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•t I
ANNALI UNIVERSALI
DX
MEDICINA.
\
ANNALI INIVERSAU
DI
MEDICINA
COMPIL ATI
DA
ANNIBALE OMODEI
Dottore* iir filosofia , mediciita e chirurgia , già' ue-
oico coksulente presso il cessato ministero della
GUERRA, SOCIO CORRISFOKOEIf TE DELL* ACCADEMIA REALB
DELLE SCIENZE D| TORINO, DELL* ACCADEMIA MEDICO-
GHIRVAGtt A iit ff APÒtt , DfelLl SOGIÌTa' f>I ÌÉÉDICINA
PRATICA DI MONTPELIER , DELLA SOCIETÀ* MEDICO-
CHiaVR«IGA DI BERLINO, eCi, 60.
«
▲ imo 1826.
rowMS XXXV IlL
Aprile^ Maggio e Giugno.
MILANO
Presso oli Editori d^gli Annali Universali
DI Medicina e di Statistica
4 S. Giovanni alk quattro facce If. i838« ^
«1
♦ *
Coi Tipi di Gio, Giuseppe DmiarAsis.
9
ANNALI UNIVERSALI.
FASCICOLO CXtt.
Memoria s&pra le interne false flogosi; del
dottore Lmci Eustachio Polidoro, Pro-
fessore di Clinica medica nelV ^rcisper
date di Santa Maria Noi^elladi Firenze,
ed Ì9i Membro del Collegio medico , eoa
JLtXolte osservazioni istituite nei cadaveri umani hanno
fatto conoscere, che un insolito fossore delle loro mem-
bra può osservarsi , senza che fenomeno veruno d' in-
fiammazione ahbia preceduto.
La' cognizione di questi fatti , meno che accurata-
mente esaminati , dee aver condotto Broussais a seri-
vere che cj L'o/i pnsse souvent pour se bien porter
avec un éiat habituel et inflammadon gastriqijie >, et
ddns cèl état ort peut méme acquerir un embonpoint
exiraordinaire t::C Traile de Phys, appi, a la Pàthol.Jf
Si osservi^ in Firenze nel cadavere del Tenente-Co-
lonnello Mari ^ morto di sincope nelle apparenze dì
salute , ed essendo stato escluso per mezzo delie rìcet-
ehe medicochimiche ogni sospetto di veneficio; 4^
3
Coi Tipi di Gio. Gius£»E Osaseijxa.
9
ANNALI UNIVERSALI
FASCICOLO CXIL.
Memoria s&pra fe intèrne false ftogosi; del
dottore Lmci Eustachio Polidoro, Pro-;
fessore di Clinica medica nelV arcispe-
dale di Santa Maria Nocella di Fifenze,
ed ìH Membro del Collegio medico , eoa
Ì.TXOLTE osservazioni istituite nei cadaveri nmaoi hanno
fatto conoscere, che un insolito rossore delle loro mem-
bra può osservarsi , senza che fenomeno veruno d' in-
fiammazione abbia preceduto.
La cognizione di questi fatti, meno che accurata-
mente esaminati , dee aver condotto Broussais a seri-
vere che z:;L'on passe souvent pour se hien por ter
avec un état habituel et inflammadon gastriqite y et
dans cei état ort peut méme acquerir un emhonpoint
extraordinaire ^CTraité de Phys. appi, a la PathoLj
Si osserva in Firenze nel cadavere del Teaente-Co-
lonnello Mari^ morto di sincope nelle apparenze di
salute , ed essendo stato escluso per mez:^o delle rider-
ehe medicochimiche ogni sospetto di veneficio; 4^
6
ore dopo la morte p la raperfioie interna del veotricoló
rubiconda nell* estensione di 4 poIUfu quadrati , aenea
altro vizio, alcooo in esso. Brgussais a^giongerebbA
questa alle altre osservazioni ^ sulle -quali egli ha lon«
dato la riferita 'sua osservaxiont.
Ma, saggiamente 9 secondo il suo costume^ aveva
avvertito il Morgagnij che quando nei cadaveri ai tro-
va qualche porzioee d* intestini tinta di colore mbi-
«ondo ( e l' istesso può dirsi di qualsivoglia altra par*
te membranosa ) non si dee losco credere che qndla
fosse infiammata durante la vita , ss cum vd post
mortem aliquando posut is ,cùfor in(D»ei,f fvxi^f^riàm
cum dissolutus sanguts ^( fiuidior ei/ s (Zìa sedibr
a caus., Ep. XIX. i9): e si vuol beo credere, che
non per poche e male ponderate osservazioni, uno serit*
|ore di quella diligenza e criterio enunciasse tale am-
InoiMzioQé.
Precfse sono e conformi a quelle del prelodato Mor-
gagni le recenti osservazioni di Vavjr^ il quale ha
potuto assicurarsi che, in più cadaveri di persone mor«
le nei climi caldi, le membrane , e specialmente le vaU
vule e la membrana intema del cuore f appariacono^
anche soltanto sedici ore dopo la morte, losseggiauti^
come se fossero state infiammate ^ non avendo io reaU
ik sofferta infiammazione , per quanto congetturar ai
poteva, ma per esser rimaste a contatta col sangue^
( MedicQ-Cfururgi'cal Transactiom voi TL ) E Graiian
ha spiegato la generazione del colore rubicondo di
simili parti nei cadaveri per la forza elastica e con-
trattile delle arterie , la quale sospinge ed accumula il
sangue nei ^vasi capillari meno resistenti ( Medicài
Beport of thè Fever hospital eie. } la ultimo y il mia
^7
collega aìg. prof.' Nespoli si è applicato a verificare^ o
a smentire il £ltto net cadaveri del cangiaménto di
colore in rosso neHà superficie interna dell' aorta , ed
ba concluso 9 per esami comparativi istituiti sèi giorni
• pih dopo la mortC) che ^ ^nandjb la temperatura del-
l'aria aveva superato i i5' gradi Reanm.^ e quandtf
le pareli aorticlie erano state a cc^tatto col sangue ,
tale rubicondo colore ' vi nasceva {Prelet. dgU Siu^
di Med: prm. i%ù!Ìf.) ' f" ' ■ ,
Óra j siccome quei colofe è stato osservato non di
rado internaìBenté alle pareti arteriose anche nel no-
stro diina e in inverno, e soorse'pocfae ore piii di 2{
dalla morte, qualcuno potlrà sospettare che fra noi^
passato si breve tempo , ed in isiagione rigida , non
ai possa crédere che il ritrovato colore rosso della
superficie intema arteriosa non debbasi attribuire ad
afledone infiaitamatoria.
Interessa al Sommo la Patologia i e molto pia la
Medicina pratica , che si formi un retto giudizio inV
torno a questi coloramenti in rosso delle membrane;
Poiché, se erroneamente fossero essi creduti sempre
indiq d'infiammazione , e questa credenza traesse seco,
nelle affezioni dell' iitessa specie di quelle per\ cui
avessero dovuto morire coloro nei cadaveri dei quali
quei rossori si fossero trovati , la cori detta cura an^
iifiògisiiea f è chiaro che la medesima ' potrebbe essét
nociva o fiinesta.
Per tali riflessi mi sono determinato a fare dèlie
ricerche^ delle osservazioni e delle sperienze, affine di
porre in chiaro se causa alcuna diversa dalla infiam^
mazione , e p«r un mediocre tempo applicata alle mem-
bfane del corpo umano morto , possa generare un tale
8
ifigaiìiievole colore ii flogosi. Ed ognun vede, èbe se
da tale* diversa causa qoaloDqoe nascer possa qoel
fenomeno y con molta gravità è da dirsi al Medko
travediiore de^i effetti per caase delle malattie nei ca-
daveri ; ^ nùnium ne crede etHori s^.; e da confor*
tersi a regolare •! suoi metodi curativi sopra le ante-
cedenti circostanze dei malati, sol complesso dei fe-
ttomeni morbosi e su gli acctnatì confronti razionali
dei casi ordinati in generi , non da fantastiche teoyiei
ma dall' esperienza dei secoli.
Il dì g di dicembre i8a3 feci aprire dal sig. Marco
'Biasini^ uno dei migliori allièvi àeìh Sctiola ehirurgi-
ca fiorentina, il cadavere di un uomo che era morto
di consunzione 4^ ore innanzi. Alla metà della lun-
ghezza 'della aorta toracica fu trovato V interna super-
ficie di essa di un vivo colore rubicondo per la Inn-
gèzza di un pollice e mezzo in circa. Tal colore re-
sistè alla lavatura con acqua. Distaccala da quel tratto
di arteria rosseggiante la membrana linfatica del Ma*
scagni , la nervea sottoposta non mostro la minima
gradazione di rossore.
Il di 1 5 di detto mese fu trovata nel cadavere di
un vecobio estinto per marasmo , e aperto al soKto dopo
|i4 ^re dalla morte , Intt't 1' aorta toracica tinta inter-
namente di colore di scarlatto^ senza la minima ap-
parenza di vasi aanguigni , senza veruno trasudamento
di linfa coagulabile, senza ingrossamento, né raggrin-
zamento, né esulcerazione delle membrane. Si recise
con sezione circolare V arteria ^ il cerchio della reci<>
sione era bianco , ma rivestito al di dentro da un pic-
colissimo anello rosso. Riusci di separare in più Juoghi
U m^mbr^na linlatica> della quale si formarono dei ro^*
«A
9
tolMiche comparivano qnai fili vosst*: la lopfltfiue
della sottoposta membrana qervea era leggiermente ru^
bieooda.
Il dì 6 di Gennaro 18124 ^^^ poreiove dell* aorta di^
tfH giovane, morto- 48 oce prima di tabe, all'eiildi
18 anni , fu separata oon le valvole semiluoari. dal
rimaoente di questo vaso e dai cuore. Ella fu aperta/
e se ne «osservò il «olito naturale colore alla interna
aiiperBcie; ma I9 valvule erano del tutto rubiconde ,
senza trasudamento albuminoso, o alterazione organica
v-eriina» ^
Esperienza I.^ Il dì 9 del ridetto mese di dicembre
èr fu preso un pezzo di- aorta , che internamente era del
uatomlè calore, e racchiuso nel cuore, a cui appar-
teneva , -contenente del sangue. • Passate ^4 ^^^t *^ ^s*
jervò se V interna superficie di quella porzione di ar*
teiria aveva, preso il color rosso > ma aiuu cangiamento'
vi era accaduto. >
Esperienza 11/ Il dì io dello. stesso mese si tagliS
im pezzo dell' aorta di altro cadavere , si aperse , sì
trovò nell' interno delv naturale aspetto e si collocò in
un vaso, in cui si versò tanto sangue del .cadàvere
flesso che il cuoprisse. Dopò a4 ^^^ ^'^^ aveva il me-
desimo subita mutazione alcnaa.
Esperienza IIL* Altra porzione se ne racchiuse nel
torace del medesimo cadavere. Il sangue, che vi si era
lasciato, lo copriva. Ma 56 ore di macerazione non
vi produssero nessuna nuova apparenza di colore.
Esperienza lY.* Si prese, il 16 del mese medesimo,
dal cadavere di una giovane morta di lise, un peeao del-
l' arco deir aorta , che aveva la superficie interna di
colore inalterato , e si calò nei gas di un cesso , cio^
"tu
in un mescàglió di* motto gas azoto con idrosòlfaro àì
ammoniaca e idrogeno solforato. Dopo a4 ore qael
pezzo di aorta era diveonto alla superficie intema a£*'
fitto mbicondo , eccettuata una porzione che aveva
formata una piega con pareti a contatto, non esporta
perciò all'azione dei gas', la snperficie della <{oaleera
rimasta dèi primiero cobre. Questa esperienza, ripetuta
altre volte , dopo che molta acqna di pioggia si era
mescolata con le materie del cesso, non ebbe il mt*
desimo resoltamento.
Esperienza V. Il i3 di geunajo i8a4y fu immersa
in un vaso contenente del sangue estnftto recentemente
da un malato una porzione di aorta , la di cui interna
superficie mostrava in tutta la sua estensione il colore
naturale. Ne fu estratto dopo !i4 ore; e in due por**
ftiottiy una piir grande, P altra più piccola, si osservò
nato un principio di rossore pììi vivace nella pi& pic^
aola , che nella pi& grande. Distaccata dalla piii grande
k membrana linfatica, isi vide che la tiervea punto non
ne aveva partecipato ^ ma tolta la linfatica della por-»
lione minore, anche la nervea ci si mo8tr& on pocd
rossiccia.
n di ai di settembre di detto anno, fu portato nella
stanza anatomica del nostro Arcispedale il cadavere di
un uomo di.cii:ca 60 anni , il quale, essendo a lavo-
rare in piena sahite alla pescaja dell' Arno a Bovezzano;
era caduto morto in pochi minuti. Il sig. professore
Settime il sig. Zannetiiy studente di chirurgia di gran'
de speranza, ne fecero la sezione. Trovarono essi i
vasi del di lui cervello molto turgidi di sangue, il
cuore internamente e ali* esterno di nn, colore molto
acoro ^ e rtrbicoDde afiatto latte quante le arterie che
u
, Ibrono da lord osservate. Nd «angae di ^aesio cada^
davere fa teuota immersa per ^4 Qre nna looga strio
seta delP aorta del cadavere di una donoa, che di
consunzione era morta a4 ore innansi. La .superficie
interna di qpella strìscia era stata osservata del solito
naturale colore^ Dopo l'accennato tempo di 24 ore, essa
superficie era divenuta affatto rohiconda » e lavata 1»
stropicciata, punto non perde dell'intensità del su^.
colore; jì quale, peraltro, affatto H dileguò per s^ver
tenuta ima tale striscia immersa bell'alcool.
Interessa molto V argomento , di cui ci occujttamo |
la storia della malattia e della seaione del cadavere di
Rinaldo Benvenuti dal Ponte a Sieve, ricevuto nel*
r Istituto clinico da me diretto , malato , che affidai
alla vigilanta e cura dello studiosissimo , riflessivo . e
prudente sig. dott J^. P. jikssopuhy di Argo, che
ne scrìsse quanto segue:
« Rinaldo Benvenuti di anni 53 , di abito di . corpo
toroso, manovale di mestiere, molto dttdito al vino,
fli sorpreso il di I3 di settembre i8a5 da freddo con
tremoie, seguito da calore, dolor grave di capo, ama?
fezza di bocca ^ nausea, aridità di fauci e sete arden-
te, cui procurava di estinguere con vino innacquato.
Al quarto giorno del corso di questa febbre, che fu'
continua, vi si aggiunse nn dolore pungitivo al lato
iintstro del petto e alla spalla corrispondente, con
decubito molesto sul lato medesimo , respirazione difV
ficile precipito«a, e tosse frequente, secca. Il di 16 ei
ai fece portare all'Arcispedale, dove tosto gli fu fiitta
Bua assai larga missione di sangue dal braccio, a
a U 17 , giorno della prima visita deLProlesaore dt
•lÌBiea I persistevano i rìferìti. «atonu. Fu notala di
»2
pia h lingua palmosa , le coiigHifitivé di su còlere
Inclinante al giallìccio , la scarsità deir-oriim rcdsiconda^
Talidità della cute, e i polsi, rispetto ' aflV abito àA
malato, non* forti, e poco frequenti. La prescrisiooo
fa di un còppettone scarificato alla nuca» di un '«me»
tico e di copiosa bevanda nìtrata. Ma poco sas^gutf
at ottenue, e niun vomito^ ebbe luo^o. Vi faronò be»-
A abbondami dejezioni di ventfe liquide' e jgialUccie. »
' g Alla seconda visha fiimmo informati, che il 'ma-*
lato aveva delirato quasi tutta la notte. La di lui lin^
gua era sordida e arida con fessure e la taccia aceesa;
la secchezza della cute , là celerità e difHcoltà dèi 're«
spiro e la tosse come • innanzi , con qualche spurgo
muccoso denso 'gialliccio; i polsi frequenti dori e for-'
ti. Si fecero esttarre altre dieci once di sangue dai
braccio, di cui si osservò una giusta quantità ^ì- siero;
il crassamento duro e nericcio-, ma senza coténna. Gli
furono applicati àv^e vescicanti alle gambe; e la sera
sei mignatte alziate dolente del petto.» >
« Nel- terzo giorno delkt nostra cura non vi fa 'mi-
gliorameuto alcuno; anzi TiOfermo notabilmente peg*
gioi'ò ; la respiraSEioné si fece rantolosa ;: e verso le ore
nbdici ^ella 'notte' mori. » - '^ "->
Di>tt. N. P. Alessopulo , istorìografo.
-' La .sezione dei cadavere di qnest^uomo fa eseguita
in mia presenza e in presenza degli studenti di medi-
Cina. Aperto^ il (torace, si trovarono i polmoni adeìi
ài mediastino. Il sinistro era connesso fortemente cotii
la pleura costale; Fra questa ed il lobo inferiore, ih
parte corroso del medesimo, esisteva una raccolta di
ijiateiia jportileata fioccosa/ circoscritta e raccfafibsa- dalle
adesioni ^ che fo^rmava una specie ài gozzo; U nau^
t
^ N
nenie di tale poloioiie era infiltrato di jtnatetla macco?
sa densa , saiza che i vasi ne sembrassero infiammati.}
il pericardio i^onteneva una quantità di liquido mag^
giore di qaeUo che vi si suol trovare. Dal cuore , .cho
aembri piccolo, ma nulla, mostrò. di morboso, i:ecisa la
aorta ed aperta per la sua lunghezza^ si osservo la super-
ficie di questa tinta, intieramente di un color rosso di
scarlatto \ il qual colore si estendeva nella carotide »e
nelle arterie succlavia , assillare e brachiale sinistra
£no alla piegatura del cubito. Anche nel bassoventre
V aorla era in simil jnodo colorata. Un simile bel co«
lore rubicondo si vedeva all' interno nell' arteria cru«
mie sinistra y e soltanto esso . cominciava a dileguarsi
al poplite. » L'arteria crurale destra era del colore
aalnrale. La vena cava inferiore e le vene iliache pri-
mitive mostravano, tanto internamente, che esterna-
mente, un colore paonazzo simile a. quello della fec-
cia del vino nero. E di una materia colorante affatto
simile erano penetrale le toniche cosi del tronco , che
delle diramazioni della vena, porta: mentre ne il fe-
gato, né la milza non avevano vizio, veruno notabile^
se non fu il minor volume e .una maggior .mollezza
di questa. Una porzione dell' intestino . ileo era di. un
colore rosso*fosco. Yar} pezzi rubicondi dell' aorta di
tale cadavere furono tenuti a macerare nell'. acqua per
tre ore , passato il qual tempo , riusci di sorpresa il
vedere che i medesimi avevano perduto il ^olor rosso
e ripreso ,il loro naturai colore^ salvo che ja qua e in
là vi restava qualche macchia rubiconda.
} t Venendo ora all'esame dei fatti riportati, vcomincia-
,mo dal notare, i.^ che il color rosso osservato nella
superficie interna dell' aorta , taiito dell' uomo morto
14
% consaDriona, die del vècchio estioto per maramdi
non coesisteva con altro cangiamento morbosa referi^
ì>ile a sofièrta infiammazione; e cbe qael colore ap«
partétoeva nel primo totalmente , nel secondo qnasi
esclttsivamente; alla membrana linfatica di tale arteria,
k qoale, essendo/ alomita di vasi sangnigni , è nianii*
Asto che non era diventata rossa per propria infiain^
Biaaione. "Né V osservazione simile , a qnellé di DavjTf
del rossore delle valvole séinilnnaH deh' aorta nel ca-»
tavere del giovane morto di tabe, senaa alteiiiaioné
Vei-aiia delle medesime , prova punto che fosse no ros^
wte infiammatorio. E 1* accuratissimo Louis j che ha
trovato nella quarta parte di 117 tisici nn rossore
notabile alla £M:cia interna dell'aorta, non vi ha mai
vcnrificato alcuna altra apparenza morbosa delle tante
aofferte flogosi, e nominatamente nessun cangiamehtor
di denshh nelle di lei pareti.
'' 2k.^ Quésti coloramenti non dovuti a flogòsi, poterono^
dunque nasiiere nei cadaveri ' del nostro clima tempe^.
lafo e nella stagione pih frédda,
3.^ Interessante è' il confronto fra le prime tre
esperienze e fa quinta , mentre gli oggetti sperimen-;
tali e, le esteme cir<ft)stanze èssendosi potute assumere
come ugnali, per condizióni diverse dei cadaveri, nàc-
que nella quima esperienza il color rosso, nelle al-
tre no.
4*^ E la qoaHa esperienza sembra insinuare , cbe
alla generazione di tal colore molto possa conferire it
contatto dei gas di ptftreiazione.
5* Tralasciata ogni altra considerazbne, per cui non.
i da ammettersi che T uomo mòrto repentinaniente a
'&OY«BKanjD mancasse ^ vita per infiammazione dei fi*
i5
ftema arterioso, ciò che convince. essersi presenlate le
arterie tiQte di rossa per nna singolare qoalitii del
sangue > che ne penetrò è colorò le tuniche > è l*eftr
sersi veduto che il sangae medesimo rese rubiconda
una striscia dell'aorta di altro cadavere.
6.^ Se la storia della malattia del Bemenmi, e le
osservazioni fatte sulle arterie e sulle vene del cadavere
del medesimo^ potessero far pensare a qualcntipche il
color robicondò cotanto esteso della interna superficie
delle prime^ e la tinta paonazza delle seconde ^ fossero
chiari indizj di sofferta infiammazione in esse, questa
congettura resulterebbe poco bene fondata dal consi*-
derarei che sole tre ore di macerazione dei pezzi rubi-
condi delle arterie nell' acqua ne fece sparire V arros-
samento, cosa che non sembra che fosse potuta acca^
dere se le loro tuniche fossero state realmente infiam«
mate. Ciò che prova poi non essere state affette di
flegosi la vena cava e la vena porta^ è il colore pao-
nazzo in esse osservato , non il rubicondo che si rt*
scontra nelle membrane infiammate. E, certameate» sei
vasi dei vasi fossero stati infiammati, un rubicondo co-
lore avrebbero dovuto mostrare proprio del sangae ar*
foioso y non già un colore nericcio.
7.^ Finalmente ,' i moltiplici sperimenti del Fodera
non lasciano dubitare, che, se non doraiite In. vita ,!
nel solido animale morto almeno possa succedere, di
fiitti^ in certe circostanze, uno imbevtmento riconosci-
bile d^i fluidi che con esso si trovino a conlatto.
Onde conclodiamo, che i rossori delle membrane
trovali nei cadaveri, e che ragionevolmente non pos-
sono attribnirsi a fiogosl, sieno dovati air^imbevimento
che del sangae succede in esi^ meoUirane;, più o meM
visibilmente, seconclo le condizioni di esse membrAiie^
delle qualità del sangue e della temperatura , o che il
grado di uno di tali rossori sia in ragion composta
delle tre accennate coodisioni.
Noi potremmo reputare sufficientemente rischiarata
questa materia e porre fine al nostro scritto. Ma la
natura dell'argomento trae seco una considerazione di
molta importanza in medicina pratica. : •
Non potendosi da. veruno. recar in dubbio 1* esistenza
qualche volta della infiammazione dei vasi, sangfiigni^
non si può far di meno di convenire che la storia delle
angioitidi sia molto indeterminata ed oscura.
Dai tempi di Areteo , che dei fenomeni della in-
fiammazione della vena cava e dell' aorta si distinta*
mente ed accuratamente parlò^ e che sembra aver ve*
duto tali vasi infiammati y soltanto moderni Pratici
hanno presa nella debita considerazione la diagnosi, dì
questa malattia che molti considerano (ome identica
con la febbre sinoca.
La quale identità, ci sarà permésso di reputare, per
ora y meno che dimostrata \ mentre facciamo voti che
i medici eclettici , come noi siamo , pongano ogni cura
nel descrivere esattamente il corso di quelle malattie,
nelle quali suppongono essere infiammati i vasi sangui-
gni e i result amenti delle sezioni relative dei cadaveri.
Poiché, se verrà fatto che più casi presentino, io cui,
dopo un corso di fenomeni morbosi febbrili , accaduta
la morte , si ritrovi nei cadaveri qualche semplice e
solitaria infiammazione di vasi sanguigni , .si giungerà
a stabilire un complesso di segni diagnostici di un^
tale aflezione. che, con probabilità di non errare^ potranno
essere di guida al medico nella cura.
« E rigusir^o m cili ) forse' non andiamo molto lungjL
dal vero reputando, che nella storia che soggiungiamo
il presenti il caso di una infiammazione dell' aqrta
ventrale.
Caterina Mariani , Lucchese, di anni a5^ gravida da
due mesiy fu sorpresa , il di 1 8 di marzo iSaS, da feb-
bre con dolore e ardore nell' addome e vomito. Il
nono giorno della malattia fu posta sotto la mia cura
neir Istituto clinico. Ella provava un vivo dolore e
ardore lungo la linea alba^ il dolore molto si esacer-
bava per una anche moderata compressione y mediante
la quale si sentiva un cilindro di notabile durezza e
pulsante con gran forza , specialmente dove ì* aorta ,
presso alla sua biforcazione nelle iliade primitive sf
porta in avanti e si soprappone aAa vena cava. I
polsi erano 109, piccoli, celeri e ineguali ^ la respirazio-
ne breve e affannosa^ la feccia accesa; ma calore
esterno moderato ; sete notabile e aridità di fauci ; co*
lore gialliccio delle congiuntive; lingua patinosa; e
vomito frequente. — Dieta strettissima ; bevanda ni-
Uata; da seguitarsi anche nei seguenti giorni; quattro
mignatte al bassoventre ; clistere di decotto di malva ,
da continuarsi mattina e sera.
X. Giorno. Aveva vomitato ; labbra al sommo ru*
biconde; polsi 118, ineguali. — Due oncie di olio di
mandorle dolci, e altre quattro mignatte all'addome.
XI. Pulsazione meno gagliarda ^ dolore un poco
minore.
XII. Aveva alquanto dormito nella notte; fauci
aneno aride; minor dolore per b compressione della
parte pulsante; lingua meno patinosa; le congiuntive
un poco rischiarate ; polsi 109^ ma dolori al pelto e
4
«Ha regione epigailf ica» *^ Una libbra di siero coUio
per mauraa» .
XIII. Rossore della faccia dimionito; non pio dolore
al petto; pulsazione e dolore al luogo di essa minori.
' XIV* SeÀpre minor pnlsasione^- polsi meno fre-^
^enti; vomito.
XV. Non vi fa vomito; •
XVL Tranqoillitii; polsi espansi e riabaU; pnlask*
alone minore «ena dolora e senn ardore ; odor Mt
tarale) delle «onginntive ; ma vomilOé . , .
1(VII. Come il giorno innattsi.
XVIIL Vomito ripelttlo; polsi pi& celeri e più ri*
brati^ dolore liacceso. ^-^ Solnsiooe di> d^e once, di
nanna in brodo.
1. XiXi Dejexioài entrali , vènnto; pobi molli a m^*
no ireqaenli.
: XX. Tuttora qualche leggiero dolore alla solita sede
nel bassoyentte^ dove la pulsazione è sempre minoror
XXI. I polsi si mantengono alquanto frequenti.
XXtl. La firf>bre è fiotta ; la paisakione delP ao#lìi
Ventrale è quasi insensibile , come in islato nàiuraM
si sente in individui, non obeéi;
Questa malattia, astrazione latta da diversi ftnei^
ineui simpatici, potrà' servire di' oggetto di paragone
in altri casi di affesione inflammatoria consimile; 1'
caratteri, o segni diagnostici di essa furono per noi la
pulsazióne veemente e morbosa ddr-aorta addomina»
le , sentita qua! cilindro durò , con dolere e * calore
urente alla "sede della medesitoa pulsasfone , febbrf^
cfontinua con polsi mólto ederi, piccioli e in^uaK (t)Sr
fi) Io a^eva distesa poesia Memoria quando ho
rendicoìùa sulU indole ;« suW èiiic^
delle malattie state curate netF anno
i8:i5 nel Ì{/, Istituto balneo-sanitario
del doU. JpisxKO PÀQAJiitti ^ in Oleggio^
G,
'li amtnaUtiy la maggior parie cronici, che ia
tvcto ranno iSdS ebbero ricorso alla sanitaria dire»
slooe M mio istitettfeo^ femnavono il nnmcro di SiS*
Di essi ne guarirono 160, ne migltorarono 95 ^ ne ri«
masero refrattari 56 , e ne dofctlero oiccoinbare 5,
come Hsnlta ddi' oniu ubelfau
Al pan degli altri anni^ ansi piii ancora^ si mani-if
£est& in taue le stagioni dell'annata predominaala Im
flogosi: e se nod crro^ la categoria degli ammalati a
1 *
lesto in una Ouervaitione 4i Cn^veUl^er, ch^ei trovò i/i
un cadavere aperta 1% ore dopo la morte la valvjile
miirale et l'origine de l'aorte leiotes^en rooge» mais
sans alieralion de tissa. Ed asserisce ch',e£ rìguar^^i
h coloratiott rouge comma .une verijuble teinture ca-
daverique , osservata .da ad pia volte al livello dei
grumi' di sangue , specialmente nel (^o di qor^inci€h
ia putrjrftt9tionei soggiunga, cbe. t arteria poÙnonare e
e le sue divisioni sono costantemente tìnte di* rosso in
quei soggetti f i di cui polmoni e V arteria contengono
del sangue ai momento della morte ^ e che il colora^
memo comincia C come noi pur0 abbiamo , veduto J
dalla membrana intema , e penetra bentosto nella mem*'
brana propria. (Nouvelle Bibliolh. medie. Ili anneé,
oclobre^ iSaS. )
•v
io
diàtesi ^ siimela t ài iniUEione ollrapassa il novànUi
per cento.
Panni, inoltre^ avere osservato in qneslVanno, che 9
genio flogistico , a preferenza di tutti gli altri tessali,
o sistemi dell* iftdividno , colpisse il piò dell« volte il
aerveo (i), e specialmente il cervello ed il midollo
(i) ib aveva di già scrino ta framme'bmve notiua,
aUonfuahdo ^onobhi la Nota del chiarissimo sig. dot»
ior Belllogerì fulT Opera del sig. Pesportet. Mù eoa»-
piaccio infinitamenie , che le osservazioni di codesto
medico francese concorrano pienamente a convalidare
alcane proposizioni di questo mio scritto : e molto più
me ne compiaccio ^ che^d chiarissùno sigé dtJit. Bel*
Itngeri , facendo menzione delle sue importami opere,
e di varf altri autori, abbia provato essete gli Italia'*
ni, che fissarono i primi V attenzione dei pratici sui*
F imponente patologico std^ietto deW ii^ammaziane del
midollo Spinale e sue propagim'. Ma y bramerei dhe a
me pure venisse accordato ingerenza in sk importamtm
argomento , se co* miei ragionamenti ^ colie mie seo»
perte nella balnearia , e con il clinico esperimento
susseguào da èsiti fortunati y ho potuto per T addietro
k^rire e ragioni, e prove , di quanto si va ora san»
zumando*
In tutu i miei scruti stampati dal 1818 in avanti
(Y. Naovo Stabilimento ecc« Lugano i8j8. a Pto«>
spetto clinico ecc. Milano 1819. ?s Della maniera di
fondare y dirigere e conservare un Istituto baloeo-sani*
tario ecc. Torino i8aa. s Ricerche Fisio- patologico-^
cliniche ecc. Tortona i8a5. ) si trovttno sparse ùèdu^
SII
f|iiiMle. La maggior parte cUHe sleas^ io6aminazioiii
del tobo gastro-enterico , del fegato , dell' Otero , della
Teidea , e di -altri visceri ricooosceyano tal pevritiea ò-
rigane, la quale, caparbia ptii che mai, si maBifestarn
spesse fiate sol declinare delle flogosi^con dolorose re-
crudescenze lungo r andata dei plessi e rami nervosi
. animatori del -viscere colpito , sino alla loro inserzione
nel cervello o nel midollo : e tal* altra volta con pa^
x«ti> o con. Jiltti nervfli pervertimenti.
In tutte codeste restanze di 'nevriiieo pervertimento,
abbenchi non apparisse pi& ombra di febbre , ne vi
lessero sufficienti^ indìej di viziata sessitura organica ^
pure fii^ sempre- mestieri calcare la. via curativa «a^
ttMUte con diminuzione di movimento di viu per tempo
illimitata, onde poter conseguire felici risoltamenti»
Ne valse q«vi il rammentare (jaelle primordiali* ed
sipparenli infiainmasioni , spesso dolorosissime, ed a
ceaaoBe di già spieghta> ove, non essendo ancora nos«
aMlmeute leso un organico tessuto, n' è forza derivare
tutto r orgasoHS da' semplice irritaaione, espressa per
anco entro quel circolo, di salutar latitudine, che la
natura seppe riserbarsi in ogni individuo ; ed ove tal-
tioni leorico-praiiche comprovami F influenza, e spessa
volte il predominio della mielitide e nevrùide so^a
mólte affeùoni del torace y delf addome, e di tutta la
macchina \ e le guarigioni di ostinate fleì^oH e ìtóyral*
giè, in dette opere descritte , ottenute dei' bagni ci»-'
nogemtti e torpenti^ e coi sétoni lungo t andata e più
vicino fòsse possibile alla sorgente' dei principali nerfi
dtf viscere meiesmo , ne fannQ ampia fod$k
/
:i2
voha V oppiò j qual seSabte dispotico del grave e do-
loroso perlurbameoto , ed anche an tratto di s^ra-ec-
cltazione provocante indirettamente una orisi , e la
slessa acopuntura possono in pochi giórni , e - qual-
che fiata in poche ore, troncare nna malattia , che
trattata colla medicina as[)ettativa , in breve tempo sa-
rebbesì radicata a periodo neoessarìo.
Tatto questo può accadere q«atche rara voltarle
forse più facilmente in alcuni temperamenti di^ sorAa
reazione. Ma> io confessò il veroyche avendo lai modo
corrisposta troppo 'di' rado a' miei Toti nelle esaltaaioni
dolorose delle croniche malattie, non so decidermi ad
esl^oderio in totti qnei casi acuti , -nei qnaK , c«lb
reazione piit o meno permanente, veggo andar d'ac-
cordo nna', rdativamente, maggiore espansività di ani-
Ino , anzi che T avvilimento del paziénle.
Non è scopo di questa -breve cliniea Notizia il ten-
tare di rendere ragione della moltiplicazione di cotanto
tnicidiale malattia predominante nel sistema nerveo^
che pur troppo si scorge dr già comune nella maggior
parte del nostro Continente; e desidero che qualche
genio scrutatore giunga felicemente à ratificarne lo
cause , mentre io limiterommi a quivi descrivere quanto
mi parVe avere riscontrato di più opportuno per de-
bellare siffatti morbi , e le loro conseguenze. E Vorrei
lusingarmi di fare cosa grata a' miei colleghi , se tes-
serò di volo la storia di alcuni casi , che mi sembra-
rono i pia importanti nel novero di tutte le malattie
state curate nello scorso iSs^S; nel senso, cioè, che
mi sono sempre proposto , di npn volere con essa ri-
ferire dei dogmi scolastico-pratici , ma bensì dì subor-
dinare al clinico, sapere^ ed alt erudizione de' miti
a3
eompagBi drarle quelle variazioni, che il. poiifo^ine
genio palplogico AfQigeiite la. oosUa, specie noa ces3a
ogni aiia0.d':ii\U'ttder^ fio. di tiUte le, 4*^tcoade^ oote,
diftctfsse, e gvèi cli^sifiGate. msilaltìe« . . .. i
Seaipc0 [^emtlt^do > che le, saurauQO^^dì sangue
per la veoa^ e gli eroici de^piiinemiy ia Oogpsi.grav«
con reazion spigala., colle sangvigoe capillari, | ed i
deprimenti «ed evacuaoti ad anione jsp^cifico^letiiva sul
vò^c^re di preferisoM affetto , deggioiicb «ei debili mo»
di 9 « soitoi le relative comper^aatiooi foroi^re il pardiae
delle ettroy. io dirò^ cl^e i bagni vegetali,, cianati e
torpentì portarono lap^lm^ imm^diat^mei^e . dopo le
cacciate di sangue^ e spesse volte n^ jbilainciaronoj^ se
pure non ebbero ad ecliasam^ 1' eSic|w;Ì9- . . . .,
Nelle flogost poi nevritiche^ ai no^Ui di comuni^ e
Delle loro croniche reliquie, ^Uaer^i soddisfacente cosa
r. osservare^ come si mitigava ^U* istante nel m^n^io*
naito bagno, il morboso complesso., p^ de^Jiiciare quindi
ifttierameiite a: gradi «incroni KsoUa loc^a del metodo
carati vo ch$ «ì andava ÌQipi|iig(|iidct« .....
. Tali fortunati esiti dall* oso dei bagoi v^egeiali ci^f^tì
e torpenti mi costrinsero a piiescindere in tutte ,le fio*
gosi olente ed acute dai bagni minerali dVògi»i spieicie,
)a cui efficacia in simili malattie non «qiuvale ad un
atsto dei vegetali rdi cui parlo,, per rjserv^rH , e par-
-tìcolarnoente .sotter forma eli vapore e ^fuiniga^toae^ nei
.casi <d' impetigini, o.ve.lo. «olfo ed i|.m«rcji^;-io «ampego
gi^no con specifica^ ed incomparabile facoUà* ;
Per lo st^so motivo bo creolo .di; sostitvirje alle
«cq^e saliu^-evacii^nti ,. siccoas^. quelle, di Sedliu, M
Jftecoaio ecc. ecc, , un siroppo cianato-purgante . nella
icura di udì fjoomalali^.per dc<;imare il flogisuco £»mi-
H
te coB* azimie calnante^ e coH' cvacaanone alvìnt uA
un sol tekopoy e con esito di gran Innga più ieliGe.
