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Full text of "Annali universali di medicina. Parte rivista di medicina, chirurgia e terapeutica"

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•t  I 


ANNALI  UNIVERSALI 


DX 


MEDICINA. 


\ 


ANNALI  INIVERSAU 


DI 


MEDICINA 


COMPIL  ATI 

DA 


ANNIBALE   OMODEI 

Dottore*  iir  filosofia  ,  mediciita  e  chirurgia ,  già' ue- 
oico  coksulente  presso  il  cessato  ministero  della 

GUERRA,  SOCIO  CORRISFOKOEIf TE  DELL*  ACCADEMIA  REALB 
DELLE  SCIENZE  D|  TORINO,  DELL*  ACCADEMIA  MEDICO- 
GHIRVAGtt A  iit  ff APÒtt ,  DfelLl  SOGIÌTa'  f>I  ÌÉÉDICINA 
PRATICA  DI  MONTPELIER  ,  DELLA  SOCIETÀ*  MEDICO- 
CHiaVR«IGA   DI  BERLINO,   eCi,   60. 

« 

▲  imo    1826. 


rowMS  XXXV IlL 


Aprile^  Maggio  e  Giugno. 


MILANO 

Presso  oli  Editori  d^gli  Annali  Universali 
DI  Medicina  e  di  Statistica 
4  S.  Giovanni  alk  quattro  facce  If.  i838«  ^ 


«1 


♦  * 


Coi  Tipi  di  Gio,  Giuseppe  DmiarAsis. 


9 


ANNALI   UNIVERSALI. 


FASCICOLO  CXtt. 


Memoria  s&pra  le  interne  false  flogosi;  del 
dottore  Lmci  Eustachio  Polidoro,  Pro- 
fessore  di  Clinica  medica  nelV  ^rcisper 
date  di  Santa  Maria  Noi^elladi  Firenze, 
ed  Ì9i  Membro  del  Collegio  medico ,  eoa 

JLtXolte  osservazioni  istituite  nei  cadaveri  umani  hanno 
fatto  conoscere,  che  un  insolito  fossore  delle  loro  mem- 
bra può  osservarsi ,  senza  che  fenomeno  veruno  d'  in- 
fiammazione ahbia  preceduto. 

La'  cognizione  di  questi  fatti ,  meno  che  accurata- 
mente esaminati ,  dee  aver  condotto  Broussais  a  seri- 
vere  che  cj  L'o/i  pnsse  souvent  pour  se  bien  porter 
avec  un  éiat  habituel  et  inflammadon  gastriqijie  >,  et 
ddns  cèl  état  ort  peut  méme  acquerir  un  embonpoint 
exiraordinaire  t::C  Traile  de  Phys,  appi,  a  la  Pàthol.Jf 

Si  osservi^  in  Firenze  nel  cadavere  del  Tenente-Co- 
lonnello Mari  ^  morto  di  sincope  nelle  apparenze  dì 
salute ,  ed  essendo  stato  escluso  per  mezzo  delie  rìcet- 
ehe  medicochimiche  ogni   sospetto   di   veneficio;    4^ 


3 


Coi  Tipi  di  Gio.  Gius£»E  Osaseijxa. 


9 


ANNALI   UNIVERSALI 


FASCICOLO  CXIL. 


Memoria  s&pra  fe  intèrne  false  ftogosi;  del 
dottore  Lmci  Eustachio  Polidoro,  Pro-; 
fessore  di  Clinica  medica  nelV  arcispe- 
dale di  Santa  Maria  Nocella  di  Fifenze, 
ed  ìH  Membro  del  Collegio  medico ,  eoa 

Ì.TXOLTE  osservazioni  istituite  nei  cadaveri  nmaoi  hanno 
fatto  conoscere,  che  un  insolito  rossore  delle  loro  mem- 
bra può  osservarsi ,  senza  che  fenomeno  veruno  d'  in- 
fiammazione abbia  preceduto. 

La  cognizione  di  questi  fatti,  meno  che  accurata- 
mente esaminati ,  dee  aver  condotto  Broussais  a  seri- 
vere  che  z:;L'on  passe  souvent  pour  se  hien  por  ter 
avec  un  état  habituel  et  inflammadon  gastriqite  y  et 
dans  cei  état  ort  peut  méme  acquerir  un  emhonpoint 
extraordinaire  ^CTraité  de  Phys.  appi,  a  la  PathoLj 

Si  osserva  in  Firenze  nel  cadavere  del  Teaente-Co- 
lonnello  Mari^  morto  di  sincope  nelle  apparenze  di 
salute ,  ed  essendo  stato  escluso  per  mez:^o  delle  rider- 
ehe  medicochimiche  ogni   sospetto   di   veneficio;    4^ 


6 

ore  dopo  la  morte  p  la  raperfioie  interna  del  veotricoló 
rubiconda  nell*  estensione  di  4  poIUfu  quadrati ,  aenea 
altro  vizio,  alcooo  in  esso.  Brgussais  a^giongerebbA 
questa  alle  altre  osservazioni  ^  sulle -quali  egli  ha  lon« 
dato  la  riferita 'sua  osservaxiont. 

Ma,  saggiamente  9  secondo  il  suo  costume^  aveva 
avvertito  il  Morgagnij  che  quando  nei  cadaveri  ai  tro- 
va qualche  porzioee  d*  intestini  tinta  di  colore  mbi- 
«ondo  (  e  l' istesso  può  dirsi  di  qualsivoglia  altra  par* 
te  membranosa  )  non  si  dee  losco  credere  che  qndla 
fosse  infiammata  durante  la  vita  ,  ss  cum  vd  post 
mortem  aliquando  posut  is  ,cùfor  in(D»ei,f  fvxi^f^riàm 
cum  dissolutus  sanguts  ^(  fiuidior  ei/  s  (Zìa  sedibr 
a  caus.,  Ep.  XIX.  i9):  e  si  vuol  beo  credere,  che 
non  per  poche  e  male  ponderate  osservazioni,  uno  serit* 
|ore  di  quella  diligenza  e  criterio  enunciasse  tale  am- 
InoiMzioQé. 

Precfse  sono  e  conformi  a  quelle  del  prelodato  Mor- 
gagni le  recenti  osservazioni  di  Vavjr^  il  quale  ha 
potuto  assicurarsi  che,  in  più  cadaveri  di  persone  mor« 
le  nei  climi  caldi,  le  membrane ,  e  specialmente  le  vaU 
vule  e  la  membrana  intema  del  cuore  f  appariacono^ 
anche  soltanto  sedici  ore  dopo  la  morte,  losseggiauti^ 
come  se  fossero  state  infiammate ^  non  avendo  io  reaU 
ik  sofferta  infiammazione ,  per  quanto  congetturar  ai 
poteva,  ma  per  esser  rimaste  a  contatta  col  sangue^ 
(  MedicQ-Cfururgi'cal  Transactiom  voi  TL  )  E  Graiian 
ha  spiegato  la  generazione  del  colore  rubicondo  di 
simili  parti  nei  cadaveri  per  la  forza  elastica  e  con- 
trattile delle  arterie ,  la  quale  sospinge  ed  accumula  il 
sangue  nei  ^vasi  capillari  meno  resistenti  (  Medicài 
Beport  of  thè  Fever  hospital  eie.  }  la  ultimo  y  il  mia 


^7 
collega  aìg.  prof.' Nespoli  si  è  applicato  a  verificare^  o 

a  smentire  il  £ltto  net  cadaveri  del  cangiaménto  di 
colore  in  rosso  neHà  superficie  interna  dell' aorta ,  ed 
ba  concluso  9  per  esami  comparativi  istituiti  sèi  giorni 
•  pih  dopo  la  mortC)  che  ^  ^nandjb  la  temperatura  del- 
l'aria  aveva  superato  i  i5'  gradi  Reanm.^  e  quandtf 
le  pareli  aorticlie  erano  state  a  cc^tatto  col  sangue , 
tale  rubicondo  colore  '  vi  nasceva  {Prelet.  dgU  Siu^ 
di  Med:  prm.  i%ù!Ìf.)   '  f"    '    ■    , 

Óra  j  siccome  quei  colofe  è  stato  osservato  non  di 
rado  internaìBenté  alle  pareti  arteriose  anche  nel  no- 
stro diina  e  in  inverno,  e  soorse'pocfae  ore  piii  di  2{ 
dalla  morte,  qualcuno  potlrà  sospettare  che  fra  noi^ 
passato  si  breve  tempo ,  ed  in  isiagione  rigida ,  non 
ai  possa  crédere  che  il  ritrovato  colore  rosso  della 
superficie  intema  arteriosa  non  debbasi  attribuire  ad 
afledone  infiaitamatoria. 

Interessa  al  Sommo  la  Patologia  i  e  molto  pia  la 
Medicina  pratica ,  che  si  formi  un  retto  giudizio  inV 
torno  a  questi  coloramenti  in  rosso  delle  membrane; 
Poiché,  se  erroneamente  fossero  essi  creduti  sempre 
indiq  d'infiammazione  ,  e  questa  credenza  traesse  seco, 
nelle  affezioni  dell'  iitessa  specie  di  quelle  per\  cui 
avessero  dovuto  morire  coloro  nei  cadaveri  dei  quali 
quei  rossori  si  fossero  trovati ,  la  cori  detta  cura  an^ 
iifiògisiiea  f  è  chiaro  che  la  medesima  '  potrebbe  essét 
nociva  o  fiinesta. 

Per  tali  riflessi  mi  sono  determinato  a  fare  dèlie 
ricerche^  delle  osservazioni  e  delle  sperienze,  affine  di 
porre  in  chiaro  se  causa  alcuna  diversa  dalla  infiam^ 
mazione ,  e  p«r  un  mediocre  tempo  applicata  alle  mem- 
bfane  del  corpo  umano  morto ,  possa  generare  un  tale 


8 

ifigaiìiievole  colore  ii  flogosi.  Ed  ognun  vede,  èbe  se 
da  tale*  diversa  causa  qoaloDqoe  nascer  possa  qoel 
fenomeno  y  con  molta  gravità  è  da  dirsi  al  Medko 
travediiore  de^i  effetti  per  caase  delle  malattie  nei  ca- 
daveri ;  ^  nùnium  ne  crede  etHori  s^.;  e  da  confor* 
tersi  a  regolare  •!  suoi  metodi  curativi  sopra  le  ante- 
cedenti  circostanze  dei  malati,  sol  complesso  dei  fe- 
ttomeni  morbosi  e  su  gli  acctnatì  confronti  razionali 
dei  casi  ordinati  in  generi ,  non  da  fantastiche  teoyiei 
ma  dall'  esperienza  dei  secoli. 

Il  dì  g  di  dicembre  i8a3  feci  aprire  dal  sig.  Marco 
'Biasini^  uno  dei  migliori  allièvi  àeìh  Sctiola  ehirurgi- 
ca  fiorentina,  il  cadavere  di  un  uomo  che  era   morto 
di  consunzione  4^  ore  innanzi.  Alla    metà    della    lun- 
ghezza 'della  aorta  toracica  fu  trovato  V  interna  super- 
ficie di  essa  di  un  vivo  colore  rubicondo  per    la   Inn- 
gèzza  di  un  pollice  e  mezzo  in  circa.    Tal   colore   re- 
sistè alla  lavatura  con  acqua.  Distaccala  da  quel  tratto 
di  arteria  rosseggiante  la  membrana  linfatica  del  Ma* 
scagni ,  la  nervea  sottoposta  non   mostro   la   minima 
gradazione  di  rossore. 

Il  di  1 5  di  detto  mese  fu  trovata  nel  cadavere  di 
un  vecobio  estinto  per  marasmo  ,  e  aperto  al  soKto  dopo 
|i4  ^re  dalla  morte ,  Intt't  1'  aorta  toracica  tinta  inter- 
namente di  colore  di  scarlatto^  senza  la  minima  ap- 
parenza di  vasi  aanguigni ,  senza  veruno  trasudamento 
di  linfa  coagulabile,  senza  ingrossamento,  né  raggrin- 
zamento, né  esulcerazione  delle  membrane.  Si  recise 
con  sezione  circolare  V  arteria  ^  il  cerchio  della  reci<> 
sione  era  bianco ,  ma  rivestito  al  di  dentro  da  un  pic- 
colissimo anello  rosso.  Riusci  di  separare  in  più  Juoghi 
U  m^mbr^na  linlatica>  della  quale  si  formarono  dei  ro^* 


«A 


9 
tolMiche  comparivano  qnai  fili  vosst*:  la  lopfltfiue 
della  sottoposta  membrana  qervea  era  leggiermente  ru^ 
bieooda. 

Il  dì  6  di  Gennaro  18124  ^^^  poreiove  dell*  aorta  di^ 
tfH  giovane,  morto- 48  oce  prima  di  tabe,  all'eiildi 
18  anni ,  fu  separata  oon  le  valvole  semiluoari.  dal 
rimaoente  di  questo  vaso  e  dai  cuore.  Ella  fu  aperta/ 
e  se  ne  «osservò  il  «olito  naturale  colore  alla  interna 
aiiperBcie;  ma  I9  valvule  erano  del  tutto  rubiconde , 
senza  trasudamento  albuminoso,  o  alterazione  organica 
v-eriina»  ^ 

Esperienza  I.^  Il  dì  9  del  ridetto  mese  di  dicembre 
èr  fu  preso  un  pezzo  di-  aorta ,  che  internamente  era  del 
uatomlè  calore,  e  racchiuso  nel  cuore,  a  cui  appar- 
teneva ,  -contenente  del  sangue.  •  Passate  ^4  ^^^t  *^  ^s* 
jervò  se  V  interna  superficie  di  quella  porzione  di  ar* 
teiria  aveva,  preso  il  color  rosso >  ma  aiuu  cangiamento' 
vi  era  accaduto.  > 

Esperienza  11/  Il  dì  io  dello. stesso  mese  si  tagliS 
im  pezzo  dell'  aorta  di  altro  cadavere ,  si  aperse ,  sì 
trovò  nell'  interno  delv  naturale  aspetto  e  si  collocò  in 
un  vaso,  in  cui  si  versò  tanto  sangue  del  .cadàvere 
flesso  che  il  cuoprisse.  Dopò  a4  ^^^  ^'^^  aveva  il  me- 
desimo subita  mutazione  alcnaa. 

Esperienza  IIL*  Altra  porzione  se  ne  racchiuse  nel 
torace  del  medesimo  cadavere.  Il  sangue,  che  vi  si  era 
lasciato,  lo  copriva.  Ma  56  ore  di  macerazione  non 
vi  produssero  nessuna  nuova  apparenza  di  colore. 

Esperienza  lY.*  Si  prese,  il  16  del  mese  medesimo, 
dal  cadavere  di  una  giovane  morta  di  lise,  un  peeao  del- 
l' arco  deir  aorta ,  che  aveva  la  superficie  interna  di 
colore  inalterato ,  e  si  calò  nei  gas  di  un  cesso  ,  cio^ 


"tu 

in  un  mescàglió  di*  motto  gas  azoto  con  idrosòlfaro  àì 
ammoniaca  e  idrogeno  solforato.  Dopo  a4  ore  qael 
pezzo  di  aorta  era  diveonto  alla  superficie  intema  a£*' 
fitto  mbicondo ,  eccettuata  una  porzione  che  aveva 
formata  una  piega  con  pareti  a  contatto,  non  esporta 
perciò  all'azione  dei  gas',  la  snperficie  della  <{oaleera 
rimasta  dèi  primiero  cobre.  Questa  esperienza,  ripetuta 
altre  volte ,  dopo  che  molta  acqna  di  pioggia  si  era 
mescolata  con  le  materie  del  cesso,  non  ebbe  il  mt* 
desimo  resoltamento. 

Esperienza  V.  Il  i3  di  geunajo  i8a4y  fu  immersa 
in  un  vaso  contenente  del  sangue  estnftto  recentemente 
da  un  malato  una  porzione  di  aorta  ,  la  di  cui  interna 
superficie  mostrava  in  tutta  la  sua  estensione  il  colore 
naturale.  Ne  fu  estratto  dopo  !i4  ore;  e  in  due  por** 
ftiottiy  una  piir  grande,  P altra  più  piccola,  si  osservò 
nato  un  principio  di  rossore  pììi  vivace  nella  pi&  pic^ 
aola ,  che  nella  pi&  grande.  Distaccata  dalla  piii  grande 
k  membrana  linfatica,  isi  vide  che  la  tiervea  punto  non 
ne  aveva  partecipato  ^  ma  tolta  la  linfatica  della  por-» 
lione  minore,  anche  la  nervea  ci  si  mo8tr&  on  pocd 
rossiccia. 

n  di  ai  di  settembre  di  detto  anno,  fu  portato  nella 
stanza  anatomica  del  nostro  Arcispedale  il  cadavere  di 
un  uomo  di.cii:ca  60  anni  ,  il  quale,  essendo  a  lavo- 
rare in  piena  sahite  alla  pescaja  dell' Arno  a  Bovezzano; 
era  caduto  morto  in  pochi  minuti.  Il  sig.  professore 
Settime  il  sig.  Zannetiiy  studente  di  chirurgia  di  gran' 
de  speranza,  ne  fecero  la  sezione.  Trovarono  essi  i 
vasi  del  di  lui  cervello  molto  turgidi  di  sangue,  il 
cuore  internamente  e  ali*  esterno  di  nn,  colore  molto 
acoro  ^  e  rtrbicoDde  afiatto  latte  quante  le  arterie  che 


u 

,  Ibrono  da  lord  osservate.  Nd  «angae  di  ^aesio  cada^ 
davere  fa  teuota  immersa  per  ^4  Qre  nna  looga  strio 
seta  delP  aorta  del  cadavere  di  una  donoa,  che  di 
consunzione  era  morta  a4  ore  innansi.  La  .superficie 
interna  di  qpella  strìscia  era  stata  osservata  del  solito 
naturale  colore^  Dopo  l'accennato  tempo  di  24  ore,  essa 
superficie  era  divenuta  affatto  rohiconda  »  e  lavata  1» 
stropicciata,  punto  non  perde  dell'intensità  del  su^. 
colore;  jì  quale,  peraltro,  affatto  H  dileguò  per  s^ver 
tenuta  ima  tale  striscia  immersa  bell'alcool. 

Interessa  molto  V  argomento ,  di  cui  ci  occujttamo  | 
la  storia  della  malattia  e  della  seaione  del  cadavere  di 
Rinaldo  Benvenuti  dal  Ponte  a  Sieve,  ricevuto  nel* 
r  Istituto  clinico  da  me  diretto ,  malato ,  che  affidai 
alla  vigilanta  e  cura  dello  studiosissimo ,  riflessivo .  e 
prudente  sig.  dott  J^.  P.  jikssopuhy  di  Argo,  che 
ne  scrìsse  quanto  segue: 

«  Rinaldo  Benvenuti  di  anni  53 ,  di  abito  di .  corpo 
toroso,  manovale  di  mestiere,  molto  dttdito  al  vino, 
fli  sorpreso  il  di  I3  di  settembre  i8a5  da  freddo  con 
tremoie,  seguito  da  calore,  dolor  grave  di  capo,  ama? 
fezza  di  bocca ^  nausea,  aridità  di  fauci  e  sete  arden- 
te, cui  procurava  di  estinguere  con  vino  innacquato. 
Al  quarto  giorno  del  corso  di  questa  febbre,  che  fu' 
continua,  vi  si  aggiunse  nn  dolore  pungitivo  al  lato 
iintstro  del  petto  e  alla  spalla  corrispondente,  con 
decubito  molesto  sul  lato  medesimo ,  respirazione  difV 
ficile  precipito«a,  e  tosse  frequente,  secca.  Il  di  16  ei 
ai  fece  portare  all'Arcispedale,  dove  tosto  gli  fu  fiitta 
Bua  assai  larga  missione  di  sangue  dal  braccio,  a 

a  U  17 ,  giorno  della  prima  visita  deLProlesaore  dt 
•lÌBiea  I  persistevano  i  rìferìti.  «atonu.  Fu  notala  di 


»2 

pia  h  lingua  palmosa ,  le  coiigHifitivé  di  su  còlere 
Inclinante  al  giallìccio ,  la  scarsità  deir-oriim  rcdsiconda^ 
Talidità  della  cute,  e  i  polsi,  rispetto  ' aflV abito  àA 
malato,  non*  forti,  e  poco  frequenti.  La  prescrisiooo 
fa  di  un  còppettone  scarificato  alla  nuca»  di  un '«me» 
tico  e  di  copiosa  bevanda  nìtrata.  Ma  poco  sas^gutf 
at  ottenue,  e  niun  vomito^  ebbe  luo^o.  Vi  faronò  be»- 
A  abbondami  dejezioni  di  ventfe  liquide' e  jgialUccie.  » 
'  g  Alla  seconda  visha  fiimmo  informati,  che  il  'ma-* 
lato  aveva  delirato  quasi  tutta  la  notte.  La  di  lui  lin^ 
gua  era  sordida  e  arida  con  fessure  e  la  taccia  aceesa; 
la  secchezza  della  cute ,  là  celerità  e  difHcoltà  dèi  're« 
spiro  e  la  tosse  come  •  innanzi ,  con  qualche  spurgo 
muccoso  denso 'gialliccio;  i  polsi  frequenti  dori  e  for-' 
ti.  Si  fecero  esttarre  altre  dieci  once  di  sangue  dai 
braccio,  di  cui  si  osservò  una  giusta  quantità  ^ì- siero; 
il  crassamento  duro  e  nericcio-,  ma  senza  coténna.  Gli 
furono  applicati  àv^e  vescicanti  alle  gambe;  e  la  sera 
sei  mignatte  alziate  dolente  del  petto.»  > 

«  Nel-  terzo  giorno  delkt  nostra  cura  non  vi  fa  'mi- 
gliorameuto  alcuno;  anzi  TiOfermo  notabilmente  peg* 
gioi'ò  ;  la  respiraSEioné  si  fece  rantolosa  ;:  e  verso  le  ore 
nbdici  ^ella 'notte' mori.  »    -  '^  "-> 

Di>tt.  N.  P.  Alessopulo ,  istorìografo. 
-'  La  .sezione  dei  cadavere  di  qnest^uomo  fa  eseguita 
in  mia  presenza  e  in  presenza  degli  studenti  di  medi- 
Cina.  Aperto^  il  (torace,  si  trovarono  i  polmoni  adeìi 
ài  mediastino.  Il  sinistro  era  connesso  fortemente  cotii 
la  pleura  costale;  Fra  questa  ed  il  lobo  inferiore,  ih 
parte  corroso  del  medesimo,  esisteva  una  raccolta  di 
ijiateiia  jportileata  fioccosa/  circoscritta  e  raccfafibsa-  dalle 
adesioni  ^  che  fo^rmava  una   specie   ài  gozzo;  U  nau^ 


t 

^  N 

nenie  di  tale  poloioiie  era  infiltrato  di  jtnatetla  macco? 
sa  densa ,  saiza  che  i  vasi  ne  sembrassero  infiammati.} 
il  pericardio  i^onteneva  una  quantità  di  liquido  mag^ 
giore  di  qaeUo  che  vi  si  suol  trovare.  Dal  cuore ,  .cho 
aembri  piccolo,  ma  nulla,  mostrò. di  morboso,  i:ecisa  la 
aorta  ed  aperta  per  la  sua  lunghezza^  si  osservo  la  super- 
ficie di  questa  tinta,  intieramente  di  un  color  rosso  di 
scarlatto  \  il  qual  colore  si  estendeva  nella  carotide  »e 
nelle  arterie  succlavia ,  assillare  e  brachiale  sinistra 
£no  alla  piegatura  del  cubito.  Anche  nel  bassoventre 
V  aorla  era  in  simil  jnodo  colorata.  Un  simile  bel  co« 
lore  rubicondo  si  vedeva  all'  interno  nell'  arteria  cru« 
mie  sinistra  y  e  soltanto  esso  .  cominciava  a  dileguarsi 
al  poplite.  »  L'arteria  crurale  destra  era  del  colore 
aalnrale.  La  vena  cava  inferiore  e  le  vene  iliache  pri- 
mitive mostravano,  tanto  internamente,  che  esterna- 
mente, un  colore  paonazzo  simile  a. quello  della  fec- 
cia del  vino  nero.  E  di  una  materia  colorante  affatto 
simile  erano  penetrale  le  toniche  cosi  del  tronco ,  che 
delle  diramazioni  della  vena,  porta:  mentre  ne  il  fe- 
gato, né  la  milza  non  avevano  vizio, veruno  notabile^ 
se  non  fu  il  minor  volume  e  .una  maggior  .mollezza 
di  questa.  Una  porzione  dell'  intestino .  ileo  era  di.  un 
colore  rosso*fosco.  Yar}  pezzi  rubicondi  dell'  aorta  di 
tale  cadavere  furono  tenuti  a  macerare  nell'.  acqua  per 
tre  ore ,  passato  il  qual  tempo  ,  riusci  di  sorpresa  il 
vedere  che  i  medesimi  avevano  perduto  il  ^olor  rosso 
e  ripreso  ,il  loro  naturai  colore^  salvo  che  ja  qua  e  in 
là  vi  restava  qualche  macchia  rubiconda. 
}  t  Venendo  ora  all'esame  dei  fatti  riportati, vcomincia- 
,mo  dal  notare,  i.^  che  il  color  rosso  osservato  nella 
superficie  interna   dell'  aorta ,  taiito   dell'  uomo  morto 


14 

%  consaDriona,  die  del  vècchio  estioto  per  maramdi 
non  coesisteva  con  altro  cangiamento  morbosa  referi^ 
ì>ile  a  sofièrta  infiammazione;  e  cbe  qael  colore  ap« 
partétoeva  nel  primo  totalmente ,  nel  secondo  qnasi 
esclttsivamente;  alla  membrana  linfatica  di  tale  arteria, 
k  qoale,  essendo/ alomita  di  vasi  sangnigni ,  è  nianii* 
Asto  che  non  era  diventata  rossa  per  propria  infiain^ 
Biaaione.  "Né  V  osservazione  simile ,  a  qnellé  di  DavjTf 
del  rossore  delle  valvole  séinilnnaH  deh'  aorta  nel  ca-» 
tavere  del  giovane  morto  di  tabe,  senaa  alteiiiaioné 
Vei-aiia  delle  medesime ,  prova  punto  che  fosse  no  ros^ 
wte  infiammatorio.  E  1*  accuratissimo  Louis  j  che  ha 
trovato  nella  quarta  parte  di  117  tisici  nn  rossore 
notabile  alla  £M:cia  interna  dell'aorta,  non  vi  ha  mai 
vcnrificato  alcuna  altra  apparenza  morbosa  delle  tante 
aofferte  flogosi,  e  nominatamente  nessun  cangiamehtor 
di  denshh  nelle  di  lei  pareti. 

''  2k.^  Quésti  coloramenti  non  dovuti  a  flogòsi,  poterono^ 
dunque  nasiiere  nei  cadaveri  '  del  nostro  clima  tempe^. 
lafo  e  nella  stagione  pih  frédda, 

3.^  Interessante  è' il  confronto  fra  le  prime  tre 
esperienze  e  fa  quinta  ,  mentre  gli  oggetti  sperimen-; 
tali  e, le  esteme  cir<ft)stanze  èssendosi  potute  assumere 
come  ugnali,  per  condizióni  diverse  dei  cadaveri,  nàc- 
que nella  quima  esperienza  il  color  rosso,  nelle  al- 
tre no. 

4*^  E  la  qoaHa  esperienza  sembra  insinuare ,  cbe 
alla  generazione  di  tal  colore  molto  possa  conferire  it 
contatto  dei  gas  di  ptftreiazione. 

5*  Tralasciata  ogni  altra  considerazbne,  per  cui  non. 

i  da  ammettersi  che  T  uomo  mòrto   repentinaniente  a 

'&OY«BKanjD  mancasse  ^  vita  per  infiammazione  dei  fi* 


i5 

ftema  arterioso,  ciò  che  convince. essersi  presenlate  le 
arterie  tiQte  di  rossa  per  nna  singolare  qoalitii  del 
sangue  >  che  ne  penetrò  è  colorò  le  tuniche  >  è  l*eftr 
sersi  veduto  che  il  sangae  medesimo  rese  rubiconda 
una  striscia  dell'aorta  di  altro  cadavere. 

6.^  Se  la  storia  della  malattia  del  Bemenmi,  e  le 
osservazioni  fatte  sulle  arterie  e  sulle  vene  del  cadavere 
del  medesimo^  potessero  far  pensare  a  qualcntipche  il 
color  robicondò  cotanto  esteso  della  interna  superficie 
delle  prime^  e  la  tinta  paonazza  delle  seconde  ^  fossero 
chiari  indizj  di  sofferta  infiammazione  in  esse,  questa 
congettura  resulterebbe  poco  bene  fondata  dal  consi*- 
derarei  che  sole  tre  ore  di  macerazione  dei  pezzi  rubi- 
condi delle  arterie  nell'  acqua  ne  fece  sparire  V  arros- 
samento,  cosa  che  non  sembra  che  fosse  potuta  acca^ 
dere  se  le  loro  tuniche  fossero  state  realmente  infiam« 
mate.  Ciò  che  prova  poi  non  essere  state  affette  di 
flegosi  la  vena  cava  e  la  vena  porta^  è  il  colore  pao- 
nazzo in  esse  osservato ,  non  il  rubicondo  che  si  rt* 
scontra  nelle  membrane  infiammate.  E, certameate»  sei 
vasi  dei  vasi  fossero  stati  infiammati,  un  rubicondo  co- 
lore avrebbero  dovuto  mostrare  proprio  del  sangae  ar* 
foioso  y  non  già  un  colore  nericcio. 

7.^  Finalmente ,'  i  moltiplici  sperimenti  del  Fodera 
non  lasciano  dubitare,  che,  se  non  doraiite  In. vita ,! 
nel  solido  animale  morto  almeno  possa  succedere,  di 
fiitti^  in  certe  circostanze,  uno  imbevtmento  riconosci- 
bile d^i  fluidi  che  con  esso  si  trovino  a  conlatto. 

Onde  conclodiamo,  che  i  rossori  delle  membrane 
trovali  nei  cadaveri,  e  che  ragionevolmente  non  pos- 
sono attribnirsi  a  fiogosl,  sieno  dovati  air^imbevimento 
che  del  sangae  succede  in  esi^  meoUirane;,  più  o  meM 


visibilmente,  seconclo  le  condizioni  di  esse  membrAiie^ 
delle  qualità  del  sangue  e  della  temperatura ,  o  che  il 
grado  di  uno  di  tali  rossori  sia  in  ragion  composta 
delle  tre  accennate  coodisioni. 

Noi  potremmo  reputare  sufficientemente  rischiarata 
questa  materia  e  porre  fine  al  nostro  scritto.  Ma  la 
natura  dell'argomento  trae  seco  una  considerazione  di 
molta  importanza  in  medicina  pratica.  :  • 

Non  potendosi  da.  veruno. recar  in  dubbio  1*  esistenza 
qualche  volta  della  infiammazione  dei  vasi,  sangfiigni^ 
non  si  può  far  di  meno  di  convenire  che  la  storia  delle 
angioitidi  sia  molto  indeterminata  ed  oscura. 

Dai  tempi  di  Areteo ,  che  dei  fenomeni  della  in- 
fiammazione della  vena  cava  e  dell'  aorta  si  distinta* 
mente  ed  accuratamente  parlò^  e  che  sembra  aver  ve* 
duto  tali  vasi  infiammati  y  soltanto  moderni  Pratici 
hanno  presa  nella  debita  considerazione  la  diagnosi,  dì 
questa  malattia  che  molti  considerano  (ome  identica 
con  la  febbre  sinoca. 

La  quale  identità,  ci  sarà  permésso  di  reputare,  per 
ora  y  meno  che  dimostrata  \  mentre  facciamo  voti  che 
i  medici  eclettici ,  come  noi  siamo ,  pongano  ogni  cura 
nel  descrivere  esattamente  il  corso  di  quelle  malattie, 
nelle  quali  suppongono  essere  infiammati  i  vasi  sangui- 
gni e  i  result amenti  delle  sezioni  relative  dei  cadaveri. 
Poiché,  se  verrà  fatto  che  più  casi  presentino,  io  cui, 
dopo  un  corso  di  fenomeni  morbosi  febbrili  ,  accaduta 
la  morte ,  si  ritrovi  nei  cadaveri  qualche  semplice  e 
solitaria  infiammazione  di  vasi  sanguigni  ,  .si  giungerà 
a  stabilire  un  complesso  di  segni  diagnostici  di  un^ 
tale  aflezione.  che,  con  probabilità  di  non  errare^  potranno 
essere  di  guida  al  medico  nella  cura. 


«  E  rigusir^o  m  cili  )  forse' non  andiamo  molto  lungjL 
dal  vero  reputando,  che  nella  storia  che  soggiungiamo 
il  presenti  il  caso  di  una  infiammazione  dell'  aqrta 
ventrale. 

Caterina  Mariani ,  Lucchese,  di   anni  a5^  gravida  da 
due  mesiy  fu  sorpresa ,  il  di  1 8  di  marzo  iSaS,  da  feb- 
bre con    dolore   e   ardore    nell'  addome   e  vomito.    Il 
nono  giorno  della  malattia  fu  posta  sotto  la  mia  cura 
neir  Istituto   clinico.   Ella  provava   un    vivo   dolore   e 
ardore  lungo  la   linea  alba^  il  dolore  molto  si    esacer- 
bava per  una  anche  moderata  compressione  y  mediante 
la  quale  si  sentiva  un  cilindro   di   notabile   durezza  e 
pulsante  con   gran    forza  ,  specialmente   dove  ì*  aorta , 
presso  alla  sua  biforcazione  nelle   iliade  primitive   sf 
porta    in   avanti   e    si    soprappone   aAa  vena   cava.   I 
polsi  erano  109,  piccoli,  celeri  e  ineguali  ^  la  respirazio- 
ne breve   e   affannosa^    la  feccia   accesa;   ma    calore 
esterno  moderato  ;  sete  notabile  e  aridità  di  fauci  ;  co* 
lore  gialliccio   delle  congiuntive;    lingua   patinosa;    e 
vomito   frequente.  —  Dieta    strettissima  ;    bevanda   ni- 
Uata;  da  seguitarsi  anche  nei  seguenti  giorni;  quattro 
mignatte  al  bassoventre  ;  clistere  di  decotto  di  malva , 
da  continuarsi  mattina  e  sera. 

X.  Giorno.  Aveva  vomitato  ;  labbra  al  sommo  ru* 
biconde;  polsi  118,  ineguali.  —  Due  oncie  di  olio  di 
mandorle  dolci,  e  altre  quattro  mignatte  all'addome. 

XI.  Pulsazione  meno  gagliarda  ^  dolore  un  poco 
minore. 

XII.  Aveva  alquanto  dormito  nella  notte;  fauci 
aneno  aride;  minor  dolore  per  b  compressione  della 
parte  pulsante;  lingua  meno  patinosa;  le  congiuntive 
un  poco  rischiarate  ;  polsi    109^  ma    dolori  al  pelto  e 


4 


«Ha  regione  epigailf ica»  *^  Una  libbra  di  siero  coUio 
per  mauraa»  . 

XIII.  Rossore  della  faccia  dimionito;  non  pio  dolore 
al  petto;  pulsazione  e  dolore  al  luogo  di  essa  minori. 
'    XIV*  SeÀpre  minor  pnlsasione^-  polsi  meno  fre-^ 
^enti;  vomito. 

XV.  Non  vi  fa  vomito;        • 

XVL  Tranqoillitii;  polsi  espansi  e  riabaU;  pnlask* 
alone  minore  «ena  dolora  e  senn  ardore  ;  odor  Mt 
tarale)  delle  «onginntive  ;  ma  vomilOé  .        ,      . 

1(VII.  Come  il  giorno  innattsi. 

XVIIL  Vomito  ripelttlo;  polsi  pi&  celeri  e  più  ri* 
brati^  dolore  liacceso.  ^-^  Solnsiooe  di>  d^e  once,  di 
nanna  in  brodo. 

1.  XiXi  Dejexioài  entrali ,  vènnto;  pobi  molli  a  m^* 
no  ireqaenli. 

:    XX.  Tuttora  qualche  leggiero  dolore  alla  solita  sede 
nel  bassoyentte^  dove  la  pulsazione  è  sempre  minoror 

XXI.  I  polsi  si  mantengono  alquanto  frequenti. 

XXtl.  La  firf>bre  è  fiotta  ;  la  paisakione  delP  ao#lìi 
Ventrale  è  quasi  insensibile ,  come  in  islato  nàiuraM 
si  sente  in  individui, non  obeéi; 

Questa  malattia,  astrazione  latta  da  diversi  ftnei^ 
ineui  simpatici,  potrà'  servire  di'  oggetto  di  paragone 
in  altri  casi  di  affesione  inflammatoria  consimile;  1' 
caratteri,  o  segni  diagnostici  di  essa  furono  per  noi  la 
pulsazióne  veemente  e  morbosa  ddr-aorta  addomina» 
le ,  sentita  qua!  cilindro  durò ,  con  dolere  e  *  calore 
urente  alla  "sede  della  medesitoa  pulsasfone ,  febbrf^ 
cfontinua  con  polsi  mólto  ederi,  piccioli  e  in^uaK  (t)Sr 


fi)  Io  a^eva  distesa  poesia  Memoria  quando  ho 


rendicoìùa  sulU  indole  ;«  suW  èiiic^ 
delle  malattie  state  curate  netF  anno 
i8:i5  nel  Ì{/,  Istituto  balneo-sanitario 
del  doU.  JpisxKO  PÀQAJiitti  ^  in  Oleggio^ 


G, 


'li  amtnaUtiy  la  maggior  parie  cronici,  che  ia 
tvcto  ranno  iSdS  ebbero  ricorso  alla  sanitaria  dire» 
slooe  M  mio  istitettfeo^  femnavono  il  nnmcro  di  SiS* 
Di  essi  ne  guarirono  160,  ne  migltorarono  95  ^  ne  ri« 
masero  refrattari  56  ,  e  ne  dofctlero  oiccoinbare  5, 
come  Hsnlta  ddi' oniu  ubelfau 

Al  pan  degli  altri  anni^  ansi  piii  ancora^  si  mani-if 
£est&  in  taue  le  stagioni  dell'annata  predominaala  Im 
flogosi:  e  se  nod  crro^  la  categoria  degli  ammalati  a 


1  * 


lesto  in  una  Ouervaitione  4i  Cn^veUl^er,  ch^ei  trovò  i/i 
un  cadavere  aperta  1%  ore  dopo  la  morte  la  valvjile 
miirale  et  l'origine  de  l'aorte  leiotes^en  rooge»  mais 
sans  alieralion  de  tissa.  Ed  asserisce  ch',e£  rìguar^^i 
h  coloratiott  rouge  comma  .une  verijuble  teinture  ca- 
daverique ,  osservata  .da  ad  pia  volte  al  livello  dei 
grumi'  di  sangue ,  specialmente  nel  (^o  di  qor^inci€h 
ia  putrjrftt9tionei  soggiunga,  cbe.  t  arteria  poÙnonare  e 
e  le  sue  divisioni  sono  costantemente  tìnte  di*  rosso  in 
quei  soggetti  f  i  di  cui  polmoni  e  V  arteria  contengono 
del  sangue  ai  momento  della  morte  ^  e  che  il  colora^ 
memo  comincia  C  come  noi  pur0  abbiamo  ,  veduto  J 
dalla  membrana  intema ,  e  penetra  bentosto  nella  mem*' 
brana  propria.  (Nouvelle  Bibliolh.  medie.  Ili  anneé, 
oclobre^  iSaS.  ) 


•v 


io 

diàtesi  ^  siimela  t  ài  iniUEione  ollrapassa  il  novànUi 
per  cento. 

Panni,  inoltre^  avere  osservato  in  qneslVanno,  che  9 
genio  flogistico  ,  a  preferenza  di  tutti  gli  altri  tessali, 
o  sistemi  dell*  iftdividno ,  colpisse  il  piò  dell«  volte  il 
aerveo   (i),  e  specialmente  il  cervello   ed   il  midollo 


(i)  ib  aveva  di  già  scrino  ta  framme'bmve  notiua, 
aUonfuahdo  ^onobhi  la  Nota  del  chiarissimo  sig.  dot» 
ior  Belllogerì  fulT  Opera  del  sig.  Pesportet.  Mù  eoa»- 
piaccio  infinitamenie ,  che  le  osservazioni  di  codesto 
medico  francese  concorrano  pienamente  a  convalidare 
alcane  proposizioni  di  questo  mio  scritto  :  e  molto  più 
me  ne  compiaccio  ^  che^d  chiarissùno  sigé   dtJit.   Bel* 
Itngeri ,  facendo  menzione  delle  sue  importami  opere, 
e  di  varf  altri  autori,  abbia  provato  essete  gli  Italia'* 
ni,  che  fissarono  i  primi  V attenzione  dei  pratici  sui* 
F  imponente  patologico  std^ietto  deW  ii^ammaziane  del 
midollo  Spinale  e  sue  propagim'.  Ma  y  bramerei  dhe  a 
me  pure  venisse  accordato  ingerenza  in  sk  importamtm 
argomento  ,  se  co*  miei  ragionamenti  ^  colie  mie  seo» 
perte   nella   balnearia ,  e  con  il  clinico  esperimento 
susseguào  da  èsiti  fortunati  y  ho  potuto  per  T  addietro 
k^rire  e  ragioni,  e  prove ,  di  quanto  si  va  ora  san» 
zumando* 

In  tutu  i  miei  scruti  stampati  dal  1818  in  avanti 
(Y.  Naovo  Stabilimento  ecc«  Lugano  i8j8.  a  Pto«> 
spetto  clinico  ecc.  Milano  1819.  ?s  Della  maniera  di 
fondare  y  dirigere  e  conservare  un  Istituto  baloeo-sani* 
tario  ecc.  Torino  i8aa.  s  Ricerche  Fisio- patologico-^ 
cliniche  ecc.  Tortona  i8a5.  )  si  trovttno  sparse  ùèdu^ 


SII 

f|iiiMle.  La  maggior  parte  cUHe  sleas^  io6aminazioiii 
del  tobo  gastro-enterico  ,  del  fegato ,  dell'  Otero ,  della 
Teidea ,  e  di  -altri  visceri  ricooosceyano  tal  pevritiea  ò- 
rigane,  la  quale,  caparbia  ptii  che  mai,  si  maBifestarn 
spesse  fiate  sol  declinare  delle  flogosi^con  dolorose  re- 
crudescenze lungo  r  andata  dei  plessi  e  rami  nervosi 
.  animatori  del  -viscere  colpito ,  sino  alla  loro  inserzione 
nel  cervello  o  nel  midollo  :  e  tal*  altra  volta  con  pa^ 
x«ti>  o  con.  Jiltti  nervfli  pervertimenti. 

In  tutte  codeste  restanze  di 'nevriiieo  pervertimento, 
abbenchi  non  apparisse  pi&  ombra  di  febbre ,  ne  vi 
lessero  sufficienti^  indìej  di  viziata  sessitura  organica  ^ 
pure  fii^  sempre-  mestieri  calcare  la.  via  curativa  «a^ 
ttMUte  con  diminuzione  di  movimento  di  viu  per  tempo 
illimitata,  onde  poter  conseguire  felici  risoltamenti» 

Ne  valse  q«vi  il  rammentare  (jaelle  primordiali*  ed 
sipparenli  infiainmasioni ,  spesso  dolorosissime,  ed  a 
ceaaoBe  di  già  spieghta>  ove,  non  essendo  ancora  nos« 
aMlmeute  leso  un  organico  tessuto,  n'  è  forza  derivare 
tutto  r  orgasoHS  da'  semplice  irritaaione,  espressa  per 
anco  entro  quel  circolo,  di  salutar  latitudine,  che  la 
natura  seppe  riserbarsi  in  ogni  individuo  ;  ed  ove  tal- 


tioni  leorico-praiiche  comprovami  F influenza,  e  spessa 
volte  il  predominio  della  mielitide  e  nevrùide  so^a 
mólte  affeùoni  del  torace  y  delf  addome,  e  di  tutta  la 
macchina  \  e  le  guarigioni  di  ostinate  fleì^oH  e  ìtóyral* 
giè,  in  dette  opere  descritte ,  ottenute  dei'  bagni  ci»-' 
nogemtti  e  torpenti^  e  coi  sétoni  lungo  t  andata  e  più 
vicino  fòsse  possibile  alla  sorgente' dei  principali  nerfi 
dtf  viscere  meiesmo ,  ne  fannQ  ampia  fod$k 


/ 
:i2 


voha  V  oppiò  j  qual  seSabte  dispotico  del  grave  e  do- 
loroso perlurbameoto ,  ed  anche  an  tratto  di  s^ra-ec- 
cltazione  provocante  indirettamente  una  orisi ,  e  la 
slessa  acopuntura  possono  in  pochi  giórni  ,  e  -  qual- 
che fiata  in  poche  ore,  troncare  nna  malattia ,  che 
trattata  colla  medicina  as[)ettativa ,  in  breve  tempo  sa- 
rebbesì  radicata  a  periodo  neoessarìo. 

Tatto  questo  può  accadere  q«atche  rara  voltarle 
forse  più  facilmente  in  alcuni  temperamenti  di^  sorAa 
reazione.  Ma>  io  confessò  il  veroyche  avendo  lai  modo 
corrisposta  troppo  'di'  rado  a'  miei  Toti  nelle  esaltaaioni 
dolorose  delle  croniche  malattie,  non  so  decidermi  ad 
esl^oderio  in  totti  qnei  casi  acuti  ,  -nei  qnaK  ,  c«lb 
reazione  piit  o  meno  permanente,  veggo  andar  d'ac- 
cordo nna',  rdativamente,  maggiore  espansività  di  ani- 
Ino  ,  anzi  che  T  avvilimento  del  paziénle. 

Non  è  scopo  di  questa -breve  cliniea  Notizia  il  ten- 
tare di  rendere  ragione  della  moltiplicazione  di  cotanto 
tnicidiale  malattia  predominante  nel  sistema  nerveo^ 
che  pur  troppo  si  scorge  dr  già  comune  nella  maggior 
parte  del  nostro  Continente;  e  desidero  che  qualche 
genio  scrutatore  giunga  felicemente  à  ratificarne  lo 
cause ,  mentre  io  limiterommi  a  quivi  descrivere  quanto 
mi  parVe  avere  riscontrato  di  più  opportuno  per  de- 
bellare siffatti  morbi ,  e  le  loro  conseguenze.  E  Vorrei 
lusingarmi  di  fare  cosa  grata  a'  miei  colleghi ,  se  tes- 
serò di  volo  la  storia  di  alcuni  casi ,  che  mi  sembra- 
rono i  pia  importanti  nel  novero  di  tutte  le  malattie 
state  curate  nello  scorso  iSs^S;  nel  senso,  cioè,  che 
mi  sono  sempre  proposto ,  di  npn  volere  con  essa  ri- 
ferire dei  dogmi  scolastico-pratici ,  ma  bensì  dì  subor- 
dinare  al  clinico,  sapere^   ed   alt  erudizione   de' miti 


a3 

eompagBi  drarle  quelle  variazioni,  che  il.  poiifo^ine 
genio  palplogico  AfQigeiite  la. oosUa,  specie  noa  ces3a 
ogni  aiia0.d':ii\U'ttder^  fio.  di  tiUte  le,  4*^tcoade^  oote, 
diftctfsse,  e  gvèi  cli^sifiGate.  msilaltìe«  .  .     ..     i 

Seaipc0  [^emtlt^do  >  che  le,  saurauQO^^dì  sangue 
per  la  veoa^  e  gli  eroici  de^piiinemiy  ia  Oogpsi.grav« 
con  reazion  spigala.,  colle  sangvigoe  capillari,  |  ed  i 
deprimenti  «ed  evacuaoti  ad  anione  jsp^cifico^letiiva  sul 
vò^c^re  di  preferisoM  affetto ,  deggioiicb  «ei  debili  mo» 
di  9  «  soitoi  le  relative  comper^aatiooi  foroi^re  il  pardiae 
delle  ettroy.  io  dirò^  cl^e  i  bagni  vegetali,,  cianati  e 
torpentì  portarono  lap^lm^  imm^diat^mei^e .  dopo  le 
cacciate  di  sangue^  e  spesse  volte  n^  jbilainciaronoj^  se 
pure  non  ebbero  ad  ecliasam^  1'  eSic|w;Ì9- . .  .    ., 

Nelle  flogost  poi  nevritiche^  ai  no^Ui  di  comuni^  e 
Delle  loro  croniche  reliquie,  ^Uaer^i  soddisfacente  cosa 
r. osservare^  come  si  mitigava  ^U*  istante  nel  m^n^io* 
naito  bagno,  il  morboso  complesso.,  p^  de^Jiiciare  quindi 
ifttierameiite  a:  gradi  «incroni  KsoUa  loc^a  del  metodo 
carati  vo  ch$  «ì  andava  ÌQipi|iig(|iidct«  ..... 
.  Tali  fortunati  esiti  dall*  oso  dei  bagoi  v^egeiali  ci^f^tì 
e  torpenti  mi  costrinsero  a  piiescindere  in  tutte  ,le  fio* 
gosi olente  ed  acute  dai  bagni  minerali  dVògi»i  spieicie, 
)a  cui  efficacia  in  simili  malattie  non  «qiuvale  ad  un 
atsto  dei  vegetali  rdi  cui  parlo,,  per  rjserv^rH ,  e  par- 
-tìcolarnoente  .sotter  forma  eli  vapore  e  ^fuiniga^toae^  nei 
.casi  <d'  impetigini,  o.ve.lo.  «olfo  ed  i|.m«rcji^;-io  «ampego 
gi^no  con  specifica^  ed  incomparabile  facoUà*  ; 

Per  lo  st^so  motivo  bo  creolo  .di;  sostitvirje  alle 
«cq^e  saliu^-evacii^nti ,.  siccoas^.  quelle,  di  Sedliu,  M 
Jftecoaio  ecc.  ecc, ,  un  siroppo  cianato-purgante  .  nella 
icura  di  udì  fjoomalali^.per  dc<;imare  il  flogisuco  £»mi- 


H 

te  coB*  azimie  calnante^  e  coH'  cvacaanone  alvìnt  uA 
un  sol  tekopoy  e  con  esito  di  gran  Innga  più  ieliGe. 

Un  altro  in,ezzo  curativo,  slato  in  ogni  teoipa  rs* 
lutato  éai  clinici,  e  cke  ni  è  forza  di  qoivi  ealda- 
menta  raceomandare  ,  perchè  primeggia  sopra  ^U 
altri  nel  vincore  gli  ultimi  avanzi  cMle  flagosi ,  <  spe- 
cialmente provenienti ,  od  assoldiate  a  nevrilieo  perver- 
timento y  ci  vieh  procurato  dalla  fermaaione  dr  mi 
emvntorioy  sul  6tte  della  cura,  quanto  più  si  può  vi* 
cino  air  origine  dd  predominante  plesso  •  nervoso  del 
viscere  affetto.  Tale  metodo ,  cb'  io  dovetti  jiconoséere 
fra  i  pi&  valenti  y  non  solo  nel  dissipar  e  i  residui, 
come  dissimo,  ma  a  gtiarantirci  eziandio  dalle  redéi- 
ve  di  codesti  malori,  d' ordinario  dispiace  agli  amma- 
lati :  ma  quando  si  giunge  a  couvincerii  con  dei  fatti 
dimostrativi  (  e  non ,  è  molto  difficile  per  un  clinico 
avveduto  che  voglia  occuparsene),  che  la  cessaaione, 
anche  soltanto  precaria  delF  ordinaria  cura ,  lascia  luo- 
go all' ingrneoaa  della  primiera  morbosa  vicenda,  pie- 
ganp  dessi  ai  nostri  consiglj ,  ed  abbiaoio  cosi  la-  già* 
naie  la  eonsélaaione  di  vedere  stabìK  e  permanenti  i 
risiillati  delle  nostre  cliniche  iatiche. 

Paraplegia ,  Eclampsìa  e  Tetano  dst  vitio  tmàUtko, 
*— •  In  seguito  di  parziale  subdola  mielilide  si  svilup- 
parono in  illustre  Dama  di  florida  elii  feaeste  censo* 
guenze  di  paresi,  anomalie  narvali  fino  all'  eclampsia 
e  tetano  ,  affezioni  gastro-epteiricbe  di  varia-  fibrma , 
e  consuoaione. 

Essendo  riuscite  infruttuose  le  tante  cure  da,  essa 
sosteìiuie  per  cinque  anni  di  seguito  in  Pol<tfiia,  in 
Germania  ,  ed  iu  Toscana ,  sempre  dirette  contro  le  malat- 
tie che  si  manifestavano  negli. organi;  ^  sotto  1^  forme 


a5 
envBciate  y  giaBie- «H*  loititiil»  nm  nel  Maggio  i8t5> 
co}u  da-  pafiaplegìa ,  ^e  nel  colmo  de'  «moi  ff^mmétsà 
tnalofi.  ^ 

Dal  oamplesso  dei  eiatomi^  dalP-  esifò  ^4^.  eiue 
praticale  y  e  sopra  tutto  daUa  osaervanone ,  che  qua- 
lunque einoziooe  d*  animo  >  ed  anche  le  lòtti  imprea- 
aìorn  fisiche  praticale  dai  dorso  in  sii,  e  che  poteano 
per  conseguenza  commerdare  col  sensorio  cornane  setiza 
interessare  diretta^oMote  la  purte  del  midollo  «chVio 
sospettai  colpevole  |.  andavano  esenti  da  morbose  #ea- 
aìoni^  menCre  un  gastricisaao  ,  un  clistere ,  una  pressio« 
M. ferie  al  ventricolo,  od  a  tutta  le  superficie  del 
isorpo  rlsvegUavaoo  il  pi»  delle  volte  ecclampsia*&. te- 
tano >  coachÌMsi  dipendere  la  morbosa  congerie  da 
viaio   mielitioo  ,   e   sotto   tale  indicazione;  impresi   4 

Ridotta  l'aoraialata  al  minimo  movimento  dì  vita 
e  colla  dieta  acqfteo-vegetale ,  e  con  tutto  il  restiate 
dril*  igienico  corredo ,  diedi  di  piglio  ai  ba|;ni  cianati 
e  lorpenti  ^  ed  al  spoppo  pure  cianaio  e  purgante  (i). 


(i)  Per  fotmare  H  bagno  àianogenatù,  od  àzò-car* 
èuraio  contiene  procurarsi  il  cianogierio  dai  vegetali 
lAe  mUturdmùrute  ne  coniengoho  U  radicale ,  qudli  sono 
H  ìauto-ceraso ,  il  pe^co,  le  mandorle  amare' di  al» 
€uni''frmd  ecc^ 

V  ordinaria  medicazione  di  un  bagno  corrispónde  a 

quattro  once  di  acqua  coobata  ciahogenata.   Si.  passa 

poi  a  maggiore  y  o  minóre  saturazione  ^   a  seconda 

^  àeff  età ,  deiTimprestionabih'tà  dell' individuo  ^  e  delle 

idiffèrenU  condizioni  morbose. 


aO 

Qmisi  tottie  per  ineniteffaia'-bftsrairoDo  a   priAir  giorni 
di'  cura  ad  impor  tregua  al  male>»eiitrc  9&  graduato 


^4p«ii*— i»ii  ■Hill         ■»—^lfc>»—a*i— >*<—*■ 


iSi  Téfiéfe  torpente  il  hagno'y  etAlaggiunia  ài  ^fueUe 
sostanze  vegetali  che  pos$»dono  ana  simile  viiiosw  e 
sedante  proprietà.  Gli  aconki^  le  cicute,  i  ^ust/uiamii 
£  solanij  alcune  latiuché  e  pruni,  ed  aUre  pian^  pos- 
sano Servire  alTuopo:  ma  io  trovo  prefer&Ue  sotto 
tutti  i  rappòrti  i/ Datura  stramouintn  ^  e  la  dose  per  una 
saturazione  semplice  del  fragno ,  è  formakz  dalla  solò* 
zCone  di  un  oncia  et  estratta,  oppure  da  i  bòbre  di 
satura  decozióne,  da  aumentare ,  o  diminuire,  a  nor- 
ìna  delle  circostante  descritte  nel  Capitolo  precedeme. 

Si  praticano  poi  alternativamente  le  acque  cooèfàte, 
gli  estratti;  le  infusiprti ,  o  le  decozioni  sceverase  dalla 
clorofila  ,  ed  anche  i  radicali  akaèiiU'^  Ci* ^^oHitùsa, 
T  atropina ,  la  daturiria  èci^.  ecc.J  per  comparitre  eòi 
maggior  possibile  sincronismo  la  loro  particolare -mo^ 
dificazione  di  forza  medicamentosa  al  genio  speci/i^ 
camente  variante  della  stessa  malattia ,  dietro  i  risul- 
tati  deU' esperienza  e  délC  osservatìone. 

Il  strappo  cianogenatO'pùrgante ,  cheneUa curadelh 
croniche  flogosi  e  nevralgie^  e  precipuameritm  MtfuMe 
del  tubo  gastro  enterico  ho  sperimentato  utilissimo^  n, 
causa  della  simultanea  azione  catariico-sedanse  che  va 
esercitando,  io  lo  faccio  comporre  aggiungendo  ,  a 
freddo,  ad  ogni  *Ubbra  di  stroppo  di  senna  preparato 
con  sei  dramme  di  queste  foglie  ,  tre  once  di*  emu^ 
éione  di  mandorle  amare ,  e  sei  gocce  di  acqua  còO" 
tata  cianogenata  :  e  la  dose  ordinaria  in  tali  cure 


acct^sccmeaio  di  esw-  per.  ubjxmA  comeenM^  >  àw> 
alla  sestapla  tsutfaziosie  dek  b^ffàa  Q^.^Q!nict>  .ed  a 
sei  ore  di  durata,  vinsero  affiitto  la  malaltia^.  e  resero 
i' jmnaiafa  t»f)ace  -di.iMSfije^aire'  per  aleunfl.  nùgiiai. 

Ud  altro  mese  di  cura  in  decUnazioue  regolare , 
c^H^apprksaaioue  dii^&  Betoae  al  dorso ,  Vicrsa  ia  sor- 
tita dei  nervi  splanenici  y  da^  dove  amava  ioìkr  dipen- 
dere, tutta  la  sene  dei  §iMf  gasU^-enterici ,  ja6sÌQQKi&  la 


f       <^  I  ri'  ■*!  •    1  '      il  I  I     i'é    1^1  ■  ì'^ii    «ui4w 


.è  dalh.4He  0Ua^^ei:Ows^:4àl  gfornoy  sempre  ^oi^g^,  |e 
variaziaìH  pA  sopra  desoritifi^ .  ..  .  .  ; , 

Jn  conseguenza  dei  paragoni  dà  me  insiituài^  sp^- 
dàhnenie  in  questi  ulUmi  diciou*  anni  di  clinica  dopo 
-la  fondazione  del  mip^Siabilinteiitpjf  posfq  fr^mc^i^nfe 
assiaarare  i  miei  coileghi  j  che  nella  cura  delle  lente 
fio§osi*e  nevralgie  9  cfie  formano  la  base  dei  (juaitro 
jfuind  delle  ^maloiiie  eroiche  ^  le  prfiparazw^  test^ 
mtens^ùmaie,  pre^^on^o  d(  ff'aik,  lunga  in  eJjpqqQid  a^i 
altri  mezzi f  non  esclusi  i  bagni  e  l^.  acque  potabili 
minerali,  tanfo  figurali ^  ^he [artrfattp.  »,  ■ 

Ed:  ave.  si'  pisana  jcaf^venes^lnieraa  assQciare  tutti 
gli  'Oltri  esirapu  dì  un  ciompi^  metodo  curativo ,  dì 
cui  parlai  qui  sopra  i  e  dove,  sotto  la  garanzìa  di  u^ 
purissima  crasi  iFaria,  s^  possa  circoscrivere  F  am^ 
malato ^  tanto  per  la  dieta,  quanto  per  tuuo  il  re^ 
stante  delT  Igienico  regime  ad  [un  castigato  esercizio 
di  vita ,  si  giungerà  sicaramente  a  togliere  dal  novero 
éegH  incurabili  vna-  ragguardevole  quantità  et  indisi- 
dui}  a  re^ituirli  utUi  a, sé. medesimi  ed  aiia< società». 


i 


cura  f  e  «gwiTtiiA  Paogianliita  oel  mr> •ritoVno^  io 
aia ,  dove  ^nuMe  ftUflameote ,  e  penoata  appieno  di 
do?€re- guardare  il  regime  di  vita-defieieiitey  e  man* 
tenere  aifppiiraiite  il  telone  pernn  anno  almeno,  « 
«odi  mnimire  nna  imova  conire^abitodipe 'igieDica  in 
opposizione  atta  precedente- patologica ,  onde  poter  to^ 
iistere  alle  comuni  recidive  di  talr  cronici  morbL 

Vivo  ceno,  che  la  convinzione  di  questa  illastre 
Dama,  secondata  dall*  esito  felice,  manterrà  coaaote  in 
essa  l«i.  il  propopimentp  di  con^nare  nel  prefisso  re-^ 
girne,  e  tutelare  in  tal  modo  a^^se  stessa  rottemta 
gnarìgione  ,  ed  alla  sti^rìa  medica  ^mmportante  caso  ; 
e  me  ne  porgono  di  ci&  pegno  sicuro  le  notine  che 
ella  mi  trasmise  a  varie  Riprese  daHa  sua  patria,  di 
CSI  ne  riporterò  qui  alosni  tratti. 

Da  Yiemia,  5. settembre  i8aS» 

Ma  satitié  e'  est  y  non  senlemeur 'merveiU 

lensement  sootenoe  dans  tout  le  eoars  de  «Min  vòy^ 
gè,  mais  elle  est  encore  àméKar^^e.  Mon  estoteac  de^ 
vient'de  jour  en  jour  plus  calme,  et  lons  mth  nerfs 
sont  demeur^s  iDseosibles  à  tonte  influenee  delsltfga^ 
d*  emotion ,  et  méme  de  cbangeiàent  et,  ténipM^ature , 
quoiqoe  mapeaus'y  Itouve  singoliérement  seosMe  ec 

Da  Cral:ovia  ^  d5  settembre  i8s5« 


«     •    ♦  » 


La  contiDuatton  de  «na*  boteue  aanfté  «e 

fait  qu*augmenter  mes  seoiimeos.  de  recofmiHisaiiceA 
pouf  vous ,  à  mesure  que  le  tams  et  la  diUaQcr  ma 
separent  j^ìus  d'Oieggio.  Mou  ettomac  cVast;  lieuion* 


MMiil  TtgW'i  flit  mes  tter(soBÌ.tl)parfril€liieQl  calmes, 
qse.  ]«  oeles  seos  {difs  ébttaié»,mèm^  fàtées  fi>rte»«iiM- 
fioiM.  Mes  Cmtccs  me  senredt  li  ravtr,  et  |>crfl0iui6 
a'  est  plot  tentij.  de  trcmvef  4  fedire  au  régkae  ^  qoe 
j*  obMTv  «vai  '  ioay«n^  KivpttleineiiieM  laal  q«e  Tesa 
ao  aaceaoailaeB  U*4aé6eliiié  téle.        ^    > 

..Da  PlawoviZ|  i5,noveo9ihre  i8a5. 

r  ^  «..•••  Je  ^oat  don  noe  vie  tool  nesteUe.  Mn 
aaat^  se  perfactioooe  de  pbn  co  pliis  comme  vous  me 
Kavee.priMit^  lertqo*  eooliaiil^  de  me  •  lentir  delivrée 
de  mea  rnanz  cnids^  je  ne  m^  tmagioaia  phu  qat*  dkr 
posse  &ire  eneoie  dea  protgrés  eie. 
i.  Gèstro- Enéero-C&tituk  0  paresi  tmi^wséde  da  vixta 
nddkico.  -—  Un  altro  caso  non  dissinùle  dal  preoedén* 
te,  se  non  per  la  sua  maggior  gravezsa,  per  una 
aiaggiore  estensione  dì  sintomi,  e  per  «n  precipkoao 
andamento ,  tiene  rappresentato  da  api  Signore  robusto 
e  di.liresca  etliy  che  trovasi  tnttoca  sotto  la  diresione 
sanitaria  deli* InstiUito,  e  prossimo  alla  sna  per^Btta 
gwarigione. 

Un  apparato  d^talia«maKÌoiie  ealesa  a  tnlti  i  visceri 
dal  basso  ventre  ci  eoslriiige  ad  no  eroico  e  sollecito 
metodo  deprimente,  con  molte  soliraàloni  di  saDgne 
dalla  vena  e  daUe  catCb  Allofcfaè  ci  parve  domalo  lo 
stato  acntissimo  di  flogosi,  scorgiamo  paresi  di  vescica 
e  del  tnbo  intestinale',  che  tosto  ci  mette  sospetto  di 
latente  mielitide,  cassa  di  tanti  malt^  e  mentre  sotto 
la  salvagnardia  del  giornaliero  cateterismo  spingiamo 
il  metodo  antiflogistico,  coi  bagni  cianati-torpentì  ezian- 
dio, specificamente  diretto  allo  spinai  midollo,  arri- 
viamo  finalmente  a  vincere  f  infiammazione  dei  visceri 


5« 

che  8é  ne  matiifraurni»'  colpiti  >  wjfgitm  ebmpuke 
generale  la  pareli ,  non  «tdaae  perMbo  le  'Soperiori 
«rtremìtà.  ' 

'  Qaakhe  tratto  «acofa  di  vilidD  tràtlameotO'  depri^b 
«lente  seioglie  il  nunaccioso  iosnlto  ontrtrsale }  ed  ab 
lorchè  $i  giunse  con  esso  a  ridonare  perfetta- la  Mnsii« 
bìlttà  al  dermoideo  sistema  ,  a  procurare  una  parte  del 
movimento  a  tutto  il  corpo ,  ed  a  reprimere  con  m^^ 
do  ogni  aniversak'  e  parsìale  orgasmo  ^  si  fece  laogo 
all'  applicazione  di  un  setone  al  dorso  ,  h  cw  fiogofi 
e  suppurazione  artifiziata  y  combinata  alla  eontwn^ 
propinazione  dei  cianati-eracnanti ,  ipa  restitsendo.  per^ 
fetti  i  movimenti  air  ammalato^  giacché  per  tsila 
qtianto  concerne  la  àalote  dei  visceri  non  ci  resta  {lib 
naitta .  a  •  desiderare^ 

i  Gastro-Emera-PerkonAide  da  vizio  néfniiieOk  ^^  Stm 
tot  4AÈt  dopo* «ver  guarito  pev  tre  consecutive  volte,  ia. 
due  Illesi  y  itn»  gattro^enlero-peritonitide  ipergrave  ^  • 
vederla  sempre  recidivale  senza  tùanifesta  cansa  In  n» 
ۈpo  Doganiere  di  buona  costituzione  e  giovano  di 
ei2b,  che  nacque  a  noi  tutti  pensiero ,  di  doverne  4n« 
conoscere  il  fomite  In  un  vizio  nevritico  dei  visceri 
athmalati ,  e  probabilmente  sino  alla  foce  nello  <iprinab 
lìHdollo. 

*  Tosto  si  potè  lodevolmenle  sanzionare  fl  sospetto  ^ 
M  sottopóse  y*  ammalato  per  due  altri  mesi  a  nuova 
cmra  specificaÉieote  applicata  con  bagni  ciaoati-tbrpeip^ 
ti  il  «eì  ore  di  dorata  ^  stroppo^  danato-purgante)-  e 
eon>sangm'goe  capillarì  ogni  quarto  o  quinto  gìorB»>' 
protraendone  il  ìnetodo  sino  ad  lul  mese  dopo  l'ap^ 
parente  estinzione  di  ogni  aevritico  indizio.-  ma  la 
stitichezza  caparbia^   ed  noa  tensione  ^nperfieiate 


5* 

fic&tre  Mn  ceJeywid  ne  panlOfiiè  iI0c;q  9i  nostri  s&r- 
sì.  Si  afiplieaioiia  #Herft  fioe  «etoni^  odo  .per.  p^rte^ 
salP  addome  al  punto  che  si  esterna  la  prima  branofli 
elei  dttodectma  dorsale,  «t  non  passarono  qnaurp  ahro 
Àeuinuinei  cho^  anche  i  4cie  sintomi  renitenti  ^piegaionot 
imi.n»enle.         , 

:  'Data  ora  il  ^sio  mese  dalF  inslituzione  dei  setoni^ 
'coB^coBtinoaztotto  di.  regime   n  movimento  6siologico 
minorato '9  che  F  ammalato  gode   ottima.  ^Ii|te^   e  si 
trova  Timontato  al  suo   prianero  ed   elevato  grado  ^ 
iarse.  .       r 

AngioAùbdi  grosso  ut>ncQ  addominale.  sinmlatM 
émemsma. -'^'Vn  ÀhhMi,  d'anni  19,  edìbuona  oor. 
stituiioney  offre  alla  mia  disamina  un  •  tumore  profom 
do  sotto  al  ventricolo,  arditamente  pulsante. e  dolente^ 
eoo  palpitaftioac  di  cuore,  ioleumittenaa  di  polso,  e 
reazion  fisbbrile»  -  Domatone  lo  stato  acuto  in  poche 
•ettimaney  lussiste  1-iittiero -apparato  ^  meno  la  febbre» 
Protratto  il  metodo  a  due  mesi-  ancota  con  bagni 
èianato^torpenti,  «angttissighe  a  riprese,  digitale  ,  iiroppo 
cianato^urgaute,  e  regime  dietetico  aostertssimo ,  altro» 
non.  otteniamo ,  che  qualche  diminnsione  del  turapro 
e  «lUentamento  di  circolo,  ma  il  dolore- sussisto,  «In» 
pulsazione  tniffaccia  più  che  mai  :  né  fia  che  maggior 
ntile  te  ne  possa  ricavare  per  òa  altro  mese  in  seguita 
da  alternata  prestazione  di  acidi  vegetali,  di  variati 
torpenti  ,  de'  racccmaod^i  amaro-astringenti'  •e  dai 
^siicL  Si.  passa  finalmente  all'applicazione  di  nn  ae^ 
tene  «Ila  Tegkm  del  ventricolo,  e  batta  la  continua* 
aùnèé  del  stroppo  e  dei  bagni  cianati  coli»  diel»  >vegc<" 
tale  negativa  pel  tratto  di  nn  mese  e  mez%Q  a  rido«> 
oiar  saln^,  e  ìsi  pristina  forza  all'ammalato. 


5i 

•  OgDQiio  Mtà  penoif^^  non  cuore  M  $dh  pa» 
ioente  dal  telone,  che  dobbiam  nùsiinure  la  di  lui 
vtiliià  somma  nella  gaarigtooe  delle  leirte  flogosi  »  sp^ 
cialmente  aiigioitiphe  e  nevriticbe  :  ma  bensì  dell*  IO' 
iammaskme  artificialmente  iostitoita  in  nnovp,  e,  ret^ 
lativamente^  ignobile  tessuto  allo  scadere  di  flogosì  «cu* 
ta.  Si  forma  cosi  per  gradi  ona  specie  di  rivokisiono 
nella  disposiaione  molecolare  della  nostra  macchina» 
per  coi  (  in  correlazione ,  se  vogliamo ,  al  paragone 
colU  pila  VoUiana^  alle  basi  stabilite  degli  imponde* 
rabili,  alle  leggi  magnetiche  ec.  )  il  polo  morboso  ^ 
ibrsato  deviare  dal  nerveO|  od  arterioso  sistema,  che 
n'era  sopraccaricato ,  per  dirigersi  sa  ddl*  altro  tessntin 
resone  piii  idoneo  col  flogisti<^  artifiaial  amento,  li- 
anltatOy  che  fa  sempre  dai  pratici  conoscinto  solio 
F  idea  di  derivasione,  emnngimento,  coniro-iniCasioae^ 
aostitosione  di  processo  e  simili  :  mentre  col  segnilo 
del  r^ime  a  scarso  vitale  esercizio,  si  ricondnee  h 
macchina  al  suo  equilibrio  salatare. 

Gastro  '  Enterite  da  vizio  nevrOicù.  —  Esano  di 
già  passali  ondici  anni  di  reiterate  care  tanto  in  Smir-* 
ne,  quanto  a  Trieste,  che  una  distinta  Dama  Greca: 
avea  sostenute ,  senza  potersi  liberare  da  simii  gravo 
malattia:  ed  appunto  perchè  il  nevritico  vizio  si  irra^ 
diava  auir  universale  sotto  le  forme  adioamiche  le  pia 
imponenti,  ne  TammalaU  se  ne  persuadeva,  ne  i 
curanti  credettero  di  spingere  una  volta  la  4^ra  a 
segno,  dietro  1'  osservazione  specialmente,  die  at« 
coni  cimenti  di  legittimo  antiflogistico  regime  con  soè« 
trazioni  di  sangue,  aveano  peggiorato  di  molto  l'ann 
malata. 

Spari  la  larva  di   si  amico  morbo  al  penetrante 


53 

jB^ntrdo  dèi  célèbre  tKtiieò  Ai  Padova^  il  sig.  cavaliere 
Breira,  cbe  appena  potè  edaminare  Taintnalata)  a  me 
Vindmniii  per  rabir  cora  di  bagni  d'anali  con  analo- 
gbi  ioteroi  t'imedj>  e  regime  austero  vegetale }  e  noti 
ebbi,  infatti 9  che  di "^ seguire  fedélmente  l'indicazione 
dalP  esimio  professore  comunicatami  ^  pel  tratto  di  tre 
mesi  allo  incirca ,  per  vedere  ristabilita  in  salute  la 
Signora. 

In  tale  condisiofn^  di  salute  me  T, annunciò  U  Pro-- 
flessore  al  ritorno  della  Dama  per  Padova  :  e  così  me 
la  descrisse  suo  marito  da  Trieste  ^  tre  mesi  dopo  ella 
era  colà  arrivata. 

Prosopaigia  e  Cefaialgia  sino  d  de^rio  durante  ad 
tre  anni,  — ^  La  perfetta  intermittenza  di  qualche  giorno 
da'*  OH  accesso  all'  ahro  ,  le  anomalìe  nervali ,  non  me* 
no  che  T  intolleranza  dell' ammalala^  d'altronde  di 
discreta  costituzione  e  di  media  età ,  sotto  valido  me-, 
todo  deprimente  I  furono  le  cause  ^  per  coi  la  grave  e 
non  comune  malattia  deluse  fino  a  questo  punto  i  ten« 
tativt  di  una  dotta  e  circospetta  clinica. 

Fedele  io  sempre  a  quei  prìncipj ,  che,  il  piii  delle 
Toke,  anche  nei  pervertimenti  nervei  a  periodo  inter--- 
mittente  spiegato,  ed  a  condizione  relativamente  ipp- 
stenica  deli'  individuo ,  se  fia  che  nell'  orgasm<f  dolo» 
roso  égli  si  manifesti  sovra-animaio,  piuttosto  che  de«: 
presso ,  è  forza  conchindere  ,  che  per  locale  patolo- 
gica  aiedtfi[cazione  molecolare  venendo  decimato ,  od; 
andie  tolto  di  mezfeo  ia  quell'  angolo  il  mutuo  polare 
comnertio  alla  periferia  del  corpo  del  fluido  •  elettro- 
vitalti  le  di  lui  correnti  probabilmente  si .  convertono 
in  tensione  ed  isolamento  del  fluido' medesimo  ^  e  con- 
vinto •empre*  più  dati' esperienza  e  dai  fatti  ^  cbe  uno 

Afwali.  Fol.  XXXrUL  3 


54 

Stato  d»  armonica  vacQitk  artifizialmente  prpcntata  alla 
maccftioa,  i  il  più  idoneo ,  in  coi  Y  economia  animale 
'paò  sentire  T  infloenza  speci^ca   dei   praticati   rimedj, 
e  pai>  meglio   rieqnilibrarsi  nelle  sue  fnnzìom  ^    consi^ 
gliai  air  ammalata  qaanto  segue; 
•  Alla  dieta  acquea,  e  pres&o  che  vegetale ^  ^ volli  fii- 
^sser  seguito  gli  accessoi  j  igienici  tutti ,  mentre  ci  oc- 
cupammo a   mentenere   diulurnaoiente'  air  intorno  del 
di  lei  capo  con  rugiade ,  e  con  ablnKÌoni  diacciate  Qaa 
gradita  declinazione  dall',  atmosferica  temperatura  di  lei 
ad  otto   gradi,    I  bagni  .ctanati-torpenti    doravano    le 
cinque ,  e  le  sai  ore  al   giorno ,  ed   ascesero    gradata- 
mente alla  quintupla  saturasione  ;   ed  i   cianati    èva» 
coanti  interni  si  usarono  entro  i  limiti  della  tolleranza. 
Non  erano  passati  i5  giorni  di  tal  cora^  che   gli  ac- 
cessi si  erano  presso  che  perduti  ;  e  con  due  altri  mesi 
d' insistenza  curativa  acqoÌBtl>  la  salute ,  che  gode  an« 
che  in  oggi^  che  contiamo   quattro    mesi  dalla   di  lei 
partenza. 

Divido  la  soddisfazione  di  un  cosi  felice  successa 
col  sig.  dott.  Ferrerò  >  chiarissimo  prof  di  Chirurgia 
a  Vercelli ,  che  a  me  diresse  )a  Signora ,  persuaso 
della  necessità  di  dovete  eseguire  la  cura  per  principio 
sovra  esposta,  e  dell'  impossibilità  di  poterla  praticare 
in  propria  casa.  ' 

Né  vuo'  troncare  codesto  racconto  senza  far  palese  ^ 
che  in  casi  di  ostruzione  generale  delle  glandule,  e 
singolarmente  del  mesenterio*  ^  con  lienteria  e  consun- 
zione a  grado'  molto  inoltrato,  in  aggiunta  alle  cure 
minoranti  e  calmanti  sovra  descrìtte,  trovai  prevalente 
in  specifica  facoltà  V  acetato  di  potassa  e  di  ferro  sciot- 
ti  nel  siroppo  cianato-pnrgante ,   che  potei   sostituirei 


^ 


oo 


alle  preparA&iMìi  di  iodio,  di  barile ^^  ed  altfi  lilumU 
cùQ  esiti  felicissimi,  ed  al  coperio  di  tutti  quegli  ia- 
cidenlì ,  contro  dei  quali ,  e  per  la  dose ,  e  pel  lungo 
oso,  e  per  le  diverse  maniere  di  preparazione  degli 
.anzidetti  rjmedj  eroici,  forza  è  si  premunisca  il  clinico^ 
Uno  dei  piìi  iraportaoti  casi  d' ostruzioni  e  Henteria 
felicemente  guariti  nello  scorso  anno^  era  od  numero 
d«gli  ammalati  stati  quivi  diretti  dal  .sig.dott*  Mauro 
Ricotti,  rinomato  pratico  di  Voghera.  Conoscendo  egli 
da  varj  anni  alcuni  fra  i  mezzi  saoitarj  riuniti  nel 
mio  Istituto,  coi  pensa  accordare  la  preferenza  nella 
cara  delle  croniche  malattie  y  con  somma  filantropica 
premora  va ,  dal  novero  dei  cronici  alla  di  lui 
cura  affidati',  trascegliendo ,  per  indirizzare  a  me  quei 
tali ,  che  con  plausibili  induzioni  crede  ne  possano 
approfBttare. 


36 


TAVOLA    NOSOGRAPIGA 

del  te  malattie  state  curate  nell\  anno  i8a&  nM  IjtifiUo 
Balnea-Sanitario  di  'Oleggio. 


Nam.  ' 
delle  in- 
fermità. 

18 
8 

4 
6 

6 

XI 


5 
3 

X 


4 

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16 

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39 

3 

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i3 

3i8 


Mielitidi  e  Nevrilidi 
tiastro-Enterìtidi    .   « 

Metritidi  .  ' 

Epatilidi 

Artritidi  ..••••. 
BroD^'ii'Jtfdi  ;  .  •  • 
Angioitidi,  «Da  con  tumo« 
re  simulaDte  aneTrisma 
addondintilie.  •  ^  •  •  • 
Scirri  ali^ utero  •    • ,  •  *    * 

Cancri  alP  utero 

Sarcoma  o  Boprt  vegeta- 

siooe.    Tolamioositsiuu 

eotro  r  ipogastrio  . 

Induramenti  al  Tentricolo. 

Scro/ole   ........ 

Scon>uti  .  •  ^.  .  .  •  . 
Anassarca    .*•....« 

Idrotoraci •   • 

Idrotorace  ed  ascite.    •    . 

Paresi •.  •    •   • 

Amavrosi  sintomaticbe    . 

Disfagia 

Pellagre 

Prosopalgfe  •  •  •  •  •  . 
Lienterie.  .••.«•• 
Menorragia      • 

Psore    .    .    . 

Erpeti  di' Tarie   apecie  e 

grado 

Ragadi.  •.••...• 
Si6lidi  di  diverso  grado  e 

complicasioni  .... 
Oette,  con  idrargirosi  •  . 
MeTralgie  di  diTerse  parli 

e  diverga  forma  .  •  . 
Alienazioni  mentali  .    •  • 


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migliorate. 


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58 


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9 


5, 

Uso  della  Segale  comma  per  sollecitare   U 
,  parto  ed  anco  la  sortita  delle  secondine 
trattenute  per  difetto  di  eontraziont  u- 
terine  co^f  conseguente  emorragia. 

M^ura  della  Epilessìa  col  nitrato  d'argento;  del 
doU,  Lodovico  Balardinif  già  Allievo  dell'I.  R.  Istitato 
di  perfesìooamentò  di  YieDda. 

Se  utilissimo  alla  languente  amanita  è  quegli  che 
con  perspicace  ingegno  arricchisce  di  qualche  nuovo 
eroico  farmaco  V  arte  salutare  ,  non  mono  benemerito 
di  essa  può  dichiararsi  chi  i'  altrui  ritrovato  sottopone 
ad  imparziale  e  freddo  esame ,  onde  diètro  le  proprie 
osservazioni  e  sperimenti  o  smentirne  i  non  nieritati 
elogj,  o  confermarne  le  decantate  virtù. 

Egli  è  quindi ,  che  io  da'  primi  moménti  di  mia 
pratica  carriera ,  oltre  gli  antichi  farmaci'  di  azione  bea 
nota,  m*  accinsi  pure  ad  esperimeutare  i  nuovi 9  o  di 
recente  invenzione. 

Fra  questi  le  preparazioni.  d'/oiJfd  contro  il  Bron- 
cocele  (  malattia  comune  nel  nostro  distretto  )  m'  of» 
irirono  degli  effetti  veramente  meravigliosi  ^  la  ratania, 
si  in  decotto,  che  in  estratto  nelle  emorragie  passive 
e  flussi  abituali  trovai  essere  rimedio  attivissimo  ^  1'  a- 
celato  di  morfkia  mi  riusci  di  grande  giovamento  in 
più  casi  di  dolori^  jspasmodici  specialmente  di  ventrica- 
lo }  «  r  ago-pAntura  ne*  dolori  reumatici  semplici ,  ed 
in  un'iscbiade  di  recente  data  mi  recò  .tm  inimediato 
sollievo,  ed  nna  subitanea  sorprendente  guarìgiéne. 

Ma,  soprattutto  trovai  essere  rimedj  veramente  eroi- 
ci: i.^  la  segale  cornuta,  si  per  eccitare  le  doglie  del 


58 

parto  latiguentiy  che  per  favorire  Tespuhion^  deHl 
placenta  rims^sla  neU'  utero  per  atooia  di  esso,  e  con 
conseguente  emorragia ,  a.  il  nitrato  éC  argento  Ju^o 
(  0  pietra  infernale  )  contro  1*  epilessia  di  data  antica. 

Questi  due  medicamenti  m' oflVirooo  i  risaltati  delle 
itorie  seguenti. 

La  signora  Lucia  Guelfi,  dì  Breno,  d*  anni  67,  ma- 
dre di  nove  figli  periati  a  maturità  e  partoriti  natoraU 
mente  e  senza  soccorsi  dell*  arte,  il  giorno  t  settem^ 
hit  i8a5 ,  compito  appena  il  settimo  mese  di  gravi- 
danza venne  presa  dai  soliti  dolori  iprierì  del  patto* 
Quindi  si  fecero  gradatamente  più  forti ,  ed  alla  sera 
dello  stesso  giorno  sgorgarono  ie  acque  in  discréta 
copia  ,  ed  ebbe  luogo  puranco  qualche  lieve  emorragia. 

All' innoltrare  della    notte,  le  doglie,    in    luogo    di 

aumentare,  andarono    rendendosi  più  rare   e  più  leg* 

giere  ^  e   continuarono    nello   stesso    grada  nel    giorno 

susseguente.  Nel  terzo  ,   quaito,    e  quinto   giorno  scc* 

ìuaronp,  e  quasi  del  tatto    si   dileguarono   al   setlitno 

giorno. 

Durante  questo  tempo,  la  partoriente  aceosaTa  di 
sentire  costantemente  ì  movimenti  del  feto  ,  i  quali 
però  negli  ultimi  due  giorni  le  sembravano  assai  meno 
vivaci  del  solito.       \ 

La  bocca  dell'  utero  si  nel  secondo,  come  ne*  giorni 
successivi ,  era  della  grandezza  ài  una  lira  italiaoa  • 
gli  orli  della  medesima  assottigliati  jt  cedevoli;  e  pre* 
sentavasi  attraverso  alle  rotte  membrane  la  piccola 
lesta  del  feto,  la  quale  sotto  la  pressione  del  dito  si 
sollevava  alquanto,  indi  ricadeva. 

In  tale  stato  di  cose ,  conoscendo  di  troppo  insnfH- 
ceote  la  Qatura  ^  e  1'  ptero  io  uno  ^tato  ^uasi  d' iber- 


/ 


39 

«k;  considel^ndo  che  per  la  mancatiza  della  quantità 
necessaria  delle  acque  il  feto  stesso  dovesse  infine  sof- 
frire nocameoto^  e  mettendo  pure  a  calcolo  la  piccola 
siy^ma  insistente  emorragia,  non  volli  più  tempoieg- 
i;iare,  e  credetti  essere  questo  il  vero  caso  di  ricor- 
rere alla  tanto  decantata  segale  cornuta. 

Era  appunto  la  stagione  in  cui  si  batteva  la  sega- 
Je,  assai  esteaaioiente  coltivata  nel  nostro  distretto.  £d 
io  potei  in  persona  raccoglierne  quantità  di  cotesti 
grani  degenerati ,  detti  qui  volgarmente  denti  di  segale^ 

Macinata  in  polvere  finissima  ^  la  amministrai  alla 
nostra  partoriente  alla  dose  di  grani  venti  in  un  taz« 
cino  di  vino  bianco.  Poco  tempo  dopo  si  manifestaro- 
no indizj  deir  azione  irritante  del  rimedio  ,  indi  dolori 
ntetini  violenti  e  quasi  continui^  che  però  dopo  qual- 
che ora  divennero  più  languidi.  Le  feci  inghiottire  al- 
tri grani  quindici  ^  ed  i  dolori  ripresero  tosto  con  mag- 
giora veehienza  e  forza ,  e  venne  sollecitamente  in  luce 
vna  bambina  mediocremente  sviluppata  e  vispa  in  pro- 
porzione dell'età  di  mesi  sette. 

])  puerperio  andò  regolare,  e  la  bambina  vive  tut- 
.tora.  Essa  presentò  ir  cosi  detto  indurimento  del  tes" 
stuo  cetìtdarH  alle  polpe  delle  gambe ,  che^,  per  essere 
leggiero ,  non  richiese  l' applicazione  delle  sanguisughe 
raccomandate  in  simile  malattia  dal  chiar.  prol.  JW- 
iótia  (i),  ma  svanì  sotto  ¥  uso  delle  calde  conihca- 
EÌoni,  e  de'  bagni  semplici  universali. 

Marta  Beccagutti,  d'anni  3o  circa ,  madre  di  cinque 
figli ,  senza  alcuna   causa    manifesta    aborti   in   quarto 


(i)  Onjiodei.  Annah'  ec,  n,  82,  83. 


mese  di  gravidanst/  Chiamato  cinque  ore  circa  dop# 
r accidente,  trovai  che  non  erafto  peranco  sortite  le 
aecotidiiie  ,  e  insisteva  ^considerevole- emorragia.  Gkidi* 
canào'che  la  permànenaa  -  della  placenta  entro  1*  utero 
fosse  caasa  della  emorragia,  ne  tentai  col  metodo  so- 
lito r  estrazione,  ma  iirvaiio  ^  <hè ,  sotto  delle  forti  tra- 
zioni, il  fondo  dell'utero,  in  laogo  di  contrarsi,  si 
rovesciava  seguendo  gli  sfòrzi  della  mano.  Provai  il 
metodo  del  prof.  Asdrubah(i)^  cioè,  portatala  mano 
-entro  1'  utero  cercai  colla  punta  delle  dita  di  staccare 
gradatamente  la  placenta  dal  fondo,  cui  era  tenace- 
mente abbarbicata ,  ma  ogni  mio  tentativo  fu  vano. 

*  Vedendo  che  anche  sotto  tali  meazi  Y  utero  non  si 
contraeva  punto  y  mi  appigliai  alla  segale  cornuta.  La 
prima  dose  sommiqistrata  nel  brodo  venne  rigettata  , 
e  ne  sostituii  altra ,  che  sciolta  nel  vino  bianco  venne 
TÌtennta  ^  in  poco  tempo  svegliò  de'  forti  dolori  ute- 
rini ,'  sotto  i  quali  venne  effettuato  prontamente  il  di- 
stacco, e.  l' espulsione  della  placenta,  e  conaeciìliva 
cessazióne  totale  dell'  emorragia. 

*  In  altro'  caso ,  in  cui  al  terzo  giorno  dopo  il  parto 
la  placenta  non  era  peranco  sortita  ,  V  utero  sentivasi 
'floscio  ed  espanso  con  mancanza  totale  delle  doglie 
'seconde,  ed  insistenza  di  qualche  emorragia^  e  la  puer- 
pera per  soverchio  pudore  ricnsavasi ,  che  le  si  met- 
tessero le  mani  addosso:    ricorsi   all'uso    dello   stesso 

formaco  alla  dose  di'  grani   trenta,    e  n'ebbi    pronto 
ravvivamento  de'  dolori ,  e  Tespuliione  completa  delle 

accendine  con  ottimo  puerperio. 


'  (i)  Trauato,  di  Ostetricia  teorico-proiica  ^  voh  V^ 
Roma  i8ix 


<* 


^        4« 

Qaesti  tre  casi^  «Itre  «IP  appoggiare   maggiórmente 

la  virtù  meravigliosa' della  segale  cornuta  nel  soUecita- 

'Fe  il  parto,  comprovano  pare,  la  sua  efficacia  •»  caso 

.di  permanenza  della  placenta   aeli'  utero ,  e    di    emor* 

ragia  per  diletto  di  contrazioni  uterine. 

Ho  poi  osservato  in  due  casi ,  che  la  segale  cornuta 
amministrata  nell'  acqua  »  o  nel  brodo  venne  dopo,  po- 
chi minati  rigettata,  ma  che  tale  inconveniente  non 
avveniva  dandola  nel  vino.. 

L'  uso  della  segale  cornuta  non  è  del  tutto  nuovo 
4ii  Italia  y  come  comunemente  si  crede.  Certa  Caterina 
iYielmi|  vecchia  levatrice  di  questo  paese,  la  adoperisva 
già  da  parecchi  anni  ne'  parti -stentati,  e  n'  aveva  ap- 
preso r  uso  da  altra  levatrice  di  già  morta  di  questi 
dintorni. 

Le  speriense  del  dott.  Semeruim  di  Napoli,  del  ce- 
lebre prof.  Brera  (i) ,  e  del  dott.  Kruger  (a)  m' indus- 
sero a  tentare  V  uso  del  nitrato  d'  argento  fuso  nel  se- 
guente caso  di  antica  epilessia.  , 

Cateriu»  Ronchi,  di  Breno^  d'anni  ai ,  di  costitu- 
zione fisica  gracile  e  dilicata,  diede  sino  dalle. &8cie 
iudizj  di  affezioni  convulsive,  e  d'insulti  epilettici,  i 
.quali  col  crescere  dell'età  si  resero  ognora  piii  Jre- 
queoti  e  più  gravi. 

Giunta  alla  pubertà  non  ebbe  dalla  comparsa  della 
jnestruazione  (  che  continuò  mai  sempre  regolare^  ben- 
ché ^ssai  scarsa  )  lo  sperato  sollievo.  Ami  gli  accessi 
epilettici  oltre  quest'  epoca  sì  fecero  ancora  più  gravj , 


•M 


(i)  ProsffeUo  clinico  deiVatmo  scolastico  iSai-aa. 
(9)  Omodet.  Annali  universidi,  ec.  n.9  93,  93. 


4< 

per  tempo  maggiore  continiiare  la  cnra:  sapendosi , 
che  nel  caio  rifinito  dal  lehiarìttimo  prof.  Brera ,  H 
trattamento  durò  per  mesi  %e\  e  mer^b  circa ,  e  in 
quello  del  dott.  Kriiggr  per  un'  intiero  anno,  còl  con- 
a«Bio  non  già  di  doè  dramme ,  come  nel  caso  nostro  ^ 
ma  di  [un'  «noia  ^' tre  dramme  ed  uno  acropolo  di 
nitrato  d'  argento* 


Caso  di  pietra  uretra-vaginale  estratta  dal 
dott.  Angelo  Macario^  chirurgo  nelT  O* 
spedale  cince  maggiore  di  Milano*  (con 

^    una  Tan^olaX 

JLiA  litotomia  è  una  delle  operaeióni  su  la  qnale  si 
esercitò  specialmente  il  sénno  dei  piii  celebri  nomini 
doirarte.Biffieile-,  infatti,  e  pericolosa  è  tanto  per  gli 
ostacoli^  che* si  Ueontrapo bella  loro  esecnaione,  quan- 
to per  r  iacertezaa  de^  suoi  risultamenti.  Non  sono  an- 
cora sopite  le-  dissenziotti,  alle  quali  fut'ono  spinti  in- 
gegni .preclari  dallo  zelo  della  verità  onde  rendere  più 
Sfidila  y  '  e  .pìii  sicura  la  mano  del  chirurgo  in  simile 
operazione.  Se  non  che  gli  amici  dell'umanità  &nno 
voti  iperohè  cessino  le*  troppo  acerbe  parole,  che  la 
scienza  non  possono  mai  £ar  progredire  di  ón  passob 
Sono,  i  fatti  che  preceder  debbono  i  '-ragionamenti ,  a 
la  scienza  -medico-chirnrgica  altro  migliore  appoggio 
non  può  avere  che  la  moltiplicata  osservazione  di  latti 
ben  avverati.  Perciò  lode  a  -me  sembra  meritarsi ,  chi 
le  risnllanae  di  sua  speciale  esperienza  altrui   disvela 


^ 


/ 


•      «5 

neir  imeodiihiento  d' innalzftre  no  lembo  del  velò ,  om* 
cai  Qfttara  copresi  di  sovente  all'occhio  del-  neofito^ 
suo  amatore.  Per  siffiiita  riflessione  ho  iotrednto  mio* 
dovere  il  fare  ili  pubblico  diritto  una  «ingoiare  ossero- 
servazione,  che  mi  si  presentò  nell'Ospedale  Civico 
Maggiore  di  Sfilano ,  e  che  per  la  sua  novità  «ii  pAP 
degna  di  fissare  T  attenzione  degli  stoiliòfi»  che  si  iii^ 
leressaQo  nelle  cose  della  litotomìa. 

Trovansi  nelle  memorie  lasciateci  dai  grandi  uomini 
dell'  arte  esempj  di  xalqoli  di  una  certa  grossezza  bt* 
restali  nell'uretra,  e  di  là  con  var)  modi  cavati.  Si 
osservano  nel  maschio  piii  di  frequente  che  nella  fem< 
mina ,  atteso  la  brevità ,  e  maggiore  larghezza  „deir  u«. 
retra  di  questa.  Trovansi  pure  eaempj  di  passaggio  di 
calcoli  dalla  yescica  al  perineo,  ed  in  vagina.  Cìh^ 
frequentemente  succede  per  gangrena^  od  esulcerano-* 
ne  della  ves<;ica;  per  lo  che  fu  progettato,  il  taglio  di 
questa  per  parte  della  vs^ina.  Ma  nuovo  afi&tto  è  il' 
caso  di  donna.,  nell'  uretra  di  cui  siasi  arrestato  ittt< 
calcolo,  y  e  nicchiato  fra  essa  e  la  vagina  ,  dove 
senza  arrecare  alla  donna  grave  disturbo ,  e  direi  quasi 
senza  che  ella  se  ne  potesse  accorgere,  s'aumenti  ìq 
maniera  di  chiudere  tutta  l'apertura  uretrale ^  foUiiaa*' 
do  colla  base  tumore  nella  parte  .anteriore,  ed  info* 
rioré ,  e  prolungandoai  in  vescica  colla  sua  parte  pih 
sottile. 

Spero  che  sarà  letto  con  piacere  un  ca^o  tanto 
singolare,  e  degno  di  riflessione,,  anche  per  le  paritco- 
lari  circostanze,!  che  lo  accompagnavano. 

Busnelli  Diamanta ,  nativa  di  Marasso ,  e  domiciliata 
in  Yerderio,  d'anni  :i9,  conjugata  con  Luigi  Motta» 
sorti  i  saoi  natali  da  parenti   sani,  dai  quali   ^redit& 


/ 


una  robatta  costilazione  finca  »  ch'eihr  seppe  mante'* 
aere  con  un  gìudiaioso  fegime  di  vita.  Non  era  vi  lao- 
gó  a  MspetlOy  cbè  particolare  discrasia  tendesse  ad 
alterare  menomamaote  le  ioozioni  della  sua  macchina^ 
il.  di  lei  sviluppo  ih  regolare,  e  giunse  all'età  d'anni 
!ki  circa  senaa  essere  travagliata  da  malattia  di  ^al« 
cbe  riguardo.  A  quest'  età^  le  insorsero  d«t  dolori  ad- 
dominali,  premiti  di  rescicai  e  perdita  lovolontarìa 
deir  orina  di  tem|[>o  in  tempo.  Un  trattamento  curati- 
vo locale  ;  ma  non  essendosi  portalo  sospetto  all'  esi- 
stenza  di  calcolo  ^  essa  non  trasf^e  dalle  medicine  al- 
eno sollievo.  Stanca  perciò  de'  suoi  incomodi,  sì  tecb' 
fioalÉaente  all'Ospedale  per  trovarne  mitigamento  ,  ed 
entrata  li  sa  settembre  p.  p.  fu  collocata  in  sala  di 
id[>bricita0ti ,  dove  i  sintomi,  che  offriva,  svegliarono 
r  idea  della  presenza  di  un  calcolo.  EiFa  questo^  infatti, 
cbe  irritando  l'interna  parete  della  vescica,  eccitava 
delle  forti  contrazioni,  giacché  tendeva  là  naifara  a 
liberarsene.  Venne  quindi  V  inferma  nel  successiva 
giorno  a3  trasportala  nella  sala  deir< Annunziata,  dove 
io  ho  I'  onore  di  prestare  la  mia  òpera  in  sussidio  del 
valentissimo  professore  KnoUi,  Riconosciuta  in  concor- 
so di  questi  la  malattia  ,  ebbi  à  ientire  dall'  inferma , 
che  nel  finire  del  18^0^  erasi  conficcafo  a  caso  un 
ago  da  cucire,  piuttosto  lungo,  nel  meato  orinario  pel* 
tratto  di'  poche  linee  dell'  uretra.  L' ago  perforò' 
d'  alto  in  basso  e  dall*  infuori  ali*  indentro  in  modo  di 
esservi  tutto  nascosto;  e  siccome  non  le  recava  mo-* 
lesila  grave  ,  essa  ve  lo  lasciò  circa  un  anno  senza 
manifestare  1'  accidente.  Maritatasi  or  sono  tre  mesi  ^ 
la  Busùetli  ebbe  a  soffrire  acutissime  fitte  ogni  qual* 
volta  il  di  lei  marito  usava   seco   lei   de'  suoi   diritti^ 


T7 
Fifiùlmenl^ ,  la  punta  dctt*  ago  si  presento  in  vaginny 
e  la  BiisfcieMi  seppe  estranielo  tìraoclo  a  poco^a  poco, 
e  fu^  rlcoQQì<2Uto  arrugginito.  Dopò  qiiest'  accidente  le 
si  diniiooirono  alcuni  incomodi;  ma  ricorreva  sempre 
qualche  fitfa  dolorosa,  è  tederà  spesso  nn  leggier 
gocciolìo  marcioso  tanto  dall'  uretra ,  quanto  dalla  va- 
gina.  Un  terto  tumore,  che  dall'inferma  credevasi  ef- 
fetto dell'ago,  andava  intanto  crescendo,  e  disturbava 
talmente  le  funuoni ,  che^  più  non  potea  orinare  se 
non  a  goccia,  e  con  dolori.  Non  mi  fa  difficile  di  ve- 
rificare ,  in  concorso  del  citato  esimio  chirurgo  sig* 
KnolUj  che  questo  tumore  era  Iprmato  dalla  pietra, 
la  quale  erasi  a  poco  a  poco  aumentata  -,  ed  ideai  per- 
ciò prontamente  la  semplice  maniera  di  estrarla. 

La  mattina  adunque  del  giorno  t%5  p.  p.  settembre 
venne  operata,  fendendo  sui  due  Iati  dèi  tumore  co* 
stituito  dalla  pietra,  introduceodo . pel  pneatp  urinario 
la  sonda,  ed  aprendo  pel  tratto  di  mezzo  pollice  in 
circa  per  parte.  Introdussi  il  dito,  in  vagina ,  e  sco- 
prii che  anche  per  questa  parte  la  pietra  sentivasì 
a  nudo  per  poche  linee,  lasciando  un  seno  fistoloso 
comunicante  coli'  uretra ,  da  dove  fu  estratto  V  ago ,  e 
premendo  contro  la  pietra  non  si  durò  fatica  a  6rla 
sortire.  Trovai  che  la  pietra  era  mancante  di  un  pez- 
zetto nella  sua  estremità  più  sottile ,  che  era  la  spor- 
gente e  prolungatasi  in  Vescica.  Siccojne  la  pietra  ave- 
va colla  sua.  presenza  ed  ingrandimento  dilatato  l'ure- 
tra, e  r  orificio  interno,  cosi  non  mi  fu  difficile  in« 
fcndorre  un  dito  in  vescica,  ed  esplorarne  il  fondo, 
dove  però  non  trovai  esistere  corpo  di  rimarco,  ma 
soli  piccoli  framménti.  Medicai  perciò  V  inferma  con 
£la  intrise  nell'olio,  e  ne  introdussi   parte   come   io- 


\ 


Vi 

ronda  in  ^a^a,  dovè  le  tratfeiitii  nedinate  compnessé^ 
tà  una  falcia  a  T.  per  sostenervi  la  medicatura. 

Appena  |u  estratta  la  pietra ,  lasciò  scappare  V  in- 
ferma una  certa  quantità  di  orìba,  e  se  ne  trovò 
molto  "sollevata.  Tutto  il  giorno  fa  assai  tranquilla ,  e 
contenta,  non.  a  vendo  altro  abbisognato  che  di  medi* 
caria  frequèntemente  a  cagione  delF  urina  ^  che  inzup- 
pava la  medicatura. 

Nel  successivo  giorno  26  non  bisognò  far  altro ,  che 
aumentare  di  grossezza  la  toronda  all'  oggetto  d' im- 
pedire la  filtrazione  nrinosa  pel  seno  comunicante  in 
vagina ,  e  con  *ciò  potè  poscia  ;accorgersi  l' infernu 
della  presenza  in  vescica  dell*  urina ,  ed  emetterla  vo«' 
.  loDtariamente. 

Nel  ^7  i  labbri  della  ferita  mantenuti  a  contatta 
aembravano  già  riuniti.  Nel  a8  si  permise  all'  inferma 
di  sortire  per  qualche  momento  dal  letto ,  e  le  si  ac- 
cordò quf^lche  cibo.  Nel  giorno  ag  V  inferma  non 
avea  quasi ''più  perdita  involontaria  d' urina ,  ed  esplo- 
rata l'apertura  del  seno  vaginale  non  la'  potei  pi2i  ri- 
scontrare. In  tutti  questi  giorni  non  si  fece  alcuna 
mutazione  nella  medicatura  ,  e  la  cotnpressione  fatta 
dalla  toronda  produsse  il  doppjo  effetto  e  di  impedire 
lo  scolo  oriooso^  e  di  riavvicinare  i  bordi  rimarginan- 
do la  piaga. 

Dal  3o  settembre  all'  8  di  ottobre  si  continuò'  sem- 
pre collo  stessa  medicazione^  e  l' inferma  parti  dall'  o- 
Spedale  sanata  d'  ogni  incomodo. 

La  pietra  estratta  presenta  la  forma  del  gambo  del£a« 
hius  Rubeolarius  di  Persoon  ,  come  può  ravvisarsi  sul- 
r  unita  figura  (  V.  la  Fi^.  i  detta  Tav.)  Sono  manifesti 
sui  lati  di  essa  due  canaletti  ^  per  i  quali  filtrava  l'orina, 


t»  solò  sleCLtataliieiit«  I  tìò  che  spiega   i   ^alimenti  deU 

l'inferma. 

Nascer^ebbe  qui  la  doppia  questione,  se  «a. stalo  TafK* 
che  colla  sua  irri iasione  abbia  preparato  il  nacleo 
della  pietra ,  o  se  sia  stato  il  calcolo ,  che  preesistendo 
in  vescica ,  ne  sia  sortito  ,  e  siasi  poi  annidato  nel 
foro  lasciato  dalia  ponla  stessa  dell'ago.  Farmi  essere 
meglio  accettabile  la  congettura  che  1'  a^o  conficcato 
nell'uretra  abbift  preparato,  una  ùiccbià  al  calcolo  gih 
preesistente  in  vescica.  E  manifesta  è  la  preesistenza 
del  calcolò  dalla  circostanza  che  là*  nòstra  malata  co« 
tninciò  a  sollrire  dolori  addominali ,  e  perdita  invo^ 
lontana  d'  urina  fino  dal  i8ai ,  come  si  è  veduto  di 
sopra ,  per  i  quali  incomodi  ebbe  pure  ricorso  ai 
presidj  dell*  arie,  dai  quali  non  potè  trarre  alcun  gi»« 
Vamento,  perchè  non  furono  diretti  contro  la  veri^ 
causa  della  malattia.  Il  det^ò  ago  avrSi  colla  sua  pre« 
senza  formato  un  ascesso ,  e  conseguentemente  na 
vuoto  y  in  cui  il  calcolo  avendo,  superato  il  meato  in- 
terno y  ed  essendosi  spinto  lungo  V  uretra  f  trovò  age- 
vole di  entrare  in  detto  ascesso ,  anziché  uscire  dal 
meato, esterno.  Né  difficile  è  d'intendere  come  abbia 
ÌBivuto  luogo  r  incremento  del;  calcolo,  se  si  riflet^^ 
che  quel  vuoto  formato  dalla  suppurazione  raccoglieva 
come  in  una  borsa  V  orina  che  entro  vi  sgocciola ^a. 
In  tale  maniera  sarannosi  depositate  le  parti  eterogenee 
costituenti  il  calcolo,  il  quale  dovette  rendersi  volu- 
minoso, in  tempo  forse  più  breve  che  non  sarebbe  av*. 
venuto ,  restando  egli  in, vescica.  Se  l'originaria  causa 
della  pietra  fosse  slata  1'  ago ,  come  avrebbe  pointo 
la  Busnelli  senza  grave  stento  estrarla  intiero  e^  irrug- 
giniio  un   anno    dopo   che   fu   conficcato  ài  '  vagina  ? 

Annali.  FoL  XXXFflI.  ,  4 


5o 

Qoaodo  r  ago  avesse  servito  ài  nòcciolo  alla  pietra  ^ 
non  v'  è  chi  non  veda  che  non  sarebbesi  pqtuto  estrar* 
re  dall'apertura  vaginale ,  dove  si  presentò  colla  sua 
punta }  giacché  gli  strati  della  pietra  lo  avrebbero  con» 
tornato  in  modo  da  faane  un  corpo  unito ,  e  non  per*» 
metterne  T  estrazione  se  non  congiuntamente  all' istessa 
pietra.  ^ 

Descrizione  della  Jlgwa. 

Il  calcolo  ha  la  figura  pirriforme }  aa.  solchi  lateraU 
lungo  i  quali  sgocciolava  1'  orina  )  h.  la  porzione  del 
calcolo  che  stava  nell'  ascesso  ;  e.  porzione  gracile  del 
calcolo  che  occupava  V  uretra  e  sporgeva  nella  vesci- 
ca. 11  calcolo  era  del  peso  di  37  scropoli  e  della  lun- 
ghezza di  tre  pollici  'y  avea  nella  massima  circonferenza 
quattro  pollici  e  tre  linee. . 


SuUd  infiammazione.  Trattato  diviso  in  ire 
partii  del  prof.  Antonio  G^ldoui,  ecc^^ 

{Seguito  della  pag.  4^6  del  voi,  precedente). 

Xv  questo  mentre,  per&,  che  una  porzione  del  tutto 
organico  travagliasi  di  tale  maniera ,  e  con  tanta  vio- 
lenza y  V  universale  sarà  egli  indifferente ,  e  V  incendio 
vitale  cKq  si  apprese  ad  una  parte  rispetterà  i  primi 
donfini  senzai  comunicarsi  al  restante  della  macchina?  . 


I 

Testa  j  Bufiilim  e  molli  altri  portaroìlo  le  ragioni 
per  òli  una  tale  malattia  e  a  riteoer&i  locale  j,  al  quale 
proposito  basterebbe  ^  secondo  V  autore ,  il  riflettere 
cbe  se  la  flogosi  fosse  composta  del  solo  fattore ,  ì*  ec« 
chanìento  ,  oiona  difficoltà  vi  sarebbe  ad  ammetterla 
universale  :  poiché  questo  pcìo  elevarsi  prossimamenlc 
allo  slesso  grado  in  tutta  la  macchina.  Ma  componen* 
dosi  dia  necessariamente  eziandio  dell*  idraulipe  ,  qae* 
sto  non  può  mai  essere  nel  vero  senso  universale, 
perchè  il  sangue  non  è  soggetto  nd  accumularsi  la 
lotti  i  punti  del  sistema  vascolare  ^  e  perciò  nemanco 
la  flogosi  potrà  essere  universale.  Tale  ragionamento 
e  pure  ck>n\alidato  dal  £itto. 

Su  questi  fondamenti  fi  può  stabilire  il  principio 
che  la  flogosi  non  è  morbo  universale,  piuttosto  che 
sulla  qualità  delle  cagioni ,  su  i  sintpiiii ,  su  i  rimedj 
locali  f  e  sulla  necroscopia ,  argomenti  ohe  partitamente 
ai  conlutano  con  sode  ragioni.  Qoi^  sul  proposito  delle' 
azioni  parziali  y  assai  più  valutabili  della  generale ,  si 
compiace  il  sig.  Gold(m  di  avere  ciò  sostenuto  iqoUi 
anni  addiètro,  in  onta  al  famoso  Giornale  di  Bologna^ 
il  quale  ,  ultimamente  ricredulo ,  concede  che  L' a* 
fefo.ne  speciale ,  ed  elettiva  è  di  gran  longà  sepupre  fik 
valttiabiie deiruniversale  dinamica,  seQtenza  giusta >  ma 
che  diventa  nuova,  matia,  e.  ridicola  nel  senso  della 
'dottrina  che  pur  sì  sforsa  di  an4ar  sostenendo  in  mex- 
£0  all^  .più  assurde  contraddizioni ,  sicco|i)e  fanno  toc-' 
car  con  mano  mito  giorno  i  più  dotti  medici  d' Italia* 

Però,  bisogna  convi^nire  non  es^re  la  flogosi  costan* 
temente  locale  in  modo  da  attaccare  una   sola   parte  , 
od  ammettere  la  sola  cura  locale,  ma   potersi    diffon-  ^ 
d^fe  ad  uno  o  più   sistemi  ^  e   divenite  talvolta  oni« 


/ 


5a 

versalroente  locale.  Valga,  ad  e^mpio,  la  òoruta,  che 
presto  si  estende  al  palato  molle ,  airo^ola',  alla  tra^ 
chea  f  ai  broachi ,  al  polmone  ,  al  diaframma ,  al 
tubo  digerente  I  vescicale,  per  cui  non  può  idirsi  in 
istretlo  senso  locale  ;  lo  stesso  dell'  angioitide  :  dal  che 
bisogna  coiicb|uderey  che  la  flogosi  può  talvolta  esten« 
dersi  a  tanto  da  dover  essere  tennta  malattia  noi  ver- 
salmentè  locale.  Ma,  come  saccede  questa  propagazio» 
ne?  Valga  l'esempio  della  combustione. 

Appiccato  appena  il  fuoco  ad  un  rogo  di  varie  lei* 
gna  io  un  punto,  formasi  attorno  di  esso  una  atmos* 
fera  di  azioni  che  dispongono  ad  ardere  il  combusti- 
bile il  quale  trovasi  entro  il  centro  di  lei,  quindi 
calòrico ,  che  a  norma  della  distanza  ^  e  capacita  ne 
innalza  la.  temperatura  nei  primi  come  dieci  ^  nei  se* 
condi  come  nove  ecc.  Resiste  il  combustibile,  ma.  l'in* 
tensilà  del  calorico  soverchiando  la  resistenza  obbliga 
ad  ^ardere  i  primi  strati,  il  fuoco  ti  estende,  e  eoa 
esso  l'atmosfera  delle  sue  azioni,  onde  finalmente  tutto  <«> 
il  rogo  va  in  fiamma.  Cosi,  la  flogosi  appena  accesa  in  un  \ 
punto  stabilisce  un  centro  di  emanazioni  formanti  oa 
atn^osfera  piii<  o  meno  estesa  che  dispone  di  preferenza 
le  parti  più  attaccabili ,  e  più  vicine ,  siccLè,  per  poco 
che  agisca,  queste  pure  invade  lo  stesso  processo.  Per  tale 
maniera  se  una  molecola  del  misto  organico  venga  alte* 
rata  nelle ^e  proprietà  intrinseche,  od  in  quelle  che  la' 
lengono  in  rapporto  colle  altre  vicine,  essa  non  è  più  in 
Mtato  normale.  Ora  le  molecole  ^  prese  da  flogosi  si  aU 
terano  nei  prìncipj  componenti ,  giacitura ,  forma ,  coe« 
sione,  per  cui  non  sono  più  in  giusta  relazione  colle 
molecole  6,  ed  anche  queste  perdono,  dipendentemeUM 
dalle  compagne  malate^  il  loro  stato  normale;  talchèi^ 


V 


53 

|ier  ragione  del  stmiU ,  dispoogonsi  esse,  pare  a  mag- 
giore esaftamezito  vitale.  Le  molecole  B  così  alterate 
esercitano  la 'loro  azkme  sullo  ^stratp  adjaceiite,  e  que- 
sto, al  successivo,  ecc.  sempre  però  decrescendo  fino 
allo  zero  nei  punti  piti  lontani  e  meno  affini  al  cen- 
tro flogistico.  E  certamente  la  morbosa  atmosfera  cre^ 
acetà  di  estensione ,.  e  di  forza  quanto  piii  intenso  >  e 
più  esteso  sarà  il  fuòco  flogistico.  S^  agglugne  il  calo* 
rico/  il  quale  sviluppandosi  propaga  lo  stimolo  aumen- 
tando la  temperatura  :  s' aggiugne  il  movimento  esal- 
tato  che  si  comunica, alle  fibre  contigue.  Propagato  il 
fattore  dinamico ,  questo  invita  l' idraulica  ad  aumen* 
tare  , 'e\ propagare  la  flogosi  cól  me^20  deh  sangue  al- 
terato^ cioè  più  denso,  più  attaccatìccio ,  più  fibrino* 
so,  e  più  stimolante,  che  difflbilmentè  passando  ^pet 
piccioli  vasi ,  ed  attaccandosi ,  forma  il  vero  turgotc 
idraulico  nello  '  strato  ove  già  soverchia  1'  elemento 
dinamico ,  per  cui  scoppia  in  questo  la  flogo^i.  Pro- 
pagandosi a  nuovo  strato  si  aumenta  l' estensione  del 
fuoco ,  e  con  esso  la  intensità  e  T  atmosfera  morbosa^ 
per  cui  la  infianimazioiie  invade  un  viscere,  od  uno^ 
o  più  sistemi  qualora  non  venga  trattenuta.  Non  si 
estende  ella  però  a  itutta  la  macchina ,  e  per  la  man* 
canza  della  quantità  di  sangue ,  la  quale  dovrebbe  ea« 
sere  doppia  o 'tripla  del  naturale,  e  perchè  dovendosi 
esaltare  ed  estendere  cotanto  V  azione  del  centro  ^ 
questo  passerebbe  prima  a-gangrena,  ed  a  suppurazione , 
liei  qual  caso  F infiaiììmazione ,  come  vedremo,  deve 
decrescere  e  restringere  la  propria  atmosfera  morbosa» 
E  chi  dubitasse  della  efficacia  del  sàngue  nella  pro- 
pagazione .della  flogosi ,  e  non  credesse  che  sangui»^ 
come  disse  il  Morgagni  ^  est  ai  fctcitndas  inflào^nuh 


tiones  vdldfi  idoneus  ,  jcre  ossecrare  In  dtffiifwiie.  H 
questa  malaltm  farsi  pioitosto  p«r  la  via  dei  vasi  chf 
d'  altri'  sistemi  ^  e^  oon  fermarsi  ordinammetite.  qoand^ 
^  «18 igni  rapporti  angiologici  esistano*  Vaigano^  p.  e.^.if 
.  glossitidi  iateraii  osservate  da  Bprsien,.  Frank  y  ^Rmi ì, 
£ag§i  ecc.  nelle  quali  il  processo  flogistico  si  accese^  e  ai 
compì  in  an  solo  lato  della  Ungila  recando.  V  altr^ 
imauine  ,  fenomeno,  singolare  che  riceve  fiicile  spiega» 
«ione  ammettendo  che  il  sangue  flogisticato^  serva  di 
flflimento,  alla  diiTusione  della  malattia  Ma  ^  aocorchi 
la  iudammagione  compia  il  stio  corso,  in  quel  «luogo 
che  primiiivameate  attaccò  ,  non  potrà  teneréi  »  almenf 
rispetto  alla  cura^  assolntamente  locale  ,  poiché,  pni 
diffondersi  all'universale  T  elemento. dinamico  e  per  le 
addotte  ragioni ,  e  pel  sangue  flogisticato  che  dallt. 
parte  affetta  si  aparge  pel.  torrente  della  circolaxionai 
Il  quale  elemento  diffuso  può  /  in  qualche  luogo  pror 
disposto^  chiamare  eaiandio  l' idraulico  per  le  ragioni 
idi  sopra  esposte ,  e  quindi  itìgeneraM  novello  centro 
ibgistico*  Motivo  per  cui ,  non  essendoci  permesso  di 
investire  direttamente  la  flogosi  con  farmaci  atti  a  to^ 
filiere  quelle  materiali  alterazioni  che  costituiscono  la 
parte  propria  cercheremo  d'investire  la  parte  comune^ 
akctiè/non aumenti  per. quella.  Propagato  così  ilfaUore 
ilirtamico  ali'  nuiv arsale,  ed  attivato  il  sistema  ner* 
V  yeo  -  circolatorio  y  si  accresce  pure  l'esercizio  di  altre 
junsdoni.,  d'onde  poi  nascono  que'  fenomeni  dell*  uni* 
Vèrsale  phe  accompagnano  le  infiammazioni  di  qualche 
momento.. 

In  effettoi  attivandosi  il  circolo,  crescerà  l'azione  pxil« 
inonare,  onde  ossigenazione,  sanguificazione  più  pronta , 
più  abbondante,  e  niaggicrmente  animalizzata ,  siccome 
iQorgesi  oel  saogae  estratco  dalle  vene  ^ anche  loniano 


55 

dal  cemro  ÌDfi*miiialo*  SceiiKitio  intanlo  Ui  secreziam 
(o  per  ispessetza  d' umori  ^  o  per  rigldiià^  a  per  di- 
fiteosiooe  di  vasi,  o  per  maggiore  coesme  dì  parti 
ecc.  )  per  cui  /anche  per  questo  lato  «si  accresce  Ul 
pletora  che  qaasi  sempre  è  compagna  delle  forti  in* 
fiammaaàoni.  E  forse  in  questo  st^to  per  antagonismo 
a'  accresce  V  attività  degli  assorbenti,  i  quali  aomniini* 
filrane  onovi  materiali  estratti  pur  anco  dall'  atmosierai 
onde  crescere  la  pletora ,  e  la  temperatura  ^  fenomeni, 
-ehe  prestandosi  reciproco  alimento,  appena  incominciati 
a'aomeqtano  in  uno  colli  causa  prima  ond'essi  sooo, 
e  cosi  la  macchina  è  invasa  da  <j[uello  stato  morboso 
che  di  cesi  febbre. 

Qui  il  celebre  nostro  autore  si  dispensa  dal  paijare 
«Iella  famosa  diatesi  (sia  poi  essa  la  Browoiaaa,^  la 
f) roteiamo  dei  Tommaeiniam)  perchè  l' importanza  di 
laTe  stato  morboso  d  scemaia  di  tanto  che^  meglio  gii»* 
idìca  il  passar  oltre.  Ne  pnj>,  secondo  esso,  aflermarsi, 
l^iusta  le  parole  di  celebrato  maestro  ,  che  la  floQOsi 
precùameme  in  fatto ,  è  precisamente  ^ustanzùdment^ 
ia  diàtesi  de^  moderni y  poiché,  concedendo' a  quesla 
^li  attributi  delln  iogosi  (§5)  ma'nca  però  serapi^ 
^ei  primitivi  (§  2  )- caratteristici  della*  medesima.  'Dti 
quali  '  fenomeni  euoodati  se  resta  confermato  compor»! 
ja^flogosi  niei  due-  fattori,  e  questi  alimentarsi  a  vicen- 
da, resta  fiero  sempre  a.  sapersi  se  ambidtfe  in  egmd 
|>ropor£k)tte  vi  coneorrano,  o  possa  1'  uno  all' 'altro 
-prevalere*,  e  viceversa.  Se  non  che,  in  questo  -  punto 
interessante  la  curagtone,,^  sembra  al  dottissimo  signot 
Goldoni,  potersi  conchfudere,  che  talvolta  l'uno  prevale 
^#uir altro,  e  viceversa;  dallia  qual  cosa  pate^ad  ess0 
precedere  quelle  dMTer^nae  t|^  aleuni  derivano  ed 


36 

'gride  d^a  flògosf^  ìiltrt  drita  ttAfura,  e  dal  fend» 
•della  rtuilat Uà  stessa.  Non  par  egK/  difFani\  assai- con- 
lormeaibiKHi  ragioitare,  che  le  flogosi  risipelaioae,  taoto 
godibili  y  >e  vaghe,  constioo  per'  la  massima  parte  df  e- 
iemento  dinamico ,  e  di  pòchissimo  idraulico  ?  Il  rosso 
pàllido  y  la  lieve  targescenza  ,  lì  dolorie  non  molto  acuto, 
e  la  pulsaziobe  poco  marcata  ,  non  mostrano  che  il 
aangae  in  poca  qnanlitk  concorso  non  oUrepassa  i  li- 
'BÙli  assegnati  nel  sieteihia  vascolare?  La  rapida  scom- 
parsa delle  medesime  col  pronto  assorbimeiico  de^H  ii- 
nori  concorsi ,  non  sembra  ^confertaare  comporsi  tal 
•(lezione  piii  di  elemento  . dinamico  che  d'*  idraulico, 
benché  in  ciò  non  consista  Tunica  difFerenta  fra  queste 
e  i^  vero  flemmone?      ■      ^  : 

]^  cigttaU  tempra  non  sembrano  le  instabili  miositi, 
■cbe  d*  un  tratto  crncciuio  ora  in  *  questa  parte ,  ora  in 
quella  ^  he  famose  infiammazioni  intemuttenti,  non 
potrebbero  Ci^oslare  di  questo  solo  eleaiento,  e  quindi 
noti  essere  vere.flogosi^  od  essere  di-  quelle  a  pochis- 
•imo  elemento  idraulico?  Se  ciò  consentisse  cól  vero, 
aà'riescirebbe  tanto  misteriosa  la  subita  loro  scomparsa 
col  lemùnar  della  febbre,  né  il  ricomparire  a  dati 
intervalli. 

V  A\V  opposto^  le  iofiaramaàioni  flemmonose  graVi,  osti- 
nate, i  tumori  delle  parotidi,  ed  altre  ghiandole  Che 
noslransi  fin  da  principio  assai  tumide  coii  ttattone, 
«ecompagnala  da  poco  calore,  con  poca  ptil«azionè,  e 
poco  dolenti,'  fanno  supporre  scarsezza  di  elemento  di- 
iiamico«  X40  flesso,  dica»» ,  almeno  sul  priactpio ,  d«lle 
kifiammaaiodi  che  nasone  per  istrozzaiofe.  lafottf ,  il 
\  roAiQre»  il  turgote,.  lo  stiramento  >  e  la  pulsazione  fdrte 
lUflo  ftoW  ìndicaM  un  procestp  '  assai  profondo  1   ed  q- 


fllffio^  ni«  pvraaco  ooneorio  di  taiigiiei  èi  eadla*^ 
esso  dalle  vie  ordi»arie.  A  ciò  sì  «gginoga  l*«lterasìoiie 
di  struUqra  che  accompagna  le  flogosi  àitmmoomt  ^  e 
si  avrà  con  c»j»  un  argomento  della  preponderanza 
deli*  elemento  idranUco  :  da  questo  s'intènde  anche 
come  possano  ^of dirsi Wereflogoai  nel  sistema  nteasbra- 
noso.  .,  •  •     ' 

Felix  qui  pouui  rerum  eognoscere  amxat» 
Se  questa  sectenaa  generale  dagli  stessi  Newtomfani 
la  trovata^  giustissima ,  molto  più  «t  a  teneri  tale,  se- 
condo il  chiarissimo  nostro  autore,  io  fatto 'd^ fisica  a- 
nimale,  ovemohi,  e  per  la  coifibioazione  di  forze  varie 
anno  gli  effetti ,  ove  ignoti  per  -la  maggior  parte  sono 
ì  cambiamenti  che  nascono ,  ove  in  mezzo  alle  ragioni 
delle   forze   vitali    quelle  abbondano   della    chiitiica   e 
della  meccanica y  ove  n^l  capo  mistero  della    organiz* 
•«azione  «pesso  i  fenomeni  apparenti  stannp  in  opposi- 
zione tra  loro.  Che,  per  verità;  a  veder  chiaro  in  essi 
Insognerebbe ,  come  insegna  il  dottissimo  no!ftro  Bafar 
Unij  aver  penetrato  nella  natura. delle  cause,  nelP lacì- 
nia tessitura  organica  y  e  sue  proprietà ,    in  una    paròla 
nella   essenza  della   cosa,  , sicché  potesse  Tedersi   cosa 
debba  .succedere  tra  si  lontani  elemeati   per  non   (Cor- 
rer dietro  ad. ipotesi,  e  ad    errori,  ragionar   volendo 
dalla   cagione   all'  efifetto^  e  viceversa.  Né  si  nogherij^ 
lale  appunto  essere  stata  spesse  volte  la  sorgente' dello 
false  sentenze  della  patologia ,  e  della  materia  medica^ 
fioo.che  degli  ingegnosi  ripieghi  coi   qoalÌMHnsero  se 
alessi,  specialmente  gli  antichi,  le  cagioni  consideratfdo 
sotto  ^i  moltiplici   aspetti,  aU^'intendinifenlo  di  trotar 
{»are  4egU  effetti  le  ragioni    adegnacte ,  e  sufficienti.  £ 
so.9^^t«  difficoUk  à  graadey   come  si  diue,  ^^4Lh% 


m 

nei  pia  scniplìci  ieùùm^ni  cléHa  natura ,  qvale  poi  don 
dovrà  essere  io  quelli  delia  oomplicatitfsima  macchina 
umana  ?  Volgendo,  diffatti,  a  qaesti  lo  sguardo,  vediamo 
aoventì  nn  agente  medesimo  svariatÌBsimi ,  e  manife^^ 
at^iaente  contrarj  effetti  produrre  jsipchè  quel  calorico, 
a  modo  d'esempio.,  cì^e  in  dose  moderata  è  atto  ad 
accrescere  la  iatitadine  dell*  energia  vitale^  per  altre 
leggi  viene  a  produrre  nn  effetto  contraria  auìh  vita-^ 
ìitk  consumandola,  come  fanno  gli  stimoli,  se  V  orgaiiìca 
assimilazione  con  questo  agente  creaciuta  ella  pnre  noa 
concorra  a  ripai^^re  a  simile  nuincanza.  Cosi,  mentre 
per  esso  la  maggiore  energia  delle  funzioni  favorisce 
la  traspirazione  y  porta  questa  per  leggi  ^fisiche  ^e^ 
anche  organiche,  un  effetto  contrario  al  precedente. 
Cosi,  inenf  re  queir  agente  ralidissimo  scema  la  resistenza 
m*ganìca  nella  fibra^  viene  a  produrre  un  el&no  oppo- 
sto al  suo  primo  potere  animatore ,  e  così  Ta  discor^ 
rendo. 

Ecco  pertanto' azioni  varie ,  alcune  di  ragione  della 
meccanica,  altre  deUa  chimica,  altre  deHa  vitalità  che 
$ì'  bilanciano ,  ed  equilibrano ,  e,  secondo  il  predcfminin 
di  alcnna  delle  quali,  sono  parimenti  ovvie  manifestai 
aioni  4i  effetti,  spesso  diametralmente  contrarj,  in  indi- 
vidui, ad  altre  cose  eguali,  assoggettati  alle  medesi- 
jaie  cagioni,  ed  esigenti  per  ci^  solo  metodi  opposti 
di  ctoragione.  Cosi,  nel  caso  di  malattie  flogistiche,  sintomi 
di  langnor  vitale  si  ottengono  dal  {>agno  caldo  ove  Fab* 
bondanza  deHa  diaforesi,  che  gli  tien  dietro,  superi  la 
ibrza  stimolante  del  calorico,  e,  viceversa,  «oVe  le  escte- 
«ioni  non  possano  stabilirsi  a  dovere,  checché  ne  dica 
jn  senso  precisamente  contrario  un  assai  celebrato  tec^ 
>iista.  Cosi  il  freddo  porta  colla,  sua  prima  azione  quel 


tale  cambiaoieota  nella. mì$tìpn«  oifuoìca  dnde  ne  vjo- 
ne  scemala  ù  vitale.  ei»prgia.>Ma.>  in  quello  «tato  la 
fibra  000  mooieoQia  in  aziont  da  tnUo.  quel  calorm 
che  andava  coo^amando  il.  di  lei  principio  yUaie,  «^ 
cquista  maggior  ntUiadine  a  aentir  V  atiope  dei  ouovi 
itknoli,  di  InogP  io.Ae  stessa  prontamante  ad  eiSoiti 
dinamici  opposti  a  que'  primi  eccitali  dal  freddo ,  e  im 
viene  iofiamtiiasioiM  da  una  caosà  appareolementè  i- 
netta  a  generarla.  Scemerà  sotto  dei  freddo  l' insieme 
delle  fiiùzioòi  ^  perdi  V  assimilatione^e  la  riprodoziona 
del  pcÌBcipio  yitale  ;  ma  ,  scemando  ^contemporanea* 
mente  le  secceziqni,  ed  escreeioni,  erescendo  la  coa^ 
aiooe  ne  sitccederà  un  effetto  opposto  al  primo.  Sicchi 
è  iacile  lo  scorgere  da  ,  questi  soli  brevissimi  esempi 
delle  serie  di  azioni ,  e  di  effetti ,  gli:  uni  dei  quali  si 
opfioogono  agli  altri  >  ed  alte  a  rappresentare  in  quaf» 
che  mqdo  la  stessa  cagione  sotto  due  aspetti  contrar]. 
Da  queste  consìderanont,  con  molta  perspicacia  spiega 
facilmenle  il  cfa.^  nostrcw antere,,  come  alla. sottrasioQt 
del  calorico  tenga  dietro ,  date  le  opportune  circostau* 
iSf  la  fiogosiy  ed  io  molti  casi  la  gangrena^  con  quali 
mezzi  graduati  sia  oopo  ricondurre  la  parte  allo  stala 
normale  y  e  quanto  un  taie  metodo  divenga  razionale , 
giusta, le  sae  vista  analitiche,  alle  quali,  non  isfbggendo 
ora  la  prevalenza  di  un  effetto ,  ed  ora  di  un  altro  ^ 
ara  il  potere  di  stimolo  in  una.  cagione ,  ed  ora  quello 
di  deprimente ,  vengono  per  'tal  modo  ad  «ssere  fera* 
cissime  di  vantaggi ,  e  grandi  lumi  riflettano  lulla  ma- 
teria m^ica ,  e  sulla  terapeatica. 

Egli  è  da  queste  cose,  e  da  tati  principj  dimostranti 
non  potersi  d'  ordinario  argomentar  rettamente  tanta 
dalla  causa  agli  elfetti^  quanto  d^gli  eQèiti  alla  cagione^ 


che  non  solo  vicn  coperta  la  «orgedte  piveipoa  dei 
«lolfi  erron  Ai  ooi  si  4ion-  fiitti'  naeslri  alcuni  di  graa 

bonie,'  na,  nella  sotnniia  difficoltà  di  conoscere  la  vera 
-•siooe  delle  poteiMe  suUa^  mistione  organica  ^  l' iospos- 
«ibilicà  puMr  di  rilevare  il  grado  della  etessa  azi^  dt- 
■amìca,  il  quale  pu&  piii  agievoliiiebte  cadere  soli»  dei 
isensi. 

•  Con  ¥  appoggio  di  queste  tnaasime  però^  si  dà  qna^ 
dM  plaatibile  ragione  del  come  in  alcune  inalaltie  flo^ 
gkiicise  giovino  udvolta  per  vie  indirette  ,  ed  in  gra« 
«a  di  effetti  secondi ,  potenze»  decisamente  stimolanti  p 
aenza  aver  bisogno ,  come  ebbero  alcuni ,  ne  di  riferir 
qéeste  alle  flogosi  iposlc^niolie  ,  né  quelle,  come  fecero 
n)tri  y  a  potenze  dette  coatrostimolantì ,  errori  pernf' 
doaissìmi  sotto  le  apparenze  di  verità  ,  ed  incontrati 
apesso  da  que' medici  che  guardano  superficialmente  i 
Jenomcni  della  natura,  senza  studiarsi  di  scoprire  tra  i 
molti  il  vero  efietto  immediato ,  e  necessario  delia  ca« 
gìone.  GmI^  quante  gnarigìoni  portentose  si  operano 
dalla  natura  a  ritroso  dei  presidj  impiegati,  sono  esempii 
eonvincentissimi  degli  '  in6niti  compensi  che  ella  ha  in 
9t,  e  coi  qpiali  veglia  costantemente  alla  salate. 

Fenomeni  cosi  meravigliosi  riscontransipure  qualche  , 
volta  fuori  della  maccliina  animale ,  e*  ne  somministra, 
secondo  1?  ingegnoso  autore,  una  qualche  prova  V  oro» 
Ic^o  a  compensazione,  il  gelo  che  succede  aU'  evapo» 
razione  ecc.  Le  quali  con&iderazioni  di  qnanta  utilità 
siano  e  per  ciò  che  riguarda  i  mezzi  curativi ,  e  quindi 
per  drittamente  giovarsi  del  criterio  £i /uf^^ni^'^ttf^  ec  o-> 
gnuno  il  comprenderà  di  leggieri  tostochè  avvisi  come, 
per  le  cose  esposte,  resti  dimostrato  non^ potersi  co^ 
stentemente  derivare  malattie  di  eccesso  o  di  dilètta 


da  canse  di  stimola ,  o  ài   ooBtrostimòlo  «oli   detto  ^ 
né  dal  metodo  di  cara  teoato. 

.  Per  tale  maoìera ,  dopo  avere  discorse  deH'  elemeoto 
dioamico  considerato  nei  suoi  rapporti  etiblogici,  passa 
r  autore  idi'  eAiolo^a  del  Attore  idraulico  y  e  richiamalo 
alla  mente  essere  il  turgore  il  risukameoto  dello  sii- 
melo y  il  ^fiale  fec^  spingere  maggior  copia  dt  umori 
alla  paitCy  unitamente  al  disiqiiilibro  tra  i  poteri  deUe 
vene ,  e  delle  arterie ,  -fa  riiltttere ,  che-  se  questo  ar* 
venisse  costaut^ffienti;  ^  sarebbe  inutile  il  diAinguere- 
due*  generi  di  cagipni  ;.  poiché  ,  in  ultima  analisi  ^  le. 
^Miàe  deU'uno  non  sarebbero  che>  quelle  deli'  altro.. 
Ma»  siccome  il  torgor  vascolare  può  stabilirsi  indipen- 
dentemente dal  fattore  dinamico  ,  o  per  cagioni  «mec*- 
caniche  ,  o  per  .  costrìeginienli  spasmodici  nei  capillari^ 
o  per  atonie  venose- ,  od  arteriose ,  trova  egli  giusta 
l'esaminare  a  parte. ciò.  che  é  atto  va  crearlo  primiti- 
vamente. E  qui,  ricordali  prima  di  tutto  qoe'  vizii  del» 
sangue,  tanto  tenuti  a  calcolo  da  Hufsland ,  EscfUér  ^ 
Frank  j  Presa'am,  Brera ,  Bunter  ed  altri  molti^  come 
atti  a  iavorire  il  turgore  in  proposito ,  sia  perché  ren- 
dano lo  stesso  siMSigue  stimolo,  piii  potente ,  sia  perche 
impediscaBo.  talvolta  che  passi  liberamente  per  le  dif- 
ficili trafile  dei  capillari  (onde  la  necessità  delle  bibite - 
diluenti  nel  trattani|4$nto  dei  mali  flogistici  anziché 
dall'  azjon  loro  contrpstimoltfnte  •  •  .  )  viene  ^ioalmeotc 
a  prendere  ad  esame  la  prima  n^aniera  di  cagioni  su- 
periormente accennata.  Né,  certo,  ommette  egli  perspi- 
cacissimo qual'éy  e  pratico  dei  rapporti  anatomici,  di^ 
indagarle  minutamopte,  tanto  ii|  ciò  che  potesse  per 
so^yei|tura  comprimere  qualche,  vaso  insigne,  quanto. 
nelle  assimetriei  nelle  alterazioni  congenite  ^  nelle  rac-* 


colle  di  'flttidi  d'ogni  genere^  altacciatiire ,  tmie,  pò* 
lipi,  slogamenti,  distensioni,  ostrozioni,  »cc.  alle- a 
dar  ragione  aufifìcienté  di  non  pochi  ingorghi  sangui- 
gni, e  ad  ordire,  secondo  esso,  ta  flogosi,  cominciando 
dair  elemento,  idraulico  non  mosso  già  da.  stimolo ,  ma 
da  cause  di  ragione  puramente  della  meccanica. 

.  Tacerò  di  tutti  quei  mezzi ,  da  esso-  considerati  ^ 
i  qiiali  ponno  diminuire  la  portata  di  una  porzione  di 
sistema  venoso ,  nei  quali  casi  non  v*  ha  speranza  di 
felicità  di  cdragìone,  se  non  ove  apransi  cot'rìspondenze 
maggiori  per  mezzo  di  Vasi  vicarj  ^  dalle  quali  cose,  0 
da  molte  altre  da  me  per  brevità  passate  sotto  silenzio/ 
è  facile  concepire ,  che  il  turgore  vascolare  pu&  fer- 
marsi anche  allora  che  alla  parte  meno  di  sangue  ia« 
flufsca  della  copia  naturale ,  sempre  che  gli  osiamoli 
presentati  dalle  vene  siano  tali  da  non  permettere  il 
passaggio  a  tutto  quello  che  in  essi  viene  dalle  arterie 
corrispondenti  sospinto. 

Posto  ciò,  passa  ad  esaminare  le  cagióni  della  se* 
conda  maniera  di  turgore,  e  dice  qhe  alcune  azioni 
pare  siano  atte  a  determinare  una  speeie  di  coti  ring!-' 
mento  spasmodico  nei  minimi  vaserelH  specialmente; 
dal  che  turgori  preternaturali  ai  tronchi,  i  quali  fan- 
Dosi  cagione  talvolta  deir  idraulico  fattdr  della  flogosi. 
Il  terrore,  p.  e. ,  può  tenersi  agire  di  queata  maniera 
su  i  vasi  periCefici  ,  sicché'  non -è  difficile  si  accenda 
per  esso  l' angioitide^  ser^a  che  ridur  si  pos^a  entro .  fl 
rìàfretto  circolo  dei  calidi ,  od  entro  quello  dei  frigidi. 
E  qui  cadono  molto  a  proposito  le  confutazioni  del 
alg.  Goldoni  di  certe  arbitrarie  sentenzia  di  celebrato 
scrittor  moderno  stalla  specie  di  avviiimonto ,  di  fihrez^ 
z6,  ài  àvyitzimento^,  ecc.  sullo  statò  di  controstimolo 


63 

positiva  •  .  /  a  ciu  immagina  coodars!  le  Organiche 
condizioni  di  quei  Taserelli^  parole,  a  dire  il  vero,  che 
nulla  esprimotio  ,  che  meritamente  vennero  dette  am* 
polle  y^  enimmifjjaccole  spénte,  e  che  sono  linguaggio 
affatto  inetto  alle  mediche  bisogne  del  giorno. 

Egli  e  da  questo  disequilibrio  Ira  la  ctrcolauone  e- 
sterna ,  e  V  interna  dell'  nomo,  non  dalf^eccitamento  di 
controstimolo  che  prendono  origine,  sAndo  esso,  i 
sintomi  di  pallore,  di  abbrividimento ,  l*  impiecolirir 
delle  parti ,  Y  oppressióne  ai  precordj ,  le  affannose  ia«^ 
spiraziòni,  il  batter  forte  delle  carotidi,^ gli  aneliti  fre- 
quenti. Dal  che  torna  ragionevole  la  cura  ora  col  cal- 
do/ piacevolmente  applicato ,  ora  con  qualche  sorso  di 
L'quore^  ora  col  mezzo  delle  frizioni  ,  ora  col  clestare 
uu  patema  d' aziope  contraria ,  ù  con  simili  altri  mezzi^ 
atti  tutti  a  -  scemare  i  turgori  minacciarti  il  centro  , 
ed  a  ripristinare  i  poteri  dei  minimi  vaserelli  periferici. 

Che  se  da  questo. sbilancio  nel  circolo,  ed  in  con- 
seguenza del  turgore .  interno ,  ne  nàsceranno  ulteriori 
effetti,  il  buon  ragionare  comanderà  che  da  questo  si 
tengano  derivare ,  e  non  dalla  causa  che  lo  promosse. 

Per  tal  maniera^  creato  una  volta  il  fattore  idraulico  ^ 
ed  esercitate  grandemente  quelle  parti  in  cui  esiste 
preferibilmente  il  fondaco  della  vita  da  nno  stimolo 
tanto  affine  alla  'fibca ,  essa  reagir  vi  deve  in  propor- 
zione, e  cosi  a  questo  elemento  pub  succeder  l'altro^ 
onde  infine  scoppj  una  flogosi ,  la  quale ,  per  le  cose 
dette ,  per  la  legione  del  icalorico  esso  ^ur  concentra- 
to, della  cresciuta  azione  pulmonare,  detta  violenza 
«offerta  dai  vasi  interni,  per  la  scossa  forte  che-avranno 
incontrato  i  nervi,  non  avrà  limili  precisi  di  diffusio- 
ne» Concorrono  a  proya  di  questo  punto  di  patologi^ 


64      - 

le  belle  ossetvàu^Mii  del  MangSt  ^vl  letargo  CòDienra^ 
iQre  di  certi  animali  ,  quelle  di  tanti  insigni  maestri 
aolle  fredde  aflusioni  per  le  ragiotaì  ripo)?(ate  nel  loro, 
nodo  d*  agire  paragonate  alla  china ,  non  che  per  la 
maggiore  reazione ,  e^  seasibilità  che  acquista  la  cute; 
le  metriti  che  spesso  sono  la  conseguenza  di  patemi , 
i  quali  ahbiano^ortata  spasmodica  pronta  costrizione 
nel  vaserclli  Ali*  utero  prima  aperti  ,  ed  altre  simili 
infermità  che  rapidamente  sogliono  tener  dietro  al  tur- 
gore predetto,  quabdo  non  succedano  sottrazioni  vica» 
rie,  o  non  veiigano  fortuitamente  altre  azioni  sostituite» 
Finalmente,  la  terza  cagione  del  turgore  idraulico,  ri- 
tiene il  lodato  autore,  possa  essere  l'atonia  stessa  dei 
va^i ,  la  qqasi  paralisi  di  essi ,  sicché  trovinsi  in  tal 
condizione  da  lasciarsi  sopraccaricare  dalla  corrente  san- 
goigna  per  non  essere  dotati  di  resistenza  orgapica*  ha- 
subite ,  arrivando  il  sangue  per  ciò  talvolta  -  ad  inva« 
dere  la  contigua  cellulare ,  ed  emulando  la  turgenz» 
della  infiammazione,  in  modo  che  uomini,  altronde  ce- 
lebri, vennero  tratti  spesso  in  errore  dichiarando  vero 
stato  di  flogosi.  Tale  depotenziamento  nelle  pareti  va* 
scolari,  contrario  ai  conati  della  natura  di  Gdlliiu  ,  alla 
resistenza  organica  del  BufalmL^  alla  forza  di  reazione 
di  Testa,  in  cui  non  può  tenersi  essere  conservata  la 
vera  natura,  proporzione,  forma,  coesione  ecc.*,  nelle 
molecole  primitive,  ammette  egli  dipendere  da  (difetto 
di  assimilazione  organica  do^tinata,  giusta  gl'insegna-* 
menti  del  celebre  Patologo  di  Cesena  ,  come  a  prov* 
vedere  alla  vitalità ,  cosi  a  riparare  eziandio  all'  indi- 
cato potere  di  resistenza.  Del  turgore  idraulico  di  que*^ 
sta  natura^  in  cui  il  sangue  non  possa  operar  tanto  da 
ingenerare  il  iattor  dinamico  ^  e  per   cui  la  parte  ri^ 


màner  deliba  come  prima  in  atatiia^  noi  abbfafrio:  esem* 
pi  in  quelle  sofie  di. fiogoiì,  Iv  qaaliy  abbenchè-a^Gom-' 
pagbiate  dà-qéalche  shicoina  ptopno  ài  tuli» /aBestom  i 
come   sarebbecà  *  rossore ,   ed   iadolentimebto  >  .cedooo 
tuttavia  all'  appncazióae  dei  tonici ,  se  corrobonuti ,  ed 
air  oso-  inietno  dei  cordiali,  appunto  percbé  Tiene  eoa 
qoést4  mezzi  ridonato   al  solido'  una    parte   dei'  'vigor 
necessario:  che,  dove  la  risoluzione  pòi  non  si  ottenga^ 
passando   il   tumore' di    leggii?ri    alia*  suppurazione ,  si 
viene  pet  tal  mòdo  a  por'térmioe 'ad  anà  malattia  di 
un  còrso  lentissimo,  ed  irresoluto.  Ma  se,  all'opposto; 
in  un  atonia    parziale,   recente,  e    di  poco  hKevo ,  H 
sangue  costituente  un  tale  turgore  Verrà  da,  se'  solo  ad 
essere  stimolo  sufficiente  per  la  fibra ,  potrà  saturare  il 
diletto    di    resistenza    nella  .  medesima y  potrà    rialzare 
l'eccitamento    vitale    di    essa    accrescendo    insieme    il 
processo  di  assimilazione ,  e  ripristinando  iè  condizioni 
moleculari,  soprattutto  nei  vasi ,  allora  la  parte^  tornerà 
alla'  salirte,  come  avviene  della  borsa  che  si  elevò  nel 
cavo  della  ventosa.  Perà,   qualora  l'  afonia  iossé  uni^ 
versale,  od  antica^  e  completa,  continuerebbe  lottato 
di  turgore ,  non    potendo    un    leggero    stimolo  locale 
essere   tnezs^o    proporzionato    al    bisogno.    Che   se   ia^ 
fine   lo    stimolo    soprasaturi    la*  condizione    difettiva  ^ 
divenga    soverchio    ai    bisogni    locali ,  '  V  eleménto  di^ 
namico  allora  potrà  con  facilità  tener  dietro  all'  idreur^ 
lieo  preesistente,  e  dare  sviluppo    alla    infiammazione» 
Ed  eccoci  condotti  a  considerare  le  flogosi,  giustamente 
dagli  antichi  dette  spurie ^    note,  passive,  ille^ttime^ 
che  invadono  così  spesso  gli  individui  di    cattivo    im<* 
pasto  organico  congenito ,  od    acquisito ,  e  quelli    elle 
per  altre  ragioni  si  trovino  in  grave  perdita    di  vitale 
AirHAu.  rol  XXKVllL  5 


energia.  Le  qnali  Infiammaziooi,  con  quanto  cKritto  deli- 
bano chiamarsi  taìi^  hene  sei  saùno  i  pratici.  :  Quando 
eUeao  avvengano  ,•  avuto  riguardo  ai'  due  :  jeoDòsciuti 
fìrttori ,  e  alle  diverse  hro  proporzioni^  bisogna  lene? 
re  una  strada  di  mezzo  (  sianmi  lecite  '  ^queste  parole  )  ^ 
fra  la  ipostenia  in  questi  casi  voluta  dal  teorista  logie» 
ae,,e  la'ipersteuia  in  questi  stessi  casi  voluta  dal  teo-  ^ 
rista  di  Bologna,  né  prender  solo  di  mira  nella  cum- 
gione  il  «momento  della  vitalità,  ma  insieme  (  ciocché 
più  importa  }  gli  elementi  tutti'  dell'  atonia  atti  a  mao^ 
tenere  il  fattore  Idraulico  sempre  con  pertinacia.  Po* 
ste  le  quali  cose  è  forza  pur  concludere ,  non  essere 
queste  flogosi  eguali  alle  altre,  sebbene  composte  d'am- 
bedue gli  elementi^  e  doversi  continuare  a  dirle  pas* 
aive  per  itpn  icventàr  nomi  inutilmente.  E  già  è  impos- 
sibile che  in  queste,  considerate  in  relazione  ai  punti  che 
attaccano  un  sangue  .  già  pregiudicato  per  qualità ,  e 
quantità ,  possa  accrescere  nella  fibra  Y  eccitamento  al 
grada  che  sarebbe  conveniente,  aumentare  in  ess^'  Taa* 
simtlsfì&ioàe ,  togliere  l' atonìa  non  solo ,  ma  acf^rescere^^ 
con  tanta  rapidità  la  forza  di  reazione  quanta  sarebbe 
mestieri  per  delle  flogosi  veramente  legitime.  Gonsidétate 
pòi  in  relazione  .  ali*  universale  j,  si  vede  che  tanto  di 
stimolo  da  esse  per  V  ordinario  non  si  diffonde  da  e. 
levare*  V  eccitamenlo  sopra  del  naturale  ,  oppure  che 
la  energia  del  processo  flogistico  è  tale,  che  appena  al 
generale  già  atonico  può  estendersi  nell*  elemento  solo 
dinamico  una  porzione  della  malattia.  Ecco  la  trista 
circostanza  di  non  poter  occorrere  alla  infermità  che 
a  scapito  del  locale  ^  o  dell*  universale ,  e  di  non  poter 
correggere  le  condizioni  di  questo  per  non  anraentare 
un  incendio  in  quello^  il  quale  per  sua  natura  volando 
sogli  stadj  facilmente  degenera  in  gangrena  sotto  aspetto 


6^ 
di  feìandiste^    e  oon   g{&   per  le  ragioni    addotte   dal 
ftoL' TontnHisitn\  ma  per   es^re  il  sangue   io    qu€$ci 
soggetti  atonici^  poco   animalizzato  ,  ' poco   atto  a  na- 
drire ,  -poco  capace  di  resistere  alle  isiziooi  distruggitrì« 
jcì  ^  motto  atto  ad  essere  decomposto ,  ad   avviarsi  alk 
pulrida  fermentasione^  per   essere  il  solido    povero   di 
organica  resistenza  ,  mal  nudrito  ,  in  difetto   di   vitale 
energìa',  e  quindi  pronto  ad  ubbidire   alle  azioni  delle 
flogosi  facilmente  distrifggitna\  appunto  perchè  incon* 
trano  poca  reazione  nelfa  fibra ,  in  quella    guisa ,   per 
tacére  di  mfòlti   esempi   che    potrei    addurre ,   che  uà 
fiato  d'aria  é  alto  a  troncare  d*  un  colpo  quel  filo  di 
vita  che  rin^anè  ad  un  sepólto  vivo^  mentre  t*  uom  sano 
si  pasc^  di  quella.  Picchè  prende   maggior    aspetto  di 
verità  il    pensiero y  che    in  tali  infiammazioni   i  lavori 
morbosi  siano  alquanto  diversi ,  e  che  per  conseguenza 
meritino  un   piano   di  cura    non   totalmente   eguale  a 
quello  delle  altre.  In  oltre,  giova    avvertire  non  esser 
raro  che   avvenga  anche   nelle'  flogosi    attive ,    che  lo 
slato  del  generale  passi  ad  una   condizione    opposta  a 
quella  della  località,  miasssimamente   nelle  affezioni  di 
lunga  durata ,  e  ne  accada  una  specie  di  Hisrordameu- 
to,  o  di  opposizione  nei  poteri  dinamici.  Per  la, quale 
cosa ,  dice  a  ragrone  il  prof.  Modanese>  non  so  se  po- 
trò giammai  unirilii  a  quel  grido  ,   oggi  giorno    quasi 
universale  di  certa  Scuola  (un    tempo  detta    Itah'ana)^ 
che  in  tutti  i  casi  proscrìve  le  cure  miste,  e  condanna 
la  int>perosita  di  alcuni  m\edici  antichi  in  certi  momen- 
ti:'che  anzi  io' credo  T'oziare  in  date  epoche  con  blandi 
mezzi,  o  r agire  in  senso  afifatto  opposto  per  soddisfare 
appunto  quando  ai  bisogni   dett'uoiversalé,  e  quando 
Hi  quei  della  località  (secopdoche  l'uno  piii  d'avvicino 
minaccia)   sia   ragionevole;   e    consentaneo  -  alla   sana 


; 
I 


\ 


68 

pratica.  Ed  a  conferma  di  questo  vengono  oppormna- 
mente  narrate  le  cure  miste  del  Sjrdenham,  del  Cpicu- 
luib  ,' di  Stork  f  e  de' migliori .  maestri,  rimontando  sino 
ad  Jppocraie,  il  quale  P^un  occhio  al  male,  V  altro 
alle  fonte  voleva  direno,  conlormemente  a  quanto  vanno 
ora  saggiamente  operando  iq  tali  malattie  i  medici  par- 
tìcòla^risti ,  o  segnaci  della  bufaliniana  pntologia  J^  a  ri- 
troso della  operosità  controstimolistica  giàii^  addietro 
salutata  quale  àncora  sacra.  Ma  di  quest'argomento  si 
riserba  l'autore  di  trattare  più  per  esteso. 

* 

Se,  finalmente^  le  flogosi  sieno  di  non  molta  impor- 
tanza ,  ed  attacchino  n^acchioe  da, poco  tei^po^  e  ja 
leggiero  stato  di  atonia ,  elleno  finiranno  ip  breve,  ^  tal- 
volta per  se  medesime  ,  giacche^  mentre  il  difejtto  de]<» 
l'onivetsalé  serve  in  certo  mo4o  ajener  entro  limiti  l'in- 
cendio locale,  r  eccesso  di  questo  potrà  giovare  al  difetto 
di  quello.  Usando  deUa  quale  maniera  pello  investigare 
la  genesi,  natura ^  ezkdogia  della  infiammazione,  pare 
al  prof.  Mo^anese  vengano  circoscritie  entro  giusti 
confini  si  l'opinione  di  quelli  cLe  k  credono  generata 
da  difetto  di  contrattilità  dei  vasi.^  come  l'altra  che 
ammette  le  flogosi  decisamente  .iposteniche.  Di  qui  è^, 
che  facendosi  ad  esaminare  la  causa  prossima  dal  si- 
gnor Pistelli  assegnata  alle  infiammazioni^  dice  che  tanto 
questa,  come  l'atonia  di  Gtf/(eno  ^  4a .  deficiente  irrita-^ 
biliià  di  Reil ,  l'azione  mancante  nei  ;  capillari  di  WiU 
son,  non  includono  che  Un  caso  speciale,  e  ponno  es- 
sere causd  prossima  d' uno  dei  fattori  ^  del  semplice 
turgore  idraulico,  senza  che  sieno  però  bastevoli.  a, su- 
scitare 1' elemento  dinamico  >  ed  a  creare  intera  la  ma- 
lattia. Egli  rende  di  dò  le  opportune  ragioni,  desu- 
mendole dai  principi  silura  esaminati;  senza  pìerò  conr 


/ 


6d 
venire  sa  questo  proposito  nel  giudizio  di  qaer  critico 
fanatico ,  che  dichiarò  le  coQsiderazioni  del  prof.  Lue*' 
chese  ipotesi  perniun  rispetto  ammissibili.  Ne  ornai  et  te 
egli  di  rendere  la  dovuta  lode  ai  sig.  Scanni,  Pinelf 
Clark,  Richerand  ',  i  quali  aifermarono  originarsi  tal* 
volf^  asteniche  infiammazioni ,  intendendo  per  tal  modo 
di  poterle  distinguere  dalle  vere  flogosi ,  e  di  indicare 
un  particolare  trattamento  per  esse,  ad  onta  che  il  si- 
^gnor  Tommasinif  sostenitor  forte  di  contraria  opinionot 
queste  abbia  amato  di  proclamare  eguali  a  tutte  le  al- 
tre e  quindi  curabili  cogli  stessi  rimedj ,  destramente 
tuttavia  adoperando  a  denominarle  ora  il  linguaggio 
di  famosi  risalii  Jlogisiici^  ora  di  movimenti  di  reazio^ 
126,  parole  artificialmente  connesse,  che  non  portano 
air  a  ri  ima  idea  alcuna  distinta,  che  includono  petizion 
di  principio,  e  che  tutt' al  piti  nou'  esprimono  che 
queir  iusorgimento  flogistico  di  cui  appunto  si  va  cer- 
cando il  perchè.  Cosi ,  è  facile  il  vedere  che  questa 
infermità  non  > può  essere  espressa  dalle  condizioni  che 
alla  irritazione  vennero  da  alcuni  sensatissimi  moderni 
attribuite y  ne  da  quelle  che  le  vennero  assegnate  dagli 
antichi,  e  molto  meno  dalle  vaghe,  indeterminate  sen- 
tenze nelle  quali  la  involsero  gì'  incerti  seguaci  di  su- 
perba-Scuola  omai  rivolta  a  sentiero  migliore.  Dal  che 
vedesi  eziandio  non  potersi  il  processo  flogistico  tener 
sempre  di  nuovo  stimolo  creatore  ;.  la  natura  sola,  e 
senza  i  soccorsi  dell'  arte,  poter  salvare  una  gran  parte 
degli  infermi  ;  grandi ,  e  frequenti  essere  i  miracoli 
delle  forze  medìcatrici ,  e  talvolta  a  dispetto  delle  più 
studiale  prescrizioni;  grandi  gli  sforzi  delle  forze  con- 
servatrici per  rimediare  ad  ogni  genere  di  perturba- 
menti, quand'  elle  soperchiate  noiì  vengano  da  violenti 


y 


cagioni;  la  latitudine  della  salute  da  queste  sole  di- 
pendete^ ed  il  corso  tjua^  i'nabbreyìrfbiie  iaW  ^Tie  tieWe 
flogosi»  animesìfto  dallo  stesso  sig.  l^pwmasìm,  9^ppnrìio 
essere  una  prova  del  potere  grandissimo  delle  forze 
della  natura  medesima. 

E  se  una  tal  malattia  è  a  riguardarsi  dependent^ 
dal  reciproco  alimento  che  I  due  fattori  si  prestano } 
se  tolte  anche  le  cause  che  quelli  mossero  ella  cresce^ 
e  si  matura  in    onta    ai   mezzi   curativi^  e  spontanea- 

\  niente  decresce,  sarà  forza  pur  inierirne  che  nella  parte 
llogosata  si  saranno    generata    delle   condizioni    diame- 

'  fralmente  opposte  alle  prime  ,  affermazione  giustificata 
dal  metodo  di  cura  che  tennero  costantemente  i  Pra- 
tici dopo  il  p/imo  stadio  y  e  per  la  quale  cade  poi  ia 
tutto  la  Tommasiniana  sentenza  dell'essere  sempre  la 
fiogosi  di  nuovo  stimolo  creatrice. 

Se  non  che;    quali    saranno  le  cagioni  di  no    tanto 
cambiaménto?  Mentre  l'autore  conviene  del  poco  «oc- 
corso  che  prestano  in  ciò  la  fisiologìa  ,  e  la  patalogia , 
promette  di  hioltrare  su  tal  argomento  le  proprie    in- 
dagini nella  seconda  parte  ^  parendo  a  lui  che  le  Cause 
di  tale  cambiamento  abbiano  a  variare  giusta  gli  esiti 
diversi  delia  infiammazione.  Intanto  si  contenta  di  dire, 
penetrando  col  pensiere  nel  grande  circolo    delle   ope- 
razioni che  nella  parte    fiogosata    hanno   loogo ,    sem-* 
brargli  ragionevole  il  conghteilurare,  che  giunta  la  ma- 
lattia ad  un  certo  grado^  debba  in  qnella  decrescere  il 
processo  dell' assimilazione ,  in  grazia  della  sottrazione 
dei  principj  nutriti\i  avvenuta   nel    sangue    per   l'ao- 
mento  del  fattore  idraulico ,  già  impedito  a  dar  luogo 
ad  altro  umore  meno  spoglio  di  essi^   sottrazione   ali* 
mentata  dalla  qualità   stessa  del  regime  curativo  ecc*^ 


^  71 

if  onde  lo  scetnameuto  degli  altri  lavori  secondar j , 
che  di  sopra  prendetnino  ia  considerazione  ,  cóoi- 
presa  anche  la  diminuzione  del  momento  della  vitaliiì^. 
Il  complesso .  de!  quali  lavorìi  non  ^esseqdo  ancora  in 
potere  dell'arte  il  curare  speci/Scame/ii^y  come  avviene 
in  altre  non  poche  malattie  9  per  non  avere  ancora 
conosciuto  in  che  smianzialm^nte  consista  la, natura 
del  morbo ,  ne  segue  che  il  medico  dovrà  essere  $pes&9 
contento  ,  anziché  nulla  oprare ,  di  giovarsi  d^Ua  parlie 
visibile^  e  comune  deirafTezione,  investendola  con  mezzi 
appropriati.  Ma  questo  non  vorrà  mai  dire  vincere  le 
infiammazioni  attive  coi  controstimoli,  come  fuor  d'  o-« 
gni  proposito  sostiene  il  celebre  prof.  Tommasim.  €ii 
vorrà  dire  giovarsi  di  certe  sostanze  da  lui  dette  cour 
trostimolanti ,  alle  quali  sarebbe  pur  lecito  dare  ^lù 
nitro  nome  ,  il  più  arbitrario  ^  ma  nulla  più. 

Il  salasso ,  il  nitro,  eco»,  ecc»  converranno  in  centinaja 
d'infiammazioni  per  investire  nella  parte  visibile  qual^ 
che  porzione  della  malattia.^  ma  senza  che  da  questo 
ne  segua  che  la  parte  occulta,  indeterminata  e  spesso 
indeterminabile  di  tutte  queste  iorme  morbose  a  quella 
parte  visibile  risponda  , .  come  quel  rinomato  -Clinico 
Vorrebbe  :  ragion  per  cui  viene  ad  essere  ialsissima  la 
sentenza  famosa ,  che  un  controstimolo  solo ,  o  pochi 
valgano  a  vincere  le  centinaja  di  flogosi  ,  ed  erronee 
per  ciò  le  basi  principali  di  quella  dottrina  eccitabi* 
lìstica  che  ora  è  detta  comunemente  bolognese^  Ma^ 
appunto  il  chiarissimo  prof.  BufaUni  ben  fece  conoscere^ 
meglio  d' ogn*  altro,  quanto  debbano  i  medici  guardarsi 
dal  confondere  i  sintomi  apparenti  colle  intrinseche 
mutazioni  che  avvengono  nella  macchina  inferma. 

Se;  pertanto,  doppia  è  la  sorgente  della  malattia  ia 


/ 


proposifo,  e  l'un  fatfore  può  essere  d'incitamento  al* 
l'altro,  ed    alimentarlo,;  se  1*  elemento   dinamico    può 
essere  ingenerato  dallo  stimolo,  e,  come  vedemmo ,  e* 
ziandio  dai  coki  detto  controstimolo  ;' se  alla  formaiione  > 
dell'elemento  idraulico  può    concorrere  la  qualità    dd 
sangue  y  non  meno  che  molte  cause  strumentali ,  com* 
prese  «Mnche  altre  malattie,  in  questo  caso  atte  ad  ope- 
rare quali  cagioni  -,  se    condizioni    iposteniche   nelF  or* 
panismo ,  sfiancamenti  nei  vaserelli ,  atonie   neli'  impa- 
sto organico  ecc.  ponno  essere  cause  occasionali;   nes- 
suna meraviglia  se  una  tate  malattia  s' incontri  frequen- 
temente f  e  più    d'  ogn'  altra    oggi  giorno  si  studj.  Se 
tionche.,  grande   oltraggio  pare    vadan  facendo ,  giusta 
il  sig.  Goldoni ,  al  merito  degli  antichi  padri ,  i  quali 
ripetono  con  baldanza  la  prevalenza  di  queste  malattie 
non  essere  stata  veduta  che  da  essi  loro.  La  conobbero 
al  pari  di  noi  tutti  questa  prevalenza,  al  dire  di  esso^ 
gli  jisclepiadty  Galeno  y  Aezio  ^  TraUiano ,  Egineta, 
Rìolano  ,  ^  Mercuriale  ,  Ballivi,    Valerius ,    Mariinus  , 
StàU,  Ho/Jman,  Srdenhamj  Slork,  BotallOy  e  moltis- 
simi altri,  dei  quali  tutti  riporta  egli  alcuni  passi  che 
Don  ammettono  dubb) ,  dicendo  insieme  che    ben   po- 
chi, al  contrario,  furono  i  medici ,  i  quali    seguissero 
i  Crisippi,   gli    Erasistrau'y    gli   Elmonzi,   i  ^ilm,  i 
Brown,  Dal  che  veda  soprattutto  la  Scuola   Bolognese 
€[uanto  sia  lacero  il  manto  ^'coperte  del  quale  vengono 
al  cospetto  del  pubblico  le  di  lei  più  celebrate  novità* 
Poche  altre  considerazioni   premesse  ,   pon    termine 
r  autore  alla  prima  Parte  del  suo  Trattato,  promettendo 
di  far  conoscere  nelle  altre  i  vantaggi  che   ponno   ve- 
nirne alla  pratica  dall' esaminare  la.  genesi,  la  natura, 
la  eziologia  della  infiammazione  sotto  di  questo  ^spetto* 


.73 

jNoQ  (dimoreremo  noi  per  ora  a  giodicare  deir  imr 
povtanza  di  questo  ^  lavoro^  Solo  aggiogneremo  ^  che 
speriamo  sarà  esso  in  Dalia  ,  come  lo  loron  altri  di 
qaeàio  genere  nltioiamente  resi  pubblici,  prezzalo  se- 
condo il  valor  suo ,  cioè  stimato'  buono,  utilissimo ,  ed 
io  molte  parti  ecc^ellente.  Rammenteremo  ai  nostri  illu- 
stri coUeghi,  che  il  metodo  analitico  è  i)  solo  che  possa^ 
.guidare  a  meta  certa. , Bando  perpetuo  alle  astrazioni  5 
■e  r  esempio  del  prof.  Modanese  sia  nobile  sprone  a 
tanti  sublimi  ingegni  per  opere  egualmente  benemerite 
e  gloriose.  Vedrà  la  celebre  signora  Morgan,  che  il  genio 
d' oggidì  in  medicina  non  è  vero  che  renda  gli  uo- 
mini solamente  strani^  burberi,  e  rmcrescevoU, 

B. 

(Sarà  continualo). 


Illustrazioni  fisiologiche  e  patologiche  del 
Sistema  linfatico  -  chilifero  mediante  la 
scoperta  di  un  gran  numero  di  comuni-- 
cazioni  di  esso  col  venoso  /  del  prffeS" 
sere  Regolo  Lippi;  Firenze  dai  torchi  di 
Leonardo  Ciardetti  iSaS,  4.^  {^eon  At* 
tante  di  IX  Tavole)  (1). 

v^uanto  importino  le  scoperte^  e  segnatamente  anato- 
miche, per  r  avanzamento    delle    metriche    discipline, 

■  »  I  I  I  ■  Il  ■■■  p  ■  ■-     m^^mmmmmf 

(i)  Artìcolo  comunicato  del  sig.  don.  Quadri. 


!J4 

voinp  dotto  e  dabbene  non  va  the  lo;  ignork  E  poi- 
cbè  un  illustre  Italiaoo^  il  professore  Regolo  L^fpij 
ne  ha  colle  sue  di  recente  il  mondo  Arricchito ,  sul 
rapporto  in  ispecie  del  sistema  linfatico ,  abbiamo  sti- 
mato doverosa  cosa  il  dare  loro  la  più  estesa  cono- 
scenza col  mezxo  degli  Annuii.  La  prolissità  poi.  che 
^egna  in  questo  scritto ,  tutta  intiera  si  deve  alia  im- 
possibilità di  compendiare  soventi  circostanze  di  fiitto; 
ed  in  materia  soprattutto  di  scoperte ,  nulla  dovendo* 
si,  per  amore  di  concisione,  alla  chiarezza  sacrificare. 

La  questione  le  tante  volte  agitata  dai  Dotti  di  pres  • 
sochè  tutta  Europa  intorno  ali*  assorbimento  ,  ornai 
sciolta  sembrava  dagli  sforzi  dell'  immortale  Slascagni, 
pervenuto,  essendo  egli  a  stabilire,  che  la  facoltà  di 
assorbire  esclusivamente  apparteneva  al  sistema  linfa- 
tico, a  fronte  di  tanti'  altri  che  pretendevano  tale  fa- 
coltà divisa  tra  i  linfatici ,  ed  il  sistema  venoso  ^  quan- 
do contro  a  tale  dottrina  levar onsi  d'  ogni  parte  nuovi 
e  numerosi  avversari. 

.Furono  costoro  priqcipélmente  Màgendie  nella  Fr.an* 
eia,  Tjredemann  e  Gntehn  in  Germania,  Flandrin  ed 
Èmmert  in  Inghilterra ,  e  persuasi  anch'  essi  che  nelle 
questioni  di  fatto  ^  il  fatto  solo  debb'  essere  interrogato, 
procedettero  per  la  via  di  ingegnosi  esperimenti ,  i 
quali  diedero  alle  loro  opinioni  una  sembianza  di  ve- 
rità. Ne  però  tutti  convinsero;  ma  nondimeno  l'amor 
re  di  novità  e  l' apparenza  di  vero  che  nelle  loro  sen- 
tenze fu  scorta ,  moltissimi  trasse  al  loro  partito;  e 
tra  questi  il  dott.  Franchini  di  Sarzana  ,  il  quale  col- 
r assistenza  ed  i  consigli  di  alcuui  dotti  professori  della 
, università  di  Bologna,  fatti  base  del  ^no  lavoro  alcu- 
ni esperimenti  x:h'  essi  condiscesero  a  fare  per  incofag- 


gUrlo  nella  sqa  ouova  carriera  ,  pubblico,  intarnol'as- 
fiorbimenlo  cUie  Dissertazioni,  dove  con  poca  varietà , 
riprodottr  gli  argomeati  di  Boerhaave^  di  Mechd.f 
del  Caldani^  del  Lupi^  ed  i  cimenti  del  Tjredewann^^ 
delio  Gmelin  ,  e  degli  altri  ,  ecc.  ,  confìden temente 
pronuncia  che  ìa>  opinonedel  Mascagni  è  ornai  non 
più  degna  di  essere  conservata,  e  che  T  asserzione  più 
generalmente  ancora  appartiene  al  sistema  venoso^  che 
al  linfatico.     * 

Scosso  r  autore  dal  ved^e  si  fattamente  attaccata 
le  dotti  ine  del  suo  maestro*  ha  pensato  di  nuovamente 
sottoporle  al  crogiuolo  dell'  esperienza  \  e  innanzi  a 
tntto  di  richiamere  a  nuovo  esame  la  parte  anatomica,  di- 
rettamente osservando,  in  quanto  ad  occhio  umano  è 
permesso ,  gli  arcani  dell'  organismo  in  tutto  ciò  che 
all'  assorbimento  può  riferirsi.  '   "  . 

Indaga  egli  pertanto  colla  più  rara  diligenza ,  e  me- 
glio forse  di  quanti  lo  precedettero^  il  sistema  venoso 
e  linfatico,  non  ^solo  nell'uomo,  ma  eziandio  negli 
animali  mammiferi  e  volatili,  <;he  sono  all'  uomo  a£> 
fini  rispetto  al  modo  della  vita  ,  ed  agli  organi  prin- 
cipali. Fatte  le  quali  indagini ^  pensa  l'autore  d^  esse* 
re  finalmente  arrivato  a  queste  due  conseguenze: 

i.^  Che  sì  nell'  uomo,  come  negli  animali  ad  esso 
affini,  la  vera  funzione  dell' assorbimento  si  fa,  secon- 
do tutte  le  apparenze,  per  la  via  del  solo  sistema  lin* 
fatico. 

2.^  Ch'  ella  sembra  non  appartenere  al   sistema  ve- 
noso ,  e  1'  una  ,  e  l' altra  conseguenza  trovarsi  vera  così 
nello  stato  fisiologico,    siccoipe  nel   patologico,  finche 
^  le  parti  operano  come  vive,  seguitando  le; funzioni  as« 
regnate  loro  dalla  natura.  : 


7® 

Divicle  egli  perciò  il  suo  lavoro  iii  qqattro  piarti^ 
eh'  noi  seguiremo  ^estesameote ,  in  tutto  ci&  particolar- 
mente y  chfe  risgoarda  le  scoperte  y  tcimeodo  di  essere 
oscuri  anziché  prolissi. 

MfHa  prima  favella  d'alcuni  sistemi  elementari  che 
col  linfatico  hanno  correlazione ,  e  riiensce  li  nupvi 
trovati  che  gli  sembra  aver  fatti  rispetto  al  medesiaio. 
IJifella  seconda  fa  conoscere  i  risuhamenti  fisiologici 
delle  sue  proprie  scoperte^  e  de'  ragionamenti,  che 
tanto  a  quelle ,  quanto  agli  esperimenti  ed  alle  osser- 
vazioni degli  altri  ha  applicato.  Nella  terza  dice  di 
alquanti  latti  patologici  connessi  scoile  sue  ricerche ,  che 
egli  ha  osservato  nella  sezione  di  numerosissimi  cadaveri 
periti  di  varie  malattie.  E  finalmente,  nella  quand  .trat- 
ta della  flogosi ,  intorno  ad  essa  pur  seguendo  le  de- 
duzioni, a  che  l'osservazione  diretta  ed  il  filo  de'  suoi 
ragionameiiti  naturalmente  lo  condussero.  —  L' autore 
presenta  ai  dotti  confidente  il  suo  lavoro  con  questa 
profession  di  fede,  die,  vere  o  insufficienti  che  ritro- 
vino le  sue  dottrine,  persuadere  si  vorrailto  che  in 
questo,  come  in -ogni  altro  suo  lavoro,  la  verità  sol- 
tanto ebbe  per  iscopo; 

PARTE  PRIMA 

Elemento  arterioso. 


Le  proprietà,  cosi  l'autore  si  esprime';  e  caratte- 
ristiche  dell'  elemento  arterioso  sono'  ben  cognite  :  solo 
dirj>  che  la  membrana  non  propria  di  questo  elemento 
o  sistema^  che  gli  anatomici  dividono  in  varj  strati, 
non  è  puramente  fibrosa ,  come  alcuni  la  pretendono  ^ 


^7 

ma  piuttosn>  mnscolaré  di  nna  organizzasione  partico- 
lare y  Mf Dtre  a  qaesta'  si  portano  nervi ,  e>  in  essa  al 
perdono  in  grflh  copói.  Al  contrario  ,  nell'  af^paralo 
parameote  fibroso  non  si  sono  riscontrati  giftmniai ,  a 
fronte  delle  più  accàraté  ricerche  anatòmiche.  Fa  an- 
cora dk' io  '  riguardi  queslaroenibrana  come-  in  •  realtk 
fermata  dr  fibre  muscolaH^  la  contrattilità  della  qnate 
1}  provvedava  ^ infatti  ^  k.  contrattilità  delle  arterie  è 
isolo  ^differente,  dalla  jnaaòolare  per  quella  differenza 
che  risulta  dalla  diversità  di  struttura. ,  la  quale  nelle 
arteìfie  è  tubolare,  e  nel  muscolo  è  sémplicemente  fi-* 
l^mento^a.*:  d»  che. nasce,  che  in  quelle  la  contrazione 
tende  a  restringere  il  lume  del  tubo ,  e  la  dilatazione  a 
restituirlo  al  suo^prinw  diametro;  ed 'io  questo,  il  cen- 
ti^avsf  produce  solò  un  accorciamento^  e  la  cessazione 
diéltà^  contrazione!  genera  il  ritorno  alla^  naturale  lun- 
ghezza'y  dìt  modo  i  che'  la  aistole,  e  la  diastole  possono 
beniissimo^  equipararci  ai  due  movinaentt  di  che  la  fibrM 
inusGolaFe  è  capace  \  e  questo  che  delle  arterie  sì  dice, 
si  veile  anche  fiianifeil;/aniente  nel. cuore,  il  quale  pa& 
essere  riguardato  come  un  gran  sacco' arterioso. . 
'  «  Questo  sistema  dà  origine  ài  venoso,  e  a'  dei  linfa ticr  ^ 
da  questa  pure  traggono  origine  i  dattiiescretori,i  vasi 
secernenti ,  e  i^otricnti;'  Che  formi  una  continuazione 
col  renoso  \  -  lo  proVan«  le  it)|ezioni  le  meno  idonee  a 
farsi  «trada^pér  l'estremità  dei.  vasi ,  cioè  quelle  fa^te 
a  gesso,,  le  quali  injeziom.hò  vedute  più  volte  passare 
rrelle  vene,'  specrahnènée  nei 'polmoni,  nel  fegato,  e 
nei  reni.  Se  poi  si:  eseguiscano  a  colia. con  vermiglione» 
ardendo  procurato  di  dare,  al  cadavere  per  mezzo  del- 
r  immei'sio'ne  nell'  acqua  calda,  il  calore  naturale^  in 
tal  caso  si  osserva   passare  in  tutti  i    sistemi  >   e    nei 


^ 


19 

dotti  e$cretOFÌ  ancora  y  come  ho  avnto  luogo  di<  rlsc^» 
trare  più'  volte  ,' anche  in  quèsl'  anno  ,  nel  quale  ho 
kì  modo*  speciale  istituite  ddle  particolari  indagini  ..e 
ricerche  su  questa  parte.  » 

"Deve  avvertirsi' pertanto ^  che  le  comunicazioni  dir 
vaile  del  sistema  arterioso  col  venoso ,  sono  piò  facili, 
maggiori  nei  polmoni ^  nel  fegato,  nella  tui1za>.  nei 
reni,  ^  nel  cervello ,  di  quelle  cbe  non  aia  nelle  altra 
parti  dèli*  organismo  animale.  E  il  lume  ancora  <  dei 
linfatici  è  più  ampio  ,  e  sono  piti  marcate  e  visibili,  le 
comunicazioni  in  questi  organi,  e  si  rendono,  abreai 
pili  facili  a  riscontrarsi  ndla  giovanile  elii,  che  nella 
vecchiezza. 

Semenio  venoso.  ^^  Quetft' eleih^to  è  una  conU^ 
cuaziotie  deirarterioso,  ed  è  subordinato  alle  m$4e6Ì* 
meleggi.  Ne  diversifica  per  altro  dell'  organizzazione^ 
come  neir  ufficio.  Esso  è  costituito  di  due  membrane  f 
lasciando  da  parte  la  comune,  e  1'  ascitizia.  E  T  intera 
na  è  quella  che  ne  costituisce  la  parte  .  e»&enziale| 
mentre  si  ripiega  per  formare  qu^  e  là  delle  v  valvule. 
Questo  sistema  ha  grandissimo  sviluppo,  e  naag^giore 
che  mólte  altre  patti  dell' oiiganisdio  animale.  Esso  è 
doppio  e  triplo  dell'  arterioso  internameale;  alla  sa- 
perficie  del  corpo  poi  è  sestuplo ,  decuplo. 
'  Sistema /linfatico.  '^—  Quattro^  sono  Je  serie  dei  lin« 
fiiticf,  die  gli  anatomici  ammettono,  cioè; chiliferi  pco« 
priamente  detti  f  linfatici  dèlie  mi^mbi-ane  mucose  .^  e 
sierose;  linfetici  cellulari',  e  dtifusi'  in  tutta  1' eccmor 
mia  animale  ;  e' finalmente  cutanei.  La  fisiologia,  e  la 
patologia  non  lasciano  dubbio  su  l'esistenza  di  questi. 
Per  altio  ,  1' osservazione  anatomica  porta  l'autore  ad 
ammetterne  nu  altro  ordine ^  da  lui   chiamato;   attesa 


la  loréoilgine  dalle  arterie^  sistema  d«*va^i^  linfatici 
arteriosi .  i  quali  si  ravvisano  e  nello  stalo  fisiologico 
e  nel  patologico.  In  istato  fisiologico  Y  orìgine  di, 
questi  viene  dimostrata  per  mezzo  delle  i^ne  iaj^zio* 
ni  ^  come  ebbe  .  1*  autore .  occasione  più  volle  di*  os* 
servare.  Nello  stato  patologico  si  dimostra  per  varie 
considerazioni I  ed  osserv^a^ioni^  di  cui  sarà  parlato 
in  seguito.  —  Questo  sistema  y  che  trae  la  saa 
origine  dalle  parti  indicate ,  è  costituito,  di  due  mem- 
brane, una  esterna  fibrosa,  interna  T altra,  che  si  ro^ 
vescia  per  formare  le  valvple^  delle  quali  è  provvedu- 
to. Il  suo  cammino  è  flussuoso ,  e  intercettato  da  una 
seri^  infinita  di  glapdule ,  le  quali  prendono  dei  nomi, 
particolari  secondo  le  regioni  che  occupano,, .come 
pure,  prendono  nomi  particolari  i  vasi:  secondo  le  pa^ 
ti,  i  visceri,-  e  gli  organi,  dove  nascono  ,  o  che  per- 
corrono. Si  chiamano,  inferenti  quelli  i  quali  .si  porta- 
no alle  glandulej  efferenti  quelli  che  n*  escono.  Sona 
ordioarriamente  in  .maggior  numero  i  primi.  JNelfinter-i 
DO  della  glandole  si  suddividqno  all'  infinito,,  si  ordì*, 
nano. poi  in  minor  numero  quando  escono,  e  in  tal 
caso  il,  lume  di  quelli  che  vengono  fuori ,  essendo  19 
minor  numero ,  è,  maggiore. 

Il  sistema  linfatico  don^  termina  solamente ,  come  si 
credeva  per  lo  passato  ,  nel  dutto  tpracico ,.  o  >  nella 
succlavia  destra  per  1' esiremi(k  di  quella  parte,  ma 
infinite. sono  le  comunicazioni  eh'  esso  ha  col  sistema 
venoso,  come  vedrassi.        .  y 

Sono  pure  in  errore  coloro,  i  quali  vogliono  stabi- 
lire identieità  di  organismo  e  di  funzione  fra  il  sistema 
venoso,  ed  il  linfatico.  Differiscono  questi,  in  primo 
luogo,  nell'organizzazione;  ma  differiscono  altresì  pvl 
fluidi  che  questi  contengono ,  differiscono   per  Fanda- 


\ 
/ 


80  , 

mento ,  e  differiscono  ia  fioe ,  per  le  loro  termitiaftidiiik 
'^  Differiscono  neir  organizzazione  per  rapporto  alle 
patetì ,  che  compongono  l'ano  e  I- altco.  Digeriscono^ 
in  quanto  che  il  sistema  h*hfatióo  costìtaisce  degli  ag* 
gomitoiamenti  che  prendkmo  il  nome  <li  gìandole  lin- 
&tìche.  DifTeriscono  in  qiìanto  che  i  liufatici  fan  oafle 
delle  niembrane  ;  al  contrario  li  sistema  venoso  cosCì- 
totsce  soli  canali.  ' 

'Rispetto  ai  fluidi  che  qaeste  due  madiere  di  vasi 
sono  destinati  a  trasportare/  vi  è  pure  grandissima 
differenEa ,  perchè  quelli  che  sono  contenuti  nel  lin- 
fatico abbisognano  di  elaborazione  ,  e  per  tal  modo  la 
natura  li  fa  progredire  per  una  serie  di  glandule ,  on<* 
de  acquistino  le  qualitii  dovute:  al  contrario,  il  ssn- 
gUje' venoso  non  ha  che  a  ricondursi  al  cuore,  e.  di  li' 
ai  polmoni  per  divenire  atto  aj  sostegno  della  vita. 

Rispetto  air  andamento,  si  sa  che  quello  del    siste* 
ma  venoso  è  parallelo    all'  arterioso ,   regolarmente  di-  ' 
stribuito  in  corréspettivitìi  al  medesimo;  e  subordinato' 
ad  analoghe  l^ggi/  avvegufichè,   mentre   nella    sistole^ 
ì\r  ventricolo  sinistro  del  cuore  si  vupta^    1*  orecchiétta- 
destra  che  è  .in  diastole ,  riceve  il  sangue    venoso.   Ai 
contrario  ^  i  fluidi  che    percorrono    pel    sistema   ass^- 
bèute  non  hanno  regola  fissa ,  che  modelli  T'andatnen- 
to  loroj  in  una  guisa  almeno  egualmente  semplice.  ' 

In  fliie,  i  vas^  linfatici  traggono  la  lo^rò  origine  dal' 
sistema  arterioso,  d alle  f accie  delle  membrane,  e  ovun* 
que  sono  vasi  secernenti,  o  si  fanno  dei  versamenti. 
Al  contrario  ,  il  sistema  venoso  non  trae  altra  origina 
che  dai  capillari  arteriosi,  e  dal  linfatico,  cotne  costa 
dalle  stupende  tàvole,  di  cui  T autore  ha  l'opera  sua 
arricchita^  ma'  che  la  ualura  di  questo  compendio  non 
permette  che  di  accennale  di  passaggio. 


Et 

^Idcì  è>  riflette  il  prof  Tdppi ,  che  f  or{^anì«tatione 
identica  deli' ano  e  dell'altro,  Ìd  qnaoio  all'essere 
corredali  di  Valvole,  non  può  giammai  far  ctedere  ìa 
essi  identità  di  faneione  ,  cioè  facoltà  ugnate  d!  assor^ 
bire  si  pel  sistema  venoso  ^  come  pel  linfatico.  £  noa 
lo  può  perchè ,  come  assordo  sarebbe  accordare  al 
Uofatico  la  funzione  4el  riportare  indietro  il  sangue  » 
che  è  plx>pi;ietà  del  venoso,  cosi  non  meno  è  assurdo 
voler  dare  la  facoltà  di  assorbire  elle  véne,  che  è 
essegnata  propriamente  ai  vasi  bi^nfchi»  Ed  in  vero , 
la  natura. ad  ogni  sistema  accordò  qualche  esclusiva» 
facoltà /siccome  la  contrattilità  alla  fibra  'muMsoiLare^. 
la  sensibilità  al  sistèma  nervoso,  ecc.  E  non  può  com-*^ 
petere  la  -  fiicoltà  assorbente  al  •  sistema  venoso  ,  oltre 
le  ragioni  riportale  di  sopra  j  ancUe  perchè  ^  tranne  la 
simiglianza  di  questo  sistema  col  «linfatico  rispetto'  al» 
r  aver  vai  vote  )  troppe  aitile  differente  sono  tra  l'ano 
e  l'altro  nel  loro  organismo^  Ed  ièlatti,  le  vene  non 
comunicando  che  co'  sistemi  indicati  ^  non  entrano  a 
jàr  parte  di  quelle  membrane  sul\e  squali  ha  Ibogo 
)'  asserzione ,  che  l' anatomia  ci  fa  conòsciere  i  né  han"* 
so  esse I  per  quanto  costa  da  osservazioni  dirette,  le. 
pretese  boccucce  libere,  ammesse  gratuitamente ^  soU 
fa'hto  per  tspiegare  come  i  fluidi  versati  nelle  varie  ciri^, 
vita  siano  trovati  '  nelle  !  vene.  Dov'^  da  notare  1' ^l* 
sardo  di  alcuni  >  i  quali  giungono  a  dire^  che  queste 
boccuce  provvedute  siano  della  lacollà  assorbente;  ab», 
lora  solo  quando  il  sistema  linfatico  è  in  istato  pa« 
lologicol  ^    ,    -       >  . 

Delle  glanduìe.  —  Si  occnpa  fautore  delle  cooglo^; 
bate,  ossia  linfatiche  soltanto,  avendo  egli  avuto  liio- 
go  di  osservare  che  alcune  presentano  Una  partiicolare 

AiiHALi.  F'oL  XXXFIU.  6 


8t 

orgtDÌ2za2Ìone.  la  generale  ^  seno  qaeste  compdMe  di 
vasi  linfatici^  di  poehi  vasi  sangaigoi  arteriosi  e  ve- 
nosi ^  di  nerl^i,  e  di  cellulare^  che  lega  .grindic^U- 
elementi.  Quelle  le  quali  hanno  a  lai  diihoi(Ualo' avere 
una  particolare  organizaazìope^  sono  alcune  glandole 
situate  nella  regione  lombare. 

Le  glaodule^  in  fenere,  sono  fermale  di  Vasi  inferenn 
ti ,  -ehe  si  suddividono  assottigliandosi  in  ^questo  mira* 
hil  meni  e,  ed  escono  in  segnilo  in  nomerò' di  dnn  o 
tee  tronchi  y  che  chiamaaiì  eHerenti«  Le  glandnle,  al 
contrario»,  dair  autore  disegnate  di  pavtieolare:.organia« 
saeiooe^  ed  appartenenti  alla  regio tto  lombare,  sono 
formate  non  solo  dei  dit€  ordini  di  linfatici  indicati  t 
ma  entrane  ancora  nella  composisione  idi  esse  i  chili* 
ieri.  Qnitìdi  allora  dno^sene  di  vaei  inferenti  esse  han- 
no, cioè  i  linfatici  lèinbari  che  ascendono  ^  e  i  chili^ 
ferì  re|lui  che  discendono  dal  mesenterio  sopra  la  ctf* 
lonna  vertebriale  dèi  lémbi.  Entrano  qnesti  chiliferi  in 
esse  glanchile,  e  ftàbiliscono  ira  loro  una  particolare 
i^tcoUizione  ^  comnnicando  insieme  in  modo ,  che  i 
fittidi  riporinti  dai  chiliferi  reflui  circolano  da  glandola 
in  glariiduk,  scendendo  dalla,  prima  serie  nella^  secoli* 
dà^  dalla  seconda  nelia  tersa,  e  vanno  a  metter  capo 
akoni  nella'  quarta  serie,  d^Ha  qnale  escono  infine  dei 
fitetti,  che.si  portano  tfella  pelvi  del  rene. -^^  Intanto 
chiliferi  lombari^  eh' entn^no  efsii  pure  neiristesse 
glandnle,  prosejj^ono  il  loro  cammino  nella  serie  sn- 
periore,  e- di  là  si-  recand  alle  altre^  glandnle  lombari 
poste  superiormente,  dalle  quali  poi  nascono  vasi  che 
fit' vuotano ^  nel  diittè' toracico; 

*  H?a  1'  autore  inj^ato  a  mercurio  replicate  volte  dalla 
patrie  ioferiove-i  chiiileri  reflui  sopra  descritti,    enos^ 


8) 

hk  trìti  potato  Vedere  aicetidefe  il  mefftHò  sotto  quin 
tuoqu^^resilone.  Inje|tàte  pur  le  g>aiii]ule  Àp^riori 
loknbara  ,  0  per  nii^io  dire  ì  vasi  linfatid  superiori 
dbé  coEt  «Me  si  innestano^  non  ha  potuto'  vedere  a 
discenderli  il  mercario  per  la  serie  delle  gtandule  in- 
dieate.  Spinta  1*  iBJeztooe  dai  vasi  iliaci ,  nepptir  que- 
sta ha  còttitttiicato  coi  detti  reflui  chiliferi ,  ed  ha  pure 
osservato  costantemente  essere  circoscritto  il  ìininero 
delle  glandale  ìillequaK  fanno  eapo  i  chiliferi  indica- 
fi  y  e  la  injezione  non  oltrepassava  mai  quelle  sitaàta 
•  al  di  «otto  della  terza  vertebra  de^  lombi,  purché  { 
vasi  e  I*  apparato  glandolare  del  cadavere  fossero  ia 
istato  di  Dormaliik.  l^a  tutte  le  quali  cose  si  crédè 
Y  autore  aatorizcato  a  concludere ,  che  tali  glaodole 
sono  fomite  di  nua  speciale  organiasasionèye  di  on^ 
speciale  ufficio ,  inferessantissiuM)  per  quanto  apparisca 
ali*  economia  animale. 

Le  glaodule  in  generale  varriano  di  numerò ,  di  gros* 
seÉza ,  '  di  colore ,  secondo  la  loro  sede ,  e  lo  stato  pa- 
tologico delle  medesime,  e  secondo  I'  età.  Si  avverta 
però  che  da  tutti  i  linfatici  che  vi  fanno  capo  prima 
di  fare  ingrosso  nelle  medesime ,  si  distacca  410  ramo 
che  si  porta  alla  gianduia  prossima,  perchè  non  s^Q* 
terrompa  Y  andamento  e  il  corso  de^  fluidi  trasportati , 
io  caso  di  stato  morboso  della  gianduia. 

Non  tutti  però  i  linfatici  percorrono  la  serie  degli 
apparati  glandularì  per  portarsi  ai  dotto  toracico,  ma 
Gomuuicaqo  cól  sistema  veticfso  ,  come  èi  vedrà  tra  poco. 

SisBBma  esalante ,  b  secememe ,  crpori  inorganica 
V-*-  Codesto  sistemai,  conosciuto  da  remoti  tempi ,  trae 
la  sua  origine  dal  sistema  arterioso  ^  è  diffuso  alla  su- 
perficie dd  corpo  ed   iiiteraameiite|  e  uovasi  special- 


84 

mente  nelle  membrane  sierose ,  moccose ,  e  nella  cel« 
lolare.  Legasi  poi  strettamente  1*  interno  coli'  es^no  ,  e 
con  £li  organi  orinar] ,  modificandosi  alternativamente 
la  funzione  ^ell'  uno  in  correspettivitk  di  quella  dd« 
V  altro.  Di&ttOy  al  comparire  dei  primi  freddila  tra- 
spirazione diminuisce  y  e  ne  sopravviene  una  maggiore 
quantità  di  orina ,  e  succede  V  opposto  al  subentrare 
dei  calori  estivi. 

E  poi  l'autore  di  sentimento,  che  il  sistema  secer* 
nente  varj  d*  ufficio  e  di  organismo  secondo  le  parti 
che  occupa,  e  faccia  sovente  quello  non  solo  di  ver- 
sare i  fluidi  per  lubricare  le  faccie  delle  membrane , 
ma  quello  anco  dì  portare  gli  altri  fluidi  destinati  alla 
elaborazione'  interna ,  come  V  umore  gastrico  nello  ston 
,  maeo,  ecc.  Cosi  crede  che  il  sistema  assorbente  £iccia 
talora  V  ufficio  di  escretore  j  per  riportare  nel  torrente 
della  circolazióne  degli  umori  separati  da  certi  organi^ 
e  da  certi  visceri  particolari.  In  una  macchina  cosi 
bene  architettata  quale  è  la  fabbrica  dell'  uomo  e  degli 
animali ,  in  cui  tutto  è  ordinato  da  leggi  particolari  f 
e  tutto  è  collegalo  per  mezzo  «di  mutui  e  reconditi 
rapporti ,  come  mai  pretendere  che  la  traspirazione  ^ 
la  quale  è  salutare  quando  è  bene  ordinata,  ed  è  dan- 
nosa quando  è  interrotta,  eseguita  noti  sia  per  un  or- 
dine particolare  dj  vasi ,  mentre,  al  dire  dell'  illustre 
ed  indefìpsso  Santorio  ,  nello  stato  normale  si  perdono 
per  lei  sola  cinque  libbre  e  mezzo  di  fluido?  A  coiu 
fermare  che  in  realtà  serva  ad  essa  V  ordine  particolare 
di  vasi  di  che  s^  parla ,  e  vasi  tali  che  operino  per 
una  vita  propria  ^  concorre ,  oltre  ad  altri  argomenti , 
la  evidente  varietà  dei  fluidi  emessi  a  seconda  delle 
parti  in  istato  fisiologico,  e  la  intensità  variamente 


85 

Biutau  di  tntta  questa  fiinzioiie    neflo   stato  patologi» 
cOy  è  nelle  varie  sae  circostanze. 

Cile  serva  a  cosi  fatta  funzione  un  ordine  dì  vasi 
particolari  y  il  quale  tragga  la  sua  origine  dal  sistema 
arterioso y  lo  conferma  il  sudore  sanguigno^  ossia  la 
diapedesi  in  istato  patologico;  come  pure  lo  conferma 
il  ricoprirsi  de*  visceri  gastrici ,  e  specialmente  deli'  o^ 
mento,  e  delle  sue  produzioni  di  una  tinta  rossastra 
a  guisa  di  miniatura  ;  lo  confermano  altresì  i  versa^ 
menti  interni  della  parte  colorante,  che  si  riscontrano.' 
E  qual  altro  sistema  operar  potrebbe  tali  fenomeni, 
se  non  un  ordine  di  vasi  che  origìn  tragga  dal  siste- 
ma arterioso  ?  E  quale,  se  non  quest'  ordine  medesimo 
di  vasi,  operar  potrebbe  il  prodigio  d'  uii  tumore  criti- 
co e  salutare,  il  quale,  sopravvenendo  quando  meno 
si  aspetta,  richiama  tin  moribondo  in  salute? 

Sistema  elementare  o  assimilatoTrè  e  nutriente.  Pensa 
V  autore,  che  una  serie  particolare  di  vasi  egualmente , 
sia •  destinata  a  condurre  gli  elementi  da  assimilarsi,  o 
tragga  questa,  come  le  altre,  T  origine  ^ua  dal  sistema 
arterioso.  A  questa  importante  funzione  crede  egli  che 
dia  luogo,  come  taluno  può  immaginare,  più  che  il 
diametro  diverso  dei  vasi ,  la  diversa  specifica  vitalità, 
il  cosi  detto  gusto  specifico ,  il  quale  è  uno  dei  più 
bei  resultati  della  vita  ,  e  dei  più  innegabili ,  o  forse 
¥  una  e  V  altra  causa  in  cio^  poncorre,  e  per  Y  accon- 
cio condorso  d' entrambe ,  il  sistema  venoso  prende 
dalle  capillari  estremità  delle  arterie  il  sangue  refluo 
dalla  circolazione  per  farlo  di  nuovo  passare  ai  polmo- 
ìli;  il  linfatico  la  linfa  che  abbisogna  di  essere  nuova- 
mente elaborata  5  il  secernente  le  sostanze ,  0  i  fluidi 
che  devono  essere  emessi ,  o  di^la  superficie  del  corpo, 


86 

o  ndle  ecHolari^  é  Bel  cavo  duttsttotle'  o-  Bulk  frode 
delle  inembiane  sierose,  o  delle  borse  moecose  per 
iQbrio^ple;.  Y  «ieinentare  sn^ge  le  particelle  elemetttariy 
Y  escretore  paeticòUe  varie ,  aecòodo  le  varie  qualitii  de- 
gli organi. 

