Anno di C R 1ST 0 MXLIV. Indizion
 XI I. 
di G R F G 0 RIO VI. Papa I. 
di A R R J G 0 III. Re di Gern1ania e d' Italia 6. 


{) 
 If. P Er tre :mni, fecondo I' attt'fiato di Arnolfo Storieo (,.), durò it 
l
iflor,rr.
e: blo
co di Mil.ano, già in,tr
prcfo d:l 
 Nobili fuofl;fciti contro la 
tliola'J. 1. 1. Plebe d. qucl1a Clttà. Terrnmo e1To a mlo credere pm totto nd pre- 
cap. 19- (ente anno, chc nc1 precedente, come fi figurò il Sigonio. Eecone 
(f) .L
ndul
 la manic ra , di cui íìam ttnuri a I.:andolfo S
niore (f), altm 
 fiorico 
{us [enior, M Ilanefe di qudlo Secolo, EraG ndntta per SI lungo co.nrrano 10 Com. 
Hlfhr, Me- me mi[crie qudla nobd Cirtà, pcrchè troppo fcemato 11 Popola a ea- 
dlclan. t. 1. gion do:' tanti comb:lttirnenri, e delle malattie (i1fferte, e maffimamen. 
,ap. 2.6. te perchè UQ' orrida f"me era fuccc:duta alla m:mcanza. de' viveri. Pa- 
reanQ 



ANN A LID' I TAL I A. I I ) 
rfana Cchc1etri cammioami quei, chc erano rdhti in ...ita. Ora Lanzo- Eu Volg. 
oe Capitan d' elTo Po polo , allorchè vide tendence al precipizio la for- ANNO 10-1-4, 
tuna de' fuoi, oè rimaner lora fp
ranza Ji fo,,:cor(;'\, prefo feeo molta 
oro ed argento, fegrctameme fe nc andò in Germania ad implorare 11 
p2tl"Ocinia d.:l Rc ,A,rrigo. II trovò molto. a
irato contu 
i .1
,.j/;er/o 
A,.civefto'Vo, perchc II lupponeva autorc dl 51 fC3.odalofa dlvlhon dc' 
MilaneG, e inGeme dell.. ribel1ionc, glaechè niuna delle èuc f.lzioni 
ubbidiva più a gli ordmi d'dfo Re. Purchc Lam.one fi obbiibûlIe di 
riccvere nell:l Cmà ,ii Milano quat[ro mIla c.walli T cdefchl, rromi- 
fo: il Re l\rrigo di alUt,tr l.t Plebe contra dc' Ì\iobill,5 contra qllalun- 
qu
 perfon 1, ehe \'olcífe O101cllarla. A tutto acconlenti l
:!Oznne, c 
fu determinato il tcmpo deHa fpedizion dell' Armata.. Con queUe buo- 
ne nuove tornata a MIlano, rimife II cuore in corro a i ma<:ikmi fuoi 
fegu.lci, con g.lUdio incred.bilc di tuni, e con lùa gran lode. l\.1a quc- 
0:0 Lanzonc, iìccome perfonaggio ben plOvveduro di f.:nno, ed am;lI1- 
te de:!a p
tria, lintc poco a ncon
fccre, ache pcricolo Ii efrondfc 
1:1 Cinà, e non men 1a fazionc conrraria che la tua. Fors',anche a\'ca 
conGgliatamcnLe oper,\to tuno, per condurre aila pace i N obili oni. 
l1ati. Perciò iègrctameme s' 3bbocò con aklu:J.nt:i N oblli fU'1ruCcJ[J; e 
rapprefentato 101'0, quanto a tutti pOlea avvenire per C('SI fiera dilu- 
oione, non trovò dJflicultà a lbbllire unJ. buona pact: e concordia: clln 
che rient1'arono i N Obïli in Milano, t: depolto ogni fpimo di vendet- 
ta, anefero sì i gr,lndi, che I piccioli, a viverc: per allara con buona 
armonia, benchè poco f0ITcIO dJipotb gli animi dell' una parte ve.-fo 
dell' altra. Tal line ebbe qudla tCandalola diJCordia. Conofcendo Pop- 
pone Patriarca d' AqUlleia, quanta fotTe agtvole nella corruzione, in 
CUI fi [rovava aHora la Cone Roma.na rer cagiooe d' un Papa pieno 
di vizj, l' ottencre que!, che fi vole va: (a) umo s' adoperò, che Of" (a) Dandul. 
1 iporto un decreta, che l:t Chlefa dl _Grado, benchè da piÒ Secoli in Chro7lico. 
fmembrata, davetTe riconoCcere per iuo Mctropolitano il Patriarca Tom. XlI., 
Aquilelenfe. Nc gli ultlmi Meli adul1que dc:Il' anno prefcntc porcatofi 1{er. Ito1Jl&, 
con genre armata a Grado, diede il lacco a quanta v' era dl buono i 
cd appllnto con barbarica CI uddti atu,ccò il fuoeo alle Chiefe t: alia 
Città, e ne fece un faiò. Domenico Contarena Doge, ed Orfò Patriar- 
ca di Grado, cornmoffi da Sl empio inlulto, ne J(:n{fero lettere alTai 
calde a Papa Bcntdetto, e fpedlrono appolta aRoma i lor MeíIì 'per 
implorar giulbzía e riUoro. FU1'Ono trovate COSI buone Ie lor ragio- 
ni, che 1ì vt:one nei Sinodo Romano ad abolir-= il PriviIegio furretti- 
ciamenre ottenuto con obbligo di reUimire il m,.ltolto. Ed aHora il 
Doge di V c:nczia Ii Itudiò di rifabbricare I' abbattuta Città di Gra- 
do, Tornatl che furono aUe lor cafe j Normanni åopo la moTte di 
Maniaco, Gu&imario 1fT. Prine.ipe di Salerno c di Capoa, mal loffc- 
rendo, che Argiro lotto l' ombr a del G rec'o Imperadore ulåtTe Ii ti- 
tolo di Principe di Bari, c dl Duca d' Italia, dt:tcrrnmò dl fargli guer- 
ra, A veva etTo Guallnario preeo II titòlo di Duca di Puglia c: Cala- 
bna, quafichè qudlo gli fomminiftralfc diritlo fopra <<QueUe Pro\'if'cic. 
P z. Ora 


/ 



I I 6 ANN A LID' I TAL I A. 
Tu Volg. Ora avendo egli condotti al fuo foIdo i Norrnarmi, che aveano abban- 
_'

:;:iiO IOoH-. dona to Argiro, portò Ie fue armi contro dclIa Calabria. COr:l iVI fJ- 
cef1c, non Ci t
l. Lupo Protofpara (a) Colamenrc nora, che GUJimario 
inÍÌeme con GUlþelmo Braccio1iferro, Capo dc' Normanni, VI fabbncò 
11 Catlello di Squdlaci. Gugliclm) Puglidc agglUgne..{b), ch' egh paf- 
sò con queUe forz
 fouo ß.1ri, e vi mIle I' afJèdio, COI'l imimarnc la 
refa ad :\ rgiro. Ma t\ rgiro f<lccnJo buona gUJrdia alia. Ciuà, nè vo- 
lendo cim.>nrarfi a com
a(timento alcuno, II lalciò minacciJr quanto 
volle. Però veggendo GU'ìimario Ji eonlumarc ind,uno e tempo e da- 
nari incomo a quclla Cin<Ì, do po aver faccheggiato [Uno il paefc, (è: 
ne rirornò indierro colle trombe nel (åcco. 
Parì una hera confufionc e burafca in qu.e(P anno Ia Chiefa Ro- 
(c1 Vit1. 111, O1:1Oa. (,) Erano arri\'arc al colmo Ie difonellà, Ie ruberic, e gli am- 
Pllp.1 Dja- mazzamenri di Papa BC;J
dclto IX. in maniera che il Popolo Romano. 
løg, Jib. 3. non po[endo PIÙ wlicrar qud!o mofiro, 11 cacclò fuon dl Roma, ed 
Hel1Hn- e1dTc P,' p a , c.'m01'liC,1 P .11"'vifJendentes decr
ta ' Giovanni V e[covo 
abi- 
7}'/$ CDnlr.1- r 
flus in chr. ccfe, che prefè ii nome dl SiheJh-o Ill. QJdb comando Ie felte fo- 
Lto oß:tnf. lamenrc tre [\JeCi, pCI chè colla forza de' fuoi Parenti rilarIo Bcnedet- 
r
!,'US DR- to IX. rita.lì CuI Trono, fcomunieò e caccio il Culbtuito Sllvefi:ro. 
'

anl 
 ç Ma conrir.uando nellc ruc iniquicà BcneJcuo, c fcorgcndo PIÙ ehe 
1/ J. roai irri,atl comr.} di lui j Romani, rinunziò al Pontlficato con Ven- 
clerlo fimor.iacarnenrc a Giova\'lni chiamato Graziano Arciprete Ro- 
mano, il qU-:1lc af1tll1le il nome dl Gregorio Vi, In quc!lo mlferabile 
fiatu cadde alIo!'.! la lånra ChieC.. Romana, non pcr la prcpo[enza di 
Principe alcuno, ma per h dlfunione cd avarizia del Popolo Roma- 

o, che a'.endo mano nel1' ekzion de i Pari, facilmemc fltJrbava 
chiunque del Clero ferb:wa il ttmore di Dio, ed avrebbe fade fapu- 
(d) BllrDn. in to canonic:'\meme provveJcl'c al bifogno dell... lima Serle. Stòrzau il 

 I.., Cardinal Baronio ( d ) di P ro v are , che Greuorio f/ I. fu riconofciuto P er 
.nlI1UI.. Lce. Ò 
Jcgiuimo Papa, e loJ1to da molti per ]e rue V irrù, ne qudto (j met- 
te in dllbbio. Ma il (->"drc Pagi (e-) prutwa, che Grazlal1O, cioè Gre- 
go,'io Pl. comperò anch' egli, cioè fimoniacamente acqUllio il Roma- 
no Pontific1to, e che pcr non effere fu i p,incirj noto' quelto pee- 
caminoCo ingrdro d'amendue qiIc' Papi, fu ad elh plcHa[a ubbidlcn- 
za, nè per qudlo rirnalero cfcìufÏ da i Cataloghi dc'Romanl Ponte- 
bci. Comu.nq'le fta, noi fra poco vcdremo, che non tardo Iddio a 
fovvcnir la Chiefa, c a libcrJ.rla da gli fcanJah con darle de i legit- 
timi e bu')ni Pomet1ci. GlOvcrà anche alia Storia d'lralia l' accennar 
,!uì, (f) che venuto a mone in quefi'anno Goze/one, 0 fi.l CIJtolone, 
Dl!ca ddla Lorena illfenore, lafclo que! Duc.no a GOZe/UIO Cuo Fi- 
gliuolo, fopranominato il Dappoco. Ma il Rc Arrigo, tl\uochè glid' 
avelT'e promctTo, cûnfcrì qucl Ducato ad un .Adalberto. Non kppe 
digcrir qudlo torto Got.fredo jl B,lI l )ato 
 altro Figliudo del fuJdt::[[o 
GO'l.donc:, e già Duca della Lorena !'v1ofdlanica, 0 fiJ Supcriorc:, 
gi,)v,me di nobihffirna indole, e p::ririlTrmo dell' ane milltare. Perciò 
rtbcllatofi a1 Rc Arrigo, fc:cc gran gu \fi:o e firagc di geme fino a1 
Reno, 


(a' L"'us 
1'1 Ofor.
a;a 
i., Lhl DnicQ . 
(.1
 uullitJ- 
1:1 S A pulJ4s 
Hlft.l.2.. 


re) Pag;1I1 
nd .Annal. 
Bllron, 
'7,i hum; 
Ãr.r.um . 


(f) Htym.1n- 
7}'/$ COiJtra- 
(Íus 1/1 chr. 
Annll;j- 
Oa I>axo, 



ANN A LID' I TAL I A. J,I7 
Reno, non falvan.Jofi dal di lu.i. furore fe non chi fi rifugiò nelle for- 
tezzc, 0 G rifcatrò can danari. N oi vcdremo qudlo Pnncipe in Ita- 
lia da quì ad alcuni anm operator d' alere imprefe. F1I1I fua vita in 
quell' Anno Geb!aydo Arci'Vefcovo di Ravenna, menu.e dimorava nel 
Monifier..:> d.:lla Pompolå (a), god::ndo ivi ddla pia converfa:Úone di 
G.;Ûdo Abbate, uomo dl [;mta Vita. Fu o
cupata quella Ch!eI"J da un 
eerro lf7idgp 0; ma ficcome vedremo, nc decadde dopo due anni. N è 
voglio l.-ll<.ur dl dire, aver Bennone nel [uo zibaldol
e d'imp,)fiure c 
calunnie cancara la 
no fopra il fuddeno Papa Benedetto IX. c che 
S. Plcr Dami,lI1o in vigore d' una delle Rivelniolll, che 3mic.1meme 
crano alia moda, il cacciò nel profondo dell' Inferno: Ma el1crfì tro- 
varo a dì noftri, chi con aOClchi Documemi fa veJerc, ch' t;11
) Be- 
nedetto IX. a perfuolfione di S. Bart010meo Abb1tc di Grottaferrata ri- 
nunZI() il Pontificate, cd a\'cndo vefilto l' abno l\1onaíbco in 'Iud 
Moni1l:ero, auefe a far penitenza de' luoi falli, finchè Dio II chi.1- 
rnò all' altra vitJ; e ru ò non meritar fede, (.hl t
nto fparla del 
fuo fine, e di penitence ch" CI fu, eel v
ole far credere impenitence c 
dannaco. Come poi s' accordmo tali nouzle colle parole dette da San 
Leone IX. Papa prima di modre nell' anno lOr+- Intorno ad dfo Be- 
l1edt;uo IX. io lolleerò ell' altri 10 decida. Retta fortI: allo [curo l
 
Storia Jt'Jiana e Romana in quclti tcmpJ. 


EllA \' oJ". 
ANKU lC44. 


(a) Iitrmllr.- 
lI11S Cðr.lYIl- 
{illS in chr. 
R"le'ls 
Hi/lOf. Ra- 
venn. I. f. 


Anno di C R 1ST 0 MXLV. Indizione XI I I. 
di G REG 0 RIO VI. Papa 2. 
di A R RIG 0 HI. Re di Gerrnania e d' ltalia 7. 


S E fi ha a prefiar f. de a Guglielmo Malmesburienfe (b), Papa Gre-' b" .oo I 
. g
Yio V,l., trovo 51 dl!l
a!,ti c ddolatÏ per eolp;! de' 
UOl ameceJfo
i 
.;
s 1.
;
::
- 
t bem e gh Stan 
dla Chlda RomJna, che appem gh reftava d:
 VI- r.mbllrit,.,/. 
Vere. Er Jno si al1ediati i C.1mmllll da i ladri ed a(f.ll1ìni, che niun pel- Ie grft: Reg, 
1egrino olava PIÙ dl p.l(fare aRoma, fe non in buona CarJvana. Le ArJgl. I. 1. 
o,blazlOOI, che tì facevcHw aUe Chicfe Romane de gli Apotloli c Mar- 
tin, vCOIvano tolto rJpitt: dol i Potenti fcdlerati. Ii Pontefice prima 
coUe bu.me, poi colle Icon1l1niche cercò di m
uer fine a tJnti abuG 
ed iniq
IÍ, à. Nulla v.\lle quetio nmedio. VIIi dunque f.loti e cavalli 
21 mati, Lh
 colle fp.tde Iterminarono gran parte dl quell.! r:nab r3zza, 
c pa tal via ncupero multi podcn e Clttà toIte alia Chiefa Romana . 
Apeni ancorJ t:J atTicurati i cammini, tOinarono i pellegrini a tì'e.. 
(]uelltar Ie Chi.:lt: di Romol. Ma I Ron1.l0J avvezzi a vivere di rapi- 
n,a, ,non poteano foffcrir Sl tàtti rcgoL\lñ
nti, e ehiamavano rangulOa. 
no 11 Papa, e inJcbno di dlr MeOà, e in ciò andavano d'aceordo col 
Popolo ancora i CarJm-lli. Ma io non so che mi credere di quelto 
!JCC 0 11tO del Malmtsburicniè al vedc:re, ch' eg\i vi art,1cca varie favole 
Intorno iilla morte di qudto Papa, c un lungo ragionamenro di lui" 
che 



II 8 A 
 lol A L ( D' I TAL I A. 
F p, ,., Volg. chc !,cur:tmemc è filltO, e rena fmentito d:illa S[oria. Que1 folo, che 
..1.1,0 I u45. fi ruo credere, Ii é 11 miferabilc {hto de ile rendite dcllol fanta Sedc 
in guelli tempi :;1 abboodarm d' iniq:tità. Così Ii tro\:o anchc il fJnto 
Papa Leone IX. fra qU:lttro aom, {iccome vedrt:mn. Sul principio di 
qudl' anno diede fine a' fuoi giorni Eribe,./o d,.civejèovo dl Milano, 10- 
(a) lAr.dul- datilIimo da glr S(u
ici 
]1Ìancfi (a), ma chi,'m.Ho Tiranno da i Te- 
[us :t ddchi. I:-rrlJanno Contratto (b) 11 tà mort.) nl:ll' anno 10-/---/--. 11 Puri- 
:
b
 

 :.n 3 2.. e_clli (c) nel 104-6. Ma nd Cuo epitafuo, che dee mental' più fcde, 
(0 Hfr71l41n- it kgg..: _ 
n' s Conrrn- 
(l
u In CÙr. 
IC) PUT/al- 
l.us Mon:l- 
11Ur.(, JJ ;fil. 
.A11l
roJ/.m. 


aBUT ANNO DOM. INC. MXLV. XVI. DIE MENSIS 
J \ N U A IU I, IN DieT. X II 1. 


Lo fidlo abbiamo da Landolfo Scniore, Storiea Milancfc di que- 
fii tempi. Pero rodl' ultimo fuo felbmento, riferita dal fuddeno Pu- 
Tlcdlr, e fcritro Anno ab Incarnatione Domini J.\/illejimo ß<..uadra.gefimo 

tÏlIto, (';1e;'.fè lJecem/;ris, Indiflione XIJI. fi dee credere adC'perata 
1 Lf.l Piiat.a, che 3nt.CIP.\ d. nove Mdi I' anoo volgare, 0 rure I' anoo 
nU8VO comrnc/O nel Natale del 
ignore. In fòmma quel Teltamcnto 
dce arp
lru:nere aU' anno 104+. nc' cui u1rimi Meti correva I' /ndizio- 
liC Xlii. Ebbe 11 carpo dl Eribcrro (cpolmrJ nd Momllero Ji S. Dia- 
rplio, lla Iw f.'1bbricatQ cd arriechito prell!.l alia Ciu;Ì di 1\lilano , 
\' cnne 11 CLero e Populo dl qlldla Città all' elez.ione del Sllcccfìorc, 
C?) Land'II. e pa aucl
.ua di LaCldo1tò Seniore (d) ql.latltor majores Ordinis -z:irl1s 
.

t!;::


- fa.fi
/z:es, opti
i1te 'l!i
æ, bllnæq/!e famIE e/egerunt, ql/ibus eleElis mJÏvelfe 
..,J..'ln. l. 3. (,1'?:lIaw Úlëll
es IpJOS ad Jmp
,.atOl em (non era pt'r .1I1
he I m pcra
ore ) 
('lp. 2.. JAm Ullm, qUI l1(,vlfer furrexerlll, Ilovilerque POpUIU.T;; zpftmz a Alajorrml 
1íi:i.libus Úberliwrat 
 Jumma cum di.igenfia direxcrunt. G'llvano FIJfì1- 
ma (e) nornllla Gudb quattro ßletu, Ed eeca la maniera, che fi tC- 
rH:va 10 tempi tilnto It;oncenati dell' Italia, allorchè occorrcva I' cle- 
;z.lùn(; d
' \' dcovi, Si laiCi.tva al Clew e Popola un' ombr.\ dell' anti- 
co dlfltto, can p.:rmettcre 1nro dl eleggere c nOmln.lf quatlro, pcr- 
fc.naggl, uno de' qu.di pOI {oleva eßere pn:icelto dal Rc d' Jtaha, ,0 
fi4 d..il'lmper.tdore. J\h taior luccedc\'a, che iRe ed Imperadon, 
raCllt,enda qudt' ordine, ekggcvano fuar de gh Eletti chi più era 101'0 
in bf,do. CIO appuma aVVe.lne III quclh conglUlitura. , 
Trov.w.di aha Real Cone 111 Germania Guido dtl f/e/Me, Vlll.1 
del i\lrianc:c, uomo d
 b.1(fã kga, per qU.ln
o la[ci
 I
ritto Arnot.- 
fo (f), con úlrr-: S:ljilJ/it etlm (Ie grC'Tibus, & de pOll jæt,mtes accept! 
eU1f1. Coml:: egh fi 3Iut;:(fC, non e bt::òn noto a ceno. S,'ppldm IO!:\- 
meme, che Ii l(e AI'. igo, anlcponcndolo a i quattro Elettl, 11 d,c,hla- 
ra '\rciv<:lcovo dl MILano. Sc crediamo al fudJeuo Fumou, GUido 
U<1 nata d..tto daLia .).Irre de i Nobill di Milano, e 11-= ,J:ì qu,.It.
c 
fO'1d:tmc:nto Landûlto :)(n:OI(:: il che pale, che pofr.'1 gluttrfita r ,1<\ ,fl- 
foluZlime prcfa dal R.: .-\rJ1ga. ''\ðg1ug nç di più, <.he que.to Gu:da 
era iuo SlJgreljlrio, del che Ii può dubit.1rc, Relta mcert o , quan,do 
egh 


(c) G;"zl-ua- 
nt.'1S FIll/li- 
ma in Chr, 
l>/,tjor. 
MS10 c, 763. 


(() .A rnuif. 
Htf!. Mtd/o- 

"n. i. 3' c. I. 



ANN A LID' I TAL I A. II 9 
egli entrdß"e in poß"eß"o della Glttedra "mbrofianl. Ne1 Codict: Ellen- E H. \ <'It!. 
fe di Arnolfo è oo[a[O l'anno [0.16. (.J Ermanno Conrrano mcHc in A",,"o IC4S. 
un anno la mone di Eriberto, e nel IÙlfegum[e I' elezione .Ji Guido. 
Non fembra moho probdbile quell:} ol'inione, pcrchè gmndo Cu!1ìib 
I.. m
rtc di Eribeno nei Genruio deWanno pre[entr:, difliÓlmcme 
pot:è relhr
 per sì lung
 tempo vacamc 
a ChieC\ di Milano. V couto 
in halia Guido, fu mal ricevuto d,ll Ck ro della Metropolirana, e dUíÒ 
fra eí1ì una gran difcordia; lOa per paura del Re mollrarono Ji acqu
- 
tar Ii , e r acccuarono per loro PaO:orc. Da queflo [.n[o p"i <:on ficll- 
rezza rdccogliamo, che i MJlandì erano [ornati in grazia del Re Ar- 
rigo) e riconofcevano la di lui amorità e fignoria. Concedcuc dfo 
Re in quell:' an no un PI ivilegio al 1\10ni fiero delle Monache di Santa 
Giulia di BreCcia, pubblicato dal Mar
J.rino (0), e duo _-1,mo Dam;- 
"icte lnmrnationis JIXLJ7. lndiéfjonc X/ll. undecimo Kalen1aJ AuguJli, 
QI'dinationis 'l.'ero Dom,Ji /{enrici X I fl. (dovrebbe eß"ere XI? 11.) Reg,zi 
venJ Fl. (Ii fcriva f7l/.) ARum 
Ií-ajeélltla. Parimenre con altro fuo 
Diploma daro in AlIguJla (b), IDa fenza il giomo e il Mefe, cO'1fcr- 
mò tutti i B.:OI, e diritti delta Chiefa di l\1antova a M,:1ycitmo VeCco- 
vo di quella Città. Secondo Ermanno Contratto (,), Gotifredo Dum 
di Lorena, veggendo di non poter Cofi:enere la fua ribdlione, andò in 
qucll'anno a gittarfi a' piedi del Re Arrigo, e rer falmar penitcnza fu 
polto in prigione. Sigcberto (d) aggiugne) con dare per oftaggio il 
Figliuolo, riacquifi:ò la libenà; lOa efTendo m:mcato di vita etIo fuo 
Figliuolo, egli tornò a ribellarfi, e a devattar paefi come prima. 
L' :\nnali(h Saß"one (e-) metre quefto fatto fono l' aono feguente. Ab- (e) .Annali- 
biamo anche un'indubitara pruova, che s
era riLbbl1ita la bllona ar- fin 5i1xo. 
monia fra II Re Arrigo, e il Papolo di Milano, perciocchè troviamo 
al governo di quell.t Città neWanno preCentc it Minillro Imperiale. 
E quefl:i fll il MarcheCe- Alberto dzzo 1/. Progenitore de' Principi 
ELlenfi. Ciò cotta da due Placiti tcnuti nel N ovembrc. di queLl' anno 
in, effi. Cmà, e. 
a m
 
 Iti. alia luce ,(f), .ne' qual.i DomnuJ Azo AfaY
 (f) .ARti . 
ChlO,. & Come! if!IUS CIvItatIS rende gmnizl3 con Imporre. la 
cna d. ltllU" J:J- 
mille Mancoh d oro da p<.garfi medie/atem Camerte Domm ReglJ. Per ferr. 45. 
8lteLl.;,[0 del D:mdolo (g), Salomone Re d
 Ungneria fece ribeliar 1a (cr' D,mdul. 
Citt
 di Z.ara a i V t'nezlanr. Ma inforta poi guerra civile fra qud Re I
 Clr,,,,ico 
C i fuoi Fratclli, Domenico Cont.n'eno Doge di Venezi.l {j Cef' ì di tal T
m. -",r.-l1: 
congmnrura per ricuperar circa qudli tempi h fudJetta Cinà. N ul- Rer. lla//(
 
ladirneno cllèndo Sdlomone !tato delto Re d' Ungñeria moho dJpoi, 
dovrebbe queflo avvenirnento rifc:rirfi non- all" Anno Cecondo di qud 
Doge, ma a(1;lÌ più tard., Rornoaldo Salernirano (h) fcrive, cne ndl' 
anno pre/cote Drogone Conte. de' N ormanni prete la Cirrà di Bovino, 
e 1a miCe a (aceo. Nell' anno appreffo fu efià nfabbricata,. lOa da)ì. a 
poco un inccndlO la. rovinò. 


, 


(a) Bullar. 
cafirmft 
T. 2.. C01J- 
{litu:. 89' 


(b) .Antiqu. 
lralic, DI/- 
fert. H. 

 C' llermo1n- 
,.us COT,rra- 
{filS in Chr. 
td) Sigeler- 
t'O, in Chr. 


(h) R01T.u,11- 
d'4' Släl'ni. 
ltlTJ/1S Cbr. 
Tom. Vll. 
R.r. 1I.dic. 


. 


Anno 



110 


A t'i N A LID' I TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 MXLVI. Indizione XIV. 
di C L EMf 
 T E II. Papa I. 
di A R RIG 0 III. Rc di Gerrnania 8. Impcrad. I. 


ERA Volgo ; 1\ Bhiama da Erm:mno Contratto (a), che IP7dgero e1euo, e noñ 
AIooõNO 1046.
1... conlècraro .\rcivelcovo di Ravenn1, dopo 3\c:r per due anni in 
(:I 'Herman- Ci-rCl occupata quella Chiefa, e commdr
 vane crudc1tà, e cofe im- 
n'u Contl'.z. , L' ' G . d I R ,\' fi d ß ' d fi 

f in Chr propne, Cillamato In J'crm:lIua a e ..rngo, u .l e 0 cpo 0 0 
, .IS 0 Cdcbrò Anigo la Pcnrecollc in Aquisgrana, dove fe gli prcfemò Go- 
tifiedo Due(/, ddla Lorena, per chicdtrgli mifcricordia de' funi falh, nè 
lolameml- I' ottt:nne, ma anchc il Ducaw, da cui era decaduro per Ie 
già enunZlate ribellioni. Sad cura d' aIrri il vt:dere, fe qurfia umllia- 
ziune di Gotifrl'do fia di\'erfa dallJ. narrata nell' anno precedente 0 S. cre- 
cleva .
rrjzo d' wer terminate Ie guerrc colI' Unghcria, che gh avc:mo 
data t,lIUO da fare ne gh anni addinra, e parendogli di laiciar Guieta la 
{;ermania, dctcrmino full' Amunno di queti' anno la fua venma in ha- 
Iia, per dar fdlo a gli affari di quefl:e comrade, e maflimamente di 
R0ma, do\'c dcfiderava di prcr.dere 1.1 Corona dell' Imperio. Era Fer 
\ iaggio con un efcrcito numerolo, quando lènt! fconvo!to di nuo\'o il 
Regno dell' Ur:gheria ; tTla Aon ifiene per queil:o, e feguitò I'imprcfo 
c,\mmino. Arrivato a P .l\'ia [enae ivi un Concilio, 0 pure una Dicta_ 
Venfimil cofa è, che in tal congiunrura cgli riccveßè in i\1il,mo la 
Corona Ferrea dalle mam di Guitlo ArcivcJc()'l)O. Pafsò dipoi a Piacen- 
ZJ, do\'e venne a trovarlo Grazl.mo, ciùè Papa GregorifJ VI, che fu 

ccølto con onore, c rimand.HO con belle parole alia lì.1a rcfidenza. 
SuI nnir di No\'embre noi tloviamú eíTo Rc in Lucca, dove fece una 
donazione (b)' P 11, Kalmdas .Dccembt is, Anno Dominieæ Ine(IYn1tio,ûs 
Jl.1XLI/l. /ndié1ione ÀIV. Æmo tltttem Domn; Hen1'lci /II, ordi/JtlllonÙ 
ejus XPlll. Rt'/,l1i'l:cro P/JI. Aétum Luc-æo GlUnro .'\rn

o:l SLIln al- 
qlllOti gionu pnnu del Ümo N J.tolle, quivi fece raut);uc un gran Con- 
cilio di Vefc,,'.vl, C v'IO\'iò anche Papa Gregor
o, 
cciocchè foíTe 
preÎ1Jenre di qudJa f.1Cra aLÌllnanza. Non maneo egli d' :lOd.lrvi colla 
fper.Jnz.t, de abl"'attuti gli alrri due Papl, egli rellcr
bbe folo ful Tra- 
(e) Am-.li. no 0 Abbiamo d.ll,. .\nndliíb, Sa!T'on:: (.t') averc- un Romiro (è moIro che 
J!.: Saxo. non dlcdrcro un ,-\nsclo) invl.\ro al J.te Arrigo <]ueU:o ricoI'd::>; 


l!,) .Antiquo 
l""lie. Dlf- 
fen. 56. 


Un'!. Srmal>zifis .nup},t tribtlS 11Jt1ritis. 
Rex JImriec, Onnipolemis 'Vice 
Solve eO/1nttbiu1ì'J trifot me dubitti11_ 


Ora in dfo Concilio fu cf.1minilta la caur.1 di tutti e tre j P.lpi, 
c:oc di Benedetto IX. di Silveflro 1/1. c di Gregot'io IFf. c troVolto, 
che c(}n male ani, e coUJ Simoma avcano confegUlw il l'ontifi.aw, 
tùro- 



ANN A LID' I TAL I A. 12. J 
furono tutti d
pofii, 0 per dir meglio, dichi:U;1[O nullo ed illegittimo E. A Yo:r 
il loro Papato. II Cardinal B:lronio, che teneva non già Simoniaco, ^

{J .qu. 
ma vero e legittimo Papa Gr(gorio VI. crede, ch' egli fponraneame
- 
te rinunzialre, e chiama una deteftanda pro[unziOH( qudla dd Re Arn- 
go, quafichè egli il facdTe deporrc, perchè it:l1za (uo conCemimemo 
foffe nato c1eao da i Romani. 
la coral preten{ione difficilmente po- 
rè avere Arrigo, perchè effendo fobmcme Re, niun diritto aveva egli 
fopra la Città e i f.'mi di ROffia.. Quel che più importa, meritano 
qui ben più d t dTere uditi gli antichi :;torici (a), che dtcono cOl1vi"to (9.) Chr,n,- 
di Simonia anche il fuddetto Gregorio V I. Sopra nmo fi Icgga queJ- grap'Þ' 
. 
)0, che nc fcrive Leone Vefcovo Ofiienfe (b), c Cardinale informa- BemJ;
';'l1J_ 
riffimo di quebli aff.ui, il quale non ha difficulti di dire, che il Re nus COl:.,a- 
Arrigo, cælitus i"jþiratfts, ie tanta I{ær
fi &dem Apoßolicam deßdmms fi,lS 
n cl,r. 
IKpUt'gare, SUI1"i reßitit, & Jupcr tanto ncgoÛo deliberaJurus, Univerfili
 l1r:1J(tu
 us 
ibi El'i(coporllm ClnciliulIl fieri fta/iÛt &c. N è s' avvide il faggio Baro- P');;:
it: 
nio, çh' 
gli disa\'vedUlamente dava una mentita ad un' infigne e fanto Hiftor. },!e- 
Papa di qudlo medefimo Secoìo, cioè a Pittore Ill. fiato prima Ab- dJoJa". 
bate di Monte Cafino co1 nome dl Defiderio. 
e1ti ne' fU0i Dialo- (h) LeJ 0- 
gh
, i quali li vcggono pur an
hc ci
ati dol, cffo Porporato Annalilb, 
Jt{: t. 79. 
fcrlve (c), che B
nede[[o IX. Joanm .ÁrchzprCJ"b,t,ro 111m par'va ab (0 (c) Jl'if1..r 
accepta pecunia, III1J1mum Sacerdotium trl1.dÙ!it. _-\
giugne, che Arrigo !.1;. D'-If log, 
Ires iI/os, if/Û Ùzj!
fe .dpoflolicam Selienz iwr.
ferailt, OUit co;
/ilio & au;[o- "b. 3. 
,.itate totiztj Concilii jufle depellere inflitujt, e che Gregorio V 1. agno- 
{tens ,fe I!On poJlè jufle honorem tanti Sacerdotii ,.d,JÛNijlratC, ex pO!ltijicali 
ftIla exfitims, ac femetipfum PontijicaJÙJ in:1r/llIMta eXUeIJ
, poftulata vn1i,J, 
fummj Sacerdotii diglJ;tJJ.tem depofÙit. Aitrett:mto íì ricava d
 una BoJLI 
di ClemmIe fl. PapJ, Succeffore del meddimo Gregorio, e da BOlli- 
zone Pe.fco'v. di Surri in quefio Secolo, Ie parole de' quali fon riferite 
dal Padre Pagi (d). Ma fe giufiamente opcrò Arrigo, e per confeffio- (rl) Pif
iu: 
ne delle fienò Baronio, ;'1'Venttnn eft pl
ne t'(medium oppwttm:4i1I, 'pum '; 

"4
b. 
metu & revtrei'tfi
 bnp(7'atoris cejßrint vÙ,le1ltæ i!/
 intrufionts, crebro, ;:;
 1
44. 
.t vidimus, per Comites 'Iíifclll
nos Jacrilege iteratæ: come mai fi viene . 
ad infitlrare alia memoria di quefio Re, aurcre giutlo d' un rilev.lntif- 
fÌmo beneficio? Anche Sigifmondo Jmperadorc Ii sbracciò per far de- 
porre rre Papi, e lode, non blafì:no, con!èguì d:l turti. Vegganfi gli 
(:ncornj, che San Pier Damiano (t') diede per quelto allo ilelTo I m- 
peradore Arrigo. Fu rolèhl condono in Gcrmania i1 depofio Gregolio 
r t. e quivi terminò i fuoi giorni, non li sa bene in qual Città a Mo- 
nittero. Sappiamo bensì, che il celebre Ildebrand
, di cui a Vl"cmo a 
parJ::.re non poco, il feguitò, 011 contra fua voglia, in qudl' elj]io. 
Dopo jJ Concilio di Surri entrò In Roma il Re Arrigo, e raun \toli 
tuno il Clem e Popolo Romano nella B.lfilica Vatic.ma co' V dcovi 
thti al filddeuo Cor.cilio, refiò eJeuo per cunfcntim.:mo di tuttj lom- 
mo Ponftf1ce SrÚdf,e,.o F'cfi:o"Jo di Bamberga, perfooaggio cofp:cuo per 
la fua PleLà c Leuctamra, il Cjmle con gran ripUsn10Z.1 accenò c 
prefe il nome di ClemmIe 11. E ciò, perchè non fi tro\'ò ncl Clero 
Tom. PI. Q. Ra- 


\ 


(e'; TIt 'us 
D.:uma-a; 
op"rc. 6. 
{lIP: 36. 



J u. ANN A LID' I TAL 1 A. 
Eu Vo!g. Rom
no, chi 
oße c-reduto dcgno di sì fublime mioiftero. Crede it 

I\I'iN. 1 0 4 6 . Card mal Baronto, che quefto fo(fe '1.)ehzmentu1II fraudis, & atlin'iJlnll4S 
prtele1tINS, fMod eJigeretut'prref.rinus 10 fJiod Rom
 "011 re"riretMr jd(}NeUS.- 

", 11'ÚS magis id'''tuS ip(o G"l'!.ori., 911e1ll viri fa1lé/i.fIimi atqlAt JotlijJi1lli 
'.Ius IIItIf..,ru.fumm;s laudibtes pJ.:edictlrltnt? C\1.1 ne ,'uol egli il Barooi() 
taper p.tU dl. Y inore I II. Papa, e di Leone Cardinale e Ve[covo d' 0- 
Iha, vlvenu. In quefio tempo, e ben inform1ti di quegli aff.1ri, ed 
amend.ue chlarameme atteilanti, chc n,n Irat tunc la/is r'
rt4 petjQntI > 
lJUte tlz[.fJt poffit .Il lanti honor-em Jufficm Slicer-dol;;? N è d' cr.ò certa. 
mente parrà mni degno il fuddetto Gregorio, da che fo con"il1[O J' ef- 
fere: entrato Simoniacamtnte nella S..::dia di S. Pietro. 1..0 UeiTo S. Pier 
I Damiano, che fune prime, per non fapere il merc:uo fano, cotant() 
(a) lår,. lodò dfo Gregorio, pofcia di lui fcri(fe (ø): Super quibus, pr4(èNl. 
vp,",ul. 19. He/wi" /1I#p(ralore, 1 uu . difcepta"" , o jirflgdum 8)110dale Cfìnçiliwn, fj;4Ì9 
c431. u. Yflitllitaj ilJter'lJCner,,', depø.fitus t/l. Che fe Martin Polaceo, cd altri 
Storici lontani da quefii tempi fcritrero, che Cl
mentc II. fu im:aJor 
Jlp(Jjl,licte Sedis, non meritano d' effere afcolroti, percbè C)emcmc f\1 
deno da tuno i) Clero e Popolo Romano. N el Natale del Sign01"C 
fu confc:craro e(fo Papa C/lfJlente II, e nc:l giomo mnlefimo con griil1 
pompa fu acclamato Imper:tdor Je'Romani Âf"t'igo Terzo Cra i Rc di 
Germania, e Secondo fra g\' I mperadori. Ricevette nOI1 men cgli, che 
l' Augufia Cua Con(one Af.neft l'Imperia) Corona dal1e mani del no. 
(b) H,r- vello Ponte6cc. E così, come erano coronati, infieme co) Papa C
), 
71I.nnuç e fra i viva e I' accompagnamento del Popolo Romano e deU' altre 
C:or.rr43c1,!s Naz.ioni, amendue pafr.'1rono 31 Pa1ano del Laterano. Celcbratiffimo 
InChrm",. era in quefti tempi il Monifiero della PrJtlip.fa, oggiJì nel diLlretto di 
Ferrara, MoniHero antichiffimo, ma rommamente arriçchiw da Ugo 
M..-,rch'[e, uno de gli Antenati della Cara d' Efte, ed jllu{ha
o in ma. · 
niera del Guido Abbate f.'lnro, che Guido Aretino Monaco, rIaor
tore 
del Canto fermo, in una fu.1 lettera rapportata dal Cardinal Bar
nio 
al1' anno IOU.. (,) nominando il MoniO:ero Pompofi3no, ebbe a Óre : 

od mÐdfJ eft pe,. Dei gratia., & Revlrtnliffimi GMid()}Jis Í!f{/
JlriaHØ i4 
Jtui. Primum. Era I' Abbate Guido in illima grande prdfo 1\ Re Ar- 
rigo, e però, ficcome colla d.\lIa Vita di lui, fcritta da un Mor,taco 
(d) .,l!.,,- contemporaneo, e data ana luce da i Padri Bollando. Cd), e 
abillo- 

UI ill 
él. ne (e), ebbe ardine da e{fo Re nell'anno prefente dl anda
 mContr
 
!43n{lør.. a i Melli Regali, fpediti in halia, per fare i preparamentl necelfarJ 

e) t
7'" per la venuta del Re meddimo, perehè Arrigo intendeva di valerti 
B


J;El;
. in tutto del parere del Canto Abbate. Andò Guido a Parma, indi a 
P.rl. I. Borgo S. Donnino, dove infermatofi pa[sò a miglio
 ,vita ne1 dì, J I. 
, di Mano, dopo aver governato per quarantNto ann! 11 fuo MODifie- 
(f),}!""':t' ro. Racconta Doni1.one (f), che Bonifazì(} Dura e MarcheCe di To- 

jld:; ,. 

 feana, e Signore di Ferrar:l, una volta l' anno andava ana Po
pofa p
r 
,.,. 14. farvi la Confeffione de' Cuoi peccati, perchè allora era poco 10 ufo 11 
frcquemare i ConfdIionarj. 


(c) ..N>>. 
in .A nT..l. 
f.c",þ.jl. 


FT.. 



A N !'i A LID' I TAL I ^ 0 


I " ., 
-3 


P'rIztrtJ tit Ah!JtU ejUJ dtlic1a lavatJallf, 
EccleJitl! fuorum Jolitø dahat ðPtim. dona, 
Rex ete"im num'luam dedit ul/as ibi 11ldjo
tf. 
E perciocctè fècondo r abufo comune di quelU tempi corrotti, 
i Re" i Ptincipi, é i Vefcovi vendevano, cioê conferivano Ie Chiefe 
per danari, il tanto Abbate Guido Elicde al Marcbefe Bonifazio una 
buona difci plina[a, e gli fece promettete di guardarfi in avvcnire da 
qud1:o abominevole e facri
go mercato. 
!52tt6 de ,.e Guidø [acèf Ahbas arguit, i1fJ11ID 
Jlúnc ß,nifaciu11l, tIð 'lJeHderct amp/ius, ipj1tifs 
Ante Dei Matris A/tare flagellat amaris 
Yerbtribus 1Iudnm, ful deliciis erat u[us. 
Pompofæ vovil tunc Abbati'lue Guidon;, 
Ecc!ejiam nul/am fuoa pe,. ft 'Venderet tl11'lflam. 
Abbiamo da Lupo Protofpa[a (0), che in quefi O anno Argiro .Fi- 
glinol di Melo, Patrizio, e Duca della Puglia, andò a eottamino- 
JÐt;j,

: 
poli, dove Guglielmo Pugliefe (b) audia, che rice vette di grandi ono- in Chrlln;rll. 
ri, e commiiTtone dal Greco .-\ugutto di trovar manicra di fcacciar di (b) Gl4ilitl- 
Puglia i N ormanni? che ogni dl più divenivano potc".ri cd in{o!enri,. '!it ,&
pNINI 
e recarono ancora In queíh tempi non poche moleLbe e danm aIle ' 
Cafiella ed a i Heni di Monte eafino. lnt:mto, fecondo il fuddetlo 
Prorofpata, Eufiafio Catapano de' Greci in halia, richiamò fuui i 
bandi[i da Bari, e Ii fece rirornare aHa loro PatrJoI. E ncl dl 8. di 
Maggio, elfendo ito coIl' efercito fuo a Trani per alfalire i Norman- 
ni, col riportárne una rotta imparò a conofcer meglio e a riLpettar 
quella valorofa N azione. Ma una gran pcrdita fecero in quefi' anno 
anche j Normanni, perchè la m
rte rubò loro G!lgli
/mø Br
cciodiferro, 
Capo de' medefimi, il cui fo10 nome era terror de' ncmici. Drggon
 
fuo Fratello fu creato Conte, ed ebbe tutti Ï' di lUl Stati. Non so fe 
a quefi'anno, 0 pure alia prima venuta di Arrigo;n Italia, apparten- , . 
ga ciò, che n
rra Donizone (r). Cioè che trovanJnCr dfo Re in Man- (c)v' D
nz
1I 
tova, Alberto Vilcome di quella Cinà, cioè Vicario in eßa dd Mar- :ip:ltM:tit 
cñefe e Duc:! di Tofcan:t Bonifazio, gJi donò del fuo cemo CavalJi lib, (. ç. 1%., 
(cof.! non fJcile a credérG) e dugento A fiori ver lot caccia: ðe gri uc- 
celli. Oi sì fi:erminat::t dono fi maravigliarono fone il Re e la Regi- 
na, conorcendo da queUo, che gran Signore doveva elrere il M:1rche- 
fe, quando al fuo fervigio ave" de gli Ufiziali sì ricchi. V ol1e l' Im- 
peradorc
 [eoer tèco ql1elto Alberto alIa IUJ tavola; ma egli fc ne feu- 
SÒt con dire di non aver ma; o(am di mangiJre alIa menla dd Cuo Pa:- 
Mon Bonifazio. Avendogli nondimeno data licenza Bonif..zio, prant.ò 
c
1 Re, e ne riportò \'arJ doni di Pelliccie, ufatlOìme in quclb tem- 
pi, Ie qUolli poi prefentò egli tutre al Ducil Bomfazio [no Signore col 
Q z. cuoia 


Eft A Volg. 
ANNO 1O
6. 



I2.f ANN A r.. I D' I TAL I A. 
EI'A Volg. cuoio di un Cervo I'ipieno di danari, a fine di placarlo. In quefio 
ANfo;O 1 0 4 6 . Secolo e ne i precedenti ogni Cinà aveva il fuo Cøl1te, doè il Cuo 
Governatore, cd ogni Conte il fuo l'ifconte, cioè il Cuo Vic.Hio: on- 
de poi Venncro varic nobill Famiglic appellate de i J7i(conti. In quell' 
3n110, fecondochè fi può l'lcanre dal fuddetto Donizoñc, Beatrice Du- 
che{Ta di Tofcana partorì al fuddctto Bonifazio fuo Conforte la Con- 
t
.1Jà Matilda, i cui fatti la renderono poi celebre nella Storia d' Lta- 
ha. t\vea prim:1 partorito un matèhio a r. lnellaro Federiuo, ma e g li non 
(a) Y;" S. fc rr. I d .l' Ò 
Sever; Ep;- opraviue mo to al Pa re. Circa quefii tempi, per quanto abhi:1mo 
fcøp. NtI
p. daH' AU[ore della Vita di S. Severo V cfcovo di Napoli (a), GiOvail- 
in -Iffl. San- ni Duca di Napoli e della Campania andò ad aITcdiar Pozzuolo, e 
' d lorum.d quivi ftene accampato groin tempo, ma fenza apparir, qual' efito avdfe 
Itm ]0. 11 ' tTt d ' 


prjlis. flue a c 10. 


Anno di C R 1ST 0 MXLVII. Indizione xv. 
di eLF MEN TEll. Papa 1. 
di ARRIGO III. Re di Gcrmania 9. Imperad. 2.. 


1 L vizio della Simonia, ficcome abbiam dctto, inondava aHora [Una 
I' Itali.!. Clemente II. Papa animato dal fuo zclo, c dlllc premure 
den' Impel,dore Arrigo, che al pari del Pontefice ddidcrava (olra dalla 
Chiefa di Dio ql1cfta infamia, celebrò un Coneilio in Roma contra 
-lb) p'etr
 de' Simoniaci, di cui fa menziol1e S. Pier Damiano (h), ma gli Ani 

.m
af' fon pcriri. E' da vcdcr
, come da clTo S. Pier Dami:\no venga efal- 
/:{
N
36. taro i'lmperadorc ."rrigo, per la cura, ch'egli fi preCe di efbrp3r Ia 
Simonìa ne i Regni a Jui confegnati da Dio, e maffim,1meme in Ita- 
lia, con rccedcre affatto lhl pclIimo efempio de' fuoi PredcceITori. E 
pcrciocchè pur troppo j Rom:mi avcano in addietro rer amore dclla 
pecunia conculcarc Ie Leggi di Dio c della Chielå nclle c1czioni de 
i Papi, dal che erano fcguiti ranti fc:mdali, e fi mirava 1 idotta in tanTa 
povertà Ia. (anra Chie(a Romana, eßò Re obbligò il Ckro c Popolo 
di Roma, che non potetTe eleggcre e conlecrar Papa alcuno fenz", 
l' approvazione fua. Et 1tloniam, dice S. Pier Damiano, ipfe anterio- 
rum tenere rq,ul.m nO/lIit, ut iEtern; Regis pr.:ecepta jèrvaret, hoc fib; non 
;nf,rata t/i-vina di(penfatio contulit, quod plerisfjue deceffirill/lI fuis eatemlI non 
eOl1ce{fit, lit 'Videlicet ad ejUI nurum fanna Roma1la Ecclefia nu.n. ordinetur, 
tiC prtf!ter tjtlI aufloyitatem ApofioliçiE Sedi nemo pHwfuI elig3t Sacerdotem. 
Anche G labro Rodolfo, ed U go Flaviniacenfe atteUano quef1:a pia 
premura dell' .'\ugutlo Arrigo contro la Sjmonia; e rercio
chè l
 co
- 
. ruzion del Secolo era aHora grande, ed eITo 1m pcradorc pie no d otu- 
mi Cemimenri, ahro non de6derava, che il ben della Chief a , fu 
l- 
10ra credmo mile e necdTario il ripiego fuddetw. l\1a rerchè ad un 
Padre buono fuccedcuc un Figliuolo cattivo, che cominciò ,ad abu- 
farfi di quefia amorità; e il Cleco e Popolo RCKlano fi dlede r.lIQ 
fiudio 



ANN II L'l D' I TAL I A. J
; 
ítudio e ana pratica delle Virtù: cefsò qudla bifogno y e fu giuf1a- Eu Volg. 
mente rimeífl1 in piena libertà del Ciem Romaf'!a I'dezian de' Jommi A!\oNO 10 47- 
Pontdlci, che da mold Secali s' u[a, ß{ è da defiderare, che fempre 
èuri ma che nella. tleiTa tempo. cdhna Ie ièandalalè lunghezze dc' 
Can
lavi, e Ie private p'aßion;' de' iãcri Elenori in affare dl tama im- 
portanza per la Chicfa di Dia. In e{fo Cancilio in[ar1è: nuova lire di 
precrocnza fra gli .\rcivefcavi åi Ravt':1I);}, e di Milano., e il Pa- 
triarca d' AqUileia; e la Îemenza fu datil in favore dei Ravennate. Di 
quefto fauo altra te.t1imonianza non abbiama, fuorchè una Balla di " 
Papa Clemente 11. accennata dal Roßì (<t),e pubblicara dall'UghelIi(b), (a) RNbeus 
la qual veramente h
 tut
i\ I' apparenza di nan eífer 6ma, e
 a
rebbe 
:
:
'lib
;: 
anche maggior credlto, ie nan Ie mancaífe la Data, Tuuavla II Pu- (b) Ughtll. 
Ficelli la crede una 6nzione, e noi abbiama due Srorici Milanefi di 1utl, SI"r. 
que fia Secala, che n
lla nc parbno, claè A rnoHò, e Landalfo (cnio- 7J.;:hir

' i1t. 
re. Anzi il fecondo fc1"Ïlle (ç), che in un Cancillo tcnuro (nan fa, Ra'Vmn. 
fe nell' anno 1049-, 0 pure nel IOfo.) da S. Leone IX. 8vvennc la (c) La"dul
 
cantrovcrfia della Preccdenz.a fra gli .
rci\'efcovi di l\lilano e di Ra- fu
 JtnjQr 
venna, e che Dro annumte, Ecc!e/Ìa Ambro/Ìana per Guido1;em [edem. ipJam :"
lIr. t e - 
'lJiriliter der.;icit, {3 religioft Elodie & [emper tt:J1ebit. Ed .'\rnolfa (d..) 'a

;.. ,3. 
anch' cgli atteUa, che nel Cancilio Romano Guido :\.rcivefcova di (d) .Arnulf. 
IVlilano fu onarcvolmcn.e trattato ab .Apoflolico tunc Nicala(), eujus dex- Hjftor. Me- 
t

 pojìtUJ eft in p,."':ejè
ti 
)nodo 1.1.tere,: farCe nell' 
nno IOf
. Oltre 0\ :

a
. .1. 3. 
Cia Benzone Sclfmatlca, V c[covo d Alba, che VI{fC fono II Re Ar- . ] 
rigo.IV. Figliuola di qudt.o Impcradore, nd P,megirica, 0 fi,\ nella 
Satira, pubblic:1ta dal l\1encker:io (e), fcrive, che quando. il Re va (e) 
,.u 
a P rrnJcre la Caron" I mperi
le, ClI1n (UjlCHtat ex lina p(lrle' Pa p o Ro- Cap. 4. PIl- 

 n
,
 
 L 
lfta1tUS, fX altera parte A"cbipont
1 ex Ambro.fialJtI!. Ohre di che Dome- R,r. Gu",a- 
mco Patriarca d' f\qulkia in unJ. (U'l Letter4) Ccritta circa l' Anno I:>ff. me. N,n- 

 pubblicata dal Corelerio en, fcrive d' e{]ère in potTdfo di federe alh c!t,,,ji. 
def1ra del Pa p a. (f) CotÛer. 
Monumtllt. 
Dimorava tuttavia in Ram
 l'Im p eradore Arri g o. , allorchè con- G or 
r4C. ... I/. 
fermò tutti i fuoi Beni al Moni!1:era di S. Pietro di Perugia can un (g) BHll.1r. 
.Diploma (g), d.Ha 111. Non'ls ]anunrii, Anno Domi ietE IncamatiolJÙ Clljimnft 
}r.!XLV ll. intliflionc X V. AIMO au:em Ð<Jmni Heinrici 
ertii _ OH/Ù1t1- T. 1. C071ftí- 
. tut, Xl:. 
tÙJlfis ejtts, XV If 1. Reg,Jamis ,171/1. Impcramis au/em P1"jm
. AEltqn Ro- (h) Chronic. 
md!. Un' alno ne diede pd Mom1lero âi Cafauria (h) K.Ûeildis Ja- Cllfaurimf. 
'ifHarii, Aflum ad Cc.l;/,nlJ:'J Ci't)itn'em, onde pre[e J I Cognamc ]a nobi- P. lI. T. II. 
lii1ìma Cala Co]onna. Ufc:ro Arrigo. di Roma, dopa 
\ler prcfo lion- 0).

;


- 
llul/a, CaJlelia .fibi, rebe/ia;;tia, come s' ha da Ermar}no Contratta (i), 7lJ15 C.nzra- 
pafsò a Monte Cafina, dove accalto can grand(: onore da que' !vIo- fills it. Chr. 
naci, la["iò molti regali,e can un Diploma paname il Sig,lìa d'om, Leø Oflirn- 
(:anfermò tutti i dinrri e beni di q'lell'infigne Maniltera. Abbiamo 1fi, chrlln 8 
quefto Dipioma dal Padre Gauola U), e fi vede duo crct:tio Nonas Fe- (
i 1.å:
tDr
 
J,t'u/l.iii, .Am.o DDtN;Nicæ jT1car;iJt
onis iHXLPJI. Indiélio'le XfT. Anno Rift. Monll- 
l.ul,,,, Domn; Heit;rici <Tertii, 01 dina.Jionis e;lu DecÌtitO (Jfla-.:o, RC
lJantis fler, Caft- 
f,zidcI'M Qt:II'VO,ftJ Imperü!:.Ù p,.i,-no. ./lit,!!?: Capute. A Ca:1oJ al
 p Unto .A nrnf...l' I. 
I" r C&eJjlon. 
da 


.. 



12.6 AN" A L t D' I TAL I A. 
Ell II VDlg. da Monte Calino fe n' andò I' lmperadcre:. 0 fia che: Guaimari, 11'. 
ANNO ..
7. Principe: di S
lerno, il qua Ie dall' Augufio Corrado avea anche otte- 
nut
 il Principato di Capoa, non fo(fe moho in grazia dell' Augufio 
Arngo; 0 pure che ave(fe fatto gran progretTo nella Corte e neli' ani- 
mo di lui P<<.ndolfn IV. già Principe dl Capöa, depono dal fnddetto 
Corrado: egli è fuor di dubbio, che Arrigo tranò la refiitu1.ion d'dfo 
Pandolfo nel PriDcipato di Capoa, e che Gu.\imario glid rinunziò con 

iceverne u
a b
o
a Comma d' oro. 
refen
aron(j a
che all'lmperadore 
1 N or
nnf, elOe Drogo;M! Conte d. Puglia, e Ramolf, Conte di A- 
verfá; e i regali a lui fatti di molti ddlncri e danari produlTero buon' 
CtfcttÐ; paciocehè ne riportarono 1'Imperiale J nvethtura di tutti i 
lewo Stati. Da Capoa J' incamminò alia volta di Benevento j ma fe.. 
condo Ermanno Contratto,. etTendo nata ingiuriata da i Benrventani 
la Suoccra dell' Imptradore, nel pal)are per colà in venendO' dalla di- 
vC!ziolle del Monte Garga
10, i Benev_en
ani temendo 10 sdegno d' cITo 
lmperadore, nol vollero flcevcre, e h nbellarono. Conduceva Arrigo 
aHora poche truppe eon feco, per aver
e già rimandata la maggior 
parte::' in Germania; e veggendo, che gh mancavano Ie forz.e per pro- 
c(den: otlilmente contl'a. dl quel Popolo, altro riplego non feppe tro
 
-vine, che di huH fcom.micarc da I:'<ipa Clememe
 iuo compagno in 
quel viaggio. Tenne dTo 
uguno, (ma n?n fi fa ,10 qual giorno) net 
(a) fTJitll.. Contaðo dÍ' Famo un Placito nfemo dall Ughcllr (.). Imanto I'lm- 
ltal. Sacr. ptradticc .Agncft venuta a R
venna, quivi gli partorì una Figliuola. 
in Epifcllp. Iovioffi dipoi l' Auguno ^.mgo a
la volta dell,a Germania:, e novan- 
.Af..,.., doli in San J1twi/1no nel dl r 3, dl Marzo, dled
 un
 alud Privilegio 

) ch,..;,. in' rnvore del M
ni(te
o di Cafa Aurea (b). 
aßa[O dipbi a Ma,n
ova- 
'Gllfll imf. m:l di 19. d' A rn1e gw.'oo dl Pa{qu.-\, celebro con gran [olcmmta la 
P. II. T. u. fetla. Qui vi gra\'cnlc:mc s' infermò, ffia riavmo (ì feee venir da Parma 

.r. ItAu.. j} Carpo di S. Guido A
batt:: dcll" 
\)mpofa
 mono nel p'recedente 
anno e glOl 
fica[O da Dlo con molt. mlracoh, e feco dlpOl 10 con- 
dune:' in Germania. i\lwtrC 1'lmperJdore in Mantova fi trovò, do- 
(c) J?#m
. veEte [ucceJBI'e Cju:\oto vlen t.\ccontato da Domzonc (t'). Em dive- 
','J,i:;
'.ji::
: nuta alqual1to foil\ttttt ad df.>. 
 mp
radorc: l
 tropp
 PO[C!1Za di BOII;- 
çap. 1>J. fa-::,i(J Duca e 
1arche(c j e r,elO, gh caddc m pc:nl1et"O dl far
o æ-re- 
fian
, allorch' c:gli ,-eniva, ,all 
dlenza, COlT _ ordmare ,aile gmr'dle. dt No- 
fciarlo pafTare con non plU dl ql!atl
o p,crl
, e ,d1 chlUdere meon- 
t:1nente Ie porte. Lo fcaltro BOll1faz.!
 .v an
o ccU, accompagnamcnt 
di una buona c
mi[iva dc' JUO! provvi hooau, tUtti provvcdmi d' armi 
-fouo i panni. Conoro ai, \'cdcr Ie por
e ferra
e dopo .ß(!)[iif.tzio,. 1
 
sforzaror.o nè vollero m:u perdt're JI villa Ii [adrone, 11 quaJc [cuso 
quefia il1folcnL3 con dire franc:amenrc 
l _R
, ch
 l' uto 
I fu3' Caf
 
era d' anJar fempre accompagnato da I ium. Arngo tento af'k:ora dl 
forprc:ndcrlo di noue i ma a,vea che, fare con ':Iflo, che 
rn:he dor- 
mendo teoca gli occhl apertl, e pero f
 nc a
do k
za. faor 

tro, G?e 
ringra-z.iarlo del buon rrattarnento. Nd dl pnmo dt r.,.'11ggJ Cd*MÞØ 
r
JCO'lJO di Pa-rm.\ Qttt:nn
 dall' Augulto Arngo ;n l\kmov il [
toio 
ch 



" 
A. N N A LID' I TAL I A. I:z. 7 
e la di g nità di Conte di Parm:t (a). E ne1 dl 8. di M'H

jo riporrò E14 Vo'g. 
Z d ' V d II ' A "''';0 trLt 7 . 
Alberico Abblfe del nobil \"()nifiero di S. enone I crona a ...... 
D (1) Vghd 
Jmperadorr un Privikgio (b)
 d.no rIll. ldNS tHaii... Am
 , ,or;zilJi

 Ital. Sur. 
IN(arNatÙII'is lñLXr II, IndiEJ. XP, A""9 autem Domm J/mmcl 7'erJII, Tom. II. 
f;'-di
atiofJÍs tjltS XVIII. Regnantis PI'/. Seculldi bMþet"ll-JOf'Îs Primr;. ;11 FpifCP1' 
flu", Hilmi. Era dfo AlI!!u
o in Trcnto . nct dì .I!, 
i Maggif', (
)r,,;:{;,. 
çome appanfce da alt.-o fuo Dlploma data a 1 Ca110mCl dl Padova (t') ItAlh. Dif- 
,"pIle flefTe N ore. fut. 71. 
FinqU.1ndo fi troVQva I'lmperadore in- Roma, cinè 0 Cui fine del (c
 Ibidem 
precedeme, 0 ful principio dd prerente anflO, eg1i diede per Arci- Diffin. 18. 
vefcovo alia Chief a di Ravenna UHfredð (liO Cance11i
re, e il fece con- 

ccnlre dal Papa. Giunto pofcia a Spira, dove collocò il Cerpo del 
tuddetto S. Guido ^ bbate, <Juivi celebrò la Fell-a della Pentecofte, 
e [eone una Dicta de' Principi. Al10ra fu ch'egli confcrì il Ducato 
della Carimia c Ja Marca di Verona a Guelfo 11/. Conte di nazione 
Suevo, e di Cafa nobiliffima, e rinomata- in Germania, Figliu:}lo'del 
fu Gttelfo II. Conte. Non ho io (aputo difcernere nelle An
ich,ità E- 
fienfi (d), fe in occabon del
:I. venuta in ltalia di qucf1:o Prtnclpe, 0 
pure moho prima, .A/hertlJ Az7.o II. I\..farchefe, e Progenitor dc' Prin- 
cipi Eflenfi, pJ'ende{fc in Moglie Cuneg01zrla, SoreIJa d' etro Guelfo 
III. Pare, che l'Urfpergenfe (e) dica, che prima.\ cGln jfcrivere, che 
Guelfo II. GeHuit & fiiiam ChulI'Ztlm (10 fidfo (' che Cunegonda) 
nomine, quam Az.zoni ditiflimo /1/ zrchioni Italift' dedit in tlXOrem. Oi que- 
fie Nozze parla eziandio I' antico Amore delJa Cronica di 'Veingart. 
(f) Cou' Imperadorc: era ita in Germania anche Clemente II. P
- 
pa, e ritornato pofcia per mala fua ventura in ltali2, menrre fi Iro- 
va va in R01Æa,;Js partibus ful principio d' Ottobre, cadde infermo, e 
fi sbrigÐ da qudta vita. Corfe voce" e forfe non mal fondata, ch'e- 
gli morilTe di veleno) f.urog\i dare Ja Benedetto IX. già Papa, a i 
cui vizj noti, nOD è im'eri !Ìrnilc, che s' aggiugnefTe ancora qu_efia nuo- (g) LNluS 
va fceUeraggrne. 
1fei1(e Junii (fono parole di Lupo Proto/pata (g), l'rlltofpAta 
IDa Ii dee krivere Orlobris) difhs Papa BelJediéllls per pocullll'll 'ZJmeno ;n ClmnÚII 
,,,idil Papam Clementem. A ltrcttanto ha Romoaldo Salernitano (it) . (h) R,- 
mualJNs 
N è fuffi lie I' afferzione di Leone 0 !1ienfe (i), 'che que fio Papa ter- S4l,rnitan. 
minalTc i fuoi glomi ultra mClItes. Fu ben porrato a Bamberga il fuo T. VII. Rer. 
c
davero, ma e RfJ",anÌI jim/IUs, come ha ancora I' Autore della Vita I
/di,. 
dl Santo Arrigo Imperadore 0). Etrendo fiaro 6nora ignoto il Luo- j/) L

l 0- 
g
, dove q
eno Ponreflce te.rmina(fe i fuoi giorni, ho io il p
acer
 ,
;
Ji8[: 2.. 
dJ porerlo nvelare. Aile manr del Padre Don Pietro Paolo Gmanm (k) Áél" 
Abbate Benedettino, diligenti!1ìmo ricercatore delle antiche mcmorie- Sanf!oru", 
di Ravenna fua Pat ria capit3rono ne g li anni, addietro due Bolle ori- B , 
U.nlJ. 4tl 
, 1 . L ' . d 1 r. dd rr I l Itm .xJY. 
gma I. a pnma e e 1U ttto Papa Cle11ltnte 11. data r If . Ca m- :Juli;. 
.as Oflobris, IHdiRi.ne I. cioè net dì 2.4. di S..:ttembre deli' anno pre- 
feme, memre cgli fi trovaV:1 grave mente infermo nel Monifiero di S. 
Tommafo Apoftolo ad Apofel/am, vicino a Pefaro. In e(fa dona egli 
a. Pietro Abbate di quel MoniU:cro la Terra di S. Pietro, pro faJllte 

m- 


Cd) .Anti(hi- 
tà Eftmfi 
P. 1. e. 1. 


(c) Urs
'r- 
genJis n 
Chrllnieo. 


(f) .Apud 
Lti..iri..,. 
Rd-. Bruns- 
1I'I.'ie. TOJn. J. 



11.8 ANN A LID' I TAL 1 A. 
EtI." VoJg. 
Hlm
 rll
. La feconda Bona è di P.lpa Niao!ò 11. data net dì Ió. 
/l.NNOIO"r7. d' Aprile ddl'anno 1060. in cui per inurcejJi;Jlem Damn; Petri Damia- 
"i Hofticnfis Epifcopi, Conjratris noftri, conferm1 al predctto Abbate 
la.. fidTa T
rra di. S. Pietro, fuam Dom11l1I f!.øpa r:Je1l1m
, 'iui j/;i hø. 
bllt, 
btu"t 'py
dlfio Mon,afterl(J. Retia pcrclO chiaro, In qual parte 
ò' Italla vemtre a marte II fopra
oda[Q Pi/pel Clemente II, Ora il già 
de r ofio Benedetto IX. Papa, udlta che cbbe la morte di Clemente 
co mezzo de' fuoi p:;renci ,potemiffiijli in Roma,' [
n(O fi adoperø: 
che per la terza volta torno ad occuparc la Sedla dl S. Pietro e la 
occupò per otto l\Iefi e dieci giorni. Vedefi in quefi' anno un Placi- 
to tenuto in Broni Diocefi di Piacenza d.l RiNaldo iWeffo del Sig1l(JY'I 
111lperadore, at qt4al
 illtb-vennf1'o anCOl(f. Anftlm(J I'd AZZI Marchlji, l'ul- 
timo de' quali Antenato de' Marchdi d' Efie, già da noi s' è veduto 
.11' anno 104 f. Conte di AlilalJo. Q!1cfio Documento fi legge prdro 
E) C p' il Campi (0), ed è autcmico. Ma non così un Diploma, rapportato 
Ii. d
";,tA- dal meddimo Srorico, e attribuito ad AITigo Ill. Re
 comc dato ncll" 
an
. T. 1. anno prcfente. Non può luffi(tcre quell' .'\ no. 


Anno di C R 1ST 0 MXLVI I I. Indizione I. 
di DAM A 
 0 II. Papa I. 
<Ii A R RIG 0 III. Re di Germ. 10. Imperad. 3. 


N On mancarono i Roft1ani, per :mefiato di Lambf'rto da Scafoa- 
(b) L41hhrr- hur g o (b), di fpcdire Ambarciatori all' Augullo Arrio-o, per ri- 
Ius SrAfizA- r:' . . P CJ JI ' S ,n; 0 
burzenfìs i1J renr&ll la mone (.h. ap.t. 
 cmcnre . elfue IICcr.1l07 em p!ftllianlu; e 
Chroni,o. que1b fì troVRrono 10 P:;.II[/. dm'c eCTo ) mperadorc celebro )a fd1:a del 
femo Natale neU' aooo preccJenrc. Ma perciocchè Bcnedeno JX. 
s' era di nuovo inuufo nella Cauedm Pomificia, fi dovenero [rovar 
difficulrà a mandare uÌ1 Fapn nuo\.O :I Rama. Però tòlameme nel Lu- 
glio di queLl:' an no fu dctto per Succdlòre del dcfunto Clemente, 
Poppone JTe!wvo non già d' Aquilcia, come ha I' Annalitl-a SafTone, 
A lberico Monaco de .1 tre Fonti, ed altri, rna bensì di ßrixen, 0 tìa 
di Brdfenonc nel Contado del Tiro)o. Egli è chiamato da Ermanno 
Contrauo Epifcopus Byiximfis: il che da alcuni viro creduto error de' 
Copil1:i, in \'eee di 81 ixillt1
{is; ma que' Cirtadini anch
 prefTo altri 
Scriuori ti vcggono appdlati Bli:l:Ïr:nf!s. Peete qut:fii il nome di Da- 
",aft /í. e fecondo il Cardinal ß.!f()0I0, m
ndato aRoma daW Impe- 
radorc: (itffY(/lTjis Oí1:nillflt cief/us {3 comprobatHJ, COí1ftcYlztJts fuil. Da 
quali ;\lJtnri oprenddfe /1 Porpor;
to Annalitia tal O(ìtizia, non I' ho 
r oWto fcorgcre, e ceno par veriíirnilc, che Arrigo prima d'inviarc 
a Roma cOo Pop pone , fe I' inten
elre col Clero, e Popolo Romano, 
Ciò non ollanre 1)()!1 latLio io di fofpenare, che Arrigo potdTe quì 
(c) fl'tr","n- prevalerG troppo den' autorità fua coo lafci'u.
 
n tal t"Ìnionc poco 
';.'u Clntr " A- arbltrio a j Romani. Ermanl10 Comratto (c) fcrn.e, ch
 P'ppo flyi- 
".us In C r. ' 
Xle1'- 



A If N A LID' I TAL I A. 12.9 
ximþs (Brixinen fis) Epifcopus ab Imperatore E/efiuI Romam mittitur, & E JI.}. V J 
hrJnorifice fiJJccptus. SotiJetto io in ol[re, che comincl:ttIÚo a110ra a
t ANNu I 
alterarfi g1i animi de' Romani, perchè g1i antic hi Imperadori Greci e 
Franchi, fecondo i Canoni, aveano lafClata fcmprc lor in libcrtà l' e- 
lezion de' nuovi Papi, con riferbarfene folamt:ntc I' appravazione pri- 
ma di confecrarli . Ma I' A ugufto Arngo nè pur latèiò lora libero il dirit- 
to dell' elezione, da che gli aveva obbligati a non procedere ad dra 
fCn1.a il Cuo beneplacito. Doveva anche rincrefcere loro 11 veder prov- 
vedura la Chie[a Romana di POI1[dici forcltieri, fenza prenderli dal 
grembo loro, benchè noi abbiamo oifcrvato mold Papi prefi dall' O- 
riente ne'Secoli addictro. V cgg...fi Ottone Frifîngente (a), che COI1- (a) Otfø Fri- 
fcrrna quanto io vo fofpcuando. Che fconvolgimcnu partoriífe dipoi fingenfÙ 1.6. 
quefia mutal.Ïon di difciplina, l' andremo vedendu ncl profeguimemo c. 31.. chi-. 
deHa Storia . Venne dunque II novello Papa Ðama(o I l. vedo Roma 
nel Mefe di Luglio dell' anno prefê:ntc, èffcndofi come è da credere, 
ridrato il fallo Pontdice Benedetto IX. Ma poco potè eglt godac 
dclla iua Digoità, perchè dopo tali ventitrè giorni dl Ponriticaco p,ü:' 
sò all' .Itra vita in Paletlrina. Qucfia SI rept:mina mone fece correre 
de i folpetti, che il veleno anche a quell' altro Papa avdlë: abb,evi.l- 
ti i giorni. Reftò vacante nel rimaneme dell' anno la Chitta Rumana. 
Seguirava inranto nel Regno Germanico la ribelhone di Goti- 
fredQ DtlCtl- della Lorena Supcriorc. A venne, che in qudt' an!1o .dd
/- 
berto, già (reaW Duca della Lorena lntèriore, venuto a batta- 
gha con dTo Goufredo, refiò íconfÏno ed uccifo in quel fa[to d' ar- 
mi. Abbiamo pui dOll ßoUario CaíÏnefe CJ.), che l' lmperadore Ar- (b) Bulla... 
rigo concedene al MoniHcro delle Monache di Santa Giulia di Bre- clljinen[e 
fCla un Privi1egio, dato PI. Nonas lWaii, .cllJno vera Dominic.e lucar- 
mfl'll. 
nationis MXLF J/I. Indiflione 1. Anno aNtem Domni Heint'icj Regis 'Iér- on It. 9 1 . 
tii, Impemloris Secumii, Ordinationis ejus XX. Regnantis quidem IX. Im- 
perantis vera II. ARum 'Iíiregum, cioe in Zurigo, 0 pure in 'furgau. 
Fu più volte in quella Terra 0 Ciltà l' Imperadore Arrigo, ed in 
quett'aono ancora vi celebrò l' Afcen(ion del Signore. Cerro è, fe- 
condochè ho dimofirato nelle Annotazioni aUe L(ggi Longobardl- 
che (c), ch' egli in eifo Luogo tenendo una gran 1)1(:ta de't>rincipi 
Italiani (in qual anno noJ fo) pubbltcò tre Lcggi, che íÏ leggono 
ne! Corpo d' eere Lcggi Longobardiche. Una fpez.lalmeote menta at- 
tenz.ione. Sapevafi, che molti in qudli sì corrani St:coh eruno le- 
vati dal Mondo veneficio, ac diverfo furtivæ mortis g.:nere, cioè non già 
con fatucchierie, ma col velc:no, e con alcre maniere occul[e: che 
quefta è )a forza dclla parola Pmeficium. Dltmaro, ed aim Stonci, 
anch' eßi alferifcono, che in quell! tempi I'ltalia era troppo fl:redita- 
ta per l' ufo del vclcno. Perciò fu determinata la pcna della mone 
contra gli operatori di sì orrida iniquilà. Rmovò 111 qudl' anllo 
mco- 
ra dTo Augufio i fuoi Priv,1egj a1 MOlllttero di S. Pietro di Bremido 
con Diploma '-pedito Cd) X1I1, Ka/endas Alaii, Anno vera DomÏ1Jicæ i:d).Antiqu. 
lncarnatianis 
fXLPl1I. J1'Idléiione 1. ANno aUlem Domni Heinrici Rc- Italic. Vi[- 
Tom. PI. R./ gis [ert
 70, 


(c) Rerum 
Italic. P.ll. 
To,.. 1. 



130 ANN ALl D' I TAL I "'. 
E I'l A V o1g. gis '1er
ii, mperMórÏI Secundi, Ot'dilJtttionis "'cjttl XX. Regllantis qilirltm 
Ar-.NO 10 49. IX. Imperanm 'Cero 1/. Aélum Ù
 U!nj(). Sarà Ia Cmà d" lflm.1 . 
Tr
ovo i.o t:\l
 fconcerti ne I D:pIomi intorno a gli Anni dell' Orái- 
n:lZlone dl Arnflo, che non ho volute it fallidio di rivedc:r qu'elti conti., 


Anno di C R 1ST 0 MXLIX. Indizione 1 I, 
di L F 0 l'i E IX. Papa I. 
ei ARRIGO III. Re di Germania I I. Imperad. 4- 


(a
 pitcher., A Bbiamo, dal Cronografo di S. Benigno (4), 'che i Romani inna- 
sp",leg. morati delle belle doti di Alinardo Arcí'Ueftovo di Lion
, fecera 
T. II. nl-:J. '11. 11 ' r. d A' 1 [ :I Al d " r. 
dilion, lu:mz.a. a I.mpera ore .nyngo per aver 0 apa.. mar 0, Cia lapUtO, 
, .Albericus perchè non gli dovea. piacerc I'aria odi RoYna,. Ii gUJrdò di capitare 
Monll
h. in a.lla Corte Imperiale, finc'hè non udi c'reaio ún novello Pontefice Ro- 
ChrO."D., mano. 
Jefii fu Brunone Y
fcovo di Tullo, pa.rente dell' Imperadore. 
Non fi potea fceghere perfonaggio più falto fecondo iJ cuare di 010: 
tanta. era. Ja Cua pietà, il Cuo zelo, la fua. attività, la prudenza, il fa- 
(b)!
ibtrl. pere (b). Trovavafi. l'lmperadorc Arrigo in Varmacia nel Dicembre 
In YI.III s. deWanno anteccdenre, dove tcnne una g.-an Dieta di V c:fcovi c Prin- 
L,onlS IX. .. S ' " rr d ' d d " I ') fi 1 r 
Iii. 1. f. J Clpl. I tra[[o. 10 elJa I provve er I un nuovo ante ce a lanta 
.. Chiefa Roman3. Non fe l' afpettava Brunol1t:; tUtti i voti concorfc- 
ro in Jui, ed egli colto cosÌ a1l' improvviCo, dimandò tempo a pen- 
farvi tce giorni. Dopo i quaJi ripugnando a. tale elczíone, con ifpc- 
r:m'l.a di fchivar que{lo sì peCanre onore, fece in pubblico la confef- 
(tone de' fuoi mancamenti,o ma illdarno" perchè fiettero tutti coO:anti 
in vòlerlo Papa. V'erano 'prcfeìlti i Legati Romani. In fine fi arren- 
dè, ma con protdlare, che non accettava la carica, qu
Jora non vi 
concorrdre l' elczionc e il confentimento del elero, e Po polo dj Ro- 
ma, non ignorando egli ciò, che in tal propofito aveano ordinato i 
facri Canoni. Gli fu.rono date Ie infegn,e PontificaJi, e dopo aver ce- 
lebrate Ie Felte del. fanto Natale nella fu:! Chiefa di Tullo, con fin- 
gobre umiltà vefiitofi da pellegrino, ful principio dell' anno prefeme 
fi mife in viaggio verfo Roma, avendo in fua, compagnia it celebre 
Monaco, Ildt;brando, che fu poi Papa Gregorio VII. Arrivò cgli a 
() w:b Roma ful principio delta Qlardima (c), cd ivi ancora Colennemcnte 
c 1Jrun:
rt.. fu ektto e 3pplaudito dal Clero e Popolo Romano, e confecrato Pa- 
Leø ojiien- pa con prendere il nome di Leone IX. N ê perdè tempo 'ad operare. 
þs i" Chr. Dopo la Domenica in Albis tcnne un gran Concilio di Vefcovi in 
. .A. l njelmus Roma contro dc' Simoniaci. Porcia chielb licenza a i Romani, fen ven- 
,n IIn'I'llr. . P . ". II S '. d J P no I b ' I 
(7f. nc a aVla, e qUIVI nc a t:ttlmana opo a entecone ce.e ro un a- 
no Concilio. Indi pafsò a trovare I'lmperadore in 
h(fonia per informar- 
b ddlo {bw d' Ital::!, (" dc' h,fogni ddla Chiefa. Un altro Concilio af- 
fai numerofo 'fu da lui [couto oella Bafilica di S. Rcmigio di Rcms, 
e po- 



ANN A L I D t I TAL I A. HI 
e porcia un altro in Magonza, dove fi rrovò an.:ora l' Imperadore. In EJ. A Volg. 
qud1i tempi durando 1<1 ribellione di GO{if,cJq Duea di Lorena, con AI\NO D '/. 
cui aveva unite Ie Cue forze anche BaldovÙlo Conte di Fiandra, (a) Pa- 

sl
n. 1- 
r.a L
one ad ifi
nza 9el1' Imper

ore amendu!: 11 fco
unicò. 1?iù che tIlls ;:nd.
: 
r arml temporalt ferv1rono Ie fpmw"h, per mettere 11 cervdlo a p:lr- 
tito di Gotifrcdo; e però egh fen venne tùpplichevole ad Aql1lfgr:ma 

'piedi dell'Imperadore, e coIl' ajuto dd buon Papa ott
nne II pl:rdo- 
Do de' fuoi fÛli. Seguitò Baldovino a f.uguerra, ma dopo aVer lafcia- 
to dare un gran guallo a1 fuo p3"efe dall' i\rmat
 Imperiale, final men- 
te trauò di pace, e dtooe a tal fine gli oLhggi. Dopo quelÌ:e Im
re- 
fe Leone IX. per Ja Cmà d' Augufia e per Ja Bavlera tul finir dc:il' 
Anno venne alia volta d' Italia, ed arrivò a cdc:brar 1" feila del Na- 
tale in Verona. Confermò dTo Papa in queLl' Anno i Luoi Privilegj " 
al Monifiero di Farfa con Cua Bolla (b) data in Roma lY, Kalendas ?) C"",n". 
J.1artii, Anno Pontifieatus Domn; Leonis Non; Papæ Primo, lndit110ne /"r:.n
. II. 
lIe E I' Impendore Arrigo conccdette a Berardo refco'l:o di Padova, Re,-. Italic. 
e a
 fuoi SuccetTori, la licenza dl batten: Moneta, (c) jèeundum pondtls (C) Ant;'l: 
re:
nenft:r J'l1one
æ:11 Diploma fu da[
 
PI. Kalendas L\1ai
, Jinn
 Do- }:::"(
7.Dif- 
I11lmç
 Inearnatloms 
1XLrllll. lndlfllone If. Anno ÐClmm HenriCl 'ler- 
Iii -Regis, 1mperatoris Secund;, QrJinat;olJÏs ejus XX. Regni fjuidem X. 
Jmpet'
j vero llf. Aélum Goslariæ. Torna a dire, che gli Annl dell' Or- 
dinazion d' Arrigo fan confulì in varj Dlplami: e però lafcerò ad al- 
tri la cura di accenar qucfta Epoca, e dl correggere gli errori. Cir- 
ca qucfti tempi ancora abbiarno da Cedreno Cd) un avvenimento im- 
portantißìmo per la Storia d) Italia, cioè che i Turchi, gcnte di na
 
zione Unnica, 0 vogliam dire della gran Tartaria, u(Cirono dallc Por- 
te del Caucafa, e cominciarono Ie lor terribili conquiLle con levare 
a i Saraceni la Perfia, e darlì pofcia ad infctlar 1) Imperio de' Greci. 
Non mi fiendo a 9irne di più per ora, riferbando que1 che oecorre- 
.rà al re 0:0 dclla Storia.. 


(ð) CÚJ,.tn
 
Cðmpmå. 
Hiji". 


Anno dì C R 1 S T 0 ML. IndizÌone lIt. 
di LEO N E IX. Papa 2. 
di ARRIGO III. Re di Germ. 12. Imperad. 5. 


G Tunto che fu à Roma il Canto Pontefice Leone IX. e sbrigato da 
varj affari, in queft' Anno (e non già nel pr(;
.;denrc:, come 1.\- 
fciò ferino Leone Oflienfe (e) pafsò in PuglIa, parte pr'r CUd. dlVOlio- (e) Lto o. 
ne 
f), parte per quetar Ie dlfcordic infane fra i N nnnanna, C i po- fiienfts 
poh dl queUe comrade, che fì Cemivano grav3ti non poco da quella lIb. 1.. ,
. 81. 
gente ftlamera. Fu nell' Aprile a Mont
 Cafino" a S. .l\
'chele dd 

: :
I;
i;. 
1\10nte Gargano, e a Benevento, Jove dl nuovo lcornuOlc(\ qud 1'0- s. Leon;s 
polo, p::rehè nbello all' Imperadore . Tennc un Concillo in SJpOnto, lib. 1.. '. .. 
dove depoie due ArciveCcovi convimi d. Simonia. Tomato a Rnma, 
R 1. ful 



/ 
132. ANN A LID' , TAL I A. 
F... A Volg. ful principio di Maggio celebrò un altro Concílio nella B'1Íilica La- 
ANNO 1050. teranen
e" dove furono condennue Ie perverfe donrine di Herengario 
Franzde mtorno al Sacramento dell' Altar::. Fiariva in quefti tempi 
in N. r'T'andia nel Momft.ero di B,'cco il celebre Lanfranco, Priore 
aHora d' elf\) facro Lu:)go, dl nafcl[] Italiano, perchè na[o di no':JiIi 
r:m:nti in Pavia . E.!T
ndo pafTata fra lui c il fuddcttQ Berengario qual- 
chc Lettcra) fu cgli chiamato in lralia, e tanto in dlü Concili() La- 
terancnfe, quanto In qudlo di Vercdli fu{feguentememe tenuto nel 
Scrrcmbre di quett' Anno dal medefìmo Papa" giuLllficò s
 l
eßo, c 
recto c
rtffimo a tuua la Corre Pontlfizia. Sc:rvì quc:fio accidence a 
m.16giormcnte accreteere Ja f.lm1. della leneratura e pktà di Lanfran- 
co, il quale col tempo divenne Abbate dì Bc:cco, e pofcia Arcive- 
fcovo tanto di Camurberì in Jnghilrerrn . Era IOforra qualche comera 
fra Papa Leone, e Unfredo Arci'lJe[covo di Ravenna fpaHeggiaro da al- 
cuni deJla Corre Imperiale. Però in dTo Concilio di Vetcelli il Pap" 
gli [ofpe[e il Minifiero Epifcopale, 0 pure come vuol \" iberro, 10 
fcomunicò , Tornò egli dipoi a))a fua Chiefa di Tullo, per farvi la 
Traslazione del Corpo di S. Gerardo, già Vetè(lVO di queHa Città. 
Pafsò in quefi' Anno net di 12. d' Aprile a miglior vita fanto Ada':' 
ferio, 0 fia Alferio, Fondatore e primo Abbate dell' infignc Monifte- 
ro della Cava nel Principato di Salerno, 1.1 cui Vita infieme con que!- 
la di tre altri Abb:ni fuoi Succeffori, fi legge fra gli Scritwri 
J) 1(Ir. da me raccolti delle cofe d' Iralia (.). Se Ii vu')l prethr fede a 
},.,. T. YI. gli 1\nnali Pif.lOi, in quell' Anno (b) Mugetto Re de' Saraceni Af
 
(b) .A,nnil/. fricani con un potente efercito tornò in Sardegna, e cacciatine i Pi- 




J VI. [ani, a
te[e ,a f
bbricarvi delle Città, e prefe la Cor?na di que,l ,Re
 

'r. l,,,l;t. gno. (*) Pi/am 'Vera, cum Romana Sede firmata concordIa, cum PYI'VtleglO 
1"1. 167. & cum Pe)lillo SanEli Petri accepto, imFlftrunt Regem, & ceperui1t iI.. 
lum & totam terram, & Corrnam Imperatori Jederunt. Et Pi(a ffÛt fir- 
mata de tota SardÌ11ea a Romrma Sedc. Ma a1 vedere, che de' varj Au- 
tori di quefio SecoJo, i quali han parlato de i fatti gloriofi di S, Leo- 
ne IX. Papa, niuno parla di quefio, che pur Carebbe tornato coran- 
to in onore del medelimo : pare che fi poffa dubi[ar dell' imprefa Cud. 
detta, 0 almeno delle rue ,circoltanze. Nacque nell' Anno pretente 
(,) Hmn4n- ne1 di 11.. di N ovembre all' AuguLlo Arrigo un Figliuolo mafchlo (c) 
."s 
Dntr.- pArtoritogli daW Imperadrice Agnefe. Fu queLli poi .Arrigo 
arto 
I/
s In Chr. fn i Re, e Terzo fra gl' Imperadori, per cui cagione vedremo a fuo 
tempo [convolta turta l' ltalia e la Germania. 
(d) Cllm;ll. Cefsò di vivere I in quelH tempi Pandolfo Jr. Principe di Capoa Cd). 
'
rtg,.in
l4s Leone 0 {lieníè il fol portato via d.1 i Diavoli, cj[and.o un' appariz.io- 
Rift. Prm- ne 
û,. L"nl
- 
6"rJ. 


(.) 


I Pifani pøi, {erma/II la concordia (oDa S,de Romana, eol Pri,,!ilegiø, 
e (01 vejJillo di S. Pietro ,icC'Vuto, illva(ero iJ Re, e prefero IUI e tut- 
t.i Ja terra, e diedcro la corolla all' ImperaJort . E Pi/a Iu IIjJicuratil 
Jj lulJa J.:I Sardegna dallil Sedt ROma1fiS. 



ANN A L I D
 I TAL 1 A. 13 3 
J1e fatta ad l1n Servo d. Dio Napoletano, Ma, Ctccomc il Padre An- Ell. A: Vo'''' 
g.:lo .della N
ce o{fervò, prob.tbilmenre quefia fu una giunta facta al- ANNO l05
 
}a Cronica deJl' O!b
ntè ; e,t altri ciò fcri/Tcro di Pandolfo Capodi- 
, faro, tami anni prima defunto. N e i Secoli dell" ignoranza gran 
voga aveano fomiglianti vitìoni e di<:erie. Pandolfo F. fu"l Figliuolo 
rello Padrone di quel Principaro con avere per CoUega LatldoJfo P. 
fuo propri,o Fi"l.liuolo . Ho io ,rapponato altro
e un Diploma dell' Au- (a) .Jfnliqll:. 
guilo Arrigo (a), come daro 10 quefi' Anno In favore del Monafiera 1I"lj,. Dif- 
&.11 S. Zenone di V trona. Le Note Cronotogiche fon qu
fie: DattS [trl. 6]. 
ill. /Jus NO'Vemhris. Anno Domin;c
 Incar11ationir JIL. Indiflione 1111. 
Ãnno Donm; He;nri&i CJàtii Regis, ImptrlZtoris alltem Secllndi, Qrdin".. 
tionis fjUS XX/1ll. Reglli quitiem X/If. Imp,,'ii vero /Ill. .ARum Ye.. 
,.c.næ ,Perchè efa mWtvla :utaccato ana pergamcna il Sigillo di cera; 
e net Novembre deW Anno rrcl
me potca correre l' Indizioflt lIT. {en.. 
za farne alrro etàme,. 10 credei Documenro originale e ficuro. Ma [e 
fta cosi nella pergarnt:na, nè è fucceduto errore in copiarla, non [0 
;0 ora accordarlo colla nrità della Storia . Chc I' J mperador foff'e in 
Jralia in qucll' Anno, n:uno de gti amichi 10 fcrive, ed io 10 cr
dø 
fatfo. Sono anche dilëordi fra J01'O r .Anno Xiii. del RegnO', e ilIP. 
deU' Imperio. Sarebbe d:1 \'ed
r
, fe pote{fc riferirfi all' Anno IOf}. 
eol confronro deli' Originale. Siccome apparifce da un Documenr
 
da me dato alia luce (b), in queft' Anno it Marchefe Alberto Azzo II. (b).A . h
 
PI:o
eni
o
e de' Principi El1enfì, fi truova Come dell a .Lunigiana. 
- tR E;'
ft ,- 
gh e qUIVJ appellaro Albel'ttlS, qui Aczo vocatur, lvlarchro & Comes 1- P. I. ,. u. 
ßius Lunenjis Comitato, ftlius h(m
 memoriæ itemque Alberti [rmiliterfjiJt 
.dczo, & ålarçhic & Comes. In Lunigiana era il forte de' Beni e Sra.. 
ti, poff'eduri da gli anrichi MarcheCt, 2ppellati poCeia. MarcheCt d' E.. 
fie. Souo qudl' Anno ( fe pure non fu nel IOf4. ) Ii legge una Let- 
tera di A'
giro Duca d' I talia " Beral'do Abbate di Farfa. (,,), in cui e- (c) CJ
r
.i,. 
g1i fi rallegra d' dTere flaro ammeff'o :1lIa Confrarernirà, e parricipa- F4rf
"ft 
zion delle orazioni e de' meriti di que' bUr)ni Monaci'. II ritolo fuo 

r
 Ìt
ii:
. 
,nolto (pezio{o, e degno d' o/Tervnione è qu
fio : Ego Algil'o De; pr.()- 

jdentia Magifler refiis, & Dux Itali
, Calab1-il, Sjcil;
, Pilßa
(lnil. 
Molro piH antico è il rita- di fimili eonfrat.ernità fra i Monaci; ed, 
cOo dura turtavia. 


Anno di C R 1ST 0 MLI. Indizione IV. 
di LEO N E IX. Papa 3. 
di ARRIGO III. Re di Germ'. 13. Imperad. 6. 


T Rovaronu ]' infaricabil Leone IX. Papa, e 1'Imperadore .Arrigo in 
A ugufla, dove in fieme celebrarono la fdb dclla Purincazione 
(lella fama Madre di Dio. In tal occafionc, per arrefiato di Ermanno (d) Hmmzn- 
Comratto (Ii), .. IITJperadQrc: rimi{e in grazia dd P .ipS Unfredo Arcive- ;::s f:n
h

 
Jè(J'i;() 



134 ANN A L r D' I TAL r A. 

1l A. TQ1g. fiO'VO di R:J.venna. Ma \Viberto (Ii) aggiugne una particoJarid, cio
, 
^!'NO ros r. che: Unfredo fu chiam:no da Arrigo ad l\ugulb, e dopo IlVt;re: retli- 
(<1) y,U: 1b '{- tuito al Papa alcuni beni ingiufl:amente occupari, fu forl.ato a chie- 

M; ;
. t
 dere I' a{falul.Íon delle Cenfure. Inginocchioffi egli a' piedi del famo 
,
.'._7. P
te6,ce, c p("r,c
è 
utti i Prelati 
(liftenti inrerpolelO Ie lor pre- 
g
ler
 In fa
ore,dl 1m, L
one c
n al[
 voc
 ,dl{fe.: .A mifuY{I dll/(jfutl 
,M'iJOZlWII ]) 9 gl, (onced(/, I aJ1olu:Zlone dl tl4tt1 I Iuol Jalli. Nel Jevarfi. 
Unfredo in pi
di, fu ?ße
vclto 
 chç quaú burlando{ì del Papa, e tut- 
tavia goofi() dl {uperbla, logghlgnava. .VermccQ Ie 
agrime a gli Qccbi 
aI.buon Pomdice, e coo VQ.cc b;itfa Glffc ad alcu01, che gli tlaval,1Q 
intorno: Oim,è, queßo 1I1ift,.di.l, 
 mo.rlo. .1'0<;0 nette Unfr
do 3 cadet 
mãlato, :ed appena ricondotto in h;aliíi, diede fine aHa vita e all' alte
 
Jigi
 {ua. Ermanno Coß[':luo larciò fclÌtto
 dTere 
orfa voce, ch' cgJ.i 
:mofdr
,attol1ìcato, pcrche la fua morte fu Improvv'lfa. MJ. s. egli mo- 

, come vuole: il Roßi nd 
ì 2.2.. d' Agono, gran tern po corfe fra 
Ia di lui andata in Gtrmania, e la mone (ua. Tomato a Roma Papa 
Leon
, quivi ceJebrò dopo Paiqua un nuovo Concilio, do"e fra ."al- 
tre cofe fcQmunicò Gregorio Yefc(}'lJQ di V ercelli) impllt:\to d' adulterio 
con una Vedova già iþofa di un (llO Zio. Non fi travava quello Ve- 
(covo in Roma, e nulla percio potè ri(pondere per sè. Ma avverrito 
della Cenfura contra di lui fulminata, Ie ne volò a R
ma, ed avendo 
promeHa foddist".!zione, lè nc tornò alfoluto e contento a cala. Quefl:o 
Prelato ne' tempi fu{fegucntt fece gran figura ne gli afl"ari Secolare- 
fchi d'ltalia, ficcome vedremo. Andò por-cia il fanto Pontefice aU'in- 
ftgn
 Monifiero <Ii Subiaco, d<1 dove eßèndo fuggito ÃUDlIl 0 fia ÃZZQ 
Abbate, a cui dovea rimordere la cofcienza, egli diede per Abbatc a 
que' .Monaci Umberto, nato in Francia, e Ie cui impre{e parte buone, 
(b) c"rolJi,. i: parte cattive Ii leggoDo nella Cronica di Subiaco (b), da me data 
:Søblsut>>ft alla luce. E' notabik qualUo ivi è {(;ritto, cioè che il Papa in quella 
Tøm. 1 1 : congiuntura C-) Sub/acenfts lid fc convocavit in J\1onafierio, 'Jf.lOTIl7JI & re- 
Atr. J'411(. . J rji Ch ' fi I lcn: & 
fUlrens n rummtß al'tarpn, notavlt a '.1,>>,11111, ex Piagna patJe (jnte 
fe igne cremari fecit. Di que1le merci oon tùrono privi una volta altri 
MOOlJ1erj e Chit:fe: il che fta <leno fenl.a pregiudizio de gl'innume- 
rablli aim autentici D.ocumenti, che fi truovano ne::' lora 1\rchivj. 
Doveano -in quelti tempi avere I Monaci di Farfa chi )i per{e- 
guiravc1 ndla Corre Pontifil:ia; e probabilme.nte uno de' lor ne
ici era 
GiO'lJa111ri 17eftovo della SablOa, che mo{fe 
h mohe pre
en(iol)l contra 
( ) , . ,dl q udl' inúgne Monillcro. Scri{fero i Monaci una Lettera al bu
n Pon- 
e C"rølJlC. íi I " I . d . 1 r L 1 d . 
Farftt.ft [dice con l porg I e 
reroganve , I qu
 lacro uogo, e pr
gar 0, I 
1'. Il. T. I/. non badJre a j d
rrattorl. $1 mus l1lim (dlcono effi (c)) plus VIIIUII quzn- 
fur. JIRik. genti 'lJCjiri O,.atores: il chc per mlo avviío fi dee intendere non dc' 
foli 


_.:ot.l 


( lit) chi mð A ft nel Mo"ifl
rø lJuti Ji. $uhiaclJ" de
 q
t1lì an!, ricer
and, 
gJ' IJh umen ; detie C"rte, offirvð I þÛþ{fiml, ed III gran .1 arte II Ieee 
hrug;
re 
'lJall/i ái fe. 



ANN A LID" I TAL I A. I 3 ; 
[oli Monaci abiranti in Farfa" ma de gli altri :meora, che erano ne' E"A Vol
. 
MonitlcrJ e PrJOfari {OHOpolb. Net Concilio Romano fi 3gjtÒ la lite A
"o 10)'1. 
fro! i Monaci, e il fuddctto Vefcovo. Finalmeme Papa Leon
 IX. 
confermò ai Moniftero Farfenft: tutti i fuo
 Privilt:gj coo ana Bolla, 
jn cui fi fa femire il (uo cuore pien di 41vozibne verfo la fanrißìma 
Vergine , dåt
 /11. Idus Decemlris per- ma.nus Federici Diaconi fånél.e 
Roman.e Ecc/efiæ Bib/iothecarii" 'Vice Domni Herimanni drchicance//arii, 
t5 Colo1Jienþs ..1rchiepi.fcopi, AliflO DM/f9lli Úoltis IX. Papte fl'ertio, 1,,- 
Wiélione 17
 comincillta nel Senembrc den' Anno preième. erede il Pa., , 
di'e Mabi1lonc '(0), che E-r11ttfnno Areivefcovo <Ii Colonia fuffe Â1â- 
, 1 al )/11. 
tàTJCe//iere èi P
pa Leone IX. nelle cui fQle Bolle fI uuova 'ludla no- ne
?
i
. 

 
'Vità. Era il 
edefimo Ermanno A'rcicanceH
ere dell'Imperio in qudli hunc .Ann. 
ß'lòrm. \V lberto tcrive (h), che Patn Lrone dioolC tJffici'um CtJncetl&rii tb) 
iÞ.tr:-., 
'San
 Rufna1i
 
dis 11 Jui, t a i fuoi SuccdTori. Confermò pari- ';s 
n YltA 
1.1Ienrc il {anto Pome-fiee t'\1ni i fuoi d;nni al Mønilh:ro CaCaurienfe 1;

n

 c
'. 
con altra BoHa, (c) data X. Kalmda! J'Ulii,-&c., Anno Ððmni Le""iJ IX. (c) Chron;ç. 
.pdfr II. (dee d1ère III.) lndiélÙ;ne JV. 10 cralafcio ahre BoLle odello CJ1jaur;m. 
'.tetro Ipnpa, il qua
e per tdlimoniao-'la den' Othel'lfe (d.), in quett' anno R P . II. T. , .11. 
- d ' C B S I I I ' , tr. lta Ir. 
an Ð a 11poa" a e-nevento, e a a erno., n ta conglUntura e cre
 (d) Leo 0- 
thblte, che fuccedetfe ciò, chc preveminmeme aveva afler;to il me- fEltnfis i1J 
1Jeúmo Oftienfe, cioè 'ch "t"gli aflòlveffc dalJa {eomunica il Popolo di Cimøiço 
i3erfevemo. Tami 'paßì dell' onirno Pontehce verfo -quelle pani, CTano lib. 1. C. 84, 

u
tilpêr rro\-are, fe 'era mai poffibik, qualche rimedio 0 freno -all' in.. 
foléh-za, crudelrà,. ed :widJtà ineredibile de' N ormanni, ogni dì .più 
pOténti e gravofi alia Puglia, e aile vicinanze, e Crifiiani più di no.- 

e ehe di fãtti. In una Lf'nera_ (e) ferÍtra da c/fo Papa an' Impera- (e) ,Wibtr- 
dòr di Coltaminopoli gli efpone, colbe cofioro ammazzavano, tor- tNSJ 
 'JIlt. 
fiJenravano que'm,feri abirami, nè pur perdonando aIle Donne e a' tt m IX. 
F
nciulli; fpogliavano ancora ed incendiavano Ie Chiefe; e che per .1. c. HI, 
quame eforrazioni e minaccie ave{fe egli adoperato, nulla Ii mutav..ano 
i loro perverfi cofiumi. Però s' era egli abboccato con Argiro Cata- 
pano dc' Greei per reprimere quefta mala genre, ed implorava anche 
H braccio dello (terro Augufio Greco. In queWanno appunro fcrive 
L
lpO Pr
tof

ra (f), c
e arrivò, cioè da ,Col1.anrinopo
i torn
 in Pu- 

t;u
:; 
gila Argiro 1'lghuolo dJ Melo, e Duca d ltalza per gh Grect. \T.olle i1J C'ßo1'liCl 
entrare in Bari, ma gli fu negato da Adrali
to, Romoaldo, e Pietro- 
Frarclli, capi di una fazion conrraria. Finalrncmte il Popalo di Bari 
al difpetto de' eontradiuori I' ammife in <}uella Città. Se ne fuggì 
^draldlo; gli altri due Frarelli preli, furono inviati in earcere a Co- 
ftåntinopoh. Drogone Conte e Capo de'Normanni fu' in qucft'anno 
uccifo da un fuo Compare, e fuccedette 'unfredo Conte (uo Fratello 
nel go verno di quegh Stari. N oi troviamo battezzato in <}uefi' anno 
nella Città di Calonia il fanciullo Arr

o, Figliuolo dell'lrnperadore 
'.Arrigo, e tenuto al facro'Fonte da Ugo Abbate di Clugnì, uomo {amo. (
) ,.Antiqu. 
Da un J)ocumc::nto, eh' io diedi :Ilia tuee (J),. :lpparifCe, ehe in quefii Itlllic. Dlf- 
tempi Guaill1tlyjo IV. e Gifolfo If. (uo Figlio) erano Principi di Sa- firt. 5. Pdg. 
lerno) e Duchi di Amalfi e Sorriento. Anno 'l.17. 



13 6 


ANN A LID' I TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 MLI1. Indizione v. 
di L F 0 N E IX. Papa 4- 
&. ARRIGO Ill. Re Ji Germ. 14- Irnperad. 7. 


t II. A Vol
. E Ra fiata in addie
ro l' U
gheria tributa,ria dell'Imperio Germani- 
ANN. 1051. ,
o; ma etfendo mfone 1m, e cetTato II pagarnento, fì venne ad 
un alpra guerra fra l'lmperadore ./11'1 igo, & Andrea Re d' Utlgherj
. 
Ii ja)),[O, 
..pa ,L
on
 per 
e
d!:no d,l I1mett
re la concordia fra que' 
PnnclPl ,Cfljham
 it poftom queLl An,no dl nuov
 in. Germania per 
(a) H,rm.,,- trattar di pace. 
rmanno Comr:1tto fcn",e (a), ch egh vi andò rer 
.us 
ontra- Ie lli:anz.e del Re Andrea.; fecc defitlere I'] rnperadore dall' afTedio di 
tlus In chr. un 
<1(teUo; e trovato1o dif polbffimo ad un' accordo, già. fi credeva 
dl averc in pugno lapace. Ma Andrea 1Conciatamente il burlò: laondc 
jl Papa lulrnmo contra di 1m h fcomumca. Se ciò (uffifle, è cofa da 
lluplre, come \\ ibeno comi tlmo a1 rovefcio queita facccnda con 
'h due, (II) che gli lInghcri erano pronti a pagare il tributo, purchè ot- 


.
. '


_ teru:lIero il perdono de ,I 
rarcorfi ?al!à
i: (,..) Sed quia faéliotìl quorum- 
nis IX. I. J. dam Curia/illm, qUI fe/wbus /an.ffz ""'
' !n
ldebant aélibus, INnt AMgUft; 
,It}. -4. QUles obturat
 pre&lbu
 .p()mn
 ,Apofl oilCl , Ideo Roman,a. Refpublica {ubje- 
Bumem Rel.m H(4fJ!.
'mCl PU'dldzt, & adhuc dolet pnJtzma pa/rite prtedil 
.u i1zcendils i1e'iJajJari., Arrigo V icecancellicr 
eIr Imperadorc fu in qu
ft. 
anno, da wi prolDot1o aU ArclvelcoVato dl Ravenna; ma fecondo it 
Rolli (,) noñ ott!:nne 1a conferrn:1 e iì P allio dal Papa, (c: non nell' 

?H"
"'
:
 anno 1cgueme 
on Bolla ,dat
 ,Pl. !dus ,,1pl'i/is .Anno P(mtiJi
a/u...s Jr. 
'!IlnV. lü. s. ji.ditlÙme Vi. Sotto [pecIc d 1
Ir001Zz.ar qucUo n.?
ello Arcl\'dcovo, 
iu mviaro a Ravenna anchc: .l'vlzotle refco'lJo dl F nfinga, uomo picn 
.di viz.j, e ,che ptr qualche tempo moitro ,di p
mi
tj, e di ab,bracciar 
la Vita J.\.lona(hca, O1alO bre
c rorno all
 vita dl prnna. eofiul giumo 
a Rave-nna. qUlv i colto da 
orte im pron if a lafciò 1e {ue oJfa. Al fud- 
detto Arngo Arclvefco\lo knfTe II luo Llbro, 0 fia Opufcolo intito- 
lata Grati.ffimM., S. Pier Damiano., 0 come fì dovrebbc: dire, Pietr, 
8i Damiat.., nato nella Ciuà 1letT;) di Ravenna, e graD lumlOare di 
iànma e Lc:tterarura in halla per quefii t
mpi. Uno ancora de i mo- 
(
) l." 0- uvi, per 11 qu
li s' indu
è 
 tornare queft
 anno in Germ
ni
 i
 (anto 
111m/it. Pometice fu 'econdo 1 OJ.benfe Cd), per Impetrar de gli alutl dall' 


ro"". 8 Im p erado:e contra de' N ormanni di l'uglia, Ie avamc e crudcltà de' 
..". 1-. c. 4-. quali 


(.) Ma perchè per /
 f
z
()'Je -di a/csm; Curja
, che, porta'Vflno in1Jidia 
Ile 
!Grtt.nat e aÚoni del }&1110 II
mo, Ie orecc(:,e dell Auguflo !ur(J
o chzNft 
aile pI (ghiere del Donno .ApofloLico, perczo La Romana Refubma ,ptráè 
Iii#. jkfJ/.<"ioile de/t' Ungaro RegIJo, e peTtl
'
e ft 
ude che I (QnfirlC del/tl 
fa/ria jìa1fð de'Vaftatl dallø pred, e dagl zncem/). 



ANN A I. I D' I TAL I A 13 ï 
quaii eg\i nDn p<>tea più foftèrire. Un Diploma, che fi leggc pub- ERA \'olg. 
bIicaro neUe mie .-\ ntichirà haliane (d), ci fa vedere ne1 Giugno di ANNO I
SZ.. 
<}udl:'anno in Zurigo l' Jmpcradore Arrigo, che concede al Clero di 
a;l
ntri'tj 
V olrcrra fra gli alrri Privilegj (pdIo di poter de.cid:re Ie lin col ;:/c 39 . 1- 
Duello. Era allor.1. troppo in ufo quctta barbarica c dCldl:abil' u!.'U1za, pag. (;41. 
acerefciuta dipoi nell' andare innanzi da i cacciarori di punriglr. Per 
isradinria molto s' è f.lItO: ma al l\londo nGn mancherdnno mai de i 
Pazzi. Ho io pubblicato un Contralto feguiro in quell' al1110 frá Bo- 
mfaÚo Dum e M:Jrchcfe di To(cana, Signore di Mamova, Fcrrara, 
cd altre Cinà, e OUa Badcffil dí S:lOta GlUlia di B:'efÓa, Fu fèritra 
DUelt, Carta (I') A1lno ab IncamatiMe Dort.ini 110Jlri Je(it Chilli iUillc- (b) I(,iåetn 
/t1J1O 6)zdnquagefimo Secundo, ENiicus gr.1tia Dei Imprrator .El!tg:.flus, Am!O Diffirt.66. 
oIñ.pc7fí cjHS SC.'t(to, f2.!falto Kat. Aprilis, Indiélionc 
iiJ!a. 
Ja poche 
fcwm:1t1c dipOi fopravilTe BOOit
IZ:O. Menne egli da \1,i.I1tova paClàva 
a Crcmona, per me7,l.o di un' o01bro[o borco, fu feriro con uoa f
cr- 
t:l, 0 fia con un dardu arrotlicaIo, c di qlld COlpl) morì. llis dieúus 
j\1trchio Bor.if.uÌlls (1"00 parole d'ihnolfo i\lilandè (c) Amore con- (c) .Arnu 'f. 
tcmporanco) t!,un nCIJ11H t,-an!il'et OptlCfl'i1'J, iízji .Iiis ex. obJiqilo latc.uÚus, Hlflor. I Me- 
':Jcnenato figitlll' jçtculo. Hal jè.ve,x tiC ptenus diclt{;1l, matt/fa'11 mortem exi- .

;.a"l' . 3. 
gtlo præoccupa'ï:it. II Fioremini lei ive (1), ch' cfII non l1zclto.carico ti' am'li 
d) Flortn- 
murì; 013, non avca \'cduto .-\roolfo, Scríttolt: più 1I1f.,r01aro dl lu.. li
; Memør. 
E fe Bonifazio fi truova J/twcheft fin l'anno IOJ+ C0nvlen dire, ch' i.' Mati/d. 
egli fùßè vecchio nell' all no prciè:me. E qui fi dee norare, che nell' lIb. I. 
cdlzione della Storia d' ell
l Arnl\Jfr.> fima d.ll Leibl1lzlo fopra un tel10 
Milande, fi Icgge JLmNo Jftmti,iferrati Bo,Ûfr.lCÌus. Ma il MaouCcrino 
Efll'nfe più amÌco de gli ahri nO'l III J/'hItisferrati;. e qudla è una 
SIl1'1ra dl qll.llche igl1orame, ficcome già ofièrvai (e) nella Prcfazlonc (c:) Rtrflm 
al.med
fimo AwoHo. Italic. Scr;- 
Abbiamo da Donizonc il tempo precifo della mone di qucfio ptDr. T. lV. 
Principe, laddovc (crive, ffia ac('ortameme racendo, ch'effa foiTe \'io- (f ' ' 
1 f Dom:t;.ø 
eml ( ), in Vlt. ,MIZ- 
thild. lib. I. 


lpft die ftxta J
l-Ûi pofl qlÛppe Kalmdßs 
.JJe j èn/Ì1 tClra,n, quem Cbr
/1lfs dllcat tJd ethram, 
!?<!,4ando dcfunElus, terrÆ datrlS, eJlqlle fepllitus, 
c.rWIC Q!,tinqwlginta duo !empora iUi!lc Dei flaNt. 


. 
Fu feppcl1iIo il di lui Corpo in f\ hntova: perlocchè fi legge 
prdTo il fuddetto DOnlzone una curio!å ahercazione fra quella elr- 
[à, e la Rocca di Cano(]å, dove prcIcndevó1 il buon \100.!co Canof- 
!Ìno Douizone, che fc gli dovefTe Jar fcpo1tura pre(To dc' (uoi A ore- 
nari, DJ. altre memoric ,mcora da me rapport3re ncl1a Prcf.nione al 
medefimo Donizoo.e apparifcc, aver la buon:!. gente crcdmo, che non 
na(cdle erba oel luogo, dove Bonifazio fu ferito. Cerramente quc- 
fio Principe non era un Santo. Anzi egli s' arquitlò il brur(O nume 
ql Tiranno rrcfTo i Tedc{chi. Ermanno Contratto, vivemc aHora (fe 
crOíll. 171. S pure 



.-' 
13 8 ANN ^ LID' I T ^ L I A, 
J'R I\. \'olg. pure al fuo td1:o nol') fu fdtta qmlchf" giunta) fcrivc (()tto qlldt',m- 
,'
NO [('po no (a): BrmifacÎlIS ditif!ìmus }ta!i.f Jfarebio, imlJZo 1ýralJ.il'lS, Í1lfidiis a 
(3 H..rman- " b ""l r;"r; I & 
11" Cmrra- {1lI: us exerp/us mlltwus, la'!.'ttI1que 1:U neratus, . TllOrtUftf .tj,wtü-'! fepelitllY. 
Û.rs in Chr. E II FI')r
rlt'ni olfcn'a (b), che in trc Privdegj, dl A rngo I V e V. e 
(hi, Fiorm- Lottario' fi.1(T
'gllerui r mperadori, conceduti al Por
)lo di Lucca, fi 
:i:' I/J .t.
;
- It:ggl'.: Con(iletll
li
fS (!
iam pervcr(às 
 a 
'elJ1por(!, Bonif:!cii 1I1arch
N1is dll- 
".Jt lIb. I. rzter Ilfdem h01J1lmb,1S Impo/itas, omfJli1O 11lIe;"J,cUJ1ltS, :3 }Je 11ltCl"lflS fi:z.;Jt 
præcipimus, Lafciò Bonif..zio do po ùi sè tre Flghuoli a IUI n.lti d.llla 
Duchd1:l Beatrice, cioè hderigo (appelhro Bo'ÚfaÛo d.ll GJOtinu,i[o- 
re di Erm1nno Conrratw) Beatrice, e Jhtild'J, tutti e rre di tencra 
età, c perciò bifognofì dell:] tutela dclla i\11dre. 1'1 quell'anno anco- 
ra pC"r tdlimnni,mza dell' OU:ieofe (c), e dl Romoaldo-:'alernitano (J), 
Guaimario Jr. Principe di Salerno per una congiura f.nta contra cli 
lui d,l :I\cu:}i fuoi Parenti, c d.l alrri ma\comcmi, con PIÙ feri[c tol- 
to fu di \,ita, e. il fuo cadavl:ro obbrobriofamentt: O:ralèinato lungo il 
lido del m:tre. Salerno COlld Rocea rcnò in potere de' congiurati; mol 
CllÌdo Dum di Sorremo,- e Frattllo d'dfo Guaimario, chHmati in 
:limo j N ormanni da h r. cinquc giorni ricuperò quella Città; inHal- 
Jò ncl Principato Giro/fo II. Figtiu()to del trucidaro PrincIpe; e fece 
morir quattro di 1ui Parenti cnn trentafei a1tri tuai rei dl qucl mis- 
f.uto. Fermoffi tuno qu:tl'anno in Germ.mia il tåmo Pap:
 Leone, cd 
,in Vormaci1. cc1ehrò 1.1 Fc>fb del N,nalc 1n compagnia Jdl'lmpcra- 
dare. A 1101"<\ fu, f{'condo Ermanno Contratto, ch' cgli feee ilbnza, 
perchè folfe retlimita íÓtto il dominio della Chid3 Roman.1 t. ricca 
Badia di Fulda con alrre pofle in quelle Comrade, Ie qu,lli oe'tempi 
addietro furono donate a S, Pietro, c pagavano ccnfo ,a 
oma: A 1- 
trett.lOta premura ebbe pel VeCcovato di ßJ.mbcrg.1, dl CUI ihngo l. 
Auguito avea f.lUo un dona aHa Chie(a Romana, e paga\'a anch' ct- 
fa annu 11meme a Roma un Ca\'alIo bianco, e cenro l\1Jrchc d' argen- 
to. L'lmpf'f3dnre all'incontro, mo(fo da cgual bl"Jm:ldi pot::rdltpor- 
re di 'Iud Vefcovato, e delle fu.Jdette Rldie, propofc pill tollo Ul1 
cJmbio, e t:]udlo fu accenato dd Papa, Cioè Leone rinunziò ad Ar- 
rigo i Cuoi dirini fopr.! quelle Chiefe, cd A rrigo in contracamblo gli 
(
, [I, 
_ ccde[t
 mold funi Stati m He parri di là da R,)ma. L' Olticnlè feri- 
jid{;s 1, 1. ve (eo), che tUIIC inter ip(l!m Y1poflolicrmJ & Impcratorem jafla eft com- 
fliP. 34. mutatio d
 Benevcntq & Bam
ergen/i Epi(copio, ma fenz.a dlchiarnre Cc 
fo(fe cedura 11 Cola Città di Benevento col luo terrirorio, Cflme godc 
(,ggidì la St"de' A pol101ica, 0 pure anche il Principato, dì buona par- 
" te nnndimeno del qU31e ('rano fiati prima invefliti i N nrmanni. E ten- 
(r) !lgO";NI za dire, ("on qual tirolo e Jj):Jui c

(fe tali Stati. II Sigonio (f) dIce 
. J 
 l 

g': b o 0 nomine J7iCal'Ítlttls. Cosi e
li inrerprerò Ie parole ddl' Ol1ienCe (g), 
r I Iii II . 0, I d J r' h 1 AT P .".. . B /, 
Co, !to 0- ,I. dove Icnve, c e .eo HÚnus apa 'iJleanatloms gratIa elle",'cntum all 
ji,,,.þ'I1. 2. Hânyico Conradi ,/ilio raepit. Da qudlo cambio poi deduce II Padre 
up. -1(,.. Pagi (h), che non (uffil
a quanto ha ßutropio Prete prclro il Golda- 

hl I'lI g lu l s fio, con dire che Carlo Calvo a\"ea dll1ratto Benevento dall'lmperio 
In Ann" . R d . P fi " R . E fi ' fi I 
1J.ron. . omano, e conee utolo a 1 onte CI om:lm. 1 puo tOll mente 
dcdur- 


(d Lf. 
ûJ!it..Jrs 
j,b, 1, (, Es. 
(d) Ro- 
l1,u.111 'II 
Sl1ltnm4n. 
Chronic. 
T. VJf. Rtr. 
It,IIi(. 



ANN A LID' I TAL I A. 
deJurre, che nè pure Lodovico Pio, O((onc l. ed Arrigo I. 
radori avdTero mai cOllcedulo loro e(fo Duca[O di Benevento. 


139 
lmr c . Ell A Votg. 
AnNo 1053. 


Anno di C R 1ST 0 MLII1. lndizione VI. 
di L F 0 N E IX. Papa 5. 
Ji ARRIGO Ill. Re di German. 15. In1perad: 8. 


. 
I :.\1plorò. in q"!e(li tempi Papa L
oi1e più che, mai l' 
11ìnenza dell: 
.duglljlo A,ngo per liberaI' la l
ugha dal glogu de Normanm, I 
Guah, per quanto Icrivc Ermal1no Comrano (a), ".Jiribus ar/(luéti, in. (a' Hermnn- 
djp;;s bello pre mere cæpcl'tmt, i,ljujlum domm(J/tIIi
 invatlere, here,libus le- nus C: omra - 
" , C !1 / ' d ' 1 '1 d "', l ' b ' , aIlS In Chr. 
grtl1fJ/S aþc.a, præ Ja, 'VI ulS, omus, uxorcs etram, qllJvUi I Ult, "VJ 
aufene, res Ecc!e!ìal1l1l1 diripcu, pDflremo dh.iza & humana ønmia (plout 
'".-'iribus pillS poterant) jura crmjuí1dcre, ncc Jam Ap{)/ÎÐLÏco PontJjìci, h(!C 
irfi 1,iiperatfJYi, lIi/i temtllm 'l:erbo W1lIS cedere. (*) Guglidmo 1-'uglicie 
dlvcrfamenre parla JcJia condoua ûe' NOimanm" t CI vorrLbbt: får 
credere, che da .
-J7gil'o Dttca d' hal1a per l' Jrnperadore GrLco piO. 
vt:ni!Tero fpczlalmcme rami l.1mcnti in parte tàlli contra de' Norman. 
oi, dappoichè 11011 gli cIa rilllcito nè con danari, nè con proQ1dJc di 
tirarh fuor d'lulia al fÚvíglO de' Greci. Secondo lui (b), la gente di (b) Guilitl- 
l'ugha "!UJ ..Ap!ll/IS 
lib. 1. P0t111. 


. 


- '-.:oïias dcferre fjlleïelas 
Cæpit, & accufat di,verJo crinzinc (;aJ/os. 
PeriJ cr,mmrjèens fat.aci
 mmtia mitut 
AI girous Papæ" pi ecibuJqtle freque1'ltJbus Ilium 
Objëcrat, ita/iam 'Iliad Irvertate care11tem 
Liberet, ac POPUltU'IZ dijcedcre cog..J1 iniql11l11J . 


,.,. 


Ma non era Papa Leone llomo da lafciarfi in tal congiumüra 1/1. 
gannarc. Egh llc(fo toggiornava in lor vicmanza, e più vuue era lla. 
to tùl f.\t.lO, cioè in que- lie comrade medefÌlpe, c po[ea ben l:;,rcrc:, 
fe i Nort-nanni fol1ero si 0 nò una fpezie dl malnàdu:ri. Vedremo, 
(;hc mai r.on ti quetarono, in6n an:mtochè non Itpogharono I 
Ignon 

! que' pad1 dc' 101'0 Stati. G4gilelmo Storico, aliurchè I NUIH,anni 
tUl'Ono nel colmo della potcnza, [crifle per placere aHa fh:tJa Nal.lOn 
S z. doml- 



*) creJciuti di forzc, cominciarono a premerc colla gucrra gli flUtatori 
premiere UTJ Í;Jzjuflo dominio" togliere con vlOlcnza a'iegittimi f1 edJ j Ca
 
fieJli, Ie, p()jJèJjìo
i, Ie vil/c, Ie CaJe, Ie mogli ùllCOI'(J, a c/)J "'1'0 þi:lujue, 
Jaccbeggrtll e ie JoJlanze delle Chieft, flJalmct/te cOli/odele tuUl i diritli 
divÙzi ed um:mi (c(jmt più 10ro ehl po.IJibile) 1Jè cederla allo jle.IJö Jmpe. 
Jadore, Je 11011 Je jì I/O a prrol e . 



140 ANN A LID' I TAL I A. 
h\ Yotg dominante; però non par ficura la tef1:imonianza fua. Ora I' (mper.. 
J\I';:-;o 1.)53. dore dJcde alcunc: delle (ue foldatefche al Papa; molt' alrre ne onen- 
n
 cOò P.ìp.l da divcrlì SlgnolÍ; e con quclle brigatc s' unì una gran 
clurma di fcdlcratÎ e bandit;, tutti condo[ti d.IU' avidirà e fpcranza 
di tdr buon b,ttino. N el f\1cfe di Flbbrajo con queUa gente calò 
in .haha il bU01
 Poncefice, condllcendo (eeo Gotifretlo Duca dl Lore- 
na, e Fcderigo luo Fratcllo, che fu poi Papa Stefano X, t: molti Che- 
riei e Laici c:fercitari nel mcitier Jella guerra, per valt:rlè!1c contro i 
(a) LtlfI.btr- N prmann; (a) . Ma prima di arrival" egli giù dall' Alpi, Geheart/o Ve- 

.s 

olfn,,:- fiO'lJO allora di Aiehllet:, .Ii nazion RlVarefe, avendo fa[[o ricorlo all' 


;::
::. In ImperaJore, t:\\uo dlffe e tamo feee, che il ridlllTe a richiamare il 
grolTo eotpo di truppe Imperiali già fpeditc in ajuw del Papa; in 
m.lniera ehe 2ltro non vi rellò di queU' efercito, ehe un battaghone 
di cinquccento perfone (b). Sc n' cbbe pofcia ben bene da penure 10 
fie(lò Gebeardo , da che divenne anch' egli Pomefice Romano eo1 
nflme di V iuore II. per lc infolcnloe, che non men di Papa Lcone 
J X. dovet.tc fofferir da i N ormanni di Puglia fcnza potcrli reprimerc . 
GlUnrb a 
1antova Papa Leone nella 
linquJgdima, per attcfiato 
dl 'Viberro (c), determinò di reneI' quivi un Concilio. Erano aceodi 
ad o{ftquiar il Para varj V deovi di Lombardia, a' quali f.lcev:! pau- 
ra il rigore e loeto del 13nto Pontefice: che ben fapeano di avcre dc' 
mancarncmi da rendcrne conc.>. Però alla lor fuggefiione fu attribui- 
ta una ri([1 inlona tr.1 i f.lmiliari d' effi Prelati, c quei del Papa, in 
rcmpo appuow , ehe fi celebrava il Concilio. Cortè aHa port:!. delb 
B.dilica il fanto Padre, vohvano Ie f.'\ette e i (alli, e fu egli fic(lò in 
'pericolo deJld vita per f.'1lvare 'i lùoi damelliei, che li rifuglavano ver- 
fo la di Iui perfona, c fcnz.a che gli aggretfori fi guard.\tfcro dal fe- 
rire, chi anJav,l a nafconderfi fotto Ie velli Pontificali . Si quctò con 
difficul[à il rumuho, ma fu dTo cagione, ehf" 1i kiolfe il Concilio i 
c eiò non afiame il mil"c:ricordiofo Pontefice diede nc1 dì feguc:ntc I' ar- 
fQluzione a gli aurori di [dIe iniquità . AI1

o!fene a Rama 
. Leone (d) 
e dopo P.lfgll:t tenne quivi un nuovo Concilìo (t>), dovc fu polio fine 
aile vecehie liri, che bollivano fra i Patriarchì di .-\quileja e dl Gra- 
do, ehiamato nuova Aquilèja. Cioè fu decifo, che qucl "tii Grado 
folTe indipendeme dall' altro, e vero 1\1erropolitano dell' J flria e del- 
le J fole di Veneloia. A nche il D.:mdoll (f) ne fa menzionc, ma con 
fupporre ciò feguiro in un precedence Sinodo, memre i\gglugne, ehe 
Para Leone vi(;rò dipoi Ven<:zia per divozione verro S. Marco. Ciò 
prob.bilmentc accacldc neU' ultimo fuo ritorno dJlla Germania ful prin- 
cipio dell' Anno corrente. 
Ciò f.mo, ardendo pure il fanto Papa di defiderio di liberal' la 
Pu
lia ddlla crudele cd infaziabil N azion de' N ormanni, moaè I' e- 
ferciw prepar3to contra di loro. Era qu
fio comp o t1o, fecondochè 
abbiamo da Guglielmo Puglicfe (g) , de' pochi Tcddchi, ch' egli a- 
Ha potmo riteaere al Îuo (aldo , cioè di icttecemo SUC\lj, o1trc alia 
canaglia do' faeinorofi:) venuta di Germani", condotti da Guarnieri, 
che 


{M Leo 0- 
fllmJis 
rhror.ic. 
J.b. 
. " 9Q. 


(c) Wibt>r- 
"1$ 
';!a S. 
Lionis IX. 
ir.. 
. c. 4. 


(d) Hrrmtln- 
nm C1nrra- 
ths in Chr. 
(<<:) L.o IX. 
l:plflo1. ll. 
Tom. IX, 
Ccncllior, 
L.lf,bt. 
(f) D.andu- 
l
s i'l Chro- 
Jliro T. Xli. 
- Rer. 11 ;!IC . 


(g) Guill(l. 
JII,.lus /,2. 
l'otm. de 
.'WlI"mlllln. 



ANN ^ LID' I TAL I A. 14, I 
che probabilmente fu il primo l\1J.rch::,fe di queí1:o nome dell:t Marc.! ERA Voli. 
d' Ancona. V' erano in olne molriíli'l1c brigare d' Italiani armari, Ar.NO 10 53. 
raccolte da Roma, Spoleri, Camerino, Fermo, Ancona, Capoa, Be- 
nevento, ed alrri Luoghi. Non fuilil}.: a mio credere, che Goffredø 
o GOlifredo D<<ca di Lorena fol1è il Generale di quefta irnprcfa . Più 
roHo è da credere Rodo
fo, eletto già Principe di Benevemo, p
r 
quanto s' ha da Leone On;enfe (a). Conútlcva poi I' Arm:ua dc' N 01'- (a) L
o 
nl.lnni, tècondo il medefimo Amore, in tremila cavàlli, e poca f.m- Oftitnfts 
reria, ma: rutta genre forte, agguerrira, e che l1a-n conofceva pö\ura . f;ron". s . 
I condouieri dl qudla, divifa in rre fquadre; fur')no Ulzjrfdo Come '.2.. c. 1. 
e Capo d' eßì. Normanni, Ricardo Come d' Averfa, RobcrltJ fúprano- 
mim:ro Guifcardo, cioè AjJuto, poco dianzi venuto di N ormandia a 
troVare il Fra[dlo Vnfredo; cioè que! medcúmo Robcrto, che Ve- 
drcmo a íùo tefll1po padrone di quafi (U[to il Regno ora di N àpoli , 
e di parte dclla Sicilia. TralafclO ahri nomina[i da e{fo S[orico Pu- 
glide. Dal mcdefimo bensì, e da Ermanno Coorrauo (b) abbiamo , (b) H
rm"n- 
chc I Normanni veggendo Sl grande apparato d: gucrra contra di Jo- nus COnlra- 
1'0 2 e sè di forze troppo difuguali, fpedirono Ambafcia[ori al Papa, flus 'If cltr. 
otTerendon umilmel1[t; a1 ferv'gio, c aU' ubbidienza di lui, c di rico- 
notèere in feudo daUd fama Sedc gli Stati da lor po{feduci. 1\1a non 
fu accctra[a l' offena, non già per altcrigia del Papa pieno d' umiltà 
e nemico di fpargere il f.mglle Criltiano; ma per cagiol1 d
' fuperbi 
Tedefchi, i quali s' oppofero,. deridendo la piccola It..ltura de' Nor- 
manni, e figurandofi d' averli già Vloti col folo [errore. CoHoro irç- 
duílero ruo malgrado il Papa a comandar 101'0, chc dcpofte l' armi fc 
m: rorna(fero al 101'0 pade: alrrimeme andrebbono tuui a fil di fpa- 
da. A qudla sì alpr,! rilþaHa nO:1 feppero aeeo moJadì i N ormanni , 
ed abbracciando i coníìgli della difpcrazione, rifoluti più tollo di 010- 
rir cadauoo onoraramente coll' armi in mano, che di accettarc un così 
vergognofo partito, ti prcpararono alla bauaglia . Fors' anche furono 
i primi ad alf.'llíre I1nprovvllàmente I' ofte ncmlca . Si fece quetla gior- 
nata campale pre{fo Clvi[clla nella provincia di Capiranata nel dl 18. 
di Giugno: (c) A Ricardo Come d' Averfa,che guidava la prima fchie- (c) Gùurri
 
ra riufci facile 10 sbaragliare Ie mal difciplinare mjlizie ltaliane, cd ,ius .Ma
 ft 'z- 
'r 1 1 ' I 1. S ffi . U fi d C trrra H, . 
1I11cguir e con oro non pICCO a hrage. 'a ronro n re 0 onte lib. I. c. /0 
co I Tedefchi, e trovò qUivi duro íl [crreno, in guífa che per la mor- . 
te di molti de' fuoi era vicino a cedere, quanùo il valorofo Roberto 
c<:lla t
a fchiera di rili.:rva accQl:fe in aiut
 del FratelIo, e f.cc delle 
mIr.tblh prodczzc . Tornaro poi Ricardo lIalla caccia de gl' Iraliani, 
fim la fetia colla morte di qu:tíì tutti i Tede1èhi, i qua1i vi lafciarono 
ben la vita, ma la fecero collar c
ra a i vincirori. Papa l.eone do- 
po quefia dltgrazia affllttlßì.mo fi falvò colla fuga in eivitella, che 
fu ben totio aílediata da i Normanni. Secondo Gaufrido Malarerra, 
quegli abitami, p
r non aver danno da quclla fcroce Nazione, mife- 
ro 11 Papa ti.IOI í deit:1 Cltrà. Guglielmo Pugliefc (crive, chc non 
vollero liccvcrlo nella ClUà, temendo di difguílare i N ormanni, di 
mode) 



f rAN N ^ L I D t I T A I. I .1\. 
F It A V01;. modo eh'l'g1i \'cnne odIc m wi de' N orm:tnni lleOi. Volle Dio, che 
AN"O lOB. c(,lloro íì ricordaíTern d' c(fere Crdliani, oè ol,blia(fero il rifpl.[[o devu- 
to al Vicario, di Ci-ifio. Pereiò lungi dal t'drgli olrraggio alcuno 
corfero a baeiargli i piedi, c a chicdtTbli ,perdono ed alfoluz.il\n dcl
 
Ie c
lpe . Ii papa Ii benedi(fe, ed o[[enne da 10m d' dfere condo:ro 
a Benevento: il che enn [LUto onore di lui efeguirono. Quivi fi fer- 
mò egJi pCI' moho tempo, cioè per tur[O que It' Anno, e P:1r[C del 
fC311
ntc, ma fenza e(fcrgJi perme(fo dl tornartt:ne indietro. I.: 0llicn- 
fe fqi\'e, che emrò in Benevento nel di 2," di Giugno. Non fu 10- 
düra da i 7t'bnti Cattnlìci d' allora quelbl impre(a di Papa Leone, ed 
8nzi fu creduro, che 010 permètt"Oè ciì.) per infegnarc a i Capi dd- 
Ja Chidà, e a gli ahri facri M mi {hi di /10.) inrervcmre a fanguino ti 
fpnr'Jcoli dell" gu:,rra. O:culto Dei judicio, dice Erm,mno Contr:uro 
/ ve quia tanfllm Sacerdolem [pit ita/is politiS quam pro adllcis rebus l'u
 
g,;a deecbal ; five quod nefarios bomines quam 111U/I()S ad (e 00 impllnita- 
tCíl1 jce/erum 't'e! qll/c/'um tl'Varum C01J{/Uf:1!ttS, C()nfrtJ itidem fce/eßos fÚUl1
 
tfucebat ; fi'l.'C di'/)ina jußitia alias, quas ipja 110":#' 00 cauJlàs nofl1os ple- 
tle lIe . 
Dif.1pprovò rommamenrc tal F.ltro anchc S. Pier Damiano, con 
giugnerc mfino a ncgare a i Papi il dirirro ùi far guerra: perlochè 
fi merirò Lt cenfura del Gudmal B,uonio. ;\.1a fon cc:no, che nè pur 
10 ItdTo B1ronio leppe approval' l' anL
!\ra in rerfona di q.!lcilo bUDn 
Pomdlcc alia guerra, mallinumcnre c
\1[ra di genre Crittiana. An- 
che l:1 '-pada remporale conviçnc a i Commi Ponrefi(i, come- Principi 
ternporaii ; ma quelL! 11er fenrimt'nto di Papa GregO! io IX. pro Ec
 
\.J.
 GYtz.o
, defÌtI manu SæclIltlyis Principis eximmrla eft (a), E Brunone VefeMo di 
n. In /'Pl- S ( b ) I h '" ,. ,^-T I ' I . 
/fol ad cgm envc, c c>gil alloo jllper .l.Yorma II'IOS præ ItItUt"TIS, ;:e 11171 Ijlll- 
Gc;m. Con- dem Dei babens, fed non fort.tJlè fcientiam . Vtinam ip(e per fe il/ue Mn 
fi./nt. iv
!l
t, jed fo/rmziJlod(J i/l!t
 exerClflim pro juflitia defendcndCl mijiffit. Ri- 
(

 Br:ln
,E- p.){olfi dlpol il Papa 111 ß;:I1('VcOto, come in Ciltà eua,. Secondo h 

{;
I: 
_:.. CWIì;chcrr.1 de i IJllchi Ji qu
lla 
Irrà, pubbiicata dal PcJlegrini (c). 
(c) 4Þuå PC,,Jdo!(o V. e La-ndolfo Y. Pn'1C1pl (11 Benevc-f'lto 3\"eanO tenuro ql1cl 
P
r
grm.. Pnnciparo, IJ((pc:!um v(nil DO'il!1flJS Pap.", Lr:o in Bcnevenlum Alenfe .d;t- 
Rift, ttrlc. gufii [;Idiff;on
 -JP'. ÁI1110 Do i/Ì11Ì AlL I, & exfi/Ïtzti fUl1t. E ciò aHen- 
Lanzo 4rtJ. ne pnma dd camblo dl B.'ncv
nro con ß 1mberga. P .ire, chc fr)la- 
mente dopa etfo cambio un cerro Rod(}!fo f.lfFc ere,1[O dal P.lpa Prin- 
cipe di Benevento: II chc quando 1ia eeno, abbafianza fi conol'ce, 
che non. la Ida CJttå, ma .lOche it t)nncipato eTa nato cedlitO a P.1. 
pa Leone IX. .1 che rut
:1\'ia è diß-ì
ilc 
 crederll" p,erche al,bra i 
Pdpi non cnncedC\'J110 a 1 lor V lfIalil 11 [1[010 dl PIT,clpe, fi
nJfi :an- 
d) An,ny- te 10 qllc!1i ren.pi, u
 
'gnOl'e ind.lpcI1Jen[.
, 0 u
 Figho Ji SO\'fano. 
m IS Barm- Ohre alia batrag!a IUliJcttJ 
 abbl,ano dali Anommo B,lrenf... (J), ch
 
þf TJ,n,.. V. un' Jlrrd nc {ucceJe.rr-, cd anchè prima, e fùr:e l1ell' Anno rrt'cec1c11- 
J,::r. Italic. [e. Llro 1e tue i'àHHe .111' 1\nl1o ICf1.. nel quaJe vien anche riferita 
jJ L!t!) d' :\rml dell' ck t Clt
 Pondiz.

., A
girfl..c Duca d' hail,l.L:cr 
l' Impcndor G!Cto) il,: ( 10 VCCC d IVII) In 
/pDnto per í'lMrt. LJe- 
. inde 



ANN A LID' I TAL I A. 1+3 
iitde UI1
ffetla ( Conte e C3pn de' Normannj ) & Peir01Je eton e.'<(ercit./ Fit A. V p lp-, 
,Nor111:uznorllm (ìeper lum"t & faCt'unt bellum, & ceciderunt de Ltmgobar- ANNO 10 53. 
dis ibidem. lpfe A1-giro ftmi,-.Ji'VtlS exfiliit plagat//f, & ibit in Ci'V;

!e Fe- 
(Ii. Pofci,) all' Anno pretènre nan"a, che 10 th'fT"o Argiro (ped, II ",,- 
"reavo di -Trani a Cofiantinopoli, per r,l!!
U1gliar qudla . Corte 
c' ft- 
nillri aVVLOImenri delle cof
 d' It.li!}. Gu
{lielmo PU,
IJ(:fe agf!ll1
n
 
\: ), che per que!'.c difavvenrnre Ar(Órn cJdde dalh grazi:t del Greco 
1m r>crJdore , !òfpcrrandolo forfe d' j'ntclligenza co i N o
'
TI1nn;, 0 ru:e 
riguard uìdolo come uomo inrtto 
l (l'OVerno , Fu r
"clO m;mðato 1!1 
cÌiJio, dove dopo lungo tempo cruc
iaro dalla poca f..mira, 
 dalle 3- 
marczze dell' animo diede fine all:t fua vita. ,t\bbiamo nnndll11f'nn d:t 
Leone Ollienfe (b), che :\rgiro ruttwia ne!l' Anno I
r8 er:t Bm'en- .
) L,fO 0- 
fill J1fagi
er, e che .folamenre in Quell' Anno e
li andò .a 
c:fiami- ftt s e. 10, 
nopoh, t 111 tal congmlUura è da credere, cne refiaffero llben I N nr- 
manni d,} quelì:o emul0 , che tanto s' era m aneggillto per Ia Ioro 1'0- 
vÎn.a. In queU' :\nno (c) I' 171Jl'erat!ore Arr;(TCI, t
nnu una gran Dicta 
in Tribuaria, fece deggere Re di Germania", e fuo SucccffMe il fa!)- 
ciullo Arrigo IV. fuo Fi gliunlo. F. perf"iocchè Corrallo Duea di Ba- 
viera 
' era collcg3to con Andrea Re d' Ungnl"ria nemico del Romano 
Jmpeno, gh tolfe qud Ducatn c 10 diede :11'0 fieifo 00\,("110 Re (uo , 
F I' \ H. , r d '.'I' f: (d' AntlqH 
d 'lg 1 ,lu A o o. i 0 1 10 1 rappnrrato altrtive (d) la C0nrerma c P d r'.\'l p eg,t aH J 3 ) itr./ic. Dif- 
 
a
 ugU! 0, a rv onifiC'l"o delle !\10nacne del Srnatnre I 
;wla: . jm. 7"ö, 
Diploma it dice dato Xl. Kalendas M[lÌ;, Anno Ðominieæ lncarnatt01JlS 
A1LlIll. Indiflione 171. Anno autem Domni JIenrici Tertii Re

is, .Impe- 
rator!s . Secundi, Ordinatíonis eius XXI? ReJ!ni quiJem X Zll. Imperii 'l.'
- 
1'0 P II. Aflum 9í/rtgo. Prob!}hilment
 I' Orio-inale avra Anno Dcml- 
nicæ IncaY1t.Jtionis AI LIll. perchè veramente Ir'. ndizione e I' alrre N o- 
le ir:d
cano i' ,l\nl1o pre[ente, fe pure non fu qu!vi adoperato l' .-\n- 
no Pllano. RibellatiG in quetl-' Al1no g1i Amalfitani al cieco A1:mfo- (<:) Allriq. 
ne lor? Du
a (e), I' obbligarono a fuggire, ed allora riforfc il depo- II,/LI{. 1'. [. 
ilo GIOV::l

J, fuo 
 ratello, il quale feguirò poi a governar qud popo- p.,;. U I. 
10 per fC:QICl Ann!. 


(3
 GzlÍLitl- 
mHl Á Þ'ILuf 
l. 2.. l'ctm. 


(c) llfrm",,- 
IUIS Contra- 
{l;ff;lI Chr. 


. 


! 


Anno di C 11. 1ST 0 ML IV. Indizione VI I. . 
di LEO 
 E I X. Papa 6. 
di ARRIGO Ill. Re di Germ. 16. Irnperad. 9. 


P Afsò il verno in Benevento il fanto Ponre6ce Leone IX. ma in 
mazo aU' affllzione, perch' eg'i, (ecnndochè fcri"t" Lambeno da (f) L,ltnl",,- 
Scafnaburgo (n, dappoicnè fu libn Jr" dall' afredi() d,:' N orm:1nni, etm. IIH Sc.
flJa- 
80S dies, '1uibus [upervixit tantæ ealamitati in Itlflu & mæt'ore egit. Ed 'mrgtnþs In 
Ermanno Contratto fcrive C(), ch' egli ridotto in ß::nevento, quivi fi CI>ro;:hC. 
fermò, nee fuit redire -nPrmi ff UJ Non dice .:on I g l'im p ediffe 11 rirnrno. (g) H c ,'rma,,- 
P n: Y- '.JJ-. " nus onlro- 
Oll1amO con tUUci ragion fofpettare, che i Normanni; ma CIO non tlZII ;n chr. 
s' accor- 



P.1l A "olg. 
A 1\:""0 [ 5
' 
la' GauTY/d. 
AI .11.1fi'rr4 
i. I. Hip. 


(b) Wiber- 
tlu Ì11 Vita 
Pap.. Leo t ). 
IX. l. 1. C, 7. 


(c) LeI 0- 
flunfis in 
CI,ron;c. 
lib. :(. c. 87. 


'd) Lal1,he,.- 

UI Scafna- 

urgrnfis in 
ch,'oni" , 
(el HermalJ- 
r IS CDJJrra- 
t{ .
; in Chr, 
If S'gi
.r. 
l./S m Chr. 


. g' Eerleid. 
CD,.fl
14- 
tir7l/õs In 
Chr ,
JicD. 


':' ff ANN ,\ L I D'. [ TAL I c\. 
s' :1ccvrderd

)e col Mal
rc
r:1 (fl
 là dov
 r3CCOO[:1, che Para Leone 
luro roan f01Jmeme rethtU! la lua grazl:1, ma concedcne :mcora in 
Feudo lU[U gll Stati po(jednri, e quegh eziandio, che potelTero :1C- 
quillare in Calabria e Sicilia; giacchè 1:1 Sicilia tuttat'ia gemeva fo[[o 
il giogo de'Maomcnani S,lraceni. Spedì il buon Papa nel Gcnnaio 
di quelt' :lnno a Colbntinopoli per fuoi Leg:1ti Umb
rto Cardinale, Pie- 
tro ÁT.ch.:ejèovo d' Amalfi, e FeJer(
o Diacono Cardin,de, Cancclliere 
dclla lama Romana CllIcfa, e Fratello dl Gotifrcdo Duca di Lorena, 
a cagion dt::le liti inlone m qucfti tempi fra Ie Chiefe Latina e Gre- 
ca, Ie quali andarono a termlnare in un deplorabile Scisma. Se ne 
r llo informare il Lenore da gli Annab Ecclcfiafiici del Cardinal ßa- 
romo, c d,\ alai Scrirrori dl si fane materie. Ma Ie atfllzlom dell' 
animo ridondarono an cora topra il corpo del buon POI1!eficc. .(b) 
I/lfcrmatofi cbbe nondlmeno [.lnte) vigore, che cekbrò MdTa pub- 
blicJmenre nell' o\nnivcrfano dclla fua ordinazione, cioè nel dl 12. di 
Febbrotlo. Crcfcendo pofcia 11 malorc, di colà Ii p:\rtì nel dì I2.. di 
J\1arzo pcr tornarfene aRoma, e gli prefiarono in tal congll1Omra 
buona fcona, ed ogni poffibll fervigio I Normanni. Se crcdlamo al 
I\Jalarcrra, 10 tlclTú COllte Unfredo il condulTe con turto ono:-e fin dove 
piacque al Para. Leone Olbenfe lafciò fcrino (c), che I' accompa- 
gnþ fino a C:\poa, dove elTo Ponte6ce fi fcrmo per dodici giorni; 
e preto pOI feco Ricberio Abbate di Monte Cafino, continuo illuo \'iag- 
gio tl!)O aRoma. N è palîaron!J molt! glOmi, che fu chiamato da 
Dio n' godae d{'i1e fue rare Virtù e gloriofe fatiche iJ premio 111 Cielo 
n..;; cli' 19. d' A prtle dell' anno pre feme. Dio arteítò co i miraèoli la 
tall[ it:Ì di qucllu buon Po11tcficc, il qual benche poco vi velTe, c in 
tcmpl tanto corrow, pure gr
ln cofe operò, e gJtegglo in arrivirà e 
7.clo co' primi P<>ntctlci deJla Chief a di Dio. Vegganíi Ie V ite di lui 
fàme da \Vlbeno, e da Brunone Vefco\70 di Segna, e gli Acti Jc' 
Padri Bollandifii al dì 19, d' Aprile. 
Succedette ìn quefl' anno, fc pur non fu nel precedente, in Ir:1- 
lia un Matrimonio, chc di!h l rbo forte la Corte I mperiale in Germa- 
nia. Gotifi'cdo, 0 fia Gofrcdo Dlira dl Lorena, che fecondo Lamberro 
Scatnaburgen!
 (å), era già vUìuto in 'ralia con Papa Leone; 0 pu- 
re, come ha Ermanno Comra[[o (t'), It(Jliaí# latc,ztc1" at/iellS nell' anno 
prefcntc; tTJrrò e con
hiufe Ie tu
 nozzc con Beatriæ, veàova del fu 
lvla:'chclc (' Üuca di T 01C,1na B()l1ifinio, e fccondochè hanno alcuni 
c
:mgh'ettur
lto, concerto anche l' acca1amemo di Gotzfi'edo il Gobbo 
fuo FioliuolJ con /llatilda Flgliunla d'dfa BtJfrice, allora di età 
.;t
i Ic
C'ra. L:tmbel[o) e Sigcberro (f) (crivpn.:> dFertUato il ma- 
tl';monio di BC:itr;cc neB' anno precedente. Ermanno Conrrarro fie 
r.1rla lolamenre in quefio, t
1 minando con Sl farra n0t1zia e coila mane 
propria la Cronica fua. Ailret!:1l1to ha BC'rr.oldo da Col1:anza (g). Per 
rat Via 10 fcaltro Goffredo (1(111 parole di Lambcrro) ßeatticerrz tlCci- 
pie,1S, ""hrcham (dl Torcan.l) -& cætclas cjus p{}./ftfliones conjilgii prtetexlfl 
fibi 'l;mdica",'it. A quctlo avvúo g' allarmò oon poco I' Augufto An igo, 
pn- 



ANN A LID' I TAL I A. 11-, 
P rimieramcmc P erehè vedeva intaeeato di tro pp o il fuo diritto , men- 11' .. . V I 
r.. R ü
. 
tee feeondo Ie leggi, 0 feeondo Ie Confuerudini, Beatrice per dTer ANNO 10 54. 
Donna, ed anche folamente V edova, non potea pretcndere di coman. 
dare nel Dueato della Tofeana; e benchè :lVeíTe Figliuoli, appartcneva 
all' Imperadore il dame I'invellirura al mafchio. Secondariamente per- 
chè Gotifredo, {taw finora nemico dell' I mperadore, e perfonaggio 
di gran fenno e rnaneggio, era creduto capace di fconvolgere turta 
l' Julia, e di fottrarla al dominio degli Auguni Tedefchi. Vedernmo 
grande la potenza del Marchefe Bonifazio anche in Lombardia. dove 
potTedeva tante Fortezze e Beni: to[to venne in potere Øi GofFredo, 
(' però non erano ingiutli i fofpeni e timori d' Arrigo, il quale fin 
d' aHora peosò a rimcdlarvi; e noi il vedremo venire nell' anno fe- 
guentc appoíla per qud10 in Italia. Dopo b vinoria riporrata con- 
tra dell' efercito Pontifizio non ifiettero pumo i Normanni colle mani 
alia cintola. Per tefiimonianza di Guglielmo Pugliefe ea) niuna Ciuà 
refiò in Puglia, che non fi fottornetteílè al loro dominio, 0 non fi 
obbligatTe di pagar loro tribO[o. Unft'edo Conte e capo d' eíIì feee al. 
lora alpra vendetta de gli uccifori di Drogon
 fuo fratello, e forzò 
all' ubbidieoza Ie Città di Troia, Bari, Trani, Veoofa, Otramo, Ace. 
renza, ed alae Terre. Ma quefio Htorico diede quì ne gli ecceßj, 
Con arrribuir nute queUe prodezze e conquille ad Unfredo. Certa- 
mente pane d' ctTe fuceedeue dipoi. Mando ancora, per teilimonianza 
di lui, Roberto GuiJèllydo fuo Fratello a far delle conquifte in Cala- 
bria. Vorno di rnirabil aecorte:z.za e bravura era Roberto, e perciò 
icppe ben profittarne. Fors' anche feee più di quel, ehe fi afpettava 
o voleva Unfredo, e quindi naeque lite fra loro, di rnaniera che un 
dì trovandofi infieme a pranzo, Unfredo gli feee mettere Ie mani ad. 
dotTo, e fguainata la fpada, era in procinto d'uceiderlo, fe non fotTe 
Ilato trattentto da Goeelino. Renò Roberto in prigione per qua1che 
tempo, finchè depofio 10 sdegno, Unfredo non folamente gli reftituì 
la libertà ed amicizia primiera, 
a gli concedene ancora quallto eITo 
Roberto aVea acquiftato, ed era per dcquifiare in Calabria, con dar. 
gli anche un buon foecorfo di eavaUeria. Di più non vi volle, perchè 
Roberto parte colle afiuÚe, parte colla tòrz.a slargatTe in queUe con. 
trade i confini del fuo dominio. Abbiamo la conferma de' Privilcgj 
data dal.1.' Augu{lo A
r!go a Bene1et
D Pefcov, d' A
ri
, (b) 1/. IdIIS (b) ,.Anlifu. 
Febrllarl1, Anno Dommzcte lncarnatlOnlS MLllII. Ifldzé/lOne Pi/. Aélum ItalIC. DiJ- 
'.lÎlregum. Le altre Note han bifogno d'dTt:re ritoceatc. firl. 73. 


(a) Guiliel- 
mus Apllills 
I. 1. Poem. 


. -. 


rem. Pl. 


T 


^nno 



:q6 


ANN A L] D' I TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 MLV. Indizione VI I I.. 
di V IT TOR F II. Pap:} I. 
di A R RIG 0 Ill. Re di Gern1. 17.. Imper. 10.. 


E a.A Vo1g. P Er quanto s' ha da Leone Oftienfe (a), fu fpedito in Germania 
ANNO 10)5 dal Clero e Popolo Romano IldebranJo, aHora Suddiacono della 


nþ:'l

. f
nta Chiefa. Romana, acciocchè impetra(f'e daW I mperaJore la lib.:rtà 
c
R. 89. d
 eleggere a nom(; d' effi Rom1ni un nuovo Papa, il creduw da lui 
plÙ degno, giacchè in Roma dic:)no, che non fi trovc\va perrona atta 
a. sì gran minillero. Scdfe egli Gebeardo J7efco'Vo di AichUct, Prelaw 
dJ gran prudenza e facoltofo, col confenfo de gli fldIi Romani, e 
prefentollo all' I mperadore, il quale non f.1peva indurlÌ a concederlo, 
perchè I' am.tva aßaiffimo, e il ripmava troppo nccelTario nc' fuoi eon- 
figli. Ripugnava anchc 10 fielTo Gebeardo, non '-0 fe per umiltà, 0 
pure per paura di fua vita in mez1.() agl' It:alian
, Arrigo ne propo
e 
de gh aim; ma Ildebrando ficue fiOò ndl' ctC1.lOne faua, e condu{]e 
in Ir:alia Gebeardo. Quefii giul1to aRoma, cc\!1()nicamenre cleuo 0 
fia confermato da i Romani.. affunCe il nome di f/ittore I I. e lu con- 
fecr.uo Papa nel dì I J. d' Aprile.. cioè dopa dTàc (tata vacanre la 
fanta Sede quaCi un inrero anno. Da ch.: feguì il M.ltrimonio. fr.l Go- 
tifl'etlo ß.ubato, Duca di Lorena, e Beatrice DuchelTa di Tolcana, eo- 
minciarono a fioccar Ie Lenere alia Corte Imperiale sì da Rom t, che 
"b) L.mli,r- d
 altre: par!i d'Ir.a)ia, (h) rapprefenranri I' elorbi[a')
e 
ccre
èiO)enra 
tus Scafnll- dl pDtenza In Iraha d' e/To GorifreJo, e che Ie nan 11 nmedlava pel" 
hurglnfis in tempo., correa perieolo quello Regno di fi.accarCi d;\ queUo della Gcr- 
Chron"o. mania. NDn trafcurò quefii avvih I' AuguflD Arrigo, e ful principio 
dell' anno prefente colla fua A rm3ta calò in ltalia per dar tecto a qucfi:i 
afEni. Egli era in Verona ne! dì 7. d' Aprile, come cofta da un fu? 
(c) Bullar. Diploma pubblic3tO dal Margarino (c). E nel dì 16. d' dr.
 Mete 
caþ'lenft cclcbrò la PaC qua in Mantova. Nan giudicò bene Gotifredo, hecome 

:fti:.l. 9 6 . 
rincipe alTai accorto, di prefentarG all'lrnperadore, ma. g\i mand
 
JOcontro A mbafciatori al di lui arrivo in Italia CDn grandl protefle dl 
fedeIrà. PoCcia fece tener Joro dierro la Moglie Beatrice, figurandDCi, 
che il di lei felTo, e la Parentela firetra coll'Imperadore, l'efente- 
rebbono da agni infu)to e gafiigo. In f.mi andò eßà, ma non fenza 
imerni timori; ebbe diA1cilmente udienza; ed avutola. dilfe quante ra- 
giDni feppe per giufiificar sè e il Marito., Ma con tuno quell:o per- 
chè il Marrimonio era feguito fenzá participazione e conlcmimcnto 
deU' I mperadDre con PrinciJX: ercduto pubblico nemieo dell' Imperio, 
fu elfa ritenut.1 fDUO guardia, e come atlaggio fenza far cafo del Salvo- 
(d) C,nti- condot!a, ch' ella avea prima proccurato cd ouenuto, per quanto ha il 
,,"atD
 H,r- CDntinuatore d' Ermanno Conrratro (d). Fece lludio rlmperadore 
::'
;17'. Con- per aver nelle maDi anche il picciolo Fedcrigo Figiiuolo del fu h 
ar- 
C C1C 



ANN A LID' I TAL I A. 14-7 
t:hefe Bonifazio e di Beatrice (chiamato BonifilZio dal' fudderto Sto- Ell. It. vo!
; 
rico) che potea con qualche ragione preteodere aHa fucceßìone m:l ANNO 1":.5' 
Ðueato della Tofeana, a fin di levarc ogni prctello al Duca Goffredo 
d! amminiftrar il governo di quegli Stati. Ma ffi_cmre chi avea cura 
dl quefio pieciolo Principe va cercanJo Eli non elporlo al duro [raWl- 
mento, ehe provava la DuchclTa fua Madre, egli ië nc mori, e Ii- 
berò Arrigo da quefio penficro. EtTcndo già premorta Beatrice fua 
Sorella rettò erede di quell' ampio patrimonlo .. unie.. prole rimana in 
vita de' Figliuoli del Marchele Bonifa1.io e di Beatrice, cioè la cele- 
bre Comeflå A1atilda, che aHara fi tTovava in eta di otto anni, e ve- 
rifimilmemc Ii al1ìcurò da ogni vio1en1.a can ritiradi nella fua inefpu- , 
gnabil Rocca d.i CanofT., ful Reggi.lOo. II Fiorcmini fcrive (II), ch' (
) F/ørm- 
efT., era allora colla Madrc: il che difficilmeme m'indueo io a crede- 
r
\::::;;;' 
reo Nel dì f. di Maggio fì trovava I' Au
uHo Arrigo ne'celebri Prati lIb. I. 
di Roncaglia ful Piacentino, dove fccondo il confucto ft raunava all' 
arrivo de i Re e de gl'lmpcradori la Dieta de' Principi d' h&.lia, fic- b .' 
come cotia dol un fuo Placito iVI [enuto, e da me dato alia luce (b), 
t
Li
1i'rii.r- 
che merita atten
ione, perchè gli A vvocati di Guido YeftD'Vo di LUOl, firt. j9. 
avendo una lire pel Canello Ji Aghmolfo can un Gandolfo, volevano Fag. 645. 
deeidetla col Duello alia prefenza dello fidro Augufio e d. varj Ve- 
fcovi, fe non che amichcvolmente fi acconciò l' aftàrc. Di quefla 
Dieta fa menzione anche Arnalfo Storieo Milanele nel Lib. III. Clp. 
6. con dire, ehe in elTa A1arcbionem Adelbe1'tu11Z, de quo nimia fucrat 
proclamatio, cum aliis flagitio.fis, ferreis jube! vincir; nexibus. Non ho 
powto chiarire, lè quelto Prancipe folTe dclla fchiaua dc' Marehe1l 
pofcia appellari EO:cnG. ' 
Perchè gl'inrcrclli della Tofcana fiavano forte a euore all' Au- 
gufio Arrigo, cd anche perchè il novello Papa Pittore avea intlmaro 
un Concilio da teneriì in Firenzc, colà s'inviò egli, e rrovolli col 
!)omefice in quella Cirtà per la feftl della Pcntecofte (
). Fu eelebra- Cd Conti- 
to in Flrcnze il fuddcuo Concilio, e quivi di nuovo condennata I' e- nuatD
 Hlr- 
refia di Berengario, e la Simoma, e vietara l'alienazione de'bem Ec- ma;/,,-I,cDn- 
cleJiafiiei. Non ci reO:ano gli Ani di quella facra adullanza. Inviò al'l- 
hrD
/
:. 
che .10 zdanre Papa in Francia, 0 in quell:'anno, ovvero nel feguen- 
[e, 11 celebre IIdebrando, Suddiaeono aHora, fiecome dim, della fanta 
Romana Chiefa, per cHirpare I:: Sirnonia, male in quelti rempi gra- 
vemente radicaro per tuna Ia Crifiianità. Vi operò egli delle mirabi- 
Ii cofe, ehc fi leggono nella Sroria Eecleíiatlicol. In quetl' an no an- 
cora, per a(ferzione di Lamberto da Scafilaburgo (d) e d' altri, accad- (d) Lamhtr
 
de, che dalla mano facrile g a di un Suddiaeono fu pot1:o del vc\eno nel t b us S
:'Jn
- 
C I ' , I b 1 rf' ,urgt1i J IS 1# 
a Ice, quando il fuddeuo Pomefice era dletro a ee c rar C\ ella..I\-l1 Chro7licD, 
racolof.'lmcl1te volle DIO, ehe il buon Papa dopa la confecra1.ione non ATJlIlfLi- 
potetTe alzare il Calice. AIIora egli col Popolo in ora1.ione prcgò DIO fl4., SIlXD, 
 
di rivelar Ia cagione di quclb novità: ed eccoti elTerc prelo dal De- alII, 
monio I' empio aUtore dell' iniquità, ehe eonfelsò il luo delitto. Fece 
V![wre chiudcre quel Calice in un Altare col vano attofficato; e ri- 

' 
 novò 



J4S ^ N N A L t D' I TAL I A. 
EllA Vole. novò col Popolo Ie preghierc a Dio, .fi nchè it Suddiacono fi. vide- li- 
ANNO 10 55. berato dal Demonio. Havvi chi crcde dfere provenuto un tale a[renrato 
da quel trifto di Teofilarto, che dianzi abbiam veduro fouo il nome 
di Benedetto IX. fuBa CatrcJra di S. Pierro, il quale gi:l depoito 
era tuuavia viveme, per quanto corl,\ da parole dette dal (lnto Papa 
Leone IX. prima di morire nell' anno precedenre (0) Ma re fut1ìite 
ciò, che s' è derro di fopra aU' Anno 1044, d'dfo Benedétto IX. Co- 
pra di lui non dovrebbe cadere un tal loipetto. ehe l' Auguflo Arri- 
go foOe in Firenze nel dì 6. di Giugno dell' anno prefeme, poffiamo 
anche provarlo colla confcrma dc' Privilcgj de' Canonici di Parma, da 
me pubb licara (b), e data r II I, Jdus Junii Anno Dominic
 Incarna- 
tionis 
1,f Lr. IndiElione I'll /. Anno ,Iutcm Domni lleirici '.lêrcii Regis, 
Impcratoris autem Secundi, Ordinationis ejus XXJ711. Regni 'luidem XY I. 
Imperii'Vero rIll I. Allum 'Vero FIorenti
. Accadde In quell'annn il 
ritorno in Italia di Federigo Cardinale, Cancelliere della Sede Apoflo- 
lica, gia fpediro a Coflanrinopoli dal Samo Papa Leone IX. dove can 
vigore A pofiolico foftenne la dottrina della Chidå Romana comra di 
Michele Cerulario, principalc aurore di un depJorabile Scifma (c) 
Fama corfe, ch' egli porraffe da qudla Corte un gran teCoro, ed av- 
vertirone l'Imperadore Arrigo, per fofpetto, che Fcderigo, frccorne 
Fratello di Gotifrcdo Duca di Lorrna, cioè dl una perrona odiar:l non 
poco da eífo Augu(lo, avefTe rraman col Greco Imperadore qualche 
Lega in pregiudizio dell' Imperio Gcrmanico, fcritTe al Pap,\ di pren- 
derao c cacciarlo in prigione. Ne fu fegrcramente avvcnito Fedcri- 
go, e per forrrarfi al13 perfecuzione d' Arrigo, corfe al Moni U:ero di 
.Monte C:ffrno, e quivi G feee Monaco. Leone Otlienfe, aurore di 
quefto racconro, avea derto nel CapiroJo precedcnre, che Federigo in 
paíIando pel rerritorio Tearino, 0 fia di Chieri, 'l1afmondo ContI di 
Gu::l1a Cinà I' aVea fpogliaro di quanto egli portava feco, lafciandolo 
poi in liberrà, con grave fcandalo cd ingiuria dcl1a Sede A po{hJlica. 
Cd) ld,m Aggiugne il fuddeno Oflienfe (d), che etTendo mancaro di vita Ri
 
I. 2., c. 92.. cbet"io Abbate di Monte CaGno, in fuo luogo fu cleuo da i Monaci 
.. 94. un di loro appellaro Pietro. Se I' ebbe a male Papa Vinore 11. il qua- 
Ie per alrro amava poco i Monaei, e ne fecc gran querela, perchè 
fenza ru:! fapma avcffero elerro un Abbate. Mandò appofl:a colà Um- 
ber/o Vefcovo e Cardinale con ordine di adoperar Ie fcomuniche; ita 
ad fubjugandam jibi 'Vio/enter Abbatiam a"imum Papa intmderat: 'luum 
nzmtquam a/i'luis ante ilium Romanorum Pontificum hoc atlempta'Verit j feJ 
libe,-a ab initio permanel1te, Abbatis quit/em elemo Monachis, Papte 'Vero 
facratio tantummodo pertinuet it. Furono perciò in armi 1 fuddlti dclla 
Badia; ma 110n 6nì Ia faccenda, che Pietro detto Abbate rinunzlò a 
quella dignità nell' anno I of? iiccome vedremo. 
(c) l.amLfr- Se Ii ha a credere a Lamberro da Scafnaburgo (e), I' Augu
o Arri- 
'N' Se.fn4;- go aveva, almeno in apparcnza, molharo di acccuar Ie fcule e pro- 
burgmfts In rdle d' elTo Goffredo, per rimore fpezialmenre, ch' egli uncndofi co 
Chr
n"
. i Normanni non ifconvolgefiè tUlra l' ltalia. Tuttavia drendofi ritira- 
to 


(a) .A.é1a 
Sanélorum 
:Boilantl. 
ill Vita S. 
LllnÎJ lX. 


(b) .Antiqu. 
Jlalie. Bil- 
l"t. 13. 


{c) Lt
 0- 
Jlit>>ft' Chr. 
I. 1. c. 8y. 



ANN A LID' I TAL T A. 149 
to Goffredo in Lor(oa mal foddisfatto al vedere ritenuta dall' Jmpe- EllA- Vol
. 
radore Beatrice fua Moglie, concepì A rrigo de i fofpeui, ch' egli po- AtoiNO lOSS. 
tdT'e tentar delle nuovc ribcllioni, cd in quefi' an110 appunto, tccon- 
do Sigebeno (a), B-lido'VinD C.mte di Fiandra cum Godefrido a'Vunculu11l (a) Si"tber- 
fuum Friderieum Dueem intra .dndroverpum DI1þdet. Perciò Arrigo de- t
s in Cb,,- 
terminò di ritornare tn Germania,. dappoichè l' .talia refiava in una nI(f. 
buona calma. 
r:l egli ful Ferrarcfe vertò il fine d' ,'\gofio, ficcome 
colla dal Diplo
a, da lJ
e. dat? alIa luce (6),,, in cui ,confcrma al Po- (b) ..Antiqu. 
polo di Ferrara a lor Pnvale&). Le Note Cronologache fon que fie: Ital". DiJ:' 
rIll. Ka/endas Septembris, Anno DotNinje
 /nearnationis MLr. lndi- firt. 68. 
El;tJne rill. AnnD autem Domni Henrie; 'Tertii Regis, Imperatoris autem 
Secundi, Ordillationis ejus XXYIl. Regni 'luidem KVll. Imperii 'Vero 
Fllll. Aflum ad Pontem, Ferre il Ponte oggidì appellato Ji Lagofcu,', 
ful Po. Nel dì If, d' Onobn: fi rruova 10 ildfo Augull:o in 1\lanto- 
va, dove fþedifce un Diploma in favore de' Canonici di Cremona coi- 
le fuddeue Nore ("). Parimenre in Verona nel di II. di Novernbre (c) lbidem 
ratificò i Privilcgj del rvloniltcro di 5. Zenone, polto aHara fuori di Differt. 9, 
quella Ciuà, can Diploma d.. me pubblicato altrove (d). Leggonfi f7 I9.ø:]T. 
ancora tre Placiri renmi in quetr anno da Guntero CanceUiere e Mef- 

) 'Øt'í/'- 
fo dell' Irnperadore,. uno nei Comado da Fircnze prel1ò il Fiume Ar- ; 1. c:n2.
 
no in loco, qui nommatur Omie/o nel dì 14. di Giugno; il fecondo in 
Civitate Mantua in lobia (o/eriata, 'liJ4 fuit 1I1archirJ1fis Bonifacii, xr. 
Kalendas No'Vembris; il taw nella Villa di V olarno del Contado di 
Verona nel dì 1 J. di Novembre. P
f la Ba'Jiera. palso l' Augutlo Ar- 
rigo a Turgau ne gli Sviz.zeri, dove celcbrò la tèfla del fanto N ara- 
Ie (e), ibi'lue Otbonis 
la;'dJionÏi fi.iam (appellata Berta) .efjui'Voco fuo (e) CDnti- 
filio defþonfa'Vit, cioè ad A rrigo I V. aUora fanciullo di pochi anm. ":atD
 
'r= 
..'\ltri non è que lio OttMe Marchd{", chc il Marchefe di sura, cioè :;a:r
J in on 
il M:1flto di Ade/,:lide celebre M.!rchcfana di queUe conrrade. Oltre Chronico. 
ad altri Scriuori, Lambeno 5cafnaburgenfe (f) all' anno 1066, fa men- (f) Lamber- 
7.Îone delle nozze di elTo .'\rr.igo IV. & Berth.e Regin
 Fi/i
 Ottonis 
:
les
fn,!- 
Marcbionis ita/ørum, L' .\nnalitia SalTone (g) la chiama Filiam. Ottonis Chro:i::. In 
Alarchionis de Ita/ia, & ..ddel/eidlS, qute fòror eral Comilis, qui agllomi- (g) .dnnali- 
natus eft de il10nte Bardmis in Jta/ia.. QueH'ulrimo è una fa\'ola. Ap_.ft a &1"0 
, I 1 - " d ' d . apud Ec- 
paruene ancora a pre cote anno un avvemmento I gran e Imponan- cardllm 
za per la nobilillima Cafa. d' Elle. Nel fuddetro Diploma dato a i Mo- .- 
naci di S. Zenone vien mentov;ato lrelpbo g/oriofus Dux, cioè Duca 
della Carintia, e Marchefe dclla Marca di V crona. L' Amore della (h) h 
Cronica di Weingart (h), e l' Abb3te Urfpergenfc (i) raccont.mo., wein
a


f. 
che queUo Principe elTendo ito ad afpettare ne' prati di ROACJglia TD. 1. Scri- 
l' I mperadore, che vi fi dovea novare in un giorno determinato, do- pt
r. 
rllns- 
po averlo af petrato indarno ere dì, impazicntatofi fcce alzar Ie ban- (-')enf. 
diere colle fue gemi,. c lè ne tDrnò a cafa. E tu[[och
 rer via rro- JIIS 
o;::s- 
yaffe I' Imperador, che veniva, nè per prcghiere, nè per minaccÏe vi Ursþlrgtn- 
fu maniera di farlo tornare indierro. Mile anche I'lmpcradore Arrigo fi
 i" chr,- 
una cforbitante comribuz.ion di danaro a' V crondi, e la nlcolTe. So. nlfI. 
pra- 



1;0 ANN A LID' I TAL I A. 
EM Volg. pravc
e il. pu
a Gu
l
o, e faputo un sì peflntc aggravio irnpofio 
ANNO 1055. a' fuai tudJm, tcce tat tuom prelro del meddìmo Augullo che l'oh- 
bhgò a rifondere qud danaro 
 II Contlnuatorc dl Er
n:1nn
 Contrat- 
to tcrive, che Gcbcardo Velcovo dl Ra mbona, & ,reI/us Dux /i- 
eentiam ,.epatTiandi ab /talia impetra'Verunt, m iJiteJfJ.ue eorllm iilis ( ut 
l ' , 
aiunt) ignorantibus, con!ra mpt"l
torem cO''1 ur a,'z:erunl. Ma in quef1:o 
meddimo an
o 10 fieí1o, 
uca (juelfo 11 J. glovane di fpiriti cccelft 
 
fuis, & omm Populo flebJlI m,rte p'r.eventus, .lpud Altorfenft Cæno/Jium 
fepu/tus eft. In 1m ebbe fine 
a tarnal.! ed 
nuchißìma Famig1ia de' 
Principi Guelfi, ie non che tors' ançhe ua In vira Cunegonda fua So.. 
rell..., Moghe dl Alber/9 .dz
o 1/. Marchcfe, Progenitorc de
 Princi. 
pi EllenCt. l)a quclto MamlJ1ol1lo era nata un .Fighuolo
 appeUuo 
GuelJo 117. E contuuo,cbè I Monaci dl 
V eingart, 0 fta delle Vigne, 
in Altorf, prevalendo
l d
l momento fehce del/a monal malania d'ef- 
fa Guelfo 1 V. 1'iH'e:í1cro !Odono a latelar tutti i fuol Stati e Beni del- 
ta Suevia, che erano d,' granJ
 eltenlìone, a
 Io
 
on!llero: pure Er- 
men l1 {uda Madre dl 1m mttavla Vlvente, chlamo 'In Germania il Ni- 
pot
 Gueifo I V. Fighuolo 
d!a Figliuola e ,del Marcheft ÁZz.o, e fat.. 
to prob.lbllm.:me conolce,re mtormc c nUllo II Teltamento del Figliuo- 
10, tèce pal1are in clIo luo N Ipote. tuna r arnpia eredità della Cafa 
dc'Gudfi. Ecco Ie parole dell' Urtpergeme: Jf.Jler ejufdem (di Gud. 
fo III. Uuca) h.Jf'lc dijiriblltlOnem fieri non permiJil; jèd potius de /ta/i" 
"evoca'1.lzt Fi/ium præfau .d;:::'ZOIJiS Nepotem fuum If/elph9nem 
artum, 
tumque heredem olJJnlum poffifliolluTf1: eJufdem gen.ris inftituit. Altrcttanto 
ha la CroOlca di \\1 c:..lnh art prdlo 11 Lelbm1.lo. E' punta importance 
alia Stofla deU' ltalia t: de!la GermaOla., perchè II Sangue de' Principi 
.Elieniì per mezzo dl qudto Pnnclpe t
 propago c: divenne, ficcome 
dlrcmo, gloflohtIìmo In LJerm
nla, dll
t:
dt:nJo per diritta linea da 
eHo GuciJo 117. la Rc.He cd l:.lttLOral Cala dl ill uns\"Ïc, tìccome da 
un' aluo Figho d' clIo 
larchele Az
o la Linea de' 
hrcheíi d' Ene. 
Q!làndo mancaí1'c dl 
',lta la tuddt.:tta Cllllcbonda, l\1og1ic: d
l l\Jarch
fe 
Alberto Az.zo, non 1 ho potuto f
lJrruc. lien so che tu feppelhta 
nella BadIa dc1Ja VangadlzZd prdio ali' :\dlgt:tto, poí1èdura per più 
(.a) ,.Antiqu. SL'
oh da i Monaci CJmaldo
eti; e il fuo Epltaffi.o a me comunicato 
lndlC. DIJ- da1 celebre Ll Herato Von GUIdo GrandI Camaidolefe, fu glà da me 
{1:';. dh

nie. data alla luce (a). A bblamu dalla Croniça antica di P:trm.t (b), <:he 
parmenft quella Clttà nel di dl S. L
ren2.o di que(i:' anno rcnò t.!.1 
n 

,rr
bil 
T. 1!C. Rlr. incendio in gran pane conturna[a. Fu 
,nche guerra tra I Pdalll e 
l ( ta ) 'l,:r. 1 Lucchdi. Pi/ani 'Vero --vicerll1Jt illos, te credlamo a gli antichi Annali 
C .nhna IS , 'J' ' d ' 
pirani To. dl PiCa Ce), c la battagha luccedcttc 111 Luogo euo Vaccoh prelTo 
.,,],ltlr. Ita- dl Lucca. SCflve an
()ra 11 DdnJ010 (d), ,he: I iulci a Domenico Con- 
licar. lareno Doge di VenezIa di nportare (probabilmcnte In quetl' aono) 

d) C D h ."4*'. d aW Im p eraJorc Arn g o la conterma de' paui actlchi col Re g no d'l- 
'll rOIlI" 
T'm. XII. talia. 
Rtf'. Italic. 


Anno 



ANN ALl D' I TAL I A. 


1,1 


Anno di C R 1ST 0 MLVT. Indizione IX. 
di V IT TOR E II. Papa 1. 
di A R RIG 0 IV L Re di Germania e d' Italia I. 


D Efiderò I' ImperadQre Ar,.i$o, ,che ,Pop,,: Pitt ore andaíT'e a ritrovar- E.. A VoIg. 
10 in Germanla, e qudb v ando, nc
vuto can fommo ono- ANNO I
s6. 
re in Goslaria, (0) dove infieme celebrarono Ja fefia delJa Narivi- (a) Com,- 
, d " S M ' ' b ' l h " " fi nuator Her- 
ta I anta ana con pompa mira Ie,. pere e v mtervennero qua 1 manm CO". 
tutti i Principi Tcdefchi SI Ecclefial1ici che Secolari, e il Patriarca traEli In 
d' Aquileja... Ma quefi' Anno riufd ben funefio per varj dllåfiri, cioè Chr
nilD. 
per la maTte di molti di que' Principi, per la carefiia, che affliffe ' S c ,g h eber,tus 
' p I . I ' if: . d II h d II In Tlmll. 
non poco I opo I, per g I a:m e a gucrra,. c e an avano a a peg- Lamberms 
gio, e per una dilfenfiQne col Re di Franciót. Nc concepì I' Augu- Slafn..bur- 
Ho Arrigo oon poca malillconia, dopo di che fu aOalito dol una feb- geTJfìs !n 
bre permciofa, che in ftue giorni i[ fece paíT'are all' altra vita m:1 di Ch;;"'
o, 
r. di Ouobre; aíJìfiito fpczialmente dalla prefenza del Romano Pon- SlOIU:r1t: us 
teficc. Era egli in erà di trentanove anni , nè mancò prima di mo- Chr'nllO. 
rire di perdol1<1re ad ognuno, di- refiituire il maltolro, e di chredere 
perdono a tutti. Dodcchino fcrive (f.), ch' egli in jeco,.e cervi mortem (i
 Do
e- 
'l1meáerat. Forfe aHara corre il fofpetto di veleno, facile a naCare 
j,::
i,:n 
nelle moni immature de i Regnanti . Raccomandò egli a tutti i Prin- ad .Ann. 
cipi , ma principalmenre al fommo Pontefice Viuore il picciolo Cuo 1106. 
Figliuolo A,.rigo IV. di ed d' anni Cei, mettendolo Cotro la pwr('zio- 
De della ehieta Romana. In fani conrribuì non poco il Papa, aA1n- 
chè il Re fanciullo tòOe di nuovo eletto e confermato Re di Ger- 
mania. La cura e tutela di lui refiò col con{.jglio e confemimemo 
dc' Prima.tÏ appoggiatol all' Imperadrice Agneft, PrincipdTa di moIro 
feono, e di non rn-inorc rietà, che fi diede ad allevarlo con faggia e 
profittevol' edtlcazione . l\la convien pure dirlo per tempo: la mone 
HOppO frettolofa di Arrigo J[ I. e la minorità del Re fuo Figiiuolo, 
furono il principio d' immenfi malanni sì in Italia, che in Germania, 
e.ii un' ornbJlI' fconvolgimemo di cofe, con elTerfi fpezialmente fciolro 
il freno aIle intiufiizie, aIle ribellioni, alle guerre civili. E quì cornincia 
il periodo di 
v\'enrm.ent1, che fecero a poco a poco mutar faccia anche 
all' h..lia ficcome andremo vedcndo. Per aHara la Cavia condoua dell' 
Auguíla Agnefe irrpedì, che non feguifTe tumulto 0 novità alcuna; ma 
non andò molto" che tolte a lei Ie redini del governo, fi fcatenarono i 
VIZj, nè ci fu più ritcgno all' inonda?Ïon Je' mali, allo fconcerto de i Re- 
gni. Che Arrigo IV. per elrzione 0 precedentememe proccurata dal 
P.ldre, 0 do po la di lui mone ottenuta, cominciafTe tofio benchè 
non corona to a domimrc in Italía, Ii raccoglie da varj aui di giuriC- , 
dizione da lui efercitlti in CJuelle comrade. Ne\l' Anno pretente (l), (c\.A71W1,u. 
;mperant, .Domnus Enricus filius fjuondam Domni Cbonratli Jmperatoris j::'.'C
S.Dif- 
Anno 



15'1. A III N A L I 1>' I TAL I A. 
t:.. A. \ olg. Anno Decimo, die quartodecimo /lfeilje GenuarÜu, Indillione Nona \V il- 
ANNO IOs6. la indica Conrdlà, ,.elifla quondam Domni Ugo gloriofijJimø lj
i fuit 
Dux & 1W",r,biø, manomette Clariza figliuola di Ubeno da Canel 
Poderofo. Per quanto i
 credo,. queft' Ugo DNca e Marchefe già de- 
funto., eTa fia.to Duca d. Spnlet1 e Marchefe della Marca di Came- 
(2) Ugh,ll. rino, ficcome accennai all' Anno 101.8. Rapporra l' Ughelli (a) all' 
It.l. 
4cr., Anno p,refcnte un Di
loma 
ato da
 {opra
etto Arrigo Imperadore in 
T. 1. In E,,- favor d. Bernardo VelEovo d Afcoh, Ie CUI Note cronologichc affat- 
t:!: .iI/III- to 
u
fie fon tali : I?
tum YI. Kalendas J.ltnii 

11ð n.
mjnic.e. Incar. 
natloms lv/LPI. Indlfllonc IX. ANno Domm Henrm zerlll. Qrdmationis 
ejus XXPJlI, Regni'Vero XI/Ill. imperii 1/. (0 pure Xl.) AElum 
F/orenti
 . Ma qucl Diploma farà dato nell' Anno precedente fut fine 
di Maggio, allorchè Arrigo fli in Firenzc, e a tenore di Óo ú deb 
bono acconciar quelle Note. I 


Anno di C R 1ST 0 MLV I I. Indizione x. 
di S T F FAN 0 IX. Papa I. 
di A R RIG 0 IV. Re di Germania e d'ItaJia 1. 


(b) L.mb,,.. 
'us Scafna- 
bu"tenf;, in 
Ch,.
nicÐ . 
(c) Sigeb,,.- 
'"s in chr. 


( c) Petrus 
Damian; 
/i.. I. Epi- 
ft,l. S' 


P Er tuno it verno fi fermò Papa Pitt ore in Germania, (b) cd in- 
fieme col f:mciullo Re Arrigo IP. folennizzò la fefia del f.'lnto 
Natale in Ratisbona. Opera fua fu per teílimonianza di Sigebeno 
(c), che nel preleme Anno Baldo'VÍJlo Conte di 'Fiandra, e Goffredo DII- 
ca di Lorena, comparifJero ad una gran Dieta tenuta in Colonia, c 
quivi fo(f'ero rimdli in gTJzi:1 del Re, e deW Imperadrice fua Madre. 
In tale occa(jone Gofrll
do (d), liberamt'nte riebbe )a Duchef!å Bea- 
trice fua Moglie, e con cllo lei iè ne tornò al governo della Tofca- 
na, c de gli alni Stati d' ltalia: Anche il Ponrelice Vittore JJ. do- 
po averc colla fua prudcnza melTo qualche buon fetlo alia quiete del- 
la Germania, fen vcnnt. in I [alia. Da un:) Lenera a )ui fcntta da S. 
Pier Damiano (t') (j raccoglie, ch' elTo Papa ponò lèc(\ un' am pia au. 
tori[;Ì e plcniporenza, per rt'golar gli aff.ari del Regno halico , e man- 
tene.rlo alia di\'ozione del picciolo Re f\rrigo. Introduce eOo Pier 
Vamiano Crill:o Signor noaro a par1argli COSI: Ego te fjuaji Patrtm 
}mperatoris eJ!e eon/iitui &e. Ego cla'Ves totius flni'l.:el/ali5 Eedefl.e mete 
tuÏI manibus t1'a,fidi &c. Et fi pauca runt 
fia, eJiam MOTJarehias addidi. 
Immo [ub/ato Rrge de medio, totius Imperii 'Vacantis tib; jura permift . 
Prima ancora, cioè nell' Anno precedente, c v.ivente l' Augutlo Ar- 
rigo, era ad eOo P Jpoi raccomandato e commdlo il governo d' Italia. 
(f) Ut htl1 . !n pruova di ciò refia un' At,to pubblic.ato da!I' Ughelli ,(f), cioè un 
It.l. Sac,.. Placito tenuw da elTo Papa V!ttore II. III Co1tJltatu Aprutltnfi ante Ca- 
Tom. Y. 4P- flrum de I.'i Pitiet, ab Incarnatione Domini noftri Jefu Chri/ii Anni flmt 
,end. EPl- /lfi//ejimi 
uin1uagefimi Stxti, & dies iflills ( parola fcorrertR) & Alen- 
Ji j C
p. .A/,u- }is Julius Për IndiEliolle Nona . 
lIvi egli è chiamato Piflflritls Scdis 
II". A 
' J'Jpo. 


(d) .AlLt,.i- 
IU1 Mona- 
,],us in Ch,.. 


. 



ANN A LID' I TAL I ^. 15'3 

1popolicce P/æ(Ùl U,'bis Rom,e Dei gratia Ita/ice cgrel,ius uni"Jcílali PP. ERA Volg, 
"c;!Jmin
 fltCce.!Jits, i
la"cam Find
:l(lm & Ðllcatum Spoletinum, . Nan f
l- ANNO I05ï 
fon,') copiatc colla dovuca atteliZ1:m queHe parùk, ma afT,\! nalp.mlce 
chc effiì P.;p.t avea iJ governo a dl tuna I' Il.lI;a , 0 almena delL. Mar- 
C1 di Fcrmo, c del Ducato di Sro
c:ti. Ed acciocchè Ii ca:1o
èa, chi 
fo
Tc tuttavla il S'wr:i!1a di quegh Stat;, Ii ofTcrvl, che iJ Papa fccit 
1JIi"tcre bàndw'J de parte Re.
is E;zricl, & de [uti parte &c. f
t Ji (pi re- 
te/lis aut co,Jtemptor exjlitt?rit &c. lcial fè compofitrlrU/lJ ad pm'tem Cmrc- 
toæ Regis Libras fjuj'!:.HgÍ1Jta, & ad parteilt C'imCí'æ jÌtte alias fjrlÏ':1ua- 
gÙ;!.J Li
1'cf,S {"\,C. Gï
l fi accennò, chi: neW Anno IOrr. Fcderigo Fra- 
[clio dd Duea Goffrcda ave
 velhro I' abtto Manalbco in Mante Ca- 
Jino. Er:l venuto Papa VitfOre a Firenz
, colà invltata dolt Duca, 
e pcr atrena
a Ji Leone Ot1;enre ((I), Fedcriga, che più non avea (3) LID 0- 
paura del ddumo I mperadorc.. fi ponò aneh' egli a FJr(
nz:, per far flimftd, l. 
Ie Cue daglt.mze ca!1na di 'if(!.ßnondo Conte dl Chleti, da CUI era f
a- MI. 94, 
to empiamente fV
11igiJro od Cuo IïtornO da Colhmirwpùli . TrJfmon- 
do fu tèOinlinicata d,d Papa, e per ort..ner l' a/!òlllziunc, re1tJtui non 
fola tuna il I arito, ma ancora il Caftéllo di Frif.t, gI:Ì hdèiaro al 
;\lonllccro Calìnc!e dJ.lia dl llii 
..1og1it:. Ql'nJi fll mulT., lite contra 
di Pietro clerto Abl>,1
e d' dfo MOfllilcra, c: Irc:di!O co!à Um:mïD CJ1- 
diualc rcr,e[
minar I' c!ezione di lu.. :\vt"ndo egh rinUl11l.lto, 1 vori 
dc' Monaci, prob..biJmenrc pcr infinuazione deHa ftdlò Cardinale, G 
unirono ad e!eggcre II (udJctto Feclcl igo, pcrfon:lggio per altro d
n:r- 
fimo JI qud minillcra, perch::: dot.lta di Rc:lig\Olà rerfèzior.e e di 
{jngolari vinù . N è m:meò il Duea Goffredo di procacclargh :.nche 
de' più Cp1endldi on
)ri . In et}e.t.} il Papa neJle Guanro Tcmpora di 
G1Ugoa creò dfoJ Fcdcnga Cardi0'11c del titala dl San Grifc)gano, 
confermanda nt.lla Üdfa tempo a Jur il grada di L-\bbate, e alla Ba- 
d!a Ca!ìnerc tutti i filoi Privi;cgj con BoJIa pubblicat:1 dal Padre r>.la- 
bilbne (h), (b1 Mltbill. 
Fra P(\Co fi pard allJ va:t:1 Ji R0mJ iI navella Parporlto per .An?a
. lJe- 
quivi pr:nJere il pofTdro della. rllJ. Chicfa lÍtolarc, '-]uando cccoti po- ned/Elm. , 
" . ' d ' I - . I " 'L B 'I". ' , I I Tom IV In 
cm glOl'llI opo I (UO ar:-Iva CO a glUgne-rvl aMCile on
/'?Z'O G
rMnÅ'C .A _h. d ,. 
V - J ' Ib 11 1 P rr .c l11 Ire. 
e elcovo .-\ ana ca a nuava , cn.: Op.?' y IttO"
 era manCata di 
vita in Firenz.= nei dì z.S. dl Giugr,
. Com.nciarono dunquc i Ra. 
mani a trattar deil' elezione del Succe(fore, c ncl di 2.. d' i\goi1a con 
"Otl un..r.imi del Clero c Pepolo renò e1cno il mt"defimo Ca;dÙtal 
Fedc/i;,o, chc al1unre il nom
 di Sttj(mo IX. perchè carreva in qud 
di la Fdla di Sa.}to Srcfana P:1p.1 t: f\.1Jnire. Lambel ta dJ ScÆna- 
Jurga (c) norò come cora canGderabile I' union;:: 
d alkgria de' Ro- 
mani in tal congiumura con dire: l{ec q::iíq,"4,!m fane 11I,Ûtis "(IrO an- 
ílis /ætiíJ1"ibus (ÙfJra.
iis, m,1jOí"C Oi/J;,i'tm t-.:.l:rc1atior.t, ad rrg:mCJ: procellë 
I'itt RCJl12<'lf/.e Ecck/iæ. A pplicoßì talto quelta zelamißìmo Paj1a alia r:- 
1"01 ma ddlJ. dJrc'plina Eccleúafh:a can t
ncl'e p:Ù d' un ConcitJa, da- 
\'e ,ond:mnò i m.>riraggi dl:' Pl'ctÎ Latini, Ie N oae illccite, Ie Sì- 
monic, cd alrri pubblici e comuni difordmi di que' corrotti Sccoli. 
lJ'oli'l. Fl. V Per 


(c) Lamber- 
t'l! Scafna- 
burgmj;s in 
Chronico. 



15 fAN N A LID' I TAL I A. 
EllA Vo1g. Per 1a fella di Santo Andrea (i portò a Monte CaGno, dove can tut- 
ArOI01GS7. to vigore cercò di fvdlere l" abufo de' Monaci proprierarj . Tornato 
aRoma, fj/l'lm Rom
na fc!Jre jamdudum langueret, s" aggravò talmente 
il fu,) mal.: c:rca la fen-a del r.mro Natale, che credent: d' drere giun- 
to al fine d
' fu,i giorni . AHora fu, che co 1 configlio de' Priori e- 
Idre Abbue di Y1ante Glún.:> Defiderio, uomo incomparabile, ed u- 
no de' più (plendidi ornamemi di que! fdcro Luogo, con dlchiararlo 
anche fUD N unzio alia Corre deW Imperadore d' Oriente, inviandolo 
colà infieme can Stefano Cardinale, e Alainardo pofcia \' efcovo di 
ml

L:I
D- S:.:lva CanJida. Abbiamo d.\ Rom'ulJ3 S.llernltano, (a) chc in quell' 
SA!trnzIA- Anno terlnÍnò i fuoi giorni Goffredo Conte de' N orman'li, ]alCiando 
nus eJJTD- per fuo lùccdrore ß.'lgelardo, 0 {it .dbai/ardo fuo Figliuolo, valorotà 

;;/jlù
;::' l\lI!ite . Md Roberto, G,uifta.rdo," Fratello di ,Goffl:e
o 
 la ,cui a
bizlo- 
. ne non co.nobbe mat hrnltI, s 1m padron} dl ruttI 1 dl 1m Statl, e ne 
cacciò via il Nipore . Qlello Goffredo, il cui nome è alre:rato nd te- 
no di Romoaldo, altro non è che Unfredo Conte e Capo dt:' Nor- 
b manni in l>uglia, del qualc abbiam f"vcllato più volte in addietro La 

Jot

:
 fu] mone è riferita all" Anno .precedence da Lupo Proto[pata (/J). Gu- 
in eh
onj,o. glidmo Pugliefe aggiugne (c) 
 che Roberto Guifcardo dopo i fune- 
(c) G'ml,:. rali del Fratello 
.A p:4lui I. 1. 
Pillmal . 


.Ad C,zl:lbros rl!diit, Cariati protinus 'C'rbem 
Obßdct, hac C 1pta relifjllas tIt tcrreret Urhes . 


(d) LAm,blr. Qud1:o aITedio appartiene aU' Anno feguente. Nel prcfcme (d) 
tus Sc(ljn,j- ., ' B ' d II S tr ' fi 1 r. J' f. ' d I d fi 
b..rgll1jJS in comll1C1.tronO I arom e a auoma, lccorne m1 louiS d[[1 e e un- 
chmJICø. to Impcradore :\rrigo , a macchinar delle: novità contra del di lui Fi- 
gliuolo .d,.ri<
o. Accoliero can grande antietà Ottone Frarello di Gu- 
glielmo 1vlarcht,{e, e trattarono infino di alzar lui al Trono, e di lcvar 
dl vita il Re f.lnciullo. Dledefi principio alIa iollevazionc, ma rim]- 
fio eHinto in un' incontro il {ùddetto Ottone, per allora Ii quetò il 
tumulto, mt conrinuò nell' animo de' Sa/Toni 1a meJelÌma avvcrfione 
ad Arrigo IV. In qudl' Anno ancora il nUDVO Papa Stcf.1no, ben co- 
nofccmc dclla rara virrù e Lerrerarura di Pier Damiano, daIl' crcmo 
it chiamò aRoma, e I' alzò al grado di Cardina!e, c dl V cfcovo d' 0- 
(e) JohAnn. ilia (t). Rir'u
nò forte ad accettaI' quell.: Oignilà il fanto Monaco, 
!-'1;'/l/1 JS p con rdittcre finchè potè aile prcghit:re d' eITo Papa, e diJDo]ti Vc- 
;;1 

'
j.t
- fco\'Í; ml ]' ÍlHimazi()ne della fcomunica, fe non ubbiJiva, quella fu, 
m C.1p. 6. che in fine I' efpu
nò. Provvide ancora el1ò Pontefice la Chie:fa va- 
Cilme- di Lucca di un V cfcovo, che plJi divcnoc celebre, cioè di 
.Anfelmo da Bdda'i,iO l\lllancfe, il qual poicia nella Sedia ài San Pietro 
fu (hidmlto .ð/e/ftmdro-II. Circa qudt" Anno parimcnre ebbe comin- 
ciamel1[o 10 S
ifrna del Crero di Milano, di cui parleremo ne gli An- 
. . ni kgu.:nri . (Tna ß.)Tla del fujdetto Pomefice, data non gi" neW an- 
{nr.A
jq>>. no lorS. mol b.:nsì nel prcf
nte lor7. fu da me pubblicata (n" in 
;;:t. I '7 0 . 1 [- cui dc:[crmin
 , che gli Eccldì.!fiici non ficno tirati al Foro Sccola.n

 
ne 



ANN A LID' I TAL I A. 15'5' 
l1è fie no loro impofie gravezze da i Laici. Le Note fon quC'fie : D'l- E",. Volg, 
111m Romee per mantlm Humberti fanélæ Eccle.fiæ SiI'Væ Candidæ Ep
(co- ANNO 10 5 8 . 
pi & Bibliotbecarii fanflæ Romanæ & ApoflOliCie Scdis, Auno Pontifica- 
Ius Domni Sltpbani Noni Papæ Primo, XJ7. Kalendas No'Vembris. In- 
4iflione Undecima, comlOciata ncl Senembre. A quell' Ano imerven- 
nero Anftlmo Vefcovo di Lucca, Benedetto vercovo di Ve1etri, Boni- 
fazio Veleovo d' Albano, Umberto V dcovo di Selva CandiJa, Pittro 
V dc-ovo Lavicano, ed lIdtbrando eardinale Suddlacono dclla lànra Ro- 
mana Chief
 . 


Anno di C R 1ST 0 MLVIII. IndizÍonc XI. 
di BEN E D f. T lOX. Papa I. 
di Arrigo IV. Re- di Germania c d' ltalia 3. 


S E avdle Dio conceduta rib lunga vita al Pome6ce Sltfano IX. po- 
tevano afrt'narfi da lui di grandi imprefe non meno di Pl(:tà, che 
di Politica. Racconta Leone Maríicano (a), ch' egli mando ordine a (a' LlØ 0- 
Monte Cafino di pOl'rare con gran frena, e di narcono a Roma tuna Jl.imfts 
il Tdoro di quel iàcro Luogo 10 oro ed a.rgemo, promcttendo in bre- J,h. 2.. t. 99. 
ve di rifare il danno, e con ufura. II mori\'o di ral novità era igno- 
to ; ma fu creduro, ch' egli foiTe dietro a mettere nd capo del Du- 
ca Goffredo fuo Frarellu Ie carone del Regno d' ltaJia, e del Ro- 
mano Imperio. Difponebal au/em frain' fuo Dud GOlifred, apud '.r1'fcirl1}1 
in colloquia jungi , e;qu
, 14: fel ebatztr, hnptriR!em Corollam [argiri; de- 
mum 'l..'erfJ ad NormaNlws /Iaiia e
pllendo.s, qui maximo illi odio cranf, u- 
na cum eo reverli. Ma I' uomo propone, e Dio dilpone. Non t:bbe 
cgli tempo da c:ftènuar quefto difegno" il quale, fe pure è vera, :\- 
vrebbe porrato una gran raccia al nome Cuo pretTo la nazione Genna- 
nica, ma f."1rcbbe forfe ,flato la f.llme dell' Iralia, con rifparmiarle ranti 
fconcerti, che pofcia avvcnnero per cagione di un Re FancllllJo al- 
lora, e poi carico di vizj . Fu porcaro al Papa il Teforo Cafinefe, 
ma ben mal vol.:ntien, da i Monaci . Una vdione racconrara al Papa 
e gli fcrupoli infolti nel1a di lui delicata cofcienza, furono cagione, 
ch' egli ordinatTe, che turro quell' oro ed argento foßè ricondorro al 
ÎLIO Monifiero. Maggiormeme intanro fi ilggravava la di lui malarria; 
c perD uniro il Clero e Po polo Romano, I' obbligò a promerrere, 
che in cafo di fua mone non patTerebbono all' elezionc del nuovo Pa- 
pa, finchè non fotTe tomato dl Gcrmania /ldebrando Cardinale SudJja- 
co no de:la Chiefa Romana, e Abbate di S. Paolo, chianuro Ja Lam- 
berro (b) 'Vir & e/fJljuentiæ & facrarum Liferar14m erudifione 'Valde ad. 
mirandus. Era 
udh naro inviato per comun parere da Roma all' 1m- 
ptt'adt'ice Agneft per gli affari e bifogni occorrenCl di <juefli pericolofì 
tempi. Andofl('ne poi il Pont.::fìce Stdano a Fllcnze in Tofcana a 
trovarc il Fl':\tello, c vi [[OVÒ anche la morre, che 11 portò a migìior 
V 1. vita 


(b) LA1nler- 
INS StùJna- 
bllrglTiþs in 
Chrømto . 



I r6 ANN A LID' I TAL I A. 
l;RII Yu!
. ,'i[a ne1 dì 2.9. di Muzo, alIifl:i[1') nella ma1ania dal fanto Abbate di 

hso 10 5 8 . Clugnì Ugo. Dio onoro la fua fepolrura con v,\rj mir,lcoli . A quella 
nuova il Pop01o Rom1no, che nûn s' era mai í:1puro accomodare ad 
aver Pomefici TeJefchi, e fpezialmenre elerri Jail' I mperadore, muo. 
che i cinque ul[imi venuti' di colà fof1èro n.ni perfonaggi fami, 0 al- 
meno afTJi benemeriti dclla Chief... Rormna: fece toHo un gran bro- 

Iio per creare: un Papa Romano. Gregorio Figliuolo d' Alberico, 
COlne Tulèolano 0 lia di Frafcf\
i, uni[o con altri po[enti di Roma 
(a), e guadagnara con dar.ari buona parte del Clero c popolo, corfe 
in tempo di none con a(f.li genrc armata alIa Chiefa, e Guivi [umul- 
wariarnenrc fecc eJeggere P'1pa Giovam1Ï F'efcovo dì Veletri, foprano- 
minaw poi ft1incio ( parola fone [r:\r[a dal Franzcfe .Hinc
, che figni- 
fica \'3 l.eggiet,c e Ba/oYdo, e porè dar }' origine alia parob ogglJ i ufa- 
[a di Afi1JCÍOIlC, ll,fir.chione) it Gu:.le afTunfe il nome èi Bff/cdetto X. 
Era uomt) pri\'o aff,ltto di Lettere per anefiato di S. Pier Damiano. 
A qudb fregola[a elezione , comraria a i facri Canoni, e fana anchc 
fenza il con{entirncmo della Cone Gerrnanica, ci(Jè comra del giura- 
memo intorno a ciò pretlato al dçfumo lmpcrador:: Arrigo 111. e 
comra del forte divicro fatw dall' ultimo defunto Papa Stcf,lOO IX. 
a quetta dezione , d1lIì, con [utto vigore Ii oppofe il fuddc[[o S. 
Pier Damiar.o VelcO\'o d' Ollia cen gli altrj Cardinali. Pro[clhl'Ono, 
in[imarono fcomuniche; ma ind;trno runo . Furono eûì allretti a fug- 
girlène, e a nafconJnfi per timor dcl1a vi[a; c il Popolo, giacchè 
non Ii potea avere il \'efcovo O/lienfe, a cui app<lrreneva la conCe- 
crazion del nuovo Pomdice, per forM obbligò I' Arcipre[(: d' Ofba, 
uomo ignoramc:, a confecrar Gu::flo il\eginimo e Simonic1co Papa : 
cofa anch' el1a affano ripugname alla dilciplina della Chiefa. 
GiuntQ in Germ'ioia r avvifo della moTtc del Papa, e nello fl:c{fo 
terni-'o qu::l della novità commdfa in Roma, non tardò l'Impcradrice 
l\gnefe a rimandare in Iralia il Cardinalc IldebrJndo con orJlI1c JI an- 
dar di concerto col Duca Go[ifredo, per provvedere a quelli difor- 
dini. I manto arrivò a quclla Corte, per aneflato di Lamb<:rw, un' 
At11hakcria di que' Romani, che non aveano acconfenriro aU'intru- 
fione di 1\lincin, rapprefenrandoli promi ad o(fervare verfo il Rc Fi- 
gllUolo q.udla fedd[:ì, che avcano maluenma verfo I'r\ugufto CUD Pa- 
dre, e prcgandû caldamente il Re di mandar IOTO quel P .!pa, che gli 
piacdfe, perchè ognuno abborriva l' inrrufo. Si tra[[o dunque di c1eg- 
gerc un Pomefice legittimo, e s' accordarono inGeme neì\a Ciuå di 
lb) Ca..ði- Siena, dove fu celebra[o un C')ncilio, i Primati tanro Romani, che 
,!,d. .Arago
. TedeIChi., (h) per alzare al Trono Pon[ificio Chef'ardo P.efi:o.vo dl Fi- 
In 
Jla 11,',. renze, di nale-i[a Borgognonc, perfonaggio per It:nno, e per onimi 
tolal JI. fi ' d d .' - bl ' J) " S ' Î. I ' d 11 ' 
P. J. T. Ill. co Ufm 
gno I SI lu Ime Ignna. I auele ne nmanente e anno 
Rtr. ÜüllC. a preparar la forza, c a fJr negoziati per atrerrar I' ufurpa[ore dell:! 
(c) G4l1frid. C-1uedra di S. Pierro: il che ebbe compimemo oell' anno feguenre, 
M

I/lttmJ ficcome diremo. N d prefeme, per te1limonianza del Mala[erra (c), 
tt o ;: c. 3 0 , fu nella Cala.bria una. terribil ca.rcl1ia c mortali[å. Era già venu J w in 
ta- 


(a' 1 t' 0- 
Jh.fis 
I. 1. c. 101. 



ANN ^ LID' I T 1\ L I A. 157 
It.llia Ruggieri, minor Fratello di Ro!Jct,to Guifcar(lo, giovan-e, che: reI' 
v.lIore, per cloquenza, per 
ccorreZZ:l non avea. pari. Si die.:!e ancb' 
cgli col conÎenfo del Fratello a fJr dcl1e congui(le nella Calabria, la 
mctà dclla qUII Provmcia g\i fu 0 promdfa 0 conceduta dl eíT'o Ro- 
beno. J n qudl:' anno an cora il meJeíìmo Roberto, \'edendofi Îalita in 
[Jnt,1 potenza, Îdegnò d' aver più per 1\10glie Alberada, che gli avea 
panonto un F'giluolo appelIato Abrco, e con alrio nom
 Boamondo, 
Principe, ch
 dlvtnne col tcmp.> a/1ài celebre e gIorioÎo. Trovate 
pcrcio ragioni 0 prctefii di parentela, h ripudiò; ed anfÌaÎo di nozz
 
pfù illultri, prere per Moglie Sigelgait
 Pi-gliuol? del defumo Guai- 
mat':o Jr. Principe di Salerno. 1\'1:1 Guglielmo Puglicîc (a) rifel ilcc 
a!l'anno lèguenre qucl1e Nozzc, aIle quali a [Urta prima Gifolfo II. 
allor.1 Principe rego.lOte di Salerno, e Fratello di Sig(L
aita, fi m0- 
firò rcnitcnte; mJ poi condiîcelc , per non tirarfi addotro la nemici- 
zia di qudla fiera N azione, e rerche guadagnò nel contratto aIcune 
Cafiella. In qudl' an no P. Jdus Jllnii, tndiélione X t. dimorando in Fi- 
n:nzc il Duca Gotlfrcdo, accordò a i Canonici di .L\rezzo Ia fm pro- 
tc:zione. (b) Diedero unitamcnte tal Privilegio Gottifredus divina fa- 
'Vente clementia Dux & .V1at'chio, & Bcat,.ix ejus con;ux. Parimeme il 
mede1ìmo Duca XVi. Kalendas Januarii, IndiélioN
 XlI. cioè a dì 17, 
di Dlcernbre dell' anno prcfeme, mentre riîedeva in giuJizio intus ca- 
fù, fjlJæ eft Sala de Pa/atio de Ci'Vitatem Lucen/
, confermò ad An{elmo 
Yejcovo di Luc.ca che fu poi Papa Aleffandt,o Il. la Chief., di Santo 
Aldfandro, & mi/it hannum Domn; lmperatoris (benchè non peranchc 
Arrigo 1 V. godelfe queLlo titalo) [uper eodem Anjèlmo EpifcOpus. per 
maggioI' ficurt.l.za di lui. 


Anno di C R 1ST 0 MLIX. Indizione XI I. 
di N ICe 0 L ò II. Papa I. 
di ARRIGO IV. Re di G
rmania e d'Italia 4. 


S VI principio di quefi' aono il nuovo eletto Pontefice, che atTunîe, 
pofcia il nome dl Nicco:ò II. s'inviò da Firenze alia volta di Ro- 
ma, fiaocheggiato dalle mllizie di Goffredo Duca. di Lorena 
 Toîca.- 
fla, Prmci pe allora potentl!lìmo in 1 talia. Fermoffi a Sutri, perchè 
la poíT.u1za dc' Conti di TuÎcolano era grande nella Città. Qtivi raunò 
un Concllio di Vefcovi per tr,ltrare èe;la dcpofizion di M,;ncio,. 0 fil 
di Benedetto X. f.tIÎo Pomefice. (c) Non afpettò Mincio la forl.a, rna 
fpontaot.amente depote Ie infegnc Pomificali, c fi ritirò 
IIJ plOpria 
caCao Ciò iottÎo') I'eletto Papa Niccùlo, tenuta conlìglio co i Car- 
dmali, îcnza accompat;namemo di lòldateíche, e con (lJ(ta umiltà cn- 
[1'0 in Roma, dove accolto onorevolmente dal Clero e Popolo fu in- 
UOniZ)d[O: dal qud tempo ha principio I' Epoca del Îuo Pomificato. 
Da lì pofcia a pochi giorni fi pn:[cntò a' fuoi picdi Mincio, chiedcnd.o 
pcr- 


.... 


ERA Yo:..!. 
Afoil\O 10, 


(:\) GuiIltl- 
mus .Apul'4. 
1. 2.. Poem. 


(b) .A nt;qN , 
1tlllie. Dlf- 
f trt . 17. 


(;:) Cd,.di- 
n.11, A,..IJ;';'I. 
;n V,tlJ Ni- 
colli; /1. 
p, I. 1', 11/. 
F.eT. Itnl". 



J; 8 ANN A LID' I TAL I A, 
}
 RIo Y o1g. r
rdono con allcgar per ifcur."1, che gli era (lata ufata violenza, con. 
ANloiO 10 59. rerrat1
o nonJirneno il fuo ,fJlIo per aver mancato al giuramcnro. In 
pena del (uo rcatc retlo degradato dall' Ordine Epifcopale e Sa- 
cer,ioralc, e confinato in fal1ta Maria Maggiore. Fece pofcia Papa 
N iccolò un viaggio nelb Marca dl Carnerino ful principio di Q!lare- 
fi 'na, e in tal occaGone creò CJrdimle Dcfidl!rio infigne .-'\ bb.ne di 
Monti' Cafino, TrovoíIì il mt:defimo P lpa in Spoleti PI. Nonas 
1fat'- 
(a) Chronic. tii, e quivi c0nf.:-rmò i Privilcgj al Moniflero del V oltumo (0). Er1 
Vl4ltJ.rl'enf. egli f/ 11 J. ldus \[artii in Ofimo, dove tèce la fudJetta grazia a Mon. 

. Jl.) T./" tc Cafino, Ibunò pofcia un numerofo Concilio di ccnto tredici V c- 
(

'T./
;.. fco\'i nclla B lfilica Lateranenfe (b), com:ndo il Mefe d' Aprile, in 
C07lcilior. cui fu {bhiliro un (;IJute\'ol decreta intorno all' eJezione de i Ro- 
labbè m:mi Pontehci, da farG in Roma p1'incipalmeme da' Cardinali, e poi 
pdg. 1099. dal refhnre Clero e Popolo, fa/vI debito Ixmot't & revet'tntia di/eéli Fi- 
lii noRy; IIenl";Û, qui ;mpræJmtiarum Rl!x habetur, & [lItllt'US 1mpera- 
tOT Dl'O concedmte (þeratur, fieut jam fibi concejJimlts, & SlIeeef10ribus il. 
, lius, -qui ab Afoftolica Sed, petfcnaliter hoc jus impetrave."Ïnf. Nella Cro- 

]rX;;:nlC. nica dd MO,nifier? dl Farfa (ç), ,,h me data 
1Ja ]u
e., fi leg&c 
udf? 
p, JJ. T. if. Dccreto piu coplOfo, che nella Raccolu de ConCl]], perche v ha II 
Rer. Irnllc. <:atálo
n di tutti i Cardinali e Vefcovi aflil1:cori al medefimo Conci. 
]10. E quivì fi Il"ggc qualche giunta alle fuddett
 parole, cioè fietd 
jam mediante e;us NutJtio Lov
obardÌle Canee/lariø IV. eÐnceffimus, & 
/licc
fIòïum iltius,. <jlli ab hac .Ap
ftolie
 Sede perfona/iter hoc jus impura- 
'Ver;nt, ad eonfrn(u." novæ elet1Îo1Jls tlecedant. QueJ C:mceJliere dovrebbe 
efTerc /r;bl't,tus, cioè Gibert(J, che fu poi A rciveícovo di Ravenna ed 
AI1(ipapa, l11a che non era g;à 3110ra Arcive(covo di Ravenna, in 
guiíJ che quel n1bcrt!.is .Arcbic.piJcopus, che G Icgge nelle fotrofcri. 
zi,)I1i, flr
 A rci ve[co\'o d' altra Chief a , fe pur qud nome non è fcor- 
retto. Forfe ivi era Cerino /Vido, cioè Guido Arcivefcovo di Milano. 
In ql,;cLla maniera il Papa rimlle ne'termini dell' antica confuctudinc, 
da noi pCI' pill Secoli oHervata, l'eJezion de"Romani Ponrefici, con- 
fermando1a a i Cardin:i.li e al Clero e Porolo Romano, rna con n- 
ferbarn
 I' approvazlOne al regn.UJre f mreradore, prima di confecrarlo. 
Preva1endofi in ohre dclla m;nornà del Re Arrigo, fece diventar quc- 
fio un Privilegio perlonale, accordat() dalh fanra Sede alJ'lmrerado- 
J'e: il ch
 not} s' udi mai in addicrro. E i Greci, e i Franchi e i Te- 
defdu Auguf1:i finqul aveano íoftenuto, che que(ta fofre una prero- 
gati\'a del1' alto 101'0 dominio in Roma, e in concedere gli Statj al 
Romano Pomefice fi riferbavano per pano quetlo da lor rretefo di- 
rino, Non po-rca pcrò pretenderlo Arrigo IV. perchè I1n qui 
gli 
non era 1m peradore. Vero è, che \'cdn:mo da <Juì a non mol to , che 
fu rivocato anche qudl,') medefimo Decreto di Papa Niccoiò II. In 
elfo Concilio Romano BerengariC) abiurò per la prima volta Ja fua 

d\ cardin. EreCt,., e turono proibltc non meno Je Simonie, che i 
1.ttrimonj, 
de 
1ragm. 0 fia ï concubmau de i PreLÍ. Abbiamo daJla Vita di quefio Ponte- 

::.' 
/:l
:: fice Cd) raccolta dal Cardmale Niccolo d' Aragona, chc i Normanni 
ß1i 



ANN A L I D t I TAL 1 ^. 1)0) 
gli fpedirono Ambafciatori Con pregarlo di venire in 
uglia, promer- 
tendogli ogni foddisfazione. V' :mdò in fani Papa N Iccolò dopo Ie 
Fdie di Pafqua, e per audbto di Leone Olhenfe (13), e di Gu- 
ghelmo Puglicfe (b), celebrò un Concilio nella Città di Melfi in Pu- 
glia, e non già in Amalfi, come han fuppofto ;Jlcuni, 
. P,"tt[ulibus centum jus ad S)f1odale vocatis. 
N amque Sczcet'dotcs, Levit.e, C/ericttS omnis 
Hac t'egiont p,lia1Jl fe conjulJo fotiabant. 
Imervenne a que! Concilio :mche Riccardo I. Conte d' Averfa? 
che poi fu ,Principe di Capua coir efpulGone di Lan:io/fo r. 
elh 
era dl Nazlone Normanna, e Cognato di Roberto Gu
fca!do ,merce del 
mJtnmomo contratto con Fridefinna di lui SoreHa. Palso 11 Papa a 
Benevento, e fuori di quella Citt;Ì ful principio d' Agol1? tenne un 
altro Concilio, dl cui Ii vede fatra menzione nella Cromca fuddetra 
del Monifiero di V olturno. Fra gli altri, che vi fi trova
o.no, (
 
coma lldebrandq Ctwdinale Suddiacono. Ma dopo quefio Conclho egh 
ci comp
r
tce davanti promo{fo a più alto grado, cioè creato 
ardi- 
nale ArcIdIacono dell a fanta Rom:ma Chiefa. In una Bolla fpcdlta d,d 
medefimo Papa Nlccolò II. nel dì 14. d'Ottobrc del prefcme anno 
in favore del Monifiero dl S. Pietro di Perugia, e pubblicata dat 
Padre Margarino (,,), egli fi fottolcrive: lIildebrandus fju:l!iscumque Ar- 
chidiaconus [anEl.e Roman.e Ecc/eji.e_ 
Dopo quefii Concilj att
IC il vigilantiffimo Papa a Ibbilire un 
accomodamcnto co i Normanni. In vece di volerli ncmici, da uom.) 
f:lggio fc li fece amici; c il tcmpo molhò- 1 f.-uni del fUG fenno, 
pcrchè i Norrnanni dlvennero 10 kudo de'Romani Pontefici, e Ii fo- 
itennero in più occafìoni, c Ii mitèro in piena libertà c: indipenclenz:! da 
gl' Imperadori. Concedette dunque- Pap:! Niccolò in Feudo a Ro- 

erto (juifca
do glt Stan da lui conquifbti in Puglia e Calabria, e 
11 rello che it potc{fc da lui conqUllbre non folo in queUe comrade, 
ma anche in SIcilia, dandogli ii tÏtolo di Dues di Puglia, CaÜ!lri.z c 
Sicilia. Guglielmo puglierc anch' egli Icrive: 


R(Jbertum dOIMt Nicolaus honore Ducl]/i; 


ER A. Volg, 
ANNO 1059. 


(a) Leo 0- 
fiimþs 
I, 3, cap. I3. 
(b 1 Guil:e.- 
mus .ApulrlS 
I. 2. l'oe111. 


(c) U :f1Iar. 
Col{i;l..: , 
J'w., 1 I. 
L
nß. Ic-:{. 


notiz.ie nondimeno, che è difficile d' accorJarle con Leone Ofii
n- 
fc: (a), II quale lafclò Icrino, che Roberto dopo 1a prdå della Città (d' 
eD 0- 
dl l
eggio 111 Cal
bna, ex tunc cæpit 
ux appellat'i. -\nche il l\r1a}a- fl';l!: lC:: r . 
terra icníTe 10 íleHo. ReggIO fu prefo Jolamcme nell' anno ro6o. Co-- 
munque fia, vlen riferico dal Cardinal Baronlo (t') il giuramento di 
fc:dc,1tà, chc: efTo Roberto pretlo al fuJdctto Pontcficc, con obbii- 
garh dl pagarc l1gni anno alia 'ånta Sede dodici dcnari di montra 
l/,wefe per ogni palo di buol. Cercano alcuni, can qUJl titolo Papa 
N lcolao deOe tale lDvc:H.itura a i N ormanni, chc fu la primordiale 
del 


(e' B:lrOll, ill 
.A r>1",lrb. 
ad hunt: 
.A nhN111 . 


.. 



I (j:) A .. S .t LID' I TAL I A. 
FHA YO'
. dcì RCh
"" :1ppel!.Ho oggidì di Napoli, e v'aggiugndre nnchc f:1 
AN"OIOS9. Sicili,\, iu cui confervav
no il bro dirirto i Greci Imp..::r.\dori. Cerro 
è, che in GueUi rcmpi fi f.\cea rnolro valcrc la Donazinn di Colho.. 
r1'10, nara, p
r quanro fi può credere, nd Sccolo Ottavo dell' Era 
no!ira vdgale. Nè forf
 per l'ignoranza d'.lliora atcuno s'accorgc- 
\':1, ch'dla (rITe II:! Documenro apocrifo, t:ilmenrc che S. Leone IX. 
Papa nella hmg.1 Lenera fcrin3 a Mìchetc Cert11ario Parriarca di. Co- 
fhn r in0p(,li neW:mno 1Qn. (a) cioè rochi anni prrma, la proJul1è 
q!Jali Wtt.', e Ð1.ltumamenre quelle p
rolc: 'l'am Pa/atium rOl1mm, 
(pi'm ROm{!l:am Ut'hem, & cmnes Italiæ, fm Occidcntaliu1J1 ,'egiomtm 
j'ur..:Ìlrci-u, Loca, {5 Ci':-'Îtates [æpdato bcatif!imo Ponti{;ci & Patri 1/0- 
/,"0 SHveßro l J ;;Í';.:et-(.eìi Papæ eon!t'admtes atfjlle rdinquentes, ei 'lJeJ Sue- 
(
fIù,'ibus irÞus p(ltitificihus pot
/l(llem & ditio1Je1ll .fnl1am lmrt'r'Ùz j CCí1- 
I'ïa pet' v.me Diva/em ju./Jionem & P,.-a.gmaticltm conjlttfltum decen!Ïmlts 
d/
'J{}ne1'1do, atquc juri .ranEl
 Rcmanæ Ecclefite concedimus penizan{ttm. 
Ft"cc anche gran cafa di tal Don,:zionc alcuni r.nni dappoi S. 1'1('1' 
Dami:mo in t: n fllo Di;;logo (b). Non c' è ora r
rfona dona, de 
nO!1 t:lppi1 ef 1 cre quella uea f:mura dc'Secoli pofierloli; ma nol fa- 
pC.!I\C', nè Ie n' 3ccorgc:mo i Rom:lni di qncHi rempi. Sernbra :tnco- 
J<I, clie circa qudll mcdeftmi rempi fof1ero d:ui fuori can delle giunrc 
i DII'I.oml di Lodovico Pio, di O[(on
 I. t' di Arrigo I. Augufli in 
f.wore (-!ella Chief., Rom:tI1J, dO\'c c parlato di Benevento, dclla C:tlabri,l, 
delb Sic:l1a, e d' aIm I'JcG, coerenremenre agI' illtf'rd1i Ji que:li rC'mpi, 
m I can diícordiJ da quei dc'Sccoli preccdcl1ri. I'otrebbdi credere, 
cb
 su 
a!i fOI1:.hmentl {j pi:mtaIT
 il principio de i dirirri, che da 
:111.''-'1 fÌnqu,ì, (ioè per r.lOri Sceoli go de b Sed..: l'lpollohca fopr:! Ie 
due Slcdu:, nellc C]u'l!i In (1:a
illto una sì .llUtenrica e gillib fO\ r.mitå 
e r retni7.Îúne, contra dl cui non.6 può allegare ragione alcuaa. 0:- 
If;:' dl ch
 può anchc d:lI'fi, che non mancaf1ì:ro a) Ponrdicc N icco)ò 
11. al[\';: riì. fUllìllcmi ragioni dl dedizione fþonranca, e di crffiol1c 
anche da\h rarte dell' J m.pcrio. Certamente pa acre/faro di Ermanno 
,c) Ctnti- Co rr, tea (t), "Trigo I J. I mperadore avea cOl1cedmo al tànro Pap,\ Leone 
,," 
r3
 1-!tr- . X. plcrnql/e j;J Ultra Rotì1:?ílis partibus all [,UtilI jus pu,tinentia 1t'o Ci- 
''',mm C
l
- r ! ' , !.' d ' C fì l'.' d S 1 )' 
traélj in J..l !jJllZ/S In c/Jne.zm!JIltiiJ aIls. .)mullque fa, nOI lilpplarr.o a . Jcr 
cb'OIJico. O.uìlI:lno (d), cite la Corre Gcrm,m:ca con atT:1i Vercovi nel Conci- 
{dl p'ttrr
s liJbC'\o di B dile,l, dappoichc pa!so a m:ghor vita Papa Nlecolò Jl, 
r:.H
Itlnj CI!
Ò MJlli z, fj,læ ab CI) jileY/wl jl{!tltta, e perciò rdia lungo di du- 
upu,(
l. 4. bi'2' e, che In G.erm"nia fuLTe èifapprovaro qucflo f.nw di PJpa 
t\:lccolò. D:cde anent' 10 ítdl'o l'on(c6cc I'lnvdlirura dl Capu,l, e 
del f'..l" Pnnur:no a Ricc,I1'do 1. (I) Cognaro di Roberto GUllcardo, 
rurto
 hè ('on nt. foffe peranche in polïdla. CIO fatto, perchè non 
r .r..::a toffcnrc il m.lgn:wimo Pap.l, che i C.lpltani e porc
m Rom,mi 7 
e l1O.lfiìmarnenre i Conti dl TulcoJo, 0 ficnn Tulco\.mi, a.vdli:ro oCCU- 


'J C m!iu- pata tal1[1 bt:ni pam01on131i c SrJti d"lIa Chiet:l Rom:ma con tcner 
tIi ,tle Ara- dl1chc jn cerra guifå come fchlavi i Pnntd1cI Romani: (f) comll1cio 
S;:,/
:1, I, I V l lt. a \'alerG del flaJ.'cllo de' Normanni lit.lli, P er mettcrc in dovcrt lIUt' 
......1.."'..11 . D N ' 
0- 


(a' Leo IX. 
i'" fI 1, 
Tom, IX. 
r r,'Cllior. 
Latb, . 


(b' PttI'ltS 
Damiani 
Of I t. 4. 


(
\ [rð 0- 
{litrfis Cb,. 
I:b. 3. 



A N )I A LID' I TAL I A. 161 
N obili Cuoi ribelli. 1tirornaro dunque a Rorna, fpedì un efercito di J: I. A Volg. 
quella gente masnadiera addono a Pald1:rín:t, a Tufcolo, ora Frafca- ANNO 1059. 
ti, a N omenta, a Galeria. Furono rod1ì a f.1cco tutti que'luoghi fino 
a Sutri, e forzari quc' N obili all' ubbidienza del Para, e can CIÒ Ii- 
berata Roma dalla lor tirannia. 
I. Abbiamo dal Continuatore d' Ermanno Contratto (a), che in (a) Cønt;- 
queft' an no c!"Jo inter O ft-!ediola l1 nenjes & <Ijcìnenfts b
lIo, 11I A u/ti l e tì x N s tra- :::a:;
 
;:: 
fue pat'te CfClaet'unt. I que a, guerr
 ((:ce 11?enzlone ,rno 0 to. trRt1.;nCh,.. 
rico Milanefe (b) de' correnti tempI, can dlfC
, che I Pavefi non (b) .Arnulf. 
vollcro ricevere un Vefcovo dato loro dal fanciullo Re Arrigo, tut- H.;jf,r. Me- 
tochè foOe ilaco anche conCecrato dal Papa. Altrettanto fecero poco IIlolan. 
 3. 
apprdro pan mente gli A tligiani" 
o,n rifi

are .un V cCcovo da lor? t. s. U' . 
non e1<::t[O. Per inrerct1ì ancora clvlh la dllcordla avea avvelenato II 
cnor de' Pavefi e Milanefi. Gran tempo era, che fra quelle due Città. 
populatißìme, e Ie maggiori del Regno d' halia, bolhva una lègreta 
gara ed invidia, aneorchè ognun fape{fe, che Milano andava innanzi 
a Pavia. N lUna d' eOe volea cedere aU' altra: e quindi per etrere COI1- 
finami, ndcevano bene fpdro ammazzamenci d" uomini, faecheggi cd 
inc
ndj. Si venne ad una palefe rottura. I Pavefi conofcendofi Înfe- 
riori di fone, aCToldarono delle truppe forefiiere, e diedero il guafio 
a' confini. del Milancfe. Uícirono in campo anche i Milanefi, avendo 
tirati in loro leg1 i Lodigiani j cd ancorchè parte deUa loro Arm.ta 
fotto I' 
1rciveJco'z:o Guido gucrreggia(fe in altre pani, pure vennero ad 
un fano d' arme, che fiurd fanguinofifiimo per l' una e per l' altra 
parte, fpezialmente per la mone d' a(faitlìma N obiltà. Rellò il campo in 
potere de" Milanefi. 1l1uogo della Battaglia fi chiamava fin da'vecchi 
tempi Campo Morto. Siechè noi cominciamo a vedere Ie Città di Lombar- 
dia far Leghe e Guerre, c:: metterú in libenà: il che andò a poco a poco 
crefcendo; tutti effetti della minorità, cioè dell' impolenza del Rc: Arrigo 
Jr. Eri'a negli anni addietro nato in .:\1iJano un grave Scisma, che ogni di 
più andava prendendo fuoco j perciocchè prlOcipalmente nel elero di 
quella infigne Città s' era introdolto I' abufo, che i Preti e Diaconi alTai 
nocoriamente prendevano MogHe: il che in buon linguaggio vuol di- 
re, che viveano nel coneubinato . QJefio morbo era tamiliare per 
I' Italia, ed aveva infettata anche la 1teOà eittà di Roma : colpa per 
10 più de' Velcçvi, poco attemi aUa lor greggia, e talvolta ancora 
tinti della medefima peee. L' efcmpio della Chidà Grcca tãcea lor 
credere lecito I' ammogliarfi, fenza volere far cdfò della Ditèiplina 
cofiantemence o(fcrvata fin da i primi Secoli della Chieiå Latina, in 
cui fu fempre vierato a i Pred e Dlaconi il prcndere Moglie, 0 fc 
prima I' aveJno, I' ufo delle medelÏme . G;mtra di qud1:i inconrinen- 
ti e fcandalofi Minifiri ddl' Altare, a' quali benchè impropriamente ú 
;I[[ribuilCe l' Erefia de' N icolalti, alzò bandiera Arialdo Dlacono, uo- 
mo zdamiilimo dell' onor di Dio e delJa Ilu. Chie/ã, ed egli fu che 
commoOc II Porolo contra di loro . Guido Arcivt:fcovo, tàutore de' 
Pr
ti, neI Concilio dí Fontaneto profferì fentcnz.a di fcomunica con- 
er'11I, Yl, X, tra 



161. ,. ANN A LID' I TAL I A. 
Ji'u Volg. tra di Arialdo, e di Landolfo nobile Laico Cuo C'ollega. Ma quecto 
^NI\O 1059. non Cr:rvi Ce non ad accreCcere il tumulto e I' ira di una pane del Po- 
polo. Arnalfo, e Landolfo CenÎare, Storici Milane6 di quelli tempi 
(a) fir,,"'/. (
)., cd Avvocati dell' incontinem:a del Clero Ambrofiano d' aHora . 
V' Llm,dul- dlffuf.1mrnre parlano di quella Tragedia. Ora l' indefdTo Papa Nic- 
i};&{

IQ';.;,
 CQIò : infotmato da più parti di cosl fircpitofQ dilordine, fpedì in 
Jü,l. T. 11', quefi. A '100 , fe pure non fu nd fine del precedente, due fuot Legati 
J{tr, lllilic. a Milano ,per cercame i rimed] . 
eni wrono Piðt: Damillnø., fanto 
e 
elebrauffimo Cardinale e Vefcovo d' Oaia, cd Allfeltllo da Bad_f.;. 
Mllanefe , già creato Vefcovo di Lucca. Andarono dE aoche per if- 
radicare il viziC' dena Simonia, di cui era patentemcnte rea l' Arci- 
vercovo, giacchè egli a niuoo cooferiva gli ordini Eccldiaftici fenza 
fadi pagare. Trovarono cí1Ï delle oppo6zioni, e concra di loro Ii ven- 
ne anche ad una follevnione de' parzia1i de g1i Eccldialt.ici - Pure 
per la f.wiezza cd cloquenza del Damiano querati i rurnori, quell' Ar- 
CÏ'wercovo canfefsà il fuo fallo, cd accettò la penireDza impaftagli - 
Così fecero anche gli altri con reíbr proibita da 1ì innanzj Ja Simo- 
nia, c: l' ammogliarfi dci facri Mini!\ri de1l' A1tarc . Vien dittefamen- 
te narrato qltefta fareo da1 medefimo S. Pier Damiano in una fua Re- 
(þ) 
"r/4J la7.i
me (
). e a lungo ne parlano il Cardinal Baronic. (,,), e, i
 Puri- 
:DamiAn; eclh Cd). Dopo quefto I' Arcivercovo Guido anJò al Cancillo Ro- 
Vp"{,"1. s. mano, dove c:bbe buon trattamento dal Papa, alia cui defira fu po- 


:aj
'
:
 fio, 
 giu.rata. a lui ubbidienza, Ie ne tornò li
to a cafa. Ma, Pie
 
dlþaftic. Damiano In ncompenfa delle fue fatiche fu (poghato dal Papa de fuo 
&
) I'Hri"l- Bene6zj, e ricevette altri affronti. per Ii quali tl\odeUamente diman" 
lIIIS, J'I
A S. dò licenz.a di rinunziare al fUD Vefcovato d' Ofiia. Nell' Anno pre- 
t)'Ab
;jli". fentc,,. f

ondo G
glielmo Pugliefe (
) '. R,herto G"if!ardl. Du.c,," di 
.Alulus 1.1. Puglia S ImpadroOl delle Città di Canan, RolI'ano, Cofcnza, e Ge- 
1>11","'. rad nella Ca1abria _ E Gotifi-etlo Duca di Lorena e Tofcana , intitol
: 
to Dux & Mu.hio con .Arnaldo JTe(co'Vo e Conte teone due PlaclU 
nel Contado di Arezzo, Anno D01lllinicle }1IC1u'nal;ollis MLIX. Rtgntm- 
(f) "',,'iqll. 

 ,HeJWicQ Rege., Menfe 7"";., InJiétione XIII. (f) Dal che fi raccl)oo 
11111ic_ Dif- ghe, che Gotifredo avea moh:o bene alTunto iI governo àclla. Tofca- 
/erl,6.f7J1. na, e il titolo di Marchefe di quella Provincia. e che Don DC fo{fe gti 
fcmplice amminifiratore a nome deUa Moglie, c di Ma.tilda fua Fi- 
ßliuoIa, come ha creduto taluno. In oItre ne ricaviamo, ch' egli ri- 
conofceva per Re d' Italia Arrigo IV. In uno d' eill Documeoti com- 
parifce RfJtÌleriMJ filius U1.iâon;s Duds & Marcbionis, cioè di quell' UgU&- 
'" tione, de a' tempi di Corrado I. Augufto era flato Duca c Marctlc- 
fe dcIla Tofcana. ' 
.. '
.. 

'(t
 .
. 
,

> J.lC 
ifI"'4
 

,,,, 
 


.4nno 



ANN A LID' I TAL I A. 


16] 


Anno di C R 1ST 0 MLX. Iadizione XIII. 
di N Ice 0 L Ò II. Papa 2.. 
di A R It I G 0 IV. Re di Germania e d'Italia r. 


F Ece if Pontdìce Nitcolb 0 fuI fine del precedente, 0 fuI principio FRA Vo
. 
di quell' Anno, una fcappata R Firenz
, quando fuffifta una tûa ANNOI06o. 
Bolla in fuvor delle Mon
che di Santa Felicita r I. ldas Janua.rii, 
npportata daW Ughelli (a) . Portato.fi poi al Monillcro di Monte Ca- (a) Ut btll 
fino, quivi creò Cardinal Diacono Oåerifto Figliuolo di Odcrifio Conte ltal. S<<CI:. 
di Marfi. Depofe Angelo P'efco'llo d' .'\quino, e in Iuogo fuo ordinò r'lm, Ill. 
Martin, Monaco Cafinenfe <Ii nazion Fiorentino. Anche Pietro altro 
Monaco di quel Moniftero di nazion Ravennate, fu confecrato Ve- 
fcovo di Venafro, e d' Ifernia. Ed aHora fu, fecondo Leone 0- 
ftienfe (
), ch' egli creò Duca di Puglia, Calabria, e Sicilia Roherto (0), Lt, 
Guifcardo. Null' altro di rilevante, operato da queß:o valorofo Pon- oft h 1t1J l!s 
fi 1 1' A fc " 11." fc b I ' C røRIC. 
te ce ne 1 nno pre ente, e glUnto a nOura nonZla, e non c e eg I lib, 3. c, IS'. 
andò at Monillero di Farfa, dove nel Mefe di Luglio confecrò varj 
Altari, e diede poi a quel facro Luogo la conferma de' Privilegj (c). (c) ,Antiqu. 
Intanto ,S
efa
o Cardinale da lui fpedit
 in Fr
ncia ten':le un C
n
il
Ð fl::
c, o
;f- 
nella ema dl Tours Cd) , dove alcum eanom (pettanu alia Dlfclph- (d) L
bh
 
na Ecclefiaftica furono pubblicati . Per quanto s' ha da Guglielmo Pu- CtlnClI. 
g1iefe (e), fi fcoprì forfe neU' Anno pretènte una congiura di dodici Ttlm. 1-!-. 
Conti Contra del fuddetto Roberto Gui[cardo, ordita ipezialmente da 
) FU/
lel. 
Goffredo, Gocelino , e A bailardo, N ormanni nobili, tutti malcontenti /:::.' .
. 
di lui, perchè egli tuno volea per sè . A bailardo fra gh altri, N 1- 
pote d' etTo Roberto, non potea fofferire di vederú fpogliato da etTo 
fuo ZIO de gli Stati, che erano di Unfredo Conte fuo Padre. De' 
congiurati chi fu prefo, chi fi falvò colla fuga. Ma io non accerto 
che in quell' Anno fucceddfe tale attentato, perchè Guglielmo narra i 
fani (enza affegnarne il tempo. Sotto I' Anno prelème bensì raccoma il . 
Malaterra (f), che i due Fratelli Roberto Guifcardo e Ruggieri, anfaDti 
) 2/7'1'1- 
dietro alia conquifta di Reggio, Capitale della Calabria, fi portarono tt

. 11h
-r. 
ncl tempo di State all' atTedio di quella Cinà. Refifterono un pezzo C4p. 3. 
i Greci padroni, ma in fine a patti di buona guerra fi arrenderono , 
e qucl prefidio pafsò a Squillad. Fu queß:o CaUdlo atTediato anch' 
etfo, ed ob
ligato .aU
, refa d
 Ruggieri " Nella 
ronic,he[[a Amal6- C!) ANtiqu. 
tana (g) abblarno dt pm: Cloe che II GUlfcardo rlduffc m ruo pottre Italic. T. 1. 
anche Ia eiuà di Cofenza; con che tutta ta Cabbria venne fotto il p.g. 2.I3. 
dominio di lui, ed allora fu, ch' egli, fecondo il fuddettíJ Malater- 
ra, prere it [Itolo di Dllc",. Leone Oftienfe (h) è del mcdeGmo fenri- (h) Ltl 0- 
mento, ficcome dicemmo, con aggiugnere, che il GU'tè:ardo dopo la fiienfts liÞ. 3' 
prcfa dl Reggio venne con tune Ie tue forze in PUgh4 addoffo aHa CAp, 16. 
Città di Troja, c fe ne impadronì. La Cronichetta d' Amalfi mette 
. X 1. pri. 



164 ANN ALl D' I TAL] A. 
ERA Volg. prima la prefa di Troja, e poi della Calabria. Con qud1:i 
ì profpe- 
ANNO 106.:>. rofi fucceffi camminava a gran paffi la fortuna e il valore del Guif- 
cardo, e veniva mancando il dominio de' Greci in queUe parti . Gio- 
(a 
 Curtlþ.- vanni Curopalata C.), Autore per altro poco conofcente, onde fcen- 
lat. ;n n;- ddfe Roberto Guifcardo, confetra, che dapo la perdita di Reggio al- 
flDr. tro non reftava in m
no de' Greci, che Bari, IJro, GJllipoli, Ta- 
ranto, Brindifi, ed Hora, cioè a mio credere Oria, con altri Caftel- 
leni . La gloria nondimeno di tante conquifte de' NormJnni in Cala- 
bria è dovuta in parte a Ruggieri di lui Fratello, aluo Eroe di quel- 
la N azione e Farnigtia. Oue Bolle di Papa N iccolò 11. date: nel Me- 
fe di Maggio dell' Anno prefeme, in conferma dc' Privilegj ddl' in- 
figne Moniftero del1e Monache di Santa Giulia di Brefcia, fi 1eggo- 
(b) Bull.r. no nel Bollario Cafinenfe (b). Ho anch' 10 dato aHa luce un Docu- 
car

nf' mcmo (c) fcritto, AnnD ab /ncarnatione Dom;ni AI LX. ;p/ò die CalendaJ De- 



. 

o3' cembriJ IndiEl;one X/lJ. da cui apparifce, che nella -Cirti di Flrenze 
(c) ..4ntiqu. ante prte(ent;a Ðomn; Nichola; Plfpa Seie SanEl; Petri Romanenjis. Ee- 
It.I;,. D;J- cJeji
, & Ild;branduJ AbbaJ MonaRerio SanEli Pauli, Guglielmo eon- 
f,r,. 71.. te fopranominaro BulgareJ10 refiiruifce alcune eallella a Guido P'efco.- 
'Vo di V oltena. Ma è da vedere, fe quefia Carra appartencfTe più to- 
fio at primo dì di Dicembre dell' Anno precedente, in c.;ui poreva e 
foleva anchc più ordinariamente correre I' Indh;onr XlII. Al vedere 
che Ildebrand, è chiarnato folamenre Abbate d; San Pa.olo, potrc:bbc 
far fofperrare adoper.no qui I' Anno Pifano, 


Anno di C R 1ST 0 MLXI. Inàizione XIV. 
di ^ L E S SAN DR 0 II. Papa I.. 
di ARRIGO IV. Re di Germania c d J Italia 6. 


Cd) L" 
ofl;ønfis 
';Þ. ), ,. u. 


I N quell' Anno ancora il Pontdlce NiccollJ Il. volle vifitar la Chie- 
fa di Firenze, ch' egli aveva rirenura e governata anche durante il 
fuo Pootiftcato; ma quivi venne a trovarlo la morte circ.l il di 22.. di 
Luglio : Ponrefice benemcriro ddla Santa Sedc, e degno di mdggior 
vita. Tanto più fu deplorabile la perdita di lui,. perchè Ie tennero 
dierro de' graviffimi fconcerti, che furono preludj anche d' 
ltre mag- 
giori calami[à. Audia uone OHienfe (d) che g.ran ditrenfione e m- 
multo inforfe in Rorna intorno aU' elez.ione di un novello Papa; ed è 
certo, che refiò vacanre la Sedia di S. Pietro circa tre Mefi. V' e- 
ra un partito, che tenea per I' offervanza delle prerogative, 0 pretefe 
o accordate al Re di Gc:rmania Arrigo; ed un' altTo, che cfcludeva 
ogni dipendenZ1 da Jui. Di quefi' ultimo probabilmenre era capo .1' in- 
trepido eardinale lldel1rando Arcidiacono della fanta Romana ehlefa, 
R cui non piacque mai, che gl' Imperadori aveffero ingerenz
 ",lcuna 
nell' approvazione, non che nell' elezione de' fommi Pontefici . eapi 
dell' altro, per quanto ragioncvolmeme va conjetturando il Cardinal 
Baro- 



ANN A LID' I T It L I A. 16, 
Baronio, erano i Conti di Tufcolo, 0 fia di Frafcati, mal foddisfatti EllA V oIg. 
di quanto avea operato contra di loro il defunto Papa Nicolao. Se ANNO 10,61. 
\Togliamo afcoltare it Continuatore di Hermanno Contrauo- (a), dopa (a) Contl- 
1 If rr P R ' C & I . E . R . 7Juater Her- 
a mone u euo apa, omanz oronam, a la munera "rlce Igz mann; C,n- 
trafmiferunt, eNmfjlle pro e/igendo fummo Pontifice interpeJiavørulIt. Tale tratli in 
fpedi'l.ione do vette df
re fana dalla fazione de' fu.ddetti Conti Tufco- Chronic.. 
!ani. Non maneò il Collegio de' Cardinali di Ipedire anch' dfo un' 
ambafciata alIa Real Cone di Gerrnania (
), e fu fcelto pcr tale in- (b) 
'trus 
cumbenza Stefano, uno de' più accredirati fra loro, in cui concorreva D.mian; 
01"[', -4., 


No/;i/itas, gra1Jitas, prohilas., & WIelltis acumen. 