Un altro in,ezzo curativo, slato in ogni teoipa rs*
lutato éai clinici, e cke ni è forza di qoivi ealda-
menta raceomandare , perchè primeggia sopra ^U
altri nel vincore gli ultimi avanzi cMle flagosi , < spe-
cialmente provenienti , od assoldiate a nevrilieo perver-
timento y ci vieh procurato dalla fermaaione dr mi
emvntorioy sul 6tte della cura, quanto più si può vi*
cino air origine dd predominante plesso • nervoso del
viscere affetto. Tale metodo , cb' io dovetti jiconoséere
fra i pi& valenti y non solo nel dissipar e i residui,
come dissimo, ma a gtiarantirci eziandio dalle redéi-
ve di codesti malori, d' ordinario dispiace agli amma-
lati : ma quando si giunge a couvincerii con dei fatti
dimostrativi ( e non , è molto difficile per un clinico
avveduto che voglia occuparsene), che la cessaaione,
anche soltanto precaria delF ordinaria cura , lascia luo-
go all' ingrneoaa della primiera morbosa vicenda, pie-
ganp dessi ai nostri consiglj , ed abbiaoio cosi la- già*
naie la eonsélaaione di vedere stabìK e permanenti i
risiillati delle nostre cliniche iatiche.
Paraplegia , Eclampsìa e Tetano dst vitio tmàUtko,
*— • In seguito di parziale subdola mielilide si svilup-
parono in illustre Dama di florida elii feaeste censo*
guenze di paresi, anomalie narvali fino all' eclampsia
e tetano , affezioni gastro-epteiricbe di varia- fibrma ,
e consuoaione.
Essendo riuscite infruttuose le tante cure da, essa
sosteìiuie per cinque anni di seguito in Pol<tfiia, in
Germania , ed iu Toscana , sempre dirette contro le malat-
tie che si manifestavano negli. organi; ^ sotto 1^ forme
a5
envBciate y giaBie- «H* loititiil» nm nel Maggio i8t5>
co}u da- pafiaplegìa , ^e nel colmo de' «moi ff^mmétsà
tnalofi. ^
Dal oamplesso dei eiatomi^ dalP- esifò ^4^. eiue
praticale y e sopra tutto daUa osaervanone , che qua-
lunque einoziooe d* animo > ed anche le lòtti imprea-
aìorn fisiche praticale dai dorso in sii, e che poteano
per conseguenza commerdare col sensorio cornane setiza
interessare diretta^oMote la purte del midollo «chVio
sospettai colpevole |. andavano esenti da morbose #ea-
aìoni^ menCre un gastricisaao , un clistere , una pressio«
M. ferie al ventricolo, od a tutta le superficie del
isorpo rlsvegUavaoo il pi» delle volte ecclampsia*&. te-
tano > coachÌMsi dipendere la morbosa congerie da
viaio mielitioo , e sotto tale indicazione; impresi 4
Ridotta l'aoraialata al minimo movimento dì vita
e colla dieta acqfteo-vegetale , e con tutto il restiate
dril* igienico corredo , diedi di piglio ai ba|;ni cianati
e lorpenti ^ ed al spoppo pure cianaio e purgante (i).
(i) Per fotmare H bagno àianogenatù, od àzò-car*
èuraio contiene procurarsi il cianogierio dai vegetali
lAe mUturdmùrute ne coniengoho U radicale , qudli sono
H ìauto-ceraso , il pe^co, le mandorle amare' di al»
€uni''frmd ecc^
V ordinaria medicazione di un bagno corrispónde a
quattro once di acqua coobata ciahogenata. Si. passa
poi a maggiore y o minóre saturazione ^ a seconda
^ àeff età , deiTimprestionabih'tà dell' individuo ^ e delle
idiffèrenU condizioni morbose.
aO
Qmisi tottie per ineniteffaia'-bftsrairoDo a priAir giorni
di' cura ad impor tregua al male>»eiitrc 9& graduato
^4p«ii*— i»ii ■Hill ■»—^lfc>»—a*i— >*<—*■
iSi Téfiéfe torpente il hagno'y etAlaggiunia ài ^fueUe
sostanze vegetali che pos$»dono ana simile viiiosw e
sedante proprietà. Gli aconki^ le cicute, i ^ust/uiamii
£ solanij alcune latiuché e pruni, ed aUre pian^ pos-
sano Servire alTuopo: ma io trovo prefer&Ue sotto
tutti i rappòrti i/ Datura stramouintn ^ e la dose per una
saturazione semplice del fragno , è formakz dalla solò*
zCone di un oncia et estratta, oppure da i bòbre di
satura decozióne, da aumentare , o diminuire, a nor-
ìna delle circostante descritte nel Capitolo precedeme.
Si praticano poi alternativamente le acque cooèfàte,
gli estratti; le infusiprti , o le decozioni sceverase dalla
clorofila , ed anche i radicali akaèiiU'^ Ci* ^^oHitùsa,
T atropina , la daturiria èci^. ecc.J per comparitre eòi
maggior possibile sincronismo la loro particolare -mo^
dificazione di forza medicamentosa al genio speci/i^
camente variante della stessa malattia , dietro i risul-
tati deU' esperienza e délC osservatìone.
Il strappo cianogenatO'pùrgante , cheneUa curadelh
croniche flogosi e nevralgie^ e precipuameritm MtfuMe
del tubo gastro enterico ho sperimentato utilissimo^ n,
causa della simultanea azione catariico-sedanse che va
esercitando, io lo faccio comporre aggiungendo , a
freddo, ad ogni *Ubbra di stroppo di senna preparato
con sei dramme di queste foglie , tre once di* emu^
éione di mandorle amare , e sei gocce di acqua còO"
tata cianogenata : e la dose ordinaria in tali cure
acct^sccmeaio di esw- per. ubjxmA comeenM^ > àw>
alla sestapla tsutfaziosie dek b^ffàa Q^.^Q!nict> .ed a
sei ore di durata, vinsero affiitto la malaltia^. e resero
i' jmnaiafa t»f)ace -di.iMSfije^aire' per aleunfl. nùgiiai.
Ud altro mese di cura in decUnazioue regolare ,
c^H^apprksaaioue dii^& Betoae al dorso , Vicrsa ia sor-
tita dei nervi splanenici y da^ dove amava ioìkr dipen-
dere, tutta la sene dei §iMf gasU^-enterici , ja6sÌQQKi& la
f <^ I ri' ■*! • 1 ' il I I i'é 1^1 ■ ì'^ii «ui4w
.è dalh.4He 0Ua^^ei:Ows^:4àl gfornoy sempre ^oi^g^, |e
variaziaìH pA sopra desoritifi^ . .. . . ; ,
Jn conseguenza dei paragoni dà me insiituài^ sp^-
dàhnenie in questi ulUmi diciou* anni di clinica dopo
-la fondazione del mip^Siabilinteiitpjf posfq fr^mc^i^nfe
assiaarare i miei coileghi j che nella cura delle lente
fio§osi*e nevralgie 9 cfie formano la base dei (juaitro
jfuind delle ^maloiiie eroiche ^ le prfiparazw^ test^
mtens^ùmaie, pre^^on^o d( ff'aik, lunga in eJjpqqQid a^i
altri mezzi f non esclusi i bagni e l^. acque potabili
minerali, tanfo figurali ^ ^he [artrfattp. », ■
Ed: ave. si' pisana jcaf^venes^lnieraa assQciare tutti
gli 'Oltri esirapu dì un ciompi^ metodo curativo , dì
cui parlai qui sopra i e dove, sotto la garanzìa di u^
purissima crasi iFaria, s^ possa circoscrivere F am^
malato ^ tanto per la dieta, quanto per tuuo il re^
stante delT Igienico regime ad [un castigato esercizio
di vita , si giungerà sicaramente a togliere dal novero
éegH incurabili vna- ragguardevole quantità et indisi-
dui} a re^ituirli utUi a, sé. medesimi ed aiia< società».
i
cura f e «gwiTtiiA Paogianliita oel mr> •ritoVno^ io
aia , dove ^nuMe ftUflameote , e penoata appieno di
do?€re- guardare il regime di vita-defieieiitey e man*
tenere aifppiiraiite il telone pernn anno almeno, «
«odi mnimire nna imova conire^abitodipe 'igieDica in
opposizione atta precedente- patologica , onde poter to^
iistere alle comuni recidive di talr cronici morbL
Vivo ceno, che la convinzione di questa illastre
Dama, secondata dall* esito felice, manterrà coaaote in
essa l«i. il propopimentp di con^nare nel prefisso re-^
girne, e tutelare in tal modo a^^se stessa rottemta
gnarìgione , ed alla sti^rìa medica ^mmportante caso ;
e me ne porgono di ci& pegno sicuro le notine che
ella mi trasmise a varie Riprese daHa sua patria, di
CSI ne riporterò qui alosni tratti.
Da Yiemia, 5. settembre i8aS»
Ma satitié e' est y non senlemeur 'merveiU
lensement sootenoe dans tout le eoars de «Min vòy^
gè, mais elle est encore àméKar^^e. Mon estoteac de^
vient'de jour en jour plus calme, et lons mth nerfs
sont demeur^s iDseosibles à tonte influenee delsltfga^
d* emotion , et méme de cbangeiàent et, ténipM^ature ,
quoiqoe mapeaus'y Itouve singoliérement seosMe ec
Da Cral:ovia ^ d5 settembre i8s5«
« • ♦ »
La contiDuatton de «na* boteue aanfté «e
fait qu*augmenter mes seoiimeos. de recofmiHisaiiceA
pouf vous , à mesure que le tams et la diUaQcr ma
separent j^ìus d'Oieggio. Mou ettomac cVast; lieuion*
MMiil TtgW'i flit mes tter(soBÌ.tl)parfril€liieQl calmes,
qse. ]« oeles seos {difs ébttaié»,mèm^ fàtées fi>rte»«iiM-
fioiM. Mes Cmtccs me senredt li ravtr, et |>crfl0iui6
a' est plot tentij. de trcmvef 4 fedire au régkae ^ qoe
j* obMTv «vai ' ioay«n^ KivpttleineiiieM laal q«e Tesa
ao aaceaoailaeB U*4aé6eliiié téle. ^ >
..Da PlawoviZ| i5,noveo9ihre i8a5.
r ^ «..••• Je ^oat don noe vie tool nesteUe. Mn
aaat^ se perfactioooe de pbn co pliis comme vous me
Kavee.priMit^ lertqo* eooliaiil^ de me • lentir delivrée
de mea rnanz cnids^ je ne m^ tmagioaia phu qat* dkr
posse &ire eneoie dea protgrés eie.
i. Gèstro- Enéero-C&tituk 0 paresi tmi^wséde da vixta
nddkico. -— Un altro caso non dissinùle dal preoedén*
te, se non per la sua maggior gravezsa, per una
aiaggiore estensione dì sintomi, e per «n precipkoao
andamento , tiene rappresentato da api Signore robusto
e di.liresca etliy che trovasi tnttoca sotto la diresione
sanitaria deli* InstiUito, e prossimo alla sna per^Btta
gwarigione.
Un apparato d^talia«maKÌoiie ealesa a tnlti i visceri
dal basso ventre ci eoslriiige ad no eroico e sollecito
metodo deprimente, con molte soliraàloni di saDgne
dalla vena e daUe catCb Allofcfaè ci parve domalo lo
stato acntissimo di flogosi, scorgiamo paresi di vescica
e del tnbo intestinale', che tosto ci mette sospetto di
latente mielitide, cassa di tanti malt^ e mentre sotto
la salvagnardia del giornaliero cateterismo spingiamo
il metodo antiflogistico, coi bagni cianati-torpentì ezian-
dio, specificamente diretto allo spinai midollo, arri-
viamo finalmente a vincere f infiammazione dei visceri
5«
che 8é ne matiifraurni»' colpiti > wjfgitm ebmpuke
generale la pareli , non «tdaae perMbo le 'Soperiori
«rtremìtà. '
' Qaakhe tratto «acofa di vilidD tràtlameotO' depri^b
«lente seioglie il nunaccioso iosnlto ontrtrsale } ed ab
lorchè $i giunse con esso a ridonare perfetta- la Mnsii«
bìlttà al dermoideo sistema , a procurare una parte del
movimento a tutto il corpo , ed a reprimere con m^^
do ogni aniversak' e parsìale orgasmo ^ si fece laogo
all' applicazione di un setone al dorso , h cw fiogofi
e suppurazione artifiziata y combinata alla eontwn^
propinazione dei cianati-eracnanti , ipa restitsendo. per^
fetti i movimenti air ammalato^ giacché per tsila
qtianto concerne la àalote dei visceri non ci resta {lib
naitta . a • desiderare^
i Gastro-Emera-PerkonAide da vizio néfniiieOk ^^ Stm
tot 4AÈt dopo* «ver guarito pev tre consecutive volte, ia.
due Illesi y itn» gattro^enlero-peritonitide ipergrave ^ •
vederla sempre recidivale senza tùanifesta cansa In n»
ۈpo Doganiere di buona costituzione e giovano di
ei2b, che nacque a noi tutti pensiero , di doverne 4n«
conoscere il fomite In un vizio nevritico dei visceri
athmalati , e probabilmente sino alla foce nello <iprinab
lìHdollo.
* Tosto si potè lodevolmenle sanzionare fl sospetto ^
M sottopóse y* ammalato per due altri mesi a nuova
cmra specificaÉieote applicata con bagni ciaoati-tbrpeip^
ti il «eì ore di dorata ^ stroppo^ danato-purgante)- e
eon>sangm'goe capillarì ogni quarto o quinto gìorB»>'
protraendone il ìnetodo sino ad lul mese dopo l'ap^
parente estinzione di ogni aevritico indizio.- ma la
stitichezza caparbia^ ed noa tensione ^nperfieiate
5*
fic&tre Mn ceJeywid ne panlOfiiè iI0c;q 9i nostri s&r-
sì. Si afiplieaioiia #Herft fioe «etoni^ odo .per. p^rte^
salP addome al punto che si esterna la prima branofli
elei dttodectma dorsale, «t non passarono qnaurp ahro
Àeuinuinei cho^ anche i 4cie sintomi renitenti ^piegaionot
imi.n»enle. ,
: 'Data ora il ^sio mese dalF inslituzione dei setoni^
'coB^coBtinoaztotto di. regime n movimento 6siologico
minorato '9 che F ammalato gode ottima. ^Ii|te^ e si
trova Timontato al suo prianero ed elevato grado ^
iarse. . r
AngioAùbdi grosso ut>ncQ addominale. sinmlatM
émemsma. -'^'Vn ÀhhMi, d'anni 19, edìbuona oor.
stituiioney offre alla mia disamina un • tumore profom
do sotto al ventricolo, arditamente pulsante. e dolente^
eoo palpitaftioac di cuore, ioleumittenaa di polso, e
reazion fisbbrile» - Domatone lo stato acuto in poche
•ettimaney lussiste 1-iittiero -apparato ^ meno la febbre»
Protratto il metodo a due mesi- ancota con bagni
èianato^torpenti, «angttissighe a riprese, digitale , iiroppo
cianato^urgaute, e regime dietetico aostertssimo , altro»
non. otteniamo , che qualche diminnsione del turapro
e «lUentamento di circolo, ma il dolore- sussisto, «In»
pulsazione tniffaccia più che mai : né fia che maggior
ntile te ne possa ricavare per òa altro mese in seguita
da alternata prestazione di acidi vegetali, di variati
torpenti , de' racccmaod^i amaro-astringenti' •e dai
^siicL Si. passa finalmente all'applicazione di nn ae^
tene «Ila Tegkm del ventricolo, e batta la continua*
aùnèé del stroppo e dei bagni cianati coli» diel» >vegc<"
tale negativa pel tratto di nn mese e mez%Q a rido«>
oiar saln^, e ìsi pristina forza all'ammalato.
5i
• OgDQiio Mtà penoif^^ non cuore M $dh pa»
ioente dal telone, che dobbiam nùsiinure la di lui
vtiliià somma nella gaarigtooe delle leirte flogosi » sp^
cialmente aiigioitiphe e nevriticbe : ma bensì dell* IO'
iammaskme artificialmente iostitoita in nnovp, e, ret^
lativamente^ ignobile tessuto allo scadere di flogosì «cu*
ta. Si forma cosi per gradi ona specie di rivokisiono
nella disposiaione molecolare della nostra macchina»
per coi ( in correlazione , se vogliamo , al paragone
colU pila VoUiana^ alle basi stabilite degli imponde*
rabili, alle leggi magnetiche ec. ) il polo morboso ^
ibrsato deviare dal nerveO| od arterioso sistema, che
n'era sopraccaricato , per dirigersi sa ddl* altro tessntin
resone piii idoneo col flogisti<^ artifiaial amento, li-
anltatOy che fa sempre dai pratici conoscinto solio
F idea di derivasione, emnngimento, coniro-iniCasioae^
aostitosione di processo e simili : mentre col segnilo
del r^ime a scarso vitale esercizio, si ricondnee h
macchina al suo equilibrio salatare.
Gastro ' Enterite da vizio nevrOicù. — Esano di
già passali ondici anni di reiterate care tanto in Smir-*
ne, quanto a Trieste, che una distinta Dama Greca:
avea sostenute , senza potersi liberare da simii gravo
malattia: ed appunto perchè il nevritico vizio si irra^
diava auir universale sotto le forme adioamiche le pia
imponenti, ne TammalaU se ne persuadeva, ne i
curanti credettero di spingere una volta la 4^ra a
segno, dietro 1' osservazione specialmente, die at«
coni cimenti di legittimo antiflogistico regime con soè«
trazioni di sangue, aveano peggiorato di molto l'ann
malata.
Spari la larva di si amico morbo al penetrante
53
jB^ntrdo dèi célèbre tKtiieò Ai Padova^ il sig. cavaliere
Breira, cbe appena potè edaminare Taintnalata) a me
Vindmniii per rabir cora di bagni d'anali con analo-
gbi ioteroi t'imedj> e regime austero vegetale } e noti
ebbi, infatti 9 che di "^ seguire fedélmente l'indicazione
dalP esimio professore comunicatami ^ pel tratto di tre
mesi allo incirca , per vedere ristabilita in salute la
Signora.
In tale condisiofn^ di salute me T, annunciò U Pro--
flessore al ritorno della Dama per Padova : e così me
la descrisse suo marito da Trieste ^ tre mesi dopo ella
era colà arrivata.
Prosopaigia e Cefaialgia sino d de^rio durante ad
tre anni, — ^ La perfetta intermittenza di qualche giorno
da'* OH accesso all' ahro , le anomalìe nervali , non me*
no che T intolleranza dell' ammalala^ d'altronde di
discreta costituzione e di media età , sotto valido me-,
todo deprimente I furono le cause ^ per coi la grave e
non comune malattia deluse fino a questo punto i ten«
tativt di una dotta e circospetta clinica.
Fedele io sempre a quei prìncipj , che, il piii delle
Toke, anche nei pervertimenti nervei a periodo inter---
mittente spiegato, ed a condizione relativamente ipp-
stenica deli' individuo , se fia che nell' orgasm<f dolo»
roso égli si manifesti sovra-animaio, piuttosto che de«:
presso , è forza conchindere , che per locale patolo-
gica aiedtfi[cazione molecolare venendo decimato , od;
andie tolto di mezfeo ia quell' angolo il mutuo polare
comnertio alla periferia del corpo del fluido • elettro-
vitalti le di lui correnti probabilmente si . convertono
in tensione ed isolamento del fluido' medesimo ^ e con-
vinto •empre* più dati' esperienza e dai fatti ^ cbe uno
Afwali. Fol. XXXrUL 3
54
Stato d» armonica vacQitk artifizialmente prpcntata alla
maccftioa, i il più idoneo , in coi Y economia animale
'paò sentire T infloenza speci^ca dei praticati rimedj,
e pai> meglio rieqnilibrarsi nelle sue fnnzìom ^ consi^
gliai air ammalata qaanto segue;
• Alla dieta acquea, e pres&o che vegetale ^ ^ volli fii-
^sser seguito gli accessoi j igienici tutti , mentre ci oc-
cupammo a mentenere diulurnaoiente' air intorno del
di lei capo con rugiade , e con ablnKÌoni diacciate Qaa
gradita declinazione dall', atmosferica temperatura di lei
ad otto gradi, I bagni .ctanati-torpenti doravano le
cinque , e le sai ore al giorno , ed ascesero gradata-
mente alla quintupla saturasione ; ed i cianati èva»
coanti interni si usarono entro i limiti della tolleranza.
Non erano passati i5 giorni di tal cora^ che gli ac-
cessi si erano presso che perduti ; e con due altri mesi
d' insistenza curativa acqoÌBtl> la salute , che gode an«
che in oggi^ che contiamo quattro mesi dalla di lei
partenza.
Divido la soddisfazione di un cosi felice successa
col sig. dott. Ferrerò > chiarissimo prof di Chirurgia
a Vercelli , che a me diresse )a Signora , persuaso
della necessità di dovete eseguire la cura per principio
sovra esposta, e dell' impossibilità di poterla praticare
in propria casa. '
Né vuo' troncare codesto racconto senza far palese ^
che in casi di ostruzione generale delle glandule, e
singolarmente del mesenterio* ^ con lienteria e consun-
zione a grado' molto inoltrato, in aggiunta alle cure
minoranti e calmanti sovra descrìtte, trovai prevalente
in specifica facoltà V acetato di potassa e di ferro sciot-
ti nel siroppo cianato-pnrgante , che potei sostituirei
^
oo
alle preparA&iMìi di iodio, di barile ^^ ed altfi lilumU
cùQ esiti felicissimi, ed al coperio di tutti quegli ia-
cidenlì , contro dei quali , e per la dose , e pel lungo
oso, e per le diverse maniere di preparazione degli
.anzidetti rjmedj eroici, forza è si premunisca il clinico^
Uno dei piìi iraportaoti casi d' ostruzioni e Henteria
felicemente guariti nello scorso anno^ era od numero
d«gli ammalati stati quivi diretti dal .sig.dott* Mauro
Ricotti, rinomato pratico di Voghera. Conoscendo egli
da varj anni alcuni fra i mezzi saoitarj riuniti nel
mio Istituto, coi pensa accordare la preferenza nella
cara delle croniche malattie y con somma filantropica
premora va , dal novero dei cronici alla di lui
cura affidati', trascegliendo , per indirizzare a me quei
tali , che con plausibili induzioni crede ne possano
approfBttare.
36
TAVOLA NOSOGRAPIGA
del te malattie state curate nell\ anno i8a& nM IjtifiUo
Balnea-Sanitario di 'Oleggio.
Nam. '
delle in-
fermità.
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Mielitidi e Nevrilidi
tiastro-Enterìtidi . «
Metritidi . '
Epatilidi
Artritidi ..••••.
BroD^'ii'Jtfdi ; . • •
Angioitidi, «Da con tumo«
re simulaDte aneTrisma
addondintilie. • ^ • • •
Scirri ali^ utero • • , • * *
Cancri alP utero
Sarcoma o Boprt vegeta-
siooe. Tolamioositsiuu
eotro r ipogastrio .
Induramenti al Tentricolo.
Scro/ole ........
Scon>uti . • ^. . . • .
Anassarca .*•....«
Idrotoraci • •
Idrotorace ed ascite. • .
Paresi •. • • •
Amavrosi sintomaticbe .
Disfagia
Pellagre
Prosopalgfe • • • • • .
Lienterie. .••.«••
Menorragia •
Psore . . .
Erpeti di' Tarie apecie e
grado
Ragadi. •.••...•
Si6lidi di diverso grado e
complicasioni ....
Oette, con idrargirosi • .
MeTralgie di diTerse parli
e diverga forma . • .
Alienazioni mentali . • •
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Uso della Segale comma per sollecitare U
, parto ed anco la sortita delle secondine
trattenute per difetto di eontraziont u-
terine co^f conseguente emorragia.
M^ura della Epilessìa col nitrato d'argento; del
doU, Lodovico Balardinif già Allievo dell'I. R. Istitato
di perfesìooamentò di YieDda.
Se utilissimo alla languente amanita è quegli che
con perspicace ingegno arricchisce di qualche nuovo
eroico farmaco V arte salutare , non mono benemerito
di essa può dichiararsi chi i' altrui ritrovato sottopone
ad imparziale e freddo esame , onde diètro le proprie
osservazioni e sperimenti o smentirne i non nieritati
elogj, o confermarne le decantate virtù.
Egli è quindi , che io da' primi moménti di mia
pratica carriera , oltre gli antichi farmaci' di azione bea
nota, m* accinsi pure ad esperimeutare i nuovi 9 o di
recente invenzione.
Fra questi le preparazioni. d'/oiJfd contro il Bron-
cocele ( malattia comune nel nostro distretto ) m' of»
irirono degli effetti veramente meravigliosi ^ la ratania,
si in decotto, che in estratto nelle emorragie passive
e flussi abituali trovai essere rimedio attivissimo ^ 1' a-
celato di morfkia mi riusci di grande giovamento in
più casi di dolori^ jspasmodici specialmente di ventrica-
lo } « r ago-pAntura ne* dolori reumatici semplici , ed
in un'iscbiade di recente data mi recò .tm inimediato
sollievo, ed nna subitanea sorprendente guarìgiéne.
Ma, soprattutto trovai essere rimedj veramente eroi-
ci: i.^ la segale cornuta, si per eccitare le doglie del
58
parto latiguentiy che per favorire Tespuhion^ deHl
placenta rims^sla neU' utero per atooia di esso, e con
conseguente emorragia , a. il nitrato éC argento Ju^o
( 0 pietra infernale ) contro 1* epilessia di data antica.
Questi due medicamenti m' oflVirooo i risaltati delle
itorie seguenti.
La signora Lucia Guelfi, dì Breno, d* anni 67, ma-
dre di nove figli periati a maturità e partoriti natoraU
mente e senza soccorsi dell* arte, il giorno t settem^
hit i8a5 , compito appena il settimo mese di gravi-
danza venne presa dai soliti dolori iprierì del patto*
Quindi si fecero gradatamente più forti , ed alla sera
dello stesso giorno sgorgarono ie acque in discréta
copia , ed ebbe luogo puranco qualche lieve emorragia.
All' innoltrare della notte, le doglie, in luogo di
aumentare, andarono rendendosi più rare e più leg*
giere ^ e continuarono nello stesso grada nel giorno
susseguente. Nel terzo , quaito, e quinto giorno scc*
ìuaronp, e quasi del tatto si dileguarono al setlitno
giorno.
Durante questo tempo, la partoriente aceosaTa di
sentire costantemente ì movimenti del feto , i quali
però negli ultimi due giorni le sembravano assai meno
vivaci del solito. \
La bocca dell' utero si nel secondo, come ne* giorni
successivi , era della grandezza ài una lira italiaoa •
gli orli della medesima assottigliati jt cedevoli; e pre*
sentavasi attraverso alle rotte membrane la piccola
lesta del feto, la quale sotto la pressione del dito si
sollevava alquanto, indi ricadeva.
In tale stato di cose , conoscendo di troppo insnfH-
ceote la Qatura ^ e 1' ptero io uno ^tato ^uasi d' iber-
/
39
«k; considel^ndo che per la mancatiza della quantità
necessaria delle acque il feto stesso dovesse infine sof-
frire nocameoto^ e mettendo pure a calcolo la piccola
siy^ma insistente emorragia, non volli più tempoieg-
i;iare, e credetti essere questo il vero caso di ricor-
rere alla tanto decantata segale cornuta.
Era appunto la stagione in cui si batteva la sega-
Je, assai esteaaioiente coltivata nel nostro distretto. £d
io potei in persona raccoglierne quantità di cotesti
grani degenerati , detti qui volgarmente denti di segale^
Macinata in polvere finissima ^ la amministrai alla
nostra partoriente alla dose di grani venti in un taz«
cino di vino bianco. Poco tempo dopo si manifestaro-
no indizj deir azione irritante del rimedio , indi dolori
ntetini violenti e quasi continui^ che però dopo qual-
che ora divennero più languidi. Le feci inghiottire al-
tri grani quindici ^ ed i dolori ripresero tosto con mag-
giora veehienza e forza , e venne sollecitamente in luce
vna bambina mediocremente sviluppata e vispa in pro-
porzione dell'età di mesi sette.
]) puerperio andò regolare, e la bambina vive tut-
.tora. Essa presentò ir cosi detto indurimento del tes"
stuo cetìtdarH alle polpe delle gambe , che^, per essere
leggiero , non richiese l' applicazione delle sanguisughe
raccomandate in simile malattia dal chiar. prol. JW-
iótia (i), ma svanì sotto ¥ uso delle calde conihca-
EÌoni, e de' bagni semplici universali.
Marta Beccagutti, d'anni 3o circa , madre di cinque
figli , senza alcuna causa manifesta aborti in quarto
(i) Onjiodei. Annah' ec, n, 82, 83.
mese di gravidanst/ Chiamato cinque ore circa dop#
r accidente, trovai che non erafto peranco sortite le
aecotidiiie , e insisteva ^considerevole- emorragia. Gkidi*
canào'che la permànenaa - della placenta entro 1* utero
fosse caasa della emorragia, ne tentai col metodo so-
lito r estrazione, ma iirvaiio ^ <hè , sotto delle forti tra-
zioni, il fondo dell'utero, in laogo di contrarsi, si
rovesciava seguendo gli sfòrzi della mano. Provai il
metodo del prof. Asdrubah(i)^ cioè, portatala mano
-entro 1' utero cercai colla punta delle dita di staccare
gradatamente la placenta dal fondo, cui era tenace-
mente abbarbicata , ma ogni mio tentativo fu vano.
* Vedendo che anche sotto tali meazi Y utero non si
contraeva punto y mi appigliai alla segale cornuta. La
prima dose sommiqistrata nel brodo venne rigettata ,
e ne sostituii altra , che sciolta nel vino bianco venne
TÌtennta ^ in poco tempo svegliò de' forti dolori ute-
rini ,' sotto i quali venne effettuato prontamente il di-
stacco, e. l' espulsione della placenta, e conaeciìliva
cessazióne totale dell' emorragia.
* In altro' caso , in cui al terzo giorno dopo il parto
la placenta non era peranco sortita , V utero sentivasi
'floscio ed espanso con mancanza totale delle doglie
'seconde, ed insistenza di qualche emorragia^ e la puer-
pera per soverchio pudore ricnsavasi , che le si met-
tessero le mani addosso: ricorsi all'uso dello stesso
formaco alla dose di' grani trenta, e n'ebbi pronto
ravvivamento de' dolori , e Tespuliione completa delle
accendine con ottimo puerperio.
' (i) Trauato, di Ostetricia teorico-proiica ^ voh V^
Roma i8ix
<*
^ 4«
Qaesti tre casi^ «Itre «IP appoggiare maggiórmente
la virtù meravigliosa' della segale cornuta nel soUecita-
'Fe il parto, comprovano pare, la sua efficacia •» caso
.di permanenza della placenta aeli' utero , e di emor*
ragia per diletto di contrazioni uterine.
Ho poi osservato in due casi , che la segale cornuta
amministrata nell' acqua » o nel brodo venne dopo, po-
chi minati rigettata, ma che tale inconveniente non
avveniva dandola nel vino..
L' uso della segale cornuta non è del tutto nuovo
4ii Italia y come comunemente si crede. Certa Caterina
iYielmi| vecchia levatrice di questo paese, la adoperisva
già da parecchi anni ne' parti -stentati, e n' aveva ap-
preso r uso da altra levatrice di già morta di questi
dintorni.
Le speriense del dott. Semeruim di Napoli, del ce-
lebre prof. Brera (i) , e del dott. Kruger (a) m' indus-
sero a tentare V uso del nitrato d' argento fuso nel se-
guente caso di antica epilessia. ,
Cateriu» Ronchi, di Breno^ d'anni ai , di costitu-
zione fisica gracile e dilicata, diede sino dalle. &8cie
iudizj di affezioni convulsive, e d'insulti epilettici, i
.quali col crescere dell'età si resero ognora piii Jre-
queoti e più gravi.
Giunta alla pubertà non ebbe dalla comparsa della
jnestruazione ( che continuò mai sempre regolare^ ben-
ché ^ssai scarsa ) lo sperato sollievo. Ami gli accessi
epilettici oltre quest' epoca sì fecero ancora più gravj ,
•M
(i) ProsffeUo clinico deiVatmo scolastico iSai-aa.
(9) Omodet. Annali universidi, ec. n.9 93, 93.
4<
per tempo maggiore continiiare la cnra: sapendosi ,
che nel caio rifinito dal lehiarìttimo prof. Brera , H
trattamento durò per mesi %e\ e mer^b circa , e in
quello del dott. Kriiggr per un' intiero anno, còl con-
a«Bio non già di doè dramme , come nel caso nostro ^
ma di [un' «noia ^' tre dramme ed uno acropolo di
nitrato d' argento*
Caso di pietra uretra-vaginale estratta dal
dott. Angelo Macario^ chirurgo nelT O*
spedale cince maggiore di Milano* (con
^ una Tan^olaX
JLiA litotomia è una delle operaeióni su la qnale si
esercitò specialmente il sénno dei piii celebri nomini
doirarte.Biffieile-, infatti, e pericolosa è tanto per gli
ostacoli^ che* si Ueontrapo bella loro esecnaione, quan-
to per r iacertezaa de^ suoi risultamenti. Non sono an-
cora sopite le- dissenziotti, alle quali fut'ono spinti in-
gegni .preclari dallo zelo della verità onde rendere più
Sfidila y ' e .pìii sicura la mano del chirurgo in simile
operazione. Se non che gli amici dell'umanità &nno
voti iperohè cessino le* troppo acerbe parole, che la
scienza non possono mai £ar progredire di ón passob
Sono, i fatti che preceder debbono i '-ragionamenti , a
la scienza -medico-chirnrgica altro migliore appoggio
non può avere che la moltiplicata osservazione di latti
ben avverati. Perciò lode a -me sembra meritarsi , chi
le risnllanae di sua speciale esperienza altrui disvela
^
/
• «5
neir imeodiihiento d' innalzftre no lembo del velò , om*
cai Qfttara copresi di sovente all'occhio del- neofito^
suo amatore. Per siffiiita riflessione ho iotrednto mio*
dovere il fare ili pubblico diritto una «ingoiare ossero-
servazione, che mi si presentò nell'Ospedale Civico
Maggiore di Sfilano , e che per la sua novità «ii pAP
degna di fissare T attenzione degli stoiliòfi» che si iii^
leressaQo nelle cose della litotomìa.
Trovansi nelle memorie lasciateci dai grandi uomini
dell' arte esempj di xalqoli di una certa grossezza bt*
restali nell'uretra, e di là con var) modi cavati. Si
osservano nel maschio piii di frequente che nella fem<
mina , atteso la brevità , e maggiore larghezza „deir u«.
retra di questa. Trovansi pure eaempj di passaggio di
calcoli dalla yescica al perineo, ed in vagina. Cìh^
frequentemente succede per gangrena^ od esulcerano-*
ne della ves<;ica; per lo che fu progettato, il taglio di
questa per parte della vs^ina. Ma nuovo afi&tto è il'
caso di donna., nell' uretra di cui siasi arrestato ittt<
calcolo, y e nicchiato fra essa e la vagina , dove
senza arrecare alla donna grave disturbo , e direi quasi
senza che ella se ne potesse accorgere, s'aumenti ìq
maniera di chiudere tutta l'apertura uretrale ^ foUiiaa*'
do colla base tumore nella parte .anteriore, ed info*
rioré , e prolungandoai in vescica colla sua parte pih
sottile.
Spero che sarà letto con piacere un ca^o tanto
singolare, e degno di riflessione,, anche per le paritco-
lari circostanze,! che lo accompagnavano.
Busnelli Diamanta , nativa di Marasso , e domiciliata
in Yerderio, d'anni :i9, conjugata con Luigi Motta»
sorti i saoi natali da parenti sani, dai quali ^redit&
/
una robatta costilazione finca » ch'eihr seppe mante'*
aere con un gìudiaioso fegime di vita. Non era vi lao-
gó a MspetlOy cbè particolare discrasia tendesse ad
alterare menomamaote le ioozioni della sua macchina^
il. di lei sviluppo ih regolare, e giunse all'età d'anni
!ki circa senaa essere travagliata da malattia di ^al«
cbe riguardo. A quest' età^ le insorsero d«t dolori ad-
dominali, premiti di rescicai e perdita lovolontarìa
deir orina di tem|[>o in tempo. Un trattamento curati-
vo locale ; ma non essendosi portalo sospetto all' esi-
stenza di calcolo ^ essa non trasf^e dalle medicine al-
eno sollievo. Stanca perciò de' suoi incomodi, sì tecb'
fioalÉaente all'Ospedale per trovarne mitigamento , ed
entrata li sa settembre p. p. fu collocata in sala di
id[>bricita0ti , dove i sintomi, che offriva, svegliarono
r idea della presenza di un calcolo. EiFa questo^ infatti,
cbe irritando l'interna parete della vescica, eccitava
delle forti contrazioni, giacché tendeva là naifara a
liberarsene. Venne quindi V inferma nel successiva
giorno a3 trasportala nella sala deir< Annunziata, dove
io ho I' onore di prestare la mia òpera in sussidio del
valentissimo professore KnoUi, Riconosciuta in concor-
so di questi la malattia , ebbi à ientire dall' inferma ,
che nel finire del 18^0^ erasi conficcafo a caso un
ago da cucire, piuttosto lungo, nel meato orinario pel*
tratto di' poche linee dell' uretra. L' ago perforò'
d' alto in basso e dall* infuori ali* indentro in modo di
esservi tutto nascosto; e siccome non le recava mo-*
lesila grave , essa ve lo lasciò circa un anno senza
manifestare 1' accidente. Maritatasi or sono tre mesi ^
la Busùetli ebbe a soffrire acutissime fitte ogni qual*
volta il di lei marito usava seco lei de' suoi diritti^
T7
Fifiùlmenl^ , la punta dctt* ago si presento in vaginny
e la BiisfcieMi seppe estranielo tìraoclo a poco^a poco,
e fu^ rlcoQQì<2Uto arrugginito. Dopò qiiest' accidente le
si diniiooirono alcuni incomodi; ma ricorreva sempre
qualche fitfa dolorosa, è tederà spesso nn leggier
gocciolìo marcioso tanto dall' uretra , quanto dalla va-
gina. Un terto tumore, che dall'inferma credevasi ef-
fetto dell'ago, andava intanto crescendo, e disturbava
talmente le funuoni , che^ più non potea orinare se
non a goccia, e con dolori. Non mi fa difficile di ve-
rificare , in concorso del citato esimio chirurgo sig*
KnolUj che questo tumore era Iprmato dalla pietra,
la quale erasi a poco a poco aumentata -, ed ideai per-
ciò prontamente la semplice maniera di estrarla.