Elementi  cetìuhsa,  ^>^  L*  Elenento  o  sistema  cerila^ 
leso  è  diflbao  in  tolta  TecoiMMÌiia  animale i  varia  esso  «e« 
«ondo  reti  io  quantità  e  colort:  cootiene  ed  abbraccia 
entro  di  se  vasi  arteriosi,  venosi,  lin&tici^  secernenti -^ 
assorbenti ,  nervi,  eprincipj  elementari  e 'nutritivi.  E! 
quivi  cha  si  osservano  ^tiaggiormente  i  vasi  seceroenti 
ed  assorbenti,  resultando  la. cellula  per  la  maggior  parlo 
composta  di  questi.  Che  composta  sia  prineipalmento 
di  vasi  secernenti  ed  assorbenti,  è  provalo  da  fatti 
patologici  non  pochi:  e  che  nella  |ua  composizione  en- 
trino vasi  linfatici,  è  ragionevol  cosa  il  pensarlo j 
mentre  dove  sotso  secementf,  ragion  vuole  che  Irò* 
yinsi  degli  assorbenti  ancora, 

CuèicQÌa.  'T^  Rivestita  V  intiera  superficie  del  corpo , 
k  ctuicola  ai  insinua  per  tutte  le  aperture  che  condu- 
cono entro  1*  organismo  animale,  prendendo  il  nome  di 
muccosai.  Egli  ò  attraVerso  di  questa  che  la  natura 
opera  le  più  girandi  lunzioni  dell'economia  animale, 
come  la  disossidaiiono  del  aangoe,  l'impressione  delle 
particelle  sapide  e  odorose,  e  simili, 

Memirune  sierosa,  ^w  Qoeste'sooo  composte-  di  due 
eleménti,  il  seceroente  e  l'assorbente.  Per  oessun 
conto  entrano  io  esse  vasi  sanguigni.  Le  fine  injevioni 
non  danni)  a  divedere  che  io  esse  venga  a  perdersene 
alcuno  io  istato  fisiologico;  ciocché  riscontrandosi  al^ 
cune  volte  nello    stato    patologico,  ha   dato   campo  ^ 

ijlYMcbQ  anatQmiVQ  il  (pensare  j/L  contrario, 


Freibessè  dfMriiiitoré  eoA  ultime  panicblaritli  9peu 
fami  agli  éAàndàCi  desienti  y  pajlsa  trì  '  esaminare'  V  à* 
natoftiltà  éitoa^iodé  ed  orgatiizza^i(me  dd  vasi  liolatioi 
e  cfaflifeH,  di  nuovo  ^à  \ùì  ictìpet^y  p^cbè  serva  di 
fondamento  alle  ultetiori  ricerche  che  ii  è  proposto. 
E  itn^rettdebdo  ad  esaminare  la  scienitit  di  questo  si» 
stema  dal  punto  in  odi  lasciollo  -l' illustre  suo  preceu 
tore,  r  immortale  Mascagne,  ecco  comtt  si  esprìmer 

«  Teneva^  dopò  di  liii  per  cefalo-,  che  la  linfa  e  t 
fluidi  tutti  idonei  ad  essere  assorbiti  e  'versati  nelle 
Cavità  y  si  portassero  nel  dfitto  torflbico,  e  di  li  nelhi 
vena  snoda  via  sinistra,  dnve  si  -unisce  colla  jugnlarei 
a  riserva  di  quelli  òeW  estremità  superìefre  del  lato 
destro,  i  quali' va  Ano  a  scaricarsi  Dèlia  jugalare  dove 
si  unisice  alla  succlàvia.  £  queste  erano  le  sole  cose 
cognite,  e  professate  nelle  scuqIc,  s^  per  coloro  ehm 
sostCBfitdrì  si  facevano  dell'esclusiva  faeokk  assorbente, 
come  per  gli  adiri  che  tale  facoltà  volevano  ripartna  tra 
le  vene,  ed^i  linfatici. 

«  Io  perSufliso  che  i  fluidi  versati  iidlla  cavità  add<M 
minale  y  è  viscontrati  ndle  vene,  dovevafuo  dal  sistema 
linfatico  e  non  dal  venoso  esservi  venati ,  impresi  ad 
istituire  le  pifc  minnte  ricerche,  le  qnali  furono  per 
lungo  tei!npo  vane^  siceùmè  addiviene^  Per^,  finaimerité> 
a  me  sembra  che  desser  luogo  a  scoperte  di  quaicha 
importanza,  e  desidero  che  i  lettori  imparziaflf  giudi* 
chino  s' io  mi  sono  ingannato ,  leggendo  attentamente 
qudlo  che  Sono  per  dire. 

«  Io  scopersi  adunque  ed  annunciai  nel  maggio  del 
]8!i4)  come  cosa  nuova,  al  pifbblico ,  T  ingrèsso  dr 
alcuni  linfatici  nella  cava  e  nella  porifa  ,  il  quale  non 
era  a  mia  notizia  che  da  altri  fosse  osservalo  ^  e  quan** 


88 

tanqne  poscia  abbia  potuto  vedero  aiaenene  fatto  qoaU 
che  cenno  aoteced^nleinente  ^  mi  aoqo  però  sempre 
piii  confermato  che  il  mio  lavora^^ngn  qra  stato  vaoo^ 
a  cbe  quei  ceooi  erano  cosa  al  tutto  insufficiente. 

«  infatti^,  il  Caldani  dice,  in  una  nota  all'  ut 
tima  opera. sua  y  di  avere  ancb*  egli  scoperto  in.  due 
casi  accidentalmente' un  linfatico  il, quale  si  scaricava 
nelle  vene,  ma  questa  sua  indicazione^  senza  figura  , 
aenza  descrizione  dell' andamento  ^  e  sopra  tutto  senza 
indicazione  della  sostanza  del  fenomeno ,  ognun  vede 
cb^  niente  rileva.  «^  Del  pari  il  Meckel  dice  nuda* 
mente  di  conservare  nel  suo  gabinetto  anatomico  duo 
ingressi  di  vasi  linfatici  nelle  vene:  ma  egli*  pare  né 
aggiunge  figura  »  né  si  cura  di  far  noto  se  abbia  co- 
stantemente veduto  eguali  imboccature |  o  se  tenga  lo 
tnedesime  come  cosa  casuale. 

tt  Eravamo  dunque  ancora  all'  oscuro  su  questo 
importantissimo  soggetto  ,  quando  io  impresi  a  speri- 
mentare, e  me  ne  diede  speciale  occasione.ed  impnlso 
lo  stèsso  sig.  Franchini ^  éi  Sarzana,  il  quale  avuto 
notizia  de' miei  lavori  e  delle  mie  scoperte,  si  mostrò 
graudemente  sorpreso,  e  poco  persuaso. 

a  A  fine  dunque  di  togliere  nel  sOo  animo  ogni 
dubbiezza  ,  io  lo  invitai  a  venire  ad  osservare  co' prò- 
prj  occhi ,  nello  Spedale  di  S,  Bonifa2Ìo ,  e  per  tale 
•fletto  aveva  imprese  vaiie  preparazioni  di  linfatici  in 
varj  cadaveri  ,  fra  i  quali  notavasi  un  troncone  linfa«f 
tico  inferente  scaricarsi  nella  cava  inferiore  circa  la 
terza  vertebra  dei  lombi.  Anzi^  affinchè  egli  bene  os- 
servasse l'andamento  e  il  modo  col  quale  il  linfatico 
comunicava  colla  cava ,  collocai  il  tubo  di  vetro  di 
nuovo  ;n!pgli  iliaci  I  o  ripieni,  qqesti  di  mercorioj  si  vide 


% 


" 


89 

rapictamente  il  metallo  scendere  nella  cava  stessa ,  al- 
zando ed  abbassando  ogni  gocciola  il  lembetto  o  val- 
vola della  qoaie  sono  muniti  tutti  gli  efferenti. 

«  E  la  sorpresa  fu  allota  veramente  grande  nel  detto 
sig.  Franchmi ,  e  iù  tanta  eh'  egli  non  dubitj»  di  as- 
serire ,  che  ,  per  quanto  il  Caldani  incontrato  si  fosse 
a  vedere  uno  o  due  linfatici  scaricarsi  nelle  vene,  non 
erano  certamente  questi  vasi  efferenti,  né  di  un  volow 
me  come  l' osservato  ^  3  quale  sembrava  un  nuovo 
dutto  toracico.  . 

«  lucoraggiato  dal  successo,  Io  invitai  il  giorno  ap- 
presso allp  spedale  di  Santa  Maria  Innova ,  onde'  fargli 
vedere  altre  preparazioni  di  ^linfatici ,  che  sboccavano 
nel  sistema  venoso,  alcune  delle  quali  io  serbava  e 
serbo  in  secco,  e  nell'acquavite  entro  il  gabinétto  à- 
Datomico^  ma  il  predetto  sig.  dottore  non  intervenne. 
Tutlavolta  io  credeva  eh' ei  fosse  abbastanza  convinto 
per  le  cose  già  vedute  ;  quando  io  vidi  con  molta  mia 
sorpresa  una  lettera  di  lui  all'Editore  dell'  Antologia 
sig.  f^ieusseùXy  inserita  nei  nWvi  Opuscoli  Scientifici 
di  Bologna ,  quaderno  VI ,  dove ,  dimenticando  di  es- 
sere stato  in  Firenze,  e  di  avere  osservsito ,  ciocche 
pure  osservò  in  presenza  di  varj  assistenti  da  potersi 
nominare  all'occasione,  tace  in  primo  luogo  le  cose, 
da  lui , dette  e  confessate  in  tale  circostanza  ,  e  sogna 
che  cento  maestri  dell'  arte  hanno  osservato ,  e  deli- 
neato 1'  ingresso  dei  liufatici  nelle  vene  »^ 

«  La  nota  da  me  fatta  riportare  nell'  Anfologia  sa 
taV  proposito  i^  risposta  a  questo  giovane  medico ,  ab- 
bastanza mi  dispensa  dall'  entrare  di  nuovo  nella  di- 
scussione di  questo  argomento  ».. 

tt  lì  Caldani ,  ed  il  Meckel  ^  ripeto  ^  osservato  avo^ 


.   \ 


Taoo  r  ingref  so  del  mercarìo  neHe  vene }  toa  il  Gd*- 
àard  ed  il  Meckèl  poco  conto  hanno  tenuto  di  questi 
fatti  y  perchè  ,  o  li  hanno  riguardati  come  aberrazione 
della  natura  j  e  perciò  non  hanno  istititnite  iiuorve  ri- 
cerche a  stabilire  e  confermare  se  in  reaki  erano  que- 
sti costanti  ;  o  non  li'  hanno  riguardati  come  doveano 
essere  considerati  per  istabiltre  un  ordine  o  sistema  di 
mezzi  j  che  la  natura  impiega  per  supplire  alla  insuf- 
ficienza della  sola  via  del  dulto  toracico  a  ricondurre 
nel  sangue  tutti  i  fluidi  j  che  il  sistema  linfatico  rac- 
coglie da  tutte  le  parti. 

«  E  appunto  perchè  non  pòser  mente  ^quant' erane 
id'  uopo  alle  conseguenze  vere  delle  loro  casuali  osser- 
vazioni ^  essi,  che  non  sapevano  spiegare  a  se  mede- 
simi la  diificòhà  sopra  esposta  y  ne  render  ragione  di 
certi  subitanei  rapidissimi  assorbimenti  ,  combatterono 
sempre  la  sentenza  dell' Hiinfór,  e  del  Mascagni ,  e  si 
attennerer  all'  antica  del  Boerhaave. 

«  Due  soli  vasi  linfatici ,  o  al  pih  tre  conoscevansi 
che  si  scalcassero  nel  sistema  venoso,  ignorandosene 
di  pili  la  qualità  ed  il  sentiero^  se  pure  a  questi  ag* 
giungere  non  si  vogliono  1'  osservazioni  pib  recenti  di 
FcJtmarm,  le  quali  per  altro  spettano  alle  comunica- 
«oni  dei  chiliferi  colla  sola  porta. 

«  Ecco  pertanto  lo  stato  in  cui  Irovavasi  l'anato- 
mica scienza  del  sistema  linfatico  prima  che  da  me  si 
prendesse  in  esame.  Or  vedasi  quanti  di  questi  linfatici 
sì  sono  da  me,  certamente  per  il  primo,  riseontrati,  e 
fatti  delineare ,  i  quali  vanno  a  scaricarsi  nd  sistema 
venoso,  variando  in  volume,  come  in  quantità.*  E  si 
vegga  che  alcuni  di  essi  inferenti  vanno  a  sboccare 
nell'iliache  primitive  ;   altri  nella  cava  ;   gli   efferenti 


^ 


91 

poi  nelle  loro  dlrainasìoni ,  e  aterì  comanicano  colle 
vene  che  alle  glàndole  ai  portano;  altri  distacca  osi  dai 
tronconi  stessi  Itn&ticr^  per  andare  a  guadagnare  il 
aistema  venoso ,  tatti  muniti  di  valvole  ^  altri  tronchi 
si  suddividono  per  andare  ad  inoscularsi  co'  capillari 
venosi-;  cosicché  ben  quattro  diverse  specie  dì  nuove 
oomuviicazioni  dei  linfatici  colle  V€ne  si  sono  dà  me 
ritrovate!  e  descritte*  Dov' i  da  notare  altresì,  ohe  gU 
inferenti  sono  simili  a  quelli  de'  quali  è  munito  il  dutto 
toracico  >  ed  a  quelli  che  %ì  scaricano  nei  grossi  tron-r 
chi.  Al  contrarie  y  negli  efferenti  che  han  ironchi  più 
/  piccoli  9  è  la  .valvola  coslitoita  da  due  labbnetti  che  in- 
sieme si  combacciano 

«  E  tali  e  tMiti'sono  i  vasi  lìnfiitici,  presiegue  T  au- 
tore,  che  ho  scoperto  scaricarsi  nella  cava,  e  nelle  sue 
diramazioni,  enell'aziga,  che  asserire  si  pu&  non 
esiservene  alcuna  esente  da  qualche  imboccatura  di  va* 
so ,  e  che  insieme  riuniti  i  lumi  dei  medesimi  a  co« 
stituire  vengono  senza  dubbio  pia  dutti  toracici. 

Né  si  creda  già  che  ciascuna  comnnicazioee  sia  stata 
distintamente  rÌM:^n^ata  in  cadaveri  differenti,  ma  cin< 
que  e  pia  comunicazioni  dirette  di  cflerenti  ed  inferiti 
ho  riscontrate  in  un  un  solo  cadavere,  non  considerate 
le  comunicazioni  delle  gianduia  e  le  anastomosi  ;  posso 
altres)  assicurare  che  tutte  le  comunicazioni  degli  effe« 
reati  colla  cava  ,  circa  la  seconda  o  terza  vertebra  dei 
lombi ,  sono  costanti ,  e  facilmente  si  riscontrano  nei 
cadaveri  come  le  comunicazioni  colle  pudende.  "^  Per 
eseguire  le  preiate  injezioni  solo  mi  sono  servilo  del 
comune  mezzo,  cioè  dei  vasi  di  vetro ,  e  del  mercurio 
purifioatissimo.  — -  Ho  poi  imprese  le  injezioni  più  volte 
^lle  estremità  inferiori  per  osservare  ,  se  mi   riusciva 


cagioni;  la  latitudine  della  salute  d?  queste  sole  di. 
pendete^  ed  il  corso  ^ua^  tnabbreyìabii&  iaW  aTie  nelle 
flogosi,  ammesso  dallo  stesso  sig.  2^0w wasini,  tip^tiiìio 
essere  una  prova  del  potere  grandissimo  delle  forze 
della  natura  medesima. 

E  se  una  tal  malattia  è  a  riguardarsi  dependent^ 
dal  reciproco  alimento  che  ì  due  fattoli  si  prestano  ^ 
se  tolte  anche  le  cause  che  quelli  mossero  ella  cresce^ 
e  si  matura  in  onta  ai  mezzi  curativi^  e  spontanea* 
\  mente  decresce ,  sarà  forza  pur  inferirne  che  nella  parte 
ilogosata  si  saranno  generata  delle  condizioni  diame- 
'  fralmente  opposte  alle  prime  ,  affermazione  giustificata 
dal  metodo  di  cura  che  tennero  costantemente  i  Pra- 
tici dopo  il  pjrimo  stadio,  e  per  la  quale  cade  poi  io 
tutto  la  Tommasiniana  sentenza  dell'essere  sempre  U 
flogosi  di  nuovo  stimolo  creatrice. 

Se  non  che;    quali    saranno  le  cagioni  di  un    tanto 
cambiaménto?  Mentre  l'autore  conviene  del  poco  soc- 
corso che  prestano  irt  ciò  la  fisiologìa  y  e:  la  patalogla , 
promette  di  itiolirare  su  tal  argomento  le  proprie    ÌQ« 
dagini  nella  seconda  parte  y  parendo  a  lui  che  le  Cause 
di  tale  cambiamento  abbiano  a  variare  giusta  gli  esiti 
diversi  della  infiammazione.  Intanto  si  contenta  di  dire^ 
penetrando  col  pensiere  nel  grande  circolo    delle   ope- 
razioni che  nella  parte    flogosata    hanno   luogo  »    sem^ 
brargti  ragionevole  il  conghìetlurare,  che  giunta  la  me- 
lati ia  ad  un  certo  grado^  debba  in  qnelia  decrescere  il 
processo  dell' assimilazione^  in  grazia,  della  sottrazione 
dei  principj  nutritl\i  a-venuta   nel    sangue    per   l' an- 
niento del  fattore  idraulico ,  già  impedito  a  dar  luogo 
ad  altro  umore  meno  spoglio  di  essi^   sottrazione   aU« 
meatata  dalla  quaUtà   stessa  del  regime  curativo  ecc«^ 


9S 

fori  ddla  reparlita!  i^coltli.  assorbente  tra  le  vene,  e  i 
linfatici  hanno  fatto  i  loro  nsaggiori  esperimenti  nel 
cavo  intestinale ,  e  nelle  diramazioni  della  porta  stessa. 
Era  dunque  necessario  isfltnire  in  qnesl*  ordine-  di  vasi 
delle  particolari  indagini,  le  qnali  confermassero  col  fatto 
ciò  che  faceva  sopporre  V  analogia  di  organismo  e  di 
funzioni,  per  la  quale  già  eravamo  traiti  ad  immagi- 
nare comunicazioni  uguali  a  quelle  osiservale  prece- 
dentemente. ^ 

Confessa  Y  autore  ingenuamente,  che  dapprinui  infrut- 
tuosa e  vana  fu  T impresa  molte  volte,  per  le  somme 
difficoltà  ^e  all'  injezione  di  questi  vasi  si  presentano  ; 
a  talché  nelle  Scuole  quando'  si  volevano  mostrare  i 
chiliferi ,  ò  facevano  vedere  alcune  poche  preparazioni 
a  secco  fortunatamente  riuscite >  e  conservate,  o  afdo- 
peravasì  V  espediente  deir  uccisione  di  un  agnello  o  di 
un  capretto,  dopo  d'averlo  pasciuto  con.  mollo  latte, 
giacche  sull*  uomo  non  si  riusciva  guari  a  far  belle  di- 
mostrazioni. Ma,  raddoppiando  di  diligenza ,  pervenne 
r  autore  ai  risultati  da  lui  annunciati  nell'Antologia  lo 
scorso'  novembre ,  e  consistono^  in  breve,  nell'avere  egli 
riscontrato  l' esistenza  di  coipnnicaziòni  dirette  dei  chi- 
liferi colla  porta  per  mezzo  di  glandnle  ,  e  di  anasto- 
mosi ,  che  ha  riscontrato  più  frequenti  nella  direzione 
dell'  ileo-cieco- coIÌ9a ,  e  presso  .  la  curva  dell'* intestino 
duodeno ,  come  dalie  tavole.  Ma  un'  altra  osservazione 
di  assai  maggiore  importanza  gì  ioccorse  tli  fare,  e  ch'egli 
imprende  ora  ad  esporre  ^  per  le  particolarità  che  pre- 
senta. E  qui  avverte  preliminamkente,  che  nei  chiliferi 
da  lui  fatti  delineare,  pose  tutto  quanto  lo  studio  per- 
chè niente  ci  fosse  di  esagerato,  ma  tutto  si  rappre- 
sentasse come  realmente  esiste  in  natura» 


•  \ 


ti  lo.fiioò  pertanto  <  soggiiigne  1^  ànum  )  priniarih 
iBiente,  '  the  i  vasi  dod.  percorrono'  :gìà  diretta  inaiti  di 
glaisdula  tu  glandala,  ma  formano  delle  flèssuòsicà»  e  degli 
intrecci  mirabili  fra  loro;  retrocedono,  s*  addossano  Vxìbo 
all'altro,  ed.kanno  per  solilo  nn  andamento  doppio , 
mettendo  per  consegoenza  in  mezzo  a  loro  rasi  sak«- 
gnigni  y  e  tròtansi  essi  siinati  nella  fàdcia  anteriore ', 
e  posterì^ore  del  mesenterio ,  e  ricoperti  dal  peritoneo. 

«t  Inoltre,  dopo  aver  formato  la  flessuosità  indicata ,  si 
ri  uniscono  in  v'arj- tronchi  più  o  meno  grossi;  e  cu- 
rioso è  che  alcuni  di'  loro  ai  dirigono  sopra  e  «otto 
la  grande  mesenterica  ^  altri  :  ascendono  fiào  sotto  il 
pancreas  >  altri  si  •  portano  sotto  ta  otrva  dnisCta  del 
duodeno  ;  né  può  chiatnarsi  esagerazione  il  dire ,  che 
il  Iqme  di  taluno  di  loro  y  quando  il  numero  variabile 
dei' loro  tronchi  è  piccolo,  eguaglia  quello  di  una 
penna  di  corvo.  .   ^        . 

«  Tale  ingrandimento  lo  prendono  dopo  passala  la 
gran  meseraìca.  £  allora  ben  pochi  il  cammin  seguo- 
no per  portarsi  al  dutto  toracico;  altri  variamente  si 
incurvano  e  discendono,  suddividendosi  per  andare 
alle  glandnle  lombari  ^  e  passano.' sopra  la  vena  emul* 
gente,;  altri- si  énaatomisaano  colle  vene  renali.  I  si# 
nistrt  scendono  i|el  modo  esposto,  e  sono  in  numero 
di  18.  ò.  so  tronchi)  i  destri  sono  in  minor  numero^ 
e  passano  sotto  il  capo  del  pancreas.  Anteriormente 
vanno  sopra  i  vasi  maggiori ,  éò  il  numero  dei  sinistri 
è  costantemente  maggiore  dei>destrl  ». 

E  qui  r  iniezione  ha  all'  autore  insegnato  varie  sin- 
golarità degne  pnre  di  essere  considerale;  perciocché ^ 
eseguendola^  ha  veduto  eh'  ella ,  sia  che  si  ajuti'  con 
una  dolce  pressione^  sia  che  nO;  arriva  sempre   aUa 


95 

speciale  sefie. delle  dandole  lombari ,  tio'a  ohrepastan*- 
do  la  'tena  y  o  quarta  vertebra  dei  lombi*  Ed  il  fluido 
metallico  disceso  ascifode  poi  per  portarsi  alla-  serie 
delle  glandute  pìk  vicine  a*  reni.  Bea  esaonoàte  .  le 
le  quali  glandolo,  si  vede  nascere  dal  lato  ove  guarda- 
no  la  pelvi  del  r^e  infiniti  vasellini  soUilissimi,  tira* 
sparentiasimi ,  che  vanno  dalle  glandolo  nelU  detta 
pelvi  del  rene.  £  (|ttesti  vasellini ,  più  volte  gli  è  ac- 
caduto di  vederli ,  per  on  piccolo  tratto ,  ripieni  dì 
mercurio;  e  dice  per  un  piccolo  tratto,  perdié, presto 
finiscono  col  rompersi ,  non  potendo  resistere  'per  la. 
loro  somma,  tenuità  alla  dilataaione ,  ed  al  peso  dei 
metallo  dbe  dentro  essi  si  caccia. 

Intanto  gran  parie  dei  chiliferi ,  ossia  i  compresi 
tra  questi  estremi,  cioè  tra  le  dette  glandule  lombari^ 
e  le  renali ,  parte,  che  s' injetta  molto  bene,  presenta 
r  idea  di  on  particolare  sistema  di  vasi  bianchi ,  il  cui 
qltimo  sbocco  è,  dopo r molte  reciproche  anastomosi^ 
come  si  detto,  dentro  i  reni^ 

Ma  qui  è  da  «otarsi ,  che  vi  sopo  penò  alcune  po- 
che glandule  renali  che  ricttsano  di  iajettarsi ,  e  quo-. 
ste  iormano  evldentemenle  un  siiteme  à  parte  ovo 
m<^too  ioce  una.  serie  di.  lin&ticiireflai  dai.  reni  i  quali 
risalgono,  e  si  portano  dBe  glaodnle  indicate,  per  ar- 
rivare alla  serie  soperiìMe  delle  glandule  lombari,  e* 
pervenire  aV  dotto  t.otncico,  o  imbocg^ure  in  altre 
Véne.  }  .       .     .  .  ^ 

Finalmente,  v'è  1! altro  sistema  de'  ltnfalicictascl[|i4> 
denti  dall'  estremità  degli  inguini  e  dell*  addome ,    di- 
stinti dai  piec^denli  ^  i  ^iiaU  percorrono  )a  catena  delle 
glandule  renali ,,  seguono  il  corso  di  gianduia  in  glan^ 
dola  jper  1^  serio  che  si   trovano  sulla  colonna  verte* 


\ 


96 

brale  fino  al  dotto  toracico ,  ofireodo  otta  via  a  quei 
flùidi  che  non  venissero  scaricati  per  le  fre^oenti  co- 
manicaeioai ,  come  è  natarale,  nel  sistema  ?pooso^ 
affinchè  in  ciascuna  parte  turbata  non  venga  la  impor* 
tadte  Ittoziooe  delP  assorbimento.  Di  maniera  che  pos^ 
siamo  considerare  nel  cavo  dell' abdome  quattro  diver^' 
si  e  distinti  ordini  di  vasi  :  dne  di  chiliferi ,  uno  che 
dal  mesenterio  direttamente  si  porta  nel  dotto  toraci- 
co ,  uno  che  discende ,  e  che  va  dalle  glaodule  i^enali 
ai  reni  ;  due  di  linfatici ,  uno  inferente ,  e  V  altro  ef» 
ferente  che  esce  dalle  glandole,  e  forma  la  conlìnoa- 
zione  y  e  la  comunicacione  co*  chiliferi  reflui  onde  re- 
carsi alle  gianduia  superiori  e  metter  fece  ben  sovente 
nel  sistema  venoso,  e  nel  dotto  toracico. 

«  Debba  aggiungere ,  prosieguo  l' autore ,  '  a  tutte  le 
SRitecedenli  cose,*  che  i  vasi  chiliferi  iquaU  discendono 
si  inosculano  altresì  e  si  anastomizzano  con  delle  dira- 
mazioni dalle  vene  emulgenti|  con  alcune  della  porta^' 
e  per  ultimo  ancora  colle,  vene  spermatiche ,  assolti^ 
gliandosi  gii  oni  e  glj  altri  esiremamenley  siccome  ho 
potuto  riscontrare  in  ben  quattro  cadaveri ,  d'un  etico, 
d'  una  scrofolosa,  d'uu  idropico,  e* d'un  demente. 

«Del  pari  merita  dr essere  notato  che  tali-comoatifa^ 
sioni  le  ho  vedute  in  particc4are  a  sinistra ,  41  riserva 
di  quelle  colle  pudende,  le  qoali  ottenni  dal  foto  de- 
stro cosi  bene,  come  dal  sinistro.  Ho  pure  notato,  che 
le  comunicazioDÌ  dei  linfatici  ascendenti  dell'  estremità' 
della  regione,  addominale  colla  cava  le  ho  riacontrate 
principalmente  a  destra. 

e  Ho  altresì  veduto,  una  sol  volta  per^,  da  tue  a 
quattro  glandole  lombari  della  parte  sinistra  nascere 
àei  ramoscelli ,  e  dirigersi  verso  1*  uretere ,  e  questa 
tre  o  qnatlro  ramoscelli  unirsi^   e  formare   00   canale 


97 
che  V  aspetto  avea  d' un  condotto .  fornito  di  valvole , 
e' scendeva  datt* uretra  nella  pelvi,  divìdevasi  sopra 
quesUr  di  nuovo  in  più  piccoli  rami  ^finché  addossane 
dosi  questi  alla  pelvi  stessa ,  andavano  a  metter  foc« 
appunto  nel  rene  ,  siccome  ho  potuto  meglio  accertare, 
distaccando  questo,  •  e  spingendo  il  liquido  metallico 
ne*  vasi  inferibri,  aperto  1'  uretre  e  la  pelvi,  giacché 
esso  liquido y  coh" continuare  la.  pressione,  ho  veduto 
versarsi  entro  la  pelvi  medesima ,  quale  condotto  chia- 
merò linfatico  chilopojetico  orinifero. 

«  fio  pure  riscontrato  infine  partire  dalla  serie  delle 
indicate  gboduie  lombari  in  prossimità  della- emnlgente 
arlcnne  comunicazioni  venose  con  detta  emnlgente. 

£  altresì  da  notare,  che  i  lin&tici  non  comunicano 
per  nessun  conto  coi  chiliferi  reflui,  per  quanto  ai 
bovino  a  contatto  y  e  mettano  capo  nelle  istesse  ^an- 
dule  ;  r  apposita  tavola  fa,  dice  Y  autore^  distintamente 
conoscere  V  ingresso  dei  linfatici  ,  de'  chiliferi  ,  e  la 
sortita  loro  ,  e  V  origine  del  condotto  indicato. 

Prese  egualmente  ad  incettare  i  chiliferi  reflui  dalla 
loro  parte  inferiore,  e  vide  che  per  nessun  conto  ii 
metallo  ascende.  Come  pure  prese  ad  incettare  i  lin** 
£uici  efferenti  superiormente  ai  reni,  e  il  metallo  an- 
che in  questo  caso  non  si  porta  in  basso ,  e  per  nes- 
sun contd  sotto  qualunqne  pressione  retrocede;  al  con- 
trario,  spingendo  ik^-metiUlo  dal  vaso  chilifero  refluo , 
le  glandule  si  riempiono,  e  stabiliscono  la  circolasio« 
ne  indicata. 

<i  Risulta  adunque  dall*  anatomiche  ricerche  finora  es- 
poste,  che  il  dutto  toracico  non  è  il  solo  destinato^ 
dalla  natura  a  ricevere  la  linfa,  o  il  chilo ^  e  questo 
versare  nel  sistema  venoso ,    raccogliendo    tali    liquidi 


X 


ah 

dai  ritpetthi  luoghi'^  a  riserva  della  ettramitii  destre 
aaperiori;  ma  che. servono  allo  stesso  liflkio  le  tante 
altre  vìe  prtom  ipcognite  e  da  me  ora  seopeite^  dei 
vasi,  altri  infierenti ,  altri  reflui  ed  efferenti,  e  delle 
<;omanica£ioni  di  giandole ,  e  delle  anastomosi ,  le  quali 
ho  fin  qui  prolissamente  descritte ,  tanto,  riguardo  alla 
porta y,  quanto  riguardo  alla  cava,  sue  diramaj^ioni  e 
sistema  renale.  »  Tutti  questi  tentativi  e  scoperte  sono 
poi  dall'  autore  (  come  dicemmo  )  illustrate  e  ben  chia* 
ramente  dimostrate  con  nove  bellissime  tavole. 

Instancabile  V  autore ,  porta  le  sue  ricerche  sugli 
animali,  e  in  primo  luogo  sui  ruminanti  -,  e  trova  che  i 
cbiliCeri  st  riflettono  in  questi  animali  egualmente  come 
sblla  specie  umana ,  e  raggiungono  le  glandule  linfa- 
iiche  soprarrenali. 

Porta  le  sue  indagini  sui  conigli  ^  sui  solipedi ,  e  ne 
attiene  con  leggerissime  varietà  li  medesimi  risultati. 

Portate,  per  ultimo,  le  ricerche  sulla  classe  dei  vola- 
tili^ net  gallinacei  non  è  riuscito  che  ad.  injettare  i 
datti-  toracici.  Per  altro ,  essendosi  negli  anm  passati 
presentata  l'occasione  del  dono -latto  alTI.e  R.  mu- 
seo di  due  struzzi,  e  trovatosi  l'autore  neH'  istante 
fke  estratti  se  n'  erano  i  viseerì ,  potÀ  non  solo  in 
questi  osservare  i  4  cluliferì^  ma  ne  injettò  una  quantità 
assai  grsaade.  Intraprese  analo^e  ricerche  su  i  linfàtiei^ 
ed  i  chìliferì  nelle  oche;  ebbero  le  injezioni  perfetta 
rrasctta.         ... 

G>mpiuta  per  tal  modo  la  descrizione  dell' organis-* 
zazione  di  alcune  parti,  od  elementi  dell'economia 
animale  ,  strettamente  legati  col  sistema  linfatico, 
quindi  dei  linfatici,  dei  chiliferi,  e  delle  loro  comuni-* 
eazi^ni  nella  specie  umana  ,  nei  mammiferi,  e  ne'  vo- 


9Ù 
ktài^  scende  Fautore  a  parlare  fisiologicametìte  delle 
nozioni  ricavate  dall'  andamento  dei  nuovi  vasi  ^  e 
delle  loro  comunicazioni^  riserbandosi  da  ultimo  la 
•soluzione  delle  obbiezioni  tutte,  tanto  prodotte  dagU 
antichi  sostenitori  della  vecchia  dottrina ,  quanto  di 
quelle  che  sembrano  emergere  dai  moderni  risultamenti 
diportati  In  favore  di  questa.  Del  che  diremo  nei  segu^ 
ti  Fascicoli!  (  Sarà  conUnuato,  ) 


Sulla  febbre  gialla  $  Discorso  medico-ssipra^ 
tico  del  don.  FRÀ^x|sco  Bud^  medico  in 
Barcellona.  Tradotto  dalla  lingua  spa-* 
gnuola  dal  prof.  Frajscesgo  Tanti  ni* 

fiuroduzione  del  TraduUore. 

X  UTTE  ìe  Magistrature  dai  Governi  europei  istituite 
a  tutela  della  salute  dei  popoli  sono  ormai  d'  accordo 
«ul  contagio  della  febbre  gialla,  sulla  sua  origine  eso- 
tica» e  sulle  misure  preservative  contro  la  sua  intro^ 
duzione.  Questa  persuasione,  basata  sulla  lunga  e  do- 
lorosa esperienza  e  sopra  luitiinovi  tragiotiamentì ,  ha 
trion&to  contro  i  numerosi  scritti  di  qilei  Medici^ 
che  guidati  non  so  se  più  da  spirito  fli  parte,  o  da  zelo 
per  il  ben  pobblico^  hanno  fatto  ogni  sforzo  per  istabi-» 
lire  e  propagare  la  contraria  dottrina.  Tra  le  molte  o- 
pere  di  questo  genere  merita  una  particolare  menzione 
quella  del   dott.   Carlo  Maclean  (i) ,  ove,  accasando 

(i)  Evils  of  (juarantìne  laws  and   non   exùience  of 
pestìleniial  contagion  ecc.  -—  London  i8^5. 


■j  •* 


\ 


cagioni;  la  latitudine  della  salute  da  queste  sole  di« 
pendere^  ed  il  corso  qua^  mabbreyìablie  i&W  arie  nelle 
flugosi,  a  Dimesso  dallo  stesso  sig.  Tommasini,  appunto 
essere  una  prova  del  potere  grandissimo  delle  forz^ 
della  natura  medesima. 

E  se  una  tal  malattia  è  a  riguardarsi  dependent^ 
dal  reciproco  alimento  che  i  due  fattori,  si  prestano  ; 
se  tolte  anche  le  cause  che  quelli  mossero  ella  cresce^ 
e  si  matura  in  onta  ai  mezzi  curativi^  e  spontanea- 
\  mente  decresce,  sarà  forza  pur  inferirne  che  nella  parte 
ilogosala  si  saranno  generata  delle  condizioni  diame- 
tralmente opposte  alle  prime  ,  aifermazione  giustificata 
dal  metodo  di  cura  che  tennero  costantemente  i  Pra- 
tici dopo  il  p/imo  stadio  y  e  per  la  quale  cade  poi  io 
tutto  la  Tommasiniana  sentenza  dell'essere  sempre  U 
flogosi  di  nuovo  stimolo  creatrice. 

Se  non  che;    quali    saranno  le  cagioni  di  no    tanto 
cambiaménto?  Mentre  l'autore  conviene  del  poco  soc- 
corso che  prestano  in  ciò  la  fisiologìa  ,  e  la  patalogSa , 
promette  di  itiolirare  su  tal  argomento  le  proprie    in- 
dagini nella  seconda  parte  ^  parendo  a  lui  che  le  cause 
di  tale  cambiamento  abbiano  a  variare  giusta  gli  esiti 
diversi  delia  infiammazione.  Intanto  si  contenta  di  dire, 
penetrando  col  pensiere  nel  grande  circolo    delle   ope- 
razioni che  nella  parte    flogosata    hanno   luogo ,    sem^ 
brargli  ragionevole  il  con^hietturare,  che  giuota  la  ma- 
lattia ad  un  certo  grado^  debba  in  quella  decrescere  il 
processo  dell'assimilazione^  in  grazia  della  sottrazione 
dei  principj  nutriti\i  a-venuta   nel    sangue    per   l' au- 
mento del  fattore  idraulico,  già  impedito  a  dar  luogo 
ad  altro  umore  meno  spoglio  di  essi^   sottrazione   ali* 
meotata  dalla  qualità   stessa  del  regime  curativo  ecc^ 


lOI 

parole  è  spiegata  la  dottrina  dei  contagi^  e  s#no  get- 
tati i  fondamenti  delle  quarantine  e  delie  leggi  sanita- 
rie^ questa  Memoria,  io  dico,  coronata  dall'approva- 
zione e  sanzione  del  Consiglio  superiore  di  sanità  di 
Parigi  y  e  dì  tutte  le  Magistrature  del  Mediterraneo  e 
dell'  Adriatico ,  ha  sommamente  contribuito  a  fissar 
r  opinione ,  ed .  a  rendere  generalmente,  uniformi  le  dot- 
trine e  le  pratiche  preservatrici  della  pubblica  incolu- 
mità. Poiché-,  sebbene  questa  gran  questione  intorno 
alla  natura  contagiosa  o  non  contagiosa  della  febbre 
gialla ,  fosse  stata  già  da  lungo  tempo  discussa  e  affer- 
mativamente risoluta  (come  nel  t8o!ì  dalla  Facoltà  di 
Montpellier^  nel  1817  dalla  Facoltà  di  Medicina  di 
Parigi  e  dalla  Commissione  delle  Colonie;  nel  iBoo 
dalla  Commissione  sunitaria  centrale,  e  nel  1823  dal 
Consiglio  superiore  di  Sanità  di  Parigi)  mai  però  era^ 
stata  con  tanto  impegno ,  con  tanti  scritti  ,  e  da  si 
gran  numero  di  (nedici  combattuta  quanto  in  'questi 
ultimi  anni:  dal  che  è  avvenuto,  che  la  titubanza  ed 
incredulità,  in.  alcuni ,  l' incuria]  ed  insufBcienza  delle 
misure  sanitarie  io  altri ,  avevano  lasciata  sempre  a- 
perta  qualche  via  alla,  iotroduzione  di  questo,  flagello. 
Il  sig.  Marchese  di  Campo  Sagrado,  Capitano  Ge- 
Herale  del  Principato  di  Catalogna ,  e  Presidente  della 
Giunta  suprema  di  sanità  del  medesimo ,  conosciuta 
r  importanza  della  suddetta  Memoria  del  cav.  Palloni, 
e  desiderando  col  renderla  generalmente  nota  di  fissare 
r  opinione  pubblica  ,  commise  ad  uno^  dei  più  delti 
ed  insigni  medici  di  Barcellona,  il  sig.  dott.  Giovanni 
Francesco  Bahì ,  di  tradurla  in  lingua  spagnuola.  Que- 
sti maestrevolmente  adempì  al  suo  incarico ,  e  premise 
alla  versione  un  Discorso  medico  pratico  di  molla 
pregio. 


1*3 

Egli  mandò  la  sna  ttadazione  al  sig.  cav.  Pialloni^ 
uDÌtamstiie  ad  una  lettera  ^a  lai  scritta  in  italìan«, 
e  ad  altra  scrìtta  in  lingaa  spagonola  dal  aig.  Ma^ 
cbes»  di  Campo  Sagrado  al  saddetl»  sig.  PaUom,  per 
questi  assai  onorevole. 

Avendo  io  pertanto  reso  di  pnbblico  diritto  l' analisi 
da  me  fatta  della  Memoria  del  sig.  cav.  Palloni,  ho 
credulo  pregio  dell'  opera  di  tradurre  e  pubblicare  an- 
cora il  citato  Discorso  medico-pratico  del  sig.  dottore 
Bahì  è  lettera  del  Marcbese  di  Campo  Sagrado  ^  unita* 
mante,  alla  lettera  italiana  del  sig.  dott.  BahL 

Lo  scopo  prefissomi  con  tal  versione,  è  queOo  di 
far  noto  quanto  ognor  piti  si  adotti  generalmente  dai 
Governi  e  dai  Medici  la  salutare  opinione  del  conta- 
gio della  febbre  gialla^  e  di  mostrare  qual  lustro  alla 
medicina  toscaina  ^  e  qual  sonoma  utilità  alla  pubblica 
salute  abbia  arrecato  V  autore  della  sullodata  Memoria, 

memoria  del  cav.  doU.  Palloiti  ,  Membro  del  Consi^ 
gUo  dì  Sanità  di  Livorno  ,  sul  contagiò  della  Feb- 
bre gialla.  Tradotta  dalt  italiano  in  spagnùolo  dai 
.  sig.  dott,  Giovanni  Francesco  Bahì  ,  Medico  ono- 
vario  di  Camera  del  Rè  nostra  Signore  ,  decorato 
deW  ordine  del  Giglio^  Medico  Consultore  dei  Reali 
eserciti,  primo  medico  dello  Spedai  Militare  della 
'  piazza  di  Barcellona  ,  Professore  di  Botanica  e  A- 
gricoltura^  Membro  della  Giunta  suprema  della 
ffanità  di  Catalogna  ,  Socio  di  varie  Accademie  e 
Società  Letterarie  ed  Economiche  del  regno,  della 
Società  di  Medicina  pratica  di  Montpellier  ^  della 
Società  di  Medicina  di  Nimes  >  della  Linneana  di 
Parigi^  di  quella  ((  Agricolmra  ,  Commercio  e  Ani 


e  detta  LhmeoMa  di  Sfarbona)  deBd  Ecoàbmusà  di 
Pkiswej  «ce. 

Preceduta  da  un  Discorso  medico^praUeo  del  Tror 
duttore,  che  dimostra  t  opinione  erronea  di  quelli  che 
credono  la  febbre  gialla  èssere  indigìsna  in  Barcellona. 
Pubblicata  per  ordine  della  Giunta  suprema  di  Sanità» 
'  Barcellona  ',  nella  stamperia  della  Vedova  di  D,  AgP' 
sdno' Rocca  f  anno  1284. 

Giunta  suprema  di  Sanità  del  Principato  di  Catalogna» 

Presidente  —  U  eccellentissime»  sig.  Capitana    Generale 

di  questo  Esercito,  e  Principato. 
Vice-Presid/finie  —  L'  ecceOentissimo  %\%,  lG>mandante 
Generale  della  Divisione  Francese  ip  Catalogna^  cqq- 
fiorme^  il  trattato  del  9  fiebbrajo  di  quesC*  »nno. 

y  eccellentissimo  aig.    Vescovi '^    ed   in  .sua 
assenza  il   Vicario  Generale   sig.    Pietif'^ 
Giuseppe  jivellà: 
D  sig.  Intendente  di  qaest'  Esercito  e  Prineir 

faio^. Pincenza  Fregola. 
Il  Brigadiere  dell'  armata  Reale  sig.  Giuseppe 
^  De  €alderon  ;  Comandante  jdella  stazione 
iiaYaAe  di  databgna. 
U  siiE.  Barone  àe  Maldà\ .         ,.,1.1. 

n  sig.  D.  Giovan  Francese^  Behly  Medica 
operano  di  Camera  del  Re  nostro  Signore 
Il  sig.  D.  CUuidio  Paradisa  Chirargo  in  Capo 
dello  Speddl  Miliuve  dcU'  esercito  alleai» 
in  questa  pianga  ^  conforme  al  trattato  del 
9  febbrajò. 

Segretario  —  D.  Raùnondo  Garda  Veeino,  primo  of- 
fiziale  del  Corpo  del  Ministero  di  marina. 


Membri^ 


\ 


ie4 

AW  ecceUerUissimo  signore  dpn  Francesco   Giuseppe 
^Beritardo  de  Quiros  ,  Marchese  di  Campo  Sagra^ 
do  f  ecc.  ecc.  ecc. 

Eccellentissimo  Si^ore. 

L'  Europa ,  spaventata  dalla  frequente  comparsa  della 
febbre  americana  in  alcuni  Porti  della  nostra  Penisola, 
tiene  fisso  lo  sguardo  ;  e  affida  le  sue  speranze  allo 
zelo  e  ai  lumi  delle  autorità  sanitarie  di  queste  spiag- 
ge marittime. 

La  prudente  politica  con  cui  V.  E.  compie  gli  alti 
disegni^  che  il  re  nostro  Signore  aveva  in  mente  al- 
lorché commise  a  V.  E.  il  governo  di  questo  Princi- 
pato ;  non  poteva  trasccffare  per  un  momento  sì  sacro 
ministero  ^  la  legge  suprema  dello  stato  ^  la  conserva- 
zione della  salute  pubblica. 

Barcellona^  tuttora  attonita  per  la  fatale  riminiscen- 
sa  della  disastrosa  epidemia  del  i8ai,  teme  ^  che  le 
opinioni  mediche  si  contraddittorie  fra  loro,  rendano  in- 
certo lo  stesso  Governo. 

V.  E.  pertanto ,  cjii  sta  si  a  cuore  il  buon  successo, 
unitamente  a  questa  Giunta  suprema ,  tanto  provviso- 
ria che  attiva ,  ha  provveduto  alla  sicurezza  pubblica 
col  non  ammettere  in  questo  porlo  le  navi  apportatri- 
ci del  contagio ,  ordinando  che  passino  ad  espurgarsi 
nel  lazzeretto  di  Mabone. 

Il  puro  zelo  dell' E.  V.  si  occupa  intanto  a  ricer- 
care se  le  altre  magistrature  sanitarie,  e  fino  quelle  più 
remote  del  pericolo  per  causa  della  topografica  loro 
situazione  y  sieno  uniformi  nei  loro  provvedimenti. 

La  Memoria  del  cav.  dott.  PaUord  sai  contagio  della 


;^ 


J 


io5 

ieUirè  giidla ,  che  Y.  E.  ricevè  dal  Consiglio  di  Sani« 
tà  dì  Liverao,  soddislece,  a  parer  mio>  le  savie  mire 
dell'  E.  V. 

'Le  Giunte  sanitarie  di  Marsiglia  e  di  Livorno  hani^o 
proclamato  il  contagio  d«lla  febbre  gialla  adottando  le 
sanitarie  cautele ,  e  la  dottrina  del  dott.  Palloni,  da 
noi  pure  abbracciata  e  praticata. 

Si  rendano  pertanto  pobblicbe  in  Spagna  le  idee  di 
questo  sagace  autore , .  come  l' E.  V.  e  la  Giunta  hanno 
convenuto ,  e  mediante  la ,  presente  traduzione  divenen- 
do io  il  mezzo  per  ottenere  tale  scopo  ^  permetta  che  la 
medesima  porti  in- fronte  l'illustre  nome  dell' E.  Y. 
unitamente  a  quello  dei  signori  Membri  componenti 
questo  Magistrato  supremo  di  sanità ,  poiché  tutti  in* 
aieme  hanno  acquistato  un  egual  diritto  alla  pubblica 
riconoscenza  mediante  la  loro  efficace  premura  d' allon* 
tanare  da  questo  illustre  Principato  il  pericolo  del  di- 
strattor  contagia ,  che  tre  anni  sono  procurò  ad  esso 
si  luogo  pianto  ed  amarezza  tanta. 

Profitto  di  quest'  occasione  per  esternare  Ha  dovuta 
mia  riconoscenza  all'  eccellentissimo  sig.  Vice- Presiden- 
te, Comandante  generale  della  Divisione  dell'esercito 
alleato  in  Catalogna ,  il  sig.  marchese  De  Maringonéf 
per  l' indefessa  sua  cooperazione ,  deciso  zelo  y  e  spe- 
ciale interesse  che  si  è  compiaciuto  di  prendere  al  no- 
stro incarico  d'  adempiere  si  sacro  ministero.  ** 

£  come  appunto  l' E.  Y.  è  l' iride  di  pace  e  di 
.  concordia  fra  i  Catalani  n^lia  terribile  crise  politica 
ultimamente  soflerta  inducendoli  a  riunirsi  in  un  nodo 
indissolubile  intorno  al  trono  augusto  del  Re  mio  pa- 
drone, cosi  il  presente  luminoso  scritto  sotto  l'egida 
dell' E.  Y.  lo  sia  ancora  di  persuasione  e   di   riconci* 


w  ^  <« 


io6 

liazione  di  tolti  {  meclici  alla  nostra  òpioione  ptr  hi 
conservazione  della  salate  pubblica  in  qaesta  Jbelfe 
parte  del  mondo. 

In  qualunque   modo  supplico  V.  E.  di   degnarsi  di 
accogliere  questo  tenue  lavoro  quale   omaggio,   quan- 
tunque  assai   limitato  y   della   sincera  uii^   gratitudine 
per  la  cortese  benevolenza ,  di  cui  V  E.  V.  da  A  lunw 
go  tempo ,  contro  ogni  mio  merito ,  si  degna  fovorirmi» 
Dio  conservi  per  molti  anni    la  vita  di  V.  E. 
Barcellona  i5  ottobre  i8a4- 
Eccellentissimo  Signore 

B.  L.  M.  di  y.  E. 
Il  pia  ossegttio^o  e  umile  servitore 
GiovAF  Feaucesco  Bauì 

Discorso  Medica  pratico  del  Traduttore  y  che  mostra 
quanto  erronea  sia  F  opinione  di  quélU,  i  t/uali 
credono  che  la  febbre  gialla  sia  indigena  ià  Ban* 
cellona. 

Profittando  della  calma  in  cui  attualmente  si  trova- 
li mio  spirito,  io  pensava  di  dare  alla  luce  la  seconda 
parte  della  relazione  medico-pratica,  di  cui  pubblicai 
la  prima  nel  i8ai,  intomo  alla  comparsa  della  febbre 
gialla  sulle  navi  provenienti  dall*  Avana  ed  entrate  in 
questo  porto,  e  della  sua  introduzione  in  città/  nel-* 
TestMe  dello  stesso  anno. 

Gli  scritti  de*  medici  anticoutagionisti  di  questa  Ca** 
pitale,  e  la  spontanea  loro  riunione  con    altri   profes^ 
sori  stranieri ,  non  erano  sufficienti  ad   impormi  silen« 
zio  sul  contagio  della  febbre  gialla ,  essendo  io  intima-  ' 
mente  convinto  di  un'  opinione^  cbe  al  giorno  d'og^ 


te        W  ' 


/ 


'> 


I07 

li  .trova  adotlala  io^qilésta  cita  a  ftegi^^  <^^  fran» 
camente  . parlando  y  gli  ate«si  amici  e  partJgtaiii  degli 
avversar))  generalmente  loro  non  prestano  pia  Ibd^ 
411  questo  particolare. 

L' opinione  pubblica  di  questa   popolazione   si  pro^ 

'oaosiò  interamente  in  favore    del  contagio  :iii    qoeita 

estate^  vedendo  accostarsi  al  porto  le  barche  provenienti 

dall'  A.nierica ,  implorando  questi  abitanti  che  si'  man* 

dassero  a  spurgare  a  Mabone. 

In  questa  epoca  precisamente ,  1'  eccellentissimo  sìg. 
Capitano  generale  ricevè  dal  Consiglio  di  sanità  di  Li* 
yorno  la  Memoria  del  dott.  PaUoni  sul  contagio  della 
&M)re  gialla  >  che  S.  E.  si  compiacque  di  mandarmi 
perchè  intomo  al  suo  contenuto  io  presentassi  alla  Ginn* 
ta  suprema  di  sanità  le  osservazioni  che  io  avessi  gio<« 
dicate  opportune ,  e'  la  medesima ,  in  sequela  di  quel 
che  le  fti  da  me  esposto ,  decretò  che  se  ne  stampasse 
la  traduzionew 

Giudicai  conveniente 9 -  che,  mentre  si  conservano 
presso  noi  fresche  tuttora  le  cicatrici  della  discordia 
medica  ,  fosse  meglio  lasciar  parlare  al  doit.  Pattom 
intorno  a  quel  contagio ,  e  ciò  •  tanto  <  in  grazia  dei 
superiori  suoi  lumi,  quanto  perchè^  trattandone  io, 
potrebbe  farsi  credere  agi'  ineauti^  che  parlo  per  spìnta 
di  partito. 

Profitto  nonostante  di  quest'occasione  per  esporre 
alcune  riflessioni  che  pongono  in  chiaro  1'  equivoco  che 
commettono  gli  avversar],  supponenA»  di  «vere  osser- 
vato^ che  la  febbre  gialla  nasca  in  questo  paese  da 
cause  locali. 

Userò  a  quest*  oggetto  una  dottrina  esposta  too  sem^ 
pHcità  afSadhé  sta  alla  portata  ancora  dei  non  medici> 


/ 


io8 

e  possano  cosi  calmarsi ,  poiché  non  è  giusta  che  il 
popolo  di  questa  Capitale ,  ansi  lutto  quello  della  Spa- 
gna^ o  poco  meno  che  quello  d'Europa^  si^trovìoo  ogni 
anno  angustiati  dal  timore^  che  il  caldo  estivo,  l'aria 
viziata  delle  cloache ,  dei  pantani  ,  e  le  immondesze 
dei  Porti  possano  produrre  la  febbre  gialla >  cause, 
che  al  dire  degli  Avversar] ,  le  hanno  dato  origine  in^ 
Cadice  ,  Majorca  ,  Cartagena ,  Alicante  y  Barcellona ,  e 
negli  altri  paesi,  che  vi  furono  soggetti. 

Tal  timore  è  il  frutto ,  che  i  popoli  d'  Europa ,  e 
soprattutto  quelli  delle  sue  spiagge  meridionali  marit- 
time ed  il  Joro  commercio  traggono  dati'  opinione  del 
non  contagio,  mentre  in  conseguenza  della  nostra  del 
contagio,  o  importazione,  si  riposano  tranquilli  sulFac* 
curata  vigilanza  che  regna  nei  nostri  -  porli ,  conierme 
Cadice  e  Barcellona  Io  hanno  provato  in  quest'  estate. 
'I7è  si  dica  gi^  ^  che  la  nostra  opinione  riesca  dan- 
nosa al  commercio,  essendo  questo  un  errore  molto 
facile  a  confutarsi,  giacché,  dimando  ,  cosa  ha  dovuto 
pregiudicare  più  al  commercio  di  Cadice ,  Malaga  y 
Cartagena ,  e  Barcellona  o  le  orribili  epidemie  ,  cioè  , 
di  febbre  gialla  che  hanno  sofferto  per  mancanza  delle 
sanitarie  cautele  >  ovvero  se  si  fossero  obbligate  le  na- 
vi, che  vi  arrivavano  nelF estate,  ad  un  rigoroso  spur- 
go nel  lazzaretto  di  Mahooe? 

Prescindendo  dalle  centinaja  di  migliaja  di  vittime 
sacrificate  per  mancanza  di  cautele  per  parte  della  Sa- 
nità ,  lo  che  desta  orrore  e  spavento  all'  uomo  meno 
sensibile,  il  commercio  ha  sofferto  infinitamente  mag- 
giori perdite  per  causa  di  dette  epidemie,  che  non  a? 
vrebbe  provato  per  lo  spurgo  dei  bastimenti ,  o  per 
le  quarautine  che  avessero  dovuto  fare  a  quel  lazza- 


log 
ttìio  j  aensa  cobslclerare  ancora  ^  che  queste  e  altre 
spese  vaDno  sempre  ;a  cadere  sai  coasumatorì. 

Paragoniamo  pertanto  la  tranquillità  ^  -  il  bene  ine» 
sprimibile  della  pubblica  salute  dei  nostri  concittadini 
e  la  sicurezza  del  commercio  che  ridonda  dalle  pre* 
mure  che  i  fautori  del  contagio  si  danno  di  alleata- 
Darlo  dalle  nostre  sfSiagge,  e  d'evitare  che  si  natura- 
lizzi fra  noi  nn  morbo  che  distruggerebbe  una  parte 
d'Europa  e  soprattutto  le  sue  toste,  marittime  meri- 
dionali. 
.   Esposto  qneslo  mio  sentimento  passo  a  provare  : 

Che  la  febbre  gialla  è  essenzialmente  distinta  dalle 
febbri .  biliose  e  accompagnate  da  itterizia  »  come  pure 
lo  è  daf  tì&t,  comune ,  castrense ,  da  quello  delle  car- 
ceri, delle  navi;  e  di  qualunque  altro  che  si  osserva 
indigeno*  in  Europa ,  malattie  con  le  quali  gli  anticon- 
tagionisti  confondono  quella  febbre  àupponéndoia  onun« 
da  di  questo  paese. 

I  due  tifi  I  r  americano ,  ck>è  y  o  febbre  gialla  y  ed 
il  comune,  o  europeo,  si  distinguono  assolutamente  pel 
loro  corso  e  termine,  e  per  la  differenza  dei  l^o  sin** 
tomi  caratteristici. 

.  Dal  dimostrare  che  faremo  queste  proposizioni  ri* 
sultera ,  che  la  febbre  gialla  z:  esotica  all'  Europa ,  i 
conseguentemente  contagiosa. 

Ogni,  medico  pratico  di  questo  paese  dovrà  conve- 
nire, ch<s  le  febbri  pi^tride.,  maligne,  atassiche  e  a- 
dinamiche ,  ossia  il  tifo  comune  europeo ,  o  le  febbri 
biliose  maligne  non  finiscono  nei  primi  sette  giorni , 
ovvero  nel  primo  settsenario  di  malattia,  ma  piuttosto 
sviluppano  ordinariamente ,  o  quasi  sempre*  l' aumento 
dei  sintomi  gravi  o  la  maggiore   loro   malignità'  nella 


110 

•ecdndA  leUimana  per  decidersi  o  terminare  io  male  o  m 
bene  :  qnett*  nltimo  i  il  risultato  pt&  frequente ,  l'esito, 
cioè  ^  del  tifo  europeo  oòn  finisce  o  non  si  giudica  che 
fino  a  taot«  ch'esso  sia  molto  avianEàto,  ossia  perki 
meno  verso  gli  ultimi  giorni  del  citato  secondo  sette- 
nario. 

Veron  medico  pratico  ,  che  abbia  visitato  gì*  infermi 
di  £ebbre  gialla  durante  l'epidemia  del  tSli  [non  po'- 
tra  parimenie  negairml ,  che  ini  questa  malattia  i  sin- 
tomi spiegarono  la  loro  maggiore  malignità  e  ferocia 
non  solo  prìma  del  settimo  giorno ,  ma  abs^i  presso  la 
massima  parte  dei  malati  entro  i  dne^  tré,  quattro  ^ 
o  cinque  primi  giorni ,  come  io  pure  1'  ho  oìtserrato , 
mostrandosi  questo  tifo  molto  pih  micidiale  del  <iomo- 
ne;  passato  per&  eh*  era  il  attimo  giorno  fuvvi  luogo 
a  sperare  on  esitò  felice  nella  indicata  malattia. 

Ammessi  per  certi  questi  fatti,  come  realmente  lo 
sono ,  fisseremo 

I.P.  Che  la  febbre  giaDa  termina  presso  noi /o' se 
ne  giudica  V  esito ,  ordinariamente  entro  i  sette  primi 
giorni. 

3.^  Che  nel  tifo  eurppeo  la  malattia  non  finisce,  é 
non  si  giudica  fino  dopo  tal  tempo ,  e  anche  più  in*  là 
della  seconda  settimana. 

3.^  Che  molti,  o  la  maggior  paYte  degl'  inferrai  at- 
taccati dalla  febbre  gialla  muojono  entrò  i  primi  dtie, 
tre,  quattro,  cinque  o  sei  gtomi ,  toentre  in  questo 
periodo  di  tempo  non  muore  alcuno  del  tifo  conrone 
o  europeo,  o  Varissimamente  almeno ,  e  in  tal  caso 
anche  per  la  complicatione  di  altre  cause;  e  di  ésso^ 
i  più  guariscono.  ^ 

4*^  Kisnlta  dunque  ,  che  la  febbne  giaUa  non  si  o^- 


^ervà  itidfgeDa  i%  questo  paese.  Ne  tal  sì  vide  mai 
oeir  epidemia  dell*  Esercito  del  Rossiglione ,  e  della 
Catalogna  qoandò.  aVey^taìopiìi  di  venlitremile  soldati 
malati  negli  spedali  di  campagna  e  moltissimi  abitanti 
attaccati  dal  tifo  coniMné  nelle  popolazioni  maritiirae 
di  Matard ,  Barcellona ,  Areris ,  e  Ganet  de  Mar,  Ca- 
iella,  Pineda  ,  Malgrat,  San  Felix  de  Qnixolo,  Pala« 
mds  e  Rosas^  fra  le  quali  popolazio^ii  maiittime  sta- 
bilimmo gli  spedali,  da  me  freqnieptcmentè  visitati  in- 
aieme  col  sig.  Protomedico ,  il  cavaliere  MasdevaU^ 
Medico  di  Camera  in  attivitìi  dd  re  nostro  Signore  , 
e  Ispettore  generale  dell'epidemie. 

GÌ'  Ispettori  dell'  Epidemie  ,  Membri  di  qaesta  Sa- 
nità reale  medico-pratica  di  Baroellona^  e  i  Delegati 
loro  hanno  osservato  coatanlemente  qoesto  atèsso  tifo 
comune  o  europeo  nelle  varie  parti  tanto,  marittime^ 
qoanto  pia  interne  del  Principato  ,  nelle  distinte  epi- 
demie di  febbri  maligne  da  loro  vedute  senza  che  mai 
abbiano  fatto  menzione  di  avere  riscontrato  un  malatS 
di  febbre  gialla. 

Osservai  costantemente  ancora  lo  stesso  corso  e  ter- 
mine della  malattia  nelle  epidemie  di  febbri  estrema* 
mente  maligne,  o  di  tifo  europeo,  che  agl'invito  del 
Giusdicenti  dei  popoli  di  Santa  Maria  del  Campo  y 
ValleS,  Paleuzuela,  Gastroxeriz,  Astudillo ,  Torque- 
taiada  e  Sotillo ,  presi  in  esame  nella  Castiglia  vecchia 
nell'  anno  i8o4  >  senza  che  vedessi  in  quelle  epidemie 
un  sol  malato  di  febbre  gialla. 

ISè  malato  alcuno  di  febbre  gialla  fu  veduto  nep« 
pare  fsa  le  molte  migliaja  d' infermi ,  che  avevamo 
nella  guerra  dell' indi^iendenza  ^  nella  quale  io  prestai 
servizio  dal  principio   aUa  fine  ;  come  pur  lo  prestai 


\ 


\ 


Ila 

qaasi  in  tatti  gli  spedali  militari  di  qacsto  Principato 
e  di  dna  parte  del  Regno  di  Valenza,  stabilendoli  in 
Tinaroz  e  Benicarlo  dopo  quelli  di  Tortosa ,  nello  sta- 
biiiqiento  e  servino  dei  quali  nelle  suddette  piazze  lui 
gravissimamente  attaccato  dal  tifo  castrense  durante  la 
crudele  epidemia  del  1809. 

Questa  medesima  reale  Accademia  di  Medicina  pra- 
tica  di  Barcellona,  che  da*  suoi  fondatori  in  poi  conta 
sommi  Medici  pratici ,  non  ba  ne*  suoj  Atti  accademici 
fatta  mai  menzione  di  alcun  malato  di  febbre  gialla  io 
questo  Principato  fino  all'indicato  anno  1821. 

Io  f  il  quale ,  unicamente  per  confutare  la  contraria 
opinione,  e  1'  errore  degli  Anticontagionisfi  di  questa 
città -^  senza  avere  peri»  punto  T  intenzione  di  oifenderli 
in  veruna  guisa ,  posso  dire  senza  adulazione  ,  'vana- 
gloria f  o  amor  proprio,  di  avere  veduto  più  malati  di 
tifo  comune,  o  europeo,  e  più  epidemie  di  tutti  loro 
nnìti  insieme^  poiché  le  mie  incumbenze  negli  eserciti 
fiel  *Re  nostro  Signore,  e  le  varie  mie  commiMÌoni 
presso  popoli  afflitti  da  epidemie  me  ne  hanno  offerta 
l'opportunità,  credo  di  potere  avere  qualche  autorità 
e  facoltà  di  giudicare  su  questa  materia. 

Non  sia  però  l' autorità  mia  la  sola  che  parli  :  dicano 
i  miei  colleghi ,  tutti  i  medici ,  cioè  ^  dell'  esercito  del 
Rossiglione  e  della  Catalogna  in  guerra  contro  la  Re- 
pubblica francese  ,  come  pure  tutti  i  miei  compagni 
di  servizio  negli  spedali  di  campagna  nella  guerra  del- 
l' indipendenza ,  se  vi  videro  un  solo  malato  di  febbre 
gialla  fra  le  popolazioni  ,  ove  visitarono  molte  mi- 
gliaja  di  soldati y  e  abitanti  infetti  di  tifo,  ossia  di' 
febbri  maligne ,  àtassiche ,  adinamiche  ^  biliose  o  putri- 
de ;  secondo  che  altri  le  chianaano» 


ir3 

Né  fino  al  1821- si  adì  maiin  Catalogna,  che  ve- 
run  medico  dfcesse  di  avere  visitati  malati  dì  febbre 
gialla  meno  che  nel  i8o3,  nel  qnale  anno  se  ne  videro 
alcuni ,  perchè  detto  morbo  fu  introdotto  nel  no- 
stro porto  da  un  bastimento,  il  cui  contagio  seppero 
felicemente  isolare  ed  estinguere  iinedici  della  Giunta 
municipale  di  saniti,  con  vigore  sostenuti  dallo  zelo 
veramente  filantròpico  di  quel  M.  I.  Consiglio  e  R. 
Udienza  (i)^  mediante  i  quali  provvedimenti  il  pub* 
blico  di  questa  città  non  giunse  ad  accorgersi  del  con- 
tagio che  aveva  nel  suo  seno^  e  questi  sono  sempre 
i  buoni  effetti ,  che  resultano  allorché  l'Autorità  sostie- 
ne con  braccio  forte  i  medici  nei  quali  ripone  la  sua 
confidenza. 

Con  l'esposto  fin  qui  ho  procurato  di  dimostrare, 
che  durante  V  epoca  nostra ,  ossia  da  un  mezzo  seco- 
lo a  questa  parte  ,  non  si  è  mai  osservato  alcun  ma- 
Iato  di  febbre  gialla  nel  corso  delle  varie. epidemie  di 
febbri  maligne,  ossia  di  tifo  comune  europèo,  né  spo- 
radicamente in  Barcellona,  né  fra  le  altre  popolazioni 
del  Principato ,  e  neppure  nei  numerosi  spedali  di  cam-* 
pagna ,  nei  quali  fece  strage  il  tifo  chiamato  caitrensé. 

In  grazia  della  '  differenza  dei  segni  caratteristici,  as- 
segneremo ancora  i  limiti  della  febbre  gialla ,  e  la  distin- 
gueremo dal  tifo  comune  o  europeo  :  nei  malati ,  cioè  , 
della  febbre  americana,  tosto  al  suo  principio  regolar- 
mente si  presenta  T  infezione  rosso* gialla  nei  vasi  della 
congiuntiva  degli  occhi ,  colore  che  si  spande  ^  benché 


(i)  Audiencia  chiamasi  un  Tribunale  eretto  in  ìspa» 
pia  per  r  amministrazione  della  giustizia. 

AiTNALi  Foi.  xxxrni.  8 


i«4 


talora  io  modo  poco  distiogulbile  j  alla  faccia ,  al  colici^ 
e  laccessrvamente  al  resto  della  cute ,  di  maniera  che 
forma  un  carattere  distintivo  (  se  jdoq  essenziale  )  d^t 
questa  febbre ,  il  qaal  sintoma  non  si  osserva  negli 
infermi  di  tifo  europeo ,  poiché,  quando  ancora  in  al« 
Guni  individui  attaccati  da  qnesto ,  e  soprattutto  qoao' 
do  sono  minacciati  di  delirio,  si  riscontra  fin  certo 
rossore  nei  loro  occhi ,  questo  però  non  vi  è  mai 
unito  al  color  .giallo ,  come  succede  ai  malati  del  tifo 
americano:  il  vomito  nero,  o  del  color  di  caffè  e  i 
flussi  ventrali  sanguinolenti  e  nerastri:  i  dolori  intensi 
pelle  articolazioni ,  e  ps^rticolarmente  dei  lombi ,  e  della 
fronte  :  la  mancanza  di  meteorismo ,  o  serramento  del 
basso  ventre,  questo  comune  nei  malati  di  febbre  gial- 
la ,  e  quello  si  frequente  nel  tifo  ordinario  :  e  quella 
calma  seduttrice,  o  quasi  cessazione  di  tutti  i  sintomi 
gravi  I  vale  a  dire  Y  ingannevole  miglioramento,  che 
nel  corso  dei  priùii  tre,'  quattro  o  cinque  giorni  gli 
infermi  credono  di  provare  ^  e  eh'  è  per  1'  ordinario  il 
aegno  della  loro  prossima  morte  ;  unitamente  air  epi« 
gastralgia  e  stato  particolare  della  lingua  >  costituisco- 
no, a  parer  mio,  il  carattere  specifico  della  febbre 
gialla ,  che  non  pui>  confondersi  o  equivocarsi  con 
quello  delle  febbri  unite  ad  itterizia  o  tinta  giallastra, 
.che  qualche  volta  vediamo  m  Barcellona  e  in  filtre 
parti  della  Spagna  $  imperocché  non  sono  accompa- 
gnate dal  surriferito  treno  di  sintomi,  né  dal  rapido 
corso ,  né  dal  pronto  e  generalmente  funesto  termine 
da  noi  indicato^  circostanze  proprie  alta  febbre  gialla. 
Avendo  già  protestato  di  non  dirigermi  ai  medici 
personalmente^  ma  solo  ai  fatti  per  illuminare  il  pub- 
blico e  soprattutto  il  Governo,  cocne  è  il  mio  dovere, 


\ 


{»6ichè  fion  mi  sarà  mai  lecito  A'  idgamiave  1*  Ammonti 
(né  chi  si  sìa  );  passo  a  render  noti  valoani  manifesti 
e^voci  nei  quali  sogliono  cadere  i  diversamente  opi- 
nanti ^  che  s'illudono  nel  vedere  la  febtnre  gialla  nei 
malati  itterici  y  o  nei  febbricitanti  con  tinta  giaDastra. 

Neil'  estate  del  1622  fu  trasportato  coti  latta  la  sua 
fiuniglia  al  lazzaretto  situato  fiiori  della  mura  della*  città  ^ 
un  malato  di  Via  larga ,  colorito   di  giallo ,    come  so^ 
spetto^  con  ispavento  non  piccolo  del  pubblico  di* que- 
sta Capitale.  Fui  tosto  informato^  che  la  malattia  do- 
rava da  molti  giorni  (  più  di  sette  )  e  che  qualche  tem- 
po prima  aveva  sofferto  delle  febbri  intermittenti  assai 
ribelh*.  Non  dubitai  un  momento  (  e  lo.  dissi  a  un  mio 
collega  )  che  V  infermo  fosse  afflitto  da  qualche  affesio* 
ne  al  fegato  ^  da  cui^  traeva  orìgine  Pitterizfa  e  il  coloif 
giallo  del  suo  corpo  ;  di  fatto ,  si  sviluppò  im'  epatalgia  ^ 
come  resultb  dalla  relazione  dei  due    medici   incaricati 
dal  Governo  a  prendere  In  esame  l' itifermo  :   essi  non. 
distinsero  già  in  lui  la  febbre   gialla  ^    e    confermarono 
tiel  }oro  rapporto  l' opinione  y  che  la  febbre  epidemica^ 
la  quale  Infierì  nella  nostra  città   nel  1821  ^  era    stata 
di  origine  esotica  ^  mentre  che  tino  di  essi  y  insfeme  a 
suoi  colleghi;  aveva  precedentemente  firmato   il   con- 
trario. 

£  per  mostrare  quanto  gli  anticontagionisti  s' fllndo*^ 
tio  su  questo  puntb  ^  e  mentre  premurosamente  si  ado- 
prano  per  far  cadere  gì'  incauti  nella  loro  erronea  opi- 
nione, appoggiandola  forse  ad  alcuni  frìvoli  equivoci  (i)^ 


(i)  Mi  igiene  riferito  che  stanno  per  pubblicarsi  aU 
cuni  leggieri  equivoci  di  citazioni  e  date  fatti  da  alcuni 


di  qualche  scrittore  contaghnistat ,  e  ad  argomenti  ne* 
gativi  y  passo  a  bs  noto  un  avvenimento  il  più  strano 
su  questo  punto. 

$a^  méàiei  della  Commissione  francese  in  questa  città 
i  d()Uori  Parìset,  Bally,  e  Francois  nella  loro  Opera 
sulla  febbre  gialla  qui  regnante  nel  1821  ,  e  nella  re^ 
lozione  che  su  essa  pubblicarono  in  sequela  delle  in' 
jormazioni  che  ricevevano  in  metzo  alle  scene  éP  or* 
rote  e  di  pianto  di  questa  Capitale:  è  fadl  cosa  H 
rimediarvi  adesso  con  la  calma  delT  animo  e  con  la 
personal  sicurezza.  Tali  equivoci  consistono ,  p.  es.  ^ 
nelF  avere  scritto  che  morì  un  certo  negoziarne^  invece 
che  doveva  £rsi  il  suo  cassiere ,  ed  alcuni  altri  di 
ugual  specie f  certamente  di  poca  importanza,  e  non 
iaU  da  potere  oscurare  il  merito  deltOperay  né  i  pre- 
gj  di  quei  professori  meritevoli  di  miglior  trattamento 
e  considerazione  per  parte  dei  giornalisti  di  quel 
tempo. 

Fra  le  notizie  sbagSat§  ndT  Opera  citata ,  si  trova 
alla  pagina  i43  ancora  quella  di  supporre  nd  giar* 
dino  botanico  da  me  diretto  la  coltivazione  del  te 
della  China,  Thea  Bohea  L.^  mentre  è  decisamente  il 
te  di  Spagna  y  Ghenopodlum  AiAbrosioides  Ijy  da  mot- 
tùsime  persone  y  del  pari  che  da  me  preferito  a  quello 
per  Fambrosiaco  suo  aroma:  come' pure  neW avere  i 
medesimi  Signori  prestato  fede  alla  persona  che  li  aS" 
sicuro  maturare  alT  aria  libera  nel  suddetto  giardino 
ff  fruttò  del  genere  Musa^  eh*  essa  mai  non  conobbe  f 
noh  avendolo  noi  mai  veduto  nascere  in  questo  paese  ^ 
confondendolo  sicuramente  con  quello  delT  Annonù.  re« 
ticulata /vo/garm^/U^  Qiirìmoya. 


117 

NeQa  córrente  estate ,  eaith  nello  spedale  militare  di 
questa  piazza  ^  un  infermo  del  presidio  della  ciitad^a, 
con  legni  apparenti  di  gastricismo  e  con ,  giallo  colore 
della  cute^  die  divenne  più  fosco  nei  sucocssìtì  tre 
giorni^  otìde  il  medico  che  lo  visitara  mi  tece  parte- 
cipare questa  circostanza.  Prima  ancora  di  vedere  il' 
malato  non  esitai  un  momento ,  come  mi  egressi  a) 
medico  di  guardia ,  a  dire  die  si  sarebbe -trovato  que* 
gli  afletto  da  itterizia  ^  e  tosto  che  lo  vidi  •  mi  confieiv 
mai  nel  mio  giudizio  ;  lo  trovai ,  doè ,  con  esaltamento 
di.  forze  ^  e  .con  segni  evidènti  di  gastricismo,  con  gial- 
lezza la  più  decisa  degli  occhi  e  della  pelle  ^  propria- 
menee  itterica  y  con  orine  che  tingevano  i  lenzuoli  del 
suddetto  colore  7  lo  che  non  si  osservò  nei  >  nostri  ma- 
lati di'  febbre  gialla  nel  i8ai  ^  mancando  inoltre  il 
sintoma  caratteristico  dell'  infezione  sanguinolenta  o  ros- 
so-gialla della  congiuntiva ,  preludio ,  o  segno  ^  a  mio 
avviso y  di  un  eguale;  infezione  negli  altri  vasi  capil- 
lari dell'  or^nismo,  segnatamiente  della  cute  e  delca* 
naie  gastro-enterico,^  o  della  sua  tunica  muccosa.  •  Ordì» 
nai  che^  non  si  facesse  alcun  cangiamento  nella  sala 
circa  al  malato,  non  potendo  esso  ispirare  alcun  timor^é 

Gon. tutto  ciò»  fui  informato  ndla  seguente  mattina^ 
che  r  infermo  era  stato  trasferito  aeparatamentiG^.in  un, 
angelo  della  ittedesi^ia  sala.  Comandai ,  suU'  atto^  che 
foiise  ricondotto^  nel  suo  solito  posto ,  e  fed  conoscere 
a  quegli  che  aveva  promossa  tale  separazione  ^  (  insuf- 
fidente  d' altronde  se  si  fosse  trattato  di  contagio  )  che 
il  provvedimento  da  lui  preso  doveva  molto  sorpren- 
dere,  giacche  .egli  aveva  opinato  ed  chinava  tuttora» 
che  la  febbre  gialla  non  era  contagiosa  ^  com'  egli  «tessa 
aveva  firmato. 


\ 


Il 


8 


Pn'nclpmvaoo  a  màfiiife^tarsi  le'fimeste  cbnsegoenze 
di  quella  misura ,  poiché  gli  stessi  joldati  del  presidiò 
convaleseenti ,  ai  qaali  interessa  sempre  di  prolangare 
la  loro  convalescenza  nello  spedale»  si  aflrettavaoo  a 
chiedere  '  il  permesso  di  'ritornare  al  presidio ,  tanta  era 
r  impressione!  fatta  in  essi  dalla  separazione  del  loro 
compagno  malato  giallo;  e  non  dubito  che  ne  sareb- 
be derivato  un  -  maggiore  spavento  e  fetali  consegaenxe 
se  non  mi  fossi  sollecitato  a  rimettere  l'ammalato  al  suo 
posto. 

Sembra  poi  fuori  di  dubbio  che  quelli,  che  pensa- 
rono essere  stafa  indigena  e  nata  da  cause  proprie  a 
questo  paese  la' febbre  gialb  che  nel  182 1  investì  que- 
sto popolo  y .  credono  vederla  tuttora  negl'infermi  feb- 
bricitanti itterici  o  colorati  di  giallo  :  or  bene ,  a  cosa, 
gioverebbe  la  loro  sepai  azione  dagli  altri ,  e  il -loro 
isolamento  in  un  laxaafeuo  ? 

£  cos'  avrebbe  fetto  qualche  medico  anticontagioni- 
sta  nel  caso  in  coi  io  mi  trovai  giorni  sono ,  ■  di  co- 
rare  ,  cioè ,  un  malato  tinto  di  fosco  giallore ,  eoa 
soppressione  di  orine  o  iscorìa  renale,  e  con  vomitò 
di  matèrie  molto  scare?  Vi  fu  d' oopo  di  mostrare 
lotto  r  ìntimo  mio  convincimento  :  e  la  deferenza  che 
^ì  ha  per  me,  dopo^  i  disgraziati  avvenimenti  del  iSat, 
potè  contribuire  a  calmare  le  persone  che  ad  esso  si 
interessavano  ,  gli  assistenti^  e  concorrenti ' in  una  lo-^ 
canda  ove  si  trovava  V  infermo.  In  questi  mancava  / 
oltre  gli  altri  sintoÉ^i  del  tifo,  l' injezione  rosso-gialla 
dei  vasi  capillari  della  congiuntiva,  del  viso,  e  del 
resto  della  pell^  e  si  presentava  soltanto  il  dolore  che 
io  chiamo  propriamente  itterico^o  giallo  per  T  impedi- 
to libero  scoio  della  bile   nel   tubo  intesttiiale  ^  e   pel 


«'9 
cftnsecQtivo  suo  assorbimeato  o  spargimento  ^nella  pe- 
riferia del  corpo.  Nel  quatlordicesimo  gioroo  di  malat- 
tia r  infermo  mori. 

Sono  persuaso  che  il  suddetto  colore  rosso-giallo 
della  congiuntiva  e  degli'' altri  organi  per  cania  delia 
inje2Ìone  dei  loro  vasi  capillari ,  ohe  si  osserva  neil» 
febbre  gialla^  nasca  da  un*  alterazione  del  sangue,  pn>* 
dotta  dal  virus  contagioso  che  ha  promossa  quella 
specifica  alterazione  attaccando  il  princìpio  imitale  ^  nel 
modo  appunto  che  fi  virus  vajiioloso  e  qilello  degli  aU 
tri  contagi  produce  ùH'  alterazione  s^écifida  y  e  conse- 
guentemente lo  sviluppo  oeir  orgabismò  di  quei  sin* 
tomi  che  sono  proprj  di  ógni  malattia:  Onde  faccio 
ima  distinzione  ben  decisa  ùb  le  febluri  accompagnate 
da  ittèrica,  ossia  fra  i  niàlàti  febbricitanti  con  ttteri- 
zia ,  che  osservammo  per  altobi  atini  tanto-  in  Barcel-^ 
lona^  quanto  ancora  in  altre  parti  ;  e  gì'  infermi  attac« 
cati  dai  tifo  esotico ,  il  quale  per  1*  essenziale  sua  ma<^ 
lignità  ,  investendo  il  principio  vitale  ^  non  può  né 
riconoscer  per  causa ,  né  produrre  una  vera  '  infiam' 
^dazione. 

Nel  settembre  dell'  andò  prossimo  passato^  mentre  io 
visitava  vicino  alla  pescheria  un  '  m^latoi  di  ftbbre  acu- 
ta y  e  colorito  di^  giallo  ittèrico ,  la  qbafé  progredì  fino 
al  !ii  giorno  di  malattia  ,  è  gntirì  col  mètodo  antifio** 
gistico  ;  e  mentre  nello  stésso  (empó,^  unilattiente  aé  al- 
tri professori^  ^  assisteva  un  infermo  nella  strada'  della 
libreria  esso  pure  affetto  da  febbre  acuta  e  ^tidto  éi 
giallo  j  la  quale  andò  fino  al  ÒQ.^  giorno  in  cui  mori  ^ 
un  altro  medico  visitava  in  BarcelloneCta  un  malato  di 
«  febbre  biliosa  di  un  carattere  penticìoso  ,  e  di  tm 
tipo  alquanto  intermittente,  accompagnata  da  itterizia 


'l2d 


con  un  colore  decisissimo':  la  tnafattia  progredì  cùn 
gualche  segno  d!  infiammazione  di  fegaio  ^  ed  U  maiala 
morì  con  sintomi  adinamici  :  »  cosi  risolta  di^lia  relazio- 
ne registrata  negli  Atti  letierarj  di  qaesta  reale  Acca- 
demia medico-pratica.  Si  parlava  cop  .  molto  ipteresse 
e  premura  di  quest'  iofermo.  per  abitaipe  il  medico  in 
qnel  quartiere,  in  cui  sulle  barche  del  porto  aveva 
ÌQComiDciata  l'epidemia  Del  i8ai.  Il  medico  presentò 
all'Accademia  in  una  pubblica  seduta  la  camicia  di 
quel  malato  quasi  totalmente  tinta  di  giallo:  dissi  al- 
l'istante,  che  appunto  per  essere  la  camicia  gialla, 
l'ammalato  non  aveva  la  febbre  di  tal  nome,  giacchi 
gì'  infermi  di  febbre  gialla  non  tingevano  còl  loro  su- 
dore i  panni  di  quel,  colore ,  come  ay evalivo  avutp  oc- 
casione di  osservare  nel  i8ai.  Il  malato  prese  la  chi- 
na  ,  e  moil  molto  più  al  di  là  del  primo  settenario. 

Sarebbe  poi  un  eri^ore  il  credere,  ,<;he  le  febbri  le 
quali  si  presentano  in  questa  città  col  colore  itterico 
sieno  la.  febbre  gialla ,  i  cui  sintomi ,  ed  il  cui  corso 
e  fii^e  feono  taqto  distinti,  come  ho  mostrato  :  come  (u, 
pure  un  errore  il  confondere  la  febbre  gialla  dei  ma* 
lali  di  Barcellona  nel  iSoTir  col  tifo,  comune. 

Errore  o  equivoco  si  fune&to  a  questa  citià;  poiché 
presentato' allora  tal  giudizio  all'Autorità  e  sparsosi  fra 
il  pubblix;o,  pose  in  dubhjo  l'esistenza,  della  fc^bbE^ 
gialla,  tanto  più  che  quest'opinione  riusciva  più  gra» 
dita  al  popolo:  d^  .questa  disparità  di  sentimenti  per 
parte  dei  medici ,  nacquero .  le ,  tragiche  scene  osservji|té 
presso  noi  in  tal  tempo; 

Quando  un  professore  straniero ,  che  si  fiffatica  a 
non  trovare  contagiosa  la  febbre  gialla^'  senza  dubbio, 
col  nobile  oggetto  di  scoprire  la  verità,  mi  disse  che 


N 


131 

se'  Membri  medie!  della  Gioata  suprema  il  saniti ,  ia 
QQO  dei  nostri  Manifesti  del  mese  d'agosto  1821  oon 
giudicavamo  per  contagiosa  quella  febbre ,  io  gli  feci 
rilevare  ben  chiaramente  il  linguaggio  medico  politico 
die  avevamo  usato  servendoci  deli'  espressione,  che 
fino  allora  la  walauia  non  aveva  spiegato  il  suo  ca^ 
rauere  contagioso. 

Ijfel  nostro  primo  Manifesto  in  data  del  di  14  dello 
stesso  mese  avevamo  dichiarato  essere  la  medesima 
esotica  (  conseguentemente  contagiosa  )  e  coi  provve- 
dimenti dell'  isolamento  e  separazio.ne  dei  malati  ,  che 
fino  dal  principio .  ponemmo  in  pratica  ,  assai  manife- 
stamente lo  confermavamo  ,  procurando ,  cioè ,  eoa 
questo  ed  altri  mezzi  >  che  la  malattia  non  spiegasse 
il  carattere  contagioso  nel  popolp  che  desideravamo 
salvare  ;  come  senza  dubbio  avremmo  fatto^  se  la  diffe- 
renza delle  opinioni  non  fosse  stata,  la  causa  della  pre- 
venzione e  resistenza  del  popolo.    , 

Il  contenuto  dell'Opera  del  sig.  pevéze  sulla  febbre 
gia|)a,,  è,  uno  di  quelli  che  maggiormente  .mi  convinco- 
no dell'affezione  ss^ngifigna  speciécache  ho  indicato, 
di  fatto,  i  vomiti  .e  flussi. di  ventre  sanguinolenti  da  lui 
citati  come  tanto.,  comuni  negl'infermi  di  febbre  gial- 
la da  Lui  veduti  ,  inducono .  a  credere  la  sanguigna 
alterazione  dei  vasi  capillari  della  membrana  mucosa 
gastro- enterica ,  il  cui  liquido  stravasato  e  viziato  dà 
il  colore  Oiicnro  al  vomito  e  alle  fecce.,  e  può  contri- 
buire al  non  formarsi  una  vera  gastro-enterite.  Detta 
alterazione  specifica  del  sangue,  è  la  causa  |  senza  dub- 
bio^ in  principio  del  colore  rosso  giallo,  e  rosso-plum- 
beo in  seguito  nei  suddetti  malati  e  nei  loro  cadave- 
ri^ simile  al  colore  giallo-paonazzo  del  sangue   strava- 


mi 

salo  nel  coiso  dell*  ecchimosi ,  come  giornalmente  si 
osserva ,  con  1*  aggiunta  peraltro  dell'  alterazione  vitale, 
qual  elfetto  di  on  contagio  venefico  e  micidiale ,  cho 
esclude  e  soffoca  qoalaoqoe  genaina  diatesi  flogistica. 

Fa  pure  mestiero  di  capere,  che  il  contagio  ,  nel 
princìpio  di  malattia»  semhra  produrre  uàa  flemmasia 
o  sub-iofiammazione  (  sintomi  d' irritazione  )  onde  al- 
cuni ne  restano  illusi^  credendo  utile  il  metodo  gene- 
rale antiflogistico  y  itia  presto  si  trovano  disingannati 
dalla  cessazione  di  quei  sintomi,  essendo  la  morte  m 
tal  caso  la  conseguenza  ordinaria  di  dette  metodo  de- 
bilitante, mentre  questo  i  seguito  dal  più  felice  sue* 
cesso  nelle  vere  flemmasie  accompagnate  da  itterizia^ 
lo  che  evidentemente  dimostra  ancora  ,  che  le  fbbbri 
acute ,  le  quali  qui  vediamo  unite  ali*  itterizia ,  non  si 
devono  confondere  con  la  febbre  gialla. 

In  conferma  di  questo  aggiungerò  ,  che  presente- 
mente in  Via  nuova  dì  S.  Franeesco,  accanto  al'giar-' 
dino  del  sig.  Intendente  ,  si  trova  in  'convalescenza 
Francesco  Serra  di  5^  anni  ;  di  temperamento  niani- 
lestamente  sanguigno-collerico:  si  annunziò  in  esso  nei 
primi  giorni  del  male  una  febbre  acuta  :  concentrato 
e  teso  era  il  suo  polso,  e  acceso  il  volto  (senza  però 
il  colore  rosso- giallastro  negli  occhi  )  aveva  sete,  lingua 
secca  e  nerastra  con  fenditura,  conati  al  vomito , 
stringimento  del  basso  ventre  ,  singhiozzo ,  dolore  ai 
preco'rd)  che  si  propagava  fino  versò  ie  ultime  coste 
vere  del  lajo  destro.  Net  quinto  giorno  di  malattia  si 
affacciò  un  leggiero  colore  giallastro  alla  cute  e  negli 
occhi ,  e  1*  iscuria  renale  j  ossia  soppressione  d'  orina , 
il  qual  sintomo,  presso  noi  osservato  assai  cotÀune  e  fu- 
nesto nella  febbre  gialla  del    1821  ,  ha  continuato   ià 


ii5 

qaest' inferiDo  fioo  al  settimo  giorno^  in  cui  cede  al- 
l' uso  dù  due  «alassi  di  circa  una  libbra  e  mezza  per 
ciascheduno  ^  e  alP  applicazione  dì  ventiquattro  san* 
guisughe  all'epigastrio  e  alla  parte  inferiore  del  petto, 
oltre  di  un  vescicante  applicato  all'  ipocondrio  sinistro: 
da  quel  giorno  le  orine  si  presentarono  nella  *  qnantità 
di  pi&  di  i6  ^libbre  nelle  ventiquattro  ore  (i)  fino 
al  diciottesimo  giorno  di  malattia ,  come  risultò  dal 
peso  che  ne  fa  fatto,  ed  i  lenzuoH  erano  tinti  d' io* 
tenso  cìoTore  giallo:  scemarono  successivamente  il  sin^ 
ghiozzo  e  gli  altri  sintomi^  ma^  fino  al  citato  gionio, 
r  evacuazioni  per  seccesso  si  mantennero  bianchissime  ^ 
prova  ponto  equivoca  che  una  flemniasia  aveva  -  inte- 
ressato il  fegato  ed  il  condotto  colèdoco ,  impe^iendo 
il  passaggio  della  bile  nel  tubo  intestinale.  Questa  feb- 
bre, periamo  era  infiammatoria,  accompagnata  da  itte- 
rizia ,  e  non  1^  febbre  gialla  con  cui  si  confonde  da 
quelli  che  credono  di  vederla  in  •  questi  febbricitanti 
tinti  di  giallo:  come  d'altronde  poteva  mai  essere  feb^ 
bre  gialla  quella  di  quest*  infermo ,  mentre  1*  aveva  a- 
vnta  nel   i8ai  ? 

La  gastro*enterite  non  è  dunque  essenziale  nella  fel> 
bre  gialla ,  mentre  in  molti  matati  manca  fino  qualun- 
que sieguo  di  una  pseudo-ft^mmasia  nel  ventricolo  e 
negl'intestini,  secondo  le  sezioni  anatomiche  eseguite 
da  varj  autori ,  e  quelle  del  savio  e  diligente  dottor 
Audouard  in  Barcellona  ;'  mentre   quelle   del  dotto  si* 


(i)  li  autore  dice  più  di  mezza  arroba  :  or  hene^ 
V  àrroha  h  un  peso  che  equivale  a  iS  libbre  di  i6 
once  V  una. 


\ 


fi4 

gnor  Lassò  in  Cajdie«  ci  mostrano  segni  Al  lesione  m 
altri  visceri ,  p.  es.  nel  petto  ,  torse  prodotta  dalla 
prima  impressione  del  contagio  introdotto  io  quell*  or* 
gaoo  della  respirazione. 

Mi  permetterà  il  sig*  Devèzò  che  gli  esponga,  che 
Il  II  aoldati  malati  di  febbre  gialla^  ch'egli  dice  nella 
•aa  Memoria  a  S.  M.  Cristianìssima  essere  stati  visitati 
dal  dott.  Broussonet  nello  spedale  di  Montpellier^  prò* 
cedenti  da  Rosas  in  Catalogna ,  non  dovevano  essere 
ftfietti  mai  da  simile  malattia ,  imperocché  nella  guerra 
contro  la  Repubblica  francese  nel  i^qS,  94  9  e  g5  du- 
rante l'assedio  di  Rosas,  ne  in  quella  dell*  Indipea- 
densa  dal  1808  al  18  r 4  tK>n  fu  mai  in  Rosa^  un  ma- 
lato di  febbre  gialla,  attestandolo  io  come  Segretario, 
qnal  fui,  del  Cavaliere  Protomedico  nella  prima ,  e  co!ne 
Medico  Consultore  durante  tatto  il  corso  deli'  ultima 
delle  sopraccitate  gucfrei  ne  dubito  che  lo  attesteranno 
ognalmente  i  Medici  che  servirono  negli  spedali  di  am- 
bedne  gli  eserciti. 

Fa  pena  l'osservare  che  gli  Ànticontagionisti  mo- 
strino un  si  pertinace  impegno  a  sostenere  la.  loro  o* 
piniooe  basandola  su  latti  si  apertamente  fal^^  e  sul- 
r  alterazione  si  vistosa  ddla  fedeltà  delle  citazioni  degli 
autori  ai  quali  si  riportano.  In  conferma  di  quel  che 
asserisco^  basta  leggere  il  N«^  3  del  tomp  4  del  Gior- 
nale della  Società  mèdico-chirurgica  di  Cadice  del  mese 
^i  marzo  di  qiiesi'anno  s:  Dimanderemo  (vi  si  dice) 
ai  pariigiani  del  contagio  :  nelle  epidemie  di  vomito 
nero ,  che  in  numero  di  2  a  devastarono  Barcellona 
avanti  gli  stabilimenti  delle  Americhey  ecc.  (  Càpmanj, 
Memoria  sulla  marina  ^  commercio  ^  ecc.  Madrid 
1792:  tom.  3  pag.  i24>^. 


/ 


ia3 

Ncn  può  legger^  la  saddetta  proposizlooe  degli  An* 
ticontagìoDÌsti  ^  confrontapdola  alla  lettera  con  ciò  che 
scrisse  il  politico  Capmany  nel  laogo   citato    sali*  epi- 
demia di  Barcellona  «  senza  fremere  *deir  impudenza  con 
cai  si  altera  il  tesio  di  queir  autore.  Pochi  storici  sono 
tanto  convinti  del  contagio,  quanto  il  nostro  Gapm&ny. 
Nel  4  tomo  delle  Memorie  istoriche  sulla  Maritaa^  com* 
raercio  ^  ed  arti  dell'  antica  città  di  Barcellona  si  legge 
quel  che  segue  :  s  Lo  stesso  commercio   manitmo^ 
che  arrecava  le  ricchezze  ed  i  comodi  ^  ^apportava  u* 
mti  a%U  oggetti  necessaria  a^  umani  bisogni  ed  ai£w- 
mona,  cupidigia  la  destruzione  degli  stessi  uomini.  Le 
pestio  oggigiorno  radicate  e  JisscUe  unicamente  nei  paesi 
dei  Masstdmani  fatalisti  ed  indotenii ,   erano  in   tal 
tempo  molto  frequenti  fra  gli  Europei ,  o  per  lo  meno 
yieUe  province  e  porti  del  Mediterraneo.  Contro  questa 
pubblica  calamità,  che  senza  dubbio  si  propagava  me* 
diante  il  commercio  d!  oltremare  e  ài  Barberia ,  iiofi 
fa  opposta  per  varj  secoU  alcuna  efficace  e  perma^ 
nenie  misura  di  polizia  nelle  piazze  marittime,  le  quali 
-erano  quelle  che  pia  ne  avevano  bisogno*  Per  ciò  poi 
che  riguarda  i  lumi  ed  i  mezzi  di  precauzione  per  e- 
vitare  questi  mali,  tutti  vivevano  come   Maomeitani, 
almeno  dal  secolo  sedicesimo  in  su.  Dalle  stragi  scff* 
ferie  in  Barcellona  dopo  il  principio  del  secolo  XIK, 
fino  verso  la  meta  del  secolo  XVll  si  può  dedurre 
quali  fossero  gli  effetti  del  flagello  sì  spesso  ripetuto 
dei  trudeli  contagi  e  delle  epidemie  zz  quindi  aggiun- 
ge s  di  fatto  j  non  si  osserva  che  in  due  secoli  si  ap^ 
pL'casse  alcun  riparo  dedotto  dalla  previdenza  del  Go* 
ferno,  né .  dalle  esperienze  della  Fisica  per  prevenire 
le  cause  del  flagello  che  si  ripeteva  senza  ostacolo,  e 


/ 


ii6 

si  esacerhava ,  e  si  radeva  pertinace  a  tenore  della 
sua  attinta,  senza  che  le  precedenti  stragi  aprissero  gU 
occhi  a  chi  attualm&He  ne  soffriva  in  prò  dei  loro 
discendenti.  Nel  secolo  XÌV,  daW  anno  i353;/&io  al 
iSqG  sei  volte  soffrirono  la  peste:  nel  secolo  KV,  dal 
ì^oSJtno  al  1497  ^  'Contarono  sedici  stragi  fra  pesti 
decise  ed  epidemie}  nel  secolo  XF'L  dal  \5oi  fmo  al 
iS^S  le  jfesti  ed  epidemie  si  rinnovarono  per  otto  voi* 
te;  e  nel  secolo  passato  non  se  ne  ha  memoria  che 
di  una  nel  i65i ,  la  pia  crudele  e  micidiale  dopo  la 
peste  nera  del  i548y  e  durò  pia  di  otto  n^esi.  s 

Chi  saravvi  il  qyale,  dopo  V  esposto,  dir  potrà  che 
farooo  epidemie  di  febbre  gialla  o  di  vomito  nero  le 
citate  da  Capmanyl  E  non  è  forse  un'  idea  erronea 
quella  di  pretendere  cUe  Tanica  epidemia  dallo  stesso 
autore  espressa  col  nome  di  peste  nera  fosse  appunto 
la  febbre  gialla  7  Io  almeno  (  e  credo  che  tutte  le  per* 
sone  imparziali  diran  lo  stesso)  sarei  piuttosto  d'opi- 
ttiofte  y  che  se  i  malati  in  qaella  peste  fossero  stati  co- 
lorati-di  giallo,  Capmany  e  gli  altri  scrittori  di  quel- 
r  «poca  V  avrebbero  chiamata  peste  gialla  e  non  nera 
come  scrissero:  prova  evidente,  che  negl* individui  si 
allacciarono  macchie  nere,  ossia  tracce  di  gangrene  e 
sfaceli. 

Gli  anticontàgionisti  non  avvalorerebbero  neppure 
la  loro  opinion^  ancorché  si  fosse  trattato  di  febbre 
gialla  in  queir  epidemia ,  poiché  il  titato  scrittore  dk 
il  carattere  di  contagio-  e  V  origine  esotica  a  quelle  pe* 
8ti  ed  epidemie. 

Basterebbe  a  provare  che  le  suddette  pesti  ed  epi« 
demie  non  erano  febbre  gialla  il  solo  riflesso ,  che  il 
sig«  Capmanjr  parla  tanto  della   presenza   dei   tumori 


t 


I 


"7 
(  bubboni  )  darante  le  medesime,  e' che  molle  di  este 
datavano   anoì   ioteri  o  molti   me8Ì>  inclusive  quelle 

'  dell'  inverno  e  della  primavera ,  mentre  la  febbre  giitl- 
la  qui. non.  si  manifesta  5'no  ài  mesi  caldi.  Nonostante 
che  un  medico^  abbia  firmato  avattti  il  Governo  di 
averla  vedota  già    nel  febbfajo   del    i8ai,   ed   essere 

,  tutti  gli  anni  sporadica  in  questo  paese ,  e  dopo  poi 
abbia  firmata  innanj&i  agli  stessi  Superiori  essere  la  me* 
desima  esotica ,  mi  permettere  che  gli  dica ,  con  la 
dovuta  decenza  e-  con  T  animo  soltanto  di>disingannare 
i)  pubblico  e  tranquìllizsare  le  Autoritfi ,  eh'  è  altret- 
tanto incerto  di  vedere  in  Barcellona  la  febbre  gialla 
nel  febbrajo^  quanto  di  vedervi  in  tal  mesegik  fiorite 
le  viti:  tanta  è  la  certezza  che  abbiamo  del  grado  di 
.temperatura  che  si  richiede  perchè  quella  malattia  sa 
sviluppi; 

Nel  medesimo  giornale  di  Cadice ,  nell'  appendice  al 
o.  lY  del  tomo  HI,  quarto  trimestre  dell' anno  1822 
alla  pag.  67  si  pn&  leggere  la  dichiarazione  firmata  da 
otto  professori  del  Porto  Santa  Maria  dinegando  assih 
àitamenie  che  in  tutto  il  tempo  che  il  sig,  Broussais 
fu  in-  quel  paese  si  fosse  presentata  la.  fehbre.  gialla  in 
ijuel  popolo ,  né  in  verun  altro  del  tertitorio ,  e  nep^ 
pure  alcuna  febbre  con  sintomi  proprj  a  (tjuella,  né 
che ,  essendo  un'  altra ,  potesse  ammettere  la  sua 
cura. 

Onde  le  febbri  che  il  sig.  Broussais  avrebbe  medi- 
cate in  Andalosia  col  nome  di  febbre  gialla  y  come 
alcuni  afi^rmano  in  favore  del  metodo  antiflogistico, 
sarebbero  sicuramente  le  flemmasie  viscerali  o  gastro- 
enterico-epatiche  ^  ossia  lo  stesso  che  le  febbri  ^accom* 
ipagnale  da  itterizia  che  io, ho  vedmto  in  Barceilooa  e 


ia8 

medicate  per  inflammatorie  col  metodo  antiflogistico ,  é 
non  dobito  che  lo  possano  contestare  in  ugual  modo 
molti  altri  professori :. e  devo  a  questo  proposito  trì- 
bstare  dovuti  elogj  al  sig.  Broussais  pel  mento  che 
egli  ha  di  avere  illustrato  in  vantaggio  dell' anatomia 
patologica  questo  punto  delle  infiammazioni  viscerali  e 
membranose ,  senza  che  per  questo  io  ammetta' ,  come 
ho  superiormente  indicato,  che  la  gastro^emerite  sia 
essenziale  nella  febbre  gialla. 

In  tutti  i  nletodi  resulta  la  differenza  caratteristica  che 
passa  fra  la  febbre  gialla  e  le  febbri  intermittenti ,  re- 
mittenti^ e  continue  accompagnate  da  itterìzia  che  si 
osservano  in  Barcellona  e  in  varj  paesi  interni  deirEu- 
-Topa ,  con  le  quali  gli  avversar]  la  confondono. 

Credo  dunque  di  avere  dimostrato  questo  punto  ^ 
eh* è  stato  l'oggetto  principale  che  mi  sono  |m>postè 
in  questo  Scrìtto. 

Può  pertanto  essere  onninamente  tranquilla  1*  Antc^ 
rità ,  ne  dee  produrle  veruna  sinistra  impressione  la 
presenza  di  alcuni  malati  coloriti  di  giallo ,  che  d'  al- 
tronde sono  assai  rarì ,  e  che  compariscono  in  tutte  le 
stagioni  deir  anno^  senza  limitarsi  a  quella  propria  della 
febbre  gialla ,  e  che  non  apportano  mai  il  minimo  pe- 
ricolo di  contagio. 

Spero  che  questa  dottrina  medico-pratica,  bastante» 
mente  chiara ,  sarà  generalmente  ammessa ,  e  che  quel- 
la degli  anticontagionisti  rimarrà  circoscritta  nel  ristrét- 
to circolo  di  alcuni  pochi  di  questo  continente,  ove 
coi  provvedimenti  stabiliti  dalla  saviezza  e  p^revidenza 
della  Giunta  suprema  di  sanità ,  e  che  presentemenle 
eoo  rigore  sono  eseguiti ,  e  con  quelli  che  il  Goveme 
inglese  ha  uUimaiaente  adottati  per  Gibilterra  non  piii 


1^9 

»'.ÌDtrodarray  »-  mollo  neoo  si  'fisserà  sofia  nostra, 
spiaggia  Vitlarale  maritlìma  no  germe  velettoso  esoti- 
co ,  che  dislrpggerebbè  tutti  -gli  amii  ma  gran  parta 
degrindividiìi  più  robusti  e  floridi  di  queste  belle  • 
ben  ;Cohiva|e  provincie  ^  restando  a  noi  in  premio  deile 
nostre  fatiche  la  gloria  di  avere,  fatto  questo  bene  d^ 
r  umanità  y  nnico  scopo  che  ^anelo. 
Barcellona  i5  ottobre  18114. 

Giovan  Francesco  Bahi. 
Lettera  del  sig.  dou.  Sahì  al  sig,  cav.  Palloni. 

Stimatissimo  sig.  Professore  e  Collega» 

La  t^'aduzione  che  io  feci  della  di  Lei  Memoria  sol 
contagio  della  febbre  gialla ,  della  qaale  ho  il  piacere 
di  spedirle  alctine  copie ,  pregandola  a  presentarne 
qualcuna  a  codesta  Commissione  di  ^sanità',  è  una  prò* 
va  non  equivoca  del  molto  merito  della  di  Lei  Opera  ; 
e  le  incluse  copie  de  reali  decreti,  ai  Quali  la  pubbli- 
cazione della  medesima  diede  origine,  le  mostreranno 
quanto  favorévolmente  fu  accetta  da  S,  M. ,  inio  pa* 
dfóne ,  e  dal  suo  Governo. 

•  Io  ho  il  vanto  d'essere  sfato  l'organo  che  ha  con- 
trìbuko  ad  estendere  in  questo  regnò  la*  di  Lei  fama 'e 
gloria ,  contribuendo  per  tal  modo  nel  fissare  la  opi- 
nione pubblica  snl  contagio  della  febbre  gialla  pel  te- 
ne della  umanità.  Per  questo  scopo  e  per  la  caperbie- 
ìh  di  alcuni  medici  di  qui  di  volere  credere  originaria 
di  Barcellona  la  suddetta  febbre^  premisi  alla  traduzio- 
ne >io  Discorso  medfbo-pralicO,  che  sembra  avere  aià- 
mntoliti  i  sostenitori  di  «i. erronea  opinione. - 

Afkali.  Fol.  XXXFIII.  9    * 


\  - 


Mt  pivralga  òì  ^aeit'  occasione  per  inaDifestarlé  in 
quanta  ttuna  io  tengo  le  di  Lei  opere  ^  e  qaanto  ag^ 
gradirci  ìstabiKre  con  Lei  ona  leltemria  ed  amichevole 
eorrispoadeiHBe«  Bf  i  onori  dei  di  I^ei  comandi ,  e  pene- 
trato dei  fiji  yìrì  e  sincarf  leBlimenti  di  stima  e  di 
rispetto  mi  creda. 

Barcellona  i  aprile  i8a5. 

Di  Lei  umiliss.  obhlig.  servitore 
e  cottegà 
Oio.  FftAirCESCo  Bah!» 

teucra  del  Marchese  di  Campo  Sagrado  al  signor 
cav.  G.  Palloni  ,  Membro  del  Consiglio  di  sanità 
a  Livorno. 

Capitanato  generale  dell*  esercito 
e  principato  della  Catalogna. 

Sanitli. 

,  <  *  '. .  .  '  '     ' 

Esaminata  da;  qnesta  Giontu  suprema  di  sanità ,  ceri 

presiedo,  la  Memoria  di  V..  $•  sai  contagio  della  feb- 
bre gialla  y  che .  il  Consiglio  di  sanità  di  Livproo  ,  di 
cui  Ella  degnamente  è-  membro  ^  ebbe  la  bontà  d*^  in- 
viarle ,  non  posso  fare  a  meno  di  concepire  la  piit 
perfetta  idea  delle,  vaste  •cogoiafoni^  e  dei  {profondi  la- 
mi dell' antòre  di  si  interessante  Opera:  è  perciò  che 
la  Giunta^  scorgendo  nella  medesimii  nna  dottrina  ba- 
sata sui  pia  solidi  e  convincenti  principj  per  confuta- 
re quelli  dei  medici,  1*  opinione  dei  •  qnali  fatalmente 
è  contraria  ai. contagio  di  qaelU   disastrosa  midattia» 


i3i 

ed  anìmal(Bi  é^a.  aentimenti  ogoaK  a  quelli  di  Y.  S.  pel 
bene  dell' umanità^    ha   risoluto    di    pubblicare    detta 
Memoria  in  lingua  $pagouola ,  affidandone  la  traduzio-* 
i|^e   al     medico    Consultore   dott^    Géovifn     Francesco 
Bahh  Questo  professóre  y  che  non  manca   di    lumi   ia 
questa  materia  ,  ha  disimpegnato  il  suo  incarico  a  pie- 
na   soddisfazione' di  questo  Magistrato   di    sanità,    ac- 
crescendo il  pregio  della  produzione  di  Y.  S.    con    il 
Discorso  medico-pratico  da  lui  aggiunto ,  e  tendente  a 
dimostrare  Terrore  in  cui   si   trovano  quelli   che   ere-, 
dono  che  la  febbre  gialla  sia  indigena  in  'Bercellona  e 
in  altre  parti  d'  Europa  ,  come  T.  Si   osserverà    negli 
annessi  esemplari ,  che  ho  il  piacere  di  spedirle  in  at- 
testato   di   riconoscenza  pel   di  Lei   lodevole    zelo   nel 
rendere  di  pobUico    diritto  le  utili    cognizioni   di    cui 
Ella  va  ornato  ,  e  in  testimonianza  di  quanta  sia  stata 
apprezzata  da  questa   Giunta  quella    dottrina ,  standole 
a  cuore  che  si  propaghi,  perchè  con  tal  mezzo  si  ri- 
sveglia  la  vlgilana^a  necessaria  io   un  oggetto    di  tanta 
importanza. 

Si  compiaccia  pertanto  V.  S.  di  ricevere  questa  sin- 
cera prova  di  gratitudine  che  le  tributa  questa  Giunta 
auprema  di  sanità ,  unitamente  alla  protesta  della  mia 
maggiore  considerazione. 


<  - 


Dio  conservi  molti  anni  Y.  S. 
Barcellona  a6  dicembre  1834* 


,//  Capuano  generale  ,  Presidente  della 

Gùtnia  suprema  di  sanità  di  Catalogna 

Marchese  di  Campo  Sagrado. 


3a 


APPENDICE. 


Al  sopra  esposto  Discorso  preliminare  del  &ig.  do€f. 
Bahì  succede  la  iradnsJone  della  Memoria  del  siguor 
cav.  PaUonij  che  diffusa  per  ordine  del  Governo  m 
tutti  i  porti  marittimi  della  Spagna^  vi  stabilì  la  per- 
suasione della  necessità  delle  misure  preservative  con- 
tro r  introduzione  di  questo  contagio  -y  e  si  misero  con 
CIÒ  a  livello  degli  altri  porti  del  Mediterraneo* 

Essendomi  prefisso  di  tenere  informato  il  pubblico  di 
iuttociò  che  di  più  rimarchevole  viene  pubblicato  so- 
pra un  cosi  interessante  argomento ,  terminerò  qaesto' 
articolo  acccAnando  .on  fatto  che  (  al  pari  di  quello 
dell'  apparizione  o  trasporto  della  febbre  gialla  all'  isola 
dell' Ascensione  y  da  me  riportato  nel  n.^  ^XI  del 
nuovo  Giornale  dei  Letterati  di  Pisa  )  sembrami  decisi- 
^^vo  in  favore  del  contagio  di  tal  morbo.  Intendo  par^ 
lare  della  notizia  deH'  irruzione  di  esso  nella  Florida 
inserita  nella  Rivista  enciclopedica  di  Parigi  (  volume 
X^VIy  pag.  576,  maggio  1825  ).La  qual  notizia^  comn- 
nicata  a  quel  Consiglio  superiore  di  sanila  nella  seduta 
del  3  ottobre  i8!;4  ^^^  >ig*  Moreau  de  Jonnés  secon- 
do la  testimonianza  del  dott.  .Francis  della  New-Jork, 
^dei  signori  Dehespine  e  Andrews  GiuéUd^  e  del  co* 
lonnello  Forher  primo  Magistrato ,  merita  la  maggiore 
attenzione. 

Non  si  conosceva  la  febbre  gialla  in  fk  Agostino , 
Capitale  della  Florida  orientale,  situata  sul  li tt orale  del- 
l'Atlantico ai  39*,  45'  di  latitudine.  Abitata  da  indi- 
geni di  razza  affricana  ,  non  erano  suscettibili  di  tal 
contagio^  egualmente  che  i  Creoli  delle  Antille.  Ma 
quando  gli  jStati   Uniti  ne  furono  padroni ,  e*vi  con- 


i53 
corse  una  tnoltitadine  d'  individcri  delle  Province  set- 
teatiiooali^  atti  ,  come  gli  Europei ,  ad  essere  a|(accat[ 
'  da  questa  crudel  malattia  ^  noo  mancava  allora  per  à> 
venirne  la  vittima  se  non  che  il  suo  germe  fosse  por** 
tato  in'  mezzo  a  loro. 

L'  insufficienza  delle  misure  sanitarie  ,  e  1'  incuria 
che  le  rende  inutili ,  non  tardarono  a  {produrre  questo 
innesto  avvenimento. 

Lo  Scunner,  la  Florida,  Capitan  Jobusoo^  ritoroandd 
dall'Avana  nel  mese  di  Agosto  182 1  ,  la  febbre  gialla 
che  faceva  in  questa  città  grandissime  stragi  si  comu- 
nicò agi'  uom'ini  del  suo  equipaggio.  Molti  d,i  loro ,  e 
e  il  Capitato  stesso,  morirono  nella  traversata.  AU'ar* 
rivo  ài  questo  bastimento  a  S.  Agostino ,  io  mandata 
in  tdrra  una  quantità  di  biandheria  per  esser<vi  lavata; 
il  che  fu  eseguito  nella  casa  'di  una  .femigNa  Irlandese 
chiamata  Develin.  La  mogliek.che  aveva  fatto  il  bucar 
to',  il  marito,  e  cinque  figli  inrono  tutti  assaliti . dalla 
febbre  gialla^  e  ne  morirono,  quattro.  XXue  altri- indi- 
vidui che  abitavano  nella  stessa- •  casa  )  furono  attaccati 
u^ualibf-nte ,  e  morirono. 

In  un  altro  Scunner^  K  Alessandro,  Capitali  Rogers , 
partito  dall'  Avana  uelk)  stesso  tempo  >  e  seco  portando 
il  germe  del  contagio,  tutto  1'  equipaggio,  compresa 
il  Capitano  y  peri  nella  traversata. ,  Due  mariuari  spa- 
gnoli passeggieri  al  suo  bordo  li  condussero  a  S.  A- 
gostino.  ti  Consiglio  della' Città  >  pecsnaso  del  pericolo 
dell'  importazione  dello  febbre  gialla  per  .mezzo  dclUt 
biancberia  '  delle  persone  malate  e  morte ,  ordinò  di 
dfstrnggerle.  Ma  una  delittuosa  rapacità  le  fec«  traspor- 
tate'sejgret  amente  a  terra  per  mezzo  di  un  mannaro, 
ehe  gettatosi  io  mai«  ed.  eutrato  òel  fiome  di  S.  Ago» 


i34 

stÌBo  fo  ricoveralo  dai  domeatici  della  casa,  di  M.  Fi*(- 
cb,  Il  ho  dei  Magistrati  del  paese.  Qaest^uomo  rispet- 
tabile si  servi  senza  saperlo  di  qipella  biaocberia  che 
fu  messa  oel  suo  letto:  e  ben  tosto  fa  attaccato  dalla 
febbre  gialla  e  ne  mori  ^  egualmente  che  sua  moglie  , 
e  tre  figli. 

In  tal  ifoisa  ,  questo,  flagello  s*  introdusse  fra  gli  abi- 
tanti di  S.  Agostino:  e  la  malattia  fu  carati eritzata 
da  tutti  i  sintomi  che  la  distinguono  da  ogni  altra ,  e 
specialmente  dalla  suffusione  itterica  e  .dal  vomito  ne- 
ro. Il  suo  termine  fatale  fu  comunen^ente  nel  terz.0  e 
quinto  giorno  dall'  invasione  :  qualche  vplta  la  morte 
avvenne  in  48  ore;  di  rado  si  protrasse  al  sesto  giorno. 

La  malattia  scoppiò  nel  principio  di  settembre,  e 
aegnitò  fino  alla  metà  di  ottobre  con  una  violenza  pro- 
gressiva. Perivano  allora  dieci  e  undici  persone  per 
giorno  sopra  circa  duecento^  clie  nella  città  erano  sa- 
icettibili^di  esserne  attaccate.  Di  questo  numero  140 
fiirono  colpite  dal  male,  e  i3a  ne  nu>rirono,  d'onde 
segue  che  furono  attaccati  i  tre  quarti  di  quelli  che 
essa  poteva  assalire ,  e  che  di  17  maiali  ne  morirono 
16.  Tra  le  truppe  della  guarnigione ,  a  %xx\  la  malattia 
si  comunicò ,  furono  4^  mòrti  in  lao  soldati  :  e  di 
quattro  medici  che  prestarono  il  loro  soccorso, ai  ma- 
lati ,  uno  solo  scampò  dalla  morte.  •  ,       ^ 

Kesuha  da  tutto  ciò,  che 'la  febbre  gialla  fu  imporr 
tata  noi  iS^ii  per  mezzo  delle  comunicazioni  marittime 
a  S.  Agostino  ^  .Capitale  della  Florida  Oridaule:  che 
vi  è  slata  intiodotta,  come  lo  è  il  piii  sovente  net 
Porti  degli  Stati  Uniti ,  da  ba^jlimenli  provenienti  dal- 
I  Avana  ,  cha  da  venti  anni  non  ha  mai  cessato  d' es- 
-serne  infetta:  che  la  malatlia  %\  k  introdotta  ndla  pò- 


i55 
Pf^xi^oe  M  $.  któftìOù  jpedaInMnte  per  neno  d«Ha 
biaiicheria  ^  delle  vesti  degli  individai  morti  a  bordo 
i»fjUa  ;i;r9YeE6aia  ;  e  che  PaUlyità  del  aqo  prineìpio  con- 
tagip^ .fu  isi  graisdè,  difessa  iovei^ì  i  tre  qvani  degli 
iodividui  obe  oe  erano  siMceltibtli ,  e  uccise  quasi  tutti. 
Pisa  37  gcturajo  1816. 

Francesco  Taniini, 


.1 


TraDsactiov8«  età  Transazioni  della  Società 
Medico'Chirurgica  di  Edimburgo.  VoL  /» 
Pdimb.  1824. 

«  * 

fSeguào  della  pag.  149  del  precedente  volume  J. 

C/>7A*  di  maiauia  infamile  nei^  giudi  dopo  la  morie 
si  trovarono  erosioni  e  irr^òramenti  nel  tubo  idànen' 
tare  ;  di  lonir  Gairdveul  ^  M,  D.  y  Membro  del  Col- 
ie^ reale,  dei  €Jbùnirghi,  «^^  Tutti  coooseono  le  con- 
troversie risguardanti  alla  .cagione  di  questo  fatto  pa* 
tologico ,  alcool  riportandolo  ad  ón  processo  che  ha 
luogo  dorante  la  vita^  altri  ali'  azione  di  ona  causa 
ohe  a|isoa  ^opo  la  morte*  L'autore  lo  attribuisce,  con 
BurueTj  air^iooe  splTente  del  sqcco  gastrico.  Ma 
prima  di  proporr?  la  sua  opinione ,  non  sarà  incresce- 
vole il  conoscere  in  compendio  i  Casi  ai  quali  egli  crede 
appoggiaida.  s  1,^  <7^o..Il  jdl  8  agosto  del  iSni ,  il 
dott.  Gairdner  venne  invitato  ad  assistere  alla  sezione 
di  un  bapdùuo  di   i3  mesi^  il  quale   dal  precedente 


:»56 

geon«io  era  stato'  traràglfato  ^Qà  ièéseiTre  séttimaiie 
prima  della  .morte ,  il  bambina  era  direniSto    febbiricì- 
taote ,  aveai  i  polsi  a  .160;  il  respiro  a>^o  nel  Uiioiittt, 
ma  seDza  gran  calore  alla    etite,  la  quale  anti  era  tal- 
Toha  più  fresca  del  naturale.  La   tosse   era    accompa- 
gnata da  sputo  abbondante^cbe  altenadTa  eoo  sudori 
e  diarrea.    Talvolta   insorgeva  il  vomito  >   mercè  «cui, 
insieme  alle  altre  materie,  espelleva  quasi  sempre  gran 
copia  di  sputo  purolento  antecedentemente  ingbiottito. 
Il  bambino  non  avea  potuto  giacere   sul,  lato   sinistro 
per  tre  settimane  ,  e  sull'  ipocondrio  sinistro    mostrava 
*un    notevole  •  enfiamento,   inéapace;  di  siicchiiire  ;    era 
torstentato  da  sete  inestii^uibiie  ^  dófaiiya  ^sfai','.  seb- 
bene si  lasciasse  facilmente  svegliare  ;  nelle  \  nltiin^  tre 
'settimane  di  vita  avea  sempre  avuto  scaricamenti  alvini 
verdognoli.  Necrotomia.  Polmoni  grandemente  alt«erati, 
pièni  di  tubercoli    in    aìnbidnè  i  lati,    con  ascessi    nel 
sinistro.  Le  materie  dello  stomaco  stravasate    nel  favo 
addominale  per  un   largo    foro    alla 'estremila*  ainisti^ 
presso,  la  sua  naturale    adesiofte  colla  milza ;a  margiai 
del,  foro  stracciati ,  molli,   sottilissimi y>con^ilQvieggiero 
rubore  intorno  all' apertura ,  che   formava  ima^  specfe 
di  bordo  più  stretto,  non  più  largo  dr«ui    deicimo  di 
pollice j  eccettuato  il  qual    bordo. o  anaUo* rubicondo, 
nello  stomaco,  e  n^Ue  parti  vicine  >  oon..vedevasi  se- 
^00  o  vestigio    di    congestione   vascolare  o  di«.A>gojd. 
Il  foco  era  si  ampio  >  che  vi. si  poteva  tatrodorre^ijptat- 
tro  dita.  —  I^iun .  dubbio ,  «oggiiinge   1'  alatore  ^    che 
1'  afleuone  polmonare  oon  fosse  in  questo  caso  la  ma* 
lattia  primaria,  coi  da  poco  tempora'  era    aggiunto  il 
-gjaasto  singolare  dello  sIoomco,     . 
'     %.^  Caso,  Di  questo  bambino  non  si  .fece  li|  necro- 


'tcmia.'  La  malattia  sì  è  pero  firerootata-  sotto  sìNnImnze 
.si  analoghe  -  alle  iDiérimità  cui  soccombettero  eóloio  dei 
^aaéi'Si  trovò  perforato  lo  stomac^b,  che  il  dott.  Gai^ 
ner  non  dobiia  ponto  eh'  e^li  pure  non  fosse  aifett^  della 
iDaliittia>  medeèim^.  Il  bambino  non  avea  avnlfo  tosser; 
ed  era  stkto  scerrato  nove  giorni  prima  •  della-  •  iiuov^ 
,  Per  sette  fi;ìornì'  av«a  avnto  la  diarréa  ^  e  negli'  «Stinsi 
tre  il  Vomito,  a' Freddo -alili  snperfitie  e 'alle  estrpmiu 
l&y  polsi  ondeggianti  >  fiacchi /irregolari /'dimagrò mento 
notevole  e  debolej^a  estfi^ma^  precedettero  la  morte  ». 
3.^  Caso.  Un  fratello  del  precedente^  allattato  dalla 
madre',  avea** goduto  baona  saHite  imo  all'  etii  di  otto 
mesi,  quando  t^enoe  impàovvisamente  coirò -da  ila  iti- 
anltO'di  piangere^  cosa  allatto  insoHta  M  lui.  Da  quei 
periodo,  atta,  genitrice  pareva  noji'' avesse  più  l'umore 
e  la  vigoria  di>  prima  >  il  cp»^  sembrava  si  potesse  attri- 
buire'alla*  dfnrizione.  ^  Stfl   finire    dell'  undecimo  'mese 
*  venne 'Scev  rato;. e  neljgiorno  neèso  dello  scevraolento 
fu  molestato  da  leggiera  diarrea  ,    la    qoii|e  a  ca^di 
'una  settimaita  cessò,,  sènza.  T'ajuto^di  alcun    Timedio. 
\A|ia  s^a  'del  di  -^  di  gitlgno  gli  sl^potse  una  polvere 
/QMtfpèsm  di  nn  Sgrano  "di    calomeli^no  '  e  tre    grani  <K 
curbodato   di    ealce  ,  ii  qua!    rimedio   fu   iterato  il  9, 
-es^eèdosi    otten'iifo  abbondanti    scaricamenti   alvini,    ti 
Wùy  segaitando"!' aifetlon^  infestinale,  ^li  si  diede  una 
>»ii«cé)a  di  carbonato  ^i  Méè,  rabarbaro  e^  polvere '^ét 
{Dower,  i^.  Yomió';  la' diaria  contiiióa'^  gli  si  pòrge 
nsiii^|uarto  di  gfano  ^di  oppio,  ra.  Segnila  rirritabilhk 
Aitò  «stomaco;'  la  diari*«a  ha  cessato   nella   botte/  ma 
'è   ricbm^rsa  il    mftttjnò.   Dimagramento   e  debolezza 
.mM«voii^,   poisi   nMtarali,    come   da    principio,   nessun 
«alore'alla  peli»;  né  altri  sintomi  febbrili.  14.  Laifgoore 


>38 

«,  QMdriiBttilo  acMumo;  ^e  ardente ,  vòmito  ,.  sonoae- 
Mihìme'amu  ristorante.  i5.  PapnU«afioset  sttlla  liogna, 
ina.  iioii  ulceranieiiti.  La  diarrea  •  e  A  'dioidgraaieiita 
vanno  créiiceado  al  ponto ,* che  H.ban^ioo  .umore  il 
.t7  ìy  vak  a  dira  diciasfetle .  gioivii  dalla  ptiaia  emnr 
.pana*  del  «onùto.  Negli  vltimi  tdoe  giorni  ^  )e  evacna- 
atoni.  alvina  tisullavano  di  macco  nùs^  di. malarie ibi- 
fiaae  f  ia4?«>lta  strisciate^  di  sangoe.  iV^cr^oimViy  :  «  J^- 
pcrto-  r.$«ddome  ^  a  prima  vista,  sembrava  cbe  tutte  le 
visoere  fossero  sane^  ma<  neUo  .spaccare  quella  .patite 
,<di:  omento  icbe^congiimge;la»  gean  curvaliua  dello  sto- 
•inaco  col  colon,  trasverèo,  si  vide  che. le  materie  con*  ^ 
lonnle  nel  Yentricolo.  stillavano' per  diversi  lori  in  qois- 
alo  intestino.  <  Qaattrot  erano  •  que'  fori  9'  sititttì  ìalla  sa- 
perfioie  posteriore  dello  stomacò^  non  lungi  dalla  «uà 
^tnemitji  splentca  ,  e  intU  *  quasi  dt  lina  atess^k  gran- 
de«aa^  nel  piii  ampio  .si 'poiciva  quasi  intimdurv^  t  la 
{^unlMi.  del  dito  indice.  Es$i. erano  ropci' dall' alino» se* 
|iavati.  da  pontoni  idi  sostaosa.  del,  v^otriceilo  ■  non*  ptb 
l^l^odi  dei  fori  istessi ,  e  qneUe  poì«ioni  cenno  in  nno 
atato,  di  estremo  ammoUimento  ,  e  antiilìssiiae»  £gU  (tt* 
reva  che  le.  tonache  .interne  avessero  s»b\^  una  aoni^ 
i;iore  dif^trazippe  della  tonaca,  peritoneale.  Non  iscctvgo- 
•rasi  congestione y  non  adesione»  oè^alMo  «egoOids/ilp- 
goii.  La  vescica  fellea,  e;!^^  npiet^af  di  sbile.  &U  inteslioi 
erano' sottili,  semi<.(ra.«parenti  ,  parainlmeme  dìftieai^.da 
arìa^  e  tinti  prpfpndameof^  ;  in  <|nn  o^re  luoghi  »  d» 
trasiidamentp  di  bile:  essi  non  contenevano  quasi,  pniao 
di  matem^  ne  solida,  ne  fliijda.  Sormali  eretta it.fe* 
gato^  le  glandule  mes^t^riche,  edutle  le  al|(re  giacere 
dell'  addome  »  e  co$l  pqre  quelle  AiA  torace.  Jnsomma, 
la  disorganizzazione  dello  stomaco  co^fitaiva^^  la  «oin 
deviazione  dallo  stato  di  salute  ».' 


4."*  Caso,  Una Vbambi^a  »  ripnrfatA  largamente  del 
meconto/e  che  pareva,  godere  ottim^rsaMe*  il  tr^dì- 
cesitno  giòriK)  <ialia  nascita  fu  "presa  ^a  acala  lebbre , 
che  durò  24  ^^  y  con  ùftenso  calore  alla  puu*  Noi) 
tosse,  non  vomito  o  diarrea  ^.  dagli  intestini  evacuava 
voa  materia  di  c<>lor  verde  carica.  Cessata  la  febbre^ 
la  ba0»bina  rimase  stv^Kosa ,  ^v^a  il  y^pLre.iumido, 
bevea  spesso  decotto  d'-oitzo^  ma  rifiutava t il., lattea  1^ 
foiize  languirono  ra^^idamentei^, e  nipil.42«)  quarto  giort 
DO'  di  malattia^  ayendo.,p^esp-  rdjterate  dosi  di  scamo- 
nea ,  .e  falche  hsigafi  caldo.  La  bambina  , venne  assi» 
stila  dai  doti.  Thacìuer\j  ni  qfiale  sono  debitore  di 
qnesle  particolarità  ^  N^rof^i^ia,  EQ'usione  linfatica 
nella  cavità  sinistra  del  ipetto,  ma  sa^i  an^due.i  pol- 
moni ;  inteatitti  diatesi  'largapaente  d^  (lajtQositày.ma 
quasi  voii  di  .maierie  e  fiui4e  e.^soUde^  stomaca  ripie- 
no, di  fluido^  e  «  aUa  snik  eslremit^i  «pli^r^i^a^  presso 
il  cardia^  e  alia  faccia 'ppsteriiore)^  ve. n'era  una,  ppr- 
zione  si  pellucida  y  >come  se  le  tonapbe  incerile  fossero 
state  disciolte }.  »  coìidiziìoae  m#«bQaa:>c|;ie  sij  ven(ìcà 
maggiormente  rovesci^do  il  .y<Hit|iColo  ^  mirile  cui  si 
vidde  che  rimaneva  la  sola  tonaca  peritoneale  coir  al- 
cune fibre  della  muscolosa.  Due  i|(ltre  picciole  eròsio^ 
s'incontrarono  poco  distanti  dal. cardia.,.  <  T^tt' all'ibi- 
torno  di  queste  erosioni  .la  tonaca  villosa  era  saffi<^> 
e  dìataccata  dalle  altre  tonai^he^  la  circonferenta^avea 
un  còl<»e  leggermiente  rosùcoio.  b)  .^  A  qnesli  :>«a;BÌ 
r  antere  a^iunge  le  analoghe  os$iervazioilir,ds  ^Cputeir 
ffùer^  Jaeger  e  Zeller^  che  c^editfmo  di  passare  ««otto 
silenzio,  sicqome  già  noie  al  più  dei  teggitpvi.  •— «  Ri* 
spetto  aUa  iteocia  del' morbo,  il.  dott.  Gotalmr  o}f\n»y 
le  ricordate  erosioni  e  iraforamenU  non  dipendere  da 


\ 


ulcerazione  y  <t  stantechè  s' incontrano  senza  alcan  ia- 
dizio  di  azione  v«scoIare ,  o  uiiicamenfv  con  qualdw 
leggiero  rirbore'  della  tonaca  villosa  »  ;  opinione  cai 
diilìciltnenté  assentiranno  coloro  che  tengono  11  vomi- 
to, la  sete  ardente ,  ecc.*  quali  segni  di  gastrite.  Istes- 
saimente  non  possiamo  convenite  coli' amore,  che  ad 
ogni  e  qua]tin(|ne'foro  nelle  stomaco  segoir  debba  ne- 
ccessariamente lostravasamento  nel  cavo  addominale  delle 
materne  cdtitehnte  in'  qnello.  Ogni  parte  del  vei>tricolo 
èssendo  sempre  a  stinto  contatto  di  qnalche  altra 
viscera  ,  può**  bellissimo  avvenire  che  non  socceda  sfra* 
vaso  non  ostante  abbiavi  Un  largo  foro  nelle  sue  pare- 
ti. V  autoi^  adotta  la  dottrina  di  Sfumerà  che  attribni'- 
sce  dette  perforateioni  àtt^aztòne  solvente  dei  floidi  con- 
tenuti nel  canale  alihiéntare  dopo  hi  naorte.  »  Il  larsi 
té\ì  perforazioni  in  alcuni  casi  e  non  'in'' altri,  può 
dipendere  dalfe  vanria'quantitir' e  qualità  dei  fluidi  con- 
tenuti,  ti'  anco  dalle  varie '^attitudini  delle  parti' coti* 
tenenti  di  '  lasciarsi  p&  o  mien  presto  disciogliere.  » 
Giusta  il  dott.  Gafrd^»tj  egli  è'  Y  ammonimento  par- 
ticolare dèlie-  tonache  dello  stònraco  e  degli  intestini , 
si  lamigliàl'e  ai  •  batnbloi ,  '  che  costituisce  la  malattia 
4i  cui  si  tratta.;-^  Ecco  'intanto  le -indicazioni  tera- 
peutiche dell*  autore,  a-  Nonostante  manchi  spesso  ogni 
iddieio  di  vascolaritk  nello*  st<>roaco,  chiaro  egli  è  qual- 
che grado  di  azione  vascolare  dover  sempre  accompa- 
gnare U  principio  di  questa  malattia  ^  con  tutt-alua 
ipoteri  >potendosi  dilficilmeute  •  render  ragione  dall'  ef- 
fusione tra  fce  tonache  dello  stomaco  e  degli  intestini. 
In  questo'  periodo ^'stt  vigoroso  è  il  bambino,  propor- 
rai dij' cavargli  sangue, 'per  applicar  poscia  un  vesci- 
cante air  epigastrio  y  colla  mira  di  combattere  la  locale 


i4i 

cougeitione  dei  vasi'  M  ven^colo.'.  AnUiilc  qfi9$ìf 
mesci  si  dùvrcbbcro- impiegare. il  più  possibile  al  pri- 
mo allapparsi  del  male.  CrmeShier  osò  i  vescicanti 
alla  faccia  ioleroa  deUe  coscia,  ma,  a  quanto  pare, 
eoo  nessmi  beneficio.  V  Jiaon»  due  altci  rinvedi,  dai 
qnali  ottenni  qualche  volta  vantaggio,  o  parto  m^no 
un  temporaneo  sollievo;  intendo  parlare  dcfi  oristei. op- 
piati e  del  bagno  caldo.  Il  primo  tènde  4  frenare  la 
diarrea  ,.•  e  a  moderare  Firritazione',  cui  giova <altf est  il 
secondo»  Sarei  inclinato  a  non  introdurre  nMlo. stoma*- 
co  alcun  cibo  a  bevanda  irritante,  sia. pei:  qualità,. o 
per  -quantità ,  e  a  evitare  tutti  i  rimedi ,  e  specialmen- 
te i  purganti.» 

Casi  di  persone  che  furono  colpite  dal  Jubnine;  dd 
éotL  AtEssAFDRo  Macai^lat.  —  L'autorc  parla  di  un 
vascello,  che  presso  la  linea,  il  dì  16  aprile  1812,» 
fu  due  volte  colpito  dal  fulmine  nell'  intervallo  di  cir- 
ca i5  secondi.  Terribili  furono  gli  effetti  solla  nave, 
iji  viddero  indizi  di  liquefazione  in  una  carriiccla  di 
rame  alla  sommità  del  grand' albero^  il  quale  era  stato 
percosso  spiralmente  e  grandemente  danneggiato;  nu 
uomo,  che  vi  stava  in  piedi  jdappresso,  cadde  tnorto  sul 
sudo.  Un  altro  fa  privato  dei  sensi , masi  riebbe  a  capo 
di  un  quarto  d'  ora.  I  tre  seguenti,  dovettero  la  vita 
alle  cure  del  dott.  Macaulajr,  ifi-  Caso^  Giorgio 
Brown,  fu  colto  da  apoplessia,  con  faccia  livida  e  8uf-> 
fusa ,  il  corpo  bagnato  di  freddo  viscoso  sudore ,  il 
respiro  stertorosa,  i  polsi  tardi ,  forti  e  pieni ,  i  seiv» 
si  e -la  volieaone. sospesi.  Un  salasso  di  cinquanta  '  on- 
cie  di  sangue  fece  tosto  cessare  la  stupiditi^  e  gli  altrì 
sintomi  allarmanti;  i  purganti  e  una  dieta  antiflogisti- 
ca compirono  la  cura*  Nel  terzo  giorno  il  malato  pro-i 


Hi 

Vft'mii  4dMè  écnto  «Ha.  r^iobé»  del  fegiiOy  «àe  «i  Ur 
'  scih  -dissilMirè  dao9  TeMÌcaoi».*— ^  n^^  Caah  Samnde 
Cramp  j  stava  nella  gabbia  di.  matstuÉij^  qaai^  la  na* 
v6  fa  p6re0^a  'dalU  folgore^  •  Scése  m.  ateàto   oel  atta 
sìemùnù/ta  oolro  da  •vi^kotìssitni  insulti  épiktticì  >  obo 
li  laéciffrona  combattere  da  larghe  emiasiooi  di  isangae. 
I  sialonM  lebbnli  segottaroeo  pet  diversi   gìoroi  ^  fi  » 
Ilei  quarto  ^  perde  affitta  la  .  voce ,    eh*  egli   ricoperò 
dae  giorni  dopo;  U  infermo  diìoeva  che.il  parlate. gli 
dava  acuto  dolore  nel  fianco*  destro.   Si  riebbe^  ma^ 
quando  fi^  ttbt»riacava^  era  sempre  più  sonnacchioso  e 
turboleoto  che    priaia   dell'  accìdeBt€y  -r*  3.^  Caso.  Uà 
soldato  del  reggimento  di  Sani'  Elena.  Anco  questi  fi» 
preso    da   insulti  epilettici ,  che  durarono  per  alcune 
settimane,   e  cedettero  istessamente  al  metodo  dissan- 
guante  e   antiflogisticOk   L' individuo   andava  soggetto 
all' -epilessia  y  ma  era  quella  la  prima  volta  che  ne  ve- 
niva attaccato  durante  il   viaggio^  —  In    tutti  questi 
casi,  nota  T  autore  y  si  ebbero  segni  evidenti    di    con- 
gestione al  capo.  È   probabilissimo  che    i    due    ultin^i 
infermi  fossero  stati  più  scossi  dalla  paura,  che   d^lla 
folgore.  Per  addurre   un    esempio   di   db   che    CuUen 
chiamava  apoplexia  merualis,  il  doti.  Gregory  soleva 
citare  una  nobile  signora  >    la   quale   im|>auritasi  •  allo 
scoppio  di  un  fortissimo  tuono  ,  fu  colta   da  cefalea , 
che  passò  in  apoplessia,  quale  si  fece  mortale  in  tren- 
tasei ore.  Circostanza  notevole  é  il  dolore  nella  iregio- 
ne  del  fegato,  provato  da  due  inferuai. 

Osservazioni  su  la  patologia  'deSe  malaaie  scrO" 
foiose  e  sui  mezzi  di'  prevenirle '^  di  W.  P.  Alison, 
professore  aggiunto  di  medicina  teorica  nelT  università 
di  Edimburgo.  '^  Kell'  tntroduuone ,    il  sig.    AUson 


14^ 

uveite  0ir-èrròo«a  dotl^iua  dttematioflKìdie  la  tisidnkia 
pòlm^Dàle  ricorra  geiMnilneoie  nel  .periodo  -t^a  i5  e 
55  auml'Ogiii  pràtico  deve  aver  avélo'  «eeoaione  A 
vedére  questo  terribile  flagelio  hi  o^oi  ordine  di  persa- 
ne e  ìù  ogni  etk,  e  neiraltioio  caso  to  egsale  pvopot^ 
ziotie  tra  la  gioTinefeza  e  la  ^eeclmja/TiHtavolta^'il  sigL 
AUson  crede 'avelli  4in'  intrìnseca.  dfffer«iiBa  tra  k  ìk- 
sichetaa  ricorrente  di  sotto  i  35  atmi  e  quella  che  an- 
sale negli  ultimi  periòndi  delC»  vita ,  non  tanto  rispet^ 
to  a*  sintomi;  quanto' m  rìsgnardo  alH intiuKi  |iatologb 
della  mMattià.  Nelle/basse  classi  della  società  >  la  tisi^ 
cb^ita  è  più  frequente  oètr*  i  4q  attoì,'  che  tn  la 
pubeitip  e  r  Sof'dircrsaaieBte  delle  classi  pHr  elevatev 
ève  la  tisichezza  mortale  è  pi&  rara  si  di  Ik  di  4^^ 
a  paragone  ddPetà  di'i5  e-l^o.  Della  qoal  còsa  sarà 
facile  comprendere- la  ragione ,  pigliando  in  coAsidera- 
zione,-  dice'  T  autore-,  Ir  diflérenze  «ha  là  necrotomia 
discoopre  nelle  diverse  età* 

Le  due  più  importanti  alterazioni  ^i  polmoni  dei 
tisici ,  sono  r  epntizzazione  e  i  tubercoli  biatichi.  Se- 
condo il  dott.  Abercrombie  ed  altri,  gli  iiltimr  pas- 
sano bel  beMo  e  insidiosaotcnte  in  ulcerazione  >  '  sen- 
za sintomi  acuti,  quando  il  polmone  opalizzato  è  so- 
venti seggio  di  flogosi  raggaardevolé.  Di.  qui  il  perchè 
il  metodo  antiflogisco  riesca  ,  in  alcuni  casi  ^  proficuo^ 
mentre  in  altri  la'  disorganizzazione  avanza  lentamente 
e  senza  posa ,  mancandoci  i  mezxi  di  arrestarne  i  pro- 
gressi. Consentiamo  coli'  autore  nel  credere  che  V  epa- 
-tizzazione  iotat^nenir  possa  in  ogni  abito  eli  corpo ,  e  che 
il  germe  dei  tubercoli  si  porti  probabilmente  con  seco 
dalla  nascita. 

-^PP^^^^t^^  a  numerose  osservazioni  ,  il  sig.  AUson 
conchiude 9    che  i  pnri   tubercoli   bianchii^   sparsi   nei 


i44 

fMilinoiii;  con  fioco  indurvnenlo  circostooie  della 
Slama  polmonare  y  Bicotroiio  moko.piii  frequentemeiii* 
nella  giovevtb  che-  neiP  età-  di. messo  e  negli  atienpati^ 
e  efic  nei  vecchiaia  maggior  poréione,  ami  la  totalità 
dell''  iofloi^aittenio  de'  poloMai  iaipiagati ,  tiaulta  soven- 
Ili  di  ^patiszaaione  o  ÌQ:(peàsaaiienlo  di  color  osoaro» 
della  vera  soatansa  polmonak.  Vegli  attempata)  cka 
presentano  tatti  i .  comuni  italomi  deUa>  lisicbetBa  i 
come: toase,'  dispnea,  feMbre  ..etica  ,  sadori  profusi  ^ 
dimagrimento  »  reiterala  emotUaia,  spnti  misti,  di  ma« 
teria  puriforme ,  ^invece  d£  nkerasione  égli  ha  trovata 
regioni  di  polmoDe  più  «o  menoepatiatateo  indurate, 
xovi  eiTostoni  net  brofndii^  eock.-  «vSa  qttesìa.osserwaeio<< 
ne  venisse  cooièrmata  da  i^Uri ,  •  si .  :  potrebbe  snppoiv 
re,  la  tiéicbezza  /'che  è  •datale  elìi-  gioventù  ,  eanpra  piui 
generalmente  l*  elfelip ,  di  •  na'  akenaiooe  organica/ 
vale  addire  di  deposito  di  matèria  bianca,  tnbaraolare^ 
e  dipender  quindi  in  gran  parte  da  circostanze  di  pre* 
,  dispostuone;  fUkentre.  quella  cbe  è  A  famigliare  ài  vec* 
chi  delle 'classi  jnlerieri  della  societìì^  sarebbe  piuttosto 
da  attribuirsi  a  rinnovata  irritanone,  e  a  reiterata  e 
ocgletta>  infiammazione , .  non  originaiiamente  di .  carat-* 
tere  incurabile^» 

La  presei:vauone  e  la  cnra  ^  nell'  nltima  chsae  di  in* 
dividoi ,  sono  da-  cercarsi  nell*  oso  dei  meiei  antiflogi- 
stici» Ma  nella  tisichezza  della  gioventù,  secondo  V  au« 
torcy  di  natura  ^nasi  eseiasivamente  scrofolosa,  il  buon 
esito  della  preservaaioDe  sarà  prìncipaAmente  subordà- 
nato  alle  cognizioni  che  si  avranno  intorno  al)e  snte 
cagioni  ;  ricerca ,  ohe:  il  sig.  AUson  partlsce  in  due 
capi,  trattando  nel  i.^  delle  circostanze  da  cui  dipende 
o  riceve  incremento  V ahito  scrofoloso^  ossia  .la  dispo* 


ìfhtàilke  eotiitationatie  alla  scmfola  ,  e  nel  i.^    dd  modo   éon 
cui  vengono  accese  le  malattie  scrofolose, 

\,^  Malia  di  nuovo  ci  offre  •  T  autore  rispetto  alla  natul^a 
delle  cagiooi  esterae  delle  scrofole^  ihia ,  riguardo  alla  loi^o 
relativa  importanza^  bgli  credei  essersi  spesa  truppa  fatica  sul- 
r  origiiM  ereditaria  ,  afifàìto  irrimediabile  ,  non  che  sali'  in- 
fluenza del  ellma,  isiessatnente  irrepkrabile ,  afTettando  eft*N 
sa  r  intera  pójpolaiionè.  Al  botilrario ,  egli  petisi  essersi 
presa  troppb  poca  pfèmtara  <it  per  determinare  il  valore  di 
altre  cilrcostànse  (  ben  note  come  predisponenti  il  corpo 
alP  affezione  scrofolosa  ).dal  tempo  freddo  e  umido  dei  no« 
atri  inverni  alle  nostre  primavere.  »  Égli  é  incontrastabile  # 
soggiunge  il  dote,  jilison,  nan  essere  io  quelli  che  sono 
piii  esposti  ade  vieissiladini  atmosferiche  »  che  veggiamo  it 
più  de^  cattivi  effètti  di  dette  pòtenxc  Hssi  sono  fortificali 
confra  l'operatione  di  tali  cagioni  ^  la  cui., dannosa  ioflnen* 
aa  si  esercita  speciarlmenie  so  i  già  predisposti  a  favorire  su 
se  stessi  la  loro  azione  ,  singolarmente  quelli  che  dotati 
sono  ,  di  languida  circoiasione ,  e  di  delicato  temperamento. 
Così ,  i  vecchi  soffrono  d&l  freddo  assai  pia  dei  giovani, 
quantunque  i  primi  vi  siano  meno  esposti  dei  secondi  ;  co  ' 
sì,  gii  abitatori  delle  grandi^  città  ,  sebbene  si  espongano  al* 
l'aria  libera  assai  m«no  di  chi  vive  in  campagna^  ne  sóf-^ 
fróno  asiMit  più,  probabilmente  per  essere  di  tempra  più 
debole.  «  Ora,  ciò  che  é  vero  della  genesi  «delle  malattie 
in  genere  per  lo  esporsi  al  freddo  ,  sembra  essere  vero  ezian» 
dio  della  genesi  del P  affezione  scrofolosa  in  ispecie  ,  ma  cqh 
queste  limitazioni  :  i.*'  che  Tazione  scrofolosa  sembra  lasciarsi 
accendere  quasi  esclusivamente  nei  primi  periodi  della  vita  : 
fatto,  probabilttiente  collegato  colla  ben  determinala  parti- 
colarità anatomica  del  sistema  arterioso  nella  prima  età» 
vale  a  dire,  V  assoluta  maggiore  grossezza  delle  ramificazio- 
ni  capillari  (i)  /  i.**  che  alla  produzione  di  questa  specie  di 
aziooe  morbosa,  sembra  ricl^iedersi ,  oltre  altre  condizioni» 
una  certa  singolarità  di  abitò ,  la  coi  oatnra  st  rimane  ancora 
occulta,  ma  che  é  evidentemente  ereditaria;  S."*;  Che  la  de- 


•M» 


(i)  Gordon^s,  Anaiomy, ,  pag»  6i. 

AviTALi.  Voi  XXXVtlL  IP 


»4« 

boleiia  costi(aiiQnftI«  ^  che  dispone  V  individoo  a  dÌTj^iitare 
scofoloso  in  «eguito  del  freddo  »  pa^e  essere  piii  fissa  e  più 
abituale  di  quella  cbe  dispone  ad  altre  malattie  rienltanti 
dalla  stessa  cagione.  i> 

Vero  egli  -é  che  non  tutti  gli  indiTidui    di  debole  tempe- 
ramento diventano  scrofolosi ,  né  che  tutti  i  robusti  gè  scarni^ 
pano.  Ciò  non  di  meno  ,  se  di  un  dato    noTero    di    iadivi- 
:  dai  previamente  snervati  da  altre  cagioni  ,  Tiene  affetta  da 
-  qualche  forma  di  scrofola  una  maggior  propersione  che  un 
numero  eguale  di  indÌTÌdui   non   indeboliti,   ma   altrimenii 
sotto  simili  circostante  ,  si  avrà  diritto  di  conchiudere,  aog> 
,  giunge  r  autore ,  la-  tcndema   scr.ofoloaa  ,  in    molli    casi  di- 
,  pendere  in  parte ,  o  ricevere  forte  incrementi^  dallo  stato  di 
debolexsa   generale:  «   probabilmente,    egli  .è    soltanto    in 
.  qoi^ito  dipende  da  questa  cagione  ,   ch^ella  è  medicabile.  » 
a  II  sig,  Aliion  riepiloga  come  segue  i  fatti  tendenti  a  mo« 
strare  i)  nesso  dell'abito   scrofoloso   colle  cagioni    generali 
debilitanti. 

.  «  x.^  Le  djfferense  nel  sintomi  e  nel  progresso  AéiV  in- 
fiammazione ,  jiecondo  che  questa  è  scrofolosa  o  d^  altra  na- 
tura ,  sembrano  a  chiare,  note  indicare  nel  primo  caso  un 
.Janguore  nella  circolazione  »  particolarmente,  nei  Tisi  capil- 
lari della  parte  malata.  —  %/*  La  disposisìone  ereditaria  alla 
scrofola  si  tfasmette  principalmente  dai  genitori,  e  si  osserva 
specialmente  ^ne^  bambini  che  mostrano  segni  cTÌdenti  di 
jenerale  debole ssa  sotto  altri  rispetti.  —  3.^  Siccome  è  noto 
ad  ogni  pratico  ,  ,non  avvi  stato  del  corpo  in  cui  sì  facil- 
mente %*  accenda  V  azione  scrofolosa,  quanto  lo  stato  di 
quella  somma  e  soTenti  durevole  debolezza  cbe  rimane  in 
seguito  delle  gravi  malattie  febbrili  ,  delle  febbri  continue  , 
dei  vajnolo ,  dei  morbilli ,  della  scarlattina  ,  o  che  succede 
all'  uso  lungamente  continuato  del  mercurio ,  o  accompagna 
r  amenorrea.  —  4**'  '°  questo  clima,  di  Edimburgo, .la  sta- 
gione in  cui  si  è  osservata  dominare  maggiormente  la  scro- 
fola ,  non  é  quando  il  freddo  umido  si  é  di  recenti  intro- 
dotto ,  (donde  nascono  assai  infermità^  comuni),  ma  il  fi- 
nire dell'  inverno  e  la  primavera  ;  e  la  scrofola  si  nota  spe- 
ttlSrtmenfe  nelle'ginTani  persone  che  per  la  lunga  dorata  del 
freddo  hanno  manifestamente  perduto  di  vigorìa.  E  di  vero^ 


Hi 

da  qoaoto  si  sa  iolorDO  al  nodo, di  agire, <itl  ùedio  sul 
corpo  sano ,  e  da  altri  prittcipii  fisiologici,  il  graduale  de- 
cremeDto  delie  forse  oei  deboli  dorante  il  freddo  è  un  ef- 
fetto naturale  deirabitaale  raffreddamento  delia  saperficic  > 
e  più  particolarmente  del  parco  esercisio  che  durante  tal 
tempo  sogliono  figliare  dette  persone.  Si  convi^^  general- 
mente,  le  malattie  scrofolose  non  essere  §\  famigliari  ne^climi 
ftih  freddi,  quanto  ne^  più  temperati  ma  più  umidi,  come 
p.  e.  nei  cliocia  della  Gran  Bretagna ,  o?e  U  temperatura  , 
durante  la  maggior  parte  dell' ioTeroo  e  dell^  primavera,  è 
di  32.^  a  4^-**  Pùhr,  ^  e  Paria  generalmente  umida;  ed  egli 
k  forse  da  credere,  cbe  Uff  tempo  siffatto  debba  snervare  e 
abbattere  la  costituzione  della  gìoveatii  più  che  noa  fa  il 
tempo  freddo ,  ma  secco  e  gelato  ,  dappoiché  V  umido  ()iù 
efficacemente  distoglie  dal  far  moto-,  e  scema  la  svapora- 
xione  dalla  super6cie  durante  quel  qualunque  esercisio 'che 
si  prenda.  Le  osservasioni  fatte  su  di  questo  proposilo,  non 
mi  sembrano  tuttavia  sì  decisive  quanto  si  è  creduto  ,  a 
motivò  che  nel  paragonare  i  paesi  più  settentrionali  colla 
Gran  Bretagna,  non  si  è  valutata  la  circosunsa,  che  queHi 
-sono  meno  popolati,  e  che  le  loro  città  non  raccolgono  tanta 
^entc'come  le  città  del  nostro  paese.  -^  4*^  ^^  fatto  più  per- 
suadente riguardo  alla  reiasione  della  tendensa  scrofolosa 
.colle  cagioni  debilitanti  (fatto,  tanto  più  importante  quanto 
cbe  è  di  utilissioMi  applicar. ione  alla  pratica  }  è  la  molto 
maggiore  frequenza  delle  malattie  scrofolose  tra  gli  abitanti 
delle  grandi  città»  che  nella  popolasione  agricola  di  qua- 
lunque clima  ».  •—  Il  sig.  Aliàon  cita  molti  scrittori  per  pro- 
vare j  che  la  mortalità  è  infioitamente  maggiore  nelle  città  , 
che  nelle  campagne.  Così  ,  in  Londra  ,  «ppena  la  metà  del 
nati  arriva  a  due  o  tre  anni ,  quando  in  diversi  villaggi  della 
Sviscera  e  della  Scozia  ,  la  metà  perviene  a  4^*  Sopra  aii'> 
lorità  rispettabili,  Malthus  nomina  una  parrocchia  della  Svit- 
aera  in  cui  la  probabilità  di  vita  sarebbe  di  68  anni.  Questi 
fatti  provano  sufficientemente  non  essere  la  semplice  espo- 
sizione «1  freddo  e  alP  umido'  (  di  jciò  abbondandosi  esian- 
dro  nella  Sviszera  e  nella  Scozia)  cbe  cagioni  la  scrofola. 
Fu    notato   dal  dott.    Dmvii  ,    che  la  causa    princfpsle  dt 


) 


t48 

morte  tra  i  bambini  delle  elassi  più  basse  in  Londra  ,  é 
l' infiammatione  dei  polmooi  e  dei  bronclif ,  sia  idiopatica  , 
sia  sioiontatioa.  Id  tai  casi  f  egli  é  probabitÌAsimo  ,  dice  il 
doit.  jiUton  y  cbe  la  flogoftisla  rtfsa  incnrabile  e  fatale  dalla 
debolezsa  delP  abito  cbe  rende  que'  bambini  disposti  alla 
scrofola,  ^fatli,  io  molti  di  essi  colla  nccrotomia  si  seno- 
prirono  segni  evideoii  di  scrofole  incipienti.  Da  uno  dei 
medici  dell'  Hotel  Dicu  det  Enfan.i,  malades  a  Parigi ,  ov« 
annualmente  meo)ono  bep  5oo  bambini ,  e  dove  se  ne  no* 
tomiszano  quasi' lutti  i  cadaveri,  T  autore  Tc^not*  ragguaglia* 
to  cbe  pressoché  la  metà  di  essi  aveano  offerto  tubercoB 
scrofolosi  in  questa  o  in  quella  parte.  Forse  cotesta  proporziont 
è  maggiore  di  quella  si  troTerebbe  negli  Instituii  d' Inghil* 
terra  ;  ella  mastra  non  di  meno  V  impero  della  scrofola  nelle 
grandi  città,  pur  anco  nel  bel  clima  della  Francia*  Le  morti 
•otto  i5  anni  di, età  ,  nella  pratica  del  Dispensario  della 
Città  Noo%a  t  ne^  due  ultimi  passati  anni  ,  (  morti ,  cbe  il 
fig*  jilison  erede  possano  calere  di  norma  per  conoscere  le 
ordinarie  cagioni  della  mortalità  de*  bambini  dei  poreri  nelle 
grandi  città  delP  Inghilterra  )  furono  come  segue  :  hydroee- 
phaliu  4o  -•  eonvuUio  9  ^^  fehrit  3  '-^'fehrià  infantum  re* 
mUUns  6  *-  eynanche  trathealis  3  -«  pntu^ùniù  ei  bronchi^ 
Itf  t8  —  peHussis  17  -^  variala  3a  «-•  ruheoìa-i^  —  pìuhisis 
6  —  tabe»  mttenierica  11  —  tet/uelae  rubeola^  i3  •—  mitri 
mali  minori  aS  —  totale  aoi. 

L'  autore  crede,  il  più  degli  idrocefali  si  possano  ritenere 
come  esempi  di  flogosi  serofolosa ,  assai  di  loro  adendo  mo* 
•trato  altri  segni  di  questa  malattia.  Anco  in  diserei  casi 
tfgistratr  sotto  i  Capi  di  pneumonla ,  pertuttis ,  ecc.,  si  tro- 
varono indisi  di  scrofola  colla  necrotomia  t  in  somma ,  di 
Spi  ,  sessantacinque  erano  CTiden temente  attaccati  da  scro* 
fola»  Il  perché,  non  fi  accorderebbe  forse  troppa  inflnensa 
alla  diatesi  scrofolosa  assoggettandole  un  terso  dei  fancìnUi 
delle  basse  classi  che  muojono  nella  città  di  'Edimburgo. 
Supponendo  cbe  due  tersi  dei  nat(^in  Londra  o  Parigi  mao- 
jano  di  sotto  i5  anni ,  e  che  un  terso  di  questi  sia  scrofo* 
loso,  ne  consegue,  che  due  noni  di  quelli  che  nascono  nelle 
città  muc^ono  scrofolosi  sotto  i5  anni,  »  proporsionc  egutfft 


r 


«49 

•  qoeUar  che  maofB  di  ogni  genera  di  infitrmità  sotto  1 5  aoai 
nei  sopraricordati  TÌlia|;gi  della  S^itiera  ».  Il  sig.  jélhon  ad- 
duce numerose  autorità  mediche  e  statistiche  per  prorare,  ciò 
che  é  altronde  notissimo ,  la  preferensa  della  campagna  so* 
pra  ia  città ,  rispettò  a  salubrità  e  lunga  vita.vLe  città  e  il 
tivere  in  affollale  adunanse  deteriorano  U  salute  e  accor- 
ciano la  vita.  Ma^  come  producono  esse  questi  effetti  ».  e^ 
più  di  tutto,  come  generano  elle  tanta  soperchianza  di  scro* 
fole  ?  «,  Da  eie  che  ho .  veduto  in  alcune  famiglie  non  op* 
presse  da  sensibili  privasioni  ,  sono  intieramente  convinto, 
dice  r autore,  che  quegli  effetti  dipendono  pih  da  mancanza 
di  aria,  pura  e  di  eserciaio ,  che  da  difetto  di  nutrimento. 
Però  *  al  nostro  presente  obbie^tto  baste lià  ammettere  9(6 
questo^,  io  spero,  si  vorrà  da  nessnno  negare)  che  d^tti 
'eifetti  hanno  un  rniimo  e  forse  necessario  nesso  collo  stato 
di  debolexsa  si  manifesto  ne^  fanciulli  degli  ordini  inlbrióri 
nelle  grandi  città ^  a  paragone  di  quelli  crésciuti  nella  cam* 
pagna.  Ansi ,  mi  pare  si  possa  fare  un  passo  di  piò  nel  se* 
gnare  quésta  connessione,  e  asserire,  che  la  debolezsa  in^ 
dotu  ,  in  molti  casi ,  dal  vivere  ne^  climi  «aldi  durante  V  in-^ 
fannia  e  la  prima  gioventti-,  dà  probabilmente  una  disposi» 
Sion  e  aUe  scrofole  «  in  quelli  <^e  ancor  fanciulli  tornano  in 
seguito  a  esporsi  alle  sue  cagioni  eccitanti.  Per  lo  meno  ^ 
si  sa' che  la  maggior  parte  degli  abitanti  di  que' climi,  e 
Ciegri  e  Indiani  ,  soffrono  in  estraordloaria  praporsione  1« 
ftcrofole ,  se  vengono  ad  abitar  climi  temperati ,  e  qualche 
voUa  ne  soffrono  por  anco  nel  lor  clima  dallo ,  ove  gli  Ea-t 
«opei  ne  vanno  quasi  totalmente  immuni  ».  Che  i  6gli  degli 
Europei  •  nati  nelle  Indie  orientali  e.  settèniriooali ,  sitino 
piante  tenerelte,  assai  proclivi  alle  scrofole  tm  vengano  à 
soggiornare  nel  plima  dei  loro  genitoW ,  é  un  latto  .clm  non 
ammette  dubitaxione ,  siccome  neppure  dubitar  si  piaò  eh» 
esso  fatto  non  ,tend4  a  confermare  il  nesso  delia  debotessm 
generale  colla  scrofola.  Però,  l'autore  si  sforsa  di  illustraro 
q«esta  conclusione  esiandio  col  benefisio  che  dalP  uso  dai 
ionici  si  ritrae  nella  cura  e  preservazione  della  scrofola.;  tra 
I  quali  tonici  il  pih  eificace  é  il  soggioronre .  in  campagna 
«jpTir,  cwie  oiacnra  il  d9t|.  H^iUnf  il  variare  deUe  oecu«^ 


i5* 

pacroait  uo  piàiko  più  r«golcre  di  di^ta  e  ài  eMreÌBÌo»  aa*atK 
Biosfera  pii^  fura  e  più  serena',  le  Milutevoli  etaaDatiooi 
delle  vegetanti  piaole ,  ìi  soave  stiamolo  dei  loro  odori  ,  ri» 
donano  in  bveve  là  vigorìa  al  corpo-,  e  la  fera^essà  e  sere-* 
tiità  alla  mente»*  -^  £Vel  resto,  altri  fatti  tendenti  a  con-^ 
fermare  T utilità  dipi  tonici  in  qtiasta  malattia,  sono  ,  a  senso 
del)^  anfore  ,  la  speriaàentata  virtù  del  bagno  freddo  di  cor- 
legf^re  la  diatesi  scrofolosa  esistente,  e  difendere  da  nuovi 
ntNicohi  della  malattia  ;  la  rara  ricorransa  delia  tinche x<a 
uc'beecaj,  come  quelli  che  largamente'si  pascono^  fittalmente, 
IV utilità  dé^  rimedi  ,  che  migliorano  lo  stato  degli  organi 
digerenti ,  •<  rontrihuiscono  con  ciò  a  far  sk  che  s^ibtroduca 
più  nutrimento  nel  corpo  ^  rimed)  ohe  si  vogliono  annove-^ 
rare  tra  i  tonici  ,-  quantunque  diTersafmente  classificati  nei 
siatemi  di  Materia  medica. 

'  tt  Avendo  ora  adittati  i  diversi  fatti  «  che  provano  1*  intima 
reiasione  ddla  diatesi  scrofolosa  coir  atonìa  costituzionale  ; 
abbiamo  in  verità  stabilito  lutto  ciò  che  di  positivo  si  sn 
rispetto  ad  essa ,  tranne  il  fatto  generale  del  suo  sviluppar- 
si ,  per  cagioni  affatto  ignote ,  anco  dove  eguali  siano  tutte 
Jè  altre  circostanze ,  più  prestamente  in  certuni  chef  in  ccfrtì 
altri  ,  «  in  quelli  segnata memte  i  cui  genitori  abbiano  essi 
pure 'patito*  di  malattie  scrofolóse.  £gli"è  certamente  possi- 
bile >  che  tutte  le  su  ricordate  cagioni  non  dispongano  alla 
•croMa>  soltanto  coir  indebolire  il  sistema  ^  ma  quaad'  an-» 
efae  «i^  fosse  dimostrato ,  non  altro  aver  *elle  di  cornane ,  sn 
non  che  tutte  indeboliscono  il  corpo ,  saremmo  pienamente 
giustificati  uef  ccteprenderln  insieme  ,  e  ordinarle  sotto  il 
viedésimo  «apc^.'Bd  iaftftti,  la  (*redo,  lntu>  ^nanie  si  sa 
delle  ea^oni-  tendenti  a  accrescere ,  diminuire  o  toglier» 
la  disposii^nle  alle*  malattie  scrofolose ,  si  possa  restringere 
sotto  la  ÌMPOpòsìaione  generarle  :  cbe  tutto  ciò  che  vale  » 
iadebdìre  stabilmente  il  'corpo,  tende  a  promuoverla ,  e  vi^ 
«eversa,  ciò  «che  tende  a  effiettivamente  e  durevolmente  for- 
tìficare  il  corpo,  valga  a  reprint erla/^1  messi  più  efficaci  del- 
r  ultima  classe,  sono  P  esercizio  metodico,  Taria  pnra,* 
V  applicazione  del  freddo  sotto^  varie  forme  e  con  certe  pre- 
-  cauMoni ,  i*  «cettaniento  mentale  /  e  le  prove ,  'efce  si  aOBO 


\ 


i5i 

dedotte  dalle  preeedetiti'  coAftidefasiooi  genvrtlì ,  mi  sem- 
brano safficebtì  per  aoto^istarói  «  «ggiongere ,  che  '  T  asìooé^ 
delle  eagtoni  delf^uUima  classe  s!  esercita  sopra  tutto  il  si- 
stema ,  quaBimicide  interTenir  possano  molte  circostaDse  a 
imbarassarne  la  pràtica  applicazione  a  cèsi  indiTidui  ». 

a.  Ciò  ohe  si  è  detto ,  risgaarda  soltanto  alla  formazione 
deH^abito  scrofoloso ,  dfa  «  non  al  vero  ioc^Aìmeato  della 
nHilaftia  delle  scrofole.  »—  «  Più  Volte  P affezione  scrofo- 
losa si  mostra  sotto  forma  di  flogosi  ,  bensì  di  carattere  par* 
ticolare  ,  m«i  (pausata  dalle  ordinarie  cagióni ,  segnatamente* 
«lalla  lunga  applicazione  del  freddo  ;  però,  '  nel  più  ^e!  t^ÈiA  ; 
in  cui  le  malattie  scrofolose  hanno  un  esito 'fatale,,  V  aamBe 
morbosa  si  svolge  nelle  parti  interùe ,  e  i  primi  sintomi  sodo 
oscnri  e  equivoci.  Le  principali ,'  e,  al  certo;  le  piti  caratte* 
ristiche  alterazioni  che  colla  notomia  si  scooprono ,  sono  i 
cosi  detti  tubercoli;,  a  Tarii  periodi  di  sviluppo;  sicché  la 
queiitiotie  rispetto  al  modo  delP  accendersi  le  malattie  scro* 
foiose  ;  si  risoWe  nel  sapete  come  detti  tubercoli  si  formino, 
e  come  nascano  quelle  loro  alterazioni,  'che  li  rendono  ii 
pericolosi  alla*  vita.  «  * 

Egli  è  sotto  questo  puntò  di  vista  che  diviene  principale' 
ménte  importante  la  questione  circa  aflPoHgioa  de!  tubetco- 
li  ,  i  quali  >  come  è  noto  «-  secondo  alcuni ,  naseeréHbero' 
da  mera  flogosi,  e  secondo  aliri ,  come  £«ae/t/iec  e ^nron ,  af-' 
fatto  indipendentemente  da  tal  processa,  giusta  il  dott.  Ba* 
ronì  «  i  tubercoli  e  le  disorganizzazioni  coi  danno  origine, 
non  sona  il  prodotto  di  alcuna  specie  di  flogosi ,  e  quantun- 
que 1*  infiammazione  possa  gcconipaguare  il  loro  accresci* 
mento  ,  e  \nodtficaroe  i  sintomi ,  detta  flogosi ,  si  rispetlo  alla 
origine ,  s\  rispetto  alle  conseguente ,  é  non  di  meno  assai 
diversa  da  quella  che  attacca  una  parte  non  alterata  da  pre- 
gressa malattia ,  nel  primo  caso  ,  essendo  ef là  un^  effètto  ,  e 
nel  secondo  essendo  la  ca|;ione  del  vizio  di  struttura.  »  Laerte 
nec  si  esprime  un  po^  pih  riservatamente:  L*  infiammazione 
dei  polmoni ,  die'  egli ,  può  talvolta  coesistere  co^  tubercoli, 
e  negli  'individui  predisposti  alla  loro  formazione  può  forse 
anco  in  qualche  caso  divenir  occasione  del  lofo  sviluppo  ; 
però,  in  altri  casi  V  irritazioDe  iadotta  da  tubercoli  già  for-' 


i5a 

mail  pa{»  AeeeB4tr6  V  iofiamiD^uaDa*  »  Etaa  oslAnte  qi»«i* 
premesse,  Laennec />pìna  tiitiavii^  i  tubercoli  focmarsi  pi(^- 
spesso  lodipendentemente.  da  fiogosi;  e  quando  la  ilogost 
coesiste  con  qualche  aiTesiooe  tubercolare  ,  quella  esser  quasi 
sempre  di  d^ta  posteriore  a  questa.  '—  $uU*  opinione  del 
JSIfouMiiù^efae  alla  flqgosi  aiprive  esclusivamente  lalb/maziooe 
dei  tubercoli,^  dpti.  Alison  osserva  ;  «  in  tutti  i  ^asi  citali  dalia 
scrittore  francese,  si  sono  colia  necrotomia  trovati  insieme  •& 
tubercoli  segni  distinti  di  flogost  (  adesione  *  epatisaaaione  l;. 
lagion  per  coi  1'  argomento  dedotto  da  .quelle  scsioui  non 
ai  j{|iò  io  alcun  conto  ritener^B  come  decisivo*  Si  potrà 
sempre  obbiettare ,  cbe  i  tubercoli  esistevano  prima  del- 
y  operasione  della  causa  obe  ha  acceso  la  ^ogosì ,  e  che  i 
sintomi ,  durante  gli  uUin^i  mesi  di  yita  degP  infermi ,  fnroé 
no  una  sequela  di  queir  in6ammazione  sopraggiunta  ai  ta- 
hercoli ,  Hi  quale  può  forse  averne  affrettato  lo  aocreseimao- 
to  »  ma  averli  prodotti  non  maj.  Però  è  da  dire ,  essere  ben 
raro  d^  incontrar  tubercoli  in  cadaveri  che  quest^  ambiguftà 
non  presentino .  » 

Il  sig.  Alison  sembra  tenere  la  vìa  di  messo  tra  gli  estremi 
di  Bàron  e  BrouwftU»  Guidato-  da  proprie  osservasiooi  »  af- 
ferma, ne^i  individui  con  tendensa  costituzionale  alla  scro- 
fola» poter  i  tubercoli  formarsi  sotto  diversinsipoe  ciroostanse 
e  con  diversi  gra^i  di  rapidità.  EgM  non  dubita  punto  ,«cba 
ai  formino  soventi  indipendentemente  da  flogosi-  (  almanco 
di  tal  carattere  da  darsi  a  riconoscere  a  chiari  sintomi  du* 

•r 

rante  la  vita)»  e  che,  ne' polmoni  almeno,  la  flogosi,  di 
cui  si  spesso  essi  mostrano  indubitabili  traccia  dopo  la  mor- 
te ,  nasce  soyenti  dopo  che  i  tubercoli  sono  già  fofmati.  Ma, 
9ello  stesso  tempo  no^  sa  convenire  col  Lawnnce  in  amioet^ 
fere  soltanto  la  possibilità  di  una  genesi  siffatta  ;  per  propria 
csperiensa  afTermando,  Finfiammasione  ,  sia  acuta  o  cronica* 
comunquf  prodotta ,  aver  realmente  ,  io  certe  costitusioni , 
la  capacità  di  generarli.  -*-  Sotto  due  Capi  ordina  l'autore 
i  cafi  io  cui  ha  creduto  aver  veduto  naseere  i  tubercoli  in 
segaito  di  flogosi.  Nel  primo  espone  diverse  istorie  di  individui 
attaccali  da  tubercoli ,  ma  morti  di  altra  malattia;  nei  quali 
iodividui  detti  corpicelli ,  in  istato  d!  incipienic  ioimuzìonCf  ai 


,,     i55 

«raao  ivohi  eoo  tanta  cvidenia  di  cons«|pra  eo^  ahnomi  fi** 
gistici ,  ne  aveano  seguitalo  V  antlameoto  ,  e  erano  assi  paa« 
«ali  nei  più  chiari  effetti  della  fiogoti.»  che  assordita  sareb- 
be slata,  il  credere  che  noo  si  fossero  formati  per  opo* 
ra  di  essa.  La  prinia  storia  è  breve  a  instruttiya  :  noi  hi 
rechereaio.  per  intero  :  «  G.  P. ,  di  4  anni,  di  leapcramento 
debole  ,  ma  ^ano  ,  sul  principio  di  novembre  del  i^a  fa 
preso  da  sintomi  febbrili^,  con  cefalea  e  leggiero  dolore  al 
ventre  sotto  la  compressione.  1  sintomi  febbrili  declinarono 
pia  volte ,  ma  non  il  dolore  all'  addome ,  generalmente  «b* 
compagnato  da  diarrea.  Veduto  da  me  al  principio  di  di« 
cembre  ,  i  stniomi  in  qnel  punto  aveano  preso  una  volta 
singolare  :  al  dolore  addominale ,  quasi  svanito ,  era  succe- 
duto il  vomito  .a  qualunque  cibo  o  bevanda  ,-  fredde  erano 
le  estremità,  piccioli  e  soventi  irregolari  i' polsi;  il  fancioUo 
era  oppresso,  da  sodnolensa  che  si  accostava  al  coma,  peto, 
sansa  dolor  di  capo,  né  delirio.  Questi  sintomi  durarono, 
qoksi  sensa  variaiione,  eccettuato  il  crescente  dimagramento  , 
per  dieci  giorni;  il  vomito  in  allora  cessò,  e  il  bambino 
fu  preso  da  convulsio  ni  ,  che  vennero  sosiàeguite  da  coma 
e  da  dilatazione  delle  pupille,  RJmaso  in  questo  stato  per 
quattro  giorni,  con  qualche  ricorrenza  di  convulsioni,  mork 
il  19  di  dicembre  ».  —  «  Aperto  il  cadavere,  ai  trovatono 
i  ventricoli  dilatali  da  siero.  Quasi  tutto  il  peritoneo,  Araane 
il  velamento  dello  stomaco ,  ara  coperto  da  un  trasudamen<* 
to  analogo  alla  linfa  coagalabiie,  che  si  soventi  si  spreme 
fuori  dair  infiammazione  j  se  non  che  questo  trasudamento 
era  di  un  colore  giallognolo ,  e  disposto  ,  quantunque  noa 
interamente  ,  sotto  forma  di  prominenze  rotonde  tubercoU* 
ri,  di  varia, grossezs.a;  nessuna  però  del  volume  di  un  mezio 
pisello.  Pel  concorso  di  questa  materia  si  erano  formate  molto 
adesioni  del  fegato  colle  pareti  addominali,  e  degli  intestini 
tra  loro.  In  varii  luoghi  »  dove  piik  spesso  scorgevasi  il  tra* 
audameoto  ,  il  peritoneo  era  ingrossato  e  ricchissimo  di  va* 
si*  Nella  pelvi  stava  una  massa  irregolare ,  dello  steaso  a^ 
spetto,  che  tenacemente  aderiva  al  peritoneo.  I  legamenti 
larghi  deir  utero  »  assai  ingroasati  e  di  color  rosao  cupo  p 
cfinteoeTano  negli  interstizi  molto  denao  pns.  » 


/ 


i54 

»  Qoesto  cMo  o0r«  un  ^eseinpìo  mafuf««to  di  tratlbrma- 
zioof  di  malattia  addominale  io  idrocefalo.  Se  notf  si  fosse 
operata  qoella  tra«forma<\oii« ,  le  ^eatigia  di  fiogost  neli'  ad- 
dome ai  sarebbero  forse  dissipate,  il  dolore  addominale  a- 
Tendo  cessato  ^lasi  del  tatto  assai  prima  della  morte.  Da 
qòatito  ho  veduto  in  altri  oasi  di  trasudamenti  api  perito- 
neo conformati  affatto  analogamente  al  precedente  ,  ma  pi& 
gfoslii  e  iin  po'  più  sodi ,  non  dubito  punto  che  essi  sareb- 
bero passati  nella  forma  delie  accresioni  tubercolose  deftòrit- 
te  dal  dott.  Baron  ;  è  se  questo  paKsaggio  fosse  riuscito  mor- 
tale a  un  periodo  pili  tarcirTO ,  sarebbe  stato  impossibile  di 
giudicale  se  P  infiammazione  ayease  o  no  prodotte  le  con> 
gerie  tubercolari  cbe  si  sarebbero  trovate;  punto,  sul  quale 
^e  apparente  osserrate  nVl  primo  periodo  della  malattia  nel 
caso  presente  ,  non  lanciarono ,  io  credo ,  alcuna  ^dubbiezza 
nell'animo  dei  medici  cbe  fìirono  testimoni  di  questa  necro- 
tomia^  ». 

n  secondò  Caso  risgnarda  ad   on   sano   bainbino    di    due 
anni ,  siraordiuariamente  pìngue  e  pletorico,  il  quale  verso 
la  fine  di  maggio  del  tSaS  venne    colto    dai    morbilli  j    che 
furono  piereduti  da  un*   insulto    di    convulsióne.    Appassita 
r  effiorescenaa ,  durava  tuttavia  un  po'  di  febbre ,  con  quaU 
che  affannò  di  respiro ,  e  tosse.  Il  di  ìS  giugno,  l' antere  lo 
vide  perla  prima  volta,  e  vi  notò  polsi  celeri,  cute  calida, 
esacerbazioni  vespertine ,  tendenza  al  coma ,  pupille  alquanto 
dilatate,  vista  imperfetta,  tensione  e  dolore  di  Ventre,-  ad- 
dome irregolare ,  evacuazioni  verdi-scure;  il  bambino  girava 
òi  tratto  in  tratto    il  capo ,    traeva   all' insù    le  gambe  ,    e 
spésso  digrignata  i  denti,  v  Avea    un'  eruzione  papntare  ,    o 
pinttosto   tubercolare  sopra  diverse  parti    della  cule ,    com* 
parsa  alcuni  giorni  prima.  «  I  sintomi  ségnltarono  con  poca 
variazione ,  -finché,  il  36  giugno ,  in  seguito  di  una  leggiera 
convulsione,  subitamente  morì.  Aperto  il  òadaV^d,  ri  tro» 
v6  io  stomaco  in  alcuni  punti  assai  rCfs^eggTanlte',  in  altri  di 
df  color  bruno  e  ammollito,  con  alcune  escoriazióni  verso  il' 
piloro.  Il  fegato  era  pia  durò  e  più  paih'do  del  èblfto.  Molti 
tubercoli  vedevànsi  sul  peritoneo ,    che  si  lasciavano    faVìil- 
«pente  fregar  via ,  tatti  interamente  sodi ,   sebbène  parecchi 


i55 

fossero  miDutisnimi.  Pochi  Te  .a'  era  ««lift  ifèttaoka    det   fe->' 
gabo  ^  piti  assai  nella  miiaa  ,  che  era  tsgrotoata  e  darà  ;    aU 
cuoi  pre^sb  la  tonaca  peritoneale  degli  intesttni.  Una  parte' 
delle  glandoke  raesenteriobe  era  tabercoloM  ;   molti   piccioli 
tubercoli  alla  superficie  e  nella  sostansa  dei  pokaoni;  la  re* 
gione  inleriore  del  polmone  sioistro  assai  vascolosa^  e  nel  cen* 
tro  della-  porsione  epatksata,  un  grosso  tubercolo'  irregolare* 
piii  consisieiDte  degli  aliri.  Il  capo,  mirabile  a  dirsi,  pye  proba- 
bilmente stava  la  cagione  principale  della  morte ,  non  Tenne 
aperto.  =  Da  qoesio  Caso^  il  dott.  AlUon  deduce  «i.^  che  le 
stalo  di  buona  salute  del  bambino  prima  di  essere  attaccato^ 
dai  morbilli,  esclude  quasi  la  possibilità  della  preesistensa  dei 
tubercoli;  a.^^che  il  bambino  non    mai  si  riebbe  della  feb«r 
hre    e    àé*  sintomi  infiammatori    prodotti    dai    morbilli  ,  Cf 
morì  delle'  loro  sequele  ,  éirca   un  mese   dopo  la  loro  com- 
parsa ;  3.9  che  i  sintomi  che   precedettero  la  morte   furono  ' 
infiammatori '^y  e  i  tubercoli  trovati  dopo  la    morte,  in  yarii' 
luoghi ,  segnatamente  nella  milza ,  nelle  glandule  mesenteri- 
che ,  e  nei  polmoni  ,  erano  tutti  circondati  da  insolita    va-' 
scolosilà  ^  e  il  grosso  tubercolo    nel  polmone    sinistro,    da 
oote\ole  tratto  di    epatiszazione  n.    Confessiamo    candida- 
mente di  non  poter  convenire  col  dott.    AUion ,    che    tanta 
copia    di   tubercoli  ,    alcuni   dei  quali  assai  gros'si   e  con- 
sistenti ,  fossero  opera  di  un  meae  air  incirca.  Mon  TOgUtmo 
muover  dubbio,  che  dorante  i  morbilli  e  il  susseguente  statò* 
febbrile,  non  si  fosse  pototo  affrettare  il  loro  accréscimeli-* 
to^  ma  eh*  eglino  si  formassero  di  nuovo  in  quel    perìodo  ^^ 
eccede  la  nostra  credenza.  Né  punto  crediamo,  che  la  buona 
salute  e  robesiili  del  bambino   prima    dei    morbilli  ,    siano-'' 
argomenti  sicuri  per  conchiudere  che  non  csisterauo  tuber- 
coli negli  organi  interni ,  avendone  trovato   ne^  polmoni  di 
alcuni,  che  erano  morti  subitamente  in   istato    di   perfetta' 
saltate.  Il  Caso  in  questione ,  sebbene  importante  sotto  altri 
, rispetti ,  non  pub  danqne  servire -di  sostegno   alla    dottrina 
del  doit.  AUum ,  iiecome  crediamo  non  serva  fi  terso  caso, 
che  pereìù  paaaeremo  setto  silenzio ,«  per   intrattenerci  sol 
quarte,  che  ci  acasbra  pia  interessante. 
Ceae  4.  D.  IL  >  di  nii  anno  e  messo ,  Soggetto  da  sei  me- 


y 


iS6 

■i  «  teol»  dì  mteria  dalP  orveefaia  tmislra  t  e  pili  rec«Bie« 
menu  a  irrcf;olari  «ecensi  febbrili  e  diarrea ,    non  però  ae— 
eompagneta  da  alfeaioae  di  peno,  il  dà  ii    luglio  del    182^ 
^«nne   ricevalo*  nel  pubblico  Dispensario,  attaccalo  da  alcoal 
giorni  dai  aiorbilli.  Terminata   V  erasiooe ,  dorava  la  tosse- 
me  il  iiambino  ricapcrava  V  appetito ,  né  (e  forse.  Aasi ,  ver* 
ao  il  dì  34  di  loglio    divanne    febbricitaiite ,    pareva    urean 
affetto  il  'capo  ,  tratto  tratto    gridava ,  vomitava ,.  insistendo 
la  tosse.  Il  1.^  di  agosto  ava  comatoso;  polsi  a  100  battute 
nel  minuto ,    serrati ,    irregolari  ;    papille   dilatate  ;    aspetto 
pallido  I  cute  fredda  {  corpo  dimagratissimo  ;   respiro  breve^ 
rantolo.^11  fanciullo  morì  la  mattina  del  giorno  3.  «— iVecro- 
tomki*  Qqaicbe  stravaso  di  linfa  coagulabile  sytia    loperficia 
di  alenane  porsioni  di  picara  pplmonale;  la  sostanaa    cella- 
lare  contigua  alla  pleura  qua  e  \k  en64ematosa  ;  e    in  molti 
punti  delle  minute  elevateaae   della*  pleura ,  che    cuoprivano 
picciole  caviti  ripiene  soltanto  in  parte  di  materia  tuberco- 
lare io  istaio  gelai inofo ,  e  di  on  poco  di  aria»  Molti  toher- 
coli    ,  nello  stesso  stadio  di  avansameato  ,  erano  sparsi  nella 
sostanza  dei  polmoni.  « ,  Precisamente  all'  intorno  dei  'tuber- 
coli »  tanto  alla  superficie ,  quanto  nella    sosiaasa   dei  poi* 
moni ,  vedevanl  generalmente  un  aumento  di  vascolosità  ^  a 
un  certo  grado  di  addensamento  delta  souausa  polmonare  i 
i»a*  questo  sì  poco  esteso ,  che   ogni   porsione  di   polmona 
erepitava    se    veniva    taitliata    trasveisalmaote.  I  broncbi  , 
come  solitamente  avviene    in    seguito   dei   morbilli ,      erano 
ricchissimi  di  vasi ,  e  pieni  di    materia   muco-purolenta.  Le 
glandola  bronchiali  ingrossate  ,  iDiemamema^  vascolose  ,    a 
sparsa  di  punti  ài  materia  tubercolare  ,*  ansi ,  osservate   col 
miccofcopìo,  nei  punti    in  cui    la   materia    tubercolara    era 
pHi  distintamente  frrmaia  j  scorgevasi  un.  graduale  passaggio 
nelle  porzioni  di  glandule    che    ritenevano    F  organizzazione 
normale ,  sì  che  era  impossibile  di  precisare  dove  la  sana  « 
ma  insolita  tessitura  finiva,  e  dove  la   sostansa   tubercolare 
cominciava,  SulU  superficie  peritoneale  del  dlaframoim  scor-»< 
geva)«i  una    macchia    dMnfiaàamasione  ,  con  un   deposito  di 
materia  esattamente  simile  a  quella  osservata  nel-  Ca<o  i.^n 
ditposu  a  forma  di  inhareoli  iwf goiaci  »  rasaaie  la  ^eobsa*» 


«57 

« 

Bt  sierosa^  Simo  abbondante  stava  sotto  H' aracbnoide  ; 
nollissimo  era  il  cerrello  ,  e  t  teotricoli  distesi  da  siero. 
Hella  parte  inferiore  del  lobo  laterale  sinistro,  la  sostaosn 
cerebrale  era  di  color  rosso,  e  ulcerata  la  porxìooe  I  corri'*, 
spendente  di  pia 'madre.  »  La  pia  madre  ,  precisamente  in» 
torno  a  quella  màcchia  ,  era  iojettatÌASÌma  ,  e  nelle  parti 
più  vascolose  eooteneva  un^  abbondante  deposito  di  materia 
bianchiccia,  che  pareva  ayesse  servito  a  renderla  intima* 
mente  aderente  all'  arachnoide.  «  In  alcuni  punti ,  dove  pi^ 
intensa  era  la  vascolosità  ,  la  pia  madre  avea  la  ordinarin 
forma  irregolare ,  vaie  a  dire  le  comuni  sembianse  del  tra* 
sudamento  infiammatorio  ^  ma  in  assai  ahri  era  disposta  in 
picciole  masse  rifonde  che  aveano  lo  stesso  aspetto  dei  tuber- 
coli  nei  polmoni  »  e^  delle  gkindute,  bronchiali  ;  nello  stesso 
soggetto.  Questi  piccioli  depositi  erano  di  yaria  spessesza  ; 
gli  uni,  al  microscopio,  parevano  indistinte  nuvolette  ,  che  os* 
cnrayano  la  trasparenza  della  membrana;  gli  altri  aveano  In 
forma  di  opache,  circolari^  «ircoscriite  prominente;  nessuno 
però,  tanto  qoivi,  come  negli  altri  organi,  eccettuati  i  polmoni^ 
dava  a  conoscere  di  essere  rinchiuso  in  vescichette»  o  cisti. 
Aassomigliavaoo  ben  da  Ticino  alle  pustole  che  sì  spesso  si 
Teggono  sulla  congiuntiva  delP  occhio  »  segnatamente  negli 
individui  scrofolosi  |  nel  loro  primo  stadio.  » 

Io  questo  caso  si  ebbe  V  opportunità  di  vedere  t  tubercoli 
nel 'loro  stadio  incipiente ,  il  bambino  essendo  morto  in  se« 
guHo  dell'  affezione  cerebrale  e  dell*  effusione  nei  ventricoli. 
Le  circostanze  che  all'  autore  sembrano  decidere  a  favom 
della  sua  tesi,  sono:  «  i.^  La  testimonianza  del  padre  e 
della  madre,  che  il  bambino  non  area  mai  avuto  sintomi 
di  affeiione  di  petto  prima  d^  essere  attaccato  dai  mor- 
billi .  co'  soliti  sintomi  pneumonici ,  quattro  settimane  in* 
nanzi  la  morte  ,  e  che  da  quei  momento  avea  sempre  sof« 
ferto  di  tosse,  con  qualche  angustia  di  respiro.  3.®  L'  essersi 
colla  necrotomia  trovati  i  polmoni  tempestati,  di  tubercoli 
nellHncipiente  stadio  di  ammollimeato  ,  quasi  tutti  conte* 
nuli  in  picciole  cavità ,  eh'  essi  non  riempivano  fterfetta* 
mente  y  e  quasi  tutti  circondati  da  insolita  vascolosità  ,  o 
^  laggiero  addensamento  della  sostanza  polmonare.  5.^  La 
ricorreosa  di  tubercoli ,  nei  medesimo  periodo  di  sfilnppo , 


x58 

ma  noa  eonténati  ìa  yeteiébMte,  m  una  portiona  ài  peri- 
toneo,.  nelle  flindnlebroacbtali  e  nella  pia  madre  ,  e  I*  a* 
Terteti  in-  tutti  questi  luoghi  ineontrali  egnalineaie  oircoa* 
•dati  da  accresciuta  Taecolositè.  Finalmente  ,  i  tubercoli  ìq- 
oipienti  euUa  pia  madre ,  contigui ,  del  medetimo  aspetto  » 
e  evidentemente  connessi  con  un  abbondante  è  piii  irrego- 
lare deposito  di  materia  cbe  aveva  tutti  gli  ordinari  caratte- 
ri dei  trasudamento  infiammatorio  sulla  pia  madre  ;  trasu- 
damento cbe  avea  strettissimo  nesso  cogli  evidenti  effetti  della 
flogosi  oeir  adiacente  sostansa  del  cervello ,  e  ahe ,  se  fosas 
occorso  solo  ed  isotato  ,  nessuno,  >o  credo,  avrebbe  esitato  a 
tenerlo  qnal  prodotto  di  infianmasione.  • 

Il  sig.  AUion  soggiunge  uà  ^Itro  Caso  ,  e  da  tutte  le  sua 
osservasioai  erede  di  potere  inferire  »  «  cbe  in  certe  costi- 
tuaioni ,  la  flogosi  di  diversi  tessuti  tende  a  versare  qua 
materia  bianchiccia  o  giallognola,  non  in  quantità  conside- 
revole ,  ma  ,  pili  spesso  ,  sotto  picciole  masse  circoscrìtte  , 
<pili  o  meno  perfettamente  V  una  dalP  altra  separate ,  e  cbe 
tali  masse  sono  una  cagione  comune  dei  tubercoli  scrofolo- 
si* »  Ognun  Tede  esser  codetta  teorica  affatto  discorde  dalla 
domina  delle  idatidi  del  dbtt.  Barom,  Noi  non  ci  -crediamo 
capaei  di  oonoitiare  sì  diseref^anti  opinioni. 

«  11.  La  tecanda  $erie  di  Casi   cbe    mi   resta   a   addurre 
snll'argodienio,  risulta  di  esempi  «K  bambini,  antecedenta- 
mente  sani»  o  quanto  meno  non-affetti  da  malattia  polmo- 
nare ,  che  Tennero  presi  da  sintomi  infiammatori  ben  distia* 
ti,  geoemlmente  da  nota  cagione,  certamente  adeguata  a  quel  - 
I*  effetto  ;  i  quali  sintomi ,  dopo  aver  durato  qualche  tempo 
con  pericolo   della    vita ,    declinarono   imperfettamei^te    per 
modo ,  ebe  i  bambini  passarono  in    ti^ichesia ,  e    morirono 
n  capo  di  alcuni  mesi;  e  net  loro  cadav<>ri    s'incontrarono 
tubercoli  a  varii  periodi  di   sviluppo ,  ma  con    nessun'  altra 
alterasione  cbe  si  sarebbe  potuta    considerare  o  qnal  effetto 
dell' infiammasione  ,  che  V'pevasi  aver  esistito  ,  o  qoal    ca- 
-gione  della  morte,  n  ' 

Caso  6:*  Ui»  fanciullo  di  cinque  anni,  assai  robusto,  al- 
quanto rachìtico  ,  non  una  p^cciota  piaga  scrofo/Iosa  a  una 
gamba;,  sul  finiite  di  novembre  i8i5  fu  attaccato  da  sintomi 


tSg 

ìstinUimeiite  pneomoDÌci.  Vedato  eia  diversi  medici  f  Tenne 
salassato  due  volte ,  ed  ebbe  i  soliti  rimedi  coofac^Toli  atta 
sua  malaltfat  I  sintomi  febbrili  depUnarono,  ma>.8egaitaodo 
r  affanno  del  respiro  e  V  importunità  della  to»se ,  divenne 
gradatamente  etico  ,,  e  ,  morì .  dimagratisaimo  sul  finire 
dì  gennajo  1816.  JVecrtomia»  Dappertutto  i  polmoni  avea- 
no  il  naturale  tessuto  spugnoso.;  la  malatjtia  paveva  circo<- 
scritta  alle  glandule  bronchiali,  le  quali  erano  enormemen- 
te ingrossate  e  tutte  convertite  nelF  usuale  materia  caseosa 
o  tubercolare.  Nessun^ 'altra  alterazione  oQtavasi  nel  torace 
«  neir  addome.  —  L^  anfore  soggiunge  tre  altri  Cusi  ana- 
loghi, pei  quali  rimettiamo  il  leggitore  all'originale.  Egli 
dice  d^  averli  scelti  da  a»sai  altri ,  e  crede  poter  con  fi- 
ducia affermare  non  esser  rari  tai  casi  ne^bambini  delP  in- 
fima classe  della  società  nelle  grandi  città  ».  Un  sano  bam- 
bino, osserva  il  prof.  Alison^  può  esser  colto  improvvisa- 
mente da  distinti  tintoon  pneumonici,  sia  per  infloensa 
del  freddo,  sia  per  operasione  del  Contagio  morbilloso  o 
della  tosse  convulsiva.  I  sintomi  possono  essere  tali  da  gru* 
stificare  V  aspettativa  (  appoggiata  alla  nefrotomia  di  bam- 
bini morti  nel  colmo  di  talf  affezioni,  di  cui  lo  potrei  pro- 
durre assai  esempi  )  che  ,  riesceodo  proniamenle  mortali , 
lascieranno  dietro  loro  indisii  maoifesii  di  infiammasione 
attiva*  Con  tutto  ciò,  pongasi  che  V  urgensa  del  pericolo  sva- 
nisca, e  che  la  tosse  e  ^angustia  del  respiro  seguitino,  con  pro- 
gressivo dimagramento  e  ognor  crescente  deboiezsa ,  fino  a 
che,  a  capo  di  alcune  settimane  o  di  alcuni  mesi,^  ne  se- 
gua la  morte.  Ora,  trovandosi  ,  colla  necrotomia  ,  tubercoli 
TQottissimi ,  talvolta  assai  grossi ,  con  nessuno  i^deqsamento 
4e1la  sostanza  polmonare ,  o  soltanto  con  un  addensamento 
leggiero,  e  propriamente  intorno  ai  tubercoli  n^  diremo  noi 
che  tai  tubercoli  non  sono  stati  prodotti  dal)a  flogosi? 