Andò quefti, ma per Ia cabbala 'e 1Th11vagità de Y Cortigiani, fette 
giorni pa{feggiò I' antieamera del Re.. fenza- poter vedere la di lui 
faccid, nè prefentargli Ie LeHcre creden'l.ia1i . Veduta ch' egli ebbe 
quefta mal aria, íè ne rornò indietro aRoma, dove rapprefemò I' in- 
civil trattamento, che gli era ftaw fatto. A1ìora fu, chc: il Cardina- 
le Ildebrando, [enuto configlio can gli altri CarJinali, e co i N obili 
Romani del Cuo partito, propa[e di eleggere Papa 4nfil1Jtð da Bada- 
gio, di p.ttria M ilanefe, e Vefcovo aHara di Lucca, uomo di gran 
bomà, e zeto EcclefiJftico, e che forfe non s' afpertava queß:a pro- . 
mozione . Chiatrulto da Lucca- aRoma, venne immcdiaramcnte con- 
fecrato ed imronizzato col nome di AleJJandro II, fenza voler' 
rpet- 
tare confenfo alcuno da.1 Re Arrigo. E quì appunto tornarono i Ro- 
mani ad efercitare I' intera loro ]ibertà nell' dezion dc' fornrni Pomt- 
fici, con ricup
rare eziandio I' altra di non afpeuar I' atfenfo de g]i 
A.ugufii per la confecrazione .- indipendenza mantenuu poi fino a i dì 
Dothi, quando per tanti Secoli addietro fotto gl' I rnperadori Greci, 
Franchi, e Tede[chi era durato il cofiume, 0 diciamo, Ce così fi vuo- 
1e , I' ..bufo t dae I' e1czionc bensì refiatfe libera al Clero e Popo]o Ro- 
mano, ma che non fi devcni{fe alla confecrazione fertL3 il heneplacito 
c: I' approvazion de gli Augufli., Avea il [0]0 predefunto Arrigo 11. 
fu gl' I mper.1dori oltrepa{Euo i confi ni de' [uoi predeceLTori, con ob- 
bligar' i Romani, che nè pur potdfero eleggere il nO\'eUo Papa fen- 
2.a il confenrimcmo fuo . Da N iecolò II. era ftato ul[irnameme car- 
reno quelto eccetTo, con t<>rnar Ie core al rito antico. Ma i Romani 
offcfi del poco conto, che s' crd fatto alIa Regal Corte di Stefano 
Cardinale loro AmbaCcia.t,ore, nè pur vollero accomodarfi al dccreto 
d' e{fo Papa N iccolò, decorofo anche pel Re Arrigo, perchè n'[olu- 
ti di rompere ogni catena,. e di ricuperar 1a piena lor libertà in 'fdre 
j Papi, praticata fempre mai ne' primi quattro Seco1i della Chiefa. 
Nè già operarono fen'l.l aver ben prepara[i i mez'l.i umani da (oftener 
la Ioro rifoJuzione. Era in Ioro favore Gotifredo Dltca dt Tolcana, Prin- 
. cipe aHora potenti{Jimo in Italia . Faceano anche capitale del laccorfo 
de' Normanni, che aveano giurata fedeltà alia Sede Apoftolica ; e più 
ne faceaDo di RiccardI Prinâpe di Capol, divenuto anch' c{fo V"tTal- 
10 



166 ANN A LID' I TAL J A. 
EaA Totg. 10 delta ChÎera Romana. S.ppiam,') da Leone Ofii
nrc (..), che .De- 
ANNe 1061. jitkrio Abbate di Monte Catino e CarJinale se n' andò in tal congiun- 
("ì.n

ø ,
-. tura a R
m
 cum Principe. Crc:dene il Cardinal 
aronio (/I)., che 
,!ø,fu. 3 quefio Pnnclpe 
o(f
 Roberto Guifcardo. Ma fi dee mtender; dl Ric- 
(b) Bar,.. ,ardo, nel CUt Prmclpato era Monte Ca6no. Roberto 5' intltolava al- 
Jlø".': Ec- lora DtlCa, e 110n Prinâpø . 
cleft.flle, .ora appena giunfe aHa Corte 'Germanica I' avviro dell' ek.tto cd 
intronizzato A/e./!.JNd,.o II. che I' /11Iperadrice Agneft ne re(iò forte am.. 
reggiata, c i Cuoi Minifiri diedero neUe fmanie, efagerando I' afFronto 
fatto al Re col non aver voluto afpettare il fuo a(fenfo, e -coU' e{fedi 
:mdfo-fono i piedi il Decreto di Papa Niccolò, ful quale !Unicamente 
fi .potca fondare 1a pretenfion di Arrigo: giacchè folamente chi era 
Imperadore COTonato, avea in addierro avuta mana ,neU' approvazion 
dc' Pa pi eletti, e non già chi era unicamente Re d'ltalia, come in 
lJuefti tempi veniva riconofÓoro Arrigo IV. benchè non pcranche a- 
"e(fe ricevuta la Corona di quefio Regno. Degno nondimeno di of.. 
{eryazione è, che in :!.kune Lettere e Diplomi A rrigo IV. non per- 
anche Imperadore, J,lfa il titolo di Romanurum .ReJt: il che vuol figni- 
ficare qualche cor
, nè fi truova ufato <h' Cuoi predece(fori. Accadde 
in quefio mentrc, che i \'efcovi di Lombardia do po la morte di Papa 
Niccolò II. fecero broglio fra loro per aver' un Papa di tempra men 
rigorofa d
' precedemi zelantiffimi Papi, il quale fape(fe un po' piú com- 
patire ic Jor fimonie ed inconrinenze, con dire una ridicolofa propo- 
6'lione, 
ioè che il Papa non ft dovea prendere, nift eJt Paradi{ø /16- 
(I:) Card;- lite, cioè -deUa Lombardia (eo). Spedirono a tal fine in Germania aI- 
,ud. d. 
ra- cuni dell' Ordine 10m, affiochè fi maneggia(fero per orrener quefio in- 

i;x::;
i tento. Ora trovandofi un gran caldo in quel1a Corte, e foffiando in 
J1. PArI. I. quel fuoco Ugo Bianco, gii Cardinale, e poi ribello della Chief. Ro- 
Tøm. III: mana, non fu loro difficile il proporre, e far di"hiarare Papa, cioè 

er. I'alle. Antipapa, contra tune Ie regole nella Feita de'Canti Simone e Giuda, 
Cada/oo, chi
mato ,Cadalo, V dèovodi Parma, uomo rieco di facold, 
rna pi.ù di vizj, de fi d.icca condennato in ere Concilj a cagion della 
fua vita troppo contraria al cararrere di facro Pa(tore. N e feecro per.. 
ciò gran felb tutti,i Simoniaci e Concubin:uj di Lombardia. Le fcene 
occorfe dipoi fi veggono defcrine dalla penna fatirica di Benzøn
, iI 
quaJe s'imito1a YeJi:o'lJf er .AI!J
 nel M
nfcrrato, ma Vefcovo Scifma- 
tico, che forfe non dovette mal e(fcre I1CeVU[O da qucl Po polo , e per. 
ciò nè pur fu conofciuto dall' Ughelli. Era CO!\UI gran partigiano dell' 
Amipapa Cadaloo. Il Panegirico da lui fatto ad Arrigo IV. che fu 
(d) ,/.1,,,11,- .dato alia luce (hi rv1enchenio (d), e dol me vien creduro Ja UelTa Ope- 
NUl Rt
. fa, che Gualval10 Fiamma (e) circa l' Anno 133r. citò fotto nome 
GtTm
'Zl
 di Chr011;ca Bt1lzonìs Epifiopi A/bmfis, è una fiomacofa Satira contra 
(
). G
.d;a- di Papa AldTandro II. e d'lldebrando Cardinale, foltegno in quefii 
"eus, Fla'''.- tempi deUa Chicfa Rom:lOa, dol m
Ltecfi 
oll' altra !nfame) e picna di 

II m 1'011- bugie, che abbraml) di Bcnnone fJHo Cardmdle, e nbcU.o della Chiefa 
tla MSt.. Rumana, N.lrra eíTo ßeulonc: d' effere ttato invialo per Ambafciatore 
del 



ANN ALl D' I TAL I A. 167 
del Re Arrigo aRoma, per intimare a Papa AlelTandro la ritirata Eu Volg. 
dal Trono Ponrifìcio, ma con trm'ar"ivi chi non avea. paura. In tale- ANNO 106.. 
{lato crano gli affi.ri dell'!. Chiefa Rom:tna in quefii tempi. 
Intamo dopo la conqutfia della- Calabria il valorofo COn!, Ru[,- 
t,ier; mirava c

 .occhio di. cup
dig
a, ed infie,me di. compaffi

e la vi- 
cina mifera Slclüa pofta [0((0 .1 glOgo de gh emp.. Saracem, e co- 
minciò a meditame la conquifia. (.) La buona fortuna' portò, che Ii (a) Gllufr;- 
rifugiò prefTo di lui in Reg
io Benhumena, Ammiraglio Saracrn
 dNI 144la- 
della Siciha, malm\ttato e l'erfeguit3to da Bennamero uno de' Principi tlrra 1ilo, 2.. 
di qudl'lfola. Qudti gli feee conofcere alTai facili i progreíIi in Si- ''Yw' I. . . 
cilia, da che: dfa era divi
a 
ra Yarj Signorotti Mori, cd offcrì i1 fuo in ';;ift':,
 
ajuto per I' imprefa . Rugg'cn adunque fuJ' fine del CarnevaJe deWanno r.lo. 
i,ili. 
prefente con Coli cento fdrama cavalli pafsò il Faro per ifpiar Ie forze Ilfuil P.- 
dc'Mori neU'lfola, diede una rotta a i Meffinefi j feee gran bottino f'lIm. 
verfo Mclazzo, e Ra
ta; poi felicementc fi riconduCTe in Calabria,. 
dove pCt tutto.il Mere di Man.o e d' Aprile attefe a far preparamenti 
per portarc: la guerra in Sicilia. A quefta danza invitato il Duca. Ro-, 

erlQ., Guifta,do fuo Fratello (b), colà [1. portò con buon nerbo di ca- (b) 

./4- 
valle
ia,. e.d anc
e con 
n' Armata na.vale. Pre[C'.nrivano 
eramente i 
e;r. ..iii. 1..- 
MorL lA d,fpofiz,onc de 1 due Fr:Jte1h Normanm, e pero accorfero .,. . 
da. Pakrmo con una Hotta afiii più numerofa per impedire il Inro 
pa1faggio. Ma I' ardito Ruggieri con cento cinquanta cavalli per altro' 
.fito pafsò 10 Strctto, e trovata Meffina con poca genrc, perchè i 
pìù. ('[aDO iti nelle navi Morefche, fe ne impadronì: il che fece riri- 
rar Ie navi nemiche, e lafciò aperto il palTaggio a queUe di Roberto 
Guifcudo, il quale coli sbal"cò coUe fue foldatefche. Nel tefio di 
G
ufrido 0 6a G?ffre
o 
alaterra quefia sì glorio.fa conquifta, per 
cw dopo 1. 
o. anm fi rtalbero: la Croce nella Cit[à d. Meffina, fi vede 
riferÌ[a all' anno precedente 1060. Ma io credo fallaro queU' anno, 
portando la ferie del racconto, che ]a prefa di Meffina accadeCTe neU' 
anno prefente. V cnne poi un groCTo efereito di Mori. e Siciliani rau. 
nato da B'cnnar:nero, ad afTalire il pieciolo de' N ormanni, ma reß:ò da 
cffi sbaragliato co11a morte di dieci mila di quegl' Infedeli. Non è 
già. vietato il credere a!Tai meno. Diedero il faceo dipoi i due Fra- 
telli, Principi Normanni a varie Cafiella e Comrade di queU' Ifol" fino 
a Gjrgenti colla prefa di Traina, 6nchè venuto il verno fi ritirarono 
a quartieri. Se crc:.diamo a Lupo Prorofpata (c), in queft
 anno ancora. (c) LNþU' 
Roberto Guifcardo s' infignorì d' Accrenza. Ma probabilmente ciò IV- !,rIt
Pllt
 
venne I' anno antecedente al vedere, che queflo Scrittore mette aU' In C ""Ie', 
anno feg
ente l'innalz.amentø al Pontificato di Ale1fandro II. che pure 
appartienc all' aGno pre[ente. 


'\. 


Anno 


.... 



168 


ANN A LID' I TAL 1 A. 


s' 


Anno di C R 1ST 0 MLXI I. Indizione XY. 
di A L F S SAN D Roll. Papa 2. 
di ARRIGO IV. Re di Germania e d' Italia 7. 



1l A Volg. N VII' alrro 3Vea f.1ttO nel verno di quell' an no I' Anripapa Cadaloo, 
.A.tiNO 1062.. che ammafTar gente armata e danaro per patTare a Roma con di- 
, fegno di cacciarne i! iegiuimo SuccefTor di S. Pietro, e di farfi con- 
(a) t Co"t n ,- _ fecrare, fe -crediamo a1 Cantinuatore d' Ermanno Contratto (4). AI- 
nu. or tr . . d ., d ' P h . V r. 
",anni Clln- cum II prcten ono. gla or Ir:I.3r<> a,pa, perc e elCOVO egli era, e 
trani ,in che avefTe a{funt
 11 nome. dl O
ono I I.. ma ne mancano Ie pruove. 
Chmlll'. E s' eglr non muto nome, fegno e, che ne pur fu colle cerimQnie or- 
dinato, Pontefice. Con. tali forze ,ar
ivò Cadalao aRoma oel dì 14-. 
d' A prtle (Benzone fCflve, che VI glunfe 1'11/. Ka/endas Apri/iI) e Ii 
. accampò cuh'eferc.ito Cuo ne' Prati di Nerone. Nella Vita di Papa 
(b) ,C.rt],- AlejJandro I/. a nOi con(erv.lta dal Cardmal d' Aragona (h) troviamo, 
"tlllS il, h ) . C ' , N b ' ) ' I J . d . I fi 
Jfraltl", VÏJ. c e mo tI :lplram: e... a I I '-

1a
1 gU:1 agnau co I' oro 1 dichia- 
.Alexand,i rarona del paroto dl CadaIoo; e CIO Vlen confermato da Leone Oftien- 
II. PArt. 1. fe (c), e dall' Autore Ji un'altra Vita di dro Papa AleCrandro (J), da 
Tllm. ll1 l " cui impariamo, che molti giorni dopo la cfalt:1zion d' efTo Papa, Ro- - 
RIr. Ita ".. l " t J fi fi ' t d, ' h h 
(c) Ltll manz, fju01'um ma a conJlfe Uf/O emper UI , eum 0 10 a ert cæpe,.unJ, e 
Oflitnþs furotlo eßì gl'incttatori della venUta di Cadaloo. Uno dc' principali , 
lib. 3:.'2.1. ma volpe Vt'cehia, era Pietro di Leone, la cui Farniglia feee anche 
(d) V d 't: ..(le- dipo; gran figura in Roma. Da Benzone (t') è chiamato Giudeo: il 
xan ,,11. h b b I I d ' h I . c C . 
'.ll. T. Ill. C e pro a I mente VUo ife, c e era nato ta e, ma pOi lano ra- 
Rer. Italic, Hiano. Non mancavano in Roma a P,!pa .-\lefTandro de: gli aderenti ed 
(t:) Ben
øin ;lffezionati, e vcrifimjlmentc aVe\'.!. cgli anehe proccUiato de gli aiuti 
'IIntl'}"'. da Riccardo Principe di Capua. Si \'
 nne dunque ad una batta
ha, che 
lie>>"" IV. ' - f ' . {" ti -' 11 ' d 11 c d I 1 , P 
T. 1. R.tf. I'IUICI angUlnolâ, C 01 co a pegglo e a raZlOne e eglttlmo apa. 
Germ. 1.1",- POCO nondimeno duro l'allegrena di Cadaloo, perchè Ghiamaro a Ro- 
d1ttui. ma Gutift-edo DUC.i di TofCana, compan'c coJà in aiuto del Pontefice 
Alefldndro COR si numerofe fquadre e forzl" tali, che renò come af- 
fediato l' Amipapa, e fè volle ukirne [alvo, gli convennc adoperar pre- 
ghiere c groffi regali col Duca, il quale fi contemò di lafeiargli apena 
la porta pjCr tornar{cne libero, ma fpogliato, e colla tefta baflà a Pu- 
ma. Benzone defcrive a lungo qudta t3tti, ma ie con feddtà, nol Ca- 
prei dire. Ccrtamente da S, Pit'r lJ.lmi.mo vien lòfpetcato, che il Duca 
Gotifrcdo non orera{fe can tutta lealtà cd onoratezza 0 in quefb, 0 
nelle ft'gucnti congiumure. AIl'incontro Bcol.One [erive, che il mc- 
defimo J)uca feee venire i Normanni a Roma a ditèia del Papa, Ca- 
merinam & Spolttum ;n'Vafit, (il che è dcgno d' attenzlone) plures Co- 
mitatuI ju\.ta mare tyram
ice u/ùrpavit. Per totam ltaliam, quos volttit, 
ad Regis inimicitiaI incitav;/. .-\gglUgne in oltn
, ef1er egli !taro que- 
gli, che motTe AmJOtIe Á,'ci'Vefto';Jo dl Colonia a raplre il giO'./inctto R(' 
ArrJ- 



ANN A LID' I TAL 1 A. J (,9 
Arrirro, E Lamberto
 da Scafnaburga (ø) oíTàva, come fon
 fdnda- ERA VoJg, 
)0[0 
I vedere, che laddovc amicamcnte fi fugsivano i Ve(covati, ora 1\I\iKO IQti!.. 
fi faceano b:ltta g lie, e fi fpargev,\ il f:mgue Cn1liano per confl" g uirli: (;1) 
a
;/;tr- 
, d 1 H d I A ' A ' I 1/41o>C.:JJPJ':- 
c \'uol dire e Papato. 0 eao, c 1
 ;1 IJC rapt rng.? V: 11]- &urlcn(is i" 
torno ache fi ha dol fapere, eh..: finqUi dfo Re era í1:ato totto 11 go- ChronÎco, 
verno dell'lmperadrice Agncfe, la qu lie regolava gli affui unicam,:::me 
col configlio di Arriy"o J7efco1)o di AUglllta, perfonaggio ben accortn, 
che ad eCclufion de gli altri pretendeou aVca f."Ipmo imrodurfi nell:! 
grazia di lei, Era CavIa, er
" pia 'prin
ip
fi,à ,Ag,l1
fe: natavia non potè 
fchivar fa maldicenza de gll aIm PrmctPI mVldlOfi dell I Fortuna dd 
Vèfcoyo Auguttano, perchè fparfero voce d'illecita fam:liarità fi'3 lei 
e que! Prelato, J1 perchè 1\0I1011e f\rcivefcovo di Colania cot con- 
fenlò di molti ah:ri Principi tolfe all' Augufia Madre il giovineao Ar- 
rigo, ed affunfe colla di lui tutela il govt:rno de gli St(lti. La ma- 
niera da lui tenuta rer far quelto colpo, la Caprerno fra poco, richie- 
dendo ora la voce fparlå contro I' onore del'Irnperadrice Agnelè, ch'io 
prcrnunifca i Lenon con avverrirli dcIla malvagità, che allara riù che 
mai era in vC'ga" Facile è I' o{fervare, che i tempi di guerra fon rempi 
di bugie; m:l non fi può dire abbafianza, quamo larg:l brigli.t fi la- 
fciafiè in qucfie, e nelle feguemi di(cordie fra il Sacerdozio e 1'101- 
perio aHa bugia, alla fatira, alla c3Iunni:l. Lc più nere iniquirà s'in- 
'"cnrarono e fparJero de i Pari, de' CardinalI, de' V cfcovi èa chi era 
loro comrario; ed alrre vicendevolmeme fi fracciarono da i mal' af- 
fcui contra di Arrigo IV. Cl di tutti i fuoi adetenti" Però fià a i pru- 
denti Lenori il camminar qui con gran riguardo, prefiando falam
nte 
fede a ciò, che fi nuova parentememe an-erato daJla mifera co!1:itu- 
zion d' aHora" 
N è- già. fi può fallare in creden1o, che Arrigo IV" fi fcopri 
col tempo Principe d'indole cattiva, incofiante e violenco, e che tutti 
i Vizj prelero in lui gran piede per qualche difetto della Madre; ma 
più per I' educazion Icguente; e che la vendita de' Ve(covati, delle 
Abbazie, e ddl' altre Chiefe, cloè la Sirr.onia, era un merC3to ordi- 
nario di que' sì fconcertati tempi, per colpa fpezialmenre ddla Cone 
Regale di Gcrmania, in cui piÌl potea }' amore dell' oro, che ddla 
Religione, e troppo regnava l' abulo, non però nato allora, di ugua- 
glial' 10 fpirituale al temporalc. Ora 0 lìa, che i maneggi (egreti d<.lla 
Cone di Roma, 0 quei del Duca Gotifredo diCronefiero in Germa- 
nia un ripiego per liberar la Chiefa dalla velTazione dell'indegno Ca- 
daloo, 0 pure che il fuddeuo Aonone Arcivcfcovo, Prdato tcouto in 
concerto di fama "ita, con altri Princiri 10 rrovafiè cd e(egulfiè, ref 
mettere hne allo Scisma: ceno è, che in quell' an no cffcndo ito dfo 
:\rcivefco\'o pel Reno a vifitare il Re Arrigo, giovane allnra di circa 
tredici anni, do po il definare J'invirò a veder la nave fumuofißima, 
che I' aveJ condono cnJà. V' andò di nulla fofpewmdo il fempJice gio- 
vaneno, ed entrato che fu, fi diede toilo di mana a i remi" Sor- 
prefo da quefi' atto il picciolo Re, temcndo cbe il couducelTero a 
Y'om. rl. Y mo- 



170 ANN A LID' I TAL I A. 
Ell. A Volg. morire, fi gittò neJ fiume, ma fu falvaro dal Conte Ecberto che 
^XI':'O xo6z... r. I ' h ' (J II 1 , 
13 CO ane e 0 ne ' acqua. Su qudla nave- adunque pacificato con ca- 
r
zze fu condono a Colonia, dove refiò I?>no il governo di qud f
g- 
glo Prf'lato, at quale da i PrinÓpi ne fu accordara la tmela. L' I m- 
per
drice A
nefe trafitta da quefio inarpettaro colpo e ravveduta de' 
f:1lh cornmeffi in patrocinar I' Antipapa, dererminò di dare un calcio 
al Mondo; e paCfando dipoi aRoma, accettò la penirenza, che gli 
fu. d3t3 da Papa Alelrandro H. Per teí1:imonia.nza. di S. Pier Da, 
(a) Pttrlll mlano (4) 
 non tardò l' Arcivercovo di Coronia Annone a. dare , P er 
Da11uani 
opufc. IP. qu
nt? c
a iA fua mano, ,Ia p:.ce alia Chief a ; percioc,chè raunato un 
(;?" ;'1 opu- ConcJJIO 10 Osbor t, dove IIltervennero 10 í1:eCfo Re Arngo, e 1\oa graD 
[lu1. XYlIl. copia di Vercovi 01tramontani cd Ira1iani, nella ftelro dl .18, di Ot- 
robre, in cui CaJaloo era fiato neU' anno precedence cleno contro i 
Canoní Papa, fu egli anche depoß:o, 0 per dir meglio riprovato e 
condennato. A vea precedenremenre il meddimo Pier Damiano fcrina 
una LeCtera di fuoco al prcdetto Cadaloo, chindendola con alcuni ver- 

;iJd

: :;.. fi, e dicendo in fine (.) 
 Diligmttr igitllr illl.'1,de,. 
uod die.: 
in Ofufcu1. 
KI'lll. Fume" 'Vita 'Volaf, m
rs imprQ'Vi(iI propi'nq at" 
!Yllm;ntt e?tp/eti pr
ptS tibi ternzinur -rvi. 
NOli ego Ie fa!/o: capto morieris i. canna, 
ViO"e anchc dopo I' Anno predetro Cadaloo. Pier Damiano, veg- 
pendo, che non avea coiro ndla predizione, cercò uno (campo con 
dire, ch' egli :;' era intefo de113 mane civil
, cioè dclla di lui depop 
fiziC'ne, e non già della lDorte nuura1e. Se i fuoi vedì ammettano ta- 
le fC3ppata, nO'l tocca a me it giudicarne. Cerro confe{fa egli , che 
per queí1:o gli fecero Ie rif., dic[TO i ruoi avverfarj , LeV'Ò an cora eCfo 
An:iv(fcovo Annone il pono di Cancdlicre d' (talia a Guihert(J, che 
parimence col tempo divenne Arcivcfcovo di- Ravcnna ed Anripapa, 
c 10 diede a. Gregorio P"efcO'l)o di V crcelli, uomo nondimeno mace hi 1- 
to anch' eCf') di vizj : il che fa conofcc:re, che il Re Arrigo, benchè 
non pc:r anche coronato in Italia, pur ci era riconofciuto per Padrone. 
N on so io già, fe iQ queí1:i tempi fia ben regolata la Cronologia 
(t:) I..pus di Lupo Protofpata, Ben so, aver egli fcrino (c"), che Roberto Guif- 
!rot'fpat
 cardo Duca s' imradronì in queß:' Anno dellfl. Città. d' Oria , e di nuo- 
'n C/'rOnlco. vo prefe Brindifi, e 10 fielro Miriarca ( forCe il fuo Governacore-) . 
E' da vedere ancora, fe appartenga aU' Anno prefente, (;ome ha. il rc- 
ld) Gaufri4. 11-0 di Gaufrido Mal:\terra Cel), fa dilcordia inforta fra e{fo Duca. Ro- 

A1At'rr. beno. e il c.ont
 Ruggieri . Bet1chè Roberto prorneCfo aveßè ad dfo 
Ill,. Zo. c. 11. fuo Frarello di cedergli Ja metà deHa Calabria, pure non fi . vcniva 
mai a queí1:a fofpirara cclIìonc. A rif
rva di Melito, cbc era in m.m 
di Ruggieri. in tuno it refto delle conquific I' ambiz.iofo ed infaziabil 
Roberto I. flcea da Signore-, Però Ruggieri prefa occafion
 dal re- 
cente fUr) Matrimnnio, fècc: ifianza a Roberto per l' efccuzlOn delle 
promc(fe, a. 6nc di poter dorate gec:entemt'ntc Ja nuova fu.\ .fpofa 
Er,m- 



ANN A LID' I TAL I A. 1"'1 
, 
Erimhergll, chiamata da altri Delizia, a Giudilta. Ricavandone folo EM V oT:. 
parole, c non fatti, fi riurò forte in collera da lui, e gl' intimò la ANNO 10(.12.. 
guerra, fe in termine di quaranta giorm nol foddiståcca. La rifpotl:a, 
che gli diede Roberto, fu di ponadì call' Armata ad alfediarlo in 
Mehto . Ma con tuue Ie prodezze f
tt
 d
Il" una e daIl' altra parte, 
nulla profiuò Roberto. Anzi RuggIeri UtClto una notre di Melito 
gli occupò la Ciuà di Gierace per trauato fano con quc' Cinadmi . 
AHara Roberto mtto fumame d' ira -corfe aU' afTedio dl Gierace; e 
ficcome perfonaggio d' incredibile ardire, una nOHe ben incappuc<.:ia- 
to (che già era 10 ufo it Cappuccio anche fra i Secolari ) fegreta- 
mente fu introdouo nella Città da uno di que' porenti Cirradlm per 
nome B.\filio. Per fUR difàvventura refio fcopcuo, e preCo a funa di 
Popolo ; vide poco dipoi rrucidaro Bafilio, impalata fua Moglie, c 
fi credeva anell' egli fpedito . Can belle parole gli riuCd di fermar la 
furia del Popolo, e fu cacciato in prigione. N e andò la nuova aU' e- 
fercito fuo; ma non fapendo che fi fare i fuoi Capirani per liberarlo, 
miglior configlio non feppero trovare, ehc di fpedirne incomanentc 
l' avvifo al Conte Ruggieri, fcongiurandolo, che accorrelfe per fal- 
yare il Frarello. Non fi fece pregare il magnanimo Ruggien j corfe 
tofio co' (uoi a Gierace, e chiamati fuor delta Città i Capi, tanto 
di(fe colIc buone e colle minaccie, che fecc nmcrrere in Jibenà il 
Frarcllo . QueUo aecideme, e la cottanza dl Ruggieri produtfe buon 
effeuo, perch
 dopo qualche tempo Roberto gh accordò il dominio 
della metà della Calabria. Pa(sò dlpoi Ruggieri in Sicilia, dove cf- 
fendofi ribellato da lui i1 Popolo dl Traina, feee delle maravighe di 
patimemi e di bravure contra di que' Citmdini, e de' Saraceni accorfi 
in loro =tjUto, tantochè ne riacquitlò vcramente ia fignoria. CI edc Ca- 
millo Pellegrini (0), che RÙcfl1"do l. Conle di Averfa, .to'igliuolo di A(ci- (a) Co1mill. 
littino Nor01anno, e non già Fratello di Robcrto GUllCardo Duca, I'mgriniu$ 
come immaginarono il Sigonio, e il Padre Pagi aU' Anno 1074. oc- l!iJl. Prin- 
cupafTe fin l' Anno lorS. il Principaro di Capoa, citando fopra di ciò 
'p'dLalllD- 
I' Oitienfe (b). A quell' Anno aneora nella Crol1lcnetta A01a!l1rana C") (b) LeD 0- 
è fcrino, che Riccardo fu creato Principe di Ca'poa infierne con fuo (lilnfÙ Chr. 
Figiio GiordallD. CCI'tO è bensl, che N iccolò II. Papa nell' Anuo J. ). t'., If. 
IOf9. gli concedette I' invefiirura di quel Princip:uo, O1a non arpari. }
\
n
q'l 
fèe, che ne fofTe allora'totalmeme in poffelfo. Imperocche è da Ca- pa;.IC
I]: . 
pere , che fecondo il fudd..:tto Ofiienfe, invogliarofi tempo fa Riccar- 
do di quella bella contrada, me(fo I' a{[edio a Capoa, vi folbbricò rrc 
Batlie aU' intorno. Ma Pandolfo r. Principe, chc v' era dentro, col- 
10 sborfo di fette mila Scudi d' oro I' indulle a mirarrene. Mancato 
poi di vita elfo Pandolfo ( non so in qual' Anno) e {ucccdutogli LtJn- 
dolfo r. fuo Figliuolo, eccoti di nuovo Riccardo colle tùe alO1i fo[to 
Capoa . Tanto la firinfc, che fi venne neU' Anno prefente ad una 
CaplroJazione, per cui Landolfo fe n' andò "ia ramingQ, e i Cittadi- 
ni riccverono per loro Principe Riccardo; 011. con rÜenere in lor 1'0- 
tere Ie porte e Ie Torri della Città . DlI1ìmulò per allora l' accono 
Y 2. Ric- 



E \I. 4 V oJg. 
^"'N() IQÓl.. 


171. ANN A L J D' I TAL J A. 
Riccardo, e conrenrol!ì di quet10 . Poi rivoltc le fue armi aU' acqui- 
1io delle eiuà e C..nella di qud Principato, gli riufcì nello fpazlo di 
quafi m: Mefi d' in Ggl10rirfi di tutto , Ciò fatto, ìntimo a' Capuani 
IJ confegna delle Tom e Porte, e perchè glicla ncg:ll"òno, {lrcua- 
m.:nrc a!fcdiò quella Cirri. Spediroho bensi i Capuani al Re Arrigo 
in Germania il 101'0 Arcivefcovo, per ottencr fuccorfo; ma non a- 
vcodo egli riportato fe non parole, furono dalla fame afiretti a far Ie 
vog1ie di Riccardo Annð Dominic
 /ncarnatiollÏs J
LXll. 'luum jam 
per decem circiter Annorum curricula Normannis viri'iter repugl1ùffil1t . Pe- 
rò quantunque efi (lano più Diplomi di quet10 Principe, da' quali co- 
tla, aver egli afT'unto fin dell' Anno IOf8. 0 IOf9. iI titolo di Prin- 
cipe di Capoa, con a{fociar ancora Gio1dano /. fuo Figliuolo al do- 
mmio, nientedimeno fohllDcnte in qucfi' Anno egli oucnne la piena e 
libc;'a lìgnoria di que! Principato. Così cefsò di regnarc am:he ivi 
1a fchiana de:' Principi Longobardi, e femprc più crebb.e I" potenza 
de' Principi N ormanni. Da lì a poco, attacc:\ro(i una none il fuoco 
aila Ciuà di Tiano, probabilmente con prem{'dir,I[O configlio,. v' 3C- 
corfe net m:utino fegucnre Riccardo, e colla tùga di que' Conti fe 
ne impo{fcrsò. Pari mente krive Romoaldo Salernitano (a), chc in 
queft' _1\ nno e{fo Principe ;ntravit terram Camp:miL, obftditque Cepc:ra- 
num, & ufqtle Soram d,vaflando pe,'vmit . Ci ha conlèrvata I' .'\Utore 
deJia Cronicherca Amallitana (b) una norjzia, cioè che per ordine dell' 
I mperadorc, Gfltifredo Alarcheft e Duca di T olèana eol fuo efcreito 
venne contra di Riccardo, e che feguirono fra loro \'arj fani d' armi 
prdfo di Aquino, in guifa tale chc fu obbligato Gotifredo a rocoar- 
fen.: indictro con poco fuo gufto e men guadagno, 


(a) ltomual- 
MU s s.Jerni- 
'i/nus chr. 
rom, VIi. 
Rer. Itill;c. 
(b) .Antillu. 
It.lic, T. I. 
1 4 1, U3. 


Anno di C R. 1ST 0 MLXIII. Indizione I. 
di ALE S S A }I; D Roll. Papa 3. 
di ARRIGO IV. Re di Gern1ania e d' Italia 8. 


F Ioriva in que/l:i tempi Giovanni Gua/bertÐ Abb.ate, Ifl:itutore de' 
(c) .AIJ'!:;IAI Monad di, Vallombrofa (,, ) , P crfona gg io di fOfilmo credito P er 
P.r71llenJJS , 
in Vi,. s. ],- 14 fanti(à de' fuoi collumi, non menD enno che fuori della Tofcana . 
IWJlII. GU41- Era (lato creato Vefcovo di Firenze PietrQ di nazionc Pavefe; e percioc- ' 

erlÍ. c-hè aHora da p ertutto facca g ran de firc p ito il vizio della Simonia, i _Mo- , 
.An. 54n- IT: L S .1 
/lJ,um naci Vallombrolàni, fofptttando, ch' egli foue entrato nd
 ,eulI 
:Boll.nd, Epiicopale mediante il danaro, cominciarono a 
iffamarlo 
er, Slmo- 
.d 

,,,, 11. maco, c molTero un gran tumulto nel Po polo dl quell.) Cma. A
- 
Julu. drea Monaco Genovele (J) blciò kritto, che porratofi da Roma a Fl- 
(d) .Andreas V - F ' r I . 
J47J"':Jfìs in renz
 
euw
e. Mez
abarb. p
r vifirare i,l ef
o
o luo Ig mo 0, 1 
r'it. s. 10- furb. FlOrem:lnI con mterrogazlOn fuggeftlva gh dlmand,arono, quan- 
ÞJ ,,,,!is GIIAI- [0 avcfr
 pagaro per ouener h M, tl a a Pier 1'0 ; e che II buon Lom- 
.e..ti. oordo conft:i'r4Í:fc d' avut: fpcLo tre mila. Librc in rcgalQ al R
 Arri- 
go 



ANN ALl n t I TAL 1 A. 173 
1.0 IV. per forfire il fuo intento. Ma ave,n?o, quelto MQna
o fcritta ERA Volg. 
quella Vita nell' Anno Q,I9. ficeome o(fervo .1 Padre GuglIelmo Cu- ANNO 106 3. 
pero della Compagni:l di Gesù , e nulla. di qud1:a importante partico- 
larità parlando gli Amori più antichi, fi può ben fofpenderne la ere- 
dCI17.1. Era dubbiofa la Simonia di qud Vefcovo, c: tale non farebbe 
{tata, fe fi focre pomto allegar la confeffion di fuo Padre. Certo. è, 
che i Monaci iùfcitarono fierãmcnte il Popolo comra del Vefcovo, e 
andarono sì innanzi, che S. Pie,' DamiarJf1 mo(fo dal fuo zeto impu-' 
gnò la penna contra di loro. Anche il Duca Gotifredo {òfleneva iI V c:- 
fcovo, e minaceiava di far ammazzarc: c: Monaci e Cherici , che con- 
traria{[ero a que! Prelato, e gli leva(fero 'I' ubbidienza . Fu inviato ap- 
pumo colà dal Pontefice AlejJand,.o ecro S. Pier Damiano per proceu- 
rar di eflinguere un sì pericolofo incendio. In veee di pacific:lr gli 
animi di quella genre, diede anfa a que' Monaci di fparlare .anche di 
lui, qua{ìchè focre fautor
 de' Simoniaci 
 c: fpezialmeote g1i tagliò i 
panni addo(fo uno de' pill arditi di loro per nome Teuzone, ubbria- 
Co di uno zelo indifcreto . Ma qui non fin1 la faccenda, ficcome ve- 
dr
lUo . Bcnchè in Germania fo(fe flate riprovato I' Anripapa Cada- 
lao, pure co1iui non fi arrc:ndcva in Italìa. Anzi nell' Anno prefen- 
· te, raunata nuova genre, e de buoni contanti, fpalleggiato da i Ve- 
fcuvi aBora fregolati della Lombardia, fi avviò di nuovo alia volta di () d' 
Roma, fperando maggior fortuna, che neU' Anno precedente (a). Ci "
l. 


';,,_ 
fil fofpetto, che Goufredo Duca di Tofcana fegretamente il favorif- ton, in Yilll 
fe . Ceno è, che non gli mancarono affiftenze in Roma Udfa, pcr- .Ã.lex"nd,lI. 
che molt1 de' Nobili Rom:mi fi dichiararono per lui . Gli fu dun- P. J. T. l,
l. 
I ' " II C ' ' L ' . d . h I ' fi Itlr. 1'",,,, 
que aperto <:.
1tO ne a Itta conma't anZI Icono, c e g I U con- LIO 0- 
fegnata anche la Fortezza di Catlello Santo ."ngelo . 'I'empot'e poft a- ftienfts chr. 
lio fjuo,'umdam ex l/rbe ope & collji/io Romam, quam lI()'Vam .perhibent , in- 1. 3' ,. %.0. 
greifus, conjcend;t Arc
m Ct'efccí11ii ; così ancora Arnolfo Storico Mila- (b) If 
nelc (b), che allora 1crivcva Ie Storie (ue . lVfa cìò pare, che fuccc:- Hiflo
rn
,
 
dcfie in altta forma) ficcome dirò . Sappiarno bensì, ch' egli s' im- dlo1an. 1. 3. 
padronì al fuo arrivo della BafiJica V aticana, ma non già refta noti- ,,,p. 17. 
zia, ch' egll vi prcnddìe cone eerimonie il manto Papale fecondo il 
coHume, perchè apptl1:\ s' udì in Roma, come egli v' era emrato ,. 
che la manina ftguen[e diede all' armi il Popolo Romano, e corro 
colà in furia, [al terrore caceiò in corpo a i fold-ati di lui, che pre- 
fero vilmenre la fng:), e lafciarono il loro Idolo folo fòletto., Sarcbbe 
caduto Cadaloo in mana dc' Romani, fe non fo(fe ftato Cencio Fi- 
gliuolo del Prèfetto di Roma, uomo di perdma cofcienza, che alIo- 
ra I' accolfe nella Fonezza di Crefcenzio, cioè in Cafiello Santo An- 
gelo, c: gli prllmife affillenz-a.. 
Iivi rcfiò I' Anripapa afiediato da ï. 
Romani per ben due anni, con fofferirvi ítenri ed aff,mni incredib.ili : 
deg.1O pagamento deila fmodcrata ed cmpia flu ambi:z.ione. Un Con- 
cillo di cemo Vefcovi fu in quell' Anno T('nuto da Papa AldI:1ndro 
1 I, dove fu-rono fani varj Decreti contr,} de' Simaniaci, e dc' Preti con- 
, OO

 
cubinar J ' . Ne efifiono akuni Ani P rdfo il Cardinal B.aronio (,,), e I 
I Ann" , Ere_ 
nelle Raccolte de' Concilj . loran- 



17 -4- ANN A L. I D' I TAL I .. 
E.. '" V olg. I ntanto in 9
rmania crefcev,mo gli ,abu (i, pr06 tt2ndo ogni pre- 
ANNO 1063, potente dell' c:ta Immatura del Re Arngo 1 V. (a) L' educazione di 
(1) L.'::-,ber- 'Im fu ful principio appoggiata a gli ArclVefco\'i di Colonia c: Ma- 
'IIsScaJn.- , , d 4 
" ,I; 0' M 1 1 [' I 
iurge"ps in goo
a, ClUe a ,unnone ulgej rea
 . a 
ro m i
 a mano .Adelbert' 
ChrøniCl, ^rclvefcovo 1h Bn:ma, che coil arte dell adulazlOne fi rendè arbitro 
dc:l ,glo
anetto l
c, ed occupò .in tal man,ic:ra 
ue delle mighori Ab- 
bazle dl Germama. Per far pOi taccrc: gll aim, due ancora nc: dic:dc 
..Jl' Arcivefc
vo di Colonia 
 che no
 Ú kc.e 
èJUpolo di Guetto, c:d 
una a qud dl Magonza, ed altre a I Duchl dl Baviera, e di Suevia 
-cioè ad O[[one e R',idolfo: 
o
ì mal ål1evat<>. il Re, 
on è rnaraYigli: 
.fe an
o crefcc:ndo !n qu
 VJzJ, che tanto dl
dero pOi da fofpirare a i 
(b) L..pus baom. Sec,ondoche abbla
o da, Lupo Pro
olpata (b), in quell' Anno 
!r"Orþ.t
 RobertD Guifcardl I?uca dl Pugh
 e 
al
bna, mlfe a i Greci la Città 
In Chrlmco. dl, Taranto. .Ma .n
, pure fiava In OZ10 II valorofa Come Ruggieri di 
( ) G !fi'J IUJ Fratello In SIcIlia. Per 4õ.ttdtato del Malaterra (c), in queUo me- 
:r.I:;":; defimo Anno formarono i Mufulmani Mori, e i Siciliani un potc:t)tC 
I. 1. ,. 33. dèrcito, e vennero ad accampar!ì preITo al fiume Ceramo. Erano 
.circa trema cinque mila, e il Conte non avea che cento trenrafei ca- 
vall,i., ,0 fieno pe?o
i da C:>PP?rre a
ì gr,UJ ,Pieß1 :di, gente. Contut- 
toCIO Impk>rato 1 aJ
to dl ,DIO, e tred'Co 1!1na
1Z1 ,Serione (uo Nipo- 
te, diede lor
 addotlo, e 10 poco d or.& mlfe 10 Ifc
mpiglio e fugft 
quc:gl' Infedeh . Fu detto, che comparve un uomo dl nlucc:nti armi 
gucrnito fopra bianco cavallo, con bandiera bianca Copra d' un' alla 
cbe fi caccio dove erano più tòlte Ie fchicre de' nemlci, e fu credu
 
to S. Giorgio. 
indici .m
l
 
i 
oloro rim
ferc;> eHinti Cui campo j 
nel dl feguente volarono I Cntham aHa caccia dl venti mila pedoni 
che s' crano falv
ti c?lla fug,a nelle montagne e nelle rupi, e per I: 
't11aggiDr pane glt uccl[ero :::>1 puo ben temere, che Gaufrido Mala- 
terra Monaco, d quaJe folamente per rdaz.ione altrui fcrißè Guette co. 
fe dopo molti aom, fi lafciaCfe vendere delle favole popolari in for- 
mar queUo J'ac.con
CJ, c
e ha (.roppo 
ell' incre
,bil
, ëd egli per- 
.ciò tè voUe cOtlceplrlo, tu obbhgato a ncom::re a I mlracoli . La vit. 
toria nondimeno è fuor di dubbio; Ie fp.Jglie dc' nemlci furono fen- 
z.a ffilfura j e il Conte avendu trovato fra elfe quutro Camelli, Ii man- 
dò in dono a Papa Alefiàndro, il quale fi rallegrò afTalflimo di così 
profperofi avvemmenti com
a de' n,emici della Croce, fpedì anch' e- 
gli a Ruggieri la bandiera dl S. Plctro, ,per mdgglOrmeote animarlo 
a profeguir, qu,::ll' imprefa. Traffic
Yano 111 quelt
 t
mri 
 Mercata
ti 
Pdani to SIcIlia, e rnaßìmamente ,In, P"lc:rmû, ,Cl
ca .Capltale, e ple- 
na allOTa di ricchczze . A vendo cfit rlCCVute vane mgrune da que' .\10- 
ri, ral.lna.rono una poCfeme flot
a per f
rn
 vendetta, cd dibirono la 
loro alleanza at Conte Rugglen per a(ledlar Palermo, effi per mare, 
cd cgh per terra. Ma percIQcchè non potè COlil P!c:tto Ruggieri ac- 
cudire a quell' imprcfa, a vele gonfie .andarono et11 ad urear neHa ca- 
tena, che Icrrava it Porto di Palermo, c 1.1 ruppero. Encrati ncl Por- 
to, Je credlamo a gli An
li Ptiåni (J), Ci'l.lÌliltt11l ipftlm fr;erunt . \ta 
cåò 


(i) .A"II,,[. 

jfa"i 
7",,.. Yr. 
ltlr. It.lic. 
1"1' 161, 


'" 



ANN ALl D' I TAL I A. 17; 
CIO non ftlm (te . II Malaterra ci afficura 
 effere accorfa tanta mold- E It A Voig. 
\udine di Mu[ulmani e Cittadini per difefa della CÎttå, che i Pifani ANNO 106 3- 
comemi di portar via, come in trionf6, la catena f pezzat3 't fe RC tor- 
nar.ono a cafol. Egli è bens) fuor di dubbio, ch' eill trovate in que1 
Porro fei na1li di riceo carico,. cinque ne diedero aile fiamme,. e la 
più ricca feeo menarono a Pi[a, del cui immeníò teforo fi ferviroftO 
dipoi per dar principio ana magnifica fabbrica del loro Duomo. Di 
quefta gloriofa imprefn refia tuttavia la memoria in verfi incifa in 
marmo nella facciata di quel maefioCo Tempio, che fi legge ftampa- 
ta prdro molti SC:1'Ì[tori. Nè qui vi fi parla ddla preCa delIa Città di 
Palermo, ma sì ben delle navi bruclate, e della ricchiffima menara 
via: con aggiugncrc, <he sbarcati dipoi i Pifani fuor di Palermo, 
vennero ..lie mani coIl' Armata de' Saraceni, c ne recero un gran ma 4 
cello: dopo- di che alzate Ie ancore fe ne farmrano tutti fel1eggian- 
ti a Pifa.. Andò, poCcia il Come Ruggieri con dugeflto Coldati 
 0 úe 4 
&10 ca.valli t.- a bottinarc ver[o la Provincia di Grigenti: dic queLlo era 
i1 fuC) meniere, per poter pagare cd alimentar la fua genre. Parte dc' 
fuoi cadde in un' imboCcata di fettecento Mori, che loro tolCe la prc- 
da, c Ii mife in fuga. Ma [opragiuoto Ruggieri sbaragliò. i nemici, 
e ricuperata. la preda, al1egramente- la condufTe a Traina _ Dovctte in " 
que(l() Anno Riccardo Principe Normanno di Capoa, in{ìgnorirfi an- 
cora della Città di Gaeta, perchè da Iì innanzi egli e Giordano fuo 
Figliuol ne i Diplomi fi veggono intitolati Duchi tij; GlUta _ 
. . 


Anno di C R 1ST 0 MLXIV. Indizione II& 
di ALE S SAN D Roll..' Papa 4- 
di ARRIGO IV.. Re di Germania e d' Ita1ia 9., 


F u creduto in addierro, che correndo quefl' Anno, .Anntme .Arci- 
'Vtfto'Vo di Colonia folTe (pedito aRoma, per termihare 10 Scifma, 
che fulfeguememente fofT'e tenuto il famofo Concilio di Mantova, in 
cui fe
uì l:t toral ,dep

ffione di Cadal
o. Ma Fral1!=-efco Maria !"io. (a) Fioren- 
lentlnt (.a), e pofcl.! plU fondatamcnre 11 Padre Pagl (b), han dtmo- tin; MtmDr. 
firuo, doverfi riferire all' A nno 1067. tali fani . Pe rchè nulladimc:no d! M",iltl, 
Lambcrro da Scafnaburgo .Ct) pU,la /ottc? quefi' Anno dell' anda
a. di 

) 

 ius 
dr6 Annone a Rama, fu II Pagt d avvlfo, che due volte egh Im- CrilÎr. gIld 
prenddre tal viaggi
, l' una in que(to e l' altra nell' Anno. fuddetto . .Annal. Ba- 
Ma il raccooto di Lamberto, fe fi ave{fe da attendere, ponerebbe, rDn;;. 
che Annonc folTe venuto moho prima di queLl' Anno, da che egli (c) La",lm- 
h C d I d 1 d . A . Ius Seafna- 
fuc
effiva"!ente narra, c e a ,a 00 _ opo a 
artenza I nnone '
 burlt7JPS in 
Itaha teoro la fua forcuna colI arml contra dl Papa Alefiåndro 0, N e ChrDni". 
ci refia venigio di azione aIcuna fatta in quèfia prima. pretefa venura 
di Annone. Però quanto a me credO',. che quefio Scrittore imbro- 

liacrc 'iuì il [uo raccanto, e che non s' abbia a credere fe non .U:1 fol 
vlag- 



176 ANN ALl D' I TAL 1 A. 
Eu. Vo1g. viaggio di lui, del qua1e p.ulercmo all' Anno 1067. E tanto più per. 
AloiN" 1064. chè tuttavia feguiurono in queft' Anno i RomJni a tener bloccato e 
nllretto Cadaloo in Cail:ello Sant' Angelo. Se fofTe venuto ël Roma 
Annone c
n, commiffioni del .Re, avrebbe, me
o .fine a queIJa gara. 
Per ie notl7.IC, che accenna II fuJdetto FlOrCntlOl, vcgniamo in co- 
gnizione, che P.lpa AlefTandro, il quale jmirando gli ultimi fuoi Pre. 
decdrori
 ritcn
va tuttavia il 
 efcovato 
i. Lucca, ,fi -ponò 
el pre. 
fente Anno a vlficllr qudla Chl
f
, e qUIVJ fi fermo per pill melj. 
(a) pt,l,- ToJomeo Lucchefe, VeCcovo dl forcello, (4) racconra una particola. 
",,fIlS b- rid degna d' o{fcfVa7.ione, cioè che qudto Papa p.r maGgioI' fua fl. 

;t:
;- curezza fl ritir
 i,n tempi tal.i a L,!cc,a c,on accorJar \'ar(Privilcgj al- 
ftl1r. Ecclef. la medefima Cltta. lVam primo trzblllt el Bul/am ,lumuttll'll pro SifJll, 
lib. 19. T.I1. Communitatii, ut habet Dux JTmetorum ( l' ufavano anticamente anche 
, lI..er. Italic. altri Prin
ipi .) Eccllfiam SanBi /vfartini (Cattcdrale di Lucca) [pe. 
cia/i dccorat gt'atia, lit Cm1onicos d,BiE Ecclrji.e mit"atos habtat in Procer- 
þone regltldri, & jicut Cardinales mcedìmt, ficut Ra'Venn
, & in E&dd;" 
Sanai Jacobi, qu.e C01ilpoflellana 'Vocatur. Ampliò Benedetto XU I. Pa- 
p:l in quefii ulrirni tempi la digmtà di qtlella Chiefa con dare il tito- 
lù di ArciveCcovo 
\ Cuo faero Paílore. In qllcft' Anno an cora Dome- 
,Ûco Conta,'erJo, intitolaco Dci g,"atia PÚzetie DalmatiiEfut Dux, impe:' 
(b) ,.Anli'l.u, ria/is l11agifltr (b) infieme con Gio\'anni Abbate del Monifiero de' [anti 
ItalIC. DiJ- JIario e Henedetto, htuato in territorio Oli'I.Jolulfi fup,r jllmìen, fjllod di- 
ftrt, 6). citur Hunt, concedt: l' Avvocaz.ia di quel f.1cro luogo ad Uberro da 
:Fontannive. Ddl che fi raccoglie, che Olivola, Città un
 volta Epi. 
fcopale, era in terra ferma. In quell' Anno ancora .Adtlafia, 0 fia A- 
delaide Marchefana di Sufa, e VedoY:l di Oddone, 0 fia OUone Mar- 
chefe, fondò il Monil1:ero di Santa Maria di pjocrolo per I' anima 
(c) Guiche- fua (
) 
 & Manfrcdi A1a,'chionis Genitoris nlfi, & AdalriÛ Epifcopi BtJr- 
"l1n Hiftl1r. hani mâ, & Ba'tiE Genitric;s melt', & anima Dlmmi Oddonis lv.farchio- 
Eccl,f. nis Vir; mli, cujus exitus fit mibi IttBIlS &c. Lo Strumento fu f.lapu- 
lato Anno D()m;n; PJ(;ß,"i Jt/it Ch,';ßi lffLX1F. Oélavo die il1m.fis Se- 
ptembris nella Citta di Torino. Perchè non a\'ea peranche Arrigo 1 V. 
Re ricevuta b Corona, perciò di lui non {j fa mtmolÏJ. alcuna nè in 
queHo Documenro, nè In molri altri d' Itali:\. Abbiamo pOi da Lu- 
po Protofpata (d), che in quell' Anno la Città di Matera venne alle 
InJOI del Duca Roberto Guilcardo nd Mefe d' Ii prile. Pa(sò egli 
dipoi con aJqu:lOte Soldate[che in Sicilia in ajuto del Conte Ruggie- 
ri ruo FrateJlo. Uniti amefldue fcorfero fenza contra(lo l' lfola, de- 
prc:dalldo il paefe, e piamarono l' afiedio a Palermo. Gran guena fc- 
cero ;IlIa lor genre Ie Tarantole , e dopo aver conlumato Ire mefi in- 
utllmtntc: lotto qucl1a Città, fi ritirarono, ma ncchi a1fai di b
uino_ 


(d) c...PUt 
Pr,t'f!.Ju 
in Chr,.j". 


,\nno 



ANN A L I 1)' I TAL I A. 


177 


Allno di C R 1ST 0 MLXV. Indizione III. 
di A L F. S S A 
 DR 0 II. Papa 5. 
di ARRIGO IV. Re di Gcrmania e d'ltalia 10. 


D Opo aver folfeno I' A ntipapa Cad.tloo infiniti incomodi cd afTanni ERA Vola 
per due anni ncl Cancllo di S.mto Anóelo, perchè Ivi aIfedlaw ANN
 1065. 
fempre 0 bloccato d.t i Romlni : fode perchè fi slargo 11 blocco, 0 
altra via reI' fuggirc: fe gli 
prì, cen:ò nell' anno prckme dl mclterfi 
in Jibcnà (I). 1'.1a gh c-onvennc compcrarla can tl'cccnw libre d' ar- 
gemo dol que! mc:dcfimo Ce:ncio Figliuolo del Prefl'uo dl Rom:.!, che 
fin' allora I' 3\'Ca falv&to dalle mani del Popola Romano con nco\'e- 
l"a:-1o in quella Fortt'zz:1. Però fvergognato fegretameme ne ulci, e 
malconclO d
 fanità, e fer.z3 roldi con un fcmphce ronzino, c un tvlo 
f3miglio, tanto can;.lcò, chc arri\'ò a Baccto lul P.lrmlgiano, nè più 
gl, VClme voglia di vcdcr I' acque del Tevcre. Racconra Leone Oibcn- 
fe (b), che circa qudb tt:mpi Bara(ont \lno de i Re deila 
ardegna (b) LID 0- 
fece dbnza a Deflder;o Ca
dina/e ed Abbdte di Monte Cafino, per J.vcr flienþs I. 3- 
de'l\lunaci da fond.lfC un Monitlero ndlc fue comrade. Lo z.clantlt- cap. 13, 
firr>o Abbate fopra l.::1a nan di Gaeta v'inviò dodlci de' fuoi Reli- 
gioii con un A bb,ue, ben provvedmi di làcri ameli, di Libn, Ji 
Rdiquic, 
 ò' aitre fupcllcttih. Ma i PifJni, maxima Sardorul!J Í/ividia 
{llIlli, prefero c bruclarono quella nave, e, tuna [ol\cro a i poven Mo- 
lUci, Ci fa bcn vcder quefto facto, che i Pllàni non peranl:he ligno- 
reggiavano in Sardegna. Barafonc ne dimandò, e n' ebbe tod
'stazlOn 
da loro; dopo di che ottcnne due altri Monaci d,\ ,Monte Calmo, co' 
llUJIi fondò un Monillcro. Altrcnanro fece un' altTo Re di queli'lìola 
cbramaro '.Torchitorio, colla fonda2.Îon d' un' alno 1\1ûniltcro. Pofcla il 
1")ap3 e il Duca Gotifredo tanto operarono, che I Priam iodlSkccro 
al i\1oniíl:cro Cafinenfc, e gli promilcro in avvenire rifperro cd amlci- 
213. L'aver [aluno creduto, che folamenre ncl Secolo ieguenrc i Giu- 
dici della 
arJcgna prendeífero il titolo di Re, viene fmemito da que1ti 
At[i, e da altre pruovc da me recalC nellc Antlchità Italiane ("). Un' (c) .Alltiqn. 
;duo f.uto vicn raccontato da eífo Oilienfc, che ci ièrvaà a tar co- Italic. l>if- 
notcere la diver1ir:ì. delle cofe umane. Perche erano nati de gli fcol1- [trI. S. (!1' 
ceni nel l\1oniílero del1' Hola ài Trcmiti, dipendcnte dal nobllilumo 32.. 
di f\Jontc: Cafino, il låggio e fanto Abbate Defidcrio ne levo via 
Adamo Abb;:te, e diedc quell' Abbazia a Tras:nondo Figliuolo di Ode- 
riflo Conte di MariÎ. Furono impmati quattl'o Monacl Tremitenti da 
i lor compagni d' aver [cm..!:! la ribdlilln di quel1' 1I01a. DI PIÙ non 
ci volle, perchè il giovane Tr;:smondo Abbate tàcdfe cav..r gli oc- 
chi a ere d' et1ì, e tagliarc ad uno la lingua. Al C1.lore dell' .'\bbate 
Cafincnfe Ddiderio, uamo pimo di manfucUldinc: e di carHà, fu una 
ti:ma Ia nuova di quetlo eccd]
', sì per la disgrazia di chi avca pa- 
:rom. Fl. Z [ita 


(:1) Cnrtli- 
lIalis de .A- 
ratøn;. in 
Vita .Alt- 
xantlr; 1l. 


. 



178 ANN A LID' I TAL I A. 
f R , Volg. t:ir('l, come p
r la cruddrà di chi avea daro quell' ordine, e princi- 
AI\I\o 1ú6S' paJme
He poi per I' Infamia di que! faero Luogo. Fero frctto1ofamemc 
accorle cola, milt: fo([o a(
lra pe-niu:nza Trasmondo, e poleia il cac- 
CIO di colã, :\13 que1, che è d.l Huplre, dive-rfo fu il tcnrimenro d' 11- 
devrando Cardinale cd Arcidiacono aHora della tànra Romana Chielå, 
che fu poi P.lpa Gre:-gorio V II. SoHenne cgli, che Trasmondo aveva 
o pe:-r.HO. 0'1n da CI uJde, ma da unmo d, perro, con a\'cr t:rattaro, co- 
m!: Id mc. ir3 v ano, qu
' m-lligni; t' gli contè:rì anche in premlo una 
rnrgllOre \ bbazla, cioè ]a CaiaUi jenlc; anzi d.1 11 a non molt:o il feee 
anl'lll'a V dcO-vo dl ß,llva. Er.l allora II Cardmale IIdcbrando II mo- 
bile prinClpale ddla Cone Pumificta. N ulla fi idcea fenz4 di lui, anzi 
r.trtva, che [Uno folIè falto da Iui: ranto era il fuo fenno, I'atrività, 
c zdo, con cui ('Frava, benche tofTe afTai pIccolo di fiamra, e 
l' app,.lfcnz'\ (.
cl carpo non ,ifponddfe alia grandtzza dell' animo. Giae- 



s B
::
dl. chi'll Cardm..l Baronio (a) non cbbe difficulrà a produrre a\cuni acmi 
lOClle). arl "erG dl ::), Pier Damiano, nè pur' J() l' avro per qui rcplicarli. Così 
4r.n. 1061. {'glJ Jáiveva a1 mtdtfimo Ildt:brando, tuo iìngolare. arnlco: 


Papam rite c%, Jèd 'fe proßratn adoro" 
cru ftJcis hunc DfJminum" Te facit ille DtufN.. 
In un' ahro Difi.icO- anchc più pungcme dice dello ficfTo Ude- 
b.rand.o : 


J7i'L'cre' vis Romæ? clara depl"omito voce: 
Plus Domino PtlP,f:., quam Domn.o pareo Papte.. 
n che ci fa cono[cere, chi [ocre aHora il Padroru: di nome 'to C 
ehi di fJ(tJ in Roma" 


 L

;::;= Fu in, q?-dt' Anl1
 fa
ro Gavalie
e il 
e 4rriy/ IF. ,(6) cioè ri- 
h(lrgtnJj
 in cev(t:re egla I arml mlhrart dalle mam dell Arclvelcovo d, ßrem:l con 
Chronlco. queUa folcnnità, ehe era da molti Seeoli in u(o, e dUlò molri alui 
d,lppoi" E fin d'dlora. Ii fcopn il fuo rn,11 r.1lenro contra dl AIInone 
.drrivefco'Vo dl Colonia, poiehè gli fta\'a iemprc d IVoinri a gli oechl II 
perico1o corio, aBorehè quel Prdato il rap" .llb Madre. Ma per bunna 
f()[[una dr.! (U,l Madre, cioè I'lmperadrice AgneJe, ;/vendo Farra una 
, fc.lppara- d,1 Rom.a in Gcrman.ja, querò per allora l' ammo vendieativo 

c, M Gllu l rrl
 del F' g 1Hlolo. .-\uclero ndi' ..\nno prelènre (c) i due F-"'drelh Nor- 
'HIS II ù- , , - 1 C 1 
lerra iJb, 1. manOl, Roberto lJuca, e Ruggieri Conte ad elpugnar qu.! cht" a{lc!lo, 
c.z!. 37. chc run,l\'la lì f('urac\'a al jolO dcminio nella CabbnJ. Caito 101'0 
quaul'O Mell l"af1èdJo del folo di Arge1, e com'cone 111 fine ammct- 
t:t:rc qucgli .Ibitanri ad una dIlercra capit:ol.tzione In quelli rempi il 
fopra..k[(o infignc Abbll[e di Monte Cafino e C:lrdll1alc DefidC:rJo at- 
(d' "Leo rere- ;ndcfeO:lmeJ1rc a fdbbricarc una funnlot"".1 Bafillea in que! facro 

f'e"'ls, Luogo (d): al qual fine chiamò dlH:l Lllmbardia, da Ama1fi, e da a1- 

 ):8

 fit tri pacfi, c fi,n do\. Coilanrinopoli, de i VAlenti Artefici di Muf

i, 



ANN A LID' I TAL I A. 179 
di \hrmi, d' oro, d' argc.-nro, di ferro, di Icgno, di gdro, d' avorio, E R,
 Vol
. 
ed' aIm hvonen: it che fervi ancora ad introdurre, 0 a propagar qUt :1:e ANNO 1065. 
Ani in halia. Troviamo eZl3ndio, ehe 0..:11' anno prelemc It:
uira\'a 
Ja Onà di Napoli a ricnnofècre 1.1 fO\7ranirà de' Greci Augulti, eiò 
app1rendo da ul1a concdIion di beni (If) [ana da Gio'?Janni JI. :\rcive- (a) .Antiqu. 
fc<>vo di quella Cmà, e da Sergio 17. i-I quale Ii vede inrlcolaw Emi- ItaLic. DÌj: 
r.enti.f!ìnllls CD1Jful & D!Jx, atque Domini gratia lUagi/ler ,1fiJitI4m. Lo fin, 5. 
Srrumenro fu Qipularo lmperante Domino noßro Duc, COnß_lil/ÎllO ma,
r.o 
lmper.-uore Amlo q/Ûi/fO, die XX 11. l11enjìs Julii, Indu'l/OIlt! 1cr/J'l, Ne
- 
polis . S
 (.lli N oce non fon fall,!re" prima dl que! chc cn:d::rrc il Pa- 
dre Pagi (b), Coßantino DUUl aleele (ul Trono di Coílanrinopoli. A (b) pagi!ll 
Guef
' ,-\ono ancora appaniene un Pl.1ciro pubbliealo dJI Campi (c), e àd Anna'. 
tenuro n::i di primo di Luglio in Piacenza nella Cor
e propria dl RI- Baron, 
naldo :\1eilo del Signor Rc, dove in judicio rejidebat Domn/ls Dio;'iÎþus (c) C.1mþi 
EpifcOptlS (a,;E1æ Placmtinæ Ecclejiæ, & Comes vius Comitatu PlacCilti If/or,t P/
- 
no, ji7-'e í1ÍiJlilS Domni Regis UJ1a mm Dom/Jus Cuniberto Epiflopus (anElæ ';;tt,,;
: . 
'faurÙicnþs Eccltjìæ &c. Serva ancora quett' Ano a comprovare il do- 
nJinio dd Re l\rrigo, tlJ[tochè non per anche Coron.uo, an ltali,J.; 

 che anche il V dcovo di Piacenza al p2ri di tanti alni Prelati era 
Jivenllto Come, cioè Governawrc perpemo della fua Città. 


Anno di C R 1ST 0 MLXVI. InJizione IV. 
di ALE S SAN D Roll. Papa 6. 
(H A R It I G 0 IV. Rc di Germania e d' Italia I I. 


D ImcmicoíIì ben prefio Riccardo Principe di Capoa d' etTere VatTaIlo 
dclla f.lnta Sede, e di aver giurat:t feddtà ad elTa [
uo Papa 
N ICcolò I J. Egli a guifå de gli alrri Principi Normanni, che mai 
non fi Guetavano, finchè non aveano atTorbiw chi Ltava 101'0 vicino, 
c dopa CIO penfåvano ad ingoiar gli alrri, a' quala s' er,1I10 apprdljri: 
v<"ggendQ, che curto g1i and,}\Oa a Icconda, eominciò anche a ttcnJere 
Ie tue conquifle Copra Ie Terre immcdlaramente fortopofie nel Duc3to 
Romano a I Pari. E Lupa ProlOfpata fcrive (d), eh' et10 Riccardo (d) LUp'u 
iJltravit 'fen-am Campaniæ, obfeditque Cepcranum, & comprehendit eum, protofp,rta 
& deV{Ißando ulfJue Romam pel venit. Accollaro che fi fll aRoma (t'), in ChrofJicø. 
prete!c d" e/T.:re dIChi.trJLO k-'arrizio, cioè A V\'oc:uo dellJ Chictà Ro- (e
. L:; 
man,l: Dignità 6:)0 da'tempi di Pippino Re di Fr.IOCI:1 conlervard 

:
::. 
fempre nc:gl'lmperadori; c Dignirà, che ponavJ fceo il primaro, 0 Lib. J. c.15. 
almeno gran confiderazione ndl' eleziane de' Romani Pome6ci. Oi 
quella mtn..l fu avvcnito il Re .dt'rigo IF. c per abbartcrla, ed in- 
fi
m:: con d'lègno di levar dalle mUH rapaci dc' Normanni Ie Tt:l"I'c 
di
. Pietro, e di prendere in ral'occafionc la Corona dell'Jmperio 
dal1e mani del Papa, uni infieme una fone armata, c giunfe fino ad 
Augutta, nlo1ulo di calare in Jralia. II cotlume era, che il Marcnefe 
Z z. di 



130 ANN A LID' I T ^ L I ^. 
LI\" Volg. Ji Tofcana, allorchè il Re Germanico era per venire in Gue!le rani, 
.h:..o IC.l6. andaO"e ad incomrJrlo colle [ue mili?ie. Afpettò ,\rriga per qU'1lchc 
tempo, che II Dllca Go/ifredo comp,uiiT
; ma non \'t'ggcnJolo mai 
venire, anzi avviÙto, ch' cgli era ben lontano di là, tr.l il difpetto 
conceputo a cagionc di quclb. nuncan'la, e fors' anchc per qualch:: fo- 
fpetto dell:! fede di lui, dditlè daBa IÙ1 [pedizione, c lè nc tomo in- 
dietro. {manto dTo Duca con pof1ènre eferciro era corio a ILmu per 
reprimere l'infolenzJ di Riccardo c de' fuoi Norm mni. Tale era il 
credito del Duca Goffredo, tali Ie forze iùe, che i N ormanni sbi?,ot- 
titi Ii rírirarono più che di frena, abb.tndonando l.1 Campani.1 Ro- 
ma:1.1, fc: non che Giord.mo Figliuolo del fuddeuo Riccardo can un 
buon corpo di gente fi fnnificò in Aquino per far tella all' Armata 
nemica. Prctèmoffi G')ffrcdo co' fuoi circa la mcrà di l\bggio fono 
quclla Ciuà, accompagnato in qudla fpedizione daUo fidìo Papa e 
da i CJrdmali, e per dicidotto giorni tlette accampato inrorno all:l 
meddima, con etTere [uccedutc varie prodezze sì daW una parte, come 
dall' alrra. Ma per accorre1.Z'i di Gugl!elmo T dbrdita, che andò in- 
n:m1.i inJietro, Ii conchiufc un abboccamento rra elTo Ducl GofFre- 
do, e Riccardo Principe al Ponte già rotto di Santo Angelo di To- 
dici. Fama coree, che j) Duca piÜ da una groIT:1 (omma di danJro, 
che dal\c p.m;>le di Riccardi), Ii lafcialTc ammanf.1re; e però dol Ii a 
poco piegarc Ie rendc, fe ne tornò colla fu.! genre in To[can.
. Si 
lafciò vcdere in qucgli ficl1Ï giorni una gran ComctJ, di cui fanno 
mcnz.ionc ahri Storici [otto il prefente Anno, c moHrò la Ilta lunga. 
t..' R"- coda per ptÙ di venti giorni. RomoalJo Sllcrnitano (a), che fotto. 
'1J'U,d-u quetlo mcddïmo Anno parla del P r
deno Fenom
no, aggiugne, che 
SllltI'1Úr,t- .n 
n.lS ehron, Roberto Gu
(è'Jrdo circa gli fieffi giorni cepit Civitafenz Yej'lS, appre- 
T, v J J. ReI'. benditque ibi CatapalJllIll nomine Kllriacum (cloè Clriaco). N did. Cro- 
lraiicllr, nichetta Amalfitana (b) l' acqUifio della ana del Val1:o è u:afportato 
(h) ,Adti-1 u . neU' Anno lêguente, e quel Cuapano vien'ivi chi.1mato Bumato. Ab- 
:
.:1!
5
: 1, biamo da G.mfrido Malaterra (c), che in qucHi tempi il Conte 
ug- 
,J ,;.1-.';';- gieri faccva continue fcorrerie in Sicilia add oCTo a i [\tori, can npor- 
Ii's .\Ia'iI- tarne qnafi [empre buon b
ttino, c con tale (pcditezza, che non po. 
terrJ I
b. 1. tea drac rnai colto da loro. Fabbricò cziandio la Fortez.za di Pe- 
l4? 
ö. trelia con torri e blt1:ioni: fortificazione, che lèrvì a lui non poco 
per conquiUare il refio della Sicilia. 
Finqm avea tenmo [aldo contra del Clero concubiiurio di Mila- 
no, c contra dc' Simaniaci Å,ialdo Diacono di quella Chiefa, non già 
Fratello di un Marchde, ma bens} di chi portava il fopranomc di 
Mdrchefe ; Ecclcfiaftico picno di zclo per la Difciplina Ecclcf.al!ica, 
e che infieme con ErlullbtJ/tIo Nobile Laico commoveva il POPÇllo 
Eoncra dc' Cherici [candalofi, c contra dello O:e\To Arci?eJwvo Guido. 
Pafsò A rialdo a Rnma, e cali doglianze e pruovc doverrc port,lre con- 
tra d' eífo Arcivefcovo, fauron: dc' PrNi concubinarj, e credoro Si- 
rnoniJco, che il Ponrefice Aldfandro II. fulminò la fcomunica con- 
tra. di lui. Tomato Arwldo a Mil...no,. c divolgatc Ie ccnfure, gran 
turnul. 



ANN A LID' I TAL 1 A. 18 I 
tumulro ne fuccedcttc nel dì ddla Pc nreco{le , perchè ita alia Chid:' 
l' Arcive[covo Collevoili contra di lui:, 0 pur prefc I' armi in f.1\'ore 
d' A rial do ql1clla Plebe, che teneva il di lui rartiro, e dop? aver 
b.dlonato l' Arcive[eovo, e laCciarolo come morro, corfero tuttt a da- 
re il facco al di lui Palazzo (a). Q.lcflo accidente Cvcg1iò non poca 
commozione ne' VafT"alh ed alrri aderenti dell' Arcivefcovo, i qU'ili 
rifolverono di fa roe vendetta fopra Arialdo. Non veggendofi egli ii. 
curo, travcfiiro [e ne tùggì, rna non potè lungo tempo i"ourarfi :tIle 
Jicerche d\:" fuoi perfecutori . Tradiro da un Prete, prc:tro .il quale fi 
era rifu.'iaro, fu melTo in mana dc' foldati dell' Arcivefcovo, che con- 
douolo 1ul Lago IVlaggiore, qui vi crudclmente gli levarono h vita 
11c! dì 28. 0 pure ,. come altri vogliono, nd dì 27. di Giugno dell' 
Anno prefente. Non mancarono miraco1i in arrcHazione del1a gloria, 
ch' egli con[eguì in Cielo, e fu poco dip"i regil1ra-ro fra i S:mri Mar- 
tiri dllb Sede ..-\pofiolica. Abhiamo la fua Vita i"critta dal b::aro An- 
drea V.1llombrolàno fuo DiCcepolo ; e il Puricelli (b), Scrittore ac- 
cur,uií1ìmo e benemerito delJa Sro1.'ia di Milano, diede tut:to alia luce, 
cd illullrò i fani sì d' ctTo Ariald"O, che di ErlcmbJldo. Vegganfi 3f1- 
cora gli .-\tt:i dc' S.1nti Bollandiani (c). Amolfo, e L:mdolfo [eniore 
Storici l\1ilandì di qudl:i tempi, [vamaggio[ameme parJ:mo d' erJ() 
.Arialdo, perchè avverf:l1j di Illi, e protet
o,ri del Cle
o, allora rrop- 
pa [co[tum:1to. In quell' Anno :.IOcora palso ana giona de' b
ati S, 
7éobaldo Romito Franzelè della [chiatta nobile dc' Conti di Sciam
 
pagna . Succ
dene la [lla mone net Luogo di Solaniga pre(f'o a Vi.. 
ccnza, dove per più anni egli era Jimoraro, menando una vita au
 
fier.! in orazioni e digiuni . 11 facra Cuo Corpo fu rapito da i Vicen- 
tini, ma nell' Anno f074. furtivameme tolro, fll ponaro a1 Monifie- 
1"0 della Vangadizza prello l' Adicetto'J dove è oggidì la Terra deJ- 
1.1 ßadia. Abbiamo la fua Vita (d), [erina da Pietro Abbate di que1 
f:1.cro Luogo, e pt'rfona comemporanea, che affil1:è alIa di lui morre. 
N e parlJ anche Sigeucrro (to), olrre a molti altri . In quefi' Anno ao- 
cora l)(1n potcndo pitt fofièrire i Vefcavi e Principi deJla Germnn ia 
(f), che ./Jdilberto .drcÏ'1:ejcovo di Brema, uomo pien d' aJrerigia, fi 
abulatTc ddl' afcendcnre prdü Copra il giovane Re Arrigo coÌl' ope- 
rar tmto di cafe, che gli tirarono addofT"o I' odio di tutti : cOf'leiura- 
ti in Triburia inrim:lrono ad Arrigo 0 di depor la Coron:t, 0 'di li- 
ccnziare da sè Adclbcrro . Perch' egli volle fuggire, gli mifero Ie 
guardit: inrorno, e poi vim perofameme cacciarono l' A rcive{cooo ßre.:. 
mente, e fu confegnaro il Re Ibtto il govcrno di An.'1one Arcive{covo 
di Calonia, e di Sig('fredo Arcivefcovo di Magonza C.
). Annone :mefe 
arl innalzar tutti i (uoi Parenti ed amici alle prime Dignità, e fra 
gli alni promofT"e alla Chiclå Archicpifcopale di Treveri, che venne 
a Vacare in quell' Anno, COI'Jone, cioè Corrado fuo Parente, e gli fc- 
ce, dar 
' An
llo e it ba,fi?
 pal1:<?rale dal Re .Arrigo, con invia;lo po- 
fCla a 1 reveT! per ciTer IVI mtrol1lzzato . Renö ralmenre disgunato ed 
irrita[o il Clero c Popolo di quclla Ciuà, per vederG privata 
el1' 
anu- 


Ell A VlI'g. 
AN/ooO Ic{6. 


(a) .A rmllf. 
lii{l
r. M.:- 
diolan. t. 3. 
cap, 18. 


(b) PlIr;c,l.. 
;;,IS d, SS. 
.Arialdo ()' 
Hlrllmhlll- 
diJ . 
tc) Âcla 
Sllnflor/lm 
B /land; 
,1'/ diem 17. 
'Jur.ii. 


{d) M.1óil/, 

J:eul, Be- 
1.l'/lflin. 6. 
Part. l. 
(e) SigehEr- 
tllS i,l Chr. 
(f) L.1mbtr- 
IllS SCllfna- 
lu,,;,t> Ji> in 
Cln 0.1.CO , 


(g) .Ad.un 
bremer-jis 
Rift, il/;, 
: 
c,'P. 37. 



I 2 
 A N 11 /I LID' I T A I
 I A. 
[R \ Volg, antlCo {UO d-irino d' t:lc:-gg
re i\ proprio pallore, che dicde n
l1e fma- 
1ì;,:m 1c66. mc, t. ne a\'venne POI, chc arrivato eolà Conone, Teoderieo Come 
c Maggiordomo ècila Cf]idJ di Trcveri gli fu addolro Con un.1 mJno 
J' 
rmati, e dopa qU1lche ,!!,cfc di prigionia, il f
ce precipitar giù dd 
un alra monr::gna, dove la(ClO la V!rd. Fu quelll, non so come, ri- 
guard,lto dipOl qlHI M.Jftire ; e Lambeno fcnve, ehe alIa iù.1 romba 
tuccc:deano mo\ut1ìrni miracoli . Ma non dovette far grande onor all" 
Arcive[covo Annone, che fu poi anch' eg:i veneraro per Santo, una 
pronlQ.zion ta.le, perehè ingiunofa a qucl Popolo, e contraria al ,
.. 
,ri Canom . 


Anno di C R J S TO MLXVII. Indizione v. 
di ALE S S A 1\ DR 0 II. Papa 7. 
di ARRIGO IV. Re di Germania e d' Italia 


12. 


N On meo che Milano era in confurïone 1a Città di Firenze in que- 
tli giorni a cagion de' .\1onaci VallombroCani, che folleneano aver 
Pictro da Pavia f7eJco7:o cOI1[cguita quella Chief a coil' :
uto della regina 
pecunia. Per metterc fin
 a sì 111
gJ, dllfc:nGone, che avea già par- 
(Onto ,',uj tèandali, ebbao Ie parn ncor[o a S. Giovanni Glllllbfrto . 
Fecc tl;?h quanta fu in [ua mano_ pt'! indcrre i1 \' cleovo a confdfare 
il '-uo c;!l1o, ma indamo hopote dunque Ja [per/enza, ø 1ìa i1 Giu- 
dizio del fuoco; che aHora fimili modI di tU1lar Dio non erano vie- 
tati, anzl puea talvo\ra, che Dlo gli aurem,catre co i l\.-llracoli 0 Qle- 
ita CrcgoJata pll
ova nondimt:no lion avca \'uluro concedere ne\l' An- 
no allteeedente Papa ./l/tjJandlO II. in occ.:fione di vlfitar la Tofcana. 
Comandò durque l' Abb..tt. o S, Giovanni Gualberro, che un fuo Mo- 
naco d.,bbene, ;]PpelhHo GIOvanni, paffaífe pt! fuoco, c con tal pruo- 
va cnia1JfTe, fe hnro era Simoniaco sì 0 nò. A due carafte dl Ie- 
go.! rrep"rare pCI' tal funzione fu ,atta
cato iJ fuoco, cd alJorcnè era 
ben for01"[O ed alto il fuoco, an!molamcnte VI palso per mezzo i1 
l\lonaco Giovanni lO' picdi nudi tenza nocumcnto alcuno, e knza (he 
( ) .. " I nè P ur rdtatJc uruclato un P clo del luo cor po . II t;mo P rodW:loto fi 
a r..pi;lo. 
 
PerIL, Flo
 vedc defcri[[O dal Popo\o Fiorentino m una it nera (,a) a Papa AldTan- 
reNini ad dro, IJferira :mche dal C:u dmal Baronio (b), 11 quale gmJlcol!o acca- 
.Alexan
r. duro neW Anno lo6
. Ma il Põldre MabillC1ne (c) fc')pn con altre me- 
:


a
o';o_ mOTic, (he t
l prUCJva .acc<ldJe nel Mef
 di Ftbbr aj:> Ilel 
1ereordì 
hÃ,,:nis dtll.l prmu kttlmana Cll Quarefima dell Anno pref<:nte, In CUI la 
Glla/herti., Pafqua eadde nd dl 8. di Arnie. II Vefcovo Piclro fi sa, che prcfo 
(
.1 Ba / ron f o l1J I' ablto 
lonaltico, in quello piaffienre termmò i !llOI giorni, e che 

 nnn . Cf. ' fi d " C d V r d ' .\ 1 L 
(c) MaL;/I, iì Monaco (71ovanOl U IpOl creato ar male e CICo\'O '. <Jano, 
fi.n.al. 
e
 aprell:no da I. innanzl Giovanni Ignco, qUitfi uoruo dl fùoco,o U(t:ltO 
rotd.t1m. del !lIDeo, c adopcra[o dalla Santa Scrle in ambalccric dl grande im- 
ad h,ml 
.Annum 0 ponanz:a , 


. 


Tut- 



ANN A L r D' I TAL I A. 18 3 
Tuttavia durava l' ofiin:lZion dell" Antipapa Cadaloo, e fe non ]" 1\ A Vo1g. 
porta far guerra coll' armi allegitrimo Ponrefice i\lefTandro II. glit:!a ANt;'. ICÓ7. 
facea colla dJfunion delle Chicfe, íèguirando alcuni Velèovi, e fpe- 
zialmenrc ./lr1'igo Arcivcfcovo di Ravenna a foftenere la di lui fazione . Per 
termJllare qudta abbominevol gara, e per làlvare con qUllche appa- 
renZ;,l it A.;coro della Corte G:::rm-lniCd, fu dlt'l l' incumbcnu ad An- 
tIMe A,.civefc
'Vo dl Colonia ,di venire in f,ta!i.t . (a) PaIsa eI?li p
r L
m- (
) J\'icol. 
barJia e Totcana a Rom" tcnza fermarh, e qUI VI ammef10 all udlen- Card;'l. 
Za del Pdpa in prefcnZ'l de" CardirIJiI, con al ia manfuera c mf\delh 
e 
ragDn. 
diffe: Come mni, 0 Confratello .ð/eifi'mdro, tlvete 'iJoi ,..ice'iJuIO it Papalo m 'V d '/,! Ale- 
f ' d .r;:' J I R ' S " ? L ' l I xan rI Ii. 
una Of me e conjentlmcnfo uC e mlO Ignore, ,ungo tempo e') oe ta 
 p, 1. T. Ill. 
hunza s' attie/Ie tla i Re e PrÍ1lcipi. E qUI comlOLlando Ja i PatnzJ Rer. Ifill", 
dc' Rom-ani, e da gl' I mperad(Jr) , alcul1i ne nomlnò, per ordine e 
confcBlo de' quah crano iJliti gli Eferri fuBa Sedia dl S. PietrO'. :\1- 
lora lalto lu iJ Cardin.lIe Ildeb,'ando .'\ rCfdiJco-no co i V crcovi e Cardi- 
nali, e dllfe all' An.:ivdco\lO, che fecondo i Canoni non era permef- 
fo a i Re d' aver mano nell' elc7.Ïone de Romam Ponreficl, e adJuf- 
fc molti teHi de' EU1ti Padri, e maßìmamente l' ultimo Decreto di 
I-'apa N ICcolò 1 I. fottofcritto da cemo tredici VetÚJVi, di m:miera 
che l' ArCl\lelcO\'O 1c11ò , 0 moftrò di retial' foddisfimo: b.:nchê ve- 
ramente nè pur fo{fe ttaro oíTervato II Dt:creto d' dfo Niccolò Poo- 
td-ice. Dopo di che pregò il Papa di voler tener per quelb c.mf.\ U:1. 
Concilio in Lombardiit, per qUivi giuHihcar pi<:namente l' clezionc 
fua. 11 che quamunque pareßt: contro il con-ume, e comrarÎo al dc- 
coro d' un Romano Pomefice,. tuttavia coniiJcl'ata la cattiva collit u- 
zion de' tempi, e per ddiderio di dar la pace alia Chic(a, fu accor- 
data e fcelta la Ciuà di Mantova per celebrarvi il Concrlio. Che in 
<]udi' Anno fo.{fe il mcddimo cclebratt), e non già nel 106+ come 
altri ha creduro, )' hanno già dimoHraro Francefco Maria Fìoren- , 
tini (b) , e il Padre Pagi (c) coli' autorirà di Sigeberro, e di Landol- (
) 
ml- 
fo jumore Storico Milancte . Egli è da J/Jlere, che non fieno giumi 
;'lt11;:
n;;. 
fino a i di ndhi gli Aw di qud Concilio . I?ure fappiamo, che v' in- l.b" J. . 
tervennero tutti i Vefcovi di Lombardia, eccettochè Cadaloo, it qua- 
c) J-
gll" 
Ie belH:hè ne aveßè l' ordine d:l11' Arcivefco\lO di Colonia, non ardi m J C;UIC. / 
d ' fi la f: fi 11 .n.rm<l, 
I prdcmar I a quel acra AíTemblea, dove il Ponte ce Aldlandro };./rOI1. 
]1. tal mente provò la legirrimÜà della rua elezione, e riípofc aile ca- 
lunnie invenrate da i malcvoiJ conrra di lui, ("Ot i Vefcovi di Lom- 
bardla di fuoi avverCarj, che erar.o pnma, glt dlvcnrarono amici cd ub- 
bidicmi. Fra i' aItre cole qu.eÎ, che vnamenre in Lombardla crano rei 
di Simonia, aveano oppono 11 medefimo ,,'izio all' clezionc: di Jui. Lo 
attetla anche La
doHo feniorc Cd), ma con una m3n di fa\'ole::, còe (d) Lllndoll- 
non occorre conturare , perchè Imt'ntite daIl' evicknza. II Papa, fe- }ltS femor 
condo II cotlume de' fuoi Predcce{fon fi purgò da quefia raCCI3 ":01 R'þcr, Me- 
 
giuramC:,mo ; ,e bifogno nè pur ve n' era., per'ch' egli fu 
apa di fom- :
;.1J1I;8
' 3. 
ma VirtU e dl ram zelo comro la Simoma, ed detto fpezlalmenre pa 
cura del Cardinale JJdcbrando, cioè del maggior nemico, che fi a- 
"tile 



13.... A :-; 
 A LID' J T .4. L I ^. 
J. 
 , "
\g. \" ITc t:1:11 q
l(;l1' cCccrabil \'izia. Rcfiò dun
l11: artemno CaJ.llco il 
L\W'U' .;, qu,.k oonJlmeno per tdlimoni:mza di L::mberto (a), 11l1Chè vilf;:: 
on 
.1 :.am/ur- volle r-nai ccdcre all' emplc fu
 pretenfìoni . ' 
rus 
(arnt- r. D rr d . 
{,"rgenJÌl in Da 
la:1,to
'a palso l,apa ",-khan 1'0 alia fua, Patna l\1ilano, do- 
ChroTJIcø. ve fì {ludlo dl nfnrm.\r gh abufì per quanro pote, e d. merrere pace 
fra 11 Clero e P"'POIO, A tal fine quivi bfciò, 0 pure manJò due 
Cardmall (b) cioc 1\1tÙlt1rdo 17ef.-o'1:0 dl Selva CandiJa
 e Giot)(l1fn; che 
fc(:ero nl:! di pnmo d' Agollo a1cune utili e (åvie Conlbtl1zioni con- 
tra de' Sim'.1niaci e Chel i'l concubinarj, e promo{fero 1a pace e con- 
cor
iia ff.\ i Cirtadini . Leggonii tali Colhtu'l.ioni ne gli Annali del 
C1rJ111al BJrOOlO, c nelle Annotazioni alla Storia di Arnolfo MIl:i,- 
nde (e). La pace nondimeno non prefc pied
 in Milano. Edemhal- 
do Cotta, lIOmD Nobile e porente, alliUito dal bracclO di Roma 
I::guitò a fJ.f afpra gucrra aU' /I,-â-vefio'";;o Gltido, con pre:tenderlo 
i
 
mOn1aco cd illeg1ttlmo Pa!1:orc : il che conunuò gli fconcerti dei"crit- 
Ii Ja Arnolfo c do\ Landolfo i"cniore, Storicl Mtlandì di qu:Hi rcm- 
pi, fiB parziali, come: g,à abbiam delto, de' Prcti concubinarj, e 
. n1.l!1ìmameme il recondo, ne' CUI fcrit{i la bugia e I' inlolt'l1l.a Úion- 
t d ) tll
dul- Ù. Q!1e!h fra I' alrre cofe [cnve (d), ch
 Erlembaldo þbÙnet cvtxil- 
'
;:flo

ro'
I,_ I;em, nlilites ( ca\'J.lleria ) & ftdi
u , txinde qui fcalas ad capicndas t!fi- 
d:Ûiln. I. 3. mos, m,lchit/a/q:ec diverfas ordl11trcvJl; prætt'1'ta baliftas ac fundi/Jlilarios 
Cdp, 19. &c. 

 lit avvcnimenti ci fal1l1o alTai conofcerc, chc :1l1ora Milano 
non dovta 1.,lèiarfi regobre .da 1\1 1111 !iro alcuno del Re, e cbe a poco 
a po:::o i1 Porolo s' incammin:1\'a a quclla hbcrrà, ch:: vcdremo andar 
crdccndo lW gli anni lèguenti, N cJia V ita di Papa A IelTanciro 11. a 
noi COl1ícrvat:\ d.\ N iccolò Car
im..le d' J\rag
n" (t), fi legge, che 
d.)po 11 Concilio .dl l\1;H1[Ova e(fo Ponteficc Ie De rltorn;) tuno licro a 
Roma c de ndlo Hello tempo i N ormanni occuparuno la Città di 
CapÐ3: c che lIdeblando Cardinale chiamò in ajuro Goffredo Duca 
di Tofcana, il qualc acc')rfo con un immen[o clcï<jro, c colla Con- 
tella i'vlaulda ilIa F'gliallr,t ricupero c(fa Cirrå dl Capoa, c la reftituì 
aHa C!1Ie1å Romana. Potrebbe CIÒ far credere tcnuto i1 Conci\io di 
Manw'J:l prima dell" Anno 
'refenre, gi.lc(,hè abbiam veduro fucccdu- 
ta nd prefenre Anno h gutrra 
ell.1 C.\mp3nta. !>.b _ non è (ìcuro in 
.quctlo II racconto di Guello Scmwre, Ja che egh ta ricuperara Ca- 
poa, quand' è fuor di dubbio, che Rlcca
do PrlO.cipe 
i qudle con- 
[fade Icguito IVI a tCl1ér IU.l lignol!a, ne 1 O
b
nk, Scrmore di que- 
Iii tempI, då alcun regno, (he Capoa vCOIlIe 111 p
lere della Clm-fa 
Romana. Forfe \'uo1 dire, che RIccardo dl nuovo it acc,JrJo col Pa- 
pa c gh glUrò omagglO anche per 101 CiwÌ dl Capoa. In f.mi Ii 
legge una Bolla d' elIo Pa
,a in f.1\ ore di Ai/aiio Arci\lCfcO\'o di Sa- 

f L'Jhtll. ler';-o, pubb1ica,ta dall' Ughell1 Cf), e doHa Captæ ,IV Id
: ,Oc1oÍJri!. ' 
J:IlI. Sur. per manus Petrz SanE/æ {(OM
nte .Eccleþ,: Suhdzacom . &. BJdl()theca
'It, 
?ItI'Jt, J":l, Anno F/l. Pontt[icatus Dom,.J Alcxandn Petpte, bldléllOne 1/11, Cre- 
;
/f Arthltpi= d,;-([e il Slgonlo
 che tal..Docum.<;lìro a
'ranen.e!fe dll' Ann? f(.'gumte 
.op, Siller 1-c
8. ma io 10 crtdo fcl'Jtto neh Ouobrc de:.l Anno prelenre. Ora 



 .e
 


(b) .ÆrJlUif. 
Hiflor, Me- 
dlolan. I, 3. 
cap. 19. 


(c) Rlr'41t1 
IInl, I. IV. 
p.lg. 37.. 


(
) '[{tr. Ita- 
I.e. T. HI. 
P.lrr. 1. 



ANNAL! D'ITALIA. 135' 
da dTo apparirce, che it Papa emrò in Capoa, e paci6camcnte vi di- E u. Voig. 
morò ; ma quivi cominuò anche Riccardo II fuo dominio. La guer- A!l:NO Ic67. 
ra fana dal Duca Gorifredo in Terra di Lavoro, abbiam veduro di 
fopra, che è nferira nella Cronich
[[a .-\m:t16rana all' Anno lor8. Fin- () 
qui la Cinà di Bar;, Capirak della Puglia, anzi de gli Srati, che 1
 /;'111 
aveano giå in Italia gl' Imperadori d' Oricnte; Città fone, e Clttà inTOc
!::::Ot 
piena di ricchezze, avea fuggiro il glOgo de' Normanni. Ma da gran (b) .AIJOn,,,,, 
tern po vi facea }' amore Roberto Guifcardo Duc:1, e I' Anno fu quetlo, Barenl!s ii, 
h ' I ' ' d " 1 ' t P , . - 
 chromto 
c eg I ne erermmo a conquli a. ero COil un copln!o elerclro per tcr- l) M l'- 
fa, e con una Rona navale per mare fì portò ad alTediarla . N 00 con- t
rra zi

 2.. 
cordano gli Amori nell' alfegnar I' Anno in cui cgli diede princlpJO c.1p. 40, 
a queU'alf.:dio. Lupo Protùfpara (a)e I'Anonimo Barenre (b) di ciò par- (d) R07ñ./.l- 
lano all' Anno íi:guente, e per queUo che andremo vedendo, dee pre- d

 S
ler- 
ponderare l' alferzion 101'0 a qudla di Gaufredo Malarerra (c-), e di ':j0

1I
II. 
Romoaldo Salernirano (d), che 10 mcttono 111 quell' .'\nno. Leone RtF, /tal;" 
Ofiicnie (e) jèrive, che Roberto prima di metterlì a COSI difficlle im- (e) Leo 0- 
prefa, s' era impadrollito della Cicrà d' Otranro. Si rifero a tuua pri- f'
nJÙ þ 6 
ma i Barirani della venuca dell' eferciro nimico ; e con ingiuric e col Ú)'

,
a
;:' 
fu motha delle lor cofe più preziofe, fi faceano beffe de i N orman- fta Saxo. 
ni . Ma Rob<:rtQ fenza curarrene pumo, auendeva a preparar tuHo ]JertoldllS 
quant,o parea pi
 rpediem
 per vincere 
na sì orgogIiora, Città. In 
:i
t;1."- 
quell Anno (f) II Rc Arngo IV. celebro Ie fue Nozze m Tnburia .Albericus 
con Berta Figliuoia del già Oddone, e delJa celebre Adelaide Marche- Mona,
hus. 
fi di sura. Pietro Marchefe, Frarello d' clfa Berta, per quanto s' ha u alII, , 
da un Documento rapponaro dal Guichenon (g), tenne un Placito 


 
if;ke- 
nell' Anno, 1064. nella Villa. diCambiana. \1a nufcì ben infelice il Ma- Ge1feal:g. OIT . 
trimonio luddetto, rcrchè troppo era già altcrato da' vizj l' animo di de la Mai- 
quefio Re . [on deSIl'l/o- 
'je Tom. Ill. 


Anno di C R 1ST 0 MLXVI I I. Indizione VI. 
di ALE S SAN D Roll. Papa 8. 
di ARRIGO IV. Re di Germania e d'Italia 13. 


N On avea di buona voglia il Re Arrigo prefa per Moglie la Regina 
Berta, e ne cominciò ben pre (to a f.1r cono(èere a lei, anzl aI 
Pubblico tuuo, l' averfione. Se fi ha da credere a Brunone Scri[o- 
re della Guerra Salfonica (h), A utore cOP-temporaneo, ma nemico (h) 
ifiorilf 
d' elTo Re, e parziale de' SafTol1i, da cui non difcorda B::rtoldo da Co- BellI sa- d 
tlanza (i), già Arrigo era arrivi\w ad una thana sfrenatezza dl cofi:u- 

:ht;t; 
mi, e perduw nella libidine, fenza curarfÌ più della ivlogJie, tuno. (i) Bi,.th;l- 
chè giO\lanC, bella, e Cavia, e cercando in tutt' alrre rani pafiura alic JIIS Con- 
fue voglie impudiche. Cominciò penamo a delìderare di Jiberarii da fta1ll;.e h njis, 
11. I I ' dd ' ( " d . J:. r. In ... TOIlIe 
quello egame, e g 1 ca e 111 pen lero lIar rcmare Ja un IUO con- ' 
fideme ì' oneflà di dfa Regina, Con tale audacia e cofianza co(tui nc 
1'om. PI. A a par- 



r8ti ANN A LID' I TAL I A. 
Flu "'ðlg. parlò a Ikrta, ch'ella "avvide, non poter eg1i fenza confentimento 
ANII10 1068. del Re Marito tenc:rle di sì faui ragionamcnti. Moftrò, dunque d' ar- 
renderu, e concenò di ammc[[erlo nel buio deUa nottc. CiÒ rifc- 
rite> ad Arrigo, aU'ora pre6{fa venne can. conui 0 pCt forprcodere Ia 

oglie, ed aver Iegittiroo motivo di [epararrene,.. ovv.ero can penfier 
di IcvarJe la vita. Per paura, che app-ena introdo[[O nella camera il 
compagna, fi ferra{fc- I' ufcio, volle egli e{fere it primo ad entrare, c 
fll ben riconofciuro da Berta., che loLlo diede di catenaccio alia. porta 
cd cfdufe I' altro, infingendon di non conofcerc il Marito. Erano pre- 
pafale tuue Ie fue: Damigdle con baO:oni e fcanni, che lè gli avven- 
tar
no addolfo, gridando Ja. Regina: Ah figliliolo di rea femmina, &ome 
has .-z.'uto la1llo ardirø di en/rar quà? Fioccavano Ie baftonate, e bench' 
cgh dice{fe do- effi:re il Re, Berta replicava, ch' egli ment'Ìva, perchè 
Cuo 1\1arjro non avca bifogno di ccrcar funivamentc ciò, che: gli era 
dovuto, di ragione. fnfomroa tante glicne diedcro, che jl lafciarono 
me7.7.0 morto: cd egli fen'La palefare ad a1cuno quefio accidemc, e 
fing
bne altra cagione, per un mere at.fefc a guarire in lettD. Cosi 
operava 0 almen û dícea che opcra{fe 10 rconfigli:ao Rc, il quale 01- 
ne a gli ecceffi dclla fua Jibidine commettcva aDcora di quando in 
quando delle crooe1tà 
 e fece quanto potè per disgull'are i PopoH 
della Turingia e SafTonia: il che fu principio dl-afpre guerrc in queUe 
contrade. Ciò nondímeno, che: maggiormente'dilpiaceva al Romano 
Pontefice, e a uuti i buoni, era il vender c:gli pubblicamente i V c- 
fcov3ri e Ie Badie a chi più offeriva; e a più d
uno 10 fidfo Bene- 
fiz.io, e a gCflte anche per aIrro ind
gna del facro minifter(). 
Audia il Fíorentini, fondat() iu moIre Carte efiftenti neU' Ar- 
(.) li,,,'!,., chivio Archiepifcopalc: di Lucca, (.) che:- il Ponrdice Ale{fandro H. 
:

. :"., fi tr:\t
enne in Lucca, cio
 ne
l'a
tico 
uo dileHo Ye.rc.ov

o, .ch'c5 li 
ruttaVJa governava, Jùl prl1lciPI() dl Luglzo finD al prmelplO QI Dlcembre. 
In un continuo allarma erane in quefii tempi i Saraceni e i Po- 
poli refiari lor [udditi in Sicilia, perchè I" indefdro Conte Ruggj
ri 
ora in quefia,. ora in quella parte, faceva dene fcorrerie"" e 
et- 
tCVa t.utto it paefe in contribu7.Î"ne. Non fap
do dIì come' plU vlverc 
in mezzo a tanti affanni, [econdochè lafciò fcrino Gaufredo Malater- 
[a. (b), mifero infiemc un gro{fo efercito;. ed in q,ueft' an no allorchè 
Ruggieri comparve verfo Palrnno a bottinare, g1i furono addofTo al.l' 
improvvifo nel Luogo di Michelmir, c il ferrarono da tutre Ie par
i. 
Alla vifia di coRoro il Conte! 
 animata con breve ragionamc:nto, e {ChiC- 
rata Ja fua picdola Armata, la fpinfe contro a i nemici, e tal 
acello 
n
 feee, che (fe pur fi ha in ciò da credere all' cfaggc:razionc dl queUo 
Storico) non vi refl:ò chi pore{fe ponarne Ia nllova a Palermo. Tro- 
varonG fra il bonino de i Colombi chiufi in. alcune fporte11e, e Rug- 
gieri chiefione canto) venne a fapere, e{fere ufo de' :\1ori il ,?onar 
fceo tali uccdli, per porere, aUorchè iJ bifogno 10 riehlcdeva" mfor- 
mar la Cinà degJi avveninxnti, con le
are al collo, 0 fotto I
 all d'dIi 
un polizzino, e dar low la hbcnà. Dura tuuavia quefi'ufo In a1cune 
par- 


(b) M.l.- 
t.rr. Hij1,r 
I. 
. .al.4 1 


': 



ANN ALl D' I TAL] A. 187 
parti del Levante, e celebre fu fra i Romani neB' aß"cdio di Modena. FIlA Vol
, 
Fec
 il Conte fcrlVerc in Arabico in un poco di carta il fuccdTo in- ArullO 1068. 
Felice de' Mori, e i Colombi fciolti ne pondrono tofi:o a Palermo la 
1}Qova
 che cmpiè di terrore e pianto tutta qudla Cittadinanza. Ab- 
bi<imo da Lupo Protofpata C.ø), che Roberto Guifcardo Duca di Pu- (a) Lu,uI 
glia in queft' :umo -aß"ediò la Città di Montepelolo, e veggendo, che i!moJ'ilt
 
indarno vi fpendeva il -tempo., andò con pochi fo[[o Obblano., 0 fia lb' ChrOnic,. 
Oiano, e }' ebbe in (ùo potere. Romoaldo S,dc::rnltano (b) 10 chiama 
us ::7::. 111 . 
Ariano. Pofcia per tradimc:mo di un cerro Gotifredo s'impadronì d<l r.öt."us 
Ii a non molto anche di Montepelofo. O!lèrva Ii Malarerra Cc'J, che Tom. ViI" 
quell a Gird era di GC\fFredo da Converldno, Nipotc dello lldlò Ro- (,r. Itl11
c. 
beno, percbè F,
liu')}o di ur.
 fua 
orella, il quale valorof"ment
 .A
lI.t
:'"!::/ 
1" avea can altre CafieJla conqUifiato 1enza amto del Duca, e pero Ii.. 1. e. 39. 
non fi credeva obbligato a fervlrgli, come 11 Duca efigeva. Ma l' am- ' 
biziòn di Roberto non folea guardare 10 flcci.l nè a parenti nè ad 
am:ci., e però gli toUè quella Cmà, benchè dipoi glida renddTc.: con 
giuramemo d' omaggio. Si può nondimeno dubitare, ,he per conto 
del tempo Ii fia ingannato il Protofpata j imperocchè Unto II Mala- . ... 
terra, quanto Guglielmo Pugliefc Cd) rapponano -quefio tàtto, prima (d) GUIl,;I-. 
che Robert" .imprel1deß"e r afiedio di Bari, a cui ,ticcomc abblam ve- '!it 3
/u us 
duro, egli diede principio nell' an no precedente, e cominuoUo ancora 
nel prclcnte
 Tuuavia anche Romoaldo Salernicano (Òtto queft'anno 
riferifce 1ft prefa di Momepelofo nel dl 6. di F<;;bbraio., correndo 1'ln- 
dizione Sdta. 


Anno di C R 1ST 0 MLXIX. Illdizione VI I. 
di ALE S SAN D Roll. Papa 9. 
di A R RIG 0 IV. Re di Germania 
 à' Italia 14. 


A Rrivò in queft' anno il giovanil furore., e I' avverfione conceputa 
dal RI .Arrigo contra di Berta fua Moglie, (e) a trauare di ri- (e) L"",htr- 
pudiarla j al qual fine adefcò con varie promeLTc Sir/Indo .drâ'Veft()'l:f) tUI S,..jn,!- 
di Magonza, per ",,'crlo favorevole in quell:o alf"<ire. Pc.:rchè non v' e'.. 
hl'1Iþs In 
legiuimo alcu" fondamemo di divorzio, s'inorridlrono 3 tal propofi- rO""ð. 
zione gli altri V cfcovi e Ml1gnati. Pertanto fi determinò .1i tenere 
un Concilio in Magonza, nella fcttimana dopo la felld dl San MIche- 
Ie, dove fi ri(o-lvcrebbe ciò, che foß"e di davere. A vvilàto io[anto 
Papa A/elfanJro 1/. di qud10 O1ofiruofo difegno -del Re, per impe- 
dlrlo, fpedl fuo Legato In Ger01ania San Pitr Damiano, che benchè 
o.ppreffo da gii anni, ed anche mal foddisfauo dclia Cone di Ro01a, 
pure non ricusò di afiùmeTc quet1:o faticolo vlaggio ed impiego. L' ar- 
rivo del Legato mife in cofiernazi\Jne il Re, e guafiò i difegni del 
Concilio., e mete Ie O1ifure dell' Arcivefcovo di Magonza. In Fran- 
cofonc diede Arrigo udienr.a al Legato Ap011olico, che gli efpolè glí 
A a 1. ordi- 



183 A N S A LID' I TAL I A. 
EI\A Volg, ordini del Papa di guardadi d.\ sì fcandal.)f.\ nione, troppo riprov:tta 
:\r-.r.o IQÓ9' da i iàcri Caaoni, e obbrobriofa aHa gloria dl fua Madtà. A tenore 
del Legato parlarono ancora qu.1fi tutti i Principi di quell' A{femb!ea, 
in guila che per neeeffità e vcrgogn'l, ma lempre Ji mal euore, Ar- 
rigo fm0mò dalla fUJ prcrenfionc, diccndo, che :1vrebbe fatto forz3. 
a {c íldfo per porrare quel pefo, giacchè non aVea la maniera di fgra- 
varfene. Che da lì inn.&nzi paffafJe buona armonia frd effo Re e la 
Moglic Buta, fi può riconofcere dall' avergli ella panorito Figliuoli, 
e dal1' avcrlo cofiantementc feguitato ne' fuoi viaggl. Cominuav.1 in- 
tanto I' a{fedio di Bari, che C0n gran vigore vemva difefo da' Citta- 
dini, e da Stefano Paterano Ufizialc fpcJitovi da Coílantinopoli, ed 
uomo di molra probità e \" .tlore. 
la nè pur ce{fava Roberro per marc 
e per terra con quame macchine da gucrra erano aHora in ufo <\1 tor- 
m.:mare la Cinà, adoperando anche larghc promd1è e ficre minaccie, 
tuna nondimeno fenza far frutto. Veggendo i Baritani, e il low Go- 
vernatorc tama oflinazione in Roberto, e che la \'ettovaglia andava 
fcemando di troppo, fi avvifarono di liberarfi in altra mamera da que- 
fio pcrtinace nemJCo. Trovavafi in Bari un Sicano, Homo di non 01'- 
dinario ardimelìto, che prefe l' ..flumo di tendcre iniìJlc al Duea Ro- 



:u;-u_ berro, e di levargli la vita (a). Altro non C:la, il p
dig
ior:e 
'effo 
'us Ûh.
. Robcrto, che UlU baracca 0 capanna formata dl traY lcelh, e c1f
on- 
GilufriJus d.na da rami d' alberi fronzuti. Effendofi I' afT.1ffino boto uno de' fuoi, 
J.f.alillerr4 verfo la ièra mentrc it Duca era per anJare a cena, di di;:rro ad 
{fa 
M. :I.. t. II. capanna gli tirò una factta avvdcnata, che gli [occò bensì Ie vefii, 
IDa non già il corpo, ed ebbe qudl' affaffino la fortuna di fah'arfi colla 
fuga nella Città. Servì qud1:o accidemc per aprir gh occhi a Ro- 
berto e a' fuoi, i qmi tol1:o chidmati i muratori, glt fceero fabbri- 
care una cafa, dove egli potc{fe dlmorar con ficurczza. 
(b) Silln. A quell' anno il Sigonio (h) riferifce un Concilio, tcnuto da Papa 
de ReZ7lD 1- Alcffandro in Salerno, al qualc oltre a molti Vefcovl cd Abbati in- 
tllli" lIb. ,. tervennero anche Gifòlfo Principe di quella Ciuà, Roberto Guifcardo Du" 
ca, e il Come Ruggieri Cuo fratello. Ma nè in que11:' an no , nè in qu
l 
Luogo fu celebrato un tal Concilio, fe è vera, cpmc 10 credo, 11 
Ðocumemo recato daIl' Ughelli (c), che è I' ulìico
 teHimonio ,a noi 
reltato di quefia fJcra adunanza. Parla ivi il Pomeficc del Smodo, 
'illite Sexto Pontificatus lIoftri Anno apu4 iHe/phim (efebrata eft in Ecc
efia 
beali Pe j ApoßoloruJ>> Prinâpis, 'lute efi eju[dem Ci'Vit
t
s Sedes !-p
o- 
patus, die Ca/mdarum Auguflarum, a cui furono pre[enu J fuddetu Pnn- 
cipi. L' Almo fefio di Papa Alc{fandro correa ne! di primo d' Agol10 
dell' anno 1067. fe pur egli contò gli A nni dal di dell a fua imroniz- 
zazione. E in J.-felfi, e non già in Salerno, Ii dice tenu[o qucl C
>n- 
cilio. In qucfii tempi fi vivea (comunicato dal Papa Arrigo Ar&1'V6- 
fto'Vo di Ravenna, per la cui riconciliaz.ione inutilmenre aveva ado- 
per,1to i fuoi buonl ufizj San Picr Damiano apprdro il Romano Pon- 
[efice. Peggio anchc pJ(fava in Milano a Guido Arcìvefcovo, perchè 
ErÜmb:.lldo Cotta, Nobile ze!antitlìmo, dopo avere ricc:vuto da Roma 
la 


(d Ugh,ll. 
It.l. Satr. 
TD71I, 7. ill 
..Archie!ifl. 
S.I,r7lil. 



ANN ^ L J D' I TAL I A. 189 
]a bandiera di San Pietro, colI' armi [cmporali gli facea guerra: del ERA Volg, 
ch
 parlano gli Storici 
1ilandi Arnolfo e Lmdolfo fl:niore. Ora, ANNO 106 9. 
ficcome olfervò il Puricelli (II), ndl' an no pre!cnte accndde, cfle tro- ( ) p , 1- 
\'andofi qu,
1 Pre!.uo, ficcomt: perfona credutâ Simoni:lca, aflgulti,1to I:s ;,:r
:la 
da tanti atfanni, 
d oramai per Ie m.thttie c per 101 n:cchiolia in pc:!: s. H,erltT'lJ- 
fimo ÍÌato, s'indu(Jè a rinunz.iar la Chiefa a Gotifrcdo Suddiaeono, uno bald, c. 2.8. 
de gli Ordinarj, cioè d.;' Canonici della Mcnopo:irana, il quale, in- 
viato l' anello c il Pafiorale in GermJnia, mediame 10 sborfo di buona 
fomma d. danaro, fu approvato per Arci\'ctcovo di Milano dal Re 
Arrigo, ma non già dall:1 Sede Apofioliea, la quale fulminò contra 
di lui Ie facre Ccnfure, e nè pur fu accettato dal Popolo Milanefe. 
Era feguita fra lui e Guido una convenzione verifimilmente di pagare 
al vecchio una ragi()ncvol penúone. Ma aven-::lo Erlembaldo moire 
l' armi anche contra dl quefio Simoniaco Succelrore della Cattcdra Am- 
brofiana, e mancando a lui i mClzi d.\ foddisfare al con venuto , Guido 
accordatofi con Erlcmbaldo, tcntò di ripigliare I' ArciveCcovato, e fe 
ne tornò a Milano, dove burla
o nuícramente tcrminò poCcia i fuoi 
giorni nell' anno 1071. E!1èndo mono [enza prole, Et'bcl'tO Conte e 
Principe del Moline in Francia, s' impadronì di quella Provincia Gu- 
glielmo i) Conquitì.,[Ore, Duca di N ormandia, e poi Re d'lnghilter- 
ra. Ma que' Popoli malcolltellri di avere un t;\l padrone, chiamarono 
alia fignofia di quegli Srari il l\farchefe .Alberto Azzo I/. Progenitore 
dc' Princìpi Efienfi. S' hl dunqllc a tapere reI' refiimonianza di Of- 
derieo V!ta)e (b), che Icri\'ea it: fue Storie circa I' anno 1130. che (b) Orátri- 
e{fo Erbeno Òbe tre S',)f(."lle. Una carum data e.fJ Azzoni l'vlarchi(o cu
 vitA/is 
Ligurite, cioè al fuddeno Marcncfe Azzo. II fuo nome fu Garfenda, f;fl. Eccl. 
ficcome ho dimofiraro alrro\'e (,). Dal primo Matrimonio con Cane- (
) j
lÌ.hj- 
tonda de' Gudfi avca qu'.:ilo Prll1cipe avuw un Figliuolo, cioè Gue/fo tà Eftmft 
iP. che vedremo JI1 breve crcaw J)uca di Baviera, Aícendenre dclla P. 1. c. 3. 
Real Caf.1 di Bruoswic. 0.1 qu,.:il' a!tro Matrimonio colla Principelfa 
del Maine ricavò due Mafchi, cioè Ugo e Folto, dal fecondo dc' qUlli 
vienc )a Ducal Calà d' Elh:. Abbiamo dunque dalle Vite de' Vet'Co- 
vi, date alla luce doll Padre Mabillone Cd), ehe forle circa queUi tempi (d) Mllhill, 
i Primati del Maine mittentes in Ita/jam, .Athol"'em 'luemdam Marcbi- 
lJAltfl'l 
fi
m. ,'11m U,çore & FiNo, qui .'VDca/;at
r Hugo, 'V
nire fece!'unl, fequt & C::"3

' 
C,v,tatem, & toJ..lm fimul reglol1em eldem A1archifi(J tradlderunt. Andò 
il Marchefe Azzo, s' irnpadronì di mno il Maine, e vi lafciò Signore (
) ..AntÏr!-.i. 
il Figliuolo llgo. Ma oe) 1072.. di nuovo s'impadronì di que1 Prin- 
a Efm þ 
ci,raro, 11 (
ddc[(o Re d' lnghilt
rra Guglielmo. D
 ciò 
o io parlato l/'tJinci;.7. 
plU d.tfulamente nelle An(Jchna Eficnh (t'). .-\ Glo"'Janm Dum dl A- Itali.. 1"ø. 1. 
rnalfi (f) luccedette nell. anno preìeme Sergio fuo Figliuolo. pag. 2.11. 


Anno 



19 0 


ANN A L I n' I TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 MLXX. lnc.1izione VI I I. 
di A 'L F S SAN D Roll. Papa 10. 
di ARRIGO IV. Re di Germania e d'ltalia I r. 


M Ancò di vita Gotif,.tdo Barbata Duea di l..orena e Tofcana ma 
. non è sì facile l
 accordu gli Scrìnori intorno aU' Anno 'del1a 
fn:! mOTte . R:rroldo da Cottanza (41) la rnl"'tte nell' Anno 1069 fucce- 
duta. nella Vigili
 de
 fanto. Natale: net che è feguitaro dal Fiorenti- 
ni neUe Memone d1 Marilda (6), e dal Padre Mabill-one (c). Ma 
Lamberto da Scafnaburgo (.I), Sigebcrro (ø), I' Annalifta SaITooe (f) 
ed a1tri, a' qna1i aderì il Cardinal Baronio (g) col 'Padre Pagi (h) læ 
rifenfcono all' Anno, pr,et
nte. E fe ft potefTe con franchezl.:\ ripofa- 
re fopra una memona ,"forme recata dallo fiefTo Finrentini, fi do. 
v'rebbe cre<lere veramente pafTato all' altra vita nel1' Anno prefente. 
Ma non fembrèi fin' ora ben decifo quefio punto. Ancne la breve 
Croniea di San Vincenzo di Metz
;) an' Anno 1069. riferifee la di 
lui mone . V 0 io credcn
o derivata q
e
.a 
concordam:a de gli Sto-o 
rici d
ll' Anno, che termmava coUa Vigilia ad fanto Natale, cornin- 
ciando il nuovo nel dì fegucnte. Dovette mancare queíl:o Princip
 
nella noUe 
 chc di'Fideva l'u
o .-\n
o dal
' altro. Prdfo gli Storid 
fuddetti cgh fi truova ornato dl molu dogJ , e fu da taluno 3ppeUa- 
to G(Jtifredø it Grande, a dit1:in.zione de gli alrri' Ducoi di Lorena di 
queUo nome. MOrl appunto In Lorena, ed ebbe fepolrura in Ver- 
dun, con lafciar V edo va per la fcconda volra Beatrice Duch-eJ1å di T 0- 
fcana e un Figliuolo di lui nato dalle prime nozze, per nome GtJ- 
zelone', 0 fia Gotifrøda, giovano di gran ralento, ma 
obbo; il che 
fcrv} a lui di fopranome ,per ditlin
ione da gli alrri . 0 fia coe viven- 
re il padre,' 0 che dop" la fua morte ft conchiude{T'e I' aff.lre, cer- 
to è che rra que1lo giQvane Principe, cioè Gotifredo it Gobbo, e 
la C;stejJa L\-1..Jti/da, u".ìca F,gliuol" 
i ßonifa
io gi
 Du
a e Mar,che- 
fc di Tofcana e dc:lla luJdttt.l B
atrlce, feglJl matrlrnomo 7 e nOi vc:- 
drcmo in breve quello Principe, già (ucceduro al Padre nel Ducato 
de})a Lorena, eferc:irar anche in lralia l' aurorità di DuC'a dl Tofca- 
na per ragionC!: die Matil
a f
a Moghe., Non, erano peranche divenuti 
-ercdtta.r, i Ducat!, e gh altn govern I d haila, tal mente che Ie Ðl')n- 
(It) G"irbt- tie ancOfcl vi lùccedeflèro; ma 1a potcnza e, la conit,lI
ion de' tempi 
"11# Hlft,i
. avC'a gi.ì inrroJotto quc
o coHum
 . . L' abb
am
 -panmentc o
erv
to 
tie la MAif. in ...1dÛ.:Ilde J.\1aHhef.1ItJ d1 Sufa, PnnclpdTa d ammo virile. Vlen ere. 
de SA'lJII'je dmo dal GUJchC'n
Jll (k), che a quena Adelaide appartt:nga una me- 
[t)U;
ell. moria riferita dal
' U&h
ni (/"), cd eíl:raua dana 
r
nica dd Moni- 
lIal. SACr. Ilt:ro di FrUUUiI.Tla, elOe la 'eguente: Anno DomIni MLXX. Mrnft 
-r,;m: 1". in llIaj4 'apt.ð J<tit & ;nctll.f>J Cj'Vitas Aftenfi
 ah A,Jaxia. Com;tiffa A/len./i: 
ft Eþ'!;IJÞ. Ji- nella qu.le occaíioL1c il [uddetto Ughelh fu d avvlfo, che Adelaide 
en). f.

 


1!.1l 
 V olg. 
ANNO 1070. 
la) Bertold. 
Conftan- 
tim/is in 
Chron;clI . 
(b) Florenl. 
.J.ftmor. ., 
J.fRtilde 
li
. ,I. 
.(.c) .MAbill. 
:in .fi nnAI. 
B tnt/Iliff in. 
(d) LAm!Jer- 
IUS scafna- 
brgtJljis in 
Chronic/' . 
(e) S;geh. 
in Chronic. 

f) .4nnali. 
fia 5a,,0 .- 
pud Eccar- 
åum Tom, J, 
C,rp. Rift. 
(!) BarDD. 
in Ann.l. 
Ecdefillft. 
(h) I'ag;us 
.d Jiu"Al. 
lJ.izr./ltl. 
(
) L.b.. 
nÞ'I.IA Bi. 
.,i". To. J. 
lag. 3-\$, 



A. N N A LID' I TAL] A-. 191 
fa<:ctre ricevere . quel Popolo' per fuo VeCcovo GirlemD , 6n qui ri- EMA Volg, 
geuato da gli Afiigiani. Leggdï una fimil memoria nelle Croniche ANNO 10 7.). 
d' .'\fi:i (II), ma con. diverfità, dicendo(j ivi, che Ia Cinà d' Ani fu (a) Chron. 
prera in quell' ^ nno, Non, Kale"daI. J.1lÛi a ComitijJa Alaxi
 j & .b .Jfflmft T.. 
t
 toto. ftCC8l1fc' fuit' de- .Anno MXCI. decimo quinto Kalelldas .Aprilis ; Xl: Rtr. 1- 
& eodem AmI() diéla, Comitiffa Dbi;t . Alafiì:l e Adc:laide fono 10 fietro' tlÚ"Rr., 
nome j ma fc: è vero quelto incendio, non dovette già qucllo'entrare' 
nel catll-Iogo de' fuoi dog; . In queft' Anno ancora diede nne a" fuoi 
giorni Ode/rico Duca e Marcbefe di Carimia (b). Soleva in addietro (b) L.mher- 
and are umto Eol governo della Carintia quello ancora della Marca di 
UI sif;fnø,- 
Verona; ma non so dire, s' egli' goddfe neUo fieffo tempo di que- ;;!::i;;.'" 
fia,. nè chi foOe ora Prefidente d' dfa Marca. Ebbe per fuccdfore 
nnatifl" 
Bert(J/do, 0 fia BtrtiJifo. N è fi dee tacere per gloria dell' halia, che Saxo "'"
 
in queft' Anno da Gtiglie/mo Re d' Inghilrerra, e Duca di N orman- i"a;å
m 
dia" fopranominato il Con qui ibtore, fu creato A rcivefcovo di Can- H
flo;. or!. 
turberì, e Primate dell' Inghilterra il Beato Lan!rQlIco, di nazion Pa- 
vere, perfonaggio celebre nella Storia Ecclefiaftica non menlo)' per fa, 
fua Le:ueratwa, che per Ie: fue gloriore a2..Íoni . Appoggiato il Sigo-. ( ) s' 
nio Cc-) aile Croniche moderne di' PiCa ferine, cbe in quell" Anno i Pi- å
 R

::' 1- 
fani ponaroDo la guerra in Corfiea : del che offe:fi i Genovefi. con tal. lib. 4. 
dodici galere andarono a b]ocear la bocca d' Arno j m:1 ufcin in' ar- 
mi i Pilani ne prefero fcrte nel dì di'San Sifio d' Agofto. Non fo- d.A I 
no indubitate cotali notizie. Gli antichi Annali di Pifa (d) altro non 
;]../'
:. IS 
dicono, fe non che forfe gran guerra fra i Pif,mi e Gènovefi. L' a- YI. Rml11. 
vidità: del commerzio diede moto all' invidia, aU' odio, e porcia aJIe u"liur. 
guerre fra. quene due Nazioni; e' andando innanzi ne vedremo de' la- 
grimevoli dfetti. Nè pur larciò paffare I' Anno pre[ente PaptJ'..A- 
Jt.lfalldro fe.nza rivede:re la fua diletta Chiefa di Lucca, dove fecondo 
Ie memorie allega
e dl Franc
rco Maria Fiore
tini (l') ne
 dì 6. di (e) Fim,,- 
Ottobre folennememe conreero la Cattedrale dl San Martino, nova- Ii,,; Memør. 
mente fabbricata in quella Città e confermò i privilegj a qucl Vefco- å} MAlilåe 
va to . I,b. I. 
V' ha chi crede, che in quefi' Anno giugneffe Robertø Guifcar- , 
tit), ?uca .ad. infignoridi 
ella Capital deJ1a Pugli
, 
ioè di BJr
 " (f) 


 

1:- 
Gla commclava ad- affottlgliarfi. forte la vettovagha In quella ClUa, e terra lib. :&. 
Roberto più che mai fi. mofirava rifoluto di forzarla a cedere. Spe- CA', -4). 
dirono perciò que' Cittadini un Meffo a Cofi:aminopali con lenere G,lilliel",. 
compaffionevoli a Romano Diogene Imperadore per implorare foccorCo . .Ap"IHS t 3. 
N è 10 chieCero in vano . Roman() mdT.1 in(jeme una buona flotta di 
navi con foldateCche' e viveri, ne diede il comando a Goeelino Nbr- 
mauno, cbe diCglllloto e ribello del Duca Roberto, era alcuni anni 
prima- pal1ato alla Corte Imperiale d' Oriente, ed avea fana ivi gran 
formna colla fua bravura. Tomato il MeJfo a Båri, e [egretamente 
cmrato nc::mpiè d' all
grezza quel prima diCperato Po polo coli' avvifo 
. del \ icino ajmo" e löro ordinò di nare attenti per fare de' fúochi la 
Dotte, allorchè ú vcddTe avvicinarc'la Aotta de' Greci . Ma s' affrct- 
taro- 


4 


. 



E It A Vo1g. 
ANKO 1070. 


Ca) Lupul 
Pr,tø!p"ta 
in Chrøni". 
(b) ?gius 
in Cr.tlc. 
ad .Annal. 
B.1/',m. 
Ie Mala- 
ttrr.. J. 
. 
cap. 43. 
(<!) peregri- 
"iul Hift. 
princip. 
LllngøbarJ. 
(
J Ro- 
mu.Úd:41 
Sa/,rnit4- 
""I e/'røu. 
T. Y Il. Rer. 
II../icar. 
(f) .if ntÎt1. u . 
II"lic. T. I. 
,.g. 11]. 
(g) Le, 
OfJi,nfis 
I". j, c. 30. 
(h) Lantb,r- 
IUS Scafn.- 
J:4rgrnþs .. 
CLr,,,i,, . 


191, ANNALI D'ITALI.\. 
taïono dr. .:Ii troppo. La fictra noue cominciarono ad accenderc de' 
fuochi I1clle torri e in alrri fiti dellJ Ctrtà;. il che olfcrvato dol i 

 ormanni, fervi 101'0 d' indiz.io, c
c arpettatlero. in breve qualche a- 
Juto per mare. Per buona vcntun II Conte RuggIeri alle premurole i- 
flanze del Fratello Roberto era anch' egli dall.!. Sicilia venuto :l quell' 
aífcdio, memndo feco un podcrofo naviglio Fu a 1m dJta comrmf- 
{ion di veg1iarc dana banda del mare, nè pafsò mol to, che fi videro 
da lun
i molti f.lOali, fegni indubitati di navi, che VCniy,lID ,ilia vol- 
ta di Bari . Allora )' intrepido Rug
ieri, imbarc.1ta la gcnr
 fU;1, con 
leonin3 ferocia volò incontro a i Greci, i QUd1i credendo, che I Ba- 
ritani per I' allegrezZl venifs
ro a ricever
i, non fi preparah>Oo alla 
difefa. Andarono i N ormanni a unar sì torte ne' legni n
mici, chc 
una ddle navi N orrnanne, dove erano cento cinquc1nta cordZZICI i , fi 
rove(ciò , e refiò con gli uamini preda dell' onde. Ma it v.lorufo 
Ruggieri adocchi:ua la C:lpitana, perchè portava due f.1nall, andò a 
dirinura ad in\'eftirla, c la [ottomife con far prigione II Generale Go- 
celino, che poi lung.1mentc macerato in una png!l.lne, qmvi mifcra- 
mente morì. Q!ICtl.c pref.1, e I' averc affondata un' aIrra nave de' Gre- 
ci, mife in rotta e fug., Hmo II rimancme can gloria fingolare dc' 
N ormanni, che in adJictro non s' erëlno ll1ai avviiån d' eífer ani a bat- 
taolie nava\i, e cominci.lrono aHora ad irnparare il met1:i<..re. Ne di 
pi
 vi volle, pcrchè i Cittadini di Bari tratta(fero e concludeíTcro 
la rera della Ci((à al Ducc1 Roberto, che trat[o amorevolmel1te non 
folo em, ma anche la guarnigion Greca, e II Inr Generate Stefano, 
con rim:mlar poi tutti effi Greci liberi al \oro pa<::re . Se vcramcnre 
in quett' ,'\nno, 0 pure nd feguenre, Rob
rto Guifcardo tàce(fc co- 
sì importance conquilb, ti è dlirutato rra gli EruJiti. Chlararnente 
t"crivc Lupo Protolþa.t:\ (a); ch' egli entrò \o"1([onofo In ßari nc:1 di 
I r. d' Aprilc Jell' Ann') 1071. e a lui fi aui
ne il Padre Pagi (b), 
con û{fervare, che per tcltlmoniJnza di Guglielm\J Pug lie fe, durò 
Ire anni quell' a(fedio. e ,he per conreguente elTo dovctte aver prin- 
cipio nell' Anno 1068. Gaufredo Mal.lteru (() air incontro fcrave, 
che B u'i venne aUe m,lOi dl Rob:.:no nell' .
nno prcfcme 10 7 0 . e Ca- 
millo Pellegrini (d) (ì f(mofcri(fe a tale orinion
 , Stimò il Padrc Pa- 

i poco ficura la Cronol()gi
 del Maiate
ra, fenza o(ferv:-1r
, che non 
e di mighor tempra qudla dl Lupo Proto!p.ltJ.,. d.t che 
l"ovlarno da e(fo 
Storico pofticipata dl un :\nno la cad uta dal frono dl Romano Dio- 
g
ne .\w:rullo. Anchc R0mosldl) Saiernitan.) nella Cromca fua (,) , 
liccome 
ncora la Cronichetta Amalfitclna (f) menono {Otto quell' An- 
no la prefa di Bari . Tmravi 1 l' .lU
o
it'ì dell' Olti
n(e (g) ic;mbra ba- 
llante a decidcre queli:o pumo j cwe a p(:l'fuadcrh, che vcr.1m.'nte 
nell' Anno fegueme. il 
ii:[or!orO l
ob.:rto do po, un a(feJi?, di c!rclJ 
fJu.2ttro amÛ mettelfe II p'cde 10 Rolf!. Ve(iJ'emo 111 breve CIO, ch e- 
gli ne dice. Venncro in quell' .'\nno a Rama per aaefia[o di Lam- 
beno (h), gli f\rci\'efcovi di :Yldgonza e Colonia Sigefrtdo, ed ./ltm.- 
lit, ed Erl1lanm Pifc9vO di Bamb;:rga. Probdbllmente CI Cont,l Lvolc 
qu.:l1o 



ANN A LID' IT.\. L I A: 1'93 
quello Storico con din
, che Ermanno accuf.1to dl Simonia, con pre- FIlA Vo)O'. 
ziofi r('gali placò il Papa. AleiTandro, Pontefice di l"al'a virtù, non AN:<OO 1':'-
. 
era perionaggio da laCciarfi in tal guiCa fovvenire. Aggiugne quello 
Storko, che a tutti e tre poi fecc effo Ponteflce un acerba ripren- 
hone, perchè Sirnoniacamente vendeffero gli Ordini facri, Nøn do- 
vea peranche Annone Arcivefcovo dfere giullto a quella Santità, di 
cui parlano gli Storici de' Secoli fuífeguenti , Era in qudli tempi un 
gran faccendic:re Gregorio T/eftovo di V ercc:lli, e Cancelliere di Arri- 
go IV. Re di Germania e d' halia. D;1 lui ottenne egli nell' Anno prc- 
kme varj Calàli pofi:i nel Contado di Vercdli per la fua Chiefa, C") (I) r .Am!q
. 
con effer ivi cCprdlo donato ancora frruitium, fJllod.fenillet ad C07N
- fi:/,c',/Ir 
tatum: II ch
 ta intendere, che G andava fempre plU pelando e f01l- pllg. n S , 
nuendo l' autorità e it provento fpename a i Conti Governatori delle 
Città, di modo che a poco a poco (j riduffe quafi in nulla il Difirct- 
[0 di effe Città , c la Signoria de' Conti urbani. J\Ia da che fi mi- 
fero in ltbertà Ie tleffe Città, colla. forza, ficcorne vedremo, ripi- 
gliarono e iòttomÎfèro al 101'0 dominio non meno i Conti tcrritoriali, 
eJ altr
 N obili poffidemi Calle1la indipendenti dalla lor 
iurisdizione, 
IDa 1lekro Ie mani anchc aIle Caltella poffedute dalle Chie(
c. 


Anno di C R 1ST 0 MLXXI. Indizione IX. 
di ALESSA
DRO II. Papa II. 
di Arrigo IV. Re di Geql1ania e d' Italia 16. 


L ' Intrufo c Simoniaco ArciveCcovo di Milano Gotifredo, giacchè 
, era ftato rigett3to dal Popolo, (b) con O1olti fuoi fazionarj an- 
do a ritirarfi in Catliglione, Caftello pel fito O1ontuoCo, per Ie 

ura e torri, e per altre fortificazioni crcduto aHora inefpugnabile, 
circa venti O1iglia lungi da Milano. Ne ufciva fpel10 la fua gcme a 
provvederfi di viveri aIle fpeCe de confinanti, col commettcre an- 
cora non pochi ammazzamemi. Non volendo il Po polo dl Milano 
toll
rar più quefi:o aggravio, miCero inGeme un cCerdto, e con [Ut- 
to 11 bifognevolt' pal1àrono ad aßèdiar qudla Rocca, rifoluti di hbe- 
radi da qudla vdfazione. Menrre durava un tale aßèdio, 0 acciden- 
tal
ltme, 0 per opera di qualche fcellerato, G attaccò il fuúco in 

llano in tempo appunto che foffiava un gag\iarJiffimo vento, nd 
dl I
. di Marzo dell' Anno prefente. Fece un terribil guano l' in- 
ct'ndlO, riducendo in un mucchio di pietre una qu.tntita immenCa di 
cafe, ed anche di facri Templi, fra' quali fopra tutto fu deplorabile 
la rúvina ddla BaíìJica di S. Lorenzo, una delle più belle d' Iralia, . 
di maniera che Arnolfo Iftorico efclamo con dire: 0 Temp/um, cui 
1J
/lU,!! in A1undo þmi/e! N c He Storie M ilanefi queUo orribJle . nccn- 
JIO h vede appellato 11 Fuoco di Caftiglione. All' avvifo di SI fiera ca- 

amità h maggior parte de' Milanefi , che erano all' aÜedio di Cafii- 
Tom. 17/. B b glio- 


(b) Ärnulf. 
fjift,r. .M,- 
Jiota n. I. ]'. 
cap. 2.1. 



19f ANN ^ LID' I TAL I A. 
Fr." \'olg. gliol1c." corre alIa Citti per vilital'ie fue povere Famig1ie: del che. 
A'kNUI07 I ...accoru6 gli aíTediati, e cercato qua.khe rinforzo d"a.mici, dopo Pdf- 
qu
 fecero una vigorofà fortita addoffo a i pochi rimai1:iaquell.af- 
fedlo. Ma Er/emlHI.Jdo con tal valo.re foftenne gli a(Jalti, che furono 
obbligati a rc:trocederc. Dopo di che Gotifrc:do non veggendofi più. fi- . 
cU;ro, fi fece condurre altrove : con che ccfso Ia guerra contra di 
q,uel Cafi:elJo. Effendo poi mancato di vita in quefi:o m
defimo An- 
no. il vecchio .drci'UifclJ'1J(J Gu.ido, Erlembaldo a.ndò dif ponendo, l;e- co- 
fe p
r far eleggere un s.ucceffore , dopo. aver fatto giurare iJ Popolo 
di hon mai accel:.tare i\ Simornaco Gorifredo j c proccurò che da 
Roma- veniffe un Legato, per dar m:tggior pdo a tale eh:zione . A- 
:'t l. vca I" jnfaÜcabil Abbate di Monte Calìno DefideriÐ gii compima II 

ftitnj., fabb
ica 
ella fua m
gD,i
ca. Rafilica, .(.) c . defidt:rando di. confecrarla 
IiI., ]. I. 3 0 . con Ifpeclal onore, inVitO I tal funzloru: 1\ huon Papa Aleffandro, 
che non mancò d" andarvi. Incrt'dibile tu il concor(o de' Popoli a 
quclla divota. folennità . Fra gli ahri vi fi comarono dieci Arcivefco- 
vi" qWll..nuqu
ttro. \' efcovi,. Ricc
rilJ PrÙ,Ûpe di C1rOa, con Gi4Jr- 
annD iuo Figlio,. e R,ÛnfJlfo fuo Fratcl1o, Giføifo, ' Principe di Salerno 
co' fuoi Fratelli, LMdlJifo Principe di Bel1cvenw, SergilJ Duta di N a- 
poli, e Sergio Duca di Sorreneo Clio). Nam pux Robertu! Panol'mum 
'0 tempore (Ippugnabat, ídeoque tanttl: filemnit.:iti inle,e.f!è nD1I potait, co- 
me fcrive I' Ollienfe . Seguì la fuJJetta confccrazione nel primo, gior. 
no, di Ouobre j. e però qudlo paGo ddi' Olbenfe ci dee convincere, 
ch
 nell' Anno prdènte e non gii ncl pre-cedente 107:). fi arrend
 al 
DJlciJ Roberto Ja. dovil.iolà ed. imrortame Cinà di B.lri,. e che p-=r- con- 
feguente fono fcO[retti i tefti del M.a.laterra, e di Romodldo. Salerni- 
tano. 
Haffi dunque a fapere,. che appena. íi fu impAdronito il Duca. 
fuddetto di quella Citti neU' Aprile del preient
 .nn
, ed ebbe data 
fcfto a quel governo, che per Ie: ift-anz1: del G,,,te Ruggieri fuo Fra- 
teUo, a cui era- principalmenre dovura Ia gloria di una tal conquifra, 
egli fi difpofe a paff"are in Sicilia, per formare t' a1fedio di Palermo, 
Capitale di quell" lfola infi'gne. Lc diffenfioni c gucrre civili inforcc 
fra gli fteffi Mori, che aveano. in addietro facilitato a Ruggieri il 
conquifiar ivi non poco paefe, anim!1rono maggiormenu: i due Nor- 
manni Eroi a teRtar così beUa imprcfl per accre(cc:re in uno fletTo 
(b.) 1 tempo il Ioro dominio, e Jibc:rar dal. giogo Sarac.enico quell' antichif. 
'm':
t z. uma ed iUuflre Città. Lo fieiTo Malarerra (.)" da cui non di[corda 

4p. 4]. " Gug1 ielmo Pugliefe (
)" attdta, chc Roberto dopo la prcfa. di Bari, 
(
) Gu;l- 
re'l)i iterum expedit;Q1It11l 'lJer(uJ Salernum [uJlt11lU'Uet, c: che dfcndo di- 
llt
mui'/- morato ne'Mdi di Giugno. e Luglio in Orramo per fare i prcpara- 
III us I . 3. mentÏ dclla nu.ova:gw:rra
 U portò dipoi a Reggio. di Calabria, e indi 
paf- 


C")- Imperocch
 il DuciJ' Rob"" i" '1u
1 tUllfJð &01"battevtl P 1I1ermo, 
 per- 
íÏQ 1Ion !fllt- 'ilèr: lTtftrJte. .. s1 gr."tJI ftlr"nilà . 



ANN A LID' I TAL I A. 19) 
pa(sò in Sicilia, 1ingev.do di volerandare contro I' f[ola di Malta. A Ell. A Volg, 
tal fine sbarcò a Catania, dove ti trov
t'a il COQtc Ruggieri, Cinà, ANNO 107 I. 
che (econdo l'Oftien[e (a) fu dOl loro (otlometfa in qudl:' anno; ma 
poi con tutt(: 
e forze di terra c di marc cecolo piombarc addo1To 
alla Citrà di P "lermo, am:diandola da tutte Ie pani. Anche la Cro- 
nichc:tta Amal6 t-ana ha, che il Guiicardo dopo aver pre[o Bari, inde 
mo.vem exercilum in Siciliam ire præparavit (foríè propet"avit) obftditfjue 
P41l0rmum. L' anno fu 
ud1:o, in cui i.1 oabilifiJ01il Caf
, 
prellata poi 
<1' EUe, vide uno dc'luoi Principi 1l:ablliro in una dc' primi gradi d'o- 
Tlore, c: di potcnza in Germania. Già dicemmo all' al1no I off. che 
Gut/fo iV Figliuolo del Marchefè Albertø Azzo /l. e di CU1Jegollda 
de' Guc16, fa chiamato in Suevia a prendere l' ampia eredltà dc' Prin- 
cipi Guelfi, (6) mijjis in Ita/iam Legatis da Jmiz.tj AVala fua materna. (b) .Abbas 
Accadde per teflimonianza di BcTtoldo da Cofianza (t'J, di Lamber- Urfi:erg ln - 
to (d), e d' :Jltri Scriuori, che Quone Dltca di Baviera nc:l1' anr.o pre- fs)'
 Ch,d. 
ct:Jeme fi ribcBò -contra al Rc t\rri.go, e per queíh cagione fi dþofe 
'nfJ:;
ø 
ad un' afpr3 guerra. A yea Guelfo J V. Ipofata una hgliuola d' cffo timfis ill 
Duca j pc:rò coil' armi, e in quante altre maniere potè., aiutò per un ChTDJZicIJ. 
pezzo il Suocero
 Ma allorchè vide andare a precipizio gli afTåri di 
d) 
amjt
- 
Iui., pensò a i cafi proprj, nè rifparmtò oro., argento.., e beni al1o- b

g,:Íïs ;; 
diali a fin di ott
t1ere doll Re quell'infigne Ducato, maggiore aHora ChrIJ"i". 
<Ii gran lunga che oggidì. In f.mi, per valermi delle parole del fud- 
d
tto Lamberro, edell' Annalitla Saffone (e), per interpofizione di 
Rodolfo DUC4 di Suevia, eognato del Re Arrigo Welf vir i!lujiris, a- 
eer, & btl/iC()fuS, filius .dzumis Marchionis Ita/arum, Ducat[
m Ba'Va- 
rill! fuftepit. Da quefto Pnm:ipe, che fece tama 6gura, e cotanto fi 
fcgnalò nelJe guen'e di quefii tempi, vien a dirittura la linea E1tenfe 
Guelfa de i lJuchi di Brunswich, Luneburgo, Wulfembuttc1., che 
-aU' Elettorato Germanico oggi unifce la Corona del Regno dclla gran 
Breragna. COSI il Marcbefe A/Herto .dzzo ll. tuttavia vivente vide 
fiabilita ed innalzata in Germania la dilcendenza [ua, la quale pur 
[Uttav.ia glorioCamcnte fi uaantiene e borifcc: am:he in I tali a neWaltra 
Linea <le'Marcheú è' El1e, Ducbi di Modena &c. di[cendente da 
Folc(J Marcbefe., Fratello del medefimo Duca Guelfo. Olue a qucO;' 
aono noo arrivò la vi[
 di D,menic(J C(mtare1fo Doge <Ii Venezia (f)., 
cd in [uo luogo fu alzato al trona Ducale ÐomenÙo Silvio, e col con
 
falone data gli fu i1 polTeßo della Dignitå. 


(a) LeI 
-oß;enfis 
Chrønic. 
I. ]. c. 16. 


(c:) .A ,1I1.li. 
fla Sa", 11- 
pud Eccard. 
Tom. ], 
Cor}. Hift. 


(n D."Jul. 
in Chr,n;" 
Tom. XII. 
Rer. Italic. 


Bbz. 


Anno 



19 6 


ANN ^ LID' I TAL 1 A. 


Anno di C R 1ST 0 MLXXll. Indizione x. 
di ALE S SAN DR 0 II. Papa 12.. . 
di ARRIGO IV. Re di Germania e d'ltalia 17. 


ERA Vo]
. P OrtÒ opinione Girolamo RoO) (,ø), feguitaro anche in ciò daU'U- 
ANNO 10i1.. ghelli (b), che Arrigo .Arci'Vtfco'Vo di Ravenna deífe fine ana fua vita 
(a
 It,,
,,,, nell' al1no 1070. 11 Cardinal Baronio (c) credette, che nell' anno pre- 

:n;
'li
:l
. fente. Ma PIÙ probabale a me fembra, che prima di quefi' anno egli 
(b) ughtll. sloggiaí1e dal Mondo j perciocchè fappiamo, che drendo morto (co- 
llal. Siler. municato eífo Arrigo, (J) c trovandoti il Popolo di Ravenna incorfo 
!#1n. l lI h ., in moIre Cc:nfure, Papa AlelJizndro giudicò bene d'inviar colà San 
In _rc "p. P . D . R d ' P ' h ' r II 
B."'II,"II. Ie,. amumo avennate I atria, tuttoe e avanzato rorte ne a vc:c- 
(f) Bar.". in chiaia, per dar [efio a quell a sì (concerrata Chiera. V' andò il ('Into 
.Jf1tllal. E". uomo, iu con gr:mde allegria riec\'uro, rieonciliò tUHO que1 Popolo, 
(d) tEla c do po aver trattato d' altri affari, fi rimife in carnmino. Ma appena 


n /::.m giunro ad un Monifiero, poUo fuori della Porra di Faenza, quivi fu 
ail tli,m 1.3. prefo dalla febbre, coe ogni di più invigorc:ndofi il fc:ce paf)åre a mi- 
Ft(,rllarii. glior vita nel dì 2.2.. dl Febbraio dt11' anno prclcote (t). Qucfii Vi2ggi 

) JI,rtlld. ed azioni, efigcndo tutti de] tempo, a me tånno credere, che almeno 
,;::ffsa

 neU' anno precedeme 10 fcomunicato Arrigo cdfa(fe di vivere. Fu poi 
Chrø.i". fufiituito in Cuo luogo per dezione del Re Arrigo GlJibtrto dlanzi Cuo 
CanceUiere in Iralia, uomo pieo d' ambizione, c nato per flagello dclla 
Chief:! di Dio. Papa Aleí1àndro, che a{f.li ne conotCeva 10 fpinto tur- 
b0lcnto, mal volenrieri condi(ce(e a con/(ocrarlo; ma fecondochè lia 
(f) Ni"l. ferirto ncl1a V ita d' eiTo Ponte flee (f), gli predi(fe, ch
 dalla (ama 
C.rdinal.. Sede riccvcrebbc il gal1:igo delle Cue voghe ambiziorc. Ho dctto, che 

t .Jf,rilC."I. Dio chiamò a sè San Pier Oamiano: dcbbo ora aggiugnere, che mancò 
,n Vlt. .AI,-. I . I d d JI C '11." , d II t - 
xa"dri Il. 10 UI un gran ume e ornamcnro c a fJUlamra, mcrce e a clen- 
P,,!c. 7.a e del raro zela, che in tutte Ie azioni rUe 6 olrc:rvo, e tuUavi2 6 
otfcrva ne' Librí tuoi, vivi tdlimonj ancora di un felicií1ìmo e plÏffirno 
Ingc:gno, net QU21i (olamente fi può dcfiderarc: più parlimonia nel1e 
AlIegone, e più cautela in credere e fpãceiar tante Vifiom e Mlra- 
coli, il1cuni de' quali po(T"ono anche far dubitare de i veri. l'\bbi2mo 
(t) .A r llulf. da Arnoltû Storico :\1ilanele (g) di quelli tcmpi, che nd pre[eote an.oo 
;11,r. /,1'- Erilmbllldo, Capo in Milano dclla fazione oppoth alia Simonia call' 
,;
.a:J.' ]. incontinenza del Clero, alia prelènza di Bernardo Legato della SeJia 
Apoflolica, e net dì dell' Eplfania, fece elcggere d2 i fuoi parziali 
.I\rcive(eovo di Milano Attolle, 0 
a .Azzo, tantummoJ, Clericum, IIC 
tenera 
t(Jte ju'Vencltlum, im:ito Clno, & muftis ex Populo. Per("h
 que- 
lio novello :'. rcivclcovO- venne poi approvato da Papa GrtgorifJ P1 I. 
il Puricelli fu d' avvj(o, ch' egli non pord!e avere sì poca età, come 
fuppooe r\rn
lfo, il qual pure era aHora vivcnte, c: fcriv
va di queHi . 
fani. Ma oltre al potcrfi dire 2 che JoI-vtnculus non vuol dire et
, che 
c1c1u- 



ANN A L I D 9 I TAL I A. 197 
efc1uda il Vefcovato, Ie fcabrofe congiuntare d' allora doveuero giu- E II. A Volg. 
fiificare I' aver eleuo Arcivefcovo chi fi potea; perchè i più faggi cd APiNC> 10 12., 
ancmpati veriGmi1mente fuggirono una Dignità acCornpagnata da i 
pericoJi di disguilare 11 Re, c d'incontrar la perfecuzione della fazion 
parziale del Re medefimo. (n faui poco durò l' allegrezr.a di A uone . 
,Memre rgli paí)iwa co' fuoi ad un lauto convito, con cui fi vole va 
folennizzare l'acqUltio di SI riguardevole Mitra, fu in armi la fazione 
contraria, ed entrata nel Pala7.7.0 mife turto fo{1opra. Si nafcofe At- 
tone a quc110 rumore; ma [coreno e prefo fu indegnamcme trartaro 
anche con delle percoßë. E fe volle falvar la Yita, gli convenne foilire 
in pulpito nella Chicfa, e con alta voce rinunziare all' elezion fdua 
di lai. Si nafcofero tuui i fuoi famori; il Legato A pollolico anch' e- 

Ii corfe gran pericolo, perchè gli furono firacciatc Ie vefii, laonde 
malconcio fi foaralYe alia Furia del Porolo. I n tal confu60ne era la 
Ciuà'di Milano. Gotifn,do ed Attone fuori di Milano non confecra- 
ti, e fenza goder Ie rcndite della Chiefa, gran tempo fiettero cam- 
pando del proprio, e chlUfi nelle lor Calc di campagna. Intanto fi 
tenne in Roma un Concijio, in cui venne approvata l' ele7.lone di 
Attone, e fcomunicato Gorrfrcdo. 
Nell' Agoílo dell'anno preccdente fu, ficcome dicemmo, intra- 
prefo l' aíTedio di Palermo' dagl' invitti due Fratelli Normanni Robert" 
e Ruggieri. Seguirono mold dífalti e fani d' armi fouo quella Cinà. 
V cnne anche in (occor(o de' Palermirani un gro{fo rinforzo di 1'.10- 
ri; (a) ma non attemandofi coloro di aßàlire per ,
erra 1.' eíercito Cri: (a) Guilliel_ 
ftiano, vonero tentar la 101'0 fotuna per mare. Gl Intreptdl N ormanm mus .J!}ulul 
accettarono la 
fida, e nella battaglia navale menarono così ben Ie lib. 3, 
mini, che riufei loro di prendcrc aJcune delle navi Morefche, altre nNlllaltrrll 

 affondarono, e il re/bnte d' eITe fa coltretto alia fuga. Dopo cin- ,. 1.. c. 45. 
que Mefi dunquc di farlcolõ aíT"edio, Roberto fece d.ne un dl due. 
furiofi ma timi atJalti da due p.mi aHa Cinà nuova pofta neli
 Peni- 
foJa; ed egli allorchè vide ben impegnati i Cittadi01 nella ditCfa di 
que'due ftti, diede co' (uoi una íca1.tta ad un alcro fito, e fonunata- 
mente v' entrò colla fua gente . RiÜraronfi percio i Palermitam e Mori 
nella vecchia Cinà, e conofcendo che non v' era più (peranza di re- 
fiHere a quefto torrente, la mÂttina (eguente i Prima[l dlrnandarono (b) L p_ 
dj c
pitoJar
. Cioè cfibirono 13 refa 
el1d Citd" 1?,urch
.a j 
,j
lul: !r"I#;a
: 
mam (e tall dovcano effÚe quafi tUtti allora que Cluadml 0 Slclliam In Chronir" 
oMori) foíT"c permeßü di vivere hb.eramcnte nella lor Legge Mao- (c) .A nD1:. 'J- 
meuana. A braccia apt:rtc fu accettata la loro efiblzione coll.. condi- fiul p B;r;n- 
zione fuddetta, laonde il Duc:ï c il Conte vittorio!Ì prefero il polTefso ::g;;n
 t- 
di quelJ.a nobil Cinà, non già nel J\'ltlè di Giugno, come ha Ij tclto (dJ Rom'"I1_ 
fcorretto di Lupo Protofp:s:a (b); nJa bwsì nel di 10. di Gwnaio d
s Sa lIT,. 
dell' :tnno prefente, e dopa foli Cinque mdì d' aíTedio, come ha l' Ano- 
:

II
I1 
nimo Barenfe (c), can cui va d' accordo Romoaldo Soilcrnnano (d) . Diede Rer. ItaÙc. 
ttipoi Roberto Guifcardo, fecondochè lafciò fcritto Leone Olbenle (e), (
) Lt, 0- 
l'invefhrura di tuna la Sicilia al C011L
 RuggÜ:n luo Fr
[dlo 
 ritc- jfll1Jjis l 3. 
nen- CliP. I . 


. 



JyB ANN ALl D' I TAL 1 A. 
Ell A Voig. nendo nondimeno in fuo pucere la metà di P"I
rmo, e di MdIi:13. 
AI\NO I07
. Ma per quanto o(fervò r Abbate CalUG (a), nobile Storico delle cofe 
(01) C

II S rfi. di Sicilia, in que
l' ultimo pumo non Ii appoJe al vero )' OJlieole 
StIr. a, ,- h ' R b fi ' r " I . d " d II -J ' 
ci:. Par. II. perc e 0 eno 1 rIIerVo I p1eno ommlU e e tUuJette due Cittå, 
(b) ,
ntilJu. e il rdlo concedet,te 
I Fratello. 
a Cronichett:l Amalfiun1 (b), chc 
11411e. Tø. 1. all" anno feguente nfcrafce Ia conqul{la dl. quclla Città, aggiufTnc, chc 
!tl g } . ;,13' il Guifcardo di colà portò a Troia varie Porte di ferro, c m
lte Co- 
(c .Iorent. ) d ' ' 1 . 11 " r d 11 íi ' 
.Mtmor. di onne I marmo co or capne I In ,egno e a ua vlttoria. Ci accer. 
Marilil. l. I, tana l
 mcmorie citate dal Fiore-ntini (e), che in quefi' anno -ancora 
(d) ,.Antiq,u. Papa ^Idfandro foggiornò in Lucca nel Mete d' Agoll:o, e nc i m:: 
Í:;::e31
if- 
guc:nti. Veddi panm
te un 
Ia
i[o (d) [eout? d
 Beatrice DudJdfq. 
,<II Tofcana
 e da ftJatllJa. fua Flghuola ncl terrn:ono dl Chiufi, AUNP 
DominicI lncarnatio1lis l'vfi/Jcft nzo jeptuagefimo ftcundo, Septimo /dus Ju- 
1IÏi, /.diEti,ne DecimM, al quale imervennero i due COllti dl Chiufi Ri- 
nien e Bernardo co i V deovi di Chiu fi e di Siena. Finì di vivere 
(e) L"",b,r- jn ,quell' a

o (e) Adalbcyto A!,ci'L'efco'Vo di Bre

" che 
n 
uì c
a nato 
tus S'.fn
- prJ
o Mlnttl,ro del Re At'
lgo Jr. ,p
rf
n
 gla In odIC a tutu, per- 
burgin/it ,,, .che 0 cornplice 0 autore dl moite Uilquua da e{fo Re commdJè. Fu 
ChmllCI. uomo dl rigid a cominenu, e celcbrava la I\1dfa con gran compun- 
-zionc c lagramc, m2 fe_oza a vvederfi, che la molta fua alterigia, va- 
JlJi[
, cà altri viz.j offutc:wano di noppo e' guafiavano Ie fUe poche 
vinù. Tanto il Re Arrigo pregò Ãnnone Arci'VeJco'VD <Ii Colonia, Pre- 
lato òi rarol probità, che voletTc alfumcre il mcdefimo gr
do, cbe 
<)Ulmtunque non poco egli ricufatTe, pure v' accon[entì. E in effetto 
cominciò il pubblico govetno fotto quc(to infigne Prelato a preoderc 
mig1i04' faccl3 -colla retta amminifirazione -della giufliz.ia, col gafiigo 
de I -cattivi, e .con altri ottimi regolan;lcmi. 1\1a durò ben poco quefio 
1è:rcl1o. Troppo violenro, troppo avvcz.zato al mal fare en il Rc Ar 
. rigo. Fug1i ancora fuppotl:o., che Ridolfo Duca di Suevia fuo Cognato 
l'I1acchinaffe contra la Cua Corona, ed era per vederfi una fcena eguale 
a quella della Baviera. Ma avendo Ridolfo fano venire in Germania 
I' ]mp,,.ad,.;ce .Âgueft fua Suocera, quella così efficacemente s'intcrpofe 
Ira .il Fjgliuoio, e il Genera, cht ne feguì per ora la pace. 


Anno tli C R 1ST 0 MLXXIII. Indizione XI. 
di G It EGO RIO VII. Papa I. 
<Ii ARRiGO IV. Re <Ii Germania e d' Italia 18. 


en 14"" 
ibid. 


N On potè motto dunrta AnN/me ArciVl'Jco'Vo di Colonia alia Cor- 
t
 dei Re Arrigo (f). Egli edificava con una mano, c il Re di- 
1hugttc\'a con tuttC e due. Però non potendo più fopportare Ie fre- 
golat
z1.C del Re, fJcendo valerc la rcuf. deBa fua avanuta ctà, tan- 
to dllTe, che ot[cnnc di poterfi liberar dalla Cone, e di ritirarfi alia 
fua ehlefa. AHora fu che Arrigo vcdc:ndoG come tolto di fotto all' 
Ajo, 


. 



ANN ALl D- I TAL I A. 199 
Ajo, 1afciò la. briglia a tune Ie- fue paffioni, dandoti m-aggiormente Eu Volg, 
in preda aile lafcivie, e- nulla cunmdo{ì, fe riduceva alia dilþerazione ^"NO 10 13. 
i Popoli dclla. Turingia" e Sal1ònia, con fabbricar tuao dì- delle Roc. 
chc in qud ,acfe , con pehncttere aile guarnigjoni di preodere colla 
foru il tòttentamento da i poveri villani, e con, proregg.ere Ie pn:- 
tentioni deW Arcivercovo di Magonza, che volea contro il coftume 
cfìgere Ie Decirnz da que' Po )oli. ^ndarono perciò delle gravi do: 
glianze a Rom.'i Cùotrd di An go, ed erpone furono, tutte Ie di IUI 
infamie, c fpezialm.cmc la vendita delle Chie
 ;. il che fopra meto 
ditþiaceva al Romano. Pontefice _ Quindi cominciarono i Sa{foni a ri. 
bellarfi, volrando I' armi lort> contro delle Forrezze fJb-bricare in Jor 
pregiudiziò dal Re. Si. aggiunfe, che Ridolfo Duca di Sucvia, Bey- 
toifø DuCll di Carinri:t, e if novello Duca di Baviera Guelfo IV. (d) (a) B,,.told. 
veggendo fprezzato alia Corte il favio ed onoraro lor parere, fe ne C,onfla":- 
, f fc I ' . d ' 11 c: ' . 1 d ' A . tllnþs In 
lltlrarono. n omma 10 omlto cerve 0 e Iuror grovam e 1 rngo,. Ch,.onÍfo 
tuno andava facendo per perdere I' amore non men de Grandi che . 
de i piccoli, e per mettere la coofùti:One in Germani!:, il che pur 
troppo- gli venne fano. fmanro Papa AldTandro, fe dobbiam crede. 
re a.1I" Urfpergenlè (b), fpedi Lettere ad e{fo Re, (I) 'lJDCantes. tum ad (b) .Abbas 
fatisfacielldum.. pro Simo>>iaca H
refi, a/iiffut nonnul/is emendatione dignis, f!rfpe,.genf. 
r øÆ tit ip/o Rom.:e fuera1l1 audita. Ma non potè il buon Pontdice A. In Ch,.omc. 
Jeffandro profeguir più olrre ql.1efii diCegni, perchè Dio il chb.mò' a 
sè nel di 2. I. d' A pril
. 
onee6,ce re
 la fua P
erà, U miltà, Elo- 
quenza, e ZeIo, non mf
rlOre a. mlglron (c). S. raccomano ancora (c) MII,.ílln. 
vnrj miracoli operati da Dio per interceOione di Iui. Appena fu nel SClltuS. in 
giorno fegueme data fepoltura al defumo' Papa,. i Cardinali con rut. Ch;;nI
lI. 
to il Clero e Popo10 concor-demente acc1amarono Papa il Cardinale Pllui.n


: 
IIdebra1fdo, che prere il nome di Gregorio f7/l. e fi rendè' poi cele- ,.ied. in Vito 
bre a tutti i Sccoli avvenire. Re6l1:è egli, finchè poeè, ma bifognò G,.ego
. VlI. 
darla vima. al quati' furor del P'opolo, che non ammife dilazione . Nè 0' alII. 
ci volea. di. me no in qud
i tempi sì fconcertati della, Chief a cli. Dio, 
che il peuo forte di quetto v irruofo-" dorto, ed incorrotto Ponrefice, 
per correggae fpezialmenre gli abuti delle Simonie, edell' inconei. 
nenoza "iel Clero, che rroppo piede aveano' prefo dapertutto. Non 
volle omeuere il faggio Eletto tuni j riguardi dovuri al Re Arrigo, 
per proccurare,_ fe mai era poOibile, di manrener la, concordia,_ e per 
cfeguir-, in parte anche il Oecrcro di Papa Niccolò II. nel quale an., 
ch' egh aveva 3Yuta m:mo'. Cioè fpedì rollo i Cuoi: MelIi in Germa. (d) C J' 
nia coU' avviCo al Re della fua elezione, e per quanto fi ha dalla Vi. de .A";:II;
' 
ra di lui, a noi confervara: da N iccolò Cardinal d'- Aragona Cd)" pre-, in 
it4 bGre
 
gandolo, come avea fate
 anche San Gregorio il Grande, di pre- g b ll
" Vii. 
fur I Idem. 


(I) chi.mandolo a Jodisfnrt per la Erelia Simoniaca, eJ a/(U1fe .llre cofe 
degne ái tmenda, cbe di ejJò fenlile fi trano in Rø1l1a. 



100 ANN A LID' I TAL I A, 
E. A Volg. (hI' It alT'enfo a [.lIe elczionc:. (I) 
uod Jì no" fJccret, cerlllm fibi e./fit 
ANNO 10 73. q.od graViOt'ls & mal/ifejlos ipfìus excefflls implmitos nul/dtemu tlJkrmc/ 
Se è vera la pulara di que/to tenore ( dd chc potrà talun dubitare) 
bifogna ben dire, che il Re Arrigo doverte qui [Ire u. grande sfor- 
za al fuo mal taleoto per cnnfentire, ficcome è cerro, che contend, 
(2) La
:.'r- ma non così tofto. Larnberto da Scafnaburgo (8), t
nza P ariarc 
1,u S,aJna- ..J . M n:: r. dd . d r. 1 I t ' ., I ' 1 " 
.l.urgen(is in <le cm lU crt!" e opo avere e.a tato , mtcgrl[
 c, a ,t
e Virtu,' 
chrøni". che con-correvano In quelto Pomdice fcnve, che II dl JUI mf1c11ìbl- 
Je ze10 ed jngegno ac
 feee paura a i Vefcovi, che fi trovarono a\1o- 
ra alJa Cone; ben confapevoli di varj lor mancamenci, de' quali po- 
teva egli un giorM ehicdere conto. Perciò erorrarono Arrigo di di- 
chi.uar nuna .. ele7.Ïone di Jui, giacchè fl1[(a fcnz.a conofcenza ed or- 
dine ruo. Ma dovette pre\'aJere il parer de' più tàggi, e il Re G. 
contemò d' im'iare aRoma il CONte EfHrardo con ordine di conolce- 
re, come era pa{[ato il f:lttO, e fe trova(fe giå conlccrato il Papa no- 
vello, di protdb.re di nullità di qUdlunque ano fano. Andò quelto 
ufizialc, fu cortefc:mente accolto, dimandò como dell' operato j C I' e- 
leno Pontdlce l"ìfpo{c, chc contro fua volontà e non oflame I' oppo- 
iìzione fl1a, era 0::1[0 eleuo dal Clero e Papolo; ma che non s' era 
lafciato sfonnre a prender anche I' ordinazione, ,"olendo prima elferc 
aßìcurato, che il Re e 4 Principi Germanici avdTero prcfhto I' allen- 
fo all' elezione fua . Quefia umile rifpolta, rapportata al Re Arrigo, 
il foddisfece, e però diede tolto ordine, che folTc confecrato. (1.) 
Et flatim Gregorium f'ercel/e [em EpifC()pU11I Italici Regni Cancel/arium _d 
Urbe11l tran!mifif, fu<<tenus auflorirate Regia E/eélionem ip[am confirm8,ret, 
& Con{ecrationi ejtlS inte,.
.ffe ftuderet . Lamberro fcrive, ch' egli fu con- 
(eerato nen' Anno feguenre nel giorno ddla Purificazione di Santa 
Maria. Ma è un errore a mto credere de' fuoi Copilli. Tanto dalla 
Vita di lui confer,rat3 dal Cardin'll d' Aragona, ql1'\mo dal Regitlro 
(b) Tom. X. delle Lcttere del medefi
o Papa (b), chi31'a
en,te ,c<:>(h, c
e tù cd
- 
Conciliør. brata]a di lui confecf:mone nen
 FcO:a de Pnnclpl de gh Apofioh, 
Labbè. cioè nel dì 2.9. di Giugi'1o den' Anno rrefente . 
Già aveano prei
 I' armi I PopoH dc11a Sa{[onia e Turingia, per- 
chè niuna gìufiizia rot
ano ottenere dal Re. Ed egli inviperito vo- 
lea proced.re co11a forza j rna gli .'\rcivereovi di Colonia e Magon- 
za, i Vefeovi d' Argentina e Vormazia, e i Duchi di Baviera, di 
Suevia, dell' una edell' altra Lorena, e di Carimia, ricufarono di 
f-omminiO:rar gente, flon parendo 101'0 cenvencvole di andarc a1)' op- 
preßìo- 


. 


(f) Lo che ft 11011 fac1fe, ttneffi per UTIØ, che ill l1irl1l
 mallim. to/ere- 
rebbe impuniJi i più gra'Vi e manifeJli {uoi eccfj}i . 
(1) E [uhit
 manáò aRoma G,.e,'!.orio Peflo..:o di Perce/It, C4l1cel/iero del 
Reg1lo ltali<o, che can Itutorità Regia confermlJffi r 
,Jt'1!a tltzil1Jc, e 
;nteY'z:enif!e alia di Llli conftcrazionc . 



ANN A LID' I T ^ L I .^. 201 
preffione di Popoli innocemi. Non illette per quefi:o Arrigo di mar- EllA ,::>:
. 
ciare armato comra di que' Popoli; ma. più di quel che credeva Ii P.KNO r:>

, 
trovò forti e rifoluti di vincere 0 di morirc . E imamo fra varj Prin- 
cipi della Germania, fi:omacati di tami vizj di Arrigo, fi comincia- 
rono delle fegr
te pra[ichc per liberare il Regno da un Re, che ten- 
deva alla fua difi:ruzioRe. Nel precedence Anno era venuto in I[alia 
Gozelone, 0 fia Gotifredo il Gobbo, Ouca di Lorena, tra il quale, e 
J..l/ltildçz Ccnte./fa e infieme Duchdfa ìn(ìgne di Tofcana, gia dicem- 
mo contratto Marrimonio. Si diCpura da v:uj Scrirrori, fe fra eßi fi 
confervò il Celibato : quifi:ione difl1cile a rifolvedi fenza chiare cefii- 
monianzc de gli antichi, da chi è troppo lontano da que' tempi ..112 
ql1efi:i go\'ernavano la Tofcana e gli aim Stati del fu Marchefe Bo- 
nifazio la DucbeJlå Bea/rice, e la fuddetta Conte./fa Jor1atilda fua Figliuo- 
la . Ora che Matilda, mono che fu i1 padrigno Goffredo, com in- 
ciaiT'e ad efercitare 0 fola 0 colls madre Beatrice la fuddetta autorità, 
la deduco da un Placito tenuto dalla medeGma in quell' Anno (.), (a) ...I1,.i,... 
Sextc Idus FeVYURYii, lndiélio1fe UndeciTlla, eXtra muros Lrl(enfis Civita- Italic, Dr/"- 
tis in Burgo, qui ':Jocalflr Sanéli Fridiani. I vi eíTa è imitolata Domna firt. ro. 
Alaélilda ft-/archionijJå, har Ducatrix ,ftli(l bond! memo,.id! Bonffatii Mar- 
chionis. E' oflèrvabile in quel Documento, che Flaiperto Giydice 
vien chiamato Milfus Domini Imper:ltoris; e pure Arrigo [V. non era 
giunto peranche alla Corona dell' Imperio, nè s' imitolava J mpera- 
dore . 11 N orajo, Urato a quefia antic.!. fotmola, non dovette badar 
molro at Tirolario d' aHora . Un' altro Placiro tenne in qudl' Annð 
h Duchdra Beatrice (b) in Civilate Florenlia infra Palatium dl Domo (b) lbidtm 
Sanéli Johanni, cioè nel Palazzo del V cfco\lo. La Carta è fcriru Diffirt. VI, 
.Anno Domini no{lri Jefu Chrifti SeptuagefitlJo Seculldo poft mille, Þ<3into 
Kalendas Ma;,tii, Indiélione undecimçz. Qui è adoperata I' Epoca Fio- 
rentina, che comincia l' Anno nUQVO nel dì 2.r. di Marzo i e I' Intli- 
zione XI, fa conofcere, che fi parla dell' .1 nno prcfeme 107 J. it qua- 
Ie fecoodo 10 fille Fion
mino era [Uuavia Anno 1072.. [n eflò Docu- 
mento fi vede inrimaro il bando Domn; Regis, e non già dell' Impe- 
radon!. Troviamo poi la DuchefTa Be:urice (c-) crlm p"d!clar(l Fili., mea (c) lb. Dif- 
1v1atilda nell' Anno prefente, Indiélione XI. in die Sabbati, quod eft fert. II. 
fjllarlo ldus Aligufli, in feflivitale Slméli Laurentii l\Jarl)ris, che fa u- 
na donazinne al Monifiero di San Zenone di Verona. Lo Srrumen- 
[0 fu fiipulato i1l ltlonafie1'io Sanéli Zenonis ;;1 .ßefeélOl'io. DiíIÏ venuto 
in Italia Go[ifredo il Gobbo prima dell' Anno prefente. N e fa fede 
un al,tro .Plac!rc;> riferi
o dal. Fiorentjni (d),. e te?l1to d'IHa D
c

lT'a (d) Fimnt. 
BeatTlce In Cz'Vttale Pifenft 111 Polatzo Domn: RegIs, un/J ctlm GOlllJU- .Appendi,. 
tlo Duce & Marchione, XF I. Calenclas Februal'ii, lnd,éfione Xl. E di .Me"',or. tli 
<1uì ancora impariamo, che il Giovine Gotifrt'do in vigore del fuo M
tw{. 
Marrimonið colla ComeíTa Marilda fu anch' egli amme(1ò al governo pax. I SO. 
della Tofcana, e degli alai Sr:ni . Leggefi poi una Lenera (eo) a lui (e) Gregor, 
fcrina dal nuovo Papa Gregorio elerto, in cui gli figmtica la fua t- v,11. I. I. E-. 
lczione, e il buon ammo ed affetto paterno, ch' egli tuttitvia con- pijol. 4. 
crom. Pl. C c fer- 


. 



2-0%. ANN A "I D' I TAL I A. 
F ft.A Vol&. fervava verfo del Re Arrigo. Pru')va il C..rdimI Buonio (.), chc in 
Mwo 1074 qUI' fi , An'lo elfo Papa ando a ß
I1\:vento, -:hve LaTJdolfø {7 I. Princi p e 
(a) Baron. d II C . , 1 
.Annat. I que a mR g i prefiò giunm'mo dl f;deltà c valfall1ggio . Pa(sò 
f:cclefiaft. anche a Capna, dove Riccardo I. Principe feee un' atta limile: per ri- 
eonofcc!e CUQ Sovrano il Romano Pomcficc . 


. 
. 


Anno di C R 1ST 0 MLXXIV. Indizione XI I. 
di G REG 0 RIO VII. Papa 2. 
di ARIUGO IV. Re di Germania e d' Italia 19. 


(b) 1 A Bbi
mo daUa Vita di San Gregorio I'll. nella, Raccolta di Nicco- 
li,. 

"Ì. 1.- , lò, Ca.rdinal
 d' Aragon
_ (b), ch' e(fo, 
ontefìce fpedì in Ger.. 
T. III. man,la 1 Ir:nperadnce, non gla B ma A. cwe Agnefe Mad.re d('1 
e 
A rngo, con Gherardo VefcovQ d' 0 Ilia, Uberlo V cfcovo dl Palel1n- 
na, Rina.ltla Velèovo di Como, e cal Vef'cova òi Caira . Tale Cpe-- 
(c) Berthlll- diÚo(l
, per attellaro di Bcrroldo da Colt
nza (,), e dl Lambtrta d
 
dNS Con- Scafnabl;Jrgo (d) appartiene all' Anno prefeute . Furono que1h Legatl 
jlantienfts. bçn acco\u dJ.I Re dopo Pafqua in N urcmberga ; efpofero Ie pateme 
'd Chrll;", ammonizioni di Papa Gregorio; ou:ennero che fü(fcro cacciati di Cor- 

2 
:;f:;: te cinque 
 obili Conigiani già 
comunicaci; ma. yoc: altro di fo- 
;urttnþs in ÍÌanza. Diede ben buone' parole 11 Re, e promllc d emcndarG ; 
Chroni'll. poCcla Ii rifpedi con (Uuo onore e ben regalati. Contra dc' Sallun,i. 
feguitav
 iotaruo il malralemo del feroce Re, i cui e.ttl ed avvcni- 
meflti fi veggono diffufamente fcritti dal fudd
[[o Lamberto . E hen- 
chi: il Papa 6 fo(fe dibito mediatore per comporrc queUe ra.bbiofc 
difl-èreoloe, e s' affatica{fero anchc varj Principi della G,rmania per 
inJurIa 3 pla.carfi, eg\i non ia fapeva intcndere. Perchè lc forO' 
ze a.llora gli mancaruno, infine come tirato pel capdlro açcon- 
fe
ti 
lla pace, e can delle condizioni di fuo poco onore., eWen- 
doG íbbilito in quell' accordo, che fi fmantellercbbono tuHe Ie For.. 
t
ne da lui fabbr-icate in pregiudizio di que' Popoli. Motro an- 
the una furiofa tite al Canto Arcivefcovo di Colonia Anno11t, e po- 
chi era no qu
' Principi, ch' egli non credeffe JÌJoi ñcmic:.i, 0 non 
facdfç tutto il poíIìbile per inirnicarfc1i. Tenne in qudt' Anno 
il Pomdice Gregorio :VII. un gr.tn Concilio in Roma, al qu
- 
Ie imervennelo atraiffimi VeCcovi, ed in ohre, come s' ha da CenclO 
(c) Cilråi. Camerario prefT'o it B:\ronio, e dal Cardinal d' Aragona (,) egregitl COO' 
nclis ,tII ,.A- mitiJJa Mathildis, Ãc'Zo Marchi.o, & GifuJfus SalernitanMs Princeps no,. 
r",,1In14. IJ1. defuere. ParlaG qui del famoCo I\1archeCe Alberto .dzzo fl. Prog( nito- 


t4YI
regll- re delle due l..inee de' Principi di Brunswich, ed' Elte. Anche i1 Pa- 
(f) Gr;gl/r. r
 liJddc[[o fcnOe it) qqefi'anno (f) a Btatrice Duch
JIå dl Tore.ma, 
VI!. Ii.. 1.. che i1 /lfarcbe[t Âz.z.f/ avca promeßò al Papa ncl Sinodo dl rcnJcre con- 

p,l. 9. to (kl Cuo Matrimonio con Jfa.ti/d'l Sorclla di GUl,/jelmo J7efcovo dl Pa- 
via e V CdOV3 dd IIhrd)e.ft Guido, divcr[a da 
}IalilcJfl, la gran Con- 
te(fa 



ANN A LID' I TAL I A I 203 
telTa e DuchelTa di To[cana. Secondo Ie mie conghietturc doveva ef- 
fere prtmorta a queUo Principe: Ia Comdfa GarjètJda [Ul feconda Mo- 
glie; ed egla volle prenderne la terza, t:ioè la tuddetta A1atilia (a). 
J.\Ja riputanJoG eglino Parenti, ne fu ponara 1:1 denunzia aRoma. 
Fece il tuo dovere il Papa; ma non fappiamo qual fine avelTe un tal 
affare. Cerro è, aver fallato alcuni Scrinori della V ita della gran Con- 
tetra Matilda, in credere, che dl lei parlafTe il Papa in quella Let- 
t
ra. Ora in eifo Concilio (b) fu pubblicarQ Ia depofizione de' Preti (b) Lllmbfr. 
concubll1arj; decretato, che llIuno potefTe a\"cendere a gli Ordini fa- SCllfnabur- 
en, tc non promeneva la Cootinenza; c fulminAta di nuovo con ter- ltnjis ,in 
nbl1i :mat<<ml la Simoma. Ponati in Germama qlletli Decreti, gran ChrODICI, 
fumore ne feeC' iJ Clem diflòluto di quelle comrade; e peninacl in 
volet fottenere l' invettraro abllfo, eC(;l[arono anche de i fieri tumul- 
ti contra di que' V efcovi, che fi accinfero a pubblicatli, e a farli 
acceture. Pallmeme faþpiamo, che in quello Concilio il Pontefice 
GregorlQ pubblicò Ja komunica (c) canna òi Roberto Guifiardo Du- (c) Cnrdi- 
ca dl Puglia, non già, come fuppore il Cardinal B.uonio, perch' egli do- nails ,de .A: 
. ffi ' ralon:A IIU 
pO la prefa. dl 
alelno aye e porrata la guerra contro la Campama, [u,rá 
e meao l' afseJio a Benevento, efsenÇ'o p;ù tardi fuccedllte [all im- . 
prefe . V 0 io fù[peuando pi
 [OnO, che cirato Roberto Guikardo a 
rl110vare il giuramento di fcdeltà, e a prendere I' Invefiitura de' fuoi 
Srati, come aveano f.luO i Pnncipi di Benevento e di Capoa, nè com- 
parcnJo, fi riralse addoflo Ie Cenfure della Sede: Apoflolica. In una 
Lenera fcrma a B;:atrice e a Matilda nell' OtlObre fcguente 10 iter. 
fo Papa Gregono tìgl1lfica loro, che Roberto promc:ttc;va di pretta- 
re il filddelto gJUramento . 
Era tomato il Duca Roberto dopa la pre[a di Palermo; por- 
tando feco un gran retoro in Pugìia alla Città di Melfi (d), dove j (d) Gt4iliel- 
Baroni tUrti concoderc1 a baciar que1l'inviua mano, e a congrarularfi. ft .dlul.f 
l\h fra ellì non comparve Pietro Normanno, che dorninava 111 Trani, I. 3- 
cd in altre Terre, nè avea dianzi VOhHO condur Ie fue genti all'im- 
pref::! di Palermo; Jþacciandofi 1I1dlpendente dal Duc:.. Ma Robcrto 
non porea foftèrire, chi il1 queUe po1rti non pi
g,1Va il capo a i fuoi 
voleri, enol rieonofceva per padrone. Fece dllnque l' afTedio di Tra- 
ni, e l' obbligò alia refll. (e) L' ctempio di quel:
 Citt,à fu fe&uitato (e) Clmnic. 
da Giovenazzo, da Buffigha, e dol alt..e Terre. I UttaVIß fatto In una Amalfilìm. 
baruffa prigiont: dfo Pietro fperimc:mò, che la ò1agnanimità non cra Tom, 1. An- 
I' ulrim.1 delle virtù dl Roberto, pcrd)(
 i"iebbe lã libertà, ed anche t;1 u . ItalIC. 
Ie fue Terre, 1\ rifea-va dJ Trani, COn obbligo di riconofcerle in vaf- lng, 113. 
fallaggio dal Duca. Anche Ruggie1i Conte di Sicilia (f), anfiolìflimo (f) Gaufri- 
di agglUgnere aile rue conquìtte r Impunanre Cattello di San Giovan- tlus M
/A- 
['Ii, con fortificate un vicino Candia, cofhinciò a Itrignerlo, ben per- terra lib. 3. 
fuafo, che .. acquitto dl Cjuella For(a.Z.I gli facilireH:bbe qudlo dd cnl. 7. 
rimaneme della 
u:ilia. Imamo i Corlari Tunefini sbafcati a Nicotera 
nella notte della \ïgtiia dl Siln Pietro, pane di qu
' C1ttadini uccife- 
fO, parte colle Donne e co' figliolmi conduGèro ichiavi. Era tiato 
C c z. neW an- 


Ea A Vo:g. 
AN
O lOï4. 
(a) .A nt;. h,- 
tà F flenfi 
Par. 1. c. 4. 


. 


. 



2.04 ANN A LID' I '1' A L I A. 
hA VolS' nell' an no precedente confc:rico il Vefcovato di Lucca ad A;I{e/m(J 
i- 
ANNO 107+ pore del defunto Papa AleGåndro I I. e di Pat ria fenza dubbio Mi. 
Janefc, lIomo di f.lOta vita, e di si eminenre prudenza, che Papa Gre- 
gorio V JI. il depurò púfcia per Con(igliere ddhl Conte!Ta Matilda, 
c il dichiarò fuo Vicario in Lombardia. Merita ben quello illullre 
perfonaggio, chc fe ne faccia menzione. Sua cura rotio fu di volere 
rif.Jrmar gli abufì introdotti fra i Canonici del\a Cattcdrale di Luc- 
ca, come s' ha dalla di Iui Vita (0) j rcritta da un Autore contempo- 
raneo, cioè dal fuo Penitenziere: abufi, che erano in quetli tempi 
aGai familiari anche nell' altre Cbiefe d' Italia; ma per quante dorta- 
zioni e minaccie adopera!Te, nuna porè ottener da effi. A qual pre- 
cipizio fi conduce!Tero qu
gli EcclefiaO:ici per quetlo dIne, 10 ve- 
dremo a fuo luogo. Crede([e il Cardinal B.lronio (b) 
 che in qu
ft' 
an no fo!Tero eglino citati al Concilio Romano; ma ciò avvenne molro 
più tardi. E' anche degno d' o!Tervazione, che llranamente profpe- 
rando i Turchi nell' Imperio CriO:iano d'Oriente, Gregorio VII. volle 
commuo\"ere i Principi e i Re d' Occidenre a formare un' Armata da 
(c) GrlE'T. fpedire colà per opporfi a i progretft di que' Bubari (c) j ma niun 
y'II. lib,::r.. fucc.:e!To ebbcro Ie di lui premure. Qlella è la prima volra, che fi 
If.PIJl. 3 1 ,6' cominciò a parlar di Crociate contro gl' (nfedeli d' Oriente. Scrim: 
37. ancora Papa Gregorio delle Lettere fulminanti contro Filippo R
 di 
Francia a cagi::me di mold f\loi eccelli, fra' quali entrò quello d' aver 
dtorre immenfe tamme di danaro a i Mercatanti Iraliani, che trovò 
iti a una Fiera di Francia. Ourava tuuavia la pia frencna di rubare 
i Corpi de' Santi, an[ando tutti di aver pre!To di sè que' facri depou[i. 
I n quell' an no appunto riufd a i Monaci della Vangadizza full' Adi- 
geno di rubare a i Vicenrini il Corpo di San Te
ba/do Romito, che 

i
 dicemmo mono nell' anno 1066. Porcato il facro pegno al loro 
lc1) M.l-ill. MoniHero, ficcome colla dalh Sroria della fu! TrasJazione (d), fu 
S.

" Bt ó eGo onorato da Oio con a!Tai miracoli, con etTerfi anche trovaro ad 
;.:,.'
: . effi prefente il Marchefe Alberto AZZQ If, rrogenirore de\la Cafa 
d' EO:e (I). CQntigit, i/Jußrem 'Virum Azonml Marehiollem, iJ/ius 'Vide- 
li"t Mønaßet'ii PQffi./forem, ad'Venire, & fieut ante gefta folo auditu, fie 

adem 'Vifu eogNofcere. Oa lì a qualche tempo arnvo a\la Vangadizza 
Rodolfo Fratello -del m
ddimo Santo per ottenerne delle Reliquie, 
c ne fcce premurofe ifianl.e al Marchefe .\zzo. Ma qucO:i rifpon- 
dea, (2.) ft ",lie tant, pntii thl/auro RegiÐnem (uam rJepauperare 
 & a- 
!imam ditare. Finalmemc gliene concedette una parte. NcI Diploma, 
con cui Arrigo IV. nell' Anno 1077. confermò gli Stati ad c!To Mar- 
chefe 


(a) An" 
S
nElorum 
Bolland. 
lid d;tm 
18. Mart. 


(D) Bar'''. 
in .AnnAt. 
EccltJiafl. 


(I) A""dde, ehe1'illufire U011lØ Azzo J
areheft, cioì ;1 PoJ[eJ!ore di fjMtl 
Afonijiero 'Venne, e 'Vide '1ueJ/o ehe a'VanlÌ a'Vta ftnritQ dire. 
(2.) tli non 'I:olere impo'/:erire di UPI ttftrø di s) gran prn...Q if [UQ Paeje, 
ed arricchirne 8IIIQ tI' a/rfu; . 


. 



ANN A LID' I TAL I A. 2.0; 
chefe .dzzo, ed a Ugo, e :1 Foko fuoi Figliuoli, 6ccome io a1rrove (a) 
otTer\'ai, fi vede il J'fon
f!ero dellil f/anglZdizza, oggidi bella Tara ap. 
pcllata la B4dia, pof1èduro allora dalla Cafa d' Elle. Ma io non av- 
vertii, che anche qu::Ho bel patTo 
gregiamente compruova la verità 
d'dTo Diploma, pcrchè qnd buon Principe fomm
mente fi rallegrò 
di avere ottenuto il facro Corpo di San Tc:obaldo, quod (e fu
que D;- 
litmis PQpulum in ad'vcntu bea/Î {3 am>>; /.JUdc celebrandi, Cunfe./for;f 
7toba/J; 'Vifita'Verit. Ed ecco dove era allura il principal fog
iorno 
del Marche[e Ano Efteo1
. Le premure di Papa Gregorio V II. fe- 
cero, che in quell' anno nc:l Mefe di Settembre Domenico Silvio Doge , 
di V cnc:zia e l)uca deUa D.1lma7.ia, fece un aífegno di bc:ni alla eh1t
fa S
) r"""t',... 
Patriarcale di Grado. 11 Diploma, fouofcritto da i Ve[covi Suftro!- Dijj,


N';. 
ganei; fu da me dato alIa luce (b). 


EllA Volg. 
ANNO 1074. 
(a) JfntÙhi. 
tà "-]fenJ; 
P. 1. c. 7. 


Anno di C R 1ST 0 MLXXV. Indizione XII I. 
di G REG 0 RIO VII. Papa 3. 
di ARRIGO IV. Re di Gernla.nia e d'lulia Z.o-it 


. 
U N altro in6gne Concilio Romano nel flne di Febbraio fu in 
qudranno celebrato da Papa Gregorio f/ll. (r), in cui 10 ze- 

) Cllnü,. 
lantiffimo Pomet1ce per Ja prima volta pubblicamente proibì fotto pena ;.r,;, 
 è 
di fcomunica Ie Invefiiture de
 V c=fcovati e delle Abbazie, che i Re .. 
davano a gli EccJefi-a.fiici con porgere Taro il Paftorale e l' anello. 
S' era da molti anoi introdo[ta quefta novità, e coW c:fTere di,'enuta 
dipendcme dalla volontà de'Sovrani tc:mporali, che in que'tempi e- 
. ranD di coCcienza guafttt, la col\azion delle ehieCe e Dignità Eccle- 
íìaltiche, s' era apena una larg,a porra alia Simonia. In fani 6 con- 
ferivano quefte da i Rc a chi Ie comperava colla lunga Cervitù aJle 
Coni, 0 coll
 aduluioni, e più fovente a chi più largamente offe- 
riva rc:galr e danaro. Venivano con ciò a cader bene fpcfTo Ie Chiefe 
In mana di chi menD Ie meritava, reftando ncglette Ie perfone dcgne. 
Furono anche in efTo Concilio confermari i Decreti contra dc' Che- 
rid concublOarj. Di nuovo.cziandio fu fcomunicato Roberto Gu
(.:t'rdo, 
il qU31c: in qUClti tempi tenea fegretc pratiche col Re Arrigo, e nello 
fteØ"o tempo dava buone parole nl Papa di volerfi Cuggettare a tutti 
j di lui valeri. Orli il Decreto fuddeno intorno aJle Invefiiture, fìc- 
come parea, che fminuitTc di trappo l' nutorità già ufurpata da i Mo- 
J1archl" così fu la fcimilla, chc accefe dipoi la funeft.1 guerra frot il 
S-acerdozto e I' Imperio. Sulle prime non ne fece doglianza 0 rifen- 
timcnro alcuno il Re Arrigo't pc:rchè incerro' dell' efito della guerra 
da. \ui impreCa contra de' SatT'Oni;. anzi fcrivea Lettere di tuua fom- 
meffione e buona volontà al Papa. Appena ne uCcì egli vittorloCo, che 
cominciò i fì.l.)i ftrepiti contro la Sede Apoftolica. MotTe egli dun- 
que nell' Anno prefente Ie fue armi contro i Popoli della Saf10nia e 
Tu. 



106 ANN A LID' I t' .\ L I A. 
F It A Volg. Turingia (of), dopa aver taO[o operata col1e Iulinghe e promctTc, che 
ANNO 1'>75. avca urate 0<:1 fuo panito i primi Principi ddl" Germania, cioè Ri- 
(3.) La",!m- dolfo Duca di SUCVI3, Guelfo Duca dl RIviera, Goffrødo il Gobbo 
tus Sl'llfnll- D d ' L ß /,J D d ' C . , , -. 
bolrg.nþs in uca 1 orena, e crto aO IIca I annua, I qualt aceorlcro (m(l 
ChronÎco. colle lor gemi a iecondarlo in quell' impreft. V crCo la merà di Lu- 
Bertll.dus glio (cguì una fangumofiffima battaglia fra I' eCercito di An'igo 
 qud 
c
;f/!,nt'- h dc' Saßoni, e fu dllput3ca un pezzo Ia vittoria; ma in fine andarono 
en). In C r, " S no . /1i d ' il i 1.' 
 II ' 
roctl I allom, con e ere nOI1 Imeno co 'uo caro que .LO tnonrO a 
Armata Regale, in cui peri rno\ta Nobllrà: Ipezialmentc dell:! Bavieu 
e Suevia. Farn:! tù, che reíh.{['ero lùl c:>mpo circa venti mila Ferfo- 
ne. Furono, ficcomc diffi, cagione quett! fortunari fucceffi, che il 
Re Arrigo, dianzi cotamo mantuero col Romano Pontefice, prendefT'e 
un' altr'aria, e comineiaiTe a f:ula.da Cprezzante, con arnmetter'anchc 
alIa fua Coree e f.,miliarirà que' Minil1ri , che dianzi erano l1:ari [co- 
munieati dalla Sede A poltolica. ]ocanto i SafT'oni non laCeiavano in- 
tcmato mezzo a\cuno per onenc:r pace e grazia dal Re, il qua1e fem- 
pre più infellonito com,r,a d' enl, e g
'!O
o p
r la pa.lT'ara fortuna, nulla 
me no macchlOava che 1 IOrcra lora lchlavnu e rO\'1I1a. Però a fine di 
dlerminarli intimò una nuova Cpedizion contra di IOTa, ed era con 
.lui Goffredo Duca di Lorena co!, si gro{['o corpo di genre (edta, 
(b) Lllmher- cbe uguagliava iJ relto deW eferclto del Re (b). Ma g1i altri Due-hi, 
IUS s'lIfn
.1 (..) Radulfus Jeilit.tt Dux Sue'lJoru1J1., Welf Dtlx Bajoariorum, Berthol- 
h;gmþs 'If, dus Dux Curent;nOfUrIJ, Reg; auxi/ium filum pete>>t; denega1Jera1Jt: przni- 
C rom". tenteJ, ut Iljebant, juperior; expedÙione in irrÎtllm fufi tanti [allgIÛnis, 0[- 
fenji ttiam Regis immiti atque implacdbili ingenio, CI
;uS i1'aeundi
 ;ncm- 
J;urn nce lacrJmÆ Saxonum, nee inundantes campis 'I'hNringiæ riv; fangui- 
His reßinguere potuijjènt. Ciò nOI1 oflanre s'imerpolè:ro ranti per )a pa- 
ce, chc I Sa{foni s' arrenderono alia volomà d.l Re, il quale cacciò · 
in efilto )a maggJOr parte de i lor Capi e Baroni, e tranò il reao 
aIla peggio. 
.succcdctte in quefi' anno net Marredì fanta, giorno JO. di Mar- 
zo, un nuovo ternbile incendlo nella Ciuà di Milano, defcntto da 
( ) ß llf. Arnolfo Milanefe .Cc), Seriuore di villa. E fu come cora miracolofå , 
C ",rn". h ' fi ' 1 
liifl,r. Me- pcrchè infono neU' aria un vapore
 c e vomltava amme, attacco i 
.,oliln. I. .... tuoeo alle cafe, ches' erano ialvarc nel precedcme incendio, e allc 
'11/. 8. gla rifabbricate: con 
ivario nOl1dul1cflQ da11.' a1rro, perche, quefio di: 
lLru{['c più Chicfe, e tra l' alrre )e due Bafihche Metropohtane, CIO
 
)a 


(.) 


Ridolfo cio, Duca di Suevia 
 GuelJo put'a tli B,zviera,' Be
tDldo Due. 
t/l Cannt;.I, aveal10 negdto II loro a.1Nto al Re cht gild chsedtva, do- 
lendofi, come dicevano-, di tanto [allgue inutilmente fpmjò II/{/' alltec,- 
de Ite Jþcd;zione, offefì allCQra dal ,,.lIdo ed implactzbile gmio tiel RI, 
dejf'J di cui it'a r iI cenaro eßingue,.e non a'l.:t.UerlJ pOlltto nè Ie Jagri11le 
.e' 
'aj;óni, nè ; ,.iv; di janglle ,he inol'/da'lJ4nO ; eRmpi tlel/4 cru- 
""Igra . 



. 


A -, I 
N N A LID TAL J A. 1..07 
1:1 rnirabil' efiiva di Santa Tecla, e I' jnve-rnale di Santa Maria, can E I\ A V otg. 
queUe di San Nazario, e di Santo Stefano. II d'l.nno di qu.:lla Cirrà ANNO IOH. 
iu incrediblle. Non oH:al1te sì terribil disgrazia, E,..I
m!Jaldo feguitav" 
a far guerr.t al Clero i'1COf1tin
nte di q'
ella Citta, ed impedì al1che 
l1ell' anoo prefeme i1 Barrefimo folenne, eh
 fi folea fIre in tune Ie 
Canedrali nel Sabbato S.1OtO. Irrit:1ti per qudlo i Nobili, e guadl1- 
goata parte dell:! Pleb.:', vennero aile m"-ni colla 
ente di Erlem!.HI- 
do, ed egli in queHa zutfa reftò morto, e fu poi riguardato qual Mar- 
tire, e riconofcimo per Santo, avendo anche Iddio eOf1 varj miracoli ' 
onorata la di lui fepoltura. II Puricelli ne feritT'e la Vita. OOpG 
ciò il Popolo di Mila.Ao, il quale efaminati beR quefii fani, pare 
che già avctT'e alTunta qualche forma di Rerubblic
, ma can ri- 
conofcere tunavia it comando e l' autorità del Re Arrigo t unito 
col Clero, fpedl un' ambalctata al Re medefimo per avere un Ar- 
civefcovo (a). Giacchè egli era pentito di aver dato per Arcive- (a) Idem 
fcovo a i MiIancfi Goffredo, fu da Iui e1erro credaldo Suddiacono /i&. s. cap. s. 
Milanefe, che era fuo CJppellano, e il m:mdò a Milano, dove trovò 
buona accoglienza non men preffo il Clerc, che pretT'o il Popolo, 
avido fempre di cofe nuove. Si videro aHara in un medefimo tem- 
po, e non fenza fcandalo, tre Arcivefeovi di Milano, cioè Gotifred, 
confecrato, ma efiliato; Att
'1Ie fofienmo e confecraro da Papa Grego- 
,.io J71J. e vivente in Roma; e'reda/do ultimamencc fopraeletto a gli 
altri due. Fece quanw potè il Papa per impedire h confecrazion di 
Tedaldo; ma i Vefco\'i Suffraganei attaccacj, al Re Arrigo, ad onra 
di lui il confecrarono. Corfe in quefPanno un gran pericûlo 10 fietT'o b' 
Pontefice Gn:gorlo. (b) A veva egli pubblicata la fcom:Jnlca cancra S",lf:"r;,- 
di Cencio Figliuolo di Stefano già Prefetto di Roma, ma non già a [lInll/, :,. 
mio credere Prefetro anch' egli d' elTa Città, uamo prepotente sì per Cardi,.. 
e 
la fua Oignità e nafcita, come per Ie fue grandi ricehezze, ulurpator Jf.rllgon. I/J 
de' beni delle Chiefe, ed amico del Ouca di Puglia Roberto Guifcardo. 
;i: Gregor. 
Ilbgato co!\ui dalle fegrete infinuazioni di Guiberto Arcivefcovo di Laml>tr- 
R",venna, che già afpirava al Papaw, allorchè Papa Gregorio nella IUS Scllfn,!- 
noue del Canto Natale. di quef}n, e non già del feguente anno, . ce- b
;gø1Jfìs In 
]ebrava 101 Me/1 a a fama Maria Maggiore, enrrato .can gente armara, C rOnlco. 
i1 prefe, c fiaecatolo dal facro Aitare, (eco il traffe ad una fua Tor- 
re. Paolo B
nriedenfe Cc) aggiugne, che effo Papa nporrò una ferira (c) 
a"lus 
in quella fune(1;a occafione. Si fp:trfc tofio per la Ciltà la nuova di !Jenr
eden(. 
. " ' .' ' d ' . 1 P . R d d . In Vila S 
t
nt
 em
leta 
 a CUI t.utt!, morn .Irono 
 e 1 oro 0 om.a
o a to. I Gregor. V'll, 
plgho all arm I , [atto II glOrno, m funa corfe alh Torre dl CenclO, P. I. Tom. 
e quivi con fuoco, con catapulte, e con altri ingegni di guerra eo- Ilt Rer. 1- 
minciò a b1tterla sì forte 
 che Cencio prevedendo in breve la pro- tal/car, 
pria rovina, fi gitrò a' piedi del Papa, implorando non che mifcri- 
cordia, aimo per falvolrfi. Allora il clemen:iflìmo Ponteficc affaccia-. 
to.fì ad una fin.:llra, feee fermar gli affalti e I'ira de1 Po polo ; e rracto 
.lalla Torre fe ne- torno fra Ie acclamazioni di tutti a termin,u la 
MelTa a Santa Maria 'Maggiore-: fegno 0 che non era ferito, 0 chc 
101. f,Úto1 dovette drer ben leggiera. Fu- 


. 



. 


2.08 ANN A L ,- D' I T 
 L I A. 
E 11. A Volg. Furnna poi dal Popolo devaíb,ti e confilcati tutti i beni deU' 
A!'oNO 1075. empio iníieme e pazw C:;-ncio, che ebbe la Fortuna di pater frb ire 
coHa Moglie e co' Figliuoli. Gli aveva il PJpa impofi:o la peOit nz.a 
(
) .Anlul/. di farc 
l viag
io. di Gerufalemme. Arnolfo 
ilane[e (a), Sc
'i[[or
 
Riftor. Me- di qudb tempI, CI afficura, non effcrc:: pa{faro I anno, che collU! mon 
diolan. I. S. [offocato da un' ulcera nella gola. Lo attdh :mche Benoldo da Co- 
cap. 6. ld tlanza (oS), con .dire, che Ccncio ne' primi Melì dell' anno 1077, andò 

:n;:;
o . a Pavia menando feeo pri
ione RaÙJaldo 
efco'Vo di Com?" per e
erc 
lienJis.j" ricompenfato dal Re Arrigo" E che gmvi morendo all Improvvl[o, 
Cbronico. troVÒ gud guiderdone, che m.:rira.vano Ie di lui fcelleratczze. A p- 
prodarono inafpettatameme i!1 q
efi' ,a
no i Mori in" Sicilia alia Città 
(c) Gau"'
 di Ma7.zara (c), e trovando I CmadlO1 mal preparatl a quefia vifita, 

IIS Mala- entrarono per forza nelia Cit
à. Pofero anche l' affedio al Cafiello 6- 
terrll lIb. ]_ tuato nella pi anura della Cirtà, e vi fiertero [otto bcn 0[(0 giorni. 
cap. 9. Informato di ciò il Conte Ruggieri entrò di none con uno {luolo d' ar- 
mati in dfo Caildlo, e la legueme mattin;\ ufd addolfo a i nemici. 
Moltiffimi di coloro rdlarono ful campo, gli altri incatzati, come 
potcrono il meglio, fi f.1lvarono aile navi, Se fi ha da preftar fede a 
(d) .An1l..1,1 gli Annali Pilâni (.;), nella FeUa di San Sifto di Agofto dell' anno pre- 
Piprni T.
. feme prefero i Pitani la Ciuà d' Almadia, ed obbligarono Firmino Re 
Rlr. 11Idu. d' eera a pagar tributo da' Ii innanzi a PHà, -& COTonam Romano lmpe- 
f a/ød afligna<;"erulJt. Poffiarn fidarci poco d' effi A nnali, ne' quali aU' 
anno 1077. fi torna a dire, che i Pllåni prefero Almadi.1 in Affrica, 
e ci.è parimeme nel dì di San Sino. Ed alrri Annali pjfani riferifcono 
quefto fatto aU' anno 108B. dove ne tornerò io a parlare. Trovavah 
, nell' anno prefente Beattice Duchejfå di Tolcana in San Cefario ddlretto 
(e)r.A
',IJ'" di Modena, dove nel di 8. di Gmgno (e) compofe una ditferenza in- 
ft:t
'5. jf- fona fra EribertfJ refcov() di Mod
na ed Alberto di Bazovara per la 
Canonica di Ciuà nuova. Leggeh parime'nte un Placito renuto da 
, effa Beatrice (f), appe\1ata gloriofiJJìmll ComitiJ/å, e da jl,fatilda fua Fi- 

f) lb. Dif- gliuola in C;'VÎtnte F/ørentia in 'Via prope Ecclejia SanEli Sa/'VQtoris juxta 
erllll. 17. Pal:J/;o de Domu; Simai Battifta, Anno ab Inc:lrnatiöne Domin; IfCljlfi 
(g) Chrøn. Jefu Chrifli Stptuagejimo f52UÏ11tO poft it1ille, NOllas J.}far"tij, Indiflj
"e 'I"er- 
ÃfNlliþJIf1I.. tiadecima" Qu è j'dono J.'JOreo[jno. Se s' ha da credere alia Croni- 


i:
t..A;:;

 cherta Amalfi
an
 (g) 
 nell' anno 'pre
ente Ra
erto Guifcardo 5' impa. 
. Jag. 1.14. droui deIJa ema dl Santa Sevcnna m Calabria. 


. 
Anno di C 
 1ST 0 MLXXVI. Indizione XIV. 
di G REG 0 RIO VII. Papa 4. 
di ARRIGO IV. Rc di Germania e d' Italia 11. 


r P Copra gli alui funefto I' an no preft'nrc, perchè principia den' ;:b- 
bomincvol guerra fra ìl S.lcerdC'zio c )' 1 mperio. Fmquì avC'a il 
Pc.nrcfice GregorIo urate tutte Ie m,.miere più eflicaci, ma infiemt d?l- 
CI 



ANN A rJ I D' I '1' A L I A. 2.09 
Cl per impcdir 1:1 rottur:1, f.'1ldo nondimeno in yoler abolir:\ I' empia E ø. A Vf11g
 
ufanza di vcndere i V cfcovati, ed etèguito il D;:creto form:lto con- ANNO 10;6. 
tra Ie [nvelbture delle Chief
 duc da i PrinÓpi Lalci. 
1.1 il Re Ár- 
rigo mfi.tpcrbito per Ii buoni lùccct1ì de!la guerra di S.llTonia più che 
mai cominuava .1 commcrzin Simoniaco, c comuniCJv.l con gli [co- 
munie.1ti dail;! [anta Sede. In un.1 Lcttera [erin.l a dì 8. dl Gennaio 
dell' anno pre1è:nre (a), con el10 lui ti dolevJ il Pap:!, pcrchè avdJè (a) Greg'r
 
dato contro Ie promefTc I' Areive[covato di Milano a 'rtd,Ûdo, ed in VI:, I. I. H- 
olue conferile II: Chide di Fcrmo e di Spí)leti a per1ëme incognitc PljlØJ. 10. 
al medetÌmo Pap.l: tègno, chc il Ducato dl Spoleti, e 11 Marea ap- 
pellata già di Camerino, e, t
lvo.tta di Fermo, 0 -di ,Ancona, er
no 
l'itornari, dopo h mone dl Goffredo Barbato Due,1 dl Lorena e '1 a- 
fcana, all'ubbidicnza del Re Arrigo. Ora II Ponrchee Gregorio, fìc- 
come perfon;tggio di cuore intrepido, non mancò di fcrivergli delle 
Lertere più vigorofc:: delle pa!TJte, e di avvenirlo, che s' egli mm mu- 
raV:1 regi Iho, IÚebbe forz:lta la fiuttJ Sed\: ad ciduderlo daIl.l comu- 
nion dc' Fedeli. A quello hne gl'inviò nuovameme de i Legati, che 
furono accolti con difprezzo. Fece l'infurÜto Re tenere una grJI1 
Di
t<1 in V ormazia nella Domcnic:l di Settuagcfim:1, dove intervcn- 
nao tutti i Vc:fcovi cd \bbui 0111 inrenzionati verla il Polp:1. Sopra- 
giunle ancora Ugone if BiaHco Cardinale, chc tll nnovo ribeU.ltofi dalla 
ChieCl Rom.loa comp:uve colà con Letterc finte del Sen.1to Roma- 
no, do:' Cardinali, e d' alrri Vefcovi, che richiedevano la depofizion 
di Gregorio V I I. c l' clezione di un nuovo Papa. Di PIÙ non oc- 
corfe, perchè il Re c\rrigo in elf" Dicta co i Vcrcovi fuddeui for- 
mafTera un Decreta, in cui dlchi:uarono illegittimo Pol1tcfÌce e tCrJ- 
rnunicato Papa Gregorio. Do
o di che (b) fpedi Arrigo i fiIoi Melli (h' Bert,li. 
c=on Lcttere in Lombardia, e l1elh l\J.l1'ca di Famo per lìgnific;1re c.onflan.- 
. I 'r 1 , r: - r: d I ' tllnþl 111 
a (uttl a rno uZlon prel3, e per lammuovert: ClalCUno Contr.l I UI. Chronicø 
Fu eziandio data ad un Rolando Cherico Ji Parma l'incumbcnzJ di . 
portare alia Chie[1 Romana u!u Lettera fulminame, e un ordine (pc- 
dl(D in qualità di Patrizio a Pap:! Gregorio dl fccnderc dal Trono 
POl1tihzio
 per dar luogo all' e1czione d' Ul1 al(ro Papa. Arrivò qud!o 
Rolando a Roma in tempo, che fi cdebravil un COl1cilio numerolo 
nella B:dilica Lateranenfe (c), ed cnrrato nella b,ra ...HTemblea ardi- (c) 
.ull<
 
tamerne dopo aver prc1èntate al Papd it' Lettere, con air:! voce gi' in- !3lnr
tdtTif. 
. , d ' 1 - , . 1 I C d P 6 ' I I In y,t Gre- 
[lIDO I alclare In que punta a ute ra ontl Cia, e a C ero Ro- [,01"11 Vll 
mano dl porrar(i per la Pentecoflc alla Corte, per ricevere dallc ma- cap. 69. . 
ni del Re un vero Papa, perchè il prefcntc:: 
ra un lupo. AlzolIì al- 
lora Giovanni Vefco'l..'o dl Porto gridando, che fofT'e pre[o quel tcme- 
raria; e il Pr([euo di Roma colla miliz.la, fguainate Ie fpade, cor- 
iero topra di lui per levarlo di vita; e l'avrebbono fatto, fe interpo- 
HoC. il P::pa non l' avefT'e [alvato dallc loro m:mi. Venrilau dipoi nel 
Concilio la cau[a, d animaro II Ponte6ce dall' affitleoz:1 dell" Dttchc./fa 
Bet/trice, e dell.l COllteffa 1
f4tilJa, che Ilcndevano la lor poff'anz.\ 10- 
pra buona parte d'ltalia e dalb'dlfpofizione in cui fapea, che erano 
'l'om. Yl. D d i più 



2. 10 ^ N N A. LID' I TAL I A. 
Fu. Vo1
.. i più. riguardevoli Principi delta Germania, dichiarò fcomuni caro e 
AN
O 1.oj'6, dccadmo dal Regno Arrigo IV. con, al1òlvere tutti i di lui fuddi[ï 
doll giurame.l1to di fed.e1tà:, rifoluzione" che quantunque non praticata 
da alcuno. dc' fuol Predecdfori, pure Ell; credma giuU. c necdfaria in 
quella congiumura"- 
Mod nell,"anno prefeme ful fine di Febbraio, e di mane vio- 
lema, Gozt!QJ1e, 0 fia GoffredD il Gobbo,. Duca di Lorena e T of can a , 
(a) Lamlm- da noi vcduto Marito- della COJ)td1a Matilde (d). Ito- egli una nottc 
tlU Sc'!!nA. al luogo adau3to per gli bifogni dd Carpo 
 che dovca ben. effere 
h,;;!er;JIS In fabbrlc3to alla balorda.., d. un uomo, che !lava in agu3ro ( fu detto 

t;:::;j
J per. ordinc di Roberto Conte di Fiandra) ài fotto con. una.. freccia fu sì 
C.r.ftan- mortal mente fi:ri[o neUe naticbe,. de [eeondo wmberw, da Ii a [ene 
.Ùnfis, in gi,)rni,. 0 fecondo Benoldo, Ja fielTa norre gli convcnne morire, cd 
Ch;;::
:. de anche lè
za i S
cr.'menti? fe fi ha a credere a Brunon,e Scrittor della., 
:iell. S4XDØ. guerra dl SaiTOnIa. Per fa fua. bravura e prudenz-a VI
n, lodato non 
poco da efTo- Lamheno., Fu gran partigiano del Re Arrigo IV. c 
, pcrò Cofr.etto e poco caro a Papa. Gregorio- VII. e a Beatrice e Ma- 
(b) F:,re;;,'; tilda. Ma potea. ben rifpal'miare il Fiûrentini (b) di farIo anche autorc: 
z:;;;;; I. 

 dell. nera congiura ed infolenza di Ceocio Romano contro la facra 
, perfona. di, Papa Gregorio, perchè nefiUn giuilo fondamenro di que- 
fta taccia a noi porgc:: l'amica. lfioria. Encndo eg\i mono {enza pro- 
le, Arrigo inv.eltì del Ducato- dt:Ua Lorena Corrado fuo prop.rio Fi-, 
gliuoIo, e d1cde la Marca d' Anvc:rCa
 a Gotift-edø Figliuolo del Conte: 
Eulhchio" e- Cugino del dcfumo Gori.&edo, il quale coL tempo di- 
venne Re di Gerufalemme-. ReO:ò. con ciò- Ct:n'Z.a Marito la ContefTa. 
Matilda;. e non. and6, moho, ch' ella, tì vide tolta anche la Madre. 
Terminò il corfo di fua vita la DuchdTa Be.Jtrice nel dì 18. d' Aprile 
(c). Dpniu nella. Ciuà. di PiCa,. come co1ta. da i veríi di D.oniz.one: (,,) 
in vit., .1.14-, 
.hild;" I. la, 
.a}, 1..0. 


0[(0 dece11tfjlic dies .Aprilis tllt11l fini/" ire' 
Ch,-ij1j po/l ortum 'l.'era de J7irgi Ie COt pus 
.dnno 
V1il/tno his" creY1lQ Sepluag
lfo ., 


PrincipdTa, cli. gran pietà,. di- egual prudènza" e d"animo.viriJe,. 
che fi tcnne fernpfe attaccata alia [am3 Sede, ma fema perdere it ri- 
fpetto al Re Arrigo,. an
i' con effere- mediarrice di concordia e pace 
fra lui e il Pomehce Gregorio _ La maggior gloria. nondimeno- di Bea- 
trice fu; l' aver. meffa. al mondo,.. c: miubilmt'me educata in, tune Ie 
Virrù" c: nella eognizion delle varic: Lingue Ja Conlejfa 
Ylffilda, la 
qualc rimaíia foJa aJ governo ddla Tofcana, e de gli alrri avni tuoi 
S{ari" cominciò a fir conofeere i fuoi uri. pregi, nelle fiere rivolu'Z.io- 
ni, che andrò da quì innanzi aceennando. Nè fi dè:e tacere, che il 
Monaco- Doni2.0ne s' adirò cont-ra di PICa, pcrchè quivi, e non in Ca- 
noOa, fu, fepeHir3 la DuchdTa Beatrice. I fuoi verfi ci f.uan cOl1o{"ce- 
fd) 111;,16jJ; re) come aHora foí1è mercantile I. Ci[tà. di PiCa (d): 


- - - Dol". 



A :N 'N A LID' I TAL I A. 



rl 


Dølor heic me funditus IIrit, 

um teneS Urbs iI/am, qua non eft tam br1J
 dig11l1. 
!?2..ui pergi! P
(as, vide! illic m01dh a mat';na. 
IÜc Urbs Pilganis, crurwu, Libycis qUD'jJlC, Parthir., 
.s
rdida. Ch{Jld
i fua Juftrant JitJortJ .Jetri. 
.sorÆbus a cunflis [14m mund:J Canolfa, jepulcri 
A'itqU
 I
cus pulcher meCtlm. Non expedlt Urbes 
'!!2.!./
rere ,pelj::r
s, patrantes crimina plur.:J. 


. 


'Fu Vol;. 
..ANNo 1076. 


. 


Che \'oglia d1re con que!1:e ultime parole Donizone, non fi pl1ð 
ben i-Rtcodcre,. Mot ben ti caj)lfce, cbe Plla era 10 quell! tcmpluA 
famofo Emporio, e Porto franco., dove eranoammdligl'Jntèdeh Orien- 
tali cd Affric.1ni: il che pa.r\'e ,a Domzo.ne oo'indigfHtà, e perciò più 
memevo.lc ja fua Patria Canoí1a, ,per caglone dd!a Jua .purJtà 10 .ma- . 
teria .di Rdigionc. 
Le detcrmlOdzioni prcfe in Roma contra del Re Anigo, queUe 
furono, che fil1lrono di determllure i pnmi PrmcJri <ielh Germania 
a ritirarG dal oRe ANlgo fcomul1Icato., e a lènamtO[c dlvilare de i 
mczzi. di rimc
.:re la qui,t:te in quelle con
radc .(a). ,
':glac
n
 
edca,- (a) Lam- 
no piu -c.be m.n o!1:mato Jl Rc nelle lue: vlok.nz.e, e 10 al{n VIZJ, pa(- bert. scal- 
C'1rono a Ji.b('far fe {teHi e i Popoh da un Prinqpe, nato folam::n
e per nllburx.i1r- 
rt"odae infchci ,j fil0i fuddI[i. t pnm.1rj dun que , coe l
 abb.todonaro- Chrø;'tá. 
no, furono Rid(J/fD, D1Jc
 di SUt:\Tla, ß.er
o
dø Duca <Ii Carin[ia, e 


:I)/":. 
Guelfo Duca dl BJ\'lera, 11 -CUI P .1dre, clOe Jl Marchefe .Alberto A:z- .,nfts .i" .chr. 
zo 11. :jignorc d' E.lk, di J{.ùvigo, e d' altri Scati in hali!, parzJ:ll.if- 
limo fu tcmprl' anch' egli della Jama Sede, e dovea ben proml.:lllvere 
gl'imerdu d'dra {'retro .il Fighuolo Uuca. Andò a dllmifura crefcen- 
e,jo il 1010 partlto, e v' cntrarono molt1l1ìmi Vefcovi. 1n una Dicta da 
cr.ì tenuta in Triburia dopo la metà d' Ottobrc, dove Jtaervennero 
anche i Legati delh fanta Sede, fu progettato di creare un nuovo Re. 
Arrigo venuto all.. Villa di Oppeneim, fra cui e Tflburia fcorn:va il 
Rrno, a fine dl (èbi\o":ir J'immineme nembo, fpediva di t:1I1[0 in t3.ntO 
Scgati, ÇOI1 proffiettere emendaZÎon di VitA, fodJIsfazioni, bendizj; 
e perchè niun fi fidava di un Principe, che [ante volte avea manca- 
to aile promdl'e, e venivano ngett3te Ie di lui belle paTole
 non la- 
fciò cgh inJic:tro fomm'lfì :mc e pregbit'ra alcuna per placadi. FJOaI- 
menre gli fu accord..ro Jel tempo, e conchiulo, che al Romano Pon- 
teF.ce farebb:: cimdro quetlo affHe, e che dro Papa farebbe pregato 
di rrovar!Ì in Ausulla per Ja Purifica1.ione di Santa Märia j ed cf
mi- 
narc: Ie ragloni ddl' una e deWaltr<\ pane, fi ltarebbe 81 giudicaTo di 
fua SanrÜöi, con altre condil.loni da elt-guirú al preknrc., che 10 rra- 
lalc!o. 
 on 5 0S 1 t
cer? ,i P1ù de' V efco
1 di Lo
bard'a (b). Erilno (b' Cmlirr. 
tbu c:glrno !comul1lcan mfieme con Gtuherto Äyrzvcfiovo dl Ravenn.! de .Ar";on. 
nl'h'uillmo Concilio Romano, e da Papa GrC'goflo. Pcrò ct10 GUJ- ;nV,ta Grt. 
beno, e ;ted,,/do ÁU;vifco'VO di MIlano con alui V cfcovi Scilma[l(;i, tor. y.u. 
D d z. rau- 


" 



212.- ANN ALl D' I TAL I I.. 
I 1\ A \'O:g. uunato un Conciliabolo in P.\\'ia, [comu:1icuono anch' em 10 fidro 
.\../\,o Jùï Ó . Papa. Gregorio. Qu::lto panito a sè f.!Vorcvolc in halta feee ri[oh'c- 
n:: il Re Arrigo d, non alpctrare in G"rmo!nia la \'enuta del Ponre/ice 
Rommo, ma di parrar{j r-gli a dirinura ad implorare 13. di lui miCeri- 
cordia di quà daU' Alpi. E tanto pill credcue migliore CJudlo fpedien- 
te, perchè temeva di [oeeombere n
lla Dieta G
rmani('a "Ila fulla di 
tm[i accufatori delle fue cnormità, delle quali ben f.1pC\'a di non 3VeH
 
feufa; e che gli riuCeirchbe PIÙ facile: Jungi da tanti fùoi a\'\'clfarj di 
gU.1d,lgnJre il Romlno Ponrdlce. Ma perciocchè i Duci d, Ba\'icra, 
SU
"la, e C""in[ia 3\'eanO chill {j con genre armata i paOì , per Ii <]uali 
Ii eala in ltalia, cgh co\la l\1og1ie Ber/a, e col plcclolo FIgl lll )10 
Cf/n-ado, accompagnaro da rochi, rrcfc il cammino ddla ßorgogna (a) , 
c celcbro i\ (;uuo N 3tale di Btfanzonc. Continuando pofcla /1 viJg- 
gio (*) (jllUm in locum, qui C;-uis dici/ur, ri..'miJ/tt, ob'Vi
m habuit Socrrlm 
. fltam (clOè Adelaide Marc hefan1 di SUrd) jiliumque t'jm Amedeum no- 
fflme, quo1'llm in iI/is l'
giollib/{s (3 at/tori/as dnri.fJima (3 poffi.ffioneJ am- 
pli.flimæ, (3 romen celehenimum ('1"tlI. Non faprei dire, fe_ <]ui fi par1i 
dell.. Terra di Civa.fco. Fu onorC\'olmente nccvuto da ell. Arrigo IV. 
rna fe v\llle eonrinuare il \"iaggio, gli cOlwcnne conce.der loro cin- 
Gue V cCeovati d' I talia, conrigui a i 101'0 Stari: fenza d
 che non \'0- 
kano la[ciarlo Fa(1
.re. Parve ciò duro :11 Re, ma i fuol inrcrcffi più 
prcmuro(i il fecero ccderc a tali ilbnze. J1 GUlch!:O'mc (b) prerende, 
che qu:fti "efcO\'ari faITero in BorgognJ 7 c f:)ffe il ßug
'Y. I\h Lam- 
beno chiarameme f
rive 'iuinque J/alit! EpifcOp:l/liS. Talmenre era in 
Guefii. tempi ercCciura la tàm.l e potenza dl Rober/o Guiftardo Duca di 
Puglia, Glabria, e Sicilia, che l'11icbele Duca I mperadore d' Of/cote 
concenò di avere una di lui Flgllllola per l\
oglic di Colla/llinu Dum 
Porfi rogenito .-\ ugu Ito Cuo F,gliuolo, c Collega neW J mpcrio. G io- 
vanni Zanara :melta (c), ehe la Figìiu
Ja fu condorra a Coftanrino- 
poJi, e fccondo I' uC,) de' Greci, Ie fu pono i\ nom
 di Elena. Lupo 
Protolpata (J) nora anch' egli Couo I' al1no prefeme Ie: fuddette Nozze. 
Ed aggiugnl:, che Ru;{gie,'i Conte di Siciha e Frarcllo d'dTo Rober- 
to, fcce pngionc un N 'pore del Re d' A ffriCJ, che ('fa venuto in Si- 
cilia a Mazzara Comandanre di Cc."nto cinqulOta Iegni. Ma qudla f.uå 
j' imprefa m
ddjnu, che il Malaterra (,.) m!."tte [Otto I' annu preee- 
Jcnte, e per confeguenre potrcbb
 anche cOcre accaduto il Matnmo- 
nio nobihffimo delld. Figliuola <1i Roberto Guilèardo In eOò anno. 
Reno io in dubhio, fe in qu::ni tempi il mede{jmo Roberto [..eeITe 
l'im;:>rcCl di S11erno, com:: \'u<1lc ROm3Jlda Sakrnitano (f), 0 p
re 
nd fègu:nre, do\'e ne parl=
enD, In Sicilil avca Jafeiaro dfa Conte 
Ruggieri per fuo LU:Jgofenentc:' Ugo di Gircea, M.trito d. uno! [ua 
Fi- 


( a) L.fll1- 
irll, 5f<if- 
1'I1bNr
. il1 
Chr";/fo. 


(b) GÙht. 
10: de ;,1 
J.!I:I/on dt 
S(/1.O']t T, 1. 


(c) ZOn.1r4S 
.Am.:<I. To. 
11. ft;'!.. 1
8. 
(i,ÚII,tlm. 


.A )4',U f. 3, 
},Ü!:i1trr 
 
J. 3. c. 13, 
(d, LU"IS 
P r3ro/3:1! it 
j'J C;,rOIlÎfo, 
(e", 

!/I.;.J- 
"I 
: !rr,1 u..,. 3. 
(f) R-nJl- 
II:J, Sa!trn. 
e hron, 'Iv. 
J' J!, 1'.trum 
1Iali-II!'. 
Ma!altrn, 
lib. 3. c. ) 0, 


{.
 e.f!endo ar,.Ï<z:a/o a Civi ((01 ft Ci \'aCeo) rz.'icleji 'Venire illlO'Jtro /a fUJ 
Sttoce1"a 
 ed ;t (ÙO Tiglio Am:ldeo, d
' '114 9.1; in 'Iud paeti e /' au/ori/à era 
chiarifJimll, e ie !,-ojjè.lJirmi ampi..!Jìme, e celebratij/ì1!lo it nl11lt. 



ANN A LID' I TAL I ^. 2: I 3 
Figliuola bafiarda. Quefij voglio[o di fegnalarfi con qualche beJla im- E" A VoIg, 
}-1rcfa, benchè ne avcflè un divicto dal Conte, infieme con GiordJ!1.) A
!\o lC77. 
Figliuolo anch' cOò illcginimo d' dT"o kuggieri, dlede addolfo a B
lla- 
vert Saraceno Governarore dl Siracu[a. Ma caduto in una imhotcata 
vi ]afciò ]a vita co'fuoi, e GIOrdano appena iì là]vò cùn pochi. .t\f- 
frettò per que1la disi\\'\'entura i] Contc Ruggieri i] luo rilorno in Si- 
cilia, e feee per aHara quelh vendetta che potè, con d.ue il [:lCCO a 
qualche CaHcllo e pacfè de' Mori vicini. 


Anno di C R 1ST 0 MLXXVII. Indizione x,r. 
di G R t:G OR I 0 VII. Papa 5. 
di ARRIGO IV. Re di Gern1ania c d' Italia 22. 


S Econdo il concerto s' era rnelfo in viaggio i] Pontefice Grt'gorio con 
dllègno d' andarc alia Dleta già intimata da tenerfi in Augufia pcI 
rri
C
rlO di F
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'aio di quefi' anno. (a). Uno de' ptÙ atroci v
!ni 
 c
c f

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mal lu:no fiat!) h prO\'Ha aHora 111 Lombardla. COntUtfOCIO I am- IillbuPtnfjr 
mofo Pontdice fi mlfe in \'iaggio, e fcortato dalla Cont
(Jå l"fati!de) in Ch:o,,;co-. 
arrivò fino a Vercclli: quando eccoti nuO\'a, che il Re Arrigo (;' I a Cllr./itd. 
giumo in Piemonte. )n fàtti dopo incredtbili patirncmi aVe\'3 cgli va- 
t I
rl'g
n. 
1icate Ie Alpi piene di ghiacci e nevi, e cor[o PIÙ vohe pcricolo della 
;r/;'J
:.t,. 
vita colla Moglie e col Figliuolo; ma per timore, che paflafl'e l' anno 
dopo ]a [comumca contra di lui fulminata, cgli fi efpcle ad ogni 1'i- 
fchio c fatica) tamochè pcrvenne in halia. Spar[a(ì la fama del [u\) 
arrivo, corfero a vi fjtarlo cd onora1'lo -i Vefcovi Simoniaci di Lom- 
bardta) e i Conti; cd in breve fi vide alla l'-la Cone un confluflo in- 
nume1'abil di gente. Ora non fapendo il Papa, [c Arrigo vcnilfe 0 
can buona, 0 con cattiva intenzione, tenuto conftglio, giudlCò bene 
di retrocedere, e di ritirarfj colla Comclfa Matilda aHa dt lei incfpu- 
gnabil Rocca di Canolfa ful Reggiano. Colà comparvero molti Ve- 
1cOYÎ e Laici di Germania) \'enuti per difaflro[e cd inufitate firade, 
n chicdere l' :'!ß"obz.ton dclla fcomunica, e dopa qua1che giorno di peni- 
tenZa }' o[[cnncro . V t coropan c anche il Re Arrigo, e fdaa ehÌ.1mare la 
ComdT"a t\1atiida ad un abbocc:.menro (""), etm prt'cibus GC promiJ!ionibus 
ontrata1Jt ad Papa11l transmijìl, & mm ea Soerum fuam (Adelaide :'vJarchcfi\- 
na 


. 
. 


(4') i,;eaI'ÎCata!a di {tepp!iehe e di prom
 la inviò al Ftlpa, e (In tffa la. 
JU" Suocera, e "}uo Figli
, Âzzo aneo MIl1"Cht'{e, c J' Abbatt' C/u- 
niaemft, t'll a/cuni alft,; de' primi Pt-ineipi d' ltaiis, de' quelli I' atlto- 
ritÌl appo di quello t'J/ere di gran p
{o non tlubitava, (uP/'.'ieatldo d' fI- 
fire ajjoiuto d:Jlla .fcomUfJiea, ajJitllhè cit'Camentt tJOn fi ertdeJJè a' Prin- 
tipi dtl/a Gtrmania) eht fi erano infiammati ad nelllfarie più per l
 
flim(lJo ddJ.' invidia, the per zr/
 tzèt/n- gittflizia, 


. 



J' JI." V 01!;. 
.llNNU 1U/1. 


2. q, ANN A LID' I TAL I A. 
m, d,i Sura) FiliUl11fjUf!, 
jus (A medeo ì Az'Zoncm etiam .\lar'chiont11J (d:ll -qu:tle 
clbblam lkrrn, cb!: d'Jct'ndt: Ja H CJl CaJ.l (10 B'unswiCJl, t' Jói Dl',:ale d' E- 
n: ) (3 dbbarem Cwni,1ctn
m ( U 6 0 ), (3 alios nonnu//os ex p' imis lld,i
 
Principibus, quorum auf!{)ri:l.ltem mJlI/JÎ 4pud ellm m(;l11mti t./Jè nOli am/;;- 
gtbat, .obftçrans. ut ExcommunjcalÌone (lbJòl7)er
tu", ne Pritlcipibus 9"'eI4- 
tonÙis, 1ui ad (lccu/ant/ltm lum jliTllu/, itlvÙIi
 magis quam ze:o þ,/liti
 
Ixar/iffi1lt, .Jcmere fid!'s b..lb
:etu
. Somma btlca fi dUIO da tuni per 
rnuùvcrc II p,\pa 
 commtlerazlOne ed aC,c(.r
o. Lalcloffi m fine pie. 
gare, purche Arrigo depondfe Je Rcg<lh integnc, e delft" veri fe"ni 
dl penumen{O. Scgui rertanto .qudla fcena, cbe feee allora c dl poi 
---grande ihepit0., e tàra\lo aneht': ne'SecoJi avveo-ir.e. Cio.è fu ammctfu 
Arrigo ('n(1"O la [econda .cmta di muro di quella Rocca., ,che tre ne 
:avc::a. Q!iivi [compagnato da tUtti, [enza alcun regno den' .elfer fuo 
di Rc. con vette .dl lana, co' plè nuJi, memre un cccdlivo fn ddo 
re"tlaVa fopra la terra, re11ò lIn giomo, e poi l' altro, ed :anche it 
t

zo, con .farlo jvi digi.unare tìno alia [t:ra. Tempo viene tah'olt.1, 
.che la S'.lperbia, primo mobile .de j Rq
n.ant

 cede il .trono aU'In- 


flt:. Dopo i tre .d.ì , -c come fcrive Donizone (a): 


(a) D
nÏ%... 
""II. Itf.'- 
IhÛd. 'JÞ. J.. 
C/I;. 1. 


Allfe tlies ftptem, frla", jine.m ']tHtu.J h:úJer
t, 
Ânte Juam faCl
m tObcellil Papa 'l,,'c,Ûr'c 
R
g
m) cum plamis nudis a j,.igcre cap/is... 
Cioè ne1 dì 2.f. di Gennai,} dit(!k il Põ1,pa udienu 
d ArTigo, che pro- 
fl:aw alum plcch dun:mJò .mltàícordla dc'luoi filjJj. Cdt:brè il Po.!]- 
tdice J.a :Yldra, c prefa Ja f:ocr.! Oília nelle mani, perchè i fuoi ne- 
mlci If} Ipaccla'nno pCI' SlmOl:l1
C
menre afcefo al Papato, (j purgò 
da gueÜa calul\nla, Elibl a
 Arrigo di [are ahrettanto, s'cgli fi cre- 
.dcva innocemc., e non r

 dl tante accule prodone contra di Jui. 1\1<1 
egl.i ,Con \'ane !Cule Ie ne guardò.. Fu .pofcia al pranzo cot Pontefi- 
ce., II quale I" avea hen afloluro .dalla fcomunica, rna con !afeiare in 
folpefo l' a8-'dre del Regno) e nmertere a ï Prmeipl Germanici, e ad 
una Ulera II decJJerc, s' egli dovelfc dtporre Ja Corona, 0 pure ri- 
tt
nC'rla. D,)po cio il Papa venn.: a Regglo, dove fi tro':ava Guiberlo 
./IrcÌ':.'tfCD'lX1 di R3.venna, Ü r1ù m,d'gno de gli avvcr(arj d.:l Papa, con 
gil aim V c1cnvi Slmonidci, a(penando il compimeruo delle promdTe 
di A rrig'). "'. 
Convi.en on faperc., elferfi appena mtefo In Lomb:adI3, come 
,b) L."'
t,.- ('n palfato il congreiTo del.l
e coj Para in eanolTa, (1-) chc in.finite 
IUJ Sr
jl'J.
 morm n r3zloni c.d mkJlenze it trarfero non men contu dello llelfo Pun. 
":lr
tnJIS "' .d ' . " d () ' d ..J S 
Cl:ronlCo. tc::fice, rranwdolo a ,Jra.nn<?., a O1JCI J.,_u,
 ImoOlaco, quanto 
coorra ,d' Arrigo, perche -51 vllmeotc fi folf.c luggeu3ro ad un s! m- 
degno nan.menw.. Fu prnpott-o di crearc. Corrado F.i
liuoJo d':\ I ri- 
go., beochè di te
r:l_ era, Rc-: ww (u.ggu';,u}(), 0 vlhpendeyano Ar- 
ngo ; c Je Cltt,à gli krraflano Ie pone It1 f:lena., Ora tra, p('r qudll) , 
e perchè non già di buon cuorc, ma per nccc:.ßjtd dc' {UO! aff"lI, cgli 
aVea 


.." 



. 


ANN ALl D' I TAL 1 A. 2. 1 ; 
a-v
a f
tta qudla concordia col Papa, fe ne pemL eg1i ben- prcfto. Eu Volg. 
GJi ftava a' fianchi il fuddetto Guiberto con alrri V cfcovi fcomuoi- .ANNO 1077. 
cati, a' quali non fu difficik il fargli ritrature il fatto, e ricomincia; 
10 fprezzo'delle condizioni già' accetrate" e la nemicizia col Papa. J n 
quefia manicra ricupc:rè Arri
o a poco a poco la buona grazia de' Ve- 
fcovi e de' Po p oli della Lombardia'. (4) M.t non P otè otrenere dal Pa p a (:I.) Paulul 
B.nr lid, m 
b licenza d' effere coronato Re d' !talia colla Corona Fcrrea in Monza. 
VI
 G"
gor. 
RiaOùnfe nondlmeno Ie' Infegne dj Re, benchè fi foff"e obbligaro' col Y lJ. c
. 
6. 
Papa di vivere in manicra privata, finchè in Germania foff"c:- declfa. b , 
di lui. caufa. Un fuo Oiploma da me pubblicato (b), cd fa vedae 
b) /ntlq
r 
in Pavia nd dì 
. d' A pri1e ddl' a.nno prefeote. Se s' ha a erc:-dere a I{
 .le i I. -?;

 
Donizone (c), egli remò ancora di tirare il Papa. ad una conferenza,. '4 8 . r 
con dilègno di prenderJo. Ma avverritane. 1a. Conteff"a Marilda,. feee l
ì Ðon;%', 
fvenrare la mina, e condu{fe il Papa aIle montagne. Fece Arrigo pren- lj
.1. C4p. I. 
dere anche Geraldo Ye(cc'Vc d' Oiha, mandato dal Papa per lùo Le- . 
gato a Milano. Di tutto que!to andò avvifo in Germania'., Non volle 
poi Arrigo- porrarfi alla Dieta intimata a Forcheim, come avea data 
parola _ Vi fi trov2rono bensi i Legati del Papa, e quivi i Duchi 
Ridolfc, Guelfo, Bertoldo, gli Arcivefcovi di Màgonza e di. Madde- 
burgo., e i Vefcovi di Virtzburg, di Metz, e d'altrc Ct1iefe"i quali 
trattarono della m
miera. di retliruir la pace, come- effi credevano,. 0 
almen'defidera.vano y alla Germania; e fu rifoluto di cercare un nuovo 
Re., (d) Fu dun que delto R;dolfc Duea di Suevia, tuttochè egli re- (
) Bruni} 
fifie{fe un pezzo ad,acccttar quella pericolofa Dignirà. A buon. COnto z/,r. Brll. 
nello fie{fo giorno della fua. confecrazione, che fll' il dì 2.6. di Marzo ;rom. 
dell' anno prefente" (e) fi fõllevò contra di Jui. una. fediz,jone in- Ma- (e) Btr- 
gonza. Quel che è pib !trano" apparifce dalle Lettere di Papa Gre- ,JJ
ld" C"n- 
gorio (f), che eff"o Ponrefice non approyò I" clezion di Rido]fo" e (j fl'I'

t
fìs 
riferbò la.' conofcenza. di tal caufa" per decidère a chi dc'due com en,. (
") 
:I

r. 
denti foff"e dovuta 1", Corona;,. del che poi feee gravi doglianzt' ]a, fa- Jtl
. lit. 4- 
zionc:: d't:{fo Ridolfo, fcrivendone al medefimo Papa. Ricorfe in quefii FP'j/oL, 1]. 
tempi. Alrigo al mcdcfimo Ponte6ce, implorando i1. Cuo aiuto contra 24- 18. 
di Ridolfi). ulùrparore della Corona. Ebbe per rifpofia, che non fi 
porea foddisfarlo, mencre e{fo Arrigo teneva [urta.via, prigione San Pie- 
tro, nel fuo Legato GeraJdo, íl quaJe poi diede fine aile fue mirerie, 
chiamato da Dio a miglior vita ful principio di Oicc:-mb-re dell' anno 
prcfcme. Oì'a il Ponrdice dopo e{ferÍ1 fermato' per runo' Giugno in 
Bibiancllo, Ca-rpincto, e Carpi Terre del Reggiano" aHora dell.. Con- 
tetra Matilda, e in Figheruolo ful PÒ, chiálrito' abbathnZ1,. che I'ani- 
mo di Arrigo lungi daIl' eff"erfi mutato, era difpoílo' a far peggio,. s' in- 
camminò'per I:.t Tofcana alla., volta di, Roma. 11 Re Arrigo aoch"egli 
feppe trovar via di penetrare in Germ
nia, dove raunato un picciolo 
Elercito,..commciò'la guerra. contra del nuovo. Re Ridolfo. (g) Morì (a) :Etrtold. 
nd dì 14. di. Oicembre in que(l-' anno-I" lmperadriee' Agnefe fua Madre Ctmjillþ'- 
in Roma, ]afciando dopo di sè'il concetto' di molra Pietà e PruJen- "hilS ,In 
u, Mancarono'anche in qudl'anno di vita Sif.eardo Patriarc
, d" Aqui- C !Ømc". 
leia 



2. I 6 ANN .\ LID' I T ^ L I ^. 
ERA VolJ. 1cia (a cui fil furrogJto Arrigo Canonico d' AuguC1:a) cd /mv1'icone Pt- 
A:'; NOI0 77./c()vod'Augulb,fdurore dl Arrigo. Ma 'Iud che dovcrre far PllIIU- 
mareo, fu la morte di Gregorio Vefco\"o di Vercdli, Canccllierc in 
hali.! d' elT"o Re. Aveva cgh mtlmata una Dleta dd Regno da tc- 
nerft ne' PrJri di Roncaglia cIrca il dì primo di MaggIO dell' anM av- 
Venire, con dilegno, Ie mai pocea, d, deporrc il Papa; ma una morce 
improvvif.. pnma 01 que! di troncò Ie {lie trame, e fenzl lafciargli 
tempo di pcnÍ1cnza. 
(a) Lllþus Secondo Lupo Protofpata (4) in quell' aono Roherto Guifcartlo 
Prøtøfplltll Duca dl PugliJ fecc PacqUlC1:o Importanre della Città e dd PrlOci- 
in Chrønic". d S 1 " 1 ' J II ' . d ' I 
 
patl) 1 :1 erno. 'v a per como lie anno c a mar.1vlg lau1, come co- 
(b' Anø1'''jV1, tanto dllcordll1o fra loro gli Scritrori. L' Anonimo Cafineniè (
) ac- 
c"l.r.tnfiS cenna 'Iudio fato all' anno 1071". Romoaldo Salernitano (c) aH' anno 
in Chm.í". 1076. Q!1anrunque io non v.egga fiabiJi nella lor Cron
logia queC1:i 


.If:
s. Amon, forfe per difeuo dc'lor.o teni alterati da i Copith: pure lli- 
51IfnltR';. me) ptÙ JlenIjrnile, ch
 all'anno prc-fcnte s'abbialìo da rirerir tali av- 
in CÞrøn. vcm01emi per Ie rilglOni, chc 3ndremo adduccndo. Erano in qudli 
" tempi gli ,\ m31fitJnl lotto GiJolfo Principe di Salerno (d), cd aggra- 
( l 
) Glllo-... \';ai da lui oltre il dovcre e co1lume con de t triburi. Ricor(ero effi 
/t1,,"4S .n- b G ' - d h L 1. - d ' 
;11U
S lib. 3- a Rü ato m!car,o, c c a o0cca 
p
na f
a
a "
pf"
õ111 c;>.1 opp
r- 
[uOItà, e uoo IpeclOfo prctcll:o per mhgnonrh d. quel nobile pack. 
A ,.codo egli prcfa ben volentien la lor prorezione, fece con am(}a- 
fClata I:.pne a G ifolfo hJO Cognato, che tratta!Te pill umanamt'l1te 'Iud 
PDpolo. s"tegoo(amentc gli rifpofè Gifoltõ. AHora Roberto, che avca 
delle IJII11Icizie con Riccardo I. Pril1cip
 di Capoa, Uabill con cfio lui 
pace, e f,-a Ie condiz.lom gl'impolt' dì aiutarlo nell'lmprc:'iå dl Saler- 
no. In fani arnendue colle lor tòrze, e colle macchme. mlllt3ri p0fc- 
fO I' af1èdio a Salerno per (crra e per man:. Aboi
mo da Pietro Dia- 
cono (,) Continuator dell' Oíiienle, che prcfentita ql
db gucrra Papa 
Gregorio, che amava non poco GlloJtò, gl; fpl:dì DeJiderio .d!Jbat
 di 
Monte Catino per elOrt3rlO a trattar dl pace; ma che Gllolfo ne pur 
gh volle dare nfpofia. Dappoichè fu inti aprelo l' afièdlo, tornò l' Ab- 
bate Cafinenle, e f..no abboccar Riccardo Principe dl Capoa cun Gi- 
folfo gli configliarono tutti di venire a concordia col Duca Rober- 
to. Ègli piÙ che mai perunace nulla fi curò del loro p.trere. Crebbe 
13 fame nell' :ltJèdiata Ci[[i a tal (egno, che il povero Popolo fi ndu(fe 
a clbarft delle cain. più immonde; e non potendo più regg.:re, apri- 
f()nr) Ie pone a I N ormanlH oé}a",'i tempo,.
 A-fenJiI. !{
tiroffi Ii Principe 
Gifc,lfo nella TOIre 0 Rocca tOf[lffima, tabbncata ful13 Clma del mon- 
te:. 
tretlo anL()f' ivi, finalmcme fu forzato a rcnded: a patti dl buo- 
fla guerra, {'d eobe la libc:nà d' andarlène. Soggi
gne PJ7cro ÐIJco- 
fin. che P:.Ipa Gregorio il tece Governatore dell,l CampaOlõl Romana. 
Dopö la prefa ÙI GUl fla Cutà 
 che era al10ra delle piÌJ belle e, deli- 
zir'.le è' Italia, c celebre (pczlalm::nre per Ia ScuoJa della 1\ledlcma, 
cola rer qucl1:o concorrcndo. anche glJ Oltran,oncar.i bdògnofi di gua- 
riglone: 11 Duca Roberto VI fcee fabbnear ndla planura un e
ltello 
me.. 


(e) P,lrus 
DiaCDJJfU 
chr. Cafin. 
1 em, I1/. 
c.p. 4S', 


. 



ANN A L J D' I TAL J A. 2. I - 
inerpugnabile. l'\nche nella Cronichctta Ama'li_t:ma (,i) l' 3('qui1toJ di ER ^ VoJg. 
Salerno è annbuito all' anno prelcme" DleJdl 3d eCo Duca 31'che I\
),,'" ,- 
AmaH; , Cinà aHora mercantile a1 (ommo, piena d' or.\. picna di 1'0- la Artllu. 
Italic, T. I. 
polo e di navi. Di dla CuS') ícrive GUðlic;mo Puglic[<. (b): pot!;. :!.q. 
(b) Gu"/- 
litifIJ, .A tu- 
1!4S lib. 3. 