La mattina adunque del giorno t%5 p. p. settembre
venne operata, fendendo sui due Iati dèi tumore co*
stituito dalla pietra, introduceodo . pel pneatp urinario
la sonda, ed aprendo pel tratto di mezzo pollice in
circa per parte. Introdussi il dito, in vagina , e sco-
prii che anche per questa parte la pietra sentivasì
a nudo per poche linee, lasciando un seno fistoloso
comunicante coli' uretra , da dove fu estratto V ago , e
premendo contro la pietra non si durò fatica a 6rla
sortire. Trovai che la pietra era mancante di un pez-
zetto nella sua estremità più sottile , che era la spor-
gente e prolungatasi in Vescica. Siccojne la pietra ave-
va colla sua. presenza ed ingrandimento dilatato l'ure-
tra, e r orificio interno, cosi non mi fu difficile in«
fcndorre un dito in vescica, ed esplorarne il fondo,
dove però non trovai esistere corpo di rimarco, ma
soli piccoli framménti. Medicai perciò V inferma con
£la intrise nell'olio, e ne introdussi parte come io-
\
Vi
ronda in ^a^a, dovè le tratfeiitii nedinate compnessé^
tà una falcia a T. per sostenervi la medicatura.
Appena |u estratta la pietra , lasciò scappare V in-
ferma una certa quantità di orìba, e se ne trovò
molto "sollevata. Tutto il giorno fa assai tranquilla , e
contenta, non. a vendo altro abbisognato che di medi*
caria frequèntemente a cagione delF urina ^ che inzup-
pava la medicatura.
Nel successivo giorno 26 non bisognò far altro , che
aumentare di grossezza la toronda all' oggetto d' im-
pedire la filtrazione nrinosa pel seno comunicante in
vagina , e con *ciò potè poscia ;accorgersi l' infernu
della presenza in vescica dell* urina , ed emetterla vo«'
. loDtariamente.
Nel ^7 i labbri della ferita mantenuti a contatta
aembravano già riuniti. Nel a8 si permise all' inferma
di sortire per qualche momento dal letto , e le si ac-
cordò quf^lche cibo. Nel giorno ag V inferma non
avea quasi ''più perdita involontaria d' urina , ed esplo-
rata l'apertura del seno vaginale non la' potei pi2i ri-
scontrare. In tutti questi giorni non si fece alcuna
mutazione nella medicatura , e la cotnpressione fatta
dalla toronda produsse il doppjo effetto e di impedire
lo scolo oriooso^ e di riavvicinare i bordi rimarginan-
do la piaga.
Dal 3o settembre all' 8 di ottobre si continuò' sem-
pre collo stessa medicazione^ e l' inferma parti dall' o-
Spedale sanata d' ogni incomodo.
La pietra estratta presenta la forma del gambo del£a«
hius Rubeolarius di Persoon , come può ravvisarsi sul-
r unita figura ( V. la Fi^. i detta Tav.) Sono manifesti
sui lati di essa due canaletti ^ per i quali filtrava l'orina,
t» solò sleCLtataliieiit« I tìò che spiega i ^alimenti deU
l'inferma.
Nascer^ebbe qui la doppia questione, se «a. stalo TafK*
che colla sua irri iasione abbia preparato il nacleo
della pietra , o se sia stato il calcolo , che preesistendo
in vescica , ne sia sortito , e siasi poi annidato nel
foro lasciato dalia ponla stessa dell'ago. Farmi essere
meglio accettabile la congettura che 1' a^o conficcato
nell'uretra abbift preparato, una ùiccbià al calcolo gih
preesistente in vescica. E manifesta è la preesistenza
del calcolò dalla circostanza che là* nòstra malata co«
tninciò a sollrire dolori addominali , e perdita invo^
lontana d' urina fino dal i8ai , come si è veduto di
sopra , per i quali incomodi ebbe pure ricorso ai
presidj dell* arie, dai quali non potè trarre alcun gi»«
Vamento, perchè non furono diretti contro la veri^
causa della malattia. Il det^ò ago avrSi colla sua pre«
senza formato un ascesso , e conseguentemente na
vuoto y in cui il calcolo avendo, superato il meato in-
terno y ed essendosi spinto lungo V uretra f trovò age-
vole di entrare in detto ascesso , anziché uscire dal
meato, esterno. Né difficile è d'intendere come abbia
ÌBivuto luogo r incremento del; calcolo, se si riflet^^
che quel vuoto formato dalla suppurazione raccoglieva
come in una borsa V orina che entro vi sgocciola ^a.
In tale maniera sarannosi depositate le parti eterogenee
costituenti il calcolo, il quale dovette rendersi volu-
minoso, in tempo forse più breve che non sarebbe av*.
venuto , restando egli in, vescica. Se l'originaria causa
della pietra fosse slata 1' ago , come avrebbe pointo
la Busnelli senza grave stento estrarla intiero e^ irrug-
giniio un anno dopo che fu conficcato ài ' vagina ?
Annali. FoL XXXFflI. , 4
5o
Qoaodo r ago avesse servito ài nòcciolo alla pietra ^
non v' è chi non veda che non sarebbesi pqtuto estrar*
re dall'apertura vaginale , dove si presentò colla sua
punta } giacché gli strati della pietra lo avrebbero con»
tornato in modo da faane un corpo unito , e non per*»
metterne T estrazione se non congiuntamente all' istessa
pietra. ^
Descrizione della Jlgwa.
Il calcolo ha la figura pirriforme } aa. solchi lateraU
lungo i quali sgocciolava 1' orina ) h. la porzione del
calcolo che stava nell' ascesso ; e. porzione gracile del
calcolo che occupava V uretra e sporgeva nella vesci-
ca. 11 calcolo era del peso di 37 scropoli e della lun-
ghezza di tre pollici 'y avea nella massima circonferenza
quattro pollici e tre linee. .
SuUd infiammazione. Trattato diviso in ire
partii del prof. Antonio G^ldoui, ecc^^
{Seguito della pag. 4^6 del voi, precedente).
Xv questo mentre, per&, che una porzione del tutto
organico travagliasi di tale maniera , e con tanta vio-
lenza y V universale sarà egli indifferente , e V incendio
vitale cKq si apprese ad una parte rispetterà i primi
donfini senzai comunicarsi al restante della macchina? .
I
Testa j Bufiilim e molli altri portaroìlo le ragioni
per òli una tale malattia e a riteoer&i locale j, al quale
proposito basterebbe ^ secondo V autore , il riflettere
cbe se la flogosi fosse composta del solo fattore , ì* ec«
chanìento , oiona difficoltà vi sarebbe ad ammetterla
universale : poiché questo pcìo elevarsi prossimamenlc
allo slesso grado in tutta la macchina. Ma componen*
dosi dia necessariamente eziandio dell* idraulipe , qae*
sto non può mai essere nel vero senso universale,
perchè il sangue non è soggetto nd accumularsi la
lotti i punti del sistema vascolare ^ e perciò nemanco
la flogosi potrà essere universale. Tale ragionamento
e pure ck>n\alidato dal £itto.
Su questi fondamenti fi può stabilire il principio
che la flogosi non è morbo universale, piuttosto che
sulla qualità delle cagioni , su i sintpiiii , su i rimedj
locali f e sulla necroscopia , argomenti ohe partitamente
ai conlutano con sode ragioni. Qoi^ sul proposito delle'
azioni parziali y assai più valutabili della generale , si
compiace il sig. Gold(m di avere ciò sostenuto iqoUi
anni addiètro, in onta al famoso Giornale di Bologna^
il quale , ultimamente ricredulo , concede che L' a*
fefo.ne speciale , ed elettiva è di gran longà sepupre fik
valttiabiie deiruniversale dinamica, seQtenza giusta > ma
che diventa nuova, matia, e. ridicola nel senso della
'dottrina che pur sì sforsa di an4ar sostenendo in mex-
£0 all^ .più assurde contraddizioni , sicco|i)e fanno toc-'
car con mano mito giorno i più dotti medici d' Italia*
Però, bisogna convi^nire non es^re la flogosi costan*
temente locale in modo da attaccare una sola parte ,
od ammettere la sola cura locale, ma potersi diffon- ^
d^fe ad uno o più sistemi ^ e divenite talvolta oni«
/
5a
versalroente locale. Valga, ad e^mpio, la òoruta, che
presto si estende al palato molle , airo^ola', alla tra^
chea f ai broachi , al polmone , al diaframma , al
tubo digerente I vescicale, per cui non può idirsi in
istretlo senso locale ; lo stesso dell' angioitide : dal che
bisogna coiicb|uderey che la flogosi può talvolta esten«
dersi a tanto da dover essere tennta malattia noi ver-
salmentè locale. Ma, come saccede questa propagazio»
ne? Valga l'esempio della combustione.
Appiccato appena il fuoco ad un rogo di varie lei*
gna io un punto, formasi attorno di esso una atmos*
fera di azioni che dispongono ad ardere il combusti-
bile il quale trovasi entro il centro di lei, quindi
calòrico , che a norma della distanza ^ e capacita ne
innalza la. temperatura nei primi come dieci ^ nei se*
condi come nove ecc. Resiste il combustibile, ma. l'in*
tensilà del calorico soverchiando la resistenza obbliga
ad ^ardere i primi strati, il fuoco ti estende, e eoa
esso l'atmosfera delle sue azioni, onde finalmente tutto <«>
il rogo va in fiamma. Cosi, la flogosi appena accesa in un \
punto stabilisce un centro di emanazioni formanti oa
atn^osfera piii< o meno estesa che dispone di preferenza
le parti più attaccabili , e più vicine , siccLè, per poco
che agisca, queste pure invade lo stesso processo. Per tale
maniera se una molecola del misto organico venga alte*
rata nelle ^e proprietà intrinseche, od in quelle che la'
lengono in rapporto colle altre vicine, essa non è più in
Mtato normale. Ora le molecole ^ prese da flogosi si aU
terano nei prìncipj componenti , giacitura , forma , coe«
sione, per cui non sono più in giusta relazione colle
molecole 6, ed anche queste perdono, dipendentemeUM
dalle compagne malate^ il loro stato normale; talchèi^
V
53
|ier ragione del stmiU , dispoogonsi esse, pare a mag-
giore esaftamezito vitale. Le molecole B così alterate
esercitano la 'loro azkme sullo ^stratp adjaceiite, e que-
sto, al successivo, ecc. sempre però decrescendo fino
allo zero nei punti piti lontani e meno affini al cen-
tro flogistico. E certamente la morbosa atmosfera cre^
acetà di estensione ,. e di forza quanto piii intenso > e
più esteso sarà il fuòco flogistico. S^ agglugne il calo*
rico/ il quale sviluppandosi propaga lo stimolo aumen-
tando la temperatura : s' aggiugne il movimento esal-
tato che si comunica, alle fibre contigue. Propagato il
fattore dinamico , questo invita l' idraulica ad aumen*
tare , 'e\ propagare la flogosi cól me^20 deh sangue al-
terato^ cioè più denso, più attaccatìccio , più fibrino*
so, e più stimolante, che difflbilmentè passando ^pet
piccioli vasi , ed attaccandosi , forma il vero turgotc
idraulico nello ' strato ove già soverchia 1' elemento
dinamico , per cui scoppia in questo la flogo^i. Pro-
pagandosi a nuovo strato si aumenta l' estensione del
fuoco , e con esso la intensità e T atmosfera morbosa^
per cui la infianimazioiie invade un viscere, od uno^
o più sistemi qualora non venga trattenuta. Non si
estende ella però a itutta la macchina , e per la man*
canza della quantità di sangue , la quale dovrebbe ea«
sere doppia o 'tripla del naturale, e perchè dovendosi
esaltare ed estendere cotanto V azione del centro ^
questo passerebbe prima a-gangrena, ed a suppurazione ,
liei qual caso F infiaiììmazione , come vedremo, deve
decrescere e restringere la propria atmosfera morbosa»
E chi dubitasse della efficacia del sàngue nella pro-
pagazione .della flogosi , e non credesse che sangui»^
come disse il Morgagni ^ est ai fctcitndas inflào^nuh
tiones vdldfi idoneus , jcre ossecrare In dtffiifwiie. H
questa malaltm farsi pioitosto p«r la via dei vasi chf
d' altri' sistemi ^ e^ oon fermarsi ordinammetite. qoand^
^ «18 igni rapporti angiologici esistano* Vaigano^ p. e.^.if
. glossitidi iateraii osservate da Bprsien,. Frank y ^Rmi ì,
£ag§i ecc. nelle quali il processo flogistico si accese^ e ai
compì in an solo lato della Ungila recando. V altr^
imauine , fenomeno, singolare che riceve fiicile spiega»
«ione ammettendo che il sangue flogisticato^ serva di
flflimento, alla diiTusione della malattia Ma ^ aocorchi
la iudammagione compia il stio corso, in quel «luogo
che primiiivameate attaccò , non potrà teneréi » almenf
rispetto alla cura^ assolntamente locale , poiché, pni
diffondersi all'universale T elemento. dinamico e per le
addotte ragioni , e pel sangue flogisticato che dallt.
parte affetta si aparge pel. torrente della circolaxionai
Il quale elemento diffuso può / in qualche luogo pror
disposto^ chiamare eaiandio l' idraulico per le ragioni
idi sopra esposte , e quindi itìgeneraM novello centro
ibgistico* Motivo per cui , non essendoci permesso di
investire direttamente la flogosi con farmaci atti a to^
filiere quelle materiali alterazioni che costituiscono la
parte propria cercheremo d'investire la parte comune^
akctiè/non aumenti per. quella. Propagato così ilfaUore
ilirtamico ali' nuiv arsale, ed attivato il sistema ner*
V yeo - circolatorio y si accresce pure l'esercizio di altre
junsdoni., d'onde poi nascono que' fenomeni dell* uni*
Vèrsale phe accompagnano le infiammazioni di qualche
momento..
In effettoi attivandosi il circolo, crescerà l'azione pxil«
inonare, onde ossigenazione, sanguificazione più pronta ,
più abbondante, e niaggicrmente animalizzata , siccome
iQorgesi oel saogae estratco dalle vene ^ anche loniano
55
dal cemro ÌDfi*miiialo* SceiiKitio intanlo Ui secreziam
(o per ispessetza d' umori ^ o per rigldiià^ a per di-
fiteosiooe di vasi, o per maggiore coesme dì parti
ecc. ) per cui /anche per questo lato «si accresce Ul
pletora che qaasi sempre è compagna delle forti in*
fiammaaàoni. E forse in questo st^to per antagonismo
a' accresce V attività degli assorbenti, i quali aomniini*
filrane onovi materiali estratti pur anco dall' atmosierai
onde crescere la pletora , e la temperatura ^ fenomeni,
-ehe prestandosi reciproco alimento, appena incominciati
a'aomeqtano in uno colli causa prima ond'essi sooo,
e cosi la macchina è invasa da <j[uello stato morboso
che di cesi febbre.
Qui il celebre nostro autore si dispensa dal paijare
«Iella famosa diatesi (sia poi essa la Browoiaaa,^ la
f) roteiamo dei Tommaeiniam) perchè l' importanza di
laTe stato morboso d scemaia di tanto che^ meglio gii»*
idìca il passar oltre. Ne pnj>, secondo esso, aflermarsi,
l^iusta le parole di celebrato maestro , che la floQOsi
precùameme in fatto , è precisamente ^ustanzùdment^
ia diàtesi de^ moderni y poiché, concedendo' a quesla
^li attributi delln iogosi (§5) ma'nca però serapi^
^ei primitivi (§ 2 )- caratteristici della* medesima. 'Dti
quali ' fenomeni euoodati se resta confermato compor»!
ja^flogosi niei due- fattori, e questi alimentarsi a vicen-
da, resta fiero sempre a. sapersi se ambidtfe in egmd
|>ropor£k)tte vi coneorrano, o possa 1' uno all' 'altro
-prevalere*, e viceversa. Se non che, in questo - punto
interessante la curagtone,,^ sembra al dottissimo signot
Goldoni, potersi conchfudere, che talvolta l'uno prevale
^#uir altro, e viceversa; dallia qual cosa pate^ad ess0
precedere quelle dMTer^nae t|^ aleuni derivano ed
36
'gride d^a flògosf^ ìiltrt drita ttAfura, e dal fend»
•della rtuilat Uà stessa. Non par egK/ difFani\ assai- con-
lormeaibiKHi ragioitare, che le flogosi risipelaioae, taoto
godibili y >e vaghe, constioo per' la massima parte df e-
iemento dinamico , e di pòchissimo idraulico ? Il rosso
pàllido y la lieve targescenza , lì dolorie non molto acuto,
e la pulsaziobe poco marcata , non mostrano che il
aangae in poca qnanlitk concorso non oUrepassa i li-
'BÙli assegnati nel sieteihia vascolare? La rapida scom-
parsa delle medesime col pronto assorbimeiico de^H ii-
nori concorsi , non sembra ^confertaare comporsi tal
•(lezione piii di elemento . dinamico che d'* idraulico,
benché in ciò non consista Tunica difFerenta fra queste
e i^ vero flemmone? ■ ^ :
]^ cigttaU tempra non sembrano le instabili miositi,
■cbe d* un tratto crncciuio ora in * questa parte , ora in
quella ^ he famose infiammazioni intemuttenti, non
potrebbero Ci^oslare di questo solo eleaiento, e quindi
noti essere vere.flogosi^ od essere di- quelle a pochis-
•imo elemento idraulico? Se ciò consentisse cól vero,
aà'riescirebbe tanto misteriosa la subita loro scomparsa
col lemùnar della febbre, né il ricomparire a dati
intervalli.
V A\V opposto^ le iofiaramaàioni flemmonose graVi, osti-
nate, i tumori delle parotidi, ed altre ghiandole Che
noslransi fin da principio assai tumide coii ttattone,
«ecompagnala da poco calore, con poca ptil«azionè, e
poco dolenti,' fanno supporre scarsezza di elemento di-
iiamico« X40 flesso, dica»» , almeno sul priactpio , d«lle
kifiammaaiodi che nasone per istrozzaiofe. lafottf , il
\ roAiQre» il turgote,. lo stiramento > e la pulsazione fdrte
lUflo ftoW ìndicaM un procestp ' assai profondo 1 ed q-
fllffio^ ni« pvraaco ooneorio di taiigiiei èi eadla*^
esso dalle vie ordi»arie. A ciò sì «gginoga l*«lterasìoiie
di struUqra che accompagna le flogosi àitmmoomt ^ e
si avrà con c»j» un argomento della preponderanza
deli* elemento idranUco : da questo s'intènde anche
come possano ^of dirsi Wereflogoai nel sistema nteasbra-
noso. ., • • '
Felix qui pouui rerum eognoscere amxat»
Se questa sectenaa generale dagli stessi Newtomfani
la trovata^ giustissima , molto più «t a teneri tale, se-
condo il chiarissimo nostro autore, io fatto 'd^ fisica a-
nimale, ovemohi, e per la coifibioazione di forze varie
anno gli effetti , ove ignoti per -la maggior parte sono
ì cambiamenti che nascono , ove in mezzo alle ragioni
delle forze vitali quelle abbondano della chiitiica e
della meccanica y ove n^l capo mistero della organiz*
•«azione «pesso i fenomeni apparenti stannp in opposi-
zione tra loro. Che, per verità; a veder chiaro in essi
Insognerebbe , come insegna il dottissimo no!ftro Bafar
Unij aver penetrato nella natura. delle cause, nelP lacì-
nia tessitura organica y e sue proprietà , in una paròla
nella essenza della cosa, , sicché potesse Tedersi cosa
debba .succedere tra si lontani elemeati per non (Cor-
rer dietro ad. ipotesi, e ad errori, ragionar volendo
dalla cagione all' efifetto^ e viceversa. Né si nogherij^
lale appunto essere stata spesse volte la sorgente' dello
false sentenze della patologia , e della materia medica^
fioo.che degli ingegnosi ripieghi coi qoalÌMHnsero se
alessi, specialmente gli antichi, le cagioni consideratfdo
sotto ^i moltiplici aspetti, aU^'intendinifenlo di trotar
{»are 4egU effetti le ragioni adegnacte , e sufficienti. £
so.9^^t« difficoUk à graadey come si diue, ^^4Lh%
m
nei pia scniplìci ieùùm^ni cléHa natura , qvale poi don
dovrà essere io quelli delia oomplicatitfsima macchina
umana ? Volgendo, diffatti, a qaesti lo sguardo, vediamo
aoventì nn agente medesimo svariatÌBsimi , e manife^^
at^iaente contrarj effetti produrre jsipchè quel calorico,
a modo d'esempio., cì^e in dose moderata è atto ad
accrescere la iatitadine dell* energia vitale^ per altre
leggi viene a produrre nn effetto contraria auìh vita-^
ìitk consumandola, come fanno gli stimoli, se V orgaiiìca
assimilazione con questo agente creaciuta ella pnre noa
concorra a ripai^^re a simile nuincanza. Cosi, mentre
per esso la maggiore energia delle funzioni favorisce
la traspirazione y porta questa per leggi ^fisiche ^e^
anche organiche, un effetto contrario al precedente.
Cosi, inenf re queir agente ralidissimo scema la resistenza
m*ganìca nella fibra^ viene a produrre un el&no oppo-
sto al suo primo potere animatore , e così Ta discor^
rendo.
Ecco pertanto' azioni varie , alcune di ragione della
meccanica, altre deUa chimica, altre deHa vitalità che
$ì' bilanciano , ed equilibrano , e, secondo il predcfminin
di alcnna delle quali, sono parimenti ovvie manifestai
aioni 4i effetti, spesso diametralmente contrarj, in indi-
vidui, ad altre cose eguali, assoggettati alle medesi-
jaie cagioni, ed esigenti per ci^ solo metodi opposti
di ctoragione. Cosi, nel caso di malattie flogistiche, sintomi
di langnor vitale si ottengono dal {>agno caldo ove Fab*
bondanza deHa diaforesi, che gli tien dietro, superi la
ibrza stimolante del calorico, e, viceversa, «oVe le escte-
«ioni non possano stabilirsi a dovere, checché ne dica
jn senso precisamente contrario un assai celebrato tec^
>iista. Cosi il freddo porta colla, sua prima azione quel
tale cambiaoieota nella. mì$tìpn« oifuoìca dnde ne vjo-
ne scemala ù vitale. ei»prgia.>Ma.> in quello «tato la
fibra 000 mooieoQia in aziont da tnUo. quel calorm
che andava coo^amando il. di lei principio yUaie, «^
cquista maggior ntUiadine a aentir V atiope dei ouovi
itknoli, di InogP io.Ae stessa prontamante ad eiSoiti
dinamici opposti a que' primi eccitali dal freddo , e im
viene iofiamtiiasioiM da una caosà appareolementè i-
netta a generarla. Scemerà sotto dei freddo l' insieme
delle fiiùzioòi ^ perdi V assimilatione^e la riprodoziona
del pcÌBcipio yitale ; ma , scemando ^contemporanea*
mente le secceziqni, ed escreeioni, erescendo la coa^
aiooe ne sitccederà un effetto opposto al primo. Sicchi
è iacile lo scorgere da , questi soli brevissimi esempi
delle serie di azioni , e di effetti , gli: uni dei quali si
opfioogono agli altri > ed alte a rappresentare in quaf»
che mqdo la stessa cagione sotto due aspetti contrar].
Da queste consìderanont, con molta perspicacia spiega
facilmenle il cfa.^ nostrcw antere,, come alla. sottrasioQt
del calorico tenga dietro , date le opportune circostau*
iSf la fiogosiy ed io molti casi la gangrena^ con quali
mezzi graduati sia oopo ricondurre la parte allo stala
normale y e quanto un taie metodo divenga razionale ,
giusta, le sae vista analitiche, alle quali, non isfbggendo
ora la prevalenza di un effetto , ed ora di un altro ^
ara il potere di stimolo in una. cagione , ed ora quello
di deprimente , vengono per 'tal modo ad «ssere fera*
cissime di vantaggi , e grandi lumi riflettano lulla ma-
teria m^ica , e sulla terapeatica.
Egli è da queste cose, e da tati principj dimostranti
non potersi d' ordinario argomentar rettamente tanta
dalla causa agli elfetti^ quanto d^gli eQèiti alla cagione^
che non solo vicn coperta la «orgedte piveipoa dei
«lolfi erron Ai ooi si 4ion- fiitti' naeslri alcuni di graa
bonie,' na, nella sotnniia difficoltà di conoscere la vera
-•siooe delle poteiMe suUa^ mistione organica ^ l' iospos-
«ibilicà puMr di rilevare il grado della etessa azi^ dt-
■amìca, il quale pu& piii agievoliiiebte cadere soli» dei
isensi.
• Con ¥ appoggio di queste tnaasime però^ si dà qna^
dM plaatibile ragione del come in alcune inalaltie flo^
gkiicise giovino udvolta per vie indirette , ed in gra«
«a di effetti secondi , potenze» decisamente stimolanti p
aenza aver bisogno , come ebbero alcuni , ne di riferir
qéeste alle flogosi iposlc^niolie , né quelle, come fecero
n)tri y a potenze dette coatrostimolantì , errori pernf'
doaissìmi sotto le apparenze di verità , ed incontrati
apesso da que' medici che guardano superficialmente i
Jenomcni della natura, senza studiarsi di scoprire tra i
molti il vero efietto immediato , e necessario delia ca«
gìone. GmI^ quante gnarigìoni portentose si operano
dalla natura a ritroso dei presidj impiegati, sono esempii
eonvincentissimi degli ' in6niti compensi che ella ha in
9t, e coi qpiali veglia costantemente alla salate.
Fenomeni cosi meravigliosi riscontransipure qualche ,
volta fuori della maccliina animale , e* ne somministra,
secondo 1? ingegnoso autore, una qualche prova V oro»
Ic^o a compensazione, il gelo che succede aU' evapo»
razione ecc. Le quali con&iderazioni di qnanta utilità
siano e per ciò che riguarda i mezzi curativi , e quindi
per drittamente giovarsi del criterio £i /uf^^ni^'^ttf^ ec o->
gnuno il comprenderà di leggieri tostochè avvisi come,
per le cose esposte, resti dimostrato non^ potersi co^
stentemente derivare malattie di eccesso o di dilètta
da canse di stimola , o ài ooBtrostimòlo «oli detto ^
né dal metodo di cara teoato.
. Per tale maoìera , dopo avere discorse deH' elemeoto
dioamico considerato nei suoi rapporti etiblogici, passa
r autore idi' eAiolo^a del Attore idraulico y e richiamalo
alla mente essere il turgore il risukameoto dello sii-
melo y il ^fiale fec^ spingere maggior copia dt umori
alla paitCy unitamente al disiqiiilibro tra i poteri deUe
vene , e delle arterie , -fa riiltttere , che- se questo ar*
venisse costaut^ffienti; ^ sarebbe inutile il diAinguere-
due* generi di cagipni ;. poiché , in ultima analisi ^ le.
^Miàe deU'uno non sarebbero che> quelle deli' altro..
Ma» siccome il torgor vascolare può stabilirsi indipen-
dentemente dal fattore dinamico , o per cagioni «mec*-
caniche , o per . costrìeginienli spasmodici nei capillari^
o per atonie venose- , od arteriose , trova egli giusta
l'esaminare a parte. ciò. che é atto va crearlo primiti-
vamente. E qui, ricordali prima di tutto qoe' vizii del»
sangue, tanto tenuti a calcolo da Hufsland , EscfUér ^
Frank j Presa'am, Brera , Bunter ed altri molti^ come
atti a iavorire il turgore in proposito , sia perché ren-
dano lo stesso siMSigue stimolo, piii potente , sia perche
impediscaBo. talvolta che passi liberamente per le dif-
ficili trafile dei capillari (onde la necessità delle bibite -
diluenti nel trattani|4$nto dei mali flogistici anziché
dall' azjon loro contrpstimoltfnte • • . ) viene ^ioalmeotc
a prendere ad esame la prima n^aniera di cagioni su-
periormente accennata. Né, certo, ommette egli perspi-
cacissimo qual'éy e pratico dei rapporti anatomici, di^
indagarle minutamopte, tanto ii| ciò che potesse per
so^yei|tura comprimere qualche, vaso insigne, quanto.
nelle assimetriei nelle alterazioni congenite ^ nelle rac-*
colle di 'flttidi d'ogni genere^ altacciatiire , tmie, pò*
lipi, slogamenti, distensioni, ostrozioni, »cc. alle- a
dar ragione aufifìcienté di non pochi ingorghi sangui-
gni, e ad ordire, secondo esso, ta flogosi, cominciando
dair elemento, idraulico non mosso già da. stimolo , ma
da cause di ragione puramente della meccanica.
. Tacerò di tutti quei mezzi , da esso- considerati ^
i qiiali ponno diminuire la portata di una porzione di
sistema venoso , nei quali casi non v* ha speranza di
felicità di cdragìone, se non ove apransi cot'rìspondenze
maggiori per mezzo di Vasi vicarj ^ dalle quali cose, 0
da molte altre da me per brevità passate sotto silenzio/
è facile concepire , che il turgore vascolare pu& fer-
marsi anche allora che alla parte meno di sangue ia«
flufsca della copia naturale , sempre che gli osiamoli
presentati dalle vene siano tali da non permettere il
passaggio a tutto quello che in essi viene dalle arterie
corrispondenti sospinto.
Posto ciò, passa ad esaminare le cagióni della se*
conda maniera di turgore, e dice qhe alcune azioni
pare siano atte a determinare una speeie di coti ring!-'
mento spasmodico nei minimi vaserelH specialmente;
dal che turgori preternaturali ai tronchi, i quali fan-
Dosi cagione talvolta deir idraulico fattdr della flogosi.
Il terrore, p. e. , può tenersi agire di queata maniera
su i vasi periCefici , sicché' non -è difficile si accenda
per esso l' angioitide^ ser^a che ridur si pos^a entro . fl
rìàfretto circolo dei calidi , od entro quello dei frigidi.
E qui cadono molto a proposito le confutazioni del
alg. Goldoni di certe arbitrarie sentenzia di celebrato
scrittor moderno stalla specie di avviiimonto , di fihrez^
z6, ài àvyitzimento^, ecc. sullo statò di controstimolo
63
positiva • . / a ciu immagina coodars! le Organiche
condizioni di quei Taserelli^ parole, a dire il vero, che
nulla esprimotio , che meritamente vennero dette am*
polle y^ enimmifjjaccole spénte, e che sono linguaggio
affatto inetto alle mediche bisogne del giorno.
Egli e da questo disequilibrio Ira la ctrcolauone e-
sterna , e V interna dell' nomo, non dalf^eccitamento di
controstimolo che prendono origine, sAndo esso, i
sintomi di pallore, di abbrividimento , l* impiecolirir
delle parti , Y oppressióne ai precordj , le affannose ia«^
spiraziòni, il batter forte delle carotidi,^ gli aneliti fre-
quenti. Dal che torna ragionevole la cura ora col cal-
do/ piacevolmente applicato , ora con qualche sorso di
L'quore^ ora col mezzo delle frizioni , ora col clestare
uu patema d' aziope contraria , ù con simili altri mezzi^
atti tutti a - scemare i turgori minacciarti il centro ,
ed a ripristinare i poteri dei minimi vaserelli periferici.
Che se da questo. sbilancio nel circolo, ed in con-
seguenza del turgore . interno , ne nàsceranno ulteriori
effetti, il buon ragionare comanderà che da questo si
tengano derivare , e non dalla causa che lo promosse.
Per tal maniera^ creato una volta il fattore idraulico ^
ed esercitate grandemente quelle parti in cui esiste
preferibilmente il fondaco della vita da nno stimolo
tanto affine alla 'fibca , essa reagir vi deve in propor-
zione, e cosi a questo elemento pub succeder l'altro^
onde infine scoppj una flogosi , la quale , per le cose
dette , per la legione del icalorico esso ^ur concentra-
to, della cresciuta azione pulmonare, detta violenza
«offerta dai vasi interni, per la scossa forte che-avranno
incontrato i nervi, non avrà limili precisi di diffusio-
ne» Concorrono a proya di questo punto di patologi^
64 -
le belle ossetvàu^Mii del MangSt ^vl letargo CòDienra^
iQre di certi animali , quelle di tanti insigni maestri
aolle fredde aflusioni per le ragiotaì ripo)?(ate nel loro,
nodo d* agire paragonate alla china , non che per la
maggiore reazione , e^ seasibilità che acquista la cute;
le metriti che spesso sono la conseguenza di patemi ,
i quali ahbiano^ortata spasmodica pronta costrizione
nel vaserclli Ali* utero prima aperti , ed altre simili
infermità che rapidamente sogliono tener dietro al tur-
gore predetto, quabdo non succedano sottrazioni vica»
rie, o non veiigano fortuitamente altre azioni sostituite»
Finalmente, la terza cagione del turgore idraulico, ri-
tiene il lodato autore, possa essere l'atonia stessa dei
va^i , la qqasi paralisi di essi , sicché trovinsi in tal
condizione da lasciarsi sopraccaricare dalla corrente san-
goigna per non essere dotati di resistenza orgapica* ha-
subite , arrivando il sangue per ciò talvolta - ad inva«
dere la contigua cellulare , ed emulando la turgenz»
della infiammazione, in modo che uomini, altronde ce-
lebri, vennero tratti spesso in errore dichiarando vero
stato di flogosi. Tale depotenziamento nelle pareti va*
scolari, contrario ai conati della natura di Gdlliiu , alla
resistenza organica del BufalmL^ alla forza di reazione
di Testa, in cui non può tenersi essere conservata la
vera natura, proporzione, forma, coesione ecc.*, nelle
molecole primitive, ammette egli dipendere da (difetto
di assimilazione organica do^tinata, giusta gl'insegna-*
menti del celebre Patologo di Cesena , come a prov*
vedere alla vitalità , cosi a riparare eziandio all' indi-
cato potere di resistenza. Del turgore idraulico di que*^
sta natura^ in cui il sangue non possa operar tanto da
ingenerare il iattor dinamico ^ e per cui la parte ri^
màner deliba come prima in atatiia^ noi abbfafrio: esem*
pi in quelle sofie di. fiogoiì, Iv qaaliy abbenchè-a^Gom-'
pagbiate dà-qéalche shicoina ptopno ài tuli» /aBestom i
come sarebbecà * rossore , ed iadolentimebto > .cedooo
tuttavia all' appncazióae dei tonici , se corrobonuti , ed
air oso- inietno dei cordiali, appunto percbé Tiene eoa
qoést4 mezzi ridonato al solido' una parte dei' 'vigor
necessario: che, dove la risoluzione pòi non si ottenga^
passando il tumore' di leggii?ri alia* suppurazione , si
viene pet tal mòdo a por'térmioe 'ad anà malattia di
un còrso lentissimo, ed irresoluto. Ma se, all'opposto;
in un atonia parziale, recente, e di poco hKevo , H
sangue costituente un tale turgore Verrà da, se' solo ad
essere stimolo sufficiente per la fibra , potrà saturare il
diletto di resistenza nella . medesima y potrà rialzare
l'eccitamento vitale di essa accrescendo insieme il
processo di assimilazione , e ripristinando iè condizioni
moleculari, soprattutto nei vasi , allora la parte^ tornerà
alla' salirte, come avviene della borsa che si elevò nel
cavo della ventosa. Perà, qualora l' afonia iossé uni^
versale, od antica^ e completa, continuerebbe lottato
di turgore , non potendo un leggero stimolo locale
essere tnezs^o proporzionato al bisogno. Che se ia^
fine lo stimolo soprasaturi la* condizione difettiva ^
divenga soverchio ai bisogni locali , ' V eleménto di^
namico allora potrà con facilità tener dietro all' idreur^
lieo preesistente, e dare sviluppo alla infiammazione»
Ed eccoci condotti a considerare le flogosi, giustamente
dagli antichi dette spurie ^ note, passive, ille^ttime^
che invadono così spesso gli individui di cattivo im<*
pasto organico congenito , od acquisito , e quelli elle
per altre ragioni si trovino in grave perdita di vitale
AirHAu. rol XXKVllL 5
energia. Le qnali Infiammaziooi, con quanto cKritto deli-
bano chiamarsi taìi^ hene sei saùno i pratici. : Quando
eUeao avvengano ,• avuto riguardo ai' due : jeoDòsciuti
fìrttori , e alle diverse hro proporzioni^ bisogna lene?
re una strada di mezzo ( sianmi lecite ' ^queste parole ) ^
fra la ipostenia in questi casi voluta dal teorista logie»
ae,,e la'ipersteuia in questi stessi casi voluta dal teo- ^
rista di Bologna, né prender solo di mira nella cum-
gione il «momento della vitalità, ma insieme ( ciocché
più importa } gli elementi tutti' dell' atonia atti a mao^
tenere il fattore Idraulico sempre con pertinacia. Po*
ste le quali cose è forza pur concludere , non essere
queste flogosi eguali alle altre, sebbene composte d'am-
bedue gli elementi^ e doversi continuare a dirle pas*
aive per itpn icventàr nomi inutilmente. E già è impos-
sibile che in queste, considerate in relazione ai punti che
attaccano un sangue . già pregiudicato per qualità , e
quantità , possa accrescere nella fibra Y eccitamento al
grada che sarebbe conveniente, aumentare in ess^' Taa*
simtlsfì&ioàe , togliere l' atonìa non solo , ma acf^rescere^^
con tanta rapidità la forza di reazione quanta sarebbe
mestieri per delle flogosi veramente legitime. Gonsidétate
pòi in relazione . ali* universale j, si vede che tanto di
stimolo da esse per V ordinario non si diffonde da e.
levare* V eccitamenlo sopra del naturale , oppure che
la energia del processo flogistico è tale, che appena al
generale già atonico può estendersi nell* elemento solo
dinamico una porzione della malattia. Ecco la trista
circostanza di non poter occorrere alla infermità che
a scapito del locale ^ o dell* universale , e di non poter
correggere le condizioni di questo per non anraentare
un incendio in quello^ il quale per sua natura volando
sogli stadj facilmente degenera in gangrena sotto aspetto
6^
di feìandiste^ e oon g{& per le ragioni addotte dal
ftoL' TontnHisitn\ ma per es^re il sangue io qu€$ci
soggetti atonici^ poco animalizzato , ' poco atto a na-
drire , -poco capace di resistere alle isiziooi distruggitrì«
jcì ^ motto atto ad essere decomposto , ad avviarsi alk
pulrida fermentasione^ per essere il solido povero di
organica resistenza , mal nudrito , in difetto di vitale
energìa', e quindi pronto ad ubbidire alle azioni delle
flogosi facilmente distrifggitna\ appunto perchè incon*
trano poca reazione nelfa fibra , in quella guisa , per
tacére di mfòlti esempi che potrei addurre , che uà
fiato d'aria é alto a troncare d* un colpo quel filo di
vita che rin^anè ad un sepólto vivo^ mentre t* uom sano
si pasc^ di quella. Picchè prende maggior aspetto di
verità il pensiero y che in tali infiammazioni i lavori
morbosi siano alquanto diversi , e che per conseguenza
meritino un piano di cura non totalmente eguale a
quello delle altre. In oltre, giova avvertire non esser
raro che avvenga anche nelle' flogosi attive , che lo
slato del generale passi ad una condizione opposta a
quella della località, miasssimamente nelle affezioni di
lunga durata , e ne accada una specie di Hisrordameu-
to, o di opposizione nei poteri dinamici. Per la, quale
cosa , dice a ragrone il prof. Modanese> non so se po-
trò giammai unirilii a quel grido , oggi giorno quasi
universale di certa Scuola (un tempo detta Itah'ana)^
che in tutti i casi proscrìve le cure miste, e condanna
la int>perosita di alcuni m\edici antichi in certi momen-
ti:'che anzi io' credo T'oziare in date epoche con blandi
mezzi, o r agire in senso afifatto opposto per soddisfare
appunto quando ai bisogni dett'uoiversalé, e quando
Hi quei della località (secopdoche l'uno piii d'avvicino
minaccia) sia ragionevole; e consentaneo - alla sana
;
I
\
68
pratica. Ed a conferma di questo vengono oppormna-
mente narrate le cure miste del Sjrdenham, del Cpicu-
luib ,' di Stork f e de' migliori . maestri, rimontando sino
ad Jppocraie, il quale P^un occhio al male, V altro
alle fonte voleva direno, conlormemente a quanto vanno
ora saggiamente operando iq tali malattie i medici par-
tìcòla^risti , o segnaci della bufaliniana pntologia J^ a ri-
troso della operosità controstimolistica giàii^ addietro
salutata quale àncora sacra. Ma di quest'argomento si
riserba l'autore di trattare più per esteso.