Nelle  deduzioni  cavate  da  tai  casi ,  T  autore  poco  badan- 
do alla  circostanza  dell'  essersi  o  non  essersi  trovato  il  bam- 
bino antecedentemente  in  salute,  ha  tolti  i  principali  ar- 
gomenti a  favore  del  suo'  assunto  ,  dalla  certeuta  della 
flogosi  prodotta  da  una  cagione  estórna  manifesta ,  che  ha 
preceduto  di  alcune  settimane  o  di  pochi  mesi  solamente 
la    morie;    dall'  essersi    sotto  tal    flogosi    l'infermo   trovato 


in  gran'  pcrìcofo,  sensa  aver  mai  potato  liberarsi  dai  sintoitlf 
di  leiy  e  finalmente,  dalla  presenza  di  molti  eà  avanzati  ta« 
bertioli  come  principale  od  unica  aUeratione  Hovenata  nel 
cadavero.  «  La  questione  insomma  si  risolve  nel  definire,  se 
rinfiammasione  possa  prodorre  i  tubercoli  ,  o  se  V  in^ra- 
massone  sarta  certamente  di  fresco ,  senza  mai  cessare  dai 
sintomi  che  la  dinotano  sino  alla  fioe ,  non  abbia  a  causare 
la  morie  ybè  lasciare  alcuoa  cooseguenza  riconoscibile  nel 
cadavero ,  ma  a  coesistere  puramente  per  caso  con  un*  altra 
affezione  di  pib  ìintica^data,  e  che  ha  fatto  un  aorso  indi^ 
pendente.  » 

(Sarà  continuato,) 


Alcune  rieerehe  tutta  sede  dette  alterazióni  eeretrali  ;  dei 
$ig.  Pi  NEL,  ftf^io.  —  TI  sig.  SouiUaud  ha  non  a  guari  presen* 
tato  alP  Accademia  di  medicina  di  Parisi  una  Memoria  |en« 
dente  a  mostrare,  con  proprie  e  con  osservazioni  altrui,  che 
nelle  àlterasioni  cerebrali  ,  la  perdita  della  parola  é  deter- 
mioata  da  una  lesione  pih  o  menò  profonda  dei  loDuli  an- 
teriori del  cerveHoé  11  sig.  Pin^  impugna  questa  conclusione^ 
citando  varie  storie  di  affezioni  cerebrali  con  abolizione 
della  facoltà  del  parlare,  nelle  quali  l'allerazione  avea  sède 
pih  ó  meno  distante  dalla  parte  anteriore  del  ifervello.  Noi 
recheremo  la  prima*  —  Una  donna',  che  non  avea  mai  pro" 
vato  disordini  di  salate ,  madre  di  più  figli ,  cominciò  v^rs<^ 
V  età  di  60  anni  a  manifestare  dei  vaghi  timori  sulla  so  a 
vita  avvenire  j  sentendo  di  giorno  in  giorno  a  decrescere  le 
'forze,  liemeva  di  cader  presto  nella  miseria  ed  essere  ridotta 
a  morir  di  fame.  A  69  anni  è  percossa  da  un**  insulto  di  ««• 
poplessia  ,  la  paralisi  si  estende  alle  membra  inferiori ,  al 
braccio  destro  e  alla  lingua  :  per  cinque  mesi  ella  non  ha 
potuto  né  parlare ,  liè  servirsi  delle  sue  membra.  Dopo  que- 
sto'pe^Hodo  ricupera  finalmente  Tuso  della  parola,  il  brac- 
cio destro  riprende  la  mobilità  ;  ma  gli  arti  inferiori  riman- 
gono p^aralitioi.  A  63  anni ,   questa   donna  è  condotta   alla 


i6c 

Sdlpé^rSere  ;  efk  «te»  Tolnto  «tteitare  ft*  socd  giorni  con  nu 
'Golpo  di  coltello  alla  gola.  I  suoi  parenti  affermano,  che 
•ravirorsione  alla  TÌta  non  avca  incominciatola  manifasiaraì 
chewalcuni  mesi  dopo  V  inaolto  di  paraliska.  Don  mesi  dopo 
cntfata  neU*  Ospizio  ,  renne  per  la  prima  volta  assalita  dal» 
r  epilessia  ,  i  cui  accessi  si  fecero  Tieppiù  fre<)iienti  negli 
ultimi  tre  anni  cb^  ella  soggiornò  nella  Sesiona  degli  idioti. 
Nella  notte  del  6  gennajo  iBqo  ,  la  don^a  mori  sensa  che 
nessun  sintomo  avesse  potuto  fare  presagire  una  fine  sa 
pronta.  -—  Necroseopia.  Abito  estemo  del  corpo  naturale, 
jricoo  di  pinguedine  ansicjbé  no.  La  ci^jatrice  del  coHo^»  , 
lunga  intorno  a  due  pollici,  si  estende  trasrersalmente  dalla 
•parte  laterale  superiore  e  posteriore  della  cartilagioe  tiroide, 
.fino  alla  mela  del  lato  opposto  del  colio  :  la  ferita  non  ha 
interessato  che  gli  integumenti  e  il  tessuto  celluioso  soltO'* 
posto.  Cranio  spesso,  eburneo  i  injettatissimo.  Molla. di  no- 
tevole offrono  la  dura  madre  ,  V  aracnoide ,  e  il  lobo  destro 
.del  cervello ,  se  .non  che  la  sostaosa  cerebrale  è  piii  soda 
che  nello  stalo  ordinario.  Il  lobo  sinistro  del  cervello  »  alla 
parte  posteriore  un  poco  all' indietro  9  al  dìssopra  del  ven- 
tricolo ,  nella  spessesca  della  sostanza  bianca  ,  mostra  una 
•cicatrice. esternamente  giallognola ^  rossa  e  bruniccia  Inter- 
namente ,  che  nel  suo  centro  contiene  una  specie  di  noe- 
«ino lo  bianchiccio,  di  aspetto  lapideo,  non  organizsaco, 
diiro  e  resistente  ,  avente  per  ogni  verso  cinque  o  sei  linea  - 
di  diametro.  Il  restante  di  questo  lobo,  egualmente  che  il 
cervelletto  e  il  midollo  spinale ,  partecipano  della  durezza  • 
della  consistenza  notate  nel  lobo  destro  del  cervello.  Il  poi* 
mone  sinistro  è  enfisematoso  ;  cuore  enor.me  ,  ossificaziona. 
delle  valvule  aortiche,  siero  nel  pericardio,  e  nel  lato  de- 
Siro del  torace.  Il  fegato  ,  notevolmente  ipertrofico,  occupa 
tutta  la  regione  epigastrica  e  gran  parte  deir  ipocondrio  si- 
nistro ;  non  di  meno  ,  esso  è  sano  di  dentro  e  di  fuora» 
(ja  milza  é  picciplissima  ,  ma  sana  ;  lo  stomaco  infiammato 
verso  la  picciola  curvatura  ;  il  duodeno  e  gli  iotestini ,  qua 
a  là  injettati.  Meirutero  avvi  un'escrescenza  poliposa  che 
ai  ^prolunga  fino  al  collo  del  viscere  ,*>  la  tromba  e  T  ovaia 
ffiuistra  mancano  affatto.  —  Le  altre  tre  istorie  riferite  dal« 
Ann  A  ti.  FoL  XX  XVI lì.  11 


1'  ftoiore  dimostrano  isteMttn^Dte,  che  le  lesioni  ééHke  por* 
sloni.  tnterÌ9ri  del  oervtrllo  non  «noientano  cosUntemeoie 
r  uso  della  parola ,  e  che  la  facoltà  di  espriaiere  le  proprie 
sensaetosi  ppò  essere  abolita  da  alteraiionà  rip«>ste  in  di- 
irerse  regioni  di  quelForgano.  «  Ciò  non  pertanto ,  soggiunge  il 
doiL  Pind^  posseggo  sei  ose^asioni  ,  nelle  quali  si  era 
presentato  questo  fenomeno ,  e  dove  le  lesioni  slavano 
Terso  I  loboH  anteriori  ;  ho  vedute^  altresì  »  in  altri  casi»  il 
difetto  nella  loquela  nascere  da  emorragia  nel  corpo  striato. 
Del  resto,  cosa  imporlootÌBéima  è  il  disiinguere  le  lesioni 
che  distraggono  le  funsioni  di  uaa  ponione  del  cervello» 
comprimendo  qoesia  ponione  cerebrale  ,  come  le  emorra- 
gie ,  da  quelle  che  attàecano  direttamente  la  porzione  che 
presiede  a  queste  fonsioni.  Il  quale  studio  è  tanto  più  dif- 
ficile', qoanto  che  la  struttura  del  eertello  non  è  ancóra 
ben  cognita  ,  e  che ,  qoanto  più  fatti  patologici  si  raccolgo^ 
n^,  tanto  «meno  si  ha  risultati  eostanti  e  identici  nei  sintomi 
prodotti  dalla  sede  delle  affesioni  locali  deiP  enc<*falo  ». 
{  Journal' de  Phjrsiologie  ), 

Memoria  sopra  la  questione  :  La  facoltà  di  articolare  le 
parole  ha  ella  $ede  nei  lobi  anteriori  del  cervello ,  giceome  si 
pretende  dal  doti*  Gali  ?  ;  del  prof,  CsuTÉiLRita.  «^  Setto 
ossertazioni  riporta  V  autore ,  pet  combattere  V  opinione  ài 
Gali ,  e  Bouilluud  che  la  facoltà  di  articolare  i  suoni  abbia 
sede  nei  lobi  anteriori  delP  encefalo.  Nella  i.«  la  lingaa  e 
gli  organi  a  lei  congeneri  potevano  eseguire  ogni 'specie  di 
movimenti  ^  e  nullaroeao  si  riSutavano  alla  coòrdinasione 
necessaria  all'  articolasione  dei  suoni.  Ilella  i.a  vi  avea  per- 
dita della  parola,  ma  pieno  esercitio  delP intelletto  e  dei 
moti  della  lingua,  con  lesione  del  lobo  medio  del  cervello. 
«  Nella  3.«,  un'apoplessia  del  cervelletto  pareva  aver  recato 
impedimento  sensibile  alla  pronunzia  f  ma  è  certo  c|ie  una 
apoplessia  del  lobo  medio  ha  tolto  la  facoltà  di  articolare  i 
suoni  senza  togliere  P  intelletto  ,  e  debbo  notare  che  nello 
stesso  tempo  sommamente  difficile  era  la  deglutizione  »« 
NeHa  4?  ^  malgrado  tuttf  i  movimenti  della  lingua  fossero 
aQì  e  doliti ,  T  individuo  poteva  tuttavia  articolare  i  suoni,  e 
tra  altre  alterazioni  nel  cervello  ^  s*  incontrarono  traccic  di 


i65 

èìnqn^  ipti^odltiutiU  nella  pro^tiibenmta  »  •  im  tìiìo  mI  p«* 
da»€olo  anteriore  sinistro.  Nella  5s,  dorava  la  pronnoiia  ad 
onta  del  notevoUssiÒDO  indebolioiento  dei  onoti  ilella  Mngaa» 
e  nel  cranio  si  trovò  un  indaramento  eartiUfpDOiO  dei  oorfit 
olirariy  dei  UiKeveolt  mammellarì  •  del  peduncolo  ptoisUr» 
detoerv«lletio;  nasrendo  i  nervi  ipoglosst  e  gloèso-fattngei 
dai  solclii  che  separano  i  corpi  oliTari  dsi  corpi  retiformi 
•  dalle  piraoDidi  anteriori,  Fautore  inclina  a  ored«re  ehn 
la  faeoltJk  di  articolare  i  saoni  proreniwe  dal  nervo  linguale^ 
ramo  del  quinto  pa|o.  Nella  6.«  e  7^  osservationey  uno  dei 
malati  presen taira  nna  disorgaoitsaaione  ÌQlera  di  un  lobo 
anteriore  ,  con  tumore  scirro$>o  nel  centro  ;  l' altro ,  4aa  a* 
scèssi  saacati ,  grossissitni  »  nel  lobo  anteriore  sinistro ,  cdtk 
ammollimento  degli  strati  cerebrali  adjacenti,  e  non  df  meno 
la  ncoItiÉ  di  articolare  i  suoni  avea  dorato  fino  agli  nlctani 
momenti  della  vita.  (  Nòm^HU  Bihl.  ntéàietUe),  *      ^ 

Os$ertm9Ìone  di  rottura  tU  mèra  a  due  metà  e  messo  4r 
gravidanMa  f  dei  tig^  MoOLiv.  »-  La  signora  Cmy^r^  di  9^ 
anni  »•  avear  avuto  no  primo  parto  a. termine  aH^  etii/df  at  , 
poscia  due  aborti,  nno  di  4  mnì  •  aS'anni-p  Taitro  di  t 
me«e  a  a 5.  Questi  due  accidenti  non  aveano  punto  alterata 
la  sua  salute,  quando»  ve0io  la  fine  di  maggio  del  JSaS  , 
questa  signora  divonne  gravida  per  la  quarta?  Tofi**  I  priìKt« 
pii  di  quesla  gravidanza  non  furono  turbati  (^a  alcun  sinb* 
stro.  La  signora  Cayer  segnita;va  ad  attendere  "atte  ^oe  oc«> 
cupaaioni ,  ed  anco  al  suoi  divertimenti  ordinari V-'segaata» 
mente  al  ballo,  pei- quale  area  in  ogni  tempo  avvto  nna 
specie  di  predilezione.  Il  di  7  agosto,  dopo  avet  p^eso  uà 
bagno  caldissimo,  ed  aver  pranzato  sobriamaÉie^  andò  al 
ballo  ,  e  dispottevasi  a  passare  nna  pairte  della  notile  ,  quan* 
de,  facendo  U  ìf^al^f  septà  improvvisamente  uno  scoppio  nel 
basso  ventre,  «  cadde  .quasi  subito  inaiacope.  Gli  astanti ,  sbi* 
goltitia  si  iroproTYiao  aocideatr,  si  diedero  premura  di  com* 
dufla  a  c#sa  e  metterla  io  letta.  Si  mantlrataronà  alloaa  i 
più  gravi  sintomi  eoo  'sorprendente  celerità.  L^  addome  ai 
fece  |;onfio  e  docente ,  i  polsi  s^  iodebol^xooo  e  i  traiti  dei 
volto  si  seller arono  ;  l^  fàccia  e  tutia  ,la  superficie  àt\  ooepc^ 
ai  co|irir9tno  di  sudor  fcfddo;  T ammalata  '•ff  io  am'anviaA 


184  I 

In^pHmibilc.  Ebbe  alcuni  VoAiiti,  mercé  cui  ri^eu6  una 
parte  del  praoso.  Tale  era  Io  stato  ìd  cui  la  trovò  il  signor 
MouUn^  chiamato  a  soccorrerla.  Questo  medico  ,  che  già 
^▼ea  assistito  alia  donna  negli  aborti,  credette^eon  tutti  gli 
aslanfli,  ob^  ella  fosse  niioacciaUi  di  una  nuova  sconciatura  f 
e  \  secondo  qnesta  idea  ,  attribuiva  V  estrema  prostraaionè 
ideile  forse  »  il  pallore  del  volto  e  la  piooiolessa  dei  polsi  t 
a  una  ptrditar  straboccbevo|e  da  cui  questo  aborto  dovea 
essere  accompagnato,  e  con  quella  oredensa-,  si  fece  sol- 
Jeoito  di  esplorare  f  ammalata.  Ma  quale  non  fu  la  sua  sor* 
presa  ,  quando  non  vidde  una  sola  goccia  di  sangue  stillare 
dalia  vagina  ,  e  trovo  le  parli  genitali  e  il  collo  delP  utero 
in  istalo  naturale,  questo  né  piti  aperto*,  né.pib  basso  ab  e 
non  dòvea  essere  a  due  mesi  e  messo  di  gravidaosaP  Per* 
•li^so  non  di  meno,  che  lo  stato  delP  inferma  non  poteva 
essere  che  il  risultato  di  una  eraorragii^  ,  avuto  altronde  ri- 
guardo air  cgnòr  crescente  enfiagione  del  ventre  e  air  op- 
pressione, e  che  la  malata  non  cessava  di  lagnarsi  di  uà 
.dolore  nell'  addome.  »  al  di  sopra  della  fossa  ifiaca-  «destra  » 
egli  credette»  che  nello  sforzo,  cbesi  diceva  avesse  provato  la 
stg.  Cayér ,  si  fosse  latta  una  Isoerasione  nel  fegato.  E  la  cir^ 
postans^  dello  scoppio  ,  che  la  "malata  accennava  di  aver 
sentito  in  questa  regione  quando  era  stata  solU»vata  con 
violensa  ,  sembirava  spalleggiare  il  diagnoetieo.  —  Cviusta 
•queste  premesse ,  il  salasso  dovéa  naturalmente  offrirsi  come 
primo  messo  curativo;  se  non  cbe  il  sig.  Moulin^  sbigottito 
dal  decadimento  delle  forse  e  dalla  picoiolessa  dei  polsi  » 
non  osò  determinarsi  a  praticare  quella  operasione  ,  è  «i 
limite  a  prescrivere  T  applicaiione  di  ao  sanguisughe  alPi- 
pocondrio  e  alla  regióne  iliaca  destra ,  sede  4i  oQ  doloro 
acuto  aarsi  che  no  ;  poscia  si  praticarono  fomenta  mollili  ve, 
e  delle  bevande  rinfrescatile  leggermente  inacidite*  Er^  verso 
messa  notte,  ^ando  il  sig.  MouUn  lasciò  V  ammalala^  ma 
a  4  ore  del  mattino,  il  sig.  Cayer  venne  in  tutta  frelta  a 
cercarlo  nuovamente ,  dicendo  cbe  sua  moglie  stava  mo« 
rei^do  ;  ciò  cbe  non  era  che  pur  troppo  vero,  dappoiché 
rantietk  era  pervenuta  al  eolmo,  estremi  erano  ralterasione 
dei  tratti  e  il  pallore ,  a  freddo  il  na«o  e  le  estremità.   Ap-*^ 


i65 

Ipena  resuv»  «H'  inCtralt  reoe  tuffietfnt*  per  «sprim«n  U 
«ngotcì«  t  la  disperatione  da  cui  era  oppraèta.  Si  chiaoift* 
fono  in  «oa4.uho  i  dott.  Guibtrt  e  RwMék  Erano  ia  aHoia 
sèi  ore.  La  «ola  vieta,  dell* inferma  baaiava  a  oonTkifcere  i 
eouMuleiiti  ohe  la  inoHe  bob  dovea  essere  lontana.  Essi  però 
diseocdavane  dai'tèig»  J^oafifi  oirea  il  diagnostico:  ambidae» 
rigetuodo  la  snpposistone'di  una  laòeraiioae  di  qaalobe  ri* 
•cera  -addosDinale  ,  pensaTano  che  ai  avesse  pio i tosto  a  fare 
con. Olia 'petisoniie.acutissiaia^  A  vero  dire,  essi  non  potè* 
▼amò  giudicare  «Ile  detto  stato  presenie;  e  Pidea.  di  una 
•Aofosi  peritoi|ealr<doTea  in  allora  senbrar  loro  assai  pia 
irerosicnit»,  elieiqvslla'dr  ona-  emorragia  addominale  ,'  unto 
piii  che  cpiesia  ca^tà  era  talmente  distesa,  ohe  sarebbe 
•tatd  impossibile  di  -acquistare  la  certezza  Usica  di  uso 
spandiiseAt^  La  ftoltoasioiic  non  ero  piti  sensibtU>  e  oltrae» 
ètV-às  piireti  dePxtevire  erano  talmente  dolènti ,  d^  non?  si 
sarèblie  potuto  impiegare  la  compressione  piò  leggiera  per 
▼«vifiearo  questo  siuomo  ,  che  >  par  tnttana  sarebbe  stato 
femporiaatissimo  al  djigoostioo.  L'  esplorastone  nonvommi* 
nistrò'loro  alcun  todisie  che  l'utero  dovesse  esser  -seggio 
di  roitora  »  prelerentia  di  altri  organi.  Come  il  sig.  MouUn^ 
essi  trOvarono'>il  «cìsllo  deIPntera  duro^  chioso,  e  che  avea 
ieonsanraCo  tutta  là  sua  lunghessa.  Però  ,  se  i  sigg.^  Mtì^lUé 
e  OuHeretrmno  ^scordi 'dal  sig.  MouUn  nel  diagnostico' y 
ttèb  lo  erano  pamo  nella,  cura  )  ma  tutto  fa  vano.' Ad  ontti 
di  una'  nuova  applioaslooe'di  sanf^nisughe ,  kr  atat<»  dell*  ami» 
malata  continBÒ:  a  agghurarsi  nel .  oorso  della  giornata  ,  e  « 
1 1.  orto  della  sera ,  dopo  aver  ^Éasato  per-  tutti  i  gradi  :  del* 
1?  oppresstone  B' deif  ansietà*,  ia.  sigaora  ^Cit^rei:  sin  messo  « 
un^angóSG&a.io^lkprinMlMle,' spirò.  ' 

/  La -.neoeoseopta, sfatta  aSore  dopo  la  morte,  alla  presen- 
aa  dei  aiuti  aigg.  JlònliOt  tiitmUié  ^  Guihert  e  del  dottor 
TU^eroii ,  medioo  della  monie^alità  »  ha  dato  i  risahamenti 
ac^ueilti':  Bnona  cooformaaione  generale;  grassezza  ordraà-* 
m;  tessuto  cellulare  adiposo  piuttosto  abbondante  sotto  gli 
iategomenti  del  petto  e  del  ventre  |  .mammelle  protuberanti. 
Organi'  del  cranio  e  del  torace  sani.  Aperto  il  peritoneo , 
flillò  gran  copia  di  sangue  paro  e  liquido ,  il  quale  formava 


\ 


no  tomMv9¥oU'  strftnvò  iielhr  «aviik.  «Idbmiii4«  ;  la  q«a«^ 
iHè  di  qoe4t«  fiatilo  poteva  aiilmoaUra  a  circa' quattro  pio- 
ti. Io  iaiato  oèrttéla  il 'fegato  «  io)  stomaco,'.  f;li  intestini/ 
•atta  la  vaanlMmaa  aaoeoaa  ÌBtes(iiiale.<  Netta  regiaoe  ìpoga* 
•Ifica»  He!  maaso  'dell'enorme  atraraa»  iiH  aUDgiie ,  «otavaéi 
tra  tuoiore  rotioiido  g  di  tl«  :ò>  quaitro  poNiof'dì  dianretro  ,« 
•dertota  alla  parla  anperlore.dci  -corpo  dell' alerò  »  «'che- 
^MiMTa  lare  un  tatto  con  qoeata  TÌaoera  ».  al  ponto  '^cbe  a 
prNBo  .viKa  ai  poteva  pigliarlo  per  V  alerò  «aataeo;  Qneaio 
toa»oré  ,  lo  cui  pareti,  alte  cfBque  o*«ei<lfaee<>  etfano  tate* 
taoBente  formate  di  aaogue  rappigliato  ^'  era  oairo  o  contèa 
seT*'  OD  loto,  cbé  pareva  di  due  meai  e  meano^^eèroondato 
daBe  meadiraQe.  e  d^le  aaqoe  deli^  anmiaa.  laoit^  P  utero 
•al'  sèatO'  del*  tuo  maggior  dtametio  ,  «e  dtstaoeaio  dai  lcga« 
SMoti  e  dalla  Tagina ,  ai  trovò  quanto  aegiie:'  Alla-  Imar  o 
jiafte  aaperiòre  deir  organo,  eravi  una  mg(faardevola  laeeca«« 
aiooa>  di  loraa  cireolare,,  aventi  almeno  due  pollici  di  dia* 
metro.  I  bordi  di  qnetia  laoetasiove  aderivano  al  .gruaao 
obi  ffofmnvn  tumore  aHa  bdte  deU^ntefò' ,  a  conteneva,  oom» 
m  è  detto,  il  leto  Mviloppatd  nelle  ane  anembranej  Da  qne* 
am  dfipotitione  risnhava 'evidcstemeote  cbè  L'oro  ornano^ 
toato  dòpo  la  roiinra  ,  era  sfuggito  dalla  '  cavità .  uterina  » 
9à  avéb  panato  nelP  addome  ,  reataodo  fUso  preaao-la  la- 
.crraaione  >  ève'  pareva  #itenoto  dal  grumtt»  oba  .ai  *•*  IÒr« 
imato  tatto  aM)  intorno^  e  cbe  lo  iaelnva  aaalt^;D»aate  daUe 
^dacèi^e'addomi«a1i.  H  teatumo  dell' «tcio  era  sano- in .  qoati 
lotta,  la  eoa  eatentiaDaé  Mei  pante<  della  laaeraaione,  era  «- 
▼ldaniemente:rammolKt<r>  e<li  toperfioie  laeerata  tèmbravà 
rugosa  «  tnegnale.  vLa  «pesaeaib  deUe*  paPHi  uterine  non  era 
maggiore  in  questa ,  cbe  in  tutta  le  altra  r^glottl  dall'utero; 
ella  eea  di  ctrea  otto  o  note  tioeè.'  Non  vi  »avea  apparenkt 
di  «aViik ,  né  altro  cbe  indicasaa  lap^ee^lsiensa  di  un  corpo 
aimnierò  nella  spcsaetta  di*  questa  pai^etik  La  snperfioie  'itt^ 
terna  della  omlriee  era  nn  po'roaaa,  «isida  e  sparta  di  vii* 
laaitb  e  di  lembi  fllaoBeoti»i  ;  la  placenta ,  appeo»  nbboa- 
nata ,  a  satto  forma  di  membra aa  sottile  ,  allangala  e  trtan*' 
gelare ,  non  disUngn^aai  che  alla  sna  continuità  col  oor^ 
dona  ombalUcalle .  a  alle  sue  aderansa   colle  membrane  del 


|eto«.Fu  ifnpiMHtbile  <dì  «tsìoorarsi  te  qofstò  corfio  èdtrira 
im^roan^nte  all' «itero  ^  o  «1  margÌB^  d«lU  lacerasìooe  di 
iqqatt^  orgaop.  li  feto ,  ^traapareikte  aUrat drso  la  adqifte  deU 
r.attnios  a  le  iiian|braiia«  s^nibraTa  b^n  coaformala.e  di 
ieA«P>PDascbile,  La  tasta  oacupavaia  parte  piU  deoUva..  Timi 
gli  àkn  prfaiii  del  ventre  e  della  cavità  della  pelvi ,  il  jm- 
ritQoeo  che  vette  le  pareti  nddomioali ,  ft&  bene  cb«  'quélloi 
che  cqopre.  gU  intettmt  e  le  viacere  ivi^iaar»  eraao  afAitt» 
normali  »  c.d  avcaoo  cooiesva^o  il  loro  polfiee  «  la  loro  or^ 
dinaria  disposisioite.  L'  utero  e  T  ovo  wùàuo  6»rooo  coMer* 
vgti  dUigenbeiDeDie »  e,  nello  stesso  giorno, della  necrosco^ 
pia  9  presentati  alP  Accademia  R.  di  medicina  f^ella-  seduci^ 
del  9  agostp  i8a5  dai 'signori  Maulm  e  G.aibeHf  i  quali  07 
eposero  auceintameote  a  qoeU\a9aemblea  la  storia  della- man 
Uttia  cbe.abhiamo  espQfta  no  po'  piii  minutamente-  (  ArMve» 
fornir.  d€  Mttdm  ...  '    .0  t 

Ossenf anione  di  un  ^UrQ   aimmt9  lulla,  sum   jipeà$ma   utt 

canale^partfcolar»  f.  dUsig.  B4VOBi.oo(èUB^,4^eo<e:  rr- 'Luigia 

B|firgiier|ta  Lfipiecre  »  d^  53  anni  ».  mori  di  »pienf«>.  -  pnettmo^ 

Bile  nello  apedale  fieaa}oi)«  Elia  non  avea>.mai  %UAto.  »  Spat* 

rato  4  cadav^o  ,  si  iro^ò  r  «toro  delle-  ordinarie,;  idi measior 

ni  :.  ugliato  4air  alto  al  basso,  dal   fond«  wwrs^  iloeoUa, 

nulla  preetntò  di  noteiw>le/ae  non  che   U.-tmeabe' aveaao 

claspnna  i^ ,%^)9MMifik  .di , una  penna  'di  oocvo;  .(atte  p^  di-t 

ve{se  inoi#ioni  a  M^it»  e  a  sipiai^ra  nelle  paaeti  del  corpo 

di .qnest' organo y.acoo^rjm^yio  ti  i^filra  ttn:eajiale  di  ngualo 

calibro,  delle  trombe  »  i^  qn^l  canale  >  aU'  ineà  •  tarmine  va  nella 

tromba  deatfa  >  e  all',  ingiii*  nel  <ol)oc  U  canale  nasceva  .dalla 

tramf^^  9  a  tra  o. quattro  linee  dallttisna ''i^teeetiià   inierna , 

f  yrs^.bena  cbe, questa  suesa4Mt«tmità«intiirwi:».eeatla  coo-i 

tiaoasione.  di  quella.  Me  era  possibile  di  00  afondere    questo 

"caiial^-eenHMft  vaso  qnakmqoe  ;   egH   era  troppo   distinto  i 

oltre  di  ciò,  il    stg.   Marjolin  j   chirurgo    dell' ospedale  ,    e 

preeenie  alla  nearoseopia,' avvebbe   tosto  vileiraio  1'  error 

nostro*  bsnece  di  «nwenifè-  nnUé  no'ètra  opinione  ,  e    ere- 

dUae 'eel».oni.'ohe^' questo  canale  aVfebbe  potuto  contenere  il 

pffodntto-  4UI  concepimento  ,•  se-  in  questa  donna^  fosse  ifiata 

fecondata  fovaj^  *^  cetra.  A|[giogn«f«tt9»^cbiiqtteaio  canale^ 


ÌBfraiMleiidoti ,  doinmie  la  graviikiitt ,  a'  ape8«  deHa  ca^tl 
dtU^uiero,  avrebbe  potuto  lanciare  fTilaf^pare  dettiro  6iae  , 
§90  a  wn'  epoca  pili  o  naeno  wanaata  ,11  pre<!otfo  d#l  con- 
oepimoBlo ,  e  ohe  ',  io  -queata  ipoleai ,  Il  pa^to  avrebbe  a^ 
wto  loogò  per  le  vie  ordioarie.  AH*  epoca  del  parto,  le  atm* 
taaioBÌ  aoprtTTeotite  nelle  pareti  del  corpo  e  del 'collo  det" 
V-  yiero  ai  aarebbero  eeoaa  '  dobbro  attribuite  alT  èsfktensB 
di  imutefo -doppio;  dappoiblfé  fai  sorta  dl'equltoci  wsno 
ione  pk  alati  cioismeasì.  -^  Nos  igoorìaoso  le  gravidaiiso 
•viWppaCa  nelle  pareli  delP  ntero ,  osservate  "dà  Smith ,  £^- 
àmrUh  f  Aìhén ,  Canu ,  Lùbtiein  e  Breiùket,  ;  nra  crediaaao 
obe-qnealo  petao  anatoonico  ,  che  ooo  ^  abbiamo  cooaènrato 
ohe  in  disegno  ,  aomministri  la^spiegazione  dello  sviluppa-» 
asvBlo  di'  qaelle  gravidanse.  «  (1). 

Màmorim  »M  itUPoduxion^  di  àiuèrg^  gpHanze  ndte  arte- 
ri»  defjU  amimmii  Vit^enii;  di  B.  Gaspaid.  ««^  Ifilolte  injeitoni 
di  liquidi  e  gas  fono  state  praticate' neUe  vene  degli  ani> 
inali  viventi,  e  nel  sistema  capillare  dei  poliilòtti>  aaa  pio- 
ctolìssinio  ,t  Oefaaparatfivamente ,  é  il  numero  tfelle*  io)eaioBÌ 
analogie  'fiille  nelle  arterie ,  o  éel  sistema  capillare  generale, 
IfL  Stvnùm»  è  forse  stato  il  primo  a  fare  esperteuse  di  qut-* 
al*  genere  ',  alformiando  di  aver  vedalo  morite  '  tostanlente 
nn  cane,  nell^ vrleria  oeliaca  del  qtiale  avea  «bf&ato  d^'a* 
ria:  egli  vitroiròj! onore  rigoafiod'afia.  7l»rrtMnrso  Birth,  nella 
Stùrùt  àéUa  Sftdti^à  K^ùU  di  Londra,  raccoina/ comé'deMàtte 
ilB|eliaio  in  un^  arteria  dttfa'fiie  la  vita,  non  sia  ritornato-  per 
la  vena  dba  «  cépo  éì-  otto  ore  ;  e  il.  F'ièutsené  al  priootpio 
del  dietotiosimó  aeoólo  ,  preteae  aver  fatto  '  entrare  nelle 
qaroliée  (pNÉttPO  iibbi«o  df  nerentio  al  di  ih  dèi  sistema  ca- 
rotidei» cervello  ;  eaperienaa  ^  n6n  è  però  "rioseita  a 

.  .j.      li!'.»'.        *•    ..    '    ^-       »••   ■  k» 


i>        .   1    .       <     »         •! 


(0,  fnffi^^P^P  ^ùs$en^éi  ^ueao  0mimh  ti  tM§gamo  la 
ìolatiut  qaierva,Uf>9^i  dd  do$f^  i&aclnet  fwgfetlf%i(e  a-  face.  5iS 
del  préQtdenU  vQÌ.^i  qu^i  AUndl ,  a  la  Maàiotia  mpm  ann 
niMiPa  varie%^  di  grat»idé$naa  emtrorUfmiM  M  sig*  Snuèna  ri-' 
ferké  nel  prucnf»  ^/V^aoicolo. 


i6^ 

BtùnrOf  quando  vcUe  rii«at«ri«.  effcHa  earolìd«,  «  BelPat-» 
terìa  crotale  Smperio  BUktA  hi  iiii«tltto  aria  •  gas  idrogeno 
aoaforato ,  acqua  pura ,  acqua  tiau  <li  '  iirinoo ,  irino ,  olio  ^ 
acidi  deboli,  alcali  aHangati  »  sali  naoiri»  sangue  aere  • 
Ycooso ,.  orina ,  inie ,  sieto  del  «i^ue ,  atocosità  cammii.  % 
A*  P.  NitUm ,  segoftaodo  poco  dopo  i  lavori  del  suo  mnat 
troy  introdusse  istesseniente  in  quelle  due  arurto  dall' «« 
ria ,  del  gai  acido  carbonico  e  dell^  oppio.  Finalmpnte  ,.  qua^ 
bì  intorno  alla  stessa  epò»a  ,  IkehU^  e  .Jiefmdie  iniettarono 
nella  carotide  e  peli^  àf|efia  epurale  del  sacca  di.upas  tiau# 
t^  e  di  upes  aotisr;  e,  alcuni  ami  appresso,  ìiàfa§enàiei 
isola lavnente,  tnjettò  dell'  acqua*  e  dei  li<piidi  irritanti  neir  ac- 
tcrta  della  coscia.  Però,  noia  il  aig.  Gdipanl ,  queste  ape<- 
rieuBe»  meno  quelle  degli  ukiuii  autc^,  aono  riferite ,.  eoa 
nessuna  relasiooé  ai  sinlomi ,'  e  ai  solo  fine  di  cbiarire  il 
risultato  che  1*  espeiriniaBtatore  liHendeva  oonaegntre.  II  per* 
cM ,  egti  ha  •  creduto'  in  a^oneio  di  seguitare  le  alesar  ricer- 
che ,  serytfidosi  delP  arteria  cniiale  a  prelsrensa  della  ca«* 
rotide.  E  acciò  non  si  attribuissero  alla  .sòl»  legatura  del 
▼aso  injetiato  gli  effetti  che  otteneva  dall'  injéttarvi  di« 
verse  materie v  il  aig*  Gaspara,  legata  in  on-oane  T  arteria 
crurale  sensa  praticarvi  nessuna  infezione  j,  vide  conseguirna 
ootcamente  freddo  notevolisetmo  del  eaembro ,  -uboltsiono 
del  polso  sotto  il  tendine  di  Achille ,  rigidità  nell'  andatura 
per  un  giorno  .ó  due,  ma  non  veca  paralisia ,  apn  anfiamea* 
to,  non  iofiaoiBuiaione ,  né  caacfana.  Il  calore  era  giàtoraato 
un  poco  alla  rampa  nel  secondo  giorno ,  maggionnente  nel 
terso ,  «^  era  divenuto  affatto  aormale  nel  qaar^  f  al  qoal 
grado  r  andamento  era  tornato  quasi  naturale.  '  La  legatort 
si  staccò  nel  quinto  giorno ,  e  T'animale  BMri  nel  aetiim» 
sacrificato  a  un'  altra  esperiensa.  IVipetuto  V  esperimento  ia 
un  ajtro  grosso,  cane/  diede  analoghi  risuluti,  i  quali  *o90 
tanto  piii  decisivi ,  quantoché  dalla  medesima  eaperieosa  gjU 
stessi  risukamen ti- ottennero  DréUneoun ,  fU9u$§€n$^^  H€Uhr  ^ 
Bìthai  ed  altri 'cbe  con  diverai  proponimenti  la  tentarono* 

Le  aaateria  injeltatedal  sig.  Gufpmrd  furotao  mercurio,  olio 
di  olive ,  acqua  imputridita ,  aria  coarana  ,  acqua  pura  p 
tartaro  emetico  «  esuatto   gommoso,  di  oppio  a  aaetaio  di 


170 

ptomlM».  Eg1t.<lés0rhre  mkaCBfin^ste  ckscidia  speìieosa  NoiV  p0t 
^os  peeeart  di  peolistità,  'né  rilariieifeaAolfaiito  U  ooao^sHHki* 
pt/f  I  cofpi  cinffin  grouolBnì»  coi9«  U  méroMriPt.roUos 
il  tedinealo  di  eaUftUo.di  oppio .»^«oó«> non  poaipn»  olir«- 
fMMMB  i  vasMliù  iatejrmcdi  alUiafltrte  e  alle,vflaa|  «su  vi 
ftméao^mó  »  al-  ooéirario  ••  m^c^anicamcftA  dtW  iafianuna* 
aioBlft^  dtli\  iafilliasiòiM  .sierosa  ,  dfi^  aaceasi,  «oa».»  sic^ 
•ooiae,  blu  piò  miiiulaoiaiiie  diaioalnito  aeUa  Memoi^m  nd  «var* 
tuiio*  a.^ L' aria paaaa  cQDi|iiiÌcb«'diffi£okà  dalia  ariaria' selle 
vane  aaQsa  infiammare  il  aitlema  aapillaic.i  ma^con  estcejna 
4i£SeelU  e  con  ataai  di  tlaaicBa^  aasa  circola  al  di^là  ,  «enza 
dubbio.,  a  «agione  della  àusi  elatiiciià  »  mereò  citi  reaiate  .al-* 
V  erto  .del  aasgoe:.£gii.  pare  ,  4ìbe  infettala,  di  queaio  modo 
po^sa  assai. diffieilmeiHe  caésaio  la  morte,  eome  lu  già  di* 
iDoslraiOida  Sfysutn  ,  ed  é  per  questo  che  trovo. mi  po'  sor* 
prendente  il  nsoltato  della  «itata.  apeeienBa.  di  Stemohe.,  h  qnah 
sto  proponila  giova  notate  9.  cbeiqneMo  fluido  eias^o,  iaè*' 
pegnatb  nel  aiatema  capillare.^  ba  awestalo  i  due  terribili 
teleni'ioieuatii  dopo  di  esso  (T  acido  prosaico,  e  la  noce  vor 
mica)  ed  ha  impedito  ebe  producessero  ie  IsagwitQ  alcuno 
dai.  loro  fttoeàtLeiretii'(i).  Cosa  n'  è  divenuto  di  ipteite.eostaòi* 

•        •  t     •       . .       .     >  ■        ],•»•••       '  r  ■  » 

Mmm»mm^^m»^-'mi^mmt^»mmmr'^mmm<i*»m    ■  i  ^w^— ^w^— i^wf^i— ^^■^^^■^y»^  i  In    i|   i  i    i^ 

(1)  In  ni  grorjo  onne  4e'  ceeeMi  »  •  P  a^aore  oevea  »,  più  ri- 
prtm  caedato  ntiT  arteria  cttraU  tra  )  -e  %•  pMci  otibici  xT  e» 
tim  eemune ,  e  auta  agni  yaikn.'udiipl  ncW  fntémù  étì  m^tbp9 
tn,  roràongginmenHo  paftiemimre  dipèndente  détl  rmnc^mrsi  del" 
Ì'mmsmi  do/  sàngue*  L^  animéde  evee  non  Mi  mmno  aoffertò^  po' 
ehimimo  da  gneiie  rem/amie,  injeadeni  ;  nesmn  «miomo  e/m 
imnmdimmmenie  Mueeeduio  ,  ma  e  eèipo  .  di  alcuni  minult  H 
#^  'Gaspard  i^idide  e&e  la.wena^  ^ ^iteeompagna ' fatitewi <;#<ìh 
m^'  ene  dittata,  da^ sangue  apamata  j  «  miUa'^di  moke:  Mie 
dt-Atia^  e  cke.^uéfto  Uquidoma  poehia$imé' mteéih,  eomarh^ 
stagnante, nel, poM^i  iuM»  il  mtamàra  era  orepitmpie  ai  tmko  j 
dtircHOf  nuUa  di  e/bls<ro  prouò  il  eana- pèr^  oltre  mew^ofa. 
jPrefHtdeada  Mora  l\  autota  ,  che  questa  sparimna^non  satetlie 
fibueita  mortale,  o  chàlo.iotio  di  anuyiOH^iandòH  ntlèa:  v^ 


i  ' 


^7« 

mI  m«iitbrQ?  Ikmiotlteaa:  petalo,  le  ^«iiltià  d«l«l«re   pel 


.j    .  1 1    111  ji  -     "  -■■    -       .    ^.    .  -^  ■-.  *■ 


|M  cava. e  in  tmta  fi  $i$téma/sir4>olatorh,  sgamUrer^Uer^  J^,-^ 
nalmenjie  la  coscia,  e  finirebbero  pei:  disciagìierù  nel  «fui^wft 
per  uscire  col  mezzo  della  traspirazione  polm'onale  ,  egli  fece 
servire  /'  animala  ,aìlù  jeguenU  iperienxe  :  i.**  infmiìy  nelU. 
Messa  arteria  un'oncia  di  acqua,  alla  quale  auea  aggumio 
'}o  gaccifi' di  .^eido  ^rustiiiP  ,  di  u^  mudicuo,  e  nqn  pertan^tk 
non  ne  risuUò  alcun  ef/^tó  né  tosto^ ,  né  in  seg^UQ^  a-^  .Un. 
quarto,  d' ora  d<ipo  qit€sii.\ttleimn  esperienza  $  isUfodusse  noHtk 
stesso  4ft^sa  un^ om^i»  di  dfic«tU>ne  satura  eiattiginosa  dlnoeé 
vomica  r  la  quale  ella  pure  non  ha  .prff4qHQ  aUun  icatlÌMQs 
^eiie-  3.**  Fiaa\menie^,  mi'  ora  dopo  y  la  prima  in§etione\ 
reggendo  che  V aria,  sempre  presente  nei. minimi  vaài^i^iftipo^. 
diva  yper  la  sua  i^lasticitn  ,  *  due  pretedemi  veleni  di  pass^rp^ 
qUre  ,., e. di. andare  a  esercitare  la  loro/nneeta  ii^uenza^^sut 
sistema .  netvosq .,  t*  autore  ha  voluto  sperimentare  gfÀ  affati 
locali  di  un  veleno  -assai  acrimonioso^  Infestò.  4<*^^<*^  ^^^ 
stessa  flrifiria  mezs,\pnci»,di  t^na  le^pemjnfusf^mq.di^ahfte^o, 
da  fnmare ,  la  quale  cansòi  toH^  .  dolori .  ^^rooi  aW  animahti 
e^si  messe  .allora  ^p  fermarsi  ,:,  respirando  proeip}i:^ieH*M*'r\ 
m^^Cf  e  oppresso  4ìf^  ia^ix  é^ffn^no  ,  che\U'4otU  Qmp^I^ 
cradette  .stasse  presso,  ft  jnùrir^^  Ciò  non  dimeno^^  slegatolo  r  ^ 
ppco  M  poco  si  riehòe»,4^r^  leggieri  sintomi  di  »khri4chetMf 
salivo  jnoUoy  <fom e  per  vomitare 9  rimenandosi  da  un  cani0 
air  aUro  in  agitazione  continuai,  stato  di  mat^oHeré-fid^ inm 
quietudine  che  fu  tostamente  accompognato  da  grida  di  dt^h^ 
re,  dn  estrema  sensiUU^  del  men^o^  da,  rifiuto  od  ^gni.a' 
ìimento  ,  .4^ .  polsi  c/T«go/<i«/ ,  febb  re ,  eco» ,  per . .  alcuno  ^  or^,. 
dopo  le  qnah  ceMnron^  le  gridai  i  polsk<^  f^^^pià  rtgo^ 
lari  .p  ^eno  Jebj^ilL,  ma  oravi  tuinefasion^  infiamtnaloria  del 
mepihrog  sempre  dolorosissirno  aX  tatto  ^  qnaptunque  freddo 
a  paragone  della  coscia  sana.  Durante  la  notte ,  rinnovazione 
dette  grida  f  ^  ^^IV  agitazione  »  mòlle  evaettauoni  «T  orina  o 
di  rmterie  fecci^e  p  eoe,  l.à' dimano  mattina  ^  poggioNunentoi 


1J% 

ìoeo  m(NMtt|;itt«o  toffKoiDé  nei  onaìitti  Tft«i  f  Nnik   9u»é^ 

.  su  sperieosà  dimostrare  ehiarameoie  ,  oon  essare  questi  i)ae 
vele  ni  pericolofti  ••  «ob  -4Ìop9  tit(isportftii  aelP  orgàaìsme  » 
per  la  loro  asione  sul  cerTello  e  sul  midollo  spinale ,  e  non 
pttolo  per  là  loro  azione'  locale  sópra  altri  t>rgaDÌ.  3.^  lì 
tartaro  Cinetico  |  T  oppio  a  la  noce  vomica  itijettiiti  neff  ar* 


i*Ml 


fehère  f^riisgfmm  ,^  gemiti  eóntintti ,  ftiemhi9  un  pai*  crppitanie^ 
à' tnfièematbfo  assai  gonfio  è  infiltrato  a  gutsu  di'JUrnmone 
ééemataso ,  eee.  Prevedendo  the  f  animale  *kra  per  ^idpcòih" 
hereiti  hre^e  ìdt infiammazione  tàftótenàsa  delia  còscia,  fautore^ 
eirea  «4  ^^  dopa  ia  prima  espeHehza  ,  injettb  nidVùfteria  àturàh 
déitabra  coscia  due  oneie  e  mezzo  di  acqua','  ih  cui- apea  bollito 
unÀròteH^ di'  noce  Vùmiek  fétta  in  ndmtti  frammenti.  NeH- 
inatto  della  Infezione  \  il  cane  n&n^  ha  manifestato  dokreì  né 
altro  sintomo  notevole  ;  ma  a  capo  di  %ò  ò  i^  minhti ,  còmirtciò 
a  pt'oware  dei  ièggieri  Htuultt ,  àìeàntdeMi  spakimi,  che  "^it'pooo 
à  poco  si  convertirono  in  uh  violentò  écàesso  di  Ceìttiid'y  i 
tfualì^^  essendosi  spesso  rinnotmtt,  t^ndusàero  d  htòrteHl  cane 
uHr  cita  e  mezzo  d*fpo  'V  inJezitfHé'  i^ehnosa;  Aperto  U  corpo  • 
if')Elbrr.''Ga8pard  ha  trovato  l&  tréUgée  delta  mtì/ie  per  a^ìsik 
Manica  ^  ma  'nulla  di  inébfito')ifiel)^einbro  injeH^tò,  h^m  ìcr^ 
eun  ult'ro  organò  ,  che' dipendesse  da  -ifuetlta  sperientà  ,  '€t>lk^ 
forme  altronde  a  qHeUe  fatta  e\t>ll*  upas  dai  iigg,  Ddillc  ^ 
Magenéie.  •<—  Quanto  aW" espefiénzu  ptèeedeMc  ^^P  àntbA-^tf 
trovato  41  membro  assai  gonfio ,  crepitante ,  flemMono'^ema* 
toso  f  tistto'  infiltrato  di  sanie  bigia  ,  rossiccia  e  spumosa  ,  dt 
udore  fètentissimo  f  e  Jinaìméntè  {n  uno  stato  prossimo'  alla 
oaneretta,  1  minimi  vasi  parevano  ostrtUti  dà  da^ikshm  grumi 
di  sangue  ;  la  vescichetta  era  ingorgata  di  bile;  la  membrana 
mucosa  del  duodeno',  un  po'*  infiammata i  lo  stomacò  e  '^ 
intestini  contenevano  gran  copia  di  mucosità  giallo  ;  '0*ngnt* 
gne ,  come  dissenteriche  ,  provenitnti  forse  -  daU*  avere  f  ani* 
male  laccato  la  sania  putrida  della  ferita  durante  la  nòtte» 
JVòn  bolle  d* arftt  netla  cava,   né    ne^  altri   gròssi  vasi» 


178 

4eriV  crurale  non  prodacoào  punto  ìrrilatione  nel  membro , 
oltlrepassano  facilmente. il .«ìsUma  capillare^  e  non  perdono 
per  nuUa  le-  loro  proprietà  rispettive*  La  prima  di  dette  so- 
etaoie  no;n  tarda  a  far  Tomitare  e  a  pro|Onrare  scaricamenti 
aHiìH/la  seconda  a  òagioaare  il  narcQtismo,  a  la  'terza  a 
determinare  il  tetano  ,  precisamente  come  clopo  la  loro,  in* 
gestione ,  o  come  dòpo  la  lorp  .iniezione  nelle  vene.  Quésti 
diversi  effetti,  sono  prodotti  pia  o  meno  oeleramente ,  ma 
sempre  in  meco  di  un  quarto  d'ora;  il  die  seÉofara  fissare 
la  maggior  laoghessa  del  tempo  nei^easarÌQ  alla  circolasiòne 
4cl  sangue.  Ciò  non  pertanto  io  credo ,  che  questa  sieflet- 
titi  eziandio  In  men  tem,po  che  non  sia  indicato  da  questa 
circofttansa  nelle  mie  sperienre;  perciocché  la  legatura  del- 
VarieHti  craiàle  rallenta  sicuramente  il  cono  del  sangue 
ile}  membro.  Olire  di  ciò,  P  upaa  injettato  d'ai  sigg.  DeHlU 
m^/ffagcndh,  ha  prodotto  il  tetano  in  sette,  minuti ,  e ,  nella 
Olia  9.»  sperienza,  P  oppio  ha.  operato  ancor  più 'prontamen- 
te, —^t  4**  I  liquidi  putridi  «  il  tabacco' e  T  acetato  di  piom* 
bo  tnjetiati  nelle  ai  tene  ,  irritano  violentemente  il  sistema 
Ciipinare  »  e  prestamente  vi  inducono  una  flogosi ,  come  can- 
crenosa,  prestamente  mortale.  Npa  pare  che*  queste  sostarne 
qircolino  facilmente  al  di  là  dei  minimi  vasi  ^  perciocché  il 
tabacco  né  ha  fatto  vomitare,  oé  ha  prodotto  il  narcotis- 
mo', r  acetato  di  piombo  non  ha  punto  agito  sogli  intestina 
e  il  putridume  aon  ha  quasi  pu^to  determinato  i  sintomi 
dissentèrici  e  putridi ,  come  al  solito.  Io  credo  dunque ,'  che 
quando  il  sig.  Magendie  conoscerà  tutti  cpiesti  rfatti ,  non 
dirà  più,  come  diceva  alcuni  anni  sono:  «  I  liquidi  piii 
irritanti,  introdotti  nelle  arterie^  paesano  tosto  nelle  '  vene 
senza  che  i  capillari  si  oppongaap  al  l^'ro  passaggio  ».  ^- 
5.^  Riflettendo  attentameiète  ai  risuluti  di  tutte  queste  spe« 
tienze',  e  paragonandoli  con  quelli  ohe  si  sono  ottenuti  dalle 
ifliìesioni  nelle  vene,  non  sì> tarderà  a  comprendere  eh'  essi 
•tatuiseoDo  una  differenza  distinta  tra  il  sistema  capillare 
generale  e  il  aistema  capillai^e  dei  polmoni.  Infatti,  1.^  rtn<- 
jeziioaa  «lei  tabacco ,  del  putridume ,  e  dell'  acetato  di  piom- 
bo neir  arteria  crurale  ha  cassato  dolori  acuti"  agli  animali^ 
mmìtn  cfke  1*  ibjaaiene  delle  due  ukùne  aoaianse  >  sì  spesso 


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»7< 

|)raiieBU  <!•  me  nelle  Vece  ,  wai  hst  sovettii  pafìsta    noù  ae^ 
«ompagnau^da  dolori  ,,«goalm»nte  che  quella  di  tante  altro - 
sosianse  dolci. ò. irritanti  dt  cai  ^o  parlalo  nelle  mie  prece* 
denti  MeoBoriff .  Questi  stessi  c<»rpi  stranieri  injcttatl  nelf  af« 
feria  erurale  >  hanno  ,  in  poche  ore  «  ^deteraiinaio  nel  saenì- 
bro,  una  fiogofl  eanetenosa  prontaipente   taostale';    mentre 
che  iniettate  iiella  jugitlare ,  onfla  di  ainile.  haoao    «Basalo 
nei  polmoni.  Vero  egli  è  ,  cke  qualche  Tokft  sonosi  osserraie 
in  quest'*  organo  Ésolte  peteeehie  o    nMcebie   nerieeie';    bui 
lo  le  attribuirei  piii  volentieri  al  sislema  capillare  delle   ar- 
terie fMroBcfaiali  che  a  quello  dell'arteria  polmonare,   altri* 
meo  li  i  polmoni  sarebbero  stati  prontamente  affetti  essi  sfessi 
da  fiogosi  cancrenosA  generale.  Ora ,  donde  proviene   que- 
sta differensa  fra  i  capillarf  a  sangue  rosso  e   i    capillari    a 
sangue  nero?  Procede  elsa    da   una    diversa    permeabilità? 
Nulla  affermerò  a-  questo  riguardo  ,*  waà  mi   aoconienterb   di 
dire,  che  le  injesioni  a&atpmitfbe   p^evaoo  svfficenieìneal» 
la  libera  comunicazione  delle  arterie  cotte  vene ,    e    che  il 
sistema  capillare  arterioso  sembra  molto  pilli- sensibile   di  qoel>» 
lo  dei  .polmoni  Non  si  possono  confondere  le  flemmàsie  dell« 
coscia  soprarvenate  ne'  miei  animali  alt'  inazione  degli  irri« 
tanti  meccanici'»  come  il  mercurio  >e  1*  olio ,  con  quelle  che 
sono  state  prodotte  dall'  introdosione    degli  alfri   irritanti , 
quali  il  tabacco  ,  il  putridume ,  e  l' acetato  di  piombo.  JDel 
festo  ,  io  credo  che  questa  «peeie  di  sperien'se  possano  met* 
terci  sulla  strada  di  scuoprire  un  giorno*  la  ragiona  di  mol* 
te  fiogosi  sensa .  causa  .cognita.  Io  non  le  eredo  neppure  aen- 
aa  qualche  reiasione  col  fieoomeno  della    trasmutazione    del 
sangue  roaso  in  sangue  nero  nel  aisteiìia  eapillare  generale.» 
{Journal  do  Phf4ÌoiogÌ9  exp^r  }•  .. 

Ossert^ationi  e  speriemta  «e^*  aiimenti  f  .  del  doit.  Carlo 
Loana.  —  Si  sa  che  f;li  alimenti  dell'  «omo  sono  per  lo  me** 
no  composti  di  tre  corpi  '  etemeoiari  ,  carbooto  ,  idrogeno 
e  ossigeno,  e  che  il  «ig.  JUagendie  aeea  injfceso  a  provare, 
essére  necessario  aUa  nutritone  un  quaoto  eerpo ,  l' naoto* 
fn  senteaia  di  questo  6ftiologo ,  le'  éosianse  «oà  eaotate , 
quantunque  jusceUiTe  di  essere  digiÉritb  «..aomminisiraiio  un 
cbjlo  troppo  4fi||UQao  por  niUrìre.GgU   Isee  le  ine1«p«ecUM 


Spipni  i  «Mi ,  i.quftti  si, cibino  asmì iroleiitivri -«Itilo  sosttn* 
se  di  eni  »i  sostenta  V  nomo.  Le  storie  delle  caraTane,*  cbe« 
oer deserto»  si  nutrono  di  sola  gomma ^' e  dei  Biegrì  eii« 
vivono  e  s' ingraiaaito  di*  éolò  siiccliero>  malérìe  e  Tona  • 
V  altra  non  asolate ,  jo«e  dal  profinsore  parigino  reputate 
con  ragione  non  contrarie  al  suo -asiiQOto v  *tantechè  lagom* 
ma  e  io  succherò  non  sono  inistatò  dì  pnressa  quando 
senrono  di  cibo  alle  caratane  e  ai  Negri ,  e  contengono  pef 
cottseguensa-  deU'  aaoio.  QuaiUo  •  ai  popoli  cbe  si  pretendo 
vivano  di  mais  ,  di  viso ,  di  pomi  di  terra»  o  altre  sostanso 
non  asotatf ,  il  sig;  AUgenéUe  osserva  cbe  detti  popoli  m*n» 
giano  sempre  qoeile  sosHivse  con  latte  o  caccio ,  sostanso 
«onienenti  asolo.  Bfa  é  egli  poi  vero ,  che  le  soslanse  non 
•$otata  siano  inette  alla  notrisione?  Questo  è  ciò  cui  noia 
sa  coasenlire  il  sig.  Lpnde,  —  Il  pro£  Bfùi^atkdm  ha  messo, 
tre  esni  aH^us»  dello  sueebero  e  dell'acqua  pura  ;  per  otto 
giorni  seguitarono  a  godere  bnOna  salate ,  ma  neBa  seconda 
settimana  ooraiooiaroao  a  dimagrare  ;  vennero  «affetti  da 
ulcerasioni  alla  cornea  «  perdettero  gii  umori  deU^ occhio,  • 
morirono  il  trigèsimo  secondo  giorno  dall^  espericosa.  Altri 
corpi  non  asolati ,.  come  Folio  di  oliva  e  l'acqua  distillata, 
la  gomma ,  il  botro  iiaoiro  dato  H  medesimo  risaltato,  f  cani 
ttorttono  vèrso  il  trigesimo  •  sesto  gf omo  dall'  esperiènsa.  Il 
burro  o  lo  succherò  sono  le  sole  sostanse  che  hanno  deter^ 
minato  V  ulceramento  della  cornea.  Qoeste  speriense  però* 
osserva  il  dott.  Lunde,  prorvano  bensk  essera  le  sostanso 
non  azotate ,  date  isolatamente  ,  incapaci  di  sostentare  la 
vita,  ma  non  che  lo  sitoso  efietlo.  producano  so  venganoi 
date  minto  •  dne  o  tra  insieme.  Infatti ,  vispi ,  «aai  a  grassi 
ha  fidato  creseere  il  stg.  LofuU  duo  ciTigoolini  evi  per  qual- 
che tempo  diede,  simultaneamente  tre  della  seguenti  sostan- 
te: riso,  pomi  di  terra  ,  burro,  olio,*  suochero,  sale  e 
acjjfua  distillata.  £  di  vero  ,  altre  sfyeriense  del  sig.  Mé^en^ 
àie  dimostrano  alomie  soatanse  asolate ,  ministrate  separala-* 
mente ,  avere  operato  analogamente  alle  materie  non  asola- 
te. 1.^  «Do  cane,  dice  H  sig.  Migendiè,  sostentato  di  paa 
bianco  di  ftumeato  poro  e  41  ac^mi  ^  a  piacere-,  non  vivo 
olire  So  giorni  o  «iqoro  con  tatti  i  segai  di  deperimento.» 


-*1P 

Cmi  tutto' «iè  4Ì  |um  bìMieo  i  na  ^tiaei^  azotato.  ««.  a^^ 
V  Un,  csaoe,  «ofgf iio|;«  lo  stesso  aotore ,  outriio  di  pan  bigio 
aùlilare  o  di  «iimisiooe  •  di  acqua ,  viva  e  conserva  la  aft« 
Iute.  1»  Qui  ai  ba  «if  scolanaa  di  dÌTCrse  aostvsse  ;  il  pane 
bianco  ai otato ,  e  il  cereale  (  orno  ecc.  X  cbe  ai  aggiunge  per 
formare  il  pane  mjlitBM ,  maieria  non  aaoiata*  — >  3.^  Un  coni* 
glio  o  un  porcellmo  iV  India  ,  seguita  U  MaggméUe^  nutrite  epa 
nna  delle  tegnenti  settate  :  imniento  f  vena ,  orso ,  cavoli^ 
caretta  ,  ecc'.  muore  con  tu  uè  le  apparénae  .  di  inaiione  p 
erdittariameete  nei  primi  quindici. giorni ,  e  qualche  voltm 
pib  pretto.  Nutrfl^o  colle  «ttette  sottanze  timuUancamente 
e  tnocett  imamente  a  piccioli-  ioterraUi  ,  etti 'stanno  bene.  » 
Bla ,  ancbe  in  quetto  rato  egli  è  la  meacolaota  ohe  giova  , 
poiché  quelle  di  queste  tettante  cbe  tono  asotate  latciano 
iBoriee  come  le  altre  «  te  Tengano  prete  itolatamente.  «— 
«  4*^  Un  Btino  paaciulo  di  sito  cotto  neiraequa ,  perché  rifiu- 
tato uvea  ti  rito  tacco  «  dice  il  tig.  3ia§9ndi0 ,  non  topravviste 
a  quetto  cibo  oltra  quindici  giorni  j  un.  gallo  ti  é  patctuto 
.di  rito  cotto  per  molti  meti»  ritenendo  prospera  telo  te,  »  Ecco 
una  tottanta  atotata  cbe  non  pni>  conterTare  la  viu  a  un 
aftiatale ,  a  la  conaerva  ad  un  altro.  Pa  quatta  aperienta  ti 
potrebbe  tntt^  al  pib  inferire  ,  la  mìttionc  nelle  tpttanse  ali- 
iaejitari  aasere  agli  organi  dal  priaso  animale  pib  necettacie 
ebe  agli  organi  del  accendo  j  ma  noUa^  ti  pub  dedurre,  né 
prò  ne-  contro  le  tettante  non  atotata- ^^  «  $.^  Alcuni  cani» 
acgniéa  il  Magtmdm ,,  pasciuti  etcflutiTameote  di>  formaggi  e, 
ed  altri  etclutiiramaote  di  ova  dure  »  sono  diTeouti  deboli , 
Magai»  hanno  perduto  i  pali,  ecc.  i^ Eppure  ^quatte  tostan- 
aa  tòno  i^otate.  Ciò  cbe  nuoce  nel  cibi  é  dunque  la  aeniplt- 
eità)  e  la  prova  di  quetto  tta  nel  .coptiderare. che  Tono  e 
Taltro  di  quatti  alimenti  aalritce  astai  bene  quando  é  ataociato 
•I  pan  bianco ,  il  quala  ti  é  qualificate  non  pertanto  come  ea* 
aando  atato  incapace  di  aver  fatte  Tivera  il  primo  cane  oltre  oin* 
quanta  giorni.  —  Da  tutto  quctto.il  tig.  tonde  concbinde,  %•*  la 
citate  tperieete  non  dimostrare  punto  cbe  i  cibi  non  atotat^ 
alano  meno  atti  e  nutrire  degli  alimeoti>  %totati.  %.^  Succederà 
bt  debolessa  ,  it  deperifnanto  e  la  morte  air  uto  delle  sottanta 
atotàte  9  %\  bene  che  delle  non  atotate  «  quando  un  sojo  cibo 


■  J 


177 

loUo'-  dtMe  bue  b  dhlle  altre  m  preso  tepmtaimifc  per  oa 
eerla  tèmpe.  3.^  Tutuvolta»  egli  pmre  la  TÌla  «i  eonaerrereb^ 
be  alcuni  giorni   di  pia-  eoa  soàunie  asolale  prete  separata* 
Biente  »  che'  eoo  sostaoae  non  asotate  prese  <ielle  stesso  mo. 
do.  4*^  ^*  ^>'>'  ®  ^'  energia   mantenerti    dalP  uso    delle   so* 
afanfse  non  asolate ,  egualmente  che  da  quello  delle  asolate» 
qnando  più  alimenti  tolti  dalle  une  o  dalle  altre  ^  siano  mi« 
ali  insieme,  o  dati  successivamente.  3.^  Ansi ,  in  certi  casi, 
un  solo  alimento  tolto  dalie  sostanae  non  asolate  *ba  mante< 
auto  la  vita  e  la  salute.  »  L'autore  per  altro  intende  non  si 
debbano  applicare  questi  corollari  che  agli  animali  sommes^ 
ti  alle  speri ense  dal  sig.  Ma§tndie  ,  il  quale, -del. resto»  ben 
lungi  daU'aTcre  da'suoi  esperimenti  dedotto  in  modo  esclusivo 
essere  nutiritiTe  soltlmia  le  soatanse  asolate»  ba,perlo  con- 
trarie, con  lodeTolé  ciroospesione  fissato  la  massima»  univer-v 
talmente  ricevula ,  cbe  «  la  rarieti  e  moltiplicità  dei  cibirè 
regola  importantissima  di  igiene ,  indicataci  d^  altronde  dal 
Bosiro  istinto   e  dalle  Tariasioni  cbe   le   ttagioni  apportana 
«ella    natura    e    nella  specie   dell^    tottaoae   alimenlose.    » 
Ben  diversamente  dai  signori  Leuret   e    Lassaigne ,  i  quali  » 
nelle  loro  MecherchcM  pour  aeruir  à  rhittoins  de  la  digtiiion, 
non  solamente  banno  ^vansato,  averaTuto  occasione  di  con*» 
fermare  T  esattessa   di   queir  asserstone  ,*  ma  ,    nell' impos« 
tibilità  di  dar  ragione    dei    chilo  per  est!    trovato   nei  vasi 
del  mesenterio  e  del  dotto  toracico  di  ben  venti  cani  e  gatti 
alimentati'  puramente  ài  sostanse  non  ■  asotate ,  sono  aodatj' 
lani*  olire  di  «ttribuìr   quel    chilo   «    alla    tcomposisiooe  d* 
una  parte  dei  muchi  separati  nel  tubo  digerente,  a  alla  loro 
ne^eolanaa  colle  tostante  trangugiate  »  /    ipoteti ,  che    noa 
Qieriia  l' onore  d' essere  coufutatk.  —  Del  r^sto ,  •  V  opinronO' 
d**  Ippooratc ,  vagheggiata .  in    seguito  da  altri  ,  4*  <^a,  udìco> 
principio  nutritivo ,  comune  a  lutti  i  -cibi ,  e  cbe  »  a  esclu* 
aione  di  ogni  altro  principio,   meriterebbe  il  nome    di  ^/i^ 
mento  ,  é  smentita  dal  contidetare  che  la  materia  dei  nostri 
organi  non  é  composta  di  un  solo  principio,  e  ohe   di    un 
aolo  principio  non  constano  neppure  le  perdite  cbe  di  quel^ 
la  materia  si«  fanno  :    si  che    é  forca  .  concfaiuderé«  che   uà 
tolo  principio  nutrHivo  non  sarebbe  bastevole    ali^  accresci •« 
mento  e  alla    riparasione  degli  organi. 

AffiTALi.  roL  XXXV IIL  la 


i.:8 

U  lig.  Lomh  ttpone  ort  «leoiii  precetti  relativi  «tlt  qmiii* 
titii  M  «ibo  j  che  ùoi  paMeremo  sotto  sileDtio  per  riferire 
le  sue  oitenraiioni  rìigoardaali  alla  Tana  digestibilltà  delle  di- 
Terse  sostaote  ,  osserrasìoDi  per  esso  Catte  la  individai  af* 
f<Btti  da  ano  artificiale  «  o  in  aninali  carnÌTori  a  tal  aop<» 
aaerifieatiy  «  i.^  f  cibi  aniniali ,  dice  il  dott.  Londt,  calasa* 
no  la  fame  piò  presto  e  più  Inngamente  'dej  vegetabili.  Questo 
latto  venne  osservaio  in  tatti  i  tempi  o  in  tutti  i  luoghi, 
a.^  1  cibi  ani  meli  sono  più  atti  ad  essere  intaccati  dagli  or* 
gani  digerenti  cbe  i  Ti^etabilì.  Eccone  la  prova  x  il  residuo 
che  la  sign5>ra  L.  evacnava  dalla  ferita,  era  tale,  quando 
uvea  mangiato  del  pollo  o  delle  costoline  ,  che  mi  ers 
Impossibile  di  scovrirvi  alcun  che  di  analogo  alle  sostati- 
■e  inghiottite.  Al  contrario  ,  qoando  la  signora  L.  ave« 
mangiato  degli  spioaei ,  de^i  erbaggi  in  minestra  ,  della  sop^ 
pa  di  brodo  eon  carette  ,  aHa  loro  useiu  dalla .  fcf  ita ,  io 
siconosteeva  i  diversi^  legami  v  quali  non  erano  menomameo'* 
te  alterati  ;  V  inferma  poteva  con  meco  distinguere  perfetta* 
nente  gli  spinaci ,  i  diversi  erbaggi  che  aveano  serviti  alla 
composizione  della  soppa  di  magro.  L^  anatomia  comparata 
fortifica  questa  osservasione  :  perciocché  la  natura,  ha  negli 
erbivori  moltiplicato  e  fatto  più  composti  gli  organi  digerenti 
assai  più  che  nei  carnivori.  Ciò  avrebbe  dovuto  muover  so» 
spetto  ,  che  i  legumi  erbacei  doveaoo  lasciarsi  e  più  difH* 
ciimente  convertire  ini  chilo,  e  mostrarsi  più  resistenti  agli 
organi  digerenti  dello  sostanse  animali.  3.9  I  cibi  animali 
soggiornano  più  lungamente  nel  tubo  digerente  che  i  vege* 
itabili  Propo»  7-  L^  insalata ,  le  prugne  ,  le  mele  ,  ^l(^  spinaci» 
ai  sono  sempre  presentati  alla  ferita  a  capo  di  ùn^  ora  $  i 
cibi  onimali  non  aono  mai  arrivati  prima  di  tre  ore:  4-^  h 
«ibi  sk  animali  cbe  vegetabili ,  soggiornano  lant^  |>iù  lunga* 
■lente  nel  tubo  intestioare  »  quanto  nuggioré  è  la  còpia  di' 
•ncchi  nutritivi  che  contengono  ,  e  quanto  più  di  capacità 
hanno  gli  intestini  di  estrarne  una  maggior^ quantità.  P/opo 
—  Si  é  detto  che  le  sosunae  vegetabili  arrivano  alla  ferita 
più  cclerenente  che  la  sottanse  animali.  A  questo  ftitto  si 
aggiunga  il  segnente:  ben  oltre  dieci  volte  ho  dato  alla  signor 
ra  L.  dei  vermioeUi  «otti  nell'acqua  a  acconciati  eoa  bttf* 


/ 


fO|  tton  «he  d)4le  piilatetlt  /  queiti  éùt  MÌimtptf  hùÌì  now» 
aiti  irrWati  alia  forila  cIm  doé  ore  dopo  UTlòro  ingMtiooe» 
•  aampra  tttftati  al  putito  di  aoti  eism  ricoD^scibìH.  A* 
èoDtrario  «  si  è  detto  che  V  itiéalata  ,  ìé  progne  >aer* ,  yetà^ 
vano  réiritaitl  a  eapo  dt  ntt^ora ,  e  amte  et^re  paolo  «Uè- 
rati.  In  tftìtM?  dUìido  easo,  la  fame  si  riaoeeadéVa  hen  pi% 
prestatfeente.  Akro  fattoi  alla  ngnora  A.  ,  InfeMira  che'  noti 
èym,  al  cerio  eha  ima  aaediocre  ferìta  aéll^  i olisti 00 1  poiebè 
i  laratiti,  e  pur  aoeo  «d  poeo  d'acqua  nrelata  le  procacciai 
taao  dalle  evaeuaaioiii  per  le  tic  natarali,  bo  per  cioqaa 
fiorai  preecritto  »  a  o^ì  pasto  ^  ora  an  biftec^ ,  ora  nttà 
eoetoliaa ,  ora  na^  ala  di'  pollo  ,  tta  senile  coll^  atTCìtenift 
che  aeeoBipa^astfe  qaesti  cibi  qoando  con  HpfDact,  quan* 
do  con  progne ,  quando  con  fatalata  ;  e  V  inliferfiia  faa  seni*' 
pre  eracnato  ,  a  cwpù  di  un  ora  »  i  vegetabili ,  mctatre  I9 
soalame  aohnalt  hanno  seguitato  V  intestino  per  essera 
espulse  dali*  ano  cdl^  ajato  dei  cristei:  Lo  stessa  avveni* 
Ta  delle  siipp»  di  brodo  con  carotte,  le  quali  uittaie  sol* 
tanto  '  usciirano  <3aìla  fertui  il  brodo  e  il  pane  MeguHaTano 
la  via  deir  intestino.  Egli  pare  che  il  tubo  digerente  »  sol* 
leoitato  a  sbarazsarsl  di  qne'  regetabf K ,  dai  quelli  nuNa  pote- 
va estrarre ,  e  coflftraeodosì  sempre  piii  per  espeUerti ,  piglia* 
va  Pocoasienc  che  gli  offerita  Papertara  accidentale  per  eac« 
ciarli  al  di  fbori,  mentre  con  una  specie  di  predilesioae,  o  piut- 
tosto per  una  vera  attrasione  elettiva,  riteneva  le  sostenta 
animali  che  potevano  ancora  ricompensarlo  della  Ittica.  5.^ 
L'abkudioe  dei  cibarsi  di  sostante  poco  assimilabiti ,  eser- 
cita e  svolge  le  faotioni  della  membrana  mucosa  dello  sto^ 
Ilìaco  ,  la  quale  ad  ogni  istante  si  contrae  per  itiattdaito  qocQa 
sostante  negli  intestiai?  questa  abitudine  lascia  nel(*  inationa 
ÌA  membrana  mucosa^  ditersameotedell^  uso  abiliiale'dv.  cibi 
in  cui  assai  cofictBMràii  sieda  i  priacipii  nutriccif  il  qoal  a«9 
eccita  gagliardamente  le  fìititioni  delta  memb«ana  mwetfia  a 
dà  pitt  Kingbi  intervalli  di  ripota  a  •qaalla  della  mofioolare4 
€.*  Rispetto  alPieFfluenza  Che  la  coesione  dei  cibi  eseroi  ta 
sulla  loro  maoiiéra  di  agire,  ceco  ciò  ch^to  ho  osserraro:  aìquan- 
tità  pari  di  sughi  nut ricci ,  i(  cibo  che  ha  il  mene'  d^  eoe- 
aione  pas9*  pih  presto  longa  U  tubo  4ifae«ntaii  Prm^m  »  pih 


i8o 

4 

volle  ba  (àUo  pigliare  t  encchiajffte  qova  eotltf  iuir.Mqii% 
bbllenle  per  due  minuti ,  «olP  •▼Ycrtetisa  di  iehia4rcUfiie  il 
loorlo  con  nn  picciolo  curchiejof  il  residuo  non  TenÌTftfe<-« 
«paleo  che.  un^  ora  e  tre  qnarti  dopo  ringeetione  delle  .uova  i, 
le-  DOTA  dure  air  .incontro  liaono  lenipre  impiegato  più  tmn-* 
fo  a  penren ire -alla  ferita.  ^.^  Al  contrario,  quando  due  ali^ 
ttenii  quai  «iano  contengano  una  quantità  diaugualitsima  di 
iitccl^i  nutritiri ,  V  influensa  della  coesiooe  diviene  quasi. unir 
la,  e  r alimento  il  più  nutritivo,   quand^  anehe  non  avessa 
•Icona  ooesione,  soggiorna  esso  pure  il  massimo  tempo  nel 
tubo  digerenie.  Prova  :  ho  dato  della  frutta  cotte  e  emde  ,  dei 
lagumi  notti  »  carotte ,  porri ,  eoe.  |  a  ^eapo  di  un*  ora  erana, 
pervenuti  alla  ferita.  Il  residuo  del   brodo   concenttatiasim» 
per  arrivare  alla  ferita  ha  sempre  impiegato  da   due   ore    a 
due  e  tre  quarti,  secondo,  il  pane  che  vi  avea  fatto  agginn- 
giere.  «8.®  L' alterasione  che  soffrono  gli  alimenti  nel  tÉibo  di- 
gerente sta  pure  in  relasiooe  coi  bisogni  degli  altri  organi:  noa 
avvertendo  a  questo  fatto  ,  si  potrebbero  dedurre  conseguense 
dÌTerso  dalie  proposte.  Protra  :  hq  indotto  il  sig.  S-  »  aifetl» 
da  ano  artificiale ,  a  stare  alcuni  giorni  a  dieu  strettissima. 
•Tratto  a  pigliare  in  picciola  quantità  diversi  alimenti  Tege* 
4abili ,  tutti  soffrirono  notevolissima  alterasione.  Gli  ho  dato 
altresì  deirinsalata  a  la  scarole  sensu  pane;  ancora  dopo  Tin- 
^estione  ha  incominciato  a  sgocciare  dalla  ferita  un  residuo 
giallognolo  nel  quale  non  ho  trovato  traccia  alcuna   di   in- 
vaiala. Siccome  questa-  era  una  delle  prime  esperienze ,  cre- 
detti ,  contro  r  opinione  del  sig.  LaUinnand ,  che   quei   ye- 
^etabili  erbacei  fossero  interamente  alterati  dagli   organi  dir 
gioenti  %  ma  ben  tosto  ebbi  occasione  di  riconoscere  il  mip 
errore  e  Tesattessa  dei  rianllati   divulgati   da   quel   medico 
diligente.  9.^  Quando  grandi  non  sieno  i  bisogni    degli   or- 
gani t  la  digestione  ,*  o,  se  vuoisi ,  V  alterazione  delle  sostan- 
f e- poco  assimilabili^  coo^e  le  frotta  cotte. o  crude,    le   ca* 
rotte ,  gli  spinaci  ,  i  porri ,  e  molte  altre  sostanse  vegetabi- 
li f  comincia  verso  l' ileo.  Ho  sempre  veduib  queste  sostanse 
resistere  alP  azione  dei  succhi  acidi  e  mucosi  gastrici  ,  egual- 
mente ^che  ali;  azione  dui  succhi  .panrreatico  e  biliare  i  per 
lo  mcBOyla  ho  sempro  vedute  arrivare  iautte'tiieii^  alterate 


iSf 

li^tìi^Èto  ÀAlficlafo ,  oiift,  *e  pel'Mmpo  ehe  li  lime  mettevft 
A'^ieodàpirlfe  ^  V  ^dM'odorè  e>  «olore  del  teslduo ,  io  giodicATft 
IH^tttf  ftmi»*  yèflk»  IHUo  :  eppure  le  medesime  sostante  ,  nel 
Irta  degli  ittdJYi'dai^'SOiio  aiterete-  cpiaddo  eaeono'  dirfl^  tì« 
aaloreli'  *  '(jiitkMi'g^nér.  d&  Médeéitnù.  Jawmr^  1896). 


Lw    *  I 

1»    •  »  ' 


Medico-Chirurgical'  Transactions  tic.  Transazioni  della 
Società  Medico- Chirurgica  di  Londra.  Voh  XIIL 
Parte  /.*  LmdrA  ^  1835. 

ITxR  emiformaret  aHa  varietà  dèglt  argomenti,  segéìrdmo,  nel 
«lariisdnco  dell^eminsiato  Volnme ,  più  i(  sobbìetto  delle 
Heniòrte,  che  F  ordine' in  cai  sono  registrale. 
"  Wnova  pfepàratitine  deli*  olio  di  Croton  Tigfium  {  di  JoHir 
PoYE  ,  Estf.  '—  t'^a  Tiproreyole  qualità  àéW  olio  di  Croton 
'di  aeèeiidere  )  iielP  atto  di  ingkiottirlò  ,  nn  senso  di  gran 
«èàtore  d'6i  frfi lamento  alle  faaci ,  e  tatrolta  di  prorocara 
la  nÉasèa 'é  II  Tornito  ,  procède ,  se  non  in  tutto;  almeno 
fo'géan  pMè;  dàfTasaàlé  manièra  «K  prepararlo,  spremend'o 
èloè  r  olid'^dtft  tehii  in^K\  invece  di  cavarlo  dal  lolb  midot" 
lé^J  Infilttt  ;^  il  ftig«  Pope  eoli  molte  sperienze  si  è  eonvinto; 
'die  le  (pialità  aerìmontòse  e  irHtanti  risièdono  Belf*  loppa 
del.sème||^  pHi  pantcolarmenie  lièita  epfderme  o  tonaca 
«ìbeimmfllatameiite  involge  ^H  nocciolo  o  midólloS  e  che 
1^  0lio  éttritiD^I  poro  midollo  del  Seme  è' tra  pnrgatffft 
4|U9MC«>  cAltficfi ,  Wlirettaifto  inifmane  da  <]pièglf  iticonveoiemf. 
Mltte  ;  Id  èSéi^ò  àntore  b$(  trovato  ,  clie*il  comune  "oUò  M 
Cit^tota  eèdie  latte  le  sae*  vtrtii  purgative  dPalcòole,  '  caf» 
Mob  jeomaniea  putito  le*  qualità  irritanti ,  lo  spfrito  di  vino 
non  eserdtaÉdo  quasi  veruna  asiotte  sulla  parte* 'in-  ènt^qu»- 
ite  hanno  seggio  ;  si  che,  la  sdliisiOliie  alcoolfoa,  già  pro- 
posta dal  d<MA /fintino,  dffrirebhe  it  modo  di  ovviare ^  alle 
obbienoni  che  taltini  ancor' fanno  aii**ii8d  di  quest^ olio..  Per 
f-maggiog  iioareaaa  però ,  il  ng.  Pope  amerebbe  la  tiatufa 


Imm  pre^ritt'<Bim^UillM»|e-^o'M«f  mondi  .i4«Ua  .jbvic«te« 
ffcoodo  la  focipQU.MgiieoiiB  :  /{«,  f^wM  M  -Cj^^^n  Ti^i¥nlk 

4C0.  jii^ok  (.Spù-U  gir.  836  ;  OotUgi  «««/Vik  i^«f«»^  dignti^if^ 
per  MI  fiomj  0  m  eoU  ia  tinfjifra,  Ia  4«%<i.|xtr  un  «iMl^  4^ 
4li  circa  Tenti  goecle.  — •.  Il  doU.  Tucker  »  in  una  stiticb^ssa 
di  nòTe  giorni ,  ribella  a  tatti  gli  altri  rimedi ,  ha  praticato 
iaiicemante  qoesta  tintore  sottovia  segaente  forma:  R.  Tin* 
tara  alcool,  di  semi  di  Tiglium ,  9$  goccia  ;  Polvere  com* 
|>osta  di  Tragacanta  ,  nna  dramosa  ;  Anquik  distillata,  un^  ofi» 
eia,  M.  La  medicioa  ha  operaio  a  capo  di  tio^ora  e  meazo, 
•ensa  causar  vomito ,  oè  altro  molesto  siùiomb. 

La  proprietà  aere  della  epiderme  e  di'  tialura  Terénente 
particolare.  L*  alcoole  ,  e  l'etere,  come  dicemmo ,  non  vi  a* 
^afcittno  quasi  verpiM  aaioae«  Lf|f€iata  in  digestione  pef 
•icone  settimape  >. reterà  non  ^i  AogUa  (a  tseptesÀn^a  paf(a» 
•  ben  poco  di.. pia  Talcppl^^  l^la.  p^rò  ^edis  prestameptt 
r  acrimonia  aU^  ^li^^  dì  if  a^eotipi^  ^  e  4^ir  oJ|p  di  olive  «  ap^- 
ipialmente.cQir^iato,  <M1  ctAoKf,  Ulaasa  #lpi|n«  i^oi^ci^  di  ^«af» 
«te  sol^sÌAoi  fuUa  lingua ,  agli  para  siano  i^  sulW  prime  ia* 
•ipi^^A.pvA'l^oco  st^ta  si. ac^e^dlt  ^o  brirpìpir^  nfil^  boc/ca 
0  npiìU  faj^pi,  dia  seguila  pe^  alciH^e  Qfp„pxespapdo,4i  vio*^ 
lfnal^  p  .d9o49  ÌA,.àiMtlc||f  .<;MQ.9r><Ìoe  4  mmfi^  f>  ^^^Hor  M 
#oinaione  d<^ir^^d«ri9a<pall',9lip  di  tfremc«ting.  cipipcepu^tt 
€qì^f{  fìf|ip<vaiÌQae ,  ,deata»  au-^ipicciata  aiillf.p<lle«,unf. ci;uv 
yionf  pvMplqfH  lu^alpg^a  qMfìUi»  cUe  ,yi  la  gfirv^^g^ra  Tv»* 

mfic..,  Jfifmp  yfcm'\\m  gti  ff>iip^U«.p  .pf^ViiAJiJio  quindi 
Aopu^  e^i^wfiiipi^  ,  con  spmp.^di  #r«tp  ^\om  f  pnifilo  a] 
nuo.  fiif^  pfsjira.a  aWi9/9P|^f^  i  semi  ili  .pohfM  <fìb«  «i 
]dispaf:de  nall'  i)fa^OBfera.,,,é  ^fjui^  di  . v»ol«J»tQ..  ivrifa^wiS^M 
dalla  iiMdiibr^tia.  ini|«Qsa...4el  was^i.^l  che  anggesinQ^  i)<>pr«'» 
^at|o  .f|i /^a^pa  diligieiktameiite  T  inàlMmpa.  r^.Qiiqm  Q 
Aai  iptapi. dal, iiudQHo.dc4  sf»^  ,ÌQl^odotl,i  nei)p.,iHf]kin^P9. d.i 
pp  q^fc^t ,  MnoP  sempra  m«fyoiBala  abb«nda;!4i  scaripameaii 
9  cu|]M  di  unf  o  dna,  ore  «  ^.  aoTep^i  inc^.pi^  pn^fflo,  Qli 
fta|8i«  affetti  ^  f^^o  otian^U  da  upa  q„4nf^  ^o^cia  di  glia 
l|i|4ie»t^ialji  tingH^^y  oJipjr^i^J>«  «el.  vf^9-  ^Mftii»^  qi:ovo«9 


r85 

il  ToittitOtie  iioD  iù  àom  eoeettf fi**  Aheanr  «teinali ,  pr«M 
ìm  dote  di  olio  tufficienle  a  prodoiro  l^effecie  ^urganle  in»» 
ffirono ,  ma-  aoo  motiraaono  4nuici«  di  infi«aimftEÌon«.  ^mm 
L*  uMervasioBe  lia  pr^Taio  1^  olio  di  CootoD  «Mavc  il  oM^ore 
^purgalÌTO  pei  eATalli  »  opetando  Mao  con  eguaUtà ,  e  seova 
caoiar  dolori  o  irricaoiaiilo  »  aiccooo»  fanno  i  parganU  aloe^ 
4kui,  -— Sa  r  asparienaa  eonferna  la  prarogattre  -  ana^atA 
•Ila  lioittra  aleoolioa  dal  dote.  Pope^  «arlA  egli  è  cba  deat« 
«diverrà  ben  presto  di  nao  geoarale ,  non  aolasieaie  per  ra- 
glone  di  ecooomia  e  per  la  laeilita  di  graduarne  le  doai  , 
ina  ancora  perché  Aedo  eapoeia  alle  sofisiioazion  i  deli*  o« 
lio  iftleaao  di  Croton. 

Di  una  muova  varietà  di  gnuHdmma  extr^'UMérimm^  di  Git* 

BBBT  BaitCBET ,  M,  D.  eco.  ece,  —  Tré  varietà  di  gcavi^lanaii 

extra- uterina  ai  oonowono  dagli  aaatomioi  ttod«i^qiy  lagna* 

ffidàMMa  vtmiraie  «  neUa  quale  i*  embrione  aia  nel  .cavo   ad« 

dominale  i  e  colle  sne  membraae  «ontrae  edeiioiti  eolia  vi* 

Boere  e  col  petitonen  4  k  §tmfidamtaiiéUe  m«^'a».ov«'il  fcio 

ai  avolga  neU'  ovaja  \  ìm  gratidanta  dèila  tromba ,  ove  TeoHj» 

brione  ti  arreaia  in  qnealo  canale  e  vi  prearde  no  di  verso.  BC* 

cretoÌBBento-,  aacando» diverse  oirconianae.   Oltre   ^asie.trB 

varietà  ài  gravidansa   ctttra*olerÌBa  >  il  aig.   Bre$ehM    creda 

ai  debba-  ammetteme  una  -qoana, sotto  il  bobm  di'  Grmfidium 

■in  €hari  iubttamtia  ,  nella  qaale  il  listo  sta  rinchiuso  pel-pB** 

Mnciuflsa   istesao   dell'  utero  $  se  non  che  una    ciati  ki  sept* 

ra  ^lla  sosianca  del  visoeoa ,  coma  «vvtinne  dei-  corpi  strB« 

nieri  iotrodoiti-néi  teas^i  «irganici'^  e  come'^articolanDentB 

si  omerva- nella   idatidi   ed  i«*aloapii  altri  aoahu.   Nessana 

eomonicasioiia  ssnaisie  tra  la  aavità  eontenanceil  fittO'  e.ltf 

cavità 'dall^  addoase  e  dell-  u|ero<  Wautara^tha. osae^ato  qua* 

ata. speci»  di  gmaidansa  aterina  in  una  prepara i^aoa  anaio- 

mica   avuta    in  danodat  ^ats.  B^ihmàm  ei^uìe»^'  la  quale 

'prbparaaioae  risguardava  ad  una  detona,  la^qaale,  dopo  %•• 

Ter  (trovato  le  solite  impartnne    seniacieìni  ehè   aecompa* 

gaa'oo  la- gravidaosa ,  Il  dk  10  éi  giugno  f8B3  vanne  asaa^itft 

da  vomito  e  da  acuto  dolere- nella  éegi<Me  ipogastrica ,  rhm 

ÉÀ  escendeva  al  reuo   Era  altresì  iróvaglieM  ^a  fVsqaenià  de« 

lifàlà  di  BQtmo ,  e  da  un  Benso  di  fcneihlB^  «deboktta.  L' B^ 


i84 

» 

•petto  e  le  labbra  «rane  pallide ,  piceiolo'  il  polic^.  Raeeo^ 
^■addato  il  ripoao,  le  fa  preaoritta  nna  miatura  antispaemo-* 
•éfoa.  Il  vanirà ,  ehe  ia  aalle  priaM  bob  si  era  aioatrato  do«- 
lente  alU'  eoaspreastose ,  era  addetao  diirenalo  seatibilissinio. 
j^aplorau  la  donna  per  la  Tagiaa ,  si  seuoprl  ohe  r^'utero  ai 
era  ingrossato ,  asa  con  nessnnp  svolgiasento  '  deUa  cènrioe. 
LMo^Brma  dichiarava  d*  essere  gravida  da  €rr  'asesi.  Si  ap^ 
plicaroBO  reati  sangniaugbe  al  ventre,  e  poscia  delle  calde 
Rasenta.  Tatti  i  sintomi  fonasti  crebbero  a  dismisura  t  o"  Ja 
donna  il  dk  ii  mort  ,  lasciando  i  medici  nel  dubbio  che 
fosse  morta  di  flogosi  sub-acuta'  del  peritoneo ,  o  di  rottura 
di  alcun  grosso  vaso  sanguigno  nella  cavità  addominale  e 
^ella  pelvi.  ««•  Apetto  il  ventre ,  nei  cavo  deUa  pelvi  si  tro* 
«bon  abbondante,  stravaso  di  saagu«»  ia  parte  liquido,  iu 
parte. rapp^bato.  L'atero,  quantunque  crosciato  di  volume^ 
non  ai  era  innakato  al  di  .sopra  del  margine'  della  pelvi  'f 
nel  di  Ini  Ioado ,  verso  il  lato  ainiatro,  stava  una  rottura 
«he  coBiprewleva  il  peritoneo  e  la  sostaoca  ceUuIare  del 
viscere  »  sensaparò  che  la  rottura  aresse  aperto  veruna  co. 
nanicasione  tra  le  oavitii  dell^addome  e  dell*  utero»  siccome 
fi  aves  in  sulle  prime  suppotto.  Per  >  quella  tacerasiooe  pro^ 
taberava  un  fato  ftoefaiuso  nelle  eoe  membrane^  L^  ntéro , 
•vento  lalitngheisa  di  cinque  a  sei  pollici,  e  la  larghessa 
dt- quattro r  preeeniave  uaa.oavtftli  soÀ&oeote  a  capire  un  ova 
di  gallina.  Era  •in;esao  un  poqo  di  mucosità  o  slbame,  a 
«na*  OBcorfirana  »  «e^oaente  la  membrana  decidua  deU^  JSfitii-^ 
ler.  Le  pareli:  dell'  utero  aveano  ona  spesseasa  di  sedici 
a  dioiotio  linee  y  ragion  per  ooi  ^  quest^  organo  era  pid  vo* 
lnaainose  db»  non  seale  esaera  in  istato  bob  gravido*.  Sane 
erano  le  ovafe ,  ■  le  leombe  faUopiana  destra  obliterata  QeBe 
sua  metà  supertoie ,  e  la  tromba  sinistre  afVatto  ostratte  peR  ' 
tuMa  la  si»a-  kmgbeasa.  Ed  in  varo  »  ad  onta  del  più  dili-s 
gente  eeame  anatomico. non  fu.possibiledi  sceoprireil  di  lei 
eaaale ,  né  vi  si  è  potuto  collo  scbisaetto  injeltare  alcun  liqai» 
de  yv  però '',  aperto-era  V  inferiore orifisio  della  tromba. neiraa- 
gelo  uipcrioce  e  s>eislfo  delia  cavità  deirutero,^e  questa  cavità 
era  molto  pih  .ioferiors.  della  cavità  contei^ate  il  feto.  La^ 
citti^  iii.oais|avft.i'eaibiisattr»  ami  fturmau  aalki  aaataBsai 


tSS 

^el  fondo  dcU*  utero  9  sopta  P  iosenloaé  della  tionbt  Mio* 
piana  mistra.  Detta  eisli  «on  era  yestita  da  «Icona'  mea»- 
l^rana  ,  eguagliala  la  'grotfie«aa  di  'qb  oVo  ì  è  aMa  >  soa  *  fa^ 
perfidie ,  die  era  aitai  inègolare,  ai  seorf^ano  le-boeboeicta 
di  nuBB erosi  vasi ,  o  seni  oteriDÌ ,  nei  qaali  ai  vedetaoo  al* 
-cnat  filameoti  Taaoolari  o  petfìMflK»  che  foittiaTaao-t  radi^ 
«lent»  della  plaoenta.  H  «raoieaso  ohe  dividefa  qaeeu  oatriià 
ééV  Otero ,  a^ea  Ja  tpesiesaa  ^k  meaao  pollioe ,  se  noo  «elio 
la  portioBO  aoperiore  dèlie  eoe  'pareti ,  oioé  la  parte  corrt^ 
opondente  al  fondo  dell^ utero,  neHa  quale  avea  avuto  lloogo 
4a  rottura ,  non  era  pi^  spessa  di  die  lioeei'Non  di  «meiio.; 
•Ila  era  eTÌdentemeote  foiaiata  di  dóe .  parli  distinte  ,  vaia 
«  dire  ,  del  peritoneo  e  della  eoatansadell^  utero.  L'aotora 
fa  qoest^  osservaaiooe ,  a  motivo  '  che  aleunl  Mola|^  ^  p.  m, 
ài  ÒQUé  Caru§,  sono  di  opinione  ohe  in  questa  specie  di 
^aTÌdansa  eatra^nierinà  V  ovo  slogga ,  m  ai  allodi'  tra  il 
peritoneo  e  l'utero.  —  Mcila  aosisnsa  dall' Otero  eirooonpo^ 
ala  alla  eisti*  ai  notavano  nomorosi'  vasi^  indiali  'eii|s'tyt  ai 
^ra  fatta  aasai  operosa  la  etrcolaaioiie;  neasana  oomataioa'^ 
•ione  totiavolta  asistevo'  tra  la  earitli  o^ntenenfe  il  feto  e  la 
•cavità  deiP  Otero  ,>  propriamente  detta.  ^'— II' <feto^  eolia 
««abrantf,  era  lungo  aianni  poUioi<  liO  aafMr6cie  esterna 
del  chorion  ,  invace  ài  ona  'aegolare  placenta  y  offriva  in 
moltissimi  punti  dei  ceailedoot  attaccali  al  ohorioo  da  luoghi 
peduncoli  ;  ordinamento  analogo  a  quello  dell*  ovo  n  agir  noi* 
mali  rominanti  :  anai ,  noo*  di  qne'fascetti  di  vaaeoiati  pen- 
nelli ,  una  specie  di  eotilidoue ,  serviva  a  raanaodam  *  l' oto 
colla  madre. 

Il  dott.  3feaeh€i  aoggionge  asaèrgU  «tato  partecipato  ott. 
#aa»<analogo  dal  doli.  Aàèmrt  >  'di .  Arema.  Una  signora,  gaa» 
Vida  da  tra  mesi  (  cotk  scriveva  quel  ceiohre  medico  /trop« 
pò  immainramento  rapito  alia  seienaa ,  )  levatasi  in  perfetta 
Minte ,  era  stata  eoha  improvvisamente  nel  amttÌQo  da  vio<«> 
lenUssimi  dolori  ulP  addome.  Alla  prima  visita  »  il  dottoro 
Jilbera  avea  avuto  4MMpeuo  di  gravidaozu  eatra^otarina  » 
•  credeva  ohe  i  «iatomi  risokassero  daUa  rottura  di^a  tromba 
CiUopiana  i  o  di  una  eisti  contenente  un  feto.  Poche  ore  do* 
po^  egli  itbfò  k. donna  pallida  «  fredda  :ooflM   oaidavaro  ^ 


I 


t«6 

U  Ubbrli^c<d<»tÌ4Mto^i|^kift«9ieiili,'pìeoibtit^ 
.«tv»  sili  fiMco.'ilbiìMiile  «ii  cAlaia^fl.  DOB- bgsavMi'se  bob 
^p^ndO'  TftMta  ciUiieilft  ikl  #••  iMitirai*  A«cepiunr«  ,di  •▼«r 
«^ìferip  étiooiaiiiM  4«lori  di  vm4m  ^  ttgMVUBeate  atta 
|{io»e  ««ilMllkiftk  I  i  qntli  iMori  MgsHaroiia  fine  m  sci 
detta  Mn  »  f^qniiidi  ccttarotoo^  poco  aUota  T  imhtmm^  moii- 
AperUnw  il  corpo  .«ctotiqiMMIt*.aH  idapo  k. morte,  allm  p*»- 
OfBsa  dei  doiioci  ^Aeiid,  padn  •   %ya  »   «i   scoopri   uoa 
rMrtora  «cU^  nleno  «  per  la  qoala  il  òe«  C»lto  strada  no  pic^ 
cioliissiiiio  leto«e  «ella  Isitara»  .eoo  «ni  il  dou.  Miers  lOf^ 
gaagliava  il  dott«  JlrifeAai  di  ^asio  éaso ,  quel  mcdtao  rai»- 
oaentava  dia  I*  ovo  si  «aa  sviloppoto  io  aiodo  straordioario 
Mila  soAaoaa  ddfotaro»  a  elie  ooo  avea  potato  rtOTaniro 
oooMoieasiooo  ti»  k coisti  e  la  cavitii  aterioo^ 

AUfo  esempio  no»  dissimila  .{lai  praoedeoti  è  ricordato 
dal. prof.  Sàhmkt^ntìU  MenKme . dall' Aooadeima  GtoCeffioa 
>4i  Vieona,  pel-  i8o«.  JUmi  donoa  di  a8  asni,  aivaa  felico- 
loeDle  *poBlorito  p^^n  <pmttlo  volte.  Direoula  iaoiou  la 
^oiota».  noD'iia  potato  portare  il  Initlo  oltre,  il  qointo  mese. 
hm  donna  anaa  amwpra.  gadoto  ottima  salate ,  aooetlo  nel^ 
Tnltima  ^eatàdanaa». nella- qnala  ut  4rava^au  da  laniero 
isteriamo.  Ua-mMae  adlMnoìroa  peima  di  morire»  .uumata  da 
«n  l»raira  vjai§io«  £u  paasa  étt  nn- sanso  di  dolpaa  o  di  peno 
allo.  Btomoioo  ;.  il  qnala  dolere,  a  capo  del  decimo  giorno^ 
•i  aggtnnia/il  nomitow  L' iofernia  non  voleva  credersi  incin* 
«a  f  stanlaah^  ia  le»  segaitavono»  i  .poc^aaMnti  Innari  ;  ooen 
«he  non  èa  40t  aaoadnta  netto  paanadenti  gravidanse  {  ni 
provava  le  sensasloni  che  provato  avea  negli  altri  ooocapi* 
asceti*  Aperto  il  corpo  y  si  trovò  gmn  copia  di  aangoe  nel- 
rndd/aasa  $  -V  ateio  em  alqaanio  awdnppnto ,  «  pie  grosao»  dal 
daatro  ohe  dal  sioiitro  iato*  laqnaUa  vi  avea  .uan  lacera^ 
aioot.  (La*  4>antià  .-dall' otgaao  »  aaatita  di  onn-amaBbrana  «ve!-* 
Intata  »>  non  onm  ani  e  ava  «ol  aoeoo  «ia  cni'Stava  il  *  feto.  Il 
aaaoo;erési  fonmto  Knella  sostanaa.  inrepeia  dall' ataro,-  ìA 
feto  paravntdi*  sai  •aeitimane  .air incirca.  L'  orifiaio.i ioteraa 
daUa  iraanhà  iisUopiaaa^iesim^efa  afiattoduoso  ,.ma  nper* 
tO:qaello.daUa  tromba.  ;siniatra.' 
,  ^Vm  €Mso  nnlogo  é  fifanto  dal  pio£.  C^nu/aidla  tOitimo«^ 


Miltft  4el  Mg.  Medrkh,  Ub«  conlkdl«#,  1)1'  35  amii ,  mwdt9 
4i  ire  figli  f  e  che  inolivi  avihrft  falla  do*  f aborti  >  credéTsd 
ÌA«iat*,»«  HMliTO  ehm  dar  ti«*in««i,  oon-era  pia'  n«stnia|«i 
'foraala  «ai»  éfTB.  dai  l«iKOit>»  fii  pceaa.da  colica ècùtiasiiiit, 
cwk  TPOiko»  aisie  apdcot# ^  p»HideaaA  tli  aspetto,  iNrividi  »  • 
paratisia  pafaiale,  che^alteroiva  con  coaRralftioni  i  aÌDioiif>, 
elle  ai  aggravaroDO  sì  rapidamente,  «be  Ift^denoa.  «aeri  il 
4ì  aegne^te.  Si  iroTè  d  vcoue  cfpieoò'  di  taegue  e  rniertf 
orecciiitt^  di  Toiuoiet»  na  <  voto  ;  'il  «loiido  di>  ^eei^  oriamo 
era  a  Uv^Uo  del  mMgine  dèlia  pelvi.  D%k  lato  destro  nulla  ai 
iftoiò  fworcbè  tw  idatide  delk  groiaeasa  di  mia  noce  ;  nel 
ministro  yl  ave»  una  rubiconda  promkienjca  viochis^ma  éi 
Tasi  saogajgoi  che  ie  davano  r^aspcftlò  di  poa  nsembtana 
iafianunata.  ideila  promineiiaa  si  •cooprirono  due  rotture 
^9€ÌÌU  parie  piii  aoitile  deircaos^eeti,  petf  k  cpali  aperture 
si  entraya  eoo  una  tasta  itt  una  cavità  saccata  contenenio 
un  [embrione  di  undici  o-  dodici  «esimane  ^  io? olio,.  coa»# 
al  soiitoj  n.eU^4^inpios  e  nel  chorion  ;  sulle  membrane  si'v«« 
davano  éiatiolamente  1  rndiiìieoti  della  placenta.  Il  sacco 
^bfl  conteneva  V  einbf«ooe  era  al^èo  separato  dalla  cavità 
prepvia  dell' ntefio  4  il  quale  orbano  erapiii  grosso  elle  sello 
•tale  «lon  gravido ,  o  vestito  di  una  ovembrana  spagnosa'^ 
obe  ai  4eene  quale  «nodìBcazioìM  della  membrana  deetdoa; 
Boll- ostante  le  pib  diligenti  .ricerehei  non  etèjptfinto  scno- 
'  piire  V  orifiùo  .della  ircunba  fallopiama  ainistra ,  la  qnale 
fua  intiarameme  eblitenta  in  tolta  la  sua  luogheaza.  •*» 
«  Memee -stava  per  pobblicare  la  presente  Menicri»,  m  è 
cadoAOijoU'.ocebio,  soggiunge  il  sig.  £re«eAet,nn  libricdóe* 
lo  ^el  quale  si  narra-  un>  etfso  .analogo  «a  quelli  di  cui  si'  è 
ftaora  parlato.  L?  antore.  ba  ceviamen ter  preso  equivoco  soUa. 
salura  della  ave  osservasioneu  Una  gtovine  di-  a3  anni ,  gin'* 
vide  per  la  prima  volta,  benev conforinata  >di  corpo ^  di 
temperamento  bilioso  »  e  abitnalmente  taciturna»  venne  ri« 
cevnta.aell^xispedide  il  5-  di  igiugno  agai.>  £Ua  si  mantenne 
iBtbuana^àalnle-  finoc  «erao  il  17  ,  quando  fu  presa  da  éomi-* 
lo.  le^iero.,  PaiBeva  stasse  oelt*  oiusro  mese  di  gaavsdansa  , 
a  tale  era  pure  la  xredeaaa  dalla  giovane.  La  eerviae  t«t-^ 
U.i[ia <llia»ieJM%[a  la  aanjik  Jaàghataa,.  e..r.o0liclo .  «on  era 
sensibilmente  dilatato.  Il  18,  al   vomiio   seguirono  deliqui! 


i8B 

^ianìflid  •  polli  pfoeME  «^frtqmiitù'L^aidottey  6««  ftro^ 
^miM  dolori  laoeJoftoli ,  sombisv»  oontaoera  qaelche  teoia  ài 
piti  di  un  ateco  |;im¥Ìdo/^  dav«  alla  uaiio  II  «anto  di  un» 
oaciofa  flaltaasìoBa.  Interrogata  l'iofaràiia  oirca  la  MÓt  «lei 
dolore ,  accennava  sempre  il  oolla  •  la  «palla  destra.  I  «fu» 
V»nit  'beli  toaio)  ti  «ggravaroao|  i  polsi  ai  feeero  deboit)  la 
iapofficie  era  ba|giiataidi.fraddfr  nid«re  ,  a  4 '  aspetto  indièft^ 
va  ««steemo  •  perìcolo»  Passò  la  notte-  io  afoaU  ;'  e  ia  «torte  ,* 
praceduu-da  delirio,  segai  *Ja  mattiaa  del  dk  ig,  li  chirar^ 
go  dell?  ospedale^,  écoertaioii  ohe  il  parto  non  poterà  effet* 
fuarsi  per  le  ^e  '  natarali  f  iasprese  1*  operasione  eesareai 
Aperto  raddoaae,  saooprì  aa  feid  io'  ^eaia  cavitale  il 
aapo  per  il  primo.  Tolto  il  feto ,  ìaaieDe  eolla  placenta ,  è 
tolti. moHi  gromi  di. sangue  che  ooprhrato  i  grossi  intestiol, 
^de  aoa  anipia  sottura  nelg^do  «dell*  utero  ,  il'  quale  pre-^ 
aantaira  uoa  notevole  singolarità  de  conformastone:  '  Infatti  , 
questo  ,TÌsoere  formaTa  due  caditi  ;  situata  l'ona  sopra  del^ 
r«Ura,  e  sansa  alcuna  oomnnicasione  tra  esse ,  titane^coo^ 
la  consueu  relasìone  colle  pareti  della  pelTÌ- «  «olle  visaam* 
•ddom  inali.  Lo  sparti  mento  anparìorc,  contenènte  il  bambino/ 
4iconpava  il  fondo  deil^  utero ,  ed  em  di  forma  triangolare.  I/ff 
foe  pareti,  n^lla  parta  rispondente 'alla  rounra,  erano  sanili 
^  membranose.  Le  labbra  della  ferita,  Instagliata,  «rànb  qmr 
e  là  di  «oiore  oscuro  :  la  parte  inferiore  di  questo  sacco  straor-^ 
^nario^era  separata  dàiraltrnda  «n  diaframmate' deHn  spessttf-»' 
sa  di  messo  pollice*  JVon  er^vi  traccia  di  comnaétasilMie  tttf 
le  due  eaTÌtà.II  legamento  largo ,  la  oea^.  e  ie'  trowbc'^di 
mi  lato  differì  vano  nella  loro  poslsiooe  da  quelle  dcU^  altro. 
.  ^A  destna,  òccuparano  V  angolo  snpàsiore  di  questo t  doppiò 
nutro  »  il  quale  ,  vcdoto  esletnamenie  ,'èvna  rnspcit#  diurna 
utero  ^sotto  comuni  circostanae;  a  sinistra ,  arano  collocato 
qnas.inal  centro  del  margine  sinistro  dell'. ntetq ,  e  nascosta 
nella  cavità  .della  pelri.  Una  linea  tirata  tra  questi  due  pm»» 
$i  d*'  iaaersione ,  corrisponderà  esattamente  alla  divisiona 
'/  delle  due  cavità.  La  superficie  interna  dal  saaeo  fetale^  'eni 
precisamente  simile  a  quella  dell'  utero  dopo  il  pano.  'LA 
placenta  era  abbarbicata  posteriormente  >e  ìnierioraBentéviA 
«odo  nbe  il  tmmesso  oonifiboivA  «kwa  obctlla  Ma  IbràM- 


«89 

«Mae.  T^Atonli  tfHliKi  \è  catiiA  |Vropri«'  cleH'  merb^  e  della 
Tagìna.  Col  messo  .<del  sipario  testé  descritto  ,  la  oaTÌtà  uterina 
ara  saparata,  superiormeote  «  dal  sacco  letale  ,  e  cotouniceva  ' 
.tmicamaD^e  colla  vagina.  Alleane  pareti  aderiva  debolmente 
una.  specie  ài  membrana  adiposa.  «^  Il  feto  ,  di  sesso  fem*  ' 
ininile ,  pesava  soltanto  quattro  libbre  e  messo  f  V  ombelli- 
cq  non  corrispondeva  al  messo  del' corpo  j  il  <!fametro  lon«» 
^itadioala  del  capo  era  di  tre  pollici  e-  un  Iquartò ,  e  il  tra* 
8,versale  dà  due  pollici  e  messo.  La  placenta  avèa  una  cir- 
jconfereoza  di  venti  diie  pollici,  e  tre  linee ^i  spessessa.  La 
membrane  assai  consistenti.  » 

,    Provata  con  questi  esempi ,  forse  i  soli  'abe  si  conoscano, 

la  eaistaosa  di    questa   specie   di   gravidansa   eitra-uterina^ 

quale  ne  -sarà  la  cagione  e  il  modo  di  sua  formasi one  ?  Sei 

ipotesi.,  dice  il  sig/  Sreschof  ,    si   aoao    proposte  :   «'  Prima 

tipptesi,.Si  è  supposto  cbe  in  questa  specie  ài  gratidaiisaez- 

4ra-aterina,  le    doe  ova  individuali  risultanti  dallo  stésso  con- 

ccepimento  «  entrassero  1' uno:  nelP  altro.  Bea  oltre  venti  casi 

^ono  regisirati  nella  storia  medica  di  feti  cbe  svolli  si  sono 

i|i  altri  feti.  la  uno  dei  più  recenti  esempi  ,    gli    avanzi    di 

un  feto  si  trovarono  nello  scroto  e  nei  testicoli  di  un    neo* 

nato;  ed  bo.  spesso  focon^rato  di  colali  frammenti    nelPad» 

dome  di  bambine  di  alcuni  mesi  di  età.    Però  ,    impossibile 

^glt  é  di  stabilire  qualcl^e  analogia  tra  questa  specie  di  casi, 

.e  queSi  cbe  formano  il  subbiato  della  presente  Memoria.  Nei 

primi  non  è  propriamente  un  bambino,  ma  sono  pìiiltostò  gli 

;avansi  di  un  feto  cbe  gli  anatotnici  banno  trovato.   Mentre 

^ella  gravidansa  eitra-uterina  dì  cui  si  discorre,  Pembrio* 

ne  o  feto  si  é  sviluppato    regolarmente  ,  e  la  sua    morte  bà 

preceduto ,  o  susseguito-  quella  delia  madre  Qua»i  tolti  que- 

•ali  feti  B^  inr  outraroBO  in  donne  adulte  cbe  aveano  fatto  di- 

"Versi  iiff)i  ;  e  fion  solamente  il   bafubiDo,  ma    le   membrane 

a  la  placenta  erano  formale  nel  modo  il   pib   a.cconcio  per 

sostentare  la  vita  fetiile.  -^  Seconda  ipotesi.  Alcuni  che  non 

b^no  avuto  1*  opportunità  di   esaminare    questa    specie    4i 

gravidansa  f  hanno  supposto   cbe  Povo   fosse  passato    lungo 

la  tromba  fallòpiana  Sol  corpo  deir  ittero  ,  di  -sotto  il  perito-^ 

aeo  i  ma  cib  affatto  errane amente ,  atantacbè  V  osservationf 


ha  mostrato  ecterc  U  ponion«^  eitisriòre  ddle  ptreti  dal  Éttò4 
eo  feuU  coperU  bensk  dtt' peritoneo  i  mt  forum ta  ^roprit^ 
tteoto  da  uno  strato  di  tostanza  utada».— ^  T^rsa  ^oteti^ 
^on  si  potrebbe  fender  ragion^  della  genesi  delle  ^oe  cavità 
ttlerine ,  e  della  presènia  di  un  fèto  nella  KUperiore ,  aiii<& 
mcitèndó  r  estatonxa  di  un  traoietfo  oriatontale  /  incompleto 
ohe  dÌTidn  V  utero ,  e  ehe  eoi  tempo  si  faeeit  completo  ,  o 
eost  impedisca  ogni  comonlesiziokié  tra  la'  caTiiè  superiore  o 
letale»  e  l'inferiore  o  vagiiiale f  Giota però* notare tton  avervi 
alcun  eiempio  di-  utero  partito  da  un  diaframmate  a  angoli 
retti  coli'  asse  loogitudinale  dell'  organo.  Gli  iMcri  bicorni 
nono  ài/fki  nel  meèso  i  ma  tempre  paralellamenta  all'  asse 
loogitod inalo.  Se  avesse  esistilo  qualche  apertura ,  se  ne  sa* 
rebbero  trovata  dello  Iraccie  ;  ciò  ehe  non  é  mai^ccadtrto* 
w^  Quarta  ipotesL  Noi»  sarebbe  egli  possibile  ,  che  la  parte 
inferiore-,  della  tromba  falbpiana  fosse  stata  obblilerata,  • 
che  r  ovo  perveouto  alla  parte  cosi  ostrutta  »  si  fosse  aperta 
la  strada  nella  sosia  osa  d^'  utero  mercè  I'  in£ammsrsione 
ehe  in  detta  tromba  avesse  accesa  ?  In  tal  caso  l' ovo  sareb* 
be  in  una  condì sione  consimile  a  una  palla  lanciata  ne 
corpo  da  no  arcbibuigio»  la  qaale  ora  è  condotta  alla  so* 
perficie  ,  ora  arriva  alla  cavità  di  qualche  viscere  mediante  il 
processo  di  una  inSammasiooe  espnlsiva ,  che  le  piredispoiia 
a  strada  e  la  chiude  dietro  di  lei  a  misura  che  va  avaor» 
a  andò.  L'  obliteraaioae  e  V  ingrossamento  della  paéte  ioferio» 
re  della  tromba  fallopiana ,  sembrano  dar  péso  a  questa  con- 
*fbiettara.  Però,  io  inclioefei  a  atinbnire  1'  obliterasiooe 
4clla  tromba  a  ona  flogosi  che  precede  la  discesa  dell*  ovo  , 
#Bsichè  ammetuiie  resistenea  di  questa  obliteraaione  prima 
del  concepimento.  •—Una  yici/ir«  spiegasiooe  di  questo  fa* 
nomeno  si  potrebbe  trovare  in  una  particolare  conforma^ 
alone  della  tromba  faUopiane.  «Noto  egli  è  che  alla  parte  in- 
lerlore  presso  f  mero  ,  sitir  iaierao  <dì  quel  canale  bau  novi 
le  bocojiccie  di  diverei  ae»!  vaécoUrt  Ora^  moo  sarebbe  egli 
possibile ,  ohe  V  ove  potesse  gsadatamente  dilatare  1'  orifr^ 
aio  di  ano  di  qoe^  seni  ,  e  ehe ,  incessanleasente  soepint* 
dal  moto  peristaltico  della  tromba ,  1'  oro  formasse  a  sa 
aletio  una  cavità  nella  soatassa  dell' mera,  teraa   il  di  lai 


iùùiò  »  iuvttdè  di  pìf^re  Bella  cavità  delP  ntflt»  ?  La  lrom« 
be  fallopùne  non  teminano  aOa  parta  etlaraa  •  aapa« 
riore  dalP  utero ,  ma  penetrano  nella  eoitanta  dell*  orga« 
no ,  come  gli  aretari  neUa  Teacìea.  Ammesta  la  pouibilità  di 
qnetto  accidente  ,  si  scorgeià  cke  Toro  aon  avrà  dm  «a 
breve  tratto  da  perca  nera  per  entra  ae  nella  eoatanaa  pro« 
pria  dell*  utero.  •—  Sesim  ipo$9$L  Ceraando  nfìone  del  ino* 
Rimno  in  ima  mala  «anformatione  or^niea,  T analogia,  nel<» 
r  esempio  di  alcool  animsli  »  ci  presta  a«gomeo|i  per  atan 
altra  spiegasione.  In  molti  noamAal^^  V  utero  é  cei»nto»  cioè, 
diviso  ìu  due  da  un  tramezso  ».  e  il  corpo  dell*  organo,  è  sa* 
pereto  in  due  distinte  csvità.  1  Monotremata  ,  gli  Ornttho- 
ijmchi  ,  e  i  Didelphi  sono  esempi  di  qaesto  ordinamento^ 
il  quale  sino  a  un  eerto  grado  si  può  redere  altresì  nelP  n^ 
taro  del  feto  nmano«  e  in  quello  delle  neonate  bambine.  Ciò 
ho.  io  stesso  psservato  pia  volte ,  e  non  è  gran  tempo  cba 
il  sig.  DumerU  ha  nel  colpo  di  una  donna  scoperto  nn  u» 
fero  doppio ,  Tale  a  dire ,  un  utero  nel  quale  la  cavità  della 
liscerà  y  si  bene  che  quella  della  vagina  erano  dirise  da  nn 
diaframmate.  Ora ,  non  sarebbe  egli  possibile  che  in  un 
ntero  sifiTatlq ,-  co  (rabido  il  feto  ili  una  delle  cavità ,  avessa 
a  distenderla  e  col  suo  sviluppo  comunicare  un  cotal  movi<^ 
ifento,  fi  diaframnmte  che  da  lon^todinale  potesse  divenira. 
trasversale?  Però  ,  ;  la  suppo^isione  ohe  V  ovo  entri  in  uno , 
«|eg|i  orifisi  .dei  |eni  uterini ,  4  «.a  mio  aTvUo»  la  pi4  sea*. 
plice  e  Ift  piò  ammissibile  "•• 

TMtti  }  fatti  riferiti,  in,  questa  Memoria  »  seguita  il  dottor. 
Bmtìhet^  dimostjtaap:.!.^  Che  1^  gravidanae  eitrarnterina 
possono  occorrere  nella  spst^n^a  istessa  dell*  utero  y*  a«^Chf. 
in  questa,  come  in  tutte  |e  altre  varietà  .di  graTÌ^anta  estrar 
uterina ,  la  gestasione  perviene  lentamente  e  con  difficoltà 
al  periodo  ordinario,  ed  io  penso  che  in  questa  Tarietà  Tovo 
nel  suo  sviluppo  deve  provare  maggiore  diftcoltà  ,  di  quaii- 
do  si  è  arrestato  nella  tromba  fallopiana.  i.^  Che  ,  a  un 
'periodo ,  difficile  a  determinarsi»  ha  luogo  la  rottu«É ,  accom* 
pagnata  da  effusione  di  sangue  nella  eAvItà  dell'  addome  ^  a 
che  una  pronta  morie  ne  è  1*  Inevitabile  ooniegoensa^  4*^  CIm 
la  membrana  decidaa  esista  aeH*  nKBro   prima  cihe  ri  ptf^ 


J0« 

Ila  moflrfttd  ecMM  li  portione  egterìdre  delle  ptreli  dal  fM^ 
eo  fetale  coperta  bensk  daiperUoneoi  ma  formata  ^roprift^ 
*t»te  da  uno  strato  di  tostansa  utedta.  *«  Tertm  ipoieti^ 
IfoB  ai  potrebbe  render  ragion^  della  genesi  delle  ^e  carità 
•ferine ,  e  della  presènM  di  un  fèto  nella  toperìore  ,  am^ 
mettendo  V.  esiatenta  di  no  traoieifo  orlatontate  /  inisoaipletd 
•he  dinda  V  utero  y  e  che  col  tettipo  si  faecit  oooipleto  ,  a 
eoii  impediaea  ogni  comonieasiotie  tra  la  oariià  saperiore  o 
fetale,  e  l' inferiore  o  Taginale  f  Gioirà  però' potare ttoo  arefri 
alcan  efempio  di  utero  partito  da  utk  diafritfloiate  a  ftngoU 
retti  coli'  asse  longitudinale  dell*  orgaBO.  Gli  tfteri  bicorni 
aono  dirìtt  ael  meèao ,  asa  sempre  paralellamente  ali*  asse 
longitudinale.  Se  aresse  eaiatito  qoalobe  apertura ,  se  ne  si* 
rebbero  trovate  delia  Iraccie  ;  ciò  ebe  non  è  inai^ecaduto. 
9»  Quarta  ipotesi»  Ne»  sarebbe  egli  possibile ,  che  la  parte 
Inferiore- deUa  tronba  fallopiana  fosse  stata  obbliterata,  • 
cbe  r  oro  perveooto  alla  parte  eosl  ostrutta ,  si  fosse  aperta 
la  strada  nella  sosta  osa  deU*  utero  mercè  V  infiammazione 
ebe  in  detta  tromba  aresse  accesa? In  tal  caso  Toro  sareb» 
be  in  una  condì  sione  consimile  a  una  palk  lanciala  ne 
corpo  da  nn  arcbibogio,  la  qaale  ora  è  condotta  alla  sa* 
perticie  ,  ora  arriva  alla  carità  di  «fvalche  riscere  mediante  il 
processo  di  una  {niammasione  espnlsira ,  ebe  le  predispone 
A  strada  e  la  obiude  dietro  di  lei  a  misnra  cbe  re  araop 
aando.  L*  obliterasionc  e  V  ingroeèamento  della  pa#te  ioferio» 
re  della  tromba  falb>piatta»  sembrano  dar  péso  a  questa  eoa* 
*fbiettnra.  Però,  io  inclinetei  a  ettriboire  1!  obliterasiooe 
^Ua  tromba  a  ona  flogosi  cbe  precede  la  dìecesa  drlf  oro  , 
•Bsicbè  ammettem  resistenea  di  questa  obliterasionc  prima 
dei  concepimento.  «-Una  ^iatm  spiegasiooe  di  questo  fi»- 
nomeno  si  potrebbe  troràre  ns  ona  particolare  conforma* 
sione  della  tromba  fi^Uopiana.  «Neio  egli  è  cbe  alta  perte  in- 
ieriore  presso  f  utero  .  snir  interno  di  quel  canale  ba^inori 
le  booo^ceie  di  direrfi  sevi  vaécokiri.  Ora,  «on  sarebbe  egU 
possibile ,  cbe  V  ovo  poiasae  ^datamente  dilatare  V  orifi^ 
aio  di  ano  di  qne^  seni  ,  e  ebe ,  incessanteoMnte  sospinta 
dal  moto  peristeltico  della  tromba ,  V  ovo  formasse  a  se 
«feeio  una  cerità  acUasosuuisa  dell'Otero,  tersa  il  di  lai 


ifMiòf  iivrodè  dì  piMate  ntila  cavila  deira^amP  La  troni- 
he  fallopiane  non  teminano  alla  parta  efltaitia  a  aupa« 
rìore  dtW  mero  »  na  penetrano  nella  aostansa  de U?  orga<« 
w} ,  pome  gli  arcieri  nella  Tescioa.  Aamesta  la  posiibSUiit  èk 
questo  accidente  ,  ài  scorgeià  ohe  Toro  «on  avrà  elio  un 
breve  tratto  da  percorrerà  per  entra  ce  nella  loatanaa  pro« 
pria  detr  utero*  -^  Sosta  ipo$9sL  Cereando  ragione  del  ieuo^ 
meno  in  oita  mala  .conforaiatione  organica,  T analogia,  nei- 
r  aeempio  di  alcuni  animpli  ,  ci  preata  argomenti .  per  «Hia 
altra  ìipiegatione.  Ii^  molti  mamAal^  V  utero  è  cornuto,  ctoé^ 
diviso  iu  due  da  un  tramezso  ,  e  il  corpo  <)eir  organo,  à  aa^ 
parato  in  due  distinte  cavità,  i  Monotremata  ,  gli  Orniiho- 
rynchi  «  e  i  Didelphi  sono  esempi  di  questo  ordinamento^ 
il  quale  sino  a  un  certo  grado  si  poò  vedere  altresì  neiru-> 
fero  del  feto  umano,  e  in  quello  delle  neonate  bambine*  Ciò 
Jio.  io  »itHo  osservato  pih  volte  »  e  non  è  gran  tempo  cbe 
il  aig.  Dumeril  ha  nel  corpo  di  una  donna  seoperto  un  u» 
fero  doppio ,  vale  a  dire ,  un  utero  nel  quale  la  cavità  della 
viscera,  sì  bene  che  quella  della  vagina  erano  divise  da  un 
diaframmate.  Ora ,  non  sarebbe  egli  possibile  che  in  un 
Utero  aiffatlq»  entraudo  il  feto  ii|  una  delle  cavità,  avcasa 
n  distenderla  e  col  suo  sviluppo  comunicare  un  cotal  movi*, 
li^ento^  fi  diaframmate  che  da  longitudinale  potesse  divenire, 
Icasversale?  Però  ,  ;  la  suppoaisione  ohe  V  ovo  entri  in  uno  ^ 
«iegji  ori6ai  dei  pem  uterini^  è  ».a  mio  ayvUo»  la  più  scm*. 
plice  e  la  piò  ammissibile  "•• 

Tutti  I  fatti  riferiti,  in.  questa  Memoria  ,  seguita  il  dottor. 
Brestàetf  dimostlanp :.i.^  Che  le  gravidanae  eitrarnterine 
poasono  occorrere  nella  sost|n«a  istcssa  dell*  ^tero  ,*  3»^  Che. 
io  questa  ,  come  in  tutte  le  altre  varìetà.di  grayi^anta  «atra* 
uterina ,  la  gestasione  perviene  lentamente  e  con  difficoltà 
al  periodo  ordinario»  ed  io  penso  che  in  questa  varietà  Tovo 
nel  suo  sviluppo  deve  provare  maggiore  diftcoltà  ,  di  quaii- 
do  si  è  arrestato  nella  tromba  fallopiana.  5.^  Che  ,  a  na 
'periodo,  difficile  a  determinarsi,  ha  luogo  la  rottura,  aecom- 
pagnau  da  effusione  di  sangOa  nella  «avita  dell*  addome ,  e 
che  una  pronta  morte  paé  V  inevitabile  oonaegnensa4  4**^  ^^ 
membrana  deaidoa  esista  aeU*  utero   priàia  ciba  vi  ptf^ 


10?  ' 

Tenga  il  germe;  pereioeehè  io  4afi0te  oiSf  oet^hritioot 4«iei-^ 
•u  membfliane  era  drsttotafineate  forttstft  qavntanqàe  ot»Iit«- 
nite  fonerò  le  troabei  5.^  Che  la  neinbraiM  decidoa  no» 
appartiene  air  embrione ,  propr/iamente  detto  ,  e  che  non  à 
i^ttpeweabile  «Ha  «utrisione  del  feto  ;  6.^  Che  V  utero  può 
trilopparti  e  la  eoa  eaTÌtà  dilatar»!  leftsa'  la  preseosa  del  feto 
■el  so  Ilio  aito  f  7.^  Che  nella  specie  «mane  la  placenta  non 
è 'sempre  foranata  in  modo  da  oottltufre  una  massa  uniforme 
o  focaccia ,  ma  che  può  STÌlopparsi  sopra  diversi  pimiì  del- 
ToTO  sotto  forma  di  Tasoolosi  peniéilK>  come  si  Tede  nei 
fuminaBli  9  p.  a.  «  nei  solipedi  e 

e 

. .  .  (  Sarà  ooiUÙHéoio  ), 


'  IVViope  otservazioni  mila  china  tieoiorata;  del  sig.  De  Baa» 
«air.  —  Si  i  detto  altrore  che  V  illostre  prof.  Carminati^ 
avea  sospettato  che  la  co^ì  detta  china  bicòlorata  poteva  non 
essere  che'  una  scorsa  di  PUojra  (i).  Quel  dubbio  fu  con- 
vertito in  certexsa  dal  sig.  De  Bergen ,  il  quale,  avuta  dal 
aig.  Martiue,  speziale  in  Erlangeo  ,  una  mostra  di  quella 
china  bicòlorata ,  «  riconobbe  tosto  che  detta    china   bico- 

« 

lorata   era    precisamente  la  medesima   corteccia   conosciuta' 
sotto  il  nome   di  Pitajra  (a)  ;    scorsa  »  che   lo  stesso  signor 
De  Bergen  ha  provato  non  appartenere  alle  chine  (3). 


(1)  Annali.  Ko/.  XX XI fi  p.  317. 

(a)  Magaùn   der   AusUitnditchen   Literatur  d^r  gesammi, 
Moìlkunde.  Pfotfemh,  und  Deeemb.   i8a5y  p,  ifià. 

f    (^)  koMài,  Fol.  XXJLF,  p.  ^^X 


I 
i 


ANNALI   UNIVERSALI- 


FA  SCI  e  ÒLI  cxm— cxiv. 


Istoria  ài  un  Reumatismo  acuto  declinato 
dopo  tre  settimane  in  una  febbre  reu- 
matica perniciosa  letale^  del  dott  Gia- 
como Barzellotti,  P.  Prof  essere  di  medici^ 
na pratica  nelT  I.  jR..  Università  di  Pisa* 


Si  cui  ea  non  plrorsus  aVrideant,    , 
Liberum  sii  ei  seotire  quod  velU. 
Torri  ,  Terap.  spec. 
^  Lib.  s  ad  praef. 


D, 


EBiTO  di  Ogni  scrittore  di  medicina  pratica  e  cli^ 
tiica  medica  è  quello  pur  sèmpre  di  osservare  con 
accuratezza^  di  curare  con  accorgimento,  come  di 
narrare  con  precisione  i  casi  medici  fausti,  egualmente 
che  infausti  x:he  gli  offre  di  mano  in  mano  T  eserci- 
zio della  sua  professione ,  onde  ammaestrare  coi  primi 
su  ciò  che  ha  trovato  utile,  e  coi  secondi  istruire  su 
quanto  è  riuscito  inutile,  e  quindi  arricchire  la  scien- 
£a  di  fatti ,  che  servir  possano  a  compilare  i|  gran 
codice  medico-pratico  delie  cose  utili  da  seguitarsi,  di 
AwNAT.1  Fol  XXXFin.  i5 


194 

qaelle  ioutìli  da    trascnrarsi  ,  ed  anche   delle  nocive 
da  faggirsL  Religiosamente  a  questo    dovere   soddisfa- 
ceva Ippoicrate,  dandone  a  tatti  V  esempio  ^  colla  nar- 
razione esatta  e  precisa  di  tatti  i  casi  più  importanti  che 
osservava  e  curava  nella  sua  clinica,  e  certamente  pia 
infausti  che  felici  (i)^  onde  i  medici  non  avesser  ver- 
gogna o  timore  di    confessare    quello    che  non  aveva 
corrisposto  alle  4oro  premure ,  ed  ai  loro  voti ,  e  pre- 
stare ad  altri  argomenti  di  nuove  indagini  per  curarli 
con  più  successo.   £    forse    con   questo   intendimento , 
in    tanta  copia  di  casi^  che  servirono  a  compilare  gli 
aforismi  de  conoscendis  et   curandis   morhis ,  scriveva 
il  sommo  Boerhaave  due  sole  istorie  mediche^  e  tutte  due 
di  casi  infausti  (a),  onde   altri   incontrandosi    in    casi 
simili y  rettificar  potesse  la  diagnostica,    e  trovare ,  $e 
pur  vi  possano  essere ,  compensi  e  mezzi  più  sicari  ed 
efficaci  per  risanarli.  Propostomi  anch'  io   lo    scopo  di 
questi  due  sommi    maestri  ,   di    pubblicare    cioè   per 
debito  di"^  professione  quelle  istorie    mediche    più    atte 
ad  istruire ,  e  servir  quindi  alla  scienza  ed  all'  umani- 
tà y  mancherei  ad  una  parte  del  dover  mio  ^  se   i  soli 
casi  fausti  registrare  volessi  j  ed    avendo   fin    dai    miei 
|>iù  verdi  anni  di  pr^ica  medica  dato  esiempio  di  scri- 
vere e  pubbhcare  anche  quelli  infausti  (5),  cosi  dopo 


(i)  De  morbìs  popularìbus.  Libri  quirujue. 

(2)  Atrocissimi  morbi.  Hist.  i  ,  et  a. 

(3)  Parere  sopra  una  febbre  perniciosa  sincopale  in 
una  fatai  sincope  terminata,  Siena  1798.  E  Lettera 
apologetica  sullo  stesso  soggetto,  Siena  1799. 


iq5 
di  avere  narrati  due  casi  fausti  nella  mia  pratica  of- 
fertisi (0,  narrerò  quello  infausto  occorsomi  nel  set- 
sembre  decorso  (  i825  )  e  che  può  esser  tuttavia  di 
qualche  interesse  ed  utilità  per  quelli  che  esercitano 
la  medicina. 

Una  giovine  di  circa  21  anni,  di  grande  e  forte 
corporatura  >  sanissima  eziandio  ^  e  ben  regolata  ^  aveva 
sofferto  qualche  anno  addietro,  un  corso  di  reumati- 
smo acuto  ^  pel  quale  corsi  aveva  i  più  gran  pericoli 
di  vita.  Ricadde  in  questa  stessa  malattia  ai  3  dello 
scaduto  mese  di  sottembre  di  questo  anno  1825.  Dai 
lombi ,  siccome  sovente  suol  cominciare ,  ebbe  ^princì- 
pio l'attacco  reumatico^  e  fu  cosi  forte  e  violento , 
anche  in  sulle  prime ,  che  per  lo  dolore  n^andava  ulu- 
lati e  gemiti  ad  ogni  più  piccolo  movimento  nel  cor- 
po. INon  andò  guari  che  i  dolori  si  propagarono  alle 
articolazioni  inferiori,  le  quali  s'intumidirono  sotto  le 
più  forti  contrazioni.  Si  accese  la  febbre  ,  la  quale  as- 
sunse tutti  i  caratteri  d' infiammatoria.  Tosto  fu  cava- 
to sangue^ e  ricavato  dalle  articolazioni  colle  mignatte^ 
attesa  la  forza  del  temperamento,  della  febbre,  e  l'in- 
dole decisamente  infiammatoria  della  malattia,  e  tutti 
i  sintomi  dolorosi  ai  lombi,  e  agli  articoli  inferiori  si 
calmarono  alquanto.  Ma  questa  tregua  fu  assai  breve, 
giacché  verso  il  terzo  giorno  vennero  con  più  violenza 
attaccate  l' estremità  superiori ,  e  tutta  la  cassa  del 
petto,  cosicché  grave  e  penosa  oltremodo  divenne  la 
respirazione^  e  il  cuore  stesso   mostrava    di    declinare 


(1)  Nuovo  Giornale  dei  Letterati,  anno  182 5,  mese  di 
maggio  e  giugno.  Pisa. 


in  deliquio ,  od  in  sincope.  Convenne  ricoRcre  «  nao- 
ye.  emissioni 'di  sangae  colle  mignatte,  si  per  calmare 
questo  attacco  ai  muscoli  del  petto  j  al  diaframma  e 
fors'  anche  al  cuore ,  si  per  mitigare  la  febbre  che  erasi 
esacerbata  con  forza ,  e  vigore.  Fu  appunto  a  tal'  ep*>> 
ca  che  io  vidi  la  malata,  e  che  ne  divenni  11  curante 
seguitando  questa  pratica,  la  quale  riusci  utile,  aven- 
do mitigati  tutti  i  sintomi.  Fu  stabilito  quindi  per  me 
un  regime  affatto  antiflogistico,  e  la  bevanda  fu  una 
infusione  di  sasscfrasso,  e  delle  pillole  con  digitale 
purpurea  e  calomelano  ^  qualche  lavativo  rinfrescan- 
te ,  delle  fomentazioni  emollienti  alle  parti  dolen- 
ti ;  e  si  applicò  qualche  vescicante  al  petto  dopo  altri 
applicati  alle  sure  per  render  più  libera  e  spedita 
la  respirazione.  Sotto  questa  cura  y  passò  il  quarto , 
quinto  e  sesto  giorno  in  maggior  quiete ,  e  con  molto 
alleviamento  di  sintomi.  Nel  settimo,  esacerbaziene  di 
tutti  i  sintomi ,  e  singolarmente  di  quelli  oppressivi 
al  petto,  e  dolori  a  tutte  1'  estremità.  I  muscoli  della 
faringe ,  poi  della  laringe ,  poi  degli  occhi  furono  sue— 
cessivamente  attaccati.  Non  poteva  quindi  deglutire, 
non  parlare,  non  muovere  il  globo  quasi  degli  occhi. 
Si  mostrò  il  pericolo ,  e  furono  prescritti  i  primi  ajuti 
spirituali.  Bisognò  ricorrere  all'  applicaziene  di  nuove 
sanguisughe  agi'  ipocondrj^  poi  alla  gola,  e  vescicanti 
al  petto  ,  e  alle  braccia ,  oltreché  fu  continuato  lo 
stesso  regime.  Molto  sangue  che  usci^  calmò  assaissi- 
mo ogni  sintomo ,  e  molti  sieri  che  si  ottennero  coi 
vessicanti  contribuirono  ad  un  considerabile  migliora- 
mento. Si  vide  comparire  qualche  cozione  nelle  orine 
nel  nono,  come  si  era  veduto  qualche  segno  di  mestruo 
dall'  utero  il  i^.^  e  qualche  sudor«tto  universale.  Si 
proclamò  un  principio  di  crise ,  la    quale   poteva   an< 


/ 


>97    . 
nonziarst    con   segni  più    certi    nell'  undicesimo  y    e 
compiersi   nel   decimoquarto,  fio    qai   aveva    passate  ^ 

le  notti  ^  come  i  giorni  ^  in  perfetta  vigilia  ^  mal- 
grado qualche  mite  calmante,  per  lo  piìi  di  acqua 
di  lanro  ceraso.  Incominciò  una  tal  calma  sponta- 
nea 'y  i  sussulti  muscolari  si  sedarono  ali*  estremità; 
e  in  tutto  il  decimo  ,  undecimo,  e  duodecimo  se* 
guitò  il  male  un  corso  più  mite,  e  le  orioe  inco- 
minciarono a  turbarsi  ,  e  farsi  sedimentose  leggermente. 
Nel  tredicesimo  comparvero  le  purghe  naturalmente , 
ed  i  sudori  divennero  più  abbondanti  e  universali. 
Pareva  giudicata  favorevolmente  la  malattia.  Vana  la-^ 
finga  f  e  giudizio  fallace  !  Nel  quattordicesimo  del  male^ 
anziché  tipiressia ,  la  febbre  si  esalta.  La  malattia  di- 
viene vieppiù  imponente.  Convulsioni,  in  prima  uni- 
versali ,  poi  parziali ,  senso  di  oppressione  al  petto ,  e  / 
affanno  poscia.  Si  dovè  temere  che  ciò  procerlese  dalle 
ripurghe  sospese  poco  dopo  comparse;  e  si  ebbe  ri' 
corso  alle  fomentazioni  al .  ventre ,  1*  affanno  si  calmò 
quasiché  intieramente.  Soppragg illuse  allora  una  son- 
nolenza che  propendeva  in  sopore.  Le^  pupille  si  fece- 
ro dilatate;  un  prurito  alle  narici  continuamente,  mo- 
lestava la  paziente,  e  la  riscuoteva  dalla  sonnolenza  e 
non  era  quindi  dubbia  la  verminazioue  ;  e  coli'  uso  ri- 
petuto del  calomelano  e  assafetida  ^  per  bocca  e  per 
lavativo,  furono  espulsi  4  lombrici,  tre  morti  ed  uud 
vivo  ed  ogni  altro  segno  di  verminazione  sparì.  Ed  essen-* 
do  comparso  nel  1 5.qoalche  rigore  di  freddo ,  s'incomin-  / 

ciò  r  uso  del  decotto  stretto  di  china  che  si  seguitò 
il    i6    e  17,  e  si  consumarono  once    due  e  mezzo  di  ^ 

ottima  china.  In  quel  mentre,  che  tutto  pareva  cam- 
minare in  meglio ,  giacché  T  estremità  non  erano  più 
dolenti ,  mite   era  la   febbre ,  e  il   petto   più   libero , 


\ 


/ 


'  / 


si  fa  dolentissimo  il  fegato ,    e    comparisce    il    daloré 
fioo  alla  scapola   destra.    Si  applicano   6    sanguisughe 
aa    di    esso^  e  fomentazioni  poscia.   Si  prescrive    ma- 
gnesia y    calomelano^   e   gomma    gatta    perchè  le  ori* 
ne  scarseggiavano  ed    era  costipato  il  ventre  mentre  il 
dolore  al  fegato  persisteva  5  vengono  applicate   altre  6 
sangoisaghe.  Si  continua  l' uso  del  calomelano ,  cui  si 
unisce  della  digitale^  e  del  solfato  di  chinina >   in    io^ 
stitnzione  del  decollo  di  china.  Il   ventre  si  apre ,   ed 
il  flusso  alle  orine ,  e  sembra  che  tutlo  si  ricomponga 
alla  calma.  Il  18.^  giorno  fu  tranquillo  5   ma  la    notte 
del   19  fu    inquieta  y  perchè    ebbe    luogo    un'  eruzione 
urticaria  universale  ^  e  assai  pruriginosa  ^  la  quale  do- 
po  non  molte    ore  scomparve.  Risorse  quindi   F  affan- 
no ^  il  quale  si  attribuì  in  parte  alla  retropulsione  del- 
l'eruzione, ed  in  parte- alla  ricorrenza    meosuale ,  che 
soleva  a    tal    epoca   aver  principio.  Si    credè    quindi 
beo  fatto  di  applicare  le  sanguisughe  alle  pudende ,  on- 
de faciUtare  1'  apertura  a    questo  sgravio.    La   malata 
pel  flusso    di    questo    sangue   restò   sgravata    sebbene 
indebolita,  ed  acquistò  un  aspetto  piò   ilare   e  chiaro» 
Tutto  il  20  le  cose  passarono  mediocremente  bene ,  e 
sembrava  indicare,  che  nel  21  la  febbre  avrebbe  avop 
ta  una  crise  completa.  Vano   indizio.  La   mattina  del 
31  verso  le  ore  9  comparvero  dei  fortissimi    dolori  ai 
lombi ,  affanno ,  e  senso   di   soffocazione.    I    dolori    vi 
estesero  agl'estremità^  ed  alla  cassa  del  petto.  La  feb- 
bre' si  esacerbò  dentro  la  mattina  con  rigori  di  freddo. 
Ebbe  uno  sviluppo  assai  forte  nella  sera.  Si  fecero  tu- 
mide r  estremità  inferiori ,  e  dolenti ,  vagarono  dei  d«>- 
lori  risentiti  alle  spalle,  al  petto  ,  agi' ipocondr)  ^  com* 
parve  qualche  accensióne  momentanea  alle  guance  3  gli 


199 
occhi  scoQvoIgevaiisi  nascondendo  la  pupilla^   la   ma- 
lata in    prim^   voleva    uscir  dal    letto,   poi    cadde    a 
notte   avanzata  in    un   gran   letargo  ,   si   fece    pallida 
iq  volto  f  debole  nell*  estremità ,  e  pr^se  tatto  1*  aspetto 
di  moribonda.  Convenne  farle  amministrare  il  viatico , 
nel  mentre  che  furono  applicati  vessicanti  uno  al  petto 
e  due  air  estremità  superiori  II    sudore  a  notte  avan* 
zata    che  comparve  copiosissimo,  portò  la  declinazione 
della  febbre  y  e  la  diminuzione  considerabile   di  tutti  i 
sintomi.  T7on  vi  fu  più   dubbiezza   dopo    di   ciò ,    nel 
giudicare ,  che  la  febbre  di  semplice  reumatica ,  aveva 
assunto  il   carattere   di  reumatica  perniciofa.  Non    sì 
esitò  un  momento  a  prescrìvere  il  solfato  di  chinina  ^ 
nella  mattina  ne  furono  amministrati    12   grani}  altri 
12  nel  giorno;  altri  12    successivamente   nella  sera  e 
notte.  La  febbre  ebbe  nuovo  accesso   nel   giorno   22 
con  qualche  rigore  di    freddo ,   ma    fu    assai   mite,    e 
tutti  i  sintomi  reumatici  di  poco  si  esaltarono.  Nel  d<« 
dinar  di  questa  si  continuò  l' uso  del  solfato ,  temendo 
la  terza  iebbre,  il  di  cui  carattere  pernicioso  ne  aveva 
giustamente  imposto.  Le  orine  intanto  avevano  miglio- 
rato asfai,  giacche  il  sedimento  laterizio  era  scompar- 
so. Nel  25  l'accesso  fu  mitissimo,  e  corto  il   parosis- 
mo  f  giacche  un  sudore  universale  abbondante ,  e  con- 
tinuato, con  sollievo  dell' inferma  >   faceva    presumere 
una  crise   sicura   della  febbre,   0  la    cessazione   alme* 
no  del  sintomo  pernicioso.  Tuttavolta  si  continuò  l'uso 
del  solfato  di  chinina  per   tutto   il   giorno   e    tutta  la 
aera.  La  notte  fu  bastantemente   quieta   e    tranquilla , 
e  la  mattina  la  trovai  quasi    apiretica.  Fu    continuato 
il  solfato,  e  già   eravamo  a  4^   grani   augurandoci  la 
cessazione  della  febbre.  .Verso  le  ore  nove  della  mat- 


aoo  ^ 

tùia  j  giorno  4  ^^^  siptomo  j^ernicioBO ,  sopravvieae  aii 
affanno  fortissimo  alfó  paziente ,  e  si  risvegliano  dolori 
per  tatto.  Io  non  vi  era  presente.  Furono  fatte  varie 
pratiche,  fomentazioni  ,  maniluvj  ,  frizioni  senapate 
ed  altre  pratiche  interne.  Si  credeva  un  insulto  acci- 
dentale,  laddove  non  era  che  il  preludio  del  parosis- 
mo  quartanario  pernicioso.  Yerso  le  ore  ii  la  vidi  ia 
questo  stato  compassionevole.  Credo  che  sia  precursore 
della  '  febbre  y  e  poco  dopo  si  annunzia  il  freddo  alla 
estremiti,  e  molto  intenso.  Si  esaltano  tutti  i  sintomi, 
malgrado  le  pratiche  seguitate  di  bagni,  fomenti ^  e 
l'uso  di  cose  oppiate.  Si  querela  soprattutto  di  forti 
dolori  al  ventre ,  e  dentro  il  periodo  stesso  del  ireddo 
febbrile,  munita  degli  ùltimi  soccorsi  spirituali ,  dopo 
una  breve  agonia,  spirò. 

-  Malattia  pi£i  chiara  di  questa  per  la  diagnostica  ,  e 
in  tutti  i  suoi  periodr,  più  decisa  nelle  sue  fasi,  e  piìt 
Sitta  a  combattersi  con  mezzi  opportuni,  incontrasi  di 
tado  nella  pratica.  Pure  l'esito  tristo  che  ha  avuto  è 
una  riprova  contraria'  alla  sentenza  Ippocratica,  la 
quale  dice  :  «  qui  sufficit  ad  cognoscendum  ,  sufficit  ad 
sanandum  » ,  giacche  '  non  è  bastato  conoscerla ,  e  com- 
batterla con  mezzi  idonei  per  debellarla,  e  conservare 
questa  infelice.  £  questo  appunto  è  il  caso  (  come  por 
altri  simiti  sovente  se  ne  incontrano),  che  merita  esa- 
me ,  dilucidazione  ,  discussione ,  e  sentenza  per  utile 
della  sciènza  e  dell'  umanità.  La  prima  disamina  cade 
tosto  sulla  natura  della  malattia.  Appartiene  cioè  dessa 
alle  genuine  infiammatorie,  siccome  i  sintomi  da  cui 
fu  questa,  e  son  sempre  le  febbri  reumatiche,  o  i 
reumatismi  acuti ,  accompagnati  ?  ovvero  alle  periodi* 
che  i&alattie ,  ed  a  questo   genere  di  febbri  ^  essendo* 


aoi 

che  sovente  i  reamatistni  cominciano  con  p)sriodiciià  ^ 
coi  si  unisce  la  febbre  ,  ed  a  qoesta  dei  dolori  reu- 
malici  si  aggiungono  ?  Bisogna  consultar  pih  V  espe- 
rienza,  che  la  >  ragione  per  averne  adeguata  risposta. 
Tuttavolia  si  vede  sovente ,  che  mostrandosi  la  malat- 
tia coi  segni  d' infiammazione  locale ,  e  con  tutto  quel 
trend  di  sintomi  che  1*  accompagnano ,  debbe  pure  ia 
qualche  guisa  di  natura  infiammatoria  considerarsi. 
Debbesi  anche  vieppiù  confermarsi  in  qoesta  sentenza  ^ 
giacché  il  metodo  antiflogistico  ,  anche  largamente  a- 
doprato  è  stato  utile  sovente,  e  vantaggioso.  Ma  poiché 
l'osservazione  ha  pur  riconosciuto,  che  la  febbre  reu- 
matica assume  una  certa  periodicità ,  o  negli  accessi , 
o  nelle  esacerbazioni ,  poiché  1'  esperienza  odierna  ha 
dimostrato  ,  che  dietro  questa  periodicità ,  1*  uso  della 
china  e  generoso,  ha  troncato  il  corso  alla  malattia, 
malgrado  tutto  V  apparato  inflammaforio  delle  parti 
dolenti,  quindi  sembra  propendere  1*  esperienza  per 
qoesta  seconda  sentenza,  e  tanto  piii  perché,  riguar- 
dato il  reumatismo  acuto  sotto  1'  aspetto  di  pura  ma- 
lattia infiammatoria,  dessa  é  di  un  corso  lunghissimo,, 
penosissimo  ^  sovente  anche  incerto  nell'  esito.  E  chi 
non  preferirebbe  un  metodo,  che  abbrevia  il  corso  ad 
un  mal  penoso ,  a  fronte  di  un'  altro  che  ne  allunga  i 
patimenti  ?  Altronde,  se  la  malattia  risana  in  un  modo 
e  neU'  altro  ,  e  qualche  volta  neli'  uno  e  nell'  altro 
modo  ha  un  esito  infausto ,  a  quale  dei  due  metodi 
attenersi?  E  qui  converrebbe  di  nuovo  consultare  Te- 
sperienza ,  o  la  somma  dei  casi  guariti  colf  un  metodo, 
o  coir  altro ,  ed  a  quello  attenersi  che  ha  dato  il  piii 
numeroso  risultato  felice.  Questa  statistica  esatta  non 
Y  abbiamo  ancora  ;  e  quando  pur  vi  sarà ,   vorrebbesi 


far  entrare  in  calcolo  taQti   elementi    accessorj  o  atra* 
nieri  che  influir  possono  nei  risultati,   e  sopra  tutto  te 
complicazioni  morbose. Tuttavoka.parmiy  che  consultata 
r  esperienza  e  la  ragione  di  quelli  che   han   seguitato 
esclusivamente  V  uno  o  V  altro    metodo    nel    trattare  i 
reumatismi  acuti ,  o  febbrili ,«  e  coloro  che  hanno  eoo 
più  accorgimento  latta  scelta  razionale  nell'  uno  e  nel- 
J' altro  y  sembra  che  si  possa  stabilire  un   metodo   ca- 
i-ativo  meno  incerto  e  dubbioso.  1  fautori  della  natura 
assolutamente    infiammatoria   ^^lla   febbre    reumatica , 
'  consigliano  ed  encomiano  il  metodo  antiflogistico  il  più 
largo  f  e  molto  contano  pelle  cavate  di  sangue  >  ed  io 
convengo  con  èssi,  che  fino  a  tanto,  che  le  lorze  dei 
malati  sono  eccessive,  fino  a  tanto  che  esistono  infiam- 
mazioni locali  dipendenti  dallo  stato   universale  e  che 
juioacciano  parti  nobili ,  o  molestano  quelle   più    sen- 
sibili ,  si  debba  tenere  il  metodo  antiflogistico ,  in  ispe* 
c^e  in  sulle  prime  epoche  della'  malattia^  Ma,  tostochè 
le  forze  sodo  attutite  \  e  lo  stato  infiammatorio  è  decli- 
nato^ dovrebbesi  lo >  slesso  metodo  continuare?   La  ri- 
sposta  è    troppo   &ciley    e   molti   pratici  appunto   lo 
hanno  abbandonato  dopo  que5t\epo€a  per  i  danni  che . 
ne  sono  venuti.  Altronde^  potrebbe  mai  il  reumatismo 
nello    stato   inflamma torio  ,    trattarsi  ,  coraggiosamente 
colla  china  ^  senza  premettere  alcuna  emissione  di   san- 
gue ,  senza  fiir  conto  del   metodo   antiflogistico  ?  i  Non 
è  ragionévole  almeno  5  sebbene    Fortherghill  ed  Hq^^' 
ger^  (i)  e  qualche  altro  ;  ed  io  stesso  alcune  volte  per 


(i)  Fed.  Thomas  ^  Elememi  della  pratica  medica , 


30S 

•eguitar  questi  medici ,  Io  abbia  felicemente  colla  chi- 
na curato.  Quando  adunque  dovrà  abbandonarsi  il 
sistema  antiflogistico^  e  darsi  all' altro,  ovvero  sostituir* 
vi  l' antipiretico ,  o  la  china  ?  Ecco  la  quistione  la  più 
importante ,  e  che  ben  disoluta ,  può  reifdere  grandi 
servigi  all'umanità.  Io  dico  frattanto,  che  vigente  lo 
Stato  infiammatorio ,  tion  sembra  ragionale  V  impiegare 
la  china.  Ma  qual  sarà  il  criterio  certo  per  ben  cono- 
scerlo?  Si  dirà  i  sintomi  inflammatorj.  Gli  universali, 
domanderò  io ,  o  i  particolari  ?  Se  i  primi ,  di>  cui 
sarà  il  principale  la  febbre  infiammatoria,  credo  che 
sia  ragionevole  il  farlo,  non  gli  altri,  perchè  le  infiam« 
mazioncelje  parziali  e  vaganti  ,  rinascono ,  e  si  «ucce* 
dono  in  tutto  il  corso  dei  reumatismi  acuti.  Non  do" 
vrassi  quindi  ad  esse  badare,  che  come  locali  aflezio« 
ni,  o  come  infiammazioni  o  flogosi  sintomatiche;  e 
subito  che  la  febbre  incomincia  a  deporre  il  suo  stato 
infiammatorio,  o  di  esacerbante^  e  dà  indizj  di  remit- 
tente con  periodicità  nelf  esacerbazioni,  quello  stato 
non  debbe  piò  considerarsi ,  e  debbesi  cambiar  metodo 
di  trattamento:  ed  invece  del  regime  antifiogistico  la 
china  adoperare.  Cosi  io  feci  nel  caso  narrato,  sicco- 
me apparisce  dalla  storia  genuina  e  fedele  trascritta. 
Si  vorrà  dire  perciò ,  giudicando  dall'  esito ,  non  esser 
questo  il  sistema  da  tenersi  come  il  piò  sicuro?  Ma 
se  si  rifletterà ,  che  il  vero  stato  infiammatorio  univer- 
sale durò  fino  al  i4  giorno,  in  cui  vi  furano  i  segni 
di  una  crise ,  per  cui  fin'  allora  occorse  tante  volte 
tornare  alle  cavate  di  sangue,  onde  attutirlo ,  si  ve* 
drà ,  che  non  era  tal  metodo ,  continuato  fino  a  quel 
giorno,  irrazionale.  Altronde,  poiché  dal  14.^  giorno, 
al  24*^  ^^^  f^  fatale^  vi  passarono  dieci    giorni,  cosi 


ao4 

non  mancò  il  tempo  per  V  impiego  del  iebbrifago  ,  se 
per  esso  potevasi  impedire  Io  scempio  fatale.  Sì  diede 
un'  oncia  e  mezzo  di  china  in  decotto  stretto  ,  si  di**- 
dero  più  di  49  grani  di  solfato  di  cl|iinina  dal  i4  al  ai 
giorno.  Se  tutto  questo  rimedio  fosse  stato  ìnsufficiea- 
le  a  risanare  radicalmente  dalla  malattia  reumatica  , 
la  quale  aveva  assunta  una  certa  forma  di  periodica  , 
doveva  almeno  impedire ^  che  passasse,  come  por  pas* 
so ,  in  perniciosa.  Ma  concesso ,  che  qoest<{  rimedio 
cautamente  esibito,  non  potesse  tampoco  operar  l'ef- 
fetto di  impedir  questo  passaggio ,  non  fu  supplito  io 
tempo,  dal  ai  al  ^4  giorno  ,  con  4^  grani  di  solfato 
di  chinino ,  equivalente  almeno  a  5  once  di  china  ? 
Si  dimanderà  forse ,  se  io  mi  era  assicurato  della  bon- 
tà dei  rimedio  :  ed  io  risponderò ,  che  mi  si  disse  pro- 
vato efficacissimo  nello  spedale ,  oltreché  le  qualità 
estrinseche^  erano  quelle  dell'ottimo  solfato  di  chini- 
na. Si  dubiterà  da  alcuni,  se  questo  sale  sia  da  ante- 
porsi nelle  perniciose  alla  china  in  natura;  ma  io  ri- 
spondo loro,  non  esser  la  prima  volta  che  col  più  com- 
pleto successo ,  abbia  liberato  dalle  fauci  della  morte 
varie  persone  attaccate  da  febbri  perniciose;  e  ricor- 
derò xon'  piacere ,  di  aver  salvata  con  esso  la  stessa 
mia  dilettissima  madre,  condotta,  da  ona  perniciosa 
letargica,  nel  settembre  del  1 8^5  sull'orlo  del  sepol- 
cro* E  non  è  desso  sperimentato  utile  in  {tntte  le  va- 
rietà di  queste  febbri  dai  medici  più  illuminati  ?  Po- 
trei quindi  pentirmi  di  'averlo  anteposto  alla  china? 
Potrei  io  condolermi,  di  non  aver  seguitato  quel  me- 
todo che  impiegava  in  sul  principiò  che  ^  fu  pb^to  in 
commercio  il  solfato  di  chinina  ,  cioè  di  aggiugnerlo 
alla  china,  siccome  T  ho*  esposto  in  un  mio  scritto  di 


ao5 

recente  pubblicato  (i)  ?  Io  non  lo  penso ,  ma  tut- 
tavia lo  sottopongo  alia  considerazipoe  dei  medici  e^ 
specicnentati  ed  illuminati. 

J^è ,  devo  tutta  attribuirsi  ai  rimedj ,  o  alla  poca 
loro  efficacia ,  o  all'  uso  non  retto  o  intempestivo  pur- 
anche  di  essi  la  colpa  dell*  esito  infausto  nelle  i;nalat« 
tte.  Il  loro  genio  maligno  talvolta ,  le  |oro  complica* 
zioni  y  o  rendono  inutili  o  non  efficaci  quanto  è  ne- 
cessario i  medicamenti  reputati  più  sicuri,  come  la 
china  o  le  sue  preparazioni  nelle  intermittenti  anche 
perniciose.  Non  doveva  io  quindi  fidarmi  nella  quan- 
tità esibita  in  prima  della  china  ^  poi  del  solfata  di 
chinina^  tanta  da  far  fronte  non  ad  uno,  ma  a  più 
parosismi  di  perniciose?  Non  doveva  io  sperare  un  e- 
sito  felice  ,  subito  che  il  rimedio  aveva  prodotto  tale 
effetto ,  da  impedire ,  che  il  secondo  accesso  di  terzana 
doppia,  o  il  parosismo  più  forte  non  comparisse ,  es- 
sendo le  orine  migliorate ,  e  i  dolori ,  e  tutti  gli  altri 
sìntomi  mitigati?  Non  doveva  io  sperare,  passato  il 
terzo  parosismo  j  e  continuando  a  far  uso  dello  stesso 
rimedio ,  ed  a  gran  dosi ,  che  la  febbre  sarebbe  ces- 
sata? Come  avrei  potuto  tampoco  immaginare,  che 
avrebbe  il  rimedio  spostato  il  parosismo  di  un  giorno,, 
e  che  nel  quarto  sarebbe  comparso  il  terzo  parosismo, 
e  sarebbe  divenuto  letale  ? 

Giudichino  quindi  da  così  strano  caso  i  medici 
quanto  è  difficile  il  pronosticar  delF  esito  dei  mali  an- 
che quando  tutte  le  apparenze  e  probabilità  stiano   a 


(i)  //  Paroco   ishuito   nella    Medicina  per  uiUiià 
spiriuial&  e  temporale  dei  suoi  popolani,  Tom.  i . 


3o6 

6vore  della  salute  ;  e  pesino  meglio  al  lume  dell'  espe- 
liensa  segaitata  e  reiterala,  se  in  circostaqfie  cotanto 
imperiose,  come  nel  caso  narrato,  sia  conveniente  Ta* 
doprare  altro  metodo  curativo,  o  modificar  quello  da 
me  usato  o  altro  rimedio  accrescendone  le  dosi,  o 
sotto  altre  forme,  non  tanto  per  far  fronte  alla  feb- 
bre perniciosa ,  quanto  a  quelle  complicazioni ,  che 
sembra  abbiano  rendnto  inefficace  lo  specifico  adoprato. 


Storia  di  una  amaurosi  curata  nelT  Isti- 
tuto clinico  delV  I.  e  JR.  ^scispedale  di 
Santa  Maria  Nuova  di  Firenze  :  del  dot- 
tore  Luigi  Eustachio  Polidoro,  Ì9Ì  Prof, 
di  Clinica  interna  e  medicina  pratica  j 
Membro  del  Collegio  Fiorentino,  ecc. 

Jll  di  9  di  dicembre  iS^S,  entrò  nell' Istituto  clinico 
dell*  Arcispedale  di  Santa  Maria  Nuova  di  Firenze^, 
diretto  dal  professore  dott.  Loiigi  Eustachio  Polidoro , 
Eleonora  Baldini  di  Volterra,  di  temperamento  pitui- 
toso ,  pallida  notabilmente  di  colore ,  di  anni  3o  ,  ma- 
ritata e  domiciliata  in  Firenze  in  via  degli  sbanditi, 

Narrava  essa  che  all'  età  di  circa  sette  anni  aveva 
sofferto  una  malattia  febbrile  durata  4^  giorni  ^  che  a 
questa  era  succeduto  un  tremore  paralitico  di  tutte  le 


207 

membra;  al  qnarle  venne  dietro,  dopo  dae  mesì^  un 
grave  dolore  neli*  órbìtn  destra  ;  che  allora  ebbe  fine 
il  tremore  paralìtico,  ma  di  repenterimase  perfettamente 
cieca  dall'  occhio  destro ,  il  quale  all'  esame  dei  chirar- 
ghi  non  presentò  vizio  esterno  alcuno ,  onde  T  affezio- 
ne fa  riconosciuta  per  una  amanrosi  completa.  Ag« 
giungeva,  che  T accennato  dolore  neir orbita  destra  e 
parti  vicine  aveva  durato  fino  all'  età  di  circa  a  i  an- 
no ,  allorché  caduta  da  una  scala ,  e  stabilitosi  un  co- 
pioso flusso  di  mucco  dalle  narici,  tal  dolore  era  ces- 
sato. Esponeva,  in  fine,  che  al  principio  del  precedente 
novembre  le  età  nato  un  qualche  dolore  e  senso  di 
stiramento,  ora  all' una  >  ora  all'altra  parte  del  capo^ 
che  solla  fine  di  detto  mese  il  dolore  si  rese  gravissi- 
mo  e  puntorro  nell'  occhio  ^sinistro,  e  tosto  ne  perde 
cosi  la  kcoltà  visiva  y  che  appena  poteva  distinguere 
il. giorno  dalia  notte.  Che  allora  implorò  fuori  dell'Ar- 
cispedale gli  ajuti  medici;  che  le  furono  fatte  diverse 
missioni  di  sangue,  generali  e  local^,  amministrati  di- 
versi purganti,  applicati  cerotti  vessicatorj:  ma  tutto 
invano. 

Esaminata  alla  prima  visita  nell'  Istituto  clinico ,  non 
si  potè  rintracciare  causa  manifesta  alcuna  ne  fisica^ 
ne  morale  della  sua  nuova  dijsgrazia  della  cecità  dal- 
l' occhio  sinistro.  Nessuno  altro  vizio  vi  si  scorgeva 
che  la  dilatazione  della  pupilla.  Simile  dilatazione  era 
manifesta  nell'occhio  destro,  senza  cangiamento  ai  dì- 
Versi  gradi  di  luce  ;  nel  fondo  di  questo  scorgevasi  uà 
certo  pallore  quasi  corneo  ;  e  vi  era  strabismo. 

i.^  Giorno  della  cura.  Fatto  un  prognostico  infeli- 
cissimo e  disperato  della  cecità  dell'  occhio  destro ,  a 
data  speranza  di  guarigione  della  sopraggiunta  amau- 
rosi  del  sinistro ,  fa  prescritto  un  setone  alla  nuca. 


/ 


a.^  Il  setone  «ra  stato  ricusato.  La  donoa  asseriva 
/  esser  venata  all'  Arcispedale  specialmente  per  tare  i  ba- 

gni che  le  erano  stati  consigliati.  Le  si  accordarono 
per  condiscendenza  ;  ma  le  fii  prescritta  l' iofasioqe  di 
una  dramma  di  fiori  di  arnica  montana  in  otto  once 
di  iscqua  con  nn  grano  di  tartaro  emetico. 

3.^  Con  la  infusione  sopraddetta^  si  uniscono  due  gra- 
ni di  tartaro  emetico*  Vomito. 

4.*  La  visione  per  Y  occhio  sinistro  è  tale  che  la 
donna  distingue  una  lente,  nn  pajo  di  cesoje^  no 
orologio,  ed  anche  la  qualità  del  metallo  di  questo. 
Medesima  cura;  e  vomito. 

5.^  Ha  provato  nel  londo  delF  orbita  del  dolore 
tensivo  in  seguito  di  avere  vomitato;  ed  ha  avuto 
delle  dejezioni  ventrali  liquide. 

6.^  £  stata  capace  d'infilare  nn  ago.  Sempre  la 
stessa  cura.        ^ 

•^.^  Ha  seguitato  a  vomitare.  Le  sembra  di  avere 
la  vista  un  poco,|>iu  offuscata. 

8.*  £  ritornata  la  visione  al  grado  di  jeri  l'altro. 

9.^  Vede  con  l'occhio  sinistro  sempre  meglio  S'io* 
tenda  proseguita  la  stessa  giornaliera  cura  col  solito 
effetto  del  vomito. 

10.^  L'occhio  destro  affatto  cieco ^  come  abbiamo 
esposto  ^  da  a^  anni ,  per  cni  non  percepiva  verun 
grado  di  albore ,  non  distinguendo  punto  il  giorno  dalla 
notte  y  ha  riacquistato  nn  piccolissimo  grado  di  facoltà 
visiva.  Essendole  stato  esattamente  chiuso  e  coperto 
l'occhio  sinistro ,  ella  ha  indicato  coli' indice  di  una 
sua  mano  il  luogo  di  un  finestrone  dell'  Arcispedale;  e 
all'avvicinarsi  e  allontanarsi  degli  astanti  dal  suo  let- 
to ,  ha  detto  che  se  le  accostavano  e  se  le  allontana- 
*  vano  V  come  delie  ombre. 


ao9 
11.^  Dbtìngtte  le  liitte  colorate  di  aaa   cravatta  col 
solo  occhio  destro. 

^x^  Non  ha  vooqiitato.  Si  porta  la  dose  del  tartaro 
ematica  odia  iofustoDe  di  arnica  a  tre  grani.  Vomito 
di  nuovo.        , 

i5.^  Presentata  al  solo  occhio  destro  la  mano  aper- 
ta, la  donna  ha  distinto  il  moto  delle  dira. 

i4-^  Goiristesso  solo  occhio  discerne  i  letti  lontani 
dal  stto  ,  e  il  colore  rossa  di  un  portone  che  le  è  di 
dì  «faccia  e,  un  poco  a  destra,  accennandone  il  Inogo 
con  la  mano.  Aveva  vomitato  moJte  volte  per  aver 
preso  la  solita  medicina. 

,i5*^  Conosce  col  solo  occhio  destro  la  catenella  e 
il  gancio  d' argento  del  ferrajolo  di  uno  dei  signori 
Praticanti.  Gol l*  occhio  meno  offeso  legge;  col  destro 
vede  dei  numeri  mediocremente  grandi  segnati  nella 
sua  tabella,  ma^  volendoli  toccare,  la  conoscere  che  li 
vede  fuori*  di  luogo. 

16.^  Ha  seguitato  fi  prendere  il  rimedio  e  a  vomi* 
tare.  Coir  occhio  dèstro,  ha  conosciuta  la  gruccia  nera 
e  le  punte  metalliche  bianche  di  un  ombrello. 

17.^  Le  pupille,  che  in  principio  erano  molto  dila- 
tate e  ridotte  quasi  alla  forma  di  un  aneUioo^  special* 
mente  la  destra ,  sOno  molto  ristrette  e  di  uguale  dia<^ 
metro ,  con  mobilità  dell'  iride.  _Ha  vomitato  meno  del 
•olito; 

18.*  L'occhio  destro  vede  i  bottoni  dei  vestiti.  Il 
sinistro  ha  quasi  riacquistata  la  primiera  vista.  Chiede 
di  partire  dall'  Istituto ,  e  le  viene  accordato. 

Al  presente  (verso  il  .termine  di^fébbrajo  i8a6  ) 
si  ma,ntieoe  lardi  lei  vista  ndlo  stato  in  cui  si  "era 
ridotta  alla  fine  della  espost.a  cura^ 

AiriTAu.  Fot.  XX Arni.  14 


/ 


aio 

La  storia  ^i:  questa  Mnaiirosi  e  ddia  cura  e  guari- 
giooe  di  essa  fu  scritta  di  giorno  ia  giorno ,  secondo 
il  regolamento  del  nostro  IstiCnto ,  iq  una  tabella  no- 
sografica ,  e  da  questa  i  stata  fedelmente  trascritta. 
Molti  giovani  studenti  di  medicina  assisterono  alla  cura 
«Dotarono  il  corso  dei  fenomeni  che  la  donna  preaen-* 
tò  ',  fra  gli  altri  il  sig.  dott.  Giuseppe  Usigli  di  Mo* 
dena ,  soggetto  dotato  di  molto  criterio ,  i  e  di  singola- 
re spirito  di  osservazione  :  ed  il  eh.  sig.  dottor  Thieae 
di  Vicenza,  che  onorò  una  mattina  la  mia  clinica, 
rimase  pnce  informato  ed  accertato  dei  feUci  cangja* 
menti  accadati  negli  occhj  della  donna  medesioia. 

Siccome  è  questo  cdsò  forse  unico  nella  storia  della 
nedicina,  cosi  ho  voluto  pubblicarlo  ,  con  aggiunger^ 
vi  qualche  avvertenza. 

Una  perfetta  cecità  per  amaurosi  di  un  solo  occhio, 
Ja  quale  per  ventitre  anni  non  siasi  tratto  dietro  qoal* 
che  grado  di  aihaurosi  nelF  altro ,  non  è  cosa  molto 
degna  di  osservazipne ,  essendo  noto  ):he  alle  volte  ri- 
mane perfinta  la  vista  per  tutta,  la  vita  nell'  occhio 
pon  amaurotico,  mentre  T altro,  per  una  tale  aifesio- 
ne,  era  restato  allatto  deco* 

Abbiamo  nella  amaurosi.  che  ci  occupa  un  esempio 
della  verità  insegnata  dai  chirurghh,  che  questo  viaio 
può  assalire  d'improvviso.  Racconta  V Hildano  che  nn 
sacerdote  di  54  anni,  anassarcatico ,  avendo  preso  uti 
energico  emetico,  divenne  |:ieco  nel  tempo  stesso  che 
vomitava ,  sensa  av^er  pisovalo  doloro  alcuno  negli  oc- 
chi ,  i  quali  cons6i:varooo  il  nataralet  aspetto.  (  Observ. 
Ckir;  cemur*  V ,  Oh$^.  MIX. 

Che  in  seguilo  di-  malattie  aoule  possa  accadere 
r  amaurosi  i  cosa  non  di  rado  osservata.  ;;;;  Amàuro- 


sin  veram  (  scrive  Vanswieten  ) ,  surdiint&à  post  nior^ 
bos  acuios  Vidi ^  ifuae  nullis  postea  cessenmt  remedus,  s: 
(In  Bóerh.  aphor.  Parai  %  ìq6o.J  II  Monteggia  notò 
die  qaesta  ftifirzioae  poi  venir  dietro  a  febbri  inflani- 
ihatorie  ed  a  crisi  febbrili  (  His.  chir,  P.  ///  ,  s0z,  I^ 
5q6  y  5a8.  )  E  finalmente  Beer,  per  non  accamulare 
soverchie  antòrità ,  ha  vedoto  nàscere  l' aaaarofti  in 
consegnenza  del  Ufo.    (  Lekre  von  den  Augenkh  B,  ii^ 

P'  449-  ) 

Si  può  suppórre  che  nel  caso  nostro  il  tremore  pa« 

ralitico ,  molte  volte  precursore  di  amaurosi,  nascesse 
per  efietto  di  una  metastasi  critica  $  che  la  causa  di 
esso  tremore  cangiasse  in  seguito  sede,  si  portasse  ad 
attaccare  il  dervo  ottico  destro  e  vi  eccitasse  un  acer- 
bo dolore,  e  che  percik  il  tremore  avesse  fine,  e 
prendesse N principio  la  cecità^  nel  modo  che  sovente > 
non  molto  dopo  o  insieme  con  simile  dolore ,  essa  ha 
luogo. 

A  chi  consideri  die  tal  dolore  afflìsse*  di  continuo 
la  nostra  malata,  fino  a  tanto  che  un  copioso  flusso 
di  mncco  dalle  narici  non  sì  stabili ,  sembrerà  molto 
probabile  che  i^  medesimo  dolore  e  la  consecutiva 
amauro3Ì  nascesse  per  raccolta  di  pus  o  mncco  nel 
seno  frontale  destro,  e  costituisse  la  .quinta  varietli 
della  tersa  specie  di  amaorosi  di  B^r.  Vie  f  posto  da 
parte  che  questo  flusso  durato  nove  anni  non  aveva 
potuto  vincere  F  aimaurosi ,  nessuno  dei  segni  caratte- 
ristici dal  nominato  celebre  oculista  destritti  si  presen» 
tarono  nella  donna ,  di  cui  parliamo. 

Lo  strabismo  pare  si  osservò^  uno  dei  segni  pih  su- 
curi  dell' auviurosi ,  secondo  AckmTnann^  Fischer  e 
Richier-f   e  lioa  mancò  l'apparenza  aelMilosa^   non  al 


ai3 

luogo  della  lente  ctìstaHioa ,  na  situata ,  come    i  chf- 

tur^hì  La  descrivoooy  pib  profondamente. 

L' esito  della  cura  ha  .fatto  conoscere  che  nessnon 
delle  tante  volte  yerìficate  cause  invincibili  di  anma- 
rosi  aveva  avnto  parte  a  prodnrre  la  cecità  della  Bal- 
dini ^  non  assottigliamento^  o  raggrinzamento,  o  diaseo 
cazione ,  o  consunzione ,  o  degenei^azione  di  sostanza 
del  nervo  ottico,  né  compressione  di  questo  per  tu- 
ìnore  steatomatoso  o  per  concrezione  pietrosa,  ec. 

Ne  è  resultata  poi  una  eccezione  memorabile  al  co», 
mone  asserto  dei  Pratici  piìi  intigni ,  che  la  inveterata 
amanrosi  completa  è  incurabile 

'  La  facoltà  visiva  deli'  occhio  destro  nella  nostra 
donna  era  rimasta  sopita  si,  ma  non  estinta,  mentre 
la  comune  vita  vi  restava.  E  di  questa  doppia  vita, 
dirò  cosi  degli  organi  della  vista  ,  la  storia  che  abbia- 
mo esposto  è  una  luminosa  prova;  e  viene  in  appog- 
gio delle  conclusioni  del  cel.  MagendtSy  il  quale,  die- 
tro a  ingegnosi  sperimenti ,  oltre  alla  facoltà  di  vedere» 
nn  piccolissimo  grado  di  sensibilità  generale  ha  accor- 
dato alla  retina ,  compartitale  dal  nervo  trifacciale. 

Che  la  capacità  a  vivere  e  sentire  possa  restar  latente 
per  Jungo  tempo  e  spiegarsi  ed  esercitarsi  di  poi  qoan- 
<lo  che  sia,  può  provarsi  per  molti  fatti.  Il  seme  della 
sensitiva  ha  potuto'  spiegare  la  vita  e  vegetare  dopo 
ottanta  anni  ;  alcuni  fagiuoli  hanno  spuntato  lo  stelo 
passati  dngento  anni  ;  la  vita  -  è  latente  per  un  tenvpo 
notabilmente  limgo  nel  seme  dei  bachi  da  seta ,  e  nel 
pulcino  *  entro  V  uovo  non  covato.  Le  anguille  del 
grano  rachitico,  ìlrotifero,  il  tardigrado  ed  il  gerdio,. 
^garantemente  morti,  ritornano  per  mezzo  della  umet- 
tazione a  vivere  anche  scorsi  degH  anni. 


'Ji3 

'  Ed  ecchàla  eammuiiie  T^Hergia  della  yka  in  ntx 
organo ,  V  atttyilA  dei  vasi  liii£Bidci ,  che  ad  esso  ap- 
partengono ,  rimasta  sospesa  per  anni  intieri ,  può  ri- 
comparire tutto  ad  un  tratto  «  render  capace  tale  or* 
ganoy  innanzi  impeditone,  di  riprendere  le  sue  fun- 
zioni (  Meckel ,  Man.  él  aruu*  )  i   - 

Ora,  venendo  a  parlare  dei  rimedj  da  iioi  adoprati, 
non  andiamo  punto  persuasi  che  il  tartaro  emelico  ab- 
bia apportato  giovamento  come  semplicemepte  evacua-* 
te,  ma  alia  forza  alterante  e  perturbatrice  di  i^sso^ 
massimamente  nel  tempo  del  vomito,  come  a  simile 
proprietà  dei  fiori  di  arnica  esercitala  sul  solido  vivo, 
credianio  di  dovere  il  felice  esito  della  cura. 

In  che  poi  precisamente  sia  consistita  .1*  alterazione 
indotta  da  tali  rimedj  sul  nervo  ottico  e  sulla  retina , 
onde  sieno  stati  di  nuovo  resi  atti  alla  visione ,  se  nel 
richiamo  ad  essi  di  un  principio  di  propria  vitalità  o 
di  visività  y  o  in  unaf"  sottrazione  di  qualche  materia 
impediente  T esercizio  delle  funzioni  di  quegli  organi,*" 
o  in  certa  mutazione  di  disposizioni  elementari  orga- 
niche dei  medesimi,  è  ciò  che  noi  dichiariamo  inge- 
nuamente di  non  essere  in  grado  di  determinare.  Ma 
certo  quella  alterazione  fii  singolare  nel  caso  nostro.  Poi- 
ché infinite  volte  in  questa  donna  il  solido  vivo  dee 
essere  stato  in  divèrsi  modi  alterato^  pure  ramàurosl 
.  persisteva. 

Concludiamo  dunque,  che  nel  nervo  ottico,  e  nella 
retina  dell'  occhio  destro  della  Baldini  è  accaduti^  una 
perturbazione  e  cangiamento  arcano ,  che  in  essi  ha 
suscitato  di  anovo  la  da  tanti  anni  sopita  o  lateifte 
vita  specifica  o  visività. 


ai4 

Ragguaglio  di  alcuni  esperimenii  fatti  coh- 
t  agopuntura  ;  del  dott.  Bcrtoloni. 

Xje  opere  di  James  Mqjrs  Churchill ^  Chquei,  De-- 
mours  ,  Morand  ecc.  ,  salF  agopuntura  dovevano  di 
sua  natura ,  per  la  semplicità  dell'  operazione ,  e  van- 
tata pronta  efficacia  ,  portare  viva  impressione  non  solo 
sni  fij^lj  d*  Esculapio  y  ma  altresì  sugli  animi  sensibili , 
e  consacrati  alla  filantropia.  S.  E.  il  sig.  Marchese  di 
Breme  fu  quegli  che  agevolò  il  vivo  mio  impulso  di 
sottoporre  a  sperimento  P  agopuntura  col  procurarmi 
cento  aghi  tratti /a  di  lui  caricO|  da  Parigi.  Le  espe- 
rienze furono  praticate  a  Sartirana,  mia  patria,  dal  mese 
di  agosto  i8i)5  fino  alli  3o  marzo  1826^  e  sono  le 
seguenti. 

Giacomo  Yolpiy  d*  anni  7  3,  di  temperamento  sangui- 
gno eccitabile  y  di  condizione  camparo  da  riso ,  era  già 
da  qualche  tempo  molestato  da  iscbiade^  reumatica 
cronica  all'arto  destro,  per  cui  fu  più  volte  da  me^ 
cpme  pure  dal  Medico  condotto,  saviamente  sottoposto 
ad  un  metodo  di  cura  antiflogistica  appropriato,  indi 
ai  yesicanti  ,  pomata  stibiata,  ecc.,  mezzi  tutti  tanto 
preconizzati  in  simili  affezioni  ;  ma  nou  avendo  otte- 
nuto da  tutto  questo,  che  poco,  e  quasi  nessun  van- 
taggio ,  il  paziente  era  obbligato  a  guardare  il  letto  ^ 
ed  a  stento  poteva  reggersi  camminando.  Pensai  allora, 
5  ajgosto ,  di  sottoporre  a  sperimento  gli  aghi  ;  diiatti^ 
persuaso  l'infermo  di  tale  operazione,  introdussi^  a 
norma  <delle  regole  prescritte  dai  citati  autori ,  un  ago 
alla  metà  circa  della  coscia  affetta  nella  parte  anteriore 
interna ,  alla  profondità  di  un  pollice  e  mezzo ,  un  al- 

I 

tro  in^  vicinanza  del  gran  trocantere  all'  istessa  profon- 


dita  dd  prtmo:  F operinone  non. fu  dolorosa.  Dopo  3, 
o  4  ninuti,,  r  infermo  ni  disie  dì  non  sentire  piii 
•Icon  dolore,  ma  bensì  di  sentire  una  corrente  d*ac« 
qiia  calda,  giusta 'ia  sua  espressione >  scorrere  dalFan- 
foa  al  ginocchio  >  indi  retrocedere.  Bepo  ao  roinnti  non 
prosando  alcun  dolore ,  e  >quasi  del  tolto  svanita  la 
cosi  detta  corrente  d' acqua ,  estrassi  gli  aghi.  L' estra- 
lione  non  lu  tormentosa,  nessoiia  infiammazione  pro- 
dusse, se  si  eccettui  una  piiSciola  areoia  rossa,  come 
risultato  del  morso  d*  un  picciolo  insetto ,  né  cagiono 
sortita  di  sangue  :  il  pasiente  mosse  1'  arto  benissimo , 
non  senti  alcun  dolore  nel  tentare  qualunque  movi- 
mento^ 8*alsi&  dal  letto,  che  già  da  più  giorni  tene- 
va ,  sorti  fMl  paese,  ed  il  giorno  successivo ,  pieno  di 
contentezza,  riprese  i  suoi  domestici  lavori  da  con- 
tadino. Al  Volpi  recidivò  pertanto  là  malattia  ai  i5 
del  corrente  marzo  ^  ina  replicata^  1*  agopuntura  me- 
diante sei  aghi,  ne  fu  liberato  sol  momento. 

Teresa  .Garavelli,  coiitadina ,  d^  anni  4^  ^  di  tempe- 
ramento vegeto y  venne,  1 5  agosto,  afieita  da  lombi^- 
gine  acuta,  per  cui  fa  sottomessa  a  cura  antiflogisti^ 
ca^  si  universale,  che  locale,  dalU  quale  ne  trasse 
nn  decisivo  vantaggio  ;  ma  .non  ne  venne  essa  liberata 
affetto,  poiché  non  potava  dirizzare  che  a  slento  il 
tronco,  ed  attendere  y  traballando ,  alle  domestiche  sue 
faccende.  Non  tardai  ad  impiegare  due  aghi  ai  lati  delle 
vertebre  lombari  alla  profondità  di  un  pollice ,  e  qual- 
che linea:  essa  accusò  gli  stessi  fenomeni  dell'antece- 
dente» cioè  della  corrente  d* acqua  calda,  che  si  e* 
stendeva  a  tutto  il  dorso,  ed  alle  natiche.  Dopo  mez- 
z*  ora  estratti  gli  aghi ,  la  paziente  s'  alzò  dal  letto , 
non  provò  più  alcuna  molesta  sensazione,  ed  attendo 
tuttora  ai  ^noi  lavori  da  contadina. 


/ 


Domentcft  SqMssi;  A*  uni  Sd^  dopo  4  giomi  di  puer- 
perio in  s^uito  ad  an  parto  naturale  facSe^^i  senti 
infastidire  da  un  dolore  intenso  al  terzo  inferiore  ia- 
terno  deNa  gamba  sinistra:  esaminata  la  parte,  non 
rile%ai  rossore^nè  gonfiessa;  era  sensibile  però  al  tatto. 
Avendo  veduto  V  universale  in  buon  essere,  stimai  la 
cosa  meramente  dipendere  da  una  sensibilità  nervosa  ; 
mi  decisi  di  provare  due  agbi  in  vicinansa  del  nervo 
safeno  interno  ;  V  operazione  fu  alquanto  dolorosa.  La- 
sciai per  4^  minuti  circa  gli  agbi,  estratti  1  quali, 
V  inferma  potè'  muovere  a  suo  piacere  la  gamba ,  U^ 
bera  afiatto  dal  dolore  di  prima. 

Marianna  Moro,  d'anni  56,  d'abito  scrofoloso, 
▼enne  presa  da  ottalmia  acuta,  fugata  la  quale  inse> 
gnito  ai  rimedj  antiscrofolosi  intemi,  non  esclusi  gK 
esterni ,  dopo  tee  giorni  fu  assalita  da  un  dolore  forte 
fpasmodico  al  sopracciglio  destro,  quasi  come  di  Tic 
doulaureux.  Sottomisi  la  pasiente  ali*  azione  dell*  ago- 
puntura ;  mediante  Tintroduzione  di  tre  aghi ,  dopo  35 
minuti ,  non  ebbe  pivi  alcuna  sensazione  dolorosa.  Yen* 
ne  la  stessa  presa  interpolatamente  da  ottalmie  non 
accompagnate  però  da  spasmodico  dolore. 

Altri  casi  di  stmil  natura  potrei  somministrare  «  ove 
r  agopuntura  sortì  felici  effetti ,  ma  per  legge  di  We- 
vitli  li  ommetto.  Ora,  siccome  Io  scrìvere  solo  dei  casi 
felici ,  tacendo  li  sinistri ,  non  porrebbe  in  chiara  luce 
il  fatto,  stimo  opportuno  anche  di-  riferire  li  casi  in 
cui  l' ago-puntura  non  produsse  alcun  elfetto. 

Gagnola  Maria,  contadina,  d*  anni  So,  soggetta  alla 
gotta  ,  da  cui  venne  assalita  il  giorno  i  a  ottobre  scor- 
so, in  modo  tale,  che  non  poteva  nemmeno  soBrife 
sui  piedi  le  coltri^  mi  deliberai  di  provare  quale  ef> 


"v 


ai7 

ietto  8onii^6  Y  ago|^«intimi.  Introdatli  (  séintiK  colle 
stesse  regole  )  quattro  aghi  per  piede ,  V  inferma  dopo 
dae  mÌDati ,  iiccusò  di  sentirsi  meglio  ^  e  sopportava 
le  coltri  seoza  iucoinodo,  come  pare  non  lagnavasi 
pili  (Sa  an  letto  non  molto  soffice.  Dopo  tre  quarti  d'o/a 
estrassi  glt  aghi  ^  TammaUia  discese  dal.  letto  ^  asse- 
rendo on  miglioramento  notabile ,  potendosi  reggere 
snlle  parti  pria  dolorosissinie ,  ma  cìh  fo  di  poca  du- 
rata y  poiché  dopo  un*  ora  tornarono  come  prima  i  do- 
lori 3  replicai  per  tre  giórni  consecutivi  tale  opera* 
zione,  ma  sempre  con  egual  successa,  di  modo  che 
pensai  d'abbandonare  l'intrapreso  assunto. 

Lopani  Gio.  y  d'anni  53,  venne  affetto  da  un  flem- 
mone al  polpaccio  della  gamba  sinbtra;  volli  tentare 
gli  aghi,  i  quali,  benché  replicati  più  volte ,  riusci- 
rono infruttuosi,  e  dovetti  ricorrere  al  metodo  anti- 
flogistico  sì  internamente ,  che  localmente* 

Il  sig.  N.  N^  di'  temperamento  pletorico ,  erculeo , 
d' anni  ^5  ,  cacciatore  per  diporto ,  infermò  d' ischiade 
acuta  air  arto  sinistro  ;  dodici  aghi  introdussi  lungo 
]'  andata  del  nervo  leso.  Lasciai  per  un  ora  circa  detti 
aghi,  ma  non  ebbi  alcun  vantaggio,  sebbene  abbia 
approfonditi  tali  aghi  in  certi  luoghi  pia.  di  tre  e  di 
quattro  pollici. 

Altri  tentativi  infruttuosi  potrei  citare,  cioè  di  lom- 
baggine acuta  >  di  reumi  flogistici ,  e  simili ,  in  cui  non 
potei  ottenere  alcun  fdice  risultato  dall' ago-ptintora  y 
ad  onta  che  in  nuditi  casi  V  aU>ia  più  volte  replicata, 
diminuendo^  od  aumentando  la  profondità  degli  aghi 
nelle  pani  effette. 

L' antitesi  del  risultato  dell'  agopuntura ,  non  deve, 
a  mio  credere,  dare  il   tracollo   aUa  Inlancia,   in  di'- 


9i8 

icapito  iéV  opcnsioiie,  sul  di  evi  nodo  di  agin,  la* 
scio  \  ad  ingegoi  più  felici  di  pronvnciare  il  loro  parere 
con  ragioni  pantellate  da  dotto  e  fino  raziocinio  nel- 
l'arte;  sebbene  io  propenda  per  la  corrènte  elettrica. 
Mi  giova  peri  porre  sott'  occhio  ai  lettoai ,  che  osa* 
minati  i  dati  prosperi  y  ed  avversi  ^  osservata  la  costi* 
tuzione  dei  malori ^  parmi  potere,  non  sensa  fenda» 
mento,  coachindere,  che  i' agopuntura  non  è  opera» 
zione  da  porsi  in  oon  eale  ;  che  essa  agisce  con  pron- 
tezza ,  ed  òttimo  successo  in  tutte  le  nenralgìe  croni- 
che, reumidi  antica  data  ^  ed  altre  nervose  infermità, 
a  cai  socia  non  sii  la  quasi  sempre  indivisibile  flogosi. 
Air  agopuntura  accade  lo  stesso ,  che  air  elettricità» 
nelle  paralisi  in  coi  successi  felici  ed  avversi  si  succe- 
dettero a  vicenda ,  e  fu  riserbato  ^1  sommo  Tissoi  il 
decidere  da  cattedra  «  che  solo  le  paralisi  ipostenicbe 
«pedono  all'agente  elettrico^ 


^ulla  estrazione  di  un  Fèto  mostruoM.  Me* 
moria  del  prof.  Giorgio  Regholi  di  Forù, 
Dottore  in  Chirurgia^  Membro  corrispon^ 
dente  del£  Accademia  medica  di  emula'* 
xiifne  di  Parigi ,  della  Società  Reale  di 
Medicina  di  Lione ,  deW  Accademia  Me- 
dico-Chirurgica di  Napoli,  dell  imp.  e 
JR.  Accademia  dei  GùorgofiU  di  Firen-- 
%e  ,  della  Società  Medico-Chirurgica  di 


319 

BotogHa,  f^iòc'^gretaria  onorario  del* 
Vjiccademia  Pesarese,  Collaboratore  del 
Giornale  di  Bfedicina  di  Ginevra,  Chirur" 
go  primario  e  lettore  di  Anatomia  nella 
Città  di  Pesaro,  {con  una  Tavola). 


s, 


^oTTO  diversi  è  vasti  aspetti  potrei  presentare  que- 
sta mia  Memoria  iùtorno  ad  nn  feto  mostruoso  ;  sotto 
quelli  cioè  della  fisiologia  ^  ddr  at^tomia  descrittiva  , 
e  dell'ostetricia.  Alia  prima  si  apparterrebbe  i.^  la 
dlefinizione  della  mostruosità,  la  harrazioney  e,  là  di- 
Bcussione  delte  relative  dottrine  di  Hàttùr  di  Bonnei, 
Treyiranusj  Mekel  j  Soemmering ,  Blumenbach  ^  Geof- 
froy-Saint-Bilaire  ^  e  di  dltri  assai,  a.^  V  indagare  le 
cagioni  delle  mostruosità,  e  far  quindi  conoscere  in- 
torno alla  loro  eziologia  le  opinioni  degli  anticbi  ,  e 
quindi  quelle  di  Duvemejr  ,  J^insloK^  ,  Haller,  Ben" 
nety  Bianchi,  Roederer  ^  fVolf  ^  Bhìmefnbach  ,  Me- 
kel  ,  Geoffrojr  -  Saint  -  Hilaire  ,  Morgagni  ,  Saridi^ 
foriy  Lecat,  Achermann  ,  Bèclard  e  Dugès  ,  Gali 
e  Spurzheim,  3.^  la  clasèìficazione  de'  mostri  co'  rispet^ 
ti  vi  insegnamenti  di  Bonnet  e  Blumemhack  ;  di  Buffon^ 
di  Huher^  di  Voigtel  e  Malacarne  y  di  Chaussier,  di 
Meckel  e  di  Geoffroy-iaini  Hilaire.  Dal  lato  della 
anatomia  considerando  il  nostro  feto,  potrei  descriverne 
l'esterne  ed  interne  partr,  e  farne  quindi  conoscere, 
air  esempio  di  altri,  le  differenze  assolute  e  rispettive 
dell'  ossa ,  de'  muscoli,  de'  nèrvi,  de'  visceri  ec.  ed  in» 
ftituirne  un  giusto  confronto  colle  stato  normale  delle 
medesime.  Nella  sposizione^  finalmente,  ostetrica  di  un 
feto  mostruoso ,  principale  intendimento  sai*ebbe  quello 


di  itabilire  la  divem  Mndou»  da  Hovarti  ièpn^n 
ne'  divemi  a  moliiplici  casi  di  variaati  moslraositk. 
Per  mio  senno,  quest'ultima  investigazione  sarebbe  la 
più  utile  e  la  piii  interessante  per  1*  umana  specie ,  ma 
racchiude  in  sé  troppe  varietà  e  cotanti  processi  ope- 
ratori! ,  da  non  potarsi  tutti  comprendere  in  una  suc- 
cinta e  schietta  relasione  d'un  fatto.  Ond'è,  ch'io 
senza  rimanermi  troppo  fermamente  attaccato  ai  rigori 
d'  un'  ostetrica  narrazione  ^  ne  ^oropirÀ  solo  in  '  parte 
le  prescrizioni  y  facendo  conoscere  la  strada  da  me  se* 
guita  per  1'  estrazione  d'  un  feto  mostruoso,  e  co- 
me veune  per  colai  guisa  liberata  da  sicura  e  vicina 
morie  V  infelice  partoriente.  Seguirà  poscia  V  esterna 
descrizione  dello  stesso  mostro  e  ne  saranno  esattamen- 
te segnate  le  dimensioni. 

Maria  Ph&cuccì,  lavandaÌ4|  di  Pesaro^  attempata  d'anni 
W]  n  di  breve  statura ,  di  alquanto  magro  ma  robusto 
temperamento ,  e  dall'  intorno  di  due  anni  già  madre 
d' un  figlio  y  che  avea  felicemente  recato  aUa  luce  della 
vita  y  riportandone,  però  d' indi  a  poco  un  lieve  pro- 
lasso dell'  utero ,  nel  mese  di  giugno  dello  scorso  anno 
ingravidò  la  seconda  volta.  Ma' non  così  tosto  addi- 
venne feconda  di  nuova  prole ,  che  ben  altrimenti  da 
quello  avvenuto  le  fosse  nella  prima  gravidanza ,  ne 
fu  in  breve  presa  da  un  malessere  generale,  da  spos- 
satezze ,  da  frequenti  conati  al  vomito ,  e  da  consimili 
altri  malori  per  guisa  tale ,  che  ne  venne  maninconica, 
triste,  grave  a  se  stessa  ed  afiatto  prostrata  delle  forze. 
A  ripararsi  da  tali  sconcerti  nel  terzo  mese  della  ge- 
atazioue^  le  fu  consigliato  e  praticato  à\  salaaso,^  ma 
senza  niun  alleviamento  de'  suoi  travagli.  Gli  sconcerà 
ti  vengono  per  1'  opposito  crescendo  in  inteUsilà  col- 


r.avatmvsi  ddia  gravidaosay.  ed  a  que*  {mni  st  nm* 
SCODO  disoiodàto  volame  dr  ventre ,  rimarcbevole  e 
liojoso  movimento  del  contoiùto  nella  matrice;  diffi- 
cile a  lei  si  rende  il  moto,  irrequieto  e  penoso  l'a- 
dagiarsi od' il  giacere,  in  qualsivoglia  posizione  j  soprag-r. 
giungono  continue  smanie^^pallore,  inappetènza,  notabile 
dimagramento y. alle  quaU  angustie  però  ella  non  ce- 
dette si ,  che  a  sostentamento  della  propria  vita  non 
si  .travagliasse  tuttavia  tra  le  dure  fiitiche  del  iahprio- 
so  mestiere. 