Gåufredo lVhJatcrra (c) 3
giugne, che nei tempo rnedefimo dell' (c) Gaufri- 
atTedio di Salerno, il Duca RobcJ'[o enuò in po(feíIo d' Am;llfi, lJ dus .AJ../a- 
ebbe al ruo [ervigio pane degli ficíIì !\maJhtani' comra di Salèrno. ttna Lib. ]. 
l\leritano ben pill fede tali A mori, che la CronicÌ1en;1 /\ maifitana, in up. 3. 
cui all'anno lOì+ è riferita la prefa di Amalh, condirfì !VlanCOra, 
che dTendo marta Sergio Duell di quella Ciuå, g1i fuccedctte Gio- 
'lJ,znni luo Flglio, ma per poco tempo, perchè ne fu Ipogliato da Ro
 
beno Guifcardo. 
L-\ bbiilmo an.cora dal fudJetto MalJrerra, che in qudl' anno il 
Conte Rugg,:ni aíIèdiò per mare e per terra in Sicilia Ja Cit!à dl Tra- 
pani , e 1.1 folZò aHa lc[a. \
 eggonú varj Ani di Arrigo IV. c l
C'Ii.lOi 
Minilhi, prima ch'egli tornaíTe in Germania. Cioè confermò cgli al 
M:wiHero di San Salvatore di Pavia i ruoi beni (d), lIf. Nonas Apri- (d' ]),,'1,1,.. 
lis ArJrio ab IneaTlZatÙme D"mÏ1zi noflri Je/Ù Chrifii iULXXVlJ. Indi. Cllíir.t7./ 
é/ione XV. .d1l1
 autem ordiHatiol1is '1ft; lem Domni Henrici .!0!arti Regis 
om(l' 1l; 
XXVI. Regni 'lJero XXIP. AEflrrn PnpÎte. Trovavali egli In Piaccnza C


f:
14 , 
XliI. Ka/endas Ma1'!ii, dove teone un Placito (e), e giudicò in fa. le) Camp
 
vore di quella Cattedrale. Probabile è ancora, che arparrenga a qudl' Iflo".1,;o'II- 
an no il DiplC'ma da me dato alh1 luce (n, in cui conferma Ugoni & 
;;;Jir I. 
Fulchoni ger1llanis, Aczonis lVfarchionis Filiis, cioè dellHarchejè ./izz.o II, í. f ) .Am';bi- 
Proglnitore dc' Principi Eíh:nfi, i loro Stati, pofli nt" Contadl d. tà EftmJi 
Gaveho Pado'1)n Viænza Perona Br e ,f', cl ' a C remona Pal'ma Luni Par. I. c. 7. 
, , , , '}" , , 
giar;a, Arezzo, Lucca, Pifa, Piacenza, JV1oderJt.Z, e crortontl; tr a' ql.
 i 
tpezialmente vengono annoverati Efle, Rovigo, Jlo1ztagllt1na, Caþ/ 
lVfaggiore del Cn;mollc[e, POl1tremo/i della Lumgiana, e la Terra O:'er- 
tcnga in Tofcana, dc'quali Stati flO io abbaíbnza favellatn ndle An- 
tichltà Eflen1i. Tre Piaclti ancora tenuti da'luoi Minifin in Verona 
c in P..dova fi truavano da me pubblicati nelle Antichità lcalJche (g). (g) .AI/tillll. 
Ma quel, che è più gloriofo per la"oobiJ;ffima Catã d' Etle, in quell' ita/icllyum 
anno (s'io ben OH appongo) Rubnto Guifcardo Ouc.\, dopu ..vcr DifJ
rl. 9. 
maritar:i, come glà accennammo, una FIgliu01;l nell' Impcrador d'O
 C7 ]1. 
rienre, un' altra ne dit"dc ad Ugo F'gliuoJo del ìopTád"l[o Marchefe 
Azzo. Ne fa menzione Gug!ielmo Pugliefe (h) con dire, che dopa 
la prclå di Saierno venne il Duca alIa Città di Tcoio1, e che ferma- 
tot1 Í\'i, 
'I'om. F J. 


Hue & Alexandri diverfå jenmttlr ab Urbe 
RelÞ & Ãtltiocbi. Hæc (ratibus) freta pll/rima tl'aujit" 
His (:tn heic?) Arabes, iNdi, Siculi lIo(c:mtll" & .dfri: 
floec gens eft totum prope 1Zobi/ittlta pei Orbem, 
Et mel cd/Ida ferens, & a111ans mercata refen e . 


Ee 


_Vo- 


. 


(h) GililiÛ- 
mtls .lJpulus 
t. 3. P
,mat. 



r 1lA V olg, 
A ta.;o 1071. 


(a) Chro"i,. 
S. Sophi. 
.,utl ""- 
,ri"i,,
 . 
(b) .A"n.l. 
P;[Imi To. 
V 1. Iter""" 
It"l;(t,r. 
(c} Tt'nci 
.Ann.l. Pi- 
(tin. 


2.18 


ANN A LID' I TAL I A. 


No',i/is aih:t1JÏt L,,,,harJlls Af1,'chio quidam, 
Nobllibus patrite ",u!tis comitantibfls iilum j 
Axo 'Volatus erat. Seeum deduxlt fIllgontm 
IlfrtJlrem n,;t<<m. Duds lit Filia detur 
Exigit, in Spo>>(àm. ComItes, Prolertf9Ne 'Vo(at; 
!5)ufJque faclt JUfer his Dux con{ulturus ab urbe . 
1101'''111 confiliis RrJbeni Filia Nato 
Traditur ßxonis &c. 


Pofcia aggiugne, che fi fecero di gran fefie e conviti per quelle 
N oue, e che Roberto folkcito tutti i fuoi Buoni a regalar g\i Spofi: 
il che non efTendo nata pratlcaro nelle Nozze della prectdeme Fi- 
gliuola, rattriftò que' Nobili. Tuttavia contrabuirono [uui, e molto 
più fece egli . 
Is Genera'll donalls, addens fila, cHffi pafat. 
Ad JUIJ cum magn', P alrtmfue remilil h,nore. 
In qual credito (ofTe aHora la Cafa d'Rlle, fi può abbaftanz:\ dcdurre 
anche da q'Jdlo. Cefsò di vivere nel N ovembre di que 0:' anno Lan- 
dølfo P /. Principe di Benevento (II), laonde Roberto Guifcardo Du- 
ca, vogliofo anche di quefta conquina, fi portò all' atTedio di qudla 
Città. Be poi meritano fede gl'imbrogIt.lri AI1nali Pifuni C.), que! Po- 
polo unico co' Gt:noyeft, pa(T.1to in ^ Writ!, vi prefe dU:ls Mtlgnificas 
CivitaltJ Almadiam & Sibiliam in dj
 St2nflÏ Sixt;. 10 so bene, che 
una Si'iJigliù è in Ifpagna. Che lm' altrà nc fu(fc in Affríca, non I' ho 
ptr anche letto. 11 Tronei (,) nc parlä aU' an no 1087' e dice, ('he 
prclero Ie Cud di Damiata, è di LilJl1J: tunc norizie, che mancano 
ði ficuri fondamemi. Veggaú l' anno.1 ::>88. al qualc fi dee riferirc sì 
f.ma imprefa. 


Anno di C R 1ST 0 MLXXVI I I. Indizione I. 
di G REG 0 RIO VII. Papa 6. 
di A R RIG 0 IV. Re di Germania e d'ltalia 23. 


T Anto il Re Arrigo, quanto iI.nuovo Re RitJolfo, fi fiudiavano di 
aver favorevole nella loro rerribil gara \l Romano Pomefice, e a 
Cd) 
."'':J quC'flo fil'1c gli fredirono i loro LcgJ.ri (á). Papß Gregorio perciò rcn- 
f:";:::t
;,_ nè un Concilio in Rbma nella prima lèttimana di Q!1arcfima, 
o,ve 
,or;; Y11, e{fendð cOl'1cödì circa cemo 'tla Arcivdcovi e Vefco v !, fu tlabl)J[o 
dl fredirc in Germ311ia i Legari A pofblici per cono'c
re, d.. qual 
pure fo(fe )a ragröhe c il [orto. Quvi ancora f
ro
o dl n
ovo leo- 
municati 'ftdaJdu, appellato d
 aleuo. TebaMo ..\rclvelcovo dl Mlh
o, 
CUI- 


. 



ANNALI D'ITALIA. 2.19 
Guiútrto Arcivefcovo di Ravenna, Ul.o Bianco CarJil1J1e ribello dell:! ERA" ûJg, 
Chief.1 Rom:1na con altri V dcovi. DL:g')J di oíTcrvaz!one fi è Ôò, A",s. IOi 8 . 
che feguitano a dire quegli Ani (4): EXCOi1ltNlmicawJj 011Zí1
S N(J1'th- 
11J.Z.I1
S, qui iHvadere Terram Sarini Petri I:l!Joram, vJdeiiret l\1archiam 
Firm,mtlm, Dilcatu11I Spoletanum; & eos, qui JJme1':ClJlum cÍlJident, & qui 
hrJarlu'e & depr.-edari nit;mtur Camp:.JJJi.un, & Jl.Ir#iM3, all}ü'J SrlbÚJos, 
ne,;mm & fj'Û lentaJft Urbem Romanam COlJfU1Jdere. Di <pi run appJri- 
re, che 1.1 .'vIarca dl Fermo, 0 lia di Camerino 0 d' Ancona, e i1 
Ðucato di Spoleti, crano 0 poíTcdmi clalll Chie{a Rcma.na, 0 almcn 
prete fi di fua ragione dal Papa: il chc, come fotl
 'ilcæduto, nun 
l' ho FOtuto finora conu(cere. Debboníi ancora notj1r queUe par'ole: 
& eos, q;Û Bme-.:mtum ob.fident. Jntorno ache convien' on dire, che 
sbrig,lto dall;! conqui1h di Salerno il Daca Roberto, mal [oddlsfatto 
del Romano Pontefice, che dianzi I' avea [comunic;1to, conHfrciò 
nell' annn precedente la guerra contra Ie Terre della Chldà nel:.. Cam- 
pan;a (b). Fu perciò di nuovo pubbJicata la fcomunica conu a di lui, (h) Petrus 
e del [uJdeno Riccardo, e Papa Gregorio col/etlc exercitu (upcr eos ire DIM. lib. 3. 
difþonit, come s' ha da Pietro Diacono. Ciò Clfcrito a1 Duca Rober- Cl1rOlll&. 
to fì ririrò in frett;! col Principe Riccardo a Capoa, e andò a mer- 'aI, 45, 
tere l' aíTc:dio a Benevento, nel memre che Riccardo Princip-e dl Ca- 
.pOol imprefc qudlo di Napoli. Tuno ciò av\'enne nell' anDO amece- 
dmre. Conrinuò Ricc..rdo l'atlèdio di Napoli per mo1ti me-Ii, ed avca 
.anchc ridotta quella Città a mal rartito (c), quando fopraglUntagli la (c) CamiJ-. 
mone ne1 di q. d':\ prile, liberò i N apùktam dalle ruc br:mche . l".s p"r;t
,.,- 
Fu Principe, p,er am:1tato, della Crunic
ett<1. Ama16t,ma (d;, aIr? d,i ::rl':
/:;;:' 
Hatur,}, dl beU afpetto, dl gran coragglo ed av\'cdutezza, bemgno (d) Antl'l' 
co i f<=deli, rerribile comro 1 pcrfidi c ribelli. Ebb
 Ecr [uccdlore It,ll". T. J. 
nel Principato di Capoa Giurdano 1. fuo Fi
liuolo. Ci fa alT.tÍ iuren- 
clere il ruddeuo Concilio, cbe nel principio della Qyarefima tuna- 
via dura\'a I' alfedio di Benevento, farto dal Duca Roberto: perlochè 
fu di nuovo fulminata contra cli lui la t"éorfluOica. t\ la appcna Gior- 
dano fu 'ucccduro jill Padre, che inforfe la difcordia fra il Duca Ro- 
bereo, e lui. Abbracclò clTo Giordano la dift:lå delle Terre della ChÏl:[a 
e dc' Beneventani (Ç), da' quali ebbe un regalo di quattromiia c cin- 
quecento Bilåmi, 0 vogli.am dire Scudi d' om. Ufcito perclò in caUl- 
.pagna, [econdochè s' h.\ da Pietro Dlacono, feec nbellare .mold de' 
Conti e Va(falh contra di Roberto, arnvò [otto Benevento, c dlltrulIè 
tutte Ie fortificaziooi fane dal Duca per prenJere qudla Cirrà. Bari 
con Trani cd altre Città fi rib::llarono al Guiícardo. Ab,tilarJo luo 
Nipote, perchè Fighuplo di Unfredo, al qual
 avea Roberta occu- 
pata tuna I' eredlt.à, fu uno de' PIÙ v i,gC1ro1Ï conziur,lti contra dell\) 
Zio GuifCardo. Scguirono percio varj mC(}l1tri d' armati, c v,uj aOedj 
raccont:it1 da Gughelmo PlIgliefe (f), di"'po i qU.lli finalmtnte fu fana (f) Guillitl- 
pace ua eíTo Roberto e GliJI J,lIJO. Ser\'] que!ta c011cordia pa abbdt- mus .A/mlus 
I r. d 1 N ' Ab ' I d ' 1 I t - . Poem.tI. ,.J. 
tere tune e 'peranze e Ipote JI ar 0, I GU,l e c ne tuggl a 
Co1tanrinopoli, e quivi die de hne aHa vita. Ricupel'ò Roberto ß<lfi, 
.E e 1. Tra- 


(I) ConCi- 
l,ør, Labbì 
Tøm. X. 


(e) P,trUI 
l)ÙICOtIUS 
Cbro,n. li
. 
3. cap, 45. 



2. 2. 0 A N, N A LID' I TAL I A. 
F 
... Volg. Tr.mi, Sa'lta Severina, e I' .lItre T.;:rre (a), che s'erano ribellate. Afcoli, 
^,,
;, [o
8. M00{C di Vico, ed Ariana ritornarono aile m,mi rue, ed era per f.irC 
D (:l. f arus t ; a lr.ri progrdli, quando Defid!'J-io .L"lbb Ite di M.)l1te C, fino s' imer p ore, 
1,/(311. U , d f ' . 
fUrr... c trano 1 pace ra 11 P
nrcnce e lui, Abb:ama d:tlla V IU di Grego- 
r, Ctrdi- rio V II. Papa, ,a. noi tr
.n mdata 
a N lC,
O!O Car
iÏllll,e, J' '.\ rago
l,a (6), 
nn/is de .A- che C4l<) '!JtnerabzltJ Pontifex rueptlS nUi'ltrts Robef"tJ Guz(Cfl.Tdz egregll Nor- 
r.lgon;,. in mannorum Ducis, 'Vet[us .dpu/i(PfJ poft O:7tl"JQS Pc.zfecoties iter anipuir, 
YI.l,J Gregø- & cum ip(o apud dqui mm colloquium hllbult, C01J7rUa itafj!ic ab CD jÍltis- 
r:I Pl!. fi a r. r; , . 1 ' , ,ò b ',/ì; I ' & 
aL
lùne Ju"cepta, pYlaS a VlrJClllO excommg,JIC-1ttonzs ellm a '}O VII, con- 
feqlltnter fidelitatem & homagium 
ilIS recepit, Poflmodum vero jüm ,jJi",,- 
tum in fþecialem beati Petri L
fili!e,lZ, de tOlius .dpuliæ & CaJabriæ Du- 
catu per 'Vexillum Sedis dpoflollCte ÌlJveflivit. GUðhelmo Pugli.:[e [cri- 
vc, che qudlo abbocc,lflH:nto e concurdla fegUi In Benevento, e non 
gi:ì in Aquino; ed dfere coria voce, chë 11 Papa per im:)egnar me- 
" glio nella [ua difefa Ruberto GUlfcardo, gli feee f perare Ia Corona del 
(c) Gulillel- Regno d' Itaha (,,): 
t17US .A pulus 
Lill. 3. 


Romani Regni Jibi promijiffe Cot'ol1am 
p 
pa ferebatur . 


Cd) Ri,hllr- Pari mente Riccardo Cluniacen[e (d) conferma queß:a voce con 
Jus Clunia- a!ferire, che Papa Gregorio aveva imenzione di cre:lr I rnperadore eí1ò 
unfis in. Roberto, 0 Boamondo luo FIghuolo. Tornava it conto ad t:í1ò Pon- 

hr
1JI': In tefice 11(:1 pericolo[o cirnento, in cui egli fi trovava per la ncmicizia 
_ntlffultAt. d 1 R A . ( ' 1 d ' "'IT: d ' 
1tallc. e e rngo, non 0 0 I non a vel' nemleo It pOtentl1l1mo C )0- 
vitto Duca di Puglia, ma anche di averlo arnico e dlfentorc ne' bl- 
fogni. 11 temp.:> fece vederc, che fenza queUo appogglo mrnacciava 
rovina il {uo Pontificato. 
Ma non tutti quetli avvenimenti fi compierono neW Anno pre- 
cedcme, e nd rre[cme. Siceome vedremo, parte d' cHi appaniene 
all' anno fegueme 1079, Certarnente fi allomanò dal vero il Cardinal 
Baronio (e), allorchè pofe I' afTcdio fudderro di Benevento nell' anno 
1074, Già abblam veduro, che nd Concilio Romano dell'anno pre- 
feme fi fa rnenzione del medefimo aí1èdio, non peranche [ciolto. Ma 
(I) Pilgius nè pure il Padre Pagi (f) colpl nel (ègno, allorchè prt:te[e, che nell' 
:: crr lid anno 1077. Roberto Duca (i abboccaffc col P3pa, e ne riporta!fe I' a[- 
"nll '. Bar. foluzione. Papa Gregorio per tUCto il Giugno del 1077. fi trattenne 
neUe 


(e) Bllr,n. 
j" .Annal. 
E,,'eÞ41. 


(-) il 'I:tnerabile Pontefice ricevule Ie ntlO'ce di Roberto Guifcardo egregi, 
Duca ie' Normam,j, s'incammillò 'Vcr/ò la PMglia dopo I' ottavtI di Pen- 
tecoJlc, I con e.!lö tenne col/oquio prellò .dqlliflu. Rlc.!'Vula adu'Zquc da lu; 
,ma congrua jfldisfazifll1e, priMa 10 jÛuljc rial 'I..'illwlo del/a ftomu,lZ
ca, e 
'ipoi acceUfJ la jùa fedeltà ed omaggio, /1'Jdi pOI già prr[olo per ijpeciale 
Difenfòre di S, Pietro, per mez.zo det FeJ/ì/lo de"a Seat ./.1jJofloJicQ If) 
in
'efiì del Dumu, di tulta 1&1 Puglia, e L'alabriQ. 



ANN ALl D' I TAL I A. 22.1 
nelle m0l1t3gne del Reggiano, ficcom:: cotta da\le Lettcïc d'dra Pon- ERA Vo
g, 
(cficc. N el di, 13, d' "gollo, cra in Firenze, e nel rrimo, gi';?rno di ANNO 107Ö. 
Scnembre in SIC"1a. 1\1;1 abbum vedmo, chc Papa Gre
orJo h molfe 
di Roma poll O'}
1'i:as Penteeofles, pcr and,!re ad '-\QUi!19 a (r<l[[ar di 
p.1ce can Rubeno. EtT
ndo Venu(a I' Ott.wa de\la Yen

coLl
 nell
 anr.fJ 
1077. prima ddh meta dl GJUgno, 
ome pote egil IDa I pal1ar da 
Roma ad Aquino in qud tempo, fe, hccome ablJiam detro, egli per 
curto GiUi 7 no fi fertno in Lombardia? .-\dunque la riconcili.\zion di 
Roberto d
e eífere fucceduta più tardj, e vedremo, chc non s'm- 
gannò it Baronio in d,tfcmrla iino all' anl10 lO
b. 01rre di che Lupo 
('mtofpara (a) a\l' anno 1078. iCrive: Robertus Dux obftdit Bene'llentum, (a) Lupus 
fed tjus obfidio diJlìp.1ta eft a RoduJph8 Pipi'JO Comite (cioè, come Hi- 
ro

fFat,'" 
mò il Pellegrini (b), da Rain(Jlfo ZIO del PrincIpe di Capoa Giorda- (
)c;ron
.. 
no) & hoc mmo Bbiit Richart/us Princeps, mentre a{fediava Napoli. grin. i
e No- 
Anche Romoa1do Sak1òl.1itano C.), e l'ihnorc. della CroOlchcrra Amal- tis ad 1'ro- 
6tana (J) atteLhno, che RIccardo mori durante qudi' afIedio Indl- to[patal1. . , 
tlioi1e Primrl, cioe n::ii' anno prcf:mc. E che .d'n.1O f rimo , poflquam 
C1 
Olr'
'- 
cepit Safer/tum, Robertus Dux Bme'Ut/ltUfiJ obJcdit. Cerro e, <.he ndlo 717:.m;s ein 
ftdfo tempo furono fani que'due atleJj, e pc rò nell' anno prcfeme. Chrtni.o, 
II che vien' ancora conf-ermato d,'\ll' antica Crunichetra di Sama S0ha, Tøm, YII!. 
pubblicata dal fuddetto Pellcg
iOl (e), 
.ovc iì I
gge: Robe
t
s DI.
 fd{' 
':;:;: 
obftdit Bf!11eventum XlP'o Ka/enaas Januarll, ufque J J. Idus Apubs, uncle Italic. T
 1. 
expulfus ell CUr.!' omnibus fUÍ5 !fJdifllone !- L' l,ndi
lone 
rJma correa t
) l'mgrí- 
nell' anno pretcnre. Ora etfenJ'} fuon di dubblO 1 aggluLtamento del mus ,Hiftor. 
Pa p a COI} R0berto Guifcaroo, ìeguito ddppoichè fu idoho l' a(]edlo 1' L rln"
Hm d 
Iì 1 " angolíar . 
di Benevento, per con eglhntc non ne 1 anno 1077. come immagino 
il Padre Pagi, ma moito più ral di fi dec cr"dae fucceduro. I'ln31- 
mente fi nOt!, che l' :\U[ore lJdl.t Vita di San Gregorio V II. (n CI (f), Cardi- 
r . 1 ' 1 '-:: L fi d 1 ' ' , {" 1 , d . 1lailS de .A- 
IOmmml{lra I UJ-<} per aCCenar 1 e I :lnno, In CUI legUi accor 0 {ud- P 1 
dctto, Cioè fcrÍ\'c egli, chc fra i due Re comcndcnti A, rigo I V. e ':of:,
' llÏ, . 
RldJlfo, hOYl'ibili bello acriter utrÙJq/ie coml'{lijJò, c,:eJà funt m.Ûta millia Rer. Itali,. 
homin:,m hinc inde. S::>gglUgnc appref)'o: Et Ílemm peccatis exigel'ltiVllS 
inter eo(dem Reges hou-ibiliter eft p/ignatum, ubi maxima 'll;,-orum fortzum 
multitudo- cec;djt. Sped. Papa Gregorio i iuoi Legati il1 Germama per 
quct:ir, Ie mai era poflìblle, caSI atroce tempetla, M... j due Re vcn- 
nero alia tcrza b.m:lglia. Iter:i111 inter eosdem Reges afriter eft pug,za- 
tum, & mu!la mil.ia bominllm, ma.'-áme Bobem(JJ"ulIJ, c.era funt. 
Dopo qu ita tragici avvéUlmemi continua quell' Amore a dire, 
che Papa Gregorio porratofi ad Aquino fecc }' accordo con Roberto 
Gui[cardo. Non etTendo '-uccedute tali bauaglle, Ie non nell' an no 
pretence, e nel 1080, nel quale ancora furono fpediti in Gcrmania i 
fudJcUl Legati: \ e
niamo In fine a conufcere, ch(: nell' an no 11eífo) hi 
1080. come volle 11 'ß.jronio, ,Roberto GuitCardø tornò all',ubbiJ,enz.<1 
on.t

 tI. 
del Rom:mo Pomcfice. i\bblam detto, che fuccederono langUinofiL- tim]: chr,- 
timl [ani d' armi fra Arrigo e Ridolfo in GCl'mania. Nd pdmo, ni.. .AUgllft, 
per tc11imonian7.1 di ßeltoldo (g), renò vincitore e padwne del h 2o,'!. 1. Fre- 
erl. 
Cam- 


. 



22.2. ANN A L r D' I TAL [ A. 
E... A Volg. campo Rid.olfo; e nel, f
conJo accaduto ncl di 17, d' .-\goílo di qudl' 
ANNO lC>j8. anno, la vHtona rel10 Incerta, clfendo coltHa la vita a più mlgli.Üa 
<.1i pedone. Fra gli 1iltri vi fu uccifo ffér1lero Arcl
crcoVO. dl Mad- 
dtburgo,. e prdi ß
rnJrdo Arcid'acono dell a Chiefa Rom:ma, Sige- 
fredo Ar<:I\'eCcovo dl Magonza, e Å:l:I!berto \' efcovo di V ormdzia: il 
che non (i può m.\Í intendere fenza orrore, non dTcndo Ie gllcrre e 
Ie battaglie un mcUier convencvole a perl one EccleGafiiche. L' ..\u- 
(1) Chronic, tore ddiJ. Cronica di ,\1.JdJr:burgo prclfo il_ j\lelbomlo (a), e I' ..\n- 
,Magdebur- naW!.t 5alfone (b) pretendono, ,he q!lclla It:conda bauaglia riukllfe 
fe7lfi T. ,II. motto più fa\'orcvole a i Sol (fon i e iI Rid,)Jf(\, che ad Arrigo. V t:rlo 
b
::m,^:el- I' <?&Ilìlr
n[.i eHò Re Arri 5 ,o, ri.
f
rzato 
i g
nte ponò la, gucrra ,ne 
(b) ,An7løti- gh Statl dl C}uelfo Duca, dl Bn ,ela, e dl Beflo/du Duca d... C:mnu.a, 
(la !,/lXO A- tutti e due h:dch fauron del Papa e dd Re RIJoifo ('). N cI qual 
Illd Eccartl. tempo venne a mone elfo Duca Benoldo con grave danoo del fuo 

;71;:;
old. p.arrito. In, que{l' an
o ,poi, R
ggier
 Conte di SieJ!:a per, terra e per 
tit?lfis ill mare bloeco Cd) la Cltta dl 1 aOlmll1a,' e. do po moire fJuche fe ne im- 
Chronico.. padronì. Tenu
o fu un altro, Con,cdlo .m Roma, d'l Papa Gregorio 
(d) GaNfmI. 
oro la metà dl N ovembrc, In CUI trovlamo flJlrnmatc moire {comu- 
t

la
err. nich
, e n?minatamente c
mra NÙe!or,o ßotoniala ,J mperador di Co- 
c_,. ]15. ftanunopol,l, che avc....a uluq'ato qud frono a l
hchtl
 e a CoßaDtitJI 
Porfirogemto, Genero de! Duca Roberto, la CUI FJg!luola fu nman- 
data al l>adrc. Pcr quelli sì frequemi Concilj di Papól Gregorio do- 
\leano poco attendere aHe lor greggie i fåcri P3fi'ori. Imervenncro a 
queft' ultimo i Lcg:ai de i .due Re contendcnti, promerrendo amen- 
due di fare un:1 Dicta J dove fi decidcrebbc Ja lor conrroverúa. 


Anno di C R 1ST 0 MLXX[X. Indizione I I. 
di G R E 
 0 RIO VII. Papa 6. 
di A R RIG 0 IV. Re di Gcrmania e d' Italia 14- 


I N queíPanno ancora Papa C,'cgorio celtbrò nd mefe di Febbraio un 
(. ., O:UIDlrofiffimo Concilio 10 Roma (
), dove imervcnne l' Eref1.lrca Be- 
L
bf,":;' x. rcngario" c ritrano k pcrverle _Cuc J
ttr!ne imorno al S:lcram
mo den: 
Aharc . f urono confermate Ie here Ctnlure cont ra 'retia/do Llrcl'Vefto'Vo dl 
Milano, Sigefredo J7efco'Vo dl Bologna, R,lall
o Pejè'...,o dl 1'1 ivigi, c con- 
tra i Vefcovi di Fermo e Camenno . Tro\lo{h aila mtdcGma laci a A17èm- 
blea LlrrigfJ novello P.atriarca di r\quileia, il Guale quantunque promofTo 
. a quelia Chiela d;l ,Anicio J V. PUI
 umilmente fi luggetto aHa. Sede 
(
) C.riU".- A poíiolica, e pOIDIlc JI non a\'er comulJlonc con goue j comuOicata. 
III ,Je .A
a- 51 dollèro in qucl Sinodo del Rc Arngo j Lt.ga(l dd Re RidoJtò, 
Z3w.a In rtf. , 1 h ' I . G ( , 
Gregor, V II. a cagion de lie gucrre e VJ() Cille, c eg I promovcva m ermama. 1) 
(g) .pa,,,i,,! Pcrlochc Il, Pomdlcc, Gre
ono dclìinò p
r fuoi L
g
tI al <;ongrclfo 

t'ilrZ:lltnJ. da tt'l'erfi In Gnmama Pzel1'o Ignco Cardmale e V cko\'o d ,'dbJoo, 

 
"a VJl Ode/tico Fejèo,;;o di PadO\'a (Paolo ßc:nriedenfè: [crive (.;), ':1(: fu .dle- 


 . 
w 



^ N N A LID' I T ^ L I A. 1.1.. 3 
11Ia1l0 Vcfcovo di PalTavia) e il fllddeno Patriarca d'" Aquilea. Anda- EJ!. A v(>,
. 
rono dlì; ma rercl1
 n0n vollero aIle ifillnze d' Arrigo fcomunicare ANNO lO79. 
it Re Ridoltò, fenza frmto f
 n::: tornarono a Rom-a, con riferire :1.1 
Papa la difubbidienz,l d' e{fo ci rrigo, c I' ubb-idienza del Rc Ridolfo., 
Era inrenzlO!le del Pontefice di tr
sFeridi (gh in perfona in Gcrm,l- 
nia, per deciderc: qudìo fpavenrofo litigio; rna il íte Arrigo troppo 
diffidando di lui, a 'ludio nC'n volle Jar mano. Cominuò in quefiFanno 
laguerrafr.1effi,Re (
). Rid,ol.fo andò c
mro la,Vefifalia, e CO-(a) ",bnali- 
firinfe que' Pop?h 
l1a lua ubbl
'enza: An Igo porro la guerra nella fta SUO Q- 
Suevia contra dl Rldo.lfo. Agg1Ugne II Cronografo Sa{fone (h), che Pbd Ewml, 
hellum fi t iterum inter Rodulphum & llenricum h)eme nimis atpera, ubi ( ) 
 h Chro s n'- 
S ' , I ") ' d I e' ) 'Ji M [,rar us a- 
in primo congreffu aX(J.1/es (unm con '-I 0 ro lIrga 'Vertunt. a uno xo "pud 
fquadron d'd1ì Saffoni, mentre gli altri erano occupari nella mlfcl1ia, Leibnitium. 
diede il faceo a gli alloggiamenti del Re Arrigo. In quefia maniera 
fi andava defolando la mifcra Germania pet I' arrabbiata contef.1. di que' 
due Regnanti. Per 21tro non dovette fuccedere alcun fatro llrepitofo, 
al vedere che Berroldo da Cofianza non ne parla. GJi Annali Pi- 
rani (c), che non merita!1o a mio credere gran ,fede nelle cofe anri- 1 
che, mertono fi1trO queH' anno la guerra fra i Pifani e Genovefi. Da 
c
Q-:t;
 
s 
i primi fu e.bbruciata la Terra di Rapallo, ed inconcratdi Ie lor fIotte Rer. 1IAli,: 
net di I 
 L di M'3ggio, la Gel1ðvefe fi falvò colla fuga. In quell' anno 
ancora Lupo Prorofpau Cd) fcrit"e, che intra'VÍf P
trol1Ns (Pietro vien d 
chiam.ato da Gugiklrn
 Pu
Jiefe ! in l/'ralJlI"!. Et Barum r
bel1a'Vit? tje- 
r
/oÍ;!:
 
Elo exmde PrttJitie Ducls. .Et ß<1J{dart/us filius Umfredæ comprehmdlt d
 in ChrDnicD, 
ft'ulumO' Però fe fotfe ftabik I' alTcrzione di qudto lfiorico, noi a'" 
vrc:mrno, che parte di que:' fani, che- ho riferiro nell"anno preceden- 
te, prefi da Pierro Diacom 1 , färebbono da arrribuire all' arfno prefm- 
te. 1\1a aU' ofT'ervare, ch' eOo Lupo racconra come fuccedura in que- 
il:o meJefimo anno la cadura di Michele Duca dal trono di Cofianti- 
nopoli, e I' ufurp.t7.Îone dl Niceforo Botoniata, che pur fi crede creaw 
I mperador d' Oriente nell' aono pr
cedenre: fi potrebbe refiar dub., 
biofo intorno al tempo di rali fani. Ma I' Anonimo Barenfe (t') preffi> (e) RerulÐ 
Camillo Pellegrini, dopa aver narrata all' anno 1078. }' afT'ull7.ione ..I 1lalic"rum 
Trona del Botoniata, anch' egli nel prefeme to79. fcrive, die A1mfè 1,m, v, 
Februa1 ii die J.f I. /faIlle rebel,a'i.iÏt Bari ah ipfo Duce, & dirutum Ca- 
jle/lrf de. Portano'i:a, N el!a netla guifa I' Amore d'un' anrica Croni- 
chl'rra Norrnannica, dJ me dar;} alia lute (f), parI a di que'f3tti, ./1nnø (f) Ihidem 
A/LXXIX. Petronius Comes intra'Vit iteru1tJ Barim. Abagilardlls Cumes pAg. 178, 
( N Ipote di Robeno Guifcardo') i'VÍf fitp" l/'roiam, & fuga'Vit Boa- 
mundum {ilium Roberti Duci!., & obfidìt, & cepit Afcu/u1Jl. Et iterum 
Robertus recupera'i.,.if tum. PD//ea faElllm eft præ/ium ibidem, & fugatus 

ft dbagil.Jrdus cum militi/.;us Juis, (1 fugit in CoßaJitìnopo/im., & ibi 
mortl/us 
ft inimicus. Dud Rob
.,to., Ecco dunque, che gli avvenimenti 
racconrari tutti in un naro da P1
[1O Diacono, Cominuátore della Cro- 
nica Cafinenfe, fuccedero!1o in parre ne 11' anno prde-me, e fra qudti 
la ribdlione di Bari. :\ncora al Conte Ruggieri fi ribellarono in Si- 
cilia 



22-f ANN l\ LID' I T A r
 I A. 
Eu Volg. cili,l Ie Terre di Jao, e Ccniti. (0) Le :tíJèdiò egll amcndue ncllo 
!l.I-iNOIOì9. tldl() Temp:J, c coílrinCe qucgli abic3mi ad implorare il perdono, che 
(:t) GauJrt- Iwn fu loro neg1.to. 

::r:
:t-3.. ConfermÒ in rquefi' anno il
:: Arrigo i f,:!oi Privilegj all.\ ChicCa 
ea!. 2.0. dl Padova, c al \ eCcovo Oldenco con un Diploma (b) dato X. Ka- 
(b) ;Antilfu. lendas Augtlfli, /ndiE!iolle II. Anno Do"r/tinicæ Incarnatiollis .A1LX X f7 / /J [. 
}tal". Dif- A,mo autem RegiJÏ Domni Regis Jlew-ici 
lClrti XX/fl. .dEli/in Ratis- 
,rt. 19. pfme. Nella copla, di cui mi t'on Cervito, Ii leg
cva D. PadiJ.'mæ Ec- 
defÙe Epifcopus. Ma fi de
 Ccrivcre. Uld. 
ioè Uld
rjeus. E dl t}uì può 
apparire, che etTo Oldcflco non tu Cp
dlro per tuo Legato d;J1 Pon- 
tdice Gregorio. Ho in parimenre pubblicata una Convenzione Ce- 
guira nel dl J I. di :\1aggio (c) inter 1
1anbionem Azonem, & Ugor.cílI 
& F'ukonem germanos, Fiiios eju(t/em A1arebionis _lzo1Ûs, e il Capltolo 
de' Canonici di \" erona, in vigore di cui effi Canonici diedcro a h- 
'Vello al MarcheCe e a' Cuoi Figliuoli, la Corte di Lufia, ViJla di 
grande eO:enfione- Si vede, chc il MarcheCe :\2.1..0 EficnCc penf.'1va a 
bene fiabilirc ed ingrandire in halia i Figliuoli del Cecondo Matri- 
monio, gi.1cchè Guclfo 1fT. Figlio èel primo Ictto, e Duca di Ba- 
viera, era gmnro ad hoa riguard:vol pN
nza in Germania. Q!1c11o 
Ugo è il meddimo
 chc 3:vea Cpdata la FIgIII.
olá del Duca di Puglia 
Roberto. Raccoghefi pot da una Lerrcra terata da Papa Gregorio a 
Defiderio é\ !)batc di Monte Cafino (d), che Arrigo I V. anch' cgli fi 
mancggiò per orrcnere una F'gliuola d' e{fo Roberco GuiCcardo Duca 
in Moglie di Corrado Cuo primogcniro, con cfibidi d'invdlire Ro- 
berto della Marca di Fel mo, & Rex Dud J.Warchiam tribuit. Ma il 
faggio Papa dovette fare an maniera, che quc110 trattato aodò per 
terra. Nè 
 d..c t.1ccre, chc (probJbilmcnre in qucil'anno) effo Duca 
Roberto marirò un' altra Figliuola con RaÎmOtJdo 11. Conte potenrif- 
fimo di Barcelloo:l, e d' alrre Città. N c parla, oluc ad altri Autori, 
Guglielmo Pugiiete (e) come di un farro accaJuto, prima che fe- 
gl!,fT'e la concordia fra il Papa, ed effo Duca: 


(c) .Anti,Þi- 
t.% Efitnfi 
Par. 1. ,. 7. 


(d) Greg", 
Y 11. Epifl. 
II. lib. 9. 


(c) Guil. 
litlm. .Apu- 
Ius li/'. 4. 
Á7Ilnym. d, 
g,ji, e,m:t. 
lJarcin. If- 
,ud Balut.. 
(f) Pagius 
e,.i-it. ad 
..irmal. JJA- 
r:,n. 


PartibuJ Ejþeriæ, quem Barci'ona trc11Jcb,Jt, 
Fcncrat in(zglÚs Comes bane R(!:;mundru ad Urbcm; 
Ilt ;Juptura DuciJ dctur fib; F
'JÎ,I, pofcit. 
II l'adre Pagi (f) credette contratto qu('{lo matrlmomo prima 
deJl'anno 1077. Ma fe fon ben concertati i tcmpi di que' fani preffo 
il tu
dcno ::'turico, tali naue debbono apparrcncre all' anno prefente. 



 _

 '., .J 
:,;,W':
 , 
". þ '\" .r 
. . 


....nno 



.A.. N N A LID' I TAL I A. 


!.2.)' 


Anno di C R 1ST 0 MLXXX. Indizione I I I. 
di G REG 0 RIO VII. Papa 8. 
di ARRI
O IV. Re-' di Gcrmania e d) ltaIia 2. 5' . 


C Rebbero in qudl'anno gli aff.'mni alia Gcrmania e aU' Iralia per Eø A VO:E, 
la funeLliffima guerra inlorra fra il Sacerdozio, e fra i due emuli ANNO r08(;. 
Ile Arrigo e Rido/fo. II pnmo figurandofi di trovar' a dormire i Sdf- 
foni, nel dì 1.7. di Genna.io dell' aono prcfente andò colla fua Armata 
ad aífalirli (a). Si feee un fanguinofo fatto d' armi, in cui (cht: che (a) Btrt"øl- 
ne diea la Cronic. Augufiana) fu obbligato ad una vergognofa fuga dIll c,,,
 
Arrigo con tutti i fu;)i. Ridolfo ne fpedì per mezzo de' luoi Leg.tu flaTi1 h 't>JJU 
R I I . d ' fi t: Î. I ' l ' fi III C "D.. 
a Qma a lera nuova, e 10 Ierne reee elporre e dog lanze ue con- Ilnl11ø Hi
, 
tra di Arrigo, che fc:mpre più fcon\'olgeva e de!ola\.a la Germ.mia, 1:& Sit- 
e mofira....afì disubbidiente at Romano Pomefice. Diedero motivo tali xøn. 
avvifi e I!lmemi a Pap. Greg9rio di apertarnenre dichiarar6 in favore 
del Re Ridolfú. Perciò nel Concilio V J l. tenuto in Rama nel dì 9. 
di Marzo, doro avere rinovate Ie fcomuniche contra gli Arcivefcovi 
di Milano e di Ravenna, diehiarò legittimo Re del Regno Gcrma- 
nico Ridolfo, c fulminò Ia fcomunicol, e la ièmenu di depofi:z.ione 
contra di Arrigo ufando If' più forti efpreffioni, per efprimere in ciò 
I' autorità de' fommi Ponref.ici, e colla nefTa fi'anehez.za dicendo: Ipft 
.utenJ Henricus cum fNis f.utoribli-S ;/1 omni C9111.'4]ione belli nltlJas 'Uires, 
Hullamque i... 'lJit" IU.1 vitloriam obtineat. Mandò enò Papa a Ridolfo 
una Corona d' oro dove fi leggeva qudh lfcrizione: 


PETRA DEDIT PETRO, PETRUS DL\DEM_\ RODVLPHO. 


Etrendo voIat1 in Germania la nuova di quefia riÎoluzione (b), creb- (b) Mari... 
be a difmifura la rabbia del Re Arrigo, nè mancarono perverfi Con-Stotul i" 
figlieri, che il tra(fero aU' u1rimo de gli eceeffi. Fece cgli perranto ChrDni". 
raunare un Conciliabolo di rrenra Vefcovi Scifmatici, e di molti Si- 011, F,rlfin- 
gnori si di Germania, cne d' 1r31ia, fuoi faurori, in Brixen, 0 fia 
Zr::.m 
BrdTanonc fill Tirolo, e gl' induf1ì: con empia ed a1folrto irregolar pro- 5igtlJtYt. in 
ct'dura a dlchiarar depo fio Gregorio V I I. dal Papato, e ad eIeggere Ck
Dni,. (!JI 
in fuo luogo GUiÞfftO AI'ci'Vefto'Vo di Ravenna, già più voIte fcomu- alII. 
nicato, il qualc aßùnfe dipoi il nome di Clemeflte III. Era cofiui Cit- 
tadino di Parma di gran nobiItà, e da mo1ti vien creduro dclla nobil 
Cafa di Correggio. Scri\'c Donizone (c), che dt tre Figliuoli dt Si- 
gefredo Lucch::.:te, Afccadeotc:: della ConrelTa Matilda, 


Fiuut Parmenfts duo Fratres, ambo potentCJ. 
Dat GuibertHz.J1f1 í1lÍnimus, primus Bar.tina11l, 
Progeniu ìl1Itlas grandes" & hO}J()rt ",icantes. 

m.rL Ff 


Da 


(c) DDni1:.ø 
in Vito MiS- 
thildis 1. I. 
,at. I. 



. 


2.2.6 ANN ^ L I n' I TAL I ^. 
ERA Volg, Oa l'1T
 fcf1iatta Gibc:rrina fembra che di(c
ndd1e il hlr!dctro Amip1- 
ANNÙ I""SO. pa \tprrl\':\ da gran tempo alia Canedra di San Pierro dfo Guiba- 
w, unm,' lU.lnto pri \70 J-:llo fpirit
 Ecckliatlico, alm:ttanro provve- 
durn d. monj.ma p,}'uica. II primo dc'lu<Ji pen(i.:ri era I' ambizione 
l'lÙim.) il rim?re, dl 
io. L' eCtlta7.ione Ji que:ttu mal UQInI,) {ucce
 
dette ne} d, 2.f dl qlUbno. N..I deerer!') di tale elezione, rappor- 
Uta d111 AbbJte U r( per
enfe (a), {ì (pacciarono non p'Jche noma- 
chev<:>li caluonie c
ntra di P"Pa Greg'Jrio, fusgeritc da U go II Blanco 
C1rdll1
k (("omtlOlCJrO, e. c he fi kggono anchc nel\' em pia dlccria dello 
fClsmatico Iknnone. Scnlfc diç>oi Arrigo .Uo ttdf.) Gregorio Ponte- 
fice. e al P,)pnlo Romano Lettere infami per avviCa.rli dell' 1.1010, 
ch' egli avtVa inrrodotto nella Car, di Dio. Fu in0ltre Cpedito in Ita- 
lia il nOHlIo Antipapa, per titare ncl fuo paniro tutti i Simoniaci 
e i ntmici del vero Papa, nè a lui fu difficilc di trovarnc molri, c 
di mcttere infieme un' Armna. 
II preièntim,enro di queUo co)po, e gli avvifi di quel, che an- 
òava fucccdendo In Germania, quegli [prnni dovettcro dfere, che 6- 
nalmente indufiÚo cd affrettarono Papa Gregorio a rilaCciare la [\Ja 
{cverità contra di RQPertø Guiftardo DuctJ di Puglia, CalJbria, c Si- 
cilia, e ad accordarfi con Iui. Roberto an,h' egli {ì trovava in quaI- 
che difordine per Ie moIre Cirrà, cht= gli s' erano ribellatc, e gli era 
utile }' accomodarfi a i voleri dd Papa. Però il Pontefice poft ofifl"Jas 
Pi111tCOfltS, circa i} dì 7. di Giugno, ficcome abbiam detto di fopra, 
(b) C.rdin. andoíTene ad Aquino (b), accompagnato da Giordano p,.il1fi,e di Ca- 

e 
raf,on. poa, e quivi riconciliato6 con Roberto, l' a{[olvè d
lIc centure, e die- 
;:r:'lyZ
e- degli y I'!-veß:ítura di tutti quegli Stad, ch
 gli crano 
ati cOJ)ced,uri 
da Nicolo II. c da Aldfandro II. Pomdi.cl predeçcíTon con agglu- 
gnere. De illa au/em term, quam inju/ic tenes, ficut eft Salernus, & 
.Amalfi.a, & plZrs i'vfarchit, Fj,'m
1U, nunl 11 .,alitnlt:r f41inco i confi- 
dtntia Dei omnipotentis & tUd! boni/atis &c. Prùbabilmcnte qudlo era 
fiato il punto prmcipale, che avea finquì ritardata la pace fra loro. 
Giurò all'incontro fedelrà ed omaggio aI Papa il Duca Roberto, coo 
promertere ancora di pagar ogni anno alia Chida Romana dodici de- 
l1ari di moneta Pavefe per ogni paio òi buoi di tutti i fuoi St:ui. Già 
s' è a mio credere alTai dimofirato di fopra all' 3nno t 078. non fuHi- 
tlere l' opinione del Padre Pagi, che tal. riconciliaz
one, (egui(fe n,ell' 
anno 1077. e fiar forte quella del Sigoma, e del Gudmal BJr<:>mo , 
ða' qu;ali fu riferita aI prelènre anno Ic8:::>. Aggiungo ora, che gh ..\rti 
d' elTa Invefiirura, e del Giuramenro di Robeno, fon polH fra Ie Let- 
tere del Libro Octavo di Gregorio VII. che riguardano gli atfari di 
queft t 3nno. E nella Lettera fettima d' e(fo Libro il Pontdicc dà av- 
viCo a tutti i Fedeli di aver parlato cum Ducø RobfJ'to, {3 Jo,.tia
, 
6d!teri[qfle potentioribuJ Nortmìlnnorum PrincipibuJ, che gh avcano pro- 
rnclTo foccorfo contra di ognuno in difcfa della Chiefa Romana, con 
palef.1.r eziaodio )a rifoluzione preCa di marciare con un' Armata contra 
di Ravenna, rer libcrar quella Cwcfa e Città. d...Uc mani dell' em,pío 
GUl
 


(l) Urfper- 
tenfts III 
Chronic. . 



ANN A LID' I TAL I It.. 7.7.7 
Guibe!'to, già atzato dalta perfiJia a1 facrilego grad" di Amipapa. Fi- Eu. Volg. 
nalmenre abbIamo daìla Cronichetta N ormanmc.t da me pubbhcata (oil), ANfoiO IOgu. 
XX V R b ' D ' 
 G ' p ,(aJ C/'rolzic 
che Ann9 A4L ..1.. 0 ertllS úx .mlcatus C/. CNm rtgoYlo aplS In Nørmann. . 
Menfe Junio, & confirnJata f",tit ab illo omnis Terra, quam babebat R/J- Tom. V. 
bertus Dux in ApuJia, CaJ<-4bria, & Sicilia. Guglie!mo Pug1iefe anch' It.r. Italic. 
egli n.ura C") fotto il prcfentc anno la concordia tudJerta j anzi la fa t b ag, ,178: 
f d 1 d I 
 I > ' d I - I I 1 ', . ( . Gutllrtl- 
ucce uta dopo a mone :1 
-= 
I 
 to: ne C lC eg I S l
lgann,a. ",tlS A!ullif 
Dalla tlc<<a Cronicheua abblamo, che tl Ùuca Roberto nell Apnle PC"'faI.l.4.' 
di qudi' anno ricuperò la Cmà di Tarnnro, c Cafl:ellaneta. Prcten- 
toíIì ancora coli' etàcito lotto Bar;, c colla fuga dl Petronio Conte 
tornò ad lmpadronir[ene. Fcee 
nche 10 tic<<o della Cirri di Trani. 
N otizie (Utre eonfermare da Lupo Prorofpara (ç), e dall' :\nonimo (c' LUpHS 
Barenie (d). Era gii ttato, ficcorne accennai, da Nice/oro Botoniata !,rotofpat'! 
precipitato dal Trono Jmperiale d' Oriente Michele Parapi;lacio can (d)chrDn!C#. 
Goflaiitino [uo Fig1iuolo, e Genera del Duca Roberto, ed obbligato ml4S 
:

Z: 
a prcndere l' abito di Monaco. Una <.unofa [ceRa avvt:nnc in qudt' fis apHd Pt.. 
anno. Eccoti ccmparire in Puglia davanti al Duca Roberto un uomo regrin. 
viI mente veftito, che fi fpaccla per MIchele J mper:1dor depoLlo, e 
ehiede aiuto comro l' oecupator dell' Impeno, fpezialmeme rJppre- 
fenrando, che la fua rovma era procedura dalla pareorela comraua 
con C(Ío Roberto, Principe troppo odiato dOl' Grecl. Fu accolto con 
grandc onore, vefiito d' abiti I mpcriaJi; c trionfa]mente condono per 
la Cinà. Credent:, 0 moltrò di credere il Due... Roberto, che co1tui 
veramente fo<<e il depotlo Michele. Anna Comnena (e) (o{t1ene nella (e) A;lftÆ 
fua Sroria, che <Juetla fu una finzione, proccurata da Roberto t1effo, C"mntnll, 
Principe, cbe in aftu'l.ie politiche non a\'ca pari, per prendcrc da ciò 

b .LHØXllfå 
pretefio di aíTalire la Monarchia de' Greci. Gaufredo Malatcrra (f), Ú: 
alifr;- 
tuuochè Normanno, pure anch'egli mdll1a a credere, che quelto rvh. dus Mata- 
, chele fo([c un tiro di politica, c: una famafima, atta a cornmuovel e terra lib. 3, 
j PopoH aile imprefe, che Roberto sbrigato dalle guelTe civili anda. CRP. I). 
va già macehinando, calle quali comincIo nell' anno prcfeme a pre- 
pararfi. Da una Lettera di Papa Gregorio (
) fi [corgc, che anche (g) Grelor. 
a lui fu [.ma credere Ia v::nuta in Italia dC'll' Augufio Michele. 11 ".Jl. 1,8. 
l\1alateira fuddetto metre la comparh di qudlo fantoccio nell' anno l'.}:1'oJ. 6. 
1077. ma i più neW anno pr
ftnH: 1080. N eI qtJ
lC' comparve in Si- 
cilia Ra.imondl Gln/e Ji Pyø'l.le1'Jza a chledere per Moglie J\1atilda Fi- 
gliuola primogenira del G
nte Ruggieri. furono con glCliofa fotcotlltà 
celebrate queUe Nozze, (; 10 
po{o conrenro conduliè la Moglie alle . 
fue comrade. Ebbero m.101era i Saraceni dI rientrare in quctt' anno 
nella Città di Catania per rradimento di B(ncimlllo Governator J' e<<a, 
Mu!ùlmano di profefiìone, ma creduto dl gran fede da Ruggicli. Lldl- 
ta queUa difpiacevol nuova, non perdè tempo Gi61'das;o Flgliuolo del 
Come Ruggieri ad accorrerc co\à con un plcci')lo corpo dJ ca\'al:c. 
ria. Trovo fchierari i Saraceni fouo quella Cird., glì affiLli can in. 
credibil valorc, e ralmente Ii riempiè di terrore, chc non en'dcndofi 
ficuri nè pure nella Città, l' abbandonarono con ritirarfi in 51ra. 
cuía . F f z. In.. 


. 



2..1.8 ANN A L ( D' I TAL ( A. 
E J\ A Volg. [manto in Gcrmania aV\'ene una t
rribil muuzion di cafe (a). 
A"N') TC
O. Nc1 dì If. di Ottobre Ceguì 1a quana bauaglia campale fra i due Re 
(a) Mana- A' R ' dl /r. G .. fi fì I . S . , II d 
II'IS SCo/us .n.r
'go, e I 'l'JO. un vanet8 1 truova ra g I cntton ne a e- 
ir. ChrG"iç. fcr,lZlO11 d' eífa, chi fotlcnendo, coe furono mdh in fuga i SalToni, e 
Bmhol,Jus chI dferfi dichiarata la vinoria per loro . Qlel chc è cerro, in que! 
c;
;,n
ntlh conRino refiò mOftalmeme feri[O, e di Ii a non moho morì jl Re 

"J
r
:

: RidolfQ. L'Aucore del\a Vita di i
rrigo IV. prdfo il Rcubero (b) 
ftor. BtLl, pretende, ch' egli fotre uccifo da' fuoi rnedefimi foldati, guadagnati 
s''.'
OfJ. cr con danaro dal Re Arrigo. Quetlo coJpo fconcenò {ommameme gli 
JI
JL ff affari della Lega Carrolica non t"oJo in Germania, ma anehe in Italia, 

i
, .AH:n;;ci ,'d efpoCc aUe dicerie de' nimici il Pomcfi.:e Gregorio VII. Se me- 
IV, apud rila fede Sigebeno (c), avea predetto eGò Papa, che in quell' al1no 
Jl.tub,rum. fan:bbe mono i1 falCo Re, inrendendo di Arrigo, ma in vecc fua finì 
(c) 
'!'t:- dl vivere i1 Rc: Ridolfo. Potrebbe dTcre una fa vola j ma ccno egli 
(d) :;rt
/' Ccrivendo a tutti i Fedeli (.J), avea fatto 101'0 fperare, neftmdortllll 
Y ll. lib. 8. pe1.turbationem merita ruina cito fedandam, & famæ EcclefitC pactm & 
Epiftol. 7. fecuritatem (ficut & de divina clementia confidt'1Ites p' omittimus) p,-o)(iml 
cr 9. flabiliendam. Si raccoglic 10 fieGe eta altre fue Lct:rcre. Però fecero 
grandc fchiamazzo i partigiani d' .'\rrigo per I' avvenimenro nmo con- 
trario aile promeCfe 0 fperanze Ponrificie. Loro ha già ri!pofio il 
(e)B4rrø.u.in Cardinal Baronio (t'), e meritJno inwrno a cio d'dfcr lette anehe Ie 

nn
l. Ee,. rifldiioni dell' Abbatc Fleury (f). A qudìo infauflo accideme un a1: 
dï/ e;,"J. Ira fe ne aggiunfe in lralia. Rifolura b celebre ConteJ!a ",
Jalilda 
I 
T, XIII. foncncr gl'lnrereffi del Romano Pontefice, c di H:ntare 1ccondo II 
Jan. s Ja Prl- concerto falto di cacciaI' da Ravenna l' t\ntipapa Guiberro, a
ea m
- 
fatIDlJ.. mee Ie fuc forze nel territorio di Mantova, Citta aHora a lei ubbl- 
ditnte. Ma fn anehe in armi quati tuna la Lombardia in aiuto di 
AI rigo, c con un parente efcrclto fi pono alla V oha, Luogo del 
Mamovano. (g) Quivi \'ennero aIle m-ini Ie due A rm.ue, e a 
uclla 
dclla ConceIT a lOCCO la roua nd di I r, di Ouobre, cioè, nel glorn
 
Hetro, in cui fegUl I' altro infdice conflitto della G(.rA1an
a, do\'e ,11 
Re Ridnlfo pcrdè la vita. Leggefi pari mente nella V Ita dl Gregol1o 
(h) Cardin, V II. (lI), chc dopo la morte di Ridolfo t'l:ollitis ,aucis ditbus, lIen- 
Je. .Árllgøn. 1 ÏîIlS filius ejuj (di Arrigo I V.) cum. eXN'cilu iJltljirii ComitiJ;;t ,
lat
'il- 


/i. 
;:
o
:' dÍJ pugnavlt. E I quia, ficllt fieri filtl, v
rius ejJ eventlls beW, VzélOna111 
I'm. lII, bab;.it. Coe Ennco, 0 fia i
rrigo, fia queilo F'ghuolo dd Re 
r- 
Jl..lr. lfillic. riao IV. non eruovo io Scritwrc, che me l' addiu. Forfe queJ/o (dice 
(i) Fimnt. il bFiorencini (i)), cbe jèlJZa nO/llc pre..l1o DOHiz.one mori pui neWaffidio 
M
",.
r. di di ,1,lontebello. Cenamenre non fu Arrigo V. pofcia J mperadare, ptr- 
M4111å. I. I. chè fi crede nato folameme nell' anno teguente. A m
 è igno
o, fc: 
Arrigo IV. avcß"e dc:' Flgliuoli ballardi. N ondimcno Improbabll co fa 
non tårcbbe, che ne avcß"e avuto. Fece' in quefi' anno la {uJdeua 
Camecr.'t Marilda una Donaz.ione a1 I\1ooiilcro di San ProCpero, og- 
{It) .Antiqff, gidi di San rierro, dc' B
nede[[ini di Reggio. La C:.na fu Ccrirra (l) 
JIIlli,arum Anm tJb !tJcamatione Domini noliri ]e(u Cbrifti lWllefim(l Oéluagefií7fo, 
Diffirt. 1.1. die IX. 111er.jis Duemb,.is, !lIdiélÙme ':1't1 lia. L' I ndizioDc ,"orrc qUI hno 
al 


(g) 
trtlld. 
Conftan- 
IÏlnjis in 
ChrolJi,o. 


. 



ANN A LID' I TAr I A. 12.9 
a1 fine dell' anno; ma potrebbe dubitarfi 
 che foÍ1c qui adopcnto J' anno 
I>ilåno, e che 10 Strumemo apparrendfc: all' :anno precc=denre, nel cui 
Serrembre cominciò a correre 1'lndiziont: /II. Tenne in olne dTa Con- 
!e{fa un Placito in Comero, Terra del Conrado ùi Tofcanella, (a) 
1711, Kalendas .1jrilis ImiiEliwe 111. dove decifc la lite d'una. Chiclå 
In favore di B,rßrdfJ Abbate di Farfa. 


Anno di C R J S T 0 MLXXXI. Indizionc IV. 
di G REG 0 RIO VII. Papa 9. 
di ARRIGO IV. Rc di Germania e J' Italia 26. 


I Nfuperbito il Rt .41rrigo per Ie fdicità ncl precedcnte anno occorre 
all' armi fue, calò nel prefcnte con molte f()rze in Italia (
), e fic- 
Come uomo inf.'uicabi1e e fcrvido nel mdlicr della guerra, dopo aver 
celcbrara la Pafqua in V crona, s'inviò a Ravcnn:a,. dove fi preparò 
per pa{1'3rc= aRoma, fingcndo di yoler pace, ma confìgliaramenre per 
tcmare, fe potea, d'inrroni'Z;z.ar nella Serlia ài San Pietro 10 fcomu- 
nicato Guibcno. Confefsò in una fua Lerrera Gregorio IT 11. (c), de 
la maggior parte de' fU(li, atrerriti dalle profperirà d' .'\rrigo, il con- 
figliava di far pace, e maßìmamenre, perchè Arrigo prometreva di 
gran cofe. Eravi anche apparenza, che Ja C01JtCffi A1atildfJ, qyafi unico 
antemurale della parte Cartolica in Italia
 per difeuo non già di vo- 
)ontà, rna di oforze, avdfc: da cedere :illa potenza d. Arrigo. Con- 
lmtociò mirabll fu la cofianza ed imrepidezza di Gregorio; nè fi la- 
fciò egli m3i piegare ad alcuna vilrà. Animo a Iui fra i mezzi umani 
faceva la Cperanza d' effcre Coecor-fo da Roberto Guifcardo, e il veJ
re 
j Romani concordi per fofienerlo. Se fi ha a credere a gli Storici 
Fiorcntini, Arrigo aí1i:diò inuulmenre Firenz
 daW Aprile (ino al dì 
2.I. di Luglio. 11 Villana (
 fcrive, che nel dì 12.. d' Aprile. terminò 
quell' a{fC'dlo. Comunquc iia, ceno è, che comrarve circa la Peme- 
cone ull' efercita e coil' AotipJpa aRoma il Re Arrigo. (t') Trovò 
(}'lcila Cirtà ben diípofi.i aHa difeCa, c fu non men egh che Guiberto 
onorato di qua
ti ingiuriofi tito!i e 't'illanie feppc invcmare la fa[irica 
facondia di qud Po palo , Accampoffi nel Prato di Nerone, 
fpc[[ando 
pure di far qualcbc: bel colpo j ma inmilmenre mcta, pcrchè odiaro 
da'Romani rurri. (manto gli aderenti ruoi di Lombardia tàccano guerra 
alle Terre della ConH'(]å Matilda, dev3fiando pJcfi, alfediando Ca- 
fiella, mit con ritrovar dafcnuao nelle di lei genri il coraggio della 
medefima Principdr.... Nt: fa menzion Donizone (f), ma con taceme 
una a lui fvanraggiofa, difcopena nondimeno dall' avveduto Fioren- 
tini (g). eioc, Ehe in qudti tempi cotanro prcvalfc in Lucca la fa- 
zione de gh ScismaticI, IIligata principalmente da alcuni Ccapcltr:ari 
del Clero, che quella ClUà Ii libellò alIa ConreíTa Marilda, e fi diede 
.d Arrigo. Ciò L
 rica,'a d.\ i D'iplomi d'dIo Rc da!i in CJlJcWanno 
a que' 


ÚRA \'ol
. 
Alu:o ICSI. 


(a) .Mifli!!. 
in Annai. 
Btne
ic1jv. 


(b) B,rtølã. 
COl1flan- 
timfis in 
Ch'roni
/J . 
.Annillifia 
$4X'. 
(c) Gr'gor. 
Yll, lib. 9. 
Epift. 3. 


(d) GiO'll1l8- 
ni Villar:i 
liI,. 4. c. 1.3. 
.Ammirati 
l),r. di F;- 
rtn
t cap. I. 
(e:) Cardin. 
tit .Araff'n. 
Vita Grt
or. 
Vll. 


(f) Doniu 
in Yit, Ma- 
thiM, lib. 1. 
cap, I. 
(g) Fiortnt. 
Mlmor, Ji 
Mllflld, l. I. 



130 ANN A LID' I TAL I A. 
E 1\ A VQlg. a que' Cittadini, e aUe Chiefe d' efT'a Città, de' quali fa andH
 men,,! 
AN:lõO lobI. zir
>ne Tolomco da Lucca (a). Di qucll:a ribdlione ezianJio Clarno af- 
<;
u:}'t;:;: 
curari 
"U' Amore ,della VÜa di Santo Anfdmo, .v cfcovo di Lucca, 
1/111. Tøm. I. II quale In tal conglunrura fu cacclato dall.. iua Sedla, e fi ricoverò 
R,r. It41;'. fouo la protezion di Matilda, fenza più potere rlcuperar quella Chle- 
fa, in cui fu intrufo al difpetto de' làcra Canoni un Pietro Diacono 
fiero fomcmatore del partito del Re. Jntanto I SafT'oni, e varj Prin
 
cipi e Ve[covi di Gcrmania, co' quali Arrigo avcva indarno trattato 
di tregua, per potere con più ficurczza f.l.r guerra a Papa Gregorio, 
tennero una [olenne DIC:ta, (b) con eleggere m dra un Re nuovo, 
cioc: En1lamlo di Luctmburgo Lorene[e, nella Vigilia dl San Lorenzo. 
Non è in queilo luogo da leguirare il Baronio, ne il Padre Pagi, che 
fidatilì di- Mariano Scoto, della Cronica d' IJdcsheirn, e di qualch' al- 
tro minore Storieo, dlfferirono fino all' anno leguente )a pmmozicne 
di ErmtJllno, Bc;rroldo dot eofianza, uno de'mighorì Scr.ittori di queni 
avv.cnirnemi, ci aí1ìcura, ch' egli fu promofio alia Corona in que1ì' 
(c) Sige/'. anno. Così ha anche Sigeb..:no (c), così la Cronica d' Augul1a (ti), 
Cd Chroni,: e ,.q
1 ch,e più imp'jrta, Brun
>ne Storico, c.ontcJ?poraneo dclla guerra 
,4) C;;'II.". dt SafT'oma (t'), e che ne termma la dcfcrJzlOne In quell'aooo, krive, 
(ejl:r::; che ill Natali SanEli Stephani ProtomartJris, a Sigefi'edo Afoguntin4 St- 
RiJl,r. B,ll. dis Llrc/;iepijcopo Hermannus in Regem ruenerabiliter tf/ ,mflus, 'iuum jam 
SUI/II. i
1 LXXX I I. Ánnus IncArnationis D,m;nicL fuiffet i/Jceptus. Commcia- 
Vitno i T ede[chi nel N ataJe del Signore i' an no nuo'Vo. Perciò alcuni 
Autori mettono il principio del Cuo Regno nell'anno [egucnte, perch" 
egh fu coronato nella Fdla di Santo Stefano. Marianð Scoto ne gli 
ultimi tre anni della CUJ. Cronica ha de gli anacronismi, che non fi 
polTono làlvarc. E forfe quclla è una giunta Farra da qualche penna 
policriore; e pure cgli fi fcuopre mal mformato. 
Ora per dÜ1Ul bar Ia Dieca e I' elezione fudJcrra, cnc difii facca 
nella Vigilia di S. Lorenzo di quell' anno, enmo accorlì i Principi 
fedeli ad Arrigo con alfaifiime fquadre d' .\rmati. L' efercito loro di 
molto fuperava in numero quello di Errnanno. Comuttociò paífata 
Ia fcfia di San Lorenzo, il novello Re mlìeme con Gut/fo Duea di 
B.lviera all'impt"ovviio andò ad afT'alirli nel Luogo di Holtet, cele- 
bre -pa una gran giornata carnpale de' nollri giorni, e Ii fconfilfe, 
Al1èdio dipoi Augufia, e non potendola vincerc, fi nvolfe ad altre 
prtrri d. lIa Gcrmania. Finalmente ben accolto da i SafToni, nella Felia 
CI 
a..to Stefano di quc1i' anno, ficcome d.fii, d:t Sigefndo Árci'Ue- 
jCf)"...ø di Magonza ricc'tCttc la Corona e la conft"crazion j{egale. Me-n- 
tre fe oe ftava artend:1to l' efercito di Arrißo intorno aHa Ciuà Leo- 
nma, valorolarnr:nte difer.. da j Romani, cominciò I' aria, anche ai- 
l '}\,a m..,;làna dl 
uc' contorni, a far guerr.. a lui, e a' JU01 ioldati. Non 
poche migliaiJ vi lafciarono pl:r Ie in,krmuà la :viu; Iao
de 
on po- 
tc:ndo eg:1 reggere a qucfia pLr[ecuzlone, glUdlco mcgho dl JcvalC 
it 
amro, c: dl ri[ornart
ne in Totedna. Daile memoru: del Fioren- 
tuU tùddcuo COlla, ch" egli tuttavia d
morava all' a{T"t.dlo di Roma ncl 
dl 23. 


(b) Ber- 
thold. Con- 
fialltitl1fil 
in Chrøn. 



ANN A LID' I TAL I A. 2. 3 I 
dì q. di Giugno. Pofcia fi truova in Lucca n
l 
n, 2.f. 
i Lu;tio. Eit A VOI
. 
Un Itl'> Diploma da me dato alIa luce oelle AnuehJ[a Irahane (a) eel ANNO r
8I. 
fa vcderc ivi nd dì 19. d'dro Ml:fe di Luglio. Di là, fc vogliamo 

 r.An
'f:r_ 
ilare aU'dfferzlone. di Gi
olamo 
offi C
), fi, rid:l{fe a ,Ra
e,:,na, e in ftr
.I
I.p
g, 
qu-:lk puti [vema. Fu 10 qudb temp', eh egh temo d, tlrar dalla 949. 
fua Roberto Gmfc-ardo Duca di Puglia, con proporre il matrimonio di (b) Rubw 
Co,rado tuo Figlio con una Figliuola del medeGmo Roberto. Mail:ìflor.liIlF..
- 
Duca Herre forte nell'unione col Papa. Niuno aiuro nondimeno, ben- tnn. . . 
chè richiei1o, potè, 0 volle dare allo ftdfo Papa, perchè allora ad 
attro non mtr:lvano Ie fue vane idee, che a fiend ere Ie fue conquifle 
neH' I mpeno de' Grcci; forfe con ifperanza di f:arlÌ I mperadore d" o- 
riente. A qudlo fine feee un gran preparamemo di navi e di gente 
in Brindifi e In Otranto, e con quefla poderofa Armata dopo aver 
dicblarato Principe di Puglia e Sicilia, e fuo erede il Figlio Ruggieri, 
mofT'e cont1'a de' Grcet, menando fe
o il fuo eredmo fimo Imperadore 
Michele. S' Impadroni dell'lfola di CorflJ, prefe Boronrrò, e la V al
 
lona, e s
 inviò per metrere r affedio aHa fllnc Citrà di Durazzo. Anna 
Comnena nella fua Aleffiade fcrive C'), che la di lui Armata navale (c) .Am'" 
pad una fiera burafea, e che vi perì gran copia di genre e di navi; 

mn.t
al I 
ma che nulla potendo atrerrire it cuore imrepido di Roberto, egJi ;:
;Il;,;r; 
continuò il tuo viaggio contra di Durano. Seeo era Boam(md(J, a lui I. 3. cap. 24, 
nato dalla prima Moglie, ehe nel valore e nella maellria ddla guer- 
ra, benchè giovane, campariva vererana,. detro perciò Generale 
dell' Armata dal Padre. Fu dunque date principia all' a(fedio di quella 
eirrà. In qucllo medetirno anno avendo AleJlio Comntno guadagnato 
in fuo favore l' cfercito Greco, fu proc1amuo Impeudore net dì primo ( d 
d' Aprile in Andrinopoli Cd), e pa(fate a Collantinopoli, quivi fi fece in) ;:::[;

 
folennememe imporre la Corona Imperiale. Trovavafi allora' grave- .Anna Com- 
mente oppre/fo I' 1 mpcrio Orientale da i Turchi, che aveano elena "',enR 11,- 
per lor CapaaJe N icea, e vivamcnte era minacciato da Roberto Gui- ",4d. lib. J. 
(cardo nella Dalmazi1i. 
Fc:ce egli perciò pace co' Turchi, e per refillere al Guifcardo 
 
fpedì Letrere 
 0 Ambafciatori al Papa, al Re Arrigo, ed anche a quafi 
tutti i Pnncipi- d' Occidente, fenza che alcuno voleffe alzare un dito 
çontro a i Normanni. I foli Vencziani, fempre finquì uniri co' Gre- 
ci, in aiuto di Illi concorfero can un' Armata navale. Guglielmo Pu- 
gliefe (,) ci fa eonofcere con un fuperbo dogio, eomt" già fo{fe cre- 
fciuta fin d' allora la potenza Veneta, con dire d' c(fa flotta: 


(c:) G..il- 
li,lm. .Apu- 
lIu lib. 4. 


- - - II/am populD(a f/tnetia mifit, 
Impe1'ij prece, iivlS opum, Jive(que viror14m, 

Utl finus Adriacis interlitus u/timus undis 
Subjacet AréturD. Sunt hujus mrznia gentis 
Ciyeumfþe'éla 7Jlari, nee ab ædibus alter ad /tdes 
Alteril/.S tranfire poteH, niP /intre vehatur . 
Semper aquis habitant. Gens nulla vlÛeHtior if/II 
Æquoreis bel/is, ratiumque per Lfjuora duElu, 


Col
 



Ell,., Yo1
. 
^NNO 1081. 


--- 


(a' l'ttr'NS 
Diaco7JlIs 
Chr. Calin. 
I. 3. c. ...9. 
(b) .\-fala- 
"rrlf lib. 3. 
Clip. 2.7. 


(c) ",lbHs,. 
,Monachus 
in Chro7Ji,o. 


(d) Lu!us 
Proto[,lItll 
i1J Chrmic.. 


((:) .Jf 71011']- 
17JJIS Mart 11- 
fis p:p
d 
t- 
r'grs.Jlum . 


(f) A.lillJ'" 
Italic. DiI- 
firl. 72.. 


(g) To"'''/i 
1ft..,. ., Sit- 
m, ish. ]. 


1.3!. A N 
 A LID' I t' A L I A. 
Colla bravura e Cperienza di quefi.a gente non era da m{"ttel'e a 
Frome I' armat3 maricim:t de' N armanni; però non è da m.u.t\"gliarfi 
fe da em affalita nc rc H:ò CeonfittJ, e fu in perieolo di lafclan'i lJ. Vlt
 
10 flcffo Boamondo Figliuol di Roberto. Buon foceorfo di vcnova- 
glie recarono i V coeti vincirori all' aírcdiata Ciltà. Ma non per CJue- 
tio il Duca Roberto punto fi fmarrì, nè perchè la l'efi.e entrata nc' 
cavalli dclla fua ..\rmara nc: faceffe tinge, defillè punto daH'imprda . 
Fece fabbricar nuovi legni, feee venir 1l1lOVe gemi, e più (;h
 mai 
con rorri e macehinc militari tornò a tcmpdlare la Ciwì di Durazz.o. 
Ma eecori nel l\Jefè d' Onobr.: 10 fieflò lmperaaore Ale.flìQ in perfo"a 
con una formidabil A rrnua di Grcci, Turchi, ed aItrc: N IZIO'li, ve- 
nirc al foccorfo. V' Ila de gli Amori (a), che fJllno aCccndae fino a 
cento feuama mila l' cfereito dc' Greci. Qu('l m1t6 vi è di pIÙ. 11 
MalatelT.1 (6) in fatti pada di fol! Cettama mila. Non più di -quindici 
mila nc avcva Roberro, ed altri icrivono anche moho mcno. Si ven- 
ne ad una terribil battaglia; vi fecero i Normanni delle prodezze inu- 
dire, tal me me che ^ Ana Comnena Figliuola del fuddr:cto A leffio, tut- 
toehè cotamo fparli de:lla llafcita e delle azioni del Duca Roberto, 
pure: non potè di mc:no di non rieonolcere in lui Ie \'irtù de' bellicoíÏ 
Eroi. Sbaragliarono i Romani I' Arm3ra Greca, e nel eonflitto peri- 
rono circa cinque 0 fei mila perfone dalla parte d' Aleí1ìo, e fra que- 
fie il giovane CQ}antÙif, Genera del mcddÌmo Roberco, dianzi dallo 
fcahro Aleffio rdbcuico a' primieri onori. ReUovvi mono ancora il 
fimo Imperadore Michele. Innumerabilt e ricchiffima preda toceò a i 
vineitori, cd Akffio, <:he in una Terra vieina fiava arpettando l'av- 
\'iCo della rotra di Roberto, tenendofela come in pugno, a\'vertito 
dell' eúro eomrario, dicde di fproni alia volta di Cofi.totinopoli. Dopo 
quefla Felice imprcr,\ tornò il Duca Roberto a me:trt're l' interrono 
affedio a Duraz.za, ridendoCt di que' Cinadini, ehc vantavano paCto 
quel nome alia lor Gitd, pcrehè era Piazza dura cd ind"pugnablle (c) ; 
ed a:1ch' egli Cchc:rzando dieea d' aver nome Durando, e cbe iè n' ae- 
e(
rgerebbono i I?
raz'l.c{ì" perehè fJrcbbe d
r
r qu_c 
l' atT
dÍ"O, fi
e
è 
gli avcffe amrnollm e dam!. Sotto qudla Clna palso egh roao 11 ie- 
gucme verno. Lupo Prowfpar,t (J) metre quefi.a campal b.ttraglia fotto 
I' aOl1o Cegueme, perchè incomincia )' anno in Settcmbre; e qu
tla fuc- 
cedettc: nel giorno di San Luca nel Mere d' Ottobre. lntanto il Conte 
Ruggieri (e) in Sicilia, d1cndofi a lui ribdlaca la Ciwì di GelolCJ, 
colla fOrz.:l eoUrinCc: quel Po polo a toroarc: all' ubbidienza fua. Forti- 
ficò eziandio con Torri il rc:cinto di MdIina. Vedeti do1to in quefi' 
anno dal Rt: Arrigo un Diploma in f..vore del 
lonifi..:ro di'S.lOtO 
Eugeni() rono nel Contad,o d-i Si
na (i), Ilzdl
'7ione !?(Zfar:a.,' 11/. No- 
nas ]unii. .Atlum Rom
: 11, ell..: e
 pO,rgc mouvo g
ulto dl crcd
r
, 
chI:: :mchc Sicn:t fegu.talfe I dcmpw dl LUCIO:!, con nbell.lrG alia Con- 
rcfla 
:1tilde, e darll al mc-de{imo Arrigo. Anchc: Giugurra Torna{ì (g) 
è di parere, che i S..ndi legutt.1tTcro il partito d' cllò Re Arrigo. 
Scrivc: PIÙ d' uno Storieo, che in quell' anno h Re.{illa B
rta panod 
ad 



ANN A LID' I TAL I A. 133 
ad Arrigo il fecondogenito, che fu poi drrig,') P. fra iRe, e il IV. EllA Vol
. 
fra gl' Imperadori. Era/i già impadronito J' Afcoli il Duca Roberto. AKNO 108i, 
Qualche tumulto 0 fedizione dovette nell' aono prelcnte fuccederc in 
qudla Cina, perciocchè fappiamo da Romo:lldo Salcrnitano (II), che (a) Romu- 
accorlo il Principe Ruggieri, Figliuolo d' e{fo Duca, fec
 fmamellar 1I1d, SIdtrn. 
Ie mura di quella Ci[[à, e diedc:-. il fu,.co alle cafe. 50[[0 queH:' anno ehron, TlI. 
ancora narra Alberico Monaco de'tre Fomi (b), che 1.
1li1tilda Marche- 
l
., RerUM 
Jana di Tofcana concede[[e al Vefcovo Ji Virdun 1.1 Badia delle Mo- (b) 'c;;ieric. 
nache dí Gui là, a lei, corne fi pl.:.Ò cr
dere, pervenuta per eredità Nonllrhur 
dclla D
chelrl, Bea
rice fua 
a.dre,. Cerrameme ell..! p
{f
dcva di là 
:á'n':!utl 
da'mont! molu bem, e Stat! dl raglone d' círa fua Genltflce. . 


Anno di C R 1ST 0 MLXXJ(I I. Indizione v. 
di G REG 0 RIO VII. Papa 10. 
di ARRIGO IV. Re di Gerrnania e d'Italia 2.7. 


V E.-Co il principio ddla Primavera di qudl' anno ternò di nuovo 
il Re /1,.,i;,o col fuo Amipapa aRoma, e O:rinfc un'altra yolta 
d'alTedio, 0 più tolto con U:l blocco, la Citrà Leonina, premcnJogli 
tòrte di poter mcttere il piede nella Bdilica Vaticana. Poco faftidio 
a lui rec.&va in Germ.mia il eompetirore Ermanno diehiararo Rc, per- 
chè per tefiimoni:mza deW Annalifia Saírone (c), e del Cronografo (c) .Ãm;IIli
 
SalTone (d), e{fo Ermanno C.) tam fuis quam a/ienis cæpit in IJre'Vi de. ftA Saxo, 
[pettus haberi; nè {j sa, eh' egli face{fe imprefa alcuna nell' anno prc- (d) h ehrøllø- 
feme. Ma nè pure Arrigo riportò fruuo alcuno da qucfto nuovo ten- 
". us SA- 
tativo (e). Feee ben egli da un traditore attaecar fuoeo alla ßafilica (e) Berthlllå. 
Vaticana, f perando che i Romani a 
eorrendo all' incendio abbandone- CDnft.Allti- 
rebbono la guardia delle mura. Ma avvertitone Papa Gregorio, 01'- enf. In ehr. 
dinò toao, che maggiorrneme fi arm1{fero i pofti; e eonfidato neU' 
aiuto di Dio, e nella protf7.ion di San Pictro, feee il fegno dclla 
Croce tòpra Ie fiarnme, e quefie ce{farono. A bbiamo dalla Cronica . 
di Farfa (f), che nel dì 17. di Marzo e(fo Arrigo andò a vi/i[are il 
) -fihromc. 
celebre Monifiero di c{fa Farfa, ricevuto ivi co
 tutto onore da quc' p

;,n? 1l. 
Monaci, i quali pumo non badavano alle feornuniche Pomifieie, e ten- Rtr. 11.1;,. 
nero fempre con e(fo Re, perehè qudlo era Monifiero Regale 0 fia 
Imperiale. Fu da i mede/imi arnmc(fo alia Confraternità, e alia par- 
tieipazion delle loro orazioni: rita antichiffirno dell' Ordine Bcoeditti- 
no. Aßediò egli il Cafiello di Far1, c 10 reftiruì all' Abbate Berardo. 
fecc dipoi prigione Bomzont Fefco'lJo di Sutri, perfonaggio celebre 
non men per Ie fue difavvemure, che per la fua Lctterarura, rdian- 
crDm. YI. G g do 


(iii:) tanto da'JuDi, fjuanto dagl; altr; "minci
 ill brew III effire diJþrez- 
zat, . 



2. 3" .A N N A L I fi)' I TAL I A. 
do tur,t
\Ti:l, a1cuni <?pu
co1i fi.i)i m
nurcritti, uno de' q'j:\fi cioè de Ec- 
c/c/ia/l1w .
lICramenllS, e flaro da me dato alia luce (a). Fu egh dipoi 
creato Vrfcovo di Pilcen'Z:1, mt da gli Scifmuici reltò un giorno b.lr- 
barJme'1te nucidaro. (n ql1dl' anno a:xt)f'\ il tim()re dell' .-\ri
 malî.l- 
n:1 d-;' c...mtorni di R.om1 fect: J")t"Jo P-1(q'.u torn ue Arrigo con p\Jchi 
verfo 1a Lombardi:!. (b). Lafciò nonJimen) I' A:1ripdpa- Guibeno in 
Tivo1i coH' 
fcrcito, acciocchè cOnri:1Ul!fe il bloceo di Roma, con 
farlo divenire di (1)(0 Papa verI) Gcnerale d' AnnJ[3. Ol1inatamente 
inr,"ro proft'r.?;uì il Duca Roberto Guifc-zrd(J anche nel verno I' a!fc:dio 
(c
 Gllilfrid. ( 
.J.l
/a!erra di Durano nell' \ Ibania c). Accadde, chc un cerro Domenico N 0- 
I. 3. c, 1.8. hite '
eneziano ehbe de i dis
u!li in qu
lIa Città difelà 
lIora d,ll va- 
Guillieim. loroCQ fiuolo dr-'Veneziani, Qrel1i perciò cominciò una trama col Guif- 
.A/illus I. 4. cardo per rrnderto padrone della Città; con farfi prima accordare in 
(d) .Anøny- Mogtie un:t Nipo[(' del Duca, ed altre vanr:1ggiofe condizioni. Andò 
mils B
r'n- sì f( licemenre innanzi il [n1[[aro (d), che nella norte del êì 8, di Feb- 
Jis 
f".d p
- braio dell' anno prefente, fca]are Je mura, i 
 01 manni furono intro- 
re:m"um. dotri ne1la Cir
à. Renò prigione j] Figliuolo del Doge di Venezia 
con alrri molti Vener;, c con aítli lora na\'i, c tuno il circonvicino 
paefe in porere di Rohrrto. 
Ora Ale/lio Au
ulJo non fJ.pcndo più che a:-gine m
ttere al tor- 
renre impetuofo di quefto G1nquil1::1tore (
), fr
dì LL l' amb lfc
ria CO:l 
ricchi rega1i al Re Arri
o, per impcgnar10 a fare U;'1a diverGone con 
portare ]a guerra in Pu
lia, rapprefcnt'lndogli h facilirà d,'Jle con qui- 
fie, mentrc te forz
 di Roberro erano oltre m !re, e promettendt)g Ii 
mari e monti per qudlo benetizio. 0 fìa che ,'\rrigo accenaíTe I' of- 
fcrt:\, 0 che Aldfto faceffe fpargern(' ]a voce con politica finzione: 
ne fu ben toO:o fpediro t' a\'vifo al J)uca Roberto. Egil aHora cono- 
fcendo n
cdraria la fU1 prefenza in Italia, lafci:uo at Figliuolo Boa- 
mondo il com:l'1do dell' efercito, rr-tno(fr-ne in Puglia, ed ancfe a ratl- 
nar genre per tutti i bifogni. Priml della fU:t vcnuta, pue, clle ac. 
(f) G'uil- cadeffe qu:mro vien nuraro da Guglielmo Puglkf
 (f). Cio
 clle il 
lielmu$,.A- Popolo dc1h Città di Troi", dove fì [rovava il Principe Rug{ieri FI- 
l u !uS lib. 4. gliuolo del Duca, fi ribellò, e cofirinfe it Principe a nfugiarfi nella 
Rocca. aHa quale toaO fu meíTo l' atTedio. In aiuto ancora de' Troiani 
accorfe il Po polo. d' Afeoli, irrita
o forte per I' afpro rra[[amento falto 
nc1 precedente anno da eíTo Ru
gieri aHa Ioro Ci[rà, Ma venuto da 
più parti foccorfo, it Principe fece una sì vigorofa forrita da,lla Roc- 
ca, che gli riufcì di difpergere qUl"tla ribellionc. Cofiò la vita ad af- 
fai(1jmi di queUe due Cirrà l' ardiro ed infelice Jor [entativo. A veva 
(g) G
ufrul. intanro Ruggieri Contt di Sic!lia (g) racco?J:I!1dato il governo d,elle fue 
ti!lI.lterr
 conquific in quell' ICola a G,ordano fuo Figho baftardo, 'p
rche. prer- 
I .3. t. 3 0 . (ami a (fari i1 richiamavano in Calabria. Lafci1tofi l' ambl7.lo{o glOvane 
p
rv
rtire da i configli de gli aJu latori, fi mire in poffe(fo d' a1cunc 
Cat1ella, e rentò di occupar Train1, dove era il Tcforo 
el 
a
re; 
ma l'Juefl' ultimo non gti riufd. All' avvifo di tal novità momo t
et- 
toloCamentc Ruggieri in Sicilia j invitò al perdono il mi\l conlig1l4to 
Fl- 


F\\A Vo'g. 
A'p
o T082.. 
(a) .A nri 1'1. 
Jt. ie, DIj- 
Jtrl. 


(
 CMt/in. 
de .Arll
O'"lU 
in VIt. Gre- 
torii V 11. 


(e) .Ann4 
Comnen4 
.AlexiRtl. 
lit,. 3. 



ANN A LID' I T ^ L I ^. 235 
Figliuolo; 0 e. 
at[i a
blcinare dodici dc' pit. colrevoli, .Ia[ciò il go
e
. ERA Vo
g. 
no dell:t SICilia :1 pili fidata perCona. Tomaw che fu to Lombardla II ANIW fOSlr. 
Rc Arrigo" per teflimonianza di Donizone (o!' e di ,Ll,lPO Proro[pa. (a) DotJh.o 
ta (6), h dlede a far guerra all.1 Conteifa /'vIatlida, pnnclpale Co1legno in'vit, ..v.4. 
della pane Pontificia In Italia. A veva ella, per così dire, una CeJ va Ihiltl. lib, 
. 
dl Forrczze nelle montagne di Modena e Reggio. Cal1otTa, Blbianello, C4p. r. 
Carpine
a, Montc .Baranzone, Montebcllo, ,ed altri fimili 
uoghi 
:/l/



: 
montuoh di Cua rag lOne , aveano Rocche foruffime, delle quah rdb in chroniCl. 
tutt3via qua1che veLbgio. 
11tJ:tperabilia Loca funt fihi plurima fixa: 


così fcrive Donizone. Con tale auenzione c valore accudiva a tutto 
l' Eroina Contctfa, che potè ben egli dare il guallo al paefc, e for- 
mar de gli atTedj, ma Cenza che gli veni{fe fatro di conqUlí1:are alcu- 
no de' fuei forti Ca1tdli. Snccorrcva ella nel mede{jmo tempo con 
danari 
ap
 Grego,rio, ,che troppo n
 abbi{ogmva, per loficnerfi con- 
tfo l'derc)[o dell Amlpapa. E fu 10 qudla occafione, e nell' anno 
preCeme, che etTa ContdTa con Anfelmo Pefco'lJo dl Lucca, C(aCClato 
dalla tùa Chid:'1, e vicario del PJpa in Lombardla, richietero al Mo- 
niHero di c.lI1ofTa il fuo Teforo pe'r Ii biCogni dellJ Chietå Roma- 
na (c). Non ebbe difficuhà l' AQbate Gherardo co i Monaci a con- (c) !-erum 
1 C fi 1 ' (j ,- l O b d ' l ' b ItalIC T Y 
ceder o. on Ihe e. 0 In lettecemo 1 re ' argen(o, e 10 nove I r
 pal. 3 8 5. . 
d' oro, che furono 1O\'late a Rom'!. 1\1a la pia Conrdra non manCQ 
di dar qualcbc compenCo a qud Monitlero, con al1ègnargli alcune 
Chiefe, e fargli pofcia alai benefizj. J.:acilmenre i Principi del Secolo 
me[[cano allorJ Ie mtlni Copra i Tetòri ..Idle Chide; ma pochi imi- 
t'.Avano Matilda nell' indennizzarlc in altra guiCa . 


Anno di C R 1ST 0 MLXXXI I I. Indizione VI. 
di G REG 0 RIO VII. Papa II. 
di ARRIGO IV. Re di Germania e d' ltalia 28. 


. 


I N quefi' Anno ancora per Ia terza volta ritornò il Re Arrigo (O[to 
Roma con ifperanza d' emrarvi un giorno colla forza, 0 almcno 
con imenzlOne dl Ilancare i RomaOl, e d'indurli a quaJche capiwla- 
zione (d). Fecc aizare un Cafiello in faccla alIa Cinà Llonina, de (d' Rerlh.í- 
infefiava moho i Romani dlfentòri d'dlà Città. Certamente s'ingdn- dus C.n- 
nò Benoldo da Cottanza, Amore per altro afTal cf,1tto di quetti tern- f!4Mfmfts. 
pi, iR credere, che l' Amipapa GUiberto foRè contecrato Papa, cd in- In C.hrDIJ/C. 
tronizzato nel prefente anno. Ciò avvenne nell' anno tì.:guenre. Q!.Iand' 
anche Arrigo 2n quell' anno {j fotTe impadronito del V a[ICanO, ct:r[a- 
mente non mife piede nella Bafilica Later
nente, necetTaria pel Intro- 
niz.zare un Papa. Vero è bcnsì, ch' egJi cominciò de' t10lttati fègrcti 
G g l. co i 



2.3 6 ANN A LID' I TAL J A. 
E 1\. Vo1g. co i N obili Romani, impieg:"ndo con gli uni l' oro, e I'ingorde pro- 
AKNO 108 3. 
elfe con gJi aJrri, in m;lnic
a che a rllerll3 di Gifo/fo. già Princi pc 
dl Salerno, cffi convcnnero dl far tcnere al PJpa nel Mete di Novem- 
bre venturo un Concilio, dove fi d.b"Htclfc Ja caul:' d
1 R:g'1o con- 
troverfo, ed ognun fi acquet Itfe alla dctcrmioal.ion di quella lacra :\f- 
Icmblea. Promife Arrigo di hlciar libero a tutti il cammino per inter- 
vt:nJrvr. TornotTene p<.:rciò egli in Lombardia, e fece venire a Ra- 
venna il fuo A nti papa. Ma non mamenne di pOI Ia paro!a, perciocchè 
f
ce rrig!oni i Legati dc' Principl Tedelchi {"uoi nemici; trattenne in- 
oltre Ottrme r
fcO'7J' d' Oltia, Legato della fama Sede, e molt' altri ; 
impedi ancora, che Ugo Arcì'Vefco'Vo di Liane, ÁlI.J'èl11'.o Fefco'7J(} di Luc- 
ca, e Rinaldo YefcD'7JD di Como non poreífero imervenire al Concilio 
fuddetto. Fu nondimeno cc:lebrato dJo Concilio (a) neI dì 1.0. di No- 
vcmbre, e da tami fu pregaro il Ponrcfice Gregorio, che fi afienne 
datIa fcomunicar Ji nuovo Arrigo j ma con tal torz.a parlò della F
de 
e Morale Crifiiana, c della cofianl.'1 necdTaria nella rerfecuzione pre- 
feme, che cavò Ie lagrime da gli ocehi di tUtti. Scomunicò lòlamenre 
lb) Card.tle chi avevo1 impedito quci, che veniv2nC' a Roma (b). Molt;: iltanze 
,ArAlllnia in fecerl) i Romani, acciocchè egii accoglielfe .1rrigo !tnza digere lid- 
"-'.t"vI
reg,- disfazione. Ma egli tàldilumo negò di f.nlo, quando .-\ rrigo non h)d- 
ru . disfacetfe per Ie offefc fane a 010 e alh Chi
[a. Si vcnne al10ra in 
cogniz.ione, ch' effi Romani aveano. nella State precedente comratta 
obbligal.ionc con giuramenrl') di fare in m:miera, che il Pàpa gli deOè 
)a Corona; c non vnlcnJola dare, eh' el1i elcggcrebbono un alrro, cbe 
gliela delfe, con difcacciare 10 ftetfo Gregorio Papa. N è cgli, nè i 
(uoi familiari aveano finquì potuto dilCopnr quc:llo arcano. S, .-icorlè 
dunquc ad un forril ripicgo, cìoè che oon avenJo i Romani promclfo 
di dare ad Arrigo la Corona con folcnl1\tà, poteano rilpondere d' ellèr 
pronti a fargliela dare dal Pap3, qualora il Re delfe lègni di vero ren- 
timento j f
 nò, che it Pontefice con una fune gllenc mandert:b:"c giù 
U'13 da Caliello Sanro t\ngelo. Nè I'uao nè I'a[tro piacque ad ;\rn- 
go; e pcrò i Rom \Oi proteliarono d' dTere a(foluri dalla lor promctfJ., 
e dal giuram:::nto a lui fa[[o, e fi Hoirono di nuovo a follener Pilpa 
Gregorio. In qucfii infclici tempi reHarono pochil1imi Vefeovi UOl[Ì 
. al partito d' eOo Pontdice, e queí1:i ancora per 1:1 maggioI' parte cac- 
ci,ni dal1e lor Chiefe. II rifugio di tutri era aHara 1.1 Conre(fd Matil- 
da. Arrigo tornato dipoi fotto Rama, celebrò il fanto Narale apüd 
(c) Urjper- Sanélu-m Pet rum , come 111 I' Urfpergenfc (,). 
I,nfìs In Abbiamo dol Pietro Diacono (d), ehe ello Arrigo do po aver prefo 
chrtlnitð. e dií1:ruuo il Ponico di San Pietro, fcrifTc a Defideri/l iníìgne Abbate 
(d) Petrus dl Monte Cafino, perchè venitfc a trovarlo. Non fapcndo I' Abbare, 

':,
o:.usCA_ che tit.?lo 
h
g
i, non ,gli rifpolè. Un' altra . Lettera più for
c. e mi- 
finmf.lib. 3. 
acciol
 glt IcnfTe A rngo" coma
Jan.jogh dl I?rcfemar(ì a 1m In Far- 
tap. 30. t.l. Rilpofe aHora Dcfideno alTaI cautamcntc, con addurre per lua 
Ccufa i p
ricolr del vi3'g
iJ per c..lgion de' Normanni; e inranto figni- 
fico a Papa Gregorio quanto gli açcadeva, per fapece:, come fi a- 
velle 


(.1) Labn 
Cllncilillr. 
TII1'1f, X. 



ANN A LID' I T ^ 'L "A 2.31 
n.{Te a re 17 obre; ma Gregorio niun.\ rifpofta gli diedc. Sopr:tvcnurc E 1\ II V
g. 
poi altre lettcre PIÙ formh:ia
i Ii di !' r
igo, chc minacciavano !a ro- ANNO 108 3. 
vina del Monitlero, Defideno ando fino ad Albano, e trano can 
GiordanQ Principe di Capo.}, m:1 tl.lndo ièmprc tàldo in non voler giu- 
rare ft>dd[à ad .\rrigo, c: ricevcre dallc m
ni di lui 1a Badia, bcn- 
chè Badia Imperiale. St: Giordano non avetTe fmor2.Jt3 I'ira d' Arri- 
go, era quctta per i:coppiare .in 
:umo del Mo
in
ro. Ma mife egl
 
sì buonc parole, d1.e DL:fideno tu amme/To all udlenl.a del Re. All 
iftanl.a di prcnd<..re da lui il Ba.fton Pal
OI'alc rifpofe, cbe quando la 
Maefià fua avelTe ricevura la Corona Imperiale, allora d]o Abbatc 
rifolverebbe 0 di riceverc da lui la Badia 
 0 di rinunl.iarla. Ed er- 
fendofi fermato più giorni in Carre, ebbe d; gravi di(putc coli' An- 
tipapa, e con 10 fidfo Vefcovo d' 
Uia ritenuto da Arrigo, imorno 
al valore del Dccrc:ro dt Papa N iccolò 11. ch' effi volcano far vale- 
re, ed egli 10 foileneva pef cofa ingiufta, e pal.zamenre fana, bcn- 
cbè fatta da un Papa, e da un numerofo Coneilio. Non finì Ja fac- 
ccnda, che Odiderio ottenne da Arrigo il Diploma confermatorio 
de i beni del ruo MOOlfic:ro con Bolla d' uro, ed impetrdta licen:u fè 
ne tornò :11 fuo Monittero. A vrei \'okmieri veduto queUo Diploma 
per cono(ceFe,. a qual'-anno verJrneme appartenga quetlo fatto. MQ 
o e(fo è periw,. 0 il Padre Ga[wla non glUJico b
ne dl dado alia 
)uce ndla Srorla fua del Mnlllfiero Cafinenfe. Eraíi ribelJara a Ro- 
berto Gu;(c
rtlo Duca la Cl,ttà di Canne. Sono concordl Guglielmo 
Pugliefe (a), Lupa Protol pata (b), t' Anonimo Barcnlè (,), e Ro- (Q} G",illi,l- 
moaldo Salernitano (d) in ifcrivere, che Roberto nel Maggio dell' anno mus Aþllllul 
ptdènte vi m:fe l'aífeàio. [-'rclà pui nd Mefe di G.lUgno, 0 pure JÞ"mat.l.4. 
nel di 10.. di Luglio quc\la TeHa, la dlihu(fc aítàtto _ .-\g g iu g ne ello P (.) t LuþuS 
h ' D ' dd fi Ll' 1 " ' p d r. ,(PM" 
i\nonimo, cell uea tll nto a nit e non poco II opolo i Bari in Ch
øn;". 
cnn u
a e!orbitante com rlbul.lOne 1010 impotta, e col careerar molti (
) .An.n'J- 
- di que' Cittadini. E Lupo fcrivc, che i Romani erano in procinto di mus BAnn!; 
d.ulÌ al Rc Arrigo: 11 che fapu[o da Roberco, inviò aRoma trema "''!
 l'trc- 
' ) r d ' d ' II ' I ' , d ' t l. ' d ' grm/um. 
ml a. leu 1 oro, e Co app leaZlOne 1 que 10 rlmt.' 10 [cnne quell' (d) ltomllal. 
:am me vcnali attacca[c al pclrrito del Papa t: fuo. Temeva egli,. elle d
s S41,
- 
prevalendo I' a"mi d' Arribo, fi v.olgdfero poi contra delle (ue cooqui- mt""u
 ,n 
1 N ' fi d h It ' d ' P ' D . G CJ.r.m" 
.. he. e 1 ee tacere, leper tc ImOl\lanl.a I letro 'acooo, zor- Tnn Ylj" 
danø Principe di Capod proJ,'vrdc aneh' egli a' (uoi intereffi con pren- l{,,: ltali
. 
dere dal Re r\rrigo,l'lnvefiirura Ji qud l-'rinclpHo, mediante 10 sborfo 
di gran quan[ità di danaro, adauando/ì aile fc..brofe congiunture di 
queHi tempi. Ma il l\'1ond1eru di Monte Cafino, fpntame al di- 
Ureno del Principato mede1ìmo, fu rifclbato lotto il dominio, 0 fia 
[otto la pro[ezione de gl'lmperadOli. Era rcllato in Albania al co- 
m
mdo ddl' Armata Normannica BOllmondo, prode Figliuolo primo- 
gcniro di Roberto Guirc.\rd\,. Anna Comncna fcrivt: (e), eb'r-gli oc- (e) .An". 
cupò e fortlficò la Città di Giov,mnina . Venne I' Imp
rador Greco fllmnlnt 

ieJliø nel Mefe di Magg:o, per opporfi a i dl lui pn'grdlì, ma in . S. .A IS. 
due b:magllc rcfiò fcon6tto. A vcnJo poi timo caIne in aiuro filo un 
pof- 



'l38 A. N N A L I D J I TAL I A. 
E u. V.11g. poíTcme corpo di Turchi, gli riufd di ìcon6ggere i Romani, che af. 
.ANNO IOb-J. fediavano LarifTa Ricupcro anch;:: la Clttà d. C..lloria di.\nzi prefa da 
(-) s' d Boamondo. In que1l' .moo per ,meftato di Sic.uclo (D), la CootcíJà 
tlhr. 


Ìr. l\latilda atTcdiò NOllalltola nd Conrado di Modena. E' d:1 credere, 
R,r. lullic. che queilo inGgne l\loniftero per -cOere Imperiale, feguit
lTe Ie pani 
del Re Arrigo. 
, 


Anno di CRISTO 
ILXXXIV. Indizione VII. 
di G REG 0 RIO VII. Papa 12. 
di A R RIG 0 IV. R.e 29. Imperadore I. 


(b) An". S Econdochè abbiamo da Anna Comnena (h), il Greco Imperadore 
Comnt1u& I ' , , 
liJ. 3. ÅleJJio fuo Padre avea ;nvlato a1 Re Arrzgo cento quarama quattru 
mila Scudi d' oro, e cerno pel.l.e di fcarlart o , per inùurlo a muovere 
(c) BertJ"I- guerra al Duca Roberto. Ma per quanto fcriflè ßenoldo da Cottanl.a (c), 

UI 
o
- Arrigo fi fervì di tuno queft' oro per abbagliare e guaðagnar il balTo 
;nDn
e:r.
jc. Popolo Romano in fuo favore. Vero è raccontarfi <!all' i\nnalifia Sat: 
(d) .Annllli- fane (d), cb'egli iùl principio di Fcbbraio ernrò neHa Campania, e 
fill SIIX. 11- prefe gran pane dcJla Pugiia. Madi ciò niun altro Srorico parla. 
!Nd Eftllrtl. Pofcia fu da gli Ambalèiatori Romani invirato ad emrar pacificamà1tc 
in Roma. Gh fu in fani aperra la porra Larcranenfe nel GiovcdJ pri- 
'IDa delle Pal roe , cioè nel di 2. I. di Marzo di quell' ånno 
 can chc: 
cgli fi mife in potTetTo del Palazzo Lareranen(e, e di curti i Pomi, e 
prctTo a poco d' ogni Luogo forte di Roma. Ebbe tempo il Ponte
 
flee Gregorio di faJvarfi in Caftcllo Santo Angelo. E perciocchè la 
rnaggior parte de' N oblli teneva pel Papa, volle Arrigo da cOi cin- 
quanta ()ftaggi. Nel di (egueme, come la(cÎò lCrmo I' :\bba[e Urfpcr- 
Çc) cfrf,
rg. genie (e), fece acccttare dal Popolo il (uo Antipapa GUiberto; e que- 
m røme. Hi nella teguenre Domenica delle Palrne fu poi confecrato, n
n giå 
da i Vefcovi d'Ollia, di Porro, 0 d'Albano, a'qU11i appartienc, rna 
bensì da i Yefcovi di MoJena, e dl Areno, come hJ ßertoldo da 
Collanza,o pure da quei di Bologna, Modena, e Cervia, come s'ha 
(f) Cilrdi- dalla Y,ita d' c:Go, Papa Gregorio., (f) conferva[a a noi. dal Cardina,le 
"dis ti, .A- d' Aragon
. Altn danno queito bru[to onore 6\ quel dl Cremona In 
r".gonÚ. in vece dl que\lo di Cervia. Guiberto, fe non prima, aíTunte aHora il 
r:
lDV Gr':1- nome di Clemente: 111. Yenuto il giorno famo di Pafqua, cioè ne:l 
rII 11. dl JI.di Marzo, l'Anripapa ed Amgo s'incamminarono alia volta di 
San Pietro
 ma fi trovò una fql1ad r a di gemc Fedele al Papa, che 
volle irnpedire il lor paOàgg!o, cd u
cile 0 fcri quarama de gli En- 
riciani. Contunociò ncUa ßoIhhca Vatlcana rlcevette: Arrigo dalle mani 
del tåcri\ego Amipapa la Corona Imperiale:, e il titolo d' Jmperadore 
Augufio. Tale il cblamerò anch'io, c
me: ha,n fano t:Jmi alrri, quan- 
tunquc illegittimo I rnperadore: , perche unto e coronaro da un ufur- 
patore del Romano Ponti6.cato j giacchè nè pure i Romavi pot
ano 
pn- 



ANN ^ LID' I T ^ L , A. 2.39 
privare di gudto diritw it P:tpa kgittim.") tuttavia vivente. :\fccfe ERA VOl" 
pofcia Arrigo nel 
ampidoglio, :ar,errò tuue I,e: ca
c de
 Carli, C;J- A"NO 108 4: 
mille-io ad ahirarc: 10 Romt, come- In flla prnprJ.1 caLI. V I reltw.l an.- 
cora ii Sl"ptifoìio, creduto da alcuni II Septizonio, antico c m:telle- 
vol Mm;oleo, dove s' era faHo fone Rullico Niporc di Papa, Gr.e- 
gorio. A guetto fito miCe Ar
igo l' &ITedid, e cO,minciò con varie 
m:tcchine a batterlr>; m.l eceotJ una nUO\'3, che gh fece mutar pen- 
fiero. t\ llorehè vIde i} Puntc:fice Gregorio, qU.lnto poco, egli fi po- 
reITe fidare: del Po polo Romano, e fu ;lflretto a ricoverarft. in C:1- 
fie:Ho Sant' Angelo, immamenente fcníT"e e fpedì McHì al Duc.l Ro- 
berto Guj(i:ardo, ticord,mdogli I' obbligo, Ie promc(fe, e 1;1 congiun- 
tura prefJ:tnte di recargli loccorfo. Qldlo baftò, perchè Roberto, 
il quale: fi tróvava allora in Puglia, e non già in Al!JaQ1a, allefiiífe un 
copiofo efcrciro, capace di foe-correre il Papa. Dopo di che fi mife 
animofamente ih vioggio alia volta di Ruma. I nformato di quefta fpe:- 
dizjone (a) Deþderio Abbate di Monte: Cafino" nc fpedi [QHo l' av\'ifo (a) P,rrutl 
fcgretamentc a Papa Gregorio pe:r fHgli conoCccre vieina la Cua lib
- Diac. chr. 
TclZlone, cd anche lègret.lm
nte all' .-\ugu(l-o Arrigo, acciocchè egli Caji1J. I. 3. 
prendeITe: la riloluzione, che in f.1ni prefe. Non fi può ncgare:; (bl (b) Plf1J- 
9,ua-fi wt,to il Pop.olo Romano er,a' per eITò Ar.rigo, ed a
eva aITediato J::r.v
nP
t. 
11 Papa 10 CaO:ello S;lnt() l\ng
lo, con alzarvi un muro IOconrro, ac- GTtl'r. fOil 
clocchè niuno potelT'e emrarvi od ufcirne. Comunociò nè pure fi:- P. I. T. III: 
dandoiÌ Arrigo di una Ciuà, chiamata rena/e daUo fielT'o Autore: deUa R,r. Italic. . 
V Jta di Gregorio V II. e rrovandoh ivi con poca guunigione: den
 
(ue gem.i, 

t
rmin
 . di sloggiar:, V eni

, (c) Robclto, con g;ande (c) GuiIli,Z- 
sf 01 zo dl mlhzlc, e\Oe con r
i mila cavalli, e rrema mila fantl, ed mus .Al'ulus 
oltfe a ciò il folo fuo nome c'la riputazione d'invirro Capitano ".aleva 1.4. P"'''III. 
un mezzo efereito: \aonde non parve bene ad Arrigo di a(pettarlo. 
Tre giorni dunqu.e, prima che Roberto arrivafTe, feee una bel1a al- 
locuzione: a tutti i Romani, con efpor loro la neceffità di venire: per 
fuoi affari in Lombardia, prcg1ndoli di a vcr cora della Ci[tà, e pro- 
mette:ndo di far pe:r loro delle maravi
liofe cofe in ritornando. Quindi 
fi ridulT'e: coIl' Antir
pa a Civitã Callellana, e di là s'inviò verto 
Siena. 
Non m:1l1cav:mo a Papa Gregorio, aderemi in Roma" fpezial- 
mente: fra h N obiltà. Scrivon() a1cu:1i, chc per conce:rto pr['ecdeote- 
mente: f.Hto, e fug,gerito da Cencio Confole dc' Romani, fu auac- 
cato in più Iucghidella Círtà il fw)co, e: melitre il Popolo fi tro- 
vava impegn:uo per e:fiinguere: I' incendio, Roberto fu m::fTo e:ntro la 
Cinà per la Porta Flaminia,. Altri dicono, che dopo et1èr egli e:mra- 
to, i Rl1mani prefero l' armi contr:t di lui, ma fc:nza potergli nuoce- 
re. Ed eg1i a1l'inconrro dlede: alle fiamme, e difirufT"e aA-àuo tuna 
la parte: di Rl)rna, dove fan Ie ChieCc di San Silvcftro, e: di San Lo- 
renzo in Lucina, 0 pure: rutto i1 Rione del Laterano fino al Colif- 
f['o. .'\nzi fc:condo Batoldo da eofianza. Cd), diede: il facca a tuna la 
Ciuà, e la maggior parte d'dTa riduíTe in mucchi di fatU, con iCver a 
go- 


(d) BmhQIJ. 
C(mPan- 
,;,njis in 
ChrQnic.. 



2.-+::> A 
 N ^ LID' I TAL I ^. 
F \I. A \'0:50 gngn;1r Ie donne, c: It: Moonch
 li.e{Tc,. e e
mmet[,re tuni g1i ,led 
ANNO lúð.j.. cccdIi, che accompagoano un 1,1cchegglO milltare. Landolfo Seniort: 
(a) Landul- Storieo \-lilanelc di . que Cl:i tem,pi. (4
 ei blèiò. un orrido rirratto di 
jus (miD", quetto farro: e non e da maravighariene, perche Robt:rto meno (eeo 
Rift,,.. .Me- una gran quamità di Saract:ni a f:luel!' imprdj, ncmici del CrÜ1iant:- 
Jlo/tm. l. .... ,limo, e nati per iflt:rminar ogni cora. Romoaldo Salernitano fcrif1è (b), 
C"
btRD_, ch' t:g1i i
cendiò Roma dal P
1azzo Lateranenft: fioo. a C..
tdìo Sant' 
mUIIldus Angelo:.1 chI: forfe noo merlt1 molr4 credenza, N e urda {{..beno 

al"'lÏtan.. a preCemarfi davaoti ad dfo Cafiello, e a liberare il Papa con rlmer- 
rn C/'romc. rerIo neI Lateraoo. Goffrcdo Mal.ltc-rra ootò (c), che Robato can 

:
. l


;. una fcalata ent1'ò in Roma, liberò it Papa, e condulTeio al Lar
rano. 
(c) Gaufr.- Da lì a tre dì i Romani prefao I' armi contra de' Normanoi. Ro- 
'us .M
la- berro al10ra gridò Fuoco, e perciò la maggior parre deUa Cinà refiò 
terra lIt" J. incendiara., e i Romani per forz3 fi acconciarono col Papa. Fcrmoí1Ï 

4', )7. dipoi per alquami giorni in quella Cinà il Duca Roberto; oel qual 
tempo feee fchiavi afTaiOimi di que' perfidi Cittadini, ed alrri lie ga- 
fiigò con varie pene. Lu (lc{To Papa tennc I' ultimo de' fuoi Concilj 
Romani, dove fulminè di nuovo 13 lèomunica eoorr;a di GUlberto è 
di Arrigo. Pani{Iì 6nalmenre di 
ma i1 Guifcardo, e kcondo I' Au- 
(d) Cardin. tore della V ita di Papa Gregorio (d), laCciò dfo Pontc:fice nel Pa- 

. A,""g,nj" lazl.O Latcranenfe. Ma più 'pefo ha quì da :wcre r afieaione di Pietro 
'" P'l
 IGr.- Diaeof1o, di PanJolfo Pifano, di Lupo Prorofpata, e d' alui, ehe ci 
fDr. 1. a{Iìcurano, che il Pomefice non eredendofi ficuro ffa gl'incoO:anti ed 
infedeli Romani, irritati an cora dall' afpro tratumento fatto in qud1:a 
congiuntura a loro e alia Città, fe n' andò con e{To Rober[O a Monte 
Cafino, e di là alia forte Cirrà di S;]lcrno, Non potè di meno 10 
fie{To Malaterra di non alzar la voce contra di Roma allora si in- 
grata ad un Pontefice di Virtù coranro cmil1cmi, con dire tra I' al- 
tre cofe (..): 


(e) M41,,- 
"rr4 Jib. J. 
C4P. 38. 


Legn lNæ depra'1.",tæ plcn
 fnl.fitatibus. 
/n te clinéfa prava 'VigC1Jt, luxus, fl'Varitia, 
Fides nul/a, NUl/US ordo. Peftis S;mol1;aca 
Gra'tJat tJmlJu ji,Jes tuos. Cunfta funt 'Venalia 0 
Per te ,.,Ût fteer Qrdo, a qua primum proJiit. 
Nfm fu.{ficit pgpa unus: hinis gautles infu/is. 
Fides 114. fl/idatur fumptihus exhibitis. 
Dum flat iJle, pu
(aJ ilium; hoc (effanlc re'l,;ocas; 
1//0 iflum minitaris. Sic imp/es I1UI fupias . 
In quell:i mede/imi tempi non i
a\'ano in ozio i parri&iani d' Ar- 
riuo in L0mbardia, pacCe dove pecht fi conravaoo adercnu al P3pa. 
S
fieneva nondimeno qudl' alrro part
t
 vigorof
menr
 la COl1teJ1tJ Ma- 
tilda, Principdlà nell' am or della RehglOnc a Oluno ieconda, t: tupe- 
riore al Cuo tèífo nella Politic:!, e neHa cono(cenza del1' A He millta- 
re. Un fano avvcnnc, che rceò a lei gran gloriJ, e rincorò chi un- 
que 



ANN A LID' I TAL I A. 2.41 
Que nuntclicva buon cuore per 1a pane Pontificia. Donizone (a) p

 E.. A Vo1g. 
r
, che 10 riferifca ad alcuno de gli anni fcguemi. Ma lknolJo d:1 /I NNO IO
4. 
Collanza (b), e l' Au.to:e della 
ita di Santo 
nfclmo, n
 parl
l1o i: J'i
J

;

 

Jp.-anno prefente. Cwe non fu SI [Ofio glUnto 10 Lombard.a Arrigo tlÚ:dis l. 2.. 
I V. che ordmò a i Vefcovi e l\hrchefi di tr'cttere infieme un buon rap. 
. 
dercito con voce (fima 0 vera non so) di voleI' tornare alia volta di (b Bewld. 
Ron:a. I fat_ti furono diver
. Mo(fe egli nuova guer.ra alia Com
(fa 
::ß:

 
M,tttlda, e Ipedl qudl'cferc'to CuI Modenefe, da CUI fu Iffi,-refo 1 af- ChrDnieo. 
fr:dio del C1ttello di S')rbara. B.:nchè la Conte(fa tama gcme non aVl,(fc 
da poterfi cimenrare con sì pod("wfa Armata, tuttavia aver.do dallc 
(pie inteCo, ehe quegli anèdianti fenza curarfi di guardie fe nc fiavano 
:ilia balorda nel loro campo Couo SOl bara, una no[[e, quando mw fc 
I' afpettav:lOo, mandò Ie iue miiizie ad afTahrli. N e npo.tò (forfe 
f1eI Mcfc di Luglio) un'in/ìgne vi[[l)ria; fece pri&'one Eberardo Pe- 
{wvo di [> arma con ecnto de' mig\iori foldati, Cei Capitani, più di em- 
-qucccmo cavalli, aOail1imc armature, e l' cquipaggio del campo de' 
nemici. II J1a.rthc/è Obe,lo Genera1e di qutll' armi con aOai ferire li 
diede aUa fuga; e Gai1dolfo Pefto'Vo di Reggio, fcappato nudo, per 
tft: dì fieae nafcofo in uno fpinalo. In qudl' anno ancora Gue
fo Duta 
di Baviera, prefa ht Cinà d' AuguOa, e eacciatone Sig
fredo Fe(co'Vo 
Scilm:nico, pofe in quella S.:dia TrigoNa Fafiore legittlmo. Ma i\ rri
 
go, che era nel dì 19, ::Ii Giugno in Verana, cd ivi conrermò i Pri- 
vikgj a que' Canonici (c), cd avea nel di 17. conferO'lui i fuoi Dcni (c) Ught/!. 
a1 
ll)nificro di S..n Zt:none (d), etTendo paífato ful principio d' Ago- Ital, Sacr, 
1\:0 in Gcrmania, cd avcndo arTediata la medelima Ciuà d' Augulta, Tø1!" v. i7J 
)a cofirinfe anch' cgli aIh rer.". Da ehe fu sbrigato da gli nffari Pomi- Epifcop. Ve- 
fìcj Roberto Guircardo (eo), "cone a trO\'2r10 Boamondo fuo Figliuo- (d)en
l1ti 
10, per ot(cner foccorfo di gentc: e di danaro, perehè I' efercito dl fui Itlllie. D
j
 
hfciato in ,,\ Ibanìa, non c<>rrcndo Ie paghe, minacciava di r,v.Jltarli, ferl. 13, 
c I' ìmperadore Ale.f!ìo fcgrc[;Jmeme avca tarro offerir loro di foddisf.uli. (e) .Amul 
Er
 in col1e
a Robcrto co
rra di Gio1-c!.ano Prillcip
 di C:1p o a (f), pt:r- 

:i:

l. 5. 
chc avefTe flceVura da Arngo 1'1 nvelbmra de: gh Scan, c gli mo(fe (f' GUllliel- 
guerra per qudlo, con dare a feno e fuoeo parte del di lui paefe. "!us .Apuius 
Forfe pafsò l' aA-àre di concerto fra 101'0, acciocch
 Giordano a\'ef:è lib. 5. 
un appareme motivo di rinunziare all' aderenza dell' Imperadore, e di 
riunirG con Papa Gregorio, ficcome in e:ffetto fegui. Goffredo Ma- 
LHerra fcrive, che quefia morTa di Rob('rto contra di Giordano ae- 
cadde molto pri
a, ch' egli andafTr a liberal' il Papa d"Il' af1èdie di 
Roma. Fece Roberto eonfecrare da eOò Pontdice la magnifica Chie- 
fa, eh'egli an';1 fabbricata in S1lerno; e ciò fano auefe ad una nuO\'a 
firr-pitolà fpedll.lone in .\Ibania Contra del Greco Augul!'"\. Sill pi in- 
cipio dunque dell' Amuono, feco eonducend,) af1che Ru!,gieri altro fuo 
Figliuolo, eon una poderofa Arm'1ta navale di genre e dl cavalii palsò 
il mare (g). Nd Mefe di N ovembre venne a battaglia colla Fiona 

2 Idem 
de' Greci e Veneti con tanto vigore, chc la sbaragilò; prcfe alcune I. 4, 
delle 10ro navi; due con gli uomini ne ,ftòndo j da due mila n't:bbc 
"I"om. Fl. H .h rri- 



2.41. ANN A L J D' I TAL J A. 
Eu Volg. rr:gio
i

i; e
 alcunc migliaia d' uomini dalla parte d' effi Greci e Ve- 
AI\NO 108S, IlC'ZIJ.11I VI penrono. Anna Comflena {èrive, che due viuoric comro i 
Normanni avca.no prima. riporrato in qudl'anno i Venezl3ni: del che 
niunJ. mcnzlOoc vien futa da gli alcri Storici. ConfelTa dipai efT.! 1110- 
rica Ia [crnbil rotu fudderra, Ioro data. dJl G
itcardo, 1.1 qual fu ca- 
gione, che íì fcioghdfe l' aifcdio di Corfì:t, gt.t II1corninclaro dol i G reci . 
Sverno in queUe p.mi Roberto, macclun InJo tèmpre m IgglOri im- 
(a) Vi/nilul. prete (.
nntra del Gft'C() :\ugutlo. Abbiamo dJ.l DJ.ndolo (a), chc Vi- 
in Chron. lale FÛed,o con. rrcv.llerG. ddh dJigrazia fuccedul3 a!lol Fiona V lone- 
Tom. XU" ta:. fp<:dita in favorc de'Greci" fufclro I'odlo del P'>po!o Vencto con- 
1<er. 114llt. d ' D ' S ' / ' I D d '" d " f1 
tra I Omf!111Co. 1 'VIO oro age; t: dgglUntl pOi ona[l\'1 e promt: e, 
tanto feec, che elTo Domenico fu derollo. DOf'o di che fu egh fu- 
fiJtwro nella medcfÌma Digni-tà. .-\ppre(fo- fcnve, a\'ere Vitale ir.viati- 
a Cot!:.u1tinopo!i i fun; Legati, che gli ottennero d.lll' Auguflo AleJlìo 
il titolo di Pro[ofc:ballo. Perlochè da It innan2.i il Doge \' enno co- 
minciò ad imitolarfì Dux Dalmßtiæ & c,-oaÛæ, & Imperjalis Protoft- 
'l.Jaflos. Confcrmò in qudl' anno Arrigo Imperadore (Uui i luai Pnvi- 
b' 1; , Iegj e beni al Monill:ero di. Filrf.., come colla dal luo Diploma infc- 

.t
f;n
.n/(., rito nella Cronica Farfc:nfe (b),. Quc'MonJ.ci riconofct:ano aHora per 
]>, ll. Jr. If. Papa Glllbcr[O, e tencvano fålJv Jl panito J' Arrigo. 
Rer., llJalÌ&. 


Anno di C R 1ST 0 MLXXXV. Indizione VI I I. 
di G REG 0 RIO VII. Papa 13., 
di ARRIGO IV.. Re 30. lmperadore 2. 


D lmora"a- (urrav;a if) Salerno Paptl Gregorio, quando volle Iddio. 
liberarlo dall.: trihulazioni del L\'londo cattivo, c chiamarlo a mi- 

;n::d
4, glior vita (c). Cadje egli intèrmo nel Mefe di. Maggio, ed imerro- 
in 1'11.1 garo chi e.
li ddìgnafi"1: per fUI) SuccdTore in tempi (,tntO rurbati della 
Gregor. YJI. Chida, tre nc nominò, ci,)è Dc.fider;o Cardinale cd AbhJtc di Mome 
Cafino, QUone F'efcovo d'Olba, ed Ugo ArâvejCovo c,h Lione. Pcrchè 
i due ultimi erano fuori d' Italla, conlighò di ckggere Defiderio. 
Fauagli ill.tnza di dar I' alToiuzione e b.:n.:Jjz.ionc a gli fcomW1icari:. 
rifpofe,. che a riferva di Arrigo, edell' :\nti plpa GUlbcrro') e de' prin- 
. cipali fomenratori di quello Scifma, la cO"1cedeva a. gh a1[ri tuni . 



 j
,g



 Però vi
n cre
u[O fllfo i! didì da Si
eberto (d),. eh', eg
í 
1m::
[dTc in 
fua. gfc1zu An"1ß.o. L'ultlmc fue parole furono
 Dilexi JHJ
zt:am, & 
odivi iniquit.ltem: proplerea morior ill ex/i/io. Net dl Z.f.. dl. Maggio 
p.,fsò cgli ö111a gloriol d
' B.:ati: [>on[ehce onorato dol UIO In vita, e 
dopo monc da v:uj miracoli, e perciò regiflrato nel C.1ta.logo d
' Saml . 
Innurnerab-Jli comraditwri ebbe- egli vìvente, al[ri non pochl ne ha 
a.vuto ancbe a dl nothi. 
cl che è cereo,. rame calunnie divoigate 
contra di Iui, fl)OO paremememe fmentite dalla vita incorroua, ch' eglí 
fempre' mcoo, e dal fuo z::lo per la purità. de Ua D1Lciplina Eccleíìa- 
tlica 



ANN A LID' I TAL I A. "1.43 
fiica. Se: poi ì mez.zi da lui adopc:rati per ottenere quef1:o lodevol fie E B.A Volg. 
ne 6
no anch'eíIì tutti d<:,gl1i cti lode, alIa \'encraÚ>n mia v
rfo i ANNow8S. 
C.l
1 deBa Chiefå non con
lene eram!n Ida, nè 
Ha mil tenuità di Vo- 
ler
 decijae:. Fu d Ita fepoltura al f.lcro Corpo del dcfunto P,)ntefice 
nell.l Chlefa di San Matteo d. S,ll
rn'"\, e i Cardin \]i, conofct:ndo il 
bifogno del1a Chiefa, tUtti rivC'1fero gli occhl t()pra il fuddctto Abbate ( ) 

 . ( ) . , . , I t: {". . Pet rus 
c.zßncft De/Merlo " , uomo. mco
l
ara 
J e, J?er a IU
 laVlczza 
 pu- Di"CDl7UI 
rid di c01tumi, ed amico dl tUtu , Pn;-,clpl. !'vIa r1trovando In lui chr. Cafill. 
una ripugnanz.1 indicihlle a quefio pefo, ancorch
, aveffera implorato l. ], c. 6r. 
r aiuro dl Giordano Priïtcip
 di GlpO,I, e d' altri Signori, pafsò it re- 
fio del\' anna f':il2.1 che fi ddTe un nuo\.'o Pafiore alia Chiefa Roma- 
na. Nello fidTo di lor. di M:J.gg'o cefsò ancora di vlvere 'Iédaldo, 0 
-hot 'll!baldo Arcivefcovo dl Mibno, Capo e COI0nr11 m,lelIra de gli Scif- 
matici dl Lombardia (b), memre era in Arona, Tern delLI fUd Chief a (b) Btrthøl. 
ful Verbano, cioè ful Lago Mlggiore, e non già poth fra C<>ma e C,ønflll,?- 
Ber cr am'1, come imma
if)arono j t"'a,iri Papebrochio e Pa g i. Ebbe P .:r t/
,n/. ,III 
to 
 , ( Clf/rOnlC 
fuccdJì.)rc: r A 4 e!n: o ]ì rlo 
bo. d 
 eg t 1 elTo I d )adre .."Pagl c), C fc he qudlo nuo- (c) PII;i u1 
Vo A rcivelcovo tol e eleuo ,\11' mper:} arC' nrrtgo; 0 e rur fu e!t:tto crisic. ad 
ðal Clere e Popolo :Vlilanefë, prcndd1è d:1 .-\rrigo l'lnvdl'tura, con .Annal. ßa- 
allegare: BertolJo d.l ColtanY.a là dove: fcr,ve, che dopo la morte d' e(fo rOil. 
TedalJo \.1 Chi, f;t dl 
lll.lOo erigere C'Zpi4f cæpif, tXCNf!òlue e cervicibUI 
ju'?"o Sch
(rl1ati,orum, Catho/iClJm fibi delegJt AI/lilli/em, ,,In.ß/mimz ejuI 
nomÙ1Ìs ferritlnl. 
1a quetlc Ion parol
 del Cardmal B.HO:11O (d), c non (d) B"roll. in 
già dl Bef[oIJo. C\Il'lllcomro Landoifo iUllÎore (t'), fì,:comc of1èrvò (nnal. E". 
il Si g nor Saffi Cf), cbiu.im;:n
e icriv
, che Anrelmo fu inveflito da J ' u 
)' Lan H d
1' 
" 1I1ør. 'J" 
Arrigo. V edrcm.J be,l pOlio Itc:(fo 1\rclvefcovo abb.racciare fra qual- Mtd'oJan. 
che tempo il parciro de' Cauolici; ma quefto non fa, ch' cgli lulle c. 9. T, v. 
prime n
n Tlceveßè dalle mani dcll'lmperadore iI Ballon p..ttorale. Re" Jtaill. 
M.tncarùno ancora di vita i V cfcovi Sofm,uici di Parma
 di Reggio, ill' ;:/
;u:. 
di Modena, e di Pilloia
 e pc:rchè In qudti tempi la Conteffa ,\btifdiJ Land"ljùm 
ricupclo non poco della lùa auwrirà, turano provvcdute Ie tre ultl- junior. 
me Chiefe di Pallon C:mol1ci . 
Sra\'a intanro Roberto Guifcmd/J Duca di Puglia flcendo maravi- 
glio(ì prcparamenti di navi e dl genre colla vall:a idea dl ponar la 
gucrra nel cuore del Greco Imperio, e di mettere almeno in conrri- 
buzione i Luoghl mariumi di quella Monarchia j ma abortì ogrli fuo 
difegno, perche pallaro in Cd-"loni" per prendere la Cinà di que\l' 
Bola, infermatr,fi qUivi terminò i lùoi giorni nel dì 17. d! Luglio. 
Can che venne rn
no uno dc' Principi pill memorablli dell a Storia 
Normannica cd ltaltana, che da picclolo Gentiluomo era perv("lluto 
ad etrere come un Re col fue infaticabil valore, colla fua accortezza, 
e con altre Eroiche dori, mlfchiate nondimeno con una fmoderara am. 
bizione, e can gli altri VlZj de' Conquillarori, che palTano per Vlnù 
ne gli occhi del Mondo, ma non gia in quelli di Dio. Poft multo- (g) Btrlo/å. 
rU111 p.lUpfrN1IJ & diviJum opprcjJì01JW1, cujliJ avaritiæ life Sicilia nee Ca- c,ør.JI"n.- 
labria jùjJtÛJ, nnÌ egli di \'Ivere, come; fcntre Bl..ïtoldo da Co1lanz 1 (g). C tlt h "fi' "n 
H h z. Sc- rl1me.. 



Ei\. À Volg. 
A!\!\. 1085. 
(:I. ord,ri,. 
VitaI;s I ). 
lli/icr. 
Á/htric. 
.Mon.achus 
;,
 Cbronico. 
(b) <;ui/- 
lit/m. .AÞU- 
JUf lib. S'. 
(c R9mual- 
t/us !"drr- 
niT-1n:1I in 
Chr. l' VIJ. 

,r.. ]lotIi,. 


2..H ANN A L J D' I r A L J A. 
Secondo I" ufo de'Secoli barb:lri non mancò chi atwbuì Ja fUt motte 
al veJeno, fa[[ogli dare 0 dall' ImpCI"lJdore A/ejJìo, 0 da Siche/gaita Du- 
rh
/!tJ iua Moglic (a). Rella qUl ita voce dl1trutta da Guglielmo Pu- 
gliele (b), da Romoaldo Sakrnuano (c), e da aim, che cd rap pre- 
lemano rnancato dl mone comune. Trovaronfi alIa mf)rce di lui pre- 
{enti la ftdr" DuchdIà con Ruggieri {uo FigllUolo, e Boamondð nato a 
Roberto dal pnmo matrimonio. Avea SicbcJgaita gla fano dlchiarar 
Principe & Erede de gli Stati il fuo Figlio Ruggieri, fopranominato 
Borfa: pure temendo, che i PopolJ, udlta la mone del Mariro tu- 
multuaírero, 0 purc che Boamondo di(puta{fe la fuccdIione ad elIo 
fuo Figlio, liccome in faw d.Vvenne: frettoiolåmemc ripalsò in halia 
lopra la miglior Galea di quell' .'\rmata, con riponar feco il cadavero 
del dcfunto Con tone _ Prjm.1 nondimeno di pJnirfi d31la Cefalonia, 
clIo Principe Ruggieri parlò all' dercito, c trovò tutti dilpoH:i alIa 
fedeltà verfo di lU1. Ma non fu SI toO:o cgli allonranato, che qu,!" 
foíre caduto il Mondo nell:t perfona di Roherto Guifcardo, tuna quell' 
Armata forpref.1 da panico f pavl"nto, lafciando arml c bagaglio, coree 
alle navi, e come pctè il meglio (e nc venne alIa volta d' O[ranto. 
Già lOCC.lvano i hdi dc:lla Puglia, quando intcma una fiera rem petta 
ingOlo molte d, quelle barcbc, e gran quantirà di geme. Ruppctì 1:1. 
1tdTa Galea., chc porra\'a il cadavero del GuifC'ardo; c gueUo andò in 
mare, da dovc con fatica ricuperato, fu poi fcppdlito nella CIUà. di 
V cnot:.. Durazzo c I' altro p...efc già conquiti:ato da Roberto, non 
tardò a rimcrtedì fono il dominio dd Greco _'\ugutlo. Fu proda- 
mato Duca Ruggieri in Pugli.;, Calahria, e Salerno 
 ma BO'll11ondo, 
fno Fröi.tello m.iggiorc di clà, non porcndo fofferirc di vederiì così 
cfclulo dall' eredJ(à., benchè primogeoito, appena fu anch' egli tornuo 
in Italia, che fi diede a far genre e movlmenti contra del Fr,\tello. 
)n Germania, dove fi [rovavano I' Imprnldore A,r
go, e i.l Re Erman- 
va, nulla fcgm Ji mcmorabJle nell' anno prd
ntè. Tenuto fu un Con- 
cllio 111 Q.lInrílmcburgo dal già liberato V C',CO\'O d' Olii... nena fcui- 
(.n Btr- mana dl I-'a[qua Cd), cd in dTo proffaj[3 I... fcomllOlca contra d' a\cuni 
t.!J91i, Cøn- Vetcovi Slmontaci, con a!rri ordmi f p
ttanll aU' Eccldiatltca difci- 
jla'>':'t'ljis pima. V'intervenne 10 (tdro Rc E.rm:lIlno co' Pnnci pi iegu.\ci. Rau- 
In ;;:

1;i'pa carono dípoi i þ-anigiani d' Ar!':go anch'dlì un Conclll.\bolo in Ma- 
S..-,;ø. gOn7.
, e ritor[ero Ie ceofure conrro 13 pane comraria. Ebbe m:1- 
Illera in 'Iud!:' Anno etro Arrigo di tirar dJIl.1 fua, buona pane dc' 
lf- 
foni: caSI bdle furono Ie promdTe, che loro dlcdc dl un buon nat- 
tamento. Ma queUo fconfigliato Pnncipe tardo poco a f
r conofce- 
re, che l
 volpe muta il pelo, e non il vczzo; 
 I'nò tu_ in. breve 
rigcttato c cacciato da chi gli avea pl'efhca ubbldlenza. Er,t In R:l- 
tisbQna eero Arrigo ncl dì 9. di N o
embl:c dell' ann,o ,pre(e

e,. it: \l0- 
(e) IJult,1r. gliam cred
re al Dlpl<?ma,' con, CUI cgh confermo I Pnvlaeg! ddle 
c;afirltJJf. Monache dl Santa GlUba dr Brefcla, (e) dato J7. fnus No'/:embrzs Anno 
Tv n. U. Dominicæ filcarnationis !vI LXXX V. flldiElione V fl. .Anno autem Domn; 
Confl/lut. Jlenrici RtgiJ !tußrJi,. ImperII/oris 'IertÜ, Ordin(lt ionis ejlls XXX l. Re.- 
II7
 gnan- 



ANN A LID I T ^ L I A. 245' 
g1f.Jntis quiáem XX/X. Im-perii vero Ill. At1um Ratifþonce. M,a c' è bat- E II. A Vol
. 
taglla tra quelle Cronoløg.che Note, e l' ultime mdicano l' anno fe- A
:;o 'C. h 5, 
gueme 1086. Bensì Liutaldo Dum tcnne un Placito in Padova nd 
di 3. di Muzo (a) in CUI ,-Hi/one t/efco'vD dl quella Città ottenne fen- (I) Antiq:', 
tcnZ:1 favorevole per akuni beni della fua Chid:'. Fu, ficcorne ve- Iudie. D'f- 
dremo, LlUtardn' Duca di Carimia, e che fo{fe ancora Marchett: della firl. 2.8. 
Marca di Verona in quelli tempi, può rifultare dall' ana fopradeno. (b) Á I 
Oltrc a Bertoldo di COllanza, gli anncth Pifani fanno menzione (v) èi Pif.l1/

'
 
una tcrribil cardtia, che unÌ[a coU:i Pefie nell' anno preCente popoLò Rer. .1la/ic. 
di cadaveri Ie f:.:po1rure. 


Anno di C R 1ST 0 MLXXXVI. Indizione IX.. 
di V I T TOR E III. Papa I. 
di A R RIG 0 IV. Re 3 I. lmperadore j. 


C Onofce\"afi moho pregiudiziale al1a Chief.1 Cattolica, e più a Ro- 
1113, la or:òmai troppo I-unga vaeanza della Sede :\ pol1olica. Ptrò 
j Vefco\'1 e CarJII1Jli della Santa ehidå Roma01. (i unirono vcrfo la 
fefia di Pafqua, (
) e feeero tapcre a Dejiderju Abbate di Mome Ca- (c) Pe:r.ut 
fino, c Cardinale di venire aRoma uniro a gli altri Cardmali, ehl: g"1C. L._hr'
. 
con dTo 1ui dlmor
vano, e con Gifolfo già Principe J
 Salerno. Crc- ii;


;" 66. 
dendo .:gli, che più non fi penfa{fe a lUl, andò coli nella Vigilia della C7 ß::, 
}>entecotle. Sulla fera furono a trovarlo e Vefcovi e Cardinali, c Lalci 
Fedeli di San Pierro pa indurIo ad accettare il Papaw; ma egJi pro- 
tefiò di volet più rolto andar pcllegrinando,. che di conJifcendcre a i. 
101'0 valeri: e cafo gli face{fero qualche violenza, fe ne tornerebbe 
tofio a 
,Jome Calino tal qua-I:: era, ed eßì commencrebbono COR ciò. 
un' 21zior.e ndicola. Nel d. fcguente fi congregarono tutti. e dledero 
a Ddiderio la f.\coltà dl nominar ehi dovdlè cmpiere la Sedia di San 
Pierro; cd cgli, co1 parere dl Cencio ConCole de' Romani, nomino 
Gt/om refco'l/o d' 0111". Erano tutti in procinto di proclamar PaJXt 
efro V c1co\'o, quando uno dc' CarJmaii fi oliinò a non volerIo, con 
allegare I Canoni, dol' quali fi proiblv
 la traslnione da un V cfcovato 
aU' :tlrro, qUJntunquc tali Canoni fol1èro oramal troppo andati in d1Íu.- 
fo. Qlcllo.act:idcmc f
 caglone, che i Vef.covi e Cardmct!l col Cleco 
c Popolo rifo!\'eílcro 111 fine dl crear Papa per forza Defiderio. Prc- 
fò10 dW1Cjl1e 1" clclTero, e \'iokmcmeme gh mifero addolTo 1a Cappa 
ro{fa, ma non poterono già vdtulo colla bianca:, tanta fu la di lui 
reli fienza; e gl' IIDpotèro II nome dl Pit/Dye III. II Práerro dell' J m- 
pcradore, chc lafCiato in libenà d"l Duca Ruggieri era tomato a 
Roma, C 10 Camp,doglio efercirava la fu:! automà, aduato, perchi 
j VeCcovi c Cardl11ali é\d iLLu12.a dl Gifolfo già Prmcipc di Salerno, 
nún aveano voluto confecrare \' delta .'\ rClveICovo Saleroi[ano, co- 
minciò notle e di a perfegllJtarIi, acciocchè non 1èguilfe la con
ccra- 
7.10- 



1.-}6 ANN A LID' I TAL [ A. 
FI\" Vo1g, zionc ddl'c1etto Papa. DO\'endofi qudla fare ne1:a ßtftlica V3tic:ma 
A
NÐ 1086. I)')IJ puterono effi aver libertà per celcbrarvi SI gran funzione. PnciÒ 
dopa quanro giorni effo D.:fÏdcrio ulèì di Rom.}, ed arnv.J[O :t Ta- 
ral:IIU, qUlvi depote la Croce, il M.!ruo, e l'aJrre lofc{7ne Pontlft- 
call, nfoiuto di valer piuttotlo andarfcne rel Mondo, d
e di fotto- 
mettere Ie Cue frJlle al pefo dd POntl-hearO, e Ce Rt:' torno a Monte 
C"fino. Per qU.lme preghlere e lagri me i Cardinali e i Vefcovi ado- 
pcraíT'ero, rarprcfenrandogli il bilogno e il danno della Chiefa, nol 
pnterono rimuO\'ere. E [Uuochc facdTero venire al Monitlero Gior- 
dano PI incipe l'i Capoa c
n un grandc derci-to, non rlUfei ad alcuno 
d'mðurre Odiderio a lafciarfi contèerare. In così fluuuante nato 
palso ancora I' 311no pre[ente. 
Ðominava tuttavla in MantO\'a la Contr1!a A1a1iMa, e feeo fi 
trovava l'ilIulhe fervo di Dio Anle/mo, dl naZlon Mihmelè, Vefcovo 
dl Lucca, glå dalla [uol .chic[a fC3CCIi1to, e VIcario del Papa in Lom- 
hudia. .\mm.llatofi egli in dfa Cud., pa[sò a migJ-ior vira nd di 18. 
(a) Vita S. dl ÑJarzo (a), e alia fua tomba fuccedewno non poche miracolofc 
",hftlmi guanglOni: p(;r Ie quali, ma più per Ie rue infigni V irtù, fu anno- 
Lllctiijis in verato fra i Santi. ScrilTe molti Libri, e ne rcHano due, compolti 
.Arl. Sllnfl. in difefa di Pa p a Gregorio V II. comra dell' :\nrip.1 p a GUiberto. LcO'- 
BotlanJ Ild - h r. V ('. d I - P . . 0 
diem ;8. geh ane e la IUa Ita, Icr![[a a ,Iuo ennenLlCrC, cloe da un Au- 
Mllrtii. tore comemporaneo. EnolJ ne gh anni addie[ro rihellati i principali 
ddla B.lviera a Gut/fo 11/. 101'0 Duca, ed avcano abbracci:no il par- 
) Jd tico dell' [mperad{)rc Arrigo. (b) Neill Palqua ddl' :U1no prefente tì 

 ,,;tr

_ . ne,)n;:il1arono con Gur:lÞ), ed abb,lOdonarono il parrito Imperiale. 
m:. ,:n 
hr. VnÜlti pnfcijt dlì Bl"..relÏ co i SUl!'vi e Sa/ToJ)j Ii portJrono ad alfc- 
51 5 tl>trt. In dlare h Città di V Irtl.burg. ()ort,)ffi colà Arrig() con un efercito di 
Chronlc'r vem imlla pedone tra fami e cavalli per liberar1a dal1' a/Tedlo. Scguì 
la A; la so.,. dunqu,-' una ficra bacraglra frd queJle due Aroute nel di I I. d' Ago- 
Ill;;. A.YO (to. Rotto r\mgo fi talvò colla fusa, e de'fuoi rimltèro ful campo 
P1ù dl q .I"tero mila, e poch1i1Ï 111 de' C.lttollci, a
 qu.lli pOI non fu 
d.ffi';lle I' avere 111 lor bl/ia qudla Ciuà, e J' jotroniZZdfvi il V c/covo 
C.)[[OIico Adalbcronc. Ml fil.JO palsò molto, che Arrigo [ornò [ono 
qudla CI
ta, per qU,1ntO I
ri,ve 1',U rfp
 rgen[e (c), diJve fu di nllovO 
pOtt0 in tcdla II V dcovo SClsmaoco. Eaeadnli pOI portatG e/To -\u- 
gUlto VICII1') ali.t Fel.la dd Santo N a[ak aU'd.tTcdlo di Ul) Canello in 
ßo1VJt"C:l, Guelfo Ouca d. qu..;lIe COI1[r:tdc, e Ber/o/do DMca dl Suevia 
gll furono addotTo, e [aIIn_ me 10 lirll1l.=ro, cht: lè voi!
 ufclrn..:, gli 
eonvenne p,.om,'rrc:re di tencre una Dictoi, dove fi tc:rmina(fe la di
 
(cordia dd Regno. 


(c) Urfptr- 
,enfis In 
çhr'ni,. 


Anno 



ANN A LID' I TAL I A. 


2.47 


Anno di C R 1ST 0 MLXXXVI I. Indizione x. 
di V IT TOR E III. Papa 2. 
di AKRIGO IV. Re 32. hnperadore 4. 


V Erfo la metà di Quardima. deW- anno- prefenre fi raunaron.l mnlti Fu V (\!g. 
V t'fcovi e C.uJ!nah nella Città Ji Caroa, e vi tcnncro un Con- AP<NO Ic87. 
cilio, 31 <.,uale preCedene De/iderio già eketo Papa (a), ed inrerven- (a) Petrus 
nno Cencio ConraIl' colla m1gg.ior p.lree del ia N ( d )bll I 
à 
.oma V n
, Gi
r
 g


II1;;fìn. 
dano P,-Ùwpe dl quel1a Cluà, e Ru
gieri DUeil I ug 1:1. IntO IV I l , 68 
D.:fìdcno d.llle tante 101'0 preghiere, e come io vo cr
dendo, anche '3' ca, . 
dalle prom::f1è a lui fane da que' hincipl" e da i Romani, di affiflt""
 
10 con bï.lcciO' fane contra dell' ufurpatore Anripapa, rirlgliò la Cro- 
ce e la POrrOI'd;' e rornatn neJ dì delle P.1lme a' Monte Cafino, quivi 
foienniz.zò la Pat'qua. Po[cia palsò con c:ffi Principi, e colla loro Ar
 
mata verle, Roma, e benchè fofTe forprefn da una languidezza di forze, 
fi accJmpò fuori ddla Portica di S:m Pietro. Dianzi'avea l' Aotip3P;\ 
occup:n.t la ßa6tica Vaticana, e la difendea con una nuno d"armatl. 
Fu dI'a in fine ricupt:rata daWarmi collegate j e però il novello Papa 
Pittorc. llJ. venne qUivi confecraro nella Domenica- dhpo I' Afccnfionc: 
da i V cfcovi d' a{ba, di Tu[coto, di Porro, e d' Albano, con gran 
<<:oncorLo del Popolo Romano. Dopo otto giorni fe ne tornò egh Co i 
fuddt:tti Princi-pi a Monte Cafino. Ma perchè la CO"/
 l\laliJda cd 
fuo elÚcito era glunta aRoma, e gli notificò I' ardente fua brdma 
d'dbhoccarfi con lui, per mue fi reUimi colà, e Ii fermò in San 
Pierro per 0[(0 giorni, e nel dì di San B.trnab.. coW aiuto dl Matilda 
palT.1[o i1 Teverc emrò in. ROffia, aecolto da gran folia. del' Popolo, 
e dalla m.lggior parte della Nobiltà 
 Cosi tornò in Cuo poten: tutta 
quell! Cina con Caficllo SJnto Angelo,. San Pietro,. e Ie due Città 
dl Porro c d' a (tia _ PreCe cgli abnazione nell' Bola. del Tcvere. M a 

ella Vigilia di San Pietro eccoti comparire un MefTo, che fi fiufe: 
tpedlw da .-\.rrigo, il qtlale imimò a i Confoli, Senarori, e Popolo 
Romano 1J disgrazia dell' I mperadore, fe non abbandonavano Papa 

'ittore. .\ lbra i volubili Rom3ni congiunti colle foldatefcnc dell' An- 
tJpapa caCClarono di Rama tutti i tc>ldati del Pàpa, che {j ritirarono 
in C:.1l1dio Sam' Angelo.. Pí'cfero anehe tutti i contorni deUa B.dìh- 
ca V dticana, ma non potc-rono gii emrare in efTa Bdfilica, in manie- 
fa. cI
e l' An.tipapa,. che fpcrava di cckbrar ivi McfTa nella Fefla di 
S. I'lt:tro, tu co{heno a cclt:brarb nella- Chie[a di Santa Maria nelle 
Torri. contlgue alia V aticana. Nella fera poi ne ufcì la guuniglOn 
PontlfiÒa, t: Guiberro nel dì feguenrt: vi cdebrò> ma ritiratiiì i fuoi, 
nd giorno- aprreff
l Tlrornò quella B'161 ica aile msni di Papa Vinore. 
Era ben cl ' mpal1ìonel.- ole 10 Haw di Roma in tempi di tanta 1\1: bo- 
lem
a. Rell1tuitoli a Monte: Catino dfo POf'1teficc, pa[sò poi ndl' Ago
 
110 



J1'u VoTg. 
t.",p.;o 108,;,. 


(:\' Cønci- 
lior. La 10'" 
1.m. K, 
Chronico?J 
V;rdUlItRft 
<<putl Lab/'. 


h' ehron. 
:I'I-4;U// m. 
liP" I Frthe- 
ru''J r. I. 
(c I Dal1dlll. 
;
 ehron/cil . 
Tom. If/I. 
Rer. it,d;,. 
.Ha 1 llnul 
1'0:"'141 In 
e/'ro"ho. 
(7 111/;. 
(d Berthol. 
l:ls Con- 
i! ,lo711e1lfil 
i If Chrl111. 


2.43 ANN A LID' I TAL I A. 
0:0 a 8ene\'('11to, dove tenne l1
 Concilio, cond:mnò Ie Tnvd1imre 
date a gli EcctelÏ,\nici, rif'!o':ò Ie fcomunichc comra 
ell' t\nrlt;:Jp:t 
Guiberto, e Ie ml'defime ccnfurl" fulminò contra di Ugo drci'l.,t(,;cvtJ 
di Linne, e Ji Ricca,-do Abhùtr di !\Tarlili1, rcrchè opp')l1ili all'd-:l1. 
tninn d' effo Papa, s' cranl") dian7.i (erarati d:lIJa comu.,ion della Cf1i
- 
fa Romana. N rln potè già acc.1dere fcn7.1 fc:mc:!.!lo il ve.Jcre, chc 
qud1:o -\r('jv
fcovo, propano d,ll1o n
(To Papa Gregorio VII come 
rcrlòna dcgn1 di fucc
dac .a lui net POnrlnC.UO, mo(fo poi da amhi- 
z:0ne & irwidl<l, fi rh'ølra(fe contra d' drn Pap1 Virrare, e ne rparla(fc 
(cnza riregno alcuno. Rella turt;tvi:t un:t di lui Lenera (crirra :Ilia 
Conre(fa Mdtilda (.), dove traIta J):fidt:rið per lIoma dominlto d,tll" 
ambizione, vanagloriofC\, anuro, can ehiam:tr nf'fl.,d
 Ie di lui azio- 
ni, per Ie q1.uli ca
ioni aveva dTo Arcivcfcovo impugnara Ja confc- 
crazione del meddimo, con efigerc, ch'ef51i prim:! cvacu2flè alcuni 
re.
!:Ï. Talc l1ondimc:no era nata in addicrro 1:1 ,-ita di Dc:fiderio, ralc: 
b fUA Piet:ì, e it rLio Zelo p
r Ja R,cligiont', che nol'\ fi del" pretiar 
fcdc: aile diceri;: di qudl' ArciveCcovo, if qU'lle h:-11 Ii fcorrin, ch
 
mGríva di vog1ia del Ponrifi. ato Rømlno, nè pot
a folferÏre, ch' a1rri 
l' 3veITe preoC'cupato. Men.rc fi cclcbr1V:I il fuJJato Concilio, pcg- 
giorò di {;mità Papa Virrorc:, per c:1ginne d' Un1 g:;gliarda dj(f!'nre- 
ri:t, e però Ii affrerrò di [()rn
re a M..mtc Ca(jno, dove prc(cntò ;1 i 
Veleovi e Cardinali Ot/one Pefto'Vo d' Ol1ia, conli;o:.;1iandoli èi eleggcrlo 
per luo Succc(fore. Dopo Ire giorni, cioè ne1 dì I á. di Settemore, 
palsò a goderc in Cil'lo i1 premio delle fue farich:.-, con lafciu fama 
dl Idntità prdio i hUó1ni, ma n(}:1 già preero gli Scirmatici, che fca- 
r:carono ci)ntra di lui non poche calu:1nie, come a'leano fano di Gre- 
gori l ) V If. Ie quali fi leggono nella Cronica d' Augulta (b). N è man- 
cano Scritlori, che il dic'1no (,) morro dl ve1eno a lui dato ncl facro 
C:1lice j ma qudh probabi1mente fu una di queUe immaginazioni, che 
f.æci]mcnte nalccan(') e fi dll1tav:Ino in Sl'cnli di tante turb
)lenze. Papa 
V r(tore II I. ú acqui fiò credlto anche fra i Lencrari con tre L,bri 
di Dlahwhi f1cri, i qu.di (ono alia IlfCC. Fu in qUf'll' anon ful prin- 
ciplO d' 
gofio tenut.t una gran Dicta da i Pnncipi 'fedefchi delle duc 
fazlOni nella Cittå di Spira (d). V'intervenne ancne "Aflgujlo /Inigo. 
Q.Ul"1 del parrito a lui conrrario Ú e6birono di riconole.:rlo per Re, 
purchè egh impettaOe l' affi)1uzion dl1\C fcomunichc. Ma perfi (tendo 
eglr in protc{brfi non ifcomunicato, andarono in fumo tunc: Ie fpc- 
ranzc dl quell' AíTcmbIea, ed ognun dal fuo 
anto ,Ii nvnlfe a 
rcpa. 
rar atmi per la guerra. Arrigo c.olle (
e arm 1 to
no adJolTo a I Sdf- 
[oni, ma gli c.mvcnn'" fuggtre, rnfegUl[o 5) da VICI

 d.al Re. 
rm,m. 
nn, che fe non era Egbert/) Cont
, chc per fua malrzla il bfelO tcam- 
pare, egli cade\'. neUe mani de' SaíToni . 


. 


Anno 



ANN A LID' I TAL 1 A. 


2+9 


Anno di C R 1ST 0 MLXXXVI I I. Indizione XI. 
di U R BAN 0 II. Papa 1. 
di A R R IG 0 IV. Re 33- In1peradore ). 


S Ino al dì 8. di Marzo dell' anno prercnre rdlò vacante la Sede 
Apofiolica {,,). Tame furono Ie illanze de' Cattolici Romani, c 
maffimameme ddla ContdT'a Matilda, che da varic pard dell' Italia , 
ed anche di Oltramonti, fi raunò un Concilio in Terracina, e nel fud- 
deno giorno i Vefcovi e Cardinali col refio del Clero e Popolo con 
Yoti concordi fi unirono ad e1eggere Papa il Yefto'VD d' Oflia Ottone, 
di nazion Franzefe delta Oiocdi di Rerns, at quale impolero il nome 
di Urbano J I. Era quefii perfonaggio di gran vaglia pcr la fua Let- 
teratura, mirabile per I' attività, e di lodo i.ocorrouo per la Re1igio- 
Ae e per la Difciptina Ecddiaftica. Fu prima Canonico di Rems, 
poi Monaco di Clugnì, poi Vefcovo d' Oaia, cd in fine Romano 
Pontefice. Nd dì I z'. di Marzo prefe egli il poífc/fo del Trono Pon- 
tificJ.le con plaufo di tutti i buoni, c dalla rnaggior parte dell' Euro- 
pa accettato e riveriro. Turto ciò abbiarno da Pietro D iacono, it 
quale parirnente raccoma (lr), che Papa Vittore Ill. prima di pafiàrc (b) IJem 
a miglior vita, ardendo di âdidcrio di veder gafiigata la baldanza de' I. 3. c. 7T. 
Saraceni Affricani, che con freqaenti pir
[erie infc:llavano Ie cofic 
d' Iralia, e fapendo quanta foífc Ii! bravura e potenz.a de' Pifani e Ge- 
novefi in mare, commo/fe quefli due Popoli, ed altri non pochi dell' 
Italia'i formare t4na poJerofa Armata navale contra di que' Barbari . 
Adunque dopo la fua mortc, e nell' anno prefente fecero cffi Crifiiani 
I' imprefa contra del Re di Tunifi, cd efpugnarono una Città con ta- 
gliare a pezzi cento mila Mori; e quel che fu più mirabile, nello 
Jtdfo giorno che fucccdette Ia 101'0 vlttoria, se n' ebbe, e fe ne lpartè 
la nuova in Italia. Non hAn bifogno i Lettori, ch'io 101'0 dica, che 
la ilrage di tanti Mori è un ingrandirnento ddia fama facilmemc bu- 
giarda in fimili capi. Anche Renoldo da Cofianza (c) parh di <jue1to ft) :Berllro[.. 
fatro con dire, che i Pifani e Genovefi cd alai moln Itali.mi oHil- ll'-lS Con- 
mente afT'altrcno il Re d' A ffrica, e daro il facco alla di lui terra, il jl7nm>>fi
 
cofirinfero a ri fugiarfi in una Fortezza, c a renderfi tributario de lIa In ChronIC. 
Santa S
de. Gli Annali Pifani rnedefìm.1menre (d) gon6ano Ie trC/robe (d) .Ann.Z. 
con farci fapere (0[[0 }.anno prefcnre, che Feeeru1tt Pifail; & Janucn- Pi/ani n. 
fts ftolum in .ñjf,.icilm, & uperunt d'las 91Iunitiffimtlos Civitates (AbnadiatrJ V 1. . Rerum 
è íCfluo di fopra) & Si/;jliam ;11 die Satléii Sixti. In ']uo bello Ugo J7i- ltal"ar. 
feeD.me.s filius Ugonis Pi&eeomitis mortltUS eft. Ex fjuibus Ci'vitafibus, Sa- 
racmis fere omnibtrs interfeéiis, 'I'11:Iximam prÆdam au,.;, & 'argMti, pa/- 
/ÙIf'I/m, & ornammtorur.! abßrq,xerunt. De 'fut: prÆda thtfturQs Pi/anæ 
E,clefi.
 ti;'Vcrfis ornll1?fP;ltis 11Iirabiiiter ampü..ficavr:runt, & lieclefiam Reati 
Si:<li ;n Curte reter; ædjjicavef"unt. Pero s' han da com:ggere gli aJtri 
CJô'!1. YJ. Ii Anna- 


E R" Vo1g. 
ANI'oO 1088. 
(01., Petrus 
Diacowu 
Chr. Cllfi- 
nenf. I. +- 
cili. 1.. 



'2.;0 ANN A LID' I TAL I ^. 
Fu Volg. -"rmali Pi[ani, che mettono quella irnprcfa. all'anno Iò7f. 0 pure al 
Aaaw 1088. 10 77. Credono alcuni, cbe in Affrica fofTe la Città dì .Uearli4, chia- 
m:aa, in qudl-i Annali 4/madia, e per errore Da!mazi:t. l\1a che i Cri- 

Ianl prcndefTcro aJ10ra Sivi
lia, Cmå ch
 non fi fa che fia mai frata 
. 111 .-\ífrica, 0 SivigIia Città di Spagna. non è runto crcdibile. Pietro 


s 

:[;
- Diac
no pd
la d' una fol
 Città. Goffredo Malaterra (a) fa, anch' egli 
,ma lib. 4. me
7lonc d, 
Uf'lla fpedlZione, narmndo, che Pi[ani apud A[ri,am ne- 
ca/. ]. gotlando frolicifcehantur. ßGuafdam inJuriq,s paflì, 'tX'rrcitu congregato, Ur- 
bem RegltJ11l Regis crunicii oppugnantes, ufqlle ad major,,,, turrim, qua Rex 
defe Jdeb
tur, ,apizmt. Adunqn
 10 sforza de' Pifani fu contr:t Tunifi. 
Se effi 10 olrre cfpugoafTero Meadia, 0 Almadia, refta inceno, quan. 
do per avventura Tunifi e A1madia non 'fofT'ero la fidTa Città. Ag- 
giugoe dipoi, che i Pifani n01'l avrndo forze per mamtner Tunifi in 
loro p<?rere, fpc-dirono a RII1.g ier ; Conte di Sicilia, con efibirgli il pof- 
fe(fo dl qt
e!l
 Città. Ma Ruggieri, fra cui e il Re d
, TundÌ pa{fav
 
buona amlclzla, non "oUe rnmperb per quelto,- ó pm totto perche 

onofce
1 trorpo difl1rile il foften("r Ie conqt)
 lie nell' A ffrica. Però 
II Re dl TUlIfi per libcrarfi da i Pifaf'li ðiede l{)ro una gran fommn 
di danaro, promifc di nnn più corfeggiare f()"ra )e Terrt d' I talia, c 
rilafciò tutti gli Schiavi Cri1liani. Un tal raèconto a me fembra il più 
credibite di rurti. 
Ora, ci vien dicendo il 1\1alaterra, che in quefii medefimi tempi 
il fuddc[to Come Ruggieri fece )' imprrfa di Siracutå. Sembra fcor- 
retto il fuo t{'fto al10rchè me
te queO:i fatti [otto 1'lIono I08f. Anche 
(b) Lupus Lur o Prorofpara (b), e Romo3.1do Saltrnit:1ho (,) riferitcono al pre. 
P , ' røt c Djpllt". fente anno 1088. )a P ref.1 di Siracur." 1.1 q tnle P tr refiimonianza ù' clio 
n hronlC." If 1 d fi .' P ! ' 
(c) R,mu- .'\'13 aterra acea de m'lla forma fcguent'e. Mentr'C: 1 trovav
 ,10 ug_la 
II/d. Sa/m.. 0 in Catabri.1 it Coate Ruggieri per ealmare Ie diffcnfio01 1Oforte tra 
Chm.. Tø, it Duca Ru'{gitri, e Boam()wlo Cuoi Nipoti, Bentven: Saraceno enman- 
)"11. lterum d ' s r r 
 d . . d It 11 
þ.li'Rr. an
e In, IraC{'I
 con una 
quaura ! naV! avea ar? un gran gua ú a a 
mmna dl Reggio e d' aIm Luoghl del1a Calabria, con profanllr Ie 
Chie[e, e condurre in ifchiavitù 'Ia Monacbe e 
1i attri abitanu.. Pe
- 
ciò Ruggieri aHcO:ita nel Verno una numerofa fi()tta, net M 1991O dl- 
riz.zò Ie prore aHa volta di Siracufa, e pet terra fpedì Giordllno fuo 
Figliuo10 colla Cavalleria. Ufcitogli incomro B
navert con 
Ultc Ie 
fue forze di mare, fi venne ad un,l fañgninofa battaglia. 
a\ro Rug. 
gieri nella Capitana nemica, e volcndo Be-navert paf1àre 10 un' alt
a 
nave, cadde armatO in mare, e vi fi affogò. Ehbe con ciò fine 11 
comb.mimento. Moltiffimi 1e
ni di ,que' Mori vennero in por
re del 
Conte. Dopo di che eg1i ilrinfe d' afTedio Siracu[a, e vi O:eHe Intorn
 
ben quauro Meú. Per la mancanza de' v'Ìveri' a tale \'cnne la fam
 d
 
que! Popolo oO:lOato nella difefa, che alcuni fi cibarono di cadaven 
umani. Fin:ilmenre veggendo 1a Moglie del mf"rro ßcn-1ve
t, dlfperato 
il cafo, imbarC3tafi col Figliuolo, e co' principali S,lraccm m due n
- 
vi, fcee veh, e fi fa1vò neB:! marina di N oto: con chc quell a ,nobl
 
Città venne in poten: del eolltc Ruggieri: Fece egli ribencdi re I f.lcn 
Tcm- 



ANN A LID' I TAL I A. 'l.5'I 
Templi già occllpati da i Mllfulm:mi, e conceJette it dominio d'dT'a Ell A V'};
. 
Cin:ì al Fi&'iuolo Giordano: 0, Se creJiamo al r
!lo di Lupo Protofp
- ANÞ,Q 10ð
. 
ta, COm!:1CIO, hccome ho gl.1, detto, In ql1eft anno la guerra fu 11 
Duca dl Pugh:1 Ruggieri, c ßoamondo fuo Fratello m1gglC1re. A me 
fembra pill verilìmlit:, che Ie Ie Jetfe principlo moho prima. Ceno 
è Fer andhto del i\hl.
terra, 
he, Boamond
 s' era inhbnorito dcl\a 
Citrà d' Ona, e f.ltta gr<ln math dl geme II'ttltava tune Ie comrade 
di Taranto t" ë' ürranro. Romaaldo S,tlernltano fcrilre, ch' egil in 
quell" allno all'lmprúvvlto comp.uve a Farl1lto nd rcrritorio dl ß.:ne- 
vemo, ed attacco banagha call' ,-\rmat.! del, Duca fuo Fratello; e fu . 
mirabi\ col:t, chc: qu.mrunqu:: rctbllcro priglOnicri molci folJari d" dIo 
BoamonJo, rurc a nJèn'a ó'un 1010, muno morì in quella zuftà. Ora 
il Conte dl S;cilia Ruggieri S'IIHèrpole fra i N Ipatl, e trano di pa- 
ce. Scbu', in rani un accodo fra loro, per cui 11 Duca 'rlcne a 
Boaml'nJo Ia filddelt,\ Cnrà è'OIÙ, can ümmro, Ga1.lpoli, Taran- 
to, cd altre Tene. l'v1a di queita dlièordia fepre rrofiltare a:1che il 
Come Ruggieri 101'0 Zio, rerchè 
n prcmJo d' aver prefå 13 difdå del 
Duca Ruggieri, ottcnoe d 1 lui I'lI1tt:ra fignoria deUa Calabl ia. Ro- 
berto Guitcardo non gli avea ceduto fc nun la metà del dominio nelle 
Terre di quclla Provincia. In qual lono poi prccifamente fì ibbihlTc 
una rat concordia fra i due FratelJi,. non rol1iamo aCcertatamentc tå- 
perlo. Mancò di vita in quell' anl10 (13) l' lmperddrice Bc,.t.-
, e tr.tfpor- (
) Btrt/'.t.- 

ato f
 il fuo. cadavero alia Ci.ttà di, Spira. E i Sal10ni abbraëciarono fl::t
:fi
 
JI partlttl dell Imperadore Arrigo: Jl che fu cag:one, che II Rc Er. In ChrD(Jj,
. 
manna h ritir:1flè in Lorena. Poco nondimeno qucfii lcJpravifTc, per- .AnnidifllJ 
chë cfTendo aU' aíTcdio di un Caficllo, colplto d.! un fal1à nella telta, Saxo., 
lafèiò q uivi l.1 vita. Altri mettono la di IUI morte nell' anno 1086. 0 CAhrD

CD1J 
8 " c d ' I . II ' S >I>ouguJ.a... 
pure gel 10 7. ma pm Ie e meflt<lno g I a egau crittori. Riufcì an- 
cora :\ Guelfa Dltca di Baviera di prendere in queLl' al1no nella fr-conda 
Feíta di Pafqua la 'Ottà d' 
"ugufb, e di fan'l prigi
ne Sigefredo Pe- 
[covo Scifma
'co. Poc
 poi fictrero I ,S.ttfoni 
 pe,rtuafione di Egbet'to 
Alarcheft a nbellarh d1 nuovo ad Amgo; a07.1 lUl fidTo afT
diarono, 
e fe volle liberarfi, fu cQfintto a promerrere molto, rna fenza ch' egli 
fi credetTe poi tcnuto ad o(fervar la parola. Jo non so bene, fe neU' 
anno fegut"ntc, come ha I' Anna\ilb S.dfone; 0 pure fill fine del cor. 
rente, dal cui Natale Berroldo incomincl:1 il filo 
nno, fc:'guitfe la rorra 
data in Saíronia dal Marchefe E.gberto al luddetto Arrigo. Ceno è, 
che in que! conflnro rdtò mðtro 10 fcifmatico V cCcovo di Lof:u1Ila, 
e prefo 
icmaro Arci.vejèflv, di Brcma. Ebbe f.'itica a làIvarfi Arrigo. 
Nella VIgIlia appunro dl Natale luccedctte quefia battagIi4. 


. 



 
 d 
' . - .
 

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J "0, 

. 
... 
. I 


1 i 1. 


Anno 



1)'2. 


A H N A L I D 1 I TAL 1 A. 


Anno di C R 1ST 0 MLXXXIX. Indizione XI t. 
di U R BAN 0 II, Papa 2.. 
di A R RIG 0 IV. Re, 3 + In1perador
 6. 


F.1l A Volg. S Econdocbè s' ha da Bcrtoldo da Co(hnza (oil), econe in quell' anno 
ANNO 1089. Papa Urbano un Concilio di cemo quindici Vefcovi in Roma, 

a} lJ
'hoJd: dove furono confermati i decreei de' Pontefici predeceffori contra de' 
Ji::,;,
j
 in S
mo
iaci, c<?ntra del Clero ,incomi.nenre, e di GU.lbeno Anripapa: 
Chr,,,Üø. eouUI tuttav.a fi tcneva fortlficato 10 qualche fito dt Roma. Toman 
in sè i Romani, cd animati da qucí1:o coraggiofo Papa, l' a{fediarono, 
e a tali rcttezze fu rido[(o l' ambiziofo Guiberto, che fe volle n- 
fcirne, g i con venne promettere con giuramenro di non occllpar in 
avvenire la Sedia A poí1:oIica. Anche in Germania fi trattò di pace 
fra Ie due fazioni. S' abboccarono i Duchi e Principi Cauolici collo 
fidlo .Arrigo JV. offerendofi promi a riílabilirlo pienamc:nte nel Rt
 
gno, s' egli abbandonava l' Al1tipapa. Non era egli 10nt3no dal farlo, 
ma riCerbandofi di aver I' a{fenfo de' Principi fuoi adcremi, trovò tale 
fchiamazzo ne' Vefcovi Scismaciá del fuo panico, pcrfuafi della lor 
cad uta , fe quefia concordia aveva eÆètto, che andò per terra tuuo 
(b) Chr,n... quel cractato. In quefio medcfimo :mno (b) dfo Augufto Arrigo pa(sò 
1,FIIP/'''S s,,
 ad un fccondo Matrimonio con Adel.Jide (chiamaca Pmjfede da ßer
 
31'. . toldo) Vedova di Utone /l-1archejè di Brandeburgo, e Figliuola del 
s .AnnAlift" Re delJa Ruffia. Le Nozze turono celebrate in Colonia. In un grandc 
"".. afcendeme fi vede in quc:lii tempi la nobihffima Cafa d' Ette. A veva 
i1 Marchcfe AlbertI Azzo 11. in Germania il (uo primogenito GuelfQ 
IV. Principe belhcofo, e forte lõí1:egno del partito Caccolico, in pot:" 
fe{fo dell'infigne Ducato dclla Baviera. Si fiudiò egli d'ingrand11" mag- 
giormcme la di lui Linea con un cofpicuo cd uriliffimo Marrimoni(l, 
c trattò con Papa Urbano II. di dar rer Marico alia celebre Comdfa. 
.l\fatilda Gllelfo P. Figliuolo d' elTo Guelfo IV. Fu la pf()pouzione 
molto acceua a1 Pontcfice, e però indulfe la Conte{fa ad acconfentir
 
{
) :a".,J"J4. vi, tam pr
 in.cfmtine,!tia., dic.e 
ertoldo da C?{

n1.a C
), 'luam pt'o Ro- 
C.lnfl41:- mtlni Pontifitls DbedzmJJtI, 'VJde/zcet lit tanto "UJrJIJIIS janf/te RlimalltE E(
 
til1lfis. ;11 dc.fi4 contra Sthismaticos poJ1et jùb'1:enire . Cd) SQPpiamo da Alberico Mo- 
ctrønj,"', naco de i tre Fonti Ct), che nell' anno 'precedente RøbeJ'to primoge
 

v
in
..,;:
J'. nito di Guglielmo il. eonqui{\atore, f
mofiffimo Re d' Ing
iJterra, e 
Sig,6tr
uJ Duca di N ormand.a, avea. temato- di onen

e per 
oghc 
a fud: 
in Chrø'''
. decta Contc{fa, ma non gh venne fatto . Gl mtereØi d. quelh temp! 
\c) .I1.IJlrlc. configliarano il Papa e la Contdfa ad accordarli con Guelfø P. per
 
.u'''Afhus 1 " I " S ' d . B . ' G ' d II C 
"pul. L,ib- C le coSt c.on g,' tat
 t avtenla m ermama, e co
 quel e a on- 
nil. te{fa Matthia In Iralta 
 e del i\la r chef6 .dzzo EllenJe, A volo paterno 
del medcfimo Guelfo V. li veniV3 a maggiormcnre a{fodare it partico 
9 C ' CattoJici, Chc nc i Capito)j) 0 Dclle promdIè: di sì f;\tto Ma
ri- 
81onto 



# 


ANN .
 L I r! I TAL J A. "2.5'3 
monio foß"e fiabil1to, che gli Stati di Matilda avefT'cro dopa 1:1 di lei Ell A Volg, 
mone a ricadere in cao Guclfo V. io non ne dubiro pumo, per Guel ANtw 1008 9: 
che diremo all' anno I09f. V cnne in fani Guldio Principe In lcaiia, 
e nc fegUirono Ie No2.zc. Perchè dùvette con gran legrc[czza con- 
durfi qudto afl
rc, l' lmperadore Arrigo lòlamente dopo il fano venne 
a faperlo. N c arrabbiò, ragionevolmemc temc:ndo, che Gudto nodo 
gl'imbrogliaffe forte gh aff.ui del Regno d' Italia. Però fi dicde a 
far preparamemi per calare di nuovo in quefie pcnti. N è tardarono 
gli Scismatici di Lombardia a prendere to1l:0 I' armi contra dello fiefT'o 
Guelfo; con poca Fortuna nondimeno, perchè furono sì ben riccvuti 
d-a lui, che ebberó per grazia di ottenere per mezzo della ContefT'a 
di lui Moglie una rregua fino alIa Pafqua prollima ventura. Circa 
quefii tempi ancora fi dee riferire un' altro avvcnimento fpename alIa 
medelìma Cafa d' Efie. Era nell' anno 1087. giumo al termine de' 
fuoi giorni il fuddetto famofillimo Re d'Inghilterra Guglielmo il Con- 
'juithtore, con lafciarc 11 {Ì)lo Du.cato di N orrnandia a Roóerto fuo 
Pnmogenito, e il Regno d'Inghilterra a Gug/Ùlilllo il Rollo fuo Se- 
eondog(OIto. Inforfero tollo dllfcnlioni fra i due Fratelli, nè mancò 
un gagliardo partito favore\'ol
 a Roberto tldfo in Inghiltcrra. Si 
Frevalfero dunque di tali torbidi i PopoH dell'viaine in Francia per fot- 
trarfi all' ubbidienza del Re d' Ioghilcerra. E perch': confervavano tu(- 
tavia la divÐzione a i Figliuoli del fecondo leno del Marchefe Azzo 
Efienfe, e di Garfmda Conleifa, ultimo rampollo di Gue' Principi, Ii 
- richiamarono per la feconda volta al pofT'd1ò di quel Principar-o. GJi 
Ani de' Vefcovi Ccnom::menfi., dati aHa Iuce dal Padre Mabillone (.), (a) Nlfbill. 
e Orderico V itale nella fua Storia (b), rcrina in vicioanza di que' .AII/dlll. 
, C . d ' fl f: TDm III 
tempI, l'anno memona 1 qucuo ano. (b) 0 d "; 
Scrive fpezialrnmre Ordcrico, che i Cenom3ni fi>edirono in Ita- yitilli;;;;:- 
lia i lor Lcgati a i Figl1Uoh Azzonis l\1a;"eh;OIlis Lig,uriL, con grande fl.,r. Ecd'.[. 
illanza, perchè pafT'
ß"ero in Francia. Tenncro quefb configlio col. Pa-' lib. 8; 
drc (uuavia vi\.ent
, e con gli. amici. TåHdem d
finierunt It'- Fu/&o, 
flti nalu major e,.at (fu il propagatore dell, Linea Eflenfe oggidì re- 
g'1ame) Patris !lone,.em (cloè gli Stati) ilJ ita/ia p,flit/eret, /luge au- 
tme Frater tjus Prineip"tum (del Maine) ex M
Uris hem/itlite jib; repo- 
fcet'et. POI tolli dunque Ugo in FrancIa,' c ritornò in po!Tdro di qucl 
Principato. Ma pcrc10cchè era egli bensì nato di Cala d'Efie, ma. 
non avea 
redi(ato il valore e Ie ,inù de gli Ei1enfi, gli mitè talo 
fpavento in cuore Elia, Signor della Flechc, con elåger.irgli Ie. forze 
"del Re d' Inghilterra, che l'indufT'e da It a non molro a vendergh .que1 
Principato? e a ritorn;lffen
 calico di difonore in Italia. Nè fu quctta 
]a fola aZlone dege!lerame d' cfT'o Ugo. Abbiain v-cduto, ch' egli 
prefe per Moglie una Figliuola del celebre Duca Roberto Gitifc.lrdl). 
Ora ecco ciò, che ne fcrive il fopra 10Jato Orderico. Hie Fili.lm Ro-, 

t'.ti Híseardi Coniu"em habuit" Sed gene,.ofL Conjtfgis magllanimitatMl, 
'Vi,. igna'/,.'us fer,.e non 'Ua/em, ip{am repudia,.Jit'. Pro qua re Papa Urba- 
1fUS (JI.) PQ/tlm titm txcomml411ica'L'il. QueHa :d altre azioni'poco lode:- 
voli ,. 



2.; 4- ANN A L r D' I TAL J A. 
voli, che io non tacerò, dd medefimo Ugo, furono in fin c3gione, 
che i luoi il cacciarono di là da i monti con inviarlo in B.orgogna. 
Secondo Lupo ProtnCpna (a), fu celebrato nel MeCe di Scttcmb,c 
di que it' anno in Melfi ,di Puglia un gran Concilio di V eCco\ i, :11 quale 
intervcnnero anche turti i Baroni di quelle pani. Fu in dfo accetrata 
e giurata la Tregua di Dio per Ie nemicizie private: del che s' è f.n to 
menzione di lopra. Ancorche Lura non puli di P..pa Urb,lOo, pure 
farp,amo, ch' egli preCedene a quel Concilio, ,e 10 H
'iro Stonco c'in- 
fl:'gna, ch' clTo l'ontehcc fi portò dipni :l B.ni.. ed apprd1à contecrò 
la ChiefJ. di BrindlG. .\rretta RomoaJdo S<lk'wit:mo (-S), che 111 qud 
ConcllÏo RlIp,gieri Duca di Puglia giurò va{Tana;
gio al P:ipa, e fu col 
Confillonc IOveHito 
el Duc
to. Morì in qudl' annn Sichel{ailtZ fua 
.Madre, e nel medd)mo p:mmente, e non glà ne11' annn I 086. come 
ha ii teHo del, Malaterra (l), da me creduto Ccorretto, Ru.
gie,.i Conll 
di Sicilia mik }' aOèdio alia Cirtà d' Agrigenro, oggidì Glfgcnti. Vi 
fictte touo da quatrro 
ldì, ed :lvendola aíl:retta alia reiã nd di 2.f. 
di Luglio vi colte dentro i F'gliuoli e l
 Moglie di Camuno ."-mira 
de' Saraceni, che furono da lui [rarrati con molta condia, e f.l.cillta- 
ron'o po(cia a lui I' acquilto de)}' imponante Forrezza di Caliello San 
Giovanni: .al che con ranti defiderj e sforzi non era poturo giugm:re 
mai in addictro. Imperocchè irnpadroni[oG di undici Terre circon- 
\'icinc, e mo(fo poi trattato di concordia col mcntovato Camutto, 
tanto operò, che il Saraceno non folameme abbracciò il partito di 
Ruggieri., ma anche ,la Religion Crifiiana. QEcl1o'efempio commo(fe 
gli ahri Mori a far 10 f!:elTo, e a conCegnare il fuddetto Candlo di 

an Giovanni al Conte. Furono a(fegnate a Camutto in Calabria molte 
Terre, ed cgli finchè vilTc, non mancò mai alia fedcllà v
rfo i Nor- 
manni. N ovciro Scrirtore Arabe mette )a ccnquifia fana d:i Ruggieri 
di Cailello di San Giovanni, e di Girgenti, fotto il prcced
nte anno. 
Mori cerro nel prefentc Lanfranco di nazion PaveCe, gloricfo Arcive- 
fcov-o di Canturberì in Ingbilterra coo odore di fantità, e mancò in 
lui uno degl' infigni pcrtonaggi di qucfto Secolo. Fu rctlitutore delle 
Lcttcre in Francia, ddla Religione in Inghilrerra. In Ptacenza era 
fi.lto aCCC[[:1[O per Veicovo Boniz,nt, già P ejco'Vo CattoJico di Surri. 
Non potcano accomodarfi al fuo zel.o i faziomrj Selsmatici, e però 
crudc.:lmc:nre un gifJroo gli levarol1o la vita cnn ca vargli rrima gli 
occhi, e poi tagliarla a pczzi; Jaoncle fu riguardato qual Martire dalla 
d . 1, Chida Gurohca. Per [efiimonianza di Sigcberto (d), cominciò in 

2 ; .!/f;h: r - que1b tempi il morbo pefiilenzi.lk del Fuoco fac,.o ad atBiggere la Lo- . 
" . rena, e fi i parfe dipoi per la Fr.ancia, e per 1" halia. Confumava I 
poco a poco Ie carm del corpo 
ma"o, e riduceva a morte i pazien- 
ri, faccndoli divenir come carbonI. Fu per qudto cekbre col tcmpo 
la di\ ozion dc' Popoh a Santo Antonio Abbate venerato ill Vienna del 
Delfina[o, dove r!corrc.va la gent
 per la guarigionc di queLto m.\le. 
E di qui cbbcro originc tan,t
 Chidè di Samo Antoni<;> A bb.ue an
he' 
per Ie CiLtà d'lta!ía, e il dlrlgncre, 0 npprefcmare In alU':l m1m
ra 
. . il Sa.- 


]!Jl A Vo1g. 
AHNO lOð9. 
(:I) Lupus 
I'røto{pa / 4 
IiI Chronic". 


(b) Romual- 
tlUJ Saltrni. 
t",S. chr,n, 
"øm, V 11. 
Rtr. ilalic. 
(c) GAu.fri- 
.,., Mala- 
tlnA lib. 4' 

ap. S. 



ANN A LID' I TAL I A. 2;; 
it Santo Ci.1ddetto colle 6amme di fuoco in m!no, 0 da un Jato della Eu Volg. 
fua immagine. 
lCn.O Fuoco nelle aotiche rue Jmmagm1 figmficava ANNOIOb9. 
1a (ua gran Carità; il Porco a.' piedi la virroria di tuni gli afferri fen- 
fua!i. Ma il rozzo Po polo inrerpretò, ch' cgli avdTe partlcolar Virtll 
contra del Fuocu, e per la falute de' befihmi. L' ordine de'Religio{ì · 
ifiltuito (otto il ruo nome fu poi fupprdfo; il morbo per mtlèricor- 
dia del Signore col tempo anch' cffo cefsò, ma ne dura tuttavia J. 
memoria col nome di Fuoco di Sant' A mania, Santo venerato con 
.Itra idea a dì nofiri dal volga, qual Prorettore' e liberarore degl'in- 
cendj cagionati dal Fuoco naturale. 


Anno di C R 1 S T 0 MXC. Indizione XI I I. 
di URBANO it. Papa 3. 
di A R R I 
 0 IV'. Re 35. Imperadore 7., 


S Eguitan bensì in Gcrmania la difTenfione e fa guerra fra i C3t-, 
tol!ci e gti Scismarici; pure apprendendo I' Augufio Arrigo, che 
l' unione di Gueifo V. colla gran Conte.f!å Jfstilda potcffe dare un tra- 
collo a' fuoi inrcreffi in halia, determinò di vo1Iicar I' Alpi, e di por- 
tal' 101'0 adduffo la guerra. Catò dunque in J calia can un poderofo 
efercito ncl Marzo dell' anon prefente. Abbiamo da Donizone (a), {a) 1?,niu 
che anche prima Arrigo avea danneggiato, per quanro potè, la fud- '';, ,:;;tl,f"e 
detta Conte
a, cO,n, torte in Lorena tunc. Ie Caliella e Vil
e, a lei 
a
. / .1. 
pervenure per eredl[a dcl1a DucheJ!(j BeatrICe fua Madre,. a nferva del 
fone c ricco Candlo Brigcrino: 
Præterea Villas tiC Oppid'1, 'ili
 ComilijflJ 
H
c ulUa 1nMtes pDffiderat a Gmitrice, 
Ab!
ulit 0111 JÏno, niþ Caftru11Z BrigerinuIII . 
Era in poíTc/To la Conteffa \1atilda da gran tempo di Mantova, 
Cinà fignoreggiJt:t anche dall
1.Archeft B(m
fnziQ Cuo Pajre. N c im prere 
il bloceo 0 I' .lffcdlO "-rrigo, con dcv.\fiarne imamo il terr;[Orio. Ririroffi 
la CòmeOå aile fue f'ortczze della monragna Reggiana e Modenelè. 0 fia 
che Arrigo non inrraprt:ndcíTe quell' affedio sì preUo, 0 che non folTe a 
lui facile l' armar dl gente nmo it largo circondario del Lag.o, che difen- 
de quelh Clttà, n<1i tI oviam"l emro COd imporrante Città II Duca Gueifo 
cella .\10glie, nc:i dl 2.7. di Giu
llo dell'anno prefente. Ci0 íì raccoglie 
da un 101'0 DIploma (b), daro ;n !\.1antO\'a V. C.J.!mdas JII1ii Anno Domini- (
) .Ant;'!';" 
C
 Inc
rnatlonis l
lilleJÌrno NOfJIl[,cjimo, Indiélione <J'ertiadecimtl., da me ve- r; Eftenfi 
du[O:'C daro alia luce, con CUI confermarono ed accrcbbero i bt:l1i e 
r.l. '.2.9. 
p
lvilegj aI, Popolo M;1ntoVa
o: dename di. prudente polir.ica per mag- 
glOrm.:me Impe-gn:1rlo ed antmarlo alIa dlkfa della Patna. Anche i} 
SlgoOlO nc feee mCl1zione, n14 con rapprefenrarlo [critto neW lndizio- 
ne XII. 



2,6 ANN ^ LID' I T ^ L I A. 
E1\ A. Volg. ne. Xll. (a) 11 Regillro, ch'io ho 
\'Uro fotro g1i occhi, ha l' Indi- 
A { N ) N",IO
O. ZIOl1e X lJ I. chc corre nell' :mno prdeme. Que! Diploma ha il fe g uen- 
a szglln/US .', G Jfi D . . D & \ 4' . . 
. de Regno [C pr.JnClpl0: ue 0 el g
tlc,
. U
 . . '.I.arr:hto, Mathilda Dâ gt'acia, 
It.l. J. 9. .fi fUtd eft. Dovettero pm ufclre dl Manto\"a Guelfo e M:1tilda e 
· fapplamo da Donizone, che la ConrdI'a fi ritirò alle fue Forte
ze n
llc 

) 
erthlll- Montagne j e da Bertoldo (b), cbe di grandi incendj e danni lòJferi- 
Jl:
'ie
r. in ron
 in 'qudli t
mpi gli 
tati del Duca Gudf,') V. non so bene, fe 
chrll1:"o
 quel deHa Moghe, 0 dell Avolo lI-la,..che(e Azzo. Ma Gue1fû 11Iaffi- 
mamente per Ie cfortazioni della Con,te{f.'l fempre fiene falJo nell' at- 
tacc
mento 3,lla parte 
ontjfi.cia 
 e rcfifiè, aHa forza nernica. lmpa- 
dromffi nondlmeno Arngo dl R1Valta e dl Gov
rnolo, due Luoghi 
irnportanti del Mantovano, c feguitò a tener chiufi in Città qucgli 
, ' abitanri, a' quali Matilda di tanto in tanto fpediva rinti-cfchi di gentc 
ml:
.'lil. c di vivcri. .Per a,tte.fiato di v
rj .
torici .mot'1 in .qu
fi'an.no (c) Lilt: 
.A1tna
i/la to/do Duca dl Cannua, uno de plU fedeh aderentl dl Arrrgo. Egli e 
SIIXO. 10 fienD, che vedemmo all'ann
 lo8f. col nome di Liutaldo tenere un 
chm,;cln Placito in 'Padova-. A \'ea qudlo Duca poco innanzi ingiulbmente ri- 
.duZSlR4>>. pudiata la propriël Moglie, e prcfane un' altra 'con licenza -dell' .\nti- 
pÐP3 Clemente, che dovea conJifcenderc a tutre Ie ifianze anche ini- 
que dc' fuoi partigiani per non disgufiarli. Dilu dI'cr io di p3.rere, 
ch' egli go\'ern
(fe ancora la Marca di Verona, Città in quefti tempi 
fedele ad Arrigo. N e farehbe anch-= tefiimonianza un Diploma d' etTo 
Augullo., ch'io ho puòblicato, come {pettante all' anno prcfeme (4), 
ma fooz.a -etàrninarne Ie Note Cronologichc, che fono a/fatto difcttofe. 
Fu dI'o dato in f.1vore del Monifìero V cronefe di San Zenone. .AIm. 
Domimcl b,carnatiol1is J.11t1/tfimo NOlißY,C.fit/lO, Sexta Incl;ffion
 Reg1fanft 
llenrico Imperatore Ill. Regnj cjllS XXXIV. Imperii t!utt11l FlU. Hoe 
af/ølJJ eft IF'. Jdus ApriJis J'eronæ. Ma come difli, non so io ora corn- 
binar queO:e Note. Non farà originalc .quel Diploma, rna un abbo7.zo 
mal falto, quantlllìque a prim"\ viaa auremico a me pardTe. PretI'o 
(c) 14.,'4- Goffredo Malatt:rra (l') truo\'afi COSI intricata la Cronologia di RtI
- 
terM Iz6.4. gieri Crmte di SicIlia, ch'io non ofo dare per certo il tempo delle irn- 

"p. 10. prere da lui narrate, rnetTh in confromo con a)tri Storici. lbcconra 
rgli, che di nuoVo fi ri3c
cfe ia guerra fra i di liJi Nipoti, cioè fra 
R'Iggieri Dum di Puglia, e Boamondo. Accorfe in aiuto dd primo it 
Conte, e dopo liue anoi di difcordia 6 riconciliarono. Pare, che l' Ano- 
(f) .AnÐ1t
- f)imo Barenie (f) rnetta il pri-ncipio di tal rottwra nell' anno 1088. con 
fiu
 ;4
n- dire, che ßari fi accordò con Boamondo; e fe ciò lOße, nell' 
mno 
1:al;;a;. tr. prefenr-e fi làrebbono -que' Jue Principi nmicari. Soggiugne jJ Mala- 
(g) Mal.t. terra, chc nell' anno 1:)89. dT-o Conte Ru,!!gieri (I;') pafsò alle tcrze 
L.f.. Clip. 14, None cpn .Adelaide, Nipote di BIJ",
r"ZH tdmofißimo Marchcfe d' Ira- 
liOi, cioè, come fi creàe, Marchcfe <iel Monfcrrato. Flnalmenre fcri- 
ve
 che ndl' anno prefeme il POfolo della Cmà di Nero fa ttJggcttò 
al di lui dom\nio: con che niun Luogo in Sicilia rdlò, che non ri- 
conof.;cf[e la di lui fignoria. E-reOècgli varj Vcfco\'ati, foodò Chicfe 
c MoniU:eri, promaß:: in ogni p;\rte il culto dd vero Dio, precedcn- 
60 a 


(d) .Ant;,.. 
It.licar. 
Dzffirt. 67. 


, 



ANN ALl D' I TAL I A. 2. ) 7 
110 a tutti coU' e1èmpio della pietà. Reftò nonåimeno in Sicilia una Ea,. Vo
g. 
gran quantità di Saraceni , a' quali fu permdlò il vivere c credere: fe- Amw 10 9 0 . 
condo la loro Legge, purchè o(lerva{fero la fedeltà dovuta al Sovra- 
no. Pa(sò in ol[rc il Come Ruggieri colI' Armata navaJe 
ll'lfola di 
Malta nd Mefe: di Luglio, e nule I' a{fedio aHa Città. Ha cf(
duto 
più d' uno, ch' egli 5' impadromtfe di quell' Ifola nell' anno prcfcmc, 
ma fenza fondotrnento. Tutco ciò, che guadagnò Ruggieri in tale fpe- 
dizione, come narra Goffredo Malaterra (a), fll di hberar gli fchiavi (a) Tdtm 
Cri liiani, e di collrigncre quc' Mori a pagargli triburi, e a far feeo ibid. '.p. 16. 
lega con obbligo di aiuto ne' bifogni. Secondo i comi di Camillo Pel. (b) ï 
le,grini (b)" dicd
 fine aHa fua vita verfo il fine di quefl' a?no G!orda- lus ;:
;;;;_ 
no 1. Principe dl Capua, lodato non poco da Romoaldo Salernnano. niul Hijtø,.. 
Ma di ciò parlcrcmo all' anno feguentc, in cui forle fi dee: riferir la ,,.jnti/um 
fua mone: . LU:';lIrá, 


Anno di C R 1ST 0 MXCI. Indizione XIV. 
di U R BAN 0 II. Papa 4. 
di A Po. RIG 0 IV. Re 36. Imperadore 8. 


C Onrinuò I' bnprradore .drrig, oftinatamente per cutto it verno I' a(- 
(èdio, ovvc:ro il blocco di Mantova. Trovò e5li in fine il fegreto 
dl efpugnare una cosi forte ed importance Ci[[à con adoperar la po- 
tente rnediar.ion dell' oro e: fovvcrtirc il cuore di que' Clttadmi. Con- 
tra d' effi perciò Donizone fcaricÒ la lua bile, 
hiclmandoli tradirori. 
N è gli mancava ragione, perciocchè provvedendoli II Duca Gueifo, c 
la Contrffa Matilda di mana in mana del bifognevole, avrebbono po- 
tuto, volendo [oftener più anni I' a{fedio, e mamener la promclT'a farra 
di non aderir mai ad Arrigo. Entrarotlo dunque l' armi Te:dc:fche in 
(juella Città, non già ncl Sabbato fanto a dì (2.. J' .-\ prile, come [cri{fc 
tal uno , ma nel giorno precedeme, come fi rÍçava dal fuddeto Doni- 
zone, che cosi parI a (ç): 
Nnm fua noEle Deum Judas mrycator Jc(um 
'rradidit, hac ipla fuit hec Urbs Afantua dit/a 
Yradita . 


Ebbe la guarnigion di Matilda tanto tempo, che potè ufcendo 
eel Lago in barche falvar Ie perlone c I' equipcl5gio. II Cattolico Ve- 
1<;.9YO Ubaldo te no fuggì anch' egli, rico\'crandolÌ prelT'o la medefima 
Contdfa rifugio aHora di tutti i Cattolici Italiani perfcguitati. Arri- 
go dipoi introniuò nella Chiefa di Mamova Cøn
ne, cioè Corrado Ve- 
fcovo fciCmatico. Stcfc inolrre Ie fue conquille con impadroOlrfi di 
tutte Ie Terre di là dal Po, dianzi ubbidientl ötlla fuddetta Comdra, 
e:ccettochè di Piadena, Patria nel Scc:olo Decimoquinto di Bartolome:o 
'rom. PI. K k dc:t.. 


(c) D,,,;:l;.I 
;" vito Mil. 
thill. lit, 1., 



2.58 ANN A L J D' I TAL ( A. 
EllA Volg. detto il Platina, Scrittore celebre; c di Nagara, oggidì Terra del 
A,.NO 109 1 . V crone(e, che tennero forte contra 10 sforzo de' Tedefchi. Nella Sta- 
te ancora avendo aíTediata b forte Terra di Manerbio, oggidi pona 
nel dillret,to di Brefcia, colla fame inhne la cofirinfe aHa ref.l. Dopo 
(a) Sigøn, la prefa dl M.tntova fcrive il Sigonio (a), che la Cinà di Fcrr\Ta, 
Ilt/'r: 1- fituata aHara oltre Po, fel)za afpettar la tòrza, {j fonopo(e..d Arrigo. 
I. J4 J. 9. OnJe s' abbia egli [racta qudb nocizia, nOI1 l' ho fcopereo finora. 
Certo è, che quella Citrà 1i Ievò dalla divozjone della CameíTa Ma- 
tilda, e a fuo tempo vedremo, ch' cíTa \r
lorof.amente la ricuperò ; e 
perclO non t improbabile la fua ribellionc in qudl' al1no, anno a{rai 
favorcvole ad Arrigo. Tenne Paptt Urbano un Concilio n
ll' anno pre- _ 
fe!1te in Benevento, dove il..bilì molti punri di Dlfciplina Ecckfia- 
fbca, e confermò Ie CenllJre contra_ Jell' Antipara Guibeno. 1\1a 
menrre egli dimorava in queUe parti, eíTendo crcfciuta la baldanza de 
gli, Scifmatici per Ie profperità d' Arrigo, i Rom:mi, che mutaVano 
(b) :J,rth,/- f.'lc,llmence vela ad ogni vento (b), can frode s' i
llpo'!re{f."rono dc.lJa Tor- 
Jus 
".- re di Crefcem.io, cioè di Cafiello S'ant; Angelò, e \'cnne anche ]01'0 
1!ant h 'tnfi
 in penfiero di diroccarlo. LaCtiarono olrre Q tiò em tare in Rorna it 
In C rDnlCI. íì dJ A ' h e - 1 I r..J d ' (t b I ' .. 
u euo n.tJpapa, cerone qud 
 YO .r
' u çre,ue,rre. I i I Ir IVI 
per fempre II fua trono, ma gli ando (0\1I1r,1, ficcome vedremo. V eg- 
gendo intanro GUt/to IF. Duca di ß,lViera la c:miv3 piega, che avea- 
no pre('l in Italia gl'intereffi di Gurlfo Y. fuo Figliuolo, e ddb Con- 
tefTa Matilda fU:l Nuora, nel Mefe d' Agofio calo in halia, e trattò 
di pace verifimilmente per via di mediarori, cùll' Augufio Arrigo, 
can condizione, ehe quefii abbandonaíTe l' A nri papa, e riconofccffe 
Urbano II. Papa Iegittimo, e rcllimi{fe tutti i bcni ingiuftamentc told 
ad eíTo Duca Guelfo fuo Figliuolo, e a gli altri aJerenti tutti. A r- 
l'igo infuperbito della Fortuna preCeme, rigercò ogni propofizion di 
aceordo, di modo che il Duca fe ne tornò in Alemagna, c coorl1t- 
tochè molti di queUe comrade in quetti tempi fi dichlaraíTcro del par- 
tim di Arrigo, pure Gudfo rifvegliò molti alrri aneora contra di_lui, 
e propofe ancora di creare, un nuovo. Re: cofa che non ebbe effetto 
per la pigriz.ia e malevolenza d' alcum . 
Per attefiato del medefimo Bertoldo, terminò in queft' al1no i 
fuoi giorni AdelaÙJe lI..farche(aNfl. di Sufa e di Torino, ,celebre ':'r,inei: 
pclfa, e già Suocera d' Arrigo. Chi fuceedeíTe n,el.la ncca 
r
dHa de 
fuoi Stati, 10 vedremo all' anno fegue
te . . Benche tl P
ll
grlnl,' ficeo- 
me abbiam detto, metra la morte dl Glordan() I. PrincIpe dl Capoa 
\perfo il fine dell' anno preccdente, affidaro full' autorità di Lupo Pro- 
tefpata; e{fendo alTai confufì i refii di quello Storico, non fem
ra a
ai 
frcura 13 di lui afferzione, da che più chiaramente Romoaldo 
alernl- 
tano fcrive che Anno MXGI. /ndiélione XIV. Menft Februario, Jor- 
JaNus Capu; defunElt
s eft AnnD XI/I. Pri!Zciplitus. Q!tel eh
 è clffto, 
dopa la mane di Giordano i C
puani fi nbellarono, e caccl.ar
no fuor 
di Ciui Ri"aydo n. pnmogemto ed erede del defumo Pnnclpe con 
tutti i Normanni. D.d fuddctlO Bertold!;> da Coß:aaz.a è narrata fotto 
. queft' an- 



ANN A LID' I TAL 1 A. '1.;'9 
quefi' anno quella ribellione, f
mbrando perciò, che aneh' egli diffe- ERA Volg. 
n(ea a1\' anno prefente la mane di G:ord1ino, Per attelt.1to di Pietro ASNO ICp. 
Diaeon
 (a) Ii nr!rò ,Ric,c_iudo ad .
 ver
a l
3. Città con (ua .Madre (a) PttrNs 
Gaitelgnma, Sorcl!.1 dl Gllolfo II. gla Pnnclpe dl Salerno; cd Implo- Diae. Chr. 
rata I' aillto di Rtlgl.ieri Duca di Pugtla, Venut'l ehe fll la State, paC- Ciffin. I. 4. 
so con un pol1l:me t:fercitJ fotto C'I poa, mnrendo a ferro e Fuoco ea!. 10. 
tuna la campagna. 5eguira a d!re dIo Pietro Didcono: & tamdiü eDS 
expuonavit, "rqu-<'IjUÒ Capuani, neceJlitate coaéli, pr
dmo Richardo mUl1Ì- 
ti{;ne
 reddere
t. eu l'ujue ,'ecipitntts, fi
i in Prmâpern co ifurarent: quafi- 
chè In qucllo meddìmo an no Riccardo riacqu'UaLTe la fignona dl Ca- b 
pOil. Ma qud tt1iizdiu ,confrom3to colle. Storie Ùl 
U?O Pro[Of
a
a (10), 
:ot;i/a
: 
e di Romoalùo SalernItano (c), vuol du'e, che Rlcc
rdo feguIto a far in Chr
nico 
guerra a'Caru.mi, finchè dopo gran tempo, ci.>è nell'anno loy8. fie- (c) Romual- 
come vedrcmo, Ii riduLTc aU' ubbidicnza (ua. Enfi anche foIlc\'ata la d:4S S.llh r - 
Cirrå di Cofenza in CJIabria contra .del Duca Ruggieri. (d) Chia- 
t;,. 
I

n. 
mò quefii in fuo aimo Ruggieri Conte di Sicilia, che vi accorfe con un R:r." Italic. 
buon corpo dl Saraceni, e delle fue vecehie tl"uppe. Fu formato I' 
(- (dj G:á/;
- 
redio, e v'intervenne col DHca anche Boamondo fuo Fratello. Opcrò n'" tie 14 
tanto colla tùa ddhezza il Conte, che que' Cittadini finalme(\te fi ri- -;1at(ølt dt 
coneiliarono col Duea, il quale entrato nella Cinà ordmò totio, che .vO'Y" 
ncl colle fuperiore tì pianraLTe una Forrezza, per impedir da lì innanzi 
una fimil prefunzione di quegli abitanti. J1 Conce Ruggieri, che fem- 
pre fa pea petcare neUe disgrazie del Duca fuo N ipote, onenne an- 
che quefia volta da lui per guiderdone dl queíh f.1rica il dominio nella 
metà di Palermo: il che ci fa conofcere, che Roberto Guilèardo in 
conquitiandola, [U[[a la ritcnne in fUI) potere., nè già. ne diede la me- 
tà al Fratello, come pensò Leone Oltienlè. Migborò dipoi sì fatta- 
mente Palermo per opera del Conte Ruggieri, che ne ricavava mag- 
gioI' profitt'O, J'Gífedendola folo per rnetà, che quando inreramenre nj! 
era Signore il Duca. Veggafi ancora all' anno I 122.. dove fi parla di 
quefio. Se foffero ben correne Ie Note Cronologiche di un Docu- . 
mento, da me prodo[[o altrove (e), noi [;1premmo, dove in quetii (c:) .Ant
'1u. 
tt'mpi 
imora
e,la. ConreLTa Matilda., Nella copia a noi confervata da í::.I/
'I
íf- 
PellegrlOo PnfclaOl quella Carra fi dice data Anno ab lncarnatÙme Do- 
11;;",i Millejimo Nonagejimo Primo, die lvlcnfis Aladii, /ndiElione XU. 
Cum effet Domna Matilda, gratia Dei Ducatrix & Comitiffi, Marthio- 
nis Bonifatii Filia, in loco Sanfli Cexarii, cioè in San eetario, difiretto 
di Modena. Ma quell'lndizione XU. non convienc: all' anno pre(ente. 
E trovandofi allora colla eonreOa Ugo Pefcovo di Manto\'a, e Lan- 
dolfo f7eJcovo di Ferrara, quefii due Patlori, fecondo )' Ughelli, mol- , 
to dopo il pre(enre anno furono promoffi a queUe Chiefe. Pelò 10 Dulla 
so acccrrarc del tempo, in cui quella Carta fu fcritta. 


Kit%. 


Anno 



2.60 


ANN A LID' I TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 MXCI I. Indizione xv. 
di U It BAN 0 II. Papa 5'. 
di A R RIG 0 IV. Re 37. Imperadore 9. 



:N
 ;

: P Er quanto potè, feguitò l' .Augflfl o .Arrigo a gua(l-ar Ie Terre di 
Guelfø J7. Ouca, e dell a C,ntl1" M4ti/da. Ma non mancavano fpie 
alla Comeff"a, che di mano in mano l' avvenivano di tutti gli anda- 
menti d' Arrigo; e perciocchè ella f
ppe, che nd tempo del verno 
egli fi trovava di là daW Adige, fenza aver feco milizie, fpedì a quell a 
volta mille Je' fuoi conlbattenti. Gli andò per 0[[0 giorni deJudendo 
Arrigo, con ritirarfi or quà or Jà, tamo che potè raunar 1
 fue trup- 
pe; e ciò fano andò ad affalire aU' improvvifo Ie genti della ComelTa, 
che fe ne fiavano fdraiate nella Villa di Tricomai. Molti furono prefi, 
fa) D'nkø mol.ti 1!ccift; gli altri fi falvaro':lo col fav,or delle garnbe. Donizone (a) 
in ,'IIj
1I Mil. a
trlbUlfce quefio fatto a tradlmento q; U go Jor eonJottiere, con 
IJ/lldu I. 2.. dire: ' 
."p. 6. 


PrfJditor emanfo fuit llugo no!Jilis al'1..-', j 
Rane contra mDyem ftd fecit prodit;omm, 
Nam proba N,bi/Ïfas non turpe feel us patr"t 'um1"tJ11I. 
Non ho io diffimulato n('lIe Antichità Efienfi, che tal taccia è 
data ad Ugo Figliuolo del },Jarcheft Azzo ll. Efieofe, dovendofi leg- 
gere e Manfø fuit Hugo. La Capitale della Provincia del Maine in 
Francia t: appellata Ie J.\!(lns. Perchè Ugo, ficcome di fopra offen'am- 
mo, era fiato Signore di quel Principato, pcrciò era chiamato Ug, 
Jr/ Manfo. Doveva egIi militare in favore del Duca Guelfo Y. Figliuo- 
10 di un fuo Fratc:llo; e fe verameme egli fo{fe reo di queHo, e ìen- 
Za Ccufa, io nol so dire. Ma fe fu, non è da maravigliarfene, da che 
abbiam già veduto, come quefio Principe in altre fue azioni degene. 
rò dalla Vinù de' fuoi Maggiori. Giunta che fu fa State, Arrigo colla 
fua Armata e{fendo venuto di quà dal Po, cominciò la guerra contra 
Ie Fortezze della Conre{fa Matilda, fituare nc:lle montagne del Mo. 
(b)l1mh,IJ. denefe, faccheggiando e incendiando turte quefie Comrade (it). Prefe:: 
f!Dngtlnl: Monte Morello verfo Savignano prc:{fo il Panaro:t ficcome ancora 
In rømeD. Monte Alfredo; indi mife l'aíredio a Monte Bello, oggidì Momevio, 
aHora del Contado di Modena, & oggiJì del Bolognefe. Era for
c 
qud Cafiello, bravi i fuoi difenfori. L' Amipapa Clemente venne In 
perfona per abboccarfi coU' Imperadore, e vi firar que1l' a{fedio. I ntanto 
perchè andlivano male gli affari della Comcff.'l, i fuoi Baroni e Cor- 
tigiani cominciarono vivamenre ad eforrarla alia pace, con fupporle, 
che anche Arrigo ne fo{fe vogliofo. Tamo la' tempd1:arono, che fi 
coDtenrò di fame fa propoGzione in una Dieta, tenut3 per quefio neJ- , 
la 



A N 
 A LID' I TAL' A. 1.6r 
Ja Rocca di Carpinera ad una raunanza di Teologi. E,.iherlð J?efco'Vo 
Cacrolico di Reggio colla maggior pane furono di fenrimemo, che 
la Come{fa doveíTe cede
e al tempo, e pacificarfi con Arrigo, m{l non 
già per darfi all' Amipapa, Ciò farehbe forfe fucceduro, fe non {j folTe 
alzaro Giovanni, probabilmem:e Abbare del Moniftero di Cano{fa, il 
quale tanto perorò contra di un tale aggiuflamemo can dare fperanza 
alIa Comdfa dl qualchc vicino foccorfo dal Cielo, che Marilda non 
volle più fentime parlare, rifolma piti rofio di mòrire, che di far 
patti con Arrigo nemico delta Chiefa. Spefe imanto elfo Imperadore 
tuna la Itare fotto Monre Bello (a) fenza frurro alcuno: sì gagliarda 
fu la difefa della guarnigion di Marilda. Refiò incendiata una Torre, 
o fia ahra macchina milirare de gli aíTedianri, ed uccifo anche un Fi- 
gliuolo d' elfo Arrigo, di cui niuna menzione fannn gli altri Srorici. 
Verifimilmeme era luo bafi:ardo. Portaro i1 di lui cadavero a Verona, gli 
fu fo1bbricato un fuperbo fepolcro. Perranto veggendo, Arrigo ch' egli 
avea che fare con una Fonezza inefpugnabile, feiolfe l' atredio, e fi 
ritirò a Reggio, dove fi fermò alquanri giorni. Pofcia nel Mefe d' Ot- 
tobre 6ngendo di pafsare a Parma, volrò indietro, e a..,dò a San PolO', 
per vedere fe potea forprendere ,1' imporrame Rocca di Canofsa., do'- 
ve nell' an no 1077. abbiam veduto., che brurra figura egli avea fano. 
Spedì col:ì immamenenre la Conrelfa un buon rinforzo, ed eJla 6 ri- 
tirò in B,bianello. EfTendo inforra una Folta nebbia, allorchè i nemici 
s' accoltarono a Canofsa, la genre ddla Conrefsa fu con effo loro alJe 
mani, e Ie riufd di prendere h bandiera Imperiale, caduta di pugno 
31 Figliuolo del MarcheJô Oherto. Chiariro Arrigo, che gittava i fuoi 
paGi, marciò 301 piano, e poi fi conduffe di Ià dal Po. Ogni dì s' an- 
dava .fminuenJo Ia fua Armar1l; e però anche la Cont
ffa paf
ò oltre 
1>0, e prima che terminaíTc \' anno, ricuperò alquant
 delle rue Terre 
perdure, e fra l' airre 1a Torre di Governolo e Riva1ra. Per quanto 
f.crivc Benoldo da CoílanZ<1, Papa Urhano celebrò it Sanro Natale 
de1l'anno prc{ente fuori di Roma, in vicinanza nondimeno d'eíTa Cirrà, 
per non aver poturo aver I'ingrefso nella BafiIica di San PIetro; per- 
ciocchè preffo alIa meddìma s' era ineafidlato, cioè ben fortificato 
l' Anripapa GuibeTto. Per Ie memorie, che rapporta il Cardin:!1 Ba- 
ronio, apparilce, aver eíTo Ponrefice f.'ltto nd prefenre anno un viag- 
gio a Salerno, do\"e nd dì 14. di" St'ttembre confermò i fuoi Privi.. 
legj a Piet,.D Abbatt dell'in6gne Maniílero dell<t Ca"a. 
Accennai di fopra la mOTte di Adelaide Marchcfana di Suf., e 
di Torino .' Convien ora aggiugnere ciò. che il fudderro Ber[Oldo Au-' 
rore contemporaneo fcrive in-rorno alia di lei eredir-à, In Lon.f(,obardia, 
dice egli, Conrad us filius Henriei Rrgis. hDna Adelhl'id
 craurinenfis Co- 
mitif!te inovafit, 'lUte ejusåem Comit
/!te Nepos., Filius Federici Comitis ha- 
bere devuit. E do po aver derro, che queílo F,:derigo Contt afiåifijrno 
rifplendeva per ]a lua Pierà, e pel fuo cotl-anre auaccamento in quc:lti 
rorbidi tempi al parrito Pontincio, ed aver eRli avuro per fuoi Ge- 
ni[Ori Lodovico Come, e So6a Zia mar-ern
 della Contcffa Matilda, 
cd 


EI\ A V olg. 
ANNO r'o9
. 


(a) Doni:c.ø 
in Yita M.- 
,hild. I. ),. 
,a,.6. 



:2.61. ANN A LID' I TAL J A. 
FRIo Volg, ed effere manc<\to di vita ncHa Fell:a di S'an Pietro ddl'anno prece. 
AI\jNO 10 92.. .dente, foggiugne: IIujus ergo Fi/'tUil ex mpte Dominæ Adelheidæ fu- 
fceptum, HeÏtwicus Rex cum Filio (eoTfado) .exbe,'edare p' opojlÛt; trr- 
ramfjue ejus hojliJiter invadendo, ac circumlutlfjue devafJando, tliam Fru- 
fluarien{i M01fajler;o multa mala Ñtlu/it. Di qui penamo nalCe un gruppo 
a{f.11 difficile nella Staria Genealogica della Real Caf.1 di S.lvoÎ.1, e non 
fufficienrememe ftioleo dal Guichenon: laonde è da afpettare qualche 
altra più fperto Scriuore il qua Ie più efauamcme ricerchi, e in map'- 
gior lume metta i fmi di que' Principi, che da tanti Secoli in q
à 
con gloriofa fucccffione ilIuUrano I' halia. Per Ie notizie prodotte 
dall' Ughelli (a), fi ícorge, che in quell' anno, mentre Papa Urbano 
dimorava in Anagni, ad ifianza della ContdTa Matilda ereliè in Arci- 
vefcovato la nobll Chief a di Pif.1, in maniera che Daiberto, già Ve- 
fcovo di quella Cmà, fu il primo Arcivefcovo della medefirna, e a 
lui furono fottopo(ti i VeCcovari dclla COI'fica. Di ciò tornerà occa- 
fion di parlare all' an no I I 18. Avea già ccncertato I' Augull:o Arrigo 
(b) 
trtJ,ol. un abboccamento con Ladislao Re d' Unghcria (b), e già erano vicini 
Jus ':Dn- ad incontrarfi verfo il N aLale del Signore, quando Guelfo Jp. Duca 
ftantlmfts d . B 0 r '. ' r d d ' 0, ' 1 
in Chronico. I aVlera IOpraglUgocnao con vane Iqua re , a,rmatl m
enurpe, J 
lora 1.:ongrdfo, e fe(.e tornare vergognof.tmentc mdlctro Arrigo. Scnve 
(c) LU
lIs Lupo Protofpat3 (c), che nell' anno prefente per elferfi nbellato il 
!,ro
orpat'!- Po polo della Ciuà d' Oria a Boamondo lora Signore, quefti call' aiuto 
In Lhrontc. d ' 0 ., ,. r I ' I1ì d o II C ' ' T d ' 
c' ClrconVlcml amICI mile a e 10 a <]uc a Itta. anto ar Ire non- 
dimeno e forza ebbero gli Orietani, chc il cacciarono di là, e gli 
, I'refcra I' e<]U1paggio 
 Ie b:mdi!=re. <
 
ugg;er; Conle di Sicilia la morte 
(d) GII"'frld. nlpì in quell' anno GIOrdano, luo Flghuolo batlardo, (J) giovane di 
Malllltrril . fi d d f1.' II f - æ d I P d . 
J. 4, c. 18. gran valore, cho 1 cre eva ClLmato a a uccelllon c a rc, gl
c- 
.chè 
gli aluo Flgliuolo oon avea allora, cht quetlo. Nc fu incoofo- 
labIle Ruggieri. 1\1:1 volle Dio afciugargli Ie lagrime con dargli nel 
prefeote anoo un Fighuolo lcgittimo, a lui partorito det Adelaide fUI 
feconda Moglie. EfTendofi aoche ribcllata )a eirtà di Peutarg4., 0 Pen- 
taraa, che dianzi era fottopoLta a Giordano, Rùggieri colla forza la 
rid
tTe alla fUd ubbiJienza: il che cofiò la vita a gli Autori di qudla 
follcvazione. Pcrchè poi I' Aligullo Arrigo dominava nella Cirrà di 
Reggio di Lombardia, quivi anco
a veniva riconofciuta I' autorità dell' 
, Antipapa Guibcrto. Refia, t
ttavla oun
 fua Bülla, da .me data alIa lu- 
(e) 
nll'l: ce (e) in favore de' CanonlCI Regglam colle feguenu Note: DRt14m 
X"llf. Dif- .pud Ctfenam pe,. manum Berner;; ".J;çe Pelr; Cancellarü, Anno Domin;cte 
trI. u. /ncarnallon;s MXCll. Indiéliol1e Xp. AnHO aufllN P',"ltificatus Domni 
CiemenlÏ5 erwt;; Papte 17 fIll. ldibus Junii. 


(a) Ughell. 
/tal. Siler. 
T. Ill. in 
.Å rchiepif. 
l'iJlln. 


Anno 



ANN A L] D J I TAL I A. 


26 3 


Anno di C R 1ST 0 MXCI 1 I. Indizione I.. 
di U R BAN 0 IT. Papa 6. 
di A R RIG 0 IV. Re 38. Imperadore 10,. 
di COR R ADO II. Re d' Icalia I. 


U N gran colpo venne fauo in qudl' anno ai Difenfori della parte Ä:N"o 


: 
Pomificia't e principalmenre, per quanto fi può fofpettare, v' 
l1be 
mano la ConteJlà Matilda. Cioè rinfd loro d'indurre Cort'ado PrImo- 
genito dell.' Auguflo Arrigo a ribeIJarfi eomra del Padre: il che fucee- 
d

-te 
ell' anno prefente, per tefiirnonianza di varj 
toric.i (a) 
 ,e non S
I :e;:
Il- 
gJa piu tardi, come volle Donizone. Gran colpo, dim, dl Po!ltJea sl! ft4ntienfìs 
ma che non fi può Ieggere ft:nza qmlche orrore, fapendo n
J, c
e I in C,/mn, 
Figliuoli potrono bewiÌ, 'per non confentire eol Padre nell' Imqultà, , S,gebt
tus 
t o c. d I ' fi I ' d . r.. r: d It ' 1 S ine hrcnul . 
epararu a UI, rna nùn porer) ef!, 100 npemare :1 onorar o. e Dotlechinul 
poi deggia elTÚe loro permdfo di Jevar gJi Suri a chi Ii gen
rò, e in chroni" . 
d'impugnar l' arrni Contra di lui, lafcerò io, ch' alrri ne giudichi. I - 
motivi,. che fecero rivolrar quefio giovane Principe contra del Padre, 
fi veggono riferiti da Dodcchino, e fon eosì orridi, ehe fi ha della (b) lå ;bi4A 
pena a crederli veri (h). Cioè avendo Arrigo concepuro odio e fprezzo . 
di .Adelaide, (chiamata Pralfide da aJtri) fua MogJie, la mife in pri- 
gione, diede 1icenza a mohi d' urarle violenza, ed efortò anche il Fi- 
gliuolo Corr,,-do a far 10 (leITo. Perchè qudli ricusò di cornm
trere 
qt1enO nefando ecce{fo, cominciò- Arrigo a dire, ch' egli non era fuo 
Figliuolo, rna bensì di un certo Prin
ipe di Suevia, a cui porrava , 
f()ffiiglianti Ie bttezze. Ora che Adelaide folTe malrratrata dall' Augu- 
!to Confone, non fi può conrroverrere. Ella fteífa in due Concilj 
accusò il I\1arito delle t'iolenze a lei farte. Altres} è fuor di dubbiQ, 
ehe Corrado fu Principe umile, modefto, e pieno di tutu bonrà 
 ac- 
cordandofi tutti gli Scri[(nri a confet1:'1rlo tale; e fi può credere, 
ch' egli fo(fe anche mJI foddisf.uro del Padre. Quando fia vero, che Ar- 
rigo gli' propone(fe il fuddetto misfarro, fi rneriterebbe bene un Pa- 
dre tale, che il dichiaraffirno eziandio paz'lo e furiofo. Comunque fi'a, 
trovavafi Corrado col Padre in Iralia, e ficcome già dicf'mmo, era 
eorfo in Piemome a metterfi in po(feífo degli Stari della Contersa 
1 d e/aide A vola fua. Si fervì di qu.efia congiuntura Ja Contersa Ma- 
tilda, 0 akuno de' fuoÌ parrigi:ini per guadagnarlo, con efibirgJi di 
farlo Re d'!taJia. Un gran de incamo a i figJiuoJi d' Adamo è la vitla 
d: una Corona. Ma non andò sì regrew il maneggio, che non ne ve- 
m(fe qualche fafperto ad .\rrigo fuo Padre. Pc-rciò furbercameme chia- 
mato a sè il Figliuolo, il mire in prigione. Si S:l, ch' egli ebbe ma- 
niera di fuggirfene't e di ricover:trfi prefso la Comers'!. I\htilda, 1a 
qua.le l'inviò a Papa Urbano PC-I: ouener l' a(solul.ionc della [comuni- 
ca: 



264 ANN ^ L t D' I TAL I A. 
h,^ V"lg. C
: il che ,gli fu ben 
acile. Fece. 
ran rumore, dapertutto, ma fpe- 
A
hO 1 0 93. zialmente In Lombardla, quel10 Clurarfi da Amgo un Figliuoio 01'- 
nato di si belle doti>> ed e[send06 ancora fparfe Ie fopra ,acce
natc 
voci concra d' efso Imperadore, 1tomacaci non pochi abbracciarono il 
partico de' Cattolici. Q!1e1 che più importa, le Città di Milano, Cre- 
mona, Lodi, e Piacenz.a, abbandonato Arrigo, fecero Contra di lui 
una 
ega per ven
i a
nj avve,nire col DucII GueJfQ, e colla CðnteJf. 
MatIlda fua Moglle: J) che dJede un gran cracollo agl'interdlì e all' 
cfiirnazione d'dfo Augufto. Abbiam g:à veduto, che Milano, Lodi 
e Payia, aveano prefa qualche forma di Repubblica, 0 6a dl Città li
 
bera, governata da' fuoi Cittadini, e non più da i MiniLtri Imperiali. 
V 0 io credendo, che maggiormente queUe Città in tempi sì fconcer- 
tati llabili(fero il proprio governo, e comincia(fero a reggerfi co' pro- 
prj UfiziaJi, riconofcendo nondimeno la fovrana autorità di chi era Re 
d' lralia. L' efempio d' efse a poco a poco indu(fe dipoi l' altre Città 
d' ltalia a mettcrfì in libectà. 
Fu poi man
ato 

r"il(JQ a !"1i!an
, dove pe.r Ie mani d' Anftlm. 
ÃrciveJèovo Cattohco dl qucIla Cltta nccvette la Corona del Regno 
d' Julia tanto in Monza, Cjuanto nella Bilfilica Milanefe di Santo Am- 
(a) !-.mJIIZ- brofio. N e fa m,enzion
 anche 
andol
o iuni
re (.), cognominato da 
fu,s JUIJJDr San Pao)o, Stonco 
hlanefe dl qudh tempI, deUa cui Storia co- 

j1'" M,- minceremo a vakrci, con ifcrivere.. Gono quoque Rex (Conone e Cor- 
';:m
n.y
. 14 rado, coroo io qui a ripeterlo, è 10 fteßò nome) qui dum pat" ejul 
Rer. U.lie. Hen,.icus 'lJiveret, per cont"48ationem MaliJdiJ Gomitiff.e, & D.fIiciu", hu- 
jus AHft/m; de Rode fuit COrOnatld AJodoet;.e, & in Eccltjia faNai Jlm- 

:n
;;
'LJ. /;,.ojii RegllN more. Scrive ancor
 BerrolJo da Cof
anza (b), ch
 que
a 
tienfis in Coronazlone fi fece ann
ente l! 
/pbo
e Duce JtaJz.r, & ,\1athz/da eJuJ 
Chroni". CRrij]ima conjuge. Apprt:ßo egh togglUgne, che Gueifo JY. Duca di 
Dav/era, Padre d'dTo GueIto Y'. P?Co dJppoi venne in halia a viti- 
tar qucflo Re novel1o
 e ad offenris ,fuo fedele. ad,erence infit:me col 
Figliuolo. Per qudlo. ma[pettat<: a.c
l
e
ce reCto 51 deprefTo e. s
alor- 
, diw l' Imperadore Arrigo, ch,e h n
lro 10 una Fortezz
, 
 9u/vl gran 
tempo ii trart:ennc come perlona pn
ata, e fenza 
a. D'gnlta Regale. 
Anzi fama corfe, ef5
r egh nato preto da canca aflhzlone, che fi volle 
dar )a mone, e l' avrebbe fauo, fe i tùoi non i' ave{fero im.pediro. 
M.a in quefi' ann/) u:rmmò i ,fuoi 
ic:>rni il í
ddett
 41nft/",:o !Jl. Ar- 
cive[covo di 1'v111ano; e perclocche In quell! tempi Ie fazlOn! contra- 
rie facilmente faceano gl'interpreti de' Gabineui del Cielo, probabil- 
mente gli Scismatici dovettero attribuire a i giudizj di 010 la di lui 
morte, per aver [ofkenuto la nbelllOn ð' un Figliuolo comra del Pa- 
dre. Ma ricordar non occorre, quanta fia, fe non fempre, almen bene 
fr eßa , la nofir:t t
rnerit
, aUorchè .vogliam mett,ere rna
o ne' c
ntigl
 
dell' .'\ltiffimo e .mmagmar caglonl fopranarurah de gh avveßlmenCl 
nacurali. Ebb
 Anfelmo per {ucce(fore A,.nQ
fo Nobile \1ilane[e daUa 
Porta Orientale, il quale non pare credibile, come alcuni hanno fcrino, 
che prendeßè l'lnvelhtura dall' Augu1to Arrigo, pcrchè Milano al. 
lora 



ANN .\ T
 I })' I TAL I ^. '2. 6 ; 
1'):'1 tec-u:r1Vl h parte del Ronl1t'\o Pontefice, e dd Re CorradI). r... A Yo1g, 
Ch' egTI n lndimeno avellè delle oppoftzioni, fi può Jedurre dall'dfcr ANNO 1091. 
cgJi nato tôbmente nell' anno I09f. confècr<1to, '), dee anche avverrire 
per gloria dell' Italia, che in qucfl' anno Santo Anftlmo, grand!:' [pIen- 
dore del i\lonachismo, fu creato Arcivefcovo di Cantorberì, c Pri- 
mate dell' Ingtlllterra. Nato nella Clttà di -\ofia, abbraccio nel 1\10- 
nil!cro di Becco in Normandia la VIta Monaftica, fu creato Abbate, 
c poi contra fu,1 volontà dal Re Guglielmo l/, alzato al primo [eggio 
dell a Chidå Inglcfe. Prnvò eg:' dipoi delle gravlwrne vefTazlOni, che 
fcrvirono ad accrcfcere la di lui gloria in terra, e più nel ClelO. 
Ruggieri Duca di Puglia, ch<<=, avea prefo per Moglie Adelaide FI- 
gJiuola dl Roberto Conte di Fiandra, e N 'pote di Fi!lppo Re di Fran- 
cia, s' infclrno gravemente in ql1ctP anno, tal mente ,che fi fparfe nuo- 
va, che era mancato di vita (a). Spllevarnnfi dunque contra i di Jui 
Stati e Flglmoh non folamt:me B();%mondo fùo FrateJlo, ma ancora al- 
tri B.uoni VafTalli fllOi. Ria\'urofi c-gt. da qudla malattia, Boamondo 
fi liconciliò toHo con lui; ma Gu
lielmo dl Granrmaniol fiando pcr- 
tinace nella nbellione, obbligò i\ Dl'ca rifanato a procedere call' ar- 
mi contra di lui. Co1\e milizie del N ipott' unì anche Ruggiel'i Conte 
di Sicilia un buon nerbo di [oldati, co' qmlt fu rido(to lJuglielmo a 
fuggirfenc a Collantinopoli cotla perdita di tutti j (uoi Stari. La mag- 
gior parte nondimeno ne riebbc egli dopo qualche tempo dalla c1c- 
rnenza del Duca. l'rofperò non poco in queit' anno la pane C3tto- 
lica non {olamenre in Italia, ma anche in Germania. Lo fieUo Papa 
Urbano potè celebrare in Roma (non so in qual Chiefà) con Colen- 
l1ità la Fcfia del N arale, quanrunque in quella Citd tuttavi.1 dimo- 
rafruo non pochi f('guaci JeIl':\ ntipapa. II faggio Pomefice, cne ab- 
borriva dl ad0perare il rimt'dio dell' armi per cacciarli, pruttofio volle 
tofièrirli, che inquietart: il Popolo; e tanto più perchè Cafie-llo Sant' 
_-\ngc
o, oltre ad alrri fiti, rethva tutr:1\'ia in potere di Guiberro, che 
'\'i tenl:\,a buona guarnigione. Intanro eero GU/berro dimorava con 
A n ,go In V crona, fingendofi prontiffimo a rinunzi:ue il pretefo fuo 
Papaw, fe in aIrra rn:miera non fi potea dar la pace alia Chief:!. Ho , 
jo prod otto, ma colle Note Cronologiche poco eLmc, tlna Dona- ( b) / ..Anll'l"r' 
, f ' fi ' d tr A . (h) d ' . M Ila I( DiJ- 
zlOne Jtta Ie: que anno 
 CliO ,rngo , 
morante 10 amova, [trl. 67. 
a COnOfJC, 0 lIa Corr:zdo V c:fcovo dl quella Cmá. 


(3) Gaufri- 
dus M,'l,J- 
terra lib 4- 
tliP. 15. 



 
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7'em, Pl. 


.-\nl1o 



2.66' 


ANN A L I D ' I 
TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 MXCIV. Indizione I I. 
di U R BAr-; 0 H. Papa 7. 
di A R \1 GO IV. Re 39. Tmperadore II. 
di COR R ADO. 11.- Rc d' It
lia l. 


:[ 1\ A Volg. 
AKIooO IU94. I L folo Sigf'bprt o è quel10 (a), che accenna una fcorra data in quell. 
(a) ,!Jlgeber
 anf10 daW Imp
radore dnigo nella Gallia, cioè nella Borgognd. 0 

:) In 
h
. Lorena, Servi il fuo allnnriln:imC"mo dall'lralia a f...r crefcere {mi(ura- 
dus 
:
_ 0 ... t.tmeote la parte PonriEicia in f)uefl:e parti, di m micra che molti/1ìme 
flanwTlJ. ;n Fortt''Z'le íi nbel1arollo
 e prr>f:ro I' arroi c"lltn di lu i . Prot1tronnt: an- 
Chroßlco.. che Papa Ur,alfo, f)
 B:.>rtolJo di Cotlanza (b), c àa un 1 Lenera di 

.) d G
JfrltJ, Gf)lfredo Abbate Vin iocinenfe 
 cioè di V andomn, ci viLn confcrma- 
:n
;/ì:c:;". I. to (c), che in qud1i tempi I' :\ntipapa teneva tmtJvi" gU'1rnigton r od 

'jIJ. 8. Palazzo del I.atel'ano. cd era in oltre l'adrone dl C:oLiclio Santo An- 
gelo, e della R.tfilic'1'Vaticang. J\bitava al1"incontro qUjfi privatami:'rue 
Papa Urbano nella Cafa di Giovanni Frangipane Nobile Romano, la 
quale dovea aver fembianz.a di Fortezza. Quindtci dì prima dt Pat'qua 
venne a trovarlo Ferruccio, lafciaro. d.tl fuddenQ- Guiberto per cutto- 
de d'dro Palazzo Lareranenfl;., offerendo di dargli qud riguarde,'O'I 
ediEizio, purchè gli fo{fe pagata ulla bunna (omma di danari. Era vora 
la borfa Ponrificia, e perciò Ulbano fi raccornandò a i Vefcovi c 
Cardinali, che poco 
Ii diedero, perchè povf'ri anch' em a cagion della 
per(ccuzion(', e de' nlahnni correnti. TrovoíIÏ per accidenre in Roma 
il fuddetto Goffredo "bbate Vindocincnre, e queíli ciò udiro, vendè 
toO:o i fuoi muli e cavalli, e conrribuì tuno quanta l' oro e I' argen- 
[0 che a.vea; e cnn ciò fi u l timò il mercaro con Ferruccio, ed Ur- 
bano entrò in po(fe{fo ddla 'Torre, e del Palaz.zo Lateranenft. Col 00- 
(d) 114g;,,1. me di quelia 'Torre penfa il Padre Pagi (á) dlfegn<lt o Caftcllo Sam' An- 
Cmic, An- gelo.. 10 non ne fon perfuafo. E{fo A bh.1te Goffredo nella Le'ttera fe- 
n4{ B:ffi'j' gueme (e) íi prcgia d.aver who a Guiherto Lateranenft Pø/atirl',J , 


. E
;lt 9: fenza parlar più della Torre. Se gli aveOè anche tolto Cattdto Sant' 
Angelo, íiccome FOr[ezza di maggior confeguenza, n
n I' avn:bbe 
egli taciuro. E Renoldo Co(lanzienfe chiaramente a['crilte, che Gui- 
berro ne era padrone, e che i fuoi impcdivano il paOare per Ponte 
Santo Angelo. Ma che vo io cercando conghienure? II (uddcrro Bcr- 
toldo attefia, che anche neWanno 1097. Guiberro tenea pre(idio in 
quel Cafiel1o. Dimorava tuttwia in Roma il Pontefice Romano nel 
(n C.mpi dì 2.9. di GIU
no, in cui confermò i Privilcgj ddla Badia dl 1\1on- 
iftor, dl P;4- tebeHo CuI Pavde con Bolla dara if) ROt1JL Jl I. KalmMs ]ulii, ÂlllfO 
,en:c.a TO i 1. Domini l\1i!le/imo Nona'!.dimo GJuarto, lndifliont. Suunda, Pontificatus 
(; .A:;en,' Domni Urbani II. Septimo. A bbiamo da D()nizone (g), che per coníÌ- 
llÞ. 1:il
.:c.8. glio della Contelf'a. Matilda elfo Pontcficc determinò di venire in Lqm. 
bar... 


, 



ANN A JJ I D' I TAL I 
 '267 
bJ!.dia, per maggiormente fonifìcare il parrito dc' CattoJici, e fradi- 
care la gramigna Guibertina. Perciò verCo il fine dell' anno, per at. 
tellato di Bertoldo (a) celebrò il famo Natale in T o[cana, dove fu 
ad accoglierlo con tuna divozione la Comdf.i Matilda. Se rimafe Ar- 
rigo (ommamente fconcertato per Ja fuga e ribellione -del Fighuolo 
Corrado nell'anno precedente, renò egli in queH:o anchc oltremodo 
fvergognato per la fuga della Regina Adelaide, 0 fia Prallède, tua Mo- 
ghe. La ten
va egli Imprigionat
 i
 V erona (
), ed avendo e
tro- (b1 Do>>i%.. 
V3tO modo dl f
r fapere Ie fue mllenc alia [uddetta ContefTa l\1atllda, Jib. 1.C4p.8. 
con r Jccomandarfi a lci, fe'ppe Ja Come{fa così hen menare un fegrew . , Ber/h,/d. 
rratt.lto, chc nel \'erno di quetl' anno Ja fece fuggir daJle carceri . Ri- ,hut r 
fUglOtIì ella prdIò il Duca GII'
 r. il qualc: colla Conforre 
'1a[Jlda sa-:O
71R ij14 
Je fece un traU.lmento da ran lua; cd allora fu che efTa Regma die- 
de fuoco a [utte ie iniquità e crudeltà commeße contra dl lei dal be- 
fiiale Manto, il cm dlfcrediro cenameme dovette andar crcfcendo alIa 
pubblicazione di f;tii sì enorml. Eisendoú poi (cnuto un gran Con- 
cilio di Cattll}ici Tedctchi nella Citt
 dl CoLlanza da Gebeardo f7tJco- 

'o, fece la Regina fuddetta efporre in Guella facra adunaoza Ie- tue: 
quere1e, che mofsew a fdegn , ) C c0rnpaíIione chmnque la udl. I manto 
in Germania Gtleifo 11/. Duca di B.wiera c()nchiufe una pace e Lega 
per tuwi.1a Suc\'ia, francià TemoOlca, AlIàzia, e Ba\'iera, fino a i 
confini dell' Ungheria: comrade tune parzlaIi al vero Romano Pon- 
tefice. ScrÍ\'e lot[o quell' :lOno il Oandolo ("), che trovandofi r Im- (c) D.ndul. 
peradore A rrigo in Tm"jgi, Pilale Faledro Doge di Venezia gh fpe- in Chronic,. 
di ue {uoi Lcgatj, che Il [rovarono molro favorcvole a gl' lI1[ereffi 
Ðm, /y 
de' Veneziani. In Icgoo di che non folamenre egli rinovò I patti an- er. 14 ,
. 
richl col Po polo di \' eneZI:t, ma :mcora alzò dal facro Fonte un'a Fi- 
guuola del O.)gc, ScopnHi an cora in Venezia il f.-.cro Corpo dl San 
.\flareo 
vangchlh, efscndo gran tcmpo, che s' era fmarrita la me- 
moria dd firo, in CUI era feppelhto; e di nuovo fu potio m luogn, 
ogg1d, afEltto igno[o, nella di lui Bafilica : che COSI allora fi coltu- 
m.l\ a rer limO! e de'ladri pii delle lacre ReliGuie, chc pcr più Secoli 
non lafclarono I ipofar I' onà iacre de' Santi. Ando anche f\rngo .1 u- 
gUito per iua dlvozlone a vifitare in Venezia la B..fìhca iùddctta, e 
dopo aver glrclta la Cinà, pe commendò moho II firo e J! guvclOo, 
e concedme dcnzioOi a valj MonilteJ j, fe ne torno in [cn a terma . 
Pom:bbe nondimt'l1o efsere, che prima dl .queU'anno, e in tempo di 
m<lgglOr fdlcHà, Arngo vliitalsc VenezIa. ,1 bblamo anche un j)nvi- 
Je 5 10 dato in qudtu mcddimn an no d.1I fopra loda[u Doge F'itale al 
POJ 010 dl Loreo, CaUdlo fabbnca[o, e ben fortlfica[o da!lo Ltelso 
Doge. 


ERA Vðt
. 
ANNO 1094. 
(a' ßerlho/å, 
ConfJtlTlII- 
.71[. ;1f Chr. 


L 12 


^ I1no 



ERA V olg. 
^t\!W 1095. 


(a' Lllbbè 
ConCll1or. 
1"m, X. 


(b) Ztrtbol- 
litH Cnn- 
}.Jlllltrfìs 
I.n Cbr.mie. 


(c) LtltÆ't 
CIJIZC, ,CT. 
TNtl. Jr.-, 


:1.68 


ANN A LID' I TAL I ^. 


Anno Ji C R 1ST 0 MXCV. Indizione I I I. 
di U R ß A Noll. Papa 8. 
di A it RIG 0 IV. Re 40. Imperadore 12. 
Ji COR R ADO II. Re d' Italia 3. 


P L
fsò daIJa Tofcana nel Febbrai? dell' anno prcfenre in Lombardia 
II buon Papa U,'btmo, e circa II pnmo dì dl )\1,lrzo celebro un 
infigne Concilio nella Citti di Piaccnza (a), dove inrcrvennero dugemo 
Vekovi Jell' hali.1, Borgogna. Franna, Alemagna, BWlera, e d'altre 
Provincie, c qu.dì quanro mila Cherici, con pItt di trcnra mila Lai- 
ci. S, grandc fu II concorfo, che non effendovi B:1Íìhca c:lpace di tanta 
genre, bJlognò tcner qudla facra -\lfemblea In piena campagna. Can 
comp.uvc 101 sf 01 [UII,Ua Rt'glna Adelaide, e fi larncnrò delle infdmie, 
che Ie avea f.uto loffcnre I'inJegna tllD Conlone Arrigo. Non aven- 
do ella aeeonkmlto a tali teeller,Hczze, fu disobbhgara dal (H"nf' pe- 
Ditenza. QU1 V I ancora furono itabihu valj decreu nguardanti la Ditèi- 
plina Eccldìaltica, che avea patito dl molto in qudb :>1 burat"coti tem- 
pi, e folennemcnre fll nnovata 1.1 tèomunic.l (:onrra dell' \nrip:1p,\, c 
dc' Cuoi aderenu. Vi compar\'t:fo anca"'l i Legati di Aleffi() COmnl'lIO 
Jrnpcradore dc' Greci, con cfporrc Ie di Iui calde preghlt:re cd il1an- 
7.e, per orrener foecorfo comra de' Turchi, cd' altri JntèJeli, che gi.ì 
aVC:JOO occupara la maggioI' pane Jell' J mperio d' Ol"/eme, e colle Joro 
feorrcrie lÌ taceano vederc fin fotto Ie mULl di Coltanrinopoli. Pt:rò 
Papa Urbano Ivi comiociò a prcdicar 1.1 Croclara (ú), e molti vi furo- 
no, che con gmramenro s'impegnarono al vlagglO di Oltremarc, per 
mIll tar canrm de gl' Intèdc:li. Fu in tal conglllntura contècraro Ar- 
notfo Arcivejco'l.'o dl i\lilano,. al1-4 cui ekzione tanto tempo prima s' era 
opv,tto il Leg.lto A ponoileo. N el dl II. d' t\ pnle palso 11 Pap,} a 
Cremona, c vcnutogll mcolllro il glOvanc Re C01radr;, U1mlmcnrc ten- 
DC la ttaftà al Pontet1ce, e l' addettro. Gil prdto m ohre glUr,lmenta. 
<i. ft:delca, clOè di conferv.ugli la vita, Ie munbra, c II Pon[lficato 
Romano. U ..b,mo all' mcontro 11 nCt:vute reI' Figlmoln delll1 Idnta- 
Ron1.1na Chldå, con promcttcrgli ogm aluta 
 t".tvure per t
lrg!i COI)- 
fegUlrc il Regno e Ia Corona I mpcn.tlc, pur<.hè anch' egh nnunzlJ(fe 
aII.1 pretention delle Invclbrure Eeddìalbche. Jnviolli dlpoi il Papa 
per mare In Provenza,. e venuto a V aknz.l, dl l.1 lþc_dì. Ie Lettcrc el/,- 
cobn per mVltare i Prelatl ad un Canc.illo d,
 tenerll 10 Chlar.lffionrc 
nell' OHava dl San l\1a. [lno, 0 pur oc' giorm Icgu;;I1t1. Fu in f,\[ [I ce- 
lebrato qucl Conei\Io (c) al tempo dt"fiin:Ho, coll'inrervenro dl tredlei 
Arclvefcavi, c dugento cinque fì'J V c(CO\
 cd A hbati, benehè altri 
ne coollno fin qu..urocento. Molti I cgol.unenti fi fcccro ivi per 1:1 
Difciplina della Chiefa, L' ana nondimcna piiz famofo 
i quella inG- 
linc 



ANN A LID' I T ^ L I A. '26'J 
gne A{}ernblea fu la propoCizionc fatt:! di nuovo C0n pill fel \'ore, dallo En A V:lg. 
I æ P I C ' " d ' I b Amw I,
'..,. 
ze anrimmo <1p.l per a rOCI;jra, clOe I un arm,'m<:nto per I er:lr " 
Gerufalemme dalle mani de gl' Infeddi. Così celc:bre è quelto aV\'e- 
nimento, CC)SI ampiamenre trarrato da valj- Scriuori antichi e moder- 
ni, che a me b:tlterà di folamente d,\rne un lieve abbozio per 1.1 con- 
carenazione di qudta I iloria. " si celebre movimento er:1 già precc
 
dut3 la predicnionc di Pietro Romito FranzeCe (a), il quale dopo d- 
fere (tato a vi IÎrare i Luoghi Cami di Palettina, rapportò In Occldence 
]a perfecuzion Farra da i Mulùlmani a' poveri Cri{hani in qudlc con- 
trade, e come rcfiatTero profànate Ie memorie della noUra R,'Jenzio- 
ne. PortÒ egli Lerrere compaÜtonevoli di quel P.ltriarca Simeone al 
Papa, e a'Pnncipi ddl'Occideme; poi per I' halla, Francia, e Germa- 
nla añdò predicando, e movendo grandi e piccioli a ponar b guerra in 
Oriente. Qucllo fu il precurlore di Papa Urbano, ola potè più di lunga 
rnano l'donnwne infocata d' un Capo viGbile del/a Chier... di Oio, per 
commuov( re c Pnncipi e Popoli a quell' impref.1. Adunque corre a g<tra 
gran" moltltudine di genre dopo .I Concilio a prendere Ja Croce, e ad 
imp<:gnarfi per b fpedizione d' Oriente, nè altro s' udiva dapertutro, 
chc:: queila voce: Dio /0 'Vuo/e, Di() 10 'Vuo/e. N è ranta commozion .di 
Popoh nacque daIla lola lor dl\'OZIOne; v' imervrnne anch
 un piißi- 
IDo interdfe. Erano allC'fa tutta\'jd in uCo i Canoni PenirenzialJ; 3d 
ogni pecc3ro era defiln3ta la lùa pcnircnzJ; e qlldte renitenze fi tlell- 
devano benefpeífo ad al}11i, e a ccntinala .d' 3001, a mifura della quan- 
tita e qlulltà de i reau. Ora il Pootc6ce per ani mar tUtti a prendere 
1a Croce, concederre JnJulgenza Plen a (cota aIlara rarillim,l) di 
1Utte Ie luddette pene C.lOonichc a chiLlnque penrito e conLí1àro im- 
prcnddTe Ie fariche di un sì IUllgo e fcabrofo viaggio a Gáuf.l1em- 
me. Pcrò non è da Ilupire, fe aHora Sl grande fll 11 concorl0 d' Ec- 
cleliallici e dl Laici alia Guerra Cacra, e të:: anche [anti Principi s'in- 
iiamm....ono di zelo, per condurre a fine così gloriofo difegoo Più 
dl ccowmrla perrone preCerC) allura la r.roce, e fra quetti moltiílìrn; 
Monaci ;U1cora, cbc con cosi br;:lJa {:'ongiunmra Ci milero in Ilbt'rcà. 
Succedc.tre in qUt fi' an no un grave fconcerro in Italia, a noi mr- f, 
rata ,d.i Bertold,? da Co{bnza, con quetle pJrole:: (b): IITe/pho Filius Irel- J:
 
;;:_oJ- 
phonlJ Dut.ls BOjOtJlIæ, a conJugio Dominæ Mathildis ft fenitus ftqltcjJra- i, "W>1,. In 
'VÙ, a/JÚeils i"am a fè omnino Immunem ptímm
/iffi: quod' ip('I m per- (bTJ eo. 
petumn TClÌmif/èt, ji non ipje prior ii/t.d fatis Ítlconftderate pttbiic.1.IJèt. Ho 
jo l:crc
LO allrl1ve (,,) t mottVI dl tal teparal'JOn
, e mi è ti:mbraro di 
porer lLn.., che nOI1 ifpol1taneamenre, nè per {ùa balordaggine, Ci ri- 
[iro Gile/fo 17. dalla Contdfa Matilda nell' anno prelt-ntc; nn si bene 
per dilguib a lui dati da\1a Contellà medelima. Fiochè eH.l ehbc b:- 
[.)gno dl l
i neIle turboknzc pa{fate, non gh fu Icarl:. dl fegni di vera 
amorc e Ibma, tuttocbè fra lara non pafìàffc cnmmerzlO cal n.\le 
 0 
perch' ella nol \'oleva, 0 perchè can quetlo parro r aveva egli tÌ'oÙ- 
t
" Ma da che clla vide deprel1ò In Itaii.l A rrigo IV. comll1cio a rin- 
crefcerle di averc un compagGO ncl comando, e però teppe ridllrre 
iI Ma- 


(a) Guil- 
lirlm. Ty/. 
nil. I ib. I. 
caþ. I I. 
Bernardus 
The[.lUr, 
e, 6. 1, Vll. 
ReO'. l:.!!ic. 