*
Se, finalmente^ le flogosi sieno di non molta impor-
tanza , ed attacchino n^acchioe da, poco tei^po^ e ja
leggiero stato di atonia , elleno finiranno ip breve, ^ tal-
volta per se medesime , giacche^ mentre il difejtto de]<»
l'onivetsalé serve in certo mo4o ajener entro limiti l'in-
cendio locale, r eccesso di questo potrà giovare al difetto
di quello. Usando deUa quale maniera pello investigare
la genesi, natura ^ ezkdogia della infiammazione, pare
al prof. Mo^anese vengano circoscritie entro giusti
confini si l'opinione di quelli cLe k credono generata
da difetto di contrattilità dei vasi.^ come l'altra che
ammette le flogosi decisamente .iposteniche. Di qui è^,
che facendosi ad esaminare la causa prossima dal si-
gnor Pistelli assegnata alle infiammazioni^ dice che tanto
questa, come l'atonia di Gtf/(eno ^ 4a . deficiente irrita-^
biliià di Reil , l'azione mancante nei ; capillari di WiU
son, non includono che Un caso speciale, e ponno es-
sere causd prossima d' uno dei fattori ^ del semplice
turgore idraulico, senza che sieno però bastevoli. a, su-
scitare 1' elemento dinamico > ed a creare intera la ma-
lattia. Egli rende di dò le opportune ragioni, desu-
mendole dai principi silura esaminati; senza pìerò conr
/
6d
venire sa questo proposito nel giudizio di qaer critico
fanatico , che dichiarò le coQsiderazioni del prof. Lue*'
chese ipotesi perniun rispetto ammissibili. Ne ornai et te
egli di rendere la dovuta lode ai sig. Scanni, Pinelf
Clark, Richerand ', i quali aifermarono originarsi tal*
volf^ asteniche infiammazioni , intendendo per tal modo
di poterle distinguere dalle vere flogosi , e di indicare
un particolare trattamento per esse, ad onta che il si-
^gnor Tommasinif sostenitor forte di contraria opinionot
queste abbia amato di proclamare eguali a tutte le al-
tre e quindi curabili cogli stessi rimedj , destramente
tuttavia adoperando a denominarle ora il linguaggio
di famosi risalii Jlogisiici^ ora di movimenti di reazio^
126, parole artificialmente connesse, che non portano
air a ri ima idea alcuna distinta, che includono petizion
di principio, e che tutt' al piti nou' esprimono che
queir iusorgimento flogistico di cui appunto si va cer-
cando il perchè. Cosi , è facile il vedere che questa
infermità non > può essere espressa dalle condizioni che
alla irritazione vennero da alcuni sensatissimi moderni
attribuite y ne da quelle che le vennero assegnate dagli
antichi, e molto meno dalle vaghe, indeterminate sen-
tenze nelle quali la involsero gì' incerti seguaci di su-
perba-Scuola omai rivolta a sentiero migliore. Dal che
vedesi eziandio non potersi il processo flogistico tener
sempre di nuovo stimolo creatore ;. la natura sola, e
senza i soccorsi dell' arte, poter salvare una gran parte
degli infermi ; grandi , e frequenti essere i miracoli
delle forze medìcatrici , e talvolta a dispetto delle più
studiale prescrizioni; grandi gli sforzi delle forze con-
servatrici per rimediare ad ogni genere di perturba-
menti, quand' elle soperchiate noiì vengano da violenti
y
cagioni; la latitudine della salute da queste sole di-
pendete^ ed il corso tjua^ i'nabbreyìrfbiie iaW ^Tie tieWe
flogosi» animesìfto dallo stesso sig. l^pwmasìm, 9^ppnrìio
essere una prova del potere grandissimo delle forze
della natura medesima.
E se una tal malattia è a riguardarsi dependent^
dal reciproco alimento che I due fattori si prestano }
se tolte anche le cause che quelli mossero ella cresce^
e si matura in onta ai mezzi curativi^ e spontanea-
\ niente decresce, sarà forza pur inierirne che nella parte
llogosata si saranno generata delle condizioni diame-
' fralmente opposte alle prime , affermazione giustificata
dal metodo di cura che tennero costantemente i Pra-
tici dopo il p/imo stadio y e per la quale cade poi ia
tutto la Tommasiniana sentenza dell'essere sempre la
fiogosi di nuovo stimolo creatrice.
Se non che; quali saranno le cagioni di no tanto
cambiaménto? Mentre l'autore conviene del poco «oc-
corso che prestano in ciò la fisiologìa , e la patalogia ,
promette di hioltrare su tal argomento le proprie in-
dagini nella seconda parte ^ parendo a lui che le Cause
di tale cambiamento abbiano a variare giusta gli esiti
diversi delia infiammazione. Intanto si contenta di dire,
penetrando col pensiere nel grande circolo delle ope-
razioni che nella parte fiogosata hanno loogo , sem-*
brargli ragionevole il conghteilurare, che giunta la ma-
lattia ad un certo grado^ debba in qnella decrescere il
processo dell' assimilazione , in grazia della sottrazione
dei principj nutriti\i avvenuta nel sangue per l'ao-
mento del fattore idraulico , già impedito a dar luogo
ad altro umore meno spoglio di essi^ sottrazione ali*
mentata dalla qualità stessa del regime curativo ecc*^
^ 71
if onde lo scetnameuto degli altri lavori secondar j ,
che di sopra prendetnino ia considerazione , cóoi-
presa anche la diminuzione del momento della vitaliiì^.
Il complesso . de! quali lavorìi non ^esseqdo ancora in
potere dell'arte il curare speci/Scame/ii^y come avviene
in altre non poche malattie 9 per non avere ancora
conosciuto in che smianzialm^nte consista la, natura
del morbo , ne segue che il medico dovrà essere $pes&9
contento , anziché nulla oprare , di giovarsi d^Ua parlie
visibile^ e comune deirafTezione, investendola con mezzi
appropriati. Ma questo non vorrà mai dire vincere le
infiammazioni attive coi controstimoli, come fuor d' o-«
gni proposito sostiene il celebre prof. Tommasim. €ii
vorrà dire giovarsi di certe sostanze da lui dette cour
trostimolanti , alle quali sarebbe pur lecito dare ^lù
nitro nome , il più arbitrario ^ ma nulla più.
Il salasso , il nitro, eco», ecc» converranno in centinaja
d'infiammazioni per investire nella parte visibile qual^
che porzione della malattia.^ ma senza che da questo
ne segua che la parte occulta, indeterminata e spesso
indeterminabile di tutte queste iorme morbose a quella
parte visibile risponda , . come quel rinomato -Clinico
Vorrebbe : ragion per cui viene ad essere ialsissima la
sentenza famosa , che un controstimolo solo , o pochi
valgano a vincere le centinaja di flogosi , ed erronee
per ciò le basi principali di quella dottrina eccitabi*
lìstica che ora è detta comunemente bolognese^ Ma^
appunto il chiarissimo prof. BufaUni ben fece conoscere^
meglio d' ogn* altro, quanto debbano i medici guardarsi
dal confondere i sintomi apparenti colle intrinseche
mutazioni che avvengono nella macchina inferma.
Se; pertanto, doppia è la sorgente della malattia ia
/
proposifo, e l'un fatfore può essere d'incitamento al*
l'altro, ed alimentarlo,; se 1* elemento dinamico può
essere ingenerato dallo stimolo, e, come vedemmo , e*
ziandio dai coki detto controstimolo ;' se alla formaiione >
dell'elemento idraulico può concorrere la qualità dd
sangue y non meno che molte cause strumentali , com*
prese «Mnche altre malattie, in questo caso atte ad ope-
rare quali cagioni -, se condizioni iposteniche nelF or*
panismo , sfiancamenti nei vaserelli , atonie neli' impa-
sto organico ecc. ponno essere cause occasionali; nes-
suna meraviglia se una tate malattia s' incontri frequen-
temente f e più d' ogn' altra oggi giorno si studj. Se
tionche., grande oltraggio pare vadan facendo , giusta
il sig. Goldoni , al merito degli antichi padri , i quali
ripetono con baldanza la prevalenza di queste malattie
non essere stata veduta che da essi loro. La conobbero
al pari di noi tutti questa prevalenza, al dire di esso^
gli jisclepiadty Galeno y Aezio ^ TraUiano , Egineta,
Rìolano , ^ Mercuriale , Ballivi, Valerius , Mariinus ,
StàU, Ho/Jman, Srdenhamj Slork, BotallOy e moltis-
simi altri, dei quali tutti riporta egli alcuni passi che
Don ammettono dubb) , dicendo insieme che ben po-
chi, al contrario, furono i medici , i quali seguissero
i Crisippi, gli Erasistrau'y gli Elmonzi, i ^ilm, i
Brown, Dal che veda soprattutto la Scuola Bolognese
€[uanto sia lacero il manto ^'coperte del quale vengono
al cospetto del pubblico le di lei più celebrate novità*
Poche altre considerazioni premesse , pon termine
r autore alla prima Parte del suo Trattato, promettendo
di far conoscere nelle altre i vantaggi che ponno ve-
nirne alla pratica dall' esaminare la. genesi, la natura,
la eziologia della infiammazione sotto di questo ^spetto*
.73
jNoQ (dimoreremo noi per ora a giodicare deir imr
povtanza di questo ^ lavoro^ Solo aggiogneremo ^ che
speriamo sarà esso in Dalia , come lo loron altri di
qaeàio genere nltioiamente resi pubblici, prezzalo se-
condo il valor suo , cioè stimato' buono, utilissimo , ed
io molte parti ecc^ellente. Rammenteremo ai nostri illu-
stri coUeghi, che il metodo analitico è i) solo che possa^
.guidare a meta certa. , Bando perpetuo alle astrazioni 5
■e r esempio del prof. Modanese sia nobile sprone a
tanti sublimi ingegni per opere egualmente benemerite
e gloriose. Vedrà la celebre signora Morgan, che il genio
d' oggidì in medicina non è vero che renda gli uo-
mini solamente strani^ burberi, e rmcrescevoU,
B.
(Sarà continualo).
Illustrazioni fisiologiche e patologiche del
Sistema linfatico - chilifero mediante la
scoperta di un gran numero di comuni--
cazioni di esso col venoso / del prffeS"
sere Regolo Lippi; Firenze dai torchi di
Leonardo Ciardetti iSaS, 4.^ {^eon At*
tante di IX Tavole) (1).
v^uanto importino le scoperte^ e segnatamente anato-
miche, per r avanzamento delle metriche discipline,
■ » I I I ■ Il ■■■ p ■ ■- m^^mmmmmf
(i) Artìcolo comunicato del sig. don. Quadri.
!J4
voinp dotto e dabbene non va the lo; ignork E poi-
cbè un illustre Italiaoo^ il professore Regolo L^fpij
ne ha colle sue di recente il mondo Arricchito , sul
rapporto in ispecie del sistema linfatico , abbiamo sti-
mato doverosa cosa il dare loro la più estesa cono-
scenza col mezxo degli Annuii. La prolissità poi. che
^egna in questo scritto , tutta intiera si deve alia im-
possibilità di compendiare soventi circostanze di fiitto;
ed in materia soprattutto di scoperte , nulla dovendo*
si, per amore di concisione, alla chiarezza sacrificare.
La questione le tante volte agitata dai Dotti di pres •
sochè tutta Europa intorno ali* assorbimento , ornai
sciolta sembrava dagli sforzi dell' immortale Slascagni,
pervenuto, essendo egli a stabilire, che la facoltà di
assorbire esclusivamente apparteneva al sistema linfa-
tico, a fronte di tanti' altri che pretendevano tale fa-
coltà divisa tra i linfatici , ed il sistema venoso ^ quan-
do contro a tale dottrina levar onsi d' ogni parte nuovi
e numerosi avversari.
.Furono costoro priqcipélmente Màgendie nella Fr.an*
eia, Tjredemann e Gntehn in Germania, Flandrin ed
Èmmert in Inghilterra , e persuasi anch' essi che nelle
questioni di fatto ^ il fatto solo debb' essere interrogato,
procedettero per la via di ingegnosi esperimenti , i
quali diedero alle loro opinioni una sembianza di ve-
rità. Ne però tutti convinsero; ma nondimeno l'amor
re di novità e l' apparenza di vero che nelle loro sen-
tenze fu scorta , moltissimi trasse al loro partito; e
tra questi il dott. Franchini di Sarzana , il quale col-
r assistenza ed i consigli di alcuui dotti professori della
, università di Bologna, fatti base del ^no lavoro alcu-
ni esperimenti x:h' essi condiscesero a fare per incofag-
gUrlo nella sqa ouova carriera , pubblico, intarnol'as-
fiorbimenlo cUie Dissertazioni, dove con poca varietà ,
riprodottr gli argomeati di Boerhaave^ di Mechd.f
del Caldani^ del Lupi^ ed i cimenti del Tjredewann^^
delio Gmelin , e degli altri , ecc. , confìden temente
pronuncia che ìa> opinonedel Mascagni è ornai non
più degna di essere conservata, e che T asserzione più
generalmente ancora appartiene al sistema venoso^ che
al linfatico. *
Scosso r autore dal ved^e si fattamente attaccata
le dotti ine del suo maestro* ha pensato di nuovamente
sottoporle al crogiuolo dell' esperienza \ e innanzi a
tntto di richiamere a nuovo esame la parte anatomica, di-
rettamente osservando, in quanto ad occhio umano è
permesso , gli arcani dell' organismo in tutto ciò che
all' assorbimento può riferirsi. ' " .
Indaga egli pertanto colla più rara diligenza , e me-
glio forse di quanti lo precedettero^ il sistema venoso
e linfatico, non ^solo nell'uomo, ma eziandio negli
animali mammiferi e volatili, <;he sono all' uomo a£>
fini rispetto al modo della vita , ed agli organi prin-
cipali. Fatte le quali indagini ^ pensa l'autore d^ esse*
re finalmente arrivato a queste due conseguenze:
i.^ Che sì nell' uomo, come negli animali ad esso
affini, la vera funzione dell' assorbimento si fa, secon-
do tutte le apparenze, per la via del solo sistema lin*
fatico.
2.^ Ch' ella sembra non appartenere al sistema ve-
noso , e 1' una , e l' altra conseguenza trovarsi vera così
nello stato fisiologico, siccoipe nel patologico, finche
^ le parti operano come vive, seguitando le; funzioni as«
regnate loro dalla natura. :
7®
Divicle egli perciò il suo lavoro iii qqattro piarti^
eh' noi seguiremo ^estesameote , in tutto ci& particolar-
mente y chfe risgoarda le scoperte y tcimeodo di essere
oscuri anziché prolissi.
MfHa prima favella d'alcuni sistemi elementari che
col linfatico hanno correlazione , e riiensce li nupvi
trovati che gli sembra aver fatti rispetto al medesiaio.
IJifella seconda fa conoscere i risuhamenti fisiologici
delle sue proprie scoperte^ e de' ragionamenti, che
tanto a quelle , quanto agli esperimenti ed alle osser-
vazioni degli altri ha applicato. Nella terza dice di
alquanti latti patologici connessi scoile sue ricerche , che
egli ha osservato nella sezione di numerosissimi cadaveri
periti di varie malattie. E finalmente, nella quand .trat-
ta della flogosi , intorno ad essa pur seguendo le de-
duzioni, a che l'osservazione diretta ed il filo de' suoi
ragionameiiti naturalmente lo condussero. — L' autore
presenta ai dotti confidente il suo lavoro con questa
profession di fede, die, vere o insufficienti che ritro-
vino le sue dottrine, persuadere si vorrailto che in
questo, come in -ogni altro suo lavoro, la verità sol-
tanto ebbe per iscopo;
PARTE PRIMA
Elemento arterioso.
Le proprietà, cosi l'autore si esprime'; e caratte-
ristiche dell' elemento arterioso sono' ben cognite : solo
dirj> che la membrana non propria di questo elemento
o sistema^ che gli anatomici dividono in varj strati,
non è puramente fibrosa , come alcuni la pretendono ^
^7
ma piuttosn> mnscolaré di nna organizzasione partico-
lare y Mf Dtre a qaesta' si portano nervi , e> in essa al
perdono in grflh copói. Al contrario , nell' af^paralo
parameote fibroso non si sono riscontrati giftmniai , a
fronte delle più accàraté ricerche anatòmiche. Fa an-
cora dk' io ' riguardi queslaroenibrana come- in • realtk
fermata dr fibre muscolaH^ la contrattilità della qnate
1} provvedava ^ infatti ^ k. contrattilità delle arterie è
isolo ^differente, dalla jnaaòolare per quella differenza
che risulta dalla diversità di struttura. , la quale nelle
arteìfie è tubolare, e nel muscolo è sémplicemente fi-*
l^mento^a.*: d» che. nasce, che in quelle la contrazione
tende a restringere il lume del tubo , e la dilatazione a
restituirlo al suo^prinw diametro; ed 'io questo, il cen-
ti^avsf produce solò un accorciamento^ e la cessazione
diéltà^ contrazione! genera il ritorno alla^ naturale lun-
ghezza'y dìt modo i che' la aistole, e la diastole possono
beniissimo^ equipararci ai due movinaentt di che la fibrM
inusGolaFe è capace \ e questo che delle arterie sì dice,
si veile anche fiianifeil;/aniente nel. cuore, il quale pa&
essere riguardato come un gran sacco' arterioso. .
' « Questo sistema dà origine ài venoso, e a' dei linfa ticr ^
da questa pure traggono origine i dattiiescretori,i vasi
secernenti , e i^otricnti;' Che formi una continuazione
col renoso \ - lo proVan« le it)|ezioni le meno idonee a
farsi «trada^pér l'estremità dei. vasi , cioè quelle fa^te
a gesso,, le quali injeziom.hò vedute più volte passare
rrelle vene,' specrahnènée nei 'polmoni, nel fegato, e
nei reni. Se poi si: eseguiscano a colia. con vermiglione»
ardendo procurato di dare, al cadavere per mezzo del-
r immei'sio'ne nell' acqua calda, il calore naturale^ in
tal caso si osserva passare in tutti i sistemi > e nei
^
19
dotti e$cretOFÌ ancora y come ho avnto luogo di< rlsc^»
trare più' volte ,' anche in quèsl' anno , nel quale ho
kì modo* speciale istituite ddle particolari indagini ..e
ricerche su questa parte. »
"Deve avvertirsi' pertanto ^ che le comunicazioni dir
vaile del sistema arterioso col venoso , sono piò facili,
maggiori nei polmoni ^ nel fegato, nella tui1za>. nei
reni, ^ nel cervello , di quelle cbe non aia nelle altra
parti dèli* organismo animale. E il lume ancora < dei
linfatici è più ampio , e sono piti marcate e visibili, le
comunicazioni in questi organi, e si rendono, abreai
pili facili a riscontrarsi ndla giovanile elii, che nella
vecchiezza.
Semenio venoso. ^^ Quetft' eleih^to è una conU^
cuaziotie deirarterioso, ed è subordinato alle m$4e6Ì*
meleggi. Ne diversifica per altro dell' organizzazione^
come neir ufficio. Esso è costituito di due membrane f
lasciando da parte la comune, e 1' ascitizia. E T intera
na è quella che ne costituisce la parte . e»&enziale|
mentre si ripiega per formare qu^ e là delle v valvule.
Questo sistema ha grandissimo sviluppo, e naag^giore
che mólte altre patti dell' oiiganisdio animale. Esso è
doppio e triplo dell' arterioso internameale; alla sa-
perficie del corpo poi è sestuplo , decuplo.
' Sistema /linfatico. '^— Quattro^ sono Je serie dei lin«
fiiticf, die gli anatomici ammettono, cioè; chiliferi pco«
priamente detti f linfatici dèlie mi^mbi-ane mucose .^ e
sierose; linfetici cellulari', e dtifusi' in tutta 1' eccmor
mia animale ; e' finalmente cutanei. La fisiologia, e la
patologia non lasciano dubbio su l'esistenza di questi.
Per altio , 1' osservazione anatomica porta l'autore ad
ammetterne nu altro ordine ^ da lui chiamato; attesa
la loréoilgine dalle arterie^ sistema d«*va^i^ linfatici
arteriosi . i quali si ravvisano e nello stalo fisiologico
e nel patologico. In istato fisiologico Y orìgine di,
questi viene dimostrata per mezzo delle i^ne iaj^zio*
ni ^ come ebbe . 1* autore . occasione più volle di* os*
servare. Nello stato patologico si dimostra per varie
considerazioni I ed osserv^a^ioni^ di cui sarà parlato
in seguito. — Questo sistema y che trae la saa
origine dalle parti indicate , è costituito, di due mem-
brane, una esterna fibrosa, interna T altra, che si ro^
vescia per formare le valvple^ delle quali è provvedu-
to. Il suo cammino è flussuoso , e intercettato da una
seri^ infinita di glapdule , le quali prendono dei nomi,
particolari secondo le regioni che occupano,, .come
pure, prendono nomi particolari i vasi: secondo le pa^
ti, i visceri,- e gli organi, dove nascono , o che per-
corrono. Si chiamano, inferenti quelli i quali .si porta-
no alle glandulej efferenti quelli che n* escono. Sona
ordioarriamente in .maggior numero i primi. JNelfinter-i
DO della glandole si suddividqno all' infinito,, si ordì*,
nano. poi in minor numero quando escono, e in tal
caso il, lume di quelli che vengono fuori , essendo 19
minor numero , è, maggiore.
Il sistema linfatico don^ termina solamente , come si
credeva per lo passato , nel dutto tpracico ,. o > nella
succlavia destra per 1' esiremi(k di quella parte, ma
infinite. sono le comunicazioni eh' esso ha col sistema
venoso, come vedrassi. . y
Sono pure in errore coloro, i quali vogliono stabi-
lire identieità di organismo e di funzione fra il sistema
venoso, ed il linfatico. Differiscono questi, in primo
luogo, nell'organizzazione; ma differiscono altresì pvl
fluidi che questi contengono , differiscono per Fanda-
\
/
80 ,
mento , e differiscono ia fioe , per le loro termitiaftidiiik
'^ Differiscono neir organizzazione per rapporto alle
patetì , che compongono l'ano e I- altco. Digeriscono^
in quanto che il sistema h*hfatióo costìtaisce degli ag*
gomitoiamenti che prendkmo il nome <li gìandole lin-
&tìche. DifTeriscono in qiìanto che i liufatici fan oafle
delle niembrane ; al contrario li sistema venoso cosCì-
totsce soli canali. '
'Rispetto ai fluidi che qaeste due madiere di vasi
sono destinati a trasportare/ vi è pure grandissima
differenEa , perchè quelli che sono contenuti nel lin-
fatico abbisognano di elaborazione , e per tal modo la
natura li fa progredire per una serie di glandule , on<*
de acquistino le qualitii dovute: al contrario, il ssn-
gUje' venoso non ha che a ricondursi al cuore, e. di li'
ai polmoni per divenire atto aj sostegno della vita.
Rispetto air andamento, si sa che quello del siste*
ma venoso è parallelo all' arterioso , regolarmente di- '
stribuito in corréspettivitìi al medesimo; e subordinato'
ad analoghe l^ggi/ avvegufichè, mentre nella sistole^
ì\r ventricolo sinistro del cuore si vupta^ 1* orecchiétta-
destra che è .in diastole , riceve il sangue venoso. Ai
contrario ^ i fluidi che percorrono pel sistema ass^-
bèute non hanno regola fissa , che modelli T'andatnen-
to loroj in una guisa almeno egualmente semplice. '
In fliie, i vas^ linfatici traggono la lo^rò origine dal'
sistema arterioso, d alle f accie delle membrane, e ovun*
que sono vasi secernenti, o si fanno dei versamenti.
Al contrario , il sistema venoso non trae altra origina
che dai capillari arteriosi, e dal linfatico, cotne costa
dalle stupende tàvole, di cui T autore ha l'opera sua
arricchita^ ma' che la ualura di questo compendio non
permette che di accennale di passaggio.
Et
^Idcì è> riflette il prof Tdppi , che f or{^anì«tatione
identica deli' ano e dell'altro, Ìd qnaoio all'essere
corredali di Valvole, non può giammai far ctedere ìa
essi identità di faneione , cioè facoltà ugnate d! assor^
bire si pel sistema venoso ^ come pel linfatico. £ noa
lo può perchè , come assordo sarebbe accordare al
Uofatico la funzione 4el riportare indietro il sangue »
che è plx>pi;ietà del venoso, cosi non meno è assurdo
voler dare la facoltà di assorbire elle véne, che è
essegnata propriamente ai vasi bi^nfchi» Ed in vero ,
la natura. ad ogni sistema accordò qualche esclusiva»
facoltà /siccome la contrattilità alla fibra 'muMsoiLare^.
la sensibilità al sistèma nervoso, ecc. E non può com-*^
petere la - fiicoltà assorbente al • sistema venoso , oltre
le ragioni riportale di sopra j ancUe perchè ^ tranne la
simiglianza di questo sistema col «linfatico rispetto' al»
r aver vai vote ) troppe aitile differente sono tra l'ano
e l'altro nel loro organismo^ Ed ièlatti, le vene non
comunicando che co' sistemi indicati ^ non entrano a
jàr parte di quelle membrane sul\e squali ha Ibogo
)' asserzione , che l' anatomia ci fa conòsciere i né han"*
so esse I per quanto costa da osservazioni dirette, le.
pretese boccucce libere, ammesse gratuitamente ^ soU
fa'hto per tspiegare come i fluidi versati nelle varie ciri^,
vita siano trovati ' nelle ! vene. Dov'^ da notare 1' ^l*
sardo di alcuni > i quali giungono a dire^ che queste
boccuce provvedute siano della lacollà assorbente; ab»,
lora solo quando il sistema linfatico è in istato pa«
lologicol ^ , - > .
Delle glanduìe. — Si occnpa fautore delle cooglo^;
bate, ossia linfatiche soltanto, avendo egli avuto liio-
go di osservare che alcune presentano Una partiicolare
AiiHALi. F'oL XXXFIU. 6
8t
orgtDÌ2za2Ìone. la generale ^ seno qaeste compdMe di
vasi linfatici^ di poehi vasi sangaigoi arteriosi e ve-
nosi ^ di nerl^i, e di cellulare^ che lega .grindic^U-
elementi. Quelle le quali hanno a lai diihoi(Ualo' avere
una particolare organizaazìope^ sono alcune glandole
situate nella regione lombare.
Le glaodule^ in fenere, sono fermale di Vasi inferenn
ti , -ehe si suddividono assottigliandosi in ^questo mira*
hil meni e, ed escono in segnilo in nomerò' di dnn o
tee tronchi y che chiamaaiì eHerenti« Le glandnle, al
contrario», dair autore disegnate di pavtieolare:.organia«
saeiooe^ ed appartenenti alla regio tto lombare, sono
formate non solo dei dit€ ordini di linfatici indicati t
ma entrane ancora nella composisione idi esse i chili*
ieri. Qnitìdi allora dno^sene di vaei inferenti esse han-
no, cioè i linfatici lèinbari che ascendono ^ e i chili^
ferì re|lui che discendono dal mesenterio sopra la ctf*
lonna vertebriale dèi lémbi. Entrano qnesti chiliferi in
esse glanchile, e ftàbiliscono ira loro una particolare
i^tcoUizione ^ comnnicando insieme in modo , che i
fittidi riporinti dai chiliferi reflui circolano da glandola
in glariiduk, scendendo dalla, prima serie nella^ secoli*
dà^ dalla seconda nelia tersa, e vanno a metter capo
akoni nella' quarta serie, d^Ha qnale escono infine dei
fitetti, che.si portano tfella pelvi del rene. -^^ Intanto
chiliferi lombari^ eh' entn^no efsii pure neiristesse
glandnle, prosejj^ono il loro cammino nella serie sn-
periore, e- di là si- recand alle altre^ glandnle lombari
poste superiormente, dalle quali poi nascono vasi che
fit' vuotano ^ nel diittè' toracico;
* H?a 1' autore inj^ato a mercurio replicate volte dalla
patrie ioferiove-i chiiileri reflui sopra descritti, enos^
8)
hk trìti potato Vedere aicetidefe il mefftHò sotto quin
tuoqu^^resilone. Inje|tàte pur le g>aiii]ule Àp^riori
loknbara , 0 per nii^io dire ì vasi linfatid superiori
dbé coEt «Me si innestano^ non ha potuto' vedere a
discenderli il mercario per la serie delle gtandule in-
dieate. Spinta 1* iBJeztooe dai vasi iliaci , nepptir que-
sta ha còttitttiicato coi detti reflui chiliferi , ed ha pure
osservato costantemente essere circoscritto il ìininero
delle glandale ìillequaK fanno eapo i chiliferi indica-
fi y e la injezione non oltrepassava mai quelle sitaàta
• al di «otto della terza vertebra de^ lombi, purché {
vasi e I* apparato glandolare del cadavere fossero ia
istato di Dormaliik. l^a tutte le quali cose si crédè
Y autore aatorizcato a concludere , che tali glaodole
sono fomite di nua speciale organiasasionèye di on^
speciale ufficio , inferessantissiuM) per quanto apparisca
ali* economia animale.
Le glaodule in generale varriano di numerò , di gros*
seÉza , ' di colore , secondo la loro sede , e lo stato pa-
tologico delle medesime, e secondo I' età. Si avverta
però che da tutti i linfatici che vi fanno capo prima
di fare ingrosso nelle medesime , si distacca 410 ramo
che si porta alla gianduia prossima, perchè non s^Q*
terrompa Y andamento e il corso de^ fluidi trasportati ,
io caso di stato morboso della gianduia.
Non tutti però i linfatici percorrono la serie degli
apparati glandularì per portarsi ai dotto toracico, ma
Gomuuicaqo cól sistema veticfso , come èi vedrà tra poco.
SisBBma esalante , b secememe , crpori inorganica
V-*- Codesto sistemai, conosciuto da remoti tempi , trae
la sua origine dal sistema arterioso ^ è diffuso alla su-
perficie dd corpo ed iiiteraameiite| e uovasi special-
84
mente nelle membrane sierose , moccose , e nella cel«
lolare. Legasi poi strettamente 1* interno coli' es^no , e
con £li organi orinar] , modificandosi alternativamente
la funzione ^ell' uno in correspettivitk di quella dd«
V altro. Di&ttOy al comparire dei primi freddila tra-
spirazione diminuisce y e ne sopravviene una maggiore
quantità di orina , e succede V opposto al subentrare
dei calori estivi.
E poi l'autore di sentimento, che il sistema secer*
nente varj d* ufficio e di organismo secondo le parti
che occupa, e faccia sovente quello non solo di ver-
sare i fluidi per lubricare le faccie delle membrane ,
ma quello anco dì portare gli altri fluidi destinati alla
elaborazione' interna , come V umore gastrico nello ston
, maeo, ecc. Cosi crede che il sistema assorbente £iccia
talora V ufficio di escretore j per riportare nel torrente
della circolazióne degli umori separati da certi organi^
e da certi visceri particolari. In una macchina cosi
bene architettata quale è la fabbrica dell' uomo e degli
animali , in cui tutto è ordinato da leggi particolari f
e tutto è collegalo per mezzo «di mutui e reconditi
rapporti , come mai pretendere che la traspirazione ^
la quale è salutare quando è bene ordinata, ed è dan-
nosa quando è interrotta, eseguita noti sia per un or-
dine particolare dj vasi , mentre, al dire dell' illustre
ed indefìpsso Santorio , nello stato normale si perdono
per lei sola cinque libbre e mezzo di fluido? A coiu
fermare che in realtà serva ad essa V ordine particolare
di vasi di che s^ parla , e vasi tali che operino per
una vita propria ^ concorre , oltre ad altri argomenti ,
la evidente varietà dei fluidi emessi a seconda delle
parti in istato fisiologico, e la intensità variamente
85
Biutau di tntta questa fiinzioiie neflo stato patologi»
cOy è nelle varie sae circostanze.
Cile serva a cosi fatta funzione un ordine dì vasi
particolari y il quale tragga la sua origine dal sistema
arterioso y lo conferma il sudore sanguigno^ ossia la
diapedesi in istato patologico; come pure lo conferma
il ricoprirsi de* visceri gastrici , e specialmente deli' o^
mento, e delle sue produzioni di una tinta rossastra
a guisa di miniatura ; lo confermano altresì i versa^
menti interni della parte colorante, che si riscontrano.'
E qual altro sistema operar potrebbe tali fenomeni,
se non un ordine di vasi che origìn tragga dal siste-
ma arterioso ? E quale, se non quest' ordine medesimo
di vasi, operar potrebbe il prodigio d' uii tumore criti-
co e salutare, il quale, sopravvenendo quando meno
si aspetta, richiama tin moribondo in salute?
Sistema elementare o assimilatoTrè e nutriente. Pensa
V autore, che una serie particolare di vasi egualmente ,
sia • destinata a condurre gli elementi da assimilarsi, o
tragga questa, come le altre, T origine ^ua dal sistema
arterioso. A questa importante funzione crede egli che
dia luogo, come taluno può immaginare, più che il
diametro diverso dei vasi , la diversa specifica vitalità,
il cosi detto gusto specifico , il quale è uno dei più
bei resultati della vita , e dei più innegabili , o forse
¥ una e V altra causa in cio^ poncorre, e per Y accon-
cio condorso d' entrambe , il sistema venoso prende
dalle capillari estremità delle arterie il sangue refluo
dalla circolazione per farlo di nuovo passare ai polmo-
ìli; il linfatico la linfa che abbisogna di essere nuova-
mente elaborata 5 il secernente le sostanze , 0 i fluidi
che devono essere emessi , o di^la superficie del corpo,
86
o ndle ecHolari^ é Bel cavo duttsttotle' o- Bulk frode
delle inembiane sierose, o delle borse moecose per
iQbrio^ple;. Y «ieinentare sn^ge le particelle elemetttariy
Y escretore paeticòUe varie , aecòodo le varie qualitii de-
gli organi.