Oinnta  al  primo  di  febbrajo  del  corrente  anno,  qntn 
sti  suoi  malori  toccavano  al  sommo ,  da  porla  ben  an- 
che in  pericoio  dell'  esistenza ,  e  quindinnanzi  la  Pa- 
scucci sofférsfi  dolori  non  dissimili  ^  '  a  sua  detta ,  da 
quelli  che  accompagnano  la  partnrizione.  Dovette  al- 
lora r  infelice  allettarsi  per  alcuni  giorni,  tralasciare 
le  dimestiche  faccende,  e  cercare  soccorso  e  conforto 
nelle  persone  dell'  arte.  Una  seconda  sanguigna  inutil- 
mente praticata  non  mitigò  pònto  i  penosi  effetti  di 
quegli  ostiòati  sconcerti,  e  per  mezzo  a  grandissimi 
ed  incredibili  patimenti  giunse  al  giorno  a8  dello  ■  stres- 
so febbrajo,  in  cui  -  realmente  si  dichiararono  e  mani- 
feste Ì9  veementi  le  doglie  del  parto. 

r  Osservando  la  levatrice ,  che  il  travaglio  non  avan-^ 
aava  colle  soUte  e  naturali  regolarità^  avvisò  bene  di 
chiamare  in  soccorso  persona  dell'arte^  ed  il  giorno 
primo  di  marzo  trovandomi  al  mio  tufno  in  questo 
civico  spedale,  lui  invitato  a  recarmi  con  fifetta  a  casa 
dell'infelice  partoriente ^  che  mi  dicevano  non  potersi 
disgravare  del  suo  feto  ^  perchè  trasversalmente  situato» 
Pregai  a  meco  recarsi  il  mio  amico  dottor  Filippa 
Giorgi^  chirurgo  assisteste  tii  questo  st«bilimento^  e  nf 


/' 


J 
I 


y 


232 

segairono  esmadio  akttoi  mìei  aili«rì.  Dalie  itttjscrogft- 
sìoni  &tte  alia  panioriieote  conobbi  tosto  dell'  iacomoda 
ed  ÌDittrma  sua  gravidatiea ,  e  datomi  ali*  esame  del 
ventre ,  noi  potei  che  gkidiaare  soverchiamenlift  voUi-- 
midoso,  avoto  rispetto  alla  bassa  satura  deBa  dooDat 
passai  quindi  all' esploraeioQe  dell'  utero,  a^nsa  mail 
come  in  fatti  dovea  accasermi  ;  poierld  io  di  veruna 
guisa  sospettare  gravido  di  mitstruos»  prole..  Molle  era 
il  suo  collo  f  e  completamiente  dilatalo  :  riscoÉilrai  il 
sacco  delle  acque  avente  nelle  sue  membrane  una  spes- 
seeza  maggiore  dell' ordinaria  y  con  oscura  pel*ceuone 
d'un  corpo,  che  ben  non  potei  discernere  sé  mano 
fosse ,  piede  od  altro.  Sappo»,  a  prima,  giunta,  che  la 
causa  del  ritarda  od  impedito  avanzamento  del  parto  ^ 
dipendesse  dal  non  essersi  per  anche  lacerate  le  mem- 
bratie  dell' amo  iof  5  per  che  tosto  oh  diedi  colle  dita  a 
lacerarle^  incoutcandovi:  un'insolita  diffidUtà.  Si  ver^ 
sarono  aUoca  due  ouc^'inoirca  di  liquido,  e  mi  venne 
fillio  di  poter  bene  distinguere' •  che  si  presentava  aL 
r  oriBcjo  dell'  utero  il  piede,  sinistro  io  sesta-  posiaione 
di .  Baudelocquow  Allora  pensai  di  rendeffe  piti  sollecita 
V  estraeione  del  feto  ,  e  mieno  doloroaa  per  la  madre 
I'  opera  della  manOi,.  col  metlere  1»  parte  in  prima, po- 
sizione e  ricbtamace  V  altro  piede/i.  Posta  a  tele  effetto 
la  partoriente,  in,  convenenole.  poaiaiooe  ^  assicurata  ed 
aiutata  dagli  aUieviv.  colle,  solite  regole  portai  alla  vul- 
va un  piede  dopo  Tal tfo,.. ma.  con  istraordinaria  dif- 
fiooltky  e  mi  <ftt/ impossibile  di  compiere  il  cònceputo 
divisamente.  Fu  allora  esegsiitp  quanto  a  simili  incofir 
tri  viene  dalla  religione  pcesoritM» ,.  e  teotai  quindi  di 
trarli  in  basso. colla  cooatiata..foraa<9  ma  indarno  tor- 
narono le  pùc  traaioni. .  Riflellendo  a  :^uanto  mi  acca^ 


deva  y  toipeklm  allora  di  aver  portato  afla  vulva  i  pie* 
di  di  due  distinti  feti^  e  sembrava  la  mìa  supposi-i 
alone  aver  baon  fondamento  idaU'  osservare  e  la  pic- 
colesza  dell-  estremità  già  tratte  Inori ,  ed  il  tuttora 
grosso  volume  del  venire  della  donna.  La  mano  però 
introdotta  non  verificò  pnnto  il  mio  supposto,  che 
anki  il  convinse  d*  errore  >  siccóme  in&tti  dovea  in- 
tervenire, dappoiché,  tratti  fortemente  ia  basso  i  pie* 
di ,  al  &vore  del  lome  d*  una  candela  potei  anche  ve« 
dere  il  sesso  femminile  del  feto.  Per  ispiegare  allora 
il  fòrte  ostacolò  che  si  frapponeva  all'  intera  sua  esim- 
zione,  mi  convenne  cosi  supporre:  od  esistere  cioè 
nella  matrice'  altro  feto  trasversalmente  collocato  , 
od  essere  più/O  meno  deforme  quel  primo,  e  di  que- 
ste mie  supposiEÌOni  feci  pur  motto  agli  assistenti.  La 
mano  esploratrioe  nuovamente  introdotta  mi  fece  pie- 
gare a  questo  mio  secondo  divisamento,  e  dell'esser 
diesso  vero  allor  fui  pietiamente  convinto ,  quando  alia 
parte  posteriore  delle  natiche  riscontrai  va  membro 
bastantemente  voluminosa ,  che  con  grandissimo  stento 
eslrassi  mediante  1'  utìcino  ottuso.  Era  desso  talmente 
contornato  da  figurare  in  qualche  guisa  la  zampa  di 
nn  rospo,  piò  grosso,  ma  piò  corto  degli  altri  doe 
arti  inferiori.  A  questo  punto  affaticato  dell'  opera,  e 
stanca  del  pari  la  partoriente,  $ì  prese  riposo ,  tanto 
piò  che  fortunatamente  ninna  esisteva  delle  in^periose 
cagioni ,  che  debbono  afifettare  l' operatore  alla  pronta 
estrazione  d'un  feto.  Ripresi  dopo  alcun  poco  le  mie 
trazioni  ed  i  movimeoti  dall'  alto  al  bass# ,  protao^ 
ciando  sempre  di  porre  il  moitruoso  feto  io  prima  po« 
aizione,  ovvero  nel  diainetro  obliquo  della  pelvi.  Ftt 
sopra  ogni  credere  diffioila  il   portare  le  natiche  alla 


2Z^ 

valva ,  e  giangere  coHa  mano  alia  re(|iotia  oadMlicare^ 
ove  trovato  il  faaicoloy  ne  recai  fuora  an'anaa. 

A  qoesto  punto    sembrava    impossibile  il  progresso 
dell' estrazione  ;  e  ristetti  alcaa  poco  dubbioso  sol  o^odo 
che  mi  dovessi  tenere  per  liberare  1*  infelice  partorìenie. 
Fatti  maturi    riflessi  e  naove   ed    esatte  esplorazioni , 
potei  riscontrare  nn*  altra  parte  del  nostro  feto  piegata 
verso  la  sinfisi  sacro-iliaca  sinistra,  ove  a  grande  sténlo 
potei  dirìgere  V  nncino  ottuso ,  afferrarla   ed   estrarla  , 
e  in  essa  vedemmo  con  istupore    un   arto    superiore, 
alla  di  cui  estremità  inferiore  erano .  inserite   due   bea 
distinte  mani.  Il  sig.  chir.   Giorgi  vi  portò   allora  nu 
laccio  I  e  postici    amendùe   in   conveniente   posizione , 
e  dirigendo  i    nostri   tentativi   a    seconda    de'  precetti 
dell'  arte ,  furono  per  noi  fatte  indarno  delle  gagliarde 
trazioni.  Preso  di  bel  nnovo  r^oso  nel   cessare    alena 
poco  dall'  opera  y  e  fatta  nuova  disamina  del  mostruoso 
corpo ,  mi  avvidi  facilmente   dell'  impossibiliti   di  rhe- 
scire  colla  mano  nella   completa   estrazione  degli   arti 
superiori  y  dallo  scorgere  attaccate  al  tronco  del  defor- 
me feto  due  teste  ben  distinte  tra  loro.  M'  avvisai  io 
allora  di  portare  il  solito  uncino  ottuso   nel    divarica- 
mento delle  dne  teste  ed    applicarlo   nel    luogo    della 
congiunzione  dei  feti  :  io  tirava  fortemente   in    basso  , 
mentre  veniva  in  questa  manovra  coadiuvato  daUe  tra- 
zióni' dei  piedi  e  della  mano ,  collo   ^copo   dì  far  di- 
scendere le  quattro  spalle.  A  misura  ,ch'  ene  cedevano 
ai  nostri  sforzi ^  io  procurava  di*  mettere  e  di  raiteoere 
le  doe  teste  tanto  nella  cavità  della  pelvi ,   che  al  di-  ^ 
stretto  inferiore  o  perineale ,  .nel    diametro    antero-po* 
/•teriore'y  o  pubio  cocclgeo ,  e*  per  Sale  effetto  un  aiuto 
mi  teneva  allontanato  il  coccige.  Dopo   luogo  e  labo« 


aa4 

rioso  maneggio  Tiescii  finalmente  nell*  estrazione  delio 
spalle  y  le  <[oaH  farono  tantosto  seguite  dalle  due  teste  y 
che  a  confronto  dì  quelle  presentarono  lieve  ostacolo* 
Comparve  allora  no'  emorragia  oterìna  ,  che  presto 
venne  da  me  arrestata  coti'  estrazione  di  voluminosa 
placenta  y  colle  frizioni  secche  ^  e  colle  fredde  aspersioni 
ani  ventre  della  donna,  onde  promuovere  ed  avvalo- 
rare le  contrazioni  uterine.  Conseguito  per  tal  modo 
compiutamente  1*  intento ,  iurono  nondimancp  per  nodo 
voiere  proseguite  tuttora  alcun  poco  le  frizioni  ali*  i« 
pogastro.  La  donna  diede  prova  d'incredibile  corag* 
gip  9  e  di.  non  comune  fermezza  ^i  assistenti.  ;La  va* 
gìna,  la  vulva,  il  perineo  e  V  altre  vicine  parli,  resta* 
rono  illese  da  ogni  benché  minima  lacerazione  ed  of- 
fesa ,  poiché  ebbi  ognora  pensiero  e  cura  di  preservarle 
e  ripararle  durante  il  tempo  della  penosa  operazione» 

CURA. 

Essendo  prima  d'ogni  altro  sinistro  a  temersi  niia 
metritide,  m'  appresi  tosto  al  metodo  antiflogistico  | 
amministrai  alia  donna  un  purgante  oleoso,  bibite  di- 
luenti ,  clisteri ,  e  prescrissi  una  rigorosa  dieta.  M'  a» 
atenni  dal  praticare  il  salasso ,  perchè  già  era  perduta 
una  mediocre  quantità  di  sangue  nell'  insorta  emorragia 
aterina.  Passate  alcune  ore  la  donna  prese  riposo,  ed 
^Ue  due  pomeridiane'  incirca ,  si  sviluppo  un  leggiero 
calor  febbrile. non  accompagnato  che  da  intermittenti 
4olori  uterini  per  V  espulsione  dei  lochii  sanguigni, 
talché,  avuta  in  vista  la  perdita  già  soffertane,  non  i- 
stimai  indicata  veruna  sottrazione  di  sangue.  Di  fatto^ 
la  sera  non  erano  punto  esasperati  i  sintomi  febbrili; 

AifKALi.  Fot.  XXXriJL  »5 


aa5 

Q  solamenle  si  usò  d' im  taf  alito  cMii«ne>  imo  avendo 
ottenuto  evacuazioDi  alvine  dal  puifaùie  oteosò  .di  .già 
amiDHUstrato.  Non  ebbe  cosi  tosto  .  provali  la  >  nostra 
operala  i  buoni  effelti  del  lavattvo-4  che.  ne  fa  mplu^ 
BoHevala,  e  durante  k' notte  ebbe  «osmiisufficieolemettla 
tranqniUi^  nan  intent)tli  cbé  dalle:)  molestie  defgi!  ins« 
YÌlabìli  dolori  otariak  In  questa  ^prima  giomaaa  -  non 
prese  che  solo  brodo  ^  e 'bevande 'dilnenli*  La' mallìsa 
del  due  V  inferma  era  preseocbè  apiretica  y  e  p«rdò:  la 
concessi  di  prendere  cibo  ;  e  mollb  aHeviameoio'  a'  oca 
tenne  ancora  per  dae  abbondanti  evacnattioni  op&> 
rate  da  un  altro  purgante  oleoso»  Sul  mèaaodì  la 
cose  '  mutarono  aspetto  ,  e  fu  assalita  1'  inferma -^da 
dolori  al  capo,  da  scosse  nervose  e  da  gagliarda  ftb*- 
bre:  e  di  qaesto  subitaneo  peggioramento  fu  cansa 
r  aver  ella  solamente  allora,  imparato  deir  aver  par^ 
torito  un  mostro  da  molti  suoi  parenti  sconsigliata- 
mente introdotti  nella  tua  stanza ,  i  quali  la  vennero 
por  anche  rimbrottando  deli'  essersi  con  grande  suo 
danno  spropriata  di  quello ,  donde  s'  avrebbe  potuto 
ritrarre  un  grosso  guadagno.  Feci  ogni  mio  polare 
a  ritornare  air  inferma  la  smarrita  calma,  e  dall' ea* 
sersi  la  sera  dileguati  gì'  insorti  sconcerti  ,  •  conobbi 
d'esserci  compiutamente  riuscito.  Fn  con  mollo  vai»- 
taggìo  amministrato  un  nuovo  clistere;  nella  notte  ebbe 
lango  ript>so,  e  la  mattina  del  ire  confòssò  essa  slessa 
d'iessere  grandemente  miglioraUl. -PerÀ  presCTisti  nuov* 
olio,  doadic  s'otteilnero  due  escrezioni <  fecciose,  e  fti 
continuata  la  solita  dieta.  I^a  se^a  il  polso  si  ieoe  feb^ 
brtle^  ma  non  talmente  da  obbligarmi  al  salasso^  tanto 
più  che  r inferma  non  accusava  dolori  di  sorta, -ed 
erano  pur  anche ^ quasi  inleramente  cessato  le  cootra* 


^»1 

slom  ttterioe*  TcanqfHilla  fu  la*  npH^t:  b  fq»KW9^^1  4 
apisesMa  asfokitB/  e  v«mie  «ollafoip  lòfifilolo  il  filì^ier^ff 

Ua'ora  <dapo'tt.ni«uEodl  !•  infcraia^lo  fiMalila  d^rj^man 
b{0|  «alone  at^m^yMtì^tyv  dokri  al  dcirs^.e  farlf  fch- 
famv  La  ^saoaftf  iU.«diwBi;  sconceffti  non  la: potei  suppongo- 
^e  iiall%:  sola  febboc  lallNii  o  pofrporal^y  ed>  a  tron^ 
eanw  ttcaéiiAioof  .od<  Jinpfidjl^ii^f.jl  pcogr^^moiitp» 
credei  a^sal  theae  ifiidicato  «ii^  dimrélo  isalasfOy  ,$be(.4t 
vsdde'caripo  J|i  nuilfa  ooteana*  Bfesmssi  ì^oUre  «ma 
faevaoda  tairtari^DaU;:  ;iilie  :ii0v'<  pomeridiane  ;  iniqorò  l^ 
gravexca  dj  qae'«ìoliomt|.ii.:la  fiolte  fn  tr ancpaithi^. 'I41 
maMtea  ,del.à'iera  leggeri4shxia  Ja  : f<^bve  « .  oftlmAtj  fl 
calore  e  «le  bmauie.^  e:!  si  thhwttì  diue  soari^bo'  ;4i  veav 
tre.  Io  s«l  niczaodì  .afKiretaiaì  per  abbondanti .  «udori  ^ 
chei  dàcaroóo  taftta  ^Ib  'iiot&«  e^rjlioviattifio.df'tfii,  odln 
aéradel  ^óalgìoirAO'fi^maiiteonl^  apififii^a^  Nel,  ^.yei^ot 
lioecescilalo  il .  ootsiaientb^  .e  .pro^xedjradÀ  ;»e«P|>re.  U 
nostra  .;operata  idi  bene  ,ÌA.i|iegUo"y.,jiiel>  gio#P9  ^5^  ai 
IcvÀ  dal  kttQy-e  gbde  pKesfioteiiiié»te:  di  OiHÀaia  sàoità» 

.  Descrizione  esieraa  dei  Felo  (fnostrueiSQ.  • 


•  ••  '  «1»  ^ 


♦4  ' 


0* 


.  'Da 'quanto  aoso  per  a^]rrS»e^.ebia«io,a|if^rif^>^s^r# 
il  nostri)  «mostra  la  confiunl  ed  iQfoiifOìQ  ii09%ìWWitk9 
di',  due .  ftlì  9  >  Olì» •  separali  / .  od  óva ,  uniti  tia  •  Ipro^  Viik 
frttii^  'ha  due  tliaiinte  ieiL«  btiu;  eooforpiate,  ej^eqe  svi<- 
lappate,  eguagliando  éiaiéfiniaqr  ordinaria^. grossezza.  4j 
quelle  tie'  £sti  ^  che  ve^liMo  in.^lmce-M  matura  «tagiOi^ifi^ 
e  pare  adórne  di  oapett  obbastanza  «l^pghi^.iKegol^iji 
ton<^  i  lin09aiei|ti:drl';]ova  ^olto^  0  lo^e  l'altre  lo^9 
fparti  dolleit  ordioftri)&  dinì#iu»oniii;  ìDkie  SDI19  -^  .^qAÌÙ  i^ 


bene  distmli  tra  bro,  di  Innghézsa  isegohrtl  L'aoo* 
no  «ttuio  applicalo  ofel  làogo,'o<ve-  i  tr^mcbi  n  «n^ 
icoDo;  o,  per  dir  pia 'vero,  si  confondon»,  prodosaé 
una  Ucerationej  che  naise  allo  scoptito>r  arteria -earo^ 
Udo  primitiva  destra  del  feto,  lioiftrojcdie  videsi  pnU 
lare  per  lo  apatia  di  un'ora  circa  dalla  sua  estraEioBe. 
Non  si  osservarono  aofolto  aumiresti  i  moti  respiratortiy 
e  per  coosegaentènocis'iidirono- vagiti.  Esistono  qnati 
tro  scapole  ben  distinte^  e  qoelle  esiaadìo ,  cbè  ai 
guardano  reciprocamente:  dodici  doste  per  parte v  due 
alemi ,  ma  assai  vicini^  V  uno  dell*  altro  ;  qnatlro  mam^ 
nell^  ooMoro  cdpeaeoU ,' anteriormente  dne  assai  di- 
•coate  tra  loro ,  e  Y  altre  dot  posteriormente ,  avvici» 
nate  molto  e  poco  sviluppate.  È  uno  il  foro  oasbeli* 
cale;  ed  ano  solo  era  il  ftinicolo ,  ooa  sola  parte  ge- 
nitale femmifrile,  ed  un  ano  «oloi  talché  egli  pare 
aver  UvutO'  la  tistora"  disegno  di  produrre  dfie  gemeHit 
che  sonosi  dipoi  asiieine  nnili  e  confusi  lateralmente, 
<%ndr 'pih  Hittttifaoyeote*  procedendo  dalle  spalle  aUa 
pellai;  A ppàfreoitemevte) non  airvi  che  n^i  sqU  'tronco, 
ma  sono  dae  le  colonne  vertebrali,  i  di  cui  coccigi 
molto  s'ioclinano  e  -gbàtdansi  reciprocamente ,  per 
nescire  vicinissimi  ad  un  podice  comune.  La  pelvi  è 
tea  sola;  m^ •  pia* targa  di'ifueUo^ ordinariamente  sia, 
^ando  appartìaivs  ed  in  feto'  solo»'  Quattro  sono*  le 
natiche , 'poste  dlie^aceiascnalato^  ben  confermate  e 
molto  tia  loro  'Coniane  ^  l'altre  due  si  confondono  in- 
aieme ,  e  son<>  affatto  posteriori  e  medie.  Dell'  esire- 
ttHlk  soperioH  dne  sodorai  l«ds  liberi  di  ciascuii  fetot 
senza  difetto  in  tutte  le  loro  dimeusionif  ed  dna  terza 
ne  sòr^e  a)1a  part^  poÉteiiore.y'^ie'piìi  precisameare  nel 
luogo  ove  sonosi  i*^feti   uniti   e  confusi:  è   déssa   ^ 


f 


poco  pib, corta  dAV  iltn  dae^^non  articolate  nel  go- 
mito, ed  al  suo  antibraccio  sono  inaeilte  dae  mani 
ben  cooformate  e  tra  loro  divise,  che  risgaardansi  colle 
&ccie  palmari.  Egttalmente  due  sono  gli  arti  inferiori  ^^ 
die  sporgono  da  cì^scon'  anca  liberfi ,  luogbi  al  solito  , 
ed  aventi  solo  . celle . gamline  e  nc^' 'piedi  un'alquanto 
strana  curvatura.  He!  luogo  della  pehri;  ove  i  feti 
sono  Unmedesimati;  sorge  un  terso  arto  inferiore  mal 
confermato  piegato]  ali*  ibsn  *  su' i  dorsi  di  quelli ,  scor* 
lendo  quasi  la  traccia  dell'  unione  dei  lóro  tronchi  ,  e 
ricoprendo,  in  alto  ,le  due  gìk  defitte  . posteriori 
Biàmmielle.  La  parte  ,.cbe  in  esso  tiene  i luogo  di  co« 
scia  lè  quasi  deHa  grossezza  -  deli'  altre  ben  -coùformatei^ 
sembra  avere*  due  femori /e  non  gode,  che  del  solo 
moto,  anche  ben  limitat9^.d  allontanamento  dai  troni 
ehi.  Non  .esiste  gHkoCfShio.^fe  la  porsjoue  che  sta  ia 
vece  di  gamica ,  non  ne  ha  ni  k-  direaioiie>  uè  la  fi- 
gbra,  né  le  dimensioni,  manca  di  malleoli ,' e  dell' arti- 
colaiiooe  dc3  piede,  manca  di  calcagno  e  non"  presenta 
né  la  figuni  di  quella,  uè  la.  direzione,  né  le  dj^mensio- 
mi::  lecita  sono  cipqiie,  ma  stiacciata  e. -mal  .confor- 
mata, ed  offrona- di- particolare  (due  ranghi  d'unghie.;. 
Tuno  dei -quali*  è  volto  verso  la  faccia -plantare  e  Tal- 
tro  verso  ia  dorsale 5  talchi  sembra  potersene  per  molr 
to  pro)>abile  analogia  argomentare,  nuli' altro  essere 
quest'  informe  membro,  che  l'intima  unione  degli  al- 
tri due  arti  inferiori ,  interamente  conforme  a  quella 
dei  di^e  arti  superiori,  oud' è  prodotto  quel  terso 
aveqte  due  difitible  mani* 


/ 


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»       •:    » 


,;;•      V 


♦  ;» 


BùnmèitirtLi^    *'  »»  '-'yf"  ••It^  f  i 


I    1 


•r      t'jt. 


I        [.  > 


f'Vì   jA    •> 


X'  ÌDtera  laQghe^za  del  Je^trò  fejo  pcrj  avere  ;      , 
la  testa  schiacciata ,   e  quiixdi  alquanto  più 
allud^M'à  di  qucflla  'del  sfuJsttb' è  di'     .^  ' .  lÒ  ^ 


i»i 


...;.,     I 


f 


0el  5itiistttv< 

11  diametro  tiia^^sotdellar  lettb  dot  feló  m 


.16' 


IPIJ      5:.  .f)Ì      ;mo 


}.  •••     ••  '.  • 


Del  destro  ,   .i:  i«- ..::' i  Me-L-ih;/!;.;  ^f  \,."{     •  .. 
Il  diametro  antero-posteriore  del  smistro  •'    .     4 

fiéi 'déèiW  ;  ''}  '•;■  .  •  '.  •'■;  ".•■ .'.":'".-.  -^  " 

Il  diam^ro   òMrqilo  y  ^s^lf''meiito^d«cipital6  ^^ 
•.  del;  feto'  snkislro'i.rf  •  .i.  -.v    *'  i .,  • .  ■  ,.    •  •  ',■  [.-^r: 

liei   QpSXj^  }.  j    ^{   •r;<-  1  *.»•  lì  •i;\T  •    -•;.:•    r  •    :•'•..   P'» 

fi  diametro  oerpendicolare^del  sinistro      •     •     3 
/     JDel  desUo  .......   ..••....     3 

n  diatoetró  W^Vbrkò  dèi   trotrcfii  lòsieme'to-'' 
<  nf(Ì'miì9ilràlò  èé  t^nar  sp^àlte^  all-alvi^  ^'r  '  >.  '('5 
B  diàinctco  trasmek«o  t^ella.  pèlvi  coHMinQ  (^Ke^;' 
...so  da  un  tRooaatere.  ali' aUro  «    ;,.  ...  u  ..     5 

lia  lunghezza^  del   tronco   comune   misarfita 

dalla  clavicola  al  pube   .,    ,     '.  .'.     .   ',.*   .*     '5f  * 
Quella  ciìé   vietié    misurata    dilP  océipife   8i 

ciasdob  fèto'  all'  ano  éèqfitihQ';'  .  '  ;  '.     i    :>j 
La  looghazza  deli'  arto; an^erjkiMj  àtseate  dUe  • 


mani 


•  '. .  • 


*  «' 


P    O?  •   ■/    'J 


•  '  •*  • .  • 


QM.ella  degli  altri, due  arti  s.i^pe^iqri  ,  .   ..  .j.  ,.? 

La  lunehezza  dei  due  arti  inierioi^  ben  con- ^ 
formali     .     ,     ......  '-■:"■■.  ,  .     .     6 

QoelU  della  còicia    dèi    tèrif^   mi  Ìfile/!idr<B '^^ 
'-   mal  ootiiotmatoo   .     .     • .  «  :..  ,b'.  .u>!  :»     .     3    r 
I^  grossezza  del  medefiqap,»  .,:,....     .    ?.;.    ,1 

La  porzione  che  tiene  luogo  di  gafì()ba  è.lunga     i 
Il  piede  è  lungo  .«..,'...     1     •    *•'  '  x 


6 

7 

o 
5 

'  * 

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a 

f 

.4 


I 

6 
6 


aSi 


.  (  ^«^g^^  .&  Tavola  IL  ) 

Fi;»  I.«  Rappresenta  il  mostro  piegato,  vedalo  smi^^ 
riofmctote ,  e  skoato  probabiimeiite  nel  modo  istesso^ 
che  nel)' mero. materno. 

Fif^  U.  In.  jfci€»ta  .figura  veggonsi  i  feti  distesi, 
le  teste  divaricate ,  ed  il  lii(>gó  dell'  anione  dei  loro 
|ronc}ii. 

«•  Figb  Ufi.  jQo/esta  (figura  inoistra  i  feti  nella  loro  fac* 
4}ia  postecifl|fe^.  oaturalm^nCe.  ?  piega  ti ,  e  fa  eoooscerela 
fonfigpraaione  |an*o<  deli'  arto  superiore  mal  «copformat 
lo-,  come  dell'- inferiore. «  >v 

•  '.F'ig<  iy<>  P.ane^usott'  ocdbia  ài  dorso. e  la  parte  h* 
lerale  «iòislra  AA  «feto  ismistra^  avente  tutte  le  «membra 
dispiegate. ied;andntanate.dsfl  ironcoi  ,    '  . 

Fìg.  Y.  Si  vede  in  que&ta  figura  il  dorso  e  la  parfie 
laterale  delftira  del  feto  dèstro^  colle  membra'  allonta- 
nate dal  troncjb.  >  i  .  '     * 


■  I    !■« 


N^ta  del  dati.  CPcgoi^suI  muscolo 
Lagrinudrpalpebrale. 

seGBirno  da  poco  il  Bolletin  des  Sciences  Medica- 
les,  ho  trovato;  che  nel  n.^  a  febbrajo  1824  (0  >  ^ 
nel  n.^  4)  aprile,   1826  {1),  agli  articoli  gS  ,  e  247  ^^ 

%<H       I       unii       <    .i.i»«,i  Kii  ■»■■  I      iii»n      ■iiUi  inil  I  I  I  ■■■     ■■■imi       HI!  I        I  ■ 

(1.)  DescripUiM  anatòmiche  d'un  muscle  paritculier 
àg  r^òeti  ;  par  te  doct,  Ginseppe*  Poggi. 

(9}  Examen  de  la  déctiuvsrté^  du  muscle  iensor 
tarsìa  eie,  par  W.  E.  Rorner ,  JII-  D.  eie. 


93a 

tiene  parola  della  Memoria  da  me  {merita:  nel  Giorna- 
le di  Fisica  ecc.  di  Pavia^  (i)^  la  quale  ha  per  isco- 
pò  la  descrizione  anatomica  di  un  muscolo  particolare 
annesso  all'occhio  umano.  Tanto  nel  primo  articolo 
peri,  nel  quale  si  è  inteso  dare  l' estratto ,  di  essa 
Memoria,  quanto  nel  secondo,  dovetti  |HropriameDta 
convincermi  ch'io  non  fui  menomamente  inteso  dai 
reddatori  del  Medico  Bollettino^ 

Ma\  soffrendo  pertanto  la  taccia  di  plagiario^  che 
in  detta  opera  ed  in  altra  mi  viene  data^,  ho  creduto 
mio  dovere  lo  estendere  una  Nota  sopra  questo  argo- 
mento; la  quale  I  valen'do  a  mia  gtostificasioue ,  serva 
altresì  agli  scienziati  per  giudicarmi  in  seguito  secondo 
quello  che  ho  detto  nella  mia  Memoria -,  e  non  ,coq« 
formemente  alla  opinione  datane  ndl  BoUctino  delle 
scienze  Mediche,  e  nella  Anatomia  del  prof.  FferiVmo 
Caldani. 

U  articolo  gS  al  hel  principio  sostiene  t  Ce  muscle, 
appele'  par  M.  Poggi  Lacrymo-palpebral^  a  èie  decoii» 
veri  par  le  docteur  Horner,  professa  d' anatomie  k  Fhi- 
ladelphie.  » 

Prima  che  M.  Honier 'descrivesse  il  muscolo  Tensore 
dei  Tarsi,  Duvernejr,  SchQb*nger\e^i)ienmiìUer\o9iVt' 
vano,  da  tempo,  più  o  meno  completamente  ritrova- 
to, descritto  ed  ineiso.  Prima  del)a  descrizione  dame 


^  *'  "   M,  I      I      ■  IJ  II».      I   fT'.l 


(i)  Descrizione  anatomica  di  un-muscola pariicolars 
annesso  aW  occhio  umano  ^  del  dou.  G.  Poggi.  Gior- 
naie  di  Fisica^  Chimica  ecc.  dei  prof.  Pietro  Confi» 
gljacbi  e  Gaspare  Brugnatelli.  Decada  dy  Tom.  %pa^ 
p'ne  294,  345. 


esibita  $ul  mafcok»  làgrlmaUpatpébrale  ni  tino  a  iiat<K- 
mico  àv^va  fatto  '■  ceimo^  'di'  un  tmiscolo  composto ,  il 
qaàle  msiememeDte  servisse  a^  idiscesa  delle  lagrime 
nel  naso,  ed  alla  chiusur^p)Ae  paflpebre»  Il  profess* 
Borner  ha  data  la  descrizione  di  iin  mascoletto  lungo 
circa  on  mezzo  pollice,  largo  un  quarto  di  pollice ^ 
il  quale  con  unica  orìgine  nato'  dall'  osso  unguis  -  si 
porta  allo  innanzi  ed*  esteriormente ,  terminando,  alla 
intèma  commessura  delle  pàlpebre  vicino  ai  punti  la- 
^mali.  Io  ho  data  la  descrizione  di  un  muscolo  dèlia 
lunghezza  dL  due  pollici  ed  un  quarto ,  >  e  della  lar^ 
ghezza  di  nn  poHice  :  il  quale  nato  con  dpppìa  origf^ 
gioe,  fnna  al  davanti  del  condotto  lagrìmal  comune 
e  della  parte  superiore  del  sacco  lagrìmale ,  l*  altra  po^ 
steriore  a  dette  parti ,  si  porta .  allo  innanzi ,  si  riuni-» 
sce  in  una  sola  massa  carnosa ,  decorre  tutta  la  lun- 
ghezza delle  palpebre^  e  s'inserisce  fittan^ente  a  quella 
interna  superficie  della  cute  che  corrisponde  tra  bi 
commessura  estema>  delle  palpebre  e  '  1'  apofia  angolare 
esterna  dell'orbita.  Il  muscolo  di  M.  Homer  pertanto 
è  piccolo^  e  obblungo;  il  lagrimalpalpebralè  è  lungo^ 
•  di  forma  irregoUre;  rappresentandosi  con  due  distin- 
ti punti  di  origine ,  una  riunione  in  unica  massa  mu- 
scolare^ un  consecutivo  decorso  in  due  ventri  >  l' uno 
per  la  palpebra  superiore,  l'altro  per  l'inferiore^  ed 
una  novella  riunione  e  deoussamentp  di  fibre  al  sito 
dell'  inserzione.  Il  muscolo  di  M »  Homer  scorre  sol- 
tanto dietro  il  principio  del  Sacco  lagrimale.  Il  lagri- 
mal-palpebrale,  invece,  colla  doppia  origine  abbraccia 
in  parie  il  condotto  lagrìmal  comune,  e  la  p^rte  su- 
periore'del  sacco  lagrimale  y  e  scorre  su  tutta  la  estesa 
delle  palpebre.  Il  muscolo  di  M.  Homer,  dopo  poche 


\ 


?54 

lioeq  ài  proItingai9<ntò  avvi4Ì9a»cl9$i  alle  palpebre  ai 
fende  io  dae  paftì^  Arfioiace  s«bìle  nella  materia  te»* 
dioosa,  che  inciode  J  cendoCIt  kgriiaali  ài  margine 
libero  delle  palpebre  stmd^e  nel  grande  angolo  del<^ 
r*  occhio.  Il  lagrioMl-palpdirale  dopo  un  decorso  mai 
ininore  di  due  polHei^  e  dopo  essere  franato  sopra 
tutta  r  estensione  delie-palpebre,  aderisce  tenacemente 
alla  pelle  situata  fra  la  oonunesscoa  esleriore  ddle  mer 
d^siine  e  V  apoBsi  angolare  esierila  dell'orbila.  M.  florw 
ntàr^  dietro  la  crednta  iosersione  del  sao  mnacoleltOy  lo 
ha. denominato  Tensore  dei  Tarsi ^  volendolo  destinato 
a  stirare  i  punii  lagrimali  ed  a  tenere-  ^  orli  delle 
palpebne  .accomodati  al  bBlb<^«  Io,  diètro  l'origioe ,  de>> 
corso,  ed  inserzione  del  muscolo  -  da  me  scoperto,  l'ho 
nominalo  lagrimal-palpebrale  ,  pèrche^  contraendosi  , 
colla  sea  doppia  origine  comprime  il  codette  lagrima! 
comune,  e  la  |>arle  «nperiorè  del  àacco,  lagrimale  ,  ^ 
colla  sua  andata  «ed  inseraione  serve  esclnséramonteisi 
chiudere  le  palpebre  e  spandere  in  modo  uniforme  le 
lagrime  sulla  faccia  anteriore  del  bulbo.  Da  ciò  *éott<* 
qu^e  risulta,  che  ben  lontano  d' essere  il  muscolo  La* 
grimal-palpebrale  da  me  descritto  lo  stesso  muscoleltoi 
di  M,  Horner^  questo  di  Bornet  non  ferma- se  non  se 
1*  orìgipé  posteriore  del  muscolo.  •  lagrimal-palpebrale 
da  me  yinveniito.  E  veramente  alla  pag.  i  della  mia 
Meméria  dosi  mi  «esprìmo.,  e  Reileeando  diligentemente 
le  medesime  .  osseVvazioni  necroscopiche ,  ed  avendo 
sempre  in  diversa  maniera  dissecate  le  stesse  'pafli  ; 
Dbn  solo  pervenni  ad  accertarmi  che  il  mdscolo'  'del 
prof.  Harnet  altro  non  è  se-  non  se  il  principio  di  un 
altro  muscolo  assai  piii  grosso^  Indgoe  robósto?;  ma 
mi  ay  viddi  altresì  Ohe  a  Comporre  cotesta  mas^  imu 


ff35 

scnbre  hui^a  e  •vob«iBtd  là.  'qoale  ri  veste  ambedue  le 
palj^ebre.  ^^yi  si  aggiaii^iM>  allrì  fa^em. carnosi,  piii 
aatttriòl^i  ^-estemi  al  lacetlo  trovato  dai  proi.  Boriteti 
ài  Filadelfia  ».  - 

.  .Dòpo  n  pjremesiOy  P  articolo  9?  contìnua  in  modo 
ooatraddìceoté  ai  ao^ira .  òitato  penod^,  pott  più  &ceodo 
credere  di' io.  abbia  con  plagio  trascritto  il  musiéòlò 
di  iktirfier ,  .ma  ohe  invece  :  abbia  .dato  la.  deslcrjìiÌQne 
del  nivsoolo  òibioolttredcUe  palpebre  >  metà  del  quale 
sia' atato  da -me  chiaimito  ^àisieolo*  lagrimalrpalpebrale» 
4t'U  ifécrit  av€c  Beancoup  de  |0Ìq  le  mnscle-  òrbjcor 
Uire  des  pappieres  ^'il. divise,  en  deii'X;partle8,<  T^ne 
fornai  par  ies  lìbrea  MusculaireS:  ^ui  entourent  ìe$ 
panpreras^  Taatire  tqìfiì  regarde  somme  un  musi^le  par^ 
tiottlier^  et  qu'il  apprile  4Àcry«io-p^Ipe1»Fal  i».- 
/C^kt  Memoria  da  me  data  in  iaceiio  ifoa.ini.jsoiio 
prefisso  di  esibire  la  descrizione  anatomica  del  njuacolo 
àrfaicolare  delb  palpebre  y  ma  bensì  la'  descrizione  del 
annego  lagrima^pdlpebrale  da  me  scopot'to.  Al  modn^ 
atasso  però,  cbe  le  rep}icate>ofi9ervauQoi  aiiatomicha 
sii  avevano  obiarito  non  eaistèie  il  muscolo  tensore 
dei  tabi  descritto  da  M  Honiery  la  lettura  delle  pii| 
tlccveditaté  opere  di  anatomia  aveami  dimostrato,  cbe 
fino  allora  non  era  sortita  'una  .esatta  .e  coiereale  de* 
acrimne  del  muscolo'  orbicólat e*  idelie  palpebre /.àp« 
punito  perchè  con  esso  era  stato  sempre  combinato  j$ 
confuso  quasi  tatto  il  muscolo  lagrimal-palpebraie  ih 
me  Tiuvefautov'  Volendo  adubque  dt^crivere  il  noi^eUei 
BMMcol^y  non*  poteva  .per  ordine- di  qbiace%«4  e.'prek^ip 
sione  dMpen^ràii  dal  designare  prima  ^qualn  parte  at« 
toalrtiente  >debba  rita|ièfsi  e  cfaiamarsi  (m«lscolo  oibicO<» 
lare;  0  quale,  poi ;fo$^e  T  altra  che/  4i^nii  «coAlpresa 


aSd 

neil'  imicac  della  mam  di   dett»-'  orbìeolara  i  nata 

1 

ortt  dd  me  disdnta  nella  sua  duplice  origine ,  andata 
ed  inserzione  e  chiamata  poi  nome  particolare  di  mn» 
acolq  lagrimal-palpebrale ,  nome  tratto  dall'  ufficio  del 
eópràddétto  muscolo.  E  di  vero  ralla  pag.  8  co>i  laai 
esprimo  s  n  Io  invece  dividendo  il  móscoìo  orbicoìaEre 
delle  pilpebre ,  ne  faccio  due  porzioni  assai  destiate 
fra  di  loro ,  ritenendo  la  prima  come  mia  semplice  e* 
apatìsióne  di  fibre •  carnose  circolan  sotto  la  cult,  cio& 
come  un  semplice  pannìcolo  carnoso  attaccalo  ai  oo« 
nttni  integumenti 'del  perimetro  delle  orbite  e  più  e« 
apanso  ed  al|aFg*to  alla  regione  delle  tempia  che  net 
r  angolo  nasale  dell' occhio.  Mentre  della  seconda  ne 
forttio  un  vero  muscolo  fornito  di  tutti  quei  caràtteri 
che  gli  sono  proprj ,  muscolo  che  dietro  là  sua  andata 
•d  il*  suo  doppio  ufiìcio  ho  designato  col'  nome  di 
muscolo  ]agrlmal-palpebrale._  »    • 

Ora>  doDi^ndo  io,  come  in  uno  stesso  articolo  siasi 
potuto  conciliare  e  fiir  credere  ai  leggitori  che  SI  moA 
scolo  da  me  chiamato  «  Lacrymo^jkaìpébral  a  étd  de-i 
eoàvert  par  le  dooi.  Bcrner  ete.  »  e  che^la  seconda 
parte  del  muscolo  orbicólarè  delle  palpebre .  da.  me 
descritto  «  il  regarde  comma  :un  moscie  particnlier  et 
qu'il  appelle  lacrymo^palpebrai  ». 
*  L'aiticelo  qoDtinua:  «  Ce  detnier  mnsisle  scinsero  aiH 
terieurean^  ar  i^  parile  superìeure*  du  bord  anterieur  ' 
de  ki  iosse  lacrfaiale ,  dans  oo  éspace  de  deux  lignina 
envifon.  ^Posterieotement-les  filxès  chamues  decemo^ 
atte  s'instfrent  sur  one^  aponévrose  qui  vient ,  pirendre 
attaché  #u  mOieu  de  la  crtfte^saillauie4e  l'os  unguis  »*. 
li  mnscold  da- ^me  deecHtto  »  che  neu  è  T  ocbicolare, 
aia  <|hfe  é  il  lagrimal-palpebrale  ^  non  va  giii  ad  io< 


/> 


senesi  nei-  punti  precisati'  iti  questo  .^periodo  ^  ina  io» 
yece  f rae  da  qaesti  ponti  la  soa  doppia  origiae.  » 
^a  nltkno^  Particelo  conehiudè:  «  Ce  moscie  en  se 
còntractant,  applique  Ics  paapiéres  sur  le  flobe  do 
Fóeil  et  toome  les  poinfs  laciymani  Ters  le  ne2  ». 
(  i  II.QQUscolo  lagnmal'palpebrale -da  me  «descrìtto  na^. 
eéeodo  con  duplice  origine  ^  la  quale  abbraccia  la 
parte  soperiore  del  sacco  lagrimale  e  la  metà  interna 
circa  del  condotto  lagrimale  comune ,  decorrendo  sopra 
f  estesa  tutta  delle  palpebre,  ed  aderendo  fissamente 
a  qdéllo  spazio  di  cute  siioato  tra  la  commessura  ^ 
tteriòre  delle  jpalpebre  e  l' apofisi  angolare  esterna  del- 
l' orbita  )  colla  sua  conirasione  non  «  applique  les  pau» 
pieVes  sur  le  globe  de  Toeil,  et  tournele  points  la- 
crymaux  vers  le  nes  a,  ma  invece  stringe  le  auacceo- 
-nate  poreioni  del  condotto  lagrìmal  comune  e  del  sacco 
lagrimale,  obbligando  le  lagrime  a  discendere  dal  sac- 
co ,  '  nel  condotto  nasale ,  nel  naso  ,  e  contemporanea- 
mente  chiude  le  palpebre,  determinando  neUa  totalità 
di  queste  un  movimento  dallo  esterno  allo  interno ,  o 
dal  difffori  .all'indentro,  spiegando  e  facendo  tesa  la 
pelle  del  principio  dejla  region  temporale,  e  mirabil- 
mente servendo  cosii.alla  funzione  cui  vennero  le  pai* 
pebre  destinate  col  loro  cbiudersi  e  riaprirsi  a^  piji  o 
■,iueoo  brevi  intervalli» 

Il  prof.  Floriano  Caldani,  ne*  suoi  nuovi  ]E|lementi 
di  Anatomia  (i);^  al  tomo  II,  pag.  i56,.  parlando  del 
muscolo  da  esso  nominato  compresso^  del  canale  e  del 


(i)  Nuow  Elementi  di  Anatomia  ad  uso  deUc  pScuoh* 
di  Floriano  Caldani,  p^ol.  a.  Vw^^a  i8a4* 


»58 

Mcco  .Ugrinialeyne  itonda,  di:  qneac».  b  .qunsi  -M 
descrì^fone  stata  iooomiiiliiata'  d^^  pro£  Aiiiciica«o/H»l 
smi$coIO'  tentone 'dei  tarsi  y  ^ledice  id)ti,|mri^<cbe^  il 
detto' Diascolo  da  ^akoair  "è  stato. "chiapiato  lagrinuiU 
palpebrale  (i)^  odk  seta  .ky.pfli9.:33i  (si)  aggitisgeiid^ 
eh' io  ha  data-  ana  estesa' dócriuaii<»'dl  questo ipicqolo 
aiascolo^  e  seguitando  :,«  EgU. è  4i' opinione  ck«^  4» 
qeesto  derivino  tuttb  le. fibre,  carnóse  delle  palpebra 
«be  prima  si  conoscevano  i]aalpafte.del.iiia^ci>lQ  >oi^ 
bfcolare,  e  peroiò' distingue  P^io  dalF  altro'>  asaeg^ad^ 
^  al  piccolo  moaoolo  di  cai  sì  Amila  A  nome  di  vt^ 
érhnfd-ptdpehrùh  e  F «fficio  non.  solo  di  agire  eid  .esi- 
liai laj|;rinia!e^y  •  ma.dì  cbindere  la  palpebre  e  raggnik- 
zarne' la 'Cote.  Ho  descritto  questo  picciolo  mnscolo 
•qnale  ni  sembrò  di  -vedere  in  più  cadaveri.  » 
'     Se  un'idea  cori  falsa  sol   muscolo    lagrinal^palpo- 

*■'     ■  111!  I       ■■  ;       I         I  Hill  I    I       II      <  a 

I 

'  {\)  Se  il  prof.  Caldani  si  fosse  mésso  àUa  portata 
di  veramente  conoscere  ijuello  che  fu  dà  me  scritto 
sul  muscóh  lagrùnal'-pnìpfibrdle ,  si  Sarebbe  avveduto 
che  al  tensore  dèi  tarsi  di  Hi.  Horner  non  può  m 
TKuUa  convenire  il  nome  di  rhìiScoh  lacrimai  pctlpe- 
orale.  €he  perciò  tutti  cohro  f  ifuaU,  dopo  la  ifortità 
della  mia  Memoria  y  hanno  preso  d  phèitanza  cotesto 
nome  Ja  /ne 'priMàniéhté  ihtpdsto  al  discoperto  mu» 
scolò  'lagrknal'palpèbrah  e  là  hanno  applicato  al 
muscolo  di  M.  HornrtJ,  fo  hanno  fauo  a  Jtuua  inne^ 
satezui  anatomica  e  fisiologica ,  o  non  avendo  intesa 
la  mia  Memoria  ^  o  nel  copiarmi  essendosi  maliziosa^ 
mente  comportati^  .  ..    ' 

(a)  pag.  ìSb,  157.    .'.■... 


«5» 

brale  'da  me  descriuo  il  prof,  dt  t^jidoVà  l^-lxa^de«qDta 
dell' eitVailo  dir  articolo  gS.»  retro  '  ciOilo  e  poitìllalo^ 
lo  consiglio  por  altra  yoltoi  a  fiiciglio  volerai  aeceftare 
sulla  Y<|ntà  del  riportato^  prima  di  avanzate  iif  pro« 
positd  od  nn'iiiudiaio^  o  quovè  descriaioni^  >atultiitti4i 
bene  spésso  correrli  pericolo,  d' incappàreiim^^  er|'ore>^ 
éefme  eira  ha.fatla  nef  render  cooto  dÌE^ii|  mia  Memo^ 
ria  sul  mbsoold  laiirimal- palpebrale.  Che  se  tali  risiiU 
tamenti'da  esso  esibiti  sul  muscolo  da  me  scopertOi 
fiissero  invece  il  ^frutto,  della  lettura  dellà^  Metnqria  ori*' 
gioale,  invico  il  si^.  ]^of.  a  leggere  l'articolo  da*  ifte 
qui -sopra  inserito^  ed  la  ripetere  la  già  fatta  •  lettura 
della  .mia  Memòria  5  «ode  abbia  per' se  a.:  con  vincersi 
delle  fidsiià  del  di  bri  libro  registrate  circa  il  muscolo 
hgrimal-palp^brale ,  la  descrieione.  del  q'ual  mnsoolo^ 
sicconie  risulta  dalla  stia  opera ,  non  fu  .al  certo  >  da 
esso  intesa  y  e  la  cui  reale  esistenza  non'  fu  tampoco 
da  esso  Teriiicata  coli' esame  sopra  il  cadavere.  « 

.  Nel  ultimare  cotesta  Nota^  trovo  infine  necessario  U 
£àt  avvisato  il  sig.  dott.  P,  Taddei\  cbe  se  fosse  stata 
dal  medesimo  conosciuta  la  da  me  pubblicata  Memoria 
sopra  il-  muscolo  lagrimal^palpebrale ,  nelle  annotaaiom 
aggiutite  al  di  lai  lavoro  sul  metodo  di  ilf.  Dupityireti 
per  la  cara  dei  tumori  e  deUe  fissole  lagrimali  (i)^ 
Sion,  avrebbe  al  certo  applaudito  a  quello  che  il/.  ìDii- 
verney  e  ilf.*  Horner  scrissero  intorno  al  moscoletto 
tensore  dei  tarsi  ^  e  non  avrebbe  avancato  che  «  Un 
seul  moscie /rece vani  denx  filets  nerveux  de  l'ophtal- 


(i)  Esposizione  ecc.  Vedi  Bulletin  dei  sciences  Me- 
dicaks.  N.  9  septembre' 1825,  articolo  35  pag.  85. 


Biiqucde  la  qnioqiueine  puf • '^  wcòii^re  le  sac  làccj* 
mal  e  les  conduiis  de  ce  nòm  ».*  U  dott.  Tìmida  in- 
vece avrebbe  dettó^  che  fatta  quella  porsione  di  sacco 
lagrjmale  la  quale  è  libera  dalla  ossatura ,  e  parte  dd 
condotto  lagrimale  comune  ^  vengono  àU>racciate  da 
due  porzioQÌ  di  -nudcolo ,  vale  a  dire  dai  doe  jhsct 
musctotosi  i  quali  compongono  la  ^doppia  origine  del 
muscolo  lagrìmàl-paTpebrale.  Uè  piii  facendo  pregio 
alla  Memoria  stampata  dal  sig.  Trasmondi,  avrebbe 
egli  scritto  y  che  non  già  il  tensore  dei  tarsi  ^  ma  le 
origini  del  muscolo  lagrimal -palpebrale,  sono  ricche 
e  ben  altro  che  di  doe  filamenti  delF  ottalmico  ;  gìao 
che  ed  il  trigoniai  ed  il  settimo  cerebrale |, col  quinto 
ramo  del  nervo  giogaie^  col  nervo  faccial  superiore  ed 
un  ramo  dell*  inlraorbitale^  s'inseriscono  e  si  dn'amano 
esclusivamente  nelle  origini  del  lagrima!^  palpebrale  ; 
•Itre  molteplici  akre  propagini  degli  anzi  nominati 
nervi  dall'  eocéfiilo  somministrati  alla  duppKce  origine 
Idei  ridetto  muscolo  (i).  Avrebbe  del  pari  aggiunto  , 
che  il  mùscolo  lagrimal-palpebrale  è  quello  il  quale 
esercita  direttamente  la  sua  azione  sopra  il  condotto 
lagriiiiale  comune  ed  il  sacco  lagrimale,  promovendo 
la  discesa  alle  lagrime.  Da  ultimo,  che  il  Imtscólo  la* 
grimal- palpebrale  \  il  solo  il  quale  non  poco  coadiuva 
a  impedire  od  a  ritardare  i  tumori  e  le  fistole  lagrimali 
convenienlemente  curati  nella  loro  primordiale  forma» 
.«ione  (9)^  stantecbè  il  muscolo  ilei  qiiale  fu  soggetto 
la  presente  Nota  abbraccia  io  parte  ed  il  condotto  la- 
grimal  comune^  e  il  sacco  lagrimale. 


(i)  Vedi  la  Memoria  da  me  pubblicala  j  pag,  ai*^ 
(0  Idem,  pag,  34,  35,  3^. 


Analisi  chiihica  detta  china  bicolorata^  ed 
esatta  notìzia  sulla  pianta  che  produce 
tale  corteccia^  ifrOuGOMO  Cm^oìsìz , figlio , 
Chimico  Farmacista. 

n  prìino  agente  da  me  Impiegato  ileH'  analisi  e  stativ 
y  etere  solforico  ;  I'  aziobe  dì  questo  fluido  sulla  bico« 
iorata  in  protratta  d  ponto  di  somministrate  delle  tìn^ 
tnre  quasi  interamente-  scolorate.  Queste  averano  na 
tolor  giallo  tossrgao  >  l'odor  etereo^  ed  un  sapore  e» 
teréo  amarognolo.  La  carta  di  laccamofa  e  quella  di 
«orcoma  non  furon  punto  alterate  da  quelli  ;  sottoposte 
le  tinture  eteree  a.  modico  calore,  si  separaron  delle 
piccole  sqoamme  nere.  Ridotte  a  competente  secches* 
za  ,  ne  ottenni  una  ma$$a  brunò*rossigna  tessuta  di  stri<* 
scie  venose  ;  ma  staccata  dal  recipiente  presentava 
delle  piccole  lamine  brillanti.  Il  suo  sapone  era  ecccs* 
sivamente  amaro,  ed  al  tatto  era  leggermente  untuosa. 
Esaurii  su  questa  massa  T  azione  deir  alcool  freddo^ 
e  con  questo  separai  una  materia  gialla  che,  esaminatia 
accuratamente  ,•  trovai  identica-  con  quel  principio 
giallo  solubile  netl'  acqua  e  nell'  alcool  che  si  rinviene 
nella  china  grigia.  Trattai  poscia  1'  estratto  etereo 
coir  alcool  caldo ,  e  n'  ebbi  una  soluzione  da  cui  co) 
rafiredda mento  si  depose  una  materia  di  natura  cerea, 
ma  che  però  parmi  diversificare  dalla  '  cera  delle  api 
per  la  maggior  quantità  di  materia  pingue  balsamica 
che  quella  contiene. 

Evaporata  la  soluzione  dell'  estratto  etereo  nell'  aW 
cool  caldo,  ne  ottenni  una  massa  bruno-rossigpa  che 
al  bruciar,  con  viva  fiarmna,  al  soauumistrar  dei  pre^ 

^wr^ALi.  Fol  XXXrilL  j6 


34» 

cipìuU  colla  ti0(ara  Òi  g^itt ,  e  ad  àlui  ^parimèoii  ^ 

io  considero  p^r  uqo  di  qaellì  estratti  'che   Bracconot 

appella  Estratto  idrogenato  azotato  molto  amaro  i   c\h 

cLe  rimase  intatto  dall'  iatéoól  era  costituito  di  malteria 

grassa. 

Spogliata  la  china  bicolorata  di  quanto  conteneva 
di  solubile  nell*  etere,  io  la  sottoposi  ripetutamente  al- 
l'alcool, e  ne  conseguii  delle  tinture  giallo  rossigne; 
Air  amaro  sapore  di  coi  eran  fornite.,  all'  arrossar  della 
liotura  di  tornesole ,  "ed  all'imbiancarsi  coli*  addiatoue 
dell'acqua,  io  tosto  compresi  che  v'  era  un  principio 
•amaro ,  un  acido,  ed  una  resina. 
.  Evaporate  le  tinture  alcooliche,  io  n'ebbi  un  estratto 
bruno  di  una  grande  amarezza.  Esposto  all'  aria  noa 
attraeva  l'umido,  e^ l'odor  n'era,  particolare.  Trattai 
l' estratto  coli'  acqua  calda  ^  ed  in  allora  separossi  una 
aostansa  di  solida  consistenza  che ,  studiata  nelle  sua 
proprietà ,  riconobbi  per  vera  rema. 
•  La  soluzione .  fu  divisa  in  due  parti  ^  versai  in  una 
di  queste  dell'  acetato  di  piombo ,  e  ne  ottenni  del 
vero  malato  di  piombo  bianco  fioccoso  insolubile.  Dal- 
l'altra, coli'  acqua  di  calce,  io  n'ebbi  oq  malato  calcar^ 
solubile  nell'  acqua.  Ambiduc  questi  sali,  esaminati  nella 
fisicotchìfniche  loro  proprietà^  ci  assicuran  dell'  esistenza 
bell'acida' malico  nella  bicolorata. 

Dopo  di  tutto  questo,  io  m'interessai  d' isolare  il  prin- 
cipio amaro  ^  è  vano  che  io  qui  ripeta  gli  attributi 
4i  tal  principio  in  istaio  di  purezza.  Furon  questi 
troppo  bene  descritti  dai  Chimici  Francesi,  Pellétier^ 
Petro9  e  Vittiquelin.  Le  proprietà  di  tal  sostanza  par 
che  ci  guidin  a  confonderla  col  principio  comune  alla 
coloquintide  e  al   solanum  pseudo  quina  ) .  ma  forse 


345 

tròppo  interessa  di  spìiiger  più  oltre  la  indagini   chi- 
tniche  onde  meglio  afferrar  la  saa  vera  natura. 

Dopo  di  aver  traviato  còlPacool  la  bicolc^rata,  il  re- 
aidoo/fii  fetto  bollire  nell'acqua;  la  decottooe  era  di 
<m  giallo  rossaistro;  il  sapore  n'  era  pochissimo  anarok 
La  caria  di  tornasole  prendeva  una  leggiera  tinta  rossa. 
La  gelatina  appena  appena  intorbidava  il  liquido.  Que^ 
sto  decotto  fa  ridotto  a  discreta  consistenza,  indi- ci- 
mentato colia  tintnra  alcoolica  di  jodtQj  ma  non  mar- 
cai traccia  di  amido.  Fu  aggiunto  al  liquore  dell'alcool^ 
ed  in  allora  si  separaron  dei  fiocchi  bianchi  che  esa> 
minati  avevan  tutte  le  proprietà-, del  mucoso. 

Ciò  che  non  disciolse  l'acqua  bollente^ fu  sottoposto 
air  azione  dell' acido  idroclorico  allungato  coli' acqua. 
Feltrato  il  liquido  y  questo  era  di  un  color  giallo.  Col- 
l'ammoniaca  ne  precipitai  da  esso  nùa  polve  bianca 
abbondante  insolubile  nell'  acqua  e  nell'  aceto  ,  che , 
studiato  nelle  sue  proprietà ,  e  caleif^ato^  s'  appalesò  per 
ossaiato'  di  calce*  ■  . 

La  fibra  legnosa  rimasta  somministrj»  per  mezzo  AA 
fuoco  mia  cenere,  i  di  cui  elementi  erano  alcuni  sali  a 
base  di  potassa ,  come  m'indicò  il  precipitato  giallo 
che  vi  produsse  l' idroclorato  di  platino*  versato  nella 
soluaione 'dei  medesimi.  Questi  sali  mi  parvero*  dei 
muriati  e  dei  solfati ,  perchè  col  nitrato  d^  argento  ne 
ottenni  un  precipitato  insolubile  nell'  acido  nitrico  ma 
solubile  m  un  eccesso  d'alcali  volatilo,  e  eoli' acqua 
bàritica  un  precipitato  bianco  insolubile  neH'  acqua  e 
nell'acido  nitrico.  Calcinato  il  residuQ  coli'  idrato  di 
potassa,  io  ne  conseguii  poca  dose  d*  un  con) posto  de- 
liquescente è  vetroso  che^  disciolto  in  poca  quantità  di 
acqua,  rappigliavasi  in  massa  per  mezzo  degli  acidi; 
era  questa  una  leggera  quantità  di  silice. 


»44 

CbiuDqne  ben  poueggi  V  istorU  diiniica  dei  male* 
risii  *c^e  le  analisi  riovcuDer  oelle  diverse  specie  ài 
diine ,  beo  di.  Ie);gteri  s' avvede  cbe  gli  elementi  di  cui 
consta  la  bicolorala  non  lono  stranieri  alle  cluDe'iuesae. 
La  materia  gialla  solubile  ii<lt'  acqua ,  e  neH*  alcool  ai 
trova  Della  china  grigia  ;  così  pure  nella  Slesia  cbina 
grigia  ti  rinviena  la  materia  grassa,  ha  china  di  San 
Domingo  presenta  aneli'  ella  un  estratto  idrogenato  a- 
EOlato  molte  amaro.  Il  principio  mucoso ,  e  V  acido 
malico  li  ravvisan  nella  cbina  di  S.  Lucia.  La  resinu 
ai  marca  .nelle  chine  grigie  ,  chine  gialle,  e  chiot 
rossa.  La  calce  esiste  nella  china  gialla.  Così  del  pari 
i  principi  componenti  la  fibra  legnosa  delta  bìcolorata 
entran  nel  tessuto  legnoio  di   diverse   specie  di  chine. 

Che  se  gli  elemeoti  della  corteccia  in  quistioqe  sono 
identici  con  quelli  che  si  rinveogon  nelle  chine  ,  se 
le  fisiche  proprietà  della  slessa  s'  avvicinan  al  genere 
Cincbona ,  qual  è  [la  cagione  per  cui  taluno  li  fa  rir 
troso  .  a  considerarla  per  cbina  ?  Forse  la  mancanza 
degli  alcali  chinina ,  e  cinconina  7  Ma  io  ho  di  già  iàtto 
riflettere  (l),  che  l'assenta  delle  suddette  basi  salifica- 
bili non  potrb  giammai  autorizzate  no  anaiiziatnré  ad 
eliminare  dal  genere  delle  Giochone  ana  corteccia  in  e- 
aame,  fino  a  che  da  questo  stesso  genere  non  sioio  e- 
«cinse  per  unanime  consenso  dei  più  acccediiali  Chi- 
nu'cL  e  Naturalisti  quelle  cortecce  che  senza  contenere 
un  atomo  di  quelli  alcali  sono  ancor  in  oggi  classifi- 
cate fra  le  specie  di    china-china,   e  tali  appellate  dal 


(t)  fedi  il  voi.  TI  ,  png,    192  del  Giornale  ^  Far- 
maa'a  ecc.  del,  chiarissimo  sig.  dou.  Cattaneo. 


245 
Siomnne  scientifico  liagnaggio ,  come  aarebl^e^  p.  e.,  la 
China  nova,   e  la  China  di  S.. Lucia. 

Ma  ogni  contesa  mila  vera  natura  di  questa  scorza 

parmi  che  venga   troncata    dall'   importante,    e^ sicura 

notizia  avutasi  sulla  pianta  che  produce   la  bicolorata. 

L'illuBtre  Professore  e  Consigliere  Brera  ^  indotto  dalla 

grave  discrepanza  d'  opinione   che  i  dotti  divide    sulla 

natura  e  sul    vero   nome   botanico    della    corteccia  in 

qnistione ,   mandò    all'  I.  R.  Legazione    Austriaca    nel 

Brasile  una   quantità   di   corteccia   bicolorata   afBnchi 

sulla  faccia  del  luogo  fosse  esaminata ,  e  giudicata  ^  ed 

altresì  a  Lisbona ,  ed  a  Cadice  ov'  era  molto  probabile 

che  fosse  conosciuta.  Il  tentativo  scieotiBco  del  Cltnièo 

di  Padova  fu  coronato  da  prospero  successo,  e  per  le 

cvre  di  S.  £.  il  sig.  Tenente    Maresciallo    Barone   de 

rWimpffen,  Capo  supremodéllo.  Stato  Maggiore  Generale 

delle  Cesareo-Reggie  Armate ,  e  Personaggio    di   ogni 

genere  di*  utili  discipline  coltissimo  y    ed  amantissimo  » 

ai  è  giunto  a  conoscere  la  pianta  da  cui  si  ottiene  la 

bicolorata» 

.  Il  chiarissimo  sig.  dott.  Pohl^  Direttore  deli'  1.  B. 
Museo  Brasiliano  in  Vienna  è  1'  autore  della  scoperta 
della  pianta  cui  appartiene  la  corteccia  bicolorata.  Egli 
ne'iQviò  al  sig.  Consiglier  Brera  più  pezzi  che  furono 
da  esso  stes&o  levati  dalla  pianta  medesima  nel  Brasile 
(quej'ai  ecorcé  au  Brasil ,  così  esso  si  esprime  nèl- 
r inviarli)  e  che  sono  perfettamente  identici  colla  cor- 
teccia fin  qui  detta  China  bicolorata. 

Questa  pianta ,  giusta  la  descrizione  che  il  suddetto 
signor  dott.  Pchl  annuncio  al  pro£  Brera^  è  unanuo* 
va  specie  di  Cosmibuena  non  per  anco  descritta,  i  di 
cai  caratteri  sono  i  seguenti  :  foUis  tnagnis  ova^o-etii' 


546  . 

ptìcis  ohtusts  ,  subtus  -fiorihustiua  4>chraceù'i>31osis  he* 
jcandrìs ,  pentandris^ue  ,  p^rUnet  ad  Pentandnam  ma* 
nof^jmiam  Linn.  et  ad  Bkihiaceas  Jussieuj  aUfue  ad 
genus  Cosmibuenae  ,  Jìuiz  et  Pavon.  (  Flora  Peruviana  » 
tom.  Wj  pari.  II  ).  Cresca  in  syivis  montuosis-  ad  Rio 
Paraiha  et  Parahybuna  Capitanùte  Rio  de  Janetra  prò* 
pé  vaia  Ricca  nuncCidade  de  Ouropretosad  Ttmpo* 
peba  Capitaniae  chinas  geraès  et  in  Brasilia ,  ete*  A 
Rio  Jaù.eiro  ed  io  Lisbona  è  conosciuta  la  corteccia 
di  questa  piadU  sotto  del  nome  di  Quòta  do  Rio  de 
Janeiro  ;  e  come  tàle^  fu  analizzata  e  descritta  dal  ce* 
kbre  Gomez  nella  part.  II  del  tomo  3  y  pag^  96  delle 
Memorias  da  Mathematica  e  Phjrsica  da  Accademia 
Real  des  Sciendas  de  Lisbona  l'anno  181 1,  nella  quale 
analisi  fa  per  sia  prima  volta  adoperato  il  nome  di  cin* 
conino  per  indicare  la  parte  estrattiva  ed  attiva  rio* 
venata  in  questa  corteccia.  Il  sig.  profisssqre  consiglie»* 
re  Brera,  che  divide  le  chine  in  chine-cincone^  io  chine- 
chine,  ed  in  chinoidi^  chiama  chinoide  òicolorata  la 
corteccia  in  questione.  Essa  gode  in  Lisbona-  di  alti»- 
«ima  repatasione  per  la  cura  delle  febbri  intermittenti  ^ 
e  reéenti  esperienze  raccolte  in  varie  patti  d'  Italit 
anggeilano  le  prime  fatte  dai  medici-  Trevigiani  sulla 
innocenza  nd  corpo  umano  /e  1'  efficacia  di  questa 
corteccia  centro  le  febbri  intermittenti  legittime  e4  at 
ire  mcalattie. 


Hi 
libistrazioni'  del  sistema  Unfaticf^ohiìiferù 

mediante  la  scoperta  d  uri  gran  numero 

di  comunicazioni  di  esso  col    venóso } 

del  prof.  Lippi,  ec,  ec.  (i). 

{Seguito  della  pag,  g8  del  presente  voi), 
PARTE  SECONDA.  FISIOLOGIA. 

Xstrnìto  dall'  aDatomiàt  del  vero'  organismo  di  akane 
parti ,  assicnrato  della  -realtà  delle  proprie  s^opert&  bA 
sistema  linfatico  e  chilifero,  passa  l'autore  a  ragiona» 
fé  fisiologicamente  degli  interessantissimi  fenomeni  del<-  * 
r  assorzione  della  linfa ,  e  del  chilo ,  «tanto  «elio  stat^ 
normale^  quanto  nel  patologico ^ .e  della  sollecita  e- 
vacuazione  per  le  vie  orinarle  dei  fluidi',  o  detle^^^so^ 
stanze ,  e  de'  principj  eh'  essi  contengono  :  e  finalofteti^ 
te,  della  cagione  perchè  alcuni  di  questi  il  trovino  nel 
sistema  sanguigno  venoso  e  non  linfatico  ^  ed  altre  voi-*  •  ^ 
le  nelle  vie  orinarle  e  non  negli  altri  due  sistemi  ékh 
minati  disopra. 

Partendo  pertanto  dalle  nuove  da   lui   acoperte  co^^  / 

mnnicazioni  riconosciate  costanti  ,  sì  vale  delle  me^ 
desime  per  sostenere  e  rendere  vie  piti  chiarie  incdócussi 
gti  insegnamenti  del  Mascagni ,  cioè  ,  che  l' esclu^va^fà*  ' 
colta  assorbetite  è  dovuta  al  sistema  linfatico,  e  noQ 
ripartita  col  venoso,  come  ha  pretesa  il  Boerhaave , 
Y  Boiler  j  e  come  pretendono  il  Lupi^  il  Caldani,  it 


^     '\  ì  *A 


(i)  Artìcolo  comunicato  del  sig.  dott.  Quadri. 


a48 

Meckel,  e  ai  nottii  ^iofnt  il  'PlànàrlrK,  S  MàgenÀ'ef 

il  Mayer ,  il  Tytidmànn ,  lo  GjneUn  ed  il  FranchinL 

«  E  per  psrlare  in  primo  luogo  del  Boerhaave^  ri- 
«  corderemo  ch'egli  apri  an  caoe  appena  morto:  ed 
«  ottenuto  avendo  copioso  vomito  mediante  ripetute 
«  pressioni  sullo  stomaco ,  injettò  poco  dopo  in  que- 
«  sto  viscere  abbondante  quantità  di  acqua  tiepida- 
'«  Trascorso  indi  qualche  tempo  ,  introdusse  nuova 
ft  acqua ,  e  così  avendo  fatto  più  volte ^  passò  ad  al- 
«  lacciare  la  cava  in  vicinanza  del  cuore ,  e  istituii 
«  quindi  una  incisione  al  disotto  '  dell'  allacciatura  , 
«  vide  dapprima  uscire  pretto  sangue,  sebbene  alquanto 
«  più  fluido  che  non  è  il  naturale,  e  poco  di  poi 
«  sangue  allungato  in  moh' acqua  >  e  per  ukimo  acqua 
«  purissima  »• 

Da  questi  risultati  dedusse  Y  illustre  sperimentatore^ 
che  r  acqua  versata  nel  tubo  inte9tinale  era    stata   as- 
sorbita daAe  vene^  ed  in  realtà,  per  l'ignoranza  in  cai 
si  era  in  qi)9Ì  tempi  dell'  organizzazione  di   queste  ,  e 
del   sistema  Jitifiitico  ,  e  specialmente  per  la    poca  o 
nessuna  cognizione  del  vero  andamento   di    questo-,  è 
senza   dubbio   perdonabile    k   conseguenza    prematura 
eh',  egli  ne  trasse.  Ma    tale   induzione  è  opposta   alta- 
mente ai  lumi  odierni ,  dachè    T  anatomica  considera 
%ioB€  della  struttura  dell'  elemento  venoso ,  ci    ha  mo- 
'  «trato  non  poter  convenire  alle  vene   ì'  assorbimento  , 
e  da  un'  altra  parte  upptù  attento  esame  del  sistema 
chilifero  e  lii|fatico  ci  ha  fatto  vedere  che  esi&tono  tra 
questo  ed  il  venoso  infinite  vie  di  comuDicaziode. 

Però,  per  alcuna  di  queste  vie ,   dico  io  ,  seguita  il 
ipcoi.Uppiy  succedette  l'assorbimento  nella  citata  espe- 

rieoza  4^  Boeroime.  £d  in  vero,  9€  l'a^aor zioue  è  (iinziQna 


V 

I 


/ 


M9 

fole  che  per  essere  eseroitaM  abbisogni  di  n^a  certa 
vitaUlà  de'  vasi  assorbenti^  quella  si  può  dice  iacil- 
mente  che  non  mancasse  ai  linlatici  del  cane ,  ancor- 
ché sia  desso  un  animale  a  sangue  caldo  ;  avvegnaché 
ai  sperimenti  in  esào  non  molto  tempo  dopo  l'  uccisione^ 
la  quale  fu  fatta  senza  efFosione  di  sangne;  e  per  altra 
parte  non  e  ben  certo  che  ad  eseguire  tale  funzione  i 
linfatici  debbano  avere  vitalità  >  potendosi  riguardare 
r  assorbimento  quanto  meno  è  specifico  nella  scelta 
dei  materiali  assorbiti ,  tanto  men  procedente  da  forza 
vitale,  e  tanto  più  accostarsi  all' indole,  di  funzione  e- 
seguita  per  ferzé  meccaniche  comuni.  E  nelF  una  e 
nell*  altra  ipotesi  mi  sarà  sempre  lecito  dire^  che  nel 
caso  di  che  si  tratta  l'acqua  calda  versata  nel  tubo 
intestinale ,  è  quindi  uscita  dalla  cava  inferiore ,  fd 
bevuta  dai  chiliferi,  e  passo  parte  di, èssa  pervie  più 
brevi  nel  sistema  della  veua  porta  (in  virtù  delle  da 
me  dimostrate  comunicazioni  ) ,  quindi  nella  cava ,  le 
leggi  seguendo  comuni  della  circolazione  àd(lominale; 
quali  comunicazioni ,  come  mostrai,  esclusive  non  sono 
dell'  una  specie,  ma«  comuni  ai  solipedi,  ai  ruminanli> 
ai  volatili,  e  fra  questi  evidentissime  nelle  oche.  » 
•  Negli  eguali  teriiiini  presso  a  poco  risponde  al  Me' 
hel,  indicando  con  precisione  li  molti  linfetici  da  lui 
ritrovati  piucchè  bastanti ,  dice  egli  /  a  dare  la  spie- 
gazione dei  risultati  ottenuti  coi  tentativi  fatti  dal 
medesimo.  Dichiara  fallace  l*"  esperienza  del  Caldani 
diretta  a  provare  l' esistenza  delle  boccuccie  libere  delle 
vene  nelle  cavità ,  secondo  opinava  l' HaUer ,  per  aver 
trovato  della  cera  colorita  injettata  nella  destra  \  ena 
jngolare  interna  non  solamente  nel  tronco  comune 
della  carotide  si  interna  che  «sterna  di  quel  lato^  ma 


35d 

pur  aocoy  segata  il  cranio^  io  tutti  i  seni  della  data 
madre,  ed  ìq  i^q  namero  immeoso  eziandio  di  quelle 
v^ne  che  sboccano  negli  i^tessi  seni ,  oltre  .  molte  di 
quelle  che  costituiscono  i  plessi  coroidei  ;  anzi  vi  era 
cera  eiKisa  tra  l  due  emisferi  del  cervello ,  sulla  base 
del  cranio,  e  ne' ventricoli  laterali.  Il  prof.  Uppi  bo^^ 
giunge ~:  «  ho  sovente  praticato  delle  infezioni  di  varfa 
natura,  nel  sistema  venoso  cerebrale ,  e  il 'più  delle 
volte  m'  è  riuscito  ottenere  V  injezione  ancora  del  si- 
stema arterioso,  senza  alcuna  sor(e  di  effusione.  Al 
contrario  ^  quando  ho  fatto  delle  injezioni  di  ma- 
teria pib  grossolana^  spesso  mi  è  riuscito  di  riscontrare 
degli  stravasi ,  ma  tali  sicuramente  da  non  doversi  ri- 
petere da  boccucie  libere  di .  vasi ,:  ma  solo  da  ^rottura 
dei  medesimi.  Dico,  infine ,  e  questo  p  il  massico  ar- 
gomento ,  che  se  esistessero  delle  boccuctie  libere  ve- 
nose, iojettando  del  fluido  semplice  o  coloritp,  cioè 
dell'acqua,  dovrebbe  costapteoiente  trovarsi  tale  fluido 
stravasato^  vìa  poiché  ciò  non  \ha  luogo,  è  chiaro. che 
i  resultati  ottenuti  dei  veisamen,ti  delle  injezioni  nelle 
cavità  ripetere  si  devono  dalla  rottura  dei  capillari  ve* 
Dosi,^  e  non  da  altra  immaginaria  cagione.  >     . 

•    Ma,  passiamo  all'esame  di  esperimenti  a  noi  più  vi- 
cini j  al  ristabilimento  diretti  dell'  antica  teoria* 

Fino  dal  1809  l'illustre  Magendic  comunicò  all'In 
stituto  di  Francia  li  suoi  pensamemi  su  tale  proposito. 
Avendo  egli  osfervato  che  alcuni  veleni ,  come  1'  upas, 
la  noce  vomica,  la  fava  di  St.  Ignazio  ,  ed  altri,  agi- 
scono con  somma  rapidità  si|ll' organismo  vivo,  opinò 
che  pervenissero  direttamente  entro  i  vasi  della  circo* 
lazione  sanguigna^,  considerando  che  troppo  è  lento  il 
iCaoimino  eseguito  dai   linfatici,  interrótto  d'altronde 


V- 


S5i 

per  interposizione  df Ile  gl^indiiley  ndl~ passaggio  perle 
quali  probabilmente  le.  materie  venefittee  avrebbero  do- 
vuto alterar&i ,  e  cosi  iifriv^re  al  sangue  ornai  spoglie 
della  |>rima  attività.  Ma  questo  òon  era  cbe'  uq  sem- 
plice sospetto.  Ora,  per  convalidare  tale  opiìiione,  pensi 
di  allacciare  il  canale  toracico,  e  T  allacciò  dilaiti 
prima  del  suo  sbocco  nella  succlavia  in  varj  aninialì  ^ 
e  introdusse  quindi  in  varie  ^aiti  del  <!orpo  una  con^ 
veniente  dose  di  opas ,  dopo  di  che  osservo  insoi;geFe<t 
fi^nomepi  di  avveleoamento,  quasi  colla- stessa  intensi(à 
e  rapidità"  come  se  non  si  fosse  fatta  1' allacdatura» 
Perciò  si  credette  autorizzato  a  coUchiudere^  che  il  ve- 
leno  fosse  pervenuto  nel  sistema  sanguigno»  senza  farsi 
strada  per  il  sistema  linfatico  ^  e  )f  argomento  in  verità 
sembrava  essere  di  molto  valore. 

In  seguito,  reputando  sempre  che  il  dntto  toracica 
fosse  l' unica  via  di  comunicazione  dei  linfatici  co'  sap», 
gnigni  ,  istituì  ingegnosi  esperimenti  analoghi  a  quel 
primo ^  onde  viemeglio  sostenere  la  di  lui  favorita  teo- 
ria j  è  più ^  confimnossi  nella  sua  opipione  ,  avendo 
sempre -ottenuto  e  senza  varietà  li  medesimi  risultati. 
Àgli  esperimenti  del  Magendie  cosi  risponde  l'autore  : 
«  In  primo  luogo,  noi  già  facemmo  vedere  che  le  vene 
non  possono  godere  di  facoltà  assorbente  non  avendo 
boGcuccie  libere  ;  ma,  in  secondo  luogo,  io  rifletterò,  che 
la  maniera  di  esperimentare  dell'  illustre  medico  francese 
non  può  colle  coseguenze  a  cui,  diede  luogo  dar  di- 
ritto di  applicarne  i  suoi  resultati  a  ciò  che  succede 
^nello  stato  normale.  Ma  io  non  ho  bisogno  di  questa 
maniera  ili  risposta',  avvegnaché  bene  esaminato  tutto 
il  metodo  dì  sperimentare  del  Mannàie  ^  ogiìun  vede 
che  il  trasporto  del  veleno  ndL  torrente   della   circola<*- 


a5i 

xione  potè  benissimo  operarsi  pei  liafatici  saperstiti 
nelle  parti  da  lai  stesso  tormentate  per  prepararle,  ed 
alle  quali  il  veleno  In  applicato  ,  e  comanicanti  da 
questa  parte  stessa  col  sistema  yenoso.  Se  adunqae 
V  autoie  voleva  che  la  sua  esperienza  fosse  concloden* 
te  f  faceva  d' uopo  che  avesse  potato  applicare  la  ma«' 
feria  venefica  in  una  parte  alfatto'  prìVa.  di  lin&tici , 
il  che  è  impossibile  ;  e  però  tè  tutto  vano  V  edificio 
fiibbricato  su  questo  labile  fondamento. 

«  Dopo  le  cose  fin  qui  dette,  ognuno  pub  scorgere 
che  tiilti  quanti  i  fatti  riferiti  ad  abbattere  la  opinione 
da  noi  difesa  non  hanno  vigore  alcuno;  tuttavia,  per 
altro  modo  ancora  procurarono  il  sig.  Magendie  ed 
altri  di  patrocinare  la  caasa  che  assunsero  a  difendere. 
Il  Magendie y  infatti,  narra  che  trovato  aveva  alcune 
volte,  nel  sangue  venoso ,  prima  che  nella  linfa ,  le  so- 
stanze che  erano  state  introdotte  nello  stomaco  e  negli 
intestini  ;  ed  ecco  il  cioiento  che  egli  institui  (niomo 
a  ciò  «  Tre  oncie  di  alcool  ^  allungato  con  V  acqua , 
«  furono  date,  egli  dice,  ad  un  cane^'  e  dopo,  un 
«  quarto  d'  ora  all'  incirca  il  sangue  dellVanimalè  aveva 
«  un  odore  distintissimo  di  alcool  :  la  linfa  )  al  conlra- 
;«  rio ,  non  presentava  niente  di  simile  ». 

Ftandrin  fece  un  consimile  tentativo  e  n'ebbe  pres^ 
iochè  eguale  risultato,  o  con  questa  sola  differenza 
che  V  odore  «dell'  assa  fetida ,  disciolca  t  e  data  all'  a* 
nifnale  che  sottopose  all'  esperimento  ^  trovossi  distilli» 
nelle  vene  dello  stomaco,  degU  intestini  tenni,  e  del 
cieco,  e  non  fu  osservato  nel  sangue  arterioso,  e  nep- 
pure nella  linfa. 

'  Non  dubita  l' autore  di  asserire  che  anche  questi 
due  esperimenti ,   a .  bene  esaminarli  ;  sono  di  :  nessun 


255 
Valore.  Quaiiido  il  sangue  delle  vene   aveva   già   con* 
tratto  r  odore   alcoolico. ,  o    d'  assufetida ,    ci^  indicava 
già  effettuato  il  passaggio,  a  in  tutto,  o  nella  massima 
parte  ;  e  perciò  non  è  meraviglia  ^ée  a  questo  periodo 
dell^  esperienza  tale   odore   non  si.nscontrava   più  nei 
linfatici.  S{i|>piamo  dalle  esperienze  istituite  dall'  Acca- 
demia del  Cimento.,  che  la  circolazione  sanguigna  si  e<y 
seguisce  tutta  nel  tempo  di > circa  un  minato,  giacché 
il  cuore  dà  in  questo  i tempo  65  in  70  battute,  ed  in 
ognuna  di  queste  esclude  jpresso  alle    tre  once  di  san- 
gue, e  perà  in  tutto  il  miniito  once  210  ,  ossia  quasi 
rintera  massa  fluida.  Da  che  si  desume  che  non  deve 
fare  meravigL'a  ie  tanto   pronta  si   manifesta   T  azione 
deir  assorbimento.  Ma  d^pparte   codesta  risposta ,  alla 
quale  per  avventura  si  potrebbe  fare  qualche  legittima 
4>bbiezione  :  io  dico  con    più    fondamento ,    prosegue  , 
r   autore  ,    eh'  egli    è   ben    naturgle   di    credere    che 
l'assorzione  per  mezzo  dei  linfatici   di    (pieste    materie 
poco,  affini   non    passi    quasi    dopo   la    prima   serie  di 
glandule,  e  con    più    ragione    dopo    la   seconda   e  la 
terza  o  la  quarta  serie ,  che  essi    vasi   incontrano    nd 
loro  successivo   prolungarsi  j  giacdiè   queste   glandule 
non  debbono  com    facilmente    essere    permeabili    nella 
loro  fina  ,  e  complicata  tessitura  da  tali  materie  poco 
assimilabili.  Però  si  deve    credere  ,    che   sce^endo  la 
via  più  focile  per  eiitraue  nel  torrente  della  circolazione 
si  portino  al    sistema   venoso  ,  a  preferenza/  per   quei 
tronchi  di  linfatici  che  colle  vene   comunicano  ,  o  di- 
rettamente  senza  trapassare  glandule,  o  dopo  soltanto 
avere  trapassato  la  prima  ,  o  al  più   la   seconda  serie 
A  esse  :  ^  ed  appunto  per  questo  motivo  in .  generale  la 
linfa  non  deve  contenere  ,ie  materie  iidorifere ,   ed  aU 


/ 


554 

tre,  tanto  piii  clie  quella  Ja  quale  è  possibile  di  spre» 
mere  si  trae  solamente  dai  vasi  più  grossi  ,  e  più  in*- 
temi  y  e  però  più  lontani  dal  centro  dell'  assorbimento,  y 

E  le  esposte  spiegazioni  servono  ancora  alla  confa*^ 
tazione  delle  contrarie  .  esperiemse  di  analoga  specie  ^ 
istituite  poscia  e  prima  dai  sigg.  Thjredmam^  e  Gme^ 
ìin ,  da  Mayer  j  da  Home ,  e  dal  FrandinL 

I  due  prìnsi  credettero  di  dovere  ammettere  la  prò- 
miscna  facoltà  assorbente  dei  linfatici  e  delie  vene  y 
per  ispiegare  il  prontissimo  passaggio-  cbe  si  fa  talora 
della  bevanda  nell'  orina  e  nel  sangue.  Ma  ognun  vede^ 
che  per  la  via  dèlie  comunicazioni  dirette  dall'  autore 
scoperte,  tale  spiegazione  diventa  facilissima. 

Presto  anche  si  vede  la  ragione  per  la  quale  Home 
rinvenne  nel  siero  del  sangue  venoso  il  rabarbaro  in- 
iettato in  alcuni  animali  5  e  lo  stesso  dicasi  dell' espe- 
rienze del  Mqyer  consistenti  nell'  injettare  tra  gii  anelli 
cartilaginei,  od  altrove,  materie  di  varia  natura,  che 
poi  neè  sistema  venoso  ritrovava,  ed  in  qaestp  soltanto. 

Agli  esperimenti'  del  Franchiniy  i  quali  in  fondo  altro 
non  sono  che  una  ripetizione  di  quelli  de'  celebri  autori 
superionnepte  nominati,  risponde  >  nel  senso  istesso  che 
ai  stggr  Magendie,.^  Flandrin  rispose. 

A  tutti  gli  addotti  ragionamenti  quest'abra  conside- 
razione- aggiunge  l' autore» 

a  Noi  abbiamo  veduto ,  nella  descrizione  dei  linfatici 
chiliferi:,  un' imÉàensaserie  di  questi  vasi  retrocedere 
dal  mesenterio  per  portarsi  a  un  certo  nuiÉero  e  ad 
on  certo  limitato  spazio  delle  glandole  lombari ,  infOB« 
darsi  in  queste,  e  dall'  ultima  serie  delle  medesime^, 
che  trovasi  sópra  la  pelvi  del  rene,  nascere  dd  cana- 
lini sottilissnni  insinuati  poscia  nel  rene  istessa,  e  da 


355 

/ 

queste  glasdule  liscia  finalmente  un  condotto  partico- 
lare^ e  infondersi  nelF  uretere  ^  e  nella  pelvi  renale. 
Abbiamo  pare  veduto  questi  stessi  chiliferi  comunicare 
per  mezzo  dei  capillari  col  sistema  della  cava  e  delhl 
porta;  tanto  n^' uomo  /  quanto  negli  animali  maBÒ*- 
milerì.  AbEiamo  veduto  quanto  è  maggiore  il  numero 
dei  chiliferi  che  si  portano  aBe  glandule  lombari  ^  in 
confronto  dì  quelli  che  vanno^  al  dutto  tor^cito  y  ed 
abbiamo  veduto,  per  ultimo,  che  immense  sono  4e  co- 
municazioni mentovate  di  sopra ,  le  quali  hanno  i  chi- 
liferi con  la^  porta  ,  e  le  diramazioni  loro,  tanto  nella 
specie  umana  ,  quanto  nei  solipedi  e  nei  ruminanti  e 
nei  volatili  specialmente  nell'  oca. 

«  Meraviglia  destare  non  deve -se ,  fatta  V  infezione  di 
varie  àostanz^  nel  tubo  intestinale ,  e  nell'esofago,  alcuni 
principf^di  queste  si  sopo  riscontrati  piuttosto  nel  si- 
stema della  vena  porta ,.  che  nel  dutto  toracico ,  senza 
far  mostra  della  loro  presenza  nel  sangue ,  e  nel  chilo^ 
come  hanno  osservato  Tytàmann ,  e  GmeUn ,  ed  Ay 
veràrdo  Hotne.  » 

'  Combattuti  gli  argomenti  a  difesa  della  contraria  o- 
pinione ,  passa  V  autore  a  far  parola  del  rapido  passag- 
gio d'  alcune  sostanze  nelle  vie^  orinane. 

Dico  adunque  (  seguita  l^autore  ),  rispetto  a  ci2»,  che 
la  ^parazione  dell'  orina  con  le  sostanze  récrementizie  si 
eseguisce,  a  mio  giudizio ,  nella  serie  delle  glandule  lom- 
bari, per  mezzo  dei  diilifinri  che  retrocedono,  nel  se- 
guente modo.  I  fluidi  e  le  sostanze  destinate  ad  essere 
emesse ,  ^scendono  di  gianduia  in  gianduia ,  e  si  recano 
ali'  ultima  serie  de'  globicini  glandularì  che  trovarsi 
sulla  pelvi  del  rene ,  dove  nascono  i  canalini  indicati 
di  sopra ,  che  io    chiamerò   vasi  chilopojetici  orim|erK 


'  / 


uso 

Al  contrario,  t 'fluirli  recrementiz)  ascendono  per  la  se* 
rie  delle  glandule  che  comunicano  col  dutto  toracico  ; 
e  non  permettendo  la  quieta  dei  medesimi ,  e  Torga* 
nismo  di.  quest'  ultima  serie  di  glandule  il  passaggio  di 
essi  fluidi  recrementizj  >.  in^  istato,  fisiologioo ,  vengono 
perciò  obbligati ,  per  la  libera  circolazione  che  passa 
&a  una  serie  delle  glandule  superiori  e  l' altra  ).  ad  a* 
scendere  e  transitare  per  nuova  serie  di  esse  glandule^ 
e. guadagnare  cosi  finalmente  il  dutto  .toracico.,,  con»- 
poitjindosi  tutti  i  glohicini  glandulari  nel  modo,  in  coi 
i  varj  filtri  artifii^lali  servono  ad  ac<!ordare  il  passaggio, 
«econdo  la  qualità  loro,  a  varie  sostante,  e  negarle 
ad  altre. 

<  A  convalidare  1*  andamento  de'  vasi  chiliferi  refloi 
nella  pelvi  del  rene ,  ha  l*  autore  aggiunto  il  seguente 
importante  esperimento.  Fece  prendere  a  degli  agnelli 
lattanti  certa  quantità  di  latte,  onde  ottenere  una  comr 
plelissima  infezione  dei  chiliferi.  Apierto  a  questi  anùnsdi 
il  basso,  ventre  ;  e  penetrato  essendo  nel  torace ,  ed 
avendo  allacciato  il  dutto  toracico ,  senza  interessare 
vasi  sanguigni  cospicui  ,  per  sostenere .  con  tal  mezzo 
pia  a  lungo  là  vita  ,  ha  osservato  in,  tal  caso  ,  non 
solo  tutti  i  chiliferi  ripieni  di  latte ,  ma  dietro  tenendo 
all'  andamento  di  questi ,  ha  veduto  le  glandule  lom* 
bari  inturgidirsi ,  e  quindi  divenire  a  poco  a  poco  tui^ 
gide  ancora  quelle  le  quali  trovansi  in  prossimità  deHa 
pelvi  del  rene  stesso  ,  ripiene  essendo  le  prime  della 
sostanza  propria  del  latte ,  e  le  seconde  di  un  fluido 
simile  all'acqua,  ed  ha  veduto  di  pia  nascere. da  qne* 
sto  dei  canalini  sottilissimi  della  specie  sopra  nominata, 
i  quali  ha  pure  scorto  ripieni  del  fluido  stesso  che 
conteneva  l'ultima  sefle   delle   glandule,   scendere ^  a 


I 

/ 


553 

{Mnetrafe  fioo  ai  rene  nniiiei*8Ì  nel  gralao,  di  coi  qiie* 
ete  parti  sono  in  tacte  le  specie  proviste ,  per  qomU) 
«embM  j  a  dUesa  di  vasi  cosi  esili  e  delicati.  Questa 
varietà  di  fl«idi  fra  le  prime  e  seconde  glandale ,  porta 
danqne  a  sanzionare  quanto  ha  detto  di  sopra  ,  cioi. 
che  in  virtù  di  ona  particolare  organiszairione*  alcuna 
permettono  il  passaggio  dei  fluidi  escrementiz) ,  e  non 
dei  recrementizj.  Si  avverta  poi ,  che  le  glandule  al 
di  sotto  dei  reni >|  come  i  linfatici ,  erano  vuote)  non 
essendo  in  questi  oltrepassati  i  fluidi ,  per  non  esservi 
con  quest'ordine  ii^riore  comunicazioni  ^  come' fu  an-^ 
die  dimostralo  nella  specie  umana.  Confessa  altrenche 
alcune  sostanze  possono  trovare  maggiore  solubilità  #iei 
fluidi  escrementizi  y  che  nei  reci^ementizj  ;  quindi  si  ri- 
scontra di  fiitlo  il  nitrp  ed  fl  cremore  di  tartaro  nelle 
orine  ;  come  '  nei  recrementizj  s*  incontrano  altre  so- 
stanze, fra  le  Squali  le  di  sopra  indicate. 
•  Riguardo  ora  ai  chiliferi^  i  quali  dopo  avere  passata 
una  o  due  g^ndule  vanno  ad  imboccare  nelle  dirama* 
zjoni  della  porta ,  non  saprei,  dice  Fautore,  sé  questi 
abbiano  una  facoltà  elettiva'  per  certe  date  sostanze^ 
o  se  pur  questi  indistintamente  assorbano,  ma  inclinerei 
à  credere  che  dotati  fossero  di  una  particolare  vitalità^ 
la  quale  venga  ad  essere  messa  in  attività  secondo  le 
qualità, di  certe  date  sostanze,  e  siano  insensibili  per 
altre;  e  così  si  può  rendere  ragione,  come  alcune  so* 
stanze  si  trovino  nel  sistenaa  sanguigno  della  porta  a 
nd  lio&tico ,  e  qon  neli'  orine ,  o  viceversa* 

Ma  se  questi  vasi  ancora  avessero  la  fiicoltà  di  as- 
sorbire indistii|tamente  nel  modo  di  tutti  gli  altri ,  a» 
potrebbe  in  tal  caso  facilmente  spiegare  il  fenomeno 
del  ritrovarsi  alcune  sostanze  nel  sistema  venoso  della 

AitNAu  Foi.  xxxrui  17 


a58 

porta,  e  i^n  altrove* ,  ricliiamaado  ad  esame  Forgaiil^» 
aaio  di  qvelle  gìandole  j  e  di  quei  Knfiilkì  ^  i  filili 
aboccaoo  dopo  breve  cammino  nei  vasi  venosi  mesen- 
terici. Noi  vedemmo,  che  quando  i  chitifeli  haà  tra* 
Versato  nna  o  due  serie  di  glaodnle ,  alcuni  ramoicrili 
da  queste  uscendo  vanno  ad  imboccare  nel  sistema  ve* 
noso ,  ed  altri  seguitano  1*  andamento  della  serie  deBe 
glandolo. 

«  Sembrami  egualmente  che  dimostrare  chiaraméntn 
si  jeossa  ,  quando  si  è  conosciuta  la  serie  dei  vasi  chi- 
liferi reflui  che  comunicano  coi  due  sistemi  venosi  èéRm 
porta  e  della  cava ,  ed  okre  a  ci^  eòi  reiii ,  in  qoal 
modo  alcune  sostance  si  retidano  coli*  orina  immediè» 
tamente  dopo  il  pranto ,  e  nel  tempo  del  pranso  stesso 
dopo  un  intervallo  brevissimo:  e  che  io  uì  guisa  m 
pervenga  ancora  a  render  confo  di  molti  altri  fenomeni 
che  accadono  riguardo  alle  bevande ,  delle  quali  alcimi 
abusano ,  rendendole  quasi  immediatamente  dopo  averlo 
prese ,  con  che  arrivano  a  sostenere  T  abuso  del  di-^ 
sordine  al  quale  sonosi  accostumati.  Possiamo  inìBne  ri- 
levare da  ciò  quanto  meravigliosa  sia  stata  la  sapienza 
dell'  autore  della  natura  nello  stabilire  queste  varie"  co- 
municazioni dei  linfatici  colla  cava,  specialmente  al 
di  sotto  della  serie  delle  gianduia  che  vengono  ad  es- 
sere ripiene  dai  chiliferi  reflui  del  mesenterio  ,  o  che 
eseguiscono  1*  importante  ioozione  della  trasmissione  dei 
fluidi  per  le  vie  orinane  indicate:  giacché  se  non  esi- 
stessero tali  comunicazioni  dei  lin&tici ,  come  noi  primi 
abbiamo  dimostrato,  i  fluidi 'dell'  estremitli  inferiori  non 
potrebbero  scaricarsi  per  nessun  conto,  e  iie  nascerebbe 
un  pertitrbamento  di  funzione  a  scapito  dell*  economin 
animale  j  ed  ecco  anche  per  questo  dimostrato   1*  im* 


•5^ 
portante  nfficio  di  così  fiitt^  Gomotiicaziotii  coAtaott  dei, 
KofatJà  colla  cava ,  e  colie  sua  diramadcioìii.   » 

A  conferana  delle  cose  6d  qui  dichiarate  V  A.  fa  os« 
aeneara  che,  se  le  veneajnto  prest^sseraai  linfatici>  se  ri* 
psùptita  fiifse  ira  l'uno  e  l'altro  sistema  la  bcoltà  assor- 
lieote,  e  se  esistessero  delle  boccuccie  libere,  o  dei 
Mmi  deslioati  a  questa  alternativa  faoùoàe ,  .  noi  do* 
yjremnio  nei  versamenti  delle  varie  cavità  trovare  nelle 
vene  parte  dc^  fluidi  versati ,,  il  che  non  succede. 

Da  caò  si  raccoglie  egualmente  che  non  dee  tu 
meraviglia  ,  se  in  tante  aiferieni  patologiche  aelle 
glaiidirie  non  vi  n  riscontrino  stravasi  ,  o  versamenti  ; 
giacché  dopo  quanto  V  autore  ha  dimostrato  delle  varie 
eomnnicauoDÌ  di  chiliierì  e  linfatici  colle  vene;  ognun 
vede  la  strada  per  la  quale ,  sfuggendo  le  glandule 
maiale y  i'  assorbimento  accade;  tanto  più  che  vedemmo 
esservi  frequenti  comonicazioa^i  tra  i  due  sistemi  ve» 
noso  y  e  linfiitico  ^  le ,  quali  specialmente  si  rendono 
manifeste  ne'  casi  appunto  di  malattie  glanduiari. 

L' autore  conchiude  pertanto  cebtro'  il  sig,  Franchini 
riepilogando  ,  che 

-«  h  Si  concede  al  medesimo  V  ampiezza  della  veiìa 
porta  >  ma  si  sostiene  che  V  oggetto  per  coi  la  natura 
questa  ampiezza  le  accordi ,  è  per  potére  contenere 
non  il  sangue  refluo  soltanto  ,  ma  eziandio  tutti  i  fluidi 
vergativi  dentro^ dai  numerosissimi  ed  amplissimi  linia- 
tici  e  chiliferi ,  co'  quali  è^  in  comunicazione. 

»  Ih  A  viemeglio  confermare ,  contro  il  Mascagni, 
che  i.  fluidi  assorbiti  non  hanno,iper  arrivare  nel  torrente 
della  ch'colazione  sanguigna,  la  sola  via  del  canale  ìx^ 
racico  f  rifletto  che  quando/entrìamo  nekbagno ,  nasòe 
certamente  in  tutta  la  superficie  della  pelle  uil  grand* 


S6o 

assorbìmciito,  giacché  pcsàèdoci  Dell' Qfcive  del  nude^ 
simq,^  e  dopo  esserci  bene  asciugati  ,  si  trova  che  il 
nostro  peso  è  accresciuto  di  due ,  o  Ire  Ubbre  ^  oon 
ostante  che  qualche  perdita  necessariaineiile  si  sia  Citta 
per  virili  della  lozione ,  e  della  contioiia  secrexioitté 
Ora  nessuno  dirà  che  l' assorbimento ,  in  questo  caso^ 
rosi  rapidamente  pervenga  al  detto  condono ,  e  ognano 
81  persuaderà  molto  piii  frcilmenle  che  V  ingresso  nelle 
vene  si  faccia  per  una  via  molto  piii  breve ,  e  appunto 
per  .quella  che  noi  abbiamo  coperta ,  e  che  non  pq& 
mancare  nelle  moltissinie  vene  snccntanee,  le  qnali  al 
joxAo  delle  altre  devono  .^vere  il  solito  accompagna- 
mento  di  vasi  bianchi. 

«  III.  Concedo  che  il  «angue  della  vena  porta  abbia 
dei  caratteri  e  delle  impronte  particolari ,  mentre  qne- 
aia  vena  adempie  a  delle  funsioni  particolari,,  cioè  k 
destinata  e  ricevere  più  specialmente  del  chilo ,  e  quindi 
a  portare  al  fegato  i  materiali  per  la  separàaione  della 
bile. 

«  lY •  Concedo  che  le  glandule.  meseraiche  si  trovino 
sovente  ostruite ,  ma  non  già  che  in  tal  caso  le  vene 
frodano  T  ufficio  di  assorbenti ,  bensì  come  abbiamo 
dimostrato,  le  anastomosi  degli  assorbenti  colle  vene  ^ 
e  le  frequenti  comunicazioni  dei  linfatici  e  dei  chiliferi 
coi  sistemi  venosi ,  suppliscono  alle  alterationi  delle 
glandule  nella  guisa  che  si  i  detto. 

«  y.  Se  in- alcuni  animali  non  si  animelle  dutto  tov 
racico^  o  per  non  essersi  quesCo  riscontrato,  o  in  realtà 
perèhè  non  vi  sia,  non  viene  da  dò  la  conseguenza 
che  questi  sprovvisti  .siano  di  linfatici,' giacché,  come 
a' è  veduto,  anche  scnia  quel  condotto  tali  Tasi  hanno 
4Bodo.  di  scaricarsi.       ' 


^ 


56* 

«  VI.  Di 'fattói  recto  é  alhisdafo  ti  dotto  lemeico  in 
un  ccmiglio  j  ho  tfve^nto.  che  la  .vita  deli' individua  si 
•i^stecuie^  Dia.laDto^  nel  caso  citato; quanto  nel  pc^^ 
dj^t^  I  ip  quello  cioè  degli .  animali,  privi  del  duito^  to- 
racico y  ripeter  si  deve;  la  continuazione  della  vita  dalle 
comaBieàsioni*  dei  lioittid  ooUe  vcfne,  conae  si  i  di- 
chiarato. 

«  VII.  E  altresì  vero,  che ,  non  solo  i  bevitori ,  n^ 
lotti  ordinariainente^  in  jspecié  dopo  il  pranzo ,  rene- 
dono  una  grandissima  :  quantità  di  orioe  colenenti  i 
principi  de4|nsili  si  sono  nutriti ,  e  che  possono  ili 
reahà  alcuni  >  dediti  ^alle  bevande  spiritose  usarne  ìu 
(nodo  smoderato ,  per  la  facilità  che  hanBo^  di  rendere 
qoestè  per  le  vie  orinarie.  E  a  tale  proposito  si  narrane 
latti  di  lievitori ,  i  quali  non  sì  crederebbero,  se  lesti- 
monj  oculari  degni  di  fede>  o  autori  degni  di  stima 
non  ce  li  narrassero.  Ta^i  fenovieni  peròi  eessèno  di 
£i're  meraviglia ,  do|vo  che  noi .  abbiamo  riscontrato 
quella  grandissima  quantità  di  ehiliferi  reiai,  che  si 
portano  alle  glandele.  surrenali  ^  per  quindi  scarioarsi 
direttamente  nei  reni* 

4 

«Vili.  Fioalmeote,  concorda aU'anatomiche leggi/die 
riscontrare  si  debbano  nella  porta ,  e  nelle. sue  dirama* 
£Ìofcii|  delle  strie  bianche ,:  consider|te  dagli  osservatori 
come  chilo  ;  come  del  pari  altre  sostanze  di  vario  ge- 
nere, in  virtii  delle  comooicacioni  ,  che  noi  abbiamo 
veduto  ia  natura  avere  stabilito  direttamente  tra  questi 
due  sistemi ,   onde  pcovvedere  immedialamente  all'  e^ 

conomia  animale,  w 

« 

C^arà  continualo  J. 


mmmm 


^9 

Storia  delle    Encefalitidi  che  f unno  ^i- 

*    demiche  ut  Torino  neltf-nno  i  S2 ^Scrit^ 

ta  da  G.  F.  Bblliu^ebi  ,   medico  deità  il 

Corte ,  membro  della  M.  Jccademia  delle 

:  Sciente,  ecc.  Torino  i8a5,  i  voLinS.^ 

pag.  144, 

J^  autore  di  questa  Operetta,  già  favoi%voliiieDle  co» 
ooidato  nella  repabblica  medica  per  le  ioiportanti  tue 
prodozìoai  sol  sistema  nervoso,  e  spcelmieDte'  salta 
onatomia  e  fisiologia  del  midollo  spitaale,  àon  mibo  che 
pei  saoi  ingegnosi  lavori  sulla  elettricità  del  sangue  ^ 
colse  V  occasione  che  gjli  si  presentò  di  osservare  epi-' 
demidie  le  encefalitidi,  onde  dare  un  saggio  ddla  sua 
otsenu  osèervaiione 'sulle  malattie^  e  del  profeodo  suo 
pensare  sulla  natura  di  esse,  e  col  pili  conveniente 
metodo  di  trattarle  j  ìdimostrare  che  non  solamenfe 
e  sagace. anatomico  ed  ingegnoso  fisiologo ,  ma  clinico 
esperto  nel  tiuttamuita  delle  malattie. 

Ottimo,  a  nostro  avviso^  fu  il  divisamento  dell'autore 
di  dare  una  esatu  espoiisione  di  s)  micidiali  malattie , 
poiché  F  encefiditide  nel  i8a4  non  fu  epidemica  sola* 
mente  in  Piemonte ,  ma  in  pressoché  tutta  V  Italia, 
ed  aggiungeremo  anche  nella  Francia. 

In  una  breve  prefriione  ,  il  BeSirtgeri  enumera 
varii  autori  che  scrissero  dtHe  malattie  che  furono  epi» 
demicbe  in  Piemonte  in  vani  tempi  9  ed  itf  tale  e^ 
numeraaione  comprende  anche  alcune  malattie  che 
Ibrono  contagiose  •  epidemiche  :  del  che  egli  si  vale 
per  istabilire  che  le  malattie  le  quali  osservaronsi 
epidemiche  in  Piemonte ,  iurono  in  ogni  tempo  infian- 


963 

m^rk,  e  ch(8  i^t  ipro  ^plltmeato  tsigtvciie  il  m* 
latfQ  y ,  ed  il  metodo,  debiliunte  ;  préoonone  qoetta  inU» 
portatiti  9  e  che  fii  cònoacere  tpfte  seibfire  fa  il  genio 
delie  maUittie  epidemicbe  otturate  ne'- tempi  addielco 
jQ  quel  clima. 

lotraprende  poscia  V  antere  a  descrìvere  la  ma^ 
lattia  comò  fu  da  esso  veduta  ^  fondandosi  sopra  di»» 
ciotto  osservazioni  a  lui  proprie ,  che  gli  accadde  di 
vedere,  specialmente  nei  mesi  di  luglio,  ed  agosto ^dri«> 
V  indicato  atoo|  notando,  che  il  iluolero  di  diiiciouo 
ence&lilidi  nel  corso  di  due  mesi  è  rag§nardévole> 
poiché  negli  4^ri  anni  appena  due  o  tre  oasi  di  en* 
AMÀlilidi  i|ccadev4gli  di  osservare  nd  decorso  di>  tutto 
r  anno. 

La.  malattia  >  dice  1' antore,  non  era  preceduta  da 
ben  decisi  sintomi,  prodromi ,  ma  sTSuppavisi  improif- 
visamence  eoa  brividi  di  freddo  susseguiti  da  calore  e 
fj^bbre.1  In  uno  il  male  principiò  repentinamente  con 
vomiti .9  deliquip>  nuil  di  capo,  e  tosto  sopore  rag- 
guardetole.  Qui  il  BeUingfiffi  prende  occasione  di  spie- 
gare,  in  una -nota,' per  via  dei  nervi  il  vomito  simpatieo 
che  ha  luogo  frequentemente  nelle  malattie  del  capo, 
e  di.  rendere  avvertiti  li  medici  di  ben  distinguere  sùnfli 
vomiti  di,  apparenza  anobe"  saburrale  bUioia ,  dai  veri 
vomiti  .di.  essenza  saburrale  ^  e  di  guardarsi  perciò  nel 
immo.caso  dall' inopportuna  amministraaieno  degli  e* 
melici.  In  un'  altro  caao  il  ms3e  per  '  due  gimnì  si 
manifestò  con  febbre,  e  dolore vìschiadiGo  ,  quindi  so* 
^ravenne  l'eoc^litide  cefalalgica^  osservaaione già  Atta 
da  fppqfira^p  e  dallo  «Sun^l^;  — ^  $teo  dal  primo  svk- 
J^ppo  4^y  l9Ale  il  dolore  di  'capo  era  intonao ,  ora 
acuto  ^  ora  gravativo,  ed  occupava  di    prrfertoaa  b 


» 

f 


364 

regkme  ftoiiuk ,  le  tempo«li ,  «d  9  veittoe.  Nel  mag^ 
gìor  niiiQero  dtgli  amsBftltti  •  tibo  dal  primo  giorao  dal 
male  erari  slopidità)  molla  leadeoza  al  sooiio  ^  sopore^ 
d  l^gieroy.  o  graviatimo^  parlavano  Jroncametite  >  e 
con  brevi  concetti,  e  non  conservavano  memoria  del** 
r  occorso  ;  restavano  immobili  ^  ed  erano  tardi ,  e  lenti 
nei  loro  movimentiy  e  non  sapevano  dirifjèrsi  bene  al- 
FoggettOy  a  tatto  indifferenti  e  non  ptfftto  ctinscii 
dei  gravissimo  loro  malore.  In  simili  ammalati  non'sopfw- 
cernie  giammai  il  delirio ,  che  l' anfora  vide  soltanto  ia 
tre<individai|  i  quali  erano  inquieti,  agitavansi  freqoen^ 
temente ,  ed  erano  molto  allarmati  sali»  loro  malaitia  | 
in  questi  non  ebbe  giammai  luogo  il  sop<»rek  -  In  altri 
raffesione  del  capo  consisteva  soltanto  nel  dolere  a- 
cntOji  o  gravalivo  della  testa  ,  ma  assai  intenso  e 
Ione  sino  ^al  primo  giorno  del  male. 

Il  dobre  di  capo  ,  oltre  le  smnmentovale  regioni,  oo* 
capava  in  alcnni  anche  1*  occipite  ,  e  di  là  estendevaji 
alla  ragion  ccmcale  ,  e  pettino  :  ai  lond>i,  e  cosi  ren» 
deva  dolenti  i  varj  movimenti  del  capo,,  e  la  iessione 
del  tronco:  e  qui  oppeetunamente; ramare  in  nnanefta 
fa  osservare  >.dM  coletta  propagaaipae  di  dolere  dal 
capo  lungo  la. spina  nelle  infiammazioni  cerebrali >  fm 
già  notata  da  Ippocraie  ^  Sauvages ,  Sagar ,-  Bovmeri 
e  da  6.  P.  Frank,  avvenendo  che  questi  autori  fo^ 
vano  quasi,  i  soli  che  fecero  oiia.  cosi  importante  os- 
•ervaaione  ,^  la  qnale  comprova  '  V  eiAensiene  d^a 
flpgosi  dall*  encefido  al  midollo  spinale. 

Descritti  cosi  I  sintomi  encefàlici,  passa  P  antere  ad 
espprie.io  stato  degli  occhi ,  e  della  faccia ,  la  ceodl- 
fioaè.  deUa  visu,  e  deU'  udito  ^  il  quale  era  per  lòpii 


965 

otfdso^  mentre  Poediio  era  intòUéranlr 'delh  luce. 
£  itnpormite  la'deserieione  che  fa  ddb  8|ato  della 
cavità  della  becca  >  e  delie  6nci ,  poìcliè  era  tale  a 
mamfestare  odo  stato  di  leggiera  flogosi ,  il  qaale  cem- 
binata  coi  sititoaii  del  basso  ventre,*  quali  appunto 
leggiieri  addolentamentt  in  vani  ponti  di  esso,  svela- 
vano ima  mile^flogosi  della  membrana  ninéosa  gasti:o« 
intestioalei  Ed  avendo  osservato  in  ono  dolente  il  fe-> 
gaio;  prende  qafindi  occasione  per  ispiegare  in  nna 
nota  l'epatitide  secondaria  alf  enc^ililide ,  attribnendo 
qifesto  al  be^  noto  consenso  nervoso^  che  farvi  "tra 
F  encefalo  <"  ed  il  fegato ,  e  rigettando  cosi  le  innnagi» 
oarie  spiegazioni  date  per  rendóre  lagionr  dell'  ematiti- 
de  consecBtiva  alla  eace&litide.  •  . 

lìe  orine  fnrono  io  alcnni  scarse,  e  colorite,'  ma  per 
lo  pia  al  natorale,  o  acqoose*  Il  calore  della  pelle  era 
in  generale  ovente,  e  mordace^  in  altri  la  temperatura 
noo' eccedeva •  molto  la  natorale,  e  sana.  La  lebbre 
noli' era  molto  inieosa,  ed  il  polso  «sebbene  non  tosse 
molto  freqoente,  presentava  una  stretlesza^  ed  angu- 
stia, con  durezza ,  e  resistenza.  Il  sangue  estratto  noi| 
oiferi  giammai  la  cotenna^ '.e  aoltaoto  osservavasi  di 
oo- colore  rosso  vivo;  non  si  vide  giammai.. esantema 
alcaào>alla  peUe. 

E  ^as^'dice  T  autore ,  sta  U  quadro  deHa  malaUia 
come  venne  da  me  osservata  ^  poiché  foriunatamenie 
«  noo  ebbi  campo  di  -vedere  i  segni  proprj  della  en» 
«  cefiilitide  quando  essa  progi;edÌBoe  e  si  volge  verso 
a  un  esito  fatale  » .  >Nòi  vedremo  in  seguito ,  che 
non  alla  fortuna,  ma  all' applicazione  di  un  opportuno 
metodo  di  cura  deveTaotore  attribuire  il  buon  risol- 
uto/ed  il  felice  andamento  del  male.   • 


PftfM  il  «Miro  CliokiD.td  «qpoire  la  progreMMV^ 
del  male 9  la  ^ale  era  rapida,  e  iH-eeipiUMMt,  e«toflq 
di  «atoia  assai  grave»  ina  4idùtUm4ù  mm  irat/amenio 
proma^  éi  tnergho  in  pn^fortione  del  male\  ficani» 
sàrMe^éiotù  vicino  PesitofauUBfakreuantafitpronia 
ia  felice  ritolugioM'f  tolti  ti  rèsero  apiretici,  éài  al 
4.<^,  chi  al  ^fi,  11.^  o  i4.<^  gierao.  In  quesà  maU 
ptìk  che  m  ogni  alito  richiedati  (diee  l' aatore)  che  U 
medico  ri^onoeca  tosto  fuale  graAnima  nmkmia  tm- 
che  sono  mediocri  apparenae  si  nasconda^  e  iosio  ^ 
traprendm  ii  tratiamemo  eanvcniente'f  facile  è  d  pm- 
wenUv  lo  sviluppo  di  prossàna  p^mmaiione  cèrehralo, 
i$d  d. curarla  t/wmdoè  incipieoce;  debilissimo  Ugna* 
rirla ,  sé  eUa  è  alquanto  ^confermaia  :  e  conferma  la 
tua  proposiueoe  coir  aulerità  dello  Swietèn,  «  dei  Lud-- 
wig. 

L'  esito  del  male  fii  sempre  la  rìsoluoiie  compiota; 
in  on  solo  ebbe  loogo  poco  dopo  le  r«ddiva^  che  io 
mortale  in  lontano  paese:  in  nn  ammalato  di  7 3  anni, 
sei  giorni  dopo  avere  snpèrate  l' eocefelitide  aoporoso 
graivisAima,  si  sviluppi  la  gàstro^nteritide  snssegoii^ 
da  timpanite  e  cai  tenne  dietro  l'ascite,  ed'  in  tro 
mesi  guari  da  ogni  male.  In  on  altro  T  encefalitide  si 
converti  in  terzana  perniciosa  cefelalgica,  i  di  cm  più 
lusismi  furono  troncati  coUa  duna,  rimanendovi  però 
o  lungo  un  mediocre  cootionp  dolore  di  capo.  Si  Ai 
^ui  r  autore  a  pariare,  in  una  noia,  sidia  untore  delle 
perniciose  encdaliche ,  ed  appoggiato  all'aotoritli,  ed 
ni  metodo  tenotò  dai  migliori  medici  in  simili  mala^ 
eie,  opina  che  veramente  mólte  volte  simili  perniciose 
siano  di  indole  infiammatoria.  Ed  a  questo  proposito 
rammenta  quanto  da  profando  patologo   disse  ù  A^ 


t67 
cinoiii  TelatìvaneDte  dia  natora,  dalle  'ùk^H  iaìetu^^ 
tenti  perniciose  di  sede  abdomtoale  o  toracica. ,  ctie  la 
fisguardò  come  dipeDdemi  da  Oogoai  originarìanMate 
esistente  nel  midollo  spinale)^  e  «ÉMneata  inolcK  jl 
BeWngeri  la  generale  sua  proposizione  ^  the  h^vane 
affezioni  dei  màhOo  spinaie  sovend  si  frùfà^amo  sotto 
h  medesime  forme  y  e  generano  ag^esiom  emìsùmU 
nei  visceri  contenuti  nelh  cavità  del  torace  j  e  del- 
rabdome.  E  cosi  il  BeiUngeri  rivendica  aU' Italia,  con« 
tro  il  Desportesy  1*^  invendone  di  nna  ooai  giusta  manie» 
ra  di  'Vedere  soir origine  di  alcune  DMlailie  del  ipg%ee^ 
e  deirabdomine. 

Molto  òpporlnoamente' Taiitore^llllÌM.;  le  malaitie 
coesistenti ,  e  dke  :  le  akre  matattìé  khe  più  e  donai- 
«  navanocentemporaneamenie,  eranoileaémpUci  cefidat 
«  gie,  le  emicranie,  le  nenralgie  acnte  della  .faeciaN^ 
«  le  apoplessie  negli  attempati,  le  angine  gravissime 
«r  di  rapido  atidimento^  e  di  difficile  e  lenta  risola* 
«  Siene/  le  scarlattine  ,  e  le  iniammazioni  acute  delU 
«  membrana  mucosa  'gastro-intnstinale  in  ragguardevole 
«  numero,  con  die  ncorgesi,  che  tu  tale  oostituuoof 
«  erst  di  preferenza  affettò  i!  capo^  ed  il  tubo  inte« 
«  stillale.  ^^' 

Etfpène  In  segnilo  Je  circostanze  di  sesso,  e  di  «ti 
degli  «nMalili ,  da  'cui  risalta,  che  fn  assaipià  ragg^at* 
devole  il  numero  dei  maschf  ^  e  di'  quelli  dì  giovainle 
etlk.  Negli  abitanti  i  piani  delle  case  i  pie eUtovàti  trovi 
pure  frequenti  1' eneefalicidi ,  e  non  oasi  àn  qadli, 
che  abitavano  i -piani  infenòri-,  e  ài  questo  circostanze 
di  luogo  ne  rende  ragione  nel  Capo  ove  eapotic  le 
Cause  di  tale  epidemica  costitusvenè. 

Attesta  che  non  solo    da   esso,    ma   da   parecchi 


\ 


l 


dMtttidnédId  di. quella  <7iipitttte  Ììimici  comenipori^ 
ttèamente  otsarraie  le  eacdalitiét  io  ragguatrdevde  do- 
awn»,  0  €à»  én  «no  stabiliineiBlo  pubblico  fiirono  ckcm 
ictsaDte  i  gP  indiviAti  y  die  pik  o  meno  fraveineiite 
andarono  «oggetti  a  tale  'morbosa  coalitnzione.  Gioata 
la  testiiHoaiaoaa  del  soo  collega  il  dolt.  Ricci  9  m  To- 
rino-, aegnafamenfe  nei  mesi.di.n^aggìo,  giugno ,  eia* 
glio  di  detto-  anòOy  forono>  froqpienti  le-  «ncefiilitidì  con 
carellerì  Mbdoli^ed  in  alcuni  caii  a&voreyoli  fo  dt* 
noitrata  cc^Vantopaia  i cadaverica  la  sede,  e.Pibdole 
del' malo ^  doè  cooaiiteiè  in  iofiammaaioni  encefàlicfae 
congiunte  colla  infiammasione  della  membirana  n^ncosà 
di  tutto'  il  tobo'ii|pftstiiiale.  /Solle  relaaiooi  del  profes- 
aove  Capetti\  e>deH?ofa  estimo  celebre  proC  Genuina 
ti  atsicnt-a,.  elle  ln*<nltie.  città ,  e  furovincie  del  Pienson- 
te  fo  epideifaica*l''eoeefiilìtide  nella-caMa  «tagione.  del 
1814  9  ^  ^o  spetio  anche  mortale ,  princìpalmonte  se 
reniva  trattata  <mab;  oosicbi  1-  autore  ben  .a  ragione 
dciùi  epidemica  questa  malattia  >  ^e  bea  a  ragione  le 
riconobbero  vere,  e  gravi  enOe&litidi>  pòicbè  per  se 
alesse  y  o  non  bene  cmrate  arrrecavaeo  la  morte. 

Ma  «non-  pago  r.autose. della  chiara  descràiòoe  del 
male,  che  evidentemente  caratterizza  una  più  o  mono 
iot^asa  infianamaaione  eòcefalica'^  7  paaan  n^t  .seooiido 
Capo  alV  esame  delia  natura  e  fimna.  deUa  oaaii|il<tia  da 
osso»  descrìtta.  Noi  qni^prìncipiaremo  dal  faro.  <yisei*vari;, 
che^il  Jbflbgiari'tnel  dooérso  di  qi^eato  dipo  rande  ra«< 
gione  del  nòoae  ohe  esso,  na^,  cioè  di  encéfiilHida  a 
prefaenaa  di*  qudlo  di  meningitide  ,  araenoitide ,  fron 
lutide ,  o«  febbre  cerebrale ,  e  noi  lascieiìem«  ai^omeo-^ 
tarne  i  motivi  dai  leUori^  come  afcriasi  rimandieremo  i 
lettori  air  opera  stessa  ^  ovf  jb  una  q«Qsti<Mie  di  Upgna 


jtiKiiBft',  e  ptoirt  )  che  i  f^  giott^  ilJBnmierfaliiidef 
cbe  encefkUHB  f  Ì9  quale  dcèiocoM  riteote  moho  dtlU 
imaiitirmiie  d«lh  Uagna -francese.  Latciaodo  adunque 
ufi  qoeilieni  di  -nemenelatnra  ^  e  di  liofuay  puasiano 
a  quanta  ci  porge  dì  aBtcreiaanle  per  1  medici  inaile* 
sto  secondo  Capo.  -^  - 

L' amore  principia  dal  didiiarareclie  speetaimente  il 
Samra^S'f  Sugar,  e  Smodùtur  .atàbilirunoi  e  descris- 
sero due  4irtÌDte  loraw  ^lla  ìnfiaminaBione  del  capo, 
qualificate  da  «munù  carall^istici^  aventi  ciascuna 
una  djiversa  sede  nel. capo ,  cioè  1*  naa  neliè  :  mm^^ 
braoe,  cni  dMl^ru  l'improprio  nome  di  fiwuiUe^  t 
V  altra  nel  parenchima  stesso  del  cervello.  >  cbe  cbia- 
marotto  céfàliUde.  Nola  cbe  a  tale  distinaioné  non 
consentirono  tutti  gli  (scrittori ,%  i  qnali  non'  ammi- 
sero cbe  dai  soU  sintomi  sì  potesse- riconoscere  Tin- 
fiammasione  delle  membrane  da  quella  della  -eostaoca 
cerebrale.  Peri,  V  autore  sead>ra  inclinato  ad  ammet- 
tere possibile  una  ule  diagnosi  di  sede  per  via  dèi 
sintomi;  e  qui  adduce  i  segni  diagnostici  tra* la  me* 
ningttide  e  V  èoceUitide  indicati  dell*  Herpin,  e  cita 
pure  quelli  dati  da  LaOmumd ,  e  dal  BouSiaud  ; 
ai  qnali  segni  lutti  ne  aggiunge  un  altro  ,  '  cioè  la 
propagazione  del  dolere  dal  capo  lungo  la  spina , 
che  r  autore  opini  aver  luogo^'soltanlo  ndia'  vera  en- 
cefiditide,  e  non^  già  nella  semplice  meningiiide.  A 
sostegno  di  questa  ina  maniera  di  pensare  invoca 
r  autorità  di  ippocraUj  che  lasciò  scritto  :  «  Si  ce- 
•  rebrum  corruptum  facrit  ^  dolor  caput  tenete  et 
«  pet  coHnm  prooadit  ad  spinam ,  et  ai^er  non  au^ 
«  dit  ;  »  e  invoca  pure  V  autoriiii  di  Sauvages,  Sa^ 
§ar  t  B^rsiofi^j  i   fuali  a<;ceiiiiacoiio  questo  sìnto^^ 


\ 


V]0 

moy  od  Mteoiioiie  di.  dolore  e  di  inala'miltQdD  della 
pura  ccfaliUd* ,  e  no»  o«  froero  poalo.  fiaioU  n«lla 
deseiétiolie  da  loro  data  della  freoìdde ,  o  aiioJQgiii- 
de  ;  eone  ntffwn  §li  altri  astori ,  obt  defcrisioro  sol* 
4«nto  U  iireoicide,  la  qaalo  eonispoi4a  ali*  encdalilìdo 
delirante  y  o  meningitide. 

^  E  coti  ti  fii  piMo  r  anfore  ad  asponoa  aknoe  '  toe 
viste  fisiologioo-pàtologicbo  par  iapiegaro  la  dÌTorsa 
sede  dellii  flogosi  noUe  interne  parti  del  «apo  coeren^ 
tetnenro  alle  diverse  forme,  sotto  cni  snoie  manifestarsi 
r  eocefiilitìde.  Il  BeUmgeri  mmmm  c6ir  UL  Giuseppe 
Frahk  qnattro  ferme  principali  di  fncaftlilide^  ciocia 
crfabUgiDat  la  deUrànu,  la  letargica,  e  WUtenf^acem 
te  ;  ed  opina  che  nella  ceblalgica  pih-a ,  la  *  quale  si 
manifesta  con  dolore  vWo,  pungente,  ed;  intenso^ 
senza  delirio^  o  sopore ,  siano  afictle- soltanto  le  mem? 
brane,  e  libera  da  ogni  affezione  la  sostaoca  cerebra* 
le:  quando  poi  al  vivo  dolore  ^i\ aggiunge  il  delirio 
lerooe  e  continuo ,  io  senso  dell'  autore  >  è  affetta  an«' 
che  la  vicina  sostanaa  dneaea:  e  qui  si  attiene  alla 
opinione  di  FoviOe^  e  di  Aupte/  G0fand4^0ntp^  i  quali 
credetleao  che  le  InuMui  intellettuali  si  compiono  nella 
detta  sostanza  (r)  Isella  encefalitide  saporosa  poi  «redo 
che  la  flogosi  abbia  sua  ^  sede  nell'  interno  della  sostan- 
za cerebrale  y  e  specialamnte  negli  emisferi  del  cervel- 
lo ;  attenendosi  cosi  alkp  esperienze  di  ^Bolmde ,  e  dì 
Flùurens ,  da  cui  saiebbe  provato ,  xhe  nei  datti 


(i)  Prinm  àeiflt  autori  ùtdieaU  dal  Bellingarì  matd' 
festò  una  tale  opinióne  r  inglese  £.  Home^  coma  ^ 
può  federe  nel  Vel.  dj ,  pag.  gS  4i  qu^ti  Annali. 


071 
sfcn  ti  conpiooD  It  Iboxioni  '  MV  aoiflio  »  •  ti  lanno 
le  seosasìooì.  PiDaloiéiilc ,  opina  Fautore  che  nella 
ODcefaltlìde  tremcfacieiite  k  flogesi  oeetipi'  prmoipaU 
mente  U  cenMeHOy  e' le  pani  ir^èriori  M  cervello^ 
ckfè  4  corpi  sttiAttif  i  talami  attici  ,  e  ie  §amée  M 
cervello;  poitM'  tjptesie  parti  dàff  encefalo  sembrano 
prindpabnenie  destinate  ai  moHmenti^  giusta  le  ^te- 
rien^  dei  citati  ftolaodo  e  Fionrem  i^elaiivametue  al 
eerveiletto  *,  di  Magetidìe»  di  FovMtf  e  Pinel  Grao^ 
Champ  quanto  ai  corpi  sitpiati  ^  e  talami  ottici  (i). 

StabilUce  cosi  V  «utore  che  due  0090  le  ferme  prio- 
cipali,  e  le  pfk  &vqae&ti,  ibtto  cbi  aoole  nanifettarn 
I'  encefalitide  y  r  ana  detta  ftnMtks  o  deitraote  y  Taltni 
con  delirio  mite  énalio, t  pi«ttoilo  stnpore,  sopore,  lo. 
targo  9  e  stato  quasi  apopletico^  che  costilotsce  la 
specie  di  encefali  ùde  detta  letargica  ò  soporosa.  Sicco* 
me  poi  le  eocefiiiitidi  da  esso  osservale  in  ^sifevak  m 
tiferiscoBo  a  qbesta  ultima  ^ecie,  cosi  TaMire  si 
trattiene  alquanto  nel  comproirare,  e  dilocidara  ano 
tak  ferma  di  eoce&litide;  e  tnerilamcnte,  a  nostro 
giadièio^  si  occupa  esso  di  qoesto  argomento,  poiché 
pochi  fiirono  gli  antorì ,  che  con  esattezza  descrissero 
celesta  varietì^  di  encefriilide  ^  e  noi  in  qnesto  lo 
seguiremo  od  poco  minatamente,  giacché  stimiamo 
bene  di  fare  vieppiii  conotoere  come  il  beoclnerito  an- 
tere rischiari  qnesto  punto. 


(1)  n  Belliogerì  orrMe  dovuto  indicare    anche  le 
osservaxiom  patologiche  di  Serres^^  compresami  F  in^ 
Jluenza  dui  corpi  striati  e  ttdand  ottici  sui  movimenii 
if^egg.'il  voi  3o;  pag.  4 '7  di  questi  Annali  y 


^7* 

Egli  trara,  in  fttimo  Inogp,  Aé  am  uié  forma  di 
eocifaUtidle  non  Mluggì  airatlmla.  onervaiione  di  Ip- 
pocrate ,  il  qnala  cosà  la  desciiiae  :  sapùfosi  in  prùu 
ciffus  fim'iei>^  eum  capùis^  Imnhontm^  prMcordu* 
èoUi  More ,  ^milamm^  mmn  phremUd  swi  ?,  Trota 
ìooltre,  che  Eppocrate  òémmm  a^dnani^fitniiide  elH 
ca  quella  y  in  coi  il  delirio  è  mite  ed-oacnto,  in  di' 
gli  ammalaci  non  parkno»  rimangono  qoieliy  e  som* 
brano  dormire.  Eipooe  in  appresso  la  sintomatologia 
dataci  dal  Sémvages  ,  e  dal  Borsieri  della  cefiiliti. 
òti ,  che  trova  oorrispondere  dia  encefi||ìtìde  letargica , 
^indi  riferisce  la  dMcriaiooe  di  tale  encefalitìde:  latt^ 
maestrevolmente  da  Gùmtppe  Frank  i  e  non  lascia  di 
notare  che  .ona;  tale  ^Mrma  di  encefiriitide  fa ,  sébbea 
brevemente,  tracciata  da  Vogete  Quann^  e  da  Frank 
iì  padre.  Conehiode  da  ciò ,  che  <  si  deve  ammettere 
nna  tale  Ibrma  di  encefaliiide ,  e  che  quelle  da  hii 
yedoie  in  generale  riferire  si  •  debbono*  <alfettcefalitide 
soporosa  o  letargica ,  sebbene  non  abbiano  presentalo 
quella  ioteoihà  ed  acotessa  .  di  sintomi .  che  attribnir 
si  sogliono  dagli  antorì  alla  encefalitide  aoporosa.  B 
qoi  cita  nn  passo  di  Giuseppe,  Frank  ^  i\  qaatey  seb- 
bene riferibile  alla  desprisìone  lasciataci  di  ogoi  malafrr 
tia,  pore  prova  benissimo  il  suo  assunto,  e  noi  qui 
lo. riferiremo,  perchè  sarebbe  bene  phe  rimanesse  ini* 
presso  nella  mente  di  molti  "medici  j  il  test»  è  il  se* 
guente:  «  Vis  aoclorem,  vixqoe  professorem  ioveni 
e  medicnm ,  qai'  morbòrum  imagioes  vividìs  oimis  co* 
«  loribos  non  pingeret.  Fit  inde». ut  morbi  eaepe  non 
«  cognoscaiitor ,  nisi  maximom  illam  gradum,  qn^ 
e  obUtae  imagini  respondet ,  attiogaot.  Hoc  quom 
e  haod  crebro  accidat^  aonnilli  morbi-  rariores  esisti*' 


à  mdtliry  qiianl  revera  èbot.  Sic  legas  felini  deserà 
<t  ptioném^^attritidis^  stenti  ea  in'  compendiis  '  obvenit 
«  Die  nane ,  qnoties  in  vìtae  tao  curricolo  talem  mor* 
«  bum  vidiVti?  f'orté  hh ,  tei ,  forte  ftenàel^  aot  oum- 
e  qaàm!  Àttamèd  ftoflambatib  vetitricaK,  ùti  reliqàiae 
è  illiss  téstdnttir,  hàud  rìtrà  est.» 

Ora  pastfa  V  aùtbre  a  rettificare  titi'  /erronea  idea  / 
àhe  si  avèrti' ià  generale  su  ano  dei  segni  délf  ence^ 
iSilitidéy  Cioè  là  concoiìiìtaàia  di  nOa  fdibrè  intensa  t 
gagliarda,  e  la  rinnidne  degli  altri  sintomi,  che  so« 
gliono  ossér'^r^  tiellè  '  itifiinimaaioni  die  hanno  lorO 
aédè  in  àltH*  visceri  o  sistemi.'  E  primierailien^  ;  >  che 
tiella  enceCtlitide'  la  fèbbre  possa  essere  alcune  volte 
ttiite  e  leggera,  lo  prova  colle*  autorità  di  Fppoc90Èe ^ 
e  df  Avicenna j  di  StoU^  di  Vogel^  e  di  &Ìfe,  efrà 
ì  testi  addotti  dall*  autore  noi  scieglieremo  quefló  ^di 
e  SeUe ,  che  cosi  scrisse  :  Hic  mòrbar  (  inflammatio 
«  itiembrÉnaram  <Serebri  )  semper  motibus  ^rìliban 
«  est  stipatas  .  «  .  •  .  làm  vero  febris  saepe  est  mi« 
>è  tkVLS  animadvertenda ,  signaque  hajas  inflammationi» 
[<  quatti  maxime  sunt  ambigua  j  nìsi  eam  a  causis  an-^ 
«  tecedentibuìi  colligere  ìiceat.  i^  Osserva  perciò  eaian* 
dio  coi  Superiormente  citati  autori ,  che  nemmeno  la 
condizione  del  pq|so  indica  sempre  una  esistente  in<^ 
fiiteiniaaione;  e*  quanto  disse:  relativamente  alla  febbre 
ed  al  polso  estendersi  deve  aHa  còndiaione  del  calore^ 
delle  orine  e  del  sangue  estr«fto^«i  qdaM  alcune  volte 
nelle  eoce&Ktidi  non  presentano  que'  cttratrerì  pròpr} 
delle  €ogosi  che  hanno  sede  in  liltri  visceri.  Noi  siamo 
però  d*  avviso  che  una'  tale  assertlone  si  debba  limi- 
tare alle  encefalitidi  tfdltantò  parenehimatosie ,  poiché 
neHe  tnembranacee^'o  meningitidt;  noa  crediamo  rara 

Annali.  Voi  XXXVIU.  i8 


374 

U  formazipDe  della  coff nna  pel  af  ngiiif  f,  e  la  óppco* 
nitanaa  di  talli  gli  allri  s^fW»!  I^P^i  i°  genenlfi 
deir  ÌDfi|ii|iilìflaÌQp|e* 

Roo  pago  di  aver  dimo^tr^to  cbff  h  fflil>re^  e  milc^ 
é  che  aicop^  Vjoile  nia^c/iiio  ii^le  fp^ÙL\ì^i  \  aegni 
comoiii  alle  altre  io^ao^aiaaioni^y  avver^  altresì,  chf 
accade  pure  assaifierf  la  fet^brQ  tino  dal .  pciocipio  oa 
tipetto  tifoideo,  e  flette  le  eacefaUtidi  ppteire  nel  loro 
aomento  simnlfire  il  tifo  \  proposizioni  ^^  egli  coiivali- 
da  coir  antorit^  del  'JfraUkuKO^^  di  Spr^ngel,  àJL  Sàgar^ 
di  Sw^dutur  e  dì  i^lffi^  e. poscia  prpsegii^.: 

«  E  facile  assai  il  dare  la  spiegazione  41  ;  9^.  ^al« 
«  ingannatrice  appiireiua  tifoidea,  sia  sul  principip,  elio 
a Ji^  progr^ffo.  delle  encefalitidi  ;  né  $a  che  io  U 
«^j^KÌa ,  poif bè  r  umano  intelletto  resta  piii  appagata 
«  qSadQi  capisce  dei  fenomeni  la  ragione.  Proprio  è 
e  dellf^  flogo^i  it  prpdnrre  nn  maggiore  afflusso  di 
f  saiigaci  alla  parte,  infiammata,  prqp^io  è  .piHr^«  il 
a  tnmefacii  delU  medesima.  Gh,  posto,  nelle  infianvr 
«  mazioni  cerebrali  accade  por  a^jco  cM.  ?i  afflniact 
«  nn^a  maggipre  <}nanti|ik.  di  sangne^  la  i|«àW  eser- 
e  cita  nna  pressione  snll*  organo  cerebrale j  >ed  accade 
«  altresì,  cbe  la  niassa  encefiilic^  tendea  aigonfiiirn 
«  ed  inturgidirsi  »  nia  esieqdo  essa.^.«^vnnqtto  cifcon* 
«  data ,  e.  rincbioaa  in.  pareli  o^sae^  e  oon  cedenti.^ 
5  ne.  a«Uivieoa  ^nindi ,  cbe  V  effetto  d^  tninefaaionn 
e  ai  eiery^iiA  iotUfk  «oftanìÀ  cerebrale ,  e  icol  pro^redìm 
«  df^' iofinoimazfone  ataM»  si  piodnce  Tiepptù  ^oa 
a  maggior  preaai^oie  aulf  organo  encafalióo^  o  miì  nifv- 
a  vi  cbe. da  esso,  nascono^  ed  un  immediato  eflbuo 
e  dji  det^a  pressione  è  di  piroduKi^  isiptomi  di  paralisi, 
«  o  di  defiuente  azione  nervosa.  I  progresai  Jhlli  dalla 


/ 


«  fisiotogfa  ci  insegnano,  die  il  distèma  nervose ,  e 
«  specìaltttente  fendalo  ha  mm  marcate  ìtiioeazi^ 
«  Sttlla  tefOperatara  ani  Alale,  soli*  reitnfaaione^  sopra 
«  Y  ematosi ,  e  salta  ciréolaatòtle  ^  e  principalmente  pei' 
n  meteo  del  nervo  pajo  v^go^  e  dell*  iélercostalè ,  i 
k  quali  presiedono  alle  fonziònt  del  cuore  e  dèi  pol- 
ii; mone.  Se  adnnqne  proprio  è  della  présàione  '  fatta 
a  sofia  sostenta  cerebrale,  e  sni  tronchi  àerirost  di 
«  produrre  più  o  meoo  sintomi  di  paralisi  >  e  di  de<^ 
e  ficente  atione  nervosa ,  né  avviene  necessatiamente  f 
e  che  tiel  progresso  delle  eocefalitidi/le^iree  mosco- 
«  lari  si  abbattono y  si  dimiqnisce  la  temperatura ,  la 
«  respirazione  si  la  pia  lenta ,  il  sangue  persino  non 
«  preeeOta  la  coténna ,  né  le  -altre  sue  qnalitit  6srclié 
«  come  nelle  io6ammaeioni  che  hanno  sna  sed^in  aK 
«  tri  visceri ,  rendesi  anche  pi&  languida  V  vtj^é  del 
«  cuore y  onde  il  polso  sentesi  tardo,  piccolo,  e  de-^ 
«  bolo,  a  -—  ti  diiariss.  sig.  Be^ngeri'f  tt^ek  gik  scrit* 
to  queste  parole,  quando  gli  tocc&  divedere  che  primA 
di  lui  di  taf  fenomeni  dell'encefalite  avea  atto  slesso 
modo  ragionato  l'ili,  prof  Tcmmastni  nel  Thtttatù 
ddt  if^ammatione  e  detta  febÒre  continuaj^  pag,  i5a.  5& 
'Resa  cosi  ragione  delP  apparema  tifoidea ,  il  signor 
BeUingeri  espone  i  meati  con  ^coi  distinguere  l'enee^ 
falftidé  dal  tiCb,  desunti  dallo  sviluppo  e  dell*  anda- 
mento dèi  male ,  dalle  cause ,  dàlF  età ,  dalla  stagione^ 
e  dall'  indole  delle  malattie  dominaoti  \  rimettendo  i 
lettori  per  maggior  istrutione  alle  opett  di  Qittìeppi^ 
Ptank  ,  e  di  Bom  (i).  E  qui  il  9aìn%^  ib'  una 
nota  intraprende  a  parlare  aol  noine ,   Sulla    sede  ,  • 


mm^ 


(I)  Armali  di  Medicina  sUrankra.  fol.  />  pag.  aoS. 


2^6 

soir  essenza  del  tifi»  ,  febbre  nervosa ,  atastica  ^  b  feb- 
bre ptttrida,  e  dice  che  non  si  debbono .  tenere  come 
sinooimi  tali  denomÌDazipni ,'  tlantechè  -  son  esaje  inesat* 
te,  ed  erronee  ^  e  non  .desunte  né  dalla  sede,  ne  dalla 
natura  del  male.  Propone  alcone  soe  viste  salta  es- 
aensa  e  sulla  sede  della  cosi  detta  febbre  nervosa,  e 
febbre   putrida ,  che   esso   risguarda  come   due   febbri 

^ben  distinte  f  sulla  quale  maniera  di  pensare  ci  asteii- 
ghiamo  da  ogni  commcfntario ,  tanto  pikt-  che  1*  autore 
ìstesso  non  ha  abbastanza  sviluppato  le  sue  idee.  -*-  L*en- 
ceialitide,  dite  V  autore,  pqò  maggiormente  simulare  il 
tifo,  quando  ad  essa  si  associa  la  gastro*eiiteritide ,  la 
quale ,  come  ha  notato  il  BroussaiSf  spesso  suole  assu* 
mere  le  apparenze  della  cosi  detta  febbre  putrida  o 
nervosa.  Egli  trova  altresì,  che  nella  costituzione  epide- 
Ittica  da' esso  .descritta,  considerando  i  sovra  esposti  sin* 
tomi  abdomiiiali,  alla  ence&litide  era  associata  la  gastro- 
enteritide,  che  però  l'autore  risguardò  sempre  come  con- 
comitante ,  o  consecutiva  alia  flogosi  del  cervello  e  non 
già  come  primaria,  quale  erroneamente  si.  vorrebbe 
'dal  Brqussais-,  a  tenere  prtaiaria  in  tale  costituzione 
r encefiditide ,  e  secondaria,  o  concomitate   la   gastro- 

,  enteritide^  avendolo  pctrsuaso  lo  sviluppo  e  T.anda- 
n^to  della  nialattia.  E  diciamo  io  tale  costituzione 
del  18343  stantechè  V  egregio  autore  yidde  altra  volta 
l'inverso^  come  ndla  costituzione  della  state  del  sns* 
tegnente  untoo  ^^aS  in.  cpi  osservò  primaria  la gastro^en- 
teri^ide,  e  t^lv^lta. secondaria  l' encefalitide.  Del.  qual 
/atto  una  prova  conyincentissima  adduce  in  una  sua 
{>ropria  osser.vazione  di<  duodenitide  acuta  susseguita 
da  .euce&litide  ed  idrocefalo ,  istoria  che  per  la  sua 
importanza  e  rarità  daremo  per  esteso  in  seguito  del 
presente  articolo. 


Spiega  in  apprèsso  V  autore  ^per  via  del  consenso 
maDteauto  dai  nervi ,  come  alla  encefalitide  possa  te- 
ner dietro  la  gastro-enteritide ,  la  quale  progredendo 
occulta  f  è  qualche  yolta  esacerbata  da  validi  evacuan- 
ti ,  ed  essendo  *di  difficile  risoluzione ,  piii  deHa  ence- 
falitide stessa  è  causa  della  morte,  ciò  che  egli  com- 
prova con  una  propria  osservazione,  avvertendo  che 
in  tali  casi  il  medico  sarebbe  tratto  in  errore  fidan- 
dosi al  solo  coltello  anatomico ,  il  quale  svelerebbe  una 
^'  sgravi ssima  infiammazione  del  tubo  intestinale  ,  forse  di 
'  ^p-an  lunga  maggiore  a  qmOa  del  cervello }  e  così  il 
medico  sarebbe  quasi  indotto  a  credere  essere  stata 
primaria  l' infiammazione  -  gastro-intestinale  e  seconda- 
ria l' encejahtide.  Le  osservazioni  del  sig.  Bellingeri 
tendenti  a  provare  che  la  gastro- enterite ,  la  quale 
alcune  volte  si  osserva  nelle  febbri  intermittenti  e  con- 
tinue ^  non  è  già  un'  affezione  primaria  della  membra- 
na*- mucosa,  ma  bensì' un  effetto  di  originaria  affezione 
dei«  sistema  nervoso  ed  in  ispecie  dA  nervo  interco« 
stale  i  e  del  midollo  spinale ,  vogliono  essere  lette  nel- 
r  opera  originale. 

Nel  terzo  Capo  passa  il  nostro  patologo  ad  esami- 
nare le  cause  delle  encefalitidi  da  esso  descritte.  Os- 
serva ,  come  fr«  le  più  frequenti  fu  ^agli  autori 
enumerala  l'insolazione,  o  1' esposizione  del  capo  ai 
raggi  di  un  sole  ardente.  Ma  ,  oltre  tal  causa  ,  1'  au- 
tore opportunamente  rimarca,  che  una  temperatura 
,  molto  elevata ,  a  motivo  della  stagione  o  del  clima^  si 
deve  pure  comprendere  fra  le  cause  valevoli  a  pro- 
durre 1*  encefalitide ,  citando  a  tale  proposito  Prospero 
Alpino  y  F.  Boffniann^  Biverio,  (^aarin,  Borsieri, 
e  Sprengel ,  i  quali  tutti ,  oltre  l' insolazione ,  enome* 


r^. 


rzjrouQ  fra  le  cause  deU' cncefaliUde  la  tieniperi(tQra 
nicai  catda  dell'  alnuoi&ra.  Opm^  V  autore  che  1*  ioao* 
Jazione  va1({a  a  generare  piiiitto#to  una  vera:  flogoai 
della  membrana»  od  ii9#  eficielalitide  deliraiiie>  e  T ec- 
cessivo calore  a  prodarre  di  preferensa  sul  princìpio 
una  rarefazione  o  congestione  di  sangue  al  cap<»9  atta 
a  destare  piuttosto  T  ence£sUtide.  sotto  forma  soporosaé 

Dimostrato  cosi  >  cbe  la  caldissima  temperatura,  dev« 
pure  comprendersi  fra  una  delle  cause  della  eoceialt* 
fide  y  passa  all'  applicaaione  nel  suo  caso  »  ed  adduy»-^ 
ceodo  li  estremi  delle  osservazioni  roeteprolo|;khe  &tt«  ^ 
«Ila  specola  della  R.  Accademia  di  Torini> ,  prova  che 
nei  mesi  di  luglio  e  d' agósto  del  i8a4  1^  tempera- 
tur^y  oltre  il  consueto ,  fu  ^e  si  manteuoe  a  luogo,  molto 
elevata,  e  inoltre  che  desse  fu  ctongiunia  ad  una  siccità 
atraordioaria  in  Piemonte ,  ondct  la  costituzione  della 
atmosfera  in  quell'epoca  di  detto  anno  non  fu  caini 
l^iata  dalle  frequenti  pioggia  teqippralesch^ ,  cbe .  aor 
gliono  cadere  negli  estati  degli  altri  anni  in  qual  paéie^ 

Attribuite  cosi  a  ragione  ad  ufia  ceosa  comune  ed 
insolita  le  encefalitidi  da  esso  osservate^»  qieiitamente 
conchiude ^  e  dalla,  loro  causa,  e  dal^  loro  numero , 
essere  e$ie  state  epidemiche:  e,  rimprovera  il  Mpìh 
fahon  che  disse  non  sembrare  poter  essere  epidemiche 
Je  frenitidi  ^  TÌf^ducendo  in  400  layore  le  autorità  di 
Borsi'ert\  Quarin ,  Frapk  \Giuseppe ,  ì  quali  fra  lo 
cause  delle  encefalitidi  enumerarono,  la  costitusione  epi* 
demica,  o  1' aese  ed  il  miasma  epidemico,  e  per  ut 
timo  riferisce  ^osservazione  di  f^ieusseuXf  che  vide  epi-« 
demiche  le  ence&litidi  io  Ginevra.  Conchinde,  finale 
mente ,  che  oltre  le  indicate  condizioni  atmosferiche 
per  causa  delle  ence&litidi  epidemiche  ^  conviene 


^19 

MfCÉM  odi*  aria  no  quid  igootb  nrfia  saa  natura ,  a 
rìcooot€Ìbile  soltanto  dai  sooi  effetti  nel  corpo  umano. 
Nel  Quarto  ed  nhimo  Capo  espone  il  metodo  di  cor% 
citando  primik  le  testimonianze  del  TraUiano ,  tàomnio^ 
Swimen  comprovanti  la  gravesza  ed  il  perìcolo  di  tali 
nélattla  ;  poscia  qiìelle  di  Boerha^tv.  di  Nicaiao  Pi^ 
ione  i  Quarim ,  S^Ue ,  e  Bórsieri^  che  dimostrano 
qoania  debba  essere  la  prènteeza  e  T  energia  del  me« 
lodo*  cnratìvo  per  domare  tali  mali,  fra  qoesle  f:ita« 
«ioni  ci  preme  addurre  quella  del  LtMenumd^  che 
così  bene  ti  espresse:  «  Au  reste >  qne  le  médecin  no 
«  Ven  iailse  jamais  imposer  par  la  benignile  apparen*' 
a  te  dei  symptoases ,  et  qn'il  n*faésite  point  ii  declarer 
Vt  la  tnaladte  fort  grave ,  afin  q'ue  T  on  ex^cute  pun*^ 
*  ctnellement  ses  pret^Hptions,  qu'il  sellale  snr  tonti 
«  qo'il  se  hAte,  s*il  veut  élre  Utile,  d'employer  let 
«  mojens  energiques  avec  une  inflextble  iermeté.  » 
Prova  che  il  salasso  adoperalo  sai  principio ,  e  gene- 
rosamente y  è  il  principale  rimedio  nelle  encefalitidi , 
quindi,  per  fiir  risaltare  la  convenienza  del  mfetodo 
debilitante ,  e  la  necessità  della  giustesaa  della  diagno* 
ai,  seguita  a  dire;  <  Nnovo  pertanto  non  sarà,  che 
a  in  simili  malattie  si  salassi  frequentemente ,  poiché 
«  consensieoti  su  ciò  sono  i  medici  di  tutte  le  età  ^ 
a  di  tolte  le  nasioni;  ma  bensì  nuovo  sembrar  ci  dc^ 
M  ve,  che  evidenti  infiammazioni  cerebrali  siano  ca« 
e  ratteriszate  febbri  biliose ,  putride ,  tifi ,  o  febbri 
m  uervose,  e  loro  quindi  si  addatti  un  metodo  di  cura 
e  diametralmente  opposto  al  conveniente;  oppure  si 
«  giudichino  sul  principio  semplici  cefalalgie,  ovvero 
a  sinoche  gastriche  o  reomaliche,  e,  posto  nn  tale 
a  giudizio,  si  intraprenda  un  troppo  blande^  metodo  | 


•y 


flSo 

«  e  ti  tratcnri  cosi  il  tempo  4i  oporare  eoa  «ìowmm 

«  di  boon  esito.»  *.•..... 

Da  tale  metodo  non  alloùtasossi  punto  F  antere  n^Ua 
cura  de*  suoi    encefalitici,    che   ausi   adoperò-  proata* 
mente ,  e  generosamente  il  salasso  ,   Csceadolo  ripetere 
nei  casi  intensi  sino  alla  quarta  ed  alla   quinta,  volta 
nel  primo  giorno  della  malattia,  e  fu  inf.tali  casi  die 
ebbe  il  piii  pronto  ed  ii  più  felice  successo.»  Non  mi 
«  trovai  ( dice  l'autore  )  mai  obbligato  di  oltrepassare 
i«  il  numero  di  cinque  salassi;  ma  fatti  questi  non  pili 
!«  tardi  del  secondo  o  terzo  giorno    di .  m^de.  Un  tale 
le  metodo  allarma  un  poco  li  ammalati  ed    i  parenti, 
i  ma  per  breve  tempo ,  ppichè   tosto   vedesi  il   buon 
;«  andamento,  e  remissfoqe  del  male.  Ed   a   ben   caU 
e  colare,  è  questo  il  metodo  più  conveniente,   e   nel 
s.%  tempo  stesso  il  più  economico  4?lle  sottraaiooi  san^ 
.«  gttigoe;  altrimenti  il  male  trattato  blandemente  nei 
«  suoi  principi ,  imperversa  e  si  aggrava ,  ed  il  medi- 
fi  co ,    che  poscia   ha  a  fronte  un  infiammaaione  ga- 
in gliarda  e  terribile,  è  costretto  a  devenire  a   sottra- 
'«  zioni  più  generose,  e  con  miuore.  certezza  di  buon 
«  esito  ;  oppure  giunge  l' eqcefalitide  a  similare   quel 
:«  maledetto  tifo,  e  %\  rimane  dubbiosi  nella  diagnosi , 
«  od  npo  si  lascia  illudere',   ed  indurre  a   ti^ttare  la 
«  malattia  come  un    tifo ,    che  pure  agli  orecchj    di 
n  molti  suonarlo  stesso  che  malattia  di  debolezza,»    ' 

Il  nostro  clinico  fece  praticare  il  salasso  dal  braccio 
o  dal  piede,  e  non  si  trovò  mai  costretto  a  deyenire 
1^  quello  della  giugulare ,  che  però,  appoggiato  all'aur 
torità  di  sommi  medici ,  approva  mollo  nelle  infianv 
mazioni  cerebrali ,  e  disprezza  gli  esagerati  inconVQ- 
HifiQti  attribuiti  a  questa  emissione  san*|uigua, 


a8i 

Prfscrìsse  teventi  V  sipfUkBmont  delle  «angvnsQghe 
9ll«  diverse  p^r li  del  capo  e  spccialineole  alle  nari 
inteman^ote,  ed  un  tal  metodo  di  eatrarre  il  sangue 
nelle  eDcelalitidi ,  lo  trova  già  usato  dal   RiveriOy  che  ^    f 

anzh  rìmóota  press'  appoco  io  egoal  moda  sino  ai   pia 
rimóii  tempi  appo  gli  EjgisianiJ 

Sì  è  sempre  astenuto  dall'  amministrare  gli  emetici, 
sebbene  sembrassero  indicati  da  gualche  sintomo  g^ 
stricoy  di  natura  saburrale  illusorio^  e  che  piuttosto 
do^^evasi  ripetere  daif  irritatane ,  o  leggiera  aura  JÌO' 
gisiica  del  ventricolo ,  e  del  rimanente  tubo  intestina^ 
le;  e  per  questa  ragione  condanna  anche  le  eccessive 
quantità  di  tartaro  emetiik)  dato'  soltanto  a  dosi  rìfrat-> 
le.  Usò  però  i  blandi  evacuanti  antiflogistici ,  a  ctit 
fiiceva  precedere  1' applicazione  ,  delle:  sanguisughe  ai 
vasi  emorroidali ,  od  alla  regione  epigastrica ,  secondo 
le  circosiauze. 

Coir  autorità  di  Boffmann,  e  di   Bùglivi  disapprova 

r applicazione  dei -vescicanti  in  simili   malattie;  ed  in-» 

vece  col  Tralliano  loda  V  oso  del  bagno   tiepido.   Fi« 

nalmente  ,  riepilogando ,  conchiode  ne'  seguenti  termini. 

e  Dalla  ingenua  descrizione   dell'epidèmica    costila* 

«  zione  delle  ^encefalitidi,  da  me  fatta  ,  credo  che  prin- 

«  cipalmente  risulteranno  questi  vantaggi  :  i  .^  di  ave-^ 

a  re  vieppiii  dimostrato ,  che  con  mitissime  apparenze 

è  alcune  volte  si  sqole  sviluppare  1'  encefalitide  :  a.^  di 

<  aver  confermata  la  frequente  invasione  dèli'  encefali* 

a  tideiotto  la  forma^soporosà,  enon  delirante:  3.^  di  aver 

«  confermato ,  che  la  lebbre  nell'  enceblitide  tante  volle 

«    è  mite  e  non  acuta  e  gagli)irda^  e  che  nell'  encefalitide 

«  mancano  soventi  molti   sintomi  proprii   delle    altre 

«  infiammazioni,  e  desunti  dalle  condizioni  del  polso, 

a  del  calore;  dell'orina,  e  del  sangue:  4**    ^   ^^^^ 


9821 

m  riscUante  ù  fiiUace  tipetto ,  éhe  molte  volte  prende 
i«  nel  «no  decollo  Y  enccMitide ,  di  feblire  putrida  , 
«  nervoM ,  atMsici  ^  o  tifo*  che  dir  si  voglie  t  5.^  di 
[e  aver  coofenoita  la  frequente  associazio&e ,  o  taccee^ 
im  pione  delb  gastro-enteritide  alla  encefalittde  ;  6.^  di 
«  aver  vicppiii  confennato ,  che  non  solamente  l' in» 
m  solanone,  ma  che  anche  una  temperatura  fa  inilgo 
e  molto  elevata  esser  pa&  causa  diencefalitide:  7.*  di 
«  aver  comprovato,  che  le  eocefalitidi  esister  possono 
€  epidemicbey  e  che  tn^yesto  caso  è  mestieri  rico-* 
e  Doscere  no  visio  ignoto  nelF  atmosfera  :  8.^  di  avere 
m  finalmente  confermala  la  eouvenienzai  e  P  efficacia 
e  deir  esclusivo  metodo  antiflogistico  pronto  ed  ener* 
>  gico  nel  trattamento  dell' encefiilitider  » 

Sicori  che  i  medki  di  '  ogni  partito  vorranno  far 
plauso  al  chiarissimo  autore  dell'  avere  coli'  eounziata 
Memoria  illustrato  V  importantissimo  argomento  della 
diagnostica,  etiologia  e  cura  delf  ence&litido ,  verremo 
9ÌV  esposizione  deUa  promessa  IsioriA  di  duodenite  oca* 
ia  susseguita  da  encefalite  colle  parole  istesse  deirant. 

mìa.  G.y  di  professione  cuoca,  di  liemperamento  san* 
goino^liniatico,  di  robusta  {costituzione,  che  non  fece 
giamm.ai  malattie  particolari,  ad  eccesione  di  una  hroa<> 
cjiitide  sofferta  neir  inverno  antecedente ,  sol  finire  di 
luglio  del  corrente  anno  coaùocii  a  perdere  1*  appetito 
e  ad  esèere  sovente  triste  e  melancoli<^  contro  il  suo 
consueto }  il  sS- agosto  lagnossi  di  inappetenza^  avver- 
sione al  cibo,  inchnaaione  al  vpmito^  con  lingna  feC« 
ciosa  ,  addoìeotamento  gravativo  al  capo ,  ed  era  senza 
lebbre.  Il  26  prese  due  oócie  di  manna  ,  che  rigetta  • 
replieò  la  dose ,  accade  altrettanto  ^  col  vomito  peirh 
noD  rese  che  il  preso  rimedio ^  persistevano  i  sintomi 


a8^ 

«nmnicnK^Tatiy  onde  oa  nt^co  «rgomenUiisdo  la  pte- 
tfcnsa  di  un  vero  gastricùmo,  le   preterisse   «o  Tomi* 
tivo  di  4ieci  grani  di  IpecaqaaQa,  e  vezzo   grano  di 
tarUVQ  st3>ialO}  vomitò  l'acqua  e   la  pólvere  presa , 
ma  niisiina  altra  sostsoza  ,  e  neoinieDO  di  bib  :    eUba 
molte  evacnaziooi  per  secesso.  "V  isitata  da  me  alla  sera 
la  trovai  fe)>bricitaate  con  polso  profondo  e  téso,  spe- 
cialmente nel  carpo  sinistro  ^  la  lingna  era  fecciosissi* 
ma  ,  non  rossa ,  molta  la  sete  ^  continuava  l' inclinazióne 
al  vomito ,  nessun  addolent amento  al    ventricolo  ,  uè 
ad  alcun  altro  ponto  del  basso  ventre ,  e  nemmeno  wòU 
to  la  preseioiite^  l«ggìer  pesaotore  al  capo.  In  quel  tempo, 
atante  gli  eccessivi  calori ,  dominavano  le  febbri  iofiam»-  ' 
anatorie,  con  segni    evidenti   di    gastro-enteHtidOy   ac- 
compagnate da  . cefalalgia ,   minacciante   net  progresso 
P^ceUifide,  Piii,  si  aveva  qnalcbe  sospetto,  che  1*  am- 
malata aveise  abusato  di  li^jucij    spiritosi  e  di  cote  a- 
romatidió.    Non   dubitai  a  ■  caratterizzare   la    malattia 
dell'indole  delle  dominanti|  e  giudicai  trattarsi  di  un*oc^ 
cnlta  flogosi  del  ventricolo  e  delle  intestina,  cbe  col  pro- 
gresso avrebbe  minacciato  il  capo  ^  sebbene  non  vi  fos- 
sero i  sti«|omi  comtmi  delle  altre  malattie  dominanti , 
come  l'oscuro  e  leggiero  addolentamento  al  ventricolo , 
la  lingua  rossa ,  ec.  )  pure  argomentai  P  esistenza  della 
flogosi  nei  loogbi  indicati  dalla  costanza  agli  sforzi  di 
▼ornilo  inutile^  dall'intensa  sete ^  e  dalla  copiosa  diar- 
rea^ pili,  dalla  presenaa  della  febbre  coll'indicata  con- 
dizione del  polso.  Prescrissi  nn  copioso  salasso ,  '  ed  il 
aangoe  comparve  di  aspetto  naturale ,  ma  denso,  gli 
ordinai  pure  nn    diinto    di    cassia,   f  tamarindo,  ed 
acqua   cnccberata   per    bevanda*    0  97    scomparve  i^ 
dolore    di    capo  ,    continuava   la     sete  ,     il    vomito 
pressochi    ascit^iO  ,    la    lingua    eia    fecciosissima  ^ 


a84 

gialiiocioi'Cinfrea  ^   depraratitmino  il  sento   del   gusto  , 
grandissima  V  avversione  al  natrimento  anche  leggiero, 
le  cose  deglatite  non  prodocevauo  né  ardóre ,'  ne  do» 
loÉre,  né  peso  al   ventricolo ,  e  nemmeno   il   vomito, 
non  eravi  dolore   alcuno ,   ne   «pontanco  ^  né  al  tatt6 
in  nessun  punto  del    basso   ventre  »    continuavano    le 
defezioni    alvine  *8CÌoIte    e    giallognole ,    V  orina    era 
rossa  ^  jatura,*'e   con    sedimento    sospeso;    Gontinu^ 
ava  la  febbre   con    polso    molto    frequente  e  stretto , 
e  sebbene    avesse    così    V  aspetto  di'  una    febbre    ga- 
atico  -  biliosa    senza    alcuna    località    ben    manilesta  ^ 
verso  sera  fu  replicato  il  salasso  di  libbra  abbondante, 
^  il  sangue  comparve  cotennoso  pleoridco  ^  si  davano 
bevande  acidette  vegetali,  e  tamanndo.   Il  aS  le  cose 
et  passavano  nel  medesimo  stato  ^  e  fu  fatta  una   ge^ 
nerosa  applicazione  di  sanguisughe  ai  vasi  emorroidali; 
e  perchè  sotto  di    essa   nacque   un   leggier   deliquio, 
dair  ammalata  e  dagli  assistenti  si  gridò  alla  debolezza, 
ed  assolutamente  si  proscrissero  le  ulteriori  '  soitraziooi 
di  sangoe.  Il  29  continua  la  sete  intensissima,  la  lin- 
gua assai  fecciosa^,  non   rossa  ,  e  nemmeno  ai  lati , 
frequenti  sono  gli  sforzi  al  vomito ,  ma  asciutti ,   nis- 
sun  addolentamento   al  basso   ventre  ,   abbondanti  le 
scariche  alvine  sciolte  e  giallognole ,  colpi  di  tosse  sec- 
ca ,  febbre  alquanto  rimessa.  Dieci  grani  di  ipecaqua- 
na  ;  vomita  soltanto  V  acqua  che  ha   bevuto  e  la  pol- 
vere ;  contiiKòanto  '  le   scariche  -  alvine  ,   onde   hwgo  il 
giorno    prende   emulsioni  ,  e  diluto    di    tamarindo;  la 
febbre  e  alquanto  rimessa.  Sino  al  primo  di  settembre 
le  cose  si  passaAno  sul  medesimo  piede,  e  l'ammala* 
ta ,  a  parte,  il  pessimo  sapore   della  bocca  ,   la   totale 
avversione  al  cibo,  la  lingua  fecciosissima,  la  sete  iu« 


a«5 

tcDsa,  la  pressodiè-  coataiite  volala;  di  votnilare  ^  lon- 
Uoa  però  èal  tempo  io  cai  prendeva  le  iMeTaoide  ,  le 
Gopipse  scariche  alvine ,  la  tosse  secca  iO  con  escreato 
salivate .  sieroso y  e  la  lebbre    moderata  ,   V  ammalata^ 
dico  9  non  accusava  nissun  altro  male  ^   che  anù   di» 
maod^a  diceva  di  atar.  bene.  Si  passarono  questi  due 
giorni  nell!  oso  del  diluto-  di    tamarindo  ,  delle  emul- 
aioni,  e  delle,. bevande,  acidule,  e  ai  diede  con  qualche 
avvantaggio,  relativamente  al  vomito  la  mistura  anti-i^ 
metica  del  Riverio.   Verso  la  sera    del  i  settembre  vi 
fa  aumento  di  febbre  con. polso  teso^  specialmente  liel 
carpo  sinistro  j  nifUa  notte  delirio,  non  però  costante^ 
iiiason  addoleotamento  al  capo,  continuazióne  dei  vo- 
mili  asciutti^  tosse  con  esentato  saliviJe  mucoso  crudo > 
qualche  granello  di  migliar^  cristallina  vèrso  le  .clavi- 
cole ed  ai  lati  del  collo.    Onde  il  giorno  a  viepe   or- 
dinato il  salasso,  che   fu  ripetuto    alla  sera >  ed  alfa 
dose  di  una   libbra    abbondante }  il  sangue   comparve 
molto  cotennoso  e  resistente  ,   come   nei   pleuritici.  Il 
giorno  .3. al  mattino  continuavano  i  sintomi:  sopra  de* 
scritti^  ad  eccesione  del  delirio,  ma  però, con  qualche 
remissione ^  nissun  dolore  al  capo,  né  ad  akun  ponto 
del  basso   ventre^  e  nemmeno   sotto  il  tatto   ruvido; 
alla  «era   essendosi    esacerbata  la  lebbre^  bì   ripete  il 
salasso ,  che  presenta .  il  sangue   di.  aspetto   aato«ale#. 
ma  densor-faternamente  si  continuano  i  rimedii  sovra 
indicali.  Il  4 continuano,  ma  non  pia. tanto  frequenti 
i  sforzi  al  vomito,  la  lingua  .si  rende   piti   polita',  le 
evacuazioni  del  ventre  sono  sciolte  ^  e  nerastìne^èta  la 
migliare  cristallina,  ma  in  poca  quantità,   sudore -di' 
acreto  universale,  senso  di  pienezza  alle   inani ,   orine 
copiose,  scolorite  y  e  quasi  acquee  ;  poko  ccierìssiqiOy 


na  iean  aleana  vNìiteiittit  TMoiuilàta  ficjiietta  ooft 
M  DM  esporre  i)  loo  male*  Si  iOipfiU   di  no   lavovo 
esaDlemaCico  di  miglian.  Si  dà  no  i&ftno   di  fiori    di 
tiglio;  ai  pfescrìvono  polveri  assorbcDli  di  magoesia  e 
gomina  arabica  I  si  faiind   fomenti    éoiollienii  ai  batto 
Tentroy  ti  applicano  dae    vetcicanti  alle   gambe,  e  le 
polente  ai  piedi.  Lungo  la  giornata  ^  Inroilo   dei  de- 
liqnii  pattaggierì.  Il  f  hatvi  di  tanto  in  tanto  tepore 
trantitorio  ,  darezsa    eottante  di  udito ,   confusione  e 
leggier  tuteurro  alle  oreccbie  >  nittun   addolentamente 
al  capo  f  battito  firequente  alle  carotidi ,  oecMo  e  fac- 
cia di  aspetto  naturale  ^  iutetrogata  V  ammalata  dice  di 
non  sentirti  alcun  male;  la  lingua  compare  leggiermente 
nerastra  al  suov  centro  >  del  rimanente  uè   sporca ,    uè 
ressa;  Tomitò  una  bile  semi   coagulata ,   intensamente 
gialla;  fé  evacnazidui  non  sono  piii  tanto  abbondanti; 
continua  la  sete;  sta  la  migliare ,    ma   non  accresce; 
Sttdoietlo  alla  pelle ,  piccoli  e  rari  sussulti  dei  tendini; 
polso  frequentissimo,  cedendssituo*  Per   assicurarsi  se 
▼i  esiste  iafiammasione  al  ventricolo,  gli  si  dà  un  poco 
di  vino  allimgato  con  aequa;  uon  risente  ardore  aleu* 
no  9  ma  dice  cbe  A  assai  amaro  e  disgustosow   Gli    ti 
prescrive  un  infuso  di  uo  grani    di  digitale,  e  io    di 
fiori  d*  amica ,  raddolcito  tlon  stroppo  di  canna*  Si  ap 
plica  tm.  vescicanu   aUa   oer^e.  Il  6  continuano    li 
fintomi  sopra  descritti,  diminniice  il   vonàito,  e  le  e- 
vacuasiont  alvine;  ri  produce  wn  poco  di'  meteorismo; 
la  facda  si  rende  resta ,  e  lungo   il   giorno  compare 
4>ne  leggiera  epistassi;   sta  h  migliare,   ma    non    au- 
BMiHa  ;  ansietà  nella  respirarione,  polso  frequentistimo> 
e  cedente.   Continua    nei   gii    pretcritti    rimedii ,  e  si 
«giungono  altri  due  vetcicanti    alle   cotde.  Il  7  sino 


'/ 


fi87 
pasMio  il  oifcio  giorno  FamoitltU  è  cone  al  solito  ; 
quipii  delirio  y  filgge  dal  letto ,  la  faccia  à  abbattala^ 
\e  nari  atirate  e  strette  ,  stridore  dei  denti ,  nioTiintnti 
convulsivi  aoiversali;  tremore  del  capo  e  dello  estre- 
mità^ agiuaione  continta  delle  gambe  ^  la  liogoa  e  le 
labbra  Qod  sono  piit  nere ,  la  migliare  non  i  scompar- 
^i  rispp9te  tronche  ed  audaci,  sguardo  fisso  e  feroce, 
battito  veemente  delle  carotidi^  e  specialmente  della 
destra  ;  cade  il  vomito  è  là  tosse,  ma  di  tanto  io  tanto 
ansietà  e  sospiri  ;  si  diininuiscòno  le  cvacuaaioni  dd 
ventre,  fèbbre  con  polso  precipitatissimo ,  non  resistei* 
te*  Abbciodante  sanguisugio  al  capo  ,  e  dopo  quattro 
«re  salasso  dalla  giugotare  destra  di  i5  oncia,  il  quale 
presenta  il  sapgue  molto  denso  ,  non  cotennoso»  Avendo» 
operato  poco  II  j^rlmo  vesdicante  nUa  cervice ,  se  ne 
rinnova  uno  con  pasta  Sarte ,  e  si  appUcano  i  senapi»» 
smi  alla  pianta  dei  piedi.  Si  opinsi  che  siasi  formata 
qualche  stravaso  neir  encefalo.  Il  giorno^  8  continua 
nei  medesimi  sintomi  aéaza  alcun  sollic^'o.  Salasso  ab" 
bondayite  al  piede;  applicasione  del  gbiaccio  al  capo; 
e  verso  sera  una  ventoàa  scarificata  all'' occipite,  con 
coi  si  estraggono  novr  oncièdi  sangue,  il  9  l'amma- 
lata è  soporosa,  bevvi  riaolnxione  del  braccio  sinistrO| 
il  destro  di  tanto  in  tanto  è  contratto  permanentemen- 
te 'j  per  la  prima  voUa  sotto  il  tatto  gli  duole  soltanto 
la  regione  del  duodeno  ,  poiché  automaticamente  r^ 
spinge  la  mano  che  ivi  comprime,  e  i  nlkovimentt  della 
moscolatora  della  faccia  sorto  questo  tatto  esprimono 
il  dolore  ;  rivolta  sul  fianco  destro  sospira  ;  havvi  un 
leggier  trismo ,  e  Ja  deglutiaione  è  quasi  del  tutto  im* 
pedita.  Arguendo  dagli  indicati  sintcpù  la  presenta 
deir  infiammazione  deli*  intestino  duodeno,  si  h  ancora 


V  «pplicazipiM  delle  «IngVMQghe  ai  vasi  emoiToidaliV  é 
fonanti  emollieDti  al  basso  ^ventre.  Il  io  1^  ammalata 
è  cempìatamente  apopletica,  il  trìsmo  i  permanente^ 
nulla  ^m  deglntiz^one ,  sudore  freddo  ,  polso  abbatlnto^ 
e  la  morte  saccede  alle  ore  to  pomeridiane. 

e  Fatta  r  apertura  del  '  cadavere^  si  vide  1* intestino 
duodeno  infiammato  in  tnttà  la  sua  estensione  e  circòni 
lèrenza ,  di  colore  intensamente  rosso ,  leggeimente  a- 
derente  alle  parti  circonvicine  per  mezzo  di  linfii  se* 
Inicoagnlata  ;  infiammato  pur  anche  il  .ventricolo  ia 
vicinanza  del.pilofo;  il  rimanente  del  t^bo  intestinale^ 
«ano,  come  anche  il  fegato f  turgida  di  bile  la  vesei^^ 
dliella  del  fiele.  Nella  cavità  del  capo  si  riscontrò  la 
fkia  meninge  nn  poco  :  infiammata ,  ed  >  ingettata  di  saa^ 
gue^  speciafanenteiVerso  la  metà  del  destro  emistero 
del  cervello^.  La  *  sostanza  corticale  ^  era  di  un  colore 
fan. in teniiamenie  cinereo^  e  di  più  molle  consistenza ^ 
td.  eravt  ano  stravaìto  sieróso  sangoigno  di«  circa  daè 
ob£Ìe  nei.  ventricoU  laterali  dd  eervello.  L' apertura 
dunque  del*  cadavere*  ci  lece  nconosoère  i  che  h  ma- 
lattia/fu una  dnodenitide  geavifiima'  ed'  acuta,  susse- 
^ttita.da  cncefalitide  y  e  da  idrocefalo  acoto. 

■  Questa  storia,  è-  molto  interessante ,  poiché  ci  pre- 
senta ma  osservazione  di  infiammazione  acuta  del  duo- 
deno <,  della  quale  io  non  conosco  storia  alcuna  lascia* 
taci  dagli  Ajitorì.  Nel  omo  esposto  era  difficile  asse* 
il  ben  giudicare  sulla,  natura  ^  e  molto  più  solla  sede 
della  malattia  ;  poiobè.  nelle;  infiammazioni  interne  se 
manca  il  dolore  della  parte  infiammata  ,  -  manca  quel 
segno  y  che  con  certezza  guida  il  Medico  al  riconosci^» 
mento  della  fittosi ,  e  della  sua  sede.  Altrónde ,  per 
riconoscere  la  .dnodenitide  dalla  sede  dei  dolore  si  esi« 


3% 

gfv.  «olfà  ayTtcIcneulft;   0  ili  ci&  ài  potrà  coosniuce 
.(]9aoto..ftcr>s8^  Ckuissw^  ndlf  «uà  4>sertazione  :  ZX^  /»- 
^  iét^^*  duodeni  siiu  ^t  nexu  ip^eriu  ael  Thesaurys  dis-^ 
jf^riaUonum:  ài  Sandìfarff  l.  9>7''  ^83.   « 

Noi  qui ,  per  prima   cosa ,    stimifa^o    di  .  riferire    il 

lesto  di  CJaussen 9  che  scrisse:  «OaiDÌ&dplor ,  et  taa« 

«  sio  noje^ta^,  «{ua^jiMb  ocla^ysi  costa , quaespp^iarum 

«priiiMi  est  ,   «psqwe  ca[r|ila^iue   profupde.  ^ftUt^r, 

;«  iqdeque  sul»  bypochoodrio  dexterq  ,4eorsu^i.i,a4  rie- 

,«  nem  luque  descQudiCy  dupdetiutn4)otiaSy.qiipf9  aliaoi 

a  partem,  alficit  >  haec.eoioi  iq<;o9iD»o4$  ,  HIìmJì.  octa^ 

K  va,  TcI  #(  s^ptima . 4;osta  in,  pcofuodi^rj.  JkKo  perei' 

«  pioDtar,  acque  introrsutn  fnag|Ì4  quaip  dfH^rsujBd  teiO- 

«  dujDty  ia  Tesicala  feliea«  latore  .^r^dtyvtur»   Sub  uoa- 

a  bilicali,  regione  of;c^creotes-  dolores^-si  .mos..subpe- 

f  ritooeo  bioc  inde  va^omr/.j^ejuoi  convolntioves  af- 

«  ficiaQt:.qi^oid  si  yero.ftum  iD9gi4    sedem  »  inprimis 

a  qModamojiodo  autrorsoin.  ;  servant  ^  io  fiexu,  joferiori 

M  duodeni  potius.  tetl$foaes  «Ificiunt.  Sunt.jacitetn-  i»ti 

«.dolores  fisi  non-^ab  aeteriori  solum,  sedeta  poste* 

«  riori  parte  observandiy  ac  dijqdicaodiy.qoom  retror- 

«  som,  et  ad  ipsertiuaem  costarum   uhimarum    dentri 

.  «  lateris  ad  vertebras ,   seosatio   ipol^sia   insertionibas 

e  diaphragtp^tis   adscribator,  qi^ae   ad  ^duòdeQuin.  in 

a  isto  loco  leosiim , .  «st    r«ferepda.  Facile  lamea .  con^ 

«  cedimus  ,  in  tania  p^rtiiuii  vicìnaruoi   mahitadioe , 

.  a  medicoin  ,  dolore^   et  incoipiaiQda  ;  infiali  ventrìs  4i- 

a' sqoirenf em ,  saepjas,  falli  postela 

i.    Nel  caso   riferito  <]air. autóre  ^  mancando  il  doloiie, 

•ava  imppsaifaile  stabilire  la  sede:  della  fiossi ,  ma  V  iu* 

Jiamoaaiùone;  intestinale ,  io  qualunque  siasi  punto  ella 

fbsse^  erff  evidentemente   indicala  :  d^Oa  pccacoza,  ed 

Aniiai.1.  P^oL  XXXrilL  i» 


igfo 

'  Éetitftfni'  GJcSla  febbre ,  "dilla  sete  ittttAiaa  ^  dalk  Aairea 

*  tbtfirnaà ,  e  dal  vomito  pettinale  ;*  ed  H  vomito ,  ^e 
&0D  rlaacevà  proDtainenle  dopo  aver  ptiesò  i^^dba;  o 
la  bevanda ,  indicava  pifa   la  presenza'  di'  tìoa   étrteritì- 

'dé^  che  di  una  gasfrrtidé.         ■    •  '  ,   '    : 

Sé'i  sintomi  enumerati  noti  bastavano  a  svelare  la 

'4ocalirà^< erano  però  più  che'strfikieìiti  {^er  riconoscere 
la  presenta  di  una  %nterilide.  Poftroppo  akiMè- Volte 
al  danno  dei  cast  di  iniSafUmaMòne  iaiesitealey   io    cui 

' manca  il  dolore;  e'\k  febbre ,  e  V  enteritlde  proti^e 
ràpèdaito<*nte  in  aoa  maniera  occtiha.  Sarà  b^ne  di  qtiì 
ti^ire  ^aótò 'scrisse:  a'  tale '  proposito  tt  àtorga§mi 
a  'Qtfo  tempoic  qnm  mihi  >  incblcafrel  '  Albehinns  ^  vi- 
■4t  gilàndum ,  ^t  cavendum  e^se  fu  doMrfbcrs  intestiao- 
«  rum  :  se  enim  post  ieves  '  dotores  ,  atit  '  certe  cum 
«(  mioimè  magnis  ntillav  teantfestti  ^bre^,  balla  conval- 
«  sione ^  nullo  vòmito^  atHÓno^  ac  corporo  sàlls  vfgen- 
«  tibuSy  de  ifttprdviso  vidisse  aegros  in  praecepa  me 
«  rey  et  cito  erìpi  ab  latente'  iAiàmraatione',  et  spha- 
«  celo  nec  opinato  iotesfinomm /' >cum  b«ec^  mqoaixì  9 
a  snihi  inculcareti  qnaesivi  ex  perattento  ilio  medico^ 
«  et  diligentissimo   observatore,    qoibus  igitur   ex    si- 

<«  gnis  proximufn  intelligere  pertculum,  et  praf^nun- 
«  dare  saltem  possemils«  Ilio  vero  ex^'  pillili  y'mquit , 
4  abdomine,  facìe.  Pnlsùs  enim  hamilis,  et  'debilis 
«  potios ,  et  qoi ,  si  bene  aitendas^,  '  sibi  subobscui-e 
a  diaaimilis:  abdomen  aotém  '  tensum ,  et  durumf^  et 
«  cnm  dolore  quodam  :  facies  deniqoe  intoìiti  alìquid, 
•  sed  in  aliis  aliud  oslendens ,  «t  interdilim  oculos  quasi 
«  exterrefactosy  alias  lìvorem  quemdam  dream  labia*^ 
a  animadverterim  \  haec  inqoit ,  fere  ^  nam  atiquando 
ff  lingoam  etiam   adnotavi   Land   bene   sa  habeatem. 


«è  '^asibtfs  "Sé  'tfl)$\trViitidtf  pfaét^uerint;  (  De  se(l.><èf'oMM. 
«  tovrb.  m'3,  cpwt.  95,  ^Sir  )  »  G.  P.  i^HpiJb^pJA 
VtVàiiì^lé  ^vis&  -i  léiedid  d^  fioritile  àfl«rizidli6  'ttUo 
bCÉttito  ràdàment^  detfentefitidle  colle  «^enti  j^iMb^ 
che  ooi  8tiiiiiàtnó  di  tjdì  ripotiart  t  \i  S^  qitabum& 
«  óoà  expério»  Réet  ti^s  hafc  «igba  hi  alirs-Um'  tfé- 
<t  nifesta-,  interdum  ^alfunt!  Saépé  dempe  iStt*  ft^Mls 
«  in  pulsibos  utìabra;  ardor,  dolor  ad  i^leéliaai'  i^iit 
«  Ottllus  >  aut  certe  nou  vehemeos  ^  nec  fere  uila^tan 
«  diri  morbi  phaenomeoa  observaatur:  ram  vel  ubi- 
«  qae  iitAammatio  ,   symptomatica    plerumqtie  ,    ioCe* 

«  sCioa  j  vel    ipsa    jam    gangraena    tenet <  Haec 

a  ioterim  siieotis  mag i«  -Daiarae ,  qiiam  medicorum 
«  errore  praetervidentor  ;  sutìicitque  hanc  artis  buina* 
«  nae  imperfectloneai  eo  potisnmum  fioe  ad  notaste,  ne 
«  i«  ^B^.id^^^i,I^orb^^^fJl.^}a|(vif  \q.ai^ 
«  teDtioQenk  re^semiis;  te  ne  ob  pluriutn  symptomà* 
«  tum  defeOtum  mox  ad  illuni  inflamrpationis  praepo- 
«  slere    coocladamufl.  (De  enterilìdé.'§' 24f*y'*  *• 

Nella  stòria  riferitaci  dal  Bettingetì  si  ha  un  esem^ 
pio  di  infiammazione  intestinale  sHSseguita^  da  encjl^a-' 
lìtide,*e  da  idrocefalo  acuto;  e  questn  ^1  pu&'s^tigare 
per  il  consenso  delle  membrane  gasiró  enteriche  cbìlb 
cerebrali ,  consenso  dimostrato  pribcipalmente  dà  Br*6ui' 
sais  y  e  da'Scouiteien';  ma  chi  leggei'ìi  il  Morgagni  àU 
Y  epTstoIa  34  e  35  ^  troverà  delfé  osservazioni  pató'ltf- 
giche  latte  da  esso,  e  dal  Fa?^a/i^^ comprovanti  C(>'aMs 
alle  infiammazioni  intestinali  soglia  tener  dietro  1'  affe- 
zione cerebrale  che  per  lo  più  termina  in  idrope  acuto. 
In  quesc'  osservazione  si  può  nimproverarr  ^i  Bel' 
ingerì  di  non  avere  indagata  lo  stato  dfUfk  ni^em|»fa«^ 


mocosfi.  dd  v^ntrioolo,   e  dell*  inMIlino  diipd^oj  ma 

amncuetenno  eoa  eno  di.  non  conptcore  Gloria  £,dao- 
jdfnitUe'aoQtay  e  semplipe;  vi  esistono  bensì  .  osservar 
.  aioni  di  flogoii  del  duodeno  congiunla  eoo  quella  dc^ 

ttifasijinl.  tenni,  di  coi  ne  riferisce  efempj  jl  JUarga- 
.-C^' ti  Joego  soperiormqnte  citatQ,   Molti   autori   però 

tiattar^o  delle  malattie  del  dnodf  uio , .  fra.  i  jqnali  F. 
M<oJ^mann  j  Laviroue  ^  Schmtedel,   Yeats,   la   di   cui 

opei»  fu  a.nali|(£ata  nel  voi    ^4,    pag.    138   di   questi 


!  -       .      '  *. 


il       (ti.  i'  ..iiilJiiK       »nft>   •' 


>        ^  4  h   * 


C.  G. 


Biografia  Medica  Piemontese  i  dèi  doH.  Gio. 
GiAcomo  BoNììio«    t^ol*   2.^'  Fascic.  i.** 

•  •  F    *  * 

Torino  i8:25. 

^  ..      .       •  i  • 

J^L  primo  (as^^icolo  del  secondo  volarne  di  qnest'  o- 
Pl^ra  fa  precedere  il  suo  dotto  autore  una  cortese  let- 
lera  diretta  ai  cultori  della  storia  letteraria  patria,  e 
.in  essa  A  mostra  riconoscente  a  coloro  che  urbana- 
mente gli  segnalarono  gli  errori  e  le  omissioni,  in  cui 
incorse  nel  I.  volume  (i)^  aonnntiando  le   opportune 


1.1» 


r 

(i)  Veggonsi  i'/asdcòU  di  la^  e  agosto  ^8a5 
di  questi  Annali.  ' 


corresbiBi  dft  iùtttmì  ttf  fine  bell'opera 'yIcm^/ é  nd 
mèéeiiaio  tmnpo  si  difeode  cen'pwri  delìeatena.  dalle 
troppo  ^oltiU  q^iniom,  che  piacqae  a  taluni  da*  suoi* 
lettori  di  iargU,  allegando^  potersi  beosi  «  dal  btogra* 
or  fo  ricercare  che  nulla  dica  che  non  sia  vero ,  ma 
«  non  già  che  (accia  quello  che  di  rilevante  sa  /  o  che 
«tutto  rifetisca  ciò y  cfae,  ai  pèoati  altrui  iiiriinanien- 
«  te  appartenendo^^  non* può  essere  noto  abbastansar 
a  allo  scrittore.  »  .  ' 

Assai  comiderevole  si  è  il  namero  de*  mèdici  cho 
fioriroiio  ìu  Piemonte  nella  prima  metà  del  secolo  de* 
cim'oitHVOy  de' quali  si  fa  menzione  in  questo  Fasci* 
colo',  e  ci  sì  vede  con  soddisfazione  '  in  quale  conto 
dagli  Augusti  Sovrani'  della  reàt  casa  di  Savbja  at 
tenessero  in  quei  tempi  i  serenanti  die  col  sapere,  e 
cogli  eruditi  Scritti  la  patria  iUiistt^vaoo ,  con  quale  kM 
devote  ambizione  a  trasiobarsi  nei  loro  Stati  i  Dotti 
stranieri  inducessero,  con  quale  generosità^  finalmente', 
degli  mi,  noni  meno  che  degli,  altri  ,il  vero'oMrito,  e 
le  sparse  fatidie  '  sapessero  ricdnbpeasare; 
'  Tm  liB  altre ,  ^meritano*  particolare  attei»ione  le  pa- 
gine eonseirate 'aHa  memoeia   ir         - 

—  Di  Lorenzo  Teftraneo^y  iq  data  *del  1701^  a  eoi 
ai  de^e$  tfn-ioter0Mante  lavorò  sulle'  glaodole  mnci- 
pare,chiamàfe  mUiari  da<  taluno  ;  e  dà  esso  disjgreqate^ 
sulle  glanduiécon^/ome/'ir^e'deiruretra,  la  cui  inven- 
aione ,  attribuita  forse  con  iroppa  £icilità  al  Cowper , 
Ih  dal  Bianchi  aasegnata  al  medesiiéo  .  Terraneo ,  e 
ani  mali  l'.eHe  i^aaiktle  dell*  uretra  in  generale, 'le  quag- 
li riguardò  come  sede  della  gonorrea '  virosa ,  traendo^ 
^one  le  prove  dall'anatomia  patologica^  un  compiuto 
Trattato  inadit»  di' anatomia  scrìtta  *  eoa  i  eleganaa   ad 


994 

éio  ée'  «aoi'«Ut€vi;  Slitte  y^ni0i,iUrr9,ibpUtni$aip9n, 
nieoii ,.  ed  un  rircot ..erh^cio  i  qk:  9mp\A:  Im  cùftOcinata 
optUezione  di  piante  4d..arl«hre  ,JUiùni^,  |f0i9«d<a^  ìa 
eggi    dal   P.   BaibiSj    ora  prtofeaforA  di    botimiGa    in 

•  -^Di  Domenico  jinel,  chiriirgo  francese,  che  $og- 
gioroà  lunghi  anoi  io  Italia  ,  e  specialmente-  in .  Tori- 
no colla  qualità  .di  chirurgo^  ordinario  4fUa.  madre  di 
Vittorio  Amedeo  II.  À  questi  v^  debiirice  V  arte  ohi- 
mk-gica  della  proposta  di  operare  gli  an^atisoii  col 
iDModo  falsameDte  di  ;poi  atirihuito.aU'  idglfse  Hunier^ 
come  pure  al  medesimo  ai  deve  aturibuire  1!  ifivenaioae 
del  metodo  di  curare  la.Bstola  laciimàle, mediante  riti« 
mrdmioiie  d'una  ionia. pei  piiinrilacfiBialiy  ad  oggetto 
di  xialabilire  la  oomnn reazione  tra.  qoeaii  ed  il  sacco 
lacrifnale  nel*  condottq  -  nasale ,  e  mediante  .approprìate 
iejezioni  >atte  a  rimediare  alle  condizioot-  morbose  ^  «fi 
del  (e.  parti:,  malgrado  die  da  P/i/»b ,  ^poscia  da  Sto* 
none^  Ralfingio^.^  BarioiiM>  ai  fetae  gìà.*perlaA«  -fioa* 
ibsaménte  della  puMibilità  di  talo  operaileMie.  ,  .  .  . 
^  Di,  Giovanni  Baiijtsia  Stanchi ^  .ài  frttagUa  .p^rt- 
«ia  milanese,  nato  in  Torino  ael  ifiB.r  >  ed  iari  laurea- 
tosi  neh'  età  d'  anni  17  ;  a.  cui  U  iiecroM:o|Ma  patolo- 
gica deve  gran  parte  de*  aiiéi  ftrogressi»  Fn  tenuto  io 
conto  d*  ano  de*  migliori  hoalooiici  doU'tetà  siià ,  «fa 
in  visia  di  etso  chetar  JodaCo.  Sovrano  ibca  cOstrurre 
il  ppbblico  teatro  anatomico  in  iin\  ampia  sala  della 
R.  nniversità,  cJae  flcf*'e  àltiMknente  aHè  sf^iens^e  di 
fisica.  Le  sue  ^mostraxioai  di  tioltoaiia  anreYa«o  tanta 
fama,  che  non  r  solo -iisi^ndeóti  ed  i- mediai  >  nui  .gran 
DQhier»D  di  persona  addente  alle  «ahre  «cieofe,  9Ì  aflbi* 
k^anoiper  xiaararne Un* Btikt  Jt   prolsoda   isiraxioiia. 


Cooperò.  aUa  cómpilaauope  della  farmacopea  Torinese* 
radano  nella  propria  casa,  an  ricco  museo  di  storia  na- 
tarale,  e  di  CQse  speitantl  all' anatomia,  ed  a.  tali  oc- 
ciipa;KÌ0QÌ  scìeptiScbe  ^eppe  pare  accoppiare  la  coltura 
delle  belle  lettere  $  ne  gU  maqcar^inq  luminose  testi*, 
monianz^  del  conio  ,.in  cut  era  tenuto  in  Italia  ed 
air  estero,  1'- università  di.  Bologna  non  solo  lo  aggre- 
gò a  quel  celebre  Istituto,  ma  lo  invitò  nel  1720  ad 
occupare  colà  la  ca^edra  di  medicina  teorica,  che  ab- 
bandonò tosto ,.  esseiikdo  stato  eletto  a  professore  pri- 
mario nella,  università  di  Torino  ;  le  principali  acca- 
demie letterarie  je  scientifiche  se  lo  associarono  ,  ed  eb- 
be corrispoodenta  coi  letterati  di  maggior  grido,  al- 
cuni de'  quali  si  lecero  pregio  di  dedicargli  le  loro 
opere. 

Tra  i  molti  lavori  deh  Piancfu ,  menò  gran  rumore 
la  sua  Histoìia^  hepat/ca,  seu  de  hepeuis  s^ruciut^a, 
lisibus ,  et  moròis,  della  quale  si  ebbero  io  pochi  anni 
tre  edirioni>  ed  in  c^i  de^risse  il  .primo  eoa  grande 
esatlezta  i  ligamenti  sospc^nsorj  del  fegato ,  assegnò  a 
questo  viscere ,  oltre  1'  uso  d' a jatar  la  digestione , 
quello  ancora  di  fare,-  colla  milza  un  diversorio  pel 
taogua,  opiqione  almeno  in  pafte  riprodotta  da  Bichatf 
f  sosieqne  V  episieoza  de'  condotti  epatO'CisUei ,  lochè 
gli  suscitò  contfQ  Morgagni  ^  il  quale  si  prese  a  cri- 
ticare, narniiiamente  non  solo  su  questo ,  ma  ancora 
aa  varj  altri  punti  V  opera  del  Bianchii  sul  quale  pro- 
posilo il,  nostro  Bio^grafo  tenta  di  conciliare  la  cosa, 
Qpxì  addurre  ppt^r  essere  caduto  in  errore  il  Bianchi 
per  r  esistenza  d' alcuni  vasi  sanguigni  ^  o  filamenti 
ci^Uulofj  presi  peiir  condotti  epato- cistici ,  ovvero  per 
essersi  queiti.  rei^meote  p^seryati  in .  alcuni   rari$^i<Qt 


296 

casi ,  e  neir  islesso  tempo  lo  difendè  con  buone  ragio» 
DI  dalle  impQtazioni,  e  dallo  spregio  che  a  questuo- 
perà  fece  il  Portai y  il  qnale  pòi,  nel  corso  del  ano 
libro  sulle  malaitie  del  figato  y  ne  inro«ò'pf&  di  ven* 
ti  volle  il  nome  e  1*  opera,  come  di  grande'  aiitorìtii 
e  di  gran  prezzo  ;  ond*  è  che  non  dubita  di  à89ef;nar-* 
gli  il  posto  tra  i  Lancisi,  ed  i  Ramazztni ,  decoro  ed 
ornamento  della  medicina  italiana. 

Fu  desso  nno  de'  molti  avversar]  del  sistema  dell'  ir- 
ritabihtà  Halleriana,  Molte  osservaziotii  dal  medesimo 
furono  fatte  sulle  gravidanze  estrauterine ,  e  sui  parti 
preternaturali,  ma  cadde  in  errore  nel  decidere  che 
r  operazione  cesarea  sia  sempre  mortale  nelle  gravi- 
danze uterine ,  è  solo  si  possa  praticare  imponemente 
nelle  gravidanze  ventrali;  come  pure  nel  credere,  in 
nn  prolisso  Trattato  che  diede  soì  vermi ,  che  i  lom- 
brici  Steno  natorali  ed  utili ,  anziché  dannosi  al  corpo 
umano. 

Nel  4757  pubblico  in  Torino  una  raccolta  di  ciò* 
idnquantaquattro  tavole  anatomiche  >  contenenti  do^ 
cento  settanta  figure,  di  cui  si  fece  onorevole  mei^ 
zione  da  Francesco  Aloi)  ma  merita  speciale  atten- 
zione qoanto  il  Biografo  ha  scritto  sulle  Effemeridi 
medico  -  meteorologiche  manoscritte  del  Bianchi  dal 
X'j^i  al  1746  >  e  che  estrasse  da  un  ragguaglio  che 
ne  diede  alla  R.  Accademia  delle  scienze  di  Torino  il 
prof.  Vatsatti  Eandi,  Difficile  sarebbe  ridurre  a  brevi 
termini  tali  int^essanti  pagine,  e  ci  limiteremo  a  r^ 
ferirle  un  passo  di  questo  illustre  Fisico  rapito  re- 
centemente alla  repubblica  letteraria.  «  Dal  com^ 
«  plesso  delle  osservazioni  e  delle  riflessioni  registrn- 
«  te  in  queste  -efemeridi  (  cosi  il  Vassalli)  parmì  pò- 


297' 
«  tersi  dedurre  non  solo  essere  aMatlo  erroBiea  l'ac* 
«  casa  che  si  fa  alla  medicina  ptatica  di  non  èssersi 
«  pepfc7Ìonata  dai  tempi  d' Ippocrate  sino  a  nói ,  ma 
«  ancora  che  si  vada  ogni  giorno  perfezionando ,  poi»- 
«  che  si  vede  che  nelle  gravi  malattie  molti  piti  pe« 
«  rivano  allora  che  non  al  giorno  d'oggi,  e  hen  mi 
«  ricordo ,  che  ancora  quarant'  anni  fa  circa,  delle  per- 
<i  sone  aflètte  delle  cosi  dette,  volgarmente  febbri  pi> 
«  tride  e  maligne,  pia  d'  un  terso  ne  moriva,  mea^ 
«  Ire  in  oggi  iappena  ne  muore  un  qointo,  » 

-^  Dei  dòe  Fantoni,  cioè  del  padre  Giamkauisia, 
erudito  in  ogni  ramo  della  scienza ,  creato  professore 
di  notomia,  e  poscia  nel  i685  eletto  alla  cattedra  di' 
medicina  pratica,  è  finalmente  a  quella  primaria  di 
teorica  ,  e  del  figlio  Giovanni^  che  in  età  d*  anni  19 
era  già  ascrìtto  al  Collegio  medico,  ed  ai  d5  nominato 
professore  di  notomia.  8'  hanno  del  padre  trentaselte 
anatomico-mediche  osservazioni  fatte  di  pubblica  ragio>-^ 
ne,  e  commentate  dottamente  dal  figlio,  tra  le  quali 
giova  rammentare  quella  che  s'aggira  sovra  ui^a  ra<* 
gazza  di  vent'  aimi  morta  epiletica ,  in  cui  si  rinvenne 
eranium  crassissìmum  ^  menmges  aridùsimae  j  meduUa 
ohlon^ata  bilioso  sèrOy  infecta,  e  nessuna  traccia  di 
sutura  tra  le  varie  parti  del  cranio ,  che  pare»  forma- 
to d'  un  osso  solo  ,  e  quella  d'  una  ferita  nel  ventri- 
•olo  sinistro  del  cuore  penetrante  sino  al  destilo  in 
un  soldato,  che  non  ostante  visse  ancora  17  giorni. 