,c' Antichi- 
oS 1 flwfi 
PAr, 1. 
et/!. 4. 



2. 7 0 Ass .0\ L [ D' I TAL J ,\. 
r 1\ A Yoll?, il o1\1.>ri 
o a f.:paT:\rrï da lei. FOI s' anch. o Ii fcopri fohml'ntto a1!or:t, che 
ih::'OlUY5_ ;\1,mlda neW
n[]n I:)T". ave.1 fur.. una don.lZion (o/cnne di r\lt'O if 
fuo PJ.
rimnnio alia Chlcf.1 Ron1.1na; hontie rfov.md"li GlI, Ifo dl [litre 
Ie pam buri.no per aver prcfa: un:l, che en fdam.:nrc 
 hghc di no- 
m
, C'd ançh
 fenza fper.mza di godere ddb di 1ci ered:rà, difnulb- 
ut1ìmo d:l lei fi congedò. E eh.: ncl cùnwmo del di lui \1arri:;;onio 
colla Co/UcOã lèguiitc qualchc parro di ral fuccef1ìonc, fi può r.1CCO- 
,glint. doll l"åpere, che Guc
fo IY. Dllca di ß.lvlera fuo P.ldre, uJiro 
qudio JivorzlO, volò in hóllia tuno ard.omc di [Jegno; e per qU1Oro 
fdcdfe, non gli riufd di riconciliar qudli due coning ,ti; nè po[cndo 
q;li digcnr l'inganno f.'ltro alla fua Cafa Jalla Comefià, rlcpo dìàe 
per rantl ann; !taro jl principal foUegno dclla pane C:molica, fi jS,rtò 
ncl paniro allora falll[o dell'lmperadore Arrigo, Qudla fU3 nlolu- 
zione, e 10 lac-gno da lui mot1rarp, f.lono ólbhJfhnza intendcrc, che 
un gran tonn gli doveva avt'r [_1[[0 M:Hilda. Unde, foggiugnc dro 
Bcnoldo) Pater ipfilis (cioè Guelf() J V.) in Lorrr,obardicwi nimis Ùato 
tJ,/imo pcr'Vmit, & fYl./.ßra diu mu/tumquc pIO hUÌ1I/i-not/i ,-econciliatio'le Ifl- 
{'oTavÍ1, IpJum ctiam Ilenric m fibi in ad;utorium ad f CiVÌ1 cOll1ra Domi- 
)nííJ lI1tlchfil./am, ut ip(am Bona fua Filio eÍ!ls dare compel/c,'et, qurz1nvis 
I1(J;1dum II/am In marital; opere- (ogno(ccl'et. F:' un [ogno del FlOrcnrmi 
il tarfi a credere, che il vecchio Guclfo prrma del divorzio del Fi- 
gliuolo avdlè abbracciata la flzione d' Arrigo. L' abbracciò per dllpC[- 
to, dopo el1èrlì troY.lto sì f lI1emelUe beffato dalla Contef1à J\1a[Jl- 
da. Se fi nor;l(fao ru[[; i \ ; de glr Eroi, per 10 prù comparm b- 
bono non minori di nurncro ero, che Ie loro Virtù. Tortl.1rono i 
due Gudfi ma\conrenu della Conrclfa in Germania, per at[e
t.l[o di 
Bt:r[oldo, e lì afiàric.1wno non poco 'in favore ddl' Augullo Arngo, 
tuno nondimeno ind.uno, rcrchè II di lui pani[o era oramai [TOppO 
leaduro. E' Jd olTcrva
'e, che- Donizone, tl"OppO r Irziale della Con- 
tetra, niuna menziom o fot mai di Gorifredo, nè dl Gu
Jf(), che pur 
fUlono I\Lmi di ICI, m 1 dd lei in hne rige[[d[i c lþrezza[i. Fu 111 
qu' Ib tempi conGgh.1[o Corrado Re d'ltalia ad amrnogharlì (a). Papa 
Urbano, e la Contdfa Mauld.l gli propofcro 
lati!da F'gllUola di 
Ru 'fJien COllie di SicIlia, Punci pc, che potea d,]ft: un:! buon3 dore, 
dl 

I abbl:ognava fonc quel povero Re, fmumo afi....rro di ddnal'O . 
Lo Lt'dfo PJpJ nc ({-nflè II Come Ruggieri, e reno 
onçhiu
o 11 rI'J.[- 
[ato. Spedi cgli la Io'lgllUoI.1 con una fiona, e con un ncco tt.-loro a PI- 
fà, dove tì novo Corr.ldo a nCC\'erld j e qui vi con runa onorC'volcz- 
Za turono celt brà[C It- n07.ze. Snivç bensl Bertoldo da Collanza, ('he 
in qucUI fficddìml rcmpi..l' Impcrildorc t\rrlgo d,rnorava in Lombar- 
dla, pælle Dumi Rq)a dignitare phvafuI, perchè Hmo il nubo delle 
fue nuhZlc cia patJntO lorto Ie b.lndlcre del 1udderro luo F'gÏluolo 
Corrado, e del\a Conre(f.l :\1..tlhh Conruuoclò 10 truO\ 0, ch' l'gli 

h' .A"t;1u, nel dl 31. dl M l1!glO [enne Uf) Placi[o nella Cmà di (>adova (b) coil' 
J!A!;cllrum IIlrcrvenw dl Bu,-cardfJ, e IfTarneno Ñiarchetì; e in dTo accordo la lua 
IJI/jea. 3 1 . plOu:l.Íone per alculJI beni al l\1oniltc-ro di S,tOta GJUtbna dj P",dova. 
_Simil
 


(a) Gllufre- 
flu },14Ia- 
terrA l. 4. 
{lfp. 13- 



ANN A LID' I TAL I A. 27 1 
Sirnilm
nte dirnorando cgli in G.uda ful Lago Bcnaco, nd dì 7. di E]I A Vo'g. 
Ou.lbre confermò i fuoi Pnvllcgj (a) al Moniltero della PompoG\, ANNO I' ',. 
F C L' 0 , I I ' N (a) Idf7?J7 ü . 
pallo tra errara e orna
clllo, con un 'p oma, c ,C
I ote. n.l
 ,b Do;Ú-zo 
fon pervenute a noi a(fai efattamt:nte copiate daB' Ongmale. 1 euto Vito N.I- 
coli in oltre, [econdochè abblam da Dnnizone (h) d' irnpadroniru del thlld. t. l.. 
f
rtc Canello di Nogara coll'aimo de'Veronefi. L'aßèdiò in f;mi, Cil'. 9- 
c J' aveva gii ridono all' eLl:remltà per la fame j. ma ciò udito la Con- 
teßà l\Iatild:l 


1'11ox accer.fitos Motinmfes corpore ftrmos). 
Eridanum tranjìt. . 


E già era in cammino per foccorrere Ja Janguenre Fortezza, 
quando forlc tal timore neW Armata d' Arrigo, che tutti diedero a 
gambe, con abbandonare armi e bagaglie 
 


Anno di C R 1ST 0 MXCVI. Indizione IV.. 
di U R BAN 0 II. Papa 9. 
di ARRJGO IV. Re 41. Imperadore 13- 
di COR R ADO Re d' ltalia 4. 


P Ane di qudl' an no impiegò l'inf.-.ticabiJ Papa Urbano in varj viag- 
gi per la Città ddla Francia, de' quali fa m.:nzione il eadre P.t- 
gi. Solltcilo daperwtto la Crociat:), e tenne in queUe comrade dl1
 
altri Concilj nelle Ciuà di Tours e di N ismes, per regol if gli aff.u'i 
EccJelÏaflicl. A\'eva egli già fcomunicato Filippø Re dl Francia a ca- 
gion delle Nozze illegiuime da IUI contratte, viveme la vera Mo- 
ghe. 51 ravvide egli, cd ottenma I' affoluzlone tornò in grazia dd 
Papa e ddl., Chicla. Per 3ueltato di Bertoldo da Collanzl (c) venf)c 
polcl:t nel Mefe dl 5cttembrc in Italia, c preOo Pavia ceJebrò Ja Fe- 
ita dell' Et:\ltazion dena Croce nel di q. d' err;., Mere. Prl'tende il 
fuddçuo Padre Pagi (d), non so fc con buoOi fondamenri, ch' cgli ca- 
Jalfe PIÙ tardl in LornbardJ:l. Gran, concorfo di Vefco\'i e Prioclpi fu 
ad o(jì:quiare i) bunn Pomdlce, che da Pa\.la pafso a Milano, e dl 
là contll)
O il rUt,\ \'la
gi,.J firM aRoma, d,we glorioC'm
nre entrato 
celt-bro can folcnrmà mdgnifica il 5U)to Natale. Mcrcè ddl' armi 
Cn (ban,,)- che qUI fono accennerò, tuna quella Ciuà s' ua J idotta 
ubbailtme a I rUO! ccnni a rrferva del Caftcllo 
.lOt' L-\ngclo, in u1Ì 
per àttcliato del fuddetto B"rtojdo dimO\'<lva H1ttavÏ1. la gmrnigione 
dell' -\ ntIpapJ GUiberto. 51 mo(fe in qu.-d' annf) un' infinità di Cn Ii i.l- 
m CroCcl\.'gnati alia volta dell' Oriente, cornpof1:a ddl.1 fchluma dJ tutti 
j masnaditll e della candglia della Francia, Germania, ed Inghilterri1; 
c con 101'0 andarono femmine lid panito [CDZi\ numero. Un corro- d'dIì 
era 



c" B ,the/d. 
C.'nff,m- 
r'
 r{is in 
(..,.II ;;nÎcD. 
. d Ptlli'4s 
('r/I i.., lid 
.dli,:al. Bar. 



1.;-2.. A
!N^L! D'ITAI
IA. 
F It A \"01... Cr.l .('on_
,)rt() dal Rr-miw Pi. tro. La prima proJczza, che fcecro in 
,'\.--- é! [ 'Q(i. Gcrm:mlJ, fll dl perJegllltare, r valigi'lfc, ucciJcrc, 0 pur f()rl..lre <J uanri 
{\ I , GIllJei trm.'ironn ad 3ùbraccldr la Rcligione di Crino (,1). .'\rri\<ati 
,a .A /Jtrl. [1 ' u h . I "' 1 b Id ' , , 
: ]1'. i. I. co oro 111 n
 C:II.l C , 
u 5.'\fI:1, 5ante rr acne c rapll1c commllt:ro, 
(.,), 24. eh;: que' Popolt {Hefe 1 ;\rml, deleru,rono maa ql1
ll' Armata d. m;l- 
GHi
!itlm. niera che poche m
gliai.\ ne porerono giug:1er
 a Co!lanrinop
lI limo- 
Tyr. I
b. I. fin.lOch un rozzo di pane. Un altro COI po Ji qudln ciurm,lgha pcne- 
,np. 1,. trò PIÙ avanri fino at pJcle Je' Turchi, e fu d:I efIì dlstàtto. Un alcro 
c(1nd,)tto da Raimondo Come dl Sam' Egidio, pafsò per la Schiavonia. 
MaíE fi poi neB' .'\gono Gotif;'edo di Buglionc dalluo DUCdto della Lo- 
rena, Principe di rara Pictà c Savlezzl, e dl egual valorc, It eo C0n- 
dueendo un:! gran qU.loÜtà d' altri Pnncipi e Signori ddla Francia, 
Fi
ndra, e Lorena, e un' ;\ rma[a di dicCI mila cavalli, e di fcrtanu, 
mila [ami, LUUa genre a
guerrna e d\fèirlil'dta, Con bunn ord\ne per 
1a Gcrmania, e poi coIl' avere ouenmo libero il paßagglO da C%- 
11imno Re per l' Unghena, marclò qud10 efercito alia voIr,\ di Coflan- 
tl'lOpOlt. Un' altra potemifIìma Arm3[a condona da Uge it Grcm.le, 
Fmtdlo dci Rc di FrancIa, da Roberto Cottte di Fia;1dra, d.l RofJei to 
DNa di Nonlzandza, d" Etlfhchio di Bologva, F ra[dlo dd Duca Go- 
(j,I) Guibm. tlfrcdo, e da alt.1i Principi (b), n'nn.e pcr j' halia, e pa(fando- per I.. 
Àbb. E. II. Torea01
 trovato in Lucca PJp-a Urbano, II1carrHllinJto verlo Roma, 
J-i1/for. . prefero da lui Ia bencdlzI0ne (,). In p.\(fando per Rorna caeciarono di 
c F l!ch7,Ul Já l' :\mipapa Guibeno, e percio la Gmà fuorchè ClItcllo Sam' Angelo 
6.:ra'I
:f.n. tornò JI1 pocerc del P.lpa. A rrivarono quelli Cui prinClpio lid verno 
(c', ( 110 in Putha, e convennc 101'0 rrcnderc qUJnicrc \J1 qudlt: pani, per- 

l:;'n{inl,mfÌ1 chè non era pIll tempo dl m,'ucrfi In mare. Ma e(fenJo!ì azzardaw 
cl>r. /.8. ,.6. 11 .iudò"tto Priilcipe Ugo di raí1:1re a Durazr:o, fu (jUlVI f,nta prtgione 
da i pcrfidl Greei, e wilo IOviato a ColLmin n poh. Buon per lui, 
chc da II a .non moltn, vcrla Ja Fdla dd Nalale, giunfe in quelle 
vlcinanze il Duca Gotifredo col Juu prodc eferclfo, ehe fnrzo I'lmpc- 
radorc AleÛìo a wnettcre 10 l1b,:rra quel Prmclpe, e (t.lbili poi volric 
C:JpiroiazlOOI co' Franchi I'd IIbero loro patTdgglO III Aft,l. 
t\ccadàe in quclt'anno, ehe Ia Cluà di Amllfi fi nbellò a RNg- 
, güri Duca di Pugha. (d) Non avc\'.\ cgh forze b..[bmti per metterc 


Z
:;;
J. <II dovcre quella Clllà, c . mJffim I


te na\ i I?e
 tihignerl.1 dalla pane 
1. 4. c. 14. del m"re. R:J.ccomdndoíh :J RlIggze" CMte dl SIcilia fuo ZIO per un 
L' flU I!TO- copl(1fo ,limo; c .qudb 10 tàtlJ raunaro un elÚc:ro dl vcnti mila Sa- 
1
(þat". In rd.CerÜ fuoi luddlI1 In SiClha, colla glUma dellc (ue vecchlc truppe, 
CbrONII. b f d d " f 1 \"!' I ' f. 
e con un.! uana qua fa I naVI, acc,)r e, c CO L"" Ipote mile a _ 
fedio per terra e per mal.c a queila Cmå. Intanto fi fra,fo la voce 
. della Croci,lta, c de' Fram.hi, che VCOIV3nO velfo la Puglia per f'af- 
'..:) GuJ/Jer- filre il mare. Trovava!ì a qudi' aíTcdio ancbc Boamond(J Principe di Ta- 
t;U ( ,A h b' 
1 ranto e Fralcllo del DlIc<I Rw.! g icri. Im'o o uliarofi an(.h' e g h dl q uclla 
It rOn/CD.' , 
 
Fflrt,11 Dla- f.lcr:! fpedlzione, e lopra ,HItW Ipll1lO dalla fperanza d. qll,lIche _ gr.!n 
,
n, chron. conqurtb 10 Orrentc, 
r
le 
a Croce. (t') II gran rumore, ,chc 
accva 
( al'Ju"f. allora la comm<Jzion dl tantl Popoh per and.uc allol conql11fta dl Ge- 
l. t, cap. JI. fUCa.- 



. 


A N 1'( A LID' I T.A L 1 A. 2.73 
rnfalernrne, e ]' efempio fuo, cagion furonò, che Ja m:aggior parte òel1e I!u Volg. 
truppe sì del Duca ehe del Con
e, af1èdiant
 Arnalfi ,.com!

iaffLTo 
 gTt- Am..o 1096. 
dare: Jddiø /0 'Vuo/e, Iii 'Vuole Iddlo; laonde s an oJ.arono a tuna fotto Boa- 
mondo, per palTare in Orieme. Fu quello inafpcttaro avveni(1)entl
 1a for- 
tuna de gli Amalfitani, già ridotri 011 verde, perchè il Conre Rugg:eri 
vcggem..o per la m;'ggior parte di!
guJto r cferciro fuo, fi ritirò confulo 
e mo1lconrenro in Sicilia; ed altretramo fece il fuo Nipote Rug.-;kri 
can ritornarlène in Puglia, lalè:iando nella ricupcrata libc:rtà la Clftà 
d' Ama!fi , Q!leL1:o a me fd cr.:dere, che non venri mila S
racel'\i. c')- 
me vuole il Protofpata, ma alTai minor nu:twm di qlJegl' J nfedelJ, (('f- 
fero condoni a quell' affedio dal Conte. Cenamente. mup d' ellì J'1- 
vette prender la Croce; e venti mila dl colora er.lOo un' AI m:-''l fuf- 
ficieme per ultimar I'imprefa di quella Città. Accompagnotli COil 
Boamondo anche crancredi, ch
 di venne po1cia al pari di lui c.:

bre 
Eroe nella Guerra Sacra, e Ie cui prodczze Ii truovano J.:fc itte da 
Radolfo Cadomenfe. Nella Prefazionc alb S
ori.l èi qudlo Snin,.le 
ho io olTervato (n), che Tancredi t:bbe per Padre Odone, o. fìa Ot- (a) Rerum 
ton Buono Mareheft, e per madre Emma Sorc:ITa del Du..:a dl Pugha lI"itw 041n 
Roberto Guifcardo, ed era perciò Cugino di Boamonc1o. Altri iJ Scr,plOlum 
fantlo fuo N i pote, ma fenza buon fimd:1mento. Ho eziandio crc:dutn TotR. v. 
afTai prob:ìbile, che T:mcredi fi)lTe di nazione lrahano" 0 alm
n 1\4[0 
in Itaha. N è {j dre tacere, che anche d... rune Ie pani deli'ltalia 
ccncorfc ionumerabil genre a quelìa facra imprefa. Fol
o, uno de 
gli antichi S[orici della Guerra Sacra prelTo il Du-Chcsne (b), Era Ie (b) D.- 
gemi Crocefegnate annovera Chtsn
 all. 
E,-AnCiC. 
Tøm.IJ". 



os Athe/is pulcher preterfltÛt, Eridanuhae, 

(js 'I'yberis, Maera, P !Jlturm/s, CrufluntiumfJl/I, 
Conear,.unt itali. &c. 
Pifimi a& fTeneti prøpulfant equortl remis . 


Soggiugne più [otto: 


f5<Ji Ligures, Ital;, Tufci, pariterque Sabin;' 
U mbri, LUCimi, Ca/abri fimu/, RIque Sabe//i, 
ÂilrtmÛ, f7()lfci, 'Vel qui memfJrantur Etruf&Ï; 
Þ<3
fjae etÙlm lentes fpar,guntar in Apula rura. 
!!<lleis crmferre manus 'Vifiim eft in præ/ia dar", 
81tb juga i'aneredi '& Boamundi eoy,'ipuere, 
Et eQntra Fid,i f"ejitgas patf"ia arma tulere. 
, 
Verifimile nondimeno a me fembra., che non tutti queß:i Italiani ad 
un tempo Ij movelTcro neB' arino prefe-ore, ma che continuaf1e la folia 

nche ne'due feguenri, PalTato nell' Epiro Boamondo con Tancredi, 
cbbc toHo, per attelbto di RadoJfo Cadomenfe (c), a fguain.-.r la (c) B.Aåul- 
fpaJa co i Greci, che gli vollero comrati:are il patro. Diede lora 'più t"U
r.Clldð- 
cT'. T.T l "' 1 d ' mer'JJS c, 4. 


.,.. p m U
 



2.74 ANN A LID' I TAL) A. 
E II. A Vo1g. d' u
a rotta, S' irnp3dronì di buon trauo di pade, e tal timore arrc:'cò 
AN)itJl097 . la. dl o )
I ven

;a :I,1Ia. Corte di Cotlantinopoli, che dleffio Imperadùrt 
glUdlc,o m
g.lo d
 procc:'dere colle buone con un Principe sì avvezz.o 
;lUe \luwne. Chl!'matolo dunque alla Corte, l'induífe a prefiarali 0- 
m:1ggio, e CFlCÒ Ji sbrigarfene il più prcllo poffibile. Venuto a 
orte 
(:I.) ,D'I?;/"- Pita Ie F d
áro Doge di Venc:z.ia (.) in quett' anno, ebbe per fuceef- 

::nT
 ;t; fore Pilale A1iche/t in' qUt'lia iilu!1:re Dignità. Per atteH:ato ancora di 
Rrr.lIal;,. lacopo ]\.j,l.lvc:zzo (t.), nell'anno prefente un terribil incendio devaftò 
(b) .M1l1'Ui- quafi tutta la CJttà di Brefcia. 
cius Hifler. 
lJrtx. Tom. 
XlP'. R,rum A d C I d . 
ltlllÙar. nno i It 1ST 0 MXCV I I. n lzione v. 
di U R BAN 0 II. Papa 10. 
di.ARRIGO IV. Re 41. Imperadore 14. 
di COR R ADO II. Re d'ltalia 5. 


1) El1:ò libcra in qudl'anno J'lralia daU'/øperadore Ardgø. Veg- 

'- gesdofi egli filervato e fcredirato affatto in queflc pard, e 
pm che mai concorrere i Popoli in favore dd Pontefice, e del Re · 
(c) .,rtholJ. Corrado fuo Figtiuolo (,,) meglio fiimò di ritornar(ene in Germania, 
CIIRam. R ' ,. d . O b o t t . I , C ,0; 11..# O Z '.1 fi Ii iT 
in Chr,,, Iporto 111 ICI I g ona a omelfa Jy.tnfs Øa per que 0 UCCClJO, con 
. attribuirli al di lei valore e prudenza, un tale abba{famento di Arri- 
go. Si trattenne tutta la Stare e{fo Augufio in forma alT"ai privata in 
Ratisbona c: N uremberga, dove avendo a lui f:mo rieorfo i GiuJei, 
forz.tti nel precedente anno ad abbraeeiar la Rcligione di Cri fto, re- 
(d) .A1In.. fiicuì loro la libenà della eofcienza. (d) Circa il principio di Dicem- 
lift. S.XII. bre lenne una conferenza' co' Principi Tedefehi a motivo di tratcar 
.Abbas l!r- della pace, ma forre prmcipal mente per promuover al Regno Arrigo 
1J:'bf,n[. ID 17. fuo fecondogenico, giacchè troppo odio porrava egli al pnmoge- 
rill. nito Corrado. Era già pervenuto all' età di più di ec:nto anni it Mar- 
ehefe .Alberto .Azzo II. Efienre, e eonorcendo approffimarfi il rermine 
. 1/ de' fuoi giorni, allora fu, che pit! ehe in addicuo volle efercirar la 


 ;ft

'J, 1- fua. pia libera
ità verCo Ie Chiefe. (e) Rella tut
a
ia un: inlìgne D,o
 
II/rt. 1. '.11. nazlone da I!JI farra Anno ab lncarnatione DomIni nofln Jelu Chrifll 
MLXXXXfT II. crertiodecimo di, intrQ8unte Menft Âprilis, IndiBionl 

i1Jta. Cioè dona ivi cinquanta Poffiffioni, con ifpeciticare j) np
e 
di eadaun lavoratore d' etfe al Monifiero della Vangad1Z7.a full' Ad1- 
geuo, Luogo di íuo Giuspatrooato, e pofto nc'fuoi S,tati, 
'Origi- 
nale da me \leduto neU' Archivio d'eífa Badia, forfe pafsò 10 mano 
del Nobile Vcneziano Giam-Batifia Recanati. Inccrvenne a quel1:a 
ria Donazione anche Ugo fuo Figliuolo, trovandofi eglino nella nobil 
Terra,oggidì Cinà, di Rovigo, di cui era tlfo Mar
hefe Padron
. 
Ma non andò molto, che il deerepito principe fu chlamato da Dl0 
a miglior vita con lafÓare dopo di sè un gloriofo nome fopra la T er- 
fa. 



- ANN a\ L I D' I TAL I A. 2.7; 
fa. JiZZ{} Marchio de úngohardia (fono parole di B
rtolùo da Co- Eh Vol
. 
fianza Scrinore contemporaneo) pater 11/elpbonis Duds de Bajoari'e" ANXOIO?7. 
jam major censenayio, ut aiunt, 'Viam u77iverJtt te,.rte arripuit. Refiarono 
di lui tre Figliuoli mafchi, cioè Guelfo JY. Duca di Bavicra, ed Ugo, 
e Fole{); dal primo de' quali, nato da CUlIegonda de' Guelfi, cony ien 
quì ripetere, che difcende l'Imperiale, Reale, Elettorale, e Ducal 
Cala di Brunswich; e da Poleo nato da Garftnda Principeffa del Mai- 
ne, i Marcheiì d' Ene, Duchi di Ferrara, Modena, Reggio &c. Ho 
io rappouaro altrove (oil) una ConvenzlOnc:, Habilita nel dl 6. d' A pri!e (a) ll,idt11l 
deU'anno 10Y). tra i due FrateLli Ugo 
, Folco, da, cui apparifce, '''po 2.7, 
che Ugo Principe, per quanto abblam gla veduto, dl poco J.odevol 
condorra, vendè a Folco fuo Fratcllo tune Ie pretenfioni Cue fopra 
molti Stati, che ii Marcbefe Azzo avea can \'arj Strumenri ceduro 
111 medefimo Folco. ComuCtoclò Folco (j comemò dl lafciar goderc: 
ad c{fo iuo Fratello, e a'iuoi Fighuoh mafchi legmimi, ma con ob- 
bligo di V aITal1aggio, mediet3tem Caflrol'um, & Terr
, fjute .Azo Mar. 
chio Gmitor nofler tenet a jl,1incio uPiue ad I/CfJCCUl11J, & ii/am perCIOneffl 
ceteyorum Caflrorum de alia Terr(1 l'r1arc
ionis Azo,Jis Gellltoris 110ftr;. 
Acc:lduta dunquc: )a morce del Marchele Azzo, qudh due FrÓ1telli 
entrarono in polIèlIo di tutti gli Stat
 del Padrone, cioè di un fio- 
ritlilimo paefe dal Fiurne M inclO di Mamova lino al Mare, cbe ab
 
br:lcciava fra I' altre Terre la ncbil, d' Eite., e qudla di Rovigo col 
fuo PoleGne, Momagnana, la Badia cc. become an cora di tutti gli 
altri fpettami al Padre nella Lunigiana c TolCana, e in varj altri Con- 
tadi d'ltalia fþecificilti neI Diploma d' Arrigo IV. nell'anno 1077. 
fcnz.a contare quei, eb' effi riconofcevano dal1e Chieîe. 
Erano qaeth due Principi liati icmprc coHami nel partito Cattolico 
. del Re Corrado contra dell' Augufto Arngo. Però In queUo meddìmo 
anno Folco jl,farc19efe andò alia Corte del Re Corrado, che dimorava in 
Borgo San Donnin", e nel dì 10. di Agono impetrò d
llo tldfo Rc un 
Pnvilegio, da me data alia luce (b) . Ma non palsò gran tempo, cbe Gut/fo (b) .Anti,h. 
Jr. Duca di Baviera fu(ci[ò contra de i due Iùddetu fuoi Fratelii una gran 1!ftenfi P. I. 
tempena. Veggendo il Marcbefe Ano 511 ben provveduto 10 Germania 'a
. 2.8. 
cITo Guelfo kIo Figliuolo del prirn
 leno, a,-ea ua..met1ì tutti i fuoi Srati 
d'ltalia negli altri due fudde[[i Iuo; FJgliuùh, acciocchè con Ifpicn- 
dare tiraOero innanl.i Ie due loro Lince in ltaha. Ma non l' Jntc.:fe 
così il Duca Guelfo lor Fracello. Pretefe ancb' egli la fua parte ne 
gh Srati p:tterni, e perchè trovò renltenU a CIO lJgo e Folco, moire 
lor guerra neU' anno prefente. Dopo aver detto il tuddeno Bcrtoldo, 
che il Marcbefe Azzo mancò di vIta, fogg1Ugoe: Magnûmqllt guenam 
Juis Filiis de rebus Juis derelifjuit. Nam Ji/eJfo Dux omnia Pt:tris fui bona 
titpote Matyi Jttæ (Cunegonda) donata (11 che non menta tt:de) obti
 
nere 'Voiuit. Sed Fratres ejus de alia JJlatre (cioè d<\ Garfenda) procrea- 
ti, noiuerum ft pemtus exberedayi. SI mile in proclOto II Duc.! uudfo 
di fCt'ndere In ltalia colle iue forze per foltener gagllardamentc Ie 
fue pre[cnfioni; ma lJgo e Folco anch'eØì furono in armi, & adi- r 
M m z. ItSm 



2. 76 ANN A LID' I TAL I A. 
bu, Volg. t
m 
i in L011g0Þardiam />>'obibueruNt, 'Ilium iret ad pojJidendum: il chc 
^t.MO 10 97. 
I f
 Imender
, qual folTe la lor porenz,., quando 
ra ballanre ad im- 
p
dlr
 a l!-n Duca di Bavi
ra armaro il pafTaggio in haiia. AUora fu 
che Gu
Ho fi collegò can Arrigo Duca di Cannria, e probabllmente 
ancora Marchef
 ddla Marca di V
rona, ceo) Parrialca d' AquiJ
ia, 
Fra[ello d'dfo Arrigo Duea e Princip
, Signore dd Friuli e della 
Carniola. Coil' accrefcimento di rame forz
 al Duca Gudfo non fu 
poi dlfncj]e i] ptnt:lrar
 in Jralia, e il portal' ]a guerra comra d
' 
Fra

lli. Sed Filii ejufdem Alarchirmis (aggiugne Berroldo) de alill 
C011Juge pr,edié/o Duci totis 'lliribus reJiitere. NulJadimcno non potcnJo 
dIì competere coUa potcnza d. lui, e de' fuoi Collcgati, Gudfo he- 
reditatem Plltt'is de manit-us eorum ex magna parte jibi vendicavit. Ma 
da lì a non moIro ricuFer? il Marchefe Folco gli Srari par
rni, C; 
do vette feguire qualche convenzione fra e{fo Falco, e i Fighuoli di 
Gudfo I V. aU' oíTervarfì, che la Linea Ellenfe di Germania pø{fe- 
dette dipoi la terz.l pane di Rovigo, cd ef
rci[ò fignoria ancl\e nella 
nobi] Terra d'Efie. Non fi sa, che diveni(fe del AJardJefc Ug', Ho 
. io ben trovaro, ehe lafciò Flghuoli, a lui n.ui d Illa Fighuola di Rr;- 
<:J f"NfnJ. I1trto Guifcardo Duca di Puglia. Abbian10 da Goffredo M.tlatcrra (<J), 
1. 

':
r:s. ehe in quefi' anno Ruggieri Conte di Sicilia marilò una {ua Figliuola 
con Coiomanno, appell.lto da alcuni impropriamenre Carlo Manno, Rc 
d' Ungheria. L
 nozze furano con fingolar pompa celebrare in Buda 
Capirale di qud Regno. Feee quanto potè .dieffio Imperadøre de' Greci 
Principc acconißìmo, per Jiber.lffi d.l gli eferciu dc' Franchi giumi 
in Tracia, che faceano immenfi mali anche ne' contorni di COltanti- 
nopoJi, Fra lui e i Principi di queUe A rmare in hne Ij fiabilironu al- 
cune Capitolazioni, do po Je quali pa(fari i Crilliani di là daUo Suer- 
to, ed emrari in Afìa, in una tcrribil bauaglia nd dì 14. di Maggio 
fconfißero un immenfo tferciro dl Turchi. S'impadronirono apprdfu 
della Ciuà di N icea; e cominn.lto il lor viaðgio, arrivarono hno alia 
Rcgal Cìuà d' Amiochia, di cui tOtraprefero I' aITedio nel di 2 I. d' 0[- 
tobre. Tro\'andofì Corrado Re d' halia in Cremona nel dì 2.2.. d' eITo 
Mefe d' Ouobre, confermò i (uoi Privilegj a i Canonici di eremo- 
n:\, fìccome coLla dal Diploma da me dato aila luce (b), ìl1 
ui l' .dlmø 
Xlf7. del Regno d' cITo Corrado non può fullìllcrc. Tcrminò il corfò 
di fua vira in queft' anno ArtJolfø Arcivcfcovo di Milano, e in luogo 
. fuo fu elet!o .dnfelmo di queUo nome Q1arro. Secondo Ie Carre pro- 
(e) Gu"h,- done dal Guichcnon (,'), horiva in quell! rempi Umberl(J, 0 fia Ubertfl 
JI ,M ØIl}' l
 Il Corne , da cui ùifccndc la Real Cafa di SavOIa. Truovafi nomi- 
alJon. .., . 
$a'llIlY' naro UmbettuI ComeJ filius fjllond'lm .Âmedei, ed altrove Comes & Mar- 
T'm. HI. chifus. Quel, che pare ftrano, egli profcíTa Lege '!J;vlre RomallR, per- 
chè que' Prinei pi t:rano di N uionc e Legge S.1lica. 


(b
 .AliI;,. 
Ilalic. Di[- 
ftrlal. 61. 


Anno 



ANN A L 1.. D' I TAL I A. 


'1.77 


ABno di C R 1ST 0 MXC\TI I I. Indizionc VI. 
di U R ß A Noll. Papa I I. 
di A R RIG 0 IV. Re 43. Imperadore 15. 
di COR R ADO II. Re d'ltalia 6. 


. 


F Ino a queft.. anno era durata 1a ribellìon di Capoa contra tutti gJi .Ä" A Vol:. 
-1 sforzi di RiccardD ruo Principe, cbe s' era ritirato in A verfa. Co- NNO 10 9 8 . 
tanto fi raccomandò quefto Principe Normanno a Ruggieri Du{
 di 
Puglia, che quefii, chiamato in aiuto il fuo Zio Ruggieri Duca di Sì- 
(;ilia, s' indllAè a form:lr nell' Aprile dell' anno preknte I' atredio di 
'}uella Città (a). V'intervennero il Duca e il Conte con due polTenri (a) Gllufr;- 
derciti; c: Papð UrbanrJ, a fine di.trattar p:1ee, ed ancbe, per quanto Jus }.1
la- 
fi può conghienurare, a motivo di {ofiencre i diritti del1a {am a Sede u;a 3
b. 4. 
fopra queIra Ciuà, giudi,Cò bene di trasftrirfi al meddìmo 
1{ftdIO, e '4. . 
fi Fenno affai tempo in queUe vicinanze. Anche Santo .dnjèlmo .drci- 
'l1efco'Vo di Camurberì in Inghilterra (b), venuto in Italia a cagion ddle (b) .E1I
mt- 
violenze del Re Guglielmo 11. fi porrò colà per conferire eoJ fommo 
us 
n ;.ta. 
Pomdice, da cui non mcno, cb
 dal Due;l di Puglia, flce\'erte fin- . nom. 
golari onori. Si fiudiò il buon Papa d' indurre i Çapoani a renderfi 
amichevolmente, e rirrovandoh ofiinati nella rivolta, Ij ririrò a Bene- 
vento. Con Tal vigore COnri:1lléHOnO pofcia i Principi Normanni a llri- 
gnere Capoa, ,be quel Popolo (c) nd Mere di Giugno fu alln:tto ad 
ct'porre bandie.." bianc:\, e c.lpitolar la rera. Dal Duca e dal Come fu 
conlegnata qudla Città a Riccardo I l. N è fi vuol tacere, che Rug- 
gieri Duca di Puglia, non già per magnanimità aimò Riccardo' luo 
Cugino a quell' impre[{, ma per interelJè; perciocehè Princtps cal
!fa 
Quxilii, quod ab ipJo fperabat, honu} Ducis {"EllIS fuit. Cioè iJ Duca ub- 
bligò Riccardo a riconofcere da lui in Fcudo la medeíima Città, ben- 
cbè non anche prefa, e forCe Turri gJi Stati di lui: a1la qU:.i1 rilãlu- 
zione non s' era giammai potmo indure Giordano Principe di Capoa, e 
Padre di lui, per quante carez.z
 e minaecie :weITe adoperato ptT 0:;- 
tener queUo 100cnto Roberto Guilcardo, Padre d'dfo DUCd Ruggie- 
ri, e Zio materna del mcdefimo Giordano. Nella Vita di S.1n BíU- 
none (d) fi raccoma, che durante l' aûèdio d' eITa Città, avcndo un tal 
Sergio [ramara U03 congiura contra di Ruggieri Come di Sicilia 
 S.ln 
Brunone, che in quefti tempi fioriva in Calabria, apparve in Conno 
al Come, e l'avvertÌ dell'imminente pericolo, per la qual grazia dfo 
Come fu poi hbcrahíIìmo vcrfo de' Monaci CercoGni, iftiwiti da\fo 
fidfo S. Brunone in quetH tempi. Paffarono dopo 101 conquilla di Cd- 
poa il Duca Ruggieri, e il Conte Ruggieri a Salerno, Città allara, (e) Gaufrl- 
dove folea dimorar Ja Corte de i Duchi di Pu
lia. Colà p.lrimemc (eo) dlls .Mala- 
da B:;:nevemo fi portò Papa Urbano per abbocarfi coI Come prim.! una I. 4, 
del 'AI, 2.9. 


(c) LNpNS 
Prøto[pllta 
;n Chrøn;,. 


(d) .AJtlll 
Sur;um "'. 
Jiem 1"1. 
Oélpbris. 



178 ANN A LID' I TAL I A. 
F.. A Volg. del fuo paíf.'1ggio in Sicilia. E perciocchè fi trovò dfo Conte dis17U- 
ANNO 10 9 8 . flato ptr avere il Pontcfice cletto fuo Legato in Sicilia. Roberto Pe- 
ftO'1JO di Traina, fenza precedcntc norizia e confenfo del rnedefimo 
Ct)O[e: a fin 
i, plac
rlo, e pe
ch,è bc:n, fa
ea" quanto grande tàfIe 10 
zelo della ,
e.hglOne 10 que! P
lOcl,pe, dl.chlaro Legato Apoflolico per 
tuna la SIcIlIa dfo Conte e I fUi eredl con Bolla data Sa/erni per 
manum Joh<1nnis Janélte Romand! Ecclefi,e Diaeon;, 7értio NOMS Julii, 
Indiflione 1711. (fi dee fcrivere P},) Pontificatus Domn; Urbani SWtn- 
d; Xl. Di qui ebbe origii1e la dec:mtata Monarchia di Sicilia (nome 
verameme ftrano) così vigorofamenre impugnara dal Cardinal Baronio 
nel Torno Undecirno della fua Storia Eccleftafiica, Torno perciò con- 
dennato aUe fiamme in Ilpagna. Anche a'dì nonri {otto il Pontificato 
di Clemente XI. ribollì quefia controverfia, chc fuíT'eguememente 
cbbe fine colla moderazione di alcuni abufi introdotti nel Tribunale 
di quclla Monarchia. , 
AndofIene dipoi Papa Urbano alia Citti di Bari, dove nel Mefe 
di Orrobre renne u
 m
eftolò ConciJio di cento otrantacinque Ve- 
(a) !.lIþlll fcovi (a). eomparvero In quclla facra Raunanza molri Greci, e con 
!'ro c.h løjpal,a efTo loro feQui una calJa dilþma inrorno aHa Procef1Ìon dello Spiriro 
In rOn/cø. v I ' 1 \ T' {j , I" 1 , A ' Ci S ,r. 
Á.nøn,mus Samo dal Fig IUO 0 I 1 rrovo prel
enre rCI\'C: covo anro AnJe/mo, 
Barenþl perfonaggio il piò Lctterato, che 11 aveífe allora la Chiefa Latina. 
IIpU
 .pe- Confutò egli l' opinion de' Gred con tal fon.:t di ragioni ed aurorità 
'egrlnlum
 delle di vine Scriuure, che avrebbono dovuto coloro ammutolirfi. In 
que11:' anno probabilmente accadde .ciò? .c
e, narra Landolfo iuniorc 
(b) l.AnlNl- Storico Milanere (b). Per atteftaro dl lUI 11 glovane Re Corrado teneva 
fll
 ;,mior la fua Corre in Borgo San Donnino. ...-\ venne che pafsò per cC'là Lipran- 
H . .i1 J l or , 1011- do Prete Milanele, gran partigianø dell:! parte Ponrificia, incammi- 
lø .". c. I. fc R t - fi d ' p U b E I ' 
TJm, v. naro ver 0 om3, per pre entar 1 .lvanu apa r ano. ra eg I per- 
Iter. 1/..1;c. (ana- famofa i perchè nell' an no I07r. gli Scifmatici glt aveaoo tagliato 
il nala e' gli orccchi. A ven

 voll![? il [
e vederlo, fr a (' ahre 
o.re gli 
ditTe: EjfenJo 1M J\1aeflrtJ de 'Paterlnl (COSI erano alIora, :rrpcllau I fau- 
tori della farte Pontifizia) dTg (mti11lento hai Ifl intornÐ (J ì Ptft'v; t 
Sacerdoti, {he poffidendo lanti beni loro {oncedut; åù i Re, nut/a poi 'VD- 
gliono contribuire per gJi alimc11ti del Re.? Probabilmenre 9':lefio R
 J'iù 
di apparenza, che dl fo
tanza, Ii, d<wea rrovar moho alclUt,to e blfo- 
gnofo di moneta per vlvere. Llpra':l?o con 
ut
a modelha e buon 
garbo gli rifpofe, ma fcnza faperfi CIO ch
 gh nfpc:1Odeífe,'. Pa,lfando 
egli poi pel Parmigiano, fu prefo e fp
glI,ato da &11 uoml
1 dl que! 
V efcovo, e fu obbligat
 a tornarfene 
ndl
tro: 
orroldo tece pagar 
buona fomma di danaro m peoa da que malnadlcn. Dopo un fatlcofo 
(c) chron,- aíT'edio d1 nove Mefi (c), e dopo a\'er dlsfmi varj cor pi di Turchi, 
f:;f h . M..J- che \'olcano portar tocc
t
o all' aíT'edlata <-\':lr
oc
ia, e dop
 a
e
 r3ti- 
Gllillillm. to quella eittå una t

nbll fame e 
o,nallIa dl gen.te, r
ufcl In fine 
Tyr. all' efercito de' Cril1iam Crocelig
at1 dl ,enrrarc per II1tdhgenza d! un 
:Btr...,åus ricco Saraceno in qu
lla vafla Cltta, e d
 
ettere a fil dl I pada chlun- 
7,her"'4ra-.. q ue non potè falvarh colla fuga. I1 Prmclpe BoürIJondo, che da Ro- 
fnll t fT .,,, . be r- 



A. N N A LID' I T ^ L 1 A. 1. ï9 
berro fuo Padre, fe nön alrra er
dità, que1ta ebbe almeno dell'accor- Eu. Vo'g. 
t(:z
a e del valore, quegli fu, che per traCtato fegreto con un Ufizialc ANNO 10 9 8 . 
Turco, Crittiano rinegaro, introdulfe l' armi CrHliane in Amiochia, 
e feppe così ben condurre i proprj affari, che tutti gli altri Principi 
accordarono a lui il dominio di quella nobiliffima Ciuà, in cui egli 
fondò un illufire Principato. Ma poco fiette a prefc:ntarh (ottO An- 
tiochia Co.rborano Princ
e de'Turchi can trecento fdfanta cinque mila 
armati (numero' forfe e1àgerato) che ftrettamente a{fediò i vincitor-i 
nella Città m
defima, e Ii ridufTe per manc
mza di vi veri a cibarfi di 
carne di cavana e d' afini, e a morir non pochi di fame. Tuuo era 
difpc:razione , qaa!1do c:ccoti un Prete Provenzale riferire, che: per una 
rivelazione di Santo Andrea fi trovava in quella CÌttà la Lancia, con 
cui fu aperto il conatO al divino nonro Salvatore, e ne indicò Hluo- 
go. Fu poi da i più faggi credura qud1:a un' impf)fiura. Verità non- 
dimeno è, che ritrovata la p1'etefa Lancia (chc nulla più f.'1ci1e Carch- 
be ftaco, quanto che il porvene e fepel1irnc: utla a capriccio) tal corn- 
pun7.Íonc:, tal coraggio, e rifo1uzione entrò in euore ddl' eferciro Cri- 
iliano, che f.1u:a una fonita, generate contro all'immenfa Armata nemica, 
la sbaragliarono, e mifcro in fuga. Incredihil fu la quantità e ricchcua 
delle .fpoglic del campo 
 Sopragiunfe la pefie, che fece non pOCI 
firage dc' Cri1.1 iani ; ".:nnero anche difTenfioni fra Boamondo, e Rai- 
monáø Conte di Tolof
; m-a ciò non oftante la cotanro diminuira Ar- 
mata. dc:' Crociati conriouò i1 fuo cammino ana volta di Geruf.'1lemm
, 
con impofTelfarfi in andando d-i varie Città. Che: la ConuJla A-lati/tÚ 
fofTe in quefti tempi Governatrice 0 Signora di Rel!gio di Lomb2r- 
dia, fi può forfe dcdurre da un Ano, da me dato alia luce (a). Bol- (I) ..Ant;,u, 
liva lite: fra i Monaci B
nedettini di queHa Città, e gli uomini delle It
l'c
rNm 
Valii per a1cuni beni. EfTenda ricorfi gli ultimi ad dfa Principeffa, 
ij[e
. 39. 
ordinò ella ad uno de' Cuoi Giudici di hen ventilar quella caufa, e at. 
1. 
d'intimarc alle parri, dJ4 foJ!e,.o "Dnte alla- Pugn., cioè alIa pazza ma- 
niera di decidere molte comroyerfie, che era allora in voga. Entra- 
rooo i Campioni nelIo fieccato,. e gran dire vi fu percbè quello de gli 
Uomini fuddetti gittò Copra la tena del Campione de' Monaá un 
Gltallto dOn1ufto Drna/fJ di 'lJarj c%r;, dando con ciò Cafpetto di malcfi- 
Zoio. Tralafeio gli altri ridicolofi avvenim.enti di quel Duello, che non 
era in quc:fti b-arbari tempi riconofcimo da i più per una chiariffima 
Teutazio.oe di vio, e però- peccaminofa nel tribuna Ie d' c{fo Altiilimo 
 


. 


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Anno 



, 


'1.80 


ANN A LID' I TAL I A. 


Anno di CRISTO MXCIX. Indizione VII. 
di PAS QU ALE II. Papa I. 
di ^ R RIG 0 IV. Re 44. Imperadore 16. 
di COR R ADO II. Re d' Italia 7. 


E..A vot,. E Ra tornato aRoma nel precedrnte anno il buon Papa Urbano, 
ANNO 10 99. C con gran pace avea quivi folenOlzzata la Fefia del fanto N :lta- 
(a) Btrtb,l- Ie (a), perchè gli era riufcito dt rimctterc in luo poterc Cattc:llo S,mt' 
t:t
o;ps Angelo, finquì oc.cupato dal 
n:pdio dell' Afltipap
. Giberco. N IUn' .altra 
in Chro"iftJ. Fonezza reibva In quell a Ctua, che non fofle dlpendente da t dt lui 
cenni, e coloro, che quivi tuttavia fi tiO\'avano f:worevoh 41la f.azto- 
ne Scifmatica, 0 colle carezze, 0 colla forz:l f.Irono ridotti aHa do- 
vU(a ubbidien1.a. Inrimò egli un Concilio da rcnerii in Roma nella 
tcrza Settim'lna dopo PafqlJol, e in fani queflo f
 celc::brato al tempo 
prcfilfo coll'imervento di cemo cinqu:mta fra Vcfcovi ed Abb.ari, c 
.col concorlõ d'innumerabili Cherici. Vi fu pre1ème anche il celt:bre 
Arcivefcovo Santo .dfJ[e/mo. Si rinovò in dfo la fcon,unica contro 
dell' Anripapa e de'ruo; parziali i fi confermarono Ie cenlure contra 
dc' Preii concubinarj; e fu [ana gran premura dal Pontefice per nuovi 
aiuti aU'imprefa di Terra Santa. Ma da Iì a pochi Mefi infermaroli 
U,.bano 11. pa{sò in miglior paefe a godcre il frutto delle tue Virtù 
dopa un Pontificato infigne e gloriolo d' undid anni e cinque Mefi . 
Succedette la mone fU:1, per atte !tato di \'arj Scrirrori, nel d, 1.9. di 
Luglio del prefente anno. Non andò molto, ,he dal Clero e Popolo 
fu tu1\:ituito nella Canedra di San Pietro Rinier; di nazione Tofcano, 
già Monaco Clu!ìiacenfe e poi Prete Cardinale del Titolo Jj San CJe
 
mente, che a{fumo il nome: di PaJqualt //. fu ordinuo Papa nel dì 
14. d' Agono, dopo aver egli fatta gran rdifteoza, per fuggire co!Ì 
cccrl(a Dlgnid. Secondo 1:1 combinazlOne dc' tempi non pctè il buon 
Pontefice Urbano prima <il chiuder gli occhi, aver la confolazione di ve- 
da il fruno delle iue A po1toliche f.'lticne col!' avvifo d' e{ferú impa- 
dronita I' Armata Je' Cril1i.mi Crocefegnati della fanta Città di Gau- 
fa1emme, dove fecrro un gran maceib di Saraceni. Cioè fu dfa dol'o 
pocht giorni d' a{Jèdio prdå nel dt 1 r. di Luglio di quell' anno (So) i 
ma non porè, 
;{Jj, così irnpona
[c nuova, che riempi di giubtlo turta 
la Crifiiaoit:à, ritrovar vivo elTo Urbano. Rauna(J nella conqut!tata 
Ciuà i Prmcipi Crilluni dopo ocro giorni, di comun par:rc eid1ào 
Re di Gerufalcmme Gotifred(J lli Bu-r,fÙme Duca di Lo"rena, il più fag- 
gio, il più pio, ed anche il più v
\lùrolo fra cffi. Diede egli nd dì 
1.1, del feguente Agol1o una tCT/'Ibil rottJ aU'immrnio elercito del 
Soldano d' Egitto prdfo, ad .Afc
lon.\, che \'cniva per foccorrere Ge- 
rulàlemmc: con cbe rello IDlrabllmcme coronata qucIJa campagna. Ma 
pcr- 


(h) G"jl- 
litlm, T,r. 
lib. 8. '41. 
"llim. 



ANN A J.. I n' I TAL I A 
 2.8 r 
r(j';:iot:chè moltil1imi di q,l:C' Fral
chi, dopo 
v
r compiuti i lor vori, E
 A Vú'g. 
Ie nc rOI narono appfdTo m O-:cldcnre, rdra II novello Re appena ANNO 1099. 
con rrcccnro cavalli, c du
 mil.l, f.H1ri: il che fll ragionc, ch' cgh Im- 
ploratT'e i foccorfi del P,tp.\, e de gli alai Pnncipi ß'iíl:iani. N è man- 
cò Papo Pafqut!le, inform lro del tèlice fucce/1è, de1l' arnll CnHian,' in 
Orientc, dl folkc![.ue i Popo!i in aiuro dc' Fr:mchi conql1i1!drori. Sem- 
bra a m
 \'eriúmile, che prima dc1la conqUlfia di Gerula1cmme I Pi- 
[ani i Vencziani, e i Geno\'cG, cadaun Popola colla fua Antra, fi 
mo,?ctT'e \"(:rfo quelle parri, ql1:lOtt.:nquc f')rle vi arri\'atT'eftJ fO!<lmenrc. 
\.4o p o la P rclå d' l!T:t Cirr:ì. N e gll t\ nnali Pif.1ni (a) è fcritro, che di (:1) .A,nnal. 
' b ' K 
. 11' d II ( 
' , d . pi[lln/ 71), 
que!1:' ann;, reno rUClatl tu'ta' . l11;,ZC:tl, clOe UI1
. rart
 c a Jltr
 1 VI. t\tr.ll"- 
Pn1, d
}vc a 0110 credere ahlrJvao() I !.\tJerc:ttJnu Mon, che \'COlVa- llCllr., 
no a rrafficHe in qut"lla Cird, Et jlo/r.ts Pifanus ù
 Hieru(alem h-it 
C:lm na.Z'ib.iS cent/I1íJ 'l-'iginti. De quo ftolo D..Ûbertlts f!;lI[dem .Eccle/id! 
./ltd1icpi(copus luit Duélfìr & D",,1ÙJUS, qui ttme temporis ;n Flteru- 
[u.!:'n1 Pa!r:,
rch"l t"ew..w(ì!. P.,)lcla :tl1' ;1llno 1[00, vi.:n ,quivi r:lcc:on- 
[:l[;1 II prd I Ji Ge,u!:tlemmc XVI/I. Ka/endt1S AUgl
/iJ. !\nrlclpan- 
do i Pilani di nove 1\1dì il principia dell' anno ooHro \.olgare, la prefa 
di Gerulàkmme calle molto acco!1ciamcntc nd d, I r, dl Luglio dell' 
anoo prefeorc, rvh tecon.:!o Guegli -\nnali s' era molro prima incam- 
minara :J quella \'olra l' Armata Pilålu. 
Alrri annali poi annbUllèonn principalmenre a i I'ifani ]a gIoria 
dc::l conguifio dl Gcrufalemme: il chc non rnerira credenza,. pC'Tch
 
niuno di rami AUton 0 contemporanei, 0 vicinr a ql1dla rinomara im- 
prdå, vi parla de' Pilani. Anzi Guglielmo Tirio (b) atrel1a, de 10' (b) Guií!itl- 
lamenre vcrfo il fine del prcfenre anno arrivò con de i foccorfi Daim- mUJ T'Jr.l, 3 

erto Llrcz'l-'cjéO'i:O dl PJld, c Legato della Sede A pottolrca, il qUdle fu 
anehc e1nro PJUlarca di Gcrulålemme, Scrive il Oandoio (c), che i 
V tOlziaTli milero iofiemc uno Huoro di circa dugento Lcgni; dO\ e 
[ono il comando di Gio'l:anni lWchde Figliuolo dd Doge, s'imbarca- 
rono tutti i Crociati, e s'mviarnno 
Ila volta della Oalmazia, e po' 
fcia fvernarono a Rodl. .diejJio lmptrador de' Greci, nemiclßìmo in re- 
grero della Crociar
; {ì ildof'
rò per farli [ornare indierro.; ma inutlli 
in CIÒ nufcirono Ie cabbalt: t ue. Venne polèia avvifo a i V enezläni, 
che I PiI
\ni con cinquanra Galee navigavano contra di loro, glori
n- 
dofi di voleI' emrare in quel PonD. Fra qudle due Flone leguì una 
zuffa, e roccò a i Plli.ni dl [alvarfi colla fuga. Arrivarono pofcia i 
Venezianl alIa Cirra di Mira nella Licia, dove, fe 101'0 vogllam cre- 
dere, [rovarono il Cnrpo dJ San N Iccolò V clcovo, c I'mviarono a 
Venezia, quanrunque il Popolo di Bad prt'rcnda, che aírai prima quel 
[acTO depoGro patT'al1e alia loro Cirr:ì. SCr/vCtno 
mcora gii Sronci 
Genovt::h, che capJrata in quefii tempi la Fiona Genovefe alia ltdTa 
Cma di Mira, ne afporro Ie Ceneri di S Giovanni BJriHa. Un 
grand,e cmporio di f.'1cre Rehquie dovev1 etT'ere qudla Ciuà. Lafcl'fo 
io d.lpurar fra lorn quelh rTOppo pii masnadieri, 
 feguiterò a dire, 
che Ja Flo[(a Venera giunfe nel Pono dl Jf)ppe, Città già conqui,llara 

m.n Nn, 

 


(c) Dtt7Jdul. 
in Chr07li(l . 
Tom, XII. 
Rer. lIalic;- 


--- 



. 


282 ANN ^ LIDs [ TAL 1 A. 
f.. It Vol,;. infiem
 con Gt:rur.'llemmt: da i Franchi. Pcrò è da crt:dert:, cbe glt 
AfoiNO 1099.. aluti p,r')rt
ri per marc da i Popoli I talrani giugnelfero colà folamenre, 
darpolch
 Gerufalemme era cadura in porere de' Callegati Olrram0n- 
tani. Feee 1'1 mperadr.re Arrigo IV. fcoppiare in queft' anno 10 fdcgno 
fuo conrra di Corrado fUr) Primogt:niro, che nbello al Padre aVea oc.. 


J.Ð


:j. lUr ata l.a C
ro,n
 dd R e-gn
 d' I talia. (8) Raun
ta in Aquisgrana una 
in Chro"jcD. D,eta dl Prrncrpr Gt:rm,-tnicJ, qurvl prnpofc e feel" aCCtUar per Iuo 
C hr'Mogrll_ Collcga e Suece(fore nd Regno Anigo V. fuo Secondogenito. Ho 
ph
s, Hll-, i0 puhhlicaro (!J) un Placito renuto dalla Conrdfa Matilda in Fi. enze 
t:/,j}e
m;. Anno Dominicæ Incarnationis i'llilte{imo Nonagejimo Nøno, IT L N01/as 
It.iic, l1 riif- Jl.lartii, Indrflione IT III. rn CUI G uiJo Guelfa, da cui fi crede che 
ftrt. 4r. di(ccndclTe Ia N()bJI Cafa dc'C('nu Guidi, ct:1ebrc nelle Blone, con. 
ced
(f(: a I Canonici della C:Htedr:ilc di quella ClUà alcune [crre. No- 
tai quel Placito come tenuro neWanno pre(enre fenza efaminarne )c 
Note Crono\ogiche. 01:1 mi avveggo, apparrcner dIo all'anno fu!1e- 
guente, indicandolo )' Intlizione J7 J 11, Quivi s: è adoperaro I' anno Fio- 
rentino 
 ei<,è turravia in que1la Clttà ne1 dì 
, di Marzo contmua\'a 
I' anno laY9 laddove fecondo l' Era V olgare nel dl pnmo di Gennaio 
aveva avuro principio l' anno 1100. SimilmetJte è fhna da me pro- 
(c.1 Ib,dem. dona (c) una Don,lZionc 
àrra da e{fa ConttlTa al Monitlern di S. Sa)- 
j)jjJÚllu. 8. varore della Fontana di Taone, e ferina .Anr.o ab Incarnatione D()mini 
1"IJillefim6 NOJ/a,
e/imo Nono. Regnantt Impt.vat l J1e Heizr;cus, Otla'lJo ldus 
Septembr-is lndifliom SextJ. , Se così h:l I' Oríginale (II cht' 10 non polIo 
. afferm.ue) queLl' anno 1 "99.. Carà I' an no Pilàno., e fecondo noi I' anno 
(è) Flormt, 1098. Ma il Fiorenrini (d) accenn3ndo qucfto Doeum
n[O, lcgge In- 
lli1tt"Jor. ill d 'a. VIII ., I d fi M 
 d ' S b ' 
M. ld l:z. tI-L , comlOclata ne me e IffiO ele' I e[[em re, e pero 
.1., .. ., quell'att o è da riferire all'anno prclème. Non è cerramente lieve im- 
broglio nella Stona quefia dlver6tà de gli aoni e delle mdizioni. chc 
comparifce nelle Carre anriche, ed è facile il prenderc de gli abba- 
gJr,. [e non fi ha. molra attenzlOne ad alrri lumi della Sroria. 


. . 


Anno di C R 1ST 0 'MC. fndizione VI11.. 
di, PAS QU A L F II. Papa 2. 
di A R R J G 0 IV. Re 45. Imperadore 17.. 
di COR R ADO II.. Re d'ltalia 8. 


. 
(e) P4 J I A Bbiamo da Pandolfo Pifano (I!')., ehe fu fana calda iflanu dal 
Plf'''''4; i: ., Populo Romano a Paptl PaJiJuale, perchè yenilTe cacciaro da 
J'Jt,Pttl,hal. que' cOl1torni I' Amipapa GUiberto, il quale per tami anni avea rrava- 
J
, Ptu, 1, gliata e rt:nuta in gucrra la loro Città, con cfibire a quello dfnro 



'l:;:;C. b
one .fo
me d"oro e d' a
gento: Giunlcro ne110 ft,etT
 tempo 1mba- 
fClaron dl Ruggieri Conte' dl Sieiha, che ammeffi all udlcnza del PJp3, 
pofero a i di )uj piedi mille one it' d: oro. ñnimato da quelli irnpulfi 
cd 



ANN A LID' I TAL I A. 2. 8 3 
'Cd aiuti il Pomdice, fpedì 1" efercito contra Ji Guiberto. Djmor
va l:. A Volg 
cofiui nella Citri d' Alba, e fofienne per <]Ualche tempo l' aiTedio d' efT. ..ANI'oO UOD. 
\' cggendo p,?i di1pcrato il ca{
), 
b?e ';1.'\I1lera di fC3mpare, 
 dl riti- 
rarh in un tene Ca{lello; rna qUlvl .all Jmprovvlfo la mone II colfe t 
e mancò di vita efbnato neJ lua SClsma, penrito più volte d' ,were 
a{funro'il molo di Pontdll.e Rom.mo, fenza però mai penrirfi daddo- 
vero per flconclhariì col vero V ic.mo dl CnUo, e far penitenza de
 
fuoi cnorrni ,eccdIì. Colla mone fua reltò hberata la Cludà di Dio 
da una gran pelle, da u,n ternbil nemlco. N,-on, ren
 elTa no
dimeno 
irnmedlatJmente 'jUle[a; ImpuclOcche I feguaci d eiTo uUlbeno to Juogo 
-<11 lui e1eOèro Papa un cerro Alberto, che ndlo ftelTo glOI nl1 fu d,fpa- 
paw. Laonde p
{farona, all'_el
2.lol'h. di .un cerro T
odetico; e que!b per 
PIÜ dl tre !v1t:Í1 feet: Ira fUOl adereml una ncllCola fihura dl lommo 
Pontdice. Ma I l<.omani, 0 pure I NorrnanOi mllero it: mam addn{fo 
a qudlt .moLhi, e confinar?no II pr!m
 10 S. 
ol'e!)zo d' ,-\verLa., I'al- 
tro ncl l'v1omfiero ddla C
I\'a rrdlo Salerno. 
alto su col H mpo an- 
che il ter7.0: appellato /l1agÙ,oljo, cbe nd dl 2. dl !\Jo\'<.mble fu da' 
fuoi parzlali promo(l"o al Ponuficato, e pre
e I
 
o
nedi 51," ctho ,I V. 
S'gebeno mila Cromca lua (a) fecondo 1 edlzlon del Mlreo fcnve, (a' Sigilm-f. 
cbc elTendl,fi coilu) ntÌlaro III una Folt
zza ßuto calut t7 Rcttor Ro, In Chro..uo. 
m:l.næ miiitiæ cum rxpeditÙme Cieri & Populi fUIlJ inde exlraxit, & ad t.
llØn. .MI
 
irarnenmJ P, incipem .dnconæ In tIiburÚnam Urbem adduxit, do\' e fu -da r
l. 
gli SCism .UC! crt:ato Papol; IDa pt:r attdb.to del mt::Jcfimo SCflttore, 
coHui non multo poft reprobatur.a Romanis, & lama nomillis 
jus tva- 
nuit. DI CIO riparleremo aU' anno 11ú6. Sicche {Ie pur do po !a morre 
ðl GUiberto pel'vcnne ad una IOteTa <]Ulctt: Papa Pafqudle. N e fi 
dee tralalcrar fenza o{ferv:>.7.lOne, che in que1ti tempi la Marca d' :\n- 
cona, non dlverfa da qu.:Ha t che tempo tà era denornmata Marca di 
Camelino, 0 dl Fermu
 ubbldiva aHora .aU'Imperadol'e Arrigo IV
 
N e cra Mal'chele Guarnieri, da CUI probabiJrnente, 0 da'luol dlfcen- 
dcmi, (be porrarono 10 ltdlò nome, fu que! paele polèia <:hlamatQ Ja 
i\fal'ca di Guçzrnieri; e <}udli riconolCeva per luo Signore 11 luddeno 
.:\rngo, Lome coLla d.L un pezzo dl Lenera Ja IUI kntta a1 m@defimo 
A ugutto preAo dl Sigebc:rto. Che [c <]udio GUltrmeri teneva, fi\ co- 
me abbiam veduto, 
ivoli t anch' egli c\ovea recal' deUe moJefbe a Ro- 
ma e al Pomefice PalquJ.le
 
l\bbiamo dal lopralodato Pandolfo Pifano, cbe il Papa non fo, 
fe nell' anno prelente, 0 pure nel lutregueme, ncupero colla forza 
dell' arml Città Caitdlana. MoOe ancbe gucrra a Pietro dalla Colonna 
(il pnmo che s'incontri di <]uefla noblltl1ìma Famigha ndle StoTle) 
perchè ë.veva occupata 1a T t:rra di Pavi, lpettanrc aha Chletå Rorna- 
na. T olta fu non {olamemt: ad eff'o Pietro la Terra fuJdetta, ma C7.lõln- 
dlO Colonna, e ZagaroJo, che crano dl fco -dintto; Jl che Cl ta 10- 
tendere, che "on cOn1lOciava aHora la Noblltà dl qoella Ca{à, & ef- 
fcrle venuto il Cogn\'me dal domimo ddla Terra dl Colonna, dt tÌl 
poi lcro reHituua, Poco pote godcrc del fuo nuovo regno dl (j t I u. 
N n z. talcrn- 



2. 8 4 ANN A L I D
] TAL r A. 
LilA Vol
. Calemme, e delle nuove conquille da lui faue l'indito e piiffimo Re 
ANNO 1100. GotiftedD di Buglio(1c'. C.tduto egli infermo nell' anno prefl.me, pafsò 
a m'gh,)r vita !lei dì 18. di LugllO, lalCiando dopo di se und mc- 
(a) Guil- mon.. pic-na di bcnedlZloni. (a) Accorfo a Gerulålemme B.z/dovimø 
J;e;m, T'Yr. luo Fra!el1o, fu con unlverfale confentimu1to eletto lte, ed ancht: fo- 
jj .Abbas Ur- knnemente coronato ncl dl del Santo N ,nale: funzlOne, da CUI s' era 
f't;!;/
J::,
ius a(i
nuto il buon Re Gotlfrrdo. Landolfo iuniore (b) Storieo Mlla- 
Cßr,lottn[. nek Icnvc, ehl AnJelmo lP. Arcivefcovo dl Milano predicò la Cro- 
Ben;,lrdus Clata per la Lombardltl, faeendo cantare una Canzone, che cnmin- 
Thtl
:lr. ci.lva Ullreja, forle Franzefe, e probabllmente figmficame O/Ire già 

)Il


Jul_ [ono itl i Franchi &c. Un} egli con elo una groft. Armata dl Lom- 
[:IS de s. bardl; e dopo a\;t'J" crrata c: J:1lclato fuo Vicano in Milano Cnfo/ao 
Palllo.Hift. (appellato volgarmcnte Grof/ò/ano), che poco prim:!. era Hato eletto 
J'>1t.-ftol.1TJ. e conkcrato \ dcovo di 
a\'ona alia [el1a dl quell' eíèrcito s'lIwiò 
;

. J
;lic. alla volta di Coíiantinopoli. (c) Seeo andarono il V dcovo di Pavia, 
(C) Ordmc. e t\ Ibeno dol BJandratc potenrifTimo Lombardo. Non per mare da 

"f1liL Genova palsò quefia gcme, come fi pcnsò Tnftano Caleo (J), ma 
R.<l
..lp
1. bt'nsl per terra, attclland010 r t\bb:lte Uri"pcrgenfe C..), e [' A.nnaliíta 

d
 ''';''',j!
n. Sal10ne (f) can dire lotto quell' anno. Ex Lamgob
rdis cum ,"lIet/io/tl- 
C.llchlU nen(i & P.zpimjì Epij!{}pis 
Únfjuagi'lta mi/iia ad HierojcI!Jtt1itana1f/ pre- 
H',f1. _\!.ed. jeffionem fignati, i
 BTtlgarice Ovitatibus hJema'i..'
runt. Rapport! i I P a- 
(e) .I1bb'f. dre ßacchml (g) un'miìgne Donnione [,Illa in quell' anno da\.a Con- 
'f,;fle:!:
;o. tdfa l\latilda, mcnrre era in Guafhlla, al Moniltcro di S. Benedetto- 
(f) .I1l1mlli- di GonZJga, e Icmra A,mo Ilb Incarntl,tjMe Domj"i jUi//ejimo Centefimo, 
na SIlXO. . lndiffione Decima, Ka/endis 7t1flii. 1\'13 non puo convcnire a quef1:" anno- 
(g) /

chl- 1'lndizione X. e dal Fiorenum (h) íappiamo, che la ContefTa dimora\'a 
'/;
:n: 
;
- in Tolcana nel di 7, dl Giugno dcll'dnr.o prefcore. Dimorava anche 
pal,. 46. in Fircnze in Pa/atio DOí1JUS (cioè del Duomo) SatiEli 7oballnis, dove 

h) F:Drtn
. tenne un Placito nel dl 2.. di Marzo, da me dato alia luce. Però 
J.lt111,9r d ' l dl fc;mbra ven{imllc, ehe que! Documento appanenga all' anno 1102.. in 
J.l.,.1 . .1. M 1 .J r.. . L b ,I S d J ' r 1 > 
CUL veramentl.: :1[1 lIa 11 trovo In OID_ .Irula. ccon 0C 1e Icnve ,-0- 
(i) R.Dm'lal- moaldo Salernltano (i), in quelt. anno Ruggicri Duca di Puglia alsediò 
Jus 
nlerni- e prele- la Cin.ì. di Canofa, ch' egli dur.IIHc I' affc-dio avea fano ci- 
(an, To.VII. gnerc tuna alll'intorno can delle reti. Boarzondo Principe d'r\miochia 
)..er., l
al:t. tuo Fratel)o retlo nd pre/eore anno prigwnc de J TUI chi: il che riu- 
fei di grave danno a gl'mterdIì del Cnlhaoefimo in Oriente. 


Anno di C R 1ST 0 MC!. Indizione IX.. 
di PAS QU 1\ L F. II. Papa 3 
 
di ARRIGO IV. Re 46, lmperadorc 18. 


F Uncfiato fu )' anno preCente dalla mone di due illuftri Principi 
nello fteffo Mefe di Luglio. L' uno fu Corra
o 
,e. d' lraha, Fi- 
ßiiuolo di Arrigo I V. c l' a1[ro Ruggieri Come dl SIcilia. Quanto :l 
Cor- 



AN. N A LID' I TAL I A. 'l. g) 
Corrado non fi fazia I' Abbate Urfpcrgenfe (a) con altri Storici di c- 
làlrarc Ie di lui Vinù. N iuno gh andJva ava'lti nelh PJerà, nella 
l\]anlùetudine, nella Conrincnza, di nunicra ch
 pareva un Angelo 
in carne. E pure <]udlo buon Pnnclpe provò 3nch' c:gli poco b
lOna 
fonuna prdfo!a Conrelsa 
lariIJa, D,>nna, che in qllClli tcmpi tcnz.a, 
tirolo Regale facea volentleri d 1 Regllu In !talia. Ch::: dlS.
U!ti clla 
ddfe all' onimo glovane Corraòo, non fi fa; 01,1 gltene dlt:de. Oap- 
poichè Arrigo .fuu padre non t:bbe più forze in Ilalia, nè pur db 
.bbe più bllogno di Corrado. E non feppe tacer DJniznm:, che è 
pure 11 l'ilncg;n(ia della Conrdlà, quell.!. vema, fCnvcnJo (b); 
Inf,-a Cham"adHI Longflhardos Comitattts 
DII;!l {taret, diJcflyj II lvl.tbitdi fUÍI IP(o 
'Iempore. Duravit m'udJcum diIClJrdiù ta/is. 
lV(,m petiit pm'lts 'fU[cJfJM Rex. lbi lamdem 
Nobilib14J fjuidam f"ClCnlibuJ expulit iram. 


E1!. A YJg. 
i\"
Ollll. 
(.1' AH.zs 
Ur/;II g. In 
Chro71 '3 
.AUn;J.ljlll 

 1I,"(lÞ 


(b) ÐOll:zo 
in ':Jj'.J M ,.- 
thiidis 1. 7.. 
'oJp. I). 


. 


. 


Che Matilda non 10Jarnente {jgnor
ggiacre in Tofcana, e in parte 
della Lombardi'!, m.l Ut:nddfe all,- he la lua aUloma m MIlano, lì può 
JaccoglJere da LanJolfo èl San Paolo (,). Quivi fu cl
tto ArClVe- (c) f:ttn,álll. . 
ièovo ,
/at;ldiI C0TJ11/ijJæ fat ore Landolfo da BadaglO; dcc.:admo que- {;s I JU7U% _ 
Ho, rcl
o elt:Ito e cooÏt:crato Anldmo IV. da B.ulo, il <]Udle I'irgæ d/1I:
: ,. ;. 
- Paft{J,-ali per munus l'r1.ltz/diI Abbatiflæ (dovrebbe eß'ere C{Jmitiffæ) 
ildhtejil. Collo fi
ndt:re così Ie fimbne della lua aut0rità dlweJ Ma- 
tilda annientar quella del Re; fùrs' anche noo gl1 fommiiliH,rava quamo 
occorreVa pel decentc Cuo trauoimento. Pero fone In collera il Real 
Giovane iì ritirò a Fm:nze, dove forprcfo da rnaligna ft:bbn: nel Lu- 
glto di qudl' anno diede fine aHa fua VI[a. Per telhmonianza dell' U rf- 
pergen(e corfe <]uakhe voce, che COSI immalura mone fuf1è prove- 
nuta dol veleno; e forfe ne fu da i Inaligm incolpata 1.1 medeíima Coo- 
tef1a Matilda, fCrlvendo 11 topr.! menro\'arQ Landolfo: !?(ullm pey".:e- 
lJiJjèt FlorelltÙmJ .Rex ipje prudens & {apiens, atque duorus facie (prob 
dllzur!) adaJejèf1Js, accepta p01Îflne ab /l'V/ano ,H!dÜo ,Hati/diI COi'lJitJjf
 7 
'VItam þnirz.>Ît. Le \t uti! dl Matilda tall furono, che noo puo c.1derc 
fopra dl lei un 51 nero lòlpeno, PCI' <]uel che riguarda Ruggieri Conte 
dl SicIlia, Cd) anch' cgJi nel meddimo Mere tù ra. iro daHa. mOl te;. (d) R.m;u. 
Pnncq?t valmofo e gh)riulo a1 pan di Robel to GUI(c3rdo luo Fra- 1l1d'{,s Sa-, 
[el1o topra la Teanl, ma pill di 1m religiofo, clcmente, liberate, c It;'n1fll,n. In 
fpezlahncc.Jtc mt'mordbde per aver liber4ta la SicIlia dal giogo de' Sa- C
rOl
;.rJ. 
racem, e relÙruÍto in dfa il l.uHo del vero 010 colla f
ndnione di 
tami V elcovari, Spedali, e Templt dd SIgnore. Lafciò dopo dl sè 
due piccloh Flghuoh, Simone pnmogcnita, che fu riconoièlll[o toUo 
Conte di Sicilia, e dl Cal,lbna, c Ruggieri nata nell' anno 1097. chc 
div
nnc cot, 
empo Re di SIcilia: am.:nùue fo[[o il governo della Cun- 
tcf1a .AdelaJae 10m Madre, Donn,l, che coli' ahengla univa una gran 
fete del danaro aluui) e però C:1gio;1C) che in que'princlpj dtl1a fua 
tUlt- 



.. 


2.86 ANN A LID" I TAL [ ^. 
F.1! A Vol
, tutda ruccedeO"
ro non poche fed11.ioni fra i fudditi fuoi. Non parlo 
AhNO IIC!. di ,un terZO Figliuolo appellato Goffredo rrobdbilmenre bai1:ardn, r er - 
chè fnrfe era prcmorto al P.:dre. 
In qudl' anno ful principio d' Aprile Guelfo IV. Duca di Bavie- 
. ra, per redtnwr i funi peccati, imprcfe 11 Vi1g
io di Terra fanT:), e fi 
(3), Chro"". unì con Gtl<
lic/mo Duca d' "quitania (0). Conducevino feco quetli due 
w:.ln d ga L rl..,_ Principi lIn' .\rm:na dl ccnto fdT:mta mila \roClatÌ. A quefia prece- 
7t:4 tIC} d I , 1 _I' L b d . h >1' , 
nit/um. C\Ta a rra ue om ar I, C t' ulcemmo IOcamminata 
on /1n{elNlo A,.- 
A/JbllS Ur- âvtfco'VO di MiLmo, il cui djfegrlO fano (ul1e diu, -per quanro oe cor- 
fptrl,tnJ. in rca la voce, era di voler conqU't1are Babilnn;a, corne fe qudla foiTe 
Ch/
n. una bicocca. Ma tanri cafieJlj in aria andarono ben prcfiû :1 finire in 
(h) RatlNI- nulla. PafIna che fu sì gran moltimdine di genre nell' Afia (b), per 
phus Cado- tradlmentQ dell'lmperadore AleJ!io, che P:In:W3 d' inreJligenza co i Tur- 
mnfìs dt chi., parte pt:r gll fi
nti e rnancanza d(' viveri, parte per Ie fClable c 
ltjt
s TII1Z- freccie nemiche, rcri quafi rurta. Fra g1i a1rri Principi, che Jafcia- 
(
e"i(ln-{ul_ ro,)O la vl[a in si sfonunata fp
di7inne (c), uno fu il fuddetto 1\rci- 
fUJ iunior vtCcovo di Milano, 0 fia ch't'gli morifT"e in una zuff:! co' Turchi, 0 
/if-or, Mt- pure che fcriro fuggilTe a Cofianrinopoli, dm'c Landolfo da San P;wlo 
J.
Jlln. t. 2. lerive, che (uccedctte la fua morre. S31voffi dopa la rovina del fllo 
efercito il Duca Guelfo, e per mezzo :Id infiniri rrav3g1i l hbe a1mcn 
la conf01.Izione dl arrivare a Gerufalemme. Soddisfart(') ch' ebbc jvi -2l1a 
fua divozione, fe ne torn3va quefto Principe per mare a caf3; ma 
giunro aU' Hula di Pafo, 0 .pure di Cipri, (' colto da una morcalc 
infcrmlt:ì, quivi fiOJ di vivere, e trovò la fua fepolmra 0 nel prcfente 
o nel fulTeguente aono: Principe gloriofo per tante fue militari imprc- 
Ie, e maffimam.:nte per aver rianrata in Germania, e lalciata quivi in 
gran potcnza una Linea di Principi Efienfi, la qual tuttavia P1Ù che 
mal fionfee nella infigne Cafa di BruOSWICh, \V olfemburtel, e Lune- 
burgo, dominami anche ful Trono dell'lnghilrerra. Refiarono di lui 
due F'gliuoh marchi, cioè Guelff} V. Mariro delta gran ConrelTa Ma- 
tilda, md da lei feparatn., cd Arrigo, 2.ppdlato per fopraname il Nero. 
Succcdc[(e GueIJo 17. nel Ducaro della ß,wiera, e quelli poi fi fegna- 
lò colie d<)u ddla Pietà, del Valore, c della Liberahrà, come s' ha 
dalla Croruc.:a (h \V cingarr. J n qU11 aono eg1i terminalTe j fuoi giorni 
ren.. [Utta\'la .aHo fcuro. Cerro è, che vivcnte ancora clTo Gudfo, 
Arrigo luo .Fratdlo ponò 1J tll:l)JO di Duca, e ne vcdremo una pruo- 
.va all'anno 1107. TrunV:tfÌ nel 1'v1aggl o del prefenre :tnno Ja Ctmu./fa 
{d) If,,,,J,j- Al.Jlilda m Gnvernolo iùl \1anrovano (Ii), <:love rellirwfce :II L\1ooi- 
.i Sr.r. åi neh) dl S, Benedetto di Poilrone I' Irola di Revere con ;(Itri Beni, Si 
POliron.J. ]. a...can!t: clla in qUt fii mL'defimi tempi a f'Îcupcrar la Cirrà di Ft'rrara, 
(e D,mJu- . I ( . ' b II t ' 
1/4s III chrø- <.he tanu anm prim:! e, 1 era r
 e ata;, e T J
to. U1) gr.m preparamen
o 
"", 1. xu. di fold.tefche, cbl3rnau anche In alUra I VcnCZltnl (e-), 
 R:H'ennd
l, 
Rlr. llill/(. t:hc VI aCCo-rlt:ro pt:r Po con una Jquadra!li navj, Dcll' i\utunno palS
 
Chrolllcø>> ,11' fIedlo di q udla Clttà. 
Efltnfe iIi a 
,. om. XV, 
J{Ir. lJlIlie. 


Cøntr
 



ANN A LID' I TAL I A. 


1-87 


CfJntra quam gentes nrmtero line daxit & enfes, 
rufcos, Rominos. L"ngob'i;'dos ga.'eatos , 
Er Ravmnates, quorum (unt maxime N:zves. 
Circumflant equidem muliæ maris atque carill.
 
.L1 DuC'e præclaro trallsmiffæ /'enetiano : 
Son verb di Doni zone (a), che foggiugne, avere i Ferrareu :IlIa (a) 
'niu 
vifia di, tanto sforza P refa la riColu7.ione di arrenikrft: con c:he fenza III ,Vll
 Ma- 
r ' 11 C ' ' fc " I d .' d 11 C Ihlld I :z. 
fpargimento' d.i langue torno que a Itta otto J omU1JO e a 011- 
al. '13, . 
te(fa . 


ERA VC'lg. 
ANNO IICI. 


Anno di C R 1ST 0 MCT I. Indizione x.' 
di PASQUALfo II.-Papa 4. 
di A R RIG 0 IV. Re 
7. ImperaJore 19. 


C Elebrò in que!l:'anno Papa Pa(quale un folenne Concilio, in Ro- 
ma nella Bafilica Lateranenfe (b), in cui rinovò la fcomuOlca con- 
tra dello Scifmatico Imperadnre Arri
o lIT, e confermò i J1ecreti dè
 
preCt dt:mi fommi Pomefici inrorno alia J)ifciplina Ecclefiallica., In 
Germania efIò Arrigo ful principio di que!l:'anno, 0 fuI fine del pre- 
cedeme, raunni in una J)ieta i Principi di queHe conrnde, trattò con 
effi dl kvar (0 Scifma, e di reflimir ta pace aHa Chief a e a i Popo1i. 
Fu configliato da tutti i fag
i di riconofccre il Romano Pontefice 
Pafqnale, ed egli anche promife di porrarft aRoma, dove In un Con- 
cilIa {Ì dåmin.1{fe taoro 1a fm quanto la caufa del Papa, e ne feguifT'e 
concordia. Ma I' Înfelice Pri
cipe non atrenne dìpoi la paroh j 
 anzi ft 
feppe, cb' egli andava tuwwia macchinanJo di creare un nuovo Anti- 
p
pa: 11 che non gli venne l:'1tto per diferto non già di v.)10ntà, ma 
dJ porere., Avea Papa Pafquale inviaro per fuo Nunzio e Vicario Re- 
ftdt'nte prelTo Ia Conrdfa M'uilda Bernardo Cardinale ddla fama Ro- 
mana CbJefa, 
d .-\ bbate di V al10 mbrofa , uomo di ran probità e pru- 
denza. Fra gJi altri affiJn. ch' egli trarrò colla Conre(f.'1, uno de' prin- 
clpah fu I' Ottener cia e(fa la' rin
vazion della Dnnazione di tutti i -fuoi 
bt:OI allit Chidã Romana, Gli aV('Va efT'a donati alia meJdima Chiefa 
fin totto Papa Gregorio VIr. m3 per Ie gravi rurbolen1.e dipoi inCor- 
tt' s' era tmarrito 10 Srrumento dt"lIa mt"defima Donazione. P..-rò fian- 
do dfa Matilda nelh R
cca di Car'lotT" net dì 17. di Novf'mhre d"!1' 
aOl1o prefm,te, confermò e rinovò (c) p
r manum Bernardi Cardinalis (c) ,In .App- 
. & Legati eJ1lfdem Roman.e Ecclr!{iæ', la Ðnnazione dl tutti I fuoi beni, ptVd: ad 
n d ' d /1" U d " d . I , DOT,lzo,.tm 
ta
to, pOl,It' ,Uti, quamo a pOlleJf'r 1. e tanto I qua, quanto . 1 a in VII. ./.14- 
da Moml" In favore ddla Chiefa Romana" Lo Srrumemo rmra\"J3 eft. Ihlld. 
fiente fi legge in fine del Poc-ma di Donizone. Fr3 h ml"defima COr)- 
tdfa in' que1!' anno nel dJ 4. di Giugno in loco qui diâtur Jl.1irand:"a, 
e qUl- 


(h) l.abbè 
C01UIlior. 
T"m. x. 


. 



1.88 A 
 N A LID' I TAL I ^. 
e qUlvi feee un agginftamento (a) con ImÛda B,{ddfa di S. Siao di 
Piacenza pe,r cont? del Cail-cllo, e. ddla, Corte di 0ll'1lhlla. Appar. 
teneva qud.a nobll Terra, 
gg,dl Cltta, al MallIn-ern fud.lcno di 
S. Sillo, fino da i tempi dell' /mp:radïice Angi/hc1'g1 Fondatrice del 
mt'Jdìmo. Dovea Matilda avc:rlo occupato, c: gild rçflimì nell' anno 
prefenrc. 
Lalèiò, come già di fopra :1canl1ammo, AI1(clmo Æ civt{covo di 
Milano, allorchè intraprcfe il viaggto di Terra S:int.l, per luo \'ica- 
no in ql:e 11.1 Cmà c: J),ocefi Crifolao, chi
maro GroJlòlanø dal Popo- 
10, a C
I quel. nome Greco dovette parere alquamo Ilraniero. Egli 
era Vetcuvo dl Savona (b), uomo affai doao, {apea pn:dicarc al Po- 
pnlo, c nell'efleriore affcttava grande rnnruflcazlone, fommo fprezzo 
del Mondo, ulando vetb groíTe e ph:bee, e cibi viti dopo molta ani- 
l'Ic:nza. Un dl que! Prete Liprando, a cui gli Sci
mt[icj avcano [a- 
gbato il nata e g1i orecchi, pertona di gran <.:n:dlto nnn meno nella 
1
1:} P:itria, che 10 Rcma ilella, I' ef
nò a ca
arfi dl 
offo que I si or- 
r

o mantello, c a rrcnderne uno pm con_v
l1Iente :11 tun grado. Gli 
nlpole GrofTolano ÒI 110n aver danaro. Ehbllone a lui in prdltto, re- 
rlicò, eh' eglt fpnzzava it Mondo, n
 \>olea murar regiílro. Allora 
Liprando glJ dinè; In fjuefla Città Ðgni per..fona ci'l,'ilt u..fa Pe/lj di 'Vaio, 
di grifo, (!i martora, u/. allr; Orítaneðti, e c;hi preziofi. Con qut(li 'l;o/lri. 
r,rojJòlalli ahili 'Vulendo'lJi i f,refiiu i, tie 'Vlen dijiJl1011: a noi altsi: il che 
jj du: drt:rv:1re, come una volta f.Are in ulc> e crc:Jlto in I tali,1 i I \ c- 
filftÏ dl prezlOfc pelhccie. ProbabilmCl1te Grolfo!.u'IO era qua!che Ca- 
Jabrett', chc (area bene il fuo como, cd :-mche fu inrendeIHc d.::lJa 
Grcca tavella. IntefaCt poi b moTte dell' ,-\rcivelèovo Anfelmo, fi r.lU- 
nò 11 clero e Popolo dl l\Jilano per eleggcrc il SucedTMe. Concor- 
J'<:\l:H10 moiti in due Landolfi Canonici ordinarj della lVletropolitana . 
GrolI"nlano fi oppofe per mOtlvo che fol1ero lonnmi, perchè er.lOo 
itl in Terra fama. ,I\llura .Aria/do Ahhate di S. Dionilio con una gran 
molrirudme della Plebe edt:' N'ìbili proclarnò Arcivefcovo il ml:de- 
tìmo GroHola'1o, che con tuno 11 fuo tprezzo del \tJondo corre fubiro 
a mcuer1ì cella Sc:dia ...
 rcbit:plicopale. S redJ 1a pane, ('he non con- 
correv.1 a tal elezionc, i fuoi Mdli a Rnma Pl'r impedire, che non 
fofTe accettaw per Vatj morivi. 1\1a ricorJì i tàUlori dl Gro(1olano a 
Berna/do Cardinale e Vicario del Papa in Lombardia, quelli ne [t"auò 
coli" COOlclJ.t, c tu nt'olmo dJ ammcnere la pcrt'ona JI Groffolano I 
il quale alcuni van tofpt:ttando (non so 
e con valevolc f()ndamcm
) 
che folT'c pnma al pan dt Bernardo CardInale, Monaco Val:ombrola- 
1'10. Pero IPo frena Ie n' ando cOo Bernardo a MIlano, e porrò I" Stoia 
(cwe il raiho) cht fu rice
U[o da GrolT'ol:mo fra 10 Ilrcpitolo plaulo 
\ del Po p olo. 5allto 10 fcaJrro Grc.O
llano dove egli mlrava, a\lOla Co- . 
{l C4thalø. . b " d I " 1 1 ' I M ' h L ' 
1'1S Abbal, mlOCIO ad ular, CI I, e I,catl e ve II prczlO c. a poco palso, 
 c: 1- 
SHia ItUl. rrJn-io can gh altn gh mo(fe guerra, tran;lodolo da SI01ontaCo, 
 
"tlt....1Ult, pnc1ò dJ P"ltort: illegiwmo. S';
(lndo che .s' ha dal Car31ogo de gh 
11,211'. Dif- ðbbati dl Nonantola (c), e dal 
lgonlO, 1aiuddetta Contdfa, rn(;nrr
 
ftri. 67- era 


tP.. A Vo1g. 
}\r
to.lI nolo. 
(3 Anll'ltl, 
Jlalie, Vif- 
It"', 1 1 . 


(b) r.<f7fr.ul- 
ius lumor 
111ft, Mtd, 
&l1p.4. 



ANN ALl D' I TAL 1 A. 2.
9 
era ne1 Cafielio di Panzano, a110ra del di (treno di Modt'na, nel dì I r. E 1\ A Vo!
. 
di Novembre, correndo I' lndizione XI. donò al Monillero dl Nooan- ANN. 11,..+ 
tala ful Modenefe, con licenza di BCI nardo Cardinale e Vicario ge- 
noale del Papa in Lornbardia, Cailcl Tealdo polto in Ferrara cõlla 
Chiefa di S. Giovanni Batil1:a. E ciò in remiffionc de' fuoi peccati, e 
in ri
omp,enfa del TeCoro di que! Monif1:ero, d
 cui s' era elfa fe,rvit
 ( a ) Dltnd 
ne' blfogm delle pa{fate guerre. Fu qucl1:o l' ultImo an no della VIta dl in Chrònz:, 
Yital'1 Mj(he/e, Doge di Venezia (a). Ebbe per fucccffore Ordelafo Tøm, XII. 
Faledro . Rer. 114Szt. 


Anno di C R 1ST 0 MCI I I. Indizione XI. 
di PAS QU ALE II, Papa f. 
di A R RIG 0 IV. R
 48. In1peradore 1.0. 


A Vea celebrato Arrigo IP. .
ugufio Ia fcfia del fanto Natale in 
M.lgonz.a (b), e pubblicamente fano làpere a i Principi e al Po- 
) ..
hÞ,1S 
polo, ch' cgli avcva intenzione di lafciare il go\'erno del Regno ad i:I;;e;;::t" 
Arrigo V. Rc ruo FigHuolo, e di voler in perfona and are al f
nto Se. Ou" Fri/in: 
polcro. Qucfta voce gli guadagnò I' affeno unÎ\'crla]e de'Tcdefchi 51 gt/;{is Hj1, 
Ecclcfiafiici, che Laici, e molrißìmi fi difpofero ad accompagnar1o l. 7. I. 8. 
in qud viaggio. Ma il tempo frce vedere, ch' eg]i non dovea aver 
parlato di cuore, perchè nulla effcHuò di quanto avea promefJo. Certo 
ë, ehe all' anno prefente fi dee riferire un'o ílrepltofo avve'nim
nto della 
Citrà di Milano, diff"ufamente narrato da Landolfo iuniore (c), Ston- 
C) Lanelul- 
co di quel1a Città., e di quefti tempi. Era già' !l,no crcato Arclvc- :
ufo ;;;8- 
feovo C,.ifO/ao, 0 fia G,.o./folano. Il fopra mentoVato Prete Lip' ando Mtdiølan. . 
conrinuò a fofienere, ch' egli Simoniacamente era cn.lrato in quella c. 9. C:7' ft'l' 
ChieCa, e fi efibì di prO\'arlo col Giudieio del Fuoco, che quantun- Tøm. v' I ' 
. d II Ch ' 1 - . S , . - . Rtr. lla IC. 
que non mal approvato a a Ie a, pure 10 queltl ceo I (concertau 
non mancava di fautori. Fece iftanza GrolTolano, che Liprando ddTe 
Ie pruove di tale accufa; IDa non apparilcc, chc il Prete ne produ- 
ce{fe alcuna: il che fa conofcere I' irregolarità del fuo procedere. Ven- 
ne eg\i in fine alIa pruova del Fuoco; cd alzata nella Piazza di Santo 
Ambrofio una gran catafta di legna, lunga dieci braccia, ed alta e lar- 
ga quattro braccia più deB' ordlOaria natura de gli uomini, allorchè 
eßà fu ben acceCa, Liprando vi pafsò per me7.zo, e ne ufd falvo, fen- 
za che nulla fi bruciaffe nè pur delle vefij Sacerdotali, ch' egli pOHÒ 
in quella congiuntUl".\, con acclamazione di tutti gli Cpettatori. Veg- 
gendofi Großolano come vimo, giudicò bene di mirarfi, e di andar- 
lcoe aRoma, dove fu graziofamente accolro da Papa PaJriuale. La 
rifoluzion di Liprando era già nata difapprovata da alcuOl VeCcovi 
Suff"rag:.nci di GrofJòl:tno, che fi trovavano aHara in Mi]ano; molto 
più difpiacque alIa (.1ggia Carre di RORla, che fempre riprovo i Giu- 
dizj dl Dio non Canonici, ficcome Învenziooi' umane da temar Dio . 
C]"Ol/Z, r I: 0 0 E pcr- 



2.9 0 ANN A LID' I TAL I A. 
ro:lI. A V
g. E perciocch
 {i tro
ò
 c1}C errL"nd(l rdbto il Pl'et
 Lipr:mdo ]eCo ;n 
. 'l/NO II 
J. una mano e 111 un pledc n("lIa plU')va fudr1('Wt benchè {j attribui{fc 
c;ò ad aJtre eagioni, pure fu m,_fTa io dnbbio n
Il.\ {len
 Clrtà di :\1i. 
lano h pruova da 1m fatta, t' oe fuceedette del rumu\to colla mane 
, di mold. Trovoffi nel dì I Q. di N ovemhre 1.1 Conte.1Jà ^l,zlilda in Pa- 
(a) _J.!dhJlI. latio F!ore-nÛ"o (0), dove concederre un PrivilcglO a i MoO'lci di Val. 
.An 4'. Be- I L r C ' /L' . 
J' oJ V d . d . R " C d . 
md.tli>1. ad Il)m
rOla. !rca CJUf'111 tempI .nf,i.e,ata
 e ;)Vã l ll(JOll
n onte I 
h:m, .Ann. Sicilia, e Turrice di Simoni Cuo Fialiuolo, veggendo 'i(
rezzato d.t'Si- 
(b) Ordtric. ciliani il {uo governo (b), pensò a furtificarlo eol chiamare coJà daJ)a 

't7
 t'P' ßorgogna Roberto, Principe non men valorofo, che pruàente, a cui 
" t. 13- diede in Moglie una fua Fi
Jiuola. Jl dlchiarò poCcia 'furore del Fi- 
gliuolo e Governarore deW ICola: il chc Cervi a tenere in briglia Ie:. 
tefie calde di queUe comrade L 


Anno dì C R 1ST 0 MCIV. IndizÌone XI rOo 
di PAS QU A L F. II. Papa 6. 
di A R RIG 0 IV. Re 49. Impcradore 2. I
 


(c).1!4gilll S Econdocbè o(fervò j} P3dre- Pagi (,), abb
amo dalla Cronic a di un 

:

ICB4
:- Anonimo di Treveri (d), che net Marzo del prefenre anoo Pap& 
(d) .AIIO;': PafiJualt. l/
 ce1ebrò in Rom
 un gran Concilio, dí cui niun' altra 
mus Tr,vi- menzione ú truova pre{fo 
li antichi Scrinori. Ma forfe non è licu. 
mlft;, 4PU. å ra CJuel1a notizia, e fi dee rifcrire al1"anl1O Ceguem
. So1enniz.zò I'lm- 

i:ïl:r, In peradore Arrigo la fcfta del fanto Narale in Magonza (e-),. ed aHora fu 
(t) lbh., che A"rrig, P: Re tilO Figliuolo- aWimprovvifo h Tltirò da lui, e diede 

rfptrltn[. principia alia ribdlione contra del Padre, eh
 uno 0 due anni prima 
'nChrQm",. lPavea promofTo al grado di Re-. DieðOldo Muchefe, Bert1lgario Con- 
te, ed altri furono i Con{jglieri di ranta iniCJuità, [ub [pecic- Religionis, 
(f) Ou, come Ccrive Ottone da FriCtng:i (f). Han pretefo alcuni, ch' egh folTe 
Erifingtnfis a eiò mo{fo da una Lenera di Papa Pafquale, aeeennata da un ami- 
Hi/lor. lib. co- Starico (g), in cui era erortato a foccorrere 1.\ Chief.1 di Dio. Ma 
19) 'Ã. _8. non vuoi già dir CJuefto, che il Pomefice r cforrafTe anche a rib:llarCi 
rnønn,tr Tor- contra del Padre, e a prendere r armi contra di Illi. Senza CJu
lto nero 
"ac. .pu
 attenrato- poteva egJi cooperare alIa retta imenzione del Ponrdice Ro- 
D
chero In mano. Può nondimrno e{fere" che di queU:o prereílo fi valdTero i 
Spwleg. nemici di Arrigo per rivoltare contra di lui il Figliuolo. Scrive I' An- 
(h) .A"n4- na
ifia Sa{fnne (h), ebe il giovane Arrigo Cpedì immaotencnrc dopo il 
lifto 5"".. Natale aRoma i fuoi Legali ad abiurare 10 Sci(ma,. e a chic:dere 
configlio al Papa intorno al giur:-.menro da lui prdlaro al Padre di no
 
mai invadere il Regno fenza licenza d P elT"o ruo- Gcniwre. Jl Papa gh 
rnandò la brnedizione cd afToluzionc, pnrchè ('g!i \'olelT"e operare da 
Re giuC1:o, ed elT"ere huon Figliuolo dc\la Chicfa: il che bafiò all' 
ambiziolo giovnne pCI' dar di piglio all' armi contra del Padre. Ta- 
ccndo Dondlmeno l'UlfpcrgenCc
 c I' ^utorc del1a Vita d' Arrigo IV. 
pref- 



ANN A LID' I TAL I A. 2.91 
preff'o r UrtHfio, ed altri, quefia particolarità, fi può dubitar della :ERA VoJ
_ 
,"erità, benchè da dfa nè pur cirulti l' approvazione di que! che fuc- AtOIO 110 4, 
ccdette dipoi. Avvenne in qucft' anno uno fcaodalofo [concerto in 
Parma, riferito da Donizone (d) _ Portolli BernardtJ Cartliiuzle e Vicario (a) Denix.. 
del Papa in Lombardia a quell:1 Città per la Fe1la dell' AfTunzionc in vi,a .Ma- 
della V ergioe, e cantò la Mdra' nella Cmedrale _ Dopo il Vangclo l/'iIJ. I. 1, 
predic-ò al Popolo; ma perchè volle entrare a padar con grave di- &ap, 14. 
fprezzo dl Arngo I V. come Principe [comunieato, trovandoiÌ in quell' 
udieoza rnoJtiffimi [Uttavia ben' artetti al medelìmo Augu1to, s'irrÜa- 
rono ta1mente, che dopo 1:1 Prediea, meßa mana aUe fpade, corfero 
aU' A1tare, e s' avvemarono al Cardinale, it condutTero prigione, 
e fvaligiarono tuna la di lui Cappe.11a, cioè tutti j di lui paramemí 
per la Metra. Fu ponata quetl-a dllgutlofa nuova alia ContejfìJ Alatil- 
dQ, che fi trovava allora nel territorio di Modena. Raunò eHa 1I1eon- 
tan
nte queUe miiizie che potè, e pallati appena tre giorni dopo queHa 
brutta fcena, marciò alia volta di Palma, Non afpeltarono -Gue' Cit- 
tadini intirnoriti., c h' elfa arrivaí1e, e confegmrono a i Valfalli nobili 
della meddìm
 il Cardinale, colla refiituzione 
m
ora di tutti i fuoi 
facri att'cdi. Altro male non feee la Contdfo\ a i Parmigiam, perchè 
il piil1imo Cardinale prrorò in loro favore. In quelt' anno, ((-condo- 
chè abbiamo àa Tolomeo da Lucc,! (b), cominciò nell' Agono 1a gl;i.:r- (b) ú 
ra fra i Pllani 
 Lucchefi" c ne 1eg,u
 una b.mag
la, 10 
u' i I.JIiam LlHe
{: /':' 
ebbero la pegglo. Prefero 1 Luccheh 11 CalieHo dl Llbratrattta, e ne .Ann.lib.f 
conduíTero prigioni i Callellani alia lara Città. DalJe Carte nfcTite IITI'IJ/hlls _ 
èl:tl Padre Baechini (,,) fi fcorge, che 1a (opra Jodata ContcHa .Matilda ( , h' 
ful fi
e d' A p(ile trovan,dofi in. N ogara Cui V e
one[e, confc
mò 
d 1l
) /;:;r,'j; 
.Albencf .Abb
te del MomO:ero dl San Benedetto dl Polarone var] B;:m _ Pøliron. 
Parimen
e la medefima., mentre era a Cofcogno Villa delle montagne neli', .Aþ- 
di Modena nel dì I r. di Settembre, donò aHo í1:e{f'o Moniftero b Jlnd,,,_ 
metà dell' Irola di Gorgo con altri Bem - A tali dona2ioni imervennc 
feropic j} confenfo del fuddetto Cardinale Bernardo Vicario del Papa, 
trattandofi di difporre di Beni già donatÏ alla Chlefa Romana. Vedeli 
fo[[o quefl' anno la vend ita dell:! Corte Firminiana, fatta da Ot/one eletto (d).A ' 
Arcivetcovo dJ Ravenna a Londo/fo Vcfeovo di Ferrara (d), Per quanto 1141ic: ' riif- 
s' ha dal Rolli (eo), quefti dopo la morte dell' Amipapa Guiberto fu ftrw. 1.8. 
inrrufo nella Sedia Archiepifcopale di Ravenl1a; e da queUo Arto fi (e
 Rube.s 
Taccoglie, ch' egli non avea trovato perancbe, chi avc:ßè: voluto eon- Ji/{iør. Ra- 
r. 1 'l/enn4l. 
leerar o. 


,"4.(, ,,',> 
 
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:, ;V
 

 

 ;
 


 


00 z. 


Anno 



F E,c
 il PO,ntdlce Pa:fquale atter
ar, Ie Cal
 d
ll
 nobil Famiptia 
de Corh 10 Ruma, forCe p.:rchc ndone dianzi In forma di I' 01'- 
(czza (a). Stefano N obil Romano, Capo di quella Caf.'l, fe l' cbbe 
tanto a male, che ulèiro di Roma fi feee forte nella 13alilica di San 
P.l' 10, e nd Catlello, che in quetli tempi abbracci
va dfa Bafilica . 
eoncorrevano a lui turti gli Igherri e masnadieri, co' quali poi infdlava 
non folo i contorni di Roma; ma la Città mcdcfima. Ðefiramentc: 
proccurò la Corte Pomificia Imelhgenza in dfo Calldlo, e di rica- 
yare in cera la forma delle chlavi di que! forte Luogo. Formatenc 
poi delle nuove, coll' aiuro d'dfe una notre furono inrrodotte Ie mi- 
Iizie Poncificie, che dopo una vigorofa bauaglia s' impadronirono delta 
Terra, con elTere fuggito Stefano trave1tito da Monaco. Sic come oi-:' 
ferva il Padre Pagi (b) colI' automà di Eadmero Cc), fu celebrato in 
queft' anno dal Ponteficc Pa(qualc J I. un C
'ncilio ndla Bafìlica La- 
reranen(
. Fra l' altre marerie, che vi fi trarrarono, abbiamo da Lan- 
dolfo juniore (d;, che fu quivi agitar:l la caulå di Groffilano Arcive- 
(covo dl Mtlano, il quak per la IUa dottrina, '-pczialrncnte dimol1rua 
10 confutare 10 Scifrn.l dc' G reci, s' era acquithro non poco onorc alIa 
Cone Pontihcla. V' era in confronto di lui 11 Prete Liprando, che non 
dovette poter provare l'imputazlone a lui data di Simoniaco, J>erò 
d"po aver Groffolano giurato di non aver forzaro Liprando alia pruova 
del fuoco, riprovara da i Padri di que! Conciho, fu atfoluLO e relh- 
tuito nella fua Dignità. Gli caddc in quell'occafione di mano il PJ- 
florale: rul quale accidenre la buona genre d' aHora formò varj Lunar,;. 
Ma non per quef1:o potè egli cnrrare in poffeffo dell;> Cattcdra (ua, 
nè di ealtello alcullo fpèttante al fuo Arci,..e(covlto: rant.! fu la po(- 
fanza della parte contraria in Milano. Verlo il fine dell' anno prefentc 
pafso Pdpa Pafquale in Tokana (e), në so io ben dire, fe fu allora, 
o pure nell' an no fußèguc::nre, ch' egli tenne un Concilio in Firenzc:, 
:1 motivo che il V cfcovo di quclla Cirtà, uomo vi fionarto, foft.:ncva, 
che era già nata l' Anticrilto. ProbabilmeAte i tremuotl, Ie lOonda- 
zioni, ed aim fconcerti di quelli tempi, fc:cero cadcre il buon Prelata 
in quella imm
ginazJ
ne, la quale in varj 
ltr
 .tem.pi fi truova i
lorta 
nelle menri deUe perfoac piC e paurofe. SI dltpmo non poco dl quc- 
110; rna pel gran concor(o della gt:nre curiofa, che 
 cagion, 
dla no- 
vità fece un gra\'c rumulto, convennc IOtelromperc II Conclho, e la- 
fciar la quiliione indecifa. La deci(e poi il [t:mpo, e fece, conok.ere 
(f) 7iðrt".'. la fempllcità dd I- rdaro. Pcr Ie memorie accennare dal FlOrenrlOl fi 
.J.wnør, tll vede (f), che la COfJtejfa iUaJilda fi uovò in Tolcana in qudh mede- 
.NAllld. I. I. fimi 


f: R A Vo1g. 
ANNO IIOS' 
(a) Pøndul- 
JUI pi!IInul 
in Vit,; p,;- 
(ch4/is U. 
PAr. ], To. 3. 
!ter. Italic. 


(b) JÞagius 
Critic. lid 
JI"mr/, Bar. 
(c) Eatlm.- 
rUI in VII. 
S. .AnJ;lmi 
lib. 4. 
(d) Landul- 
fUI d, 
. 
Paulo Hift. 
Met/iolan. 
Tom. V, 
RIr. italic. 


(c:) ],J"" 
ibiJ,m . 


2.92. 


ANN A LID' I TAL I ^. 


Anno di C R. 1ST 0 MCV. lndizione x Ill. 
di PAS QU A L F II. Papa 7. 
di ARRIGO IV. Re 50. Impcradore ll. 


. 



ANN A LID' I TAL I A. 2.93 
Gmi tempi, fenza f.lllo per fare buon trart:tmenro al Papa iro colà, il Eu VoIg. 
CJuale Llando in Lucca nd Mefe di Dicembre confermò i Privilegi a i ANNO 1I0j. 
Canonici Regolari di S. Frediano; ed innamorarofi della loro Rifor- 
ma, che era aHara in gran credito la volle imrodorta ne" Canonici della 
B.1filica Latcrancnfe. Tornoffene dipoi il Ponrdlec aRoma. Tenne 
un Placito la fujdcrta Comeffa in qlLcfl' an no ne! dì 23, d' Otrobre (a) (a) 
nti'1: 
in non so gual Luogo lit Tofc:lO
, dove acc
rd
 . b lua prote
ione a ! ft:;:C
/)if- 
Canonici dl Volterra. Poffedeva In Lombardla 1 mfigne Momfiero dl 
Mome Cafino a1cuni Bcni, ad e(fo lafciati da Girardo da Cuvriago; 
c trovandofi la fopra Jodata Matilda lul Modenefe in S. Cc:fario nel 
dì 21.. di Gmgno, Giorgio Prete e Monaco dl quel Moniftero impe- 
trò da Id il po{fe(fo e dominio di qUl:gli fiabili. 
Dappoichè il giovane drrigo 17. Re ebbe tirato nd fuo paniro 
Gutlfo 17. ed Arrigo il Nero, Duchi di Baviera, e i Saffoni, I:d altri 
Pnncipi, fenrendoli aCIài tone, comineiò la guerra contra dell' /mpe- 
raáore Arrigo fuo Padre (b). Belle erano Ie fue protefie, cioè di non 
aver altra inrenzione, [e non d'indurre il Padre a riconcilia,dì colla 
Chietà; ma fo[[o queilo pretdto cgli era dietro a promuovcre gl'in- 
tl:reffi proprj colla deprd1ìf)ne di chi gli avea daro e vita e Regno. 
Corrado Cuo Fratello abbiam veduto, che occupò il Regno d' Italia; 
muno nondimeno fcrivl:, eh' egLi ponatfe I' armi contra del Padre. Ma 
non così operò A rrigo V. Dopo varj fani, ch' io tralafcio, marciit 

gli colla fua Armata fino al Fiume Regen, ehe sbocca nel Danubio 
vicino a Ratisbona, Dall' alrra partl: d' &:/1'.0 Fiume s' accampò coil' e- 
fereito fuo I' .'\ugufio Arrigo fuo Padre, ed erano per venire ad un 
farto d' armi. Non fi porè. qui [rattenere Ottone VeCcovo di Fri{ìr.ga, 
Storieo graviffimo, dal profllmpere in lenf.ue efclamazioni contra di un 
Figliuolo tat&:, la cui rifoluzlone non fi può cerro leggere fenza or- 
rore, pl:rehè prdå contro II: II:ggi della Natura, ed anchl: della Re- 
ligion Critliana: pel ciocchè fuor di dubbio è, che la f:U1ta Rcligione 
di CriLto non approvò mai nè appruova cotale inumanità. Ebbe ma- 
niera il giovane Arrigo di drar dalh lua con promeffe e lutinghe il 
Duca dl Boemia, ed alai Signori, di modo che il vecchio Arrigo I V. 
fu forZ3ro a fuggirlène fl:greraml:nte. Seguì. pofcia un abboccamento 
in E;binga il di 13. di Dlcembrl: fra amendue, e fu determinaro di 
tenere una D-il:ta umver[ale del Regno a Magonza per la Fe1ta del 
[<lnto Natale. CIO, che ne nlùlraOè, 10 accennero all' anno venturo. 
]ntorno a quelti fmi fi truova non lieve dilcrcpanz;I. fra gli anrichi 
Scrittofl, parlandone cadauno fl..condo Ie proprie paffioni e fazioni. 
All' anno prl:fentt, 0 pure all' amecl:dente appartiene un curiolo Pla- 
cito, a noi confcrv:no da G.r
gono J\10n3co, :\morl: della Croniea di 
Farfa ('-). DifpuroHi in Roma intorno aj un Candlo occu p ato a i 
(d Chron. 
Momci da alcuni N ubili Romani. A llegarono quefii ultimi III lor fa- FArfenft 
yore il Privllt:gio dl Colhnrino M:cgno, per cui appariva, che quel P. II. 1: II. 
grande I mperadore avea donJto alia Chielå Romana tutta I' Italia, e Rtr. Italic. 
turti i Regni d' Occidence. Prefe all'inconrro l' t\ HOCatO de i !vlo- pAg. 637. 
naCl 


(b) .Abhas' 
UrfptrgenJis 
Oft, Frifìn- 
glfJJis c. 8. 
..d.nn411fl4 
S4XØ. 



2.9... ANN ALl pt I TAL 1 A. 
".. A V olg. n3
i, a 
ofir4are, che era f.tHo, 0 non fi doveva intendere così que1 
AtUiO 110S. PnvllcglO, tacendo coftare t che anche dopo Cofiamino gli A u oucH 
aveano tignoreggiarQ in Roma, e in tuua l.ltali:t. Però anche 
anti 
Secoli prima dl Lorenzo VaUa la Donazion Coíhntiniana fi vede im- 
pugnata, con effere poi giunta in qudli ulrimi tempi ad cíf'ere anche 
.De glifidii ferte CoJli riguardata qual folcnne impottura de'Seco]j 
() F' t -ignorant:Ï 0 pur maliziofiA Secondo Ie memorie recate dal Fiorentini (a), 

tm,
r,;; . continuò ancora in queLl' anno la guerra fra i Pilàni e i Lucchcfi, e 
J>{alilå.l. %.. i primi pe
 due v?lce rcftarono fconfin
. Come ,quelle gucrre fucce- 
de{]'c:ro fia I Popoh deHa Tofcana, non II fa ben antendert:, perchè era 
pur quella Provincia fotto il domi
i" deHa Contøjþ M,tiIJ. t e thano 
tembra, ch'ella 0 permerrdTe tali lconccrti, 0 non avelfe forza 0 ma- 
micra .di .calmar sì !arte fanguinofe gare A 


Anno di C R 1ST 0 MCVI. Indizione XIV. 
.<Ii PAS QU A L F II. Papa 8. 
di A R RIG 0 V. Re di Gerrnania e d'lralia I. 


U N' infigne raunan1.a di Vefco\'i, Abbati
 Principi, Baroni e 
Popoli del Regno Germanico, s' cra farta in Magonza (b) 
{b) AU.
 nel Nata]e dell' anno precedenteper tra[tare di concordia frà i due 

i!:;f;,
" Arnghi Padre e Figliuolo, e fra gli Scismarici e la Chiefa Romana. 
VIIØ Frifin- Dovea, -dico, inu:rvenirvi at vecchio Arrigo, ma dal Figliuolo era 
f"Þs chr. [rauenuto, come prigloniere in un C
nello. Fece -egli ilbnza per la 
. y. e. II. Jibertà; ma i Principi remendo
 che II Popolo avvezzo a favorir più 
1U1 che il Figliuolo, non tumultualTe, ed anche perchè RJcClrdo Ve- 
{covo d' Alb,lOO, e Gebeardo V dcovo di Cottanza Legan Apoflolici 
giunu.a 'Iudla Dieta aveano conferrnata la fcomunica contra d' effo 
Imperadore 
 non permifero, ch' egJi v<."nilTe fino a Magonza. Gli an- 
darono 
l1î incontro ad Inghdeirn, e tanto gli dilTero colle buone c 
co1Je brufche, che r indullero a rinunziare al Figliuolo la Croce, la 
Lancia, 10 Sceuro, e gli altri ornamenti Imperiali, ma non già la 
Spada, e 1a CoronaA Non manca chi (crive, dJ
rgli nate toile per 
forza quelle dlvife della fua Dignità; fcrivono ahri, che fpontanea- 
mente le raffegnò. Si riconobbe Arrigo co]pevoJe dello Scisma, e de' 
mall avv
nuti per tat cagione, e pcmito ne dimandò I' alToluzlone al 
Legat" A
oftoJic.o, il qu:\]
 giudl
ò di non av
r .fac:oltà 
a(lante per 
(c) A,m,y- rimetterlom graul della Chlela. Glttoffi anche a plt:dl del Flghuolo C"), 
","s ;71 Vito ricordandogh 11 c1iriu\J della Natura; ma <1uefii nè pure vol{ò gh oc- 
lftnrlCl1V. chi \octfo <II lui. Porratc a Magu.{}Z4 Ie inkgne RegaJj, fu confèrm:uo 
Re il giov<lne An igo Y. e fredita una foknne ambafce,ria 
j a1cuni 
Vefcovj e Bawni A Ronta, per comporre tutte Ie \'ccchle d.fferenze, 
cd invirare m Germaoia i] Romano Pomdice. Ma que-lti Ambafcia- 
tori nd raßuc rel Tr
mino furono alTaliti da un 
erto .I\dalberto 
Con- 



ANN A L J D' I TAL I A
 2-95' 
Conte (II), fvaligiari e cacciati in prigione,. a riferva di Ge{;eardo Ye- 
1I.A Vol
. 
fCÐVO di Co!lal1za, c he tenne nItro cammino, e Farro [corrare dal1a Con- ANNO 1106. 
tf,/{tl Matilda, felicemeote arrivò aRoma. Di qudl:a iniquirà avvifi1to 
r
;t::f. 
GuelfiJ V. Duca di &vil:ra, corfe colle (ue gcnti, e sforz:ttc Ie Chill- JI;"lIli: 
fe, obbltgò effi malanðrini a rimem:re in Iiburà que' Pre1ati e Si- fta S4XØ. 
gnori. Infanto il depofio fmperadore Arrigo fi ritirò' a Colonia e.. 
Ltegi, dove fa con qualche onore- accoTto, e di Ii (crilfe Letrere 
comp<\ffionevoli a tutti i Re Crifiiani, Iagnand':)fi de'tratramenti a lui 
faui dal bl1rbaro Fig1iuolo, e della violenza ufatagli per detronizzarlo. 
Una fpc:r.ialmcnre (e ne vede al Re di Francia, che noo fi può leg- 
gere (cnza ribrc2.zo. Tro\"ati andie nolT pochi favorevoli al fuo par- 
tito, e fpezialmentl:' Arrigo Duca di Lorena, ripigliò iI penfiero di 
far guc:rra. Ma pre\lalendo le forze del Figliuolo, e trovandofi egti 
ridotto in ifiato mirerabile, pel crepacuore infermatofi in Lie
i, qui vi 
termino i fuoi giorni nel dì 7. di Agofto per comparire al Tribunate 
di Dio a render conto di ranti (uoi Vizj, di sì lunga vdfazione data- 
aHa Chief a , e del tanto fangue Crilliano, fparCo pe' (uoi capricci" e 
per la fUll o{tinaziC'n nello Scisma. A lui cziandio fi dee attribuire una 
gran mutazione feguita per' faa cagjone non menD in Italia, che in 
Germania. Certo è, che il Regno della Borgogna uniro dall'Impe- 
rador Corrado I.. alla Corona Germanica, p-atì molte mutazioni du- 
rami Ie fopra riferire turbolenze. E da quefte parimente procedette 
l' etrcrfi buona parte delle Città di Lombardia mdfa in libertà con 
forma.r ddle Repubbliche,. fenza più vole, Mí.nifiri del Re, 0 69. dell" 
) mperadore a1' loro governo--: del che p-1.rleremo' ftndando innanzi. Era 
nato portato a Ravenna il cadavero dell' Anripapa Giberro, e quivi 
feppellito. Dovl:tte dipoi Ravenna rimerrerfi in grazia del1a Chiefa 
R.omana; e però in quefi' anno andò ordioe coli! da Papa PafrJua/e, 
che fotre dißotterrato il ruo carro. e giuate l' ofTa net Fiume (b). Non (b) 
JbAf 
m.mcavano perrone vane, 0 pur ben affl:tte alia di lui memoria, che Ur(ptrg. in 
fpacciavano come "edute al fuo fepolcro delle rifpIendcmi facelle in ChrD/II. J if. 
t
rnp
 di none: il che aggiunro' ad etrcr egli morto' fcomuoicato, Pi[


:n . 
dtede Impulfo alia fuddetta rifoluzione. AggiUTIgo', afl1nchè fi conofca VII. PA[chd. 
ml:glio la cabala, emalignità.ed.ancl1el.ignoranzadiquC..f1:itempi.lI
 
che furono divolg:lti vaq miracoIi, come fucceduti al Sepolcro di 
quef1:o (ovvenitore della Chiefa di Dio. Fra Ie Lettere, a noi con- 
fervate da Udalrieo di Bamherga, e pubblicate daW Eccardo (c), una (c) &",r14. 
fe oe legge, ferina dal Vefcovo di Poiriers all"(mperadore Arrigo, ScripIDr., 
dove tratta de plttrimis Miraculis, qu
 di'V;na Clementia per merita feli. mttl. .tVI 
tis memorÙe Do'1tmi nofiri Clementis Pap/Z" ad ejus Sepulcrum eft o
rata, T.II.p. 194. 
6 Johanne CaJle7lan
 Epi(CtJpo transmifJå'. Ma probabilmente (arà veoura 
non. da uno di que' Velèovi, ma da qualche I mpoftore qudla ferie di 
Miracoli, per dar pafcolo aHa genre corriva. Fu anche data fepoltura 
in Licgi al corpo del morto (mprradore Arrigo, ma da lì a roeo per 
decreta de.
 V dèovi Cattolici tolto fa di Chiefa, e dcpofto in luogo 
Ilon facro. 


Dopo 



F II. A V olg. 
^t<NO 1106. 
(:\ FilleD 

 JJt'IJt'lt. 
in ehrønicD. 


(b) I ahb) 
Conci/ior. 
Tom. X. 


,(c) Tra,ul. 
S, G t>ni"ia- 
II; TDm. VI. 
lI..tr. hlll;,_ 


(d) .A "'at 
Vrff. l,ttlf 
;11 ehron. 


2.96 ANN A LID' I T ^ L I A. 
Dopo effere fl-ato circa il Mefe di Febbraio a Benevento il 
Pontefice Pafquale H. (4) fi mife in viaggio alla volra della Lombar- 
di1, cd inrimò un Concilio da tenerfi nella nobil Terra di Gua1talla 
verfo il fine d' Ouohre. Un gra'1 concorfo di V elcovi, Abbati c 
Cherici, maffimamente di Germ:mia e d' I ralia, e l' ambafccna del 
novello Re di Germania Arrigo P. renJè cd
bre quella facra Alrern- 
blea, a cui fi di<:de principio nell' dì 2.2.. del fuddetto Mclè. (10) 
Fra gli ahri decreti, per umili:ue 11 Chief., di Ravenna, furono fut- 
trarte dalla fl.1ggezinne di quell' Arcivefcovo Ie Chiefc di BoJogna, 
Modena" R,J!.f!.;o, P a,'ma, e Piacmz(f, e non già di Manto'Va, come 
ha il tefio del Cardinal Baronio in vece di lt1odena. Furono j\'Ï ripro- 
v:\te di nuovo Ie Invefiiture date da' Principi Secolari a gli Ecc1efia- 
fiici; 6Jrmati varj decreri inrorno al riconciJiare alia Chicfa gli tco- 
rnunicatÏ, c depotli alcuni V c[covi Simoniaci, 0 pure ordinati nello 
Scisma. Colà fi prefenrarono i L<'gati de' Parmigiani, che già aveano 
rinunziato 3110 Scifma, con chiedere per loro Vefcovo que! medeíimo 
fanto Cardinale Be,'nilrdo, che due anni prima efii aveano così mal- 
tratrato. Aggiunfero preghiere, acciochè il Papa volcíTe portarfi a 
confecrare la lor nuova Cam:drale, al che eg!i acconfenri, ed iro colà 
con gran tolennità con(01ò que1 Popolo, e diede loro per V ef covo 
il Cardinale fuddcrro. Anche il Popolo di Modena concorde con Do. 
Jone, V cfcovo zc1antiffimo di quefia Citfà, avea nell' anno precedente 
cominciata una nuova Cattedrale, giacchè la vecchia minacciava ro- 
vina. Non era peranche terminata qucO:a gran fabbrica, in CUI fu im- 
pi
E':'I[a una prodigiolå quantità di marmi (c), quando I'impazlentc: 
Popo10 defiderò, che fi trasferilre colà il Corpo del (:mto lor Vefcovo 
e Prmcrtore Geminiano. A tal funzione e fdh, che fcguì !lei dì 
o. 
d' Aprile. intervenncro tutti i Vefcovi circonvicini ed immenfo Po- 
po10, accorfC' da varic Città colla O:df.\ Co"te1l à .Uarild.1. Nata poi 
difpura, fe fi doveífe. 0 nò, aprirc I' .'\rca del Santo, fu rimdT'a la 
decifione aHa medefìma Conrclra, 1a qua Ie conl1r!,liò, che s'afpettalfe 
)a v('nuta in Lombardi.) del fommo Ponn:fice, già dd'poflo a far quello 
vi:Jggio neU' anno prefenre. In [ani arrivò cgli a Modena nel dì 8. di 
Orrobre, predicò a1 Popalo, dÌl:de Indulgenze:, fe:ce aprir I' t\rca di 
S. Geminiano; e trovato imero il facro fUD Cor po, e mollraro al 1'0- 
polo, f\7e
liò una mirabil divozione ne gl' innllOlt.rabili fpertatüri. Dopo 
avere Papa Pafqua1e I I. confccrato ï. A hare: nUO\'o dd Santo, ac- 
comragnato da1h Contdf.1 IVlatilda, e da una gran frana di Cardi- 
nali, Vefcovi. Abbati, e Chcl ici, s'inviò all a volta JI GuaO:alla, do- 
ve, fìccome abblam deuo, tenne un riguarde\701 Concilio. Da Parma 
pafsò dipoi il Papa a Verona con dJ(egno dl c
ntinuare il \'Iaggio verlò 
la Gcrmania, dove U,I invitato. Cd) Ma inf
)rto in quella Cirrå un 
rurnulto contra di lui, ed QVV( rrito egli, che it nuovo Re A rrigo V. 
liccome giunro a n
n aver più bil()gno dd Papa, pal(.a poco èifpollo 
a rinunziar Ie Invclliture de gli Eccldiafbci: giudicÙ meglia di paf- 
fare per 1.1 Savoia in Francia, dove in e/fello cclebrò il Lamo N:lt ale 
.nd 



ANN ,A LID' I TAL 1 A. 2.97 
'I1d \;Ioni-flero di CllPnÌ . Finì di vivere in quell:' anna, fenza lafciar E I!. A VO!6
 
dop.} di së Figliuoli m
(chi, Riccardo. fl. Prin
ipc dl Çapoa, ed l'
bc: A.)ojNO II 06. 
per fuo tùccetTorc Robel'to I. fuo f ratello mmore. 1 ruovah pOi b 
ComctTa Matilda ful prlncipio dl qudl:' anno in Q1:IifleJlo, (4) ogg,dì , 
Villa del l\1anrovano d( quà da Po, dove fece giUlbzia a Giovanlll ( I a) 1 ,.AntlQ:4. 
. h 1:. I . I ' I ta /C.1.um 
Abhare di San Salvatore di PaVIa, cell quere 0 per e Vlo enze U- Diffirt. 65- 
fatc da gli uomini di Revere, [udditi d' etTa Contdfa, alh Terra dl 
'l\1c:lara, t
)ttopoll:a a quel Monillero. Era già ulcito dalle mani dc' 
Turchi Eoamondo Principe d' \ntlOchia, dopo aver c<lmperata la Ilbertà 
-con prometTe di una gtan Comma di danaro: Non !åpen,do egli dove 
tro\'ar tanto oro, venne in IralIa, (b) e paisa 111 fì rancla nel M.HZO (b) Sugtr. 
dell' anno prefente, dove non (olamente con 10 fco.r
'ere per veuie Cuta in 
,
. LII- 
<Ii qudlc comrade commofle multlffimi a prendc:re la C1'OC
 per ac- do
 
 1 
"
. 
compagnarlo nel Cuo moroo in Onenre, ma anche pr
tè in .\1oglic 'ih:sne. U 
Cofianza Figliuola dl FIlippo Re di Francia, e conchiulc Ie Nozz<: JI 
-Cecilia Flgli.uoh n:Hu
;õlc d' elTo Re con Tancredi fuo Cugino, ch' egii 
.avca l..\lèiato Gov-crn.atore .d' Arltiochia. 
o.i iopra aboldm vedmo, che tn quem tempi Gum'nieri gover- 
nava la Marca d' ..\ ncona. SI vede nella Cron;cc\ F,nfenlc (() 11:1 fI- (c) Chronic_ 
corfo a hli fano probabilmenre nell' anno prefcnr-e da .i -I\)onaci dl Farfen(e 
Farra contra <.Ii alcuni occupatori de' Bcn; d-i quell'infigFle Mond.tero; !;r 111.. 
ficcome anCOTa la Lettera da etTo GU:1rnieri fcrma in 10ra favore, CQ- R:
. i'alie. 
rnandando 11!IEloritate Domni Imperiltoris pr.:efèntis Sermiflim; Herl,.ici, chc 
fotTe rifpettclro quel filcro Luogo. Di qui, tomo a dlrlo, li rica
':i, 
che Guarnieri reggca quclla Marca a nome delJ'lmperadore, benchè 
1a Chiefa Romana 1a pretendelTc come Srato di fua ragione. E per- 
ciocchè c:gli s' imitola, ed è imitolato Guarnerius De; gratia Dux & 
lvlarchio, fe ne può mfenre) che non la {ola Marca d' Ancona, m:1 
1tl1che i1 Ducaw di Spo1cti, folTero .a ]ui [ottopotli. Dicemmo di fo- 
pra, dfere tlaro queflo Guarnieri quegli, che promo1Te al Pomificaro 
Rom:mo, cio&: creo Amipapa J'l-faginoJjo col nome di Silvellro III. Ciò 
fuccedeue nell' anno pretente, prima che .1 Papa vellltTe in Lombar- 
dia, per arreLlato dell'UrCrergenre (d), dl cui fono Ie feguf'mi ptl.ro- (d) AJtll'1 
Je: fFerllherus quMam ex Ðrdine J1iIJi(lerialium Regis, qui .\l(lYch.:e, q14
 U,.fptry,tnf. 
in partibus Aquin.e (dee dire 4ncon
) pr
erat, quafi hære/im eamdem In Chrm. 
reJu(citaturus, ü;JleElis undecumque per Itaiiam cfJpiis, ton uptis quoque 
11tuita pecunia Romanis nonnuJ/is, dum ÐtJfltnus .dpofiolicus ßeileventanis 
immlil'<ltur fnib.ur, quemdam Pftudo- Abhatem de Farfara (\'u.Jl dire F.lr- 
fa, ma tcnza che fi lappia, ch!: in qudb [e-mpi vi fotTe un tale :\b. 
bilre 111 que! Moniftclo. Fodc ne f1l 
onaco.) proh nefaJ! Celtbedrte 
Sanéii /Jetl'i imp
ruit, & ipfum Pilpam CæJzris fub vocabulo Sylveflri ap- 
pe/Jar; vo/uit, 
Û tamen poft paulu/um turpiter. ut merebatur, a Catho- 
Jias e.'tmina/us, veftmiæ Ju.:e præmium male COlJljllÏß,ti. pejulfjue dìjþerji 
_ 
ris retu/it. Nella CrooicJ di FotTanovJ. (e) Ii m:ut" qudt.) f.up Int[I" (e) ehron, 
r ..un, pren:dente. A1arch/on (d;c
 qu II" -\ n r , re :n vt'ce di AIm chiD, FoJ{.c lo..-O"l:. 
cioe Guarnieri) 'Venit RDmam conjèmjentibus 'julÍJtifilam J<.(Jmanis, & ele ;t:,1. u- 
Y'om. J7 J. P P git 



29 8 ANN ALl D' J' TAL I A. 
EJI...... Vo1
. git ,1dinu(ftlm,(r.a1e probabilmenre fu il fuo nome) in Lspam (cioè lill 
AMOO 1106.... Papam) Silvc ;rum ad Sanflam Ma1 iam Rottmdam infra Otlavam [anfli 
,11a.rtÍtJÏ, ftd.fìne eJfeau reverfts ,/1. 1JJalrico Ja Bo!mbc:r 
d fra Ie Let
 
(a) Fccarå", t.er
 da. lUi r,II.:Cl)!te, e date alia luce daW ECCdrdo (a), ne poru una 
scr;ptor., icrma in qudt'anno dJ l-'apa Palqu,ele /I. a rurti i FedelI della Flan- 
med, "'L't cia, coU' avvllo, che memre e(fo Pontefire {lava nd ponico dl San 
;;
. 1
/8. 
Ietro. funri Ji Rom:! in occafione della Ocdlcazìone della ß..filica Va- 
0'> 'tLC Jna, 'Venit quit/am lPérnerius, Regni 'léulonici [amu/us, in Roman
 
Urbis. vicind; c che quelb s' era_ unito con varj nbc-III dclla CllIt'fa 
Rom:lI1a, ahl [anri fuori cd cntro di Roma. TalzbtlS fociis Presb)'ter 'iui- 
dam R(Jman.e Urbis ad'l,'ena 'Je cflnjunxit, de quo vÛ uh, wi haélmus or- 
dÙ/atus fit, ignor.'imus Ibnc per{onam tgregiam, Nigromanticis, ut dici.. 
tur, præ/lic;iis plenam, 'luum Fidelcs nofJri, occajione 'I'rcllgæ Dei 4b
 ar- 
mis omninø defiflerent, in Latera JenJem Ece/cfia", induxerunt, & congre- 
gatis /rïbertinæ (ceis reliquiis, ci. E"Jj(copi Homen pernicio.fìJlime indjJerunt. 
Sog
lUgne: 
l.ulJZ. vero ;ntl'a Urbem die altero redliffimlls, 1JJonjlrlll1J it- 
Iud turpiter ex Urbe pro{ugiens" 'iuo tranfierit ignoramus. Aduoque co- 
\ b} C D h Rndul., tlui non era Abbate di Farra. ,-\bbiamo an cora dal Oandolo (b), che 
In ronlCo.. ft '. " d . d M fi dd ' V ' d fì 
Tom. XII. 111 qUe: ann') m poco pm I ue C I acca ero 111 eneZI3 ue u- 
Ecr. "ludic., rioGffimi incendj, che dl{lru(fero moIte cootradc: di qucUa.nobll Cirtà, 
pen:hè di materia combutl:ibile era fabbricata la maggior pane di 
queUe cafe. S' aggiunfe, che 1a Ciw) di MaJamocc.o fú aff.ttto ingoiata 
dal Mare, laondeil Cuo V c:[covato venne die.oi trale.ortc\to a ehioggia. 
. 


AnnQ di C R 1ST 0, MCVI r. Indizionc XV.. 
di PAS Q.U A L )
, II. Papa 9., 
di. A, R.R I GOV. Re di German., e d J ltalia 1. 


V . Arj viaggi cd azioni di Papa Paffj1l1J1e in Francia in quell' anno 
. fi po(fono leggc:re nel1a Vita di Lodovico II Gr
(fo Ccritta da 

c) SUterlUI Su
erio Abh1tc (c)'. Ancbe i) Padre Pagi (d) ne fa menZlOne. 10 tuuo 
;t.I4J D S II-, [ralalcio., baíhndomi di accennare, che il Re .Arrigo r. fpedì una fo- 

 n'Je crl-, I A b Ii ' F . /1 P d II ' If: 
'tor, Rer. enne m a Clata. in rancla, per tratrare con euo apa c a are 
Franc. delle Invdbrl1re, perciocchè cgli al pari del Padre volea follener1e con- 
(d, 1'.1gius tro i decreti di Roma. II capo de gli A mbJfciatori era Gtteifo V, Ou- 
;: Ánval. ca di B3viera, uomo corpolemo, e che ufava un tuono alto d, voce. 
ron. Parcvano eßi andati più per inrimi,dire il Papa, che per tr-attare ami- 
cbevolmenre di concordi:l. E niuna concordia in fani ne feguì, ma 
folamenre delle minJccie. Che il Ponrefice ritornalfe in qudlo m
de- 


\;'n

h
-,
, fim
 anno in 
ralia,. fi. raccog1ie da 
na. fua B
)I
a (e) data i
1utinæ Ka- 
l;/'ol'l. neH' lend,s, Septt;mbrtS IndzéltOne I. IncarnatlO1Jl.r Doml1lJc
 .Anno Me? 11. PO;I- 
4fb.nJ. tiji,atus .flutem Domn; Pa[chalis I/. Pap
 Nono. Era in Fiefole ncl dì 18. 
di Settembre. In quen' an no 1a ConhJ1å Matilda ne!. dì I,S>.,dl 
c:bbraio 
trovandoú nel Contado di Volterra, [enne un PIaclCo, 1D CUI fcce un 
de- 



ANN ALl D' I TAL I ^ 299 
decreta in f.lvore dc' Canonici di Volterra. App:irifce 
mcora da due ERA Vo1g. 
memorie prlldoac dal Fioremini (a)., che la mcdeGma C(\nteíTa TIel ANNO 110 7_ 
Mdt: di Giugno milè I' :;\íTedio alia Terra di Prato in To1Cana, che (a) Fi;nnt. 
s' era nbellata a lei, 0 pure a' FlOremini. Arrivato in Tolcana 11 (ud- Mem " di 
deao Papa Pafquale, ncevette d.dla medeGma COlUclTa un tratramento Mawd. t. 2. 
convenevole ana dignità dell' uno, e alia {omma vel1erazlOn dell' ahra 
verio i Vkarj di Gesù CriHo. Fecene rnenziune anche Domznnc, 
ma fenza .dire, ch' eHa reeo and;1{fc a Roma, come alcuno ha filPpO- 
ito, in que'vedi (b): 


(b' D9niu 
in '/,/14 Ma- 
thi/dis . 


Illic poft annum red;;t retro Paflor amanàus. 
Ejlts ad obfequium, IHathildzs mox 'Cptl itur 
Promla, /o'1',en; ficU/11. ROfnam rcdiil cito Pr
ful. 
Nell' anno prefenre ancora -pare, che venilT'e in lralia .Arrigo il 
Nero Duca dl Bavicra e Fr,!tlllo del Duca Guelfo (c). Ct:namente è (c) Anti,*, 
ferina come lu.ccdora in qudt' anno una Don..l.ionc da lui fana al Fflenfi P. 1. 
M\>oi.fiao di S.lnta Maria de1lC' Can:cfÍ d' Elle. Ma dTenJo difcorde cap. 39. 
dall' anoo fuJdeno l'lndiÚo,:e Settima, non fi ruo ben accertare il tcm- 
po _ 
lt 1 chc è ticuro, 'GUIVI c1fo Pnnclpe è Ìouro)ato Hmricus Dux, 
Filius quondam GueifonÙ Ducis, qui pnJfeffus þm ex Natione mea Lege 
'Vi7.:ere Lombal'dsruí1J, GLcome per tantl al[n OocumcntJ fi fcorge, (:he 
cnltumarono dl prnfdI.re i Principi EnenÍJ) d,!"' quail cgl, Qifcendeva. 
Fu filrul:uo quell\} Strumento apud SanflallJ Theclam de EJle: il che 
fa imendere, che la Linea EfÎ:enlì: de j Duchi Ji Rwiera fi[eneva la 
lua porzion di dominlO nella nobll Terra d'EI
e. In quefil tempi fcri- 
vc Landnlfo da S. Paolo, ch
 eg1i f:fa in Milano (d) Conru/urn Epiflo (d) Landu/- 
/arum diflotor. La mcnzlOne de' Confoli già inrrodoni nd governo di fu! junior 
qudla Cina, mi obbliga quì di dire, elTere ciò una pruova chiara, 
i
or. Me- 
-che i Milanefi s' erano glà sgrav:iòtl de' Min;{hi Im.perialJ 0 Regii, ed lð. CRp. IS' 
avcano prefa la forma dl Repubblica, e la LJbt:rtà, con governarG da 
se 1lclIi, {olamente flconofcendo la So\'ral1lta dl chi era I mperadore } 
o pure Re d' lraha. S' è vcduro di fopra, che qud Popolo ranti anni 
pnma avea fart;! guerra co i Pav-efi, e p,)i s' era derciraro nelle Interne 
tàzioni e guerre civih j fenza più mof1rar ubbidlen,za e dipendenza dal 
Re 0 fia da akun fua Minifiro. L'dTerG pOl /ConvoJu la Lombar- 
dia tuna, per caglOne d' Arrigo IV. aumenrò I' ammo di qucl PÖtJo]o 
a mc:tterú plenamente a Llbt.nà. Cercando elIi, in qual mal1lcr.i fi 
ave1Je a regolar la lorD nuova Repubblica, poco ci volle a me'Uerfi 
davanti a gh occhi it metodo tenmo dOl i Romani amichi nd govcr- 
no di Roma. Puciò crearono due Con(oh, che foíTefo C:lpi pnnci.. 
pall della Comumra., cd e\eíTero attri MlOitln 
elld; Gmlbzla, dclla 
Gu
rrd, dL'lla Economla. Cre.fo io, che Sll i p,incipj I' AIClvc1covo 
avelTe gr.lO parte nelle 101'0 ril()!uzi,)ni, e molro d' .llltoricà per ft'gn- 
lar It: flccc:nde. Formar,mo il Cofljiglio Genera/e, compollo di Nobili 
e di Popolo, che afcendeva ralvolca a p'ù ccntinaia di pedone, C..pi 
p P 1. di 



300 ANN A LID' r TAL I ".. 
f'R.... Volg, di Famiglie. Eravi eziandio un Configlio Particolare e S&:greto, ri
 
A
NO 11 0 7. l!re[to .1' pochi fcelti dal Generale, il qua Ie veniva appdlaco il Con- 
jiglio di Credenza: col qual nome fi denot3va, chi giurava di cu Itodire 
il tegrclo de' pubblici affari. Qudl:o Con{ìgiio Panicolare aveva in 
mana i' ordin.mo governo Politico; m:t l:1 riloluz.ion delle cofe Impor- 
tan[1, come il fu Guerra 0 Pace, fpedire Ambafciatori, far Ltgh&:, 
elt:gg&:re i Conloh, ed altri MmiLtri, era riferbato al Conugllo Ge- 
D&:rak . . 
Tale &:ra allora la forma di queUe nafcenti Repubbliche; e dieo 
Repubbl1ch('. perchè 0&:110 ttdlo tempo altre Cinà di Lomb.udia fi 
milcro in Llbt"tà, e pr&:Îero forma dl Repubblica, come Pa\'
a, Lo- 
di, Crcmona, Verona, Genovo\, &:d altre. Allorchè s'incomra nelle 
Citti), d' allora it nome dl Confòli, lùbito s' intcnde, che qucfte erano 
divenute Ciuà, Libere, Ie quali nondlmeno protefiavano dl riconofcere 
p&:r fupremo lor Padron&: l'Impl'fadore 0 fia il Re d'ltaha. Nelle 
M&:mone antich&: Ji Pifa c Lucc.a fcorgiamo, c:he cIrca quefii tempi 
anche queUe Cmà clJmlllciarono :1 governadi co i Confoh, e s' è vc- 
duto, che fgceano guerra fl:a loro; il de indIca la loro Libenà, e 
l' acquiftata 0 ufurpata parte del dominio. Come poi fucccdelfcro ad 
dlà alt1'Í Malchdì dl ToLcana, (cora' che in Lombardia più non fi 
uLåva) non è Sl facile ad intender&:. Forfe I' auroriroi de i Com;, che 
più non s'incomra nè rll1'e nel go\"t
rno d&:I\e Ciuà principali della 
To(cana, era pal1;uo nella Cornullir;Ì di queHe Clttà, rdlando falva 
folamcl1te I' :Illtorirà Marchionale. Probabilc è ancara, che la Comdra 
Matilda ne'tempi [cmpcfiofi delle gucI re palTate fofTe obb-ligata a ce- 
clere per accordo aUe Ciuà potemi di quella Provincia parte delle fue 
RegaIic, e tune qttclle de' Conti già Governatori delle Città. Ab.. 
biam già vedmo, che Lucca e Siena s' erano nbellate a Lei, e ten- 
nero per un tempo il partiro d' Arrigo IV. Ma appena queLle Città 
Libere fi fent1rono' colle mani slegare, e colla balia di maneggiar I' ar- 
mi, che 10 fpiriro deW ..mbizione, cioe la fete di acc-refcere IL proprio 
Stato colla deprcluon de' vicini, rillrerua in addierro ne' Principi del 
Secolo, occupò ancora il cuore de'RcpubblichiLli. Ed appunro JO 
qUcll'ann-o i Mllanefi, pane rnoffi da quello Apperito innato negl
 
Uomini, ma più vigorofo nc' pili potentl, e parte attizzalÍ da antlChl 
{a> ltltm odj, e gare, d1chiararono la guerra alia caofinance Cmå dl Lod! (a), 
ib. cap. 16. e la thmfero can forte alTedio, Nè manC<tva in Lodi ndTa chi tegre- 
umenre teneva la parte lI' cffi Mllanefi. Oitre a varj Nobllt furono 
fofpt:ttftti d, dubbiotà fede in que' frangenti .Arderico Vefcovo della me- 
deuma Cnta e Ga ardo fuo Fratello. Se voghamo anche prefiar fede 
tb) Gualv. a Gualvano dalla Fi
mma (b), il Popolo di Pavia mofle guerra comra 
Fllmma q uel di Tonona. Conofcendou i Torroneh Înfcrlofl di fone a que , lIa 
J.f:I mp '41. I 
FJor, T. Xl. porente Cirrà, ricorfero per aiuro a' Mibnefi, co' quali contral er,o 
.Jùr. lla/i,. L&:ga: il che tù cagione, che anche i Pavefi fi collc:gatTer
 co' Lodl- 
giani e Cremonefi. Enrrati poi, ncl Tonom:fe dIi Pavdi, dted&:ro una 
I,atta a quel Popolo) rnifcro a f;lCCO illoro tcrritorio, riponarono an- 
(;hc. 



ANN ALl D' I TAL t A. 3.c,I 
efle de'vantaggi contra de' Mila.ndì, e in fine impadronicifi di 1''1r- Eu Volg, 
tona, la diedl:ro alII: fiamme. Pr 
tè uli notizie Galvano dalla Ct:olllca ANNO IlOj. 
di Sicardo V I:fcovo di Cremana (a), tl quale nondimeno elltro non (3) SiCArl. 
ifcrlve fe non chc incendiarono i Borghi di TO\"(Ol1a. Errò parimentt' Cnr. 1.. VI:. 
Gal vane in credere, che tu[(avi.l cominuaffe Corrado F'ghuolo d' -\ r- Rrr. Itdi.. 
rigo I V. ad efière Re d' Ita!la. Giunto imamo a Rom;] P.tpa pa,.h" a - h' d I 
Ie 1I. (b) trovò fconcertati non poco i lùoi aff"ari. Stefano Cort(), dl Jus :'
:"
i
 
cui s' è parlato di fopra, avea ribell.aa tutta la Maritima, e s' era ben YII. Par,/,. 
fortificato in Pome Celie, e in Montalto, Terre del1a Chiefa Rama- JI. Par. 1. 
na. Spedì colà il Papa il ruo erercito, che ripighò lel pnma d' dTè T{"r
 R Tom , 11 1 1: 
d ' d t fc 
 r. 1 , 1 d ,r. 114 If:. 
re; ma non poren 0 a caglon e verno crmaru lotto a (ra, opo 
aver tãccheggiato il territorio, fi ritirò a i quarrieri. Abbi1mo Ja Ro- 
moaldo Salernita.no (c), che nell' anno prefente Ruggieri Duca di Pu
lia 
a(]èdiò la Città di Luceria, oggid, Nocem, e la nmife fo((() il fuo 
dommio. Finalmcnte I' .-\nonimo B,uenfe fcrive (d), çhe Boam01zdo (c' Romu- 
Pánd p t d' Amiochia tomato in 1talia co i Crociati Franz.di , e fatta "J;!us Sa- 
lerr.ztan. 

dunanza d' :J.Ìrri haliani nd fuo Principato dl Taranto, con dugemo Chnnico. 
naVI, trent:t galee, cinque mila cavalh, e quaranta mila fanti dal pono Tom. V 1/. 
di Brind. {i: palsò. Ji là delII' --\clriatico aHa Vallona, e fa prefe. Se una Rbr. ItAlit. 
tal FIona di navi foffe 
fianre a conJur tanti Uomini e Cavalli, la- (d) .A B .n
1.:Y- 
.. " fi d ) 1 , . d . F ' Ii iJ". ,., 1 mus .lrenf. 
Icero I
 

n I, er
r)o a .g ,m
en cnn. or e p.311arOnO In pILI \'e eggla- .1J'uJ Pe- 
te. A(]edlO dipOI la Clttc1 dl Durdzzn, ma rltrovandala ben provvc- rrzrinium 
 
dura dl preftdlo e di viveri, non gli riufcì di mettervi il piede. It 
motlvo Ji far queO:a guerra ad un Imperadore Criltiano in \'
ce di por- 
tada in Oriente comra de'Turchi ed aIm Infedeli, fu perchè elfa I m- 
peradon: AJejJiõ Comnmo facea fegrerameme h guerra a chiunque de' 
Crocl3ti voleva palfare per Ie rue Terre in Oriente, di modo che era 
cgli tenUto per nemico più pl:r1colofo, che gli Hem Turchi. Oi que- 
& F!4


_ 
no farto pa
l.mo anche Fulcherio nella Storia Sacra (e) e il fuddcrto Jo;y
itol
. 
Sicardo V dcovo di Cremona nella fua Cronica. i:b. 2... 


Ann
 di C R 1ST 0 MCV I I r. Indizione L 
di P A SQU:\ L E II. Papa 10, 
di A It.. RIG 0 V. Re di Germ. e d' Italia 3. 


N ON oO:ante che la prefenza del Ponte
cc Páfq;:
le ritornato a 
Roma dovd1e rdbtUire la calma a quella tumultuame Citrà, 
pure per attdhto di Pandolfo PifanJ (f), tuttn dì accadevano omici- (f) J>.Andl(}- 
dj, latl'Ocinj, e fedlzioni. I ribelli di fuori influivano a tenere inqnic- (us l'ifamu 
I d I' C " 11 P d ' d ,In Y/I. eA- 
ta a me enma It(a: "pa per non Fater I me no , an a"a pazlen- fcbltlis 11. 
ta
c:>; nè quefto II ntenne daW iorraprcndere il via'
gio di Benevento, P. JI. Tom,; 
Lalclat:1 dunque al VerCOVO Lavicano la CUTa dello fpiriruale di Ro- Ill. Rtr. It. 

a; a Pietro d
 Lc<;>nc, & a Leon Frangi pane quella ,del Politico;. e 
)1 comando dell arml a.Gualfrl.:do fuo Nipote; fi porto a Benevento, 
. dove 



3 0 2. A N 
 A L.l D. 1 TAL I z\. 
F:A A Vol
. dove nd Mere d' Ottobre tcnnc un Concilio, i cui Ani fono pcriti (a). 
1\N'ilO 1108. V l{ìtò in tal occafione il l\loni!lero di S. Vincenzo del V nlturno, ed 


Il:O
;:s era gla In Vlaqgl
 I!er tornarfcoe a 
:toma" ,C]ual1Jo gli giullle nuova, 
chr. Cafin. eOerc quell.\ . Cltra Ico.nvolta per vane fcdl
J
m; formar!ene dell' altre 
/.4. r. H. \'erfo :\nagOl, PalefhlO3 e 1ufcolo; dTerh nbcll.1Ca l.t Sabma; e che 
cr%meo nobll Rom,1I1o, di CUI dlanz.ï il Pontefice aOàiOimo Ii fidav;J 
avt:a \ ultata cafacca, e s' era umto con Pietro daJ/a ,C%nn.., Ahhate d; 
FarIa (ma {i dt'c Icnvere; e coil' Ahbate di Fatla, percbe Farf.1 alhra 
aVl:a per Abbate Bet'a/do) dl mamera. che non era licure 11 p.lffo per 
tOI nclre a R0rua. II buon PJpa fl:nza PUnto sbiguttirfi, chlamo in 
aip[o Riccat'do d'lll' Aqlll!.t Duea dl Gatta, IJ qUJle co' fuoi uomini 10 
kono finu aHa Clrra d' Alba, dove fu ncevuto eon fe>mma dlvOz.lone . 
DI là paßàto aRoma, arrete a ricllpl:rare i ß._'OI dclla Chietå Rpma- 
na. ComiouJva Boamondo Prillcipe di TarJnro e d' .-\nriochJ:)Ie olbll[à 
(b) Fulchtr. e
)\}ua dell' Jmpl:!'adore 
'e.Ji
 (b) - Q!lcilt non fapendo come levarfi 
Jitfl Htcro- dl doffo que Ilo terocl: CampIOne, per andlato del Oandnlo {c), ehia- 
filyn. I. 2. mò In Iw.J :HUto i V cneziam, i quali con und poderofitIìma Rorta I' at:' 
GUlllul- Ii IcCrl)no. l\1a appigliatoiì dipoi a mighor eonfig:io, trarrò dl pace, e 



 ;'Y r . in faw la conchlUiC, C0n promettcre e giur:ae lopra Ie facre ReJi- 
'n
" 6: fl. quit' di fàr buon trauamt:nto e dlJdà a eh1unqlle paffalTc:: per Ii íÎ.loi 
(c', Dllnd. Statl aHa voita dl Terra '-ama. Dopo dJ che Boamondo fi Cjuetò, e 
;n C:;rom,ø. rnorno{fcf)c colla fua Armata ad Orramo (d), lalciando In pace Ie Ter- 
Tetro XII G 1 I l' , , n- 1- 
Rcr:' ltA/i
. re dd reco Augul o. n quehl [
mpl J Ie pur l,umlLe la Cro
ologia 
(d J'lI1OI1'Y. di RomoaJdo Sakn)\[ano (e), maneD dJ vita GUIdo Fra[cUo dJ Rug- 
11/Us Barm[. gitrt Uuca dl Puglia, dl cui non veggo melll.fone in ahri Autnn. 
Al'uJ PtrI- M HI panmt"ntc ndl"Agollo un Figliuolo d' effo Duca, appdlato Gui- 
g l 
Ul R .U11/ I fcardo. Trovavali neii' !\prilc dl quell' anno la ContejJa Jfatilda In Go- 
e cmua - , , bbl ' S {' 
du} Sa/ern;. \, molo IUl :\Ilamo\ ano, e qUl\'1 con pu ICO trurnl:mo nmlle Do- 
td/J.)11 Çhr. dMC {/e{c()'Vo dl :vJodC'nói (f) in pol1eíTo di Rocca Sama Mario!, polta 
Tom. YI1: I1l:lle Montc\óne del !\.1odcadè. Non so io dire, fe all'anno prcfl'f1te, 
Rer, It.lllc \ ' d f - d ' f. J '\ A t 
(f S,//Ùl-' 0 pure a I antCCe eme app,lrtenga una uJ onaZlOne ana a !vJ00l1 1:_ 
ftllrd, CathA_ fO dl San Benedeno di Polironc, c rapportat;a daJ Padre Bacchllll (g). 
lOf. EpliCo- Lo l1:rumenro fu Icritlo ./l,mo .
b /ncarnatione Dr-mini nollri Jefu. Chri- 
por. MUtl- Pi A1CP1JJ. SexIÞdecimo die i\lenfis Oêlobris, /mkéllOne Prima. Potreb- 
(;
[Ëatch;_ be dJ
H' annu Pllano, convenendo PIÙ all' Otto
rt: dell' .lIlnO amt:cc- 
m lJtonll tJi Jt'ntc \' l,dizione Prima. Se vogliamo prenal' tcde a Galvano dtJla 
.Ioluon, FJamma (h) lèguitando la difcord\3 fra i I'avdi e I\Jilancfi, atcadde 
oAp/endlc. che III <Juett' ..nno II Vefcovo di Pavia, can tuno il '-wJ Popolo ar- 
(h) Gua/va- 'I I d M ' l G I ' . M 1 r:' 
F l '014to muclo al,a vo [3 llano. I vennero IIlCOntro J I :men In 
11tus Am- b I ' I ' b 
"'4 Man;. campagn.1 aperta, c:d attaccarono c\1t3g 13 con ta vigore, c e 1'0([0 
pul. Flor. ,'ctucno Pavcfc, vi r\. fio pngiorJlerc " V ('{covo colla magglOr parte 
Top. Xli' de','uOl, condotti pofeia Iv"He careerj d, MtI,mn. Furono dlpoi nmcOi 
1\er. llA Ie. 111 hbertà, m
 con obbrobriofa (I)olnlcrd. Pere-he eondoui [urn neJJa 
PiJZza, fu attaecato alia p ute d,1 erana d'd1ì un f.lf do dl pagt..\, e 
dato:J'11 tuoco, furono COS! ,cacel.,tl t'uron dell. Cjnà. Torno nondi- 
JDcng a due, che non CI roí1ìamo ailicurar della verwi di quell! tãrci 
fuJI' af- 



.A N N ^ LID' I T ^ L I ^. 3 0 3 
filII' alrerzione del folo Gahrano, .'\ more non dfai eratto, e HOppa ERA V olg 
parziale in favore de'1\1ilanefi. Egli metre in quefii,tempi Arcivefcovof ANNO 110 9. 
di Milano>, Giordano, che pure folameme nell' anno In 2. ottenne quella 
Sedia .' 


Anno' di C R 1ST 0 MCIX. Indizione II. 
di PAS QU ALE II. Papa 11. 
di. A R RIG 0 V., Re di German. e d' lta1ia 4. 


F Orre a quefi' anno fi dee riferire ciò che n:trra Pandolfo pjfano (II) }:
 
fla:
' 
nella V Ita di Papa Pafquale: cioè ch' egli ricuperò mold br'l11 
e
- P. 1. T. Ill. 
la C'hiefa Romana, e fra qUf'f1:i la Citrà di Tivoti, il quale acqulÍ{o Rer. Ita Ii,. 
nondimcno coHò la vita ad a{faiffimc perrone. Ciò f.,ttO 
 f.
lì nel Cam- 
pidogho, e commoff"e il Popolo Rom'mo contra di Stefano Corro, 
occupatorc di !\.1oma\to, e d'dlrri parrimnnj di S, PIerro. AfTcdiò di- 
poi, e prefe a forza d' armi dfa Tèrra di Monta1to, Ie cui Toni fu- 
rono fpiamte; e tal terrore mife in cuore di que' Tírann
rti,. che tutti 
ref1:ituirono fenza I' uío d' altra forza il ma1r01ro 
 e dif'dcro ofiaggi con 
promeOà di non vendicarfi, e di non ufurnne'in avv("nire i beoi di S. 
Pietro e dell' alere Chiefe. Per gloria dell' T [alia non fi dee tacere, chc 
nel dì Z.I. d' .'\prile dell' 'Anno prefenre fu chiamato a miglior vita picno 
dì meriti Sàot'o Anjclmo Arci, ve(covo di Canrurherì , e Primate dell' 
In&hilter,ra", Italiano di n
rci,
a ,(b). 
ancò in 1ni un. gr,àn lu
c 
ella, 
) Y7;:m;:. 

hl
fa' 
I 
I<:>,.,ed un,o de plU Illuf1:n e, dotti Vefcovl dl quell. et
, ::" .AnfeLmi. 
J CUI LJbn dl molto e tenuta 1" Teolog'a Scohf1:ica, pcrche prlOclpal-- 
mente da lui, fu imrodotta, e cominciò' da lì 10'f'12nzi ad. elfere colti- 
v
ta con gra.nde applicazione n("lIe fcuole di Puigi (' della Fr:mcia . 
Dimorò in que{t' Anno la Conte.l!a Matiláll in Lombadia, vl"flfimil- 
mente attendendo a premunirfi, e a ben f!rovvf'ti
rp. Ie (ue Forrc7.7.e, 
percnè già fi plefenriva, cne avelfe da carare in h:tlia il Rè Arrigo P. 
Egh era giovane, gli, bolliva il (angue ne11e vene 
 e nOIl era IgnotÇ>, 
ch' egli al pari del Padre ftava rorte nent prerf'nhon d...\1(' Invell:iture . 
E I t 
 1t ' h D ' D . h " ' ( ) ,(c) Blmh;
 
cc e Ja IC e. a I ólcumcnu rapporr:ni dal Padre B"Jcr 101 , . 11m '
 J ' 
d ' h ' tr. fi ' . J I D 111 ",tor, (, 
compren lamo, cella 1 trovo ora 111 Gonza"a, ora al Ponte [,Ie uca: PoLir. 19tLL' 
fu i conlin: del Modenefe e del Ferrarefe. c
n flf delle dMrtiinoi' al .dfftndl'. 
Mooilì:ero di S. Bent'detto di Pnhrnl1e. Hi") a"(',",' jo puhhlicato uno 
SÙumemo fcrino .Ann
 Dominic
 NtIt;v;tatis MC IX. Pn,(chttle;n dpo- 
fiofi1:tu Anno X. !<egnante ,Henr;co f5<!!into quondam Henrici lmperatoris 
Fiilo" Anno "Tertw, Indtél/one Seclinda, da cui apparifce, cne la mede- 
fima Conte {fa (d), foggiorn:mdo ful '\Ifoden('(e in <;. (,ef1rin, rila
("iò' (d) Ant;q. 
moire Terre a Lando/fo ,Pefcovo di Ferrara. E in un a1tr' Ann (e) elen. Italit. Dif.. 
tò d.llte. Albergarie Gibel to da Goozaf!a. !\/fenzionati fi truov"nn in' [mat. 4(: 
quefii tempi i N obili da Gonz3ga, da' Qua1i tì può credere cne di- 
e) lb. Dif. 
fçc;ndeíre quaila ,Cafa, che nel I 
z.8. cominciò a fignoreggiare in' Man- tWit. 19. 
(ova 



,. R A V"I
. 
t, NNO 1109 
(1.) Ful'htr. 
1Iiji Hltr'!- 
, ['1. lIb, 1. 
Gu,l'.tl- 
",us F'Jr. 
I. II. caþ, 9. 
l!-) GUlCht- 
;;on dt 14 
:\Jaif'.J7} d, 
Savey' 
Tom, HI, 
(c) Sigon. 
tit R tg7l0 
It ,t/, lib, 10. 
(d CAmp) 
1fto... dl pia- 
CWl:,a lib, I. 


(e' 1.4n:lul- 
Ius junior 
H;;l '. .Mt- 
d,oliln. c. 17. 


<n .A"nal. 
Jfillit>-h,tlm 
""4/ L,i". 
nit/11m. 


(g' 1:)oni1l.1 
in "'i'a MII- 
,hz/d. tit, 1. 

01', ,8, 
lit A Uas 
Ur,þ
rgtnf. 
;,. Chronjeø. 


3 
... ANN ^ L 1 D f I TAL I A. 
to\'a. '\ veano i G
novdi rrdtJro nor) p
co aiur') ne gli nnni addictrfl) 
Jll,l gu In fa('f.\, d' Oriente (.,) C,)
 una Bona d. It:nant'l Le,ulI affi- 
.1!erono elft con toll vigore 11<:11' ann;) prefe1ue B ,ld(Jvino Re d. GeruÙ- 
lemmt., ch
 in manu tin perv('nne l.1 Città dl Tripoli. Altri mt=rtt)- 
no prima di qu\ It' .mno Ul1a taie conquilb. D1 varic Carte proJnrtc 
dal Guwh 'noJ) (b) 'v
gnj...mo in cngnizjone, cbc in quefii temp' 6ori- 
va Ameclco Come di Moncnna, Pwgcnitorc della Real Caia dt Sa- 
VOl). Egil è appellato Amedeus filius Ubet Ii Comiiis, e tah'o
ta intlto- 
law Jjr;1'iancnjis Comcs & i11:i,.ch,O. Ma per mancanza d' Anllchl 
ro- 
rici f{ llano molto aHo fcuro Ie azioni di quefio Pnncipe, e de'luoi 
PrrdecdTori. Secondo il Sig(\nio (c), in quell' .mno fucccdeue la guerra 
tfa i Cremondi c ßrefCiani. 10 ne parkrò all' anno {cguente. VU,)Jc 
õ1ncora il Campi Cd), we nel prdentc anno effi Bre(clani uniri co' Mi- 
lar.eíi s'lmpadronií1cro ddla Ciuà di Lod, , Accodi con grand. forzc i 
Cremondi collegati de' Lodig,ani, gli obbligat<>no ad ahbandonarla . 
j\1a dd a{ftLUrarci di tali fani n(ln baUa l' autOlità de' moderni Scrittori. 
f,' fo1amenre iuor di .dubbio, aO"erendolo LanJolfo d
\ S. Paolo (c), 
che i Mtlandi feguitarono a f.1r guerra a Lodi, e che in alUto di 
quelta Cmà furono i Pave.fa e i Crcmonefi. ,1,ggiugne dlò Landol- 
h., che Circa quelli tempi (ornato da Roma C"o.llQlt;mo Arcivefcovo di 
1\111:&110, perchè non ricevutod21 Popelo, <lndò a piantarfi in Arona, 
Terra e fonezza della fua Chiela Copra il L3g0 MaggIOre. Ma fu con- 
figliato di levarCene, e di far più toUo il viaggio dl Terra fånra; ed 
eglJ J'intraprefe con lafciare fuo Vic.lrio in Milano Árderico V,cfcov.o 
_d. Lodi, 


Anno di C R 1ST a MCX. InàizÎone I I t. 
di PAS QU A L F 11. Papa ] 2.. 
dj A R RIG 0 V. Re di Germ. e d' Italia 5'. 


. 
A Veva neU' anno addietro it Re A,.,.-igo V. per tefiimolTianza dea" 
,'\nnalil1:a d'IIJcshe,m (f) inv,ati aRoma Fe4erigo ."rcivefcovo 
di Coloma, Brunone Arclveicovo d1 Trc:vcri
 ed aim Principi fuoi 
A mb.tfciatori a tfa.ttare con Papa Pa(quale ll. dell. fua venuta in Ita- 
ha, per rJcc:vere la Corona Imperiale. Lc nfpofte del Papa furono, 
ch' egh il ncevereþbe come Padre con tutto amore,. purchè il Re dal 
fuo C:.tnto fi mol1:raO"e Cattolico Fighuolo, e Udenfor ddl.t Chiela, e 
:1.mator dclla giulbzia. 
on erdno. i L
ga(i fuddeui yrob..bilmente par- 
titt pt:ranche da Roma, quando 11 Pontefice ne1 dl 7. dl Marzo del 
Pt"l"ft"ntc anno tenne un gr,Ul Concilio nella Bafillca Lateranc:nfe, in 
CUI turonQ rinovari i DecretJ contro Ie Invefitture pn:tt:Íè da i R
 . 
Fur'lno 
Ií \rnh,lfciarori fu,idew ne1 ripaO":tre per Lomb..rdia, a vtli- 
tdr 13 C(JnJeffa jl!aJild4, che Ii regalò d.t pari fU3 (g), Inrotl1to il Re 
Arrigo lokmul.Z.ando In Rausbona la FcLla dell' Eplfanta <Þ) J puh
li- 
co 



ANN A LID' I TAL I ^. 30)' 
cò ana prefenz
 de' Principi Germ
nicí l
 rifalu
ionc fua di calare in EII.A Volg. 
Jralia a fin di prendere dalle mam del Lommo Pontcfice la Corona AN1\iO IIIC'. 
dell' Imperio, e di dar buon fdl
 .al Regno, d
ll' haJla, ,JimoLtrando1Ï 
fpeziahnente pl:(}I
tO 
 far tuna. CIO, che g
1 f
ggen
a II PajJol per la 
difdà dell. Chlda. F u da tum Iodate II dl 1m pen hero , c quam un- 
que una gran, Co
eta apparißè in ql!e
li tc
)pi, la 
ui villa il 'volgo 
fuol d' ordinarlo rlcevere come predHU1ce dl malanOl, pure can aHe- 
gria fi a
te[e per lei meLi a pagar lc comribuzioni, c a prcparar l' Ar- 
mata ehe dovea feoreare il Re in qudto Vi,lggio. ProV\'ide in oltre 
i\ R: J' uomini fcienziati, ed aui all' âmminiurazion deJia glUtlizia, 
c a foO:ent:1 c i dirirri Regali; e fra quelb fi como un ceno David 
di nazione Scoto, che rCI Wi: 
ipOl call limpid? {hie tutta qudta fpe- 
dtzione. L' Abbate UrlpergeoLe cbbe LotIO gh occhi 1a di lul Storia 
ma quefia non è giuma fino, a i dl noLtri. A
unque circa Il Mef
 
d' Agollo fi m(){fe 11 Re Arngo all
 yolta ddl ltaha. Con parte del 
fuo po[ente t:ferciro [cnne egh la v la d
lla Savoia, e fcliccmeme arri- 
vò ad Ivrea. N el dì I z.. d' Ottobre egh cra In V ercelIi, dove confer- 
mò a Giovanni Abbate del MomUero AmbroLìano di Milano tutu i 
fuoi Pflvilegj con Diploma (II) dato IP. Uur Uélohris Ind,élione ill. 
Regnante Hcnrico Þ<3into Rege f(omt1tlirum Ánno fr. O,dinaJ:onÙ ,jur X. 
Pervcnuto a Novara, trovando _ qud Popolo rdìLten[c a tuUo CIO, 
ch' egli pretend. va, diede aile holmm:: quell' ÍlÜ
lice Cinà, e feee di- 
rocor Ie fue mura, per rnc[[ere can qu...ílu lp.:ttacolo dl crudeltã su 
i principj [errore a tutti gli altr
 Popoli. Lo IlctIo tra{lJ.m.:mo teee 
aile Caltella e Terre, che non. turono !->en pUI1[u.ili a gl1 ordll1i fuoi. 
Scrive il Sigonio (b), che Arngo l
afso a Milano, dove dalk mani ) . 
di C,Fò/ao, 0 {ia Gro.Jjòlano ArclvcLcoyo, fu corOllato colla Corona d (b StEm. 
'JO fi nd ' I . c If G I -, ø Regno I- 
Fcrrea. SI a 0 eg I qUi SU quanto IÇfl e a vaoo J:i lamma Cc) circa tal. lit,. 10. 
ranno I Hr. ßgli veramente narra, che venuto ;\rrigo a Milano prefe (c) Gual- 
i-vi h Corona del Regno d' !tali a da Giordano Arclvefcovo, 11 qualc: V4nøus tl. 
I' accompagoò fino aRoma. Tune qaelte l1ulladlmeno fon favole. ':t F,I'u;mA 
Niuno de gh antichi parla di queLta Coron.tzione, cd elprdJamemc la Ft:r
/
:' 
6o. 
niega Donizone Storico de' tempi prefentJ, can ilcrivere, che tuUe Ie 
Cinå della LombJ.rdia mandarono ad Arngo vaíÏ d' oro e d' argento, 
e danan; e che la {oJa Ciuà di Milano, no1 volle riconolcere per Pa- 
drone, nè pagargli conmbuzione .tlcuna (d); 
AN rea vain, fib;, nee JIØN argentea mijìt 
Plur;rJJ.1- cum multis Urbs omtJÎs dtnique nutJl11lÌS. 
Nol1ilis U1,bs fa/a Alediolim'.4m populojå 
Non jerv;vit ei, nummum neque eont."it æris. 
Ecco dunque, (.hc non può narc Ja Coronazione fuddetta. N è aHara 
GroJlòlano foggiornava in Milano, perchè ita in ferra iama; ne Gior- 
<<anD peranche era Liato elctto Arcivefcovo di Milano. Paßaro i1 Po 
venne: il Lte Arrigo a Piace
za, dove fu a,col[o da que' Cinadini can 
aUegrez
a, ed onorato di iUpt:fbi regali. L' ahra. parte deB' efÚciro 
fuo, cbe era cala[a in halia per Ja Valle dl 'fremo, arri\'ò apud {/i- 
c.rom. 1/1. Q I} nln- 


(a) PuriCtl. 
Mc"u",.lIt. 
B..f;;c. 
.lfmtJr
jìalf. 


(d) Døniu 
III vita .MA- 
thi/d. I. 1.. 
'lip. 18. 


. 



306 ANN A. LID' I TAL I A. 
E.. A Vo1g. 'UnCaJjll, [econdo il concert&, e quivi fi unì coWaltra Armata, e 
t,NfJtltllO. c
llo lldro Re. E' [corretto qUt il tefio dell' Urfpergenfe (.), e dee 
;rfP
rgt:í: dIre aplUl R"nc
tllia, cioè ne' prat! di Roncaglia ful Piac.emino, dove 
in ChrømÇl, alla venuta d
 I Re cd Impcradorl fi folea cdebrar la Dicta Generale 
del 
egn? d.ltalia? 
oncorrendovi tutti i Principi, Baroni, Valfalli, 
e Mml1lrl delle Cltta.. Si dee credere, che veramcnte anche in que. 
t
a occauone Ú celebraffe la Dicta Generale del Regno, pcrchè Ar- 
rJg
 per tre fettimanc Ii ferffiÒ in quelIe parti. Ottone Frifingenfe 
(b),Ott, fcrave (b), ch'egli diede 11 mofira al foo efercito prdfo il Po, e chc 
7rijing,njis vi fi. trovarono trentamila foldati a cavallo fcelri, fenza gl' Italiani, 
ch,. lit. 7. concorú a fervirlo. Venne di p oi a Parma. Spcczzav:I Arrisa [une Ie 
"'/. 14. Città ltaliane. . 
La [ala Aflltilda Contelf. gli dava deW apprenÍ1one, perche ben 
conf.pevole egli era di quanto ella avevc\ operato contra dell' Auguß:o 
Arrigo. IV. ruo Padre. Ed ebbc ben Ja Comdra la prooenu di non 
v
lerfi. portare alIa Corte, nè metterfi a rifchio di qualche fgarbo, .0 
. Y101enz.
. Molti Principi e Baroni oltramontani fi ponarono a vifitar. 
L1 DønU:'g la (,), per conofcere in lei una perfona fuperiore al Cuo fdro, e di 
. 7.. C,I . tanto credito per tutta l' Europa. TrattoíIì dunque fra e{fa e il Rc 
per intlrnunti,s di pace e concordia. Prefiò ella ad Arrigo [uti gli of- 
fequj dovuti al Sovrano; ed Arrigo a lei confermò tutti gli Stati e 
diri,ui ad, dra competenti. MathiltlaWl C,1tliti.flåm per ;nternun
ios fi"i 
{ubJeélll11l- grtllia INa (3 propriis jujJitiis JlJllavit: fono parole dell' Urf.. 
pergcnfe. E Donizone fcrivc, che b. Contc:{fa per trattare di quefio 
accomodamento, daUa Fortezza di Cano{fa pafsò a quel1a di Blbia- 
nello, oggidì Bianello, ed aver ella promelfa fedeltà al Rc contro a 
tutti, fuorchè contro al ROffi3no Pontefice. Jodi fui principio di Di. 
cembre il Re Arrigo per la Urada di Mente Bardone, 0 fia di Pon- 
tremoli, fi mo{fe coIl' efercito ails volta della Tofcana j e perdu: cad. 
dero immenfe pioggic in quel tempo, molta genre e cavalli periroAo 
nel paffaggio dell' .Appennino. Gli fece reúß:enza la fuddetta Terra 
. . di Pontrcmoli Terra forte per la fua fituazione, e per Ie altiffime fue 
(
) .AntlCþl- Torri, probabilmente fpewmtc allora a i Principi ELtenfi. (J), e n
m 
,. Efienft già alh Conteffa Matilda. Pcr forza fe ne impadronì, e la devaß:o. 
I"'. I. c.,. Giunfe finalmente a Firenze. Qlivi con ammirnbil pompa folennizzQ 
la fefi:a del famo Natale. Tutte Ie Citd della Tofcana non tardarono 
( ) a mandargli Ambafciatori, regali, e contribuzioni. Con che cuore, 
roe P ,. 

tlul- nol so. Pandolfo Pifano, Scrittore di quefii tempi, chiaroa e{fo Ar. 
./'41 'i IIn us . ( d d 11 " d . D . . I 1 , 
in pitll PIl- flgO e) exterminatørem tt,.r
, e man ato a Ira I 10 m ta la; con 
f,h.lis II. aggiugnere, ch' c.:gli '*) Civitates mllltas & C.flrQ in iti",,, dolo, pa. 
cem 


(*) 


moIre Città , Caflelli øel 'lJiaggi, pt,. ingannlJ, !flet 11I()flra".dD, r

inð, 
tù lafciò di JijlrM{.gere Ie Chiefe; nè lafciava di prendeY8 I Rtltglofi I 
Catto/ici uomi1Ù che. pOlla ritro'lJan, que//i poi che non poteva avere t 
1t01I ctþ'lJQ di Jàucillrli dalle prQ}rie fedi . 



ANN A LID' I TAL I A. 307 
ttm opelJåendo., fu"'Vtrtit, &c/e.fias dejlruere n6. Ctffa'VÍI; Rtligiofos at E u V ol
. 
Catholicos 'Viros capere, quos in'Venire poterilt, nullo 1I'l()do deftj1ehat; qUOI ANNO I II. 
'Vero babe,.e non poter.III, a propriis jèdibus pellet' non ccffisbat. Tale era 
quel Principe, di cui fi fcr\'irono i Tedcf.chi e gI'ltaliani per ancr- 
nrç Arrigo di lui Padre, e che peggiore del Padre ft diede poi a 
conofcere, ficcome rnaggiorrncnte anJremo. vcdendo. Sembra a me 
più probabiIe, per non dir certo, che nell' anno prefente, prima che 
arrivafTe in halia il Re Arrigo, fuccedeffe la guerra fra i Cl"emondi 
e Brefciani. La racconta appuDto fouo quell' anno Galvano dalla Fiam- 
ma can dire (a), ehe riufci a' Cremoncfi di dare una roua al Popolo 
di BJcfcÜ. Ma venuti i Milanefi in foecorf" de' Brefciani, sì fana- 
mente inc.11z.aT0l10 i Cremonefi vincitori, che Ii rnifero in fuga, e 
per più m:glia fè:guitand.oli, fecero d' effi non poca flr.age, maffima- 
mente allorchè furano ridatti 11 fiurne Oglio,. La vcrità di qudlo 
fa[[o è conferrnata d.t SiC4lrdo Vefcovo di Cremona, di cui fono quefte 
P arole (ø): Almo Domini MGX., fuit helium i>>ter Me.di
h"ent;s & Cre- (b) Sitarl. 
.r. 'J
 in Chronit. 
nJllnen rfe s apud Brixiamrium, C,-emonmfibus pnliciDJU11t. E molto P iù da 
I ( h IT. fi 11 Tom, V 11. 
Landolfo dol S. Pao 0 ç), c e fCrivc:, euc:r 1 ra egrati i Milanefi dell' Rtf. It,,li,. 
ordinazionc di cinque loro Nobili Canonici della Ca[[edrale, faua nel (
) 
a,!d"l- 
Mefe di Giugno; c che etiam major; glludio ga'Vifi flmt, IjuÏlI ;;, i,fò fu
 JunIor 
lUenft fufcep
runt triltmph*m de Cremønen/ibus 'Viffi5 {3 jòperatis aplid Bri- Bdl. 
'l. 
xi.norii CllnJPU11J. Q!Jefto nome di .Brixianllrium, terno io, che deffe tal. I . 
occafione a G.alvano Fiamma di credere, che i BreCciani aveßèro parte 
net fuddetto avvenimento. I due Autori fuddeni non 
rlano fe non 
di guerra fra i Milanefi t: Cremonefi 
 In quefto fteffo anno Papa Pa- 
fquale II. faggiamenre temendo qualcbe ,\'iolenza dal Re Arrigo, di- 
fpofto a calarc in Italia, andò nel Mefe di Giugno verfo Monte Ca- - 
fino (á) i e chiamati a sè Ruggieri DuUJ di Puglia, e RII1I.rto Principe (.) '''rJ/J 
di Capua, con t
tti i Conti deHa 
ugli
" fiab,m ,un trattate con 10- 
;,

on;:{i". 
Fa, che ognuD d effi prenderebbe 1 arml 10 dlfefa del Pontdìcé, fe 1.4. ,at. 35" 
Teniffe il bifogno. Tornato aRoma feee giurare a tutti j Baroni Ro- 
mani di fare altrettanto. 


(a) Glltlft: ,,_ 
nus Flam- 
ma M""i,. 
Flor. T. XI, 
Rtf. Ita lit. 


. 


Anno di C R 1ST 0 MCXT. Indizione IV. 
di P A SQU A LE II. Papa 13. 
di A R RIG 0 V. Re 6. Irnperadore I. 


A Bbiamo <fa gli Annali Pifani {t'), ehe il Re Arrigo P. 0 Cui fine 
del prrcedlnte anno, 0 ful principio del prdente, CMm Mat", (e) ..#."".1,. 
IXtrcitu PifaI 'Venit, & fecit p",em inter Pifa
os & Lucenfts; ;" fjUIl Pi/am T_. 
P a; ' d ' L " & C .n II J D;.I'. "1. R,r. It.- 
(#terra '.Jam ''1JICCrMnl uce"Jn ler In campo, aloe um ae Alpa}ra- licar. 
fla recuperaveru1J!, & Rspal11, untie lis [WI, reti.turMnt. Pafso ad A- (f) Ottol'". 
rezzo, e trovò della difcordia fra i Cittadini e il elero. (I) La Cat- f;"I'7I.fis 
tedrale di 8. .Pietro era fuori della Ci[[à. II Popolo la voleva den- Ch I " Í/t. 7. 
n 
II . J4, 

qz.. no, 



3 08 ANN A LID' I TAL I A. 
rU. VQ1
, tro, fec.ond
 
'ufo d,el
'altrc eittà d' haha, e pcrò 1:1 difiru{fero. Ef- 
J\...NV 1111. fend,) ncorlt I Chenci ad Arrigo, prefe 1.1 101'0 parte, c forfè pcrchè 
11 Popolo non mofirò prpntezz! ad ubbidlre, 0 perchè feee rellH
n- 
Zd, tl Re b.ubaro Quivi ancc.ra la:è:iò lagrimevoh tègni della fU:1 fie- 
re
za, can far abbauere Ie O1ura, e Ie torri alwlìme d'dlà Cmi, e 
(plan
r b
O
l pane delle cafe cittadinefè:he. Con quefti bei prcp:na- 
(a) A
bas m
nrl arrl\'o ad l\c q lla p endeme , (0) do\.c ricC"vette i fllOi Ambafcia- 
urfpergmf.. 
j" cbr me. wri tornati da Rom.. con quei del P,lpa, che ponavano buone nuove 
(b DoJe- dl concordia. Conrinuato il viaggio fino a Surri, giun(t:ro altri Legati 
ch/1tus!n del Papa con regali e propoGzioru di concordiJ, e prom.:{fc di darg\i 1'101- 
_iþPmdlC: pc:riale Diadema. Mil non antio O1olto, che quc:tto bell' atpetro di cofe: .lì 
iltl .MArum. ' ' I f: f' d ," r 1 d II I " 1 , 
Seot
m. ,,:ol'1\'er[l, In una 
nuo a e IC,an alota Icena; oc raccol1to t. a qua e g 1 
(el Urfptrg. Scmton Ro.-nam ne attnblillcono la colpa ad Arngo, e gli StorJci Tc:- 
in Chronito: Jeichi <Ii m,.defimi Romal11. Una LC(tcra ddlo i1effo A'l1go preffo Do- 
(
) 

'Ø FrI- C'e.:hmo (b), I' .'\bbatc Urfpergenfe (c), üuone da Frifinga (J), Pietro 
f
g.;n, Ch
. Dlacono (4'), Pandolfo Pitàno (j), e gli Ani rapportdti dal Cardmal Baro- 

;Aeø:;:s, nio (
) pariano di, ']uefia Tragc
i.a r O1a n,on tutti con cgual tenor
: Quel 
in Chi øme. che e cerro, Au-Igo íì moaro nlo uto d. non voler cedere a1 dmno da 
cafimnf. 1m pretclo di dar Ie InvcUiture a gli Ecdcl1allici, non volcndo ef- 
\
 :t::::- fere da men
. di 
anti fuoi PredcceUori. f\
I' .incontro il Pap", iàpc
- 
{
 p/ p..l{- do qumto Òllcaplto era provenmo ollla Chlela di Dio dall' ulo 0 ha 
(halis Ii. dali' abui'o di tali I nvefbture per Ie fiequemi Si monic, che .lì cOU\- 
(g) Bllron. mc:uev:mo, non era men forte in volerIe abolite. Non Ii (a inten- 
; 1;,n
l. clerc, come eflò Ponrcficc non avdfe m
glio concertatt gli atf,lri 
 
u till. prima chl: gli arn\'aflè addoffi) Arrigo col nerbo di unti arm:ui. 0 
fu t:gli roalt"ervito da i luoi Legati, 0 burlato dalle bclk puole d'dfu 
Re. Comunque iia, veggendo egli si forte Arrigo n::lIe (ue pretcn- 
fiGni, più tofto che confemire aUe mpd("fime, s' indutTc cgli ad una than! 
rifoluzione, che rropofia al Re, nè pure gli parve cr
diblle, e fu noodi- 
meno da lui acc('uata. Cioë che il Papa can tUtti i fuoi rinunzierebbc al 
Re .tutu gli Stari, e tunc Ie Regalic, che gli Ecc\efiallici a\'eano a\'U!o e 
licono[cevaoo d,lU' Imperio e dal Regno fino da' tempi di Carlo Magno t 
c di Lodovico Pio , e d' Arrigo l. con ífpecificare Ie Città, i Ducali; i 
Comitati, Ie Z
cche, k GabeIle, i Mei-cati, Ie A vvocazie, Ie 
\t1 ili- 
zie, Ie Coni, e Catl:ella dell' [mperio: gia.cchè a cagion di queUe 
Regalie il Re pretendeva di continual' I' ufo delle Invefiiturc. EJ dfo 
Re vicc:ndevolmente rinunzierebbe all' ufo d'mveftire í Vefcovi e gli 
Abbati. L' accordo fu fano, dati daU' una c: daIl' altra parte gli oltag
 
gi. Anche oggidì fj ha pena a credere, che un Pomefice arrivaffc: a 
promettere una si fmilùr:lt..l ccOìon.:. Nella Domenica adunque d:lIa 
Quinquagelima, cioè nd di '2, di Febbraio, 6 molT" il Re Arrigo 
alia \ oha dL:Ia Ciaa Leonina, per trovilre il P::tpa, che I' af pettdVa 
co i Cardinali fuoli dell.. .Bafilica Varicana (h). Furono mandad ad 
Øl) PelruS inco:mar\o fino a Moore Mario gli Ufiziali della Corte e dclla mili- 

;,

øn;
fi", zia colle lQro inlcgnc, e un'ir.finita mu!utudine di' Popolo, pOrt.lI1t
 
I. 4- clI}.36. corone di 601'1, palm::, c: rami d' 
lbero. AVi\llti aU" Porta compar- 
: vero 



ANN A LID' I TAL I A. 309 
vcroiGiudei,e nella Porta i Greci, che canravano ne11oro lin- EIlA'fO!g. 
guaggio, e fa.ccano plauf"o al futuro Imperadore, V' in[t'r
cn,nerí) an- ANNO II II. 
cora i Monaci (n), e cemo Monachc con lampade 0 dopp'en acceli, (a) lJoniu 
C tutto il Clero in Pianete e Dalmatiche. Con quefta maefto(t pro- iI. Vito MJ- 
cel1ìone, fpargendo intanro gli Ufiziali dd Re gran corIa di danaro thild, fib. 1. 
alIa Plebe, arri\'ò Arrigo alia BaGlica Vadcana; (b) ma non volle en. ' ( 
f' 18. 1 
{i fi r II r. J " I !J) Pltndu- 
trare, e prima non u conlegn"Ha a e we guar' Ie oglll porra e U()go [us pifitn." 
fone dclla medefima. Prefiò "rrigo a) Pdpa gli ani di riverenza do- in Vit, Pa[- 
vmi j il Papa I' abbracciò e baciò j ed amenduc entrati per la Porta ,hAlis 1I. 
d' argento, arrivati che furono alia Ruota del porfido, fi mifera a fe- 
derc nclle fedie preparate. 
Allora fu, che il Pontdice fece ifianza ad Arrigo di efeguir Ie 
promeßè della rinunzia aHe I nvefiiture. II Re fi ritirò co' (uoi Ve- 
fcovi e Principi nella Sagrefiia per con(ultar con effi; ed allora Cuc- 
ced
tte un gran mmulto, reclam:mdo tUtti i VeCcovi, che era un' em- 
pictà ed ere(jot il volere fpogliar di tami beni tuue Ie ChieCe, Arrigo 
nel1a Cua Lettera prelT.> Dodcchino pretende 
 che I' efibizione di Jc- 
var Ie immc:nt"e Rega)ie a i Pallori deIJe r::'hie(e venilTC" dal P,lp:.t, c 
fo{fe un tiro politico, pel' rica\'are dal Re )a rinunzil delle I ",'e Il i- 
lUre, e ncllo Hello tempo concieare contra di lui l' ampliffimo Ordine 
de gli Eccle !ÌJ (lici . Pandolfo PiCano cd altri pt>r 10 contrario fcrivo- 
no, che la propolizione fòlTe faeu dal Re 
 il qu.IJe con qu
ftf) tiro 
penfa{fe a carpir )a Corona Imperiale, mtenuta la qUIle era poi fd- 
cile it continuar Ie inveftiture, pf'rchè la RC,')ubblica Ecclcli;jft;ca 
non vorrebb:: mai abbr'1cciare il partito di rilafd.1T tanti SratÏ e Beni 
all' Imperadore. O[[one 
h Friling:1 fcrive, avere Arrigo fana i(bnza 
per I' efecu1.lOo del trdttlto, alia quale era diCpofiiffimo dal canto [uo 
il Papa; m1 che non potè quegli efe
uirlo per Ii rrnppi richiami de 
v cfcovi. CotnUlìque fia, eeno è, c!'te un gran hisbiglio e furore fi 
fill1evò in tutti i Vefcovi sì Itatiani che Oltramomani aU' imendere 
una coranto infopporrab-íl conäizione di rinunziare gli Stali; laonde 
fra il Pontefice e il Re info1Íe diCcordia, non volendo it primo co- 
ronar I' alrro fenza la rinunzia delle 1 nvefiimre, nè volendo il Re ri- 
nuo'Ziare, (e non g1i tì m,tnteneva la paro)a data di reflituir tutti i 
Beni Rcgali. Non !Ì fa intendere, come niuno al1or.l proponeffe, 0 
fc fu propofio, come non [olTe acct?trato il ripiego pofcia ufato, e 
tuttavia ol1crvato in Germaf\ia, Ci0è di Jafeiar )ibere Ie elezioni dc' 
Ve(cC'vl e de gli Abb:ui, can che refiava falva la liberrà della Chic- 
fa, obbtigando poi gli Eleni a prendere I'Invcfiiurra d(' gli Srati, 
mil non delle Chlefe dall' r rnp::radore, 0 fia dal Re d' Italia. Or.l il 
Re .-\rrigo veggendo a rerr:1 iJ trattato, e faldo il Papa in ncgargli la 
Corona, andò ne)]e furie. N è gli m1ncarono cmpj CO!1figlieri, it 
primo de' qUdli fu Albtrto allora CanecJIiere, pofcia A rcivcfcovo di 
Magon7.:\ 
 unmo feeHer.ao, che 10 CpinCero a far prigione il Papa con- 
trO il giuramc:nto fauo di nulla intentare contra )a di lui perCona c 
dign.ità: il cbe vtnnc con incredibil tu-mu1to ef
guito. Fu. confegnatQ 
il 



3 IO ANN A L J D' I TAL J A. 
Ell A. Vol
. il Pontence ad U/rico Patriarca d' Aquilcia
 cbe il cuftodifTe fotto buon. 
ANNO II II. guardia. Q!1eth violenza non folameme fu riprovata da tutti i buoni 
e maffimameme daU' ArciveCcovo di Salisburgo, con riichio anch
, 
della t
a vita, m
 .cziandio irritò sì fattamente ,il Po polo RomlLno, il 
quale In tal conglUntura íi fece conoCcere fedehffimo a1. Papa fuo Si- 
gnore, che corfe a fvenare quanti Tedefchi fi trovarono nella Citti. 
E dopo aver tcnuto tutta la none un gran Configlio, la mattina fe- 
guentc ufcirono eíIi Romani arditamente coU' arml addolTo all' efercito 
Tedcfco, øl1oggiato entro e fuori deIJa Città Leonina, cbe non 5' a- 
fpertava una vifita sì fcortefe. Q!1anti ne trovarono, tutti Ii miÎcro 
a fil di fpada. Affalirono dipoi il quarriere dello ftelfo Re, il quale u- 
fcito'di tetto, e (calzo tuttavia, fàlito I cavallo feee di moltc pro- 
dezze, ma corfe gran pericolo della vita, perchè gli ammazz.arono il 
cavallo (otto, e il ferirono anche in faccia. Salvollo Onone Conte 
di Milano, 0 per dir meglio, PiceClmes, come Landolfo da S. Pao- 
10, più informato di quefio, lafciò ferino, con dargli il proprio ca- 
:vallo j ma fau:o egli prigione, e condotto in Ciuà, fu quivi metTo in 
brani dall'infuriata Plebe. Armatifi in tanto i Tcdcfcl1i s' oppofero all" 
.cmpito de' Romani; fcguì gran battaglia, grande flrage dall'una e 
daU' altrapane, rinculando ora gli uni, ora gli alrri. Penetrarono j 
Romani fino nel Portico di S. Pietro; ma perchè fi perderono a fpo- 
gliare i forzieri de' Tedefchi, c:bbero ben da penrirfene: perchè rac- 
(:olti i Tedefchi, e Lombardi Ii mifero in fuga., con reftarne aíTaiffimi 
vittima delle fpade, 0 annegar:i nel Tevere. L' atteR:a ancbe Donizone 
,con dire -' cbe i Romani -quafi furono vincitori de i Tedc:fchi: 
Sed flagrant ert.a nimis h(Jrum quippe zahen,as j 
Infimul ex ar11lÙ & Jensriis ontrati 
Plus atla1tlMlI HUmnlUm, .guam .b
llum 'Vinctr, [U11IIU11l. 
Venuta la notte., e tc:nuto Configlio in Roma, fu riroluto di 
procederc di nuovo nel dì fcgucnre contra de' Tedefchi. Ne venne fen- 
tore a) Re Arrigo, il quale credette meglio fatto di ritirarli coU. fu. 
genre lungi d. Roma nella Sabina, ed ancbe con fretta, lafciando in 
èietro parte dell' equipaggio della fua Armata. Seco condutTe I" inno- 
cente Papa Pafqualc prigione, con cui drendo ß:ati prefi B'''1'JImJo Car- 
.ðina1e e VefcO'Vo di Parma, -c B
nfignore Vefcovo <Ii Reggio, in lor 
favore parlò con vigore ^rdo
no da Palude 
ob
le Re
gian,o, e Metro 
deUa Conrelfa Matilda con rlcordare ad Arngo 1 partI fam COD dr. . 
E non parlò indarno, perchè il Re per amore .della medefima ContelT'a 
ji rimife in libertà. L' U rfpergenfe ci vuol far credere, cbc Arrigo 
ÃpoftolitUIII ftcum d.,ÛI, & to, 'iUD POIM;I, h(J1U)re ttn
/. Ma Pandolfo 
Pilàno ed altri narrano, ch'c:gli cultodito (0[[0 llretta guardi2, feec 
Aon pochi patimemi per fefiimta e un giorno, detenuto nel CaUdlo 
di Trabucco con fei Cardinali, c che gli altri Cardindi furono impri- 
gionati in un altro CaUtllo. 0 fi., 
ome vuol Pietro DJaCODO, che 
Arri- 



ANN A LID' I TAL I A. 3 I I 
Arrigo intimidifTe il Papa col minacciare a lui, e a tutti i prigioni 1a I!u VoIg. 
(none; ovvero,. come alui ha voluto (a), che Arrigo fi gittaffe a' pie- ANJiO II II. 
di del Papa, e il fupplicaffe di perdono e di pace; 0 pure cbe non f
 
.n4- 
v
ggc:ndo nè il Pa,pa, nè i CarJina!i, che feco fi trovavano, maniera I .n. 
di acconciar quefta efeerabil ronura, finalmente eITo Papa piegalTe 
l' orecchio ad un aggiufumcnto; certo è, che quefto fucccdettc, c 
quale il volle Arrigo. 
Condifcefc dunque il Pontefice Pafquale IT. ma con protefta di 
rarlo violcntato, e pcr liberar unti prigioni, e i Romani da ulteriori 
vdfaÚoni, che liberamente e fc;:nza Sirnonia fi doyeffero eleggere da 
U innanzi i Vefcovi cd Abbati colI'aITenfo dell' Imperadore; e che gli 
Eletti prendeITero il Pafiorale, e l' Anello, cioè 1'lnveO:itura da lui, 
{enza II quale non poteffera effere conCec;rati. E che il Papa giuraffe 
di non fare vendetta aleuna, nè di adoperar cenCure per l'ingiuria fatta 
a lui, & a i fuoi; e I'Impcradore fcambievolmente prometteffe di la- 
fciare in libertà tutti i prigioni., e di conCervare 0 reftituire tutti i beni 
occupati alIa Chiefa Romana, fra' quali per teí1:imonianza di Pietro Dia.. 
cono (
) furono nominatamente efprelfe la Puglia, la Calabria, la Si- {b) P'trlls 
cilia, e il Principato di Capua. Ottenne in oltre Arrigo, che {I po-' DiAC07JNS 
teITe dar fepoltura in Chief a al corpo di Arrigo IV. fuo P.tdre"giac.. fihron. CIl- 
chè fi fecero venire in campo perf one atteí1:ami, eUer egli mono con ""'f- 
atti di vera pentimento. Così fegu} la pace, dopo la C!}uale il Papll fo- 
I
nnemente coronò Imperadore Arrigo nella Bafilici Vaticana, con 
ifiare imant
 fereate Ie porte di ROlna, acciocchè, niun de' Romani 
veni(fc a diíturbar la funzione. II giorno precifo, in cui feguì 'Juetta 
Coronazione, finquì è fiato controverCo. Donizone Autore di quefti, ( ) . 
tempi [crive di Papa Pafquale (c): ;
 y?,
n
:_ 
. Ihili" li
" 2.. 
tllp. i i. 


-" 


Dum Ftflum P-'[c'Ùt 'Venit, 'rihuit lih; pacem, 
Urhe1ll Romule"", fibi fubdens, & Diadem" 
Ipßus Cilpiti p01Mns, unguit, hehcdixit.. 
Ultima lux Menfis pr;mi tunc P aftha ,evex;t, 
Numinis Unde&imo Centum pøfl Mill, lub .Anno. 


Ci fa vedcr qui Donizone tuttavia confervata la Sovranità fm. 
periale in Roma j ma ficcome già accennai nelle Annotazioni al di Iui 
Poema, è da fiupire, come egli dica caduta in quefi' anno la Pafqua 
nel dì ultimo di Marzo, quando è fuor di dubbio, ch"effa s'incon- 
trò nel dì 1.. 
' Aprile. Per alt
o anc
e Rogerio Hoved
no (å), e Si- (d) HO'fJM
 
. geberto (e) fCflvono, che nel glorno dz Pa..fqua fu confema la Còrona n.J .Annll', 
ad Arrigo V. AU'incontro it Padre Pagi (f) pretende ciò fano nella part..1' 
Domenica in r\Ibis, cioè a dì 9. d' Aprile, ma fenza' re"arne alcuna' 
e) 

'''
rl. 
r. .J I r.." I ". h " S ,I. C_omctI. 
AOUa pruova, e co c?r,reggere a IUO, ,placlm<::nto g I antic I Cfltton. (f) FAliNS 
A me fembra, non dlro folo probabJle, me! .eno, che la funzione CritÏt. BII- 
fudderta fegui(fc nel Giov('dì dopa I' Ottava di Pafqua, cioè nel di ron. 
I
. d"Aprile,. giorno delle ldi., Chiarameme 10 attc1la l' i\utore della 
Vita 



3 12. ANN A LID' I TAL I A. 
EllA. Vot
. Vita di PaCquale II. Storieo contcmporanco, a noi canCervato dal Car- 
,,^NNe II II. dmal d' Aragona, it quale fcrive (a): H
c, 'ltl.e p,
jJì {umus, & ow/is 
(:II r- 't , PII- noftris 'Vidimus, & auriblls noßris audivimus, mera <;;eritate cønfcripjimus. 

::'.': 
.3. <?ra quelto SC
',ittore :mclla, che fu confecrato e coronato fdibus -Ifpri- 
Rtr. ItldÜ. lIS, quznta Feria poft Oéla'i)a
JI PafrJ.ø.e. 
d1:c N otc van d' accordo , 
nè paulcono eccez.lOne. Vlen confermata 1a lleíTa verità dall' Anna- 
/" lilla SaíTone, di cui fon quelle parole (b): Rex HeinrÌ&us PaJcha no" 
(
 ;::;
 1- longe ab Urbe i
 c
flris [uis Ctleb1'
'lJit, 
, poft OEla'lJas Pnfchtr, die fci- 
ft /ieet jJus Apriitj In Eccl,jia Scmélz Petri In lmperatorem eon(ecratur. AI- 
(c) }.f"bill. trettanto s' ha dal Cronografo Sa{fone; citaw dal Padre Mc1billone (c) 
Jfn
a
, Bt- c dil g li Ann
h d' lldeshcim (d). L \Abbate UrCpt:rgenfe (II') con iCcri
 
PltJ,R", h ð" 1 C .n 0 1:1 P r f' h 
(el .A I vere, c e nrngo rIcevettc a .orona pOJ> (,
a'lJas aJe.e, efclude Ie 
Ili;åtl,,
n". due precedcnri opinion
, c: v,icne ad accordaríì con quella. Nella Mdfa 
(e
 .Abba., folenne, calia Comul1lone II ,Papa col Corpo del Signore in mana 
.v,,"r l ' In ratlf1cò la Pace, e Ie prom.eOe. Eg,li fe n
 andò libcro aRoma, e ïl 
C r07l1". Rc ArrigIJ, dopo aver fam ful1tuoh rcg
1a al Papa, e a i Cardinali 
che erano 
on.. lui, íì r,nifc in v}
ggio alla vol
a dc.:Ila Tofcan,a per ri
 
[ornarfcne 111 Lombardla, e pokla m Gcrmama. A ppena fu In Rom. 
if buon Papa, che.: trm ò alieu.ui da sè gli animi dc' Cardinali rimafti 
ivi, perchè a,v

e conl
l
tit
 a
 una tale 
oncorJla" 

 modo che quaû 
nacque uno Sc1f

a. ,1. mglUflarono fpezlalmt'me 
 plU dotti, e quaû 
il tráuarono da .r...rctll:O, loltencndo, che dovea plUltollo lafciarû le- 
vare la vita, che conic.utire alle lnvelliture. E' un bel f.'lfC il bravo 
lung' dalle battaglie. ,Se que' z.elami Cardinali íì fo{fero trovati per 
due Meíì nelle 
ngu,llie del P .tf'.a, e. col colteHo a,lla g
la 
 come cgti 
fu, c nel p<alcolo dl veder f
cnficau al furore 1 cdctco I Porporati 
pngioni, e tami altri RomanI: non so, fe.: aveffero praticato eg11l1o 
cíò, che ora digevaoo dal P c1pa. Non potenJo reggere a sì fatti in- 
fulti il buon Ponietice, uf::ì di ROlUii, 
 {ì ritirò a Tcrracina: nel 
qual tempo i C:udmifi con folenne dc.:cr
t? condennacono l' accordo 
da lui timo, e di<::Jero un grande eferclzlO alia pnienza ed umiltà 
di lui, quaíìchè qUI fi trattlillè di un pumo di Fede, e non g,à di 
Difcipim.1 Ecclelìalhca " la qU
le benche ceno p,,
ilft: ndl" ma_niera 
[cnuta allora di dar ull I nvclbtUrc, pure da che fe ne voleva etcluCa 
1.1 Simonia 1 û potea in qualchc 5 Uifa toller.1fe. Goffredo da V iterbo (n, 

i
tr

!1.:. SUJerio Abbate (g), cd Iddbt:rlo (h), ci fan conofcerc, che il buon 
;n Chro7Jicø. Po
[cfice depole il manto, fi ritirò in una Colitudinc, c volea nnun- 
(g' 5Ngtr. Ziare 11 Pap.lto; mc1 fu riduamato aRoma da tutti i buoni e faggi. 
;71 V;t.l Lu,. Per la Tofcana cc11ò in Lombc1rdi.1 Arrigo Q!Iinto fra i Re, 

).H?'
f Quarto fra gl' I mptrad?ri, e .gran, vogtia mme!1do 
i co
ofccre di vi- . 
;n EþlHøt. lu la Celebre Cometh 1\huld:.\ IUa Parente (I), glacchc ella non Ii 

i) /?o7Jiz, {entiva voglia d'ire a trovar 1ui, dctcrminò t'glJ dJ, an9a
e a lei. Oi- 

;'jr.::a'jf.
: morava a110r.. la Comelfa M
ulda nella Fonezza. dl Blbl
nello, 0 íìa 
B...nello ful RCbg,ane. COla nel dJ 6, dl 1\'1agglO fu a vtlitc1rJa, m:1- 
gmficclm:me 3cc01to, e per tr,c dJ .Ieco íì f
rC?ò. Sap
v:1 .\,htilda fra 
mOlte altrc LlOgue anche la 1 eJdca, e pero icmpre koz.t uJtcrprctc 
tcne- 



ANN A LID' I TAL I A. 3 13 
rer\eva i fuoi ragionamemi con lui. Talmente reO:ò Arrigo invaghiro ERA Vo!g. 
della prudenza cd onorareZ1.a di queíb inGgne Eroim. che non lola- ANRO II II. 
mcnte Ie confermò i precedenu t1ani, ma la dichi3.rò anccra [m Vi- 
cegerente, 0 fia Viceregina in Lomb.trdia: 


Cni Ligllris Rc-!,ni regimen dedit in vice Regis, 
Nomi1lf! q(!;'lill i\1atris verbis claris 'Vocitavit. 


'Pa(sò dipoi Arrigo :1 Verona, dove fi riposò per qualche tcmpo, e 
ne reO:a anchc una memorìa neI DIploma da me pubblic,\[o (0), c
n (01) ;An:i1:. 
cui conferm
 a i Caoonici di Crcmona i lor Privi!egj. El1ò è daro ;
'I
' DIj- 
X/f/". Kalendas JlIl'i;, Indit1ionc If7. Anno Domi1ficæ ble
rnationis "'lCX!. er a. 19. 
Regnantc FlcnrÜo V. Regc R01;1'lnl)rtlM Anno V. lmperanle Primo, Or- 
dinatioñÎS ejllJ XI. At7l1m VerorJte. Un altro parimenre ne dirde '-"gli 
XII. K.1lend,lS Junii in quclla Cird in favore di .Alberico l\bbate del 
MOl1i(l:ero di Polironc (b). In <JueO:a occafione può dTere, che fuc- (b) Baccl1;- 
cedeß,{: ciò che nan'a it Dandolo (e). Bolliva da gran tempo àifcor- ,,!i 1ft. d1 P'-' 
dia fra i Vencz.iani e Padovani a cJgion de' con6ni. Collegari i Pa- 11rn. m!l' 
dovani co' Popoli di Trivigi e Ravenm, vc:nncro nel dì 4. di Orco- 

F

' 1 / 
bre dell' anno precedence allc mani coIl' d
rciro V en
to, e rima[ero in C/;rÐ
i
 : 
{confittl con rell'af\'i cinrquccento e feue d' cHi prigioni. Ora giunco Tom. Jr.l
. 
che fu a V cron:t l' I mperadorc, portarono a lui i Padovani lc: lora Rrr. 1:4Irr. 
Joglianze, ficcome :II Sovrano del Regno d' (calia. Ad itl:.mza d'dfu 

-\uguao c.,)mparvcro in quclla Ciu:à gli Amba[ciatori V cneri, e fi 
rniìe fine aHa di[cordia, coll' elTcrfi :lßgiullatl i confini, liberatÌ i pri-. 
gioni, e rinov3rj i patti d'amicizi:t tra V-en::z.ia dall'un canto, c i 1-'.1- 
dovani e gli altri SlldJiti dell' halico Regno dall' altro. Ito poÚ;ia 
1'Imperadore in GernunÍJ, quivi fece dar tòlenm: [epoltUra aile o{fa 
del Padre. Tcrminò i fuoi giorni nel F
bbraio di qucfl' aono (d) 
(IJ,- Cd) ltomllal 
rgieri Duell di Puglia, con la[ciare [uo Succelforc e Duca G:tg/iclmo dIU S.J!mr. 
F ' I: . I in C/'r011. 
fuo ighuolo. Pc::r <]uet a cagionc i N ormanm d
 la Puglia niun lac- F,t/co E:ne- 
corfo porcrono preflare .al Romano Pontdicc ne'di lui bi[ognl, cd 7.'mllm. ill 
ariefero unicamcme a premunìrlì in ca[a, per tÎm,)re che il nuo\'O ChronicJ. 
lIT ?eradorc pordfe far qualche tenrativo concra di qlleg!i St:1ri. Pre- AnOTlymllï 
paravafi in ltalia BoamDndo Frate 11 0 d' eiTo Ruggieri e Principe: di An- 
:;:;;ir.
!ud 
tiochia e di T
r
nto, per ripatTare in Oriente, (e) quanJo venne a (c:) Albert. 
rrov
re anchc lui la mone nel Marzo fc-guente. Fu feppellito in Ca- .Aqumf. :ib. 
no[a. Reflò gran fama, e un ricciol Figliuolo di lui, ..per nome an- II. 'ap" 48. 
ch' c(fo Boamcndo, erede de' {uoi Srati. L\ppena fu fuori d' halía, fe 

;; D:-;;._ 
pur ne Cr:}. 
nche ufcito 1'Impcradore, (f) che i Milanefi, dopo a\'"C- ftnenJ.' (7 ol 
re per quattfo anni 0 con aífC'dio, 0 co;) bJocco, 0 con dt:v,iliar 1:: a
ii. 
campagne, Urena e malmenara la Città dí Lodi, final mente nd Giu- (t) !-antlll- 
gno dell' an no prefe,l1[
 per forza fc I1C impadronirono; e latèiata in .z:{1
:
:o
l
_ 
tal occ
fione,1.1 bngha all'odio e fdegno loro, la fpoglíarono delle 
i,lan.,.18.' 
mura, mc
n.dl
rono Ie caFe., ed if!1pofero Jeggi {evere di {crvirtl a qud 
Popolo, dlan1.1 troppo Vlcmo a 51 poteme Citrà. Ne reltano appena 

om. rJ. R r le 


. 



1. I 4 ANN ALl D' I TAL I A. 
EllA Volg. Ie veLtigia neI Luogo appellaro Lodi vecchio, e diverfo. daI 6[0 in 
A
"o II u. cui ora è Lodi nuovu (a). Fu quel Po polo compartito in fei Bor- 

am::=I'V, ghi 
 e in calc Haro durò if fuo abbalTarnenco fino a i tempi di Fede- 
J,hni;ul. ngc L. Irnperadore. 
ÐDr. ,. 163. 


Anno di C R 1ST 0 MCXI I. Indizione v._ 
di PAS QU.A LE II. Papa 1+ 
di ARRIGO V. Re 7. Imperadore 2. 


. 


D '\ che fu pono in libcrtà Papa Pafquale II: e Cend rante do- 
glianze del facro luo Senato perla concd1ìon delle Invefiiture, 
mai non negò, anzi fern pre riconobbe d' aver daro I' alfenfo a cof.1- 
illeci[a, cd operato ciò, che non dovea. Solamenre fcu[ava il Farro 
coIr inrenzlone a\.ura di Cntrrarre a i peri coli dell a vita tante perl'0- 
ne, e a magginr danno il (opolo di Roma, e 10 Staro della Chie- 
fa. Ora in qudl' anno fu per così fCabrQfa materia rauDato un mft- 
tb) Labbè gne Concilio (b) di cemo vemicinque VeCcovi a dì 18. di Marzo nel- 
CD,,,,liDr. la ßafilica Lateraoenfc. Tutti i Prelar i efclamarono contro delle In- 
Tðm, x,. vdliture EccJefiaihche date da mano Laic:!, come u(urpazione de i 
.A Bar;1J.,
.. dirini de 11a Chle1å, e feminario di Simonie. II punto difficile era, 
dJ:fi: '"-come il Pontefice porelTc venire contra del proprio folenne giuramen- 
to. Si trovò il riplego fuggerito da Gn'ardo Vekovo d' Engulemme, 
'cioè che fi rirratta{}è be.nsi, c condenmlTe il Privilegio accord3to dal 
Papa ad .<\ rrigo, e' chiama.to P"(l-:;i!egittm, e non p, i'Uileg;llm; ma che 
non fi fcomunicalTe la perfona d' eflu I mperadore. Cosi tll farto. Te- 
nuto ancora fll in quel1' an no nel Mefe di Seuembre un Concilio in 
Vienna del Ddfinato, e quivi non l()lamemc: ieguì la condanna dclla. 
fuddctre In\'dliture, ma eziandio flliminarono 9ue' Vefcovi ícomuni- 
ca contra dell'l\l1gutlo Arrigo, chiam:no da dl. Tir3nno. Abbiamo 
(c) !-andul- da Landolfo d3 San Paolo (c), che ncl primo dì dcll'anno prdcnte 
JUs ,Juntor il Clero della !\1etropolit
na di Milano, non" ofiamc che fapelTe f3- 
Hl{Or'pMt
 vorevolc a GroJ1o!aio ArciveCcovo il Romano Pomcfice, pure il di- 
Ø>ID . Cù .). . chiararono decaduto da quella Sedia, e in luogo luo clc::{}èro A rci- 
vefcovo G;O,.dal1o da C/;'i);, uomo per altro ignoranre, e di non mol- 
ta levatura. Chi:lmarnno dipni tre SlIffraganei dl quella Metropoli 
pel' ordmarIo, cioè Landolfo Vefcovo d' A Ui, .Aria/do Vefcovo di Ge- 
nova, e ^famard(), 0 {ìa Mainardo, V cleo v 0 dl Torino. Vennero 
quelti, ma que! d' A fii accortofi, che non crano cnncorfi gli altn Suf- 
fraganei, e bollire non poca mormoraiione ncl Popolo, tentò di fug- 
gire. Gli veniva f.uta, fe Ie gcmi di Giordano non 1
3vdrc:ro rite- 
DurO per forza, con ancht" ferire un Cuo Diacono, e baftonare i di 
lui Famigli. In fine Giordano fu dJ effi con{ecr:no. PortoíIì poco ap- 
prelTo aRoma MamarçJo Vefcovo di Torino, ed orrennç dal Papa il 
Pallic per quefio novello Arcivefcovo, fenu che s' intenda, come ef- 
fcl 



ANN A LID' I TAL I A. .3 , S- 
fa Pomefice abbandonaíre GrolTolano, gil approvato per'leginimo ERA Vo1

 
Arclvelèovo. M:l perchè lvIamardo a\eVa oriline di .non dare il Pal- ANNo,un. 
lio a Giordano, os' eglj prima non faceva giuramemo, non fi là fe dl 
fed"j[;Ì al Romarro Pontdice, e di nun preuderc l' I nvel1itura dall' I 0)- 
peradore, 0 <.Ii quakh' alrr a obbligazione, e .Giord
"o ricusò d
 f

io: 
pcr lei mefi ne 1terte fcnLa.. Ho dc
to, che pc
 1 efaltazlOn dl GlOr- 
d:mo lI1(orfe gran murmmazlOne fra 11 Po polo dl ,Milano. AggJUgnc 
Landolfo, che vi fu aneora delle contefe c b:maglie.., odic qUJiJ eb- 
bero parte: ..Az.zo Vefcûvo d' Acqui, e A'derico V dcovo di Lod., In 
fani fra Ie Lt.uere, raccolce da Ulderico Ja' ß1mbcrga prdlo r Ec- 
cardo (a), una fe ne kggc fcrma in [ai' occalionc dal OIedeLirno Az- ( ',., .J 
I ' r 
 " I ' ' f, d fi . a c.ccar.. 
zo Vcfcovo a I O)r
r
uurc t\rngo,_II1,cUl avvI,d, over 1 ,tenere 10 Scri,tør. 
Rom.. un Sinodo (cJOe 11 Later
n("nle luddcto), 111 'Ilia affirztur, Do- mf
. ..vi 
mnum Papam P (PalchJlem) deponi, & alte,'um debet'e eiJgi, qui 0- ,7.om, 
/. 
mne conjiliu1JJ pads, q'lod cum LJ(jilt JO P, firmaJtis dijj
''Vat, PH) eo quod pag. ,),06. 
DumilllS P. tl0n audet ....'os propter ffltlas inleT vos & ,jpJùm jèmrita/es 
-excomunicaïc. \ I) Eccu quah nU.JVe l.orrellero allurn. .-\ t'PI dfo agg'u- 
gnc, che i I\1.laoelÌ aveano electo un aIr ro A rClvelcO\'o (Cloè b Jor- 
dano), e fauolo confccrare da alcuni SuffraganeJ. (z.) !RtlfJa "l'go 'l.)Î- 
dens contra Imperii ,z;eflri bononm fieri, om Úno interdlxi; & lice/ aú ip- 
fiJ mU//llm roga/us, hkju[modl conjècrationi intcrejje, nec ilJlènjUm Ir
- 
here 'l.)()/ui, immo dedi tJpelam erigmdi magnum pane/em Populi contra 
Popu/um ftb occafìonc alter ius drchicp
/è(}pi, quem pars ;/",.um ill/endit 
tiepoNere, 'l.);ri fcilicet literatifJimi, & mgellio aj/u/IJlìmr, & elo{j1,mli.fJimi., 
Cutite 'Ueflr.e 'Ualde nc(ejJQrii, ,'Njus parum prfJp/er hfJ;"o,'em veflrum in 
tantum .auxi, tjulid medle/aJ Poptlli COMra mediel{ltem PI/puli -c8 llenai! . 
Parla quì di l,ro{]olano, a CUI proccura la prottzlon ddJ'.lmt'crado- 
re, con infi.:mc coniìgltarlo di venir preHo in Jr:;lia, e <-he a CIÒ non 
Clecoireia .un .grandc defeno. (3) Yeflra.eft enim adhuc Longobardia., 
R r .2. dum 
. 



(I) ntl fuale dicefi, che debbafi deporre Donno Papa PafiJuale, ed eleg- 
gel/ene un alt, 0, il quale diJezolga ogm patto Iii pace, che fermafle con 
D()n 10 P. pet'cbè V()nnlJ .P. tlM ardiJce dl,fc()mul1Icar'Vl per Ie jicúTIÎ! 
Jatte tra 'Voi ed eJlò. 
(2.) Lo che io 'Vede11do farji ,on/ro r onore dell'Imperio 'Voflro, /0 'Vie/a; af- 
/azlo; e benchè da c.fJì mollo p'eg
uo nO;1 'Volli inter'Venire, nè ,c()IJjénfo 
preflare a tule conjuTaziolJC, a.nzz in21:.ai an murø di P optJl(J C()ult'O II 
Pupolo coil' occllfiot1c di un altro Arciwjèu'Vo, cui un
 parze tll quelJ; 
prete: Ide dz d
porrt, di 1m Momo citJè letteratijJìm().,fott,li.fJìmo d'in,.egno, 
td e/(j{J'ltIllzJltmo, ai.a Curza 'l)flflra molto ncce.flãrto, La di cui par c per 
'Vo 1"0 on()/e ho tantu accrefciula, cbe una me/a del PoP()ltI conlr(l i' a/- 
It't.l cunlrafla. 


(J) Imperocchè --voflra è peranco la Lf11tbudia, mentrt it lefTOt'e, the Ie 
mtttefle, 'VI'z;e nel dl lei cuore. 



3 r 6 ANN A LID' I l' A L I A. 
L f.. A Y o1t!:. 1um terror, quem ei incuf!illis 
 in corde ejur vivit. r or[e percl1è Gror- 
A:"NO I 112.. I()
ano IU 111 Rnma crcduru par
la,le dc-II' Impc..radOl'e
 0 procetto da 
1U1, rc!lo abbandnnaro 
 e fi latclo corrcre l' ckzlCn dl GIordano. 
10 n'1n fn, fe ncW antcc
dent.., 0 nd prefente anl10 fo(fe fCrftur 
da PapJ P.'(qualc un' alcra Lcncr.t allo ficlfo Impcradorc Arrigo
 m 
cui g1i notificd di nnn aver poruro fiqora naver varj Statl fpetttnci 
(a' rbidtm did Chic-fa Rnm 111.1 (4). Lieu quidam 
 dice egli 
JuflìOl'li vefl1te, in his 
png. 274. fjll.f Beato PL'ft'O re(iitui pr
cepifJis 
 adhuc noluenmt obedire 
 incolæ vlde- 
lire! CiviMtis. CalfelltlJJte, Callri Cðrco/li 
 JflilJtJS.:Ûti 
 & J.fðntiJacuII 
 Nar- 
n;m{u: Nos 1'lmm l'tI 
 & C017JÏtatus Pel ujilfNm, Eu,.!,u/Jinum 
 -{uderCÙ1Um, 
U,'he'i.-'etlinJ, Balnutm RCl"is. Ca/lelillin Felicitatis 
 DNcMum ðpoletatmm, 
Alarchiam FerranianJ, & alias beatj Petri po.flèJjiones per l1ialldati veflri præ- 
eeptionem e01zfidzmus obt:,![,'e. Notdi. che i1 Ducato dl Spolc[l c chla- 
ramente deuo dl raglOne deUa Chiefa Romana, Nnmin:t il Papa an- 
chC' .tfa
'cbiam FerranÜm, ma fi dee fcrivere Firm,mam, a1lora occu- 
para da Guarnie-ri, non o!
ndo io leggcre lI-fa-rchiam, F,rra,.imn 
 per- 
che Ferrara in quefii rempi er:l in poterc ddl.t ComdTa M.uilda, che 
h)}J' 1a ricono(ceva da1la &dia l\ p('){lolica. Ale.fJìo I mperadore d' Oriente 7 

"l1(Q::;S pCI' quanto s' h..l da Pierro Diacono (b), d\.ut:1 notlzia deW mdl'gno 
J:.r, cAjin. t-rattamento faHo d
ll' Imperadore i\rugo al Romano Pomefice, Ipe- 
. 4, c. 4 6 . dì -\ mbdlèiatOl i aRoma, pcr condol
r,{ì con)UI 
 e congr;ltularíì co 
j, Rom1ni deL' oppofizione f.ur':l ad eOo t\rrigrL E fþer.lOdo di p,'o- 
nttarc: di cO'5ì bdla occaGo:1c
 propofe chc= volell
ro cleggerc Impc- 
radore Gio':Janni Comneno (uo Fi s Jiuolo. Può ancbc efTcre, chç cor- 
rdTcro de i regali. Aeconlcmirono i Romani al rrattaro, ed denc cir- 
ca fecel!to perrone 
 Ie (pedirono t\ CoLlaminopoli per condurre In ha- 
Iia il progenato Augul1-o. Non è pllmo credlblle, che canra gente 
fo(fe rpedita colà. E pcrciocchè non apparilèe alHu dcWelecuzlon di 
que fio d Ife 300, bl (ogr.a i m 111agimre, ch' cO() poco ftdfe ad 4\ndallè- 
ne in. fafclO 
 pcrchè non s' arn(ch.iarono i RomJni dl condurre a fine 
un nt'goziato dl rama imponanza 
 che porea tiJ ar 101'0 addolIo 10 Ide- 
gno e Ic Fuze dl tuna l.1 Gtrmmia. N.:l dl I;. è'Apnle di qudP' 
anno 1:1 Contelfa Jlati!dcJ, dimor:tndo nd Calldlo di 
1dlrcl del d,lhet- 
to di Modena 
 fecc una Donazione a1 [un dlleno Momllero dl S. 
'.' ;:I':cd2Ï- Benedetto di Polirone (c), E nel dì 8, di Mdg
IO trovandoíi al Bdn- 
;/ Iflo.;1 dl deno dc"' Roncori 
 fcce doonionc d::l1a Corrt: Vilz.acara c01 Ca1tcl- 
Poll', t;,Il' 10,. Broglio
 e Borgo di S. Ccfario alla CHefa di S, Cdàrio del Con- 
..4/'{'tJJd. tado di Modena. In quefi-'anl1o ancora, ft:condo i conti del 
ampiJ 
e d' altri StoTlci Piacentini 
 per oi'cra fpezlalmenre della {udder- 
tAl ze1antiOìma ConteOà
 furono cacciate Ie Mon3che claW infignc :\1'0- 
niltcro di S. Sillo dl Piacenza, pcrchè la lor dillolm:ezza era giunra 
ad c(fere incorngib.ile. In vecc d'dfe prefero I MOl1aci ß,'nedlttmi 
il g'.Jverno di qud [acro Luogo, ca,...ati dall' allord cfemplariíIimo Mo- 
niíl.cro di Polirone, 


Anno 



ANN ALl D' I T ^ L I A. 


3 1 7 


Anno di C R 1 S T 0 MCXI I 1. lndjzione VI. 
di PAS QU ALE II. Papa 15. 
di ARRIGO V. Rc 8. Irnpcradorc 3. 


J Mpariamo da Falcone Beneventano (a), che effendofi nell' an no pre- 
cedente f.1bbricare vane congiure in ßc."nevento, per Icn.re quella 
Cinà dl 10[[0 11 dominio Pomillcio, anèrmOnc Papa Pa.h!,alc da que' 
Cnradim, che crano coftami nella feddtà. fi pono colà nel dì 2.. dl 
Dicc:mbre rer rimediare a i difordini. Fc-rmoffi in quclla Cinà net 
tempo del vcrno, e correndo il Mele di Fc-bbralo" celebrò ivi un Çon- 
cilio. Pofcia dopo avere fcopertl gh :lutNI di queile trame, e datigli 
in mano della glllllizla, lafciaro 'in quclla Cinà per Govern:\tore e 
Conu:1tablle L.mdolfo della Greca, uoma di gnm coraggio e. pru- 
denz:I, It: ne rornò a Rnma. Trova\'afi atfattn {prnV'leduto di danari 
Baldlivino Re dl Gerulalemme;e però gli mancava il miglior nerbo 
per reli line a rantl nl"mlCI [ofcdc:ìi, che all'lntorno gli facevano gut'r- 
ra. (b) Ebbe lentore', chc .Adelaide Contdfa di Sicilia, Vedova del 
defumo COllte Ruggieri, e Madre del picciolo i?uj!,gieri. fuccedllro a Si, 
m01fe 1uo Fratello ne! dominio di que 11' I fola, era Prinnpeffil :1 pro- 
pofico, per tovvenire aile di lui indîgenze, pach
 fama correva, ch' 
err.! nd tt mpo ddla tUtela del Fighuolo avetfe accumuiaro groffiffimc 
fomme Ò'OlO. Può fpcdì Ambalciarori in Sicilia. per rr:urare j'a- 
verla In, moglie. Poco VI volle a far guO:are qudla propofi1.ione aU' 
amblzlofa PnncipeOå; ma aflinchè il Flgliuolo Ruggieri, e i fuoi Cor- 
tigldlli non attravclfaíTcro a lc:1 II conlc.gUlmenro della Corona, fu pro- 
poLlo e conchlUl'o, che nafcendo FigllUoLi da Baldovino e da, -\delai- 
de; fucccddTcro nei Regno dl Gerulalt1!1me. Ma venendo egli a m:ln-_ 
car {cf\za prole, que! Regno fi dcvolvellc al Figliaftro Ruggieri. P"rrò 
feco .Adelaide una prodigiolå qU:lmità di v\ven, d' at mi, di cá\'alJi, 
e que! che più fi fofpirava, dl danaro; e giunta a ToleO'laide. fu con 
gr;.nde folenl1lt:l fpofata. Ma non patTarono due anni, che Adelaide fi 
t.rovò dclula e t.-adlta dal Re Coníorte. Egli avea tuuavía \'Iveme un' 
alua l\loglie, prcfa prima d'dTere Re (,), Sorto varj prerefil riplí- 
<hatala, fenza che v'imcrvcn,lli: alcun giudlzio della Chiefa, l' a\'ea 
forz-Ata 
d emrarc ncl Monii
ero di Sam' Anna di Gcruf:llernrn
. Fec
 
pOI cattivo fine qudla Ooona per attcHato dJ ßc-rnardo Teforierc, perch': 
OItc nUt a licenz
 di and.lflene a \'ilitare i par<:nu 111 Co(lanrinopoh, qllivi 
s' abbandl\PO ad una vlra dltoneHa. Ora gra\'cmente un d
 iofermatofi 
J3JJd('V1l10, c rimordt.ndolo la Cl fciwza dell'mgiuJl3 fana alia lc!!'t- 
tlma Mog\ie" pe
 configho dc' Barolll tè:ce voro, fe guariva, di IIpi- 
gllarla. I ndJ Tlvc10 tutto "d :\ddalde, con imimarlc il divorz.in. S', 
la 
uov3ndolì così barbaramente ingannata, prorompeffe in pi1fm. cd in 
amare invettive contra del Re, e degli .-\.mbafci,uori pr
d!:t[i, c." f:1cile 
.- l'imma.- 


. 


ERA \ olg. 
^NNO r r 13. 
I a },rl,(/ 
BmlVtnltl- 
nus CJ r
IJ. 
7 tnt, Y. 
Rer. lJlIlir. 


(b) Guil- 
iÙ'im F'Jr. 
Jib. I I. C 1I. 
Urdtr'ctrr . 
Vital, Rift. 
Eultjiaß, 
Etnß/d
r 
1k.;aurar. 
CRt, 100. 
l'cm, VII. 
l,:r. 1/II!i,. 


(cì Idem 
B;rr;..rJ:ls 
'ù;. 92.. 



3 18 ANN A LID' I TAL I A. 
f 11. A Vol!;. I' immaginarto. Non tdrdò malto e(f.! per 10 dilpc[to a t0rn:1rfcne in 
ANNO II J], SiCilia, m:1 priva dl qu.:' [elan, che ponò a Gel uC1lcmme, t"d 4CCO- 
r,\[.\ pcr qu: Ita tr ,dlOl
IHO fì crede, che [ermlnJ (fc la III \ \' Ita ne 11' 
anna ,I I dL Un 1 SI I
::ra azionc rcco !ton P,)CO noçurner1tn 1!b npu- 
tazione del Re BdldoVIOO, e a gli afbn dl Terra S ,l1[a. Fra gll air rí 
il Conte .Rug
leri Figliuolo d' elJà Adelaide can nata la CaTtt: de' 
Siciltani, al vderfi ('oS 1 hurla(o, concepì talc /degno comra di Bal- 
dO\'ino, e de i Re dl Gerufalemme, che pcr art_nato dl Gugltelmo 
(a' Gllil- TITla (a), folo fra' Principi Crilhani ,m.)J non dlede .loro foe corio al- 
litlm Ty,ius cU'1Q, ne curò 10 !lata rnltèrabile, 10 cui a po,co a poco fi ridufTno 
EJ1ft.'r, H.e- Ie colè de' Cri Ibani In P.llctboa e Sona. La Città dl Crcmona, fic- 


I!'I;;

d, come fcrdTe Sicardo (b) da Ii a ccnto anm Vefcovo dclla medefimJ, 
In chronic. pari In quell' anno I,ln fie::nl1imo inændio nel dl år S.m Lorenzo. Ab- 
Tom. VJ
, hldft10 SrruO)(>nti di donazi'1ni fJttc al ì\ 1oniLlero di P()lirone dalla Con- 
Rtr. italIc. reffi
 I1briJia, mcmre elfa dlm.)rctVd in Pigngnaga, e nel Bondeno, vi- 
(c) Bncchi- CillO al Po (c). Era ito in Terra Sant.) <;roj]òlano Arclvefcovo di Mi- 
Iii Illor. tli 1.1:10. Tomaro III Italia, e jOtt(o, come G lordJno avea occupata la 
Pøllr. r.elf fua ('hid a, clenQ già e confecrato Arcivdcovo, determioò dl'ven-ire 
.Appwd. a Milano: II chI:" fu cagronc, che dTo Giordano infornuto di que-no 
(d
 L,,"uI.,z- pr1l1Jef1e Ii Pallin colle conJlziooi propotle dal Papa. (d) Venuto poi 
fui iU7J/ør GfOf1ül.mo a :\11IaI1 0 , coli' aluto de' fuoi parzoah s'lmpaJroJ1ì ddle 
Ht/f Med. T nrri dl Porta Romana. :\ llora prefc- J' arml la tazion di ,Giordano, 
(;lIp. 16. e <lndò per Ifcacclarlo. Succlderono fra Ie due pant de i combatti- 
mtnti, ne qu \11 refhrono non pochl fent! e morri, non fobmc:ntc 
lIeila Pie::he, ma anch!'" ddla Noblhà. S'interpofcro di rimetterc la 
dtClfion di t..le ddcordia al ConClilo daVJOfI al P
pa. E perchè Ja borfa 
dl l:ir()fTol.mo rello 10 breve ef:'u Ib, gli convenne sloßgiare, con fa- 
ma nondlmeno, che ric.tvJ.íT"e buond (omma dl danaro da lJiord:mo per 
ritJr.tdi, V l"nnc cgli pcrcio a Piacenza, e di Ià a Rom:!, per trartare 
della fua caufa nel Tr,bun:11 PontificiO. Ditde fine alIa tUiI vita ncl 
di 6. dl Gcnlldio dcI\' annu prl'Lme nei vlonincro di Pomidio ful 
Bergamafco L'pr...ndo Prt [e, qud ml'd('lìmü, che col gmdizio del 
Fuoco avea ne gli anm adduaro f4' ta guerra ad dfo Grol1olano, co- 
(e) lå.c.2.4. me ad l\rclvtfcovo Sim')nlaco. (
) :\1011 In concert) di fantità (il 
che era f.lclle a11ora) e fu deno, che '-r.lno fucccduti miraeoh al1a lua 
tomba . 


Anno di C R 1ST 0 '"fCXIV. Indizione 'VI I. 
di P A 
QU ALE 11. Papa 16. 
di A R RIG 0 V. Re 9. Imperadore 4- 


A Vea, -come dißi poc'anzi,hrciato P!lpa 'Pafl{lIale per fuo Cnn- 
(() 7.1e, tdlabile e Gnvernator di ß
'
e\'ento Land,"ro della Gr
ca (f) . 
JJenevtn'4 ,, - Contra dl lui per invidia R,ber/o PrillÚpe di Capua, cd aJtn B
roDi 
nus In C r. Nor
 



· ANN A LID' J TAL I A. 319 
N orm:mni feeero una congiura, e nell' '\gofio precedeme fi pnrtarono E JI. A VoIg. 
con poderofa Armata all' atTèdio di que1h Citt:ì. Can p0ca f
nuna ANNO IIq. 
nondimeno, perchè il valorofo L:mjolfo, fana co' ß
neventa
1 una 
fonita, Ii mire in fuga, e poco ml!1CÒ, che non prende!Te rurto II loro 
bagaglio. Durò nondimeno la guerra col guallo delle campa
ne Ji 
Beneven[O, e crebbero pnfcia i m
hnni, perchè 10 O:Ctr.l ,-\rclvcfco- 
vo di que)]a Cinà Landolfo {j dichi lrò contra del medefimo Contella- 
bile, e tratTe d:ilJa fua la. maggioI' p1rte del Pop:}1n, di maniera che 
in fine aHrinfero dro CnnrC"fiabile a depnrre la Carica Per qlleth e 
per altre cagloni Papa Pa f quale- r r. n,'Il' Ortobre renne un ,Conci]io 
in Ccperano a- i contini del Dùcato Romano, 0 dC"11a Puglia, dove 
concorfero Gttglielmo Ducr.z di Pu
lia, e Roberto Principe di Capua c,on 
circa mille cavalli. Quivi il Pilpa diecft. I'rnve/htilra del1a Puglia, 
Calabria, e Sicilia al J)uca Guglit"1mo. Fa1cone- così fcrive, e da ciò 
fi può ricavare, che i Durhi della Pugli3 ritendrero diritto d' alto 
dominio Copra lJ Sicilia, S'wnnirà nOl1dimeno fonopo!l:a ad un mag- 
giore Sovrano, eioè al Rom:lOn POn[(' nee . Quivi ancora e!Tendo forte 
j} Papa in colJera Contra dell' Arcivefcfwn L:tl1dolfo., ifiimì it giudi- 
zio intorno al1e accufe' dategli 
,e- il depnfe. 
1a egli cot rempo, e fe 
vogliam credere a Romoaldo Sal"rnirano (a), coW urn di molti rega- 
1i, fu refiituiro ne)Ja fua Dignirà. Di quell:i rcgali I1f'ln parla Falcone. 
Da Romoaldo è riferiro il fudderto Concilio all' anno feguentc; ma 
Falcone, Srorico cçmremporaneo merita mar>ginr fede, Glnriofo riurcì 
quell' anno all' .-\rm; Crill:iane per la euerm felicemenre flrta a i Mori 
padroni dell' I Cole B.llc1fi. L' onore < (pez.i<Jlmf'nte ne è arrribuiro a i 

lIani. I !Vlo
i, diíIì., abìranri in quel1e Irole, cioè in Evizza, M
io- 
flea, e ,1\1100nca, colle lor pirarerie tenevano inquier& e dannegg'ara 
rurra,)a coHa d' Iralia (6). Ri(o]uri i Pifani di far quell'impre ' à, eb- (
) .ÁlIl1alts 
b '{' I b P . Plfanl To 
era nco
IO a uo
 ap::l P
(q1Jale, per ortenere la fua approvazlone V:, Rer. it' _ 
e bcnedlZlone. Pofcra d,fpnfin un terribi1 armaruento per mare, con licar. 
tutre Ie lor forze, accompagnarì da Bofonc Cardinale Legaro dd1a f.1nta 
Scde, e dl Pietro 101'0 "rcivercovo, m,lrciarono al1a v("Ilta di que' Bar- 
ban. 
ldla guerra è cJilfufàmcnte narrara in un Poema da Lorenzo 
Veronele,o da Ver01 (c), D:acn
n tid m,:defimo Arcivefc()vo, rod 
Aurore; dl villa 
 "Fu elTo Poema pu'h'h1icaro d 11l'Ughelli, e da me ri- 
fiampato alrrovc, Riufci a quell:a '\rmat1 ndl' an no prc(enre di ("">0- 
qmlbr I'lfo}a d' E\'izz a ., e di pre'1dere nel dì di S. Lorrn7.o 1.1 Cirrà 
d'dfa 1{ì}la, po1la in fito vanrao-gio(o. Ne dithu!Tern i Pii:1ni le mu- 
r.l, e it CatT"aro, cioè Ia Rocca
 e ftcn condutrero prigione il Gover- 
l1ator Saraceno, Patrol'.ono poi "armi virroriore all' lfo!a di 1\1aiorica, 
e VI feeero 10 sbareo nella fefta di S, R.I"
olomeb, con intraprendcre 
l' alredio di quella Città. In aiuro de' Pir.
ni concor(ero Rair/lfmdo Conte 
di Barcellona, ed alrri Conti di Caralogna, di Provrnz.a, C Lingua- 
doca. 
Nell' anno prefcnre ancora I' r ri1Peradore Arrigo P. n-lehrò in 
Magollza Ie fue Nozze con una. Figliuola d' Arrigo Re d'lngl1ilrer- 
ra-2"- 


(a) RomuøJ.. 
JUI 
",[erni- 
Ian. (.hr
n. 
Tom. I'll. 
Rtr. lta.Ji(, 


(C) Laure,nt. 
V tro r. t FJ ft
 
I. l. POlm. 
To,,). VI, 
Ber. Ita;;,. 



32.0 ANN I. IJ I D', I TAL I A. · 
EllA Volg. ra, appcl1ara Matilda (.). In quella folcnnirà fi pTl:fenrò d
vanti nJ 
l\I':NO II 14. clIò Augufio co i piè nudi Lottario Dum di SafTonia, ch
 fa poi Im- 
( l 
) r. .Abb4 f. s peradore, per chiedere pcrd,mo dell' errcrfi dlan1.i ribellato. CDSI Icri- 
,r pergm . 0 F . {j r ( L' ' I h - O . t 
in Chronic. ve ttone n mgenle UJ: Ice come iu II a, non so; perchè nell' 
Simeon DII- anno fcgucme aìrc-e Storie> eel rapprcfenrano coli' armi in nuno contr.! 

t!mmJis., del mcdcfimo Augufio. Erafi, come vt"drml'l1o, nell' anno I 09
. ri- 
Jì \b/O!to c P h r,. bellara la Cirrà di M;;nrova alla Conteúa Matilda, nè a lei fin q ui era 
In::. In r. f: ,I' I ' ( ) n. !1: r:.. 
,c'. Doni%:.o venuto ano ul poter a rlcuperare , . '-.:..ue a contenrezza rl1 a lei rt- 
in ':/;ta Ma- ferbata pcr l' anno corrente. Cadde cfTa gravemente inferma, mentrc 
thild, lib. 2.. dlmorava a I\Iontc Baranlone fune montagne di Modena, nel qual 
(ap. 19. Luogo fi \'ede una Donazionc da lei fana a S. Benedetto di Polironc 
(d) Ba"hi- ncl dì 1+. di Giugno (d). La f
ma folira a
 ingrandir Ie cofe, in. bre- 

1Í Iftor..i ve la dlede per marta. AHora II Popolo dl M:mtova, ficcome hbem 
Po/iron. dal timore d'{"!fa, feee uno sforza, e mife l'afTeJio a Ripalra Canello 
dclla medeGma ContefTa, e t:mro 10 ftrinfe, che i difcnfori fiancni 
eapirolarono h rcfa, ma condizion!ra, fc fofTe viva la lor padrona l\Ia- 
rilda. .Manfredi Vefcovo di 
1antova int:lntQ arri\'ò alia lùa Città, e 
dlv.1lgò., chc Matilda era tutravia vi\'ent{.'. Gli ebbe a colla... la vita 
\'11 si difpiacevol avvi(o per I'infuriaro PapaIo, che la ddìderava 0101'- 
ta. N è moito !1:errero i 1\1amo\'ani, che diedero al fuoco l' infelicc 
CaUello di Ripalra. Quefta disgrazia fu per nmo il rempo della ma- 
larria di MatildóA a lei tenuta nafcofa da i fuoi. Ma da che fi fu ria- 
vma, inteione il tenorc, pensò a farne vendett3. Raunò qu:mti com- 
banenti pate:, formò eziandio una .Aorta di navi 
 ë can qucfio arm
- 
mento pafsò all' afTedio di Mamova. Sulle prime fc nc rife quclla for- 
te Città i ma Ccorgendo rifolutlt la ContelIa di tram: a fin queJI'im- 
prefa, que' Cittadini s' appigliarono a' configli dl pace; c fpcditi Am- 
-Ð;tfciatori alia flefTa, mentre era in Bondeno, trarrarono di renderfi ad 
oneiti patti. Seguì in fani la refa di quclla Cirrà ful fine dl Ottobre 
can glori-a grande di Matilda, a cui, do po aver mefT.'l al dovere ne' 
tempI addlctro anche la Marca, creduta da me quella di Tofcana, 
nulL! re{to più delle perdutc amiche fue giunsdizioni" che non ritor- 
nafiè aIle fue mani. N el dl 8. di N ovembre qi quel1:' anno Ja medc- 
(0) ,'Ø
l(Ch;- fima ConreOa, dTendo nei ,Moni{
ero d,i ,S. Be
ed,etto 
i Poliror:e (e), 
111 ,bid. efcmò dalle Aibergarie de loldatl tutti J bem dl qbe MonacJ. Ho 
(0 ,anch' 10 dato alia luce un Laudo protferito alIa di lei prefenza per lite 
Italic
;;;'.' dl perrone private (f), mentre .Ia medefima 10gglOrnava nella Rocca 
J)ißèrf. ]1. di Carpinc:ta nel di z.%.. d' Apnle dell' anno prelenre. 