Elementi cetìuhsa, ^>^ L* Elenento o sistema cerila^
leso è diflbao in tolta TecoiMMÌiia animale i varia esso «e«
«ondo reti io quantità e colort: cootiene ed abbraccia
entro di se vasi arteriosi, venosi, lin&tici^ secernenti -^
assorbenti , nervi, eprincipj elementari e 'nutritivi. E!
quivi cha si osservano ^tiaggiormente i vasi seceroenti
ed assorbenti, resultando la. cellula per la maggior parlo
composta di questi. Che composta sia prineipalmento
di vasi secernenti ed assorbenti, è provalo da fatti
patologici non pochi: e che nella |ua composizione en-
trino vasi linfatici, è ragionevol cosa il pensarlo j
mentre dove sotso secementf, ragion vuole che Irò*
yinsi degli assorbenti ancora,
CuèicQÌa. 'T^ Rivestita V intiera superficie del corpo ,
k ctuicola ai insinua per tutte le aperture che condu-
cono entro 1* organismo animale, prendendo il nome di
muccosai. Egli ò attraVerso di questa che la natura
opera le più girandi lunzioni dell'economia animale,
come la disossidaiiono del aangoe, l'impressione delle
particelle sapide e odorose, e simili,
Memirune sierosa, ^w Qoeste'sooo composte- di due
eleménti, il seceroente e l'assorbente. Per oessun
conto entrano io esse vasi sanguigni. Le fine injevioni
non danni) a divedere che io esse venga a perdersene
alcuno io istato fisiologico; ciocché riscontrandosi al^
cune volte nello stato patologico, ha dato campo ^
ijlYMcbQ anatQmiVQ il (pensare j/L contrario,
Freibessè dfMriiiitoré eoA ultime panicblaritli 9peu
fami agli éAàndàCi desienti y pajlsa trì ' esaminare' V à*
natoftiltà éitoa^iodé ed orgatiizza^i(me dd vasi liolatioi
e cfaflifeH, di nuovo ^à \ùì ictìpet^y p^cbè serva di
fondamento alle ultetiori ricerche che ii è proposto.
E itn^rettdebdo ad esaminare la scienitit di questo si»
stema dal punto in odi lasciollo -l' illustre suo preceu
tore, r immortale Mascagne, ecco comtt si esprìmer
« Teneva^ dopò di liii per cefalo-, che la linfa e t
fluidi tutti idonei ad essere assorbiti e 'versati nelle
Cavità y si portassero nel dfitto torflbico, e di li nelhi
vena snoda via sinistra, dnve si -unisce colla jugnlarei
a riserva di quelli òeW estremità superìefre del lato
destro, i quali' va Ano a scaricarsi Dèlia jugalare dove
si unisice alla succlàvia. £ queste erano le sole cose
cognite, e professate nelle scuqIc, s^ per coloro ehm
sostCBfitdrì si facevano dell'esclusiva faeokk assorbente,
come per gli adiri che tale facoltà volevano ripartna tra
le vene, ed^i linfatici.
« Io perSufliso che i fluidi versati iidlla cavità add<M
minale y è viscontrati ndle vene, dovevafuo dal sistema
linfatico e non dal venoso esservi venati , impresi ad
istituire le pifc minnte ricerche, le qnali furono per
lungo tei!npo vane^ siceùmè addiviene^ Per^, finaimerité>
a me sembra che desser luogo a scoperte di quaicha
importanza, e desidero che i lettori imparziaflf giudi*
chino s' io mi sono ingannato , leggendo attentamente
qudlo che Sono per dire.
« Io scopersi adunque ed annunciai nel maggio del
]8!i4) come cosa nuova, al pifbblico , T ingrèsso dr
alcuni linfatici nella cava e nella porifa , il quale non
era a mia notizia che da altri fosse osservalo ^ e quan**
88
tanqne poscia abbia potuto vedero aiaenene fatto qoaU
che cenno aoteced^nleinente ^ mi aoqo però sempre
piii confermato che il mio lavora^^ngn qra stato vaoo^
a cbe quei ceooi erano cosa al tutto insufficiente.
« infatti^, il Caldani dice, in una nota all' ut
tima opera. sua y di avere ancb* egli scoperto in. due
casi accidentalmente' un linfatico il, quale si scaricava
nelle vene, ma questa sua indicazione^ senza figura ,
aenza descrizione dell' andamento ^ e sopra tutto senza
indicazione della sostanza del fenomeno , ognun vede
cb^ niente rileva. «^ Del pari il Meckel dice nuda*
mente di conservare nel suo gabinetto anatomico duo
ingressi di vasi linfatici nelle vene: ma egli* pare né
aggiunge figura » né si cura di far noto se abbia co-
stantemente veduto eguali imboccature | o se tenga lo
tnedesime come cosa casuale.
tt Eravamo dunque ancora all' oscuro su questo
importantissimo soggetto , quando io impresi a speri-
mentare, e me ne diede speciale occasione.ed impnlso
lo stèsso sig. Franchini ^ éi Sarzana, il quale avuto
notizia de' miei lavori e delle mie scoperte, si mostrò
graudemente sorpreso, e poco persuaso.
a A fine dunque di togliere nel sOo animo ogni
dubbiezza , io lo invitai a venire ad osservare co' prò-
prj occhi , nello Spedale di S, Bonifa2Ìo , e per tale
•fletto aveva imprese vaiie preparazioni di linfatici in
varj cadaveri , fra i quali notavasi un troncone linfa«f
tico inferente scaricarsi nella cava inferiore circa la
terza vertebra dei lombi. Anzi^ affinchè egli bene os-
servasse l'andamento e il modo col quale il linfatico
comunicava colla cava , collocai il tubo di vetro di
nuovo ;n!pgli iliaci I o ripieni, qqesti di mercorioj si vide
%
"
89
rapictamente il metallo scendere nella cava stessa , al-
zando ed abbassando ogni gocciola il lembetto o val-
vola della qoaie sono muniti tutti gli efferenti.
« E la sorpresa fu allota veramente grande nel detto
sig. Franchmi , e iù tanta eh' egli non dubitj» di as-
serire , che , per quanto il Caldani incontrato si fosse
a vedere uno o due linfatici scaricarsi nelle vene, non
erano certamente questi vasi efferenti, né di un volow
me come l' osservato ^ 3 quale sembrava un nuovo
dutto toracico. .
« lucoraggiato dal successo, Io invitai il giorno ap-
presso allp spedale di Santa Maria Innova , onde' fargli
vedere altre preparazioni di ^linfatici , che sboccavano
nel sistema venoso, alcune delle quali io serbava e
serbo in secco, e nell'acquavite entro il gabinétto à-
Datomico^ ma il predetto sig. dottore non intervenne.
Tutlavolta io credeva eh' ei fosse abbastanza convinto
per le cose già vedute ; quando io vidi con molta mia
sorpresa una lettera di lui all'Editore dell' Antologia
sig. f^ieusseùXy inserita nei nWvi Opuscoli Scientifici
di Bologna , quaderno VI , dove , dimenticando di es-
sere stato in Firenze, e di avere osservsito , ciocche
pure osservò in presenza di varj assistenti da potersi
nominare all'occasione, tace in primo luogo le cose,
da lui , dette e confessate in tale circostanza , e sogna
che cento maestri dell' arte hanno osservato , e deli-
neato 1' ingresso dei liufatici nelle vene »^
« La nota da me fatta riportare nell' Anfologia sa
taV proposito i^ risposta a questo giovane medico , ab-
bastanza mi dispensa dall' entrare di nuovo nella di-
scussione di questo argomento »..
tt lì Caldani , ed il Meckel ^ ripeto ^ osservato avo^
. \
Taoo r ingref so del mercarìo neHe vene } toa il Gd*-
àard ed il Meckèl poco conto hanno tenuto di questi
fatti y perchè , o li hanno riguardati come aberrazione
della natura j e perciò non hanno istititnite iiuorve ri-
cerche a stabilire e confermare se in reaki erano que-
sti costanti ; o non li' hanno riguardati come doveano
essere considerati per istabiltre un ordine o sistema di
mezzi j che la natura impiega per supplire alla insuf-
ficienza della sola via del dulto toracico a ricondurre
nel sangue tutti i fluidi j che il sistema linfatico rac-
coglie da tutte le parti.
« E appunto perchè non pòser mente ^quant' erane
id' uopo alle conseguenze vere delle loro casuali osser-
vazioni ^ essi, che non sapevano spiegare a se mede-
simi la diificòhà sopra esposta y ne render ragione di
certi subitanei rapidissimi assorbimenti , combatterono
sempre la sentenza dell' Hiinfór, e del Mascagni , e si
attennerer all' antica del Boerhaave.
« Due soli vasi linfatici , o al pih tre conoscevansi
che si scalcassero nel sistema venoso, ignorandosene
di pili la qualità ed il sentiero^ se pure a questi ag*
giungere non si vogliono 1' osservazioni pib recenti di
FcJtmarm, le quali per altro spettano alle comunica-
«oni dei chiliferi colla sola porta.
« Ecco pertanto lo stato in cui Irovavasi l'anato-
mica scienza del sistema linfatico prima che da me si
prendesse in esame. Or vedasi quanti di questi linfatici
sì sono da me, certamente per il primo, riseontrati, e
fatti delineare , i quali vanno a scaricarsi nd sistema
venoso, variando in volume, come in quantità.* E si
vegga che alcuni di essi inferenti vanno a sboccare
nell'iliache primitive ; altri nella cava ; gli efferenti
^
91
poi nelle loro dlrainasìoni , e aterì comanicano colle
vene che alle glàndole ai portano; altri distacca osi dai
tronconi stessi Itn&ticr^ per andare a guadagnare il
aistema venoso , tatti muniti di valvole ^ altri tronchi
si suddividono per andare ad inoscularsi co' capillari
venosi-; cosicché ben quattro diverse specie dì nuove
oomuviicazioni dei linfatici colle V€ne si sono dà me
ritrovate! e descritte* Dov' i da notare altresì, ohe gU
inferenti sono simili a quelli de' quali è munito il dutto
toracico > ed a quelli che %ì scaricano nei grossi tron-r
chi. Al contrarie y negli efferenti che han ironchi più
/ piccoli 9 è la .valvola coslitoita da due labbnetti che in-
sieme si combacciano
« E tali e tMiti'sono i vasi lìnfiitici, presiegue T au-
tore, che ho scoperto scaricarsi nella cava, e nelle sue
diramazioni, enell'aziga, che asserire si pu& non
esiservene alcuna esente da qualche imboccatura di va*
so , e che insieme riuniti i lumi dei medesimi a co«
stituire vengono senza dubbio pia dutti toracici.
Né si creda già che ciascuna comnnicazioee sia stata
distintamente rÌM:^n^ata in cadaveri differenti, ma cin<
que e pia comunicazioni dirette di cflerenti ed inferiti
ho riscontrate in un un solo cadavere, non considerate
le comunicazioni delle gianduia e le anastomosi ; posso
altres) assicurare che tutte le comunicazioni degli effe«
reati colla cava , circa la seconda o terza vertebra dei
lombi , sono costanti , e facilmente si riscontrano nei
cadaveri come le comunicazioni colle pudende. "^ Per
eseguire le preiate injezioni solo mi sono servilo del
comune mezzo, cioè dei vasi di vetro , e del mercurio
purifioatissimo. — - Ho poi imprese le injezioni più volte
^lle estremità inferiori per osservare , se mi riusciva
cagioni; la latitudine della salute d? queste sole di.
pendete^ ed il corso ^ua^ tnabbreyìabii& iaW aTie nelle
flogosi, ammesso dallo stesso sig. 2^0w wasini, tip^tiiìio
essere una prova del potere grandissimo delle forze
della natura medesima.
E se una tal malattia è a riguardarsi dependent^
dal reciproco alimento che ì due fattoli si prestano ^
se tolte anche le cause che quelli mossero ella cresce^
e si matura in onta ai mezzi curativi^ e spontanea*
\ mente decresce , sarà forza pur inferirne che nella parte
ilogosata si saranno generata delle condizioni diame-
' fralmente opposte alle prime , affermazione giustificata
dal metodo di cura che tennero costantemente i Pra-
tici dopo il pjrimo stadio, e per la quale cade poi io
tutto la Tommasiniana sentenza dell'essere sempre U
flogosi di nuovo stimolo creatrice.
Se non che; quali saranno le cagioni di un tanto
cambiaménto? Mentre l'autore conviene del poco soc-
corso che prestano irt ciò la fisiologìa y e: la patalogla ,
promette di itiolirare su tal argomento le proprie ÌQ«
dagini nella seconda parte y parendo a lui che le Cause
di tale cambiamento abbiano a variare giusta gli esiti
diversi della infiammazione. Intanto si contenta di dire^
penetrando col pensiere nel grande circolo delle ope-
razioni che nella parte flogosata hanno luogo » sem^
brargti ragionevole il conghìetlurare, che giunta la me-
lati ia ad un certo grado^ debba in qnelia decrescere il
processo dell' assimilazione^ in grazia, della sottrazione
dei principj nutritl\i a-venuta nel sangue per l' an-
niento del fattore idraulico , già impedito a dar luogo
ad altro umore meno spoglio di essi^ sottrazione aU«
meatata dalla quaUtà stessa del regime curativo ecc«^
9S
fori ddla reparlita! i^coltli. assorbente tra le vene, e i
linfatici hanno fatto i loro nsaggiori esperimenti nel
cavo intestinale , e nelle diramazioni della porta stessa.
Era dunque necessario isfltnire in qnesl* ordine- di vasi
delle particolari indagini, le qnali confermassero col fatto
ciò che faceva sopporre V analogia di organismo e di
funzioni, per la quale già eravamo traiti ad immagi-
nare comunicazioni uguali a quelle osiservale prece-
dentemente. ^
Confessa Y autore ingenuamente, che dapprinui infrut-
tuosa e vana fu T impresa molte volte, per le somme
difficoltà ^e all' injezione di questi vasi si presentano ;
a talché nelle Scuole quando' si volevano mostrare i
chiliferi , ò facevano vedere alcune poche preparazioni
a secco fortunatamente riuscite > e conservate, o afdo-
peravasì V espediente deir uccisione di un agnello o di
un capretto, dopo d'averlo pasciuto con. mollo latte,
giacche sull* uomo non si riusciva guari a far belle di-
mostrazioni. Ma, raddoppiando di diligenza , pervenne
r autore ai risultati da lui annunciati nell'Antologia lo
scorso' novembre , e consistono^ in breve, nell'avere egli
riscontrato l' esistenza di coipnnicaziòni dirette dei chi-
liferi colla porta per mezzo di glandnle , e di anasto-
mosi , che ha riscontrato più frequenti nella direzione
dell' ileo-cieco- coIÌ9a , e presso . la curva dell'* intestino
duodeno , come dalie tavole. Ma un' altra osservazione
di assai maggiore importanza gì ioccorse tli fare, e ch'egli
imprende ora ad esporre ^ per le particolarità che pre-
senta. E qui avverte preliminamkente, che nei chiliferi
da lui fatti delineare, pose tutto quanto lo studio per-
chè niente ci fosse di esagerato, ma tutto si rappre-
sentasse come realmente esiste in natura»
• \
ti lo.fiioò pertanto < soggiiigne 1^ ànum ) priniarih
iBiente, ' the i vasi dod. percorrono' :gìà diretta inaiti di
glaisdula tu glandala, ma formano delle flèssuòsicà» e degli
intrecci mirabili fra loro; retrocedono, s* addossano Vxìbo
all'altro, ed.kanno per solilo nn andamento doppio ,
mettendo per consegoenza in mezzo a loro rasi sak«-
gnigni y e tròtansi essi siinati nella fàdcia anteriore ',
e posterì^ore del mesenterio , e ricoperti dal peritoneo.
«t Inoltre, dopo aver formato la flessuosità indicata , si
ri uniscono in v'arj- tronchi più o meno grossi; e cu-
rioso è che alcuni di' loro ai dirigono sopra e «otto
la grande mesenterica ^ altri : ascendono fiào sotto il
pancreas > altri si • portano sotto ta otrva dnisCta del
duodeno ; né può chiatnarsi esagerazione il dire , che
il Iqme di taluno di loro y quando il numero variabile
dei' loro tronchi è piccolo, eguaglia quello di una
penna di corvo. . ^ .
« Tale ingrandimento lo prendono dopo passala la
gran meseraìca. £ allora ben pochi il cammin seguo-
no per portarsi al dutto toracico; altri variamente si
incurvano e discendono, suddividendosi per andare
alle glandnle lombari ^ e passano.' sopra la vena emul*
gente,; altri- si énaatomisaano colle vene renali. I si#
nistrt scendono i|el modo esposto, e sono in numero
di 18. ò. so tronchi) i destri sono in minor numero^
e passano sotto il capo del pancreas. Anteriormente
vanno sopra i vasi maggiori , éò il numero dei sinistri
è costantemente maggiore dei>destrl ».
E qui r iniezione ha all' autore insegnato varie sin-
golarità degne pnre di essere considerale; perciocché ^
eseguendola^ ha veduto eh' ella , sia che si ajuti' con
una dolce pressione^ sia che nO; arriva sempre aUa
95
speciale sefie. delle dandole lombari , tio'a ohrepastan*-
do la 'tena y o quarta vertebra dei lombi* Ed il fluido
metallico disceso ascifode poi per portarsi alla- serie
delle glandute pìk vicine a* reni. Bea esaonoàte . le
le quali glandolo, si vede nascere dal lato ove guarda-
no la pelvi del r^e infiniti vasellini soUilissimi, tira*
sparentiasimi , che vanno dalle glandolo nelU detta
pelvi del rene. £ (|ttesti vasellini , più volte gli è ac-
caduto di vederli , per on piccolo tratto , ripieni dì
mercurio; e dice per un piccolo tratto, perdié, presto
finiscono col rompersi , non potendo resistere 'per la.
loro somma, tenuità alla dilataaione , ed al peso dei
metallo dbe dentro essi si caccia.
Intanto gran parie dei chiliferi , ossia i compresi
tra questi estremi, cioè tra le dette glandule lombari^
e le renali , parte, che s' injetta molto bene, presenta
r idea di on particolare sistema di vasi bianchi , il cui
qltimo sbocco è, dopo r molte reciproche anastomosi^
come si detto, dentro i reni^
Ma qui è da «otarsi , che vi sopo penò alcune po-
che glandule renali che ricttsano di iajettarsi , e quo-.
ste iormano evldentemenle un siiteme à parte ovo
m<^too ioce una. serie di. lin&ticiireflai dai. reni i quali
risalgono, e si portano dBe glaodnle indicate, per ar-
rivare alla serie soperiìMe delle glandule lombari, e*
pervenire aV dotto t.otncico, o imbocg^ure in altre
Véne. } . . . . ^
Finalmente, v'è 1! altro sistema de' ltnfalicictascl[|i4>
denti dall' estremità degli inguini e dell* addome , di-
stinti dai piec^denli ^ i ^iiaU percorrono )a catena delle
glandule renali ,, seguono il corso di gianduia in glan^
dola jper 1^ serio che si trovano sulla colonna verte*
\
96
brale fino al dotto toracico , ofireodo otta via a quei
flùidi che non venissero scaricati per le fre^oenti co-
manicaeioai , come è natarale, nel sistema ?pooso^
affinchè in ciascuna parte turbata non venga la impor*
tadte Ittoziooe delP assorbimento. Di maniera che pos^
siamo considerare nel cavo dell' abdome quattro diver^'
si e distinti ordini di vasi : dne di chiliferi , uno che
dal mesenterio direttamente si porta nel dotto toraci-
co , uno che discende , e che va dalle glaodule i^enali
ai reni ; due di linfatici , uno inferente , e V altro ef»
ferente che esce dalle glandole, e forma la conlìnoa-
zione y e la comunicacione co* chiliferi reflui onde re-
carsi alle gianduia superiori e metter fece ben sovente
nel sistema venoso, e nel dotto toracico.
« Debba aggiungere , prosieguo l' autore , ' a tutte le
SRitecedenli cose,* che i vasi chiliferi iquaU discendono
si inosculano altresì e si anastomizzano con delle dira-
mazioni dalle vene emulgenti| con alcune della porta^'
e per ultimo ancora colle, vene spermatiche , assolti^
gliandosi gii oni e glj altri esiremamenley siccome ho
potuto riscontrare in ben quattro cadaveri , d'un etico,
d' una scrofolosa, d'uu idropico, e* d'un demente.
«Del pari merita dr essere notato che tali-comoatifa^
sioni le ho vedute in particc4are a sinistra , 41 riserva
di quelle colle pudende, le qoali ottenni dal foto de-
stro cosi bene, come dal sinistro. Ho pure notato, che
le comunicazioDÌ dei linfatici ascendenti dell' estremità'
della regione, addominale colla cava le ho riacontrate
principalmente a destra.
e Ho altresì veduto, una sol volta per^, da tue a
quattro glandole lombari della parte sinistra nascere
àei ramoscelli , e dirigersi verso 1* uretere , e questa
tre o qnatlro ramoscelli unirsi^ e formare 00 canale
97
che V aspetto avea d' un condotto . fornito di valvole ,
e' scendeva datt* uretra nella pelvi, divìdevasi sopra
quesUr di nuovo in più piccoli rami ^finché addossane
dosi questi alla pelvi stessa , andavano a metter foc«
appunto nel rene , siccome ho potuto meglio accertare,
distaccando questo, • e spingendo il liquido metallico
ne* vasi inferibri, aperto 1' uretre e la pelvi, giacché
esso liquido y coh" continuare la. pressione, ho veduto
versarsi entro la pelvi medesima , quale condotto chia-
merò linfatico chilopojetico orinifero.
« fio pure riscontrato infine partire dalla serie delle
indicate gboduie lombari in prossimità della- emnlgente
arlcnne comunicazioni venose con detta emnlgente.
£ altresì da notare, che i lin&tici non comunicano
per nessun conto coi chiliferi reflui, per quanto ai
bovino a contatto y e mettano capo nelle istesse ^an-
dule ; r apposita tavola fa, dice Y autore^ distintamente
conoscere V ingresso dei linfatici , de' chiliferi , e la
sortita loro , e V origine del condotto indicato.
Prese egualmente ad incettare i chiliferi reflui dalla
loro parte inferiore, e vide che per nessun conto ii
metallo ascende. Come pure prese ad incettare i lin**
£uici efferenti superiormente ai reni, e il metallo an-
che in questo caso non si porta in basso , e per nes-
sun contd sotto qualunqne pressione retrocede; al con-
trario, spingendo ik^-metiUlo dal vaso chilifero refluo ,
le glandule si riempiono, e stabiliscono la circolasio«
ne indicata.
<i Risulta adunque dall* anatomiche ricerche finora es-
poste, che il dutto toracico non è il solo destinato^
dalla natura a ricevere la linfa, o il chilo ^ e questo
versare nel sistema venoso , raccogliendo tali liquidi
X
ah
dai ritpetthi luoghi'^ a riserva della ettramitii destre
aaperiori; ma che. servono allo stesso liflkio le tante
altre vìe prtom ipcognite e da me ora seopeite^ dei
vasi, altri infierenti , altri reflui ed efferenti, e delle
<;omanica£ioni di giandole , e delle anastomosi , le quali
ho fin qui prolissamente descritte , tanto, riguardo alla
porta y, quanto riguardo alla cava, sue diramaj^ioni e
sistema renale. » Tutti questi tentativi e scoperte sono
poi dall' autore ( come dicemmo ) illustrate e ben chia*
ramente dimostrate con nove bellissime tavole.
Instancabile V autore , porta le sue ricerche sugli
animali, e in primo luogo sui ruminanti -, e trova che i
cbiliCeri st riflettono in questi animali egualmente come
sblla specie umana , e raggiungono le glandule linfa-
iiche soprarrenali.
Porta le sue indagini sui conigli ^ sui solipedi , e ne
attiene con leggerissime varietà li medesimi risultati.
Portate, per ultimo, le ricerche sulla classe dei vola-
tili^ net gallinacei non è riuscito che ad. injettare i
datti- toracici. Per altro , essendosi negli anm passati
presentata l'occasione del dono -latto alTI.e R. mu-
seo di due struzzi, e trovatosi l'autore neH' istante
fke estratti se n' erano i viseerì , potÀ non solo in
questi osservare i 4 cluliferì^ ma ne injettò una quantità
assai grsaade. Intraprese analo^e ricerche su i linfàtiei^
ed i chìliferì nelle oche; ebbero le injezioni perfetta
rrasctta. ...
G>mpiuta per tal modo la descrizione dell' organis-*
zazione di alcune parti, od elementi dell'economia
animale , strettamente legati col sistema linfatico,
quindi dei linfatici, dei chiliferi, e delle loro comuni-*
eazi^ni nella specie umana , nei mammiferi, e ne' vo-
9Ù
ktài^ scende Fautore a parlare fisiologicametìte delle
nozioni ricavate dall' andamento dei nuovi vasi ^ e
delle loro comunicazioni^ riserbandosi da ultimo la
•soluzione delle obbiezioni tutte, tanto prodotte dagU
antichi sostenitori della vecchia dottrina , quanto di
quelle che sembrano emergere dai moderni risultamenti
diportati In favore di questa. Del che diremo nei segu^
ti Fascicoli! ( Sarà conUnuato, )
Sulla febbre gialla $ Discorso medico-ssipra^
tico del don. FRÀ^x|sco Bud^ medico in
Barcellona. Tradotto dalla lingua spa-*
gnuola dal prof. Frajscesgo Tanti ni*
fiuroduzione del TraduUore.
X UTTE ìe Magistrature dai Governi europei istituite
a tutela della salute dei popoli sono ormai d' accordo
«ul contagio della febbre gialla, sulla sua origine eso-
tica» e sulle misure preservative contro la sua intro^
duzione. Questa persuasione, basata sulla lunga e do-
lorosa esperienza e sopra luitiinovi tragiotiamentì , ha
trion&to contro i numerosi scritti di qilei Medici^
che guidati non so se più da spirito fli parte, o da zelo
per il ben pobblico^ hanno fatto ogni sforzo per istabi-»
lire e propagare la contraria dottrina. Tra le molte o-
pere di questo genere merita una particolare menzione
quella del dott. Carlo Maclean (i) , ove, accasando
(i) Evils of (juarantìne laws and non exùience of
pestìleniial contagion ecc. -— London i8^5.
■j •*
\
cagioni; la latitudine della salute da queste sole di«
pendere^ ed il corso qua^ mabbreyìablie i&W arie nelle
flugosi, a Dimesso dallo stesso sig. Tommasini, appunto
essere una prova del potere grandissimo delle forz^
della natura medesima.
E se una tal malattia è a riguardarsi dependent^
dal reciproco alimento che i due fattori, si prestano ;
se tolte anche le cause che quelli mossero ella cresce^
e si matura in onta ai mezzi curativi^ e spontanea-
\ mente decresce, sarà forza pur inferirne che nella parte
ilogosala si saranno generata delle condizioni diame-
tralmente opposte alle prime , aifermazione giustificata
dal metodo di cura che tennero costantemente i Pra-
tici dopo il p/imo stadio y e per la quale cade poi io
tutto la Tommasiniana sentenza dell'essere sempre U
flogosi di nuovo stimolo creatrice.
Se non che; quali saranno le cagioni di no tanto
cambiaménto? Mentre l'autore conviene del poco soc-
corso che prestano in ciò la fisiologìa , e la patalogSa ,
promette di itiolirare su tal argomento le proprie in-
dagini nella seconda parte ^ parendo a lui che le cause
di tale cambiamento abbiano a variare giusta gli esiti
diversi delia infiammazione. Intanto si contenta di dire,
penetrando col pensiere nel grande circolo delle ope-
razioni che nella parte flogosata hanno luogo , sem^
brargli ragionevole il con^hietturare, che giuota la ma-
lattia ad un certo grado^ debba in quella decrescere il
processo dell'assimilazione^ in grazia della sottrazione
dei principj nutriti\i a-venuta nel sangue per l' au-
mento del fattore idraulico, già impedito a dar luogo
ad altro umore meno spoglio di essi^ sottrazione ali*
meotata dalla qualità stessa del regime curativo ecc^
lOI
parole è spiegata la dottrina dei contagi^ e s#no get-
tati i fondamenti delle quarantine e delie leggi sanita-
rie^ questa Memoria, io dico, coronata dall'approva-
zione e sanzione del Consiglio superiore di sanità di
Parigi y e dì tutte le Magistrature del Mediterraneo e
dell' Adriatico , ha sommamente contribuito a fissar
r opinione , ed . a rendere generalmente, uniformi le dot-
trine e le pratiche preservatrici della pubblica incolu-
mità. Poiché-, sebbene questa gran questione intorno
alla natura contagiosa o non contagiosa della febbre
gialla , fosse stata già da lungo tempo discussa e affer-
mativamente risoluta (come nel t8o!ì dalla Facoltà di
Montpellier^ nel 1817 dalla Facoltà di Medicina di
Parigi e dalla Commissione delle Colonie; nel iBoo
dalla Commissione sunitaria centrale, e nel 1823 dal
Consiglio superiore di Sanità di Parigi) mai però era^
stata con tanto impegno , con tanti scritti , e da si
gran numero di (nedici combattuta quanto in 'questi
ultimi anni: dal che è avvenuto, che la titubanza ed
incredulità, in. alcuni , l' incuria] ed insufBcienza delle
misure sanitarie io altri , avevano lasciata sempre a-
perta qualche via alla, iotroduzione di questo, flagello.
Il sig. Marchese di Campo Sagrado, Capitano Ge-
Herale del Principato di Catalogna , e Presidente della
Giunta suprema di sanità del medesimo , conosciuta
r importanza della suddetta Memoria del cav. Palloni,
e desiderando col renderla generalmente nota di fissare
r opinione pubblica , commise ad uno^ dei più delti
ed insigni medici di Barcellona, il sig. dott. Giovanni
Francesco Bahì , di tradurla in lingua spagnuola. Que-
sti maestrevolmente adempì al suo incarico , e premise
alla versione un Discorso medico pratico di molla
pregio.
1*3
Egli mandò la sna ttadazione al sig. cav. Pialloni^
uDÌtamstiie ad una lettera ^a lai scritta in italìan«,
e ad altra scrìtta in lingaa spagonola dal aig. Ma^
cbes» di Campo Sagrado al saddetl» sig. PaUom, per
questi assai onorevole.
Avendo io pertanto reso di pnbblico diritto l' analisi
da me fatta della Memoria del sig. cav. Palloni, ho
credulo pregio dell' opera di tradurre e pubblicare an-
cora il citato Discorso medico-pratico del sig. dottore
Bahì è lettera del Marcbese di Campo Sagrado ^ unita*
mante, alla lettera italiana del sig. dott. BahL
Lo scopo prefissomi con tal versione, è queOo di
far noto quanto ognor piti si adotti generalmente dai
Governi e dai Medici la salutare opinione del conta-
gio della febbre gialla^ e di mostrare qual lustro alla
medicina toscaina ^ e qual sonoma utilità alla pubblica
salute abbia arrecato V autore della sullodata Memoria,
memoria del cav. doU. Palloiti , Membro del Consi^
gUo dì Sanità di Livorno , sul contagiò della Feb-
bre gialla. Tradotta dalt italiano in spagnùolo dai
. sig. dott, Giovanni Francesco Bahì , Medico ono-
vario di Camera del Rè nostra Signore , decorato
deW ordine del Giglio^ Medico Consultore dei Reali
eserciti, primo medico dello Spedai Militare della
' piazza di Barcellona , Professore di Botanica e A-
gricoltura^ Membro della Giunta suprema della
ffanità di Catalogna , Socio di varie Accademie e
Società Letterarie ed Economiche del regno, della
Società di Medicina pratica di Montpellier ^ della
Società di Medicina di Nimes > della Linneana di
Parigi^ di quella (( Agricolmra , Commercio e Ani
e detta LhmeoMa di Sfarbona) deBd Ecoàbmusà di
Pkiswej «ce.
Preceduta da un Discorso medico^praUeo del Tror
duttore, che dimostra t opinione erronea di quelli che
credono la febbre gialla èssere indigìsna in Barcellona.
Pubblicata per ordine della Giunta suprema di Sanità»
' Barcellona ', nella stamperia della Vedova di D, AgP'
sdno' Rocca f anno 1284.
Giunta suprema di Sanità del Principato di Catalogna»
Presidente — U eccellentissime» sig. Capitana Generale
di questo Esercito, e Principato.
Vice-Presid/finie — L' ecceOentissimo %\%, lG>mandante
Generale della Divisione Francese ip Catalogna^ cqq-
fiorme^ il trattato del 9 fiebbrajo di quesC* »nno.
y eccellentissimo aig. Vescovi '^ ed in .sua
assenza il Vicario Generale sig. Pietif'^
Giuseppe jivellà:
D sig. Intendente di qaest' Esercito e Prineir
faio^. Pincenza Fregola.
Il Brigadiere dell' armata Reale sig. Giuseppe
^ De €alderon ; Comandante jdella stazione
iiaYaAe di databgna.
U siiE. Barone àe Maldà\ . ,.,1.1.
n sig. D. Giovan Francese^ Behly Medica
operano di Camera del Re nostro Signore
Il sig. D. CUuidio Paradisa Chirargo in Capo
dello Speddl Miliuve dcU' esercito alleai»
in questa pianga ^ conforme al trattato del
9 febbrajò.
Segretario — D. Raùnondo Garda Veeino, primo of-
fiziale del Corpo del Ministero di marina.
Membri^
\
ie4
AW ecceUerUissimo signore dpn Francesco Giuseppe
^Beritardo de Quiros , Marchese di Campo Sagra^
do f ecc. ecc. ecc.
Eccellentissimo Si^ore.
L' Europa , spaventata dalla frequente comparsa della
febbre americana in alcuni Porti della nostra Penisola,
tiene fisso lo sguardo ; e affida le sue speranze allo
zelo e ai lumi delle autorità sanitarie di queste spiag-
ge marittime.
La prudente politica con cui V. E. compie gli alti
disegni^ che il re nostro Signore aveva in mente al-
lorché commise a V. E. il governo di questo Princi-
pato ; non poteva trasccffare per un momento sì sacro
ministero ^ la legge suprema dello stato ^ la conserva-
zione della salute pubblica.
Barcellona^ tuttora attonita per la fatale riminiscen-
sa della disastrosa epidemia del i8ai, teme ^ che le
opinioni mediche si contraddittorie fra loro, rendano in-
certo lo stesso Governo.
V. E. pertanto , cjii sta si a cuore il buon successo,
unitamente a questa Giunta suprema , tanto provviso-
ria che attiva , ha provveduto alla sicurezza pubblica
col non ammettere in questo porlo le navi apportatri-
ci del contagio , ordinando che passino ad espurgarsi
nel lazzeretto di Mabone.
Il puro zelo dell' E. V. si occupa intanto a ricer-
care se le altre magistrature sanitarie, e fino quelle più
remote del pericolo per causa della topografica loro
situazione y sieno uniformi nei loro provvedimenti.
La Memoria del cav. dott. PaUord sai contagio della
;^
J
io5
ieUirè giidla , che Y. E. ricevè dal Consiglio di Sani«
tà dì Liverao, soddislece, a parer mio> le savie mire
dell' E. V.
'Le Giunte sanitarie di Marsiglia e di Livorno hani^o
proclamato il contagio d«lla febbre gialla adottando le
sanitarie cautele , e la dottrina del dott. Palloni, da
noi pure abbracciata e praticata.
Si rendano pertanto pobblicbe in Spagna le idee di
questo sagace autore , . come l' E. V. e la Giunta hanno
convenuto , e mediante la , presente traduzione divenen-
do io il mezzo per ottenere tale scopo ^ permetta che la
medesima porti in- fronte l'illustre nome dell' E. Y.
unitamente a quello dei signori Membri componenti
questo Magistrato supremo di sanità , poiché tutti in*
aieme hanno acquistato un egual diritto alla pubblica
riconoscenza mediante la loro efficace premura d' allon*
tanare da questo illustre Principato il pericolo del di-
strattor contagia , che tre anni sono procurò ad esso
si luogo pianto ed amarezza tanta.
Profitto di quest' occasione per esternare Ha dovuta
mia riconoscenza all' eccellentissimo sig. Vice- Presiden-
te, Comandante generale della Divisione dell'esercito
alleato in Catalogna , il sig. marchese De Maringonéf
per l' indefessa sua cooperazione , deciso zelo y e spe-
ciale interesse che si è compiaciuto di prendere al no-
stro incarico d' adempiere si sacro ministero. **
£ come appunto l' E. Y. è l' iride di pace e di
. concordia fra i Catalani n^lia terribile crise politica
ultimamente soflerta inducendoli a riunirsi in un nodo
indissolubile intorno al trono augusto del Re mio pa-
drone, cosi il presente luminoso scritto sotto l'egida
dell' E. Y. lo sia ancora di persuasione e di riconci*
w ^ <«
io6
liazione di tolti { meclici alla nostra òpioione ptr hi
conservazione della salate pubblica in qaesta Jbelfe
parte del mondo.
In qualunque modo supplico V. E. di degnarsi di
accogliere questo tenue lavoro quale omaggio, quan-
tunque assai limitato y della sincera uii^ gratitudine
per la cortese benevolenza , di cui V E. V. da A lunw
go tempo , contro ogni mio merito , si degna fovorirmi»
Dio conservi per molti anni la vita di V. E.
Barcellona i5 ottobre i8a4-
Eccellentissimo Signore
B. L. M. di y. E.
Il pia ossegttio^o e umile servitore
GiovAF Feaucesco Bauì
Discorso Medica pratico del Traduttore y che mostra
quanto erronea sia F opinione di quélU, i t/uali
credono che la febbre gialla sia indigena ià Ban*
cellona.