Ideile  varie  opere  del  figlio,  il  quale  dopo  avere  in- 
trapresi varj  eruditi  viaggj  air  estero  per  raccogliere 
utili  nozioni  dai  bei  ingegni  che  allora  fiorivano  nelle 
università  di  Francia,  d'Olanda,  e  d'Allemagna,  e 
dopo  %Yere  coperto  con  gran  decoro'  H  piostò   di  pro« 


29» 

iessore  i^imario^  fìi   luil    17ÌI9    nomioato   riformaiore. 
della,  R.  ooiv^rsità  col   til^o  di   preside   della   facoltà 
medica 9< e  che  poi  compì   la   sua    carriera  n^U' avan- 
zala età  A'  anni  83,  nelle  varie  sue  opere,  dissi ^..«  mol- 
«  ta  doUriiia  (  così  ti ,  Biografo  )  con   la  va^sta    e   ben 
«  ordinata  erudizione  mirabilmente  rispleude.  G>taQto 
«  poi  1*  aureo  stile  angusteo' elleno  spirano  e  rammen«> 
«  tano  f  che  a  buon  diritto  le  scrittore  del  Fontani  fu- 
«  rono  i^ai    sempre    proposte    qual    modello    del    bel 
a  dire  nella  maestosa  lingua  del  Lauo»»  La  s|ia  ana- 
toqfiia  ^  tenjita  dai  contemporanei ,  e.  massime  dalZfan- 
cisi\  per  uoa  deUe  più  compiote  che  sino  a  quell'epo- 
ca sì  lessero  divulgate,  è  ricca  di   viste   fisiologiche  , 
f  di  oonfutaziooi  di  ricevuti  errori ,  sebbene  molti  an* 
Cora  ne  contenga    proprj    dell'  autore   stesso.  -  À.$segnò 
^U'  olio  y  sì  abbondante  ne*    gran   cetacei  ,   !*  oso    di 
rimpiazzare   la   vessichetta  nfitaloria   propri^   solo    dei 
piccoli  pesci;  si    assicurò    eoo    esperienze  direste,   ed 
osservazioni  patologiche  ,  che  la  milza  QQQ   è   d'  asso- 
ìyiìfk  fieoesàità  per  l'  esistenza;  dimostr'ò  che  Ja  mem- 
brana carnosfi  dello  scroto  ,    non.  ostante  cotesto   suo 
nome^  appena  ha  in  qua  in  là  alcuna  fibr^  che  possa 
parere  carnosa  -,  spiegò^  come  .no^  è    sempre    indispen- 
sabile la  legatura  del  cordone  .opibolicale  ;   ricercò    U 
presenza,  e  l'uso  delle  glandpleti^  delle  valvole  tricu- 
spidi^ e  semilun^ri  >  e  confutò  il  RqrelU  che  volea  sue* 
cedesse  in  un  sol  frattempo- la <4stole   delle   orecchiet- 
te/e  quella  de' ventricoli    dj^:  cuore;   espose   i   ^ooi 
dubbj,  se  alcupo  possa  verameu^    traitetiere  tanto  i) 
fiato  che  si  affoghi ,  parendogli  ifBpossibile  che  c^hiuqh 
que  si  sforzi  di  far  ciò  lungamente,  non  ^livi  prima 
ad  ioA^bolirsi ,  e  a  cessare   lo  ^fòrso,  che   %  nsorire, 
il  che  ci  sembra  molto   consentaneo   coli*  uso  recente** 


^99 
mente.  M  lUUdndo  assennato  qi  nervi  pneamogMirici ,. 
9Ò  alla  Dccesftità  d'  nii  sangue  oistgenato  per  vit  della 
respirazione  per  inaQieDèrtt  \t  facoltà  de*  nervi  che 
provvegfpoQo  alla  locomozione;  combidlè  p»re  quelt- 
r  altra  opipione  del  fior^lk],  il  q^ale  ponea  nel  dolore 
eccitatosi  nel  feto  pendente  il  pavtd  la: causa  della  prt« 
ma  inspira^ipne )' osservando  che  net  parto  cesareo,  in 
coi  il'fetè  non  soffre  dolore  alcono,  pure  comincia  a 
respirare.  In.  ulna  raccolta  de'  sdoi.  eposcoli  medici  e 
fisiologici  )  \iene  del  Fantom  impugnata  con  sode  ra- 
gioni e  con  esperimenti  adalta&i  la  teorica  del  moto, 
e*deir:ioflueuta  della  dora  meninge  sopra  le  seosazio- 
»i,;e  mi  movimenti,  delle  altre  parti  del  capo,  fon- 
data $aHe  .supposte  fibre  muscolari,  di  coi  la  credet- 
tero dotata  il  Pacchiom ,  il  Bacivi,  il  Lana'siy  il  F. 
Ihffjnjinn  j  ed  altri.  Di  non  minore  importanza .  sono 
i  suoi  scritti  «olle  febbri  miliari  y  le  quali  ne'  primi 
lustri  dei  secolo  XV HI  si  fecero  frequenti  in  Piemon" 
te»  oaa&sime. presso  le  puerpere;  provò  l'antichità  di 
questo  efiftolema  ;  ne  descrisse  i  progressi  ^  e  la-  d^Op 
#Ì09e  nelle  varie  contrade  del  mondo  aulico  ;  ammetten** 
do  le  febbri  miliari  acote  primarie^  .diede  un'  esatta 
idea  delle  soe  variata ^  de'  siotomi ,  delle  cause ,  èA 
pronostico  ^  delle  alierazioni  visibili  oel  cadavere ,  delle 
malattie  pedi<;seque  all'  esantema  ;  osservi^  come  im» 
perversasse  meno  nella  classe  povera,  che  presso  t 
ricchi  di  maggfiore  sensibilità  cutanea  provvisti ,  e  come 
la  troppo  elevata  temperatura ,  e  le  troppo  ai>boodaoti 
e  fitte  cdlri  a)  suo  svolgimento  cooperassero^  rileva 
di  quanto  danno  nella  cura  riescisse  il  metodo  calefa** 
dente  e  atiiliolaiite  dai  medici  sasaoai  adoprato  in  v|r 
sta  dcUe  l(|ro  q^etiiofte  idee  4^  acidità  tsmorali  g  e  cno» 


daoodlido  ì  p^flnti^  cardiaci,  gli  alesitAnrmàci  uedià»* 
ri,  e  k  firragiiiB  de'  med^eaiiMnU ,  con»tgliaTa  Tipe-- 
caquaiift,'  le  bevande  dilDenti  e  temperanti,  il  nitro ^ 
gli  acidi  vegetabili,  e  che  l'alvo  discretamente  libero 
si  serbasse,  non  ommessa  Tapplicazione  de'vessioanti , 
ed  in  rari  casi  la  flebotomia. 

—  Di  PUeiro  Simone  Roahauk  chirurgo^  e  membro 
dell'  accademia  Reale  di  Parigi ,  chiamato  in  Piemonte 
da  Vittorio  Amedeo  il  ,  ed  ivi  nominato  cliimrgo 
della  reale  persona,  e  chirurgo  generale  de'  regj  eser- 
citi ,  poscia  professore  all'  università.  Nelle  sne  osset' 
vationi  anatomèco-fi^óhe  pubblicate  in  Torino  in  Hn- 
goa  itakcn»  nel  17:14  si  rinvengono  alcnne  sue  viste 
particokiri  solla  gravidanaa ,  sugli  involucri ,  sulla  vita 
e  sulla  circolazione  del  feto ,  state  criticate  dal  Win* 
slaWj  e  dai  Halhr  j  abbenchè  egli  vi  abbia  saputo 
confutare  là  dottrina  degli  antichi^,  i  quali  pensavano 
che  il  feto  ricevesse  per  bocca  Y  alimento,  e  quella 
de'  suoi  ceotemporanei  che  assegnavano  per  alnoento 
al  feto*  un  sugo  latteo  uterino,  > conchiodéDdo  egli;  il 
ieto  :nntrirsi  di  una  tinta'  dolce  e  sottile  col  sangue 
materno  recatogli  dal  cordone  onibcllièale  ^  cèreo  inol- 
tcé  di  provare  l'ingegnosa  ipotesi,  «  che  H  sangue 
a  della  madre  portasi  al  feto  mediante  i  percuotimenti 
«che  sopra  la  vena  ombelicale  e  le  sUe  racdiei  eser^ 
«  citano  le  arterie ,  dal  che  raccoglie  che*  la  foraa  con 
«  cai  arriva >  il  sangue  al  &to  è  jempve  propòraiotiata 
«  a  qualunque  afato  si.  trovi,  e  che  la  circolazióne 
a  nel  medesimo  è  alfatto  indipeiidente  dal  cuore  della 
«  madre»»'  -   t   • ..  « 

-  '»H  Dì  Cario  Bicea^  figlio  del.  Conte  ie  Protomedico 
Bietro  Pàolo  f  che  ebbe  in  retaggio  4^1  ig;«iiitore|i  è  daL 


.Ì'.àvoIq.(  drik>>..di.  cui  ri  fii^  m«izÌQae  n^ljptiitiaJiro. 

.«[i.0diifh«Ì7  «: icke  ^  Qaolox%à%0'4fA\  R'egj  4^ v^i<^;  viaggia 

.JPAKiMtrA^vL'i^^iltipr^a,  T  Obnda/.e  :U  ìSicilia,j.  r^ó»^ 

.'ip   pal/^f  ;fii  ^«llPii  |>rqfQS9ore   ii>  Ifolq)|iì«,|i.^i  ;$ni 

diede  var|  corsi  precedati  da  eloquenti  orasii^i ,  $iqc^ 

demich^^  o^i^.m^ggìorm^me  spiccò  il  4ii:Ii4vj9eBÌ0 ,  si 

III  pei  descriveiie  l'istoria  ddlf  naalauie  epi4oa^Khe  che 

4egQaroqQÌK  fo^^ipo  oel.i^ao-oii^aa^aJSiMt^^sa  peiroi- 

.«  servare ^.ekigap^a.  <  cJbifu>ezfii|  nel^des^iàve^e  ,: erudì- 

,^:3&iobe  ed  ordine  oei  ms^n^gi^re  1^  co^lffaua^ey.ecop 

4f  le,  doti.  4Ìi»golaù.  opde  va  .adorna   queM*  <»pera  Jn^f- 

^  rì»8imij&sjina.^  e  cine  nieriurooD  alU^^itoi^.  3uo  T  ^- 

;«  «ooire  di  eAsere .  paragQQiilo  salto' qn^s.tO'  riguardo  |^- 

.«'  r immortale.  S^denham^  con  le. opere  del.qiiaie  qaej^ 

«  del  nostro  i^rofessore  forooO  riHan)p(^tQ.nell4<#iagnji- 

«  fica  edizione  di  Venezia  del  1763  ». 

—  Di  6.  Bartolomeo  Caccia^  Torinese,  eletto  a  Pro- 
fessore di  Botanica  quando  si  eresse  questa  Cattedra 
neirUniversilà  di  Torino  nel  1729;  per  opera  del 
quale  si  stabili  Torto  botanico  nella  R.  Villa  del  Va- 
léntinOy  che  arricchito  successivamente  dal  Donati,  dal- 
V  AlUoni,  AìxVDana,  e  dai  P.»*  Balhis,  BtroU,  e  Ca- 
pèMi  di  Scàrnafi^i ,  può  ora  gareggiare  cdi  pi{i  celebri 
d' Italia.  Fu  sotto  la  direzione  4^1  CdcC^ ,  ^é  Gìq. 
Battista  Morandi  diede  comiociamento  nel  ii"^*^  alla 
superba  collezione  di  dStegni  di  "pkpie»  intitolala:  /co- 
nografia  Taurinemis ,  a  cui  lavorarono  in  seguito  il«F, 
Péiroién\  G.  SotHone ,  e  la  vivente  Jtngebca  di  lui 
figlia  y  talché  vieh  già  cooiposla  '  di .  So  gran  volumi  ta 
foglio >  de'-qmlicadauflo.  contiene-  cicca  .  l5oi  .tatole, 
non*  meno  ookimendabili  per  V  esatteaza  del*  disegnO| 
che  |)er  la  delicatezza;  e  vivacità  del  colorito. 


-r' — ci&ir0'^  TommaMf  GaéAaH^  itktiriB^det  CaiUiv^, 
resoéi^  cdSebre  :p«r  alcuoe  clì^S9érc)EisÌo6r''*tiiiblé^to*,:  ki 
etti  81  lasciò  però  ledurre'  dal  jgeti^io  4é\%  «ij^t^yf^è. 
per  i  adot^séritti  sulle  febl^ì  '«ftànb^{]te^#itlilC>tàiMé, 
^ttel  quatei'clirgocìieòto  si  mostrò  cHiiiei»*  glfadlttidMi,  4d 
tiss^l-vàCM^e  protbodo.  :  i^         .  ».v  i     • - 

Per  noè'  iriikiDgarci  di  troppo  oel  date  ntt'èìilgglb 
d^  un' opera  iiycapace  per  ^a  aatora  d' eèsiéli»  sdilfbpe- 
fia  ad  iitfa  vera  aéalisi,  vinmbdèreiiio  à  lettore 'tf Mi* 
bro  stesso,  ove  ù  voglia  istruire  in  qo«sta - paf te deHa 
•toria<''flCÌètiti§ca  piemontese ,  e  ci  troverà  d^i/ otite  pa- 
icolo  begli  atticfolicoocerneitti  P.  Q.  AUerisùt^,  P.  G. 
Bontà,  A.  Rcdruty  <t\  A.  Beui^^  àL  Alberiti  G,  A. 
GiànoUo  \  ecc; ,  de'  qùrii  tatti ,  p}ii  o  meno  diffosa- 
mente;  colla  maggiore  esàtt^^sza  possibile',  ed*  in  scelto 
stile  implose  il  nostro  Biografo  a  rafgiohare.- 

£.  Rìgnon, 


Nuoi^i  Saggi  della  Cesareo-Regia  Accade- 
mia di  Scienze ,  Lettere  ,ed^ Arti  di  Po* 
doua.  F'oLa.''  Padova.  Galla  Tipografia 

^    delia  Minen^a  i  SuS. 

r.  .•  I..*.  ,.». 

<    f Seguito  dalla  puf.  928  4iet,  pràced^iue  volume}. 

monto  Ma  derwatione  detta- pareva  SifiJtde^  Jft» 
moria  «db*  Givsbppe  MonvEs-Airvo.  -<^  Lo  Swediaury  tiel- 
r  Opera<  sulle  malattie  sifiUticiie,  scriveva'.*'  e  la  Vooe 
Solide  seinbrami  derivata  dalle  p9soìn  Sés  pveus^  p 


>3«3 

phSia  éimoTy  eemé  se  si  àUseAe'  affwrfrùreìmiiìi^^zfipw: 
porcino,  amor  sozzo,  o  malalftia  pròvm^te  ^da  i.un 
coitb  ittipiiro  » }  e  io  allro  laof^' della  usiejisa  Opinali: 
«  la  malattia  siyUitica  f- oyttero  la  sifilide ,  f  dalle-  \o^i 
'sòs  porco  ^  e  phtiìa  a*no:^e  y  cioè  aniovè^  soszò  jotriifu- 
«'paro  ».  Per- dimostrare  1*  erroneità  di: jififkfcla  jebitDoIp- 
>|[ia  della  vtuce  Sifilide  y  usata,  come  ^ogmi»!  sa,  per  ria 
«prima  voUa  da)  Bracastoroj  X  illastrie  prbfi  Mont^anlo 
comiheia  dall*' avvertire,,  che  .sic<^omet  il  :  Fracastoro., 
se^tntanda  4e  «  40tlricre  astrologiche  a'  suoi/  tempi  :jdomt  • 
ibanti,  aif^i  fatto 'fiàscere  ìliimorba.gidlttor  dalla:  coq* 
■'gluttziofie  di  $flfarfio,-;''diUjtove  e  Marte,  .e  daL.geat- 
irale  incusso  d^ll^aria  ,  cosi  slirebbo  eomroetterela  più 
•hfanlfesta- coiftradérzìone ,  la 'piii»' strada  iócaèrénnd.  in 
•snpporre,  che  per'dmotare^iiTinoHiD  galUcqf  ^«1- sommo 
•filosofo  lavèsiie  vol'ufo  scégliere  ma  paDohi»*clie  -sigbifi- 
'cksse  a  na  •  origioe  dW^sa*  ^ da  '  quella  che  :  al  morbo .  egli 
étiesso  avéa*  a66egnatiai  Ne  poh*  àvery?.  dubbio  che  il 
Ftacàsièfon^n  fosse  4'  inventore  delia  pàvél»  S^Hd». 
Innanzi  lai  questa  voce' non  a«ea-90ooato  éutte  hibbni 
di^verun  medico  per  indicare  ve rntìa  nuakltm,  e  molto 
meno'  quella- di  cui  si  ragioiiai  oiid*'^:  che  -tìot  stiosso 
Fracastoro,  aowoveraado  nel  suo' Trattalo  i'nfeoii< di- 
versi ad*  esso  imposti  ,  ed  accepnaDdò  il  motivo  p%r 
cui  erano  stati  adottati,  ha  detto  semplicemente',  al- 
ludendo al  suo  poema:  nos  in  nosiris  ■  lusihus  appeU 
ìavimus  Sjrph^éem'y  senza  punto  arrestarsi  *  a  t^giouare. 
sol  significato ,  o  ad  illustrare  V  origine  '  di  tal  voce , 
essendogli  bastato,  a  quél  che  seihbra,' lo*ayer  avver« 
tito  eh*  egli  avea  dato  un  nome  nevaio  ni  motbo  ìa 
discorso.  —  Ma ,  donde  il  Fracastoro  ha  tratto  la  pa- 
rola StfiUde  ?  Il  chiarissimo  sig.  Montesantì^  trova  facile 


efroptft  la  rifpQiU.Q«l  Hxito  ed.  dIImìo  libro  del  po^* 
•ma   la  SifiUée  ^  oye  il  Fracasiaro   canta  le.  lodi  àéi 
Lagna'  goajaco  y'nel  ^oale  tanto  coofìdavaài  oo  tempo 
per  la  goarifiooe  degli  infetti  di  mòrbo  gallico.  Il  poeta 
^iiri  fioge  dw^  giunti  ^li  Eoropei  in   America  »  ove 
<|oella:  piuita  cresce  spontanea  y.:e  viati   <pMki .  religiosi 
fiti  in  no  gfìavno  aalenoe   compiessero  quegli    abitanti 
io  mesaò  ai' boachi  :dt   queir  arbore   per   essi   sacro, 
chiedessero  al  Re  Americano ,  di  cot  gik ,  coavi vendo 
iosieme,  avaano  apprese  Ja  Uogea  ,'va|;io*e  di  ifàM% 
pompa  singolare.  Si/tlo  (riapfise  il  Re  ))•  pastore  delke 
gregge  di  AhUod^    sovrano   dell'  Allantide ,   lasso  un 
gioma  di  sostenere  ia  sferza  de'  cocenti  raggi  del  sole 
'€>  deploràodo  che  i  numerosi  armeÉti  da.  lai  cMsioditt 
mancassero  per  l'estiva  arsura  del   necessario    ristoro, 
-ardi  insultane  coti  empi  modi  il  Sole,  negando  di  piii 
aagrifioire  a  lui,  quài  comun  Padre  e  Nume*  Ad  JU" 
cMo  soo.^'y  S^h  invece  innalz/k  akari  ed. arse  in* 
censi,  e  lui  imitairono  pastori  e  villani  |.  dopo,  di  clHr,. 
pioaegne*  il  ^narratore  americano , 
'.  Yiderat  hliOi  qui  cunda  videt,  qui  aiugitila  lustrai ^ 
.Sol  pater,  atque  animo. seco m  iodigaalUs^  ioiquos, 
intorsit' radios  ,  cft  lumina  fuUii  acerbo^,  _   .,  ^ 

▲spectn  quo  Terra  parens,  correptaque  ponti. 
£quora,  quo  Cactus,  viro  subcauduit  aer. 
Protinus  illuvies  tecris  ignota  prdfrBÌs 
Exoritujs.  Primus ,  regi  qui  laugfiipe  6iso    .  / 
Instituit  divina,  sacrasque  in  montibus  a^s. 
•SjrphUns ,  osteodit  liirpes  per  corpus  aehores. 
.losomnes  primus*  noctes,  convuUaque  membra 
Sensit|  et  a  primo  traxU  cognomina  morbus 
SrphiUdem^pn^  at  e^  laiem^  dixere  coloni. 


»J... 


^«  A  cbé  dun^éy  prosegue  1*^  illustre  autore,  cercare 
altrove  1'  orìgine  della  ^  "^oce  Sifilide  y  se.  Fraeastoro 
istesso  ce  iie  istruisce^  e  ci  addita  nello  sciagurato 
Sifilo  colui  onde  la  malattia  ebbe  principio  e  nome  7 
Egli  pare  che  là  semplice  lettura  di  quanto  il  Fracco 
sloro,  ci  lasciò  scritto  nel  suo  poema  la  Sifilidàyed  il 
brevissimo  cenno  che  nel  brattato  dal  morbo  gallico 
&  lece  sul  nuovo  nome  da  lui  impostovi  >  provi  ab^ 
bastanza  eh*  egli  non  crédeva  che  quella  voce  oflrip 
potesse  .soggetto  a  commento  veruno ,  e  che  non  in- 
tendeva poi  di  dare  con  essa  spiegazione  alcuna  sulla 
natura  e  sul  modo  di  propagarsi  del  morbo  ,  e  molto 
meno  ammetterne  giammai  una,  la  quale  racchiudesse 
idee  non  punto,  confoimi  alle 'sue  dottrine.  Ne  .avvi 
ragione ,  per  tenere  il  nome  di  Sifilù  j  pastore  di  ^l^ 
citoo  >  come  suono  di  legittimo .  conio  greco ,  mentre 
se  tale  fosse  stato ,  sconveniva  alle  circostanze  del  luo- 
go e  della  persona  >  su  cui  tutto  si  appoggia  il 
macchinisaio.  pcetic<).  del  :  terzo  libro ,-  oye  veggono  nar« 
rati  i. tristi  oasi  di  quel  pastore»  .  ,     ,  >    ••^ 

L' insigne  letterato  e  grecista  profondo  Lilio  Gregoria 
Giraldiy  di,  Ferrara  >  scrivendo  il  suo  primo  dialogo 
Sui^  poeti  deir  età  sua,  cioè  di  quella  medesima  etii 
in  cui  vivea  il  Fraeastoro  j  disse  che  da  una  .voce 
barbara  questi  avea  preso  il  nome  de'  suoi  tre  libri 
De  morbo  galUco  :.  ipse  a  barbara  voce  ^Jijrphilida 
voca/.  Dal  che  ne  sorge  per  diritta  conseguenza j|  esn 
sere  non  solo  fallace .l' etimologia  dataci  dallo  Siyedf^tWp 
ma  ogni  altra  pure,  la  quale  sia  fondai  sulla  S|]p< 
posta  greca  derivazione  della  voce  iijilo ,  come  sarebbe 
quella  di  Sin  et  phylia ,  (jumi  conc&rdiae  et  ornici^, 
tiae  venerece  partum ,  seguita  dal  Falloppio  ^àaì  Saw 

AifNAn.  Voi.  XXXriIl.  10 


:)oo 


\ 


sHi^es  e  da  altri  ;  o  q^iella  di  Sxf^oSj  deforfnis  y  a 
cagione  de'  gnasti  che  sulla  laccia  soleva  ne'  suoi  prìtH 
cìpj  presto  recare  tale  malattia;  la  quale  oltimii  eti- 
Biologia,  sebbene-  proposta  da  akani  in  passato,  e 
sebbene  dichiarata  per  la  pib  probabile  dal  Méìin^ 
pecca  tóttavia  aUres)  in  questo ,  che  attrìboisce  al  pa- 
store delle  gregge  di  Alciioo  tal  nome ,  che  alla  de- 
ibrmiti  del  suo  corpo  alladea  anche  prima  eh'  egli 
provato  avesse  gh  effetti  dell'ira  celeste,  e  <qnando  il 
bel  fiore  di  gioventù  e  la  natia  robast«eza  rendevano 
per  anco  a  lui  cara  la  vita  e  gradito  a.  lui  il  suo  a* 
spetto. 

Dal  sin  qui  detto    vuois*r   impertanto  conchindere 
che  come  la  voce  sifilide  nacque  tre  secoli  or  sono  in 
Italia,  così  a  un  Italiano  era   nserbato  Io  svelare  me- 
glio che  altri  la  sua   Vf ra  vorigine  e  il    suo    primitivo 
valore. 

Parto  per  fano  osservato  neìT  anno  1831.  Lezione 
cccadenUca  di  Viir.ccifzo  Gaetaito  Mal^cakive.  — 
Sa  di  un  caso  singolarissimo  '  versa  questa  Memoria  ^ 
ài  up  parto,  cioè,  che  non  potendo  effettuarsi  per 
ÌCr  consuete  vìe  genitali  éella  donna ,  venne  per  le  so« 
)e  forze  delfo  ^natura  mandato  a  compimento  pel  po«H- 
ێ,  rimanendone  la  -madre  superstite  e  sana.  '^  An- 
geia ,  Ynogiie-  di  Paolo-  C^areiti^  éi  Acquapendente , 
negli  siiti  Pontifici ,  di  temperamento  astenico  ,  in- 
debolita dalla  privazione  de*  beni  di  lortuna,  e  dalla 
aecWsliti  ^i  condurre  una  v^fa  disagiata ,  ebbe  un  par- 
^.natorale/'é  iaeèessivamente  tre  scoticiatore,  1' ulfi- 
Itia  delle  quali  nel  mese  di  gennajo  del  181 5.  Qoal- 
cìie "tempo  dopo,  (tiob  rìcordandnà  Ja  dotana  il  preci- 
so )  tornò  ad  essere  gravida   per   la    quinta    Volta ,   e 


/ 


3oj 

idrante  la  '^ravi^aoia  tmlla  ebbe  a  (>atire  ài  stt-aordi- 
oarioy  «e  tioa  che  intorna  al  mese  dt  marzo  del   seguente 
jiuao  i8i6  comparvero  leggiere  doglie,  alle  quali  tennero 
4ie(r<^  tre,  tMài  violente  senza   akua    risoltamento ,   e 
indi  diiparyero  del.  tutto»  e  cosi   termino   l'affare  nel 
giro  di  <loa  ore,  Qoesla  Vicenda  pose  in   agifaxione  i 
^gngioQiiy  i  quali  di  toncerto    colla   allevatrice   chia- 
j»arooo  io  soccorso  il  chirurgo  operatore  sig.  Vincenzo 
6r/&%  .dal  qpale.^  mentre  vi vea I    il  prof.    Malacarne 
veniva  «consitllaCo   snlle   circostanKe  che   accompagna- 
vano qoestd  lafio  patologico.  La  mammana  ragguagliò 
Il  chirurgo  delle  passate  doglie    e  della  '  rtfttura   delle 
acque  prima  del  di  lei*arrivo^  del  cke  era   stata  àssf- 
4;orata  daU'  inferma ,  la  quale  dichiarava   dì  aver   sen- 
ato ufi  certo  crepito ,   ed'  iodi    colare   le  acque  ;  e  iti 
sbatti  l'avea  trovata    tutta   bagnata:    soggiunse    inoltre 
ia  allevalrice,  che  eiaao  comparsi  alcuni  segni  sangui- 
gni p  %  quali  aveano  contamidato   1'  ambiente  di  quella 
slanta  con'Ono  atraordioiitio  fetore;  e  quanto  allo  sta- 
to dell*  utero  non  sapeva  e^a  >dife  se  noti  che  era  molto 
alto  f  si  che  appena  il-  poteva  sentire  ;  che  nondimeno 
avea  riconosciuto  l' orifizio  perfettamente  chiuso.  Stante 
le  quali  xelazioiri    credette  il   chirurgo    operatore  non 
essere  ginala  ancora  l'opera  giusta  del  partorire,  tanto 
pib  che  r  inferma  sosteneva  di  essere  gravida  in  sesto 
mese  soltanto.  Infatti,  le  doglie  mai  più  non  compara 
Vero^  e  1'  inferma  non  soffri  per  allora  altro  incomodo^ 
a  riserva  del  latte  che  aflui   alle   mammelle  pel   giro 
di  ventiquattro  ore.  Ma  nel  giorno  seguente  fìi  assali- 
ta da  febbre  gagliarda  pnerperale  con  sii»lomi  nervosi  ^ 
ebe  intensi  bersagliandola  per  due  giorni^  venneto  ia« 
v'itati  a  conferènta  medica^  tritra  il    citato    ostetrico ^ 


5o8 

I  prof,  taurenti  9  Borga^-y  i  qiidH,  ftt«tido  esàmtnat» 
il  ventre  della  donna ,  rìnyeniitfrò  in'  quella  regione 
che  corriapoade  all'  laCero ,  Qii  tamore  duro  -  e  resiiffea- 
le,  eoa  direzione  on  po'  verso  il  lato  dèstro^*  il  qaiA 
tumore  percbè  appariva  assolàtameote^  immòbile*,  'a 
fronte  delle  più  accurate  osservazioni,  hidoase  i  toii- 
saknti  a  pronosticare  trattarsi  senza  dubbio  -di  wx 
corpo  estraneo,  sul  quale ^  attesa  appunto  qtielltsi  co^ 
«tante  immobilità,  nqn  si  poteva  con  pr|K;isióne  deci- 
dere se  fosse  o  no  un  vero  feto.  L'  utero  ìtttdntò  con- 
servava seospre  la  medesima  situazione  poc' ansi  accen- 
nata, e  senza  che  al  muio  di  tinca  apparisse;  H  me- 
nomo cambiamento*  L' inferma  sollriva  un  acuto  \  ed 
insistente  dolore  «ella  regione  laterale  destra  del  ven- 
tre. Per  unamme  consenèo  dei  medici  e  chirurjgbi  con- 
sulenti si  deliberò,  quello  t  che  si  suol  deliberare  in 
simili  casi  d' indole' anomala  e»  recondita  dai  -^ù  sinceri 
e  prudenti,  vale  a  dire  di  rimetterne'  la  deoifrione  al 
tribunale  del.  tempo,  e  di  alare  attentamente  osservane 
do  di  quali  spedienti  stia  <pev  valersi  la  medicatrice 
natura  ove  non  si  fa  luogo  a  medicamenti ,  né  a  opè^ 
razioni.  —  Difiatti ,  cessò  dd  tutto  la  febbre ,  ed  il 
dolore  nella  parte  laterale  destra  del  ventre  si  mitigò 
in  maniera  tale,  che  la  donna  potè  riassumere  i  suoi 
consueti  esercizii ,  senza  avere  altro  incomodo  fuorché 
di  sentirsi  il  ventre  un  poco  grqsso  e-  rilassato  della 
parte  inferiore.  Però ^  dopo  quindici  giorni  circa/ si 
accorse  che  scaturiva  dalle  parti-  pudende  uno  stolo 
abbondante  di  sostanze  viscose  verdognole ,  tramane 
danti  un  pnzzo  nauseante  com^  di  mnfia;  Ciò  appa- 
riva nel  gioi:no  in  abbondanza  :  e  nella  notte ,  stando 
in  ietto ,;  V^eva  una, piccola  quantità  di. sangue.  Nel- 


5o9 
r  evacuare-  le  orine  venivaiio  ^este  intorbidate  da 
filaiyiepfi  membriMiacèi,  non  sbnsaì  qoalche  ardore  mo- 
{est^^* .  P.arò  questo  «purgo  per  lo  -spazio  di  tre  mesi 
incirca ,  .diminuendosi  gradaiamente  di  giorno  in  gior- 
no; e  nella  proporzione  con  coi  scemava  la  qoantiti^ 
di  tdi  .aostanae,  separate ,  scemava  andò  quel  dolore, 
di  'cbe  iadofana  si  risentiva  nella  parte  laterale  destra 
del  vet^se'f'di  modo  che  se  ne  trovò  dfiì  tutto  libera 
ailorchè  oesaarono  affiitto  di  scolare  le  ridette  mate- 
rie. ^Bitornò  nella  primitiva  salute,  e  riacqoistò'  le  for- 
te  ^7  picchè  ella  cadeva  di  essese  peritamente  ristabi- 
litap.i—.Peròy  neLimese  di  giugQO  del  1819,  senta  al- 
cana  eansa  edra)!*  improvviso ,  dopo  i  soliti  «{«pfirghi 
menstiali ,  che  mai  rabboodonarono  dopo  il  natrimi»- 
DÌo,  se  non  che  nel  tempù  delle. gravidanze,  tnc«i|ìn« 
ciò  a  rendere  nuotamenterper  la  vagina  delle  sostanze 
fluide,  fetidissime  e* giallognole  da  principio,  poi  ne* 
rastre,  e  jgoo  esse  alcnn  liquame  di  carne  imputridita; 
e  corrotta.  Ricomparve. il  solito*  dolore  al  basso  ven- 
ire,  e  persistette  p^r  lo  spazio  di  oltre  a  tre  naesi* 
Passato  questo  tempo,  tutto  cessò  1  vale  a  dire  ritor- 
nò a  godere  buona  salate  ;  sinché ,  scorsi  ^seUe  'masi 
da  quest*  ultimo  incomodo  ,  si  troorò  novellamente 
gravida.  Allora  ricomparve  il  solito  dolore  al  basso 
ventre  ;  eA  a  niisura  che  si  avanzava  la  gravidanza  , 
aumenta va^i  ^  anco  in  intensità  il  dolore  e  prendeva 
maggiore  estensione  ,  sino  ad  invàdere  la  coscia  destra» 
per.  cui  si  rese  mal  fermo  e  claudicante  il  moto  pro- 
gressivo. Anzi  si  aggiunse  difficobà  ed  ardore  molesto 
neir  orinare j  con  •  senso  nojoso  e  dolorjoso  di  pesò  nel 
basfo -venire ,  coi  quali  i|M:ompdi  seguitò  fino  al  pria- 
cipio  di  marzo  dd  i82o,^o«|ia   durante  i   tre   primi 


3l6 

mesi  compiali,  dall'  epoca  preiiimibile  del  coat^pimeii- 
tOj  qoaodo  abortirmi  feto  maschio  oioifro  o  pi|lyefaC- 
te  ^  dopo  la  quale  sconcialora  y  t{>rntflo  (velia  prialvera 
Minte  5    acomparV'e    DoovaitticBte    il  aoNto    doUte   del 

basso  ventre.  :     :  •'' 

Io  questo  siati» ,  seDza  fiìx.  Itirsi  misture  da  '  aleuti 
chirurgo,  prosegui  la  donoa  iiao  ai  priixM  di  ottobre 
del  jSftOy  al  qnal  pefiodo  eoninctia  soffiare  violenti 
dolori  di  ventre ,  i  quali ,  aveildo  seinbianza  di  coIh 
ca>  delermiaaroiio  all'  iroposiBÌoue,  dì  qp  clistere  'la 
mattina  del  giorno  A.  Ifteil'  elimioatlo  per  1'  alvo ,  usci 
cdnton^oramatneiite  a  poche  feccteuii  peazo  di^  osaOi 
che  p^  essere  stato;  smarrito  non  si  potè  esaminare, 
Kel  giorno  iS  ne  evacuò  »un  aliro  ,  mediaute  T  assi* 
^tonaa  chirurgica  ^  oltesa.  certa  adm-enoa  che  aveva  colle 
inlemj^ parti  dell'intestino  fretta  Nd  gioruorm,  dopo 
lacune  goecie  di  sangue  ^  i|e  rese"  un  terzo;  e  tosto 
dopo  questa  aeparaaione  si  accorse  l' inferma  di  un 
quarto 9  che  erasi  arrestatolo  viciuànitt  dell* ano.  Provo 
essa  a  inlrodurre  un  dito  (tvA  podice^  lo  sentì  di  figura 
rotonda  ;  ma  non  avendolo  potuto  afferrare  ,  che  le 
dita  lo  avefino  an^i  respinto  all^  iodieiro ,  ricorse  all'  a- 
jnio  del  chirurgo,  il  quale ^  esaminate  le  due  ossa  già* 
uscite.,  le  riconobbe  appartenenti  al  cranio;  ed  infranto 
Tuno,  sembrava  apparteneco  al  parietale;  intiero  Tal* 
fro  ,  era  1'  Y>sso  temporale  sinistro  coli'  apofisi  petrosa, 
Acdolosi  tosto  a  esplorare  la  donna ,  il  veptre  dinotava 
al  lato  destro  nna  dureiza  mobile ,  che  iilcomlociava 
due  dita  trasverse  a  sinistra  d^Hft  linea  bianca  ,  e  si- 
estendevi  ^  passando  sotto  di  questa  linea  mediana  per*^- 
pendicolare ,  ed  occupava  quasi  tutto  il  fianco ,  ed  ipo- 

|Mtf4  d«9trQ^  Mto^gitfodo  e  cotilropigiaodo  in  tlivene 


Sii 

<)2resioDÌ  questo  toiiiere  con  ambe  le  mani,   sentìvajM 
niatiifestaiiieDte  ud  crepito  o  scrosciiHiieolo  di  oiat  ia- 
fraAte.  Esaiuiaata  la  vagina  e  l'utero,  nulla  vi  si  potè 
rinvenire  di  morboso ,  mentre  il  tatto  era  pell^  stato 
naturale^  a  sola  riserva  d^nua  lieve  obbli^oità  deli'u« 
iero^,  il  di  coi  corpo  trovavasi  -nn  poco  iodinalo  versò 
là  parte  sinistra.  Fatte  ^    in   fine ,  le   dovute    indagini 
neir  ano ,  nulla  vi  si  potè  sentire  di  straordinario ,  né 
vi  si  trovi    cosa   akuna    meritevole  di    riflessione.  «-^ 
Tornato  il  chirurgo  a  visitar  la   donna    nella   mattina 
del  giorno  116  >  ritrov&  che.  poco  prima  avea  scaricato 
parimente  per  f  ano  un  altro  pezzo  di  o»so>  che  dalla 
tua  sottigffiezzaf  sembrava  un  altro  frammento  delF  osso 
parietale  ur  vicinanza  della  fontanella,  Altri  peczi,  suc- 
cessivamente ,  di  mandibole  ,  costole  ,    femori ,    tibie  , 
ecc.  ,    uscirono   per   la   stessa    strada  ,   a  più  o  meno 
lunghi  intervalli ,  dal  detto  giorno  a6   otiobre    18^., 
iìtio  al  6  luglio  iS^ii;  dopo  il  qual  peHodd  ,   svanito 
a  poco   a   poco   il   tumore  addominale  ,   e  cessato   il 
passaggio  delle  materie  alvine  per  la  vagina  ^  che  erasi 
aperto  nei  precedenti  mesi,  la  donna  riacquisti    1*  ap- 
petito y    le  forze ,  la  nutrizione  ,  si  che  ha  potato  tor- 
nare in  piena  e  perfetta  salute. 

Altri  caé:  di  gravidanze  extraoterine  nelle  quali  i 
feti  morti  e  putrefeitti  sono  n  sci  ti  per*  la  via  dell'ano^ 
si  leggono  in  Feriielio,  in  Orazio  Augenio  da  Manie* 
santo  ,  in  Gfo,  Langio,  inRossetio^  nella  Storia  dell'Ac- 
cademia deìlé  Scienze  di  Parigi  per  Tanno  174^»  nelle 
Memorie  delta  stessa  Accademia  pet  ¥  anno  170S ,  0 
atfrove.  Il  caso  descritto  con  tanta  esattezza  da  (r/Ok 
Pomenico  Saniofim'e  dal  Poiana  nell'anno  tj^*]^ 
non  presenta    che   poche   differenze   con   queUo  delif 


\ 


5l3 

Cesareui.  In  falli,  «  i.^  se  la  t^esaretii uveA  condolio 
a  baoD  termifie  quattro  gravidapae ,  V  ahra  ne  contava 
tre  ;  a.^  se  nella  Cesareu^.wzoB  corsi -otto  mesì'^l- 
l'nhiino  parto  lodevole  aUa;  nuova  gravidanza  preter- 
•naturale ,  in  quella  del  Samarmi  furono  tre  soli.  Per 
entrambe  trascorsero  -cinque  mesi  tra»  Y  epoca  .della 
inuova  gravidanza  e.  le  doglie  .di  :  parto  ;  ma  se  per  la 
•Cesareiii  occorsero  quattro  anni  prima  che  accogliesse 
nn  nuovo  feto,  mentre  allaSantorìniana bastj^ un  aono,^ 
la  prima  lo  portò  tre  soli,  mesi ,  e  la  seconda  sette: 
qnesu  si<  liberò  dell*  antico  feto  in  cinque .  mé^i ,  e 
quella  non  consegni  tale  beneficio  se  non  in  capo  a 
•quattordici  mesi.  NuHadimeno,  se  considererefno  la  do* 
rata .  complessiva  dalla  gravidanza  preternaturale ,.  pre- 
senterà un  solo  divario  di  tre  mesi;  mentre  ne  ^durò 
«veniitse  .  nella  fCesarètUf  e  veo/ti  soltanto-^  nell'  altra. 
Furono  di  mestieri  nove  interi  mesi  alla  Cesareitìper 
evacuare,  spontaneamente  le  ossa  del  suo  feto  ;  mentre 
in  qudla  del  Saniorini  si  consegui  V  e&lraziooe  di  tutte 
le  parti  del  feto  in  poco  più  di  tre  settimane  ».  JLm* 
bedoe  le  donne  guarirono  perfettamente. 

«  Queste  due  narraziooi  isior iohe  dimostrano  intanto 
non  essere  indicata  l'operazione  cesarea  in  donna,  vi* 
vente ,  giacché  le  due  mentovate  donne'  poterono  iso- 
lare tra  le  loro  viscere  peritoneali  i  cadaveri  de'  loro 
feti  9  ingravidare  di  bel  nuovo  e  quasi  condurre  il  parto  ^ 
a  maturità > e  poscia,  fattasi  un' apertura  nell' intestino, 
eliminarli  per  quella  via ,  .spontaneamente  l' una ,  e  con 
innocenti  ajuti  di  mano .  cbirorgica  1'  altra  :  conclusio- 
ne ,>  albi  quale  cooducoao .  altre»!  le  osservazioni  di  feti 
rimasti  per  lungo  corso  di  anni  o  pressoché  litiaci  nel 
ventre  materno.  » 


e- 


3i5 

Mt,  cotne  avvieii'egli  che  l' iiltestloo  si  a^rà  per 
,aiiioicl4er«.:il  feto. -nella 'propria  cavità^  eenni  che  le 
feccieiotest inali  ài  spanda&o  'nel  cavo,  dell' addome , 
dove  becef sanamente  cagionereli^ero  subito  an'  in6am- 
IK azione  gaogrenosa  mortale?.  «  Quella  salutare  infiam- 
maciotte  adesiva ,  risponde  1'  autore  >  che.  presiede  alla 
obliterazione  lelice  degli  ani  ai^tificiali,  delle  fistole  pe* 
nétranti  nella  cavità  del  petto  ,  allo  abbarbicamento 
della  placenta  sol?  fegato ,.  sull*-  omento  e  sul  mesenterio 
nelle  gravidanze  estraulérine  y  ove  1'  uovicino  fecondato 
neirovaja  non  ritenne  il  germe,  e  nepput«  lo  trasmise 
nella  tromba  falloppiana  ;>  quella  infiammazione  che  ha 
tanta  analogia^  col  processo  nutritivo  naturale  fdeUe 
parti  tra  le  quali  si  forma ,  e  che  natura  jpedicalrice 
sa  destara  con^ tanta  maestria  ovuoqueiuella  econoifeiia 
animale  faccia  di  mestieri  impedire  V  accesso,  all'  ari» , 
trattener  liquidi  animali  ora  preziosi  per  la  conserva* 
zinne,  dell'  individuo ,  ora  i^ocivi  per  la .  loro  acredine 
esetticità,  e  riprodurre  talvolta  interi  organi  distrutti, 
somministra  ,  se  male  non  mi  appongo ,  i  materiali 
per- la  plausibile  solo ziooe  del  problema*  Di  fatti ,  pre- 
sentandosi il  fetOy.o  le  sue  parti;  a  contatto  dell' inte^ 
stino,  vi  produce/  l'ordinario  , effetto  di  -uno  stimolo 
sopfa  una.  parte  viva^  il.  sistema  capillare  di.  quésta 
paite^  per  l'aunienlato  potere  nei  nervi  ammette  mag- 
gior copia  di  sangue  e. di  linfa 9  la  incessante  presenza 
deUo  stimola  permanente  attivo  su  vari  punii^  di  quella 
localiià,- determina  nei  linfatici  un  assorbimento  mag- 
gioice^  la  pressione  fatta. dal  feto,  il  movimeuto  peri« 
staHico  del  tubo-  intestinale  e  l' accumulamento  delle 
materie  fecali  fan  si  che  si  sm,agli ,  si  attenui .,  si  am- 
mollisca; e  finalmente  si  apra  l' intestino^  con  che  en* 


3i4 

tra  il  nlapp*  del  feto  in  qatlift  ctvirk  ,  ^  Mia  qmle 
non  escono  le  materie  fecali:  r.^  percM  giV  sì  stabili 
pel  pregresso  flogistico  processo  1'  adesione  delle  parli 
circostanti  ;  2.^  perchè  la  anssa  delle  viscere  addomi^ 
sali  preme  e  gravita  contro  il  viluppo  fetale,  ancl»e 
concorrendovi  la  spasmodica  contrazione  dei  moicoU 
addominali  e  del  diaframma^,  occasionata  dal  doloro 
che  non  poò  andar  disgiunto  da  tali  vicende;  e  S.* 
finalmente ,  perchè  cedendo  lo  sfintere  dell*  ano ,  è  piii 
breve  ed  ampia  la  via  di  uscire  a  quanto  è  contenuto 
neH'  intestino  per  quell'  orifizio  y  che  non  sarefaèe  il  pe* 
serrare  i|elia  sempre  piena  e  gih  chiosa  cavitli  pesito* 
neale.  ».     •        • 

Quanto  al  silo  dove  crebbero- i  feti  della   Ceuuretti 
e  della  donna  di  cui  parla  il  Santorini,  V  autore,   a* 
^oto  riguardo  alla  grandezza  di  tali  fèti    giusta  e  ma-' 
tura,  al  poco  remoto  tettipo  drloro  conoeaione,  di' o« 
poca  della  loro  morte  al  di  Ik  del  settimo  mese,    in- 
clina a  conghiettarare  col  SaniorM  che  non  annidaa* 
•ero  neir  utero  e  neppure  tiella  tromba ,  e  tinto  meno 
nella  ovaja  ,  ma  piuttosto  ndla  cavità  dell*  addome.  E 
di  fatti,  quanto  alle  trombe^  l' angustia  del    sito  e  la 
peànrìa  di  alimento ,    non  permettono  che   il  feto  ivi 
giunga  a  così  notabile  accrescimento  di   sua   statura , 
che  stia  in  relazione  con  V  epoca  della  sua   eselusione 
dal  calice  ovajale  ,  mentre  che  nella  cavità  dell'  addon^e 
vi  è  la  massima  (acilitk  di  -nutrizione ,  e  minori  osta- 
coli oppongonsi  all'  uscita.  Del  resto ,   per  la  via  dei- 
r  ano  non  si  spostano ,  non  si  distendono ,  né  romponsi 
parti  di  tanta  importanza;  non  vi  è  tanto   pericolo  di 
turcidiale   emorragia ,  come    ne'  parti   pel  bellico,     per 
V  ingoine;  dalle  ovajja;  dalle  trombe,  ove  serpeggiano 


3i5 

vasi  iMBfiiigBl  di  a$<9Ì  Mupio  calare,  «e  ti  confrontino 
«alte  capillari  arleriiijEce  che  scorgomi  appena  lira  4e 
t^^iftche  degli  iifelesiioi  craasi,  d'  onda  pocbe  stille  di 
iMMigiie  possono  appena  scAiitrire* 

(Sarà  condnuatoj. 


Sulla   Óttàlmia  pusfolar  -  contagiosa»   jRa* 

.    gionamentQ  del  chirurgo  Gaetano  Buzzi» 

Prato^  per  i  fratelli  Gkichettl  182  5. 

Jt  KEMESSA  la  dedica  di  questo  Opuscolo  ali*  illustre 
sfg.  Càv.  prof.  Vacca  di  Pisa ,  l' autore  passa  senz*  al- 
tri preambali,  ad  esporre  le  sue  idee  sull'anzidetta 
fiialattra  ;  ed  ecco  in  succinto  com'  egli  s'  esprime.  — -« 
Daira  materia  che  abbondantemente  si  separa  in  qoe- 
st*  oftalmia  fu  essa  chiamata  pnriforme,  e  dal  paese 
da  cui  credesi  a  noi  pervenuta  fu  detta  Egiziana  ;  A- 
dams  però  la  chiamò  Asiatica  perchè  dell*  Asia  sembra 
indigena.  ^tf^^aZTAT  la  Chiama  Otta  Imo- blenorrea  ;  Giùlliò 
Blefaro-blenorrea  ;  Vasari  ed  altri  Ottalàiia  contagio- 
sa'5  ed  io  dai  sintomi  Che  l'accompagnano  credo  di 
doverla  chiamare  Ouàlmia  pastolar-contagiosa.  Essa 
di&tti  si  presenta  con  un  pia  ripetuto  battito  di  paU 
pebre  il  primo  giorno ,  al  qual  subentra  un  prurito 
leggiero  che  va  adagio  ^^dagio  a  divenir  incomodo  e 
molesto.  Alcune  volte  lo  scolo  degli  ntnorì  lacrimali 
manca  quasi  affatto ,  altre  volte  è  nn  poco  aumentato, 
ed  io  questo  caso  gli  occhi  sono  umidicci,  e  all'angolo 
interno  si  forma  un  poco  di  cispa.  I4*  interno  àtìV  qc« 


• 


5i6 

obie  è  gencraln^eiite  piii  iptto  del  connMo,  ttia  oim 
•aiako. /Poco  «(^presso; il 'rossore  si  fa  maf|glbfe;^il  ppii> 
xrìto  diviea  doloroso ,  sopreggimige  della  tuineftBioiie 
neir  interno  delle  palpebre  cfae  qualche  vcfha  .  s'*  ettefi»- 
de  anche  all'  esterno  delle  medesime;  lo  scolo  nmoraie 
è  biancastro,  e  presto  diventa  opalino,  e  ptìi  denso, 
-*  Questi  sintomi  si  osservano  nel  principio  di  questa 
Ottalmia  ,  ed  in  questo  caso  la  dobbiamo  considerare 
come  acuta  leggiera;  ma  ben  presto  essi; ingigantisco- 
no,  e  se  ne  as^obiafaò  à  questi  altri  più  terribili^  ed 
la  tal'caao  considererà)^  questa  ottalfaìia  come  acuta 

,  grave. 'Quando  la  jfitlfrttià  è!  gii^nla  a.^ueslo^aecoodo 
periodo  s'osservano  i  seguenti  sintomi,  i  quali  ordi- 
nariamente sogliono. aver  principio  il  quinto,  gio^yio. —- 
Palpebre  tumefatte^  ^  la  superiore  molle  vplte  edema- 
tosa ;  interno  delle  medesime  granuloso ,  vellutato ,  ir- 
regolare, tumefatto,  tracomatoso,  e  di  go .rosso  carico 
tendente  all'  amaranto  ;  xaruncnla  lacrimale  ingrossata 
e  del  colore  che  sopra  ;  cigli  raggruppati  ed  imbrattati 
di  materia  ;  globo  deH*  occhio  ingorgato  uakersalmeote 
di  sangue  fpori  che  sulla  cornea»  «  l^olte  volte  per  altro 
yedottsi  mila  medeiiip9Ìa.eatra^.,sei^eggiantl  diei  vasi 
sanguigni  ;  nella  ii|ag§ìor  g^aveaza  del  male<  esiale  in- 
torno alla  cornea  un  ingorgo  prodotto  e  dalla;  troppo 
replezione  d^i  vasi  sangnigoi.  e-  linfàtici^  e  da  «€Hi6 
stravaso  di  linfa  che  s' osserva  sempre  ^  maggiore  nella 
linea  orizppntale,  »ov^  trovasi  maggior  .quantità  'dircel* 
lulare ,  e  forse  delle  glandulette  (  chemosis  ).  Mi  fa  sop> 
porre  una  taLcusa.  il  vedere  ii)  questi  punti,  e  special- 
niente  yicinp  alla  cotica  ytrsp  1' ang<4o  estèrno ,' na» 

'scervi  in  questa  malattia,, delle  iilceri  lardiacee  ptii  di 
frequente  che  in  qualunque  altra .  parte  deir.occliia» -^ 


"»»" 


5ii 

Sdia/cM'nea  si  osservali  quasi -seinpre  ^elle  nipérfidalf 
abraa^oni^  a '«pesta  volta  delle  più  o  tneao  profonda 
alcerette  «heahiggono'alla  vista  di  chi  1'  osserva  ,  se 
non  aooa  ngvaMkte  eon  atteatfione ,  o  coir  leille  mi- 
CDoacopica^  a  non  di  iaccia ,  nia  di  traversò  alla  cor- 
nea. AUboBdaate  acolo  oatoiale  •gìaHò*  verdaètro  piùi 
denso  che. nei  giorni  antecedenti^  e *'neir interno  delle 
palpAra^ai  trovano  degli  stracci  di* materia* densa  gin* 
tiaosa  che  con  fatica  si  disciolgono  néll' acqna.  Alcone 
volte  rÌK>  veduto,  la  glandola  lacrimala  tanto  ingorgata 
e  aresciata  di  volmne^  che^  sollevando  la  palpebra  ali- 
periorCy  sporgeva  rin  fiiori  moltissimo.  L' interno  •  del* 
V  occhia,  alcune  volte ,  per. quanto  T  infiafnmazìone  e- 
sttorn^'iaw  grandissima,  non  soffre  cambiamento  alcnno; 
ma  vediamo  altre  volte .  V  iride  iofiaaamala ,  riatrettezza 
di  pupilla  y  .qualche  volta. pure  T  ìpopio*  la  questo  caso 
il  dojore.  dell'  interno  e  del  fondo  deU'  occhio  è  forti»» 
timo  y  ed  il  malato  non  può  .  loUerare  iU  piii  piccolo 
grado  di  ìate-y  ragione  per  .cui  airiende  difficile  l' ispe* 
sione  dell' occhio  y  difficilissima  la  medicatusa.  Qoando 
air  infiàmmasione  interna  vi  ò  associata  una  o  piàok 
ceri  depascanli .  sulla  cornea  y  i  dolori  che  sottie  il  ma* 
lato  sontali  da  non  potersi. quasi  descrivere*  Questo 
dolore^  oltse  ad  occupare  tutto  1'  occhio,  e  specialmama 
il  suo  ibadoy  s' estende  al  lobo  oorrispoadente  del  cev* 
vello  fino  air  occipite ,  e  percorre  'rakre  *  volle  perfino 
lungo  il  nervo/  iafraorbitale.  Forti|natamente  questo 
spasmodiao  dolore  ndn  suole  esaere  di  lunghissima  du- 
rata y  perchè  V  ulcera  sfonda  ben  presto  la  cornea ,  e 
sgorgato  the  è  V  umor  acqueo,  il  malato  si  trova  ani 
momento  sollevalo.  Sgorgato  T  uulor  acqueo  nasce' to- 
sto ordinariamente   la  procidenza.l  dell'. iride?   qualche 


3(8 

volu  Mtce  r  traia  ddia  medcsinia»  ed  -  altre  volle, 
allorché  1*  apertura  ddl*  ulcera  è  molto  etiesa ,  aorte 
r  an|or  vitreo .«  il  criaajlino  ,  e  vediamo  ben  presto 
leccarsi  V  occhio.  -^  Qhre  qoesti  nntomi  looili , .  s» 
suole  enervar  nel  malato  un'  atteraziooe  oella  fisiono- 
ikìia ,  ^te  ardente ,  disappetensa ,  hngoa  patinosa ,  aU 
teraaiooe  nel'  pobo ,  altre  volte  febbre  gagliarda  ^  ^e»» 
dorè  più  o  meno  ahondante,  o,  alPopposto,  secdietaa 
eocesfiiva  di  carni  unita  a  ooatante  vigilia.  —  Tanto  i 
Mnlomi  locali,  che  gli  nniversali^  principiano  verso  il 
quinto  giorno ,  crescono  fino  al  settime  ,  restano  età* 
donar}  d*  ordinario  fino  al  i^Ji  o  i5.*;  a  quest'epoca 
ai  poi  con  'pi?k  probabilità  prognosticare  dell'  esito  della 
malattia.  Se  questa  si  decide  per  la  distruzione ,  di- 
sorganiseazione  diH^occhio,  vediamo  betf  presto  soprav- 
venire gli  appresso  fiioesti  accidenti:  In  conseguenza 
del^  ulceri  della  cornea  nàscono  dei  lencomt,  degli  «ta- 
filomi  pih  p  meno  estesi.  Se  queste  perleranr»  la  eor- 
Dea>  procidenza  dell'iride,  ernia  della  medesima,  sor- 
tita degli  nmori  degli  occhi ,  seccamente  del  globo.  Se 
la  malattia  pfende  la  via  della  gnarigiotte,  vediamo  i 
suoi  sintomi  dmieuire  a  poco  a  poco  di  ibrza,  e  fi^' 
nalnkinte  andare  a  cessare.'  Ma  qnand'  anche  la  aia- 
iattia  arrivata  al  punto  detto  di  sopra  abbia  on  esito 
Cfrtnnato  e  termini  ^la  guarigione ,  essr  savà  sempre 
di  lunga  durata,  e^lascierk  quasi  sempre  dei  se^or  in- 
delebili nell'  occhio  da  far  vedere  che  vi  ha  esistito , 
come  Icnconu,  stafilomi  ,  nubecole,  fistole,  ernie,  ecc. 
•&-  tL'ettalmia  pnstula^ contagiosa  è  propria  di  tatti  i 
paesi  e  di  tutti  i  tempi;  l'ebbiara  veduta  svilopparst 
aoèhe  Ira  noi  specialmente  nelle  case  malsane  dei  po- 
veri, ed  ov%  molli  individui  convivono   ristrettamente 


t 


5i9 
6  toa  ppca  proprietà.  £  4^  oolarsì  cUb  il  primo/  wp- 
lappo  di  lai  malattia  suol  semipre  accadere  m  bambini 
più  leoerì ,  e  preferibilmente  nei  deboli ,  pallidi  ^  «  scro- 
ioiosi.  Essendo  ic  Firense  molto  frequenti  le  malattie 
glandolari,  vi  è  molto  comune  perciò  qoest' ottalmia* 
Sebben  sia  stata  controversa  ,  specialmente'  dai  Fran* 
cesi,  la  comìinicabilicà  di  questa  malattia,  sono-  oggi» 
mai  troppi  ì  fatti  e  l'esperisse  che  4a  vdtmostrano  ad 
evldensa.  Vidi  io  FirOnse  un  bambino  di  tre  aoaiy  il 
quale  andando  a  scuola  da  una  maeflta  attaccata  da 
ottalmia  pustolar- contagiosa ,  venne  ancor  esso  affetto 
dallo  stesso  male }  ed  egli  poi  dormendo  nella  notte 
nel  Ietto  tva  suo  padre ,  e  sua  madre  comunicò  poro 
ad  essi  loro  la  stessa  nialattia.  Un  buon  «umero  di  gaK 
line  che  avevano  mangiato  degli  emptastri  di  pane  e 
ktte  che  erano  slati  apposti  sogli  occhi  degli  ottalmf* 
liei  io  uno  spedale  destinato  per  i  medesimi ,  rimasero 
attaccate  da  ottalfenia  pustolar  contagiosa  che-  fin)  col» 
l'accecarle  quasi  lotte  in  brevissimo  tempo.  Fn  dà  me 
introdotta  la  materia  puriforme  presa  dagli  occhi  degli 
«ttalmìtici  contagiosi' ifl  quelli  dei  èani ,  gatti,  passe* 
volti /e  sempre  si  sviluppò  io  questi  1^  ottihnia  pu- 
slolar-contagiosa  eguale  nei  sooi  caratteri  a  quella  che 
si  o$serv«-  neH'  nomo.  Dì  più,  ho  fatto^  seccare  detta 
materia ,  e  dépo  un  mese ,  dopo  tre,  dopo  otto,'  Mne- 
nata  oelF  acqua  ed  introdotta  come  ^pra  negli  òcchi  ^ 
ha  pigolio  la  malattia  come  la  fresca,  e  hellb  stesso 
lasso  di  tempo.»  <—  «t  II  piano  curativo  da  tae  adottalo 
da  luogo  tempo  per  la  ottalmia  postolar-cootagiosa  ha 
per  oggetto  le  appresso  cose.  —  Primo,  Diminuire  e 
calmare  con  t  topici  medicameoti  (  cioè  con  V  acqua 
saturnina ,   che  è  composta   di    grani    sei    Baturno   in 


/ 


6ao 

un'  oncia  d' ac^^  Milkta)  r.imUJtioiie  l«cak  prodoica 
dal  c^u^a,  e  daUa  naaccnte  iofiamituivone ,  o  dalla 
già  nata:,  ed  ùuiememcote  mettere  in  ,  un'  alliindine 
tale  il  sitlema  vascolare  4a  renderlo  pia  resistente  al 
OMisegaeote  afflusso.  '^  SùOondQ..  Tenere  ben  tersi  e 
politi  gli  occhi,  perchè  le. materie  che  io  maggior 
qvantil4  vi  .si  stpareoo,  non  accrescano  V  irritazione , 
a»sègnentemenA«  T,  afflusso  ;  e  perchè  le  nvedesime  ooa 
si  riassorbiscano  \  poiché  essendo .  esse  pare  diveoote 
contagiose,  perpetnesebbero  ivi  la  malattia,  o  almeno 
la  Hdnrrebbero  di  Inoga  dorala.  —  Terzo.  Ungere  i 
t^rsì^  i  cigli ,  e.  le  akre  parti  che  possono  -  esser  lese 
dalle  sopraddette  materie,  e  cii^  colla  pomata  compo^ 
sle  di  tre  dramme  di  sMni  freddi^  e  dodici  grani  di 
calomelaoos  ridoìtto  in  polvere  impalpabile.  '^*-  Quar- 
to. Creare  nn'  artificiale  irritaaiooe  pennaaente  dietro 
gli  orecchi  che  sia>  maggioae  di  quella  dagli  occhi.  •«- 
Qmni0. .  Pxocorare  die  il  ..saogoè  affloisca  in  nùoor 
quanlitii  agli  occhi ,  e  ciò  mediatile  le  adattate  san- 
gnigni,  le  qpfji ,  debbo  avvertire,  che. saranno  vatf-. 
taggiose.  se  verranno  istitnite  nel  piede  e  non  colle 
sanjguisogho  nelle  vicinanze  degli  occhi.  "*«-  S  esso. 
Aitaccare  lo  stomaoò.con  il  doppio  oggetto  e  di 
evacuare  :.  1^,  materie  che  alterano  per  la.  Wo  qaa« 
litjile  funaioni  Ka atipiche,  e  di  mantenere  un' irriwizioiie 
nel;  tpbo  iojle^inak  >  imperocché  noi  sappiamc)^  esservi 
fra  gV  plichi  «.  lo,  stomaco  un  vicendevole  «rapporto, 
sio^paticp,  vedendosi  cootiooamente  per  della  bile  stra- 
vasila in  qoestp  viscere  e  nelle  .priipe  vie  nasoere  un 
prurito  ed  nn  ingorgo. negli  occhi >  c|d  altre,  volte. for-: 
marsi  una  forte  ottalmla  infiamqiatprìa  ^  la  qyiak.  goa-. 
risce  per  incanto  col  solo  uso  di   uno  o  più   purganti 


nett'  ottalmia  in  questione  il  purgapte  pib  adattato  è 
il  oaloni«IaDOS>  che  ha  inoltre  -an^  azióne  quasi  specìfica 
-sai  contagi,  ^r^&eàimo.  Fare  pia  volte'  al  giorno  j 
pediluvj  y  o  altri  derivativi  sccoodo  la  circottaseat^  ^— •. 
OMa^^i  Ap|>ena  nate  le  postole',  le  abrasioni,  le  ulcera 
net  globo  dell' occhio,  procurare  di  sabito  distruggerle^ 
Qol  perforar/e  le  pricne,  coli' applicare  >  alle,  secodde  la 
soluzione,  di  cloruro  di  mercofio,  <e  col  broiciar.  l'ulti* 
me  colla  pietra  /infernale.  -^.iVono.  'Asportare,  pai^o 
della  ceugiualiwa  jntorao.alla  cornea,  ed  i  va^i  san- 
gnigpi  ingorgati 'a4  essa  sottostanti  all|>rcb«  la  malattia 
è  pervenuta  :al  ^vhio  di  chemosL  «^  Dfidmo.  Frignare 
«.joambatteat  altri,  fiinioinj^.xileyaiitju :P^ir  ^,  mìV  o|taI- 
mif  pustolar-contagiosa  a^ma.  grave  vi^è  sen^Jpre  r,ini« 
possibilità  »di  tollerare  la  luce  più  ùiodefata.  In  questo 
caso  bisogna  tenere  gli  pttalmki  al  bujo,  o  .almeno  ad 
«sa  scarsissima  luce,  che,  non  irriti  l'occhio  malato.  Sis 
r  infermo  per  i  fiurti  dolori  cagionatigli .  dall' ottalmia  o 
per  altre  cause,  non  può^^ormire,  hisogna  pi^o^cciar- 
gli  il  sonno  in  qualunque  ,  materia  ^  giacche  la.  priva- 
zione di  esso  ,  come  1' esperier^.ha  dimostrata  ,  joi- 
Gioisce  moltissimo  nell'  aggravare,  la  malattia..  Fa  d' uopo 
pertanto  amministrargli  dei  sonniferi. cqme  giusquiaimo, 
ed  anche  lo  stesso  oppio  ;  e  se  .ahjuni  sistemi  baQdi« 
scono  questa  droga  nelle  infiammazioni ,  ^e  la  credoùo 
uno  dei  più  potenti  contro  indicanti ,  V  esperienza  e 
l'osservazione  dimostrano  che  è,  utilissin^a  nei  (nasi ^ in 
qneis^one ,  e  che  Boerkaaye  .non  aveva  iprtp  allorché 
nelle  ottalmie  infiammatocie  ampiinistr^ito  ,  Jo  chiamò 
sommo  arcano.  Qualunque  caus^  po^  ch^  mantenga 
un'irritazione  nelle  palpebre  o.nel  .  globo  ^  dell' occhio 
non  può  che  esacerbare  la  malattia  ed ,  accrescere  la 
kvvxhi.  Fol  XXXFIIL  a* 


dS2 

ÌBfiaminauoije.  I  piattoni,  che  negl'  indigeiifi  t  ne' 
Ktari  spetto  si  riscontrano  )  i  cigli ,  che  per  fai  glaiinosft 
materia  che  in  qaeic'  pttalania  io  abbondanza  si  separai 
imbrattando ,  e  facendo  motar  molte  volte  direzione  ai 
medesimi ,  ^alcbe  volta  si  volgono  verso  A  globo  dci« 
r  occhio  ;  la  cis(À  stessa  che  fi  aoeaimnla  snì  cigli ,  m 
svile  palpebre ,  sono  altrettante  cause  d'  irritadcue  da 
aggravare  la  malattia.  Qaolonqae  preparasion  merco- 
fiale  libera  nel  momerilo  dai  piattoni.  I  cigli  si  por* 
taoo  alla  lor  direatooe  colle  pinzette ,  o  anche  si  svel» 
goooj  la  cispa,  infine ,  si  toglie- celle  lavaltdo  ff  aego» 
tiepida.  Rignardóy  finalmente,  alla  dieta,  ionixo  proibisca 
ai'4nlei  malati  giameàai  le  qoalità  dei  cibi  apectalment^ 
se  a  qoellff  sono' abitotfti ,  ma  ne  limilo  la  qnantitli  a 
seconda  della  circostanaa;  secondo  pnre  le  crreostanze 
ed  il  gusto  del  malato»  faccio  fare  largo  oso  di  bevaO' 
de  acidolate  o  nitrato ,  o  di  brodo  di  pófHastra  ,  o  ^ 
decoaioai  di  radiche  o  erbe  émoHientf.  Se,  dopo  vinta 
If  infiammazione,  non  resta  nelKoechio  che  della  floscezzar 
nel  vast ,  se  vi  rimane  deir  ostruzione  nelle  glandnW 
del  medesimo,  faccio  Air  oso  della  pomata  d6o»posta  di 
tre  grani  di  precipitato  rosso  reso  impalpabile  e  unità 
ad  Una  dramma  di  borro  di  caecao» ,.  reso  morbido 
coir  olio  di  mandorle  dolci;  ed  inoHrey  d*  un  coHirta 
d' acqua  di  fior  d'  aranci  ^  tintora-  tebaica,  e  solfato  di 
zinoo  » .  ' 

Qoeèto  in  costanza  è  tth  che  nel  presente  opuscolo 
Ka  inteso  di  partecipare  al  Pubblico   il  eh.  sig.  BazzL 

Le  persone  dell'  arte  deèick^ranno  del  plauso  che  egli 
con  cf^  si  è  meritato.  Nói  ci  permetterenso  non  sola 
esser<'a2Ìone ,  ed  è  che  il  sig.  Buzzi  sembra  aver  conv 
fcfia  celt*ettalraia   cgizana   l'  oltalmià    putiforme   dei 


Sa3 

Bavobifii  y  urlili  qniU ,  h  inÉteria  itiUàÉte  ^agli  oòchi 
deli'  inferijio  iotròdotla  tra  le  pi(l|>ebre  dil  un  èano  ^ 
poirà  £>riè  coom  templi^  sottàoza  irrìtaàte  aascitaré 
in  quetti  ao'  oltal^a  ^pnrlforme ,  ma  afoà  parago^ 
babile  '  al  C4trto  ne'  «noi  «ai:attèrì  contagiosi  colla 
xpraL  otulinià  egisiana ,  il  coi  contagiò  è  stato  coni 
tanta  maestria  dichiaralo  dal  sig.  dòit.  Ohwdei,  nel 
$iio  $^ff  Sag^  snff  ìiiiiHuimzione  d^^tUiaìMa  di  Egitto 
in  fuiiia.  JUHaw ,  i9i6.    , 

D.  E:  M.  P.      . 


Storica  notizia  sopra  la  vita  e  te  òpere  di 
AjNTomo  Larbì;»,  M.  F.  Scritta  dal  do^ 
tor  O.  JL  Bussano.  i8:i5  di  pag.  44'  (<)* 

petta  a  giusto  titolo  a  qdesti  Annali  il  far  cenno 
mi  un  tributo  filiale ,  che  dipinto  medicò  offriva  nod 
«  gtiari  alla  èhiàra  memoria  del  ben  amato  suo  padre^ 
a  MÒ  onde  tervanò  altrui  di  esempio  i  tneriti  veri  di 
Uno  celante  cultore  di  cose'  medictie^  perèbè  con  que- 
ita*  òccasiotie  ci  è  dato  di'  rammentare  opere  òòmen* 
devolissim^  che  sarebbe  mestieri  fossero  sempre  fra. 
le  inani  de'  studiosi ,  è  M*  oggetto  finalniéùte  il  dar 
gioita  tède  aft'an'tòre  pella  diligenza'  del  suo  lavoro, 
IT  peftla  inodesta  condotta  in  tutto'  quello  osservata; 
per  le  quali  ^osè  in  oltre  vorrà  egli  esserci  cértése  di 
pei>dono  se  disveliamo  al  pubblicò   coti    franchezza   it 


(r)  Art.- cOMmiatto  4»l  stg.  dm.  F.  H.  MireoUnv 
t>l.F. 


•X* 


5a4  ,         :  .     .. 

•UQ  noine^  eli  e  ^otto  stempiici  iaitiaK  amava  ai  pili 

restasse  «ascosfo. 

Moo^  egU'i  suoi  passi  tenendo  discorso  avantitratto 

dei  padre  di  Antonio^  perciocché  avvisa  non  essere 
mai  di  staveichio  il  commemorare  giovevoli  esempli; 
e  ci  viene  a  narrare,  che  il  nob.  dbtt.  Qià^annt  ^  me- 
dioo  egli  pare  ,  da  altri  medici'  discendeva ,  costitnen* 
do,  qnasi  nna  nuova  casta  à*  Jppocratt,  e  ch'era  callo 
non  solo  in  quanto  contribuisse-  ad  ona  pratica  scien- 
tifica ,  ma  eciandio  nell'  archeologia ,  ed  idrodinamica. 

Esercitò  dapprima  in  Roma  presso  preclarìssimi  sog- 
getti ,  e  si  distinse  nel  governo  di  nna  epidemia ,  che 
r  antico  Tusculano  allora  devastava.  La  morte  del  ge- 
nitore lo  ricondusse' a  Bassano,  sua  patria  addottivi» 
daohè  ave^a.  abbandonato  il  Tirolo  nreridionale:  colà 
venne  tosto  eletto  a  .protomedico  ed  a^clinko  dello 
spedale  civile ,  e  sordo  in  appresso  a  Insinghieri  invi- 
ti ^  ed  a  brillanti  9norevoli  prospettive ,  ricusò  sempre 
non  solo  di  ritornare  alla  prima  città  del  mondo  >  ma 
anzi  a  vie  più  .  consolidarsi  nelle  amenità  bassanesi . 
condusse  moglie,  prescegliendola  tra  ana  di  quelle  più 
distinte  famiglie. 

E  gui    per,  relazioni    illustri,    per   care   segnalate, 

per  onori  impartitigli  trasse  felicemente    i   suoi    giorid 

sino  air  anno  58  di  sua  vita  in  cui  venne  a  mancare^* 

lasciando  a  perenne  di  lui  memoria  alcune  importanti 

opere  originali  e  tradotte ,  che,  per  essere  fra  le    mani 

il  ivLiC  ì   buoni   pratìcf,    e   perchè    di  es$^.  pnossene 

avere  contezza  e  dall'elogio   funebre   stampatogli   daU 

l^  jilbrìzzi  e   dalle  Biografie ,   noi   passeremo  quivi   in 
«itenzio.  --•     -         ^     -    — *-    -    -^ 

Da  temo  genitose  ebbe^i  aiioi  natali  il  dott*  AfUq- 


5d3 
ìlio  nel  >759,  6  da  esso  lui  ereditando  xkn  vivis* 
Simo  amore- allo  stadio/  in  questo  ieryorosament^  sep- 
pe mantenersi  durante  lutto  il  corso  del  -viver  suo  ; 
alno  da  prioii  anni  si  Arudì  nella  lingua  greca  e  lati- 
na, e  poscia  in  quelle  francese  e  spagnuola^  coltiva 
copi  as8iduiià>  le  scientifiche  discipline ,  e  dimostrò  co- 
stantemente gusto  raffinato  pei  prodotti  delle  belle 
arti  de)le  quali  divenne  appassionatissimo. 

Ptima  ancora  di  compiere  il'  sedicesimo  anno  /  intra- 
prese lo  studio  della  medtciqa  alla  fiorente  università 
di  Padova ,  e  jfb  ben  presto  il  benevolo  de'  piit  distinti 
professori  che  la  decoravano ,  percioecfaè^  lo.  zelo  ed  i 
doni  particolari  di  mente  e  ^di  cuore  che  possedeva 
erano  fatti  per  cattivargli  V  animo  dt'  buoni.  Ottenne 
in  età  di  diciannove  anni  .la  laurea,  e  segui  per  un 
altro  triennio  V  infiegnamento  pubblico,  perfezionandosi 
cosi  non  solamente  nella  teoricai  ma  eziandio  nella  pra»> 
ticà  deHa  difficilissima  «rte  di  sanare,  alla  quale  di  pre- 
'ferenza  erasi  consacrato. 

£  ben.  a  ragione  ci  ricorda  tosto  Fautove  la  parti*-' 
eolare  amorevolezza  che  l' immortale  Magagni  in  mif- 
ìe  modi  le  dimostrava:  conciosiachè  alle  istanze  di 
esso  lui  ed  al  le  reiterate  insinuazioni  del  sno  genitore^ 
noi  dobbiama  niei]||emmeno  che  la  pubblicazione  della 
grande  opera  De  sedibus  et  causis  morbomm ,  la  qual» 
altrimenti  sarebbesi  forse  perduta,  avendo  lo  stesso 
dott.  Anionia  presentito  il  divisamento  del  jomma 
anatomico ,  perchè  ogni  suo  nninascritto  fosse  alla  di 
lui  morte  abbruciato:  lo  chf  peto  per  buona  ventura 
non  ebbe  luogo ,  se  ci  vengono  fitte  sperare  quanto 
priiha  alcune  opere  postume  del  medesimo,  dal  troppo 
presto  compianto  ajrcbiat^o  L.  Frank  non  a  molta 
discoverte. 


9a6 

Ni  a  questo  soIq  si  limitf  II  «eiilp  dì  entf^^bi  i 
piTher^  padre  e  figl» ,  che  proameero  ia  oltre  ad  na 
|eo«po  stesso  l|^  ristampa  delle  altre  opere  del  chiaria, 
pimo  Scritlore  in  ^o  cprpo  #olò  colla  d%pptiin*  accei»- 
«au ,  e  di  coi  i  fi  anceai  nella  loro  comunissimi  lingua, 
a  merito  dei  dottori  Deiermpaux  e  pesiaiuety  ne  po^ 
cedono  gii  una  versione ,  ed  il  doti.  Maggesi  nella 
postra  ce  ne  iomisce  adesso  u«' altra  eomaiMadeyplìssitn« 
^florp'ole  documento  di  più  che  il  Morgagni  «omtnÌT 
fiìstra  del  valore  .italiano»  ei>eaif>iò  felice  ai  travagli 
^e'  ppstri  contefnporaaei,  ed  al  reU^  v^d^re  nel  deli- 
cato argomento  di  anatomia  patologica  e  di   sana  oa- 

lervatione. 

Korto  il  padre  in  quéste  rrattempo ,  veniie  ad  esse 
^  bassanesi  sarrogato  a  protomedico  il  do|t.  AntenUk 
in  ^ik  ancor  giovanile  di  aaanniy  ed  ebbe  quinci  la 
gloria  che  il  prelcdato  Morgagni  gl^  iadirisiasse  l'epi- 
stola «  Pe  via  ^que  ordine  ab  «e  io  tradenda  puhU- 
fr  ce  medicina  et  anatome  servato.  I.  B.  Marga^iusi 
n  R.  léO^óT  noperrime  ad  dignitatem  archiatri  Bassa* 
i  neoaia  eretto  » ,  e  fp  poscia  incaricato  a  dirigerò 
l'ediaioQe  Remoodiniana  1761  delle  dette  opere»  alla 
gaali  aggiiinsf  una  prefaBione  in  aurea  Ungaa  latina 
^isiesa ,  e  T  f fl^e  di  lai  con  appropriato   dittico  dd 

Étartiale»  > 

Sprridevagli  iortUfia  nella  pratica  giornaliera ,  e  lece 
prova  ^i  non  connine  sapere^  allorché  straordinarie  e 
gravi  malattie  regoaronoin  qi|f)la  città,  e  ^uandq  a 
^irimol^no  yessaV^  una  epiiootia ,  e  tanto  ascese .  ra* 
pidameote  in  fama  e  ripntastooe ,  cbfi^  qua  è  111  aendc^ 
^i  ffequeote  invitato  a .  mediche  consultazioni ,  e-  rì^ 
^iestc)  iifficialmeute  io  ci^si  ft|reosi  e  4^  pplw*  W^h 


^ ,  p«nrtiiDe  air  onere  di  essere  dicbiarato  ^oosiileote 
«oorario^  é  dob.  e  geottlttomo  di  S.  A.  R.  il  Priecipe 
Vescovo  di  Trento,  oltre  quello  di  essere  priesceho  a 
jenratite  di  nobilissime  famiglie  patrizie  della  allora 
tttttairia  snseistente  repubblica  di  Venezia. 

Condusse  moglie  in  età  di  4 Vanni,  efii  festeggialo 
dal  chìerìss.  CesaroUi.  Troppo  lungo  sarebbe  annevè* 
rare  i  dotti  tutti  ed   i  letterati    di   prima    classe  cbe 
seco  lui  strtosero  relazione.  Consacrava  egli  i  suoi  gior- 
ni injtrafleoendo  erudito  èommercio   con    questi,  eser'- 
cicando  con  ^omma  lode  la  ,sna  professione  e   vantag- 
giando 1  suoi  coofralelli  col  frutto  de'  jpiroprj  studj,  ed 
a  voce  e  con  utili. prodotìoni.  Pubblicò   in-  ii^ti   una 
versione  delle  opere  di  Graru   e   Cwrry  sulle'  febbri , 
con  note  ed   illustrazioni    e  commetiti,  ed   il    prègio 
ippocratico  raassimamente  della  prima  venne'  con  esse 
g inule  In  sommo  grado  ad  accrescere^  su  di  die   U* 
traiiiensi  a  lungot  e  ben  a  giusta  ragione  il  nostro  au- 
tore. Volgarizzò  dallo  spagnnolo  la  Dissertazione  *  del 
Giìl  diretta  a  preservare  i    popoli  dal  vajuolo  arabo, 
colle   riflessioni    critiche   del   dott.   di    Santa    Crus    e 
Espeio,  intorno  alla  quale  discorre  appunta  sommini- 
aitandone  un*  idea   T  autore  medesiìno  \   ed   oltre  uà 
4>de  latifia  io  morte  del    ed,   O.  .C^  Uqffimfnn^  lltre 
.Cose  da  esso  dott.  Anioniq  trovansi  ioiorno  al  cancro, 
ed  alla  facoltà  febbrifuga  della  corteccia  d*  ippocastano  * 
a  far  patte  dei  lavori  di  altri  professori. 

L' inesattezza  de*  primi  sperimenti  colla  vaccina, 
anche  a  Bassano  ,  siccome  in  moki  altri  luoghi^  avea- 
lo  reso  sulle  prime  peritoso  ad  ammettere  senza  esa« 
me  accurato  la  discoverta  di /erk/iér ,  coi  poscia  accor- 
ilo piena  fiducia ,  e  divenne  per  essa  uno  de'  piii 
zelatili  propagatori. 


Zia 

Né  i  stadj  gravi  e  moUiplici  cai  arari  comacraia', 
ne  r  esercìzio  pratico  di  ogni  giorno  lalioriotissiin^ 
*lo  distolsero  ponto  dall'  essere  ottimo  -padre  .di  fami- 
glia ed  egregio  amico  j  operósamente  intese  a  tatto  ^^ 
€  basti  accennare  V  accorata  medica  educazione  che 
procacciò  all' aolore  di  questa  storia^  il  qoale' occupa 
attualmente  y  a.  giosto  titolo ,«  il  posto  die  lasciava  in 
quella  colta  città  il  compianto  suo  genitore.  Ebbe  -^on 
per  ciò.  ad  indurare. egli  pure  qualche  aw^érsità  come 
medico:.. ma  pochi  sono  quelli  che  in  longa  andata  di 
esercizio  ne  vadano  esenti,  imperciocché  sembra  qoe^ 
sta  appunto  essere  la  sorte  al  vero  merito  riservata, 
;dalla  qual  cosa  è  già  ricca  a  dovizia  k  storia  dei 
tempii  scorai  y  nonché  de' presenti. 

Questo  oomo)  per  segnalate  ragioni  commendevoli^ì- 
mOf  chiuse  .gli  occhi  ali' eterno  sonno  il  di  i5  febbrajo 
i8i3;  fu  laudato  da  uomini  laudabili ,  e  lasciò  altrui 
nella  stia  ricordanza  un  esemplare  modello  non  oscn* 
rato  giflUnmai  da  macchia  veruna. 


JRecherckes,  età  Ilicerche  anatomieo-pato^ 
logiche  suVH  encefalo  e  sue  appendici; 
di  Fi\AKcaESco  LALLci»rAND  ,  professove  di 
clinica  chirurgica  alla  Facoltà  dimedi^ 
Cina  di  Montpellier,  eòe.  {i). 

eseguito  della  pag.  46a  del  precedente  volume J. 


,  «  "  .  — 

(0  Jrt.  commicato  dal  sig.  A.  FioeUa^  medico  &^ 
luzzese. 


5a9 
LETTERA.    SECONDA. 

ÌUtmmolUmerao  del  cervello  con  infiltrazione  di  pus  y 
ossia  principio  di  suppurazione* 


s 


E  ventie  nella  precedente  lettera  stabilito  essere.  In 
inje^òne  sanguigna  con  rammoliimento  del  cervella 
una  prova  dell' iufiammazione  acuta  nel*  primo  perio-^ 
do,  ossia  di  crudità  terminata  colla  morte,- ed  il  co- 
lorito particolare  più  x»  metoo*  intenso  della  sostanza 
citierea 'doversi  i1pifl«re-  dàlia  oombinasione  del  sangue 
colla  medesima  I  e  se  si  viddero  d' una  tale  iniezione 
le' varie -gradazioni  sino  alla  vera  emtorragia  ;  così,  coir 
Fappog^o  di  oltre  ^5^  osservazioni,  quasi  tutte  minii« 
tissimamente  descritte,  s' accinge  il  sig;  L-  a  dimostrar 
re  .  quelle  alterazioni  patologiche ,  in  cui  •  incontrasi 
priAìi^rameote  il  pus  solo  combinato  colla  sostanza 
cerebrale,  e  successivamente  tutte  U  v^riè  epoche  della 
suppurazione  fino  alla  forhiaziòne  di  veri  ascessi. 
.  Questi  due  stati  morbosi,  fi  rammollimento  cioè 
con  injezione,  e  la  suppurazione  esister  possono  cod- 
teroporaneamente  in  diverse  parti  del  cervello  ^  ed  a 
proposito  ci  è  riferito  un  caso ,.  in  cui  la  sostanza  ci- 
nerea delia  parte  superiore  dei  lobi  medio  e  posterio- 
re destro  era  d'  un  bianco  sporco  ,  e  conteneva  varj 
piccoli  ascessi,  mentre  che  la  loro  inferiore  parte  era 
penetrata  da  sangue  e  di  color  bruno:  malattia  que- 
ata,  che  offri  due  distinti  periodi,  dopo  un  migliora- 
Biento  sensibile  una  funesta^  recidiva.  Queste  due  sorta 
di  alterazioni  furono .  caratterizzate  da'  sintomi  di  acuta 
in^anounazione  osservata  in  differenti  stadi,  cioè  nel  i.^ 
perdita  del  mòto  e  del  senso  nel  lato  sinistrò  con 
semiflessione  q  rigidezza  delle  membra  ^  le  facoltà  in- 


'17" 


33o 

tèllettaaK  non  del  titt«  abolite,  alquanto  di  sordicii, 
occhi  cbiusi/  bocca  semi-aperta^  lingna  secca,  neta> 
respiro  tranquillo  ,  e  dope  nn  sollievo  di  tre  giorni^ 
3.^  stadio,  ritorno  degli  accidenti^  concidenza,  coofosio- 
si«  delle  idee,  occhi  appannati  e  morte,  Il  n^  ti.  Let- 
tera I ,  offre  cuandto  la  coesistenza  di  queste  doe  pa- 
tologiche alterazioni. 

Ma  se  nel  caso  addotto  osservarónsi  isolate  questa 
doe  l«?sÌ90i,  ben  altri  ce  ne  somministra  il  sig.  L^  va 
cui  riooice  erano  in  una  sola  parte,  tratti  da  Teodoro 
Cottado ,  da  BatAiln ,  e  particolarmente  da  Dan  dfi  la 
Vcnitnc  (  D.  9.  Leit.Jl poltre  qaéllo  comoaicatogit 
dal  sig.  Asiìatd^  ove  la  sostanza  cerebrale  era  spa^<^ 
potata,  e  circondata  da  una  linea  rossa-pallida,  al  di 
fuori  della  quak  esistevano  moltissimi  piccoli  punti 
rossi  ;  cootrassegnale  queste,  alterazioni  nell*  ullimo 
giorno,  di  vita  '  da  totale  abolizione  delF  intendimento , 
da  in&ekisibilità  perfetta  del  lato  destro  >  ed  ottusa  od 
ainistro^  pallidezza  dal  volto ,' polso  appena  sensibile^ 
'#  freddo  glaciale. 

Palpabilissima  poi  la  presenza  del  pus  ce  la  dimo* 
alra<  i'  autóre  •  In  un*  osservazione  del  sig.  Rouchaux , 
nella  quale  spappolata  adatto  era.  la  sostanza  dell'  eoli-* 
afero  anteriore  >  che  pareva  triturata  còl  pua,  in  jguisa 
che  una  corrente  d' acqua  gettatavi  sopra  vi  lascip 
«ma  grande  caviti^,  ed  i  corpi  striato  e  calloso  erano 
4eUo  stesso  colore  della  sostanza  bianca ,  o^tre  V  injo^ 
|LÌone  de'  vasi  delle  meningi;  ed  1  sintomi  furono  mi 
senso  di  peso  e  di  torpore  nelle  tnembra  sinistre,  vo- 
initi  continui ,  perdita  dell'  intelletto  ,  coma  profondo^ 
^mobilità  di  tutte  le  membra» 

|1  centro  ovato,  ed  il  corpo  striato  essere  la  se4e  ài 


molti  piccioli  ascessi  puroUnti ,  la  sostanza  cinerea  %t»* 
lorita  e  d«Uo  stesso  aspetto  della  midcHate ,  epa  ior» 
fiaUkinaziòii^  dell'  aiàchiioide  de'  ventricoU  bteraii ,  e 
della  superficie  del  cervello  più  a  destra  che  a  sini&tri| 
te  ne  riferisce  pure .  no  esciopio  il  sìf  .  £. ,  le  qoali 
alteraaioni  determinaroqo  accessi  epiletici  per  tre  gior- 
ni conaegstivi,  qnindi  convulsioni  meno  Iforti  ,  poi 
anssiilto  di  lendini  con  convulsioni  del  lato  sinistro. 

Più  evidente  ancora  «i  è  il  pus  vqrdtoaìo  di  cui  zi% 
fipienq  il  lobo  an^riore  sinistro,  ed  il  cérveUo  spap- 
polato air  interno  fs  dello  stesso  eoloi e  del  pns ,  e  la 
sostap^  cinerea  sebbene  meno  afietla ,  itoph'essa  vet-r 
diccia,  la  quale  due  o  tre  lìnee  al  4i  sotto  di  quésto 
ranteollimento  era  alquanto  piii  oonsitrcine  éd^  i|ij|e|-r 
tata,  che  si  rinvenne  in  nn  «oldat0>    il  quale    in   sf- 

mito  air  ailacciatiir^i  dell'  arteria  soitofdavia  destra 
aneurismatica  ebbe  ^  soiFrire  enormi  dolori  che  creb» 
lierò  per  aetie  gionii,  ed  aU' ottavo  perdette  la  cò^iO'? 
acenaaiì  le  a«te  membra  inferiori  specialmente  agitate 
forono  df  eoovulsipni ,  con  pupille  inunolifili ,  nspiré 
breve  e  frequenta  ^  polsi  piccoli,  irregolari,  rivolgfr 
mento  del  capo  in  dietro,  ed  alternative  d'agflaaìone 
e  di  flaccidexts|. 

In  due  casi  poi.  de'  quali  una  preso  i^ti  SmUìi,  \% 

la  sostanza  cerebrale  era  ridotta  quasi  a  gekHna  molto 

Mquida,  e  P. altro  ^a  Pa^w  in  cui  la  sostanea  cinerea 

U^sfprmata  ai   era  ili  ^miico   giallastro   e  fetido ,  ov^ 

pootav^no  i  irasi  d^lla  pia  madre. 
La  sost^n^a  stessa  dei  cervtelietio  non  va  parler  esènte 

da  suppurazione,  come  nel  caso  da  Aio^  ratumentatò  ^ 
'  phe,  pili  mqlle  del  ^rvetlò ,  conteneva    un'  ascesso  d^ 

Umofe  citrifio  ui^  pqoo  pallido  ripietto ,   la  dnra  inf-. 


V 


55a 

dre  catvùstLj  perforata?  €  T infirmo ^depo  aver  fiatilo 
'pendente  dae  anni   violenta   ca&lalgia  occipitali^,    di- 
'venne  frenetico  e  convulso,  e  mori  sabitannente.  Ce«ì 
si    trovò    égaaimente   la  sostanza  bianca  del  xervel- 
lotto  spappolata   solo  dal  lato  sinistro,  le  meningi^  e  la 
«ostaoca  cerebrale  alquanto  injettata   néW  osservazione 
.-air  auto? e  cotaiunicata  dal    sig.  Roùgièr  :  0à  i   sintoaiì 
furono    perdita     dell'  intendimento  ,   afonia  ,   paralisi 
del  lato  destro ,  quindi   ritorno   déir  intendimento ,    e 
^ella  sensibilità  nelle    membra   paralitiche,  in   seguilo 
la  commissura  delle  labbro  tirate  a  sinistra,  paralisi  del- 
l'occhio  e  della  palpebra  destra. 

Ci  produce  eziandio  il  sig.  L^  un'osservazione  in 
cui  trasfosmato  era  in  poltiglia  biancastra  il  laboto 
ottico,  il  corpo  striato,  ed  una  parte  dell'emisfero 
.  destro  ;  e  videsi  la  medesima  alteiraziotìe  a  sinistra  ^ 
son  tanto  innoltrata  ed  esflesa^  e  limitata  solo  aUa 
pèrle  superióre,  ed  alla  volta  à'^lre  colottoe,  opde  la 
paralisi  con  dolori  lancinadti ,  e  rigidezza!  cote  flessione 
che  manifestavansi  prima  nel  lato  sinistro  e  quindi  nd 
deatro*  •      ;.  v 

RammoÙita  ai  trovò  la  sostanza  cinerea  del  lobo  an- 
teriore sinistro  di  color  giallastro  ,  aderente  all'  ara* 
chnoide  e  questa  alla  dura  madre  in  una  -  domia  che 
dopo  una  contusione  del  cranio  soffii  accessi  epilecici , 
.qilindi  alterazione  delle  facoltà  tnentali ,  moti  .ooavul- 
•ivi  e  paralisi  del  braccio  destro.  Ed  in  un^  altro  caso, 
bianco  giallastro  si  notò  *  pure  il  ipammollimeuto  del 
t^to.  esterno. e  supenoré  medio  aiaisttfOy-e  la  paralisi 
ebbe  li|ogo  nel- lato  .opposto.    ' 

.'   Finalmente,  piii  equivochi  ci  6  'osreryóre  il  signor 
L*  i  caratteri  diUft  suppuraziooe  nel-  raaamoilimeuto 


355 

delP  emisfero  titiiitre  ^  conipUeato  d'aracHnlte  cronica , . 
con  'spandinief  to^  di  siero  nel  ventricolo  destro  io  nii  - 
caso  tolto  da  CoxWe/,  indicato   pendente^la*  yita    da' 
dilitinudone  delle  Scolta  intelléltaali^  emiplegia  a  siiii- 
straf,  'Convulsioni  a  destra;  -^  nella  difinenza  giallastra! 
della  sostanza  cinerea  della  proinberansa  anellare   con 
arachnile  coranica ,  onde  concidenza  delle  forù,  'stopi- 
deaza-;  sopore jl   grida,  trismo,    rigMezaa  delle    mem- 
]}fa.  -^  nello  ^ppolanento  della  medesima   protiibe< 
ranca  in  un  alt^o,  con  iftar alisi  d'amba  i  lati,   d^je-* 
zioni  involoDtai'ie ,  ed  •  injegiàliariaa  ;  ne-  polsi-  neHe  dme  \ 
braccia.  '  \  '*. 

Altne  osservazioni:  né.addusse  ancora  il  .sig.  £.,  tolte 
specialmente  -  da- ilforg:ttg7ity;ia:cui  T  altera^ipne  patolo- 
gica non -veeoe  esattamente  descritta,  ma  ehe  >1  ra^i'* 
àioltimento  era  .all'  àrachnitè  associata,  e  che. si  trovò' 
delta  sanie  inoltrata  nella  .pia  madre  con  iojezione 
Tàaeol^re.:  \.    ■ , 

Se  nelle»  qui  di  volo  accennate  istorie  scorgonsi  ì 
vsffj  gfadi  di  snpptorazionedeHa  so3tan2a  cere^ale,  O: 
fioprattuttov nelle  ,prime>  ove  era  questa  snffi<cieDtenieiat^ 
Qstenaibilè,  forse  alcqn  dubbio  muovere  si  potrebbe  ^allà 
presenta  dd  pus  oegli  sii  timi 'ranimòUiniaAti  testi  de^ 
acritti.  Guidaci  però  ^  il  sig.  £.  a  considerare  v^ra  e 
reale  la  sufiporaaiane  nellti /Sostanza  cmerea ,  allora . 
quando. trovasi  questa  ra^mpllka,  diflfieme ,\ pallida^ 
biancastra y  gialliccia,  senza  die. vi  siano  aacessi,  poi» 
ehe  i)  pus  ne  è  allora  sémplicemente  ii^filtrato  e  non 
ancora  riunito  in  punti  all'ocf^bip  visibili;- c^i. che ^ 
sello  stesso  modo  cbe.il  sangue  Jiijettato  iu  .detta  so* 
stamea,-  infiltrato  o  con  essa-  combinato,  in  d^vfe^se  pro- 
ponùpni  \t    imprime  varie  gradazioni  di  colorito  dal 


»4 

bigto  !tMi0  BÌ  brono  viottcèa^  cosi  flito^  ieomcipica  U 
pa»  aDcbe  il  proprio  colore  da  bianco  ipofco  «1  giaU 
lastre  ed  al  vevdiixio» 

Dicasi  parimenti  daila  iostaiica  midollare^  che  olia 
ÌBJé»ione  de'  tooi^  vasi  lioga  in  ròseo  colore  od  io  ros* 
50  amara ntoj  Inb  viene  dal  piis  cangialo  l' aspetto, 
colle  medeainie  diffinrenae  di  colorito.  Chetcbe  ne  aia,, 
conohinde  il  sig.  '£.,:  questo  colore.  .giaUo^*  verde  dei 
rammollidieoli  noii  indica  meno  la  presetiia  del  poa^ 
die  ìA  roseo  od  >il  rosso  quel^  del  sangue;  qne«u>.  il 
pHwa  periodo^*  e'  ^oello  il  preludio  del  aeeondo  deir 
r  infiammazione.' 

Ile  sede  delle  a%terazteni  olfrt  negli .  rifimti  «asir  le 
eegnenU  propuriloni  :  nove  volte  si  trovi  afrlia  1a 
sostenaa  craere»,  tre  a  dirilta^  tre  n  sinistra,  e' tre  ^*  am- 
be le  partì:  due  volte  n  dèstra,  il  corpo  stridio,  oA 
Una  voli*  qvest^  anche  a  destra  in  nn  eoi  talamo» 
ottico:  tre  volte  la  protuberanza  atirllare^  e  cinftM 
k  sostanza  midollarr  e  cinereài  contemporaneamente  9 
nna  volta  a  destra  e  qnaiti»  a  sinistra  i  otto  volt<(  r^noh 
motlita  aolo  la  sostanza  «ndollart,  una  voha  quella 
del  lobo  sinistro  del  eervelletto ,  ed  (ina  le  coscie 
del  medcsìttfo-  ed  il  corpo  del  ntiddlo  allungato  ^ 
doqne  volte  il  corpo  calloso,,  il  setta  loddo,  e  la 
;tol»a  a  tre  colonne,  e  'finalmente  una  volta*  le  pareti 
del  vent ricèllo  destra.  Se  a  queste  osservazioni  s'uni* 
at«no- qnelfe  detle  Lèttere  precedente,  risulta  su  4.6 
k  sede  della  malattia  aiv^i.T  esistito  53  Volte  nelle  so-^ 
stanza  doerea  ^  eid  in  qiiegli:  organi  di  eesa  provvisti 
cioè  16  nella  "sostanza  eorticalé:  i^nel  corpo  striato^ 
e  dei  talami  ottici;  4  nella  protuberanza  anellare,  e 
5  nella  ^ostan^  midollare  é  èinere*  in  gradi   ngnal^.. 


555 

Badar  ti  dere  pcrb  alta  gr%»dé  esleiitioDe  della  ioaiaiH 
za  corticale ,  che  occupa  lotta  la  sapel'fide  delle  tÀr* 
coovolosioiii  cerebrali  scusa  alcao  nfiacoglio)  a  vece  che 
i  Corpi  ètriali,  i  talaim  ottici  e  la  protoberanaa  anellarer, 
di  qtiesta  e  della  midollare  ne  soilo  compoati  9  alla  pPO« 
pÌBqaitè  noDineoo  ed  ad  contatto  Mia  arachtieider 
colla  niedesiflaa^  la  di  coi  infianmiai^oe  lia  taf  offa 
orìgine  dair  aracfanite^  Qoeata  frequenza 'd'altronde  dj 
lesioni  della  sostanza  cinerea ,  cotncfda  perfettattiente 
coU'  anatomica  dtposiziòne  dei  vasi  sangivìgni  cerebrali^ 
e  prova,  secondo  rantoré,  ettere  qnesfa  eostanaa  di' 
grande  energia  dotata ,  coi  incombono  impotVatitiflsinMr 
funzioni ,  risnitato  conferme  alF. opinione  di  Gaìl^  cbe 
le  riguarda  quale  organo  di  seerezìoDe,  di  creanoiie^ 
qnal  parte   étsensiale  della   polpa  nervosa. 

La  durata  della  malattia,  sebbene  ne*  pia  de^  casi  difl^^ 
ellissi  ma  a  determinare ,  si  può  nulla  di  meno  per  ap- 
l^rossimaaione  stabilire  )  •  chi  aS  infermi  pprirono  nella 
|)rima  settimana,  13  nella  seconda,  e  S  nella  terza. 

II  rammoUimenko  del  cervello  è  d'  ordinario  il  pro^ 
dotto  d' un*  infiammazióne  acuta  ;  forse  può  esserlo  e- 
ziandio  della  cronica,  nello  stesso  modo  che  repatizf- 
zaziòne  dei  polmoni,  all'una  e  -alF altra  suole  tener 
dietro ,  colla  quale  ce  ne  notò  it  sìg.  L,  la  grandì^ma 
analogia,  jibercombie  appella  un*  infiammazione  cronica 
il  rammoiUmento  del  cervello ,  mosso  a  crederla  tale 
dalle  proprie  osservazioni ,  circa  1^  quali  però  questi 
mostrasi  a  se  stesso  in  opposizione,  t)oid)1}  fn  quei 
casi  4a  esso  Int  riferiti  d'^idrocefiito  acuto','  accòmpa- 
guati  da  ranraiotlinlenro  della  sostante  cerebrale  dei 
ventricoli ,  sin*  dair  ingrnenza  della  ihalattia  fiirono  ì 
sìntomi  piò  gravi  ed  ebbero  un  piò  rapido  corso  degli 
altri ,  dolendosi ,  secondo   1'  autore ,  attribuire   questa 


S56 

maggior  acatezesi  della  malattia  ali*  infiamiiiazioiie  della 
softansa  cerelMle  ;    ovvero    a    drversi    altri    analoghi 
cari,  ia  cai  precedettero  per  pia  mesi  siotoni  d'idro* 
cefalo  o  di  araeiunle.croiiiGa'^   perchè  taalo    di:  rado  . 
esiste  S  ramiBoUìiiiento  non  «oiiginiito  ad-fallre  altera- 
zioni ànohe  dì  «ntidiissima.  data.'  Ma  il  compato  testé. 
latto  della  diversa  dorata  della  malattia;  esclode  benis- 
simo.  nel»  piti  de' casi  questo  cronico  tipo.^ 

L'età  degP  infermi  indnce    una   notabile   variaaione 
anlshe 'nella  maggiore  o  minore  frequenza  di  qneste  al- 
tetazio9Ì  nel  cervello  :  cosi  da  ro  ài  30   anni  perì  na 
solo  .infermo  :  da  ao  '  a  5o  sette  :  da  3o  a  '4^  qoattfo: 
parimenti  d^  4^  .a.5o:  da  5o  a  60  dieci;  da. 60  a  70 
sei:  da.  70  a  80   dnque;   al  di  là  di    80  anni  nnor 
onde  il  pih  degli  individui  in  cui  spontanea  si  sviluppa 
la  malattia,  aVeano  oltre  i.  So  anni»* 
.  Ma,  a  coloro  cui  ,non'va  a  sangue  nén  essere  il  ram* 
molUmeoto  dd  cervetlo'^  una  particolare  *  degenerazione 
morbosa,  crar  potiebbàro  partito  da  siffatta  circostanza, 
adducendo  essere  quésto  assai  più  comune  ne'  vecchi, 
che  esausti  di  forze  :ed  astrici  trovansi".  in  istato   op-- 
posto  aU'in^ammazione*  Giustissime  sono  le   riflessioni 
del  sjg.  L,  a  questo  proposifbp,  cioè  che  la  vecchiezza 
non  esclude  la  possibilità   deU'  infianuaa^one  t   che    il 
rammollimento  in  ogni'  età   è. sempre   accompagnato 
dai  medesimi  sintomi-:  e  che  se  nd  Wcchi  trovansi  pici 
frequentemente  quesl-  sdierazioni  con  infezione  dì  san- 
gue o  «di  pnsy  in  vece  che  ne'  giovani  una.  verarsuppu* 
razione ,  ciò ,  unicanjLfote  proviene  dal  *pfogcesso  imeno 
i;apido  (Jeli*  iDfiaminai^iQne'ne'  primi  verH>  la,  suppura-^ 
aione  9  e  dalla  cosdtnzioi^^le  loro  ^  debolezza  >   per   cui 
più  proata^nepiie  snecombono  ^  ne'  giovani   all'  ìncontEa 


557 
perchè  pib  robtfBti,  esposti  sòdo  ad  ÌBteBsissìme  flogo* 
si  >  che  piii  rapide  .percorrono  i  periodi  e  penscòno 
Dello  stadio'  più  innolirato  di  malattia  ;  ed  infetti  ^  se 
Cbglie  la  morte  un  giovine  nei  primi  gibroì'  |di  grave 
iofiammaKìone  ce^hc^le,  scoi^oQVÌst  i  medesimi'  risul-^ 
tstìi  f  che  nei  ' vecchi  affetti  dalla  nèedesima  malattia 
dì  asséi.^pih  lungo  cors6.^   • 

Le  cause  predisponenti  0d  oceasiondli  sono  spesso 
di  difficile  indagine  ;  le  più  evidenti  sono  gii  anenri- 
émì  delf  aovtà ,  e  le  aflfeeioni  organiche  del  cuore,  nnia 
costitussioiie  sanguigna  ed  apòplética,  la  soppressione 
di  flussi  periodici  V  e  dei  locch) ,  le  alfetionr  moraK 
tristi  y  diuturne  y  I*  uso  di  liquori  fermentati. 

Fra  le  occasionali  «ndoveransi  V  azione  di  corpi  estra- 
nei ,  il  vomito ,  le  neurosi^  e,  come  nel  caso  rammen- 
tato ,  V  infiammazione  del  flesso  bracchiale  a  destra , 
in  seguito  a  legatura  della  sotto  clavia  aneurismatica. 
'Difficilmente  le  malattie  cerebrali  sono  affatto  scevre 
da  iBompticaiiopi  /  donde  un  milcnglio  di  siùtomi  pro^ 
pri'di  ciaiicuna  di  esset  se  non  che  1*  influenza  loro  re* 
eiproca  ne  altera  talvoltti  l' andamento  al  pulito  di  ren- 
derle d'oscurissimo  diagnosticò.  D^Vesi  pertanto  studiare 
Pinflosso  delle  affezioni  cerebrali  su  quelle  degli  ah  ri 
organi. 

Iti  prìmo  lu^go,  il  respiro  d'ordinano  fa' in  molti 
infenni  tranquillo ,  lento- e  regolare;  solo'nelP  nllibao 
giorno  di  vita  divenni^  laborioso,  celere >  slertorose: 
Arse  perehà  i  niiiscoli  della  respirazione  ricevendo  fi- 
lamenti dallo  spinale  midollo,  sottratti  vengono  -air im- 
pero della  volontà^  e  nou  partecipano  alla  paralisi  dì 
lue  i  lati.  Comunque  Ciò  siay  di  iunetlo  presagio 


\ 


3S8 

«i  i  tenpre  nelle  mtlattic  ceiìdwali.  l'alterazione  de| 

mpiro.  ; 

Il  poltp  non  parve  eziandio  mollo  alterato»  traino 
in  que^caii  ove  eaislevaoo  vizi  organici  del  cuore  o 
dell*  aorta,  coi  in  alcuni  caài  però  eravi  febbre.  Muovo 
pertanto  il  fig.  L.  la  questione  se  sia  questa  febbre 
il  prodotto  dell' aifiesiooe  cerebrale ,  ò  di  qualche  al- 
tro organo ,  oppure  se  ella  sia  essenziale.  .  ^ 

Dalia  •sontemplaaione  di  tutti  i  sintomi  che  in  pa- 
fecchi  casi  ofservAroosi ,  e  dalle  varie,  risultante  dello 
sezioni  cadaveriche  y  in  cui  si  rinvennero  peripneuma* 
oie^  gastroenteriti.,  peritoniti ,  metriti^  cistiti  »  ecp» 
sembra  essere  stata  la  febbre  da  queste  flogo$i  ordi- 
nata, ancorché  la  loro  esistenza  mas^^herata  fosse  dal- 
r affezione  cerebrale,  non  perchè  la  cefalalgia  ^ia,  di 
qualunque  altro  sintoma  il  piii  -  intenso ,  onde  4uobu$ 
dohribus  simul  ^c.  ma  bensì  j  perchè  d'ordiqario  questit 
non  viene  risentila  dall*  infermo;  ed  in  fatti»  il  dolore 
ai  è  il  risultato  della  .percezione  »  che  soppone  inte- 
grità di  funzioni  del  cervello  ^  se  ne  è  alterala  rendo 
ginstisiimo  Taforismo  à*.  Ipp^rate  che  chi  soifre  o 
non  duolsi»  m&ns  asgrcuu. 

D'altroiidfi»  qualora.  IMufiammaaione  d*  on  qualche 
organo  è  assai  violenta ,  non  ne  viene  dall'  affmono 
cerebrale  impedito  fo  sviluppo  ed  il  progresso  y  per- 
corre qetodi  i  suoi  periodi  taolo  più  iniiidiosameQte 
che  essa  è  allora  ài  difficile  diagnostico ,  e  suolsQoe 
attribuire,  la;  morte  all'  affezione  cerebrale  che  non  ne 
è  che  puramente  accessoria^  >         * 

Utilissimo  avviso  ci  porge  qui  pertanto  l' autore  ,  d^ 
non  lasciarceae  imporre  dalla  mancanza  del  dofare, 
quandp  Qfservasi  un  qualche  siqtoma  cerebmle^  per- 


«  f  • 


539 

elle  iollérragar  coDviene  còlla  mastima  diligenta  e  soK 
lecitudine  quei  fenomeni  torbosi  indipendenti  dalla 
aenftibilità  e  dalla  volontà ,  ch^  non  mai  soggiacciono  a 
variazione.  Goal  nelle  peripoeomonte,  nelle  gastro-eti« 
ferite  Hoterannosi  i  aintomi  loro  propri  e  caratteristici. 

Occorre  per^,  che  per  un  assai  bizzarro  compenso 
le  cerebrali  alierazioni  simalinò  '  certe  malattie  del  ven« 
tricolo>  e  determinino  simpaticamente  nausee,  vomiti 
e  simili  »  che  riguardar  si  potrebbono  quali  sintomi 
di  gastrite  :  ma  la  contemplazione  degli  altri  sintomi 
lutti  di  questa  caratteristici,  lo  stato  della  lingua , 
ddla  ente,  del  polso,  ne  rischiareranno  il  diagnostico. 

Per  difetto  di  sensibilità  e  di  percezione  nasce  la 
distensione,  e  la  flogoéi  consecutiva  delle  pareti  della 
vescica  orinarla ,  che  si  di  frequente  si  ris^oatra  nelle 
malattia  cerebrali:  rinfenno  non  percepisce  i*  impreji* 
sione  dell'  orina  sulla  vescica  >  e  non  fa  perciò  sforzo 
alcuno  per  evacuarla  ^  la  stranguria  vi  succede  perfet* 
ta,  e  r  orina  ne  sgorga  a  goccia  a  goccie^  la  qual  cosi^ 
auolai  all'  in<;oatinenfa  per  paralisi  di  sfinteri  attribuire^ 
ma  che  l' antossia  dimostra  essere  ^sa  Y  effetto  di  una 
vera  infiaramazioiie  vesicale.  Ella  è  quindi  sommamente 
utile  ed  indispoisabile  l' e^tplovazione  della  regione  ipo^ 
gastrica  nelle  malattie  cerebrali ,  perchè  cotale  iofiani'*^ 
mazione  si  è  uno  degli  incidenti  pericolosissimi. 

Dall'assorbimento  dell'orina  già  decompoata  nella 
vescica  in  simili  casi,  giudica  il  sig«  L.  doversi  ripetere 
1'  odore  di  sorcio  che  esalano  alcuni  infermi. 

La  mancanza  del  voòiito,  e  forse  anche  la  stitichezza^ 
aell'  apoplessia  e  nei  rammollimenti  devonsi  similmente 
Inferire  a  questo  difetto  di  percezione  ^  perchè  non  si 
eaegaiiceae  sé&aa  9  concorso  simuhanco  del   diafrann 


\ 


34o 

na  e  de*  muscoli  «ddomioall   che  .  esigono  I^  inilaeaicji 

dei  cervello. 

I  sialomi  precursori  ^el  rammoUimento  cerdirale  , 
cbe  giunio  a  un  cerio  punto  riesce  quasi  sempre  £a* 
nestOy  sono  sovenli  altrettanto  oscuri,  quanto  te  soda 
i  prodromi.  Tutti  possono  rapportarsi  a  quelli  prodetti 
da  congestioni  cerebrali  più  o  maoo  forti  e  frequenti , 
jche  annunziano,  in  una  parola,  una  flussione  assai  at- 
tiva di  sangue  verso  quell'  organo.  Elia  è  «osa  degna 
di  rimarco y  che  coloro  che  più   energiche,  provarono 

Jueste  congestioni ,  portavano  aneurismi  dell'  aorta  o 
el  cuore  y .  oppure  una  costituzione  apopletica  »  od  un 
temperamento  sanguigno,  sanguigno-bilioBo ,  e  sangui* 
gno  .nervoso. 

L'  in6ammazione  cerebrale  offre  ne*  suoi  sintomi  dot 
opposti  stati  di  spasmo  o  d' irritazione ,  e  di  paralisi 
o  di  coDcidenza. 

Precede  la  celalalgia ,  ed  accompagna  anche  nel 
primo  periodo  k  affezioni  dd  cervello^  la  quale  dW 
ainuisce  e  cessa  in  ragion^  del  sopore ,  -  e  dell'  abolì* 
aiooe  dell' intendimento.  Cod,  apparentemente  immerso 
ad  sopore,  porta  T infermo. abitualmente  la  maiio  veMo 
la  parte  dolente^  ma  non  può  esprimere  questo  doloro. 
Si  concepisce  pertanto,  come  ne^  travagliati  da  cronicfat 
ceblee  .ed  emicranie  cessi  questo  aintoma  soltanto  al- 
l' epoca  che  il  cervello  v^mie  anch'  esso  gravemente 
olfifso. 

Le  rapide  e  violente  emorragie  cerebrali  difficilmente 
annunziale  sono  dalla  cefiilalgia,  perchè  la  sostaosa 
cerebrale  vieqe, compressa,  disorganizzata  e  priva  delle 
aue «Cauzioni;  nop  lo  stesso  occorre,  ove  l'alteraaHOoe 
^icciasi  lentamenlc  e  a  gradi  a  gractt^  .Perciò  la   pre- 


y 


34f 

sema  del  dolore  8i  ^  per  nm  mio  de^  più  sicari  cri- 
leri  per  distingaere  T  apoplessia  dalle  altre  cerebrali 
afiezioai  ;  onde  la  ceblalgia  don  è  sìntoma  tanto  sioi*- 
«tro  quando  lo  è  il  coma  ^  la  stupidezza ,  la  perdila 
deir  intelletto  ecc. 

Le  fonzioni  iDtellettaali  d'  ordinario  alterate  son<^ 
nelle 'infiammazioin- del  cervello;  di  rado  se  ne  rimar «^ 
co' il  delirio;  l'absenza  di  questo  porre  fece  in  dabbio 
l' indole  infiammatoria  del  rammollimento ,  perche  si 
tiene  esso  per  on  sintoma  di  flogosi  cerebrale.  AlP  op** 
posto,  dice  r  amore,  esso  è  dell' arachnite ^  non  per- 
cbè  r  acacfaubìde  ne  sia  la  sede,  ma  per  la  stessa 
ragioine  che  le  afTezieni  della  pleura  influiscono*  sulla 
funzione  de'  polmoni.  Non  v'  ha  aradhnite  senza  «he 
la  superficie  del  cervello  con  essa  in  contatto  non  ne- 
sia  .aCTetta  ;  non  Y  alterazione  del  suo  tessuto,  ma  solo 
derivane  un'esaltazione  delle  sue  fiinzioni:  non  cosi 
va  la  cosa  in  caso  di  flogosi  o  di  congestione  violènta^ 
che  intacca  T  organica,  tessitura  del  cervello  per  cui- 
nasce  paralisi  delle  funzioni  inteUettuali,  come  dei  moti 
volontari ,  che  si  conseguitano  in  un  modo  regolare  e 
palpàbile.  Così ,  sinora  non  ci  fruttarono  molto  le  rt«* 
cerche  anatomico<>patologiche  sul  cervello  de' pazzi , 
perchè  non  si  è  badato  all'  importanza  dell'  arachnoi- 
de,  all' ìnspessimento ,  all'opacità,  alle  grandiazioni 
su  di  essa  sparse,  che  l'autore  e  Rojrer-Coilard  ti- 
scontrarono  frequenlissiine  ne'  maniaci.  In  tutti  coloro 
poi  che  perirono  in  istato  di  stupidezza  o  di  demenza^ 
il  cervello  si  trov^  sede  di  altej'azioni. 

Le  fiicohà  intcdleitnali ,  saWa  qualche  eccezionei  di- 
Qfinaiscono  in  Cagione  inversa  delle  paralisi. 

Le  lesióDÌ  delle  funzioni  del  sistema  muscolare  pre* 


à 

sentami  anche  cen .  due  serie  di  siolomi  d*  amnento  o. 
di  ditniaiuìone ,  con  fenomeni  d'irrìlaaione  odi  proa- 
tiaaionc  ^  con  sassnlti  di  tendini  dei ,  convulsive  con- 
traaiotti  e  tetaniche ,  ed  il.  toqpore  e  la  Tera  flacddea- 
za.  Quelli  accompagnano    pare  rarachnite.    In   qnal^ 
spiega  sui  muscoli  il  medesimo  inftisso  che  sulla  pio- 
dosione  del  delirio;  e  questi  le  apo^^lessie.  Ifa^  come 
distiogoere  queste  convulsioni,  quando  da  une  o  dalle 
altre  sono  generate  ?  Generali  sono  nel  primo  caso  le» 
convulsioni ,   perchè  difficilmente    travasi   limitata   ki 
flogosi   da    nn  lato  solo  >  lo  che  non  n  osserva  ndle 
iafiammaatóni  cerd[>ralt ,  ove  non  tarderebbe  «1 .  assc^ 
darvisi  b  paralisi;  oltrecchè  sin   dall' invasione   delln 
malattia  osservasi  un  singolare  miscuglio  di  spasmo  e 

I  intorpidimento. 

Ben  tanto  i  moti  coiivolsivi  generali^   che   gli    ac- 
cessi epiletici^  secondo  V  autore,  avrebbero  fratto  origi» 
ne  dalla  crunìoa  arachnite  nelle  diverse  addotte  esser* 
.  vaaioni,  in  cui  questi  precedettero  l'apoplessia. 

Si  è  notato  nella  Lettera  precedente  essere  la  con- 
trazione permanente  de*  muscoli  flessoti  un  sintomn 
costante  e  distintivo  dei  rammolliaMntt .-comincia  d'or- 
dinarlo questa  dal  bracete  con  fermicoUo ,  dolori  spo»- 
tanei  landnanti  ;  di  rado»  od  almeno  dopo  lungo  tempo 
ésteodesi  poi  anche  alla  giimba. 

I  muscoli  della  facda  partecipano  similmente  a  que- 
sto stato  spasmodico:  la  becca  è  devia  verse  il  lato 
pataliiico,  il  contrario  osservasi  nelle  apoplessie.  Le 
palpebre  sono  iteventi  chiuse  per  la  oontrazìeoe  4ei 
muscolo  orbitano ,  e  non  come  nell'  apoplessia  .  per 
la  paralisi  dell'  elevatore  delle  palpebre  soperierit 
nel   primo  cas»  sono  queste  ibnemente  applicale  la 


348 
otM  cootro  le  altre,  e  mm  ei  possono  separare  seaia 
mia  qualche  resisteosa,  e  tosto  si  richiadooo.  Evvi» 
inoltre,  ancora  Io  sltabìsmp  permanente  deìF  occhio  dal 
lato  a(fetto.  La  coincfdenEa  dunqae  di  cootraaioni  con* 
volsi  ve,  e  di  paralisi  si  è  il  carattere  dislinsivo  del 
iteromollimento  cerebrale. 

Ma,  ia  permanente  contraxione  de*  muscoli  non  dura 
rtno  al  fine  deHa  malattia;  o  che  diorinnisce  gradata* 
mente,  e  segaevi  una  flaccideaaa  perfetta  con  perdita 
totale  della  sensibilità  ,  ovvero  si  cangia  in  clooiche 
conridsfoni,  che  ripigliano  per  accessi,  con  interdiittenae, 
Come  bielle  epilessie.  Non  durevoli  olire  I  cinque  mi- 
nati, meno  forti  e  Ireqnenti  divengono  sai  fine  del 
morbo  y  e  cessano  affatto  poco  avanti  la  morte.  Alla 
invasione  di  sinaili  accessi^  operasi  nel  cervello  un'ener- 
gica congestione^  che  la  annuncia  no  il  rubicondo  colo  - 
rito  della  faccia,  l'occhio  vivace  e  brillante,  la  per^ 
dita  dell'  intendimento  (  eh  è  si  ricupera  di  nnovo  tosto 
terminati  1  medesimi  )  le  convulsioni  della  bocca ,  gli 
occhi  stravolti y  divergenti,  mobilissimi:  diminuendo 
quindi  gii  accessi  aumenta  la  paralisi ,  e  s' affievolì* 
scono  vieppih  le  ionzioni  intellettuali» 

Se  nelle  infiammazioni  cerebrali  d'  ordinario  i  sinto. 
mi  d'  irritazióne  preceder  sogliono  la  paralisi,  fin  tan* 
to  che  non  ne  è  alterato  il  tessuto,  confondonsi  quindi 
e  finalmente  restavi  solo  paralisi  con  risoluzione  o  flac- 
cidezza, come  nell' apoplessia,  quando  perfetta  ne  segue 
la 'disorganizzazione:  vedesi  quella,  all'opposto,  primie- 
ramente, e  quindi  la  rigidezza  delle  membra,  che  au* 
mentasi  successivamente ,  in  allora  questa  è  sintoma  H 
iofiaramaziooe  consecutiva  alPafièzione  che  die  luogo 
alla  paralisi ,  come  nelle  osservasioni  il?  7 ,  io ,  ne 


544 

19  della  Lett  prfced.  ove  la  SQSUnsa  cerebrale  all'  ia- 
tòtoQ  de'coagoli  di  s^ngme,  era  akletU  da  recente,  iofiam* 
inaaione.,  cosi  che.i  siotoml  spamiQdiqi  s'aasooiarono 
alla- paral&M  ia  ragione  del  progressivo  sviluppo  di 
qoesta*     •^ 

.Talvolta,  finalmente ,  questi  accessi  si  annnotiaronp 
con  variante  e  .stupenda  compli^asione  di  sintomi  che 
irregolarmente  si  segairono,  oppure  tpite.  le  membra 
agitato  erano  da  convulsioni ,.  non  escluse  le  membri^ 
paralitiche^  oltre  all' arachnite  si  è  trovato  il  rammollì- 
mento  nei. due  emisferi»  ediuaapArte  dei  oorpi  stsiati, 
e  della  protuberanza  aqellare  da  un  Ijsito,  e  del  falamo 
del  lato  opposto,  oppure  nel  midollo  allungato  e  simili. 
L'  incostante  pertanto  ,del .  corso  delie  malattie  ce* 
rebrali,  U  complicazione  de'  sintomi,. e Ja  toro  irrego- 
larità sono  il  risultato  di  .  successive  esacerbazioni  ^.  e 
fissioni  i  non  diversamente  di  qufinto  occorre  nella 
ii^SamoUzione  de'  diversi  altri,  organi  ^  e  di  complica- 
zii|ni  ora  con  spandimenti  di  sangue^  ora  di  flogosi 
successive  ne'  diversi  punti  del  cervello.  I  rammolli- 
menti offrono  dunque  alternative  di  male  e  di  miglio- 
ramento^  si  che  si  è  sempre  lusingati.  Non  incontrasi 
nelle  apoplessie  cotanta  inegua^iansa ,  perchè  i  sintomi 
djelb  spandimento  di  sangue  non  sono,  suscettibili  di 
tante  variazioni^  quanto  nelle  jnfiattimazioni,s 

I  sintomi  d-  irritazione  stanno,  in  ragione  dell'  acuzie 
delia  flogosi  cerebrale.  Può  manifestarsi  il  rammollii 
mento  tanto  rapidamente,  che  1'  apoplessia  :  ma  gli 
spasmi I,  le  convulsioni,  ed  il  lent<^  e^progfefsivo  svi-^ 
lappo  della  paralisi  ce  ne  porgono  chiara  la  difTerenza. 
.,.,Que'  f^oomeni  poi  che  provengono  dalla  sensibilitii 
e  dalla  percezione  degli   agenti   esterni  ^  non  sono   di 


>  34* 
minor  importansa  d«i  teétè  menzionati;  Il  tintinnìo, 
il  snasurro  nelle  orecchie  cangiasi  in  sordità  iq  propor- 
2Jone  che  progredisce  la  paralisi ,  e  rintoUeranKà  della, 
luce^  con  conlraziope  delle  pupille,  nella  dilatazione  e 
perfetta  sua  immobilità* 

Contratta  per. lo  più  nei  rammollimenti  si  è  la  pa-^ 
pilla.,  dilatata  all'  incontro  nell'  apoplessia.  Questa, 
costrizione  fa  più  marcata,  in  coloro  ,  che  provarono 
contrazioni  muscolari^  di  più  contraggasi  essa  ali*  invasio- 
ne degli  accessi  spasmpdicij  e  se  da  nn  lato  solo  esiste 
il  rammollimentOi  contratta  pure  ne  è  ivi  la  pupilla.  Av* 
vegnai^hè  questo  statp  della  pupilla  sia  per  indicare  un 
aumento  di  sensibilità ,  incapace  nulla  di  meno  era 
r  occhio  alla  visione,  in  pari  modo  che  le  membra  pa- 
ralitiche agitate  da  convulsioni  sono  inette  alla  loro 
mozione.  Comunque  però ,  indicano  questi  fenomeni 
un'esaltazione  morbosa  delle  funzioni  dd  cervello. 

La  facoltà  del  moto  pnà  estinguersi  in  un  membro,' 
ed  essere  sede  di  pungenti  dolori,  lancinanti,  al  sem-- 
plice  tatto,  ovvero  nello  stenderlo,  e  conservare  là  cut^: 
intiera  la  sua    sensibilità*   Quest'  attributo  della   fibra  ^ 
vivente,  più  a   lungo   persiste  che  la  contrattilità.   Il 
moto  volontario  è  il  risultato  d'  nn  atto  spontaneo  del 
cervello;  e  la  percezione  è  soltanto  prodotta  dall' im- 
pressione iàtta  all'  estremità  d' un  nervo ,  che  non  esi-^ 
gè  r  azione  spontanea  di  quest'  organo.  Ogni  qualvol- 
ta dunque  evvi   paralisi  solamente   del    itfioto,   meno 
intensa  esser  deve  la  malattia    cerebrale,   cosi   che   il 
grado  di  sensibilità  è  nn  eccellente  indicatore  del  gra- 
do della  malattia  ,  il  quale  può    eziandio  farcene  ap- 
prezzare la  progressione. 

itù^agando  il  sin  qui  esposto  rilevasi,  che  le  af- 


346  i 

fetiooì  cerebrali  e  dell' arachooide  presenUoai  con  tìn^ 
tomi  di  lesione  delle  teasaEÌoi>ì ,  deU'  inteodimeiilo  p  e 
^*moii  volontarj.  Che  questi  àiatomi  ofiroao  dtte  ea* 
ratieri  afEiitto  opposti  ;  quelli  d*  irritattooe  e.  di  col- 
lapsus. L'esahaxione  delle  fiicoltliy  la  cefalalgia ,  la  sen^ 
sibHJtk  della  retina  ,  la  contrazione  delle  pupiMe ,  i 
dolori  nelle  membra ,  la  contraaione  permanente  ed 
intermittente  de'  muscoli  :  ovvero  la  diminneiooe  del- 
r  intendimento  ,  la  stnpidessa  1  la.  sonnolenta ,  la  sor- 
ditliy  la  perdita  della  vista,  della  parola,  la  parfiliii 
de'  muscoli ,  e  l' iaseosibilttk  .della  cute.  Si  osservano 
ì  primi  socii  eaiandio  delP,aracbotte,  ed  i  secondi  del- 
r  apoplessia.  Riuniti  si  vedonp  aeU'  infiammaaislne  ce- 
rebrale, perchè  nel  i.^  caso  vi  ha  solo  irritactone 
del  cervello  senaa  organica  alterasiooe:  nel  a.^*  Vi  ha 
primieramente  alterazione  senza  irritaaione  :  e  nell'  in- 
fiammaaiona  sola  del  cervello  pnò  esservi  soccessiVa^ 
mente  irritaaioòe  e  dtsorganistasióne*  Quando  la  pa-> 
ralisi  precede  li  sintomi  spa$iiiodici ,  i^  alterazione 
organica  précède  pnre  1'  infianmiazione;  <|oando  final- 
mente  mancano  i  sintomi  spasmodici ,  la  lentezza  prò* 
gressiva  della  paralisi  la  fii  distingnere  da  quella  pro« 
dotta  da  cerebrale  emorragia. 

«  In  ultima  anali»,  prosegue  il  sig.  L,^  nell*  arajchoite 

«r  sonovi  sintomi  spasmodici  senza  paralisi  ;  nell'  emor* 

«  ragia f  paralisi  senza  sintomi  spasmodici}  neiFinfiam- 

"«  orazione  del  cervello,   sintomi  spasmodici,   paralisi 

it  lenta  e  progressiva,  corso  disuguale  od  intermittente  » . 

L'anatomia  patologica  sarri>bie  uno  stadio  di  mera 
curiosità  se  limitandosi  alla  solt  discrizione  delle  alte-» 
razioni  morbose,  ed  all'indagine  d^sintonli  onde  fico* 
noseerk  peadenie  la  vita^  non  sa  ne  carcasse  à  nvgU«r 


1 


Hi 

modo  a  curarle ,  wseado  qiictto  lo  scopo  cui  teódef 
devooa  tutti  f  li  slom  nostri. 

Dopo  àTer  notato  nei  corso  di  queste  Lettere  il  peg* 
gìorameoto  sensibile  di  quie'  podii  ìofermi  cui  fu  pre- 
soritta  la  ftoce  vòmica ,  il  di  cui  uso  fa  quasi  imm^ 
diatamente  segoito  da  convulsioni  e  rigidezza  nelle 
membra  ,  pone  il  sig.  X.  a  maturo  esame  il  metodo 
•:uraCÌTO  itoiplegato  nel  pik  dei  riferiti  casi ,  ove  ado« 
peraroosi  tonici ,  stimolanti ,  nervini ,  antispasmodici, 
diaforetici ,  purganti ,  emetici ,  rivulsivi ,  mignatte  e 
di  rado  il  salasso  aucfae  troppo  parcamente  praticato] 
ed  altamente  condanna  1'  emetico,  che  indistintamente 
in  ogni 'caso  venne  prescdttOy  il  quale  promovendo  il 
vomito^  aumenta  là  cerebrale  congestione  e  ne,  accel-* 
iera  la  disorganizsaaione;  okrecchè^  violentemente  irri- 
tando il  ventricolo  risveglia  una  non  meno  funesta 
gastro-enterite  y  esponeci  quindi  alcune  proprie  osser- 
vassiooi  d^  infiammazione  o  rammollimento  dei  cervello^ 
in  etfi  scorgesi  quanto  nel  vincere  le  congestioni  cere- 
brali, sia  la  efficacia  del  salasso  copioso,  delle  mi- 
gnatte ,  delle  afinsioni  fredde  e  diacciale  sul  capo  , 
de^  rivellenti  estemi  contemporaneamente  impiegati ,  e 
per  sino  delle  scottature  fatte  con  acqua  bollente  sulle 
inferiori  ^estremità,  mercè  le  quali  venne  a  nuova  vita 
richiamato  nn' agoniazante  in  istato  di  morte  apparen- 
te, ii  di  cui  imminente  pericolo  rendeva  vano,  perchè 
troppo  tardo  e  lento,  il  soccorso  de*  più  validi  e  comuni 
rivellenti. 

Dopo  le.rilerite  osservaaioni  di  guarigione,  passa  il 
aig.  £.  ad  investigare  come  si  terminino  le  infiamma- 
aioni  cerebrali ,  o  per  dir  meglio  quali  siano  le  modi- 
licaziciiu  che  quelle  apportano  nel  tessuto  del  cervello. 


548 

e  quali  U  traccie  che  lasciano  dopo  di  loro.  Credcai 
abbastanza  felice  /  autore  di  pot  er  ofirìre  due  casi  di 
ionesta  recidiva  dopo  luogo  tempo  ^  e  di  risolvere^  ia- 
contraAtabilmaate  questo  problema.  Sembraci  che  que- 
ste modificaaioni  si  ristringano  ali*  iodtiramento  ddla 
parte  cerebrale  precedentemeole  affetta. 

Tra'  le  aoa  poche  riflessioni  con  coi  tennina  il  ai* 
gnor  L.  la  pre^eale  Lettera,  degn«  noi  ripotiamo  di  atr 
teoziooe  quella,  relativa  allo  stato  patologico  del  cer- 
vello in. chi,  dopo  avere  sofferto  parecchi  amù  prima 
qualche  apopletico  accidente,  n^  vieoe  da  un  altro 
mortalmente  colpito.  Non  trovasi  nel  cervello  vestigio 
alcuno  di  auoivo  spandimenlo.  di  sangue }  solo  talvolta 
alqaaiilo  siero  nei  ventricoli ,.  o  nel  lato  opposto  alla 
paralisi,  che  suolsi  accusare  qual  causa  motrice  degli  ul- 
timi.  sintomi  :  ma  intanto^  quando. oiooa  ritfrovasi  efib* 
siooe?  Se  ben  si  osservi,  e  colla  massima  atienzione,  al- 

■ 

tomo  all'  antica  cisti  apopletica,  vi  si  scorge  giallastra 
assai  molle  e  disorganiazata  la  sosuojsa  cerebrale  (i). 

(Sarà  coruùuuuoj* 


(i)  Reca  non  poca  merqjriglta,  come  il  cervello  esseir* 
do  in  questi  -ultimi  teiiy>i  il  segno,  coi  sono  «dirette^  e 
consacrate  le  veglie ,  Ir  meditazioni ,  e  le  esperienae 
di  valorosissimi  fisiologi  ,  fra  quali  tengono  posto 
eminente  un  Carlo  Bell,  un  TreviranuSj  un  GaU , 
un  Phurens ,  un  Serres ,  un  Magendie\  un  Geor^ 
gel  y  un  Rolando^  ecc.,  per  chiarire  h  fanzioni, 
che  alle  diverse  parti  di  quell'organo»  appartengono/ 
siccome  prééso  che  definita  è  ormai  la  quistfone^ 
che  il  cervello  considerare  no»  pia  si  debba  qual 
mole  I  che  tutu  concorra  alle  siogole  fiinziooi  intel- 
lettuali^ ma  che   riconoscano   queste  differenti  organi^ 


54d 

egnakneiite  ehe  le  varie  iaostoói  del  corpo  y  ed  i  ài^ 
versi  atti  d^  ima  funnone  sodo  eseguiti  da  organi  di- 
versi ^  reca»  dico,  non  poca  meraviglia,  come  il  sigi  L., 
avvegoAchè  persttasa>  che  1!  anatomia  y  la  fisiologia  e 
la t patologia^  prestar  si  devono  vicendevole  soocoiwo^ 
non  abbia  anch'esso  rivolto  le  sne  mire  acquétte  4* 
siologiéo  scopo  ,  ed  abbia  iìivecé  incorso  nel  rianpro- 
vero  del  sig.  Boudlaud  d'avere  astrattamente  ooDaide** 
rato  il  cervello  in  istato  d' infiamofiazione  y  ed  a  ^[aesta 
aitiibttito  la  stessa  ideiitità  de*^  sintomi^  qualunque  ne 
sia  la  parte  dalla  flogosi  affetta  j  mentrechè  il  lodato 
sig.  Bouiìktud  appli(Sat08Ì  al  medésimo  genere  di  ricer- 
che gli  parve  d' aver  potuto  constatare >  che  la  sostanca 
cinica  presièda  ai  fenomeaì  *^  intelietmali ,  e  la  midol* 
lare  ai  movimenti:  che  i  talami  ottici  -trasmettono  e 
dirigono  i  movimenti  delle  membra  superiori,  e  che 
una  tale  facoltà  è  riposta  nelle  circonyolo£ioni  della 
parte  mezzana  posteriore  dell'  emisfero  opposta^  perchè 
In  disorganizzasione  di  q^sta  dètepmiiia  in  quelle  mem- 
bra la  paralisi  \  siccome  lai  facoltà  del  moto  delie'  in- 
leriori  ne  riconosce  la  sede  nelle  circonvoluzioni  ddU 
parte  meszaoa  ed  no  po' anterióre  del  Cervelli,  fttì» 
stesso  motivo^  che  la  paralisi ^  la  rigidesza  e  le .  loro 
convnlsioni  accompagnano  le  lesiooi  d»  quest0:.parti: 
ehe  i  lobi  anteriori  del  cervello  siano  l'^organo-  del 
linguaggio  articolato  e  della  memoria.  ^ 

Lungi  noi  dal  ritorcere ,  e  co&teinder^  al  sig.  Bouil^ 
land  il  merito  d'una r:sl  importante  scoperta ,  porgiamc^ 
caldissimi  voti ,  cbe  per  le  sne  nifatomicorpai^logiche 
kjceithe  «compajàtao.  una.  volt»  queMe  inaupfirabiU 
difficoltà,  che  si  incontrano  tuttodì  nel  determÌQiini  ìm 
vera  sede  dfllc  dive)rae.fii5i^tà  dell' animai,  giaoebèj^ 


ora  naU*ftlltt»  ti  sa  fii  positivo  ^  se  non  che  quelle  dei 
i.'*"' ordine  s* esegniscooo  nelle  fiartì  inleriori  e. poste- 
riori del  cervello  ,  primie^ameoie  perchè  sono  le  ptine 
a  cotDparire  nell'  emhrìone ,  e  che  meno  vnnno  sog- 
gette'a  grandi  vartaaiooi  nelle  varie  classi  d'aMnali; 
oltreechè  i  vari  cimenti  cui  furono   qaeste  sottoposte  f 

m 

specialttienie  i  talami  ottici ,  le  prominenze  bigeoielle  >  ^ 
corpi  ftiriati,  il  midollo  allungato  ed  il  cervelleito^  che 
lesi  dierobo  segni  d*  alteraaione  de*  moti  mnseoUri^:  le 
fnnaioni  all'  opposto  le  pih  nobili  ^  del  i  P  ordine ,  cioè 
le  spiritnali  ,  verìsimilente  provengono  dalle  perii  aa« 
perfori  ed  anteriori -dèi  cervello.'  Lasciando  noi  in  àU 
sparte  le  tante  agitate  qnisttoni  di  Lorty  ,  di  Lecai^ 
deU'  AOerOf  di  Boerhaawe ,  di  Caldani ,  se  competa  o 
no  alla  sostanza  cerebrale  la  sensibilità ,  e  se  alla  cor- 
ticale esclosivamente ,  «od  alla  midollaae  appartenga  ;  e 
le  opinioni  di  Vécq-d^-Azit ,  di  Qatty  dt  Tiedenumn^ 
di  fF'entelf  se  considerar  si  deM>a  la  sostanza  cinerea 
atta  solo  a  difendere  gli  emisferi  dall'  impressione  delle 
pareli  ossee  ^  e  di  dividere  fra  loro  le  fibre  midollari  jy 
o  se  qoal  organo  di  creasione  della  midollare ,  o  se  di 
nntrisjoae  ;  o  finalmente  se  in  essa  si  eseguiscano  quei 
cangiamenti  spirituali'  corrispondènti  ai  cangiamenti 
materiali  j  de'  qnali  la  sostanca  midollare  non  ne  sa- 
rebbe che  il  «olo  veicolo;  rimarcheremo  noi  soltanto 
con  ér.  P.  lìiekel  essere  probabilmente  neceesarìa  la 
presenza ,  I'  accopinamento  ,  e  la  reazione  di  qneste 
dne  sostanze  pél  conseguimento'  dr  certe  asioni  vifnit. 
Ma,  fra  le  tante  incertezze  potrà  f  anatomia  patolo- 
gica spargere  quella  luce  che  ili  vono  si  attende  dalh 
lisioloiHi? 
•lillMUBt^  di,  grazia,  per  poeb  «Ma  AiiAMe  e  ce»* 


\ 


plk^allteioia  &uutlara  del  i;erv«llo^  a)U  cMittoione  ddit 
9tte  fibre  i  ed  air  omogeaeità  de'nioi  tessAtii  ed  ia 
ispecie  del  midollQ  allungalo ,  di  qoel  centro  della  seti-' 
fibilità  f  di  qnel  nodo ,  come  s*  esprime  V  illag.  nostro 
Bolkuuiùrj  che  riunire  gli  organi  tiiui  ddla  vita  con 
quelli  destinali  alP  .esercijEio  d^^  Inntioni  animiali  ^ 
formato  dalle  radici  di  tutti  i, nervi ,. dalle  fibre,  e' dai 
fili  midollari  j  di  cui  sono  componi  il  midollo  spina- 
le, il  ^err^etletio ,  e  gli  emisleri,  in  cui  ripone  il  lo* 
d^lo  Professóre Jl  sepsorio  copione,  si  scorgerà  per 
quest'anatomica  disposiaiooe ,  che  tutte  queste  parti 
cesi  intiniameote  coUegate  cospirar  devono  al  oMdesimo 
acopOy  «d  ogni  benché  menooM  loro  alterazione  don 
pile  non  rompere  «  distrugere  qudr  armonia ,  quel 
wiceiidevole  contrailo  indispensabile  pél  perfetto  eser* 
ciaip  delle. altissime  loro  funsioni 

Qual  soccorso  sperar  si  potrebbe  dalla  patologia ,  se 
tocco  un  qualche  organo  del  cervello  da  fiogosi  non 
piiii  y  intiera  si;ia  oiole  restarsene  muta  ^  ed  insensibile 
a  questo  morboso  lavorio  ?  Forse  che  al  cervello  estra* 
noe  «ono  queÙe  stesse  leggi  »  -cui  soggiacciono  gli  altri 
organi  del  corpo,  la  di  cui  flogosi  estende  «Ile  parli 
coutinn^  e.  contigue  le  aue  irradiaaioni?  Qwal  soccorso^ 
se  la  paralisi  ^  le  convulsioni  e  ia.  flaccidezca  >àccom^ 
pagvar  «sogUono  i*  r^amipollimeiiti ,  e  la'  disorganizaa^ 
dooe  di  qualunque  paf te  del  cei^rello ,  ad  delusione 
d4  cQipo  calloso,  dalle  volta  a  Ice  coloiUie  e  del  sett% 
lucido.^  conia  cpBsta>  dàlie  a  bella. posta  trasunraie  os^ 
servaaioDÌ?  Quali  induzioni  tram  ai  pódrebbero  favor 
rivoli  alla  datar mjoaaione  dilla  sode  della  memoria , 
della  loquela»  dell' ioleodimooto  ecc«,so  le  malattie  co>^. 

f#b^i,  massime  le  acuts^  ii%«  otti  ymm^  disgimto  dallst 


55i» 

loro  ab^rrtslone,  e  lesi  vidde  persino  (no.  6  eLtt.^  3>'  ) 
lo  spappolinieato  del  lobo  siaiftro  del  cerrellétto ,  es- 
sendo sani  gli  emisferi  cerebrali ,  ed  appena  injjettata 
raraehnoide,  produrre  l'emipiegià  delialò  destro  ,  la 
paralisi  ddla  palpebra  e  dell*  occhio^  con  appassimenti) 
del  "g^oboy  raboMcroned^ì' intendiménto^' e  la*per/etta 
afonia  ?  Pinalmenie,  se  in  nlnh  caso  ebbe  prinoipiò  la 
paralisi  dall'  estremitk  inferióri ,  ma  poi  sempre  dal 
'braccio y  oppure  la  emiplegia?  Ma  veh!  qnal  bÌ2sarro 
ed  incomprensibile  contrasto  ne' fenomeni  morbosi  che 
da  alterazioni  di  rapido  corso  provengono^  oppone 
dalle  lentamente  preparate^  le  quali ' ancorché  tàtesis- 
snàe  e  profonde^  e  persino  l' ossificasione  perfetta  del 
cervdlo>  come  si  raccenu,  non^^dinrono  segni  della 
loro  esistenza  ch<$  pochi  giprnt  prima  delia  morte!* 
Opporrannosi  pertanto  a  questo  fisiologico  risultato 
i.^  La  duplicità  e  la  simmetrica  disposiaiona  «degli 
emisferi  y  per  coi  ^iffioilmente  si  pub  apprezzare  sino 
a  qnal  punto  le  lesioni  di  nno  non  iodocani^  alcvii 
iooooveóieote  nelP  altro  ,  e  viceversa  ;  qual  grado,  di 
lesione  non  potranno  usi  vicendevolmente  'comoiiì- 
carsi.       • 

x^  Che  non  si  conosce ,  come  osserva  G.  F.  M^ 
M,  tino  a  qual  punto  supplirsi  -  non  possano  récipro- 
eamenie  le  divarsa  parti  del  eartéllo,  formato  d'un 
tastato  qnati  boifermc  ,  ed  omiogéneo  p  inentrècbè 
•egli  orf;ani  dtiferantetneote  organteaati,  cotae  la  tvke^ 
i  reni,  il  oaifala.in^slinale,  i  poImMl,  là  mammelle, 
il  peritoneo  eaiatiU  soppllr^isi  possonó-a  vicenda. 
.  5.^  CIm  non  si  possono  calcolare  le  alterazioni'  pa- 
tologiche del  •  cervello ,  porche  ^rosimilmente  non 
^<atte  cofisittoùo  me  aamittoltigiento   ^n 


i  UUgaà  6  di  )>•$  t  6  adi'  Inddrimentù^  6  delle  emor« 
<rigie,  o  nelle  #0ioplicl  iojeùonì  san^aigae,  e  èbe  esi- 
Her  possono  ben  altre  nelle  parti  attigue  e  cantinati  aen^ 
sii  the  si^bo  ali*  octhio  visibili.    '^ 

4-^  ^^^  "^^^  sedipre  maùifestansi  le  afiezioni  òere^ 
t>raU  c6ftl  sintomi  in  ragione  della  lord  gravézza,  é 
tbe  nna  malattia  pnò  renderei  in  breve  tèmpo  faneUai 
sèiiza  lasciare  traccìe  sensibili  d'organica  alterazione. 

S.  Che  la  contemporanea  esistedza  delle  affezioni 
dellf  menihgi  colle  alterazioni  a^l  cervelli  ^  e  partico- 
larmente deir  àrachnoide,  grandemente  inflaisconio  sulla 
*j)rodi]ii6ne  di  stmomi  cerebrali  ;  giacche  P  arachnitè 
'pnj»  simulare  là  pie  grave  cerebrite.  ^ 

6»^  C!h^  pile  /veoH-é  sioi^atieatiienté  leso  il  oérvetlo  , 
fd  offrire  pna  serie  di  fenomeiii  cerebrali* 

^.^  Finalmente,  che  la  rapidità  od  il  ti^o  cronica 
della  malattia  inducoho  nna  notabilissima  modificàzio- 
ne  nelt'  apparato  sintomatico. 

Cònchidciiamo  :  le  misteriose  opéraizioni  del  cerveiy 
sond  sempre  da  valutarsi  ed  in  qualunque  circostanza^ 
Vna  perdere  non  si  deve  di  vista  la  grandissima  dif* 
feretiza  che  passa  tra  il  cervello  sano  ed  il  cervel'*' 
lo  ammalata;  egli  è  possibile  che  col  progresso  del  teni' 
|)o  le  nostre  Cognizióni  su  qnest'  organo  saranno  piii 
estese  e  più  precise  se  Si  scopriranno  quelle  vie ,  che 
d  giÉidano  alla  scienza  di  interrogale,  dj  sorprendere 
e ,  per  dir  Còsi ,  di  costriOgere  la  natura  a  svelarci  1à 
propria  stia  essenza  ^  ma  difficilmente  giogiìerì'  l'àna"* 
lomì'a  patologica  a  farci  più  istrutti  in  questo  genere 
di  cose,  perthi  non.  isolati,  non  costanti,  e  efesio  con- 
Ctaddicentlsono  i  fenomeni  che  emanano  dai/e  di\rersé 
/ilterazioni    coi  vatf^o  j   divèrsi    i^r|aid   del   cervelW 

ÉLmàAtt  roL  XXXFUI.  a* 


35^ 

soggetti,  eosi  cbe  per  essa  udì  do^emo  '  vagare  ci^- 
«taotemeate  neir amplissima  sfera  delle  ipotesi,  delW 
analogie  e  delle  Terisimilitadioi.  Ma  venghiamo  allft 
Lettera  terza  CP^l^t* 


donsideratjons  sur  les  enfans  trouvés  dans 
les  principaux  états  de  l'Europe;  par  M. 
Beroiston  de  Chateaunevf.  Paris  1834* 
—  Considerationi  sugli  esposti  nei  prin^ 
dpali  Stati  (T  Europa,  Memoria  ecc.  (i)- 

XJi  sigg.  Duméril,  e  Coquebert-Monhrei,  nel  Rapporto 
sali'  enunciata   Memoria   dà    essi  letto    all'  Accademia 
Reale  delle  Scienze  di  Parigi  il  dì  29  deceinbre  18^4^ 
ne  ampliarono  la  parte  Storica ,  e  proposero  alcuni  ri- 
flessi f  o  modificazioni ,    particolarmente    intorno  a  cA 
che  risguarda  i  ragguagli  di  mortalità  deli'  età  infantile 
iù  generale,  e  degli  esposti  in  bpecie.  Per  evitare  l' in- 
conveniente  dì  ripetere  i  fatti   esposti  in  questo   Rap- 
porto ,  noi    Creduto    abbiamo  di  innestarli    nel    corpo 
istesso   della   Memoria  ^   onde  i   leggitori  abbiano  ,aa 
cenno  istorico  sull'argomento  il  piq  possibile  perfetto. 


{i)  4rt.%  cm^^caio  dal  sig.  doU*  Branca. 


^* 


555 

C  A  P  1  T  0  L  Ò     r.^ 

DéW  epoca  della  fondazione  degli  Óspizj  pei  fancitdli 

ìobhandonati  in  Europa. 

La  Natura  destinò  tutto  per  T  .aoino  ;,  dessa  Io  ha 
costituito  il  padrone  della  terra.  Lo  stato  sociale  lo  ha 
privato  di  tatto.  Per  efletto  di  questo  stato  l'uomo 
possiede  nulla  ;  egli  deve  comprare  V  abito  che  Io  co- 
pre, l'alimento  che  lo  nutre  e  quasi  l'aria  ch'egli 
respira ,  ed  ogni  qualvòlta  non  abbia  con  che  pagare 
questi  beni  naturali  j  egli  è  povero  relativamente  a 
quelli  che  hanno  i  mezzi  onde  procurarseli.  Questi 
ultimi  usano  di  tutto  senza  moderazione,  e  senza  rite*» 
gno,  dal  elle  nasce  la  dissolutezza.  Cosi  la  depravazione 
è  l'abuso  delle  naturali  inclinazioni^  e  la  povertà,  1' ef« 
feito  della  condizione  sociale. 

Il  libertinaggio  però,  e  la  miseria  hanno  ciò  di  co- 
mune, che  egualmente  concorrono  a  corrompere  il 
cuore ,  a  avvilirlo ,  a  inaridirlo.  Si  strugge  in  lui  ogni 
affetto,  ogni  sentimento  in  lui  si  estingue.  La  stessa 
voce  della  natura,  rimane  muta,  soffocata  e  vinta  dal  bi- 
sogno, o  indurita  dal  vizio;  una  madre  non  ha  sì  tosto 
dato  alla  luce  nn  bambino ,  che  da  se  lo  allontana  ^  ed 
alla  pubblica  pietà  lo  abbandona. 
'  In  tut^i  i  tempi  e  in  tutt'  i  luoghi  la  dissolutezza 
e  la  miseria  furono  le  cagioni  dell'  esposizione  deji 
bambinL  Anticamente  questi  infelici  si  deponevano,  la 
Dotte,  nei  templi,  sui  mercati >  agi'  incrociamenti  delle 
strade,  nei  luoghi  pili  frequentati.  In  Atene  si  esponeva- 
no presso  adi  un  edificio  chiamato  CinosargOy  ^d  in  Ro- 
ma a  pie  di  una  colonna  ricino  al   mercato  dei  lega- 


556 

mi ,  d' onde  forse  ba  io  seguito  preso  il  nome  colon- 
na Lactaria.  ^ 

L' esposisione  dei  bambini  non  aoppone  sempre  de« 
gli  stabilimenti  per  ricoverarìi,  ed  egli  è  incerto  se 
di  questi  ne  esistessero  anticamente. 

Le  pijme  traccie  delle  disposizioni  legislative  risgnar- 
danti  ai  bambini  abbandonati  da  loro  genitori ,  s'ini- 
contraoo  ne*  primi  tempi  del  cristiadesimo ,  sotto  gU 
imperatori  romani.  Prima  di  queit'  epoca  j  la  paterna 
podestà  non  avea  limiti.  Il  genitore  al .  nascergli  mi 
figlio  era  arbitro  di  allevarlo,  ciò  che  cbiainavasi  lot- 
lerCf  o  di  farlo  esporre ,  ed  in  ciò  i  romani  comper- 
tavansi  come  i  greci.  Un  figlio  stato  esposto  si  ritene- 
va appartenere  a  chi  lo  avea  raccolto ,  almeno  sino  a 
che  il  padre  naturale  non  lo  richiedeva  ;  nel  qàal  caao 
veniva  restituito  al  genitore,  coltro  il  riibborso  della 
spesa  sfatta  pel  di  lai  figlio  ,  e  piò  soventi  ancora 
,aenaa  di  qoerta  condizione.  Egli  è  facile 'immaginare^ 
ehe  tale  circostanza  distoglieva  molle  persone  dal  prenr 
dere  cura  degli  esposti. 

n  primo  pawo  verso  un  migliore  ordinamento  di 
cose  fu  una  costitnzione  dell' anno  33 1,  per  la  qoale 
1*  imperatore  Costaniino  dichiarava:  che  chiunqne  avea- 
ae  raccolto,  ed  allevato  un  bambino  d>bandonato  dai 
suoi  genitori,  avesse  diritto  di  tenerlo,  sia  come  perao- 
aa  libera,  sia  come  schiavo  senza  che  gli  stessi  geni» 
tori  potettero  ridomandarlo.  La  stessa  disposizione 
fu  dagli  imperatori  '  Onpno^  e  Teodosio  applicata  ai 
padroni,  che  avessero  fatti  esporre  i  figli  de'  loro 
«chiavi.  .Niillum  ,  dominis  yel  paironis  ,  repeiendé 
adiutm  reHnquùnuSf  si  expositos  quodam  modo  aà 
niori€m    volunias  |  misencordiiw  amica  ,    conegerit  : 


357 
nec  enùn  dkere  suum  poterti  quem  pereuntem  con' 
temp^. 

Costantino  avead'  altronde  cercata  di  prevenire  T  ab- 
bandono de'  neonati,  ordinando  a*  sodi  rappresentanti 
in  Itaik  ed  in  Affrica  che  soccorressero  anche  col  te- 
ioro  di  lai  particolare  que*  genitori^  i  qoali  per  indi- 
genza fossero  inabilitati  a  nutrire,  e  vestire  i  loro  fi- 
gliuoli^ addncendo  per  motivo ,  ijuod  abhorreai  no- 
wirù  morbus ,  ut  quem^tsam  fama  con/ibi ,  ve!  ad 
indignum  fadnm  proruntpere  concedatur.  Aggiungeva 
V  imperatore,  che  que*  soccorsi  doveano  essere  pronti, 
attese  che,  è  detto  nella  sna  costituzione ,  che  educa- 
fio  nascentis  iafantiae  moras  ferre  non  potest, 

yahntìniano ,  Valente,  e  Graziano  dichiararono: 
unisquisque  soòolem  suam  natriat  ;  qtsod  si  exponen- 
dam  puiaveritf  animadversioni  quae  constituta  est, 
suèfac^it.  Appoco  appoco  1'  esposizione  dei  figliuoli  fa 
pareggiata  aM*  infanticidio^  ed  alla  fine  del  secolo  XH 
ai  trova  la  seguente  sentenza  emessa  da  un  Ginrecon- 
solto:  Necare  videtur^  non  tantum  is  qui  partum  per^ 
focat^  sed  is  qui  alimonia  denegat ,  et  is  qui  publicis 
locis  exposmt. 

Finalmente^  Giustiniano  abolì  del  tutto  la  servitk 
che  sino  allora  avea  pesato  sai  figli  abbandonati.  Ecco 
le  parole  di  questa  memorabile  costituzione:  Sancimus 
nemini  licere  puerum  fexpositumj  in  suum  dominium 
vindicare ,  sive  nomine  domìnii ,  sive  ascriptitiae  ,  sivè 
colonariae  cortditionis,  Sed  hi  qui  ah  ejusmodi  homi" 
nibus  educati  sunt ,  l&eriy  et  ingenui  appareant ,  nulla 
nfocida  servitutts  imbiai.  Al  che  lo  stesso  Imperatore, 
nella  soa  Nov.  54  9  cap.  11,  soggiunse:  Etiamsi  certam 
quamdam  probationem  petitpr  habeat,  qua  ostendat 


358 

éjasmodi  pefrsotutm  ad  sttum  pertinere  domìnium,  Qd^ 
sta  legge  y  che  fa  epoca  oeì  fasti  dell*  amaoìtà  ,  fii 
divolgata  i'  aano  53o  dell'  era  cristiana.  ' 

Il  Legislatore  non  poteva  però  dissimulare  a  se  stesso^ 
che  col  rendere  liberi  i  figl)  esposti,  egli  aameotaTa 
forse  la  probabilità  del  totale  loro  abbandono.,  potdiA 
coloro,  che  ti  raccoglievano  per  sola,  vista  d'interesse, 
per  farne  cioè  seivi»  o  schiavi^  avrebbero  potuto  di* 
itogUersi  da  tale  uffizio;  ond'è  presumibile ,  che  la- 
Stesso  Imperatore  st  fosse  proposto  di  aggiungere  al 
beneficio  della  libertà  quello  dell'educazione  a  spese 
del  tesoro  pubblico ,  o  di  quello  della  comunità ,.  e  elle 
dal  mandare  ad  effetto  sì  fatto  divisamento  siane  stata 
impedito  dalle  lunghe  guerre  ch'egli  ebbe  a  sostenere. 

Stando  a  alcune  leggende  e  alle  costituzioni  di  Carlo 
Magno  y  egli  parrebl^e  che  in  Francia  già  vi  fossero  ««ili 
pei  trovatelli  nel  medio  evo.  SuU' autorità  della  'vit« 
di  San  Mainheuf^  si  cita  quello  che  qdesto  Santo 
avrebbe  fatto  fabbricare  a.  A.ngeri  nel  654 9  egualmente 
cbe  lo  Spedale  di  San  Spirito,  fondato  a  Montpelliec 
nel  1180  da  Guido  ^  6glio'.^i  Guglielmo.,  Coiste  di 
quella  Città ,  il  quale  fu  pure  l' institotore  dell'  Ordine 
di  San  SipirUo^  i  cui  Membri  erano  destinati  a  pre- 
starsi in  servizio  di  detto  Spedale.  -   ■^ 

Il  Conte  fu  chiamato  a  Roma  dal  Pontefice  Inn<H 
cenzo  III  per  assistere ,  come  grande  Maestro  deli'  Or-i 
dine,  ad  uno  stabilimeoto  dello  stesso  genere,  deeonii* 
nato  Santa  Maria  inSassiia,  Almeno  egli  pare,  che 
l'ospedale  di  Montpellier  raccogliesse  fin  d^ allora  i  tro« 
vatelli,  anzi,  secondo  alcuni^  fino  dal  1180,  La  storia 
riferisc2  che  Papa  Innocenzo  IJI^  ayendo  saputo  che  certi 
peicatori  aveqine  cavato  fuori   dalle  acq^e  i  cadaveri 


559 
il  molti  neonati,  destinò  immedìataiiieote  nel  ci(ato> 
Ospizio  òi  San  Spirito' j  che  io  quel  teoipò' egli  faceva 
restaurare  e  ingrandire ,  un  casamento  per  ricevere  6oo< 
tovaidii;  casainento  ^he  prese  il  noine  di  Cometyato» 
rm  ditta  Ruota,  dalla  ruota  nella  quale  si  deponevano 
i .bambini. . 

Nel  Secolo  XIV  fu  fbndato   in  Fiorenza  il  ma;gi|i- 
fico  Ospitale  degli  ^Innocenti*   In  Francia ,   anclie   nel 
Secolo  XV  ,  «i  era  più^  in  indietro  che  in  lialia,  Sottq 
Carlo  VII/  nel  i445  >  un  Procuraiore  del  He , ,  nella. 
giurisdizione  di  Parigi,  avendo  tentalo  di  far  ricevejre^ 
nello    Spedale  di  San  Spirito  i  bambini  esporti  ,  jpoa 
potè  riascirvi  ;  air  opposto ,  leggesi  nelle  lettere  t)a|enti 
del  Re,  che  l'Ospitale  di  San  Spirito  in  Parigi^  fon: 
dato  nel  i^s,  non  dovea  servire  che  ^  raccogliere  or* 
fatti  nati    da  legittimo   matrimonio  5    e    quanto  ai,  fan- 
ciulli ritrovati ,  ed  incogniti ,  voleva  che  si  continuasse 
solamente  a  questuare  sulla  porta  della  Chiesa    Catte- 
drale di  Parigi,  e  a  gridare  pubblicamente  a  chi  pas- 
sava avapti  il  rìcoverp  degli  esposti:  Fate  ^el  b^ue  ai 
poveri  trovatelli  —  per  impiegare  a  favore  di  questi  le 
limosine  provenienti   da    tali    questue:    aggiungeva    il 
fi.e,  che  obbligando  il  detto  Spedale  a  ricevere  i  tro- 
vatelli insieme  cogli  orfaoeUi ,  crescerebbe    tosto  a  d> 
amisura  il  numero  dei^  primi ,  stantechè  molte  persone 
si  .darebbero  più  facilmente  al  peccato,  in  veggeudo  i  ba- 
stardi essere  nutriti ,  e  che  con  ciò  venivano  esentuati 
dalle  pròne  spese  ed  incomodi  che  richiede  la  prole  )» . 

Siccome  però  queste  limosine  erano  probabilmente 
insufficienti /si. è  immaginato  di  imporre  ai  Signori 
delle  terre  1'  obbligazione  di  far  nutrire  ,  ed  allevai*e  i 
fanciulli  esposti  nelle  loro  rispettive  giurisdizioni^  il  che 


?6o 

^  quanto  fece  il  PjtflanieQto  eoo  diverse  or^tóaiize  ,  , 
fblie  qaali  la  piii  antica  seml^ra  del  i3  agosto  i55d  (i). 
Oltre  di  ciò  9  coqfie  sì  è  detto,  F  esposizione  dei  btoi* 
)>ini  era  stata  anoovei^ata  tra  i  dritti,  eh^  la  giustizi^ 
poniva  se?eraaiente;  ed  in  fatti ,  la  pvobabiUtk  di  vita 
per  queste  innocenti  vittime  era  si  debole  ,  che ,  ri-* 
^etto  a  criminalità,  non  yt  avec^  che  poclìiesim^  dif- 
ferenza tla  r  esposizione  e  lUafanticidio.  Con  tatto  ei&y 
}il  slessa  severità  della  legge  impediva  '  eh*  essa  fosee 
regnila.  Egli  era,  infatti,  da  temersi  ch^  si  confdndesee 
)' abbandono  y  prodotto  dalia  misena,  coli' abl^ndoaa 
premeditato  ,  é  ohe  colla  mira  di  proteggere  i  baoibl* 
^ì,  f^ì  facesse  si  che  si  abbandonassero  a  certa  morteu 
Si  pretende  ehe  nel  Secolo  XYI  $i  ricevessero  glj 
esposti  ili  uno  Spedale  di  Lhine  ;  ma  in  Parigi  non  fa 
phe  nel  ^  658  che  sì  comippib  ad  occi|parn  ^efBcacfh 
fnente  di  questi  infelici. 

V  IL'.'    'l'V   II     'J.   >'       u  '  '  "Ji.     ■      tj  J'  .      ■■  Il  II  1,11  1 

(i)  Un  decreto  del  Parlamenta  éfi  PùrijgtdBl  f&6i. 
prdina  ai  Signori  di  nutrire  $  fanciulli  che  vpnàserot 
pipasti  nel  hfo  territorio^ 

pliche  oggidì  nel  Nord  dell'  Europa  Si^siste   ifia 
fonsimde  legislauone. 

In  4ustria,  ciascun  proprietario  paga  i^J^rhii  ai* 
V  Ospitale  che  riceve  i  bambini  abbandonati  sul  ptro» 
vrio  territorio,  I  costumi  del  medio  e\fo  furono  pres- 
sappoco gli  stessi  dappertutto:  dappertutto  erano  schiavi 
p  padroni y  vassalli  e  signori:  tfuindi  dappertiUtct  le 
l^gi  medesime  j,  le  medesime  obbUgaxior^^ 


96t 

Uoa  vedova  eariiatcvole ,  di  cài  non  ci  è  stato  4ra-> 
.cme&so  il  nome,  ajatata  Ha  ^dne  fantesohe  fa  in  Pa« 
.rigi  la  prima  a  pigliarsi  f  assunto  di  ricoverare  qnegU  e- 
sposti,  che  a  lei  inviava  la  Polizia^  ma  i  mezzi  di  cui  po- 
teva disporre  erano  si  tenni,  la  sua  abitazione^pella  par- 
rocchia di  San  {jandrj  così  ^strettii,  che  era  obbligata 
di  scegliere  a  sorte  quelli  che  dovevano  essere  ritennti 
da  l^i ,  e  quelli  cl^e  si  dovevano  di  nuovo  esporre^  a 
meno  che  non  si  fosse  trovata  qualohe  persona  ch^ 
avesse  voluto  incariciirsiene. 

Finadmeele  j^  un  eroe  della  religione ,  e  dell'  umani* 
iÌLy  l'illustre  Vincenzo  da  Paola,  il  quale ^  coll'a|ot# 
delia  signora  Legras  j  nipote  d^  guarda-sigillt  Mari^ 
iaCj  fino  dal  i653  avey^  posto  le  fondamenta  della 
ammiranda  Congr^gasioDe  delle  suore  della  carità»  rivoU 
se  ìq  zelo  ardente  di  questa  dama  anco  a  profitto  4®* 
gli  esposti.  In  sulle  prime ,  dp^ici  di  questi  esposti 
venivano  ricoverali  in  un^  casa  de|  sobborgo  di*Sai| 
Vittore  I  ove  le  suore  della  carità ,  ^  1^  signora  l^Cf 
gras  f  loro  S|iperiora ,  ne  prendevano-  cura }  ma  •  coma  ' 
il  numero  andava  sfs^pre  crescendo,  non  fu  diflSdled 
detto  Santo  4'  indo  rre  colle  sue,  calorose  sollecitasJQtf^f 
eaiandio  le  signore  caritatevoli  della  capitale  a  cour 
correre  allo  sostentamento  di  quegli  infelici  {}),  , 

(i)  Secp^iiQ  il  ^%.  Di  Chateaiipeu^  ^arebbfi  siata  Iq 
stessa  pignora  Legras  >  che^  senzc^  F  opera  di  San  Vi- 
cenzO;r  àitrebbe  destinata  una  casa  di  Ricovero  per  gli 
esposti  nella  parrocchia  di  $an  litndry,  denominata 
Casa  per  partorire,  jiggiunge^  che  orrièi^  oBasi  s' era^ 
no  ben  tosto  introdoui  in  q^eW  asilo-*Si  scopri  che  le 
^prvenff  vendevano   i  bambini  20  sold^  t  uno ,  perrf 


362 

Laigi  SITI  assegni  a  qaella  casa  ana  rendita  aofiaa 
ài  4,000  franchi  nel  i64i^*  ^Dopo  la  morte  di  questo 
sovrano,  la  vedova  di  lai ,  jinha  é[  Austria^  Reggente, 
aggiunse  alla  detta  rendita  un  annuo  assegno  di  8,000 
frane  osservando  che  mediante  i  soccorsi  dati  sino  a. 
qaell'  epoca  ^  e  le  limosine  dei  particolari ,  la  maggior 
parte  degli  esposti  venivano  allevati;  e  che  in  allora 
se  ne  contavano  più  di  4^0  viventi.  * 

Loigt  XrV  ha  investito  di  lettere  patenti  lo  stabili- 
mento  degli  esposti  in  Parigi  ,  e  lo  ha  dichiarato  ono 
degli  spedali  di  qaella  capitale.  E  siccome  la  saa  do- 
tazione non  ammontava  che  a  12,000  franchi  di  ■  ren- 
dita ,  mentre  che  le  spese  ascendevano  a  40,000 ,  il  re 
esortava  le  soore  della  carità ,  e  tutte  le  dame  di  Pa- 
rigi, a  continuare  il  loro  «do,  ed  i  loro  soccorsila 
vantaggio  degli  esposti. 

Nel  1750,  per  le  sollecitudini  del  re  di  Napoli, 
Carlo  III ,  si  eresse  in-  qoeUa  capitale  la  casa  degli 
offimelli  Gonosdnta  sotto  il  nome  di  ASber^  dei  poyeri. 

la  Inghilterra*  nel.  17 13,  il  celebre  Adàison  recla-  . 
aaava  ancora  invàno  ne'  suoi  giornali  un  asilo  per  gli 
esposti,  e  non  fu    che  nel    1739   che  un  negoziante. 


> I  ■   »i^»<ii<i^i»i 


eie  servissero  a  operazioni  dC- magìa,  e  a'  altri  col- 
•pevoU  usi.  Non  sembra  credibile  che  tali  disordini  po^ 
iessero  aver  luogo  in  uno  stabilimento  diretto  da  una 
signora  di  qualità  distinte'^  meno  poi  se  sorvegliato  dal 
sudàrio  San  Vincenzo.  Forse  gC  inconvenienti  accen- 
nati, poterono  aver  luogo  nella  -casa  di  ricovero  aper- 
ta antecedentemente  dàlia  vedova  rimasta  ^anonana,  S' 
della  quale  n^if- fanno  parola  che  i  Relatori  nel 
loro  rapporto^  v .  ,   .       Bc»        . 


\   I 


363 

cbiamato  Tommaso  Corame  pr^entò  al  re  GioKgio  II 
un  memoriale  nel  qaale  perorava  per  la  Ibodasiona 
^  un  ospizio  a  favore  di  quegl' infelici.  Mólte  signore 
si  affrettarono  di  sottoscrivere  a  tale  domanda,  e  fra  esse 
si  distinguono  i  nimù  di  Richmond  ^  d  Esse» ,  d  Aiy 
gylCf  di  ChandoSy  Ai  Marlboroug^.e  di  MorUagu,  Lo  sta- 
bilimento fu  reso  capace  d'intralteoece  4oo  figli.  Il  pit^ 
toro  Hogari  non  isdegnò'di  ornarlo  di  molti  quadri, 
ed  il  &i|ipso  Handfil  gli  regalo  T  organo  della  cappella. 
Kè  il  zelo  di  costui  si  Jimitò  a  quelsto  >regalo ,  il  qua- 
le sarebbe  stalo  infrulluoso.  per.  chi  lo  ricevette,  se. 
non  vi  avesse  aggiunto  il  beneficio  .del  suo  .oratorio 
del-  Messia  ^  di  cui  egli  stesso  diresseJ'.esecuzioqe.  Plb 
volte  di.  seguito  ripetè  egli,  .qiiiest'  opera  caritatevole , 
la  quale  profili^  allo  jStabilimAnlo  nascente  una  somma 
di  circa  aoo,ooo  franchi. 

L'  ospitate  degli  esposti  d'  Aqiburgo;  non  data  che 
dal  1795.  Vi  $i  ricevettero  a  quell'epoca  i38  bambir 
ni.  Nel  1799  ne  .esistevano  600.  , 

Nel  1780  in  Vienna  non  eravi  ancora  una  casa  per 
gli  esposti^  quando  Giuseppe  l(  destinò  per  essi,  e 
per  1^  gravide,  un  asilo  particolare  nel  gran^de  speda- 
le eh'  egli  faceva  costruire  in  allora.  Questo  riusci  uà  - 
immenso  locale  composto  di  numerosi  appartamenti 
divisi  da  in,  setie  grandi  corti,  e  che  comprende . cen- 
to updici  89iìe  f.  delle  quali  quaranta  .sono  destinate  per 
le  partorienti.  Vasti  passeggi  ^d  una  propizia  situazio- 
ne jBulle  sponde  d'.un  fiume,  concorrono  a  rendere  que- 
sto spedale  >uno  dei  più  belli  d'£uro{ia. 

L' ingresso  agli  appartamenti  delle  .donne  si  apre 
verso  la  campagna.  A  ogni  ora  del  giorno  o  della 
uotte ,  qualunque  siasi  donna,  maritata  o  nubile,  ricca 


364 

m  povera  At  fi  presenti  ,  viene  labito  ricevntn 
eocio  quel  ipialanqne  nome  che  più  le  piace  di  pren- 
derei ti  esige  però  che  il  vero  nome  sia  scrìiio  in 
un  biglietto  mggellato  di*  essa  diesila  entrando. 
Qnaodo  esce  le  si  reslitaisce  il  vigUetio  intatto:  non 
ai  apre  che  in  cas6  di  morie.  Molte  donne,  unitamen* 
«e  a  poesie  precanxioniy  kggfnogono  quella  di  presen- 
tarci air  ospiaio  coperte  di  nn  velo ,  eh*  esse  tengono 
per  tu^to*il  tempo  del  loro  soggiorno  nello  stabilimen» 
to;  e  questo  debole  ostacolo ,  che  la  vergogna  oppone 
•Ha  coriotitky  basta  per  conservare  V  onore  della  ma- 
dre, e  fors*  ailcora  i  gierai  del  bambino.  Tanto  a 
.Vienna,  quanto  a  Parigi  T ospiaio  delle  partorienti  è 
aeparato  da  quello  dei  bambini,  i  quali  si  trasportano 
in  quest^  oltimo  appena  nati ,  e  a  capo  di  alcuni  gior- 
ni sono  dati  a  balia  nella  campagna. 

La  casa  degli  esposti  in  Madrid,  detta  in  ispagnólo 
bi  Casa  de  la  Jncbssa,  è  mantenuta  da  un'Associazione 
di  nobili  dame.  Si  traftengono  in  essa  qae*soli  bam- 
bini che  sono  poitati  in  uno  stato  cosi  triste  da  non 
poter  essere  dati  subito  a  balia;  gli  altri  si  allevano 
in  Madrid  stessa,  o  nei  villaggi  dtnrorno,  sino  aH'età 
di  sette  anni  I^  spese  dello  stabilimento,  alle  quali 
concorre  la  sola  Associazione,  dalla  fine  del  regno  di 
Carlo  IV  ,  ammontano   a  200^000   franchi  per  anno. 

In  Lisbona  vi  sono  donne  incaricate  dall*  ospizio  di 
distribuire  gli  esposti  nei  circondar)  di  quella  capitale, 
le  quali  dònne  ordinariamente  li  portano  in  panieri. 
Pa  tal  costume^  secondo  il  sig.  Hauiefort  (1).  risulta- 


{1}  Coup  d'  oeil  sur  Lisbonne   et  Madrid   pag.   ao 


36» 

loflo  gravitfsinii  abusi;  anzi  tali  che  conduasero  al  pa« 
tibolo  i  loro  autori. 

Stocolm  possiede  pnrii  un  pspitio  per  raccogUerr 
gli  esposti  doToto  ad  tt«a  società  di .  beoefotlori.  La 
nascita  della  prÌDcipessa  Sofia,  sorella  di  Carlo  XIII , 
avvenata  Del  1753,  ne  diede  l'occasione. 

Berlino  deve  pure  ad  una  consimile  Società,  edalla 
generosità  di  molti  ricchi  particolari ,  uno  stabilimento 
per  quegl'  infelici,  senza  che  lo  Stato  ne  prenda  parte 
alcona. 

In  Russia,  Caterina  il  fa  la  prima  che  nel  1763 
abbia  destinato  iu  Mosca  nn'  ospiaio  per  le  donne  g^a-^ 
vide  p  i  bambini  abbaodonati,,che  dotò  di  !i5o,ooo  franCr 
presi  dalla  sua  cassa  particolare.  Paolo  I,  di  lei  figlio, 
fondò  un  simile  stabilimento  a  Pietroburgo.  « 

Capitolo    IL 

Numero  dei  bambini  che  si   ricoverano  negli  stabili^ 
limenU  pii  dei  principali  stati  e  città    di  Europa. 

In  alcuni  paesi  il  numero  degli  esposti  è  andato 
crescendo 9  e  cresce  tuttora;  in  altri  è  diminuito , 
e  in  altri  sembra  stasionario. 

et  seg.  «— «Seeomfo  questo  scriUore  le  Case  di  carità 
non  essendo  bastantemente  ricche  nelle  provihcie  lime- 
nUtrofe  alla  Spagna  per  addossarsi  la  cura  degli  espq* 
sti,  si  prendeva  il  partito  di  abbandonarli»  Il  ministro 
spagmiolo  Campo-Manés ,  informato  di  questo  disordù' 
ne,  spediva  segretamente  a  comprare  questi  bambini z 
si  vendevano  80  fr.  quando  avevano  avuto  il  vajttolo  j 
e  la  metà  solamenfe  nel  caso  contrarie^. 


S66 

Neir  Irlanda  9  il  termine  medio  preso  «opra  un  pe» 
riodo  dì  ao  anoi  (  dal  177 1  al  1991  )  era  dì  970;  dftl 
1781  al  1784  crebbe  sino  a  1^00;  al  principio  di 
qnesto  secolo ,  nel  i6o5 ,  il  nomerò  degli  esposti  moa* 
tava  ancora  a  1800* 

In  Inghilterra  y  nel  1752,  il  nomerò  degli  esposti 
nelP istituto  di.  Londra  (  che  non  era  stato  fondato  che 
per  40Ò  )  ascendeva  a  mille;  otto  anni  dopo ^ nel  1760, 
era  di  6^000.  A  qoest'  epoca»  la  casa  divenuta  troppo 
angusta  per  contenere  tutti  I  liambini,  che  si  porto*, 
vano  da  tutte  le  parti ,  divenne  un  vasto  cimitero  : 
per  diminuire  si  spaventevole  mortalità,  si  fa  obbligati 
di  erìgere  analoghi  Istituti  nelle  provìncie. 

In  Italia 9  Roma  non  conteneva,  verso  la  metli  della 
scorso  secolo ,  che  sei ,  o  settecento  bambini ,  che  si 
portavano  ogni  anno  allo  spedale  dì  San  Spirito.  Nel 
18 IO  se  ne  ricoverarono]  da  mille ,  a  mille  e  duecento. 

Ignoriamo  se  il  Portogallo  vegga  diminuirsi  od  ac- 
crescersi questa  sgraziata  popolazione;  in.  una  parte 
del  regno  y  nel  18 19  era  dì  5|6oOy  e  sembra  che  nel 
181 5  fosse  piii  considerevole. 

A  Madrid,  nel  1788  e  nel  1789  non  oltrepassavn- 
otto  o  novecento.  Attualmente  è  dessa  di  mille  e  cen- 
to^ termine  medio  preso  sopra  cinque  anni. 

Da  alcuni  anni,  all'  opposi  o^  ebbe  luogo  una  diminu- 
zione assai  notevole  in  quella  parte  della  Fiandra  e  del 
Brabante  conosciuta  sotto  il  nomadi  Belgio.  Dal  181 9t 
al  18 17  il  'numero  medio  nello  spedale  di  Broxellea 
fu  dì  55o;  nel  18 18  non  era  più  che  di  /fio^  e  tale 
era  ancora  nel  i8'ia. 

In  Francia,  l'esposizione  dei  bambini  va  sempro  cre- 
scendo^ segnatamente  nella  capitale. 


367 

PreDdendo  i  termini  meclj  di  dieci  in   dieci  anni  si 
ha  per  Parigi  la  serie,  seguente  : 


jinni        Esposti 


Armi        Esposti 


Dali64oali65o  .  . 
1660  .  • 
1670  •  . 
1680  .  . 
1690  '.  . 
1700  .  . 
1710  .  . 
1720  .  . 
173©  .  . 

Le  grandi  città  hanno  seguito  la  stessa  progressione 
della  capitale.  La  Francia  intiera  ,  che  nel  1784  non 
contava  più  di  4o>o<>o  esposti ,  ha  veduto  dopo  que- 
st'  epoca  aumentarsene  continuamente  il  numero. 


340 

1740  .  . 

2700 

340 

1750  é  . 

3400 

430 

1760  .  . 

4600 

740 

1770  .  . 

58oo 

noo 

1780  .  . 

^00 

Ì2100 

1790  .  . 

5700 

1800 

1800  •  . 

3900 

1700 

1810  .  . 

4400 

aioo 

1820  .  • 

4600 

Nd  1784 
1798 
1809 
i8i5 
1816 
1817 
1818 
1819 
Al   i.^  gennajo    1821 

1823 


ve  ne   avea 


\  • 


40^000 
5iyOoo 
69,000 
84y5oo 
87,700 
92,200 
98,000 
06,000 
105^700 
i38;5oo 


Da  quanto  abbiamo  potuto  raccogliere  relativamente 
al  numero  dei  bambini,  che  vengono  annualmente 
esposti  nei  principali  Stati  d'Europa,  egli    pare  che 


S66  .       ^ 

d«s9o  non  ofirétiasù  U  doeccnt*  trentt,  6  i  dueeedto 
ctnqttaBU  mille.  Disgraxmta  e  trista  generastone  di  et*' 
seri  iooocenti ,  che  la  sola  natnra  riconosce  ,  che  la 
società  respinge ,  e  che  la  morte  miete  a  migliaia  sen- 
za quasi  che  abbiano  vissuto.  Qaesto  numero  è  poco 
considerevole  al  certo  paragonato  a  178  milioni  d'  abi- 
tanti che  contiene  T  Europa;  ma  se  sì  .aggiungano  set- 
te, od  otto  cento  mille  «infelici  che  solfrono  negli  spen- 
dali ,  o  bogniacono  negli  ospiaj ,  sedici  o  diciassette 
milioni  di  poveri  che  vivono  delia  carità  altrui  (i)  ed 
nn  numero  ancora  pib  grande  che  con  dn  indefesso 
lavoro  riesce  appena  a  non  morire  di  fame ,  crediamo 
che  air  aspetto  di  questi  tristi  calcoli  1^  itamaginasiono 
piii  disposta  a  tutto  abbellire  durerà  qualche  &tica 
a  non  abbrunire  i  snoi  colori^  e  le  persone  felici  che 
troppo  fecilmente  credono  il  bene  di  cui  elle  gioisco- 
no sia  V  appannaggio  di  tutti ,  troveranno  argomento 
per  recedere  alquanto  da  questo  erróre,  tanto  fami- 
gliare all'opulenta,  ed  ali*  egoismo. 


■Him  I   >ww 


«  (i)  Seómido  un  coÌcqIo  ,  dice  U  signor  De  Chateau« 
aeuf,  dàlia  cui  esauezza  non  ci  comptomeuiamo  ^  d 
signor  D^Laborde ,  nella  sua  ecc^tienie  Opera  suUa^ 
spirito  di  assocnnione ,  eonta  un  miUcme  e  mezzo  di 
poveri  in  Jn^Uerra.  In  Olanda  ^  il  ministro  deW  inr 
temo  t  in  rn  rapporto  agU  Stati  Oenerdli  Jatto  net 
]8ao,  ne  portò  per  quel  paese  il  numero  a  cinque^ 
cento  mille.  Parigi  ne  c(mt'ene  novanta  mille,  P^iemui. 
trentaseue  milk ,  e  Berlino  venti  miUe^ 


S69 
C  ▲  p  I  T  Q  1.0    IIL    . 

Del  numero  dei  bambini  esposti  comparativamente  a 

quello  delle  nascite» 

Se  tatti  i  fatti  noo  fossero  eosi  difficili  a  raccogliersi, 
e  per  ciò  appaoto  taoto  negletti  ed  incerti ,  sarebbe 
nn  interessafite  prospetto  quello  che  presentasse  a  lato 
delle  nascite  di  ciascon  anno ,  il  damerò  degli  esposti 
io  quell'anno  istesso.-Lo  stato  delle  attuali  nostre  co- 
gnizioni non  permettendoci  di  offerire,  ai  lettori  questo 
prospetto  compiuto  y  noi  tenteremo  tnttavolta  di  riu- 
nire a  loro  vantag(rio  alcuni  elementi;  e  torse  coloro 
che  -pensano  che  i  numeri  non  abbiano  merito ,  se  non 
qnando  guidano  alla  scoperta  di  una  verità  morale  o 
fisica ,  ci  saranno  obbligati  di.  questo  lavoro. 

Il  rapporto  numerico  degli  esposti  colle  nascite ,  segue 
a  Parigi,  dappoi  un  secolo,  la  progressione  seguente: 

Anni  Nascite  Esposti  Proporu 

f^  per   loo. 


Dal  17  IO 

-r- 

al  17^0 

—      174,550      '— 

i7>*09 

— 

9>75 

1730 

—       189.8^0      — . 

21,590 

— 

11,37 

1740 

—       1 89,680      — 

27,480 

— 

14,48 

1750 

—     i94,Mo     — 

33,56o 

-- 

18,  il 

1760 

~     193,170    — 

45,810 

■  — 

23,71 

1770 

—     i88,58o    — 

58,ooo 

— 

30,75 

1780 

—     198,610    — 

65>68o 

— 

33,06 

1790 

—    200, 000    — 

^']À\o 

— 

28,70 

1800 

•^    318,320    — 

58,64o 

— 

«7*^9 

1810 

—    a  1 0,000    — - 

44iOoo 

— 

20,95 

i8ao 

—    223,910    ~ 

5o^25o 

.^ 

2*2,80. 

Annali, 

roi.  xxxrin. 

24 

^ 


5^0 

Fu  già  osservato  da  altri ,  che  fa  proporzione  ascese 
rapidamente  negli  nltimi  anni  del  regola  di  Luigi  XV. 
Essa  diminuì  di  due  terzi  e  più  sotto  la  Convenzio- 
ne, crebbe  di  nuovo  sotto  il  governo  imperiale,  e  sem- 
bra stazionaria  dopo  la  restaurazione.  Giova  però 
rammentare ,  che  tnttì  gli  esposti  riportati  tielP  ance^ 
cédetrte  prospetto  non  appartengono  esclosivamente  Ma 
sola  ciuk  di  Parigi^  concorrendone  dal  dipartimenti 
nn  numero  che  non  si  saprebbe  determinare  ia  modo 
esatto,  ma  che  non  si  crede  ammontare  all'ottava 
parte  della  totalità  annuale. 

Nel  i8ai  ,  sono  nati  nel  regno  «?i  Francia  932,r3o 
individui ,  e  ne  furono  esposti  32,85o  ;  il  che  costitui- 
rebbe la  proporzione  di  un  bambino  esposto  sopra  28 
nati,  o  di  3,53  sopra  100. 

In  alcune  delle  principali  Città  dell'  Europa ,  il  na* 
mero  dei  bambini  esposti ,  confrontato  con  quello  delle 
nascite,  oQre  i  seguenti  rapporti  ; 


NoMcUe 
medie 


'^         per  100. 


Lisbona  (dal  i8i5  al  1819.  )      7^00  3|o5o  26,28 

Madrid «     4»3<m>  i^ioo  !i5,58 

Koma  (  1801  al  1807.  )     •  •    4>^oo  1,300  217,90 

Parigi  (  i8i5  al  1821.  )     .  .  34^340  ^9070  30,91 

Bruxelles  (  i8i5  al  1831  )  •    3,3oo  479  i4,68 

Vienna  (  i8i5  al  1831.  )  •  .  12,800  1,900  37,94* 

Pietroburgo  (  nel  1830.  >  •  .    8,000  5,6oo  4^9<><^ 

Alosca    *.....    ^     .  .    6,890  i>90o  27,94 

Nella  ciuà  di  Ntz^a.      .     .  .     3,3oò  1:00  6,o& 

Nella  Savoja    .     ...     «  •    9^600  56o  5,8S. 


>* 


\ 


^71 
:lk\  n!$M,  tion  è  Intotile  ài  ftfi^  dsi^trttii^,  litie'  'à 
Ptktigì  (éà  egli  non  è  cbe  pet>  quesu  «a{ritalè>  che 
5i  Iwtnao  M86rv«i2toDt  conseèiitit'e  cb«  HrtionUr^o*  à 
circa  80  anài  )  il  nomerò  àei  nié«ciìj  espósti  su  peni 
c&«^aat€Qieiite  <]iieìlo  creile  femmitte ,  <)uanttici'qué  éi 
avesse  a  eredere  piii  lyatutalev  che  i  ge^iiètì  avessero 
a  riteoere  presso  di  se  1  tigliaoli ,  il  -etu  sesso  loro 
promette  fòtari  vantaggi  e  appoggi  che  noo  polreb- 
hetù  sperai^e  dal  s^a^o  pib  debo(e.  "■''"'' 

lue  diverse  capifàli  sopraiadicate  rtcev(tno,  eòtne 
Parigi  y  molti  esposti  dal  ditaori ,  che  noo  appartefì«> 
goo^  alla  -loro  popolì^ìione  (  ma  qiiestaf  eòndìiioiie'eè'» 
6etfdo  eguale  per  tutte,  noti  eambìà  i  termini  di  para- 
gone ^  e  noo'pofrebbe  nrflttiNrsai'rìsuhatyienti  (i).  Solò 
è  necessario  ehrf  il  lettore  abbia  presente  alla  memoria 
questo  fatto ,  per  valutarlo  Oel  seguire  i  nostri  c'atcbll. 
Egli  ha  già  notato  che  Roma,  Lisbona ,  e  Madrid ^  si*> 
taati  in  un  clima  caldo ,  in  mezzo  a'  paesi  o^  si  ritiienè 
che  i  costumi  siano  rilafeeiati ,  non  presentano  sopra 
una  tetalitk  di  16^^00  nascite  che  43<^  esposti,  cioi 
press' a  poco  26  sopra  100.  Mentre  che  Vienna,  Pie- 
troburgo f  e  Mo^ca  ^  pre^  inftfe&M? ,  ne.  danno  il  5 1 , 
{3o,8)>  cioè  85oa- sopra  27600  nascite,  e  in  un  pie* 
colo  angolo  della  terra  a  pie  delle  alpi    non   s*  tncoa« 


(I)  Vuoisi  però  dire ,  che  fielle  capiiàU  circondate 
da  àUre  città  o  da  rag^uarde^U  hor^^  e  vtUaggi\, 
come  Napoli ,■  e  Parigi ,  sarà  maggiore  F  affluenza 
degli  esposti  dal  di  fuori ,  che  in  quelle  che  sono  po^ 
sta  in  mezzo  ad  una  vasta  estensione  di  terreno  quasi 
inabitato f  come  Madrid^  Roma  ed  altre,  (Br. 


ira  che  il  6  per  loo,  cioè  56o  esponi .  Mpra  9600 
nascite.  Da  che  dipendono  queste  diflerénze:?  Il  Nord 
Ila  egli ,  contro  l' opinione  comune ,  -  cosiami  'meno 
puri  che  il  mezzo  giorno  7  Avvi  torse  maggior  mise- 
ria lungo  le  a^gliiacciate  sponde  della  Neva  o  del  Da- 
nubio i.cho.  nelle  aride  pianare  della  Gasttglia ,  oppure 
la  Savoja  è  dessa  più  fertile^  e  piìi  ricca  <^'  sopranno- 
^xniaati  due  imperi?  Fra  le  nevi  alpine,  sotto  V  umile 
capanna  dcir  onesto  ^vojardo  si  può  bensì  trovare  la 
felicità,  ma  la  ricchezza ,  1'  agio ,  la  stessa  mediocrìti 
non  vi  hanno  mai  saggioi  Per  ispiegare  tutte  que- 
ste anomalie,  tutte  queste  contraddizioni',  le  quaU 
non  sono  iorse  che  apparenti ,  bisognerebbe  aver 
viaggiato  dappertutto  y  avere  veduto  tutto.^  aver  esa- 
minato, tutto,  e  tutto  conosciuto;  bisognerebbe^  fi- 
nalmente, essere  istruiti  molto  più  in  là  che  non  sia^ 
mo.  I^eir  impossibilità  «di  rendere  ragione,  delle,  parti- 
«polarità,.  aPa  è  cosa  più  convenevole,,  e  più  maggia  il 
Umilarci  a.  osservazioni  generali ,  le. quali  ci,  sembrano 
ÀVicre  il  doppio  merito  dell'interesse  e  della . novità. 
■^  Ci  duole  di  non  potere  compire  il  prospetto  che 
abbiamo  testé  presentato;  egli  acqoisteisebbe  un  grado 
molto  maggiore  d' interesse  se  comprendesse  tolti  gli 
stati  d'Europa:  egli  è.,  in  allora  che  svelerebbe  il 
secreto  ^é*  suoi  costumi ,  e  forse ,  dopo  averlo  esami- 
nato ben  d*'avvicioo  ,  "  si  troverebbe  meno  corruzione 
che  povertà.  Certo,  egli  è,  che  l'immoralità  da.  ^5  anni 
non  ha  diminuito^  l'incremento  osservatosi  per.  ogni 
dove  dei  figlj  illegittimi  attestandone  i  di  lei  progressi  ^ 
ma  la  miseria  non  ne  ha  ella  pure  la  sua  porzione?  Le 
imposizioni  ,  i  diritli  Sovrani  ;,  i  pesi  d'  ogni  specie 
che  gravitano  sui  popoli,  le   rivoluzioni   che  li  agita- 


/ 

Do^  le  guerre  iche  li  devastano  ,  le  carestie  j  ie  e^rder 
tiiie-chie  il  divorano,' BOQ  sono  el)etiò  cagiodr  tafttò 
costanti;  e  lalffettaot^  oj^'eròse  'dell'  abbandonò  "de'  fi^ 
glfdoii  ^  -  qiMtotè  li^  dissolutézza  ^  de'  «ottamr?  ^  '  nì£ 
santo  2do  ci'moove  a  ttbn' ttioyaré  dappertutto'  vizio 
é  Scandalo  ,«  Do6  bisogna  népjjurb  p^*  soVerd^'^teotÀ»- 
piatoettza  Vedef é  per  ogtìt  dbte*^ tèmpi  n^gìiorìV^cf*  j^V 
poiifelki';' inìporta'tysservàre  i  fìrtti;  raccoglierli  con 
ditigetfza,  stadiafìiì  nél^^lènKio/  é  ikdurne  /  i'  égl!  è 
possibile,  qualche  utile  verità.   '        t^n.     , 

C  A  Pt±  0  LO'  IVV   ■■''"  '•  *  " 


\  • 


Della  cagioni  che  infiaiscàno  sul  numet*ù  degli  esposti. 

•,'-,,      .     .         •  i  ■       .  .  ,  •' 

Da'  3o  anni  in  t|aa  i  tostumi  si  sono  eglino  ncÉrglio'' 
rati ,  o  sonosi  maggiormente  corrotti  ?   Questo  proble- 
ma-è  in  oggi  vivamente  dibattuto,  e'  ciascdn    partito 
invoca'  a  favore  della  propria  opinione  i  fatti' t:he  cre- 
de opportuni  ad  appoggiarla.   Quelli  che  pensano-' che 
le  rivoltikziohi,  rompendo  tutti  i  Vìncoli  sociali,  sciolgo- 
no  l'uomo  dal  freAo  d'el  dovere, 'e   il   lasciano   senzsi' 
difesa  in  balla  alle  sue  passioni ,  veggono  nell'aumento, 
successivo  del'  numerò  degli  esposti  la  prova  della  de* 
pravazione  sempre  crescente    dei  costumi;   e'  bisogna 
convenire 'k:he  i  fetti  depongono    pur   troppo    in    lóro 
favore.  Sédici  anni  ia,  j  'figli    naturali    fonxi'avano   a' 
Parigi  il  quarto  delle  nascite,  cioè  %5oo  sopra  18000; 
in  òggi  ne  costituiscono^  ia  terzèf   parte  ,    cioè'  se   ne 
contano  ^odo*  sopra  ^Sooo'^cóme^' risulta  dal  prospet-*^ 
tò  statistico  del  Prefetto  della  Sena ,    lom.  a ,  tav.  ^51  * 
Nctgli  uliiuii  venti  anni  deHo  scorso  secolo,   se  ne^^ 


?74 

tri^v^Ja  proporzìaoq  il  mp  «opra  4?b4  :9.  S^atgard» 
e  «desso  è  di  uno  sopra  63,  ^  in  molti^  Qtià.  ,d^(^ 
Getoiat^j^  4^  ijop.  sppya  KÌnqftp,  Inalili :ti^yt^a,  4^1 .17^^ 
q|„i8/^;  b(<pr«|HM'ZÌooe.  <ireb)>e  qas^  4*dp  ler^o^jiel 
i8o9  4^^»  ^mi^fiva  ao^ra«.  I9  . Jsycw>:.si,  ,sti*iava  4i 
^Wt:^<Wf^  .a^V  «^^  JJiqliM»4ia^  tidì  ,V(n9n*opra'  aa;  nel 
P.qii;tQgallo  di  uno  sppjra.  i9i;  wAUl  .I>fDÌ«if(r^c)B  4i  «ifl» 
aopfa  ;A<3,d  ^  ael  regiio,  4i  'Vfvuekm^gfàk]  uno  #op£» 
7  rj3y  Pai  uord  ^\  met^ì  ii^n^jomxo  diegU  «sposici 
cresce  dappertutto.  lì  chei  s^aa.  accagionarne  i  ^o-» 
stumì ,  si  potrebbe  forse  attribaire  ,  quanto  alla  Fran- 
cia particolarmente ,  .  agli  osfapoli  che  le  nuove  leggi 
sembrano  aver  appositamente  frapposti  al  matrimonio , 
a)la  quantità  4i  atti  eh'  eiise  e^tgon^  y  e  ^be  spesso, 
riesce  impossibile  di  procurarsi^  alle  spese  che  im- 
portaiip  questi  atti  3  finalmente  alla  stessa  inut)}it2i|  che 
la  miserici  Xi la,  quale  1100  esclude  1*  incliniamone  ses- 
st^il^ J ,  trpxa  a  stabili»  un.  contratto ,  ji^l  quale  le  due 
pacU  ay.ei^O;  nulla  ^  da^si^  h^n^  :?apora  nulla  da 
riceverete  meno  ancora  dà  stiptilare. 

Jn  generala  non  sonq  le  donne  pubblicbe,  che  pò- 
Qplano  la  maggior  parie  4^gli  Qspiz}  4egli  esposti.  (La 
prostituzione  è  sterile:  ella  è  una  provvidenza,  delia 
natura  di  rifiutare  la  fecondità  a  quegli;  eccessi  cl;ie 
ella  stessa  xoodanna,      )  .    ,. 