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ANN A LID' I TAL I A. 


31.1 


Anno di C R 1ST 0 MCXV. Indizione 1"1 I I. 
di PAS QU ALE II. Papa 17. 
di A R RIG 0 v. Re 10. Imperadore ). 


P ER attelhto di Falcone Beneventano (a), fi portò in quefi' anno l.u Vo
g. 
. Papa PaJquale J/. alla Città di Troia in Puglia, e quivi nel dì 2.4. ANHOIlIS-' 
d' Agono tcone un Concilio coil' intervento di quafi tutti gIi Arcivefco- \a) Falco 
. \ ' - , B ' d " II d v , fì d . I B'nt'tltnla- 
VI, elcovi e arona I que e contra e. I u acccttata a tutU a !IS Tern Y 
tregua di DJO. Andato po(cia a Benevento, dcdicò Ia Chief a di S. 
tr. Ita';,.' 
Vince07.o del V olrurno, e finalmenrc: nel dì 30. di Setrembre fe ne 
[ornò aRoma. L' anno fu quefto, in cui la cdebre ComefJa Matilda b) , 
terminò II corfo di fu:! vita (.). Trovandofi ella in Bondeoo de' Ron- 
1S yf,:n
:_ 
cori della Diocefi di Reggio, I' aíTalì una fafiidlofa iotermità ful prin- Ihild, I, 1.. 
cipio di quell' anno in occafione di una vilita fauale da Pøn;ufJ, fuper- '.1. 10. 
bo Abbate di Clugnì, che tornava da Roma. Continuo il luo malore 
per alcuni Mefi ancora: nel qual tempo ella efercitò più che mai la 
fua pia liberalitil verlo i Monifteri di Polirone (,) e di CanotTa, e verfo (c) .""hi- 
i Canonici Regolari di S. Ce(ario ful Modenefe. Era aßifiita da Bon- n; !por. ái 
}ignore V cfcovo di Reggio. Pafsò in fine a miglior vita qucfta Prin- p"j,ron,., 
cipe(T'a, gloriofa per tante 3zioni'di Pietà, di V alore, e di Prudenza, 
nel dì %.4. di Luglio, cioè nella Vigilia di S. Jacopo, di cui era di- 
votißima, e il Corpo fuo feppellito nella Chiefa del Monrllero di ,S. 
Benedetto di Polirone, quivi riposò, finchè ndl'anno 16H. per cura 
& ordine di Papa Urbano VIII. trafportato aRoma, fu magnifica- 
mente collocato nella Bafilica V 
lticana in memoria dc-lI'in6gne fua 
beneficenza verfo la Chief.'1 Romana. A veva dh ne gli anni addietro) 
ficcome dicemmo, lafciata Erede di tutti i fuoi beni dT:'l Chiefa: erc- 
dità oondimeno, chc fu feminario di nUOVe liti fra i Romani Ponte- 
fici e gl' Imperadori j e per alTaitlimi anni poi la troviamo tra effi di- 
fpucata, finchè il Tempo, medico di molte malartie politiche, diede 
nne a quella comera. Nè tardò a vol arc in Germania ]a nuova della 
mone di quefia mlÎgne PrincipetTa, di cui (crive I' Urfperg.:nfe Cd): (d) .AUift 
!?2l!a f-emÙ,. fieu! nemo noftris in temporibus liitior ac famofior, ;111 nemfJ f;1r f gr K tn[. 
Pîrtutibus & Relig;one fub laica profelJione reperitur {n/ignior. (.) Arri- In nrønICð. 
go Impcradore fu da.fuoi Minifi,i motTo, cd anche da i parziali d' Ira- 
Jia con lettere invirato a venire a prendere iJ po(fetTo di tutti i di lei 
Beni. Per quai tltoli, non fi vede ben chiaro. FlOch' egli pretenddfe 
i RegaJi e Feudali, come fu la Marca della Tofcana, Mamova, cd 
altre Città: fe 'ne intende il perchè. M a egli pretefe ancora gli .'\ llo- 
crfJm. PI. S s diah 


(*) Della qual Donna }ieeDme n;urJQ ,.;/r,vaji II' nond tempi pift ricco e fa- 
1tIqft, (Dsl n;unfJ tra ; la.id più infigM nliia Pirtù, e nell" Rdigione. 



31.1, ANN A L I D f I or A L I A. 
Eu V ol
,' cliali e Patrir:noniali, e ne entrò anche in po{fdro, per quanto fi ve- 
ANNU 1.15. dr
. Probabl,lmente non dovette in tal congiunulra tacere la Linea de 
gh Eltenfi dl Germania, cioè GueJfo P. ed Arrigo i/ Nero Ouchi di 
Bavicra, perchè fccondo i pani del M.nrimon\o d' clTo Guelfo colla 
rnedcfirna Contdfa., at primo doveano perveoire tutti i di lei Beni. 
Cerro è, che fotro I' I mperador Federigf) I. come fi dirà a fuo luo- 
&0, fu loro fatra giuftizia in quefio particolare. Ora l'lmperadore Ar- 
fJ,ga, a cui fiava forte a cuore il cogliere qùetta pingue eredità, fi 
d'lpo
e 
 calare, fubito. che gli affari glid permeueano, in Italia. 
Continuo e
 ebbe fine In que 0:' Anno ta guerra ode' Pifani contra delle 
Ifole Balean (iii). Riufcì loro dopo lunghe f.niche e combartimemi , 
e colla lhage di mottiffime migliaia di Saraceni, di prendere la Cad. 
di Maiorica, e di difhuggerla per rogliete que} nido a j Corfari Af- 
fricani. Pielli poi ddle fpoglie di quegl'lnfcdeli, e colmi di gloria fe 
ne tornarono ana lor Puria. Se anche l' Ifola e Cinà di Mmorica reo. 
1b{fe da loro foggiogata e distatta, nol so io dire di certo. Gli An- 
nali Pifani dicono di 5). Ben 50 io, che Evizza non è Minorica, co. 
(h) Trønci me fi figurò il Trond (10) nc' fuoi AnnaH di Pir.,. Di fopra all' ,mnO 
.Annal. pi- 10 97. o{fervammo, che PoleD Marchefe, Figliuolo di i\zzo II. Mu- 
fan. chefe, fu queg1i, che propagò Ia Linta haliana dc' Marchefi d' Eite. 
(c) .4nti,hi- Leggonfi tre Ani, a lui, call' anno prefente fpettanti Cc). II primo 
,}, Ejfenfi è un Placito da lui tenuto nella gro{fa Terra di Alo#tagnana, (appel- 
,,,r. J. c. )1. lara popu/oft da RoJandino) nel dì p. di Maggio, in cui vcggiamo 
profferita 'dal medefimo Principe una fentenza in favore del nobthl1ìmo 
MoniO:ero -del1e Monache di S. Zacheria di Venezia per bcni poO:i 
nell' a1tra infigne Terra di .Yon(elice: dal chI: cornprendiamo, che dIò 
Marchefe Folco dominava nell' una e nell' alcra d'dTe Terre. 11 fecon- 
do Srrumenro, ftipulato in iHontagnana nel dì 10. di Giugno di qudl:.' 
;lnno, contiene una Donazione f.uta da è{fo Marchefe Folco al Mo- 
tÜO:cro di Polironc pro Drdinatione teflame"t; Garftndìl! Genitricís mee, 
cioè di Garfcmda PrincipdT'a del Maine fua Madre, di cui PIÙ volte 
s' è parlato di (opra. Un' a1rra Donazione da lui futa at Monitlero 
della Trinità di V crolla ncJ dì 2.. di Ottobre deU' an no prefentc, fu 
ftipulata ;11 CII11JÏnata 'cÐllflruBa ante Ecdeþ.m be.ti1Jime (anét.e 1'tcl.e 
J7iYl,in;s fita in Pill., lJue eft ante Caflrum Efti. !--o fteff"o Marchefc 
s'intitola babitator in /()Co, 'i"i Jicitur Efti. Non ufavano peranchc que- 
Hi Principi il titolo di Marcheji å' Efte, ma erano PadToni d' Etle, 
o per dir meg1io Compadroni i perchè vedremo, che anche 1" alt
a 
linea Eftenfe de' Ouchi di Baviera riteneva vna terz.a parte del doml- 
nio di quella nobi1 Terra, e di Rovigo, e deWaltre fottopofte allora 
ad effi Marchefi. Nell' anno prefente Qrde/affo. Fa/edro Doge dl V ene
 
(d) .ZJAnJ... zia (á) con grolTa Armata nav-ale ricllperò la Città di Zara,' che poch1 
Ju,s In Chr
 anni prima gli era ftara 'tolta da CQ/o11lanno Re d' Unghcna- 
'"'" T. XII. 
R.er. ItA/ie. 


(a' .Annalu 
pi(am . 
Tøm. VI. 
IJ.'r. Italic_ 


Anno 



A M N A LID' I TAL I A. 


J 2. J 


Anno di C R 1ST 0 MCXVI. Indizione IX. 
di PAS QU ALE II. Papa 18. 
di A R RIG 0 V. Re I I. Irnperadore 6. 


N E
 .dì 6. di Ma
zo di quefi' an no tenne P'!pa, PaflJua/e un Çon- 
:..
, 

t 
CIItO nella Bdihca Lateranenfe (<3), In CUI dl nuúvo nprovo, e (I .ABA 
condannò il Privilegio deUe InveHimrc d:J lUi contra fua vog1ia ac- Ur(fitr,;en!. 
cordato all'Imperadore Arngo. Ma ebbe in tal oc
a{jone bijpgno in Ch
'-':' 
ddla fua pazienza; perchè Brul10rJC J7eftovo di Segna, tenuro dopo la L46
) 
bb d ' d d E ' J fi IT P Cor."l'ør 
morte per Samo, e ,
ar Ire I 
rattar :J reuco 0 e 0 aI'a, per Tlil1J. x: 
avere accordato quell mdulto. Gh convenne an cora foffcrire, che que' 
Ve[covi riguardaíI'ero corne: komunicato eífo Imperadore, [tnza che 
egli Dondlmcno voldTe la[ciar ufcire Decreto contra deJja di llLi per- 
fona. Fu :mche agitata in que! Concilio la lite dell' Arcivefcovato di 
Milano, pend
nte fra GroJlòlano e Giordano, arnendue prefenti al [ud- 
ðetto Concilio. Perchè il primo era paífato dalla Chieià dl Sa\'ona a 
qudla di MIlano, e fi trovava, che tal traslazlone, ficcome cagion di 
turnulti c guem:, tornava in danno dell' anirne e de' corpi: percio fu 
e(Ta ripíoVata, e giudicato in favor di Giordano. Dianzi era fiato at:. 
(oluto Gro{folano dalle accu
e di Simonia, e tenuto In Roma per le- 
gittimo Arcivefcovo. Gran concetto fi avea della dl lui dottrma, a- 
vendolo 10 ftdTo Papa adoperato per confurare 10 Scisma dc' Greci . 
Corne cgli ora caddle, non fc De [a la vera cagione 1 perchè il paf- 
fare da una Chiefa all' altra, da gran tempo era in ulo, nè più fi ba- 
dava a gli amichi Canoni, che 10 proibivano. Forfe la caduta fua è 
da attribuire AU' ef1ère fiato conofciuto uomo intrigante, capriccio[o t 
e predomiliJto dall' ambizionc, e però .poco prudent
, e molto in- 
quieto. Land
lfo da San Paolo 
b), S,torico comernporaneo, parla di (b) 
4
Jsd.. 
quefio Concillo, e della depofizlon dl GroíTolano, con aggiugnere, JU! Jumor 
che e
li n
n volle.tornare a, Savona; rna reI' u
 al1no e qua([
'o Mdì 
:.- 1
'" 
feguito a dlrnorare m Roma 10 San Sabba, Mom fie 1'0 de' Grecl, dove 
terminò i fuoi giorni nell' anno iegueme. Tornò a Milano il vitto- 
riofo Arcivc[covo Giordano, e un di raunato it Clero e Popolo, [a- 
lito con Giovanni åa Crlma Cardinale Romano ful pulpito dclla Me- 
tfopolitana, pubblicamcme icomunicò l' Imperadore Arrigo, a cagion t 
fenza dubbio, ddl' aver fatto prigione il Papa, cd clioHO il Puvile- 
gio delle [nvelhrure. Con qud1:o fegreto pano dovea egli aver con- 
feguita la vittorh fuddctta. Non voleva già il Ponrellce fulminar Ie 
Cenlure contra d' eíTo Augu{1:o, ma non olLva, che gli altri Ie ful- 
tninaffao, c it facro Collegio 10 efig
va. Abblamo daU' Abbate Vr- 
fpergenfe, che il [uddetto ImperaåOlc ver[o 11 fine dl Febbraio, (c) (c) .Ahh4f 
in lta/iam It una cum Regina, tota'lUt å0t110 fMa cen/utit, ac circa Padllm ljrf/1trgmf. 
negotiis infifltns Rtl.'zj, Ltgatos ad Apofto/icum pro componendis cauffis, In CÞro1l. 
SS
 
e 


. 



31.+ ANN ^ LID' I T ^ L I ^. 
E II A YoIg. 'juæ, ittrum Regnrlm & Saetrdotium diflurbare cæpetï/.1lt, fupplicittr ddli- 
AN>W I 116. I1
Vlt ("). Ponzio Abbate di Clugnì, come Partnte dd i>.Ipa, fu prin- 
clpalmenre adoperaro in qud1:o maneggio. Ponoffi in tal congil1l1rura 
dTo Arrigo a viíÌtar Ia maravig
fa Città di Venezia. Ciò chiua- 
(a' Antirhi- m
nre .appariice da un luo Proclama, dJ me dato alia luce (4), con 
UI Enenft CUI egh 117. JduI l't1arcii in RtTno rentÛarutlt (fi noti quella efpreiItone 
}o"r. u.19. gbri,)là per la Repubbliea V ("nera) il1 Palatio DlIcÌI, .ANno ab lnc.:lr- 
natioi1e Domini J1CXF I. Indmione 1'111. dicde \'arj ordini in favor 
delle Monal:he di San Zacheria di V eoczia, dfendovi prefcnti Ordt- 
laff1tI Dti gratia rtntti{e Ðw..., & IIenricuI lrÛphonÜ Ducis Frllttr, 
con aicuni V t:fcovi c N oblli. Vim eonfermata la nella verità dall' ac- 
(b' D.md. eur"riffimo Andrea Dandolo, che eosì fcrivc:: (b) A/enft ,tfarcii Jl.1CXVI, 
in Chronico. Hem icus r. Imptrator renetiaI accedtlli, ii, Ducali Palalio ho(þitatuI tJl J li- 

/lm. :

. minaque btati i'\1arci,& alia Sanfforum loca cum devotiont maxima 'Vi/itat,& 
,r. /4 ". U,'bis fitum, 
d
ficiorum'iue decorem, & Rtf,itlJinÌI 
quitatem multipliâter 
commendavit. Curiam tliam Juorum Pri"cipum lenem, plu,-ibUj Monaßt- 
,.iiI immunitatum Priviltgia de fUiI poffi.f!ìonibuI Itr"ici Rtgni conctffit, ill 
ljuibuJ Ducalem Provinâam Regnum apr",zt. Per un Docum.:nro, da 
(c) ..Ant;q,u. me pubblicato (&), fi conofce, che JI medefimo Augutlo nd dl 1%.. 
1141". Dif- di Maggio fi trovava in Governolo fut Mantovano, dlwe come per- 
(trt. II. fona privara feee donazione di beni al :\1onií1:ero di Polirone, e alia 
Chiefa di Gonzaga pre merceJc & rtmedio anim
 meæ, & ComitiJ!
 1
J,,- 
thildi$. Segno è quefio, de Arrigo s' crol. mdfo In polfeOò dclla vatta 
c:redltà dell;} Conrdl"a Marilda. A quell' Ano inren--enne anchc: Guar- 
. nier; Giudict, ehe noi diciamo ora Dottor ii Legge. In un Placito te- 

) Ilml. nuto a di 6. del fuddetto Mefe di Maggio (d) da dfo Augullo nd 
(eif';

d.n. medcfimo Luogo di Governolo, e in un altro (t') fpename J' Cano- 
Dijferl. 31. nici Regolari di Melara, fi vede nomìnato iVarntrius BOn01'JÍei1jiI. Con 
(f.> Ibid. tali Documenti ho io conferm:Ho (f), quamo fcrive I' Ahbare Urfpn- 
tf'r'it*" genfe all' al100 I 12.6. eioe::: (g) Eifde'1l temporibuI ])omÙ,us lrtYfJeriul 

fp
gtni. LibroI,1: e g um , ,/ui 
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ffi ftlerant, . ntc ljuijq
am ill ei
 ßU,duer
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J
 Chrøn;&. ad petltlfJntm AlathlldlS Comltijfæ renovtlVlt &c. Crcdette II Sigomo, 
che s'ingannal1è I' UripergenÎe nell' arrnbuir quell", gloria alia Contcis:l 
Matilda, che era già def\1nt<\. Ma I' U rfpergenfe, che aveva all' anno 
IIlf. riferita la morte d'eífa Comdfa, ben fapea, ch'eífa nell'ann
 
111.6. non c:ra in vira. Però volle dire, che Guarnieri fioriva in queíh 
tempi, ma che molto prima ad i{!anza di Matilda aveva imraprcfo di 
fpiegare i Digefii, e I' altre Leggi di Giufiiniano, tra
curate ne' 
e- 
coli addietro, e certamenre conofciute, prima chc: i Plfani portafIt-ro 
(fe.è pur vera) da Amalfi Ie Pandc:tte appellate Pifane, ed oggidì 
Fio- 


(*') fi por/ò in lt
litl II.f!ìemt colla Regina, e tutta la fU.1 CII{II, t 'lJerfø 
it PÒ pc,ifanJo agli affari del Re.gno, con [uppliche dtJlinò. J< Ltgati 
/lll' Apoßolico ptr tilg
iuJlal t Ie c"'u.{e, the nuovamenlt incommwJron, II 
.ij1u,'
are it Saw'dozio ed il Regno. 



A .. , I 
10< ALl D TJ\LJA. 32.5' 
Fiorentioe. Ora ceno 
, confetfandolo anchc: gli fieffi doni Bolo- E It A Voig. 
gnc.fi, che quefio /Varnitri, 0 fi
 Guarnieri, chlam.\to da ah:ri lrnerio, ANNO 11'16. 
Ü primo fu che apridc in Bologna Scuola di Gil1risprudcnza Rom.IfIJ, 
e dl qui cbbe il fuo primo princlpio, ficcome ho altrove of.èrvato (a}. (
, 
ntiq" 
10 StudIO di Bologna, con6fieote a tuna prima in un folo Letwr di ßIIIIC. Dil- 
Leggi, ma di manu in mano accrçlCiuro di Lenori dell' altre Scicn7.C erl. ....4. 
ed Ani: per 1" qual diligë:l1za Ii fürmò un' Uni\7c:rfi[à, che ponò poi 
il vanto di Primaria fra tune Ie Italianc: giacchi oggidi fi lå anche 
in Bologna, eßère un' I mpottura del Secolo !u{fc.-öuente 11 Diploma di 
Tc:odofio minore, da cui fi dice fondata fin }' anno dl Cnfio 4
 I. 
l' Univerfità Boiognc:Ce. 
Benchè pau{Ca qua1che difficultà. un altro Documcqto da me 
prodono (l-), appanencnre ad eiTa Cirtà di Bologna: pure: vo io crc. (b} 1
. Dii- 
dcndo lufììlleme notizia, che qud Popolo nd dì 7. dl 
aggio del ferr. I I. 
prefc:nre anno, mentre l'lrnpaadore Arrigo dimorav3 in Governolo, 
ottene/T'e da lui 1.1 n;miffion delle offcfe, e una conferma de' PI ivaJegj 
e delle Confue[lJoini di quclla Cicrà, la quaIl" in qucfii tempi non men 
dc:lla Romagna riconolCe\'a per fuo Sovr:mo l' ImperaJore, 0 fia il Re 
d' halia. Dopo aver tcnUlo it Concilio Lateranenle, Papa Paffjuaie II. 
nello fidIò Mefe di Marzo ebbe non poche inquiemdil1i c tra
agJi: 
fe pure quefio avvenimento non fi dee riferirc all' anno prccedente. (,) {c) l'anåuJ- 
Mdncò di vita il Prefetto di Rorna. Pietro di Leone fdceva una gr.m (us 
/{anus 
figura aHora in eßà Città, e da Benzone Vefcovo Scismatico d' .-\Jbcl '''h 

/'1:4- 
vlen chiamato Giude" percbè Ebreo fano Cri íìiano . Orderico V Üalc (J) 
/k:s Bf
f- 
all' anno 1119. fcrivc:, che un Figliuolo d' enD Pietro fu fpreZZdto da 'Vtntlln.' in 
tutti propter Ddium Patris ipfius, fllem inifjuiJlimum Fæneraforem no'!..'e- CHrom'I1., 
O L' t - C' 1 , d . 1 ' II fi C ' r. {d' OrlSerJ' 
,.U,Jt. ra CO{LUI atte e a rar llcce ere 111 quel a lure anca un IUO 
't l Hi 
}<
Igltuolo coil' appoggio del Papa. Ciø faputofi da i Romltni, non E:'leþaj1,' . 
perderono tempo ad eleggere Prefeuo un Figliuolo del Prcfcuo de- lib. n.. 
fumo, tuttocbè dl età nun pc:ranche atta ad un tal rninificro, perchè 
fànclUllo. Indi il p.eJentarono al Papa, acciocchè il confcrma{fe; cola 
ch'egli ricusò di fare, e fi dee ben avvertire per conofccre intorno 
a quetlo }' automà del Sommo Pontefice. Qumdi fi venr.c, alie mi- 
naccie, e pofcia aHa gucrra ne' giorni della Sctrim
na fama c di Pd- 
fqua fra Ie gemi 
rmate del Papa, ed dfo Po polo Romano. T 010. 
mea uno de' principali ROffi:l.ni, c Zio del giovinetto Prefette, ben- 
chè fulle prime prcndeiTe la protez.ion del Papa, e ne otrcneßc per- 
ciò 1a Ricci.., pure non riilctte molto a rivolrarú contra di lui. E 
perchè daUe foldatdche Pomificic fu fatto prigi'Jne eiTo Nipote di 
Tolomeo fuori di Roma, 10 llclTo Tolomeo con un corpo d' .umatÏ 

ifldò a liber.lIlo dallc 101'0 rnani. Un [11 tàtto fi tirò dietr-o la ribel.. 
110ne di molte Terre in que' contorni, e della Mamima, e di quaG 
tuna Roma. II bUl}n Papa, a cui non piaceva il compcrarJì 1a quiete 
coHo fpargimemo del iàngue, amò meglio di ritir
rfi fuor di Roma 

 Sezl.a. Durante queJto contralto i Romani fcaricarono il lor furore 
comro Ie cafe di Pietro Leone., c: dc' fuoi adercmi. Ando pofcia a 
poco 




2.6 ANN A LID' I TAL I A. 
Ell&. Tol
. poco a poco ca1ando quefio fuoco, in guira chc, fecondo Falcone Be- 
AICN-U17. neventaDo, il Papa nemrò in Kama, e nel P"lazzo dd Laterano, [ 
Romani rlbclli a poco a poco tornarono all.! dl lui divo
lOnc cd ub- 
bidicnza. 


Anno di CRISTO MCXVl1. Indizione x. 
di PAS QU ALE II. Papa 19. 
di A R RIG 0 V- Re 11. Imperadore 1. 


F Unefiiffimo riufcì queft' 
nllo aU' lta1ia e Germania. (a) Era tUtti 
io{fopra la Germama per Ie guerre civili, che la laccravano fo- 
ftt:nendo a1cuni Principi il partlto dewlmperadore, ed :l.ltri u(
ndo 
r armi, e turto dì tàbbricando congiure comra di lui. Vi fi fece an- 
che femire un terribll trc:muoto, dl cui fimile non refiava memoria. 
Ma qud1:o viepiù micidiale fi pro\'ò in halia. Per acreflato dell' 

) .AnnA- Annahfia SalTone (b), rfrfJna Ci'Vitas ItalÙe nobib.flima íldificiiI concllr 


j s:::Ar_fis '. "Jult

 qt/oque 1l!fìrtaLibllJ .o
rtitis corruit., Similiter in ParMa, & r
 
1m. netla, aJIi[que Urbzbus, OPP,dtJ, & Caßei/zs non pauC/z hfJmimtm mil/i.. 
(c) SicArd: ;1Jterie
ul1t. ,In C!cmona, pc
 anell

o dl Sicardo (t'), cadJe fra gJi 
I" C:I1r""". aIm EdifizJ 1.1 Cattedr
le. ,Commclo quefio flagello lul principlo dell' 
anno, e per quaranra glorm fi andarono fentendo varie alrre funefiif. 
fime fco{fe pør univerjam fere ita/jam, corne Jafciò fcritto Pietro Dia- 
Cd} PI/rill cono. (J) Landolfo da S. Paolo (If) anch ' egli parla di quefio fpaven. 
D'II'''I'SIII tevoJe tremuoto, fjl4i Rcgnum Longobat dtJyum penitlls ctJ7IINlovit & qual- 
f
: ,

{:: favit, & nit nimirum (ovvero nimium! ,'Vigi/are fecit. V iderfi aneora 
(e) Lantl,ll- nuvoli di color dl fuoco c: fangue, VICini alla terra, e corfe anchc 
fu
 irl1 1 ;or voce d' altri molri prodigj) prodoui forfe più tofio dall' apprenfione, 
:-i1 ør . Mt- chc: realmenre accadmi, I quali però fpartèro il terrore dapertuuo. 
10 A1I. '.3 6 . Nel qual tempo GiDt'dßJ1Q. .Arcivefcovo ..Ii Milano tenne un Concilio, al 
quale intervennero i fuoi S
ffrag,mei c.) 
 ,Confoli ,e 
agi(l
ati di ,quel- 
la Città. Ora il rurnore ..II [ante calamlta, e de I dlvolgau (!rana pro- 
dlgj, s' accrebbe non poco in, qu
' creduli 
empi,. coo fama ancora 
,i 
fangue piovuro dal C
elo, e iervlro
lo tUtti quefil fuccdli a fa
 pan 
che mal defiderare all Augu(to Arrago la pace colla Chlefa. Pero fpe- 
dì \1arj Ambafciatori I trattarne col Papa, rna fenza frurto. Percioc- 
chè confdfa\'a bl:nsì il Ponu;6ce dl non averlo fcomunicaro, ma chc 
la fcornunica fulrnin.ta contra dl lui dol i Concilii, V cfcovi, e Car- 
dinali, principali membri della C
iefa, nO!1 fi porea 
eva
e fe non 
coir alIcnlo e configlio d' c!Ii. Arrigo mal loddlsfarto dl tall rifpo(le, 
credene m'glio di palTarc aRoma th:ßa, per trattar più da viCInO i 
fUQI aflàri col fommo Pontcfice. E tanto più l' animava a que(lo viag- 
gio la buona corri(pon
enl.a
 che pafTJ.va if a 1m e ,J
 Nob/lcà. Roma- 
na. .'\Horchè egli imele -ncll al100 precedente la dllcordla mtorr,i fra 
eíf'o Papa e i Romloi a cdgiou di Pietro di Leonc per ane1t.Ho di Pietro 
DHl- 


(a) .Abb,u 
UrJP,rgtJlr. 
in C;/'w,i,. 



ANN A t J D' I T A. L J A.. 31.7 
Diacono (.) ,.O(eni
 Imperia/ia Urhis PrÆ!ef!to & Romanis tranfmijit, ad':.7en- EllA Vo1g, 
lum (uumi/t;spr
nuntians affutl4rtlm. (*) rn futi venuta la Primavera l'l\u- ANNO 1117. 
g utlo Arri g ocoli'eferciro tu
 fi porò aRoma. Scnvc Pandolfo Pifano (IJ), D (a
 Petrus 
fi . ' fi l ' bb d ' F f " d ,,,el/RIIS 
che i fuoi aderemi e con 19lren urono A are I ar a, gH! ue 0 tre Chr. C.pn. 
volte condennato ad avcre la teila rccifa dal buf1:o a cagione de'låcrilegj, 1.4, eaÞ.60. 
e delle fcdiz.ioni fue cootra del Papa) e Giovanni e Tolomco Nobili 
b) ra.n.. dlll - 
Romani. Fecc 
gli gllerra ad alcllne Terre e Caftclta fedeli al Pon- ;:s v;,'J;n;.s 
ttfice:. cofe benSl di poco momenro, ma che nondimeno moßèro il ,h.lis '11." - 
Popolo e la Ph:be di Roma ad accogIicrIo con plaufo, e con una fpe- 
cie di trionfo, rna fenza che gli vcnifT'e inconrro niuno de' Cardinali, 
V e[
ovi, e Clero Romano. Pofcia. ccrcò- di far pace col Papa, il qua- 
Ie 81 primò fenrore della venura di Iui, fubito ufd fuori di Rama" 
G andofTene a Monte Cafino (c), & indi per Capoa a Benevento. (c1 Petrus 
Erano i maneg2 d' eíTo [>onttfice di formare una Lega del Principe D,.,,'j,"us 
di Capoa, del Vuca. di Puglia, e de g1i altri Baroni Normanm, per NI. upr4. 
op.poríi a1 vicino Arrigo. Poca difpofizione clovette egli [rovar
 in · 
que' Principi. 10tanto Arrigo pane con regali, parte con prom
{fe ft 
gua.dagnò gli animi de' ConColi, Senatori, e Magnati Romani. Diede 
per Moglie Berta fua Figliuola a Tolomeo Confole, Figlîuolo- di un 
81tro Tolomeo già Canfole; il qua Ie,. fe Ii \luol ripofare full' attefla- 
to di Pietro Diacono fuo parente, e'X Oflavia ftiype pY(JgenifNs erat. Si 
farebbe tfovato quello S'orico in uno non lieve imbroglio, fe avefTe 
prero a t'CCar I"ruove di quef1:a gloriofa Genealogia. Ma nè' pure in 
qut:' barbari tempi v' era fcarfczza di Adulatori, e di chi adulava fc: 
Heßo. Confermò Arrigo al meåefimo Tolomco, tutti i bc:ni e Scad a 
lui pTOvenuti da Gregorio fuo Avoio 
 
SaItò poCcia in te{1:a ad cOo Augufto di farft coronare' di nuovo 
nella Baíilica Vaticana, e in una magnifica Congregazion de'Roma.. 
ni fece di grandi fparare, con efporre la fua ardente inclinaz..Îone alIa 
pace; ma gh fu rifpof1:o a tuono da 
li Eccle6aí1:ici, che rovefciaro- 
no Copra. di lui !a colpa delle difcordle e de i difordini, fenza che in 
'lui ap.parifle ombra. di pemimerno. In fomma giacchè in Rama non 
v' era, nè vi voleva e{fere Pdpa Pafquale, flel di di Pafqua fi fece co- 
.ronare in S. Pietro da Burdil1o, alrrimenti appellaro MlZurizio' Arci- 

cfcov(). di Braga, che due anni prima uCcito di Spagna" can grande 
sfarz.o era. venuto a Roma a cagion di alcunc differenze coli' Arcivc- 
fcovo di Toledo., Coaui era aUora sì caro a Papa Pafquale, che in 
occahon della. venma a Roma del\' Imperadore Arrigo 10 fpcdì a lui 
per trattare della fotþirata concordia. Ma I' ambiziofo Prelato lafcioffi 
talmente gUddagnare dalle carezzc e promeffe d"Arrigo" che s'induf- 
fc a dargli la Corona: azione proccurata con tutto 1tudio dall'Impe- 
radore, acciocchè apparitfc, che fe non la potca avere dal Papa, la 
nce- 


f-) i, Joni lmperiali mandò al Pre/elto Ji Roma, ,d a' Romani, 'loro 
pedirenliø JQ futllra fila 'VeNMta. 



3:'..8 ANN A LID' I TAL I A. 
ricevc\'a a!
en dallc 
ani di chi facea Ja fig
ra, di Legato ApoQoH- 
co. Ma CIO appcna s mtefe aHa Corte Pol1tlficla, refidenre aHora in 
Bencvc?t?, che il P
pa, int

ato un Concilio nel Mete d' Apnle, ("') 
f(omumco etfo Burdmo, anZI IJ depofe, come colla da alcune antlche 
!ßemo,rie: \'enuta poi la llate
 e temendo, l' Augufto Arrigo Paria e 
I .cal
1 
I Ro.ma, fe ne tomo In .Lombard,a . a fc:>ggiornare in 1uoghi 
dl mlglaor ana e freCco. VenfimJlmente Amgo Jl Nero Duca dj ßa- 
viera, della Linea Efienfe dl Germania, dovette in quefte congmn- 
(0) Antichi- rure far la fua Corte ad elro lmperadore. (6) Noi il troviamo non 
,;, Ef1enji folameme in haJia, ma anche nella nobll Terra d' Elte, dovc J
el d) 
Illrl. L '.19. +. d' Ottobre del prefente anno tenne un Placito, ed accordò la fua 
protezione al Monillero di Santa MarÏ:1 delle Carccri coil' imporre la 
pena di due miJa MaDcofi d' oro a i cOl1traveniemi. D31 che flam con- 
doni a conofcere, che anche Ja linea ELlenfe de i Duchi di Baviera 
riteneva almeno la fua parte ocrl dominio d' Efte, e nell' eredità del 
Marcbefc Ano 11. Da1la Cronica del Monillero di Weingart (,), 
flamo avvertiti, che fra la fua Linea, e quella de'Marchefi Ettenfi, 
durò un pezzo difcordia e guerra a cagion di [aJe eredità, Fode il Du- 
ca t\rrigo, prevalcndofi in quefi' anno del buon tempo, mentre 1'101- 
peradore c0Ha fua Armata fi trovav:\ in que lIe pani, fi mife in pof- 
fdfo d' Efie, Come poi fi compnnelrero qucfie 1iti, 10 vcdremo aU' 
anno II H. ) nfellarono nell'anno prefc:l1tc gli Ungheri la Dalmazia, fie- 
Cd) D.ndul. come vogliofi ,di ri
orre.a i 
 enezian! la Citrà di Z
r
. (J) Can una po- 
i>> ehron/co. derofa flotTa dt navl, canca dl cavallena e fantena p.dso a queJla volta Or- 
Tom. XlI. tle/afo Faledn Doge di Venezia. Auaccò banaglta con que' Barbari, ma 
R,I'. It.[". ebbe la difgrazia di lafciarvi 1a vita, Fu riport3to a V enezi
 il di lui ca- 
davcro, ed eleuo Doge in fua vece DOí1lenico A1iche/t, bcnch
 vecchio, 
pieno nondimeno di f piriti guerrieri, di prudenza, e di Religione. D
 
(e) ,.Anti'l.' un Documento, ch'io ho dato alia 1uce (eo), fi raccoglie, chc in que- 
í!A"C. Dif- íli tempi Guarnieri era tuttavia Duca di Spo1e[i, e l\hrchefe di Ca- 
,e:;.At;/j. merino. Da lui 0 da un altro dello fie{fo nome prefc poi quella, chI: 
(f) .Antic/'. oggidì fi appella Marca d' Ancona, la deno
ioazione di A1area di 
Ef1enft P: 1. Gr/amieri, corn:= ho provato altrovC' ef). Appanfce da un altro Oocu- 
( l g \ 1 ..Ant D '

' mcmo (g), che in quefii medefimi tempi era Marchefe di Tofcana 
fA /c. '.J- rr. 1 d II ' J d 
{m_ 1'). Raboáo, meno a que governo a mpe... ore_ 
'At. jfS-- 


F 1\" Volg, 
"N"iCo 1117. 
{a) FA'" 
.,n,v,ntA- 
.us jn eh,.. 


(c) ermmie. 
W,ingArt. 
Tom. 1. 
S'I'iptor. 
BI'uns'llic. 
L.ihiti; _ 


Anno di C R 1ST 0 MCXVI I I. Indizione XI. 
di GEL A S 10 II. Papa I. 
di A R RIG 0 v. Re 13. Imperadore 8. 


, 


(h) PAnJut- 
fill Pi{llnul 
P. 1. T. Ill. 
a,,.. It.li,. 


A Bbiamo da Pandolfo Pifano (h), Scrittore conternporaneo della 
\ïra di P afiJua/e II, che" que 110 PonreticC' neW A urunno dell' anno 
precedcmc era venuto ad Anggni. Q!1ivi per la vecchiaia, e pa Ii 
pÃtimenti fatti cadde inferrno, e ú riduffe a tale, chc: i Medici í I da- 
Y
no 



ANN A LID' I TAL I A.. 1;29 
Y.1!'\O per ifpcJito. Tmtavia fi rimit(: alquanro in forze, di manic:ra ERA Volg. 
chc potè venire a Pale1lrin,\, dove celebro .1 faneo Natale, ed anche ANNt'> 1118. 
r Epif:\nia, e congedò gli Ambafciatori di AleJlio COmlteno Imperadore 
d'Oriemc, il quale fiílì appuilco i fuoi giomi in quell'annv, con avere 
per SuocefTore Giovanni fuo Figliuolo. Ciò fa[[o, coraggiofamenee ven- 
ne it buon Pap,\ can Uf'\ cm'po d' armati aHa volta di Roma, (3 Jibe- 
ratflrUI beati Petri B"z!ilicam, incilutÏI hoftibus Romam ill pcrticum venit . 
Legge il P.\drc Papc:brochio i.., Portica, e fpiega tal parola Íi1 leélica. 
Ma è d;t f.\pere, chc il P ,)rrico di San Pietro conriguo alia Bafilica 
V aticaoa, e fpeere valre m;:-nziol11t\) nelle antiche Storie, volgarmen- t 
te veni,,'
 chi;\mato 1(1 Portict, Però ifl Portica nitro non è ivi, che 
Porticllm, come ha il telto de\\a Biblioteca Ellenfe, di cui mi fon 
fervito io nell' edizion d:::lIe VÜe dl Pandolfo Pifano. Tal timCl'e ar- 
rceò 1.1 vcom,\ del PoO[ehce in que1 luogo a( Prefetto di Roma, e a 
Tolomeo, capi de' fediziotì Rom.mi, che già penfavano a naCcondedi. 
M1 3ßgravat,di I'infcrmità del Pontcfice, mentre (lava preparando Ie 
macchine mllirari per cacciar colla tòrza da San Pietro i nemici., que- 
11:" il condutlè at fine de' fuoi giorni nel dì z. I. di Gennaio, come prtlO- 
va il Padre Pagi (a)" Piil1imo, faggio, ed onimo Ponrefice, che in (a), 
agius 
tempi fommJmeme torbidi fì fcppe regolare con prudenza, carità., e Crillc. Ba- 
rnanluerudine; e menta t culå, fe nella lua prigionia non fece di me- ron. 
gtio" V ero 
., che il C.trdtnat ßuonio (b) non g1i fa perdonare, p
- (b) B,lr01J.. 
chè mai non fi votdlè andurre dipoi a fcomunicare Arrigo V. dopo j
 Annal, 
gli flnplZzi ricevuri d
 lui, con dire, ch' e
1i (I) Vi(UI 
fllanglleJèere J:dclejì"JI. 
& htbeJèere, e chI: per Of,n aVel"e aderitð :l i CaH:!inali, i qua Ii prot:' a Ån.III;t
, 
ferirono cíE\ fcomunica (l.), magnam Jpft:fibi notam inuJlit, fumm
m ve- 
,.0 laudenz jiM pepererrmf Ctmlinales. Qldlo Papa nondimcno non già biaÍt- 
roo, n1:\ lode riponcr:ì di aver casì operato prelfo chiunque riRette- 
,-rà, che in tal m:miera died
 egli a conofcere -h ddicatezza delLt fua 
cofcienz'1. RivocÌJ eg\i la concetIìon delle Inveflirure, perchè era ob- 
bligato a non approvar que! difordine. Per conto poi di Arrigo, niun 
otiacolo Titeneva i Cardinali dölllo fcomunicar1o; ma il buon Pap.1 non 
conobbe daIl' un canto neceíraric le eenfure, e dall' altro gli Ibva da- 
vanti a gli ocelli I' avere cr>1 giuramemo ehiamato Dio in te(limonio 
della fua promeffa di non fulminare contra deII'I mperador b fcomu- 
niea. Secondo il Baronio., non teneva qucl Giuramemo; ma meglio 
ba il credere ad un Papa, eh' eíJ'"o tem'va in quella congiumura. AI- 
rneno poteva eírerci dubbio, e,1 buon Pontefiee volle dcggere la pane 
più ficura, con ofTervar la parnla, e .1 glùramenro f.1tto, e lafciar eor- 
fefC inranro ]a fcomunica de' Cardinali e d' alrri contra d' Arrigo: it ch
 
Cfom. 171. T t era 


(I) par'1.-'e c.aduto in languore e fttlpidezza 
 
(2.) una gran ta(CÏfJ egli ji riportò, i CardimJli, poi flmma lode fi guada- 

IiaYono . 



330 ANN A LID' I TAL I A. 
Ell... VoJ
. era bal1:aF1tc al bifogno. Fu poi portato nel dì fegucnre jl corpo im- 
ANN(>I u8, lulf..maro J' efTo Pafquale II. alIa fc.-poltura nella B.dilica Lateranenfc: 
in un Maufoleo: at che niuno de'Romani feee oppofizione, giacchè 
fi trattava di ammenerlo morro. Tre giorni dopo la morre del )"apa 
fi rdunarono i Velèovi e Cardinali con atquanri Senarori e Confoli 
, II I Romani, per trartare dell' elezion del Succeffore (4). Cadde qudia fo- 

:s :t:71:S - pra la perfona di Gio'lJann: G
et(JnD, già :vtonaco Cafincnfe, pOlCJ3 Car- 
in v,Ja Gt- dmale e Cancelliere della lama. Romana Chiela,. vecchio venerando per 
la/. ll. Par. I'etit, e più per Ie fue Vlrrù,.e per gt'ilhbati coftumi. Abbiamo la 
1. Tom. !1I., fua V ita eleganremenre [erina da Pandolfo Pilano, A urore conrempo- 

tr, llalIC. raneo, ed itlu l!rata da COlhntino Gaetano, .-\ bbate Benedeuino. Prefe 
pofeia. il nome di GtlafiQ ll, 
Ma appena fi fpar[e: fa voce del Papa e1etro, che Cencio Fran- 
gipane, uno de' fazionarj dell' I mperadore, ,con una mana dl masnadie- 
ri, ruppe Ie Porte della Chiefa, prefe. il Pomefice eletto per la gOla, 
c::on pugni e calci il. perco(Jè, e a guifa di un ladrone il traffe aha fila 
ca[a, e quivi I' imprigionò. AU' avvilo di quefta e[<;crabil attenrato fu- 
rono in armi Pietro Prefetto di Roma, Pietro di Leone con altri No- 
bili, e dodiCi Rioni. dc:lIa Città. co i Trasteverini; c Caliti in Campi- 
dC'glio, [pedirono tofto iftanze e minaccie a i Frangipani, perehè ri- 
metteffero in libenà il Papa 0_ Fu c:gli in fimi, rilatèiato, e trionfalmenrc 
condotto al Pdlolzzo del Laterano, quivi con turta pace. comineiò a dar'u- 
dienza alia Nobiltà Romana, che in copia concorre\'a ad onorarlo ._SI an- 
dava inramo divilando dL a[pc:trar.le Q.!tarrro Tempora, neUe quali I' e1et- 
to Ponteficc't ehc lolameme era Diacono, fi potdTe promuoverc al Pres- 
biterato e confecrar Papa: quando eccoti nuova una notte, che l'lm.. 
peradore Arrigo era fegretamenre arrivato con genre armata nel Por.. 

b) F.dclI- rico Ji SolO PIetro (b). Trovaviifi egli CuI Padovano, 0 per dir meglio 
Be1'l('IJtnfa- ne' conrorni del Po verfo Torino, come ha Landolfa da San Paolo; 
?JJ4J In Chr., e uJi[a appena la mone di Papa Pafquale, frettolofamenre fi miCe in 
viaggio coli' e[ereito alIa vo1ta di Roma, e colà all' improvvifo arrivò 
nel Jì 2. di M,lrzo, quando egti avea dianzi fano [apere aRoma, che 
folamenre- per Parqua vole va venirvi. Ora all' avviio di così Impen[ato 
arrivo, fpdveoraro il Papa con tuna la fua Corte, fi ritirò per queUa 
no[[e in una caf.'1 privata, e la feguenre mane imbarcatofi con tUtU i 
fuoi in due galee, pel Tevere ditce[e al M.lre, Ma fi trovò terribi
- 
mente gonfio dro Mare con pioggia e tuoni; 10 fle(fo Tevere era an 
tempdta; però con venne prendere teITa. Ugo Cardi1fa/e d' Alatri col 
benefizlO Jella none prefe il Papa fulle fue fpalle, e mifelo an Calvo 
nel Catlello d" Ardea, perÓocchè già i Tedefchi battcvano Ie rive di 
que! Fiume. E{lendo ritornati conoro la marrina a Porto, giurarono 
i Coniglani del Papa, che il Papa era fuggiro" ed effi perclo fi mi- 
rarono. Fu ricondotto il Ponrcfice in nave, e do po varj pericoli nel 
M.ue tuttavia groffo, arrivò a Terracina ) e di là a Gaeta, Patria 
del meddimo Papa, dove con gran [olennità fi vide accolto. .Colà 
(.oncorfero varj Arcivefcovi, V Clcovi cd Abbari per onorarlo 0 V I [pe- 
dL 



ANN A LID' I TAL I A. '3 3 I 
.èì :mchc }' Imperadore i fuoi Melli per pregarlo di rirornare a Roma, ERA Vo1g. 
a faríì conCecrare, mofinndo gran premura di allillere ad una tal fun- ,.ANNO lu8. 
ziont', -e che qU"'lh tàrebbe la maniera PIÙ facile per nLtabilir}' unio- 
lie. E nnn facendolo, aggi'lnfe m inaccie. Non parve al Caggio Pon- 
tehee fano configlio il fidadi di un Principe, che avea SI lèmoramente 
perduto il nfpetto al Para fun PredecdTore, con CUI anch' egli fu fdtto 
prìgione. E per conto dd nalUlO di Pace (4), fc:cc fapcrgl" che vi (a' Gelar.n 
darebbe volenritri mano 111 :u"go e r
mpo proprio, cioè 10 Milano, EpJt, a,uil 
o in Cremofla pa la Fella dl San Luca. Sceifc ilPomehce qu:'Ue H ,'htitn. 
ð . C . h ' d 1 b d IT: A' r M 
 t1Jf[OU- 
ue pntenu IHa, perc e gl:l I\'enute I ere, e IVO[llllme ue: 10m, 'rltnjem. 
rnl PomchCl.
 'glac-chè 'cgh non fi potea hdar de' Romam, 
el;te ve- 
nale, in que' temri, e tame volte provati da'iuoi PredecdTon c da lui 
fidfo p<r pOC.l fedeli. Fu .egli pofcia ordmato Prete e V dèovone lie 
Quattro Tempora di !v1oirzo, alla qual funzione., oltre ad Llna gran 
cnpia di Prelad e (\' innumen.bil p('poln., imervennero ancor,l Gugþe/- 
mo Duca di Puglia c C'alabn.l, Roherto Principe dl eapua, e Ricca, do 
da11' Aquila Duca di Ga::ta, Pllnclpl, che 111 qudla uccaiione 'gIura- 
rono fedeltà ed omaggio ad e(fo Papa Gel.tfi0, ficcome a Sovrano 
tempora1e de'loro Stati. Ace) cndofi inramo r Imperadore Arrigo) 
cbe non vi refia\'a apparenza dl poter condurre a'ruol voleri it Papa'} 
pafsò ad un eccclTo
 troppo indegno di Principe erdliano, e di chi 
volev.\ e(ferc nominato c crcduto DJfenlore della Chiefa Romana. Cioè 
UnIto con que' poebi 0 molt! N oblli Romani, che Llavano 3nacc"ti 
al Cuo parmo, fece -dichiaraT Papa, voglio -dire An[tpapa MallYizio 
.Burdino (che gJà vedernmo Arci\'efcovo di Braga, e fcornunicaro d<\l 
rnedcfirno Papa Pafquale I I.) die quaJragefim() quarto p,fJ elef1ionem no- 
ßram, dice Papa Ge!afio nella Lettera 1crltta a i V dcovi c Princlpi 
dt:lla Francia. Per confeguente 1a promoz.iof'e dl queUo mofiro dovet- 
te (uccedere circa -il di 9. di Marzo: il che vien confcrmato da Lan- 
dolfo da S. Paolo (
), che la fcrive avvcnuta feptimo lduI il1.lrtii. 
Aggiugne quetlo lito rico , che ^ rrigo fece va!erl: prdro ,j Romöil1l la ]f) I.a
du!- 
rif
 oHa data da Gc:lalio di difcuterc la conrroveríì.-. ,del Papato in ,VII- ;;.ft
;,nlO;le_ 
lano, 0 in Crcmona, e che ellì (Il c/amaverulJt: nflmtjuid hf1no
'em Ro- tl,o,an,c. Jl. 
m
 'Vo/un! ilb transfeyre c,'emon.e? dbfit. Pcrò ii alllrnaronu ad cieg- 10m. v,, 
gl're un -altro Papa. Oltre a CIO (1.) 
lagifler Guarnerius de BÐn,n:a, Rer. llalIC_ 
& p/uru Legis perlti P
pulum Romtmum con'VtnerulJt, per fargil cn::de- 
n:, che Ii potea p,tfldre a quell.!. ticflle6a e!
ZIOi1[', e conlecraZlOlle. 
Qu:Uo è it m
dcíìmo GuarnieJl, dl CUI s' e p.u1..1l0 di fopra all' anno 
1116. Veggafi, che gran fapl:re, e ,he buona cOICie:nza ..lvdTc 'qudto 
T [ z. '
ì 


{I) gridarono: f(Jrft Ji Roma I' on,re 'Vog/ion, ejft trasferire a Crt1Jlfma1 
Nil certamente. 


(1.) !llatflro Gllarnicri Ji Bol'gtJ/J, e mo/ti Doltor; Ji leg{.e anàaTÐno a. ,.i.. 
"'ware it Po
'o Romano. 



332; ANN ^ LID' I TAL I A. 
ERA VO
. sì decantato Refliturore della Giurifprudenza Rom:ma. Prcre l' empio 
AN
:O :..r r.8. cd amblzlolo Burdino il nome di Gresvrio V J I J. e tù conJouo al 
P1hzzo del Larcrano, dove fece d.. Pdpa per ere MelÏ, predlcò al 
Popnlo, ed anchc nel dì 2.. di Giugnu coronò Arrigo nella ßafihca 
V.!.tlcana . 
Da G.leta pa[sò Papa Gdafio a Clpoa. S' era avuto qualche fen- 
tore in Gaeta della promoZioIO dell' AII:lpapa; in Capoa fe n'cbbc la 
(1) z>.o11ulrtl- ccrrezza (a); e però [econdo Pit-tro Dlacono (b), il Papa infieme co 
}'11 PIJanus ' V í . ( ' d ' J . , bl -. ' 1 ' 1 d 
j" VII Gela- I e'COVl'e ,ar lI1a I put> Icamcnte tcomumco mpera ore, e I' OC- 
fii J/, cupatore indegno del13 Scdia di S. Pietro con [Uui j 101'0 complrci. 
(b) Pttrus Ciò dovette fcguirc pi iii'll del fine di 
'1arzo, quando fuffilta, chc 

 h '
!07l' i ßurdino fofT'c proml'Oo CII'C:l il. dì 9. di qud tvaefe. Celebro dlpoi 
<; r01) Ca- - I ' ' c. ' IT: ,.. , I r P í L 1 , 
þ7lCr./U'4' con 10 ennlla magnmca If) e a \. 1[[3 a I
nta <<Iqua'. cue In qud 
tap. 6
. 2nnO cadJe nel dl 14. d' Aprile. E perciocchè S'lOtelt-, che }'Impe- 
radore 3V'eva aOèdiata la Torriccll.l Cattello POl1[lficio, 11 Papa Ordll19 
a Guglielmo DUla di Pugli.1, a J'tobt"rro Pnnclpc di Capoa, e a gli 
altri Buoni dl metter il\(
cmc l' :\1 m,lta per proccdere contra d. A 1'- 
figa. Si tr.lsfcrì dipoi a Monte Calìno, dO'J.(: con fommo onore fo 
ricevuro da que' Mpnaci; e dopn elle - fam:no qUl\'I, vcnnero a no- 
varia i i\1cffi dell' Imperadore, IDa (i..nza tãp,'dì con qll,.1 cornmetlìo- 
ne, nè fe detre 101'0 udicoz.!i. Se lie [otno dip(,j a Cûpon; e uJiro 
chc I' Augullo Arrigo em incamrnmato alia volta di Lomb.lrdia, can 
hfciare il ruo Idola a Ro()!a, d.:rermlnò dl tOl'Oarrcne anch' cgh al!a 
fua rdiJ(ou. In Istti legre(ament
 cr.rrò co i fuoi in Roma, e prelc 

lIoggio in una picciola Chieià, poth emf(\ Ie cdfe di Stefdno Nor- 
nunno, di Pandolfo fuo frarcllo, e dl PIC.:tro Latrone Noblh Roma- 
-ni, dove tTatro dipoi con [U[[i j lu)i pal zlali del Clero e dclla N 0- 
biltà intorno al ri:nc:dio'. Aile iftanz.e di Dfjìde,-io Cardinale fa arri- 
fchio cgh nd dl 2 I. di LuglJo di cantu \-Ied:. nell.. Chlctl dl S.lOta 
PrafT'edc, mohrc d' e(fo Cardinale: rifoluzione, che gli cnfio ben ca- 
ro. Impen')cchè mcntre era d:etro a ce!
brare i divini Ufizj, eccori 
che i Frangipani con un COP!o{() llunlo d' armatl vwgono per istèJr- 
zar queUe ëafe. Loro fi opp<,LÚo j fudJcttt Nobili C(1n Crdcl"nzio 
N ipote del medefimo Par", e G diede prin('iplO ad una ficra barta-- 
gJ.a, offendcndo gli uni, e ditèndendo gli alrri. I manto il Papa sbi- 
gottiro ebbe mamcra di mcnerlì in làlvu: del chc acccrtato Stdano 
Norm:mno, facllmente ir.dufTe i Frangipani a dercr I' Armi, e a riti- 
rarli. Trovoffi il tJapa nella campJgna dl S. Paolo, e quivi raunall i 
f!Joi, pubblicò il fuo pcnfìero di andarlene lungi d.\ Rom., chlamat3 
d;l 1m 1UJOVII Babilonia, non già pa conto dclia Chiefa., ffia perehè 
.ncl temporale turci vi faccano i padl (,'-", nè paE:e nè fl'ddt:t VI Ii po- 
tea trovare; l:v)J1de cgli dice\'a: /0 'l)Ot rei. pitt tf>j'lo, jC mai f
è pojT; -i. 
Ie, avtJye uti [010 lmpfradore, che tami Í11 Roma, De-crcto PCI (.ìllCO \/ i- 
cario fuo in err.. Cluà Pietro Pefto-:;o di Porto, e GovernatOle di Be- 
neVento Ugø Cardinale, chc feppe dipoi ben d,fl'nd
re queJla. Cltt
 
(outra dc' Normannij confermò Prcfcno di Roma PJetro, e dlchJ.lro 
Con" 



ANN A LID' I TAL I A. 3 3 3 
Conf:llon:("re Stefano N ormanno. Q!.lindi congregate alTai n:wi, ed ERA Yo
::. 
irnbarc,\to6 con fei Cardinali, c molt I N ob.li e Chc:rici, fclicl:'me!J[e ANNO 1118. 
oa\ligJ.I'do pervcnne a Pllã, dove con immenCo onon
 cd allcgrc7.z.a. 
acc"ito nel dJ 2.. d, Sl'rrt'mbre fped, varj Privilegj, rapportari da Co- 
fia',rrnp Gaetano, c conleCl'o la Chielå Prima'lialt di qudla Cinà. 
Suo pnnclplo d' Octobrc:. palso Il Pontefic,e a G
no
a, 
(-ve fc.:ce la 
<'oa!ccrazlOnc: dl quclla C1tredrak; e c,ìntmuato II nagg'o per mare, 

b !feo tinalmente al MOOlltcro dl S'd'ir' EgidlO, um kg.! lungi dal 
R,'d,100, 
 palsò aHa Città dl Magalona, e pofcia ad ,-\vigoone, c: 

d "h:e Cinà dc-Ha Franci.t. Nè Ii dee tacere come cofa dl rilievo, 
che GlIallie,'i Arcivefto';)(J di Ravenna, fegu
ndo non I'dempio di :11- 
eunl tUOl Amt'cetIllr! 
ClSmatlCI, ma 11 dovere del [uo mmillero, fece 
jn qudli rl:'mpi nfplc:ndere la fua di\'ozione verfo il vcro Papa Gfh-- 
fio II. e con qudto merito, ch'dTo Ponrdice rim
rrdJi: (otto la Me- 
tropoli di Ravenoa Ie Chlcfe dl Piacenza, P:tl ma, Reggio, Modena, 
c Bologna, a lei wire da PaCquale 11. come colla da lua Bolla, rap- 
prrtara da Gin,lamo Rolli (J!), data Ro,,;
 Pll. Idus ./1ugufli, Indi- 
[liOM Xl. Anno D()7iJil1ic
 InCa711aliDnÙ AleXlX, 0 pure t.:omc ha II 
tclto del Cardinal B ,ronio (6) Kalendis Stp/
mbris Indléiio1te Xl/, Am.D 
MCX1X Comuoque Ga, fpena all' anno prefentt: quell:l Ho\1a, etrcndo 
iVI adoperarn I'anno Pildno, tncominciaro nel dJ l.f. di Milrzo. Ndl' 
anno tt-guenu. 1119. del Mefc d' Agono Gelalio lungi daB' t ffere in 
R,.m.l, nè pur era tra i, vi vi . Fra quegli Eccle6aHici, che tennero il 
rartito dell' I mperadorc Arrigo \" in quelle tUrbolcnze, fi contò an- 
"he Beraldo ,-\bbarc. dell' mfìgnc J\lomltcro di Farfa co' [u,)i Monaci. 
Però nell' anno prefentt: egh otrenne- un mag'1lfico Pri\'ilcgio da eOr, 
.\ugufto, da mt' daro all
 lucc (c) ncll:.& Crol1lca dl Farfd, in cui con
 
tro il doverl:'_fu fonopotio a qud Monillero l' altro :11 pari riguarde- 
vole di S. Vincenzo del V olturno: cola chc non I:'bb
 poi eftèrro 
Veruno. Inranto l'lmperadore .\rngo {e ne tornò in Lorena, dove 
:!Hde con can:zze e minacclc a ricondurre nel (uo paniro que' Po po- 
Ii, chc s' erano a 101 nbcllati. N 011 mal1C:uono in GI:'I manIa ed r 11- 
ghlìrerra perlone, che adenrono all' Antlp.1pa; ma i più di qut:' Re- 
gni) c maa la Francia, e qw.fi tUrra I' halta rennero pl:'r lcß'tumo 
.Papa Gd.dìo. 
StcC'odo gli Srorici Pilant fin ddl' anno 1 C92., (d) eia [bta cretra (d) ugltll. 
jn ArcJvclccVdto la Chlelà d'i P,I:t. Ma forfe "'erchè non ebbe dfttlo /tal. 
ncr, 

' :1Utoïita dl qurglt ArCI\'dt:ovl fopra i V eCc
vari della Corfica: nOI Tern, 111. 
bb 
 l -' 0 , h - , lC) Petrus 
a 1..010 lI'\ Ictl'O taCof1O, C 
 Papa Gelaho II. allorchè fu in PI-. D;llcDnuS 
fa 
 in ricompl:'n[a de' fcn'igi, a 
l!' prdlati c(ll1e lor galee da í Pllani, (e) Chr. CaJÌI
. 
'}H7/1I1S In eadem Urbe A r:b/lp:jcotatltltt infiit:lit, J\ lcuni A nnalj Pilal1l I. 4. e. 641 

Icono, (I) ch' egh PiJilJla
lJ J:-Ct
ejam tam pri'l.'ikg.o qU{lm ore pro/éll (f) .Annales 
In frfel,'op.lttaham Cl/nfil'mlt'l.'tt jUIJ/lrml:l-fcm. -\ It Ii anndIJ d.1 me pubbh- PI/an, aplld 
nIl (g) !'anl:o: Et dedit ArcbiepilclJp:l11t Pifand' Ci-1.-ilali, quia u,''qur !:Inc Ughellillm 
timtum . Epijcopu$ c,lal. 
xcepto Vail/erto. 'I"i 'Ill{lm'L-'is deda1'attlS, 'Jon po- lral. !:,a(r. 
lUll re/1dere, fjil.,fl e(Jdcm I"JßpOf't Juit (Yfatus Plitrì
uha Cn:itilt;S. (a;jfl
 (g) Rrr. Ita- 
ltear. T. Y. 
Hiëru- 


(II' RltlmH 
1iiftor, RIl- 
vmnnt. I, S. 
l b' Bilron. 
in Append. 
Tom XlJ, 
.Am/al. Ere. 


(c) Chrm. 
.Fl1rfn-fè 
P. 11 r, II. 
Rfr. ltll4Ïe. 



334- ANN A LID' J TAL I A. 
F B A VC\'2. Hj
1M, 'tlnn. Ma feconJo gli Ani deW Archivio Pifano åa m
 dati 211a 
A,N'fo.' rJ!B. JUCt: (a),..:-eru colÌi ê, chc Daibe,/, neWannu 10$>+. e nd 1
98. s'm- 
C J a l 
nr' IU' tlL01.l pjJà!ltl! Civ;/afÌJ Arcblep;,èopus. Per conlt 2,ut:nte e da credae 
la " .,.um h U b II C ' ...... , , 
Tom. Ill. ,c: IOnn f ann . ,.lollc 

I2.at,a al grado 
rchlep.tcop411e la Chicfa 
1.Jllanaj ma pcrcwcche I Y deon dt:.lla Corhca non volkro dipOl ri- 
cnnOlccre pl.-r loro \rclvclcovo II 
llano,_ P.ipa Gclaíìo in <1udi' anno 
con Bolla nuova d. maggIore effie.iCIJI contermo que! dlritto alia Chlelå 
di Pllaj e "he CIÒ 10ruí1è: il IUD df.:no, lø vedremo a1\' anno fe- 
\ gUl'"nte. La m",1edena dll
OIdia nel pn:knte (
egllo un'" arrabbiata guerra 
(b 
antful- hit I Popol! ,dl :\111ano c dl Como (b). \i dco\1o Canollco dl Como 
{;,i/u;:;:d. era GU1
O .;n quclh tt'mpi: Landolfo da Carcal10 .Nubile MIJ.\neJe, ed 
Ill! H. ,uno d
 C:m('
'cl, OrJmarj d., quella !"1 etro pQht,ana, per qu,lI1to pre- 
(c latt; ttnde 11 P. 1 att! (c), era gla (taro InveHuo dl quella Chlela da .-\r- 
.Annal. rigo I V. fra I Rt:, t: Ill. tra gl' 1 mpe.rildon. Landolto da S. Paolo 
.elm. agf,1ugne, chc qudit .era anche Hato COlllccraro dal Patriarca d' Aqui- 
lc.a IUO Menopoltrano. 1\1d pCf('he fu Icomunicato da Papa Urbano 1 J. 
non potè ('lHrar .llora In potklI(J dl quella Chlela. Ora da che fu Cn..to 
l' '-\lItipapa Burdino, 
d Arngo V. VUlnC verlo la Lombardia Lan- 
doifo dovettl: alzar la tLita, e tentare il polJcl1o di quel V cJ
ovato. 
!\h nulCi 'iilc gemi del V t:fcc..vo Gurdo, c a' Comatchi di farlo Fri- 
gione: ndla 
udle occafione ven,ne molt? Onone N Ipote del mede- 
1Jn1O Ldndolh', cd ('gl("g'o Laptt.-mo de Mllantfi. Se ne fece gran 
JUmMe 10 MIlano; t: 
()bJiI e plebel, 
el C
)Jl
igl
o ddJa Cmà gri- 
<1av.lOo ad alta vOle vendrrta .cOllua dc ,Comalchl. ::>opraggiumo l' Ar- 
civc:-fco\ 0 Giordano mat,glol IDt'ntc accdc JI tuoco con f
r querela prof 
danni recatl dal popolo di (..omo a 1 bent, e .gll uommi dd luo Ar- 
Ci\ elcovato. Fc:(e di pl"ggio qudto Arclvt:lcovo, che ben dovea dar 
poco ßuatto allt SCI \[[u!'a, pcn:i
cche fattt: 1er
ar I
 pone delle 
Chlc:fe, vi nega\'a J'mgrefII> al Pup
IO dl Milano, Ie non andava call' 
:lrmi a fpargcre il fangue dc' Cum.tldll, c a vt:nJlCdrh delld Jor maJi- 
gnlrà. In Jomma i ;\tJlldnt 1i gndarono ,dl1' aIm., ,e a, b,mdlt:re fplC:gàte 
marClarono conti a ,dl Como " Dledc:ro b"Ud6'1.t prdlo a Momt: B;ì.ra- 
dello al Pop()lo Comafl'o, ch
 .coil,? al.' l
prOvvlto, e Itntendoli in- 
feriorc di fut ze, 13 none Icgut'O[c h tU6g1 al luJd",tto Monte 
 e Ja- 
{ciò ,Jlbcra Ja CII ta al furore de' .vltlolneIJ, 1 <}U lit 'con facchl'gglarla, 
C pOI darla aile fiJ'l1me, sf.)garono la lor col1t:r
, c Ilber.uonv Jl [,1110 
V dClWO L1ndoltò LÏ4&lla pI ig1N1C. M.t J Comalchl gu..tanJo dall' alto 
del \Iome l'eccid!O ddla ....ÁiUI:t, porutl dJlIa dllp
r..lzlone, -t:cco che 
aU'lmprovvilo ,arnvano .addoflò a í nemlci, c: uov.i'\d.oli sbdndati e in- 
tentl folo aHa pred.l, m.")lu ne uccldono, molu fit: f4n pnghtnl, e if 
rcno mettnno 10 fuóa con rltornar_ padroni dc1la -propna l..1[(à. Que- 
fio fano {ervj a .magglormt'nte lOalpnre II poteme populo dl í\JII-Ino, 
il quale .conrinuò d'
oi pc:r PIÙ anm Ja, g
Lfra Contr.. ,dl C(.mo? t,i- 
Jar.. in fua Lt:ga }' I-Iola ed aIm popoh dl qud Lañ() i e glunle In 
fiot' ficcomc vedremo, a .dar I'ul[\mo crollo a -quell'mfellcc Clttà. 
V cd
fi picnamcnte dc:fcntta quc:1ia 6uerra da un !Joeta Comal(;(. con- 
t
m. 



ANN A LID' I TAL I A 33; 
temporaneo (a). In quefii medefimi tempi fi teone in Milano un' a- ERA ol
. 
dunanza. dal fuddetto GIordano (b), e da' V c::tèovi\ Suffraganei, alia ANNO II Ig. 
f . M L fi C ' d ' L b d ' d ' (a) Cuma- 
quale concor ero an cora 1 arcne 1 e ontl r om ar la, per 1- P I I y' 
fcolpare l' Imperador Arrigo, ed amicarlo con que' Prelati. Si fa, che R::. a Ita'tic.' 
molti parv.ero mclinare aHa concordia; ma I' Arcivefcovo con gli a1- ,b' 
a,:dul- 
[ri Prelati foltennero il panito della Chiera't. fenza poi fapedì com- filS ifl Jumor 
' M ' I fi r 11. IT . 
 fc h ' .\ HI or M,- 
prendere't c01!le J. lane 1 cotan
o .()lLenell
ro con,tra J ,-,om:! c 1 I
 diola';.,. 34. 
fuddetto ScitmatJco- Landolfo, nprovato d" fomon PontelÏci. E qUI 
comillcia a tratparire. qualche princlpio ddle fazlOni dc' Gue16 e Gi- 
bellini. I Marchefi" Conti, ed altri Va(faIli delI'Imperio teneV:l.no 
per Ylmperadorc; i PreIati di molte Città col popolo gli erano COI1- 
triul .' 


Anno di CRISTO. MCXIX. Indizione XII" 
di C ^ L L f S Toll. Papa I. 
di. A R RIG 0 V. Re 14. Impc:radore 9. 


L A(ciò rcritto.Corrado Abbate Urfpl:'rgenfe (1'), che Papa Ge!afio (c) .Ab/Jìl
 
If. tenne in queí1:' an no Ull Concilio in Vienna del DcllÏnato, ma l!r(pergmf. 
non parlandonc P'lndolfo Pif:lOo, Ilè altri cor1temporanci Scrinori" il In Chronl,ø. 
Padre Pdgl (d) deduff'e. l'infullìficnz.a di un tal Concilio, buonamf:nte (d) pagiur 
ammdTo dal Baronio, Labbè" Cottanrino Gaetano, ed a\tri. Avca ad Annal. 
blOSl 11 Pontence eletta la Cmà di Rems per celebrarvi il Concilio-;. Baron. 
e trattar ivi ddlïmponante affal
e ddlc Inveftirure; ma Dio non gli 
concede tanto di vita da poter eleguire il fUe pio dilegno. ViÚtò egli 
imanto alcunc: Clttà e ehlelè; vennero in gran numero Prdati ed Am
 
balcLawl1 a venerarlo; e notano gli Scriuori 
 che inrela la di lui po
 
vertà, un'immenfa copia di r
galt e danari, 0 fpomanei 0 comandati, 
da oglll banda concorfe per follevare i di lUi bifo
ni . Orderico Vita- 
le (,) nondimeno fparla per quefio di lUi. SI trasferì il buon Ponte- 
fice, fecondo il Cardmak d' Aragona, a Mompel1ieri, e a Tolofa,.e 
l1ell' Auvergne. Per attell.1to d' altri a Vienna, pofcia a Liane,. e di 
Ià. a Millcone, dove Ii aggiunfe alla gona, di cui egii p,niva, anche 
un prJIlClpio di pleuritide. Era egli Încamminato alla. volta- del cele- 
bre Moni1tero d. Clu.gnì, e pero benchè mfermo fece :tffrettare il 
vi.1ggio, tanto che g'unfe a qud fotþirato facro LU(lgo. Quivi aggra
 
va.toll tempre più il luo male,. rendè I' anima al Creatore ne1 di 2.9. di 
Gt:OOdIO. In qudlo precilo glorno concorrono Ie amorità. de'miglio- 
ri 
torici" ne mtrità fd.e chi il fa mono alcuni giorni prima. Fu 
data Icpolmra nella Chlda lid fuddeno infigne Monifiero a qucfio 
Pomdìce, complamo da tutti, ficcome pertonagglo ano a recar gr,.11 
bene alia Chll.Íã Canolica, fe DIO non l' avdle tolw sì pre fie. Pri- 
ma dl monTe, ch'lamò I:'gh a sè que' pochi Cardmali, che er:mo fe- (f) 7ahl1 
co (f), c vollC' dif
g()
r fuo Succdfore Ol/one yeftð'VO di Palellrina i f:n'
h;:
;', 
ma. . 


(e) {)rdmc. 
Vital. HiP. 
Eultþafl. 
jib. 11. 



,4 


3 3 6 
\ N N A LtD' I TAL I A. 
r. II. Volg. n
:l qudli f
 ne 
CU5Ò con alleg:t
c h propr
a .d;:bolezz
, e. il bircg
. 
AH-NlJ. I1I 9. d
 fpalle mlgllOn per to
ener
 1 Jfflltt.a Chtd:l, e conhgllo plUttotto 
dt fd.r cadere qudb eleztone topra CUldo ÁíCI'l:c(eo,vo dl ViconJ. Fu 
cgli in fatti chiamato a elugni; 0 pc.. dir mcglin l' a\'e,\ 10 netf\) Pa- 
P" GelaCìo in partendo dO! Vienna incaricaro di :mdarlo a trovare co- 
là; ma queUi in cammino intelc la di lui m(Jrtc, e ciò non othntc 
continuo il fuo viaggio hno :tl M011iLtero fuJderto. Era il fudd-::uo 

\rcivercovo GUido (ch,amaw non to CQme lVii/one dail' Urfpergenfe) 
-Figlillolo di Guglielmo 'IéßaarJita Conte dl Eorgogn:t, pareme de gl'l m- 
peradot i, e d
 i Re 
i Francia ed I nghiitc--rra. . Uo.\ ,Iua Sorella per 
nome GUilla fu Moghe dt LTmbertl I I. Conte d. Monenna,. Progeni- 
tore dell.l Re31 Cafa di Savoia; t; dol qlle1l:0 Mdtrimonio nacque Lldo- 
laide maritata con Lodovko il Groj[o Re di Francia. Orderi(:o V ira1e, 
Scrittore del prelènte Secolo, pariando (I'dT'o Lodovico Re, ci affi- 
(a) ortltric. ctJra di q ueao fatto con dire: (.) Hie ÁdrÜÛdcm fi liam JIumberti P,ilS- 
Vil.d. Hifl. 
EccltJÌllfl. cipis lnfermo/Jtium duxit Uxorem. -E .Sugeno A bbate (b) fa ß!l:'nzionc 
:i6, I I, l:oviiis J1delaidis Regir;,e neptis del mentoVato 4-u;civcfco\'o: il chc: fern- 

b) 
lIgtr. pre più c. f.1 inrendere I' alta riputazione, in cui era :mchc allora Ia. 
:
,tl
r/:r nobi,liHìrna Cafa di Sav
la. Raunati d.ul1
ue i fei Cardinali co i Ito- 
- mant, d1e erano venuu accornpagf13.t1ao -11 dcfumo Pontefice, ,concor- 
de mente eleLTero l.lapa il Juddeuo Arci\ cf(:o\,o GUIdo, '1uantunque 
cgli facdre molra re6.ltenza 5t per non crederCì degno <Ii sì 
ccelfa 
Dignità, e si ,per timon:, come ,molti fi figuravano, che una tale 
elezione non focre approvata dal eollegio de' Cardinah efi!ienti in Ra- 
ma. Segul eflã nel di primo di Febbraio, fecondo i conti del Padre 
Pagi. V cnne il novello PonteEce alla volta di Lione, cd Umba!dø 
Arâvefcovo di quella Ciuà acconlenrendo alla faua elcz;one, il rico- 
nobbe cd onorò qual Papa legiwmo. Pafsò dl poi a Vienna, dov
 nd 
giorn& della Domemca di Quinquagefima, ci"e ncl dì 9. di "'
ebbra- 
( ift . io, fu confecrato, Ce vogliêlm ripo(arl:' íui la teilirr.onianza della Stori<<. 
T
) l 1!' ona Vezdiacenfe (c), e P rcl
 il nome di CalJifto 1/. Pero dovrcbbe cflère 
,tZ"t lactn- , P dol e: I - 11 h r ' ,n;' E ;r; 
fis In spiâ- Ccorretto II tdin dl an 10 
JI
no, a ,ore e lCJ"IVI:': ce.1Jtivlt pljCO-. 
"1- Da,htr. patrls diebus XP. e fi ana dJ. fcnvere dleb.us XII. trovandoG non dl 
rad!) il numero II. cambÏ.1to in P. per puca aftenzionc dc' Copifii . 
Ma è da avvertire, che non tardarooo i eardinali dopo l' elezionc a 
fpnhrne I' avvlCo al Llcro Collegia nmallo in Roma, A vendola Pie- 
tro Pefiovo di Porto ViCclrio qui\'i, toilo notificata a gli altri Cardi- 
nali e al elerc e alla N obllrà Romana: [Uui, pCI' opera fpcziatmcn- 
te di Pietro di Leone, il cui Figliuolo PietrQ CardimJle fi [rova\. a in 
Francia, confcntirono cd accettarono per P,'pa iliûddeno Calhfto If. 
Dalla dt 1m V Ita, {eritta doll poco fa mentoVato Pandolfo, Scrmorc 
I fopra gù altri dcgno quì di fede, fiamo al1ìcurati, che quetlo Pon- 

:
 
ii::u: tehce fu foJamente co
le
r.lto 
apa, .allorchè (d
 Nu,ncii rede[m
tS II 
'in viI. Cal- Ronta, viva 'roce a( !ttens tleflloflem lP.fam callomce, J1tr
qllc I.'o/tfi r m:l- 
lifli II. Par. runt. '['une Papa folemnit
r /I. LamÍJt
 to ()..fIie,
fi Epir(op
 & 
liis quam- 
T. Tom. !11. rim im;s in Dei tJ omim ,onjÚtafHS fUll. PcrclO DOD puo a DUO çrl:'dere 
If.er. 
UJlI

 fuíIì.. 



A N 'N A LID' I TAL I A. 337 
fuffifiere }' opinione del Padre Pagi, che it vuole confccràto ne1 dì
. Eu Vclg. 
di Febbraio, Di più tempo fu d' uopo, perchè i MdIì andaíTero e ANNO 1111'_ 
t'ornalTero da Roma coll' approvazione del facro Collegio Romano. 
Leggonfi nel Codice di UIdarico da Bamberga pubblic3to dall' 
Eccardo (II), e prclTo i Padri Martl:'ne e Durand (b), Ie Lem:re ferine (a) Etc
r4. 
da' Cardinali refjdenti in Roma a i CArdinali Oltramontani, nelle quali fior,. R,- 
confer
ano I' eleziQn di Callifio II. tàtca per neceí1irà oitra mon
i.., (1:;' 

o
r::
 
fenza dJilimulare, che que(la 6 dovea fare ex Romal1
 Eccleji.e F,lm ne V,m. 
PreibyteriJ, & Ðit.l,onibuJ, ed anch
 infra Urbem, fì pDjJibilt: Juerit, 'Vel su'ipto r . 
extra in /ocis finitimiJ: Confdrano nondimeno di confermar la fuddetta T()NI. 1. 
ekzione, fjuum ex Romano m,re eleflionmz facere impediamur.. Per Ie 
qu
li parole fi \>ede allora alTai confufo 10 fiata di Roma, tenza chc 
ben s' intenda, come dE Cardmali Romani non a veffcro hberrà di eleg- 
gere un Papa nuovo. Forfe fi dirà perchè Burdino Antipapa, c i fuoi 
par:z.iali I' impedivano. E pur ú v
de, che potcVo1r.O adunarfi per con- 
fermare l' elctto, e in Rorpa comandava il Vicario Pontificio, cioè il 
Vefcovo di Po no , e quivi quietamente foggiornavano tanti Cardinali 
oppofii al medefimo Burdino. In una d'dlè Epifio1e pre1To I' Eccar- 
do è [eritto, che i Cardinali Cuddetti in Roma col Clero e popolo 
5' erano congrl:'gati in KalenåiJ i\.fartii, cd aveano dato iI loro a{fenfo 
per l'efait3ZlOne di Callifto al Pontlficato Romano: il ehe fc è vero, 
lino al Marzo convien di1fcrire la di lui eon[ecru.ioQc in P.\r1. Tras- 
feritofì dipoi il nuovo Pontefice a Tolofa, (eone ivi un Conellio 
PIlI. MUJ Junii, feeond
)chè s' ha da Bernardo di Guidone (,.). Ma (c) BmfAr. 
qucfto nel Codice di UJdarico da Bambcrga fi dice tenuro IT JI, fdUI tl,!l GuiJo. 
1u/ii; e quefto fi conferma per altre memoric. Che fe alcuni 10 mer- nil P
rt. II. 
[ana neU' anno MCXX. quefio avveone, perch
 fi [ervirono dell' an- 
:;:'l:
:ie 
no Pif.'\ßo, comineiaro nel dì z.r. di Marzo dell' anno prefcntl:' V olga- . 
re. Furono ivi ratti alcuni Decreti intorno alia Difciplina della Chie- 
fa. Nd dì 2.0. d' Orrobre celebrò I:'gli un altro più infigne e nume- 
roCo Concilio nella Città di Rems (d) dove imervenncro quindid Ar. (d) I:a./,/t, 
civeCcovi, e più di ducento Vefcovi, nel qUdle fcomunieò, bt:nsì con ConCll,o.r. 
difpiacerc., I'Imperadore Arrigo e il ruo ^ntipapa Burdino. Qyando Tom, X. 
fuilifia il racconto dell' Abbate Urfpergenfe (e), e{fo Arrigo dovea cf. (e) ÁhlJal 

ere tornato in ltalia, giacchè cgli fcrive, che avendo elTo A ugutto f!Yfperzenf. 
u,!tefo, come in un Concilio di Calonia era {tata protferita la fcomu- rn ChrDn. 
mea contra di Jui, e intimatone un altro in Virtz.burg, con f.1ma di 
volerlo deporre, tjfe,'atuJ animo, Ita/i
 faiJ copiis ,um Regina reliElis , 
G
rmtmiciJ ft regionibuJ nimiJ infperatuJ exbibuit. Pa[sò la iua rabbia a 
detoJar'varj paeft con faccheggi cd incendj. Ma fiocc':lrono tante Lct.. 
tere e ml:'ffaggi de'VeCcC'vi e Principi della Germania, che confend 
ad un ConciJio iA Triburia, in cui fu d.uo [efio a rnolti de' correnti 
difordini. II configliarono ancora molti d'inrervcnire al Concilio di 
Rems, per trattar ivi la concordia col Sacerdozio i [e ne trattò era 
lui c i Legati del Papa; ma egli dopo aver promeßo e ripromeß(), 
in fine fotto varj prc:tcfti sfuggì ogni accordo, e delu[c cbiur.que cre- 
Y'om. YJ. V v dea 
. 



3 38 ANN A LID' I TAL" I A. 
FIlA Vo1g. d
a già farra fa pace (.
). Abbiftmo da Falcone Bene"
ntano (h)., che an- 
ANNO 1119. chf' L
ndolfo drciu{(o'1JO di Benevento [cone in qadI' ar1nø un Conci- 


!4,tf:bl>è lio co' V eCcovi IÌJ
I S,Jffr:Jganei, e co I\' ,.,r('rVel1to di akun i Ca r JI1ali 
COlIc/liar. Rom
ni. Continuò IOt111to 1:1 q;ut'rra de' :\.1i}andi conrra d. Cnmo, 
Tom. x. deCcrma daIl' Anonimo Poeta Cpmafco. Dcgn'o t d' olTervazinne il nu- 
(b FAlto mero delle Città, che invlarf)nf) foldatrkhè IN aiuro di Milan", co- 
Bmtvtnr. r. d r. d ., h d 1 b - b 
in Chroniç. nn. lcen n ,1 :t CIO., C e erano ,venute I ere) e h reggcano a Repu - 
(c) Anot'V. bhca. Dice egli dunque dc'Mltanefi (ç): 
mAS Comtn- 
J:s POlm. 
Tom, v. 
Rtr. Ital;" 



 


A-lilfunt ad canf/OJ Lef,ator a.
mina partes 
Duure; C,.emonte, Pap'te itlert ethallt) 
Cum quihus & 'Vt'n;unt lUm B,ixia, Pergama: I
tas. 
Ducere .fuffa [uas limul & Liguria gentes. 
Nee nOli athen;un! Pe,cellæ, eu1lJ Ijuibrls A/illm 
.Et Comitiffa fMum teflanda brachia vatum (cioè la ContdTa di 
Biandrate) ó 
Sp01fte fua tota tum gente Novat;a 'Venit; 
.A(pe,.a cum muftis 'Vt'"it -& {7eYfJ1Ja vocafa: 
Dof/a [uas {ecum dlntÏl Bonrmia Le,':,es (parole chiarameme in- 
dieami già ifiituito in quélla Cmà. 10 Studio delle Leggi 
Romane. ) 
Attu/it inde [uas Ferrar;a ntmpe- jågittaf. 
Mantua cum ";l,idis nim;um þad;o(a lagit/is: 
Pm;t & ip(a limM] fjute Guar4aflå/la' 'Vocflfur. 
Parma fuos e'lIÛles cønáuxit Carfanienfes . 



. 


La Garfagnana, Provinei!} di là da1l' Apennino,. oggidì fuggena 
ana SereniCs. CaCa d' Efie (re pur d.dTa fi parI:! qui come è proba- 
bile) dove va aHora ubbidire a Parma. Ed ccco qU:Ãnte Città coHeg.ue 
coruro la rnifera Città di Como, al cui foccorfo non fi leg
e, che 
alcuno alzaffe un dito. Ciò non ofiante bravamente- fi difuCero in 
queCPanno i Comafchi, ed accoflandofi il verno, obbhgasono tanti 
nemici a ritornarfene alle lor caCe. Abbiamo ancora da gli Annali Pi- 

}. .A,n
lu fan. (J), che nell' anno prerente ebbe principio la guerra tra i Geno- 
".
.a;;r.

_ ve{ì e Pifani. Non poteano digerire i primi I> autorirà eonferita dal 
'i,.r. Papa a gli A rcivefcovi di PiCa (opra i Vefcovi della Corfica, e però 
sfogarono coIl> armi il loro maltalemo. Lo Storieo Genovefe Caffaro 

1 c7Jfa
.
 fcrive (e), che i Genovdi uCciti con fedici galee preCero molti Pifani 
"u
:í. 'T. v
. in Goloecio, e con dTo loro una gran fomma di danaro, 
"'T. ilalie. 


- -- .- 
.. -- 
 ' 
r. - 


Anno 



. 
ANN A LID' I TAL J A. 


33' 


Anno di C R 1ST 0 MCXX. Indizione XII I. 
di C ALL 1ST 0 II. Papa 1. 
òi A R RIG 0 V. Re 15, Imperadore 10. 


C Elebrò il Ponte6ce Calliflo la Feíb del Canto Natale dell' anna EllA Vo1;. 
precedentc: in Autun 
 e di là pofcia tornò al Moniftero di Clu- AIfNG ((2.0. 
gm. Andò pofcia nel Febbraio a Valenza del Dclfinato, e neI Marto 
valicate l' Alpi felicemente arrivò a Santo Ambrofio, Borgo vicino a 
Sufa, dove fu gran concor{o di Popoli Lombardi a vcncrarlo e rico- 
nofccr!o per Para. .{It). Oilcdè pofcia ad popil/olas LombardiLe Civitates, (a) Cllrni". 
in fjUibus 1M. minoti J)ollorificentia recipiebatur. Landolfo da San Paolo (b) 
e 1,.agDn. 
fcrive, cb'rgli vid
 qudto Ponrcfice nel Palazzo di Tonona nella 00- 

r'
/,al- 
menica ddl'.UIivo, cioè tiel di I I. di Aprile. Seco era Glfrdahø Ar- (b) Landul- 
&VuøJcfYVl) .di Milano
 contra -del quale 'c1ro lfiorico portò Ie fue que- Jus junior, 
rele, per eíTerc Uato indebitarnente fpogliato della fUI Chlela. Ma fft, M,dlo- 
Lamberto Fefto'iJÞ d' ania. it mandò in pace con dirgli, che in t
mpo /In. cap. H. 
di verno non {ì calcano 
'uve ncl torchio, e chc effi aveano aHora 
biCogno dell' Ar(;Îve(covo, l1è volcano conrrillarlo nè disgufiarlo. V cn- 
ne il Papa a Piacenz'a. dov,c folennizzò la fama PaCqua, dopo la quale 
per l\lonte ß,<Irdone, cioè per la firada di Pontrernoli s' inviò alia volta 
della Tofcana. Nell' avvicinarft a Lucca, cbbc I'mcomro di tuna II 
mllizia ben in prdine, e del ClcTO c del Popolo di quella Città, che 
con gran fefla e plautò il conduíTero alla Cattedrale e al Palazzo. 00- 
po tre di di Jipofo pa{sò a Pila, anch'ivi con una magOifica proceC-. 
lÌone ;ncomrato da quel Clero e Popolo (c-). Roggtus autem ab ipfis (c) vito Cal- 
Pifanis, & cum magna inflantia pofiulatlls, Majorem Ecclcfiam in ho,
o- lift; 11. 
rem beate J.Uaritt, tota ibidem <.l'uftia concurrenle, dedicavÎt ftlemniter . 
S' è di fopra veduto, che quefta confeerazione viene auribulta a Ge- 
lafio fuo PTedecdfore, e però il Tronei (a) pretende, che quetlo Au- (d) Tronti 
torc, creduto da lui Pandolfo Pifano, s'ingannatre in ifcrivcre cosi. .An1lal. Pi- 
E verameme PJ(:tro Diacono (e) Scrittore di queth tempi s' aceorda fan. I' 
con g1i Annali Plfani in riferir qudlo fatto a Papa Geldiìo II. di modo 

aco::s 
che PIÙ prababile fembra il femimemo de gli Stanci Pitàni. r\ V\ll- CJ,"Dn, CII- 
cinandofi aRoma il Pontefiee, mirabil fu la eommozlOne ed allegrcz- jin nf. llb.4- '" 
za di quel Popolo Cattolico, a ri{erva de gli Scifmatici, che rimafero cap. 64. 
pieni di confulÌone e terrore. La tlc(fo AntJpapct Burdmo, non teoen- 
daft fieuro in quella eittà, fc ne fuggl, e mirol1ì neUa C.uå di Su- 
tri, dove attetè: a fonificarfi, fperando {o,corfo dail' lmpt:radore. Era 

a1lifto I I. informato de1Ìa di 1
1 pJrtenz.a {f), per
io ,a dlfiuura. m 11'- (f\ 1! inoll. 
CIO verfo Roma. Ven
CTo ,
d J.n
ontrarlo lUtU 1 taocmlh del1a Cmà EPlji.'S aputl 
con rami d' uhvo, 0 d altn aJben, con fonore acciamazlOllI e lod. ; Canijifl1n. 
po{Òa i Grcci, i Giudei, il Clero, la N obdtà, e II Popolo dl Roma 
con una 1termm.ua proccffionc:, da CUI fu nel di J. a pure nel dl 9. 
V v z. di 



. 


3...0 A !( N A L I 0' I TAL I A. 
Er.A Vo1g. di Giugno, come vuol Falcone (4), introdot(o in Roma, e condotto 
I\t-;NO 112.0. al Palazz.o del Laterano. Non s' era dà gran tempo vcd1lto emrar P.1pa 


'

t:;
:4- con [:\nto plaufo e giubilo de' Romani. Per qualche tempo (i [rarten- 
nus in Chr. ne egTi in Roma in pacifico nato, dando cortef
 udicnza a ciafcunl) (M). 
tb! l't/rus !\1a abbitògnando di genrc per levari; di doOa I. .-\ntip:Wa vicino, pafsò 

/'JCOn'4Sft dipoi a 
1onte Ca{ìno, dovc dimorò aIle fpelè di que! pingue Mom- 
f.h;', '4

 
8: n,ero per qua6 due Me
. Trasferiffi p
fcia a B
nevento nel dì ot(
 
dt Agofio, accollo con Immenfo tripudlo e magmficen7..a. Fra g1i altn 
gli .'\ m.llfitani, che erano ricchi Mercarami, e tcneano bo[tega in 
mo1tiffime Cirtà, ornarono tune It: piazze di tele e drappi di feta, e 
d'i.1tri preziofi ornamemi, con turìb.-)li d' oro e d' argento callocati di 
fo[(o, ne' quali fi bruciava cannella, e varj altri odori. ) 
Colà vennero a rcndcre i lara oíTcquj al Papa Guglielmo Ouca 
di Puglia, Giordano Principe di Capo;l, ed alui Conti c Baroni di 
(c) P4,nául- qudie comrade (C'), che gli prcfiarono omaggio c fcdeltà contl'(J Offl-- 
(us !,if4n
s IftS homines, come s' ha da Romoaldo Salermtano (d), cd eg1i loro 

ij,r
Ï.ca - diede 1'lnvd1:itura col Gonfalone. Trovandofi poi i contorni'di Ro- 
(d) Romual- ma infefiati da gJi Scifmarici, che fvaligia'Vano I Pellegrini, e facea- 
d,!s Salt
- no altri mali, il Ponre6ce fi traucnnt: pel rdio' den' Anno in qucJ- 
nI
AnUS In Ie pani. Andò anche ana Ciuà di Troia, dove il fuddcao Duca 
c ronll. Guglielmo con grande onore il rict:"ett
, & adddlrotlo fino ana Cat- 
tedrale. La mcm.ione da me t\tta di Gi,rdano II. Principe di Capoa 
nchiede ora, ch'io dica, che nell' anno prefenre a di 
. di GlUgno 
termmò i (uoi giorni Roberto I. Principe di quella Ciaà. M
ntre 
egli era grave men te iofnmo, i Capoani alzarono al Principato Ric- 
(e)Ptrtg,.;n. cardo Ill. di lui Figliuolo (t), e fecondo il rito già inrrodono da i 
.n ,Sl
mmat. Principi dl Benevento, il feeero eonfecrare dal loro Arcivefcoyo. Ma 
prlnCl
und cfTendo qudli fopra"ivuro al Padre folameme due giorni, in quel do- 
LAn,o IIr. minio fuccedetle Giordallo 11. di lui Zio paterno, che andò, iiccomc 
dicemmo, a yifit.1r Papa Gelafio. Sua Moglie fu Gaitelgrim:l Figliuol" 
di Sergio Principe di Sorrento. Mancò eziandio di vita nd dl 4. .:II 
O[[obre di queLl' anno Giordano Arri'Vefcovo dl Milano, e nel dl 17. 
, di N ovembre io Cuo luogo fu cle[ro O/rico, che era PicedominuJ, 0 fiJ 

t) SAXIUj Fisdomino (f), Digni[à principale in qneU" Arcivc:fcovato. Tornarono 
';a:

fu
 anchc nell' an no prefenre i 1\1ilandi all' a/1èdio di Como, e feguirono 
junior. T. Y. varic b.uraglie; ma in fine ftnza frutto furono obblagacï a ripaulanr: 
R.6r. ItalIC. Dl.'po ciò i Comalchi portarono la gu
rr" aclJo(1ò aile Terre: nbelh 
del Lag'" con f.lccheggi ed inccndj. Continuò parimemc: la guerra 
fra i Gtnovefi e PlfaOl. t\ bbiamo d.t Calfaro (g), che i primi fi por- 
tarono a PortD Pdàno con ouant.1 galee, [I cmacinque gatte, ventot[o 
golabi, e quaaro groíTc n.lvi, che portavano tUtte Ie occorrenri. mac- 
chine da guerra, e vcntiduc: mila combattemi tra fami e cav;l}h, fra: 
qUJli (Ì conran'no cinque:: mila uomini d' armi con corazza ed elml 
ben bruniti. Purà incrcdibilc a' nofiri giorni uno sforz.o tale d' una 
fola Cinà, c maí1im1mcme trarrandoG di cavallcria, e quetta condorta 
per m,l.fc. Ma. il 
r.lfporto J' cffi vcriúmilmcncc [u in più volee. Sc 
erc- 


(g) Cillfari 
.Ann.ll. GII- 
T.Jlmf. T. V I. 
R.r. ilAlic. 



. 


ANN A LID' I r A L 1 A. 34 t 
crediamo agli Annali di Pifa (If), nd 1119. die lané1i Sixt; P
rani Ja- Eu V olg. 
ntlenfes '/JiccrMnt. Polèia all' an'1O I t 2. (. Piíàno, fpettante al preiente, ANNO t (1.0. 
a gg iun g ono, che i Genovelì con venudue g..lee vennero all' imboc- 

r. Â'.
 b ': 
' 1 P r I ' I ' d ' II rlJam,' 1- 
catura deU' Arno, menu'c I dpaeonll:crava a cum i\ tan I que a lie",. 
Cattedralc; e .ehe i Pilà.ni gli afTalirono, c mifero m rona, con prcn- 
dere fei loro galee. Non COSI Ja dlfcorre Caft
ro. Til.l (crrore diede 
il poderofo dereno de' Gcnovefi a i Pifaoi, fiami colla loro Armafa 
in terra, che ncl Settembre dell' anno prd
nte prefiarono oftcchlo ad 
un lraHato di pace de lite Co,jice. Circa qudh tcmpi credona akuni 
Storici Siciliani (b), che Ruggieri juniore Conte di Sicilia, glOvane (") Ca,ruf! 
di mirabil ralento, che fra }' altre fue prodezze avea già lentaro di J1
r.:' s
'i 
occupare l' I Cola di Malta, prefe per Moglie Alberia FJgliuola dl AI- 
it ,.Ar. 
fonfo Re di Caniglia. N è fi dee t.acere CIÒ, che lafciò ferino Sicar- , 
do Vefcovo di Cremona (,) fotto quefi'anno, cioè: Fuil in Italia;,,- (c) S
"ml. 
ler CI'emønenfts & Parmen(es cJ.1des bel/ica, 'iua Crl11lol'Jtnjès cum P"r- i,hr.nJ
Jl 
.enfibus ill Parmmfi glarea conflixerullt. E quefta fu la prima guerra, R:':"IIAli
. 
che ebbero i Cremonefi co' Parmigiani. . 


Anno di C R 1ST 0 MCXXI. Indizione XIV. 
di C ALL 1ST 0 II. Papa 3. 
di A R RIG 0 v. Re 16.. Imperadore 11. 


T Rionfale ooi tfoviamo It anfJO prefentc per Papa Calli/It;, PontC- 
lice di m.1ravigliofa attivitå c pruden'l.a. Nè ci volea me no di 
lUI, che aUe piÒ belle doti accoppiava Ut1 gran creditQ per la noblhà . 
detla fua nafcita, per ishrigare la {anta Sede d.1 tu[[i gl' IOconvenicmj, 
onde era turbata. Dopo aver egti fatte Ie convenevuli difpoll1.loni per (d) P,,/1jåul- 
un ga"li.rdo rinforzo di truppe Normanne da nlerfene aIJa- Prlma- fils '.tf anu1 
vera, (J) lornò aRoma, c quivi celebrò la fanta Pafqua. Pofcia rac- :'/pt;
 c,r.J- 
E:olto un patente etercito di Romani con altre milizle aulìliml., 10 cartlin., de. 
fpedì ail' aíTedio di Surri, [otto il comando di Gio'/Janni da CrertJa Car- .A,ragð,nia in 
din ale di S,m Grifogono, ed egli ftdfo poco apprdfc) co
à Ij p')rLo YII. tju/d. 
per dar calore all' impreCa 
 Quivi Ínchiufo era I' AotipapJ. Buuiino, :
:"
a7;1 
adulandoú indatno di o[[ener loccorfi dan' I mperadore, chI:' nmn pen- Rtr. Úlllie.. 
fiero fe ne prendeva. Forte era m..liimamcnte pel {ita la Ciltà, e VI Fill" Bnt: 
fuccedc:rono valj a{[alti, e fartt di guerra. 1\1a in tine i SU[l'ini 0 ilan- 't' t h 1JlIln"SI ;ø 
h ' d ' t ' d b IT" r. ' 1 C ron-'co' 
elL quel 0 glUoeo, 0 gua agn.ltl con . uone prome:ue 
 11 nvo ca- (e) Cllrdi" 
rono ContU dd f
Uo Papa, e nel dì z.;. d' Aprile non fcnzl mIlle ma- dt Ârllgøn: 
kdizioni ed improperj il dicðero in o1.1no all' eterci[o FonrifiClo, che if! ITa. cal- 
pullolo a rDvefcio iopra un CameUo cona coda in mil no " in qJle.l ia. ob Ij/!; 
1. 
brobnofa,forma, non lodaca d:i rurci" fu menato aRoma _ (e) Tunc T;

t:';;;., n. 
prteparato fib; came/Q pro albo, cabal/a., & pi/lJ(a pelle '/Jervecum pro (hla11Jyde "'p. 8. 
Tt,bea, pofitus eft in tm/1.S'Vt,)_ [uper ipjum came/ull1, & in maniblts cjús Filleo B
- 
IN) freno pøftJa eft cauda ipjiuJ (ameli 
 'I'alibu$ t1 go indummJis 01:natus Ùl 

 " vtnr. In 
, '" rllnJClI. 
COtlll- 



342. ANN A LID' I TAL I A. 
E \I. A Volg. C011littlttJ POlltificis prtecedebat, rever/ens aM Urbem cum tanto dedecore 
ANNO 112.1. fjuatenus & ip.fè in .fua confundcretur erubeftmÛa, & aliis exemplum prlC
 
beret, ne jimilia ,lIterius attentarl præfUTII1nt. S:)Oo parole dell' Auror 
della Vita dl queflo Ponrdice, a noi confervata dal Cardinal d' Ara- 
gona: il che vi en confermato da altri Storici. Con <}uefio accompa- 
gnamemo giocofo infìeme e t-ttro , it Pontefice fea i Viva del Popo- 
10, e ptr varj Ard1l trionf.1li a ]ui preparati nel1a via, entrò in Ro- 
ma, e fu con,
otto, al Pal:l2:,zo del Laterano. Difcordano gli Autori 
intorno alia ntoluzlone preta da Papa Calhllo H. per ]a pet'fona di 
Burdlno. Nella Vita fudderta fi legge, ch'egli BNrdi1lum fecIt in .Ar- 
ce Fumonis retrudi, & iI,de aå Afol1Qjicrium Cavew(è /ransferri, ub:; per- 
(a) P,andul- fe'Verans iTJ fua rebc/liøtJc vi/am jinifJi/. Pandolfo (4) folammte fcrive, 
f'tS :iJa
uí che Burdi1.um in Cavm/i Cænubio /rudi prlce,it. Altrettanto ha Fal- 
i
; 
i. a - ,cone Bene\'enrano (b). Alcwni Storici Oltramontani il dicono rlOchiu- 
(b) Fal,. fo non già nd MQ:1ifiero della Cava, ma bensì in cavea, in u,,
 gab- 

em'llent. bill. E )' Anonimo Cafinenfe (c) aggiugnc, che il Papa Burdin"m th 
en) :;ron. Cava extraélum, ill ]anuia cllJiodienium tradidit. Pietro Diacono an- 

afìn::ft;m. ch' egli fcrive, che Burdino fu chiufo nella Rocca di J anula
 che era 
To. ,v. Rer. dd Moniítero Cafincnfe, e pofcia all' Anno 1124. foggingne (d), che 
ItallCar. Onorio I I. i\1aurjc;lIm !læ"tjiarcham de Janula, in qUiZ eum Papa Cal- 

) Petrus /ixtus cxji/itnc1'at, abþ,.ahens, apud Fumo1fem exjilio ,.eltgavit. Non fern.,. 
ch
;

u
_ bra ceno molto probabile, che Papa Callillo fi 6daße di mettere un 
Jintn{.lii. 4, sì pericolofo animate nel Monillcro della. Cava, Moni nero vicino a 
:t. 6S. f.7 86. Sa.lemo" e PCIÒ fuori della fua giurisdizione e ba]ìa. Ha perciò mi- 
ghor aria di vcrità qG:tRto fcrive Pietro Diacono. Tuttavia Pandolfo, 
.che fu Storieo di viUa., dee quì trattener la deciGone; e maffima- 
(e) 
a
Jul- mente veggendofì, che Landolfo iuniore (..), Storieo anch' cgli di 
ItIt.s J141110r qllelti tempi, e Romoaldo Salernitano (n vanno d' aeeordo con lui. 

Ifl l ør. M 6 '. N è alrronde fi dec credere n.lta la men1.ione di Cavill, creduta gabbia, 
.10 an. C.3 . , J. d II C d ' I ' d f. 
(f) Roml4- fc non dal MoO! l1ero e a , ava, ove a r:utta prIma eg 1 ovctte e - 
lI
dul Saler- [ere rinchiuCo. MI è 1:11[0 folpetto, che folTe crcduto bene 10 fpargerc: 
mtanu,s;n una fima voce, che Burdino, feeondo i CanoOl., era flato caceiato in 
Chronic. un l\loni Clero per far penitenza, qu:mdo in f:;ui la fece in una For- 
tezza. Rac.coma il m
de.fimo Pandolfo, che il Papa procelso dipoi i 
Conti di Ceccano ribelli, e gli .a1irinfe a pic-gar la telia; con che (ornò 
un'invidiabll pace in Roma, c: in [uttj i {uoi contorni. 
Per 2tteilato dell' Abbate Urfpergenfe eg) crcbbcro quell' anno 
in Germania Ie follevaziolll de' Popoli, e fpezialm
nte dclla SalTonia, 
contra deJl' Ülperadore .Arrigo fcomunicaro, per opera di Ada/bert, Ar- 
civefcovo di Maannza. dichiarato ruo Legato dalla Sede A poflolica. 
Ne frcmcva Ar;:go; ma per non poter di m::n
 co
ninc
ò ad afeol
are 
configli di pae
. J ntim.aa dunquc Una gr
n, Dleta I
 V J
r'l.burg Circa 
la Fclta di San Mic
le di 'Scltcmbre, quavi fi trarto fenamcnre dclla 
rinun'l.ia delle InvdbcUte., cagionc dl ranti fcandallj e l' Augullo Ar- 
rigo vi conJlfccfe. Rcflava l'imptdimenro delb Scom
nica, e cii? . fu 
rimdfo al fommo Ponte6f:e: al qual fioe rc1tarono dellmau :\mbAlcla- 
ton, 


(!) .Al1bas 
Urfpergenf. 
in Chronic. 


. 



ANN A LID' I TAL I A. 3 -+ 3 
tori, che anda{l'ero a tratrarne in Corte di Roma. .'\11' anno pretènre ERA V olg. 
verifimllmenre arpartiene ciò, che fcrive dipoi iI fuddetro Paodalfo ANNO ltu. 
Pilwo. Cioè feee Gu
/jelmo. Dum di Puglia correr voce del lùu 1\fa- 
trimonio colla Figliuob del fu A1effio I mperador di Coltal1tinopoli: 
il che non fi fa imendere, pe-rchè fe tuffif
ono i Doeumenri allegati 
dal Sum monte (..), '1uefto Principe avea giå per Moglie Gailelgrima (a) Sumo1J-, 
.." 1 d ' S ' P ' ' d . S - fi 'iT' I . t\, I te if/ona J, 

 19 la 1 erg'o nnçlpe , ,orr
nto, e 9u
 .a topraVHJt: a U1: ,<-ue Napoli T. I. 
,he è eerro, Guglidmo fi mlfe 10 vlagglO per quaJche fuo Impor- 
tante affare aUa volta di ColbnrinopoJi, e prima di farlo, raceomandò 
a Papa Callifio la protezion de' fuoi Stati. Rugp,icri iuniore Conte di 
Siciha, in cuore di cui già cominciava a bollire 10 fpirito de' Conqui- 
fiatori, prefe quefta occafione per tenrare d'impadronirfi (non fi fa fotto 
qual pretefio) dclla Calabria t: della Puglia. A(fcdi:lta che ebbe in Cala- 
bria la Rocca di Nieeforo, iI Pontefice gl"inviò Ugo, uno de'più cofpi- 
cui. Cardinali dclla Chief a Romana, per farlo defifi
re da quella violenu. 
Qudli, gitrate Ie parole al vemo, fe ne tornò aRoma. Allora il Papa 
fdegnato fi mo(fe in perfona, pef" trattar di quefta briga, e pafsò in Pu- 
glia. Male per lui, perchè a cagione di una peffima influenza, 0 epi- 
d.emi-a 7' i migliori de" fuoi Cardinali, e fra g1i a1tri il fuddetro Ugo, 
laCciarono la vita in queHe comrade. Lo fldfo Pontefiee anch' egli 
',.' ebbc a perdere la fua per una. fimile infermità, di cui feppe ben 
profitrare il Coote Ruggieri, perchè POTtÒ il P.apa a far quanto eITo 
bramava. 
antunque poi continualTe ancora in quen' an no la guerra 
di Milano CORtra di Como, narrata dal Poeta Comafeo. C"),. pure nil!- (b) po;.. 
na prodezz.
 
 (ente de: Mtlanefi. Solameote fi legge, che i Corna- 
:
';. 
'r. 
fchi facchegglarono vane Terre del MIJane[e, come Varefe, Bjna- Itali,ar. 
go 
 Ved,mo, e Trezzo., 


Anno di C R 1ST 0 MCXXI J. Indizione xv.... 
di C ALL 1ST 0 II. Papa 4. 
di A R RIG 0 v. Re 17. Imperadore 12. 


N EI feliciffimo prerente Anno ebbe final mente fine la troppo Ja- 
grlmevol difeordia fra il Sacerdozio e I' J rnperio per cagion del- 
le Invetliture.. Furono nel precedeme anno fpediti dalla Dicta Ger- 
manica per Ambafciatcri aRoma (,) il Vefcovo di Spira, e I' A b- (c) .Ab
as 
bate di Fulda a fin di difporre quefiö irnportanriffimo affare.. Allora 
rfpergen[. 
Papa C./liflo veggendo ]e cofe in buona difpufizione, in!ìeme 
o i In ;hr;nif; 
[uddetti. inviò in Germania Lamherto Vefco'Uo d' Ollia, Sa.!liJ1Jc Cardi- PiJa::/
inul 
"ale d, Santo Stefano in Mome Celio, e Gregorio Cardinale Diacono V
ta caiii- 
di Santo Angelo, per Legati i\ poftolici a darvi I' ultima mana. Ten- II' 11. 
nefi dunque in V ormazia nell'anno prefeme una numerofiffima Dic- 
ta, dove I' A ugufio Arrigo, femf'ndofi toccato il euore d
 DID, ri- 
RunÚò in fine alIa preten{ion delle Inveftiture 
olla confegna den' A. 
nello 


. 



3-44 ANN A LID' I TAL I A. 
E. A Volg, nello e del Paß:orale, giacchè can tale introdu2.ione s' era intl"Odotto 
A..alO IIU. nella Chidå I' ctècrabii abu{o di vendere i Velcovati e Ie Badie. Cioè 
lafciò Arrigo V. in libatà al Clero e Po polo di cadauna Cinà l' Eo- 
lezione e ConCecrazione de'loro Vefcovi, e a i Monaci quella de'lo- 
ro Abbati, Promife egli ancora di reftituire alia Chie[a RClmana e a 
tutte Ie: altre gli Stati e i Beni, ch' egli per av,'entura, 0 fuC' P
drc 
avdrero uCurparoj e diede una yen Pace a Papa Callifio II. e' alia 
5anra Chiefa Romana, e a chiurlque era flato del Cuo partito. All' 
incontro Papa CaUifio accordò all'Imperadore, che Ie elezioni de' 
V cfcovi ed Abbaci del Regno Teutonico fi facdrero in prcfenz.a dell' 
Imperadore; 0 de' fuoi Meffi, Jiberameme, e fenza Simonia 0 vio- 
lenzaj e natcendo diCcordla, foff'e quefia rimdra al Metropolicano co 
i Vetcovi Provinciali. I' Eletto poi dovea ricevere dall'Imperadorc 
l'lnvefiitura con 10 Sceuro de gli Stati e delle Rcga)je fpc-Hanr; al- 
Ia Cua Chiefa, ecccttuate Ie appartenenti alia ChieCa Romana. Nell' 
- altr
 parti dell' Imperio, conCccrata che foff'e I' Eleno, nel termine 
di rei Me6 egli prenderebbe I' I nvefiirura delle Regalie. N el d ì 8. 
di Settembre tenuta fu quella Dieta in V ormazia, e il Papa nel dì 
z. J. d' efio Mefe fpedì I' approvazione fua j turti (j partirono colmi 
di letiziaj e l'lmperadore fpedì poco apprdro aRoma i {uoi Amba- 
fciatori con regali, per confermare Ia 6ncerità del pentimento, e del- 
la concordia fua. Ed eeco il Co[pinto fine d' una sì lunga e deplo- 
rabil Tragedia: tanto vi volle a fradicare un abufo, che infenfibil- 
mente avea preCo piede nella ChieCa di Dio contro tutti i riti dell' 
Antichicà, ne' quali [empre crano flilte libere Ie Elezioni de' facri Pa- 
fiori, con gravjfiimi fulmini em:mati contra deHa Simonia. E' in ufo 
tuttavia per la Germania I' accordo fuddetto, c appartiene a i Capi- 
tali I' elezione de i loro Vefcovi. Che Ce taluno chieddre, perchè do- 
po tante Catiche, [concerti, e gucrre, per rimettere anche in hali. 
qudta libertà delle Elezioni, già facte dal Clerc e popolo, d' elTa non 
rimanga \'efiigio fra noi: flmctterò io vo\emieri al Padre Tomaffino, 
e ad alrri. eruditi Scr
ttori il dargli rifpolla, volendo io continuare l'in- 
uaprdo viaggio della prefeme Scoria. 
Abbiamo da Falcone Benevemano (.), che ribellat06 -Giordanø 
CQi1ce d' Ariano a Guglielmo Duca di Puglia, qudli non fi Centendo 
cdh alTai fo
e per domarlo, ricorfe a Ruggieri iuniore Conte di Sici- 
lia. Per ottenere aiuto, bi[ogoo comperarlo. J1edietatlm (uam pìJ/er. 
-mitßlliJ! Civitatis & MeJ!alliJ!, & to/ius CalabriiJ! Dux iile eidem CQmiti 
çønceffit, ut ei auxilill11l largiretur. A vendo noi veduco di Ct>r>ra all' .m- 
no 1088. che al Come Ruggieri Ceniorc di lui Padre era ílata inte- 
ramente ceJuca la Calabri. dal Duca Ruggieri FigilUoio di Roberto 
GuiCcardo, e Padre d'dro Guglielmo, non Caprei dire chi di qw:gli 
Autori abbia fallaw. Col Coecodo dunque di gente e dan1fo dacogli 
dal Conte, fece il Duca Guglielmo guerra al Conte d' Ariano. Eb- 
be anche loccorfo da Creftenzio CardinìJ/e, Governacorc di Benevemo, 
laondc colla preCa d' alcune Canella ridutTe il ribelle Giordano a. 'Vc- 
Dlr 


(a) 
.ll. 

,ntV,,,t. 
in c;J,r,n. 



ANN A LID' I TAL 1 A. 3 +5 
nir colla corda al collo a chiedere milcncordi1. Finì per aHora quefi
 Ep. A Vo1g. 
guerr1; illa convenne ripigliarla da lì ad aJcuni M.;G, con varie av- A
NU Il:!.1. 
venture, che io tralafclO. Connnuò, 0 fi accefc di nuovo la gara e 
gucrra tra i PIC
ni e Genovdi. Racconta CaffalO (a), che eíI!'. Ge- 
novefi fecero prigioni ben mille Pi(aOl, e prcCero due loro galee. Ou- 
rando poi tuCï:aVla la guerra fra i 
1jlane
 e Co
aC
hi, r
u{cì a i 
primi di kvar Lugan? dalla fuggez
()ne, 
 1 , fecol
dJ, J quail non Ia- 
tê:iarono pCI' qudlo dl follenere tl d'
mIOJo 101'0 m quel Lago: Ma 
il Sigonio, fondato fopra aim Auton, non ammettc la prefa dl Lu- 
gano. 


Anno di C R 1 S T 0 MCXXI 1 I. Indizione t. 
di C ALL 1 S ToIl. Papa J. 
di ARRIGO V. Re 18. Irnperadore 13. 


(a) Cilff.ri 
.Annal. Ge- 
m.mf.] -I. 
R.rr. Jrt;Jiç. 


- . 
; 


S Econdochè fcriß"e it Sigonio, e fondatameme provarono i Padri 
Cotran, e Pagi, nel dì 18. ovvero 19. di Marzo dell' Anno pre- 
fcme, e non già del precedence, corne penfarono- il Panvinio, e il 
Cardinal Bilronio, fu cdebrato il Primo General Concilio Latenmcn- 
fe (b), coll'intervento di trecento V cCcovi, e di aíTaiflìmi .1.bbati. (b) 
"U) 
P d I - P . r ( ) r' h ' fi r. CDII"Jlor 
an 0 to lI..no ( Icnve, c 
 \'1 urono novecento no\rama lene tra Tom x.' 
V cfcovi cd .1 bbati: numcro, che ccccde la credenza. QUI vi [urono (c) P_nJul- 
tìmi varj Oecreti inrorno alia Difciplina EccIefiafiica; confermaro (tIS !ijil1lu/ 
I' accordo, (eguito fi-a I' /mp
rad.,-c AtTig/) e la Santa Sede i data 0 
'! ,VII. CISI- 
pure ..inovata I' aíToluzion delle Ccnfure iil meddimo Augnlto; ripro- lift, II. 
vate Ie ordinazioni fatte daU' .-\ntipapa BUI-dine, con alui G:noni, 
che fi leggono nella Raccolta de' Concilj. In qudlo Concilio anco- 
fa, per quanto s' ha da Landolfo da San P.wlo (II), che v' era preten- Cd) lRndul- 
te, fi rinovò la lite della precedcnza Ua O/rico ArcivcjCovo di M ila- fu! jU1ÚDr 
110, e G,uÛt;eri Arcìveftovo di RaVenniL Scrive quefto A more, che i :i1,r. .Me- 
due PrèdecelTori d' Olrico, Gro.!Jôlano e Gio7'dano \
bbcro ne' Conci!j 10 ,In. c. 36. 
Romani la lor Sedia alia detha del Comma Pontdice; c però anche 
Olrico con fermczza fo(1:enne il (uo PUnto. V cggtndo, che gli era 
contrafiato il potlo nella prima SdIìonc, non volle comparire nè al 
Concilio, nè al Palazzo del Papa. Sed in qua,la Ft,'ia, dl:m Synodus 
ceJeb,'ala flti!, Olt-icuJ idem Alediolanet!.fts Alchiep
!ê
pus ad tl
xt
ram Apl)- 
flolici Callißi nullo mediante !edit. Per caglOne di qudti ed aitri eCem- 
pH credono gli Scrittori Mdanetì apocrifa la ß.11la di Par
 CkmcOic 
JI. dell' anno 1087. riferita da Girolamo Rolli (l'), in l.ui tiöblllfce 
]a preccdelua dell' Arcivc[covo di Ravenna a que! di l\Jilano. Furona 
nnalmente in e(fo Concilio (f) fane gr:.v'(lime doglianzc da i V tfco- 
"i coml'a de' Monaci, perchè già avcano nccup:tte Ie Chie(e, Ie De- 
cime, Ie ObJazioni, e nd,)((Î j Ve(co\"i quail al folo Pafiorale. Ma 
cbbero un bel dire. 11 Mondo rcliò qual era. COiì in altri tempi al- 

om. Pl. X X tee 


" 


(e) 7tU"ru/ 
Rifle. . Ra- 
':.'Ll1n, 
(f' l'tlrus 
Dia({/1/us 
Chr. Ca{ir. 
Jib. .. 



34 6 ^ N N A LID. I TAL I A. 
E u. .volg. tre que:rc:1e fono inforte contro i Frati Mendicanti; ma un bel dire- 
JhoNe: 112.3. hanno avuto Ve:(covi e Parrochi. Cre:bbero in quefti tempi (0) Ie ru- 

:)c%;
i;;
 b,e:rie,' Ie (e:dizi.oni, 
 
e iniquità in Germania, al contrario delta Cit- 
tà dl Roma, m CUI II valorofo Papa Campo I/. pofe la pace cal 
(f,) Falco mene:ic freno a tutti i pre:porenti. craie, fcrive Falcone (6), lall- 

enC'!lt1fl: ttmlfjue pacis firmamentum infra Romlmam U,.bem temporibuI pr.edi- 
I
 chronlco. él ' 
 ,/1 I .. .J iffi ' d C ' . / / ' , 
I ..apOJ'O ICI au'lJem e compcnmMS, quo nemo l'llw.m, 'lJe .a lei,,"e- 
va arm", fieut cOII/uC'lJCral, ferr, aufru -ep. Aggiugne il med:fi- 
mo Storieo, che in quefi' Anno ancora dfo Pomdìce fi portò a Be- 
nevento, dove aecu1ato Roffredo Arcì'lJcfto'lJo di qudla Ciuà d' a- 
vere Simoniacamente con(eguita qlldla Chida, fi tenne giudi- 
zio per quefto. Ma 
gli co! giuramento fuo, e di due V eCcovi, e 
. . rrc: Pred, li giuftificò, e fece amml!
ir gli accufarori. Ho io pro- 
(c::) .Ant l ,
uj- dotta (c) una Bolla del fudderro Papa in tfivore de" Canonici di Cre- 
.at. lta Ie. d L ' 11 ]17 lIð '. U .. aJ . r. . 
Differt. 61.. mona, ata atet'am . .L'I/(mas JHartl1 n ua panrnente: Icrlt- 
ta Lateranj Jr. Ka/emlas i'l1artü den' Anno prcfcme ne ottcnne- 
fO i Canonici Regolari di San Cefario CuI Modenefe, per cui fu di- 
chiarato, che i Monaci di N onamola niuna giurifdizione QVca- 
no fopra 1a Cone di Vilzo.cara 
 cioè fopra una pane:, 0 fopra 11 
turto del moderno San CeCario nel difiretto di Modena. Si tC,,:r() 
in quefi' anno ancora varj f.1tti di gucrra nd Lago di Lugano tra i 
Cd) ..6rJoIII}- Milanefi e: Comafchi, dderitti dall' Anonimo Poeta di Como (J) :Rau- 
IfIIII Po,ta narono molte navi i Milanefi a Porlczza 101'0 Canclla, e di là paC- 
Cmunf. (arono all' aLTe:dio del CafieJlo di San I\lichele J ma fenza poterfene im- 
TfflJ. r.R,r. d . Ebb d ' L d I 1 . 
bøliear. pa Tomre. era per tra Il}}entO a\'ena, tn:1 per erono c: or naV1 
(c) DantluJ. pre:fc da i nernici. Abbiamo poi dal Dandolo (t'), che circa quel1:i 
in. Chronic. tempi DOTJUnico bJiche/t Doge di Ve:nezia mandò i fuoi Legati a Co- 

'11J.IJx1!' ftaminopoli, per impetrare la Bolla d' oro da Giovanni Comneno Im- 
,r. II If. pcrador de' Greci; ma quell' Augulto, allontanatofi dal rito de' fuoi 
Amccetrori, non 1a volle concedere. N Qcque perciò g\1erra ffa i Grc- 
ci e Ve:neziani. AIle illanzc: poi di B'lldo'Vjn, Rc di Gerufalemme elT"o 
Doge miCe infic:rne un gro(fo fiuolo di dugcnto legni J era ga.lee, bar- 
(f) 
'rnar- chc da trafpono, ed altre nJvi, e pafsò in Oriente (f). Trova[1 prefI"o 
tlus TJ,,- Joppe la flotta di Babilonia, compofia di fettanra galee, e dO' altri Ie- 
!aNrariul gni, la mire in rotra. Di quefia 101'0 vi[[oria fa mcn7..Ïone anche Ful- 
cap. 117. f:J' cherie Carn0tenfe (g), che fì trovava aHora in Tcrra fanta _ Durando 
{

' Fulc/',r. tuttavia la dlfcordia fra i Genove:íì e: Pifani, a cagion de i Vefcovati 
c
rnottl!f deUa Coruca, fuggettati all' Arcivefcovo di Pifa (h), il Pomefice Cal- 
/lilfior.Llb.
. li!to II. a CUI difpiace:a troppo quefta ronura fra due Popoli, cile 

) c;Jf
j _ avrebbono potutO irnpie:gar me:glio Ie )01'0 forze in Oriente contra de 
Jlfj

;'
i
.
. gl'Infedeli, chiamò gli AmbaICiatori di quelli'due Popoli al fopra 
Tom. YI. me:ntovRto Concilio Lateranenfe. N e (egui un gran contradittorio. 
A,r. Italic. Fu rimcllà )a dcciuon dell' :df.lrc a dodici Arcivei'covi e a dodici Ve- 
fcovi, che dlbatterono la pendenza, n11. non vollero profFerir la fen- 
tenz.a. G",
ltieri Arâ'V
(cøvo di Rave:nna d' accordo con l?li alrri, co!1- 
ÍÌL!1io il Pa.p", di levu q udle Chide di [otto all' Arcivc1covo dl Pita. 
Q C1Ò 



ANN A LID' I TAL I A. 3-f7 
Ciò udiro dall' Arcivcfcovo di PiCa, co tanto fi fdegnò, che gittò a' pie- EllA. Volg. 
di del Pontefice la Mitra e I' Anello con dirgli, c
e non [an:bbe più ANNO 112]. 
nè fuo Arciveîcoyo, nè Ve[coyo. Azzø dovrebbe elTere ftato queHo 
Arcive[covo, di cui oltre a quell'anno non parla l'UgheUi (aT. AHora (a) Ughtll. 
il Pllpa con un picde fpinCe via la Matra e l' Anello, e ditTe all' Ar- !'oIl. Sacr, 
civeCcovo: 'Fratel/ø, hai mal falla, e Ie n' avrai a pentire. N el giorno 1n iJ. Jfrchle!. 
fcguente poi nel pieno Conciiio ordinò a Gregorio c.é1rdinal D,iacono PI 
n. 
d i Santo Angelo, che fu poi Papa lnnocen7,O I I. da leggere al De- 
creto, che da Iì innanzi i Ve:fcovi della Corfica ceßaífero d' e{fcre Cot- 
toponi alIa Chiefa Pifana. A tutto quefio fu prdènte 10 fidfo 
affa- 
ro Ifl:orico, il quale conferma la teouta del Concilio Latcranenle nell' 
anno prefenre. Però in vece di calmar la dilTenfionc fra i Genovefi e 
PiCani, quefia Semenza maggiormeme l'accefe. 


. 


Anno di C R Is"f 0 MCXXIV. Indizione I I. 
di 0 NOR 10 II. Papa I. 
di A R RIG 0 V. Re I'. Imperadore 14. 


N ON oltre l'anno prefente menò fua vita Callifio II. Pontcfice 
d'immortal memoria. Scrive Pandolfo Pifano (6), ch' eg\i fece fi (b) pa,
J"I- 
I T ' d ' C ' d ' D B h r ' UI PI anul 
atterrar e: orn I enclo I onna ona, c e erano una lemma in vito J CRl- 
d' iniquità, con ordine di non rifabbricarle mai più. Parla dipoi della Jift; 11. 
fua pia liberalità ver(o Ie: Chiefe di Roma, e mailimameme verCo la 
Bafilaca Vaticana con altre [ue gloriofe azioni. Mcritava ben più lun- 
ga vita un Pomefice di sì rare qualità. Ma Iddio il volle per sè. Ca- 
duto infermo nel MeCe di Dicembre dell' anno prefente, prefi i fanti 
Sacramemi, fra Ie lagrime e i gemiti di tutti gli afianti ce(sò di vi- . 
vere fopra la Terra. Malta fi ftende il Padre Pagi (c), per accertare: (
 PAg"Z' 
iI giorno precifo di fua mone, pretendendo, ch' egh manca{fe di vita 
ar:;
na. 
nel dì I 
. del (udderto Me(e, e fotfe (eppellito nel giorno Cegueme. 
Refia nulladimeno a mio credere tuttavia alquamo dubbiofo queíto 
punto. Pandolfo PaCano, che era allora in Corte di Roma, gh dice 
data fepoltura nella Bafilica Lateranenfe in feftivitate St4rlélæ Lucie. 
E F ",leone Be-nevemano (d), anch' e{fo Aurore di quefii tempi, rac- 
} 'Fa lei 
Conta, ch' egli tcrminò i fuoi giorni dNodecim(} die fl2ntc Menfis De. 
1Ie-r:ent.. 
cembris. Probabilmente egli fcritfe intrante. Comunqu.: lîa, dopo (ctte In Chro1ll'. 
giorni di Sede vacante fu eletto Lamberto Pefcovo d' Olria, naro nel 
terrítorio di ßobgna, e perron.! Letterata, che prelê it nome di Ono- 
rio II. Tuttavia l' elezionc fu:! non pafsò fcnza dliì;ordia e tumulto. 
I Laici principali di Roma erano :l11ora Leone della nobiliOima Cafa ( ) ch . 
de' f'r3ngip.lOi, e Pier LeO'Oe, 0 fi.l Pietro di Leone, cioè Figliuolo 
auri;:::.'. 
da un Leone ricchlOimo Glu,ieo, che' s' era farto Criitiano, come s' ha (f) l1aniu/. 
dalla Cronic.. Mduriniaccnre (,.), da San Bernardo, e da altri. S' ac- ('11 . !,if anus 
cordarono qudli (f) dl trattare amichevolmentc inuc:me con fegreto 
r[;'t
. Ji.O. 
X X Z. pell- - 



F. s. A V C\I
. 
ANtlO 111..
. 


(a) ClITå;". 
de A,.agon;a 
in Y;ta Ho- 
llor;; II, 


i 

 


(b) Abl.al 
Vr!,e'Ktn! 
i,
 C/'ron;c. 


(c) Caffari 
Á1Inal. Ge. 
nue>>j. lib. I. 


(d) Fl4jch. . 
C"rnOltn(. 
lib, ]. 
(
) nand"/. 
in C/'ron;co. 
J om. XlI. 

cr. Ita/;,. 


3 -+8 ANN A L 1 D' r TAL 1 A. 
r en !1cro nondim
no dl dduJere l'n:1 l'-altro nel dare un Succeífore at 
dt..funt,n PIJ'utficc. Fcce ,I Fr,mglp..ne un1 fera avvcnir tutci i Cap- 
p
I,lanJ de' qanhnali, cne nell1 ft.gncnre m:mim porcal1cro it-co iJ Pi- 
Vlale roífo lorto II m:mtello, con intenÚone di tàr dichiarare PJpa il 
fuJderr.o Lamh:"l to O:benle. Ma, non so come, eífcndofi nel giorno 
apprc!!,) 1'lUnari i Vefcovi nella Chiclå di San Pancrazio prcífo al La- 
teran,0,. gùivi refiò e[et
o P..p'" 7êba/do Boccadipecon Cardinale di Santa 
Analta'l
, coJ nome dl Ccle(}i,Jo, cont"entcndovi anche 10 ftdfo Veleavo 
Lamb:.:r(o, e mt;!1ogJi adJf1;fa il Piviale roífo, imonarono il 1t Dt!um. 
Non erano "lIa mctà, de Roberto Frangipaoe, forre Fratel\o di Leo- 
ne, c
n a\cuni f!loi parziali, e con alcuni della Corte proclamarooo 
Papa 11 (uJdetto LtJmherfo refcDvo d' Olba, e il fecero vcdere al Po- 
polo, i1 qu:tle è da crcd<.:re, che anch'elTo l' acclamò. Gran dlfpura 
dovette fucc;:dere, ma in fine prevalendo \a potenza de' Frangipani, e 
cedendo con glorioCa umiltà a i fuoi diritti i1. Cardinale Tebaldo, rcHò 
Papa I' ambiziofo Lambhto, cioè Onorio 1/. Aggiugne poi l' Amore 
delta Vita di quefio Ponteficc, a noi confervara dal Cardinale d' Ara- 
gona (a), che fcorgendo Onorio dubbiofa, e poco canonica I' efalta- 
zione fua, dopo ferte giorni depofe il Pontificato, e con una nuova 
univerf.1.le elezione abilitato e confermato fanò gli antecedenti difetti. 
Sed fJuitJ eletlio ipjius 110110rij minus canotlice proceffirat, pDfl ftpttm dill 
in confþeflu Fratrum fþonte J-litram & l'.falltum refutüvit IJJ(J.1IC depoJuiJ . 
Fratres vero tam EpiJèopi , quam PrcsbJferi & Diacom Cardintlles, vi- 
denttS ip.fius humi/itatem, & pr
(piciclJ/es in poflerum, ne in RomtJ1JtZ1JJ 
EccJeji'l-J/t ali'luam induurent novitatem, quod pt!rperam faff.lm fuerat, in 
Pile/ius. rt!ftJrmarunt; & eumdem llonor;.um den!ID advoca1Jtes ad ejus veßi
 
gia prociderui1t, & tanqu,un Paflori fUD & uni'vet:fali Pap.e conjùetal/1 jibi 
ob
,lientia1fJ e:'(bib!Iet'c. L' Abbate Urfpergenfe (b) Ccrive, che una par- 
te de' Romani defiderå d' avere per Papa Gualtieri Arâ'iJefco'lJo di Ra- 
venna, omni Religionis teflim(J1IÎo fatis commeadß1um. L)lù che mai con- 
tinuò in qudl' anno la gucln fra i Genoveíì e Pifani. Secondo la te- 
(Hmonianza di Caffaro (c), venivano dalla Sudegna venridue navi ca.- 
riche di molro avert', feorrate da no\'e galee Pilåne. eontra d'dre a 
"ele gonfie navigarono [ette galee Genoveú, alia vifta delle quali in- 
timoriti i Pifani, fi rifugiarono nd Porro di Vado, e abbandooarono 
eífe n.wi. I Genovefi con grande aIJegreZ7a conduífero a Gen..ova que' 
legni col loro valfentc. Per atrefiaro di Fulcberio C:unotenle Cd), e 
del Dandolo (
), fì fegnaJarono in quell' aono an cora in Oriente I'sr- 
mi de' VenC'ziani, comandate da Domenico frliche/e loro Doge. Cioè 
con gli altri Crociati formarono I' a(fedio della ricchiffima e riguarde- 
vol Cia:' di Tiro, e tanto la fhinfero e bauagliarono, che m fi_oe 
que' Cirradini Turchi e Saraceni furono co/1rerri a capitolar la re/a. 
Due parti d' elT:! Città toccarOf1o a Baldovin9 Re di Gerufalemme, 
Itrti 1 hereditario j/lre Peneticis tom in Urbt, 'lu
Jm in Portu: fono pa- 
role d' eífo Fclcherio. Scrivc il Dandolo, chc fu conveouto con qud 
Re, MI in onmi C ivitatc" (Jlu
", 'aperenl, Pmet; Mna11l rugam (yocabolo 
Flan- 



ANN A LID' I TAL I A. 349 
Franzcfe ]atini7.Zlto, fi
nific:mte contrada) francam haheant, Eccle(ì:Jm, E.. It. Volg. 
B/JlneI4í1l, Clibanum, AJen/ùrtls etiam bl"di., 'Vini, & olei: qtl.e ømJJia li- ANNO H14. 
vera Jint, fi:ut propria RegiJ. Et in/uper annuatil11 eeG. Byfantia in H
 
Jlo .dpo lolorum Petri & P.I'Ûi de fim.1t1 'Fyri habere dcbent. Moho più 
(crive B_rnardo Tdoriere (a) con dire, che tì doveano pagarc ogni (a) Bern4rtl. 
aono quatuor millia Byzantiorum S!lracenorltm a i Veneziam, e che pren- XheJizurilr. 
dendo t\fcalona e TI,ro, tert
am p

tern. cum filis pe
/i'Jentiis regaliter & ';!,;,. 1;1
: 
JiIYere obtinebunt. Tall conqUlO:e mlrabllmentt fervlrono alia mercatura li.ør. ludic. 
e ad a1rri vamaggi de' Venezlani. Inrefofì dlpoi, chc I'lmperador di 
Cofiantinopoli era dletro a recar danno aile Terre d' effi Veneziani, 
venne ]a lor Aotra a Rodi e negandole quel popola rinfrefchi di viveri, 
prefero quella Città, e Ie diedero il facco con afponarne di molte ric- 
chezze. PoCcia (e ne andò quella Aotta a Scio, e impadronitalene qui.. 
vi pafsò ìl verno. Seguitando intamo ]a guerra fra i MilaneG e Co- 
malchi, (b) l' anno prefeme ancora vide molti fatti d' armi, favore- 
voli ora all' una, ora aii' altra parte. A{fediarono i Comafchi l' l(ola loro 
nemica, ma non poterono ridurla alIa loro ubbidienza. I mprefcro po- 
(cia i MilaneG l' 
(fedio di Como, ma cotal bravura ritrovarono in 
quel popolo, che 101'0 con venne tornar[cnc a calå colle bandiere nel 
facco . 


. 


Anno di C R 1ST 0 MCXXV. Indizione I I I. 
di 0 NOR 10 II. Papa 2.. 
di LOTTARIO III. Re di German. e d' Italia I. 


. 


(b) Jlno"1- 
mil'! Poet" 
ComenJÙ 
To",. V. 
Rer. 11111;(. 


F " U l' Anno prefenrc I' ultimo de]]a vira di ./Inigo fra i Re 1'<3iI1IO, 
, e ß<..uarto fra gl'lmperadnri (ç): Concordano In queUo Farro trop- (c).. AHA
 
pi Storici: laondc nQn è \h aCcoltare chi pula di (ua mane 0 nel l!r[Ph!e,.
r. 
prec
dente, 0 nel fuf1eguenre Anno. Accadde quefta nel dì z. J. 0 In gtt:o;;1
' 
pure nel z.z.. del Mefe di Maçgio, fenza ch' egli lafci2tre prole dl sè. fingenþs i,1 
Trattoffi duoquc ndh Dicta de' Principi dell' elezion del Succeßore, Chron. 
e fra i candidati fi coma vano (d) Lot/aria Duca di Sa{T"onia, Federigo RobertHs ie 
DUCtl di Suevia, Leopoldo l\4&rchcft d' Aulhia, e Cczr!o Conte di Fian- ::tt e , CJf 
dr:!.. ConcorÎero i voti della maggior parte in Lotta-ria Ill. fra i Re (d) Otto 
d' halia, e roi Secondo fra gl' (mpcradori, il qua Ie contro J"ua voglia F,rifinlt:nfh 
c:letto nel d1 p. d' Agofio, fu coronato Re di Germani
 nel di J 3. lib, 7.;. h Iì . 
òi Se[(embre. Erano paffi\te fra qudto Principe e I' ultimo Arrigo in 
%r;
t. 
Augutlo moire dlífenfioni e gucrre, per Ie quali Lorrario, uomo r er c. 
altro valorofiffimo, era !lara una volta alTai umiliato, e però cQnfcr
 
"aWl eg1i un mal talemo contra tutti j di ]ui P:nemi. Ta]i erano fra 
gli ahri il Cuddetto Federigo Duca di Suevia, e Conad" fuo fratello, 
che )' Ur(pergenfe chi:1ma Duca di Franconia, perchè Figliuoli di 
l\gnc(e SorcIl", del fuddetro.Arrigo V. ed eredl del medeGmo Augu'. 
fio. .\vea 10 fie{fo Ft:derigo condom: iè<:o alla- Dicta circa trcota mi,.. 
g)ia
 


, 



, 


. 


3)0 ANN A LID' I TAL I A. 
E!lA. V ot
. gliaia di 
ombatrenti, fperando 0 col terrore, 0 col favore di poter 
ANNO I US. conleguir la Comn:t. EIClufo rivolfe I' armi contra del nuovo Re' 
rna rcr inrerpoÍ11.lOne de'Ve(covi 6. quietò per a11ora; e gli fecc poi 
PIÙ gucrra nt:' (egm:nti anni per mezzo an cora del fuJdetto Corrado 
fuo FrateJlo
 dopo aV,erlo coll' aiuto di alcuni Prin.cipi fuoi p,u"zlali 
creato Re dl Germama, ficcome vedrcmo andando Innaozi. Not'l so 
io dl1 o e, fe in que fio, 0 pure nel fegu.:nte anno, come vuole il Si. 
gnor S",ffi, deflè: fine a' [uoi giorni O/rico .drci'lJ
ftø'lJo di Milaflo. Ben 
(a) r..."tlul- so, che a lui (ucccdette Anflímo áa Pufl
r/a (a). Ii. perciocchè f'ltre 
Jus junÎDr ad uno Strumemo reca
o d.d PuriG:d
i, (b1, da cui apparifec:, oht" que- 
Hift. Med. fio Anfelmo anche nell anno II z. J. s mmolava .drcl'lJ
fto'lJO ii MiltJlI', 
(b
' J

ml s' ha 1a mcdefima notizia chiaramente G:onfermata. claW Anonimo con- 
Mønumlnl. temporaneo Poeta dclla guerra cli Como (c): come cio poflà effere, 
:aaillic. l' hanno cercato eruditi Scrittori. Continuo io a credere, fiecome con- 
t)"';fi an . ghietturai nella Prefazione al [uddeno Anonimo Poeta, chc: vivente 
:'/M c:


 II fuJdetto Olrico, prima dell'anno I IZ.J. [oiTe eletto [uo Coajiutore 
fil in Ptltm. il mc:ddimo AnLe!mo, e che in quelh tempi colla CoadlUtOlia an. 
Tom. Y.. d",iTe unito anchc.il ritolo dl ArclvetCovo: del che ho recaro un altro 
l{er. lltd". ctempio 
I qudl,o Seeolo nell
 Chiefa MiJane(c. ElTcndo poi man. 
cato di vita 01nco 0 nel preleme, 0 nel ((:guente anno, aHara An. 
fclmo rdlò Lolo, ed attuale ^ reive(covo di Mi1a11O. 
Non pochi [ani di gucrra fueeederono ancora in queLl' an no fra 
i Milanefi e Coma[chi con varietà di fonuna. Tornarono i primi all' 
aiTedio di Como, ma ne furono vaJorofameme refpinri. Varie bana. 
glie ancora fi fecero nel Lago Lario, 0 fia di Como, e fcnza mai 
perderfi d' animo tenncfO forte j ,Co
a(chi contro Ja potenza dc' ne. 
mici. Ma el1èndo paiTato a mlghor vita Guido loro V efcovo, com in. 
ciarono da 11 innanzi ad andare i 10ro affari di male in pcggio. Tor- 
(d) D.n
,d. nò nell' anno preleme a Venezia (d) la vlnoriofa Rona del Doge di 
in ChrÐlJlC'. Venezia Domenico AJicheJe. Prima nondimeno dTendo feguita rottura 

om. -;I
.. coll'lmperador di Coítaminopoh Giovanni Comneno, gli fecero guerra 
e
;'a::' IC. co1 prcndere e dare a facco 1
 I
ole di Samo, MUilene, & Andro. 
i" C/,ronÎc. Venuti parimemc in Dalmazla ncuperarono dalle mani de gli Un- 
T,m. Yllo. ghen Ie Cirtà di Spalarro e di Traù. Cacciarono anchc dalla mariti- 
Air. Ilalic. ma Terra di Belg,aJo, diverfa da qudla, che Lta al Danubio, gli 
Ungheri; e qumdi rieevuti con grande onore dal Popolo di Zara, 
dove fi f.ce la ddtribuzlOn della preda, feliecmente c can trionfo fi 
reftltuirono alla lieta lor Patria. 1\1 dla ftate dell' aono prel
nte i Ge. 
novefi con dieci galee (corlèro il m
re ,1i 
orfica .e Sardeg
a fi,no a 
(e) Cllffari Porto Pifano (e), con prendcr mo1n Pllanl, merel, c legm de me- 
Jfn"al. G,- defirni. Trovata aocora una lor Cocca, che ponava qu",nrocemo uo. 
IIuenf. I. I. mmi e un riceo carico, la perfeguitarooo per quam'o giorni. Per 
'-"'11. Y 1.' ' 1 I ' l i t d " fi 
RIT.IIIII;c. fortlloa dl mare fu d uopo aaClar a; ,ma. que I a an 0, pOI a romp
r 1 
all'imboccatura dell' Arno. Prdero dlpOi e facchcgg,arono PlOmbmo 
nel Mt:fe di Seucmbre, conJuccndo pngioni a Genova tUlti quegli 
abitami grand I , e piccioli. 


Anno 



.A N N A LID" I TAL r A. 


3JI 


Anno di C tll S T 0 MCXXVI. Indizione IV. 
di 0 NOR I 0 H. Papa 3. 
di LOT TAR I 0 Ill. Re di Germ. e d' Ital. 1. 


U N infigne accr
fcimento di paterna fi f
ce in quem tempi per EJI A Vol". 
aueflato di Dodechino (a) alia Linea Germanica de gli Efienfi ANNO I n.
. 
Duchi di Bavier.a. Cioè in qudl:o, 0 pure nell
 anno precedente, man- (a) I}Dáe
';' 
cò di vita .Arrigo iJ N-ero Duca di Baviera,. il quale s'era rit.irato nel nUJ ", C r. 
Moniltero di Weingart, (b
 con lafciare gli Stati ad .Arrigo fr. e (b) ,Chronic. 
Gmlfo -p'J. fuoi Fig1iuoli. Reftarono di lui ancora .Corrado, che (pret- Mo.rwfter. 
:Uto il Mondo, marì poi in concerto di famità, 'C q UQura- !Figliuole: Wetngllrt. 
fra Ie quali Giuditta, marirata con Federigo Duca di Suevi3, fu ma- 
dre del famofo I mperadore Fcderico f. fopranominato BarbaroOà Ora 
il fuddctto Arrigo 1 V. .chc poi veDn.e da akuni moderni S.c.r.ittori ap- 
pcllato il Superbo, per diftinguerlo da gli altri di quefto nome, fu 
confiderato dal Re Lottario pc--r quel Principe, che mcritaíTe più de- 
gli altri Ia conh.denza eJ aroore Cuo, .flame la fu:! potenza, e infieme 
l' antiCi nemiftà, che paíTava tra Ja Cafa de' Guelfi, il cui fangue e 
la cui eredità era pa{fata in Iui, e la Cafa Ghibellina, da cui difce- 
fero i tre ultimi Arrighi Irnperadori, con lafciar eredi anche delle lor 

are i due Fratelli Federico Duca di Suevia e Corrado. Perciò Lat- 
uuio, a fine.di maggiormente accrefccre fa po{fanza di l\rrigo IV. Du- 
g di Bavier
, g1i confe.rì in queft' anno ancbe il Ducaro dclla Sa{fo- 
nia 
 con chc egli porea. p:lngonarfi a i Re, fe non nel rirolo, cerra- 
meme nell"ampiezz.u del dom:nio, perchè allora i nobilil1imi Ducari 
della Baviera e SaíTonia erano di rnaggior eftenfione, che oggidì. Un 
altro riflcíTo ebbe in ciò il Re Lottario, perchè già meditava di dare 
in Moghe ad e{fo Arrigo I' unica fua Figliuola Geltruda. Anzi non 
manca.no Scrirrori (t"), che credono conremporanee tali N ozze ce1e- (c) He/mol- 
brace nell' anno [uíTeguente coll' I nveftirura del Ducato della SaíTonia; åUJ Ch!'on. 
e forle qudlo può iembrar più prob3bile. L' anno prefenre verifi- Slav, IlL,. I. 
milmente qud fu, in cui Anft/mo da Pufterla novello ArcivefcO\'o di fa!. H. 
Milano, Contro la volonti del fuo Clcro e Popolo fi portò aRoma ,. 
per trattare del PaHto, che il Papa ricufava d'inviargli a Milano Cd) _ Cd) !-a
,{l,l- 
A quefta fua rifolu7:ione fi opponevano i Milanefi, pretcndl ndo una fU
r!umor 
novità pregiudiz!ale alla Dignità del loro Arcivefco\'o) il dO\'er 3n- Z:j;
', ,.
8
 
dare a prendere In Rorna quel Pallin, che i prect:de-mi PO!1t(:'fici per 
Ji loro Legati aveano inviato in addietro a Milallo, Colà i
iunto ,
n- 
f-elmo ebbe un bell' allegare Privilegj e confuerudini hworevolr ;t1 fuo 
dirirto. P.lra Onorio l/. neue faldo in vnlere, che riceve(f(" il P.lllio 
o d.1He fu
 mani, 0 fil\l' AJr:ue di S Pierro. Anfelmn, chieO:o 
r('re 
a Robaldo VefcD'DD d' A
ba, che iJ diffu<tf.: (hI fotrnporfi a qucO:n ag- 
guvio e dlláedtto, fe ae tornò fenza P-allio.a Mi1.mo. 1\1a nl)n fu 
am mef- 



3 p. ANN ^ LID' I T ^ L I ^. 
Fu Vol!:. ammcffo net Palazzo Archiepifcopale, fe non dopa avere Ubcrto da 
ANNOII17. Mangnano Cuo Cancelliere, e il Velcovo d' '\Iba g:ur
to, ch'e. :1 non 
avca confemito a prcgiudizio alcullo Jclla Chicfa MJI,mefe. I r') 0 quell' 
(a) Cliff a,.; anno ancora, per .mdraw di Caff"",ro (a), i Gen'wcfi colla lor l'lona 
:;:1.'J.

- a
rivarono al.la h?c
a. d.' Arno,' ,Sbuc?ti furono ölllc mam colla r,nte-. 
na e c
vallena de 
Ifam. Pallatt pofc'a, a 
.
do, d:fir.ulTero quafi tuno 
que! Cafiello, e dl Dunvo per butagha 5 ImpadroOlrnno del Caftello 
di PiotUbino, ch
 già fi cominciava ,a rifj,bbricare. Corutifi llpol in 
Cor fica , pr, Cero II Cafiello dl S:m GIOvanni coo far priglrlOl trecento 
(b) .Ano_y- Pilàni. Par
m7m
 i
 quelt' aono (..) tornò I" eferciro de'MiJJudì con- 
",us Pott4 tra dc:l1a Cl[t;i dl Como con bloccarla cd oecupar Ie eo line d'in- 
commfis tomo, e la Valle dl San Manino. Erano co i .'\iilan
lì anchc i Lo- 
Tom Y d '" C r. h ' 11 " d ' I ' fi d 

t".. J,t
li,. Iglam.c rema.c I, co al
to e '.Iu.. I ., ren ereno padroni dell. 
Valle dl Lugano. Sempre plU perclo peggloravano gli aJf.ui del po- 
polo Comafco. 


Anno di C R 1ST 0 MCXXVII. IndizÎonc: v. 
di 0 NOR loll. Papa 4. 
di LOTTA RIO III. Rc di Germania e d'ltalia 3. 


D Iede 
ne in quell-' Anno alIa' Cua vita in Salerno, Capitale allora 
(c) FAt" de i Duchl di Puglia, oel di .w. di Luglio (,,) Guglidmo 1)fI(. 
::nt
h


ic. di Puglia, compiuro di poco l' anno rrenrdìmlJ di fUl vita. Non ave- 
\'a cgli ricavata prole alcuna da fua Moghe, FlghuoJa del Principe 
di Capua, la q-uale vinra dal dolare, tagliatifi i íuoi bei capcgli, fra 
Ie lagrirne e gh urlr ::ndò a gittarli Copra il petto del defumo Con- 
fone. Concorfc ancor:1 (Uno 11 popolo di S,llerno a deplorar la mone 
di qucfio buon Principe, il cui c
davero con Reale magnificenza fll 
(eppellito in quella Metropolatan:i. :\ ppena arri\'ò qudta nUOVa 3 Rug- 
EÎ{'rj C()ilte di Sicilia, che oon perJè t:-mr o a pa(far con tètre Galee 
prdro a Sak-rno, e di là fi lludiò d'mdurre que! popoJo a prender- 
10 per lara Signore, allcgando I", Urena parentela, e Ja prometfa f"'t- 
tagli dallo llctJò Duca Guglielmo d
 dichl3rar,Io fuo Erde in rnan- 
clnza dl Figliuoli. Hanno anche fentro aleum, che: veramenre Gu- 
glielmo col luo tc:fiamcnro gli mantc:nne I" parola; ma di ciò non 
rcLta alcun buon fondamcnro. Se creder vogliama a Falcone Beneven- 
tana, per died giorni fi ferJ110 i1 Cante Ruggieri In nave, cercan- 
do pur di trørre aile (ue voghe i Sakrniranl, che rTOVÒ molto aliem 
dal Jarfi a lui, forle perdu: ripm3 v ano Ercde più leglltimo e proOì- 
mo ao inrdlaro ßO,Jrllondo II. Principe d' Antiochia, Nlpore dl Ro- 
berto Gwfcardo, 0 pure per altri motivi. Ma fin.dmeme chiamau a 
parlamenro que' Ciuadini col loro Arcivcfcovo Romoaldo, dlverfo dal- 
10 Stonco, con sì belle parole e promeífc dl buon tr:ut:imenro loro 
parlò, chc fano dipoi gcncralc Configlio, l' aCCCU:1rono per loro Si- 
gno- 



ANN A LID' I TAL 't A. 3 5' 3 
'
10rc. AldT.mJro, chiamato da altri Abb3te Cdefino, ma che fer.- 

3 dnbbio {ì d
e appellar Telefino, p
rchè Abbate di Tclera, Scrit- 
tore di queLli tempi., :zggiugnc un:> rar
icobrid:, c!oè (Ii) che: S:l- 
lernitani parlando con Sarolo, 0 {ì.\ Saw to, Me1To del Cont,/:, efa- 
gr.-arono gli aggravj lor f:1Cti d
l Duea Guglielmo, e d;.\' fuoi Ante- 
cdTori, e che temendo ahrettanro dal Coote Ruggieri, non gli ti 
\'oleano 1òtromcw:re. E perchè Sarolo rifpofe loro con qualche vil- 
I:mi:1, (e gli av\"entarono addo([o, c il privarono di vita. NOll o(b.n- 
te sì gra\'l
 oítèfa fierce fermo il Conce,.e dilIimuJando it fuo fdegno, 
fegUltò a mmarc:, finchè imk'lè: que! popala a rict:verlo per Pri:1ci- 
pe, a conJiziol1 n:mdimeno ch
 refi:a(fe m lor O13no la gU:lrd;a deU.
 
Torre l113ggiore., 0 fia deIla Rocca. Ruggieri, uom,o, che ben f.tpt
- 
VtI il I
o 
onto, accordò 101'0 tutto, purchè fi mcue([e in po(fdT(' J: 
Salerno. ,-\lrrcHan'to fccc con RaiflDlfo Conte di Alife, a -cui COLlce- 
J<:ttc eforbiranti dimande, per a'lerlo dal1a tùa nella già incominciat:t 
conqui{la de-lla Pllgha. L' efc01pio di Salerno fi tirò dietre g!i Amal- 
fitani, che nel darlì al Come Ruggieri, ottconero anch'dlì di ntc- 
Dere in tor potere Ie fonez.z.
 di quelIa eittà. Aggiugne Falcone, 
che il Come Ruggieri nèuíTc dipoi alia fua ubbidllflZ1 :ilnche Ie Cit- 
tà di Troia e di Me!fi, cd altre parti della Puglia, e 1è gli iugger- 
tarono alcuni Eurmi di que lIe contrade. MJ. giunto a Roma I' <:vvlfu 
di quefii progrel1ì del Conte Ruggieri, (e ne alterò fone P.lpa OJ/o- 
rio II. can (Ueta la fua Corte, tra perchè dovea pretenJerc: dc\'oJulO 
j} Ftudo della Pugli.l alia (anta Sede., e perdu: non gli dovca piacerc 
I'ingrandimenro d' -un Principe Signore dclla Sicilia, il qual:: fe di- 
vcniva Padrone aoche dcHa Puglia e Calabria, avrebbe potuto doll' I. 
Icgge aRoma a:I1..... Pcrò cominciò a far praticbe per impt
irc gli 
avanzamenri del Come Ruggieri. 
p .1f
ò elTo Papa :A [.11 flne a Benevenco, indi alia Cirri di Tro- 
ia, che g1i prd!ò ubbidienza. Gli avea già il Conte Ruggieli fpcdi- 
ti Ambat"ciatori con ncchi regati, per irnperrar }' Invelbtura del Du- 

to di Puglia e Calabria; e turtoehè elibi([e Ji rilafciarc al P.lí'a I..: 
Città di Troia, c Monrefofco, niun partito fi volle alcolrare, c:lfcn- 
do infperallzlto il Ponteficc di mcttcrc: fotto }' im01cJi,Ho [UJ domi- 
nio tuttO qud Ðucato, 0 purc difegnando d' invefii me il gio\'ane fioa- 
rnondo II. Principe J' Antlochiö1, a cui con più ragiont: appaJ[eneva- 
no quegli Stati. Ora vcggendo il Come Ruggieri sì mal difpotlo ver- 
fa di lui I' animo del Papa, comanùò 3' fUOI U fizlali di cominciar Ie 
oltilid contro b Città di Bene....entv: il che fu cagione ancora, che 
ef1D Papa Onorio fi trasferiCTe c<)là. Q1ivi egli fulmioò la f..:omuni. 
ca contra d' ef10 Conte, e di chiunque gli prctlaCTe alUto: il che [er- 
vì a Rainolfo Û>nte d' Alife per abbandonar Ruggieri, c Ceguitar b 
parte del Romano Pontdice. Dimorava tuuavia In Salerno it Conte 
Ruggieri, e di là fp
dì altri Ambafciatori a Benevemo pregando it 
Papa di concedergli il Dllcaro; ma furono ancor qudti rimandati COI1 
Y'Ð11I. P''J. Y Y tete 


ER A Vo'oJ, 
A)" 30 11::;. 


(31 A':>::i1f- 
tÍtr 1 eI
.'i- 
nu; dt! .1"J:. 
R'gerii /;j., 
I. (lip. 5 



(0) so/"ius 
;1i No', Ad 
La>1:lu'fum 
ju;Ûcr. e.37. 
,.e) GUtll- 
'fJ 1"11. FI(/m
 
'Till M
niþ. 
:Fl,Jr. 1: XI. 
Rrr. llalie. 
(d) P.er. 114
 
Jir.1r. P.,ll. 
Ton. II. 


3 5 +. ANN A LID' I TAL I A.. 
Ell A Vo1g. fole ÒQre- rifpofie. 11 perchè Ruggieri perJura ta razi
nza, e co no- 
AKt.O IU7. fccodo volerci oiltro che pregluere e parole per pic:gdr I' ,lGrmo mdu- 
r lto del Pnmdice, [e' ne tOInO in SICIlia, nloluto di ct:rcar colla fur. 
za CIO, fhe non poteva ottencr colle mamere amlChc\'oh dl PdCt:; C 
((:nzo\ licenz<\ dd Papa a{funCe il rirnlo di Due:l Inramo I M J/andì 
(
) .Anon'}- pliJ ehe mai anf,mri di fonomcucn: la Citta dl Como, (a) fcccro vc. 

4f t
f,
a mr da GcnO\'a e d:.i. PiCa buona COpi,l d' Artdlci, am a fäbbncar Na. 
T;;:. v. vi, Caltdli di leg no ') gro(fe BJlilt..: ') ed altri ordlónl di guerra. Ot- 
Rcr.ltaliç.. t,ennero g3gliardi foccodi da PavIa') NovJ.ra, Vncelh, ,'\Ih, Alba, 
Albcnga, Piacc:nl.a, Parm3, 
1,mtova '), Ferrara, Bologna, \'-loden.!. 
C V ICt:l1za, fieenme ancora dal COlne dl BJanJr:tte, ddlla Garfagna
 
na, e da alrre parri, Dotl ehe vegnr,lmo a conolcere, che rune It: lud
 
d
nt: Cma fi govcrnavano a RepubbLlca, nè PIÙ erano governd[C da 
MJOIltri tmpeliali. Cnn que/to- potTenre efcrclto (ì pcrrarono i Mi
 
Jandì all'a'ìèdio di Como, cht: fu con vig
re [o{tenuro da'CiCtadmi, 
finchè cbbo:-ro furze. 1\1" in fine veggc:ndo vieio:! la rovina 101"0, pre- 
[ero la riloluzione d' imbaN:
lr una noue tutre Ie loro DonRe c Fi.. 
gliuoli col meglio delle [oflanze; e f,mo nello Ile(fo tempo un groin- 
de ltrepitg nella- Città, e una fortitJ Copra i nemiei, affinchè non 10- 
quieraí1ero 1c preparate navi, anch' el1ì dipoi imbal carilÌ ful Lago, na- 
vigarono al Candia di Vieo, con animo di quivi vendere CdW la lor 
}iucrtà e la vira. Entrati la feguent<: m:minJ I M,I"nefi ndld. emà , 
fi avvidero della fugl de gli abitaron, Oi là pdlfarono al (uddc[{o 
Callello Jj Vico, ma trovandolo incfpugnabile, e necctTJrio 
ran tern.. 
po e fpe[d per villcere la cottanza. de' Comafchi, dlCdero fin.tlmtmc 
orecchio aIle propofizioni di pace. Fu quelh in fattJ 1tabJllta, con- 
[crv:\ti i bcni a i Cinadini, ma condcnnara la ema a pcrderc Ie mu- 
ra, ed ogni altra fa rrczz", , e a pretbre ubbldienza e trrburo da Ji In- 
nanzi a MIlano 0, Pretdèro il PUricelli, e il P;\dre Poigl, che I' CCCI
 
dio. di Como fegui(lè nell' anno fufTeguentc 112.8. e il Signor SdlIì (!1) 
rifcriree alcri Amori dc:l medefimo puere. l\Jd et1èndo concordl 6 1i 
Srorici Milanefi e Comafchi, e Galvano Fi3mm.t Cto) 10 rifenr quc1to 
fano alI' anno pre[enre, non credo, che:. s' ablu(i d:l dlpanire doilla 10- 
m opiDione. Emal1ìmamemepc:rchènell.antÍl:oCalcndanol\.ll1anc[e 
da me pub.bliearo Cd), è norato. Anno Domini f'ylCXXYJI. capla eft 
Civ#as Gomenjium. Forie i primi Amari parl:.no della pace prob.bJl- 
mente conchiu[a n
W anno fcgueme, e gli alrri della prefa della Or- 
tà, acearluLa nel prefeme. Ed eeco come, liberate Ie: Otta Lombar- 
de dal glOgo Itranicro, cominciarono a volger
 I' armi I' una contra 
I. ;a!tra, male. che mireremo andar crc[cendo pa h1 m,tlta amblLJUne J 
(t
 Ann'll;. da cui chi più può, più de gli al[ri ancora fi lafl..:l.1 lovvewrc 0 Cele- 
{Itlo So/XII. brò il Re L ()t[ario la fells di Penrecolte in Merfcburg, (e) ubi de
 
(enti/Jimo mullorum Printiplim habito COI'J'l.:entu unic{lm & dilttl:Jm fiilnm 
[uanJ Gerlrudem gloriofo BQvariee. Duci l/wrico, Ducis //ÚnrÙi, & Fyl- 
jid
, Jlfagni D<<cis "at
, Fi,jo, Cllm mulM lJo/lorificenJiIl in matrimonii. 
bOlio- 



ANN A L I D't I TAL I A. 35'5' 
vOl1orc fociavit. (.) L' UrfþergenCe narra (a), chc: in Auguth 1'1e furono Ell..' Volg. 
Cf kbrate leN ozze con r ara magmficc:nz.a. lone fo -menzio-ne, per- ANNO I 118. 
"chè fano íi p ename alia Linea Encnre di Germania. (a),rU
(
tr; 
zen). ',h..,.r, 


Anno di C R 1ST 0 MCX:XVI I I. Indizionc vt. 
di 0 NOR 10 II. Papa 5'. 
di LOT T A 'R loRe di Germ. e d' Italia 4. 


N EL dt 19. ai Dicembre ddl'anno preccdeme erA mancato di vita 
Giordtlno fl. Principe di Capoa (h), a cui fuccedette Roberto 11. (b' }"AI" 
fuo FigllUolo. Per qudl:a cagiol1e, cioe: per fol1:enere i dirirri delJa lua !IEl1t't.'tnt. , 
fovramrà, {ì portO Papa Onorio nd dì JO. 'di Dicembre a Capoa, qui- In ChrlJtl1(;. 
vi accolto con vane finezze da Roberto. Jnvirati pofcia i Vefcovi cd 
Abbati Cui principlo di qudt' aono con gran pompa cd all("gria alla 
prelenu del ìommo Pomdice, Roherto fu unto Principe epreCe I' In- 
veftitufa da dlü Papa. 111 tal congiuntura Papa Onorio nella copiofa 
afTemblea dc' Prelau e Baroni efpore Ie fue doglianz.e contra di Rug- 
gien Conte di Sicilia per la guerra moíf.1 a i Beneventani, e per I' u- 
{\.lrpazlone di vafj Luoghi della Poglia, invitando tuui al1.1 dlfefa di 

u('gli Stact, 6ccome dlpendc:nti dalla Chiefa Romana, e &mdo 10- 
dulgt:nz.a plenaria a chmnque mori(fe in quclla fpediz.ione: ripiego tha- 
no, che tl1rtavia comioclò a divcnt:\te alia moda, con far fervire la 
Religione a gl'mterdIi tcmporali. Roberto Principe di Capoa, Rai- 
no/fD Come d' Alife, Grimoa/do Principe, 0 per dir meglio Signore 
di ßan, 1'ancredi di Coovertàno Cånte di BrindiG, Ruggieri Come 
d' Oria, ed aim Conti e Baroni, tUtti con prome(fe mlgnlfiche a{fun- 
fero 13 dlfeGt de i dirirri Pontlficj, e fi prepararono a (oftener la guer- 
ra contra del Gonte Ruggieri. Confermò di nuovo il Papa tanto ivi, 
qUJnto dir't)i in Troia. 1a fcomunica contra d' e(To Ruggieri, ed in
'iò il 
Principe di Capoa col Conte Rainolfo all' a CTt:di 0 del Callelloddla Pillo- 
fa net dì 29. dl Gennaio, e con elIo loro più di due mila BeneVCntan1. 
Ma 0 6a ch
 \' ofro fo{fe -duro, 0 pure, come fu aHora creduto') che 
quei Comandanti non operafTcro enn buona f("de, nulla di rilevante fu 
fano per impadronirfene: dd che concer! tale fdegno il Pontefice, 
dlmorante allora In Monte Sarchio, che fe ne tornò nd ditlretto dc:-I . 
Ducato Romano (r), Inranto v{'nuta la Primavera, il valoroCo Come 

 .J!hl'lls 
Ruggieri can un podcrofo efercito di Sic:lrani pafsò 10 Strew); prefe lj6.tl:
 It. 
e fplanò Ie Terre d' Unfredo; iè gli renderono Taranto ed O[ranto, 
Cinà dl Boamondo iuniore Principe d' ,-\nriochia, il qlule miti:rarneme 
y y 2. poi 


(1=) ove lenu/4 una orre'Voliffima "dNI1anz/j di moM Principì, con moltì (J- 
nor; 'i1Jaritò J' unic:J e djietttI fua figt13 GertJ ude at g/ori
Jo Duca di 
BQvierll Arrig", Figlio Jet JhIc
 Arrigo e Jj rolfida fig/in dj Gran Dllca. 



.> 56 .-\ N N A LID' I T ^ L ( ^. 

 H Vo1g. poi nell' annt\ I[ p. rdio ucclfo in Onenr
 da i Turchi. S'innltrò il 
hHNO I"'
, vlttoriofo RlJg
ieri, e Urena CO\} vigoroio aíTedio 101 C.nà di Bnnd.iÌ 
ralmeme la bdnagliò, che la co{trinfe aHa refå. GolI,), {celli felic,cl 
s',lmpadrooì delta Città d' Oria, e di molte alcre CandIa. A quclti 
dllpi1cevoli avvifi tornÐ Pdpa Onorio II. a Benevento, lè:co condu- 
cendo circa trecento foldati a cava!lo Romani; e ordinato a Roberto- 
Principe dl Capoa, a Rainolfo Conte, e a gh altri Baroni di prc:nde- 
re I' armi, andò con grandi forze per opporfi aUc v1ttOl'lok fchrcrc 
dcl Conte Ruggieri. Ma qudh, unita lei (U.l gemc, venne a pOltarli 
:il FlUme Brad:mo, e Oquivi ft accampò. Dan' altra parte anche I' efer- 
cito Pomi.fici-o mtfe 11: renJc, fenza of arc nè I'una,nè I'aft:ra parte di 
gU2d.u c il fiurt:1c per cercare il nemico. AldTapdro l\bbate Telefino 
lài\'c, d1èdi traHenmo Ruggieri per rivercnz.a al fommo Ponrdicc 0 
All'incomro Falcone (a) favorc-volc ad cOo Pcntdicc ICflve't che Rug- 
gieri (*) fentims Apoflolícum cum rxercitu rca/idlJ t1]ilitltm & pedittim, & 
BaroTiibllJ Iuis adverIuJ fc venitntem, in montaha ftcejjit, devitans ApQ- 
flolici 'l.-'jrtuter-z, 118 a-lifjt40 1nodo aliquid ei jinifl1'uIII COfJtittgetet; & fie pel 
fjuttt/ragmta dies J'1pofla/icUJ il/" ardenti Sale mmfis Jt4lil {atlgatlls Comi- 
tem ilium obftJit. Tanra inaziuf}c, c: l'dlë:rfi commciato a karft:ggrar 
di \'ivcri (" di paghc ncl cal1)
)O POlltificio, cagion fu., chc ditcrtd\'ano 
a furia j fold3ti; e 10 (tetro Principe di Capoa, ficcomc p
rlona' di 
tJclic.na c(lmpldTìo
C', r:on potcndo reggc:-
 aHa Sf
rz.l del caldo db.- 
vo, r: a gli altri dlfJg.i, fpiàOlÒ il flD padi
li me per alldarfcne. F..l- 
,,,) CmJ;". cone, l' Autor dcl1a Vita di qucO:o Papa (b), ed 
l.ui Sermon, incol- 
,;, l. r "gon. pano d'infcdeltà que' Baroni, quaftchè ccrc,16cro fenz.l ragroue mou\'i 
I..') tt j J H,- di rirjradi. Comunque fia, il faggio I?apJ, v.:ggendofi efpollo a pe- 
.,/ . r
colo di diio.nore e di pcrditë gra",i, fegreramenre mandò CenclO 
Frangipanc ad offerire al Conte Ruggi,cri l' Invefiimra dd Ðucaro, 
promcnendo di dargliela in Benevento. Altro che queLlo 'nO:1 cerca\'a 
Ruggic,'i't- c però furono d' accùrdo. Andoßèr.c: i1 Papa a lkm:vcmo; 
{;h rcnne dj('[1'0 Ruggieri con un buon corpo di CUJ gcntc.', e aodo a 
poUarfi nd Monte cli S. Felice fuori di Bcn::-vcmo. PIC::tendcva it Pon- 
teficr, chc Ruggieri enrraffc nella Cttla.1 ricevcr quivi l'lm1etbtUla; 
m:t Rl'ggicri Principe camo cd accofco pn!i!\è lempre in dire, chc 
fuori e n
:m cntro dl Benevento avrcbbe ..ice\'u(o Ie graLIe- Pont,nclC 
Convenm: pertanto., che :1 Papa. utèil1è, c fauo l' abboccamento al 
PO:1tc 
1'aggiore prefro il Fiume, neW Üuava dell' Al1unz.lOo dclla 
V crgine, qci\'i Papa Onorio I I. invellì i1 Conte Rugg'en del Oucalo 
dl Puglia c Calabria nella lletrd forma, che s'cra, pr.mcar.a con Ro- 
berto Guifcardo. e co1 Cuo Figliuolo e N ipotc. 


',\) }o'/1[" 
{;tntvtnl 
,
 ebron. 


Si 


'*) (entmdo venire tontro di (e J' Ap,llo/icø COli Ui1 granJe eftrcito di fó/- 
J
/; e p,dom, e to' Barøni (uoi, ,itln[!i tJl!t
 montag/Ie, fchi':)ando it 
'Va/ore dtlt' Apopolico, affinchè ill fjualch, modo nOlI gli iJcead
 'lua1&h6 
Jisgra'Ûa; t eOJl per '1uarar.ta g;lIrni effi Apo(to/ito jlanc4to ftr l,' aT- 
Jml' ftf
 del mefe di LlIglio affidið file! Contc.. 


46 



A N, N A L I r> I TAL I A. -;57 
Si b g narono fone del Pap.. per, quell:o fcgret,o , accordo, f.nto 
u Vok 
d fc B I ^SNOII:!.
' 
fen2.1 lor panidpaz.ione,. e [enza p.1rola In lor I eta ,I art ni, e , C 
Cmå, che tcnev.lnO la pdnc= d' c:{f.') Pontt'fice, perche rell.t.v;tno a1la 
difcrez.ione del nuovo Duca Ruggieri, I\la eùb
ro un 
d grid,.rc. 
Dopo ;were \1 Papa i:\ qudta ffi:\mer,l afficuuto \1 [no dH.tto,. fC' ne 
rorno da Ii a non so qu lOti giomi:l Roma. Non v' era anc)l" 
lUnto , 
quando una pane dc' B. nC'ventani cruJe!mt:n
e uccife Gugliel
o Go- 
vcrnaror Pom::i6cio dl quella Cirt:à. :\dir,\to II Papa proruppe In molte 
minaccic,. e fped. il Cardinale Gherardo a quel governo, che rrovò ave- 
re I Benevenuni formata una fpc:zie di Comunirà, fenn pel Ò di-p<tr- 
tir(j d..ll' ubbidle nz,a del Romano P'")nrdice, [ntanto i\ Duca Ruggieri 
1ì portò a:J' afT'edio della Cirta di Troja ("'); ma ritrovando\a bC"11 mu- 
niu, c i Cittadini rifol
ti di d
fenderfí, fi rir-irò, attendendo porcia 3d 
cnrrare in poífdro di Melfi, e d' altre Cirtà, che gli aVeano mandar i 
Ambafciatori. Dopo di che avvicinand()fi il verno, andò a Salerno, 
a di Ii in Sicili4. II) Lombardia parim
nte fu gran novieà in quell' an- 
no. Federigo Duca di Suevia, e Corrado CUo Fr:nelIo, (jccome Fi- 
gl1uoli di Agnelè: S::>rclla dell' ultimo Arrigo Augufto, pl"ctendcano al 
Regno c aU' I mperi,), e percio dicemmo O:1ta guerra fra loro e il Re 
Lottario in GermaniJ. Pensò Federigo di fJrc un bel col po coli' În- 
viare il Fratello Corrado. in lralia, acciocehè (j procaccia(fe qUI Ih b) L r1 I 
Regno (b). Dnveva efrt:rc prcceduto qua1che fC'greto tr.11t3rO en i l'vli- }UI j>4

o:. 
Ianc:(j, perciocchè appena comparve in MIlano, che qudla Nobilt:. Hlft, ;.!ed". 
col Popolo tueto (j dlchiarò in rUt) f:wore. Soggiorn:n-a in quefii temp' lan. C'I/1. 39. 
l' Arcivefco\'o ðnftlt1JO fllori di Ciuà neIle rue CdlelJa; fu chiarnato 
p:r pane dd Clerc e Popolo a far la Coron:1Zione dl Corrado, I.. 
quak in fani fi efeguì nella Fdla di S. Pietro Ji Giuano in \1nnza, 
,"'On dargli I' Arcivetèovo la Corona Ferrea nen" Bafilica di S. Gio- 
vanni Rmila, c dichIarjrlo Re d' Italia. Fu da n a qmlche giorno ri. l 
novara quefia funz.ione nella Ba(jlica di Sanro Ambrofio di Milano, 
AlIa pnmi1 Coronazi0ne ft' trovò prc:f
nre 10 Sroricò Lando1f" d I S. 
l>ao\o, ma per Cuoi affa.'i mancò alia feCOlllla. Scri,'c egli dipoi J'dTo 
Corrado. (I) Hunc na>>NJlle gradientem per Comitatus & ,\1archias Lom- 
barrliæ, & luftiæ, Comites & ;\1aTchiolltI cu;"fcum'lue Nobilitatis. 'Vi, j 
p.atmtcs & hum;/es, cum gaudio fufceperuJt' & amaverllnL Ma c'Jloro, 
ci
{: ph Jecer? re,fìltenza, nè II vollero per hro Re, (2.) ej.ls acutijJî- 
ffll g.adlJ f:;rtltu-lmem (en/erunt, atque' mortem & (onfu(ionem. leu ./b,
/- 
milS JJar
hio dcl BuJco, fj ii/ujlris . . . . . _ Comes, ftftcpertt11t. Uno 
, Scrit- 


(a) O,to 
FnJi'lgnf[. 
in chr. I. 7. 
Clip. I7. 


(I) lmperocchè '1 ue jJi andando per i Contatli, e Marche di L01Hbardia, e 
cr
fca
., i C
nti e !l1archefi di lfua/tllJ'fue Nohiltà, gli ucmini poter# 
td um," con a/Jegrezzs 10 rice'V'".lcro, e /0 amtlyDno. 
(l) provarono fa forz.a della {uo, {pada actlti!/ima. e n' ehhero morte (! CD11
 
fujïone, 'Idle ,d"ft1mo /l1archife del- BeJcg 
 t l'il/lljJ-re . . . . . . C,,;:tc. 



3 5'
 ^ N N ^ LID' I TAL I A. .. 
E a A VoTg. Scrirrorc Tedefco s' immaginò, che quefio Conte, di cui s' è perdue. 
ANNO 1118. 11 -nome, [olTe Alberro, 0 Jiigpberlo, d!ch,
u(o, per quanto cgli cre- 
de, da Pap.} Onono Marchdc dclla fo1cana, con cirare un Docu- 
(lì .Anlicbi- mento da me prodorto (.), in cui s' inconrra Albertus Dei gratia 
fm'- 
r. Fßtnfi chiø & Dux, Lege 'Vi'Vtns SaJica, cooperante grAtia & Beat; Petri (; 
P. I. c. ]0. Domini Pap.1' H{JI:orii ejus Ficar;; munere &c. Ma quelto non vuoi di- 
re, ch' egh foffc Marchdc dl T olcana. 
 n -qudli 'tempi fi truova Cf1"- 
(b) .Anli'1ui- rado, Marcht:lè: veramcnre di T orcana, ficcome ho o{fcrvato altrove (b), 
I
/. Italic. e fi [rnovano Documenri, che parlano di 1ui a gli anni I I2.I..e 112.9. 
.Differl. 6. Quell' Aibcrto, di CUI è f.ma menzione nclle IDle Antiehità EHeniì, 
fì vede crea-to da Papa On
rio If. frJarche[e e DNca dopo la -mone 
ddl'ultimo Imperadore Arrigo, con d.ugh l'Inveititura .de' Beni c 
Srati della CcnrdTa l\Ia[ilda
 ma fcnzd eh' egli efercita()e dommio 21- 
cuno nè in Tole-ana, nè in l\Ianrova, Ferrara, 
lodena, ,cd altre Cit.. 
tà, lottopo(lc und volta a Matilda. i\ no; dun<Jue balled di fapere; 
che Corrado incoronato Re, per rale fu r;conOrClUro, non d...ò da 
tutti, bensì da rnoltiffirni 10 Lomb.udia e Tolcana. Ma ehe? II Pon- 
.(e) Otlo Fri- tcfic L e, c

 avea 
I?pr d ova l r
 per b l
 1 ;:
z.o dt:' fuo d i , L c 
gatl d l' e1czione 1 del 
þngenþs in 
{e o
tano, mOllo a UI 
u ,u ICO com
3 lorn 0 una ,terrlode 
CI,r jib. 7. Icomul1lca (&), per CUI cOlnmclO "tollo a teemc1re 11 fuo credlto, -c fu 
cap. 17. in fine annicmata in Italia la di lui potenz.1. 


(d) Cardin. 
de .A ragoll. 
;n Yil, IIp- 
nori 11. 
P. 1. T.Ilr. 
Rer. Iralic. 
(e) Baron,. 
in .Annal. 
hcclefiaft. . 
(f) .Bernar- 
dus GUldo- 
n;s in viI. N Ella Vita di Papa Onorio II. è [crirto, ch' egli (Ii) delega'Vit Pe- 
Honor;; Jr. trum P1"esbyterum Cardmalem tltuli Sant
 Anaßaþ
 ad p"I1'tcs Ra- 
p, 1, T, Ill. 'Venn
, qui depoft;t AquiJcjenfem & f/ene/um Patriarchas. 11 Cardinal 
Rer. It.lic. Ba1"ooio (
) non ne fe-ppe II perchè, Ma Bern,uclo di G(jidrme (I) ne 
1
) c
:o:1;o_adduce il reato, quia in-venit eos Schismaticis ftl'Vorl,bilcs cxflitiJ!e. Il Dan- 
Tom. XII. dolo (.{) fcnve, qUia Scbijmatlcis fucrant autores. rolomeo da Lucca (h) 
]{er. Italic. vi 
g
lUgnc un forte. Non fi può inrendere queUo dell' amcccdcnre 



e
;.olo;i. Scitma, perchè la Pace avea 2bollto rutti i ddiw c proce()i. Adun- 
flor. heeler. que, !iccome fubodoro il Sigonio (i), porè più roao procedcre la lor 
,i) Sigon. condanna per aver promo{fo 0 abbracciato il partito dl Corrado ufur- 
de 
tg"o parore .dclla COiona d' Iralia contro il giurarnenro prefiato al Re Lot- 
Jt
I;.ÛJ 1 ,_faria, cioè ad un Principe approvaro dalla tama Sedc. D3 una Lttrcra 

'U Bamab;:_ reTlua in .quefii tempi dall' A I civercovo di S1\Jsburgo al V t.tcovo . di 
genþs corp. Bdmberga, che fi lcgge fra Ie nceolte da Udatrico (R), impariamo, 
R;{I, Eccar- che fu elcuo in Juogo di Gber.,.do, fiirpe inutilc e picno di vizj, un 
d, Tom. Ir. aJrro Patriarca, chc era Dccano di Bamberga, uomo dabbcnc, e per- 
pag. 353. clè 


. 


Anno di C R 1ST 0 "tvICXXIX. Indizione VI I. 
di 0 NOR 10 11. Papa 6. 
.di LOT TAR I 0 Ill. Re di German. e ò' Ital. 5. 



ANN A LID' I TAL I A. 3 '9 
ciò (*) e!imina/am fuilJi <;;(t:rum Jþllrci!i lrum, qu.e I()ngo illic tempfJre do- E R" Varg. 
mj,UI/IJ r lerat , fædit3tem, tj1.l'lm (I
ieéla indigna (atis om,1I Ecc e!ì(JJhco re- ANNO 112.9. 
gmli,Ú per t'oJ/tJ, Clerum & POpl4/14m ",'idÙnus tam honefte tam'jtte canonice 
de altenus [ub/litu/iol1e cOl'tare. QJì nu lIa Ii parla di S'':llma; folame!1tC' 
è .lCcUiato qud Ghera,-do, chiam.1tn Rtcca"do daW Ughdli (a), d'ina- (a) Ughtll. 
bdHa e dl vlzj. E pao Ie bJi a lui dacC' lhl'-JandiJo, e dol dIo U gheUi, Ita!. 
acr. 
e J1 airri, Ii d:-ubl1no cancl"'lIare. M.1 eletto che fu i1 Dec;Jllo fud- 10m. V. 
ùeuo, quel Clero il pc:rfeguitò in manirrol, che fu obbh
:jto a fug- 
gll"C:, e nm non làppiamo, fe que! PÛlegrino, che gli fucced-euc, fia 
10 lldfo Decano. E.' nondlmeno d:t flupHe, come tali Scrittnri par'" 
lmo dclla depolÌzlOnc di que'due f> .uri.uclll, c nuìla Jicano dl quanto 
:íiv:cnne a.l Allfelmo Arâvcfco'Vo di \lJilano. Noi cerro abblamo da Lan- 
dolt
) d.1 S. Paolo (b), chc Giova11l1i tl.
 Crem1 Cardin.lle Romano, ve- (b' Land"l- 
muo a Pavia, qUivi rauoò un Conciho de' Vefcovi Suffl:aganei' ddlJ [us jUlJ or 
Chief:! di \lJI1:1l1o per Ifcomu.nicare il fudJetto Arclvefc
:)Vo, pe!ch' egh 
;:=:'. ,.J..;;: 
:wt.{fe coronaro eJ alzato Corrado al Regno contro II leglttlmo Re- 
Lott1rio. Anfelmo,. udlto que(lo rurnore" fpedì coli molti dc:' fuoi 
per prt:garli di non proct:dc:re avanti- (enza.. afco1tarlo; ma il Cardinale 
e i Vt:lcovi,. iru.:itati. d,l -alcune Città, che aderivano ad eOo Re Lot- 
tario,. niuna dilazione vollC'ro accordargli, e fulminarano contro di lui 
la fcomuOlca. Dico la fcomunica, pc:rchè non parla quello Storieo di 
d-:pofizione. Anzl agglugne,. che la maggior parte de' Milanefi, fin- 
chè vllfe Papa Onono II. tcnnero p:r loro Pa.Llore il Copra memova- 
to Anfelmo. 
lali poi fo/fero Ie Gmà eoftanti n.:lI' ubblJIC'nza al Rc 
Lottario, 10 fpicga il medeumo Storico con due: ./1t Papien[es, c,"t- 
1J!J0i1cnftS, Novarienfts quoque, & eorum Ep
fcopi 
 & aliarum Civitatt!nJ, 
pr
dica"tes hoc Regiu1'iI opus /In(elmi contrarit,m Dea, & m.'lgl1o Ret,i Lo- 
tJJario, neqllaquam illius Pontrficis (cloe di Anlelmu) legatronem [<<fee- 
perum, fed ipfl4m præftante Cardinali illo' Johr-lnne excommullicaverunt. 
SI aggnmfe a J motivi di mmlcizia fra Ie fuJdettc, Gmà e Mi- 
lano I' attro della nobil Terra di Crema, oggldl Città. Era que(la 
fonopolh: nello fpimuale e temporale a Cremona, e nbdlatatì Im- 
plOl Ò 1.1 pwtezion de' M .tanefi, che. volenticri ne convennero, ficco- 
me Popolo potente e rivolto ad ampliare il dominio,_ e a [onomet- 
tere j vicmi. Però i Cremoncu collegari con que. di Pavia, di No- 
vara" e d' aim: Città, che di mal occhio' mlriH'ano il foverch!o 10- 
grandil!'emn de' Milanefi , 10ro molTero guerra: guC'rra, che coltò poi 
lamo langue, e partcchi anOl durò._ M.I. che. di\'C'n:1e del fudJctto. 
Cor- 


(,ft) fu fp:Jzzala via fa bruttezz{1. del/(/' antiche immondezze, che ivi per 
fungo tempo avea dominato, fflmtre /cacciata la, perjõna affai indtJ!.na di 
ogm gO'l1emo Ecclefia{lico, ved:.to, a/'biamD i/ Clero ed il Pøp% sì one- 
fiamente e çanonicamente pmftJre /Ilia jojlituzione di un' a/fra. 



36c A r-; 
 ALl D' I T ^ L I ^. 
'
Il" Vol
, Corrado Re? Lo fidTo LanJolfo narr:l, che ('If:) fortis mantIS lIOll
tii 
J\NI>iO 1119. Pnpæ ip!um "tfi,pÙ'
7Jit, a/que ad G
r1'H"l1li'r11', fjuaft aJ faa 1JrOrrid loc.
 
1,tdÙe fecit, V'ln chi cr
de, che ia di lui ririråra feguicr: õcll' anno 
prelènte, 0 nel fegueme, ma 110n I1C appuil::ono ]e pi UO\'C 
 C ch
 
ciò avveni!fe [olamcme nell" :mno I I p.. 10 \'C'dr:m.:> fra poco. [.' Haw 
credmo, ch'dì'o Re Corr.ldo (')!;giorn:lÍlc tu:,:llli1 in Lucca nel dì 4. 
di Seaembre., rcrchè f-econ-:lo 
' an.::t:!ro Ji Francefco Maria Fioren 
.1) FiDrtJtt. tini (a
, in que!, giorno e luogo cc:

c
e
re un P
i
ilegio 011 l\1{1ni- 
11(,nor. dj ncro dl S. rOnZial1o. l\1a da abhracclar SI Farra opmlOne d
 riu:nclC:: 
\1I!tild,l.l, ognuno 11 vedere, ch"egli in ciTo Privikgio è inrirolaro COllra..;us di- 
r n ;, 31,6. 'Vina gta/in Ra'i:em.atU11l Dux, U 1'hrtfci!e Pr
ftj & 1Il1rchio. S:= h 
u<\rratIè del già menzionaco CorraJo, coronato Rc In Milano, :1vrebb.:: 
egli a.doperaro il titol? dl Re. Per,ò .\1arcl
efe di 'l
ofcana era In quefh 
r
mpl un Corra
o, ?l\'erf
 -da C
rrado., 
"r
!
llo dl 
ed
rigo DlIca di 
(b) .AblJIJJ Suevi:t; e quell ulu11lo, 1e cred:a11lo ;WI l
 rf pergenle ("), era Duc! 
Ur/
trgtnf.. di Fr:1I1coni3. Per confcgucnre nè pur flll1ì lie, (.hc Corrado Marchefe 
'" Chrome. di l"olcan:l fotIe N ipotc di Arrigo V. !\ ugutlo, come imm:Jginò il 
fudderro Fiorentini. Di qud1:o CCJrrado !\1:1l'che!c di Tot'c:ma ho io 
, ) .A ,- rubb!icaroduc Diplomi (c), fpcaanti all' anno I I z.a. e I I u. i qua'li 
,c n J1 U , f J I ' I ' , ,\' (ì, fi I I 
Jrfllicllrum ci ,In conolcere, C.1 cg I Vlventc an cora ..rngo ,<-uarto ra g' mpc- 
DIßtrt, 17. raJori go
ernava la Totcana. Ci Ita confèn....Ho Vdalrico da Bamber- 
p... 959. ()' ga (d) Ull' altra Lertera, [crina da Lififred.o V cCrovo di N 0\'3ra L6- 
/dq,u'Ud,zlric. th."lrio Dei gratia Romanorum RCfJ, ÁlIgllflo, in cui .It'ggi
mo 11= fi::gucnti 
B.2mbtrg. parole: Excellmtia 'Vtftra pro certo cognDfcat, gUDd NDvana, Papia, Pla- 
..
ud ECCM- ce,.tia, Crt111011t1, & BrixÍ4, Civitates lta/iæ, firmittr þdÛitattm ':.,.,flram 
:!;un T. 11. cuftodiunt, & adventum 'Veflrum unanimitcr cupiunt, Cunradus (lutCHl Me- 
t

;. 3 61 . diolttnenjittm ld
/um, ab eis tamtn reliéJllm, arnpta fuga fol:mz P.1rmte 


ft:;: habet refugium, ubi tam plluper, tamque paucis flipa/us 'Vi/iter mcratu1" , 
fuod al; uno ltlco ad ,"Z/ium 'l}ix lam!l ejllI Ixfe1Jditur. V cggiamo Goi, che 
i Mllaneíì aveano già abbandonaro Corrado, e ch' c::gli povcrameme 
dimorava in Parma. Ciò fembra indicare, che andte nell' anno fegllentt' 
egli tì trartencÍle in halia, ma caduto di credao. N è ccrramcme cgli 
do".c\':l e(ferc Corr;:do Duca di Tofcana. 
Giunra che fu la Pt imavera, (t') tornato Ru[,gieri Dum di Pu- 
glia e Come di Sicilia di qu:ì daUo Stretro, con un pofT'eme cCercito, 
rrovò, che Tailcredi dl Convcrfano s' era rimc::(fo in po(fcfT'o di Brindifi 
e d' ahre Terre a lui dianzi wIre. Inrrapretè I' a(fedio di quella Cit- 
tà., m1 trovarala più forte cd Dllil1ata, fi ritirò e attefe ad impaðro- 
nidi di MontaIro, di Ro(f.lI1o, e d' alnc Terre, 1.1 cOl1quifia delle 
quali cagionò, che per timore di ranra porenza molti Baroni \'enifii::ro 
a prefiargli omaggio, e ad onorarlo qual ]or
 Sovr:mo . Fra gli altri 
non tardò a pa.cificarfi feco R(lino
r(J Conte dl Ahfc, l\tlariro di una 
fua 



e) .Abb., 
Tcltft1lus 
1, I. c. 16, 
(7 /tiff'. 


r") la forte mano ái ONorio Papa /0 me.ß
 fottofòpra, e to feee ,';torllare 
. ill GermanjtJ, quafi ne' lu,ghi [uo; propr} 



ANN A LID' I TAL I A. 361 
fua SoreIla, coIl' aiuto del qua Ie ridu{fe do po poehi giomi d' aß"edio Eu, Volg, 
la Città di Troia a fot[Omett
rfi a i di lui \'oleri. Tenuto pofcia un ANNO 1119. 
parlamento nella Città di Melfi, dove chiamò tutti i Baroni di Pu- 
glia, intimò la pace e concordia fra loro, il mmtenimento della Giu- 
11izia, e il rifpetto allc Chiefc, e aIle Perfone f.1cre. Gli (1::1\'a poi ful 
euore la permiffione da lui mal volentieri accordata a i Salernitani di 
tener effi Ia guardia delh Torre maggiore, 0 fia dclla Fortezza di 
quella Ci[[à, parendogli di non e(ferc padrone, fc la lafciava in lor 
mano. Perciò con tu[[e Ie Cue forze pafsò [0[[0 Salerno, e attornia- 
tala da mcte Ie parti, richie[e la ccilion d' cITe Terre; c fu d' uopo 
ubbidirlo. Da quanto poi foggiugne AJelfandro Abbate T
lefino, pa- 
re, che (.) anche Sergio Duca di N apoh folfe allora coftretto a giu- (a\ IJtm 
rar fuggezione c fedcltà ad eß"o RuggIeri, fe non volle far pruova lib 1. çnp. t. 
delle furze di lui. Ma il mc:dc:fimo Storico parla dipoi all' anno fe- f7 u. 
guente della fuggezion de' N apoletani. P
reiò poco 0 pulla refiò nel 
paefe, che ora appelliamo Regno di Napoli e Sicilia, su cui 0 im- 
mediatamentc 0 mediatamente non fignoreggialfe il Duea e Conte 
Ruggieri. A vvenne ancora in queLl' anno, che fedici Galee di Geno- 
veÍ1, andando in traccia dc' Pltani loro ncmìci, Ii tr.ovarono a Meffina 
già feefi in terra (b). Attaccarono una zuffa con lora, e tuaochè i (b) CIl.ffnr: 
Meilindì accorrdfero in aiuto dc' Pi!àni, furono tutti refpinti fino al .Annill. Gt- 
Palazzo del Duea dal vaIore de' Genovefi, i ql1ali oceuparono in tal nUInf.lib. J. 
congiuntura una buona fomma di danaro, benchè poi ad iO:anza del 
medcfimo Ruggieri la refiitU11fero. POHoili Papa OtJorio 1/. neIl'An- 
no prefente a Benevento nel Mere d' Agoflo, e vi confecrò Abbate 
di Santa Sofia Francom (c). .\vendo poi pregato i Benevcntani di vo- (è) Fillco 
ler rimettere nella Città alcuni N obili da loro cfiliati, no1 potè ot- 
t';;%t/'JI: . 
tenere. Di qucfta loro dureZ1.:l fdegnato, ufd dclla Città, ed abbocca- In rom". 
tofi col Duea Ruggieri, fi fc:ee promettere, ehe nell' an no fcguente 
vcrrcbbe coIl' Armo!ta a gaftigar l' orgoglio di que! Popolo. Fece an- 
cora dare il facco a varj Iuoghi del loro territorio, c così in coller3 
fe ne tornò aRoma. 


Anno åi C R 1ST 0 MCXXX. Indizione VI I I. 
å' INN 0 C E N Z 0 II. Pa p a I. 
f I: 
di LOTT ARlO Ill. Re di German. e d' Italia 6. 


N El àì 14. di Fcbbraio dell' an no prefente il fommo Ponte6ce OHO- 
rio I/. diede fine a i fuoi .giomi, e fll fepptllito nella Bafilica 
Lateranenfe. La mone fua produ{fe un fÌero iconvolgimento nella 

hiefa Romana. I PIÙ buoni c raggi de' Cardinali, bc:n eonofcevano 
amaneggi, che facca Pietro CardÙtale di 'Santa Maria. in Trailt:vere 
u
mo fcr.editato pe',1u?i perverfi cofiumi, e 
igljuolo di Pietro, Fi
 

huolo dl Leone, caoc da tID Ebreo fano Cnfiiano. Anchc: San Ber- 
TÐm. J7 L Z z oar- 



3 6 2. ANN A L t D' I TAL I ^. 
Ell ^ VoT
. narJt) (II) dà it titolo di ']u-la'ica 80/;01(r ad effo Pietro Cardinat
, uo- 
A'II);(' I I 30. mo fom.ndmer1tC' :\mbizioIO, e potentiffimo in Rom.l per Ie aderenze 
(a1 BtT7JaT- . I r. 1 . h d ' Ii C 
JUt EplftÞI. c parente e Jue" e ,pt:r e ncc ez
e 
amo 1" ua ar", chc ammarT.1tc 
13'" colla ('H rapaclta In vane Lq
azlom. Perclo effi buoni, prtma che 
S
ttT;US;7I {j p'lb
"cal1e ,Ia mo
te di Papa O'lorio, (b) kgrctamence ele1Tcro P.lpa 
Y
t'! Lu:JØ- Gre.r.oY1o Cardinale dl Santo Angelo, dl nazlOne Romano, perfon 
 gio 
'VI" GTØ S. , , ". . 
(b) AT}.,I/. '
 enl concorrevano Ie VirtU 
'=
Itevoh dl Sl alto grado per conic; lOn
 
Sagilnf de d ognuno, e maffim:tmente dl San Bcrnardo, allora celebre Abbate dl 

,h'Jmal. Cbiaravalle. Fece egli quanta rclìl1enz! potè, ma in fine accett'ata 
l' elezione, affunfe il nome d'lnnoc-enzo J 1. Non iftettero molto dopo 
queiL. dezione gli altri Cardimli ddla fazion comraria ad eleggere 
pubblicameme Papa e confecrarc il fuddcrto Pietro Cardmale, 
hc 
prefe il nome di .Anadeto 1/. Falcone fcriye, (c) dfcre (uccedute sì 
fane elezioni nd giorno lleffo, che morì il Papa. Altri vogliono che 
Innocenzo refiatfe eletto nel dì (1'. di Febbraio, cd Anacleto nel dì 
feguente. Cerro è, chc precedette quella d' Innocen1.o
 e pare che 
non foffe peranche feppellito il Papa morto: il che tenuto fu pet 
Cd' 'd I' cora conrraria a i facri Canoni. Ma da una Lettera fcritta dal V c- 
.amr, ;:


 fcovo di Lucca aIr Arcivcfcovo di Mariemburgo (d) fi raccog1ie, che 
fis T:n. lJ. cdehratis exftquiir fi procedette aU' elezlOne. Ceno è altresì, che fcb- 
CØTP. Rift. bene fi comarono più Cardinali daUa parte di A nacleto, pure in mag.. 
"'''1 Ec- gior riputazione furono i favorevoIi ad Innocenzo. DichiaroíIi in tale 
f-llr Hm. Dccafione Leon Frangipane con tutti la fua Cafa in favor d' eGo In.. 
nocenzo, il quale non potendofi foitenere nel Lateraoo, fi ritirò nelle 
foni cafe de' medefimi; ma Anacleto impadronitofi dclla Balilica Va- 
ticana, e fpogliatala de' fuoi più prcziofi arredi, fi fervì di quel te- 
foro, e dcllo fpoglio d' altre Cl1icfe, ficcome ancora del ricco erario 
proprio, e di fuo Fratello, per rirare nel fuo partito la maggior parte 
de' grandi e piccioli di Roma. A fTalì pofcia di nuovo Ie Cafe dc" 
Frangipani, che feeero gran refiftcnz:1. Ma conofcendo Papa 1000- 
cenzo, de non potea a lungo mantenerfi qui vi, prefe la rifoluzione 
di cc:dere aUa potenza dell" avverfario. 1mbarcatoli dunqae nel Te- 
(e) Pltrlll vere co i Cardinali del fuo partito 
 (l') a riferva del Vetèovo Sab-i- 
Dlacønus nenfe, cbe lafciato per fuo Vicario in Roma, poche faccencle ebbe 
C'!JTon. Ca- 1 C'. I ' , ' fi P 'r. d fi fc 
Jìntnf.lÜo.4' per mo to tempo, Ie Iccmeme navigo 100 a ua, ave u con om- 
fap. S 4. mo onore ricevuto. Di Ii ;[0 a Geoova (f), dirpiacendogli forte la 
(f) c4fftui guerra di quel Popolo, tanto operò, che concf1iufe fra loro una Tre- 

nn;"h, Ge. gua da o(fcrvarfi, finch" egli ritornaffe di Francia. Aggiugne Caffaro, 
71;m,. I . I. 
krittor
 GenovcCe di quefli tempi, che il Papa fuJd
tto, per mag- 
giormeme canivarfi I" affetto di qucl Popolo, promife di 1eva.re il loro 
Vefcovo SirrJ di fotto aU' Arcivefcovo di Milano, e di conferirgli la 
Dignità Archiepifcopale. Confe'Cfollo anche Ve(covo, aUorchè fu 
giunto a Sant" Egidio vicinC? al Rodano 
 Andoffen
 dunque Papa In: 
nacenzo I I. in Francia, accolto dapertutto come vero Papa. Pochl 
furono in queUe pdni col-oro che faceffero conto delle Lettcrc fcritte 
IQfO dall' Amipapa 1\oadeto j a cui nondimcno 
I[ri Popoli e demcQ 
c fuo- 


(c) Fal,,,. 
:Btntvtnt. 
in ell".. 



ANN A LID' I TAL I A. 36 j 
e fuori d'Italia ade:rirono con Comma eonfuGone: dclla Chiefa di Dio. Eu VaI
, 
Fra gli altri proccurò Anacleto di guad.1gnarc al .tùo panito An- ANNO IIp. 
ftlmo Arci'Ve{co'Vo di Milano (,,) '.. 
hc gia, di.:e:rumo .ccomu,nicato fot
? 
 L,l1uJ,,!. 
il pr('defunto Papa On
no .I!. Gh mando dunque 11 
alho j e pe:lCIO J2 j
IJ/" 
il Popolo dl Milano 1egulto quaG tutto la parte dl Anacleto e dl HiJlor. }J,- 
Corrado Re, che: furono d' accordo in qudb congiuntura fra loro. .iol"". (.4", 
Non potè già. Anacleto far 10 ltdfo con Gu,ÛlÌeri Alâvejco'Vo di Ra- 
venna, il quale:, per la, tdli
oOlanza 
d R
ffi (b), e moho più d' una (b) RNheMs 
fua Lettera fCfltea all ArclvefcoyO dl Marae:mburgo Cd, fi fa che: fu Riflor. nA. 
eot1ame in favorir Papa. Innoce:nzo. Ma princlpalmeme: ebbe eur.\ 'tJmnAt. , 
Anadero di afTodarfi coUa buonõt corrifponde:nza di RuggÙri Daca di (c) lJ:darr- 
Pugha e Sici1iJ, del Prin
ipe. di Capoa, e de: gli, altri Baroni dl qu:ll
 


I.B
":-l1. 
comrade. N è gli fu dlrUcale. A ppena e:bbe 11 luddetto Rugrocn Cor,. Rift. 
slargate eotanto I' all" che. gli nacque, 0 gli, fu fat to nafce:le i
 ap". Eôcar.. 
penliero di, de:porre 11 !1tolo Ducale, e dl afTumer
 quello dl .Ilm. 
Re, giacehe tah erano dlvcnute: 1
 fue: fO,rze, 
d amp,l!ato e?tanto 
il fuo dominio, che: ben ú convemva " 1m un Utolo plU lummolo. 
N e trattò coil' Antipapa Anacleto, (á) il qua.le non vi fece difficultà (d) Iii. ;
i.l. 
per tlmore: di no.n di(gu!tarlo,. e: de:cre:tò Conte Cardinale, 0 fia il,Car- 
dinale cella Famlgha de:' Conti, per affifi:e:re: a queíta Coronazlone:. 
Siccome ofTer
ò ,11 
adre Pagi, (e), h!
 
redut? g1i Storici Napolct
- (e) Pa iNS 
ni, che: Rugglen dl fua propraa autorlta, e 1enza fapula e: eonlenlo A.I .A1J
al. 
di Roma, aífumefTe: il t\tolo e la Corona Regale: j e che pofcia per B'U'D"ii. 
conve:nzione feguita con Anacleto di nuovo ú facdfe coronare:. 1\1a 
que:!ta doppia Coronazione: è priva di buon fondamemo. .Falcone Be- 
neve:mano (f) parla d. una fola, fatta coIl' apprpvazione d' Anacle:to. A- (f) Fill" 
le:fTandro Abbate di Tc:lefa (g) una fola anch' egti riferifce:, nè parla Bmn/mtA- 
pumo dell' afTenfo e de:lla cooperazione: de:ll' Anti papa, pcrchè giudi- nus iN Chr. 
cò rncglio di tacere: una particolarità, che a' Cuoi di non t'dcca bel 
g; ji.Abb.1.I 
fentire, nè m!)h:o onore al Re Ruggieri. Ma Pietro ùiaeono [crive, l.e;.':'N:. 0' 
che Petrlls Cardi"alis (cioè Anacleto) Rogerio Duei Llpa!ie Coronam IrqM. 
tribulns, & per Pri'Vilegium Cllpllanum Principatam, & DU
.!Jtam Nea- 
politallam UJm Apu/i(l, CalabriR, & Sicilia illi confirmans, Rcgemque confli
 
tams, I'd fila", pa1'ttm attraxit, con e:zlandio conce:derglt altri Privi- 
legj, ehe Ruggieri con quello buon vento feppe aecortame:nte chie- 
dere:, e: facilmeme ottenere: laondc San Be:rnardo in una delle fue' L\.t- 
tere (h) cbbe a dire, ehe Anac1eto habet Duccm Llpa:Ùe, led [olll"
 ex (11' æm'lI II 
Prin&ipibltlS, ipfumque ufurpatte COrOl1d! mercede ridicula comp:wlJtum. 1'ut- Epifl. 13;.' 
to CIÒ fu conchiulo ve:do il fine: di Se:ttembre, in CUI Andcleto fi 
portò ad A vellino e a Be:nevento. E pcrciocche fi credette:, che l"'a- 
1ermo Capitale della SicIlia fofTe: il Luogo più propno per h Coro- 
nazione di Ruggieri, quivi nel facro giorno del Natale dell' anno pr-:- 
fem:e fi feee: ql1ella funzione con quella M,lgaificenl.a, che: vien dc- 
fcritta dal fuddetto Abbate di T clc:lå: rito, ehl s' è d'poi cOl1fervato, 
r: ravvivato, pochi anni fono; cioè che in queUa Clttà fi piglia la 
Corona anche del Regno dl Na}>oli. Vi aßìHè come Legato Pontificio 
Z Z 1. il 



3 6 4 ANN A LID' I TAL I A'. 
Ep.
 votg. it C,ardi,
ale fop.ra a
cennato. e Roberto II. Princip
 di Capoa, ficco- 
ANNO [[]O. me II plU NobIle ngl1ardevole de' Cuoi VaíI:'lIli, gli miCe la Co-rona in 
c
po. II vedre

 ben prdlQ m:11 ricompenfato per quefia fU<1 at ten- 
zlOne da Ruggieri. (ntamo Papa Innoccnzo giumo in Francia, vi fu 
accolto con gran ven
razion
. Pretro di Orleans fu a vificarlo il Re 
Lodovico, chc già nc:l Concitio di Enampes I' avca riconofciUto per 
vero Papa. Andò a Sciartres, a Clugnì, e ad altri Luoghi. Nc:l 
No\'embre t('rme un Conc;lio num
roro ndla Città di Chiaramonte. 
Per cura maffimameme di San Bernardo non folamente i Franzefi, ma 
Mehe il Re Lotttlrio in Germania, e il Re Arrigo d' Inghileerra nell' 
Anno fegue'nre, prdlarnno ubbidienza a Papa I nnoecnzo, quamunque 
non mancatrero alcuni in queUe parti, che fi dichiararono in favore 
dell' Ancip:lpa Anacl
to. In queíl' anno rdlò trucidato da i Turchi 
in Soria Boamondo II. Principe d' Antiochia, ficchè iri lui finì d' cnin- 
guerfi la profapia di Roberto Guifcardo, e il Re Ruggieri più fran- 
camente potè tenere gli Scae; a Jui occupati in I calia. Terminò an
 

a) Dant!ul. cora i fuoi giorni Domenico Micbde (II) Doge di V en
zia, e fu alzato 

 Chr;;;o. a qud Trono Pietro Polano. Parimente all' an no preCente vengono ri
 
A:r:." lIIlÛ,. feriti j PriviJegj e Ie eCenzioni accordare da B.zldO'lli1JO Re di Gerufa- 
lernme, da i Patriarchi, e dal Principe d' Antiochia aHa N azione Ve- 
nera in Aeon, e in altri Luoghi d' Oriente. 


Anno di C R 1ST 0 MCXXX I. InJiziolle IX. 
d' INN 0 C F N Z 0 11. Papa 1. 
di LOTT ARlO III, Re di German. e d'Iral. 7. 


V Erfo la merà di Gennaio del prefente Anno Papa 11IHocmz, II. 
anðò alia Ciuà di Sciarrrcs, e colà comparve ancora Arrigo Re 
d' Inghilterr.1, per triburargli jJ Cuo otrequio, ficcome fcrilfe Orde
i- . 
(b) Ordtric, co Viesle (11). NeI dì 2.9. di Marzo fi rrovò el[o Pontefice in Lle- 
Yilill. Rift. gi coWaccompagnamento di molti Vefcovi ed Abbati Franzefi. Vi- 
EcdtJiafl, concorfe Incora Lottario Re di Germania e d' I talia con buona parte 
( lI e " ) . Y I3. S de' Prelati TedeCchi , (c ) e q uivi sì e g li , come ]a Re g ina Ric , h _ eJ'Jz , . fua 
;1. . 
(;GdtllrtÜ. Moglie furono rolennem
nte coronati da etro Papa. Promlle 10 tal 
.Ælid. 
,,- occafione Lonario di vcnir nell' anno feguente in halia per liberar IlL 

ij, Y.llu Chiefa Romana dalJo Scifnu, e rimettere in polfeOo di Roma il I
- 
. gicimo Pont
6ce Innocenzo . Venuto pofcia- a Parigj. elfo Papa, qUl- 
vi cel
brò con incredibil magmficenza e divozion di quel Popolo )1 
Seuim::ma f:lOt3, e Ja Pafqua del Signore. Vifirò dipoi altre 
itt
 
ld) Ordtri- della Francia, ed avendo intimato un gran Concilio nella 
itta ,d
 
"" Yi.t.l;, Rems, (d) fo tenne nc:l dì 19. di Octobre coll'in.tervento dl tredJ
J 
ibi
tm. Arcivcfco\'i't e dj dugento f
lfantatrè V cfcovi, fe non è fcorreto 11 
(
) UrfÞ
rl' tello dell' Urfp
rgcnfe (e) 't e colla prefenza dello nelfo Re,e Regina 
Jt) elm,.,,,. di Francia. In e(fo fu foJ
nncmcnte pubþlic3ta la fcomuDica contr3 
dell' An- 



ANN A LID' I TAL I A. '36; 
(Jell' Amipapa Anac1eto )a), e .di ch.iunq
e il favoriva; ,c non foIa- Ell. A Vo
g. 
mente il Re de'Romam Lottano, cd ..\ rngo Re d' I nghllrerra man- ( A ) NI'IO I q 
. 
1 ' c: I I d 1 P h . R a Dod"hl- 
darono co a a conrermar a oro :1 ercmza napa, ma ane e I e nus i1J Clør 
d' Aragona e di Caniglia. SuI principia di quen' Anno, per quanto . 
ci afficura Falcone Beneventano (h), il fuddetto Anacleto non poten- (b) Faic.. 
do fofferire la Co.munità ftabilita dal Popolo di Benevento, cioè una !lll"ì: mt : 
fpecie di Repubblica, 0 fia un' unione da lor farta per refilh:re, oc- m C rom,. 
correndo a gli ordini del Papa lora Sovrano, chiamato in aiuto fuo 
con un buon corpo di milizie Roberto Principe di GilpØ3, fece im- 
prigionare i più pote:nti & arditi di quella Città, in guifa che riduf- 
iè qud Po polo a difme:ttere la Comunità, c a preflare una pie:na ub- 
bidienza a' fuoi voleri. Andò pofeia a Salerno, e di là pafsò a Ro- 
rna. Allorchè ii Po polo d' Amalfi, ficcome di f')pra è detto, fi fot- . 
tomife: a Ruggieri, dichiarato .pofcia.Re di Sicilia e Puglia (c) riten- Sc) .AlhbDIII- 
De in fiJO potere Ie Fortezze di qudla Città. Lo fcalno Rwggieri ';'
'Jì:us as 
dißìmulò aHora it fuo fdegno pe:r queO:a lor pretenfione. Ora che fe I. I. c. 7. 
1a vide bella, fpedita per mare: una Botta fotto il comando di Gio- 
vanni fuo Ammiraglio, e: raunato un forte efercito per terra, mife I'ilf- 
fedio a quella Città. Dopo aver prefo 10ro Ie Terre di GualJo, Ca- 
pri, e Trivento, aßë:diò anche: Ravcllo, e talm('nte cone petriere tJa- 
gellò la Torre di qud CaO:dlo, che già minacciava rovina. Allora 
fa, che: non folame:nte: il Popelo di Ravello, rna quello eziandio del. 
1a Città d' Amalfi, mandarono a tratcar di pace, ne' cui caFitoli die- 
de il Re Ruggieri quella legge, ch' ei volle a i {udditi fuoi. Dopo 
di ciò torßò Ruggieri a SalernQ, e quivi foggiornando, fi vide com- 
parir davanti Sergio Duca di Napoli, che configliato dal timore dell
 
ambizione e potenza d
 e{fo Re, feoza voler afpettare la fona-; andò 
a Cottomette:rn a lui, amando meglio di confervare il fuo dominio co- 
me: Va{fallo, che di pe:rderlo affatto col voler fare re:fifienza.. Da ciò 
pare:, che fi de:duca, ave:re: be:nsì Ruggieri ottenuto dan' Ancipapa An
 
cleto un non fo qual dirittc fopra Napoli nell' anno precedence, ma 
ave:rne egti folamenre: nel prefenre acquiftata la Sovranità per la vo- 
lomaria de:dizione di Sergio. Come poi pote{fe prctendere Roma di- 
ritto fopra quelJa nobiliffima Città, che per più Seeoli s
era mante. 
nuta indipendepte dall' Imperio Occidentale, con riconofcere per So- 
\Trani i Coli Imperadori d' Oriente in varj tempi: io lafcerò indagarlo 
ad altri. Non (0 ben dire, fe in quefi:' 3nno, 0 pure nel feguenre 
fucceddfc, quanta viene ferino, da Falcone Beneventano, e daW A- 
nonimo CaGnenfe (J). Cioè che effendo fuggita a Salerno, 0 pure (d) Ar.øn'Jm, 
chiamata dal Re Ruggie:ri a S-alerno l\1atilda fua Sorclla, Moglie di CajìnmjlS 
Rain,lfo valorofo Conte di Alife, col Figliuolo d'dfo Come, m{orfe ap,!
 PITI- 
nemicizia fra loro. Aitri B:lroni :omcora, 'fra' quali CZ'ancredi di Conver- (rlnlllm. 
fano Conte di BrindiG, GrimoalJø Principe di Bari, e Goffredo Come 
di Andria, fi collegarono in(ieme, veggendo, che Ruggieri tc:ndeva a. 
mettere il piedr: Cui collo a tutti. L' Abbate Telefino, ficcome par- 
zial di Ruggie:ri, fopr.a d'cffi Baroni rigc:tta l,a colpa de'rnovimcnu 
di 



366 ANN A LID' I TAL I A. 
E." Vo1g. di gth
rra, che fopra vennero, e dc' quali parleremo all' anno Ceguen- 
ANNO 11]1. LC. Sarebbe: {lato da ddidcrare:
 de qudl'lílorico avetTt. rcgJlirate 
fo[(o i fuoi precJiì Anni Ie impre(e di Ruggieri. Ma fill It) trafcu- 
rò. Ene' telti di Falcone:, edell' :\nomrno Caunenac non v' ha fem- 
pre tuna 1.' c
att(;zza necdTaria 
ella, Cronoleg,ïa. Era nel precedente' 
Anno commclat
 la gue:rra fra I Mllanefi dall una pane, e i Pave: 6 , 
Crcmone6. e Novarefi dall' altra; e quella durò nd pre:fente e nel 
fuffeguente AnRO. Abbiamo un tc:fbmomo autentico, cioè Landolfo 
(2) L.snJul- da S. Paolo (,r), che: ci afficura, efTere: ltati vincicol1 in dTa ten zone 
fu
 junior i Milandi. E feeondo Gualvano Fiamma (.;), in qudl' anno fi venne 
Rift. Nld. ad una battaglia carnpa1c fra i Milanc6 e Pavefi pre:ßo Maeognago 
{
f. G
;I'Zl.s. ne lla quale quah tutto l' eCercito Pnefe re: ftò sbaragliato, prefo, 
 
"u, Fla"'7 condotto J?e
lc prigion,i di M
la
o. Ebbe pri
cJpio ancora in queft' 
"". Mamþ. Anno la dlvlkone fra 1 Popolt d
 Modena c dl Bolo
na. (c) Bolliva- 
Fur. e. 166 , . DO liti fra il Comune di Modena per cagione d' acque, di giurifdi.. 
(c) .Am.." .' ..1' 1 1 ,. r h æ M ' 1 d " 
:Mutine',f. ZIOOJ, e 
 a 
re occorrenz
, e 1,0 Igne e nee Immo om( ero I 
Tom Xl., N onantola, htuato nel terntoflO 
I Modena. Pre:valendo6 di quefio 
lllr. Iud". litiOlo i Bologne6, fegrclameme IOJulTero quell' .-\hbate lldtbrnndD a 
mc
tedi fono la lor proteziooe, anzi a fottoporre: quclla Terra al 10- 
ro Comune con vane vamagglOfe condizioni: il chc riuCcì una gra- 
ve fe:rita al euore del Popolo Mode:nefe:. 


Anno di C R 1ST 0 MCXXXI I. Indizionc x. 
d' INN 0 C EN Z 0 II. Papa 4. 
di LOT TAR I 0 III. Re di Germ. e d' Ital. 8. 


P ER Qualche Mefe ancora fi trattenne Papa bmDCtll'Zo in Francia 
con aggravio non pieciolo di queUe Chie:fe, come fcrive Orde:ri- 
(
) o,.J,,.i,. co ,(d), pe:rchè egli non ,aveva a
tra maniera da rnanCf'nerfi_., Nel Feb. 
Yit,d. Hift. braio fu al MoolJlcro di ClugOl, e a LlOne, da do\'c palso a Valen- 
Æ.,de/ì.sn. za, e a Santo Egidio. Finalmente ptr i\-Jontem Gtnue ( Gmev.e cre:de 

'
. 13-, il Padre Pigi (#), che fi de:bba lcggere; Jacopo da Varagme (n fcri- 

ri/
'du, "Ie, che Innoc
nzo II. ncl ruo momo fll in Gmova) fin"es Lo",
ardie 
.Annal, B.,.. illtra'VÌI, tJtljue a,"" J'iflam jõltlllnitate R(furreElionis Dominice celel>ratll 
(f) 1.'0_.. (nc:l di 10. d' Aprile) 'Vlnit PJaceJftÙJm. 
lIvi celebro II terloo fuo 

I ;,ara1m, Cor1cj}jo co i Vdcovi di Lombardia, della Romagna, Emilia, e :\1ar- 
'" rOnl'. ca d' Ancona.. Connen dire, ch' egli lungo tempo Ii fe:rmaßè in queUe 
pani per afpettar I' arrlvo del Re: Lottario, il quale fecondo il concerto 
(g) Campi dOVCol venire in ltalia. V cddi una di lui Bolla (g), data in Cremona 
1ft. di P/
,: 1/. IJus Julii dclt'anno pretente to favore de Monaci dl S. Sifto di 
c;;;;";'
e. Placenza. E in Brefcia 117. K./mdaJ AU-s:J./li un' altra. P"rtano elTe 
(h) .Annali- Bulle .. ufo dell' anno Pllano. Abblamo dan. Allnali ria SatTonc (11), e 
fl.. Suo" da gli Annal. d' lldeihe:lnI (i) 
 che it Re Lott
rio celcbrò la fella. dell' 

) ' .l..f " n,!
, Aßunzlon deUa Ver g mc in Vinz.burg, c di 1à pci motrc aHa volta 
-, øll '1.... d ' I 
ta- 



ANN ^ L I n' I TAL 1 A _ 367 
d'Ttalia, ma con un' Armata arf.,i tenue rifp=tto al fuo decoro. Pcrò Eu Vo1g. 
(ola.m("nte circa il pnncipio d, Settembre arrivò per la via di Trer}to ^NNe1l3 1 . 
a i pratl di Roncaglia Cui Piaccnrino, dove foleano adunarfi i Princi- 
pi, VCfCO\lI, Baroni, e Leg'lti 'delle Cinà di queflo Regno, allorchè 
il nuovo Re veniva. Colà fi portò ancnra il Papa per abboccarfi con 
IUl, e ftabilir Ie cofe occorrenri per hbcrar dalle mani dell' ;\nripapa 
la Cma di Roma, e confcrir la Corona dell' Imperio ad dro Re Lot- · 
tano. Ma con poco fuo onore fu Lottario ricevuro; perciocchè fe- ' 
condo I' a{fer7.Íone dl A.lbenco Monaco de i tre Fonti (4), ill m
/tis (a) .Alb,r;ñ 
JDcis lam tSmllre Cønradi, '1ua19l reJpeétu pauci/atis ru
 ab incolis ter,.æ MII
a'1
6 
fihfa1t1latus & tielpeéfMs fuit. Perum paulo aIJ/e Conradu!, fjui tJ Medio- ';!;
"m." - 
JrmenfibtlS CÐlIflirutlis Re:r {neral, pæne omnibus ftis amiflis, periculoft ad 
palria", reptStriavif. QIdlo paulo ante ci fa fcorgere infuffiftenre l' opi- 
nione di chi credette parmo d' Italia Cørrtlltlð neU' anno II 2.,9. Q!IÌ do- 
vette egli dimorare fino aU' anno prefenre, finchè udita la morT'a del 
Re Lonario., non credendoli più licuro in I calia, fe ne fuggì non fen- 
za peri coli in Germania. Ora it Pontefice dopo it fuddetto abbocca- 
mento àovette venire ful 
1odenefe al Monifiero di Nonanrola, per 
cui erano infone liti fra i PopoH di Mod
na e Bologna. Ho io pub- 
blicata una fua Bolla data in quel Moniftero (b) Jp. Idul OBobris (b) .Ant;'fu;- 
coil' anno Pifano I I 33. che è it volgare I I 32.. Da tal Bolla apparifce ta
 f{i ' ltallt. 
l' opule:oza d'dro Momfiero. Dope ciò il Pontefice pafT"ando per Monte DI. ,rt. 65- 
Bardone, cioè per la ilrada di PonrrC'moli, andò a fermarfi in Pifa . 
Colà chiamilti gli A mbafciarori de' GenoveG, tranò fra effi e i Pifani 
la pace:- e per gratificare am,endue que"Popoli, da' quali avea ricevuti 
più fervigi, levò Siro J7efco'Vo di Genova dalla fuggezione dell' .
rci- (c' c.
' 
vcfcovo di Milano, cot conferirgli la Dignità i\rchiepifcopale {(), e 4. .Ar4;o
:; 
fouomettere a lui i Vefcovati di Bobbio, e di Brugneto, e tre a1tri ;If V;tl!. In- 
in C"rlica. Dichiarò eziandio Primate del1a Sardegna I' Arcivefcovo di "KePI'" II. 
PICa, e a lui fottomife in olrre iI Vefcovato di Populonia, e tre altri 7lnc;:,
'(J.". 
Della Corfica fuddetta, con che: contentò amenduC' que' Popoli. Caf- Man;,. 
faro fcrive (J), che in Corneto fu l1:abiJito I'ingr:mdimento di quefii Flor. f. 167- 
due Arcivefcovi. Se ciò è, appartiene it fatto 311" anno fegtJentC'. Ma (d) Cf-U"ar, 
forCe in Corneto furono folamenre [pedite Ie BoBe di quanto in Pifa :U
=; 'lif'l- 
era 1lato accordato. Abbiamo da gli Annali d' Ilddeim (e), e dal Cro- (e) Änn
l: 
flQgrafo SafTone 
 che il Re Lotta1'io celebrò la fdb del N arale nella Hiláes heim. 
Terra di Medicina (ul Bolognefe, e non gi:ì Modotti
, 0 61 Alonza, f hro 1'Jo g ra- 
come fQfpettò il Leibnizio per poca conofcenza di quel1a Terra. Egli 
p:sl s

b_ 
era nel Luogo di FomaTY<i fut Piacentino, allorchè concedeuc, in non niti
m ." 
so qual giorno, a i Canonici di Cre:mona un Privilegio (f), ootato (0 ,Antiq,N, 
coll' anno Pifano. bal". Dil- 
Una gran rivolta di Baroni di Puglia era feg,.ita contra Ruggieri {

. :..,

, 
Re di Sicilia. Verifimllmcnre: fperando la venuta del Re Lottario e BerWlJtnt. 
di Papa 11lnocenzo, fi anìmarono tutti contra di chi faava a tutti In chron;(, 
paura. Ma Ruggieri, appena comparfa It Primavera, con potente efer- 1 ji lcxandtr 

ito pa{[atO' 10 Strctto (g), fi t){)(tò a Taranto, e di là pafsò all' affedio 

 el l ""' 

- di .. 



368 ANN A LID' I TAL 1 A. 
.Eu, Volg. di Rrindi(i, ch
 era di TanC1erli di ConvcrCano, con obbligar ql1el1a 
ANNO II 32.. Città alIa reCa. Ri[
nne prigione Goffredo Conte di Andria, che: fll 
a{lretto a c
dcrgl! 
uo
a pa
te d
llc Cue T
rre. <;tuindi portò la guer- 
ra contra della Cltta dl Ban, e: 10 tre Ccctlmane mduíTe qu
' Cittadini 
a capitolare la ref.'1, c a dargli in mano Gr;moald, Principe di quella 
Città, che fu mandato prigione in Sicilia. V cnuti poi ad apena rot- 
tura contra di Ruggieri il Principe di Capoa R,bertø 1/. 
 Rainolfo 
Conte d' Alife, Cognato dd Re medefimo, unirono un' Armata, fe 
cre:diamo a Falcone, di tre mila cavalli, e: quaranta mila fanti (nume- 
ro che h
 deU'ccccffivo). Riufd all' accorto Re Ruggieri di guada- 
gnar CreJccnz.i
 Cardinale Jdl' Antipapa Anacleto, che governava allo- 
ra Benevento, con indurre parte di quel Popolo, e Land,ifo Arci'Ve- 
{covo a giurare la neutralità in que'torbidi di guerra. Ma fparfafi vo... 
ce, che CreCcenzio vol
a dare in poter di Ruggieri elfa Cina di Be- 
nevento, que! popolo andò ne:lle furie; e follecitato dipoi dal Prin- 
cipe: di Capoa e Ja' fuoi aderemi, abbracciò il partito di Papa Inno- 
cenio II. Portoffi il Re aU' :dredio di Nocera., per foccorrcrc ]a quale 
s' affrettò il Principe di Capoa, ficchè aU' Atripalda, 0 come fcrive 
l' Abbate Tcle(ino, al fiume Sarno, in luogo chiamato Scafato, nel 
. dì 2.+. di Luglio fi venne ad una battaglia campale. Al primo incon.. 
tro riuCel a Ruggieri di far piegare e prende:r la faga all' ala finifira 
comandata dal Principe di Capoa; ma il valorofo Conte Rainolfo, chc 
guidava l' ala de:{lra, con tal bravura fi fpinfe addolTo aJl' Armata del 
Re, che in fine la 3baragliò, ed ottenne piena la vittoria colI' acqui- 
fio di un riceo bottino, ma non fenza grande fpargimento di fangue 
. da ambedue Ie pani. Vedefi de:fcriu:a quefia vittoria in una Lettera 
I..a) 
JRlt del Ve:fcovo AgatenCe prdro Udalrico da Bamberga (a). Non era av- 
;

ft/;:. ';;. vezzo a. fimil
 
olpi il Re 
u
gieri,:. que{lo f
rv
,ad umi.liarc alquanto 
Corp. HiP. la di 1m amblzlone cd alterlgla. Rmroffi eglt plU che m fretta a Sa- 
Illg. 3 66 . lerno, con volto nondime:no allegro e cofianza tale d' animo, come: fc 
.pu; E,- nulla rli contrario gli focre aecaduto. Ma quefia fna disavvemura in- 
Idr . J:oraggì forte: tutti i fuoi nemici, di modo che i Baroni già abbacrati 
ripigliarono l' armi contra di lui . Era dietro a far 10 fiecro anche il 
popolo di Bari; ma com parCo colà Ruggie:ri frenò i lor movimenti 
colle buone:, e colI" accordarc a que' Cittadini quanto feppero addi- 
mandare. Pofcia dopo aver dato un terribil faceo al territorio di Be- 
neve:nto, venuto il Dicembre fe n' andò in Sicilia a preparar nuove 
forze, per pot
re refinere, anzi per potere dar legge a unti ,.che s' c. 
rano riQC: llati comra di lui. 



\nno 



ANN A LID' I TAL I A. 


3 6 9 


Anno di C R 1ST 0 MCXXXI I I. Indizione XI. 
d' INN 0 C E r-; Z 0 II. Papa 4- 
di LOT TAR 10 III. Re 9- Imperadore 1. 
. 


A Ddolciro alquanro il verno, pafsò in Tofcana il Re LottArio, c a 
Calcinaia ne! territorio èi Pi fa fi abboccò di nuovo con Papa 
InJlOrenzo (a). l\1arciò dipoi reI' la lhada Regale fino a Vict'l bo, dove 
arri\'aro ancora per la Maritima il PontefiCt" s' ;nvlarono p,.fcI3 u
ita- 
mente pa On:!, e pel tcrrirorio dclla Sabma e di Farfa fino aRoma. 
Da che furono vicini aRoma, fi acc:unparono prdTo a Sama Agnc- 
fe, e in quel Luogo ebbero una vifira da Teobaldo Prefcrro di Ro. 
ma, da Pa:rro Latrone (c non Leone, come ha il tcHo dcl Baronio) 
e da alni 
ob:li R()m,mi del loro partito. Enrrari finalmenre in Ro- 
ma fùl fine d' A prik, Para I nnoeel17.o I I. hberamente prere 
lloggio 
nel Palazzo Larerancle, e J .ottario colle Cue gent! nel Monte A \'<::n- 
rino. Buana parte allora de' Romani fi dichiarò In favore de:! legiuimo 
Pontdice; ma non lafciò per quctto l' Antil
ara Anaclcro co' [uoi ade- 
remi di tencr fàldo C:t1tc\lo Sam' i\ngdo cuila .BaGlica V a tÏ-CiI na , cd 
a1tri titi foni di quelh Citt::, coll' andarc: imanto Invir.ndo .-\mhafcia- 
tori :11 Rc Lottario, pregandolo di voleI' dar hwgo knz I guerra ad 
un dåme canonico delle fue raglOni) e di qudle d'lnnoccnzo, con 
cfibire ancora ofbggi e fortezzc JI1 dcpofiro. Ma i f.mÎ. non cornlÌlon- 
devana a\!e puolc. N è Lorrario avca condorro feeo tali forte da po- 
tel' mettere cofiui al dovcre. Non più di due mila ca\'alli lèri\'ono 
alcuni, eh' egli a\'cflè di fcguiro (b). Vennero bensì in aiuro del P.lpo1 (b) Fal" 
G I ' G r. ( ) I · " ' [ > r ' Benlvtnt. 
con otto a ee 1 enovcll c; con a lrc ancora V aecor ero I II a 111 ; i ch ' 
e prcfcro Ci\'it:ì Vecchia con alai piccioli Luoghi: ma nè pur que- (
) C:ff:
f' 
no lJltla\'J a liliJar I' Antipar.1 b.:n tànificato ed a(hílito da mohi No- .Anna!., Gt- 
bili Romani fÎ.JOi adercnri. Veggendo{ì dUfique mal dirpo(le Ie cofe (a), n:;enf. !lb. I: 
fu riloluto di dar come fi port a la Corona I mpCTiale al Re Lottatio: fi t In ! O' fi 'o F.rl. 
fi fì - 1 B -, L gel. IS In 
al qtul ne llicelta a ahhea atcranc:1fe, glilcchè non Ii pOrea far Chrcn,/lb.ï. 
1a funzlOne ndia V aticana. Perranro nel di 4. di Giu.rno giorno di cnp, I
, 
Domeruca, dalla mano di Papa Innocenzo II. ricevetfe LO[tario la Annalifl4 
Corona c il titolo d' Imperadore. 01',1 c:gli fi rruov.! chiamaro Lotta- Suo. 
rio J 1/. in quanto era Re d' I taha, c L(Jtfario 11, come 1m peradore . 
Da lì a pochi giorni fi compofe la ddfaenza dur.\ta finquì fr'l la [anca 
Sede cd A rrigo V. I mperadore, e LO(tario fuo Succdìorc (e), P er 
1 , d " d ' b ' A l l d I ' d 1 C r (e) Bt/ron 
ere ,Ita Clem '. 0 la I _cl a O',1td.l , i\_h[il
a. Fu prclo queUo Annal. . 
m
zzo 
ermlne, che II, Ponr
hce ne \r1\1etbtlc cflo Lot[Jrio, c dopo Ecc/e{Z.!J. 
IUl ArrIgo IV. Duc.l dl Ba\'lera c Sðfloma, Genero dcJio lkflo 1m- a-l hU;lc 
peradore, can chc egli giuraffe omaggio e fedeltà per cITe Tt"rre al .Annum. 
Ponteficc Romano. N e rapr
rta il CJrdin.ll Baronio la Boll,! Ponti- 
ficia. A bbiam "eduto di [opr:!, che la Linea E{tenfe di Gerrnania, 0 

om. Pl. A aa fia 


Ell. A Volg. 
ANNO I nJ. 
(a G.1rd, de 
Aragcnia in 
Ylla Innoc. 
11. Part, 1. 
Tom, Ill. 
Rer. llalic. 



37
 ANN A L I D 9 I TAL I A. 
Ea" Volg.. fia de ì Duchi di Baviera per Ie- Nozze del Duca Guelfø Y. colla fud- 
ANNO 1I33
 ùerra C
mdra Matilda, prC'r
re la di. leI ercJ.Jtà. Reilarono elaudlrc 
in que It' an,no ,Ie .ru
 I?rercnfion
, di modo che II DuC1 Arrigo, il PIÙ 
porenre 
e Pr,mc
pl dl Germama, e che r\[e:neva. tn Icalia la porZh1nc 
fu, ne gll anttcht St;Ati della Cafa d' E(le, m.!ggiormcnre U:efe la fua 
po{f
nza ancora in quefie puti colla giunta di quelh della Contdfa 
M HIlda. Vennero a Roma in tal congluntura RoberlO p,-jncipe dl Ca- 
p.)
" e Rairloifo, Conte di Alife con circa rrect:nro- cavalli (4), 'peran- 
do JJ conC
rtar Ie m.tniere di difC'nder/ì da Ruggie,-j Re dl Sictl.,1 j ma 
gittarono i paffi j perchè troppo fmtlze erano Ie fone: dell' :\ugu(tø 
Lottario
 e meno poteva Papa Innocem.o, perehè in Olano ddl' An- 
tipapa rctbv3110 qu,1fì rune Ie Torri e Fortt:zz
 di Roma. 
A pproffimandofi imanto i ca1di pernicioft ddla State:, l'Impera- 
dor Lonario con rimettere a tempo PIÙ propizio il totale riflablli- 
memo d. Papa [nnocenzo" fen venne alla volta di Lombardia. Era 
egti nd campo di S. Leonardo ful Manrovano nc:l di 30. dl Luglio, (f)- 
Guando; confermò al Popolo di Manrova tutti i fuoi Privilegj con fa- 
coIrà di trasfcrir
 i1 Palazzo Imr
ria1e daì Borgo di S. Giovanni al 
MoniClero dt S. Rufino di Ià dal Fiume Mincio. Abblamo da gli An- 
(c) .Annal., nali d' Ildcshcim (c), che giunro ":\ugull:.o LOHario alia Chlu:a full' 
Jii/desheim., Adigc, nell' andar
 da V t:mna a Roveredo, eOendoglt ncgato il par- 
e; .AnTUI/JPII., faggio da gli abitafìti di qu'l paete, esli mirdbilmente s'impadlonl 
IlXD. della c.ttà "rUlt:t in cima al montc (ben difficile è a credere, chc 
ivi f<)(fe una Cirrà) feee prigione- il padron d' elfa, e felicementc: pafsà 
in Germania, con cc\cbrar' la N,ltività della V crglOc in, V Irtzburg, 
dove: tù gran concorfo di Principi EccicliJftici c Secolan. l)lmorò 
per qualchc tempo ancora Papa Innoccnzo in Roma nd Palazzo La- 
teranenfe j ma trovandofi continuamente- infeClato dall' Antip..pa, c:: mal 
{jcuro, nc: ufci, c nd Vlef("" di S
tt
mbre andò a ricoverarlÏ an PII
, 
dm'e coo brandc onore: crt amore accolro, troVÒ quel Popolo coUan- 
til1ìmo ncl' fUI) frrvigio. Mcntr
 era in Roma r Impera
or Ln[[..rio
 
CertlhCato il Rc R ugglf'ri. chc nulla v't'ra da remt rc dl Iw, con un 
(.c
 .4;ex ut- ..\ rma.ta più poderof.l deliI' p1tr
te venne dalla Siulia in Puglia (d), 
lilT rtJ3ft- , ,1' I d ' ß ' . b II ' 'd 1 
nUl Lib, !. pleno ul....e eno contra t' aroOt rI f' I. .c 
anC"
01'l e glUl amento 
. 01 1. 3 6 . a Iui prell-ato. Cia udirn d,l Rob(;rra Principe dl Capoa, veggendo 
egli f.tllite ie fu
 fpC'ranzc di ottener foccorfo da i Tedelchi, d' ordme 
del P3pa nel, dì 2.4. di Giugnn fe n' andò per mol.re a PI
a, do
c g
i 
riufei d'imperru per allora alquanro dl gente, con CUi ,
 ne ntorllO 
Q cafa, port:lndo feeo la prnmd1,1 d' un aiuto di ct'mo 
cg!,1 nd 
larz
 
prot1ìmo Venturo, Fece a"c"
 un trar[tto co' Genoveb, fcnza de qu..h 
non fi volh ro imprgrJare i Pifol.ni. Innnto il Re Ruggieri, come un tol- 
gl)re, piomno fopra Ie Terre de B ,roni a Iui contrarj. (C') Prefc V c: 
nora, N .trdo, ß lrnli, BirlCrhino, cd alrre Cinà, commettendo ralt 
crude!r.ì ropra d- eITe. e {orr:! gli ab:tanti, ch.. pcgf'.Ì? non avrcbboao 
farro i Tur, hi e S.lr;1(" ni nf'rnici di r:rill", T nw wdarno coB' jlse- 
dlo Brindifi, chc fu. bravameme dih:io. Ma coD fehclta occupo Je. 
Ter- 


(a' TaieD 
IJ
le'/, e71/. 
i,. c;hr/ln., 


(h) .A7I/if{, 
lea!.". Dif 
feTe. 13. 


(c' F"/CII 
];cll,vna. 
in ch.", ie, 
PO" U,1/- 
'/u )1I!er- 
, nll.nUl ,,. 
ChTDn". 



ANN A LID' I TAL I A. 371 
,rerre di Áldfandro Conte di Matera,. il quale fi faJvò colla fuga in EIU Vo'g. 
Dalm:tzia. Goffredo Conte di Andria farto prigione, fu inviato in 'Siw ANNO IIB
 
cili2 a far penitenza di fua kllonia. Non fu più propizia )s forre :& 
rancr
di di Conycrfano, che: fi accinfe: alia difefa di Momepilofo. Af- 
fediata que\1a Terra da Ruggieri, benchè forte di ÍÌtp, 'e guernita cli 
coraggiofi difenfori, PU!C dovet
e. ee
er.e 'a
l
 
OI,za ed indu !tria. d'dT'o 
Ruggier,i, che condant."o .aHe ,pnglOIU dl SI
lh
 I) 
ome cadut
 nel1
 
(ue mam. Con barbane lOud1ta tece Rug 5 1en taghare: a pezzi turtl 
gli abitanri di quella Terra, fema riguardo aIeuno 'nè a donne nè a 
fanciuUi,. Si crederte il Popt:'lo d.ella Città di Troia,alloJ'chè intefc: 
incarnminato il Re .alia lor vo)ta, di placarlo; e pcrò g1i 'Ufcirono 
incontro -con una divota proceffionc, e coJle: Rel'quie de' Santi. M:1. 
l'inumlOo Rc: con ocehi torvi guatata )a mlfera gente, non volle a- 
fcolrarIa, di mliniera che chi quà e -chi là prefera la fuga.. Fece egli 
mettere ne' Ferri mold di que:' Clttadini, c: dare: il Fuoco aIle: Jar cale 
e beni. Un egual rrattarnemo provò pofeia la Cil[à' ,di Me)fi. 'Con 
quefio râpido corro di vittorie e d. crudeltà"S' impadronì egli di Blf- 
feglia, di Trani, d' A fcoli, di Sa
t' Agata, e di altre 
erre. I ntanto 
il Conte Rainolfo t
mcndo., cne 11 temporalc: andafTe a karlcarfi fopra 
Ie fue comrade, Ticortè per aimo a Sergiø Uuca di N apoH, il qUo1k 
:!vea parimenrf -cangiato rnancdlo 
 e da lui e dal .Popolo <1' Averf:1 
ottenne prorndfa di un gagliardo aiuto. Ma per aHora crrsò II blfo- 
gno, percnè il Re Ruggieri nell' Ottobre .
a{sò in Sicil-ia con mold 
na"igli carichi (I' oro e d' argemo -c d' altre: fpoglie delle: mitere Ter- 
re, ch' e:gli avea non conquiltatc, ma ridotte all'ultima 'rovina. Altro 
ða foggiogare non gli Te(lava, fe non Roberto Principe di Capoa, 
Rainolfo iuo CQgnato Conte d' Alife, e Sergio Duca di Napoli. Se-- 
con
o ,il P., Pagl (.a) pafsò nel..d} J. di .oicembre: dell'
nno prefc:me '(a) /1agiu> 
a mlgllor vita San Bernardo Velcovo dl Parma, la CUI V Ita fCfltra -4itl A'fnal. 
da un AUtore contemporaneo è pafTata fino a' nollri tempi. Sappiam Jlar.". 
di cerro, ch' egli aica accompagnato aRoma ne:U' anno pretènte t' Au- 
gufio Lottario. 


f 


Anno di C R 1ST 0 MCXXXIV. IndizÌone Xl I. 
d' INN 0 C E N Z 0 II. ,Papa 5'. 
ài LOT TAP. 10 III. Re 10. Imperadore 2. 