Profittando della calma in cui attualmente si trova-
li mio spirito, io pensava di dare alla luce la seconda
parte della relazione medico-pratica, di cui pubblicai
la prima nel i8ai, intomo alla comparsa della febbre
gialla sulle navi provenienti dall* Avana ed entrate in
questo porto, e della sua introduzione in città/ nel-*
TestMe dello stesso anno.
Gli scritti de* medici anticoutagionisti di questa Ca**
pitale, e la spontanea loro riunione con altri profes^
sori stranieri , non erano sufficienti ad impormi silen«
zio sul contagio della febbre gialla , essendo io intima- '
mente convinto di un' opinione^ cbe al giorno d'og^
te W '
/
'>
I07
li .trova adotlala io^qilésta cita a ftegi^^ <^^ fran»
camente . parlando y gli ate«si amici e partJgtaiii degli
avversar)) generalmente loro non prestano pia Ibd^
411 questo particolare.
L' opinione pubblica di questa popolazione si pro^
'oaosiò interamente in favore del contagio :iii qoeita
estate^ vedendo accostarsi al porto le barche provenienti
dall' A.nierica , implorando questi abitanti che si' man*
dassero a spurgare a Mabone.
In questa epoca precisamente , 1' eccellentissimo sìg.
Capitano generale ricevè dal Consiglio di sanità di Li*
yorno la Memoria del dott. PaUoni sul contagio della
&M)re gialla > che S. E. si compiacque di mandarmi
perchè intomo al suo contenuto io presentassi alla Ginn*
ta suprema di sanità le osservazioni che io avessi gio<«
dicate opportune , e' la medesima , in sequela di quel
che le fti da me esposto , decretò che se ne stampasse
la traduzionew
Giudicai conveniente 9 - che, mentre si conservano
presso noi fresche tuttora le cicatrici della discordia
medica , fosse meglio lasciar parlare al doit. Pattom
intorno a quel contagio , e ciò • tanto < in grazia dei
superiori suoi lumi, quanto perchè^ trattandone io,
potrebbe farsi credere agi' ineauti^ che parlo per spìnta
di partito.
Profitto nonostante di quest'occasione per esporre
alcune riflessioni che pongono in chiaro 1' equivoco che
commettono gli avversar], supponenA» di «vere osser-
vato^ che la febbre gialla nasca in questo paese da
cause locali.
Userò a quest* oggetto una dottrina esposta too sem^
pHcità afSadhé sta alla portata ancora dei non medici>
/
io8
e possano cosi calmarsi , poiché non è giusta che il
popolo di questa Capitale , ansi lutto quello della Spa-
gna^ o poco meno che quello d'Europa^ si^trovìoo ogni
anno angustiati dal timore^ che il caldo estivo, l'aria
viziata delle cloache , dei pantani , e le immondesze
dei Porti possano produrre la febbre gialla > cause,
che al dire degli Avversar] , le hanno dato origine in^
Cadice , Majorca , Cartagena , Alicante y Barcellona , e
negli altri paesi, che vi furono soggetti.
Tal timore è il frutto , che i popoli d' Europa , e
soprattutto quelli delle sue spiagge meridionali marit-
time ed il Joro commercio traggono dati' opinione del
non contagio, mentre in conseguenza della nostra del
contagio, o importazione, si riposano tranquilli sulFac*
curata vigilanza che regna nei nostri - porli , conierme
Cadice e Barcellona Io hanno provato in quest' estate.
'I7è si dica gi^ ^ che la nostra opinione riesca dan-
nosa al commercio, essendo questo un errore molto
facile a confutarsi, giacché, dimando , cosa ha dovuto
pregiudicare più al commercio di Cadice , Malaga y
Cartagena , e Barcellona o le orribili epidemie , cioè ,
di febbre gialla che hanno sofferto per mancanza delle
sanitarie cautele > ovvero se si fossero obbligate le na-
vi, che vi arrivavano nelF estate, ad un rigoroso spur-
go nel lazzaretto di Mahooe?
Prescindendo dalle centinaja di migliaja di vittime
sacrificate per mancanza di cautele per parte della Sa-
nità , lo che desta orrore e spavento all' uomo meno
sensibile, il commercio ha sofferto infinitamente mag-
giori perdite per causa di dette epidemie, che non a?
vrebbe provato per lo spurgo dei bastimenti , o per
le quarautine che avessero dovuto fare a quel lazza-
log
ttìio j aensa cobslclerare ancora ^ che queste e altre
spese vaDno sempre ;a cadere sai coasumatorì.
Paragoniamo pertanto la tranquillità ^ - il bene ine»
sprimibile della pubblica salute dei nostri concittadini
e la sicurezza del commercio che ridonda dalle pre*
mure che i fautori del contagio si danno di alleata-
Darlo dalle nostre sfSiagge, e d'evitare che si natura-
lizzi fra noi nn morbo che distruggerebbe una parte
d'Europa e soprattutto le sue toste, marittime meri-
dionali.
. Esposto qneslo mio sentimento passo a provare :
Che la febbre gialla è essenzialmente distinta dalle
febbri . biliose e accompagnate da itterizia » come pure
lo è daf tì&t, comune , castrense , da quello delle car-
ceri, delle navi; e di qualunque altro che si osserva
indigeno* in Europa , malattie con le quali gli anticon-
tagionisti confondono quella febbre àupponéndoia onun«
da di questo paese.
I due tifi I r americano , ck>è y o febbre gialla y ed
il comune, o europeo, si distinguono assolutamente pel
loro corso e termine, e per la differenza dei l^o sin**
tomi caratteristici.
. Dal dimostrare che faremo queste proposizioni ri*
sultera , che la febbre gialla z: esotica all' Europa , i
conseguentemente contagiosa.
Ogni, medico pratico di questo paese dovrà conve-
nire, ch<s le febbri pi^tride., maligne, atassiche e a-
dinamiche , ossia il tifo comune europeo , o le febbri
biliose maligne non finiscono nei primi sette giorni ,
ovvero nel primo settsenario di malattia, ma piuttosto
sviluppano ordinariamente , o quasi sempre* l' aumento
dei sintomi gravi o la maggiore loro malignità' nella
110
•ecdndA leUimana per decidersi o terminare io male o m
bene : qnett* nltimo i il risultato pt& frequente , l'esito,
cioè ^ del tifo europeo oòn finisce o non si giudica che
fino a taot« ch'esso sia molto avianEàto, ossia perki
meno verso gli ultimi giorni del citato secondo sette-
nario.
Veron medico pratico , che abbia visitato gì* infermi
di £ebbre gialla durante l'epidemia del tSli [non po'-
tra parimenie negairml , che ini questa malattia i sin-
tomi spiegarono la loro maggiore malignità e ferocia
non solo prìma del settimo giorno , ma abs^i presso la
massima parte dei malati entro i dne^ tré, quattro ^
o cinque primi giorni , come io pure 1' ho oìtserrato ,
mostrandosi questo tifo molto pih micidiale del <iomo-
ne; passato per& eh* era il attimo giorno fuvvi luogo
a sperare on esitò felice nella indicata malattia.
Ammessi per certi questi fatti, come realmente lo
sono , fisseremo
I.P. Che la febbre giaDa termina presso noi /o' se
ne giudica V esito , ordinariamente entro i sette primi
giorni.
3.^ Che nel tifo eurppeo la malattia non finisce, é
non si giudica fino dopo tal tempo , e anche più in* là
della seconda settimana.
3.^ Che molti, o la maggior paYte degl' inferrai at-
taccati dalla febbre gialla muojono entrò i primi dtie,
tre, quattro, cinque o sei gtomi , toentre in questo
periodo di tempo non muore alcuno del tifo conrone
o europeo, o Varissimamente almeno , e in tal caso
anche per la complicatione di altre cause; e di ésso^
i più guariscono. ^
4*^ Kisnlta dunque , che la febbne giaUa non si o^-
^ervà itidfgeDa i% questo paese. Ne tal sì vide mai
oeir epidemia dell* Esercito del Rossiglione , e della
Catalogna qoandò. aVey^taìopiìi di venlitremile soldati
malati negli spedali di campagna e moltissimi abitanti
attaccati dal tifo coniMné nelle popolazioni maritiirae
di Matard , Barcellona , Areris , e Ganet de Mar, Ca-
iella, Pineda , Malgrat, San Felix de Qnixolo, Pala«
mds e Rosas^ fra le quali popolazio^ii maiittime sta-
bilimmo gli spedali, da me freqnieptcmentè visitati in-
aieme col sig. Protomedico , il cavaliere MasdevaU^
Medico di Camera in attivitìi dd re nostro Signore ,
e Ispettore generale dell'epidemie.
GÌ' Ispettori dell' Epidemie , Membri di qaesta Sa-
nità reale medico-pratica di Baroellona^ e i Delegati
loro hanno osservato coatanlemente qoesto atèsso tifo
comune o europeo nelle varie parti tanto, marittime^
qoanto pia interne del Principato , nelle distinte epi-
demie di febbri maligne da loro vedute senza che mai
abbiano fatto menzione di avere riscontrato un malatS
di febbre gialla.
Osservai costantemente ancora lo stesso corso e ter-
mine della malattia nelle epidemie di febbri estrema*
mente maligne, o di tifo europeo, che agl'invito del
Giusdicenti dei popoli di Santa Maria del Campo y
ValleS, Paleuzuela, Gastroxeriz, Astudillo , Torque-
taiada e Sotillo , presi in esame nella Castiglia vecchia
nell' anno i8o4 > senza che vedessi in quelle epidemie
un sol malato di febbre gialla.
ISè malato alcuno di febbre gialla fu veduto nep«
pare fsa le molte migliaja d' infermi , che avevamo
nella guerra dell' indi^iendenza ^ nella quale io prestai
servizio dal principio aUa fine ; come pur lo prestai
\
\
Ila
qaasi in tatti gli spedali militari di qacsto Principato
e di dna parte del Regno di Valenza, stabilendoli in
Tinaroz e Benicarlo dopo quelli di Tortosa , nello sta-
biiiqiento e servino dei quali nelle suddette piazze lui
gravissimamente attaccato dal tifo castrense durante la
crudele epidemia del 1809.
Questa medesima reale Accademia di Medicina pra-
tica di Barcellona, che da* suoi fondatori in poi conta
sommi Medici pratici , non ba ne* suoj Atti accademici
fatta mai menzione di alcun malato di febbre gialla io
questo Principato fino all'indicato anno 1821.
Io f il quale , unicamente per confutare la contraria
opinione, e 1' errore degli Anticontagionisfi di questa
città -^ senza avere peri» punto T intenzione di oifenderli
in veruna guisa , posso dire senza adulazione , 'vana-
gloria f o amor proprio, di avere veduto più malati di
tifo comune, o europeo, e più epidemie di tutti loro
nnìti insieme^ poiché le mie incumbenze negli eserciti
fiel *Re nostro Signore, e le varie mie commiMÌoni
presso popoli afflitti da epidemie me ne hanno offerta
l'opportunità, credo di potere avere qualche autorità
e facoltà di giudicare su questa materia.
Non sia però l' autorità mia la sola che parli : dicano
i miei colleghi , tutti i medici , cioè ^ dell' esercito del
Rossiglione e della Catalogna in guerra contro la Re-
pubblica francese , come pure tutti i miei compagni
di servizio negli spedali di campagna nella guerra del-
l' indipendenza , se vi videro un solo malato di febbre
gialla fra le popolazioni , ove visitarono molte mi-
gliaja di soldati y e abitanti infetti di tifo, ossia di'
febbri maligne , àtassiche , adinamiche ^ biliose o putri-
de ; secondo che altri le chianaano»
ir3
Né fino al 1821- si adì maiin Catalogna, che ve-
run medico dfcesse di avere visitati malati dì febbre
gialla meno che nel i8o3, nel qnale anno se ne videro
alcuni , perchè detto morbo fu introdotto nel no-
stro porto da un bastimento, il cui contagio seppero
felicemente isolare ed estinguere iinedici della Giunta
municipale di saniti, con vigore sostenuti dallo zelo
veramente filantròpico di quel M. I. Consiglio e R.
Udienza (i)^ mediante i quali provvedimenti il pub*
blico di questa città non giunse ad accorgersi del con-
tagio che aveva nel suo seno^ e questi sono sempre
i buoni effetti , che resultano allorché l'Autorità sostie-
ne con braccio forte i medici nei quali ripone la sua
confidenza.
Con l'esposto fin qui ho procurato di dimostrare,
che durante V epoca nostra , ossia da un mezzo seco-
lo a questa parte , non si è mai osservato alcun ma-
Iato di febbre gialla nel corso delle varie. epidemie di
febbri maligne, ossia di tifo comune europèo, né spo-
radicamente in Barcellona, né fra le altre popolazioni
del Principato , e neppure nei numerosi spedali di cam-*
pagna , nei quali fece strage il tifo chiamato caitrensé.
In grazia della ' differenza dei segni caratteristici, as-
segneremo ancora i limiti della febbre gialla , e la distin-
gueremo dal tifo comune o europeo : nei malati , cioè ,
della febbre americana, tosto al suo principio regolar-
mente si presenta T infezione rosso* gialla nei vasi della
congiuntiva degli occhi , colore che si spande ^ benché
(i) Audiencia chiamasi un Tribunale eretto in ìspa»
pia per r amministrazione della giustizia.
AiTNALi Foi. xxxrni. 8
i«4
talora io modo poco distiogulbile j alla faccia , al colici^
e laccessrvamente al resto della cute , di maniera che
forma un carattere distintivo ( se jdoq essenziale ) d^t
questa febbre , il qaal sintoma non si osserva negli
infermi di tifo europeo , poiché, quando ancora in al«
Guni individui attaccati da qnesto , e soprattutto qoao'
do sono minacciati di delirio, si riscontra fin certo
rossore nei loro occhi , questo però non vi è mai
unito al color .giallo , come succede ai malati del tifo
americano: il vomito nero, o del color di caffè e i
flussi ventrali sanguinolenti e nerastri: i dolori intensi
pelle articolazioni , e ps^rticolarmente dei lombi , e della
fronte : la mancanza di meteorismo , o serramento del
basso ventre, questo comune nei malati di febbre gial-
la , e quello si frequente nel tifo ordinario : e quella
calma seduttrice, o quasi cessazione di tutti i sintomi
gravi I vale a dire Y ingannevole miglioramento, che
nel corso dei priùii tre,' quattro o cinque giorni gli
infermi credono di provare ^ e eh' è per 1' ordinario il
aegno della loro prossima morte ; unitamente air epi«
gastralgia e stato particolare della lingua > costituisco-
no, a parer mio, il carattere specifico della febbre
gialla , che non pui> confondersi o equivocarsi con
quello delle febbri unite ad itterizia o tinta giallastra,
.che qualche volta vediamo m Barcellona e in filtre
parti della Spagna $ imperocché non sono accompa-
gnate dal surriferito treno di sintomi, né dal rapido
corso , né dal pronto e generalmente funesto termine
da noi indicato^ circostanze proprie alta febbre gialla.
Avendo già protestato di non dirigermi ai medici
personalmente^ ma solo ai fatti per illuminare il pub-
blico e soprattutto il Governo, cocne è il mio dovere,
\
{»6ichè fion mi sarà mai lecito A' idgamiave 1* Ammonti
(né chi si sìa ); passo a render noti valoani manifesti
e^voci nei quali sogliono cadere i diversamente opi-
nanti ^ che s'illudono nel vedere la febtnre gialla nei
malati itterici y o nei febbricitanti con tinta giaDastra.
Neil' estate del 1622 fu trasportato coti latta la sua
fiuniglia al lazzaretto situato fiiori della mura della* città ^
un malato di Via larga , colorito di giallo , come so^
spetto^ con ispavento non piccolo del pubblico di* que-
sta Capitale. Fui tosto informato^ che la malattia do-
rava da molti giorni ( più di sette ) e che qualche tem-
po prima aveva sofferto delle febbri intermittenti assai
ribelh*. Non dubitai un momento ( e lo. dissi a un mio
collega ) che V infermo fosse afflitto da qualche affesio*
ne al fegato ^ da cui^ traeva orìgine Pitterizfa e il coloif
giallo del suo corpo ; di fatto , si sviluppò im' epatalgia ^
come resultb dalla relazione dei due medici incaricati
dal Governo a prendere In esame l' itifermo : essi non.
distinsero già in lui la febbre gialla ^ e confermarono
tiel }oro rapporto l' opinione y che la febbre epidemica^
la quale Infierì nella nostra città nel 1821 ^ era stata
di origine esotica ^ mentre che tino di essi y insfeme a
suoi colleghi; aveva precedentemente firmato il con-
trario.
£ per mostrare quanto gli anticontagionisti s' fllndo*^
tio su questo puntb ^ e mentre premurosamente si ado-
prano per far cadere gì' incauti nella loro erronea opi-
nione, appoggiandola forse ad alcuni frìvoli equivoci (i)^
(i) Mi igiene riferito che stanno per pubblicarsi aU
cuni leggieri equivoci di citazioni e date fatti da alcuni
di qualche scrittore contaghnistat , e ad argomenti ne*
gativi y passo a bs noto un avvenimento il più strano
su questo punto.
$a^ méàiei della Commissione francese in questa città
i d()Uori Parìset, Bally, e Francois nella loro Opera
sulla febbre gialla qui regnante nel 1821 , e nella re^
lozione che su essa pubblicarono in sequela delle in'
jormazioni che ricevevano in metzo alle scene éP or*
rote e di pianto di questa Capitale: è fadl cosa H
rimediarvi adesso con la calma delT animo e con la
personal sicurezza. Tali equivoci consistono , p. es. ^
nelF avere scritto che morì un certo negoziarne^ invece
che doveva £rsi il suo cassiere , ed alcuni altri di
ugual specie f certamente di poca importanza, e non
iaU da potere oscurare il merito deltOperay né i pre-
gj di quei professori meritevoli di miglior trattamento
e considerazione per parte dei giornalisti di quel
tempo.
Fra le notizie sbagSat§ ndT Opera citata , si trova
alla pagina i43 ancora quella di supporre nd giar*
dino botanico da me diretto la coltivazione del te
della China, Thea Bohea L.^ mentre è decisamente il
te di Spagna y Ghenopodlum AiAbrosioides Ijy da mot-
tùsime persone y del pari che da me preferito a quello
per Fambrosiaco suo aroma: come' pure neW avere i
medesimi Signori prestato fede alla persona che li aS"
sicuro maturare alT aria libera nel suddetto giardino
ff fruttò del genere Musa^ eh* essa mai non conobbe f
noh avendolo noi mai veduto nascere in questo paese ^
confondendolo sicuramente con quello delT Annonù. re«
ticulata /vo/garm^/U^ Qiirìmoya.
117
NeQa córrente estate , eaith nello spedale militare di
questa piazza ^ un infermo del presidio della ciitad^a,
con legni apparenti di gastricismo e con , giallo colore
della cute^ die divenne più fosco nei sucocssìtì tre
giorni^ otìde il medico che lo visitara mi tece parte-
cipare questa circostanza. Prima ancora di vedere il'
malato non esitai un momento , come mi egressi a)
medico di guardia , a dire die si sarebbe -trovato que*
gli afletto da itterizia ^ e tosto che lo vidi • mi confieiv
mai nel mio giudizio ; lo trovai , doè , con esaltamento
di. forze ^ e .con segni evidènti di gastricismo, con gial-
lezza la più decisa degli occhi e della pelle ^ propria-
menee itterica y con orine che tingevano i lenzuoli del
suddetto colore 7 lo che non si osservò nei > nostri ma-
lati di' febbre gialla nel i8ai ^ mancando inoltre il
sintoma caratteristico dell' infezione sanguinolenta o ros-
so-gialla della congiuntiva , preludio , o segno ^ a mio
avviso y di un eguale; infezione negli altri vasi capil-
lari dell' or^nismo, segnatamiente della cute e delca*
naie gastro-enterico,^ o della sua tunica muccosa. • Ordì»
nai che^ non si facesse alcun cangiamento nella sala
circa al malato, non potendo esso ispirare alcun timor^é
Gon. tutto ciò» fui informato ndla seguente mattina^
che r infermo era stato trasferito aeparatamentiG^.in un,
angelo della ittedesi^ia sala. Comandai , suU' atto^ che
foiise ricondotto^ nel suo solito posto , e fed conoscere
a quegli che aveva promossa tale separazione ^ ( insuf-
fidente d' altronde se si fosse trattato di contagio ) che
il provvedimento da lui preso doveva molto sorpren-
dere, giacche .egli aveva opinato ed chinava tuttora»
che la febbre gialla non era contagiosa ^ com' egli «tessa
aveva firmato.
\
Il
8
Pn'nclpmvaoo a màfiiife^tarsi le'fimeste cbnsegoenze
di quella misura , poiché gli stessi joldati del presidiò
convaleseenti , ai qaali interessa sempre di prolangare
la loro convalescenza nello spedale» si aflrettavaoo a
chiedere ' il permesso di 'ritornare al presidio , tanta era
r impressione! fatta in essi dalla separazione del loro
compagno malato giallo; e non dubito che ne sareb-
be derivato un - maggiore spavento e fetali consegaenxe
se non mi fossi sollecitato a rimettere l'ammalato al suo
posto.
Sembra poi fuori di dubbio che quelli, che pensa-
rono essere stafa indigena e nata da cause proprie a
questo paese la' febbre gialb che nel 182 1 investì que-
sto popolo y . credono vederla tuttora negl'infermi feb-
bricitanti itterici o colorati di giallo : or bene , a cosa,
gioverebbe la loro sepai azione dagli altri , e il -loro
isolamento in un laxaafeuo ?
£ cos' avrebbe fetto qualche medico anticontagioni-
sta nel caso in coi io mi trovai giorni sono , ■ di co-
rare , cioè , un malato tinto di fosco giallore , eoa
soppressione di orine o iscorìa renale, e con vomitò
di matèrie molto scare? Vi fu d' oopo di mostrare
lotto r ìntimo mio convincimento : e la deferenza che
^ì ha per me, dopo^ i disgraziati avvenimenti del iSat,
potè contribuire a calmare le persone che ad esso si
interessavano , gli assistenti^ e concorrenti ' in una lo-^
canda ove si trovava V infermo. In questi mancava /
oltre gli altri sintoÉ^i del tifo, l' injezione rosso-gialla
dei vasi capillari della congiuntiva, del viso, e del
resto della pell^ e si presentava soltanto il dolore che
io chiamo propriamente itterico^o giallo per T impedi-
to libero scoio della bile nel tubo intesttiiale ^ e pel
«'9
cftnsecQtivo suo assorbimeato o spargimento ^nella pe-
riferia del corpo. Nel quatlordicesimo gioroo di malat-
tia r infermo mori.
Sono persuaso che il suddetto colore rosso-giallo
della congiuntiva e degli'' altri organi per cania delia
inje2Ìone dei loro vasi capillari , ohe si osserva neil»
febbre gialla^ nasca da un* alterazione del sangue, pn>*
dotta dal virus contagioso che ha promossa quella
specifica alterazione attaccando il princìpio imitale ^ nel
modo appunto che fi virus vajiioloso e qilello degli aU
tri contagi produce ùH' alterazione s^écifida y e conse-
guentemente lo sviluppo oeir orgabismò di quei sin*
tomi che sono proprj di ógni malattia: Onde faccio
ima distinzione ben decisa ùb le febluri accompagnate
da ittèrica, ossia fra i niàlàti febbricitanti con ttteri-
zia , che osservammo per altobi atini tanto- in Barcel-^
lona^ quanto ancora in altre parti ; e gì' infermi attac«
cati dai tifo esotico , il quale per 1* essenziale sua ma<^
lignità , investendo il principio vitale ^ non può né
riconoscer per causa , né produrre una vera ' infiam'
^dazione.
Nel settembre dell' andò prossimo passato^ mentre io
visitava vicino alla pescheria un ' m^latoi di ftbbre acu-
ta y e colorito di^ giallo ittèrico , la qbafé progredì fino
al !ii giorno di malattia , è gntirì col mètodo antifio**
gistico ; e mentre nello stésso (empó,^ unilattiente aé al-
tri professori^ ^ assisteva un infermo nella strada' della
libreria esso pure affetto da febbre acuta e ^tidto éi
giallo j la quale andò fino al ÒQ.^ giorno in cui mori ^
un altro medico visitava in BarcelloneCta un malato di
« febbre biliosa di un carattere penticìoso , e di tm
tipo alquanto intermittente, accompagnata da itterizia
'l2d
con un colore decisissimo': la tnafattia progredì cùn
gualche segno d! infiammazione di fegaio ^ ed U maiala
morì con sintomi adinamici : » cosi risolta di^lia relazio-
ne registrata negli Atti letierarj di qaesta reale Acca-
demia medico-pratica. Si parlava cop . molto ipteresse
e premura di quest' iofermo. per abitaipe il medico in
qnel quartiere, in cui sulle barche del porto aveva
ÌQComiDciata l'epidemia Del i8ai. Il medico presentò
all'Accademia in una pubblica seduta la camicia di
quel malato quasi totalmente tinta di giallo: dissi al-
l'istante, che appunto per essere la camicia gialla,
l'ammalato non aveva la febbre di tal nome, giacchi
gì' infermi di febbre gialla non tingevano còl loro su-
dore i panni di quel, colore , come ay evalivo avutp oc-
casione di osservare nel i8ai. Il malato prese la chi-
na , e moil molto più al di là del primo settenario.
Sarebbe poi un eri^ore il credere, ,<;he le febbri le
quali si presentano in questa città col colore itterico
sieno la. febbre gialla , i cui sintomi , ed il cui corso
e fii^e feono taqto distinti, come ho mostrato : come (u,
pure un errore il confondere la febbre gialla dei ma*
lali di Barcellona nel iSoTir col tifo, comune.
Errore o equivoco si fune&to a questa citià; poiché
presentato' allora tal giudizio all'Autorità e sparsosi fra
il pubblix;o, pose in dubhjo l'esistenza, della fc^bbE^
gialla, tanto più che quest'opinione riusciva più gra»
dita al popolo: d^ .questa disparità di sentimenti per
parte dei medici , nacquero . le , tragiche scene osservji|té
presso noi in tal tempo;
Quando un professore straniero , che si fiffatica a
non trovare contagiosa la febbre gialla^' senza dubbio,
col nobile oggetto di scoprire la verità, mi disse che
N
131
se' Membri medie! della Gioata suprema il saniti , ia
QQO dei nostri Manifesti del mese d'agosto 1821 oon
giudicavamo per contagiosa quella febbre , io gli feci
rilevare ben chiaramente il linguaggio medico politico
die avevamo usato servendoci deli' espressione, che
fino allora la walauia non aveva spiegato il suo ca^
rauere contagioso.
Ijfel nostro primo Manifesto in data del di 14 dello
stesso mese avevamo dichiarato essere la medesima
esotica ( conseguentemente contagiosa ) e coi provve-
dimenti dell' isolamento e separazio.ne dei malati , che
fino dal principio . ponemmo in pratica , assai manife-
stamente lo confermavamo , procurando , cioè , eoa
questo ed altri mezzi > che la malattia non spiegasse
il carattere contagioso nel popolp che desideravamo
salvare ; come senza dubbio avremmo fatto^ se la diffe-
renza delle opinioni non fosse stata, la causa della pre-
venzione e resistenza del popolo. ,
Il contenuto dell'Opera del sig. pevéze sulla febbre
gia|)a,, è, uno di quelli che maggiormente .mi convinco-
no dell'affezione ss^ngifigna speciécache ho indicato,
di fatto, i vomiti .e flussi. di ventre sanguinolenti da lui
citati come tanto., comuni negl'infermi di febbre gial-
la da Lui veduti , inducono . a credere la sanguigna
alterazione dei vasi capillari della membrana mucosa
gastro- enterica , il cui liquido stravasato e viziato dà
il colore Oiicnro al vomito e alle fecce., e può contri-
buire al non formarsi una vera gastro-enterite. Detta
alterazione specifica del sangue, è la causa | senza dub-
bio^ in principio del colore rosso giallo, e rosso-plum-
beo in seguito nei suddetti malati e nei loro cadave-
ri^ simile al colore giallo-paonazzo del sangue strava-
mi
salo nel coiso dell* ecchimosi , come giornalmente si
osserva , con 1* aggiunta peraltro dell' alterazione vitale,
qual elfetto di on contagio venefico e micidiale , cho
esclude e soffoca qoalaoqoe genaina diatesi flogistica.
Fa pure mestiero di capere, che il contagio , nel
princìpio di malattia» semhra produrre uàa flemmasia
o sub-iofiammazione ( sintomi d' irritazione ) onde al-
cuni ne restano illusi^ credendo utile il metodo gene-
rale antiflogistico y itia presto si trovano disingannati
dalla cessazione di quei sintomi, essendo la morte m
tal caso la conseguenza ordinaria di dette metodo de-
bilitante, mentre questo i seguito dal più felice sue*
cesso nelle vere flemmasie accompagnate da itterizia^
lo che evidentemente dimostra ancora , che le fbbbri
acute , le quali qui vediamo unite ali* itterizia , non si
devono confondere con la febbre gialla.
In conferma di questo aggiungerò , che presente-
mente in Via nuova dì S. Franeesco, accanto al'giar-'
dino del sig. Intendente , si trova in 'convalescenza
Francesco Serra di 5^ anni ; di temperamento niani-
lestamente sanguigno-collerico: si annunziò in esso nei
primi giorni del male una febbre acuta : concentrato
e teso era il suo polso, e acceso il volto (senza però
il colore rosso- giallastro negli occhi ) aveva sete, lingua
secca e nerastra con fenditura, conati al vomito ,
stringimento del basso ventre , singhiozzo , dolore ai
preco'rd) che si propagava fino versò ie ultime coste
vere del lajo destro. Net quinto giorno di malattia si
affacciò un leggiero colore giallastro alla cute e negli
occhi , e 1* iscuria renale j ossia soppressione d' orina ,
il qual sintomo, presso noi osservato assai cotÀune e fu-
nesto nella febbre gialla del 1821 , ha continuato ià
ii5
qaest' inferiDo fioo al settimo giorno^ in cui cede al-
l' uso dù due «alassi di circa una libbra e mezza per
ciascheduno ^ e alP applicazione dì ventiquattro san*
guisughe all'epigastrio e alla parte inferiore del petto,
oltre di un vescicante applicato all' ipocondrio sinistro:
da quel giorno le orine si presentarono nella * qnantità
di pi& di i6 ^libbre nelle ventiquattro ore (i) fino
al diciottesimo giorno di malattia , come risultò dal
peso che ne fa fatto, ed i lenzuoH erano tinti d' io*
tenso cìoTore giallo: scemarono successivamente il sin^
ghiozzo e gli altri sintomi^ ma^ fino al citato gionio,
r evacuazioni per seccesso si mantennero bianchissime ^
prova ponto equivoca che una flemniasia aveva - inte-
ressato il fegato ed il condotto colèdoco , impe^iendo
il passaggio della bile nel tubo intestinale. Questa feb-
bre, periamo era infiammatoria, accompagnata da itte-
rizia , e non 1^ febbre gialla con cui si confonde da
quelli che credono di vederla in • questi febbricitanti
tinti di giallo: come d'altronde poteva mai essere feb^
bre gialla quella di quest* infermo , mentre 1* aveva a-
vnta nel i8ai ?
La gastro*enterite non è dunque essenziale nella fel>
bre gialla , mentre in molti matati manca fino qualun-
que sieguo di una pseudo-ft^mmasia nel ventricolo e
negl'intestini, secondo le sezioni anatomiche eseguite
da varj autori , e quelle del savio e diligente dottor
Audouard in Barcellona ;' mentre quelle del dotto si*
(i) li autore dice più di mezza arroba : or hene^
V àrroha h un peso che equivale a iS libbre di i6
once V una.
\
fi4
gnor Lassò in Cajdie« ci mostrano segni Al lesione m
altri visceri , p. es. nel petto , torse prodotta dalla
prima impressione del contagio introdotto io quell* or*
gaoo della respirazione.
Mi permetterà il sig* Devèzò che gli esponga, che
Il II aoldati malati di febbre gialla^ ch'egli dice nella
•aa Memoria a S. M. Cristianìssima essere stati visitati
dal dott. Broussonet nello spedale di Montpellier^ prò*
cedenti da Rosas in Catalogna , non dovevano essere
ftfietti mai da simile malattia , imperocché nella guerra
contro la Repubblica francese nel i^qS, 94 9 e g5 du-
rante l'assedio di Rosas, ne in quella dell* Indipea-
densa dal 1808 al 18 r 4 tK>n fu mai in Rosa^ un ma-
lato di febbre gialla, attestandolo io come Segretario,
qnal fui, del Cavaliere Protomedico nella prima , e co!ne
Medico Consultore durante tatto il corso deli' ultima
delle sopraccitate gucfrei ne dubito che lo attesteranno
ognalmente i Medici che servirono negli spedali di am-
bedne gli eserciti.
Fa pena l'osservare che gli Ànticontagionisti mo-
strino un si pertinace impegno a sostenere la. loro o*
piniooe basandola su latti si apertamente fal^^ e sul-
r alterazione si vistosa ddla fedeltà delle citazioni degli
autori ai quali si riportano. In conferma di quel che
asserisco^ basta leggere il N«^ 3 del tomp 4 del Gior-
nale della Società mèdico-chirurgica di Cadice del mese
^i marzo di qiiesi'anno s: Dimanderemo (vi si dice)
ai pariigiani del contagio : nelle epidemie di vomito
nero , che in numero di 2 a devastarono Barcellona
avanti gli stabilimenti delle Americhey ecc. ( Càpmanj,
Memoria sulla marina ^ commercio ^ ecc. Madrid
1792: tom. 3 pag. i24>^.
/
ia3
Ncn può legger^ la saddetta proposizlooe degli An*
ticontagìoDÌsti ^ confrontapdola alla lettera con ciò che
scrisse il politico Capmany nel laogo citato sali* epi-
demia di Barcellona « senza fremere *deir impudenza con
cai si altera il tesio di queir autore. Pochi storici sono
tanto convinti del contagio, quanto il nostro Gapm&ny.
Nel 4 tomo delle Memorie istoriche sulla Maritaa^ com*
raercio ^ ed arti dell' antica città di Barcellona si legge
quel che segue : s Lo stesso commercio manitmo^
che arrecava le ricchezze ed i comodi ^ ^apportava u*
mti a%U oggetti necessaria a^ umani bisogni ed ai£w-
mona, cupidigia la destruzione degli stessi uomini. Le
pestio oggigiorno radicate e JisscUe unicamente nei paesi
dei Masstdmani fatalisti ed indotenii , erano in tal
tempo molto frequenti fra gli Europei , o per lo meno
yieUe province e porti del Mediterraneo. Contro questa
pubblica calamità, che senza dubbio si propagava me*
diante il commercio d! oltremare e ài Barberia , iiofi
fa opposta per varj secoU alcuna efficace e perma^
nenie misura di polizia nelle piazze marittime, le quali
-erano quelle che pia ne avevano bisogno* Per ciò poi
che riguarda i lumi ed i mezzi di precauzione per e-
vitare questi mali, tutti vivevano come Maomeitani,
almeno dal secolo sedicesimo in su. Dalle stragi scff*
ferie in Barcellona dopo il principio del secolo XIK,
fino verso la meta del secolo XVll si può dedurre
quali fossero gli effetti del flagello sì spesso ripetuto
dei trudeli contagi e delle epidemie zz quindi aggiun-
ge s di fatto j non si osserva che in due secoli si ap^
pL'casse alcun riparo dedotto dalla previdenza del Go*
ferno, né . dalle esperienze della Fisica per prevenire
le cause del flagello che si ripeteva senza ostacolo, e
/
ii6
si esacerhava , e si radeva pertinace a tenore della
sua attinta, senza che le precedenti stragi aprissero gU
occhi a chi attualm&He ne soffriva in prò dei loro
discendenti. Nel secolo XÌV, daW anno i353;/&io al
iSqG sei volte soffrirono la peste: nel secolo KV, dal
ì^oSJtno al 1497 ^ 'Contarono sedici stragi fra pesti
decise ed epidemie} nel secolo XF'L dal \5oi fmo al
iS^S le jfesti ed epidemie si rinnovarono per otto voi*
te; e nel secolo passato non se ne ha memoria che
di una nel i65i , la pia crudele e micidiale dopo la
peste nera del i548y e durò pia di otto n^esi. s
Chi saravvi il qyale, dopo V esposto, dir potrà che
farooo epidemie di febbre gialla o di vomito nero le
citate da Capmanyl E non è forse un' idea erronea
quella di pretendere cUe Tanica epidemia dallo stesso
autore espressa col nome di peste nera fosse appunto
la febbre gialla 7 Io almeno ( e credo che tutte le per*
sone imparziali diran lo stesso) sarei piuttosto d'opi-
ttiofte y che se i malati in qaella peste fossero stati co-
lorati-di giallo, Capmany e gli altri scrittori di quel-
r «poca V avrebbero chiamata peste gialla e non nera
come scrissero: prova evidente, che negl* individui si
allacciarono macchie nere, ossia tracce di gangrene e
sfaceli.
Gli anticontàgionisti non avvalorerebbero neppure
la loro opinion^ ancorché si fosse trattato di febbre
gialla in queir epidemia , poiché il titato scrittore dk
il carattere di contagio- e V origine esotica a quelle pe*
8ti ed epidemie.