Ma,  quando  nn^  unione  legiuima  a'  suoi  proprj  oc* 
cjii,  non  potrebbe  esserlo , a  quelH  della  .so|CÌ^f li  ^  .»'gU 
è  allora  che  bisogiKi  gelosamente  nascon4erNe  ì  fratti  p 
e ,  non  occorra  dis&ioMijfirfe^  essere .  questa.  i;iiQa.  delle 
cagioni  che  il  più  contribuiscono  a  popolare  gli  p^pizj 
^%^*esppsti.  Sopita  3 1000  donne  ricevute  .nQIl^  .spazio  di 
die^i  aniii  nella  cas^  delle  partorienti  di  Parigi;  17000 


fioo  erano  maritata,  e  .solamente  2634  uscirono  coi 
proprj  bambini  >  <^  li  mandaconpa  balia^. Questo  fatto 
p^rova  senza,  repljca  il  disordine  dei  costomi:  ma.doi- 
|i^  i^vj^fO»  ipoffrata  la  parte  cbe  vi  ba  il .  vivere  dta- 
^olut^y'iroavifine^pare  .piostrare  ancbe  quella  c)ie  vi 
ba.frin(>rtunio.    .  .>         ^    * 

,;In  quatto  .^tessO' intervallo  di  dieci  anniy  cioè  dal 
-1804  a).  .i8i3,  r<»ftpipsio  dsgji  esposti  in  Parigi .  .ne  .ri«^ 
jC(9V!eUQ.  :4$9l^f  4^  m^^ìi  15733  provenivano  dalla 
fai^a  ^ella  maternità:  sono  adunque  ^rl^^y  per  ein- 
^cor|',ana9i>  dei  .q^ali  la  tef»a  parte,  cioè.  1,573^  .e 
jb'.uttp.,di  ,evjdenle  libertiQaggio,  Una  snegolatezza  più 
^creta^  perpbé  è  combinata  cogli  agi  cbe  tendono  a 
nascondfira  i  di^ordi^i,  comribuisce  cer^amen(e  agli 
aUri  due  ìMW.f  ma  <ùp  nna  .proporzione  che  è  ijoipos- 
sibile  di  de|ermins(ce.  Finalmente ,  U  restante  è  il  de- 
•l^i[a];yi(e  tributo  ebe  la  naturi^  paga  alla  povertà*  Se 
per  amarsi  non  abbisognano  le  riccb^zze^  bisogna  al* 
:|nen0  avere,  la.  possibilità  di  allevare  i  proprj  figliuoli; 
e  sicuri  contrassegni  attestano ,  cbe  una  grandisusli^a 
parte  dei  bambini ,  ch^e  sì  purtanot  agli  <>spizj  son^  co^^ 
perti  de'  cenci  della  miseria. 

Il  8ig.  Malthus  pensa,  cb^  Tabbando^io  àei  figli 
vada  crescendo  e  scemi  9  seconda  degji  anni  d^-care- 
atia  o  di  abbondanza,  ^opo  ^  fin*  epidemia  ^o  una-ca» 
restìa, i.e$\i  dice  )  >^  p"ò  credere  che  pochi  ^i^m  gii 
esposti}  il  lotv  rwmoro  cresce  uutavolut^  misura,  chfi 
■la  popoh^'^^^  ^^  crescendo  e  si  ajffblta*  iFiwdmmtef 
4  num^o  cresce  ancora  più  neUe  annate  eatiive  ia 
cuf  ^^  pf^odofió  medio  non  hasta,  a  nutrire  la  popò- 
lozione*  •    •    •     '    :    j 

I  £itti  abbondano  per  ginstificare  quést' opintoot. 


376 

Salld  costa  ^el  Malabar  le  madri  rendono  i  fancialR 
€h*^  elleno  non  sono  in  tstatotli  allegare.  Un  viaggia- 
tore inglese  racconta ,  che  dukrante  il  sao  Soggiorno  iit 
Anjengo ,  una  giovane  venne  ad  offrirgli  il  suo  figlio 
per  nna  moneta*  equivalente  a  So  soldi  di  Francia  , 
dicendo  che  essa  era  gravida  di  un  altro ,  e  cHe  non 
Hvrebbe  potuto  prendersi  cura'  di  àdibfdae.  Il  Viaggia- 
tore'si  rifiatò  di  comperarlo^y  ed  alcdni  jgidrni  «}opb 
•seppe  che  dessa  lo  aveva  venduto  per  5<^ /soldi  ad-oa 
interprete  portoghese.  Non  conviene,  die*  eglr,  che  Tu- 
taianità  condanni  questo  commercio  ;  egli'  sottrae  dei  po- 
veri bambini  agli  orróri  della  fame,  e*  della  nudila,  ed 
effettivamente^  dove  mancano  appositi  asili  per  questi 
infelici  egli  è  meglio  venderli  che  làsciarK  perire. 

Leggesi  nella  raccolta  delle  lèttere  edificanti ,  che 
nella  China,  ove  la  religiósa  osservanza  di  tutti  i  do- 
veri morali  i  il  tratto  più  caratteristico  degli  abitanti,^ 
r  esposizione  dèi  bambini  è  spavènteVolé,- ed  i  man- 
darini più  i$truiti  non  esitano  ad  accagionarne  la  mi- 
ftria. 

In  Olanda,  'A  commercio,  e  V  economia  accumulano 
incessantemente  nuove  ricchezìie;  ptìrè'  non  vi  si  con- 
tffno  meno  di  600,000  p<)veri.  Non  è  la  vecchiaja,  o 
là  mancane  di  lavoro,  nui  sono  le  infermità ,  o.^ 
fé  disgrazie  particolari,  motto  n^Qo  àncora'  b  cattiva 
Condotta  ,  che .  riduce  il  »  più  dellt  famiglio  al  RndJ- 
geuza^  e^li  è  il  Soverchio  numero  dei  ^liueli  ci/ es^e 
«non  possono  allevare!  Secondo  la  beli'  opera  del  signor 
barooè-^i  Kévenberg»  f  Essai  sur  V  indigencé-  ìButf^  J^ 
Fiandre-  oNìenmijf  nella  Fiandra  orientale,  la  pfoVii>5&|^ 
più  popolosa  di  quel  regno,  gli  indigenti  devono  eih 
•«re  classificati  come  segne: 


\ 


377 

Vecchj a,88o 

Infermi  .  .^.  .  .  .  . 7,800 

Miserabili  per  disgrazie  patiÌ€o1arì .  •  -  434<> 
Per  mancanza  di  lavoro.  •  i5,8oo 
"'    "Pét  iiqòsfumateésa.  .-..'.     3, 100' 
J         l'Pct-  tròppa  figlitaolaàza '.  .  34,000 
Estendendo  qoesto^  caleolo  al  restò  dell'  'Olanda  (  ri- 
temete    le    medesime   prbpokrzìohi'  per' base)   si    trova 
che  vi  sono  3o,ooo' poveri  per  cattiva ' Y:otidotta4  con- 
tro   290,000'  che    sotitf   divenati    tali    per    soverchia 
figliuolanza.  La   fecotidiib  ,'  in   questo*  caso  ^    non    è 
^iù  tin  beneficio    della    natura,   ma    gif    asili  sempre 
pronti  a  riceverne  i  tristi  '  fritti  'ne    sonò    uno    ddla 
dviìizraziotoe.  '       *       ' 

I  Sa voj ardi  trent'' anni  sono  non  contavano  nfelle  loro 

montagne  che  un  piccolt)  numero  di  esposti^  cioè  293. 
Nel  iSofr  Ve  lì*  era  4i3.  Si  sarebbe  tentali  ài  altri- 
buime  la  causa  'al  'rilasciamento  de*  costumi  ^  se  lo 
scrittore ' dal  quale 'abbià'niò' desunto  questo  fatto,  non" 
si  fosse  egli  slesso  data^  la -pena  di  verificare,  che  nella 
^stessa  proporzfione  erasi  pure  aumentato  il  numero  dei 
poveri ,  onde  siamo  iudotti  a  accusarne  lùeno  l' im- 
moralità che  l' indigenza. 

Negli  anni  disastrosi  del  1709,  e  del  i8i6  il  nu- 
mero degli  esposti  aumentò  tuli'  a  un  tratto  di  800 
in  Parigi,  e  di  ^^ooo  nella  Francia. 

Non  si  giudichi  adunque  la  specie  umana  più  trista 
di  quello  che  realmente  non  è  ;  ritengasi  che  la  mise- 
ria  strappa  almeno  altrettanti  bambini  dal  seno  mater- 
no/  quanti  ne  allontana  il  libertinaggio. 


578      . 

Capitolo    V. 

Della  monaliti  de*  fancòdU  ài  Europa. 

...  ......' 

Malgrado  ì' iqt^r^H  che  io^jraQO  i  miseri  esposti, 
e  malgrado  tqtle  le  .c^re,  ^  lor  ^^gono  prodigate , 
io  oesanQ  luogo  si  è  rioscila  a.riilacne  i^  m^ftalilL  a 
livello  di  quella. di  tatti  gli  altri  6giiiioli. 

.Per  &nie  coposcere  la  differ^nva,  ci  sembra  coaa 
olile  e  nel  medesimo  tempo  importarle  il  presentare  la 
mortalità  dei  bambini  in  Europa  dalla  loro  nascit^Ei  si- 
no ai  io  aoni^  giusta!  calcoli  dei  dotti  che  ^e  i>e 
SODO  maggiormeote  occupati. 

Il  sig.  d'Ivernois,  in  uoo  de' suoi  scritti  (1),  Dota  che 
se  tutti  gli  stati  compilassero  aquualmeute  un  conto 
esatto  delle  loro  rispettive  pppolazioui,  segnando  dili- 
gentemente in  una  C9Ìonna  particolare  l'età  precisa 
nella  quale  muojono  i  iàncinUi,  gnqita  colonna  Jisire^ 
he  vedere  il  merito  relativo  dei  governi  ^  e  la  feliciUt 
comparativa  dei  Iprp  suddit^..  Questo  semplice  prospet- 
jto  aritmetico  (  aggiunge  egli  )  sarebbe  for$e  più  con- 
cludente, cbe  molli  altri,  argpiuenti  di  un^  aU^a  specie. 


(i)  Des  pertes  quo  la  revolution  a  causées  au  pew' 
pie  fran^ais* 


379 
PROSPETTO 


I  (    <    ,    I 


J^ppresenianié  la  mortalità  dei  JanciulU  in  Europa 
daila  loro  nascici  ai.  ip  anni* 


t  i 


Perdita  sopra  loo. 

« 

Dalla  na^c.  Dalla  naso,  ^  Dalla  naso*  DttllaMasc, 
ad  un  anno     a  3  anni        a  5  anni      a  io  anni 


>    A  •  J 


Io  $vÌK£ei'a. . 

ift.109 

1 

:  3q,i46  , 

.54,8;i 

Olanda. 

i^^a, 

20,4^8  . 

'  3l,f43 

36,/i4 

,  .Ginevra  • 

.  i9»5o7 

!28*&ei 

35,319 

39329 

Parigi-   .. 

3^1,087 

46,046 

.  5y,5of 

Pfov^i^ipa. 

Mf^^  1 

58,997 

45,i85 

47,0114 

Pieuobiivg< 

>  ^7'897 

.56,455   , 

39,598 

4^,974 

.Svezia  .  ... 

28,395  ; 

39,4^9 

44>9^« 

5o,o44 

..Londra,  •: 

56,571 

.  5i),oo3 

45,000 

48,455 

BerJioo , .. . 

39,53^8 

47»35a 

48!,a86  , 

54,108 

Yieiuia  .. 

45,694 

5a,929 

55,5^8. 

Se  la  mortaUtà  de'  bambini  Sembra  piccata  io  alcuni 
paesi  9  certamente  non  lo  è  ove  più  il  un  terzo  dei 
nati  ba  già  dovato  soccombere  prima  ài  contare  un 
anno  di  vita ,  ^,  in  moki  luoghi  ne'  inali  la  metk  dei 
nati/muore  prima  di  giungere  all'etici  10  anni* 

lia  oHM'te  è  aenza  dqbbio  un  trifa^o  che  paga  alla 
eterna  i|np»ntabile  v^olpn^à  tutto  <^  ^^  esista;  ma 
Tnomp  deve,  egli  soggiacerKi  4C0^  immaturamente? 
Caro  a  tutto  quello  che  lo  circoi^a»  brillante  4i  fre^ 
scheua ,  di  grazia ,  e  ài  gioja ,  Ì  pargoletto  non  co- 
nosce .ancora  né  il  dolore ,  ne  /k  s.veotura.  Inscio  dei 
mali  della  yila  j  eg^  non  invo^  centro  di  essi  la  fine 


I 
t 


S8o 

de'  saoi  proprj  giprni|  e  la  pace  della  tomba;  pure, 
per  Iqì  più  che  di  vita^  avvi  probabilità  di  morte  avan- 
ti che  giunga  ad  accorgersi  della  propria  sua  èsisked- 
za  !  Di  questo  commoventts  spettacolo  noo  accasiamone 
la  natura  ;  dessa  è  essenzialnieate  conservatrice.  Egli  è 
r  Qomp  solo ,  ch^e  co'  suoi  pregiudizj ,  colia  sua  igno- 
ranza, colle  tae  cattive 'abitudrai*,  coila  sua  ostiaatez- 
2«  a  conservarle,  distrugge  T  infanzia  nel  sao  germe. 
Qiand'  egli  voglia  ascoltare  la  ragione ,  e  fkz  ritorno  a 
qtiiUa  natura  dalla  quale  si  alloiitaiiaai  frequentemen- 
te, quand'egli  voglia  reòdere'ad  essai  suoi  diritti,  al- 
lora-tutto  si  ristabilisce  eome  deve' essale,  e  questo  è 
apparto  ciò  che  -si  osserva* nei  paesi  ,*óve'i  progressi 
dei  luni  hanno  dissipate  W  tenebre  di  molti  errori.  « 
•  Simfkon  stimava  che  in  Inghilterra  più  dì  -un  quar- 
to dei  hmbini  .soccombesse  nel  p^imo  anno.  Dupré 
de  SaiiuJytaur  y  trovava  in  Francia  uu  risultato  pres- 
so a  poco  eguale,  cioè  che  sopra  tx^ooo  nati ,  a  capo 
di  un  annc  ne  morivano  6400 ,  e  si  riteneva  per  cet- 
to  che  la  neik  dei  bambini  allevati  nella  casa  paterna 
moriva  4n  Ii^hilierra  prirfka  che  arrivasse^ ai  Ire  anni,- 
mentre  che  pr  avere  tale  perdila  in  Francia  te  ae 
rìohiedevBOo  s<tte,  od  otto.- 

Datibenlon  ifingeivst  il  càlcolo  più  oltre;  egli  pen- 
sava cbeuB  ter^o  della  specie  umana  si,  estingueva- 
aveati  il  •  pr imio  '  i^no  ,  e  che  la 'Sola  mela  arrivava  a 
«Ito.  Pn'ce,  ed  aM  slappigHaronfo  a'quesfà  base,  là* 
«pale  era  giuna  pe  la  metà  del-  secolo  precedente,' 
ma' non  lo  sarebbe  «iù  in  oggi.  .    .    •       > 

Gli  ultimi  raggaagi  su  questo  àrgomeiilo  sono^  mol- 
to fìh  favorevoli,  k  ihrigi,  il  ra{lpoHO  delta  morteli-^ 
th^àe"  fauduBi  dtfl  18 v  al  182!  <u  (  per  ogni  ioo.  )' 


38i 

Baila  nascita  ad  un  aotio  di  18969. 
Oall0')na^|ci(a..a  ite.  anni  dr  29^,  55»  . 

Ds^Ia  ^9cita  ia  cinque  aooi  .di  53>  a8 

F/aalmeiite ,  dalla , Qjiseiu  a. dieci  anni. di  S^,  27. 

La  Uvola  del  sìg,  Friediander  ^  Compilala  sopra  dìec 
'aaol  ('dal  j|8o6  al.  181 7)  presenta    numeri   ancor  piìi 
bassi  y  :  trovandosi  di  i|,   9    per  la   prima  -epoca  , .  di 
^2,  9  per  la   seconda,  di, 25,  3   per  la   terza >,    fioàl- 
ij^eqte  di  30,  4  P^^  i' ultima.  > 

la  luighiherfa^  le  ultime  liste  di  mortalità  di  Loodra 
(per  gli  anni  i8i9,  1819,  1820,  e  182 1,  )  davano 
per  termine,  medio  deOa  tAortalità  dalla: nasata  ai  due 
anni  26,  17— -a  cinipie  anni  36,  20 — >  a  dieci  40,  8. 
'Finalmente,  a  Pietroburgo  il  rapporto  era  nel  182 e 
di  4iy  1 9  pv  quest'ultima  epoca  di  età;  ed  a  Berli- 
no, seconda  il  sig.  Tùpke^  nel  suo  viaggio  in  Russia, 
pubblicato  nel  1800 ,  ora  non  sard>be  che  di  27,  6. 

,La  vita  dei  bambini  è  dunque  meglio  garantita  da 
3o  anni  a  questa  parte. 

'Questi  felici  cambiamenti  sembrano  avere  avuto  luo- 
go principalmente  nei  paesi  del  nord.  Quelli  del  mez- 
zogiorno forniscono  appena  sopra  di  questo  soggetto 
alcuni  riscbiarimenti  de'  quali  si  possa  far  uso;  m\ 
dal  po^o  che  ci  è  noto,  egli  è  da  credere,  che  non  ebbe 
luogo  alcun  miglioramento  su  tate  rapporto.  \  Mila* 
no  la  mortalità  nell'  infanzia  è  ancora  assai  grande  (i). 


(1)  E  conoscùaissìma  m  medici  italiana ^  e  dov^ehl^ 
esserlo  anche  a  quelli  delie  atre  naxioni,  non  ^JUs  ad 
ogni  ceto  di  persone  la  bella  disseriazione  del ,  signor 
Giacomo  Ballexerd/^/Wemno,  fatta  tradune  M  frati- 


S8a 

A  Padova  y  nel  1790,  prima  d(  arrivate  art  Mtté  ftiini\ 
di  100  bambioi  morivano  4^.  la  Portogallo,  ed  in 
Ispagna,  ove  l'istruzione  è  b^  lungi  dall'essere  pe*^ 
netrata  nelle  classi  inferiori ,  ove  'il  popolo  è  ia*  preda 
ad  una  folla  di  pregiudiaj  y  è  di  pratiche  sapel-sti^io- 
se,  che  sarebbero  solamente  ridicole ,  se  non  fossero 
ben  di  frequenti  funeste,  egli  è  difficile  che  la  vita 
de'  bambini  sia  assicurata  pici  che  akrove.  Anche  hi 
ciò  si  riconosce  la  tendenza  dei  po|)olidel  nord  al 
perfezionamento  delle  &coUà  umane ,  tendenza  M  di- 
stinta,  si  reale  y  che  separando  col  nostro  pensiero  gU 
abitanti  del  polo  da  quelli  del  mezzogiorno^  ridn  sola- 
mente incontriamo  in  questi  uUimi  tutta  la  vivacità  9 
tutto  il  brio  dello  spirito ,  il  vezzd ,  le!  grazie  dell'  im- 
maginazione, e  con  esse  tutte  le  arti ,  tutti  i  piaceri, 
ma  troviamo  altresì  una  specie  di  svogUate%za  ,  di  lan* 
guore  d'animo,  onde  si  rifiutano  a  qualunque  lavoro, 
a  qualunque  sforzò  -dell'  intelligenza^  effetti  naturali  di 


'      ■*■ 


cese  in  italiano,  e  stata  coronata  daìT Accademia 
reale  dèlie  scienze  di  Mantova  nel  17712  perchè  pie^ 
namentò  soddisfece  at  seguehte  programma  dato  dal" 
f  istessa  AccaderHia  =:  Quali  sono  le  cause  principali 
della  morte  di  si  gran  numero  di  fanciulli,  e  quali 
siano  i  preservativi  pi2i  facili  e  più  semplici  per  con. 
servare  loro  la  vita.  (Questo  solo  programma  prova  ad 
evidenza  che  da  pia  di  mezzo  secolo  in  Italia  si  Uena 
a  calcolo^  e  si  ha  a  cuore  la  vita  dei  bambini ^  nò 
sarete  difficile  di  fare  constare  che  taU  filantropiche 
soUecUudint  non  andarono  sterili  di  lodevoli  risidtath 
'  •        i    ■  '  Br. 


385 

un  dima ,  che  accéiide  i  sènsi ,  ci  '  'tk  servi  dei  pia* 
ceri,  é  prescrive  in  sc^ditò  dgli  organi  afiaticati  un 
necessaria  ripòsa.  Di  tttaaò  In  mano,  alf  opposto, 
che  i^  avviciniamo  al  nord,  sparire  reggiamo  la  mol- 
UzzA  dei  pae&r  caldi.  In  corpi  pi&  robosli  ai  •  osserva 
uno  spirito  piìt  freddo,  ma  pi&  fermo,  tapace  di 
maggióri  sforzi  per*  sostenere  la  meditazione ,  la  fetica 
del  pensiero.  Si  trovano  idee  elevata,  cognizioni  prò* 
fonde  ,  fìnatmente  i  lomi ,  le  scienze ,  e  la  civilizza-* 
zione  che  ne  è  la  sequela,  e  che  migliora >  e  conser* 
va  rnomo,  quapdbchè  le  arti,  i  piaceri,  e  le  loro 
pericolose  seduzioni  ^  Io  snervano ,  lo  invecchiano  ,  e 
lo  consumano  nei  climi  caldi.  Ecco  perchè  Parigi , 
Londra^  Berlino,  e  Pietroburgo  (ammettendo  sempre 
esaltezza  nei  calcoli  )  ove  si  trovano  riunite  net  pia 
alto  grado  tutte  queste  condizioni ,  sono  i  luoghi  dove 
in  oggi  muore  minor  numero  di  bambini  che  in  pas- 
sato. La  loro  fisica  educazione  si  è  migliorata  ^  nutriti 
abitualmente  dalle  respettive  madri  ,  o  per  lo  meno 
sotto  i  loro  occhj ,  essi  sono  V  oggetto  più  caro  delle 
loro  sollecitudini ,  delle  loro  previdenze ,  delle  loro 
cure,  ed  a  qi^este  cure  indefesse  debbono  la  conserva- 
zione de'  loro  giorni. 

La  vaccinazidtje  preserva  certamente  i  bambini  d^ 
un  crudele  flagello,  ma  pare  che  sino  ad  ora  questo 
presidio  non  abbia  quell'  influenza  sulla  diminuzione 
della  mortalità  ueir  infanzia  che  da  alcuni  si  è  stabilita* 

Ed  è  poi  si  vero ,.  che  per  conservare    la   vita    dei 
bambini  le  premurose    sollecitudini   fan  tutto,  e  poco 
o  nuUa  v'influisce  il  clima,  che  la   Svizzera,  e  TO*' 
landa ,  cosi  diverse    di   potizione  e   di    temperatura  j, 
SODO  i  paesi  ne'  quali  ne  mnojono   mfeno.   La   spiega* 


384 

zione  di  questo  ftttò^  già  notato  da  Murdj  si  trOYe- 
rebbe  ella  aeir  abitudine  che  hanno  tMtte  le  madri  ai 
pie' delle  Alpi  ^  come  aalle  sponde  dell' Amstel ,  di 
nutrire  elleno  stesse  la  propria  prole  7  Noi  l' ignoria- 
mo ;  ci  limiteremo  solamente  a  dire ,  che  avendo  pa- 
ragonata la  niortalità  dei  bambini  affidati  alle  balie 
con  quella  dei  bambini  allevati  a  Parigi ,  abbiamo  tro- 
vato la. prima  di  29,  e  la  seconda  di  x8  sopra  cent* 
nel  primo  anno  di  loro  esistenza. 

Capitolo    VI. 

Detta  mortalità  dei  trovatelli  e  dette  sue  principali 

cagioni. 

Comunque  fosse  ragguardevole  la  perdila  che  si  fa- 
ceva sullo  spirare  dello  scaduto  secolo  dei  bambini 
allevati  dai  loro  genitori ,  o  dalle  nutrici  cui  venivano 
confidati  (i)^  l'umanità  avrebbe  ancora  onde  applao- 


(1)  Dai  dati  pubblicati  da  diversi  scrittori  ,  la  mor'^ 
iaUtà  deW  infamia  in  Europa  durante  il  secolo  pof-» 
saio  si  può  fissare  nella  proporzione^  seguente  : 

mioimam  masimam 

Dà  o  a    i  anno    *    .     19    ....    4^  i/^ 
o  a    5  anni    •     .     a6  i;a .     ...     So 
o  a    S  anni    .     .     3o     .     .     .     •     53 
o  a  IO  anni    .     •     35     .     ,    «     .     55   i/a 
Per  tal  modo ,  prendendo  il  maximum  di  questi  nu' 
meriy  sopra  100   bambini   nati  lo   stesso   giorno^    ne 
periva  pia  dei  due  quinti  nel  pruno  anno  y  e  pia  deHa 
metà  netto  spazio  di  dieci. 


S85 

dirsi  y- se  la   mortalità  ckgli   espósti  si   fosse   ristretu 
antro  qoe'  limiti  ^  ma  dei  poveri  esposti  ^ne   morivano 
liei  primo  anno,  sopra  loo. 
In  Pietroburgo ,  nel  ì']iiS  —  ^o. 
Io  Fiorenza ,  all'  istessa  epoca  y  -^  4^* 
In  Barcellona  y  nel  l'jSÒ  — 6o. 
In  Parigi  y  nel  1789  —  80. 
In  Dublino  nel  1791    «—91. 

Dalla  nascita  ai  4  anni^  a  Roma  ,  a  Madrid  ,  a  Dubli- 
no, ed  a  Parigi  si  avea  una  mortalità  di  50|  62  ^ 
76,  e  98  sopra  100. 

Basti  il  dire,  che  a  capo  di  20  anni,  sopra  19,4^0 
esposti  ricoverati  nello  stabilimento  di  Dublino  non 
ne  rimanevano  in  vita  più  che  2000,  ed  in  Mosca, 
sopra  37600,  se  ne  ritrovarono  soli  7000  (i).  Quale 
spaventevole  distruzione  1 

Le  guerre  e  le  epidemie  esercitarono  stragi  meno 
crudeli  sul  genere  umano.  Le  sanguinose  battaglie  del 
Trasimeno  e  di  Canne  non  citarono  ai  Romani  che 
tre  quinti  delle  loro  armate ,  ed  a  tempi  nostri  i  cam- 
pi di  Marengo,  di  Ansterlitz  e  di  Iena  non  videro 
soccombere  che  la  sola  quinta  parte  de'  combattenti 
che  li  resero  famosi. 

Nel  1348,  Fiorenza  desolata  dalla  peste ,  sop^a  un; 
popolaiione  di  120,000  anime,  perdette  i  due  quint 


(i)  E  singolare  come  i  maschj  nei  primi  anni  / 
vita  periscano  più  facilmente  delle  femmine.  N^ 
spizio  di  Parigi  si  ricevettero  (negli  anni  r8ao/\ 
e  1822 J  79114  màschi,  ti  78I17  femmine.  Def^ 
morirono  a  238,  e  delle  ultime  i^5o. 

AuwALi.  Fol  XXXVllL 


386 

Marsiglia  ^  Tolone ,  Moioa  y  straziate  ieHo  stesso  ila-, 
gello  netto  scorso  secolo ,  ebbero  a  perdere  la  prinui  il 
quarto  y.  la  seconda  la  metày  e  1*  ultima  il  seilimo  de> 
gli  abitanti.  L'abbandona  dei  bambini  adanque  ,per 
parte  delle  loro  madri  y  è  per  se  stesso  una  cagione  di 
morte  più  distruggi!  rice  dei  due .  più  crudeli  pagelli 
del  genere  umano. 

Ne  si  creda ,  che  solamente  ne'  tempi  a  noi  rimoti 
si  ottenessero  risultati  così  tristi.  In  Madrid^  nel  1817^ 
sia  neir  ospiaio^  sia  nelle  campagne,  morivano  67  bam- 
bini esposti  sopra  100  ;  a  Vienna,  nel  181 1 'ne  mo- 
rìvaino  81;  a  Bruxelles,  dal  1812  al  1817,  ne  mori- 
Vano  79*  A  quest'  ultima  epoca ,  quell'  ospizio  poco 
vasto,  maJc  ventilalo  ed  insalubre  fu  trasportato  in 
un  altro  quartiere  della  città ,  e  d'  allora  in  poi  il  ter- 
mine medio  delle  morti  andò  gradatamente  decrescen- 
do ,  sì  che  in  oggi  non  è  più  che  di  56  sopra  100. 

In  Francia ,  se  eccettuasi  la  capitale ,  ove  i  lamenti 
e  gli  scritti  di  un  picoolo  numero  di  dotti  e  di  me* 
dici  filosoB,  hanno  svelato  il  tristo  statò  delle  co» 
se,  si  è  sempre  ignorata  qua]  fosse  la  mortalità  degli 
esposti  ^  ed  è  ancora  dubbioso  se  trent'  anni  fa  si  des* 
se  premura  di  saperlo.  In  oggi,  che  T abitudine  di 
trattare  gravemente  le  Irivol^ze  ci  ha  perdotli  a  pren- 
dere interesse  per  le  cose  serie,  si  conobbe  che  nel 
momento  in  cui  scriviamo,  presi  insieme  tutti  i  Dipar- 
timenti ,  ne  periscono  tre  quinti  (  60  per  1 00  )  net 
primo  anno  della  loro  esistenza.  (  Vèrgasi  la  unàa 
iabeila) 

Nel  i8ai ,  si  ricoverarono  nei  pii  stabilimenti  della 
Francia  aS,9 16  esposti^  ne  morirono  i4>9to.  E  qui 
giova  notare^  che  i  dati  raccolti  sul  proposito  dirno*^ 


jinnàU  Univ. 


Voi  XXXriII,  pag.  386 


t  nel  182.1. 


R  d 


E. 


A- 


I 
Fiandra  • 
Picardia  . 
Normandia 
Bretagna. 
Poitou  . 
Aanis  e.Sant 
Gaienna  e  G 
Bearn  e  Navi 
Roussillon  . 
Linguadoca. 
Provenza 
Delfinato 
Franca-Conte 
Alsazia  . 
Jjorena    . 


Mori. 


Prop^< 


Bambini. 


,  I 


enlrati 
nell'anno 


,45 
870 

849 

1,1  IO 

48a 

299 

535 
36a 
657 
546 
486 

7^9 
954 
aii 


I 


8,665 


25,916 
>4,9'o 

57,65 


morti 

nel- 

r  anno 


370 
465 
641 

534 
264 
193 
259 

l32 

3o6 
io3 
389 
320 

3-2 

4 

III 


4,457 


4,457 

664 
5,121 

59>o0 


Pro. 

porzio- 
ne 
per 
100 


49>^6 
55,21 

75,5© 

48,10 

54,77 

64,54 

48.41 

3646 

46,57 

39,76 

80,04 
42,16 
58,99 
52,60 


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587 
strano  ,^  qaesta  mortalità  non  aver  a.vnto  alcona  reta» 
stone  col  variar  del  dima  e  della   fertilità  delle   varie 

Sròviocie  di  quel  regno.  Infatti,  dalla  menzionata  ta* 
fella  si  scorge  massima  e  minima  mortalità  in  provia- 
cie  analoghe  per  temperalnra  e  fertilità  ,  e  vice 
versa. 

Nella  stessa  Parigi ,  la  mortalità  degli  esposti ,  erte 
in  questi  ultimi  anni  quale  poteva  offrirsi  nei  tempi 
d'ignoranza,  e  di  barbarie.  In  oggi  solamente  si  per* 
venne  a  introdurre  un  nuovo  ordine  di  cose  più  favo* 
revole  alla  loro  conservazione. 

In  fatti,  si  accrebbe  il  numero  delle  balie  sedenta- 
rie, che  è  forse  l'unico  mezzo  per  sostenere  queste 
deboli  creature ,  alle  quali  ogni  allattamento  artificiale, 
non  escluso  quello  dì  capra,  conserva  rade  volte  la 
viia.  ^ 

Si  sono  aumentati  gli  stipendj  delle  nutrici  sino  a 
otto  franchi  pel  primo  mese,  e  si  è  assegnata  unare^ 
galla  di  ro  franchi  a  quelle,  il  cui  allievo  sarebbe 
giunto  all'età  di'  i5  mesi. 

Il  servizio  esterno ,  ha  ricevuto  una  organizzazione 
del  tutto  nuova. 

Pel  trasporto  dei  bambini  in  campagna  si  sono  fatte 
costrurre  vetture  comode,  ed  adattate. 

I  conduttori,  e  sotto  conduttori ,  che  erano  nomini 
rozzi  e  villani^  e  molti  ancora  avari  e  bricconi,  sono 
stati  rimpiazzati  da  a5  preposti,  uno  per  ogni  circon- 
darlo di  prefettura ,  i  quali ,  insieme  con  otto ,  o  die- 
ci medici  scelti  nello  stesso  circondario  sono  incaricati  ii 
sopraintendere  alle  batic,  nella  scefta  delle  quali  si  rad- 
doppiò di  severità.  AJla  fine  del  i8ao  si  fece  persino 
eseguire  una  ispezione  generale  di  tutti  gli  esposti  che 


386 

etisteTtno  Disile  cAmpagoe^  e  si  misero  a  profitto  le 
rebuoniy  e  le  osservazioni  delle  persone  intelligenti 
che  la  praticaìrono.    ^ 

E  qai  non  tralasceremo  di  osservare ,  essersi  trovali^ 
in  quell'occasione,  che  tra  9,797  balie  cai  erano  af- 
fidati 19,333  orfanelli  (4^4^^  avevano  passato  i  sei  anni) 
'6374  possedevano  casa  propria  e  una  vacca  o  una 
capra,  particolarmente  nella  Borgogna,  e  nel  Niver- 
nese ,  onde  qaesti  paesi  davano  il  minimum  di  morta* 
lità,  quandoché  nella  PicariHa,  ove  assai  scarse  sono 
le  balie  agiate,  si  avea  il   maximum. 

Avendo  il  Consiglio  amministrativo  delle  case  degli 
esposti  interpellato  diversi  medici  solle  cause  che  avreb-. 
bero  potuto  determinare  tanta  mortalitJt  in  questa  scia- 
gurata classe  di  viventi,  ebbe  in  risposta^  che  doveasi  at- 
tribuirla allo  stato  triste  in  cui  i  bambini  vengono  por- 
tati negli  ospixj  ^  alle  malattie  de*  genitori ,  di  cui 
portan  con  seco  nascendo  il  germe  funesto ,  e  parti- 
colarmente a  due  crudeli  infermità  che  divorano  V  ia- 
fiinua,  le  afte  cioè  (i)  e  1*  induramento  del  tessuto 
cellulare.  L*arte  ha  trionfato  della  prinfa  ,  la  quale, 
oramai  non  compare  che  di  rado  nell'  ospizio.  La  se- 
conda, conosciuta  solamente  da  ona  trentina  d'anni, 
mediante  i    lavori  di   Andrjr,  e   di  Au^àj-^   sembra 


/i)  Non  Bisogna  però  concedere  a  questa  causa 
§anta  infliteaza^  tfuanio  sembra  eh*  essa  ne  aMa.  Dai 
1818  al  i8sii  la  proporzione  dei  bambini  affetti  da 
mal  venereo^  e  che  si  irattavanò  nelT  ospizio  di  Pari' 
gi\  non  era  che  la  i3.«  parte.  A  Lione  ^  Fanno  9.^ 
^a  la  io.«  * 


389 
attaccare  pie  particoltfrmeiite  i  bambini  del  popolo ,  e 
qnelH  che  si  depositano  negli  ospitali",  onde  si  ha  fon-* 
damento  di  eredere ,  che  gli  stenti,  la  miseria,  lo  stato 
di  sofferenza  della  madre  che  altera  nel  proprio  sebo 
il  Imtto  della  concezione,  siano  le  cagioni ••  principati 
di  qaésta  terribile  malattia ,  ìa  quale  %tL  resistito  ai 
mezzi  salutari,  si  direbbe  quasi  fino  ad  oggi.  In&ui, 
sopra  a5o  bambini  induriti^  avuti  nel  1818  nell' ospi-> 
zio  di  Parigi,  ne  sono  guariti  49  mediante  i  bagni  di 
vapore ,  e  la  proporzione  si  è  ancora  migliorata  negli 
anni  seguenti ,  massiine  dopo-  (  dicono  ■  i  Relatori  di 
questa  Meinorfa  )  che  si  sono  introdotti  i  bagni-  di  sab^ 
bia  per  secondare  i  buoni  effetti  dei  primi- (i). 

Fra  il  numero  delle  cause  che  determinano  la  pronta 


iM<. 


(i)  Deìt induramento  ceUulare  ne  parlò  sino  dal 
1718.  Andrea  Umbezio  ^  scrisse  parimenti  su  questa 
malattia  U  sig.  Doublet  nel  1785.  Siccome  poi  da 
molti  rispettoMi  medici  si  risguarda  come  causa  par-- 
ticolare  di  tale  induramento  U  freddo  atmosferica^ 
con  noi  rimettiamo  il  lettore  off  opera  <f  Edwards:  De 
r  iuflnencie  des  agens  physiques  sur  la  yie^  là  ove 
parla  dtìtiiffiuenia  del  freddo  considerata  specialmente 
nella  prima  epoca  della  vita,  (Ved.  Tom.  XXXV 
pag.  4i4  ^  ^^*  di  questi  Annali,  )  Del  resto,  chi  co- 
nosce le  beUe  Memorie  lette  dal  nostro  ceMemìno 
prof.  Paletta  alT  Imp,  R,  Istituto  del  regno  Lombardo-* 
Veneto^  avrà  rilevato  quanto  sia  scarso  il  numero 
dei  bambini  che  ora  periscono  per  induramento  cel* 
talare  nelT  ospitio  /di  Santa  Caterina  di  Milano  ,  cu' 
rati  secondo  le  prescrizioni  del  suUodato  prcfessor§. 


i 


3go 

perdita  di  queste  sgraziate  creature  ,  tuoUì  anno- 
verare cen  '  Malthus  V  applicasione  ai  lavori  meccaoici, 
contioaata  per  molte  ore  io  no  età.aocoMi  troppo  te- 
nera» come  sì  osa  a  Pietroburgo  ed  »  Mosca.  Nel- 
Y  ospisio  degli  orfanelli  di  Parigi  i  lavori  sono  sempre 
fiati  miti;  attualmente  sono  ansi  tolti.  E  difiatti,  ia 
questo  siabilimento  non  notasi  che  una  assai  tenue 
mortalità. 

Finalmente  »  un  ultimo  fatto  che  sembra  il  più  im- 
portante f  seppure  non  è  la  sola  e  vera  caura  di  questa 
sorprendente  mortalità ,  è  la  dilficoltà  che  incontrano 
gli  esposti  di  sostenere  la  loro  prima  età  lungi  dalle 
cure  della  madre.  E  di  vero ,  come  si  potrà  prestare 
ad  essi  quelle  tanto  preziose,  e  teneri  sollecitudini | 
che  tutto  possono  conipensare,  e  da  naìia  essere  com- 
pensate ?  Come  supplire  a  quel  calore  del  materno 
seno  >  a  quella  specie  d^ocubazione,  la  cai  azione 
quanto  non  è  conosciuta,  altrettanto  è  certa  ?  E  che 
può  asserire  quali  rapporti  intimi,  quale  simpatìa  se- 
creta si  formino  tra  il  figlio  e  la  madre ,  quando 
questa  stringendolo  al  seno  ,■  ed  alimerlandofo  col  pro- 
prio latte,  comunica  a  lui  il  calore  e  hi  vita? 

Il  lafte  di  donna  ha,  dopo  le  care  ed  il  latte  ma- 
temo  ,  un  immenso  vantaggio  su  qualunque  siasi  artifi- 
ciale nutrimento  che  somministrare  si  vaglia  al  bam- 
ÌNuo.  Egli  i  un  assioma ,  che  sotto  qualunque  loogi- 
tudiae,  ed  in  qualunque  stabilimento  non  aaamette 
vestrizione  alcuna  s  essere  la  mortniHà  degli  esposti 
fiegU  Ospizii  in  ragióne  inversa  dell*  arrido  dalla,  cam" 
pagna  delle  balie  destinate  a  nutrirli. 

Bisogna  concludere,  che  sino  ad  ora  nessona  prc* 
cauzione,  nessun  metodo  ha. potato  in  alcun  paese  riu- 
scire a  contenere  nei  limiti  ordinar]  la  mortalità  degli 


i 


$91. 
esposti.  Io  Francia,  con  «na  $pevk  aiinita  di  ciita  ud 
milione,  e  dnecento  mila  franchi  ^  sopra  mille  esposti 
non  si  ottenne  di  farne  pervenice  all'età  di  iià  anni 
che':  ;  isa  :  operài  i  •miglioratnenti  efficaci  .messi  im 
opera  io  ^oeiti  ultimi  anni ,  hanno  già.  prodotto,  on 
aeustbile  effetto,  poiché  il  mimevo  .«sedio  .degli  or* 
frnl'  usciti  di  pensione  a  lU  ;anni .  fu  Mìei.  ti%iioio 
i8i6.,' 1817  e  1818,  di  S5i,ie  negli  anni  18210^ 
i8ai.  e  18'ja  ascese  a  74^. Tatuo  successo  de^^^  farci 
sperare ,.  che  ^  sforai  riuniti  dell'  amministràaipn^  d^ 
g4i  ospiij  »  dèi  medici  coosegniranno  riauliatji  «sempre 
maggori  in  avvenire.         :.     .    t  ..,,,. 


f     t 


G  A  AI  v-q  L  ó  '..VII.: 


Il*  I 


DeSe  4suce  e   ddT  educazione  che  ricevono  ^  esposti 
'      od  orfani  nei  diversi  stabUimenti  di  Europa^- .   . 

'Nalb  siedale  degli  orianelii  di^^Hala ,  fondato-  dal 
rispettabile  dott.  Frank  ,  si  studia  di  s volgare  per  tèm^ 
pò  rindintnione  alle  arti^^  io»  alle  sciense.  Nel  caso 
contrario ,  ili  iancìnUi,  compiute  i4  anni ,  vengono  con-* 
segnati  alle  lóro  fiimigfie.-  Per  una  lodévole  previgfen** 
jBa ,  ben  degna  delU».  spirito  veramente  illuminato  dei 
fondatore ,  si  '  è  formala .  in  quello  stabrlimento  un»  hU 
Mioteca  che  contiene fpiti  di  aok>oo^ Volami^  e  i5,oaii 
stampo,  la  più  parte'  rappresentanti  l' immagine  '  dei 
più  celebri  letteeati»' 

A  Madrid)  i -£indiullf  abbandonaci  non  sonò  pvnto 
privati  di'  oa  edncaaioae  liberale;  Il>  pia  di  loro  ;si  de^ 
dka  agli  smdj  teologici,  e  la  Spagna  ne ' conta  qual* 
Mae  fra  i  suoi  «più  abili-  doUfrif^       " 


59« 

Neir ospizio. di  NapoU,  diiamni^  V Albèrgo  dei  pa* 
varif  8i  iDsegaa  ai  gtovaoi  orfaoeHi  a  legare ,  ed  a 
icrìvere,  come  pure  i  principj  del  disegno,  e  i'arit- 
netica.  Vi  si  aggiunge  lo  stadio  delia  ipusica.  ^  D*4iU 
fronde,  nelk*  ospizio  sodo  scuole  da  calzobj^,  lessitore^ 
•attore  ,  fabbroferrajo  ^  ed  ^  qui  che  si  fabbricano  lo 
cartelle  degl*  acciarini  per  servizio  della  tnilizia.  Avtì 
altresì  una  manifattura  di  coralli ,  una  sta^iperia ,  una 
iobderìa  di  caratteri  Quegli  orfanelli  che  si  distinguo- 
no io  un* 'arte  o  professione,  seno  esenti  dal  servire 
Bell*  armata  ;  non  restano  però  sciohi;dal  *  servizio  in* 
temo  dello  stabilimento ,  del  quale  A  ior  affidata  ■  la 
custodia.  Tutti  i  giorni  ,  a  ore  fisse  sono  esercitati  nei 
cortili  al  snono  di  musica  guerriera. 

A  Mosca,  i  due  sessi  hanno  un  quartiere  separato, 
e  ciascuna  età  riceve  una  conveniente  educazione.  L' i* 
stmzione  degli  orfiinr  abbraccia  tutto  ciò  che  un  cit- 
tadino deve  sapere.  Quelli  coi  la  natura  non  fu  troppo 
larga  di  doni^  iostruiti  nei  primi. elemeoii  dd  éalcblo 
e  del  dbegno  ,  iniziati  nelle  arti  meccaniche ,  e  iicl- 
1'  arte  di  coltivare  i  giardini ,  sono  resi  pec:  tal  'mod^ 
capaci  di  lavorare  iù  una. manifattore,  iti  una  fabbrica, 
o  di  andare  a  servire  qualdie  ctltadino.  Le  cogoiaioai 
più  elevate  y  le  oMteoiaticbe ,  la  geografia,  la  scrittura 
doppia,  la  soieoza  del  commercio^ ^soo  riservate  a' co- 
loro.^ che  pee.  le»  ^oro •' felici,  ^lisposizioni  meritano  idi  es- 
sere mandali  uall' Univeositb  di  Mosoa  ,  od  all' Accade- 
mia delle  arti  di  Pietroburgo.  Il .  .reito  è  distribuito 
nette-  officine  deli'  ospito  jcIm  mantengotoo  cil^ca  '  5ooo 
0|ieraì  ,  qna^  tutti  orGinelli.  Regna  un  'Ofdine ,  uha 
diligenza,  nna- sorveglianza  somnsA  in*  qod  vasto  M^. 
bilimentOy  il  quale  occapando'iiila  lega  in  circonifereoat 


SgS 

è  ano' de'  piti  mdgniliet  ài  Mosca,  ed  odìre  l*  imma* 
gìne  ^  tfna  piccola  Gttà.  Molti  padri  che  temono  di 
non  potere  allegare  iloro  figlinoli,  li  affidano  a  quello 
stabilioieoto ,  x>ve  sono  sempre  ricevali ,  si  di  giórno, 
che  di  notte. 

Ecco  alcuni  passi  del  regolameoto  di  qnel  grand*  Ò* 
spido,  senza  riportare  i  qnaii  difSciknente  si  potrebbe 
prendere  un'  idea  dello  spirito  che  lo  ha  dettato. 

«.  Una  legge  generale  di  qaesta  Casa  (  dice  ano  Sta* 
«  tato)  è  di  lasciare  che  alberghi  io  tatti  i  caori'  la 
«  naturale  arllegrìa ,  mediante  la  libertà  delle  fanzioni 
«  dell'anima.  L'essere  sempre  e  allegro  e  Contento,  V  im- 
«  parare  piii  con  piacere  che  con  ripagaanza  ^  è  il 
a  mezzo  sicoro  di  mantenere  il  corpo  tono,  il  cnore 
«  baono ,  lo  spirito  vivo  ,  e  pieghevole.  Tutti  quelli , 
«t  che  sono  incaricati  delle  onorevoli  funzioni  di  Padre^ 
«  e  di  Madre  sopra  gli  orfanelli,  devono  prefiggersi  come 
a  scopo  principale y  di  inspirare  loro  la  sensibilità /di 
«  fermare  loro  un  baon  cuore,  di  dare  loro  dei  co- 
«  stami  puri ,  e  di  elevare  la  loro  anima  con  racconti 
«  di  azioni  nobili ,  e  virtuose.  Soprattutto ,  essi  -  non 
«  devono  giammai  perdere  Y  occasione  di  far  loro  co- 
«  noscere  i  vantaggi  di^ll'  onore ,  la  nccccssità ,  è  l' ti- 
«  tilità  d'essere  uomo  dabbene.  fCap.  .9)  ». 

Un  altro  Statuto  si  spiega  come  siegue  :  «  Il  Regi- 
«  me  (l'Amministrazione)  qual  buona  e  tenera  ma« 
«  dre,  che  non  vede  senza  dolore  allontanarsi  da  lei 
«  qoelli  che  le  costarono  tante  pene  ,  tante  care ,  e 
t  tante  sollecitudini ,  riterrà  la  più  gran  parte  degli 
«  allievi  perchè  si  dedichino  alla  Casa.  Essendo  suo 
«  desiderio  che  densi  conservino  per  tatta  la  loro  vita, 
«  ed  iospìrino  ai  loro  figliuoli  i  buoni  costanoi  ch'essi 


«  §o€cbiaroBO  col  latie^  «  i.  booni  principj  de'qoaU 
«  sono  «tati  imbevati,  V  AoinuDistradoiie  «merebfce  che 
«  I  §iovaQÌ««i  sceglieMerQ  a  prefereoKa  per.  ìapose  le 
«  laro  aorelle  d' adozione*  YenticHiqae  rubli  di  dote 
«  aaraoDo  dati  alla  sposa ,  ed  altrettanti  aHo  sposo  ; 
«  aTranno  alloggio  nella  casa ,  e  lavoreranno  per  pro- 
ti^ prie  conto.  Nel  caao  poi  che  i  voti<  deir-Ammini*' 
«strazione  non  veoiaserp  esauditi^  eika  riserva  .ciò 
a  nnlla  di  meno  delle  ricompense  per  quelli  cbe  se 
«  ne  renderanno  degni.  Per  ciò  ,  qualunque  allievo 
«  dell'  uno  o  dell'  altro  Aesso  ,  cbe  avendo  passato 
e  qnalcbe  tempo  fnori  dello  Stabilimento ,  -  riporterà 
«  nn  certificato  onorevoile  dalle  persone  che  lo  avranno 
«  impiegato, . riceverà  la  stessa  ricom|)ensa..(Cap.  5)  ». 

Ma,  di  questo  Siabilimenlo  lo  Statuto  pici  degno  è 
quello  cbe  diciiiara.  liberi  i  fanciulli  ricevuti  in  esso  , 
senza  che  alcuno ,  di  qualunque  qualità  e  condizione 
egli  siasi  I  possa  zneoomamente   ledere  la  loro    libertà. 

Diceai ,  che  in  Ispagna  la  legge  i,  non  meno  benefica 
cbe  in  Russia  >  <:ancelii  là  m^icobia  della  nascila  degli 
esposti,  considerandoli  come  figlj  di.  Il4>biii ,  e  quindi 
come  Nobili  egKno  stessi  Se  qoeslo  &ilo  è  vero ,  ba- 
sterebbe egli  solo  per  dimostrare  la  differenza  di  ca* 
ratiere  I  e  di  costarne  che  distingi^  questi,  dne  paesi^ 
ciascono  alle  due  estremità  dell'Europa.  .Io  ttno  sì  è 
concesso  agli-  orlaneHi  ciò  che  un  popolo  schiavo  ri» 
guarda  Come  il, bene  più  prezioso ,  la  libertà;  neiraK 
iro^  ciò  cbe  una  Kaaione  altiera  maggiormente  slima, 
cioè  la  Ilobiltà. 

Neil' Ospito  di  Londra  y  pcima  di  amnieHere  «n  fan- 
ctnllo' si  sottopone  a  certe  lormalità  /  4iie  non  si  esi* 
gono  ncUb  maggior  pbriei  di  CoosimiK  itabiUmeali  trììe 


895 

altre  capitali  di  Eurapa  ^  ove  l' abbandoni»  è  la  sola 
condizione  per  esservi  ricei^ato.  Bisogna  ptih  ritenere^ 
cbe  la  casa  degli  esposti  di  Londra  non  i  HHeremente 
mantenata  dal  Governo  ,  che  i  suoi  pripni.  fondatori 
fiirooo  semplici  cittadini ,  i  qaali  convertendo  nua  parte 
dei  loro  averi  in  questo  nobile  impiego,  poterono  mo^ 
slrarsi  caritatevoli  a  certe  condiaioni ,  temendo  priofiì-« 
palmenie  che  la  facilità  di  gioire  di  una  beueficenza  , 
ne  potesse  esaurirne  la  fonte.  La  carità  che  accoglie  i 
bambini  esposti  senaa  eccezione  per  ciò  solo  eh'  eglino 
perirebbero  ,  se  dessa  non  aprisse  loro  il  suo  seno , 
sente  certamente  del  generoso  e  (deli' edificante;,  quella 
che  prescrive  a  se  stessa  dei  limiti  insuperabili ,  ha 
^nalche  cosa  di  più  severo^  ma  altresì  di  più  morale. 
*  I  nati  da  illegittimo  commercio  sono  ricevuti  a  pre« 
ferepza  degli  altri  nell'ospizio  4i  Londra,  principalmente 
quando  lo  stato  infelice  della  madre ,  e  1*  abbandoBO 
bene  comprovato  d^  padre,  fanno  una  legge  di  am- 
metterveli  Si  prendono  iuforma«ioni  sulla  condotta 
delia  inadre ,  si  procura  di  venire  in  cogoiaione  se  il. 
suo  errore  fu>  figlio  di  un  momento  di  debolezza,  pinti- 
tosto  che  del  libertinaggio^  e  se  milita  la  prima  cir-» 
costanza,  tenendo  secreta  la  donna^  prendendosi  cara 
del  figlio ,  si-  spera  procacciarle  i  mezzi  di  procurarsi 
una  condizione  onoratacene!  medcjiimo  tea»po .  che  si 
cerca  di  evitare  IVincon veniente  di  soccorrere  e  incòn 
raggiare  la  prostituzione.  ^ 

Si  ricevono  pure  in  quest'ospizio  i  figli  legittimi 
ridotti  in  particolari  circoitaoze,.  e  tutti  i  bambini  tU 
coverati  vengono  poi  consegnati  a  delle  nutrici  domi*» 
ciliate  3o ,  o  So  miglia  lungi  da  Londra.  A  due  mesi 
eooo  tatti  vaccinali,  ed  a  cinque  anni  ritornano  allo 


3o6 

ftabilimente*  Si  daoQo  loro  i  primi  prio€Ìpi  di  una 
Mtmsioae  eleineotare ,  si  insegna  loro  a  farsi  i  propr} 
abiti,  oowa  pare  diversi  lavori.  I  più  atiempati  ve- 
stono i  più  piccioli  ;  coltivano  il  giardino,  si  assetano 
a  diversi  senrisj  della  casa,  ecc.  Le  figlie  si  .occupano 
deHa  cacina,  delie  biancherie.  Desse  fanno  i  paanilini 
dei  bambini  che  sono,  a  balia.  Nelle  ore  in  cui  sono 
libere  da  queste  occupazioni ,  si  dedicano  a  lavori  fem- 
minili ,  eh'  esse  vendono  per  proprio  profitto.  Va 
cibo  sapo ,  abbondante  ,  una  sómma  polizia ,  nn  go- 
verno dolce ,  paterno ,  conserva  a  questi  £Eincialli  la  sa- 
nità, la  forza ^  r  abitudine  dell'ordine,  e  la  conten- 
tezza che  ne  sono  la  sequela.  Eglino  sono  felici. 

Giunti  all'età  di  i4  o  t5  anni  si  mettono  ad  na 
mestiere,  e  le  domande  dei  mastri-operai  sap^rano^ 
ordinariamente  il  numero  degl'  individui  che  si  voglio- 
no collocare^ 

Al  garzone  si  dà  fina  Bibbia,  ed  una  copia  delle 
preghiere  religiose  che  si  usano  nell'  ospizio.  Un'  dtra 
copia  si  consegna  alla  persona  che  lo  riceve,  q|ii  s  in« 
giunge  di  educare  il  suo  allievo  in  modo  che  riesca 
religioso ,  buon  inombro  di  famiglia,  e  buon  cittadino. 

Le  figlie  .non  si  affidano  giammai  ad  nn  uomo ,  che 
oon  sia  ammogliato  ,  anzi  si  esige  che  la  moglie  dia 
il  suo  assenso.  Quando,  per' un  motivo  qualunque, 
le  figlie  ritornano  all'ospizio,  non  si  permette  che 
convivano  colle  compaghe  che  non  uscirono  giammai 
dalla  casa.  Blariundosi,  l'Amministrazione  dà  loro  un 
corredo,  e  duecento  cinquanta  lire  dijdote..In  Fran- 
cia, r  Amministrazione  si .  limita  a  far  loro  imparare 
un  mestiere  ,  il  che  è,  certamente  lodevole ,  poiché  un 
«estijore  la  vivere ,  ma  ima  dote  rende  più   &cile  il 


trovare  uno  «poso ,  e  soccorre  alin  diigrazia  della  uà- 
scita  se  Qòn  può  ripararla  del  tuUOi^  Da  ciò  avvenne, 
dice  il  sig.  De  Chateauneuf,  che  nello  spazio  di  due  se- 
coli/appeoa  si  è  veduto  in  Francia  alcuno  di  essi  trton- 
fiire  della  disgrazia' della  loro  nascita,  e  giangère  ad  uno 
stato  onorevole.  Se  ne  possono  tatt' al  più  .dtare  Ire, 
e  sono  chirurghi  che  -fi  distinsero  nell'  arte  Ioro.-7%ie- 
baut,  che  fu  chirurgo  primario  ^eir  Hotel  Dieu,  Mar' 
tinet  che  lo  jfu  della  Pietà,  e  Gérard-le  Roi  <i). 

; ^ • 

/ 

(i)  // ^ig".  De-Chaieauneuf  fi*  &7g7id  tfcremen/a  del  si- 
stema  di  istruzione  adottato  in  Francia  per  gii  esposti, 
ed  ,ammettendo  come  un  fatto  che  di  questi  fanciulli  in 
Italia  (  cioè  in  Napoli  )  si  formino  dei  musici  ^  in 
/spagna  dei^  sacerdoti^  ed  in  Russia  dei  personaggi 
capaci  di  coprile  le  pia  distinte  cariche  dello  Stato  , 
non  sa  concepire  come  la  sua  nazione,  ad  esempio 
delle  tre  sopraddette  meno  civilizzate,  non  si  dèter^ 
mini  a  dare  agli  orfanelli  quella  educazione  che  po^ 
trehhe  convenire  alle  loro  individuali  capacità  intellet" 
tuali:  vorrebbe  quindi ,  per  esempio  y  che  in  ciascun 
Collegio  reale  ,  o  comunale  di  Dipartimento  si  riser- 
bassero  delle  piazze  per  essi  lóro  {  ecc.  * 

Premessi  i  nostri  ringraziamenti  al  sig»  De-Chaleaa* 
nenf  per  V  onore  che  comparte  a  questa  nostra  Italia^ 
giudicandola  per  incivilimento  al  disotto  della  FranciA 
ed  a  paro  della  Russia  ^  ci  facciamo  a  riflettere'. 

1.^  Che  la  città  di  Napoli  non  costituisce  F  Italia, 
e  che  questa  nazione  senza  di  quella  capitale  fornisce 
ogni  anno  i5  o  i4  ft^  esposti  od  orfani  dei  quali 
eertamente  non  cade  in  pensiero  di  fame  dei  musici. 

2.*^  DalT  istessa  descrizione  che  ci  diede  il  signor 


398 

Versuche  neber  den  Ueb^rgang  *yon  Mate* 
rien  in  den  Harn.  Sperienze  sul  passag^ 
giù  di  diverse  materie  nelV  urina  ;  del 
doti.  WoBLRER.  Memoria  coronata  dalla 
Fùcólià  di  Medicina  di  *  Heidelherga. 
(  Zeitschrift  (ur  Physiologie.  Erster  und 
Zweiter  Band.  Heidelberg  1824)* 

ersaasa  la  Facoltà  di  medicina  di  Heidelbergay  che 
da  esatte,  sperienze  intorno  alle  sostanze  che  dalle  prime 
Tie  passano  nel  sangue  e  da  quésto  uell'orina ,  possa  ve- 


De-Cbateauneuf  deW  Alberga  dei  poveri  di  Napoli '^ 
risulta  c^e  in  generale  eglino  sono  destinali  al  servii 
zia  delF  armata^  e  a  professioni  meccaniche^  qua^un^ 
que  fra  gli  articoli  della  loro  educazione  siavi,  forse 
solo  per  alcuni  f  e  per  uso  della  milizia  ,  f  insegna- 
mento della  musica, 

3.^  Non  jcrederemo  giammai  che  di  id,4oo  espo* 
sii.  che  annuabnenie  si  ricoverano  nei  pii  stabilimenti 
spagnuoli  se  ne  facciano  del  maggior  numero  dei  sO' 
pravivefUi  idonei  tanti  ecclesiastici ,  d^  onde  ne  verreh- 
he  che  il  clero  spagnuoloy  per  numeroso  eh*  egli  siasiy 
sarebbe  (Composto  per  la, massima  parie  di  orfani,  o 
di  bastardi:  è  forza  quindi  supporre  che  il  sig.  De* 
Chateann«ttf  abbia  attinta  questa  notizia  allo  stesso 
fonte  che  a  lui  somministrò  la.bajat  che  gli  esposti 
fn  ispagna  siano  tenuti  nobili,  e  che  le  orfaneUe  si 
iacciano  passeggiare  processionalmenie  in  Barcellona 


399 
sire  ilio»trata  lat  digeitìoné  e  par  anco  V  ematosi ,  e 
cooscia  d' altronde  dell'  iasufficeaza  delle  osservazioni 
e  sperimenti  fin    qui   praticati    sull*  argomento ,   avea 


onde  presentare  ai  giovinoai  la  bella  occasione  ài 
gettare  il  fazzoletto  a  quelle  di  loro  ch'eglino  si 
scielgono  per  isposa, 

4.^  Se  solamente  nel  grande  ospizio  di  Mosca  si 
trovano  circa  ^4  000  operaj  ifuasi  tuui  tolti  dagli 
esposti  y  conviene  supporre-  che  di  (Questi  se  ne  destini 
alV  Università  di  Mosca,  ed  alT  Accademia  di  Pietro- 
burgo un  numero  assai  limitato  y  e  sotto  molte  restri- 
zioni f  a  noi  ignote ,  e  forse  allo  stesso  autore .  della 
Memoria.  •   i- 

1  voti  poi  del  sig*  De-'Cbateauoenf  non  potranno 
giammai  essere  esauditi  né  in  Francia ,  né  in  altri 
Statiy  e  se  lo  venissero  sarebbe  un  inconveniente.  Per- 
che,  non  soverchiando  ordinaiiamente  le  rendite  de^ 
stabilimenti  destinati  al  ricovero  degli  esposti. ,  ne  ver- 
rebbe  che  la  spesa  colia  quale  se  ne  intrattenesse  so- 
lamento  la  decima  parte  in  una  carriera  civile  y  e 
saemificay  assorbirebbe  i  mezzi  di  ricoverarne  altri 
tre  decimi  y  od  almeno  impedirebbe  di  mantenere  bene 
la  comunità  dei  già  esistenti.  Oltre  di  ciò,  sarebbe 
assai  malagevole  la  scelta ,  poiché  ognuno  sa  quanto 
siano  fallaci  gli  indizj  dai  quali  si  giudica  della  cor 
pacità  dei  fanciulli  a  riuscire  n^  sciente ,  e  nelle 
belle  arti.  Off/irebbe  un  motivo  di  malcontento  a 
tutti  gU  esposti  che  sarebbero  esclusi  ila  quella  scella , 
ed  un  oggetto  di  generale  mormorazione ,  massime 
ogni  qualvolta  si  presentasse  il  caso  y  assai  facile  y  che 


/ 


4oo 

messo  al  cotocorso  il  quesito .  di  determiiuure  :  qn^Ii 
sosCaiise  iolrodotle  nel  corpo  dell'  aomo  je  degli  am- 
maliy    sia   per    la   bocca ,  o  per  altra  via,    passano 


im  orfano  destinato  alla  carriera  scientifica  riuscisse 
un  ignorante,  inianto  che  un  altro  destinato  alT  eser* 
cixio  di  un  arte  meccanica  dasse  prove  di  suscettività 
a  fare  progressi  negU  stadf.  Sarebbe  pòi  ingmsto  it 
conferire  piazze  gratuite  nei  coUegi  ap^t  esposti  per  de^ 
Jravdarne  ijigìf  di  padri  benemerài  dello  Stato,  e 
della  società ,  dei  quali  non  ne  mancano.  Se  da  un 
canto  il  fihsùfo  non  fa  disUnùoue  tra  fi^io  e  figlio^ 
la  giustizia  goyemativa  esige  di  bem^ksare  nei  figU  i 
padri  y  forse  estinti  ^  od  immiseriti  pel  servigio  della 
nazione.  EgU  è  un  grave  errore  in  politica  riservare 
per  le  arti  meccaniche  solamente  gli  stupidi,  ed  i 
poveri  £  ingegno^  A  questo  pregÙMUtio^  ed  a  quello 
che  r  esercitti^re  tm  mestiero  non  sia  una  condizione 
onorevole  /  devesi  tif^anua  in  cui  si  trovano  ancora 
ogiggiomo  le  arti  e  le  man^auure  presso  alcune  nor 
zioni,  intanto  che  formicolano  di  miserabili,  e  di  igno- 
ranti laureati  f  i  quali  ^  dopo  essere  stati  mantenuti 
agU  studj  con  improbi  stenti  de*  loro  genitori  ^  si  di' 
sputano  tra  loro  con  disdoro,  ed  accanimento,  i  mez- 
zi  di  guadagnarsi  la  giornata  i  un  ciabattino. 

Finalmente,  lo  scopo  unico  che  deve  prefi%g&rs£ 
chiuìlqtie  sostenga  t  incarico  di  formare  degli  uo- 
mini,  è  quello  di  metterli  in  tale  condizione  per  cui 
possano  nel  cono  della  loro  vita  godere  della  massi- 
ma felicità  concessa  a  ragionevoli  mortati.  Ora,  si 
ponga  jda  un  lato  ttn  uomo  dotato  di  un  buon  fisico. 


4^è 
nella  vescica ^  e  qoaK  dedutioni  èì  possono  ricavate? 
L'accademia  avendo  coronato'  k  Memoria  superiora 
mente  enunciata ,  noi  creduto  abbiamo  doteme  '  dàrt 
ampio  ragguagliamento /come  di  cosa  che  non  inte^ 
ressa  tanto  il  fisiologo ,  quanto  il  medico  pratico.* 

La  Dissertasiooe  è  divisa  in  due  parti.  Nella  .prima 
r  autore  riporta ie  spenenze  ed  ossenraaiónt  fatte  dà 
altri  e  da  es^o  lui  snl  passaggio  dellelsostanse  nell* orina; 
nella  seconda ,  propone  le  considertizìoni  e  conclosioDi 
eh'  egli  ha  tredntob  poter  dedurre  -  dai  pitaticatr  spe- 
TÌmenti.  'Per  isbùÈare  in  qualche  modo  V  imperfeeione 
del  suo  lavoro,  i(:dott.  /F'oe^r  ric<irdale  molte  dif- 
ficoiià  che  offrono  ìe  spèrienze  di  questo  genere.  Non 
si  pttb  farne ,  die'  egli ,  che  pochissime  su  di  se  9tes*> 
so  y  e  generalmente ,  sull'  nomò ,  attesoché  ,  per  gioìt'- 


onesto ,  e  che  possegga  bene  un*  arte  uide ,  o  necessà^ 
saria  alla  società  ;  e  si  ponga  dalt  alifo  lato  t  uomo 
dottò  y  p  quello  che  appartiene  al  ceco  civile  e  distin- 
to f  e  si  vedrà  ove  preponderi  la  libertà ,  P  oBegria^ 
il  disimpegno y  F  indipendenza  e  la  felicità. 

Concludiamo  adunque ,  che  ogni  qualvolta  gli  orfa'  * 
ndUy  od  espostiy  verranno  edkvati  in  modo  che  possano 
riuscire  uohuni  saniy  robusti  y  oneui  y  ed  ai  possesso 
di  un*  arte  anche  meccanica  y  e  che  nello  stesso  tempo 
si  procuri  cancellare'  dal  popolo  T  idea  et  ignominia 
eh*  egli  attacca  a  questi  infelici  y  si  sarà  provveduto 
al  massimo  loro  bene  y  saMnno  pienamente  adempiti 
i  doveri  che  impone  F^unupiitày  e  sard  fatto  U  mag^ 
giore  interesse  dello  Stato. 

Br. 

Ahhali,  rol.  XXxhlT.  a6 


-• 


4oa 

g0r«  a  maluueoti  «icari  è  nettieri  porgete  le  -so- 
scanso  a  si  alte  dpsi.»  che  la  .pjìi. parte  eziandio  delle 
pih  ÌQiiQce4ti  diveotapp  in'  air  ora  capaci  di  prodarre 
efletti  fiinesti*  Per  la  flessa  ragione  non  si  pa&  cavare 
gran  partùo  dai  malati  negli  spedali  Non  rìmaoe 
adanque  ahro  ripiego  die  sperimentare  sagli  animali, 
Isa  i  quali  i  cani  sop  quelli  che  offrono  il. pih  di  co- 
modità. Se  non  che  la  facilità  colla  quale  vomitano  tutte 
k  sostanze  a  cui  il  loro  stomaco  e  il  loro  organismo 
,nen  scjio  assneffati,  fa  si  che  le  spefrienze  tentate  su 
di  essi  siano  spesso  diiEcilissime ,  e  «escludano  graa 
.numero  di  corpi ,  segnatamente  la  più  parto  delle  pre- 
parazioni metalliche.  L'autore  disapprova  Teq^edienre 
iiemaiie  d'impedire  il  vomito  colla  legatura  dell' eso- 
fago ^  coliffato  procedimento  dovendo  di  necessità  trop- 
po altamente  perturbare  le  funztoDÌ  digestive ,  per  po- 
ter concfaiaderè^  dai  risnltaiiieod  ottenuti  sono  tali  cir- 
costanze y  quello  ch^  -succede  nell*  animale  in  istato  di 
salute.  Oltre  di  cij»,  ia  prudenza  richiede  di  astenersi 
dalla  più  parte  delle  sostanze  già  esistenti  nell*  urina  ; 
dappoiché  1'  estimazione  approssimativa  del  soprappiù 
della  loro  quantità  darebbe  un    risultato   incerto.    Nei 

#saoi  esperimenti  V  autore  faceva  inghiottire  ai  cani  le 
.materie  che  intendeva  sperimentare  miste  cogli  alimen- 
ti^ e  stava  osservando  se  vomitavano  o  orinavano.  U 
mezzo  più  sollecito  e  meno  crudele  di  dare  la  morte 
ai  cani,  è,  a  senso  del  dolt.  FToehler^  l* avvelena- 
mento coir  acido  idrocianico  ^  però  coir  avvertenza 
di  legar  l'uretra  e  il  collo  della  vescica  tosto  dopo 
la  morte  I  a  cagione  che  qnesto  veleno  inducendo  sem- 
pre prontamente  la  paralisia  generale  dei    muscoli  ^  le 

.  materie  alvine  e  le  orine  non  mancano  di  tosto  uscire.^ 


4o3 

L' astore  sperava  in  falle  prioie  di  poter  raecogKere 
ToriDa,  nelle  cfgoé,  col  mezzo  della  siringa >  senza 
aver  bisogno  di  uccidere  !' animale;  ma  non  gli  è  mai 
tìujcito  di  infrodnrre  il  catatere  nel!'  uretra.  Peri  egli 
«vea  gik  praticato  gtan  numero  di  sperienze,  quando  gli 
V  venne  trsf  le  mani  un  cane  cbe  pe'  suoi  fini  avea  il 
prezioso  vantaggio  di  lasciar  V  Orina  allorché  gli  si 
faceva  paura.  —  Kispelto  alle  osservazioni  €eglt  antichi 
ani  passaggio  delle  sostante  neir orina ,  l'amore  ha 
scelto  di  non  ritèrime  che  poche  di  ben  avverate.  Gli 
antidii  aveano  troppo  scarse  cognizioni  sulla  composi* 
sione  chimica  del  li()aido  orinoso>  e  la  loro  immagi* 
nastone  creava  i  concetti  più  bizsarri  sa  ciò  che  avea- 
Do  osservato ,  per  poter  citare  come  aatorìtà  tutti  j 
Atti  da  loro  narrati. 

*   §  /.  EspiaiEUZE  •—  \^.  Sostanze  che  passano  nel* 
F orina.  '^^   a.   Sostanze   introdotte   daW  estemo  nei' 
corpo.  -^  I.  Aostame  semplici  e  composte  inorgani€hem 

i.^  Iodio.  Da  assai  tempo  l'autore  avea  scoperto 
lacilmente  l'iodio  nell' orina, di  no  giovane  .cane,  al 
quale >  per  liberarlo  dal  gozzo,  fiiceva  pigliare  pici 
grani  al  giorno  dì  questa  sostanza  sciolta  neU'dlcoole. 
L'animale  orinava  spessissimo*-,  il  che  poteva  dipen* 
dere  non  tanto  dalla  virth  diuretica  dell'  iodio  ,  qaaa* 
lo  dalia  sete  che  accendeva  il  rimedio.  In  &tti ,  il 
cane  beveva  assai ,  e  sotto  l' inflaensa  di  una  sover- 
chia quantità  f  iodio  diioagriva  di  tutto  il  corpo  nel 
temipo  stesso  che  il  gozzo  andava  appiccinendvsi.  Lo 
iodio  esisteva  nell'  orina  nello  stato  di  acido  idriodico, 
poiché  P  lonido  non  tingevasi  iir  azzurro  in  questo  li.- 


j 

i 


4a4 

qoido  te  non  quando  if  aggiUDgeva  un  corpo  che  to« 
gUeva  V  idrogeno  all'  iodio.  Il  doro  era  meno  conf»^ 
ccvole  a  tal  proposito ,  per  la  ragione  che  un  leggiero 
ccceMQ»  di  questo  corpo  convertiva  V  iodio  messo  a 
nudo  in  apido  iodico,  il  qbale  pure  non  reagiva  punto 
•uir  amido.  Il  mézzo  che  all'  autore  parve  sempre  il 
migliore  ,  fu  d*  iatroddrre  nell*  orina  un  pò*  di  cloratp 
di  potassa  con  dell'  amido ,  indi  di  farvi  cadere  con 
precauzione  una  goccia  di  acido  solforico  o  di  acido 
idroclorico  ^  il  pih  delie  volte  in  pochi  minuti  V  annido 
cominciava  a  colorani  di  violato.  Ad  una  cagna ,  che 
allattava  »  si  fece  mangiare  del  pane  che  conteneva 
quattro  granì  di  iodio  sciolti  nell'alcoole.  A  capo  di 
cinque  ore  si  uccise  uno  de'  cagnolini.  £ ,  col  processo 
testé  menzionato /,.  si  riconobbe  la  presenza  dell'iodio, 
non  solamente  nel  latte  rappigliato  contenuto  nello  sto- 
maco, ma  ancora^  e  in  modo  chiarissimo,  nell'  orina. 
Questa  speriènza  prova  adunque  il  passaggio  di  questa 
sostanza  nell' orina  e  nel  latte.  Tiedmann  e  Gntelm 
hanno  trovato  T iodio  nell' orina  di  un  cavallo,  coi 
areano  fatto  trangugiavo  un' oncia  di  idriodatoiodurato 
di  potassa  sciolto  nell'  acqua. 

u.®  Carbonaii  alcalini.  JBs^endo  gli  alcali  uno  dei 
principali  rìmed)*  contra  la  iormaziobe  dei  calcoli  di 
acido  urico ,  si  è  avuto  spesso  occasione  di  far  osser* 
vaziooi  sul  loro  passaggio  nèll'  orina.  Mascagni,  che 
prese  egli  stesso  per  qualche  tempo  una  dramma  al 
giorno  ài  carbonato  di  potassa,  per.  on'affesiooe  cai- 
colosa  da  coi  era  travagliato,  vedeva  che  la  sua  orina 
non  tardava  a  divenire  alcalescente.  Brdnde  dice  ayeiv 
la  trovata  alcalina  a  capo  di  iei  mitouti  in  un  uomo, 
che  avea  inghiottito ,  con  te    caldo  dtfe   dramme  di 


<# 


4o5 

*  

carbonato  di  soda  sciolte  neir  acqua.  Bostùdi  iocooirò 
ForìDa  alcalescente^  é  che  .facera  effervescenza  cogli 
acidi.y  in  un  infermo  che  prendeva  ogni  giorno  due 
oncie  e  mezzo  di  carbonato  di  soda.  FFTiUt ,  citato  da 
Marcet\  assicura  perfino  che  in  'seguito  del  lungo  nso 
degli  alcali ,  V  orina  se  ne  carica  al  punto  di  esser  ca<- 
pace  di  sciogliere  f  acido  uricb.  U.autStfre  ha  creduto 
superfluo  citare  altri  fatti.  La  cnlce  e  la  magnesia  in- 
'contrandosi  già  nell*  orina  normale,  nulla  si  può  dire 
di  cèrto  intorno  %\  passaggio  di' quésti' corpi 'nel' liqui- 
do orinoso^  ad  onta  delle  molte  speriente  praticate  su  di 
questo  argomento. 

3.^  Idrosolfato  di  potassa.  Fu  giii  osservato  dal 
Qarnet  che  la  carta  imbevuta'  di  soluzióne  di  ucetuto 
di  piombo  si  tingeva  in  nero  dall'  orna  degli  ammalati 
che  pigliavano  internamente  del  fegato  di  solfo.  A  oip 
cavallo  si  lece  ingollare -la  soluzione  di  una  libbra  di 
fegato  dì  solfo!  Ucciso  quattro  óre  •  dopo^  T  orina  in- 
dicava manifestamente  la  presenza  dell*  alcali  ai  reatti- 
vi,  ma  non  esalava  T  «odore  dell' acido  idrosolforic^. 
Versandovi  dell'  acido  idroclorico  si  vidde  sprigionar- 
ti una  quantità  straordinaria  di  acido  carbonico ,  cou 
nessun  odore  epatico.  Però ,  stendendo  suU'  apertura  del 
vaso  una  carta  imbevuta  di  soluzione  di  piómbo ,  st 
notò,  a  eapo  di  alcune  ore  >  che  la  carta  era 'divenuta 
afifalt'ò  nera.  Versata  in  seguito  una  •  soluzione  d' idro- 
clorato  di  barite  in  quest'  orina  mista  di  acido  idro- 
clorkóy'  si  fi>rm^  un  precipitato  aM^ondante^  il*  quale 
-lavato -con  acido  idrocloricò,  per  privarla  del  fosfato 
'di  '  barite  ,  e ,  ben  prosciugato  «,  riscaldato  in  un  tubo 
di  vetro,  diede  per  suUimasione  dello  solfo  di  una 
certa  purezza^  il.  quale  proveniva «daMa  scomposizione 


4o6 

efletiaaU  MY  acido  idroclorico  del  ^g/Utfì  di  soUo  co^r 
teouio  neir  orina.  Il  residuo^  dell' operaùpoe  era  sol- 
ato di  JMirite  poro  ^  il.  quale ,  calcioato  ^  yioleotemente 
eoo  carbQoe,  si  converti  in  solfuro  di  barioo). .  Que- 
sta sperieiua  dinaostra  che  T  idrosolfato  di  potassa  pas* 
sa  neir  orìoa»  4o  parte  senza  scomporsi ,  ma  a  qnanio 
pare,  la  più  gran  parte  coiivertito  in  solfato  ,di  po- 
tassa. '^  Il  .cagnodio  che  lasciava  1'  orina  allorché  gli 
fi  faceva  paura j- trangugiò  qcigU.  alimenti  una  dramma 
di  fiori  di  sol£>9  A.  capo  di  tre  ore  ,  si  raccolse  |Ia 
aaa  orina  ^  e »>  aggiuntovi  lyn  pò*  d*  acido  idroclorico, 
si  coopri  il  vaso  con  carta  bagnata  ja  una  soluùoofB 
di  piombo,  Non  erano  scorse  Ventiquattr^  ore,  che  la 
carta  era.  bensì  legg^mente,  ma  in  modo  sensibilie 
/  annerata.  Egli  pareva  che.  questa  urina  xonteneMe 
|McÌQCÌpaloientO  ua^  quaotità  straordinaria  di  solfati. 

4*  Cloralio  di  potassa.  Uo  giovane  caoe^  di  piccola 
statura  ^ .  pr^se  una  dramma  .di  clorato  di  potassa. 
Ucciso  a  .capo  di  quattr*' ore  j. dopo  che  avea  orinato 
quattro  volte  ^  si  trov2^.  nella  vescica  circa,  un' oncia  di 
urina  pallidissima ,  la  quale ,  al  giungervi  dell'  acido 
idroclorico  a  gOGcie  a  gocde,  si  tiuse  in  giallo  cari- 
co ,  e  esalò  V  odore  di  ossidp^  di  cloro  ^  precisamente 
come  avviane  quando  a  nua  soluzione  iicquosa  di  do- 
rato di  potassi!  si  aggiunge  dell'  acido  solforico.  Sva- 
porata alla  metà,  col  rafireddameoto  somministrò  I9I 
copia  di  cristalli  di  clorato ,  quale  è  somministrata  da 
una  sohirioioa  satura  di  questo  sale  oidP  acqua.  La  foriiia 
di  questi  cristalli  9  la  loro  fusiope  sui  carboni  ardenti, 
la  loro  detonazione  col,  fosforo ,  nou  lasciaronp  alcuna 
dubbiezza  sulla  loro  natura.  L*  orina,  evacuata  un'  ora 
e  mezzo  prima  deUu  morte ,  si  tinse  pure 


4o7 

in  gMio  df.igghingerTi  èelT acido  doHorioo',  evasalo 
r  odore  dell' ossido  dì  cloro.'  fa  queste  occaaiènt  st 
I16IÒ,  iche  questo  tale  non  produce  efTettr  diversi  dal 
nitraXo  di  potassa.  Noù  ni  scuoprl  traccia  dMnfiaoiiBa* 
slòde  neHo  stomaco.  Come  tutti  i  sali  di  questa  spe- 
cie,  così  qùeNo  dì  cui  si  tratta  parve  accrescere  la 
sepàrrtdoae  orinosa ,  e,  istessamemte  dd  nkro ,  causi 
la 'diarrea.  -    ' 

5.  Nùtaio  di  potassa.  TuUi   i   medici  sanno  '  Don 
doversi  prescrivere  il  nitro  nelle  aflezioni   infiammato*^ 
rie    degli    organi    dell*  orma ,    a  motivo  ^   dicon' ^ssi ,  * 
dell-  irr^iizioue  prodotta  dai  passaggio  éi    (at  sale  nel- 
r  orina.    Eolio   pretende   essersi   assicurato   di    questo 
passaggio  con  una  sperienta  ;  ma  non  ammette  la  pre* 
sènza  del    nltrof   ndi*  orina  se  non    pel    tartaro   a   cui 
qqieSto  liqtiido  dà'origine,  trattandolo  colf  acido  tàrta-^ 
rico.  Darwin  prese  due  dramme  di  nitro ,    e   pretese 
averlo  scoperto  n^U*  orina  ,   dachè    la  scarta  imbevuta 
in  queste  liquido;  e  quiàdi  fatta  prosciugare,  brucia-* 
va  deHo*  stesso  modo  che  h  la  carta  che  si  ha    ani»' 
cedentetnente  imbevuta  in  una  soluzione   di   salnitro* 
A  un' vecchio  cavallo^  ben  portante^  l'autore  fece  in- 
gollare/a' di^iùnio,  una -soluzione  di   cinque   oncie  di* 
nitro.  L*  animale  fu  ucciso  quattro  ore  dopo.    La  ve* 
seiéa'era  piena  d*  orina.  Svaporatane-  una  parte  a  con* 
sksfebca  di  sciroppo ,  e  bollita  in  appresso  con  alcoole,* 
depose^  col    raffreddamento ^    tnolti   cristalli  di   coW 
bruno ,  i  quali ,  spremuti  e  seccati  y  si  fusero  sui  car- 
bete? addenti,  ed  aveauo  un    sapore  affatto   analogo  a 
€fbitì\ò  del  salnitro.  Solamente   erano    un   pò*  lordi   éi 
alcuni  mat^iail  dell'  orina.  In  un'  altra  porzione  di  ori- 
ni Si  tttfl^  dcUa  cwta ,  la  quale  non  diede  tràccia  def* 


4o8 

ienoiaeno  d»semt6  àat  Darv^n^  qmtntoiiqw  Dorina 

dpve^ise  coDteaere  circ^  uDa  dramfia.dii  nitro. 

6.  Jdrocianaio  di  potassa  e  di.  protossido  di  ferra^  I 
moderni  fisiologi  si  sono  froquoomnieQ.te  serviti  di^  que- 
sto corpo  n^lie  loro  sperieose.^ulle  div#r«o  fi:9sioiù  e 
•dì  diyerjii  atti  doli*  ecoooiaia  Miauk\ef  a  cagione  della 
frcilità  di  verificarne  la  presena^.  Il  suo  poM9ggip  neiru- 
rina,  è  stato  perciò  osservato  con  tanta  fr^^fnisit^ 
cbe  •  r  autore  ha  .  creduto  di  astenerci  dal  riferire 
Ujli  esperimenti  da  esso  lui,  istuniti  su.  di  queslo^  firn- 
posito.-  Sì  sa  che  iV  coosposto  di  cui  si  tratla  si  rico- 
nosce fecilnente  al  color  azcnrro  die  produce  co*  sali 
fttirngìnosi,  U  dott.  Woehler  accenna  non  di  meno 
le  seguenti  osservazioni  :  TVóttaston  b^  trovato  i*  idro- 
canato  ferrurato  di  potassa  nelF  orina  di  parsone  che 
non  aveano  preso  che  alcupi  |;raDÌ  della  sua  solpzio- 
nfu  Marcel  lo  ha.  riconoscipto  neir  orina  di  un  diabe- 
tico cm  ne  av.ea  somminisf  rato  «*  Uome  lo  ha  scoperto 
Aoll'oii^adi  alcool  asini^  Magendie  ia  qa^Ua  di  cani  nel* 
le  coi  vene  .aveaoe  iniettata  la  soluziooei.iyr^^^nr'  in  qpel- 
If  di  nn  cape ,  nella  trachea,  del  quale  ne^  aiiea  latto 
stillare 5  Tiedemann  e  GmeJia  io.  quella  4i.  c#pi.^e 
ne.aveano  preso  da  ui^a  ^  dofiArMamei  fiumert  e  Bo^ 
ring  in  qu^ella  di  cs^ii  iieL  coi  ventre  in^rodotlo,  ne 
aveaoo  quattro  ore  prima  ^  ffesirumb  nella  propria 
orina y  egualmente  che, in  quella  di  ponigli ^  di  cani, 
e  di  un  montone  4  Seiìer  e  fìc4nuSf  in  quella  di  ca- 
valli e  di  cani  ai  quali  ne  aveanp  somministrato  ^  :  in 
quella  di  un  cavallo^  cai,  so  una  feritn,  ne  efa  stata, 
applic^a  la  solozione,  e  fioalipi^n^  .in»  .quella*  di  'on 
cavallo y' nelle  cut  vene  ^ra  stato,  injeitatp.  ff^ei^iern- 
epnph)>e  f  Idrpcianato^  di  potsiii»  «neUa»  j^-opria    orina 


4^9 
la  diinaiw  det*  gìMvani  cui  né  aviéa  «preso  mì  gram 
sciolti  nell'acqua»  Pfesaoé  onp  dramma ,  egli  ha  po- 
talo scttoprime:  neil*  opina  che  fceé  tre  giorni  dopo  lo 
espetiniaolo.  Del  reslp-,  raotor^Govrienecon  Wtlxier 
cic«a  ;al  non.  potersi  dimostrare  1*  esisteoia  dì  nna  pie* 
cMa  quantità  di  questo  sale  ndF  orina  f:tmigendovi 
semplifcementeiuna  éolneione 'ibrruginosa ,  ma  d<fyersi 
inoomkiciaré  dal. togliere ,  col  meaaso  di  no  acido,  le 
alir»  «dslanse  chei  si  precipitano  conteaQt|)oraneamen(e^ 
e  masehci^ano  il  color  aaaorro.  P^rè,  T  anfore  credo 
inesatta  la  determinaaione:  data  da  JVeider  della 
^amità  del' saie  che  passa  n^rorioa;  da  on  fato, 
pei>ehè  qneat'vliiflao.  viene  .  eracuéio  contemporanea-, 
meot^  per  via  di  altri  <ygani  ;  dall' altro ,  perchè  l' ac- 
aorto;  di  Pitassia^  dietro  cài- egli  ha. cercalo  di  deter- 
minare la^  quantità  del  sale  'Contenuto  nett'  urina ,  si 
trova  scomposto- facendolo^  digerire*  colla  'soluiìonc  di 
borace,  mercà  cui. egli  lpr<|teiide  *  libetarlo  dall'acido 
urico.  L'  ossido  di  ferro  è  separato  \  e  quando  si  sva- 
pera  fl  liquido ,  fcM^aai  >un»  maisa  àoo  cristalhiaabile, 
eccome  gommosa,  iohe.contiìenè. deli' idrocianato  di  soda. 
Ecco,  perchè  Wettkr^  dopo-  «ver  piesò  niia  dramma 
d'ìdrocianato  ferfuralo  di  potassa  boa  ottenne  che 
quattro  gr^ni  di  asaairro  di  ProMÌav  quantuoque  egli 
seguitasse  per  atei  tempo  a  precipitare  .  1'  urina  ^«ol 
ftrro." 

7.?  idrocianaiQ  -di  foiassà  mM  pennida  di  fiarr^. 
Il<.9agQM^,'di  cu»  «i  è  parlato >  prese  venti  gram  di 
^piestM  composto.  Lt  o^ua  evacuala  «  4capo  di  cinque 
ore  avea  il  eolore  ordinario ,  cii  »plièi  attestava  di  già 
eh'  essa ,  non  poteva  contenere;  detto  :  sale  aenea  altera-* 
mot»  gtffCÀocchi/fttia  :deHe  iue.prefMmtà^consiste  nel^ 


4(0 

r«fitr  etpaca  i«  piecMfsiiaia  ^«orità  dl/d^re  il  cò>-' 
lor  .giallo  a  una  grande  quantità  ii*ac(|ttà»  Scompotta 
dal  pralotol|ato  dU  ferro  puro,  poesia  tmoanoB  diede 
pijk  traccia  di  aacnrn» ,  il  qoale  eofere  ti  feiba  però 
abiaramcbta  vedere  agginotovì  deV  idroclorato  ^di -fierfo.  • 
Ella  i  questa. una  prova  incontrattabile  che  > l'ossido 
era  stato  ridotto  allo  stato  di  ossidufe,  ridttttooe  che 
si  era  certanMnte  già  operala  nelle  priae  vie;  pemoe» 
che  gli  escrementi  evacnati  alla  stessa -epoca  dal  cane^ 
presero  egualmente  na  color  aszorro  cadco  qoando'sa 
di  essi  si.'versik  della  aoliicione  di-idrodoMto  di  ferro. 

Sfi""  léroeiamUù  éo^ato  di  fotassa.  •—  fTogel  e 
Sa$mmerkm  (figlio)  ne  porsero  a  nn  cane  Una  dramma*. 
Ucciso  r  animale  a  capo  di  a4  ore,  ae  ne  trova  gialla 
Torina^  la  qoale,  mediante  là  soWisionediférro^  prese 
nn  color  rosso  carico ,  che  ,  come  è  noto ,  è  pr<^prio 
dell'  idrociaaato  Solforato  ^i  ièrro.  Anco  Titdnumn  e 
GmeUn  lo  scopersisro  cnn  pari  ftcilità  neH*  nrina  di  où 
cane.  ■  v 

9.^  Borace,  -«-  TMmann  e  Oiisafo  fecero  tvang^giare 
ad  nn  cane  nna  libbra  di  borace  sciolto  nell'  acqua. 
L' animale  fa  messo  a  morte  tre  ove  dopo.  L*  orina  fu 
avaporau^  carboniziata  e* bruciata  con  salnitro;  sato^ 
ma  in  segnilo  la  oMsaa  con  acido*  solforico ,  e  nnova-» 
■Muta  svaporato  y.  indi  bollita  jcon'  akàeléy  écftesoq^ie' 
sto  bruciò  con  fiamoia  verde ,  che  si  sa  conon^ 
Ciasi  alla  fiamasa  ^\f  aaidor  bon^cico.  ;  ^  - 

low  idroelcrmo  di  iariie,  Tiedmatm  e^mMAaliaoQò 
trovato  questo  sak  ndl'  urina  di  un  eavallo*  ^ké  ncr 
avea  trangugiato  ctnqoe  oneio  qdàilfr'&ró  ^rllna';  però 
egli  era  in  quantità  più  picciola  die  nel  siero  del  san- 
gue delle  vene  mepenteriche  e  deUa  vena  j^Hk  4fi>n- 


4  II 

chàu  dice  avello  "ioeoDtrtte  DeV  ormi  de|>e'  averne 
falto  pigUare  alla  dose  di  due  dramme  aL  giorno.  Talte 
le  volle  che  V  au%€fre  ha  vt>lato  ripetere  qoesta  espe- 
tkoza  nei  caoi,.eUa  qoo  ha  punto  nosoitp,  a  eagione 
della  proprietà  emetica  dei  sali  di  barite, 

11.^  Tartrato  di  potassa  e  di  idckel.  Qaesto  com- 
posto si  ottiene  facendo  bollire  del  carbonato  di  nickel 
con  del  tartaro  e  dell'acqoa.  Si  sprigiona  dell'acido 
carbonico,  è  si  forma  una  soloaione  verde  che  non  si 
cristallizza  per.  la  svaporatione  ,  Aia  si  converte  io  una 
massa  di  aspetto  gommoso  ,  verde  ^  e  (di  sapor  dolce 
zaccherioo;  qualità,  che  rese  facile  il  fame  ingollare 
al  càgnoolo  snmmeocionato  messa  dramma.  L*  orina , 
evacuata  a  capo  di  qnattr'ore,  mescolata  con  del- 
l'idrosol&to  di  ammoniaca,  si  tinse  in  brano,  e  de« 
pose  piii  cardi  dei  fiocchi  tifanti  sul  bmno-caricb ,  co» 
lore  che  n<Ai  poteva  dipendere  se  non  dal  solforo  di 
nickel.    . 

la.^  Silice*  Berxelius  ha  trott'alo  il  primo  la  silice 
nell'orìna^  e  l'ha  btta  provenire  dall'acqua  che  sì 
beve.  Per  confermare ,  coli'  esperienza ,  la  possibilità  . 
di  qaesto  passaggio  della  silice ,  allo  slesso  cavallo  che 
avea  preso  il  nitro  ,  si  mioistr^ ,  coatemporaneamenie 
alla  soluzione  di  questo  sale,  venti  onoie. di  silicato  di 
potassa  ateiìiprate  nell'  acqua  ,  ed  ucciso  1'  animale  a 
capo  di  quattro  óre ,  si  trovò  lo  stomaco  grandemente 
infiammate,  che  conteneva  ancora  quasi  tolto  il  liquido 
che  si  era  injettalo,  il  che  dipendeva  evidentemente 
da  ciò  che  la  sua^sione  era  stata  perturbata  dalla 
flogosi.  L'  orina  era  fortemente  alcalina  $  trattala  col* 
¥  acido  tartarico.,  diede  un.  precipitato  abbondantÌMÌmo 
di  tartaro I  che  indicava  già  la  preseòudi  un'insolita 


A 


4ia 

'qmtititìt  di  potasi».  Svaporata  una  porle  déff  nrìna  , 
e  carboBUzala  e  brocìata  io  un  crogiuolo-  di-  platino 
eoo  dell'  acido  nitrico ,  la  massa  salida  fu  disciolta  nel- 
l'acido  idroclorico  aHongato  con  acqua,  la  solorìone 
svaporata  e  à\  sale  riscaldalo  all'  incandescenza- ,  indi 
sciolto  netracqna  bollente.  Restò  gran  quantità  di  una 
sostansa  bigia  fioccosa ,  che  ta  raccolta  su  di  un  filtro 
e  lavata  con  actd|^  idroclorico  per  privarla  M  fosfato 
calcare.  Lavato  ora  il  residuo  con  acq<àa  ,  e  prosciu- 
f»atOy  si  presenta  sotto  iorma  di  una  fiolvere  bianchic- 
cia ,  aspra  al  tatto.^  caratteri  indicanti  di  già  la  silice. 
Ridotto  in  fuoioiNs  a  fuoco  violento ,  in  un  crogiuolo 
dì  platino  con  carbonato  di  soda  iti  eccesso ,  e  sciolta 
indi  la  •  massa  aeli'  acqua ,  nulla  si  separò  stillandovi 
dell'  addo  nitrico  nel  liquido  ;  ma  l' aggiunta  àéV  am- 
moniaca lece  nascere  ìmmi^iatamente  dei  fiocchi  gè-* 
latiaosi*^  densi ,  -analoghi  a  qoielli  che  ordinariamente 
^produce  V  idrato  di  silice.  Per  tal  mòdo ,  quantunque 
io  stato  di  malattia  delF  animale  non  avesse  permesso 
che  ad  una  picdola  quantità  del  fluido  trangsgiato  di 
passare  nelle  seconde  vie,  la  siKee-  non  di  meno  si 
era  intrddolta  nell'urina  in  sufficente  quantità  perchè 
ili  potesse  &cilìneote  scnoprtrla. 

$  //.  Comhùunioni  organiche.  —  i3.^  Addò  ossa» 
lieo.  \}n  cana,  di  mezzana  grossetza,  pv^se  a  digiuno 
due  dramme  di  acido  ossalico  in  polvere  con  alquanta 
carne  e  pane.  Non  vomitò  ^  uè  provò  alcun  malessere. 
A  capo  di  qnaltr'ore,  nell'atto  ohe  si  voleva  ucci- 
derlo, fasciò  sfuggire  1'  orina  senzt^he  si  fosse  potut- 
to  raccoglierla.  Si  tardò  quindi  a  méttalo  a  mor- 
te per  altre  qoatlf^  ore.  La-  vescica  conteneva  cir- 
ca   tre   onde  4'  orioa  j  4a  quale   non   sembrava  pia 


4i3 

acida  deU'ufdiMrio.- Baffreddavira ,  V  onnk  lascia 
precipiura  aoa  gran  qnaotità  di  polv«Fe  bianca  y  coo^ 
posta  interaotente  di  piccioli  cristalli,  affiittA  analoghi 
al  los&to  àmmoDiaco-iiiagiiasiaco  :  mescolata  l' qrina 
chiarificata  con  una  soluzione,  di  nitrato  di  calice ,  die-» 
de  OD  Doovo.  precipitalo,  così  abbondante  e  della  stessa 
natora  del  precedente.  Esaminati  i  dae  precipitati  >  ri* 
sultavano  di  ossalato  di  calce  puro,  il  quale ,  riscal- 
dato ali' ineandescensa,  si  gonfio ,  e  lasciò  del  carbo* 
tiato  calcare  misto  con  carbone.  Non  si  sviluppò  an^^ 
moniaca  ne  in  questa  operasione,  né  facendolo  riscal- 
dare cpn  della  potassa.  Il  precipitato  si.  sciolse  la- 
ciiameote  oieir acido  nitrico,  dal  quale  fa  in  seguilo 
precipitato  in  cristalli  dall'  ammoniaca.  Riscaldalo  colla 
soluzione  di  carbonato  di  ammoniaca,  $i  formò  del 
carboEtato  di  calce ,  e  il  liquore  gaiteggiante ,  feltrato 
e  svaporalo ,  diede  on  sale  cristallizsato  che  avea  latte 
le  proprietà  dell'  ossalato  d'  ammoniaca.  Quesl'  orina  si 
distingueva  altresì  alla  grande  quantità  di  albumina  che 
conteneva;  perciocché,  quando  la  si  riscaldava  ,  o  che 
vi  si  versava  dell'acido  nitrico, 'immediatamente  face- 
vasi  torbidissima,  e  i  fiocchi  raccolti  si  comportavano 
assolotamenie  come  albumina  concreta. 

i4-  Acido  tartarico.  Ifn  cane  trangugiò  due  dramr 
me  di  acido  tartarico  in  polvere^  invìlappato  in  alquan- 
ta carne  e  pane ,  e  fu  ucciso  a  capo  di  cinque  ore» 
La  vescica  conteneva  circa  quattro  oocte  di  orina ,  la 
quale  ,  col  ralTreddatnento  ,  lasciò*  deporre  gran  copia 
di  piccioli  cristalli  bianchi ,  affatto  analoghi  ali'  ossala- 
to calcare  dell' osservaaione  precedente.  Versato  del 
nitrato  di  calce  nel  liquidò^  si  ptleboe  maggior  copia 
àk  detto ''precipitato  I  la  cui  lotàte- quantità  aumentava 


4i4  . 

É  pA  di  mesct  dmana.  RifcaAdalo  «UViocandescensa, 
^eito  precipiuto  esalava  V  odore  caiottfritlìeo  dei  tar* 
traci  in  tomlKislioiiey  e  lascii^  per  reiìdoo  del  carbonato 
di  calce  misto  oob  del  caltene.  Racooglieodosi  dalla 
osservazione  antecedente,  che  il  precipitala  ottennio 
della  stessa  nianiera  era  ossalato  di  calce^  questo  ca« 
rattcre  basta  per  dimostare  che  i  cristalli  di  cni  sì 
tratta  erano  di  tartrato  di  calce.  L'orina  in  discorso 
pareva  piii  acida  del  consueto  f  non  conteneva  albu- 
mina. 

i5.  Acido  dirico  e  maUeo.  Dopo  aver  largamente 
bevuto  della  limonata  ,  il  Morichini  trovò  questi  dne 
acidi  in  tanta  copia  nella  propria  orina  che  il  fluido 
è  a  lui  paroto  non  ne  *fosse  che  una  semplice  solatio- 
ne.  Egli  li  scoperse  saturando  l'orina  con  acqua  di 
'  calce  y  e  separando,  col  mesco  dell'acido  solfòricp ,  gli 
acidi  dalla  calce  con  cui  si  erano  precipitati.  L' autore 
non  dubita  punto  del  passaggio  di  questi  due  addi 
nell'  ptina  ^  ma  dubita  se ,  come  ha  detto  Morichitu, 
quffsjta  non  avesse  contenuto  ne  acido  fosforico  ^  ne 
urea  y  né  i  sali  particolari  dell'  mina.  Egli  è  probabile, 
che  Morichini  non  abbia^  ricercato  le  ultime  sostanze 
coli'  ajoto  dei  chimici  reattivi ,  e  forse  egli  ne  ha  con- 
chiusa  la  raancansa  soltanto  dalla  pallidezza  dell'orina, 
conseguenza  necessaria  della  gran  copia  d'acqua  per 
esso  bevuta ,  e  del  predominio  dei  due  addi  :  infatti  ^ 
ove  sarebbero  andate  le  sostanze  che  costUoiscono  l'o- 
rina?  Nelle  speriénze  fiitte  dall'autore  nei  cani,  nelle 
quali  ha  impiegato  una  quantità  di  acido  ossalico  e 
tartarico  maggiore  di  quella  avrebbe  potuto  sopportar 
il  Morichim,  Ferina  non  gli  à  sembrata  differire  sear 
sibilmente,  rispetta  all' odore ^  colore  e  alla,  copia  di 


4>5 

foifiui  cacari,  ^^'i^rins  aalnrAle  ,.q«i»iiioiM|iie€oote- 
nesse  msijlgi^  (cpiaotii^  di  questi  dna  «fidi.  JUi^riohini 
9#sÌGars|  Mlf^ì»  ^^®  ^:  o^l^^  ^  ^loro.  die  ri  «oqq  m* 
toìlati  di  Salanum  lycopersicwn  coiHieoe  qqa  ^uantilli 
.straordipam  di  acido, cùneo |. malico  e  osstdicp. 

i^.  jicido  ^pUieo. .  Un  cane  di  in(easaoa  grotseaza 
prese  cogli  alioieijy^i  npa  dramma  d*  acido  gallico ,  fure* 
parato  secondo,  il  metodo  di  Schede*  Cinque  ore  dopo 
fa  ucciso  r  animale  ^  il  quale  ne  avea  vomitato  circa 
il  terzo.  La  vescica  non  conteneva  che .  poca  orina , 
ma  si  car^a  di  acido,  gallico,  che  bastava  prenderne  una 
goccia  ^  versarvi  deU' idrojqlorato  di  ferrovper  .vederla 
toatoacqttistar.it  co(or  nero  aazuriccio.  La  potassa 
la  tingeva  in  ro^jiccio,  indi  ia  hratio.  La  soluzione  di 
barite  vi  feceva  na^cr^  n^a  lorbide^za  azznrina.  Que- 
sti alcali  si  comperlavlino  adunque ,  rispetto  ad  essa» 
precisaoiente  dello  stesso  modo  che  si  comportano  col-* 
r  acido  gallico.  -—  Li  un  infermo ,  cui  si  era  ammini* 
strato  della  sodaj,  del  sapone,  dell'uva  ursi  e  della 
china,  Aei/  ha  veduto  l' orina  pii^  chiara  d^i,  solito  ,  f 
che  si  tingeva  in  violato  carico  esponendola  all'  aria. 
Siifiitto  colore  proveniva  evidentemei^e  dal)' acido  gal- 
lico dell'uva  ur^f,  ed  era  prodotto  dall' atione  dell' al* 
cali  nell'  atto  dell'  accesso  dell'  ossigeno  dell'  aria  atmo* 
sferica.  In  seguito  ad  una  abbondante  applicazione  di 
decotto  .di  angustora  falsa  alla  pelle  ^  Emmerl  ha  ve- 
duto r  orina  acquistare,  la  proprietà  di  lasciarsi  tinge- 
re in  verde  carica  dai  sali  di  ferro,  il  che,  senza  dub- 
Ino ,  dipende  istessamente  dal  contenere  in,  aijora  deL 
l'acido  gallico.  L'antoi^e  dell'articolo  tsrinef  del  Diu'o- 
nario  delle  scienze  mediche,  dice  che  l' urina  si  tinge  in 
aero  negli  individui  dbe  fenno  nso  Affilo  stesso  tempo 


4i6 

di  raiMiAivo  e  di  prepamzlpiii  ftfragniofè.  ^robàbit* 
meole  questo  Umomcnoè  tttribaibìte  air  scidd  (^Uieo;^ 
clie>  giatUi  Bmrtdef  esiste  ia  graà  qaaniiitii  almeno 
set  Mmtm  ptdmautm. 

17.  Acido  succ&iieo,  Utf  eagttiiolo  trangugiò  mezsa- 
dranuma  d^* acido  saéctdico,  e  fa'  ucctflo^  cinqoe  ore 
dopo.  La  Téseica  cootébeva  poèhtéshm  «firma ,  che  era 
torbida  y  aoQ  acida',  ma  talmenìe  ukalina;' che  ,  qaéti- 
tanqae  ancor  frese»,  fiiceva  forte-  eflfenrésc<^ofz«  cogli 
acidi.  Versatovi  dell** idroclotatb  di  ferro,  >^acqtie  un 
precipitato  denso,  di  color  brano'  cliitifo,  il  qaale, 
raccolto  sopra  nn  6hro,  lavato  ton  acqua 'fredda  e 
seccato,  prese  la  ferma  di  una  polvel'e  bruna.  AfSoè 
di  scomporre  il  snecinalo  di  ferh>,  lo  sì  fece  bollire 
con  acq«a>  indi'  feltrato  il  llqabre  e  svaporato;  st  ot- 
tenne ona  sostanza  evidentemente  GrislàtKna,  che  de-' 
pose  dell'ossido  di  ferro  con  nna  naova  svàporazioiie, 
e  diede  orìgine,  etìir  ammoniaca-,  a  nn  sale  la  cui  so* 
lozione  er^  precipitata  in  '  brune  dall'  idroclofatd-  di 
ferro;  Il  qaale  precipitato  si  lasciava  scomporre,  col-^ 
l'ebollizione  nell'acqua*,  in  un  sottó-succioalo  dì  color 
brano  caricò,  e  in  on  sopra-succinato  t;be  restala  In  dìs- 
solnzuta'e.  .      **  .. 

18.  jicido  ' henzùieo.  Qiieiito  acido  eltste,  com'è 
noto,  neir  àrihà  dei >ca valli  ;  delle*  vacche',  Ani  cam* 
mellì  e  di  altri  animali  erbivori:  ma  non 'sì  sa^se  egU 
sia  nn  prodotto  della  digestione',  ò  se  arrivi  nelcoi^ò 
dr  que:fti  anniùislli  'per  mezzo  degli  alièientt.  'F'og^ 
allega,  a  fafvore  delliÉ  prima  ^^^intone,  d'aver  trovato 
dell'  acido  benzòico  -netl'  ortn'a  der^rìriocctonte ,  e  non 
in  ^quella' dell' elefante,'  quantunque  quésti  dite  anihiaK 
vivessero  delle  mede^e  sestlb«b.  Sgli  cita  a)iTeA'"la 


'  '4'7 

presenza  di  quesi*  aeiJo  Dell'  odoa  dei  bambini  lattanti, 
L^alira  optoipoe  ^  appoggiata  all'  éaivprsi  scoperto  qu^» 
st' acido  nei  fiori  del  melilotto,  pianta  che  speMo  si 
incontra  fra  i  foraggi  9  e  che  non  è.  ceriamente  V  uni* 
ca  tra  quelle  che  crescQiio.  .nei  prati ,  e  che  ne  contenr 
gono.  P0O  darsi  che  l'  aoNkr  benaojco  •  sia.;  prodotto  di 
pili  modi  in  certi  animali  e  nel  baQM>ino  poppante  $ 
l'esperienea  seguente  prova^  non  di  meno^'Che  introdot* 
to  nel-  corpo,  può  passare,  anco  in  quantità  notevole^ 
nell' orina  senza  provare  alcun  cambiamento*  Lo  stesso 
cane  che  trangugiato  àrea  T  idrocianato  rosso  di  po- 
tassa iC  di  ferro ,  prese  altres}  meisaa  dramma  d'  acido 
beo£oico«  A  capo  di,  cinque  ;ore  nriiiò;  ^aggiuntovi 
deli'  acido  citrico  in  una  pontone  di  orina  ,  la  dimane 
Fautore  trovò  io  ibndo  di  essa  gran  numero  di  cri- 
stalli aciculari,  cbe  in  sulle  prime  inclioavaa  ritenere 
per  nitrato  di  potassa,  ma  in  vece  di.  fonder^  sui 
carboni  ardenti ,  &i  convertirono  in  un  fumo  bianco^^ 
balsamico ,  e  riscaldati  in  un.,  tubo  di  vetro,  si  fusero^ 
e  si  sublimarono,  lasciando  un  pocO'<  di  carbone  per 
residuo.  Poco  solubili  nell'acqua  fredda,  Jo  erano 
maggiormente  nell'  acqua  calda,  dall;^  quale  .si  preci- 
pitavano  con  rapidiiià  al  raOreddarsi;  Essi  si  scioglie- 
vano ancor  più  facilmente  nell' alcoole  ^  la  potassa  li- 
quida li  assorbiva  con  cekrM,  e  sir  ponevano  in  se- 
^ui^o  separare  dal  liquore^  coli' acido,  solforico',  sotto 
forma  di  cristalli.  Eglino  si  comportavano  dunque  come 
r  acido  benzoico ,  il  quale  non  era  p^rò  libera  nell'a^ 
rìna ,  ma  unitp  s|  qualche  base;'  dappoijohè  tin' altra 
pprsHOoe  d'  urina  ,  svaporala  quasi  a*  siccità,  non  di«* 
de  che  pocbiss^o  acido  ,  benzoico  quaedo  la  si  fec^ 
discioglyere. in  un  poco,  d'acqua  fredd»,  mentre  quefto 


4id 

acido  000  Uitàh  A  precipitarli  sotto  formi  di  bèi  ctf- 
ftalli ,  '  allorché   alla   folaaoiie    s*  agfpunse  deir  acido 

M  ittico, 

TQ,  Alcali  ^mgetoMi.  Marca  peosa  che  gK  acidi 
vegetabili  vengano  scomposti' durante  il  pì^ocesso  delFas* 
•imilazione.  Si  è  però  veduto  che  le  cose  procedono 
altrimenti  »  dachi  gli  acidi  vegetabili  pari  passano 
neir  urina  sema  aver  provato  alterazione.  Matcei  sog« 
giunge:  «  Gilbetto  Blane  ha  provato  che  l'acido  éi* 
trlcoy  combinato  colla  potassa  nella  mistura  salina  or* 
dinaria ,  non  impedisce  all'  alcali  di  togliere  all'  orina: 
le  sóe  proprietà  acide.  »  Blane  crede  quindi  che  V  a-* 
rido  citrico  si  trovi  assirinilato.  Il  sig.  WoeUer  non 
avendo  potuto  ^coprire  questo  passo  nell'  Opera  citatat 
da  Marcel  y  fa  quindi  stimolato  a  fare  le  seguenti 
sperìenze  :  il  cagndolo  prese  una  drftmmaf  dt  acetato 
di  soda  neutro  cristalliziato.  U  orina  eh*  egli  fece  quat-* 
tr'ore  dopo,  era  torbida  e  assai'  alcalina.  Faceva  el^ 
ferveecensa  cogli  acidi ,  e  dopo  il  raffreddamento  de- 
pose gran  quantità  di  fosfato  calcare.  Siccome  f  orina 
dei  cani  è  qualche  volta  alcalina ,  1*  autore  trangogiJi 
^li  stesso  dna  soluzione  acquosa  di  una  dramma  di 
acfftalo  di  soda.  L'orina  evacuata  uà'  ora'  dopo ,  era 
ancona  acidissima:  ma  quella  che' usci  dopo  due  ore  '| 
era  manifèstamente  alcalitm  e  faceva  eflèrvesenza  cogli 
acidi.  L' orina  da  lui  fatta  a  capo  di  no'  alti^  ora  era 
tornata  all'  acidità  ordinària.  Molti  limici  deir'autore, 
}a  coi  urina  era  altronde  sempre  acida,  si  onirono  a 
lui  per  ripetere  qnest' esperienza ,  con  dosi  maggiori  ' 
di  sale^  e  in  tutti  i  casi ,  nessuno  eccettuato /si  vid-^ 
de  senlpre  che  V  orina  divenlvai  àfùdà.  Lo  Stesso  risnl- 
tamento  ottenne  egli  da  molte  sperìenze  fatte  su  'di  se 


V9 
«tesso ,  sopra  altre  ^rsonìei  e  iui  cani  co*  segneoti  al- 
cali vegeubiii.  '  Il  cremore  di  tartaro,  il  tartaro    tarla» 
rizzato^  il  tartarosboracico  y  il  sale  Al  Seignette ^  presi 
alla  dose  dr  una  a  tre- dramme,    passarono   iteir orina 
convertiti  in  carbonati  alcaHoi.  Lo.  stesso    dice   Blane 
del  cifrato  di  potassa ,    ed  ^K  è   verosimile   che   ricH 
saedesimo  caso  sì    trovino  tatti    gli   alcali    vegetabilh 
Negli  iofenni  che  da    qaalciie  tèmpo   pigh'aydno   del- 
I*  acetato  dr  potassa  ^  V  autore  ha  speése  volte  veduto 
la  loro  orina   divenire   alcaKaa,  e  intrirbidàtsi,  fbrmando' 
m  precipitato  di  fosfato  terroso.  -—  I  sali  contenenti  un 
eccesso  di  acido  noo  sono  convertiti  in  carbonati  che  iti 
parte.  Ciò  egli  è  almeno  quanto  succède^  col  criemor  dì 
tartaro.  Finché'  dietro  l'oso  di  qoesfo  sale  l'orina  è  atca^ 
litia,  essa  non  contiene  (>ut]tò  di  acido  tartarico^  ma  si 
tosto  che  ritoma  acida^  si  riconosce  facilmente  la  prc« 
senza  di  qnest'  acido  per  la  ftNrmazione  del  tartrafo  di 
di  calce  che  si    pnecipità   versandovi    dèli'  idrociorato 
calcare  y  i!  qual^,  ipiscatdato  àlf  incandescenza  ,  i^^aode 
l'odore  particolare  a  cut    sf  distinguono    i   farti^ti  in 
combnstione.  -^  ÌJ  orida  ,  detenuta  alcalina  dopò  V'  lii- 
gesttone  dei  sèli  vegetabili ,  è  dunque  la  più  parte  del 
tempo I  ma  non  sempre,  tniofbidata  dai  fosfati  tert osi 
che  si    precipitano^   però,    questi   sali  si    d<?|)ongono 
sempre  a  capo  di  qualche  tempo  >  soventi  tosto  dopo 
il  raiireddamento ,,  in  quantità  più  o    meno   notevole^, 
e  il  fosfato  ammoniaco  magnesiaco  in  gfenerale ,   sètto 
la  forma  di  |iiccioli  cristalli  bianchi.  Quest' urìna ,  trat- 
tata coir  idroclorato  di  calce  dà  sempre  un  abbondati* 
dante  precipitato  di  carbonato   calcare.    t)opo    T  ingé* 
stione  di  più  dramme  di  un  sale ,  V  orina ,  quando  Vi 
si  versa  un  acido ,  spumeggia  •rdinarianiente  come  II 


'420 

Tino  di  Sciftmpìigiift ,  legoalaiiieiifee  ftgltaiidola  con  ce^ 
leriià.  Ella  fciaglie  ftcUitteote  V  acida  nnco ,  maisìme 
;coll'  ajvto  del  calore. 

QiDiiido  l'aalore  facieva  queste  wpetitnzt^  un  suo 
amico  ù  àvvidde,  cbe  |^  ciliegie  davaoo  ali*  urina  di 
lui  il  caratlere  addo  f  e  che  io  .allora  ella  faceva  forte 
effervesceoza  cogli  acidi* .  Accerlalosi  con  eiperienie 
deU*  eiatiea»  di  questo  fatto ,  egli  non  sapeva  trovar 
modo  di  spiegare  il  fenomeno,  se  non  ammettendo  la 
presenaa  di  un  alcali  vegetabile  nelle  ciliegie.  Peri , 
bramoso  di  copviifcersene ,  carboni^Eb  una  libbra  di 
ciUe^'e  dolci,  e  ridetto  il  carbone  in  cenere,  e  questa 
lavata  nelF  acqua ,  ottenne  un  liquore  alcalescente  cbe 
ftceva  effervesoenaa  cogli  acidi,  e  cont^eva  per  con- 
seguenza del  carbonato  di  potassa.  Versatavi  una  so- 
luaione  concentrata  di  a^do  tartarico,  il  liquore  diede 
»o  precipitalo  abboada.ote  di  tartrato  di  potassa.  Le 
ciliegie  conteugovo  dunque  dellf  potassa,  e  io  tanta 
.quantità ,  che  non  si  sa  comprendere  come  Bérard  noa 
4*  abbia  ravvisata.  Le  cUiègfe  dolci  egli  par^  conten- 
gano im' acido  libero,  poiché  il  lor  socco  tinge  ia 
i^sso  i  colori  asEurri  vegetabili ,  a  meno  che  quest*  ef> 
fatto  non  dipenda  da  un  A^le  alcalino  con  eccesso  di 
.a€Ld9.  Ette  rendono  IVuifina  assai  più .  alcalina  che  le 
ciliegie:  agre,  jl  che  vuoisi, attribuire,,  o  al  contener 
queste  maggior  quantità  d'alfiali,  o  alFesservi  meno  pre- 
dominai^te  l'acido.  Dopo  aveic  mangiato  una  libbra  di 
ciliegi/e  dolci,  l'orina  diviene  a  poco  a. poco  ù  alcalii» 
Da  come  quando  si  ha .  ingojsto  più  dranime  di  oa 
alcali  vegeubil?»  ed  offre  tutti  i  caratteri  che  la  distin- 
guono in  simile  circostanza.  Le  fragole  rendono  egual- 
mente  alcalina  V  urina  ^  sebbene  io  minor  grado  delle 


\ 


4^1 

ciliegie,  probabilmeiite  la  slessa  proprietà  appartieoc  a 
gran  Dttinero  di  iratti  dolci,  a,  in  akri  termini,  à 
tatti  quelli  che  contet^ouio  su  alcali  vegetale^  *  Quer 
leniti  che  posseggono  sollaato  qualche  acido  tfliefo^  come 
il  ribes  y  il  cedro^  noa  rendono  le  orine  alcalescanti. 

(  Sarà  còruini^tQ,  ) 


kja  Essay  ou  Tetwus  etc.  Saggio  sul .  Te^ 
tano^  fondate  sopra  Casi  pratici  e  sopra 
appositi  sperimenti^  di  Jos.  SwAlr^  Mèmbro 
del  CoUegio  Reale  dei  Chirurghi  y  ecc. 
^^  P^g'  93-  Londra,  i3a5. 

endnaKiÀta  Qperìcciiiola  è  panila  in  tre  capiiolif;! 
II  I.?  comprende  la  storia  di  alcuni  speripsenli  iótna' 
presi  ad  oggetto  di  provare  refluito  de§U  .irritaménti 
locali  sulla  costitozioue^  il  %^  versa  sol  lelandw  idiQ-^. 
patìco  ;  il  5«^  sul. telano»  traumatico.  Se  i  faUi  .gppo-» 
ali  dall*  autore  son  troppo  pochi  per  ser vivfjdi  iooda* 
Biento  a  naa  .giusta  teorìa  del  telano ,.  essi  potranno 
tuitavolta  servire  di  filo  ai  medici  nella  ulteriori  ÙPive^ 
aligaziooi ,  cui  lasciar  non  possono  di  a^nmeUc^re  que- 
sta malattia,  della  quale,  ai  pw  dire  fcane^me^t^^^  igaor^ 
rasi  tuttora  la  patologia*  e  Jajcara^    ,.  ,  ■  ■     .    > 

U  dott.  Swofk  «bbe*  r  opp^tDoità  di  .iw>tomi]£9are 
due  iadividui  morti  di  telano,  1'  npo  in  maggio.' jl^ 3^ 
r  altro  nel  successivo  dicembre.  Arcodoi^  ja  eptranAbi 
trovato  più  robieondi  del  «oai^ttieto  i  gsuiglU  àA  gratv 


\ 


4aa 

r 

«ìmpaiicoy  comìacio  a  sospettare  ehe  siffatta  alterasio* 
ne 9  invece  d'essere  effetto-  di  cagioaì  accideota)ì«  o 
de'  rimedi  mioistrali  all'  iofermo ,  potesse  stare  in 
relatiooe  4k  cagione  de',  sintiomi  tetanifci.  E  in  qoe^to 
dlTÌsaoiento  trovò  egli  di  vieppiù  rinfratìcarsi ,  qaand<» 
vjeone  a  sapere  >  che  un'  osservazione  analoga  era  stata 
fatta  dal  dott.  Aronssóhn^  di  StrasburgOi  e  che  in  nn 
infermo  morto  di  lebbre  con  sintomi  tetanici ,  il  dottor 
Andrai ,  janiore  ,  avea  incontrato  più  rosseggienti  del 
solito  i  gaoglii  semilunari.'  Si  aggiunse ,  che  ia  stessa 
aheraziepde  de'  predetti  ^aaglii  fu  dal  dMi.  Ss^an  vedtf* 
la  io  90  óid^Tef^  perite  di  leftano  .«otto  V  .cttre  del 
^Q\\»  ffaciu^f  e  che  i.  compilatori  del  Giocpale  in- 
titolato (he  Lancet  •  hanno  spacciato  (  nei  voi.  T ,  ) 
che 'in tbr no  alla  sede  primitiva /'di  questa  infermila, 
pna  opinipne  non  molto  diversa  'prolessavé  U  dottor 
Aberneihy.  Per  tal,  modo ,  il  dott.  Swan  trovava  che 
k  ava  opinione  ere  spalleggiata  dall' aatoritì  di  ì'ispe^ 
tabUi  scrittori. 

Tatti  sanno  che  nelle  gravi  lesioni  locali  |e.fiinaioQÌ 
ia!te  del  eofr^o  vengono  più  o  meno  perturbate^  quel- 
le ^egnaiaoiente  degli  organi  digerenti  e  della  circola* 
aione^  e  'tutti:  por  siinno,  come  spesso  il  tetano  succé* 
da  a  lesioni  locali.  Prima  di  procedere  alla  ricerca 
della  condizione  patologica  del  tetano,  il  dott  Swan 
ha  quindi  creduto  prezzo  dell'  òpera  di  pigliare  a  esa- 
me (  nel  eapit.  i.^  )  il  m<^do  eon^  che  dette  oflese  lo- 
cali pervengono  a  perturbare  la  costituzione.  I^a  ,  im* 
pressione  che  dall'offesa^  locale  si  diparte ,  è  dessa 
priiiiicivameole  ricevota  dal  sistema  gangHonare,  e  di- 
speasata  qaiodi'agti  organi' eui  si  distribuiscono  i  ner- 
ti  di  que'  gapgUiy  o  sono  eglino  -^li  organi  che  di'^^ 


4a5 
tamenle. simpatizzano  colla  parte  offesa?  —  Per  dimo* 
strare  che  i  prev^rtimeoti  simpatici  lasciano  dòpo  morte 
traccie  visibili  di  alterazioni  orgaoicibe^  Tantbre,  infira  {ti 
Altri y  adduce  il  caso  .  seguente;  vSussana  Graham^ 
ài  sette  anni,  il.  di^  30  agosto >  i8a3,  a  ineszo  di , 
riportò  diverse  scottatare  atle  coscio ,.  alle  braccia  e  al 
dorso ,  alcnne  profonde  anziché  no ,  per  aversi  casual- 
jnente  iirociaieie  vesti.  Ita  ente  deli'  addome  era  an- 
data immune  dall' incendio.  Siccome  la  fanciulla  non 
^(Sriva  %thn.  dolore,  sì  coprirono  le  parli  alfette  con  nn 
moll^  oogoento.»  -*  «  31 ,  a  dieci  ore  del  mattino. 
Ita  ^ciull^.  si  lagna  di  dolore  al  ventre.  Ha  vomitulo 
^pi&  vobe;  ebbe  qualche  vaneggiamento ,  è  fredda  ed 
ba  la<  fisiosomia  ippocratica.  Tuttavia  &  cepno  di  ri- 
4Coiio8cermi.  I  polsi  mancano  ai  due  carpi.  Prende  nn 
purgante,  che  rigetta,  tostamente.  Verso  sera,  polsi 
tonovan^ent^e  sensibili,  debolezza  estrema;  assolnu  in- 
sensibilità ^  pupille  dilatatissime ,  immobili  all'impres- 
ato,ne  della  luce,  sebbene  la  fanciulla  possa  tuttora  ve- 
dere ,  avendo  tentato  di  spegnere  la  candela*  Sei  san- 
guisughe alle  tempia.  lia  fanciulla  muore  il-  ^%  y  a 
np'  ora  dopo  mezzodì.  »  —  Necrotomià.  e  Polmoni  por- 
porini e  pregni  di  sangue^  enchimòsi  dieO'o  il  medit- 
ptino  posteriore  dal  iato  sinisiro^  aorta  assai  vasoelosa 
alla  superficie;  un  poco  di  fluido  nel  pericardiou.>>Ij'^o- 
mento  qua  e  ìk  piìi  rubicondo;  il  peritoneo  io  istaio 
xoroiale.  Il  fegato  generalmente  pallido ,.  segnauosente 
alla  superficie  concava  i  alcune  .  macchie  rosse  •  nella 
villosa  dello  stomaco^  forse  non  morbose;  infiammalo 
il  digiuno  pél  tratto  di  sei  pollici.  Mei  turane^  .tutti 
i.gftt^lit  dei  nervi  del  gran  simpatico  assai  vasoolosi, 
«  cosi  pure  il  g[aoglio  semilttuare-^  e  tutti  gli  aUri 


4a4 

gaoglti  dtH'addmne  ^a1  lato  destro.  A.  siaUtra  /  assai 
robioondo  era  il  ganglio  semilonare  e  il  primo  nel  ventre, 
jiorniato  dalla  continuazione  del  nervo  gran  simpatico, 
ma  non  gli  altri  di  questo  stesso  lato.  "Vaseolosi  nie> 
deiimamen  te  erano  i  nervi  dei  plessi  ascellari ,  i  nervi 
isdbiatici  nella  pelvi ,  i  iMrvi  entrali  anteriori ,  ma 
questi  non  al  grado  dei  plessi  ascellari.  » 

Il  sig.  Swan  crede  che  i  gaoglii  del  gran  simpatico 
a*  irritino  in  ogni  lesione  in  coi  la  costì tnsietoe  simpa- 
tizzi colla  pari«  o£fesa ,  e  che  da  qnel  loro  irritamento 
proceda  il  pertnrbarsi  delle  fbnzioni  deUe  parti  coi  eaei 
dispensano  nervi.  Anai,  egli  tiene  che  possa  conseguire 
notevole  tumulto  universale  eziandio  a  offese  leggiere, 
quando  queste  accadano  a  individui  di  temperamento 
irrii^lissimo ,  o  sotto  T  influenza  simtiltànea  di  altre 
caconi  morbose >  qoali  il  freddo.  Citando  in  prova  la 
storta  di  una  dono»  di  80  anni^  cui  in  seguito  di  iirattam 
del  collo  del  femore,  un  mese  all'  incirca  dopo  V  offesa, 
divenne  dolente  l'addome  alla  compressione  ^  ed  ebbo 
a  sofErire  grave  perturbamento  uoi versale.  Nel  di  lei 
cadavero  «  si  trovarono  infiamma t issimi  i  ganglii  se- 
milanari  >  »  e  Msai  vascolosa  la  soperfìeie  esterna  del^ 
F aorta,  e  totti  gli  intestini. 

Per  viemeglio  Confermare  la  proposizione  >  che  iu 
-fedito  air  offese  locali  di  qualche,  entità,  i  gangli  dc€ 
Sier&^i  del < gran,  simpatico  mostrano  segni  d* irritazione', 
te  non/di  vera  flogpii;  T  autore  intrapresie  divèrsi  spo- 
f  Imeott  nei  cani ,  ora  introducendo  sotto  pelle  dell*  os- 
aido  di-  arsenico,  o  del  mezereon ,  oris  '  frattnran- 
'do  ad  tasi  le  membra.  Noi  riferiremo  il  prìino.  m^  SH 
18  aprile,  18 .i5,  a  tei  ore  e  mezzo  del  inatìtino,  ia 
ima  ferita  praticata  tra  le  ^aile  di   an   grosso    oaoo. 


ho  iolroclouo  sacoessivamentie  tane  porzioni  Ai  ossido 
di  arsenico,  ona  del  peso  èì  trema  iiov«  grani  e  tre 
quarti  I  1'  altra  cK  trentaséi  gk'abi ,  ambedue  umettale 
con  un  p0GO  d!  acqua.  Tosto  portata  la  mano  stilla 
ierìta  per  insinuare  l'arsenico  nel  dorso,  1*  animale 
diede  siegno  di  sentire  1*  a:iibne  del  veleno  con  tremiti 
a  diverse  parti  del  corpo.  Mangiò  con  appetito.  Le  con- 
trazioni involontarie  dei  muscoli  della  faccia  segnita- 
fono  lutta  la  giornata,  si, che  i  denti  venivano  spesso 
bauuii  gli  uni  còntrh  gli  altri  con  rumore.  Il  cane  noti 
ebbe  vomito,  né  scaricamenti  dall'  ano.  19  ^  nello  stato 
di  jeri.  'A  sette  ore  e  tre  quarti  prima  di  mezzodì,  in  un 
pezzo  di  carne  si  porsero  al  cane  venticinque  grani  di  os- 
aftdo  d' arse^co  polverizzato.  A  un'ora  avea'  vomitato  di- 
verse volte,  e  io  credo  quasi  tutto  l'arisedico,  stante- 
iàiè  tornarono  i  sintomi  eguali  di  prima,  ao  II  cane 
è>  nella  condizione  di  jeri.  Non  ha  vomitato ,  rifiuta  il 
eibo.  Seguitano  le  contrazioni  della  faccia.  i3.  Uahima- 
)é  è  debolksimo.  Si  formò  un  ascesso  sul  lato  destro^ 
Di  niun  vantaggio  essendo  il  prolungare  1'  esistenza 
dell'animale,  venne  esso  strozzato.  Necroìomia^  «In-* 
finmmati.  tutti  1  gangtii  dei  nervi  del  gran  simpaticòl 
Il  pajo  vago  e  i  nervi  della  bccia  piti  rosseggiami  del 
consueto  ^  i  plessi  ascellari  meno  vascolosi.  I  nervi  ischia- 
tici, natutali;  sane  tu^te  le  viscere  toraciche;  vascólò-' 
sita  insolita  alla  superfìcie  dell'  aorta.  Il  peritoneo  dello 
atomaco  pib  robicoodo  del'  naturale,  ma  non  quello 
degli  altri  organi.  La  tonaca  villosa  dd  ventrìcolo  ul- 
cerata in  più  luoghi ,  e  spàrsa  di  macchie  rosse  qnellà 
degli  intestini.  Macchie  rosse  e  muco  sanguigno  siilla 
interna  superficie  del  retto^  Niuna  Insolita  vascolositli 
nel  cervello,  uel  midollo  spinale,  e  nelle  loro'  mexé^ 


kiae.  I  gao^lti  <!«■  nervi  ipioalì  pi!i  vaicoloù  do! 
aolito,  ma  aoa  quelli  [attuti  dal  quiolo  ptj«.  — ,  11 
.  peno  |KÙ  groiM  ài  araemco  pflMva  (reqtoHo.grtni,  U 
pib  piccolo  ventumaltro.  lafianniBU  «ra  la  ptlle  iMlo 
■ir  ìqiotoo  della  ferila.  L'  aactHO  il  era  lormat*  prawo 
la  spalla.*  Gli  aliri  otioipetiaHintì  baano  preMotalo 
'  analogo  riiullato  ;  vaia  a  dir« ,  ì  ganglìi  dei  nnvi  del 
grao  ù^palica  in  ittalò  di  flojoii. 

Provaio  con  dj> ,  che  Ì«  iirilMÌoai  locali  opccaDO 
ìmoHdialaneate  sai- gaoglii  d«i  -maniioBBli  -oaivi,  il 
doti.  Stvan  diiceode^  nel  i,^  capit.  »  a  diotoainre  gIm 
le  mcdetime  alUraiiooi  a'ÌDCoiKrano  etiaodio  nril' po- 
mo. A  coloro  cba  hanno  afieraiilo  le  Intvate  altara- 
xìodì  dei  ganglii  non  uiere  iodiii  aicuri  del  loro  *Ulo 
di  Oogoti,  e'  riipoode  gook  aegaei  ■  QuantDoqòo  da 
uolte  diuezioai  «ia  pienameole  coavinto ,  che  i  gangUi 
dei  nervi  del  gran  unpatico.poiun»  preMolarai  auai 
v«icel«iì  per  lemplice  eflEtno  itf  ptaticwi  ritnedi  e 
delle  maratlie,  hannovi  luiasia  alesai  cfae  iadinano 
a  ccedere  qaeila  apparenia  vascolare  lore  appar^'ea- 
ga  in  itlau  dì  *alut«  In  nipotta  a  q<HMa  opinioDB, 
ni  permeilo  di  Murvare,  che  in  an  appiceatOj  ew- 
aunato  tono  dopo  il  tupplisio,  trovai  i  gangli  dì  co- 
lor perlaio ,  con  neisno  veuigio  di  vati  portanti  ibb- 
gne  roMo.  Ho  trovato  nn  ganglio  aiwi  rubicondo  per 
gran  Domerò  di  ^raii  ripieni  <li  ungae,  ma  il  ganglio 
(uinùpondenle  era  qnaii  binco;  ad  ho  lì  spcuo  oh 
servalo  questa  diOereota,  ■  in  an  grado  «isi  dùliAa, 
■el  medeMRO  individuo,  che.  non  dnbito  pitnio  che 
«Uà  nonna  afletia  di  fiogosi,  o    di, uno  stato  che    a 

vicina;  precisamente  come  «redo  setto  tali  sp- 
debb*.  diui    infiammata    la    cpngÌ;ioti«a    dì 

lio  ,  e  non   ìitfiamata    quella   dell'  «liro.    Ei- 


4^5 

fODeo  sarebbe  il  voler  gindioare  Aà  cafo  nostro  d«i 
fenemeai  che  si  osservano  nel  cadavere  artificiabnente 
ÌQJ0Mato;  e  questo  perchè  egli  è  impossibife  di  détat- 
mioare  precisamente  il  gl'ado  natarale  di  vascolosità  di 
nna  parte  di  on  individuo  assoggettato  a  tale  prepa- 
ragione.  LVinfelzione  può  render  rossi  i  ganglii,  e  cosi 
la  congiuntiva  ddR occhio;  ma  se  rittjesione  riempie 
molti  vasi  dell' occhio,  ^li«  non  sono  visibili  durante 
la  vita;  appuktio  perciò  potremo  ragionevolmente  con** 
chiudete  conflatta  appàrensa  essere  egualmente  stranie» 
ni  ai  ganglii  durante  la  vita.»  . 

Ma  vjengbiamo  all'  esposisione  dei  casi  di  ieiano  idio» 
patÌQO  addotti  dalf  autore  per  provare  che  questa .  ma» 
laitia  ha  sede  immediata  oeii  ganglii  dei  nervi  pia 
volte  rammentati.  —  x.*  Caso*  (  Del  dott.  Macauky.) 
Bicordo  Word f  dì  io  anni,  la  mattina^,  del  3o  n^ 
ven^e  i8a4  provava  al  collo  una  certa  rigidezza ,  ma 
senza  dolore.  Espostosi  nel  giorno  air  ària  fredda',  veis^ 
ne  subitamente  assalito  da  violento  spasimo  tetanico  a 
quasi  tutti  i  muscoli  del  corpo.'  Gli  astanti  fecero 
pigliare  ali*  inlernio  molto>  rhum  allungato  neU'  ac- 
qua calda ,  non  essendosi  cercato  a)uto  medico  fino  al 
giorno  seguente ,  durante  il  quale  intervallo  lo  spasi- 
mo non  avea.  mai  cessato^  e  i  sintomi  erano  anzi  an-> 
dati  crescendo.  Il  doit.  Macaulejr  vidde  l*  infermo  9 
un*  ora  dopo  i^ezzodi  del  i  dicembre  ;  inflessìbile  di 
tetta  la  persona ,  era  oppresso  da  perfetto  opistotono  ; 
avea  ih  sistema  nervoso  si  ecciiabile ,  che  il  semplice  to* 
cemento  di  qualsiasi  parte  destava  in  lui  uno  spìiasimo, 
e  lo  stesso  gli  accadeva  se  sferzavasi  di  bere.  Un  sa* 
lasso»  di  13  oncie  parve  recargli  qualche  sollievo;  si 
applkaròtto  dodici'  sao^elle  lungo   la   spina  ,   gli    si 


io» 

diede  del  eakuneleoo;  ma  tatto  invano:  L^tofermo 
mori  nel  giorno  ìsteMO.  Tagliatoci!  /cadavere  il  3  éi^ 
cambre,  addici  ore  dopo  la  morte, *af  trovi  Un  ÌBya« 
gioamento  in  due  porziboi  di  fnteàtino  tenne ,  colle 
ionacbe  inteme  manifestamente  infiamtnate.  I  |[aoglii 
dei  gran  «impatico  erano  in  istato  di  irritamento  ;  i 
vaai ,  scblamente  palUdi  e  '  «colontì  ,  erano  injet- 
tati  di  sangue  rosso,  e  lo'  stesso  Venne  osservato  in 
alcune  porzioni  intermedie  del  nervo.  «  La  vascolositk 
vedevasi  distintamente  prima  di  distabcarli  dal  corpo; 
l'immersione  per  qualche  tempo  nell' acqua,  Qon^  ne 
faceva  puhto  smarrire  il  celiare*  Il  ganglio  semikraare  si- 
nistro joan  offriva  che  fochi  vasi  ,  ma  il  destro  era 
ttinutisttmamente  iojettatb ,  e ,  veduto  col  microscopio, 
offiriva  precisamente  l' aspetto  della  congimifìva  forte- 
mente infiammata;  »  La  stessa  differensa ,  quantunque 
non  allo  stesso  grado ,  si  notava ,  tra  i  due  •  lati ,  im' 
tutte  le  porzioni  dèi  nervi  del  ^ran  simpatico.  Nel  ca-» 
pò,  la  pia  madre  era  injèttatissima,'  sana  la  sostanaa 
del  cervello ,  un  po'  di  fluido  net  ventricoli  e  alla  ba- 
se, A  bene  che  nella  ca^opna  spinale,  la  quale,  aper- 
ta, si  vidde  contenere  molle  bolle  d'aria^, La  pia  ma- 
dre del  inidollo  .spinale,  avea 'igiustamente  vi' aspetto  di 
qaclla  del  cervello.  La  sóstaoaa  midollare  affatto  sana*- 
9.9  Caso.  F.  AUfifif  di  3ò  aoni^  altronde  di  buona 
salute /lagnavasi  da  alcuni  giorni'  di  leggiero  dolore 
allo  etomaco,  quando  la  mattina-  del'  a5  «dicembre 
iSaS  ,  ^iilalatòsi  .il  dolore  suU'  addome ,  fii  preso .  da 
violenti  spasimi,  che  il  resero  inflessibile  di  tutto,  il 
corpo.  L'.inCermo  tratto  tratto  acceodevasi  in  viso,- e 
avea  difìicHe  il  respiro.  Aperta'  la  ^vena ,  non  erano 
uscite  sei  oncie  di  safl^gue,  che  ^dde^iu  deliquio,  Bey«< 


ve  MPacqaa  ^alda,  e  prese  So  goccie  iì  ìanikao. 
Venne  nadyameote  attaccalo  da  apasiaii  generali^  e 
da  dolore,  alio  stomaco.  Di  quando  in  «{aando  era  pre- 
so da  triscno  9  e  lagna  vasi  di  dolore  se  pìgiavasr  forte 
nella  regione  del  gangljo  cervicale  superiore  del  lato 
destro ,  ma  non  sex  Cicevasi  lo  stesso  dal  lato  sini- 
stro. SalivavA  come  avesse  preso  mercurio ,  e  avea  i 
polsi  languidi:  YcinMiò  piti  volte,  e  da  questo  .momento 
non  ebbe  piti  ,nè  dolore ,  né  spasimi  tetanici*  L' infer- 
mo prese  del  calomelano  e  dei  purgami ,  e.  non  andò 
guari  a  ristabilirsi.  —  Su  di  questo  caso  l' autore  osser* 
va:  «  dalla  subita  terminazione  dei  sintomi  violenti,  noa 
vuoisi  il  caso  presente  riguardare  come  esempio  jài 
tetano;  tuUavolt^y.gli  spasimi  si  erano  precisamente 
mostrati  sottc^  le  seo^bianze  di  queljli  che  viddi  nella 
forma  più  acuta  di  questa  malattia,  a 
;  3.^  Caso.  EJgIi  è  tolto  da  Lobsiein.  Un  uomo  di  4? 
anni.y  coi  era  stato  estirpato  un  tumore  fibro-cartilagi-^ 
noso  dalla  spina  ,  alla  quale  leggermente  aderiva ,  nel 
tornare ,  a  capo  di  due  anni ,  nell'  ospedale  per  farsi 
ijmuovere  un  altro  tumorej^  essendosi  esposto  al  freddO| 
fu  colto  da  trismp  e  opistotopo,  di  cui  mori  nel  corso 
di  48  .oi^®«  Aperto  il  corpo,  nulla  di  insolito  si  trovò, 
fuorché  un  reticello  vascoloso  ripieno  di  sangue  alla 
superfìcie  del  midollo  spinale,  e  molto  siero  effuso  nel 
sacco  formato  dalla  dura  madre.  I  ganglii  semilunari 
erapo  pure  distintamente  infiammati. 

4r^  ^  5.^ , Così,  In  due  individui,  naprti  nel  18 ig, 
con.  sintomi  ataxo-adinamici,  il  dott.  ^mihs/ ha  incon* 
tcato  i  gauglii  semilunari  sensibilmente  rosseggianti ,  il 
che  pareva  dipendere  da  minutissima  infezione  del 
tessuto  celluioso  interposto  tra  i  granelli  di    cui   aooo 


43o 

formati  essi  ginglu.  Uno  degli  individoi,  nelle  «tliaie  48 
ore  della  viU/^  era  sialo  attaccato  da  violento  trUrno/ 
e  da  tetanica  rigidezza  delle  estfemiik  superiori. 

A  fine  dì  meglio  illnstrare  h  proposta  teoria,  il 
dote,  Svi^an  mise  a  morte  nn  cane  con  alcnne  dòsi  di 
estratto  di  noce  vomica,  minisirata,  a  intervalli ,  nel 
corso  di  dne  giorni*  L*  animale  provò  rigUe^aa  spas- 
modica. Tatti  i  ganglit  del  nervo  gran  simpatico  erano: 
pHi  rossi  del  naturale,  e  la  pia  madre  del  cervello  e 
del  midollo  spinale  pib  vascoh>sa  del  consueto.  Ripe- 
tuto l' esperimento  in  dne  altri  cani,  ma  a  intervalli 
piii  Innghi,  si  ebbero  rìtfttltamentl  necroscopici  sostan- 
zialmente analoghi. 

Capitolo  5.*^  Del  tetano  traumatico.  Nolo  egli  è  , 
che  questa  fanesta  affèaione  saccede  talvolta  alle  pia 
lievi  conte  alle  pia  gravi  ofTei'e,  anzi,  talvolta,  quan- 
do le  lesioni  locali  sono  quasi  guarite.  Donde  un  al 
singolare  fenomeno?  <t  Per  togliere  il  piit  possibile  que- 
sta oscurità  nella  genesi  del  tetano  traumatico,  ho  cre- 
duto necessario  di  ricercare  di  qaal  modo ,  in  seguito 
alle  lesioni  locali ,  veniva  affetto  il  corpo.  E  da  quella 
investigazione  sono  stato  condotto  a  statuire,  che  nelle 
gravi  idgiarie  i  ganglit  dei  nervi  del  gran  simpatico 
diventano  irritati,  e  successivamente  le  parti  cai  essi 
gauglii  distribuiscono  nervi.  Quando  sana  è  la  costi  ta- 
zione,  io  credo  the  T  irritazione  dei  gangli!  svanisca 
in  pochi  giorni ,  per  coi  le  parti  da  essi  sovvenute  di 
nèrvi  tornando  allo  stato  di  quiete ,  ripigliano  le 
rispettive  ftinzioai  sotto  forma  normale.  Però,  quando 
i  gangli!  dèi  nervi  del  gran  simpatico  sono  slati .  cosi 
affetti,  e  r  irritamento  ha  cessato,  uu' azioàe  morbosa 
nella  ferita  può  in  essi  destare  una  nnova  irritazione. 


i 


Andy  cicatrissata  la  ferita ,  le  passioni ,  a&a  dieta  im- 
propria ,  e  altre  cagioni ,  possono  mantenere,  riprodur- 
re, o  accrescere  il  perturbamento  degli  organiche  ri- 
cevono i  heryt  dai  gangUi ,  e  suscitar  qnindi  in  qbesii 
ona  irritazione  noveUa.  E  sono  di  opinione  >  che  irritali 
una  volta  i  ganglii  dei  nervi  del  gran  simpatico,  eglino 
actquistino  una  particolare  suscettività  di  ricadere,  nello 
slato  medesimo.  Il  qnal  fatto  del  rinnovarsi  spesso  la 
irritazione ,  rende  agevole  Io  intendere  come  ella 
debba  poscia  comunicarsi  a  molti  nervi  cerebrali ,  a 
tutti  i  nervi  spinali ,  é  da  questi  al  midollo  apìuale, 
e  come  da  ciò  nascer  debbano  gli  spasimi  tetanici.  » 
Caso,  Master  Patrick,  di  la  anni,  et  certi  razzi 
che  portava  nella  scarsella ,  ebbe  il  5  novembre  1825, 
scottata  la  parte  superiore  della  coscia  e  le  parti  d' io- 
toi'no.  Fu  preso  da  febbre,  ma  non  da  vomito,  ni 
da  altro  grave  sintomo,  si  che,  al  14  novembre ,  avea 
ricuperato  1'  appetito  y  il  pia  delle  escare  erano  distac- 
cate, e  le  parti  sottoposte  quasi  r istaurate  da  sane 
graneliazioni.  In  detto  giorno  però ,  cominciò  a  lagnar- 
si di  dolore  di  stomaco  e  male  di  gola  ;  il  1 5  ^  com* 
parve  il  trismo ,  con  qualche  lieve  spasimo ,  accompa* 
guato  da  difficoltà  4ì  inghiottire,  e  mori  il  giorno  se- 
guente, con  sintomi  di  trismo  e  opistotono.  Necroto* 
mia.  Dora  madre  aderente  al  cranio  pii»  fermamente 
del  naturale;  i  vasi  del  cervèllo  ingorgati  di  sangue; 
sana  la  sostanza  cerebrale.  Un  po'  di  fluido  nella  guaj^ 
na  del  midollo  spinale,  e  t  vasi  della  pia  madre  ^  se- 
gnatamente presso  la  cauda  equina  ^  assai  pregni  di 
sangue;,  ^ormale  là  sostanza  propria  del  midollo.  Nel 
torace  tutti  i  ganglii  àe\  nervi  del'  gran  simpatico  as- 
seti ricchi  di  vasi.  Il  ganglio  semilunare  destro  molto' pie 


45a 

vascoloso  dd.aatnralei  il  ftiaistrodi  aspetto  perlaio,  e  af« 
fatto  privo  di  vestigia  di  vasi  saoguigoi.  Molte  glandolo 
aasoii>eoti  deiraddome,  di  color  iùtensanietite  rubicondo» 
.  Il  dott.  Sw0k  lermioa  l' Opericcidola  con  brevi  os- 
aervaziooi  sopra  alconi  sintomi  del  tetano ,  e  salle  parti 
che  sembrano  interessate  nella  malattia ,  e  propone  le 
dedfpsiftni  che  dai  ricordati  fatti  cavar  si  possono  rir 
spalto  al  metodo  ciirativo.  —  Di  ;  rad^ ,  dice  V  au- 
tore, la  cagione  dello  spasimo  sta  nella  parte  offesa; 
pef ciocdii  ,  sebbene  all'  amipatazione  della  parte  segu^ 
talvolta  un  temporaneo  sollievo ,  gli  spasimi  ritornano 
nulla  meno  colla  stessa  violenza  di  prima'.  »-*  I  mu«> 
scoli  afletti  oìrI  tetano  sono  provvedali  dì  nervi  dal 
oervello  e  dal  midollo  spinale.  Ora ,  sono  eglino  qaesti 
organi ,  o  i  loro  nervi ,  che  vengono  primitivamente 
perturbati  ?  Rade .  volle  disordinate  sono  le  fanzioai  del 
cervello,  eccetto. quando  il  male  volge  a  fine  funesta, 
e  aeppur  sempre  in  questo  caso.  La  necrptomia  fa  ve- 
dere assai  vascolosa  la  pia  madre ,  come  in  assai  altre 
m^hltie;  ma  questa  attrazione  noji  è  probabilmente 
che  un  effetto  del  pe^rturbamento  universale.  — <  Perà, 
avvi  una  circostanza  di  spiegazione  assai  malagevole, 
ed  é  che  i  primi  muscoli  ad  essere  affetti  son  quelli 
4eUa  masticazione  e  della  deglutizione,  i  quali  ricevono 
i  nervi  principalmente  dal  cervello.  E  sia  pure  l'ac- 
cresciuta yascolosità  della  pia  madre  del  midollo  spi* 
naie,  (come  pretende  l'autore),  un  mero  effeuo;  non 
sarà  dessa  una  prova  che  ivi  sussisteva  gi'knde  irrita- 
zione? «  Iiivesieodo  la  malattia  i  muscoli  provveduti 
di  nervi  dal  cervello  e  dal  midollo  spinale  ^  siccome 
nessuno  di  questi  organi  mostra  pervertile  le  proprie 
funzioni  al  primo  svolgersi  del  male  ;  cosi  si  può   ra« 


455 

gìmievoliiifliiCeai^meiitaM  dbver  la  cagione  risiedere 

io  qoakln  altra -parte.  4>ra^  oossanfaUra  «pai'te  anvi^ 

eccettn  i'ganglii-iki  narri  del  graa  liaipaAioo,  ahn  ab* 

l>ia' (^ià'f'tKetta^;o>  pia  libera  coamoicataione   coi    oervi 

ehtn  provveggono  i  étoacoli  che  piii  còmmieaMnte  «op* 

fM>rfano  ì*  àtEexMDe> tetanica  ;  e  ìq  tnuè'  le  di«aeca%i<Hiij| 

sidt 'oomini^*  che   di  annnali»  uccìm-  idaU' estratto  di 

noce  vomica»  ho  tnvvato  incolita •vascoiotótk  io  alcÓAi 

di'que' ganglii  ^'  -^  Il  sig.  iSn^on  noa  iiHeode  itoti^avia 

di'^afifermarey  estere  ii  tetano  aoa   malattia    specifica  j 

aveqie  incera. sede  nei  ganglii  dei  oervi  del  |^q •  sim- 

.'paticói  egli  mantiene  >  soltanto  che  .i  gaoglii .,  siaop  le 

-patti  piii  iin|K>rtanti  del  &isteina  nervoso  cai  volgesi  la 

'pr%na   irritasioney  e  da  citi   questa  procede   al    r^ifo 

'dei  sistema  nervoso. 

<'  Intorno-  al  metodo  cnrativo  ,  T  amore. si  spiega  come 
negtiec  «.Dalle-  alteraaioni  paiologiehe  riscontrate  oelle 
r  persone  nìorte  di  tetano,  aoa  tratto  a  cpochiudere , 
:  avervi  io  alcune  parti<  una  condiatone  che  si  appros- 
sima air  infiammacione  ,  e  doversi  per  ci&  tenere  in- 
dicatiéuQia  V  emissione  di  aangae.  Vero  egli  è  che  la 
lebbre  ed  altri  sintomi  evidentemente  infiammatori  ge- 
neralmente mancano  nel  tetano  ;  pnr  qualche  volta 
aono  essi  -in  altissimo  grado ,  come  nel  caso  riferito 
dal  sìg.  Eark  (i).  Per  togliere  la  congestione  dei 
vasi  del  midollo  spinale»  vuoisi  trar  sangue  dal  dorso 
colle  coppe,  o  colle  sanguisughe.  Spesso,  pervertite  so- 
no le  ionaioni  degli  organi  digeMnti  ;  e  siccome  questo 


(i)  Medico- CkirurgicaL  Transacuoru.  VoL  FL  pa- 
AiwAu.  roL  XXXFIU.  a8 


'4^ 

Stalo  tende  a  iinictrUM  «ntit  gU  Altri' •iatomi.;  gkrv«fà 
adoprariì  con  >  ogni  cura  per  ^onsarle  al  love  eacrciaio 
tegolare.  *PrMìoau  è'  emis^ioDCiéì  sangue ,  non  smrebbe 
egli  giovevole' ^U  dare  oa  emetico,  'Semproaho  là  bocca 
tonsentiite  di  allargarsi  al  punto  idi  peraMMese  l'ospiiU 
^ione deile  Énaferte eonteoateoctlo  stomaco?  Nel «ecoedp 
Caso  da  me  rrfertto,  'cesMurono  >  aemà'  più.  ritoraare, 
^li  «paKmfi  dopo  cemparsor  U  voautow  Nulla  .dì»  partì- 
xH)}aVe  htt  evacuato  i'^ànfermo  dàl-venttioolo.;  il  perchè 
-vuoisi  knpporre^'f  acione  del^rdeere  avece  na  aalatare 
effetto  e«  di  questo  organo.^  circoalaofca  akroode- «petto 
-osservata  in' ali»i  xati,  in  cui  tutti  gli  altri  umedinon 
aveano  potuto  ricondurre  r«(}uìlibrìo  nelle  isoo;  disor- 
-dffiate' f uoiioai  ».  — «;  d* Ma  abbiati  o  oonadsbiasi.pfi- 
ticato  r  emetico ,  si  dovrà  il  più  pretto  poatibile  pur- 
gare Tiriffermo,  o  còki  picctole  dosi-  di  csibmehooiy  o 
cnu  altro  purgante  attivo,  onde  largamente  evacaare 
gli  intestini  ».  -—  «  Negli  sperimenti  augii  animali , 
*ho  trovato  segni  evidenti  di  flogosi  ne*  gaaglii  dei  nervi 
dd  gran  simpatico  prodotti 'dal  mercurio  (t).  Avendovi 
nel'  tetano  una  totniglievofe'alteraaiooe  nei  gattglii^  aoa 
posso  attenermi  da.1  supporre  che  Y  uso  del  mercurio 
debba  riuscire  alsiii  incerto  ,-  te  aoa  asaolutameate  ar* 
riichieyote  ;  ohre  di  ciò ,  troppi*  sono  i  oasi  «u^nsegnali 
nella  medica  istoria,  nei  qaali  l'idrargirio  si  è  mostralo 
incapace  di  frenare  la  nialartia,  per  confidare  nella  sua 
supposta  vlitSi.  Voglio  credere  die  alenai  medici  l*  ab- 
WaUD  stimato'  beqeficos  per  la  ragione  che  V.  infermo  cai 
ih  ministrato  guati.  1/ ho  ceduto  osare  pel  tetano  cro- 


(i)  Fegg.  a  cor.  267  del  voi.  XXX  di  que$d,ÌLwafìj^ 


4M 

nlco,  e  il  Malato  ti  riebbe;  ma  lemittioio  nefai'ani- 
damesCo  verso  via  «govìgione,  e  dobi^  ancora  s*v«gli 
vi  abbia  «neoomainctite  cofitivibiiito.  Quéste  osservazìooi 
sul  fnereUi^io  si  possono  applicare  eziandio  alk  dura 
di  qnet  tvniilio  iioàveriale  dcèaìéleBM  che  tttéGede'a 
«irritsmeoli  locali. 

tf' Purgato 'largameote  V  ìoferniOy  egfi  pare  si  possa 
credere  che  savaooo  per  ritnearr  «tili  i  ealiiiaoti>'  e  i 
rilassanti ,  come  il«  pu/m  ipecacuanha»  cùmpo^Uus  a 
pieciole  dosi  ».  —  a  Se:  ileolcbieo  possegga  enhinèaie 
vlrtÀ  coiiiraM'l  tetano,*^  cosa  che  ooo  saprei  defioire; 
dal  rìsaltato' delie  ostervattiom  necroscopiche  non  da- 
>spcro  toltavialta  *  che  non  si  possa  scoprire  un  nfefiao' 
ìche' valga  a^calinaee  rirritariciile  del  sistema  nerwsao,  e 
«[Qtndi  a  (Vincere  qàesia  terribile  e;  dolorosa  mafetciii(tiy]K. 


1  r 

I ...  ,    •       t) 


•'      .  .        .  »  ,      \  •       .    IL 


Sar  la  Duodenite  chrooique*  Thèse  prei;f}i}it,e^ 

.    .et  aouftenue  à  la  Facuité  deAlédécia^  4e 

Parisele  g  avril  182 5;  par  GASitffK  Brous^ 

3AIS ,  docteiir  en  médéciaè ,'  citc.  ^  à  Paris', 

•  •  •  ' 

1825.  Ghez  M.  Delaunàjr ,  libraire  (2)^ 

UTTOGBE  ianumerabili  ^  non  tutte  per  ,no;^tra,  disay- 
ventura  ^  sono  conosciule  le  infermità  le  ^uali  afjQiiggQno 


■II*'  ■  '  I  '^p 


(i)  Stdt  argomenio  del  tetano  si  veggano  b  osten- 
nazioni  ad  dou.  Garmichael,  regisiràiè  in  questo  sìossq 
volitme.ikgli  AnnsLÌì, 

(2)  jinmoh  comunicalo  dai  i^f,  doèu  CukiL 


Vattana  famiglia.  E  di  tale  terttk  danin^  icstimoiuanza 
le  cose  dette  dal  sig.  dett.  Casimiro  Bromsais  p  nella 
BissertaziiHie  di  che  ora  imprendiaoeHi.ia  ngiimare. 

Figlio y  il  Big.  Brouss€tt$,'is\  celebre  fondate^  della 
MééiGiiiuifisiùlo^a,9ÈBaomi  la  sempltoiià^i  ^riadpii 
di  questa  dottrina  e  ne  trova  facile  rappUcaiaonfr  alla 
«onoscenaa  ddtta  duodenite ,  ossia  all'.infiainniaziòne  dì 
quella  pondone  degli  intestini  tenni  che  ooaMinicacoUo 
stomaco,  e  ndla  quale  si  scaricano. li  ooodottiescfeinri 
della  bile  e  del  fluido  pancreatico. 

Il  nostro  A.  intende  dimostrare  che  la  duodenite  oo- 
jBca ,  comechè  -malattia' consone  y  non  era  conosciuta 
^dagUi  autori  prima  di  Bronssais  ;  ed  >  esploire  y  ■  in  pari 
•tempo  y  le  idee  del  fondatore  deRa  tmedldna  istologica 
su  tale  affiaaione,  la  quale  non  si  appalesa  che  ai  me- 
dici di  giustissimo  discernimento. 

£  piaciuto  al  sig.  B. ,  dare  a  questa  malattia  il  nome 
dj  duodenite;  ma  li  sintomi  di  lei  sono  enuinerati  da- 
^li  autori,  h  ah^lchf  che  moderni,  nei  trattati  delle  fisco- 
«èie  di  fegato*.  *Di  dò  &nno  fede  le  Opett  itippoeraie , 
^:B^rka0^^.Si  y^mann,  di  B^Uyi^  9^,Sàmva^es, 
ii'SloU,  Pinelj,ei(i, 

Alla  storia  della  duodenite  cronica .  premette  il  si- 
gnor  B  /alcune  considerazioni  riguardanti  alle  ostru- 
zioni del  fegs^o,  le  quali  sempre  meditate,  non  si  co- 
nobbero patentehietite  se  non  dopo  la  medicina  fisiolo- 
gica: e  per  la  stessa'^agioné ,  le  cause  deDe  oppilazioni 
iono  state  enumerate  in  modo  assai  confuso  e  troppo 
poco  fisioloaico.  Del  resto ,  siccome  li  grandi  mangiatori 
'€  H  bevitori  de'  liquori  spiritosi  hanno  d*  ordinario  il  ft^ 
gato  voluminoso,  cosi  è  agevole  dedurre  che  la  ostru- 
zione svilappaai  in  seguito  a  stimolaaion*  gastrica. 


45? 

Li  sintomi  che  il  nostro  autore  riferisce  all'  ostruzione 
epatica  j  cavandoli  dalla  Notomia  generale  di  Bìchai  , 
si  riducono  ad  un  dolore  alla  regione  epigastrica ,  ossia 
adlla  regione  dello. stomaco  e  del  duodeno^  il  qasl  do- 
lore aumenta  allorché  lo  stomaco  è  stimolato  dagli  ali» 
menti  y  a  sele  ,  ad  anoressia  ^  a  rossore  delta  lingua  ^ 
a  secchezza  della  pdle^  a  flatulenze ,  a  dolori  colici 
dopo  il  pasto  ^  a  stitichezza  pertinace  di  corpo  ^  a  tu- 
more all'  ipocondrio,  destro.  ^  .    . 

L'  ostruzione  del  fegato  «è  adunqiK;  ano-  stato  pato* 
logico  di  questo  viscere^  consistente  in  una  tnme&zion^ 
generalmente  prededuta  da  irritazione  del  duodeno.  La' 
infiammazione  talvolta  ha  sede  solamente  net  duodeno  ; 
ora  predomina  ia  quest'  intestino  ^  estendendosi  anche 
allo  stomaco  e  agli  altri  intestini  ;  pu^  essere  acuta ,  o 
cronica ,  ma>  più-  spesso  è  cronic»  <^  acuta  ^  e  di  quella 
V  A.  intende  particolanaisate  occuparsi. 

'  Euoiogia,  —  La  duodenite  è. morbo  il  quale  infesta 
frequentemente,;  massime  In  certi  paesi  ,  come  in  In- 
ghilterra :  e  le  ostruzioni'  pressoché  comuni  in  quel 
regno  ^  le  deriva  il  nostro  A^  dalP  uso  generale  de'  me- 
dicamenti purganti  onde  liberare  dal  torpore  e  scuoter^ 
gli  intestini;  e  se  iljcoipo  non  si  muove,  credono  gli 
.  Inglesi  infiammata  la  prima  porzione  del  canale  inte- 
sùnale,  e  vogliono  ammollirla  con  medicine  catartiche , 
e  se  non  producono  i  loro  effetti,  si  sonmiinistra  il  mer- 
curio fino  alla  salivazione.  :  Stimolate  con  tali  mezzi  le 
superficie  mucose  a  fine  di  provocare  l'azione  dei  vasi 
secementi  /  non  dee  essere  maraviglia  che  da  rimedi 
gagliardi  e  violenti  si  producano  veementi  irritazioni  e 
infianmiaaioni,  e  qnùidi  si  fiicciano  contumaci  ostruzioni 
nei  visceri  addominali.  £  no;i  solamente  pei  forti  pur- 


438 

gativi  j  ma  pei  genere  dì  vita ,  pef  V  abnio  dei  cibi  e 

delle  bevande  •piritose  ,  soggiacciono  gli  Inglesi    alla 

duodenite. 

La  duodenite  ,  come  si  disse  ,  raramenie  acuta  ^  i 
d'  ordinario  consecutiva  aH'-  irritasioiie  dello  stonaco. 
La  duodenite  cvonica  è  caratteriasatf<  da  stentata  dige* 
Sljone,  da  senso  di  af&nno^  da  calore  e  da  dolore  pno- 
gitivo  all'  ipocòndrio  destro  :  dolore  die  si  esacerba  cosi 
dalla  pressione  ^  come  dalle  profende  inspirazioni  ^  o 
che  alcune  volte  ^  (uso  ^  e  ora  prolungasi  verso  la 
spalla  destra  :  sulle  prime  mterpolato  non  si  prova  che 
dopo  copioso  pasto  ;  {n'appresso  si  soffire  continuamente 
e  anche  quando  il  pasto  è  moderato.  Se  l' irritatone 
duodenale  si  nianifesta  per  accessioni  ^  insorgoiio  y  fin- 
<jhè  si  ha  senso  d»  dolore ,  gravi  linlomi  pel  quali  si 
scorge  che  l' infiammatone  reagisce  sopra  molti  organi 
dell'  economia  La  bocca  si  sente  asMifa  ,  si  vomitano 
materie  biliose  o  nere  y  e  le  stesse  materie  passano  per 
aeocessoy  unite  eaiandip  a  calcoli  biliu-i^  e  si  ecdtanp 
spasimi  e  convukimii.  IÌ^  dolore  duodenale  non  sola«> 
mente  estendesi  alla  spalla  ^  ma  al  lato  destro  del  tron* 
co,  al  dorso,  all'addome,  che  non  può  sopportare  la 
piìt  legf(iera  pressione  ,  e  al  braccio  il  quale  diventa 
al&tto  torpido  ^  e  la  sensibilità  in  alcuni  infeitei  è  così 
driicata  e  vivace ,  che  le  convulsioni  e  i  moti  convulsivi 
tornano  al  piii  leggiero  strepito,  sono  presi  dall'estasi^ 
temono  ogni  emozione ,  sicché  è  tòn^  isoiarli  e  tenerli 
nell'oscurità  pi'  profonda.  Alcuna  volta  dorante  l'ac* 
cesso,  avvi  rossore,  circoscritto  alla  regione  duodenale^ 
ó  una  tinta  gialla ,  quando  generafe,  e  qnmdo  corrispon- 
dente soltanto  air  ipocondrio  destro  %  ma  scompaiono 
r  accesso. 


43a 

Gfli*  mftrmi  dtrtale  maklttM  -divengono  preMOchè  sem^ 
pre  ipocondriaci ,  in- causa  dell' esaltameikto  della  $en^ 
sibilila  prodotto  dalla  perseveraììsa  dell'  ìrritABione  lo«- 
cak.^  la  qfiale  diiama  in  cénsènso  anche; il  oerVello. 

QltEe.fl  ddore ,  che  pub  Smsi  continuo  sensa  jche 
l'inri(a2Ìone  si  propaghi  al  fegato',  ayv?  pia  spesso  ca^ 
fere  circoscrìtio  aUa  regione  di  questo  Viscere, "il  quale 
divento  tumido  ,  e  la  tomeiaaione- pnòi  oresoere  tanto 
da  rendere  laboriosa  la  resf^irazione  ,  maxime  se  av« 
viene  V  epatizzazione  del  polmone  destro^  In  tale  stata 
di  ^ose  si  dbordàna  il  corso  della  bile,  e  di  qui  nasce 
Y  ittedzia  generale ,  •  partiale ,  il  vomito  e  le  evacua»* 
sioni  biliose.  -  Se  lo  spargimento  di  fiele  è  generale  ,  #1 
sangue  e  il  sudoij^  sono  gialli,  e  se  parziale  può  occa«« 
pare  la  regione  duodenale^  siccome  .n4itò  il  padre  del 
nostro  autore.  Se  là  nudattia  è  molto  antica  non  seeer«» 
nesi  più  bile. 

In  quanto  al  modo.  d(d  qiiale  si  fonnano  ìe  tostm-^ 
suoni,  dalle  c^li-  deriva. T  itterizia^  Ippoèrate  non  ne 
ragiona.  GakìÈo  park,  di  £e<Mto  y  di  caUo.,  di  sec^ 
chezza  e  di  umidità  del  fegato  ,  di  una»rt  spiasi  y  vi« 
schios»,.  sovrabbondati-:  L'arabo  Rkàsg^s  la . dierrva  il«« 
gli  alimenti  gjrofitfolani'  orassi,  jàfic^inà  dice  .risiedere  il 
morbo  nei  parèttchìmii  dèi  fegato  ,  e  provenire  da  fti-« 
spessimento  del  sangèeze  1|  àuasamento  del  fegato  si 
fa  quando ,. per  debolezza  del  viscere,  il  sangue  non  pub 
essere  spinto  ,  o  quando  il  sangue  stesso  è  attirato  con 
tiioppa  fersa*.  jGfae  sé  F: lostruzione  è  nelle  vene,  crede 
chelpninoipahMnte  ddrrvi  ddl' esscne  questi  vasi  natn<« 
vafanettle , 'Oi  accideatahnente  tsopipo  ristretti  o  intraU 
ciati; ,  k>  per  contenere  materie  copiose  ,  crasse  ,  o  vi-* 
icaae;  B^rhaave  definisce  T  oppilazione  :  «  Qbtuyatio 


canaKs  iraniitum'  tòllèm  liqddd  per  mmL  «ra^endé  , 
▼hall  «ano  vel  morboso  j  órta  ex  excessu  moli»  sopia 
capaeilateiii  transmismri  ».  Hoffmann  derida  V  ostni*- 
zione  da  debolessa  inlestiiiale  ;  Bagiivi  da  dégoierazione 
della  bile;  Sauvttgei  veder  f||li  timóri  ora  riscaldarsi  y  e 
quando  raffireddarsi , .  fortificarsi ,  disciogUersi.'  Sioil  parìa 
di  materie  morbide ,  spesse  e  corrotte*  Portai  si  astiene 
dal  dare  spiegauoi^e  delle  ostniaoni;  e  piii  recente- 
mente  le  oppilazioni  epatidie  si  sono  derivate  da  vizj 
e  da  alterazioni  organiche^  ' 

Grasta  r  autore ,  ninno  prima  del  fondatore  della  me« 
didna  fisiologi<^  not&  1*  influenza  deir>  ìnfi||mmazione 
cionica  del  duodeno  nell'  originare  gli  intasamenti  dd 
follato.  £  qoi  osserva  ,  che  oltre  le  opinioni  sopra  ri« 
cordate. y  |e  quali  derivano  la  malattia  o  daUa  copia, 
o  dalla  depravazione  degli  umori  ^  si  ammise  da  non 
pochi  medici  ora  uno  stato  di  debilità  ,  e  ora  di  fer*^ 
sa  neir organa  secemente  la  bile;  ma  le  ostruzioni  del 
fegato  non  A  derivarono  dallo  stato  morboso  del  duo- 
deno, neppure  dà.  Hoffhtnhn  ntì  SUO  Trattatello:  De 
duoduftu  rauUotum  malotuP*  causai  e  in  quanto  alle 
ostruzioni  che  succedono  alle  febbri  periodiche,  secondo 
Boffmanrif  non  da  flemmasaia  ditodenale>  ma  procede- 
'rd>bero  da  deterioramento  degli  umori  contenuti  ia 
questo  intestino.  Del  resto ,  se  il  legame  snsalatente  tra 
il  fegato  e  il  canale  intestinale  non-  isfoggì  all'  ocola-» 
tazza  di  alcuni  pratici  nello  stato  acuto  di  certe  malat- 
tie, ninno,  a  giudizio  del  nostro  autore j  ha  notato  ki 
simpatia  la  quale  unisce  la  membhma  mnéosa  del  duo* 
deno  al  suo  secemente  nei  mali>  cronici.  E  tale  shnpatia 
fu  avvertita  con  diligenza  dall'illustre  Bkhai,  ti  quale 
4itse  che  razione  delle  ghiandole  rispondti  alla  stime» 


44t 

liiioné  delie  «qpeificie  ore  iMlt<mO'  koe,  i  loro ,  Tasi 
secemeati  Esimie  fatto  riconobbe-  Broussaìs  in  Catte  < 
le  giadazioni  ^Ue  flemmaaie  vi^lberali^  e  vide  inollre 
cbe  le  medidiie  incitanti  y  anzkshè  scemale  |  iiiaq>rìvaiio 
gli  intasamenti  epatici  :■  che  ne-  cadaveri  delle  personfl 
affette  da-  ostnmoni  ^eia  patente  l' infiammazione  del 
canale  degli  alimenti^  e  massime  del  duodeno*^  e ,  richia- 
mando le -lèggi  àsiBichai  stabilite^  sospettò  chele;  op* 
pilazioni  fossero  consecutive  alla  duodenite;  e  siccome 
li  medicamaiti  operano  sulla  mucosa  intestinale  ,  cosi. 
è  mestieri  guardarsi  dall'  usare  stimoli  per  non  esacer- 
bare la  fiemmasia  che  aveva  dato  orìgine  all'  ostruzione. 
I^on  -nega  il  sig.  B.  che  vi  sieno  ostruzioni  primitive , 
ma  tiene  la  più  parte  consecutive  alla  duodenite:  e  se. 
questa  non  è  primitiva ,  non  tarda  a  svilttp{>arsi  in  yirtii 
dei  progressi  dell'  affezione  epatica.  . 

Non  essendo  più  ignoto  il  modo  con  che  si  fo,^rmano 
le  ostruzioni  del  fegato ,  cerca  l' A.  determinare  come 
avvenga  V  itterizia. 

i  medici  sono  d'  accordo  nel  dichiarare  formarsi  la 
itterizia  allorché  la  bile  dalla  borsetta  del  fiele  non 
ìscende  all^  intestino  duodeno  per  la  strada  del  condotto 
intestinale.  £  diffiittO)  talvolta  i  canali  biliari  si  sono  tro- 
vati compressi ,  ostrutti ,  obliterati  :  ma  in  altri  casi 
siffatte  lesioni  mancavano  ,  e  però  s' incolpava  uno 
stato  spasmodio>  ^  pel  quale  si  strìngevano  li  condotti 
biliari  e  quelli  d^gU  intestini  sottili ,  come  in  nn  movi- 
mento di  collera  ^  durante  accidenti  nervosi ,  o  in  se- 
guito a  forte  spavento  ;  e  si  potrebbe  anche  aggiugnete; 
che  dalla  viscidità  déla  bile  si  è  derivata  l'itterizia,  quan« 
to  che  lasciando  gruii^k  intomo  alle  pareti  del  condotto 
mtesttniie>  lo  rende  più  angusto  e  quasi  totahaenie  lo 


serri;  ina  noa'ii  è  .aoipettauy  .che/  h&^gonfisB&a  dcUa 
tuÀicà  mucoM  per  V*kÉtmamàsitmt  delIT  intestino  dao- 
detK»  potesse  chiudere^  Forifiaio  dei  'ceiid»tto  cobdoca. 
Per  la  qui  cott  ne  consegne ,«  che  la  daodenite,pB& 
tenersi  cagione  frequente-  dell'  itteriaia. 

Colla  duodenite  possono  insorgere  lesioni  in  altri  vi- 
sceri: e  nell'Opera  di  Ho/fmam  Da  morbìs  pancreas 
tì$ ,  sono  reg&trati  casi  di  degenei^zione  del  pancreas , 
e  uno  ne  riporta  il  stg.  DuponcM»  La  gravidanza,  la 
flemmasia  del  polmone  ^  o  di  altro  viscere  pub  sospen* 
dere  il  corso  dellsi^  duodenite ,  la  quale  ricompare  con 
veemenza ,  àBorchè  quelle  hanno  cessato. 

La  duodenite  acuta  non  è  mortale-  se  non  quando 
si.  associa  ad  altre  afEszioni,  come  p.  e.,  ad  emorragia 
cerebrale:  e  potendo  diffondersi  agli  intestini  sottili  e 
allo  «tomuco,  si  generano  li  gravi  sintomi  caratteristici- 
deMa  gastro*enterite.  Ora  la  flogosi  concentrasi  nel  fe- 
gato*^ e  questo  viscere  gingne  a  suppurazione}  quando 
r  irritazione  diffondesi  al  cervello  y  pub  derivarne  apo« 
plessia,  se  costante  si  inantenga  l'irritazione  intestinale. 

Se  la  duodeijMte  si  prolunga  tanto  da  farsi  cronica ,  si 
sveglia  in  appresso  idrope,  e  marasmo,  alle  volte  eoa 
diarrea.  L' idrope  è  generato  dai  diversi  timori  addo- 
minali i  quali  ostano  alla  circolasene  :  e  può  eziandio 
procedere  dall'influenza  dell'enterite  sulle  funzioni  della 
ionica  sierosa  y  o  dall'  infiamniazione  del  peritoneo.  A. 
questo  perìodo  la  duodenite  si  è  distcì»  a  molti  organi 
e  M  disorganizza.  Se  vi  è  diarrea ,  si  giudica  cbe  l' in- 
fiammazione ila  invaso  gli  intestini  crassi  ^  se  manca  ^ 
la  flogosi  predomina  ancora  ne'  teaoi.  La  diarrea  coU 
liquativa  è  ordinariamente  il  segnale  delia  distmzione. 
Le  ièrze  dell'infermo  scendono  npidamente,  e  nou puoi 


445 

pigliare  alimenti  solidi,  e  gK  stessi  li^pd&  discendono* 
aifficìlmente  e  in  piccolissima  ìqAanùtà.  Il  si^,  Broussais 
Ita  osservato  che  nel  maggipr  -numero  delle  ^^astto-6n«^ 
feriti  i  reni  sono  irritati  ,  infiammati ,  ma  assai  rart^ 
innate  avviene  mone  improvvisa  con  tutti  Ir  sintomi  dv 
emorragìa  ioierna. 

Diagnostico  della  duodenite.  -^  Quest'  infermiti^  non' 
pui»  essere  confn^  che  colle  malattie*  del   fegato  ,   d<el 
piloro  y  o  della  pleura  destra.  Neil'  epatite  cronica ,  H 
dolore  ottuso^  o  acuto  all'  ipocondrio  destro,  o  pi&  spess#^ 
alla  spalla  di  qu^to  lato,  la  tumefazione,  la  difficoltà^ 
di  respirare,  l'ostacolo  alla  drcolazione  e  al  corso  della 
bile  non  si  accompagnano  cm  sintosii  della  duodenite 
o  della  gastro-enterite  se  non  in  <juanto  le  funzioni  di»  - 
gestive  non  si  fanno  pib  giusta   il  ritmo  normale  ,   e 
siffatte  funzioni  non  possono  essere  alterate,  senza  che 
gli  organi  che  le  mettono  ad  effetto  ne   siano-  pia  o 
meno  '  profondamente    affetti.    Trattasi   adunque    sola* 
ménte  di  decidere^  se  V  irritazione  sia  predominante  nel' 
fegato  o  nell'intestino^  e  ciò  riesce  agevole  per  le  cose 
dichiarate  dal  nostro  A.  Se  la  diagnosi  fosse  dubbia,  la 
curagione  non  ne  proverebbe  danno ,  imperocché  non 
si  ci(mbierebbe  anche  colla  certezza  dell'  infermità  del 
fegato» 

La  flemmasia  del  piloro  differisce  da  quella  del  duo« 
deno  j  quanto  che  nelfa  prima  il  dolore  offende  dorante 
la  digestione  stomacale,  e  non  nella  seconda,  come  nell% 
duodenite  :  non  sì  estende  alla  spalla  destra^  mancano 
ì  vomiti,  il  colore  giallo-citi;ìno  ,  e  la  tumefazione  del 
fegato. 

La  pleurisia  cronica  del  lato  destro ,  potrebbe  imporre 
solamente  al  medico  il  qaale  avesse   mancato  di  &re 


44i 

'un  analisi  fisiologica  dei  sintomi  f  e  ogni  m<^ilezxa  sa- 
rebbe tolta  usando  io  stetoscopio. 
•  Ta^^  dei  cadavere,  -—.In  principio  riscontrasi  roa* 
soie  semplice  nella  superficie  mucosa  del  duodeno ,  la 
q^ale  è  aiicbe  rugosa ,  e  li  follicoli  mucosi  assai  svikip» 
pati.  Pili  tardi  nolasi  spessore  sensibile^  non  solo  della» 
membrana  mucosa  ^  ma  anche  delle  altre  tuniche  inte- 
stinali :  color  bruno  variegato  j  alle  volte  misto  di  mac- 
chie rosse  y  o  ai&tto  nero  senza  che  vi  sia   cangrena. 
La  cavità'  del  duodeno  pn&  essere  diminuita  ;  in  alcuni 
casi  ingrandita  cosi  da  acquistare  ampiezza  eguale  a 
quella  dello  stomaco.  Se  il  motbo  è  antichissimo  ^  il  duo- 
deno è  ukerato ,  e  k  ulcerazioui  ;  accompagnate  da  con- 
siderevole gonfiezza  delle  parti  che  ne  sono  la  sede ,  di 
colore  biancastro  lardaceo  per  cui  si  dissero  cancerose. 
Tali  ulcerazioni  sono  sovente  larghe  y  profonde  e  po- 
ste nella  prima  porzione  dell'intestino.  Offendono  sulle 
prime  la  tunica  mucosa^  poi  si  estendono  alla  musco- 
lare^ e  al  tessuto  sottoposto,  il  quale  è  ingorgato   di 
fluidi  bianchi  e  rossi ,  ed  è  degenerato  in  una  massa 
biancastra  lardacea  mista  di  punti  rossi  e  di  vasi  vari- 
cosi. Infine  y  se  V  ulcerazione  continua  a  estendersi  in 
profondità;  pui  giugnere  fino  alle  tuniche  dell*  arteria 
epatica  ;  e  perforarla.  In  tal  caso,  il  canale  intestinale 
e  ripieno  di  grumi  sanguigni.  I  soli  gangli  linfatici  vi- 
cini al  duodeno  possono  trovarsi  sviluppati  y  infiam- 
jcnatiy  etc.   . 

Il  fegato  se  alterato  è  piii  voluminoso  dell'  ordina- 
rio ,  grasso  O'  albuminoso  :  spesso  assai  giallo  >  tinto  dalla 
bile  :  in  altri  casi  come  atrofico  ;  e  può  contenere  delle 
cisti,  deUe  idatidi,  dei  depositi  punilend,  etc.  La  ve- 
sehidietta  dd  fiele  A  essa  pure  atrofica  o  dilatata ,  e 


445 

aiemphiu  di  bile  pia  o  meno  èensà  y  talvolta  nerastra , 
simile  alla  melassa  ^  o  di  cdcoli  dì  volume  diverso.  Le 
pareti  della  vescicheita  sono  ora  grosse,  e  quando  sot- 
tili,  e  anche  perforate  ^  con  spàndimento'  di  bilfe  nella 
cavità  addominale  y  o  in  una  borsa  formata  dai  vicino 
tessuto  cellulare.  Il  cabale  epatico  y  come  il  eistico  e 
il  coledoco  ;  dilatato  o  ristretto,  ed  anphe* intieramente 
obtiterato,  può  contenere  calcoli  fino  nelle  .sue  ramifi- 
cazioni parenchimatose.'  AJDche  nel  coledoco  si  trovano 
calcia  biliarì  piìi  o  meno  avanzati  verso  'il' duodeno,  e 
oecopano  alle  volte  1'  orifizio  dilatato  dello  sWsSo  car 
naie ,  o  T  hanno  sorpassato^  ^e'  canaft  nominati*^  Brout^ 
sais  ha  osservato  anche 'de*  vermi.  La  bile  sembra  ta« 
lora  degenerata,  avendo  perduto  il  siiO'Ci^ore,  l'ama- 
rezza; pare  albumina  tinta  di  gisdlo. 

Il  pancreas  si  trova  pure  tuineiaftto  e  indurito,  scir- 
Toso,' rammollito  e  suppurato. 'Niell' osservazione  riferita 
dal  dott.  Duponchel p  rappresentava  una  vescica'  con 
pareti  spesse ,  de!  volume  dèi  capo  di  un  fanciidlo  nato 
di  firesco  ,  e  conteneva  una  materia  biancastra  simile 
a  sangue  coa)gulato,  misto  con  avanzi  di  sostanza  cere- 
brale. 'Aiscontransi  inolti^  ne*  cadaveri  segni  di  flemma-*' 
sie  consecutive,  non  solamente  allo  stomacjo  e  agli  in- 
testini tenui  e  crassi ,  ma  eziandio  al  peritoneo  ,  alla 
vescica,  ai  reni,^ed  al  cervello. 

Prognosiico.  —  Il  pericolo  in  quest' infermità  è  pro« 
portioaato  alla  ^irritazione  ed  ai  progressi^ delle  ^altera- 
zioni apportate?  dalla  fiennaìaisia.  il  nostto  A*  not^  >p^^ 
che  in  un  vecdiio  morto  di  pleorisia  «amila',  in 'età  di 
108  anni,  la  borsa  del  fieli  era  ostnnU'dà  óalcoli,-e 
mancavano,  coliche  epatiche ,  deperìMiento ,  etc<  - 

Citìra.  -^  Prima  di  propofire  «onveaevofo  mezzo  cn* 


\ 


44a 

ratjvo  I  ama  il  nostro  k.  indagare  quali  mezzi  ai  pra- 
ticaaaero  dagli  antichi  nàedtci  per  vincere  ^  efietd  della 
duodenite^  cioè  le .osthuioai  e  T  tt teriaia.  //ei/»oGraM  nel 
mali  epatici  consiglia  H  laUe^  le  acque  minerali^  e  al- 
cuni piagativi.  Galeno,  «intende  attenuare  gli  umori  vi- 
scoli  ed  espellerU.  Rhattes  propone  molti  messi  da  Ini 
Unnli  ani  a  riscaldare,. raffreddare ,  attenuare  o  aprire 
le  ostru^ni.  Avicenna  racccMuanda  le  medicine  deleiv 
&ÌTe,  incisive  ,•  aperitive  y  lassative  ,  diuretiche  ^  e  alle 
voUe  anche  il  sdasso,  generale*  Boerìmaye  pretende  at- 
tenuare ,  disdogliore  y  espellere  Ja  materia  coagulante  , 
mercè  dei . coi^robMrauti .  de^.stÌ0iolanti,  della  gomma 
ammoniaca  )  àf\  nitro ,  deli*  alcali  volatile,  dei  saponi, 
4»Ila  \À]e  y.  dei  jQQiert:urÌ9li  ;  Jp  sOcmii  casi  trovava  utile 
anche  il  salasso.  HàffmanB  prescrive  daflprima  gli  eme- 
tici, poi  lì  purgativi,  «indi  gli  assorbenli  per  correggere 
l'acrimonia.  A^ig&Wuia  ì^  dissolventi^  i  lassativi  e  gli 
amari.  SioU\\  /Jissolventir  gli  eccitanti,  ideteiaSviy  gU 
ant^putridjL  Infine,  il  sig.  P.ottd  negli  ingorgamenti  san- 
guigni propone  i  salassi;  le  sanguisughe  all'  ano.o  A- 
ripKXjoujdrio  destro  e  le  ventose  (Scarificate;  e  massime 
se,  oltre  la  congeoiioae,  vi  sia  dolore  assai  intenso  e  ple- 
tora generale,  .k  questi  meaù  tengono  dietro  gli  ape- 
ritivi. Se  r  infiamnnaziooe  è  ciymica ,  alcuni  fidano  nella 
regola  di  vivere  e  proscrivono  X  uso  troppo  firequente 
d^  c$nù,  diagli  intingoli .,_. dei;  latticini .,  e /raccoman- 
dano i  vegj9tabiU  ^.  il  buon  vino,  e  gli  amari.  In  gene- 
jrale,  .toni  pr^pongooio  gli  emelici  se  vi  sono  segni  sa- 
.buia^ali^iji  pvwgativi,  cosi  piticevoi*,  come  veementi,  dalla 
manna  al  rlibarharo«>  le  aHatsoiàrappa:  gli  amari,  i 
narcotici ,  le  acqwe.  acidule  e  solforose.  E  siccome  questi 
tupti.et.iMkiti  aa»lk«mmti  devono  esaere  d^ostìiieUo 


447 

«tomaeo;  teme  l'atitcHre  che  possano  indirne  iofiamma* 
mne  in  questo  riscere^  e  massime) diei^  givMSL  Gideno}, 
•scxguitalo  da  tatti  i«  medici  ^  è  fòfza  diminuire  la  .visco- 
tkà^  degli  ^omori ,  aipeire  loro  esiti  ed  eliminarli  ^  e  taU 
efletti  f  al  dire  del  n<»sm>  A.  ^  non  possono  conseguirsi 
che  con  mediinne  irritanti.  £  l' irritazione  può  essere 
attentata  dagli  astrìngenti  «  dagli  aroi^iatici ,  *  i  quali 
Gdlanò  suggerisce  onde  non  venga  il  c<M*po  troppo  in- 
debolko  dai  medioamenli  nbssanti. 

Per  le  cose  esposte  giudica  il  sig.  B.  che  sia  sfata 
emessa  la  vera  indicazione^  quella  cioè  di  stniggei;e 
la  causa  organica  di  questo  moÀo^  igqonmdosi  che  il 
duodeno  nelle  osirudoni  ÌFosse  irritato  e  iiffianimato  y  e 
(Credendosi  secondaria  l'irritazione  di  ^uesfo^^viscere:  e 
ptrhy  i  medici  ogni  slwiio  ^oae^ao  neHo>eatuovere  e 
dkcàccrare  gH  «toori  acri  ritenwtr  né*  vasi*  fttpeliend»  il 
tiòstto'  A.  che  a  vincere  la  duodenite:  cronica  qpiale  si 
prestano^  ì  blandi  omeiid  ed  i  paifiatiivi  ^  soggiunge  iclie 
^'efietti  delle  sanguigne  generali  e  locjdi  erano  distnttii 
^cÉQrsV  dalle  regole  'della  vita  che  osserva^i/'a^no ,  coode*  dai 
meiiicàmenti  che  usavano. 

MvL  prima  di  proporre  i  mezzi  estimati  opportmai  a 
guarire  la  duodenite  cronica  y  il  sig.  B.  suggerisce  li 
profilattici  •)  «  innanzi  a  tutto  consiglia'  di  non  usavo 
continuamente  alimenti  stimolanti^  e  di  astenersi  pi^s* 
sochè  sempre  dalle  miedicine  incitanti  e  massime  pur» 
gativ^i 

Al  primo  spiegai^i  della  duodenite  i  mestieri  attac- 
carla gagliardamente  cogli  antiflogistici  ;  e  s''  incmnia* 
cierà  ifelPaf^licare  mignatte  alla  regione  duodenale^  da 
IO  imo  a  4p>  secondo ' l' intenstone  del  morho.^  è  lo 
forze  dell'  infermo ,  Atk  npetersi  fino  alla  cooflparsa  ^ 


448 

dolore  I  o  ali*  apparare  prostrazkme  «U  fone  :  dall'  matt 
topici  ^ammollienti;  dieta  regolatissima ^  bevande  raddol* 
centi  ^  éafauao  gehende.  se  avvi  calore,  «se  il  dolore  «ini* 
fedisce  i  movimenti  liberi  del  eaore.  Dopo  malti  salassi 
locali;  8Ì  pub  applicare  unA  vescica  piena  di  diaccio  fie- 
sto,  e  non  saranno . ommessi  ii, bagni  tiepidi. 

Crede  con  questi  a)ttti  il  nostro  autor.'  di  arrestare 
la  duodenite  iacipienle;  ma  qùakido  è  antica,  dopo  le 
prime  evacuazioni  locali  si  deve  fidare,  soprattutto  sulla 
regola  della  viUi,  che. do vxà  essere tJfogamente  severa 
ed  accurata.  È  necessario  che  V  informo  faccia  us^  fire- 
queitte  di  .auppe.^  di  alimenti  fecotenti ,  di  vegetabili  e 
di  fratti  cotti ,.  astenendosi  dalle  carni;  per  lo  •  spazio 
di  molti*  masi ;;^e  alle  volte  per.  ^cubi  anni..  Si  conten- 
terà ili  bere  acqua,  pura,  o  tagliata  col  latte  ,  tisana 
àmmoiyràfte;!  come:  quella,  d' «mtzo  ^  di  .gomraa,  o  aci4D- 
lata,  p.  e. ,  la  limonata ,  V  aranciata  ^'etq.,  Questa  re- 
^a  di  vivere  di>raio  si  osserva  .«accurataanente  neDa 
duodenite  cronka,  perocché  saoo  essendo  lo  stopiaco, 
o  tale  divenuto  in  causa  della  regola  della  vita  ^  V  ap- 
petito si  sveglia ,  e  se  soddisfasi-  c^mpiutaniente ,  V  i%- 
£ammaaione  del  duodeno  s»  es«u»pera«  E  riesce  pure  di 
ostacolo  il  debilitameilto  delfe .  stomacò  affaticato  .dal- 
l' uso  continuo  di  alimenti  insipidi  e  di  bevande  ac- 
quose. Non  si  fii  quindi  buona  .digestione  de'  cibi ,  e 
'insorgono  stimoli  di  vomitare  ;.  coliche:  e  diarrea,;  Per 
rimettere  in  miglior  stato  lo  stomaco  si  dovrà  aggiun- 
gere alquanto  vino'  coli'  acqua>  o  berlo. puro  iper  alcuni 
^^omt,  e  scegliere  alimenti  più  sostànziosif  .ma.  si  evi- 
terà di  eccitarlo  soverchiamente^  e.  pero*  si  desisterà 
dall'  nseiidi  qtiesti  leggieri  irritanti  quandi^  il  ventricolo 
jlurà  flOttMoieiitameiMie  favri^aiQ.» 


449 

Per  iQAntieiiereilcof^o  appetto  à  faranno  elateri. suol- 
Uficaiivi  olio»!,  4Ì  prescriveranno  t>i^gni  calidi  in  inveitelo 
freddi  ìli'  €6|i^t^>  s^  T  infermo  non  è  Uoppo.  debilitato^ 
I  bagni  caMt.  si  ooaUaasrainoo  per  alcune  ore  se  sa- 
tanno  di  giova^eato. .  Essendovi  flbsso  enunroidale  si 
attacheranno  akune  sanguisughe  alle  vene  emorroidali^ 
e  si  faranno  fumigazioni  aromatiche»;  diminuita  prima 
dirattamente  V  irri^a«ioae  JlcHa.  parie  superiore  del  ca« 
naie  digestivo.- OitenuiO.&oUievo,  si  consiglierà  sulle  pri* 
me  resercisio  passi vo^  indi  attivo  all'ari^  Ubera^s^nza 
{^rendere  soverchia  fatica.  Convengono.  eziai:^dio  i  viaggi 
ed.  i  bagni  di  mare  pervenire  a  convalescenza.  In  tutti 
i  casi  f  sarà  necessario  procetdere  assai  cautamente  per 
evitare  le  ricadnie  ,  dach^  le  ripetute  in|iamniazionì  si 
reodono  insanabili. 

L*  itterìzia  incipiente  è  diminuita  rapidamente  dalla 
applicazione  delle-  i^ignatte  sopra  la  regione  duodenale , 
dalla  dieta  lattea  ;  da  bevande  acidule  macillaginose , 
da  clisteri  molliti  vi  ^  da  bagni  prima,  semplici  ^  e  poi 
solforosi;  qnando  è  tolta  V  irritazione. 

L' incipiente  tome&ziont  del  fidato  devesi  rintuzzare^ 
primanusnte;  coi  npetuti  salassi  locali;  e  se  anziché  sce- 
mare si  fonsasse  1'  epatite  acuta,  o  il  flemmone  del  fe- 
gato p  qfmoà»  V  infermo  non*  si  trovi  soverdiiamebte 
indéliottiO;  ■  o  non  siatavi  profonde  disorganiiuEàzioni)  alle 
sanguigne  generali  y  si  faranno  succedere  le  locali ,  e 
le  venisse  scarificate  alla  regione  del  fegato  ^  indi  i  to- 
pici mentitivi;  i  bagni;  i  ciistei*;  etc. 

Avvenuta  disorganiszazÌMriB,  e  lonnato  lo  scirro^  si  bru-^ 
cieranno  moxe  sulla  regimie  di  quest'  intestino  ;  o  vi  si 
apriranno  dei  cauterj^  cbe  si  cureeà  di  ùr  suppurare,^ 
purché  la  sensibilità  del  tubo  intestiiudlie  ooaJiaisovei^- 

Annali.  Foi.  XKXVHL  ^9 


45o 

«hift ,  e  NI  ul  GASO  ài  «jiminuirii  colie  tottgiHgiio  Io-  * 
OiliySe  riofermo  potrà  tollerarle,  coi  moUiti?!,  e. coi 
Mrcotìcii  i  qoelt  si  vseraDDO  così  kitemtineole ,  co- 
me aH' esterno.  Gli  eropiastri/  o  saranno  irrorati  di  lau- 
dano, o  fatti  con  decotti  di  cicuta,  di  gitMqniaoio  , 
o  de*  capi  di  papavero  bianco,  non  ommelCendo  le 
embrocaaioni  con  estratti  di  qafeste  piante^  Li  narco-' 
liei  si  devono  prescrivere  intentamente  con  assai  cir- 
cospezione, e  qoando  siasi  combattuta  primitivamente 
e  in  tempo,  la  flemmasia  cogli  antiflogistici.  E  se  esal- 
tala sarà  la  sensibilità  dello  stomaco  e  degli  intestini 
tenni ,  si  potranno  introdurre  i  narcotici  nel  corpo  dalla 
parte  del  retto,  e  per  la  via  d^llo  stomaco  se  irritata 
si  scorgerà  la  porzione  crassa.  L'  oppio,  li  preparati 
di  lui ,  e  r  estratto  di  lattuga  coltivata  possono  riem- 

\  piere  quest'indicazione.  Ginqae  o  sei  goocie  di  laudano 
si  uniscono  a  quattro  o  set  once  d*  acqoa  pei^nn  cli- 
stere, oppore  nello  stesso  veicolo  si  pone  un  dodice- 
simo, un  ottavo,  un  quarto,  o   un  mezzo   grano   dt 

^acetato  di  morfina^  l'estratto  di  lattuga  si  dk  alla  dose 
di  uno  o  più  grani  :  -e  questi  narcotici  devono  prefe- 
rini agli- antispasmodici  palliativi  di  azione  slimolante, 
come  Tasba  fetida  ,  il  muschio  «il  castoip.* 

Nelle  tumefazioni  del  fegato,  e  del  pancreas,  si  pos- 
sono, a  giudizio  del  nostro  autore,  tentare  le  fregagio- 
ni  mercuriali  ;  ma  i  rivulsivi  interni ,  i  vomitivi,  i  pur- 
ganti sono  più  dannosi  che  utili.  I  vomitivi  partico- 
larmente noUf  convengono  i»  conto  veruno:  solamente 
accorda  che  alle  volu  possano  darsi  pqrgaiivi  mansueti 
e  piacevoli  >  e  come  tali  tiene  le  acque  minerali  aci- 
dule^ eKlaseJe  termali  solforose,  e  quelle  non  si  ber- 
ranno a  luogo,  pà  abitualnicnte,  massime  quando  sos- 


45i 

«Iste  ioftftmtnaxioiic  ne)  canale  4i(;«»ti¥0^  Ove  soprav- 
venisse lo  sialo  acato ,  dai  nosoiogi  detto  lebbre  biliosa 
adinamica ,  tale  fleminasia'  ti'  laedicherà .  coglt^  antiflo- 
gisttei^  «òpraggioDgeado  apoplessia^,  si  carerà  come  si 
corano  le  altre  emorragie  cerebrali,  poi  si  metteraono 
io  opera  i  tneaaì  coaveaevfili  per  4dktiiiggef%  rirrifa- 
eione  primitiva.  «. 

'  Se  la  doodeoiie  cronita  è  gioata  air^idlimo  soo  pe- 
riodo,  àe  avvi  marasmoy  o  idrope,  se  F  infetnio  è  mi- 
nacciato da  diarrea  colliqoativa  e  non  'poò  "pneodeb'e 
al  colia  specie  di  alimenti ,  converrà  dare  ì  palliativi 
narcotici  se  i  dolori  sono  veementi  V  i  crìstei  amidacei, 
o* «piati  contro  la  diarrea:  i  dioreticl/  la  paraceatesi 
iieir  ascite  ^  i  decotti  gelatinosi,  ecc.   . 