T Enne in queft' anno nc) dì JO. di Maggio Papa 11I"'W1Z' 1/. un 
. <;:
ncilio (
) Generale nell.. Ciuà di Plfa, elctt<4 da lUi per fuo (b) L"b
 
d,omle
ho, 
nc,he DI
, provvc:ddfe allo Scifma di Anade:to, Sono pe:- C,,,ÓJjor. 
rm gh Am dl quell mfigne faera adunanza, a cui concodero i Ve- Tom. X. 
fcovi cd Abbati non Colamente deU'1talia, ma anche della Francia c 
Germania. Fra gli altri v'intervenne San BernRrdo Abbate di Chia- 
ravalle:, gran luminarc allora dclla Chief a di Dio. Sappiamo, che i. 
Aaa z. drG 



\ 


372. ANN A L r D' I TAL 1 A. 
E 1\ A Volg. effo Concìlio fu confermJta la fcomunica contro il fuddetto Anti- 
As,o "J4 p,lpa, e Contru tUtti i fuOI aderenti e PI'otcttori. (R) Furono ivi de- 

: A
.:;O

s. pr'l
i Pietrð VelcO\<o di, TO/cona, Uberlo Vcfcovo d
 
UI Cd, C i 
in J"J/ß /11- Veicovi dl ß'rg
m', B01111 0 , ed -\'eZl. n . forfe perche tatltlrl dell" 
113 er,i. /I. -\O[lp,'pa -\II.1c1
(O. ()I1ervò II Cr.rdinal BoOr ,nin (b), che nel ritnr- 
]I. /. T' I //J, n.lre Jot qUl:Ho Concilh v.lIj Veh:ovi cd Abbari FrJnzcG furono 
R,r, Isa Ir. If (j j ' II L " ' ( J I ,' 
(b I', Mron. 
 1 pr
 J {' InClrCf'rat! nc ,J, U'lJ
lana, e In onrrC'mo I. N. parla 
.Ar1JaJ. I?!nrcl -\bb ,te dl Clugni in un.a Lt'ucr.t a Papa Innocenzo (c); ma 
Fcc/tf''lftic. lenz.\ fpt'c,ficdre, chi t
,Oè I' :Jutore di (.lIe iOlqultà, cioè ti: \ P:lltJ- 
(C I i'ctrus gio!ni dcll'-\ntlp,'pa, 0 pure akun Padrone dl queUe Terre. Dlile 
C :4l1laUII- , d I F . . ( ) bb ' 1 ' 
þs lIb. 3, E- mt'mnne acccnno![(.' a 'InrCllt!nJ d alamo, che nc dl 26, dl No- 
t /i, 2.7. Vt"lT1bl . dell' anno I '3 I. fi tru'wa nt'l dillreTto di V oltcrra R..lmp,'ettus 
(d', FiDTlfSI. div;ro unen 1 hufàæ P,'.r{es F,j Marchio. Quefto ruo Diploma I' ho 
Mt> I d dl in dlvolgalO all n \'e (c J 0 L, ggl fi f 0j ne gl, Ann;.h PiCm;, all' anno 
;:;,lI\
;: 2., I I 
 f.' 1
I,IJno, t"inè III I I I H", nnfho V o)gare, che . (f) J II. l!alendllS 
(c) .A 
/iqu. JUt1ll Pltzs eft ulebrattlm ConcJ!ltIm per Papam Innoce7lul4tJ), & II/IDS P,'æ- 
.l11l.lf, lJl[- latos. lrJ fjllO ConciJio /1JgilberluJ de /'.1archia 7'tlftiæ InVtjlltliS eft. f?<!!i 
jc
t.,!. I7 j poJlea de(en(us a Pifanis, & a Lucenjibus IIbique Off{,II(US, & VIEJUS apuå 


.h 
Il
;. tS FicecchJù
1J 'in camp', Pifas cum laCf)'mis fU,
ienr, a Pi[alJÎJ vindicatuJ eft . 
J"I, 1{er,ltR- Chi de/lt: 1'1 nvcll:nllr.\ dclla Tofcdna a <Judio Ingelbcrto, non appa- 
!.c
r. rike. P0trcbbc cre!.!::. ú, ch
 il Papa colle rretcnfioni dell' eredità 
ddia c.,Jl1trfT.\ M nilJ. , I.t d 
(fe. Ma quclli non porea conferire ad 
alrrui Ie J>rc>vinele J.:Il' r mperio, èfclufe d.lll' cr
Jitå d' {'ITå Matild,l. 
E Ie ef)i ic ave(fc pfl:tef
 cnme A uodlo, gi:'ì abbiam veduto, che ne 
avc:v
 invefiito Arrigo Duca di Baviera. ..-\11' ,mno I I ,7. fi fcorger.ì, 
che 1'1 mperaJore mandò loceorfo allo II:el10 Ing.Jbeno; e però dov
a , 
qUdH dTcre ruo V øOà!lo per la Tolcan.l. M.\ \Jon volendo i Lucchdi 
chi loro conundaífe, quindi nacque la guerra contra di queUo Mar- 
chc:fe. Non è fdclle a me il dcrerminare, fe in qudl:o 0 rur e nc:l 
precedente Jf1no fo(fc: d1 i :\1il,tn f li rigt:rr;tro c dcpoJto Ar1ftlmo Arci- 
vefcovo dl Milano, dmnzi fcomunicaro, per lver COrOl1JlO Re J'I- 
talÜ Corrado. N cera .Hlchc pi ovcn'lto gr.1O Janno alia Chlefa dl Mi- 
lano, com.' ;/[[efb S. BLrnardo in una fua L.:ncra ai Milanefi (gh per- 
chè Papa Innoccnl.O II. l' avc:a /pogliarol della dlgnnà dl Ml.:tropoli 
Ecc1dia Ibe.t, e a ICI IOHrarri I ruOi Su ffr,'ganei, c fr.a glt alt ri ,colli- 
tu:to r\rcivefco\'o il già V ctcovo di Genova fottorolto a Milano. 
N le
a il Padre P agl qUdlo ["tto; ma paiono aO..i "h,are Ie paro!c- Ji 
S. B.l'llarJo al P"polo \1i!:mefe, d,,\'(' dice: !?<..uid c(Jntu/it tibi 'l:e/UJ 
lil!1 rebel/ìo? .1glJoftc po/ius, in qua pote{late, g/OTltJ, & tonore Suffraga- 
Neo,'um luo,'um tamdiu pyjvata tx/lit
/ij, coo que! che fCgUl. N 00 
r-.\ 
fordticra III quelb tt;lnpi una [dl pr:na, e I' abbidm anchc vcdul,l ul.na 
(h) 
lIn,'Jll- contro II Chidå di Ravenna. RIl:conta Landolfo da S. Paolo (h), 
t:.!;,:"':
it- chc: i 
ll1.me(j Clero e Popolo fi fnlle\'arono contra d' e(fo l\nlelm n , 
JI
llIn".41. oramai penrtti d' aver f3vorlto I' :\ntlp,\pa -\nacleto, e 10 fpuri n Re 
Corrado. Pcrò (i arrogarono l' aurol irà dl dichrar,iI'lo dCeddu[o, In 
guifa chc egli fu cofirctto a rhiradi Delle Caltella dclla Chielã l\li- 
lane- 


(t' Bt'T''' 1r- 
. IS l
I'Ij!DI. 
13 1 . 



ANN ALl D' I TAL I A. 3 ... 3 
lancfe. Fu poi conferm:na, 0 fi:t amenticata nel Concilio dí PiC.1- la ERA VoTg. 
dcpnfìzione d' t\nfelmo dal Ponteflce Innocenzo. Ma prima d' efT'o Con- A:\!!\o 11]4. 
- cilin :lveann i Mihnefi mvitato alia lor Città San Bernardo; la cui fan- 
tità cd aurol ità fa 
ea in qudli t
'ml'i gran rumore daperruno, accioc- 
chè colla fua prel
nza e detln'z7..\ mtttdfe 6ne allo SciCOla dell a 101'0 
Cmà, e \J nconciltafTe con P.ìpa J nn0Cenzo I r. e coil' I mp
radore 
LOHc1rio, Se nc tcuso tl l.Jnro A bbare allora, percbè chi3mato a Pi- 
fit \1a :lppena tcrminato que1 Concilio, il Ponceftce )' inviò colà con 
C14ic 1 o, non glà Arcivefcrwo di Plfl, ma br:nsì Cardinale di na(cita 
Pi: n. co\ V cfcovo d' -\ ib,1I10 ,\Janeo. perlon;1gg10 dl rare vir'ù , e 
con Goffi'cdo VeÎCO\'o dl SciarrTts (a). La divqzi, .ne, con cui il Po- (a) Tn Yita. 
POlO dl v1t
ann venne all' ,"Contro dl. qu:' cck
re Ab?,1
e" fu incre- fï
. 
:r:
r:: 
dibde. 1\ rlc
Veron() come Angelo diDIO, baCl.1ndogh J pl
dJ, e pe- . 
lanJogli il m:\nrello, con dltpiacere nnndimeno de1ia fua profonda u- 
miltà, Colla Oltdiaz10ne di quefti Legati .1\ pofto'ici e di S. Bernardo, 
abll1rò rll
w que! Porolo non meno I' -\nripapa, che il Re Corrado, 
fo([C'nwttendoG al vew Papa, e all' '\uguO:'1 LaHario. E p'erciocchè era 
vacantc: per Ie addotte cagioni la Chiefa Ambrohana, uoivc-rf..le fu il de- 
fiderio di quel Po polo , per orr(':lere in 101'0 Arcivdcovo 1\ fanto -\ bbate 
dl Cillaravalle, per la cui inrercd1ìone fuccedernoo al1or<1 m.,lte miraco- 
)olè guarigioni m Milano _ Cor(ero in folh alia Chief, di San Lor 'n7.<), 
nc l1a cui Canonfca era egli alloggiat", richiedellJolo p::'r 101'0 P ,,(tore; 
ma il buon Scinto, che tenCVd (Otto i piedi rune Ie grandez'l.e um1ne, 
nd dl itgucme colla fug-1 ddu(e tune Ie 101'0 (pl"rJnz
. :\Itrettanto 
avea Farro a Genova. :\lIora fu, che akuni tu ,j D'(ccpali retbti in 
Milano, fì accin(ero colla raccolta delle Linwfine a t
md Ire il Mo- 
nillcro de' CiHercienG di Carllvallc fuori, di Milano. -\ndò pofcia S. 
Bernardo a Pavia, e qu;ndi a Cremona, per rroncare il cor(o alIa guer- 
ra, che que' Popoli mrravia m:lI1teneano contra di Milano. Pare, che 
i Pavdi fi quetafTcro aile vigoro(e intinu'izioni di lui, ma nOli già i 
Cremondì 1 lUttochè vedetTero ritornara all' ubhidienz.a de' veri luni 
SuplriOlí la Citlà dl Milano, come G raccoglie da una Lettera d' cOò 
S. Bern.ado a Papa lnnocenzo (b). · (b) Bernard. 
. Torno (ul principlo di qudl' '1I1no Roberto If. Prindpe di Capo! Ep.ft. 3 1 4. 
a Pita, per follecHare i foccorG a lui prnmeí1ì ('), e ful fine dl Feb. (c) Fa/CD 
hr,lIo Io:omparve in C.\pO:.1 menando lèco due de' Confnli Pi (ani. (' circa !Jenevcn/: 
mlilc fo/d,1O levati dol <Judla Cinà. Sergio Dum Ji N :\poli , c Rainolfc In chromc. 
Ct;"te di .:\Jilè: approvarono il tl'att ,no da 'ui f.mo in P,[a (d), e lom- d \d) .A l lex fi an- 
. / t ' 1 d fl er, (Ie /- 
mml, f.I1"OnO 1 .mara occorrente pt'r accdenr 13 venuta dc-lIa oua nlls Abbas 
l)iI
na. Imanto ecco
1 arrl\'are a :)aleTOo i) Re Ruggieri con circa J. 1.. c. S4. 
ftfiama g"ke, ch' egh JOHrH:di \tdm. me fpedl contra dr Napoli. \1a 
ritre,v.trono que! Pllpoln, die noo d'\fm'va, ed :Jccorfe v.1bro(Jm me 
all'l 
Ifela. Però d"po dver d:ltn 1Ì làcco ad :l1cune C'1(t"lIa dl qlW' con- 
[01'111, Ie nc nwrnalono a S.tlerno. 
lVi raunan una pnderola AI'- 
ß)ata di SICili,-tnJ e Pug,licfi, e (pinta\-. ,d,i...,(1o a' Caftcllo di Prara, 
tUllocbè foOe LUligo torte, quafi in un momento fc ne impadroOJ, 
e 1.0 



374 ANN A LID' I TAL I A. 
Eu Vol!. e 10 diede aile fiamme. N ello fl:etro primn giorno Cottomife A 1taco- 
ANNO 1134. da, la Grona, e Summonte: il che fparfe il terrore fi-a i B
n("ven. 
otani, CapU3ni, 
 Napoletani (uoi avverlil.rj. Inoltratofi poi \'erlo il 
Principato di Capoa, prefe P.1lma, e Slrno. 10t:1Oro it Come Rainolfo 
animò u
tri i fuo; ad,ercnti, .ed. ufcì in ca"?pJgna coll' c(ercito fuo per 
fermare I progreffi dl Rugglen. Ma que(Ì! dopa aver rnunite Ie rive 
del Fiume Sarno di cavalieri e .d' arciui, per impcdir
 al C.AJnre il 
patraggio, andò a mette1'e I' alTedio a Nocera, Città forte del Princi. 
p
t? dl Caroa. V' era 
entro R:uggie.ri ?:I Surr.iemo c
o buona guar- 
n
glOne, a
HTIo(
 gU,ernero, e n(oluro ,dl b
n dlfenderlaj rna -per tra- 
dlmento d alcum gh convenne depor 1 arml .e renderfi. Pafsò di là il 
Re Ruggieri .contra Ie Tare del Come Rain01fo, e ne conquifiò al- 
cune: il che veduto dal Come, per configlio de' (uoi mandò a trartar 
di pace., Ruggieri diede allara luogo ,alia collera contra del Cognato, 
e purche: egh. fi 
ot
omettefre, accetto la propofizione 
i refiiruirgli 
la M
glle e 11 F'gln
olo., 
r
fe
(Offi dunql
e i
 Conr
 al Re, c ingi- 
noccfHatofivolle baclarglt I Pledl. Nol content! Ruggieri, e baciatolo 
in Yolto paci6coffi con lui, e nerice-vette il giuramenro di fede1tà . 
Trattò in tal' occafione Rainolfo andle della ,pace .con Roberto Prin- 
cipe di Capc
J e iJ Re s'induíre a ,con.cedcrla, purchè Robeno pri- 
ma delta metà del Mere d' Agoí1:o fi .riconoícdT'e (uo V afT'allo, e ce- 
detre Ie Terre, perdure. Era in quefl:o menrre ito a. PiCa Roberto, 
per implorare 11 prornefT'o (occodo da Papa Innocenzo e dOl' Pi(ani . 
PafT'ato qud termine, il Re'vcggendo non eaere accetrata I' eGbira pa- 
ce, s'impo(fe(sò di Cafiello a Mare, e d'altre Terre di Ugo Conte 
l.a) Id,,,, di Boiano. Andò al Monifiero di Telera (a), dove fu ben -accolto da 
j
iå. '4p.6). AIefT'andro Abbate, Scrittore poi de i fani del Re medefimoj e di 
là s'inviò alla volta della nobiliOjma Cina di Capoa. N iuna difefa 
volle far quel Popolo, con attendcre (010 a placarlo j e però ulèito in 
proceßìone, con granJè on
re l' a
co)fe, c: con J nn
 e Iodi il conduOè 
alla Chte(a maggIore, e &11 gluro, fed
lta. S
 acclgneva apprcllo il 
Re Ruggieri, dopo efferfi Impadr
OI[O dl Averla, e 
el reí1:o de,l Prin. 
tiparo Capuano, a pafT'ar contra dl Napoli j ma Sergio Duca dJ quell'. 
indita Città giudicando meglio di non arpettar la tempefia, v.cnne in 
per(oDa a renderfi, cioè a fottoporlì come VaJfallo alla di lul Sovranirà. 
Altrettanro fecero quei dflla Cara di Borello. Pre(emol1ì anche Rug- 
gieri fono ßen
vento, con 
bbligar, que! 
opolo a preltargli giura,. 
memo di feddta, falvo nondlmeno 1 omagglo dovuto al Papa. ....ero 
non fu pigro I' Amipapa ^
acle[o a.vol;u- col
, 
 a ripil?liarn
 jl poC- 
fe(fo con far po(cia demohr Ie cale d akum dl Gue CmadlOl, de 
non 
rano 10 iua grazia. C
sì in breve tempo ridufT'
 i) Re RuggIeri 
fotto jJ (uo dominio quel -vafio e 60ritißì
o,pa

e. ,Dopo di de p
e. 
no di gloria fe ne [Or110 a Salerno, e dl la m SlctJla. Roberto Pnn- 
{b) L4nt1Nl. cipe dj Capoa refiò in PiCa prefTo Papa Innocc:nzo, alpettando amen- 
Jus juni,,.. due con puienza migliori venti dal 
c:ttc:ntrione? cioe dall' lmperat/ore 
fiJI, 
f,dlo- L
tlllrí,. Scrive Landolfo da San Paolo (6), che an quell' an no d Pnn. 
,/In. ç-}. ..." cipe 



ANN A LID' I r A L I A. 3 75' 
cipe Corrllåo, cioè 10' fietro, che da'l\filandi avea conCeguita la Co.- E.. Volg. 
r0na del Regno d' halia,. altiori ((Jnjilio pDtitus, Imperatoris Lotharii ANNO 1134. 
Yexillifer ell. faélus, clOè s' era riconclhato co:l'lrnperadore. Mol rae- 
eon[ando alnr Semrori, cbe quefia pace folameme feguì nell' anno 
proffimo venturo, 0 Landolfo anticipò 11 tempo, 0 pure s'incomin- 
ciò 10 qudl' anno it trattato della concordia, e poi fi compiè nel fe- 
gUt:nte. Fino a quefti tempi menò i fuoi giorni Folco Afùrche[e d' Elle, 
Fio11uolo del celebre Marchefe AZZD 1I. e Progenitore della Linea 
de?"vlarehdi d' Ene, eh,.. fiorifce tuttavia ne i Ouchi di Modena. Ciò 
appanfce da uno Strumento di ceffion di beni d;t IUI fana al MoniC1:ero, ' h' 
dl San Salvatore dell.. Frana (,,). Q!1amo di vita gli rea-acre dlpoi" 

 
::
f,'. 
nol so dire. Ben so, ch' egIi giunto al fine de'tuoi giorni, lafciò do- P. 1. ,. p. 
po sè quattro Fighuoli,.. cioè Bonifazio, Folco If. Alberto," ed Obizo, 
e Ft.rs' anche II 
U1nto, chiamato Azzo. Portarono tutti il titolo di 
Marcbefi, (iccome cotta da I toro Srrumenti, e fignort-ggiarono in 
Eae, Rovigo, e neUe alm
 amichc. Terre della: Cafa d' Etle. 


Anno dí C'R 1ST 0' MCXXXV. Indizione XI I I. 
d'I N N 0 C E N Z 0 11. Papa 6. 
di LOT TAR 10 Ill. Re I I. Imperadore 3., 


Q Uanto Ie conquifie e vittoriè rendeano più orgogliofo i1 Re Rug- 
gieri, altrettamo affligge"ano il buon }>omcfice lnnOCtltZD /1. di- 
morante in Pifa, che kmpre PIÙ mirava allontanarfi Ja fpcranza 
di rientTare in pCtß"dTo della Città di, Roma. Seeo ancorol fi. trOVava 
Roberto p,'incipe di Capoa dopo la perdita' ddïuo Principato (b). Però' (b) .Anl1Rli- 
fn,quenu Ll ttere elTo Papa andava Cerivendo all'lmperador Lottario" pa SaXl. 
per muovt'rlo a foccorrere 1.1 Chief a di 010, e a reprime'c it Re Rug- 
gl<:'n nemieo deWlmJ1crio.. }\fficurò III qu' tt'anno I' Augufto fuddetto 
i 1U01 proprj IOtert ffi in Germania, eol dare la poice a varj fuOI nemiei 
e nbdli. I PIÙ potenti ed oHinati erano finora ftati federigo Daca di 
SurVl..l, e Corrr1do tuo Fratel'o. 1"111 l' 3nno precedentc Arrigo DuclJ 
di B.\vlera e Saffi\nia, Genero de il' I mperadure, dopo avt:r lol1t'oma 
con vlg'lre ne gli anni addictro la guerra COiltro i due Cuddetti' Fra- 
telli, a\'ea toha loro la Città .1' Virna: colpo" che soalordì forte it 
Duca Fedtrigo, di. m,)do cbr-, menrre I' Imperadnee Richenza fi tro- 
va va nella Bddla di' Fulda, egli co'pied; nu ii'comparve aHa di lei pre- 
fenza, pt-r llJ1plorar la graZld ddl' Augulto luo Con(orte. Fu acceuata 
]a di lw umllIJzione,. e)" mperadnce dopo averlo farto atTolvere dalla 
Scomulllc.i per mezzo del Legato Apotlolico, che Î1 trovava prefTo' 
dl kl (t'), [f-l((0 dipoi una piena concordia, a cui ebbe p1rte. lillehe' 
San Børnar-do, che in qudli [empi merrè ddh flU fal1[irà I'd eloquen- (c) Ab
RI 
loa era It mc:dlatOIc di tUtti i g undl affan. In q ud!:'anno auunnue nel 
lfp:; h gtr4'" 
. .n ... TonI'. 
di 



FIlA Volg. 
Jj.=-NO 1135. 


(3.) .Aiexlln. 
tier 74 e{in. 
J. ]. ("P, I. 


(h) FAl((J 
Benevenl. 
ill Cbr01Ji,o. 


37 6 ANN A LID' I TAL I ^. 
dì 17. di Mal"Zo tenne I' \ugullo Lottario una fobme Dieta di quali 
lUfti i Principi ddla Germal11a 111 ßdmbciga. Colà arri\'ò anene it 
Duca Fedcrigo, e gittandotì a' pleJi Jell" rmperadore umilmellte il 
lupplico della fu
 grazia, che non gli fu, I1cgara, can' impcgnadi di 
a,ccompagnare c\1o I mpera
()fe nel.l:llpedlZ1 o n d' halia, già rifoluta pCI' 
I 
nno ft"gnenre. Olu'e a I Leg:m del P;;r.l, che il Colleciravano :) ve- 
nire, mando ancora Giovanni Comneno I mperador de' Greci i fuoi al 
mcddimo LOHario con ricchi prelènri per confermar la pace cd ami- 
cizia fra I' uno e I' altro J mpeno, cd ancnc per muovf'rlo c('\nrra del 

e Ruggi
rj, !I CUI ingrandlment? reca\'a .già Mn lieve ge1o(ja :J i 
Greci íh.tll. Dlcde udlenza Louarto a qllelll Amba(ci:tro!'i r.clla Fdla 
deW A(fUl
zionc 
lla Vergmc III M
rsburg" e Ii ritÚandò ben rega1Jti 
c contentl. Pofcla doro la Fella dl S. Michele di Setrembre trovan- 
doti dTo Jill peradore 10 M ubulÏ:n, cnJà venne Corrado FratrlJo del 
fuJdeno Duca Federigo tutto umiliaro, ed avcndo ottenuta I' atrolu- 
zion. dcll
 S
omunin ,da Corrado .Jfrc
'l-'efc.r;vo. di, :\
adde
urgo, fu am- 
mcfJo all udlcnz
 dell ) mperadorc, a CUI, I'ledl elprdJe il filo pcnri- 
mento, per b gla u!urpata Corona d' It.illa, ed i mplorò il perdono di 
tutti i fuoi falii, chc l' ottimo .-\ugufio C,'1n buona "olC\nr:ì gli con- 
ccdert
. . N e
la .F
!la poi del N .!tale ch.iamò Lo:t
rto a1la Citt,à di Spi- 
ra tutti I PnnclPI, e con effi concerto Ia fl'
dl'l.lon, d' Iraha, tanto 
forpirata dal Romano Pontcnce. A lere novità fucced('rono in qu
fi' an- 
no in Iralid. D 'po il lùo ritorno in Siciiia gr:1\'cmente infcl11}'ì(O(j il 
Re Ruggieri, fece temer di 1
la vita (a
, Non s' (:.ra egli pt:rancne ben 
ri:wuro d.tl male, che Jd Regma Alberta fua \loghe fu forprrfa da r iù 
gag l iarda ma\attia, che la port
 all' altr
 vita, 
rincipdr.l per 1a fua 
Rcligione, c per Ie fu:; tante. IImofine dl mcmélna ben
J{'tta fra i Si- 
ciliani, Tal malincoOla cd aHllzlone per que!la perdua atra1ì il Re 
eonforte cne fcrratofi in camera, come inconlolabile, per PIÙ giorni 
non (j I:rciò vedere fè non da'ruoi più inrimi fJmiliari, Come Cuol 
accadcre in fimili C.1ft, cominclO a prendere pi
de, c a volar daper- 
tutto la fama, che Rubgieri più non folrt; vi\'o, e ehe per palitica 
fi occultatrc la mone fua. 
Pertanto pervemna qudh voce .3 \i
a,! l!--obe1'!o Principe di C
- 
paa :tfff'ettò il foccorfo promeífo. a IUI dol r IIam, e con circa o
to ml; 
la cùmbattenti, c con venti na\ I d. quel PC\palo (b) (j pOrto nell 
Aprile di queil' anno a Napuli, dave 51 egll, che. i
 Ðllca Sergio al- 
zaronn bandl('ra contra del creduro defunto Ruggieri. .'\Irrcttanro fe- 
el" :Jocora il Gonte Rainolfo, figuranjofi anch' eslt di porcr eosì ope- 
rare a m.m f.1h'3, perchè pcrfu.\fo 
dh morte 
eI Sovrano, a cui, avea 
giurau fedelt:ì. A !lora fu, chç ',1 P?pnlo dl, A verCa, !m
oc
e ;-on 
m:tncalre chi a{1èriva moho bcn VIVO 11 Re, nbellatofi ndllamo 1 an- 
tico fuo Principe Roberto. V o\cvano i Pifani m,arciar
 di là 
ddolTo 
a Caplla, tperandone la conqudla j m3 fU,wno nrcnutl 
:i ch,' fapea 
dT.:rvl un bunn prefidio, comandatlJ da Guanno C.lOccllter dl Rug;- 
gicri uomo accofto, 11 qualc mandò legar. a Salerno 13 genre r m 
, fofpet- 



A. M N A LID' I TAL I A. 377 - 
fofpctta di quella Città, cd ufcì ancora in ca!npagna contra dc' nemi- I!.." Vo]g, 
ci p"ftandofi al fiumc .C
ia

. II non veder comparire alCtlno dalJ
 !I.N
:llIH. 
Sicilia, accrefceva ugm dl plu la credenza dells mone del Re: quand 
ecco arrivare ciTo Re " Salerno nel dì f, di Giugno, c dar fublto 
gli ordini per unir tutte Ie tue fone. La prima fua imprefa fu con- 
tro la Città d' A verfa, da cui elfendo fuggita buona parte di quc'Cit- 
tadini per paura a Napoli, non credendofi ivi ficuro i1 COllIe Rajnolfo, 
anch' egh tenne la mtddima via. Reftò la dianzi opulenta CitttÌ aU. 
difcrczlon di Ruggieri, che dopo averla abba.ndonata al facco, la fe- 
ee dare ane fiamme. Ðevatlò poCcia tutti i comarni di Napoli; c 
Guarino fuo Cancelliere invia[O comro Ie Terre del fuddetto Conte, 
s'impadroni dell' amena Città di Alife e di Sant' Angelo. Perchè Ca- 
jazzo e, Santa Agata fe
ero refillenza, 
af
ò 10 
dro. Ruggieri all'a.f- 
fedio dl elfe, c Ie coftrmfe alia refa. Vi la torno ad mfeftar Napoli. 
ma conofcendo troppo difficile Ia conquifta di qudla forte Città, fe 
ne ritirò, comandando folamente, che fi rifabbrica{fe Cucolo ed A ver- 
fa, per riftrignere cd infeftare co i loro prefidj i Napoletani. AlIe-- 
caIde iftaonze di Roberto Principe <ü Capoa, e come fi può credere, 
anche di Papa Innocenzo, fpedirono i Pifani in queU' anno altre ven- 
ti navi Can gente guerriera a Napoli per opporli a gli auentati del 
Re Ruggieri. Trovavafi allora la Città d' Amalfi [enn milizia, per- 
chè impegnati gli abili aU' armi doll Re parte per marc, e parte in 
terra contra dc' fuai nemici. AnimaronG perciò i Pifani ad aíT'alire una 
mattina quella Ciuà, e l' aíT'alirla e il prenderla fu 10. (lelìo. Andò 
tutta a facco quella ricchiffima Città.; innumerabile c pTeziofo fu it 
bottino, che vi fecero, e ne afportarono aIle lor navi i Plfani . In 
quefta congiuntura vecchia tradizione fra i Pifani è ftata, che i lor 
Maggiori, novato in Amain l' antichiaimo c rinomato Cod ice delle 
Pandette Pifane, 10 porta{fero coU' altre fpoglie a Pifa, da dove poi 
per Ie difgrazie di quella Repubblica pafsò a Firenze. V' ha unCi 
Scrittore del Secolo Quartodecimo, da me data alIa luce, che 10 
accenna. Se potTa r alferzion fua baf1:are, s' è difputato fn due valen- 
ti Letterati in quefti ultimi tempi: intorno a che nulla io oferci di 
decidere. Ben to, che nell' anna prefentc II 3 r. chiamato da' Pi- 
rani fecondo il loro l1:ilc 1136. toccò ad Amalfi la difavcmura fu
- 
detta. Pofcia i Plfani fecero 10 fie{fo giuoco (a) alia Scala, a Rt:vel- (a) .AI,xAn- 
10, e ad altri piccioli Luoghi. Ma faputofi d,tl Re Ruggieri il guaß:o JeT Tllejìn. 
dato daU' armi Pitane, da A verf., accorfe colà cùll.i fua Armata, e tro- l. 3. cap. 10. 
vati j Pifani, aU' a{fc:dio della Fratta, diedC' lora una confiderabile fpe- 
lazzata con ucciderne, 0 f.une prigioni circa mille e cinqutcento. 
Fra i prigioni fi comarono due de' Confoli Pifani, e iJ terzo vi lafciò 
la vita. 5e ne tornaronCJ i rellami alIa 101" patria colle navi cariche 
di fpoglie, e con cOo loro andò ancora il Principe Roberto. Rug- 
gieri dopo e{fere tornato a i danni dc' Napoletani, e fateo tagliar 10- 
ro gli alberi portanti Ie viti, andò a Benevento, dove colla bandiera 
invef1:ì del Principato di Capoa Jlnfufo fuo tcrzogenito (nome, che 
i'"m. YI. B b b è 10 



378 ANN A LID' I TAL I A. 
E. A VoIg. è 10 fierro che Alfonfi) e dichi-arò Conte di Muera Adtl11lo ruo gc- 
ANN01l3S. nero. Difpofti poi gli affÚi dclla Pugli.l, e creati nd dì del ('1Oto 
Natale Cavalieri Ruggieri Duca fuo primogenito, e crancrtdi Principt 
di Bari fuo fecondogenito, fe ne andò dipoi in Sicilia. Per quanto 
(a) Sa"ius crede il Signor Saffi (a},nd dì 2.9. di Luglio dell' anno prefeme dcuo 
i", Nol. lid fu Arcive[covo di Milano Robaldo., 0 fia Rlboaldø V c:fc"vo d' Alba, 

iflo;. 1ft il quale fu detto, che accettafJ"e l'dezione con patto di ritcner il 
ju
ior71. primlero fuo Ve[covato. (b) E circa quefii tempi ulcirono i Mila- 
(b) La
d,,'- Defi in campagna contra de' Cremouefi, ma çon poca fonuna, per- 
fUiÞj"
o;l. che. furono faui prigioni cento ,trenta de'loro foldati a cavallo: Ap- 
B P , 4 1 panfee ancora da una Lettera dl S. Ilernardo ('), che anche 1 Pla- 
(
) 's. Blr- centini ebbero nelle lor prigioni alai Milanc:fi. Accadde circa quefii 
nard. Epijl. tempi, che il depofto Arcivefcovo An(elmo. colla fperanza. di aver foc- 
13 1 . corfo da1l' Antipapa Anaclcto fi mo(fe per PÒ alia volta di Rama. 
NeUe vicinanze di Ferrara fu prefo da Goiz.o da Maninengo, e in- 
v iato prigione a PiCa a Papa J nnoeeozo , il qual pofcia mandollo a 
Roma nel Mefe d
 Agofto. Quivi l'infdice confegnato a Pietro La- 
trone Minifiro del Papa, nello fieffo Mefe fini i tiJOi giorni, fenza 
C'perfi, fe di mone naturale. Come poi s' arrifehiaf1è il Papa a traf. 
menere un prigione di raota confeguenza a Rama, dove comandava 
r Antipapa, non fi puo intendere, fe non lupponen-do, che anche il 
parrito d' e{fo Pontefice riteneffc: tuttavia a(fai vigore, e delle forte
- 
ze in quella vafta Città. 


.. 


Anno di CR ISTO MCXXXVI. Indizione XIV. 
d' INN 0 C E 
 Z 0 It Papa 7.. 
di LOT TAR 10 III. R.e 12.. Imperadore 4. 


P Uoffi ben credere, che fe non era amareggiato, era almen biCo- 
gnoCo di molra pazien
a il cuore del Pontefice btnDCenzo I/. al 
veder crefcere ogni dì più Ie profperità del Re nemico Ruggieri, c 
non mai moverfi dol' fuoi paeG 1'1 mperador LottarifJ per venire al foc- 
corfo d' ciTo Papa e de' fuoi AHead. Però ful principio del prefeotc 
Anno tpedì al10 fidlo Augufto per ruo Legato Gherardo Cardinale 
(d) 'F..Z" (J) con Roberto Principe di Capoa, e Riccardo FrareHo del Conte Rai- 
:;
'j
n
;;,. nolfo, a 
icordarg1i vi,vameote il. bifogn
 e Ie, p
ome{f
 
i lui.. Lot- 
_ urio bemgnamente gh accolfe, 11 regalo, e h nmando to J [aha con 
ficurezza, che in quell" anno egli farebbe ca1ato con formidlbll tfe_r- 
,ito in Italia. Anche Sergio Ductl di Napoli paCsò per marc a Plla, 
a fin d'implorare al fuo pericolofo (hro gagliardi foccorfi dal Papa_ 
e da1 Po polo pjfano. QIante ,bu;)n
 parole e prome(fe cg,li v?J1e, fa- 
ciJmente o[tenn
; lOa nulh dJ fam. Quiche fegrcLo emlfJ"ano dov
a 
avere il Re Ruggieri in quella Ciuà, che con regali diftarnò l' affo1- 
re: 
aonde convenne al Duca tornarh:ne, lOa aíTai m.!l contento, " 
Na- 



ANN A LID' I TAL J A, 3 79 
Napoli, Ciuà, che già penuriava di viveri, non porcndone ricevere EI.A VoJ
. 
nè per terra nè per m.lre, perchè tutti i contornt, e iJ mare fieffo J\.t;NO lIj6. - 
erano infeftati dalle genti e dalle galee di Ruggieri. TU(tavia Sergio 
ebbe maniera di arrivare -co1à con cinque navi cariche di vetlOvaglia: 
il che fu di gran confono a qud Popolo. Ma più fi animarono effi 
coil' avere it Duca po nata loro la ficurezza, che in que(i' an no com- 
parirebbe in lralia l'Imperador LottarÏo con gran potenza, e verreb- 
be a liberarli dal Tiranno Ruggieri. Q!1ali impre(e facet1e in quell' 
Anno etTo Ruggieri, non è giuneo a noflra nouzia, perchè la Scoria 
di AletTandro Abbate di Telefa terminà col fine dell' anno preceden- 
te; e Falcone a1cro 110n ifcrive, fe non che crebbe a tal fegno fa fa- 
me nella Città di Napoli; che molci f:mciulli, gim-ani, e veccbi ca- 
deano morti per Ie piazze. Comu[tociò era difp-otl:o quel Popolo . 
foccombere piuttofio aHa morte, che di andar (otto ii dominio dell' 
odiatiffimo Re Ruggieri. N è Sergio Duca rnancava dal fuo canto di 
rinvigorirli con far loro conofcere imminence I' arrivo dell' I mperado- 
re, colle cui forze fi farebbono liberati da queUe anguO:ie. Tuttavia 
Falcone non dice una paroh, che Ruggieri fotTe in períi.ma al blocco 
di Napoli. Tenne in quefi' 3nno l' .'\ugufio Lottario nella Fcfia dell' 
AtTunzion della Vergine una Dieta generale in \V irtzburg, (a) ter- (a) .Annllli- 
minata la quale fi mife in marcia con un potente efercito alia volta fta Saxo. , 
dell' lta!ia. Seco erano gli Arcive[covi di Colania, Treveri, e Mad. :n;,A." Rll
 
deburgo, con alTai altri VeCcovi cd Abbati, Arrigo Dura di Ba\-ic- e
b
':;ur_ 
ra e Saífonia, e Genera d' effo Augu!lo, Corrado Duca, dl:mzi efi- fpergenþl 
mero Re d' Italia t ed a1tri non pochi Principi e Baroni. Pretra alla in ChmÛ" 
Cinà di Trenco ritrovò i ponti roni, e chi s' opraneva at fuo paC- 
faggio. Prefio fe ne sbrigò j ed arrivato alia ChiuCa deW Adige, qui- 
vi ancora gli fu comraftato il patTo; ma colla morte de gli abitanti 
e del lor a Signore ú feee largo, ed arrivò a V crena, dove fu con 
grande onore accolto. Andò pofeia ad accamparfi prctTo il fiume Min- 
cia, ed effendo comparfi in folla i Lombardi, tenne ivi una magnifi- 
ca Corte nella feila Ò San Maurizia, cioè nel dì lZ.. di Settcmbre; 
e però non è da credere, come fi figurò iI Padre Pagi, ch' egli nell' 
Agol1:o fotTe giunto al Cal1:ello di San ßatTano; c mol to meno, ch'c- 
gli fotTe nell' A prile dell' anno precedentc in Piacenza, come ha un 
Privilegio pubblicato dal Campi (h), dato alia Famiglia de' Bracci
 (0) r;amþi 
foni: Documenro anehe per alrre ragioni apocrifo ed inCuffitlcnre. In If/Drill di 
-tal congiuotura il Vefcovo di Mamova, che in addietro non s' era 
'a&enu ll' 
voluta touomettcre all'lmperAdore, fu necdlìtato ad umi1larfi, e ad ';p;
n
i:: 
implorar la Cua graz.ia. GuaftaUa, chiamata daW Annalifia SafT'ont: 0;- ' 
lidu11I munitiflimum f17arflal, d'ordine d'eßo Augufi:o (non ne f.1ppia- 
mo il perchè) fu atTalita, e prefa, e poti.o dipoi I' atTedio all' alta Cua 
Rocca. Tale era ancht: allora il cofi:ume de gl' Italiani, e Cpezialmen- 
te del Re Ruggieri, di fabbricar fimili Rocche, Fonezze, Cal1:elli, 
e Gironi neUe Cinà, per tt:nere in freno i CiWldlOi, ed avere un 
Luogo ficuro contra dc' ncmici. DubIJio nondimeno I1J.i è rimafio, 
B b b 1. fc 


. 



380 ANN A LID' I TAL I A. 
EllA Volg. fe ivi verameme Ii parH di Guafiana, perchi: f
mbra parlarCi di Lu
 
ANNO II 3 6 . go pofio alia collina e non al piano, come Guafialla. N dJa ltetra 
maniera fu anch
 prera la Ci
ti di Garda ful. Lago . Bmaco, 0 fia di 
Verona: de' qual duCJ Luoghl l'lmperadore mfeudo il fuo Genero, 
(a) .A"';'bi- cioè il Duell .drrigtJ. Ho io dato alia Juce (A) uno Srrumenro difet- 
tÀ Efllnft tofo nelle Note Cronologiche, e che appaniene, forfe con errore, 
Fllr.I, c. 19. aU' Anno prefente, in cui fi vede fatra donazione del Cafiello di Ca- 
vallilo, potto nel veronere, at Monifiero delle Carceri d' Efie da. elfo 
Árrigo Duea di SafTonia. 1..0 Strumemo è fil1tto In Ene, e il Duca 
dice: Cum ad nlJflrllm dominiuM fplUmt mu/til Oppiáa, Cílflra atfjtlt Ru.. 
,.. fitll ;n Marchi" 
ri'Vifana, & ttI, 'lu
 in dißriElu JTeronen/i habtmu$ 
&c. Può effere, che ad un altro Anno, è forfe al Duea Arrigo Leo. 
De appartenga qud Documemo. Ma comunque fia, di qui ancora 
rifulta il dominio, che Ia Linea Efieore di Germania, cioè de i Du- 
chi di Salfonia e Baviera, tutravia rÎreocva in halia fopra la fua par- 
te dell' ercdità del Marchcfe Alberto Azzo II. progenitore anche dell' 
:.ltra Linea de'Marchelì d' Efie . 
Si trovò Cremona ribellante aU' Imperadore; e pure i Cremo- 
nefi erano ftati Iioquì nemici di Corrado innalzaw da' Milanefi" e coo... 
trarj all' Antipapa. Si fa, che avendo loro ordinato 1'Imperadore di 
rihfciar i prigioni Milane fi, nol vollero ubbidire, nè confcnrirono allc 
(b) Ott,Pri- propofizioni di pace. Ottone Frifingenfe fcrive, (.) che dibattuta la 
Þ"lt"þs in controverfia de'Milaoeú co i Cremonefi, fu data ragione a i primi" 
chr. ,,6. 7. e meßi gli alrri al bando dell' Imperio. La ditþura era per Crema. 
uJ. 19, Perciò Lottario in palTando pel territorio loro, permife it faeca de i 
loro podcri, e il taglio aUe loro vigne. Cala/am, item Cineellam oppu", 
gnß'1:ir, cfpit, & dtftruxit, inter!tflis, & elZp/is pluribus. Qu
 fi parla 
di Caral Maggiore; ma qual Luogo fia Cincella, nol so dire. Arri.. 
\'ato pofcia J' lmperadorc a Roncaglia ful Piacentino, bdliffima e larg:l 
pianura, quivi per molti giorni lì riposò, cd ab.ò Tribunale con ren. 
dere a tutti giufiizia. V cnnero colà ben quaranra mila Milanefi. ad in.. 
chinarlo con [.emma allegrezza, e in ubbidieoza di lui Caflrum muni- 
#Jlimum Sß11Ia,!fim Dpp:Jglla11ttI-, 
UJ, lamde1'll ad;u/orio eeperunl. Sono 
fcorretti preß'o l' Annalifia SalTone varj nl>mi di Luoghi e di Perrone 
Italiane. In vcce di SamafflUJ credo io, che s' abbia a Jeggere S.onti- 
1111111, che veramcnte fu prefo can S. Balf:mo, come s' ha da Landolfo 
(.:) 
a'?åul- da S. Paolo (c). Andò pofcia Lottario a mcttere il campo ne' Borghi 
.:z
Ju.z'
 di Pavia, Cirrå che al pari deUa collegara Cremona nol volle ricevc- 
Clf
" 45." re, anz.i gH mandò. alcune rifpofie ingiuriofe. M:!.le per que I Popolo, 
perchè prcvalendofi dell' occatione i Milanefi, accrbi Ioro oeroid, tal- 
mente íi diedero all' ingegno, che mifcro il piede in quella Ciuà. 
G ià s' era daro principio a gl'ineendj. e aUe firagi; lOa ufeiri in pro- 
ceilione i Cherici e l\lonachi, carrero chiedendo mifericordia a i piedi 
dell'Imperad6re, il qenle ficcomc: Principe dem
nriffimo loro perd
- 
flÒ, e fect: defil1cre i Milanefi dallc offefe. Ma perciocchè nel di le- 
gucntc rcfiò uccifo un Conte Tcdcfco, che infoleotcmcntc volca rom- 
pere 



ANN ALl D' I TAL I A. 381 
pere una porta della Citrà: fu in armi tutto il campo contra de' Pa- I!u Volg. 
v-efi minacciando la mone a tutti; ma quefli rnoA:rata la loro inno- ^MloIe II3'ð. 
cenza, ottennero il perdono, con rdlar nondimeno condennati a pa- 
gar venti mila taleoti . eosì daU' Annali(ta Saßone (.) narrati ú vc:g- (a) Jill"',];" 
gono qudh facti. 1\1a Landolfo da S. Paolo, Scrittore di m:aggior ft. s.",. 
credito in quefto, raccoma (
), che Louario venne a LarJirago ful 
b) !-",!l.uZ- 
Fiurne 01000 in vicinanza di Pavia 
 Urciri in armi i Pavefi furono I:: 'i,"::' 
riCpinti nn fotto Ie mura dal Principe Corraåo, e molti De refiarono . , ,. 
prigioni. Allora i Pavefi vennero a' piedi dell'Imperadore,. e do po 
aver liberati i prigioni Milanefi, ottcntiero aRch' cßi la libcrtà de' fuoi . 
Trovaronfi ancora ribelli aU' Augufio Lottar.io Vercdli, Torino, e 
Gamondo (non so fe nome ficuro), e però coU' efercito paCsò cgli 
colà, e colla torza mife al dovere queUe Città; e 10 fldro fece con 
Callello Pandolfo. P'fl h
c intre./fuI efl te",'am Hama""n Principis (1I1e 
,Majefla/i contr.dictntis, qllem deflrllElis innllmeris U,,1i/'IIS, & locis 11111.. 
nitÏI Jubjici fihi compulit. QueUo Prißci pe Hamadan ha gran ciera d' ef- 
fere AmedeÞ Conte di Morienna,. Progenitore della. Real. Ca' a dí Sa
 
voia, die potTedeu molti S!ati in, ltalia,. cd è chiarnato Zio del Rc 
di Francia da Pietr.o Cluniacenfe. Da gli Scrittori dcl Piemonte non 
è fiata conofciuta qucUa pardcoLuità þ 
Venne pofcia Lottario a Piacenza, anch' effa Collegata co' Cre,. 
monefi e Pavefi, e la cfpugnò. Dâ' Parmigiani fu accolto con grande 
onare, e. loro in ricompcntå concedette un CafteUo e prefidio contra 
de'Crernoneû Jora nemici. Nè fi dee lafciar fotto filenzio, cbe men- 
tre queß:o Imperadore ful principio di, Novembre tenne la fUI ma- 
gnifica Dicta in, Roncaglia, pubblicò. una Legge intorno a i Feudi, 
che fi truova fra Ie Longobardiche (1'), e nel Codice de Ftlldis. Ab- (c) Le , 
biamo ancora dal Dandolo (d)) che ,trovandofi egli in Correggio Verde LangJuJ-, 
ful Parmigiano, confcrmò i patti e Privilcgj a Pie1rfJ P,lantl Doge di P. II. T',l. 
Venezia. Se vogliamo ripofar fulla fede di Buonincontro Morigia (co), t:ir !t"l". 
e di Galvano Fiamma (f), Scrittori del quartodecimo Secolo, I' Au- In gh,

;" 
gufio Lottario in quefi' anOO Medi{}/allum 'lJenit, ubi ah Anftlmo de Pu- Tom. XII. 
fitrla.Archiepifiopo Meøi6lanmji pri11liJ in Modoetia, fuundo in Afediolano Rtr. It.J!ç: 
t
"n"lus flli/. Pø/lea per lnn
entium Suunáum in R
ma corona/us fllit (e) Al l or/gllz 
. E ,I.f. L ff. Z ' d ' fto N .An". , .Mo- 
2n &Clt./,a .terantnß', applca I trap po que racconto . on era dott T xu 
più Arcivefco\"o, anzi nè. pur vivo in qucfii tempi .dnfelmo-. E già Rl'r: It""l;,. . 
.edemmo Lottario (!oronata Imperadore in.Roma nell' anno I I 
 3. Che (f) F,lammll 
(e quegli Storici iì fana inteG. deU' anno lletTo I I 33. aUora paOava 
anl,Þ. 
cJifcordia fra etTo Imperadore e i Milanefi" cd Anfdmo Arcivefcovo 
O;. J,
ifl. 
era. legato dalla Scomunica. V crifimil cofa nondimeno farebbe, che . t. 
rrovandofi Lottario si vicino a Mi]ano, e COSt ben rifiabilita I' arrno- 
mia fra lui, e que1 Popolo, fi facetTe coronare colla Coron:\ Ferrea 
del Regno d' halia,. Ma nuIJa dicendo di così irnportante fun- 
2.ione Landolfo da S. Pavlo; ScrÜtore prefente a i fani d' allo.. 
ra, non fi può fu fondamento ful1' atTerzione dt:' Cuddetti S[Orici 
,ofteriori, úccome 10Dtani per due: Sccoli da'tempi d.i Lattario. Ab- 
biamo 


... 



3 81. ^ N N A LID' I TAL I A. 
E It A Volg. biamo bensì dal medefimo Landolfo (,,), che probabilmenre in quefl:' 
ANNO 1[3 6 . anno, c prima ehe calaffe in ltawa Lottariø, Ceguì un fatto d' armi 

a :.a
dul- ffa i Milandì e Paveú colla fconfi[u de' primi. f/"e:tr:illa Afediolanen- 
J UI Junzor Þ t:
 ' fi P ' I. 
H /lor. MI- lum, \.;J 
orum agmma (llpta aut ugatll a aplel1jifJUS roe/ut mitiJlima O. 
å;olan,c.45. 'Z:ium puora. Ponoffi dipoi I' ArciolJeflovo Roha/do a PiCa, dove giurò 
fedeltà a .Papa I nnocen1.O: rifolul.Íone, che difpacque 110n poco al 
Po polo Milanefe, quaúchè cotale umiliazione fmilluiíT'c la Dignità c 
libertà della lor Chll.{'a. Pare Dondimeno, fecondo I' opinioae del Pu- 
b) 'l ricelli (b), che Robaldo fofienetre il fuo pumo in non volere rice- 

;us 
:

_ - vere èaUa mano del Papa il Pallio 
rchiepiCcopale, con efigerc, che 
me"t. Bllft- gli (oíT'e invlato a Milano, come per tanti Sc:coli s' er:l pratåcato in 
lie. .Amb,,- addietro. A quefia opinioae dà qU.llche fondamenlo S. B=rnardo nella 
film. n. ]76. Lenera CXXXI. fe non che fi crcde d1à ferina nel precedente anno 
II H. c pero converrebbe rapportare anche I' andara a PiCa di Ro- 
baldo a quell'anno.Ceno è, che quefto Arcivcrcovo, allorchè I'lm- 
perador Lottario fu in RODcag
i.\, tì portò co' fuoi Suffrag:md a far- 
gli Ia Cone j e che per ordine d' cOo Augu{lo fulminò la Scomunica 
conua de' Crt:monefi, oftinatÏ in non .volere rendere i p.rigioni Mila- 
Ilefi: fCQrnunica nondimc:no non approvata da Papa Innocenzo II. il 
quale in queft' anno, 0 pur Del fegueme, ne mandò l' aífoluzione a 
quel Popolo. 


Anno âi C R 1ST 0 MCXXXYII. Indizione xv. 
di INN 0 C EN Z 0 II. Papa 8. 
.di LOT T A It 10 Ill. Re 13. Imperadore y. 


P Ortò grandi mutazioni in Italia I' an no preCeme. Non apparifce, 
in qual Iuogo I' Augu{lo Lottario folennizzaíT'e Ia Fefia del fanto 
(c) u.(lnll. Natale dell' anno addieuo. Abbiamo un Cuo Dlplcmla (,) dato in Reg- 
Ifal. Saer. gio P J.X. (cioè Stxto Decin:o) Ka/cndas JaNuarii, Anno D011lini.e 
Tom. y, IncMnationis /WCXXXrI. I
JIBlont XlP'o che d(Jvea correre fino al 
.Append;,. hne deB' Anno. Abbiamo in oltre un Placito tcOUto nella fteíT'a Ciuà 

 }9i";n dl Reggio dall' lmperadrice Regmza lua Moglie (d), Septima die ;ntraHte 
"!;i:
j. Menfe N01.,'embr; dello (leíT'o prccedente anno, Indiélio1Jt XIP. fegno 
td) ,.If"t;"!". che cOà Augulh rifiedeva in Reggio, memre I'lmreradorc girava per 
It'!IICarum la Lombardla. Non f.u{ftfle gi-i, che I' I mperadore co' Crcmflnefi atre- 
::f61;
' diaíT'e Crerna in q
u
{l' an no , ,co
e volle Amoni
 C
rnpi (II). Eran
 
(e) Camp; aHora i Cremoneh In d:sgrazla d e{fo Augufi:o. Sapplamo bens} dall 
1ft. åi CrI
. Aonalilh Sa{fone (f), ch' egli fi accampò nelle pianure di Bologna, 
If] 
=:
ll- ed aITt:dlò quella Citti .con peníì
ro di venire anch
,a gli ,aßalti
 fe 
fl non foOe llata il rigoroto freddo 
I qud verno, che 1 Irnped,. Pr
{cro 
(g), Ott/l nondimeno I r uoi , un Caficllo forul1ìmo aUa mon
::Jgn,a, do,:e 
aglJ:ilro- 
"Erlfingelll' no a peZl.1 PIÙ dl trecento perrone. \! en
e pofcla .3 volen dl lur ttra 
c.'",me. (;ittà dl Bologna. Octone V tkovo dl Fnúnga fcnffc (z), che Bo",- 
h.. 1." 19. nien- 



ANN A LID' I TAL I A. 383 
1Jienfts & Æ'1Iilien(es't qui priori eum expedirione defpexeran t, ftppJices, Eft A Volg. 
øc mu/tum jervitij afferentes, uJtro occurrlmt. Se
lli[a a dire l' .'\.nnahfb ANNO 1137. 
S.1Ífone, ehe Lorrario, capta ß(J/(Jnia, 'Venit Caffin pacijice. ForCe vorrà 
dire Ceftna, nel nome fuo da lui 1l0rpÜta, come altri Luoghi: e quivi 
celebrò la fetb della Purificazion della Vergioe, con eíTere: comparfo 
colà anche il Duca di Ravenna a pagare i tributi del fuo oíTequio. 
Abbiam veduto all' anno Ill9. Corrado Duca di Ravenna'. In quefii 
tempi pre {fa il Roffi troviamo Pinro Duca in Ravenna. Se d' alcun 
d' effi 11 parli, nol fapreå dire. Di là fpedì Lott'ario il Duca Arrigo 
fuo Genero in Tofeana, con un buon corpo di combattenti, per ri- 
metterC" nel Cuo pollo Eggelherto Marchefe caceiato da que' Por oH J 
cioè qud mcddimo, di cui s' è parlato all' anno. II H' Non fi fenci- 
vano più voglia, i ToCcani di avere un 
rchefe, tioe un Superiore, 
che loro comandatre a nome dell'lmperadore, da che aveano prefo 
ancor queUe Cirrà. forma di Repubblica. Pafsò dipoi I' Imperador Lot- 
rario in vicinanza. di Ravenna, dove fu onorato da quell' Arcì'Vefc(J'Vo 
Gualtieri " e da [Uno il Clero e Po polo . Poß htt'c aggrejJus eft Luti- 
::;'111 (a), fjMam priDribus (atis rebel/em & i/'1Cxpugnðbilem lmperatDribus, (a) .AIJuli- 
p,"im(J impelu cepit. Che Città fia quetb, mi è ignoto. Bel? di qG.ì fta Sax.. 
ancora ú vede, che la Romagna era allora degl' (mperadon, e che 
ne inveftivano gli Arcivekovi di Ravenna. /nde 17anam (Fano) dein. 
JI! Sinlgo1lla (Sinigag.ia) ob(edit, & expNgnavit. Sicque A'V.tl11Jam Civj. 
lateW adiit. Vuol credo, dire An cOlla . Sono di Orton Frifingenfe (
) (b) OtlD 
quefte parole: AJ1col1am,. Spoltlum cum a/iis Urbihus ftø Caftellis in de- !rifÌl,gtnJ. 
dilionem accepit. Ciò, feeondo iI fuddetto Annalifu" non fuccedette '" CJ.r. I. 7. 
fenza. venire aile mani col Popolo d"Ancona, e colla morte di due cap.. 19. 
mila d' effi: dopo di che e per mare e per terra afTediata quella Citti 
fu c01tretta a renderfi, e a comribuir cento legni al fervigio del me. 
defimo Augufto. Ma Buoncompagno, Storieo di quefio Secolo,. ed 
Italiano (,), niega, che Ancona fi rendeíTe a i vol
ri dell' Augufio (c) Bonc
m- 
Lotta.rio, il qua Ie l'alTe
iò 
ensì" ,ma íèn
a fruua'. Gli Scrit1!ori 
e- !bJ;

t I 
defchl fapeano per 10 plU gh affan d'ltaha per fams j' e la fama m- .Ancon
 , 
grandifce faeilmente Ie cofe. Se crediamo all' Urfpergenfe, Lott:1rio Tom. Y I.- 
palTa[o l' A pennino andò- a Spoleti, fcnza fapedi" perehè quella Citt
 Rtr. Ilal", 
faeeff'e refiftenza all' Imperadore, e maffim9.mente fe metteffimo per. 
vero, ehe allora quelle comrade foCfero governate da uno dc"Duchi 
Guarl1ieri, ValTalli dell' Imperio. Sembra nondimeno più probabile, 
che LOHario non valieaffc I' Apennino, fapendo, noi dall' Annali(ta 
Sa{fone" ehe cdebrò la fanta Pafqua nella Città di Fermo, e di 1:1 

mrò nella Puglia, impadronendofi a fona d' armi di Cafiel Pagano 

uo.go forti
mo, 
l cui 
Qvernatore Riccardo fece pofcia, il Re Rug. 
glen abbacmar gh OCChl, per non aver f.1[[a 1a dovuta reGfienza. 
Spedì egli il Duea CDrrado ad (Jppugl1andum Caflellum Rigian, i cui abi. 
tatori non afpettarono la fona per renderfi. Arrivato elTo Corrado a 
Moore Gargano, l' alTediò per tre giorni, finchè giunto aoche }' 1m- 
pcradore col grotro dell' Armata:) qucl-Popolo depofe l' armi, e venne 
all' ub. 



38.. ANN A LID' I TAL I A: 
Eu Volg. al1' ubbidienza. Dopa aver f3tte Ie fu
 divQ!iotli alia B
,!ilica di S. 
&sOIl37. I\lichele Arcange10, pafsò Lottario a Troia, Ranne (forCe Canoe) e 
Barlctta, gli .abitatori d
lle quali Città ofiilmentc: ufcirono contra a! 
Cefarco eferclto, non con altro guadagno, che dl renar multi d' eOt 
o trucidati .0 prigi
ni. N?n volle. fermarfi l' I rnpe
a
orc ad efpugnar 
que'Luoghl e conunuato II cammmo, fu volenuen ncevuto da i Cit- 
tadini di Trani, che aU' arrivo fuo fmantellarono la Rocca di Ruggieri. 
Ed dTendo c(\ll1parfe ventitrè navi d'dro Re con animo ,di rinfol'7.ar 
-quel prefidio, otto d'dre furol1o fommerfe, 'e l' altre fi falvarono colla 
fuga. Tentò il Re Ruggieri coIl' efibizione di una gran copia d' oro 
ði placar e guadagnarc l'lmp
rador Lottario, ma il trovò fordo a 
<<iuefio canto. 
Imanto it Duca Arrigo paffato in Tofeana, per rimettere in p6fiQ 
11 Marchefe Eggelkrto, a fia /lIgeJbertl, nd piano di MugeJ10 vinfe il 
Come Guido, ribdlo d'dfo Marchefe, e col difiruggere tre fue Ca- 
(a) An".- fiella, l' Ðbbtigò a riconciliarfi can lui (.). Accompagnato pofcia da 
!jf. S.XfI. dTo Conte, aO
diò Fircme, e dopa 2verla cofiretta alia reG, vi ri- 
mife il Vdcovo dianzi ingiufiamente cacciato dalJa Cjuà. Da Pifioia, 
Dve non tro\'ò oppofizione, andò aIle CaO:ella di San Genefio, e di 
Vico, .che colla forza f"trono fo[ton
dTe. Dopo avere difiruua la Torre 
di Capiano, nido d' affaffini, s'inviò alia volta di Lucca can penfiero 
d'affediarla; ma inrerpofiifi a1cuni Vefeovi col fam-o Abbate di Chia- 
ravalle BtrntJrJo, ehe chiamaro era prima venuto a trovare il Papa, 
que! Popolo, a cui non efano ignoti i maneggi de'lor nemici Pifanå 
contra di loro, comperò la pace collo sborfe di una buona fomma di 
<b?r. .Ah..l ðanaro. Scri<ve l' ^bbare Urfpergenfe (b), che il Duca Arrigo fu iD- 
r:J
i!'e:f vefiito del Ducaro di T of can a dall' Augufio Suocero, verifimilmente 
CfI. re-r: Ie ragioni fpettanti aUa 
ine
 Efte
[e di 
ermania. fopra gli Srat
 
polTcduti dalla ContefTa Matilda 10 hall a . I nVlato{i pal alIa volta dl 
Groffeto, efpugnò HUlIftAtH, forfe SieNtJ, e diede aile fiamme j fuoi 
.comorni. AUe chiamate di lui rifpofero eon infolcnza i Groffetani i 
ma affediata la loro Città, dopo aver prefo colle macchine di guerra 
un fortiffimo Cailello vicino, diede 101'0 tal terrore, che non tarda- 
rono ad arrenderfi. Tro\'oßì 0 venne di Marzo in quella Città il Pon- 
tC'hee !nnocenZA, ed onorato e fconato dal Duca, con affo lui pafsò a 
Viterbo. Erano' quil.'i per la maggior pane i Cittadini aderenti aU' 
Antipapa Anacleto; ilveano an
he. diilrutta dianzi la vieina Città di San 
Valentino; ma per Ie efortazlom del Papa, e per la paura del Duca 
li arrcnderono col pagamento di tremita taleoti, intorno a i quah nac- 
que difcordiii, prett:ndendoli it Pontefice come padrone della Città, e 
(c) ",trMI il Due.! per diritto di guerra. Giunti che furono a Sutri, quivi In- 
gj,
:
:N1C._ nocenz.o depofe quel V
fcovo, e ne cre
 
n altl'o. Da Monte Cafi
 
filJlll. lIb, 4. no cacciarono il p
eúdlO d
l Re, 
ugglerl . . 
apoa, coHo .sborfo dl 
t_,. 105. QU.1uro mila talenu fi c:fento dall af1,c:dl
, cd IVI tu fI
ef!o In po
C'ff<? 
Fl2lt. )1,- ài qurl Principato RobertI opprc
o dlanl.l dal Re Ruggieri (d. q.,umdl 

'DI" ,, '.nI!' nel dì %.1. di Maggio paffarono II Pomdice Innocenzo II. e Jl Du- 
'" CrIll'''. ca 



. 


ANN A .t I D' I TAL I A. 38; 
Ci1 fNto Benevento, dove era una buona guarnigion di Ruggieri, Elt A VoJ
. 
e' i pill de' Cinadini fautori giurati ddl' Antipapa. I maneggi e it ANHO 1131. 
timorc= gl' rnJuffero a renderG, c ad a:11menere il leginimo lúr So- 
vrano J nnocenzo, a cui giurarono fedelrà. Pofcia nel dì If. di MJg" 
gio e(To Papa en! Duc,} "'rrigo ando a ritrovar l'Imperadore, che 
già 3\"cva inrraprefo l' a{fc:dio di Sari >> e nel cammino, per aue- 
Ibro di PIerro Diacono, fi rendè loro la Citrà di Troia. Con ammi- 
rabil onare cd aHegrezza fu accolro it Papa daB' Augufto Lonario. 
S::n-z.;1 fare rdìítenu il Po polo di Sari fi diedc ad effo Imperadore ; 
m1 non 

I:ì h Rocc 1 forul1ilm, ivi f.lbbricata dal Re Ruggiel i, chc 
coflò gran rempo, alTaid, e maneggio di macchine milit3n per impi!- 
d;-onirfene. Fu mt'ffa a fil di fpada qudla guarnigione. La pree" di si 
importame Città fu cagionc, che Melfi, e I' altre minori ddla Puglia 
e C,labri;1 fi {onoAlctre{fero. Innnto la florea de' Pifani, compofb di 
cenro navi dol guerrd, e perveRuta a Napoli, ebbe ordine d.tIl'lmpe- ..... 
radore di rllrradi contra d' :\malfi, il cui Popolo collo sborlo dl molto 
d
n;lro, 
 rendc-r{j all' I rnperadori: e a i Pifani, fchivò I' eccidio. Pre- 
(ero .Jipoi eOì Pilani a finza d' armi Revello, la Scala, la Frana, ed 
alrri Luoghi maritimi. Relhva la fola Cirri di Salerno, Ciuà per 
copia di popolo, di riccha
e, e di fonificaz.ioni allora molto riguar- 
devoJe, aHa divo2.ion:= del Re Ruggieri. E!Jbero ordin
 i Pit:mi, Ser- 
gio Duca di N '1
oli, e Roberto Prin;ipe di C.lpoa di mcrtere I' a(feJio 
per terra e p:r mare a quella Città; e vi fu fpediro aache il DIWI 
Arrig
 col Conte RdiNolfo, e un corpo di Tedelèhl Co). Nel dì 18. dl (a) .An7:A!i- 
Luglio fi cominciò quell' afTedJO, al qUJ.le intervennero anchc oruma fta 511,...'. 
legni di Genovdì, e rrccemo dl Am,dirani, fe pur non V'hl errore 
in sì sfoggiato numero di navi. Gran difda feee il preGdio di RuO'- 
gierr, inGgni prodene vi fecero i Pilàni, i quali aveano anche prep
- 
fatd un' alriffima e mirabil macchina per efpugnar così dura Fone1.z]. 
1\1a venuti il Papa e I' I mperador
, cominciarono un trarrato co i Sl- 
lernirani, per cui fu loro concedmQ I'ingre(fo e la {jgnoria di qudla 
Cirrà: il che inrefo da' PiC1ni, i quali fperavallo il facco di elf.l, ral- 
mente s' indifpenirono, che abbandonarono ogni o ff.: 1';1 , e bruciar 1 L1 
macchin:\ preparata, mi(ero alia vela per toroarlcne :l cafa, e gran fa- 
tica dUJ? il Pa
a p
r ritenerli. Romoaldo S.11ernirano (b) racconta, (b) 
Dm'l4;- 
che da 1 SJkrnnam fu dato aile fiamm
 il caitello di legno de' Plfani: Jus Sillfrn. 
del che tanto sdegno concepirono 
Ilì Plfani contra dell' I mperadorc, Chr. T. V 
l. 
per non .avcrgh ai utari, che fi accordaronl) col Re Ruggieri. Cagio- B..fr. It.dlC. 
nò nondlmc
o quella mala iorclligeou, che non fi conquifbfTe la 
Torre maggIOre, 0 fil Jd Rocca, in cui fi rifugiò pane dclla guar- 
niglOne del 
Re Rl1g
icri. 
Dupo aver cekbura la Fefia dell' -'\ffunzion della. Vergine in Sa- 
lerno, II Pap::! e 1'lmperadorc fen vc:nnero ad Avellino, e quivi rrar- 
tal"Ono d I creare un Duca di_Pug1ia, che per valore e prudenza folle 
a
to, a govr.'rn
rc e ,fottenf'r que' Popoli contro h potenza del 'tc Rug
 
glen. E p:rClocchc: RtJ!JerlQ Principe di Capoa per la deJicatczza de.l 
crom. YI. C cc fuo 



. 


(a) PetrUI 
DÙUOJ1lI1 
Chron. C.J- 
þnenr. Jib. 4. 
t;ap. 117. 


386 ANN ALl D' I TAL I A. 
Eu, Volg. ruo corpo, e per a1rri difetti d' animo, non parve a pr{)poGro per sì 
^N"'O 1137,' nlevanre impie-J;!;n, ne fu crpduro PIÙ de
n() il Ctmte Rainolfo, chi:!- 
roam da alrri RainoJJ
. e RegÙ.olftl, ma d.. alrri poi con errore Rai. 
dolfo. e Raina/do. Quì IOforfe lire fra il Papa e I' I mpcradorc, pre- 
tendçndo cadaun d"dIì la Sovranirà in queUe rart!, e ij dmno d' an- 
vetlirlo. Era. dian1.i flara un' alrra conrroverfia frd ION a cagion dr Sa- 
lerno (II), chr- il P.lpa dtcea Coil fuo dlliuo, <: l'lmperadore 10 loUe- 
neva pe-r Citrà dell' Imperio, come s' ha prinçipdlmenre dd Rom()aldo 
Sale-rnir:ano Per q
3fi rrenta giorni durò la difruta deW Invelbrura da 
darCt al Come Rainolfo, nè alrro rempcramenro trovando[Ï, finalmenrc 
rene-odo colle mani amendae, cioè Innocenzs> e Lorrario II GonfdJo- 
(b) Otto ne (b), per mezzo d'dfo l'invdtirono del Ducaro can jnfÏL1Ira a!1e- 
Frifingrnfts, gre1.1.a di que' Popoli. Un"alrra cl1lda contefa, narrara a lungo da Ple- 
chr.. lIb. 7. tro Diacono" fu nC'
medeCtmi tempi fra quetti due Cupreml Prmclpi 
':ft
ol
tne_ della ChieCa e deW Imperio, a cagion di Rinaldo detto AbbJte dl Mon- 

enlanus te CaCtno. Perchè ciò era fe-guito tènza c('Ilfcntimenro dl Pdpa lono- 
'(1 Chronic... ce('l
o I I. e perchè egli rretendea rcomunicari que'i\1onaci per avere 
aderito all' Anripapa, non voleva ammettcre per como alcuoo quell' 
Elerro, c prtte,ndeva, che i Monaci venuti ai campo, g]i companf- 
fero davanti in abiro di pcnirenza ad implorar I' aITnluzionc:. 5. fece 
una lunga difputa per quef1:i. Lotrario foLtenne per quanto potè i Mo- 
naci, e la !Jbcnà di quell'inGgne Moni Ilero, ficcom:: Camera dell' 
Imperio; ma in fine Papa lnnoecozo II. ]a vinCe. Fu flgerraro Ri- 
l1aldo, e promoíT"o Guiha/da a quella Ba.dia, hi pofci:\ ncl d ì 4, dr Set- 
tembre a Benevento tanto il Papa, chc I
 Impcradore, que! Popolo 
per mezzo d'dfo Papa otrenn<: dan' r\uguO:o Lorrario, che i1JífclO le- 
vari via varj aggravj 101'0 impoO:i da i vicini Com; Normaoni, Dopa 
di aver prefa Pale; fi rina , afilo allora di a(faffiOl, c liberaro il i\1ollllh:ro 
di Farfa, Veni1ero pofcia amendue alia volta dl Roma. Innoccnzo, at"- 
1itliro da i Frangipani e da alrJ'j Nobili, ripig!Jò II poíIèífo de:! Pa- 
lazzo Lateraoere; e Loturio congedarofi ddl 'Pap.! s' JI1VIÒ per mor- 
nar
 in Germania. Ntl cammino pretè Nlrni, domò i] Popoln d' A- 
melia, e per Orvieto parsò ad Are1.zo, & ind. per Mugello a Bolo- 
gna. Quivi con
edò I' e(c;rciro ).laCciando andar cadauno alle 10ro calè. 
G\lmto egli a Trento, e quivi Colennizzando con allegria 1a F ...It.. di 
S. Manino, cadJe infermo. Ciò non ollame :1Vcndo egli voluro con- 
til1l1are il viaggio, in una vilitlima cafucçia all' imboccamra dell' -\Jpl, 
p,dSò aU' alrra vita, miferam humanæ, cOlJditionis memorÙzm relimj'-Icm. 
 è 
dl!puraro intorno al giorno della fua ml)rte; ma i PIÙ convengono, 
che quefia accadeffe nel dl 3, di Dlcembre di quefi'anoo. Non 
, fa- 
2.iano gli anrichi Srorici di efaltar quelto Impaadorc per la fomma 
fu.1 Re1igione, per I' amore de' Poveri, per l.1 gloria mili[are, per ]a 
PI!.lJenza, e per altre 'V.irtù, di modo che non men dd gl' hahani , 
c;he da, i Romani fu rinovaro in lui il ritolo di Padr
 delh Parria. Fu 
p'or,tato il ruo cadavero alla fcpohura Del Monificro dio Luter in 5.1[- 
t9nla '_ 


Ed 



ANN A LID' 1 TAL I A. 387 

d eeeo una mirabiIe fcena delle: umane infiabili granèe}.ze. Ma ERA Volg. 
ne fucccdette un' altra nello fidro tempo non men confiderabile .'5' era "ANNO 1137. 
linquì ritenuto il Re Ruggie,ri in SicIlia, afpc:t

A
O miglior volto 
ddla fortuna, con appltcadì mtamo a raunar ffilhzle, e a prcparar 
l' altre occorrenze di guerra. Saggiamemc ,immaginò egli, che non 
otarderebbe a ritir
rfj l'Impcradore coHa fua pofTente Armata, e che 
{Don r.'1rebb
 aHora difucilc: d ricuperare il 'perduto. Così in fatti av- 
venne. Appena era giunto vedo Roma l' Jmperador Lottario, che 
Ruggieri can tutte Ie fue forze sbareo a Salerno'; e tra perchè fi trovo 
tuna\'ia OCCup;lta da i fuoi la Torre maggiore, e per la divozione, 
che gli profdTava quel Popolo, can facilità oc ricuperò il poffeífo e 
dominio (a). Poi fenza perdcre tempo prefe Nocera, e quindi Alife (a) ROrfluaJ.. 
con tune Ie Terre proprie del Duca Rainolfo. VolroíIi apprdfo aHa Jus S.I/erni- 
volt.1 di Capoa can furore, e fe ne impadronì; ma can lafclare affatto tan
 in Chr 
la briglia alia erudeh:à. Fu (hto il facco a quella nobil Cirrà, c ne Faleo B'ne- 
furnno afportate imrnenle fpoglie e ricehezze, perchè fi fiefe I' info- i:n
h
:;i,. 
lenza militare' anche aile Chiefe, e fin Ie Mon
che refiarono in,'olte Fetrus Dill- 
in qudia orribil cahlmità. Di rnolti S:l.raceni Siciliani avea feeo Rug- (Onus in . 
gieri, che accrebbero I' e[ecrab,le sfogo dell' aV:lrIzia e della libidine .chr. cafin. 
fen7.a rifpetto alcuno aHa Religione. Robel tD Principe di Capua fi 'ri. 
covf'rò altTove, e tuna la Terra di Lavoro venne in poter di Rug- 
gieri. Intanro Sergio Dtlca di Napoli, al veder tanta mutazion De gli 
affari, non tardÐ ad implorar perdono e pace da Ruggieri, che I' ob- 
bligò a militar feco in <lueHa campagna. Dopo b pref.'l di Avellino 
arrivò il Re fotto Benevento., dove que1 Popolo rinunziando ad ogni 
difcfa" (j fo[(()pofe tuna a lui, e all' 
ntirapa Anacleto ver[o la m
tà 
di Ortobre. Monte Sarchio dipöi, Monte Corvino, ed alue Terre 
parimente gli fi diedero. Ma non fi ancrTÌ per quefio rovefcio il 
nU("lVO Duca di Puglia Rainolfo, rifoluro di morir più toO:o valoro.. 
famf'nre, che di ct"dece con vergogna al Re nimico. ^ veva egli un 
corpo di Tedclchi lafciatigli dall') mperador Lotta:rio, e raunati i Po- 
poli di Bari, Troia, Trani, e Melfi, compore una groífa ^ rmata.., 
can cui ufciro in campagna andò a metterfi a fronte di qudla di Rug- 
gieri. Erano vicini a venire aile f1!ani, quando il mirabi! Abbate di 
Chlaravalle San Bernardi, di confenfo 0 per ordine di Papa 10no- 
cenzo, arrivò al padiglion di Ruggieri per trartar di pace. Non 
mancò cecto al fanto Abbate facondia e zelo in tal congiuotura; tU[- 
tavia tali dover tero eífere Ie cond,zioni d' aecomodamento da lui pro- 
pofie, che non piacquero al Re, e l1101!1ìm:\meme per femirfi egh fu- 
periore di forzc a Rainolfo. Rottofi dunque il u'anato di pace, e 
partitofi il tanto Abbate Jècundo die flante iHenjiJ 'Ofl,bris, che dovreb- 
be effere [econdo i comi di Camillo Pellegrino il dì 
o, di Ouobrc, 
fi venne ad un f.IUO d' armi appíellò Ragnano. Per atteítato di Ro- 

o
ldo Sale!'flitan
 la pnma {
hiera de" feritori, comandata da Rug
 
gleYl Duc<<- dl Puglia, pnmogentto del Re, sì neramente urte nel bat- 
taghone oppofio, chc il mite in Totr-a, e l'infeguì fino a Siponto. 
CCCL Ma 



388 ANN A LID' I T' It L I A. 
I: 1\ I. \'ul.(. Ma II Dnca Rainolfn, coli' alrre (ue Cchiere cosj antmo(am
nte a trait 
Ati
o 11}7. i]J
':olTo drJ)' .hmat3 nemic.a, dove era i? perl
lOa 10 ittlTo 
{e r{ug.. 
glen, che 10 fconfiíe, e nporro plem Vl
roru. Rdl:.lrooo iul c&mjJo 
circa tre mila perrone, fra Ie quah Sergio Daca di N .tpoll;. m.)llILlimi 
furono i Frigioni, immenfo il botuno, pt'l cui tUtti quel dl B"II,. 
Trani, ed altri aderC"nti, fe nc tornarono ben ncchl aUe Lor cah.. U 
Re Ruggieri col bendizio di un buon cavallo e de gll fproni, Ij idl- 
Vò; ed 
rrivaro nd di fcguente alia Padula, di :à palso a 5:ilerno, 
do,re quel Popolo corfe ad offerirfi al di IUt [ervlgio; e j B, lIe\ en- 
tani avendo ortenuto in qlldla congiunturJ un grazlOlo privllcglO da 
lui, tutti fi dichiararono per lui. Dopo la vl[[oria non iltcttc colle 
mani alia cinto]a il Duca Rainolfo 0 Con un buon corpo dl genre {ot- 
tomife a' fuoi voleri la Citrà di Troia; obbligo an:ora colla forza Rug- 
gieri Conte d' Ariano a fouometterfi con tune Ie fue Terre; e dl Ii 
nel rrimo di di Dicembre andò col (uu efcrciro a mcuere I' af1eJio 
:II Cafiello ddla Padula. Nnn per quefio fi mofTe di Sakrno il Rc 
Ruggieri. Nd ugionare con S. B;:rnardo a'oeva egli mofirato defi- 
dcrio, che (e gli mandaITero da Papa I nnoct:ozo tre Cardinali, ed al- 
tretranti dell' Antipapa, per e{aminare in un CongrcfTo Ie ragioni dell' 
una edell' altra pute. Ancorchè forTt" per più capi disdice\'ole una. 
tal propofizione: pure non c:hbe diffi.;ulcà il Papa di fpt'dir cola a 
qucfin fine i Cardi01li Aimerico Cancelliere, c Gh
,.ardo, e con clfo 
101'0 Sa;1 Ru'nardo. lnviò Anaclcto anch' eglt i fuoi, Cloè Matteo Can- 
cellier&:, Pietro Pir.1110, uomo di raro fapere, e Gregorio, Cardmali 
del ruo parriro. Per quanro giornl a{col.o Ruggieri con lomma at- 
tenzione Ie ragioni de' primi, e pclfcia per alrri quanro giomi GueHe 
de' fecondi; ma fcalrro ch' egli era, volle prendere te
po; e col plC- 
tefio di non raper egli folo terminal' quella gran contda; fece itiiinZa,. 
che anda(je con lui uno per pute de' Cardinali (udd
[[i In Sicili:!, do
 e 
penfava di celcbrare il fanto Natale, affi'1chè neli' a{lemblca de gli 
A rcivefcovi, Ve{covi, ed A bbatl fi faceí1è la d.c:ci fione oppOnUl1d. 
In f.1tti l'accompagnarono colà Guido dol Calh-llo Cardinale dl P.epa. 
Jnnocenzo I I. ed un a.ltro per parte dl AlJaclero A queUo fi ridwle 
iJ buon Pontefice, per deíìderio della pace, c di termmare amlchc- 
vo)mente il deplorabile Scism a . 


Anno di C R 1ST 0 MCXXXVI t I. Indizione 1. 
d' I N 
 0 C EN Z 0 II. Papa 9. 
di COR R 11 DO III. Re di Gern1an. e d' Ital. I. 



:t) Ordt
jf. 
Jlla/. li1Jl. 
/ e lfþa{f. 
Ill. 'J. 
F,lIeo Bt- 
tltl/tn/anus 
in ChrM o , 


V 011e Dio liberare in queWanno la Chicfa fua dal peeo dell' A nti- 
papa Anacleto 0 (a) II colpì la morte nel dl 2.f. di Gcnnaio d(:II' 
anoo pfl'fente, e al cadavero ruo non fi {a dove forTe data fepohura 
da' fuol Par-cmi. Pel: s.i favorcvol accidcme s
 innaJz.ò m;jgglOrm
nlo 
w, 



ANN ^ L J D
 1 T ^ L 1 A. 3 Ü 9 
inR0mal'autoritàdi PafHIlnnocenzo, e parea, che don'ß"c anchcEIlAVo1g. 
m<..i(cdi fine all!> Scisma. Ma I Frarelli dell" Ant'rara, cioè I FI- ANNO 1I}8. 
gilu ,ii \.iI P,er Leone, e gli ahri Jor fnionarj fìgp'
carono al R
 
Rliggie,.i, quanto 
ra accaduto, per fapcre, fe dOVl ana f.lr pace, 0 
pure eleggere un .litro Anripap2l. Ruggieri per i(p
rJnza .d, ven,dere 
piil care la fiu concordia, ordinò, che pa(fa(fero all' ekzlone dJ un 
ahro .-\mipapa; e però \'t:rfo la metà di l\1ar7o alzaröno un nuovo 
Idolo nella Chicfa JI DII), cioè Gref,orio Cardirmle, a cui im po(ero il 
nome di Vii/ore 1F. Ma fempre più crc'-cendn il concorlo de'Ro- 
mani a Papa Innocenzo II. i Figliuoli di Pier Lrone, non vole-ndo 
reflar loli, ed efpoíti a gravi peric:oJi. n<'l/' OU;1Va åi PC"nrrco
c, co- 
ale s' ha da una Lenera di San Bern.rdo (a), andaro...o ad umillarfi al (:I) s. Brr- 
IJonrefice I nnoeeozo, e gli giurarono fedehà ed omag
io. Ci Vor- nard, 1 p''!, 
rebbc far credere 
It'tro Diacono (b). che lnnocenzo 
i guadagnaíTe 

m 
odefr;- 
con buona Comma dl danaro, ma prohabilmente non merit a fede. Tro- (b\ I'fITUI 
va\'afi aHora in Roma il fùddt"tto f-anto Ahhate Bernardo,. tuuo in- D.aconus 
ten to a i vanraggi della Sede A pofiolica. R i-urd al credito e zelo fuo Chr, CafilJ, 
èl' mdurre il novdlo Amipapa Virrore a deporre la pnrpora e la mi- 1,4. ',IJ/t. 
tra; laondc condonolo a' piedi del PomC"fice, rinunziò ad ogni fua 
prc:tenfione, ed implorò mi{ericordia pel fuo tra[corfo. Altrertanto fe- 
cera quafi [Utti i fuùi aderenri con al1egrrzza inefiimabile di tuna Ro- 
ma, anzi di tu[[a la Crifiianità. Con ciò venne alle rnani di Papa In- 
Doce-nZo ogm fonezza dclJa Città di Roma, e quivi tornò a rifinrir 
la pace, e ]a b
nedizione di Dio, Ma S. Bernardo, che nulla curava 
Ie umane grandez.ze,. non tardò dopo aver veduto il frurto delle tante 
fue lcdeyoli fattche a rirornar[ene accampagnato dalla fua umihà in 
l'rancla, Non fi [a bene intendere ciò, che narra Falcone Benevr-n- 
tana (,) con dire, c:

 an
he il Re Ruggieri riconabbe per 
er
 Papa 
c:rt

.11 
lnnoccozo, cd ordlOo a I Benevenrani di fottomenerfi a 1m: .1 che ;1. Chrcnicll 
fu efegulto; mt:ntre non apparifce feJ?uiro fra e(fo Papa e il Re ne- 
comodamento alcuno; anzi fi fa, che I nnocenza JJ. canrinuò la guerra- 
t:onrra dl Jm, e venne in quefi' anno colle fue miJizie ad Albano, per 
andare ad ul1Irfi cal Duca Rainolfo, e far frente ad efro Ruggieri, 
ma fopraglUntagli un' infèrmità, gli convenne de fifiere . Quanta ad e(fo 
R ainolfo, fl guJtò ben egli ad afJediare e a tormenrar colle macchine mi- 
lit\.ri il C,Ä
td
o d
lla Pa9ula" ma fcorgcndø rmppo difficile i
 fupe- 
l:trlo, pa!so:1G A life , e Ie ne lmpadroni. Tmamo venuta )a pnmave- 
la,' dalla SICilia compdne in Puglia il Re Ruggieri con un po{fcmc 
cftrclto. J mplorato da' B
neventani il fuo aiuro, co'ífe colà, e prcrc 
a1cunc. eatlelJa nemiche di quel Popolo. Gli "enne contra il Duca 
Rainolfo con una buona Armata., ct'rcando di dargli banaglia;. ma 
RuggicTl addonrinato dill pafJ"ato non volle avventurarfi ad un nUflvo 
conHltto, 
d 
cco
tameme f-chivando gl' inconrri, piombò pofcia [0- 
pr.! la Cuta dl A life , e h prele. Prima i.l r.1.CCO con turtc Ie fue cru- 
dch confeguenzc, e pnfCla Ie fiamme tt'rminarono I't.'ccidio di quella 
ricca c: bella CiUà. VI là paîsò all' atTedio di Venafro, che parimc"me 
gan:g- 



390 ANN A LID' I 'I' A L J A_ 
I!. A VoT!!. gareggiava colle mig1iori nelle riechezze e forrificazioni, e con fu- 
ANNO 11]8. riofi affalu fe ne Impadronì. Se gli dlcdero Pretènzano, Rocca Ro- 
mana, e Tocco nel :\1efe di Seucmbre. Nel dì 4, di Ottobre fu in 
Benevento e pofcia prefe Ie CalÌdla di Marcone, S. Giorgio, Pictra 
Maggiore, A pice, ed altri, neW qua1i mife buone guarmgioni per ri- 
fingnere [cmpre più il Duea Rainolfo, il quale cuftodiva Troia, Bari, 
Melfi, ed altre Cínà da lui dipendcmi. Andoí1ene dipoi Ruggieri 
,verfo il verno a Salerno rer di ]à pafT:1re in Sicilia. 
( ) 0 ,Era imimata in Germanía una general Dieta in Magonza per 1a 
:riþ:':1fþs Fe
a d
ila, PC,m,ecofie, a fin di cleggere il nuovo Re (II): Ma 
I- 
in CZronico cUn! de Prmclpl temendo, ehe ]a Corona poteffe caden
 In Arrtgo 
I. 7.Mp. u. .Duca di ,Baviera -<: Saffoma, Genero del già defumo Lottario, la cui 
potenza, p
r lignoreggiar egli due eosì infigni Ducati, era oggettto 
. della loro In\'ldla e malevolenza, amicipando quel tcmp,o, adunati 
nella Cmà di ConA:ms, promoffero al Regno il Duca Corrado, 
Fr
tello di Federigo Duea di Suevia, cioè que! medr-fimo, che 
abbiam vcduto di lopra momentaneo Re d' Italia .- A qudh Principi 
fece animo 'TeodoiPJo Cardinale e Legato Pomificio C011 promeuelc 
loro to1ÏUJ Populi Romani, Urbiumque Itali,e ajjënfum. E qudla fu 
la ricompcntà delle fdti<:he faue dal fuddetto Duca Arrigo ,in fcr- 
vi 6 io della Sede Apoitolica. Non folamente reHò egli efcluto dJ.I Re- 
gno, rna venne cream Re un Principe [uo nemico, ed anehe [eo- 
(b).II r ,municaro ne gli anni addlerro dal mede/imo P"p.l Innocenzo. (b) NeI- 
Ila Sa:
 J- ,Ia ,Domenica terza di Quarefima fi fece in Aquifgrana la CoronaLlOn 
,d' eí10 Corrado. Da gr.1n tempo regnava la dlfcordia fra Is Lafa di 
lui, perchè erede de gli Augulb Arnghi di fangue 'Ghibellino, eque1- 
la dd Duca Arrigo fuddetto, proveniente bensì dal fangue italiano 
de' Principi EfienlÌ. ma erede della Famiglia de' Guelfi in Germania: 
il che è da not are , pt:rchè di quà prelèro origine Ie F azioni Gut/fa e 
Gbibellina J cbe lac
rarono dip()i coranto la mlfera Italia, ficeome ab- 
blam'o daUo iteffo Ouone da Fnfinga, e meglio fì comproverà an- 
dando innanzi. Ora il medefimo Duea Arrigo, e i fuoi Popoli di Ba- 
viera e Saffonia, ficcome non concorfi a tale elezione, fi oppolero al 
novello ,Re Corrado. Crefcendo nulladlm('no di giorno in giorno I'au- 
torid. e pofTanza di lui, que' Popoli mfieme colla vedava lm;eradrice 
Ricbenza, correndo la Fdta del1a Pc:nrtlcofie, il riconobbero per Rc 
in Bamberga. Citato per h Fella di San Pietro il Duca Arrigo a Ra- 
tisbona, comp
rve colà j e percioeche in mano fua crano tutte Ie Im- 
periali Inft'gne, cioè la Corolla, 10 Scetfro, e gli ahri ornamenri del 
defunto Augulto, tante belle promelTe gli furono fclne, ern: Ie ee- 
deue al Re .nuoVO. Ma nulla di rante promdlè fu a lui auenuto; e 
Cnrrado rivolfe tuUO il [uo odio e fiudJO .alla Tavina di quefio Prin- 
cipe, con metterI
 al band? dell' Imrerio, e privarla de' f uoi 
uea- 
ti. A Leopolda iumore F'gll
oJo del tanto Mmcbefe LeopfJldo, dlede JI 
Baviera; al Marcbefe Ada/bert' la Saffonia: il ehe fi [iro dlerro non 
)?ochc gucrre, c un nero fconvolgimemo dl queUe Provincie Ri: tõ 



ANN A LID' ( TAL J A. 3'1 
il Dnca -\rri
n per la maggior pHte colla forz'] . fpoglia
o dd1a 
lVie- Eu Vo1
. 
n h dJ - t: b ANNQln 9 . 
ra) n13 i Sa oni, c e e iuo governo 11 pregl<\vano, 1m raCC1.\rono 
 
10 icuJo per lui. 


Anno di C R J S T 0 MCXXXIX. Indizione' 1'1.., 
d
 I K N 0 C EN Z 0 II. Papa 10. 
di COR R ADO III. Re di German. e d'!talia 2.. 


S UI principio d' 1\ prile tenne PaM lnnOCCl1'ZO i' 
oncìljo JI. 
e
('ra!e 
Lateran
nfe, (4) a cui inrervc:nnero circa mIlle tra .
rcJvefcov" 
V efcovi cd A bbati. Furono qui\.j fani mold nobili decreti contra de' 
Simoniaci, Ufnrarj, I ncendiarj, Eccll"fi=lO:ici inconrinenti, ed altri de- 
Jinquenri. V' ha chI crede, che nel Concilio da lui tenmo in Chiara- 
monte nell' anno I I 30. 0 pure in Qu..lIo di Rems del I I J I. ft pub- 
bltca.fre il f.'1mofo C:mone Si quis (uadmte Diabolo, con cui è intima: 
ta la Scomunica contra chi mf"tte violentemente Ie mani addoCTo a gh 
Eccldiaflici, riferbata al Sommo Ponrdice. Certamente quefl:o Ca- 
none fu pubblicaro, 0 pur confermato nd fuddetto Concilio Latera- 
nenfe;. e quivi ancora fulminata fu la medefima cenfura contra del Re 
Ruggi<::rJ, ed annullate rune Ie ordinazioni fane daW Anripara Ana-' 
clew (b). Appena era terminaro quefio. Concilio. ("he it valorofo' e (b) FalcD 
prudente Dllctl RaifJo
ro, trovando!i nella Città di Troia, forprefo da :;ne


:
iç. 
uo'ardente febbre, nel dì 30. d' ,\prile diede fine al fuo vivere"con 
incredibll dolore, e pianro non {ola di que' Cirradini, ma di qUt"gli 
aocora di Bari, Trani,. Mf"lfi, c Cano[a, ridotti al1' ultima difperazio- 
ne, perche colla mone di lui refiavano tutti [t"nza capo, ed efpofii al ge. 
ni.o cru
e1e e tirannico del Re Ru

ieri. E a [31 nuova an: 
ncomro 
eluleo lommamente cffo Re, nè tardò a comparire daUa Siclha a Sa- 
lerno con alTai navi, genre, e danaro. Quivi raccolto dall] Puglia, 
Caldbria, e CapQa un potente-- efercieo, parte ne diede a Ruggieri Dum 
di Puglia fuo Figliunlo;, e parte Ile ritenne per sè; 
ottomi[e egli al 
fuo dommio mtta ta Provincia di Capitanata, e iJ Duca fuo Figliuolo 
fi tt:ce rendere ubbidienza da. tune Ie Cirrà delJa Puglia, fuorchè da 
Bari Capitate di quelle, contrade, perchè il Pnncipe d' eITa vi avea 
dtntro quattrocenro uomini a cavJlIo. e cinquant8 mila Cittadinr atti 
all' arml : di modo che renrò bensì il Duca di foggiogar quella Citeà, 
ma conofc
ndone )' impotlibilità, larciò I' imprefa, e andò ad unire iI, 
c.orpo dC'luoi comhartenri can quello del Re fuo padre. Trattarono 
pofcia =lmendue di rnettere I' a{fc-dio alIa Ciuà di Troia j' rna Caputo, 
cbe v' era dentro un forte e copiofitlimo prefidio" pre!o Colalneme il 
vicino Calldlo di Bácarczza, quivi laCciarono dugento cav1heri con 
ordme di ri O:rignere ed mf
fldre i Troiani. A Ife dlarono pofcia la Città 
d' Ariano, ,.cd in
[i)mente 
 Alia dife[a 1tavano dugento foldari a ca- 
nllo, e COplOÎC iducre di fanti; Pcrò lcvato l' aírcdio, infierirono Co- 
lamcn- 


(a) laUè. 
Clln"JiDr. 
III",. x. 



. 


392. ANN A 16 I D' I TAL I A. 
Eu. Volg. lamemc contro Ie Viti, gli ulivi, alberi, e [:minati di que' tcrritorio. 
A!lNO 1139' Con cfirc:mo dlfpiacerc lent I anche Papa (nnocc:nm II. la mone del 
Duca Rainolfo; e veggendo in una dcplorabil confufÌoric tuna I", Pu- 
glia, e il 
le inca
ml,nat
 a fO;tom
t[
re, quell' intero paefe, fag
I.l- 
m!:mc fi nvolfe plU dl prlm"- a penGen dl pace, e volle portarfì in 
perfona a trat
ar
c. 
Jfcito duoql!c ,di Ra,ma coll' 
ccompagnamentø 
dl Rober/
 PnnClp
 dl C
poa, e,dtclrca mIlle cavalli, e dl' gran mol- 
[i
u
me .dl fan
, glunfe, alla ;Cma dl S. G
rm.ano. A,Il?
a il Rc Rug- 
glen gh [pedl Ambafclaton con ,propofiz'om d.' amlCIZla e di pace, 
che furono amorc:volmcnre aecolu dal P...pa; e II Papa anch' egli in- 
viò a lui due C3rdmali con invira-rlo a S. Germ,mo. L' invito fu ::IC. 
cerrato, e Ruggieri col Duca Ruggieri [uo Figlmolo, e coila fUR 
Armata fi por
ò ,in queUe \'I.cinanze, e per otto gioroi [eguironn 'de 
:i forti maneggl dl pace, m.l fenza poterfi accordare fr.1 loro a cagione 
.del Pnnclp:1to di Capoa, che d Pontd1ce digeva per rdllCUlrlo a 
Roberto, t: Ruggien pretc:odeva devoluto per la di lui pretefa feI- 
lonia . 
Memre fi faceano tali nego2iari, il Re pnfe una p:;nc ddit 
Caftella de' Figliuoli di Borello; e perchè in pc r(ona c:g i era co'à, ed 
.era già tramomara la fperanza ddla pace, i 1 Papa com.u.do (\ i luoi 
che affaliffero e devafiaffero il Cafidlo di Galluz.zo. Portata qu('ft
 
nuova al Re, a mucic: sforzatc fen "'enne egli con tuna I' Armata -- 
alla ,,'olta dl S. Germano, c (i accampò prdlo a quella Città, entro 
la quale tu[[avia dlmorava il Ponrc:6t:e. N()n fi tl'nendo dfo Papa 
nè i fuoi, ficuri In quel Luogo, sloggiarono ben prello per cerc:tr
 
un firo di maggior ficurena. Ma I' giovane Ruggien Duea, prt fi 
can feco circa mille cavallt, e poflofi In un' imbùlcara, dove dovcano 
paffare i Romam, aU'lmproyvllo fu loro addoffo, e It feet: dare aile 
gambe. Salvoffi II ,Pfl,
cipe, Robcn
 cOl
 Riccardo Frarello dll dcfun- 
to Rainolfo, e co I plU de RomanI, de quail n011ålmeno molu fi an- 
negarono oel fiume, cd aim rimafero pngioni, Fra qudh ulrimi per 
d,favvenrura fi conrò anene il buon Papa Innocenzo, il quaJe ndlo 
fieíT'o giorno, cio(; nel d, 2.2.. di Luglio, come tì ha da Falcone, fu 
condotto fouo buona gUJrdla alia plefenza del Re Ruggieri, che gli 
fece aß"'egnare un padighone pa lui, e per Aimcnco Cancelhere c per 
gli alrri C
rdmali pngioni. Ando a laceo 
urto. il re[oro, e tutti gli 
arredi del tanto Padre, a CUI, e a gh alrn fuOl Succeffon volle 010 
dare un nuovo ricordo di quel verrctto del Sa!mo: Hi in curribus, & 
in equis: nos al4tem in nomine Dei Noflri invoCßvimus. Differcnre nondl- 
meno fi vuol contdTàrc II cafo preft:nte da qud dl S, Leone IX. Papa. 
Quefii andò per cOl)1ba[[cre, mol pare che I nnocenzo II. folamenre fi 
movene per cercare la pace, e eh:: per femphce fUd [corta cammindrc 
( ) , h con quegli armati. Fors' anchc imel venne qUJkhc imquirà neJl' agu.lto 
tI
 ce:,::ø'" a lui e alIa fua genre tdo. Che nondimeno legUlffero delle ofiilitå, Û 
T, 1. 11111. raccoglie da Gi
vanni da C
("cano, dl CUI f('ln quettc: r
r

e (t): .MeÞlft 
!,11,r. u- Jltnii -venit P<<pR. cum Romams ad txpugnandum Regem Smlue J & #nun/a 
shell,: [lint 



ANN A L I 
'I TAL I A 393 
[_ilt a Romanis F4lvatera, In/uta, & SltnEllts Altgel!4s i:J Tudicis. Rac- 
u V ol
. 
coma Romoaldo Salernltano (a), che Rex e ':JcflilJo proþpUttlls Damnllm 
t.iNO r 13'). 
d J . ,r,J I . 1 ' / . Ie . J S d ..r;, (a) Ro",u
l- 
Papam, a ptues e;uJuem 'VO lilt 'Juml Iter atlS acccClere. e Ipje, utpote dus Sill
rn;- 
'1.'ir conflans & egrel,ills, ctmz primo recipere Ilolui!. Ma and:mdo innaozi tan. Chron. 
e indietro propofizioni di pace, il faggio Pontefice col configlio de' Tom. VJJ: 
Cardinali, per forrrarre to i cliCagi i molti Nobili Romani, rirnaH.i anch' Rer. Itallç. 
dft prigioni, fegnò in line I' aceordo con legirtimue a Ruggieri il ti- 
tolo di Re, conferitogli claW Anripapa A nacleto, cd invdlire lui del 
Regno di Sicilia, e it Figliuolo di Ruggieri del Dueato di Puglia. 
N el Di p loma di rale Invefiitura P rdro il Cardinal Barenio (b), fi Ie g - (b) b'
" il
 
.Annal. Err, 
ge confermato anche a Ruggieri il Pri:1cipato di Capoa; lOa niuno 
parla del Vucato di Napoli e di Amalli. Nella Fefia di S. Jacopo di 
Luglio fcguì la fuddetta concordia" e quanto la mefiizia era fiata in- 
credibile fra i Popoli Crifiiani per la prigionia del Papa, altrerranra 
fu la confolazione e l' allegrezza per la pace e liberaziom: di lui. PreCen- 
toffi dun que con tuna riverenza il Re Ruggieri ioíìeme co'[uoi Figliuoli, 
cioè col Duca Ruggieri, e con AnfuCo, 0 fia AlfonCo Principe di ea- 
poa, a' piedi del Pomelice (c), e dopo aver chiefio perdono, ed onc- 
rmta I' aff"oluzione, rieevette I' Invefiitura de gli Srati CudJerti col Gon- 
falone daUe di h.i mani. Accompagnò egli dipoi con nmo onore il Pa- 
pa hno :I Benevento, nella qual Città entruono :Im
ndue nel dì pri- 
mo d't'\goflo, dove il Ponrefice f
ee atterrare il Cafieilo fabbrieato 
in qudlt Città da Roj[ema1ln" già creato Arcive[coyo da Anacleto, e 
depotto in quefia congiuntura con Cutl:ituirgli Grego;';,. Furono cagio- 
ne i profperoli [uccetTt del Re Ruggieri, che i Napoletani \<'ennero a 
Benevento anch' eiu a rnettfr1Ï [otto il tuo dominio, con acc=ttar per 
loro Duca AnfuC
 Cecondogenito d' eff"o Re. PreCo roreia congedo dal 
Papa marciò Ruggieri coIl' eCercito allil YO Ita di Troio1, i cui Cittadini 
non rardarono a renderfi; ma pregatolo, che entraff"e in Città, riepoCe 
loro, che non vi metterebbe il piede, linchè qud traditore ( cioè il 
defunto Duca Rainolfo) dirnoraff"e fra loro. Fu conreno con lùo gran. 
rammarico que! Popolo a far dilfottar,m: il cadavero fct
nte d' eff"o 
Rainolfo, che da alcuni Cuoi nemiei con una fune )':ga!a al collo tnt- 
to fu per )a Città, e gittato fuori d'dTa nclle foffe: vendC'tra orribile 
e detetlata da tutti, e in!1no dal Duc.\ Ruggieri, il quale pr::[em:nufi 
ai, Padre tante preghiere adoperò, che gli fu conceduto di farlo fep- 
pe1ltre. Non entrò per quefio il Re Ruggieri in Troia, lOa a dirit- 
mra andò a piantar I' aff"
di;) per tt'rra e per nl.lre alia Citt:ì di H;ri. 
Spedì (nnoccnzo Pontelice il Vefcovo d' Ol1:ia a qu.:' CiuaJini con 
f:tonazioni patcrne di cedere am,.)revolmcnre al!a forza, p, r fo:trar!ì al 
rigOíc. Ma qud Cuperbo PupDIo nè pur volle lafclado eatrare in Città , 
non che badare a i di lui conGgli. 
Tornoff"ene imanto il Papa dopo il dì 2. di Settembre n Roma, 
,icevuto con immenfo gaudio d", i Rmmni, i qu .Ii tenuron() bl"nsì 
d'indurlo a rompere h p.!cc tan:! per forVi; :l't;. Jnnocenzo, ficcome 
Prinei pe di vetcrana prudenza, non voJ]e acconCentire al rarer di qu.,,:' 
Tom. fTl. Ddd bra- 


(c) Fal" 
Bêne7Jt"ta- 
n'lJ in ch,.. 



39 A t( N' A r. 11 D' 11 T" If I. t. A. 
1:11. A. Volg. bravi" che pOCð dianzí aveano laCaiati sì bei Ccgni del lorn. 
(\raggið 
.\N
OII39, nf'
b pr
cedcn[e zuffa. Cor1tinuò il R
' Ruggieri per curto l' Agotlo 
e II Sew:mbre l' a(fcdio di ßari; Ie Cue p('trier
 e torri di IC!gno di.. 
llru1ào pal te delle mura e rorri ddla Citrà e non pochi Palagi j. 
creb?c 
nche a dlCm
Cura la fitm
 fra. qud Popolo fin
 ad a\'e
 p
r 
grazla d. poter manglare carne dl cavallo e un tozro dl pane'; dJ rna- 
niera ch
 finalm
nt
 tratr.uorto delta refa, chc fu lorô accordata con 
ondt'ð capito'a1.iot'li. Tuna part"Va rranquillo 
 quicto, q.uando pre-- 
f
nt;1to{j al Re Ruggieri uno d
' Cuoi Coldati dhnandò giufhzia COntra 
di Giacillt, PI incipe di Bari, p
rchè gli aveifc Farro cavarc un occhiol. 
Diede n
llc Cmanic il Re.. e farro fare il proceifo da' Giudici di Troia-, 
Trani, e B1ri, con pretendere rotta la capitolal.ione, fece impiccan: 
il fuddctro Giacinto con dieci Cuoi Con.6gli
ri, c cavar gli occhi a,I 
dit"ci aln-i, e imprigionnre in oltre e Cpogliar de i loro beni varj pru.. 
denri Cirradini di Bari: fe COr) giufiizia C' buona fede, Dlo 10 fa. Con 
quefii barbarici paffi camminava il Re Ruggieri,. che poCcia ful hnC" 
di Otrobrc fe n' andò a Salerno, ed ivi fial100 pubblicò varj confiCchi.. 
e b:t"di C6ntra di chi avea impugnarc Parmi Contra di lui. Fin31memc 
nel dì r. di Novembrc imbarcaro6 in una nave ben corrcdata, pafsò. 
a Palermo. Fe-ce qran guerrn in qucll' anno il Re Corrado ad Arrigo- 
Efienfe.Gudfo Duca di SatTonia., e Baviera, in mAniua che: qudt(), 
(a.) Otto Priocipe (a), a1lte pottnú{fimus,. & cujus alttorit.as ("t ipfè gloriabatur) 
7 r ijint,mjis, a. m/fr; ufilut: ad fJlclre, idefl a DtIl1ia afijl'lt i,. SiciJialll extendebat.T, ;. 

::;
':: 1 . ta,!,a.11l in 
rq
i humililatem 
nit., at P'!1Ie omnibus fiJ,libus & amicis 
3 '[UH 111 B.:JJoll.rza "Ie de{icunttbus, clam IIIdø ellrejJìJs, qUeltllðr MJrltln Cð'-- 
tIlirattls fociis in Sa:xonjam 'l,)miret (I). Ma in- Saflonia affifbro da quc" 
Popoli, rend
 inot'ili gti sfor1.i 
 difegni d' effo Re COI r<ldo., ficc,)mc 
a.1TCora quei di .Ada/berto creato Duca. di SatTonia. MOl m
mre egli COlt 
vigore e fortuna attende a dif
ndere e a conCervar quegli- Statl, e già 
fi diipone a portar la guerra in Baviera per ricltpcrar quel Ducato, 
C'ccmi ]a morte, che metre: fine alIa vita e a tune Ie di lui npplica- 
zioni terrene. Cone voce di .cleno a lui data. Secondo l' Annalifia 
(I>.) .Jfrmali- Sa(fone (b), ftKJ;a cøllo'luiø jn 
uide/ingebu,.ch, Heinricus NðbilijJimus ar- 
fla,/
' a
 file probiJlimus Du:x Bavari
 alqlt
 Sa)to1ti
, 'Ve1tefiÛo ibidem.., ut fertur, 
p. 
'ar. infeflus XI/l., K(JJendas No'Vem,bris 'lJ.itom finiWI (1). Il fuo corpo tro- 
va 


(1) pe' 10 tl't)a1tti potmJijJfm", to h di ltIi But,rità (com' effo gloriavaji } 
jienJ,aþ dalJ' fll1D man a/f alrrø, tioè Jalla Dall;a fino in Siâ/i., cadd, 
in breve ;n Iflnlll- baf1ezz!J, ,h
 f}u(Jfi tutti ; [14M fedeJi ed amici da lu. 
ribellar;daji nella Ða'Ui,ra, indi na[(;f)flamentt uftito, jigNito da fjuattr.. 
Joli compagl1i, 'llenne in Sa..l1011i
. 
(2.) I1l1tttO un colloqujg in f<jRde/jllge-hul'[,o" Al'ri!.o. NobiJillimo etl ottim. 
Duca- di Ba-viera I Iii Sa.fJinia, i'l.:i, "me diçtjì a'lJ1ieJenattJ. "1Zorl a dl 
1.0. ti' Ouobrl . 



,/ 


ANN A L I D 9 I TAL I A. 1395' 
VÒ ripofo e [epolmra nel Monillero di Luter in Saff"onia alia ddtra Pu Volg. 
dell'lmperador Lotrano Ill. [uo Suocero. Qtello Pnnclf'
 " egualc ANNO 1139- 
un rempo a i Re per la fua porenza, che godeva anche in h:.lia 9 01- 
tr:: a ranti altri Stari, la fua porzionc nell' crcdirà del ,5.4ngue Efien- 
[e. c cia CUI Jifcende la Real C,1fa di .ßmnswich, vien da moderai 
S[
rici conrradiftmro da gli altri Arrighi Eltenfi-Guelfi co! molo di 
Sup
rbo, non p
r a1r
0 fe ,non l?erc
è non s'inchinò a pregue i P
in- 
Òpl del." J mpcno a ,fin
 dl 
onleg
J
, L Cnron.a 
c;rffi.101c
. Pc:r a,rr-o 
Ie V irru abbondarono In IUI, e latclO d
o dl se una .glorJoCa memo- 
ria ,e un folo piccialo Figliuolo mafchio, ,nornata .dïrigo .LclJf,e, cbe 
fupcrò anche 1a 
Ioria del Padre j e raccornanjato a i 
aho{1i, tÌJ da 
eill con fomma teddtà e valore 'lo{lenuto contro i rcplauvi dd Rc, 
c de gh a\tri ne,mici. Nella Tofcana, che e
a nata .ad, dTo D
c;a Ar- 
rigo concedura 10 feudo dal fuddetto ,Lotuno, da qUi mnanzi corn- 
partfc<: March,efe di, qucUa Provincia ,Udelrico" kco
do Ie memor
e ac- , 
cemute dal Florcntmi (a). Ma che ID que1h ,tempI la Tofcana h tro- (a) Flort
f, 
vaff"e in 
no itat,o ,infell ce , fi racc,oglie <.U J.ma :Lettcr.a da Pietro Ab: :Z:7ï

: t. J '!., 
bate di Cl

I1I.1cr.lt[a 
l, Rc: R,ugg,en, do.
e. icn\'e (b), che neUe pa.ru (b) Petrus 
t 011<) mijsr,dlllzs & tnfelms ruftltC "unc us dl'/)m
 atque hM1liallrr r
ll
 jer- Cluniaunf. 
'Va to ordine Gonjimdul1tlJr. Uróes, CaftrA, Burgi, Fillte, Slnr,tte public.Jß, C. 5. Epift. 
& ipr
 Deo conJecrat
 EccleftlC homicidis, jacrllcgis, 1'aptorióus e>.-ponulI- ]4. 
tur _ p
,.egl'ini, Cleriçi 9 M01Jacbi, .Âöóates, Presbyteri, ipft fllpremi Or- 
dinis Sacerdotes, Epi/cspi, .drchiepiftopi, Pri1MIIs" 'Vel Patriarch e in 
mantiS talium tradunt.ar, .jpoliantur, dijtrabul1tur. Et quid diclJm? 'lJet"bc- 
rantur, occiduntllr. Cosi circa que1ti tempi guell' Abbat
. L
 guclre 
fr.a i Genovefi, Lucchefi, e Pi1àni 
oveano aver prodotto si el
crandi 
difordini. -In quelt' anno (
) cffi Genoveti ottennero dil Re Corroldo ( ) C,ttff. . 
,l
 facoltà di, batterc M,onera. PC,rò c:ffi d!poi.t1n quah a i nonri gior- 
.11l'.f1!. .J.
:_ 
m .ufarono dl mcttere 11 -nome dl qudto Re neUe loro Monere. Du- 1I.Ut/lf.lib. 1. 
rava tutta..via la rabbia de' CrcmonetÎ cor1tea de' Milandi a cagion dell' 
occupazlonc di Crema. Si venne pcrciò nell' anno prefentc: ad un fat- 
to d' al'mi fra 101'0, che riufd iofeliciffimo a i primi. Però fcrií1è il 
lorD V cfcovo Sicardo (d): AmzfJ Domini I I J9. n/agn.a pars Cremonen- Cd) sicard. 
fiurn a f'.lediollJnenfih.us .a;Nl Cremam c.aptll, (Iir{
r.aiJóJts 'Vinculis e.ft man- ChrlJni
_ 
cipata . TlJm. 
 l
. 
. D d d z. 
nno B.tr. Italic. 


(*) .tiella miftra cd inftliu erofc.ana ,ora Ie ClJjè divine ed uman
 tDlto Ð'Tn; 
or.dit.e .ref/ano 'onft!f
. Le Çittà, Caflelli, Botgbi, J/itJe, Sir ..4de p:b- 
.hl
che., e J' ifte;ft ,'II Ði() conje"r,.1te Cbi
fe jÒJlO cj,o.fie agJi Orl.!cidi, (a- 
crzlegl 9 e r(lp/torl. J Peilegnm, Cherw, JlfoJ1J..Ici, .dbbtl.ti, P, eti, gi'i- 
ßefli deli' Ordine Supremo JÌJ,cerd&.ti, Peji;(Jvi, AI .:iveflo'/Ji, Primatl. D 
PatriaJ'Chi fll10 confèg1Jati .nelie tltlmi di otjfi, fino jþog/iati, jòn& difper- 
.fi. Che .più-? /(attuti, ed .ucciß . 



39 6 


ANN A LID' I TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 MCXL. Indizion(: I I I. 
d'INNOCE
zo II. Papa II. 
di COR R ADO III. Re di German. e d'Italia 3. 


A Ea.A Volg. I N qu
ll:i tempi cominci' .Arnalda, 0 fia .drnaldo da Brc(cia a far 
NNO 114 0 . II Ch ' d ' 1) ' C ll.. . fi . 
gran rumore ne a Ie a 1 10. OllUI ponaro 1 In Francia, e 
meOòfi fotto la fcuola di Pietro /lbailardo, feminaror di nuove e re- 
ricolofe dottrine, do po aver profÏnaro nella mJlizia, fe ne rirornò ;n 
() L' . Italia, e prefa la vc:fie Monafiica, Ii diede in RomJ a fpacciar Ie fue 
d
 Ge'.";';:: f.llfe me
ci (a). Grande a
ulator de' 
aici, e .bd parlatore, prefe a 
tler;,i Primi tuna prtma a cCl1furare fplet:1tamcnte J cofiuml corro[[j allora in buo- 
/jk. 1. na pane ,del .Çlero Sccolare e Regolare; e f
condo l' an
 de gli altri 
Erefiarchl paiso oltre a condennar generalmente Ie foverdue ricchezze 
de'Monaci e de gli altri Ecclefiaflici, e maffimamente i loro Domi- 
nj temporali, foftenendo, che ciò non fi potcva accordar col Van- 
gelo; e che i loro Beni erano del Principe, e doveano [ornare a i 
Laici. Veniva con piacere accolta 
ucna adularrice e f.llfa donrina 
dalle perf one affatto mondane, e prefe anche in Roma fielfa buone 
radici. Perciò fu cgIi fcomunicato nell' anno addictro nel Concilio 1.a- 
teranenfe: pc:rlocchè temendo della pelle, fi ricoverò circa quefti 
tempi in Fr:lOcia. Di 1,\ cacciato andò in G!::rmaniol, fpargendo da- 
pc:rtutto il fuo ve1eno. S'ln J3ernardo il tc:n
va d' occhio, c: fcrifTe va- 
rie Lettere per Enio conofcere a chi buonam!::nte gli dava ricetto. 
(
) Fal, 'Be- Abbiamo da Falcone Ben
vC:Il[:ono (b), che nell' anno prefcnte il Re 
., õ;tntA1IUS- Ruggieri jnviò AllJu./o PíÌ1Jeipt! di Capoa fuo Figliuo1o con pofTmre 
;,., ChwmØ", cfcrcito di cavalli e fanti a conqui{bI,re la Provincia di Pefeara, che 
abbraeciava allora qU:1fi [mto t' Abbruzzo ulteriore. Nt\n poca Fatica 
e tt'mpo conò al Principe fuJdetw il ridurr
 all' uhbidienza CUi Ie 
Ca!telh di quella comrada: laond:: 
bbc ordin
 d31 P.ldre anche Ru,
- 

ieri Dilca d, Puglia di ponadi colà con un grolTo corpo dl fantcriã, 
'e mille cavAlli. Perchè tali conqllin
 fi facea:1O a i conhni de gli Stati 
della Chkfa Rom:ma, fe ne ingelosì, c turbò non poco Papa Inn,. 
.:t11Z0 II. 'I quale perciò fpt:dì due Cardinali a i Principi Fratelli, fa- 
eendo bl' fapere di non toccare i contini Romani. Rtfpofero effi, che 
il loro difegno efa, non già d' occup:ue I' altrui, ma di ricuperar CO'o 
lament
 Ie- Terre {pcttanri a i lor Principati. Informato di cia il Re 
Ruggieri, che 
on volea liti col Rom.lOo 

mefice" verfo la metit. 
di Luolio sbarco a Salerno, venne nelle vlcmanze dl Benevento, e 
Guivi fra[tò col G.'lrdinnJ Gio';1a1i
 Go\'crnatore di- quclla Città, con- 
f::t'mando la riroluzion
 flla di mantenerfi fedele al PJpa. Andò pofcia 
:I Cr.poa C 2. S, Germano; e perch:: imeCe, cbe Pap3 Inl1occ:nzo era 
dissuft.:to åc' fuoi F,gliuoli, Ii richi.1mò da Pekara. Avrebbe egli VQ- 
luto abb3ccarfi con dfo Pontc6cc, ma qucíH con nric fcufe fe ne 
W!i>- 



ANN A LID' I TAL I A. 397 
{ottraO"e, di modo che Ruggieri per tronear il corro aile concepure E 1\ A Volg. 
gelofic, licenl.lo l' ercrcito. N ulbdimeno abbiamo da Giovanni da Cec- ANN" Jl4 0 . 

ano (01), che i di lui Figlil101i nel Mere di Luglio prefero Sora, cd (1) Johanlt" 
altri Lu06hi nno a Ceperano. .Andò Ruggieri a Monte Catino, c k- de Cman, 
\'ato a que' Monaci Monte Corvo, C'3n prctf'nderlo Cuo, diede loro in 
 l om , ' 5 1. 
b ' 1 R d ' B ,". a,r, 
c
m 10 a oeca I antra, 
Tenne pofcia il Re un Parlamemo in Ariano, dove proibì con 
rigoroCe pene 10 Cpcndcre nel Regno Cuo Ie Romefine, cioè a mio 
credere la moneta battuta in Roma; e nc fufi:itui del1' ahra battuta. 
da lui di lega molto inferiore, a cui dicde il nome di Dueato;. e de- 
nari di rame, tre dc' quali valeano una Romefina: il chc f("CÒ un in- 
credibil danno a tutto il Cuo dominio, e fece univerfalmeme defider2.rc 
]a di lui morte. E perciocchè avea comandato anche a i Benevema- 
ni di ricevere quella moneta, fe ne alterò forte il Papol, e loro or- 
dinò di non ubbidirlo. Apprdfo andò il Re a Napoli per la prima 
volta. Fu con immcnfo onore incomrato da quella Nobiltà e Popolo 
fuori Ji Porta Capoana, e alia Porta ricevuto dal Ckro con bclla 
proceíIìonc:. L' addeilrarono varj N obili fino alia ChieCa maggiore, 
dove: I' afpettava I' Arci'Vefcovo Alaril1Ð., Non mancò di f;Ir care:zze e 
rcgali a quella Nobiltà, di vifirar tuna la Citt:ì, e in una notre fecc 
mliùrare il circuito della medcGma, il quale: fi trovò allora di due 
mila e trecento fdfant:urè paffi. Nel dì f
gucme dimandò a i N apc- 
Jc:tani, quanto fofre il giro dell:! lor Città, e non fapendolo dire al- 
cuno, 10 dilTe: egli can ammiraz.ione di tutti. Sui principio pofcia di 
Ottobre: fe ne tornò in Sicilia, laCciando in Puglia il Duca Ruggie- 
ri, c in Capoa il Principe AnfuCo. Ci vien m
no qui la narr:uiva di 
Falcone Benevenrano con grave danrlO della S[oria di que' pacfi. In- 
tenri i Genovdi 
 al pari d' altre Città libcre d' ltalia, ad ingrandire 
la lor Signoria (b), nell' anno prcfente con grande l'fcrcito petr 

re (1)) CIlffari 
e per terra andarono addolTo alla eittà di V enrimiglia, c cofi:rinfcro .Ar,,-!t., Ge- 
taneo ea:'1, come tune: Ie Cafiella di quel Comado a fouomettedi al Tlumj. l:á. (. 
loro dominio. Ma non fuOiHe già ciò, chc fono quefi:' anno è {eritto 
n
 
Ii Ann
li P,it
ni (,), cio
 chc: quel Popo
o e
b
 guerra con R ug- (c;) ""lfna- 
glcn Re dl SIcilia, e tcnne 10 fuo potere Napoli per (cue Anni: fa- It I' PI),'''; 
vola troppo groífolana. Fu b
nsi in quctli tempi per aaefiato del D,.n- -;,ø"1f. /
" 
d,olo Cd) rouur:! fr
 ,il P
po:o 
i F;mo da\l' un canto,' e quci di Ih- d)'D::

l. 
"cnna, Pefaro e Smrgagh:1 dall airro, Non porend0 I FaneCi rdi licre ;11 ChronÚ, 
a t:mri nemici, fecero i loro Confoli rieorCo a i V cneziani con rrJo Tøm, x:!. 
m:t

re. fedeltà e ,ce
fo a Pietr(f !:.oJ
no Doge, e conceJere 101'0 va.j Re.r. 1t.1tl'. 
pnvdegJ ed efenzlOOI nella loro Ciua: dal che moffi i Veneziani con 
una pofreme aorta aod:uono t:omro a i nemici di quel po polo , e Ii 
fccero dcfillerc dalle off
re. IO[alì[o non mancava nè pure in Ge-nT1a- 
nia la guerra. II Du-ca Cltclfo PI. d:1 che cefsò di vivcre Arrjuo II' ( F e ) iji Ot1I1,r 
D ' B ' S no r. r II r.: ,<!> -' TllngenJ. 
uca dl aVlcra c auoma IUO Hate 0-, mOlle Ic pr
renftolll Ill:: fo. 1.7, ,aþ,15, 
pra la Bwiera, ficcomc Ducaro paterno cd avìro, e fuífC'guent('mcnr
 Abt-as Ur- 
].a guerra a Ltopo/dÞ, ch
 n' era Hato invc flit:> d:ll Re Corrado (t'). fftrgen{ìs, 
!\ l In Chronl', 
.v CIl- 



-398 A. N N A'L I D' I TAL oJ A. 
ú"" Volg. Mcmre Gu
ni hem I' ,,IT'eùio di 1F(4lea, 't:1:coti aU'improvvifg compa. 
ANNO 114 0 . "11re II Duca Guelfo colic [ut: [chien:., ch
 ,gli dlede un.a rona r= 
r al1rinfc alia fuga ru:l di J. d' Agone. 1\1a .avcndo .voluto .10 'ft;lT'o 
Gudfo dar Wtttaglia .tt'ldH
 nl,Re .Gor:Jdo, che aífcdi
va \Vinspcrg 
ri
afe shl1ragli
to, e 
ovette fugg,ire. Q!lefio ,110 
olut
 rif
rire, pcr
 
che fi t..ana d un Pnncll- e della Jlnea Germamca dc' Prmcipi 8l1crlfi, 
.i1 quale -non lafclo dorm Ire per quctto ciTo Re Corrado, .con [uccef- 
(a) I.øe.- {ì.vamtDtc 
on
iouar 
 guer!U. cor:rr,l:di lui. Confcrmò in que (l' anno 
IUS de Or;- etro Re a!l l'laCenurJI Jl PnvlleglO dl battere moncta, ,come Qof}Q. dd 
tin. pla- Juo Diploma, :rifc:rito da oUmbCII'O J...ocáti 'a). 
cent. 
ChronlCon 
Flaeenl;". 
To",. XV I. 
Re,.. It aile. 


Anno di C'R IS í 0 ,MCXLI. Indiiione IV. 
d' I l' N 0 C EN Z 0 .L1. Papa 12. 
di C O'R 'R ADO Ill. Re di German. e d'iltai. 4. 


' } N Quefti temP5 r,efu GU3,'{ì affiltto 
l b
io la Storia d' .ltalia, per 
mancanza ,dl öcntron, 0 per rnegho due, delle amic:he .Croniche 
{b) 1I.,.on. perm:. :Scrive il Cardmal Barooio Çb), che Ie :Ciuà d"loolia -of1inata- 
in .Annalib. 
eme I
àce
no guer
a I',una cont,r
 l' .altm, Lucen.f6s 1(ldve"fus P.ifanos 
EetlefiaR. ,In crufiza, In LotJgotJtrldza Pauzunz ad'i.:erfus J7er.()1tenfts, 
\.1ediolanenfts 
.tI. hunt ' b O J d ' I' ,I __I b t Abb ' d ' . 
.I zmplac(I Z Z 0 to ....lJmen.fesifer.uel'e cona an ur. lam ve UfO g ta nuanu 
.nnnl4111. fi IT n', fi , 1\1 J fi C " '"1 
..10m pflma aue CCu.ata Ja guerra. ra I lane c:' oma(c:hl col,tot-ale 
.abbafiamemo de gli ultimi. .La .guerra de' Pi[ani e Lucahdi fi Tavvi- 
vò mo,to piÒ IIardl, ficcome 
cdremo. Crede ilCardinale [uddetto 
chc: ,a qucit',.anno .apparumg.a í}udla dd .Popolo ,Romano COntra dei 
(c) OltoF,.;- l>op.olo di Tivoli, 11arraUl ,da üttone Fri
ngen[e (e). Ma pM' aue- 
finguifis -in ilatO di 
icardo luccedi clT'a Cd) nell' an!1 o leguente. Non ,6 ,sa II 'per- 
...Ch,., .J;/}. ,7. chc la Ciltà di J
ivoli da gr.an tempo h manteneva disubbidienre e ri- 
'(t ;;?
rtl. be
le a1;
0
te
ce. .Fo[
e per gare 
 dl[cordie, in(orte 
 ægion d
' con- 
Cre",oncnf. fim e.d mgJUl1e Ie .cUoJ)J tr
 
u
l L opolo <: 1 Romam. Non pot
ndo 
in Ch,.o",e. I nnocerno JI. colle'buone nrlurh .alla conokenza del 10ro dovere, avea 
']jMW. .VI
. fulmmato moho pnma,d'.oN ola fcomunica contra d'dIi. 'Jam per 11JU/. 
J.,,.. 11.111,,_ Lum temporis crylmrtinos ,e
"(c.omm.unica'J)tr:zt., at aliis nwdis p1'ejfèrat: fono 
.parole del tudden.o Fnlingea:fc.. Però I!on a(pettò il Papa.a queit' anno 
,a fcomumcarli, .come prctde 11 Sigomo. ,Or.a i Romani induITero il 
bUOQ Jnnocenzo.a metIcre I' .affedl\.> a Tivoh, e v' andarono con gran- 
de sforza, già perlwfi di divor41r qucl Popolo. 'l\1a i Rom.lOi d' aHo- 
ra crano bt:n dn:etlÏ da Jjuclli del tempo ami co . ,Poco dianzi volcano 
rouover guerra di n.uovo,al IRe Ruggieri, [e il Pclpa più faggio di 
loro aveUe accoo[emito. N è. pur tennero LdlJo contra il 1010 Popolo 
di TivoJi. Uícito queUo ;1I1i.mof
mem
 della Cmà, ed .attaccata la 
mifchia con gli alTediami, h, caucò 5,' ,tone, che gli .allrmfe a \'olta- 
re vcrgognolamellte Ie fpalle','e.a lalcl,a
 I,ndlctro un ricco-bonino. 
Pcr queito 
cctdeme f1mfiro ,lmplacab1l1 òlvcnncro i R.OUló1'Ol comra 
di 



A N' No 11. L I! D 9 I. T 11. L 1 A. 3:99, 
di quet Pðpotß. Da gran tempo ancor
 bolliv.a díscordb &a i Ver.<>- E '" N Vol 
neft e PadiH
ani (,II); e percio
cli
 .i primi 
vea
o diveM,ito d
l CUo al- ta

;oI41" 
yea. il FIUm,e 
d,

 con preglud
lilO de gh a
tr19 fi venne 
rc.a' qu
- :Fr;fingenfÙ 
m mcddiml tempI. ad una fQogumoCa. battaglta. fra. loro. &
 dJchla.ro ;naGhr'lIll4t. 
1., 
rl:Una. in m-vore de' Vel'oneti. SuI campo refiò gran copia. d. Par- 
dovani" molciffimi, furono' i prigioni; ma co(tò quefia vittona- a.(f-ai ca.. 
ro a gli fica..., vinc
t(1)ti. Abbi
m? dan' A,nonimo. Cafinenfe- (hI" che in (b) Attøn'JtII1t. 
quell' an
o' anCðr
 I! Re Rug
J(
n 
cm
e In Pugh
, 
 fi porto 
l, rvto: CaJinmft,. 
nifier.o dil- Monre Cafit1o; e glacche 010 aV-e<1, reíhtuiCa la, pace 10, tuttl n", Jl. 
i fuoi domiflj", atJt:cCc- a fani efercirar Ia. giuftiziø, e al levarne- Ie pre- Rer. llalic. 
,oreme e gli abuft. Vien ciò a(ferito. da Romoa..ldo Salemif:an<Þ colle 
feguent1 parole C&.),
 Rew aute11t> Rogeriui in RfJIfj,1II). fuo pM"feóttfl ptKis Iran- (c) Romual- 
tjuiJ/ilab p/JIÏl1Af, pro cÐlIfervanda pace. Camffario$. & JufliâMio$ pør to- JUI 
alerni- 
14111 I6rrnT/l inftituit, mtllar confllet,udin6s de media. ""flulit. 
n. In Chr. 
.._. f'ó1I. 
Rer. Italilt. 


. 
Ann0 di C R 1ST 0' MeXL 1 r, Indizione V. 
d' INN 0 C E N Z 0, II. Papa 13'. 
di COR R ADO HI. Re di Germ. e d'Italia. y.. 


C Onrinl!ando neUa lot" conrumocia i Ciu:adini di Tivoli, per telli- 
lIlonianza; di Sicacdo. Gd) 
 a(fediò il Ponteficc in queIP anno co i. (d) Sicardul 
Romani la lora Citrà. Nulla dice den'tfttø di queW im4Pre(a. 10 Seo... C?remønen.f. 
rico fuddetto, lafciando in dubbio, fe quefio fta I' a(fedio infelice, di In ChrømCl. 
cui s' è parlaro nell'armo prece.dente, 0 pure un a-lrro. Abbiarn di 
certo da OUone Friftngenfe, ehe Papa Innocenzo Ii" ridl1{fe a tall an- 
guftie, che furono forza
i a capitolare e forrometterfi,. ma non (0 fc: 
nel prefcnre 0 pure ne.1 Cuffeguenrc anno. Ho io prodotto il giura- 
mento preffaro ad eWo Pontefice da quel Popolo, in cui ft Jeg
e (e): 
Civital,m Tzburlintlm, Donnicaturas, & Regalia, ijf/If Romani Pontifi- 
,e.s, ibitkm IJab"eru"t, & mumtiomm Pontis Luca1Ú, J7Ü,varum, S an- 
flum PoJam, Ca-fit'lJum. Bov.e1fani" Cantalupum., Burde/lum, Cirilianum, 
(5 ,jfia. Regalia bMt; Petri... ijthe habet 
 adjutcy erit lid re1ÍnendlJm &c. 
Co.mÜ3'.tum qUéJ'Itier & ReEioriMII. ejmdem, CÙvittJtis 'Iiburtinlf in poteß.1Iem 
DWNlfi l?ap.ø lnlioeentii, é.;i Sucujforum ejui" Jibere. dimittam &c. Di 
gravi diforJ;ni produífe un tale aggiull:alJ'lenro, fiecome vedrerno alP 
anoo (egucnre. Non poteano digerire i Morlendi, che ]a. Terra c 
Badia di NOR211tola, p.ofta net loro Conrado, fi fo(fe data a i Bolo- 
g neft. Però nel P refenre andarono a cam p o forro q uella Terra (f) , (f) Ch,on;"R 
6; B,løgn4 
malmettendo tutti i fuoi eonrorni. A tale avvifo ufel in campagna T. XYIlJ. 
r eCercito dc' Bologncft; il che fu cagione, che i Modeneft, ]aCciaro Rer. ltal;
. 
l'a(fedio, ma.rciarono contra d'c!Íu. In Valle di Reno, 0 pure in Valle .Annal. 7"- 
di' Lavino, s.' affronrarooo Ie due Armatc
, e fconfitta. rirnafe la Mode- :,;./r1;r

 
lIefQ., G.ran quanrid- dl prigioni fu condona a Bologna. Dopo la Pa- R,;.. l/
lie. . 
iqua. ckll' anno prc:fcntc i1 R, CCirrarJ, tcnne una gran Dicta in Fran- 
cofor-, 


(e) .Ant;qu. 
ltal;carum 
Diff,rl. 77.. 



400 ANN A LID' I T ^ L I A. 
f 1\ A Volg. co
òne (d), dove Ii tro\'arono quafi tutti i Principi deJla Gerrnania; 
ANNO 1;4
' e venl;lero anche i Sarfoni ad nmi1iarfi a Jui, che Ii ri
c:verte in fU3 


Pt

i:.c . g
azia. A \lora fu" ch' egli con
ermò il Ducaro d_ella Salfonia al gio- 
.d Mllri.n. vmeno Duca A,.,-zgo Copranommato Leone Efienle-Gue1fo, e induíre 
Scot. la di lui Madre: Gelt,.",ia FigliuoJa del fu Imper3dor Lottano a patTare 
aile Feconde no
z,e con .d,âgo, Frate.Ho del puca Leopoltlo,.c a quefio 
Arrigo concede II Ðucato deJla Bavlcra: (.) II che Eu un kminario dì 
diCcordie. I mperocchè Guelfo r I. Duca, Zio paterno del tuddetto 
Arrigo Leone, pretendendo ind
biu[11cote: tolta la ßaviera aHa iua 
CaCa, continuò 1a gucrra contra di queflo novella Duca, e su gli oc- 
chi Cuoì entrato in quella Provincia, Ie diedc un gran guafio. ^mgo 
it Bavaro anch' egli per yendicarfi p:1fso a difiruggere Ie vil1e e for... 
rezze degli aderelHi 81 Duca Guelfo; e cosi andò feguitando per 
( ) d . quaJche anno la guerra con varic vicende. Stava d. lungi ofTàvando 


I 
:t:t:.- queO: o Fuoco il Re Ruggieri (c), e temendo che cd1åta tal guerra il 
/,;tnjil in Re eorrado poteO'e calare in haJia arm&to a' fuoi danni, (eppe ani- 
flIIn/hu. mare il Duca Guelfo a continuar Ja gara, fingulifque ann;! mille Mar- 
cas ft ob hoc datt/rum jt,rtlment" cenfim'a".J;t. Anche il Re d' Ungheria 
rer raura 
i Corrado, ilWitò al1a fua Cone dTo Duca Gudfo V I. 
datafjue pecunia 'I1on modica, ac deinClp! omni anno dandam pollicens, ad 
,.ebel/andum nihilominus inJligat. eon tat vigore, (enza mai fiancarfi, 
proCeguì dipoì dfo Duca Guelfo ad infefiare tanto il Rc, qu
nro il 
Duca di Baviera, che Cúfrado roon potè mai rrovar tempo cd agio 
pe r palT.ue in I talia a prc:r.dere la Corona. 


(b' Abb,ts 
r:rfptrg,n(. 
11) Clrrø". 


Anno di C R 1ST 0 MCXL I t I. Indizicne v I. 
di C FiE S T I !Ii' 0 II. Papa 1. 
di COR R ADO III. Re di German, e d'ltal. 6. 


O Sia che nell' anon precedeme, 0 pure ne1 prefcnte, it Popolo 
di Tivoli tornaf1è all' ubhidlem:a di [) .tpt l nnocenzo If. ccrw è, 
che per I'indu!genza ufat1 da Iu; con diì, il Popoln Rom:lIlo diede 
principio a molte 'cand"lole no\,it:Ì in rregiudizio deli' amichitIìma fi- 
. gnoria cd autorità trmporale dc' Papi. Erano sì fier:nneme invip: riri 
},d) o{,o Fn- I Romani comra de' Tivoldì, (d) che quando fi tranò di capitol.!r 

h
::.JlI. 7. cen dE, rreteCero che il P:.Apa non Ii, ri
cvetT
 in grazia fe n
n co
 
(tip. 17. parto di sm:!mellar Ie mura dell.. lor Cma, e dl mandare dlfpcrh (uon 
d'dfa gli abltanu. A <]ueíb irl'.1gicncví)
c cd inum
na prcten'ione non 
pOt': acconfcntire il belJignil1ìmo Pontchcc; percio I Romani gonfj 
di fuperbia nvolfcro anche contr
 del buon Pomefice 10 fdegno & odio 
loro. Fatta dunquc una tc(hz;onc, C C01 fi a f(>lIa in Campldogho col 
p rctefto di rinovar I' ant ica gloria dclia Ciuà, ri fiabilirono it Senato, 
che da gran tempo era CC:1duro, e Cenl.1 rifpcno alcllnn al Pap
 Joro 
Signore, intimarono Ji nuom la gucrra a Ti\'oJi. i\bbiam pill volto: 
vedu- 



ANN A L I n' I TAL. I A. 401 
\'
dura n1enzione del Senato Romano anche a'tempi di Carlo l\1agno, Eu Volg, 
ene' fulTc-guenti Secoli; ma lènza fapere, qual fOlre la di lui auwntà Jhaco IJ-I-,' 
in que' tempi, nè quando 
(fo fof!'"e dlpoi abb.l[(uto ,da i Papi. N 
 
volevano i Romani dl qu{"fil tt'mpl eller d.l menD de lor Predecc-:T'orl. 
11 m.,lc: iu, che non guardar,...nn milure, ed a(funfero una fpecie di So- 
IVranità. N u\l'3. tn\,{fclò 11 Puntefice di efOrra2lOni, e minaccle, per 
fcrman: i paili il qudta fpecie di nbeillone j ado-pero anche i regali j 
DU II1d.lrrlo tuUo: si grande era la foga del Popolo, e mal1Ìmamcme 
d.'Ua N nbiltà. Ed ceco germoghar Ie fem::nti delle pervÚfe douri- 
ne, lafclatc in qudlJ Cmà d Arnalda da Bre(cia. E,' da credere, 
che sj f.m:i [concerti (crvilTe. eonrurbare non men I' animo, che 
l:a lanJtà di Papa IllnoCt.zo 11. In fattl ca.duto egli Ì11fermo, pafso net 
dì 1.4.. dl Seuembre dell' anno pre(cnte a mighor vita
 laf-eiando fl1\la 
Terra un' immortal memoria .deUe fue rare doti, e mailimamcnte della 
rUd incompuabile Prudenza e Bemgnità; e dall' aver anche proeeu- 
rata la riforma del Clero, con 1Ì1{lituire dovunque potè a i C:U1onici 
Secolari i Regolari. Furono ancora varie Chiele da lui f
bbricat.e 0 
rifarcire. Rim
fe fra )' alr.re cofe .il teno ddla Bafilica Later41nenfe, 
cbe era caduto, con avcrgli il Rc Ruggieri fomrnini (!rate Ie grandiofe 
occorrenti travi. Ebbe fepoltura in eíla Chiefa in un avdlo di pO! fi- 
do. In luogo fuo da Ii a [re giorni fu delto Papa Guido Cardinale di 
S. Muco, di na
ione Tofcano del Candio di Fellcir.à (forfe Cirtà 
di Cafiello) che alTunle il nome di CeJeflino 1/. fccondo il coHuOle d-i 
()udli tempi, ne' quali IÏ ricrea\'a il nome de' cd.ebri Pvntcfici, clle 
f1onrono ne' prirm Secoli dcl1a Chiefa. Quefio Ponrefièc, fecondc 
l' att
ll::ao 

 Romc:>aldo Salernitano (a), ri,cusò di conf
r
are la con
 S
S R
;re

- 
c.ordla ilablhr:l fra ,I Cuo PredecdTore, e Jl Re Ruggieri, c perclO in Chr;nic; 
f.-a loro inforfe mala imclligenza. Circa quefii tempi, per tcHimo- Tom, VII. . 
niar.1il.a del Oandolo (b), nacque lire fra i Veneziani e Padovam a ca- Rtr, It.die. 
gione di un taglio nel fium:: Brcnt:!, fano non lungi da S;\IIr' Ilario W D,mdul. 
d ' fi nd ' d d .,' S d ' P . P l A b r ' ,In ChrDnICO. 
a I eeo I con ,an-no e I pnml. . pc:: 1 letrD 0 anD m alcloitofl Tom XIl. 
a Padova pçr chlederne como. Fu lora data una rifpot1a alhi :inn- B:r. 1r.l1il:. 
gacre. II pere hè i V cnczian.i colle lor fOrle ufci rono a f.lrft gilt tliÚa , 
cd azzuffatifi co i Padovani .)11:1 Tomba, d,edcro loro un! wtta, e 
conduílero circa trecento di que' N oblh prdi nella banaglia a V cne- 
zia. Pofcia iti co\à gli Amba{ciatori de' Padovani, dopo aver prote- 
flato, ehe non per far difpiacere 0 danno al Popolo Veneziano, era 
feguito qud taglin, fa ...ïmit'e fra loro l' amicizia, e concordia rr'mic:- 
fa. Abbiamo parirnenre dall' Anonimo CaGnenfe (e) , che il Re Ru g - (c) A . 
. . fi ' 1 , " nDn,! 
glen portaro 1 In quel dnno al M.mif1l'ro di Moore Calino, Ja fec(. mus Cd/m. 
alla Turchefca, con levare da qllel faera Luogn [U(tn il Tcfaro, la- TtJm, r, . 
fcianJovi folameme la Croce ddl' A I tar maggiore col C1borio, ehe Rer. It4llC. 
dov
v
 elTere d' argemo, c, [re tavoic da 0\ Itare. Reilano ignoti i pre. 
[elh dl quel
a fcel!c
aggme j fe non ch,. anricamenre crano rTOppo 
fuggt.ttc all'lOgordlgla e avarizia dc' Pl'Încipi Ie ricchezze delle Chie- 
fe. S'impadronirono parimcnte i Figliuali d' c{fo Re dc:lli\ Provincia 
Tom. PI. Ece di 



F I\A VO:g. 
^
:NO 1144,. 
(
) Joh.lIm. 
Ie Cu. anD 
T, I. ital. 
(",fcr. 


(b) Cardin. 
tf
 Ar'Yl0n, 
in r It. Lu
 
,Ii iI, 
{ c' /{3 '}JU- 
aJtfm !>a- 
Itn'Î1aTJ. in. 
ChTf/YUi). 


4 G 2, A rq N- A LID' I tAL I A. 
di Marfi, e per artefl:aro di Giovanni da Ceceane (4), anche deUa 
T
rra d' Atce; il che probabilmcnt<: fu origine de'dl(folpori inforri fra 
1m e Papa Celeflino. 


.. 


Anno di C R 1ST 0 MCXLIV. Indizione VI I. 
di L u C 10 II. Papa 1. , 
di COR R ADO III. Re di German. e d'!talia 7- 


T Erminò in quefi' -\nno iI fuo bre Pontificato Papa Celeflino II. 
110n effendo eglr giunro a 
nvernar Ja Chiefa di DiD a cinque Mdi 
e 
C'zzo. Nd, dì 9, dl Marzo Jiede egli fioe n'[uoi giorm. Venne 
potera el(\tto Ponrenct" nrl dì 12.. dello fieffo Mele Gherardo de' Cac- 
cianemici, Bolognefe di Parria
 già Canonico Regobre, e poi Cardi- 
nale di Santa Croce (
). Da Papa r nnocenzo [I. per I.. fua abilirà era 
flaro cofliruiro Cancelliere dell a Sant:1 Romana Chiefa. Prelè il nome 
dl Lucio II. Scrive Rnmoaldo Salernirano ('), che il 1?e Ruggieri fe- 
ce gran fdla per I' efaJraz.ione di quefio Papa, per effer t gli tuu Com- 
padre, e molro amico, fperando perciò di averlo In [Uno favorevole. 
N è tardò egli a fpedire i fuoi Ambafciarori a pre!largli ubbldlcnza, e 
a pregarJo di voler venire (ino a i confini, cioè a Ceper.Ulo per un 
comune ahboccamemo. Andò il Pap3, e il Re venuto pe:r mare a 
Gaeca, fi P,\rtò pofcia ad incontrarlo a Ceperano. Gran dibattimen- 
to (eguì fr..J. 101'0 inrorno Ja pace, c:d inclin.lva il Papa aHa concordia i 
ma ripugnando i Cardinali, ÍÌ fciolfe il congre!ío fenza concluÍÌone al- 
Cllna. Ruggieri bol1endo per la colJera, fe ne rornò in Sicilia; ma 
pri,1 di muoverlì ordinò a Ruggieri Duca di Puglia fuo Figliu,olo 
i far- 
ne nfentlmemo, Fu ubbidiro. Enrrò quefii con un coplOlo ckrclto 
l1ell.. Campania Rom.ma. 0 ÍÌa in Terti dr Lavoro, e dlcdc il f.'1ceo 
a nUte: qudle coorradc fino a Fei-entn; ma f,}rlè farà ivi fcritto Feren- 
tlOo; d('po di ch{" fe ne- tornò in Puglia, Così roccò, cumc d' ordi- 
nario fuccede 
 a gl'infclici P0poli il f.1r pcnirenza dc;' tàlli aluui. Ab- 
biamo dall' .\nonimo CaÍÌnenfe, che il Rc: Ruggieri venne a .Monte: 
C.dìno, e quivi fi abboccò col Plpa 
 e che Ie ne p.mì in dllcordia, 
con pofcia prendere parte deJj:) rampania con Terracllla. Affl'dlo an- 
che Veroli. DeintÌe fjuodam paflo f-.zflo I quod ceper/Ct, rtddidit. Sembra 
dUÕlque, che tèguiOe dipoi fra lorf) qualche aggiullamcmo. l\1ori in 
(ju, It' .-\nno Anfufo, 0 fia ðl{,tJ{o Principe di c',poa e NdPoli, FlgIlllOlo 
fe
on
og
niro di Ruggieri Re di Sicilia. A lui fu fullimiro ,111 ,que: 
PnnclpaCl Gug/ie/71IfJ,. rerzo
enito del Re medcfimo. In quelb glOrm 
fcmpre PIÙ aVJnZ.1odofi I'ard're de' Rom
nj 
 nlrr.: alJ'erezi0A del Sen:1to, 
fu anchc cleno Capo d' -:-lTo Senaro, 0 Ga l>.1trlzlo, Giordttno Fighunlo di 
Pier Leone, FrarelJo a mio credere del defunro -\ ntlpapa Anadem:" cbe 
ci f.1 inrel1dc:re 
 effere fcnza fondamemo cio, che alcuni hanno [crino, che 
\a. Famigli;1 di Pier Leone: fu lle:rminata in Roma. Un.t parte del pnpolo 
mmo, ' 



ANN A LID' I TAL I A. 403 
minore tcne\"a co i Senatori; e poco mancava ad una patente ribdliooe. ERA Vo!g. 
i\bbi.\ffiO d.\ OUon Fnfingenfe (..), (giacchè convlen mendiCdre da ^"NO r 144. 
gli S
rittori thanieri lc: co
e ,no{:re) ,che in, quc1h tempI 1a fazza di- 
:
 I
/:: II 
teordla fguazzava per le Cma d Itaha. 
{plfava ,cadauna d dIe all
 chf 
,l 
fllpcriorità" e pa
eva a Clil-tcu,na troppo nUretto II tu
 dom
l1ìo, 
e lap. 29. 
re(tava maOlCfa d allargarlo, ie non con pdare 0 fogglOgare I VIClI11. 
Durava'tuctavia la goira fra i Venc:z.lani t: Ravt:nnatl, Lhc viccnde- 
volmeme fi danncgglavano per terra e per màle. 1 Verondi unid 
co i V icentini facevoil1o guerra a i Padovani collegati co' 1l1vlJàm; e 
probab,lmcnre qlldl' an no lu queUo, m CUI mlkro a t"t:rro e fuoco Ie 
CafieI!a e Ie campagne di TIIVlgl. MaggIOre efJ. .l'mct.ndio 111 TlJ- 
fcana pcr 1a guerra, cþe da gran, tempo ,.mdava npuÌlUI.ll1do tra I l
i- 
fam e Lucchdì., la qua Ie Il1\-oHe 10 quell 1I1c
ndlo an\.he Ie Cma Clr- 
convicinc. Non v'era Ciuà libera, che 111 SI httC tUlbolcnz.e non 
facdTe delle Leghe con 
ltre Cm;!, per ottencre alU(O. 
 <JUd1C ta- 
cilmentc \.'emravaoo, ptr non vt.:dc:r crclcere dl troppo una Clltà 
confinamc colla dt"prdlivne deU' a1uc. 
Erano in Lc:ga I Lucchdl (.0 J Sandi; i Fiorenrlni co i Pllàni. 
L' ofie dc' FLOrenuOi mlìtnJe con UiIlCO, 0 ha Úlat,."o Malchdt. di 
Tofcana, cOl'fe hno aIle porte: dl 
lt:na, e ne blUl.JO 1 Borghi. 110- 
vandofi in tah Ilre[ttzze I Sandi neorkro pa 
iULO a 1 Lucchdì, i 
qUdli sì per fo\'v( Olre 3 quella Cmà colh:g<lta, come ancora pcr to- 
llencre il Conti GUido G14erlO, che era mdlmena
o da gh lÌttfi 1"10. 
rentmi, fi dichlaralonu contro a Fm;nzc. AU'lOcomro J PII.un a ri- 
chiella de' Fiorenuni ufclfono In campagna. Un fit:ro gUoitlo Iu dato 
da dlì e da' FJOrt:ntlnl aIle Cattdia c \- die del luddeno Come (,tll- 
do. J Sandi, de crano VU;Utl per låccht"gglare II ContaJo dl FI- 
renze, colu in un'lmb"lcata, GUidi tutu VI nmaícro pllglOlU. l-'IÙ 
rabbJOta ufcì la gucrra Ir.. i Pilanr c Lucchefi. Molutlrml daW una e 
dall' altra pane VI lalcurono la vJ[a; ma IOnumerabJlI furono nltJ bolti 
aile milerie di una lunghlilima priglOl1Ia. Lo StonLo luddeno, Lloè 
Ouonc V cfcovo dl Fnhnga, aue1ta dl avcrh vtdutl da 1i a qU.l1t he 
anno cosi fgu.111,di e macllt.nu ndIc pubbhcht: carcen, che cav.lvano 
1e lagnme da chmngue pdla v a per dl lå; (cgno che non \'1 do\'eva 
tiTere canello di cam,blo tra loro, 0 che t:bbero la peggio i Luc- 
chefi, nè Teno ad dh mamera di redimere i fuOJ. Da gh AnnaJi Pi- 
fanl (b) abb.1amo, che la guerra fra gudli due Popoh lu per cagLOne (b) Ann>l!U 
delk due Cattella dl Agmolfo e dl V urno, e d' aim:: Terre:, chc J' un4 Pilant 1, V. 
Città all' ahra aveva occupato. Mlkro i Pilàni a fuol.:o gU.lfi tuno 11 Rtr. It,lit(. 
(eHItOrl
 dl ,Lucca, prelcro il C..ltdlo dell' Hob di Paìude con ne- (c' t)imdul. 
centO Cllt,adlO
 Lucchefi, e fegu'to poi la guerra anche de giJ anni in rhro1:IC. 
parec
hl. Per tdbmomanza ancura dci Díl-ndolo (
), crebbe 111 queltl 'JOWl, x

. 
tempi la nemlCIz.la fra I VenCz.iiini c Pllani, e dovun g ue s'lOconrra- R d tr, lfa"c , . 
, I' i'. I ' I fi ., l .A nut . 
rono per malc, una 1: aZlOne al a tJa ece quanti damu cd ohrag l7 1 'lJtftl.s Mu- 
P,(o{c. 
Ia s'l..,terpnle ,Papa LuÚ
, e pare che: Ii paclficdl1è infil.lll
. linn., 
Erano anche 10 rona J 1\t.1odcneh co' Bolngnelì (J), per
hè nl'll' anno Tom. IX: 
E c e 2. ad
lc. .Rtr, ItalIc. 



\J) P,trul 
C/'m;tlun(. 
I, 6, Ef'JI. 
45. 


40'" ANN A LID' I T' A L I ill. 
E 1\ A Yo
g. a
dje[ro it <:;afiello di Savignano per tradimento s' era d3.to a gti uf- 
ANNO 1144. (I mi. Sc: nOI aveffimo Ie Storie di moire: alm
 Cirrà d' lea1i:!-, forfe 
nc tr
)Veremmo la maggioI' parr'C involre in altrc guerre per quelli 
tempI. n R6 C8rr.do per conto dell' h:t1ia era, come non vi foífe i 
e peri>- fenza verun freno ogni Città poíf(:nre intõlentiva contra dcll' 
alrre. RicoIvafi ancora da una L(:uera di Pitlro Abbate di Clugnì, (a) 
che vellendo egli nclJ' anno ft"guenre (per- la via probabllmente di 
Pon:r
molt) a Roma per vifit'ar Papa Eugenio III. fu nel viaggi(') 
svahgluo da un Marchefe Obizzo (forfe Malafpina); ma ricorlo egli 
a' Piacentini, quefh colla forza obbligarono quel Marchcfe e tutti i 
{uoi sghcrrJ a darg-li fQddi-sfaz.jone, con refiltuirglj, runo fioo, a un fol- 
do. E COSI van- Ie cofe del Mondo. Pareva un gran dono la Liberrà 
ricuperata da i Popoli Itanani; e pur quefia fervì a r(:ndcrJi più in- 

?} .M
L'!IU- tdici. Per attdlaEO del Malvezzi (b), la Città di Brercla in quefii 

;:x/ß)z, ron, medetìmi rem pi parì un furiofiffimo i-ncendio, per cui fu farto un 
7om. XlV. \ferfo: 

T
 lt41;,-., 


Plnngilter immodicis Juccenfli Brixia f!ammis. 


. 


Anno di C
 fSTO MCXLV. Indizione VITI.. 
di E U G E N 10 1.11.. Papa I. 
di CORRADO III. Re di German. e d 7 1talia 8". 


E Bbe fine in quefi""tmno 1:1 vita e if breve Ponrihcato di P:1pa Lit... 
'. cio' 11. Sc vogltamo preltar fede aW Amore, confervaro a noi d
l 

';:)" C4rí.m. Cardinale- d' ,-\ragona (c)', egh ficcome uomo prudentc e coraggiofo,.. 
i: v


:::
. dopo aver ben prefc Ie fue mifure co i f
utori della maefià Ponriticia, 
"ij II, p, I. meífa infÏeme una mano d' armati, sf.'"Irzò i Nobili Romani, chc- con.. 
1òm. llJ. rra il diviero del fuo I'redecefJhrc fnnocenzo II. avcano ifiitUito il Se- 
Rer. Jt.i,;
. natr), ad u-tèire del C:1mpi-doglio, e ad abimare la novlrà da lor farta'. 
Cd' eJpJefr. Non la racconta così queLl.! tàccenda Gorifrcdu da Viterbo (d), Sro- 
Vittrbi..dfJ rico del prefenre Secol". Secondo lui, quelto P,tpa arcefc bensl IC- 
is PamJao. compagnato da alquanrc roldarefche net Campidoglio, rifoluto di cac- 
ciar d-i 1l viruperofamenre i Serutori. Ma il Semno c Popolo Roma- 
no a\'endo daro alJ'armi-, ripullarono in un momento it Papa con tutti 
i fuoi aderenti. Aozi fll sì eforl>1tante it rumulto 10m, che eífo Pon- 
teñce percotfo da PIÙ fatr-arc, finchè fopravilfe (if ch
 fu' poco) non 
pote più fedcre nella Canedra fua. Ch' egli foífe colpiro da un faITo, 
.e-) Blr. ;') I' afferma ancora un alrro Scrittore, accennaro d.\l Card mal B-aronio (t'): 

l'In
l Ea. laon-de do po pochi giomi infermaro(i dovette foccombere all'imperio 
deila morte. Mancò egh di vira nel'dì 2r. di Febbraio, dopo a\'er 
quafi rif.lbbricata di pianra e arricchlta di motto Ia Chiefa di Santa 
Croce in' Gerufalemme, di cui era 1tato Titolarc. Servì la di lui mone 
a..rcn- 



ANN A L I D
 IT/( L I A. 40"5 
a ((:ndel'e più che mai orgogliofa quella fazione di Nobili Romani, E 11.,\ Volg. 
.che s' era rivoltata contra de' Lammi Ponrdìci, e che tlab11ì PIÙ for- Afil\O II..J.S. 
t-emcnte I' unione ed autorità del Senato Romano nel Campidoglio. 
In me-zzo a quel1:i tumulti non trovandofi in piena libcTtà il facTt> 
Collegio de' Cardinali, fi raunò nella Chu:fa di S. Cefario, e qUI_vi di 
comune confenfo delfc Papa Del dì 2.7. di Febbraio ßtTnardo Pilano, 
.Abbate Clftercienfe dl SJnro Anatb.tÌo, Difcc:polo ne g1a anni addle- 
fro di S. Bernardo, uomo di molta bonrõÌ di vita. Era quefii tenuro 
per uIJmo pJÙ tofio fempl
ce j ma per ilp-c
ia.1 grazia del Ci
lo riufcì 
dip01 un eloquente e valoroto Por)tefice. Prde IJ nome dl ElIgmlo 111, (II) (3) Ca,din, 
e condotto alia BafiJica Lateranen{è, fu qnivi inrrontzzato. Si difpo- 
e .A'ag
n. 
neya eg1i a riccvere neHa feguenre Domenica la cC'nfecra7.ione in 5. In ,
It. Eu- 
Pietro, fecondo l'anrica conluetudi\1e j ma inteía, che J Senatori rne- [,tnll Ill. 
c:!it:1vano d' opporfi, e d' 
mpugnare ]a di l
i elezi.one, qua]ora ncuf:Jlfe 
di contèrmar coil' automà A potlohca la rtnovaZI0ne da ]01' fat ta del 
S(:nato: in tempo di notte, accompagn3to da pochi Cardinali, fcgre- 
tameme ufd di Rorn.1, e fi ritirò alla Rocca. di Montlcelli. Congre- 

ati potèia ncl dì fegueme gli :lltri, Cardinali 
 che per timore dell'in- 
furiaro Popolo s' crano quà e là difperfi, fe n' andò a] celebre Moni- 
nero di Farfa nella S
bma
 e qUivi nel d1 4. dl Marzo, giorno di 
Domenica, fu {ol(:nnemcnre con{(;crato. Andolfcne dipoi. a V Jtcrbo ,. 
dove cekbrò ]a Sama Pa{gua, e tèrmoffi in quella Cinà per 0[[0 l\!ert... 
To.rnò jn quefio tempo a Roma l' Erefiarca Arnaldo da Breícia" e 
fp-ugendo con piena 1iberrà i] veleno della fua dortrina (b), aggiun{è (brOtt" l'':i- 
nuo\"i [proni aHa Nobiltà Romana per priyare della 101''0 autorirà 1 fing',nfts 
, 
fømmi Ponrefici. Andava coHui predlcando, che fi dövea rifabbncare J Gfj
/
 F l "- 
. 1 Ca ' d 1 , R I I . 1 S h cn" . 1. 
J mp. og 10, flmetterc 111 oIDa nun 0 (j) J enaro, rna aile e ,,,p, ;0. 
l' Ordin
 Equettre, come fu al tempo de gli anÜchi Romani; nè do- Gumh"us 
veJ:e i] Pap" impacciarfi nel governo temporale, ma. contenrarfi, dello jrJ Li,N,.I. 3. 
fpiri.tuale. Tal piedc prefero queßi velenüfi infegnamenri, figurandofi 
colero di dover vedere di nuovo Roma padrona' del Mondo, che I' in- 
ft'fociro Po polo fi diede ad arterrare i magnifi'ci Palazzi c Ie TOlTi 
nOli folamente dl que' N Obl1i, che abborrivano quefia facrilega novità, 
rna anche de' Cardmali; a\cuni- de' quali in olrre ripürrarono delle fe- 
f!te dal1a matta, Plebe, che non conoke ne' fuoi tTafporri mlfùra. Abo.. 
hrono In oltre 1 RomaOJ (c) Ia- Dignità del Preferro di Roma; ob- (c) am 
bhg.lfono tutti i Nobill Cmadinr a giurar fuggezione al loro Patrizio ,
,iþngenf., 
Gjordan{j, Figliuolo di Pier Leone, ed incattdlarono, cioè ridulfero 10 In Ch,omc. 
fonezza la Bafillca. Vaticana, con far potcia ddle avanie, e dar-anche 1.7. (/If. ][. 
dclle f('fjre a i pdh::gnm, che- per divozione colà concorrevano. II 
Ponrel1ce Eugt:oio, dopo avere colla pazlenza, e colle buone tentatl) 
in V3no di frenal' ]a dilubbidienza de' Romani, venne alle bTufche con 
fulm,inare la IcomuOica contra di Giordano'dichiarato ParrizlO. :-\do- 
Fe\'<:> ,ancora gli aIm rimedj 
fficaci delia' forza tempnra]e, per met- 


rh .111 dovere, ave
do conglUnre Ie fue armi con queUe del Populo 
dl T1V.o!t. Non nDJ dunqut: I' almo, che furona aUrctti i Rômam Qd 
una 



4 06 ANN A LID. I TAL I A. 
EJ\A Vol
. una concordia, per cui fi eomentò il Papa, che fuffill:crrc il Senato 
A"'NO I 145. come cra in uta in [anti S;:coli adJietro, ma con obblloare i Romani 
ad abohre il Patrizio, a rim.:tterc 1.\ dignira del Prcfet
o di Roma c 
a prc11

e I' uhhlJienz.a dovur,a a i Pomelicl, padroni icgi!t'mi dl R'o- 
ma. CIO f.1[to, da V J[erbo ic ne tomo aRoma verfo il N :itale del 
Si 5 nore co
 immenfo giubilo d! que! P
pul() e Clero (II), de gli fecc 
un folenne mcont ro, eantando J I BeiJedJEtus, qui venit in nomine Domi- 
ni: il che può farci mol.raviglaa _ per qud, che s, è prima wduto. ;\n- 
daro cgli aJ Pal.lzzo Laterancnlc, cdl. hrò dipoi con magnifica (olen- 
nità e quicte di tutti Ja FeHa del N atdle. A pplicoffi p,mmeme in 
quefi'anno il buon Ponrcfice a rimcuere la pace fr:1 i Pdani c Luc. 
chdi: al qU.11 fine feee velllre in Iralia Pjctro Abbate di Clugnì, per- 
fonaggio di gran credlto, ficcome cofta da una Lëttera d' ef10 .-\ bbdt
 
citata all' anno p
eccde\1[e. I\1a qual cfFetto producetTe un tal nego. 

io, re11a a nm Ignoro. 


{a) C.rdin. 
,Ie Aragon, 
;" ViTIi Eu- 
gmll ill. 
/>. /, T. 1II. 
J{er. Italic. 


Anno di C R 1ST 0 MCXLVI. Indizione IX. 
di E U G E N I 0 Ill. Pai'1a 2. 
di COR R ADO 111. Re di German. c d'Ital. 9' 


P Oca quiere rrovò in Roma il Ponrefice EUl.enio. Troppo crano 
elåcerhari gli :mimi del Popolo Romano contra qudlo di Tlvo), (6). 
Accecati da qudl' OdlO, [U[w dì II [Ormc:nravano, J,crc:he fi fmanrdlatTe 
la nemica CI[[a; nè porendo egli reggae a tama petulanza e fafbdlO, 
fi ritirò di )à dill Teverc:, folie m Caftello Sant" Angdo, che era tc- 
omo da gh altri Fighuoli di Pier Le
nc luOl fedeli. L' .-\nonimo Ca. 
finenfe (c) fotto I' an no 114f. che è íccondo nOI 11 I q6 non so co. 
me fcrivc, che P"P,1 Eugenio pa{cm wm ROmal'lJJ rcf(Jtm
ns, I1J/1ros 1i- 
bNrtinÆ Ci'1:ita!ÏS dejlrui l.YÆaJ!it. A me nun fi rende cl"l...dlbtle quctto 
farro, ptrchè Ie 11 Ponrehce tolTe glUnto ad accordar que11a prett:níìo'1c 
a i Romani, non avrc:bbono etTt pOl eonrmuata Ia guerra co 1 Tibur- 
tlni, ne Papa Eugeolo avrebbe abbJndon"ta Ron1.l, ficcome fece ndl' 
annn prcfemc, per fortrarfi ail' mdllcretezza e aile \'lOlenze de' Romani. 
In ratd c:gh (i pani af1àl dls 5 ullato Ja Ro
a: II rroviamo in Sur ri 
{d) 'oha"n. nel dl 2.f. dl Aprile (d). Per arrefiato d'alm Ie ne ando pofcia a Vi- 
de Ce
'ano rerho pulCia a Siena, e Cecondo Ie Croniche accennate,dal Tronci (t), 

 e 
rOfJ T 'r., di là 
enne all:l fua P at ria Plla. DaH' Anonimo Cafinentc fa pp iamo (f) , 
\ rOllrl , 
Memor, If. che egh fi porto anche a LUCC3, prohilhllmt:l1tt: per I(bbdlr, Ie po- 
tor. dl Pi{a. tea, la pace fea q,udle due Repubbliche. Vahcaro fJ.?1 ,I' A pCnni!1r) , 
(f) 
no1JY- Ie è vero cio, che nc fcnve 11 Sigumo, pafso alIa Cma dl Brclcia, 
:';:f. C;f- v. dove dlcde una Bolla, X. Kalendas Septemb
is, in c
i fCr,ive al Pnpolo 
Rer. Ital;,. di Bologna di avC're 1I1umJ[O a J ReggldnJ e Parnllglam dl non por- 
gCle 3Iut.) at Mndcneíì contro la ß,.J,Ia, di Nonanrola; e perchè ,non 
avcal10 ubbldlto, eol eon1entlffitnto de Cardmah, del Patriarca d, A. 
qUl. 


\b) Otto 
Fr;þllgmfis 
lib. 7. 


(c) .Anln'J- 
mus caþ n. 
Tom. V. 
j{er. Italic. 



ANN A L [ 0' [ TAL 1 A. 407 
quileia, e di molti Vcrcovi, avea privato Ie toro Città del1a Dignità Ell A \,(JIg. 
Epllèopale. Tem'1 io, che quefb. ß.)lla appartenga a gli anni po
e- AKNO t q6. 
riori. D.\lIe Croniche di Piacenz:t abhiamo., ch' egli fu in quella Clt- 
tà, e di là s'lOviò a1la volta cJi Francia. Non fi può ben accerrarc., 
fe viH.nte Papa Lucio If. 0 put fono II pr('C
nre Papa Eugenio Ill. 
i nuovi Senatori di Roma Ccrive/Tero al Re CON'ado., apretlato Re de' 
Romani, una Lt:nera, a noi confervara da Orwne da Frifi ' 1ga (a): GJi (a) Ðtto Fri- 
fign,ficavano di avere rifiabihto il Senato, come era a' tl mpi dl Co- fingmfis de 
íhntino e d. GlufllOiano; di dfcrc a lui fedeli., e di faticarc indefef- CJ.tJl, Fride- 
farne::nte coli' unica mira di e(alrare Ja di lui dignità e perfima., nu
la. m.l. I. uS. 
più d("íìderando, che la venUta di lui a rrcnderc la 
orona I mpena- 
)e. L' .!vvifa"ano., de i Frangipani e i Figliuoli d' PIer Leone (e
- 
eetto dH: il loro Frau'llo Giordano) e To10m("0 con altri, ('rano d/- 
chlo\r:;ti in tavorc del Papa., e tenevano Cafiello Santo Angelo rer 
impedire la cnronazion d'dT'o Corrado; ma che effi rifabbricavano c 
fortlhca\'ano Ponte Molle in di lui fervigio, Agg'unCero:t che il Papa 
e il Re di Sicilia tcncvano ad una andando d' :\ccordo in n("ln vokre 
Corrado in I talia, e molt<> me no in Roma i ed è ben pwb,\bile, che 
Ruggieri anchc da quefta parte.s' ingegnafT
 di conrrariare alia venuta 
rli Corr.ldo, Ie cui armi poreano rinovar la Ccena disgufloCa dell'Irn- 
peradore Lottario. Scriveano effi Rot11dni oltre a cio, dT'ere C('gUita 
concordia fra il Papa e 10 fiefTo Ruggieri (ciò femhra indicare )' :IC- 
cordo fareo da Papa Lucio I r. nd\' anno 1144.) pl"r CUI il Pontefice 
a\'ea conceduto a Ruggieri virgam 
 & annult'm., Da'mat;cam & kf
- 
tram alque {andalia, & 
e ul/Tlm miltat in t
r,.am ftam Le;,atum, nifi 
quem Sicu/us pet.erit: il che viene interprer:1to dot i SiciIranr per un 1'1- 
dlzlo della decantara 1("11' Mnn1tchia. Et Siculus dedit ej mflltam pecu- 
IIÙlm pro detrimento 'V
firo, & Romani Imperii. Ma il Re Corrado niun 
Conto fcce dl rale rarprefemanza, afTai informato del fi fiema delle ca- 
fe, e del bilon cunre dt'l P,\pa; anzi venuti a lui due Legati Ponti- 
ficj, I' uno de' quali era Guido Pifano Cardinale e Ca"lcelliere deB a fan- 
ta RomanI!. ChieCa, per la rr....ov Izion de gIi antichl Pri vilcgj, con 
rurto onore gli accerrò e concedè qlunro chiede-vano. Si rruova n.:LI' 
anno 1 I+7
 CzmcclJ.ere d' elT.'1 Romana Chief:'1 Guido Cardinale; ma 
non So dire, fe fia 10 IldTo. ß\hbiamo d ,11<1 C
nnica rli FotT:, nuova (6) (b) 'Johmm. 
r [( q lrlt' h R ' r. T' l. ' & I ' de Cecuwo 
o 0 ,
 an no :t c 
 om:1111 VCYJPYlmt luþcr '11 
urzm, mu tos ex elS To.n. I. 
decoliüvl1"UfJl. Anche I G.:n'Jvdi (c) fecero p
uova dd lorn v11nre con- ltal. SMY, 
trot d.:' Sar.lceni dominanri il) \1i'10rica
 e Corfari di proh'ffione, Ar- (c C.,ffllri 
marono ventiduc galee, c moJre altrc navi con 'tfTai macchll1
 milita- .Am:.:!/., Ge-. 
ri., e Caftelli di Icgnaf11e. General(' di our-Ita FI,)rt1 fu 10 fh:fTo Caf- nuenJ. [,b. J., 
faro, .che::, diede principlo a gli AI1'1ali di (;c-nova, Sbarcati nell' Iloia 
dl ,
II1
tlCa f,1OB e c
va!li, died,f'ro i1 guaf1:o al pae((', fecero molti 
pnglOnl, prclero la Cttta c la dJllru!rf'rn 
 ma dopo a\'erne cavato un 
ricco bottino. D
 lå palT.'lrono ad I\'meria 
 Clttà m;Jritlma dt'lIi1 Spa- 
gna ncl Regno dl Granata., e poo-ole I' :tffi'dio cominclarono 3 th 'el- 
!arla. con petricre, gatri ed altrc macchinc u[.'ltc in qucfii tempi. Veg- 

en- 



-JoB ANN ^ LID' I T ^ L I A. 
E a a Votg. genJ.){.j In mal pU'1ro qu
gJ' I nfeddl fccero ilboza per tregua 0 pace 0 
ANKO 11-:1- 6 . Fu reI' 18 rregua accorJaw, che pagalfero cc:nro [redici mila marabo- 
t.Lm, e ne pagarono lIenriclO<Jue mila in quclla nOt[(:. Srando i Ge- 
novc" 100t:nri a vedcr numerare il danaro, ebhe agio il Re d" Alme- 
ria di falvarfi 10 due Galee col reHo dt:lla fomm.l accordara. Crcò il 
Popnlo d' Almeria la feguenre martina un altro Rc, che ratJfico Ja 
promdfa ancc.cedcnre.; ma perchè 110n la manrcnne nel tempo prcfnit- 
to, i Gcno\'efi fect:ro quanto di male po[crono al dl fuon deJla Clt- 
tà, cd accottandoJi iIYt:rno., {è: DC [oroarono con rrionfo alia lor 
parna . 
, .Nfin -potea {b.r quieto in quef1:i rempi Ruggieri Re cli Sicilia. 
Principe agltaro claUo Iplriro de'Cbnquifiaturi, Giacchè non potea tlen- 
dedì djjlla pane di Roma, per non d,sguftare il Papa, nè verfo Ja 
Marca d' Ancona, per non urarfi addoífo 10 fdegno dd Re C01'rad., 
òercrminò di 
rra.r 12 guerra addoífo a i Mori d' Affrica. Penanco 
con poífenre ßorra sbarcò su queUe cofie, :1ffali )a Cnrà di TnpoJi, 
nido dl Corfari; e rmrochc Ia rrov\J.{fe fone per {ito, per buone mur.t 
e Torri, pure dopo aver prcfa I'Jlola delle Gcrbe, a forza d'armi 
s'inlìgnorì di qudJa Circå, con nLlcldar <jHanri v' erano alIa dlfefa, e 
ccndurre Ie 1m donne tchl;}ve in Sicilia. II Padre Pagl (Il) riferifce 
qudlo fano all' anno prtfenrc. Secondo RC'berto dal Moore (Ii), ed 
anche pel' 3ttellato deW AnonimD Cafinenfe (,), taL cönqui1la fi do- 
vrebbe atrnbuire all'annd precedence If4r. Altri rei ne parlano aIr 
anno 1147. come ha Noverio Scnnore Arabe, citato da dfo Pdgi; 
e qudla è forfe Ja più veriGmil opmionc, V
ramcme per la Crono- 
logia Jella Sicili
 in quetli rcmpl a noi n
ancano lumi ficuri Pcnfa 
illuddetto Pagi, de apparren
a all' al1AO 114-8. la guerra de! Re Rug- 
gieri comra di Mmme/Jo Imperador de' Greci, e a quell' anno veramcme 
ne parla Roberto dal Monr (Ii). Ma non è ftcura la CronologiJ di 
quell' Amore. Metre egli ncllo fie(ft) anno [148. Ja prefa d' Almeria 
in J I"agna, c )e conqu fie [.lue da eífo Re Ruggieri nelle cofie d' A f- 
friea; e pur vedremo, che tall avventurc Con da rifenre all' an no fe- 
guente [147. Nè potl.nddì credere, che Ruggieri in. uno flelTo anno 
guerrcggia(fc: cancro i Greci, e contro i Mori d' .-\fhica, m'-induco 
io a credere, che in quell' :annf) egh otiilmenre cntra(fe neJ dominio 
Greco. Cnn t,lle opinione mt:glio s' accorda Ottone Fri fingenfe, che 
narra dipoi farti accaduti ne1\' an no I [+7. Una CroOica del Monil}ero 
.della Cava (
) mertc dJa gUC'Tra c"nrro i Greci {otto 10 ßdfo ar.no 
JI.
7. ma quivi ancora (ono fcorretti i numeri per coJpa de'Copifi:i, 
t: Ii cooofce, che 1 0 -\more avrà Icrino [146. perchè d(1po aver nar- 
rata l'a(funÚone di Papa Eugenio nt:1 II4:f. racconra aJ feguentc anno 
J:a gucrra delJa Grccia: IJ motivo d'
tJa 
u, che paff
va da lungo 
tempo nemicizia rra glt Auguli! Grecl, e 11 Re Ru
g'ert, prc:rt'n- 
dend,) ft'mpre gl' 1 mperadori d' 
rt

te, ch
 i, N orm.u1I1i indcþiramen- 
tt: ritener/.;-rn in Jor porere la Slclha, ed lOgmfl.!meme avetJero tolro 
.all' Imperio Greco J'Ilolte Città di l'ugha e Calabria 0 Tentò Gio'Vtlnni 
C
l1Jn(-. 


.(lI)- I'lIziul 
jn Critlt. 
]lar.n. lid 
hun, .A nn. 
(b Ro"ert. 
de Monte 
Chromt. 
(c) .Anon'j- 
I1JUS CIl[ìn. 
Tom. Y. 
Rtr. 1IIlJi,. 


( d)R.(J/',rt. 
de J.lonte 
An tntl ". 
.1- 
i:e
ert. 


:c) Chr(J". 
Ca-ven{t 
To",. .Y If. 
RN'. Jtnl;,. 



ANN A L ( D' [ TAL ( A. 4:;9 
Comnell0 Imperadore, padre di Mt$nuell" di far Leg'! contra di "lug- EllA Yo'g. 
gieri col Re CQrrado, ficcome abbiamo da Gaone FrifingenCe (a). ( /.
,.o 1146-;- 
P . Pl D d ' V ' J' h a,OttoFrl- 
retro 0 ano oge I enez.la ne era meulatore, e venne anc e per Ji"Xtnf. I I 
quefio un' Ambafceria de' Greci in Germania. Ruggieri, per qU:lnto c. 2]. á, Gt
 
fcrive Roberto del MQnte, mandò anch' egti i fuoi AmbaCciatori a 11,;s FÚ1,r:- 
Cofiandnopoli, per ottener la pace; IDa qudh furono me1i in p.ri- tI J" 
gione ad onta del diritto delle gemi. Da tale affronto irritato' forte 
il Re Ruggieri, fpedi a mio credere nell' anno prefente una poderofa 
Bora nella Dalmazia e nell' Epiro', comandata da valorofi Capitani. 
Sbarcarono em in Corfù, e con II.fiuzia s' impadronirono di quella Città, 
e di tuna I' ) lola. Lafciato ivi un buon prefidio, e conrinuaro it viag- 
gio, faccheggiarono dipoi la Cefalonia, Corinro, Tebe, Arene, Ne- 
gropome, cd altri paefi del Greco ImperiD (h). Non fi può dire l'im- (b) D
nJ
l. 
menfirà deUa preda d' oro, d' argemo, e di vefii prez.iofe, che ne 
 Chronlcø 
alporrarono i vincitori N ormanni. Alcune migliaia di Greci, nobili , ll.o;'" /:
1
 
e plebei, donne, e fanciutli, ed anche Giudei, furono condotti pri- . 
giont in Sicilia, e fervirono a popola.r rnolti luoghi, che fcarfeggia- 
vano di genre. Sopra tuUo norabil fu I' accortezza politica del Re 
Ruggieri, il quale fece prendere tutti quanti gli Artefici, che Iavo- 
ravano in queUe p3ni drapperie di feta, e Ii fece trafponare a Paler- . 
mo. Prima non fi lavoravano, fe non in Grecia e in Ifpagna gli fcia- 
miti 
 e Ie fioffe di varj colori di fcu, con oro ancora tc(futc. Co- 
fiavano un occhio a chi de gl'Iraliani De voleva. Da n inn:mzi fu 
inrrodotta in Sicilia quefia bdl' arte, che poi col tempo fi diffufc per 
alrre pard della nofira Europa, e rendè men Caro il prezzo di sì faue 
tele. Ugone Falcando (c), Scrirtore di quefi:o 5ecolo, ne fa una va- (c) Hug
 
ga defcriz.ione, come di cofa rara, nel principio dell' Opera. fua. E FlllcantJu,1 
tale f\1 i
 guadagno, c
e rip
rtarono i Gre
i dall
 
erniciz.ia col 
e 
fc
Îlamlt. 
Rugglen. Trovavanli m cattlva poutura gh affara d. Terra Santa In Tom' VII. 
quetti tempi, maffimamente dappoichè gl' I nfedeli aveano [ol[a a' Cri- Rtr: Italic. 
itiani la Dobil Città di Eddfa in Soria. Ora per la zelante eloquenza 
di San Btrnardo nell' anno prefente Lodøvic(J P lI. Re di Francia, e 
Cørrado Ill. Re di Germania prefero la Croce, e fi obbligarono di 
rnarciare nell' anno fegut:nte con grandi fone, e coU' accompagna- 
mento di copiofa Nobiltà. in Levante a militare contra de' nemici del 
nome Criftiano. 


Anno di C R 1 S T 0 MCXLVI I. Indizione x. 
ài E U G E N 10 III. Papa 3.. 
di CORRADO III. Re di German. e d' Italia 10. 


J N quefi' an.no, princ,ip
Imente pe
 promuovere l' affare imporrantc (d) AnDn"j- 
della CroClata, pafso In Francia II buon Papa Eugenio Cd). Fu ad mUI Cilfin. 
incontrarlo il Rc Lodo'lJifD PlJ. a Dijon, e inficmc poi ceIcbraron
 1a 
om. 
' l ' 
D". r
 l F ff " ""fr. Ita It. 
;10m. r. , fan.. 



,.p 0 A N 'Il ^ LID' I TAL I A.. 
ERA Volg. Caura PaCqua. in Parigi. D(I
o 1.. penreeol1e e(ro Rc andò a prfnderc- 
ANNO 1147. aIla Chiefa. di S. D'OOlði, It:condo i rid d' allora, il bordone e la fcar- 
(1) Suge,;us fCII
 da Pc:leg'ino (<I), e la bandier:i appell:lta Oro6.amma, e fi 
;11 Vita LII- moist con..gJ an comltiva di Prclati e Baroni, e col iuo. efercito 
Jo.'UÚ;. andò ad imbarcarli per pa{fare in Oriente. Fra gh altri Ceeo con- 
(b) om FrÎ- du{fc (6) De lta/ia Amedeum 
aurinenftm, Fratrcmque cjUJ Gui/id- 
Jingenfis in mum c'o,tzrçhionem de l"vfontc Fen'ato avuncu/()J fuOí. Come taffcro Fra- 
Chron. l, r. !elli qucfii due Principi, quando Ii sa, che Ja Re.Ü Cafa di Sa.- 
j;}4F:'
e

- VOla era ben dJvcrfa d.3 q
dla, de' M
rehefi.. di M-onfcrra
o,. non 
(c) Gui.he
 fi, comp
endc:. Probabile e 
Jo,. 

c I! GUichenonc: (c). Immagi- 
non, H..ftoi- no, cloe che folfero Fratelh utenm. Sarebbc:: da. defidcrare, che 

e tÚ la Ma- ci foffero rimafie in maggior coria antiche m{'morie 0 notiz.k di q,ue- 
ifo
. .;e s
- fii tempi, per meglio imen
ere quali ltari polTcddfero" e quai per- 
'IJ';( om. . fonaggi avelTero queJle due nobiliíIÏme Famiglie. E per conto del 
fuddeno GlIg/i.e/mo 
1I,1a.rcheft di Monferraro. Non voglio raccre, ch' cgli 
ebbe per Moglie una Sorella del Re Corrado, atteíl:mdolo Sicardo 
Vefcovo di- Crcmona Cd) che fiorI íùl fine di quefio Seeolo, Ii dove 
parlando del medefimo Corrado fcrive: ClljllJ Soyar 
)Jarchjoni Guj/ir/- 
mo dc Montt.- Ferrato, nomine Juli/t., fait matrimonio copu/ata, ex qua 
Ijuinfjue Fi/jos genuit exj1niis meri]is, hac (erie defèribendoJ, {cilicet Gui/icl- 
mum" Conradum, Btmifaâum,. Frcdericllm, & Raynerium, quorum di- 
'l)erfa fucre dona, fortuJ1t.e. QIeíla pare la prima volta, che i Marcheli 
di Monferrato partarono Ie loro armi in 04"ieme per 13 Fede di Ge- 
sù Crino, dove poi Ii acquifiarono tanta. gloria e po{fanza,. ficcome 
andremo vedeodo. Poco prima il Re- Corrado, s' era melfo in arnefe, 
(e) Otto Fr;- per marciare anch' egli in. Oriente (e). Tenne una general Oieta in 
r"[.fn[. I. I. Francoforte,. dove fece dichiarare Re il f.'lnciullo Arrigo fuo Figliuolo. 
Colà. compuve il giovane Arrig,-Leollt Gudfo-Ellenlè, Duca.di Sa(:" 
fonia, con fare ifianz.a d' effere reintegraro nel Ducato- della Baviera, 
tolro a Cuo Padre, e daro ad Arrigo Figliuolo di Leopoldo, con pre- 
tenderlo a sè dovuto per dirÏ!to d' eredirà. Con sì buone parole trat- 
tò di quefio afl:...re il Re, che induJfe il giovanetto Principe a fofpen- 
dere qud1:o imereffe fino al fuo ritorno da Terra fanta. Adw1qw: do. 
po I' AfcenlÏone il Re Corrado imprefe it viaggio. d' Oriente con un 
immenCo efercito. Andarono fpez.ialmeme in compagnia di lui il Cud- 
deno .Arrigo Duca di Baviera, Qttone VefcovÐ di Friunga, Fra(cJlo 
uterino det meddìmo Re Corrado, e Storico nobilillìmo di quefii 
tempi, e Federigo iuniorc luo Nipote, che fll poi Imperadore. Suo 
padre Federjgo Duell di SUfvia, non avendo che qud1:o Figliuolo, per 
troppo affanno di vc-clerlo condono via, da Iì a non molto diedc fine 
a' fuoi giorni L Pacificatofi. an.:ora il Duea Gut/fo,. Zio. paterno del 
Duca dl SalT'onia, col Re Corrado, e prcf.'l la. Croce, andò anch' egJ i 
in queHa f:1cra: fpedizionc', Arrivò il Re Corrado c01 fuo innumc:rabil 
ef
rcito a Coftantinopoli, dove ftlalllie/l() Comneno, che aveva per Mo- 
g\ie una SoreHa della Regina Ge/tyuda, e però íuo Cognato, gli usò 
c1i molte nnel-lot i e fcc
 de i gran regali. M
 a chi non è nota la fcdc 
dc' Gre- 


(d) S;carJ
 
Chronic. 
To,,,. Y II. 
R.,r, ludit.. 



ANN A LID' I TAL I A. 41 ( 
de' Gr
ci? Promire a{faiffimo quell' Imperadore, e maffim.tm:-nrc de EI1A Volg. 
i viveri, ma nulla anenne (a). Anzi da che que! terribil nuvolo dl ANNO 1147- 
Crociati fu pa{fato olne a110 Stretto, niuna furberia lafciò Imemata 
3.) l<7UII
- 
per farli perire, manrenendo anche intdligenza co i Turchi. 10 non t:
. s
h
;

 
mi fermerò PURto nel raccomo di quel1t'" infelici avventure, perchè Ii/-. I. 
nulla fpenanti alla Storia d' ltalia, e lalcerò, che i Lencri conCu\rino 
fopra ciò gli Scriuori della Guerra f.1nta. Felice all'incontro fu un' 
altra Crociata di Franzefi e Spaglluoli contra de' Saraceni di Spagna, 
fdtU, in -que!t' Anno. Vi accortero dal\' Italia i Pi(am, ma princlpal- 
mente i Genoveu (b) con una poderofiffima Fiona. Carirat..ne in quel- (b) CaJ'llri 
Ie pani aoche un' alrra, che andava in Terra fama, diede mano a far .Ann:;.t' L Ge- 
queUe conquine. Prcfl:1"O Lisbona, Baeza, cd altTe Cirtà. La mira n04t1J. . I. 
di quclIa litcra L
ga lopra tutto era la Cirrå di Almrria, perche in- 
fame ricen3colo di Corfari. Se crediamo a gli Annali di Genova, è 
dovura al Po polo Genovcfe la gloria dell' etpugnazione di quella Cit- 
tà, nel cui CafteUo rifugiuifi venti mila Saraceni, fi rif"cattarono a 
forza d' oro. Ma gli Storici Spagnuoli (c) t:i afficurano, t:he a queU' (<:) Sandð- 
impre(a imervenneTo anche Alfonjo Re dl Spagna, il Re di l'Javarra, '!Jal. in 
'it. 
cd altTi Popoli di quelle conrrade., e di Francia. ürrone Frilìngenfe :;
h(mft 
fcrive, che Almeria e Lisbona erano Cirrà in ftricorum pannorum opi- . 
fido præ;zobiiiJlìm
. In queLl' Anno an cora il Re di Sicilia Ruggitri 
porto di nuovo la guerra in Affrica contra de' Mori. Abbiam detro, 
che nell' Anno precedt:nte cgli conquinò Tripoli. ForCe in qucft' Anno 
ciò avvenne. N el quale certarncnte pare, t:11' egli continuando Ie con- 
quifte, come fcrive NoveiTo Storico Arabe cirato dal Padre Pagi (d), Cd) pagius 
s'impaðronì di Mahadia, chiamata Affrica daU' Anonimo CafinenCe (e), -ad .A,!,1Jal.. 
di Safaco, di Capfia, e ò' alrre Terre in 
uella Cofia di Barberia, f"{
"' 
con re?de.rIe r
iburarie alla fua C?r
na. 
econdo. Ie Cr
>niche. di Bo- 
afin

í/sm. 
logna JI1 queít Anno en. qQoella Cma patl un fienffimo mcendJO nella in Chronic. 
Settimana fanta. S} nel 
ecolo precedente, che nel preftnte s' ode la H',go F
l- 
medefima difavventura d'altre Città, fpezialmenre nella Lombardia, fi ndu, RI- 
fegno che moIre doveano elfere allora Ie cafe: con tetto coperto di (f)' Matth. 
Scindule., cioè di afficelle di Iegno, urate molto una vølta, e fadli a ie Griffoni- 
comunicar I'una all'alrrg, il fuoco, oltre ad altre cafe copenedi paglia, bus, 1òm. 
ficcome ho dimoftrato nelle Antichilà ltaliane. :Kr 1t l 
Il. Rrr. 
a", 


Anno di C R 1ST 0 MCXLVI I I. IndizÌone XI. 
di E U G F. N I 0 III. Papa 4. 
di CORRADO III. Re di German. e d'ltalia I I. 


N Elia Q!Jardima di quell' anno tenne Papa Eugenio un gun Con- 
. cilio ne
la Città. di. 
ems rg), do
e furono p
bb)jcatl molti Ca- 

' A
:::
t. 
nom .cpett,am,1 a1la DI(clpltn
 EC,c
efiafbca, e fu cl1Iamata all' eGme Ja Otto h;Þn- 
dounna dl Gzlberto f7efcov, dl [>01t1Crs. Dopo il Concilio andò il Pon. gt1J
 C7 ";i; 
F ff l. tcfi-: 



4t2. ANN A LID' I TAL I It: 
E 
 
 Volg. tc
cc, 
 v.i
ta.r t.e infi

i Bad.ic di. Cif1:erzio, 
 di C
iaravane, e po- 
A:. Iii 0 1[4 8 . fcta s mvlO dl moroo In Itaha. SI rruüva egh nct dl 7. di Luglio in 
Crf"mona, dove confermò i Privilegj della Badia di To11a, e ne1 d ì 
(a) e.1mpi. I r. dl Luglio in Brefcia, fecondochè fi ricava da altra fua Bolla (ø), 
lfloria tli e da una fua Lctrf"ra fcritta :.1 Clero Romano (h). Girobmo Roffi (&) 
p;acenu r3ppona un fuo Breve, dato in PiC'! nel dì 10. di Nov-embre lndi- 
( T b om B . I. Elione Xll. Incarnationis Dominicæ A-1CXLIK. Ponti!;catus Domini Eu- 
; aron. '1' 
finnal. ad genii Pap" 1I1. Anllo 
4arto. Q!Jì è l' aono Pifano, e la nllova In- 
bn, .Ann. ditione comil1ciata nel Seuembre. Però apparrcnendo que! Docu- 


 Rub'
s memo all' Anno prefemc, in cui correva l' Anno Quarto del. fuo Pon- 
'If:n;
'lib. 

 ti6cato, vegniamo in cognizione 
 ch" e(fo Papa vifitò nel viaggio la 
fu;\ Patri<1 PICa. Un' ahra fimile Bolla da Illi data nella fle{fa Cmà di 
PifaXlIll. Ka/6l1das Decembris lndifliolle Xli. Incarnation;s Dominicte 
(d) Antiqu. Anno MCXLf7 Ill. ho io pubblica[O (d). Ma dovrebbe e(fere to lle{fo an- 
l/
li,a,.um co in tune e due. Ne)]a di l11i Vita (e) altro non ft legge, fe non 
.D ( litl e 'l. 7..., che, rerminato il Concilio 
 ad Urhem Juam, & C01nmiffum fib; Popu- 
e) 1l,...In. / d él D . . I M ' 
tle ../f,.aZDJII. am, u ore ommo, mco umis remea'V;t. a 0 non emro, 0 pure non 
in viI. EII- fi fcrmò in Roma. L' A nonimo Cafinenfe (f) fcrive, ch' egli venne 
Ifnii III. a Viterbo. E da Romoaldo Salernirano abbiamo, che il fuo loggiorno 
( e f ),1"onym. fu in Tufcolo, 0 fia Turculano. Erano tuttavia fconcerrati gh affari 
4JmtnJIS fì I . ' I 1 R d I d . d ' , b ' l 
Tom, V. R,,.. ra UI e J popo 0 omano. Imanto opo a per rta mnumera I 
11.1i,.r. genre it Re CorrRdo imbarcatofi arrivò nella fettimana di Pafqua a To- 
lemaidc, appellata ailora Ilcon. A Itri de' fuoi pcrvennero a Tiro c Si- 
(g) Ol'tfl done. Ú') E Lodo'Vico Re di Francia anch' egli, dopo avere perdut. 
:fr;fìngtnJ. buona parte de' fuoi, verfo la !,11età di Quarefima giunfe ad Amiochia. 
11, <!'/l. Fri- Unitifi qucfti due Principf fra )e Cinà di Tiro e di Tolemaide, pef 
::,.", 
: I. I. tre d} a{fediarono Damafco., 
d. ave
n,? 
ià pre
a la prima cint
 ?elle 
1. S mura; ma per frode de' Pnoclpl Cn (ham d' Onente , 0 {ia de 1. em- 
{M B,,.n.,.d. plarj, ed Ofpiralieri, con venne ririrarfc:ne (h). Fu anche riColuro I' af- 
TheJaur
"', fedio di A fcalona, e vi llettero feno parecchi giorni: lenza fruno 
ehron. ,.16. mmdimene, percbè la Citt:ì era forriffima, ed entro llava il rniglior 
Tom. YIl. b d . S '" 1 ' I " IT. d G Î. 

,,. halio nCJ 0 e J.racem, ne mal venn:ro e ml 11.IC proffiClle a erula- 
. . lemme. Però do po avere i due Monarchi infelicemente gittato tem- 
po, danaro, e geme, fenza alcun pr06no delh Criiliamtà d' Orien- 
te, troppo difcorde, troppo data all'inrere{fe e a i piaceri, ad altr.o 
110n più penfarono, che a ritornarfene aIle lara comrade. In quefia 
fpcdizione caduro infermo ..dtntdeo Conte di Mor;enna, Tcrzo di quello 
(i) Cui,h,. n?m
 prelTo gli 
torici dc
la Real Cafa d.i Savoia, finì di vivere neW 
fol
 
7/on Hi{l,ir, dl Clpro. II GUlchc:-non (,) colla fua follta franchezz.a rapporta I. dl 1m 
J, III M<<iJ. morte a11' anno fcgncme; tn.1 che qudla avveni{fe piuttofto nel prefente, 
., SdllD'Je {j racC('glie da Bernardo dl Guidone, là dove (crive (k): ..lmedeus Comes 
(:)mBe
;',ml. i\farianClZjis, cioè Mauriancnjis, in G)pro lnfula chii!, con raccon,ta
e 
G'4itlDnis dipoi g1i aßcdì di D.1mafco e d' Afcalona, cerram(:nte fllcceduu. Jß 
P<<r.1.T.l
l. quefi' anno. Ad A medeo fuccedette r.e I dominio Umherto Jl J. di' )ll
 

,,. .ltt,z". Fi g li
olo. In quell' anno da RaimolJdo Ccnte di Barcellona [olta fu a I 
,. "'I EII- M . d ' S l ' , C ' . d . T f: fi q i 
zen;i ÙI. on 1 ragt1a ImponaDte ma 1 ono a; e qUinnmquc a u 
man- 



ANN A LID' I TAL I A. 4 1 3 
mancante la Storia di Caffaro Genovefe, pure altronde fi fa, che j EllA Vol
. 
Genovefi ebbero mana in quella conquifta, e ne riportarono per ri- ANNO II4
. 
compen[a il domimo della terza parte di quella Cinà, 0 pure il terzo 
della preda. Per quanto s' ha da gli amìchi Annali di Modena (a) nel (I.) J'f1lmÛ. 
Frimo giorno di Luglio tota Ci'1.JÎtas Mutin,e caJu combtlfla fuit. VeltreS Mu- 
tm. Tom. XI. 
.Rer. Ilill;,. 


Anno di C R 1ST 0 MCXLIX. Indizione XI I. 
di E U G EN I 0 III. Papa 5. 
di CORRADO Ill. Re di German. e d'ltaIia 12. 


D Urando tuttavia Ie controver6e de' Romani eon Papa Eugeni() , 
queO:i eolla fona cercò di metterli in dovere. Roberto del 
Monte fcrive fotto il prefenre anno, che (b) Pap. Eugmius in Ita- 
liam regrejfus, cum Romanis 'Vario eventu confligit. Per atteHato di Ro- 
rnoaldo Salernitano (ç),. non mancò il Re Ruggieri, da che c=bbe in- 
te[o }> arrivo d' e{fo Papa nelle vicinanze di Roma, di fpedirgli i fuoi 
A mbafciatori per atleftargli il fuo o{T'equio, ed ofFerirgli aimo. ^ veva 
già quefto Ponte6ce fana buona ma{fa di combattenti, e guerreg- 
giava CÐmro i disubbidienti Romani. Aecettò volemieri il Ponte6ce 
l' efibizione del Re, che non tardò ad inviargli un corpo di ioldate- 
fche. Ciò che feguiß"e in tal guerra, Ie Storie, che abbiamo, nol 
dicono, fe non che r ARonimo CaGnenfe fcrive Cd), che Eugenius Papa Cd) Jlnl1nry- 
Y"uftulanum ingrejfus, fullus lJuxi/io Roger;i R,egis, Romanos fibi rtbdlts- mils Caþn. 
expugnat. Intanro i due Re Corrad() e Lod()'1.Jico 6 mi[ero in viaggio Tom: Y. R.er. 
per tornare dalla Terra fanta aIle lor cafe, portando con eß"o, loro lJal"ar. 
nulla di gloria, e moho di rammarico. Fu anche un gran dire fra i 
Popoli erjfiiani dell' infclicità di quefia fpedizione, perchè tanta genre 
s' era moEfa di Francia, Germania, Inghilterra, & altri paefi, che pa- 
reano baftanti a fubilTar tutti gl'Infedeli d' Oriente 
 Spezialmente ad- 
doß"o a San Bernardo G fcatenaJ'Ono Ie lingue maldicenti de' Popoli., 
(juaGchè 
gli avelTc temerariamente m
ndate al macello tante rnighaia 
dl perf one , e fi foß"e ingannato neIle fue prediz.ioni, con aver pro- 
mdlo vittorie, che poi r. convertirono in [oli pianri. Non potè con- 
tenerfi il fanto Abbate d.al fare una Cavia. apologia del [uo operato, 
c la fect: :mcora per Illi Ottone Vefcovo di Frifinga. I mbarca.loG il 
Re Corrado arrivò ne' conf1ni dell' Acaia e della Teß"aglia, dove íì 
trovava I' I mpaador !l1anue/lo fuo eognato, che cortefemente l' ac- 
colfe (C'). I paumenti ill addietro fatti e l' affanno, ch' C'gli feco por- oft) Otto Fr;- 
t,!Va, il feecro eadere gr
vemente infermo, c gli. convenne per forza fingenf. J. I. 
Frendere ivi ripof{'l per qualche tempo. Spedì intanto innanzi Fede- fl' SQ, de Ge- 
rigD iuoiore,' Nipote fllo l acciocchè vegliaß"-e alia quietct dcll'lrnpc- IS Frtder.l. 
riO, guu::che abblamo dall Urfpergenfe, che il Dltca Gue1fø per la Ca- 
labria e Puglia Útornato in Germania (f), fieHe poco a ricominciar lf
 .AJbas 
1a guerra coDtro la Baviera. N el flLO paß"aggio per Ia Sicilia aveva l!rfp h trgell [. 
I , III- C ron,((J. 
cg I 


(b) Rl1bert. 
de Ml1ntt 
.Append. Rd 
Sigehert. . 
(c) B.omIl41- 
dus Sal,rn;- 
tan. ChrDn. 
TDm. V 1I. 
.Rer. 1IRI;,. 


,. 



414- ANN A LID' I TAL I A: 
EllA. Volg, egli ricevuto non folo grandi finezze dal Re Rugaieri, ma ancne 
ANNO 1149. 
dle grotre, fomme d' or:o., acciocchè, ma-nr
nendo il fu
co dtila gu

rra 
In Gcrmama, non reUaíTe tempo ne vogha al Re Corr;Jdo di venire 
-in Italia, ficco-me egli in farti mcditava
 e dovea anche a\'erne con- 
cenata I' efecuzione coIl' Imperador -de' Greci Venne porcia Corrado 
ri nabilito .che fu in fãlute, per I' Adriatico .a P"la c ad Aquih:ia e di 
là pafsò in Germania. ' 
II mo.tivo appunto, per cui 6 trovava in Acaia I' Augufio Co- 
mneno, era per vendicarfi del Re Ruggieri, cbe gli 
veva occupata 
, l' Ifola di eorfù, e dato il facco a rante altre Città e Luoghi del fuo 

2D;J;

t<l do
inio. A veva egli, per ,tetbmon
anza di N ice
a 
omate (43), f.1trO 
Ji;jiD'. I. 7. vemr daIl' A
a 
 e 
a aim, Luoghl qu
nte 
eglOm ave-va, ordinate 
f1uove -lev
 dl foldatJ,' alle!bte Ie veccble naVl, e f
bbricatone gran 
Dumero dl nuove, dl mamera che compore una formldabil Armata di 
circa mille legni, con ditegno ed anche con ifp
ranz.a non folo di far 
vendetta, ma di riacquiUar ancbe la Sicilia, Oilabria, e Pug.1iJl. Chia- 
mò in olrre i Veneziani in aimo fuo, con accordar loro una Bolla 
-(1)) DAn4ul. d' oro, e Pri"ilegi maggiori, che quei dd tempo addietro (b). Era 
In ChrD""D. 11 D d ' V ' p . P l 11' . fc 
Tom. XII. a ora oge J enezla !etr,p. 0 a
o, e que,lll 10 
el ona con quanto 
)t,r. 1143I;t. ,sforzo potè di gente e dl navi ando a conglUgneJ1l colla FIona J m- 
peria1e. Pafsà dunque con sì pote':te appararo cij guerra 10 fiel10 Ma- 
nueUo Comneno Augutlo in r
rtona all' Hola di eOl'ÍÛ, e vigorofa- 
.rnente intraprefe l' alTedio di Guella Citt.ì
 dove 1i [rovava un gagliardo 
prefìdio del Re Ruggieri, a cui. non mancava coraggio e voglia di 
difc-nderfi. Accaddc, cbe in qlleth tempi Lodovico Re di Francia fciolfe 
)e vele da Terra fama per fltornarfene al fuo Regno. Elano indiriz- 

ate Ie prore verfo la Sicilia., ma pone la disgrazla, cbe abb,muroli 
in parte del1a Fiona Greca, la quale andava fcorrcndo que' mari, fu 
fatto prigione. Pan.e quefia a j eondo[[ieri d' etra Flotta una bella 
preda da ricavarne una gro'Ífa 'ranzone, e già ttano in viaggio per con- 
durre e prefentare l'infelice Re al loro I mperadore. A veva il Re 
Ruggieri meíTo in mare felTanta Galee ben arm ate , con ordinc di fcor.. 
rere contra de' fuoi nemici. Ne er
 Ammiragli,o Giorgio, appellaro 
da altri Gregorio, il quale non ardl. dl andare a CJmemarh colla noppa 
fuperiore Armata de' Greci, alTedlante eorfù, ma veh:ggiò aUa volta 
di Cofiantinop.oli, dove attaccò il Fuoco a Gue' Borghi, gittò [aette 
(c) Rd"tlU (non già AtlreaS, come ha Roberto del MO,nte (ç) ma ign
aJ, come 
J, MDnt' d " fcrive 11 Dandolo) contl'2 del Palazzo I mpenale; ed emrato per fona 
Btrnllr UI, no fc ' , I fi 
Guithni, ne' glardml d' euo Palazzo, per lro eo ne porto Via e rurta. Ora 
.,. Alii.' avvcnne, chc: tornando indieuo quella Fiona Siciliana, s'inconrrò nel 
Convoglio Greco, c'he menava prigioniere 11 Re (ji Francia Lodo- 
vico. Venne aile m,mi /:0 j Greci, Ii ruppe, C'd ebbe la forte di ri- 
rnouere in libertà que I Rc, per Ie cui generofe preghiere I' Ammi- 
raglio Siciliano s'induíTe a rilaf
iar dalla prigionia molti Gred prefi 
in tal congiuntura. Che gli Storici moderni della Francia vogliano diffi- 
mular quetta avventura di un loco Rc, può paaue j ma chc fi rnetuno . 
negar- 



ANN A L I D'J I T ^ L I A. 4 1 ; 
l'Iegarta, non ne fo veder fufficienre ragione, quando abbi
mo Storici an- ERA VoJ
. 
tit:hi batlevoli ad afficurarcene. Fu condorro lano e falvo II Re Franzefc ANNO 1149. 
farfe a Palermo, come vuole Bernardo TeCorit:rc 
a), ma cert
m
me in (II) Bernard. 
Calabria nell.. Cmà di Potenza, dove fi trovava d Re Rugglen. Non Thefaur'l- 
Ja[clò mdjetro il Re Siciliano finezza alcuna, per aud1:are al Monarca rius in chr. 
Franzefe la fua benevolenza e il fuo otrequio. Gli fece molti rcgali, A fi 1ØolJ y mus 
I ' fi d r' , Ii ' s . Ca Inenþs 
e Qnorc:vo mente 11 ccc 
o,n ,urre e Icor[
re per tU[
1 1 U
I ratl. in Chrdni". 
Nel dl f. d'Onobre arn\'o 11 Re L9<iovlco al Momllero dl Monte' 
Collìno, riccvuro con gr3l!de onore da que:' Monaci, e vi fi fermò per' 
trc dì. Cominuato pofcia il viaggio, trovò Papa Eugenio in ,Tu- 
fcolo, il quale, fecondochè attella Rnmoaldo Salernirano (b), ncor" (b) Romtlal- 
devole de' favorÏ: a lui cam p aniti in Francia da e{fo Re, eU1i
 prout dus S,alern. 
.J . . & l fi r. ' d I b 1 ' 1 & ChroP1ICO 
"ecutt, cum reverenttCl maf,na; 'Jonore itlceptt, ona mu ttJ 0 tu I , Tom Vll 
;n pace ad proprÙt redire permifit. N è li dee tacere, che mentrc <:}uefio Rer.. ItaÙc. 
Re fi trovava nella Terra di Ferentino (1'), Gregorio Signor dl Fu- (cj Johann. 
mone: andò per fargli riverenza. Ma coho nel viaggio da Papa Eu- de Ceccano 
genio,. reL1:ò Ipogliaro d' cílo Ca{1:ello di Fumone.. ;:

 FDjJ
 
Con tal vigore imanto il Greco .-\ugutlo continuò I' a(fedio di . 
Corrn, (d) chc finalmente 10 cofirinfe alia refa, con accordare a i di- ld) NiCl1I1 
fen[ori un' onefl:a capitolazione. M.a il Governator dell a Città. Sici- Rift, I. 7. 
liano, 0 perchè. maggiormente non fi difèfe" come Forie porca, o. per 
altri morivi, tem
ndo l"ira' del Rc Ruggieri, fi acconciò co i Greci,. 
nè volle più riveder la Sicilia. Perchè. pofcia una fiera tempel1:a fcom- 
pigliò l' Armata navalc d'd1ì Greci, con affondar anche non pochi 
Legni, I' Imperad
r JI,!anuell, non credelte più tempo di, tentar 1? irn- 
prela di Sicilia, maffirnamente accofiandofi il verno;. e però sbarcate 
Ie genti alia V alloni, auefe a fcaricare il fuo fdegno contro a i Po- 
poli della Servia, che durante quel1:a guerra aveano fane varie fcor- 
rerie ne' paefi del [uo Imperio. TÜttavia non finì quel1:a guerra,. fenza 
che la FIona de' Veneziani e dc' Greci veni(fe aUe mani con quella 
del Re Ruggittri. Ben calda fu la 7.uff:i', e la peggio toccò a i Si- 
ciliani, cbe Jafciarono dicianove Galee in potcr de' nemici. Pare chc 
non s
 accordi colle notizie finquì addotte' Ia Cronologia di Andrea 
Dandolo, mentr' egli fcrive, chc Pietro Polano Doge di Venezia nell' 

nno diciottefimo del fuo. Ducato, cioè nel 1148., do po aver me(fa 
mfieme I' Armata per andare a Corfù , infermatofi, dopo aver dah1 it 
comnndo d' e(fa FIona a Giovanni (uo FÌ'ate}Jo, c a Rinieri fuo Fi- 
ghuolo, fe ne tornò a Venezia. Finíta l'imprefa di Corfù, fi reO:i- 
tuì q?ell
 Fiona v.inori?fa alia pat ria " dove trovò già pa(fato all' al- 
tra v.lta ,II Doge, I,? CUI Iuoí fu fufiuito Domenico MorojitJo, perfo- 
nagglo dl gran bonta- e valor _ ,ell' anno l1:etfo 11+8. Cena è, che nel 
preiente 1149, fuccedette la guerra e ricuperazion di Corfù. Però 
converrà intendere, che i preparamemi di talc fpedjzione fi facelfero 
nel precedente anno, in cui ancora ma
cò <Ii vita Pietro, Polano,. tro- 
vato poi m?rto da i Capitaoi, chc tomarona da ql1ella feliciffima im- 
frera. Abblamo poi da Romoaldo Salcrnitano, che quamunque il Re 
Rug.. 



416 ANN ALl D' I TAL 1 A'- 
EllA Volg. Ruggieri fomminifiraffe aiuti a Papa Eugenio Ill. e m:mda(1e più 
A}ojNO I 149. Ambafciarori a lui, per ritl:abilir feco una buona pace e c()ncordia 
pure nulla potè otrencre. Dio II viúcò ancora con un alrro flagell
 
in quefi' an no ; imperocchè per aneftato Jell' Anonimo Cafinenfe la 

orte gli r
pi il prim?genito fu
 Ruggieri, Duca di Pugliil, in' età 
(}I trem' anm con mfinlto cordogho del Re fuo padre, e di tutti i 
fuoi Popoli. f7ïr fpeciofus & miles ftrenuus, piur, htnignus, miftrÜÐrs 
& II {UI Populo tnMltum dilel!lus, vien chiamato da Romoaldo. LafciÒ 
quefio Principe dopo di fe due piccioli Figliuolt't a lui procreati fuori 
di matrimonio da una nobil Dama, Figliuola di Roberto Conte di 
Lecce, app:lIati l'un? Cfanrredi, che fu ,po
 Re di S
ci.lia., e Guglid- 
nø, de' qu
h 
 parlera a fu
 t
mpo. 1)1. cl.nqu
 legltrlm! Figliuoli, 
che avea dlanZI II Re Rugglerr, non Tello In vita, fe non Guglielmo 
fuo qUlI.rtogenito. Si può credere, che Papa Eugenio non adoperaOe 
in vano la foru contra de'recalcitranti Romani't al. vedere, che fe- 
guì fra lui ea effi una cancordia accennata dall' Anonimo Cafinenfe 
con quefie parole: EugcniuJ Papa p
cem (0 fia potétum) cum Roma"iI 
,.tformans, ROfJIllm re':Jcr{uJ eft. Anche Romoaldo Salc:rnitano aff('rifce, 
che qudlo Pomellee, dopo elT'ere dimorato per qualche tempo in Tu- 
fcolo, fi compofe co' Romani, da' quali non meno che da'Senarori 
tutti fu con fommo onore qual Sovrano .ccol[O. Ma poca fuffifienza 
h ebbc una tal pace. 10 non fo fe fi poffa ripofar full! fedc di Girola- 




 '
_ mo Ro-ffi (a), 
h
 a, quefi' anno mette la 
uerra fatt
 da' BoJogndi e 
'I1111n, lib. S. Faentini alh Crtta d I mola collegata co 1 Raven'latl, con impadro- 
nirfi di S. Caffiano, e rimerrerc in piedi il Cafiello appellato d'lmo- 
la. Segu}, fecondo quell' Amore, una battaglia fra i Popoli di Ra- 
venna e Forlì dall' UI1 canto, e i Faentini dall' altro can ifpargimemo 
di gran fangue da ambedue Ie parti. Ma nulla di ciò parlando gli An- 
nali di Bologna, più ficuro è il fofpendernc: la credenza. Abbiarno 
(b) .4.n,!,,'1l bensì dalle Croniche <Ii Piacenza (b), Parma e Crcmona, che avendo 


:
";
I. in qllen O anno i Piacentini a
ediato il Canello di Tabiano, ac,:orfi i 
Rer. Italic. Parmigiani e Cre
lOncfi, d'e
ero lo,ro u
a .grand,e fc?
nt
., dl rn,o- 
do che la rnagglor parte d effi Piacentini refio pnglOmera. GIO- 
Ce) 1ø/'.nn. vanni da BaZ7.ano m: gli Annali di Modena C,) , dopo aver notata la 
de B.:c.:c..nø d ' P ' . . , h . /1., I T 
.lnnal. Mu- recta fudde[ta e laCentlOl, 
ggmgne, c e In qucu. anno a erra 
lilll.Tø.XVI. di Nonantola fu dithutta da I ModeneG. 
AIr. lJ.lic. 


Anno di C" 1ST 0 MCL. Indizione Xl I I. 
di E U G E N I 0 III. Papa 6. 
di CORRADO Ill. Re di German. e d'Ital. 13. 


B Eochè fo(fe feguíta pace. fr
 Papa Eugenio e. i Romani, pure rc- 
(bndo a/fai torbldi gli ,amml, !,C d

nendo II POl1rcficc. da
la vo- 
glt:l di abbauerc la novita del n(labtllto Senato, fu cgh dl nuo- 
va 



. 
. 


\ 


A. N N ALl D' I TAL I A_ 417 
va forzaro a ritiraríi fuori di Roma, malcontento ài quella Nobil. E1\'" Yo:, 
d. Abbia'11o, ma non so ben dir fo in qadi'anna, dall'Anonimo /.S:SOJI5
. 
Cafinenfc (a), che EugmÏtu Pap3 Urbe egrt./fus, Campaniæ moratus eft; 
e d3 quello, che poi 1;'gglUgne, atr.1i {ì comprende, che peT dl(gufti 
eglip:dsò a Terra di Lavoro. Avea San Bernat'do inviato Ad clTo Pa- 
p"a oel preccdente annn ,I Primo Libra de Con/ideratione. Gl' invi'Ò nd 
. prcfcnre, il Secondo, e pofcla i 'tre :11tri di (judla hdhffiml Opera. 
Prima nondimctlo ch' eglJ ufciffe di Roma, \'cnne a viiitarlõ Pietro, 
celebre ,'\hbare di Clugnì, il quale arrefta in una Leuera fcritta a 
S, Bernardo (b), d'avere ricevuro di wand,i onori e fcgni di benevo- (M !>.ttrus 
ienza non folamcme da efTo Papa, Ie cui mirab
li e fa\'i,e mam
re.. va fl;.'''t:;
'; 
defcrivcodo, ma anlhe dal Senato Romano, da I Vetcovl, e da , Car- 4.6, P 
dinali. Da'che il Re Ruggieri vide oell' anno addietro tuna la fUl 
proie t1dotra in un folo rampollo, cioe in Guglielmo, creato da 1m 0 
in qucfl:o, 0 in eßo precedente anno, Duca di ,Puglia, per deiìderio 
d' aver alrri Figliuoli a maggior ficurezza del fuo Regno, avea prefa 
per Mcglie Sióiifa SoreHa di Odone 11. Duca di Borgogna Ceo); ma (c) RCI1Mt
- 
qudla Princlpcf1à tolra fu ddlJa mortc nell' anno prefenre lenza ch' elh dus 
ltle
rj- 
ddfe alcun frurta del fuo matrimonio. Penlåndo i Piacentini alIa ven- 'R7:. In Lhr. 
detta, e alia maoiera di rifarG del danno e della vergogn3 lor [arta 
nell' alledio di Tabiano da i Cremoneíi nell' anno preccdenre (d), í1:rin- (d) Ann,I!. 
[ero, 0 pure conferm:!rono Lega co i MilaGe fi con il1durli a mctterfi Crtmonm f- 
in camp:Jgna coIl' efercilo loro contra d' effi Cremonefi. Così fcc
 il :;.om, t

. 
Porolo di MiJano. In qud1:o mentre i Piacentini voltarono Je Jor ar- tr. tQ 1(. 
rol e m'lcchine contra il fudderto Candio di Tabiano, del quaJc in 
fine s'lmpadronirono, e toO:o 10 fpianarono. Ben di\'crfo fu l'efiro 
dell' A rmata Mil:m
rc. Veoma al1e maoi nd dl cinque di Luglio 
coIl' Arrn.lta Crcmoncfc a Cafidpuovo, fu forzata a voltar Ie frdlle 
con pcr
iita di moltø genre e cavalli. Peggio anche Ie occorfe, per- 
c::hè refiò in mana de'vincitori tl Carroccio lara. Era qudl:o aHara 
l' ufo dell\: Ci!tà più foni d'ltalia di ufcire in campagna can C}ucl!o 
Carroccio iltituito, bccome già dicemmo, da Eriberto Arci'[)e[cc'-.:o di 
Milano nel Secolo precedeme. N è alcro elro era, ,he un Carro ti- 
rata da due 0 tre paia di buoi, orn:1ti di belle gualdrappe. V' ffa nd 
mezzo pianrara un' antenna, tenenre in cima la Croce, 0 pure il Cra- 
cefilro colla bandiera [ventolame del Coroune. Stava fopra d' eiTa qual- 
chc foldat'o, e ,imorno mJrciava di gU:1.rdia il nerbo de' più robuiti e 
valor
fi com.battenti. A 
ui[a de!l' Arca del Signore condona in campo 
da gh EbrcJ, era menato qudro Carra. Al vederlo íi rincorava l' e. 
fercito. Gual fe cadeva in mano dc' nemici: allora tutti a gambc . 
Grande impegno era il perdcrlo; grandi maneggi fi faccano per ri- 
cuperarlo. Circa quetti tempi, per atteliato del Dandolo (e), Dome- (e) D lndu
 
nico A-10t'OJÌ110 Doge di Venezia inviò uno ftuolo di cmquama Galt:e IHsiTH.hroN. 
ben annate fotto il comando di Domenico fuo Figliuolo e di Marino Tom. ,XJ
. 
Gradenigo contro la Città di Pob cd altre dell' J flria, chc nanD di- Rer. J',II/(, 
venute alloggio èi Corfari, nè PIÙ ubbidiv:mo a Venezia. Riulèì di 
7'cm. J7/. G gg met- 


(a) .AtlOtlj- 
tIIUS C.7ft ,:, 
in C/Jronico, 


. 



. 
. 


418 ANN ^ L I D" I T ^ L I A 
 
ERA Volg. mette
c al dovere quella Città, poi Rovigno, Parenzo, Umago" 
^NNÓ 1 t 50.. Emoma, O gg ,dì Città nuova. Secondo oli :,\nnali Pi ['l.Oi (iJ) , in q ueft' 
(:t) .AnnAL., r 0- 
PII,m; anno legul batraglid fra i Popoli di Pira e Lucca colla [Orale: dlsf.uta 
T.",. V.I, e gr

 ID?'rt
lità de' Luccbefi. 
a non parlando di quefto fd[[o I?li 
Rtr. :t4lie. StariCt PI
am mo
erni, 
on paLOno ficure tali nouzie,. e tanto plU, 
(b} 'J h che qu.egh Annah fono. dl Amore poco efatto.: Abbiamo ancora dalla 
dr (:e:,::a"" Cronica di Fo(fa nuova. (
), cbe PaptJ Eu.g
lJiø nel Mere di .Ottobre - 
chrønic. andòa Ferentino, dove conft'crò molti Arcivekovi e Vefcovi. Anche 
FilJJ
 nov, RomoaJdo SaJeroitano. (() årtefl:A, che Rex Røgerius Archiepifeopos {5 



u
o7:: Eti{c..pos terr
 fu
 a Papa ElIg
nio Julfit e
nfeerari., Agglugne I' Amore: 
ler.llium. i,. d e(fa Cromca, che la Città di Tcrracina fu prcfa nd dl z.6. di No- 
Chrom'iI. vembre, ma fcnza. dire da cbi 
 Senza. duhbio dal Papa, a cui in queUe 
turbolenze s.' epa ribel1ata, 0, che era fiata alien:\t:l. dd' luoi Antecelfori,. 
come chi.aram
nte att('fh l'Autore della fua Vita nella Raccolta del 
Cardinale d' Aragona ,(d). 


(d) CArdi". 
tie .A r4giln., 
in VII,. Eu- 
pt.nu, Ill, 


Anno di C R 1ST 0 MCLr. Indìzione XIV.. 
di E U G EN 10 III. Papa 7. 
di COR R. ADO III.. Re di German. e d'Italia 


14.. 


V Etififtlilm
nre in qu-efl:' anno- it Re RU,r,gitri, vogliofo pur di fup- 
plirc 'con un nuovo mari"raggio' alia mancanza di [anti Figliuoli 
a lui rari
i dalla. mone 
 per tefiimonianza dl Romoaldo S:ilernirano, 
Btatt-ium- {iliam ComiÛs áe Retdle in uxorem aceepit,. de- qua fiJiilm ha- 
buit-, '!u.am Copantiam appel/avit. La norizia. è d' importanza per Ie co- 
fe, che vedremo- a fuo tempo dopo aO"aiffimi anni 
 ne' qu,lli qudta flu 
Figlia Coflanza cagion fu di grandi muraziol1i nella. Sicilia. V olendo 
inoltre afficurare- il Regno a Gu;JÙI11Ib fuo Fí
liuoJo, in quef1:"anno (..) 
il dichiarò. fuo Col1ega e Re nel Mr-re di M 199io Bieni1Ïð anler aa ", 
moreretu.y, dice Romoaldo (f); ed etrendo morro Ru
gieri Cui fine di 
Ft"bbr:uo del [I f"4. parrehbe, che ciò apparrendre aWanno feguente. 
Ma riù fo[[o egli' loggiugne, che Guglidm') cum Patre. tluoblls Annis 
{5 ì\1en/ibus decem re'l."averat Aggiungono gli Sroric.i SIClliani, cbe 
in qudlo meòefimo <anilo il Re fuddt'tto diede per MogUe al Figliuolo 
(g
 CArufi Guglielmo AJ...-zrJ',herita FîgliuoJa di Garz.ia Re di Navarra (g) i e vo- 
Pt:r, 1/. I . I N ' 
I,b, 2" Iflor. g if'no die in qu
fl' 
nno fe ne celebraíT"ero fo1enne,menre e ozze l
 
d, 
:cili I. Palermo. Probahlle e, che n('1I' anno prefente fegU1(fe (h) ]a morte dl 
(h) Ollil Fri_ Arrigo picciolo. FigliuoJo dd Re CDrraåo, già eletto Re di Germania; 

:f:' '
;ic1:r. e q.uanrunque fopravivetTe un alr
o Figliuolo- d' e(f<? Re,: a
pellat
 h- 
J. l. J. e.6:1. dertf,o 
 pure quelto accidente apn la ftrada a Hdtrtg', FIgIlUolo dl fl
O 
Fratello, per acquifl:ar la eorona del Regn.., Germanico.. ficcome dl- 
remo fra poco., Cefsò, in ql1efl:i tempi, la guerra, che il Ductl C?utlfø 
avea ricominciato in Gamania contra deJ Re Corrado (,); per lOtCr- 
pofizione appw1to del meddimo Fcdcrigo, Nipote di Co:-rado, c. 
d' e(fo. 


( c:) l'ere- 
lrj
, i'J Nilt. 
all .Á nilny"', 
C.lJimnJ: 
(0 Rpmu- 
Alii, S.1 I ern. 
in Chr
n., 


(i) A'bal-: 
Ur,terg en [. 
f1l Chrill,jc. 



ANN A L I D't I TAL I A. 419 
.J'etTo Guelfo, percbè gli fece a(T'egnare a1cunt rendite dd Firco Re- 
u, Velg. 
gale colla Villa åi Merdingen., e con ciò l'mdu/Te a vivere quieto. .åNNOUJI. 
Così lafciò ferino I' Abbate Urfpergetlfe, åi cui fono anCOTa le fe
 
guenri paT()I
; Reatina Civitas poß Itmgam ob.fidionem II Rogerìo Rq,6 Si- 
ciiitf áeftruEla eft .Anno Domini il1CLf. Quando non VI .Iìa errore 9i 
fiampa, 1a Cina dl RletJ, nOI1 men cbe .-\fcoli, doveva efT'ere aHora 
compref.'1 nella Puglia, fignoregg'ata da dfo Rc Ruggieri. Scrive an- 
cora G.ova
n
 da Cccc
no en), che
 PaRa Eugenio nd d. ro. dì 
ag- (a) 'J,'J,4n.. 
gio andò a Catho, e VI dedlco la Chlcl.l dl lam" CToce" e nel dl z. 7. de recca TI' 
d' Ottobre åedicò la Chiefa del Monillero dl Cafemaro, dopo di cbe Cllronicøn 
tornò a Segna. Per quamo ofTer\'ò il Cardmal ßaronJo (6), circa que- [bff
:OL'''' 
fii tt"mpi vc:nnero aRoma gli ArClvelcovl dl Cotonia e di Magonza, .A
na
:'
:,. 
contra de quah bolliva un gran procdfo, e Venn
ro carichi di dana- 
ro, credendou di comperar b graz.I.l del Papa, e della fua Corte, co- 
rne ne'tempi addielro luecedca, e petrea PIÙ tàcllc aHara pel bifogno 
del Pome6c.c, turtavia involto nella guc:rra co I Romani. Ma furono 
rim:mdati indietro con tutto jJ loro tdoto. NII'Va tOes, dice San Ber- 
nardo in ifcriveooo ad dfo Papa (c). 
ando h,)élenus aurum Roma re- (.:) S. 
t"". 
fudit? Et nunc Romanorum conji';,
 it! UJUI patum lion c1"edimus. Durando fl cø"þtltr. 
tuttavia I
 guerra de i 1'>lacc:
1tI0i co I Parmlgia
i (d), 
a i p,nmi fu (
) 3.Ä

1
; 
prefo e dlfiruno Fornovo. Con gran concorlo dl Scolari fi fplega"a- PI.ctntmi 
no in queHi tempi in Bologna Ie Leggi Rornane, rifufcitate circa 11 TIm, Xy'l. 
principio di quelto Seco10. Cadde in pcnfiero a Graziano J.lønaco Be- R,,.. 11.111. 
nedenino, Tofcano di pan-ia, percbè nato in Cbìufi, abiranre aHora 
l1el Monií1ero dl San Felice di ß"logna C,), di compilare ancora il (e) Ricø- 
Gius Canonico, per metterlo nelle Scuole, e nelle mani ddla gioven- ludJus, ì. 
tù nudiofa. I ntraprefe dunque il fuo Decrero, componendolo di Ca- Pøm4r11 . 
noni di Concl!j, 
ct[ere di Papi ( fra Ie quail non poche apocrife, 
perchè provemenu da I fidoro Mercarore) c paffi di fanti Padri. Pri- 
ma di lui più d' una di fimih Raccolre era nata fana j ma quefia por- 
tò il vlilnto, e d)\'enne pm celebre ed ufata nelle Scuole. Stahihrono 
in quen' anno Lega mfieme I Popoli di Modena e Parma, prometten- 
do I Parmigiani dl affinere a gli altri a l,co Re"i u[qUt ad BNrgum Flð- 
renzolte, & ab AJpibus u[que ad Flumm PaJi (f). Lafclarono a I Rcggi.lni . 
il lu()go, fe volcvano enrrare m quella Lega. Ebbe con cio prmci
 
f) ,.AntIquo 
pio !J. tiretta alleanza, continuata dlpoi per anni moltiffimi fra Ie Cltta 
ifie



6. 
dl Modena e di Parma. 


it.' (
;,.- -- ' 
. 
'-
' 
,
',... -, 
\ 


Ggg.z. 


Anno 
. 



4.:!.O 


ANN A LID' I TAL I A. 


Anno di C It 1ST 0 MCLII. Indizione xv. 
{Ii E U G F N J 0 Ill. Papa 8. 
di 'F E D E RIG 0 I. Re. di German. e d'ltal. I. 


F. tl A VoIg. N E L ill 9. d'j Giugno- ddl' anno- prefente era Papa /!.tlgenio 
n 
e- 
ANNO 115 1 . gna, come cotta d.. una fu
 B
lIa, data m tavore dl RIChlJdll 
( ) A' Bt:rieflå ddl' m(jgn
 Monií1:ero di f.1nta Giulia di Brefcia, da mt d.ua 
}
lIll&. nf:1;

 alia luce (4). E hnquì era durata la djfcordia de'R{'mani con dro 
ftrw. 70: Pomeficc, il quale per 10 più a morivo di maggio-I' <1uiete c fÎcurez- 
za, cr4 (]Imoraro fuori di Roma. San Bcrnardo fcrivf'odo in quelli 
rempi al meddirno Papa il Quarto Libro de Confiderationt, parve che 
(b) s, 1Jtr- predlcefT'e il fine di quefia briga (b). !tuid tam notum fæculis, dice egli, 

;1r:l
ss J. 4, fjllam protervia (3 fllflus R01JJal1omm? Gens il1(ueJa paci, tMmNItui ajfu.c- 

: 
. t1
 
øn- ta; gens immitis (3 intraEtabilis t4ffjue aáhuc, Juhdi 1Ie(cia, niji fjuum nOli 
J.d.ralllM. 'Valet rejiflere. En p/or.a 
 tibi i"lcumbit cllra hæc; di.fJimuiare nOli licef . 
Rides. me forfitan, fore incNrabilem perfuafils. Noli diJjìdere. In fam per 
(c) .Ar:on'Y- anell:ato dell' AnoOlmo CafÎr.en(e Ct), i1 cui :tnno IIp Ii dce imen- 
mUJ Cilfin. d
re per I' anno prc(enre, Papa Eugenio, fiabilito un accorco Co j 
;.
:
'lt:jic. Romani, riemrò pacificamenre in Roma nel ð! !!. di OltL.bre. An- 
(d) Robtl'l. che Roberto dd Monte (d) in queít' anno fcrive: Ettgf:nit!S Papa wm 
de J.:ønfe Romanis pace Jalla Urbem ingroditt.tr, ibi'jut (1m) tis hoc Anno p,.imitus 

pprnd, lid commoratur. Giovanni d'i Ccccano (e) a gg . iu g ne, ch' ('gli emro in Ro- 
'í
.-ttrl. ' ma nel dì 6. di Sencmbre. La fiel1ò abbiamo dd RC'moaldo Saler- 
(c) JDJ.Mn". 
de c'uU/1fO nitano (f), il qU21c attdla, che Eugelllo fu con fommo onore rice- 
Chr. F.J;T4. YlItO da i Senarori c da tutrO il Popolo Romano. Po1cia con r(lOte 
TlOV4.. lin
o/ine e benefizj fi guadagnò il cuorc d
 eOo Popolo, che quafi co. 



 
:7e
:
= mandava a bacchetra nella maggior partr. della Cinà. 1:.t l1iJi e.1Jèt mu's, 
tiln. in Chr. <tmlll
, quæ i/lum cito de medif rapuit, Smatcrøs no'Viter procrtaros 1'0- 
p"li adm;"Í&"lo ufitrp!lta dignitatø priva.1J{t. Era nell' an no addletro co- 
, minciata una gran gllerra fra i Rc dell' Affrica. Seppe ben profirtar- 
J
ß:n:
ym. 'ne il Re Ruggieri (g). Jnviò egli colà nd prcfenre anno, Ie pur non 
}\}t;;::u' Jt- fu nel fu!Teguenre, la rua Armara navalc,. a cui venne fano d' m!Ïgno- 
.J<1
.'t. ruG della Cinà d' I ppona, oggidl Bona, e d' a1rrc Ttrre in quella 
cona di Bdrbcria. Ch' egli ancora prenddTe Tunifi, 10 :lttC'Íh Rohato 
dd l\
OntC, fecoodo I' edizione del Padre Oachery nello Spicilegio. 
Mol è dol dolerG, perchè la Storia non ci abbia dato un più diUmw 
ragguaglio di tali imprefe. Ceno è, che avendo poco prima i Mori 
N aalJårnoniti" abitanti verfo Fez c, !V1aroçco, íh.ngolato i1 Re loro,. 
s'impadronirono delle due Mauriranie; e po(eia ítendcndo Ie cor.qUllte 
verfo Oriente, diítrul1èro il Regn() dc' Zcridi coll:1 pl'Cfa della Clttà 
(11) .A
nAI. di Bugia, rnioacciando con ciò la Sicilia, Puglia, e Calabria. Ma f(.cc 
pJm.J1Il,nJ vedere a coHoro il Re Ruggieri, che non gii mctteano paur!\ Je loro 
i:
' 
;t
. bravatt. ^bbiamo dol gJi. Aunali Piacentini (h), che in quefi' :1n 1 )no il 
. 0- 



ANN A LID' I TAL J A. 42. I 
Popolo di Piacc:nza prefe a' Parmigiani il C..!lclIo di Medcfana, e l
 ERA Volg. 
clitb u(fe; e perciocchè dovette feguir qualche accordo fra lara, in CUI ANtiO 11 p. 
ebb:ro i Cremonefi gran mano, affinchè Parma refiitU1ßè i prigioni 
di Placen'Za: In fegho dl gramudine I Piacentini cedc:rrero :ld dIi Cre- 
mondi Caílelnuovo di Bocca d' :\dda. Un fiero incendio devailo [U[[o 
Borgo S. Donnino a nferva della Chie[a Mdggiore. Maggio... avven- 
tllre furc,no qudle dclla Germama nell' anno prefeme. Gli fi prep;!- 
)"a\"a il Re Cðrrado per venire in Iralia a prcndc:re la Corona J mperia- 
Ie (ø), ri[olu[o mtìcme dl far gucrra al Re Ruggieri in vigor della (a) Om 
Leg.! e del concerto fatto coll'Imperador de' Greci Cuo Cognato. F d rrjingenjìs 
S I ' c. B b t: d . ' , · GenIS 
'era eg I traSrcnro a <inJ erga con penuero I tener IVI una gran FruJtrici /, 
Dicta, quando venne a battere aIle [lie pone l' inefarabil mone. 1'vJrtn- lib. I, c. 63' 
co egli di vita nel dì 1 r. di Febbraio dell' anno çorrenre. Scrive 0[- !Jodtthmul 
tone da Frifinga, e(fere corfa aHara voce, ch'egli fo(fe !lata aiuraro 11J .A!pmd. 
ad u[cire del Mondo da alcuni Medici del Re Ruggieri, cbe lingen- 
do d' avcf paura di quel Re, s' crano rifugiati in Germania. Erano al- 
lora \'eran'\eme in gran crcdlto i Medici della Scuola di Salerno,.c 
contulrau cia varie pard. Nè gi-à è jnverjfimile, cbe l' accorto Rug- 
gieri aVt:(f
 [eorato per quetla tfeerabil via di liberarfi, da un dlchia- 
raro nemico, la CUI po(fanza quclla fola eTa, che clava a lui una fon- 
data apprenfiC?nc. Tuuavia in fimili cafi i fofpeui e Ie diCl 1'ic del Po- 
Jo fono a buon mercaro. AHorchè Corrado \'ide in pericolo la fua 
vira, tra[[ò co i Principi di cbi gll do\leße Cuccedere. ,Gli reLla'/:! 
bc:nsì un Figliuolo per nome Fetlerigo, ma di età Plcciola, nè a[[a al 
gO\'crno. Pero tàggiamcme configliò, cbe deggetTero F
dfrigo, :lprel- 
lato pofcia Bat-ba1o.lfa a cagion del colore ddla fua b:1rba, FlgJiuola 
di Federigo II Guercio Duca di SUèvia Cuo Fratello; al qualc conlègno 
Ie mlcgne Reali, e Vlvameme raccomandò il tenere fuo Figliuoio, 
Fu data kpphura al di lui corpo in Bamberga, vicino alIa romba.del 
famo Jrnpcradore Arrigo. Tenutafi pm la gran Dieta del Regno nel 
QI 4. dl :\ larzo in Fr.!nco-forre, quivi rdtò a comuni voti duro Re 
cd I mperadorc futuro illkidderro Federigo. Degno è di oífervazione, 
(;he a tale cleZlbnc ebbero pane tutti i Principi della GerrnaOla per 
:![[dlato di Onone Vefcovo di Frifinga, che uno, fu di que' hinei- 
pi: II chc fa conolèc:re, quanto fia mal cppoggiata I' opinionc di chi 
penf.'\ lamo prima I{btuiro il Collegio de {èUt: EIcnon; dd chc ho . 
rarlato 211che io alrrove (b).. N è a quella Dicra mancarono PrinCipi (b) .ATJt'fJ
_ 

 Baroni Italiani. N.,on fine fjuibuldam ex Italia Ba1-o;JiIJlls, [crive il fuJ- }:;:I;
: 3
'r 
deato fotlfingenfe. Eo c\ mandl) (c-) St"gre[ario del medelimo Fedcrigo (c) Ama11t!. 
racconta, che: multi illuß1-es Henes cx" Lombardia 
 'Iufcia, 1anuenfi 
 & de trim: 
Illiis lta/iæ domin;i
 &c, convene,-unt in Urbe FrancD!ul'telJ(z &c. per elcg- .Aft. F7Idtr. 
gelc II nuovo Re, Più irnportlnre ancora è un' a!tfa olfcn'azione fan 
(lal medt'fimo Fnfingenfe, Zio della ilefio Fedengo, c;oè Cd) che il (è) OtloFri- 
motivo princlpale, p<:r cui convennero i voti di tUtti i PrinCipi nella jìngmjlS de 
. pel fon.
 dl _Fcd
flgo, fu queUo di pacificarc ed unire infieme Ie due 
tjtlS Fri: 
pOLCnu c tamole f'am'glJc; èi Germania, t:ioè la GhJ6el/ina', e la Cue!- ':';""2. J . .. 
fa. 


. 



..p.t. ANN A LID' 1 TAL I A. 
E.. A Vo1
. fa. Delta prima 
ra erede e capo 10 fidro Federigo Barharoffa; deW 
lhu/o II! 2.. air ra il Duea Gaelfo V I. e A,,-igo Leone Duea dl SarT oma, luo N i- 
pote _ 
Era nata Federigo, fic<:cme ho det[o
 da Federigo D!Jca di . 
Suevia, e da Giuditla Figl,uola d' Arrigo it ^
ero 
Jh'nfc-Gudfo, pa- 
dre del fudderro Luelfo V I. Duc
; per conh guenre veniva ad efTere: 
Guclfo f.io matcrno del Re Federigo',e il Duca d i ,Saífonia .fungo 
Leone IUO Cugmo. Unendofi <:!unque In un fo]o Pnncipe il fangue 
.d' arnendue Ie tôpradeue intìgOl Famiglie, fi credeue che cefTerebbe 
da h mnanzi ]a nemlcizla ed anirno{ìtà m.Lnrenura fra loro tami anni 
addu:'tro. Ecco Ie rarole dd Fnfingenfe; DII
 in Roman/) Ot'be iZputl 
Ga//i.e Germanisr'Ve fives [amfJ{æ FamiJi
 h1Elenlis fuet"e; IIna Hen,.icomm 
de Guibelinga, alitz (,aeJf(Jrt/m de Alldorfio: alter. Imperatore.s, a!ter
 
magnos Ducts fro
ucere J,lita. Iß
, 
t intet" 'Viros magnos 
 g/orz
que tJ'Vi- 
åos afTolet þiYz, jrcquenter ft ft In'Vlcem æmulantes, ReJpub/ie.e qlll,'n" 
",ultotiens pertubarllllt, Nutu 'VerD Dei, lit c,editur, paci PQiJ/J/i fa; iI. 
l o ßerum prD'Videntis, Jub l-lcnrico Y. faElum eft, ut F,idericu! Dux. pa- 
ler hujus ( dl Fedengo Barbarotra ), qui de alter4 ideft de Re.gam Fa- 
milia dejèendet"lJt, de aittra, Henrici ftiiicet Noricoram Ducis fi/iam ill 
NXDrem acciperLt, ex taque Fridericum qui in pyæfentiarum en (1 regnat I 
generaTet, Pt"incipu ergo lion fol1/.m indufl1-iam, a( /
pt di{1j juwnis 'Vir- 
luttm, led etiam hoc, q140d utriufque Janguil1is eOI1/ors, lamquam angula- 
Tis lapis, atrorum'lue horum 'parie/um Jif/identiam uni,.e poffit, ClnþdeTan- 
Its, (/lput R'gn,i eum conftituere adjudiea'Verunt: p/at"imum Reip"b/ie.e P'0- 
futurum prteeogitanres, fi lam gra'VÌJ (1 Jiatina inter maximos Imperii 'Vi- 
1'OJ, 
. pri'1.JQtum emolumentum þmllltas, hac demam ICcafione, Deo (CO- 
perante, ftpiretur. Ho volmo rapponar imero quelto paOô, perchè 
cOo e la chlave dell" cnigine delle farnofe folzioOi Ghibellma e GueJfa, 
che recarono nc'Secoli tùfTeguenri tami rravagli e gual a11' Iralia. ^ 
quello lume fvanitcono Vane favole IOrorno a tale ongine, Cpacciare 
d,,, i poco informau Stonci, drc:ndo cerro, che per Je mmiltà patrate 
in Germama fra j Rc Ghibclhoi, e la Linea de' Ouchl Ellenfe--GueJ- 
fa dl Germania, ( Ie quah poi fi rillovarono, ficcorne vedrerno a Cuo 
tempo ) prefero plede m halia quelte rna]edctte fazloni. Adunque 
il nuovo Re Fedc:hco porta[O(j ad Aquifgrana, nel dl 9. di Marzo 
fu ivi folennememe coronato, e dledc: p,rinciplo al (uo governo con 
iI perllre I Cuoi Legati a Papa Eugenio Jl I. c a tutta I' halia, per no- 
tificare ad Clgnuno la fua elezlOnc;, cha. fu accettata e ]odata da tutti. 
Una delle prlOclpali applical.loni., ch' egli ebbe in qudli princlfj, 
fu que])a di terminare amlchevQlmeme Ja lire rnofTa da Arrigo LeonI 
Enenfe-Gudfo Duca di SaOonia, che pretendeva il Ducato deHa Ba- 
vll
ra, ficcome Figliuolo & er
de del Duta Arrig. il Supcrbo, con- 
tra del Duea drrigo Figliuolo di S, Leopoldo, che ne era in pofTef- 
fo per concd1ione del fu Re Corrado f II. -\d amendue fu a{fc:gfla- 
to il termine per dedurre Ie lora ragloni nel Mde d' Ouobre in Er- 
bipoli, 0 fia in W irtzburg. Prcfcmaronfi ancora a' picdi del novello. 
Rc 


. 



ANN ALl D' I TAL I A. 41.3 
Re con a(f'ai lagrime Robtt.to già Principe dt Clpua
 Andrta Ctmlt di Ei.A Vol
. 
Rupecanina, ed altri Signori ddla Puglia, fpogliati dal Re Ruggle- ifNNOIIp,. 
ri de'loro Stali, chiedendo giufiizia ed aiuto. L"a dcterminaziooe di 
Federigo fu, che pazienta(f'ero, finch'" egli cala(f'e in Italia, per ve- 
nire a prendere la Corona Imperiale: fpedizione,. che refiò fi(f'ara per 
l' Anno II r -t' e che, lie come vedremo, diede princlpio ad infi-niti 
fconcerti e guerre nella mifera.lralia. Rapporra il Cardmal Baronio (a) (a) Bcr,n. 
la concordia fiab-Ilira, in queft' Anno fra P..pa Eugenio- e j} Re Fede
 .Jf7JnAI. EtC. 
. rigo per mezzo de'lor f)eputati. Federigo s' obblig;\ di non far pace'; hu", 
nè rrcgua. col Popolo' Romano, nc: con Ruggieri Re di Sicilia fcnza. nnum, 
il con{(:ntimentO- di dfo Eugenio, e de" Pontefici fuoi Succc:(f'ori,. C'" 
oi confcrvare e olfendere tutre Ie Regalie di S. Pietro; e all' inconteo 
il P
pa promettc:: di coronarlo I mperadore, e d' ajurarlo fecondo la 
giulli,z,ia Ho riferiro anch'"lo un Diploma d' dfoRe Federigo in con- 
tèrma de' Pnvilegj de" Canonici di Vercclli (b), fpedlro in 11 7 it'rzburg (b) ,.A"';II1. 
XV. Kalendas NQ'lJlmbt'is. AmiD Domini MCLII. Inditlione XP:. In ]tAI",mm. 
queLl' Anno fcrivc il Sigonio (c), che ebbe- pnncipio la guerra fra 

ffi;t. 61. · 
i Parmigia.ni 
 e Reggiani. Vennero j primi faccheggiando fino al Fiu- J
 R:
:' 1- 
me Secchia. Accorlclo i Reggiani, ma rimaíè:ro fconfitti colla' pri- fiJi, Ill.. 11. 
gionia di molti, che nel dì dell' A(f'um.ion deUa Verginc furono poi 
rilafciati in camicciuola con un ballone in mano,. e uno fcopazzone. 
Pa(f'arono apprdTo i vittor-iofi Parmigiani ncl Settembrc lino a Borgo 
S. Donnino, e prefolo ne fccero un dono aile fiamme. 01 quetli 
farti non veggo parola ne'vecchi Autori. Ma il S'gonio forfe Ii pre- 
fe da. qualche. Cronic
 manufcritta cfiO:ente aHora, e fmarrita og- 
gidì. 


Anno di C R 1ST 0 MCLI I r.. Indizione t. 
di ^ N A S T A S I 0 IV. Papa 1". 
di F E 1) E RIG 0. I. Re di German_ e d' ItaL. 2.. 


M Eritava benc i1 piiffimo cd onimo Ponrefice Eugenio Ill. di vi- 
vere più lung.tmente. Egli s' era gi-à, cauivato coIle fue lJberc1- 
lità e .iolci maniere .1 Popolo di Roma, di modo che già (ì trovava 
In illato d
 abolire il Sen:lto, onde era venUla tama turbaz!one a lui, 
e a i tre luoi PredecdTori. A yea fabbricato un Palazzo pre(f'o San d c tl 
P
erro 
 e un altro a Seglla (d); av
a flcuperara Terracin.t, Sc:zza 7 
c) .d.a;g::: 
N ormla, e la Rocca dl Fumnne, allenatc un pezzo fill dal, dommlo dj.- in Vita Eu- 
San Pietro. Le fue rare vlnù il faceano venerablle ed ubbldlto da- gm;; Ill. 
pertutto. Ma Iddio il volle chiamare a sè con immt:nlo dolore di tutto 
GUc:I Clero e Popolo. Succedette la mortc iùa nel di 7. di Luglio 
del prefente a
no, menue egli dimorava tn Tivoli, e fu il fuo Sepol- 
cro nella Bafihca Vatlcana onorato d.t 010 con varie mJraco)o[e gua- 
Iig,iooi. Da Jì a. due giorni fu promo{fo al Pomificato Romano COt.- 
l'ad
 



. 