Basterebbe a provare che le suddette pesti ed epi«
demie non erano febbre gialla il solo riflesso , che il
sig« Capmanjr parla tanto della presenza dei tumori
t
I
"7
( bubboni ) darante le medesime, e' che molle di este
datavano anoì ioteri o molti me8Ì> inclusive quelle
' dell' inverno e della primavera , mentre la febbre giitl-
la qui. non. si manifesta 5'no ài mesi caldi. Nonostante
che un medico^ abbia firmato avattti il Governo di
averla vedota già nel febbfajo del i8ai, ed essere
, tutti gli anni sporadica in questo paese , e dopo poi
abbia firmata innanj&i agli stessi Superiori essere la me*
desima esotica , mi permettere che gli dica , con la
dovuta decenza e- con T animo soltanto di>disingannare
i) pubblico e tranquìllizsare le Autoritfi , eh' è altret-
tanto incerto di vedere in Barcellona la febbre gialla
nel febbrajo^ quanto di vedervi in tal mesegik fiorite
le viti: tanta è la certezza che abbiamo del grado di
.temperatura che si richiede perchè quella malattia sa
sviluppi;
Nel medesimo giornale di Cadice , nell' appendice al
o. lY del tomo HI, quarto trimestre dell' anno 1822
alla pag. 67 si pn& leggere la dichiarazione firmata da
otto professori del Porto Santa Maria dinegando assih
àitamenie che in tutto il tempo che il sig, Broussais
fu in- quel paese si fosse presentata la. fehbre. gialla in
ijuel popolo , né in verun altro del tertitorio , e nep^
pure alcuna febbre con sintomi proprj a (tjuella, né
che , essendo un' altra , potesse ammettere la sua
cura.
Onde le febbri che il sig. Broussais avrebbe medi-
cate in Andalosia col nome di febbre gialla y come
alcuni afi^rmano in favore del metodo antiflogistico,
sarebbero sicuramente le flemmasie viscerali o gastro-
enterico-epatiche ^ ossia lo stesso che le febbri ^accom*
ipagnale da itterizia che io, ho vedmto in Barceilooa e
ia8
medicate per inflammatorie col metodo antiflogistico , é
non dobito che lo possano contestare in ugual modo
molti altri professori :. e devo a questo proposito trì-
bstare dovuti elogj al sig. Broussais pel mento che
egli ha di avere illustrato in vantaggio dell' anatomia
patologica questo punto delle infiammazioni viscerali e
membranose , senza che per questo io ammetta' , come
ho superiormente indicato, che la gastro^emerite sia
essenziale nella febbre gialla.
In tutti i nletodi resulta la differenza caratteristica che
passa fra la febbre gialla e le febbri intermittenti , re-
mittenti^ e continue accompagnate da itterìzia che si
osservano in Barcellona e in varj paesi interni deirEu-
-Topa , con le quali gli avversar] la confondono.
Credo dunque di avere dimostrato questo punto ^
eh* è stato l'oggetto principale che mi sono |m>postè
in questo Scrìtto.
Può pertanto essere onninamente tranquilla 1* Antc^
rità , ne dee produrle veruna sinistra impressione la
presenza di alcuni malati coloriti di giallo , che d' al-
tronde sono assai rarì , e che compariscono in tutte le
stagioni deir anno^ senza limitarsi a quella propria della
febbre gialla , e che non apportano mai il minimo pe-
ricolo di contagio.
Spero che questa dottrina medico-pratica, bastante»
mente chiara , sarà generalmente ammessa , e che quel-
la degli anticontagionisti rimarrà circoscritta nel ristrét-
to circolo di alcuni pochi di questo continente, ove
coi provvedimenti stabiliti dalla saviezza e p^revidenza
della Giunta suprema di sanità , e che presentemenle
eoo rigore sono eseguiti , e con quelli che il Goveme
inglese ha uUimaiaente adottati per Gibilterra non piii
1^9
»'.ÌDtrodarray »- mollo neoo si 'fisserà sofia nostra,
spiaggia Vitlarale maritlìma no germe velettoso esoti-
co , che dislrpggerebbè tutti -gli amii ma gran parta
degrindividiìi più robusti e floridi di queste belle •
ben ;Cohiva|e provincie ^ restando a noi in premio deile
nostre fatiche la gloria di avere, fatto questo bene d^
r umanità y nnico scopo che ^anelo.
Barcellona i5 ottobre 18114.
Giovan Francesco Bahi.
Lettera del sig. dou. Sahì al sig, cav. Palloni.
Stimatissimo sig. Professore e Collega»
La t^'aduzione che io feci della di Lei Memoria sol
contagio della febbre gialla , della qaale ho il piacere
di spedirle alctine copie , pregandola a presentarne
qualcuna a codesta Commissione di ^sanità', è una prò*
va non equivoca del molto merito della di Lei Opera ;
e le incluse copie de reali decreti, ai Quali la pubbli-
cazione della medesima diede origine, le mostreranno
quanto favorévolmente fu accetta da S, M. , inio pa*
dfóne , e dal suo Governo.
• Io ho il vanto d'essere sfato l'organo che ha con-
trìbuko ad estendere in questo regnò la* di Lei fama 'e
gloria , contribuendo per tal modo nel fissare la opi-
nione pubblica snl contagio della febbre gialla pel te-
ne della umanità. Per questo scopo e per la caperbie-
ìh di alcuni medici di qui di volere credere originaria
di Barcellona la suddetta febbre^ premisi alla traduzio-
ne >io Discorso medfbo-pralicO, che sembra avere aià-
mntoliti i sostenitori di «i. erronea opinione. -
Afkali. Fol. XXXFIII. 9 *
\ -
Mt pivralga òì ^aeit' occasione per inaDifestarlé in
quanta ttuna io tengo le di Lei opere ^ e qaanto ag^
gradirci ìstabiKre con Lei ona leltemria ed amichevole
eorrispoadeiHBe« Bf i onori dei di I^ei comandi , e pene-
trato dei fiji yìrì e sincarf leBlimenti di stima e di
rispetto mi creda.
Barcellona i aprile i8a5.
Di Lei umiliss. obhlig. servitore
e cottegà
Oio. FftAirCESCo Bah!»
teucra del Marchese di Campo Sagrado al signor
cav. G. Palloni , Membro del Consiglio di sanità
a Livorno.
Capitanato generale dell* esercito
e principato della Catalogna.
Sanitli.
, < * '. . . ' ' '
Esaminata da; qnesta Giontu suprema di sanità , ceri
presiedo, la Memoria di V.. $• sai contagio della feb-
bre gialla y che . il Consiglio di sanità di Livproo , di
cui Ella degnamente è- membro ^ ebbe la bontà d*^ in-
viarle , non posso fare a meno di concepire la piit
perfetta idea delle, vaste •cogoiafoni^ e dei {profondi la-
mi dell' antòre di si interessante Opera: è perciò che
la Giunta^ scorgendo nella medesimii nna dottrina ba-
sata sui pia solidi e convincenti principj per confuta-
re quelli dei medici, 1* opinione dei • qnali fatalmente
è contraria ai. contagio di qaelU disastrosa midattia»
i3i
ed anìmal(Bi é^a. aentimenti ogoaK a quelli di Y. S. pel
bene dell' umanità^ ha risoluto di pubblicare detta
Memoria in lingua $pagouola , affidandone la traduzio-*
i|^e al medico Consultore dott^ Géovifn Francesco
Bahh Questo professóre y che non manca di lumi ia
questa materia , ha disimpegnato il suo incarico a pie-
na soddisfazione' di questo Magistrato di sanità, ac-
crescendo il pregio della produzione di Y. S. con il
Discorso medico-pratico da lui aggiunto , e tendente a
dimostrare Terrore in cui si trovano quelli che ere-,
dono che la febbre gialla sia indigena in 'Bercellona e
in altre parti d' Europa , come T. Si osserverà negli
annessi esemplari , che ho il piacere di spedirle in at-
testato di riconoscenza pel di Lei lodevole zelo nel
rendere di pobUico diritto le utili cognizioni di cui
Ella va ornato , e in testimonianza di quanta sia stata
apprezzata da questa Giunta quella dottrina , standole
a cuore che si propaghi, perchè con tal mezzo si ri-
sveglia la vlgilana^a necessaria io un oggetto di tanta
importanza.
Si compiaccia pertanto V. S. di ricevere questa sin-
cera prova di gratitudine che le tributa questa Giunta
auprema di sanità , unitamente alla protesta della mia
maggiore considerazione.
< -
Dio conservi molti anni Y. S.
Barcellona a6 dicembre 1834*
,// Capuano generale , Presidente della
Gùtnia suprema di sanità di Catalogna
Marchese di Campo Sagrado.
3a
APPENDICE.
Al sopra esposto Discorso preliminare del &ig. do€f.
Bahì succede la iradnsJone della Memoria del siguor
cav. PaUonij che diffusa per ordine del Governo m
tutti i porti marittimi della Spagna^ vi stabilì la per-
suasione della necessità delle misure preservative con-
tro r introduzione di questo contagio -y e si misero con
CIÒ a livello degli altri porti del Mediterraneo*
Essendomi prefisso di tenere informato il pubblico di
iuttociò che di più rimarchevole viene pubblicato so-
pra un cosi interessante argomento , terminerò qaesto'
articolo acccAnando .on fatto che ( al pari di quello
dell' apparizione o trasporto della febbre gialla all' isola
dell' Ascensione y da me riportato nel n.^ ^XI del
nuovo Giornale dei Letterati di Pisa ) sembrami decisi-
^^vo in favore del contagio di tal morbo. Intendo par^
lare della notizia deH' irruzione di esso nella Florida
inserita nella Rivista enciclopedica di Parigi ( volume
X^VIy pag. 576, maggio 1825 ).La qual notizia^ comn-
nicata a quel Consiglio superiore di sanila nella seduta
del 3 ottobre i8!;4 ^^^ >ig* Moreau de Jonnés secon-
do la testimonianza del dott. .Francis della New-Jork,
^dei signori Dehespine e Andrews GiuéUd^ e del co*
lonnello Forher primo Magistrato , merita la maggiore
attenzione.
Non si conosceva la febbre gialla in fk Agostino ,
Capitale della Florida orientale, situata sul li tt orale del-
l'Atlantico ai 39*, 45' di latitudine. Abitata da indi-
geni di razza affricana , non erano suscettibili di tal
contagio^ egualmente che i Creoli delle Antille. Ma
quando gli jStati Uniti ne furono padroni , e*vi con-
i53
corse una tnoltitadine d' individcri delle Province set-
teatiiooali^ atti , come gli Europei , ad essere a|(accat[
' da questa crudel malattia ^ noo mancava allora per à>
venirne la vittima se non che il suo germe fosse por**
tato in' mezzo a loro.
L' insufficienza delle misure sanitarie , e 1' incuria
che le rende inutili , non tardarono a {produrre questo
innesto avvenimento.
Lo Scunner, la Florida, Capitan Jobusoo^ ritoroandd
dall'Avana nel mese di Agosto 182 1 , la febbre gialla
che faceva in questa città grandissime stragi si comu-
nicò agi' uom'ini del suo equipaggio. Molti d,i loro , e
e il Capitato stesso, morirono nella traversata. AU'ar*
rivo ài questo bastimento a S. Agostino , io mandata
in tdrra una quantità di biandheria per esser<vi lavata;
il che fu eseguito nella casa 'di una .femigNa Irlandese
chiamata Develin. La mogliek.che aveva fatto il bucar
to', il marito, e cinque figli inrono tutti assaliti . dalla
febbre gialla^ e ne morirono, quattro. XXue altri- indi-
vidui che abitavano nella stessa- • casa ) furono attaccati
u^ualibf-nte , e morirono.
In un altro Scunner^ K Alessandro, Capitali Rogers ,
partito dall' Avana uelk) stesso tempo > e seco portando
il germe del contagio, tutto 1' equipaggio, compresa
il Capitano y peri nella traversata. , Due mariuari spa-
gnoli passeggieri al suo bordo li condussero a S. A-
gostino. ti Consiglio della' Città > pecsnaso del pericolo
dell' importazione dello febbre gialla per .mezzo dclUt
biancberia ' delle persone malate e morte , ordinò di
dfstrnggerle. Ma una delittuosa rapacità le fec« traspor-
tate'sejgret amente a terra per mezzo di un mannaro,
ehe gettatosi io mai« ed. eutrato òel fiome di S. Ago»
i34
stÌBo fo ricoveralo dai domeatici della casa, di M. Fi*(-
cb, Il ho dei Magistrati del paese. Qaest^uomo rispet-
tabile si servi senza saperlo di qipella biaocberia che
fu messa oel suo letto: e ben tosto fa attaccato dalla
febbre gialla e ne mori ^ egualmente che sua moglie ,
e tre figli.
In tal ifoisa , questo, flagello s* introdusse fra gli abi-
tanti di S. Agostino: e la malattia fu carati eritzata
da tutti i sintomi che la distinguono da ogni altra , e
specialmente dalla suffusione itterica e .dal vomito ne-
ro. Il suo termine fatale fu comunen^ente nel terz.0 e
quinto giorno dall' invasione : qualche vplta la morte
avvenne in 48 ore; di rado si protrasse al sesto giorno.
La malattia scoppiò nel principio di settembre, e
aegnitò fino alla metà di ottobre con una violenza pro-
gressiva. Perivano allora dieci e undici persone per
giorno sopra circa duecento^ clie nella città erano sa-
icettibili^di esserne attaccate. Di questo numero 140
fiirono colpite dal male, e i3a ne nu>rirono, d'onde
segue che furono attaccati i tre quarti di quelli che
essa poteva assalire , e che di 17 maiali ne morirono
16. Tra le truppe della guarnigione , a %xx\ la malattia
si comunicò , furono 4^ mòrti in lao soldati : e di
quattro medici che prestarono il loro soccorso, ai ma-
lati , uno solo scampò dalla morte. • , ^
Kesuha da tutto ciò, che 'la febbre gialla fu imporr
tata noi iS^ii per mezzo delle comunicazioni marittime
a S. Agostino ^ .Capitale della Florida Oridaule: che
vi è slata intiodotta, come lo è il piii sovente net
Porti degli Stati Uniti , da ba^jlimenli provenienti dal-
I Avana , cha da venti anni non ha mai cessato d' es-
-serne infetta: che la malatlia %\ k introdotta ndla pò-
i55
Pf^xi^oe M $. któftìOù jpedaInMnte per neno d«Ha
biaiicheria ^ delle vesti degli individai morti a bordo
i»fjUa ;i;r9YeE6aia ; e che PaUlyità del aqo prineìpio con-
tagip^ .fu isi graisdè, difessa iovei^ì i tre qvani degli
iodividui obe oe erano siMceltibtli , e uccise quasi tutti.
Pisa 37 gcturajo 1816.
Francesco Taniini,
.1
TraDsactiov8« età Transazioni della Società
Medico'Chirurgica di Edimburgo. VoL /»
Pdimb. 1824.
« *
fSeguào della pag. 149 del precedente volume J.
C/>7A* di maiauia infamile nei^ giudi dopo la morie
si trovarono erosioni e irr^òramenti nel tubo idànen'
tare ; di lonir Gairdveul ^ M, D. y Membro del Col-
ie^ reale, dei €Jbùnirghi, «^^ Tutti coooseono le con-
troversie risguardanti alla .cagione di questo fatto pa*
tologico , alcool riportandolo ad ón processo che ha
luogo dorante la vita^ altri ali' azione di ona causa
ohe a|isoa ^opo la morte* L'autore lo attribuisce, con
BurueTj air^iooe splTente del sqcco gastrico. Ma
prima di proporr? la sua opinione , non sarà incresce-
vole il conoscere in compendio i Casi ai quali egli crede
appoggiaida. s 1,^ <7^o..Il jdl 8 agosto del iSni , il
dott. Gairdner venne invitato ad assistere alla sezione
di un bapdùuo di i3 mesi^ il quale dal precedente
:»56
geon«io era stato' traràglfato ^Qà ièéseiTre séttimaiie
prima della .morte , il bambina era direniSto febbiricì-
taote , aveai i polsi a .160; il respiro a>^o nel Uiioiittt,
ma seDza gran calore alla etite, la quale anti era tal-
Toha più fresca del naturale. La tosse era accompa-
gnata da sputo abbondante^cbe altenadTa eoo sudori
e diarrea. Talvolta insorgeva il vomito > mercè «cui,
insieme alle altre materie, espelleva quasi sempre gran
copia di sputo purolento antecedentemente ingbiottito.
Il bambino non avea potuto giacere sul, lato sinistro
per tre settimane , e sull' ipocondrio sinistro mostrava
*un notevole • enfiamento, inéapace; di siicchiiire ; era
torstentato da sete inestii^uibiie ^ dófaiiya ^sfai','. seb-
bene si lasciasse facilmente svegliare ; nelle \ nltiin^ tre
'settimane di vita avea sempre avuto scaricamenti alvini
verdognoli. Necrotomia. Polmoni grandemente alt«erati,
pièni di tubercoli in aìnbidnè i lati, con ascessi nel
sinistro. Le materie dello stomaco stravasate nel favo
addominale per un largo foro alla 'estremila* ainisti^
presso, la sua naturale adesiofte colla milza ;a margiai
del, foro stracciati , molli, sottilissimi y>con^ilQvieggiero
rubore intorno all' apertura , che formava ima^ specfe
di bordo più stretto, non più largo dr«ui deicimo di
pollice j eccettuato il qual bordo. o anaUo* rubicondo,
nello stomaco, e n^Ue parti vicine > oon..vedevasi se-
^00 o vestigio di congestione vascolare o di«.A>gojd.
Il foco era si ampio > che vi. si poteva tatrodorre^ijptat-
tro dita. — I^iun . dubbio , «oggiiinge 1' alatore ^ che
1' afleuone polmonare oon fosse in questo caso la ma*
lattia primaria, coi da poco tempora' era aggiunto il
-gjaasto singolare dello sIoomco, .
' %.^ Caso, Di questo bambino non si .fece li| necro-
'tcmia.' La malattia sì è pero firerootata- sotto sìNnImnze
.si analoghe - alle iDiérimità cui soccombettero eóloio dei
^aaéi'Si trovò perforato lo stomac^b, che il dott. Gai^
ner non dobiia ponto eh' e^li pure non fosse aifett^ della
iDaliittia> medeèim^. Il bambino non avea avnlfo tosser;
ed era stkto scerrato nove giorni prima • della- • iiuov^
, Per sette fi;ìornì' av«a avnto la diarréa ^ e negli' «Stinsi
tre il Vomito, a' Freddo -alili snperfitie e 'alle estrpmiu
l&y polsi ondeggianti > fiacchi /irregolari /'dimagrò mento
notevole e debolej^a estfi^ma^ precedettero la morte ».
3.^ Caso. Un fratello del precedente^ allattato dalla
madre', avea** goduto baona saHite imo all' etii di otto
mesi, quando t^enoe impàovvisamente coirò -da ila iti-
anltO'di piangere^ cosa allatto insoHta M lui. Da quei
periodo, atta, genitrice pareva noji'' avesse più l'umore
e la vigoria di> prima > il cp»^ sembrava si potesse attri-
buire'alla* dfnrizione. ^ Stfl finire dell' undecimo 'mese
* venne 'Scev rato;. e neljgiorno neèso dello scevraolento
fu molestato da leggiera diarrea , la qoii|e a ca^di
'una settimaita cessò,, sènza. T'ajuto^di alcun Timedio.
\A|ia s^a 'del di -^ di gitlgno gli sl^potse una polvere
/QMtfpèsm di nn Sgrano "di calomeli^no ' e tre grani <K
curbodato di ealce , ii qua! rimedio fu iterato il 9,
-es^eèdosi otten'iifo abbondanti scaricamenti alvini, ti
Wùy segaitando"!' aifetlon^ infestinale, ^li si diede una
>»ii«cé)a di carbonato ^i Méè, rabarbaro e^ polvere '^ét
{Dower, i^. Yomió'; la' diaria contiiióa'^ gli si pòrge
nsiii^|uarto di gfano ^di oppio, ra. Segnila rirritabilhk
Aitò «stomaco;' la diari*«a ha cessato nella botte/ ma
'è ricbm^rsa il mftttjnò. Dimagramento e debolezza
.mM«voii^, poisi nMtarali, come da principio, nessun
«alore'alla peli»; né altri sintomi febbrili. 14. Laifgoore
>38
«, QMdriiBttilo acMumo; ^e ardente , vòmito ,. sonoae-
Mihìme'amu ristorante. i5. PapnU«afioset sttlla liogna,
ina. iioii ulceranieiiti. La diarrea • e A 'dioidgraaieiita
vanno créiiceado al ponto ,* che H.ban^ioo .umore il
.t7 ìy vak a dira diciasfetle . gioivii dalla ptiaia emnr
.pana* del «onùto. Negli vltimi tdoe giorni ^ )e evacna-
atoni. alvina tisullavano di macco nùs^ di. malarie ibi-
fiaae f ia4?«>lta strisciate^ di sangoe. iV^cr^oimViy : « J^-
pcrto- r.$«ddome ^ a prima vista, sembrava cbe tutte le
visoere fossero sane^ ma< neUo .spaccare quella .patite
,<di: omento icbe^congiimge;la» gean curvaliua dello sto-
•inaco col colon, trasverèo, si vide che. le materie con* ^
lonnle nel Yentricolo. stillavano' per diversi lori in qois-
alo intestino. < Qaattrot erano • que' fori 9' sititttì ìalla sa-
perfioie posteriore dello stomacò^ non lungi dalla «uà
^tnemitji splentca , e intU * quasi dt lina atess^k gran-
de«aa^ nel piii ampio .si 'poiciva quasi intimdurv^ t la
{^unlMi. del dito indice. Es$i. erano ropci' dall' alino» se*
|iavati. da pontoni idi sostaosa. del, v^otriceilo ■ non* ptb
l^l^odi dei fori istessi , e qneUe poì«ioni cenno in nno
atato, di estremo ammoUimento , e antiilìssiiae» £gU (tt*
reva che le. tonache .interne avessero s»b\^ una aoni^
i;iore dif^trazippe della tonaca, peritoneale. Non iscctvgo-
•rasi congestione y non adesione» oè^alMo «egoOids/ilp-
goii. La vescica fellea, e;!^^ npiet^af di sbile. &U inteslioi
erano' sottili, semi<.(ra.«parenti , parainlmeme dìftieai^.da
arìa^ e tinti prpfpndameof^ ; in <|nn o^re luoghi » d»
trasiidamentp di bile: essi non contenevano quasi, pniao
di matem^ ne solida, ne fliijda. Sormali eretta it.fe*
gato^ le glandule mes^t^riche, edutle le al|(re giacere
dell' addome » e co$l pqre quelle AiA torace. Jnsomma,
la disorganizzazione dello stomaco co^fitaiva^^ la «oin
deviazione dallo stato di salute ».'
4."* Caso, Una Vbambi^a » ripnrfatA largamente del
meconto/e che pareva, godere ottim^rsaMe* il tr^dì-
cesitno giòriK) <ialia nascita fu "presa ^a acala lebbre ,
che durò 24 ^^ y con ùftenso calore alla puu* Noi)
tosse, non vomito o diarrea ^. dagli intestini evacuava
voa materia di c<>lor verde carica. Cessata la febbre^
la ba0»bina rimase stv^Kosa , ^v^a il y^pLre.iumido,
bevea spesso decotto d'-oitzo^ ma rifiutava t il., lattea 1^
foiize languirono ra^^idamentei^, e nipil.42«) quarto giort
DO' di malattia^ ayendo.,p^esp- rdjterate dosi di scamo-
nea , .e falche hsigafi caldo. La bambina , venne assi»
stila dai doti. Thacìuer\j ni qfiale sono debitore di
qnesle particolarità ^ N^rof^i^ia, EQ'usione linfatica
nella cavità sinistra del ipetto, ma sa^i an^due.i pol-
moni ; inteatitti diatesi 'largapaente d^ (lajtQositày.ma
quasi voii di .maierie e fiui4e e.^soUde^ stomaca ripie-
no, di fluido^ e « aUa snik eslremit^i «pli^r^i^a^ presso
il cardia^ e alia faccia 'ppsteriiore)^ ve. n'era una, ppr-
zione si pellucida y >come se le tonapbe incerile fossero
state disciolte }. » coìidiziìoae m#«bQaa:>c|;ie sij ven(ìcà
maggiormente rovesci^do il .y<Hit|iColo ^ mirile cui si
vidde che rimaneva la sola tonaca peritoneale coir al-
cune fibre della muscolosa. Due i|(ltre picciole eròsio^
s'incontrarono poco distanti dal. cardia.,. < T^tt' all'ibi-
torno di queste erosioni .la tonaca villosa era saffi<^>
e dìataccata dalle altre tonai^he^ la circonferenta^avea
un còl<»e leggermiente rosùcoio. b) .^ A qnesli :>«a;BÌ
r antere a^iunge le analoghe os$iervazioilir,ds ^Cputeir
ffùer^ Jaeger e Zeller^ che c^editfmo di passare ««otto
silenzio, sicqome già noie al più dei teggitpvi. •— « Ri*
spetto aUa iteocia del' morbo, il. dott. Gotalmr o}f\n»y
le ricordate erosioni e iraforamenU non dipendere da
\
ulcerazione y <t stantechè s' incontrano senza alcan ia-
dizio di azione v«scoIare , o uiiicamenfv con qualdw
leggiero rirbore' della tonaca villosa » ; opinione cai
diilìciltnenté assentiranno coloro che tengono 11 vomi-
to, la sete ardente , ecc.* quali segni di gastrite. Istes-
saimente non possiamo convenite coli' amore, che ad
ogni e qua]tin(|ne'foro nelle stomaco segoir debba ne-
ccessariamente lostravasamento nel cavo addominale delle
materne cdtitehnte in' qnello. Ogni parte del vei>tricolo
èssendo sempre a stinto contatto di qnalche altra
viscera , può** bellissimo avvenire che non socceda sfra*
vaso non ostante abbiavi Un largo foro nelle sue pare-
ti. V autoi^ adotta la dottrina di Sfumerà che attribni'-
sce dette perforateioni àtt^aztòne solvente dei floidi con-
tenuti nel canale alihiéntare dopo hi naorte. » Il larsi
té\ì perforazioni in alcuni casi e non 'in'' altri, può
dipendere dalfe vanria'quantitir' e qualità dei fluidi con-
tenuti, ti' anco dalle varie '^attitudini delle parti' coti*
tenenti di ' lasciarsi p& o mien presto disciogliere. »
Giusta il dott. Gafrd^»tj egli è' Y ammonimento par-
ticolare dèlie- tonache dello stònraco e degli intestini ,
si lamigliàl'e ai • batnbloi , ' che costituisce la malattia
4i cui si tratta.;-^ Ecco 'intanto le -indicazioni tera-
peutiche dell* autore, a- Nonostante manchi spesso ogni
iddieio di vascolaritk nello* st<>roaco, chiaro egli è qual-
che grado di azione vascolare dover sempre accompa-
gnare U principio di questa malattia ^ con tutt-alua
ipoteri >potendosi dilficilmeute • render ragione dall' ef-
fusione tra fce tonache dello stomaco e degli intestini.
In questo' periodo ^'stt vigoroso è il bambino, propor-
rai dij' cavargli sangue, 'per applicar poscia un vesci-
cante air epigastrio y colla mira di combattere la locale
i4i
cougeitione dei vasi' M ven^colo.'. AnUiilc qfi9$ìf
mesci si dùvrcbbcro- impiegare. il più possibile al pri-
mo allapparsi del male. CrmeShier osò i vescicanti
alla faccia ioleroa deUe coscia, ma, a quanto pare,
eoo nessmi beneficio. V Jiaon» due altci rinvedi, dai
qnali ottenni qualche volta vantaggio, o parto m^no
un temporaneo sollievo; intendo parlare dcfi oristei. op-
piati e del bagno caldo. Il primo tènde 4 frenare la
diarrea ,.• e a moderare Firritazione', cui giova <altf est il
secondo» Sarei inclinato a non introdurre nMlo. stoma*-
co alcun cibo a bevanda irritante, sia. pei: qualità,. o
per -quantità , e a evitare tutti i rimedi , e specialmen-
te i purganti.»
Casi di persone che furono colpite dal Jubnine; dd
éotL AtEssAFDRo Macai^lat. — L'autorc parla di un
vascello, che presso la linea, il dì 16 aprile 1812,»
fu due volte colpito dal fulmine nell' intervallo di cir-
ca i5 secondi. Terribili furono gli effetti solla nave,
iji viddero indizi di liquefazione in una carriiccla di
rame alla sommità del grand' albero^ il quale era stato
percosso spiralmente e grandemente danneggiato; nu
uomo, che vi stava in piedi jdappresso, cadde tnorto sul
sudo. Un altro fa privato dei sensi , masi riebbe a capo
di un quarto d' ora. I tre seguenti, dovettero la vita
alle cure del dott. Macaulajr, ifi- Caso^ Giorgio
Brown, fu colto da apoplessia, con faccia livida e 8uf->
fusa , il corpo bagnato di freddo viscoso sudore , il
respiro stertorosa, i polsi tardi , forti e pieni , i seiv»
si e -la volieaone. sospesi. Un salasso di cinquanta ' on-
cie di sangue fece tosto cessare la stupiditi^ e gli altrì
sintomi allarmanti; i purganti e una dieta antiflogisti-
ca compirono la cura* Nel terzo giorno il malato pro-i
Hi
Vft'mii 4dMè écnto «Ha. r^iobé» del fegiiOy «àe «i Ur
' scih -dissilMirè dao9 TeMÌcaoi».*— ^ n^^ Caah Samnde
Cramp j stava nella gabbia di. matstuÉij^ qaai^ la na*
v6 fa p6re0^a 'dalU folgore^ • Scése m. ateàto oel atta
sìemùnù/ta oolro da •vi^kotìssitni insulti épiktticì > obo
li laéciffrona combattere da larghe emiasiooi di isangae.
I sialonM lebbnli segottaroeo pet diversi gìoroi ^ fi »
Ilei quarto ^ perde affitta la . voce , eh* egli ricoperò
dae giorni dopo; U infermo diìoeva che.il parlate. gli
dava acuto dolore nel fianco* destro. Si riebbe^ ma^
quando fi^ ttbt»riacava^ era sempre più sonnacchioso e
turboleoto che priaia dell' accìdeBt€y -r* 3.^ Caso. Uà
soldato del reggimento di Sani' Elena. Anco questi fi»
preso da insulti epilettici , che durarono per alcune
settimane, e cedettero istessamente al metodo dissan-
guante e antiflogisticOk L' individuo andava soggetto
all' -epilessia y ma era quella la prima volta che ne ve-
niva attaccato durante il viaggio^ — In tutti questi
casi, nota T autore y si ebbero segni evidenti di con-
gestione al capo. È probabilissimo che i due ultin^i
infermi fossero stati più scossi dalla paura, che d^lla
folgore. Per addurre un esempio di db che CuUen
chiamava apoplexia merualis, il doti. Gregory soleva
citare una nobile signora > la quale im|>auritasi • allo
scoppio di un fortissimo tuono , fu colta da cefalea ,
che passò in apoplessia, quale si fece mortale in tren-
tasei ore. Circostanza notevole é il dolore nella iregio-
ne del fegato, provato da due inferuai.
Osservazioni su la patologia 'deSe malaaie scrO"
foiose e sui mezzi di' prevenirle '^ di W. P. Alison,
professore aggiunto di medicina teorica nelT università
di Edimburgo. '^ Kell' tntroduuone , il sig. AUson
14^
uveite 0ir-èrròo«a dotl^iua dttematioflKìdie la tisidnkia
pòlm^Dàle ricorra geiMnilneoie nel .periodo -t^a i5 e
55 auml'Ogiii pràtico deve aver avélo' «eeoaione A
vedére questo terribile flagelio hi o^oi ordine di persa-
ne e ìù ogni etk, e neiraltioio caso to egsale pvopot^
ziotie tra la gioTinefeza e la ^eeclmja/TiHtavolta^'il sigL
AUson crede 'avelli 4in' intrìnseca. dfffer«iiBa tra k ìk-
sichetaa ricorrente di sotto i 35 atmi e quella che an-
sale negli ultimi periòndi delC» vita , non tanto rispet^
to a* sintomi; quanto' m rìsgnardo alH intiuKi |iatologb
della mMattià. Nelle/basse classi della società > la tisi^
cb^ita è più frequente oètr* i 4q attoì,' che tn la
pubeitip e r Sof'dircrsaaieBte delle classi pHr elevatev
ève la tisichezza mortale è pi& rara si di Ik di 4^^
a paragone ddPetà di'i5 e-l^o. Della qoal còsa sarà
facile comprendere- la ragione , pigliando in coAsidera-
zione,- dice' T autore-, Ir diflérenze «ha là necrotomia
discoopre nelle diverse età*
Le due più importanti alterazioni ^i polmoni dei
tisici , sono r epntizzazione e i tubercoli biatichi. Se-
condo il dott. Abercrombie ed altri, gli iiltimr pas-
sano bel beMo e insidiosaotcnte in ulcerazione > ' sen-
za sintomi acuti, quando il polmone opalizzato è so-
venti seggio di flogosi raggaardevolé. Di. qui il perchè
il metodo antiflogisco riesca , in alcuni casi ^ proficuo^
mentre in altri la' disorganizzazione avanza lentamente
e senza posa , mancandoci i mezxi di arrestarne i pro-
gressi. Consentiamo coli' autore nel credere che V epa-
-tizzazione iotat^nenir possa in ogni abito eli corpo , e che
il germe dei tubercoli si porti probabilmente con seco
dalla nascita.
-^PP^^^^t^^ a numerose osservazioni , il sig. AUson
conchiude 9 che i pnri tubercoli bianchii^ sparsi nei
i44
fMilinoiii; con fioco indurvnenlo circostooie della
Slama polmonare y Bicotroiio moko.piii frequentemeiii*
nella giovevtb che- neiP età- di. messo e negli atienpati^
e efic nei vecchiaia maggior poréione, ami la totalità
dell'' iofloi^aittenio de' poloMai iaipiagati , tiaulta soven-
Ili di ^patiszaaione o ÌQ:(peàsaaiienlo di color osoaro»
della vera soatansa polmonak. Vegli attempata) cka
presentano tatti i . comuni italomi deUa> lisicbetBa i
come: toase,' dispnea, feMbre ..etica , sadori profusi ^
dimagrimento » reiterala emotUaia, spnti misti, di ma«
teria puriforme , ^invece d£ nkerasione égli ha trovata
regioni di polmoDe più «o menoepatiatateo indurate,
xovi eiTostoni net brofndii^ eock.- «vSa qttesìa.osserwaeio<<
ne venisse cooièrmata da i^Uri , • si . : potrebbe snppoiv
re, la tiéicbezza /'che è •datale elìi- gioventù , eanpra piui
generalmente l* elfelip , di • na' akenaiooe organica/
vale addire di deposito di matèria bianca, tnbaraolare^
e dipender quindi in gran parte da circostanze di pre*
, dispostuone; fUkentre. quella cbe è A famigliare ài vec*
chi delle 'classi jnlerieri della societìì^ sarebbe piuttosto
da attribuirsi a rinnovata irritanone, e a reiterata e
ocgletta> infiammazione , . non originaiiamente di . carat-*
tere incurabile^»
La presei:vauone e la cnra ^ nell' nltima chsae di in*
dividoi , sono da- cercarsi nell* oso dei meiei antiflogi-
stici» Ma nella tisichezza della gioventù, secondo V au«
torcy di natura ^nasi eseiasivamente scrofolosa, il buon
esito della preservaaioDe sarà prìncipaAmente subordà-
nato alle cognizioni che si avranno intorno al)e snte
cagioni ; ricerca , ohe: il sig. AUson partlsce in due
capi, trattando nel i.^ delle circostanze da cui dipende
o riceve incremento V ahito scrofoloso^ ossia .la dispo*
ìfhtàilke eotiitationatie alla scmfola , e nel i.^ dd modo éon
cui vengono accese le malattie scrofolose,
\,^ Malia di nuovo ci offre • T autore rispetto alla natul^a
delle cagiooi esterae delle scrofole^ ihia , riguardo alla loi^o
relativa importanza^ bgli credei essersi spesa truppa fatica sul-
r origiiM ereditaria , afifàìto irrimediabile , non che sali' in-
fluenza del ellma, isiessatnente irrepkrabile , afTettando eft*N
sa r intera pójpolaiionè. Al botilrario , egli petisi essersi
presa troppb poca pfèmtara <it per determinare il valore di
altre cilrcostànse ( ben note come predisponenti il corpo
alP affezione scrofolosa ).dal tempo freddo e umido dei no«
atri inverni alle nostre primavere. » Égli é incontrastabile #
soggiunge il dote, jilison, nan essere io quelli che sono
piii esposti ade vieissiladini atmosferiche » che veggiamo it
più de^ cattivi effètti di dette pòtenxc Hssi sono fortificali
confra l'operatione di tali cagioni ^ la cui., dannosa ioflnen*
aa si esercita speciarlmenie so i già predisposti a favorire su
se stessi la loro azione , singolarmente quelli che dotati
sono , di languida circoiasione , e di delicato temperamento.
Così , i vecchi soffrono d&l freddo assai pia dei giovani,
quantunque i primi vi siano meno esposti dei secondi ; co '
sì, gii abitatori delle grandi^ città , sebbene si espongano al*
l'aria libera assai m«no di chi vive in campagna^ ne sóf-^
fróno asiMit più, probabilmente per essere di tempra più
debole. « Ora, ciò che é vero della genesi «delle malattie
in genere per lo esporsi al freddo , sembra essere vero ezian»
dio della genesi del P affezione scrofolosa in ispecie , ma cqh
queste limitazioni : i.*' che Tazione scrofolosa sembra lasciarsi
accendere quasi esclusivamente nei primi periodi della vita :
fatto, probabilttiente collegato colla ben determinala parti-
colarità anatomica del sistema arterioso nella prima età»
vale a dire, V assoluta maggiore grossezza delle ramificazio-
ni capillari (i) / i.** che alla produzione di questa specie di
aziooe morbosa, sembra ricl^iedersi , oltre altre condizioni»
una certa singolarità di abitò , la coi oatnra st rimane ancora
occulta, ma che é evidentemente ereditaria; S."*; Che la de-
•M»
(i) Gordon^s, Anaiomy, , pag» 6i.