Per  comprovare  V  ottlità  dei  pl»posti  naetòdi  riferi- 
sotiìì  dotti  B.  due  storie  di  'duodeoili  -  cagionate  dal- 
l' oso  di  ripetati  emeticr  e  piM'^tviriy  e  termiÉate  con 
'iai'inoHe,  p«r  non  essersi  medicata  attivalkietate  la  Aeo»- 
^matia  ^testìnalé.  -  >  «-  .  ■•!  ^s.  :.;  f 
-  'Stame  f{0e8te'p«Qm»sse',i«crcéeiif  sig.  Br*',  airere*.  di- 
mostrato: "'    .     '.''::•■       -5*         '  '■  ••■•!     • 

^  I .^  Che  ^Mile  loto- desomoni,  coi&sero  g&  aototi  li 
sintomi  della  duodenite '€on  qneUi  ddle  o]^pflaciom-^a- 

•a.^  Che  lo 'Stato- -morboso  dèli'.iniéstiDo  non- Cu  con- 
•siderato  se  non  -quando  la  dlsorganiataaione  èva-  bms- 
•ima.  '.^  . 

5.*^  Che  ndk  cova: non  saturava  alla  oansa caòla- 
inente  si  tiguardav^  élF'*niiasamemoi    > 


.!•;  ' 


I 


4**' Che  tale  inftmitàsi^  conobbe' ferie  indi^[ittif  del 


4S% 

5.^  <uhe  la  diiodflNie  ttonicil  .si  muifeita'^ooa  segni 
€arauen8tid.     •  i  -    '...;>>*•: 

6.9.  Che  V  infiailMiiauone  croaicadel  daodebo  con- 
seguila all'  intempèraiua ,  ed  all'  imix  ripetuto  degli-  e- 
vacuativi. 

-    7.''  Che  alla  daodenite.. vengono  dopo  le  ottrmuoni 
dd  fegato  e  del  pancreas. 

8.^  Gie  dev'  esseae  medicata  primamei»te  colle  mis- 
«iant  di  sailgae  generali  e  locali ^^ e, poi  soprattutto  coi 
:ràddolcenti^  non  ommettendo  i  rividsivi  se  V  infermità 
peMistOi  e  li  Bltfoocici  per  rattenprare  la  soyerdaa  ir- 
viodùUtL  . 

'i^*y*9  >'io.^  Cke  -le  oppilazioni  e  ritterisia*.  si  vincoilo 
cogli  stessi  rnnedj,  .   .    >  •      .   • 

Espósti^  con  la  maggior  possibile  diligenaa  li  pensa- 
ménti  idei  sig.  dott.'  C  Broussaif,  rapp<Mo*  afla.  dno- 
denite  .cranica,  non.  sL  gtndklierii.inopportYino  che  da 
noiisi  soggìmigaao  aleune. brevi  oonsideraKÌomrE  que* 
sté  non  risgoardapo  al  modo  con'  che  £>imaBSÌ  le  ostro* 
aloni  del  fegato  e  V  ilimzia/'cliBiifeQsa«dilBfBoltk  accor- 
diamo poter  spesse  fikte  derivare  dalla  infiamntafione 
del-  duodeno^  scAamente  troviaiho'di^ osservare ^  che  non 
•d  paò.Gotnpremlèrè  tiaip  agèwioMnle  *  conte  -  TinteÉi^ 
peranza  ^  e  T  «so  jmpaoderato  dei  medicamenti  evaeiia^ 
livi;  òhe  il  sigi  dott. 'J^itfsorlr  tiene  quali  :  cagióni  pre- 
eipae  ideila  .dnodentle.,  debbano  airegliareflogosi  neila 
sola  p^^zione  degli  intestftii  sottili,  la  quale  comnoica 
coUo' stomaco;*  e  non  acòenderla  :  nel  ventricolo  stesso, 
sulle  tuniche  deL.  q^ale  iannediataoienle  operano  fe 
SÉmmfojtoivatie  .c^giooii. .£.>  perì, inoi^ ooo.< possiamo,  se- 
parare la  duodenite  della  gastrite;^  e  non  '^itisima'  a 
tenere  quella  consecutiva  ali'  infiammasiooe  del  ventri* 


cela;  \e.  ffthàivw»  i  Jik  menvigliaFè  cbe  pod^t 
moita  .peaf.'^razioQe  p^r  coooscer^  li  syiotomi  ca^aiUri- 
sticiv  deir  iofianunaziooe  dell'iolestioo  duodeno,  perocché 
coòfondonsi  lacilmeate  con  quelli  i  quali  'sono  distin- 
tivi delk  gastrite  y  «'  deff  epatite^  d'iodol«  trÓBioa;  ' 

Scgaasdcr-  h  massime  ilei  deitbte  'fraidaUw»,  iella 
medifH^fi  fifciotegica ,  il  sig.  ioiu  d^imiro  ^Brjiw^f 
n«Ha  cura  della  duodenite  cronjica  confidar  principal- 
mente/  nelle  missioni  di  sangue  generali  e  locali ,  e 
propone  qù'ét  àiecodo  coràtivo  che  è  stalo  ptedoot^aio 
nalk-ettiragiolie  dette  gastriti .  e  deke  gailM>*«fcrlècicic.  fa 
t^o  dtPiVn  deQe  .soalaiue  .ii^«^fBÌl|aginQ|M  e  aann^Hiti- 
ve,  e  allora^  ricorre  ai  narcotioii  quando  convenga  ire- 
nafe  fa  a^verchia  sensibiUls^  ^del  tn1>o  intestinale  I  o 
quando  tènde  ìt  morbo  ad  infelice  '  Htfe.  ^  ^ 

'  £.  >peìr  teotà  di  esaiperare  f  itrìtazMi^  ^«HaroMper- 
fici^  iiiteatiiiale  ma)  volontiert  .^presila  gtlt  ai^tfj^l^g^ti- 
ci,  e  4i  Broiissesiaiù'  tornerebbero  -ip  onore  il  modq  di 
medicare  del  jiott.  Sangrado ,  se  npn  paventassero  che 
loro 'si* bandisse  la*  croce  addòs&o  ,' coùdé  avvenne  al 
sig.  dotti^  e;  consigliare  "  fioAnefitait^  E  del  meiodalda 
.essi  adoltato  vorrebbero  servirsi  eaiandio  per  aprirete 
ottrùaìobsy  céntcaddiceiido  co^  alle  OAservaaipoi  .dei 
pratici* 4a  Ifffmarau  fyìo  ^  Darwin,  cbe  drchtaraffoiH> 
noB' dannose^  ma  utili  nagU  iuaasament^cosi.ie  aA•laiuu^ 
sorbenti^  oome.  le  evacilatiivc ^  e  in  |al*^uisa  cipeiaiida 
ditiiio.  campo  ^i  cerrcaani  4cUa:  tempra  di  Le  Rqgr  ex 
&ni)  akona  iv^ltà  delle  care  portentose^ 


1 


k      %         •       è      *    '•    » 


.  n 


4*4 

Traeiaius  d&  v^dnanbus  peetaris  pemeirau'- 
tihus.  Auctóre  Carolo  Mayer,  Aagustis^' 
simi  Imperatoris  et  totius   Rossiae  Au-- 
tQQWtfiiris  Hf edico  AuJUco  »  Ord^  I^t  ^^'' 

.  Annae  ///.^  C/«  Equità ,  Dcciùm  me- 
diàinae  et  cfururgiàé ,  apud  Sufnmum 
Mei  lUediclnàtis  cii^ilis  Praefectum  offl- 
•  ciOyfufigeiite,  Cpnsilio  Medico  adscripto;^ 
Sooietmnsm-  Lttterariatum  '  ^  Cae^mreae, 
'Mèdicofutn  Viinensis;  Pkjrsicò-Medtcae 
Mosquensis  ,  ìtUneralogicae  .  Jènèasis  / 
Pharmaceuiicae^  Mineralpgicae,  tiberae 

--ùecoaomicae  Peèropolitan*  .AUarumque 
sodaiiv  Pars  pHma^  Aàcedit  Tabula  Li^ 
thó^ràficà.'  Peiropóll.  Typis-  Difectorii 
MedicinaUs  Almintstrationis  Rerum  In- 
teroMum.  MDCCCXXIJI.  i-**  (i> 

ER  quanto  sia  grande  il  numero  A^  cinturi' di 
chinirgia,  1»  notizia  di  quett'Opeiva-rintisiii  clottebtbe, 
eariiMia  ai  ohirniighi ,  rìnoendo  cHale  noi^oni  pk  uh 
leraMami  ancbe  in  p«nio  aUa^  lente  V  annada  inoco,.: 
lino  a'giorai  nosiri,  non.saf^piaiaKitpcr  quai  cans%  non 
uniirersalaieote  trattate  dagli  •crinorir  di  ìMilmooì  diU 
rnrgiche.  , 

(j)  Art.^  comunicato  dal  sig.  doiL  Quadri  ,   Menp- 
hra  onoroìio  àella  Società  Mineralogica  di  Jena ,  eec. 


45S^ 

L^  intereMC  poi  che  inspirano  k  maniera  ed  i  Imai 
con  cut  r  aatore  si. è. adoperalo  a  svolgere  il  4up  as- 
sunto, ci  ha  aoioialo  a  corredare  di  alcune  osserva* 
zioni  il  sunto  che  intendiamo  dare  di  rquest'Opete^ 
che  a  giusta  ragione  potremmo  chiamare  classica,  .    t 

Prem^esse  nella  lniro4uuonè  alootte  nozioni  genoralif 
particolarmente  sulla  necessità  della  perfetta  conosceni 
za  dfìlla  struttura  del  corpo  umano,  e  delie,  naturali 
sue  funzioni ,  per  ben  imprendere  la  cura  de'  mali 
in  genere ,  e  di  quelli  priocipatmeoie.  che  <  dell'  «pera 
chirurgica  abbisognano  y  avanti  di  venii^  alla  descri- 
zione f  divisione  .y  diagnosi ,  priogn^i ,  e  cura  delle  [fé- 
nte  penetranti  di  petto,.!'  au^>re  ^  la.  storia  d' lina 
complicatissima  oQesa  di  questo  genere,  cjie  per  la  sna 
importanza  crediamo  prezzo  deH'  opera  di  qui  riportare. 

L'anno  i8ui ,  GkUtQ  Bussi  ^  d*  ^mn  j'}  ^  di  assai 
robusta  costituzione  fisica ,  oMirat^^e ,  ebbe  la  disgra* 
zia^  nel  cadere  a  corpo  abbandonato,  di  piantarsi:  nel 
petto  una  lima,  che»  fissa  al  manica,,  «egli*  ppriama 
per  caso  nella  scarsella  sinistra  del  vestito  ^  colla  pUn* 
ta  rivolta  ali*  insiu  Tolti  cautamonte  gli  abiti ,  appar- 
vero alcune  gocce  di  sangue  sulla  camicia  i  e  questa 
rimossa  y  fi'a  la  nona  ■€  la  decima  costa  de)  lato  sini-  - 
Siro,  namerando  dall' alto ,  sei  pollici  diataAte  daUa. 
spina  del  dorrò  e  nov^  dall' osso  dello  stemo,  nn  ptc^ 
col  luogo  s' è  trovato  co^  poco  sangue  efiuso,  dove  al 
cftto  ei:a  il  ferito  persuaso  che  l' impiantata  lima  di- 
morasse. La  ferita  nondimeno  s'  è  trovata  tanto  picco- 
la^ e  tanto  stretta  y  che  chiunque  àvrepbe  facilmente 
dubitalo ,  che  l' istromento  feritore  quivi  avesse  potute^ 
peaecrare»  e  pioltosto  ognmo  avrebbe  creduto  >  che 
la  lima  l' aresse  bensì  nella  caduta   iSerilo^  ma   eh^ 


456 

dàlHi  ftcnrseHé  ttiristaote  fosse  to  qoaktie  oaode- 'Useka. 
Però;  l' indagine  Vigente  Mia  ferita  totHe-^gnl  dtibbio; 
poiebé  sono  lo  specillo  accadde  dì  seiilire  un  éorpo 
Dfobilè  e  doro.  Dilatata  la  feriifa  ^  la  litaa-  (t)  fa  «sfrat- 
ta ,  e  tosto  comparve  vèemeote  emorragia  di  quattro 
Qoeie^  dalla  ferita  «  coi  tenne  dietro  aitila  emorragia  eoa 
pari  Teeménaa  dalla  bocca.  Fasciala  semplieiJmenle  ' 
la  •'^ferita  ,  essendo  il  polso  m^lle  ^  ed  il  respiro  &• 
cUo,  si  diede  al  malato  da  bere  un  bicobiere  d' ac- 
qM-tnisté  con  aceto >  e  la  quindi  portato  a  casa  in 
lettiga»  Velinero  inoltre  prescritte  la  mtstoni  lefi^ìge- 
rante  e  le-  fredde  •Ibmentasioni  di  Smueker ,  da  ftrsi 
tncessaoiemente  sul  loogo  ferito  col'  meato  di  pamio« 
lino  raddoppiato,  yegliò  I'  ammalato  la  notte.  Il  gior- 
no segnènte  (secondo  del  male)  il  polso  fu  pieno  e 
cominciarono  Faoeietk  grave  a'piii  veemente  la  tosse. 
La  voce ,  otto ,  o  dieci  ore  dalk  riportata  lerita ,  cosi 
gradatamente  venne  meno,  che. sentir  non  si  poteva, 
ae  non  aecoatando  1' orecchio  alla  boece  del  malato. 
Codesto  stato  dell'infermo,  sembrava-  appoggiare-  il 
soépeuo  d*  iofiammamone,  ed  anche  di  stravaso'  nella 
cavità  del  patto.  Non  si  potè  nollameao  ossel^are  Ve- 
run  segno  alla  superficie  di  q^Aesto ,  ^  che-  MI»  cosa 
ne  facesse'  certi.  Gli  dinHinoiti'  sintomi  per  ei^o  di'  se- 
dici' e»ficie  di  sangne  levate  dal  braccio  destro  ^^  aumea* 
tarono  di*  noovo  in  breve   tempo ,  sì   che   verso  sera 


(i)i^La  fig.  A.  della  fav.  i^  rappresenta  la  lima  de-* 

lineata  nella  sua  naturale  bmgheaza  e.  grosset^f  e  la 

Jig.  B.  U  manici^  che  con  quella  $ient^viirQdott0>t^ 


petto. 


451 

reaeeo  «eeensrio  aitni  «angiiifpia.  Nella  Botte   àne  -éU 
steriv  e  qKìndr  Fcmokione  4t  '•  mmèmìe  ^em  nim»   e 
esirfeittb  (M^^squialiiow  11  ien|o  giorno ,  i  margini  ^deìte 
fciita,  dite*Wté  slaccila'»  oanikidaraoo  ^.lnaoifésuirsi- 
ih  ifttatb   ài  4tipparamo«,   die  instttsièiiflaente  ad   ^ 
poova  foco, si  faceva:  maggiore;  Affinchè  poi  4a  follia» 
potesse  oMòdersi  me»o,  fo  iti    faosta    introdotiel    una 
toronda:  composta  di  tda  ,«filacctila ,  e -^qoesDa  coperta 
con  «eroitoi.adcfiiyo  disteso  ad  effetto  di  t«Qer  lontana 
l'aria  estepna.  L' aosietii  nultamenaL,  e  la  tosse   grave 
e  secca ,  e  la  febbre ,  giottiatroente  icrescenié  >  vf  rsac>  se^ 
ra  y  siccome  gli  spasmi , ^  insotm»  readévano  *le  ^ocrtli  ^ 
le  quali  cose  iiBite,  abbeodiè  tutti  adoperati  licauve*» 
nienti  TÌmeii]^  e  per  rapporto  alla  costitaklDae  oolveréil^, 
e  per  rapporto  alla  località,  poco  nnlhimeno  op«f»vano. 
T^è  t  pettorali  eogH .  antispasmodici ,  ne  '  i .  clisteri 'emoU 
lieoti  e  calmanti   ogni   giorno  adoperati  in  sdlla  '  sera , 
njà  finalmente  le,  fomentazioni  fredde  nsate  per  ire  «gior-^ 
ni  consecutivi    portarono   all'  infermo  giovamento.    La 
tosse  poi  più  veemente  9  il  respiro  più  dtffìcite  ^  le  Ìb^>- 
ze'per  gradi  si  fettameote  indeboKixmo ,    che  il  gioTM^ 
qainto  dopo'  la  riportata,  ferita,  necestario  divenne  diia^ 
mare  in    soccorso    li  nutrieofti  e  corroboranti    ih    nno 
coi  medicameiiti  .pettorali.  La  posizione  sul    dors<^:>'«r8C' 
V  ttikica ,  in  coi  V  infermo  potesse  quei  sintomi.- toUerar# 
con  minore    molestia.   Qualunque  altro  •deterioravano 
la  condiciooe.  Avendo  dunque  giaciuto   costantaiiii^pia» 
supino ,    manifestaronsi  -  molti    ponti   gaogrenoai. snellir 
tegioÀ  sacra;    che   fiironow  medicati    colì'.nngoeiito^  dt 
stirace. 

La  notte  del  giorno  settimo,  comparve  all' improv- 
viso veemente  emàcragia  dalla  bocca    proveaieiite  dal 


I 


\ 


458 

poknooe,  h  ^uale 'pettalosoi  gi*nri   Mnbrò  nuora • 
anesie  dchMefe  V  cambioiie  nmaÉmiMCteatamiflogiitica; 
QdtsCa  anotrftgia  trasi«tprQbabilni«ttle;origìtitf>  da  ^e* 
oamolaineiitA  di  é«ftg«e«fteì  poknottly  forAatosì' quando 
pep  >  qoeUi  ckcoiagt  Mb«Mteeple  «on  potyra.  Crebbe  a4 
•»  tempo  pare  la  separasioiie  della  marcia,  .dknìiMiendo  - 
la  febbre*  lì  pos ,  da  principio  dmerino ,  iiii»lo  a  atri-- 
eoe  favgnigne  «  non  mollo  spetto  >  natia  contenera  di 
noo  naturale.  Ma  cretcendo  tempre    piìk    la  tnppura- 
aieoa,  P  infermo  ^  .già   quali  d^  appetito  abbandonato^ 
lo.  età  per*  egnal  ragiatte- dalle  &rze.  Per  la  qual  cota^ 
il  giemo>na^re  fapretcrilto 'ona   debole   decozione  di 
coaiecsia  di  china  con  lichene  itlaodtco  e  radice  di  po- 
ligaia  amara  ^  alla  -  qnale ,  a-  seconda  delle   ciroostanae , 
fo'  forca  •  aggiungervi  F  etlratto  di   giusqm'amo  nero^ 
d|.  oamomilla ,  *  quello   di   miora.  acquoso ,  il  .vino  ami- 
moniato^  dell' fiitcranr,  la    tintura.  td»aiea^  l'acido  sol* 
Iprico  allungato.  Per  la.  stessa  ragione /odia  giornata 
alcnne  volte*  prendeva  qualche  cocehlajo  d' una  misCu* 
ra- fatta  con  paro  vino  generoio  di  Francia  ed  acqua 
di  cannella,  ed  alla  dieta  nutrìentoi  fin  aHora'  usata  ^  al- 
tra i^nne  sosliluita  pih  ristorante*  E  poiché  1'  uso  con» 
tinno-flel  decotto  di  corteccia  costipava  il  ventre^  ag- 
giwigavati  a  qud  decotto  ora  una  piccol  dote  di   ra- 
lftatbanofa.*dc  tamarindo,  ora  ti  faceva  prendere  1' elet- 
tsario'ietiidvo,  oltre  il  decotto.  •^-*» il' giorno  i4  crebbe 
maggiormente  la  còpia  del  put.  Ueciva  V|aeaio  dai  to- 
aace^icoa  laaia  forza  ad  ogni  *  medicaciofie ,   levata   la- 
lorooda,  come  da   empita  '  botte  coi  fosse  tolto  il  tn-' 
racciolo.  La  copia  del  pus  nollameno  noo  eccedeva  te 
due  libbre* e  mesao,  o   le  tre,  peti»  medico,  é  non, 
tolevas  fislmm  in.  no  sol  colpo;  ma -in  ^pwtlro;  Sen-' 


4S» 

tivftsi  r  ammalato  dopo  la  mcdicasìoo^  soHovalOi  segna- 
tameoC^  oel  respiro.  Ed  evacuato  final  mante  il  poa., 
accostata  ooa  candela  accesa  al  foro  •  della  ferita ,  io 
un  momeaio  fa  estima  .fra  il  sibilo"  cagionato  dall'Adria 
ohe  aeir-eiptraaione  usciva  dal  toraèe.  Batto  sletM 
tèmpo,  r  iuéurmo  colla  tosse  etpaHeva 'dàMi  trachea 'del 
pos,  di:  natura  eguale  a  quello  che  mufidava . detta  fe 
rita:^  ma  in  qoaatit^h  molto  miiiore^  :- Godeste  j  abnormi 
separaaioni  ed'escreaifm^.prodhissert»^  qoal  eopsegueosa 
necessarìav  ^^  iebhre  lenta ,  doHa  quale:  isempoè'ipià 
tabido  Poetasi  riolermo,  per*  modo  che  le<oesa;  coum 
dicesìv  e  la  pelle  sole  >  rùnaoeviMo.'>  EsseiMasi  pteseai- 
tàta^  r  indieaaiooe  'di-  Gòrse^race  «^t  vosi-  resi'*iaDguidi 
dalla .  énfiammasioue  ^  Jalk  siippnraaioiw;  e.  di  •jaUtte 
V  evueuazioae  de}  pus ,  ^ si  praticarono  (  givamo''  ai  'del 
male)  injeaioni  fiitte  con  dettatto^^d'^orao  'moudailo^ 
miele  rosato  f  liquame  di  mirra-,  da»  ripètersi  ad* ogni 
medicazione /coi  e' aggiuirse  dappoi  il  decotto  dr  «or* 
teeeia -di  china,  e,  nella  seéta^settimena.)  alquanto -di 
balsamo  nero  del  Pere;  Rimanendo  «fra  1*  usa  e  V  dtra 
BedicaKione  a^^aod^  a  quabdo  nel  petto  quaitha 
cosa  delle  indi<Me  injeaioni  ^  •-  aanuncià?raèM>  .  qésale 
siiUa  lingua  ópl  loro  proprio  sapore.  •-«•' Verso  la. 
decina  lena  settioteoa  ,  risaarato  già  T  infermo  'f 
le-asedicaBioni  ai  fecero  j^  rare;  T  evaetiaBoàe  dd 
pos  e  per  la  ftnta  e  per  la  taachea  a  poco  a  poeè 
diminuì,  ritornò.  T'appetito  ,  riteniaróiio ,  quunttm- 
qne  ta/di,  le  perdute  forae  $  e*een  tutti  questi  siln^' 
tari  cambiamenti  ritornò  in  pari  tempo  la  'Voce^  s) 
cf^  r  infermo  y  a  capo  della  dieiassetteeifDa  settimaiui  ^ 
piena  ricoperò  la  «aiuta;  «I  che  asiaisstmd  d«f#  *d 
jberio  avtf  oomirihniiè  la  tinnm  4i^  mtfte  fidoftiatn , 


4do 

la  'ikU  aotrieole  »  e  fegnaumente  ti  latte  *capn6o  , 
BMiKo  al  ktiào  édX  ioferoio  e  noo  privalo  dello  «pirì* 
IO  vitale. 

'  Durante  V  iatitrp  trattattento  ,  le  varìazioai  tutte 
tailfefiche  la  loro*  ìiiflaeosa  maoiSMtaiDeiite  eterctta- 
iPÉno  folla*  (Mia,  tiii|»|Hrcioooliè  Tarta  umida,  fi^da 
ed  atpra> .  Mtnptfe  dèterionnrA  la  salate'*  dell^  ioiieriBO'y 
qoainwiqoe  iton  iiiuiiediataiD«Bte  espoeto  all'  aria  apri«s 
ca,  il.ieepiro-epcora  reÉdevaoo  fiiil  difficile^  diversi- 
fioaodoi  talora .  apertafiicAie .  gli>  eCfeili;.  :  Da .  u| tifiio ,  rer 
pMla>  )'««iofe.  deglio:  da  ai\parii  ^  ehe  dal  margino 
ùrferiofe' della «alBDa  iùotu^  doverle.:  lifttas.'fa  inpiaiila^ 
ta>  voBÒe:  eipobft'aòa  certa  ipatucella  diceaea  lima  deBa 
gamidezsa  di  un- pisello^,  la  t^tie,  al-oerlQ,  non  cre<r 
diamo*  d»'ai|dar  «rnili'^iicredeiidola.  .separata  per  oiezzo 
deUtt  ocooltaKesfogUiiioDe.e  .fasori-  gettata  colle  marce» 
L'.auiore;VÌdd(^  Ifoes.!*.  uomo  s^  iinoi  .dppo  V  acci- 
deoto^  e  tsovatolò  picpo  djkvigore,  ha  pomato  jassicor 
curarsi  che  la  faàlaera  da  ottima,  dgatric^,  coperta» 
e.di^:oeseoo  iocotnodo  gUsioa  v-eoita;.. 
•JLa  guarigieoedi  codcs^  coag^UcàjUtsÀina .  ed  oltre 
aodo  grave  ferita  lacerata ,. Della  jqtfak  il  polmooe  fu 
tàoto  lolereesatOy  domaada  certameìitè  1!  alleoaiDoe  dd 
pratico  ^  ed  agli  ocdit^  prima  di.tulKs  si  presenta  911111- 
Ift. cauleio  oiasi< adoparaià  éel  laaiufgi^  degli  evacuaur 
liv  a  dispellp  dalla- oei^eattc  Qba  dai.  cMraati  ai>avea^ 
cbr  iNatCorsoiofiammatorio.aiipporatito si  sarebbe  eòlà 
•viloppalei^  qoal.cousegneoaaipei^ilibile  delle  iaceriale 
partii  ma  la  pralica  JpdevidissinMi^  dalltuao  4sUe  Jth- 
meolaitio^i  ficdde  Sclunud^wage ,  che.  laolQ  onpr^ 
&o«o»é1  loro  autore»  «  pdìofitio. li^li  ipfermi  sotio  ùa 
pooMrQ   pressoché  .ioinilo.  di.  wc^km^^  .  mocl>ose> 


4A» 

^goatamente  ciiirorgiche,  .al  ^odeiebeae  .aywpato 
oggetto  di  arrestare,  riotutzare,  dimimiire  ,*  ed  anche 
tdvolta  imfiedire  lo  svilappo  delle  iofiaitimazioni  ot 
eoBteoerle  sviioppate  ,  per  quaiilo  è  io  potere  •  dell'  iio?* 
tuo ,  entro  certi  Kmìti ,  acciò  non  manchi  alla  naitnra 
il  lenipo  a  lei  necessarìK^  per  operare  delle  .gmaigioni 
coinè  qne^e  prodigiose -,, non  sipóò  •  abbastanza -^soiii- 
mendare.'  •■    -    ■ 

Coloro  fra  ì  pratici  che  sapranno  tirar  partito  dal 
bagno  freddo  locale^  avranno  la  compiacenza  soventi 
di  verificare  quanto  l'inferma  natura  si  diletti  di  sin»- 
li  prodigi  y  da  questo  rimedio  assecondata  5  ed  osiamo 
perfino  di  asserire^  che  colui  ,  che  maneggiare  Aon» 
sapesse  un  rimedie  ^  tanta  semplicità  e'  potenza ,  pe- 
rito  non  sarebbe  nella  sci^iza.  A  conferma  di  questo, 
i«a  le  mille  pr^ve  che  potremmo  addurre ,  ci  piace  di 
riportare  i  seguenti:  ^  ' 

L'anno  181 3,  alla  battaglia  di  Bautzen,  alcav^R., 
capitano  dei  granatieri  nel  battaglione  della  Guardia 
diparlimeotalè  di  Milano ,  è  attraversata  nel  centro , 
da  una  palla  di  moschetto ,  l'  importantissima  artico- 
lazione del  ginocchio ,  illesi  rimanendo  li.  vasi  mag- 
giori. Un  quarta  d'ora  ncm  era  ancora  scorso  dalla 
riportata  ferha  ,  che  venne  condotto  all'  ambulanza 
di' eoe  Bci>  eravamo  il  BMdico-chirurgo  direttore.  Esami- 
nata la  ferita^  e  nulla  avendovi  trovato  di  sttatiiero,  co-^ 
primmo  le  aperture  con  puro,  oèio  e  cera,  e  l'articolacione 
tutta  facemmo  b«gnare,  e- tenere  aitantemente  umettata 
coir  acqua  fredda  saturnina  per  l' oggetto  di  cui  $o<^ 
pra.  Avanzando  l'eiifrcito,  «.ricevuto  codesto  ufiician 
le>pochi>  giorni  dopo  la  riportata  ferita,  neWospe* 
dale  di  X^€sdti;  vi.  venne  ahilmeate  aesistita;    e  .p«r 


ctteni  risvegitau  *  leggera  V  iofitmuiatioiie ,  dolce  e 
jndoato  fa  eooo.l'Mnniarcinieiito  delle  f tracciai^  par* 
ti  e  lo  sfiigitaniento  delle  ossa,  e  di  tal  .niodo  folto- 
aaiOy  che  DOn  solo  poli  il  tottopotto  menibro  lalTv 
re  ,  ma  ancora  restituirlo  a  moltissimi  degU  nsi  primi- 
tiri ,  par.  noii  essersi  aocbtlosata ,  me  semplicemeote 
alquanto  irrigidita  .Farticolasione,'che  dai  bagni  e  fan- 
ghi minerali  ebbe  poi  più  tardi  infinito  sollievo*. 

Il  secondo,  accadutomi  in  Milano  l'anno  i8i6. 
nella  persona  di  nn  nomo  robustissimo ,  di  professione 
dorato^,  è  il  seguente:  occupandosi*  cg^li  ad  aprire 
una  bottiglia  di.  birra,  il  cui  turacciolo  era  fernuto  al 
colio  con  forte  legaccio ,  scappagli  improvvisamente  il 
inracdoio  e  va  a  percuoterlo  con.  tanta  forza  nel  cen* 
tra  del  globo  deir occhio  dèstro,  die  all'istante  ne 
risente. profondo  dolore,  né  può  distiogoere  con  quel* 
1'  occhio  un  momento  dopo  la  luce  dalle  tenebre.  Ve- 
dutolo una  meta'  ora  dopo  ;  sentila  la  narradone  di 
quella  importante  ferita,  consistente  in  oltioio  risultato 
nella  rottura  di  vari  vasi  sanguigni  e  della  superficiale 
congiuntiva,  e  delle  interne-  parti  ,  con  intiero  offu- 
scamento delle  dne  camere  per  il  mollo  saogno  che 
air  acqueo  umore  erasi  frammisto,  oidinammo  iminédia- 
lamento  rapplicaaiune*  dell'  acqua*  gelata  mista  con  oce« 
to ,  ed  a  ques^  unico  e  semplicissimo  locale  rimèdio 
la  cura  intieramente  commettemmo  di  procufare  l'assor- 
bimenio,  lontana  tenendo  V  infiammaaióne.  Qual  In  In 
noisira  sorpresa  ^  e  quale  la  soddis6iaio<Be  dell'  iolfermo, 
nel  poler  egli  chiaramente  •  diatti%aere  lo  luce  nelle 
prinae  a4  nre  dall' accaduugli  •disgrazia  ì'  Pochi  e  lievi 
sintoni  tisvegliaronsi  di  stomaco  due  giorni  dopo  , 
avendo  egli  appena  prancato  allorché   rieeveicda  fe- 


465 
rita,  e  fiirooo  imiiiediataiiieQte  tolti  con  una  sol  oncia 
di  cre&ior  di  tartaro  solubile.)  la  ottava  giornata  potè 
l'annnalato  riprendere  senza  ^stento  le  sue  òccopazkmi 
0  non  ha  dappoi  altro  sofferto. 

Il  terao  ci  accadde  di  vederlo  1'  undici   ottobre  del 
l8t;u{  nella  citti^di  Lugano.. Il  «ig.  F.  Y.  ^  giovine  di 
di  sana   poatàuzioné,    è    accidentalmente   ferito,  d!  un 
colpo  di  facile  da  caccia  carico  di   pallini  di  «naezKiDa 
(  grossezza ,  ed  alla  distanza,  di  due  in  tre  .piedi  parigi- 
nk  La  ferita  ebbe  Inogó,  trovandosi  F  infecmo'  sdiiaì»- 
to  sol  terreno,  io  una   direzione    dal ':bas8ei   all' alto, 
rasente  il  margine  superiore  esterno  della   grande  )C2^ 
vita  cottloidea.  Li  corpi  feritori ,  stracciate  toite  le  par-' 
ti  che  si  opponevano  al  loro    passaggio ,   s' incontrano 
finalmepte  nella  porzione' superiore   dell' osso  >•  ilio;    la 
forte -resistenza  opposta  da  quest'  osso,  che  è  spaccato 
verso  la  sua  cresta,  un  angolo  della  quale   è    piegato 
sopra  la  cavita  del  bacio«) ,  salva  per  il  momento  l'in- 
fermo )  ma  non  era  difficile  l' immaginarsi  quale  scos^sa 
avessero    ricevuto   le  importantissime   intéme    viscere 
assai  prossime  a  questa  gravissima  e  complicata  fibrita  , 
e  r .immediatamente^  sottoposta  articolattone  deliemore, 
concorrendo  ,  cofne  è  noto  ai  chirurghi ,  là  base   del- 
l'.osso  ferito  a  formare   la   porzione   superiore    esterna 
drfl' indicata  cavità  ootiloide.  La  grande  vicinanza,  il 
grosso  piombo  da  caccia  di  cui  era  carica  quell'arma^ 
la  scossa  che  V  ammalato  avea  effettivamente  f iseniito 
nel  ventre ,  i  dolori  vaghi  e  certo  senso  di  tensione'  che 
poco  dopo  eolb  dentro  risvegliaronsii  annun(;tavaoo  chia«- 
ramente  ,  che  nn'  imponente  infiamiùazione  avrebbe  pia 
o  meno  prestò  gravemente  compromésso  le  funziow  di 
«Icttoi  visceri,  e  <:on  quelle  la  vita  délf  iofermo;  Esirat- 


464 

ti  qaelK  fra  li  corpi  straliferi  che  iadtaifHte  si  pr^se«<- 
ìarono'  (  qaftttr*  ore  circa  dopo  V  ftccidvtite,  )  doè  uà 
pesceito  di  foitagoo  ed  no  ^osm>  tnncgiolo  di  «top- 
pa; commesso  il  resto  alla  iialanr»  e  coperta  la  ferita 
coQ'seoaipiicé  oogaènlo  d'oHo-e  cera ,  ci  diedirao  im- 
mediatameatea.ftr  oso  del  bagno  freddo  schmuclt^a- 
ne  ^  ordifiatidone  la  continaaziooe  nella  notte  senza  io- 
iterrosione:  tvent'ore  circa  d'impiego  di  qaesto  sovra- 
no TÌmédiò  bnslarono  per  mettere  io  calma  i  primordi 
détta,  minacciata  .in6ammaciofie  delle  interne  parli , 
rtntttzzandone  V  eoeedente  calore  ,  acquietandone  il  do- 
lore e  quel  senso  dMncomodo  stiramento  che  gik 
comidcittva  a  fiir»  sentire  qeal  finrierò  di  goaj  mag- 
fp^ri.  A.  qiiesto  presidio  non  s'  aggiunse  che  noe  be- 
vanda demulcente  oon  olio  di  mandorle  dolci,  ed  un 
clistere,  di  natura  pOre  emolliente. 

Anche  la  Arita-.tjbe   dovea  «ecessariamente.  iofiam- 
maiti  e  snpporare  per  effietto  delle  straociature ,  e  pet^ 
la  presenaa  di  boon  numero  ancora  di    sostanze    strar 
niere  /  si  contenne  »  in  ciò  fare ,  eotro    q«e*  limiti   che 
.aOcota  confinano  colla  moderazione  ;  bastato  avendo  a 
Mprimerne  L' i»fiammaaione|  allorchàmeatrossi  no  poco 
violenta,  T'applicasione  due  volte    ^etuta    delle  san- 
guisughe. In  pochi  Idiomi  si  mise  la  ferita  a  suppura^ 
none  regolare ,  s*  affacclaroho  a  poco  a  poco  li  corpi 
Stranieri^  e  nelle  copiose  marcie  si  i-itrovavaoo,  o  fiicil- 
nente  si  estraevano;  e  da  guarigione   prontissima   sa- 
rAbe  anche  stata  susseguita,  se  la  :  carie,  cl)e  la.  con- 
ae^enaa  esser  dovea  del   guasto  delle  ossa^  noo    ne 
avesse  allontanata  la  losioga   per  un.tempp  assai. piii 
lóngo  di.  quello  che  accader  suole  nelle  ferite   sempli* 
d  ;  né  in  questa  la  sola  4:ircastaaza  che  rese   lenta  ia 


465 
gtiuri^iwie  0  ftt^éqibjQ  .qi}ést<>  caAo  sopri,  ogni  modo. 
Hte^dttft  VÙM^^UpilNle  f raftcaraaza  del  «ig.  AT  . ..  .  £^ 
dUriirgo  4ì  SiUlii.  Cfi^nal,  che  ne  àMUase  k  cum  re^ 
^lai'e  ìd  Milano  ^  col  noti  avere  dilatala  quella  feri« 
ta  (i.)  j.op^iazlone  «be  noì-awtevABK»  nfyetiilaaiente  sog« 
gerifa  .0  t^M^Ot  ra^om^ndaUt.aUa  presenoa .dii  v^ìrie  per'^ 
atpcr  delif.  ^te  I  allorché-  Y  infenano  trasportafo  fesse  ioi 
3ii|a9Q>},X9ppteo(ai|do«r.inMe(e^  qjtt^l  cliirnrgoi  d*  ì«iqo«- 
pod^is  per.  niobio  t^^spo  i'  amatateoiit  ooUa.  dolorosa» 
l^yolui,,.  v^Pt  pip  $o\tQiJkMHìiU  appli(;a«ìoiie  della  spu-j 
goa  pllQpatyltj^  -lina  prajti^  dj  .xodeita»  natùr^  non. è, 
4^008^ :CjBiiac|ieiM^,d'  aS|er«  imiatori.  r^.Ma  Yeogliiamo) 
aPi'Opfra  ddlf^^.41i^«ri<4al(ii  qaale  ci  éia^mo  per^ 
^- istante  (Sparuti.,  .. 

Sezione  L  Cap.  /.  Parla  tglì  ùl  qu^Mia^eaioiie  delle- 
jbcite.  di  petto  ia,geaeral4fj  e  di^»^aelle  ch«  pocupsno 
1<^  parti  e^t^ne.  -rr  Ferijia  di  pe(jtfiy  egli  dice^  i  ogni 
^ita^  iir;<]paiimMlDe,modo  ed  io  fiaaltifique  dìr^ioné. 
poltra  3|Uf >  parti  ^^  ^np^io  la.  cavila  del  p^tto  ^  od* 
a  qneUe.che  là  dentro  sono  rinchiuse. 

U  pencolo^  naaggiore   di   qu^ta  iàn^  dipendendo 


.  (.1),  iU  ^(g^  Cnirblì.,  ,unó  de  pia  vàlemii  uomini  doU 
ìR,ane,  Pr(^lsssor^_  ai^ua!f9eni9'  4i  Chirurgia  teorico^ 
jfraff'ca^  nfiW  l.  R^  Umieràià  di  P4i¥iaj  chiamalo  a- 
v^iU^à.codfifip  infiprpto,  manifesià  la  necessità  e  VuT" 
IfWBO.  di  dUaiar^  la  ferita ,  e  4jp$esta  appena  eseguita, 
diede  efiitp  inunedi0Uimente  ad  un  pezzo  iosso  intie* 
r amente  staccato  e  là  ^dentro  imprigionato  j  chi  sa  da 
quanto  t^ofpo  y.  qltre  C  inestimabile  ben^kio  H  una 
jpiù,  fucile  medicazione  per  le  future  pqfsiUU  emergenze. . 
Ahw ALI.  Fol.  XXXrilL  5o 


1 


466 

4 

AAV  esiCN  ù  00  pcoeUMiti ,  ti  dotti  Mttfér  le  divide 
perciò  io  ferite  non  peoetraoti/ed.  io  ferite  peoetraoti, 
e  9  dal  geoere  degli  stromenti  terìloriyio  ferite  di  ta- 
glio^ di  ponta  e  da  fiioco.  * 

Cap.  IL  Diaoorreodo  breremeote  le  ferite  non  pè^ 
neiranii^  l'aotore  avvisa  doverti  avere  riguardo  par* 
ttcolarmeote  alla  diresiooe  della  ferita ,  acciò  al  sangue 
per  aweotora  stravasato,  od  all'aria  da!  di  foori  pé« 
oetrata  ,  sotto  k  cute,  o  negli  loterstitii  dei  moscoU 
esterni  del  petto,  si  procari  I*  uscita,  e  l' infiammazione 
4:he  in  qaest*  occasione ,  come  1*  esperìenca  e*  insegna  , 
tanto  ifacikneiite  si  enmonica  alle  ipteme  parti  del 
petto,  si  allontani^  e  le ~ conseguente  delle  contusioni 
si  rimuovano]  con  qoeste  cautele  la  massima  parte  di  tali 
ferite  nsorte  esito  felice.  Dimodoché  ,  son'  io  persuaso 
(  segeita  T  autore  ) ,  cke  1^  cattive  conscguente  ,  come 
gF induramenti  y  le  fistole,  la  carie  delle  ossa  e  simili, 
derivar  si  denoo,  ed  attribuire  piuttosto  alla  negligenza 
e  cattiva  cura,  di  quello  cbe  alia  natura  -  delle  stesse 
lesioni. 

Sezione  il.  Cap.  L  Prèmesse  alcune  nozioni  genera*, 
li, ^ passa  r  autore  a  discorrere  delle  ferite  di  petto  pe- 
netrami. Il  pericolo,  egli  dice,  nelle'  ferite  di  petto  pe« 
netraoti  alla  differenze  s'appoggia  delle  parti  lese ,  per 
cui  in  senso  pratico  si  possono  comodamente  distia- 
guere  in  due  generi ,  ciascuno  dei  quali  vuole  uu  trat- 
tamento particolare.  Sono  del  primo  .  genere  le  ferite 
penetranti  nel  petto  salve  rimanendo  le  interne  parti  ; 
sono  del  secondo  genere  le  ferite  penetranti  nel  petto 
cou  lesione  delle  interne  parti. 

Secondo  la  semplicità  o  complicazione  delta  ferita  y 
le  divide  egli  iu  ferite  penetranti  semplici  ;   alle  quali 


.<^^- 


^ 


467 

rerira  sintomo  di  qualche  momento  si  associa  \  in  ferite 
dr  petto  penetcanti  composte ,  con  offesa  delle  interne 
parti;  e,  .finalmente ,  in  ferite  di  petto  penetranti  com- 
plicata ,  alle'  ^pxXx,  oltre  gli  altri  due  generi,  si  associa 
la  presenza  pare  d*un  corpo  straniero,  lo  stravaso  di 
sangue,  o  l'ingresso  dell'aria  nel  petto,  la  frattura 
deHe  coste  ecc.  ^  oppure  molti  assieme  di  questi  feno* 
meni. 

La  divisione  delle  ferite  di  petto  penetranti  gik  ab* 
bastanza  dimostra ,  dai  varj  loro  generi  sintomi  diverse 
dover  nascere,  e  circostanze  varie.  Deve  dunque  il 
chirurgo  primis  d' ogni  cosa  istituire  un'  accuratissima 
esplorazione ,  col  soccotso  della  quale,  e  colla  compa- 
razione dei  segni  tutti  e  de'sintorai^  la  condizion  vera 
'  della  malattia  che* ha  sott' occhio  gli  emerga,  la  dià- 
gnosi e  la  prognosi  rettamente'  instituisca  ;  e  possa  ,  a 
seconda  de*  suoi  lumt^  pervenire  al  piii  efficace  metodo 
curativo. 

Capo  IL  Diagnosi  it\\é  ferite  di  'petto  penetranti. 
E  difficile  cosa ,  dice  il  sig.  Mayer ,  il  determinare 
se  la  ferita  sia ,  o  no  penetrante.  La  cognizione 
anatomico  -  fisiologica  delle  parti  'che  possono  .  esser 
lese,  sempre  in  questa  circostanza  deve  aprirci  la 
strada ,  poiché  la  certezza  ella  spesse  volte  ci  fornisce  , 
quando  in  dubbio  ci  trovassimo  circa  tutte  le  altre 
circostanze.  — *  A  quJesto  proposito  interessantissimo  é, 
p.  e. ,  r  osservazione  &tta  dn  Wan  Gescher^  cioè  che 
un  certo  stromento  quasi  obbliquamente  spinto  sopra 
le  clavicole ,  abbia  potuto  offendere  nulladimeno  i  pol- 
moni che  si  estendevano  fino  al  collo  \  «-*  quella  di 
Carlo  Bellf  the  una  ferita  di  punta  fatta  al  lato  si- 
nistro del  petto  immediatamente  sopra  la  settima  costa 


4«8 

porpeodicolameQte  verso  il  torace ,  doq  otfese.  il  cuo^ 
.re,  «a. il  veotri^lo  aimversaqdp  il  diatrammat  p 
(quella  di  hforgffffùy  che  ypruii  i^roi^opto  pqp  peoe- 
Uare  la  parte  aolerjore  del  tQrac^  (fl^jQl|DÌ  jpoljiici  nl- 
meoQ  al  idifgpra  id  pnoppio  dellfi  rpgiont:  j^pigiutri- 
^),  yeiua  pervepire ^Ua  cavilli  4^1  fetxo,  , 

Li  segni  die  iadii:ajip  e^mri^  l^  ferita  penetrata  nellit 
cavità  del  petto,  derivami  dallo  stato  anamnestico, 
diiUe  circastaoze  che  accotpp^gpano  U  fpriUi  e  dai  fiin- 
lofni  cfae  a  quella  Immediataipeote  succedonp^  oppure, 
dallo  stato  presenu  della  ferita  e  de*  sopì  sir^oipi.  4 
quelli  dà  Taqtpre  il  nome  di  Sjsgai  ^orpm^n^rJCUiyi ^  ^ 
questi  di  diagnostici* 

Ai  segni  commemorativi  riferisce^  la  q«^it2i  d^)U> 
itro9ienu>  feritore;  la  ppsi^iope  d/ell'iofermo^  nellft 
quale  ha  ricevuto  la  ferita  io  relazione  colla  djireziopie 
dell*  Lfttromento  feritpre  ^e  colla  forgia  con  ^ui  qiiesto  iU 
spinto  (nelle  ferite  segnatamente  da  fuoco )^  ^nalmej^- 
te.f  li  sintomi ,  che  tosto  «iegoono  la  l(esio|ie.  C^me 
segiii  diagnostici  poi  sono  da  considerarsi  :  1*  ispezione 
della  ferita ,  )'  aUe.rno  passaggio  <)eir  aqa  ^ntro  e  fuori 
del  petto, /con  certo  sjbilo  durf^ute  la  respirazione,  l'ia* 
.disine  della  ierita^  ed  i  sintomi,  che  dall' iudaginp  ri- 
snluno* 

Jjà  cogniaiope  4eir istrorawto  ^rì^ope.ajuta,  al  cer- 
to^ qualche  V4>lta  a  formare  j^a  riet^a  _  disgoosi  -,  ma 
.codesto  s^oo  taolo^ vfU'iajM.le,  e  fallace ^^ ha  luogo., sol- 
taojU)  per  quegli  ..strpmpiitijt  che  ieris^^^o  p?(^eqi.do,  .e 
può  condurci  ii;i  jer,i:ore ,,  i^e  T  istroo^e^tp  epa  pbbliq9i|K 
direzione  impiantato,  fosse  pure  luoga.upe^te.  p^netratLp 
sotto  gr  integumenti  del  borace,  i^on  già  profend^pn^nie 
Isella  cavità  del  medesimo  ,  aiccoq^e  Hcttger  ce  n/^ 
fornisce  degli  osempj. 


4«9 
•La  cooascenzft  ddit  poiisioBe  in  cui  trovatasi  Via- 
Armo,  6  la  rdaiiotta  àMà  posbieiic  «olV  isiroioenta  fe« 
lilore  0  lastassa  fe#ha<i  MBài  f»à:iiiterefl6aiiti  cofMide* 
nrr/si  èmaù  étMa  cogoiaÌMM  dell' tistrooiénlo  ftrito^e; 
indi,  mUe  ferita  ipectaknente  da  tepèo,  la  cognintoa* 
àsAY- impalo  €oa  coi  k»  stt'enento  feritiare  ha  pei^aéto 
il  ferito.  L' esperienza  e'  imegna,  speciaknenle  nelle  fe* 
rile  di  pett«)  che  kr  pomiooe  d«I  corpo  -  cangiata  , 
non'  solo  da'  oi»  e  medesitna  ferita  varie  parti  lederai, 
ma'  la  ferita  atfessa  da  se  medctiaM  dooiinare  dalla  di*- 
rcai«ne  priariiÌTa«  PeekSne  ^  V  AMero  ed  altri  ce  ne. 
fomiicono'  eteoipL  -^  ilaccafnandavafao  gli-  antieht.di 
oaUocare  l^annnalal^a  vieenda  in  varie  e  contaarìe  |mh 
sicieni  ;  ed  appoggiati  ai  pmcipì  atfatomko-fiaiologici, 
Q^ssario  stinavano  tlfe  la  ferita  fetae  indagata  taai^ 
ndl' inspirasione,  qdaiito.  nelF  etpkaaione',  per  avere 
ìe  esterite  ed  interne<  patii  del  peU»  ne*  divorai  lenpi 
della  respiraaione ,  posiaiaioe  divevaa.  Con  atmili  dili* 
gence  potè  -^i  Pareo  rinvenire  fra  le  scapole  >  cpiasi 
appena  sotto  pelle ,  una  palla,  che  malti  cbirnrgfaiy 
per  non  aver  rimesso  V  iniemtor  nelia  posiaione  in  eoi 
ricevette  la  lerita ,  cercarono  oda  ogni  cara  invano  ,.dì 
ntodochè  tatti  erano  persnasi  che -nettar  cavità  del  petlo^ 
fesse  penetrata.  Però,  è  da  dire  eh».,  ad  onta  di  qnesli 
indagamenti  >  gli  antichi  spesso  non  nnscivaoo  ,  cofM 
nlòla  iX  De  la  Moiie^  a  scoprirne  la  direzione.  Il  perchè 
r autore,  nel  dubbio  che  la  ferita  penetri  nel  peUor, 
pianta  per  cegola  di  non  praticare  questo  antico. metodo 
aenoo  i»n  somma  caoiek,  onde  dai  movimento  e  dalla 
estensione  dialle  parti  o  ddle  membra  non  venya  danno 
ali*  iiifermok  -      \ 

Può  accadere  che  il  ferito  sia  visitato  molto  icmpo 


l 


4:o  - 

dopò  il  momento  della  rictroU  lemae;  qoeita  gitcd- 
stanza  inculca  la  neceMÌtà  d' ìstrnirM ,  il  meglio  che  ù 
fuh,  de'attttomi  che  immediatamente  accompagnaroiio  • 
la  ferita ,  e  di  qnelli  eaiandio  che  •*  aflacciarooo  aìno 
all'atto  deli' ispesione.  Col  loeootfflo  di  tat  ùntomi  sol- 
tanto pnò  il  chirurgo  penrenìre  alla  diagnosi ,  aHa  pror' 
gnosi' ed  alle  indicaxioni  cnraliVe. 

La  prima  cosa  che^t  si  presenta  in  una  ferita ,  è 
1*  tspesione  della  medesima.  Non  '  di  rado  dal  solo  a» 
spetto  della  ferita  siamo  fatti  accorti  dell'  esser  elU* 
penetracfte,  p.  e.  qnando  le  parti-  esternamente  agli 
occhi  si  presentaob  oelF  ordine  naturale  in  coi^sono  in-*' 
ternamente  situate.  Se  esce  comimiamente  sangue 
dalla  ferita ,  ciò  muove  ^sospetto  che  sia  questa  en- 
trate io  cavità }  mentro  fuori  deN' arteria  interco$lale» 
non  ftooo  all'esterna  superficie  del  torace  vasi  di  ri- 
guardo j  dalla  cui  lesione  ne  possa  venire  grave  e  con- 
tinua emorragia.  I  vasi  inferoostali  rarÌHÌmo  sono  lesi, 
che  non  lo  sia  anche  la  pleura.  Se  il  sangue  che  sorte 
dalla  ferita  è  di  purpureo  colore  e  spumante^  persuasi 
esser  dohhiamo  piii  ancora ,  che  la  ferita  è  penetrante; 
poiché  la  ionte  di  questa  emorragia  è  costituita  dalla 
lesione  dei  polmoni.  Nelle  grandi  ferite ,  codesti  segni  ' 
facilmente  si  osservano  ;  nelle  pieciole  poi ,  la  massima 
pérte  delle  quali  sono  di  punta,  non  altrimenti  per  lo' 
più  penetrando  l'ristromento  fentore  nella  cavità  del 
petto  y  che  qoal  dardo  trapassato  fra  la  cute  ed  i  mu- 
scoli ;  mancano  i  •  segni  tutti  ayanti  rammemorati  ; 
ansi  r  istessa  indagine  pih  difficile' si  rende,  peraiec- 
ch^  il  moto  continuo  dei  petto  e^  degli  omeri  iie  csan- 
la  direzione. 

Nelle  ferite  specialmente  da  iboco  profondamente  si^ 


foate,  egli  è  faciUtiimo  l'iogaiiursè,  »  aiotivo  dèUp 
nftòbilltà  dclle^  coste,  e  ddk  convessità  delle  pareti  del 
petto.  HeffeUBy  da  luoga  esperieosa  ammaestrato  asse- 
risce, ohe  il  torace  y  che  sembrò'  dieci  volte  trapassato 
da  ferite  d'arm»  da  fooca  peli'  aria  che  edl^va  e  sor- 
tiva ,  appena  una  vohà  al  certo  lo  er»  stato.  Percr  e 
Òauctrotie  lasciarono  scritto ,  che  nna  palla  ha  potuto 
penetrare  Ira  la  quarta  e  quinta,  costa,  dallo  sterno  sino 
'  alla  colonna  vertebrale.  Le  F'acher  vide  altcellanAo  fra 
la  settima  costa  vera  e  la  prioia  spnria.  yaleriol<i  e 
liMdlltVi  osservarono  pasì analoghi.  Thomson^  narra  sic**. 
:Come  cosa  degna  di  memoria,  ehe  nna  paUa  penetrai 
Mia  piirle  superiore  media  dello  siemo,  ha  còrso  la 
superficie  delP  ossoy  ed  alle  parti  inferiori  rivoltasi,  se- 
guendo gr  inftegnmenii  deir  addome ,  «  arrivata  sino  al 
destro  lato  dello  scroto.  G.  Bumèt  ha  osservalo  »  ia 
quelle^ ferite  d*a#ma.da  fu<ico,  che  sembrano  soltanto 
penetranti ,  die  se  la  piilla  (  urtato  avendo  specialmente 
le  cotte)  prossimimente  sotto  gli  ' integumenti  comuni 
sfa-  sdrncctolata ,  il  tratto  che  ha  corso,  si  fa  nella  mas- 
sima"  parte:  rossiccio,  o  scolo^to,  oppidre  segnato  da 
piccole 'postole ,  e  spessis^ii^o  si  rieonpsòe  a  certo  stre- 
pito particolare,  sioeome  nell'enfisema  -suole  accadere. 
'  Trafitta  simultaneamente  '  la  pleura ,  la  cavità  dea 
petto' tio vasi  in  contatto,  per  mezzo  della  ferita,  colFa^- 
ria  «steirAf;  quella  cavità,  se  il  polmone  non  aderi- 
sce alla  pleura  ,  trovasi  al  certo  in  sitnaoiooe- diversa^ 
per  rapporto  ali*  atmosfera ,  di  quello  che  lo  (osae 
avaóti  la  coiirronaturàk  apertura.*  Quindi  nell'  in?» 
spirazione  V  aria  esterna  penetra  per  V  esterna  ferka 
net  petto,  e  nella  espirazione  è  in  parte  pure  scacciata 
per  la'  stélla 'stitda,  coir  certa  for«a  e  sibilo.  Però^  una 


•47^     , 

^otzìfsme  rioaae  mI  p€lto>  cIm  Mciifift  il  rolo  lanciato 

dalla  «oaeidema  dai  ipalmoni  %  il  che  laalo  pi&   fàcil- 

meate  avvieoe^  qnaoio  che  il  calore  naUnraie  di  qae> 

aU  cavttli  la  crescere  dell'  oCtava  ,  ed  esco  delia,  test» 

parte  il   vèkmie  dell'aria,  «coettie   hHHio  diiAOiIratp 

-JEPdbr  e  BeHioUi,  Per  la  quel  «esa^^  indie  fcrite  di 

•petto,  qnefto  sef^oo  d'iogreito   cucila  dell'aria  dal 

aperte,  accomfiagBato  da  cerio  «ibile^  ai  ehhe  da  tuntr 

pò  remoto  qua!  legoo  diagoostieo  ceitMMi»o  di  pene- 

trazroBe.    Per  aocertarMoe  «neglio,   sonUeoo   aleoiM^ 

-fermata  la  ferita  esleraa,  &r  profondemeole.  ioff^rp 

'gli  ammalali  «  qtnodt  accostare  al  di  lei^estorao   oriK- 

'Cio  ima  candela  ancesa,  od  «no  specchio^  daUa  fiaiW^ 

-ma  tvemaate  (  la  «piale  non  di  rado  01  estiligoe  )  e  d4 

'tenne  olito  che  oflbsca  la  specchio  ,  abhastaoaa  cUara 

nsnha  l'osciu  deiraria* 

'  Se  questo  lenomeno  pertanto  ha  inogo ,  egli*,  li .  mo- 
eessario  che  la  ferita  sia  nel  petto  penetiraia^  Men  poo^ 
in  BoitafMoo  daUa  mancanui  di  qnesl»  segiio  oeii€^i«i- 
-dercy  che  la  ferita  noa  è  peocaraott.  .Ii'.espeKÌeiifa  ci 
9ilsegna,  che  può  il  torace. lalcusia  'Viotto,  aprirsi f  m»Ti| 
-che  Ilaria  per  questo  irnimpa  «el  petto ,  oÌQQome,Mr 
ocra  qaalche  voUa  poi  l'aria  eotnare  m  Wfiik  ma 
«Mn  essere  dd  onovo^  espulsa  eolia  jrespimaiooe*.  L' nna 
a  V  altra  circostanza  avreagooo  ,  ae  la.  ferita  ,  lO  pri* 
ma  o  dopo  insianata  IVaria»  eia  daUa  paognadyie^  A% 
ffumo  MngoignOy  o  per  altra  cerna,  pMrntta.  liocehè 
pnocipalmente  accade  «elle  ferita  pi^  anguste,  pbtdi* 
qnainenie  fette,  e  oeUe  ferite^ di.  punta  nei  oorpispii^- 
gai.  E ,  perchè  naa  siamo  «adotti  in  errore  »  bisogna 
oolla  più'- grande  attenzione  osservare ,  se  le  cope  ov* 
vicinate  alla  ferita,  jiccoma  ia.  Camam ,  e  spilli ,,yfii* 
gono  agitate. 


475 
Parlàtd  a^^ndo  dclW  pof imiie  necessaria  '  per  Tia* 
cjagiiìe  deHe*  ferite ,  passa  V  aatore  a  desorivèrae  i  mez* 
si ,  cioè  gli  Specilli   e  le  iDJesiooi. 

Discordano  i  medici  intorno  Tnso  degli  speeiHt*e 
delle  Snjesroai ,  alcani  tenendoli  rìmèdj  diagnostici  cer- 
tissimi, ahrì  in  alunne  circostanze  soltanto,  altri  Ft« 
medi  stiperflni,  ed  anche  nocivi. 

ChauUac  sembra  fesse  di  qaest'nltimo  sentimento; 
poiché  lo  specillo  pnò  nnocere^  siccome  corpo  stra- 
niero irritante ,  1*  Imminente  infiammasione  destando  ^ 
o  la  già  coinparsa  aumentando,  e  pili  incerti  rendendo 
\\  sintomi;  ìmpercioc^èy  qoando  la  lerita  penetrante  è 
da  adipe ,  da  grumi ,  e  simili  sostanze  ostrntta ,  siamo 
per  ciò  stesso  tmpedHi  daH'  ottenere  con  qvesto  meszo 
l'oggetto  che  ci  siamo  prefissi,  onde,  per  effetto  àtU 
l'ostacolo  possiamo  incorrere^  senza  colpa,  a^.^peri* 
colo  dt  fermarci'  nn  giudizio  oontrario  della  natuvn 
della  ferita^  Kon  pnossi  di  pivi  osare  lo  specillo ,  se 
la  ferita  di  punta  è  tnolto  angusta  ,  se  ha  nna  dir»* 
zinne y  o  trasversale,  o  troppo  ohbliqna  >  doè  se  1n« 
teressa  le  fibre  de'  muscoli  pettorali  non  tnisversal* 
mente,  ma  secondo  la  loeo  lunghezza ,  se  la  ferita 
serpeggia  solle  scapole^  sulle  cartilagini  delle  coste, 
o,  ttcHa  dooiu,  sulle  maomdle,  o  l' enfisema  sia  «alo 
intorno  ia  med^esima.  D'  oltre  parte  ,  qoando  l' istro* 
mento' feritore ,  sliora  sokauto  solle  coste  |a  cavità' 
senza  entrarvi,  e  lo  iitromeoto  è  sortito,  ai  ptiò,  vo- 
lendo ,  spingere  lo  specillo  dal  basso  all'  alto  per  luogo 
tratto  neila  feiìla  seozo  punto  insinnarlo  nel  cavo  del 
petto.  E  ciò  ha  luogo  particolarmente,  qoando  la  feriu 
è  presso  lo  sterno,  come  venne  osservalo  da  Fabrieio 
et  Actjuap&ideiue.   Vanswieien  d&    V  esempio  d' imo 


«14 

lUidenie  io  lai  mffdo,  in  dmlli^,  tilt  d«l#t  parte  A- 
lito,  che  la  letioaf ,  obbliqnamealri  venaadD  dalia 
d«((n  alla  linUtra  parie  pervenae,  wnu  eotran  m 
caviti.  Pa  qaeaio  «aempio  ,  uccome  ìm.  qaelìì  di  gt& 
riportati ,  abbattanxa  chiaro  apparUce ,  che  pnoin  in. 
trodnrre  pr^oodameate  lo  .ipeciUo  qaiBtiuiqtie  la 
ferita  non  aia  propriamente  entrata  in  cavilli.  Aggian. 
gaai,  che  lo  ipecilto  per  poco  die  devii  dalla  retta 
direiioae  della  ièrita ,  (  ciocdii  apeaie  .volte  evitare 
non  poodi  nelle  ferita,  tanto  itrjBtte , ,  che  obbli^e^ 
dalla  mano  pur  anco  la  piò  perita) ^facilmente  «'apre 
aoa  itrada  nella  'vicina  tela  cdliM^ia,  e  ci  guitta  a 
filiti  f;iudi4>     ' 

AndFta  deOa  Crocè  credette  evitare  tioiilì  incanve^ 
nienti  praticando  apecilli ,  prinierameoie  di  piombo , 
indi  flcnibili ,  uiia  candelette  di  cera.  Ha  andte  qne- 
•lì  non  coirifpoMra.  Io  codetta  coutroveriia,  la.prin- 
ctpal  coM  contine  nclL'  uiicorataii  te  il  polmone  » 
qualche  altro/ organo  lia  ofTefo;  o,  nonw  Cooper  ù 
«aprirne,  ae  lia  o  axy  neeetiario  il  chiamar^  in-ioccor- 
M  il  allatto ,  ad  ìa  genere  li  rimedj  aotilo^atici  aé 
oggetto  di  prevenìrae  le  contegnenae.  Poiché ,-  i|' peri- 
colo nelle  ferite  di  petto,  non  dalla  penetraiione,  n» 
dalla  cogniiione  della  leiione  dell'  organo -toracico  gio- 
dicar  ti  deve.  L' aiUore  pene  q^nindi  per  <  norma  go>. 
aerale,  di  eviUie  quanto  li  puf»  l' tuo  dagli  tpecilli^ 
e  di  tervjrti,  rimofte  le  cireottanee  che  lo  impedììico- 
ne,  piniiotto  del  dito,' condattore  tenu  dobbio  piU 
certo  e  di  tatti  Ìl  meno  irriianU  le  iaterne  pani.  Del  . 
rette,  ■  tentativi  diretti  eolio  tpecillo  airiodaginr  della 
ferita,  giammai  durino  moho,  poiché  tono  lampr» 
dannoti. 


475 
Le  iDJesiooi  ton»  oggi  di'^ntieraiheDte  abbandbaate 
dai  chirurghi.,  per  essere  rimedio  diagnoaiico' incertis*' 
8Ìmo,  ed  anche  perioobso^,  irritando  le  interne  parti. 
Il  feoomeno  più  comutie  neUe  ferite  di  petto  pene- 
trenti^  è  V  enfisema.  loaperciocchè  V  aria,  principal niente 
fredda,  perla    ferita    nel   torace   penetrata ,  impedita' 
trovando  la  libera  asdta,  o  per  la  cangiata  posizione 
delle  parti ,  o  per  la   membrana   adiposa ,  pei  grumi , 
o  qnalch*  altro  impedimento ,  riscaldata  nella  cavità  ed 
attenuata ,'  nella  vicina  tela  cellulosa  s*  introduce,  e  odia 
ferita  slessa  forma  un  tuitfore  freddo,  scolorito ,  elastico , 
che  sotto  la  prensione  del  dito  dà  un   senso   di    mor- 
morio, a  guisa  di  carta  pergamena,  che   coi   dito,  si 
lascia  comprimere ,  per  risalire  questo  rimosso.  Se  poi. 
siano  offesi  altresì  i  polmoni,  può  V  enlbema  con  incre- 
dibile celerità  occupare  T  intiera  superficie  del  corpo  , 
la  pianta  de'  piedi,  il  .palmo  delle  mani  e  il  vertice  del/ 
capo  eccettuati.  E  1* aria   in  questo  caso,   siccome   H 
siero  neir  anassarca  ,^|tlla  gt'  integumenti  e  così  forma, 
un  tumore  pellucido  7  te^ggero  ed  elastico.  Mòlli  celebri 
chirurghi  ritengono  V  enfisèma  qaal  segno  paiogoomo- 
nico  delta  penetrazione  della  ferit^  nel ,  petto.  La  Motte 
però  ed  altri  lo  contendono. 

Ma,  né  la  presenaa  dairenfisema^  né  la  mancanza 
di  questo  bastano  a  provare  che  la  ferita  di  petto  è 
peoeèrante ,  o  viceversa.  L' esperienza  e*  insegna  ,  dice 
Fautore,  che  in  qualunque  ferita  di  petto  penetrante 
non  ha  luogo  1*  enfisema  se  non  è  accompagnata  da 
qualcbe  lesione  delle  interne  parti j- ne  ìe  ferite,  ove 
nasce  enfisema,  sono  eempre  peoeti^anti  nel  petio.  Poiché, 
Farla  che  dalF, esterno  irrompe  nel  petto,  e  che  per 
la  ferita  libera  si   apre    F  uscita  (  come   spesso   nelle 


47<> 

gnodi  ferite  toccete),  non  mai  eiilni  Btlla  tela  cél- 
lolosa.  Il  coocrarìo  accade  nel  caao*  oppottd.  L'  enfise- 
ma^ come  i  nota»  si  aaìsce  pare  alle  ferite  datisi' 
laringe  e  dell'aspa  artieria,  e  iti  queste  tiliime  £hrk- 
n&n  lo  vide  piii  spesso ,  che  accader  sogUa  dopo  la 
lesione  dei  polmoni;  e  cii  pure^  in  aitone  cireostanse 
di  feritf  di  petiO|  poi  copdnrcl  in  errore ,  spedalmen* 
te  allorquando  qacbte  doe  specie  dt  ferite  trovinsi  riu- 
nite, e  da  esteso  enfisema  siano  accompagnate. 

Da  tutto  cA  chiaro  emerge ,  non  potersi  l' eofiienm 
avere  per  un  segno  assolofeanfbote  oeito  41  penetrano- 
ne  della  Cerila  nel  petto.  È  p^^  da  notarsi ,  V  enfise- 
ma, che  si  mostra  nelle  lerite  di  peHo  ìmmi  penetrane 
ti,  esier  sempre  pìccolo,  per  la  poc*ana  insinuata 
nella  ferita  ;■  mentre  quello  cbe'éaue  da  ferita  dèi  to- 
race e  delle  vie  aerae  comunicaiAe  colla  léla  cellulosa, 
è  semflre  pih  grande.  Per  la  qusl  cosa ,  eoa  venìÉmi- 
gliaasa,  ausi  oMi- qaalolie  «ertcsaa*  etiaadio^^,  si  può 
conchiudere,  essere  U  ferita  d«  irrora  peoelrante,  tnt- 
tavolta  sia  desse  a  grande  enfisema  coagranta.' 

Il  respiro  e  il  polso  ,  nell'  indagare  le  fSirite  pena* 
franti ,  meritano  iempre  atteniioae.  Rioerata  la  ferita^ 
pnossi  non  di  rado  èilia  sabita  akeraaiénie  delle  fon* 
liotti  riconoscere  esser  quella  penetrata  nella  éavitli  del 
petto,  ed  averne  lese  le  interne  patti.  Da  qtaaU  aiuto, 
mi  codeste  alteraziòoi  siano  indicale,  lo  vedreoao  netta 
sesiooe  delle  ferite  di  petto  ;eoii  oSbfa  éélle  interne 
parti.-  ftastei^  ora  il  notare,  chO' nelle  fiorile  tuperfida^ 
li,  le  fnnsibtti  del  respirp  e. detta  éfrcolaaioae del  san» 
gue  non  sona  generalmente  assai  tutbate,  ««^  ne*  pri- 
mi giorni  almeno  dalla  ripaelata  fimlk ,  ià  edafaunto 
delle  ferite,,  che  iaterctsana   altre   parti* -**•  Le  fefita 


477 
pepetranti  pQÌ  »opo  ìipBiedtataiiiente''accompagi|ate  dal- 
massimo.  4if turbo  di  qo^Jle  fao^ioqi*  Però ,  che  nella 
iEbiita  If^t^my  aliatilo  profonde .,  dar  li  possano 
sÌBUmi.»  qm^cba  volia  grayi«sìQii,  di  turbato  respiro  > 
^  cìjrcolp  saognigoo ,  «m  esempio  amorevole  ce  ne  di 
il  VaXsahax  una  ferita  ^  di^e  qaest^!  pri^oodo  anato;- 
nuc^  y  recjata  alla  scapola  .lioistra  >  a  lato  della  iecoa- 
da  costa,  vkioo  alle  vertebre  do^i,  |«  soss^oita  d% 
spiuo  sangqigQO^  losae»  respiro  difficilisaimo ,  polio 
piccolo^  celere  a  s^ocppi  veemaoli»  lì  f^ba  lutti  cre- 
devaPQ  che  la  forila  fpiia.  peoeicapta^'iiel  petto :.Ep- 
pqre,  qpé*  sialoani.  Intif  (  ^nie  la  ^ezio«e  mise  io 
phiaro  )  proyei^ivapp  dal)*  ja^Apiinai^ìonf  ^1  polmone  , 
^  dairep^^oma  d^lla  p«r(e  delira  del  paUo.  Per  Ig 
qval  cosa  ^  il  ^]\^org^gni  gijk  avverti  di  oiiervare  e  con- 
lidev^Eir^  cop  ogni  mapier^.  di  diligenza  U  condizioni 
tp|ie»4ì  V^^fi  ftrite.  .Itìqpi  è,  cbe  comnnqoe  le  fe- 
rite esterne  e  le  penetranti  siano  ciascuna  scortate  da 
particolpi^i  aUer^zioni  nel  respirp ,  non.  vogliamo  tut- 
tavia a^rimre  cqn  Cot^r  ^  c\\e  il  raapiro  difficile»  il 
poljso  debole,  serra^tp  ed .ititerpiilt^pl^  rendaop  lenire 
ipanifi^m  la  natpra  d^Ua  fiiriu*! 
Al  contrario,  rifindapdo  le  coie   4flle,  rjgvardo  al 

|ricpnpsqpH?if lo  dj^lle  leritp .  di  peito  rpenairimti  »  vuoisi 

ppiv^hii^^efe,  peispn  i^ignq  eiief  Jbaslevple  per  %t  &plo 

a  cp^dprci  a  ,npa  giusta  diegAPsi  f  «siendo  essi  tutti 
più  p  liiepp  eqpiv^ci,  li*  Ufo  limulfapeo  di  tutti  que- 
lli fpc^i:si,  ipsiepie  c<^l  cpnfranle.di'aegni  e  de*  siur 
tpp)i,  pn^  |>epii  g9idiMr(;i  ^  presamare  CPU  fondamento 
la  patpr^  d^Ua  fi^^ita  ^til^^Wt  ma  cbe  inui  queeli-  toc- 
carsi upQ,  bastinp  a  pre^rar^ene  )4.  cpgniziwivera^  e 
c)ie  né  collo  specillo  ,  pè  con  vecun*  alu'  .arte  conosce* 


47^ 

te  si  possa  se  la  aerila  abbia  penetrato  nel  petto  ,  j 
citaH  esempi  di  La  Uoiie  e  di  Morgagni  lo  attestano. 
Ciò  cIh!  si  può  dire  di  positivo  si  è,,  che  le  ferito 
esterne  del  petto  ^  non  sono  gèiieralmente  accoinpa<k 
ubate  da  tai^  i  sintomi  cbe  scortar  aogllono  le  ferite 
penetrasti  oella  di  Ini  cavitai. 

Cap.  in.  PronosUcò  delle  ferite  di  petto  penetrami. 
Nel  giudicare  del  pericolo  dello  ferite  di  petto  pene- 
tranti, deve  il  medico  forense  tigorosaniente  attenerti 
ai  tre  generi  ricevuti  nel  sistema  della  medicipa  foren* 
se.  Il  chirurgo  poi ,  che  esercita-  Parte  di  sanare,  non 
troverk  intanto  fooH  di  proposito  il  considerare  le  ie-» 
rite  medesime  soltanto  nel  senso  del  pronostico ,  sino 
a  qoal  punto  elle  ammettano  cura',  ^  inori  di  questo 
stato  evidentemente  aian  poste.  Sotto  questo  aspetto^ 
cioè  in  senso  chirorgiéo,  siccome  tntte  le  ferite  in 
genere,  le  nostre  ferite  sono  parimenti  sanabili,  o  in*- 
sanabili. 

9ono  questi  li  confini  estremi  nei  quali  tutte  com- 
prendonsi  le  ferite.  Il  classificare  e  fissare  le  Tarie 
modificazioni  di  tali  ferite  è  appena  (Ibssibile;  poiché 
1*  esito  prospero  della  lesione  da  varie  *  circostanze  di- 
pende. Quali  adunque  di  queste  ^otto  le  steste  cir- 
costanze  diventino  per  loro  stesse  piti  facili  o  piik 
difficili  da  sanarsi  ;  quali  a  motivo  degli  efietti  della 
lesione  siano  totalinente  od  in  parte  soltanto  curabili , 
e,,  finalmente,  per  le  conseguenze  proprie  a  dasca- 
na,  mortai  e  non  mortali  divetagano ,  cose  son  tutte 
che  dftM^' Istituito  jcoOlrooto  soltanto  conoscer  si  possono. 

Le  condizioni  che  possono  illu minarci  nel  pronosti- 
co, si  desumono  dall'età,  dal  sesso,  dalla  costita- 
zione  fisica  dell'infermo,  dal  clima,  e  dalla  stagione. 


Ì19 
i  Ln  ngtara  ha  cosi  disposte  \t  cose ,  die  io  certi , 
tempi  della  vita,  io  certa  età ,  nella  corporea  slràttara 
lalcaoi  orfani  gli  altri  per  importanza  sorpassino ,  cir- 
costaoiEC  che  unite  valgono  eminentemente  al  sostegno 
'della  vita.  Epperò ,  finche  l'uomo  è  giovane,  e  tènde 
rapidamente  alla  maturità  del  sau  corpo  ,  qualunque 
lesione  di  grave  moménto  molto  più  nuoce  alF  ani- 
male  economia  di  tutto  il  suo  corpo ,  e  ancor  più 
all'  organo  offeso ,  ^i  quello  che  la  ikiedesima  lesione 
In  un'  età  più  avanzata.  Il  torace  ,  rispetto  al  rimanente 
del  corpo ,  pìccolo  nèll'  età  infantile ,  cresce  sino  all'età 
adulta  e  di  nuovo  nella  vecchiaja  più  angtisto  diviene. 
Neil'  età  giovanile  adni^que ,  dilatandosi  da  se  stesso 
Il  petto  ,  «  spiegando  —  ciocché  'molto  importa  all'  og- 
getto nostro  — »  i  bronchi  ed  i  polmoni  vitalità  maggio- 
ìe ,  le  ferite  penetranti  sono  maggiornàente  pericolose 
the  neir  eia  «virile  :  nell'  etli  senile  poi ,  sono  queste 
lesioni  maggiormente  pericolose  che  nella  età  mè- 
dia ,  poiché  prevalendo  l' ossificazione  delle  cartilbgi- 
tii  delle  coste,  ed  aderendo  queste  fermamente  allo 
sterno,  poco  ajutano  la  dilatazione  di  questa  cavità; 
epperciù  quelle  part^  appena  alcun  poco  concorrono  a 
rìmoverci  od  almeno  a  diminuirne  le  nocive  conse- 
guenze. 

Il  petto  deir  uomo  é  più  largo;  il  femmineo  poi, 
alla  parte",  specialmente  superiore  e  media,  é  più  angu- 
sto;  Da  ciò  ne  risulta,  che  le  ferite  nella  donna  sonò 
più  pericolose  ohe .  nell'uomo  ;  e  molto  più  hello 
siato  di  gestazione,  per  essere  in  questa  circostanza 
)a  cavità  del  petto  ancor  più  ristretta. 

La  costituzione  fisica  dell'infermo,    è    l'  individuale 
maniera   del   vivere ,  sod   degni   dell'  osservazione   dèi 


48o 

chirargo.  Il  (efitò  robatlo  indie  etéere  attaccato  da 
io6aiaoiaftÌ9De  flèminoi^osai  i  deboli  da  tordidezae  ntUc 
prime  vie .,  e  da  altri  viaj  d«Ua  digestloaey  iàcilaieate 
poi  Mccede  alle  lóro  ferite  Y  iofiamiaiicioiie  esefìpelftr 
toia{  locbè,  ^cca^eodp  i^n  il  loro  Uato  qiag^roiea- 
te  perico|osOir  La  formaz^nae  de^.pui  ndU  cauta  dd 
petto  la  diaposi^ioae  accelera  alla  ^i.  li»  dùpofiaio- 
.ne  del  corp9  alla  policolia,  piAmiiÀvf^,  o  iimala.  op- 
pure per  edotto  d^'  paatati  m^  nata  od  sistema  della 
.^eoa  porta  ^.come  pare  per  le  oauio  d^bilitan^fy  cb^ 
la  loro  forza  priocipalmeate  in  qoel  sistema  e«csc|t»- 
ji'OQOy  siccome  per  vez^o  del  tioiorei  del  terrore,  4el^ 
V  ir^.  e  loro  provenieoze  ,  -^  sempre  .aupciita.  fl 
pertcqlp  iofimio^e  ifiìh  ferita,  t*  Vide  Larr^iu  Egitto 
le  ferite  da  fnpqo  #al  petto  .associarsi  x.  certa  febhro 
gialla 9  e  I^omsoì^  vide  la  febbre  prQdot^  dalle  ferito 
peggiorare  condizione ,  per  effetto  deli^  cos^nziooo 
dell'infermo  oell'ulMoia  c;^mp3gna  del  l^elgio. 

Lo  scorl^oip)  la  sifilide,  il  .morbo  scroColospj  dete^ 
fiorano  la  c^dizio^e   ba^na   della  ferita.,  e   maligna 
ancora  ppsso^p  renderla.  Il  pericolq  è  del  resto  v^-- 
vidoale, 

Soo  isfttfg^  alla. «agiscila  di  Sjrd^nhnm  %  di  SiqII  li^ 
forza  che  sempre  spiega  sul  corpo  la  stazionariia  epi«' 
demi(;a  fostitnzione.,  specialmente  po|  folle  parti  più 
indebolite  9  l/i  ^  indole  comonicando  »  siccome- % 
^iapcuo»  ferita  jli  rigiiardo^  cosi  ancora  a  ogni  spe- 
cie d' infermità  in  genere^  ^t'  fra  la  ferita  adunque  e 
b  cur^r  ba  Inogq  l)i  costitofione  epi4emica,  T  iivdok 
buona  d'una  ferita  in  tialigna  fiuulolante  «À  cainlii^y.o 
la  ferita  stossi^  poco  pericolosa ,  lassi  qualcbe.  volta 
mortale.    . 


48x 

Al xKma  èìlaiglì  dfetti  4elt»4tafii<Nie,  ^iferbictfKaa- 
nfre  tMti  gl'fiDfiósu'i'piitotegici,  che  la  ètlvt&siooe  4el 
fàeifs'  A  oAort  oà  9  fi^cUo'deUa  regione^  V  eì«ftriciti^ 
«t  latcmpentcìra  deHlai«iiMsf<?ra ,  ad  altre  viceode  che 
«tt'ieerte  regvain  :«ceorr^iH>  y  :escrcitaQQ  •  sfiU*  organitmo. 
Il  troppo  calore  ese«ìta;aiuiaaMKi6  specifica  »u\  fegatp^ 
'éémlo  luoigò:  i  mòlu  siaMnit  *  propryi  «ieU*.  affe»ope  di 
«quesi^  organo.  Quiiidi  accade v  che  a  motivo  dell*  aria 
cblda  e  secca  li  feriti,. <]|uaxiittai|i)e  leggermeiile,  vaf^JM 
in  America  spesse  volte  soggetti  alle  coq^alsioDiyre  ^ 
JArisuìo.  QniaBi  e,  cbé^  oltre  le  (narrate  eaiise^  la  lréi|oeate 
^id'&sitiidiM 'del  4tiinio. calere  ;e- del  freddo  notturoo^ 
dvTiiio  ragioni^'* del  perchè  sotlo  pn  cielo,  torrido -(oftl  qoa- 
je  'pì&  belereiKente  die  sotto  il-  Irigido  «t^aoMi^  le  fé* 
filo  }  U  >  ferite  di  fpettd.siaoo  piii  jperjcoloee  ^  di  .^^ifllo 
t^  socto  U  aooa.  temperata. 

'  -'Le  TÌeissitadini  delle  stagioni  grandemente  infloisco- 
«•^sa  l^andamemo  delie  ferite,  poiché  ne  cambiano 
l«  qoajifck  e 'la  nattna;  Per  la  qaai  coBa,  osa  leggera 
iÌM'it^ •  spiéga^  smesse  volte. gravissimi  siolomi,  infiamma* 
«obi,  gangrenai  anzi  la  si eisa  morte  succede,  quaod» 
la  iiltm  «tagione  lecito  sarebbe  operare  da.^peUct 
tm  esito  fen«taaa>j  Cebo  perciè,  coii^ideraiid^  «la.  pri- 
mavera ceaaadisaima  alla  cara  delie  ferite.^  e  ratutiiAOO 
mollo  nodiro ,-  cosi  si  espresse:  «  oppórtooiasimom  ònrA* 
«  tieni  ìeiB(ma  %«mHm  est,  aut  'Certe  BeipM  feri^Mf 
«  0eq«e*  lr%jdiimj;'  sifnidem  valae^a  et  aioutts  cabw 
a  et  oimiàm  frigus  iiifestailt,.  masime:  fame»  horìim 
«  Tarieiates^ldeof|oefttràici^isliJmia  aiituÉmus  etft.  » 
Quanta  forza  poi  abbia  la  stagione  nel  sanare  le .  fe- 
rine, lo  osservò^  l^fr^  neU*  esercita  firaósese   io 

AwifALi.  Voi  XXXrilL  5t 


\ 


kémpVB  rittriaml  l»ioura  •dfMe  lente  ^inétipettiili  sìnlch. 
elfi  «la  sitsii^  ferita  poi  ^viéé  ùrd  ^§ìoiit)  delmei%- 
féj  àM'  AWMt  uimì9^'f\mùùmB^  prcvaiewtf»  Il  vetito 
eeftetttffcmks  vMe  accelererai hiig«tfiigiiMie>iImri»<iif» 
it  pericola  ,  ò  de|  tnlta^••aolBp«rk«.  «  «  >  o  t  u 
*  •  Bel  deterntfoarq  ■  lo  prayieai  daUar  fenlo  di  petto 
fienéuaiiti'y  kteoessarìb  crede  Taiktocr;  clift;  Teipoile 
MigéAtemeofe^  et  esaaMoi  ^  e  uiqto  piii  rigoiosaaieiite 
^l' misdfoo 'ibrease. 

'•Però»)' ttttli  i  teglii 'O  toCli  i  ftintoqui  AeHe  ferite  di 
peno  ^detrantì^  incerti  ti  trovaso,  tant^tper  una 
TéUUtL  dÙgnoM ,  qaaoifl  pctf  la  pro^noii.  Qaellt.  cke  ne* 
flR  e^éHÀù  mblto'^fi  aotto  oOcopatS-,  eircioiu  Bilguer , 
Beffiik  ed  'akriy  flftieftta»o  ad  vmfL  ^vooe,  cli'e{noa 
ostaote  i  sintomi  colla  direaiono  delbiarlia  conyem^ 
sère  a  rassodare  la.  diagnosi,  le  ferita.:  àpesao  "vUte 
tìoachroiio  Meiio:  p^^'ìcolose  dio*  'oan  '  d  Jiilea  ca» 
doto ,  e  in  ciò  faoilnwpte  qnalunqve.  nell'  arte  peritia^ 
Simo  pttoie  iiifaona»iiwl9oo  posaiamo  «^  cacto .  a '  mer 
ftbdi  ft&ararigltarcly  Je  folte*  di.  petto  pepeffatoti  ««-^ 
^au^Mfoc  -  'qtìofta  cavitli  ediueìiga  «volte  parti  al 
mopteaiinefito  della  vita  assohitaineiiM  noceisarie^  t^ 
•velie  oÒDdioMiio  tpessinimo  oa  eeiio  laìglìore^^  di 
^sUo  «spettare  si  plissé  dalla  .posiaioae.^Mialomica  e 
Mk' digaifà' delle  pa^tt-  atèise.xiOli  aaiMili  ohirofgici 
eoo  «neàlf  oaentpj  lo  ^omproiraafo.  Spesso  P  Istao^Moto 
#»ritoite  «na-'tia  sr\a*pee^.éhe  appena  imeadea.  piiossi 
di  ^l  «modo  le  patti  oon  siaao;  ati|te  pia  gnNentn^ 

tot  oAsse»      '  '    i"     'r    .  ...    >    .'."^     ;      .^    * 

'  Pocoké  i«oatiMdseé  i  4nassiiini  p«3cde.  nelle  ferite 


\ 


m 

'  ■  - 

ìfiamtiMMDa  { che  •  l«  fiegl^e ,  eC  fitte  Mippfraziofaetd 
M  <àm9f  fitdé  A  «ià  Lb  Dràn^pàés^^ .  |ibterà| 
«t«b#ir^p:vBrtiiQa>!fexi£à  «pi  «peito-^  eswrp  >iÌ0«dld>ilc  .M 
itt>o''CSMlcìaéèua  qyakbe  oefifaprni^ia<  «fi  bifi^aimauoiMb 
-^Lt  ktìte^  dì  petto  ifieopiraiili.)e  lèÌ9rìte>«y[ia,  onril^ 
Mt^tMoiop ift^  alcutié  •  cose  ffa^  di-  lora  91  >«jiacfnS§(iafiiii.|;i 

mUe  aecDode.  &h  Jiii09edèi^.:ii»-^»«cte.'pQr«Uf  Uiaopeviq 
slini  Biutnrgiche  ^  BOttaf^  nette  ferite  dì  .fi(EMId,---f>ia^  dìl 
aliati^ebte  jdat>.sinfomi  indicate  $r in  parte ^ .  poich^r«oiiè 
ipMaie-ioperanoài  per  loi'o  ate8d(eIsefiaa.peraboh>f>qlIfll»• 
do  oestiiiio 'le  etesao  aostenére  potrebbe  dqlIéfopi^iraBiaim 
nelle  -  ferite  •  di  teaCa  pedetraiili.  >     *  >  •  <  •  'i  o  <  •>  !  f\:U  b  •  n 
A  circeBtnzel  eguali ,  |kel.  giudiiki  di  ipieste  >  f? fitet] 
y  oapenenga;  ba   eotìfermato  ;  qhe   kuftàtiB^  penettanil 
mima  leiioae  >deile  panrti  iofseraè^  nda^'^Àb  ferieelliaa^ 
c«l^~ai0ef|o^'  moittf  «eoo  Ìm>  q«4lle.  in  cài  qoeata'mÉiai 
èfffae  !  quanta  minorr  é  is^compliéaaioBeV  >)  £iUiw^ 
relar'pfofóndifìi ,  ^aaote  '  métid  piinì' sono  '^iim-;%q 
qu«st»<«oii:ieseiicitalH>'sÌBlpalia  9àonikrpy  più  ìi^aswtoi'4[ 
)»'iCiÀa  >cf  pib  foisd8«aMft')apeRUKzat  ìd*  esilari  ieliéa'.''£a 
mtie>  dircaiofi^  dailà  Sstàmj  ;è.  daen»:  4a'tiettieiar{<deUA 

Per  ciò  che  riguarda  I9  femnr  del|*i»troèiiMaè  <'feff^ 
toctV  qt|ellè'>«lfafÉte  da'faoao  eéoò  éeWrablieiitd''l^]u 
parièoiòscr  jdi^  qiielie  latf e'>  epa»  «mi^s  pntfgeftie^l'  pi>ibhil 
eoi^  <^ette:  apeaad  èsaoekiii  faicMfciuil«n«^  à^  pe«to^>>  A§ 
ii-attoila  dette '4W«iV  fa  4ii«ertttiÌM«  dl^MoMé^M^tnoUT^ 
iaP  latèratioÉC  dèi'  griHidi'  ^att-« 'ìo^'  ^ta^tf^  i^'-Méfi 
gi9  piatt  Sfcui^  «iHe  aiaai  ^tottifl^iìièl/^9b<bì<f.'^lu'^<JMNI 


«84 

k  palle'  di  Téfto  arrecano  'sempre<>4aani^  «'iMaggib- 
te  per  h  loro  {rouesza  >  di  »  quello  '  che  spirile,  di 
piòitiiM).  •^'IVelle.'ferììe  d^arma  da  fUoed»,  qoaodo  hm 
corpo  kraiieroi  e.  gr/^  oiifi  paUa,  io  ttraocio'!.  patte 
del  inatitoti>l  o  ipaècbei  aèiea  «osa^o  nettai  Arile  ::^cii, 
pmila ,  d^e  qualche  ceaa  i^oalmciite  ;  ai.'  port«  e  »  ri* 
inaiiOMifl» petto,  come  la  punta  dei. fetroyo^fiaalnèii^ 
feJe  lerite  fatte  ooo  isiroai^ntb  irrogginitdy  «oòd.  làitftf 
fUki^pméoìake ,  fli  qucilo  .ueUe  qoab  4ar  coiernoa  ite 
loe^àLf^La  ptalla  al  di  Abri  gettala  daHa  farita  da 
iuoco  ^.'trovali  r.ififenyio  in  minor  pericolo  >  -dì  quetìo 
efae'ise  «ella  cavità  del  petto,  o  negU*  atessi  4>ofan«fi 
èimaaga^  lì  pericolo  de|Ie  ferite  di>  pom»  dipende  prir 
ma  dalla  loro  forma,  dàUa-  celerità ^aspi^zsa^  èd<'im? 
petbyicon  col  il  petto  è, stalp  ièdto.  Le  ierile^i  |Éon- 
tn;  sono  fnaggiik'mente  pericolose  fatte  cdn  iatronmtb 
actitfiaimo^  da  quello  phe  spnnuio^  el  gr.  con  cobello 
n|Ottdalovip6ichè  quelle  più  profinridameoee  penetrano. 
QtiieUe  fatte  con  iiiromentoitriangolare,  sono  >  molto  piti 
pericolose,  di  qudie  &tie  con  islromeato  làrgq}  Sm-. 
percio«c|ié  io  qnel^B  la  ferita  tosto  ai  reairkigo,  -e 
nafscotln  riwane' lar  ano  condiaione  vera.;  Lei  fisrife.; 
iiiatméDte.  f con  >  arma .  doppiamieote  tagliente  /  sono  meno 
pericolose  di  quelle  avanti  nominate,  poichi  queste  iùt^ 
niaiio  «aaa  ftrità  '{juramcnte  inbisà. 

Le  ierìte  del  lato  sinistro  "del  petto,  per  là  ptosiìmi- 
lii  del  jcqoffey^fono  in  genere  più.  pericolose  dì  qoeHelàt|e. 
%|t  destro,  Hh*  Quelle  che  piÉiétrdoo  il  torace  per  di  die- 
^rP:i;  .pviuipipallneilte.  viailio  alili  colemia  verid>rale» 
nMf(gi<t  pericolo'  artecano^^  per  le  parti  ivi. ikualei»:  di 
quel|ei«he  dal  davantf  penetrano»  —  Gos^  queUe  che 


? 


occbJ^Ddr  te'.pài'té  «Martora  ,e  soi^rforci  d^l^  petto, 
^àltti  ^làVicok  tlA^  «lU  ^rla  «oit^a  v^a^  sono  pMi 
'a^fèàK^^t^ltt'VflMHè  «h«i  ^kèii|mo»  le  pani  Kiftri«ri^ 
ihipdl£i6t<ibé/  ^iolàs  ofire'li  vasi  aucoli^'  ed  il^  narice 
1hteÌ€o'y  i!bM^)  ^Midio' peeso^D»  caser  lesi.  <r-  H 
'teié|My,'^M^iqiiklé  eiMéa  «gfti  peHcoU  della  ferita  ì  Ddn 
MÈI  inetio>tlt(BdffèidA4Ddi<Mfsij  qiiaoto  è  difBoHe  il  .prc» 
iti^slfe^rìE  91  tctt^^necielMrioi  alla  letì»  .cim;  poicliè 
waAieé^e^ìf^èimó'M  otlfceòrs^  4i' vaeie  wcoalaBtk 
di  ^'^eitià  ta^vdlM'gMrir'PràfqrfiieialsI  breve  le«^ 
po^  cbe  pròdi]gioeii^'^'aotiiiij  4< 'iloii  ^rave  cooaigjio,  po- 
trebbe sembrare  il  metodo  io  4]ileìl'occasicNie  ai)oprati^^ 
Ansi  X^)i  p«  e.  9  è  [La*  Moaè  (%)  aeseriscono.,  ìche 
epèsse  ^(»ite  le  ieAte  di  pobté^  oheè'jiiilibraiiOàtiilÀ  ^eji 
péflO'Wte^n'  irnpmtè^ojismmhmmim  .nacboidiidve  ,f^os^ 
dì.  Noi  Don  vogliainM  reèar  io  dublm  lajfcde  di 
lilftnitfi  «ietti  f1a  cdva  procedeva  per  pdma  totèizieoe; 
«Hlb  pMi  die  Éecéott  aorttior?  /  ceéie  MsaBài.  (3)  y  «^ 
mAr>ìfi\i'  Q(uiàiieff'di ' CUwbry.  (4)  vioi^n^  ciiràbile  per 
prinoia  ioteiiaioàe  qoalbàqtte  ferUa  di-peUo  peneiraM 
0Aii:  iesfoDe  '  étiai|dio   din  -  pelaaepi ,   leebè  noadimcao 

I  ■  ■  i'>ri"iio<   i  !    ufi    if   ■       »ii  ■    ■ 


.:      'j'..'^*'*^*   '  '".   .'        i  'V  :\\y\ 


•    (r)  ^1>J  And  ;'  f  éon  d»  sucter  les  flaHos  sims  se  ser^ 
fSr  detà  òouche,dfmn  kkrmn^.Aipsètìoi^  1707  ,p.  34* 

'f^'Munaùlt  dt  ^rurpm'^ìtU  cambiare  Aasaiiai^ 
'iSftófJ'JIAlJtafie^-  "  '•»^  w'»**.»';j  rr'  .r    =.•;=<  • 

>  (4)'Gaaliler  de  Ciiibrjri' /«l<mìa/.  àé  m'cdéijiim  chi» 
rutffiB  et  Yharm.  par-M,  hrBxmx^  n.  33..  .         •  f' 


•travaso  di  sknfiat  nel  u>ra(|e^^6i9r^Ai|rattMl4^^m»:l^ 
Hta^eoeUatM  i«  aoaMiiif  l«>-«|»li]^  ^M^ifòMi  R*»(>MÓ»Sf 
linaio  riMllWfoì:  Tiomson^ Xìie4im  ìi^|^>pfÌHe  .^«^fj'f 
nella  padle  ametiore  4iA  cotti^*.e.4cM  p0^mi  llrapaM^fe 
la  €ai[ità  del  pdtae  tlacir^.  {MWr ,te  i8Qfi|>^to;  jf  qiiectfs,!^ 
Bte.BaUaaieM.yairece:  nelift^  Wisaimi  .parila  «ai^^i^ 
IpMlit»  ^ b:  felse ^  quando . •  itai' :aMa  / folcita  * ^  q^i» 
orrità  /  mesa  cottplkwta;^  kacìau spelar  y4ke.  ii«t  paip 
ialole  par.  mila  k  .tita.  :.  ^.n  :    •     .  /:« 

s  IHl-  Ksto  9  intte.le  forile,  di  \peltq  aooiai  19  gedei^ltp 
t^HidìMoilì  ida'^ùbrìni  dalla  feiAie  A'  altite  péH'u  Fia 
k'CaiiMi''pii  che>nr  riaardaaa  la  f«anf|ione^taHia)|ii^ 
dipMiaedle  da  bifmioard  )e:8agBaali««  '*  •  1  io/l  .ta 
,  :t^^i^*lnolo  «onttnfio  de*  preMio  «he  ad^  'Cn^  ai  iCtpr 
JMDc/a.  li  pataagfjàa  datf  aria  par  la^lenfb  iia|  Jm» 
00»  S.  L^  iflspoùibititl  di  éomddàìneaea  afkpUinreilbli^ 
fiki  Hmmi'yàfse^Màrì  alla  parti  rlew^  ad<4tt.lÌBa  4'< "f 
igorgò  dagli '>ilaaèri,  apcase  volèe  dibpcdteo  :^i'0 -ffeail»- 
inente  reto  più  difficile ,  particolarmeDte  se  questi  tro- 

vaasi  pel'  fendo  del-taraoet ->     ■      .  ■ ,,  » 

Cap.  /f^.  Indicazioni  curative  generali,  Qaeste  sono: 
'\.  1»  fii  espfori  dfligetMmeQll^ lt\«<lki4ifiÌIAyffl[a(4fHa 
|^ta\^  ,cipi  qttanio  ptu>8ai^i^vM  MftfliQfilg.^  lt|o^#t^ 
di  semplice  si  ridiica$xa.-^abl^a.eprA  fM'lintffa^f  e, 
far  iinaàtotìit  finè^  sijèlloBifiii  vi»  «ravÉi»i  AMci^tfnD 
dal  cavo  del  petto;  3.  Si  gnardi  dall' ingiMÉEiVAeUt «Itfi 
Wcawk  del  petto  ;.4r..fi^ioi|i|eli«^  F  ia«ll«i4ite;  in- 
éàuunazionaLA  anppMaiioÉe  IfttatiMi,  #'iA  |;ièb  «|S%/f 


*«7 

che  6Ì  {ir^seìit^no  I  appUcando  icioè  li.  rimed)  9ÌW  W'* 
cost^ow  coDvenì^oti  ^  6;  ti  pmcrivano.  it  regiove  e  S^ 
9ietj»/  clils  tillo  stato  tiniversalé  còi^véngaùò. 


/■• 


e  Sarà-  QOfUàìHmtOé  J 


f  >  * 


■      .  '    '  '■'♦ 

Obsèryatioos  on  Extraction  of  Dis^ased   Ovaria,   etc 
.  Osservazióni  salT  esiirpauone  deUe  ovafa  ammalak^ 
.    con  cirUjue  tavole  miniate;  di  loaair  Lizars^    c^ 
rurgóyecc.  Folio   Edimburgo j' iS^Sé  -^ 

-•      -      ♦        ■  -^         •  ■  •  *  .V 

JNeHa  Memoria  registrata  a  CiB#te  444  ^«^  ^o^-  ^4  ()egti  ^it* 
no/i/cón  una  oftservatione  propria  e  eoo  esperienze  attrai, 
V  autore  sì  e  sforsato  di  ditnostrare  la  praticabilità  della  e- 
s^frpaziotie  delle  oVaje  in  istato  di  iQalattia.  L*  opera  sùp^<« 
rformetite  àtttf^ttziiita  ha  per  oggetto  di  eoiffertiiare  quel  i^ò 
assunto  6òb  aftrf  Quattro  fatti ,  dei  qualf  dstremo*  la  siistao^  ^ 
eccettakto  1'  ultimo ,  esseodò  quello  isteMO  dal  dott.  tiian 
riferito  uìdia  iDénitiòaata  Memòria. 

Caso  1.^  G.  |.  .  .  .  ,  di  36  àùitiy  nubile,  df  eóslitudouii 
ftialatiòcla  ^  ttik  'dotata  di  grande  energìa  mtikcotiref,  avéb  Yl 
venti'é  ù  gi^osèo,  thè  pareva  irèll'ottairor  meié  dì  "gratP 
daiizai  Sia 'Viistensiofee'deir  addome  sembrava  ^btedèife  dà 
slVava«al&6tkltf  di  un  fluido  ,  e  dW  tin  grosso  e  durò  tnòioré; 
cbe  s6toi|^iaTa  a  un  utero  pregnante,  ó  a  una  gravidanza' els* 
tra-uterinal'ln  un  punto  il  tumore  era  ritondo,  eòtne  la  te- 
^la  di  uh  feto;  In  un  altro,  si  settiiya  un  non  so  che  di  aùa* 
ìógo  alta  giuntura  del  cubito.  »  t*uttà  la  massa  si  raic]av& 
nfuoTére  da  un  tato  jUtàttro,  dalido  segno  di  gailleggiafté  in  uir 


•-^  i"  ». 


^ 


48^ 

flùido.  «  Est^loMa  la  dóbÀa  per^ìz  *vikg;hnì>'' ti  éenlira  df-J 
stiatamefllte  Va 'bocca  d^ll*  utero, 'oltr^  la  ^aalt»  «ta^a  tm  to* 
«ora  imnobib,  coaftirmatp  .a  gai^a  d«l.  «ipodi  «q.  fei^^ 
L' eaplorasione  per  la  via  del  retto ^  laaciffva  diitiogaerv 
aocor  pia  chiaiamenle  il  tumore.  La  donna  laf^avasi  di  do- 
lori alia  regiooe  lombare  e  aacra,  con  nolevole  oppressione 
4)1  respiro,  e^  circa  alP  origine  della  malattia,  diceva  essersi 
atTeduta  sei  anni  addietro  di  un  tumore  alla  regiooe  iliaca 
destra  della  grossessa  di  un  pugno,  nell'occasione  in  cui, 
«spostasi  al  freddo ,  era  stata  colta  da  acuto  dolore  al  dorso, 
•on  vomito  violento  che  avea  seguitato  per  sèi  giorni.  Il  tumo- 
re^ dapprincipio  ù»§o,  erasi  fatto  vieppiii  mollile  a  misura  che 
era  andato  crescendo  di  volume.  Regolari  erano  sempre  stati 
i  purgatnentì  lunari,  sebbene  un  po^  scarsi,  e  cosUpatt  gli  in- 
testini. Avea  d|ie  volte  praticato  i  mercuriali ,  fino  alla  sali  - 
▼•BJone  ,  «  i  dioretici ,  Sensa  vantaggio  rispetto  al  tumore  ^ 
quantunque  tra  gli  ultimi  rimedj  il  sopratarfriito  di  potassa  » 
avesse  efficacemente  contribuito  a  dissipare  l'ascite.  Ridotta 
alla  deplorabile  condisione  di  essere  di  peso  a  se  stessa  ed 
a^  suoi,  la  donna  i»iplorò  i  soccorsi  del  sig-.^ars.  il 
^uale  si  risolse  finalmente  di  assoggettarla  alP  cperasiooe. 
-~  n  Ministratole  il  giorno  innanzi  un  purgante  di  gialappa» 
il  di  97  febbr^o  del  .iSaS,  a  on^  ora  dopo  mesto  dì,  comia- 
ciai  Toperasione,  stando  iWerma  supina  sopra  una  tavola  co* 
parta  di  coltrici,  e  la  temperatura  della  staosA  essendo  riscal- 
data a  75^  di  Fahrenìutt  Fatta  ua^  incisione  nella  pelle  e  ne^ 
tessuto  adiposo  dalla  cartilagine  ensiforme  alla  simfist  del  po- 
hé,  alquanto  a  sinistra  della  linea  bianca,  e  tagliati  coti  mano 
sospesa  i  moscoli  e  il  peritonao,  presso  Tombellico^  da 
questa  apertura  fluirono  alP  iacsrclT  sei  boccali  di  fluido  che 
ai  avea  V  awertenxa  di  raccogliere  in  piattelli  •  yugne  : 
cessato  lo  scolo  dilaui  la  ferita  alP  in  gih ,  e  quindi  alP  in- 
sù verso  lo  sterno  ,  maneggiando  il  tagliente  in  modo  che 
la  ferita  del  peritoneo  rispondesse  alla  ferita  degli  integumenti. 
A  questo  punto  comparve  in  vista  il  tumore,  che  occupava  la 
maggior  parte  deir  addome  sotto  le  sembianae  di  un  utero 
oeir  Oliavo  o  nono  mese  di  gravidanza ,  come  è  rappreseo- 
t4to  nella  tav.  f.  Afferrato  ora  il  tumore»  e  trattolo  fnori  delie 


4% 

pl^fftti  dell'  addome  , .  \\  ieeì  torrefigere  Alile  mani  del  -  mia 
aieisteote,  il  sig.  Maeraè^  stantfcéhè  pel  pefo  semiirtTa  voi 
lesse  trascinar  con  seco  I'  mero;  e  portai  tosto  le  dita  dietro 
il  peduncolo,  ti  quale  era  molle,  flaccido,  tango  circa  un  pol- 
lice e  messo  ,  e  pareva  formato  dal  legamento  largo':  ti 
fondo  deli' utero 'soprastava  alla  crésta  del  pube  ìolomo  ad 
un  pollice'.  Passata  ora  ona  legatura  ,  eemposta  di  due  forti 
fili  incerali,  intorno  al  peduncolO|  ne  la  strinsi  Ira  il  fondo 
delP'Otero  e  II  tumore,  trapassando  il  peduncolo  tra  il  cappio 
della  legatore  e  H  tumore,  onde  evitare  che  il  cappio  non- 
isfaggisse.  Finalmente^  tagliai  di  traverso  il  peduncolo  rasente 
il  tumore.  Dorante  V  andamento  dell'  operazione  la  donna 
ìagnavasi  di  dolore  nella  regione  lombare  e  sacra;  il  qual  do- 
lore sembrava  firócedere  dallo  stiramento  del  tumore;  oirco^ 
alattsà  quasi  inevitabile,  tié  onta  di  totlta  la  possibile  diligenza. 
VoHi  ora  accertarmi  della  coodisìone  dell'utero,  giacché  mio 
intendimento  era  di  estirparlo  se  trovato  Tavessi  viziato:  perb, 
Tutero  era  affatto  molle  e  soltanto  un  poco  ingrossato.  L* altra 
ovaja  avea  quasi  il  quarto  del  volume  dell'altra  estirpatai  e  a- 
deriva  a  destra  alle  pareti  della  pelvi  e  airulero,  dal  lato  si- 
nistro essendo  comparativamente  pili  libera.  Mentre  stava  fa? 
cendo  questo  esame,  le  persone  presenti  mi  pregarono  di  de* 
aistere,*  al  che  assentii,  pensando,  che  aictome  V  utero  s*  in* 
aalsava  al  di  sopra  del  margine  della  pelvi,  e  1*  ovaja  non  era 
allacciata  in  giù  da  aderense  col  fondo  della  pelvi,  si  poteva 
sperare,  che  distaccata  Tona,  Taltrasi  sarebbe  rialzata  in  modo 
di  lasciarsi  estirpare  in  appresso.  Procedetti  adunque  a  portare 
ì  margini  della  ferita  «  confitto  con  sette  |Ninti  di  cucitura 
e  nove  Usterelle  di  cerotto'  adesivo ,  giacché  la  ferita  avea 
la  lunghesia  di  dodiei  poNiei.  Duohni  di  aver  impiegato  na 
ai  picciolo  numero  di  penti  di  cucitura  «  nelle  ferite  del 
ventre  cosa  utilissima  essendo  l'impedire  l'uscita  delle  viscere, 
e  dorante  la  cura  il  dar  fermo  sostegno  alle  pareli  in  tutti  I 
moti  dell'addome.  Fatti  i  punti  di  cucitura,  e  disposte  le  liste. di 
cerotto,  colica vverienaa  di  lasciare  sporgere  airiofuori  i  capi 
della  legatura  annodata  al  peduncolo ,  guernii  la  ferita  di 
compresse  di  filaeeirhe  e  di  pannolino,  e  ravvolsi  il  venfaa 
con  UBO  shawl ,  dello  ataaao  mod»  ohe  suoki  faaeiirlo  dopo 


\ 


4t^ 

•I  faM0s  It'^ialir  iu«iatoNi,M>  trovai  pi k  «•uodccplò  «dk 
]•  dtlU  lb*cM  •  .DoviTy  o  A  ▼•ali  capi,  •  di  ogoi-Atm  fin  ifoi 
|pr«l|ca|a,  o  prop<Mia««  Alla  oparasione  «on  aopravfraoe  «L 
Sto  tgraaiatA  accidente ,  fu^robè  nn  po'  ài  emorragia  yiwn^ 
aera»  «he  veapa  rapMaaa  eoo  «a  aaiMHicio  metodo.  L^aa** 
damaato  della  civa  fa  Kcgolarisviaio.  Lfi  relaaiooe  ftermiaa 
aol  di  9  d>  «Biaggio ,  «el  qoal  giorao  ia  doana  ara  aoavalar 
fceote.  •  -   k 

Cii0o  'a.^  G.  C.»  auojoiera,  di  a^  anoi*  La  malatiia  diicaw 
da  no  aimo  ,  e  la  .donoa  tfascinava  una  «iu  aaiaarabita* 
•  li  di  aa  di  aaarso  del  tdaS-»  un*  ora  dopo  memo  ^nio  « 
|a  tamptratara  della  aiaoza  «Mtado  f  iacaldata  a  75.?  di 
/'VtAr*  »  prioeipiai  T  operafione  faceodo-  uà*  iaciaiooe  nellit 
oola  e  nel  tewato  adiposo»  dailo  «termo  alla  aimfiai  del  p^be^ 
a  4|ttiadi  sei  moaeoli  e  nel  periiomao  «  pfeaio  lo  alerai  , 
eolia  mira  di  eatrare  itiito  a  no  trailo  nella  «a «ila  addomi^ 
oale  :  ma  il  tumore  eia  hi  viaiao  allo  atemo  9.  obe  noa  aom> 
poUito  riuscire  nel  mio  diaegoo,  ragion  per  coi  mi  diedi  ^ 
tagliare  i  tendiai  delmusoplo  obliqao  eèterao»  d«ll*oMi^m> 
interno  e  del  ratta ,  con  ciib  aparaado  di  per«ooife  atta  aur 
perfieia  dal  tmnof  a  ;  a  ataTai  in  fatti»  per  dar  ptinaiplp  a 
separare'  la  pareti  4tX  tumore  ^  ^^ndo  mi  «rriddi  dell*  e« 
qaivaoo.  AppvoDTopdata  V  inaìsione  nello  straip  teudiooso  pò» 
atsrvara  dai  aanacoli  obliai*  iaUr«a  a  trae? ewo«  parvaottì 
al  aaoco  del  tumcpre,  al  qaal. paolo  dell' oparaaion^  eomi»- 
«lai  a  isokdo;  se  noa  qlie  il  trovai  ak  streitamenta  adareoia 
alla  parati  dell*  addome  9  al  eoloa  e  ai  margine  della  pelfi, 
abo  diaperara  di  riusaice  a  disiaqaa^lo.  .<^ib  aon'  pertaat^»  » 
parte  ool  ia|||Ì4Ala«  e  parta  aolla  .dita  »  ottenai  di  -ifolara 
aioft  groaaa  mas«a  ,  di  oalora  sooro  bratto;  cM^pteava  ^0% 
piUé  setta  libbae  ,  e  eba  lortanataaiepia  aii«a.ua  paduBaolo 
poa  pib  ^rosao  del'  dito  mignolo  >,  e  noa  pi4  lungo  di  «no  o 
daa  polliai*  Jlacoomandata  questa  marna;  al-  mio  ussisl^rnlo»  «I 
#ig«  Mreras^  pasrai^npa.lagjMura  io«o»i|o.al  padaaoolOk  U  qoala 
toetta  ^mameate ,  mi  léoi  tosto  ar  tagliare  il  padonoolo  aar 
moiail  |oeiOr#{  tra  vasi  dal  pedaaeoloafae  aaasdavano iaoguf 
la«iaaae»if  ^annero  allaoaiati«  paraotaguasM  periodo»  «ba 
«MiDiiiàta.  4ieai^iM|t4  #*4mìMv  iU4f tt.,  P<^n  traila. 


4» 

i;DMa.  in  ««quft'  rÌA9«ldafca  •  ^9  Aht^  CmthtuóTSt.  ÌAc  Irritai 
cqH^  ftTTer4«nsa  t4i  «}T<Hiir«  gU  iUMt^ni  «  \!  tf «tbotb^  ib^  wMad» 
ntO'.U  QomJ>A€|av»«Qi€)  4jki.nK«rgi»r^^oB  liaAeindt  <;flHr«i«o^ad«« 
9Jbra)>^<eoaip)f«sse  4ì  ftjaatcbe  e  paBnoliniv  r»iiioki:ÌDtorB« 
aL  •««Hot.  «a««Jbwl«  anaU>gameqt«  alU  falcia  oQa.'càe««iol4i 
auiagfeei  T. addome  «Jopo  il  parto#  ^  portai  .fin^liotoiQ  la  mt'* 
lata  io  .lotto  ^.  LMoferaiA  moia  il  di  «)%  a  »«iie*Ofe  Sop9 
iBoasO  dV-ldi  ^Mntonitfl»  avciKki  aofptAtiinvào  ott^opeBaaiò^ 
B0  toiÉca  S6>or«.  -    v^     ^  •■  .   «  i.  .< 

-  C^tó  S.?  91.  B«  lèi  34i  «rat  f  o«oifii«r»  >  «ifiWiiebia;  ]cla:>s«i 
^nèt,\  h^ iopetmM%u^  »«mìiv&.  isiittprMèvii  dà  94  'M»'*^-  tóftSi 
«  RisQftkl^t».  la  .NAbst.  a  T».^\^J^ahr,  feoi  no!  ÌAoiaàoffii'lOkito 
gitiifliiiaW.  aogU  .ÌD%nguibeviU  dàlljO:  »ieiw»4il  .|«&«  1  e  .j'dm* 
il .  peoiu>iieok .  M  II.'.  esfiMail»  t  «levoaU  »  ìnMPOcliiaf i .  .ncU^  a  [lectao^ 
un  sdito  dtlb  mano  lÌMitrayO  (fiiiiidì  «b  9&lto^  p«r  ^etvir^» 
vit»«.;di,  gOid4  aAmdoco  il  peuionftd  fioo  «1  |Mib«  :  praù-* 
^aado  lo  stesso  all'ifisà  verso  lo.  slamo  ^  si  ptesenUtfono  id 
TÌéUr.flnoUi.t^ai  rUorU  ioiorpo  «  se  >steasi,  gli-  uni  dcllaf  -g^os** 
SflMa.di  a»  diu»!  6^  Altci.di  «pa.  penna  di  coryo.  Io  scUe  pri« 
me;  io  erodere  «Ipoteco  gli  iatetci»!*  tei^^o  piii-  èiie  si  moslrf|« 
-*a9ojnttft4ppài:eoy.e  as«^  «cai'ooeey  efM  poscia  pensai  che  cs** 
atei  poievoiio^jraisi  saiiguigoi  delia  pUeeola,.  cui  aUaiOciite  rasr 
fOdidigliavi|no  t' ìnfoui»  taaio  ^b»  Tasaìogi^  ooi^i^osi  di  qotsio- 
òt|^oi.3Qbe  Mtiii  medici  presemi  aU'dpeff»siQiiieoQov«Btie^. 
BeUt.;oie4f sima.. idea,  CioBondimieap^  ej»aakioatj  ||iu  di^ìgea-^ 
aumioy.si  fieon^bbe.^W. dessi  eràoo  i  vssi  swaguigfiii  ^elio. 
omooioilii f74alli<«^  f{B0ilBl4metile  io^ros^ù»  sefpeggianu.sifUoi 
M^WgfleJQ»  ,eìJMlftIasQ4Miii^e'd«l  (amore,  il  quitle  era  Cott^ec*. 
to.dft^lio^otoie  i»g«9efAla»  .y ergendo  cbe,  atteso  T  ittmiensq 
loro  .BNAioro ,  eia  impossibile-  di  dissecare  q^t^  tesi  delUt 
supeificie<^6t4iimoca«.  o.idi  aAlaceierli  /  abbendonoiv  Tidelt 
di>eeiirpare.lai;miéssà  ^  sei.qimtei  eesiimeoto  .cAlraroiio.piilrftj 
UUlà>.t  spedici. pmscsli*  Sippeeè^oaBui^.  larocerre:  efo»^  ^i^ 
osBoàoeioiyv^Bai H'  tmnorii  .niel'.«enlf0^fn»  o«dle  .fluk  f  fat«. 
tasri'  ime  fpio^ ioio^  i  ma.  {^ofiiodaLèoóisiime'  eqUo.  eOèlpeUo,  Sro*  ' 
wmà  i bbe- ^il .  tornare ^ era  sodo-  e  eattilngiaoso ,  sa.  «'  solo  Ttail. 
iiÉiyiifiieijxeadodateiias  yé^di.s»n[giie  ^^aniiasgao»  peiuitii. 


49» 

4o  divttinalnM  il  •volnvf'y  'toùà»0ài"ià  tróeifrre  Mlfa^  r«gioa.e 
più  decliva  del  tumóre ,  a!M  IM  asci  ehe  pntò  ^n^e.*  Me* 
dicftta  ora  la  ferita!  ooò  |Nititi«  dì- sutura ,  g<mi   liata  di'M!H»t> 
to  adetWo',  e  co»  coiDprMsit-'dt€l»ecrehte  e-paiihUttti,'e'IÌBb* 
aeiato  il  ventre  al  solita  con    uno*  «Ìlff#/,'  feci  portare >  la 
dtoBBa  in  letto.  •  L^  autore' rifei4«eé  mi  notamente  TaolibeieD» 
to  della  enra  Gno  al  di  f  màggio  >  nel  iqual  giornd  Indonna 
era  eoaraleaeente.  Da  posteriofi    aotiaie   si   raccoglie^»    efae 
ella  ai  é  ioliBranieiite  riooperata  dalle  ooosegoense  della  ferita. 
Dall*  esito  delle  operazioni  del  sig.  Litars  Toleado- dedur- 
re nn  riaulteie  generale  ^  giera  ramnitfolare'  essere  V  idropi- 
sia delle  ovaie,  abbandonate  •  sé,  aia  tnalaitia   mortale, 
4t  lento  andamento y  e  ohe  oeodaana  la  doana  ad. una    irita 
assai  miaeraoda ,  laato  fitgli  incomodi  da^  cui  va  aeoompa- 
gaata  ^  €|uàato  pei  terribili    preseoiìmeDii  di   nn   trisao  st^ 
Toaire;  il  perchè^  ogni  mecpo-che  ajlfra  on*aspeti»liva^'co« 
nooque  remota ,  di  sollievo ,  é    preferibile  all'  abbandonare 
I*  individuo  alla  di.«perasionei  Sotto  «joesto  pnòto  di    vtata  , 
non  v^ba  dubbio  doversi  tenere  "pe#  favorevole- il^risnltaaiea- 
to  dell*  autóre  ,  staoéenhé  dei  ifaattrò'  casi  «  per  esso  siferìti. 
si  può  dire   che  uno*  ba' «veto  'felice  termiàaaioóe  ,   e    cbe 
m  due  se  non  ha  corrisposto  ali*  appena liva ,  l'^opeiaeione  è 
tntt*al  ptii  rioscita  inutile'^   un  solp   esaeodone   maria.  La 
storia  della  chirurgia  dimostra  ,  che    le   gtatidi  -  operaKlOBi , 
alia  loro  prima  iairoduaiooe*,  pur   eneo  tra  le*  aaani'  4cgli 
esperti  e  dotti  chirurghi ,  cbe  le  a^eatao  concepnte  e  prati- 
eatOi  ebbero  an  esito  assai  meno  Cortiniato  ,    ohe  noS'Ot* 
tennero  dappoi  dalia  plaraiitii  dtoi   ohifarglii  $•  del   dM^iieo 
sfrebbe  difBcile  di  svolgerne  le^ragiioai.  i—  Aviar,  .pigflafeda 
a  considerare  V  operazione  della  gaairolottiia',  iodipendealte« 
nenie  dal  distinto  abbietto  di^eetirpate  le  ovaie  aauaalate, 
il  risultate  deUe  operazioni  del   slg."  £/ui/9t«arebbe  abeore 
pib  (ivorevole;  dappoiché  dei;  ipiaitreeasi,  eUa>avrel>b«  viato 
bdona  rinseita  ta  tre,  ad  onta  che  in  taui  sia  at^ce  brg^meate- 
apertod  venire,  e  in  tutti ^ansi  minatameaie  esaminale  lavi* 
seera  .dell'addeme;  evento  sa  fortunale^  da  iacavaggiaroi.a  ere» 
dcre  la  gastfotomia  convenevole  in  assai  altre > malattie  éddo^ 
Binali  I  eome  nel  volvolo ,  neM*  invagioaDcnlOE  degli  lirtaflì^ 


493 

.l«lii.^.  oel  tf*l«ol»  iaUiUnale  (4,  «  i»  «t>>ì  oscura  natoilM 
^llle.TimMte  MwiF«»lr«  «  4eUitj.^eM«  «▼•  Jioo*  sia  U«ito^ 

.  Sfi«i«i«a  «ìlftoi  àà  ailfOi  «leu»  qaataDqiit,      j  . 

.  .  CiAffte  ••ao  It  lavolt  ohe  aiipraaBO  Popaia  4«l  sig.  £f* 
M«t,»  UiMii  risgoaNlMiilial  Mooa4o.oA«0,>qi»«l|O'OÌQ^'ia  cui 
r  op«niHMie  Ila  sortito  booa  effetto.  |Ial^'  elle  Jusjciaqo 
desifdeiQ^ffc  né  dal  |aii>  4«na  vfchiarasia  ^  ni  jla.  qiiaMa  .dsUa 


elagMiM. 

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•  t'.l .   » 


nittsmiTiokiar  ^  tit.  tlttmta^oni  iti  ehùrargia  acmìica  ; 
di  Tommaso  BvcBAifAif!,  C  Jlf.,  e\c.  Chirurgo  al 
Dispensàrio  di  Bull  per  te   malauie  degli'  occhi  e 

delle  orecchie ,  .ecc,  «c.i.cpn  tavole.  LQn4rfi  i8a5* 

.  •        •   ■■  . 

v^uest^  opera    è   partita     in.    otto    Capitoli.   Noi    dareipo 
un#  breve  analisi  dei  pi^  importanti. 

Capitole  i.^  tnjefioae  del  meaio  eslcirMo.  —  Vuoisi  esporre 
r  orecchio  ai  raggi  del  sole  ,  tirare  alP  infuori  il  condotto  ^ 
o  allargarlo  in  modo  di  recare  distintamente  io  vista  la  mem- 
brana del  timpano.  Alla  difficoltà  di  vedere  i)  fondo  del^ 
r  orecchio  per  accertarsi  della  condiaione  della  membrana 
del  timpano,  tramontato  il  sole  e  in  tempo  nuvoloso  e  scu- 
ro, r  aiftore  vorrebbe  ovviare  con  uno  slromento  di  sua 
inventione ,   destinato   a   eoncentrare  i  raggi    di   una    can- 


(0  ^«^8v^*  <'  COMO  del  dau»  Fuobsios  fg^iralo  a  paru 
del  voi,  XXXVI  di  questi  Annali. 

ip)  P^tggasi  a  ceto  del  dau.  Torbet   riferito  nel  preteau 
Volume. 


<404 

<.<il1pi>tf  ju4<l>  qirttU*  mt'oaieodq  «frifdlàftia''  sup»Mii({^ IntmM^. 

to  di  appofiu  figuf**,  «ii'^rc4iè^1ViftìÌRtM«tt<^N^*((lMf*^. 

t#ebb0  'fifie  ««Mfrè'  di-  altleiapf Uea«{o«« ,  tbriO'^ftiiwlilliidnte 

i4ir  tfÉtttM>a' isoli' •soffrir  di^o  ^f «differir  fH»r  ilMM-  gtotèi 

^•>  ^«iMl40  0tftt<9  ^tiltfitilo   i-tré  1ìl*«^'bafkolK  'Mil   taioflo 

di  ««plorare  •  sciringare  il  meato  ,    e  Balle  ferite  dèlt^ot^e- 

ehia  cfttema.  Terremo  al  Capitolo  5.^,  che  tratta  della    ma» 

BÌera  di  cstrarre  i  corpi  straiiieri  e  il  eerome    indorato   dal 

condotto  «dilÌTO  esterno.  I  corpi  atraoieri  «ono  generalmente 

pallottoline ,  piselli ,  noaelle.  Piccioli  eaacndo  i  corpi  eatra* 

sei,  il  messo  migliore  di  estrarli  è  d^  iojettare  nelf  orecchio 

119^»  timida.  j|  ▲'.<|a^|0',fine.,iFi|ols^cofi^|»rÌD(iflircpi|koe«c4- 

tpaepte  la  ^unta  dello  «ehis^etto  c9nlro  il  m^rgipe^do^  meato, 

injmisa  chVsso  occupi  il  meno  possibile  del  diametro  del  con- 

flotto  /  arrivata  la  injetibne  alla  meniblrarià  del'  timpano    la 

èòi^eoM  n   ritroso  si  formerà  tu*  (|oé9tò  luogo ,    e'  per'  \es9a 

sarà  strascinata  fuori  la  sostanza  estranea.  Se  il  corpo  è    di 

certa  uro.s^f  ezì|  ,  probabilmente  sarà   rimasto    neir  iijnbofAÌ»- 

tuèa  del  meato  ,  donde  si  potrà  forse  togliere  còlle  pinzette,  ce 

Alcuni  ^hiryrghi  raccomàntlanp  Ji  \e9trarr^  1^  pallottoline 
colle  pinzette;  però  il  sìg.  Huchar^an  le.  ha  falté  uscire  facil* 
*mente  leolle  $oìe  iniezioni'  di  àcbua  tiepi(^a,  «  talvolta  quan- 
do altri  chirurghi  qon  er^np  riuscii!^  praticando  t^  pinzette 
e  fa  .tasta,  »  per  esirarr^  i  minp/zoìi'di  legno;  ecc.  confic- 
cati ben  iqdfelró  nel  condotto  e  presso  la  me&iDrana  idei 
timpano  ,  egir  raccomanda  pinzette  sottili,  b.n  temperate» 
iion  punte  armate  disdenti'  alla  supérGcie  interna.  Se  sono  in« 
setti  ,  Termi',  pidocchi,  »  il  meglio'  clié  fair  si  pòssa  per 
isnidarli  è  d^  incettare  nn^  infusione  di  tabacco  ^  la  quale  nel. 
Tatto  che  serve  a  prontamente  ucciderli,  tende  eziandio  a 
togliere  rirrilasione  del  condotto,  w  Lavate  immediatamente 
lé"|>Ért}  con*  un'eiezione  df'tfcqtxà  tiepida,  'si  stjftjSfi'nfto* al- 
cune goecie  di  olio  di  mandorle  nel  donJ6tto,*'per  gtiaraY!- 
tn^ft'teatalb  dKf  pre n&err  fred Jo  cfòpo  f  iàjVaione  calda. 

»  Quando  il  meato    é  ripieno   di   cerume ,  l^nféri&o    al 


U^a  41  itMkMiaiftlito^  <}i  ^luMu./  MfcAsM  di  JMdijiè ,  di  va* 
vii  ftiniMÌ..|i«UrorerflhM  «ffoti»-,  .f  MlibolacaMai^;  daimn|a  la. 
BfksliWMwiM*:^  Taholu,  in.iitfgti^lo  dallo.  ska^igUaffe  o  dalPa** 
'vareallrìpicati  allargalo  W  «laaeell»,  -oda  «m  aubilO'  nimore 
nati' •recckio  tffeito. ^  aimile.  a  «oó.  acoppéo.»ido(M  cui 
agli  aaoia  .di  amara  iaiproirviaaaDania  rìciifiataia  1^  udit»  ^ 
aagidtaado  tattavia  A'  provaro  i  rumori.  Eaaavnaado  V  «9«o« 
ohiai  «i  tfoftaoo  la  parti  iaterne  del  aiaalo  oeoa|Mtd  da  uoa 
gpaasai^masta  di  oarane ,  ch'a  chàade  il  condotto  a  oOPotca 
il  mamkffana  dal  vmpaào,  eoeeltaato  anparioro^enta  y Me  i4 
aamme  è  diataeaato  dal  tabo ,  laaoiaadai  gaaeraloiaata.  paa 
lesaava  oriaaoatde^.Egli  è  par  qaaaia>apartara  elw  |e  oado- 
laaioni  fooora  pcnraogoao  aHa  aieailiffaiia  del  tiaapaBo,  a  ahe 
dfVnat  le  itibr.aaiioai  aéoo  ooaiaakalf  ai  laaoaui»iMrroai  s«-if» 
w  L^  odilo,  iataolo  ,  va  io  baevo  diaentaodo  aeiapea  più  hi*^ 
distiato  di  prima  r  aoaaoao'ivdaboliaDaatOcdair  udito  ,a  ,  po- 
co: ataola,  !•  aordiiA,.aoDO  la  taaviiabili  coBaegiiaasa  deU'a- 
▼er  nagleOi  i  sovra  rieevdati  aimoiqi. 

«  Eaaaaiaaado  le  partii t§i.cigpaoaca  faailBaaala  la  aatuva 
dal|a>  maUttla  al  vedeva  tma'groaaa-  maaaa  di  ceraoaa  ,  cha 
oltura  il  condottò  4  aaciuée  la  tasta  ,  a  iaipeditoa  le  vlbcav 
aìooi  dalla  OMoabrana  del  tinpano.  Qli  iodivtdaì'  affetti  da 
«piasta  iofannità  oiaao  aoveatt  ditovaia  1^  iaabofloaiar^*  dèi 
condotto  con  cotone  o  lana ,  le  quali  sostanza  oaeoiatc'tal*' 
volta»  ia  questo  o*  quel  niodo>  90!  mealo^  liardiano  aaii  spealv 
di  aoaainolo  «1  cemma  iodoraiòu 

'  «  Per  estrarra  ilcerwDa  dal  ideato,  alauèi  -  ohirargr  vov 
«^iono  talvolta  iiapiegarela  pnnla  di- o»  ago  «di  una  jtaéi» 
di  argento  {  praiiea  eerlaaaenaa  ripransibilaft  a  cagione  dal* 
pericolo  che  può  correre  la  taambraaa  dal  timpano  a  un*  iàa^' 
padvviao  aaovineniai-ebc  co|  capo'faceaaa*r4drMaio»  ^ 

«  Più.  speditivo  e  più  sicuro  del  tastare  bruscamenta  aat 
condotto  uditivo  con  istromenti  aaoti  di  ^aalalaai-  specie»  è 
il' «Datodo  tegoeiito  :  aa  Viaiundo  rorée^bia  amatalita^  a# 
v«gga  «tiott  esser  ella  cbe  pataìalmento  ripiena  di'oa^tte,  ai 
spiligevè  nel  afeato  ana  ircbiia«itAta  di  acqitf  riatsaldaca  a  <|o.^ 
Fàhr.  all^  incirca  ,  coU^  avveitanta^  -totttf  là  piMta  delk»  a^ia^ 

aimé  >  di'^cilMava  1^  lmb*€«ilara  dal .  •«•ftdMo  tal  potlioe  f 

.  •  ' »  li.  .   li-  *  » 


49» 

ftitto ,  tollcTatodo ,  tbbaMnod»  e  tilvòUa  alluof aifed^  1*  ó-' 
Ncehk  eitetBA  »  •<  ottertà  fiieihBtnu  di  far  ditiacMM^  ii 
eerttme  dsflé  partii  «del  nè«t«k  Ofa ,  fi  fMf«éa  una  iiooTa  to^ 
)aaioa««tfea<pi%  Iona  dalla  prcvadaota,  a  quefia  iajatioii* 
atairb  gaaatalaMttte  ^it»*«>>flBifio  «ÒMUi  di  aarama'.  «  tvaeiiti 
portando  eoa  taoo  {>i«QÌoli  framaiaoti.  di  i|ailia  ao^laaià^i-» 
datata.  L^^paratota  tagi^tèrà  la*  iaieaiawiioiD.a  «be.'rìpttr* 
fato  affano  dal  oaradM  «oa  veétà  il  oMalo  »  a  «ftao  a  Am. 
▼iftibfli  Bon  fiaao'la  -palati  dal  coadotio  a  la  mavaMaa»  dal 
tianpaao.  H  earoaaa  aaqaiata  talvolta  lanlD  tndutittieBlo  a  tanta 
taoaaità  »  appava  orpdibilt-  da  ofiorò  aha<boa<iiaano  tape«- 
riaasa  oaUa  aalattia  dagli  orcoèki.  la  tai  eati  i  riafatioiia.; 
^anlne^na  ripatata  fre^aaataaiaBia  ,  di'  rado  (  yaebo  par 
Ifugo  tanpo  )  patinaaa  a  far  oscira  la  aagloaa  ,  prÌDOÌ|iila 
della  BiaUttia  ,  la  qaala  aolP  at|doi«MÌoflM  si  tf«va  éooMUra 
ia  una  aoda  qMMa  di  indurato  ftenima; ,  nasta,  abe,  ooaitto* 
qae  dai  ripetuti  lavaeri.  posaai  laaalafai-parsfahneala  ,di*tac« 
eara  o  saiuoTare  dal'aitoaiiiijnario^»!.. arresta  a  ei  tiao  Sa* 
fa  Dal  mcBBO  dal  ooodotto^a^^oalat  della  oavaati  d*^ao^aa 
tiepida  ella  si  faae^ao  fluir  'foorai  ddl  éMaiq.<lB  allora  »  egli  è 
iodispeaaabila  di  eartirti  daUa  aaollatte  joatibolari  par  astrar- 
rà qua*  franasaati  a  BiiauiB  .che  si  aecoaiaao  ali'  iari>occatora 
del  coodotio. 

Cmpitol^  6»*  ^aad^  fiei;  im^erfhuu  gei^arau^ne  del. cerume 
•^  La  cura  di  questa  àalaitia  rioMeda  taaaiipiDeoio  a 
petaavcraBià  nel  «^ìp».  Chi  òiofiaraM»  di  questa  affetioBa 
si  taf oa  di  rotori  »  di  u»  aapro  idosW  «  safnataoieBte  sei 
dustioara ,  tafcroUa  di  aao  soaaspaatlo  aella  tetta.  Kob  soffre 
didora  acuto  oelP  oeaeebio  »  ma  sdreate  una  ottusa  molea- 
tia  I  tosi  taindlia  Ibob  prora  taBi|>oraBeaiBaoie  aloaao  di  tai 
aiatoai.  ^        <    ; 

»  Malia  4airoIa'aì^tticB  dalla  aialatde  dall'orecchio  aasase» 
ffatsta  aifesioBe  ,foraM  il  Gùitiu  imp^rfre^nm.t  il  quale  è  di* 
v.iao  ia  jiTOjaftaota ,  sioé  i.®  Qaaado  il  cefiMoe  é  maBoania 
di  ftt«iiarAÀ(  a.";  Qoaiido  iA  aaraaia  è  maneaBia  di  ^aalìcd} 
3.^  Qaattdi^.  4  aM^esate  di  ^«iiniftd  a  qu^l^à.  Qaasie  tra 
^ipaaia  si  posa^Ml  aavprt  d4aii«i§iiacf,  asamundo.  djUgaal»- 
■taota  il  matto. 


497 

»  Nella  prima  specie  la  seperasione  idei  eenine  è  talvolta 
sì  scarsa ,  che  non  si  riesce  a  scuoprìre  cii^  ella  realmente 
si  fseoia,  se  non  me<|iante  un  accuratissimo  esame  delle 
parti;  anzi, con  questa ' diligenxa  sì  scorge,  chissà  non  fa  «he 
Ungere  leggermente  le  parti  interde  del  oondouo:  però  ,  eo<« 
manque  parea  ne  sìa  la  quantità ,  è  deasa  di  buona  qualità. 
Gli  iffdtvidni  che  ne  sono  affetti^  •  generalmente  odono  me«* 
aaaameate  bene  essendo  sereno«.e  bello  il  tempo ,  ed  «vendo 
altronde  b«oha^  siilute^  ma  sono  esposti  a  lasciMvàc'fiMSiloMBie 
impressionare  dalla  pia  lieve  intemperanza  atmosferica,  ia 
quale .,  quando  è'graVe,  nmida,  o  ■  nnvolosa  induce  notevole 
tndebolimeatò  deU'.udiio.'Però,  r»cnteittadéir  udHo  •  ritor- 
nando genesalmenie  al  mutarai  del  t^mpo,  l'infermo  presta 
poca  auenaione  ai' sintomi,  ano»  per  diversi  ' anni >,  finché 
la  maiattiii  divien»»oon<ermata.  ai  punio  che  si  avvede  < di 
«ron  avere  che  debottssimo  udito  j  anzi,  di  quando  in  quan*- 
do,  d'esse rsF.  quasi  sordo.  In  allora  spavento '^rloòrrsaii:  me-» 
diei,  i  quali-,  scf  non  riescono  a  tostamente  moderare ii male, 
tono  "Spesso  càgiovie  di  gravi  ineoahrenienae>  che  .téùdbno 
ai  ritardare  fa*  cur^  \<    .  •  ^.^ 

»  Nella  seconda  specie  la  separauaineréipih  copiosa -/eha 
sella  prima,  ma  spesso  .ek^aftéiaaa  ilif colore  e-  qualità^  da 
formare  due  varietà-,  eJoà«:  i.^  Quando >é- di  .coloro:  liìan- 
chiccio  e  sottile,  come  ona  soluSioae  :di  gomma  ailibiea^ 
iit^  Quando  poche,  glandola  splianta*  aapaVaao  »  cerume'^  t\ 
che  ai  veggono- 'spesso  picci<]le<flMocbie':>di  eerume  isolato 
distribuito  nelle  parti  interne  di^l  4s^u4otw>\  di  uci  cofoYa 
alquanto  piti  acaro  che  oron  é-ii  «erume  in  iatfAor  sormille. 
Qaeata ^varietà  ha  una«i4gMareieadetiya'a  iadarare;«4'rqtiai|w 
ào  ie  forze' sec^racnti  delle- glandola  sono  operose»,  il  ceru- 
me ai  rappiglia  sotto  (distìnti  pezzi*,  ma  geiieralmente  in  nnii 
glossai n!kìs9sa»  Jnfatti  ,  quando  T  indebolimento,  dell' pdità 
psocede  «da' cerume  «indù  réio  ,  la  parile 'Infama  del  meato^f 
saeontra  quasi  ^sempre*  ichin^a  da  ona  grbsaa>  massa;  Pài'ò  't . 
da.dire.^  dw-THDa*  pteciola  qo  ah  ti  tà  di  oerume  antftogei  ^Da 
seeéiida'  ^éNetàidi  see^ezleoav  ^  talrolta:  baNevote  ^pi»  t6<i 
•case  iÀdefobliroemo>   ndtevale    aiè^ndito'*',  i'spediaUneaia   sa 


quellA   nuiteoa  riiUgni  dapprtsfo    o  sòUà   iiiMiibr(toa    dal 
limpaDo. 

9  Nclk  iena  specie  ti  trovti  il  ceadolto  nello  e  asciutto  > 
e  aa  ai  riaace  di  poter. vedere  beo  addealro  nel  meato,  ai 
ae^rfc  la  membrana  del  tìmpaoo  cbiar»  e  trasparente.  Il 
mento  va  altresì  soggetto  allo  scorbuto,  nel  qoal  caso  la 
cntieola  diviene  solenti  sì  arida  da  lasciarsi  faoHmente  di* 
ataccare  in  piocioU  brani ,  a  gnisa  delle  sanarne  dei  peseL 
Gli  integomenii  sono  talfolta  tumidi,  e  di  colore  rossiccio 
•ssorm.  » 

In  «pioste  tre  specie ,  visiate  essendo  le  glandolo  seeementi 
il  cerarne ,  l' obbielto  principale  della  cura  sarà  di  ritornarle 
allo  loro  nsione  noronle.  La  prima  specie  sì  lascia  Tineerin 
laoilmente  doir  oso  ^  «focile  oose  che  vogliano  a  èccitore 
Tasioiie  delle  glandule  dei  meato  «  come  sono  le  applica* 
siont  calde  o  atimolanti^  L'aatore  raccomanda  >di  bagnam 
P  interno  del  condotto  ogni  sera  ,  ncN^  andare  a  letto  ,  cam 
due  Koccift  delkr  segoente  miscela  :  il*  jieid.  pjrrelig,  (  adJL 
•ed.  fùtili.  )  Spini-  aetherii  euiphuf .  OL  Urehintk.  #oct.  Amm 
pan.  acquai.  Misec.  Ami,  ci  vuole,  islessamente  alla  ser«|  sin 
ministrato  air  infermo  nno  dose  di  uUiUm  colchici  9  e  si  man- 
tengano regolari  le  fnnsioni  del  ventre. 

Nella  caconda  tpede  la  qualità  della  separasione  essendo 
alterata ,  e  soventi  cresciuta  di  quantità,  tàpyrctk  togliere  i 
pcMÌ  di  cerume»  aventi:  di:  proeedere  atrappKcaaione  di 
qncà  messi  ohe  valer  possano  a  rieondnrre  le  gjandoio  atta 
■ormalìlà  delle  loro  fnnsioni. 

La  .lena  specie»  a  senso  dell  ^autore,  procede  tal  volta 
da. freddo,  come  dall'entrare  nel  bikgno  a  corpo  sndaato^ 
L*  acqlM  .avendo  libero  accesso  nel  meato ,  i  vasi  di  questa 
patte  sono  probabilmente'  colpiti  da  torpore ,  il  coi  effetto 
è  il  pervertimento'  delle  forse  secernènti ,  e  ìn6ne  V  indebo* 
IfaaentO'.delP  udito^  Nella  cura  della  seconda  e  tersa  specie^ 
molti  diligentemente  avvertile  alla  regolarità  delle  visccTe 
ohilopoieliohe  »  a-  tal*  uopo  T  autore  ooasi|^ando^nn'aperi* 
tivo  aasaro  •  nna  miscela'  antiacida  composta  Sì  infosiona 
di  qatssia^  rabarbaro  e  magnesia  »  due  o  tre  volte  al  ^ior> 
no  ,  maadandò ,  se  è  possibile ,  l' infermo  a  soggioraare  i» 


499 
«Ha  pnitt  «  afl€iam  •  sgombra  4a  {iBiIad€«i  tfBmyi ,  ove  poé- 
$9L  darsi  a  metodiaa  cmccmìo»  per  atlivare/  ai  bisogno,  la  tra«> 
spifasìooe.  Egli  raccomanda  akresk  il  bagno  caldo  alla  sera 
prima  di  anjilare  4  ietto,  a  poscia  una  dose  di  /uU»,  ipP€mo 
epmpos.  9  COS.  dna  o  tra  grani  di  calomalano.  ««-  L'  aaiora 
diice  di  afcr  vadoto  ditarsa  roUe  questa  specie  di  «or-, 
dita  suecedare  att' essersi  gli  indÌTÌdai'  e&poeti  al  freddo 
mentre  siamno  sotto  rinflnensa  del  jaBaronrio  per .. morbo- 
«ifiytioo,  nei  quali  individui  la  malattia  '  si  mantenne  reni- 
teste  a  qualunque  rimedio ,  fino  a  cbe  non  si  diede  mano  a 
nuoTameste  ridesiare  i'asione  mercttriala.  In  qnesta  malattia^ 
il  dotk  Buchanan  tiene  in  allo  pmgio  la  seguente  injezione 
aeir  orecchia  :  R»  Acidi  fìjrnltg.dMcìu  il  A^m»e  ^IMOU^  une, 
ytu  V  Se  il  medico  desidera  di  stimolàffe  le  parli ,  sarà  ma» 
atieri  preparare  ogni  volta  1*  iajesione,  e  tenere  la  pnnta 
dello  scbisaaltO' distante  cinque  o  s^i  pollici  dair  orecchia 
esterna.  Injettssdo  con  forca  il  fluido  nel  meato  »  saccede 
nna  specie  di  eUfervea^nsa ,  la  qnale  se  saaà  oirooscritta  al 
condotto  produrre  effetti  più  TaMagf^osi^  che  dieci  Tolte  la 
quantità  dello  stesso  fluido  versato  a  .goceie  nel  mesto.» 
Talvolta  riescono  oillissimi  i  Tessieanti  dietro  V  orecchia.  > 

Capitolo  7.^  Polipi  liei. meato,  -n  Queste  eserescesse  sno» 
cedono  frequentemente  ali*  infiammasione  del  condotto,  spe- 
cialmente negK.indÌ9Ìditt  afféiti  da  dialesi  scrofolosa.  Il  po- 
lipo recente  risalta  di  lina.aostaesa  molle  spugnosa  ^.roasic^ 
eia ,  lubricata  da  un  fluido  sottile  somm^inisAssio  dalle  glanr 
dule  destinate  alla  separacione  del.  cerume  itf  istato  di  ma- 
la Uia  »  e  dalla  superficie  dell^  escrescansa.  G»ll*andav  del 
tempo  il  te»suto  del  tnmsre  acquista  no  grado  notevole  4i 
tenacità,  e  la  separsùone  diviene  pnrolenta  »  la-  snperfieie 
del  tumore  essendosi  ulceratagli  polipo  è  legalo  atte  pan|t4 
del  meato,  o  al  margine  della  mèinbrana  dal  limpAso  da 
un  peduncolo  o  gambo.  Però,*  tal  voha  0  eolio,  è  grossa 
quanto  il  oorpo;^  «  Fia  le  malattie  cui  .va  soggetto  il  meato^ 
nna  sola  < ve  a^bache  possa  venir rcanfusa  «oi .polipi^  e  que- 
sta, è  1^  eafiagionetdelle  glssdold  ohe  a^aasa  il  oarume  ^ 
le  quali  ft^ìngroesano  talvolta  si. ponto  ahe  ne  vies  •abiosa 
interanleme  il  mesta ,  V  ia&cmo  dursado^  sarda  .iaa  a  aba 


5t>o 

dura  la  malattia.  Qatuclo  If  |»arti   sono   eosi   niU  affette*^ 
una  o  dne'  delle  glandule  «oso.  geDcraineiite  pih*'  ÌDgroasate  ' 
delle  altre*,  e  qaasta  è  la  cirt^taana*  che  dà  lorb  ra«peito 
di  no  tumore  polipoao.  Se  |1>iiia^etiaaé'*i>c«ilàfe>feMè  inftnf- 
ficeafa  a-cliiariwi   intxirao   «Ha''iiafofa*  della   malattia   che 
mveme  ^ette  apparease»  farli  metfiert'adcypéi'arei  a  iatrodor- 
rs'ona  taata  iiiiQniO'allMii^oMà|DetftO'{  staateeti^  se  cfieata 
potrà  girare  liheramewte  airintonw;  "sarà  segno  della  nata  ira 
polipoB»'  del  tninore^  Ghe  se  non  si  rioscisse  a  insioaaire  la 
tasta  f  fuorché  da  on   hifo  s]el.'  tumórts  o  net   centro    del* 
BMato^  o  rìagfosaameoto   IcMse  <  asciutto  ^sensfbtlissioio  «4* 
tatto ,  e  4e  pani*  circomposte;  partecipassero-   delP  enfisgtone 
e  della  flogost,  in  allora   potremo '^sserWioiiti    non   arerT 
polipi,  ma  esser  la* malattia  vv'  seu^Nee  < enfiamento ''d^lie 
gianduia  e  degli  iaiegumsntt  dM  condotto.  » 

Questi  polipi  seguiisno  talvolta  per  aleoni  anni,  sema 
prodorre  nei' sistema  althi  grave  incon^nìéflMl  fubrafaé  la 
sordità  e  ono  scolo  puril^mfe,  iegnataoseote  \t)nsado  il  malato 
sia  iiu>ho  curante  della  olrttesYa  y  ci^  non  •  di  meno  ,  sono 
essi  sempre  nn^  infermità  da  temersi ,  stante  la  pOsiibile  de- 
generaaione  delle  parti  estèrna  dall'  orscohio^  triodi  impe- 
rioso dovere  diogni  nMico  sarà  di 'distruggere',  se  sta  pos- 
sibile y  qtoésle  esereseense  sa  tosto  che  a  lui  riesca  di  cono* 
socve  la  sitaasionie  o  la  'groasssaa  del  collo  del  polipo.  «  U 
messo  migliore  di  dìstraggere  i  polipi  nel  meato  ,'é  (  a  mio 
avviso  )d«  eslMi^K  daMa  radìée  col  messo  éi  mOllene»  e  in 
segnito  toccar  lo  psru  con  qoalehe  esoarotieo,  o  con  alcuna 
sostaata  stimolante.  Aleoni  chirarghi  preferiscono  il  caustico' 
alle  motletie  )  osa  quando  il  tumore" né  grosso ,  assoggettan- 
dolo a  qiiel  modo*  di' operastone',  il  processo  è  tedioso,  il 
dolóre  sovente  crtcciante;  ed^okre  quMte"  spiacevoli  cir'- 
•ostanso ,  le  parti  circomposte  te  ne  risentono  geoerafanedté' 
diHa"  forte  distruggiiHce  dd  caustico.  Egli  è  per.  qaesie .  ra^ 
gioni^'^ch' io  preCeriseo  .d' estirparlo  boi.  -messo  di  moNatto 
9QiuHì  9  leggermente  rìéorvei^  colle  qpalt'posife'  atfesinre:  il 
con*  dal' toaaore  asolio  pl^  ftwilawate  'abe^'oont  IpwItioqBe 
altro* 'mcacor  Prima  d' intrapràndeiv  V  sstispaviono  'dei*poìipi 
0tdk  necctibria  dà  rioooosóere^abtameaio   ih  pomo  di*  ori- 


i 


5oi 

gin  e  deir  eseresoeiua  ,.  ef  aftfJDtpdo  tdili^jratemettle  le  parti 
ai.  «aggi  del  iol^ ,  o  «ol  messo  delP  insp^etor  aurh ,  ai  bene 
g}jì0  colia  us|q  (aaricolarj.  . 
,  w  Aécertatft  la  aìtqasioae  della,  radice  dei  polipi ,  ai  fa  se- 
dere riofermo / «OHM  per. le  ftUre,pp«tra^io|ii  iotorao  airo- 
jEeoohio,  e  assicanato .  il  ctipù  da.  iia  ajato»»  V' operatore  col- 
la maao.  ainisira  steoderik  V  orecchia  esteraa»*  per  disporre  il 
ffieato  in  modo  che  entriao  i  raggia  del  sole,  o  quelli  rifles- 
si-dall' iospèotoraiiiris,  e- oolle  ni^oUett*  iieUa  dfisira  andrà 
cautamente  ricereairdo^tiol^ condótto  la*  cervice-  del  iomore,. 
aifercandola  eoo  anftlama  da  ciasouf}  lato..  Impogoale  ora  fer- 
«mamente  le  volle  ,  farà-  fare  allo;  stroaaento  un 'mezzo  giro  , 
e  ,  tiraodo  nello  stessè 'tampo  a.  se  ,  otterrà  il  più  delle  volte 
^i  eatiirpliris  il  polipo  dalla  sua.  origine,  e  portarlo  fuori  del 
meato«i«-  • 

Le  parti  esseado  ribchissime  di  yasi ,  > talvolta  in  seguito 
air  estirpasione  fluisce  notevole  eopta  ^  di  sangue  j  la  qual 
perdita  è  piii  allarmante  che  paricolòsa ,  piii  salutare  che 
dannosa.  Mei  polipi  recenti ,  V  aotore  ha*  soveoU  distratta 
r  escrescenza  toccandola  leggermente  ogni  giorno  .fino  alla 
intera  disiruzione,  con  un  pennello  di  orina  di  camello  in- 
tinto nella  Tinctur,  ferri  murìai. 

.  QapUolo  8.^  Scolo  pHtrplfnto  dai  meatOk  •—  La  poca  oura 
che,  generalmente  ^si. ha  deir  infiammazione  del  condotto ,  é  i 
mali  adatti  rimedi  che  si  impiegano  ,  rendono  ragione  del 
perchè  sia  sì  frequente.  T  ulcerazione  «di'qufesto  meato.  — 
L'autore  distingue  in  tre  specie  la  flogosi  di-  questo  con- 
dotto :  I.  dolore  se/iza  diminuzione  di  udito  f  ».  dolore  ;con 
iidito  dimianiio  j  3.  dolore  con  udito  diminuito  e  scolo  dal 
condotto,  f—  »  Sintomi.  Pochi  sono  i  sìntomi  della  prima 
specie,  oioè  caddòloramento  dette  parti,  sensayipni moleste  DeH 
meato ,  accompagnale  da  dolore,  più  o  mend',  ^QOjado  lo 
«tato  della  flogoiii.  «.  —  f»  IMelki  seoondu  speeie  il  dplpre  :  è 
generalmente  più  aculp^^he  nella  prima,  escorialo  da  di- 
minusione  di  udito  ^  rossiccio  è  il  meato,  tumidi  gli  inte» 
.^umeoti  e  le  glaodiile  del  cerume,  in  modo  di  ttrinjgara  il 
diama^o  del,  condotto  ,  al  punto  4i  renderlo  talvolta  quasi 
.ÌD>p«jrTÌQ«  Il  «hiadiiiiantO'  del  meato,  e   emulato  \di|lla.  lume* 


So'À 

fintone  ééìh  glandole  del  eefdiMr  «  degli  fottgaoietili.  <  -^ 
e  Nella  CeTM  «peeie  i  eintoau  non  léno  io  geaefale  lì  gra- 
vi eome  nella  prima  e  seeoodn  epeoie;  mm,  oltre  il  do* 
lore  e  le  moiette  tenaasiom  nel  meato ,  avW  idolo  di.  ma- 
teria puroleau.  Il  polso  è  comunemente  più  oelere  del  nn- 
tarale ,  taWdt*  aecompagnato  da  brWidt  e  da  altri  aintoam 
febbrili  ,  ebe.  deolinano  toito  formate  le  marcie  ;  e ,  te  Tin» 
fermo  è  ttitico^^non  eolo  qae'tivtomi  ei  fanno  piti  graTi» 
ma  I*  aggiunge  mal  eaiere  geneeale  e  dolore  nelle  parti.  Lo 
glandola  del  cerume  partecipano  deH'  altermaiono ,  e  l'omo-» 
re  appena  eepnrato  ti  converte  gradatamente  in  naa  oMitertn 
•ottile ,  giallognola ,  ttlvoila  di  colore  verdognolo;  ic  lo 
acolo  dora  longamente,  senta  eke  nulla  si  faccia  a  soUìcto 
deir  infermo  »  esso  acquista'  un  sentore  fetida ,  sgraderole  » 
succede  V  erosione  degli  integumenti ,  e  gran  j^^urte  del  con» 
dotto  è  convertita  in  noa  snperfioie  ulcerata,  e 

m  Accumulandosi  la  materia  e  ristagnando  nel P  intema  de- 
pressione del  condotto»  no  nasce  tahrolu  notevole  iodeboli* 
mento  di  udtt6 ,  specialmente  negli  infermi  di  diatesi  scro- 
folosa^>  nef  quali  In  «areie  sono  il  più  toTcate  dense ,  rap  - 
pigliate,  é  sonili I  acrimoniose  e  miste  di  sangue.  » 

Cura,  La  prima  specie  richiede  rapplioatione  delle  aan^ 
gnisnghe  intomo  all'  breccbio  «  e  i  porgenti.  -^  Formata  la 
aoppuiasione ,  Tale  a  dire  stabilitosi*  lo  scolo  dal  meato  ^ 
vnolai  li  più  presto  possibile  dar  mano  a  curare  le  nlceratto- 
ai,  per  tema  che  le  parti  cifgomposte  non  vengano  offeso 
irreparabilmente.  Doyrli  lavarsi  il  con  dotto,  quattro  o  cinque 
Tolte  al  giorno  con  la  ite  tiepido  o  con  acqua ,  e  porgere  al- 
l' infermo  qualcèe  aperitiro  amaro.  Se  la  malattia  è  recente  » 
rade  volte  non  si  lascerà  combattere  da  questo  semplicissi* 
ino  metodo  ,  pnrcbè  venga  dil^entemenie  praticato  ,  e  l' in- 
fermo abbia  V  awertensa  di  guardare  la  stanfea  ;  >  V  esperai 
»lfaii%  eskendo  spesso  cagione  di  nuovo  inceBdimento  ilo* 
fiatico  nella  parte.  Se  il  malato  non  pn^  dispensarsi  dallo 
uscire  di  essa,  tralasciate  le  ioTesiont  tiepide,  £irl  uso  di  una 
aolosionodi  nitrato  di  argento  { un  grano  in  dieci  once  di  acqua 
distillata  )  o  di  solfato  di  siaco.  Quando  lo  scolo  porolento  è 
•oocMtpagoito  da  «oiofola  iadeboiitaento  deli'  «dito»  il  aif« 


So3 

Buchanan  prescrire  t  mtrcnrkU  oolPoppio  e  eoli*  antiaoDÌo 
fino  a  che  U  costitutionc  seiit^  gli  effetti  dei  primi.  Io  più 
casi  ha  pure  troTaio  atilisaimo  l'iodio  ,  e* erede  si  poMa 5o«* 
Tenti  sostituire  al  mercurio. 

Per  gli  iufermi  del  Dispensario,  il  dott.  Buchanan  si 
trovava  costretto  a  cercare  un  rimedio  «che  curasse  lo  scolo 
in  breve  tempo  ,  e  ristauratse  V  adito  htaManeameme  ». 
*-  a  Dopo  mòlle  indagini  sulle  proprietà  di  diversi  medi* 
camenti  convenevoli  alla  cura  dell'  Inflammatio  suppurata^ 
e  dopo  averne  diligentemente  studiato  gli  effetti  in  infermi 
travagliati  da  qnesta  malattia ,  sono  stato  si  fortunato  di 
trovarne  uno,  il  quale  sebbene  estesamente  usato  per  viste 
ttieroantili  e  chimiche ,  non  era  mai  stato  praticato  nella 
cura  delle  malattie  di  quest*  organo. 

«  In  on  C9SO  pertinacissimo  di  scolo  pnrolento  da  ambe-* 
due  le  orecchie ,  con  notevole  diminuzione  di  udito  ,  .  già 
curato  sensa  successo  con  molti  rimedi,  mi  diedi  a  speri- 
mentare una  debole  mistura  di  acido  pirolegnoso,  sotto  for* 
'  ma  dMn)ezione,  e  T  effetto  sorpassò  la  mia  aspettativa,  es-* 
sendosi  tosto  sminuito  lo  scolo,  e  qua$i  immediaiamenU  ri^ 
staòilào  P  udito.  LMnfermo  su  cui  feci  lo  sperimento  (  una 
donna  ) ,  ebbe  in  pochi  giorni  il  contentò  di  potere  udire 
qualunque  discorso  gli  si  facesse,  sebbene  proferto  con  voce 
affatto  sommessa.  La  materia  perde  subito  il  fetido  sentore, 
diminuì  gradatamente  di  quantità,  e  il  malato  si  trovò  af- 
fatto libero  dalla  importuna  malattia  ». 

«  Ho  ripetuto  pid  volte  T  esperimento  di  qnesta  inìexione, 
ed  ho  trovato  ch'ella  ha  sempre  corrisposto  nello  restaurare 
r  udito  in  ogni  caso  di  scolo  purolento  accompagnato  da  di- 
ninnsionc  della  facoltà  di  udire;  e  oso  affermare,  in  questo 
•  nel  passato  secolo ,  non  essersi  introdotto  nella  chirur- 
gia acustica  rimedio  ptk  utile  delP  acido  pirolegnoso  ». 
^  L* autore  corrobora  le  proposte  cose  con  diversi  casi  pra- 
tici ,  pei  qnall  ci  é  forca  rimettere  i  leggitori  alP  Opera  ori- 
ginale, li  frado  deirinjésione  vuoisi  variare  secondo  le  cir- 
«MMCanse*  Lavate  le  parti  con  acqua  tiepida  ,  s"  in j ella  il 
fluido  in  modo  che  vada  direttamente  a  contatto  della  su* 
Ipacficie  escociiaa  9  abcraii.  (ali  effetti  dell' injeuonft  sona 


5o4 

capogiro  per  pochi 'mi nuli,  indi  qv  senso  di  ealor  pia <re vo- 
lo ,  e  di  TacuiiiÉ  nel  capo  ^  e  iofioe»  la  restituiione  deir  u- 
dilo.  Duraote  1'  uso  di  queste  .inìesioni'»  violai,  mantenere 
scioUo  il  Tenue. 

L4  Tavola  illusUano  mirabilmente  la  parte  operativa  del- 
r  Opera  ,  che  meriiereW>e.di  «tscrt  tra  le  mani  di  tutti  co* 
loro  che  si  danno  «Uà  cuta  particolare  delle  malattie  degli 
orecchi.  ... 


Traosactioos  oi  the  As^ciatioa  of  Fellows  aod  Licen- 
tiates  of  the  King  and  Qoeeo's  College  of  Phjai- 
ciansin  Iretand.  —  Transazioni  del  Collegio  medico 
deW  Irlanda  ecc.  voi  IV -  Dublino  e  Londra  1824- 


(  Seguilo  della  pag.  r8o  d^l  precedente  Volume  (i)  ), 


a 


'OSO  di  una  giovane  che  ha.  rigettato  'e  seguita  a  rigettata 
dallo  stomaca  gran  numero  di  inietti t  eco,,  di  W.  Pickells 
M.  B.  ,  urko  dei  medici  del  Dispensario  di  Cork  ^  eco,  '— 
Maria  Riqrdan ,  di  38  anni  «  è  T.  infelice  sobbietto  di  questa 
Memoria  Ad  onta  sia  in  oggi  snervata  dal  lungo  sofifri- 
re ,  non  manca  tnttaTÌa  di  que^  tratti  che  caratterissaoo  una 
cpstitttsfone  e  una  forma,  originariamente  robuste.  Ella  è  do- 
tata di  squisitissima  sensibilità,  di  temperamento  melanco« 
lieo,  e  di  «bito  religioso  di  mente.  La  sua  fantastica  me- 
lanconia sembra  aver ,  incominciato  dalla  morte  della  di  lei 
mad/e,  sulla  tomba  della  quale  andav%  giornalmente  a  versara 
il  tributo  del  filiale,  compianto ,   senza  alcun   riguardo  al  ri- 


(1)  NeW  impossibilità  di  dare  un  minuto  rajfgumglio  di  tutti 
§2i  jitti  Accademici  che  si  vanno  pubblicando  presso  le  ineim 
vilite  natioì^i ,  ci  sforzeremo  almeno  di  far  conoscerà  U  die* 
morie  pia  importanti  ehe  in  tali  MU  si  comlcìsgonù. 


5o5 

'gofe  della  Cagione.  In  una  di  qoeite  occasioni ,  oppressa 
dairaoiiteisa  del  cocdoglio  e  daUa  ifatica,  fu  trovata  la  mat- 
tina sefoentt  di»t(^  sulla  tomba,  ia  istalo  di  iasensibìlità  > 
a:vendo  colà  passato  una  «otte  intera  d*  ioTerao»  Megli  alti* 
koi  sei  anni  vebnfe  travagliala  da  vomito  di  sangue  e  da  in- 
tercorìrenti  convulsioni.  L'autore  la  %idde  per  la  prima  volt« 
in  luglio  tSiQi  e  siccome  era  oppressa  da  febbre,-  fu  tra- 
apor'tau  neNa  casa  di  ricovero  di  Cork,  ove,  trovatasi  ma^ 
lata  di  fegato  ,  eon  idcopistia  eematemesi»v«npe  ritenuta  in* 
torno  a^  dicibtto  mesi» '^solito  cura  del  dolt.  Piekolls»  "Siei 
primo  periodo  la  donna  era  «t^la  presa  piÙL  volte  da  iscuria, 
che  dì  quando  in  quando  area  9uJlieslo  Tuso  della  sciringa. 
«  In  alcune  occasioioi'»  quando  ai  lasciava  raccogliere  troppa 
orina,  la  dònna  liberatasi,  dlalla  tensione  deir  ipogastrio  vo-; 
mitando*  pretto  fluido  orinoso  ».  Maria-  era  pure  tratto  tratto 
assalita  da  improvvisi  accessi  di  una  infermità  che  avea  seui- 
bianza  di  catalessi  a  stanteohè  rimaneva  fissa  colle  membra 
nella  positura  in  ^ui  si  trovala  nel^atto  degli  insulti  :  negli 
intervalli  soffriva  di  varii  sintomi  ,  come  vertigine  »  cefalea, 
auKSurro  di.  orecchie ,  pervertimento  dei  sensi  delia  vista, 
del  palato*  (iteli' odorato.  Una  volta  divenne  affatto  amauro- 
ttca  per  quindici  giorni ,  e  guarì  mediante  uno  scolo  icoroso 
dalle  orecchie.  iLL\dmateaiesi,  durante  qiiesto  periodo  ricor- 
reva piii  o  meno  frequentemente  ,  là  quaotiiii  del  .sangue 
rigettato  variando ,  |xer  «erfiàine  medio ,  da  noa  piata  a  utia 
pinta  e  meaio.  L^  inferma  ,solevA^.-  lagnarsi,  di*'  un  singolare 
dolore  mordace  alla  bocca  dello  stomaco  ;  e.  la  sensibilità 
delP  addome  era  talvolta  sV  squisita,  che  il  .liOCQameato  piJt 
leggiero^  o. 'por  anco: l^  axia  scossa  da,  una  perdona  che  la 
passava  dappreaso,  bastavano t a  fada  cadere  in  convulsio* 
ni.  Variabile  era  T  appetito,  e  vomitava  frequentemenio 
il  cibo.  La  donna  si  era.  avvezzala  Rimangiare,  gi or naìmeo te 
grossi  peazi  di  .calee^>,  che  avea  trovato  adatti  .a  mitigare  il 
Senso  di  bruciore  che  provava  nello  sioikia&o*.  Avea  sempre 
la  bócca  acatecia ,  e  una, sete  inestinguibile.  Un  fietore  intol. 
lecabila  usciva  dalla  golaj  la  Jiagua  sempre  imj'aniata ,  gli 
intestini  pertinacemente  costipati.  Le  purghe  lunari  quasi 
cessate  dal  principio  deir efpiiìfiione  degli  insetti:  nel  cofso 


5o6  / 

d«*  tr«  atiDÌch«  precedettero  la   e«inptrt«  di  ^eili.  otpiit 
importuai  ^  era  stata  toveati    att^  orlo  della    lonba  $  Matti  ^ 
per  bta  qaattordlci  o  quindici  Tolte  a  Méuw  ti  aveaso  aai* 
nistrati  gli  aitimi  riti  della  Chieea. 

L^  espulsione  degli  insetti  ebbe  principio  il  dì  3  di  aprile  del 
iSa»,  e  da  questo  giorno  il'dott.  PicMU  ntitò  quasi  giotw 
nalmeme  la  donna  sino  al  99  di  aprile  del  i8a3.  La  prinn 
▼on  iiione  di  insetti,  (  Lartfae  )  ebbe  luogo  in  seguito  ad  nnn 
violenta  emozione  di  animo ,  e  fu  ioiniediatainente  preeodn* 
ia  da  nseiia  di  sangue  dilla  boecAi  dal  naso  e  dallo  oreeobie: 
Noi  non  descriveremo  i  varii  insetti  »  in  tutti  i  periodi  d-^ 
bruco  ,  larva,  e  di  aotmalo  perfetto,  minntamento  esposti 
dal  dott.  Piekelit  e  rappresentati  nelle  Tavole.  Osserveremo 
però  ,  che  testimoni  dell^  espulsione  di  qnesti  animali  furono 
spesso  e  fautore  ed  altri  medici,  ragion  per  cui  non  può 
avervi  argomento  per  sospettar  I*  inferma  di  inpostnra  o  di 
artificio. 

«  Sono  sicofù  di  vaintaro  assni  meno  il  numero  deUe  larve 
dello  scarafaggio ,  se ,  indipendentemente  da  ohre  pn  conid* 
aajo  espulso  dalPano,  io  dieo  averne  la  donna,   a  diverse 
ripreee  t  rigettato  dallo  stomaco  non  manco  di  setto  cento  » 
dal  tempo  cbevmi  diedi  ad  assisterla*   Dorante  lo   cute  -olio 
le  prestai,  i  miei  comi  particolari  ne  ùinno  junmontare   il 
tiumero  a  ben  olEre  quattro  eento  t  non  comprese  in  questo 
calcolo  quelle  rigettale  nella  mia  asseosa  di  tre  mesi  ;  perì»» 
do  notevolissimo,  stante  che  quasi   ogni    {(iorao   la    donna 
vomitava  delle  larve,  e,  in  qualche  incontro,  ne  ▼omitfvn 
fino  a  trénta  per   volu.  Molte    venivano   nceise,    mossa    In 
d9!^a  dell'  ardente  desiderio  di  impedir»  la  pubblicitli    del 
sdo  caso  ;  molte'  però  tosto  vomimte  fuggivano  immediata  « 
mente,  svolgendosi   presumente   dai  vaso,    per  rintanarsi 
nei  fori  che  incontravano  nel  tavolato.  »  -«  «  Ben  oltre  no'* 
tanta  vennero  consegnate  al  dott.  nùmp^$ólt ,  e  quasi  tutte  « 
Compresi  due  Individui  del  tenebrione   mugoajo   (  Trifòrio 
motoor),  erano  state  espulse  dalla  donna  in  dtvnrso  vohe« 
me  presente.  La  media  grossessa  era   di  circa  un  pollice  ; 
mólte  però,  eh* io  stesso  misurai,  erano  hingho  un  «pollice 
o  nesso.  »  •»  «  Le  larvo  doUMuietlo  diptofo»   qnantnoqu» 


i  567 

•  detta  della  doiimi»  espulse  onieataeate  sette  o  otto  volte  ^ 
erano  uscite,  si  può  dire,  a  miriadi,  dotate  di  pienissima  .vita 

•  di  a;{tilssimo  moto.  Si  ignórara  se  V  inferma  avesse  riget- 
tato  di  queste  larve  negli  ultimi  sette  mesir 

«  tie  larve  dello  acarafaggio ,  pocbe  eoceHaata ,  erano  vive 
e  assai  vigorose;  né  seosa  vibreaso  si  poteva  vederle 
saltellare  loafgo  le  pareti  del  vaso  in  eni  erano  custodi- 
te ,  aWargando  tratto  tratto  le  mf  soelle ,  e  stendendo  i  piedi 
dentati,  o  talloni^  come  osava  cfaialBarK  la  sgrasiata  donna 
che  le  albergava^  nel  vèntre.  Talune  ,  che  parevano  mor- 
te ,  tornavano  in  vita  esposte  al  calore*. 

«  Chiuse  in.  piccole  scattoliae  vote ,  alcune  vissero  eltra 
on  mese.lisig.  C/ear,' di  questa  città, è  riuscito  a  mantenerne 
in  vita  pia  di  on  anno  parecchie  rigettate  tra  lo  prime,  col* 
l'averle  serbate  in  piccioli  vasi  di  terra  ripieni  di  argilla 
assicurati  in  modo  da  non  escludere  r«ria.  Alcuni  individui 
delle  larve  del  blapso  ,  eh'  io  diedi  al  sig.  Clear ,  serbati 
nella  farina  si  vedevano  rìsalhre  continuamente  alla  superfi- 
cie, come  fossero  impasientt  di  mutare  on  soggiorno  che 
loro  riusciva  importuno  :  al  contrario ,  collocate  neir  argilla 
ai  seppettvano  prestamente  in  essa ,  quasi  si  trovassero  nel 
loro  natio  elemento.  9-  -     . 

Intorno  aJ  modo  con  che  quesii  insetti^  o  piuttosto  le  loro 
ova  s^  erano  introdotte  nel  ventre  -  della  donna  ,  il  dottor 
PicktUa,  ila  da  essa  risaputo  ,  «  «he  ali*  età  4i  quindici  anni 
all'  incirca ,  essendo  morti  due  sacerd'oti ,  che  Maria  teneva 
in  ahissima  venerazione,  alcune  vecchie  donne  Taveano  am- 
monita ,  che  se  per  nn  certo  tempo  ella  avesse  giornalmen- 
te bevuto  una  certa  quantità  d'acqua  in  cui  avesse  stemprata 
della  terra  raccolta  in  sulle  tombe  di  que*  sacerdoti ,  ella 
sarebbe  «tata  per  sempre  guarantita  da  ogni  infermità,  noti 
meno  che  da  ogni  peccato.  Conforme  a  quella  predizione» 
Mmrim  si  era  recata  a  Rinsafe,  distante  dodici  miglia,  ove 
nno  di  qne* preti  era  stato  seppellito,  e  avea  raccolto  un 
grembiale  pieno  e  nn  fasxoletto  da  naso  di  quella  terra. 
Soggiungeva^  che ,  al  suo  ritomo ,  avea  potuto  procacciarsi 
on  buon  fassolètto  e  diverse  brocche  ripiene  di  terra  del 
Sepolcro  dett^ahvo  sacerdote ,  che  avea  avuto   sepoltura  io 


5o8 

qitefiA  ckik..  Biaria  «••▼•  d^  iofoad«re  aeqoa  di  tèmpo  in 
tempo  ,.t«ooBdo  il  bitogoO)  io  un  vaso  oooteoente  una  por-^ 
alone  di  qpi;Ua  fere  a ,  e  quando  le  p'oaae  particelle  eeano 
cadute  in  fondo.»  oa  la  tracannava  aTJdaoMnie.  » 

Egli  è  noto  elle  ilblapso  mortiftaga  abita  i  cimiieri  e  so-^ 
iniglieyoli  laog)ii  raiecome  però  l'aocidente  testé  mentionato 
era  avveanto  dodici  anni  prima  ohe  Maria  cominciasae  a  ri|[et- 
iare  inaetti  dallo  «tornano  ^  egli  pare  diffibtle  di  spalleggiare 
coir  analogia  la  auppoaiaione  deiresaer  eglino  sk  longamente 
rimasti  nel  sistema.  Non  è  Inttavolla  imprabaMle  ,  che  ipie> 
sti  insetti,  a  vario  portodo  di. STiluppo,  venissero  rigettati 
•ftaai  prima  delP  epoca  ■  precisa  in  coi  si  coqiinciò  aricono- 
acarli.  Infatti ,  egli  pare  ,  che  riceccatà  pik  minutamente  la 
.diinna.,  quattro* «nni  indanài  la  data  «upertormente  accen- 
aata ,  eHa  arease  evacuato  daW  atto ,  in  seguito  di  un  pur* 
gativo ,  qnalcbe  cosa  di  simile  a  ciò  che  in  appresso  si  co- 
nobbe' consistere  in  larve  delio  scarafaggio.  Però  il  dottor 
PicfudL ,  .tiene  più  probabile  che  gli  insetti  eotras&ero  nella 
bocca  f  quando  questa  £intastica  donna  ,  circa  otto  anni  fa, 
andava  a  passare  la  notte  nel  cimitero  <i). 

Da  questo  fatto  intanto  si  raocoglie  quanti  disordini  pos* 
sano  scaturire  dalla  presenia  di  animali  vivi  nelle  prime 
vie  :  e  quanto  importi  *  al  niedieo  nell^  epilessia  ',  neir  idro- 
cefalo ,  ecc.  di  rivolger  V  oocbio  a  escludere  il  sospetto  di 
siffatta  cagione,  prima  d'intraprenderne  la  cura  q«1  senso  di 
malattie  idiopatiche  (a). 


.  (i)  f^eggasi  in  questo  sUsto  Fateioolo  d  en«o  del  doU.  Tnle 
di  queW  uowio  che  rigettava  dallo  stomaco  larve  di  ine^UL 
.  (3)  //  proposto  raggua^io  termina  cqI  mese  di  Fei^ra^o 
del  i§23.  In  fine  del  volile  delle  Transationi,  a  forma' di 
Appendice^  si  legge  una  Jfota  del  doti,  Pickells,  neUa  ginUa, 
seguitando  e f^{  fa  storia  di  questa  dona^  fino  a  die^pAre  di 
detto  anno^  soggiunge,  d^e  V.inferma  ha  /continuato,  a  vomitofe 
come^  prima  larve  4^1  blapso  ,*  se  non  che  iwve^satasi  aW  uso 
deW  olio  di  trementina f,i:omiocià.  in  guasto  p^oi$io  aVsffeUcre 


5og 

'  l>ue  eaii  di  groAs(  turno  fi  nel  còlio-  estirpati  feìicémeme  ^ 
con  oieefuazioni  ;  di  R.  Adam»,  jÌjB.^  ecc.    — ^  Esempi    éi 
opeèazioiii  èbirafgiciie  ferdiìclabifì,'80Do  cerrameDte    i    doe- 
Gasi  che  siamo  per*  narrare^  Il  primo  dimostra  la  praticabi— 
lilà  delU-cstirpanonedi  tiD'ttumore- che   protubereya   alPia- 
fuòri  a  lato  della  faccia  e  'del  collo '^  iateraandosi  fin<»  «Ha 
base  edel) cranio  /  e-   «  ooiqpando  iotaim«tite  la  natiirale  si-' 
tuatione    delU-  piipotide^  «  Nel  'secondo ,  il  tumore  era-Ho-^ 
tevole  pel  volume  e  pelle '«stcae   conoessioni ,    giacofaè   era- 
più  grosso -delta -testa  dell'' iafer ma  ,  donna  attempata  e   as^ 
sai I  indebolita.  Il  risoltMo  di  quetto^Caso,  osserva  il  dottor 
jMk/iiS'^i'risgintrda'.ad  -nn  «rgomenco  inforno  a  cui  tuttora  di-' 
seM'dé  è.  V  opinitNiv  dei  e^imrgfaiy.gli  nni  mettendo  in  dub* 
bio  la    cooTenienia  éè  ]^raflicare  i»'?  operaaidne  otc  sì  estesa 
é''la>  tkalaMJa;  gli  iittris   adunetteiidetie   la  !  cromrmetolezsa  , 
ma^  credendo 'mal  sicttra  Pt>peraxiobe' iieiits*  farvi  precedere^ 
l'aièaeeiatafa'dellaioarotide  òembne.' » -^oUa  acori»  <di  questr 
casi  mi  sforzerò  di   provare,    1" ultimo   pròvTedia|eBté"0dii; 
potere  «he  90C0  -e  nulla  oontriboire  allB4ÌciirezeadelPòpc''«i 
rasioiie.,  raemre    che    deve    notevolmente  mfinora^e  •!   gradi 
di  probabilità' del  ricuperamento  dèllUnfermo,  »   /  •   •      ;    ^ 
i.^  Cajos.fi^  C.  ^  di  34  «noi,  d^nna  di-  tempra  '^dicala-, 
venne  >a  Dublino   con  un  grosso  tumore,  di  fórma- :  ovale  / 
siluvfb  óbbliqt»aiente  sul  lato  sinistro  dei!»  faooÌB'e  4ei  éotlot) 
Dalla  sua  massima  altesta ,  ohe  corrisponde:  a' dna  lihea  ti- 
rtftt  d»lla  >palf ebm  alia(  somttitè  deUn<c«rtihigine>  dell?  Grec- 
ita ,•  esso 'Hi  (prolunga  allMo  giii  fino  ali»  distanza''  di    due 
p<lMiéiiftaU'anio9Uisione  starnale  della  clavicola;  anteriormente 
ai  d»v«^an  «i  un   pollice   dall' angolo  della  bocca  ,    4  poste** 
rt«raJettic,.pa#saado' sopra  il  processo  mastoideo,  •  si  estende» 
par*  qMl0bsi4raAt9  eoi  margine  anterion  del  trapesio.  B  colio 
dd  tuiMneha  una^jcìrcpnltvcnsa  di<  qnisdiei  pollioi  e  mèszo  / 


••-*•' 


I    .  ».  e. 


maggior  *numero  tèi  lane  daW.mi^,.  che  ^ dati»  etomaeo»  In  ifuè- 
M»  iatenmlio  'ettàhiuà*i»a  -^^  lamei'O'jifitéUì^viventi deléii^t 
^  icltre  il  ÌMM^eidel  àemeàrioàaf  e  piar  turdiipur  0nco  .aiamitè' 
bntfoidì  una  s)$eeif  «fi^dsoicak  .    >  » l  -        '    >  '>  -^     '• 


5io 

e  U  parte  già  groftta  Bim  eeeed*  qufti   oltre   ón  pollice 
questa  raienra ,  ragione  par  coi  il  tumoffe  non  peade  tacco* 
flaandato  al  eoo  oollo ,   ma  e  aodaaieiité  itdereote  pec   hett. 
eioqne  polliei  alle  partì  che  a  lui  aovtcogoao  il  soetegno.È 
aspro  a  berooeolato  alla  soperfioie!  esterna ,  dì  eonsistentli 
assai  dora  ,  e  serre  di  ostacolo  al  perCsMo  apriaBentè   d^Ua 
bocca.  Da  quanto  pare^  nessaaa  parlo  é  slata  apoetata.,  ec- 
cettuato il  lobo  inferiore  dell*  orecchia ,;  obe  il  tumore,  nel 
erescem  ali*  insb,  ha  strascinato  con  seco  ,    in   modo    ohe 
affatto  impedito  è  V  ingresso  ^eU*  aria  nel  meato  esterno.  » 
La  donna  tncconiaTa  che  la  ttah^tik  area  incomincialo 
Tenti  anni  addietro >  nel  qaal  tempo  si  eea  at veduta, di   na 
tomoreito  sotto  l'orecchia,  sulle  prime  asoblle  ,  ma   in  aa« 
gnito  diTcnnlo  fisso ,  e  che  era  nodaló  crescendo  sempre 
pib.  n  dolore ,  che  sì  faèera  senlire  ben  di  rado,  aeccituato 
nella  primavera  e  nell'  aulanno ,  era  leggerissimo»  ma  la  de*> 
formitli ,  rciklendnia  sobbietto  di  curiosità ,  trtsse  la  donna 
alla  metfcpoli  per  cercar  modo  di  liberarsene.  »  Esaminaa* 
do  diligentemenie  il  tumore ,  trovai  bensi  che  ^o  sembra» 
va  un  po^  fisso  leddove  copriva  la  parolide ,  ara  ohe«  tutta 
la  portione  che  occupa  il  lato  del  collo  era  io  qjialche^^jno* 
d»  mMIfir't'èi  lasciava  distacoafc  dal  lato  delk    latioge  , 
e  dal  muscolo  mastoideof  e  quantunque  presso  l'orecchio 
e-  V  àngolo  della  mascella  inferiore  si  approfondasse  di  trop- 
po per  permetterò  di  riconoscere  colle  dita  le  connessioni  ohe' 
area  in  questo  luogo,  e  nello  stesso  lampo  èervisee  4IÌ  io^ 
pedimento  al  pieno  allargemenio  della  bocca  ^  ia  degUli tiene 
non  era  non  pertanto  che  pocfciaaimo^  impedita  •  :  •  ^eaamiaito. 
attentamente  le  fàuci ,  mi  sono  convinto'  cbA  U  Isnage  non 
era  punto  interessau  profondamento.  P^r  qaesia  conaidesa* 
zione  non  esitai  a  consigliare  la  donna  udì  >eattomtitleiai  to«> 
sto  alF  estirpaaione  del  tumoro^  aRa  queir  oÌia.>vt>ieniirrasa 
mente  assentì.  La  mattina  del  dì  16  maggio  1818,  coirajaio 
dei  sigg.    ColieM ,    Wilmot ,    Duggaa  ,    Ciuaek ,    Harrison  , 
e  alla  presensa   di    altri    amici ,  '.iMm^eii    V  estirpaaione 
del  taOioreoel  modo  eeguènte  :  collocata  è'ialrrina  oriaemii* 
talmente  sopra  una  tavok ,  col  cap»  iieolta  atta  luce  ^  cqr* 
minoiai  dal  fare  dac  incisioni ,  ofaìi  4atta  pane  jk^   aita  ai 


5fi 

csuncleTaiio  alla  ptne  pia  basua  deltuoiOM»  comprendendo 
tra  esse  nnn  port^De  di  cuto  Uioiata  «dereni*  «Ila .  di  lui 
•operficie*  Iodi,  dissecala  la  cute  dalla  .sua.  parte  anteriore»  e 
tovesciata  snlin  gaancia  »  separai  la'  aisti  a  qnalclM.  profana 
dite.  loeontiatesi  ora  delle  difficoltà  nello  dìstacM^are  il  tomo- 
te,  dove  passava  dietro  il  ramo  ascendente  della  mascella, 
ci  sforsammo  di  levarlo  dal.  di  dietro,  ma  in  ci^  non  riuscim- 
mo che  paraialmente ,  finché  alEerratolo  fermamente,  a  tirsn* 
done  il  collo ,  ebbimo  tagliate  quelle  parti  di  capsula ,  le 
qaaliy  connettendolo  colle  parti  sottt^oste,  s*  inbontraronp 
di  singi^re  rcsistenaa»  Separatolo  dal  basso  alPinsu»  cima*^ 
■èva  da  dasuccarlo  dair  incavatura  deUa  parotide  i  nella 
quale  il  trovammo  fermamente  conficcato  i  epparo^  in  partf 
coti' uso  prudente  del  coltello ,  rivolto  sempre  il.  tsgli^n te 
al  tnmore,  e  in  pane  con  oa^ti  stisarebiamenti^  tutta  la  massa 
fu  svelta.  FinaUiienle,  disuccammo  dal  musaoUmesoetere  al- 
cune portioni  di  rimanente  capsula  «,  insieme  alla  parte  ,ta^ 
letiore  della  parotide  «  alquanto  allexntai  li'sangfie  che  ver- 
savano-le  arterie  ferite  venne,  ^durante  •  T  operaaione y  re«- 
preaso  dalle  diu,  e  dappoi  colla  le§Mara.  Non  essendoci 
presentato  il  dnito  della  parotide  «giova-  credere  ,  oche  il 
tumore  l'avesse  smosso* dalla  sua  s^de  naturale ,  o  -che  esso 
avesse  sofferto  una  tale  degenerasione.  che  avea  perduto 
le  apparenaa  naMraU  ;  il  che  a  me  sembra  pia  pr<^)abile^  » 
L^  inferma  sostenne  Toperasiona  con  grande  fermeasa  d'a* 
inaso.  Si  trovò  che  il  tumore  era  stato  appoggiato  sul  la|o 
della  laringe,  e  in  gran  parte  sul  muscolo  sun)o«mastoideo; 
Soperionaenta  e  a  fronte,  tutto  il  muscolo  masaetere  esane 
-alato  tegliate ,  e  dietro  di  lui  il  ramo  ascendente  djdUa  mar 
seella  e  l'angolo  anteriore  del  muscolo. mastoftdeo «reno  .per 
qualche  ttetto  dinudati.  Fra  qu^le  ultime  parti ,.  il  tumore 
si  era  seavate  una  profonda  cavità ,.  circoscritta  posteriore 
•mante  dal  processo  mastoideo ,  anterioMnCnte  dalla  parte 
posteriore  dell* articdasione  della  masceJUa>  a. dal  imnscolo 
ptefigoidao,  supertoffOMÉte  dal  meato  uditiva  e  dairorec'- 
ehio  fino  njla  radice  del  processo  stiloi^eo.  In  somou^  fa 
meno  atto  acoperio  latto  loi  spasfo  eh»  la  paeaiida  òocqpa 
oaturalmeate,.-*  sansa  Over  tsotato  vestigia  élciuio  dL.qocsta 


Sia 

glnidelt.  •  Il  tamore ,  idèiù  estirpalo  >  peiart  mt  libbra  t 
sei  once  ;  era  di  tessoto  cfellulosd ,  s«M^  in  generale-^  na 
molle  in  'alcuni  punti'.  T^a»  massa  •  era  •arcoodata*  da  ona  cap» 
sola  aderente^  la  qoalo  dispensa  va  propagioi  >  fra  i  molti  suoi 
lobr.  L'interno  del  tumore,  pel  eoo  aolor  giallo  e».per  la 
coosisteaxa,  si  aceostarra  allo  stalo  di  earciooiiia;  però  non 
a^ea  qoel  lessato  6bro- cartilaginoso  che  molti  *  credono  •  es- 
aenslale  a  cpiosta  orginisaÉaione  morbosa.  Ad  onta  della 
fòrte  febbre  sintomatica  soru  il  <}«arto.  giorno,  nel  qaaltof» 
dioé»im«>  la  loferBia  era  in  istato  di  nscim  ,  o  in  sei .  sotti» 
mane  la  ferita  si  trovò  del  luUo  Oicatrisxaia.  Sono  onmii 
passa  ti  «ioqoe  annldaM*  operaaione;  t  la  donna  •  seguita  a 
godere  ottima  salute. 

Tulli  ootfosflOno  4e  gravi  controversie  insorte  tra  i  ohiror- 
gbi  intoMio  alla  coweni ettia  o-^possibilitè  di  estirpaae  là  pa- 
Totkle.  M  tSteo*' «narrato ,  osserva  il  sig;  jidam» ,  si>  può  forse 
eiiairp  é  <pro  e  vontro'  quélP  operazione:  Si  imponeati,'  eraaro 
le  apparenrta/  ehe  riconi  àeì  dqrnrgbt  presenti  erodeiiero 
los8#  stata  realmente  svelWi  la 'glandola»  daUa  sua  «avita,  e 
r  autore  iaiesso .  sare4M>e  ecttrMo  qel 'saedesimo  divtsaaseoao 
•e  'non  si  fosse- trovato-  predispose' a  ^nsara  altrtaseati  dai 
^obbjii  cfa«  rSi  'SbttO'' sempre-  laiMÉlientttf  «fila  TpossibiHtà-  di 
qu^la*  operaaione;  <^*4liflétiutoiii  un  iloesa^v  mi*  convinsi  «ho 
net  nostro*  caSo.  tratlavasi  «!ìiicameo%e  *  di  «no  •  di  qoe*  scm<r 
pli^i  tomon  cistici y'f  qaUliy'nati  ori(;imf<atafeaM>da  impSer- 
fetta  risoìiiaione  ds  qiialrbe  glamMa-  KnlMca'  aroltasi  sopra 
la  paroffiie  ,' col  successivo'  a<foresci«»éittf  c'j  colla  coinproat 
%ì&àé  baeteo  ^ft>ttlosHO'lUssofbttaD«tfio  di 'quella  porsìone  dì 
-girtbdal^a  sttlivìiile  cbe  stava  softo  di'  esMa  rtioCaff i  >  unto  par- 
lotta/wd  càs#*Dostro,  era  P  obtttMaatoae 'di  quesi^  organo  » 
elle  M  sblottparte  di' vera*  so«(Caa8a>  glandolare-' ciiè  si  <  potè 
yfeonòsceré  ,:<Ai  quella*  pieolola  porzione  >  •che ,  rtasanende 
èopra  il*  «lusc^olò-  wassèiero  ,>tion  era  stata  né  ooperia ,  -  m& 
«cbia^a^adal  taatore,  »  I  '  •  •  '■  '\ 

•  il*  ftig;('^<jtfiii#  plwrede  laitavia -obe  altri  potranno  rìguar» 
dare  soanr  alito  assito  qaestvisaDria/^o  «raderla  itendenta 
a  pvooara/^malla  al^ssoi  nella"  relativa  :  posiamone  .^t  questa 
gtedttla  cba  dsWMi  distorai.'dJlU'ifliirafifseAdtai**  resorpar 


/ 


5i3 

"liiooa.  Siod#D«  W  powùfk  dura  M  léttiqio  ^ajó^T«iiii«  ^^ 
vìtft  im|Miii«ro«iUe  i  é  que^  mi   ebre  imh»  erano  •caii   e^lite- 
BÉti.  dalia  oooifirMaioiia  .del  tqnareai  Usciarafo  «tiiciirare 
con  poca  diflidoUli ,  così  si  è   potuto   ffeoHmani^  eiritère   la 
«vena  >Ì chiave 'ini eroa   e  là  ciarotide  ^  eaètndo   eaM  -  Tenuta 
«btaffacsantvia  TÌsla,  «  Pttrò.non  *TÌ/raol«  grande  iatgagno 
ji  'oaaaprcs^re,  che  I'  estìrpasione ..éi  un  tiimur  ..arjcicp  dal 
cattai;» ^siano  quali  ss  Togliano  ì:buoì  auaatbl,.itQn  può  mai 
•aaope  aooonapagoata  dalle  diffieohà  iéaaj^aliili   dall' «slir- 
fitaalone    dalla 'pi^^iidv   ìb  itiato  rmurboMOi'  nò  U   diiruigat9 
laiaaéoèi.tli  lai  ^ai  sonp  a^taaersi  «li  tanto  peto  per  Indiurci 
SI •  eradere,  chefun'op^fosione  aifFaita  si  possa  eseguire  tenta 
liir  oltraggio,  alla   prbdanaa'  da   enir  non  'dere  .mai  andare 
«ooaapagaata   la  >  saaioiiala   cbirurgia.    Delta   osservaaioni  si 
pottaono  liir  calere  tuU'al  piii  per^ppovarey  che  neUa<  sem- 
plice regione  della  pacaiide  Jn.isfa<aa0riiiaÌe,Dnlla  avid  che 
posila  in  medo.a^soiuio*  togliere  al  chisurgo  la  possibiiità  di 
«^tif parla  ;  ma    se   per   uo  momento'  coasideriamo   il  fero 
àtato  acirròsodi  questa  glandida»  ohe  è  quello  contro  cai  i 
obìrurglii  anatoiiiici  dichiarano  imprudente   il  tentarne   re** 
stirpask>iia ,  «piaAdo  eijoèla  ao»ta0u   delia  glanoola  é  già 
oamipres»idaU' aeieoe   carciaopiaiosa  ,^.  qaando   per   qoesla 
asione  ^emat  A  è  giji  ingrossata  ;-  e  eoa4'ertita  '  in  no   tumore 
«laro.f  nott'-elasueo,-  cbe  neo}  fo  mài' mobile  fino  dalla   Sua 
origifté  I  in  'albera  oooversemo ,  eonó  persuaso  ,   eon   coloro 
ebe  jfciaMetigiMiQ  sotto  tali  ciccoatanse  non  avere  pie   inge- 
renaarla  mani»»  chirurgica.  Ne,  consultaado  la  storia  di  que- 
sta. mAlauiai  può,  credalo»  aterri  ragione  di  recar  in  dub- 
bM>  la  pr4iidensa  di  questo  divi^^ameoto  •  sapeadoai  che  laU 
affesioni  rimangono  eiasioaarJe. pervenni»  mentre ia  sperienM 
in  quasi  tulle  le  op^cèsiofii  praticate  per   T estirpasi one   di 
tumori..eanoeresi>oi  odnTinae  purtroppo  non  doversi  riporre 
•ebeipoehiasim»  ficlumaiiwdia  Imo  elficecia.  e 
.>  FittAlmeait,  l'amore  osaervia,  ebe  mentre  sno  intea4ioienlo 
ò-^dicbiarMle.affo|iilfim!e«te  inconieaelrole  l' eatirpaisione 
de^ia  4>aro|i4e4Oi:^af0  «/l'.ma/all'Hy    egli   vorrebbe    non  di 
JlkéfiO  si.seni«||e  .:!"  assoluta. necessità  di  ridsuov^re  que'  tu* 
mm  saocati  ot!  eAia^i /iSbe  talvolta  orttwiio^QU*.  regione  di 
Annali  To/.  XXXFUL  5J 


54 

^•tu  f^wMài  4«aBiÌD«^e,  a  dir  ver*»  ù  «Utlingtora.  i^atfi 
•le  éu€  wp§eì€  di  tMttori  •!«  Msai  Toke  cqm  dittoiUnkwy 
dovcmlMi  perei4  eoniforaMta»  il  givdwia,  •  accoa^  delle 
individeeli  oireeeiedce. 

'  9i^  CbM*  BHfWft-Dsljr.dff  (Starai,  è  de  Iragi»  teaipo 
iio|iai  de  •■  leiéoffv»  efa«  e  poco  e  poeo  è  aedeio' epeeecn- 
do ,  per  Biado  obe  preiraioaMate  ne  ba  ooperto  ^oeei  lotto  il 
ooMo  f  peBdeadéte  sol  petto  »  aeo  feote  frwre  ioeoaiodo. 
La  melÌMtìe  ha  «eoofliiooìAto-  irenVaooi  le  do  oo  dototomototto 
pnmo  reninolo  delle  «uMeelle  iolwiore»  il  foal  «OttiOffe 
■letioneffo  oe*  prlaii  aooi,  itadè  'poecie  yradetemeoto 
teeodo,  eebbeoe  etsai  e  rileoto.  «  Il  toiMte  he  eli»  fino 
eeipiittelo  un  toIobìo  iiot»TolÌMMio  |  le  paMo  pia  alta-  è  ai» 
teata  pioflto  1*  ofvoabia  deetra  »  la  oel  earlilegioe  è'  etata 
reepÌDta  alPioeb$  <iì  f|ai  il  «ao  elleeoo  ti  etteode  obbKipMi- 
neote  lo  avaatir  Mpto  il- fama  ed  aagalo  della  flieaeella  lor 
feriorr,  ino  a  dae  poUiei  di- Ik  del  meato  del  lato  .iiattiie  f  poe- 
teriornieate  eorpeeee  il  ptoceieo  niaelejdeo,  e  ditOendMido 
Werio  la-  eoBiMità  della  spalla  eaopre  per  ben  «dae  'terti»  il 
VDtcolo  trapceìo ,  ore ,  Iveiaado  il  aMiteolo ,  la  Knaa,  obe 
«irootdHve  la  parto  iofnWe  dal  eolb>  dei  toaiofo»  Mende, 
In  dlretione  Mnii«oiroolaro >  eopre  rartìeolaeiòae  eiaraale 
della  ainietra  ebnrieola ,  eoi  tooca  ,  a  di  qai  al  margino  del 
aMseolo  maeloideo  dei-lato  opposto  ,  per- eteandare  qaivdi 
alla  maseella  inlifiore  luafo  il  tato  eftniatto  '  dslie  laringe. 
Cosi ,  il  ci4lo  d«l  tomore  ba  f/enta^iinflro  piMtd  di-eireoah 
fereais'^  e  comprende  tatto  le  perii  Impovtliall  dalla  ragiono 
eervleale;  soperlormeote ,  ti  taoove  -eoa  sormonta  sempll* 
aemeaie  la  mescella  iofefiora ,  laa'  sombra  innabaipsi  "  eome 
venisse  dal  didietro  e  tra  qaest^  omo ,  daMo  spasiotra 
Posso  ioide  •  la  basa  dalla  bocca;  dal  qoal  paiAo,  diseon- 
dendo'  atta  alatola ,  oaopra  tana  la  pane  anteriow  del 
eolio  ,  Bormootendo  laiieramoaie  la' laringe' e  le  traebaa  ,  lo 
ifbaW  del  f  amore  soao  sttte  cacciale  tarso  il  kfa  sinfsirok 
Per  slfVliCla  diaposfsioae/ le  pane  piti  gracilr  del  tamore, 
c^oaatanqae  la  più  meritcTola  dalla  nostra  ctfasideraaione  » 
è  tphim  air  amiotf ,  e  aelto  stetsò  tempo  a  sgbismbo  M  col* 
\o,  cfataando  lilmania  di  irobuis,  dkeKidau  entarlomianie 


5i5 

ftaseoA^c  to(U>  il  collo  e  la  claticola,  pandendo,  tnfla  spalla 
e  «sul  lecace  finoi^ia  tersa  costa,  ««Ila  cpiale  non  di  oaaoo, 
aoeetlo  quando  il  ospo  è  piegalo ,  non  riposa  punto  p  cir- 
oofttaàsa  la  ^pule,  pigliando  in  ocrnsiderMÌona  T  «norme  di 
bii  pèao',  iddioa  che  ttoperiormeote  esso  htt  qualche  fermo» 
o  o^aco^  «itaeca:  egli  è  ,  infatti ,  di  duretaa  lapidea  e  co|i 
molte  ifrei[^larfi<  prominense  alla  soperficie.  » 

Diicordt^faroiio  i  pareri  dei  chirurghi 'che  Veduta  aveano  la 
doniifl,  ee^aotlo  tali  oireoaiance  conveniva  praticare  Top»* 
fasfoM«L4erò,  esaendoai  riflettuto  che  quando  la  dontia  dar 
Taai  a  <  passeggiare  dtveoiTa  livida  i|i  vokor'ed  «ra  minao- 
ciaAa.  dn  imminente  soilboatione ,  si  credette  di  assoggettarla 
a  un  rtflMdio»'  oomoiique  peeicoloso  y  anaichè  abbandonarla 
ad  onji  pronta  e  sic«ra<  morte. 