424 ANN A LID' I TAL I A. 
FaA Vo
. ,'ado J7efcovo di Sabina, Rom:lOO di nazione, che pr
re il nom
 di 
ANNO 1153". Anaßn!io IV. I n <luc!l
 anoo. a
cnra r i,mmùrr
1 tcrvo dcJ Sigonre Sail 
Bern11'do, fonda,!ore dl t:UU1 Momtien, ando a riccvere in Cido il 
frurto delle infigni fue virtll e gloriol"c faliche, Tanto angufli.Hono in 
queO:i tempi i potenti Bolognefi uniti cn' Facntini la Ciua d'lmola 
(:\) J.IR.tth., troppo inferiore di forze (a), che dopo ulla rona doata a qutl PO I 'o
 
tie GriJfom- 1 I fi' r d (i . r d . d 
hus H;ftor, 0,.. co rmle
o a 
na 'Tanr:1g
lOl
 pa
c, e:1 IpC:
 ere da I,ì 
nnalJ,Z! 
Bon,n;rnr.. da I loro cenm. SC[l\'e ancnra 11 SlgoOlo (b), che I PIacentini UnIn 
Ttt, xví
/. co i Cremonefi nel dì 2.6. di Giugno vennero alle mam coil' efercito 
Rt'r. 
tal:c. de' Parmigiani a Cafalecchio, e reltaronl\ fconf1ui, e per la maggior 

) R[,::::' 1- parte pretì furoo?, condotti n
lIc ,
arceri di 
arm
. 
ndc s' clbbia egli 
t.l. lib. I2.. tratte quefic natlzle, nol SO.IO alre. Ne gh anuchl Annall di queUe 
Clttà nan n
 rruovo vel1:igio. Erano già paITati quaramadue anm, che 
la Città di Ladi fiava [0[[0 il gicgo de' Milaneû, trattata r."n can 
qudla piacevolezz3, che fi catriva II cuor de' [uddit;, rna bensì con 
quell' afprczza, che Ii fa gemere e fofpir:tr tUftn dì mmazion di go- 
Verno. A ccadde, che due Lodigiani (fiaomc abbiamo da Ottane !\lo- 
(e) OttD r
na (c), Storico diligente Eli ql1tÍli tempi, e nativo di quell.! Ctrtà) 
M.mr.a Hi- I' uno appellaco Albernando AJamano, e Madlro Omabuano, per lor 
{lor. TD. ,VI. proprj affari eírcndo iti al1a Città Ji Cafianz3, vi fi trovarono nel rem- 
]{er. It"". t IT h ' I R F d ' , 1 > I O IT 
po (.ello, c 
 I nuovo e c eflgo tenne IVI un ar amenro Ift"r- 
vat(\, che molti sì ricchi che poveri ricorrcvano ad eOo ptr giutb- 
zi:t, e I' ottenevano, falto loro in penfiero dl t:u C" un pafT;,) faHe, fenza 
2Verne commef1ìone e facoltà alcuna dalla 101'0 CJttà. Ci(lè prefe in 
irpalhl, 0 pure in mano dl1e grnílè Croci dl )t'gno (che taie era 
allo.... I' ufo in Iralia di chi aggravato porrava Ie fue qllerele 'CI [rooo 
de' Principi) andarono a gitrarfi a' piedi di Fedengo nr! dl 4. dl l\1.1f- 
zo dell' anno prefente, cl11edendo con alTai lagrime mi[cncordla e giu- 
fiizia contra de' Milal)efi, come Tir.mni del!., lor Patria Lodl, ed efpo- 
nendo ad uno ad uno turti gli afpri trattamc:mi, chc avca ratito e 
tunavia pativa quella infdice Città. 
Fra Ie rare doti, che fi univano in Federigo Principe di grande 
accortèzza e menre, di petto fane e di valore imparegglablle, non 
era I' ultima l' Amore della GiutlÎzia, ma mAeffibile e cangiunro, fic- 
come vedremo, con tal feverità, ch
 andava al barb:uico. 1\ ppena 
cbbc imefe tali doglianze, che ordino toLlo al fuo CanceJliere di tèri- 
vere Letrera vigorofa a i Confoli, e al Po polo di Milano in favarc c 
. follievo ddla Cirtà di Lodi, e deputò a portarla un tlomo di fua 
çorte appellato Sich
rio. Tornati ,i due buoni Lcdigiani a Lodi, 
o
 
tificarono :1 i Confoh e al Configho della Credenza dl qudla Cma 
quanto aveAno operato. St
co,me altro
e h
 10 dimofirato, il Confi- 
nlio della Credenza nelle Cma ltbere d Itaha, non ef:J compono ddla 
fc,la Plebe 
 corne ha creduto taluno. V' entravano anche i Nob;l;, 
qualora aveano pane n
l g?,,:erno. 
ltro in Comma, non era, <:he il 
Configlio (egreto, :J CUI clu Il1tcrv( mva, pretla\'a glUramemo dt nfln 
rlvclar quello, che ivi ft trattava. In, gran pen a furono que' Cittadini 
per 



ANN A LID' I T ^ L I ^, 42.) 
p
r tal novid,' 
emendo, 
 c::on ra
ione,.il ri(cmiment
 e. fur
re de: ERA Vo}g. 
!\1ilanefi: pero m vece dl rmgrazlamentl cancarono dl villamc que ANNO II 53. 
due {emplici Cittadini, c [crrarono loro in petto qud1:e novelle. Ven- 
ne Sicherio a Lodi, crcdendoú di porrar via un gro{fo regaJo; ma i 
Con[oli di Lodi, riprovando I' operato de'due lor Cinadini., non altro 
feeero, che [congiurarlo di tornarfene indietro fenza prefenrar]a Let- 
tera del Re a i Milaneú. Ma t'gli arditamcnte ito a 1\.1i1:mo, sfoderò 
g1i ordim del Re., ricevuri con sì mal garbo da que' Con[oli e dal 
loro Configlio, che dopo aver gittata in terra e pefiata co' piedi la 
Lettera, fi avventarono addotTo a Sicherio, che ebbe Fatica a [alvar- 
fi; pcrò lè nc tornò egli atTai brutto in Germania, cd efrofe al Re 
e a' fuoi B3Coni il grave affronto fattogli, e it pericolo da lui corfo. 
Sommo fu 10 (degno di Federigo, e dc' fuoi Principi, e [e la legò al 
diro, per farne vendetta a fuo tempo. Crebbe indicibilmente 10 fpa- 
Vento ne' Lodigiani. Oi dì in dì 1Ì a[pettavano I' ultimo efierminio, 
minacciato loco da' Milanefi; e per i[peranza d' iCchivarlo, fegretamcnte 
inviarono al Re Federigo una chiavc turta d' oro per mezzo di Gu- 
glielmo l
larehefe di Monferrato, raccomandandofi caldarnente alla di lui 
protczione. Tornati in sè i Milanefi, per placi1Ce la coUera del Re, 
anch' eí1ì gli mandarono una coppa d' oro piena di danaro, che non fu 
punto accerrata da Federigo. Nello fldro tempo comparvero alla Cor- 
te gli AmbaCciatori di Cremona e Pavia con ricchi regali, e inficmc 
con orcline d' cfporre in [egreto colloquio al Rc la [uperbia de'Mila- 
ncfi, ficcomc quelli, che erano dietco ad ingoiar tutti i loro yicini, 
e di far prernure in favore dell' oppretTa Ci[[à di Lodi; e fu bt'n efe- 
guita la commeOìone. Niega i1 Padre Pdgi la fpedizione di quelH 
Ambafciatori, e la niega a [Octo. Quone Morena ce ne afficura. N è 
fuffi{le, come vuol cOo Pagi, che i Popali di Puglia invia{fero am- 
ba[ceric a Fcderigo. Le doglianze furono farte, come ho detto, da 
que' Baroni cacciati dal Re Ruggieri, che fi tfovavano in Gcrmania. 
o nel fine di quc:fi' anno, 0 [ul principio del [eguenre, 110n Yo- 
Jendo il Re Federigo, che rdhtTe un Ccminario di guerra in Gcrma- 
nia, col la[ciare indeci[a la lite inCorra fra Arrigo Leon
 Duca di Saf- 
fonia, ed Arrigo Duca di Baviera, a cagion della {tetTa Baviera (a): (a) Om 
finalmenrc diede la fcnrenza, con aggiudicar que! Ducato infigne al Fl'ifingenf.. 
fuddetto Arrigo Leone, goduto da' [uoi Maggiori per :atiti anni arldie- ' d 
 flefl. FrI- 
S ' ' II ' 6 d r' '11' 
r1(1 1. 1.2.. 

ro. I, Y,enne 
Ol ne an,no II r . 
 una. tranl.aZlOne, per CUI re nO cap-, I I. 
m dOffill11O dell altro Arngo, col tltolo dl Duca, la Provincia dell' 
Auftria, oggidì Arciducato, che era in addicrro parte dclJa ßaviera . 
Oltre a ciò aveva dTo Federigo data già, 0 pur diede allora al Duca 
Guelfo Zio paterno ddlo tl:etTo Duca ^ rrigo Leone, e materno d'dTo 
Re Federigo (b), l'lnvetbtura ddla Marea di 7'ofèana, del Ducato di (b). Chronic; 
Spolet;, del 
Yincipato di Sar
eglJa" e 
e' Bmi al!od
ali, dÛla fu celebt:e :

g'r
b- 
Contcffa A1atllda. Che P oMcYleo, dlanzl Marchele dl 1 of can a , CdT.11J e nttium Scri- 
di goJere di quella J?ignità, fi. r
ccoglie da una lùa m.tgnifica Do- pu.r, BrulIs- 
ntl.lOne fatta alia Chlcla d' Aqutlela nell' an no 1170, chc io ho data 'lllC. 
1'om. r I. H h h alJa 



42.5 ANN A LID' I TAL I A. 
E. A Volg. alIa.. luce .nel}e Anti.chità. It,alia,n
 (III) 
 ,Sicch
 po{[edendo la linea d
 gli 
Ar...NO 11.53. Ellenfi dl Gerrnam3 tall Scan JO ItalJa, e JO Gl:'rmaoia i valli e no- 



Ii
:. Iqu.. biliffimi Du:-ari della, 
a.1Joni
 e Ba'llirra, 
on Luneburgo e ST'u1ISv;ch t 
7"om Ill. anche oggldl cfiftenCl 10[[0 tl loro dC'mIOlo; e fignoreggiaoJo l' alrca 
fal' nu.. Linea de'Marchdì Efleníi una fioritil1ìma porziooe. di Stati, maflima- 
mente nella Marca Tn vifana: la potenza del fangue E.denfe arrivò .1 
fommo, in que{tJ tempi. Confermò Papa. Anaflafio lr. nell' anno pre. 
fente i Privit:gj a Pacifico- Abbate- del MoniLte1'O, di Brefcdlo, fondato 
, da Azzo. Conte 0 Ma.rchefc B1favolo deUa. fudd
[[a Conteßà Matilda, 
(b' ,.A,ltIq". con Bolla data (h) Latrrllni P. Jdus. Decembris , Indic1ione II.. [lJcarn4tlQniJ. 

a iffi tlCarlm
 Dominied! Anno, MCLlIl. Pontifieatus 'Vero DQmni .dnaflafii 6'JuQrti Pa.- 
..,1 in, 70. P , 
 
p4 A/In' rzmo.. 


Anno dì C R 1ST 0 MCL IV., Indizione 11".. 
di A D R I A N 0 IV.. Papa I.. 
di FED E RIG 0 I. Re di Gemlan. e d"ltalia_ I. 


F u quefio l'u1timo a,\Oo della vita di Rti;,g;erì, primo Re di Sici- 
lia, rapito dalJa morte, fecondo RomDaldo Sa]crnirano (,), nd di 
1.6., di Febbraio in età di cinquantono anni, Principe gloriota per 
tant.e irnprefe, di ftaruca ah:a, corpuknto, con faccia leonfna, faggio, 
provido,. accorto-, più inclinato a raccoglierc, die a, fpendere il dana
 
fO, fi
o in pubblico, benigno- in privato, veda chi' era fcdele Jibe- 
rale in premiarli, afpro fino ad dfere crudele- contra chi gli mancaJJa 
di fede., Era più temoro che arnato da i fuoi fuddi[i j, e più. ancora, 
de i fudditi avcano paura di lui, pcrchè l' avean provato-, i, G.-eci c 
Saraceni. Altre Cue lodi fi po(fona raccogliere da Ugo Falcando nel 
principio della fua Storia (å
. A lui fi dee principal mente la fonda.. 
zione de 1 due bei Regni dl Sicilia e di N apoli 
 Veramente è corCo. 
anche a me qualche folpeno,. chc nel precedeme anno potdfe' egli 
dfere mancilto di vita. NeI tefto di ROffiDaldo la di lui mnrte è, ri- 
ferita all' anno II p.. nell' Indizione I. Ccnamentc l' anno è fallato, 
perchè la Prima Indizione correva folamenre nel Fcbbraio del II n'. 
(
) 
aNn. al che non badò il Cardinal Baronio (,.). Ma per quel, che diro, e 
.A1Jnal. tt.u. l"anno, e l'lndiÚollc fono ivi fcorrettl. 01[re a ciò nella Lettera. di 
( f)' jt Conrad, Corrado Domenicano (f) intorno aUe cofe di Sicilia, e nella Cronica 

:n" i" II. di Roberto dc:l Monte (g), Ruggien fi fa mono nell' anno un. 
Rer. ltali,. Qud che è più, Ottone Frifingenfe" Scrittore coOtc=mporaneo, ed, 
(g) Robert, inforrnato de gli affari d' allora, tcrive che il Re' Frderigo nel Mde di 
tie M
nte d Senembre fpedr Ambafciatori a. MmutlJo Imperador de' Greci, non fo- 
1ï;
:
r;. a la.mente p
r [rat.tare dc:l f
o m
rìtaggio, ma ancora (h) p'ro Gujllrlm.
 
(h) OtlO Fri. SJculo,. qUI Patn fuo RogcYio novlter deful1élo (ucceffir.JI, utTlu{que Imper" 
finv."fis d. e invafo,-e dcbrlJando. Tale fpedizione, fecondo il comeno di quella nar- 
Cjtft lS Ti , rl. rativa) aprarticne aU' an no II n. E pure: con più fondamtnto 
 QC'c 
ø,r. L .
. rife, 
ellp. II. 


(c) RomulII- 
ills Salern., 
in Chronj" 
TDm. Y 11. 
'-er. lralj,
 


Cd) HlIgo 
7/dcAnduI 
in. Hiflor. 



ANN A LID' I TAL I A. "-2.7 
1'iferire all' anno prcfente la mone di Ruggieri, ficcome portò opinio- Eu Votl. 
nc Camillo Pellegrino (a), uno de' più accuraci Cmici dell' Irali.., ANNO 115
. 
opinione confermata dlp.')1 dal Padre Pagi (6), porchè in cHa cooven- 
3)J p,er'1;': 
gono I' Anonimo Ca{jnenfc
 c Ridolfo da D,cetoi e .it Peller-,rino at- tfs" 4
nA"=- 
tdb, ciò ricavarfi da gli Strumenti e Diplomi d' aHora. Aggiungo "1 m . C'!þ.. 
io , che nella Cronichctta del MonJliero ddla Cava, da me dara alia (b) Pagms 
) C I ld ' él ' If b .. R ' R J:
InCrltlt 
luce C, , II eggc Anno I I r 4. 11 t IOt
e ..() llt ogerlu
 ex, \,;I I1.d .An"
l. 
Guiliell11us Filius ejus fubftituitllr. A Irrettanto ha Bcrnardo dl GUIdone Bl1.r
n. 
nella VJta di Anaftafio IV. Cd) Quel poi
 che può decidere tal con- (c) chro". 
tr<we:dia, fi è uno Suumemo, rapportato da Rocco Pirro (eo), e fcritro Cawnfl 
Anno lib 1,JcarnatÙJ1f' DlJmÎni no(tri Jcfu Chrifti ,HCLI? Regnante Do- 
:;'.l
:!ï
 
mino noftro Jl7jIÜlmo, Dei grAtia fànè1iJlimo & gloriojìlJimo Reg
 Siciliæ, (d) Blr:1JZrd. 
Ap:,lite, & Capu.e Prin&i1atus Án'lo J. ,-Wmjè 'Vero 11. poft .{}bitum b
a- G,!ilionis ;11 
tiffimi Regis Roge d rii pat b r b is fù

 
 l1i f e t n(e JfpriJi, In fi 4iß.ione I/. Dop
 il <}ual ft
j,i 1:.11.- 
<locumemo non ovrc e plU re ar comrover la Intorno a queuo pun- P. I. T. III 
to. Al Re Ruggieri fuccedette Guglielmo I. fuo FigllUolo, già dichia- B.lr. Itl1.;;'.' 
raw lte, mo1 non ecede deUe Virtù del Padre
 che diede principio (<:),P;rrus 

on qua
che lode e plaufo 
l ruo I?ovc,rno, 
a ne
 p
ogreíro di mal
 f
'
' ij,
rr. 
In pegglO andando, fi acquli1:o co fuol d,fcm e VIZJ II fopranome dl S"ir4
"f. 'P. 
CattÌvo. Si tèce egli coronare in Palermo nella Pafqua delt' anno :pre- . 
fente, coon approvando egli i faggi Miniltri lafciati a lui da fuo Pa. 
dre, parte DC liccnzi-ò, e parte ne bandì
 0 cacciò in prigione. 
Lcggefi una Bolla di P
pa Anaftafio 117. da me data alla luce (f), (f) ,.A1I1;q",,' 
in favore .dell,a. Badh .d
lla Pompofa, c
e ,li djc
 
ata LRterani XI/7. ;::::'ó 
'J- 
Kalmdas Apn/lS, Ind,ftlone /1. I"carnat,oms Dommlcæ' Anno ftlCL111. S 
P'nt
ficatUJ 'Vero Domni dnaftafii Papæ It,uarti Primo. (@ando per av- 
ventura non folTe quì adoperaro I' anno Fiorentino e V cneto, fi dee 
fcrivcre Anno ftlCLIP. Un' a1tra fua Bolla, fpcdita /7III. Kalendas 
Maii, vien riferita dat Campi Cg). Continuò q'Jefi:o Pontdice Ja fua 
vita fino al di 1. di Dicrntbre dell'anno rrefente, in cui Dio il chia- 
mò a (e. Succedcne a lui nella Cattedra Pontificia Niccolò, nato in 
Inghih:erra llcl Cafi:ello dl Santo Albano, già. eanonico Regolare in 
S. Rufo d' Arles
 poi PeJço'V, d' Albano, chc fpedito in Norvegia con- 
fcrmò nella Fedc <Ii G<,sù Crillo quell a barbara Naziolle, eletto nel 
dì 3. d'dTo Dicembre, benchè renitenre, da'vori concordi di turto 
ii, fac
{) Collegio. (h) ,A{fun
c egl,i il 
ome 
I Adriano 1/7. perfonag- (h) Cardi.. 
glO dl efemplanffima vIta, dl fubhme tntendlmento e fermczza d' ani- d, .Arilloll. 
mo, tardo alia caUcra, vdoce al pcrdono, e gran IlfRofinierc. Sono in Vi
. A- 

I Pontific
to di.Eugenio III. e d' A
aftafia IV. era fempre dimorato -::'I

'/
Ït. 
ID Rama 1 Ereuco Arnaldo da Brefcla, pro,eao e fofienuto da alcuni Rer. IrA/i,. 
pcnrerfi potenti, e rnaffimameme da i Senatori contro il divieto dc' 
Papi. Non ce{fava coHul di fcminare illuo veleno, e benchè fcomu- 
nicato,e bandito dal novella Papa Adriano, non folo fi ridcva delle 
cenfure, ma pubblicamente inveiva contra di lui. Avvenne, che il 
CardinaJe di Santa Podenzana nell' andare a Palazzo fu inCultaro da uno 
di quc:gli Eretici, e ferito a mortc. Adriano per tali ecccffi fottopofc 
H hh z. all' In- 


{g) enn,; 
IPori4 dt 
P;I1.Cln:t.4 
T,m. II. 



4'2. 8 ANN A LID' I TAL I A. 
ERA Voig. all' Inrerdetto ,tU[(
 Roma, e quivi cdTarono i divmi ufizj: gatHgo 
At..

.


t non m11 yer I 
dd'etr? provato 
a quell' i\Ugl\
l:a, Città.. (IJ
 ,All' av. 

l
:j Sa.crni- VI
O dell a
Tu
zlon,e dl Pal?
 Ad,nano, non tar

 II Re dl SIcilia Cu. 
tlm. In chr. g!lel,IZ0 ad Invlargh, A mbalclJton .per atrellargh II fuo olfequio, e in. 
heme per tI attàr dl pace. 1\1a f1crovarono ben lontano da queUa il 
nUJVO Pomdice, che colla venuca del Re Fedengo Cperava di me. 
glio acconciarc gl'intereffi della Chiefa Romana ne' Prjncirati di Pu. 
glia e di Capoa. lncanro i Milaoefi informati de'mali ufizj f.'uti con. 
. tra di 101'0 Jal Popolo di P,tvia, con incicare 10 fdegno dd Re Fe. 
(b) S,r, jl derigo a i lor danni (b), marciarono co1\' ei'ercico per fame vendetta. 



l. 
/l,' Galvallo 
'i.1mma. Ccrive (c), che expul/is Laudenjìbus & Cremonenfibus, 
Rcr. Ù.lIic. fuper Papzam equlta'VeruJlt de jl,Jmft .Ælgllfli, eofque Ìll admirahilem fer. 
(c Gualva- vitutmz I'edegerunt. 1\1a quefio Amore, fecondo di tâvole nel raccon. 
nus 
la l mm. tar Ie avventure di quefii tempi, troppo dice con que1\e parole. Non 
.M'lmp" . I I ',
' , Î. ' fc h I 
Flor. T. xl. a tro g 1 amort ,:ontemporanel Icnvo
o, e nc:'n 
 e ne eguì u
 f;r
n 
Rcr. Jlalic. guafio. (d) Co I Mllanefi andarono In one 1 Coma[chl, Lodlglal1l, 
(d) OttøMo- e Cremafchi, nè v' era memoria di un sì grande efercico, come fu 
rma Hlfiør. qudlo. Nel dl I I. d' Agofio a Larcliraga fopra il Fiume Olonna ven. 

:::/cr;:j. nero aIle mani co i PaveG; e nella bauaglia, che durò dubbiofa fino 
Rtr. Italic, al tramomar del Sole, fmono molti gli ucci fi, moJci i prigioni dall' 
una pane e dall' ahra. Ma nel giorno fc.-guemc i Milancfi, che s' erano 
acc:;,mpati, furono per un accidence prefì da un sì panico terrore, che 
fc ne tornarono tutti aile lor eaie, laG:iando illdietro un riceo bottino 
d' armi, tc:nde, ed arnefi. 
Durante quetla gucrra ealò per la valle di Tremo in ltalia il 
Re FedeYigo nel l\le(e di Onobrc, coli' aecompagnamemo convenience 
a1 Cuo grado. cioè con un fioritifTtmo e[ereito. Seeo fra gli altri era 
-tinig o IF. Guclfo- Efienfc, [oprallominato il Lione, Duca di SaíJonia 
e B
viera, il quale per attdlaro di Octone Morena in Lomb..rdìam cum 
ip/ù Rege fere nOlI cllm minori copia cquitum, quam ipft Re.y, "Venerat. 
Si ancndò il Re prdfo il Lago di Garda, per ivi ai'pettar tuna la 
fita genrc, e ncI dì fcguenre giuAfe aJ aceamparfi ne i PrJti di Ron- 
caglia ful Piaccntino. Era il cotlume, ehe vcncndo in halia il Re, 
o fia l' Imperadore, andava :1 porar eolà, e vi fi dava la reviíla di 
tutti i VaíJàlli, cioè Feudetarj, sì di quei di Germania, che doveano 
aecompagnare il Re, che de gl' ltali;.mi , obbligati eadauno a concor- 
rer..: colà per ricono(cere il Sovrano. Chi mancava fenza liccnza del 
Re, pcrdcva j Cuoi Feudi. Li pcrderono appunco in tal congiuntura 
i Velco\.j di Brcma e di Albcrtlard, ma folameme lor vita durance, 
perchè fi coglievano aIle perCone, e non aile ChieCe. Non fi dee qUI 
, tralaCciarc il ritratto, che fece allora dell'ltalia OUone Fefcovo di Fri- 
(e) Otto 
r'- finga (4!'), Zio dcllo fidfo Federigo. Confelra, che i Popoli nulla più 
{:
nJi-ri,
t_ ritcneano de' barbarici cofiumi de gli amichi Longobardi, e n
' 10f() 
pi:, b. c,13. collumi e linguaggio comp.uiva molto dclla pulizia e leggiadna de' 
vecchi Romani. Talmente íi piccavano dclla Liberti, chc non vo
 
leano cf1àc go\'cr"ati da' un folo) cleggcndo più rofio j eonfoli, 
feel. 



" ANN ^ L I'D' I T It. L I A. 42.9 
fcelti da i ere Ordini, cioè da i Capl[ani, V alva{fori, e PIcbe, affin- E 1\ A VoJð
 
chè niuno d' eliÌ ordini foperchia/Te l' al[ro. Ufo era ancc'ra di mural' ASl\:o J J 54' 
ogni anno qud1i Con[oli. E per maggiormente popolar Ie Ci[[à, con- 
Ungnevano tutti i Nobili e Signoroui, abitanti nelle loro Diocefi, 
ancorchè FCllde[
rj liberi del 101'0 dominio, di lùggettadì aIle Cinà, 
e di veOlre ad abi[uvi. Amme[leVanO 
mcora alla milizia, e a i pub- 
blici ufizj gli Arrigiani PIÙ mecanici e viii: 'il che firano pare va al 
fuddetto O[tane, perchè in Germania non Ii pra[icava così, confef- 
f:mdo nulladimeno, che in tal maniera Ie Città d'lta\ia in ricchezze 
e potenza avanzavano tutre I' altrc fuOl i d' Itaha. Ma un sì felice fiata 
vemva accompagnaro anche dalla fuperbia, e dJ.l peffimo cofiume dî 
parraI' poco rilpe[[o al Re, vcdendol,} mal volemieri venire in Ita- 
lia, e f pe{fu non ubbidendolo, lè i di lui comandamemi non crano 
affilli[i daHa forza di un buon eferciro. Ma fopra gli altri fi facea 
ciliLlinguere l' alterigia del Po polo di Milano, che: teneva it primato 
rra quefte Cmà, si per la fua tòrza e per la copia d' uornini bellicofi, 
come ancora per aver fot[opofie al fuo dominio Ie Cinà ài Como c 
(]i Lodi. Fermof1ì il Re Federigo per cinque 0 fei giorni in Ron- 
cag1ia, dove comparvero i Conlo1i di quafi tune Ie Cinà a dir Ie 
101'0 ragioni, e tutti a giurargli fedeltà. V' inte.rvenne Guglielmo Afar- 
Chf{t: di Monferrato, Signor nobile c grande, e quafi l' unico, che fi 
foOè falvato dall'imperio delle einå, il quale portò querele comra 
de' Popoli d' ALH, e del Cairo. A-Itrettanto fece de gli A U:igiani il 
101'0 Ve[covo. Ma piH Iamtmevoli furono Ie doglianze de' Comalchi 
c Lodigi.mi comra de::' Milandj, benchè prefemi foíT'ero i Conloli 
fteffi di Milano, cioè Obeno dall' Ono, e Gherardo Negro 
 Colà 
:1I1cora vennero i Le 6 ati di Genova a venerare il Sovrano, a cui pre- 
fentarono Lioni, 5truzzoli, Pappagalli, cd altri preziofi regali di Le- 
vance. R:1cconca Caffaro ne'luoi .-\nnali (era egli uno de gli Amba- 
1èiatori) chc Federigo (a) fece Ioro molto onore e confidenza de gli (a) Caffari 
aftàri del Regno, con prome/Te di oDorar fopra l' aI[re Città queUa Annal.. Ge- 
di G
no,v
: Med'[a
a già quefio Principe di far g
crra a Guglielmo 
;:. 
:.. I. 
Re dl SIcIlIa; e 1?ero t
nte carezze dovette fare a I Genovefi, per Rer. It..lic. 
\'alerfi dclla lor 1'10n3 111 quelh occo-rrenza. Non mancarono, come 
ho deltO, iJvlilanefi d'inviare due de'loro Confoli a Roncaglin (b), (h) Otto . 
J'
r attcn
re la lor fe
el[à a Fedcr!go, con cui 
ncora s.. ac
ord,..r
:>oo p


e'

:4

- 
di. pagar.Bh quattro, mIla l\1arche d arg_emo, e dl rc1btUlre J pngloni Ott
 Fr'fill- 
a ,1 Paveh. Ma duro ben poco quefio lereno. V olendo Federigo mar- genfìs de 
Clare alIa volta del PJemomc, prere per cond@lueri i Conlòli di l'v)i- Gefl. Frider. 
lano, che il menarono per Luoghi difabitati, dove non fi trovarono 
tappe, nè mercato per comperarne 
 I due Storici Ononi crcdono ciò 
f.Uto per frode dc' Milanefi, e che di quì ave{fc principio 10 fcoppio 
dell'ira di Fedengo comra J' eOì. l\.1a Sire Ra
ll pretcnde, che Fe- 
derigo cercaíT'e col fufcellino i pretefii di prenderla contra il Populo 
ði Milano, perchè pensò 1a di lui poli[ica, che fe metteva al baOò i. 
MiIanc:fi, gli altri Popoli tUtti avrebbono chinata la teila. 1)ovenc 
eírere 



1-30 A N )I A LID' I TAL I A. 
E II. A Volg. dfere 
n accidente qUe! 

mmino per paef
 d
fertato dalle guerre rre- 
ANNO 1154. cedenu. E che non vemffc da cabbala .de Mtlanefi, 10 fecero eOi co. 
t1ofcere, percbè fapma 1" ira di Federigo, andJrono [Otlo a dirupar la 
Calå di Gberardo Negro, {'uno di qUe'Conloli, per cui balordagginc 
Ii può creJere che Juccedeffe;: queW mconveniente. 
.comunque fia, Fe.derigo incomincio Ie oUilità contro Milano. 
Arrivato a Landriano, feee retlituire a Pavia i fuoi prigioni; ma i Mi- 
laneli prigio
i fc:ce legarli aUe .code ,de' cava1li
 alcuni oe' quali fa 
fortrafTero pOI colla fuga, cd altrl fi nfcattarono con danaro. Arrivò 
alla Terra di Rof
Ie, dove erano di, prefid
o ,cinguece,Dto cavalli Mi- 
landi; e Nolendovi cDtrar per forza I Tedctchl afTamau, venne "rdine 
da Milano a quella guarnigione, c :\ tutti gh abitanti di ufcirne. En- 
trativi po[cia i Tt:defchi dopo il [acco bruciarono tuna la Terra. 
Pafsò il Ticino su quel di Novara, e brucio i ponti, che vi avevano 
faLto fabbricare i Mtlaneú. Memre era in Biagratro, comparvero i 
Depmati .di Milano, per pagare Ie quanro mila Marche accor.date; 
ma Federigo Ie rifiutò, e ltrapazzò i Melli, con trattare il lor Po- 
polo da gente di m.1la fede cd ingannatrice. Aggiunfe di più, chc 
non ifpera(fero da lui accordo alcuno, finchè non aveffero rirnefTc in 
libertà Ie Città di Como e di LO,di. E per co
[O .di Lodi avev.a cgli 
già iRviato un fuo Capdlano cola, per far1Ï glUr.are fedcltà. Ri[po- 
tero que' Ciuadini di non poter farlo {enza il beneplacito di Milano, 
. cui crano fudditi. Spedirono pofcia colà a chiederne licenza, e quefia 
non fu negata da i Mila
eG. 
ominu? iI, f
o ,v!aggi
 Fedengo con 
diftruggere .da' fondamenu tre rerre dl glUflsdlzlon dl Milano, cioè 
Galhate
 che era dell" Arcivcfcovo, Trecare, e Mumma. Sire Raul 
fcrive j Cllftra & Pï//as de A1ont;, & 'I'recate. Truovafi nondimeno 
prdfo di lui 'T"r,.;s de fl.1ommo. In que' contorni celebrò Fc:derigo Ja 
Fefta del Natale con .grande aUegria., mentre gl'innocenti abitatori di 
queUe Terre plagneano, deteftando la di lui crudeltà. Era col Re 
Federigo calato in Italia anche il Duca Gutifo, e fappiamo dalla Cra- 
(I) Chr,ni,. vica di Weingart (0), che \'enncro a tro\'arlo Ll!gati de omnilUiJ Ci.. 
Weingilrt: 'V#atibus crUft'
, necntJn e:tt omnibus Ci'Vitatil1us SpDleti, munn-a &onåi- 
"pud l.e,J- g
 ,ffere1Jtes, & [ubjeélionem 'Volunla,.Ù
11I prDmittentes. Prefe egli anche 
:

i;:r
' 1. po
dro di tu
te Ie Ca(tella c Beni della fu Conceßå Matilda, nè al?- 
Jlrunsvic. panfce, che Jl Pontdicc ne faceífe alcuna querela (b). Veonero 1ß 
(b) B.ob,rt. queft' anno i Mori Moßammi al Caftcllo di Ponuolo, e gli die- 
d; M

t' dçro il facco; roa ne pagarono la pen a ; perchè accor{à la Flotta 

"en,.'c. 1 ' tl "' I ft II fi 
.d Sil,bcrt. del Re Cug/it/mo DC, pref
 . mo u, c ermmo I re 0 co e pade, 
Chiudero Ie prefenu notlZle con una [pctt3nte alia Cafa d' Ene. 
PCI' I' eredità del comune fiipitc, cioè del Marchefe .dlberlo .dZZÐ 1/. 
(c) Jlntichi- crano narc finquì liti cd a
c
e guer,ra (,), d,i cui fa. m,enzio,l1e la 
I. Eflenfi Cronica di \V eingart, fra gh Efienfi dl GermaOla Ouchl d1 BavJera c 
P. I. ,. 39. SaffoOla, e gli E1tenG d' hah,a M
rc
efi. Per t
rminar 
i fane diffe:- 
renze, .drrigfJ it Leone Duca dl 5aOoOla, venuto an quett aono col Re 
Fedcrigo in !taha, trovandofi fui Veronefe nella VaHa di Povegliano 
nel 



ANN A L I r;/ I TAL I A 431 
ad dì 1'. di Ottobre, concedette a titolo di Feuclo tutte Ie fue ra- 
u Volg. 
gioni Copra Rfte, Sorefino, Arquada,. e Merendoh a i Marchdi BD- ANWOllH. 
1Ij{azi" Folco 11. .Alberto, ed Obizzo, da11' ultimo de"quali di[cende 
la Sereniffima. Ca[a d' Eile, che glà ne erano in poßetTo,. faeendo lor 
fine di tutte Ie offcfe fane da effi 0 da i lor Maggiori alla Linea dc' 
Duchi., Con quefia concordia i MarcheG ten nero da lì innanzi pad- 
fieamente quegli Stati. Di Rovigo e d" altri Stati, ch' effi parimeme 
godeano, non fi vede parola in quell' accordo. II meddimo aecordo 
iecero dipoi i MarcheÍ1 con GUt/f() Duca. di Spoleti e Marchefc dclla. 
Tofcana nell' anno 1160.. 


Anno di C R 1ST 0 MCLV. Indizione I I r.. 
di A D R I A N 0 IV. Papa 2. 
di FED E RIG 0 I.. Re 4. Imperadore I.. 
. 


V Erfo la 
arefìma venne Guglielmo J?l di Sicilia a Salerno: il 
ehe pervenuco a notizia di Papa Adriano, gli fpedì Arrigo Car- 
Jinale dei Santi Nereo ed Aehilleoper affari, che noi non fappiamo (or). }a) 
o7"a
- 
Perche nella Lettera a lui fcritta non gli diede il Papa il titolo di t:
. 
j,;:;: 
Re, ma qucllo folamente di Signor- della Sicilia, fe I' ebbe tanto a Tom. YII. 
male, che rimandò il Legato [enza' voler trattarc con lui: cora che Rer. Itorliç. 
rurbò forre la Corte Romana. Nè contento di ciò, prima di tornar- 
fene in Sicilia, diede ordine ad Afclimino, 0 Anfeotino fuo Cancd- 
liere, dichiarato Governator della Puglia, di muovere gucrra a110 Sta- 
to Ecclefiaftico. Ponoffi cofiui all' a(fedio di Benevento, ene- deva.. 
fiò i comorni. Trovaronfi ben animati aHa difefa que' Cittadini ,.anzi 
avendo prefa diffidenza di Pietro loro Arcill:
(cO'VO, l'ucei[ero. Fu que.. 
110 a(fedio un fuono dl tromba, che eccitò alIa ribellione molti de' Ba- 
roni di Puglia, 0 per.chè gente facile aHa rivolra, o. perchè' fotto ma.. 
no comIlli>ffi dalI
 Coree'di Roma. Alcuni d' eßì aceorfero. alIa difefa 
di Benevento, altri ...bbandonarono l' Armata del Re:' il che feee fcio- 
gliere quell'" atTedio. Emrò polcia (b). il Cancelliete nella Campania (b) .A 
RomaDa j diede alle fiamme Ceperano, Babuco, Todi," e i Luoghl vi- mus c:ft
'J- 
cini j e nel tornare indietro feee fmamdlar Ie mura d' Aquino, di Pon- rlenf. To. V. 
tecorvo, e d. altr.e Terre, e caceiò via turd i Monaci, a riferva. di Rer. Italic. 
dodiei. Per quel1e ofiilità Papa, Adriano fulminò la fcomunica, concra 
del Re Gug1ielmo (c): il che maggiormeme Cervi ad acerefcere la ri- (c) Cardin. 
hellion de' Baroni di Puglia. Per Ie ifianze del Clero i Romani fceero de ,A,.agon. 
i ft.anza, e he fi levaffc: l' Inrerdeno da, Roma, promcttendo di caeciar- ;IJ, Vita .A- 
ne Arnaldo da Brefcia. Torno dunque il Papa in' Roma" e andò ad tITIan. IV. 
abicare al Palazzo Lateranenfe. SuI principia di quefi' anno mal eiò il 
Re Ftdengo coil' eferejto ruo a Vercclli e a Torino (d), fenza che refii (en Oft, 
memoria di quanto egli ivi operafT"e. Paflato i\ Po verfo queUe pard FriJingenJis 
1u:nn.c alla. volta della gro(fa Terra del Cairo,. e della Città d' A Ui . li E ' . d Gtf!l
 
S ri 'TICI I. 
em- 



432- ANN A LID' I TAL I A. 
ER A Vo1g, Semrre era feeo Guglielmo J
fa1'(he(e del Monferrata, con incu1car Ie 
AXNO 1155, {ue doglianze contra que' Poroli p
r toni a lui f:mi. E pc:rclocchè 
qucíh non aveano ubbidito a I prcccui lor f.ltri dal Re, furono poni 
al bando come nbelli. ^rrivato Fcderigo al Cairo, trovollo voto di 
ahitatori, ma pieno di veuovaglic. Dopo varj giorni di pafara in qucl 
Lungo, fece atterrarne Ie Torri, che non era no poche, e turta la Terra 
diede in preda al fuoco. Eranfi anche ritJrati gli A {bgiani co lor mo- 
bili ad un fane loro Caftello, crcduto No';); daW Olio, e Anone dal 
Signor S.ltlì (0). Diede Federigo quella Città al Marchefc di Mon- 
ferrato, che ne fece [mamellar moltc Torri, e una parte delle mura. 
Aggiungono gli Annali d' Afti (b), che Quafi tutta quella Ciuà fu con- 
fegnata aile fiamme. Non cdfavano intanto i Pavefi d'incitar Federi- 
go contra la Cinà di Tortona (c), allegando varj aggravj ricevuti da 
que' Ciuadini. Era nondimello il reato principale de'Tortonefi I' aver 
cglino Lcga co i l\lilanefi, da i quali an cora ani mati alia d,fetå, e.d 
anche [ovvenuri, bcncJ1è Federigo Ii citalTc a comparirc, non \'ennerd. 
Egli dunque intrarre[e l' alTedio di quella Cinà ne' pi imi giorn. di 
Quardima, nel di I,. di Fcbbraio dell' anno prefeme. Seco era Ar- 
rigo Etlenie-Guelfo Duca di Baviera e SaOonia, che avea condono in 
fua parte un grolTo nerbo di cavalleria; e a quell' impre[a concorfero 
ancora colla lor genre i Pavefi, e Guglielmo Marchefè di Monferra- 
to. Elegantemente fi vcdc de1critto da Ottone Ve[covo di Frifinga 
queUo lungo aITedio [ofienuto con gran vigore da quel Popolo, a cui 
5' era unito anche in tal congiuntura Obizzo /t.fa/afþina Marche[e, po- 
tente Signore in queUe pam, e in Lunigiana. I ruangani, e Ie pe- 
triere, gli archi, Ie balellre, e Ie mine furono in un continuo cfer- 
cizio j ma con rutro 10 sforzo de' nemici non farebbe caduta quella for- 
re Clttà, fe la penuria dell' acqua e del pane non I' avcOè finalmcnre 
Cllirt'tt3 a capitohre. Fcdengo, :mfiofo di non perdere più tempo, per- 
ch
 gli premeva forte il viaggio di Roma a fin di ricevcre la Corona 
Imperiale, accordò a tuni gli abnami l' ufcita libera can qu,.mro po- 
. [eano porrar feco. E.mrò egli dipoi co1\' efercito neW abbaodonat3 
Cd) .s,rr ;n Citrà circa il dì 16. d' Aprile (Sire Raul (Ii) [crive nel dì 18. di quel 

::: v
'.J" MeCe lla quale dopa un facco genera.le tutra fu data in prcda aIle 
Molr. fla/;e. fiammc. Sc vogliam credere ad dTo Sire Raul, avea promdfo Fcde- 
rigo di lafciarlJ inrat[3 nel fuo nata; ma non fu mantcnura la parola, 
pLrchè prima i Pavcfi aveano sborldta gran [omma di danaro con p:itto 
della diílruLÍon della meddima, fc cadcva nelle mani del Re. Brunø 
Abbilte di Caravalle di Bagnolo, che avea trattata la re[a con quella 
promcfTa, vCK.;cndo{i burlato, fama fu, che pel dol ore da Ii a trc glOrni 
manc1lìe di vita. Lafèiarono i Pa\'elì un corpo ål lor ßentc, che al- 
tro per one giorni non ftce, che rovinar da' fondamrnu Ie c"Ce non 
(e) Olt, atfatto atterroltc dal fuuco. 
Prifinlrnfil Nel dì 17. d' Aprile, giorno di Domenica, Federigo invi[ato 
de Grlils da' Paveh alia lor Citt.Ì, quivi per artcllato di Otrone Fritingenle (I!') 
Prul,r.I,l.:z.., E 1.r; S fl . !I
' h 1 . b ' t ' R L 1, 10 P I 
C4þ. 11. 111 ccl
/a an I LY.l.IC /ie IS, 11 I a/J ''jU!.4ll1 cgum (Mgova1 
 rlmJ , .J a- 
t I1Itll 


(a) S.x;us 
in Nøtis ad 
Qttøntm 
Mørtnllm. 
(b) .Annal. 
.Afttnfts 
Tøm, Xl, 
Rtr. JI.l;e. 
(c) Qttø 
M,rWA 
RIft. Lau- 
<<en[. T, VI. 
lttr. JudlC. 



ANN A LID' I TAL I A. 4-J 3 
liuill fuil, Cll1n multo civium t1ipuJio Corol1atllr. Gualvano Fiamma, EllA Volg. 
Bu<>ninconrro :v1on6i.t, ed altn Scrinori :\Il:lanefi larciarbno rcrino, L'\NSO IISS 
c!-le Fedcngo fll coronato in S,1I1tO .-\ mbrofio di Milano, 0 pure in 
Monza, chi dice neWanno II r4. e chi nel prerente II ff. Senza er.1- 
minar m
gho queO:.l 101'0 opll1lont", anch'io I,a rifcrii nd mio Trattato 
de Corona Fe1tï!a (6) (lampato 0::11' anno I
98. Ora conoleo efTer!= UI11 (a) .Anera 
frotto!a di quc;gh Storid. La nimieizia inlona fra ll.li e i Mitanch non dot. Lati", 
gli permilè:; dl vifi[ar Milano, 0 Monza, e maim menD di ricevcre Tom. 11. 
13 Cor001 del Ferro dl11e mani di UbertfJ Arcivefco'Vo. Anzi, fieco- (b) Sigor.iu 
me offervò il Sigonio (b), e do po lui il Signor 5alli (c), nè pur fi de Regno 
dee credere, che .Cegui!fe Ia Coronazione ed unzÏone di lui in Pavia. Itat. t. n. 
Jl CorOilatur del Fribn g enfe unicamenr<: vuol dire, ch' eglt nella BaG- {'C) Saxl
s 
, h I r: c d II C ' I S 111 NO/Ii al 
hca dl S. \11c e e 11 n
ce we e-re co a orona tn capo, C 0 CtUro S ' 
, C " h d 1 d ' IgonlU1tI. 
in m,mo. Venne Federigo a PJacenza, Uta, c e opo avere ne I 
2.6. d' Arrile ricevmo tl roecodo dclla cavaJIcna e fdmeria di due 
Porte di MIlano,s' era ben prcrara[a alia dlft:ra. Que1to apparato C 
la frena di Fcden
o, eftíltnrono da ul[t flori moldtle quella Cnt<Ì. 
Ce1ebrò Fedt'rigo vicino a Bologna la Fefia delta PentecoH:e, e il 
Gh,rard:Lcei (d) rapporta un luo Diploma data lJJ. /diU Alai'; jllxta (t1) ,GIJirar- 
Rhenum, in cui ordina a i Bologne fi di rifare il Ca\1eUo di i\.iedICI- daw Iftor. 
r!: d t D ' I ' ' T ( ' d d ' . [ )' dl Boløg7JIJ 
na, da n11 II rut[u. I a palso 10 0 caAa, ove coman 0 a 1 1- lib 3 
{mu d' arm.ue la lor FIona contra di Guglielmo, Re di SicIlia, e ,. 
dlt'de I' f\rcivelcovaro di Ravenna ad AnftlmQ Yefcovo di A vdberg , 
flaw fuo Ambalèiatore a Collanunopoli 't cun invdtir!o fccondo illo- 
lito deil' Eldrcato di Raverma. Cammll10lva a gran giornate egl'i e l' elt:r- 
cito fuo vcrro Roma, e queLla fuol frettd dlede non poca aprrenfione 
:a Papa Adtiano (e-), ch
 pa:1nche non lapeva, con qual animo ve- (e) Cardi
. 
mífe qudto PnnClpe, C Principe, a CUi cottava poco l'eccidio delle 
e 
rago". 

ittà. Per, configh? di P,etro Prcfetto dJ l
omd, e di Ouone Fran- :;":':: 
v
-. 
gipane, gh mando mo::omro pa concen:ar prima Ie cofe ere Cardir.ali, 
chc trovarono Federigo in S. Quirico. Fra l' alrre dl)lTIande, che que- 
.lti gh fccero, vi fu qudla di avere in mana ,-\ rnaldo da Brercia, che 
i Visconti 0 Conti dl Ca.mpania aveano [olto ane gemi del Papa, C 
il [Cnc'ano in un lor Catldlo, onor.lI1dolo qu...t Profeta. NO.1 [ardò Fe- 
derigo a rpedir gent.:, che pretè uno di que' V i(Lonti, il quale per li- 
berarfì, conlegnò quell' Ererico a i Cardmali. Meffo cotiUl nelle: forl.c 
del Prefetto di Roma (f), fu impiccato e bruclato, e Ie rue ceneri (n Ott
 Fri. 
fparle neI Tevere, acciocchè l.i, flolÜ-l plebe non venera{fe il cor p o f'!gtn[. ,
e 
à' tl. r. 
 d . , d A b ' , , (ieft. FnJe-. 
h i q
e o;.n a l ,me. . d n fi aro
o P If'nanZI e 111 le[ro m afcla[Of!, prtma rici I. t. 1. 
c e legulue accor a ra 11 ;lpa e }' I mperadore; ma 6nalmen[e Fe- faÞ. 2.I. 
àerigo promife e giurò di conlervar tum gh onori e St..rl al Ponte- 
lice, e 
 i Cardin
h; e II PontthCC di coronarlo. Giunto Fcderigo nel 
terrHOfJO dl Sutn, {ì attendo coll' efercito neI Campo gra{fo. Colà 
venne da N epi Papa Adriano, incontrato prima da molti Principi Te- 
deCcbl; e qUdn,do fu, p er ilmc>nrare <il pad
glion Reale, alpeno indar- 
no, che Fedcl'Igo gb vem{fe a tenele la (t,df.l.. Fu cagion qudto ac- 
crøm, 1"1. 11 f ciden.. 



43-4- ANN A LID' I TAL I A. 
EftA Yolg. cidente, che i Cardinali fpaventati fe ne fuggiíf'
ro a Città CaO:elIa- 
ANIW 11 Sh na, lafciando con pochi f.lmiliari i1 Pontt fice,. che fmontato fi ml[e ful 
f.lldi1torio pr
parato. AHara comparve Fed
rigo, e baciatigli i piedi, 
s' 
c

(ta
'a per ric
vere il bacio di pace 
 roo! il Papa inm:pidamente 
gll nlpok, che nOIl avendo e(fo Re ullta quella riverenu, che i di 
1
1 PredeceíTori aveano pr..Ûcara. cr>' Romam Pome6ci, non volca ba- 
cIarlo. Era Papa. Adriano d'animo grande, c fortc in foflenere i fuoi . 
dirini. Non 1a cedeva a lui Federigo, e pretendea di non eíf'ere tc!:- 
nera a qud1:o.. Durò il dibattimento di qudlo pumo per tuUo il dì 
feguent(!. \fa farro conofcere a Federigo, che tale era il Cc:remonia- 
Ie e co(lume con varj efempli, e
li Ii arrende; e. pafT'ato a N epi , 
d
ve eu 
.l tenJa. del I)apa, che gli v::-niva. incontro, fcefo da cavallo 
a
d,o. a renere Ja (!a!fl ad dfo Polltefi'ce, che poi )' ammife at bacio 
(:1) .Antiqu. 
I ,p:lce; e. di lit infi
me s'inviarono alla volta. di Roma.. DI qucfto 
halle, Djf
 huglO ho 10 rapportato a1rrove (a) U'l Docu01ento. A\'eano 
Ulche i 
{mal. 4., Romani- p-rima fpediti a Ft:'derigo i Inro Amba[cia.rori (Þ), per rallc- 
(b)
' J 17. gradì del fuo arrivo, f'fferirg1i la lor fuggezione, chiedere la confer- 
(i,.z
:
o r;'., 
lal.ion del Sen.1to 
 di molti pretefi Privilegj, 'e i.n ,oltre cinquemila 
'rttÞ. :u, lare per la Cnronazlone;. e fopra tuno, che lornaf1e II governo tem- 
porate di Rom'!, Corne era nc"Sccoli vccchi, con efclufione dc:' Papi . 
A 11' alterigia r b .Idanza, con CUI parlarono i Romani, non potè llare 
a lègno la foffcrcnz'1 di FeJcrigo. Ri{pofe loro di maravigli.lrfi, che 
foíf'cro venuti con pcnficro Ji dar leggc a chi ficcome Principe e So
 
vrano di Rnma doveva egli imporle ad dTi. Elãltò la potenza c il di- 
rino de gl' r mperadori FnlOchi e TeJcfchi, e rigeuò Ie lor propofi- 
zioni, Parricipato poi. l"affJre al Papa, fu configliato a non fidarfi di 
qur--l Popoln, e di fpedire i1 pill preO:o poffibile ad impollèfT'adì di 
S. Pierro, e dcHa Cmà Leonina: parere, che wfio fu, e con feli- 
cità e{cquiro., 
Nella manina del dì fegnenre" giorno 18. di Giugno, folcnne- 
mente m uci()- Federigo as, Pierro, accoho dal Papa a i gradinl del- 
b Bafi1ica.,. e dopo aver preftaro i foliri gmr.1menti, cantata. cbe fu la 
MdTa, ricevette da.llc m \Oi del Pnnrdìce la Cðrona Impcriale con 
gli allri nrnamenri, e con alee acclamaz.ioni di tuna )' :\rmJra. .Ma 
i Romani, che videro farra la f('O:a fenz.
 di loro, come irapal.7.iti 
per h.. rabbI a , dopo. av
r tcnuro configlio in Campidoglio, die- 
dero aWarmi,. e cirC1 il mezzngiorno funolàmeme ut'cirono di Cinà, 
e cominciarono verfo S. Pietro a fir man baíf'a contra qualunquc: Te- 
dcfco, che incontravano. Corfero anchc i Tedefchi all' armi, e {Ì àicde 
principin ad noa rerribil mifchia, cedendo ora gli uni, ora gli aJrri; 
e quelta duro fin verfo la none, ma colla peggio de' Romani, dc' 
qu IIi circa mille rima{cro ful campo, innumerabili feriri, dugl:IUO pri- 
gi:mi: il relto fi falvò nella Cird. AfflitriQimo per qucfh Tragedia 
il P .1pa, tanto fi adop
rò C<'lIe pr-=ghiere, che fece rilalciar i prigioni 
al Prcfctro di Roma. Nel dì fegueme egli e l"mperadore, giacchè 
IIlancava 10ro 1a fuffifienza dc' viveri, ritirarifi a Tivoli, quivi dicdero 
ripo- 



.. 


ANN A LID' I T ^ L I A. 43; 
ripofo all' efercito; e dipoi venpta la F
ß:a di S'. Pietro, Ja cclebra- Eu Vo]g. 
rono rolennemente a Ponte Lueano. Miffam Adrzano Papa celebranfe. ANNO I I H. 
lmp
tor (oronatu,.., dice il Friíìngenle (a). Cloe vi affiHe Fldt:T1go !a' /dem 
coiJa Corona in capo, il qual p,ltlo dichlaí'a I' alrro lopradeuo dl Co' cap. 24. 
ronatNt'in Pavia L' Amore della Vita d' Adriano iV. (b) fcrive, che (b) Cardin.. 
in tal oecaíìone POi1tifex & A..tgufllii ad MiJlårum fl/emnia in -die ii/a tie Aragon. 
pfl,riter Corollat; proceJJèntnt. Crcií::endo polÓa i caldl e Ie rnalattie de' '; .Yua A- 
foldati, Federigo lalc-iato il Pl1pa, come fi può credel e, afi'.u delulà, rum. lV. 
do po nvergli nlaCciatQ ii domimo di Ti\'oh, fa/va in oruubus jure lm- 
pCI'iali, fi rimife in viaggio alia volt
 de
la Lombar
la. GlUmo a Spo- 
Jeti, nè potendo ouener vettovagha ne contnbuzlOne da que} Popo- 
10 cbe avca anche ritenuto prigione il .Conte Guida Guerra, il più 
ri;co fra i Baroni della Tofeana, già -jnvlato da <:fTo .'\uguLlo al Re 
di Sicilia, fenz:1 volerIo re
dere: molIe l' olte contra JI Jaro. Ufci- 
l'ono baldanzou gli Spoletmi, ed attaecarono la ZUffì; ma furono 
CQsì ben rifpmti td mcalz.tti, che con dfo loro aUe tpalle t.l1[rarono 
nella Cjnà am.hel Tc.d<.h.hl vltLono(i. Andò la fcontìgliata Cmå a 
faeeo, e pOl ne fu t.iUO Ull mllerabll falò: gatligo barbill1CO (; km- 
pre detefiabile dl qucttJ ttmp', Nella V tea di Sam'LJbaido (c) Ve- (c) Vita S. 
fcovo di GubbiO, è lcri[[o, ehe Ftdengo paisa per qudia Catà, e Ula,di in 
benehè illigato da i CaHdhmi circc,nv\cml a dlibu,ggcrla, pure per At s Sal'éf. 
intcrcdIion dd fanto Prelaw ne(Jun male ie feee" Poue;bbe dub.t;,rii 
a
/
1Ii 16. 
odd fuo arrivo cola, fapt.odoli., <.h' egli nel VlagßlO arrivò ad .'Ìncona., 
Cm.! aUora dipc:ndentc dall' ImpcI
dor dc:" Grecl, dove da I d. lui Am- 
bafci:uori fu vititato, e neeamente regalato. Palso pofcia il Pò a S. 
Benedetto dl Polironc, e pervenne nel dlttretto di Verona. In -quella 
Cltta pubbhcò la lentenz.\ contra de' M.laneli, per a\"er dIì dillrutte 
Ie Città di, Como e dl Lo(h,. (d) privandoh del dir.ltto ddla Zecca, (d) .AntilJ"
 
con tra5ferlflo ana CJ[ta dl Crcmona fua fedele., hecome ancora di lralÏ<arum 
tutte l' altre Regalie godute in addletro da e11à Popolo di Milano. Dlffm. a.7. 
Ebbe pofcia nel paffaggio dell' Adlge 
 dOlerfi de' Veronefi pel Ponte pal, 591. 
malamcmc f
tto su quel FlUme; e alia Chmfa trovò una man dl aC- 
faffini, chc gli vlctavano il p.tffo, richiedendo regah e pagamenro per 
chiUnque voieff:e paIT"are. Fect: Fedcrigo talire una brigara dc'luoi full' 
eno monte e fatl
r tanto con TOtolar pierre., che avcndo fnidati da 
queUe caverne que' malaodnni, gh ebbe nelle mani, e di 101'0 feee 
far 1a giultizia, che meritavano. Così {ano e t
lvo tè oe tornò in Ger- 
mama l' Augulto Fedcrigo, con aver ottenuta la Corona, e nulla 0- 
perato 10 tàvore dl chi l' avea eoronat'c>. 
Finita quetla feena., un' altr.l ne ebbc principio in Puglia. A.. 
vrebbe de
derato eifo I mperadorc, allorchè fu in Roma, dl porrar 
}a guerra III queUe pam; ma l' efercito Cuo., in cui fi vedeano cader 
mal.lti tanti di 101'0, troppa npugn4nza ne avea dlmollrato. Perranto 
i B.noni fuorufclti altro far non .po
er
no, fe, non impc:trar delle pa- 
tf'no da c:ifo J mperadore, come IIlviaU da 1m a que' Popoh. Rieor- 
fero aneora a Papa ^driano, chc prom,fe loro ogni aiuto, :mzl fu 
Iii z. egli 


\ 



436 ANN A L J f/ I TAL J A; 
ERA \"o)t!:. egli il principal prornororc di quclle ribellioni come acccnnano Ro- 
'\.,
 11) ) l -' moaldo Salcroirano (,,) , Gu g lielmo Tirio , (I.)' ed aIm. Fra I P rmci- 
,1 "om ,,1 
 r h 
, 'IS 
.l ,rni- p
. I,) c. e. 
rmJ
1 eonglurarono Contra lid Re Guglicl1M vi fu Roberto 
1,'n, ehron. gla (,nnclpe'dl Capùa, Andrea Conre di Rupe Canma, e Rlccm-do 
I.!)) G'wltl- dall' Aquila. Anche Robel"to dl Bdlàvilla Come di LorircUo bc:nchè 
t'1'1S lynus C ' , 
lib. 18. c. 1. u&m
 germano del Re Gugllelm ", cmrò In quella congillra, an1.Ï 
C.:zrdmill. ne iu II capo; da che tl perfiJo Ammiragho MaIOne, Favonri1 del 

e .Aragon/ii Re 
 I' avea mdro In dlsgrazla dl lUl (c). MolTero r
nanr() qudb Ba- 
m ,Vila.A- FOOl una lÏcra follevazione in Puclia comra del Re Guglielmo. Al 

"
n'/iiI Principe Roberto riulèì di ricupcrare Capoa col tuo Pllilci paro; all' 
R
r" lt
lic. . alrro Roheno di prendcre Sudlà, Tiano, e la Cina dl Bm, il cui 
.Amnym. Catlello tèce egli fplan:m:, II Conre Andrea s'impadror.ì Jel Conrado 

lIþ
lml;
 d' t\life. A vemo eßi Baroni [ul pi incipio rcnmo narrato con Aia- 
In C",rõmc. . II I d d ' C li ' 1 . . 1 , 1 
(c HII 'iIIte 0 1tJp
ra or I 0 antlllopo I, per ural' 0 10 quel a guerra: oc- 
1..
lc4n'j=s <:afione da lui fofpirara O1'llti anni addictro. (J) V' entro cgli dunquc 
in Chm:Ùo. a bracetol apene, e lpedl in, Pugli
 . Micnl:.lc Pakologo, qud medc- 

j l!.ðm,Ml- fimo, che m Ancona free 1 arnb..tcl<\ta all Imperador Fcdengo, con 
Je::n"
;:- gran fomma 'di danaro al CoOte Roberto, e a gli aitri BolrolH, ac- 

hr
',:,(
. clccchè. aOüldaOèro genre, e facetrero guerra al Re Guglielmu. Mandò 
'lcm. I'll. in olne una Fiona comandara da un Sebatlo, Ia quale s'lmpulfelSÒ 
.i:lr. Ir
.". di Brindi(j, 3 riferva lid Cafiello. Tunc l' altre Cina mari(lmc 5' àC- 
cordar0no co j Greci, c col tùdderto Roberto Conte di Lorndlo. 
In Comma fi [oilennrro in sì fiera rempeHa aHa dlvol.ione del Re Gu- 
glielmo [olameore Napoli, A malfi, SUI rcIHo, Trc,ia, l\1c1fi, e poche 
aluc Citrà e Ca{ielb. forti. Per accalorar magglOrme1He qudh 101- 
(e' C4rdin. pr.:f..1. rno{fe da Roma Papa Ad,';ano (e), accompabnato da molte Ichlcre 

e Ar:llpn. d' armati, e circa 1.1 [db di S. Michele di Scrrernbre arrivò a S. 
j v,r.:w
- Germano, dove Roberto di nUQVO Principe di C
poa, e gli aim Baroni 
rl.rTl. . gli giurarono fcdclrà ed omaggio. Di là pafsò a Bcnevento, e per ruIte 
queUe p.1fri fu ricono[ciura J.1 di lui Sovl'anirà. lur,toto dugulto ca- 
valJi Milaneti con dugenro tàmi, appena purito da. Placenz.! Fede- 






r
ß. rigo, (f) entrarono ndla diHrutra Ciuà Ji Torron:l, e vi fi afforl.a- 
';;.."'. v,. rono il mcglio:) che porerono. V'a(.corlÚo i Pavdì coUa 1010 ,Ar: 
ReI'. lr.r1.;c. mara; (g) ma 0 perchè non (j attcntalOno, 0 perche .11 1\Jarchelc Jt 

g.) O:ro , Monfcrraro per fuo! fegreti fini Ii dtlru4lè, fe ne rornarooo lOdlcrro 
;;;
e1:u
l- colle pive nel facco. Ciò udiro dd., i Mllanefì, che. di.mzi, a\'e:.no r
- 
.
rJ' J, VI. chi:1ffi.1to da TOfrooa qucl carpo dl genre knza efl
re tia[l ubbld,(J, 
}..tr. l:.,lic. fc IHcndo Ii, ani mati a foccorrere una Cinà, che per 10ro amolc s'l"fa 
facnficara, n:lcquc in lora gran voglia dl nfahbncarla, e a (jud
o bne 
fpcJJrono colà Ie genri di Porta TlclOe[e e V ercellina, (he f1 dle- 
dero a Timerrere in piedi Ie mura. Succdfivamenlc VI rnanJarono i 
foJdati dl due alrre Porre. Ma eccmi nd dl 2f. di MaggIO J' ckrc.:lro 
Pave[c venire a rrov.arli. Ufclrono JI1 campagn. i Mllandi, c 1i af- 
fr0ntarono co' nerrnci, ma infine [oCCO 10m lo! mala fOI t Ul\ol, c il dare 
aIle gambe con la[ciart: in prcda de' P
v('fi [Urlo il 101'0 equipagg'o, 
"lut a molti UCCJfi 0 rrefi. In q,udlo fquO d' armi co j MJlan.l II Li 
uo- 



ANN A LID' I TAL I A, 417 
trovo 10 fidTo ûrcone Morena I florico. N el dì [c::gueme diedcro i E A A Volg. 
Pavdì un fiero arTðlto alia Cirrå, e v' cnrrarono anche due b,tndinc ANNO uS'S. 
d' em, ma furono refpmti con bravura. Elfendo poi [ornati a Pavia 
i ncrOlci, anc{cro I Mllandì a rifar Ie mura e Ie fofiè di Touom, 
tune aile loro lþefe. E qudlo p.lfTJva in hali.t. D... che fu in Ger. . 
mama I' Augulb Federigo (a), all.. mt.tà d' Ouobre tcnne una gran 
a' O/

 F;,. 
Dicta in Rdt.sbona, dove dlede 11 polTdfo ddla Rtviera ad At'rigo 
:j;:: '
ri
 
Le0fi8 E.th:nlë-Guclfo, Duca di Saífonia, c amm1fc all' udlenza Cfebaldo Jtriri l.l. 2.. 
f/4co'Vodi Verona, imi.HO dalla lu.. Cirtà a fcufarfi cd umiliar/ì. Nè up, 2.9. 
v' åndo mJ..rno. (:It) In gratIam, J;.ce O[[one da Fri/ìnga, recepul eft 
Pelon:'J, N am & maglJam peCU1Iia191 dedit. ac militiam, quam habit e po[- 
Jet, contta .I.",rJediolanenfès ducere jacramento jirm:i'Vit. 


Anno di CRISTO MCLVI. Indizione IV. 
di AD RIA N 0 IV. Papa 3. 
di F E I) E It 1 G 0 I. Re 5. 1m peradore 2. 


N EUa Primavera dì quelP anno I' lmperador Federig{J ce!eòrò in 
\V irn.burg Ie rue nozze con Beatrice Figliuola di Rinaldo Conte 
òi Borgogna (J>), che gli portò in dote molti Suti. Vennero m qudli 

 ldtm 
tempi gll Amhafciatori del Greco Augufto Manuello Comn-eno, ß'la ' . 1. c. 30. 
non furono ammd1i. Curiofo è il monvo, chc ci vicn quì narrato da 
Quone Frifìngenle, per cui fvanì tuua la prcce-deme amlcizia e con- 
fìJenza, cne palfava tra i due Impcrj Occidentale ed Orientale. Sia 
vc:ritå 0 bugiJ, fu rappr
fenta(Q a Fcdengo, che i Greci; allorchè 
egli palsp da Ancona, aveano deílrameme colta una Lettera figillata 
cul hg,llo d' efTo I mperador Fcderigo (quafichè niuna di quefte Let- 
tere 1i contèrvafTe nella Cone di Co/\antinopoli) e s' erano ferviu di 
qud Slgdlo app licato ad altra Carta, fingendo, che Federigo avefT"e 
cO\1nduta al Greco AUðu{lo Ja Campania e la Puglia, per tirar dalJa 
iua I Poroli di queUe comrade. Con qudh [rode, e con gran pro
 
futione d' oro guadagnatl non pochi Baroni di I-uglia, s
 erano f.nri 
padlOni dl 11!1 6ran tr.1[[O di paefe, e fpez.ialmente di Bari Capit&l 
ddla (JrOVI11Cld, dove era morto 
Ichele Paleo logo , Condortiere di 
quclla 1mp.rda. Corte anche voce in GermaOl.!, che GuglielmI Re di 
S-Iclha folIe Ð m,tncato di \lIra, 0 impazzi[O. E in fatu abblamo da 
Ué,,,nc F..I.ando ,(c), che Guglielmo nt:II' a
no addietro per amficio (d Rllgø 
Òel luo dlskdle )1 a\Toflto c.:d -\ mmlragllO Malone fe ne nette, C0mc !
lland"$ 
clHuto_ nelle lLauze del Cuo P.Ü"Zl.O in Palermo, fenza dare udienza a In chron. 
chi 


(:It) Nella fila grtnia fu ritlfl'JJa Peronll. /mftroccEè e gran denaro diede, 
e to,] ",rU1 ameTlfo promejJì dj 
ondurre flntro i Mi/(Jneþ /a miliÛII,. 
,I;e posr:ffe aver,. 



438 ANN A LID' I TAL I A. 
EI\I\. Vol
. chi che fia, fuorchè ad dfo Maione, e ad Ugone Arci<:J
fcDvO di quella 
i\NI\O 11 s6. C:
tta. Ora, ben
hè I."cdcngo odiaíre non P?CO, il ,Re Gughelmo, pure 
pm r.\bbla In IUl cJglonava Ii l'cJerc, che I Grccl, (10t':I11.3 magolOre 
e capace dl far magglori pl"\1grd1ì 10 haliat) avdJÚø ulinpJtil. 
l
 Pu
 
glia; e però chiam,mJoh trad ItU 11 , già fi dlCponcva a tornare in ha- 
l1a per muovcre guerra comra di loro. Ma da che intefc, che Gu- 
glielmo era VIVO, e iàno dl mCl1
e
_ e che alrra fJccia aveano prda 
gli affan dl Pugh
" fi,c.::ome dlro, ira poco, fmontò da quel d,[egno, 
c lolameote nvuUc 1 .1UOI penficn contra de I\llianefi, chc crano in 
fua dlsf;razla, con fare i preparamcmi necc.t1àrj per talc impre[a. 
Ora è da faP.t:re, <..he, per atteliat,o del fuddcrto Ugonc Falc.1n. 
do, mohe tr.lme turono fane dal menz.lonQto Matonc contra di non 

ochl Baroni d
lla Sicilia, I q
ali giunláo a nbcl1
rlì con gran con- 
tuhone dl cole In Pakrmo, C In altn Luoglu. Scrvlfono tall fconccni 
a I\'t'gllan: l'addormentato Guglielmo, chc: 
on arri\<ò giàpcr quelloa 
C0null:cre, quai m01ho c:gh lt
nclre apprdlo nella perlmla d-i Maione. 
RlldPUtO bt:JlSI finalmeme il grave stalci,I01cmu de' ruOl aff.lri 10 Pu- 
glla, iì apphco tollo al riparo. 11 Cuo primo rCm<ltlvo fu qucllo di ri- 
(a) CAul. mcw:rfi, Ie potea, in grazl4 di Papa Adriano (<I), e (ante PIÙ pcrchè 
1: 
;=go;;
- Ii, venne a faperc, 5 he r Imp
rador GI.cl:O fact'a .p,roP,o{ìZI
n.1 mgorde 
,driAni lY. dl danuo al mcdehmo Pontcficc per otLL.ncr tre Cltta maritime, con 
promettere ancora di dargh tah forze di gLnte c d' oro, da potere cac- 
ciare Guglielmo dalla SIcilia. Venuto dunquc a Salerno invlò at Pa- 
pa 11 V cleovo Ektto di Cat,J.nia, cd aIm ddla JÌ:Ja Cone, con plcni- 
potenza dl far pace colla Cluefa Romana, oJfc:rendolc il danaro elibiro 
dol i Ç7reci, tre Terre per h danIH d...u, omagglo ed ubbidienza, e Ia 
libcnà delie Chide. NOll pretio tè:de a CUU4 pnma it Pomcfice A- 
driano a quelte propoliziom, e per èhlJ.rtrlcne mVlO a Salerno Ubald. 
Cardinale dl Santa Puffcde. Accerto\1ì cgli, tuuo eírere vero, e il 
Papa' uovando\'i del vamaggio, mclinõolva torte. aHa concordia, Ie non 
chc gh fi oppok la maggl\Jr polrte dc' Cardmali, che macinavano nella 
lor mente dclit: mutate grand
zzc, In mal11cra cne dilturbarono tutto 
il ncgo2.lat". Ebbero bl.:l1t: a pe.nuriì ddl
 loro ingordlgla, e a pro. 
vare, chc chi fi elalta, farà un.llLato, e chI lì u,milia, verrà c;;[altato. 
11 Re -uuglieimo, mdJo mii\. me un podelO[o e1crcito pcr marc e per 
(b' Il.Dm"- terra (b), ...ndo aHa volta dl Bnndlfi, occ
pato da' Greci, dol, dove fi 
AId, salerno ritirø Roberto <':onte dl Lorelcllo, con venue a Benevento. S.. teneva 
in Ch'Dn. tUUavla J1 CalieHo pel Re . Alkdiata qudla Ci[[à, i Grcci co' Pu- 
.AnDn'Jm. vlleli ufcirono in cam p o a p eno, e dledero bauaglia. Duro un l ezzo 
cafinmfis p ' fi d . , " 
;n ChrDJGÚD. dubblOlo 11 combatumentû; ma 10 fine I. VI[[orJa 
 lchlarg m avore 
'Jot.Ann, il, di Guglielmo. MOlta N oblltà. de' Greci fu iVl I?rela! ed in\'J.'1ta ncllct 
CmanD. careen dl Palermo; gran bott/Oo di danaro e dl naVI fu fatto, c nac- 
qUlltata la Lltta nd di 2.8. dl Molggio. .A non POChl anc
ra dc' ßa- 
rOIll Puglicfi nbeIh IoCCO la dlsgrazla dl colder nelle roam del Rc. 
TOlta tu old alcuni la vita, ad aIm la vitia. CIÒ fatto, marclo egli 
alia volta di Bui eol 
ittonolo c1ercito. U[c1rono i Cittadim ad 10- 
con. 



ANN A LID' I TAL I A. 439 
comrado [cnz' armi, c in abito di penirenza, chiedendo mi[ericordia. E!\ A VoIg. 
Ahro non orrennero dal Re, troppo fdegnato per 10 .fmantellamento AICNO II s". 
della fud. Cittadelta, Ce non 10 fp:uio di due giorni pcr uCcire delta 
CJUà can quanto poteano afponare. D'ìpo di che fpianate prima Ie 
m ura, fu quclla dianzi sì Cuperbt\, sì popotata e ricc;r Cinà ridorta in 
un rnucchio di pietre, e divifo ii fuo Popolo in varie Ville. Un sì 
lagrimevole fpettacolo f
ce, che non tardarono I" altre Città della Pu- 
gha perdute a rimetterfi in grazia e fOHO il dominio del Re Gugliel- 
mo't il qU:11e continuò il viaggiß fino a Benevemo, dove i più de' Ba- 
roni fuoi ribelli s' eraM rifugiati. 
Tal paura miCe il fuo avvicinamento a R()btrt() Principt di Capoa, 
òimorame in eflit Città di Benevento, che non credendofi íìcuro prefe 
h\ fuga. Ma nel palTare il Garigliano" tefoglj un agulto da Rícca1.tffJ 
de1l' l\quila Conre di Fondi, fu prefo, e poi coofegnato a Guglidmo. 
Can queno tradimento Riccardo rientrò in grazia dc:1 Re; e Rob
no 
inviato prigione a Palermo, ed abbaein:lto, fil1ì poco apprefro nelle 
miferie la fua "ita. S'interpoCe il Pom("nce Adriano, che fi trovava 
in Benevemo anch' egli, per falvare Roberto. Conte di Lnritdlo, An- 
drea Conte di Rup,ecanina, 
d alai Baroni, che erallo prdfo di lui 
chiufi in quella Città, eq il Re fi contentò di non mo\eftarli, purchè 
ufcilfero fuori del Regno: grazia di cui non rardarono a pr(:valerfi . 
E allora tù, che-- eITo Pontdice, ehi,trito delle umane vicende, e pen- 
fando al fuo fla[O, mandò egJi fieITo a ricerear quella pace, p
r cui 
pochi m("íì pnma era flaro fupplicato. Inviò dW1quc: i Cardinali Uhal- 
'0 di fanra Pra{fede, Giulio di S. Mucello, e Rolando di S. Marco al 
Re Gugliel mo, per avvertirlo da parce di S. Pietro di non offendere 
Bcnt:vento, di foddisfare per Ii d.a.nni dati, e di confervare i fuoi di- 
ritu aHa Chielå Romana. Furono effi benignamente accolti dal Re, 
intavolarono. il tra[[3[0 della Pace, e do po mo1ti dibattimenti fu e{fa 
conchmlå. Mcdiatore fra gli a1tri ne fu Romoaldo I1rcívefcl/'Vo di Sa- 
lerno, que! mede Ii mo, che ci ha la(ciata la fua Sroria, da me data ' 
alia luee. Rapporta il Cardinal B,lronio (0) il Diploma del Rt Gu- (a) .iar&". 
g/itlmo, che contlene Ie coodizioni dell' accordo, e con e{fo s' ha a eon
 Annal. Err. 
frontarc CIÒ, che ne fcrivono alcuni moderni. Si obbligò il Papa di 
 j}URr 
concedere al Re 1.' I nve fiitura dd Regno di Sicilia, del Ðucato di mmm. 
Puglia, del Pnn
ipato di Capua, Napoli, Salerno, C' Malfi, ficcome 
:mcora dclla Marca, edell' aJcro paefe, ch' egJi dovea avere di quà d... 
Madi. E il Re fi obbJigò a prellargli omaggio contro ogni perfòna" 
e a giurargh fcdeltà, con pagar ogni' anno il Cenfe di fecemo Schifati 
per la Pugli14 e Cahbna, e cinquecento per la M:lTca: cofe tutre efe- 
guite dlpol nella.. Chlet:t di S. Marciano fuon di Benevento, dove alia 
prdcnza di molra Nob,ltà e PopoJo diede Guglielmo il giuramenro 
a' pledi del Papa, e ricevette l' InvcO:itura. Sotro il nome di Jtfa.rca 
è da vedae, che pade folfe aHora difegn
to. Forfe quellil di Ch,eri 
 
non otmdo io jþi
gar ciò della Marca di Camerino, che è la fidTa 
c.on quclla d' Ancona e di Fermo. ConfC'rmò Papa Adriano IV. con 
fua 



EllA Vol
 
ANNO I I )6, 


(a) Cardin. 
de Araj,on. 
in Vita Æ- 
tirian. 'LV. 


(b) sire 
Raul HiP. 
Tom. V J. 
Rer. Uatie. 


(c) .Ann.tles 
Placenti,,; 
Tom, XVI. 
1l.er. -'Jtalic. 
(d) Da"du- 
Ius in ehron. 
T,m. XlI. 
Rer. Italic. 
(e\ Malve- 
Ú"s i" ehr. 
llrixian. 
Tøm. X/Yo 
ReF. 11,%/ic, 


(f) Caffari 
.Annal. Ge- 
numf lit.. I. 
Tom. VI. 
Ber. llaJi" 


+-1-0 ANN A LID' I TAL I A. 
fUJ Bolla, rifcrita parin1cnre d.tl Cardin;tl Buonio, la concordia [ul.. 
dcna, concord'a nand/meno, che ddpi;lcque ad alcuni dc' CardlllJli 
e multo più all' I mpaaJor F
Jerigo, che fi vcdea prechuo Cot1 c.b 
I' adito ana meditata guerra di Pu
!Ja. Di grandi regali in oro, ar- 
gcmo, c drappi di feta ]alèiò il Re GUBlidmo a] Papa, a i Cardi- 
nali, e a tu[[a la Corte Pontificia (4), c poi fe ne andò. Da Bene- 
Vento venne ii Papa alia volta d. RamJ, con pa!1are per Mome Ca- 
fino, e per Ie montagne di Madi. E perclOcchè la Città d' Or\1iero, 
per lunghil1ìmo tempo (ottratra alia giurisdizione delJa Chie[a Rama- 
na, era (orn:ua alia fua ubbidi
l1za, v,)lle il buon P<'1Otehce con(òlar 
que' Popoli coll:1 lùa pre [en loa. Con (ìngolar onore quiv. ricevuro, alia 
venuta poi del verno pafsò alia volta dell' ameno e pOt)olatE) C dlcllo 
di Vitcrbo, e di I:ì aRoma, dove p,lcific1mente allnggiò nel Palaz- 
Zo L.!.teranenfe. Nell' anno prcf.:ntc i M rlancfi, ricevuro qualche rin- 
forzo di genre da Brefcia, 
onrinu ,rono Ia guetra contro a i Pavefi (h).- 
Pref
ro loro \.arj Luoghi, c fra gli a1m il tòrre Gdte]Jo di Cereda- 
no, nun avendo orato i Paveft e Novardi, benchè ufClti in campa- 
gna con turto il loro 5forzo, di vcnire ad akun fatto d' :urnl, nè di 
[cnt:lr di foccorrere quell a Terrd, che poi, fu [pi mata. Andarono al1- 
Cora i Milandi nella Valle di Lugano, e [uJgerurono circa venti di 
que lie Cafteila. Scguì ancora un conßJ(ro fra eíli e i P.lvefi, in cui 
ebbero ]a peggio gh ulrirni. Srudiaronfi in quefti tempi i Piact:n(lOi (c) 
di foninear la 101'0 Cmà con buone mura, rorri, c foffe, bd1 pre- 
vedendo i malanRi. che fovraftavano alIa Lomb'irdid per h ribeillon 
de' Milaneh. (mama dledc fine a'{uoi giorni Domenico J.1orojino D0gC 
di Venel..a Cd), in cui lu 190 fu [ufiituito J'it
/e Michlle ll. il qUJI(! 
non tardò a far pace co i Pjl
ni. Nell' ann\J pre[tnte :mcora, fc è da 
preftar fede al.lla Cronica di Jacopo Malvezlol (e), I Bre[ciani per ca- 
gion delle Callella dl V olpino 
 Cer
rell
 mCllTcro guerra. a i Berg
- 
mafchi. Vennero alle mam coil efercl[O d dli neJ M
[e d, Marzo VJ- 
cino a Palulèo, cd infigne vltroria n
 riportarono col far prigloni due 
mih e cinquecemo Bcrg,lma(chi, e prendere il loro princlpaJ Coofa- 
lone, che portato neJla Chidà de'Santl F3UftlOO e Giovira J ogll' anno 
neUa gran [olennnà fi, fpiegava. 
 l1' 
n
onrro feccro i Gt:n\lVt. fi pace 
e concordia con Guglielmo Rc: dl SICJ!U\ (f), e lor ne venne mo]te 
vamagglo cd onore . 


Anno di C R 1ST 0 MCLVI I. Indizione v. 
di A DR I A N 0 IV. Papa 4- 
di FED E RIG 0 I. Re 6. 1m pcradore 3 
 


D Appoichè Papa Adriano :1v<:a fl(t
 coIl' Augufio Fetlerigo r
l1
e 
doglianze di Guglielmo Re dl SIClha, ed era rdlaro con 1m, U1 
concerto di fargli gucrra: cola che Fcdcngo non avca potuto e(cgutre 
dopa 



. 


ANN A L J D' I TAL I A. 4+1 
dopo aver prefa la eorona Imperiale a cagion delle malatrie cntratc EllA VoJt. 
neH' dacito [uo: renò forte elàeerbato .eOo Imperadorc: all' udire AN:<e lIn. 
nell' aono pre
edente 1.\ pace data dal Papa a Guglielmo con accor- 
òargli il titolo di Re, tcnza participazione alcuna cd alI"enfo fuo. Adi- 
nao perciò fin d' allora comineJò a far cono[eere il ruo mal taleoto 
contra d' e<<o Adriano ca1 difttcultare a gli Ecclelia{hci del Regno 
Germanieo di pa{fare .11a Corte Pomificia per ottener Benefizj, 0 per 
altri affari. MotTo da qucita non piceiola no\'ità Adriano fpedì nell' 
anno prefeote due Cardinali, cioè R()land(J Cancelliere, e. Bern!!rdo del . 
titol/) di SIn Clemente alia Corre Ce[area (a). Correva 11 Mde d' Ot- (3.) RAdt'IJl- 
tobre, e Federigo ^ugu[lo 5' era ponato a Belånzone per farfi rico- ';6 it, <?e
. 
notcere padrone del Regno dell a ßorgogna, ficcome in fatti otcenne, lib: ;:I::1h . 
avcndo in perfona 0 pcr lenere preíbu a lui ubbidienza gli Arciyc- 
fcovi di Liom, Pienna, Aries; i Ve[covi di J7aJenz
, d' A'lJignone, e 
ò' altre Città. Era concor[a a Befal1l,one gran fûrcf!:eria per vcder I' 1m- 
peradore, e per affari. V' erano Romani, Puglieú, Venez.iani, Lom- 
bardi, Franzefi, Inglefi, e Spagnuoh. F'urono ricevuti onorevolmentc: 
i Legni A pollolicl, i qua Ii pre[ë;:nrarono a Federigo una Lettera del 
Papa, conceputa con gravi ri[entimenti, perch' eOo Imperadore non 
ave{fe finora gafiigato quegli Ccellerati di Germania, che avcano prefo 
e me(fo in pngione Efqllilo Arch'efcovo di Lunden in Svez.ia (e non 
già di Londra come immaginò .il Baronio) nel ruo ritorno di Roma, 
can ricordargli appre{fo la promezza, can cui e{fo Pontefice gli avea 
conferira 1'1 mperial Corona; del che non era penti[o, nè Ii penti- 
rebbe, quand' anche majDra Bme.ficill Excel/en/is tl((1 de NltJnu noflra fa- 
fcepiJJet. Letta la Lenera, e fplegata a chi non fapeva j} Latino, ft 
alzò un gran bisbiglio nell' :lfiemblea a cagione de' termini forti in 
e{fc\ adoperati, ma prineipalmente per quella parola di Ben'1fic;a; che 
fu pre[a in [enCo rigoro[o, quaúehè adoperata nel fenCo de' LeglLti , 
pre{fo i quali fignifica Feado, e voIetTt: il Poncchcc far fapere, che 
I'Irnperadore dalle mani del Papa riceveva in Feudo l' Imperio. Die- 
de motivo a tale imerpretaz.ione I' aver veduto in Rorna una Pittura, 
rapprefencante nel Palazzo Latcranenfe l' Imperador Lottario a' piedi del 
Papa, con quefii due verú [otto: 


REX VENIT ANTE FORES, IURANS PRIUS URBJS HONORES, 
POST HOMO FIT PAPÆ, SUMIT QUO DANTE CORúNJ\M. 


Qlell' Homo vuol dire rajJa//o. Ne fu fatta dog\ianza collo fieß"o 
Papa Adriano, che avea prome{fo dl farla cancellare. Uièirono parole 
calde su quello nell' 1\ Gemblea, e 5' aumemo il tùoco, perchè dlco- 
no, aver riCpoll
 UnO de i 
egari: A quo ergo h:zbet,.fi a Domi1W Papa 
non hahet Impe1'lulJZ? A tall parole poco maneò, che OJ/one Conte POl- 
lat:no . di 
d.vicra [g
ainata .1a fpada non gli ragliaLfe il capo. QUttò 
Fedengo d cumulw, e pOI dlcdc ardine, che I Legati foIT'ero mcffi 
in ficuro, 3cciocchè nel di fegucnte per Ia più corta Ce nc tornafiero 
'rom. J7I. K 1 k a Ro- 



EllA Volg. 
ANNO lIS]. 


(2) Otto tI, 
[Anflo Bja- 
p, in ChT. 


(b) siT, 
R.Aul Hi}. 
Tom. V I. 
R.,,.. It Ali,. 
0110 M,- 
nnA RiftoT. 
LallJenf. 


(c)-1"on)'",. 
CaJmtnJI1 
in C/,,.oni,,. 
'joh"nn. 
J, C,ccano 
Ch,.onicon 

11.f"n'v" . 


4'P. ANN A L J D' I TAL I A. 
aRoma. N ?tificò poi efTo I mp
radore quefto avvenimc:nto can Cua 
Lcnera Cparla per tUttI la. Germania, lamcl1ra"d.Jfi del tåflo de i Le. 
gad, e dd poco nfp.;tfo a lui moll:rato dal Papa, con agglUgnere, 
eUàfi trovati pre(fo qu:::i I.eg:ati non pochi fogli in bianco figillolti, 
per porere a loro arbitrio Ccrivervi qud, che voleano, per accumular 
d.mari, c fpo61iar Ie Chicfe del Regn0. Si vede che tamo II Papa, 
qUl:1CO 1'1 mpc:radore erano inclinui alh ro[tura. L' avere il Papå dana 
fuJ. i
 porente Re di Sicilia, il facea parlar alto; ma qucfia lora con- 
cordia quella appumo era, che a Federigo maggiormeme movea la bi- 
l

 Nè I?_ancavano i Baroni Pugliefi rifugiati coli di accenderla vie. 
plU con IIpatlare daperrutro del Papa. Ononc d:a S. Bi
gio (..) mette 
I'avvcnimemo fudderto fotto l'anno IIf6. ma Radevlco, Scrittorc:di 
rnaggior pefo, [otto il prefente. 
Du
ando tuttavia la gllerra in Lombardia, i Milanc:fi farw un 
grande sforzo contra de' Pavdì, con qualchc aiuro an cora de' BH:-fcla. 
fli, e dato il comando dell' Armata a Guido Conte di Biandrate, nel 
Mefe di Giugno, ti portarono alia volta di Vigevano, Terra infignc 
de' Pavefì, aHa cui difera s' erano poni Guz,liel11l0 Jfat'chcft Ji Monter- 
raro, Obizzo MzJa(pinfJ Marchefc, che dovea aver cangiata caCacca, ed 
a1rri Baroni (b). Difirufrero il Caftdto di Gambalò, aíTediarono di- 
poi Vige\.ano, e tanto 10 tennero tJretto, che per mancanza di viveri 
10 afirinfero alIa refa, e diroi 10 fpiaoorono. Seguì in tal congiul1tura 
un accordo fra i Milanefi e Pavefi, che durò ben poco. ûuone Mo- 
rena ícrive per colpa de' Milanefi, e Sire Raul per mancamenro dc' 
Pavefi. Perciò il Popnlo di Milano, che era torn:)[o a cafa, di ouo- 
va ued in campagna, e paf1ato in Lomellina, feltlli/lìmo p.aefe già 
talro d1 i Pavefi a i nobiti Conti Palatini di Lombardia, fi dicdcro a 
rit'dbbricar ta Tern di LameIla, Capira1e a1lora di, qu
lla, Provincia. 
N1"'1 medefimo tempo maggiorrneote accalorarono 11 nf;ïclmento e Ie 
fortificazioni di T ortona. di Gagliatc, Trecate, e d' altri Luoghi; Fe. 
cero di buane fofiè a Milano di maniera che per arrelhro di Sire 
Raul; in talr f.aturc, e nel rï'mettere de i fortiffimi Pomi Copra i Fiu- 
mi Ticino & .'\dda, [perero più di cinqu:anra mila Marche d' argento 
puriffimo. Si moffero contra di lara in que{1:' anno i Cremonefi j ma. 
fènza alcuna imprefa di rilievo fe ne ritorf1arono alia loro Ciuà. In- 
tanto gl' iofdici Lodigiani, Cecondo l' a{TerÚone di Ortone 
orena? 
Storico contcmporanco di quella Cirrà, furono can aggravJ nuovi 
maggiormente afRirri dal Popolo di Milano. Non fi sa, che in que,l!' 
anno il Re di Sicilia Gu
lie/mo a1cuna imprefa f.'lce(fe. Perduto ne' pla- 
ceri, 'e ritirato nd fuo Palagio di Palermo, lafciava Ie redll
i aU'!
de- 
gllo M:lione fuo Ammiraglio, il quaJe gli dovea lodar Ja vua rJurata 
e 111fTuriofa de i Sulrani Turchefchi, per farla egli intanto d. Rc, c 
per continuare in quelli tempi la perfecuzione contra di qualunque B
- 
rone Siciliano, che fo(fc 0 parefre comrario a' fuoi valeri e dlfcgm . 
1\1a ocl !\Jefe di N ovembrc AndmJ Conte di Rupecanil1a (c), uno dc
 
B.uoni di Pugli:! ribclli, che dian7.Í era fuggito fuori del Regno" VI 
torno 



ANN ALl D' I TAL 1 ^. 4-1-3 
tornò per voglia rnafiimamenre di ve ndicare i
 tradirnent<? fatto a R u V ". 
"erlo Principe di Capol dol Riccardo dell' AqUIla Conte dl Fond., Un' , '01,,". 
egh una picciola Armata di Romani, Greci, e Pug:iefi, e crIB c(fa 
enrrato net Contado di Fondi, 10 prete infittne colla Città d' Acqui- 
no e bruciò il Traghetto, dove tradito fu illuddetto Principe di Ca- 
po;. Conferrnò Papa Adriano in quefi' anno 1/7. Idus No'vembris, 
ftando nel Palazzo Lateranen(e, i Privilegj a Guifredø Abbðfe del Mo- (a' I..tiqu 
niLl:ero di S. Dionifìo di Milano J. come cofia da fua Bolla da me data It'!, "UI'" 
aHa Iuce (.). Dif{tll. ;0 


Anno di C R 1ST 0 MCLVI I I. Indizione VI. 
di AD R I A N 0 IV. Papa 5'. 
di FED E RIG 0 I. Re 1. Imperadore 4- 


L 
 Anno fu quefio, in cui Federigo lmperadore determinò la [econds 
fua venuta in Itaha, per domare i Mllanefi, Brefciani, e Piacen- 
tini ribelli alia fua Corona. A quefi:o fine mife infieme un potemiffi- 
mo efercito, e ne fece la maffa tie' contorni d' Augufia. Erano già 
tornati aRoma i due Cardinali Legati, rirnandati indietro daB' I m- . 
perador Federigo (b), ed avca
o riempiu
a Ia Cor
e. Po.ntificia di Ia- 


 Ie.
:;
 
rnc.mi per l' affronto lor fatto In Gerrnama. Fu dlvlfo Jl Clero Ro- Fridtric. 
mano; l' un!t parte accufava di mala condotta i Legati, con dar ra- lib. I. c. 15> 
gione aU' Imperadore; e I' altra lòfieneva il lora operato. Sopra di 
ciò Papa Adriano fcrHfe una Lettera a gli Arcivcfcovi e Vefcovi di 
Germania, gravida bensì di Iamemi per 10 ll:rapazzo fano a i (uoi Le- 
gati; ma con raccomandarfi, chc placa{fero e meudfero in miglior 
femiero I' Imperadore. All'incomro quei Prelati gl'inviarono una ri- 
fpolla aß:..i vigorofa in difefa della DJgnità Imperidle, rilevando fopra 
tuna l'infolenza di que' Ve.-fi, e di quella Dipinrura, che dicernmo 
ofTervata nel Palazzo Lateranenfe, .Ia quale non dovea peranchc e{fere 
fiata abolita, e toccando anche gIJ abufi ed aggravj inrrodCltti l1elle 
Chiefe della Germ:mia da i Mimthi della Curia Romana. Perciò if 
faggio Pontefice, udendo, che Fedcrigo fi preparava per tornare coIl' 
armi in ltalia, giudicò meglio di [morzare il nato incendio con invia- 
re in Germania due altri Legati più prudenti, cioè Arrigo Cardinale 
de' Santi Ner
o ed Achilleo, e Giacinto Cardinale di Santa Mar;" della 
Scuola Greca, de per viaggio furono prefi, (pogliati, e poHi in 
prigione da due Conti del Tirolo. Furono pni rilafciati, cd Arrigo il 
Leone Duca di Baviera e Saflonia fece poi un' efernplarc venèetta di 
que' Nobili rnasnadieri. Trovarono qudti Legati Federigo ne' contorni 
d' Augufia, cd .amrncffi all' udlcnza, gli parlarçmo con gran ri.."erenza, 
e prelentarongli una Lettera manfueta'dd Papa. In e{fa egli fþieg:o:va 
la parola Beneficium, dichiarando di non aver mai pretefö, che l' I rn- 
perio fo{fe un Feudo. Ba1tò queUo a calrnarc: l' ira di Federigo; ed 
Kkk 2. a\'en- 



444 ANN A L t D' I TAL I A. 
ERA Volg. avendo egli pofcia dato hUl"ln feftt) ad a1cune altre differenze, che p:ar- 
ANSO IIs8. fwa
0 
ra lu; {' la CnHC dt Rom
, fu 
inabilita la pace, e i Lcgati 
content!, c f1C'btlm:::r.te r:-g;:i::u, Ie ne rnornarono aRoma. t\ Yea già. 
l' \ugnfio FeGengo fpediri in Italia per pr
curfori alia fua venura Ri- 
naldo luo Cancelli,'r", e OttOll Conte del Palazzo. Quefti verfo Ja 
Cl1iuf.. full' Adrge s' impAdrnlliruno del Ca{lello di Rivola, importanre 
per la lìcurezza 

I pafiàggio dell' Armata. Giunti a Cremona, quivi 
tennero un g.: 11 Parlamemo, al qm.le imervennero gli t\rcívefcovi di 
Milano e dl RavC'nna, quindici Vefcovi, e molti Marchefi, eomi 
 
e Confoli delle Cutà. Vifitarono dipoi I' Efarcaro di Ravenna, e neU' 
andare alia volta d' Ancona, fcoprirono, che i Greci aIlora dominanti 
in Qudla Città, aíroldavano gente fotto pretefio di volere far guerra 
a Guglielmo Re di Sicilia, ma in f..rti con dife
no d' impadronidì d' al- 
tre Città maritime dell' Adriatico. ^ m:m larga fpendevano coJloro, 
e però vi concorrea po polo da tutte Ie bande. I Lcgati incomrarifi 
nel camrnino con Guglielmo Alaltra'Verfer (vuol dire Radevico da crra- 
'Verfara) il più nobile de' Ravennati, gli fecero tal paura, cl1e non 
pensò più a trattar co i Greci. Arrivati poi neUe vicinanze d' Anco- 
na con un drapeJl<? d' armati, ne chiamarono fuori i Minifhi del Gr
co 
Augufio, e fecero 101"0 una calda IiÍpaírata con varie minaccie, in gUifa 
tale che i medefimi fientarono 1d ifcufarfi. Dopo ciò [en vennero qu
' 
Legati a ripofare in Modena. Divifo in vari Corpi l'immen{o Cuo 
cfercito, Federigo parte ne inviò in Italia pel Friuli, parte pel Mon- 
giv}, altri per Chiavcnna, e pel Lago di Como. Calo egli tieíro per 
la VaIle di Trenro col fiore dell' Armata, feco conducendo Uladislao 
Duca di Boemia, a cui poco prima avea conferito Ie infcgne e il u- 
tolo di Re, Federigo Duca di Suevia, FigJiuolo del I
 Corrado, Cor- 
,'ado Conte P.larino del Reno fuo Fratdlo, con varj Arcivefc,ovi , 
l\1Jrchefi, e Conti. 
La prima Clttà, in cui ful principio del Mere di Lugtio fa fca- 
ricò queClo tcrribil ncmbo d' armati, fu Brefcia. ßenchè fort
 di 
mura, benchè provveduta di gran copia di foni Ci ttadini, (.) (ec:;.e 
ben qualche oppofizione fuHe prime al Re di Bocmia, cbe non tardò 
a deva{lare i fùoi contorni; ma giunto che fu l'ImperaJore in per- 
rona, e fermatoh circa quindici giorni in queHe parti, oon faccheg- 
giare e bruciar moire Callella e ViIle, mandarono i Bre[ciani a trat- 
tare d' accordo, e con dargli fdrama ofiaggi, e una groíra fomma di 
danaro, fi procacciarono il perdono e la pace da Fcderjgo. Se vo- 
(b) .AbhAS gliam prefiar fede al racconto dell' Urfpergenfe, (b) pagò qucl Po- 

Trfptrttnf: polo fe.l!antß mi/tl 
'11arcbc J' argent'; ma f}r{e quel [e.l!anta cade fopra 
C!! c: ron". gli ol1:aggi, [
mbrando ecceffiva una tal fomma, giaccl1è vcdremo in 
breve, quanto meno cofiò a i Milanefa il lora accordo. Sundo (ui 
Brcfciano rubblicò I' Augufto Federigo Ie l.eggi militari, riferite da. 
({:) Rllåt1Ji- Radevico ((), ed intimata la guerra contra di I\libno, fu coofigJiato 
(1;1, Jt,
tO. da i S:1vj e Dottori d' allora a citar prima quel Pop'Olo, r
r pote
 
fl,d;rICl 1 :. rroflèrire kgitrim,tmenu: la fentenza contra di 10H
. Comparvero gh 
I. . ç. . A vvc- 


(a) au, 
MOrln4 
Rift, L4U- 

mf 



A N )l A LID' I T ^ L I ^. "4-4 f 
A vvocati l\'1i1anefi, sfoderarono Lcg{?i e paragrali con gr:mde do- Ell. A V('I
. 
qu
nza: ma a nuna fend" Feccro eúbizlOnc di moho danaro al!' Im- ANNO 115 8 . 
reradore" Ii raccomandarono a quanti Pllncipi ivi crano: tuUO in
ar- 
no. Con venne 101'0 tornarlene colle rnani vote, e nd COAl1glio dc' 
riò valenti Giurifconfuhi d' Italia chi-amati colà, fu profferita cor.tra 
de' Milan( li Ja fentcfJza, e tutti rndìì tl bando dell' I mperJ
\. Incam- 
Dlinoffi dipoi. la formiddbil' Armata alia volta dell' Adda per p..lTar- 
10. (4) Non v' era che il Ponte di Ca(f.'1no, per cui fi potc:lìè tranfi- (a) Ott, 
tare; ma dall' altra pane dd Ponte v' era un buon corpo di l\1ila.-:cll J<!ortIl4. 
con alTai ffi mi Villani alla guardia: ficchè fi credette difperato il pal:" SIrt RauL 
faggio. Ma venendo il Re di Boemi
., e Corrado Duca di Dalmaz.ia 
all'ing'ù dietro it Fiume, parve lorb d' 
:':ere fcopeno un bel guado, 
e fenza penlårvi più che tanto, fpinfeJo I cavaUi neU' acqua. Molti 
fe ne annegarono, rna molti an cora faÌÎrono fe1icemente all' altra I iva" 
Villi cofioro di Jà dal Fiume, e ponatone I' avvJfå ai Mllanefi, che 
cufiodivano I' alrra tefia del Poote: addio, buon prò a chi cbbe mi- 
gliori Ie gambe. AHora con tutto -fuo comedo pa(sò }' Impe-radorc, 
eolla N obiltà per que! Pome. PaCsò anche p3rtC dell' efercito j ma 
ful più bello una parte d'dro Ponte pel troppo pefo h ruppe, e 
precipitarono in acqua mold Cavalieri e Scuditri. QIci pofcia, che 
crano già pa([ati, incalzarono i fugitivi MilaneG, ne. uccifero alquanti,. 
c molti De fecero prigioni. Ingrandì poi la fama ralmeme qucfio paf- 
, faggio, cbe l' Abbate Urfpergenfe (h) fpacciò, eßèrli accamparo Fe- (b) .A
ús 
derigo juxtø F/umen PadulJ1, in vece di dir pre([o I' Adda, e che Q1an- l!rfÞí?t
J. 

andogli barca da pafJare, Calito a cavallo di un trave, tòflenuto di In C røn",. 
'juà e di là da alcune afle, con pochi pafsò di là, cd alTaliti j nemi- 
ci, Ii mife, in fuga. Dovea 10 Storico pefar meglio sì bizz.arro avvc. 
nimento. Recato a Milano quefio inafpett:ato avvifo, quando G erecleva,. 
che il Fiume Adda avelTe a fermare i paffi èeW Armata nemica, riempiè 
Ji fpavento di lagrime, c d' urli il Popolo imbelk, e cominciò a fuggire 
una gran quantità d' uomini e donne plebce,. e fino gl'inferml Ii f.t- 
ceano portar fuori di Città. Alfediò Federigo il Cafiello di Trezza,. 
e I' ehbe in poco tempo a patti di buona guerra. Pa[sò di là. su quel 
di Lodi, ed cccoti comparire ana fua prcfcnza una folIa di poved Lo- 
digiani in abito corn}Jaffionevole colle Croci in mano
 chiedendo giu- 
fiizia contr-d de' Milanefi , che gli aveano cacciati dallc lor cafe, c 
tolti j loro beni. E' pur trOppo la vcrità. N eU" anreccdente Gen- 
mio aveano i Milanefi voluto obbligare il Popolo di Lodi a preHaro 
un nuoyo glUramento di fcde Ità. Erano pronti i Lodigiani, ma vi 
vokano infcrire la claufola (a/va 1mperatDris. fide/itate, fiante il giura-, 
mento da em fatto all' fmperadore con licenza de gli ftdIi ConColi di 
Milano. Ollinatifi i Milaoefi di volere una, fedeltà fenza eccezion di 
perfone, e mlOaccianào l' efilio e Ja perdita de' bcni: amò pill toUo 
quali (unO quell'infdice Popola di abbandonar Ie lor cafe e (e/lute.-, 
che di contravenire al gi.à fano giuramento j e fi riurò chi a PlZzi- 
ehcrronc" e chi a Cremon:t, ma con lafciar moJti d'dìì la vita in 
q
el- 



4f.s ANN A LID' I T ^ L I A. 
Eit A V, '
. 1uclle 'rat ti rer le troppe miftrie. Comp:1ffionò forte l' Jmperadore 
ANNO Ils8. }o, (Lit,-, lofelice di que} Popolo, e gli alTegnò un Luogo prdro il 
FlUme Adda, appellato Monte Ghezone, per potervi fabbricare la 
nuova loro Citti, giacchè i} vecchio Lodi, lontano di là quattro mi- 
glia, era flato diroccato da i MiianeLi. 
(a) R.rJev. Me(}tre fi tr:1treneva l' Auguflo Federigo ful Lodigiano, (II) ifpe- 
I. I. ,al. ]1. ranzito il Conte Eeheberto dl Butena di far qualche bel lItolpo, fenza 
chiederne licenza, fi portò con circa mille c:1valieri ben a.-mati fin 
-quafi aile pone di Milano. Ufcirono i t\1ilanefi per dlmandargli colle 
lancie e fpade ciò, ch'egli andaíTe cercando; cd attaccata la zuffa, 
che fu ben dura e fangumofa per I' una parte e per I' altra, refiò in 
dfa uccifo il Conte con Giovanni Duea di Traverfara, il più nobile 
dell' Efarcltto di Ravenna, e can altri. Si falvò con una veloce riti- 
rata il rimanente de' Tedefchi. Federigo condannò la di lui difubbi- 
dienza, e provvide per I' avvcnire. A veva effo Auguftn preventiva- 
(b) CalfAri mente m
ndato ordine pel Regno d' Italia, "(b) che gh arti all' arrni 
.AnnAl. Ge- venifTero all' one per I'imprefa d,i Milano. Però giunlèro colà affaif- 
nuen{. l. I. fimi arrnati dalle Citt-à di Parma, Cremona, Ptl'pia, Novara, .Afti 
Tom. .,.1. rT 1 ". C T.T: a-.'. P J r T? L R ' 
R It r ,ereed, omo, "eew:::.tl, .t.tI'Vlgt, ac>oj):
, ,erona, rfrrartl, (lvenna, 
frSir
 ;a':, Bologna, Reggio, A1odella, e Brejèia, e molti altri della T of can a . Erano 
in 1iift,r. a1lara [UHe qudte Çiuà del Regno d' Italia. Sire Raul fa conto, che 
arcendetrero a quindici mila cavalli, e foOe innumcrabile la Fanteria. 
Radevico folarnente fcrive, che I' armata paíTava i eento mila combat. 
tenti. Pafsò I' hnperaJore con queUo potentilIimo efercito all' affedio 
di Milano, fe crediamò a Radevico, nel dì 2j. di Luglio; ma più 
meritai:1o f
de Ottone Morena, che fcrive ciò fattn nel dì 6. d' Ago. 
Ho, e Sire Raul, che 10 riferifcc al dì r. d' elTo l\1efe. Imorno alia 
Città fu divifa in varj campi e quanieri l' Armata. Trovavafi quella 
nobilifiima Città gucrnita di ford mura, di altifiime [orri, e di u
 
profonda folTa picna J' acqua corrente. II fuo giro, per quanto fcrive 
Radevico, era plÌl di unto jiadj, del che io dubicerci. N lJlla manC:1va 
a i Cittadini dl valore e' dì fpcrknza nell' armi per ben difcnderfi. 
Fecero eghno una fortita vigorofa addoíTo a i Boemi, accampati al 
Monifiero di S. Dionifio; e vi fu afpro combattimento; ma accorfo 
l'lmperadore con a1tre mohe íquadre , fmono obbligati a retrocedere 
in fretta. Aveano eOì Milanefi potta gente alla difetå dell' Areo Ro- 
mano, che non era già un Cafidlo, come immagmò il Padre Pagi, 
(c) RAde
. roa una Fåbbrica di q uanro archi con Torrione di fopra (c), compo- 
Ott, Moren. R 
tla di grof1ìffimi rnarrni fuori di P?rta omana. yi alloggiavano qua- 
raota Sold:iti, che per ottO glorm bravarnente VI Li rnantenl1ero; ma 
non pott:ndo refìllcre al continuo tirare de' balellrieri, in fine fi ren- 
derono. CoJà lopra fece poi I' I mp
rador
 mettere una Petriera, che 
incomvdavaJone i Milancfì; ma qudti con opporne un' alrra, feccro 
sloggiare di Jà i Tedefchi. N on 
(1chi ahri fdtti d' armi fuccedero- 
no, che io tral.lfcio. Crefccva imanto nellt Clttà Ja penuria de'vi- 
veri pCI' la grom gentc, che vi s' era rifugiatJ. Enrrò anche una fiera 
epl- 



ANN A L J D' I TAL J A. 447 
epidernia in quel Popolo, la quaJe mieteva Ie vite di mctti. La 1\!ar- ERA Volg. 
tcf.ma, il Sepno, anzt tum: Ie Caftelh e Ville dd Jiltreuo i\Jih- ANtW 115 8 . 
ode al1d.waflO a facco, fcorrenJo dapcrrutto i Tedefchi, con tag!iar 
aoche gli alberi e Ie viri, ma più de' Tedcfchi sfogando i Pavc:f
 e 
Cremondi la rabhia I,>ro comro Ie cafe e tenure de gli emuli 1\11- 
lanefi. In tale (hto fi trovan Ia mifera Città, qu.).ndo Guid9 ClinIc 
.&:11 Biandrate, uamo faggio, c: che per l' onoratczza fua era egualmc.nte 
amato e {hrnatf) da i Tedefchi, cbe da i Milandi, entrato in Città 
con tal facondia pt'corò, che indul1ë: que' Ciuadini ad irnplorar la mi- 
fericorJi. dell' Augufto Sovran.o. Vennc;m dunque i Confoli e primi 
della Ci[fi4 a trovare il Re di B,)cmia, e il Duca d' Au{hia, i qUoI.li 
imerpofii fi coli' I mperadore ottennero il p
rdono e .Ia pace colle con- , 
.dizioni, che Radc:vico difiefamenre riferifce (
). Le prmcipali furono (a) R.lldtv. 
di Iafciare in hbc:nà Como e Lodi; di pagar nove mila l\1-1,rche d' ar- dt C}
fl. 'r;- 
genro, in oro, argcnro, 0 altra moneta j (b) di dare trecento oltag- :;;
CI:/ I. 
gi j di riiaCciare i prigioni; ch:: i ConColi farebb.:mo confi'rmatÏ da!l' (b l CaffAri 
Impe
.adore; che il Comune di Milano dimertercbbc all'lm?cp!.dore .Ann/II. Gt- 
Ie Rcgahe, come la Zecc:t, e Ie Gabdle i che fi ri mcncrc:bbòno i nutlff. I, I. 
Cremafchi in gra
ia d' eGò Augufto 
oI pagamento d.i ccrno v.emi 
:
. :;:i;;. 
Marche. Sottofcrma che fu dalle partl quefta conVenZlone nel di 7. " 
di &u<:mbre, l' Areivefcovo e il Clem colle Reliquie, i Confoli e 
13 Nobiltà, in veLle poiÌlivil, co'piedi nudi, e colle fpade (opra il 
,ceHo, e Ia Plebe colk corde aJ co])o,' vennero nel dì feguente a chie- 
dere ,perdono al vincitore Augufto (c), iJ quale s' era allomanato quafi (c) .AhilllS 
quattro miglia dalla Città per maggior fafio, cd afl1nchè palTalTero i l!rfptTttn.J. 
fupplichevoli per mezzo a i foldati sfilati per tuna la firada. Furono In ChrOnl'ð. 
poi rilafciati da i Mllanefi i prigionr, fra i quaJi fi contarono mille 
ft -^1o;t
. 
Pave". La bandiera dell' Imper:adore ,fu alzata nella Torre della Me- Tom: v/ . 
tropolitana di Milano, che era Ja più alta di tuttc Ie fabbriche di Rtr.. lIIIJiC. 
Lombardia . 
porci'.! portatofi l' Augufto Fedcrigo apud Modoicum, Bedem Re- 
l,11i Italiti, cOrOnMlty, cioè a Monza. Giudicai io Cd) una volta, cbe (d) Com- 
quefie parole di Radcvico indicatrero conferita allora Ia Corona del mt1JIAr. d, 
Regno Italico a Fedcrigo; m.l fecondo Ie olTervJzioni fane dl Copra, COr''14 .Ftr- 
.altro noD ,vogliono fignific:!re, fe non che egli comparve in pubblico :;:;,11 II. 
colla. Corona in capo. In die NatÌ'l.:Ít&lis bealæ l'vfariif! rirginis Imp,. Latin. . 
riali di(Jdcmalc proce{jìt coro'/.atus, dice I' Abbate U rfpergenfc. A vea Tu. 
rifendo Cittadino Veroncfe occupato il Cal1eJ1o Regale di Garda, nè 
volendolo rcndere i Veronc:fi all' I mperadore, giacchè il comandar coi- 
le lettere non giovava, andò Federigp colà con un corpo di m ilizie, 
e pa{fato I' Adige, cominciò Ie ofiilità net loro territorio: il chL: è da. 
cr,edere, cbe gl' inducetr
 ad ubbidire. V oUe poi oítaggi da tutte Ie 

Ittà d,el. Regno; e mtte gl' inviarono, fuorchè Ferrara. All'improv- 
vlfo arnvò a quella Cíttà OUOIIe Conte Pa1atino di Bwiera, e dopo 
aver ivi regolate Ie faccende,. {ceo condutre quaranta Ferrarefi per 0- 
.fiaggi. T
nne poi }<'ederigo in Roncaglia per Ia feíl:a di S. Manino 
Ia. 



44-'8 ANN ALl D' I TAL I A: 
Eu Vo1g. h general Dicta del Rcgnn ltalico, dovc imcrvennero tutti i V crco- 
^N)/O I1S8. VI, Principi, 
 Con Coli, e "furono anc
c chlam1u gli allora quattro 
.famo,
 Letton delle Leggl nello Smdlo dl BOlogna, cioè BIi/gAro, 
Martrn
 Goßìa,. J
coP
, ed 
gone 
a Porta . R
vt:gnana, tutti e quat- 
tro D,.lccpoh dl quell f rneno, o. l
a Guarmerr, che di Copra vc:dem- 
mo pnmo Interprete delle L
ggl to Bulogna. foterrogati cofioro di 
chi fo{fero Ie Regalie, cioè i Ducati, i Marche[ati, Ie Cootee i C
n- 
folati., Ie Zeccbe, i Dazj, Ie Gabelle, i Porti, Mulini, Ie Pefcagio- 
ni, ed altri í1mili provemi: lutto, tutto, gridarono que' gran Dottori 
è dell' Im,eradore. E però niul10 v,i fu di qlie' PnA
ip
 e Signori, iÌ 
qua Ie cedendo alla pöt:cnl.:1, non dlmeneffe Ie Regahe In mano di Fe- 
derigo. Egli ne rilafciò una parte a quci folameme, che con buoni 
Docum
mi mo(
ra
ono d.i goder]e per .indulto e conceffi?ne de gI'lm- 
peradon. Fu glUdlcato II retio del FIfco, confifiente 10 una rendita 
:mnua di trenta mila talenti. N è fi dee tacere una particolarità, di 
cui pofcia fu [ana 1h
pi,tofa menzione da 
lti Legifti e Storici . Cloè, 
che cavalcando un dill mpcrador Fedcrago fra Bulgaro e Martino 
due dc' fuddeni Dottori, dimandò loro, s' egli giundfcamente foff
 
{a) Ot
, 
- Padrone del A1ondo C.). Rifpofe Bulguo, che iWn lie era Padrtml nuan- 
rfJ:A In 
I- " I a d 1\' 1 d 'tr h 1 
flor. LAUJ. to alia proprietà; 
a J [CHar 0 L
 art
no we c e Û. Srgontato poi 
TIm. VI.. I'Imperadore, dono ad eifo Martano II palafreno, fu cui era flato; 
Afr. lIAI'f. laonde Bulgaro diffe poi quclte, parole: Amiji efjuufII, qui. Jixi equu11I, 
1 uod non fuit e'luullI. Guadagno ben FcJc
J
O co
 poca farica il do- 
minio di muo il Mondo. Sarcbbe {lato pnma da vedere fe i Franzefi, 
Spagnuoli, Inglefi,.e molto, più fc ,i Greci, i P
rGani, i Cindì &c. 
I'intcdelfero cos:. Ah che 1, Ad
lazlon,e .femfre e, 
ata, c fempre fa- 
rà ]a ben ve
uta neUe 
orn de PnnclPI. I u
bhco pof
ia
 Federigo 
alcune Leggl per la contervaZlon della p,ace, _ e. IOCorno a I F eudi , con 
proibirne (pczia]m
!1te l' 
li,ena1.lo!1e, e, 11 latcla.rgl! 
1\e Chie[e; il che 
operò, che non PIU da II mn
nzl a gh Eccleh.dbcl, Ce non difficil- 
mente, perveniffero Marchefau, Co
tee, <?afiella" ed altri Feudi. Por- 
tate Ie doglianze de' Crernonefi de I danm ioro mferitÎ da i Piacenti- 
ni contra di queß:i ultimi fu profferito il bando Imperiale. Per libe- 
ra:fene, can venne loro pagar groffa Comma di danaro, cd atterrare i 
baftioni fani ne' ue anni addietro aUa lor Città, ficcome ancora lê an- 
tic he Torri delle loro mura. Levò i
 oltre 
ederigo Monza dalla fug- 
gezion di Milano j cd acco(hto(i a I conhOl del Genovefato, obbhgo 
('b) ,If'. quel Popolo a pagar mille e dugento Marche d' argcn[o al fuo Fifco, 
.Ann

.u
;
 e di difmettere la fabrica de1\t: lor mu
a. Racconra Catfaro (h), u- 
".mf. I. 1. no de gli .-\mbafc-iatori fpediti a Fedcngo da i Genovdì, Ie ragioni 
addolte in lor favore, per non [oggiacere a1\c rigorofe Leggi pubbli- 
care aHora del Flfco Imperiale, allegando'rnaffimamcnte Ie gravi fpefe 
occorreoti a quella em a rer dlfendere queUe colle da i nemlci dell' Jm- 
perio: pcrlochè crano, e I?eriuvano d' effere p
iviJC'gjati. SI f.1Cte ra- 
gionï non fmono addouc 10 vano. 1\13 nulla dlct;. 
atfliro delle mnra 
ddla Cinà. an'Ú fccondo lUl quefie furono pcrtc:z.lOnate neU' Anno 
ap- 



ANN A L' J D' I TAL I A. 449 

pprc!To. Grande Imperadore, infigne Eroe, gridavano tutti i Tede- 
f("hl allorchè videro ron tama feJicità impofio sì pefame giogo d1 
F'ederigo a gl' Italiani; ma fra gi.' Jtaliani, coloro ancora, che erano ami- 
ci dell'l mperadore, ne'lor cUOrJ ben dlveffameme parlavano. 
Celcbrò poi Fedcrigo nella Cinà d' Alba il fanto Natale; fped} 
n1cuni de' fuoi Principi a meHere i Confoli nelle Cinà. Ed avendo 
tronto, che Ie rendite de i Be-ni dclla Come{fa Matilda erano ftate 
dilþerfe e trafcurate daJ Dltca Guelfo fUD Zio, Ie raccoltè, e rend
 a1 
medeGmo Duca. Tali furono Ie imprefe di Federigo BarbarolTa in 
<}ueH' anno: Principe, che s' era mdIo in penfiero di ridurre l' Italia 
prdro a poco, come era al rcmp
 d
: Longobardi e de' Franchi, per 
non dire in ifchiavitù, e che commclO a trovar la fOl'{una fdvorevole 
a così vall:; dilègni. Nè pure la Puglia andò in que1li tempi elènre 
da!1e rurbolenzc (4). .Andrea Conte dl Rupecanioa, uno de' Baroni 
fuorufcÜi, di cui parlammo di tl)pra, dopn aver prefo il Contado d
 
l"onJi, cd ahri LuC'ghi, f.1tra I' Epltånh di quell' anno, andò alia Citta 
di San Gcrmmo, e Ie ne impadronì, con far prigioni Circa dugcmo 
foldati del R
 Gu{liÛmo. Etrcndo fuggilO i1 retlo al Monifit'ro dl 
Monte Ciifino, palsò colà Andrea, e dltde più battaglie a quel Luo- 
go. L' A nontmo Cafincnfe fcnlle, cne nol poiè avere. Gio\'anni da 
Ceccano nella Cronic.. dl Fo{fanuova aud1a iL comrarioj ma amenJuc 
concordano, ell' egli nd feguef1te M:trzo, (t:nza faperfene il m()[i\'o
 
:ilbbandonò quelle conu:ade, e ritirolIì ad Ancona, ubbldleote allOl'a a i 
Greci. I mamo il1amtÛlo lmpeïador d' elIì Greci fpedì una formlddbil 
Fiona da CoUaminopoh (b), ficcome fu creduto, a'd.mni del Re di 
Sicili.. Ave\'a il Re Guglielmo anch' egh allclhta una pott'IltC FIona, 
1a qU.Jle, fecondo L'afierz..one del, Oandolo (c), IOviata in Egitto, dicde 
il fdeco alia Cinà di TaOl, 0 fiJ. Tanne aUa foce del N ilo. 1\.1a udi- 
to il movimemo dc' Greci (d), Venne Stefano Ammiraglio d' e{fa 
Fiona, e Fratello di Maione, in cerca de' nemici; e trovatili nell' Ar- 
cipelago, tuttochè inferiore di forze, valorolàmente gti alTalì, e glo- 
riofamemc gli fCMfitre, con bruciar molti de' lora Iegni. Tale era aI- 
lora II valore e h potenza de' Siciliam. Rimafc prigione in tal C011- 
giunmra Cotbmino Angelo Generale pella Greca FIona, e ZIO dell' 
Jmperadore, con t\Icßìo Comneno, Giovanni Duca, e molr'alrra No- 
biltà e genre, che fu inviata in Sicilia. Scor[e dlpoi la vinoriofa Ar- 
mata fino a N t'groponte, a cui diede il facco; e dopo aver fano al- 
ni m
li aIle comrade de' Greci, fe ne tornò tflonf.'!.ntf in Sicilia nel 
Mete di Seucmbre. Servì queHa fcon/Ïtta ad abbatrare talmcnte )' 01'- 
goglio dell' 
ugutto Manuello, che [o[plrò da Ii innanzi di avcr pace: 
col Re Guglielmo. A qm:fto fine fpcdl egli ad Ancona Aldlio AlIfu- 
ca, uomo di gran defirezza, che imavolo II trattato, e conchin[c una 
tregua per [rent' anni fra e{fo Guglielmo, c l"t\ugufto Greco: con 
che fi può credere, che foff'ero riIafciati j prigiani fani nella fuddetta 
1Confitta . 


:rom. Pl. 


LII 


Anno 


Eu Volg. 
ANNO II 58. 


(3) .Alllrry- 
mICs Calin. 
in C/l1 onic. 
Je"..
nes 
de Cercanll 
Chr. FoRe 
novc . 


(!J) Nim.s 
in Rifler. 
(c) D.mrlu/. 
in ch,'o.Ji" 
Tom. XII. 
Rer. Its!ic. 
(d) RomJlal- 
tiNs Sil!lrni. 
tim, in C11r. 
Tom. P II:' 
Rer. Italic. 



Ell A Volg. 
^NNu 1159, 
(a\ Radc1Ii- 
(US tie Gejl, 
Fr'.!tr;
i 1. 
lib, t. (, IS. 


tb' Nar. ;n 
..1171J..I. Lee. 


..,0 


ANN A LID' I TAL I A. 


Anno di C R 1ST 0 MCLIX. Indizi one 
VI I. 
di ALE S SAN D RollI. Papa I. 
di FED E RIG 0 I. Re 8. lmperadore ). 


J 
forfer(\ f
l principio ,di qudl' anno 
rincipj di ,nuova difcordia fra 
1.lpa /idrlanl If? e 1 Augul10 Feder/go. Radevlco fcnve (ø> che 
II Pap.1 mendic.lvol i prerdti per romperla, fent.a confiderJre fe tì:m>ro 
g/u
te, 0 nò, Ie dl1glianze dcllo fief To Ponte6ce. LagnavaG Adriano 
Jt. . Melli deW Imper.ldore, che con fomma infolenza cfigcvano II Fo- 
dro ne 
h S
ari dt"lla Chlda Romana, e molto più perchè Fc:derigo 
a
dre (011' 
Ipra It gg
 dCII
 Regalie non folameme aggr.\Vati i Prín- 
CJp' t' Ie Cnrà d" traha, ma :mcora i Ve[co\'i ed Abbati. E into roo 

 CIÒ gli fpcdl una Lenera, chc in apparr-nza parea amorevole, ma in 
10fbnza 
ra alquam.o rifentita., p.er mezzo di una perfona baí1å., la quail" 
appena I ebbe pretem:\t3, chc ie la colfe. Effi ndo glovane aUora Fe- 
deri
o, 1" alrerigia 1ì potea còi,lmare il luo primo mobile; pel Ò gli 
fumo rorte qUi. (la bråvul a. l
ccadde, de nWf[o in qucÜi giorm .AIJ- 
.felmo A1'cive{co<;;o di Rl\venna, Guido Fi
huoto del Conte di Biandra- 
te, rrorctto d111' I mperadore, fu cletto con v(\ti concordi dell Clero 
e Popolo di Ravl'nna rer loro ArcI\'cfcovo. Ma dfc:ndo egli Cardi-, 
nale SudJiacono della Chiefa Romana, fcnza li.:enza lþeziolle del Papa 
non poteva pct{fare ad altra ChÜ:fa. Ne f\:rj(fe per qud
() I' Impera- 
dore ad Adriano, il qualc rifpo{c can belle p:ìrole sì, ma fenza va- 
lerio compia<:ere. Sdegnato Fcdengo. ordlllò al fut> Cancclliere, chc 
da Ii inn311zi fcrivcndo Lettere al Para, antt'pone/Te il nome ddl' Im- 
per:ldorc, come {ì fdceva co' fi'mplicl Vefcovl: ritmle cOAfrario all' ufo 
di più S("c0Ii, e ingiuriofo di rroppo alia bnra Sede. Due Lctrere, 
che rapporr3 i! ß It<1nio (!o) su qucllo propofìro, coplate dal N ,mele- 
ro, l"unJ del Para all" (mpcradore, e I'alrra dl Federigo al Pomcfi- 
ce, a me fembrano fatrUfe dl, qualchc oziolc dc" 
.:coh fu{fcgucnu, a 
pur fin
e all<:>ra da 'qualcne fcipcco ingegno. In, fom(
l1 anJava
l) c,re- 
fcenjr} I (em I dell" dlfc"rdla, e tanto plU pcrcbe corle voce d cHere 
flare interct'[[C Lettere dcl Papa., che incita-va dl 110<'\'0 alIa nbdho- 
1'10: i \.1ilanefi: Prc(e poi m.lggior fuoco la -contera, perchè Adriano 
ilwjò a F
Jerigo qUtrtro Cardinali, cinè Ottaviano PrC.re dt! ritolo di 
S,IIHa Cecilia, Arri!," de" S \I1ri Nat'o cd ..\chllleo, Guglitlmo Olaco- 
'I1 0 't e Guido tfa Cremol, ..1f1ch' e(fr, Diacono C.u-Ji'lale. Propol'ào que Iti 
varit' prc[enfioni ddla Corte' Rornana
 CI è che 1" I mperadorc non avdlè 

 mandare luoi Mc/Tt a Romd ad am mini thar gmltizJa, fcnl.a (.Irma 
'dd Romano Ponrc:.fiée, pr-rchè turt' Ie Reg :he e I Magi anti d. Ro- 
m1 [ono del P1pa _ Che 110n fi dovdTc cfi
('r
 Fodro da j belli parri- 
mnniali d:-1\a ChicC-1. rt0:1'1111a, fe non .II t':mpl) Jt'ILt Coron..zionc Im- 
periale. Chc i V efcovi d" ltalia avdrcro b\:nsl d.\ pre flare il gluramcn- 
to 



ANN A LID' I TAL I A. 1-5'1 
to Ji redeltà 
1l' I mpcradore, ma fenn omaggio. Chc i N unzj ddl' 
lmperadorc: n
n a1l0gs\aßèr
 per fO
Wl ne' Palagi de' y ercovi: Che fi 
a\"et1':To a reíhmirc I paden della Chlera Rornana, e I mbutl dl Fcr- 
fUR, Ma{fJ, FlgheJ1.lOlo, e di tutta la Tern! de-lla Comet1à Matilda, 
e di ttitta quclla, che è da ,-\cquc\pend<:nte fino aRoma, e del Du- 
cato dl SpoJcti, e della Corlica e Sardegl1a. Rirporc: Federigo, chc: 
1larcbbe dl tall preteguoni al giudizio d' uomini doni e làggi: al che 
i Legati Pomificj non voUero acconte:ntire, per non fonomettcrc il 
Pontef;ce aU' altrui giudll.io. All'inconuo pretl:l\de\'a cgli, ehe Adria- 
no avdIe mancaro alia concordia thlbihtil, pt:r cui CJ'-' \'ierato i11'ice- 
v.:re fcnza comune 'conlentimcOlo Amb.ltclatori Greci, Slci\iaOJ, c 
Romani; e che non folle pcrmdIo a i Cardinali dl andare per Ii Stati 
Jmperiali lema pcrmiffion 
d1' Jmper
do
e, :Jggravand
 dlì troppa Ie 
Chide; e <he h mettdfe treno aile mglUite Appelli1zlom, con altre 
bmili pretcniioni e <l,ue-re1e. 
 on fi tToVÒ riplego; 
 Feder}go m
- 
firò fpezi
lmente dell mdlgnaz.lOne dclla pnma plopohzlon de LegatJ, 
parendogii di divcmare un Impnador dc'Romani di fo\o nome e da 
fcena, quando fe gh \'oldIè IC\larc ogni pOt
re c dominio io, Roma , 
Intanto aíTai tnformata II Senato Rom.ma dl qudle dlfft'nfi0nt., rrcfc 
la palla al baiza per rimetterfi in grazla di .FeJengo, e gli Jpedì i 
fuoi N unzj, che furono b
n nctvutl, can iJprezzo e sfreg'o dell' au- 
torità Ponti ficia . 
Ma da quefii guai çd imbrogH del Mondo venne 1a mortc a li- 
berare i I buon e ..pa Ad, iano 1 r. 11 qmle, Ie tì ha da cn:dere all' i\ b- 
bate Urfpergenfe, c a Sire Raul, R\'ea glà conchiula Lcga co i Mi- 
landi, Piacentini e Cremarchl contra dl FeJcngo, mcditanJo anche 

i fulmin,lrc: comra dl IUl la icomumca. Paisa egli a m'glior \'ita per 
infiammazion di gola nd primo dl dl Scttembre, mtntrc era alia \'11- 
legglatura d' Anagr.i, con laiciar do po dl sè gran lode dl pitta, di 
p;u<1enza, e di zdo, 
 moire opere .d
lla_lùa pIa e Pnneipe
ca lIl
e- 
ralica. 1\.18 da b.:n plU gravi maianm tu iegultJ.ta la mone lua. N el 
di 4. del Mere fuddetto raunatltÌ I Vefcovi e Cardinali per duc un 
Suecdfore a1 dtfumo Pontefice, dopo tre giorm di SCrutiOiO conven- 
nero nella pcrlðna dl Rolando da Sl.:na, here Cardllldlc d.:l tltolo di 
S. Calliito, e CanceUicn: deUa lantd Romana Chiela (a), chc ripugnò 
fone, e prde In fine 11 nome dl A/effandlo llJ. Umvanl.ì 111 l]Udto 
perfonaggio Ie PIÙ tmmcnti V mù rnorah, la dortnna, e la '-pcI'Il."nza 
del Mondo, dl mamcra che tutti I bUlJIlÎ iJ riguardarono [OHo per un 
bel reg.llo, fotto alla CbleJd dl DIl); cd anche S. Banaldo, qUdndo 
era in vita, nc avea Conolcll1to ed et
llta[O il mcnto fingoiarc. Ma 
I' ambizione del CarJlIlal Otta'i:Í1l1l0 qudla fù, chc tconcc:no COSI bella 
armoniJ, con dar principia c tomento ad un dereiiabile SClsma. V' cbbe 
fegretamcme mano anche Fed.:riga, 11 qUdle da che fi mlfe in reila 
<Ii aggll'arc lid un rolo Juo cenOo tutta I' Italia, c011ofcendo, di qual 
irnportanza fo{;-e }' a'll re arnica e non nefileo il Romano Pomelice 
fi Itudlò dl mctterc tuBa redia di S. PicHo Un.1 pec100a a 1m ben nor
 
L II .z. c con- 


EllA Vol!; 
A"NO l1se, 


(a) C'1rtiin. 
åe Ar.lron. 
, <> 
In Vil,I A- 
leJCilndrz 
lIi. Part, 
I. 1'011}. 1fT. 
Rer. Ualie. 


, 



. 


45'
 ANN ALl D' I TAL I A. 
I
F: \ 
.o)g. e, confi
('nte; 
 dovette preventivameme fame mancggi non foIamente 
.. SNO . I S9. ailorche Otl.Jvlano fu alia fua Corte, m:i anche allorchè i Roman i nd 
prcccdente anno furono in li.1a grazi.l rimdIì. Era prercnte ail' ele:z.ione 
fujdctta eITo Otravlano Cardinale di Santa Cecilia, di nazlone Ro- 
m.1110, ed ebbe anche pel Pontificaro due mi[eri voti da GiO'Va1mi 
C.1rdan
le dl San Martino, e da GtÛdo dol Crcma Cardmale d, S. Cal- 
lillo. Collu: lnvafato dalla voglia d' el1ère Papa, quando Ii vldc ddu- 
fo, lir.lppo di dolTo ad Ale/T.lOJrò il manto Pontlfic
Ic, e lèl mlfe egli 
furiof\ll1t:lltc addolTo; ma toltogll queUo da un Scnatore, fe ne feee 
tollo portare un altro prepar.\to da un {uo Cappellano, e frettolof.1- 
ID:?ntc lè l1e copri, m,! al rovefcio, mettendo al 'collo ciò che dovea 
andare d.1 piedi; il che dIC0I10, chc eccito ie tiC! di tutti, fe pur vi 
fu chi p::>tdTe riderc:: a cosi orrid:1 Tragedia. A f1ùnlè Ottaviano An- 
up..p.! 11 nome di f/iltore IV. e COr} guardie d' armati tennc rinferraro 
il k"girrimo Pap:t in un fito forte òdb BJlilica dl S. Pietro infic'me 
co i Cardinali per molti giorni. Ma il Popolo Romano non porcnda 
foffcrire tanta iniquna, unito C'ð' Frangipani rimife In libertà A le(iàn" 
dro, il quak ri
ir:1tofi fuori di Rom.! con eilì Cardanali alia Terra di 
Ninfe, qui vi fu cOfl{ecrato Papa da\ Vetcovo d' Olba nd dì 2.0. di 
S.tttcmbre. 
Auefe int:mto 1" Anrir:apa a guadagna.r de j vo-:i oel Cl,cro e Po- 
polo; trafT"c d,dia 11.13 due Vefcovi, ed anche Jum.lro Vefcovo Tu- 
fcolano, che prima aveva <::1::[(0 f\lc.flàndro'), e d.\ lui net MoniCtero 
di (.'arfa íi tèce conlècF.1l'C adla prima D'jmt-nica dl Orrobre. D
 

:l
 lJ.!/ on. ahfi Cardinali fi veggono n(\minati per lui in una Leuera rappon:na 
.A1lTJ.11. Etc. d,ll C.n
m,tl ßlronio (a). Come prendc:fTc qud
o aff.ne }' Imperador 
:b) Radt'li. Federigo, fi accen!1erå fi-a poco, efigendo Imamo il 1":Jcconto, che 
iJ!" 
, e, 
I. Ii parl1 pnma di una nuova rorrura fra lui e i Milanefi . (b) Mandò 
Cm Mo' egli nd Genoalo del prer
nte anno a Mi-lano Rinaldo fuo C;u1ccllie
 


'afH/}T. It", che fll poi Arcivefcovo di Colonia, e O'tone Conte Pala[ino Ji 
:- 

..
.j, &viera,. per crear qwvi un Podd1à, cd aboJirc i Cont"ola; rita, che 
',tT I'.lIie. FcJengo cominciò a.d mtrodurrc nc:llc Glttà ltah:ìt1c, moire delle 

rre Ra.,I. qUJh per forza ivi fi accomodamno. Er:ino cCacerbati fone i Mil
- 
ndì conLra di qudlo Irnperadorc:, cho: nuH' a\tro cc:rcava tu[[odì, fe 
non di abba[[crh sempre PIÙ, e di mettc.ore loro addofT"o i Fiedi. Già 
gli aveva '-pogliati del domini<> di Como e dl Lodl ndia Capltola- 
2.lOne; poi comra la Ca-pirolszionc avea frnembrata doll 101'0 Comado 
b nabll Terra di Monza, e tutto il Seprio, c la i\1anclana, Provin- 
cic da lungo ten.lpo fottopoHc a M.ilano. S' aggiunfe quell' altra pre- 
teníione di non voler p-tà, die porelTero eleggerc i 
onfoli, iJ 
he 
era chiaT:1mente conrrario a i ;'atti nferit! da Radevlco, nc' qUlIh fi 
legge: Yen/III'; Confuics 
 P-opuk elig
nt
r 1 {5" ab. ipfo .Impct:atDI e . C011- 
fi;1memur. DJedero pcrclo nelle [mame I Mlianeh, chlamando h:Je- 
ngo mancaror di paroJa, cd infuriaÜ qualì mifcro h: mam a
ùotio ,a 
i Minilhi Imperiali, chc {i falvarono colla fuga. II Cancdilcre RI- 
naldo mai PIÙ 10[0 nOQ la rerdonò. Similmente avea Fedcngo nelLo 
llc.fT"o 



A r-; N A LID' I TAL I ^ 4,3 
fieí1ò Y1eic invidti i fuoi MdIì a Crea1:t can inti mare a qucl Po polo , E 11. A V(J]r-. 
fuddito, 0 collegato de' i\],l.U1CfÌ, ch
 prim:l della Fe!h dcH'1 Pu:'i- ANNO lJ)
. 
fical.lon dclla Ve:rgine avefièro fmantell.lre Ie mura, e fpia:1l1.tt: Ie folTe 
dellJ lor Tt;rra. .'\ncor que:lto e:ra comro a i Patti; ma i Cremonefî, 
reI' gu,ldagnar qudlo pumo, avcano promelTo aU' I mperadore quin- 
did mila Marche d' argenro. t\ cosi inafpen:tra e dur.\ propolìzione 
i Cremafchi ':Ion fi porcrono contene:re, e daro aIr armi, poco mancò 
che non nuciJalfero i Me:ßì Celarei, i quali fe rot fcapparonú il rag- 
gua'Tliar I' 1m pt:radore dl quamo era lora acc:iduto. 
o Fedcrigo pcr allora dltIìmulò la Ilu collera. 1\1a nel dì 2 I. di 
:Maf7.o G truvava egh in LU1.z"ra, Terra del diflrcno dl Reggio, 
dove cùntèrmò tutti 1 fUOI pnvllcgj e diritt! alia Citra di 
,13movd (a). (a) .Antiq8. 
Di là venne a Bologna, dove cdebrò la lama Pa[gua nel dl 11.. d' A-- Italit. DI/- 
prile. In qudlo memre i MllaneG, credendoG disobbiigati da i Patti, fertat. 13-. 
gidChè il pllmo a IOmpe:ril t:ra llato Fcdengo, e confidcrando, ch'e5 h png. 711. 
aOlICO non macchmava fe non la 101'0 [otale IchlavUll C rOV'lOa, òt:- 
tcrminarano dl volerIo PIÙ tollo ncmico, Adunque ncl Sabbato dopo 
}.Jalqua andarono coli' elèrclto lora all' aßt-dio del Candlo di TICZZO, 
dove: era un huon prdidio di Tcdt:fc..hi. Talml'nte mtìtlerono all' e:- 
fpugnJzion dl quel Luogo can un Callcllo di legno 7 can pcnierc, e 
commUi alTaltl, che v' emrarono \' ittoriofi. Fu dato il facco, prel
l 
una gran {òmo1.\ d! danaro ivi ripofta come in Gcura Fonezza da Fc- 
derigo j faUi pnglOnI, cd inviati a f\lilano kgati. PiÙ di dugcnto Tc:- 
dcfchi con Vdlj vlll.mi. Poícia diroccarono da' fond:ìn1cnu qucl Ca- 
Hello, Ie voglidm credcle: a R.adevico; ma Gccome vedremo aU'anno 
1167, per ttlbmonian'z3 d! ACt:1 bo Mor, na que I Cafidlo ruuaVla ful- 
fi Ih.va. Romoaldo SaldOitano agglUgne (b), chc nella pn:fa di Trezzo 
c.:glino llber..ronu ancora ! 101'0 OHdggl IV! dctenuti. Di quello noo 
parI,! I.è II More:na, nè 
:me Raul;. e: noi vt:drtlno fra poco, quando 
tab oU..ggi furono m:uperati. Du.: volte pofciJ dupo la Pe:ntecoite: 
temarono i 
 lilan-eG dl lorprendcre la nalcentc Città di Lodi nuovo; 
ma ulclti ardltazneore i Lodl 5 iani 11 coLlrintáo ad una freuolofa riti- 
rata, (.on tar and
t: molti dl loro pnglOOI 
 51 mollcro in ultre: i Bre- 
(cIani, coilcgau di nuovo co' Mdandi, contra del tennonl) di. Cre:- 
11I0Da: con 101'0 d.1nno nOf)diffiCnO, perchè refpimi da i Crcmoll.:fi, 
che nc uccllcro 0 prc[ero Clfca quattrocento. :\gg:ugnc Rãdt:v leo, 
che i Milancu inviarono anche: un lieano, per levar di vita Fcderi- 
go, il che non gli nuk,;. ma pOi IÎncer,unem:e confdfa d'a.vere lore- 
10,. chc co!ì:ui era un fUrlol\)., e che innocentememc fu ucci(o. Dopa 
;lVérc I' Augullo Fcde:rigo Handa in Bolog.na Ltto JichiJrar nemlci 
delta Corona i l\111anc:li, anche pnma dell' aíTdio da lor Farro di 
Trezz.o, ed 
nc
e: lenz.a,l:Ïtårh, a(lc!t: a far gUtrra al 101'0 dlltrctto. 
Imamo a\'ea ipedlto pre/Jant! ordll1i in (;el mania per f:lr venire cnn gran- 
de storzo di foldatdchc l' A-uguHa fr.a Conlone Eea/rite, e J1ni b o it Li(J
 
nc Duea d
 Bavlcra e SaßònJa fÏ.lo Cugi:)O. (c) In f,mi calarono Lßì, 
ID-cnando t.c:co una potTe:mc Armata
 Vi c,:>plofi rlnforz.i an cora COI'.. 
duiIe 


. 


(b) Bomual- 
dNS SnuTl1i- 
IIIn, Chron. 
10m. 1'11. 
lier. Illilie. 


(c) RaåMl4- 
U4J d, Gejf, 
FriJerlci 1. 
iib. 2.. c, 38. 



45'4 ANN A LID' I TAL I A. 
ERA Volg. du{fe: GlIclfo Principe di SarJ
gna, Duca Ji Spolcti, M:trcbcfc di To- 
A,UIIO IIj9. lCana" 
 Z,o d'dlo, :\mgo. SI ItenlÌe R.
d,,:vlco n
lle lodl J. <]udti 
due: Inllgm PnnnpJ, chc p.:r brc:vlta tralalelO, flU mtnta:h} d! dfe:r 
It:tte da c1l1unque ama l' ouor dell' hAlla, glolechè am(:odue rraeVdno 
illoc faogue daB' haha, CIOC dalla nubliit1ima eilia d' Elte. AllOl'a fu 
che i Cn:mo
di coH' oftèrra d' uodlci 11111J. lJ.lcmi (t
)r1c Marche d' nr
 
geru:o) mdullëro 1'irnperador Fedcl i3'.) 'lli' alIèdlO, c aUa diilrul.ionc 
(a'omAlo. til Crema',eonua dt:h
qu.de lI?mcnlo 
ra,il lO,r odio. (.;) A di 7. 
nna Hfiør. dl Lugho Hnprclc'ro gh [(e:IU Cremone:h 1 a{ft:dlO dl quella Terra c 
LauJer.l colà dupo øtto gil1rm vi comp.lrve anCOrB l'lmperadore colla fua 
o- 
Jeotlluma :\ !lD.na!l e ti dicde pnneiplo aUe: offdè:. 
ContlJatli 11 Popolo Crt:mdlCo n
lIc buone tnura e fortifica. 
zioni dc
la lor Ten.a, rmfor7.alo aneora da qu.luroet:mo fami e da 
alquama eavallella mVlata da i\Ülano, ii acel
le ad una gaglia:da di- 
feta. Venne pOI h:dlUgO a Lodl, pane pt:r tar curare: II male d' una 
fua gaOlbd, e p.me pl:r Irnpedlrc 
 I ,MII.mc
 il por[are toceorfo a). 
cwnD a Cn:ma. DI conce:no con !UI I l'avth cn
rarono nel dilhl'[[O 
dl l\ltlano, mc[[endoJo a laceo; ma uicill i MIl.mdi dlcdero loro ad- 
dotfo, con t.nne: multi pllglOW; quando eeeou, mcnLre Utoro.wano 
Vit[01lOli sbucaH: Ii ß1I.Jt1Jmo Impt:udme: da un'lmbofcéua che Ii 
, ) - , 
mik in fuga; t: non lujamcmc ncupelO I i .,\'cl1, ma prefe: ben tre- 
ccmo Cavalieri ÑlIlancfi, mandatl polela da IUI nclle earceri di Lodi 
c dl là tr
li){)nolti a ,1>,,\1 J4. DdfuJJffieme Jelen ve ütwnc Morena ij 
farnolo allcdio JI Crcma. ñ me ballaa dl due, che Ie i Tedclchi 
Crcmondi, e l"'an:li m[O
'no a qUdla ferra feccro dl moire prodezz
 
per vÙlct:oa, nou mlOon turono quell
 ,de gh aired Ian pel dlfendcrla. 
Le tdtUgglO l , lc catapultc, I gdltl, I m..ng.u1J 0, Ie petricrc d' ogni 
forta ebbcro dl gran taccende 10 Lal COnõlUI1lUla. PIU dl dugento boui 
plene dl terra po!tatc, alla futI:, 
i.tdelU ,:ampo aJ un 
hlllìmo Ca- 
Hello dl legno, t"bbnca[O da I Crcmoneh per, avvlcm.uh aile: rnura. 
Ma i mJng,ulI dc' Cremalehl fulmmavano glUlft: pierre, che 10 mlft:ro 
in cvidcnre pe:,ncoio dl rompe
tì. "\.IIOI a c.:adde 10 mCl1
e a Federigo 
Una, dlabollca InVe!1z1one, CIOe: dl tdr Jc:garc JOl?ra ef
o Caftdlo gli 
ofbggi de' Crcmalchl, cd alcum N oblh Milanch pnglOnJ, acclOcchè 
\Oiml dalla compaffione d(:' Jhgl'uoh 0 Parenti, glJ alicdldti cel)J(]áo 
dalJa tempdta de' (alu. Ma qudh 
on rc
el
 ddllterono,' c rdlarono 
ueellì DoVe dl que' Nobill, cd altn tlorPJ;' 11 c.:he mdul1c Ft:derigo a 
rjtirare i iopravl\utl Ja que! mJCt.llo. 1\1a aecortlfi I MJianefi e L..re- 
malchl del male: fatro contra de' fUOl, talmt:ntc s'mvlperirono, che 
fuHe mura, e su gh oechi dell' ArmatJ, Icannarono molti de'Tcde:- 
fchi Cremondi, t: L..Jd'glani loro pnglOnJ. E puche Fcd\:1 igo feec: 
. impie;car pe:r la gola aIm 
I Crcm.t, I Cremalchl anch' dIi pr3tiea- 
rono la llelTa cruJcltà c.;omra quel ddl'lmpcrJdore. Con tali omde 
[cc-oe proecdet[t' l' 3Irt"
10 d! Cn:mJ fino a1' fin
 dell' anno, fenz:\ che' 
riuleiffe a gh btTnhantl dl tar punto rallel1tal e II \'8lore d. chi dlfe.n- 
qca queUa Terra. Rdto morto in queUe baruffe Gu
rnm-, A1aTchefr 
della 


. 



ANN A L J D' t TAL I A. 45'; 
de:lla Marca di Came:rino, 0 6a d' Ancona, venuto colIc rue genti 
alia chiamata dell' ImjXrJdorc:. Imanto Papa Alf/!.:mdro c:ra pafTaro a 
Tcrracina, e {lava of1ervando i pnrramcmi di Oltone Conte Pal:uino, 
e di Guido ContI di B'andrate:, già fpediti d.. Federigo aRoma, vi- 
vente ancora Papa Adriano IV. (n) Davano qud1i buone parole al 
Pomcficq ma in f..uti per non difplacere all' I mreradnr lor Padrone, 
preíbvano favorc cd aimo all' Antipapa Ottaviano. Per parere .mche 
dc' Cardinali d
rt:rminò Papa AldfanJro d' inviare i fuoi NUO'l.j aU' Au- 
gullo FeJerigo, per dporli Ie t'U(; buone ragioni, e chiamÎ1 delle dl 
1m inrcnzioni, Non fo{fero mai andari. II rrovarono all' afTcdio dl 
Crema. Non lulameme ricusò egli di ric.eu:re Ie Lettere, ma volle, 
o finfe di voler fare impiccare chi Ie avca port:lte, fc non fi fo{fero 
oppolli i Duchl d1.,.;gO iJ Leone, e GueJfo, Principi, che fcmpre 6 
fecero cooofcere dl\'otl delta f.1nra Scd(. A pofiolica. CC'Si rello de- 
cifo, ch
 Frdc:rigo era ru[to per }' -'\nripapa; il qua]e appunto, per- 
chè confidato neUa di lui protezione, aveva olàta di ulurpare: il Pon- 
rificaro 10 concorrenZa di chi era ltata lì canonic.tmeme d
tto Papa. 
lVla II Re Guglielmo non ilh'ue punto fofpefo a riconofcere per vera 
Papa Aleflàodro, coo6iungendofi colla giu(iizia anche i morivi po- 
litici, che il faceano andar d' accordo con chi non era arnico de 11' I m- 
peradore:. In qud1:' anno terrnioarono i Gcnove6 (H) in quaranratrè 
giorni con ammirabll frena e lavoro Ie mura ddl.a loro Cirra, cd era 
il giro d' eITe: cloque mila C cJJ1quecenro piedi, con mine c fetlantJ 
merli. Fcderigo facea paura a tutti; e chiunque porca, fi. premu- 
niva. 


Anno di C R 1ST 0 MCLX. Indizione VI II. 
di ALFSSANDRO Ill. Papa 2. 
di FED F oR I G 0 I. Re 9. Imperadore' 6. 


C Ontinuarono i Cremafchi affediatj a f.'ue una valida difefa contra 
dell'eferciro Im,'criale, m:l dTendo fuggjrl) cia effi nel campo ne. 
mlco 11 lora principal Jngegnere, (<') c non potendo più reggere a 
ran(e vigilie e ftenti, ncorlelO a Pellegrino PatrillJ'(Q d' !
quiLeia, ed 
Anigo iI L
one Duca di BJvu:ra, preg,;udoli di rrarrar della refa co\1' 
A-u
utlo federigQ, Non .tltro pott woo ortenrre, fe Don che fof1è: pe:
- 
rndIo a i \1llanefi e ßrciciaoi, .che quiv,i crano, d' ulcire fenz' armi; 
e che i CrematChi goddTero anch' c-glmo Ilcenzôl di ufcire con quei, 
cht" poteallo p:1T[are add0lTo-. -\ccctura h dun cnndlziolJe, unto quell' 
infcltce Papolo colla teila chma., e colle lagriJI'lt" su gli occhi 
 derro 
l' ulruno addio alia Patria, ufel oel ginrno 27. dl Gennnil" {d), chi 
ponando in vecc di mobill lulle (palle i teneri figl:uolini., chI \a Mo- 
glle 0 11 Marito febl I.:iranre, Con ifpe!ta....olo grande dclJa m:leria u- 
mana:t e inficme dell' amore c ddla fedc. Fu poi la mlie:ra T nra fac. 
cbeg- 


E.. A Vol,", 
AtulO 1(59. 


(a) Cllrå. 
de .A'-"lon. 
ill Vita .A- 
Jexani, II/. 
Part. I, 
Tom. Ill. 
Rer. ItaL;c. 


(b) CIlI"r; 
.A lUMl , Ge- 
nuenJ, Lib. I. 
111tn, VI. 
Rer. Ita/il. 


(c' Otto Mo- 
rma H'jtor. 
L<1udtnJ: 
Tom V I. 
Rer. lIiiLÍt:. 


(.d' .Il>blll 
[;r þm.:nf. 
;p cÞTlTJ. 



456 ANN A L -I D' I TAL I A. 
Eu Vo
. cl1cggiata, incendiata, e da' fondarnenri dil1:rutt1 da gl' irati Crcmo- 
,!\J,lNO 1160. ncli. Terminata qucfia Tragcdia, il Duca Guelfo VI. lè ne romo 111 
ToCcana; tennl" un gran Parlamema nella Terra di S. Gcnc!ìo dove 
dic-.de colla bandiera 1. r nveflirura di ferre Conradi a i Comi ru
.111 di 
(}uclle comrade; a1l' alrre Cirti e Cafiella cantedette qucJ, che era 
di d{)vere, ed anene rieuperò Ie rend ire a lui davute. Fu con turta 
onorevolezza ricc\'ll!o da i Popoli di Pi fa , Lucca, cd altrc Città. 
Diede 10 fidfo ordine al Ducato di Spoleti, (: giacchè avca nfaluto 
di VI fì t:uc i fuoi S
ati di Gerrnania, laCciò al governo di quei d' Jra- 
lia Guelfo r 1/. fuo Figliuolo, il qualc (j compcrò l' amorc dl turti 
per Ia fua rettirudine e buonc m:miere, ma Cpezialmcnre perchè oc- 
ccrrendo facea tcfia aile gemi dell' J mpcradore, che volcano danneu- 
giar qucl p:ldc; pcrlochè faivolra ancora fc nc dlchiarò offcfo 10 fie8ò 
Federigo. Ciò è da notare per di/porli ad intendere J' or.igine de' 
Gue1fi e G ibcllini, cioè di quelle Fazloni fundWIìme, che a (uo 
tempo (ficcome andremo vedendo) formJrono un ternbll inccndio in 
Iralia. Se n' andò pofcia 1'1 mpcrador Fedcrigo a Pavia, rin Vuto ivi 
corne in trionfo, e eominciò a Úatrar dello SÓsma Aveano gia i 
Cardinali dell' una parte edell' altra nel prccedcntc ann a inviate Let- 
(a) RJt']
'lJ. tere circoJari, riferitc da Radevico, (4) 
 per av\'i/àre i Fedeli delle 
d
 GIft. Fri- raglOni, che !em a{ftftevano. Quci deW t'\ Iltipapa diec\'ano d' e(1èrc 
j/mCl I. nove Cardinali di quel parriro, e quattordici que' d' Aldlàndro. QUI Hi 
. 
. CI'P, 51,0 all'incontro a/ïen\':1no, che due Coli elel1èro Ottaviano. QtI( o l che è 
più Itrano, prot('fiavano quei Ji A I dT.'lOdro , che )' dezionc dl 1m s' era 
fatta col confenfo del Clero e Popolo Romano; c pure quei di Ot- 
taviano Coflcnevano anch' dTi, ch' egli era {lam alzaw alia Cartcdra, 
elcflione lmi'Verß Cleri,- aJJènlu ttiam totius jt,-e Senatus, & omnium Ca- 
pitancorum, Bat onum, NobiJium, tam infra Vrbem, quam extra VI"bem 
habitantium, Perchë Ottaviano avea gUddagnato gene.:: a forza dl da- 
naro, doveang i fuoi rarlar così. Ora Federigo .moftrandofi zelanrc 
dell' union della Chief.1, pu
blicò Lettere cireolan con cfprimcre di 
aver intimato un gran Parlamento e ConciJio da tcncrfi in Pavia per 
l' Orrava dell' Epifania dell' anno prefenrc, a cui invitava tutti i Ve- 
fcovi cd Abb.ui d' halia,. Germania, Francia, Jngf1ilterra, Spagna, ed 
Unghcria, per deciderc Cecondo il 101'0 parere I'in/ana conu ovufia 
dd Romano Ponrincdto. N e feril1e al1che a Papa A leíTandro, chia- 
mandolo folamenrc Rolando Gallce/liere, e comandandogJ, da pane di 
DIO e della Chìefa Cattolica di venire a que! Pdrlam::mo, per udir 
]a fèntcnza, che profferirebbono gli Ecclefiafbci. GlUllo motivo c:bbe 
il Pomef1ce Ald?andro di non accertar quefio invito (6), fdHogh da 
chi parlan non corne Avvocato e dlfcnlor dclla Chlda, ma come 
Giudice fuperjore e Padrone, e quafi pcp-gio di Teodnico Rc de' 
Goti; e rn
Ißimamenre rrattando{ì dj Luogo fofpcrto, e fapendo, 
che già Fedaign era dichiar:ito in favor dell' :\ntlpapa. Però a i Ve- 
fcovi di Pragd e di Verda, che aveano panata ad .'\nagni la Lettera 
dt fedcflgo, fu data rifpofta, dfcre contro i Canoni, che l' Jmpcra- 
dore 


(b) CarJiJJ. 
4
 .Aragon. 
in Vila .A- 
lexandri 
lli. 1'4rl.l. 
TDm. Ill. 
Rer. llalie. 



ANN A LID' I TAL I A, .04-51 
dore fenza confenfo del Papa convocalTe un Contilio; nè convenire Eu "(ì"I)Y

 
alia dignità del Romano Pontefice I' :mdare alIa Corte dell' Irnperadore, ANNO 1160. 
e I'afpettar da eITo lui la fentenza. Non così fece l' Amipap
 Otta- 
viano. Furono a trovarlo i due Vefcovi, l' adorarö:1o, cbè 1'inchi- 
l1arooo qual vero Papa, ed cgli ben volentitri fen venne: a Pavid. Seco 
POf[Ò l' clttcíhto de' Canonici di S. Pietro, di varj Abbati, e del Clero 
di molte Parrocchl,e di Rom:), tutti a sè favorevoli. 

el1o, unito al non effere comparfo coli Papa Aldrandro III. 
e fano credere, ch'cgli foße: congiurato co i nemici dell'Impeno, 
baftò, percbè que' Velcovi cd Arciveicovi, parte per adula'l.ione, parte 
per paura, dichiaraffero nel dì XI. dl Fcbbrajo, vero Papa Ottaviano, 
e condennaffcro c: fcomunica{fero come ulùrpi\tor
 AleíI':mdro. RenJè 
polcia Federigo a quell' Idolo tutti gli onori, con tenergli la llaffa, 
e baciargli i tetenti piedi. All'incontro Papa Alelfandro, udito ch' eb- 
be il rifultato del COl1ciliabolo di Pavia, nel Giovedì f.-lOto, mentrc 
celebrava i divini Ufizj nella Città d' .'\nagni, pubblicamentc fcornu- 
nicò 1'1 mperador Fooerigo, e rinovò Ie cenfure contra dell' Antipapa, 
e di tutti i fuoi aderenti. Furono anche fcritre varic Lettere rer mo- 
{hare l'in(ui1ìílenza ed irrcgolarità di quanto era nata conchiufo per 
politica in Pavia. Pofcia inviò Aleffaodro varj Cardinali per íuoi Le- 
gad it! Francia, Jnghiltc:rra, Ungheïia, e a Colìaminopoli. In dli 
Regni, ficcome ancora in Ifpagna, Sicilia, e Gen:tàlernrne, fu egli 
dipoi acce
tato e veneraro come legittimo SuccetTore nella Sedia di . 
San Pietro. Abbiamo in oltre da Sire R1ul (8), cbe Gio':.'ann; Cardi. (a) flYl , , 
nale: nativo di Anagni, Legato di etTo Papa AleiTandro, lertif} Kalen- 
:
.. v
:ft, 
das Marlii troyandoCt in Milano nella Chiefa Metropolirana infieme Rlr. Ita Ii,: 
coIl' ArciveCcovo di quella Cictà Obcrto, dichiarò Ccomunicaro Otta- 
viano Antipapa, c Federig. Imperadore. l.1ofcia nel dì u. di Marzo 
feri colle cenCure i VeCcovi di Mantova e di Lodi, il MarcheCe di 
Monferrato, il Conte -di Biandratc:, e i Confoli di Cremona, Pavia, 
Novara, Vercelli, Lodi, e del Seprio, e: deUa ManeC-mt. Olrre a ciò 
nel dì 1.8. di Marzo fcomunicò Lodovico, che fiava nella Fonezza 
di B:uadello, cinque migli
 lungi da Como, Im:amo Papa A lelTandro , 
per nttefiato di Giovanni da Ccccano (b), aCfjuifivit totam Campaniam, (b' 1ØJ.AnIS. 
& miþt in fuo Jure. Perchè tutt.wia bolliva la guerra fra l'Impeudor Je Cmdn, 
Federigo e i Milaneh, il primo aiutato da' Pavefi, Crernonefi, N 0- chr. Fof{
 
vareli, Lodigiani e Comatchi, i fecondi d
' BreCciani, c Placemini (c): r.:1/
;rø Mo- 
fuccederono in quell' anno non poche I'l.ioni rnilitari. Più d' U'la \'olta rtna Hi- . 
p
ffarono i Milancfi a i danni de' Lodigi.mi, ed ancke all' aOedio di ßor' laud. 
quella Città; ma 0 furono refpinti, 0 per tlmore de' Crem.)nefi ft. ri- R Tom . VI. I ' ' 
. F d . d . d ' 1 r. d I ' d d 1 er. Ita 1('. 
urarono. e engo ancora Ie e I lacco a a cune paftl e1 ,hrc[[o Sir, RauL 
di Milano, e vi fmantellò qua1che Luogo. Formdrono i Mdanefi coil' in Hljf
r. 
aiuto de' Brefciani l' a1Tedio del CafieUo di Carcano. Vi acc.orfc Fede- 
rigo colle gemi di Pavia, N o\'ara, VerceIli, Como, e d' altri LUQ- 
ghi, col Marchefe di Monferrato, e col Conte di HianJr
te. A vendo 
cgli impcduo il rrafpono delle: vcttovaglie a i MllaneJì, co!lreni fu- 
r,m. Pl. M mm 10no 



458 ^ N N A LID. I TAL T A. 
Eø A VO!
. rono qucqi nc]b. Vigilia di S Lorenzo, ci,>è n
1 dì 9. ò' -\go!lo a ve- 
ANNO 1160, nir
 ad UI'} fmo d' ;lrmi. All' ",la coman.hta dalh tidT,) fmperadore 
riufCl dl !t
;lr"gliH 1<:: (,
t'n:te fchiere, di giugnere fino al Carrocclo 
è
' Mil.tn
tì, che fu melTo in pcui, ucclÏì i buoi, che 10 men:1Vano , 
e prcl3. I:t Croce indorata, che era full' antenna coJ:a bandiera del Co- 
rnUllC. Per 10 comraTio il nerbo maggior
 dell\1 c!!vdllel'ia Milanefc c 
B1c(.;iaoa mitè in rona l'aItra ala, compona p.......cipalrnente di No- 
vdrefi c:. Comafchi; ne perfeguitò una parte fino a !\lonwrfano, e 
il Marchefe- d1 :,1onferrato fino ad Anghiera. Tornaronr:J di poi que- 
fie viaoriofe Îqnadre al campo, dove era rel1ato l' lrnperad.orc con 
pOGI genre. S Illimaginava egli di avere riponata la vittoria. \1a 
avvcrtlto del perico:o, in cui fi trovava, rerchè già i Mi!.\nefi e 
Breiè:ianì erano pcr vemre ad un fccondo conßino, non tardò a de- 
camrare, con bfciar indietro molri padigliom t:' prigioni. SpogJlaro- 
no i Miì.
nefi cn' ßrefciani il campo, e benchè tardi deßèro alia coda 
dc' fllgiri vi, pure non fu roca la preda, che fecero, e i prigioni, che 
gmd.\gn.1rono., Nel glomo fèguente, Fefia di S. Lorenzo, veOlva la 
cavalh.na e f.mtería de' Crcmcl 1 t"fi c Lodigiani per uOirG 311' Arm:'ta 
dell' Imreradore, fènza Capere qlt.1mo folTe avvcnuro nc:l giomo addie- 
tro. Mcntre erano fra Camù e Monre Baraddlo, i Milancfi e g.-cfcia- 
ni íf1fòrmatÍ del lora arrivo, furono loro addoíTo, e Ii lConfilTero, fa- 

endone molti prigíoni, col cambia de' qualí riLup:rarono i lor pro-, 
prj, 
d anche gli oJlaggi, che rella\'Jna in mJI10 di Fcderjgo. Con- 
tinuarono i MJianefi anchc per 0[[0 di I' aíTcdio di Carcano, rna per- 
chè fu b.ruciaro il lor Call:dlo di Jegno, net dì 19. d' ."galla fe ne 
[ornarcno a Milano. Raccol1fano Ouone- Morena 't e Sire Raul un tcr- 
ribil incendio, che nel di di g. B.uroTomeo dcvafiò più ddl.t tcrza 
parte d' eOà Città di Milano, con eOerG dllataro per V'arj quarrieri, 
ed aver confumata oltre ad inhníti mobíli gran quamità di vertuva- 
glie. Mandarano i Milanelì cento cavalieri a Crema, 1a qu:tl di nU0VO 
comi-nciò ad alzare la tetta. e ad elTere ri.tbitata. Lo Hclfo Arcive- 
fcovo Oherto con airrettami cavalieri s' andò a podare.;n Varc:fe. In- 
tanto Federigo ra
sò a Pavia, e perche fi trovava alTai f
ilzo di gen- 
te, '1bbligò I Vefcovi di Novara, Verce1lí, e d' Afii, e i 
.hrchdì 
di Montèrrato, del Borco, e tiel Guano, cd Obizzo J'IJ
lbdè Mala-, 
fpina, ed alrri Principi, a lúmminiflrdrgli de' baleftrien ed arcieri per 
Cua gttardia in qudla Città fino a P.1fqu:J. grand:: deW-anon VenturO. 
t
Ott
/e OUone da S. ßiagio (a) p
la poco efattamcnre di qudti affari all' an- 
t ;,,0 c"r
- no prefente, e a
 tao s' ha ccrtamente da anteporre il riol.ccon[o de gli 
Stori-ci 1 taliani . 
(b) llugtJ Continuando il R
 di M1rocco in ql1efi"anno 1'l\íTedio per mare 
f:l',;/ft
;'s c per terra d
lla CJttà di Mahadia nelle: CoLk d' A ffrica dove il Re 
Romulll- Gwr/iebno teueva un copiafo prefidio (
), fpedì eíTo Re di Sicilia 01'- 
Jus Salerni- din
e alla fua Florta, glà invi:n.l per far diverfione in Ifpagna, di por- 
tan, ;n chr. tar foçcorlo all' aftedJata Città. Confilteva eíTa F)otu poco meno, che 

om, J Y t Il J : , in c::mo fdfJ;1ta Gake, cd avrcbbe 'qudta po[Uto fu di gran cofe, fc 
...'T. II j . 
non 



ANN A LID' I TAL I .... 45"9 
non folTe {lata comandata da Gaito Pictro, uno de gli Eunuchi di Pa- ER A Volg. 
lazzo, Criftiano di nome, Saraceno di cuore. A[[errì I' arrivo fuo l' Ar- ANNO aGo. 
mata de' Mori, e gran fefta fe ne fece dj' Criftiani di Mahadia, che fi 
atþettavano di vederlo eou'are in porto: quando eccoti Gaito Pietro 
con -Comma m lravlglia di tutti prendere ia fuga colla C
pitana, che 
fu ben rofto tcgUltata clall'altre "ele. Ciò 'veduto, i Mori (1.ltati in 
fdf,mta 101'0 Galee inlèguirono i fugirivi, e prefero iette delle: Galee 
Siciliane. Romoaldo Salernitano fcrave, che Gairo Pietro data batta- 
glia a que' Mori, ne rima[e fcon6tto colla perdita di molri Legni. 
Comunque fia, la guarnigion Criiliana, veggendo già fvanita la fpe- 
ranza del foccorfo, rrauò di Tenderfi j e benchè ottendfe di porcre 
fpedire a Palermo, e dl [.1.[[0 fpediae colà a rappreienrare í1 bifogno
 
pure per Ie cab bale fegrete dell' Amm
rag
io l\laione, niun aiuto po- 
terono ottencre: dal che furono necellHatl alla refa di si importante 
Città colla condizione d'elTcre ricondotti fani e falvi in Sicilia, e la 
parola fu lor manrenuta. Inrant,o i' infingardaggine del Re Guglielmo, 
che sì vergognofamenre fi lafclava menar pel nafo da Maione, e Ie 
iniquità continue di collui, fc:cero nafcer voce, che quefto mal uomo 
rrama(1c di occupar il Regno colla mone del Re, ed avdre anche [en- 
taro fopra ciò Pap., A/ejJàndro. Vera 0 fa\fa che fo{fe tal voce, fervi 
efTa :Ad accrdcere il numero de'rnalcontemi tanto in SiciJia, quanto 
in Puelia j laonde fi venne in fine a formare contra di cottui una con- 
giura; fpe
ialmente da Giønata Come di Conza, Riccardo <leU' Aquila 
Conte di Fondi, Ruggieri Conte <li Acerra, (;i/iherto Conte di Gra- 
vina, e da altri Baroni di Puglia. Vi aderirono anche la Città di Melfi 
e di Salerno. Avvc:nitonc Maione fpedì 
Ja[[eo Bondlo, uno de'prinM 
cipali Baroni della Sicilia, già òeftlOato' fuo Genero, in Calabria per 
tener faldi que' Popoli nell' uoiGO colla Cone. 1\1a ne avvenne turtO 
il cootTario. Tanto fu detto al Bonello mtorno alia neceffità di rime- 
di.are 
 i difordini del Regno, ch' egli ftefTo prefe la rifoluzione di di- 
venire il liberator della Patria, e del Re tradito. Tomaro dunque in 
Sicilia un dì, che Maione era ito a vlÍÌtar j" Arcivefcovo di Salerno 
infermo, affronratolo con varj armati nel rirofno, il tl'ucidò. Fc:ce 
fcempio il Popolo del di lui cada\/ero, e diede il facco alle cafe de i 
di lui parenti ed amici. SveglioGì allora il Re Guglielmo dal luo Ie- 
targo, ed informat{) meglio de gli affari non pcnsò per allora a fame 
alcuna vendctta., e fi calmò ogoi movimento de' Popoli, con ref tar egli 
liberato da un pdfm10 amc:fe, tuttochè gli dilpiacdle non poco la ma- 
niera, ÇOR cui gli fu prcfiaro queUo fervigio. 


Mmmz. 


Anno 


/' 



<4 60 


ANN A LID' I TAL I A. 


. 


Anno di C R 1ST 0 MCLX I. Indizione IX. 
di ALE S SAN D RollI. Papa 3. 
di FED E" I G 0 I. Re 10. hnperadore 7. 


Ea A Volg. L ' Anno fu quefto, in cui accordati6 infieme Lodo'lJi,o F/I. R
 di 
ANNO 1161. Francia, cd ArrÏ[.ø ll. Re- d'lnghilterra pubblicamente riconob- 
bero per vero Pontdice Romano Alepndyø Uf. Al qual fine fu cele- 
brato un capioro Concilia in Telofa, dove fi decreto non doverfi am- 
mertere fe non qudto Papa. Non avea bfeiato l'lmperador FederigtJ 
di umtare di ritirar nel fuo partito con varie Leuerc que' due Mo- 
(:1) G,rhDUI narehi (a); ed imervennero anche i fuoi .-\mbafciatori e quei dell' An- 
R,jcl'Jtrfp,
- tip
pa al fuddetto Concilio j ma nulla poterono ouenele. Ritornò in 
l m (: tit/I-. quctl'anno a Roma Papa Aletrandro (b), e folcnnemente quivi conre- 
;:
:fc:
.l: I. crò la ChieCa di Santa Maria Nuova. Ma pereiocchè non Capea tro- 
(b) e,m};". var fe non perico]i, e una continua inquiemdine in quella l1anza a ca- 

, 
r"gD.. gione del troppo numero de gli Scismatici, e della poten7.1 dell' An- 
' , n V,t t/ " ,A.- tipapa j e perchè in oltre fcoprì Ie male imen7.Ïoni di que' Romani, 
,,,.. ,., h fi fi . fi . r. f: ' 0 . r.. 
111. Part. 1. c.c 1 ngevano tUtti UOI, rna legretall1ente avonvano ttavlano: 11 
Tom. Ill. ritirò di nuovo nella Campania. Q!1ivi dimorò fin verCo il fine dell', 
R,... Ilnl;,. anno. Confiderando poi, che a rifcrva di Orvicto, Tcrracina, Ana- 
gni, e qualche altra Terra, tutto il reao del Patrimonio di S. Pietro 
da Acquapendcnte fino a Ceperano era flato occupaeo da i Tedcfchi 
e da gli Scismatici j co} parere del faero Collegio preië la rifoluz.ion 
di pa{f.'lre nel Regno di Francia, ufato rifugio de' Papi perCcgUltari. 
Concerrato dunque I' affare con Guglidmo Re di Sicilia, che gli fece 
and!ir quattro ben armate Galee, e larciato prima per fuo Vicario in 
Roma Giulio P'efco'UtJ di PaleUril11, era per iR1barcarfi in Terracina, 
quando inCono aU'improvviro un vento rabbioCo, diCperre quc' Legni t 
e poco mancò, che non Ii fracaf1àffe ne gli [cogH. Rif.'lrcice Ie Galee 
fuddcue, e preparatane alcun' altra, ne gli ultimi giorni dell' anno 
s'imbarcò it Papa co i Cardinali, e per I. fcfta di Sam" Agnefe per- 
(e) Car...; venne a Genova C'), dove fu can fomma divozionc: ed allegria accolco 
..i""al. Gt- da quel Popolo, che ninn penfiero 6 mire del fuo contravenire a gl' im- 
"U,1J[. I. I. peglli contrarj deU' Augufto Federiço. Nel dì 17. di Mar
o 6 portò 

Dm. 
\ ." eCercito Milanefe aU' a{[edio di Caftlglione (d), Terra fituata nel Con- 
(d). 0": If. tado di Seprio, e cominciò co i mangani a tempdbrla di pierre, e 
.J.l,ørtn. ad accoftarú coil' altre rnacchine. Erano flretti force i Catligliondi i 
;'
r. LaN. ma ebb
ro maniera di fpedire un Meffo all' Impcradore, per chieder- 
;,n . 

 r gli foccorfo. Venuto a Lodi non perdè egli tempo ad ammaíf'iolr quante 
r. · II. genti potè di Parmigiani, Reggiani, VercelleG, Novare6, e Pave6, 
e di v:uj Principi d' Italia. Con qudlo cfercito andò ad accamparfi 
fopra il' Fiume Lambro j nè di più volle, pcrchè i Milandi 
onafce
- 
do la rifolmczz.a di qudle Principe, dato il Fuoco 
 tutti i mang
m, 
gatU , 



ANN ^ LID' I T ^ L I A. 461 
gatti, e all'alrre maechine di guerra, lafciaffero in f ace Cafi:igliDne, EaA Volg. 
c iè ne torna{fc:ro a Milano. Diede poi Federigo i guafio a qUo1ntc: AHHO u61. 
biade potè del Contaclo di Milano. Le fue premure intamo portate 
in G
mania per ottener gagliardi rinforzi di gente a fin di domare 
l' oi.H
to Popolo di Milano, furono caglone, che molti Principi ca- 
Jaßèro in Italia con aßàiffime fchiere d'.Armati. Fra' quali fi di Uinfero 
Corrado Conte Palarino del Reno, Fratello d'eero Imperadore, Fetltri- 
go Duea di Suevia, Figliuolo del fu Re Corrado, it Lantgra"io Co- 
gnato d' e{fo Augufto, il Figliuoto dd Re di Boemia. R.IfQ/d, Can- 
celliere, e Arcivefcovo detto di Colonia condui"e più di cinquecento 
uomini a cavallo. Altri V efoovi, Marche6, c Conti vennero anch' effi 
ad aumentare I' Armata. Con quefio gran preparamento ful fine di 
Maggio Federigo marciò aHa "oha di Milano fin fotto Ie mura, e fecc 
tagliar ne' comorni per quindici miglia un'in6oita quantità di b
ade, 
albcri, e viti. Di là pa(sò a Lodi, dove nel dì dL di Giugno tenuto 
fu un Conciliabolo dall" Antipapa Vitrore, c v'intervcnnero Pellet,i- 
110 Pat,'iQr,,, d' Aquikia, Guido Eleno Arcivefcovo di Ravcnna, Ri- 
naldo Eleno di Coloni.&, gIi Arcivefcovi di Treveri e Vienna del bel- 
boaro, e molti V cfcovì ed A bbati. Furono ivi lette Ie Lettere de i 
Re di Danimarca, di Norvegia, Ungheria, e Boemia, e di clivedi 
ArcivefcoTi e V cfcovi, che diceano di voler tenere per Papa e{fo Vit- 
tore, e di approvar quanto egli aveßè determinato nel Conciliabolo 
ii1ddetto. In effa raunan7.a fu pubblicata ]a fcomunica contra dj Ob
rtiJ- 
.Arci'lJ
fto'Uo di Milano, e de' Vefcovl di Piacenza e BreCcia, c dc' COft- 
foli di Milano e di Brefcia. 
Nd dì 7. di Agono tomò Federigo coIl' Armata vicino a Mi- 
lano. Venne avvifo al Lamgravio, al Duca di Boemia, c al Conte Pa- 
latino, che i Con[oli di Milano defideravano d' abboccarfi con 10ro. 
Ricevute Ie ficurezze, "ennero i Confoli j ma da i foI.dati ddl' Elec- 
to Arcivefcovo di Colonia, che nulla fa-peva del concertato, furono 
prefi in Yiaggio. Ponata quefta nuova a i Milaneh, difperatamente Ii 
moßero per ricuperare i Confoli, ed attaccarono battagl
a. Saputone 
il perchè, que' Principi, che aveano data ]a parol a , montarono in tan- 
ta colIera, che fe non s'interponeva 1.lmperadore, aveano rifoluto 
d' ammazzare 
uell' ..\ rcivefcovo. Andò innanzi il G:onflitto, iA cui Fe- 
derigo, dimemicata n [\Ia dignità, ]a fecc: da valorofo toldato;- gli fa 
anch
 morto il caYallo fono, e ne riportò un:! leggier ferita. Soper.. . 
chiau in fine daU' ecceRivo tmmero de- nemici, furono Ðbligati i Mi la- 
nefi a tetrocedere in frcna, infeguiti fino alle fo{fe e porte della Cit- 
[à, con lafciar molti di loro uccifi rul campo, e prigioni ottanta ca- 
,'aberi, e dugento re{fantafei fanti, che furono mcnati nclIe carct"ri di 
Lodi. 
inì pofcia Federigo di dare il guaO:o aile hlade, a gli albcri, 
e aIle viti del difireuo di Milano, con torre a qud Popola ogO! ruf- 
fil1enza. E perciocchè llando in Pavia, non avrebbe potmo impedi- 
re il trarpono dc' Yiveri da Piacenza a Milano, determine di patrare 
i1 verno in Lodi coIl' Augufia ß'lItrÙt, col Figliuolo del Duca Gud- 
fo, 



"",62. ANN A LID' I TAL I A: 
Eu Volg. fo, e 
ol Dum &derigø .fuo Cugin
, e diedc il congedo a varj altri 
ANNO 1161. Signori, che rornarono m GermaOla. Succederono In queI1' Anno al- 
(a . HN d f Ø tre novltà in Sicilia. (a). Ebbe licenza Mattco Bonello, tlccifore del 
Fal(.t7
 NS , d - P I d fi . 
Hift.r. perfido 1\1 alone , I rtrornartene ,a , a ermo, ove u rlcevuto con ta- 
Je applaufo cd onore da,lla N,obllta 
 dal Popolo, eh
 ne eonccpì.ge- 

o{ja il Re Guglielmo. SI rervlI;pn
 dl 
ale occaGone J vecchi amicI C 
Ie creature di Maione, per accrefcere In mente del Re i folþt"[tj con- 
tra del medeíimo Bonello, qua(ichè Ie fue linee tendeff'ero ad ulurpar 
la Corona. .Di Óò avvedutofi II Bonello, formò egli una congmra per 
veramente depone dal Trono l' mcapace Re, e di mettere in fuo Iuo- 
go il picciol,dl lui Figlio, 
ioè 11 Duca Rugg!eri. :rima di quel, che 
fi voleva, e In tempo, chc 11 BonellQ era a tar de preparamenti fuor 
di PalerqJo, prefe fu.)co la cofpiral.lone. Sforzarono i congiurati il Pa- 
]ano, fI afficur
rono del Re Guglielmo, ed efpofero il Duca Rug- 
gieri aile fin
firc per farIo acc1arn
re. Re. Ma fi t
ovò dlfcorde II 
Papolo, i piu ap
rovando, m,.! aim dl.sappro,vand
 1 operato d:t effi. 
E llJaOìmameme h oppofero J Vefcovi e gh aim Eccleuatlici, con 
ricordare a 
U[ti l' ob_bligo de
 SUd
lti" e a' Va<TalIi il. giuramemo pre- 
flaw. Perclò prev
Hc I
 ,par,tIt?, dl chi volea hbtro Ii Re, e furono 
obbligati 9

' co
gluratl a, nldlc'ar
?, ,do po ave
 ot[cnuta la fic
re7.za 
di poter U(clre hben fuon deUa Cma. Fu COSI barbaro Gughelmo, 
fe pure è vero ciò che f
 
e cO
,ta, che prefentatofegli .davanti I'in. 
f10cente ,Figliuolo Ruggieri , gla acclamaro H..e, con un calcio il 
fecc: cad ere a terra., in guifa ,he da lì a non molto fpirò }' ultimo 
liato in braccio deUa fieùa infelicc fuol Madre. Ma Romoaldo Saler. 
f)jtano (11) ne attribulfcc la mone ad una faena girrata in qucl tu- 
(h) RømN- . 1 Iì IT. h ' r ' I 
./j, salerno multo, che I per cot e, prello
 un oc,' 10 con 
enta morta C. Perfe- 
in chronic. guitò dipoj il Re Guglielmo I Barom congiurau i e qutlli mlfc:ro fot. 
Tø",. J'II: tofopra (Utta la Sicilia. F
ce cavar g
i OCC
1 a Matteo Bonello; af. 
-Rer. ItalIC. fedlo Botera, ed .enrrnovt tuna 
a teee duoccarc. Intanto c:trendo 
(
) Jøannes rientrato jn Puglia R
be
/o Conle di Loritello (c)
 mile jn rlVolra molte 
de Ce
c.nø di queUe Terre e Cl,tt
 fin
 a,!ar,mto. Ma topra
enuto il R
 Gu- 
ChronIC. glielmo col fuo eferclto, npigho Taramo, e luuo 11 perJuro; d che 
EØJf4 nøt!. Ii tlrO dietro l' allomalUl11enT>O dal Regno d' ef!ò Come Roberto c 
d'altri Benoni, i quali 1Ï rifugiarono preff'o l' Imperador Fed
rigo. 
Tutu
 <]udte tcene ed altre, ch' jo tralalèio, fon ddfu(am
nt
 narrate 
(d) C.jfari da Ugone Fa1cando. In quett' anno i Gel10vdì (
) tbbiluono i patti 
,Annal. G,- del commerzio con Lupo c.bwnato da effi Re dl Stugna; ma chc, 
;:::! ;/. fecondo il l\IIariana, nOl) fu fe non Re di Murcia Altretraotó fecero 
'-,r. Italic. col Rc di Marocco, e fpcdlfono a GCIu1àlemmc p
r ricuperue i lor 
diritti nelle Città di Terra tanta. 


Anno 


, 



ANN A LID' I TAL I A. 


+63 


Anno di C R 1ST Ù MCLXI I. Indizione x.. 
di A L F S SAN D R 0 HI. Papa, 4. 
di F F DE RIG 0 I. Re I!. In1peradore 8., 


F Amofiffimo divenne quefi" anno, percl1è in eíTo 6na]mente v
nne E 1\ A Volg: 
tatto all' Imp
rador Fed
rigo di vedere a'Juoi pied, il Popolo. di ANNO u62.. 
Milano, e di potere sfogare contra della loro Città, II fuo barb
nco 
fdcgno. (a) Il guaflo data a tuni i contorni di :\ hlano avea pnV3fC'1 (a) .Ami'uJ 
de i viveri quel valoro[o Porolo, nè rdhva fperanl.a nè 

niera di ::jJen
 , 
cavarne da i vicini, percl1è tutti a11' intorno er,mo lor nernlCI, e col. To
. y;.u . 
Jcgari per ro\'ina di queWilIu!!re Cinà. La fola Cinà èi Piacenza avrebhe Rer. Italir. 
powto e voluto Coccorrere; ma n' era irnpedit3 dall' armi . di Fede- 
rigo, acquanicrato appofia a Lodi, che f.\cea batter conunuamente 
Je firade, e ragliar crudelme:nte la mano defira a d:iunque era coho 
portante vettovaglia a Milano. Però fi cominciò flran.;rneme a pe:- 
nuriarc in eífa Città, e aHa pelìuria tenne dietro uO't grave difcordia 
tr<l i Cinadini, cioè tra i Padri e i Figliuoli,. j Mariri c Ie Mogli, 
e i Pratelli, gridando alcuni, cl1e s' avt:va a r('ndere 1a Città, ed al-, 
tri foHenendo, che nò: laonde accacJevano continue nff'e fra 101'0 (b). (!>) Sm 
54 aggiun(e, che i rrincipali formarano una fegreta congiura di dar Raul. Rijf. 
f]ne a tanti guai. in guifa che pre\'alfc! il Cenrimento accornpagn:a n 
:
. Y; r 
da minaccie dl cl1i proponeva la refa; e fu prero it panito d'inviare . I air. 
a rrattar di pace. hi gli A'tnbafciawri a Lodl propolèro di fpianare 
per onor dell' J mpendore in fei luoghi Ie mma e Ie fo{fe della Città. 
Federigo col parcre de'1uoi Principi, e de:' Pavefi,. Crernonefi, Co- 
maCchi, cd altri Popoli nemici di Milano, ficue fi{fo in volerli a fua 
(hfcrezione fenza ratto alcuno. Duriffima parve: tal condizione, rna it 
llIYJore di peggio indufle i Milanefi ad accomodarfi al ficriffimo ro-, 
velcio della lor fortuna. Penanto nel primo giorno di :\1arzo ve:nnero 
a Lodi i Confoli di Milano, cioè Onone Vifconte. Amizone da Porra 
Romana ,_ Anfelmo da Mandello, AnfeImo dan' Ono, cOil altri; c 
colic: fpade nude in mano, ficcome Nobili, giurarono di far qu('Jlo, 
cl1e piaceíTe all' I mperadore, e che 10 ftcíTo gimaml"nto fi preficrebbe 
cia tuno it loro Popolo. N elJa fcgucnre m:mina comparvero trecentO 
foldau a cavallo Milaneli, cl1e J'at1egriarono a Federigo Ie lor ban- 
diere, e inGe:me !e cl1ia\'i della Città. N el Mart.edì' vennero circa 
mille fanti da Milano co} Carroccio, de giurarono come i prece- 
denti . Volle Federigo quattrocento ofiaggi, e fpedì fei Tede[cl1i, e 
rei Lombardi, fra' qua1i fu Acerbo Morena, allora Podeft:à di Lodi, 
conunuatore ddla Sroria comi'1ciata da Ottone {lIO Padre. acciocchè (c) .AcerbllJ 
e(igeOèro il giuramemo di ror<lle ubbidienz:1 da turto il Popolo MJ- }.forma. 
lanefe. AJ'\dò 1'1 mp.:radore a P
via con nnta h Corte, e nel di 19. Sire Rllul, 
d'dfo Mefe. di l\1arzo mandò ordine a i Con[oli Milanefi, (c) cI1
 in C;;;p,:,e s. 
tu m1. 



464 ANN A LID' I TAL I A: 
EllA V o1g. terminc di otto giorni tutti i Cittadini, mafchi e fernmine evacua{l"ero 
At/NO 116;1.. la Ciuà con Guel, che poteano porrar feco. Spettacolo fommamente 
lagrimevole fu nel dì 
f. il v
de.re .10 sfor
u
ato. Popolo piangente ab- 
bandonar la car:1 Patna co' plcclOh lor Flghuoh, con gl'infermi e 
co i lor fardeUi, ponando GUcI poco, che poterono, e lafciando' il 
reao in preda a gli í1:ranieri. Alcuni giorm prima, cioè nel di 18. fe 
ß' era già partito I' Arci'IJejèo'IJf Oberto, coU' Arciprete Milone Gal- 
dino Arcidiacono, cd. Al
hifio Ci.meliarca, ed it.o per trova: Pap" 
.Alej[aIlJr(), che tuUavla dlmorava 10 Genova. Chi potè, fe ne andò 
a Pavia, a Lodi, a Bergamo, a Como, e ad altre Città 7 ma l'infe. 
lice Plebe fi fermò fuori della Città ne' Moniß:eri di S. Viccenzo 
di S. Cdfo, di S. Dionifio, e di S. Vittore, fperando pure, ch; 
non fo(fe dlinta affatto nel cuore dell" lmperadore la cJemenza, e ch' 
cgli foddisfatto dell' ubbidienza, permctrerebbe il ri[orno aile lor cafe. 
Non poteva dlère più-vana una sì tàna luíìnga. Comparve nel dì 
fegueme Federigo, accompagnato da tutti i fuoi Principi e foldati 
e da' Cremonefi, Pavefi, N ovarefi, Lodigiani, e Cremafchi, e d
 
qud del Seprio, e della Marrefana i cd emrato in Milano l' abban- 
donò all' avidità militare. N cl facco nè pure alcun riguardo s' ebbc 
aile Chicfe. furono afponati i lor refori, i fåcri arredi, e Ie Reli- 
quie. Ed allora dicono, che uov3ti i Corpi creduti de i tre Re Ma- 
gi, e donati a Rimr/do Arcicancelliere ed Arcivefcovo Elettodi Co- 
lonia, fur
>no portati a
l
 di IUI 
ittà, dove d,i 
rei
nte la popolar 
credenza 11 venera. Scn(lero alculU, che .nche I Corpi de'Santi Ger- 
vafto e Protafio furono porrari a BnLacco; ma il Puricelli, e il Si- 
gnor Saßì Bibliorccariø dell' Ambrofiana, hanno già coftvinta.di falfo 
una tale opin4ooe. Sire Raul, Auto,re di quefii. tempi fcrive fcguito 
folamente nell' anno 1164. queß:o plo ladronecclo. 
Pofcia uCd della bocca Imperiale il crudele editto deUa total 
difiruz.ione della Città di Milano. Se fofTc vera ciò, che racconta 
Ca) ltøm".l- Romoal
o ArciveCcovo in 9 u ,c:ll:i te
pi 
i Sakroo, 
a), Fc:derigo ndl.a 
.us S
ltr"i- concordia avea promcffo CI'Vltatem Integ1 a,., & e,ves cum rebus [tIlt 
J.". in cltr. permanere ;Jl
íìs i poi mancò al101 paroJa. Ma non s' accorda Guell:a 
parucolarit;Ì con t1uanto nc fcri,.ono II Morena, e Sire Raul, Srorid 
più informui di Guefb f.tti. Fur?no dC'put
ti i Crc:m
:mefi ad atter- 
rare il Sefiiere di Porta Romana,_ I 
odlglam a GUcI dl Porta Rcnza, 
j Pavefi I Guc:1 di Pon_ Tlcme1e, I N ov drefi a Gud di Porta Vcr'" 
cellina, i Comafchi a quel dl Porta Com.1cina, e il Popolo del Se- 
prio e dellol Marteiàoa.a GueUo dl Perta uuova. 
'o
io, e 10 fpirito 
della vendetta 
mimo SI fortc qUelb Popoh, che h dledero un'inere- 
dlbil fretra aHa rovana del!' mfe1Ìce Citta. Gr,!O Comma di danaro a- 
veano anchc sborlito II Fedc:ngo pt:r ottenerne la pc:rml1Jìone. 11 Fuoco 
attaccato alle cafe, nc di1huili: buona parte: il reno fu diroccato I 
forz:! di mutc1fi, e piccol1l, cd allche in pOl.hi giorni ti vide fman- 
tellata la maggieI' parte dene rou,ra. Pare, 
hc Acerbo Morc:na Ii 
cOlKr.ldi.:a, perebc dopo avcrc íc:ntto. che uj(fZ'
 (J,i DðmillicatlJ 01i- 
",'"rum 


. 



ANN A LID' I TAL t A. +6; 

,;rum tot de Manibus Civitatis conflernave,'unt, quod lib initio a nemine Eu Volg, 
,.,.edebatur in durÓus menßbus poJlè d/jJipari, fogglUgne appretro, che ANNO 1161. 
rema4 it tamen fere tðtuS ,11u,'us Civitarem ârcumdaiU (forfe manca diJli. 
patus) , qui adeo bonis & ma
nis Japidlbus confetius fue,'at, & 'luafi cen- 
tum 1urribus d
coratus, quud ut exiflimo, nllmquam tam bonus fuir'Vi/us 
in Italia. Certo è da credere, che Ie non prima, 10 dirupalfero al- 
men dopo la Dom\.'nic,1 deW Vlivo, perchè lalCiando in piedi un sì 
forte Muro, nulla aVlcbb:mo fatIo. E Sire Raul fcrive, che Fede- 
rigo del/ruxit Jomos, {3 'Iurres, & Murum Civitatis. Così h" I' ^ b- 
bue U 1'1 pcrgcnfe (a), Elm"ldo? G<?t1fr
do l\.lonaco, ed 
ltri. II Carn- (a' Abblls 
panik della Merropùlitam. J mnabllc a vedere per la hJa vaghezza, 1!rfpe
genf. 
cd incredlbil altt"zza, venne per comandarnento deU'Imperadore ab- In em,. 
baffato. Ma rovefcla.to lopra Ja Chicla, ne atterrò la maggior pane. 
La fama accrcbbe poi qu.::lla calamirà di Milano, dfeodo giunu al- 
(,UOl a Icrivere (b), che Fl::derigo VI ftce conJurre lopra l'aratro, c (b) Plolom. 
la Itmino di fa!e: tune fJ.oJoOie. Per attdlato d\ Dodechino ('), Po-- r::;"!fií,.'" 
puJus -expuljàs fuit; ,VfltJuS ;;1 Û.,.-cuitu dej
flus; Ædes, exceptis SanEtB- (c) Doduh. 
rum 'Temp/is, (olo tenu
 dejtruftæ. Rejer'IJatu lantummlldo mat rice E
çJe/ìa, In .Ap;e,!d. 
& nU/buldam atiis. tcnve l{oberto dal Monte (d). Ordme ancora tu 
 d d ) Manan. 
:z 'J " 1 - ' J ' t o b ' ' b 11 ,\ Robert. 
dato, che mal pJU non 1 pore! e n a oncare., ne a nar q Ue a tlllbl- de M t ' 
I e 1 - 0 (j on e ITJ 
liffima Cluå, :it Iplanar c CUI Iol c <:oncorle quo! 1 [U(ta la Lombardia. ..Append, al 
10 qUi nJunl menZlOni: fJrò delle Folvolc della Cromca de' COnti d' t\n- Sigebert. 
ghiera., mentoVatc: aocora da Galvano Flamma (e), perchè il contu- (e) Gal'llalJ. 
tarle farcbbe tempo mal impicgJtù. N t:Ha Doml::l1Ica ddle Palmc af- FJllm,ma in 
bttè Fcdc'ngo Augulto a I div101 Ufizj nella ßaíihca dl Santo Am- 
mpul. 
brofio (f) fuon d
lIa, dclola

 Clttà M,I,aoei
, e pn:fe 
'Ulivo b:ne
 if/:"cerbus 
detto j e ndlo ttd10 g\Orno .s tnvlO a Pavlil. Celebro egh 10 effa Cittá Moreu Hi- 
la Sdnta Patqua c01 concorlò dd!a nl1gglor parte dc' V eièovi, Mar- flor. Lalul. 
chI {i, Conti, ed altri Baroni d' ltalia. .-\ Iia Mdlia, e dopo Ia MetTa, 'i Dm . V Ii' 
ad on lamo convito, a CUI s' allitero i lùddetti Pnnclpi, e i V dèovi era It
 IC
 
colla Mitra, e i Confoll ddle Città, fi fccc vedere colla Corona in 
capo, inli\.me coU' Augulla Beatrice, giacchè due ao01 inni\nzi avea 
fano proponimcmo di non ponar pin Corona, {e plima non loggio- 
gava il Popolo dl Milano. Grand
 fu allora il giubito e d plaulo del 
Popolo di Pavia per Ie fortune deU' Impcrador\;; e gli Scriuori Te- 
ddchi fi fciolgono in lonon dogj Jd fuo gran valore, e ddla lua co- 
fianzi1, per aver lònomdTa una sì riguardt:vol Cinà. Ma refierebbc 
èa vedere, fe gloria v
ra s' abblc\ a riputare per un Monarca Cnfilano 
il P'?rtare I' eccidio ad un'imera infigne Cirtå, con dlltruggere e {è:po. 
p
lllr ta
te be.lI
 f
bbnche e mt:mori
 de1l' antlchltà, che fino a' tempi 
d Aufomo qUivl h coolervavano. Che In pena dclla nbclhone fi dl- 
rocchlOo tul t
 Ie l'!1uro1 ed oglli fortlficazion
, CIO camrnma j ma poi 
Ultto, ,chi puo m.lI loddrlo, e non annbuirlo PIÙ [Olto ad un gemo 
barbd
lco? A mlo crt:dnc i buuni Princl{)) tàbbncano Ie Cittå, e i 
catt\vl Ie dillruggono. Cerro mtanto è, (he la caduu e rovina dl Mi- 
lano fpark IÌ terrore per tuna i'halla, cd ognun tremava al nome: di 
2um. Pl. N nn Fedc- 



4 6 6 ANN A L 1. D' I TAL I A; 
E.. It Vo]
, Feder
go Barbarofra. Però non è da O:upire, fe i BreCciani Cpediron
 
ANNO uG&, nella tccon
a Dùmenica dopo Pafqua i loro ConCoIi,. accompagoati da 
mnlu N obJltà :a Pavia, pc:r fot[omettc:rfi a i di lui voleri. Fu accc:t- 
tata la lor fommelhone <;on patto di dover demolire tutrc Ie Torn c 
mura dell.... lor Città,. di (pianar Ie foffe, di ric
vere un Podd1à. daIl' 
Impe
eldore,. dl pelgare una buona fomma di danaro, e di confegnare 
ad ,..no Augullo. tuttc Ie Rocche e FC)rt
zze del 101'0. Comado, e di 
n1lhtare ÇOI1 lu;, occorrendo, anche a Rnma e in Puglia. Sapra ben 
Fcdc:ng
 nella buona Ventura. mctrc:re i piedi addoí1o a. chlUnque gli 
cadeva totro Ie mani 
 
V. rdlavano i foli Piacentini da mettere in dovere. Giå fi fa- 
peva, c
e era giuraro I' aO"cdio della 101'0 Città. Ma conofccndo effi 
la n
ceí1l(à di prevenir la tempdta, rrattarono di pace, e coll:1 me- 
QI3Z1nne dl Corrado Cont
 Palatino del Reno, Fratello dell' I mperado- 
re,. I' OUcnnero. P
rò- i lor Confoli colle fpade nude in m\lno fi pre- 
teori\rono a Federigo. nel di I I. di Maggio,. mentre egli era a San Sal- 
vatore fuort dt Pavia, e fe gli fottornifero con promeí1à dl pagargli fc:i 
mlla, man:he d' argento, di diihuggere Ie O"ura e Ie fofTe delia lor CJttà, 
dl nce\lc:re un PoddB, d
 reí1:itulr tune Ie Regalie,. e dl cedere tutte 
qudle Cant'lla del lor terrirorio, che voleO"c l' Imperadnre: il che era 
poco men che perdcrt' tuno l'dfere d, Repubblica. C1Ò feltto, man- 
do Federigo per Podefià de
 \1ilanefi il V t:fcovo di Llt:gi j. :l Brefcia.. 
Marquardo di Grumbac; a Piacc:nza Aginolf), e pofcia Arnalda Bar- 
bavar
j. :} Ferrara il Come Corrado di Ballanuce j. a Como Mac:ltro 
Pagano;. e così ad altre Ciuà. Per grazia fpezialc: perrnitè a i Cre- 
monc:fi, Parmigiani, Ludlgianf t ed altri Popoli fcdell il governarfi co' 

.\) Sit."., proprj Coruoli. Rapporta -il Sigonio (a) l'lnveflitura data a 
 Cremo- 
Ú Rfgn. 1- nefi, moho vanrag
i",f:l per 10ro. Nel Mete di, Giugno palsò Fede- 
1,,1 ill-. 13, ngo alia volu di Bologna, che era tuttavia non poco rctlia a i coman- 
dJ.menti di IUI. Scguì parimeme accord!') con qud Papolo, obbliga- 
to anch' dl
) a dlroccar Ie mura, a gualbr Ie foífe della Città, a fare 
10 sbort"o dt mnlta pecunia, e a ricevere pel fuo governo il Cefareo 
PoJdta. A ndo pnfcia ad I mola e Facnz \,. e ad alai Luoghi. In (om- 
ma 110n vi- reltò Cittil, 0 FortezZ<\ di Lombardia e ddr Italia dl qua. 
da Roma, che non pit"gaffe il co\1o fotto i- piedi del formiJabl1 Au- 
gutl:o,. a rifcrva della Rocca Ji Garda, che occupata da Turifendo Ve- 
ronefe ,. e aflèdiata qu I fì per un anno dal Conte Marquardo,. e da' !3 er - 
gamat"chi,. Brdclani, V eronefi, e Mantovani, lungo tempo fi dlkfc, 
e finalmcnrc fi rc:ndè con aneth capitolazione. Anche i Genovc:fÏ chia- 
(b CIJff4rì man del Fc:d-erigo a Pavia, pt:r anefiato di eaffaro (b), vennero, all' ub. 
,A>InIlJ. Gt- bldlenz.a., ed ot[ennero buoni pani,. con ritencr tUtce Ie Regahe, pc:r- 

::!. f!j, I. chè s' obb-Itgarono di fervll"(
' a Fcdcrigo neUe fpedizioni, ch' egli me- 
Rer. Ir,d;" d.tava conrro il Re- di Sicilia. 1\ Privilegio conceduto da cfro Impe- 
(c :dnriqu. raJore a i Genovc:fi, può Icggerli neUe mie Antichità 
taha!.1e ('). 
l1

(jlrum .
 ffinchè rdl:atfc memoria dc!la fua crudehà contra dc:' Mllanch, quel 

; ;
:. 48. Diploma. fi vcdc dato Papift apud Sanélum Sa/valorem in Pa/ario 1m... 
pcY(
- 



^ N N A LID' I TAL I A. +67 
,eratlt'is pr;fI :tle.ftruéfionem Medio/ani, & dedÌliOtJem Brixi.e, & P lllce1'J
 EllA V OYð . 
ti.e P. ]uIJii, Anno Dominicæ lnctlrntltioms A1CLXll. lrrdiElIQne X. AI. ^NNO Il6t 
tri Dlplomi tègnati in qu::tl:a forma ci rdbno. Cunola col
 è iJ ve. 
-dere, con che generolila Fedengo dlede .allara in Ft udo al Porolo 
Genovefe Siracu{(l.1I(l)11I Cirvit.J.tem eum {Jertiìltlltiis fuis, & dueeNtas (flÚn
 
tj!laginttIJ C&b.liJa;.ia
 
err.e. 
1f. Falie N(jfbi -&c. .& .in ufla'juaque Civitate 
maritima, qu
 proplua ÐI'zmlllate 8 -nobu captll fMU'I', Rugam Uflam ,( una 
Rua una Comrada) 
orMm NegotiatoribMs COn'1JefliellJem CUIlI Eedejill, bal- 
tleo, f"ndÙø, & turfl(), con altre l!bl:r
Il.à. Ma Ii provt:rb,lo dice, che 
il f.ne i conti lu!la peUe de:ll' 0110 VIVO, non kmlJlt: .ndce
 
Nella Dnmenica dl Pamone imb.ucil.tolÌ dl nuovo a Genova Papa 
.Aleff"andT(J 1/1. (<I) di colà 1'<1150 R !V)agollona In t"rancia, <: point a ( ) C d ' 
:1J' d v, ^ . T/ ji 1 a ar 171. 
Mompdlieri, dove man 0 I1 n,e .LÃItlo'llleO,. . a vlbtar 0, t: ann- ,ic Arllf!.on. 
<iergll l'onore do\'uco. Nel <-'Jog-no i' JIlVIO a LhJaramüme. Aile glu- i" Vila, A. 
t'ier dell' Augufio Fedcngo m.UIC4-Va queHa lolarncme ,
:h tcrm,ndl la Ütc Itxa,.
rI 
rld Pnnti6-ca{{') Romano a vogha tUà. Mu.l.trando egh In app.m:nza gun, 
1. ] 
r: I. 
de zclo per l' unione ddla Lhlda, lubllo cht: lnrde l' a.-nvo In "'ran
 B.:
. J:4liC\ 
cia di Papa Ald
Ì1ndw, knife a1 Re LudoVlLO, pr?pont:ndu un i\hboc
 
camellIa con lui per dar fint: .A qudto unp\Jnaotl.l.hmo attarct; c chc a 
San Giovanni di Laune, 0 pUle: a Bdlluzone h It'ndk un ConcJJIO 
dove- fi rrcfema{fero i due (.onteodt:flu, per 
ni:r IV I c:iaminate Ie ra
 
gioni d' ambedue Ie rani. Covava nonJlffit'no l' anuto J mpcradore it 
penfiero di buriar non menD l' udlato Aklìaodro, che l' Antlpapo! Ot- 
'taviano. .dpud Ie eogitarvlJ (1' abólamo <lalla \t 1[3 dl l'apa AJdlandro), 
þeut bomo hujlls SætuJ; jìrUMiIIi./lm,,!s, JlIgax, f:t .cal.idus, fjualtter piJr 
Jet ,Ale:rdl1r!1 ',1m, & idrJium jUilm JUdICIO u,l1verja!ts Ece.eJÌæ pa1'Ìltr deji.. 
art, atfjuf: perjòi'Jß n tert.iam ÙI ROiJI..4NIJYn J-'OIiIÌJhem onJm.Jrc. 1'1ovaronLì 
iniieme Papa Aleflanrlro, e Ill{c Lol.1ovico a 
ouvlgll1j e d Rc, Pnn
 
cipe, che non ant:l-ava molt? alia ma
I:tla, volle pl:l1u4dcr
 al P 
pa di 
venir al progettaw congrdlO j m... dld1.\ndro tenoe II piC fermo, al.. 
Jegdndo, chc non convt:l11va aHa digmta deila Sedc ApoltoJica il {"otto- 
porfi a ,t]u;el giudlZlo j e che: giuito mouv
 a\'ea dl 101pett
r amfizj e 
foperchlene daUa parte dl l'edclIgo, cbc.. gla era appolla pallato in Bor
 
gogna. Di grandl negozlau lì tcceT\J dlpol j mol volle Via, de Ico" 
peru in fine i raggm .d'dIü Jmperadore, 11 R.e di Funcia Ii ririraíTe 
dal comratto irnpegno: perloch.e fu quaG per nalcerc rottma di gucrra 
fra que'due c\1onarcbl, Ie non folk accorfa in alUtO del Re Lodovi- 
co il Re d' Inghilte:rra: 11 chI;: mile frcno a Federigo, che oramai {i 
credea di potcre dar legge a tutu, e prctcndea, che a i (òli V dcovi b I 
del lùo I mpcrio appanendle .1 giudlcar ddl' ele:z.lOne .dd Ronuno Pon. 

,

trH:: 
tefice:. In lommu dIo .\ugutto, mal contento di tami maneggl lOufll- nor. Lafl- 
mente fdtti, fu fonato dallol manColnZa de' \'Iveri a tornarlent; coll'ekr- dmj.lo. V,l. 
CltO in GamanJa; c l' Antipapa vcggeodofi m,ll ncevuto 111 qudlc paru Rtr J
lIl l l d c. 
r. I I ' I ) d d F d ' , , Rom 
a . 
Ie nc: t,?rno III ra la. '-Iman 0 poco olppOI e e:ngo III halla l' ekuo SalertJltan. 
.l\ rCiv e,tcov 0 dl Colonla Rinaldo, pnnc'pal arncle, ma arnete pd1ì ffio in Chronic, 
della 1ua Cone (b), che facto un \'lag!:)10 per la Lomb4rdli\, Rom,," 10m V 11: 
N nn 1. goa, B..er, II.tI,e. 



4 6 2 ANN A LID' T TAL J A. 
Eø.... Volg. gna". \1arca di Verol'la, e Tnfcana, fi filldiò di atT'odtr (utre t
 Cirri 

N"(), 1162.. e Pnnclpl flell't)(f('ouÎo verfo d.-II' I mperadore. I manto II InJlt:r1hd [>.1_ 
t.\ Sire I d' 1\.II'l ( ) , - I r I ' ' fi 
Rd"/. J.Jjfl. pO 0 I ,\'JllanO a, ele Ulli d.d a tu;} Patn:!, t"nza f('fro dOVe" ricovc- 
10m. VI., rarfi
 fu rrpmiro d.al Velèov0 di Llt:'
i in qu,utro tìti, 
lcun<' mlglia 
F..:r. Italic. lungt dal1a Cmà, con pcrmiílione di tdbbricar ivi d,' Borghi per 10ro 
(

 R011jU- allo
gif). Tornò in Germania quel V t:fcovn, e latCio al govcrno d' eOo 
in . C

o
i:: POPOll) hetro di Cunin, che cominciò a far delle elkdìl)lll in varic 
J9hann!s maniere. Tcrminò in quell' anno il Re dt Sicilia la 'guard JI Puglia (b) 
ile Cucano colla prcfa di Taverna e di M(lnt(' Arcano; e paíT3to a Salerno, lèllza 
JIJ,on Fo/- volen'i entrare, s'acc2mpò fotto quella Citrà. Era IJJVlpenro, comra 
,4 IIQVC. di qu("1 Popolo, perchè dfo dianzi avea confentlto alIa cong1ura, che 
divamrò comra di lui. Prefefe it Re una gran iòmma di danaro da 
<Juc' Cittadini, nè potendo egJino c01la punrualità ricercata foddlståre 
al pag:lmt'nto, cnn queflo pretefio minaccio GuglieJmo l' ultimo ecci- 
di
 alia Città. Ed era <iitpofio ad etèguir la parola, quando Illl bel 
mezzo giorno e a Ciel (creno, inlòrto un impc:ruofo turbme, tegui- 
raro pOI da una furiof.'! pioggia, (chiantò quafi ruuc lc rcnde, c: lþe- 
zialmente la Regale, in maniera chc Guglidrno, il quale al\ora dor- 
miva, corre pencolo di riponaroe gran danno. Se ne tùggì (gli in 
una picciola tenda, che era rimalb in piedi,. con raccomalld.II'fi a San 
Matteo A poft-oln, il cHi Corpo fi prcrendc: con:
l valo Il1 qudla Clttà. 
Fu qllcfio in fani crednto un miracolofo ripicgo del Canto .\ pottolo, 
per hbel"itr da qud ,'ifchio il fuo P'"'Ipolo; e però impaunt<;> 11 Rc nd 
di feguenre fciolfe Ie veJe verfo Palermo, nè al(ro male feee a quella 
m:1gnifica Cttrà. InfOFfe in quefi' 3nno difcordla ha i Pilàni e Gcno- 
vdì nella Città ài Cofiantinopoli. A vendo prev:;,:uto j pnmi, dildero 
il faceo at fonrl-aco de" Genovefi, con alponarne il valorc di trcma mila 
,
) c.;jari perp
ri (t). Ponarcne Ie qucrc1e a Genova, il Popolo in funa fpedì 
.AmI'll., Ge- a Pih, chicdendo f.lddisfazione: ahrimcnti intlrnavano la guerra. Non 
nut1J{,llb.l. Oì J I b ' 1 -. fi ' G Î.. d d . G 
T . VI e cnllo vcnuta a cuna uona n po a, I cnoven con . 0 IC t alere 

;
. lI
lic. volarooo. a Porto Pllano a f.lrne vendetta, Vi diHruOèro la Torre del 
PonD, e preÎero, molte navi coll'avere e con gli uornlOi. Accaddc:, 
che arrivo a Pifå il fuddeuo Rinaldo ArcicanceHiere ed Arcivefcovo 
eletro di Colooia, chc informato dl qu::fi.a briga, mJodò wllo a Ge- 
nova ordine, che celTaOèro le offefe, ed orrenne lalibera2.lon de'prigioni . 
Ma avendo dipoi i Pifani rrcfi due Legni de' Gc:no\'eG, fi riaccdè: la 
guerra, che era per anda\1e innan7.i, Ie inrer-poUDfi di nuovo L' ArcÏ- 
cancc:lJicre non avelTc: rimetra aJl' Imperadore, che era a Torino, la co- 
gnizion di qudl:a comrovedia. Stabl1ì cO-o Auguflo dipoi und tregua 
fr.! loro. Di UDa tal difcordia parlano gli. Ann4h Pil;,.ni all' anno fe- 
gl1cnte . 


ADno 



ANN A L I D
 I TAL J A. 


4 6 9 


Anno di C R 1ST 0 MCLX I I I. Indizione XI. 
di A. L E S SAN D Rolli, Papa 5. 
di FED E RIG 0 I. Re 11. Imperadore 9. 


D Opo aver Papa AleJ1andro cdebr
ta h Fcfl:a dd fanto Natale nc
l.a EKA VoJg. 
Citrà di TOUt'S (
), venuta la Domenica di Setmagefima ra
so ANNO (163. 
a Parigi P cr41na confc-rcnza con Lodov;co Fif. Re di Francl:!. Gli ven- (a) Cardin. 
OJ d L. d, .Aragon. 
DC incnn[ro ii pilíIìmo Re CO i Baroni e cone fue guaròie ue Lcg"e in Vita Á.- 
Jungi dalla Cmà, e alia vifia di lui fmontato, corfe a baciargli i pied!. lel(4ndr; 
Dopa di che amendue eomÎnuarono il viaggio fino a Parigi, dove ]a III. Part. J. 
procc{Jione del Clero co] Vefcoyo I' accolfe. Dimorò ivi il Ponrt'ficc Iom. I


ie. 
per [Una la 
arefima, e vi folc:nni7.Zò la Pafqua. Pofcia avvlcinandofi er. 
il rcl'I1po dell'! cc:lebrazion del Concdio da lui imimato nella Cirrà di 
Tcurs, co]:,i fi rr.1sfcrì. Riguardevole fu queHa facra adunanza, a cui 
fu dato principio nd dì 19, dì Maggio, perchè v' intervennero dicia- 
fcnc Cardinali, cento vemiquauro V efcovi, quattroct'nto qwlttordici 
A hb.m 1 e un
t copiofa moltimdine di Cherlci e Laici. Furono ivi 
pubblic;lti var} Canoni di Difciplioa Ecclefiafl:ica, da' quali apparifce, 
che era g,à mlorra nelle pani di Tolofa, e Ii andava dilataodo una 
ferra d' Erctici, i quali, ficeome accenneremo, infcnarono in fine tune 
qudh: comrade. Era anche pa/Taro in Francia 10 fiudio delle Lcggi 
civilj, e Q1,)lti Monad c Canoniei Regolari, cot prctefio d'infegnar- 
Ie nclle ScuoJe, 0 pur di fpiegare la Flfica, 0 di pratiear la Mcdici- 
ni, abbandonavano i lorD Chi'Jfiri. Quefio fu proibiro, e dichiaratc 
nuìle c làcriJeghe tunc: Ie ordin.\zioni fane e da farfi dall' Anripara c 
qa gli altn Selsmatici. E perciocchè l'andar girando il Papa, do\'ea 
riulclrc: di non heve aggravio aIle Chiefe, gli fu fatro fapere, che fe 
volea più lungameme fermarfi in Francia, fi eleg 
effe una dimora fia- 
bile nella Ciuà, che più gli folre in grado: laoode egli fee Ire la Cirrà 
d, Sens, dove fi trarteone dal principio d' Orrobre fino alia Pafqua 
dell' a.nno 1I6f. Circa qUf'fii tempi avendo Ulrico novello Patriarca 
d' AqulÌt:ia fana un'invdú,me neW lIõla di Grado (b), vi accorrcro i 
V cn,z,an.i con uno llU_J]n di Galee, e it fecero prigione con alTai No- 
bill del Friu\i l1ell' ulrimo Gioved} dd C:trnnvale, e tutti Ii mirero neHe 
C,'
CCrl di Venezja. PL'r Isbe,adi egli fi obbligò di mandar ogni anoo da 
Ii inlwizi ncll'ultimn M" rcord, elel Carnovale al Doge dodici porci graffi, 
e dod,ci rani grníIì tn m. m.'riJ J, lla \.jrtori=1 dc' Veneri, e della fU,l libe- 
razion.:. -\ Ilnra fu far! 0 i') V t:nezil u')n St'lt-urO, che n{,l Ginvedì {udder.. 
to In a\'VtOlrc ad un roro, e ad aJtri fimili porci nella pubblica Pl,lZza 
ft dovdTe r...glt..r la tetll;. d Qual ulo per conto del Toro dura tutra- 
vi:! in e/Ta Ctnà. Credc\'ali d,ll,a pIcbe ciè illimilo per dcnotare, che 
fi ra,
Jiav" il capo aJ fudJetto -\reivcfcovo e a dodici de' (uoÎ Cano.. 
viCl; 01.1 i faggi iapeano, che pef [010 fine Cuddctto fi facta q1leUo 
Sl1t:.tla<;.olo . Era 


'. 


(b) DlrnJu/. 
m chronicD. 
1'om. X/l. 
Rer. 1M/,e. 



ERA Vo1g. 
ANNO 116J, 


(a) Sire 
RRul in Hi- 
flor. r, VI. 
I/.,r. 1/
llj,. 


(b) Aced,. 
.Morena Hi- 
nor. Lau4. 
Tom. VI. 
J{,r. l111Ii,. 


47 0 ANN A LID' I TAL [ A. 
Era in qu
fii tempi firaziato l
 infelice Popolo Mibnefe cla i 
Minilhi Tcddè.:hl, che tutti avevano nell' o{f" il morbo dell' avari. 
rizla . Tanta era la parte, che II lara V ice-go\'ernatore Pietro dl Cu- 
f1in digeva cl.IHe rendue dc. podcri (4) , che qu
fi nulla nc: reftava a 
i mikri pad
()ni, e a i loro r
n
ci. Ollre d. che dOl que' poJeri, 
de aVt:ano 1 l\:lllan<:Íi ful L?dlglano e Crema{co, neI Seprio, nella 
l\1:mclåna., e in aJrri Luogb" nuJla porcano ricavare 
 Tuno fel di- 
vora\'ann gli Ufizlali deII'I mperadore . Fabbricarono cofioro nd Bar. 
go di Nokta una gran Torre per far <)uivi 11 Zecca, e guardarvi il 
<!anaro dell' Imper.adore . Ad un mc1glu6co PaJ.'5io anc ra per lèrvi- 
gio d' dfo AuguU:o fu dolto princirio in Monza,; c tutro il di era- 
n,).in volta gli ihapazzau conradi_ni colle lor carra e buoi, per con- 
òune i mare:riali . .'\ltrenanro fi tacea per Ja fdbbrica del CaUello di 
Landr,ano, e di un P..
azzo ,11 Vigiam,tno,. Per qudle, c per :tlrre 
doglianze <lella genre, Il,Vtlcovo 
I Llegl ndll3mo jl Cunin, e man- 
ÙÒ al governo un Fedengo Chlenco, appellato Matho delle Scuo. 
Je : che così era cbiJmata una D'gnirå locile CautclraIr . La 'þeT en. 
za n1Ofirò, che cofl:UI avea l' unghle ancbe Plù arramplOate, che: quel. 
Ie del prccedem.e Miniilro . Ann Ò pal a Lodl llel dl 2.9, d' Agotto 
di ritorno dal1a Germania 1. Jmperador hd
jgo coH' .'\ugufla fua Cun- 
fane Beatrice, (b), e can gran commva dl .B.lroIH. Da 11 a quat::ro 
giorni vi giunfe aneora I' Anupapa, II q
ule neI dì 4-, di Novemhre 
fece la Traslazione del Corpo dl S. Baf11ano da Lodl vecchio a Lo- 
dl nuuvo . Lo tte{fo Ottaviano cd anche 1" lmpcradore col Patnarca 
.d' Aljuilcja, e coB' Abbate dl Clugm, cd altri \' ekovi ed .'\rcivc- 
fcovi portarono fulle loro fpalle la lacra caífa . NcI di J6. d' dlò [v1e- 
fe eífendo{j trasfcrito a Pavia e{fo Fcderigo, allora fu, che i P ,lVdì 
fcccro tante jftante, analorate d.II 
mforzo dl una buona fomma di 
danaro, che o(tenncro di poter Imantdlolr Ie mura dl Tonona, con 
rapprcftnrare ried.ficata quella Ciuà In obbrobl i.) dell' I mper J.Jore, 
e di Pavia. Corlero dunque all" efecuzlOn del decrero, nè conrenti 
d' aver dlroccato il muro, vi dlltrulTcro aneor" con frctta incredlbiJe 
tune Ie cafe, riJucendo quella fvenrurata Cina In un mome dl pie- 
tTe . Un Sltto di clc-mtnza dercirò poco apprdlo I' Jmperadore co i 
Mlianefi, percbe rlmlle in libena iqwtltrocc.:mo Ic,ro ofbggi. P<if- 
faodo poi egh da Pavia a M
nza nei, dì 
', dl 
icembr
 11 Popolo 
Mllanefe confinato In uno de Borghi nuovl, malchl c fernmme gli 
andar0no incomro fuBa via. Era dl notte, e fone plOvea. ProtlrJ.ti 
a rc:'rrd in mezzo al fango, gridavano mifencorJia; e Fedcflgo lafclò 
iVI Rilla/do A rcivefcovo deao :il Colonia, acclocche gli alcolratre. 

Ielb orJinò't che alcuni d' dIi nd di leguenre and.f1ào a MOllza, 
dove diirebbc: lora uJlenza. Fecc anche veOir cola dodlci dl cdd",un 
Borgo, e udiro, cbc: nchitdeuano la rdhtul.ion dc' 101'0 podcl i PIÙ 
colle Iagrime, che eolla voce : dimando, cofa offenff'ero air J mpcra- 
dore per ncuperarli . 51 fcufarono (t1i per la fom ma lor PO\lu(å e 
per Ie tante: mikrie : Jl ehc feet mont<1r in collen. l'iniquo Arcive- 
fcovo 



ANN ALl D' I TAL 1 A. 471 
[COVO,' e inti mar 101"0 di pagare per mtto Gennajo proffimo venturo E II. A VoJg. 
una fomma di daoaro, e bi(ògnò sborzarla. Ncl precedente Anno a- ANNO 1 (63. 
veano i 
i(ani ìnvla
a un' AmbalCerja all' Imperador 
ederigo (a), c
e (a) .Annal. 
ne monro molto placere, e fece dl molte carezze a t loro A rnbafela- l'if4ni 
tori. Nell' Anno prefente poi invefii egli di tutre Ie Regalie quel Tom. VI., 
Po polo , che fi obbligò di armare Cdrama Galee in 3JutO dc:l me-de- Rtr. I1altr. 
fimo Auguno per la guerra, che 'fi andava mcditando contra il R
 
di Sieili". Ma qudto lor palefe :maccamemo a Federigo fu eagione, 
che non fi porerono aecordare coil' Imperador de' Greci MalltJello 
C0mlleno, prètcndente,. ch' dft renunziat1ero aU' amicizia di Federi. 
go : al che m:lÎ non vollero acconCcmire. Ma pegglO 101'0 avvenne 
nc gla St:\ci del Re di Sicilia, perchè con6derandoli il Re GttgliÛmo 
come nemlci delta fua. CÒl"Ooa, benchè aveíTe pace coo 101'0, pure 
311' improvvifo feee prendcre quanti P.fam {ì trovarono nelle fut' con- 
trade, cd oecupar tutre Ie 101"0 mercatanzie . Corfe un gran pericoIo 
in queLl' Anno dfo Re Guglielmo in Palermo. (b) Folto era il nu- 'b) Hug" 
IDem de' prigionieri di 5tato 10 quelle carceri . Ebbero cofioro IDa- alClllldul 
niera di ufeJrC:, cd ufcitj aíTalirono il Palazzo Rcgale con difegno e H'ft. Slful. 
gun voglia di trucidare il Re . Feeero così bene il tor ufizio Ie Guar- 
die, cite andò fallito il colp01e reitarono i PIÙ d' effi tagliati a pezzi. 


Anno di CRISTO MCLXIV. Indizione XII. 
di A L F S SAN DR 0 Ill. Papa 6. 
di FE 1> E RIG 0 I. Re 13. Imperadore 10. 


C Ontinuò PapCl AleJJãnrlro an cora per quefi" Anno 1a fua dimora 
in Fune,ia. nella Cut"- J,i Sens 
 dove ebbe mnlte faccrnde per 
Ie dlfferenze mlorte m qudh tempI fra Anigo Re d' Ingh,ltemr, e 
'Iomma(o drciveftovo di Comurb<:rì, che fu pOI fanto Martire. Iman- 
t
 l' ambizlOfo Antirapa Ottaviano 
 chlamato Virtore II I. mentre 

Imorava In Lucca (,),. fu colto da una mortale infermità, e quivi (c) 
artl. 
Impcnitente parso al trtbunale di 010 ncl di 2.0. d' A pri1e. Pierro 
e .Aragon. 
BkCenfè,. che ne parla per i(perienza,. defcrive il di lui fallo, e Ja di ITJ Vitll .A- 
I ud I ' fi c d 1 b h I 1: llxtlnd. 111. 
UI cr e ta j 
 pure ,I lece cre 
re a( a 
ona gc:nt:.. c e a Jun f('_ ParI. I. 
pol,cro (;f,lnO tuccedutl non pochl M,rJ.coh. Pro CUJUS fanais merit is TOT>>. III. 
drCIIUr,. Deum muJta miracu/a ibi fecijjè: cosi (crlve :\cerb,. Morena Rlr, 1tAli&. 
Cd),. uno dc' CUÙI parzl.llr : 11 che It. mpre PIÙ ci dee n.ndere- caUti a (d) .Actrbu$ 
dlfilnguc.:re i veri da I l1nti , 0 da i crcduti 
1iracoli, Rdlav:mo TUr- A.ørma Hi- 
tavla 10 \"ita due (oli C"rdin.
li SciÚnatici,. ci(>è Giovanni da S, Mar- por, Laud. 
tino_, e 9-uido da Crt'ma. Conoro fC,cèra l!n' ë1dun
nza ,di mo
[j Ec- 

. 

1Î&. 
c!d,la{bc! ddla ,lor fazJO
e ; e glace he Arrigo f/f{cOVO dl Llegl TlCU- 
so 11 fa\lo POJ1ul1cato, tu qudto confcflto allo ndTo Guido d.. Cr
- 
IDa , II quale fenu alcuo.t of1erv:mza de gli anrichi riti, ricevette Ia. 
con1ecrazloDc dallo 1tdfo Ve1covo dl Liegl) cen. a.ffumerc. il nome 
di 



471. . ANN A LID' I TAL 1 A. 
Et A. Volg. di PaJiJullk I{l. Speditone [otlo l' avvifo all', i
UgUß:O Federigo, in 
ANNO 11.()4. vece d. valerl1 cgh dl tal conglUl1tura per ctbnguere 10 :'cifm.t ap- 
rrovò 11 f.-mo, e nconobbe c:)ltUl per. lcglttimo Pap:!. Intdn;o Ie 
Città d. Lombardia av\-czzc per aOaul1m, anni addietro a vivcre Iau- 
tamcme col godlmento ddie 
cgahe e dclla Llbertà, con decoro ed 
amorità Pnnclpe
c
, al vcdati ora ndouc a
 un
 vil
 tChlavnù, trop- 

o mdl volc
t!cn S a
comod.lv.lno a 'ludio 
nl
ll[o glOgo. 51 agg,un- 
!ero Ie c
mlllu
 a,vame, c
e faceci!1 o 1 MUlInn J mpena1i, opprel1ori 
de' granJI 
 de pICCIOh, 
u:.nu (010 a fm4urinere, d.maro da gli af- 
Bitt! Popoh. 
ece tutro ,CIO, pcrJere a <1u
 Fopoh 1.1 p.tZlcnZ,t, e co- 
mincial'Ono a n[orgcrc: gh fpU&u gcncroh III akune Città detumi- 
(a) CarJin. nate di non lafciar1Ï eosl obbrobnolämeme ealpc:f1ar da 1i i
nanzi (a). 

e 
rago , n. nuefic furono Ie Citta della M3rca di V crona, Cloè YerolJa j/jcen- 
In VII .A r- 
 P d '] '" d 1 "L 1 1 r. ' 
"a"d;; 1/1. za, a ova, ,revlgl, t: a tre I11II?OIl, clle I "!1IerO un" tegretd So--. 
.AmbuI eletà e Lega tra lUlO. Ttov
Vll.Oh molt íoddlstJtti andle j VenezlJní 
M
,ma;n per aggravj pat!ti da gli Uhzl.lh dell' ,Jmpcradore, e pelò anch'cffi 
liift.. La I' eonarono 111 dla Leg:! j e tutU eommclarono a far tdla a gli ordlOi 
TØ

' ::'11. di Federigo t de'luuI Mimttri. ,ArpCl1ol ,Ü,uppio qudlo pll11ciplO di 
J{er. luali&. nbdltont, che F l.dengo mlUo IIlfll me 1 e1en.:tto de' Pavdi, Cn mo- 
nefi, edell' altre Clua teddl, e col poco, che gli rdbva de' fuoi 
Tcdctchl, marclò verla Vaonol. Prde e dlLLru(fe alcune Catlella di 
qut:!- ter.fuorio; qu,mJö eccoti ulci:gli 1t1COntlO l' ctÚcno delle Cinà 
.<:ollegate, che ammolamentc venne ad accamp,n(j in fuccia fua, dl- 
fpofio e prepardto a flcevere 0 a dar bd([aglla. Tld perchc era fu- 
ptnore dl totZC qUc1ta Armolta, e pc:rdlt: cuminciò Federigo ad ac- 
corgerfi del pOl:O cdpltak, chc potca far de' Lombardi luoi flhua- 
ei, ne' quaIl PIÙ nun COIJI..OrreVd j' odio, chc It n:ndè SI fieri c
nrra 
dl Milano; c 11 lcorgcva In t:1fi PIù cotto del comraumemo c: dell' 
jnclinazione per chi a\lea plelo l' alml Fer 1a fua libcrtà j rtfio dT'o 
Augulto alfal confulo. l7luJiLO duntluc miglior panico II flur.1r- 
fi, bc:nchè non fenza rabbla e \'ergogna, cht: di azzardare ad un 
troppo dubblOlo fano 0'_ armi la IUa dlgnità c: riputazlone. Da Iì 10- 
nanzi cbbc: 1empre In lo1pcno {utcc Ie Clltà d' halta, pnchè co- 
nofclute troppo voglio1e c gelole della Llbertà j e però giacchè non 
fapea tàríi amare da eth: , cercò da indi in poi di f.1di [( mere. A v.:va 
(.b) 
1f".4- egli daJla 1.ua dl cert
 101ameme i Ñ1archclì, C
nri, e,d alrri N nodi 
It I PIJam V aOalh, perch.è quctb abbllognavano del III IUI bracclO e patrocinio 

:
' r,;iir. per non elft:rc d.vorati daUe CI,ttà. 
1
fe ,pert
nt() I
 tut,te Ie Rocche e 
caffar; Fonezze prefidj e Governolton Ted
lchl, de 
uah UOicamente fi 6- 
Annat. G,,. dava, fcnza valcrft PIÙ d' Italiani . 
I:l4tnf. I. I. Accadde in qu, ft'anno (b), ehe Barafont Giudice di Turri, 0 (ja 

.m. t
jr di Logodoro in Sardegna, e Pietro GIU
.hce dl Cag'iari, uniti (0' Pi- 
;;;rb. t
ø: [ani, per \/endlcarh dl vane illgl_urie ncevure da Barafone GiuJlce 
,.ena HiPólr. d' Arborea, oggidl Orillagno, glt 
ecero gucrra con brucl3!'g/i il p.de, 
Lfl"dmf. e menar via gun copia dl prlglO11l. A l10ra queflo Giudice d' Arborea 


;,. 
t
lif. li raccomando a i Gc(Wvefi, perchè It aiUta11cro ad i01pCtrare dolli' 1 m- 
peca-: 


, 



ANN A LID' I T ^ L I A. 473 
p
rador Federigo il titolo di Re di tutta la Sardegna. E non già del Eu v oI
. 
folo fuo Giudicato; perciocchè ficcome ho io altrove dimofirato (a), ANNO II,6-4. 
la Sardegna c:ra divifa i
 9uan
0 Giudicati" e. que
 Giu.dici 
en ceOlO 


/i1.nr;J;j
 
anni prima fi truovano mutolau Re, perchc: mun iupenore f1conofce- fertlll, s. c.'" 
vano. Promife cofiui di gran cofe a i Genovefi, da' quali perciò fu )1. 
condono a Pavia, e prefentato a Fc:derigo. Condifcefe ben volentieri 
I'lmpc:radore alIa dimanda, non tanto per acquiftar diritto fopra la Sar- 
degna, quanto pc:r godc:rfi quanro mila Marche d'argento, che gli 
furono efibite per quefta grazia. Gli A nnali di Pifa dicono, che l' of- 
ferta fu di trenta mila lire di foldi Imperiali. Forfe Ie quattro rnlh 
Marche davano quefia fomma. Ma fi oppofero forte gli Ambafciatori 
Pifani aUe iftan:r.e del Giudice calla rifoluzion dell' Imperadore, prCten- 
dc:ndo, che la Sardegna fo{fe di lor giurisdizionc:. Altrettamo ancora 
prc:tc:ndevano i Gcnovefi. FC'derigo, che non volle perdere I' oro pro- . 
me{fo, fenza curarfi deJJe lor brigbe, neI dì J. d' Agofio, nella Cbiefa 
di San Siro di Pavia, folc:nnemente coronò, e dichiarò Rc=- della Sar- 
degna eífo Barafollt. 11 bello fu, che quando Fedc:rigo fi credea di 
mc:ttere Ie maoi fopra il danaro accordato, fi trovò, cbe il Re novello 
non aveva un foIdo, e lavorava folo di promeßc. Era Fcderigo in 
procinto di condurlo feco prigione in Germania, finchè aveífe foddis- 
fa[[o; ma cofiui tanto fi adopc:rò co i Genovefi, cbe fecc:ro figurtà 
per lui, cd c:í1i effcttivamc:nte dopo alquanti giorni sborfarono la fom7" 
ma, con prenderla ad ufura da varj Cinadini. Non trovandofi poi mJ- 
nic:ra, ch' egli foddisfacc=-ífe a i Gt:novefi, fll detc:nuto prigione in Ge- 
nova; c i Pifani con gli altri Giudici della Sardegna mo{fero di nuovo 
gucrra ad Arborea, e difiru{fero quafi tuno il paefe, di modo cbe la 
vanità di Buafone andò a terminare in un Re da Teatro. Fecero di più 
i PiCani. Pafsò Federigo nell' anno prefente in Gc:rmania ad oggetto di 
rnctter infieme una buona Armata, per rnaggiormeme a{fodare iJ pic:- 
de in Italia. Colà fpedirono j Pifani Uguccione, uno de'lor Confoli, 
pc:r cui manc:ggio Federigo invc:ftì col Gonfalone 10. Città di PiCa di 
tuna l'lfola di Sardegna; nè ando molto, cbe i Pifani la rendcrono 
jmc:rameme tributaria alia 10ro Rc:pubblica. L' onnipotenza dell' oro, 
quella fw, che fc:ce dimemicar sì prefio a Federigo di aver già dichia- 
rato Principe del/a Sardegna il Duca Guelfo fuo Zio, e poco prima 
Re d' ejfa lfola il vaniffimo Barafone. Da gli Annali Genovcfi Ii' sa , 
che i Plfani sborfarono tredici mila lire per ottcnere quel Privilepio. 
Dic:de fine in quefi' anno alia fua vita ncl dì 2.0. di Luglio Pietro Lom- b h. 
bardo, N ovarc:fc di patria, già V cleovo di Parigi, cc:lebre pcrfona g - d ( ) O M iffi 4tt ,
 
, 
 . d ' 1 d ' M a d e rl om 
glO, c: conOICluto a tutU co nome l ae ro eUe Scmenze. Ab- bUI, .Anmll. 
biamo ancora da gli Annali di Bologna (a), C di Modena (b), che BononieRf. 
Bozzo Luogoteneme dell'l mpc:radore in Lombardia, fu ucciJò nel Con- Tom. XV:.1 I . 
d d . B ) ' fi ' J ' d II Î. Rer ltlllle 
ta 0 I 0 O g na , ven 1ml mente a ca g lOl1 e e lue an g arie. Nè fi dee ( .' oil I . 
o , , C .I1nn.J el 
tac(:re, che avendo In quell an no 1 Augufio Federigo nchieHo aiuto 'Ilelerel Mu- 
àa' Ferrarefi pro motÌfme & gucTra Yenetorllm, PadUalJOrUm, Ficentino- tinen! T/I. 
rum, & Perl1nenfium, fJlI
 'OTnua rebellionis & fuptrbite ,ontra l;OS & XI. I , Rerum 
'rom. Pl. 000 1m- Jtll U4r. 



474- ANN A LID' I TAL I A. 
Jì: ø. A Volg. b
pe,.
u'!l e,.
xe
unt , concedc
te 0 c,onfermò loro tutte Ie Rega1ie: con al- 
All. so ll,éf. l.1 pnvllegJ, hccorn:' appanfcc dal Diploma da me pubblicato:(a) e d'lto 
(a) .Anflq d . S t . P ' rT ' 
Ifal;&. D;r
 aptJ ,J
nElum a v,(Jf
mn 
uxta apla"!, ,I" III I. Kale1ldas ]unii, Ann, 
ftrt/Ú. 4S. Ðom,mlc.e Incarnatloms .'11..LXIP. In
lftlone Xl
. .Con. altro Diploma 
contcrmo al Popolo dl Mantcwa panmeme turtJ I CUOI privilegj. Ma 
o fia per errore, come it) cr.:Jo, 0 fia perchè fu ufato I' anno Plfa- 
no, 'que! Diploma íì dIce bl_nsl Jato Papj
 "pud Sallélllin Sa/vatot'em 
Pl. K,Ûendas ]unii, .Anno .A-fjileJimo Centefimo Sexagefimo 
uinto /ndi... 
éiione XlI. ma è ccrto:t ch'dTo appartiene all' anno prefe:me. ' 


Anno di C R 1ST 0 MCLXV. Indizione XI I I. 
di ALESSANDRO III. Papa 7, 
di FEDERIGO I. Re 14. ImperadGre II. 