**•  Opvm^oHé  «  18  dicembre  1819.  Collocata  la  donna  soptia 
ausa  tavola  ,  coir  ajuto  delle  stesse  persone  che  mi  aveanb 
nssietho  air  operasione  preeedente ,  e  di  molti  miei  giovani 
amici  y  procedetti  questa  malUna  a  estirpare  là  malattia  nel 
modo  seguente:  feci  una  incisione,  dali^  orec^a  a  sghembo 
ani  mento  fino  alla  cisti  del  tumor»,  alla  quale  immediata*- 
■sente  aegiiì  una  profusa  emorragia,  sk  che».prinia  dr  prò* 
cedeee  oltre  »  divenne  aeceasario  di  legare  molti  vaù;  se- 
gnfiaì  iodi  la  dtsaeieaaione  nella  aitessa  linea ,.  sfiM^anAomt  4fi 
dietaocare  il  imnore  dalla,  snpesfioie  della  maaocHà  iufetiorev 
a  cui,  come  pre^^odeva ,< aderiva  fòneaiente;  oltracciò  ,  il 
timore  ricevea  da  questa  regióne-  il  principale  i^ftusao  di 
aangue.  Ifafatti,  fti  questo  il  periodo*  piti  imbaratsante  .ide)«- 
l' operasione  ;  ogni  nuova  incinone  em  segnata  da  un  geito 
di  sangue  ,  segoatamootcr  dai  vasi  maseellari  «sterni  e  lio- 
ciali,  ohrabhisognava>aUacciare  prima- di  proceder  oltre fpeh 
là,  soovcHie  .tagliati  alcuni  ifsrml  legaoMrnti.  chetenevano.il 
tumore  ,•  non  istillò»  ^espoco  sangue  dalla  regione' di  sotto 
Toreeohia  e  la*-  màseeil««  e. le  arterie  <4ie  non  ai"  avenno, 
legate  cessarono  dl>  dair  sangue^  Oék,  era  lalftpo  di-  dietaOe^ 
n  la.  piiraione  •  abbarbicala  .^a.  eagione  pia  inlerioro  del 
cotto  i  il  c|»e'ho  potuto  -pih  agenalatente  effettuare  :  fatta 
non  inciaioae  '  circolare  : ,  e«oUevato<con  una  imi:woii  t,nmo- 
fc.»  noA;ittoontiaai.di^aoltà'a  pcYtr^aire  fiik  dove  «aao  stanra 


5i6 

•aHo  •temo-fDMtoìdeo;  se  non  cUe  tre^tti  quMfl  fif»ore  id 
ItroNMneBtfi  advfente ,  rhc  non  mi  fa'  poMjlbi'U  di  lepa^atlo 
dftl  iDMOok)  f  il  qoale.  doT«tti  per  oone^nenaa  U^iarif  dal 
hmstù  aW  ako-  oade^  irinovlara  <;«ella  masM  alterata*  Rtstn* 
vaaii  di  éoioglietlo  dai  profondi  attacchi  aottn.r  orecchio  e 
la  maaceMa  iafefiore.  Non  avendo  qatTÌ  iacontralo  iodi  le* 
gamenti  che  riohiedeetero  41  taglìeme ,  mi  vaiai  del  manico 
del  coHeUo,  delle  dita,  etoprattaflo  di  tovoinieaU;- c^on 
qnaaii  meeii  rioicii  a  avellerlo  e  cavarlo  foort  ipc«K>..  Tomo 
ricuperaia  la  dÀnna  datta  uneepe,  nella  qoale  ^cfidde  in- 
madiaiaaMBte  dopq!^  ToperaBionc  ;  allacciai  «rahi  piccpk -vasi» 
e  il  pili;  pretto  yche  ho  potuto  medicai  la  iieelta^  la  qéale 
riehiete  diversi  ponti  di  cociranu  La  donna  sostenne  Pope* 
rasione  con  aÉolta  Cortesia  di  animo  <,  areodo  dato  «agno  di 
dolore  soltanto  allorché  it  irrfisva  la  laringe  nd  diicacdaro 
da  ^aesta  il  tomore.  Alla  sera  ebbevi  leggi«?ra  emorMg!*»  che 
-SS  lasciò*  atfcsiare  della  eompresaiono ,  aensii  richiedere  il 
riaprìmento'  dslla  feriu.  ».  •  j  < 

lioUe  di  particolare  oc<;one  fino  al  quinto  giosnoy  eccetto 
oB  gràdoale  accfleramento  4cl'  pnko  ,  non' però  olste  qnello 
si  ave*  ragione. di  aspettare.  fiic^^seetO' giorno,  .grand»  ah- 
battimeoto.di  iorse  ,  dolore  di- capo  ,'naosea,  pois»  eeléri  , 
^fiommìk  f  palpitasione  »  delirio '  leggiero.  Kel  settimo  ,  tolti  i 
ainlomi  si  aggravarono  per  modo  ,.  ohe  pareva  ridotta  agli 
«stremi.-^  Calomelano;  oppio,  le  jdif^le.  •—  La  bqoca 
4etttà.  pacato  l'asione  mercuriale»  i  polsi  si-feocto  mono  lae* 
t|nantj ,  4e  lingua  si  nettò.  «  Da  qncsu  epoca  ,  t  le  coae  p 
éiensk  a  rilento»  mn  per  gradì  progressivi»  andarono  sempro 
p64  migliorando  ».  <— •'iliumére  ;.disiao«ato  daHa  sua  aede^ 
liesavn  «cinque  libbre  e  sene  oocie^  è  qoantetfqne- fosse  rie*» 
«tnsaSmo  di  vasi  aUasiiporficre^  tagliato  nei  mesio  >noa  oflieran 
vtaseolositii.  Verso  1*  estremità  pie  grossa  era  una  cavità  •else 
«onteneva  preesoché  nna  pinta  di'on  fluido  albnminoao  ; 
«ella  presenia  del  qoal  fluido»  e  nella  o^gantiiasione  can- 
'Cèroaa  -della-  nms^a  alterata,  li  dotti  Adorne  trovè  argomémo 
.ftcr.  temere  che  la  malattie  ai  sirehbe  rionavnt»  f  pteiiagiò  , 
che  pur  troppo- si  avverò.  Ciò  non  di  mnno,  l'antore  pensa 
che  qoeaia  tgnizi^  donna  irenisae  largunanie  ricooipensalft 


5i7 

MUtt  sua  eoilrggìosa  ritoloatOBe  di  sommelteni  aW  operasio- 
ne  ,  dai  -ire  anor  di'  retatÌTo  aaiglior  essere  godati  in  ap- 
«pretso  f  fpereiocclkè  dalP  estirpatioBe  eiseiideai  reso  libera  il 
respiro ,  ella  ottenne  eoo  ciò  di  pro1acr|^re  la  rìUé  li  dot' 
tor  Aàanu  ntm  dubita  puato»  che  se  l'operasioae  foese  *tata 
piìatioata- ijpri ma  si  fosse  introdotta  TasioBe  cancerosa  nel 
4umore4  II  ritoltato  sarebb*  stato  ogaslmente  fetice  ,  come 
nel  easaipreoikdente.  **  I»  qo&lnnqoe  modo  si  ▼Of[lt»  aKidifioaro 
il'pf06esto*«>peralÌTd,  egli  crede  sempre  superflao,  e  il  piit 
delle  Volte  dannoso  il  prrparatocio'  ripiego  dello  allaceiere 
•la  «earotide  comane  prtina  <<  di  procedere  •  alP  estirpasione  di 
un  tumore  sìtonto»  nel  collo.  Questa  aUaccjatura^  accresce 
sempre  il  «grado  della  siiasegcrcnte  febbre  sintomatica.  «  .P«- 
th  ,  non  é  questa  la  sola  obbieaione  ohi  ìo^  propongo  contro 
la  praiica'di  sostitnìre  una  pericolosa-  consegneosa  In  una 
operasione ,  che  con  quel  prOTTCdimentò  si  è  creduto  di 
«endare  mvmentsibeamenle  ptb  sicura  ;  ma  creda  altresì  si 
possa  recare  in  dubbio  r>  ulilitk  e  la  prudensa  di  quel  me^ 
desimo  ripiego ,  essepdo»  di  <opin  ione 'non  potersi  con  -esso 
firevenire  T  emorragia  ,  anzi  grandemente  dubitando  s^egU 
•bbra  pure  la  possanaa  di  moderarla  f  yantaggio  il  quale, 
in  ogni  eatOy' si  può  sempre  ottenere  dalla  temporanea 
cttoópreèsioneidei  vasi  che  yenitsero.  ferHi  sotto  ginocchi 
dei  chirurgo,  sansa  compromeiiere  si  davWeìno  la  <rita  dd- 
l' infermo,  esponendolo  al  doppio  pericolo  della  febbre  rir 
aulftaote  «da  una  eatesa  ferita ,  e  a  quella  ohe  naturalmente 
succede  ali*  ailaectatOBa  di  un  grosso  tronco  ■  arterioso.  » 
Ji>' autore  é  persuaso,  che  prima  di  staccare  la  parte  aniar 
fiore  'del  tuàiore,  o  di  ferire  T  arteria  liiascellare ,  sia  in 
fMttfre  >del  clrimpgo-  di  aasicnrarsi,  nel  pih  dei  casi  ■%  dell^ 
«éroride . estprnm ,  e  ,  tispcito  '  alla,  carotide  iruerjta  ,  aosiiene 
.che  questa  potrebbe-  Tenire  .ofCoss  jolamente  quando  il  coi* 
tellot  aTCsse  «a.  muotersi  nei  lato  faringeo  del  processo  sUt 
•loèdeo  ,^OTs^  ben  difficfifabenfes'innoitra  il  tiimofe>  «  dove 
non  eaeebfaa  Inair  di  petjoelo:  il  seguitarlo ,: non  oslante  fosse 
«tata  legau  la  carotide  comune  ,  a  motivo  ohe  non  si  pò 7 
tsebi>effO  evitare  la  vena  iugidare  e  gli  tsaptortanti  ner^i  che 
la.  tcascdttonoi  jggli  è.  .da  ^ueale  nsgioni  •  eh*  «gH  è.  mosso  n 


«i8 

cratere ,  ia  tati  operasìoni ,  «Mere  ntglior  coveiglie  lo  lAase 
preparati  alle  diffeoltà  che  poleaaero  ooeorrcff»,  aMiebè 
«dottale  Olia  violeata  nìsota ,  peìr  aatleeilero  «d  «ceid««li 
ohe  potrebketo  probabileBeiite  non  lotert entra. 
•  Oimr^aùoni  e  tpwriàrém  mf^  acidi  ddU^immtn»  Mt  ma^ 
mof  di  R.  T.  GaAtsa.  —L'infermità  dell' agreaaa  .disieoaMc^ 
è  éì  famigliare  ,  che  fa  maraTigUa  eomenon.aiatcne  aneùm 
eaattamente  etndiatn  le  natura.  Pcrb^  T  indagine  ima  éaenaa 
diffieoltà ,  «  cagione  delle  aoetanie  eterogeneo  etansìaoiè  aiel 
irentrtoolo  prima  del  Tornito ,  le  <fnalt  ftinno  ai  eké  ben  di 
rado  venga  da  qoello  rigettato- snlficen|ie  eopia.di  nòidoi»  di 
eguale  qualità,  per  poterei  ietitnire  un  «orso  melodieo  di 
nnalitiche  sperienie.  Tattavolta  ,  «lU  aotore  loocò  di-  vedocn 
un  eaeo  nel  quale  ha  potato  intraprendare  di  ooalllattì  ape* 
rimenti,  e  qnetin  è  appunto  T argomento  di-  cui:ai  oeoup^ 
'  ttella  ennnaiata  Meararia*  >  * 

Entro  nello  spedale  degli  inearabUi  di  Dublino^  una  gio- 
cane da  diTemi  anni  travagliata  dainaulti  div,OBnto,'ebe 
ricorrevaDo  a  intenralli.di  circa  cinque  fettioMne,  •  der- 
ravano  ogni  volta  per  dieei  >o  quattordici  gioruL  Gli  tnaukl 
erano  preceduti  e  acrolapaguati  da  dolore  e  teoaibilità  noHa 
regione  epigaetHca,  cni>Bncced^a  nausea  contigua  e>TO* 
mito  quasi  istantaneo  di  ogni  sorta  di  cibo  «  bevanda.  Que- 
sti malori  seguitavano  giorno  e  notte,  quasi  senta  inlemi<» 
sione.  La  giovane  eepelleva  dallo  stomaco  giornataicnla 
diversa  piifte  di  flnido  ,  di  sapore  aoido^  e  «di  naHira  «k 
acrimoniosa ,  che  infiammava  ed  eaaariava*  la  góla  e  le  al* 
tré  parti  molli  colle  quali  andava  a  contaito.  »—  1^  rico^ 
noseerese  il  fluido  conteneva  qualche  ecido  Wbard^'ildotCs 
tìra^es  -ne  raccolse  una  cena  quantità  di  qnoHo  -che  l' In» 
ierma  rigettava  la  mattina ,  «  la«efatoh>  posar»,  «vidde  ebn 
esso  leparavasi  ti^to  in  tre<  parti  distinle;  la  «opariOre, 
consistente  ia  an  macovdsso  fr^^amoso;  •quella  di-  meaab>^ 
viscosa,  tiaspaMDte  e  di  colore paglilirino|  I*  iiileriore^^iana* 
Ioga  alla  preoedente;  ma  micia  *coii  un  sedimentò-  tecooso 
'Variamente  colorato,  k  eobbìcsto  di  sperianca  elesse  «là  por* 
«ione  di  memo,  lamedial^ mente-'  cibi  arrossè- •  la^aaem  tao* 
<hin« ,  né  il  Qélok  rasso .  kffoiaTMi  diatrngiera  dal  caioss 


/ 


5i9 

Cita.  'viwcffioririifbAtile  »0fi.^e4t>;preeipì<atov  BUD  oofll' «oifiift 
di  ealoe.ima  n*  di«d*.di  im  colot/biaooo-«gJaHofnolò.  e  Lo 
dsuUn»  4Ìi'«inMioaÌMMiiluk..i3tlD  ,a»  precspilato  ibi«noo ,  e  eoi 
astmto'd'afigfiiila  an^waeiiiìMto  tbfc»idMto».i!  «fudb,  etpair 
«lo>  «Ntt-i«c«»  ^twteàm  tcAor  ìMtÉmwnemamtm.  ILfpreciipitM» 
C0U^««el«lo  4^  pi««ib0«  6»  pure  empìat»^  •  «olabiU  aeira- 
«id»  «ilrfiM  yalUHig»i«>  .«salÉùaAlo.  «ol  canssUo  4e^  saMbto^ 
pareva  coDtoaetae  «  muriato  e  foifino  di  piombo^» 'fìittiUftto 
fl  ii^ofiÉ,  nóbiMuA  tAemk\à.ciào,;  la  potsiove  timaéia  dalla 
•tacita*  ero  M'wanfnm  piii  «oM|a»»>'0*iiileilfiui-^niii  «Mpta^di jmif^ 
taria  Tappi^Haia'y  e^»aa  praAno^atras»  il«abia,  ii  conveniva 
fiiialiBaa|e>  » .  «n^  daaao  laiiraltcì  v  'aaifAiia  omt  «l&rt«tOBDsa 
•eU*>aoidp««ifenc»ialÌaiigalo.  ^  .  «  ^.  ...  *- 

*  Q4Ma|ì  Mfmnm^màfmomuHfm^itkm^ii  Snido*  ^otameva  dèi 
mMeè  i  *èitf  :a«idD>  iibet» .  ^iìtà  wéimtiki  »&  dai  f «afato  dr  «irfee  \ 
éà'^mw''^  pak^aali Ydai^iqtiaU  hc^m»  paita  i'«fe^o<a«naaieOi 
invali  'MnapiMMió.  è*  tfiaaativi'*pert  iaceprire'l*:ama'  o  addo 
« «ieor  avir>'Auido.  fOtvaaaAa  ptobab iké*  la  preaieaaa  -  :dfil  '  «eldo 
Idureo  ^  «bm*  iirat'ievMnliliià.  inni  àetào  di  apa|tt«iaiili  par 
«oooroiiil^jqÌDfato^  panlo ,  {Mitiqnalt  •  et -li  ^oiaa  «taiandaaa  il 
lei^ftAtoiaNs^lieBaorial  ofigiaala^al  pijQpoaito  «oatro^baftaii* 
do^  di;  dipr,  'ioÉe  i  im-  tfanieosa  drUVautore ^  detti,  etpaiiaMaiti; 
AwaUleMhtpfovato  1^  tdemità  d«U^  acido  dallo  «tmnaoo  ool-^ 
l'faoidè(»laUioot^  eia  -soataaiiiaie  aaa  dtfifcee»ta  dalPaddo 
actaìoo  aDlT(|uala.À  atat*  eoveoito  oanfia^»;  dappaiobér^  i^a^ 
oì4p  di  ^«|.ai  ikarU'^i  kftciava  ^apofaisa  aaeadMsaa  eaoio« 
|^làaa^dt.ani0vai^ea^|(aa»ta  lapamaielofid  ai  {Mieva  «ipiaiavf  pià- 
«apll*  saaca  .faaavole  pandiiam  adido.;  qiiaador  acido  aoe« 
tÌAo  è  iKHaaMaaeata  volatile.»  « -^itecoaie  tatto  il  fluido  4^!:a 
^èéafta  i  <  doainii «a^ò  •  dwante  >  dodici-  gibitii  <potaada¥a  la 
|MFopràlà  t di  àin^in»  «n aMdtKtaaiea|e  '  ia  e ots^  la  earta'  *  titt^ 
4*ln*a'i.cQsà{ra|;9iiardevoleiilvvf  asaeria  ^taca  lr^i|aaaijià>  /Ar 
aaddo  itoiitpo)'i«aia>aoad>ibai»:cbetwc>i  dovala  qaaato  pario« 
dau  La./^aaiatéólti  ai.^tuagaMatie  <»atiaaata  di  ^ta^tta  copta 
di  acido»  ove  la  digeatiooa  era  per  coal  dire  aoalpéaaV  e  ia- 
loio  atdwnaaò  ckm  ipotrtìaiHwaoie  .r^kava  taato*  le  aiaierte. 
naa  <iCl»aè  lliiegara;  ae  ooa  «ol  aupporra  cl|tf«  daua*  «ald» 
S^m^éiftQéMà»  Jd  ttaa<  «^araaàaoa  iìiadM»Maatfie^«tder«» 


5ao 

chimiebe  propnetà  nole^tsBÌaw  {  eaMne.  éki  iBÌogKam  gK 
ociidi  4}i  fiioiabo  »  «li  ^moit ,  ài  mt^uU^^é^iM-mnomm  ^  di 
«0Jogli^#e  ii  fmCéwaémìliMt  •ild.ròeofiodo  eifìenrefOcnMf  wi 
caso  4i  Mii^  .sspnrasloiiVT^txidedo  acido  «slip  »towBo».jamay 
.  no ,  larè  a  taèanr  cpia|  iivo¥o:.i|lid  oU(f»lfà<)piiilMbjiflieiiia 
apargar  ìumte  anliaiaMioai  ■».aniie  'mufaHia  ^dil/^gaMa  «ryiao 
fiiipitittailte«'é  I-  •  '*  V  «  .     '  fiù  u  3t'4'j;i  .:ft«»>  <  '  <    i 

'fBerteliué  hanooparlf»  raot^O'-laiire^  Jo^aoltt*.  i  .  Uuióht'à^ 
eofpo  vmaBO}  ansUagli  è  aoltaaèoiflioi'^iiidi  ^wiihiti.  cl^^aaao 
t^^leolltra.  Emo  Aaa  paò  <bj|aMhii  .dallf  tf«|HHi||MM|tone«  me 
da-  altro  procaaio  JawKp—daot»  i dalla ^ìtUiià^'tcaBaaBcadQ 
8otlo  qnesto  rispello  colF  area  ^  «oU*iaéUla>3m«9<^!}eMcAlia 
altre  loalasxa  lobaaì  ikicoétra«4»  aMuaaBiàaf»4.jà«i«|«  jprudoiii 
4i-aaparÉsi<mi  aohnaliv  ^  potcbi  br.qualiià«kaiÉaibtIiide(flaido 
1i)f>aMlaiia>:ida<^piaila  ìnltraBa*,  itf  Ì4aa9i  aff^lf*  aitila}  gala^auHa 
baaaa  a  anHidèlitiii  «taoo  prpf  ìif  iitnaia  icgoaib<iiì(|aalli  iaba  ai 
»4»iaao  qaaado'  ie.  aiaAarìa  (iklto  ^loa[laa•  ^ihaaldiiìtolMi  prifaa 
di  f)MeraffigalfatQ{  casi ra«iora> pana va^^Yèl0^dra|i<Na5volr 
aieaia'oafiobiadeffe;  abe»  cpiallfati^^i^iaidbipreaiay'^'^eflala , 
alla  rpr  ^saaM-  dMHcùjqr^miìeéj.E,^  ibàiiaai  Ifeairtaqd»  i?i»^ 
pofiaiiiità<  di  parta  qaalla  aùa-ctplatoaa^oaaa  9aUr«aBpbriéBsay 
«  'ooteata  MtpportaèiUi ,  aoggmnga!.  «flfci  ini  fai  .pfaaaalb!  mmk 
OMsoxiiiina  gìoTiae  sigmura  ,.U  qaaia.  4a^aTa«t.>dà4aliéBÌa]ia 
db  Moiàaeo.' figli  f»a«a  «Mendo  dHraHia:da>QiÌat;prÌBa'V]tttar 
a.lioaeDiaoKaai  ataai  daH? -«ardila  del-Auido^it^r'*^^  »*I'gii-» 
s^  ^  paaagoaara>  col  6ela.  >Jona|ana i aMfo  ava  ^«tmm  quan- 
ti là  »  oaaia  cSd^cmiì  chVègil.  ndliifatiBW|B  arraia^a  -dao  oànm 
torohioà^-toaBÌaoiai  tolto  il  procatao  ■  mjiiwuwMHla i  dm uiiii 
to',  a  trovai  ohe  il  ilaido  ora>  feataaaMiteuigip«rgailiH  diiaaidy 
laHiaot  iibara*  A  rapai  di  .poobi 'giÓMMi«vaiidpHl'MafaKi(«l^ 
oapetatA  i7  prdiiiaba^aliìUi»>  qaaaiO/leapKt  paQ^'xpià>i;lie.inK* 
•laotaqianla  •  ri'  mèàiàk  W9fvin^  «dakiaioMBOo  poidr  oatta. 
puro  «CAI «ff ira  ia  aoaiBMgfcaf ainaa»a >àcor wwta fijipliimalft— - 
di..aci(ia'U|,tioo.,  à:.  i^o  »  ..•   .n»  ••....!    •    L  U  /^vi*  ,v  •  *    i 

la^^Ktaai^oaiìoad^  i4icibo  vaok|iwaAa  pu»*  poao*  ik  aai^iili  ,f  aà> 
cba  dif  iaaa  ^aapaol  «di  affotBara-k  caau  inrMmi^dl$émtif§r^ 


5af 

•«ne  i^oUilà'  Mfreibi&i''  dtli«|renil,  vàie  ;«^  dite  «on  mifiore 
tolaittità,  del  éettfr  «eMo.  Il  sigi>  iHouMo^  be  ptire  moeijreto^ 
cbe  il  flaiilo*  iJ»JJ^il«fis«fti  cfedsto  f^rtpcoUre ,  e  dotalo 
di  lof  M  soUmì  eimeideMiroli^  .efatèmato  syeoo  gastrico,'  ooii 
è  eb»  ao  ntacnglìo  dft.aalfea  ei maeo  «-acido  quaédo  vtane 
di|(eiittX',. seni  acido. Tfuanéo'TÌa»De  oont dimenio.  »'  ^esta 
acida  mescolaosa  di  aaliTa  t  muco  è  stata  ultiasaafteote  e»a^ 
attuala  da  ^beuMtU  ,"H  iqmèa  tfotjb  cbe  doYca  la  aiia  aci- 
dità. aU?  acido  latlitou  ;«  hhumt  dhi^iio  polito,  che  V  a|^tsa 
detto 'Sto  ma  co  ,  ài  eui  èì  èpca8jo'*ai  lameatano  gii  iodivi^ói 
traTa^iaù  da .  dif pepali» ,  itcai  a»  d^bb»  aitribotre  satlb' stessa 
origine  ji iioaió&e^i«bc, dovrebbe  *easere  dà  molla  imporlaosa 
per  .la'ìpuaisot  »  'iitsa^|ia^d«c»:iil>'caaftpacaiivo.  valore  de^  me* 
todi;>usiitt: ialqatlrtajmWÉtlja ,  «lotot ^ei^rqoaK  pdssoao  me- 
aamcote.iiettffvUaam»^: Pavido  ét^àtóygaenéte  akri n eaerci-» 
taaA  tia^SBfliieMà.aabiiare/«9He'ffliidlr' seeenicnti  »  Somma 
céseodft  V  in^oemui-  delsiaiamui  oervoaov  ••n  è  d^  mara^in 
glii|re<r  aei  Pf^aaza  ddk»  «tomacio  '  é  jHr^anti  a^idi  (  cfvaH 
pn»dotM'»di>»pacverfiia.*<afmtt4«ÌBer>«lam>  -fleveAti  aeqoèlat 
quasl-'i^mediat»  di '.«mastoaa<  mestali >  St>òwda  fango  timiipm 
aappoato y  ebe: la  Nmaiiini M  jfefradabbatfia^.aQa'aaiooe'  a. un 
acid*  ichc  ÌBoeatpa  àel%eiitff«^)ó  •  negli  ìmeaMi  fi  j  m«« 
dioi>5r^dóoOM|iostanMBtè^,^ohe.  illtrro*d|ibbt  mpBf^HitM  tu* 
sale  ^  jpriaMi>4li^poieBe  amutriff^^e  leócM,  o  impfeasÌQiiare  Ja. 
ooaiiiiiaiflite;;p^  «aiicatoaaerMaioBb  sap«»doai  quesu^eff^ut 
arerkiogo  fìk  cdenemente.  •acglfciiadÌTidtti ,  travagliati,  dalle: 
acidite.  fofUwiatamiairn,  M  mftt»mìO'.  e  l'argctH^tobe  fii^wano 
i  sali  fiii  «»UpuMÌ  ;  l»oii4t!ÌM^#i|^bilÌ£daU'a$id«i  .lattico  ■»  a 
aeQ0;ichia.aonaf#9O'iK>tipi/ofigiar<di:  osaidi.  E  ^«ata  è  Iqrsa 
ÌMimpp^^p0tfivtki»\fim  Ì»|Wttlliroiio  .^seaiaa  dèaoa  m^mna. 
d^ai^«}»t<>».o  «scff^urio  mciì0Moa.  iUmoi  la  fiartieoUrilà  ^ì^al* 
Olmi  di  aoffrica  aotite  dogUfa  di.i!afttre^e>p«i«gasicMii  jimodMe 
daU^aao.  disila  piU(^li,;pi7gHmiB^fltpgriala»cQlM»sNiU  sHu», 
il  4u»me  idi*pilkda  jMiMMiMì^if  en4%  probabtImtfQla  d^l  tro-. 
▼arsi  per  caso  acido  lattico  nel  canale  alimentare,  che  pre*- 
alanienic  la  concerie  in  sale.  «  Nei  bambini ,  famigliare  es- 
sendo- la/fra^oat'  dciTaMol  oellp^  stomaco,  svoale  ^rudehta 


5aa 

si  QMSca  un  ••tofbeatB  «ott' cMàa  iiwréMrftlet  »  uk  fifi« 
•I  ora  dft  Ivngo  ienp<»'k  oalseyl»»^aid9i^opf<MieadoM  «ìlii 
tN»ppo  npM^  IowmAmm  di  imi  «èl»  oMMswrmto ,.$mytù  m 
nméen  «fumta  yttyariiHw  di  .vN«è>«ii«  •  sìmimi.' ».-«.( 
leggitori  eh*  ooaai  owwi  tU  tpgri— —  Migli*  aeidi  delW  JI4M 
naca  adla  ditpaptw  dai  afgaari  Haait  !  a  *  ChiUnm  (i>  a»  ai> 
aadvaaaa  attara  qaatlo.  ^atgonaMo  imaM»- marita  «ola  ^ 
BiMnra  iadagiM*  « 

sedè  primarm  a  ia'aaaa  pia  uawiaiii'iiiifa  » éè  '^H/mfUi  ai^laCija; 
di  R.  CAKtticBAM»  «  JSay. ,  «la.  ««•  Da'  sai  oaci<  di  tataaa  ca- 
vali dail^autava^  Mioauiéjaaaafè .da  mofia; ,«  quatto  Ub 
aa  ooano  di  a4  aaai»^ '#airan>  ■all' otpadala*  .il  di*3  afoytor 
i8n,  eoo  é^ora  a  rigidilii  ddtoaiaiiiaiia  iolarioray  (agli io^ 
timaiiio  diftail«t  'nso*a«ado«QOt'dlÌ0ffak>'alÌa  fcmaCia  dallo 
atoasico  ,>ailti0àièvf»alti*  foli  a>'9»*  Tra  -aaiciMaoa  pataM 
Fiaiamio  aTaa:fieai>afo%aa>la|^ra><(aéiaèéaaa  tallo  atioco 
dalla  gambia  dcftaai  laitiwi  <a«— lei'  at  ataw»  ■dictiipaii  d« 
quattro  giurai,  qaaada  l' iafati o^ytaoa  amamiO'  natia vap»y 
diia.-*-*  $  Agofto.Salaséo  «daHnapuéo-  di  .^«1%  o^caia  aa» 
«iiaaala«dt  alia' «di  riainótt  di  «oliai  di-araiaantiaa  a  landaao. 
4«  Vofia  aMMaaaittattti»  patata.  frinaiMaioacufiaH  aHa  ,cor« 
•««a  ogbi  ^atlfoaaa^  a  fiwiaai  di.  liaiaiaM)»  dit  «avtai» 
attciico  -laaga  la  ■pinadaraala^ogM  aaiafbapio  di^^af^aa;. 
^a^aata  f^aaia  di  laardaDO-^ógni  tra  «w.  ^"lUtmmk-  ^am»^ 
aloaa.  7  Boeca  itaicaia'  dair«tiotta  •  marèariaElai  ^'  daaiai.  ao** 
parto  di  paitola*  ;  ai  atomi  taiaaéci  aaa'  aiaaarba^.  9  JMoca 
a)Mito  alla  laiaatia  dalla  mxmw^^,  ai  4iy>ia  •  T  alio  ék  noia» 
ooa  toaacitaw  10  Daraao  ^•.kipatttgdl'd!m«MÉlMar*'tiaaira' 
daaldefio  4i  ^Tata  dal  paaaiiv  bba'^i  .«Nan^  aacaiitetoi;  i- 
fiotMii  aoaitociaa^»'  a  dealiiiarcf  ai  •«foil»i*iièo>id«lnp«aialk: 
i^-SiaaiM  da  a^gui-  rittadio-:  <riaffiirBMi'<f»«é  dof»a  ^wér 
gaattio.  l^'«tilo«a  «laMo  dttliila  aa- il -aftaiaito^  aia  «iato  cIm« 
aato  dal  panali  o.  dagli  altri  r#aMdl$('tftriìa>piii  abà ,  aacat»»- 
taata  il  piftlali>-<iiùtt  gli  altri  madiaimami  abdo  «  itali  iaipia<* 


mt^ 


+•' 


<i)  f^«tt^  «  ««'^l^  ^94a473de»l  M..3aU^Iitli9a^'4Q>l^^« 


S25 

HKti  ia«dliii«Éléiiegk'alcri  iol«iiii>.  Io  4ue^oft«ì-«  U.dpUi(pAr* 
Hiidlmd^  ha  praticalo  lat^aneiiU  .il  tabacco  per  diiiero  ,  -^ 
iDteffiMttMhté  mMo  loma  di  iiaeimra  nk^ti^iuw  vùiQmA  .  al* 
luDfatA  iM^'fle^pia,  um  aansfei  alcim   paofittus.la  nicafiao» 
pf^Toeè  bensì  itaasea ,  voaailo   •  Mdori  copioai ,  jpmi<  qo» 
«bba   iririà  -di  YiUftaaiw  i  ONiacoU.  »««  Dei  cMquc  caai   tai^ 
«étnar^ollft^  Éioète ,  >tt  do4t»'<7«MMiie^«8f  jaUflttoa.  Hcaaaa   4i 
spararne  due,  e  in  «afrauibi  ■•B.«4roitò  jicona-anorbosa  alte* 
hizìóii» ,  tranne  noki  ^trtnfpBBanti   ne^  iitimiiMl   tanni  di 
uno.  ^8aaifnirto-4o  tpiml  èMMlo,  orn  in  «mbidua  in  ituio 
normale  ;  e  cosk'le  mtnibMao -d«  coi>^nrcaiiio.-iNuUa  dica 
T  autore  dèlta  cbnditilNié  èNglmgU ''dal  fian  sianpaii^o»  nei 
tquali ,  j^iuata  ìrdbti»  ifn^tii»  (i),  amra|6e  aaggio  la  ooadiaio-* 
'ne  patologica  dèi  fehrao.  Il  dett.  Cmtmibhmel •  cbinda .  la . aaa 
Memoria  €oll«  ae^dcnti  oaterrMiom  t  i.^   f^e   acaioni  oacta* 
^el'ii^he  niilf  ifhro  di  morboso  »taAdoQÌ.saralato  fuorché  della 
cootrii'sioirì  nel  titfoo- aUaaai|tft«a ,  «gli^éatebbe   cosa  ia^por^ 
tante  V  investigare  in  aVT«iilr«^  se  il  «iaioasa  del.aMrf.  4jrns» 
pdihieut  non  partecipasse  in  ttutdo  ap«cM«  »li|uesta  aCfesiòne» 
facendo  argomento  di  panibolare' indagine,  lo  sialo  ^   que? 
^to  tfei^o  e  dé^  snoi  giinglt.  Siceoasa  i  seou.'A  .le   fnnaioat 
iotellettoali  non  mostrano   disorétae 'noll^  andamooto  delU 
miHattia',  così"àon  è  da  ^etedof«*<be  4  mtcìasi   poasano  di- 
pendere da  alieirationè   diM^encaMo.L  muscoli  ideile  ^tror 
mftà  cbe  I  loro  nervi  <asotiisl«ffaiien<f  riaovono   dal  ,n>idolU 
spinale,  patiscono  il   meno*  e  probabilmente  .soltani.o.  i« 
èonsègbenaif  dellb  TiOlénte  «oofra^èm-  dei-  moaeoli  dei  Ironr 
%o.  I  mdscoli ,  che'  i  prittii  è  di  preéereosa  *  TeAgono  sflÌMii 
nel  telano ,  sono   ^elll  destiaMi  alla   ntastiòaaiooe  ,  qw\H, 
che  servono  aUc  funatoni   delP- ioighiotlire   e   dd-.tespù^ro^ 
'que*  ibiis'ò'ofi,  Sn'stfhinsa ,  i  cnf  ner^i   eoaa«oicanoeaolmjvat 
mente  cOl  iierv;  sympathiC^Ai  sig.C«riwtfdk«c/yassi«iisa  non 
av^  mat  avoforl* opportunità  «d^tacootraee  alterato  il-  w^^ 
dolio  spinale ,  ad-  onti  ch^to|^  abMti  speaso  e  oen  m&la  dìv 

-  «  » 

"Il     jt  <iti    II     1  ijj    IH      n/.».ij|j|t      III,  f     j|,,    }       ,    i,        ^  I    II 


5a4 

lìgeàsa  «taraioBio  questo  orgmo^  9.*.  Etspetto  •inmtéi,  9di 
ìoteèn  ìnèhpHùBtihììe  T  oppio  ,  il  qvalo^  tfbbfnc  imo^fMOfi 
«K  proeadciare  Ift  foangioaé  «  sarva  aailafioka  a  hlamtiar  II 
dòtolre  a  gH' altri  aiutooti^  Confida- parli c«liyri»c9lai  «alUaiip 
dair  iMg.  tartan  stiò. ,  a  caoaiglia  di.pfovafa  a  fragarlo  aat 
baaso- ▼entra.  Pooo  ipar*  dai  bagni  fraddì  ,a)faldt»  aà  t^aoa 
ohe'dfli  meraoito.  Perb  ; '«piando  le./4|tt,e..  |iM9|iip:  ^p49'  ./llle 
tftlreniiià;  «  aoao  «aasai  doloaaaa.i  Jsoaraggiice,  a.  pcaiicaca 
il  m«rcttria>'partioalaraBania><  inaiama  ooU- qp^io,  ouiMiq^ 
ae  ne' moaooU  già  aiaoai  4ntaado|la.a||it^#ioiM.^c^Dvol8i?e  ; 
«o4l'  oao  di  eotatta  naiaBala*fia4iuiHai#alii(ai^iMia  »  dandosi  a 
credere  dr'avere.preterrato  boa»  mnoacp  .d' infarcii  .dai  ta^ 
tano.  Dalla  emiasinni  di  aaague  npn- «annoila  iMa,  profitto;  . 
anai  erede  aver  vadu«o  per-  ease-  %ocf l^rfiai  la  morie*  Tra 
i  mttti  migUori',-  il*  doiL  fCarméohaél^  prppone  |;li  stirào- 
U  dfifMibili ^  a^ . tq^aumaaia.  «  l'eiara;  ip  larga ,d9»e  pe^ 
bocca  e  per -elffetef»,  ineieaia  «oU* oppio.,  T.ungvento  di 
tartaro* eaietieo  fregalo  aal<*Ye«IMi  a.liaMo.t&^MO  t^oipo  Va- 
ilo di  rieiai  e  dr  leaebiai^.pe^itaiieve.sciaUo  raWo^,.»  me- 
aeolanka  atravaganto  »  da  cui , .  qiaaad^  M^^o.  »i,ouenea«^^ .  di 
ttaattare  I*  iofcrnii»-,'  non»  ai  aaprebba  ^ai  Ittme  rj^oayirc^  par 
la  cara' raiicaiale  dei-iedwo* .  .,  ^.,. 

Can  di  uvt^^UnawientieaustOA  tUUVoppio^  di  h.CRAt^Mtioai^ 
M,  D,  -^  Tre  caaèriferiiica  TaaHiire:  i  .diur,.  primi  ..riaaciii 
Aitati,  a-cirgiODa  dell* aaiarsi  di  troppp.  io^iig^aio  a^aoccory 
tarli.  1/  individoo  cbafoima  i(  (lubbiel^o  «,^ei  >ar^,  fu  aalr 
-«iter  ed  Biciodo  divfligalo  .piimi^ramaAla  .di^,  ^ig*  IVray  ^ 
dal*dott:*Ce^#u^«  'vaia  a  dira  ipoUa  .aa|imrsig(|^  .di  i^qy^ 
fitàèt^  ^  Mal  febbraio  del  igaS,  il  aig.  C^w^nA^  ripW^^ 
aio  per  vlahare  »una  aignora,  .la  qni^r  a  o(|q  .o|ra  d^l^mat- 
thio'»  uA'>orae  aaaata  pdma  del  di  Ini.atrivp,  «Tea. bevuto 
•iraa-dna-oace' di  laudano.  Lo  ipeaiaia  la  avea  minislraio 
dal  sòlfirt<>  di'ainco ,  a  dtiU^'ioluaivue^di;  cam^a^iM^y  «  e^era 
adopaeato  ioutiloMMia  par^ccjure  il  TCimìtocoa  ulta  pinna. 
L*  autore  preacriMe  due  dramme  di  tartaro  «metico  in  più 
dort/mryeuia  pio.  Volendo  diatogliere- k ■  dom»  dalla  -in- 
vincibile  propentità  al  sonno ,  il  dott.  Crampton  si  adoperò» 
acciò  con  panniliai  bagnati  nell^  acqaa  fredda  ia'  ài  tenèsaa 


5a5 

omitiiiaftoietité  iimetlato  il  capo  raso  cUlta  eapellatara»  »cbo 
stofta  posa  act]aa  Iradda  le  &(  sprassaase-  ia  viio.  Anzi v  per 
trarre  partito  eaiaoc^  dal  moto  e  dall'aria  Ubera y^eeé  obo 
la  ^oim»  -veikisaè  pprtata  in  usa  carrosta  . scoperta.,  e  :  che 
ii«l  aieam  i  eaTtlIr.  trottsraiio,  si  seguitassero  le  aspersioni 
4i  acqiHi  fredda.  Mercé  cpièftto:  proeediinBDto,  non  Urdò 
,a[io4to  •  .ootÉ^arire  il.'vt>m&o.  «  lé&ai  ;.  dàll'asleée  simul- 
tMiea  deU'arié^redda,  delle  «tpersioni  fredde»;  e  del  oìoìd 
in  oarfoss»  »  lo  stonlaco  ricuperò'  la  nalurale  aascelli««tli  de- 
gli eapettci.  »  A  capo  di  uB^  ora  lei  dbnna  si  era- n'attuta  al 
pon&o  y  che'  il  -óoU.'-iCfampum  ha  predate  tojraaasene  a  casa. 
«fNeir  aTveleaaaaeiao.  causato  dall' oppid»  se  ^iiSte  sono  le 
preposte  Tedaiè  ,  ti  luaiodo-  catativo  «doTi^hhè  consistere 
net  far  oso  iatesedtatariiailte  di  eq^  etici  ,<<  rader  e  la  ca{>eUa-^ 
lura  deU' intarmo ,  eSfor^>  all-rària  libera  e  praticare  asper* 
sioni  <l^acqaa> fredda,  iaeeadcilo  contettiporaneafBeQte  muo- 
vjire  aopra  ao  cetra  aaopettCkd  l^er  rer «oliare  *  meccaorcaoiebte 
la  sitom^ico  ,  atilb  pot<ébll>e .  ri nscii^  !  aliftàà  la*  soiringa  ■  del 
sig.  /uAé  ^i)>,  ben  ioteao  the  il.  saffico  sia  ehiamatò  per 
tempo,  e  |>rtma  .che  il  veleaa  abbia  esercitato  rasione  nar- 
caCica  sulle  /orse  'vit^i  .de|  ystema.  »  • 

Caso^  di  UkrihgUe  ihUu  f  ««rie  ti.  é  prmtieùia  felicement»  la 
tracket^tanùa  ^di  i.  CaSMPik>s',  M.  D.  -^  Sf  tratta  di  nna 
lariagiio  aeata  saaJegvita  a  flogosi' cronica 'delia  trachea  e 
dei  bronchi.*  JUa- traobeotoaMa ,  tante  tolte  •  praticata  infrut* 
laosaaseaAe  veHa  «èlailra  di  ani  ai  diseorre^  ba  nel  caso 
presente  sortilo,  fanon  sooceiso^  preoipna adente  per  essersi 
faUo/<iB  larghJssiaao  taglio,  m^eè' coi  non  solamente  si  prò- 
eaccip  assolala  libertà  dll' inspirasioae  e  esi^irasione ,  ma 
dalla  ferita  ha  pottMo  altresì  fl^uire  liberamente  il  maeo  che 
si  era  raccolto.  L*  infermo'  essendo  entrato  nell*  ospedale  a 
malattia  avansata ,  (ad  onta  delle  emissioni  di  sangue, del- 
l'emètico,  del  calomela&o  e  defla  ipecacuana»  pràticatitan" 
tasto)  ^  tre  giorni  dopo  tfotaTasi  ridotto  a^i  estremi.  Inftitti, 

<t)^«g|f- «carta  iS^f^di  voi.  XXV  e  a  c^rtc  44t  ^l 
vo(.  XXXV  di  4fumi  Aniiali. 


526  f 

livido  in  volto  I  gU^oocfai  iMrotohtrImti ,  il  r«t{iiro  «pitti  ii 
{possibile  ,  lo  «ttrrtokà  e  totula  superfieia  frodalo»  i.  potti 
Mtteliioti ,  Mloli  a  -  iSo  l>Mi«le  )iol  «fliinolo;  aoMon  ottro 
noBEO  avrebbe  (votato*  recare  a^ulo  faoroliè  t'opeefteknio 
della  traoheotomia  ;  opfemiooo  ohe  fcptiitolito  M  dottor 
it.  -Carmkha^j  ftreendo  un  tafjlip  nef;H  fategoownti  (dal  «ai- 
gine  fttfMore -dello  glittMa  tiroidea' ftoo  o  me  4ilo  iwMibeo 
air  iacirea  dallo  etereo ,  e  tegnitaildolo  ^poiiMK'tra  il  «•* 
scoto  steroo-ioffdeo  e  eterno-tiroideo  ^  inebéfà  OMeio  alio  eco* 
parto  hi  traebea.  DalP  Inbitfone  non  floiroao  eboNpoelie 
goocie  di  «aogoe;  «  non  oecanlo  la  -dUBooIlè  che  il  aK>t» 
perpeioo  della  tratbea  oppone  in  foa-  fmmtmm  ohe*  iaoea* 
aantevente  anela  a  trar  art»  ne^'polflioni  a  Per  eTiiare  l^of- 
feea  dei  easi-  ìhiiomn«ti  «  cbé  toleolta  dMKprmio'fioo  ali» 
sterno  ^  si  fece  V  ìaciaione  dall'  iogfli  fW  iosii*  oeNa  soètaosa 
di  dne  o  tre  anelli  ;  lo  qoale  inoleiove»  il  aig^C«NiiABAteei  ba 
ora  creduto  ài  dflaiaro  colle  iiatlriei  «ii^  egli  'inpiegt  fie»  la 
operasiooe  del  labblo- lepoHno ,  oblio»  ifoali  ' si  p«t«vieno  « 
esportare  V  oceoirente'  poniHino  di  •eoatant»  tracbealè  assai 
pib  factlmeote  obe  col*  coltello.  L^  apertura  fatai- di  •al'bMHio 
nella  trachea  avea  la  segeente  figura  '^  ,  ed  "era  -^sl  grande-, 
che  per  essa  poferaBi  feoilaiefito  ioiM>darre  il  dito»  nBÌgn<^o. 
Tosto  praticala  V  aperluM ,  osok  da  <^d^ta  gre»  oOpiO  4i 
mueo^  e  gK  inkilia  di  solFoeàsiOne  seaaitfonpa;  tanlaggi  ehct 
a  senso  deU*  autore ,  nel  caso  atmale  -tion*  si  sarebbero  con- 
seguiti se  si  fosse  :fettiÉ>  uqa  somplica  mdséoae  >a«ll»  trachea  > 
per  iotfodiHnri  ia  aegoitO'la  soliftr  caonnoOiaf;  La  coia'  doHn 
ferita  ha  richiesto  moka  dillgensa  per  «enìtrla  tnOndn  dal 
muco  tenace  ohe  miMacciaVa  di'  Ohtiklerlai>  A  eépo-  di  quia^ 
dici  giorni  ella  era  cioatrieaaia.  L'Àreralo  oeoi  pòco  dop<^ 
dalP  ospedale  perfetCaaseote  ^oariio.  • 

SuW  oph^aiihia  puruUmim  M  neofiaiif  di  ?-.  trALb  £ap.« 
chirurgo  àeW  Ittfwtuftorim  JioéMttle  per  le  mtihtiU  dùgfi  w 
chi  di  DtAUnot  .e»  -ir  L'ottabpia  puiolenia»  oèeia  Tinfiaen- 
mazioae  acuta  della  congiuntira  ,  condanna  aonnsilmente 
col  di* lei- ìnfanslo  "esito,  gran  uiiniero'itt"bainbitti  a  irrepa* 
rabile  cecità.  L'.  autore  ha  eeduto  ^eiu .  nalalttar  epeeial- 
mente  ne^  bambine  della  classe  pKi  poYan  della  sociéli  i  o 


527 

in  qaM  che  ? ivo&o  a  ^eso  dttP  «m^àmh  Mie  partorienii. 
Hel  più  ^ei  casi  in  cai  la  Aalailia  era  4iveaata  iocorabile.» 
doTeati  geaeralocnte  acea^onaroe  le  ouidri»  raceootaodD 
i*  aalore  cMcni  aaa  volta  preteatata  all'  Iscitiito  asa  donna 
C0|la  prooidcnsa  dall'  itide  da  cBUambi  gli  oceki ,  a  i»  aoa 
aitni  oocaiibDe  ài  aver  vadato  aoa  ai>dic  cha  raeava  in  an 
Teiro  le  iend  di  anbifiaa  gN  ocebt,  oon  porsi oaa  di  «mora 
▼iireo ,  del  proprio  bimbioo^'^i*  Non  ostante  le  contraria 
auioriià.  Il  dota^  By^  opiaa  la  oBalaiiia  di  ^oi  ti  traila 
cbmmiicarai  al  bambino  naIPallo  del  parta  da  «pialoba  fe-> 
parasiooe  morbosa  della  madre.  Certo  «gli  é ,  cbie  lo  scolo 
oitalmico  possiede  in  appresso^  la  forca  di  comanicare  Tot- 
taimia.  Mentre  tcrìraya,  il  doiL  BjraU  avea  ia  cara  dtrecsa 
nutrici  «  nelle  qnalt  Fottahma  era  stata  inocalam  dalt'ap» 
plicaatone  accidentale  ai  propri  oecbi  della  materia  cbe  slilr 
lara  dagli  occhi  dei  loro  bambini.  L^aeiote  é  pure  di  opU 
nione,  ohe  V  otuhnia  oanaata- dalla  materia  blenorrhica  sia 
pi6  tindensa  delPotcaknia  rlsttlMota  dalla  materia  leacorroii* 
ca,  e  sostiene  essere  la  prima  più  spesso  accompagoata  daaom» 
ma  intumescenza  dalle  palpebre,  da  cbemosi,  da  profuso  a 
mal  eondislonato  scolo ,  con  rafilda  tendensa  alla  disorga- 
nissatiòtm.  MatrottalaMa,  cotti ane,  la  mjfilattia  comincia  so- 
vente, per  simpatia,  in  un  òcchio,  quando  sta  sul  declinara 
nell*  altro;  aia  nalk  malattia  di  col  si  ttatta,  se  un  ocehioi 
sfufggiti  ella  prima  inoctthisionr ,  e  sia  oosiodiio  in  seguito 
diligenumente  dal  comatto-  daHa  nmtarfa  dell*  altro,  ne  va 
sicnrameate  immane. 

Qnest'  ottalmia,  coMe  b  blenorrea,  ceda  pili  v^lta  a  una 
semplicissima  cura,  ansi  in 'qualche  caso  cessa  spontanan* 
-mentc^  il  che  serve  ad  inspirare  ana  pericolosa  slcaressa. 
«  Ammesso  il  principio ,  ohe  V  andamento  disiruitivo  della 
malattia  sta  sotto  T  inlluaso  dalla  virnlenst  speaitca  del 
fluido  inoculato,  pih-che  satto  f  imparo  di  (pialttnv|tte  nkHi 
cacone ,  per  riuscire  neir  knportantissimo  obhietttt  di  pia- 
stameute  distruggerne  V  atione  salla  saperftcie  secemanle , 
mi  dò  premura  di  ricorref<e  agli  stimoli  assai  pih  presto  che 
non  parrebbe  lodicario  la  laera  defioisfone  della  flagast 
acuta  >  e  pih  presta   che  potrebbe  essere  gittdieato   conre* 


BÌenU  da  qiidN  che  •Miiffferaiio  lo  scolo  (|oal  tDero  aiiito-- 
mo ,  e  oredooo  non  poua  nuì  correr  p«rioolo^  V  òrgano  émì 
laMÌarto  io  predo  «il  processo  morltoso.  Colla  soUecit»  90- 
•titotioHO  defll  stimolanti  ««dei  miti  astrasgcoti  ai  moHittri, 
Jio  vedalo  soppriniersi  lo  aoolo>  o  arraHarsi  in  coosogolteBa 
il  progresso  della  asalattia  io  moliitstmi'  casi,  aai  qtialt  la 
esparieaca  e  V  analogia  mi  aatoWiaaiaito  a  di» .  olia  ciirati 
altrimenti  avrebbero  avuto  un  .osilo  inieiiea,  o^pet  lo  meno 
che  avrebbero  darato  pib  settimane  :  iofaifi.  Il  carattere 
apeeifioo  deirinfiammaaione  ci  avrebbe  dispaisi  dal  sègoitare 
troppo  a  lunga  gli  emollienti. 

«  L^  oitalmia  parolenta  .  dei  bambini  si  mostra  -•  geoacaU 
flueuta  ne*  pr^jgù  c^atlro  o  cinque  .giorni  dop^o  la  nascita , 
con  tttbora  della,  congiuntiva  cha  vaste  le  palpebre ,  e  con 
uno  acolo  di  mataiia  sotiile^  la  quale  ,  iasaiata<  riposare  sui 
cigli  ne  li  aggltttina  per  modo  cbe  si  «  -obbligati  a  ioipie- 
garo  qualche  forza  per  ^srpaaarli  ,*  nei  iace  il  che  sgorga  un 
copioao  flusso  di  lacrime.  Questi  lenomeni  sono ,  gonatAl- 
mente  accompagnati  da'somndf  iotoUeransa  di  Ince,  da  ca- 
lore  febbrile,  obe  si  aggrava  verso  sena»  e  non  infreqiienta^ 
mente  da  brividi.  In  breve  Ip  scolo  diventa  paciforme*  nel  qnal 
caso  ha  luogo  una  rerarsaionadeMa  piressia,  la  congiuntiva  gra* 
datamenifc.s^iogrossa,  ed  offre  Taspeito. del  velluto  rosso.  ▲  que- 
sto periodo  le  palpebre  intontidiscoifo,  per  modo  ctie  nel  tenta* 
re  di  esaminare  Toccbio  i  muscoli  o#bicoUri  sono  rovesciati ,  si 
che  €a  maslieiri  di  certo  sleraoper  ritjRffsafUaUA.prim^posisio- 
ne,  e  di  ajuto  meccanico  per  mantenerli  in<aÌto,.U,  vaotre  , 
se  niuna 'Cura  «i  prende,. o  é  costipato,  o  depone  materie 
mucose,  o  apumose  e  vjerdogoole.  ».. 

Quantunque  la  malattia  deolioi  tt^lvolu  spoAunieamente  « 
avvi  però  maggior  ragione  di  jenterne  np  cattivo  esito,»  come 
'|a>  morti filcatiooe  delia  r^rnaa  ,  Ja  -proc^idansa  dell*  iride ,  lo 
agorgo  degli  umori,  a,  quel  cb«  è  peggio,  .lo  tslafilomai  Sa- 
•qoele  tutte,  ^he  si  possono,  quasi  sempra.prav^nirr  con  una 
giodiaiosa  e  solleoiia  cura,  «tìe  si  avesse  la  sorte  di  medi* 
care  l'oftalmia  nel  suo  primo  stadia  (il  eiie.,  nffVpo.vsri.,p|ir- 
licotarmente ,  avviene. pur  troppo  d'  rado  )  ift  cnraNè  in  al«- 
lora  indicata  dal  noma  di  «  a<:uta .  iutìammazione. .»  IJoa  » 
o  dna  sanguisoghe^  a  norma  della  robustezsa  delP  infermo  a 


'deirorgtnzi  de^  sintomi  /  8i  àppUcberaéno  sotto  k  palpebra 
inferiore.  Sì  fomenterà  frequentemente  T  occhio  eoo  nna  de» 
codione  di  capi  di  papaveri  biasebi,  della  qoaie  se  ise  in- 
jctterà  altresì 'tra  fo  palpebre;  e  al  doppio   fine  d'impedire 

V  agglutinarsi  delle  ciglia ,  e  di  correggere  la  separaiione 
morbosa  dei  tarsi ,  s^  insinuerà  due  o  tre  yoito  al  gioro» 
una  pomata  composta  di  una  parie  di  unguento  di  •  niareto 
di  argentone  sette  parti  di  quello  di  spermaceti.  Ogni  sera, 
si  farà  prendere  al  malato  un  granò  di  soito*mttriato  di*  mer- 
curio e  di  polvere  di  James,  e  una  cuecbiaìau  da  té  di  olio 
di  ricini  ogni  mattina»  o  ogni  secondo  giorno^  Le  eslretnità 
inferiori ,  e,  sopravvenendo  biividi,  tutto  il  corpo  s'imme^- 
geraDO  tutti  i  giorni  nel  bagno  tiepido.  Del  resto,  si  avrà 
cura  di  mantenere  1* appartamento  beo   ventilato;  stantechè 

V  aria  impura  ,  e  le  abitationl  affollate  contribuiscono  a  £f 
vorire  la  malignità  e  forse  la  propagasione  della  malattia,  m 

-  Quando  lo  scolo  ha  preso  una  forma^più  virulenta  ,  è  «ioè 
divenuto  copiosissimo  e  sottile,  di  color  giallo. c«poi|  o  ver- 
dognolo ,  è  tempo  in  allora  di  ^adottare  un  diverso  modo  di 
X^ura.  Varii  coUirj  sono  stati  raccomandati ,  e  certamente 
non  sensa  profitto  |  però,  per  modificare  Pacione  della  mem- 
brana secernente  e  i^rrestare  il  progresso  della  malattia,  il 
aignor  Ryall  nulla  ha  trovato  di  piti  efficace  di  una  so* 
la£Ìoni$  di  nitrato  di  argento  (  il  nitrato  crisullìsnto  ,  come 
pia  puro  del  nitrato  fuso  )  nella  proporsione  di  due  o-  tre 
grani  del  minerale  in  un* oncia  di  acqua  distillata,  iujetiatft 
spesso  e  con  forse  tra  le  palpebre,  con  ano  aohissetto  di  nr. 
gentOy  o  di  avorio.  Ora  si  dovranno  tralasciare  tutte  le  .ib« 
mentaaioni  e  i  cataplasmi  caldi  ^  e  se  l' intomeacensa  dello 
palpebre  seguitasse ,  sarebbe  d*  uopo  applicare  alla  notte,  e 
negli  intervalli  delle  in)esioni,  una  poltiglia  aUomlnòsa  fred- 
da, involta  in  pannolini,  o  mostolina*  AÌV  «oeessivo  disten. 
dimento  della  .congiuntiva  per  effusione  sotto  .  di  eata ,  ai 
potrà  riparare  applicando  alla  superficie  interna  della. palpo** 
bra  inferiore  una  sanguisuga,  ovvero  eiporiandone  colle  for* 
bici  la  porsione  protuberante.  Gradatamente  ai  orescerà  la 
fona  della  aolutione  fino  a  otto  grani  di  nitrato  in.  «n' oncia 
di  acqua  flistillata.  Di  tempo  in  tempo  gioverii  minnmuro  il 
•alomelaoo  coir  antimònio  a  sera^  Tolio  di  acini,  T  infur 

Amiuij.  rei.  XXXrilL  34 


/ 


J3o 

aipB«  di  mamift ,  o  k  ofagnetia'  al  fcnaUtiio.  Nel  grava  péw^ 
turbaaneoto  degli  inteatiai,  il  aig.  JI/attfaccoaMBdaiiBa  coa- 
«hiaiaU  da  té  di  olio  di  treast otina.  Con.  qoeaio  nelodo,  la 
■aalattia  ganaralroaiita  ceda  ia.  poelii  giorni»  lo  acolo  piglif 
a  grado  a  grado  nn  colore  piti  chiaro ,  e  nna  spaaaaasa  mag- 
giora 6ncbé  ccasa  interamenta. 

.  ,  SuUn  patcU§im  deirepiie§va  »  di  R.  Rbiv  ,  Hi  D.  —  Trm 
I  lenomani  carauerialici  dell^  epileiaia  a^ndoTi  il  pertarb»» 
manto  dalle  /cria  motrici  f  e  qneaia  fona  stando  aotto  ì*  ina* 
paro  dalla  maafa  nerroia  ripoala  netta  colonna  apinale; 
coak  il  doti,  llaid  crede  doTcrti  V  epilataia  an^OTcrara  tm 
la  .malattie  a  coi  il  nudollo  spinala  va  soggetto.  L*  epi* 
laaaia  semplice  A  di  rado  fatale.  Di  34  caai  veduti  daU^  au* 
lora,  dna  soli .  morirono  ,  a  da  caso  lui  notomiasati»  nei  ca« 
davari  non  .trovò  alterasione  morbosa  anf&cente  a  dar  m»» 
pcm€  della  morta  ,  6ncliA  «od  pervenne  ad  aprire  la  colonr 
na  spinale*  Nelle  Ter tebre  cervicali,  le  membrane  che  invol- 
gono la  massa  asidollare  parevano  coperte  «  di  un  tesnii* 
vascoloso  minatamente  ÌB|etlaUK  Le  aliefati<mi, morbose  delle 
alita  parti,  particolarmente  di  4|nelle  contennte  nel  cranio  , 
che  furono  la  cagiona  immediata  della,, morte  degli  indivi- 
dui antecedentemente  soggetti  alP  epilessia ,  non  si  vogliono 
fitanara  che  qoalj  aequele  ,  atantechi  analoghe  ialterasidni 
a'  incontrarono  jn  individui  che  non  erano  mai  stati  trava* 
glUati  da  insulti  epilatici.  »  filassima  importantisaima ,  nello 
inveatigare  le  malattie  del  midollo  spinale,  è  di  avvertirà 
al  paasar  alle  firequeniémcnte  Tana  nell* altra.  Cosk,  nn'in« 
dividno  setto  la  cura  deli*  epilessia  puh  soffrirà  spasmo  te* 
lanieo ,  indi  ehorea ,-  pesala  catalessia  ecc.  Della  qnalc  anc- 
ceaaione,  -o  awicandamepto*  V  autore  reca  il  segoente  esem* 
pio,  ohe  noi  ci  permaiteramo  di  compendiare. 

•Un  giovine  aignora  ,  di  i8  annf ,  era  da  alcuni  anni  ao^* 
gatto  aH*  epileaaia.  La  tasta  non  offriva  mala  confbrmatione. 
Gcnafaknenta  soffriva  tre  inanìtl.  al  «giorno,  talvolta  non  piik 
di  dna  in  una  aettimana,  non  mai  preceduti  da  aura  epile* 
tica.  Awa  il  polao  contratto ,  celere  ,  Irritabile.  Avendo 
P  aoiora  volato  aaaer  prcaante  a  nn  insulto  ,  trovo  che  al;' 
eoa»  ttlnatt  prima  del  paresaismo  il  polso  cessava  ai  carp^ 


.  53i 

MsenratixMitt  eh*  ebbe  io  a|)pres50  occasione  di  eouffernarè 
in  ailri  epiietici,  nei  quali  yidde  pure  che  iMntenrazìohe 
dei  polsi  era  il  precursol^  ^elV  iosnlto.  Un  vesaiea^ite  man* 
tenuto  aperto  fuUa  spina  per  breye  teeopo,  paréirti  aTesse 
.moderalo  alciin  poeo  la  frequenza  degli  accessi.  Però*»  Toso 
-ripi^tuie^  delPolio  di  terebinto  area  giovato'  aneot  di  più,'  l'o»> 
ISo  produccva' copiosi  scaricamettii  altini /e  forte  Irrita* 
•mento  aU* uretra,  si  che  coIPorlna  uscivano  «Icniie  gocci* 
di  sangue  I  aceidenle  che  obbligò  a  traliACiare  il  rimedio» 
giacché  l'<jnfenno  non  poteva  sopportarlo  neppure  alla 
dose,  di  oinque  goccie  ogni  mattina.  Gli  Insulti  tornarono 
«quindi  colla  «olita  frequenta ,  e  crebbe*  in  propoirfcione  V  io^ 
debolimentp  delle  facoltà  intellettnalt.  i  Agosto,  Definì  A 
intenralli  niella  serÉ.  Si  legna  di  dolore  lungo  il  dorso  del 
vervi  deRe  estremità  inferiori ,  con  frequenti  ìsennazionl  di 
freddo  Ibngo  la  spina,  ascendenti  talvolta  at  capo.  3i  Agó^ 
ito.  Ha  spasimi  tetanici  frequenti.  I  sintomi  cerebrali  sf  sono 
lasciati  liiitigare  dalle  sanguisughe  e  dalle  aspersioni  fredde 
nlla  testa.  Traspira  copiosamente  y  il  polso  è  Oelcre ,  olà 
molle,  la  lingua  bianca  nel  centrò,  t  SetìtefnBre.  Ha  leggieri 
crampi  alle  estremità  inferiori ,  ed  è  soventi  assalito  da  rise 
convulsivo.  Congestione  al  capo  ;  sanguette,  aspersioni  fred«> 
de,  eco.  3  Sttumb.  Pelle  molle  e  umida  ;  VjliCo  morbosa^ 
mènle  acuto;  Vista  migliore |  naturali  la  messoria  é  le  alfré 
facoltà  intelletluaU;  4  Setiemb,  L' infermo  sta  'bene  ;  seguiti 
la  convalescenza  fino  alla  metà  del  mese  ,  e  va  ih  c^nipa- 
gna  a  mutar  ària.  .<.:■«••. 

Il  dotL  Reid  ha  scelto  fi  precedente  easo  come  notevole 
pel  numero  e  la  varietà  delle  mUtasionl  dì  uira  Hàilattia  spi- 
nale in  un*  altra.  In  tutti  i  casi  i*  autore  ba  aVnto  occasione 
di  osserràre  che  «il  rapido  cambiarsi  delle*' acioni  motbo- 
$9,  dorante  i|  parossismo,  soventi  differiva  assilissistto,' tna 
la  regolare  suecesslone  in  cui  eUe  l'una  allìiltra^gofvano'ei^ 
invariabile  »;  A  éento  del  dott.  Reid^  ogni  rfeeorreosa  ìuca^ 
eessiva  ,  i  la  cotiseguenta  naturale  deHa  precedente.*  H 
primo  sintomo  deHMntoltO  ,  die*  egli  ,  è  la  sospet^sione 
del  polso  ^  variabile  ìieHa  durata  da  pòchi 'sécomU  ^ 
M'ÀiAuti;   égli  è  qnesib   il    periodo    fìh    Inngo   da'  Ini 


Ycdttto,  .L'inni  epileliea  è  iocerUi  «  nolte  Tolte  jn^nea 

alTatio*  <  '  .        w 

.  .  «  S«  tolte  le  altre  forse  che  'coatriboiteono  e  far  ciroolars 
i  fluidi  nel  corpo  animale  divcntaMero  quietcienti  nel- tem- 
po che  il  'cuore  ha  cesta to  di    agire  ,   ne  sei^irebbe   il  ben 
noto   fenomeno    dello   fTenimenlo,  Ha  ',  dorante  la   qaìe«» 
aceoea  epitetica  del  cuore  ,  egli  pare,  ai  laccia   una   raccol«- 
ta  di  aangae  in  un*  altra   diretione;  perciocché  immediata-» 
nenie ,  spesai  iaiantaneamente  ,  succede  una   rigidità  '  tetn^^- 
liioa  di  tutto  il  corpo  y  durante  la  quale    V  aria  è  talvolta  ak 
liubitanea niente  espulsa  dai  polmoni,  che  l'infermo  nwnda 
nn  acuto  grido.  Ho  veduto  infermi  saltare  soi  due  pie^i  cin- 
que o  sei  volte. prima  di  cadere.  Nel  Tratiafb  dianai  citato» 
ai  è  cercato'  di  provare   che  la  tetanica  rigidità   di  tutti  i 
muscoli  del  corpo  era  una  consegnenca . di. congestione  san. 
guigna,  o  di  altra  irritasione  nella  massa  nervosa  della*  api«- 
na^  Cj^e  ciò  avvenga  nella    malattia   di    cui .  n   discorre ,  é 
fonfermato  dalP  autopsia  di  quelli  che  morirono  in  segnilo 
di  pochi  insulti  epiletici,  prima,  cioé^  che  la  malattia  avesse 
operato  morbose  alterazioni  in  aUre  pani*  Quando   la^con- 
^' gestione  ammonta  al  punto  di  comprimere.Usostansa  ner- 
vosa f  V  infermo  cade,  e-  tutte  le  parti  sono  nell*  istante-  ri- 
lassale* —  Ora  Teconooi^ia  animale  a  tutto  poterò  si  sfona  di 
riattivare  la  fuasione,  del  respiro  >  che  è.  slata   sospesa  da- 
tante i  fenomeni  diansi  ricordati  f   ma   questa   sospensione 
del  respiro  ,ha  gradatamente    prodotto   una   congestione   di 
sangue  nel  capo ,  in  modo  di  ridurre  il  cervello  .  allo   stato 
apopletico ,  in  fona  di  cai  V  impero    di   qnest'  organo   sul- 
r  asione  masoolare  viene  interrotto.  Di  qui  nascono  le  aiioai 
irregolari  degli   organi  complicati  della  respiraBÌoae.9  che 
danno  origine  a  quegli  sforai  convulsivi  sì  caratteristici. del- 
r  epilessia  ^> 

,  Se  male  non  ci  upponghitvio  »  questa  teoria  è  pia  imma- 
ginosa che  vera«  ^iuna  prova  positiva  1'  autore  adduce  che 
al  sospeadersi  deir  asione  del  cuore  debba  conseguirne- naa 
preternaturale  raccolta  di  sangue  neL  midollo  spinale,  piàcho^ 
in  altre. partf,  E  perché  la,  sìncppe  comandi,  produr  noit 
dovrebbe  i  fenoffleni  dcll^epile98U.^Q«al  .4liit(o,  si  à*  -jStl 


535 

suppom  eke  U  alerà /brut  Moirici  Mìa  olreohizioùe  abbia*^ 
Mo  a  M|;fiittire  BtlkqotetbeBta  epatica  del  cuore ,  e  oes'»* 
tare  nello  STeaimeftto  comone?  Noi  non  crediamo  che  nells 
siacope  le  arterie  ^ceiaiBO  dioontrarsi'  e  di  promùofefeilx 
•angae,  e  per  qaeeU.  ragione  erediamo  ch^eHe  lo  ebspiti^an9 
nelle  rene  pur  anco  dopo  la  morte,  la'  quale  è '«icarameale 
il  maasimo  grado  della  sincope.        •  *        ^  i 

-*  Ma  Tengfaiamo  all'  csposiaion»  di  ón  fiitt»  importantitiìaià 
(tale  alméno  ò  reputato  dal' doti,  Aeàl:}  sebbene  non  ài  vad» 
a    grado   il  m'od<^  con  cke  egli  intende  illustrarlo.  ' 

Questo  falio  ^  il  potersi  far  cessare  immediatamente  il 
parossismo  «on  mesti  meocanici  ;  i  quali  messi  sono  di  duo- 
aorta.  Uao  consisté  nello  allaigave'  sforsatameote  le  mani  e* 
•  apaira  lardila  dcUMnfcrmo ,  da  cnf  segue  che  «il  malato- 
éi  tanto  si  adopera- ìnTolontarlamente  per  opporsi  a  quella 
aforso  i  cbe  '  V  operazione  tlolènta  '  dei  muscoli  respiratori 
«essa  »  'gli  oi^ni'  tornano  all'  ordinamento  naturale;  di  asio-«  ^ 
Bo»  I*  infermo  trae^  un  profondo  sospiro,  o  il-parosslamoi 
finisce.  ^  L'altro -modo  di  arrestare  i%isnlu>  sarebbe^  seèond» 
l'espéiìènsa  ^fell' antore  ;  atfcor  «piti  offioaoe,  e  consiste- 
ir  nel. far  si  cb«  «i  assistente' sprema  a  tutto  potere  collft 
■sana  Siertata-  la  parte  molle  dell*-  addome  verso  la  '  -Sphi»  ^ 
nlentra  l^infermo  è  sbstemita  saldamente* a  tergo,  ool' capo- 
o  le  apaHe  aitate.»  "      -  •  '  ' 

Ammettendo  i  fatti  snila  testimoniaosa  del  dott.  'Réid-^ 
dicemaD<rnon  esser  disposa  a  sottoseriTcrei  alla  sprégasioifo* 
cbe  di'emr  ci>  dà  4' Lasciamo  dunq^ie  che  parli  egfi  stesser 
«facendo^  tempa  fii^- de^i  sperimenti  per«ricoooscere'quai^ 
parie  del  corpo  animale  Teniva  partiooUrmente  -  impressio*. 
nata  dalla  i^oco  <voraica  prasa  in  eccesso ,  trovai  che  gli  ani^' 
anali  (cenigli  e  cani)  poco*  dopo  aver  ricevuto  nello- stoma-, 
CO'  il  velano  divenivano  tetanioi.  Durante  lo  «spasimo  io  ve--' 
deva  ohe  il.  peritoneo  parevi  strettamente  addbasarsi  e  cem'^ 
primeve  "le  parti  contenute  nel  ventre'.  «Nel -pigiare  a  'viva- 
farsa  una  parte- di,  questa  •  membrana  .tra  le  dita,  onde'  ài-* 
atftocam«  una,  ponipne  e  togliere- la»  sopposta  eompressione- 
^glitatbslibìrV  non  rimasi*  poco  memvigliato  in- vedere  ssnì 
bitaMtq^terfi^piSfarsi  gli  ^iMmi ,  e   V  aaìmale  iaeominaiafe  a 


534 

ret|Hftf«  9  «Mft»  ••  si  rifereiM  ék  MHPtfokia  fitiica.  JMT  mmm 
In  c«i  ablMDdonftva  il  periioiteo^  gli  ftpAiint  rilonwvMq  co» 
VoUdiC}  e  ciò  io  potoft  ripetere  •  piacere.  » 
:  Checche.  BC ••in  della  ngione  del  imior,  tequetlo  Imllo  Ta*' 
jiitee  coBferaielò'  diU^  eeperieiit»  eltrat,  egK  è  cerio  .che  ^l 
dolL  M€id  avrehbe  beo  afteriUMo  delle  tcienBa  colT  averci 
integnato  uO  ftcnpliciesioio  awtao  di  tfCBCare,  A  piacere» 
I*  ueolia  epikAico  »  Oell'  incapaciiè  io  coi  aieaao  fi  pia  dello 
iK>lte  di  corare  radicaloietate  lo  malaiiia.       r  - 

QtÉervazioiù  mtdichm  e  Mmkht  tal  tulfoMo  di  ekinimm  f  di 
VaAacta  BAa/LBt»  pn^ufor^  di  ehimù»  ^'CàB.  ^^L*  autore  «po« 
riideotò  il  foliato  io  trcola  iodÌTÌdai  aUaecali  da  febbri  pe- 
riodiche di  Tcrio  tipo*  e  io  lotti  eoo  pieno  eooéeaaew  Nel  pik 
dei  caci;  i  paroesiani  ceaaarooo  «4  ^<'*v  o  oel  aeeoodo  fi^roo 
dalPoto  del  rioiedio;  Volrndo  r'aotore  eoooecere  il<niioiaao 
di  «olialo  baiktevole  a  effetioare  la  eora  ,  lo  ioipiegh  geoeral* 
■looie  A  plceiole  do^.  £  acbbeoe  da  <|eeste'  aperleoae  noo  ai 
poacà  dire  inappellabilmeote  deftoiio  questo  puoio  iiipor tanto 
di  aialeria  flacdica  »  ritolta  lottaTolta  dalle  medeaiióe»,  che  oo 
gfooo  »  ed  aoco  neoo  »  prcao  ire  vokè  ol  giorno^  ho*  virlà 
lìdbbrifoga  peri,  adoci  pii  lertik  la  no  bfeniio,  moeaogtooOf 
tre  tolte  al  gioroo ,  ha  sospeoo  gM  oecetal  •  per  omo  giorni. 
Traooc  pochi  casi ,  U  duce  media  di  loiiiio  di  chJotMi  fa 
di  nore  grani.  «^  Per  conoscere  se  il  solfato  aia. geooioo;  il 
prof.  Bark^r  iosegna  a  protHrlo  eOmc  ìMgeo:  •  Esposio  al 
calore  sopra  ano  picciola  leatra  di  platioo  si  fonde-  eoa^e  la 
cera»  iodi  annerisce,  si  gonfia  e  arde  «Co  '6aiBaui.  È  solo* 
labile  neir  acqua  «  ma  ne  richiede  almeno  trréeolo  Tolte  il 
proprio  peso;  racqoa  calda  ne  scioglie'  pie  che  la  fredda  » 
dalla  quale  si  precipiu  souo  forma  di  criaialli  pricmaiioi.  È 
pi4  solubile  oeir  alcoole  che  nelP  acqua ,  <  acioglie^oai .  m 
quaranta  vOlie  il  suo  peso  di  spirilo  di  vino  roitificaifr  a  84o 
di  siiecìftca  grtvìMi-  Diversi  «cattivi  scoasfioogooo  la>  aoki* 
«ione  acqoosa.  I  sali  hariiiei  solnl^li..  la  reodooo  «oièida.  Il 
veatlivo.  piii  .sdleae^  .^  però  P  iodio.  Uai|  plccioliaaima<  qnao^ 
tiià  di  qoa«la  soaun^  ooiraoqu^,  p*  ^«t  '^  ft^BO'  d'iodio 
ini  uoa  o  dae  dramme  d'acqua»  prodooe  n».»abhondaoto  pio* 
oipitan  di  color  br«ao  di  oaMottft  ^Maio  ptecipiilo  é 


d35 

ftciégl]«  riscaldaiido  il  liqoore  ;  eno  è  pure  soliibil«  nello 
girilo  di  TÌ«o  rettificato  y  e  .dm  ique«u.  soiusione  ài  latria 
iiàovttttMVit«p|>rMÌpiiara''Ml^Mqu«*  ^a  fiatoni  dModto  pub 
dunque  servire  a-protare- il>tol£ito  di  .ckiainiii  questa  tiil- 
tura  tiene  tu" pare»  deeeeajpostadair  aequa  ^  ma  il  ^lorc  del 
pret^tp^tp  è  totatmcoi»  diverso  da  q«elIo  prodotto  dal  sol« 
Arto  d^  eliìiiiiiay  vi  quale  nel  colore -.  rassomigli^  asraissimo 
alla  corieeeia*peru^iatm^  »  «^  A  questi  cimenti  si  può  ag- 
giungere il  soo  sapore  ivteosamente  amaro. 

StUr  uto  éei  tabueto  nella  cura  della  dmienterìa;  diìkuz^ 
O'BBianK,  J/.^^eio*-*^  Praticando  il  tabacco  nel  tetano  (r) 
è  nell'*  epiteSMa ,  il^dott.  O*  Mei/ne  ebbe  campo  di  oisenrare^ 
che  cpMSto  vegetabile  prodnceva  tutti  gli.  effetti  delle  larghe 
èiàfiseioiii  idi  saagae  ^  e  cbe  questi  effetti  svanivano  a  capo 
dr  uU  gìontoi  o  doe,  lasciando  l' infermo  nelVt  gagliardia  di 
|iriflia.'BgÌi  airea  pur  veddto  dal  ubaoco  attutirsi  il  dolore 
è  ioioglteffit  4a  etitieheama.,-  Non  è  quindi',  meraviglia  se^  pih 
Mante,  gli  lenisse  io  «nimo  di  sperimeiitaclo  eziandio  nella 
dissenteria.  Dei  «ette  casi  da  esso  lui  ripK>rtati ,  per  legge  di 
brevità  compendieremo  -il  pnmo.  LMnfermo  era  da  cinque 
gtorai  attaéeato  da  diftieoterin»  quando  fu  veduto  per  la 
prima  t olt»  dair  autore*  In  quel  giorno  era  pallido*,  oppres- 
so ;  avea  la  lingua  bìanon  a  impaniata ,  sete  ardente  ,  cute 
«alida,  dolori  alla. regione  ombellicale ,  tormini,  uno  scari* 
eamento  ogni  dieei  minuti,  e  questo  di  poro  muco  e  san^ 
gue  ;  polsi  a  cento  battute  nel  minuto ,  deboli  e  piccioli; 
«  Non  aensa  dolore  e  difficoltà  s^lnjettò  dn  cltetero  prepa- 
rato con  dieci  grani  di  foglte  di  tabacco  di  Virginia  lasciati 
in  infusione  per-  venti  :minoti  in  sei  oncie  di  acqéa  boHent^ 
però,  il  elistero  venne  tosto  restituito,  senta  aver  prodotto  al- 
cun effetto.  A  qaattr^ore  4opo  mèzvodi  feci  prendere  air  itk^ 
fermo  nn^  oncia  di  olio  di  ricini,  e,  mesa^ora  dopo, lo  per- 
iua^i  a  fomentare  II  basso  Tentre  con  nn^  infusione  preparata 
con  doe  once  di  foglie  di  tabacco^^  di  Virginia  in  dne  boc- 
cali di  acqua  bollente,  lasciate  {stessamente  per  venti  minuti 


(*)  f^'eggasi-a  carie  4*3  del  voi-  XXXI  di  ^«««fj  Annali. 


536 

in  digMtioiie  ptiina  ài  aMrla ,  eoUVavretteiiM  di  s^pùmwm 
il  fomento   fiaohè   non   «veiM  provalo,  venigioi ,  naasea    a 
dcbolnu.  A  doto  ora  dopo  nussodà,  PkiferiDO  mi  ragguagliò 
che  il  fomen|o  ayea  notcrolateaie  attutito  i.iormiiii   •  il  te-* 
Be«mo;  olia  intofoo  a  otto  ora  a  aMaao  acati  ^saaiito  debo«» 
litaimo  f  bagoaio  di  aador  fraddo  ^  f^rtif^noto   e  naittaato^ 
a  cha  in  seguito  a  quatti  tintomi  p  avaa  avuto  .un  abboodaote 
«oarioamanto ,  ebe«  al  mio  arrivo,  taovaioojmpotto  di  nuar 
terie  fecciosa  mitta  oon  iin  poao  di  tangua  a  mu|so.  Tutti  i 
tintomi  ti  arano  mitigati.  Il  polto  ara  divaaiuo  moUe»  piano 
a  dava  90  battuta  nal  minuto  |  .meno  intittai^i  ertao  i  tor-^ 
mimi  a  il  taoatmo}  la  fitionomia  ti  ara  ItttaaMAo  .ptUi^ 
a  pia  naturala  »  a  poco  dop<>'ba>polnto  prolondamante  dot- 
mira.  »  Da  qnatto  periodo»  il  malato  ti  avviò  ri^idamanie 
Terto  it  coùvalatcenta,'  e  in  baaTO  lu  tano.  «^^  Analogo,  ri-» 
ankamento  otlanne  V  autore .  negli  akri  tei  dittantariai»  ^^^ 
«  Ricontidarando  i  propotti  otti,. non  ti  può  non  rivolgerò 
l' atteacione  topra  alcuni  degli  effetti,  maoifatlati  dal  tabacco 
nella  ditteoteria|Ja  sua- virtù  di  raffrenare  V  indeliitA  ationti 
dal  puora  e  delle  arteiia*  a  di  alterare  il  carattara  dal  fiotto  ^ 
la  sicaraiaa  con  cbe  b^  prodotto  il  grado  di  daboletsa  na* 
oattario  .a  Tinca  re  lo  tpatimo  a  a  tciogUera  gli  intattini  i 
r  evidente  sollievo  che  arrecò  a  qae*  partioaci  e  importuni 
aintomiy  i  tormini  e  il  tanatmo^  la  toomparft  di  quali' ap-. 
parente,  non  retta»  dabolatta^  cot^  ctratterittica  delUipii^m^-- 
masione  *eotarica,   di  cai  la  pallidetsa    dair  aspetto  forma 
nno  dei  mano  equivoci  tegnii'.lo  avare  ti.  pcetttmenU;  ritor- 
nato alla  normaU  là  '  la  fudsifjoi  della   cute  «  dello  ttomacp , 
^ei  ranij    a   ^nalmenu. ,  V  aver  dittipato  la  >  importuna .  va-« 
glia»  siaiomo  ti  cottaut.e  di.  questa  malattia»  al  quale  itoiifi- 
pep  Pringfcf  e   altri  ;[tos  hanno  potato  fipa/rara  ooU^  oppio» 
né  co*  piii  forti  narcotici.;  questi  a^fatti ,  io  dicOj  tojoo.  ar* 
gommati  chiarissimi. d.cUa  sua  piana  infloaiisa »  cha  chianqno 
può.facilmeotA  rioonosgare    dgL-  ritndart   rgn^i^mamo.  dei 
casi  tatti  mentovati,  a     .  •         .  ^ 

Il  do(t.  O'Beirne  vuole  che  non  ti  usi  il  tabacco  te  non 
tono  forma  di  fomento.  £  siccome  quando  aveasi  otteonto 
il  pieno 'cffattc^  dal  umedio^  agli  vedeva  ^he  i  mvtcoii  ^àip*i 


«5-7 

minali  e  la  tonaca.  masQblara  de^  intesiìBÌ  perdevano  assalì 
della  loro  fe  ma' espuls  ita  ,.  cosi  egli  iqpttlca  di  aefu ilare*  ii 
metodi -da  lui  pralicato  ;  ^dì  pfemeiiere  oioé  Tnao  di.  alena 
blanda  purgante,  ik  ultamente  che  abbia  campo* di ipMsare 
.per  Io  Homacor,  pcima  diimpiegare    il  tabaccoso    quanto 
•■leno  prìfna   cbe  qneaio  eeèreiti  isucù   effeui  fii  quegU.  or. 
gani.  —  Giuat»  il  doli»  O'Beirhe ,   gli  effelU  piik,  distinti  »1el 
tabacco ,  tono  ,  >  t.^  di  .abbattere  lo  stato  infifinimaiqrio  della 
membrana  mucósa  degli  intestini;  e   9.^  di  togliere  l'azione 
spasmodica  della  *  loro  tonaca  ^  ■  m uSScolosa  ^  che    sempre  •■  -acr 
icotnpagoa  quello  stato t,  e  da  cui  sembra  dipendere  il  ratte- 
nimenio  delle  oDaierte   fecciose.»  ^^   «Nella  cura   delta  dis- 
senteria il  medico  dovrebbe,  forte,  proporsi i per.  re^la  gene.- 
rale  di'  perseverare    nel^'4isO'  de'  purgativi  *  insieme  colle:  i<>- 
meniat  di  tabacco ,  fino  a  che    gli  scaricamenti  alvini   siaiid 
tornati 'fecciosi  e  affauo»  naturali.  »-   -  t 

Caso  di  .^  separazione  deUtt  ossa  -dei  ,  pula  in  sagmto  del 
ptarto  i:di  A.  J.  Niìc^i>soa,  M-  D. -^  L^ autore  si  intrattiena 
n  dichiarare  erronea  l^opìnione  di  coloro  ohe  «itedono  le  ossìi 
deUa  péhri  si  .seostino  Vu^o  daU^  altro  nell^^ttodel  partorire» 
'dicendo,  cbe  in  tutti- i  cast  in  cui  èi  è  notata  questa. sepa- 
razione, dpvea  avervi  un  affenione  ntorlMMa  nella  idonoa^ 
Nello  spedale .  4ell*  partorienti  di  Duhtiao ,  ove  annualmente 
concorrono  a  kgravarsi  ben  3ooo  do^ne,  non.,  si  è  mai  os- 
servata la  acpai^ziona  delle  ossa  di  ^ut  si  discorre.-—  Il: 
caso  »  certamente  raro,,  cui.idlnde  iirdott.  Niohdsoii^  é  in 
sostaoaa  il  seguente  x  il  di*  3  dicembre ,  idao  ^  V  auioae  (^ 
chiamato  per  assistere  al  primo  parto  di  una  signora  di 
Tentone  anni,  d'altronde  sana  e  vivace,  sebbèna  di  cosliiu^t 
«ione  delicata.  Però,  il  dott^  Niùkolson  non  giunse  alia  casa 
della  donna  se  non  tre  ore  dopo  il  partoi  Ragguagliato  dalla 
mammana  che  il  parto- non  era' stato  laborioso,  e  cbe  la 
phieenta  era  nsoita  sansa  difKcolii,>  sene  tornò  la  casa.  11 
giorno  seguente ,  la  donna  lagnavasi.  indistintamente  di  in- 
quietudine e  dolore,  senza  però  peeoisarnela.  sede.  Separa*, 
alone  lattea  regolare;  non.  febbre,  né  .  argomento*,  alcuno,  di 
futuro  timore..  Il  terzo  giornOs,  vestila  le.  gao^be-  di  ca(se  , 
I»  signora  coir  ajoio  di  una  persona  si  m.QM^  p«r  andare  al 


5S6  ^ 

csoraiiiio.  La  vatlioa  del  qotrto  A  era  divinata  alfaUo  ina- 
bile a  muOTere  le   nfenibra  i  e  raggaagliò   V  autore ,   elié   il 
^rno'  ionaiiM,  nencre  stara  ;sedata  al  faofo,  era  svelmtay 
al  eke,la  fantéaea  ratea   trovata  divtesa  sol  tatòVito  della 
aala.  «  Nel  certo  del  qoiaio  gìorao  fa  presa   da    brmdi   sk 
Tielenti  e»  al  frequenti;  ohe  oo^snoi  treinitl   silaoteya  tatto 
Il  letto  ;  lagna  IV  asi  di   ap  dolose  hticlnante  alla   slmfr&i  del 
pnbe  e  lungo* la  eosoia  sinistiiìi*  I  «Uliqaii  d'animo  e  ì  •bri«' 
^^idÌ*rieorreT«no  si  Intensi  >  ohe   trorai  neoessaiio   di  rima** 
senaevie  presso  di  lei.  Si  diede  mano  al  vino' e  ad  altri  sti- 
noM-^  ohe  tosto    mitigarono   qnegH    imperiosi   sintomi.  Non 
di  meno  lo  stomaco  era  tratto  tratto  perturbato ,  é  la  donna 
Yenlva  n<^ta    da  snssnrro  di  Oreeehie  »  e>  da   continui  stas^ 
Boti  y  i  qoaK  gtandemente  inacerbivano*  i  dolori  alla  pelvL  » 
Le  si  ittioistrò  con  vantaggio  dell'oppio.  «'Poetate   le  dita 
sol  nurgine  della  simfisi  del   pube ,   m' avvidi   che   le    ossa 
lasciaVansi  distiatameote  smovere  ,^t\  cbe  gli  astanti  udiva- 
mo ona  specie  di    crepito-    Lagnandosi  l' infamia    di  acuto 
dolore  al  sacro  ,  trovai  a  eiascon  lato  di  qoest'  osso  no  t»- 
■lor  doro  e  cireoseritto  ,  della  grosseiea  ài  circa  una   aoor 
ciuola.  »  Di  qnaioaqne  modo  si  cerea»se  di   muoverla  y  ella 
provava  acvtissiaio  dolore.  Dicbiarata*  «Uà  famiglia   la  eoa- 
ghfettora  di  sepàraBÌoae  delie  ossa  del.  pbbe,'  T antere  dir 
nand4  an  ooosulto»  Intanto •,    iagtonse  atrettissima   dieta.»  a 
lice  stringere  la  peWroon  ana   fascia,    la   qua^e    procacoiò 
notevole  sollievo.  1  tumori  al  asaro,  fomentati . con  una  so- 
lasioae  di  moriato   4i    ammoniaca ,  prestamente  svanirono* 
«  Passò  la  donna  sei  settimane  jn  perfetta  aalote.»  e  'in  ista« 
to  sopportevole  in  letto  *  eccetto   qoaado    tentava  di  muo« 
versi  o  voltarsi  sopra    T  uao  o  V  altro  lato ,  oel    quel  caso 
ella  «offriva  sempre  acefbissimO  dolore.   Poteva    distènderà 
in  giù   il   piede  9  >  ma  non  tirarlo   nuovamente   air  insa.   D| 
conforto  le  era  lo  stare  chinata  in  avanti  ^  e    T appoggiare  I 
cobiti  inMe  ginocchia;  e  quando  molesto  a  Isi-riuseiva  quo" 
sto  atteggiamento  ^  tornava  alla  positura  ooasueta  sul  dot- 
%o  ,  che  l«  era  serilpre  oooportabile.    Intorno  a-   qatislo.  pe<r 
riodo,  comparve  la   mensiruasione «  la     quale   non    arrecò 
alcttmi  modifictuoiie  lìla  maUttia.  »  ^-     . 


539^ 

Neil*  detima  scttiniami  ^  che  guaitlavà  il> letto  >  il  dot- 
tor Bemny  vidde  la  iofcrma  insieme  tool  dolt.  Ifichohon  ; 
col  tatto  e-  ^oMe  vitta  si  accertarono  nttoramenie  ohe  tutto 
le  parti  ioteroe  eraoo  in  istalo  normaley  è  in-aStnatioo»  luu 
lucale.  Considerando  tutta  volta  la  sedo  del  doloro  a  rinfoe» 
pacità  di  muoirere  le  membra ,  <ionvenoero  entrambi  cbe  U' 
Simfisi  era  stata  separata.  Si  seguite  la  faaciatttra>  colle  fredde 
fomenta  alla  sede  del  dolore.  Il  doti.  Beatijr  stiggec^  altresì  di 
mantenere  fasciate  insieme  le  pécchia.  Erkno  passati  cinque 
mesi,,  quando  Tautore  venne  a  risapere  dal  dotu  JH.  Dìm* 
nel,  di  Belfast,  clie  quésti •  conosceTa*  un  medico»  la  ciit  mo* 
glie  avea  sofferto  una  lesione  di  -qnestò  genere,  ma  in  grado 
più  grave.  Questa  donna,  alcuni  giorni  prima  del'  parto^ 
avea  provato  ud  acuto  dolore  al  dorso,  con  asaoluta  inea* 
panila  di  muoversi,  oircostansa  che  reso  avea  straordina- 
riamente laborioso,  il  parto.  «  Sent^fasi  distintamente  un 
crepito  alla  distanta  di  diverse  braccia,  non  solamente  dovo 
la  pelvi  (  ossa  ilìa  )  e  il  sacro  erano  separati ,  ma  la  malat- 
tia sembrava  essersi  estesa  alle /MnSioni  di  tntCe  le  ossa  ddlla 
pelvi  9.,  Molti  medici  erano  stati  consultati  «  e  motti  rimedi 
pratiqatij  ma  a  capo  di  sette  mesi  nion  vantaggio  erasi  con* 
seguito ,  e  la  donna  dorava  nella  sua  deplorabile  situzzionsu 
Ora ,  ella  sperimentò  la  doccia  (  ah^wt-had  ) ,  e  non  andi^ 
guari  a  provarne  sensibifi  «iTettiy*  in  poche  aetjtimane  ba 
potuto  passeggiare  colP  aiatd  dalle  grucce  ,  e  in  dae  m«ai 
era  riuscita  a  salirà  le  scalfì.  A  capo  del  terso  mese  aveit 
ticuperato  totalmente  Toso  delle  membra  ,  ed  ebbe  dappoi 
tin.  parto  felice  di  un  bambino  viventa.^^  Parteeipat^  queatt 
risultameaii  air  ammalata  del  dott.  NwhoUùrit  si  comineib 
tosto  la  doccia  di:  acqua  fredda ,  o  non  trascorse  un  mese , 
che  notevole  allcviamenio  provb  nel  dolore  ,  e  poteva 
più  facilroento  vestirà  la  «alse  e  tirare  alP  insù  il  piedei 
Ella  seguitò  libera  da  dolore  e  in  bnona  salM  fino  a'dt<» 
cembre  (lii  mesi  da  che  guardava  il  letto  ),. 4f«a odo  d^lla 
casa  di  suo  padfc  essendo  stata  incaotamenle  trasferita  in 
oarroiza  all' abiiaaione  del  marito,  Intt^  l  éiotomi'  rieom* 
parvero  y  col  dolora  e  il  cre|»ito  al  pube.  Rimasa  in  on« 
•laio  miaarabiit  i^  faaM>«  lavpo  »' dal  nuovo   uso  dalla 


S4o 

do€«]t  e  ddRa  fàsoU  rigaadtgiiò  bensì  1a  capacftk  di  Voliansif- 
ìq  lattone  di  latcìéni  portare  e  tirare  sopra   un   carnicci»' 
Bai  gianlioo  ,  ma  non  la  potestà   di   fare   oso    liéero   deUa 
proprie  neasbra.  Stando  agli  nllimi    ragguagli  «delP  autore ,  • 
la  donna  aeebbe  nig^òrato  al' ponto   di   poter   passeggiaro 
per  la  stansa  colH  ajoto  dalle  groocfe.      ■ 

Con  questo    rrediamo   aver  dato   ampio'  ragguaglfaibenio 
deM^enunùato  IV  voi.  della  Transa^oni  medteo-ehirnrgicfae' 
dell'  Irlanda.  Le  Measorie  di  Creighton  ;  sulP  uso    deUa    pò- 
asaia  stibipta  nell'epilessia)  di  O' Brian ^  sul  solfato  di  chi* 
Bina  nel  tifo  ;  di  Sapkejr  >  sulla  diabete ,   curata  easpirioa. 
menta  eoi  solfato  di  aoda  f  di  Brooke,  solNi  tosto  epatica  ; 
diGtwmé  f  suUa  peuccbia  epidemiea  di  GaWrey  ;  di  She/i'' 
déHf  suir  emateasesi  curata  eogK  emetici;  dì'Béatif\^   sul* 
I'  encelBlittde>  idrocefalica  p  'Corata   cogli    antiflogistici  ,   nof^ 
ohe  diversa  Notisie. solla  vaccinasioae  ,  non  ci  sono   panilo* 

rritCToli  41  pactioolare  analisi. 


iVta 


Del  09trare  i  gangUi  eoi  mezMo  'ddla  pantmni  ;  deP  ddttof» 
Cvatv  ,  di  Glasgow-  —  L^estlrpasione  df  gufestl^naori  fu 
sempre  considerala  non  escute  da  pericolo,'  sta    p'ercbè   tal 
modo  di  operatione  importa  il  più  delle  vòlte   lo  scoopri- 
menlo  dei  teudini ,  ai  quali  essi  tumori  son'o  comunemente' 
adereoti|  aia  perchè/ se  la  ferita  non  si  eoàsolida  per  adiB» 
alone  ,  può  risultarne  una  piaga  teftdinosa ,  and.  talvolta  ik^ 
gedaniea;  '  Pia  comunemente  suolsi  curare  il  ganglio  batten** 
dolo  fortemeote  con  òn  -libro  ,  ocon-aHrcf  oor^  leggiero^  e 
aodo ,  in -guisa  di  romperne  il  saoeo  e  disperdale    là  '  ma-' 
toria  coBUnnta.  Per6,  la  spessessa  del*  sacco,  rende  quésto 
metodo  sovente  firnstraaeo ,  e  se  'riesce  a  beton  fine ,  iko6  se 
»o  ottiene  sempre  una  stabile  guarigione,  T enfiamento  rio- 
BOvandosi  spesso  dopo  un  breve  intervallo.' Ohre* di  ciò,  il 
piocecKasentotè  barbaro  ,  doloroso',  e  -affatto   contrario  aHe 
regole  dallft'saiili  ^irul^ia;  «^'Mosso  da   queste    ooosi^em* 
aloot,  il  doti.  Cumin  si  è  adoprato  a  curare  questi  ' tumori  ,- 
dividendo  ampiamente   il  sacco  con  'un   ago   da'  cateratHa 
(introdotio  obbliquamonte  nella  pelle)  *«  cacciando <  pOsbia 
anUa  diu  la  mauria  dal-g|Mgiio*tiel^cM||an«efeess«ni^  eoi**' 
hilare.  Con  una  compressa  e  tuia  fascia  maniiene  pigiata  la 


s 


\ 


54i 

>ptrte,    U  qnak  oglli^^o^nQ  ti  rifiiscik  e  si    tonm  t  pigiare^ 
-finché  ogoi  residuo  «di  •  rnslattìa  sia  scomparso.  L^  autore  as- 
sicura avere    esperiaBeatlto  questo  metodo  felieemeute  in  pid 
c^si ,  ma  noi  propone  già     isdistiniamente  per  ogni  ganglio. 
In  sua  sententi^ -non.  Tootsi    impiegarlo  •  se    non  -  «jnando  il 
tumore,  è* teso,   fiellucido  e  si    lascia   muovere    libMmeme 
sotto  pelle 4  :.  circostante    dinotanti    cJie.  il  tessuto    celluioso 
circompc^to . è  soffice  e  iu   istato  normale.. Al  contrario,  se 
il  tumora.  è  poco  promioente ,»  e  la  peUe  che  lo   cuoprein* 
grossata»  o  iuffimmata  ,    consiglia  a  differirne  Ja  cura ,  Alan* 
-teche  sotto  -tali  e  ìreos  tante  T  operatioiie  di  rado  sorte  buono 
effetto,   e    potnsbhe     ansi    esser   cagione •  di •  incoovenienao 
p  iù  i^avi  (  The  Edinitur^  Èiédicid  and  Surjgieal  Jotun,  Jur- 
ly  ,  1825;.  \ 

Di  una  tm^are  varieià  di  atma  ;  del»  doti.  HfiaoBaaoi* 
—  In  alcune  parti  dcirindostan,  avvi  ^otk  classe  di  popolo* 
la  quale  ,  se  venga  subitamente  privata  dell'usuale  quantità 
di  oppio,  p.  e.  quando  sia  imprigionata,  ecc.',  precipita 
in  ua^  affetionè  singolare,  che  chiamar  si  potrebbe  acceato 
di  asma  spasmodica.  L*  individuo  è  preso  da  estrema  di- 
spnea ,  e  da  tutti  gli  altri  sintomi  del  parossismo  asmadeo, 
a  tal  ponto  che  non  porgendogli  per  tempo  una  sufficiente 
4  quantità  di  oppio ,  la  malattìa  il  trae  a  morta  nel  corso  di 
poche  ore  (Tka  Edinbnrgh  Meditai  and  Surgieal  Journ. 
Jtf/pr  ,>i8a5).  -        - 

Cobo  di  Lùotomia   eoil'  alt»'  appafeeehiOf  fMraUeatm  ffUoa 
mente  dai  dotu  Co9hkMh  Hutchihsom.  —  Il  sig.  C.,.di  venti 
.anni ,  iSglio  di  un  oDfitiale  iaspiegato  alU  Darsena  di  Shefv- 
ucss,  era  dalla  prima  infansìa  si  aspramente  travaglUato  da 
•sintomiydi  pietra  nella  vescica ,  che  non  avea-  mai    potato 
.trattenere  l' orina  pia  di  mets^  ora  ^  sk    di   giorno  ,    che-  di 
notte.  Ansi,  neirinfansia  spesso  non  riusciva  a  orinare,  sa 
.non  quando  i  paventi  lo   raddrittavano   co' piedi   aU'insù, 
Appoggiato  il  capo  a  terra.  Tratto  uat>o  i  dolori  si  faoerane 
sì  acuti  «  sk  crucciosa  la  difficoltà  di  oripore ,  che  di  peso 
gli  era  divenuu  la  vita.  Su  va  egli  sotto  queste  circostanse, 
*  -quando  nel  mese  di  maggio  delP  annq^pasatto  andò  a  con- 
sultare il  dott.  Huiehinton ,  il  quale,   verifiDatt  la  pretensa 


64* 

.éeMft  piiirt    eòlia  seinogatloo« ,  eletta  di  etiratU   eotfaltfi 
ayparao^hi» ,  €  ci^  eondotto  dalla  coosid«rasioii« ,   ebt    f a 
/|>>«lra  ,  per  1'  «bocbm  groMeasa ,  dove»  quasi   affatto   tì%m» 
pira  la  vrfciaa  ^  la  qoala  allronde  non  d^vai^  anai  «saersi  la- 
•elala  dilaìtaa  parfauamettla  'dall*  orioli.  »  Aiaoggectato  pai 
•òlio  di  00  flifM  m<  uoa  cara  prepamtorif  ^.aooftiUeiita    ia 
«■a  diala  laggiara^  aalPnao    fraqoenta   di  purgavli  t  dello 
aeirlogooa ,  onde  •▼▼«^taara  la  veacioa  alla  praaema  di  qua- 
ilo  atroneato  »  il  dì  t8  'giogao,  al  eoipatlo  d{  aiolti.  OBadiat 
a  cfairogbi  *  il  dott*  Huichin$on   ialrapraaa   I*  operasioAa  o«l 
«odo  aagoania?  collocalo  l'iofeviuo  fopva  nna  tavola  di  or- 
dJBaria  altaaaa ,  coperta  di  nna  oMieraiaa  ,  eoil^  avvertenia 
ah«  la   pelvi. ri oaoitM   aaaai  pia  alca  dalle   apalle ,    óade  li 
più  poaaibile  teoer  lootano  il  peritooeo  dalle  parti  che   ta- 
'gliar   ai    doveano  nelP  oparationa ,  a  aMicorati  i  piedi   dei 
.paaieate  a  appoaita  aedie  f    1*  operatore ,    p<)ftloM  a     destra 
dall'  ioferno ,  feoa  aopra  il  pube ,  nella   diretiooe    della  li- 
«Ma  biaoca ,   «oa  ioaiaiona   negH    jniagaaBeoti   laaga    circa 
•qaaltro  polUei  ;    la  qoala   iociaioBe  approfoadata   verao  la 
vaaaioa   tra    i    noaooH   piramidali ,  procaccia  ana  apertura 
«atta  linea  bianca  delta  Ioaghetta   di    io  tornò  a  tre    pollici, 
«t-  fatto  qaaato  taglio^  1'  autore  pento  di  dibtajrloi  fenden- 
éo'trmsifér9alméut0  queato  duro  legamento   membranoso    (  la 
.Unaa  .biancf)  a  aloune  fibre  doi  muscoli .  piramidali  ;  e  eoa 
questa  dilatasione  oilenoe  di  ridurre    sotto  i  stioi    occhi  In 
^aaaica,  la  qnale  infossata. nel  fondo  dalla  ferila ,  apparirà 
'aasni  ristretta  in  se  stessa  e  aoparta.di   piognedine*  — -  Ora 
pestava  da  praticassi  V  apertura  per  trar  fuora  la  pietra  dalla 
«reaaica  f  nel  ahe  il  doti.  Suiehiruou  rinsek   facilmente    ah* 
imssapdo  il  manico  dello  sciringone  d^argaoto  (i)  preo^en- 
tamence  inlaodotlOf  marce  cui  sollevata  avendosi  verso  Po- 
sterna  feriu  la  parte  anteriore  del  fondo  della    vescica  ,  bit 
isgli  potato  in  questo. luogo  facilmente  inciderla  con  pn  bi* 
Morino  ratto r  la  cui  punta  camminava  nell%  scanalatura  detta 


•    (i)  L'utftoM  non  diee  perché  mi  comune  ieirìgone  di  «^ 
c/q/o  «i^fi»  ftfiiàttceo  quèilQ  di  argctuo. 


543 

1^ autore  di  prftiJeare  nella  veatficautt' apertura  di  aal&caiite 
largbetsa  per  rieònoscere  cqlP  indice  la  gftoasesza  del  oal« 
colore  allargare  preconi  ona  trenta  T  apertara  verso  In 
aervice^  Però ,  ad  ooia  deli'  ampleasa  delle  inoisinni ,  in-^ 
contro  egli  qoaieliì?  difficoltà  ad  eslmrre' la  pietra,  U  qnaln 
èra  $\  atabiltnenle  afferrata 'dalla  Teseicat  o^aifisannaHa  ann 
•itaaaioae,  che  avea  quaai  moaso  sospetto  4i  aderente  aolU 
Tescflca  isiessa.  Intrndottol  però  nel  retto  intestino  nn  di« 
U>,  Tenne  la  pietra  rivolta  e  spostata,  n  quindi  tolta  fnori 
facilmente  coiriodice  e  «oi  pollice,  Un*  artenozsn  cutanea^ 
tagliata  nella  prima  incisi^one ,  fu  la  spia  che  riebiedesse  If 
allacciatursf.  «^  TermÌData  l^operaaione  si'  medicò  la  ferita 
con  faldelle  di  filaccia  unte  di  olio.,  introdotte  nella  ferita^ 
aia  non  più  in  Ul  da:  farle  eatrare  nella  veaciiDa  »  e  sope»^ 
postevi  alcune  listihrelle .  di  cerotto  adesil^o,  si  tenne  in  aita^ 
1*  apparecchio  con,  una  liscia  di  flsnella' ravvolta  tre  o  quaie 
Irò  volte  intorno  al  eorpo.  V*  autore  lia  •  pure  introdotto  a. 
permanenaa  una  aoiriuga  di  gomma  elastica  nella  vescioa  # 
e  diede  all' infermo  no  oppiato;  La  notte  fu  tranquilla;  il  •»* 
guente  giorno  ai  accese. la  febbre  «  ohe  cedette  prestamenie 
a  un  largo  salassso,  e  ai  consueti  rimedi,  r^essun  altro  ain* 
tòmo  urgente  ritorse  $  la  ferita  and^  gradatamente  rammar- 
ginandosi,  §ì  òhe  il  di  3i  di  luglio  (il  quarantaqvattrsiBna 
daU'  operaaione  )  era  interamente  eicatrissata  «  •  1'  ncia«> 
passava  a  pieno  getto  4aU^  uretra  (a)»  *->  Il  doli  ffutckimom' 
"aggiunge  aver  ragione  di  credere ,  che  la  cura  sarebbe  stata 
pib  sollecita  sa  non  avesse  lasciato -a  perasanensa  la  sciringa 
nella  veseica  j  opinione  nella  quale  converranno  tutti  i  obìi^ 
rur^i  f  cai  è  kiolo  »  che  questo  istromento   ritenuto   conti* 


(i)  Le  ioaitehe,  deila  vescica  nel  punta  intoni  tifeee  il  ime 
^o  aveano  la  pp/eifcua  di  un  ^fuartù  di  pollice  ;  ùiroeetemHf 
èie  aceresceua  il  pericolo  e  la  difficoltà  dell*  operauone, 

(a)  ]f ella  prima  noite  e  nelle  prime  cinque  settimane  dopa 
f  operazione  9  V  urina  Jlaiva  in  parte  dalla  ferità  ,  e  in  parta 
daW  uretra. 


ttaaoMttte  n'«II«  TiMlciea  per  tra  ««lliaiiio  ftlV  iìneirM ,  àótBil 
estera  eagione  di  -pia  forte  irrìttmento  ,  the  voo  sifebbe 
«late  la  -  presenta  ,  per  breve  tempo ,  di  una  plociola 
quantità' di  orina.  Del  ratto,  T  esito  felice  di* questa  opera- 
tione  è  notevole  eiiandio  per  essersi  risparmiata  IMnoisione 
al  perineo  ,,sioeome  fa  già  pratioato  da  Some  (i), 
i  La  pietrar  pesava  undici  dramme,  due  soropoli ,  e  quattro 
grani,  era  lunga  due  pollici,  e  larga  uoo  e  messo.  Risulta- 
va prlneipaboente  di  lìtato  di  ammooiaea ,  misto  oon  pio*-' 
éiola  dose  di  ossalato  di  ealce  >  di  fosftiti  e  di  sostanza 
animale.  —  Le  lamelle  -  esteri^^rf  'erano  Composte  •  in  gran 
paru  di  fosfati  misti ,  vale  à  dire ,  di  fosCito:  di  ealca ,  di 
magnesia,  e  di  ammoniaca |  però,  due  o  tre  piccioli  fram* 
menti  stneeati -^  dalla  superBcie,  risolcavano  quasi  intera* 
mente  dt  fosfato  semplice  di  calce  ;  singolarità  -che  *  fu  di 
tfon  poca  meraviglia  al  stg.  Prout  ^  il  quale  non  '  avo« 
<n  allora* creduto  che'  dall'urina  potesse  deporsi  questo  salo 
in  istato  di  pnressa  ;  per  coi  egli  crede;  che  rcidcoli  iole* 
ramante  composti  di  semplice  fosfato  di  calce,'  si  formino 
dello  stesso  modo  di  quelli  che  s'  incontrano  nella  prostata.- 
('  IFhe  -London- Journal  ofScUnee -^ 7%o  London  Medicai ile- 
p09Ìtotjr,  Doeomè,  i9a5.) 

Coti  difaUe  membrana  nAlo  stomaco  f  d$i' doti»' Gottnka  , 
di  f^ibuUlfia.  -^  In  una  donna,  di  30  anni»-  ridotta  a  estre* 
mo  dimagramento  da  cronica  affesionc' polmonare ,  Pautora» 
pratende  aver  trovato  la  seguente  particolarità  t  la  superficie 
interna  dello  stomaco' era  vestita  di  un  velamento  di  tnnco,  s& 
tenace  e  denso  che  pareva  una- membrana  ateiiitla*   Avenr 
dosi  provato  per  distaccarla  ,  lo  stomaco   si  rovesciò  f   né 
ooni-miglior  saccesso  ha  egli  potuto  separarla  lavandola  nel- 
l' acqua  fredda  e  calda  :   appena   riuscì    a    distaccarne   dei 
frammenti  s«rv|pdosi  dell'  acqua   saponata.   Fregata    tra    le 
dita ,  come  si  pratica  nel  làvÉra  i  pannolini ,  non  se  ne  se- 
pararono che  alcuni  fiocchi.  Lo  stomaco  conteneva  una  no* 
tavole  quantità  di  etere  ,■  misto  oon  altri  flnidi* 


(1)  l^egf.  a  earto  4?^  àtl  voi  XXFll  dì  questi  Mnali» 


545 

Qsseruauoni.  Nel  fascicolo  di   novembre    idoS   .del  Reper- 
toriq  medico  di  Londra.,  siìlia  fede  del  doit,  Howship ,  è  ri- 
<;ordato  il  caso,  di  un  faiiciiiUo  morlo    per  aver  be.vuiq  acqua 
bollante  (i),  oel  c«i  sìomaco  s' inconlrò  1109    pseudo>mèiot 
brana  noalo^  a  quella  de&pritta  nel    precedei tf   ragguaglia- 
mento.  Anzi  ,  il  cilaìo    doli.  Godoian  ,  aulla  fe4e  di  un  me- 
dico suo  antico  ,  riporta  la    sioria    di    una    donna  ridotta  a 
estremo  indebolimento  per  inanizione ,    succeduta   a    difetto 
di  anione  dello  stomaco  ,  il  quale  era  divenpto    si  torpido, 
c^e  Aoo  sentiva  più  V  azione  de'  vomitivi  ordinari.  Ministra* 
tole  finalmente,  un  emetico   più  forte ,  dopo    violenti    sforzi 
la  donna  «  espuUe  una  sostanza  composta  dj    denso  muco 
•omiglievole  a.. ^n' intera    toiiac^    del    ventricolo,   rotta    in 
glossi  fiocchi  ^  >i  co^    imme^jaio    miglioramento    della   sua 
salute.  — Questi. casi  dimostrano  intanto  doversi,  fowe   me- 
no spa^o  cbe  si  ccade  ,  a  mero    liorpore   nervoso  attribuire 
l'iner&ia   dello   stomaco.  (  The  London  Medhal   Reposi^ory, 
Decemb.  i8a5.  ) 

Caso  di  larve  di  intetti  vomitate  da  un  uofno:  del  dottor 
Yvh^^  di  Edimburgo,  Un  contadino;  di  forme  atleticbe. 
che. a.yea  segalo  Perba  per  far  fieno  verso  la  fine  di  giugno,' 
▼«Qse  «el.  seguente  mese  assaUto  da  STogb>tezza  di  stomaco, 
che  gradatamente  si  convertì  in  dolore,  talvolta  acuto,  eoa 
totale  disappetenza  ,  dimagrimento  e  debolezza  sciama.  Pra- 
ticati iauttlmente  alcuni  deVimedicbe  sogiionsi  generalmente 
nsare  nelP  indigestione ,  dopo  alcune  settimane  ,  in  un  insul- 
to di  voVnito  espqUe  dallo  stomaco  un  grosso  bruco  peloso, 
e  da  questo  periodo  andò  gradatamente  migliorando ,  finche 
intera  ricuperò  la  salute.  ^ 

Da  queste  poche  nozioni  ^gU  era  certamente  impossi- 
bile di  determinare  con  precisione  la  natura  delf  insetto  cui 
quella  larva  apparteneva.  Pigliando  in  considerafllone  le  stri- 
sele longitudinali,  nere  e  .brMue ,   e  i    lunghi    peli   dei    quali 


T«  Il IIWtM     «I  lÉ        ■■.■<!■ 


(i)  Intorno  alla  quèuione  se  P'uomo  positi  o  ìioh  pòssa 
heveie 'acqua  bollente,  vegg.  d  carte  ligi  d^l  vot  XXX  dì 
questi  Annali. 


546 

era  guerniti ,  non  ti  atiilrebbr  forse  laogi  dal  Tero  scriven- 
dola nella  nomeroM  trlbii  delle  phalenae ,  o  di  certe  tipu'- 
ìae^  dal  Tolgo  cbiamate  (nella  Scosia)  mosca-dragone. 
Qualunque  per^  aia  la  specie  cui  essa  apparteneva,  eerto 
egli  è  che  V  insetto  dovea  aver  fissato  per  alcune  settima* 
ne,  ed  esser  cresciuto  alla  sua  perfetta  gfosse^za  nello  sto. 
naco  deir  infermo  j  dacbé  i  sintomi  provati  da  questi  '  nel 
mensionatd  periodo,  non  si  potrebbero  ragionevolmente  at- 
tribuire ad  altra  cagione  fuorcbé  alfa  sua  presenta  in  quel- 
la organo. —  Casi  di  questo  genere  sono  tratto  tratto  divulga* 
ti  da  diversi  scrittori ,  ma  generalmente  non  con  quelle  par- 
ticolarità che  sarebbero  necessarie  per  venire  io  chiaro 
della  natura  delle  larve  rigettate  dallo  stornato.  Intanto  egli  é 
Inoontrastabile,  che  nel  ventrìcolo  nmaoo  viver' possono  lar- 
ve di  diverse  specie.  Olire  quelle  ncordate  superiormente 
dal  dott.  PicheUs,  il  dott.  Beetfe  ,  di  NonHch  ,•  in  ano  dei 
primi  volumi  del  Giornale  medico  di  Edimburgo ,  ha  con- 
segnato la  storia  di  un  fanciullo  ,  il  quale ,  dopo  lungo  sof* 
frire ,  ha  espulso  dallo  stomaco  la  larva  della  mosca  dome, 
atica  ;  e  nelT  Opera  di  Kirhy  e  Spence  ai  parla  di  un  altro 
fanciullo,  che  ha  rigeMa^o  col  vomito  vani  individui  del  te-- 
nebrioue  mugnajo ,  la  cui  larva ,  com*  è  noto  ,  vive  naiift 
farina  e  nel  pane  seécd.  {Tha  KdMurgjk  phiUtoph»  Jourtu 
for.  July,  i8a5.) 

Caso  di  emleolo  ^intestinale ,  con  osservazioni  /  if /*  Johs  Toh  - 
SET  9  chirurgo.  —  L' autore  fu  chiamato  a  visitare  un  giovi- 
netto di  11  anni ,  il  qnale  datP  iofantia  era  travagliato  da 
dolori  di  ventre  a'tiiarrea  ,  spesso  si  importuna  ,  che  obbli- 
gatalo a  depocro  il  ventte  ogni  quarto  d^ora,  t\  df  iiotte,  che  di 
giorno.  La  evaeoasioni  erano  sempre  acquose  ,  talvolta  gial- 
lognole» t^olta  blanehiccie.  Il  giovinetto  mangiava  po- 
ébìssimo  ;  m  sempre  ciucciato  dalla  sete ,  mostnivasi  assai 
magro  e  di  statura  pih  piccola  che  '  non  comportava  V  età 
sua.  Avendo  il  doti.  Tonaci  sentito  colla  mano  una  certa 
piaoassa  e  daretsa  netP  ipoooodrio  destro,  credette  che  il 
giovinatCo  fosse  affetto  di  male  di  fegato ,  o  neHe  glaòdule 
mesenteriche.  I  mercnriali,  le  frizioni  ,  le  sanguisughe,  ecc. 
non  valsero  a  franerà  V  andamento  della  malattia.  Dopo  al- 


547 

cotti  aM«i  ^i  '  quetlft'  eura  ,  H  giovinetto  era  divcnulk»  «oeora 
fwà' magio  ;  lagoAvati  di  brueiore  doloroso  alla  fossetta  dello 
«tomaoo^  veniva  tratto  Aratto. preso  da  vomito  ,  e  la  sete  d«rava 
Ardtiote  pili  che  mai.  Vedoiojio  nuovaoienle  dalPaatore,  sic- 

.ci9flse^vispiM^'^*>^^i'*'**  ^'*  ^^^^  '^  massa  nel  destro  ipo- 
eoQdrio>  si  .rinlfaQGÒ  e^i  voiaggioirmeiite  nella  t^redenss  cho 
r  af&siooe  avesse  sede  nel  fegatOvM  giovmtto  spirò  un'ora 
dopo  questa. visita,  r—  IVecrotomia,  Addome  non  gonfio/  né 
ing»rossato  f  nelle  regioni  ipocondriaca  e  epigastrica  destre  , 
propriamente  ove  suolsi  incontrare  il  feg^o  ingrossato  ,  un 
tumore  duro,  resistente  ,  il  quale  ,  aperto  il  ventre,  si  vid- 
^  formato  dal  colon  ascendente  e  trasverso ,  visibilmente 
riepouiuti  di  un  grosso  calcolo  «  lungo  intorno  a  sette  polli- 
ci. Il  calcolo  risultava  di  tre  pezzi  »  per  cosi  dire  articolati 
Puno  coir  altro;  il  primo,  lungo  tre  pollici  e  3/B ,  occu- 
pava la  porzione  ascendente  delF  intestino  /  il  terzo  ,  lungo 
due  pòllici 'é  3/8  stava  nella  porzione  trasvers.a;  e  fra  que- 
sti due,  era  interposto  il  secondo,  luitgo  solamente  un  pol- 
lit!e.  Del  pezzo  di  mezzo  •  una  delle  superficie  articolari 
(quella  presso  11  pezzo  ascendente)  era  convessa,  l'altra 
'Concava  ;  e  le  saperficfe  contigue  degli  altri  pezzi  -  erano 
•conformate  allò  èteHiò  mo^,  covcave  e  codvfesse  in  guisa 
-di  ftirntaré  nfls  piegatura  MI*  intestino  una  specie  di  dopr- 
ipia  aftieolaztoae  a  cerniera.  Air  estremità  inferìope,  la 
-aaassa  caloelesa  avea.  setlA  ppiliei  e  cinque  ottavi  di  cireoa- 
ferenz»  ;  aUé- superiore  ,  einqae  pollici  e  sette  ottavi:  lutia 
Ja  mas9a«  folla  dal  carpo  |  pesava  dodici  once  e  meszo. 
Nob  acavi  adésiòaa  trsi  il  cojoa  e  i  calcoli ,  esseodosi  tra 
ressi  trovato  mollo  maeo.  feccioso  AfùdiO  ;  oltra  <U  oiò.,  le 
evacuazioni  durante  la  vita  indicavsao  che  i  calcoli  009 
doveano  riempir^  inl^rameals  la  capacità  dell' intestino*  Le 
tonache  del  .colon  non  1  erano  ingrossate;  nella  cavità  d^U 
r  addome  non  altro  vestigio  morboso ,  fuorché  un'adesio- 
ne ,  pel  tratto  di  un,  pollice^  tra  il.  colon  e  il  ventricplo^  e 
un.  leggiero  spostamento  rispetto  al  fegato  e  agli  intestini: 
tenui,  causato  dal  la.  presenza  della  massa  testé  descritta. 
Ampio  era  Tomento,  e  ricco  di  pinguedine  ad  onta  del 
sommo  dimagrameato  del  resto  del  corpo.^ 


1 


54S 

U  dolC  Toròei ,  genehititzailido  ftorae  soTerchÌAmeiite  i 
siotoBii  notati  nel  giovinetto  per  lui  veduto,  propone  i  se^ot 
«egu«nti  collie  indicatori  della  preseBxa  dei  calcoK  negli  in* 
testini  :  «'  tumore  circoscritto  ,  non  cedevole  ,  mobile  ,  in 
qtialche  ponto  del  ventre;  ac45MBÌ  irtegolarr di  dolore  acuto 
nella  sede  del  tumore ,  alternanti  con  intervalli  di  perfetta 
calma  ;  funzioni  intestinali  perturbate  ;  talvolta  stiticità  , 
talvolta  diarrea  (  e ,  come  nel  caso  narrato  ,  diarrea  con- 
tìnua i  disappetenza  ,  e  iie*^  periodi  avanzati  impossibilità 
di  digerire  i  cibi  solidi  ;  vomito  intercorrente ,  (  sintoma 
per  altro  non  necessario  )  e  nelle  evacuazioni  ninna  cosa 
di  somiglievole  alle  feccie;  non  enGamento  generale  i^ì 
ventre;  non  febbre;  lunga  durata  della  malattia  ,  dima- 
gramento deir  iniermo.  Da  questi  sintomi  io  inclino  a  cre- 
dere si  possa  pervenire  al  riconoscimento  della  malattia  , 
la  quale  non  ammetterebbe  poi  dubbio  alcuno  ,  se  per  vo-* 
mito  o  per  seccesso  il  malato  avesse  evacuato  qualche  fram- 
mento di  calcolo  » .  . 

Rispetto  alla,  cura  ,  egli  è  manifesto  non  potersi .  questa 
tentare  se  non  in  tre  moilf  ;  vale  a  dire ,  colle  purgazioni, 
co'  mezzi .  tendenti  a  sciogliere  il  oalcolo,  e  coli'  op^azione. 
1  purganti,  a  meno  che  picciolissimi  sieno  i  calcoli  (nel 
quHÌ  jcaao  soùo  essi  superflui  )  dar  non  possono  ..che  pM» 
•  nessuna  speratica  di  successo.  Anzi ,  ndle  Mani  del  do^ 
torè  Monro,  questo  modo  di  cura  non  ha  -  giovato  in  ve- 
runo de'  casi  per  esso  riferiti,  e  in  uno  ba  mattilestamentc 
nocciuto:  H  dott.  Torbet  non  crede  pos^bike  '  lo  sciogliere 
con  mezzi  chimici  -il  oakolo.  Laonde  propone  di  estrarlo 
col  taglio  ;  eh*  egli  Vorrebbe  fatto  il  più  possibile  ilella  di- 
rezione del  tumore  ,  per  formar  quivi  nn'  ano  artificiale  , 
da  curarsi  poscia ,  secondo  i  precetti  comunemente  ricevu- 
ti Se  1'  intestino  contenente  il  calcolò  foise  aderente  al  pe- 
ritoneo ,  in  modo  che  questo  formasse  corpo  con  quello  , 
la  buona  riuscita  della  proposta  operazione^  ammonterebbe 
quasi,  sogcpunge  V  autore,  al  grado  di  certezza.  Il  dottore 
Monro  avea  suggerìto  di  fare  un'  incisione  che    dalla  duo« 


Ho 

dccinut  costa  )  due  pollici  distante  dalla  punta,  scendesse 
direttamenle  alla  eresia  delP  osso  ilio,  e  di  seguitare  indi 
GtiutsMnente  il  taglio  all^  indentro  eall'aTftnti ,  in  modo  tlì 
mettere  alio  scoperto,  per  qualche  tratto^  il  colon  dall  t  parte 
posteriore.  <]iò  fatto,  pigliando  con  una  mano  il  tumore 
anteriormente  ,  pretendeva  si  potesse  con  un  dito  dell'  al» 
tra  mano  accertare  ia  presenza  e  la  sède  precisa  del  tumore 
nel  colon  ^  per  fare  in  ^nesto  luogo  una  incisione  suC&cente 
per  introdurre  le  tanaglie  ,  che  si  usano  nella  litotomia,- e 
estrarre  il  calcolo.  Con  questo  modo  Operativo  ognun  vede, 
che  ,  ioteadimento  del  dott.  Mauro  era  di  evitare  la  cavità 
del  peritoneo,  aprendo  l'intestino  laddove  non  à  coperto 
da  questa  membrana.  Però ,  T  esperienza  ha  mostrato»  es* 
sersi  soverchiamente  •  esagerati  i  pericoli  delle  ferite  del  pe- 
ritoneo ,  e  per  conseguenza  dello  esporre  a  contatto  del- 
l' aria  •  le  viscere  contenute  ;  oltreché  a^la  operazione  -  Aéi 
dottw  Monro  obbiezioni  valevoli  sono  1'  incertezza  della  si^ 
tuazione  del  calcelo  nei  colon  ,  V.  incertezza  di  colpire  ii 
{Mmto  preciso  dell  -  intestino  ,  in  cui  esso  calcolo  sia  anni- 
dato y  ia  profbnditàdella  ferita  ,  le  possibili  infiltrazioni 
di- materia  tra  i  ntuscoli  >  ecc.    «    - 

-  Il  dott.  Dunean ,  jnniore ,  alla  Memoria  del  dott.  Tor^ 
bel  ha  aggiunto  una  nota  intorno  alla  nat  ra  del  calcolo 
trovato  nel  giovinetto  di  cui  si  è  discorso  ,  compara liva» 
mente  ad  altri  calcoli  intestinali  che  si  conservano  nel  mu* 
seo  di  Edimburgo.  —  «  L*  aspetto  esteriore  ,  e  la  specifica 
gravità  malto  maggiore ,  mostravano  già ,  dice  ii  dottor 
Mhtncan^  che  i  calcoli  mandatimi  dal  dott.  Torbe t  doveano 
difierirc  sensibilmente  da  altri-  calcoli  intestinali  che  io 
posseggo.  Invece  della  tenera  e  bruniccia  superfìcie  ,  simile 
all'  esca ,  o  alla  pelle  che  coopre  le  corna  appena  spuntate 
del  cervo  >  essi  aveano  sembianze  di'  natura  ossea.  ^Infatti , 
il  secondo  pezzo  ,-  ossia  quello  di.  mezzo  »  che  era  piatto  e 
articolare  ai  due  capi,  da  coloro  cui  fu  &tto  vedere  venne 
in  sulle  prime  preso  per  un  apufisi.  »  Esaminati  però  pia 
idiygeofeQiente  sividde»  che  la  aupecficie  non  era  eguale  > 


55o 

come  udì*  osso  ;  e  che  qua  e  là  eMnft^raanuenti  di  bnccié- 
dei  seoii  di  v«Da  (  quali  spasso  reitaiio  nelU^  farina  di  que- 
sto graoo  }  incorporati  stabilmente  eolia  sostanza  de^  caU 
colo  t  e  che  dalla  digestione  non  aveana  sofferto  qnasi  al« 
cima  alterazione.  — -  Diviso  il  >  pesco  di  mezaso  con  ona  sega 
sottile ,  le  superficie  della  sezione  presentavano  lo    stesso 
aspetto  fibroso  dei  calcoli  più   comuni  ;    le  fibre ,  die  pu-( 
re  «  erano  evidentemente  della  slessa  specie  (i) ,  e-  costitui- 
vano un  molle  e  spugnoso  retioello,  riempiuto    o  misto   di 
una  materia  terrosa.  H  nocciuolo  risultava  ,  o  pareva  risul- 
tare defle  medesime  fibre  ;  e  la  .materia  terrosa  ,  quantun- 
que s*  insinoasse  fino  al  centro  ,  occupava   principalmente 
le  parti  esteriori ,  ed  era  disposta  sotto  forma  eoncentrici, 
come  nei  calcoli  orinosi  ^  alternando  in  qualche  modo  colla 
materia  fibrosa  ». 

La  gravità  specifica  del  pezzo  di  messo ,  appena  tuffato 
nell^  acqua  y  era  di  iioS;  quando  fu  interamente  umettato;, 
di  lago.  Esposto  al  fuooo  ,  una  porzione  di  questo  pezza 
perde  per  ignizione  il  33  per  cento;  un'altra  porzione,* 
tolta  da  ima  parte  apparentemente  la  meno  terrosa ,  per- 
de il  SS  per  cento  ;  e  una  tersa  porsione ,  tolta  dalla  par* 
te;?ili  terrosa,  perdi  il  ai  per  eento^  La  media  propor- 
zione della  materia  fibrosa  e  terrosa ,  era  dunque  di  circa 
37  parti  detta  prima  a  63  della  seconda  (a).  La  parte  fibnn 


(i)  Spogliando  il  teme  di  pena  della  buccia ,  da  uno 
dei  capi  si  veggono  tpuniare  nùnuÉe  setole  o  barbe,  soi" 
tò  forma  di  un  picciolo  pennello.  Sono  t^ueHe  lejibre 
cui  allude  il  doti,  Dancan  ,  e  che  ,  càm'^  è  noto ,  furono 
scoperte  né*  calcoli  intestinali  dal  doti.  Wollaston.  Però , 
accennando  Dancan  di  aver  trosmto  altresì  dei  frammenti 
di  buccia  del  seme  di  vena ,  si  può  credere  che  nel  cai-  ' 
colo  intestinale  da  lai  esaminato  pi  fossero  e  le  barbe 
e  i  ricordati,  frammenti.  '' 

(0)  //  doU.  Tboasim ,  di  Glasgow ,  che  hst  a^aUitnato 


•  I 


55r 
sa  risultava  indubbiamente  ddie  ^^pnculae  ^gelabiH  di  cui 
si  è  parlato  ;  e  V  analisi  chimica  ha  proTato  ^he  la  parte 
terrosa  era  composta  di  fo$fato  di  calce  ,  con  qualche  iato* 
OK)  ài  ampoonìaca  e  magnesia. 

,«  Si  può  dunque  ainoietiere  come  cosa  dimostrata»  seguita 
il  dplt.  Puj$can ,  cbe  gli  avAei  di  certi  vegetabili,  fpi^o^ 
la  base  di  questi  calcoli ,  e  con  quasi  eguale  certezza  pp^ 
sianio  considerare^  V  ^einen.to  terroso ,  come  una  specie  di 
(cristaliizzazionc  che  ù  depone  dagli  umori  intestinali.  DagU 
strati  coaoenU'ici  di  n^aleria  vegetabile  e  terrosa  ,  egli  par-^ 
rebbe  cotesto  deposito  non  essere  iu  tutti  i  calcoli  eguaU 
ni^ente  abbondante  ,  e  non.  è  improbabile  eh'  esso  cresca  ia 
ragipne  dell'  irritamento  indotto  negli  intestini  dalla  istess^ 
Hiassa  calcolosa,  stantecbè  tal,  deposito  k  comparativamente 
.  pneno  copioso  nei  calcoli  di  picciol  volume^  }  quali,  come  bi: 
«oaervato  il  dofct.  Monro  ,  difTerìscono  altred  dai  piùgros* 
ai  nel  non  essene  incrostati  di  materia  terrosa.  »  4-*  La 
proposta  operaaian«ì  di  aprire  la  cavità  dell'  addome  e  il 
colon  ^  aggiunge  il  dott  Dtincan ,  riceve  sostegno  dalla 
«oircostan^a  che  l' intestino  e  gli  altri  organi  sono  quasi  supoh 
pre.in  istato  normale  »  e  dal  sapersi  cbel'  operazione  della 
gastrotomia  è  stata  idi  recente:  praticata  con  ottimo  successo 
per  altre  malattie  del  ventre.  Il  dott  Duncan  non  crede  poi 
che  ti*asandar  si  debba  totalmenCe  il  progetta  disciogliere  i 
calcoli  intestinali  nella  •  lor  sede  naturale  :  risultando  eglino 
prìncìpaliiiente .  di    fosfato   4i   calce,    Qon   è   improbabile' 


diversi  calcoli  intestinali  a  richiesta  del  4olU  Monro,  ne 
fissò  la  gravità  specifica  a  circa  \^oq.  il  dott,  Duncan 
dubita  con  ragione  dell'  esattezza  di  tale  ragguaglio  ^ 
perciocché  il  dott  Thomson  ammette  che  i  suoi  calcoli 
contenevano  soltanto  intorno  al  5o  per  cento  di  materia 
terrosa ,  mentre  il  calcolo  intestinale  di  cui  si  parla  ne 
contenda  almenq  il  Q5 ,  e  pure  non  avea  che  la  gravita 
Reifica  di  1^90. 


«5j 

che  col  fifnjgo  uso  di  ècMi  nuoeraU  ptt  bocca  ,  o  per  cli- 
stere ,  riebìUrmcfDte  allungarti ,  non  si*  possa  ottenere  di  ap- 
picciolirli  al  punto  di  farli  atti  a  lasciarsi  espellere  dai  por- 
ga n  ti.  Nello  stesso  tempo  ei  viiole,  che  T  infermo  si  asten* 
ga  ènnifiameote  dall'  uso  di  cibi  di  farina  di  vena ,  sotto 
i|ttalanque  forma.  C  The  Edinburgh  Medicai  etnd  Sur^ical 
Jùurnah  luly  ,  i8a5.  J 

SulV  accoppiamento  delle  tenie  i  òssetvaiione  di  Fio. 
SiciSM.  ScHuiTZB.  —  Nel  meSe  di  itiaggio  del  i  24 ,  dice 
V  atttore ,  in  un  vecchio  fdlco  (  Faico  Pygatgtts)  morto  àtk 
alcuni  giorni  »  e  che  giJ^  cominciava  ad  alidare  ip  putt^fa- 
fazione  y  oltre  alcuni  individui  dell'  Mcaris  depressa  Zsn. 
e  dell'  Amphistoma  macrocephalum  Rod.,  trovai  néll'  inte^ 
stino  tenue  più  pezzi  imperfetti  di  tenia  ,  e  due  grandi 
ìenie  quasi  intiere.  In  pressoché  tutti  gli  arlicoli ,  i  cim 
sporgevano  all'  infuori ,  e  cosi  le  boccuccie  delle  ovaje  che 
a'quelh*  stanno  rincontro.  Ciascuna  dette  due  tenie  per  un 
certo  tratto  di  articoli  era  unita  con  un  tratto  corrispon- 
detite  dpir  altra ,  e  i  cirri  e*  ano  introdotti  nelle  boccuccie 
dtelle  oraje  ,  in  im  pteiufo  soltanto  a  uno  dei  margini  degli 
articoli ,  in  un  altro  a  tutti  e  due  i  margini  ;  aftzi  alcuni 
articoli  erano  stirati  obbtiquta mente,  si  che  insieme  comor 
xrìcavcmo  Lp.  parti  genitali  di  opposti  margini.  Inoltre ,  in 
un  terzo  puntx>  pia  articoli  di  ambedue  gli  individui  erano 
evidentemente  connessi  insieme  a  ambedue  i  margini.  Par* 
"^ecipai  tosto  la  mia  scoperta  '  al  '  consigliere  Rudolphi  ,  il 
quale  convenne  con  me  che  la  unione  di  queste  due  tenie 
era  un  accoppiamento  sessuale.  Ciò  s'ante ,  gli  articoli  in- 
dividuali delle  ten-e  sarebbero  sempre  androgini ,  e  l' ani- 
male intiero  potrebbe  fecondarsi  da  se  come  ermafrodito , 
e  fecondarne  altri  come  androgino.  —  Che  le  tenie  si  fe- 
condassero unendosi  insieme  cogli  articoli /venne  già  so- 
spcituto  da  Carhsle  (  Transact.  of  the  tinn.  Soc»,  voi,  II, 
"  P.^g-  ^55  ),  e  il  consigl.  Rudolphi  crédette  anzi,  eh*  elle 
fossero  e  androgine  e  ermafVodite  :  ma  non  erano  queste 
che  semplici  congetture.  Forse  allo  stesso  modo  ftucceàe  lo 


555 

flcéoppiénienlq  nei  gèneri  ^affiìii  É^là  ,  Triaenophoriis  e 
Bàikriàcéphàlus^.' — -  SreUturalameote  nelle  ndie  tenie  nob 
ho  potuto  scoprire  èsattàtnente  il  inodo  di  isidCÀppiamento. 
Giusta  alcune  osservazioni  zootoimeie- ,  il  canale  escrietoi^e 
debo  sperma  si  aprirebbe  nel  cirro  «  e*G0immil:berebbe  nello 
stesso  tempo  con  un  condottò  delP  ovaja  ;  sì  che  neli'  ac- 
coppiamento sarebbe  mestieri  che  on  cirro  entrasse  nel* 
1'  altro.  -*  Rispetto^  alla  specie  di  tènia  suH»  qnaleho  &tto 
quésta  osservazione,  dito  esser  ella  una  specie  novella  y 
diversa  dalla  Taenia  globi/era  e  dalla  Taénià^periaià,  sin 
qui  trovate  nei'  falchi.  I^er  ora  non-  mi'  è  permesso  che  di 
dame  la  seguente  succinta  descrizione  *  testa  rilenda  ,  con 
tromba  breve  e  ottusa  ,  probabilmente  armala  ;  collo  lun* 
gbissimo;  i  primi  articoli  bfevi>  aggrinzaci,  gli  altri  oblun* 
ghi ,  aggrinzati  trasversalmente ,  e  profondamente  intagliati 
ai  margini;  gli  ultimi  articoli  meno  rugosi  e  intagliati,  ma 
lunghissimi.  Un  semplice  vaso  nutritivo  scorreva  lungo  tutti 
gli  articoli^;  le  ovaje  erano  trasparenti  e  i  loro  orifi^  gli 
uni  opposti  agli  altri.  Siccome  gli  intagli  dei  margini  degli 
articoli  ,  "per'  quanto  io  sappia  ,  non  sono  .mai  stati  veduti 
in  alcun  altra  specie "^di  tenia,  cosi  io  proporrei  di  dare  a 
questa  il  nome  dì  iaènia  crenulata.  (  Litterarische  ^nna** 
ien  der  gesammnien  Heilkunde*  Mai  i  SaS  ). 

'  Sulla  presenza  dei  vermi  negli  occhi  dei  cavalli  ;  del 
sig»  BouDGovBD ,  veterinario  a  Nimes,  *—  La  presenza  dei 
▼ermi  negli  òcchi  dei  cavalli  e  di  altri  animali  non  è  punto 
una  cosa  nuova  ;  nell'opera  di  Brémser  si  legge  che  Hopkin" 
san  é  Morgan  hann4>  incontrato  delle  filiarie  viventi  {Fi" 
lia,rÌ8  .  papillosa  )  nella  camera  anteriore  degli  occhi  dei. 
cavalli.  Rudolphi  ha  descritto  minutamente  questi  entozoari 
nella  sua  Synopsis»  Stolti  fatti  su  questo  argomento  spno 
pure  stati  raccohi  dai  veterinari  irancesi.  Gohier  i»  men- 
zione di  una  vacca,  in  un  occhio  delia  quale  il  sig.  De^ 
gUillerne'  vidde  molti  di  lai  vermi.  Ciò  non  pertanto,  questa 
aflezione  non  venne  forse  sufficentemente  .studiata.  1  sen 
guenti  fatti  osservati  recentemente  serviranno  a  rischiarare 


I 


554 

r  argoniBiiUK  ««•  Nel  nm&ifitnìo  dei  lavori  fl^lfi  Scuola  ve- 
terìoeri»  di  Lione  pel  1 823^25  »  h  legge  la  ^egaente  osaent 
vazioDe  ;  una  mula ,  di  4  anni ,  Ifi  al&data  alle  cure  del 
aig.  Boudgourd;  essa,  fortava  «eilipre  la  testa,  ^  tinistra  , 
tenendola  iu  coàtinua  agitazione*  La  pupilla  di  un  occhio 
(  non  ai  dice  quale  )  era  dilatati^sima^  Neil'  umor  acqueo 
nuotavano  molti  vermi  iosieme  intrecciali  »  agitati  da  uu 
continuo  molo  ;  del  resto ,  V  occhio  non  ofiriva  vestigio  di 
iofiaimnazione.  Aperta,  la  cornea ,  ù  cavarono  due  vermi 
fiUforroi ,  uno  luogo  3o ,  l' aJtro  la  millimetri  »  simili  a 
quelli  che  Chaifert  ha  chiamato  ^rinonL  «^  Venti  giorni 
dopo  r operazione»  mentre  tutto  sembrava  prometliere  una, 
guarigione  radicale ,  i  einlomi  ricomparvero  e  più  intensi  » 
e  ii  vidde  dialintainente  un  verme  analogo  ai  due  prece- 
denti.  Praticata  nuovamente  la  puntura  della  cornea  ,  si 
cavò  fuori  uu  orinane  lungo  i6  centimetri.  La  mula  perde 
r  occhio  qualche  tempo  dopo ,  senaa  dar  piiSi  segni  »  da  ol- 
tre un  anno ,  di  questa  singolare  afie«ione.  (  BidleU  des 
selene,  med.  Fevrier^  1836  )i 

Sui  vermi  degli  occhi  dei  cavalli  *,  del  aig*  Moorcboft.  — * 
Nel  Giornale  intitola  to:  Inditk,  gazzette  si  leggp  il  seguente 
estratto  di  una  Memoria  della  Società  medica  di  Calcutta. 
L*  autore  comincia  dall'  osservare ,  che  lo  iStpongr^  arma-- 
ius  minor  (  Rudolpki  )  e  la  Filiaris  pMpiUosat  che  spesso 
s'  iucontrano  nell'  occhio  del  cavallo ,  alliguano  altresì  nel 
tessuto  cellulare  di  questo  quadrupedo,  eseeudosene  trovati 
in  gran  numero  nel  tessuto  celliikwo  che  .circonda  le  ver-* 
tebre  lombari.  Anzi  egli  pretende ,. che  siccome  si  h  sco^ 
pertq*  lo  Strongylus  armatus  minor  nel  sangue  (i)^  si  po- 


(i)  L' autore  avrebbe  dovuto  dire  nelle  arterie  aneu-' 
rismatìche  e  non  nel  sangue.  Infatti^  Radcrfpbi'  e  Brem- 
aer  dicono,  sulV  autorità  di  T  rentier  ,  tu  aneurismatiboy 
arteriarum  equi  mesentericarura.  Non  crediamo  ohe  altri 
autori  abbiano  veduto  questi  entoz/oari  nelle  arterie 
sane.  Il  verme  osservato  da  Treutler  era  lo  .StrongrJkis 
armatus. 


555 

trebbe  auiiiiettelv  9  tesero'  per  taesao  di  questo  fluido  che  i 
perasiti  di  cui  si  parla,  vengano  trasportali  in- diverse  partii 
segnatamente  'neUa  regione  lombare  e  nella  camera  ante* 
riore  dell? òcchio,  nel  qual  ultimo  sko  egli  li  fa  pervenire, 
mediante,  le  grandi  arterie  anteriori  dei  processi  ciliari. 
Per'  tal  modo-,  a  senso  del  sig.  Moorcrqft ,  la  presenza  di 
questi  vermi  nell'  occhio  no»  sarebbe  che  il  sintomo  di  una 
affetione  generale  ,  da  riguardarsi  quale  indizio  certo  della 
presenza  di  questi  stessi  animali  nella  regione  lombare.  È 
cosa  assai  probabile ,  die'  egli ,  che  lo  Stronftylus  armatus 
e  la  Filiàris  papillosa  possano  esistere  sei  tessuto  cellulare 
del  cavallo ,  senza  che  alcuno  di  tai  venni  si  mostri  nel^ 
l' occnip  ;  ed  è  pure  cosa  probabile  che  il  verme  dell'  oc* 
chio  '  si  manifesti  tosto  dopo  la  generazione  di  questi  ani- 
mali nella'  regione  lonribare  ,  e  prima  che  si  appalesi  qual- 
siasi afi^ione  nel  corpo,  o  nella  salute  del  cavallo.  Il  pri^ 
mo  fatto  leste  riferito  serve  di  prova.  Però ,  .da  eiò  non 
conseguita  ,  che  quando  avvi  lo  Strongflus  armaias  e  Ja 
/iiiaris  papillosa  nei  lombi ,  la  malattia  debba  invariabil-* 
mente  manifestarsi  colla  presenza  di!  un  verme  nelP occhio; 
m^  9  secondo  lo  scrittore  inglese  ,  tutta  volta  s'  incontra  un 
verme  nelP  occhio ,  questo  verme  dovrebbe  essere  riguar« 
dato  qual  segno  certo  ddC  esistenza  de'  medesimi  anima- 
luBzi  nel  sangne  circolante ,  e  probabiknenle  altresì  nel  tes* 
suto  cellulare  della  regione  lombare.  -^  ficco  pertanto  i 
segni  di  questa  singolare  malattia  :  «  a  misura  che  la  ma^ 
lattia  va  avanzando  nella  regione  lombare  ,  il  cavallo  di** 
sviene  ,  è  abbattuto ,  e  ben  tosto  prova  grandissima  debo-' 
lezza  neUa  parte  di  dietro ,  causata  ,  a  senso  dell'  autore  , 
dai  vermi  che  si  sono  introdotti  nel  midollo  spinale.  »  Però, 
quest'  affermazione  dell'> autore  non  i  punto  appoggiata  al 
tagliò  di  «nimaU  '  morti  •  di  questa  infermità.  *^  In  molti 
casi ,  die'  egli-,  la  malattia  fa  progressi  lentissimi  ^  ed  ò 
probabile  che  i  vet'im  annidati  neiltf  regione  'lombare  pos- 
sano soggiornarvi  per  molti  anni  prima  che  il  male  si  fac- 
cia apparemt.  Ciò  rande  i^agidne  del  perchè  alcuni    cavalli 


556 

sopportino  k  fiitìcfi  per  moki  »«ni  dopo  1»  '  imnipirsii  àtì 
farine  ncM*  occhio.  Mei  1819,  l'autore  vidde  darsi  a  Sum* 
buJpore  V estmiÀOBi  ài  un  verme  in  un  cavallo  d'armata;. 
1'  animale  restò  ancora  oltre  due  #nui  •  in  servizio  $  ma  a 
capo  di  questo,  tempo ,  quantunque^  se  ne  avesse  gran  cura, 
divenne  si  fìacco  dei  lombi ,  che  si  dovette  uccìderla  Sic4 
come  •  in  allora  non  sospettavasi  la  presenza  dei  vermi  nella 
regione  lombare ,  non  se  ne  fece  la  necrotomia.  L'  autore 
crede ,  che  con  certe  regole  nel  vitto  «  con  certi  medica-* 
OMUti,  siasi  talvolta  riuscito  a  discacciare' ì  vermi  dalla  re- 
gione lombare,  e  yier  tal  modo  che  «un  cavallo  abbia  potuto 
IH'  ceni  casi  parere  ristabilito  in  seguito  deU'  estrazione  del 
vertne  dall' «echio.  Del  resto,  nell'India,  t  vermi  non  sono 
la  sola  cagione  della  debolezza  dei  loitibi  nei  cavalli;  se- 
condo la  testimonianza  delsig.  #/£>òrcro/ì ,  questa*  malattia 
nasce  altre8l  da  Spaiidimento  nel j canale  vertebrale,  il  quale , 
oompnmendo  il  mi4ollo  spinale  ,  produce  la  paralisia  della 
parte  cfi  dietro.  L'autore  di  questa  Menioria  si  riporta  alla 
nota  seguente  ,  che  noi  pure  daremo-  a  -maggiore  illustra- 
zione della  cosa  : 

JVot  zia  sopra  un  iwrme  non  ascritto  (  Ascabis  pALtuci- 
mii  )  troiaio  negli  occhi  dei  cavalli  ,  neW  ìndia  ;  del  dot-^ 
far  Kinnbut.  -*-  L' autore  annunzb  1' esistenza,  di  questo 
verme ,  eh'  egli  chiama*  Asearis  peliuùidus  ,  e. noi  diremmo 
pallucida;  nel  Bengal  si  conosce  sòttotil  nome  di  sanp  »  o 
serpente  nell'occhio  del  cavallo.  Secondo 'il  dott  Kennedy  , 
questa  .uialattii>  è  solenti  U- sequela  di  un  colpo  o  di  una. 
violenza  esteriore  ,  ma  spesso  elht  si  svolge  eziandio  senza 
manifesla  cagione.  L' esistenza  del  verme  'nell'  ocahio  è  so- 
venti preceduta  da  ottahnia,  ed  egh.  ^^quando  questa  ma** 
lattia  ha  cessato ,  che  si  può  vedere  il  verme  nuotare  con 
molta  prestezza  nell'umore  acqueo.  ,11  dà  9  noiaggio  i8>i8, 
nell'occhio  di  un  cavallo  del  si g.  jFneeAr , . luqgo-tenente  co- 
lonelio  a  St»  Thomas  Mount ,  si  scuopsl  un  verme  ;  la  di- 
niane  ,  il  sig.  Scot ,  diirurgo  di  uno  dei  battaglioni  dell'  ar- 
tiglieria ai  Madras ,  oe  lece  l' estrasiooe  alla  {«resenza  del 


557 
dialo  '  ludgdteoéDte  ctìloiiDeilo- ,  tiel  éott.  Mi  A  Noore  \  e  di 
UQ'*aUra  pei^na.  La  oomea  era  lattiginosa  ;  abbisognò  git* 
iar.a.terca  il;  cavallo 'per- fere  1' operanooe.'  Il  verme  veo^ 
ne  raccolto  aeir  acqua  tìefàda,  ove  seguitava  a  muoversi 
vivacemente  j  finché  a'  aggiunse  dell'  acqua  fredda  ,  la  qua- 
le'il  fpce  pocoi'StMile  •  morire.  11  sig..  Kennedy  iia:  mandato 
due  di.  questi' v«rmi '>al  museo  deli' università  :  sono  ean 
conservati  dal. pnrf)  Jameson.  -^  £cco  i  caratteri  aoologicì 
assegnati  a  questo  verme^  dal  *  capita  do  -  -  Tommaso  Bro^^n  : 
Ascaris.pcllucidu  i  testa:  :  ieggermente  (  appuntata  e  ottusa 
aUa  sua  estremità;  corpo*  mioUe  y  trasparente  ^  di  color 
bianco  azzurrino  ,  |iiù< grossa  nel  Centro,  assottiglìenlesi 
gradatamente  verso  la  testa,  e  tutt'  a  un  trattò  verso  la  còda, 
là  quale  termÌMa  in  una  punla  acuta  ,  SI  avo  diametro  non 
essendo  che  il  tqnartcì  della  testa*  L'>animale-.'e.  lungo  un 
pollice  e  un.  «piaffto  (misura  ikigUsè  ).  Questo  verme  abita 
nell'  umore «cqueo  degli/obcbi  dei  cavalli  nell'India;  nuota 
con  grande  yi^^iCÌtH  Edin6.phièosoph,'TnànsacL  voL  IX, 
«^  BnlLétìl  ^seiettc,  med,' Fes^rier  y  idu6.  ) 

jévv^lenamènio  \cattsato  dal  farmàggw;  del  doti.  A, 
F.  Baiiics  ,  di.'  Osnabrueek*  -^  A  carte  445  dèi  VoL  XXIX 
di  questi  Annali  abbifiua.  registrato  diverse  osservazioni  del 
dot^»-  HenàemtUi  dv  avvelenamento  pausato .  da  formaggb 
troppo  vecchio.  Due  casi  analoghi  ha  veduto  il  dott.  'Brùek. 
Una  gióvane  M.^^  aaai ,  di  •lempèramento  dd«ébio  ,^  -«iopo 
un  viaggio  a  piedi  di  cinipe  ore,  avendo f:man||iftio  un 
pezao  di  cacio  casalingo  ,  chiamato  ìn-Gèrmsmié  iHmid-oder 
Schnfdevkaese  (i).,  è  presa  da •  malessere^  e-  da  vertigini , 
che  r  obbligano  a  corioa^si.  *  Pallida  in  volto,  coperta  di 
sudor  fheddo  ,  .con  polsi  piccioli ,  molli ,  frequenti ,  v  occhi 
laorimesi,  estremila  fredde  e  umide  ,-  l' inferma  si  lagna  di 
cefalalgia,  e  di  «in.  éenSQvdl  stringimento  «air  •epigastrio  ^ 


'  (l)  Càcio  di  forma  picoio/ma ,  faUo.  di  laHe  di  viUsca, 
e  che  sL  mancia  tmgemi&n^  il  pane.  '   •  ' 


•     ^ 


55» 

^•JU  gola  ,  e  tornita  delfo  nateiie  nlucosc  »  aman.  (  Si  pm* 
■nuove  il  vomito  oca  lai|;he  bibile  di  «equa  •  tiepida  ;  ogni 
ora  ai  fa  pigliare,  alla  ndala  una  euccbia|ata  da  caftè  4i 
.unii  miacoki  -composta  di  un'  onoia  di  tale  .aomro  e  acqua 
•di  melÌ3sa.e  -quaUr'  oocte  di  acqua  distAiata  ;  sì  fanno  lo- 
anenta  aroÉaaiicba  calde  sul  ventre).  La  'natie,  seguente, 
agitaaione  ,  fieÉ»bre.  y  celUalgia  «  dolose  gnuratiso»  alU  epig^ 
atrio,  color  mocdace  ai  piedi  e  attA.mluii-,t:iete  ardente. 
{Si  seguitano  gli  stessi  rimedi).  GolPnso  snocesnvodei  to- 
rnici la  donna  non  tanda  a  riaversi'  àè  tulli  gli>  ineemodi  , 
squali  con  tanto  più  di  ragione* fi  attrifauisoonn al foranig- 
•gio ,  quanto  che  a  sintomi  analoghi  ,  sebbene  più  leggierì  , 
Andò  soggetto  il  fratello  della  malata,  il  qnak  atea  pur  man» 
giato ,  però  in  minor  dose-,  .del  formaggio  asedesiino.  -^Le 
■oendusioni-  dell' autore,. desunte  itt<  parte),  dall'  analisi  chi- 
*mica  ,  sono:  t.^  che  detto  formaggio  non  conteneva  parti- 
celle metalliche  7  a.^  che- sotto  fevorevoli  ciroostanae  ogni 
•specie  di  cacio  casalingo  può  diventare  velenoso;  S^*'  che 
questo  veleno  si  accosta  alla  natura  di  qneUo  delle  salsiccia 
del.Wurtemberg;  4*^  che  il  veleno  del  cacio  non  produce 
in  tutti  gli  individui  gU  stessi  efiBetti  ;  e(  che,  secondo  la  te- 
-stimonianta  di  rispettabili  serittovi ,  può  talVoka  «ssere  causa 
di  morte;  (^ournml  fUr  prmctiseken  Hèilikmmie,   Juliut , 

•ig     5*')       '         •  '  •..,....!  »  •         ,  .  , 

<  Sèlie  àliéNmiomJwMogMe  del  UUie\  M  sig.\j^hhor. 
'•^-  Le  asguenti  ricerche  r  comodile  imperfistte  »  pomnno 
servire  di  stimolo  ai  naturalisti  «  agli  agronomi,  per  istodiare 
.più  eaattaatente  V  argomento  trattato  dall'  autore  di  questa 
Memoria.' —  i  .^  Latte  rossck*  Se  ne  ignara  la  cagione.  Alcu- 
ni l'  hanno  attribuito  »■  infermità  del  capeazoloy  il  quale  , 
■eUe  Taochciiche  danno  latte  rosso,  ò  più  molle.;  ma  pro- 
ba bibtiente  'r>afrceione  del  Capezaalo'  è  ella  slessa  un  effètto 
della  causa  da  ciii  nasce  quel  colore  del  latte.  -—  11  latte 
giallo  fX  vuole  prodotto  dai  fiori  del  farserugto  (  Caltha  pa-- 
dusiris  Lmit»  )  mangiati  dalle'  vacche;  ma  questa  cagione 
è  più  che  mai  dubbiosa.  $.9  il  iniU  Mzurrp  si  osserva  da 


559 

kmgó  tempcf  ntì  diparttoienti'delk'  Sèna  infeiriore  e^del 
Goivados.  Mulgrado  le  riberidle  di  Seraàiy  0mè>eri  t  Fro- 
magte  >  se  ne  ignora  la  v«ra  cagicme,  Seoomio  alouiii  agri- 
coltori si  dovrebbe  attribnre  airHiacÌDto  ó  Cipolla  salva* 
tica  ^*Hymeinthus  cothosuf  Liim.  )  mangiato  dalle  vacche. 
li  gìoìióó  flèrìdo,'  detto  volgaktnénte  aglio  dei  foisi  (Bu" 
iomus  'UnéMlatns^  Lv»ii. }  la  cui  coltura  è  stata  consigliata 
.  da' QA  agrieMtore  inglese ,  retod^  il  lAtle  più  «eoaè  ,  e  di 
•  tm  colore >tirtaiC0  suH'aft^urfo/ -^  4.^  Il  lauèvetdcy^x  cai 
N  pa^bfb  €>*ÀJI.  #y;'  pauii^i;  egli' pare  bod^  sia  che  il 
latte  àsBzorro. -*- 5.  il  e/fif Ctf  /^d#t  còàguMilè  è  prodotto 
Hfair  ingestione  de^  iMccéUi  dei  piselli  verdi  e  dal  pascersi 
le  vjiìbbè^di  hitotè.-*^d.^  Il- /«fi»  amato  è'  sommittistrafo 
délie'^IM^ébbè^  ebe  iMaWnO  iHéAgiàlo  dèll'^a^séBzio  (  Artemisia 
abàiMhl  Ltì^n.  );del  so|icbo  esperio  ^  T4olganiieizte  ^respi- 
gnolo  liSèìo>'  e  cioerbita  ^  e  Mlcrfoglie  di  <  cardo  senza  spi- 
ane ,  o  carciofolo  (€)fii;«/«  'Sèofymus  LiKir.  )  ;  la  stessa  alte- 
razione  s*  inoetitra  nel  «latie  delle*  capre  ebe  'si>  liono  liirga- 
nvente  pàsciute  di  germogli  del  saitibueo  e  di 'cauli  di  pa- 
tate —  7.^  Neir  alto  Canada  le  >vaetbe  pasciute  di  rape 
invéce  di  iucche  a  corona ,  danno  un  latie  sgradevole. 
"^^  Latte  atèktceo.  Questa  specie  ili  latte  procede  ^  man- 
gter  ie  vacche  piante  alliacèe  ^  le  quali  ^  com^  è  nolo  y'  sono 
essai  cbmuni.  -«  9-*  li  latte  insipida  y  che  dà  un  borro  di 
color  piOinbioò  ,  k  sommittìslrato  dalle  vaoehe  che  'mangia- 
no  dell'  esquisetto  fliìviaile:  10;*^  Le  vAccheche  si  pescono 
di  iHfogKo  alpestre;  nei  paecdi-presso  Pila  ,  nelle  Lande» 
danoo  un  latte  inMueèhentUo.  11."  11  burro  rosso,  li  burro 
eeifuista  qiiato  cdofe  dati  succo  delle  baOdie  di  ,  asparagi  ; 
non  si  sa  però  se  da  qmMta  causa  proceda  il.  éolor  rosso 
'df^  mostre  di  burro  >  ebe  si  veggono  ,  sui  'nostri' mercati. 
{BMeti  des  stienc*  tnéd.  fevrier  ^  1826.}  *    ' 

Uio  del  ìn-^arhùnato  di'  soda  nella  cura  dei' 0aiei>ii'i 
deHig.  RoBiQOBT.  >-^  L**  autore  ha  sperimentato  questo  site 
in  un  uomo  di  72  anni ,   da    più  mesi  iormeilU(to   da'  lAi 
.  Hsalodlo  neMa  v<£5ctea  ,  la  coi  ^si^tentfe  era  statft  riconosciuta 


56o 

dal  stg.  M^rjoliru  Tali  èrano  i  dolori  che  fHKwraTa  l'ÌDfer* 
ino  9  chi  era  disposto  a  sottomaÉter»!  att'  opertzìone  della 
litotomia^  Il  8^  Robiqmté  lo  inapegnò  a  diierire  per  qual- 
che tempo  i  e  lo  messe  all'  uso  del .  in-carbonato  di  soda  » 
alla  dose  di,  cioqiie  granì  per  ogni  litro  d'  ricqua  ;  il  ma* 
lato  ne  prendeva  due  dosi  al  giorno  ;  a  capo  iijk  tSi  giorni 
si  senti  meglio.,  0d  ha  pptuio  tollerare  iL moto- della  caroz- 
za,  da  cui  &i  allora  avea  provato  dolori  iesotfffibilL  Final- 
mente y  avendo  «aegifitato  la  carabi  por  tré.  mcAi».  evacuò  un 
ca^oletto  di  a.oido  .urico,  il  quale  |>areta .aveaie  6>tmi^  il 
nocciolo  di  un  ^calcolo  piik  grossos  iìche  a  poco  a  poco 
era  «tato  .disciolto  idall'  avone  del  s^  di,  sodsi'  Convinto 
4'  essere^' interamente .  guanto  ,  '■*  V.  ÌDfei;mo.f^om^i>dal  sig. 
MarÌQlm  per  averne  1$,  c«rtmaim€)4ùurte  la  s^ri^g^zione; 
ma  questo  chiri^gp  «  rp^siABSo  '  ch«-  h  pietra  pi^  non,  esi- 
steva 9  000-  volle,  assoggetificla  altot  stiandagUo ,.  oode  .non 
fargli  spDfrire  on  dolore  inolile.  iSacoDdo  .il.jig.  Robiquet, 
il  bi-carJ)9nMo  fàJL  soda  ooàvietie.$oliaiito  nei  calcoli  dor- 
mati, idi  acido^  ujrìQQ. ,  .f:be  sono;  peir  altro  i  più  comuni* 
(  B^IL  des  sd^nces  med.  mars  ,   i8a6,  )  '     . 

Del  n^odo  di  ottenere  l'olio  di  euphx^frbia  li^hyri^;  del 
sig»>  A*  CaiivALLiEE.  •—  In  tre.mpdi  si  può  otlispeci^- questo 
olio;  i»^..per  espressione;  .u,^  .per  m.ez^  fieU'.alooole ; 
3*^  peri  meiZ90  ddl'  (etere. .  -^  i.^  Hfetodo. .  Scelti  i.  granì 
bep  maturi,  e  purgati.  d^Ue.  sostanze  straniere.,  ^i.riduepno» 
p0stand(^  in. un  mortajo.,  io  , una.  pista,  ila  quale  .serrata 
in  una  tela  di  fitto  tessuto ,  si  sottopone  allo  strettoio.  L' o- 
lio  che  stilla  per  la  pnjissiope  vuoisi  raccogliere  in  un  vaso» 
che  si  chiude  per  difendere  V  olio  .  dal  contatto  dell'  aria. 
L'olio  cosi  preparato  lascia  depori^e,  a  capo  di  alcuni  gior» 
niy.uoBimatffna  bianca  fioctì^sa.  Separata  qoesla  C(d  mezzo 
della  decantazione ,  o  della  (eltrazione ,  ai  mette  in  serbò 
l'olia Jn  picoiole  boccette  che  ^  ha  cura  di  ben  turare. 
Questo  «metodo  è  il  più  semplice;  però,  operando  sopra 
piccioli  quantità  ,^i  perde  una  gran  quantità  di  olio,  nella 
tela  che-  ha  servito  a  inviluppare  la  pasta  per  soauosetterla 


56i 

«4lo  strettolo*,  r-  3.^  ^tado.  Si  pnò  altresì  eiti^ree  V  dlia 
di  catapuzia;  tratf^jando  la.  pasta  ottenuta. per  contusione  coi- 
l^aloooie;  riscaldando  ^eato  liquido  a  una  tempeiratura  di 
5o  .a  60^9  £idir»ndo^,  indi  facendo  svafiofar^  il  liquido  y  d 
ha  per  resìduo  roUa*  Queato  processo  dà  maggior  quantità 
4i.  olio  d^l  precedente ,  se  non  cjhe  l' olio  è.  più  llisposto  a 
Ùraiieidire.  -r-  5t,^  Metodo»  Iì^k  un.  matraccio  s' introduce  la 
pasta  proveniente  dpi  .grani.  6Qppe$ti  : .  sopra  4'  once  di 
pasta. si  versano  4  ^^^  ^  etere;  si  lascia  macellare  per 
34  ore  alla  temperatura,  ordinaria  dell'  atmosfera  ;  a  capo 
di  questo  tempo  si  decanta  ,  si  feltra  V  etere  e  si  mette  il 
liquido  feltrato  in  lina'  capsula  che  si  •  lascia  seopeita  ed 
esposta  al'  contatto  deM'  aria  in  una  stufa  ?  si  rinnova  V  o- 
pepflìzione  ' sulla  feccia  con  una  nuova  quantità  ,di  etere  ;  si 
imisce  il  secóndo  prodotto  isj  primo,  ;e' si  ripètè-  suMq[nest9 
1'  opcfrazione  praticata  su  quello  ;  t*  etere  si  volatilizza  >  e 
lascia  un  residuo,  il  quale  è  olio  di  catapùzia,  che  essen-^ 
dòsi  ottenuto  senza  1'  ajuto  dei  calere ,  dovrebbe  godere  di 
tutte  te  sue  proprietà;  siccome'  H  crede  verrà  verificato 
dalie  sperienze  che  il  dott  Battjr  Sùt.  per  intraprendet'è. 
Con  qfuesto  mezzo ,  se  non  si  avesse'  che  un*  oncia  di  gitani  > 
si  può  estrarné  Polio  colla  massima  facilità.' '—Alcune  spe- 
rienze praticate  coir  olio  contenuto  nei  grani  di  ÈupKorbià 
Cyparissias  ^  hanno  fatto  vedere  al  sig.  Òievallier  che 
quest' olio  gode  a  un;  di  presso  delle  stesse  proprietà  del- 
l'olio*  spremuto  dai  grani  di  Euphprbia  lathyris»  , 

Jlispétto  alla  quantità  di  olio  coi^tenuto  nei  grani  di  ca- 
tjapuzia  y  r  autore  lu|  notato,  esser  ,d(essa  raggtiar^^yole  :  in^ 
fiitti.,',i^9r  [^i'ficii..gi:a^i  >  tcat^te  colPetere-y  hanno  datq 
Sa  parti ijdì  .olio  ;  ^iji^Uate.  cutil'  alcoole  »  ne  ha^no  d^to  5i  « 
fi^alm^ote , ,  tratta tje  p^r .  eaprassione  «  : jie  ha  ottenuto  44*  ^ 
minor  quanti tà.:ai{«tiri5Ì  coU'.uitioiO  processo,  è  derivata»  dal 
metodo  impiegato  dall'autore,  akeMcè  cui  parte  deU^olio 
rimane  sotto,  io  '{«IrcitofOie  nella  tela  adoporata  per- invilupii 
pare  la  pasta.  Ci>i€cchè  ne  sia ,  contenendo  il  grano  di  ca~ 
tapuzia  il  44  fino' al  Sa  per  100*  di  Mio>  ^'^a^e  «he'  iì 

AifWAU.  Voi.  XaàVIU.  3(> 


56a 

jNftrebbe  ooltivre  qfuèstti  pianto  per  «itrMTt  dii  graai 
r  olio  di  impìegars]  nelle  «rtì.  E  questo  proposto-  ^Kbbé 
tanto  più  adottabile ,  quanto  che  V  umMia  iodustna  cerca 
olio  da  grani ,  ì  quali ,  operando-  sopn  gHaildì  quantità,  non 
ne  danno  più  del  35  al  54  per  loo.  dUm  questi»  ripiego  là 
Francia  i^bonooiizzerelibe'ben  4oo  mille  franchi  all' anno*; 
che  a{W#e  air  estero  per  compera  di  grani  oleaginosi; 
(  Jottfn.  de  chùHie  nufd.  Fevr,  i9q6  ). 

"Déìiie  aÌieratto\tt  ehfs  ar*ffie  &  nitrato  di  argento  dalle  toiiamt4 
veg0iahili\i  dal  tièpor  G.  L.  CaSasScAv  di  Salamune».  «^  Sono 
note  le  speriens^  del  dott.  Sementici  dalle  qnalj  rianlfà,  m^ere 
^It  eiiiraltì  vegetabili  la  facoltà  di  alterare  il  nitrato  d'argedio  jn 
modo  di  fernare  un  composto  ungola>é>tonocao.  e  dotato  di 
votrToli  proprielè  mtihemmentoafemlj^f^/^. Pày^'^'^ChmftÈUfCf  t 
sveTaoo  Dolalo,  cbe  gli.  effetti  ^odotli  dal  medirameiiio  del 
sig,  S^m^ntifh  si  potevano  forse  atlribaire  alla,  pretensa  del- 
l' ossido  d^  argento  e  del  cloruro  proveniente    cesila    dqplicer 
df  composisione  del  nitralo  e  deg^  idrorlorati  •  cbe  4  a  loro, 
gtadisio  ,  fanno  sempre  parte  degli  estratti  ve^tabiii ,  ben* 
cbé»  secondo  il  sig.    CatfemoH  ,  .alcuni  >  e  particolarmente 
r  estratto  di  gramìgoa  preparato  con  arqoa  della  Sena«^noi^ 
ne  coDlengano  punto.  Però,  le  ossenraziotii    di    questi    cbi* 
mici  né  puotellavano,  né  combattevano  1*  opinione  del  sig. 
Sementini  relativameute  «Ila  reciproca  reazione   del   sale   di 
argento  e  delle  materie  orgaoicbe  ^  '  né    il    sig.    Sernentinì  si 
era  dato  premera  di  determinare  con  esperienxe  positive  lo' 
stato  sotto  cui  si  trovavaTargeókonel  composto' ch'egli  pro-^ 
proneva  d*  impiegare    per*  ù^o    medi'eo.  EgK    è   per    fissare 
questo  punto  di  chimica'  medica ,  '  che    f)    sig.    Casuiéca   hk 
creduto  *0i    intraprendere    diverse   èperfenze  ,    tentando    il 
niirafo  d* arroto  eoi  eaffó  •  c»l  té ,    eMk    nove  di  galla, 
eoli»  radiee  di  regolisia ,  colt'aleoole  /  col"  viso  ,  oOHa  eo*- 
lòfonia  ,  noti' amido ,  colf  ammoniaeft .  la  sbda ,  la  potassa  ; 
e  da^sooi  e*pi»f1mVoti  ba  dedotto  ?•  «  j.*  che- le  qiaierie  Ve- 
getabili sromponf^oo  più  o  meno  prsstoaiente ,  alla  tempe- 
raUiirii.ordinarisi,  il  niiiato   d'argento,  rioonducendo   V  a^ 
aèdo  ^o.sti|lp  m^\ii^  «reni»  spesso  la-  sua  partàcolare  !•« 


563 

Contessa  ^  seniiA  che   nel   fenomeno   b  '  luce  eserciti   le    piii 

pillola  influenza-;  a«^   che  questa  rifusione  è  più  tollecita 

.  giungendovi  la  pomosa ,  la  soda ,  e  principalmente    la    am« 

.moniaca  ;  3.^  che  V  efficacia  del  ipedicamento  proposto  dal 

sig.  Sementini  sembra  dipendere    prtocipal mente    dalla   pre- 

aenaa  dellVargeoto  metallico  in  islato  di    somma    divisione. 

Ti  perchè  sarehhe  desiierabile  che  si  provasse  l'argento  mi- 

tiaumenle  diviso  nelle  epilessie  ,  come 3^  impiega  Toro  nella 

cara<  delle  malattie  sifilitiche.  »  (  Journal  de  Pkarmacie,  Am 

yril,  i8tK6)  (I). 

/  Ossérifaiione  di  pneiunatosi  oiàtoide  de^i  inUUini^  del  prof, 
AUtei  r  di -Bonn. -^  Nel  mese  di  aprile  deliSsS,  venne 
portato  al  l^rof.  Mayer  pna  porstone  di  tubo  ioiescinale  di 
un  porco,  quasi  tutta  disseminala  di  bollicele  di  varia  gres* 
sexxa,  ripiene  di  un  fluido  aeriforme.  Le  vessichette  erano 
sferiche,  non  comunicanti  tra  loro,  ma  chiuse  in  se  stesse. 
Alcune  aveano  una  larga  base  sul  peritoneo  del  tratto 
inlestinale  in  cui  aveano  sede  ,  e  aderivano  ai  lati  colle 
boUicetle  vicine  ;  altre  ,  solitarie  o  congregate ,  peode- 
vano  raccomandate  a  un  peduncolo  ,  lungo  alcune  linee  » 
sodo  affatto  ,  e  non  permeabile  all'  aria.  Il  porco  non  avea 
mai  dato  segno  di  incomodo  ,  né  di  malattia  :  tutte  le  vi- 
scere erano  sane  ,  e.  cosà  iLuubo  intestinale.  L*  animale  >era. 
stato  macellato  dì  fresco ,  e  non  dava  alcun  sentore  di  pu- 
trefazione. Analissata  T  aria  contenuta  nelle  vessichette  dal 
prof.  Bitcoffi  si  trovò  composta  di  ossigeno  i5,44ì  azoto 
84,56.  Totale  100.  La  diversa  proporzione  di  questi  gas,  e 
la  mancanza  delP  acido  carbooico ,  toglievano  ogni  fonda- 
mento  air  ipotesi ,  che  l' aria  nelle  vessichette  si  fosse  in* 


(t)  Che  gli.estraUi  i*egètahiU  riducano  il  nitrato  di'  argento 
allo  slato  meiallico ,  fu  prot*ató',  e  prima  del  tig.  Casaseca  » 
dal  dott,  &nigerr  siccome  si  jmìò  ch'edere  a  eatte  337  doL 
voi,  XX XJ  di  questi  Annali. 


564        > 

irodocta  per  infihrasicme  «afisemitìca;  tanto  |h«  che  pinate 
le  bollieelU  noo  ti  a?«a  poiuto  cacciare  V  aria  ael  lessoto 
cellulare  eirooaippsto.  Oltre  di  ciò  »  niona  ragione  ti  aTCft^ 
ài  tapporre  che  per  enfitema  V  aria  fosse  aadata  a  rint«r<> 
rarai  solamenia  in  ipielle  ▼estieheite.  La  steaea  difficoltà  at 
iacoDtrava  a  '«opporre  che  V  aria  ibue  passata  dal  saogae  , 
coase  per  esala t ione ,  io  qoe'  picciolisiinii  sacchetti ,  • 
non  in  altre  viscere  ,  o  parti  deli'  aniasale.  Io  sententa  del 
prof.  Biof^r^  la  congeitara  piti  probabile  é,  ohe  nelle  men* 
zioaate  iessichette  si  deponesse  dai  vasi  an  fluido  sierose, 
il  quale  scomponendosi  abbia  dato  origine  alle  due  nomi* 
naie  specie  di  gas,  le  parti  liquide  essendosi  dissipate  per 
assorbimento.  (  Journal  der  practUdMa  Hedkundé»  Augu^  , 
i8»5.) 


Regolamento  pei  medici  non  stipendiati  dal  Governo, 
dai  comuni  o  da  altro  stabilimento  pubblico  che 
volessero  esercitare  la  pratica  negF  Imperiali  Begf 
Stati. 


{  i.JI3loa  saranno  aotoriszati  ad  esercì  lare  la  pratica  me- 
dica se  non  que'  medici  che  furono  laureati  in  alcnàa  delle 
uniTersità  degP  Imperiali  Regi  Stati  ereditari  e  che  hanno 
conseguito  nel  modo  prescritto  V  approraxione  per  la  libera 
pratira. 

I  contraTTentori  a  questa  disposi sione  saranno  paniti  a 
norma  delle  leggi  e  dei  regolamenti  veglianti. 

9.  I  medici  sono  sobordin  ati  al  GoTcrno  ,  ed  immediata- 
mente  alla  DelegasiiMa  della  provincia  in  cai  fatttno  It  iora 
residensa. 


565 

.  3.  Se  venissero  richièsti  dal  GoTerao  o  dafla  Delegazione 
proTÌnciale  per  qualche  incumbenza  risgoardaote  il  servizio 
sanitario  ,  essi  non  potranno  esimersi  dal  prestarvisi  tonta- 
mente con  diligenza  e  lealtà  sotto  pena  d*  essere  interdetti, 
datl^  esercizio.  Il  Governo  fisserà  la  rimunerazione  da .  dars 
ai  medesimi  secondo  V  importanza  dei  servigi  a  ^ui  verran 
no  destinali. 

4>  Sarà  dovere  dei  medici  di  attentamente  rintracciare 
tu  rtò  ciò  che  potrà  infinire  sullo  stato  generale  di  salute 
degli  uomini  è  degli  animali  nel  luogo  di  loro  domicilio,  e 
proporre  air  Autorità  politica  locale  i  mezzi  che  credessero 
utili  ad  allontanare  e  togliere  possibilmente  ogni  inconve- 
niente ò' eansa  di  nocumento  alla  pubbic«  salute»  ed  a  per- 
fezionare le  istitasioni  sanitarie,  locali. 

5.  Sarà  pur  cura  dei  medici  d^  esercitare  una  indefessa  vi- 
gilanza soi  chirurghi ,  speziali  e  levatrici  del  luogo  o  luo- 
ghi da  essi  visitati  per  ricondurli  ai  loro  doveri  con  ami- 
chevoli ammonizioni ,  ove  leggieri  fissero  i  mancamenti ,  e 
di  denunziarli  alla  Delegazione  provinciale  quando  il  consi- 
glio non  corrispondesse  all'  intento. 

6.  Ai  medici  incumbe  di  notificare  alla  Delegazione  pro- 
vinciale se  osservassero  mancare  qualche  paese  di  medici  , 
chirurghi,  e  singolarmente  di  levatrici  approvate,  e  di  de- 
nunziare immediatamente  alla  stessa  autorità  tutte  le  perso- 
ne che  senza  esservi  legalmente  autorizzate  -esercitassero 
qualche  ratio  di  .medicina  ,  chirurgia ,  ostetricia ,  o  vendes- 
sero rimedj  o  segreti  per  la  cura  di  mali  siano  interni  od 
esterni. 

7.  I  medici  dovranno  riporre  ogni  studio  nelP  indagare  le 
cagioni  delle  malattie  epdemìche  od  epidemiche  che  regnas- 
sero nei  luoghi  del  loro  esercizio.  La  descrizione  esatta  e 
beo  ragionata  di  queste  malattie ,  la  formazione  di  '  buone 
topografie  mediche ,  le  istruttive  relazioni  di  ca;ii  notevoli  j 
il  suggerimento  di  eseguibili  progetti  tendenti  ad  estirpare 
«agiooi  locali  d^infermità  agli  uomini  ed  agli  animali  o  ad 
'Opporsi  allo  Sviluppo  di  mali  endemici  saranno  dal  Governo 
riguardati  quai  titoli  di  preferenza  nelle  promozioni  e  nelle 
destinazioni  ad  impieghi  vacanti. 

AirnAH.  rol.  XXXFIII.  36* 


\ 


566 

8.  At  mediei  iocumbe  il  cfovere  di  prestarsi  con  toUecjtH- 
dine  e  lealtà  aHe  richieste  che  loro  Teoissefo  fatte  dal  con- 
•iglfere  protomedico  o  dal  medico  di  Dele|{aftione  che  per 
ragione  dMmpiego  si  trasferisse  nel  luogo  di  loro  esercisiot 
•  di  dargli  tutti  gli  sòhiarim^Dii  di  cui  potesse  abbisognare 
per  meglio  riuscire  nefl^  oggetto  della  propria  missione.  ' 

9.  Sotto  personale  risponsabilltà  i  medici  dovranno  indi* 
latamente  partecipare  alT  Autorità  politica  locale  ogni  oiUo 
di  morbo  contagioso  che  loro  occorresse  di  scoprire  negli 
nomini  o  negli  a  ni  inali ,  e  fare  la  stessa  notificazione  tutta 
Tolta  che  in  un  aol  luogo  avessero  in  cura  otto  persone  od 
animali  ammalati  della  stessa  specie  di  morbo  quaiitoo^iie 
non  contagioso. 

10.  Alla  medesima  partecipasione  saranno  obbligati  i  me- 
dici che  Tcnissero  a  risapere  che  nei  paesi  limitrofi  regnas- 
ae  un  male  epidemico  o  contagioso  negli  oomioi  o  negli 
animali. 

IX.  1  medici  degli  spedali,  degli  orfanotrofj ,  delle  cas» 
di  partorienti,  dMncurabih,  ecc.  non  potranno  dispensarsi 
dal  presentare  air  amministrazione  di  un  tale  luogo  pio  le 
tarole  meosaali  ed  annuali  secondo  le  forme  prescritte  dai 
Teglianti  regolamenti. 

13.  I  medici  dovranno  occuparsi  a  promuovere  ^con  ogni 
diligenia  Ift  vaccinasione.   ^ 


Begolamento  pei  chirurghi  non  stipendiali  dal  Gover^ 
no  ,  dai  comuni  o  da  altro  stahilimerao  pubblico^ 

'$1'  i^on  sarà  accordata  la  facoltà  di  eseroiure  la  prò* 
fessiooe  chirurgica  o  quella  del  dentista  se  non  a  coloro 
che  sono  approvati  come  tali  da  una  delia  l)[fliversità  degli 
stati  ereditar]. 


\ 


*!.'  1  chìriirghi  sono  sùftorctìn^tidlà  ris{>etliva  Delégaziost^^, 
é  delio  ciilà  àóche  immediatamente  alla  Congrecasione  mu- 
ritcf«al«.       '■  -    '  .V       ; 

3.  Se  venissero  richiesti  da(  GoTerno  o  dalla'  Delesazipoe 
pVoVl'DCiatè  per  qoalcbe  incumbenza  risguardaote  servigio 
tfa^niiaHò ,  e^sl  non  potranno  esimersi  dal  prestaryisi  tosta* 
meiite'  cób  diligenza  e  lealtà,  sotto  pena  di  sospensioiie  dal- 
r  él^ercizto  della  professione. 

Il  Governo  fisserà  la  ripone  razione  .  da  darsi  ai  medio» 
éfmi  secondò  1  importanza  dei  servigi  ^  cai  verranno  de* 
stinati. 

4*  ^^^^  dovere  del  cbirurgbi  di  attentamente  rintracciare 
tutto  ciò  che  potrà  influire  sullo  stato  generale  di  salute 
degli  uomini  e  degli  animali  ne}  luogo  del  loro  domicilio  , 
é  d**  informare  il  medico  di  Delegazione  oeir  atto  che  questi 
farà  il  suo  giro  d'  ufficio  per  la  provincia. 

5.  Incuaibe  pure  ai'  chirurghi  di  notificare  al  n;iedico  di 
D'elégazione  se  qualche  paese  del  suo  circondario  mancasse 
di  una  levatrice  approvata. 

6.  Sarà  pure  dovere  dei  chirurghi  di  prestarsi  con  tutta 
sollecitudine  alle  richieste  che  loro  venissero  fatte  dal  me- 
dicò di  Delegazione  che  per  ragione  d^  impiego  si  trasferisse 
nel  luogo  di  lóro  domicìlio ,  di  somministrargli  tutti  i  ne- 
cessari schiarimenti  e  di  usare  con  lui  d^  ogni  rispetto. 

7.  Sotto  personale  risponsabilità  dovranno  i  chirurghi  in- 
dilatamente  partecipare  alP  autorità  politica  locale  ed  anche 
alla  Delegazione  provinciale  ogni  caso  di  mprbo  contagioso 
che  loro  occorresse  di  scoprire  negli  uomini  o  negli  anima- 
li,  e  fare  la  stessa  notificazione  tutta  volta  che  in  un  solo 
luogo  osservasseìrò  6*8  persóne  od  aniuafli  ammalati  della 
stessa  specie  di  morbo  quantunque  non  contagioso. 

8.  Alla  medesima  partecipazione  saranno  obbligati  i  chi- 
rurghi che  hanno  il  loro  domicilio  in  nn  paese  confinante 
te  venissero  a  risapere  che  nei  paesi  limitrofi  regnasse  un 
male  epidemico  o  contagioso  negli  uomini  o  negli  animali. 

9.  Ogni  chirurgo  dev'essere  provveduto  dei  ferri  chirur- 
gici pia  necetsarj  ,  deve  tenerli  ripuliti  ed  in  istato  di  po^ 
tersene  servire  io  ogni  momento. 


568 

10.  È  proibito  al  cbirui||0  di  i|ssii«iere  U  cure  dello    ma/ 
latUe  inleme  in  ud  luogo  ove  yi  sia  un  medico.  I  codtrav* 
'veoiori  a  questa  ditposizioue  saranoo  puniti  a  norm»   delle 
leggi  e  dei  regolamenti  Teglianti. 

11.  Nelle  operationi  chirurgiche  di  qualche  imporianta 
invocherà  il  chirurgo  sempre  il  consìglio  di  on  medico  o  dì 
11D  altro  chirurgo  y  ed  eseguirà  T  operazione ,  se  le  circo- 
stante lo  permettono,  sempre    in  presenta  deir  uno  o    dcU 

13.  Presteranno  i  chirurghi  la  loro  opera^  anche  nelle 
setioni  giuditiarie  dei  cadaveri  ogni  qual  volta  ne  vengano 
incaricati  dalP  Autorità  superiore  e  dal  Medico  di  Delegazio- 
ne. I  pareri  sopra  il  risultamento  di  queste  sezioni  saranno 
firmati  anche  dal  chirurgo. 

t3.  È  dovere  dei  chirurghi  di  notìficare  alla  Delegazione 
provinciale  od  al  suo  medico  tutte  le  trasgressioni  dei  rego- 
lamenti saniiarj  che  vebissero  a  scoprire ,  come  pure  la 
▼endita  illecita  de*  medicinali  o  le  cure  che  ti  assumessero 
dai  cerretani  o  da  altre  persone  a  ciò  non  autorizzate. 

i4«  I  chirurghi  dovranno  occuparsi  a  promuovere  con  ogni 
dUigenza  la  vaccinazione. 

i5.  I  chirurghi  minori  non  dovranno  eseguire  che  le  ope- 
razioni di  bassa  chirurgia  alle  quali  vennero  autorizzati ,  ed 
eccedendo  i  limiti  delle  loro  facoltà  saranno  puniti  a  norma 
delle  leggi  e  dei  regolamenti  vegliantl. 


flNE  DEL  VOL.  XXXVIIL 


-»    > 


r    > 
//vi 


INDICE 


J.  I  Memorie  originalL 

BiLiiDiHi.  SallH  iriftù  della  se^k  «ofnatft  di  tolleoitare 

il  parto     .....       ...••- pag.    3^ 

■■  Epitassia  curata  col  nitrato  di  argento  Ibso   .  »    4' 

Sarzeliotti.  Storia  di  an  reomatismo  acuto  declinato 

in  una  febbre  perniciosa  letale •  •   •  »  igS 

BsaTOLOHi.  ftagguaglio  di  sperìenie  snIP  agopuntura  .  »  ai4 
CUanoas.  Analisi  chimica  della  china  bioolorata .  e  no- 

tisia  della  pianta  che  produce  questa  corteccia  •  »  34* 
MACAaio.  Caso  singolare  di  pietra  uretro-Taginale  (^Con 

una  Tay.  )    • •    44 

PAGAiriai.  Prospetto  delle  malattie  curate  nel  R.  btituto 

Balneario  di  Oleggio  nel  i8a5 »    ig 

Poggi.  Nota  sol  muscolo  lagrimal-palpebrale  .  •  .  •  »  a3i 
PoLiooao.  Cura  di^un'amanrosi  di  antichissima  data  *  306 
—  Memoria  sopra  le  inteme  false  flogosi ...»  S 
RaoroLi.  Memoria  >sulia  estraaione  di  nn  fato  mostruoso. 

(Con  una  Tapoìa)  ..••«•••.   ^  ....  11  9x9 


t 


J.  a.  AnaiUii  di  Opere,  Ditseria»ioni , 
Atti  di  Aceùdem^  eco* 


1 
Bauoilocqub.  .Canale  particolare  trovato  nell'  utero,  p.  167 

Bahì.  Discòrso  medico-pratico  sulla  Febbre  gialla  di 
Barcellona  del  i8ar  ...» »    99 

Bellirgeri.  Storta  delle  encefalitidi  che  hanno  regnato 
epidemicamente  nella  città  di  Torino  nel  iSa4  ^•Jt  S169 


47« 

BsiLivcm  Storia  di  éa^dmàe  aentt  «nateguìu  da  ence- 
falite .    .  :    .  pag.  aSa 

Boaiao.  biografia  medifia  Pieonootese.  Voi.  3.**  Fate.  1.^»  999 
BaovssAit.  Memoria  so  la  doodeDÌta  cronica  ....  »  {35 
Bkiìcb.  AvTclaoamenio  cantato  dal  formaggio  ....  »  557 
BucHÀVAF.  OtserTasioni  pratiche  eulle  malattie   degli  o- 

recrbi .  ^   •   .  •    .  »  ^93 

BouiiooutD.  Sulla  presensa    dei   Termi    negli  occhi  dei 

cavalli 55S 

Bvifi-- Attili  ottalmia  pnatolare  cootaginaa  • »  5iS 

Casasbca.  Delle  alterazioni  che   soffre   il    nitrato    d*  ar- 
gento dalla  aoalanta   vagetabiii.    •«..••..»  Ì6a 
CsàTiAvaanr.  GonaiderasioBÌ  evi  irpvatelli  pe' principali 

Suti  deir  Sufopa. i>  354 

CHF.YkhhiB%  Modo  di  «ttanare  V  olio  di  oataposia  •  .  »  56» 
C«vTai*uiiKa  La  fiic«lià  di .  articolare  le  parole  ha  ella 

•ade  nel  lobi  anuriori  dai^ervello  ? »  163 

Colf  i«^  MuoTtt  BMiado  di  anrare  i  ganglii »  5^o 

Di  Bi»aia.  Sulla. china  bicolorau  o  Piiojra  .   .    •   .  •»  192 
Gol  *o«i.  Trattai»  anir  infiammaaione  (  artS  a.*'  )    .  •  »    5o 
GoDMàa.  Caeo  di  false  gaembcana.  nello  atomaco  •  .  •  »  544 
GAsraan,  Sperìeoae  auir  mlroduaione  di  divelta  eoaianze 
nelle  arterie  degli  animali  viTcnti     •...»..»  i6g 

H«:HDEaaoif«  Singolare  iwrieUi  di  asnia »  54i 

HoTcauiaaa.  Pietra  aairaua  ialicemenbe  coir  allo  appa- 

recrhio      ^. ..•.•••••»   54c 

KivaiDT.  Verme  non  descritto    che   abita    negli    occhi 

dei  caTalli • »  556 

Lallsmaso.  Ricerche  anatoq^i^q-^ipalplogicha    i^uW  ence- 
falo <  JrtJ^  a.*  ) »  3a9 

LABBaa.  Slorica  notizia  sopra  jt*  Larber    ....•.»  3a3. 
Lirri.  Illastrazioni  del   sistema   linfatico-chilifero   me- 
diante la  tcoperta  di  un  gran    numero   di  comoni- 
cjizioni  di  esso  col  venoso.  (arL^  i.^ea.'^)  •»  ^3,  374 
LisAis.  Nuoti  fatti  tenete  nti  a  dichiarar  prati  Abile  con 

•ucoeftèo  r  estirpazione  delle  oTaje  •...«••»   4^7 
LoaoB.  Osservazioni  sulla  varia    digestibilità    di  diversi 
alimenti    ....•• ^«^ »  i^a 


I 


I 


".  > 


57* 

Mayb».  Trattàtus  de   P^uìnerihat  pectó'rù*  j^ènetrantihus. 

(  Con  un  rame  )  (  Art\^  i  ;**),...,.   .       .  pag.  454 

— ^ — :.  Osservatione  di  pnenmàfosi'  (Sisto ide  «'dagli    in- 
testini   ...........       '.«..»  563 

MooRCROFT.  Stti  vermi  degli  o<?clii  dei  camalli  .  ".   .   .»  554 

Mouim.  R'o'ttut^  ^  Otero  a  dne  mesi  e  itieaBO    dì  gra- 
tidanta  ' .•....■.. »   i63 

Ifuoui  Saggi  dèWAeettdémUdi  Padt»^  at  Fui  %^^(ArU  4 .•>  Boa 

-  MALACàRHE.  Parto  pet*  P  ano '. »  3o6 

-  1IIoirTÈSA.i»Ta.  intonilo  Alla  defriTacioDo  delM  pa- 

'      ^^^       rola  Sifilide ,    i   ;  ..*:3oi 

PtaBfi.  Rictrehe  sulla  seda  delle  aiterasioni  cembridi.  »  iGò 
RoBi^tTìBT.  Uso  del  bi-earbcMi'ato  di  sod%  netlaicura  dei'  •, 
calcoli   .'..'...       ,...'....*   •   .   .«559 
Sghu&txe.  Suir accoppiamento* delbs  tenie'    .   .-•.*:.  «(a»  55a 
SwAM.  Saggio  siri  tetanc,  foAdaio  sopra  casi'  prauoì  e  •  •  '■ 

sopra  sperimenti •    •    .t '',  v^' l^ii 

Transazioni  della  Società   Medico -Chirurgica  di  EldiiU' 

burgo.  {art,^  3.*»)  •  .   .    .   ^ »   i35 

AlisóiT.  Sala  patologia 'delle  malattie  scrofola- 
se  e  sai  mezzi  di  preyenirle »  i43 

GAiftDHEa.  Sui  traforamenti  degli    intestini    nei 

ambini »   in  ^ 

MjkCACLAT.  Cura  di' pèrsone  colpite  dalfulmine»   i4e 
Transazioni  della  Società   Medico -Chirurgica  di  Londra. 

Fol.  XIIL  Parte  i.  (  uirt.^  i^  J »   i8x 

BsEscffST.  Sopra  una  nuova  varietà  di  gravidan- 
za extra-uterina  (nella  sostanza    dell'utero)*   i83 
Pope.  Del  modo  di  togliere  la  causticità  all'  o- 

lio  di  Croton .    .  »    i8i 

Transazioni  del  Coll^g^ù  medico    4elV  irianda.   Fol.  IF. 

(  Art.«»  a.«  ) ,  5o4 

Ada  MS.  Estippazione  di  una  supposta  parotlde  e 

di  un  grosso  tunìore  dal  collo »  509 

Barkkr.    Osservazioni     mediche  e  chimiche  sul  ' 

solfato  di   chinina »  534 

Carmichasl.  Osservazioni  sul  tetano    .   .   .    .  »  Sai 
Crampto».    Suiravveledamento     causato     dal- 
l'oppio     .  ^  .   ,  .   .  ^ ^.   .   ,»  5a4 


«7» 

.,    «^^  Lttìagìte  «arau  colla  tfttoheotomia    .  pag.  5^ 
.  GiATts.  0*servazioai  chimiche  sugli  acidi  dello 

stonaco  dall'uomo »    Se 

J^ifiM^tiiUs,  i^MMo  di  uaa  .^oo^a  che  ha  yomiialo 

'    e  aegaiu  a  Tomitare  ioseui   ......    .    .  »    5o^ 

•     •  NiGBoiiSov.  Separasioae  delle  oe^^  del  pu)>e  ia 

seguito  del  parto »    5^5 

O'&Biavs.  Uso  C»^  tabacco  nella  dtisenterla..  »   53^ 

Rbid.  Patologia  delP  epilessia »   53o 

Atakl.  Sttll'  ottalmia  pufoienta  dei  baphini  •  »  65^ 
ToiaiT.  Caso  di  calcolo  intestioale    ....,.••.»  b4S 

Vallot.  Jkltentioni  fisiologicfae  del  latte »  553 

WoBKLBB.  SpffBÌeous  sttl  passBggio  di  diverse  spstaose 
•eli'  urina.  Memoria  coronata  dalla.  Facoltà  di    Afe* 

•     dicina  di  Heidelbargft  (  Ari,^  1.®  )    • »   398 

YuLB.  Storia  di  oa  nomo  che  ha.  Tomitato  larre   d*  Jn- 
•etti .»   545 

.^  $•  III.  Regolamenti  $anitarj ^  eco* 

Regolamento  pei  Medici  e  Chirurghi  non  stipendiati  dal 
Goremo,  ecc.  ^ pag.   564  e  56G 


FIME  DELL'INDICE. 


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