. E Sfendo in qudli te:mpi mancato di vito. Giulio Pefcovo di Paldlri- 

) 
ardtn, na (b), laCciato d
 Papa .dleffandro pe:r Cuo Vicario in Roma, fu 
i: Vit:
:: !uftiruito in Cuo luogo Gio'Vallni Cat'dilla/e dc'Santi Giovanni e Paolo, 
:<llndr; 111. 11 quale a forza di danaro e di eCortazioni indu{fe 11 Popolo Romano a 
Part. 1. ßiurar la folita fedclcà ad e:{fo Pomcfice, e rcgolò ancora a luo volere: 

om. 
:Ii' II Sen:uo. A vendo e:gli in oltrc wltl!. di mana a g1i Scismatici la Ba- 
tr. 11/&, filica Vaticana, e la Conte:a dclla Sabina, giudicando che foWe oramai 
tempo di richiamare: il Papa dalle comrade della Francia, gli Cpe:dì a 
quello tine Melli e Lette:re di molta prcmura, Per configlio dunque 
non folame:me de' VeCcovi e: Cardinali, ma anche Je i Re di Francia 
e d'inghiiterra, fi preparò egli al Cuo ritorno. PanitQG dopo Pafqlla 
dalla Città di Sens, e pa(fando pe:r Parigi, dopo la Fefl:a. di S. Pietro 
arrivò a MompcHieri; e dappoichè furono all' ordine i Legni, che do- 
veano condurlo, fra l' üuava dell' A{funzion della Vergme s,' imbarcò 
con alcuni Cardinali in una nave: di Narbona, e il rimanente dc' Glr- 
d.inali con Obert' .drcí?efco'vo di Milano, il qU31e: fu poi creato Car- 
dinale di Santa Sabina, in un altro più gro{fo Legno, che e:ra dc:' Ca- 
valteri Ofpitalieri, oggidì appellati di Malta. A vc:ano appena da.re Ie 
vele a i ve:mi, che eccoti comparir la Botta de' Pif.,ni, Ie quali ftilvano 
in aguato. A tal viU:a la nave, dove era il Papa, vo!tò la prora, e fc: 
pe [ornò in frena a Magalona. eircondaroDo i Pifani quella" in cui 
venivano i pm de:' Cardinali, e non ave:ndo effi trovato fra loro 11 Pon- 
tc:fice, Cenza far male alcuno, la Ia.Cciarono andare: al Cuo viaggio. II 
(c
 N(II
r;f' Neob
igenfe fcrive (c), che qU7fi
 N,ave: bravamente fi. dlfcfc? e con 
lib. 1" &.11, poco lor gufio fece retrocc:dcre I Plfam. Comunque fi., torno I) Papa 
lliftør. ad imb.ucaríì in un Legno più picciolo, ed 
ncorchè fo
e ,tra vaglia- 
(d) I to da alcune tern p efie nel cammino, pure fehcememt: arnv 0 a Mcffi- 
Ko""", - . P 1 " . 
J'4$ Sldm,i- na Cd). A queUo avvifo 
l R
 GugJielm,o, 
he era In. a erm
, mVlo 
tan. in Chr. tono a complimentarlo I fU
1 A,?b
fcla[
n con m,olu Re
ah, e ,de- 
T""'. Vl1: fiinò r Arcivcfcovo di Reggio dl Calabna cd aIm Barom, che \ ac- 
7t.cr. Ita III. com- 



ANN A LID' I TAL I A. 475 
compagnarono fino aRoma: al qual fine fomminifirò una forte Galea Ru V"!g, 
pel Papa, c qutnro aIm: pc:r gli Cardinali, e pel reLto della Corte ANNO 116 5. 
Pontificia. Pcrtanto nel Mdè: dl N ovembre moíTe Papa Alc:íTandro II I. 
da Meffina, e vc:nne a Salerno, dovc fu con grandc onore accolto da 
Romo(i/do A,.âvefto'Vo, e da tutto il Po polo . Nella Fefta di Santa Cc- 
cilia giunfe all' imboccatura del Tevcre rano c falvo, c: nposò per quella 
none in OUia. Nel fegueAtC giorno corfero a venerarlo i Senatori Ro- 
mani con gran folIa di Cherici e Laici, e gli preftarono la dovuta ub- 
bidicnza. Dopo di che co i rami d' ulivo' il conduOèro 6.no aHa Porta 
Lateranenfc:. Q!1ivi era il Clero vellito dc'làcri ammami, quivi i Giu- 
del colla facra Blbbia nelle braccia., c i Giudici, e Ie Mllizie colle 
10ro inlegne. Con quefta proceffionc: e fro. gli alrri vi\'a del Po polo , 
palsò il Papa aHa Balìlica, & indi al Palazzo del Larc:rano, can tanta 
allegria della Cmà, che non v' era memoria d' altra sì licta giornata in 
que I Popolo. 
G,iunro in Germania l'Imperaàor Federigo vi trovò accc:fa la gucr- 
fa. (ll) Imperocchè avcndo Ugo Conte PalJ.uno di Toingen [ano im- 
piccare due uomini del Duca Gut/fo }uniore, al quale 11 Duca GueJfo (a) om il, 
jeniore avca rinunziato gli Stari dclla Suevia, rer atteodcre a qUl.1 (anf!o 
ia- 
dell' Italia, dTo giovane Gudfo non potc:ndo avc:rne foddlsfazione., Þ
[,[,as u;: 
mile a Ferro e Fuoco il di lui pacfe. Ricorfè il Palatino per aiuro a btrgenJ. in 
Federigo Dum di Rorcmburg, Cugino dell' lmpc:radore, c: lìccome fra Chro,,,cp. 
la Cala d. lui, ercde della GuibeJlinga, che noi ora dici.\m Ghibelli- 
na, e la Cala Eílenlè-Guel& del Duca Gue1fo, c:ra anrica la gara e 
1a n
micizia: cosi Federigo prefe volentierì ad affifterlo. II glovane 
Guelfo anch' 
gli ebbe dalla fua Be,"to/do Duca di Zeringhen, c:d altri 
Principi. N e' primi giorni di Settc:mbre vennero allc mani i due cfer- 
citi, e Guelfo ne andò rotto, con lafciarvi prigioni novccento dt.' 
fuoi cavalieri. A quetla nuova il vc:cchio Duca Gueifo, ardente di 
coll
ra, corfe daU' Jtalia in Germania, arfediò cd clþugnò Varie Ca- 
fidla, e v\ttonoCo andò a ripofadì nclle rue Terre. 
la il Palatino 
colle forze del Duca Federigo avendo congiunto l' A rm
\ta de' Boemi t 
genrc aIlora fienffima, rinforzò Ja guerra, che cofiò immenfi danni 
e guatli a queUe contrade, etTcndo venuti i Boemi p
r la Baviera e 
Suevia fino al Lago di Gc:nevfa, commeuendo infinitl difordini. S'in- 
terpotè I' .0\ ugu !to Federigo, f(;ce nlaCciare i prigioni, e dare nella 

ic:ra
' Virna al Duca Gudfo fodJisf.tzionc: con che fi imorzò quell' . 
mce,ldlO. Tenne ancora Fcdengo in qu.:Il' anno (b) una Dieta in Er- (b), cbromc. 
bipoli, 0 fia in \Virrzhulg, dove circa q U.lranra Vdcovi Tedefclll 
elthtr (i - 
, d ' bb ' d ' I e P fi li ' ,tergt., f. 
glUrarono U I Ire a raJlo ante ce PaCquale, 0 ]a GUido da Cre- Rd h'Jn' 
ma. Nell' anno prefeote ancora, come s' ha dalla Cromca di F 00:' 
nmmJ. 
nuova (,), CriJliano eleno, 0 P er dir me g lio, intruCo Arci\ cf<ovo dl lC) 19/1..ll nt l 
M 1 C G I ' I r. ld r h :"':\: de Ct"Rnø 
agonza co onte 0[0 Ino, c: con a cune 10 atelc e P aiso nella C ' /; . 
C R . ,yen/c. 
ampania omana, c tcee giurar fedeltà d1 ruttl que' Popoh all' An- FpJJ4 nDV. 
tipapa Pafqualc, condo[to da lui lino a Vnerbo, e all' Jrnperadorc. 
Pcrche Anagni ricusò di ubbidire, diede il guallo aIle me campagne, 
o 0 0 z. ed 



....7 6 ANN A LID' I T ^ L I A: 
EllA Volg. e:d incendiò Cillerna, Ma non ti tofl:o furono cofl:oro tornatl In To- 
ANNO 11 6 5. fcana, che Giliberto Conte di Gravina, e Riccardo da Gaia coli' c- 
(ercJto del Re di Sicilia e:nuarono in dfa Campania, ed uniti co i 
Romani ricupe:rarono Ve:roli, Alatri, Ce:ccano, e:d alne Terre:, Si 
(a) Caffari ruppe ancora in queß:' anno la tregua fra i Pifani e: Gcnoveíi (a) C 
.Anna;. Ge- cominciò l'un Popolo all'altro a far que! male, che pote:a, con pr;n- 

::!'I"l. dedi Ie navi. Riufcì a' Pifani, dopo aver bruciato Capo Corfo, di 
1\V. Italic. giugnerc nel dì 2. I. d' Agofio all'lmprovvi[o addotTo alJa Cinà d' AI- 
bc:nga, e di prenderla con dark pofcia il [acco, e confegnarla aIle 
l1amme. Paífarono e:ßi dipoi alla Fiera di Sam' Egidio in Provenza 
con Galee: trentuna. Ma i Ge:nove:fi anfiofi di vendicarfi, con mag- 
gior numc:ro di Galee: andarono a cercar colà i nemici; e fidandoti, 
che Raimondo Conte di Santo Egidio non protegge:re:bhe i Pifani, at- 
taccarono una battaglia, che fu feparata dalla notte, Gli Annali Pi- 
fani (Þ) dicono, e(Je:rne u[cita vinorio[a la lor Nazione; ma che per 
una fiera tcmpe:fta nel ritorno pe:rderono dodici delle loro Galee con 
tuna la ge:nre. . 
Crebbe:ro in que:ß:' anno i guai delle Ciuà di Lombardia. A \'cm 
l' Augufto Federigo lafciati dapertutto i fuoi Ufiziali, che raccoglief- 
fe:ro i Dazj e i tributi fpeuami al Fileo Imperiale, Per te:ftimonianza. 
di Acerbo Morena (c), tunochè parzialiffimo dell'J mperadore, quefii 
cani ne efigevano fctte volte più del dovere:. Plus d, fiptem, qlla", 
1mperatori de jure deberetur, ab ømniblls iniujle e>,'cutiebant. II Morena 
va fpe:cificando gli fmoderati triburi ed aggravj, che I' avidità lara 
invemò, A i Milanefi non fi laCciava che un terzo delle loro cntrate:. 
Sopra ogni Ca
a, fopra ogni Mulino, Co.pra la, 
efcagion,e irnpof
ro 
Dazj. La 
accla tutta per effi.. T?lt? . a 1 N "bllt" padrom delle ea- 
fie:lla, il Dlftretto, 0 fia la GlUn
dl
lone, ben
h
 goduta per tr
- 
ccnto anni addietro. Altre e:fiorfionl dl grano, dl fie:no, legl1a, polh, 
e d' altri naturali tuttodì fi faceano da effi Ufiziali, per atteUato di 
Sire Raul (d). In fomma tutto operavano cofioro, per ridurre all' ul- 
tima difperazion
 i Lombardi; il che n?ndimen? fl, credcv
 CO(1t
O 
l'imenzion d'dro I mperadore. Tcne:va Intanto 11 t1more: dl pe:gglo 
mold di quefii Popoli in dovere j ma in lor cuore fi ralle:gravano al 
vedere nella Marca di Ve:rona già alzata bandiera per la difeCa dell a 
Liberta e all' udire, che i Veronelì e Padovani aveano tolto di mana 
a. i T ed
fchi Ie due fortiffime Rocche di Rivoli & .\ ppcndice, e fpia- 
natele da' fondamenti. 


(b) Jf >>1JII1. 
,ifan; 
Tom. VI. 
R.,r Itllli" 


(c) Jfeerbus 
Mor,n. 
Rift, LIlUil, 
T,m. VI. 

'r. 111 die. 


(d) Sir, Rllul 
Tom. VI. 
,R,r. ltlll;,. 




 
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Anno 



ANN ^ LID' I TAL I A. 


"1-77 


Ann'o di C R 1ST 0 MCLXVI. Indizione XIV. 
di ALE S SAN D It 0 III. Papa 8. 
di FED E RIG 0 I. Re 15. Imperadore 12. 


A SS11ito da grave infermità in quell' anno Guglielmo Rc di Sicilia, Eu. Volg. 
, 1teue langue me per due: mefi (.), e chiamato a sè Romoaldo .dr- ÅNNO 1166. 
,zveftovo di Salerno, che dileuavafi force delJa Medicma, Ane: aHora (

 ROjU- 
di gran credito in queHa Cite:!, ne afcoltò bene i configli, ma fe- 
n é":
nien. 
guitò poi a regolarfi a modo fuo. Vegge:ndofi pofcia rid ottO all' e- .Jfnony"', . 
itremo, fatti chiamare neUa fua camera i Prelati, i Baroni, e i Mi- CIlJìnenJìs 
 
nilhi della fua Cone, dichiarò alla loro prefenza per fuo Succdrore 
n
1 Regno Guglielm, II. fuo maggior Figliuolo, al quale, per effere 
cll. età [Uttavia incapace del governo, diede per Tucrice, e Gove:rna- 
t
lCC del Re:gno 13. Regina Mal-gherita tûa Moghe:, e Madre dd gio- 
vmetto Re,. affegnandole tre Configlieri di Stato. Dichiarò ancora 
PriAcipe di Capoa Arrigo altro fuo Figliuolo; e dopo avere: fcufata 
Ia fua palfata condotta, e pregati tutti de:lla lor fedeltà verfo la fua 
Frole, nel Mefe di Maggio ccfsò Ji vive:re. Septimo die intrantis MC1J- 
þs Mad#, ha il tello di Romoaldo. Ma nel N ecrologio Cafinenfc è 
notata la di lui mone ldibus .A1aii. I rami fconce:rti fucceduti du- 
rance il Cuo Regno per ]a fua dlfapplicazione:, (b) lafciandofi egli reg- (b)j HU10 
gere: daJla canaglia dc' fuoi Eunuchi, e per la fua cruddtà e mala inll 

ño
: 
condoua, cbc gli tirò addoßò tante ribellioni? fecero rellare il fuo 
nome in abborrimemo e male:dizjone. Si applicò tollo la Regina a 
guadagnarfi l' amore de' SudJiti, col far aprire Ie carceri, richiamar 
dall' efilio un buon numero di. NODi]i banditi 0 fuggiti, e minorar Ie 
gabelle. Non lafciarol1o veramente: di fare un' irruzione fopra varie: 
Terre della Puglia (c) i vecchi ribelli Andrea Clnle di Rupecanina, (c) 'Jllhllnn-. 
e Riccardo daW Aquila, dappoichè e:bbero intefa la morte del Re:; ma tle h ClU

 
1 li fi ' . fi d " I . . 1 I e r. FOjJc 
con poco oro pro no, e: m 10 un uoco 1 pa
 la J or tentatIvo. no'IJ/i.. 
Due giorni dopo Ia mone del Padre, 0 pure piu tardi 
 come vuole 
il F .1lcando, con gran folcnnità nella Cauedral di Palermo fu coro- 
nato it nuovo Rc Guglielmo iI. e fomma comparve I' allegrezza dc:l 
Po polo , cbe fpcrava giorni più lic:ti fo[[o di ]ui ; nè cotali f peranzc 
andarono fallite. Da lì a qualche tempo reftò liberata 1:1 Sicilia da. 
un mal arncfe, cioè da Gaito Pietro Eunueo, principal MiniUro (t 
Camer]engo di quella Cone:. Collui nato Saraceno, dopo aver prefo 
il facro Bane:fimo, ritenne fe:mpre in cUore l' aotica fua fuperfiizione; 
e natogli fufpeno" che gli e:muli fuoi tramalf'ero contro la di lui vita, 
imbarcatofi una notte, e: reco ponando un gran teforo, fe: ne fuggì 
al Rt: di M.uocco. Manuel/, Comneno Imperador de' Greci, da che 
feppe affumo al Trono Guglielmo II. gli fpedì Ambafciatori per ri- 
novare il trattato di pace, e molfe anche parola di dargli per Mo- 
glic 



478 ANN A LID' I TAL I A. 
EllA Vo1g. glie I' unica fua Figliuola. Fu ben confermata la pace, e andarono 
ANNO 1166. innanzi e indietro Ambafci:ltori e Leuerc pet trattare di quc:l l\htri- 
momo, rna nulla in fine fi conchiuk di quefio per varj polirici in- 
toppi. Tornò in quell' anno nel l\1cfe di N ovembre in Italia I'lmpe- 
rador Federigo con un fiorito efcrci.o. Palsò per la Val Camonrca, 
perchè 1 Verone:u doveano aver prero e ben fortificato il pa{]o della 
e) C J' Chiufa, e ve:nne ad accamparfi vicino a Bre:rcia. Lo Scriuor della 
J
 .A:;g
:: Vita di Papa. AI
{1àndro di
e, (
) ch
 Gu
ntunquc: egli, avdre con- 
in Vita .A- ccputo grand odlo contro I Lombardi, ne fi f1daíT'e dl loro, pure 
Itx""tl, ill. chiudendo in petto Ja fua fie:rezza, fi rnothò amon:vole: e corte(e ve:rfo 
(b) s' R I chiunque fi pre:fc:ntò all' udienza fua. Non cosi parla Sire Raul (if), 
in ;;'ftør
N Amore più informato di quefii aft-an. Diede Federigo il guafto a 
molte Cafiella e V ille del Brc(ciano, fino alle foíT'
 della Cmà, e 
cofirinfe que:' Popoli a dargli (drama ofiaggi dc' principali e più ric- 
chi, i quali furono inviati a Pavia. Ðc:\'altò ancora Ia planura di Ber- 
gamo, e: lèn venne a Lodi, dove tcnne un gran Parlarnento di Te:- 
ddchi e LombarJi. S' erano rncßì gli affil[[J Popoh dtJIa l.ornbardia 
(c) Id. ihid. in ifperanza dl follievo per I' .arrivo dell' Augullo Sovrano, (,) e: pe:rò 
a folla comparvc:ro coli grandi e piCCIOli, chi colle Croci in mano, 
e chI fènza, chiedendo pit:tà. Efpofcro all'lmperadore, e a'fuoi Mi- 
nifiri ad una per una tune Ie: avanie finora patite; e ful principio 
parve:, ch' e:gli fe ne condoleíT'e forte, e foíT'e per farne ri(emimemo. 
Ma i fJui dimoltrarono, che nulla curava di tali dogJianze:. AHora 
)a povera genee fCQra[a aft-àtto, fi vide corne perdma, nè vi fu chi 
non creddle, che .1' Imperadore folTe d'accordo con <]uegl'inumani 
Ufiziali. Si trasfer} poi Fcderigo da Lodi a Pavia, e <]ulvi fòJcn- 
nizzò la fefia dd fanto Natale. 
(d) .AurbNI Rapporta il Cardinal Baronio (d) una 
euera fcri(ta da e:íT'0 l\U- 
Morm_ Hi- gufio :l i Cardinali: tale nondlmeno è 10 lble e il tenore di eíT'a, che 
fior. LAUil. fì può fenza timor di tàllare tenere per un" impofiura di <]ualche Dot- 
torello, 0 Monacheuo Scirmatico di quell' ed . Ceno e bensi, che: 
il fuddetto Imptr.1dor di Coitaminopo
i inviò 
n 'Iudl' Anno a Ro- 
. rna Giordano S.:bafto del ruo Impeno, Flglruolo dl Roberto gi
 
(e) Cardm. Prmcipe: di Capua (t). Portò egli de i gran regali a Papa .A!eJlànjro 
ilt .Aragon r.' ' d ' d . E 1 , , 
in Vita .A
 Ill. e due prop?UZIO
1 1 g
3n e: Impona!1 za . ra a pnma dl flU- 
ItxAnd. Ill. nir Ie due Chide Latloa e (jreca, dlfcordl fra loro da gran tempo. 
L' alera, ch.: II Papa rellituiíT'e la Corona dc:II' Im
no Romano a gli 
Augulli Greci, promettcndo a <]ueUo fine mari e momi ; cioè (an- 
to oro ed argento, e tanta copia dl truppe dOl ridurre all'ub:)idle:nza I' Ita- 
tin tutta. Troppo dlt1.1cil 3ffare, e deg
o di gran pefat(ZZ3 parve 
qudl' ultimo al I
'ggio Ponte,6,ce; t
[[aVla nc:'n volendo trafcurar co- 
là alcuna, io\'iò cou' AmbatcI3tor lud
e[[o In Le"aote: il V dcovo 
d' ania, c il Cardll1ale de' Santi Giovanni e: Paolo, principalmemc 
per (rattar ddla concordia, c:d anche: per ifcorgere, che fòndamento 
fi potea f.u dc' Grc:ci per I' altro ne:go,zlo. PIU che m.lI dUrd!)do la 
gara tra i Pdani c GenovcLì p
r caglOn dc:Ua Sudegna, io q udt' 
anno 



ANN ^ LID' I TAL I ^. 479 
Anno :mcora accaddero rapprefaglie di varie navi, e fccero i P1Ídni E.. A Vo1
. 
di moltl prigloni. (0) Gug/idmo A1archeft di I'vlonferrato non contento Ar:so 1166. 
di tame Tel re c: C.dlella, che I' Augucto Federigo tot[OpoCC aHa di 
ifll::
"al. 
lui giurisdizlOne, m
Oè guerra anch' egli a Genova, e 101'0 tolCe Ie CafFar; 
Cactella. di P'11"di e di Otaggio. Spcd. pc:r quef1:o il Popolo .ji Ge- AmJal. Ge- 
nO\'a 1 iùoi lovlati aU' Imps:rador Ft:derigo, per rappre(el1[argh I' ag- lluenf.llb, 2.., 
gravio lor f.1[[o dal l\larchefe, e ne riporrarono poco buone paroie. 
In oine davaotl ad cOo Augutlo feguì un' alrra fiera alrcrcazione fra 
cßi, e quci dl PICa. Irnperocchè era dianzi riufcito a i Genovch di 
rendel G uiburarj in Sardcgn!1 i due Giudicau d' Arborea e di Ca- 
gliari: laondc i Pifaoi invefiiti dl qudl' Uola da Fcderigo, feccro 
itlanza, perchè foíT'e imc:rdt:tto a' Genovdi di mettervi piede. Re- 
clarn.1rono i GenoveG, pretc:ndendo, che Ia Sardegna appartc:neíT'e 10- 
ro, da che ne cacciarono il Re MuCc:tto, e che l' 1m peradore non 
poteíT'e in veitirne altri fcnza far loro tono. AdduíT'c:ro fra l' alrre ra- 
gioni, che collumavano in fegno del Jar dominio i Gaetani e N a- 
poletani, ogni qual volta nell'andarc in Sardegna 0 per rnercatanzia 
o per fale, s"incomravano in Legni Genovefi, di mandar loro uno 
[cudo pieno di peCci, e due va{ì di vetro pieni di pefce, e due ba- 
rili di vino. Fu rimeífa la lite alia, Curia lIDperi
e, e imamo fu or- 
dinato il rilaCcio de' prigioni Genoveíi con graGde Cchiamazzo de' Pi- 
fani. V cnne a morte nel dì 28. di Marzo in quefi' anno nella Città 
di Benevento Oberto ArciveJco'Vo di Milano e Cardinale (b), e in luo- (b) A
a $. 
go fuo fu confecrato da Papa AleO:'mdro ne1 di 8. di Maggio Gal- GaJdm,/_- 
tiino giå Arcidiacono della Chiefa Milanefe, Cardinale anch' dIo, ,he p
 d
;/
g. 
per Ie fue rare Virtù mcritò EoCcia d' eíT'ere venerato qual Santo. 
,r:lis. 


Anno di C R 1ST 0 MCLXV I I. Indizione' xv., 
di ALE S SAN D RollI. Papa 9.' 
di FED E RIG 0 I. Re 16. Imperadore 13. 


C Elebre e memorando è quell' an no nella Scoria d' !talia pc:r Ie fire- 
pitofe avvcnrure, che iuccc:derono., Avea I' Imperador Federigo 
mandaro avanti con un corpo di truppe Rin.lldo dc:tco Arcivefcovo di 
Colonia e Arcicancelliere d' halia, uomo tàno PIÙ per gl'irnbrogli 
fc:colardchi, che per maneggiare il Paíbrale, affinchè riduceífe i con- 
torni di Roma all' ubbldienza deU' A mipapa Pa(quaie (t:). Tra la for- (c) Cllrdi n. 
Za c i rcgali riduífe Rinaldo a' Cuni \'oleri molte di queUe Terre e Cinà; 
e 
ragon. 
e que-lle che fecero refi fienza, la pagarono con patire Cacchcggi, in- ' n V d "'! Ale- 
d ' d 1 I ' . Ii I ' I d 1 1 N . fc I fì ' d . "an rl 111. 
ccn h e a tre ca amua g 1U0 e t:1 a guerra .' e 0 amente UC'rJ I Part, I. 
Roma ft:ce egli de' progreOì, rna fiudioffi con gran profuuone d' oro Tom, lII. 
di guadagnare in Rorna {teífa partito. E perciocchè, corne Ccrive l' Au- Rer. Italic, 
ior dclla Vita di Papa A/e.flàlJdro III. con fervirG di W1 det[o de, gli 
antl- 



-.80 ANN A LID' I TAL I A" 
E 1\ A Volg. antichi, Roma, fi ;nve"iret e",tDrem, Ie vmalem prteberet: non furono 
ANNO w i 7. pochi i Romani, chc ade(cari dJlla pecunia giur.uono fcdeltà all' Anti- 
papa Guido dJ Crema e all'Imperadore comra d'ogni perfona. Non 
mancava il buon Papa AleíT'andro con paterne ammonizinni di efortar 
tutti alia concordia, aHa fedeltà, e ana difefa della Patria, oftèrendo 
ancora il danaro neceíT'ario per quefto; e davano effi buone parole, ma 
camminavano con doppiezza, volendo piacere all' una e alrra parte, in- 
fedeli nello fiel1ò tempo a tune e due. lmamo I' Augufio Federigo 
nel di I I. di Gennaio fi moíT'e da Lodi coIl' Imperadrice e coIl' Ar- 
(:l) .A'tr

s mata aliA volta di Roma (4). Arrivò ful Bolognefe, dove in vendetta 
p'rt
a. 
'- della morte data già al fuo Minifiro Bozzo, diede il guafl:o al pae[e 
d::j. io." Y1. fino aIle Porte della Città, e riduíT'e 
ud Popolo . dargli cento ofiag- 
fur.. IIRl;,. gi, che furono mandati fo[[o buona lcorta. Parma e a pagare (ei mila 
,Ssrt Rllul Lire di moneta di Lucca. Pafsò dJpoi a [mola, Faenza, ForB, e For- 
!f.;
ør.Yl IimpopoIi, e in queUe comrade fì fermò fino a S. Pietro, e6gendo da 

tr.' It.Ïi,. que' Popoli, c da gli altri della Romagna: groCTe conrribuzioni -di da- 
naro. Non fi sa il motivo, perch' egli facdfe quivi sì lunga dimora, 
110n accordand06 ciè> col 
ofiume d' un Principe sì focofo e diligemc. 
Finalmenre ful principio di Luglio marciò verfo la Ciuà di Ancona, 
c ne imraprdè I' aíT'edio. E,ra queíla Città. in que'tempi ubbidiente c 
[uddita a Manue/lo lmperador de' Greci, e conruuochè gli coílaíT'e di 
molto il mamener talc acquill-o, pure fe ne compiaceva, lufingandofi, 
che poteCTe nn dì que! picciolo nido riufcire di gran vanraggio .lIe 
mire non mai inrcrrotte fopra r Italia. Ora j Cittadini sì pcrchè ani- 
mati da i Greci, e perchè reftava ad effi libero il mare, nc: IDanca- 
vano buone fonificazioni alla lor Terra, fi accinfero con vigore alJa 
difefa. Fece Federigo fabbricar varie macchine di guerra, e [uccede- 
rono varj conAltti con vicendevoli perdite, ufate in fimili contrafti. 
Imamo da .cbe fu panito I' ImperJdore da11a Lombardia, Arrigo 
Come di Des, lafciato Governatore in Pavia, perchè verifimilmenre 
[ubodorò i fegreti maneggi delle Ciuà Lombarde, nel Mefe di Marzo 
dimandø e volle cemo ottaggi.del Popolo Milanefe, cinquama de' quat- 
Iro Borghi, e alrreuanti dc' Forenfi. Da Ii a qualche tempo crefcendo 
i foí petti, nc: ,.0Ue altri dugenro, che ruui mife nc:lIe carceri di Pa- 
-via, e fece anche ifianze dJ danari. AlloTa I'infelice Popolo Milanefe, 
giunro a i termini dclla .difperazione, al \"-cdedì sì maltranato ed op- 
prdfo, died<: afcolro a chi proponeva di unirfi in I.ega can alrre Cit- 
tà, per Ifcuotere I'infoffribil giogo r.fedefco. Fc:cefi dunque un con- 
grefTo, a cui imervenner.o i Crcmonefi, Bergamafchi, l\Iamûv:mi, Bre- 
kiani, e Ferrarcfi-; e fenza dubbio vi Cì contò ancora qualche Inviaro 
-della Lega dclla l\hrca di Verona. Qui vi rammentati gli aggravj e 
Ie crudclrà, che tuuodì pativano pcr l' infaziabilit"i e indi(cretezza de' 
Minithi Cefarei, determinarono di voler più roílo morire' una volta 
con onore, fc occorreíT'e, chc di vivere con tanra lor vergogna e mi- 
feria fono chi fi dimenricava d' eirere lor Principe, e Principe Cri Itia- 
DO. Una Leg
 dunquc fu tlabjlita fra loro con obbligarfi tou<:> forte 
glura- 



ANN A LID' I TAL J A, 48 I 
l;iuramento dt difcnderfi I'un Popolo I'altro, fe I'Imper:idore 0 i [uoi 
tu Vo1g. 
l1fiziali v01dlèro da Ii innanzi recar loro ingiuria 0 &1Ono fen2a ra- 4NNO 116,. 
gione, fa/va tamen ImpeYRtorzs fidelitate, c1aufda nonJimcno, dlC nu'la 
dovea figmficarc tècoodo i bifogni. Fu fpezialrn..:me conVenuco il gior- 
no d'i'1trodurre i difperfi Mllandi nell' abbamua c: abba'ldonata loro 
Clttà, e di fiar ivi, finchè qud Popolo fi foflè tl'Ie{fo in illato di po
 
tervi ful1ifiere da fc: lolo. Erano ftati nnon i CremoneG de'maggiori 
ncmicl, che avefiè Milano, c de' più fedeli, che roteff'e vantar Fede- 
rigo. E' da credere, che fi m0vctIèro a muru mal1ima dal vcdcrc, c 
furs' al1che d.tl provar eglino il duro trattamento, e I' alterigia de' Mi- 
niHri Imperiali (uUe Città Lomb.ude, Ie remere col tempo di una fo- 
miglianrc forruna. Sicardo, che pochi anni dappoi fu V cfcovo dt Cre- 
mona, e fcritfc una Cronica, da me in buo!1'\ pane dara alla luce (a), 
ft lagna non poco di qucL1:a riLòluzion delluo PoroJo, perchè a' lùoi 
dì i 
1ilanefi divcnuri potenti, e dimentichi de' bendi.zj, angr.:.fìiavano 
forte la Citrà di Cremona: quafichè in quefi' anno eflå Città avdle 
fabbricaro un manello, che dovea poi [chiacci.tre it capo a lei. Ma 
anche i f.'1ggi provveggooo a1 bilogno d' oggi, come poff'ono il rne- 
glio, rimencndo poi alIa Provvidenza di Dio il refio, giacchè niuno 
ci è, che :1.rrivi con lìcurezza a leggere ncl Libro dell' avvenire. 
Erano i M Ilaneú in una lòmma coß:c:rnazione, perchè vcniva mi- 
nacciata la difiruzion dc'loro Borghi, e i Pavefi nc lafciavano correre 
la vnce-: laonde per quanro feaimane fiettero come in agonia tra i 
pianti e Ie grida; e chi a Como, e chi a N ovanl, a Pavia, a Lodi 
trafportava i fuoi pochi mobili, perchè di dì in dì afpettavano I' ulti- 
mo eccidio. QIando nd felicil1im
 di 27. d' Aprile comparvero Ie mi- 
Iizie Brefciane, Cremonc fi, Bt'rg.tmafcht:, Mantov:lOc, e Vewncú , 
chc imroduíTero quel P
polo nella de[olata Città con immenfo gaudio 
di tutti (b). Che menaí1"cro tofio Ie mani per alzar tc:rra, e valcrfi (b"! .Aft. , 
dclle reliquie dell' amico muro, e ferrarfi in cafa, ben giullo è il crt- s. 
alli't 
derJo. Rapportata quefia nuova alJ' Imperador F.c:derigo, benchè :Jlta- ;!:'{N
oa-tl 
mcnte [c ne cruciaíTe in fuo cuore, pure efieriormcme rnofirò di non tlitr1l 17. .Ã.- 
curarfene pumo. Ed allorchè I Collegati videro la Città ridotta in prilis. 
ifiaro di compctcnte dlfeC1., fi ri[irarono, per atLendcr a guadagnar 
LoJi. Suffillendg quefia Ciuà sì attaccata al [ervigio dell' Jrnt)erado- 
TC, n!Un di que' Popoli fi vedeva ficuro. Pc:rò trattarono di tirarla nella 
Lega; e perchè i Lodiglani a niun patto volev.mo fiaccarfi dal fer- 
"igio Imperiale dopo i ranti benefizj ricevuri da Fcdcrigo, fi venne 
alia tòrza. Fu aí1eJiara quella Città da i Milanefi e da gli aitri Al- 
leati nel dì 17. di Maggio; [eguirono varj comhattimenu; fu dato il 
guafio al pade, c: adoperare tante minaccie, che finalmeme s'indulre 
quel Popolo. per non pater di meno, ad entrar nella Lcga, ftlva /m- 
peratoris fidelitllte. Pafiarono i Collegari al CaUcllo dl Trezzo, For- 
cc:zza di gr,Jf1 polLo, pfrchè cinra di un muro e di una Torre, cbc non 
avea pari in Lombardia. Quivi era ripol\-o un gran tcforo dell' J mpe- 
r
dore, come in luogo di fomma 1Ìcurezza. Tanto nuiladimeno 10 Lhin. 
Z'om. 171. P P P fero 


(a) Sicar!ul 
in Chronic. 
Tom, V II. 
fur. 11,,1;(. 



...82. ANN A L f D' I TAL I A. 
P.11 " Vo'.. fero e h2rterono cone: macchine di g uerra , chc: il P rc:fidio Tede:rco 
A..t.o J 16 7 ' d I G · 
" ,I rrfcrva e: .Jovernatore, fu aChctro alia refit, falva la Jor vita e Ii- 
ber
à. Metfo a (acco qud Caile:llo, fu poi confegn.no aile fiamme 
e:d IOte:ramc:nte difiruuo. Tali notizie Ie abbidmo da Aeerbo Morena: 
Auror Lod,giano, e: conte:mporane:o; if perche 0 non {ÌlOiIle: ciò che 
fcri(fe Rddevico aWaono II f9. dc:lla dilhuzlOne: di que! CaUcllo, 0 
pur convien.e immaginarc, che fotre rifatto dipoi. Ponaro qUl" Ito f pia- 
cevole: avvito all" I mperadore, ne provò allora un immento dlfpiace- 
rc:; ma impegnato nella guerra contra d' Ancon:i c dl ROlDa, altro per 
aHora non pote? fart', chc tc:garfela at dito. 
Avvenne in qudl:o mentre, che il Popolo Romano cóncepì, 0 
per dlr melllio rinovò I' odin amico contra quei di Tutcolo e di ..\1- 
bano, pcrchè Ii vedea inclinati a adt'remi a I TeJefchi, e: renitcmi a 
pagar gli ecceßì\'i tribmi loro impofii (.). Sui fine dunque di Mag- 

in c:ffi Rom.ani con turto j) ) ('If 0 sforzo, aneorchè fi oppone(fc a tal 
rifolu7..ionc: il prude:nriffimo Papa Aldfandro III. andarono a dare il 
gU;tC1:o a tuno if territorio TuCcolano, con tag)iar Ie biade, gli albc:ri, 
e Ie viti: dopo di che: alfediarono quclla Città. Rainone Padron di 
Tu1colo, noo avendo forze da pote:r reu ttere, pe:r ne:ceffi[à ric.)rfe 
all' aiutn dell' r mp("radore:, che afT'eJiava f\ncona. Ordinò c:gli [ofio " 
Rinaldo c:l
tto Arciv("fcovo di Colonia, efìii:emc in que' co!1torni.. che 
b con aJquanre CchiC're d.armati s'affrtttatfc al Caccodo di Tufcolo. Così 

.) 

:
/e f("c:e: egli . Ma ((" vogliam credere 
 Onone, 
a Sa-o ßi.tg
o 
b).. rc:fl:ÒI 
iø chro
i,ø. Ranaldo rmferrato ed a(T'cdiaro da I Rcmana In que:l1a Cma. Ne: fu 
bensì avvifato Fe:derigo, e perchè- parve, cb'cgli non fe: nc mettc:(fe 
wan penfil"ro... Criftiano Elt'tto Arçivcfcovo di 'Vtagonz.a con. Roberto 
COo[C' di B:t(T'avilla, e con altri Barona, prc:fe l"a1funco di rn:lFciare i., 
aiuto di lui, con poco più di mi\le cavalieri Tcdetchi e Rorgogno- 
Cd Acerb", nj, ma i più bravi Ò("W .'\ rmara (c). A \I ora i RomaOi fi ffilfero in pumo 
::'ß:
R Lau- per dar b:uuglia, confidJndo nella fupcriorirà delle forz(", giacchè fi 
J,ll!, r. VI. rienc, che nel campo 10m fi conra(fc:ro tra c.tv.llieri e fanti ben tn'ma 
JI.?r ltRI". mila perrone arm1t(". R..moaldo Salernlrano fcrave (d), chc i R...,m1ni 
(

 R'7 u - fedotti d
t;a lor profU'l7.i0ne e fupc:rbia., vollero venire aile mani, ma 

;' 'c

o
;: (enM orriille C' c.mt
h .alcuna. Si azzuftàron r ) dunque nel dì 
o. di Mag- 
To.m. VII. gio co i nl?micr. Sulle pFime poc..) man.eo,. chc i Te:delchl, topraf.lui dal 
.fl.'''. lJ4lic. trorro numero dC' gli avvnr.'rj, non picg llfel 0; ma ulcito di Tufcolo 
I' Arcivcfcnvo Rin.tldo co'fuoi, e d:H1do all(" fp.tHe- a i Romani, cost 
v igoro(1meo-te, Ii cancò, che bIoI' cavallena prefe la fuga, lafciando 
:Ilia difcreziof} dc" Ted<<:fchl la fanreria N ()n t:fano i Romani d' allora, 
come gli aorichi loro <\nrenati; però da Ii innanzi oon fu più batta- 
glia, ma folamente una fuga e un maceUo di que:' mlfcri. Ingrandif- 
cono qui aleuni a difmifura la pe:rdita dc:' Rom.uù, facendoL'l Ononc 
d-a San Biagio afct'nde:re: a quindici mila tra moni e prigioni. Lo Scri[- 
tor della Vita di Papa MdTandro apr
 anchc p-iù la bocca con, dire, 
che appena fi falvò III raza parte di SI coplofa Arm.J.ta,. e: che d.llla 
bauagLia d' Annibale a Canoe in. quà,. non era più fucceduta. firage sì. 
.gran- 


(3) CArdin. 
tl
 .A MgIIIJ. 
ill YÙA A- 
ICx..l11dri 
111, /'art,l. 
'1 qm., 
II. 

f". 111Ili,. 



A. N N A L I D't I TAL I A. ...83 
grande del Popolo Romano. Si
4rJo<:opjò aoch'egli queClo beu'cpi- E"'A Vo18_ 
foncma. E I' Aurore della Cron1Ca Relcherfpergenle arnvo a dIre, che ANNO 1167. 
di quaranta mila Romani paucijJi111i eVllfirull1, 1m non occifi, aut capti- 
tlati luerint. PIÙ ancora ne difle Got,ifred? MonÀcu ne'luol Annab". 
GIovanni da Ceccano ndla [ua Cronlca dt FolTa Nuova ne fÀ morti 
fel mIla, e molee altre rnigliaia di nrn-4tli prigloni. Ma perchè fuul 
più lþdro avveoire J che la fÀma, e la mllanteria de' vincitori faccla 
in cafi tali di troppe frange al vero, meglro tarà I' Auenerú qui ..Ua 
rc:lazion di .-\cerbo Morcn.t, Auror dt quelli [empl, che dice d' averlo 
imc:lo <:Ia Romani dil:,ppÀffionatl, cioè elh:rvi rdiau moru plU dl due 
mila d' eßì Romani, e PIÙ dl tre mila fatti pngloOl, chc Jcgau turo- 
no condotti alle carceri di V Iterho. L' Anommo Ca[rnenle JCrJ\I(; di 
mille e cinqut'.ccmo ucciG, e da m1l1e e kuecento p'lgloni. LVlcno 
.ncora dice 11 Cominuato{)re de gli hnnali GenoVc:1i dl l.,clft:\ro. 
Non potè contener Ie Iagnme all' an 110 dt SI tun
 Ito iuccelTo 
i1 buon Papa Aleflandro. Tuuavi" Ù:nz.a aV\lllirú attc:le a premUlltr 
la Clttà di Rama, e a plOccurar de g!Ï ajull ùal dt fuou. 
!l.tTe 
Ja Regina <:Ii 
tciha e tl Fighuolo Gug,iirJmo 11. a Ipt:<Ílr Ie Ioro trup- 
pe, che giunrc: nella Cit.mpagna Jt Rc..IDJ. 11 dlc:dt:ro ad afic:dlare un 
forte Caltello prefiJiato da' Tedcfchl . :'econdo rtcnbo tvlorcna pa- 
re, che il giovmeuo Re venilTe in pe
lona a tale Imprela, ma e co- 
fa non sì facile da credere. Ora l' aV!ó'lfo della ..morra nporrata ùa
- 
Ie fue genti lotto TufcoJo, ma ptÙ queíia molIa deJl' arml bicJUane 
furono i motlvi, che inJulIè:ro Fedulgo a dllmeu<<e l' atJedlO d' An. 
cona a fine di uasfèrit Ii verlo Roma. Per mantener nonduueno il 
decDro , ed accio.cchè non paretIc, chc Ia ritluta \lclulh: dÀ paura, 
am mile do po qU<lG tre kttlm.1ne d' alTcdJO ad un trattato d' ac\..oldo 
gli Anconitani, I qU.1li 
. obbugarono ùl Pilguðh una gran (omma 
.di danaro, c per ÚCUft:Zz.a del pclg
mèmo gu dlC:J
ro qumdici oltJg- 
gi . S' inganno Ottone dÀ 
an ßIÀglO con altn , alJorche 1cntlc, che 
Ancona G rendè aU' lmperadore,' L' ImpazlC:!1z,a dl Fedengo era g."n- 

e, nè volendo alpetUre 1 Jeot1 pÀIIì dc:Ua tamc:ri.t, prda tèco Iii ca- 
valleria, e l' AUbuliÀ Iua Mogue, a grÀn glO.lOatc marelo vuJo Ia 
Puglia. AlIa nuova, che s' au;oJlua I' Impc:radorc:, c: luUa credenz.a 
aocora, che con tutta l' J\rm4ta egh venrt1e, Ii fJurarono ben prdta- 
mente da11' atredio del Juddeuo Caltcl10 1c: loldau:lchl: del Re dl Si- 
cilia. COQ tal tÌ'eua man.:lo t<'cder!go, che ragglUnie 1 fUgiU vial pÀC- 
fo di un Ftume, dove moltl ne h.ce pfl
IUUl. A1fedlo e vinfe un 
C3fiello toho dai he (juglieimo a l<"out.lto (;ome QI BaHavilla, (;On 
rdtituirlo poi ad el10 COOle. Arnvo lillo . al 1'ronto, mt:t[cnd,J a 
faceo e a tuoeo tune que.le .comrade . 
ua lOtcnzlone pareva dl pat:' 
fótr più oltre, mÀ Sl vIgùro1e furono Ie iltanl.e deU' Am.papa Pillqua- 
Ie, dlmorarte 10 V llelOu, per tlrarlo a Romil, SI in vlnù dei1e pro- 
mdli: a 1ua faue, come anche per la ipcranza dl cac.:clarne Papa A- 
Ie/randro, .::hc Ft:dc:rigo con tuno I' c:ferc1to tì moLT
 a quell a volu, 
e nel da 2.4. di Lu&ho glunlc a mcnerc 11 campo Dcl Monte del 
1'1' P :. Gau- 



48.... ANN A LID' I TAL I A: 
Elt A Volg. Gaudio, appcllato Monte Malo dallo Scritwr delta Vita di Papa A- 
J\.I'INO 11 6 7. lefT.mdro, che racconta il di lui arrivo colà XlV. Kalendas ./I1I1,1lft;. 
Nulb più fofpirava egli, che: d' irnpadronirfi dclla Bafilica Vatica- 
.na; nè tardò .a fuperar )a Cortina e il Portico di S. Pietro, can 
ifpogliarc: e dar aile fiamrne turte quelle cafe. Ma ne:lla Vaticana non po- 
tè egli entrare, perchè fonificata c ben difelå dalla Maloada di S. 
Pietro, cioè da i Soldau raccolti da' Beoi patriml)niali della Chiefa 
Romana. Diedero i Te:defehi varie battaglie a) fåcro Luogo per u. 
na continua fettimana, fempre inurilmeme, finehè riufel loro di po- 
tere attacear Fuoco alia Chic:fa di Santa Maria del Lavoriere, 0 lìa 
ne:1Ia Torre. EfTendo quefia comigua a S. Fierro, poeo maneò, che 
Ie fÏammc nnn pene:tratTcro aoche nella Balìlica. Mlfe: nooJimeno 
quell' i r.cendio tal paura ne' difenfori, maffimame:nre veggendo cHi 
di non potere fperar fòccorfo alcuno dalla Cjnà; che dimandarooo 
di capitolarc:. Fu 10ro accordato di pot-erfe:ne andar fald colle: per- 
fòne ; e cos} S. Pietro vr-nne in potere di Fede:rigo. Però nella fè- 
guente Domenka arrivò l' Antip.lpa Pafquale: a camar MefTa in qudla 
Chief:1, nella quale occafione coronò I' Imperadote con un cetchio 
d' oro, infr-goa del Patriciato. Fin I' .'\nno I Iff. ficcomc abbiam 
Hdmo, aveva egli ricevura la Corona I mperiale dall
 mani di Para 

-\driano IV. Tuttavia voHe ( Acerbo I\1nrena, che: v' era prefcmc, 
ce ne nfficur.l) iI piaee:te èi ricevr-rla di nuovo da queUe del luo 1- 
rlolo : funzinne Farta ncl Marr{"di fcguente, fdl:a di S. Plctro in 
Vincola. Fu coronata aochc }' Augufta Bc
,triee, anzi che: a lei fo- 
h ff')(fe impo(b I' Imperi-al Corona, 10 fcri\!e I' Autor dcl!a Cronica 
fa) ChT/Jni
. Rcicherfperflenfe (II), parendfJgli moho firan", che il già coronato 
"3.icher- I mperadf')re fi flceífe coronar di nuovo. Alcrettanto h.t Gotiftedo 
JJ ( P b e ) rgenfi d ':r. !\fonacu di 
, Pantale:one ne' fuoi Annali (10 ) . Ciò fatto , fi fiudiò 
Go 'Jr. - 
MOn/uh"s I' IO/perador Fe:de:rigo di guadagnare i GranJi e il j>f)polo di Rom
 
in .Annll ib. (c), e ficcome acconiffimo Principe prepofe:, che fe dava lor I' ani- 

c) Carl. mo di t
n
, ehe iI Pontefiee AlcfTandro rinunziaf1è :11 PJpato, aC!:ti- 
i; J'
;";:
' gl1etl'bbe aneh' egli il fno Papa PafqU1Ic ad irnitar1o: con che fi 
lexand. Ill. ve:rtebbe poi- all' e:lezione: d' un terzo, ed egl
 J
m:bbe la paLe a tUt- 
Par. 1, ti, fen
 più intricarft nell' c:lrÚon de:' Ponrct1ci . Efibi\:a eziandio di 

om. 11
.. riJafciar tutti i rriginni. Paf\'e oue:fioun bel p:miro a i PIÙ de' Romani, 
cr. UII Ie. j qU;l!i glUl1fero fì
o a dire-, che il Papa era [e:nuto ad accomodar\-ifi, 
c a f;lr aochc: di più per rilcattar e Calvare raote fue: peeotellç, e il co- 
m-ir:ciarono a' tempcfbr su quefio. Ma ^ IcfT.1nJro, da che: fi accor- 
fe de i (egreri m:meggi dr-I Popolo co' flloi nemici, dal Palazzo La- 
[cranen(e s' era ririraro ndle Forri cafe de' Frangipani, t! pafcla pref- 
fõ il CnlifTco, con ifredir quivi Ie C:mfe fpe:ttanri alia Chiel
 e allo 
Sraro. (manto il giotlane Rc- Gug/idmo, gillnragli la notizia di quan- 
to palhva in Roma, mo(fo dal luo zein pe:r la falute del Papa, 
{pedl due ben correJate: Galee con genre e danaro :I/T:Ü, & on:frnc 
di c('\ndu rr in falvo il Pontdlce. V l:nnLrO su pel TevC'rc Ie due 
G"ke, e fano Capen: t' arrivo 101'0 ad OUane Frangipane, fUft1no 
inua- 



ANN A LID' I TAL 1 II. 4&5 
inrrodotti all' udienza del Papa i Sopracomiti. Sommamente 'ob?l!- Ell" Vo1g. 
gato fi protd1:ò AleOàndro Ill. all' nmorevol penliero del Re SICI- ANNO 11 6 7. 
llano; prefe il denaro inviato; e credendo per aHora non. n
ceOa- 
ria 1;0 fua parrenza, rimandò Ie Galee indietro con due CardlOah, per 
trattar de' prefeoti affari colla Cor
e d,ï SiciIi.a . .P
fcia, di
ri?uì buo- 
na p;me di ql!el danaro a. i F
ang1panJ, e a I. 
JgllU
h dl Ple
 
e?: 
ne', per magglormente ammarh a lbr feco tlf.1ltl; e 
l reito I, !nvIO 
a i Cu f1:odi delle Pone. Ma in fine (ì lafc
rono plegare gl mco- 
11:ami Romani dalle lufinghevoli propofizioni di Federigo, e volend
 
pur indurre il Papa ad acconfentire, quefii accompagnato da alcuOl 
dc' Cardinali, e tra\'efiito., fegretameme ufcì di Roma, e pa(f.1ndo 
per Terracina, arrivò a Gaeta, dove ripigliò gli abiti ponrificali. 
Di là poi fi trasferì a. BenevcDto, dove fu con grande onore accol- 
to da quel Popolo . 
Eranfi interamente dati i Pifani a''fervigi deWTmperador Fede- 
rigo Cd), verifimilmente per que' gran doni e vantaggi, che a guifa (a) .Annlf- 
de i già conccduri a' Genovefi, dovette compartire anche a Gneft' al- Its piftmi 
HO Popolo con un pezzo dl pergamena, per l' aiìfietà di portare in 
om. [l.r 
breve la guerra non folo contra de' Romani, ma anche in Puglia, Ca- tT. la 1(. 
l1bri;t e Sicilia, al qml fine ahbifognava della loro FIona. A veano 
eill Pifani giurata ubbidienza a11' .\ntipapa Pafquale. E perchè J7illano 
10ro Arclvefcovo noo volle confentire a sì f.1tta abomioazion del San- 
mario, fu cofiretto a fuggirfene, e a ritirarfi ",=11' Tfola della Gorgo- 
n3; e in luogo fuo fu intrufo in Guel1a Chlefa B
nincafa Canonico 
ful fioe di MarT.o. A\'eaoo anche preftato aiuro a Rinaldo i\rci\'e- 
fcovo di Colonia, per prendere Civi-ravecchia't prima ch' eg1i pa/TafTe- 
:l Tufcolo, 0 fia Tufc;olano. Ora Federigo, benchè tratta(fc di ri- 
durre i Romani a' fuoi voleri colle buone, non lafciò per qucfio di 
rl'cpararlì pcr adoperar la- forza, fe il bifogno 10 porrava. A qudto 
hne richiefe d' aiuto i Pifani, che gli fpedlrono dodici G
lee bC'n ar- 
I?ate con due de'loro Confoll;- e quefte dipoi entrate pel Tevcre, e' 
ialitc fino al Pome infeftavano non poco Ie Ville de' Romtlni, ed i m- 
rcdivano ogni foccorfo per qud FlUme. Il Popolo Rommo adunque 
per la nuggior pane tanto per ifchlVc1r gli ulteriori da-nni e pericoli, 
quanto perch': F
d-=rigo confermò il Senaro Romano, ed accordò a, 
que1 Popolo di molte efcnz10ni per tutti i fuoi Stad, condilède a 
quanta egJi bl
mava, con prometlere fra I' alt(e cofe, che' jNlliti.:rs; 
þt,'l$ (cioè dell' I mper:ldore )- tam intra U,bem, fjtlam extra Ur-bem jt,- 
'iJabufit ellm retiune, e che terrcbhono per '-'apa I' Am'papa P.lfGtlile,. 
Ie pure s' ha in. CIO da credere aL COlîtmU,ltOr del Morena;, pen:loc- 
che, da una Le[!era dl Giovanni Sambenenfe fra queUe di S. Tnm-, 
mal,) C..ntu:mcnlc fi raccoglic, de i Rom1ni. ficttero fàldi n
1I' ub- 
bjdlenza dl P .1.pa Alc:ff.lodro III, nè di Pat"quale fi parla nel GlUra- 
rn.:nro de R,)m..IJ1i rapportato nella fu.1 \r )IHCa dl Gotifredo 
lnn,lco 
dl 
. Panra!eoilc prulè J Jl Fr.', ro. I Fr;;nglp,;ni nt
nji,nt''1o, e 1.1 Calà. 
Ell Pll.:r Leone, con alui N.obi!i non confemirono a Gyetto accf'tJo., 
l\1.an- 



....36 ^ N N A L J D' I TAL I A. 
Eu Volg, M mJò porcia Fcde.rigo a ricevere II giur"mtnto di fcdc1tà da'Re- 
ANIllIì 1161. motl1l varj iuoi DCi,mati, tÌ'3' (ju..11 Jjno fù .
ccrbo Moren,! Conti- 
l1uatore d,1I4 Stona dl ()uonc iito p"drc, uomo dabbenc, cd incor- 
rolto c: d,Vt.:Ffo da nnti aIm dell' Arrnalc\ Imperiale, che viveano di 
tole rapine. Intanto venne Dlo .1 \'ltÎtilre J p,-ccati e i' altc:rigia ddl' 
In'pcràdor Fcdengo, Prmclpe, c;he null" mwo mcJitava, che di 
mettere 10 catene I' 1talaa tUlt:i, e per pohtica andava fomen- 
undo II d
r)()rablle,,::;I.:I
ma deÛa <..:hlda d,l Dio. Un'imprOVV1ia Epi- 
d..mla C'ag
onata dail an.. ctl Roma, mlclJlale anche .iUora In .tempo 
dl hate, ie rur non iu una vela l'dlaknza, atTali intanto I' cCercito 
dt 1< 
ùC:1J60, t: cominclO 
 mietern
 Ie centl}1ala ogni giorno. La 
· mattma erano [,\01, non arnvava la h::ra, chc 11 troVdvano morti di 
(a' c,,,ti- mojo che, h ,pcna,va a teppellar tama genre (a). N è giJ. tuBa 'tala 
natðrA"r- pkbe tk'ioldatl Í1 fiefe qudlo Hagelin, comunemenreattribuno alla 

, Mllr,u, vluhii m"no dl VIO, ma ancora a i Prmclpl e 
Ignori P IÙ g randi 
Tllm VI ' I A '" R ' J 1 A " . 
R4r,. ltai;c. a t:I a rmata." ,I pcruono _ mala' e euo 'rclv,cleovo dl Colonia, 
O!t
 d,,5, reaeYll,o j)uca ,dl ,SuevJa, 0 ha dl ,t{otemburgo, ,I' 'gllUoJo, dc:
 gj
 
e 
:BlaJ
'. , COllAdo, e ,L.ugJl10 gCIm,lOo ddl Jmrcra
on;, 1 Ye,icoVI dl Llcgl, 
Go/rfnd. Jt S p ira, dJ Ratlsbona, dl Verden, e d alrre Cltta, con alTaiOirni 
}.:on.l(hf#1 N b c., 1 {" I ' d ' 
.!ud Fre- 
II n Pr,m
lpl e 0 1lJ, rr" <]ua t Jpczla mente e a n
tar
 I
 Duca 
hirum. <zueifo ZWlz",e, la CUt f!1one iu complíu
ta an,-
e da gl JuhaOl, per- 
che la ùt Jm perdita tu c.tglone, t:ne b fecc...()e 10 lui quefia Lmea 
dl E.ltt.niì-Gud.fi, e che 11 Dactl GUlifo iuo eadrc rinunzlalTe poi aU' 
Imperadore tutu I tUOI Suu 10 Jtaha; del che ho atTal favellato al- 
(b) .Antic},. trove (b). Pcr <]ueib fiera mOHa!itå dl genre ""nche it 'udJeuo A.. 
Ef'''fi P. 1. cerbo 1\ iorcn.t lttonco, nd toman: aula portando feeo al malore, 
,.,. 3 r . ncl dl 19. dt ünobre m4nco dl vita ne' ßorght dl Stcna, come s' ha 
dal luo Conunuatorc. - 
Attc:rmo da c,",sl Trdgico avven
mcl1to l'lmperadol' Federigo, 
frcttolol
mcnte dccampo col reno deli' Armata, e p:..r la Tolcana ve- 
.nULO a PJ1a t a Lucc.., 
ontmuò il viagblo aHa volta di Lombardia. 
Ma nd voler vallcue l' ApcunulO, tro\'o II }Jopol o dl Pomremoli, 
(c) CAr.in. cd aIm Lombardi, cb
 gh vlctarouo pa queUe montaðne il palTo (,) . 
t!' 4'
lDn. 
e .110n 
r" Obl
.:..ø 
\1a.y,;he}e Millafpiua, che l' 
ffijo pcr Ie tue Terre 
171 V d "
 Å l1 " 1 - dt:hot Lunivii4Ua, e gu dJed..: Ì1 pal[aggio, fi Jarcbbe trovato in peri- 
Kan rz. p G J ' d 1 ii '
 d ' 
PArt. 1. .c"!OIt: an6ultJe. r"n p,nte nOli IlOtOO e uo c<]ulpaggfo J1 per e 
Tllm. lIT. }JC;:[ iltrii\.101.: Vedo 1a meta di Scttembr
, e non ð ià dl Dh:embrc t 
R'r., )t4/;,. .(,;OIDt: per error dc' Copilli Ii leggc plclTo Sire Raul, arnvo egll a 
C;;nt
ua;; PavI.l con avere perduto ene' cOl1torni dt Roma, e nel viaggto per 
,,;;.'. II- Ie mollàttle luddt.lte, oltre a gran c:oeia 
i Ja,ldau, _PIIÙ d, 
uc 
i
a 
Nobl!Ì tr.. v t'h::OVI, Vuchl, M.1rcheh, .corm, V aHaLh, e 
cudlcn. 
QUIVI nel .dl 21. 
'cll" .Mele di queit' .anno, c non gia del 1168. 
come ba 11 [dto del .coounuatore del 1\lorcna, mire a1 bando lidl' 
Jmp..:no tUttc Ie L.m.! 
onbturate dl Lambardla, nfelb.mdo foJamente 
LodleCremona,1cnzachc s'Jntcnda il perchè dl <]udt'ultlrn'\, e 
,gitto in aria il gUilnto In iÎ:gno di sfida. In vecc dc' (;,.em
nefi fot
etto 
10, 



ANN A L I J)' I T ^ L I A. 4E7 
io rbe iI Cnntinu:Jtore- di AcC'rbo Morena eccettualre i Comafthi, 'Eu Votg. 
re'rd
è qudh C0nrinuarono a' tenere' il p:utito di Federigo. Il qua
 ^NHO 1167. 
F<"lCia pIli fit'"FO cht: m:;i, co j Paveli, '
ovarefi, V 
reelle(ì, e co 1 
MJrchdi Guglitlmo di Monferraro, ed Ob,z:zo Malafpma, e CCII Conte 
di Biandratc ea\ alcò contro Ie Terre de' Milandi, con devaflar Ro- 
f.'lre, Abblagral1o, Mazzenta, Corbetta, ed altri Inro Luoghi. Ac- 
corfero allura a Milano j Lo.iigiani, c i Bergamdchi, e 1 BreCciani, 
chI:' erano in Lodl, c i Parmigiani e Cremonefi,. che fi trovavano in 
gualdia di Piacenza. TprnoOtnC' per quefia 
ol!a Fe
e.rigo a Pavia. 
ma tenla prendcrc 6.uo, fi voltò contra de Plact'nun\, aIle Terre 
de.' quali fcce quanto {nale potè. IngrolTatifi per quefio a Piacenz:l i 
Collega ri, erano per affrontarfi con lui, s' egli non fi folTc prdta- 
mc'ue ririrato a Pavia. Abbiamo nondlmeno da una Lenera di Gio- 
vanni Sarisberienlè, che f('
u; fra Jnro qualchc baruflà colla reggio 
di Federigo, it quale in fugam 'Vtr/us eft, <<;omc fi puo vedere fra Ie 
L(:'[(ere dl S. Tommafo CanraUJ icnfe. N è glà tuffiite, comc fCrive 
il Slgonio, de Flderigo anda{]è Cotto Bergamo, e nt: brucia{]è: i 
Borghi. Tante forzc egli oon aveva. V cOUto pofcia i1 verno, fi quetò 
il rumore dell' armi in Lombardia. 
Ðurò anche nel prefcnte anno la rabbiofa guerra fra i Pifani e 
Gel1O\ di ("'). ('crfe guitandofi i 101'0 Legni reI' mare a turto pn[(re. ( ) ,It'.' 
FUHJJ'o faui pC'gcni di pace, e nmdle Ie differenze in dicei per par. :'n7f;t.JJ
:
 
te; ma 'enza che animi tanto alterati potdlcro PUnto accordarfi. In- numf I, 1. 
tamo tl Re:.,no di SIcilia era agitaro dalle garc di que' Baroni, e da Tom, VI., 
varie faZH ni (b), chr tune cercavano di fupcrinrizzare durante la mi- 
;- Inti". 
norità del Re Guglielmo II. Lt' Clt[à dl l\1cffina.e di 
al
rm,o rumul- 
ld. 
:7e

. 
twrono, e cont:l\bm ad accendere que! fuoeo GIÐ'Vanm Ca,dmtllt Na- inchrøni,o, ' 
poktapo, uomo 101 tatto pC'r itrnugnere danaro; e per gli luoi vizj TDm. Vll: 
biafimato dal BaroOio. QueUe dilTenfioni mmuramente dekritte tì Rtr, ltal'j. 
]egguno nelle Stene dl Ugone Falcando, e dl Romoaldo Salernira- ,,,

g


.- 
no. Mi difpenlo io dill ritè:-rttJe per amore della brevità. Si trasfcl ì Smll. 
in qudt' "nno a Vent:zJa in abito da pellegrino, e di Jà "cnne a Mi- . 
lano II novelJo .-\rcinfcovö dl quella Cltta Galdino (,) nd dì r. di (c) CDn/,- 
S b fi J:: 1 , d I P I>' I ' - nvaUr Ã- 
,ulem rc, con In mra conlO aZlon d tlO opolo - rono C'g I teeo Ctr
l MDrl- 
11 [Jtølu e I' 
utorlta d, Legato Apoftolico: .1 de fervì a maggior- not Tom, n. 
mt:Rte corrohorare cod accrdcerc- la Lega ddJe Cmà Lnmt>:ude con. Rer _Iulic. 
tra di Fcd
,ng
. In f.am, ho io rubbltcato i pan! d' cffa Lega" (l.t- G::;'

 
: 
bllïu t)
I, üI prJR
o d
 DJ.:embrr- (d)., cbbhganJ,)f1 cad.lUno d. d,ft"O- pur BoJilln- 
dere C,vttatem f tmttttlrum, f7nonam ê.:J Caftrum & Suburbia, Pian- dllt. il-A Jltm 
tiam.,.Paduam, 
rivj/ìum, Ferrariam, B7'ixÙtm, Bfrgamum. Crt11lo/lam, IIs, .Apr!l. 
A1tello/anum, Lal4dum, Placemiam, Parmam,. MlmtlllJm, Mutinam, ß,,- ( l d) j ÃtJtl/fU. 
. & 1 '. ' d b I ' ' t.1 u:arNm 
1I.m'!ln, ,c: con vilq pattI, J pm conh era Ie de'qudl e J'obbh. DiJlirt. 48. 
garh alIa. dltela ed olfela contrtf ønmem hfJ"linem, fuictl7Jrql4e' nohÙcum fa- 
cer
 volJJtrtt gunTam aut mah
m, contra fjl10d 'VeJif" no)" plus facl'1 t T fjuam 
[upous a Jel'lJpQre' Rmrici Atgis l4.!1ue ad inJroitum j"iperatoris Fridefici. 
SollO nome dl: .4rrigl/ porto JO o.pmione-" chc fi debba. int,nden: A 1'- 
ngo 



488 ANN A LID' I TAL I A. 
EItA Volg. ribo Quarto rra j Re, Terzo fra gl'Imperadorj, pl"l"chè (otto di Jui 
AliINQ n68. Vo credendo incomineiata la Llbertà di moIre Cinà di Lambardia 
c
e and
 p
i crefcendo, finchè a
ri"ò alia rua picnez
a; c Cjuclla ab
 
bJamo dlpOI veduta come anmcbllata dal terrore e daJla foltuna dell' 
Imperador Fcderigo. 


Anno di C R 1ST 0 MCLXVIII. Indizione I. 
di A L Ii S SAN D RollI. Papa 10. 
di FED E RIG 0 l. Re 17. In1peradore 14. 


A Bbiamo dal Continuatore di Accrbo Morena, che l' Augullo 
Federigo Cjuafi per tuno 11 verno dell' Anno prefeme andò giran- 
do, con dimorare ora nelle pani di Pavia, ora 10 <]uella di Novara, 
ora di V crce1li, del Monferrato, c d' A Ui. Ma veggendo fempre 
piÜ declinare i fuoi aff.tri, e tl'ovando(ì come chiufo in Pavia, e 
Jè:mpre in forpetto, ehe i poehi rim:afli a lui fedeli il tradlOero : un 
di di Marzo al1' improvvifo fegretamente fi parrì, (I) & in ./.11,1- 
'manniam per te,.ram Comitis Uberti de Savogia, filii quondam Comitis A- 
madei, qui & Comes dicitur de klorienn.l, iter arrip,lit : così fi legge 
l1e gli amichi Manufcrim . QIelto Ube,.to, ehiamato dal Guichenonc 
Umbel-to, è uno de' progenitori della Real Cala di Savoja; e Cjuan- 
tunCjue r;tcndfe il nome di Conte di Morienna, pure in varj Stru- 
menti ha II titolo ancora di iUa1Cheft; e dl <]uì pari mente fi fcorge, 
eh' egli era Principe di molta potenza, e che per andare in ßorgogna 
fi pa{fava per h di lui St:lti. Fra Ie Lencre di San Tommaro Arci- 
(a) S. Thø- vefcuvo dl Camuaria (a) una fe ne leggc: di Giovanni Sansberienfe , 
mils Cnn- ' fi ' h d 1 e d ' I B ' (b) d . 1 1 fi ' . 
lullrienfi S TI erJra ane, e a , ar 103 aro!11o , al a <]ua e 1 T1ca
ano vane 
I, 2" Ep. 66. particolarita . elOe, ehe Fedrngo non vedendoCt fieuro m Pavia, 
edit. Lupi: per aver fano caval' gli ocehi ad un Nobile di quella Città, e fa- 
{b) Br' In pendo che: già i Lombardi meuevano infieme un' r\rmara dl venti- 
4nn4 . E'f. mila foldati : lafciau in Biandrate trenta de gli oíl:aggi Lombardi, 
pafsò nel Monferraro, dove per la fidanza, che avcva in Guglidmo 
J.l1tt1cheft di Cjuella conrrada, per Ie di lui Catl:clla diHnhuì gli alrri 
ollaggi . PO(cla andò <]uà e là rempre di fofpetto, 110n o/ando di 
pcrnottare più dl due 0 trC giorni neI meddimo Luogo. Frartamo 
il Marehcfc trattò (2.) cum cognalo 11/0 Comite Mdurimfi ( leggo 1'v1au- 
. rie- 


(I) e s'illviò nelJ' Alemagna per il territario del Conte Ul1Iberto di Savoia, 
jiglio del già Conle .Amedeo, che diceþ ancora Cfmle di .kforienna. 


. 
(2.) col {uo cognato Conte di J.Uo,Ùnna, acÛò /afciaffi uflire I'lmperadore, 
promette;ldogli non felo la reflituz;one del tf/lto, ma mGlIfÍ d'" 0, e con 
fJlIor, e l./ot"la dell' Imperio la ftmpiterlla graziil , 



ANN A LID' I. TAL I A. ...89 
r;tlllle1lfi) , *1 ImperatornN pennitttrtt egredi, premittens el nOli mod, rt- EllA Vol

 
jlitutiontm abfatDrum, fed montes IIUrtOS, & cum bMore & glDria /mpe- AliMQ 1168... 
,.ii 
r"tia1lJ ft1Jlpiternam . Pofcia raccolti g\i ofiaggi, e aecompagnato 
da tali trema uomini a cavallo, andò fino a Santo Ambrofio fra To- 
rino e Sufa; e la ma'ttina rer tempo rimdfofi in viaggio, quando 
fu prefio a Sufa, barbaramente feee impieeare uno de gli oClaggi, 
Nobile Brefciano, ineolpandolo d'aver maneggiata )'unione dd\'efcr- , 
cito, che il caccíava daW Julia. Sire Raul fcrive (a), che Federigo (.) ,J'
t . 
.
IfO dit Alarlii [ufpelfdil Zilliu11I de Prtfnao o/;fidem de Brixitf jllXltl Sau- ;:r. !; 
I
 
r'eI'1II (forfe era fcritto Secu.ftam), dDlorc & furor, repletus, quod Me- fur. lJa/ic." 
iiola>>enfts, Brixitnfts, Laudenfes, Novarie1lfts, & fl'ercdfelffts obfttlera"t 
. Bfanarate, & intle abiit in ,AI"11Ia"n;a71l. Aggiugne, ehe arrivato a Sufa 
con gli altri ofi:aggi, i Cittadini prefero l' armi, c gli tolfero quefi:i 
ofi:aggi, mafirando p:mra d' ctrere rovinati da i Lombardi, fe lafcia- 
vane condurre per cafa loro fuori d' Italia que' Nobili, mafiÏmarnen- 
te dopo aver egli tolto poco fa di vita. un d' dIi 'uomo po- 
teme e gc:nerofo con tama crudeltà . Accortofi Federigo del mal 
tempo, che correva per queUe parti, anzi fe è vero ciò, che ha 
Ottone da San Biagio (b) , avvertito da\ fuo albergatore, che que' (b) Om it 
Ciuadini meditavano d' uccirlerlo, avendo lafeiato nel letro fuo un fanft, Bla_ 
,Artmanno da Sibeneich, che il ratromigliava, traveClitofi da farnigho, ft, Ï1' Chr. 
e con alrri cinq:Je fuoi f.\migli mofirando di and are innanzi a prcpa- 
rar I" alloggio per un gran Signore Cuo padrone, continuò il vlag- 
gio per ifirade alpefiri e dirupate finchè giunfe in Borgogna, dove 
di gravi minaccie fece a que' PopoH j e dipoi pafsò in Germania, 
con trovar ivi non poche turbo)enz.e, e molti che l' odiavano. Sa- 
rebbe da dc:fiderare, che Ie antiche Storie ci avetrero lafciate nu- 
tiz.ie più copiofe deJ1a Real CaCa di Savoja, percioechè non ba- 
fiano Ie moderne a darei de' ficuri e fufficienti lumi. Abbiam ve- 
duto all' Anno I I fr. che Federigo probabilmentc avea tolto de gli 
Stati .nche ad; U mberto Come di Morienna j ma quali non fap- 
piamo. Nella Lettera fuddetta del Sarisberienfe è ferino, che Fe- 
derigo prometteva ad dfo Come rtftittttiD1UNI ablalfJmm j ma quali 
Srati fotrero a lui to)ti, non apparifce. Il Guichenon (ç), che di- (c' G
ic

'; 
menticò di parJare all' Anno prefeme di quef1:o patraggio di Fede- non Rift.'
r 
rigo per la Savoja, e deU' avvenimento di Sura, fcrive, che Fede- 
e S la a Maif. 
. ,. , tr lit Vf1'Jt 
ngo Irrltato contra d' el10 Umbeno pel fuo attaccamemo a Papa Tøltf. 1. 
Aletrandro Ill. diede in Feudo a i Vefcovi di Torino, di Morien- 
na, di 
:ara'1tafia, di Geneva &c. quelle Città. VeggaG ancora 
l' Ughelh (d), che rappona un Diploma d' etro Federigo in favo- (d) Vi 
 /I 
re del V.feovo di Torino, e Ie lid poi fopravenute. Qucl che llal. t:r: 
è certo, brutta feena fu quella dell' ufcita di F ederlgo fuori d' (- T.m. IV. 
talia. Federigo Imperadore, dieo, al cui cenno dianzi tremavano in ..4,rcbit!. 
tutte Ie Città Ita\ianc, e che già per dt=cifione de i \'anillimi Dot- TllllrllI'''f. 
tori di que' tempi era Clatc diehiarato P<<drDn dtl AfonJo, fa vide 
in fine ndono a fuggirfenc Vtrgognofamcme d' Italia fotto un abi- 
crtJm. J7 I. Q q q to 


. 



...90 ANN A'Ll. D' I TAL J A. 
EK A VoJg. to Ji vii famiglio, cDntrQ Imperatoria Jignitalt11!., come dice Go- 
ANNO Iltí8. (Ìfrcdo Monaco (a), rardi cooo(cecdo, che più colla Clemeo:u e 
.M (a' (ìo h åt!r. Manlue[Odme, che colla Crudchà cd Alteri g ia, fi fuol rar g uada- 
onac NI h 
;n Chronit, gno , e c e: per voter troppo, bene fpetTo [Otto fi perde . 
Dopo uo vigorofo afTc:dio cadde in poterl
 dc' Collegati Lombar- 
di la Terra di Biandrare. Furono cicuperati gli oilaggi quivi dctcnmj, 
e tagliati a pezzi quafi [oUt i Tedefchi, che v' eraoo di gmunigig- 
(b) 3011ifnn. oe (6), Dieci d' effi nobihffimi e riccbiaìmi vennero confegmni aUa 
54ris!mitll- Moglie del Nobile Brefciano hero impiccare da Fcderigo, accioccbè 
fis in Epijf. nc facetTe vendetta, 0 nc ricavaITe: un groffo rifcatro.. In qUc:fi'.U1
 (,) 
lc) cO';;'- oel Giovedi lãnto, cioè a dì 18. di Mano per Ie iUacl.e di Galdino 
ii
;;r':::- Arcivefcovo di Milano, e per paura di mali m..ggiori, it Popo}o di - 
Lodi abiurò I' A ntipapa Pafquale, e ridottofi all' ubbidicAza di Aleffan- 
· dro Papa, eldTe per fuo Vefcovo Alberto PropoRo della Cbiefa di 
Lodi. Intanto crt:fcimi gli animi de' Popoli coUegati dell. Lom
r. 
dia. per la fuga dell' Imperador Federigo, fi acc:nftfo quefii aUa guu. 
ra contra de' Pa\'e6 't e del Marcheie di Monferrato, cbe foli in quelle 
pard reUavano più che mai attaccati al partito ù'dT"o AuguUo. Per 
maggiormente anguRiare Pavia't venne 1010 in capo un grandiofo p
n- 
fiero, cioè quello dl fabbrtcar di pianta. una nuova Cittã a i con60i 
del Pavefe e dc:l Monferraro. Però i Milanefi't CremolJefi e Piacentini 
Cd) C4rJin. nel dì primo di Maggio (d) unitamemc fi ponarono fra Ani e Pavia 

t :rAl';' in una bella e feconda pianura, circondata da tre Fittmi, e quivi pian.. 
;:xa:

; - taroRO Ie fondamema dell a nuova Città, obbligando gli abitatori di 
Ill. ParI. I. fette Terre di quclle parti, e fra I' altre Gamondio.,. Marengo, Ro.. 
T
m. 111.. veredo, Solera't ed Ovilia a portarfi ad abitare colà. Pof-cia: in onore: 
.R,r. llal". di Papa .o\ldTandro III. e difpregio di Federigo, Ie pofero il nome 
d' Alejfantlria. Perchè la fretra era grande, c mancavano i materiali a1 
bifogno, furono i teui di q
elle cate per .1a maggioI' , pa
te copeni, di 
paglia:. dal che venne, che I Pavefi ed aim emuh coffimClarono a chla- 
maria AJtlfand,.ia dalla: Pðg/ia: nom:: che dura [(Jttavia. Onone da S. 
(E} 0", tl, Biagio (
) metre fotto I'anno 117 0 . I' origine di qlh'fia Città,. forre 

,
laft', perchè non ne dov
tte sì pre
o pren
ere.la forma.. Ma è fcorretta i
 
,.ChronlC': quefii tempi la di lUl-Cronologla. II Contlnua.tore dl 
affaro (f) anch. 


na
..
;: egli ne parla all' ann? prefc
te. Lo. ftelTo 
bb'a
 9a bLcardo't c: da aim 
IINenf. Amori L Ceno nondl
.no, e' che dl buom batb<>,m e pro
onde folTe fu 
TD"', VI.. cinta quella nafcente Clua? ed elfcre Hato t,al
 II concorto del
a .gen" 
It.Ir. 11.1". te a piamarvi cafa, che da h a non molto arnvo elfa a metter mheme 
quindici mila perfone parte di cavaller
a e par
c dl famcri
, atte, j1
1' 
armi e bcllicoCe. E nell' anno feguenre 1 Con(oh della medebma Cma, 
portatifi a Benevento, la ,mife.ro fmta il dominie e protezione dc' 
o- 
m
Di Pomefici, coo obbllgarti a pagar lora UI1 anouo cenfo 0 wbu- 
[0. Tuno ciò fu di (omma gloria a Papa Ale:íTandro. Anaccato 6n- 
qui era (tato Obizzo M.nc

e M..ala(pi
tI., potente 
ignore in, Lu: 
nigiana, & anche poffelTor
 
I var] Stan ,I
 
om.bardl
, al partlto dl 
Federi g o. Ma da che egh vide uatollau 1 dl lUI affolf1) non fu plgrG 
. ad 



ANN 
 LID' I TAL I A. ...91 
=
 unirli colla Lega Lombarda contra di lui, Egli fu, che co ï Par- E. A. v
. 
migiaoi c Piacentioi nel dì IZ.. di Marzo, fecondo Sire Raul (a), in- ANN? 1168'. 
trodutr
 il difperfo Popolo di Tonona nella defolata 10ro Città, la 

,J'
i.1 
quale perciò tornò a riforgere. Andò intanto crefcendo la S-.ega delle TDm. v
.. 
Cjnà Lombarde, entrandovi or quefia or <]uella, chi per ricuperarc lI.er. It.<<" 
1a perduta Libertà ed autorirà, c chi per non efTcrvi aareu. dalla for- 
:La c potenza dell' 2.ltre. II fudde[[o-Sirc Raul nomina Ie Cirri confe- 
derate con queUa di Milano, cioè Ie Città detla Marca, capo d' eife 
Perona, Br
ftia, lñantovð, Berg&mo, Lcdi, No'Uara, r,r,elJi, Pia",,- 
za, Parma" Reggio, M
dena, Bologlltl, e Fe,.rflra. Confetra il Conti- 
nuarore di Caffaro (
), che anche i GllIDveft furono inv itati ad entrare (b) CD.ti- 
in <]uefia Leg:!, ed eziandio fpedirono i lor Deputati per trattarne, "1#at. Caf. 
D1a fenza che tal mgoz.iato avdTe effetto. .Annal., Ge-- 
Ho io dato alia luce (,,) I' Arro della Concordia fcguita nel dì Il'4tnf.l,b. J. · 
3. dl 
1a
gio dell' ann
 prefente fra il fuddeno Marchefe Gbizzo, e i -::;:. :;:i;c. 
Confoit dl Ct'cmona, -ftldll7lo, V,rONa, Pado'Va, IIfanlo'Va, Parma, P,a- (c:) .Alltilf. 
tCIIZIZ, Brefti4, B
rgamfJ, Lodi, Cmro (degoo è di ofTervuionc, che Italic. Di[.. 
ancora i Confoli Comafchi a
eano abbracciata la L
ga) Novara, JTer- fir,a,. .8. 
&elJi, 4Jli, 'Ió,.tona, .dlej[anJria nUfJva Cit1à, e BologfJa. Leggonfi ivi . 
i pani tbbiliti fra loro c i nomi de i Depurati di cadauna Città. Fu 
guc:rra in quell' anno fra i Pifani e Lucchdì (d). Erano gli ulrimi Col- Cd) .Jf"IZ.Z 
legari co i Genovefi, e f
condo il concerto fano con dIi, verfo la.I-i!an; -' 
m
tà dl Maggio anJarono ad afTediare il Cafiello di Afciano, e date- To",. VI., 
gli varie bauaglie fe ne irnpadronirono. Accorfero i Pilani, ma non Iter. It.l,,,. 
a [eRIpo, c vcnuri ad un combauimento cbbero la peggio con refT-ar- 
vi mold di loro prigioni, i quali furono mandati da i Lucchefi nelle 
carceri di Gen.va: it che venne credmo cora infame, e degna dell' odio , . 
di rutti (e). Gl'impetrarono i GenovcG per potere col cambio ria- (e) Càf'lfn 
J ' 1 " d .. P 'f". C '. . I .Annal Gt- 
ver
 a 
n ,oro pnglOO1 etenutt 111 Ita., onunuo ruuavla a guerra ,.wenf.Ùb. 'l., 
fra I Plram, e Genovefi, e contuttoche moito fi adoperafTe Villano 
.drâvefit)'L.'o di Pità, che era tornato al polTefTo dclJa rua Chief a , pcr 
mettere pace fra <]ut: fie due sì accanite Ciuà, pure non gli venne fano: 
tanto prcdomioava, in cuor di <]ue' Popoli I' ambizione d' effere (oli in 
mare, e loli nel co
mer'Lio c guadagno. A Veano finquì i predetti Ge.. 
novefi renuto come Ie<]uetharo nelle 101'0 Cinà il vanerello Re di Sar- 
degna Barifonc, fperando, ch' egJi arrivaffe pure: a tòddisfar peJ danaro 
sborfato a conto di lui. Ma un [oldo mai non fa vide. II perchè i Ge- 
novefi fa contenrarono di condurlo in Sardegna, dove dlede fperaoza 
di pagare. Andarono, e fccero raccolta di danaro; ma perchè molro 
vi rnancò a tòddisfare i debiti conrrani, riconduíTero a Genova <]ud 
f.1Ot;;sma di Re. In <]uefT:i tempi i Romani rno(fero guerra al Popolo 
0' Albano (J), perchè era lbuO) in fa\'ore di Federigo contra di Ioro, 
e taoro fecero che dittrutrero d..' fondaOlcnti qutlla Citrà, ancorchè 
fofTe in queUc pani C,.ijlißlJO eleno A rcivefco\'o di Magonza, ma!1da- 
to\'i da Federigo, per loltcoervi it fuo partito. Rodeva i Romani un 
pRl'i, anzi maggior dcfaderio di vcndicarfi de' Tutcolani, per cagion 
Q<] q 1. dc' <]ua- 


. 


(f) Car/ill. 
ie .Aragon. 
;n 
ita ...1- 
'eJCa'ld, HI. 
Part. I. 
TDm. L11. 
Rer. lta/:r. 



. 


4-9'2- ANN A L I D
 I TAL r A. 
E.. A Volg. de' quali aveano patita sì fiera rotta nell' anno prccedeme, "e rec:!ronct 
ANNO I1
S. loro anche gran dânno 7 ma non confentendo 1a Chic-fa a i loro sf 01 zi 7 
defiUerono per allora da tale imprefa. Tornò parimerne in quctl' anno 
Ma.,ue!ID Comneno Imperador de' Greci ad inviare Ambafciatori a Be:- 
nevento, doye era il Ponrdice AletTandro 7 e ficcome ben mfurmato 
delle muure, che patravano fra etro Papa e F edetigo, fi 6guro tà- 
clle di poter ora ottenere il fuo if)tenro. Cio&: di far privare della Co.. 
rona Federigo, e che quefia foß"e poi conferita a Iui, e a' fuoi Succef- 
fon. Pcr ifmuovere la Corte Pomificia, venne con gli i\mbafci:i.tort 
un' immenf
 <]uantità d'oro. Ma Alçtrandro, Pontdice dc' -più prudemi 7 
che s' abbia avuro la Chief a di Dio, ringraziò forte il Greco .-\ugufio 
per la fua buona volonrà e divozione 7 ma per como della Corona Im- 
periale fece lor conofctre, che troppe difficultà s' incontravano, nè 
conveniva a lui il trattarne, per eOère ufizio fuo il co:rcare Ia pace, e 
non già Ia guerra. Penamo rimandò indicrro dli .I\mbafciatori colla 
lor pecunia, e fpedì con talc occauone due Cardinali aHa Corte di 

I) ' C '.'JnIl Cofiantinopoli. Abbiamo da Giovanni da Ceccano (a), da Romoaldo 
., ,,,aPI' l . ( ) I I . S '. h 1 , A ' p c 
Chr,,,i,. Sa ernnano 1>, e ua a tTl toncl, c e ntlpapa al<]uale III. 0 fia 
j'D(Æ, "''P' Guido da Crem:\, menrre fiava nella Bafilica di S. Pietro fuori 
i Ro- 
(b) RDmua
- ma, fu chiamato da Dio al rendimemo de' cQnri. Mori egli impeni- 

UI Sal,rnl- I d ' d ' S b P h 1 S . Ii 113 d " 
tara. iPl C/'r. tente, nc I 20. I enrm re. arc,va, c e 
, C,I ma CO mone I 
T-m, rll. 'collm aveß"e affano a ce{[ue, perchc muno pIU VI reftava dc' Cardinali 
",r. It.li,. Scismatici, e gli Anripapi d'allora non ,"okano crearne de i nuovi. 
ficcon:e vedremo fa no nei grande Scisma del Secolo XIV. Tuuavia 
gli Scismatici non fi <]lIetarono, e fi trovò un Giovanni Abbate di 
Struma, uomo Apofiata e pie no di vizj, chc fi f
<:c: tnnanzi ed ac- 
eettò il falfo Papaw con affllmere il nome di Callifio Ill. Cofiui era 
flato e1cuo V cfco\'o Tufcolano da Pap. Aletraodro, e feee dipoi llOa 
miferabil figura fra <]uei della fua fcrtdnata fazione, 


Anno di C R 1ST 0 MCLXIX. Indizione I I. 
di A L F S SAN D 1\ 0 Ill. Papa I I. 
di FED E i.1 G 0 I. Re 18. Imperadöre I j'. 


. S Pcfc I'lrnperador Federigo in Germania J'anno prcfcnre in ißabi- 
( ) " J lire cd ingrandire i fuol Figliuoli (t-). Nelle fcite di Pentccofie 
s tll., D " " B b d ' L . d II ' 
s. Blaf. in tcone: una I?ra':1 leta 10 

 erga'J. ove compa,rve
o 
 . egatJ e 
chr,ø. R,;- Aotipapa CallIfio. In eß"a dl com line confeneo de Prmclpl fcce eleg- 
ilmh,rl. gere Re di Germania c: d'lralia il fuo primogc:nito Arrigo, e coro- 
narlo per mano di Filippo Arcì'lJtfco'lJD di Colonia. Al fecondo de'tuoi 
figliuoli,' cio
 a F(dt
igD, giaechè era mancato di vita FeJe"
gø DIu" 
di SlIevla, chlarnato dl Roumburgo, I' Auguß:o lmperadore dlede que& 
Ðucaro. Rimano fenza ercdi il vecdrio J)uca Gut/fo della linea EHeore 
di Germani.1, per Ia morte del Figliuolo accaduta nell' apno 1167. in 
Ita. 



ANN ALl D' I TAL 1 A. 493 
ltalia, av
n egli dichiarato fuo er
d
 Arrigo il Leone Duci di ß;1\,ie- Eu Vo1g. 
ra 
 Saß"oniJ, fuo Nipote, di tutti i fuoi 
t
ri c beni po11i nella Suc- ANNOU
., 
via a condiz.ionc di ricavarnc una buooa fomma di dar.aro. Mol pro- 
craftioando il Duca .'\rrigo di pague, figurandofi, chc per I' erà a\'an-- 
zata del Zio la mane gli rifparmic:rcbbe un [al
 sborfo: il Duca Guel- 
fo rinunziò [uuo. a Fed
rigo Augu1tn, che pagò il danaro pattuito. 
A Corrado fuo terzo geniro conferi poi il Ducato della Fraocooia con 
altri beni. Al quartogenito Ottone dicde 
1 Regno d' ArIes, 0 fia nella 
Borgogna. L' ultimo ruo figliuolo Fi/ippfJ era .lllora in faCce. Alrri ac- 
quW:i, aonoverati da Otro
e da S. B
glO,. fece Federigo, per ben arric- 
chiI' la fua prole; e in queit'anno anCOla s'impadronì dell' Arcivdèovato 
di Salisburgo, faccndo colare quanti mai potè de' Feudi delle Cll1efe in 
effi fuoi FigliooLi , e com-p
r.lOdo cd acquifiandf) diritti e beni,. o\'unque 
poteva. La Sicilia nell'aono prefent
, correndo il dì + di Febbraio, fof- 
frì un fieriffimo eccidio per un orribil trcmuo!o, che defolò varie eit- 
tà (.). Q!JelIa fopra tmto di eatania, eiuà allora ricchiffima, rut- (a) Hili' 
13 fu rovefciata a rerra colla mane di. circa quindici mila perfo- !IIICllnd
 
ne,edel Vcfcovo (uomo per aluo E::tttivo, e falito in alto collaSI- 'IfChTom
. 
monia) e di qu::fi tutti i Monaci, {èn:z.a che vi rcilaß"e una cafa in tlu
:

:ni- 
piedi. La fteß"a disavvcntura provò la nobd Terra di Lemi'1o. Ðaß- 'lin. In chr. 
J1eggiata di mOlro rdlò an.che Siracufa con aß"ai altre Caftella. Ne T
.. Vll: 
gti Annali Pifani (b) fla ferino, chc a Catania u[que ad Plajj!J unde- fb}" Ilililc i 
,im ,nter Ci'Vitates & Ctlfte//:. & Fillas cum multis hominibus in 'Via & P i f a n1"nll. 
.grø oppr,j)is a diélD terræmotu perierullt. Anefc:ro i eremondi a. ci- Tom. VI. 
gnere di buone 
ura b. lora eittà (c). Nè ripofavano i Milandi in R'T. .1,alic. 
tabbriear cafe,. e fortifieare la rin:lta 101'0 Citri. Degoo è d' attcn-' 
c) 

ard
 
zione ciò, che ha N iceta Cooiatc (d), cioè che J
fanutllo, I mperador 
om. ;:I
'c. 
de' Greci per l' apprenlion: dell' armi di Fcderigo Augufio, maßima. R'T.ItaJj;. 
mente dappoichè que lÌi aveva tenuto di torgli Ancona, fommini (trò. (
) Niw.. 
großi aiuti, cioè di danaro a i l\l:lanefi,. affinchè rifabbricaffcro la HifloT.1. 7. 
l-oro Città, e fi metteß"t'To in Wato di porere far front<: ad un I m- 
peradore, ,he meditava I:\- rovina di tutti. Certo è, che Manuello. 
era in L.ega col P
pa, col Re di Sicilia, c: co i Lombardi cömra di 
F
der.i6o. Abbiamo anchc. 
a G..h'ano ,Fiam

 (
),. che .1e I:'ie donn.e 
s 
::: 
di Milano ve,,!dc

no 
U[[l I l,oro 
nelh e gJOU
J
I, per. Imp:r:garne II in .}.!.mip.' 
})rczzo nella nedlncazlOn dclla ehlcfa Metropolltana d. Santa l\1aria. :EloT. 
Guerra fu in queit' anno nella Romagna {n,. Aveano i Bolognefi, allÌ- to Rulc", 
lliri da Rangnani,. aß"ediara la Cinà di Faenza. Ricorfero i Faenrini Hiþo/, RoJ- 
peT fi.ccorfo a i Forlivefi, ch
 accorfi ed auaccara bUtagliå veri.a il 'flln'!. I., ,. 
filhllC: Senio, rnifero in foua il campo Bolognefe., con ft1rvi qUíinro- tl 
lgØtl/lii 
CCIHO prigioni.. II G hirardacci rap
o.r
a q
efta f
onfitra de'. fuoi, rnl ,;/'ï,fo J

 
prt'tende, cbe.. Bologndì foß"ero 1tI m amto de Ravegnam Jor Cul- Ghi,Il' ,{Il"j 
kgllrj, a'danni de' quali s' erano pórtatÏ- i Fac:mini e Forlivefi. Ve- Ij10T d; B,- 
niva in quefii tempi 
gi[ata da interne guerre civili la. eittà di Ge- løgl'la I. 3. 
nova :(
). Tanto fi adoperò Ugo Arci
fco'i.io unito co i COf\(oli, ('he (g) CIJ
'; 
fi conchiufe concordia c: pace fra i Clttadin
. Seguitaodo intanro 1:1 
h

j I '-'t- 
nile,,]. z. 
guer- 



...9.... ANN A LID' I TAL I A. 
Eu Vol
, guerra già incomincia
a fra i Pifani e LuccheG, perchè i primi s. trano 
ANNO 111 0 . fani forti coIl' aiuto dc' Popoli -della Garfagnana c V erfiglia, richie- 
fero gli altri di aiuto i Genoveli, che non mancarono di accorrere per 
foß:encrli. Si trattò pofcia di pace, ma fenz.a che mai potefTcro ve.. 
nire ad accordo alcuno. Per queß:a 'cagione contmuarol1o i' Pifani c 
GeDovefi a farfi guerra gli uni a gli altri in mare, preodcndo chi pa. 
tea più legni de'.nemici. 


Anno di C It 1ST 0 MCLXX. Indizione I I r. 
di ALE SS AND"R 0 III. Papa 12.. 
èi FEDERIGO I. Re 19. Imperadore 16. 


T Entò in queß:' a.nno J' Imptradol' FtderigfJ d'introèurre mutato di 
pace con Papa AItJlåndro Ill. dimorante tuuavia in Bencven- 
(a) Cllrdi". to. (.a) Sped! a qudlo fine in I talia il Vefcovodi Bamberga Eve- 

t 
r.alDn. rard(J, con ordine d' abboccarfi col Pontdlc
, ma di non entrare De- 
j:x:':

 I

 gli Stati del Re di Sicilia. 
le
andro,. che 
a
a all' erta, per tempo 
s' aV\lide., ove tendna I' aftuzl3 dl Fedtmgo, C10e a mettere della mala 
inrelligcnza fta dTo Papa e i Collegati Lombardi, non tardò punto 
ad avviíame la Lega, acciocchè gli fpediITero un Deputara per affi- 

ere a quanto foßè per riferire ii Vefcovo fuddetto. Ðappoichè fu 
qucß:i venuto, fi trasferi il Pontdlce in Campania a Veroli, per quivi 
dare udienza al Legato Cefarco. V oleva -quefii pulargli da (010 a fo- 
10, il che maggiormC'nte accrebbe i fofpeui dl qualche furberia. Ben- 
chè con ripugnanza 
u ammdTo ad una fegreta udienza, dove efpofe, 
eITerc Federigo difpo1.to ad approvar tune Ie ordinazioni da eOo Pon- 
tdice fane; ma intorno al Papato, e all' ubbidicnza d<.wuta al Vica- 
rio di Crifio ne parlò eg1i con molta ambig\!irà, e fenza ofare di fpie- 
garfi_ ComuAicò Papa AldEmdra cordi propolìzioni al facI'o Colle- 
gia, e al Depurato -della Lega. La rifpofia, ch' egli poi diede al V c.. 
fcovo di B.lmberga, fu di maravigliarfi, .come eg\i avel'fe prefo a por- 
tare una si fart. ambafciata
 'che nulla conteneva dl qud chc più im- 
porta va . Che quanta ad eITo Papa. 
gli era proma ad onorar Inpra 
(Uni i Principi Fcderigo, e ad amarlo, rurchè anch' elTo mo(lr:il1è 13 
filial fua oivo7.Îonc dovura alIa Chiefa fUJ Madre, c con qudto il li- 
CCn2.IO. Menne il Pomebc:e dimorava in Veroli, i Romani picni di 
r",bbl1t contro I' odiata Cin.ì di Tufcolo, Ie tJceano afpra guerra. Rai- 
Donc Sj
.more di eITa Ciuà \'eggendofi a mal panito, trattò d' ac- 
cordo con Giovanni, lafclato Prcfetto di Roma dall' J mrerador Fe- 
der!g,), e gli cedette qudla Ciuà, COD ricev
rn
 in contracambio 
M..Æte Fidlcone, e il Borgo di San Flaviano, fenza fune p:òrol;i col 
Papa, da cui pure egli ,.icooofceva qudla ema, e con aßoh'
re dal 
glUra- 



ANN A. L 1 n' I TAL I A. 49S' 
giuramt'nro i Tufcotani, i quali fi crederono col nuovo padrone di E. A Vol
. 
dè:ntadì dalle moleíhe de' Romani. Ma qucfi:i più vigorofamente ANNO 117 0 , 
c:he mai continuuono la gucrra conrra 4' dfa Ci,ttà, d,i . maniera. ç
e 
que! Popolo fano ricorfo al Papa, fi mife fotto 11 dommlO 
 p
trocr- 
1110 di lui. Alla (teffa Cone Pomificia tardò poco a compame 11 rud-, 
d
tto R.t}none, I:cmito del c
mtratro, percbè' quei di M?nte,6.aCcone 
vltuperolamcme I aveano cacClato dalla lor Terra;' cd anch egh Implo- 
rata la mi[ericordla del Papa, fecc' una donazion della Terra di TuCcolo 
alla Chida Romana: il che la prerervò per allora dall'Îra e dall
 forze- 
del Popolo Romano. Rapporra il Guichcnon (a) una Boll.a d
 Papa- (a) Gu.ie/'I- 
Aleß"andro, data in queft"anno Lt,teran; in favore delta Badia dl Frut- "on :I,hl;,t. 
tuaria. Non può narc, perchè il Papa non fu in quefi.i' tempi in Re- StliH[. Ct.- 
ma. Perfií1:.endo tuttavia Manuello' Jmperador dc"Grcd nel vano p
n- lur.ll.'.H. 
Clero di ricuperar la Corona I
eriale di Roma, per f.'\rfi del paruto 
in quella Ciuà, mandò nel prcCente anno una fua Nipote per Moglie 
di Ouone Frangipane (/I), la cui nobiliffima Famiglia er'i in quefií tempi: (b) ')ohll1ln, 
attaccatiffimJ. al PoDtcfice Aleffandro. Fu e(fa condotta con accornpa- dt Ctmmo 
gnamenro magnifico dl Vefcovi e N obili Greci, e col1 gran (om-ma Chr. FoJ!6. 
di danaro a V c
olj, d<<?ve il Papa ti rposò: dopo di che O
tone 
on: no'l/
. 
duCfe la noveUa Moghe aRoma. Ardevano i Bolognefi dJ vogha dl 
vendicadì, deli! rocta loro data nel pi'cced-ente anno da F
entini . Però 
col magglor loro sforzo, e col Carroccio, che per la _pnma volta fu, 
da em ufato" s' Inviarono contra dc:lla Città di Facnza, e l' atrc:diaro-' 
no, Il Ghirardacci fcrive ('J, che fcon6lfero I
Armara de' Faentini . (c) G!øir4r- 
L,
 vecchie S
orie di Bologna (tf) parlano foJamenre dcll'atfedio;, e di .1"'; 1/1. ); 
plU non ne dIce Girolamo Roffi (
), ene' metre all'"anno feguente un fd
'
h i. ,3' 
tal fa[
o, ed aggiugne, e,fferfi uniti i Ravegnani ed Im?le
 col 

- di Bol;;::' 
P?lo dl Bologna contra dl Faenz
., Con'Cordano poi tutU g
1 <
':1t?n I," T. xV/u: 
d
rc 
 ch
 fe-gUt la _pace fra qudh P'opoli, con. efTerfi re1b
U1U.I pn- Rer. Ifill", 
ßlom a 
 B
)logneh. A.cce
n
 iI fuddetto. Roffi. una b.attagha accadut
 
ln::.bt;:_ 
m quell anno fra effi FaenUnt dall"una parte, e I Forhvefi e Ravennau 'Venn. I. 6. 
dall' altra colla fconfitta de gti ulrimi. Ma non s' intende, come il Po- 
polo di. Forli au-Gliario de' Faenrini nel precedente anno foffe già di- 
venuto loro nemtCo. Oltre di che non è molto da '6darfi de gli Sto- 
rid moderni, qualora mancano Ie Croniche vecchie', Tre Ambafda- 
tori del Greco' Imperadore Manudlo Comneno approdarono in que(t. 
2nno a Gc
ova per rr
[ta,r di concard'ia cøn, q
el Po pol? (f), portando. (f) C4far; 
con {eco clOquanta fel mila 0 pur vrn[otto mila Perpen (monete d' oro .Annill. Gt- 
de' Greci) ma non fu' loro data u1ienza, fe non dappoichè fu ritor- nNt,,[. I. J.. 
naco d
 Cotlan
inopoli ?m
co da 
urta A
barciator
 d' effi Gcno\'efi., i:;:' ;'
ji(. 
I>erche (i trovo gran dlvano fra I efpofizlOn d' Amtco, e quella. de 
Leg'1tÍ Greci , licenziari qucfli fenza accordo fi' riporrarono indietro i 
lor danari'., Seguitò ancora ne\l'anno prefcnre la gucrra fra i' Pifimi e 
Lucch.:fi colla peggio de gli ultimi,. chc rimafero (con6tti preß"o Mo- 
tro- 



<4-9 6 ANN A LID' I TAL I A. 
E.. A Volt;. trone, e lafciarono in pater de" Pifani una gran qU'lntltll di prigioni (.). 
AWNO 117 0 . N è cdrarono Ie viccndevoli prede fra effi P,fam e Genovefi per ma- 
(a 
 
"'Ul. re. Fra 1" altre prede venne fatto a i Genovefi di prendcre una nave, 
P"lIm C d C r. 1 , P 'r. . 
T;",. Fl. dove era arone uno e' oniO 1 him. 
air. l,..lie. 


. 


INDI- 


. 



497 
I N D I C E 
D E L T 0 M 0 S E S T o. 
!i)(i!'
æ



!ùm 
i!)(!;\!):$,!k!.fi!)
i!/;J; 


^ 


A DALBERONE Arcivefcovo di Tn:- 
veri, 28, 
ADALBERONE Vefcovo di V irtzbl1rg. , 
24 6 . 
ADALBERONE Duca diCarinfa, e Mar- 
chele dl Verona. 35. Suoi Placiti. 
38. 5'1. e reg. ScoRfitto da Corrado 
111 Germania. 5'3. E' depofio. 91. 
ADALBER TO Marchele, figl"o di Gber- 
to, uno de gli Antenati dcIla Caft 
d' Efie. 1 ï, 
ADALBER TO Marchcfe crcato Duca di 
Saífonia, 390. 
ADALBER TO Duca della Lorena intè- 
riOle l1cciíò. 129. 
AnALBER TO Ar
ive[covo di ßrcma, 
174. 19 8 . 
AnALRERTO Ve[co,"o Aretino, diáll'li 
uJùrpatore delI a Ch1cfa di Ravenna. 
39. 
AJMLßERTO Ve1èo'Vo di .Vormmia, 
222. 
ADHAI1>t MogHe di Arrigo IV. Re. 
2)2. Maltrattata da lui. 263, l' ugge, 
c fi ricovcra pr .:ilò la CoateLfa .Ma- 
tilda, 167, e [eg. 
I\DELAIl>E M:lrchc(\ di Sulå MogHe di 
Erimanno Duca di Suev:a. 95', Rella 
V CGova, 102, Fonda il Monifiero di 
Pincrolo. 176. 5' impadronifce d' Afii. 
190. Acquilla cinque Città. 212. Va 
a CanoíTa. 213. e [eg. Term:":i :1 cor- 
[0 di flJa vita. 25'8, 
ADELAIDE figiiJ. di Roberto Conte di 
Fi:mdra lVIoglic di Ruggieri Dl1ca di 
Pl1("! i1, :'.()f. 
ADEL'AIDE figlia di ßonif:rLÌ.) 
I:rehe- 
fe, m:iritara con Ruggieri Conte di 
i- 
cilia, :'.
6. 261, Sm a!tcr:3ia. 28r, 
290, :-Ii maril:1. ("n ß:.Ilj. ,; ,no Re di 
'Iom.VI. 


Gerufalemme, eTeHa ddufa, 317. S,
.. 
morte. 318, 
ADRIANO IV. Papa, fua dczione. '427. 
Scomunica il Rc di Sicilia, 431. Suo 
abboccamcnto col Rc F edcrigo I. .-1-33. 
A cui dà la Corom Imperialc, 43f. 
Muove guerra al Re di 
icilia, 43 6 . 
H.ifil1t3. I'accordo propd!o da elTo Re. 
439, Con cui tà pace. ;1./;. Sue liri 
con FeJeriRo Augullo, 441, ìVland:l 
a p:l.:il1carÌo. ++3, NRova c'ilcordia 
fra l
ro. 450. Dà fine al fuo "inre. 
""0 
AZ;'E'<;I' hnper
drice Mog1ie di Arrigo 
II. fra gl' Imp
8dori. lOr, 1I4, Co- 
ronara in Roma. 122. 126. Partmifcc 
Arrigo j \'. IJ2, Turrice del mcddi- 
mo âopo 1.\ morte del Padre. 1 fl. 
I }6. Sd"ß\1"1ia Fer l' c1e'l.ionc di 
>\ lef- 
f:indro I ì. Pap:1. 166. Le vien rapito 
Arrigo IV, ruo Figlio, I6
. r lex. 
Palìa ð Ron;
, e tà p
nitcnrl:i. 170. 
19\). Sua morte. 215'. 
AIMERICO Cardinale, 3
8, 
A LBE R 1 co Vclè:o\o cli Como. p.. 
Compra k1 ß:ldia della Novakfa. 82. 
AU;.EIUCO AbJatc di S. Zeuon:: di Vc- 
emu, 12". 
;\ LJ
E nc 0 Abbatc di Polirone. 21)1. 313. 
AU)ERTO Ano Marche(è, Prot:eniwr 
de' Princiri Efienli V edi A
zo 1I. 
ALI1ER TO Marchdè e Duca di Lpg!?:e 


Fca. 3,i). Invefl:ito dc' Beni dcUa 
Comefià M:r.:ilda. i...,;. 
AI.BERTO Marchefe cl'Elle. 37f. 4;0. 
( f.!(. 
AI nER. TO, poîci,} ,'\ rcivefcovo di Ma- 
gonza, UOl1hJ tc
ncr:U(), 309. I)olle- 
va1.Ïoni da 1
li mollc contra AHi
o V. 
34 2 . 
Ar.lJERTO Vefcovo di Lodi. 490. 
AI.FS...'\.SORIA dcHa Paglia, 1Ì1a fon.:la- 
ÚJn.:, 490. R r r .1\ I ! ')- 



49 8 I N D 
ALESSANDRO JI. Papa, fua elezione. 
161'. Vedi AnJelmodaBadagio, Cond- 
lio da lui tenuto. 173. Privilegi da lui 
conceduti a Lucca. 176. Suo Conci- 
lio in Maotov
. 183. E in Melti. 
188. Dedica la Bafilica di MOIlte Ca- 
fino. 194. Sua morte. 199. 
ALESSANDRO III, Papa, fua eleZÌone. 
41'1. Suoi NlIDZj rigeuati'da Federi- 
go Augufio. 4ff. Niega d'inrerveni- 
re al Concì\io propoUo da lui. 4f 6 . 
Scomunica elTo Federi
o. 4f7. Si ri- 
lira a Genova. 460. Vain Francia, 
cd è proteuo da quel Re. 467. Ce- 
lebra 'm Concilio nella Ciuà di Tours. 
469. To.na in Italia, e a ROlna. 474. 
Suoi Trattati col Greco ^u
ufio. 
<47 8 . S: premuOICce COlUrn di fedeti- 

o I. 4 8 3. AtTediato ill Roma- 4 8 4., 
F,ugge a Benevento. 48f. In {ùo ono- 
re AleJfandria 110ma.ta una nuova Cit- 
tà. 490. T ratta con lui F ederigo di 
pace. 494. 
ALESSA.NDRO ^bba.te di TeJefa e Sto- 
rico. 374. 
ALESSIO Cornneno lmperador de' Gre- 
ci, guerra a lui moífa da Roberto 
Guifcardo. 2.31. Scontiua I' Armata 
fua. 2.3 2 . Perde Durano. 234. Per- 
de due battag1ie. 237. 
 Jeg. 2.42.. Ri- 
cupera i Cuui Stati. 244. 2.68. Suoi 
negoziatdn Roma. 316. Muore. 3 2 9. 
^LFERJO Santo. Abbate I. della Cava. 
71. Sua morte. 13 2 ., 
^LlNARDO Arcivefcovo di Lione. 13 0 . 
ALRJCO Vefcovo d' All;" fua lite can 
Amolfo II. Arcivefcovo di Milano. 
1 6 . Invita al Regno d' Italia Roberto 
Re di Francia, ed altri, 68. Fonda 
Monifieri. 79. 82.. Ferito in un fatto. 
d"armi muore. 94. 
-^MALFJ Ciuà una volta aifai mercanti- 
Ie, fi fuggetta a Roberto Guifcardo. 

I7., Si ribe1la al Duca Ruggieri. 
272.. Saccheggiata da i Pifaru. 377. 
AMATO II. Arcivefcovo di Salerno. 62. 
AMßR 0510 VeCcovo di Lodi. 77. 
AMBROSIO Vefcovo di Bergamo. 110. 
-^MEDEO Conte di Morienna e l\-1ar- 
chefe. 301' 3 8 1, 
AMU)EO Flgllo di Adelaide MarcheCa 
di 5uCa. 2.12. 
AMEDEO Conte di Morienna, danni a 
lui recati da Lauario Re di Germs- 
nia. 3 8 J. Va eol Re di Francia in 


J C E 



erra Santa . 4 1 0., Ml10re in quel vi:ag- 
glo. 41,2. 
A "'ACLÚO II. Antipapa, 1hoi vizj . 3 61 . 
Si unifce con Rug
ieri Duca. 3 6 3. 
A cui <ià it titolo di Re, ;1.';. GaL1:i- 
ga i Benevemani., 3
f, Fonificalo in 
CaL1:ello Sant' Angelo. 369. Riacqui- 
11:a Benevento. 376. 388. Sua morte. 
I'llI'., 
ANASTASIO IV. Papa, fua elezione, 

4. Ceífa di vivere. 42.7. 
ANDREA Re d' Ul1gheria. 136. 143. 
ANGt.LO Vefcovo d' Aquino. 16 3. 
ANNONE Arcivefcovo di Colonia r:ipii"ce 
il giovane Arrigo I V. Re. I 69. Fa 
df:Porre I' Antlpapa Cadaloo. 170. 
17f. Sua preporenza. [81. Vienc a 
Rorna. 183. 192.. 198. 2.02.. 
ANSELMO da ßadagio VeCcovo di Luc- 
ca. IH. In. Spcdito a Milano, per 
rimcd:arc a!!' incontinen
a ài qucl Cle- 
roo 162. Creato ;;>.ip.... lÓf. Vedi A- 
'4JoHáro /I, 
ANSELMO II. VcfcOYQ di Lucca,uorno 
di fanra vita. 204. Caccialo da gli 
Scifmarici fi riduce prd1à 1a Contelfa 
Matilda. 230. 2.36. Sua morte e fan- 
tid. 246., 
ANSELMO da. Rho Arcivefcovo di Mi- 
lano. 243. Corona in Re d' Italia Cor- 
rado. 26+ Ceífa di vivere. ;'ll;, 
ANSELMO I V, Arcivefcovo di Milano. 
Z,7 6 . 
ANSELMO da Pufierla ArciveCcovo di Mi- 
lano. 3fo. Va aRoma, nè prende il 
Pallia. jp. Dà la Corona a Corrado 
di Suevia. 3f7, Perciò è fcomunicato. 
3f9. Riteve iI Pallio da Allac1eto Anti- 
papa. 363. E' depofio Del Concilio di 
Pifa. 373. Sua prigionia e motte. 378. 
ANSELMO Santo Arcivcfcovo di Cantur- 
berì. 26f. Viene in halia. 2.77. DiCpu- 
ta co i Greci, 278. 1\luore, 303. A 
lui molto deve la ChieÜ, e'la T co- 
logia ScolaL1:ica. 303, 
ANSELMO Arcivefcuvo di Ravenoa 
433. Fine di fua vita. 4fo. 
ANTLCJUSTO. Errore circa la fua ve- 
nuta 
ià feguita. 2.92, 
Anriochla preú da i Crifiial1i Croc;ati, 
2ï8. 
ARDERJCO Vefcovo diVercelli. 74. 76. 
A.R.DERlCO Vefcovo di Lodi. 300.304. 
3 1 4, 
AJl.DOINO Marchefe d'lvrea fi fa co- 
rona- 



t N D 


ronare Rc d' lulia. I r. SUO Padre 
qual f..)lfe. ;1.';. Sua belhlità gli tà 
perdere gli amici. u. Sconfigge ,un 
eCerdto di Tede[ch:. 13, Pril1cipi a lui 
conti3rj. 16. Abband,mato d4 effi al- 
Ia Y't'11ot\l. d
1 Re Arrigo. 19. Conti- 
nua t\ tì
t\oreggiarc: in Piernonte. '1.9. 
Suo JY.plom:l dubbio[o. 3.... F:l 
t]er- 
ra aile Ciuà aderemi al Re Arri.
o. 
37. 4
' Privato del Regno term:na H 
fuo \ ivere. 44. 
^RGIRO Figlio di Melo occupa ß:ui. 
108. 
 JèJ!.. Proclamato Principe e Du- 
ca d' Jtalia, III, Padroae di B:1l'i. II
. 
Si accorda co i Greci. ;v;. TI6. Va 
a CollantinopoJi. 12J. 133. 13f, 139. 
Suamrrrre. '143. 
^RIALDO Vefcovo di Ch1ufi. 2.6. 
ARIALDO VeCcovl) di Genova. 314. 
ARIALDO Abbate di S. Dionifio di 
Milano. 288. 
ARI.'\.LDO Prete fi oppone a i Preti Mi- 
Ianefi amp1Ogliati. 161. E' ucciCo d:l 
effi. 180. 
 Jeg. 
^RNALDO Vefcovo di Trivigi. 60. 
^RNALDO da Brefcia incita a fedizione 
i PopoH contra del Clcro, e perciò 
fcomunicato. 3))6. 401. Sue vclenofe 
dottrine, 4
 Dimora in Roma. 4 2 7. 
Prefo è impiccato e brudato. 433, 
\RNOLÐO Arcivefcovo diRav('nna. 
39. Tiene un Concilio. 4 1 . Invetli- 
tura di Stati a Iui data da Arrigo I. 
Auguito, fl. Sua morte. ft. 
^RNOLfO Arc\veCcovo di Milano fpe- 
dito a Cofiaminnpoli da Ottane Ill. 
8. Contrario al Re A rdoino. 16. 20. 
SU3 lit
 col Vefcovo d' Ani. 46. Fi- 
ne dë. fuoi dì. f2- 

\RNOLfO Arciwfcovo di Milano. 2.64- 
2.68, Fine di fua v ita. 2. 
6. 
ARRIGO Duca di Baviera, poCcis Im- 
perado"e. 10. Eleno e coronaro Re 
di Germania, I I, Invit:lto in ltalia. 
12. Principi a lui favorevoli. 16, Ca- 
la in ltatia armato. 19. E' corouato 
Re in P:n'ia, 2.0. Sedi1.ione di qnel 
Popolo c,)ntra di lui. 21. La Torea- 
na fc gli IOltoffiCtte. 22, Do:na Bo- 
Jeslao occupator della Boemia. 2f. 
F ond
 il ., dcov:Lto di B.lmherga. 27. 
33, A lui ricorre iD Gcrman'a Papa 
Benedetto V III, 37. Cah in Italia. 
311. Coromtn Imr-eradore d 1 rao Pon- 
refic.:. 39, Diploi113 (liO in Ù\"or dcl- 


ICE i99 
Ia Chiefa Roman:! dubbio{o. 40. 64. 
e fig. 
ARIUGO l. fra gl'lmpera:lori, fua C0- 
vranità in Roma. 41. Mette al bando 
dell' Jmperio i Marchelì Progenirori 
della Cafa d' ELle. 42. Sua Dieta in 
Argeniima e LeW' 49. Invefiitura dell' 
Efarcato dt lut dam all' Arcivefcovo 
di Ravenn1. fl. Va a trovarlo in Ger- 
mania Benedetto V III. Papa. fr. AI- 
le preghiere di lui cala di DUOVO in 
Itaha, 5'9. Va all'aifedio di Troia in 
Puglia. 60. E' ricono[ciuto Sovrano 
di Benevento. 61. Torna da Genna- 
nia. 62. Dà 1'lnveíHtura di Capoa II. 
Pandolfo Conte di Tiano, 6f. Sua 
morte e f.'lntid. 66, 
ARRIGO Re III. poCcia Imperadorc II. 
creato Duca di l3avicra, ed e1ctto Re 
di Germ:mia. ïS. Rimelcc la pace fra 
fuo Padrr, c Stefano Re d' U nghe- 
ria. 81.. Erede del Re
no di Borgo- 
gn:l. 8f. Sue vittorie comro i Boemi. 
90, Cala cel Padre in ltalia. 9-+- 96. 
Accenaro per lara Re da i B.Jrgo.
no- 
nì. 103, 'Succede al Padre; F:1'\<o:a 
Ï11torno all:! [ua origine, 104. Rimct- 
te in fua graz.ia Eriberto ArciveCcovo 
ði MIlano. 107, Sue Cecondc None 
con i\gnefe di Poniers. 114. 
ARRIGO I)), tà deporre tre Papi Si- 
moni:lci, 120. D;fcfc dalla ccn!i.ln. dcl 
Baronio. 121. Coronato Impcr:ld 1re. 
122. ÐCl.ion de' Papi non f.rta C Uta 
il di lui affcnfo. Uf. Tcma d'im- 
rrigiomre Boairåzio March:fc. 126, 
Ekg\!;e 'paps Damatò II. 12
. L:s
i 
fue a

JUnte alk Longobardiche. 129, 
Ma'1(la. a l{om1. l' ekuo Papa Lco- 
ne IX. 130. Sua gllerra cui Re d'Un- 
gher'a 136. Fa eleggae Re di ü,'r- 
malÙ, e crea Duca di Bav'eri Ar- 
,r;go iuo Figiio. r43, Sua ca!ata in (- 
talia cnnaa di Goff: edù Duca dì Lo- 
rcna. 146, Turna ill Germania. 1-f9, 
Fine di iàa vita. 1ft. 
ARRIGo.IV. fr:l j R.:, III. fra gl'Im- 
perado,i, fila nafclta. 1]2, i3:f,Crea- 
tr> Duca di Bavier!l, e }{
 di ücnna- 
Ilia. 1
3. Spola Bc:t.l figlia di üuone 
Marchcfe d! Sofa. 149. 
 !eg. Suc.:e- 
de al Padre. I fl. Salfoni fi rebella- 
no contra di lui. I f4, Ha il titolo di 
Re de' Ronra.ni, 166. Rapiw da An- 
n::mc Arcive[.:ovo di Cohn;a. 169. 
R r í J. E' crc:\.- 


, 



5 00 I N D 
E' creato Cavalier
. 178, Sue Noz7e 
can B':I ta. 1 S 5', Sua diîolle!tà. 15 f. 
ARRIGO lV, Re po{l:o l<Jtw 11\ diCci- 
í't=!la dì .'\nnone t\rcivefc. di Colo- 
1. !. 198, Fa guerra a i SatIoni. 200. 
202. Li vince e maltrana. 206. Em- 
pio plo,-dfu da lui facto contra di Pa- 

 a....;: c:-;ori I V I I. 209, Da cui è fco- 
mumcaro c decadnt,) d,ll Re
no. 2.J9, 
,feX' \'iI:IJc;n ltaEa, 212. Q'1ale I'ao- 
boccamclHo Cuo in Callofià can P.tpa 
Gre-'or;o. 213, Sua VC;lirenza e pace 
col î)omefice. 214- I\.1a ia I)r.:\ c la 
rompe.. 21 f. Sue b,mag 'c con R.idol- 
fo l<.e (uo compc'Ì!on:, .::?
I. 223. D
. 
poft r ) 
ial Papa crca un' -\mipap.l. 22)". 
Si 
briga in ulJa t>auagli;l dalr' emulù 
Re Ridolfo, 228, Viene In Italia. 229- 
Ind
1fno affidia.. Homa. i'vi 233. Fa 
guena alia Come/fa Matilda. 235'. 
r o.na all' a{fedio di Rama. i'lJ;. En- 
tra pacifico in Roma. 238. Si tà co- 
rona, C dall' Al1tipapa, i'lJi. Sua ririrat3 
in Lombardia. 239. Rorr3 data aUe 
(he gelHi dalla Come{fa M:uilda. 241. 
Sconfitto d'll Duca di U:l\-;Cla. 246. 
Tomato in ltalia alledia Mantova. 
.J..H. E Cc n'impadronilèc. 25'7. Aiie- 
dia Mome Bello. 260. Maltratta A- 
dclaid
 fua Moglie. 263. Suoi aftàri 
in Itara ì-)(!
giorano per la ribelIionc 
dd Fi
lio, 2(,-l. 26f. Va a V enez.ia. 
26 7, Torna in Germania. 274' Se gti 
ribcl!a iI Figlio Arri
o. 290. 293, Da 
cui è dctroninato. 294- Finifce di vi- 
v.:re, 2Q5'. 
...\:UUGO V. Re di German:a, fua na- 
fcita. 233, 2';"+ E' cream Re e Col- 
lega col P
dre. 2
h. Contra cui Ii 
ribella. 290. .E gli fa guerra. 293. 
Detronizza il Padre. 294. ubblica 
Ia ilIa vel1ma in J talia. 304. Calato 
in Jralia Ji fcuoi'!e crudelo. 3or. Si 
.lccorda colla Conteffa J\1:It;}da . 306. 
::\hli da 10; recati aile Ciltà d' Ita- 
lia . i<:j 
 fe;;. lJiltrugge Arezzo. 307. 
/ftg, l\pp
ren7.a d' accordo fra Jui, 
e il Papa. 308. Lite infona fra loro. 
309, Per ctli dfo Re imprigiona il Pa- 
pa , 310. Fa pace con lui, ed è co. 
ron1to . 3'1, 
 feg. Vilita la Contef- 
fa Matilda, 312. Sue None con 
Matilda d' Jn
hi1terra. 319. e feg. 
Torna in !talia. 323. Va di nuovo 
a Roma, dove è accolto . 327. Si fa 


r C E 


coronar di nuo
.n dan' Arcivefcovo 
di Braga. iz,j. To'na aRoma, e ne fa 
fll!;gire Papa Get;l/iù, e fuoi trattari 
crin 111i . 33::>. S':I.Hn',micato da Papa 
Callifi,J 11. 33ì' SJlle
':lziotll cUlma di 
lui, 34;1, Sua pace con Papa Cal:ifio 
II, 3.-/-3.t' fi:{. Finifce di v;vere.349. 
ARRiGO V 1. c.eatO Rc di Germania, 
49 2 . 
ARRIGO Dl1ca di ßaviera depolto. 2b, 
ARRIGO IV. Efienk G<1e!io Dnca 
di B.1V:era /ùccedc al P1.dre.. 3f1 
Cr:::aw anche Duca di SaHonia fpoCa 
Gcltruja Fi
l:1, di Lonaria Re di 
G.:rman:a. i'lJi, 3f4- Irn'efilco de'lk- 
ni allud:ali deìla Comefià Matilda, 
369. Pre,}Je Vi.lia al Duca di Sue- 
via. 37f, Col Sl1occro Augufio \ic- 
ne in halia. 379. Guerre da 1l1i tàt- 
te in TofcaDIi. 384. E in PuglÏ3., 
38f. 389, Gli fa guerra il Re Cor- 
rado. 390, Sua morre. 394. 
ARRIGO iI Nero Duca di Baviera . 286. 
299. Su
 porz.ione di Stati in halia . 
i'lJ;. 324. 328. Termina i fuoi giorni . 
3fl. 
ARRIGO Leone, Fi
l:o di Arrigo 1\T. 
Duca di SafI)lli
\, fi.<<:cod.: aJ IJ
rc. 

9f' E' invcllit') di que! Ðucato dal 
Re Corradi. 400. Va col Rc Cor- 
rado in Oriente. 410. 42.2- Sue lid 
con Arrigo Dnca di Baviera, ;""j. 
Aggindicala a loi e{fa Dav:era. 425', 
Aècompagna in Italia il Rc FcJeri- 
go. 428, Ced
 varie Terre. a'1\I:n- 
che/ì Efienfi 43 1 , 433. 431. Sue 
lodi. 45'4. 
.ARRIGO Duca di Carimia. 276. 
ARRIGO Cardinale, Legato at Re di 
Sicilia. 431. 
ARRIGO Cardinale de SS. Nere0 t'd 
Achillea. 443. 45'0. 
ARRIGO Parr:arca d' Aquifejã. :n6. 
ARRIGO Arcivdèo\'o di Ravenna. 136. 
183. 188, Termilla iJ íÌ10 \'ivcrc. 
19 6 . 
ARRIGO Vefcovo di Parma. f9. 
PtRRIGO VcCcovo d' Augufia, Confi- 
gliere di Agnelè Imf'cradrice. 169. 
ARRIGO Vc(covo di Liegi . 4';"1. 
AST I, nel Cafiello di Cua 1.)ioccli, det- 
to Monforte, introducefi un crcfia, 
forCe il Manicheifmo. 78-, 79- Pre- 
cauzioni 0 rimedj contro di e(f.'} . 79, 
A TE.NOLFO Abbate di Monte Cafino. 
5'4, 60. A TE- 



I N D 
A TE
OU 0 Fntel!o di Pandolfo Ill. 
Principe di BCi
.:vento, 109. 1 II, 
fA. zzo I. Marchdc Pro 6 cIÚorc dc' P.in- 
cipi Eflellfì . 36. 38. Mdlò al Ban- 
du dell' Imper:o da Anigo I. Angll- 
no, 43. hlV'la ill !talia R'_'bclto Re 
di Fr.mcia. 68, eftg. SI. 
Azzo II. :;\1archeCe, Progenitor de gli 
Eil.:nÎ1 , meHü ai b:mdo dell' Impe- 
rio da Arr:go I. A!Jgufl), 43. e fer:. 
In lui ricadono gli Stati d' U go Mar- 
chefe Cuo Z:o. 81. Suoi }JlaClti in 
Milano, 119, I\1arito di Cunegonda 
de' Gue1fi, 12;, e jèg. Conte della 
Lunigiana , 133, Padre di Guclfn I V. 
P rogenitore èella Cafa di Drum vich. 
Ifo. Va in Francia, 189, 
\zzo II. 1ùo Matrimonio COil Madl- 
da Sorella di Guglielmo Velco\'Q di 
Pavia. 202.. e ft.{. Padrone dclia I3a- 
dìa del!a Vangadizza. 2.04. AlJifie 
ad Arrigo IV. Re ill Canllflà, 2.13. 
Dà per Moglie ad U go 1110 Figlio 
ulla F iglia ai Robcrto Guifcardo. 
2.17. 2.f2.. e fig. Sua morte. 2':"4. e 
jèg. 
-\Z20 eleno Arc:vefcovo di Mil:mo, 
e rifiut:iro . 196. 207- 
.Azzo ArciveCcovo di Pifa. 347. 
.Azzo Velcovo d' Acqui . 314. 
Azzo Abbate di Sul>iaco. 134' 


B 


B ALDOVIN-O- Re di Gerufalernme. 
2S4. ')polà con Matrimonio nuHo 
Addaide Vedova di Ruggieri Coate 
di S:cilia . 31';'. 
BALDOVINO Come di Flandra. 2
. 
ütÙ:ne graz.ia dal Re Arrigo. 27. 
13 I. R imefiè.) in graz.;a di Arrigo I V . 
Re. IP, 
BARASONE Re in 
a
degna. 177. 
DAR -\ SONE diverCo dall' altro ottiene da 
t eder'go I. il titülo e la Corona di 
Re di Sade
na . 4';2. 49 1 . 
BAR TOLG:\tEO Ap,.lldlo, fuo Cor po 
in Benevcm,J, e n..n in Roma. 2.. 
BE,\TfUCE fì5:ïa di Fed
rigo Duca di 
Lorem . 95'. 110. PartorHèe la Con- 
te{fa Matilda. 12.4, 138, Si rimarita 
COil Gutifredo Daca di Lorena, 144. 
Impr'ginnata da Arrigo II AU
Ulto. 
146. E' libcrata. 1f2.. Suoi d;plomi. 
157. Rena di nuovo Vedova. 190. 


50'1 
Comanda in Tü,è.ln1. Iy3. 201. 20<}'. 
Dà fine a i faoi giorni. 210. 
BE
EDETfO VIII. Pa
a,lùa ekz.ione. 
35'. Fugge in Gcrmania. 37. Dà la 
Corona deli' Impe:io ad An igo I. 

Q. SUO dominio ampEficato . 40. 
Diploma d' elfo Arrigo in tàvor dd- 
la Chief a Romana dubb:ùCo , 41. Sua 
13 IlIa c Pla;:-iw. 42.. }\)tro CUD Pla- 
c;to . +to Scaccia. i Saraceni da Lu- 
ni . 48 Poi dalla Sarde..;na per mez.- 
7.0 de' PiCani e GenoveÎ1 . 49. e feg. 
V1\ in G.ermania a troyare l' .Im f er
- 
dor Arngo, f), Chlama In taLI 
Arri
o I. Al1gUllo contra i Greci. 
f9. E' ch'3mato a miglior vita. 66. 
BENEDIiTTO IX. Papa, Cua illegitima 
e1ez.ionc. 86. E vita infame. 8"', 
Viene in Lombardia ad abbocca;û 
con Ccnado I. Augullo. 99, Con- 
gil1ra de' Romani comra di lui. 100, 
Cacciato rifi.)rge, e poi venJe il P:'.- 
pato. 116. Credefi. che face{fe pen
- 
tenz.a. 117. Depofio nel Concilio. 
120. 12.j. Torna lid occupar 1a Santa 
Sede. 12.8, 12.9. 14 8 . 
BENEDETTO X. illegitimo Papa. 15'6. 
Rinunzia all e Cue pretenfioni . I f7. 
RENEDEfTO Vefcovo d' Adria, 145'. 
BENEDETTO VeCcovo di V ellt tri , If). 
BENEVENTO ceduto ai Papi. 138,142. 
BEXZONE VeCcovo d' Alba, fl1a Sati- 
ra contro Papa Alt:ffandro II. 166. 
BERARDO VeCcovo di Padon, 131. 
BERARDO Abbate di Farfa, 133. 
BERAlmo Abbate di Farfa, 229. 233. 
BER:\LDO Abbate di Farfa. 333. 
BERENGARIO Erctrco, Cua domina con- 
deullata. 132. E d:t 111i ab:ur"ta. 158. 
222. 
BERNARDO Sanlo Abbate il,tcrviene al 
CÙllcilio di PiCa. 371. Ani Cuoi in 
Milano, ed in :lltre Ciuà. 373, 37f, 
e feg, Viene diamaro dal Pal-'a a Pi- 
fa . 384. Tra!!a di pace col Rc Rug- 
gieri . 387. e Ie?:" indue.:: a pclltime:1- 
to I' Amipapa \ iuorc. 3 8 9.409, 4 1 3. 
Sua morte . 42.3. 
BERN.'\.RDO Cardinale Legato Apnfloli- 
co. 287. e feK. Maltranato in Par- 
ma.. 291. Cre:uo VeCcovo di Par- 
ma . 296., 310. Sua mnrte e Cam'tà . 
3ìl. 
BERNARDO Cardinale di San Clemen- 
te. 441. 


I 


c 


E 


BER- 



)01. I N D 
BERNARDO Legato Apolblico aM:. 
, lano . 196. 
BERNARDO Vefcovo d' ACcoli. 1f2. 
BEROLDO Cente, Pr
enit{Jl"e dell a 
Real Ca(t di Savoja. 43. 
BER T A â
a di OnODe e d.i Adelaide 
Marchefi di Su!à, maritata col Re 
Arrigo IV. 149, 181', Sna onefià ten- 
nta . hi 
 feg. Si fiudi:! ArrIgo di 
.-ipuðiarla. ItS7. 212. .Fine di 1ua vi- 
ta. 
fl. 
BER T A Badeffa Qj Santa Giulia di Bre- 
Ccia. j', 
SEA Tono 0 lia Bcrtoldo Duca di Ca- 
rintia. 191. 199. 206, Abbaudona 
Arrigo 1 V. Re. 211. 22:t. 24 6 . 
TIER V AR DO Santo Ve(covo d' lldeCeim. 
2, e leg. 8. 
BOAMOSDO Figlio di Robcft(J Guifcar- 
do, 1 n. Militacol Padre-comro i Gre- 
ci . 231. Dà più d' una rotta a i Gre. 
ci. 2;7. 241. Sue liti col Fr
tello 
per l"eredità del Padre, 244. Fa pa- 
ce col Fratello . 21'1. Nuove tOftu- 
I'e fr1l loro. 2.1'6. 11'9. 262. 261'. 
Prende la Groce, e con un' Arma- 
fa va in' Levantc. 1.72.. Crcato Prin- 
cipe di Amiochia. 2ï9. Fatto prigio- 
II
 da i Turchi. 28+ Liberato pren- 
de Moglie. 297. Fa gllcrra ad AleC. 
60 Imperador de' Greci . 301. e feg. 
Fine di fua vila, 3 1 3. 
BOLOGNA, quando comincia{[e ivi 10 
Studio delle Leggi, e la fLJa U ni- 
verfid . 321'. SuO! Letlori. 44 8 , 
Bolognefi; loro liu coi l\lod
ncli. 3 66 . 
Si umiliano a Lauario Augulto . 3 8 3. 
'Danno'una rotta a i Modendì. 399. 
Si [onomettollo a Federigo Augutlo. 
4 66 . 4 80 . Fan gueers a Faenza.493. 
49f. 
BOXlfAZIO Cardinale Vefcovo d' Al- 
bano. In, e fig, 
BONIL-\ZIO Ma;che(
 FigFo di TedaI- 
do Marchcfe. 19. e feg. 22. 31. e 
{è!. Sua donazione al .J.\-1onilkro di 
Pùhone , 31'. S;
nt)rc

ia in f erra- 
ra. off. Quando crl':HJ Duca c j\.1a
- 
chctè di Tofcana. 47. Si
n()re di 
MarlIO\'a. ;'l';. 1VhritO 
i lUchil:h. 
4?' 1'4. Gran cacciatore di bC'ni dt:lJe 
ChieCe . n. 63. e fig. Crc:lto Duca 
deUa TOfè:ma. 7f, 86. Va allagucr- 
n di Borgogna in aj Jto di ,-Corrado 
Augufio, 90. 94. Prc:ndc -per mo- 


( C E 
glie Beatrice. 9f, V:t all' a{[edio di 
Parma. 99. 10:1.. Sue penitenze. 121.. 
Gli na[ce la Conte(fa MatiIJa. 12.". 
E' uccifo. 137. Chiaroato T iraono. 
;'V; . 
BONIFAZIO Marchefe di Legge Ripua- 
r:a . 31. 
BO:04II"AZIO Marchefe d' Ene. 375'. 
431. 
BO"IZONE Ve[covo dl Sutri, ftlll Let- 
1:erarura e 'morte. ).33. 1.f4. 
.BONONIO Santo Abbate di Luccdio. 74. 
BON
IGNORE Vefcovo di Reggio. 3 1 0. 

21. 
nÒRGOGSA, fuo Regno fottopoOo al 
R 0111ano Imperio. 8 f. QU3.l1tO Ii II en- 
de ere. ;v;. 
13ososE Cardinale Le;iato della Santa 
Serle. 319, 
BOSOSE Abbate di Sam' ^ntimo. 26. 
13re[ciani riportano vittoria de' Bcrgama- 
fchi. 440. Ottengono capitoiaziol1C d;1 
Fedcrigo A ugufio. 444, Colleg:ui con- 
tra .di lui co i l\1.ilanefi. 41'7. 
 feg. 
Con dure condi-zioni compccano da 
lui la pace. 466. 
BJtUNOS'E ArcivcfcO'vo di Trev
ri. 30", 
.BRUNosE Ve(covodi 'Segna, 3"J.3. 
l3RuxosE Santo. ,lnitatore dcIla Ccr- 
toCa. 277. 
BRU1\O ^bb.1tc di Caravan.. 432- 
DR U 1\S Wle (Reale ed ElctrlJrale Caf1 
di) fuoi aCcendcnti, 11'0. 189. 19f. 
202. 271'. 2SS. 3 28 . 394. e /eg. 39
. 
4 oo ...po. 4 26 .43 0 . 492, e fef.. 
BVCIA'I/O CapÏlano de' Greci in Puglia 
tàbbrica malte eittit. n. Sconfi
'ge 
1\:Ido e i Norm:wrri. f4, Prc[.-, Datta 
il fa morire. f8. Ajula Pandolfo IV. 
Principe di Capoa. 74. 80. 
ßULGARO . Giurifconfulto . 448. 
BuoNo Abbate di Ra\'ctlna. 26. 
BUl<CARDO A rci \'efco v 0 di Lione.90. 
BURDJNO, Vcdi Jl.1411riÚ.o Al'C'Í',:eJè"w, 


c 


C AnALO') V
fcmo di Pam11. IOC). 
, E Coate diquellJl Cird. 126, Crca- 
to Am:pap:L 166. Va a ROlna. 168, 
E' condennatû e depufio, 1]0, Tor- 
naro 2 Roma relta al!ediato. J 71, 1 "'6. 
Orricne h liocnà. 177, C0nc!:mn:lto 
di nuovo f1cl Cocciiio di ;\1aILW\ J. . 
18 3. 
 fet. 


<'AL- 



I N D 


CALuno If. Papa, fua eleÚme. 336. 
Cancili dà lu: renuti in Francia. 3
7. 
V iene in Ital\a. 339. Va a Mo,ne Ca- 
fiÌ1o, e ad altri Luoghi. 3'40. Prefo 
l" Allripapa BurJino, tri mfalme11te en- 
tra in Roma. 341. Suo viaggio;n Pu- 
glia per tratrar di pace. H3. Fa pace 
con Arrigo V. 343. e Jeg. Concilio 
Generate Latcranenfe da lui tenuto. 
Hf. Sua morte. 347. 
CANON[ Penitem.iati una. volta. in ufo. 
:169. 
CARLO Emmanuello Re di Sardegna., 
44.. . . r. . . . 
Carrocclo milltare, lua ongme e qualt- 
. Ià. lO6., U fato nelle guerre di Lom- 
bardia, che foffe
 4-17. 
CELESTINO II. Pap:1, ilia cIezione. 401. 
Sua morte. 402._ 
CELIBATO facro, enormemente vio- 
lato. 161. 180. 
CITT A
 d' Italia, quando cominciaífero 
a far guerra I' una all' altra. 22. e jèg. 
Si cangiano in RerubWiche. 299. e feg. 
Fan g\1
rra inficme. 300. Alcune dl- 
firutte dal Re Arrigo. V. 306. e jèg. 
Fiere difcord'e e gucrre fra loro. 403. 
e Jegu. Loro, cottumi. 428. e feRu, 
Cominciano a far Lega comra di F e- 
derigo Augu\1o. 4ï2. 4g0. Ad efT'a 
cofiringono Lodi. 482. Strumenta 
della loro Leg". 487. La quale fem- 
pre più crebbe. 491. 
CLEMENTE U. P:ipa,fuaelezióne. 121. 
, !eg., Corona it Re Arrigo Ill. IU. 
SUO 7elo contra la Simonia. 124. , 
fig. Col veleno è tolto di vita. 127. 
LUOgO dove egli mod. i'Vi e feg, 
CLEMENTE Ill. AntÍpapa. Vedi GuÎ- 
berto , 
COLOMASNO Re d'Ungheria. 276. 
COLONNA. Nobiltà ed antichità di que- 
fia Famiglia. 283. 
COMASCHI, la lor Città prefa e Cac- 

ht:ggi:l.la da i Milanefi, 334. Che fan 
poi v,uerra a que1 Popolo. 3:)8. 340. 
34f. AL,bandnnano la Città, e poi fi 
fuggt'ttano a Milano, 3f4. 
CONCILlJ. Primo G. Laterancnfe. 34f. 
II. G, Later,tnenfe. 39[. 
CONSIGLIO G.enerale, e di Credenza 
nelle CittJ Libere d' lulia. 299. e jèg. , 
CONSOLI delle Città: d'ltalia divenute 
Repubbl'che; 300. 
COMTE Car.iinale Legato dell' Antipapa 
Anadeto. 363. 


( C E ;03 
CORRADI) il' Salico primo rra gli Au- 
gulli, crea[Q.Redi Ger,nania. 67. E. 
ri
rto Arcivefcùvo di Milano il pro. 
muove'alla Coro\1.l d'lulia. 70. Ve. 
nuto riceve la Corona da effo Eriber- 
to, e fa gl1erra a i Pavetì. 72. Sua 
fign:Jrra in Ravenna. ;'i);. ')ottomette 
la Tofcana. 74, E' coronaro Impera- 
dore. 7f. Torm in Germann. 76. , 
fig. Fa el
gere Re di Germama Ar- 
rigo fuo F Iglio. 78. SU1 
erra eol 
Santo Re (l' U ngheria. S
etàno. 81.. 
Sue ragioni fJpra il Regno. di' Borgo- 
gna. 8f.,e Jeg. Coll'armi va adacqui- 
flarló. 88, 89. 
CORRADO I. lmperadore cala di imovo 
in Italia. 94-. Fa prigione Eriberto Ar- 
civefcovo di Milano. 96. Che rugge. 
97. A{[edia Milano. i'Vi e (eg. Intie- 
rifce contra Parma. 99. T orna a Ro- 
ma. [00. A cagion della Pefie fi ri[ir2 
in Germania. 101. e Jeg. Sua mor- 
te. 104. 
CORRADO iiglio di Arrigo IV. Re, 
creato Duca di Lorena. no. 2U. 214. 
230. Cerca l' eredità della. Conteffa 
Adelaide Avola fua. 26[. e !eg. Si 
ribella al Padre. 263., E' coronato Re 
d' Italia. 264. E' ricevuto per' Figlio 
da Papa Urbano II: 268, Prende Mo- 
glie. 270. 278. Sua morte. ..284, e jèg. 
CORRADO Fratello di Fedcrigo Duea 
dï Sue
 ia fa guerra a Lottario Re di 
Gfrmania. 349. Contra di lui è crea- 
to e coromto Re d'ltalia. 3f7. Scom- 
municato dal Pa a perde il credito. 
,f8. Torna difingannato in Germa- 
nia. 367. Fa pace con Lonarió Au- 
gufio.. 374. e Jeg. 379. 383.. Viene 
eletto Re di Gennama. 390. Fa guer- 
ra ad Arrigo Dl1ca di Saífonia. 394, 
CORRADO di Svezia Re di 'Germania, 
a lui fa guerra Guelfo VI. 400. E' in- 
vitato aRoma da i Romani. 407. 
Prende la Crece, pafT'a in Levame. 
409. e [ego Sue a"Lioni e ritorno. 41:1. 
e feg. Fine di fUJ vita. 421. 
CORRADO Duca di Carimia. 34,. 
CORRADO Duca di Francollia. 67.71. 
76. Rime/fo in grazia f'a da Corra- 
do Augnfio. 78. CrCJ.to Duca di Ca- 
rintia e, Marchefe di Ver,ma. 91. 97. 
CORRADO Duca d: Baviera c'epOlto. 143. 
CORRADO 1 figtio di Corrado già D':ca 
di Carinua, âà una 1'oUa ad Adaloe- 
rone 



;04 
rone Duca di Carimia. n. Tel'mina CUNlBERTO Vefcovo di Torino. 179. 
il fiw v;vere. J06. 
CORRADO figlio di Federigo I. Augu- 
ílo, cre:1to Duca di Franconia. 491' 
CORRADO M:.rchefe di ToCcana, 3f8. 
Suoi atti. 360. 
CORRADO Vc[COVO di Perugia '4. 
CORRADO Conte Palatino del Reno. 
444, 4 6 1. 4 66 . 
COR TI erano una volta Villc con Par- 
rocchia e Caílello
 103, 
COSTANTINO Monomaco, Imperador 
de' Gred. J J 3. 
 J

. . 
COST ANTlN() ùuca Imp::rador de'Gre- 
ci, 179. 212. 213. 
lIa morte, 232, 
COSTANTINOPOJ I. SlU Reggia [c<m- 
\ ol(a dalla prepot:ntc I mp.:radricc Zoe. 
109. 
Co S TAN Z A di rrancia maritata crn 
Boemoudo Principe ð' ,1ntiochia. 29ï. 
CREMi\. cagione di gran gucrra fra Mi- 
lano e Cremona. :;5'9, 380. Crcrr.a- 
fchi fi ribellano a Fedc:ri
o Augufio. 
45'3. Crema :IÍTcdiata da' Cremonefi e 
Tedefchi. 4H. Si cende a Fedcrig-o. 
4ff. 
Cremonetì [counni da i ì\1 itaneli. ;0';". 
A cat!iol1 di Crcma muO\'ono !1ucrra 
ad effi Milancli, 35'9. :r;-,3, 37 8 , 350. 

 fig. Son Ù, low 1ì:;pntini, 3Qf. Dal1- 
no ulla rotta a i Piacclltill', 416. Af- 
fediano Crema. 45'4. U /lid a F ederi- 
go AuguHo t&n guerra a i Milancfi. 
45'7. Collegari COli efJì. 41}r. 493. 
CKk.SCESZIO CarJin:1lc Governatore d; 
Bcnevento. 3

, 3( . 
CRlSTIASO e!ett,) ,\rcivc[cov,J di Ma- 
F;onza. 475'. 
configge i Romani. 4
S2., 
e jèg, 491. 
Crociata pubblicata da Papa Urbano II, 
, lIe! Concil;o òi Chiaramonte. 
g, 
2&), 2';"1, It
liani ad eera concf'rÎl. 
272. 2n, Sue av'enture. 2

, 
 I;":;. 
280. e Jèg. 2. 8 4. 2ljÓ. 3 0 4. 3-J
. 40, 
i! fig, 412. 
 fig, 
CU
EGO
)}A Sant'l Imper:1drice, 1\10- 
glie di Arrigo I. Aug'!fio, 12. Suoi 
Fratclli tà,l gucrra ad elIìJ Arrigo. ,,g. 
J
. Coronata Imperadrice. 39. Sua 
mor(e e fantità. 66. 
CP

GO"lDA dé' Prillciri Guclfi, ma- 
rir:ua con Ano II. Marchc1è d'Efic. 
12 7. 1\1 adre di G nelfo I V. Progeni- 
lOre dclla Cafa di ßruns'l:c;. Ifo. 

\Oa morte. ;'11; 


I 


N 


D 


c 


E 


I 


D 


D ArnER TO primo Arcivefcovo di 
PiC1., 262, Creato Patriarca di Gc- 
ruCalemme. 281. 
DA
ASO II. Pap:'!, flla elezioue. 128, 
Suo breve Pontilicato. 129. 
DEsmE RIO Abbate di Monte CJfino. 
J 5'4. Creato Cardiu:lle. IS'8. Manda 
Monad in SardcgnJ, 1;7. Suo zclo 
e manfilctudine. ;.z'i. F abbr!ca la ßa- 
filica di Monte Catino. li8. e Jèg. 
La cui Dcdicaziollc è f:Llt.! da Papa 
AletTandro II. 194. 2[6. 1.19. Cbia- 
m:ïto da Arrigo IV. 2.]6, e Jeg. 239, 
Rifiura il Pontiticato, 242. e feE';, E' 
creato Papa. '45', Vcdi Vi/tore 'Jlf. 
])1Ol-õISIO V,e[covo di Piacel17.:1, 1-)1. 
DODosE \'eCcovo di Moèena, 296, 
;02. 
DO',(E!\:CO Gradenigo VC[covo di \Te_ 
unh, 73. 
DO\(E
ICO Or[cùlo Dogc di Venczia, 
86, 
DOME
ICO Flaba:J.;co Doge di Vene- 
zia, 86. 114. 
DO"ESICO Cont.1reno Doge di Vene- 
zia. 114. IIf, Rlcupera Z3ra. II? 
tit), 195' 
DOME"ICO Sih'jo Do
c dj Venezi1. 
J9f. 205', ])cp..fio. 2.
2. 
DOMENrco .ì\E:hcIe DJ rc di Venezia, 
328. Sua -vittoria degr P lnfedeli. 34 6 . 
Loro to
lie 1 iro 348, e þg. Sua 
mal te. 364. 
DOMENICO Moroíìno Dogc di Vene- 
zia. 41f' Ricnpeca a1cWle Città, 4 1 7, 
Sua morte, 440, 
DOMFNICO Patriarca di Grado. 114- 
Uf. 
DOME!\ICO VeCcovo di Venczia. 114, 
DOMEsleo Santo Abbate di Sora. 83, 
Do MIS I 0 temporale de' Papi dife[o. 
Prcf:n, pa
, XI. e 
K' 
DOJ1azi"\1e (11 ColNlntino 3ccreditata nel 

ccolo X I. l"iO. Ill'pugnat3. 294. 
DO);NIZO
F Monaco 
3noffino tà la 
dcrcrizio!1c dell' alrerc:lzione f1a 1\13n- 
to\'3 e Cano1Iå per iI Cadavero di no- 
nifazio Duca fC, 1)7. 
DtH.lro, Suo aburo, 45', :!."C). Dipn- 
ter col dncI!o decj,'erc Ie liti Pri\,:lc- 
f,
9 è..'ta :11 Clem dj Voltcrr-..l (!a '\r- 
r'go Jmpcr:òèure, 137. f !L.- 



I N D 


E 


E BU,ARDO Vefcovo di B:.imbcrga. 
.. 62. 
ECLANA Gttà, di cui fll VeCcovo GIU- 
liano Pe:a
iano. f3. 
.ELEZION'E d.;;' P'>Iltdìci Romani. De- 
crcLO imorno ad eif:!, I r8. TUll1ul- 
to in Rom1- per una occalionc di er- 
ià. 164. Lioc,ata da o
ni abafo. 16f. 
N uovi contraír e regol.unellti per eC- 
fa . 183. 199. 2.00. 344. 43- 0 . 4 86 , 
ERESIE . Malllche:fmo nella Dioceli di 
AQi . 79. Alclllli di e{[o infeui bru- 
dati vi\'i. 79, Ere/ìc di llerengario 
condallll:ltC, 132. 22.2. Abjurate da 
dIo. 15'8. 
22., Di Arnalda da Bre- 
Ü::ia, c di Pietro 
'\bailardo. 39 6 . 401. 
4 c 5', Condanna,tc d
 Papa Adrian,? ! V . 
427. An,:ùd,) unpl.::caro c truCl.1to . 
433. . r ..I' R 
ERII\EII..10 ArCIVClcOVO '-'1 avcnna . 
:p. Sua IiI;: ..Ji prcccdmz.a CJIl que! 
di Milauo , 7f. Sua mortC. 81. 
ERlBFRTO Sanw Arcivcli:o\'.) di Co- 
{.lllia, tempo della. lùa lI10rte . )'5', 
LRIBER TO Arcivc:co\'O di l\lil:and.}2. 
'S9. Promuovc Corra:io il SalÏco al 
Regno d' !taLa. io-:;,. 
 fig. Gli dà 1.1 
CÜ1Üna d' d1ò Reillo. 72. 
ua l
.c 
<ii prcc
d
llla <::,011' 
'\rci\leCcov
) dí 
R:;,\'c.u1:1. i)'. 1, 3. gu.:Jt',1 a LoJI. 7i. 
Scuo1Jrc e ,,:;t
i..;a hii Erctid Mani- 
chci : i9. 
 ofl:.{,. Coli' armi va:\d a1:' 
liile.-c Corrà.:\O :\\
gufi.:.I ill Borgogua. 
S9. Soa fupcrb:a, p.:r cui iulòrler 
gucrrc civil:, 91. 93. Im?iÍ5iOJ
.u
) d.l 
C"n
,io 1. A:'AUao . 96. 
; I.lIvil 
-cona fuga. 9ï' Ai:
di.HJ in f...lJ!ano. 
97. c j

, 1i.\':t.1 ill IUlía, ÜJOJl': 
Conte dí Sciam;:>a.;m. 9S. Sc-onmn:- 
C:ito dal P-apa. :IOI. lrl\ em.1 il Car- 
rocc:o. 105'. c fi-g. Riacq'õí.la 1J gra- 
'lo:a di Ar.'i;;) HI. 107. Per i.: dilclJr- 
die: Ii ritira tunr della l:itl
 . 110,112. 
I1f. Fine dd lUll vívcle. ll
. 
 Ji:i..' 
ER:BER TO VeCclJVO di MDdcna. 
c:s. 
ERIBEti.TO Vclcovo dl Rc
gi(). 261- 
ERI\t ""Sr.O Duca dl Alcma3na. I L c 
I
l. CII::ato Marchefe di Sulà. 95'. 
lOi. Sua mOl te. 10)). e fig. 
ERLHIRALlJO Nobile Milande h op- 
pone all' incont;neI1za del Clem. 180. 
IS..}. 196. U.::dò cia' iùoi an<crÙfj . 

Q7. 
Tom. VI. 


ICE ;0; 
ERMASNO di Luc
nJbur
o creato Rc 
di üermania. J.30. E' cor< nato. '7.1;. 
233. Fa fuggire il Re Arr;go 1 V. 
2.48. Fine de' lùui 
iorni, 2)'1. 
ERMASNO Arcivdèovo di Colonia. 
97. 134, e fig. 
ERMANNO Vetcovo di Bamberg-a, 192. 
ERMINGERIO VeCcovo di Cencda. 6.). 
ERNE5TO D,lca di Alcmagna. 71. 76 
ESARCA TO di Ravenna una volta tì.)tto 
il dominio de gli Augutti, 5'1. 7 2 . 90. 
ESQ.UILIO Arcivefcovo di Lunden .44 1 . 
ESTEN5E (Nnbi1íHìma Calå ) Cuoi Pro- 
genirori . 7. 3 6 . 37. 3 8 . 4 2 . 43. 46. 
60. 68. 69. 79. 80 . 9 8 . 99. 119. 12.2. 
117. 128. 133. 149. 1)'0. 18 9. 195'. 
202, 204. 20f. 211. 21 7. :'2+ 
f2. 
e fig. 274. 2 75'. e Jegll
. 299. 312. 
3 28 . 3fl. 3ff. 3 6 9. 
 fig. 37f, 380. 
42.6. 
EVERARDO VeCcovo di Como. 22. 
EVERARDO Vc:lèovo di ßamb.:rr;a'494 
EUGESIO Ill. Papa, fua cl,z.ioÎlC'4 0 r. 

fllrz.a i Romani all' ubbidicll'l.a, ivi 
e [eg. Si ritira in Tofcam. 406, 'a 
in Francia. 4,)7. Torlll in IraJia 
412, "Ul cOll':ardia co i Roa:alli, 
-'1. 16 , 4 20 . E' chiamato da Di() a n
i- 
gliar \'i:a. 423. 


F 


1:' AZtONI. De' Guelfi, e Ghibdlilli. 
.l. 33)'. 4 2 1. e fig. 3)'1. 390. 421. e 
J'erç. 45'6. 475', 
FEDER1GO L polèia I:nperadore, tilC. 
cede al Padrt: uel Ducaro di Sl:e\ ia 
e u ill Terra Sall,2, ..po. 4 r 3 E t 
cleuo Rc di Germania, 421. e fi'1'. 
Sm CO
01laZiÙII
, e co,I'::
}rdi:l C()
l 
Papa EtJgenÎu . 44
' SL10 amOrc a1/a 
Ginfi.:Ûa. 4::!.4, Irr:ta[O contra dc' 
h- 
la,di , 4::!.f, Dl"ciJe la lire ddia 13a- 
\ icr.i in Úvore di Arrigo Duca di 

a:runia, i'iJi, C31:1 in It:..Iia, 4 2S . 

ua Dicta ill l\ollcaglia, 429. Co- 
miacÍ.l ie ofiilità cOI:rra di 1\1i!a:1o. 
4:)0, Prendc e br
lci:! .4.fi:: e TlJrrcn
. 
-1,32. N 011 fa C()ron'H
 ill :\'1il:.n,). 
4
1' Suo atlboc
:im,mU con PJpa 
l- 
driJ1D, i7.li. DJ. cui rice,"c 13 Cr.ro- 
n
 Imperiale, e tà gucrra a i Roma- 
n.i .43+ Mctte a f:4c
o Spoleti, e lor- 
na iu GClmania. 43f. Sue !lti can 
M:mucllo Impcrador dc' Gr,
ci'437. 
S :; 
 E cùn 



S"o6 I N D 
E con Plpa Adri3no .441. Col qua- 
Ie fi pacifica, 443. Calato in halia 
cofirigne i Brcfci.mi a cap;tolare. 444- 
Mette al bando dell' Imperio i Mi- 
Ianefi ' 44f. Mclte I' afièdio a Mila... 
no . 446. Condit.ioni, colle quali ac- 
corda la 
e a i Mi1aneli. 447. Tie
 
ne una 
ran Diela in RoncagIia.. hi; 

 Jeg. N\\ova rottura fra lui c: i Mi- 
I:mclì, 4P., IlI1prende I' affedio di 
Crcma . -1-f4. Ii la cofil!
nc alia re- 
fa, 4ff. Viene fCDJnunic:1fO da Para 
AlctIàndro., 4f7. AífeJ:a Milano_ 

tSl, II cui Popplo gIi Ii rcnde. 4 6 3. 
t (eg, DiUruzione di quella Cìttà da 
lui cl1lJ1andata. 464, Sottomctte varie 
al(re Città. 466. Suoi raggiri COntro 
Papa Alctfandro .467, Tocfla in Ger
 
mania, 4ÓS. Pofcia in Irar:!., 47 0 . 
Marca di Ve,rom fa Lega comr:!; di 
lui . 472. Corona I..hrafoce in Re dl 
Sardc
na, i'l!;. Toena in Germania. 
475', QlIindi in Lamb;udia. 478. S' 
ìm'i,a coil' efercite> aRoma. 4ï9. i\f'- 
tèd:a indarno Ancona. 480. MeuG- 
1). alfedì'o aRoma. 4 g -t-. s.' ace.orda 
co i Romani. 4S5'. \uo efereiro dis- 
fatJo da un' EpKkmia. 486. Torna 
a f.'ir guerra a lVli!ano. 487. Fuggc 
in 13 o rgogna. 488, t [eg. Ingra.ndifce 
i fuoi FigJ-iuoli . 492. e. [eg, Tratta dì 
pace can Papa A I eífandro . 494, 
I't:nERI,GO Fi
lio dì Fcderigo l. Au- 
gllllo, Creato Duca di Suevi:1"" 49 2 , 
fJ-:DERIGo. Duca <ii'Sue-via fa gnc:naal 
Re L.Oltarib. 349. e [eg. Otticn pcr- 
dono e pace- da lui . 375', Dà fine al 
fuo vivere , 410. 
FEl)ER
GO Duca di" Sne":a ;. Figlio di 
Corl ad". i4+ 4(," Sua mone. 486. 
F.E DE I
 IG 0 Cardin:<le Lega(o della San- 
1:1 S.ldt'" 1., Arcive[covo di Ra"en. 
n:! . f. 16. 2,0. 39. 
F
DFj{IGO Arcive1èovQ dj Colonia, 
3L4, 
fEDERIGO Frlltelto di Gotifredo Duca 
di Lotena, pofcia Papa. Stefano X. 
140. Inviato a, Cofi.am1nopali-, 144. 
Si tà Monaco, 148. Creato Cardi- 
nale. 1 q. Eleno Papa. ivi., \! edi 
StefaNo IX" 
tE
O\iDI1, Cardlia e- pefie- in Emo-, 
pa. 2f. Neve granddììma. 30. In- 
ccndii'. 82., Cornete 
 I
b. 30r. Uc- 
c;c:l)i port.dßo kltere. 1
6. IllceOGio 


ICE 


di Milano. 193. 206, Fuoco SlCro,. 
<lena di S. Allton:o. 2)4. 25'5', In- 
celldio in ßreLèia. 1.7+ In Vene-lia . 
29'3. C'uà di MalamoC'Ca ingojata <1al 
M:irC: . 298, TrelJluotÌ, 326. Illcen- 
dii , 41 I. 413, EpiJ.clllia. 4S6, 
FIESOLE d:fhuÜa 
a' Fiorl1uil1l. 31. 
FILlPPo Re di Francia pc:r Ii fuoi ec- 
ceffi corretto da Papa Gregorio V II. 
20+. 271, 
FILll'PQ Arcivefcovo di CoIOlÚ. 493. 
FIORE,STlNl diihugl.ono Fielole. 31. 
FULBER TO Vefcava di Sc;artres. 2.6. 
FOLCO Figlio di AllO II. MaJ('h
- 
fe d' Ene, Prog,I:IÙOIe della CaCa d' 
Ene. 189. 22fo 2f3. Succede al Pa- 
dre. 27f, Guerra alui tàtta daGuel- 
fo Duca Cuo Frate/lo, 275'. e[eg. V:1
 
rj. tì10i Ani. 3 22 . 37f. 
"-E)H'(} II, Marchc::.lè d'El1c. 47f.431 
FRA
CONF Abbate di Santa Soba. 361. 
Fooco facro in Italia. 25'4, tI [eg. 


G 


G ALnISO i\.rciveÎco\o di Mi::\nù.. 
479. V ieuc alia fIla Ciuà. 487. 
GARSE"1DA Conreffa, Moglie di A7.7.o. 
11. Marcher" d' Eftc... ered;t:! it PIIU- 
. cipa.to ,el Maine. I S9. 
Gt.ßEARDO Arcivcfcovo di Ra\'cnna.. 
8.. 90. 
GEßEARDO Vefcovo di Aichflct, po- 
[cia Papa Vittorc. It 140, Elena Pa- 
pa. 146, Vedi {/;/tore I/. 
GET\EARnO Vefcovo di RalislJona. Ifo. 
GFßE.'\RDO Vefcovo dì Cofian7.:1. 267. 
1.9Ç', 
GET ASIO' It. Papa, fua e\e'l.i,me., 33 0 . 
AII':1rr:vo di Arrigo V. i\ugl'llo t'l1g- 
ge, i'l,i, In Capoa fcolJ1unica I' Ami- 
p:lpa Bmdiuo. 3
2. Vain Francia. 
332. fnllimifce I' Arcivefcovato in t'i- 
fa. 333, Termina i fuoi g:orr:i, 335'- 
GBIINIASO Santo V cfcovo di Mode- 
na, Tr:IslaÛone del filo Cor po . 29 6 . 
GENOVESI cacdano i Mcri d:;Jla Sar- 
degna. 1'0. f8. Lor viltoria de' ru- 
uefini. 249. 1\1and,lOo foccorfì a Ter- 
ra Santa. 2S1. Cominciano- Ia. guerra 
contro i Pifan;. 338,,340. 345" l-'or- 
t
ta a Rama. la lor lite. H6, Comi- 
nU8no la gllerra comro i, Pilar:i . 3fl. 
e 

, 3(jI, Eretta h lor Chic!å in Ar- 
ci\!
fcov.1tQ. 367- Fan gucrra a. j Sa- 
race:... 


. 



I N D 


. 


Tacen: èi Minorica ed Almeria. 408. 
41 I. Lor pJce col Re di Sicilia. 44.0. 
Loro accùrdo con Federig.o Auguilo. 
448. 466. Fan guerra a i PifanÌ.'468. 
e .fer;. 47 6 . 479. 41)7. 491. 493. 
GER ÙSALBIME rÌcuperata da i Crìfiia. 
ni. 28.0. 
GHERARD.o Cardìnale Govcrnatore di 
Iknevento. 3f7. 
GHERARl)O Cardinale fpedito in Ger- 
rilania. 378. 3 88 . 
GHERARDO Vefcovo di Firem.e eletto 
Papa col nome di Niccolò II. 15'6. 
e !eg. 
GHlêR....RDO Vefco\".) d'Ofiia. :1.O:t. Im- 
prigion:uo 21f. 
Ghibellini e Guclfi. Sette, .on de avef- 
fero principia. 42 I. e flog. 
GIACINT.o Cardinale cØi S. Maria dclla 
Scuola Grcca. 443. 
GILBERTO Vefcuvo di Poitiers. Sua 
Domina elàm:uara. 4 1 I. e .feg. 
GIORDAN.o I. Principe di Capoa. 173. 
E Dura di Gseta. Ditende Aquino. 
180. Succedeal Padre. 219. 2,2.6.237. 
241. 247. Su
 mane. 1fK 
GIORDAN.o II. Principe di Capoa. 340. 
Fine del fuo vivcæ. 35'S'. 
Gto
DAN.o i\rcive!èovo di Milano, fua 

le7.ione. 314, 31 g. Vince la lite con 
GroífcJlano. 323. 3.2.6. Sua prepoten- 
"La. 334. Accoglie Pap
 CalliUo II. 
339. Fine di fU3 v:ta. 34.0. 
G 1 .0 V ANN 1 Comneno Impt"rador de' 
G reci. 3'7 6 . 
GIO\'AN
'J XVII. Papa. fua elezio(Jee 
morte. If, 
GIOVANSI XVIII. Papa, fiu elezio- 
ne. If. Termina i îuoi giorni. .2.9. 
Epitaffi.o a lui non bene,attribuiro. 30. 
GIOVANSI XIX. Papa, fua elezione. 
66. Dà la Corona deIl'lmperio a C<,r- 
rado it Salico. 75'. Fine di [ua vita. 
86. 
GIOV AN
I Guaberto Santo Fondatore 
di V al1ombrofa. 171. 182.. 
GIOVA}oINI I
neo, poi Cardinale, paO":i 
iIlefÒ pel hlOCO. 18:!. 
GIOV ANNJ da Clema Car&nalc. 323. 
341. Scomunica I' Arcivel"eovo dl Mi- 
lano. 3f9. . 
G I 0 V ANN J Cardinale Governatore di 
Benevento. 396. 
GlOv ANN I Cardinale d' A nagni. 45'7, 
GlOv AXNJ Cardinale dc'S5. Gwnnlli 
e Paolo. 474. 


ICE 
07 
GIOV ANNI Patriarca dJ- Aquileìa, 33. 
GIOVANNJ n. Arcivefeovo di Napoli. 
179, 
GIOVANSI Vefcovo di Verona, 5"9. 
GIOV A ",NI V e!covo della S lb:na, 134. 
GJ.oVANNI Ve(covo di Vel1etri fall:JPa- 
pa col (Jome di Benedetto X. I f6, 
GIOVANNI Orfeolo Doge di Venezia. 
fila morte. 2.4' 
GIOVANNI Duca di Amalfi. 23, lOG. 
14 1 . 
GIOVANNJ Duca e Marchefe, for{è di 
Spoleti e Camcrino. 3f. 4.0. 
GIOV ANSI Duca d! Gaeta. 53. 
GIOV ANN I Duca di Napoli. 124. 
GIOVANNI Duca di Traveriàra. 446. 
GWVANNI Principe di Capoa. 6f. 
GIOV ANNI Abbate de'S5. Bario e Be- 
nedetro. 176. 
GIOVANNJ Abbate di Canolfa. .2.61. 
GIOVANNI Abbate del Moniíh:ro Am. 
brofiano. 3.01'. 
GJOV ANNJ l\bb:ue di Struma Amipapa 
allume il nome di Callifio Ill. 492. 
GISELA Imperadrice Moglie di Corra- 
do l. Atl
ufio. 75'. 85'. 
GJSOLFO II. Principe di Salerno. 'rJ6. 
Succede al Padre. 138, Marita la So- 
rella con Roberto Guiîcardo. 1f7. 
188. 2.02.. Sue liti can ello Robert,l. 
2.16, Che 1.0 fpoglia di Siati. ;'l); e 
[eg. 
GJUDITTA madre di Fedcrigo 1. detto 
BarbaroJjà. 3fl. 4 2 2.. 
GmDlZJO, 0 tperienza del fooco, pro. 
p.ofia da S. Gio. Gualberto. 182., Faua 
da Liprando Prete felicememe. 289. 
Condannata. 292.. 
G IU LIO Cardinale di San Marcello . 
439. 
G I U L I 0 Vefcovo di Palefirina. 460. 
474. 
G.oFFREDO Abbate Vindocinenfe. 266. 
G.oNZAGA Cafa Nobile Signora di Man- 
tnva. Suoi afcendenri. 3o
, 
G.oTJFRED.o Barbato Duca 'delta Lor
 
na Molellanica. 116. R 'beno a Re 
Arrigo III. 119. Rimeß() in fua gra- 
'l.ia. 12.0. Torna a ribellarli. 129. Si 
umilia all'Imperadore. 131. Vienc in 
halia. 140. Prende per Mo
lie Beatri
 

e Duchdfa dl Torcana. 144, Contr! 
di lui îdcgnath Arrigo II. 1l11perado. 
reo 147. 
i ririra in Lorena. 149. ri. 
me1f.o III grazia del Re .Arri60 I V . I p, 
S s S 2. Suo( 



S'o8 I N D 
&loi Diplomi. In. Padrone de1l:!. To- 
fcana. 16]., Scaccia Cadaloo Amipa- 
p d
 Roma. 16'3. Gllcrreggia centro 
11 Pr:ncipe di Capoa. 173. 180. Fine 
di fna vita, 190. 
GOTlFRFDO il Gobbo Dura di Lore- 
na, marito dci13. ContefJÌ! Matilda. 190. 
Sl10 dominio in TofC3113. 200. e leg. 
206. E' nccil() 210. 
GOTIFREDO f1p,);0 del Conte Eufia- 
chio, creato M:trchele d'Anvcrfa.210. 
GOTIFREDO di BllsHone conduce in 
Levante I' ArtTa!:t dc' Crociati. 2"2. 
E' f'rf'cl;!mato Re del1:\ ricl1per:it:l (ie- 
rufl1lcmme. 280. Palla a miglior vi- 
ta, 28,1. 
GOT:FIU:.DQ l\rcin[covo di ::\1il:m('), 
rigctt.1lo d.l Popcllo. 181), AlIèd:ato 
;n c: l:igi!(
l1e. r93. Pald.1 Icomun;- 
caw. 197. 207, 
GOTIFREDO Abbate di S. Ambro/io di 
1\1'13,10. 5'2, 
GOZF.lO
f. Duea di Lorena fconfi
le 
Odene Con.e ci Sciampa5na. 98. Fi- 
ne d-=' llioi glomi. 116. . 
G
 AZI.'\.
'W MOrJa::o Al,tfJre l!d Dc- 
creto. 4r9. 
GRECI p"fle(1{ni deHa Lomb3rd:a mi- 
nl'rc. 
S. Che loro fi IÍbella. 31. e 
fig, f O . 103. 106. 
GRFGORIO VI. Papa ektto, ma /ìmn- 
niacalr:ente. 1I6. Truova la Sed:a RC1- 
m:m
 in intèlice fiato. 117, Vepoflo 
nd Conci!io Romano. 120. Riprova- 
to cia ì comemporanei Scrittori. 12 I. 
e leg. 
GREGORIO VII. e!etto Para. 190. Ve- 
.di lli(!I,Ytll1.!n. Lesati 
a ll1i fpcditi rer 
rr.e:t

e in dovere il Re .'\ rrig:) 1 V. 
202, Ccl:bra IIn gr:tn Concilio. ;v;. 
In un' ahro conda'ma Ie IrJvelFture 

e:l= CH:fe, wf, Sacrile
o inf.llro 
 
lui f:mo 'n Rrnna. 20':'. Arrigo IV. 
Re cerc
 di Jeporlo. "09. Contra di 
cui f:l:m:m Ie Ceníi.lre. 210, Come 
acc'),
iiclre;n C.,nolfa Arr;?;o 1 V. Re. 
)'I
. Gli d3. h pace. 214. Che poco 
tiara. 21 i". $communica Roherto Gni- 
fcardo. 11<;). Fa pace con }ni. 22:J. 
Suoi Conc11j. 122.. Si d'china pel Re 
f{ i hlfo, e dcp.)nt" it R
 t\ rri
o . 12 f. 
Si ricoÐcilia con RlJbcno GI.ifrar"if). 
u6. Affediato it} Rom:!.. 22
 2>3f 
S'la cníhma nena pcrfec:':Z'TL'lle. l:,tS. 
Si r:tila. In Cattcllo Swto An&clo. 


ICE 


2. i8, Ricorre a Roberto Guifcardo. 
:1.:39. Da cui è libt:l3.w. 2-}O. SU3 mor- 
te. 242, 
 Jèg. 
GREGORIO Card:n,-'e di S. Angelo. 
Hi, 34';". 
G Rl:.'G OR 10 ArcÍ\'e[covo di Dcncvenro. 
39i. 
GREGORIO Vercovo di VcrceHi fco- 
m'mÎcaro. 134, Creato Cancdlb
 
d'ltal'a 170. 193, Affille al'a coniè- 
crniore di Gre
orio \'11. Papa. 200. 
Tcrmilla i fuoi B:orni. 216. 
G R OS'iOU\.NO V c1cO\ () di <;3."ona, Vi- 
cario dell' Arcivefeovo òi M lano . 284. 
Sua Ipocrifia. ;'l';. E' cre:uo Arc:vo:- 
f.:-ovo. 2.89. P
r pr{H'arlo 
im(lniac() 
Lipr:mdo fa iI GindÏ'lio lId Fl1oco. 
;'1.'; Difende h h13 cauf
 in Roma. 
29 2 . Va in Terra Santa. 3 0 4. 314- 
118. Spa morte. 32,1, 
Gt'i.ItRA fra ;1 
ace dmio, e l'Impe- 
ria. 208. 2C9. 
Gl'AIMARIO iH, PriiKire df S:ikrnn. 
q, 62. .. ondatore del Monithro dcl- 
la Cal':!, 71. 74' Tcrm'na il Juo \!- 
vere, 83. 
GlT-\I\I.-\RI() IV, Plin::.pc cli S:ìlerno. 
83, Principat0 di Caroa a lui conce- 
curo di Corrado I. Al1gufto. 101. 

' impa,lronifce di .I' malh. Ic6. E di 
Som
nto. I c8. 1\ iIè
h Eari. II f, 
 
ftg, D:mette Capl)a. 126. 13(,. Ter- 
mina i 1ìlOi glomi ucc:fo. 13S. 
GUAL TIER I Arcivc:fcov(} di Ravcnna, 
333, .H
 lite di precedenza can qud 
dl Milano. 345'. 
 ftK. 34
, 3 6 3, 3 S 3. 
GU'\.RI,SO Velèovo di Modclla. n. 
G\1.'\N."lIERI, forfe primo Marchcfe del- 
la Marca d' Anc!>na. [40. e J
g. 
GUARNIERI ì\b.rchefc d' Ancona. 283- 
297. Sua cmpietà. ;...j. Duca di "po- 
leti. 
2
. 
GUARNIERI Marchefe di C
meriu(). 
45'4, e Je{. 
GUELFI e 'Ghibeliin.i, Sette
 onJe la Ia- 
ro or'g;ne. 

f. 4 21 . 
 J
Ii' 
Gun FO Conle della Sue\ i
 ncmico di 
Corrado I. Augulto, 71. 7(j, e fe,- 
GU.'LJrO Ill. Conte crc:lto Due
 di l a- 
rintia, e Marchefc dl Verona. 117. 
Varj (ì.Jqi atti e m')rt
. J fO, 
U1 ere- 
did paßà ne gli Eflehli. j'll;_ 
Gpu f
 IV. FlgE) di A7.70 IL M:ólr- 
chc:fe d' EHc. I ro. Eredit'1 gli St3ti 
de11a C afa dc' Principi Guclfi . ;
I' J 87. 
C[(;&>- 



I N D 
Cr
to DuC:L di Ba,';cra. 19f. 2.00. 
^bba:ldonot .'\rri
) IV. Re. 211.111'. 
222.. 2.30, 2.41. l",-otta da lui data all' 

Ceïcit:) d' effo Re. 2.46. Matrimo- 
nio di CÌllelfo V. fuo Figlio con b. 
C0mcrr:'1 :\1atilda. 2.1"2. 21'8. 262. 2.1i;. 
l\bbra::c;:t il p.Jr:ito ci Arrigo IV,1"JQ. 
GUELFO IV, Du
a fa guc,ra a i CUOI 
FratelliEt!enfi, 2;,. Va:1 Gt'rllfalt'm- 
me. 2.%. Tcnnina i Cuoi giorni, ;OZ';. 
Gl.'uro V. Figliodi Guelfo IV. Dn- 
c
 di I!a,,:cla., prcnde in MOI
1ie h 
Con.cíh 1\-b.lleia. 2f2. Guerra a hli 
[atta da Arri.;o IV. Re. 2ff. 
 f
J;. 
Gli 
 lolta Mantov:1 can ahri L,.lo- 
r;h:. ,257. e reg, 2(,7. 
no diyorzio <h 
Mn:IÓ. 2"Íy. Suec
k a! Padre neI 
D.Jct!o de:Ia Daviera. ...g6. Fa"orifc
 
.'\ ni h',l V. emmo il Par!re, 19
. 29f. 
Va /\:nbafci:uore in Franc;a. :i9
. 
Gl'ELFO V I. figlio èi Arr;go il Nero 
Du:::a it! ß:n iC"j. 
':1. Fa gnerra al 
11'1aVO !)ucad'elf.,\ Ihyie
a. W7.4oo. 
V:\ in tetra Sama col Re Corrado, 
4 10 . Rkomincia h CTtlerra. 413. 
i 
pacifica. 41':i. 422. Cre:>to MarcheCe 
di Tol

na,. e puca di Spolcli, 42.f. 
AmbalCl:HO'1 dl ToCeana e Spoleti a 
lui v
nllti. 430. Sue lodi. 41'4, Efer- 
chin del Cuo dominio in Tofe-ana e 
Spoleti, 4f6. .'a guerra in Germania. 
476. Ri'l1l1'l.'a i fuoi Stati a Federigo 
All
l1tb. 492, 
GUELFO VII. lafciato dal Padre al bO- 
verno l!ella Tolcana, 4fÓ. Guerra da. 
lui t"f.tta in Germania. 476. Sua mor- 
te. 486. 
c;l.TlIJER TO C:mcel1iere d'Tt<llia, dcpo- 
Ita. 170, Crearo Arci\'efèo\'o di R:t- 
VClmj, 191), 207. Scomnnka Papa 
Greg')lÎo VII. 
JJ. 114. ScorI"mica- 
to in un I.. 
onci1io Romano. 21C). Crea- 
m ,-\nt!p:lpa col nqme di (lemenre 
Ill. 22.1". Va all' a ffe,1io di Rama. 22.1). 
23-1-, 
i h1 confecrarc nella f1a.(ìlica 
L:ltl'l a.n
nfe. 2,9. 1.47. 
 (eg. C:lccia- 
to da Rama. 2.52. E' di nuov') in ef- 
l"å ammeflo, 2.1'8, 2.6
. 261'. T;
n for- 
te Cafiello '\am' An 'elo. 2M. Fine 
de' Cl10i giorni. 283
 DitfOlterratJ il 
lilO cadav
ro. 2.?f. 
GUP1'\LDO l\bbJte di Monte Cafino. 
,1)1). 
G U 11>0 Duca di Sorrento. q8. 
GUIDO Marchcfe forf.: una de gli 1\n- 
tc:nad ddla car.! d' Elle. 98. .. 


ICE ;09 
GUIDO Gu
rra, Conte ricco di Tofcl!- 
na. 2.82. 435'. 
Gt'I1>O Ca.rdinale di naCcita Pifano. 372. 
4 0 7. 
Gui1a da. Caficlh Cardinale. 38S. 
GUIDO da. ßiandr:tt
 Cardinale 4fO. 
Gt'IDO da Clema Car.-!inale. 4fO. 
 jè.{. 
Creato .t\m'papa prendc il nome di 
Paf"qua!e Ill. 471. 
 jèg. Vedi p,,- 
('Hale II/. 
GUIDO da V e'a:
 .\rcÍ\'
[cO\'O di Mi- 
lano. IJ8. Fautolc <Jell'incontinenza 
de' Preri. 161. Scomuilic:uo d31 Pa- 
pa. 180. RnunzÎ:lh Mitla, 188. 
 
./;6' 
GelDo Arcívefcovo èi Vienna. 316. 
E' creaw Papa.. ;oz!;. Vedi Cal/ijlù"II. 
GUIDO Vdcovo di Pavia. 4. 
GUIRERTO \'efco\'o di Modena
 102. 
10 4. 
GlTIDO Vefcovo di Luni. 1-47. 
GUIDO V tfc,wo di Como. 334. Man- 
ca di ,"'ita. 3fo, 
GUIDO .\bbate di Farf.'\. 34.35'. 38. 
GlJlDO Abt'>at
 della Pompufa. 63,81. 
SlJa famità c morte: 12.2: e fly,. 126. 
GUIDO 1\1onao:-o Ar
ilno,nnor;ltor
 dd 
CantIJ termo. 6
. 122.. 
GUlFRE])O Abbate di S. Dionifio di 
Milano. 443, 
GUISIZO"lE Abba.te di l\Ionre Amir.ta.. 
2.1. 2.6. 
GUGLIFT 'fO il Conquifi:uorc: R
 d'In- 
ghilrerr'1. 1.f2. 
G PC LIELMO ter'logenita det R
 Rtl
- 
gieri, dichiararo Duca di Capoa. e Na- 
poli, 402.. De íimi Frátelli retia in vi- 
ta egli f<)lo, .fT/). Ðichiaratn Re e- 
Collega dal Padr
, ..p8. A cui delùn- 
to fuccede. 42. 7, 4 30. Fa g!1
rra a I 
Pap:\. 431. Con
iura de' Baroni contra 
di lui. 4
5', t' 
g, Voce talCl di ilIa 
morte. 417, l{ic"rera gli Sutipcrdu- 
ri 1'1 Puglia, 4,9. 
GPGUf:DfO Rt: di "icTa f:1 pace con 
Pap'1 Adriano. 439, Dal:a tha Flotta 
è [cantitta quella de' GreC!. 449. Ri- 
conoCce pt:r Papa Akf!àndro Ill. 4fj. 
(ili è tnlta Mah'idil in A:tÌ'ica. 41'8. 
Per I' uccifiol1 di Maione ri f v eg-li:l. 
4i"Q, C04)ir'\2!0\1e contra di lui. 462. 
Ri-:upera gli Stati perdllli. 4<58, Firl't 
de' fi.1t)i gbrni. 477. 
GlTGLlEL
O II. Re di 
i;ilia fucce:'c al 
Padîe. 477. Saccorre Papa ..'Ie,hn- 
dro. -tS3. , Jeg. G.u- 



 



;(0 I N D 
GUGllf.UiO IV. Duca di Aquitania in- 
"itlto Ilia Corona da j P.ïl1ciii d'lt
- 
lia. 68. 
 [eg. 
GUGLIELMO Duca di Puglia luccede 
a Ru
icri fuo Padre. 3 1 3. 3 1 9. 331. 
34 0 . Va Rug.
ieri II. gli ion tolri al- 
c\mi "tati. 343. A cui altri nc cede. 
344. Fine di .J.lla \ ita. 35'2. 
GUGLJELMO /'vJarchdè di Monfcrrato. 
4 ro . Sua Figlio::mza. 4[0. 42f. 429. 
43r, e .

. 
GV(,LlEUfO Ma.rchdè di Monferrato 
in tàvor de' l-'avelì. 442.. Muove gucr- 
ra a i GC[lovc1ì. 479. 487. Aima Fe- 
deligo I. a fuggn'e. 48S. 
GUGLIELMO l-crrodi
raccio Normau- 
no, fua "-cnura in It.1.lía. 103. Conte 
di Afcoli. lU.. II). l-ïnc di fila "it
. 
12 3- 
GUGLIELMO Cardinale Diacono. 41'0. 
GtTGI.IELMQ V cfco\lo di Pavia. 2.0l.. 
GUGLIELMO 
.anto Abba
 di Dyon 
JralÏlllo. 84. 


I 
I LDZB.ERTO Abbate di Si
na. 26. 
11 n.EDRANÐO Abb::.te diNonamola. 3 66 . 
ILl1EBRAl'iDO l'vlou4co accompagna in 
Gcrn:allia it dcpofio Papa Gn:gorio. 
V I. 121. E di colà COnd\1Ce San Leo- 
ne IX, Papa. r 30. Promuove al Pa- 
paw Gebcardo Vefcovo d' l\ichfier. 
14 6 . Va in Francia, 147. Iff, Man- 
dato in Gellnanja. ivi. Torna in ltalia. 
15'6, CrcalO Arcidiacono della Chiefa 
Romaua, 15'9, 16-f. Fa de.; ;cre l'a- 
pa Alcifalldro II. 161'- MClbih: p1Ïnd- 
pdk della Corte Ponriticîa. 17
. So- 
Uiene i dlriui della Sama Sede. 18 3. 
}:' eIetto Papa. 199. Vedi Gregorio 
VII_ 
IMELDA BadefIà di San Sifio di Pia- 
ClnZ3, 2.\8. 
IMTllucor-:oE \'cfcovo d' Augnfia. 216, 
lnou'genza Plenaria raritiìma una volta, 
concedula per la Crociara, 26 9. 
lSnULGE:-ZJ:. fam.e, difefe. Prefaz.. in 
fl11 e . 
INGt::LBERTO Marchcîe di Toîcal1a. 
3ì3. 3 g 3. 
INGONE Vefcovo di Ferrara. 32.. 
INGONE Vefcovo di Mwiena. 7'1. 9::>. 
Sua moue. J O,l.. 104. 


ICE 


INNOCENZO II. Papa, {il:\ eklione. 3 62 . 
Per ca
ion d.:llo 
ciíina d' An:lcleto 
va in Francia. ;'l.i. Ticne un Conci- 
lio in Chiaramonte. 363. Alrre Juc 
aziol.li iÐ Fr,mcia. 164. e J

, Torna 
in haJia. 366, Si fmna in Pif:I, ;67. 
Dà la Corona dell'lmperio a] Re Lo[- 
[ario. 3(>9. Ritorna a PiCa. 37 0 , Suo 
Concílio in elIa Cinà. 371. Va in 
Pugl
. 38f. Sue difcordH: con Lor- 
rario :\u
llfio. 386. T orna aRoma. 
;'i'i. Per la morre dell' Amipapa rieu- 
pera lUna Rama. 3
8. e fer;. Conci- 
lio Generalc Lareranenle tcn\1to da lui. 
391. f:' preCo da] Re Ruggieri. 392. 
COI) cui pofcia fa pace. 393, l\lclte 
I' allèdio a Tivoli con poca fortuna. 
39 K Pure [ouomeue que) Popelo. 
399, Chiamaw da Dio a rniglior ,'i- 
ta. 401. 
Invefl;rure dc' V l'fcovi ed Abbati con- 
dannare. 20j'. Seguifano. 208. e [eg. 
Condannate. :148. COnfrafii imorno ad 
elle. 29S, COlldannare. 304. Concor- 
dato imorno ad cffe tm PaCQuaJe U. 
Papa ed Arrigo V. AugufiQ. 3 08 . 
Sconcerti cbe nr fc/{oirono. 309. e fe.g. 
Con&:mnatc. 314. Corne rcgoJare fra 
CalliUo II. Papa, cd Arrigo V. Au- 
gufio. 343, e ftg. 
JOMAR() VeLèovo TuCcolano. 41'2. 
IRNERlo, 0 in Guarnieri, primo Let- 
tore di Leggi in Bologna. 32.4. e [eg. 
331. 
hALlA. Avvcnimenri aleifunefii,Ij'I. 
32 6 , Suo ritrano, ,p8. e [eg. 
lToLFo Ve(covo di M:mtova. 60. 102.. 
IVJZONE Abbate Lconcnfe. 2.0. 


L 


L ^MßERTO Vefcovo d'Ofiia, 33 6 . 
339, 
43. E' cleato Papa. 347. \'e- 
di U1'10TtO 11. 
LAMßER TO Abbate di San Loren'ZO di 
Crel110na. 30. 
LANnoLFo IV. Principedi Capoa,fila 
morte, 27, 
L
NDOLFO V. Principe di Capoa. j33. 
14 2 . A lui tolti gli 
lati. 160. 171. 
e [eg. 
LANDor FO VI. Principe di Benevento, 
202. M IIlca di v ita. 2.I 8. 
LANJ>ol.ro Principe di llene\'cnto, 61. 
L.(\.snoLFo Arcivc:èovo di Bene\ento. 
3 1 9. Suo Canólio. 338. LAN- 



I N D 


LANDOLFO Vc:fco\'o di Crem:>na. 27. 
3 0 . 63. SlU m::>rte. 93. 
LAS'DOLFO V..:lèovo di Ferrara. 2f9. 
291. 303, 
L^
DOLFO Vefco\'o d' Afii. 314. 
L,'\.
FRAS'CO Arcivefc
vo di C.mtnr- 
berì. 191. 
LA'IFRANCO Santo Abbate di 1'3ecco, 
e polèia ArèÏ\lelèovo di Cantl1rbéiì. 
IJ1, 191. Fine di Cua. vita. 2.5'4. 
LEONE IX. Papa, gi'win.:tto appcll:tta. 
Bnmonc-, m;lin in InlÎa fotto iI Re 
Corrado. 72, Vefcovo di Tullo elet- 
t3 Pap:\. 1 p. Varj fooi vì.1ßt(i e Con- 
cilj. 131. e þ?;. q,f. Tenta di rim
t- 
tc.e h plce fra.I' Imperadore, e il Re 
d' UU-ðhc, ia. q6. .'\cqnÌlh Beneven- 
to. 13
' COI1:luce fold:ueti:he in Itl- 
III Lp. E fconlÌttl h di lui -'\rm1.- 
ta dJ. i N'J m 1l101i, ed e >Ii He/fo re(h 
pri
ioue. 141. Ki,n;;([oin'libert.Ì. '4 2 . 
Su.!. maLmi! e moOtte. 143. e (eg. 
LEO
E Arciv
fcovo di Ravemn. f. 
LEO:-lE. Vetèovo di Vercelli. 17.4 2 .f9. 
Ól. Sua mott.::. jj. 
LEOPOI.D;) M.ircheiè creato Duca di 
Ha\ iera. 390. Gli fa gucrra. Guelro 
VI. 397. 
LIEMA..RO. ArCÎvefcovo ill Brerna. 2fl. 
LIPRAS'DO Prete in Mihn'J, maltratta- 
to da 
Ii SciCmatici. 278. Per prova- 
re Grol[o:ano Simoniaco fa il Giudi- 
Ûo d.:l FllOCO. 289. Va a Roma...!.92-. 
Sua m'Jrtc. 3 1g . 
LITlFR
[)O Vefcovo di Novara-. 360. 
LIT1GEIlIO, Vefcovo di Co.no. IU. 
Lnn ALliO Duc:\. di Carintia, fuo Pla- 
cito, 24f. 2f6. 
LODIGIA"lI, loco querele de'Milanefi 
p0lt:1.te al Re Fedcrigo I. 424, e [eg. 
liiurano fcdcltà :J.d elf:) Re, 427, e 
Ie:;. Lodi nuovo edific3.to" 44f. e [eg., 
4
1. 
LODOVJCO Re d' Un
heria. 26T. 
LODOVICO VII. Re di rrancia, prc('1 
]a Croce, \':1 in Terra Santa. 410. Sue 
'al.Ìöni in queUe "ani. 412, Toena in 
Flancia. i'l!i. FattcJ pri;ion da'Glcci 
è libcrato d
,i SiciJiani. 41{. PaITa in 
IUÜ. ..p 5'. Protez;ge Papa, AleITandro. 
4 6 7" 40. 
Lonovlco Ve
covo di Ddlol1o. 60. 
LOIL
DbJr.d'a lIl!l1ore qual fo(fe. 28. Si 
1ih.:i!a a i Greci. 3 2 . e fig, fO., 


ICE ;11 
LOTT ARlO Duca di Sa(fonia rime(fo in 

razia di Arrigo VOo Auguno. 320: 
E' eletto Re di German:a. 349. D.ì 
la SJíf.mia, e la F;glia in MogllC
 ad 
Airi
o Dnca di l3aviera. 3fI. 3f4. 
364. Vienc in hali:!. 366. e leg. R;- 
ceve la Corona d
1l' Imperio ill Ro- 
ma. 31)9. RitOlna in Germallia. 37ð. 
Fa p;tce con Corrado di Suevia. 37f. 
E con Federi
o Duca. ivi. Pull
[O 
per la f\la' vel1uta Îll halia. 3iL rOt- 
na :n lralia COil pOlfeme dcrcilO. 379. 
LoTT AIUO II. Imperadore, fue guerre 
cd azÌ!>ni in L.ombardia. 380. e fig. 
E fpugna V,!rie Città, ed enrra nella 
Pll
lia. 383. Souomctte Capoa, Bene- 
vema, S-alc:rno, ed attre Terre. 38f. 
Crea Data di Puglia RainoUo. i'l'; 
e Jêg, Toroando in Germama muo. 
re. 3g6, 
LuccA.. Diploma d' "rri
o h1'1reradore 
in tàvore del Cuo Ml,n:nero di S.Giu- 
fJil1a. 41, In L'lcca rinchiudelì Rinicri 
1\1archc[e di T of can a . 74, Corrado 
Jmpcrgdolc nel Contado dl Lucc:! dà 
un Diploma in favole de"Canonici di 
elTa. 1m.. Ivi duC' Placiti tenuti d:a 
CadaIoo CancilIierc di d
tro hnpera- 
dorc. 102. In Lucca i\rrigo III. fa 
una dona7.hne, no. Priv'lc.;j conee- 
duti al Pop,")lo di Lucca da Ardgo 
1\1. e V. e Lonario Imferadore. qS. 
A Ila Chie[a fila vacante data Fer Ve- 
fcovo Anfe/mo. á.:l' Badngil} Mihnefe, 
che poi fu Papa Aleflàndro II. 1:f4. 
11 Duc:1. Gotifredo conferma l.a Chiela 
di S. AIc1falldro a dctto Antt::lmo. 
15'7. La ChieCa Lucchele è viti lara 
dal d
tto. Papa A I elfaurlrO II. che II! 
COIlCt'de mO'ti Privi!egj" ampliati poi 
da Papa Bcnedetto XIII. 1-76, Ivi !a 
ConrdIa :l-T..ztildil. 201:, Ivi Fal;Ol1e 
di Scifm:uici lItc. 2J.9- Urbano 11, 
P'.1p:t in Lucca dà TJ Cua Bcnedizione 
a. varj Principi Croce fègn:1ti. 272. 
Pafqnale I I. in Lucca" confc. m'!. i 
Privilc
j a i Canonki Regolari di S. 
Fredi
no, t: la low R:forma imrodu- 
ce nc'Canonici della ßalilica Latcra- 
nenfe. 293, SlItt P,)liz:a ed amOIC di 
Libcrtà. 30::>. hi Pa
a CaHHlù II. 
339., 
LucIo ll. Pap:!., fila eleÚonc. 402., Fi- 
ne del lùo vi\ ere, 404-. 
LUNI Cinà prela da' 
aracellï. 48. D:- 
"elfa da Lucca. ;vi., l\1A- 



M 


I K DIe E 


pt. 



 If AGINFREDO Marcheie di Sl1fa 
.l.. V 1. fealello d' Alnco \' dcow d' ;\Ili 
68. 
MAlNAR DO Ve[cova di Selva Candida. 
IH. 13 4, 
MA\lARDO Ve[covo di Torino, V4. 
MMoFREDI Ma.-chc[c di Sura al1èJiato 
in Ani da Amalia Arcive[co\'o di 
Milan,). 46. 1;1\ ita in Iulia Roberto 
U,e d! Francia. 
S. e [eg. F.onda Mo- 
mtLn. ì9. 81. 82. 
 Jeg. Sua mane. 
9), 
MANfREDI vcrcovo di Mamova. 320. 
l\-LUilAco .( Giorgio). G,c
er

e, 
c'Urc- 
ci, conqmlla \'ar:c ClUa III SIcIlia. 103, 
Di[gulia i N OllnJlllli. ) 06. SU'l VJ[- 
tor;a canna d
' Saraceni. IOS. E' ri- 
lÌJcdito ill Itaiia, 111.. Si fa proclamar 
Imperadorc. 113, E' vimo cd uccilo. 
1\1 11 7' h . E '. d ' d . r. 
ólllIC l'1 rellCI quan 0 IrJtro ot[1 e lCO- 
pCI Ii in Italia, 79, 
M-\xsosl: Duca di i\malfi, 106. eftg. 
143. 
M,-\N\'ELJ.O Comneno Impeeador dc' 
Gred. Gli tà gUt:rra Rugg:eri Re .1i 

icïia, 408, e .Fe!!'.: Tradilce i Croce- 
I
gr.:lt:. 410, c leg. Accoglie il He 
Cor ado, 413, Fa ;
l1crra al Re Rug- 
gie.i. 0414, 436, .sue liti '-on h.'del;- 
go I. :\ul';l,fio. 437. Rott:! :I. lui dat.t 
da i 
ici ialli 449, 47b,. e 1;'1;. .suo: 
uc
oz :a'i con Papa f\.le/í:oII1dro. .oriS. 
4Ç1f. Aima i l\lil.tlu:1Ì. 493, 
MARCA d' /\ncon.t chiam.da :mchc di 
Gu.tmil'li. 32.8. 
MARGHEJUTA Rc.:
na di 5:cilia Tutr!- 
ce del Rc Gu,g1idlllo II. fuo fïgliu. 
477. 4 8 3. 
A-IAkClANo \'e[covo di Mamova. II? 
MARIA Moglie di G;lJvanni 01lcoio 
Doge di V cnczja, lua e(orlÙ:uue de- 
licatczza. 1.4. . 
"-1ARTINO Velco\"o d' ,-\quino. 163. 
MAR TISO Abba!e di Ua'Ccellu. 45'. 
lY1AR TI:WO Golììa GiuriÜ..-on[ulto, Cua 
adu:JZ;one. ++8. 
MATiLDA Comclla. tig1iadi Donitàz;o 
.Marchele, filot Ilafcira. 114. 138. Erc- 
de di tutti h1i SI"li del Pajre. 147. 
P;omclTa ill Mo
l:e a GoÙCt:Jo il 
G:lbbo DII'a ài'L',rcna. lye, Atti 
dclliao dominio in Tofcana. I
i
. 201. 


Retla Vedou. 210. Acco
Fc Papa 
G,cgorio in CaiJolIà. 213, .')uo ell:r- 
ciw lconfino. 21.8, Lucc,\ Ie 11 ,i.Je!- 
la. 229. Slloi SUti III LorenJ. 233. 
Guerra a lei fatla dal He Arrigo 1 V . 
135'. l\ IIcdi.t N ollam.Jla. 2. 3K Sua 

 Ilklli i ddI' c1è,'cito d' Arrigo. 24 I. 
Sno M:u.Îluon II can Guelt"o V. 2)1. 
M:U1WV.t Lùa Cir[
 allediau. 25f. E' 
pre1å con altre 1\:rre. 2f7, e Jeg. R.i. 
fillta la pace. 2GI. Suu dl1lUI'l.io cia 
Gudfo, V .1.61. Lib.:r<lNlJgara dali'a[- 
fedlo. 2. 71. Sue c1itl
ll/iotll cuI Re Cur- 
rado. 1.8f. e Jëg. R cupcra FCllara. 
2M. Dona i lunl Srad alia Chida l{o- 
mana. 2.S7. Si :&cclJrda col Re Arri. 
go V, 306. Che va a vilitarla, 
 12. 
Ricnpcla Manto\..... 320. J.:'I11C dc
uoj 
giollli. 321. 
!\lAURIZIO Arc:ve[c01lo di 13ra ó a, Co- 
pr:lnorninmo Burdillo, cOlona i\ni- 
go \'. A ugutlo, cd è fconlullkato. 
3 2 7. h' CJc.Jtu AlIIipapa. 331. Plc!a 
da Pap.J CaW,to 11. muorc iii FtÏ.:)io- 
nc. ';<12. 
M I::I 0 po:..IIlC Cittadino di E:ui f:1 ri- 
bellar I:i 1'11
lia da i Gn:Ó. 32. Fug- 
J.;c Òlla 10[<) ira. 33. Li 1,:ol1fi 5 ge 
call' a)l1to dc' NOCfi,anni. So. p.. e 
Jèg. R,ccve da.em una IOU.. 54- R;- 
cllcce.1d Anig!) I. .\u3u1lo..i...... '1\:&11- 
po di 1l1.l mOL Ie. ,-6, 
Mloll:.u. Duca Irnl'cn..:!or d.::' Cr.:c:. 
212, 2::'2. 
MILANTSI loco fllrn'a di Rept:b:ica, e 
l-'o!.Lla, 2?9, e J
r:. A c;A!;i"n dl C;e- 
1113 cmnm.. in glJl:'r:1 co I Cremoncfi. 
35'9. 
c<'ilh,;g, .nu i P .1\ dì. 366, Con 
10ro danna C"I1I::'atwno co I CrCI1IO- 
ncfi. 378. Acculg<Jllu LOItat!o ,'\t.;.- 
gul1o. 380. htt[a 10((.1 d.tt:!. d:1 i p
- 
vdi . 3
2. SCOlltlg..;ouo l' ,'\.dJJ:ita C.-c- 
Il:Ollele. 39" J{'Jui anch' ..:IIi d,,'Cre- 
mom
/Ì p":lcono il Cal.,JCcio. 4 1 7. 
Querc!e de' L".:JÎ;;Ün' clIlìt;'a dl luno. 
4 2 + SprCZ'lano \iíla Ll.uera dCI Rc 
F.c:der:gu .425'. Low bat.agl:c co i Pa- 
vdì. 428, Aitcrig;a d' ctIì. -{,2Y. C..n- 
tra di ioro l'cdt:1 igo I. Cl.m:u.:Î.i Ie: 
ollili(à. ;v; e [cg. RitàbtJr:c4n,j Tor- 
tuna, 43 6 . Scu,ltiui Ó i P
vdi. 437. 
A Itra lor hanagHa co i P J \ dÌ. -r-fO. 
1\.lelfi al bUld\J dclI'l mpcriJ da F I.dc- 
riho AUßIIJlO, 4-rf. Chc :llfcdia 1.1 furo 
Città. 446. Con&Ûoui, colle 'iuali 
OUCft- 



r N D 


ott
nnero r:1:e. 447. Nuov:\ rottura 
fra cffi, c Fcdcrißo AugnlJ:o, 4fl.. 
Prendono Trezza. 4}3. Torna effo 
t".c:Jcdgo a fadoro guerra. ,457. Varj 
fatti d'armi fra loro. 45'8. E' a1TC!di
- 
to Milano, 461. Si rcude quel Popo- 
10 a Fdcr:go, 463, 
 .r
t(. EV3cnat:l, 
e poi data a CICCO la ciuà , 164, V icn 
.pofcia fmantellata. 465", Intc1icid di 
quel Populo, 4ìo. 476. 4;8, Fauno 
Lega comra di Federigo, 480. RicC!- 
franc in Mi1ano, 481. Di nuovo fa. 
Jora guc;n:i\ Federigo. 487. Rifabbr:
 
cano Milano. 493, 
MILASO Città adcr::nte ad Arrigo 1. 
Augullo, e perciò ne:nica di Vavia. 
38. Guerre civili Í\ i inforte fra i Si- 
.gnori, e i lor V al\":lf[or
, 91., 93, Af- 
li:d'ato da Corrado I. ..'laguna. 97. e 
feg, Guerra civile ivi inforta fra i No- 
blli c 1a Plebe, 110. III. 113. Ri- 
rneffa. la Pace fla loro. 114, e .reg. 
Suo Arci\'cfcovo preccde a quc1 di 
Ravenna. 7}. 12.5', Guerra di que! Po- 
-polo co i Paveíì, c vittori:l. 16I. Sci- 
1ma ivi per \' incunt1ncm.ft dc g1i Ec- 
c1cíìafiici. ;'Z'; e ,(eK, Compofto da S. 
Pier Damiano, 162. 
lil:l11(j) a p3ca 
a poco a.cquil1a 11 Lib:rt?i, 'IS I. I vi 
Jjera inccndio. 193. 206. Fa 
uerr:l:l. 
LGdi e a Pavia, 3oo.Sconfìp;
c i P:lVC- 
ofi, 301. NOll riconofce il Re .\rrigo V. 
30), Mil:mrn dann"! una rott'l a i Crc- 
mondi. 307, S'irnpadronifcono di Lo- 
di, c 10 difiruggolro. 313. Prcndono 
C' låcchc.
g;ano Como, 
14' Poi fan- 
no gucrra a quel Popeln. 3313. Fi- 
D31mcncc preudono Coma. 3H. 
MILOSE Vefcovo di P:ldoYa, 244, 
Minchionc, onde I11ta qudh paroh. 
If6, 
MODESESI , loro lid co i Dolognefi . 
366. Da' quali fono fconfiui. 399. Ia- 
cendio dell a laro Città . 413. Fanno 
Leg:l ca i Parmij:.Ï:1ni , 419, 
'\losARCHI!\. di Sicilia che fia. 2
8. 
\lo
f">nRo di S. Benedetto di PolÏ- 
ronc , 26. 3f. SCtlola di gran de e- 
":l1'Iplarità . 47. Della Cava, qU3ndo 
caminciato. 71. Di Moorc CalÌna 
ma:uatt:;to da Pa:1dolfo I V. Principe 
di C:ipoa . 82, 
:\luGETTO Re Saraceno occupa la Sar- 
de5na , 24. E Lnni, ('Indc è fcaccia- 
IJ'n, VI. 


ICE rl3 
to . 48. Gli è tolta Ia Sard

na da i 
,Pifam c Genovefi . 49. f8. 131.. 


.N 


N ApOLt preCada PandalfoIV,PÙI- 
cipe di Capoa. 77, Gucrra fat- 
ta a quella Citd åal Re Ruggieri, 
377. 
 [eg. A lei íì [unDlnette. 39:. 
N!CEFORO Baroniala lrnpcrador dl.. 
Gred . 222, 
NICCOLO' II. P:lpa, fua intronizz31'o- 
nc e Ccncilio. In. CcJcbra un' a!- 
tra CouciFa in Meìtì - 15"9, Um!lia 
i B1rani Rom:mi . 160, Suoi viag
: , 
163, Dà tìne a'!ì.loi giorni. I6+Scon' 
certi accajuti dopa (ùa morte . ;'Z'f . 
NIZO
E Vefcovo ci Friûnga, 135. 
NORMAs
r, lor \'enl]
a in Puglia. 49. 
Danno una rott
 a i Grcd. So. Poi 
fono îconfini da em . q, 76. Ff'n- 
dano h Citt;: òi A "crra . 80. Privilc- 
giati d:< Corrado AUgllfl:O. 101. Fan 
-g'uern '1 i Gred , 10S, 109. Lora \ it- 
toric, e divifionc di Stlti. II I. 
 reg, 
Daní'o ajtHO a i Greci, 113, e [ego 
Se:Tipre pit't d:"cng
n0 PQtcmi nel!a. 
Puglt:t , 12.3, Od:3ti p
r Ie loro 3.V:\- 
nic, 137. J
9. Lotn ArmaCl. 14 0 . 
Ch.:: sbar:ti;lia qllcll:1 
dcl Papa, c t't 
lui fic(fo prigi(t\1
 . 141. Lnr batt:lglia 
can :\
giro . I-fl., e ,{e
, L0CO rr0- 
grcffi in Pu
Ea, 145", Ï>;
èn[..'hi dclla. 
Santa Sede. 15'9. .168. 
NOVELLE. 104. 


o 


O DERTO Arci"cfco\'o di Milano. 
,.f)7, 
 .reg, {64' E' crearo Cardi- 
nale . 4"4, Cella di vivere. 4
9. 
OUER TO 11. JVhrche;e Prngcnirore dc' 
PI incipi Eftenlì . 36. Mefio al b3ndo 
dell' Imperio da Arri
o I. Augufio, 
4 2 . 
OHlZZO Marchefe d' Efie. 375'. 43 J . 
0'1IZZ0 Mal
fpina 'Marchefe . 432, I:. 
in favor de' Pavefi , '442, 
i uni:ce 
colla Lega Lombarda. 490, e reg, 
OflELRICO Duca di C3rintia. 191. 
OnELRICo VCr
LVO di Trcnto. 16. 
ODELIlICO Vefcovo di Cremon8. 27. 
ODELRICO Vefcovo di P
dova. 22:. 
224. 


Ttt 


01')E- 



5'1+ I N D 
ODERIt;IO Cardin!1e,. 163., 
OUONE II. Conte.di: Sdarnpagna s'im-, 
padr"niLce del Regno di Bort
ogna. 

f. Contra di 1m procede Corrado 
Al1gullo. 88. e ,{eg, Invitato da gI'I., 
talial1j, muore in una battaglia. 9 8 . 
OLRICO Arcivefcovo di Mi.ano . )4 0 . 
Ha lite di precedenza co1\' ArCivef- 
covo. di Ravenna. 341'. Sua mone. 
35'0.. 
ONORIO II. Antipapa. 168., Vedi Ca- 
da/oo . 
ONORIO- II. Papa, fua eleziùne, e tor- 
l>idi in elfa accaduti'. 347, e [eg. Non 
yuol mandare. il Pallio all' Arcive- 
fcovo. Anfelmo. 31'1. Si oppone, a i 
progreffi di Ruggieri Conte di Sici- 
lia. 35'3., Dà 1"Invefiitura di Capoa 
a Roberto I I. 3ff. Fa guerra a Rug- 

:eri. 3f6. A CUi pofcla. dà I' Inve- 
itirura. ;'V;. Depone i Parriarchi di 
AquiIeja, e di Grado. 31'8. PatTi a, 
miglior vita. 361 , 
ORDELAFO Fatedro Doge di Venezia. 
28 9, Ricuper a Zara. 322. 324' Muo- 
re in una., bauaglia. 328, 
ORSO Patriarca di Grado. 61'. Caccia- 
to dall3. fl1a Sede. 73. 84' 86, 11 f" 
OTT A Badelfa di Santa Giulia di Bre- 
fcia. r37. 
OTTAVIANO Cardinale di S. Cecilia. 
if 0.. Diviene Amipapa. 41'1. Vedi 
I/iltore. III 
OTTONE III. Augull:o, fua penieenza. 
I, Allèjia ß
m:vento e Tivoli. 2, 
Perdona a i Tiburtini. 3. Sollevazion 
de' Romani contra di lui, f. e 8. 
Immatura fua mone e belle doti. 9. 

 [eK. 
OTTON!: Figlio di Fe.der
o I. ,Augu- 
fio crearo Re di Borgo
na. 493. 
OTTONE Orfeolo Doge di Venezia. 
3 0 . ELiliato, e p,}i richiamato. 6f. 
Di n\Jovo è Icacciaro. 73. Chiamaco 
di nuovo al Trono. 83. 86. 
OCTONE Duca di Ü\r:mia. 10. 13. 
Sconfieto da Ardo:no. 13. r6, 
OTT.ONE Duca di Ba..-iera dc:pono. 19r. 
GTTOSE M Irchefe di 
.dà. 149. 
OT1'OSE C line del Palazzo focto Ar- 
rigo I. Al1gl1f1:o . 42. 
OTTONE Conte Palaeino, øi Buiera 
441. 444. 447. 4P, 
OTTONE Arcivefcovo eleno di RaTeD- 
na . 2.91. 


ICE 


OYTONE Vefcovo, d' Ofiia imprigionl- 
to da Arrigo IV. Re. 236,242. Li- 
berato. 1.H. 
OTTONE Vefcovo di Palefirina. 33j'. 
· ftg
, 


p. 
PIACIFICO Abbate di Brc(ce1To .416. 
PADOVANI fcontiui da Veneziaui .4 01 . 
Pandette Pif
ne alpOnate da, Amalfi . 
377; 
PANDOLFO II. Principe:di Benevento.. 
pl

oLFo III. Principe di Benevento. 
109., 
P^SDOLFO IV. Principe di C3poa.27, 
3 0 , 1'4, Adereme a i Grcci. r6. r8. 
Prefo prigione da Arrigo I. Augullo. 
60, E' condono in Germania . 6r. 
Torna in Icalia. 71. Riacquif1:a iI 
Principaco. 74, S' impadronifce di 
Napoli. 77. Che gli è ritoha da Ser- 

io Dl1ca . 80.. Sue vÍ()lenze, contro 
Mance Cafina . 82. Spogliato de' fuoi 
Scaci da Corrado Auguiio. rOI., Li 
ricupera . 126:, 
PANDOLFO V. Principe di' Capoa. 74. 
78, R icupera iI Cuo Principato. 126., 
r u. Gli è tolto Benevento. J42. Af- 
fediato in Capoa, 172
 
PANDOLFO Conte di Tiano, creato 
l'rincipe di Capoa . 62. 64. Gli con- 
vien cedere a Pandolfo I V. 74, 77. 
P A PI, (oro ele7.Îone come re
ola.la a O 
cempi di Arrigo II. Auguf1:o. 12 4. 
PA
MIGIANI colleg:ui coi Modtneli . 

19. Loro virtoria de' R<:ggiani . 423. 
E de' Piaccmini . 424. 
PASQUALE II. Papa, fiu elelione. 280. 
Concilió da Iui tcnuto in Roma, 287. 
Credmo da aI.culii fSl1tore di Arrigo 
V. contro :\rrigo IV. fuo Padre. 290, 
Suoi Concilj. 292. lnligne, Conci1io 
da lu: 'tenuto in Guaftalh. 296, Toc- 
l1a dalla Francia in It:\lia. 298. 30r. 
Suo Concilio in Benevento. 302. Stra- 
na elibllione da lui fana al Re Arri- 
go V.. 
08. Lite inforta fra Iui. e il 
Re Arrigo V. 309. Per cui è impri- 
gionato. 310. Fa pace con lui, e gli 
d-ì Ia Corona. 
II. 
 (eg. Ritratta il 
Privi!egio a lui accor&ito. 314, Af- 
fanni fuoi per la Città di ßellevento. 
i 1 8. 



I N D 
318. Suo Concilio in Troia. 111. 
E 
Lare:anenîe. 323. Suoi .aftàmii. "3
r. 
Pel riwrnn di Arri
o V. Au
ul1o a 
R,)ma Ii ririra a Benevento. 32.7. Fi- 
ne di 1\13. vita, pS, ,e [eg. 
PASQUA'LE III. Anrip:1pa. 471. e [eg. 
-Induce Federigo I. all' alfedio di Ro- 
ma. -4 g 1' l\:luore impeliitelUe. 492. 
l' A VESI diftruggono il PaiazlO l<egale. 
67. 70. Guerra lor tàtta da Corrado 
Re d' lulia, 72, Rime1Iì in fila gra- 
1ia. 77. 'Lora gnerra co i l'vlilancfi.., 
e da :loro vinti. 161. Fan guerra a 
Tortona, e a Mil:mo. 300. Sconfit- 
ti cia i Milane/1, 302. 366. Sah'ati dal- 
la Clemema di 'Lottario Augufio. 380. 
Lora battaglie co i Milanelì . '427. 
436. Altra'batuglia fra effi. 440, Fan 
guerra ad em con Feaerigo Augullo. 
4$'7. e[eg. Diihl1ggonoTortona, 470. 
P A V I..... bruCiat:l da I Tede[chi [otto Ar- 
rigo I. po[Cia Imperadore. 21. Ade- 
rente ad Ardoino Re, e perciò ne- 
mica di Milano. 37. Maitrattata da 
Corrado I. Augut1o. "72. 77, 
PELLEGRINO Patriarca d' AquilCia. 45'5', 
PIACENTINI, lora Armata Cconfirta da 
i Parmigiani e Cremone/ì. 416. Lor 
Lega coi Milancfi. i'vi, e fe.f{. 421. 
Rotta loro data da i Parmigiani, 424. 
433, 440. Come tì acconciaffero con 
Fededgo A{\
f1o. 44S. Poi gli tàn 
guerra. 457. -e [ego Con dure condi- 
,zioni ottengono pace ,da dfo .Federi- 
go, 466, 
PIETRO OrCrolo II. Doge di Venezia. 
24. Dà fine ,al fuo vivere. 30. 
PIETRO Barbolano Dog-e di Venezia. 
73. E' depollo 'cd efili:1to. 83, 
PIETRO Polano Doge di Veneiia.'364. 
3131. ,Fa .guerra a i Padovani. 401. 
CoIle
3to co 'i Greci contra del Re 
Ruggieri. 414' e fig. Tccmil1a il Cuo 
vivcr.e, 41" 
PIETRO Marchefe dì sura. I'8f' 
PiETRO l
ueo poi Cardinale t
, il giu- 
dizio del Fuùco. 182. Leg:.to In Ger- 
mariia. 222, 
.PIETRO L'ardìnale di S. AmfialÏa. 3f'B. 
PIETRO Damiano, in6gne Cardinale e 
Scrittore, [ua nafcita, 2.;'. Süo Opu- 
fcola intitolato Gr.zti /limIts _ 136. Crea- 
10 Cardinale, I5'4'"S' oppone a Bene- 
detto X, Papa Imrufo. I f6. Toglie 
{(I Scifina del Clc:
o I\1;l;.-1efe'incon- 


ICE '[2' ;15' 
tincnte. 
,. Sua predizionc non ay- 
verata. 170. Spedito a Firente per lite 
rnoffa a quel V efcovo. 173. Suoi ve.l1 
pungemÌ per Ildebrando Cardinale . 
178. Va in Germania. 187. Sua mor- 
te, 196. 
PIETRO Arcivefcovo di Amalfi. .144. 
PIETRO Arcivefcovo di Pifa. 319- 
PIETRO Vefcovo di Como. 4- 
PIETS.O VeCcovo di Novara. -r. 
PIETRO Vefcovo d' Am. 110. 
Pn:TRo Veí"covo Lavicano. IH. 
:PIETRO VeCcovo di. Vcnafrq. 163. 
PIETR8 Ve[covo di 'F,iren'le ,accufatð 
di <)imonia. 17:!., Com
a di lui fi viene 
al Giudi7.io del Fuoco. 182. Si ta 
Monaco. ivi. 
PIETRO VcCcovo di Porto. 332. 336. 
PIETRO Vefcovo di Tortona. 372. 
PIETRO Lombardo Novare[e, VeCco- 
vo di Pavia. 473. 
PIETRO Abbate della Pompofa. fL 
PIETRO Abbate della Vangadiut\, 181. 
PIETRO .\bbate di San Tammaro di Pc- 
faro. 0.7. 
PIETRO Abbate di Cln
nÌ-. 4 06 . 417. 
PIETRO, figlio di Pietro di Leone, Car- 
dinale, Antipapa" :v edi Al1ac/
to II. 
PIETRO di Leone potente in Röma di 
nazione Giudaica. 168. 325'. 
PIETI\<;' Romito X rimo 'bandi
ore deIl
 
Crocl:\ta. 2&). rmata da 1m condot- 
ta, '2.7[. 
P I LtG 1\.1 N 0 ArcÌvefcovo di Colonia. f9. 
e fig" 
PISA faccheggiata da i Saraceni. 24. 'bru- 
ciata. 82. 
PISANI fanno., glterra CÓ'Ll1ccheli.. 21. 
23.100.291.294,307.403.406.418. 
'491, .e [eg
 Co' Saraceni .2f. Con- 
quil
:uIO la.Sardegn.:l: 49. e fèg.,rS. E 
'varl luoghl 10 Athlca. 91. Vmcono 
il Rc J\1ugetto. 131.. Infultano i Mo- 
ri in Palermo, 174, Lor guerra to. 
Corli, 0 co' Gellove/ì . I
. Lora Cit- 
tá celebre cmporiol1navolta. 2.1 I. 
,Lor vitwrìa de'Tunifini. 241. Prilno 
loro Arcivcrcovo. 262. Mandano foc- 
codi a Term Santa. 281. Acquillallo 
Evi7.za. 319. E MaiolÍca. 322. E, et- 
ta la lor Chiefa in Arcivefcováto. 333. 
Guerra lor tàtta da i Genoveli, i;S. 
340. 34f. Portata'a Roma 1a lor litc. 
346. Saccheggiano Amill1. 377, lol- 
ie lor forze affillono Lattario AllgU- 
T t t 2. no 



)16 I N D 
ito nella. 
erra di Puglia. 381'. Fan 

uerra a I Lucchcfi, 40.... Loco di- 
lcoFdia.co i Genovefi, 1-6S. 
 fig. Pri- 
,ilegj loro conccduti da Fedengo Au- 
<- litO. 47'=:1. Acqui(bno./a Sardcgna. 
-t73. Lor gucrra co i Gcnovcfi. 47 6 . 
479. U niti con Fcderigo Augufb. 
4 S 5'. 4 8 7. Guerra d'em co i Lucchc- 
jì. 49 1 - 494. 
POSTEf.1CE Romano, come dehba fat 
guerra. 142, Decreto intorno alIa fila 
cIezione. If8. 16f. 
PONZIO Abbate di CIUgl11, 3210, 3 2 4, 
POPPOSE Patriàrca d' Aquilcia. 5'9. 
 Jeg, 
S' imradronirce di Grado, c ne t: lèac- 
ciato. 6f. 73. 97. II 5'- 
POPPO
E V clèovo di BriMm. V cdi'Da- 
mafD II. 
POR TICA di San Pietro che fo(fe. 3 2 9, 
Prcccdcnza fra gli Arcivelcovi di Mila- 
no e R3Venna, cagiondi lite. 7f. I2f. 
PRUETTI di R01Jla rifiabiliti fotto gli 
Ottoni AUg'lfii, loro aurorid. 4f. 
PUGLli:SI fi ribdlano a i Grcci. 3 2 . 


R 


R AnODO MarchcCe di Tofcana. 3 28 . 
R A I M 0 S D 0 II, Conte di BarcelJona. 
.2.24. 
RAIMONDO Conte di Provtnza. 227. 
RAISOT.FO Normanno primo Conte di 
,Ave.fa. 1m. 108. H2o. 113, 
 fig. 
Invellito da Arrigo II. AuguUo. 126. 
R...OIOLFO Come di .-\1ife. 3f3. e fry,. 
35'5'. Cognato del Re Ruggieri', 3 6ò . 
'')6,". A cui dà 1ma gran rorta. 3 68 . 
::;70, Fa pace col Re. 374. Di nuovo 
Ü ribella. 376. Cofirerto a fuggire. 
377, Crearo Duca di Puglia. 3M. D.ì 
un' altra rotta a Ruggieri. 3-87. 
 feg. 
Continua CO!1 lui la gncrIa. 389. Sua 
mOlte., 391. 
RA
IPRESTú Marcheff: di Tofc:ma. 
37 2 , 
RAVESS.<\., 1ùa :\Iclropoli leÎmcgral3. 
333. 
RICCARDO l. Come di Averfa.. , 15'9. 
Creato Principe di C:1poa, 160. Pro. 
. tegge Papa Ale(fandro II, 16B, Inve- 
llito di Capoa da Papa Niccolò. 171. 

 lëg, Acquil1a Gaela, 175'. Guerra 
a lui falta dal Duca Goffredo. 180. 
18+ Giura vaffallaggio al Papa. 202. 


ICE 


216. ^lfedia :t-;apou, c manca di vi- 
ta . 2.19. 
RICCARDO II. Principe di Capoa. Se 
gli rioella quella Città. 2.5'8. Dopo 
lungo alfcdio la ricupera. 3.77. Ter- 
mina if corfo di fua \'ila . 2.9 6 . 
RluARno daB' Aquila Duca di Gae- 
ta . 331. 
RICCARDO Vefcovo d' ^Ibano. 294- 
RICCARDO Abbate di Fulda . 4 1 . 
RJCHESZA MogHe di Lottario Re. di 
G
rmania, 364. 381... 39 0 . 
RICHERIO Abbate, di Monte Cafino., 
144, 148. 
RICHlLDA Figlia di Gi[elberto Conte 
del Pa1auo, Moglie di Bonifa7.Ío 
1\larcbc!c, 4ì. 
 fix. f4. Sue v:nù 
e JIwrte . 94, 
RICHILDA 'ùaJt:tf.l di S. Giulia di Brc- 
1èia . 420. 
RICIZONF VcfcO\o di Feltro. 60. 
RINALDO delta Arcivcfcovo di Colo- 
nia. 461. 46+ Arnefc pcffimo di Fe- 
dcri
o Augufio. 467; c ,
g. 4-79. D;i 
tm3 run;!. a j Romaui, 482, Muorc. 
4 86 . 
RI:-IALDO VeCcovo di PavÍJ.. HZ. 
RJNALDO Velcovo di Como. 202.. 
208. 2J
' 
RISlER I Marchcfe di ToCcam. 42.. Suo 
Placito. 47. Si arrende a Corrado 
Re d' Ilalia, e vicn depofio , ì4, 86, 
RWPRANDO Vefcovo ill Novara. T D.. 
ROB1\.LDO 1\lcivefcoyo di Milano_ 
37 8 , Ottiene il Pallio dal Papa. ;S2.. 
ROBJ\LDO Vefcovo d' Alba. 3S'1. 
ROBER TO Re di Francia riculå. it Re- 
goo d' Italia . 68. 71. 
RORER TO G1I41cardo quando dalla Nor- 
mandia veuiITe in PlIjr',lia, !sf., 14 1 . 
Sue conquille in Calabria. 145" Oc- 
cupa g1i Stati di U nfr:!do ruo Fr:t- 
rello I f4, Prende per MogJic Si- 
J{clgÙ.l, If?, E' crcato Duca. Gi Pu- 
glia . 1;9- 163. Sue maggiori conqui- 
.ie, 16+ Ajma il Fnnello all' acqui- 
fin della Si.cilia, 167. 
ue lid con 
Ruggieri lùo Fratcllo, che il libera 
dalla. prigionia , 170. Oc-.:upa T aran
 
to. 17.J.. Fa gucrra a i Mori in Si- 
cilia. lï6. Aífcdia Bari, 18f. Altre 
fue conquifie. 187. Infidie refc :In. 
vita di lui. 1
8, S' impadronilce di 
Bad. 191. Aífcdia Palermo. 194, E 
1è. fie impadronifce . 197. e fig. 
co- 
l1"iUUl- 



I N D 
monic:tt; da Papa Gregorio VII. 203. 
Marita una fua Figlia can conaati- 
no Duca Auguilo Groco. 1.11.. S' 
'impadronifce di Salerno. 216. Ma- 
rita una fu.. Figlia ad U go Figlio del 
Marchefc Ano II. Efieofe . 217.1\f- 
íèdia BeneventO. :u8. Scomunicato 
da Papa Gregorio. 1.19. Fa pace con 
lai. 11.0. Se gli ribellano varie Ter- 
re. 1.1.3. e Jeg. Dà per Moglie a Ral- 
mundu II. Come di Barcellona una 
fua Figlia. 224. Giura omaggio al 
Papa, 1.1.6. Rlpiglia molte Terre. e 
protegge un tinto Imperador de' Gre- 
d. Uj, Moffa guerra a i Gred con- 
quina Corfù. 1.31. Aifedia Duraz.zo, 
c: dà loro una roua _ 1.32. S' impa- 
dronifce di quella Ciuà, 234. Ricu- 
pera Canne. 1.37. Venuto aRoma 
]a làccheg
ia . 1.39. Libera Papa Gre- 
gorio, e feco il conduce. 1.40. Muo- 
ve guerra al Principe di Capoa , 1.41. 
Sconfigge la Floua de' Greci. 1.41.. 
Dà fine a i fuoi giorni. 1.43. 
ROBERTO Principe di Capoa, 307. 
318; 331. Fine del fuo vivere. 340. 
ROBER TO II. P.incipe di CapDa fucce- 
de al Padre. 3H. Unito col Papa 
contra di Ruggieri Conte di Sicilia, 
j'iJ; . Corona dfu Ruggieri Re. 363. 
^Juta I' Amipaj>a contra i Bcneven- 
tani. 364. Sua bauaglia eol Re Rug- 

ieri. 368. 3jo. Su Ii maneggi comra 
di Illi. 373, e (eg, 376. Va in Ger- 
man'a . 3j8. R,':l1pc.a j fuoi Stati 
)85'. Li torna. a pt:rdere. 386. ;92. 
422. Ripig.lia Capoa. 43f. e feg, S30 
mi[.:rabil hne. 439. 
RODER TO Come di Fiandta, 
IO. 
ROBERTO Vcfcovo di Traina. 278. 
RODOLFO Re di Borgogna lòttomt"tte 
il CUD Rc=gno al Rom
nú Imperio. 
49. 8 f. 
RODOLFO Duca d; Sucvia. 17+ 19f. 
199, 2.0f. Abbandona Arrigo IV. He 
1Ìlo Cognaru. 1.1 I. V ien creato Re . 
1.1f. Su,' batt'
g!ie con e{Jo Arrigl). 
UI. 1.1.3. 1.2f. In [uo fa\'ore fi di- 
chi.\r:l il Papa, ;vj. Sua mc,rte . 228. 
RODoLFo Principe di Benevento. J41. 
14 2 . 
ROFFREDO Arcivefcovo di Benevento 
34 6 , 
ROLA
DO C3I'dinale di S. Marco. 439. 
441. E' ele:to Papa . 4fI. Vedi .d- 
IrJlåndro III 


ICE ;I7 
ROLANDO V cfcmo di Trivigi . 1.2
, 
ROM A aifediata da Arrigo I V. Re. 1.1.9. 
.1.33. 1.35". A lui Ii rende. 23
:L Dan- 
ni immenfi ad e[[a recati da Robert
 
Guifcardo. 1.39. Invettiva del Mala- 
terra contro i Romani . ].40. 
ROM.'\Nf, lor conflitto coIl' Armata del 
Re Arrigo V, 310. Loro fedi7.Ìone. 
31.f, Rom:! chiamata Babilonia. 33
. 
Romani fconfitti da quei di Tivoli. 
398, L
r fediz.ioPle contrO Innocen- 
'W II. 400. 5tabilifcono il Senaro c 
il Senatore. ;..,; . 401.. Lor fedizionc 
comra di Papa Lucio II. 40+ For- 
zati da, Eugenio III. all' ubidienz.a . 
1 05". Jnfolemifcono di nuovo. 406. 
nvitano a R ,Jma il Re Corrado. 
407. Lor baldall7.ofa amt>afciat3. a F e- 
derigo I. Augufio, 434. A cui tàn 
guerra. ;V;. L'ero accoglimemo da 
lor fatto ad Ak[[;1ndro III. Papa. 
47f. Afièdiano Tufcolo . 4í3J.. Scòn- 
fiui dall' armi di Fcdcrigo I. ;1';. 
Che poi a[[cdia Roma. 483. Fanna 
accordo can lui. 48f, Difiruggono 
Albano. 491. Turnallo a, far gucrra 
a TuCwlo. 494. 
ROMOALDO Santo. Abbate di Cla[[e. 
I. e ,{el;. Ifiituifce I' Ordine de' Ca- 
maldolefi. 32. 39. Sua mOfle . 77, 
ROMOALDO Arcivefcovo di S:.11erno. 
35'2. 
ROMOA'LDO 'altw Arcivefcovo di Sa- 
lerno. 47f. Imendentc di Medicina. 
477. 
RO
CAG LIA fit! Piacemino, ivi tenuta 
la gran Dicta de' Rc d' Italia. 41.8. 
RUGGIERI Fratcllo d: Roberto Guifcar- 
do vienc in Julia. 15'1. Conquitle da 
lui tàlte in CJlabria. 163. S' impa- 
droniCce di Mdfina. 167- Libera Ro- 
bertIJ lùo Fratello dalla pngionia. 
170. e fig. Sue vitlorie de' Mori 
17+ 176. 186. E dell' Armata r.ava- 
Ie de' Grcci . 192. f\fièdia Palermo 
194, E [e n' impadron
f
c . 197.212. 
RUGGJ
Rl C,'nte di Sicilia acqUlfia Tra' 
panL 1.17, E Taorm:na. 222, Mari- 
Ia una Figlia con Raimondo Conte 
di ProvCflz.a, 227, 234. Sua vinoria, 
e prefa dl Sit acu!à. 1.fO, E di Gå-- 
gcmi. 1.)4. Suo nuovo Matrimonio 
con }\delJide, ed altre conquifle. 1f6 
2.f9. Rat'irogli dalla morte Gi<Jrd:mo 
fuo F'glio. 1.62. Marita una fua l'Ï- 
g.lia 


. 



. 


;IB [ N D 
glia con Corrtdo Re d'ltalia. 2.70. 
Si 
li ribella Amalfi. 17'1.. :'1.77. Di- 
chiàrato Legato Apollolico...273, Cer- 
fa di vivere. 28f. 
RUGGIERI II. Figlio di Ruggieri I. Con- 
te di Sicilia. 28f. Succede al Fratel- 
10. 317, Perchè rnai non detre foc- 
corfu a Tern Santa. 318, Sue N01.- 
ze can Alberia di Cafiiglia. 341. U- 
furpa Stati a . Guglielmo Duca di Pu- 
glia, 343. Che glie ne cede de gIi 
altri. 344. Si fa erede di efiò Duca. 
3p. Acqllifia varie Citt:ì. 3n. Ot- 
tiene J'Invefiitllr:J da 'Papa Onorio. 
3f 6 . Altri. fuoi acquifii. 361. e .reg. 
Abbraccia iI l':mito di Anacleto An- 
tipapa. 363, Da cui 'pr
nde iI titolo 
dl 'Re. i'ili. Sc gli fotromcttono A- 
malfi e Napoli. 36f. CoO:rigne alia 
refa alcune Città. 167. Rotta a lui 
data dal Conte RaÎnolfo. 368. Sua 
crudeltà verfo Ie Città ripreiè. 371- 
S?
to.mcue Na
oli,ed 
Itre.città. 374. 
SI'mtcrma, ed e creduto morto. 376. 
Doma i filoi ribelli. 377, Gli 
 tolta 
tutta Ia .Pu
lia da Lottario AU!!llfio. 
3 8 3. 384, Rotta a Illi -data dal'Duca 
Ra;nolfo, 387. e ,{e
. Tratta di pace 
col Papa, ,88, R ipiglia varie T cree. 
3 8 9. 39 1 . Fa prigione' i1 Papa. 392.. 
Riconciliato con lui riceve 1'.Inve/1i. 
Iura. 393. Sottomette la Città d. Ba- 
n. ivi. Incita 'Guelfo V I. .cameo il 
Re Corrado. 400. Privilcgi a lui con- 
ceduti da ,Papa Lucio.I1. 407, S'im- 
padronifce d. Tripoli, 408. l\1uove 
guerra a i Gred, e fAcche
gia vade 
Città. ,;v;. ,Introduce În Sicl!ia Ie IT'a- 
nitàtture di feta. 409. Sue conqllil}e 
in Atfrica. 41-1. Sua Flotr-a liberaLo- 
dovico Re di Fr:mcia dalle mani de' 
Gred, 414, Dà' quali è poi fconfirra. 
-4lf, 'Gli nafce una Figlia appclla'ta 
Cofianza ,418. Altre Cue conqu:fle 
in Aftì-ica, 420. Fine di fua vÜa. 
2Ó. 
Anno di Cua morre -controverfo. i1.'; , 
RUGGIER1, _primogenito del Rc Rug- 
gieri, creat<> Dllea di Puglia. ]"'8, 
Sue imprefc militari. 387, 391. Fa 
prigione Papa Innocen7.0, 39.2. Crea- 
'to Du::a di Napoli. 393, Intèfia Ie 
T eere della Chie1ä Roman:!. 402. M:m- 
ca di vita. 41fj. 
.RUGGIERI tig-';o diRoberto Guifcardo, 
dichiar,itoPrincipe di Puglia. 231, 233. 
. 


. 


ICE 
234. Succede al Padre. 144: Fa 
uer- 
ra e pa'ce con Buarnundo {ùo Frate!- 
10. 2fI. Giura vafiàllag
;o al Papa. 
1f4. Nuove rmture can Boamondo. 
2.f6. J.f9. 26f. 177. Sua mone. 313. 


S 


S ARACENI infierifcono contra Geru- 
falenune. 3'1.. 33. 
SARACENI di Sicilia, lor .bauaglia co' 
Gred. 33. gnerra lor faUa da i Gre- 
d. 103, Pot'cia da i Normanni Ê chc 
prendono Meffina. .167. 
 fig. Pa- 
lermo. 197. 
SARDEGNA. tolta da i .Pif:mi'e Gena- 
vefi a Mugetto Saraceno. fO, 5'8. Non 
è ben certo, fe aHara i Pitàni I' occu. 
p:iffero, ;1.';, Aveva i fuoi Re nd 'Se- 
colo XI. 177. 
SASSONE Cardinale di San Stef:mo. 3'H, 
Saifoni Ii libcllano 'Contra d' Arrigo JV. 
Re. Iff, 199. UX). Rona lora data 
da cOo. 206, 21.8. Altre 'loro guerre 
col medefimo. 2f1. 
SA VOYA (Reale Cafa di) fllOi Progeni- 
tori. 44, 262.. 2;6. 3 0 4. 336. 410. 
4 88 . 
SCISMA, tra la Chlefa Greca e Lalina 
'per opera di Miëhele Cerulario. 14 8 . 
SERGIO IV. Papa, fua elezione. 3 0 . 
Fine di fua vita. '3f, 
SE
:GIO Duca di Am.1lti, 23. 
S ERG 10 attro Duca di .'\maltl. 18 9- 
217. 
SERGrO IV. Duca di Napoli. 34. Cede 
aIle fone di Pandolfo PI incipc,di Ca- 
pm. '77. 'Ricupera Napull,. So. e leg. 

ERGIO 
. Duca di Napoli. 179. 1 94- 
SERGIO Duca di N:1poli. 361. 5i {ot- 
tomene.al R('-.Ru
gicri, 3 6 4, 371. 374. 
Di mtovo ii ribella. 376. Soccom: 
Napoli, r
, 38f, Muon: În una bal- 
taglia. ::J
8. 
SERGIO Principe 
i 'S(lr
nto. 340. . 
SERGIO Abbate dl S. Nlcco)ò del L:- 
do. 114, 
SERf'ÐITE di Mmè fe tlluavia fuffifien- 
te in Mil:mo, 9. 
SICHELGAITA MogIie di R-oberto Gui- 
fcardo Dllca, 244- Sua morte. 25'4. 
SICILIA, guerra i,'i fana da i Grcci con- 
tro i Saraceni. :103. I Quali 'ricupera- 
no Ie C'ittà perdure_ lö8. 
'SJ(
HREno Arci"'e[cO\'o di Mag00"l3. 
'174- 181. 187. 191., 221., Sl(,,f- 



I N D 


SrG!:P'Il!:DO Vefcavo di Parma. 18. 1.1.. 
SIC; EF REDO Vefcovo di Ihl0gna. 1.21,. 
SIGEF REDO V cfcova d; PiaCCI17.3. 5'9. 
SlGo.\RDO Patriarca d" AqnHeia. uf. 
SI
VESTRO II. Papa,filO Cáncilio. 2. 
Ottiene iI perdono al Popolo di ri- 
voli.,3.,Alrro fuo ConciFo. 13. Sua 
morte" ed Apologia. 14; e fig, 
SILVEST'RO IlL Papa eleno e fcaccia- 
to., 116. Depofio nel Concilio Ro- 
mana. 120. 
SIMEONE Santo Romito canonizzato.47., 
SIMONE Contedi Sicilia. 28f., 290. Sua 
marte. 3 [7. 
Simonia una volta familiare. 87;,116. 
169. Condennata ne' COl1cÏlj. 124., 
13 0 . 147. 
S[RO Vefcova dï Genova. 362. Crea- 
to Arcivefcovo. 367. 
SOPRANOMI p
{fati in cognomi delle 
FamigJie. 30. 
SPIRITO' SANTO. Difputa: intorno alIa. 
fua' Proceffione dal Fi
lio tra S. An- 
Cehno e i Greci nel Concilio di Bari 
radtlnato da Papa Urbano II. 278, 
STEFANO IX. Papa, filaele'Lione. In., 
E breve vita. I ff. Vedi Federigo Fra-- 
tel/II. 
Sn:FANo Santo Re d' Ungheria. 30. 
Guerra a lui tàtta da Corrado Augu. 
fio. 82. 
STEFANO Cardinale. inviato in Grecia, 
1)4. 163. ,In Germania. 16f. 
STRA T A(;E>,([. Bafton:ue fopra Ie fpalle: 
di' !urigo IV, I8f. 186. 


T 


T '1N(REDl; figlio di OUone Mar. 
, chele, prcnde la Croce, e va in 
Levante. 27i. 297. 
TANCREDI Fi..;lio di Ruggieri Duca 
di Pu
l'a, 416. 
TnALDo Cardinale di (). Anafiafia da 
alcuui eleno Papa. ,348. 
TEI\ALDO V cfcovo di Verona '. 437.' 
TEDALDO Marchefe, e Come di Reg- 
gio. 4, Fa vorifce ' .1\ rri
o Re di Ger- 
mania. 16. Non fn Dúca di Tofca- 
na. 17. Suoi GJvcrni. 18. 20. 22, 
E mOire, 26. 3f.', 
TED A L 0 0 A -ci\'efcovo di Milano. 
207, 209, S,:-omunicato; fcomunica 
P"pa Gre
OIio VII. 211. e fig, 218., 
"Term;na i fllo; g:orni. 1.43. 
1 EQBALJJO' V cfcovo d" Areno. 64. . 


ICE fI9 
TEOBALDO Abbate, dï Monte Calìno . 
61.. 6f. 82. 
TEOßALDO Romito' Santo ful Vicen- 
tino--., 18.. SUO Corpa trasFerito in 
Francia., 1.04., 
T.EODEJ\ICO Vefcova di Men. 28. 
TEODOINO Cardinale Legato del Papa. 
39G>; 
TORCHtTORE, Re in Sardegna. 177. 
TOR TONES), guerra lor fatta da i Pa. 
vefi . 301. 
TIlA..5MONDO Marchefe di Camerino. 
10 3.. 
TIlASMONDO Conte di Chieti. I4!' 
In, 
TRASMONDO Abbate di Tremiti, fua 
crudeltà. 17...7 ' 
TREGUA di Vio che'folfe ne' vecchi 
Secoli . 88. e fig., Accettata in Italia, 
2)4. 32.1., 
Tremuoto terribile in Italia. 31.6. 
TROT.'\. Cit(
 del\a Pnglia . n. 
TUIlCHI dalla Tartaria ufciti cominci<<., 
no Ie lor conquille. 13!., 
W 


V Alva{fori Milanefi, il1far
ono con- 
tra i lor Signori. 91. Che fignifi. 
calle queílo nome. 92. e fig. 
UBALDO Cardinale di Santa Pra{fedc. 
439. 
U BALDO. Vefcovo dï Mantova. 1.f7. 
UBALDO' Vefcovo di Cremona. 84. 
93. 10f. 109, 
UnERTo MarcheCe e Conte di Mo. 
rienna e Savoja . 488. e fig. 
U BER TQ Vefcovo di Palefirma . 2.02. 
UBERTO Vefcovo di Lucca depofio. 
17 2 . 
UDELRICO Marchcfe di Tofcana. 39r. 
Vekno una volta llfato in lcalia. 11.9. 
VENEZIA, fue lodi. 231. Rotta data da 
i V cne7.iani alia Florta di Roberto 
Guiíèardo. i'lJi. Sconfitti anch' elfi 
da ' Jill. 142. Lor Patti e Privilegj 
confcrmati da Alri
o IV. 267. Dåt1 
focc,JrfJ a Terra Santa. 281. Scon. 
fi
bono i Padov
ni. 313; Lo.r vitto- 
ria de gl' Infetieh . ,346. Tagl10 dell a 
T efia ,del T oro, e lila origrne. 469. 
VENEZV\NI tolgono Tiro agl' Inf
deli 
con'altre prodene. 3 1 8. e feg, S'im- 
padronifcono di' varie [ole del Gre. 
co h
rio; 35'0. "o.:conono Fano. 
397. Danno una rotta a i Padovani .' 
40
..., 



t 


N 


)1.0 
401.. Fan prigione il P:m;:1rca d' A- 
quileJa . 469. Fan Lega comra F ede- 
rigo I. 471.. '" 
VERONA coU'a!treCitràdi quel1a Marca, 
fa Le
a contra di Federi
o I. 471. 
Uco Duca di Tofcsna, fila mone . f. 
Scmbra non avere riuum.iato il Du- 
cata di Spoleti . 6, 
Uco Duca di Spo1cti, e Marchefc di 
Cam\'rino . 78. I fl. 
U GO Man:hefc, uno degli Antcnati 
della Cala d' El1e. 36. 38. Meffo 31 
bando dell' Imperio da Arrigo I. Au- 

l1ft(J. 43, 60. Jovita Roberto Re di 
Franci.a al Regno d' Italia , 68. 
Jcg. 
VarJ flloi atti e morlc . 81. 
Uc;o dd Man[ì), Figliø di Ano II. 
Marchefe d"Efie, creato Principe del 
Maine. 189, Prcnde per l\lcglie una 
Figlia di Roberto GuiCcardo. 21-, 2.24, 
S'Je biaftmevoli a'lÍoni. 
4i. '2f.J0. zïf. 
U GO Cardinale d' Ala
ri. 330. 
UGO Cardinale Governatore di Bene- 
vento. 332. 5U2 mane. 34
. 
U C 0 Bianco Cardinale ribello della Chie- 
f.t Rom'ma. 166. "2C9. Scomun;cato 
in un Concilio Romano. 219. 226, 
UGO Arcivetèovo di Lione 242. E' 
fcomunicato . -248. 
UGO ArciveCcovo di Palermo. 4;8. 
UGO ArciveCcovo di 
nm-a. 493, 
UGO Vefco\'o dl Ferrara. 46. 
UGO Vefcovo ði Mamma. 21'9. 
UGO Abbate di Fartà, 16,41. 4f. 
UGO Santo Abbate di Clngnì . 13f. 1 fj', 
V 1.14, A . r. ,. P ' - 
 
ILLANO rClVClCOVO 01 lIa, 4
5', 
VI-SCONTI una volta Vicegovcrmuori di 
una Citt:l. 124. 
VITALE Falcdro Doge di Venezia. 242. 

6ì. 
l1a morte. 274, 
V I TALE 1\J ichcle Doge di VencIÍ1. '2'74, 
Sua moriC. 289. 
VITALE )'iichcle U. Doge di Venczia. 
44 0 . 
V IT ALE Ve[('()vo di Torce:Ia, 84, 
V ITTOR E II. Papa, flu elc2.ionc. 146. 
\' edi G..hear:io. Concilio da llii rCllll.- 
to in t ireme. 147, Va in Germani:!. 
1 fl. Sua auto,ità di \' icario d' Jtalia. 
15'2, Termina i fuoi g-iorni. lf3. 
VlTTORE III. crcato Papa. 245'. Veè.i 
Ðljideriu. l\1a non confecrato. 246. 
Ricupcr3 b. Bafilica V aticana, c riceve 
If> cOllfec
:rz.ione, '247. Tic l 1C' \
n Coo.- 


D 


c 


I 


E 


cilio in Benevemo. Sill r.-crte. 1.48. 
VITTORE IV. Autipap3, fuo pcnt:mel1- 
1:0, 3S9. 
V lTrCRE IV. c:oè Ottaviano l\ntipapa 
come creato. 4 f 2. e Jeg. F Olnentato .da 
Federiga Au
\
tto. 4ff. e fèy;, J)a cui 
è riconofciuto Papa. 45"";'- '
uoCon- 
ciIiabolo. 461. Fine di tin \'ita. 471. 
UI.ADlSLAO Duea di Boemia. 444. 
ULRICO Patriarca,d' AGl1ile i a. 310. Pre- 
fo da i V cne7 iani. 469, 
UMß,\LDO Arcivcfcm'o di Lione, 3;6. 
UMßERro II. Conte di Savoia, 

6. 
Come di Morienna, Progenitore del, 
1a Real Ca[a di 5a\o:a. 336. 
U"mERTo Ill. Conte di Morienna, e 
S:',\o::1. 4I2. 
L'MT:ERTO C:1t'dinalf" imiato a Cal1an- 
tinopoli, 144, 14 8 , 1f3. 1f4. 
U M5E R 1'0 Abbate di 
iJbiaco. 134. 
U 
r It f 1)0 i\rciveCcO\'o di Ra\'cnna 
J
-:-. 132. Sua mortc. 133, e fc.
. 
USFRE1'O Cl'llte, capo dc' Norman- 
n! :n fugr.l, 131". Scontìg
e I' Ar- 
mata Pomifitál. 141. c Þt. 144, Sue 
liti col Fratello Roberto Guifcardo. 
14". F!nè d,:' iì.wi g;omÎ. J 'J4. 
URßA!\O II. Papa, lùa elczione. 249. 
\. cdi Oltol1e Þ efto'z!o, Concilio da lui 
tcnuto in ROIn:l. 2p. E in Melfi. 
2f4. A lui tì ribell:l11o i Romani, 2f8 
Ricllpera ìl Pala7.7o L
tefö\ncnfe. .l6(j, 
Ticne un Concilio in Piacel17.a. 2GS- 
Predica la Crociata ncl Concilio d: 
Chiaramonte. i'i.'; e ft
. V:1 a Bene- 
vento. 2 ì l; Dichiar'1 il Contc Ru:;- 
gi
ri Cuo egato per la Sicilia, 2 -\), 
Ticnc un gr:m Concilio in Roma. 

So. E' 'chiamato a ITli
lior vita. ;vi.. 
\V AI J)ERiCO Abbate di S'm Loren'lo 
di Cremona. 108. e Fg. 
\Vt.RSERO Arcivcfcovo åi MadJcbur- 
go. 222. 
\VWGERO eletta t\.rcivcfco./o di Ra- 
venna. 120. 
\VÙL.\ 1\1o&lie di Tcdaldo Marche- 
1è. lì, 
\ VII. LA Contc1Ta, V cdoy3. di U go Du- 
ca e Mar.:hefe. 1 j'l, 
\VILLIGISO Arcivefcoyo Ji \1a!;onza.1.. 


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lbntinoroli, IOC). I!), 


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