AviTALi. Voi XXXVtlL IP
»4«
boleiia costi(aiiQnftI« ^ che dispone V individoo a dÌTj^iitare
scofoloso in «eguito del freddo » pa^e essere piii fissa e più
abituale di quella cbe dispone ad altre malattie rienltanti
dalla stessa cagione. i>
Vero egli -é che non tutti gli indiTidui di debole tempe-
ramento diventano scrofolosi , né che tutti i robusti gè scarni^
pano. Ciò non di meno , se di un dato noTero di iadivi-
: dai previamente snervati da altre cagioni , Tiene affetta da
- qualche forma di scrofola una maggior propersione che un
numero eguale di indÌTÌdui non indeboliti, ma altrimenii
sotto simili circostante , si avrà diritto di conchiudere, aog>
, giunge r autore , la- tcndema scr.ofoloaa , in molli casi di-
, pendere in parte , o ricevere forte incrementi^ dallo stato di
debolexsa generale: « probabilmente, egli .è soltanto in
. qoi^ito dipende da questa cagione , ch^ella è medicabile. »
a II sig, Aliion riepiloga come segue i fatti tendenti a mo«
strare i) nesso dell'abito scrofoloso colle cagioni generali
debilitanti.
. « x.^ Le djfferense nel sintomi e nel progresso AéiV in-
fiammazione , jiecondo che questa è scrofolosa o d^ altra na-
tura , sembrano a chiare, note indicare nel primo caso un
.Janguore nella circolazione » particolarmente, nei Tisi capil-
lari della parte malata. — %/* La disposisìone ereditaria alla
scrofola si tfasmette principalmente dai genitori, e si osserva
specialmente ^ne^ bambini che mostrano segni cTÌdenti di
jenerale debole ssa sotto altri rispetti. — 3.^ Siccome è noto
ad ogni pratico , ,non avvi stato del corpo in cui sì facil-
mente %* accenda V azione scrofolosa, quanto lo stato di
quella somma e soTenti durevole debolezza cbe rimane in
seguito delle gravi malattie febbrili , delle febbri continue ,
dei vajnolo , dei morbilli , della scarlattina , o che succede
all' uso lungamente continuato del mercurio , o accompagna
r amenorrea. — 4**' '° questo clima, di Edimburgo, .la sta-
gione in cui si è osservata dominare maggiormente la scro-
fola , non é quando il freddo umido si é di recenti intro-
dotto , (donde nascono assai infermità^ comuni), ma il fi-
nire dell' inverno e la primavera ; e la scrofola si nota spe-
ttlSrtmenfe nelle'ginTani persone che per la lunga dorata del
freddo hanno manifestamente perduto di vigorìa. E di vero^
Hi
da qoaoto si sa iolorDO al nodo, di agire, <itl ùedio sul
corpo sano , e da altri prittcipii fisiologici, il graduale de-
cremeDto delie forse oei deboli dorante il freddo è un ef-
fetto naturale deirabitaale raffreddamento delia saperficic >
e più particolarmente del parco esercisio che durante tal
tempo sogliono figliare dette persone. Si convi^^ general-
mente, le malattie scrofolose non essere §\ famigliari ne^climi
ftih freddi, quanto ne^ più temperati ma più umidi, come
p. e. nei cliocia della Gran Bretagna , o?e U temperatura ,
durante la maggior parte dell' ioTeroo e dell^ primavera, è
di 32.^ a 4^-** Pùhr, ^ e Paria generalmente umida; ed egli
k forse da credere, cbe Uff tempo siffatto debba snervare e
abbattere la costituzione della gìoveatii più che noa fa il
tempo freddo , ma secco e gelato , dappoiché V umido ()iù
efficacemente distoglie dal far moto-, e scema la svapora-
xione dalla super6cie durante quel qualunque esercisio 'che
si prenda. Le osservasioni fatte su di questo proposilo, non
mi sembrano tuttavia sì decisive quanto si è creduto , a
motivò che nel paragonare i paesi più settentrionali colla
Gran Bretagna, non si è valutata la circosunsa, che queHi
-sono meno popolati, e che le loro città non raccolgono tanta
^entc'come le città del nostro paese. -^ 4*^ ^^ fatto più per-
suadente riguardo alla reiasione della tendensa scrofolosa
.colle cagioni debilitanti (fatto, tanto più importante quanto
cbe è di utilissioMi applicar. ione alla pratica } è la molto
maggiore frequenza delle malattie scrofolose tra gli abitanti
delle grandi città» che nella popolasione agricola di qua-
lunque clima ». •— Il sig. Aliàon cita molti scrittori per pro-
vare j che la mortalità è infioitamente maggiore nelle città ,
che nelle campagne. Così , in Londra , «ppena la metà del
nati arriva a due o tre anni , quando in diversi villaggi della
Sviscera e della Scozia , la metà perviene a 4^* Sopra aii'>
lorità rispettabili, Malthus nomina una parrocchia della Svit-
aera in cui la probabilità di vita sarebbe di 68 anni. Questi
fatti provano sufficientemente non essere la semplice espo-
sizione «1 freddo e alP umido' ( di jciò abbondandosi esian-
dro nella Sviszera e nella Scozia) cbe cagioni la scrofola.
Fu notato dal dott. Dmvii , che la causa princfpsle dt
)
t48
morte tra i bambini delle elassi più basse in Londra , é
l' infiammatione dei polmooi e dei bronclif , sia idiopatica ,
sia sioiontatioa. Id tai casi f egli é probabitÌAsimo , dice il
doit. jiUton y cbe la flogoftisla rtfsa incnrabile e fatale dalla
debolezsa delP abito cbe rende que' bambini disposti alla
scrofola, ^fatli, io molti di essi colla nccrotomia si seno-
prirono segni evideoii di scrofole incipienti. Da uno dei
medici dell' Hotel Dicu det Enfan.i, malades a Parigi , ov«
annualmente meo)ono bep 5oo bambini , e dove se ne no*
tomiszano quasi' lutti i cadaveri, T autore Tc^not* ragguaglia*
to cbe pressoché la metà di essi aveano offerto tubercoB
scrofolosi in questa o in quella parte. Forse cotesta proporziont
è maggiore di quella si troTerebbe negli Instituii d' Inghil*
terra ; ella mastra non di meno V impero della scrofola nelle
grandi città, pur anco nel bel clima della Francia* Le morti
•otto i5 anni di, età , nella pratica del Dispensario della
Città Noo%a t ne^ due ultimi passati anni , ( morti , cbe il
fig* jilison erede possano calere di norma per conoscere le
ordinarie cagioni della mortalità de* bambini dei poreri nelle
grandi città delP Inghilterra ) furono come segue : hydroee-
phaliu 4o -• eonvuUio 9 ^^ fehrit 3 '-^'fehrià infantum re*
mUUns 6 *- eynanche trathealis 3 -« pntu^ùniù ei bronchi^
Itf t8 — peHussis 17 -^ variala 3a «-• ruheoìa-i^ — pìuhisis
6 — tabe» mttenierica 11 — tet/uelae rubeola^ i3 •— mitri
mali minori aS — totale aoi.
L' autore crede, il più degli idrocefali si possano ritenere
come esempi di flogosi serofolosa , assai di loro adendo mo*
•trato altri segni di questa malattia. Anco in diserei casi
tfgistratr sotto i Capi di pneumonla , pertuttis , ecc., si tro-
varono indisi di scrofola colla necrotomia t in somma , di
Spi , sessantacinque erano CTiden temente attaccati da scro*
fola» Il perché, non fi accorderebbe forse troppa inflnensa
alla diatesi scrofolosa assoggettandole un terso dei fancìnUi
delle basse classi che muojono nella città di 'Edimburgo.
Supponendo cbe due tersi dei nat(^in Londra o Parigi mao-
jano di sotto i5 anni , e che un terso di questi sia scrofo*
loso, ne consegue, che due noni di quelli che nascono nelle
città muc^ono scrofolosi sotto i5 anni, » proporsionc egutfft
r
«49
• qoeUar che maofB di ogni genera di infitrmità sotto 1 5 aoai
nei sopraricordati TÌlia|;gi della S^itiera ». Il sig. jélhon ad-
duce numerose autorità mediche e statistiche per prorare, ciò
che é altronde notissimo , la preferensa della campagna so*
pra ia città , rispettò a salubrità e lunga vita.vLe città e il
tivere in affollale adunanse deteriorano U salute e accor-
ciano la vita. Ma^ come producono esse questi effetti ». e^
più di tutto, come generano elle tanta soperchianza di scro*
fole ? «, Da eie che ho . veduto in alcune famiglie non op*
presse da sensibili privasioni , sono intieramente convinto,
dice r autore, che quegli effetti dipendono pih da mancanza
di aria, pura e di eserciaio , che da difetto di nutrimento.
Però * al nostro presente obbie^tto baste lià ammettere 9(6
questo^, io spero, si vorrà da nessnno negare) che d^tti
'eifetti hanno un rniimo e forse necessario nesso collo stato
di debolexsa si manifesto ne^ fanciulli degli ordini inlbrióri
nelle grandi città ^ a paragone di quelli crésciuti nella cam*
pagna. Ansi , mi pare si possa fare un passo di piò nel se*
gnare quésta connessione, e asserire, che la debolezsa in^
dotu , in molti casi , dal vivere ne^ climi «aldi durante V in-^
fannia e la prima gioventti-, dà probabilmente una disposi»
Sion e aUe scrofole « in quelli <^e ancor fanciulli tornano in
seguito a esporsi alle sue cagioni eccitanti. Per lo meno ^
si sa' che la maggior parte degli abitanti di que' climi, e
Ciegri e Indiani , soffrono in estraordloaria praporsione 1«
ftcrofole , se vengono ad abitar climi temperati , e qualche
voUa ne soffrono por anco nel lor clima dallo , ove gli Ea-t
«opei ne vanno quasi totalmente immuni ». Che i 6gli degli
Europei • nati nelle Indie orientali e. settèniriooali , sitino
piante tenerelte, assai proclivi alle scrofole tm vengano à
soggiornare nel plima dei loro genitoW , é un latto .clm non
ammette dubitaxione , siccome neppure dubitar si piaò eh»
esso fatto non ,tend4 a confermare il nesso delia debotessm
generale colla scrofola. Però, l'autore si sforsa di illustraro
q«esta conclusione esiandio col benefisio che dalP uso dai
ionici si ritrae nella cura e preservazione della scrofola.; tra
I quali tonici il pih eificace é il soggioronre . in campagna
«jpTir, cwie oiacnra il d9t|. H^iUnf il variare deUe oecu«^
i5*
pacroait uo piàiko più r«golcre di di^ta e ài eMreÌBÌo» aa*atK
Biosfera pii^ fura e più serena', le Milutevoli etaaDatiooi
delle vegetanti piaole , ìi soave stiamolo dei loro odori , ri»
donano in bveve là vigorìa al corpo-, e la fera^essà e sere-*
tiità alla mente»* -^ £Vel resto, altri fatti tendenti a con-^
fermare T utilità dipi tonici in qtiasta malattia, sono , a senso
del)^ anfore , la speriaàentata virtù del bagno freddo di cor-
legf^re la diatesi scrofolosa esistente, e difendere da nuovi
ntNicohi della malattia ; la rara ricorransa delia tinche x<a
uc'beecaj, come quelli che largamente'si pascono^ fittalmente,
IV utilità dé^ rimedi , che migliorano lo stato degli organi
digerenti , •< rontrihuiscono con ciò a far sk che s^ibtroduca
più nutrimento nel corpo ^ rimed) ohe si vogliono annove-^
rare tra i tonici ,- quantunque diTersafmente classificati nei
siatemi di Materia medica.
' tt Avendo ora adittati i diversi fatti « che provano 1* intima
reiasione ddla diatesi scrofolosa coir atonìa costituzionale ;
abbiamo in verità stabilito lutto ciò che di positivo si sn
rispetto ad essa , tranne il fatto generale del suo sviluppar-
si , per cagioni affatto ignote , anco dove eguali siano tutte
Jè altre circostanze , più prestamente in certuni chef in ccfrtì
altri , « in quelli segnata memte i cui genitori abbiano essi
pure 'patito* di malattie scrofolóse. £gli"è certamente possi-
bile > che tutte le su ricordate cagioni non dispongano alla
•croMa> soltanto coir indebolire il sistema ^ ma quaad' an-»
efae «i^ fosse dimostrato , non altro aver *elle di cornane , sn
non che tutte indeboliscono il corpo , saremmo pienamente
giustificati uef ccteprenderln insieme , e ordinarle sotto il
viedésimo «apc^.'Bd iaftftti, la (*redo, lntu> ^nanie si sa
delle ea^oni- tendenti a accrescere , diminuire o toglier»
la disposii^nle alle* malattie scrofolose , si possa restringere
sotto la ÌMPOpòsìaione generarle : cbe tutto ciò che vale »
iadebdìre stabilmente il 'corpo, tende a promuoverla , e vi^
«eversa, ciò «che tende a effiettivamente e durevolmente for-
tìficare il corpo, valga a reprint erla/^1 messi più efficaci del-
r ultima classe, sono P esercizio metodico, Taria pnra,*
V applicazione del freddo sotto^ varie forme e con certe pre-
- cauMoni , i* «cettaniento mentale / e le prove , 'efce si aOBO
\
i5i
dedotte dalle preeedetiti' coAftidefasiooi genvrtlì , mi sem-
brano safficebtì per aoto^istarói « «ggiongere , che ' T asìooé^
delle eagtoni delf^uUima classe s! esercita sopra tutto il si-
stema , quaBimicide interTenir possano molte circostaDse a
imbarassarne la pràtica applicazione a cèsi indiTidui ».
a. Ciò ohe si è detto , risgaarda soltanto alla formazione
deH^abito scrofoloso , dfa « non al vero ioc^Aìmeato della
nHilaftia delle scrofole. »— « Più Volte P affezione scrofo-
losa si mostra sotto forma di flogosi , bensì di carattere par*
ticolare , m«i (pausata dalle ordinarie cagióni , segnatamente*
«lalla lunga applicazione del freddo ; però, ' nel più ^e! t^ÈiA ;
in cui le malattie scrofolose hanno un esito 'fatale,, V aamBe
morbosa si svolge nelle parti interùe , e i primi sintomi sodo
oscnri e equivoci. Le principali ,' e, al certo; le piti caratte*
ristiche alterazioni che colla notomia si scooprono , sono i
cosi detti tubercoli;, a Tarii periodi di sviluppo; sicché la
queiitiotie rispetto al modo delP accendersi le malattie scro*
foiose ; si risoWe nel sapete come detti tubercoli si formino,
e come nascano quelle loro alterazioni, 'che li rendono ii
pericolosi alla* vita. « *
Egli è sotto questo puntò di vista che diviene principale'
ménte importante la questione circa aflPoHgioa de! tubetco-
li , i quali > come è noto «- secondo alcuni , naseeréHbero'
da mera flogosi, e secondo aliri , come £«ae/t/iec e ^nron , af-'
fatto indipendentemente da tal processa, giusta il dott. Ba*
ronì « i tubercoli e le disorganizzazioni coi danno origine,
non sona il prodotto di alcuna specie di flogosi , e quantun-
que 1* infiammazione possa gcconipaguare il loro accresci*
mento , e \nodtficaroe i sintomi , detta flogosi , si rispetlo alla
origine , s\ rispetto alle conseguente , é non di meno assai
diversa da quella che attacca una parte non alterata da pre-
gressa malattia , nel primo caso , essendo ef là un^ effètto , e
nel secondo essendo la ca|;ione del vizio di struttura. » Laerte
nec si esprime un po^ pih riservatamente: L* infiammazione
dei polmoni , die' egli , può talvolta coesistere co^ tubercoli,
e negli 'individui predisposti alla loro formazione può forse
anco in qualche caso divenir occasione del lofo sviluppo ;
però, in altri casi V irritazioDe iadotta da tubercoli già for-'
i5a
mail pa{» AeeeB4tr6 V iofiamiD^uaDa* » Etaa oslAnte qi»«i*
premesse, Laennec />pìna tiitiavii^ i tubercoli focmarsi pi(^-
spesso lodipendentemente. da fiogosi; e quando la ilogost
coesiste con qualche aiTesiooe tubercolare , quella esser quasi
sempre di d^ta posteriore a questa. '— $uU* opinione del
JSIfouMiiù^efae alla flqgosi aiprive esclusivamente lalb/maziooe
dei tubercoli,^ dpti. Alison osserva ; « in tutti i ^asi citali dalia
scrittore francese, si sono colia necrotomia trovati insieme •&
tubercoli segni distinti di flogost ( adesione * epatisaaaione l;.
lagion per coi 1' argomento dedotto da .quelle scsioui non
ai j{|iò io alcun conto ritener^B come decisivo* Si potrà
sempre obbiettare , cbe i tubercoli esistevano prima del-
y operasione della causa obe ha acceso la ^ogosì , e che i
sintomi , durante gli uUin^i mesi di yita degP infermi , fnroé
no una sequela di queir in6ammazione sopraggiunta ai ta-
hercoli , Hi quale può forse averne affrettato lo aocreseimao-
to » ma averli prodotti non maj. Però è da dire , essere ben
raro d^ incontrar tubercoli in cadaveri che quest^ ambiguftà
non presentino . »
Il sig. Alison sembra tenere la vìa di messo tra gli estremi
di Bàron e BrouwftU» Guidato- da proprie osservasiooi » af-
ferma, ne^i individui con tendensa costituzionale alla scro-
fola» poter i tubercoli formarsi sotto diversinsipoe ciroostanse
e con diversi gra^i di rapidità. EgM non dubita punto ,«cba
ai formino soventi indipendentemente da flogosi- ( almanco
di tal carattere da darsi a riconoscere a chiari sintomi du*
•r
rante la vita)» e che, ne' polmoni almeno, la flogosi, di
cui si spesso essi mostrano indubitabili traccia dopo la mor-
te , nasce soyenti dopo che i tubercoli sono già fofmati. Ma,
9ello stesso tempo no^ sa convenire col Lawnnce in amioet^
fere soltanto la possibilità di una genesi siffatta ; per propria
csperiensa afTermando, Finfiammasione , sia acuta o cronica*
comunquf prodotta , aver realmente , io certe costitusioni ,
la capacità di generarli. -*- Sotto due Capi ordina l'autore
i cafi io cui ha creduto aver veduto naseere i tubercoli in
segaito di flogosi. Nel primo espone diverse istorie di individui
attaccali da tubercoli , ma morti di altra malattia; nei quali
iodividui detti corpicelli , in istato d! incipienic ioimuzìonCf ai
,, i55
«raao ivohi eoo tanta cvidenia di cons«|pra eo^ ahnomi fi**
gistici , ne aveano seguitalo V antlameoto , e erano assi paa«
«ali nei più chiari effetti della fiogoti.» che assordita sareb-
be slata, il credere che noo si fossero formati per opo*
ra di essa. La prinia storia è breve a instruttiya : noi hi
rechereaio. per intero : « G. P. , di 4 anni, di leapcramento
debole , ma ^ano , sul principio di novembre del i^a fa
preso da sintomi febbrili^, con cefalea e leggiero dolore al
ventre sotto la compressione. 1 sintomi febbrili declinarono
pia volte , ma non il dolore all' addome , generalmente «b*
compagnato da diarrea. Veduto da me al principio di di«
cembre , i stniomi in qnel punto aveano preso una volta
singolare : al dolore addominale , quasi svanito , era succe-
duto il vomito .a qualunque cibo o bevanda ,- fredde erano
le estremità, piccioli e soventi irregolari i' polsi; il fancioUo
era oppresso, da sodnolensa che si accostava al coma, peto,
sansa dolor di capo, né delirio. Questi sintomi durarono,
qoksi sensa variaiione, eccettuato il crescente dimagramento ,
per dieci giorni; il vomito in allora cessò, e il bambino
fu preso da convulsio ni , che vennero sosiàeguite da coma
e da dilatazione delle pupille, RJmaso in questo stato per
quattro giorni, con qualche ricorrenza di convulsioni, mork
il 19 di dicembre ». — « Aperto il cadavere, ai trovatono
i ventricoli dilatali da siero. Quasi tutto il peritoneo, Araane
il velamento dello stomaco , ara coperto da un trasudamen<*
to analogo alla linfa coagalabiie, che si soventi si spreme
fuori dair infiammazione j se non che questo trasudamento
era di un colore giallognolo , e disposto , quantunque noa
interamente , sotto forma di prominenze rotonde tubercoU*
ri, di varia, grossezs.a; nessuna però del volume di un mezio
pisello. Pel concorso di questa materia si erano formate molto
adesioni del fegato colle pareti addominali, e degli intestini
tra loro. In varii luoghi » dove piik spesso scorgevasi il tra*
audameoto , il peritoneo era ingrossato e ricchissimo di va*
si* Nella pelvi stava una massa irregolare , dello steaso a^
spetto, che tenacemente aderiva al peritoneo. I legamenti
larghi deir utero » assai ingroasati e di color rosao cupo p
cfinteoeTano negli interstizi molto denao pns. »
/
i54
» Qoesto cMo o0r« un ^eseinpìo mafuf««to di tratlbrma-
zioof di malattia addominale io idrocefalo. Se notf si fosse
operata qoella tra«forma<\oii« , le ^eatigia di fiogost neli' ad-
dome ai sarebbero forse dissipate, il dolore addominale a-
Tendo cessato ^lasi del tatto assai prima della morte. Da
qòatito ho veduto in altri oasi di trasudamenti api perito-
neo conformati affatto analogamente al precedente , ma pi&
gfoslii e iin po' più sodi , non dubito punto che essi sareb-
bero passati nella forma delie accresioni tubercolose deftòrit-
te dal dott. Baron ; è se questo paKsaggio fosse riuscito mor-
tale a un periodo pili tarcirTO , sarebbe stato impossibile di
giudicale se P infiammazione ayease o no prodotte le con>
gerie tubercolari cbe si sarebbero trovate; punto, sul quale
^e apparente osserrate nVl primo periodo della malattia nel
caso presente , non lanciarono , io credo , alcuna ^dubbiezza
nell'animo dei medici cbe fìirono testimoni di questa necro-
tomia^ ».
n secondò Caso risgnarda ad on sano bainbino di due
anni , siraordiuariamente pìngue e pletorico, il quale verso
la fine di maggio del tSaS venne colto dai morbilli j che
furono piereduti da un* insulto di convulsióne. Appassita
r effiorescenaa , durava tuttavia un po' di febbre , con quaU
che affannò di respiro , e tosse. Il di ìS giugno, l' antere lo
vide perla prima volta, e vi notò polsi celeri, cute calida,
esacerbazioni vespertine , tendenza al coma , pupille alquanto
dilatate, vista imperfetta, tensione e dolore di Ventre,- ad-
dome irregolare , evacuazioni verdi-scure; il bambino girava
òi tratto in tratto il capo , traeva all' insù le gambe , e
spésso digrignata i denti, v Avea un' eruzione papntare , o
pinttosto tubercolare sopra diverse parti della cule , com*
parsa alcuni giorni prima. « I sintomi ségnltarono con poca
variazione , -finché, il 36 giugno , in seguito di una leggiera
convulsione, subitamente morì. Aperto il òadaV^d, ri tro»
v6 io stomaco in alcuni punti assai rCfs^eggTanlte', in altri di
df color bruno e ammollito, con alcune escoriazióni verso il'
piloro. Il fegato era pia durò e più paih'do del èblfto. Molti
tubercoli vedevànsi sul peritoneo , che si lasciavano faVìil-
«pente fregar via , tatti interamente sodi , sebbène parecchi
i55
fossero miDutisnimi. Pochi Te .a' era ««lift ifèttaoka det fe->'
gabo ^ piti assai nella miiaa , che era tsgrotoata e darà ; aU
cuoi pre^sb la tonaca peritoneale degli intesttni. Una parte'
delle glandoke raesenteriobe era tabercoloM ; molti piccioli
tubercoli alla superficie e nella sostansa dei pokaoni; la re*
gione inleriore del polmone sioistro assai vascolosa^ e nel cen*
tro della- porsione epatksata, un grosso tubercolo' irregolare*
piii consisieiDte degli aliri. Il capo, mirabile a dirsi, pye proba-
bilmente stava la cagione principale della morte , non Tenne
aperto. = Da qoesio Caso^ il dott. AlUon deduce «i.^ che le
stalo di buona salute del bambino prima di essere attaccato^
dai morbilli, esclude quasi la possibilità della preesistensa dei
tubercoli; a.^^che il bambino non mai si riebbe della feb«r
hre e àé* sintomi infiammatori prodotti dai morbilli , Cf
morì delle' loro sequele , éirca un mese dopo la loro com-
parsa ; 3.9 che i sintomi che precedettero la morte furono '
infiammatori '^y e i tubercoli trovati dopo la morte, in yarii'
luoghi , segnatamente nella milza , nelle glandule mesenteri-
che , e nei polmoni , erano tutti circondati da insolita va-'
scolosilà ^ e il grosso tubercolo nel polmone sinistro, da
oote\ole tratto di epatiszazione n. Confessiamo candida-
mente di non poter convenire col dott. AUion , che tanta
copia di tubercoli , alcuni dei quali assai gros'si e con-
sistenti , fossero opera di un meae air incirca. Mon TOgUtmo
muover dubbio, che dorante i morbilli e il susseguente statò*
febbrile, non si fosse pototo affrettare il loro accréscimeli-*
to^ ma eh* eglino si formassero di nuovo in quel perìodo ^^
eccede la nostra credenza. Né punto crediamo, che la buona
salute e robesiili del bambino prima dei morbilli , siano-''
argomenti sicuri per conchiudere che non csisterauo tuber-
coli negli organi interni , avendone trovato ne^ polmoni di
alcuni, che erano morti subitamente in istato di perfetta'
saltate. Il Caso in questione , sebbene importante sotto altri
, rispetti , non pub danqne servire -di sostegno alla dottrina
del doit. AUum , iiecome crediamo non serva fi terso caso,
che pereìù paaaeremo setto silenzio ,« per intrattenerci sol
quarte, che ci acasbra pia interessante.
Ceae 4. D. IL > di nii anno e messo , Soggetto da sei me-
y
iS6
■i « teol» dì mteria dalP orveefaia tmislra t e pili rec«Bie«
menu a irrcf;olari «ecensi febbrili e diarrea , non però ae—
eompagneta da alfeaioae di peno, il dà ii luglio del 182^
^«nne ricevalo* nel pubblico Dispensario, attaccalo da alcoal
giorni dai aiorbilli. Terminata V erasiooe , dorava la tosse-
me il iiambino ricapcrava V appetito , né (e forse. Aasi , ver*
ao il dì 34 di loglio divanne febbricitaiite , pareva urean
affetto il 'capo , tratto tratto gridava , vomitava ,. insistendo
la tosse. Il 1.^ di agosto ava comatoso; polsi a 100 battute
nel minuto , serrati , irregolari ; papille dilatate ; aspetto
pallido I cute fredda { corpo dimagratissimo ; respiro breve^
rantolo.^11 fanciullo morì la mattina del giorno 3. «— iVecro-
tomki* Qqaicbe stravaso di linfa coagulabile sytia loperficia
di alenane porsioni di picara pplmonale; la sostanaa cella-
lare contigua alla pleura qua e \k en64ematosa ; e in molti
punti delle minute elevateaae della* pleura , che cuoprivano
picciole caviti ripiene soltanto in parte di materia tuberco-
lare io istaio gelai inofo , e di on poco di aria» Molti toher-
coli , nello stesso stadio di avansameato , erano sparsi nella
sostanza dei polmoni. « , Precisamente all' intorno dei 'tuber-
coli » tanto alla superficie , quanto nella sosiaasa dei poi*
moni , vedevanl generalmente un aumento di vascolosità ^ a
un certo grado di addensamento delta souausa polmonare i
i»a* questo sì poco esteso , che ogni porsione di polmona
erepitava se veniva taitliata trasveisalmaote. I broncbi ,
come solitamente avviene in seguito dei morbilli , erano
ricchissimi di vasi , e pieni di materia muco-purolenta. Le
glandola bronchiali ingrossate , iDiemamema^ vascolose , a
sparsa di punti ài materia tubercolare ,* ansi , osservate col
miccofcopìo, nei punti in cui la materia tubercolara era
pHi distintamente frrmaia j scorgevasi un. graduale passaggio
nelle porzioni di glandule che ritenevano F organizzazione
normale , sì che era impossibile di precisare dove la sana «
ma insolita tessitura finiva, e dove la sostansa tubercolare
cominciava, SulU superficie peritoneale del dlaframoim scor-»<
geva)«i una macchia dMnfiaàamasione , con un deposito di
materia esattamente simile a quella osservata nel- Ca<o i.^n
ditposu a forma di inhareoli iwf goiaci » rasaaie la ^eobsa*»
«57
«
Bt sierosa^ Simo abbondante stava sotto H' aracbnoide ;
nollissimo era il cerrello , e t teotricoli distesi da siero.
Hella parte inferiore del lobo laterale sinistro, la sostaosn
cerebrale era di color rosso, e ulcerata la porxìooe I corri'*,
spendente di pia 'madre. » La pia madre , precisamente in»
torno a quella màcchia , era iojettatÌASÌma , e nelle parti
più vascolose eooteneva un^ abbondante deposito di materia
bianchiccia, che pareva ayesse servito a renderla intima*
mente aderente all' arachnoide. « In alcuni punti , dove pi^
intensa era la vascolosità , la pia madre avea la ordinarin
forma irregolare , vaie a dire le comuni sembianse del tra*
sudamento infiammatorio ^ ma in assai ahri era disposta in
picciole masse rifonde che aveano lo stesso aspetto dei tuber-
coli nei polmoni » e^ delle gkindute, bronchiali ; nello stesso
soggetto. Questi piccioli depositi erano di yaria spessesza ;
gli uni, al microscopio, parevano indistinte nuvolette , che os*
cnrayano la trasparenza della membrana; gli altri aveano In
forma di opache, circolari^ «ircoscriite prominente; nessuno
però, tanto qoivi, come negli altri organi, eccettuati i polmoni^
dava a conoscere di essere rinchiuso in vescichette» o cisti.
Aassomigliavaoo ben da Ticino alle pustole che sì spesso si
Teggono sulla congiuntiva delP occhio » segnatamente negli
individui scrofolosi | nel loro primo stadio. »
Io questo caso si ebbe V opportunità di vedere t tubercoli
nel 'loro stadio incipiente , il bambino essendo morto in se«
guHo dell' affezione cerebrale e dell* effusione nei ventricoli.
Le circostanze che all' autore sembrano decidere a favom
della sua tesi, sono: « i.^ La testimonianza del padre e
della madre, che il bambino non area mai avuto sintomi
di affeiione di petto prima d^ essere attaccato dai mor-
billi . co' soliti sintomi pneumonici , quattro settimane in*
nanzi la morte , e che da quei momento avea sempre sof«
ferto di tosse, con qualche angustia di respiro. 3.® L' essersi
colla necrotomia trovati i polmoni tempestati, di tubercoli
nellHncipiente stadio di ammollimeato , quasi tutti conte*
nuli in picciole cavità , eh' essi non riempivano fterfetta*
mente y e quasi tutti circondati da insolita vascolosità , o
^ laggiero addensamento della sostanza polmonare. 5.^ La
ricorreosa di tubercoli , nei medesimo periodo di sfilnppo ,
x58
ma noa eonténati ìa yeteiébMte, m una portiona ài peri-
toneo,. nelle flindnlebroacbtali e nella pia madre , e I* a*
Terteti in- tutti questi luoghi ineontrali egnalineaie oircoa*
•dati da accresciuta Taecolositè. Finalmente , i tubercoli ìq-
oipienti euUa pia madre , contigui , del medetimo aspetto »
e evidentemente connessi con un abbondante è piii irrego-
lare deposito di materia cbe aveva tutti gli ordinari caratte-
ri dei trasudamento infiammatorio sulla pia madre ; trasu-
damento cbe avea strettissimo nesso cogli evidenti effetti della
flogosi oeir adiacente sostansa del cervello , e ahe , se fosas
occorso solo ed isotato , nessuno, >o credo, avrebbe esitato a
tenerlo qnal prodotto di infianmasione. •
Il sig. AUion soggiunge uà ^Itro Caso , e da tutte le sua
osservasioai erede di potere inferire » « cbe in certe costi-
tuaioni , la flogosi di diversi tessuti tende a versare qua
materia bianchiccia o giallognola, non in quantità conside-
revole , ma , pili spesso , sotto picciole masse circoscrìtte ,
<pili o meno perfettamente V una dalP altra separate , e cbe
tali masse sono una cagione comune dei tubercoli scrofolo-
si* » Ognun Tede esser codetta teorica affatto discorde dalla
domina delle idatidi del dbtt. Barom, Noi non ci -crediamo
capaei di oonoitiare sì diseref^anti opinioni.
« 11. La tecanda $erie di Casi cbe mi resta a addurre
snll'argodienio, risulta di esempi «K bambini, antecedenta-
mente sani» o quanto meno non-affetti da malattia polmo-
nare , che Tennero presi da sintomi infiammatori ben distia*
ti, geoemlmente da nota cagione, certamente adeguata a quel -
I* effetto ; i quali sintomi , dopo aver durato qualche tempo
con pericolo della vita , declinarono imperfettamei^te per
modo , ebe i bambini passarono in ti^ichesia , e morirono
n capo di alcuni mesi; e net loro cadav<>ri s'incontrarono
tubercoli a varii periodi di sviluppo , ma con nessun' altra
alterasione cbe si sarebbe potuta considerare o qnal effetto
dell' infiammasione , che V'pevasi aver esistito , o qoal ca-
-gione della morte, n '
Caso 6:* Ui» fanciullo di cinque anni, assai robusto, al-
quanto rachìtico , non una p^cciota piaga scrofo/Iosa a una
gamba;, sul finiite di novembre i8i5 fu attaccato da sintomi
tSg
ìstinUimeiite pneomoDÌci. Vedato eia diversi medici f Tenne
salassato due volte , ed ebbe i soliti rimedi coofac^Toli atta
sua malaltfat I sintomi febbrili depUnarono, ma>.8egaitaodo
r affanno del respiro e V importunità della to»se , divenne
gradatamente etico ,, e , morì . dimagratisaimo sul finire
dì gennajo 1816. JVecrtomia» Dappertutto i polmoni avea-
no il naturale tessuto spugnoso.; la malatjtia paveva circo<-
scritta alle glandule bronchiali, le quali erano enormemen-
te ingrossate e tutte convertite nelF usuale materia caseosa
o tubercolare. Nessun^ 'altra alterazione oQtavasi nel torace
« neir addome. — L^ anfore soggiunge tre altri Cusi ana-
loghi, pei quali rimettiamo il leggitore all'originale. Egli
dice d^ averli scelti da a»sai altri , e crede poter con fi-
ducia affermare non esser rari tai casi ne^bambini delP in-
fima classe della società nelle grandi città ». Un sano bam-
bino, osserva il prof. Alison^ può esser colto improvvisa-
mente da distinti tintoon pneumonici, sia per infloensa
del freddo, sia per operasione del Contagio morbilloso o
della tosse convulsiva. I sintomi possono essere tali da gru*
stificare V aspettativa ( appoggiata alla nefrotomia di bam-
bini morti nel colmo di talf affezioni, di cui lo potrei pro-
durre assai esempi ) che , riesceodo proniamenle mortali ,
lascieranno dietro loro indisii maoifesii di infiammasione
attiva* Con tutto ciò, pongasi che V urgensa del pericolo sva-
nisca, e che la tosse e ^angustia del respiro seguitino, con pro-
gressivo dimagramento e ognor crescente deboiezsa , fino a
che, a capo di alcune settimane o di alcuni mesi,^ ne se-
gua la morte. Ora, trovandosi , colla necrotomia , tubercoli
TQottissimi , talvolta assai grossi , con nessuno i^deqsamento
4e1la sostanza polmonare , o soltanto con un addensamento
leggiero, e propriamente intorno ai tubercoli n^ diremo noi
che tai tubercoli non sono stati prodotti dal)a flogosi?
Nelle deduzioni cavate da tai casi , T autore poco badan-
do alla circostanza dell' essersi o non essersi trovato il bam-
bino antecedentemente in salute, ha tolti i principali ar-
gomenti a favore del suo' assunto , dalla certeuta della
flogosi prodotta da una cagione estórna manifesta , che ha
preceduto di alcune settimane o di pochi mesi solamente
la morie; dall' essersi sotto tal flogosi l'infermo trovato
in gran' pcrìcofo, sensa aver mai potato liberarsi dai sintoitlf
di leiy e finalmente, dalla presenza di molti eà avanzati ta«
bertioli come principale od unica aUeratione Hovenata nel
cadavero. « La questione insomma si risolve nel definire, se
rinfiammasione possa prodorre i tubercoli , o se V in^ra-
massone sarta certamente di fresco , senza mai cessare dai
sintomi che la dinotano sino alla fioe , non abbia a causare
la morie ybè lasciare alcuoa cooseguenza riconoscibile nel
cadavero , ma a coesistere puramente per caso con un* altra
affezione di pib ìintica^data, e che ha fatto un aorso indi^
pendente. »
(Sarà continuato,)
Alcune rieerehe tutta sede dette alterazióni eeretrali ; dei
$ig. Pi NEL, ftf^io. — TI sig. SouiUaud ha non a guari presen*
tato alP Accademia di medicina di Parisi una Memoria |en«
dente a mostrare, con proprie e con osservazioni altrui, che
nelle àlterasioni cerebrali , la perdita della parola é deter-
mioata da una lesione pih o menò profonda dei loDuli an-
teriori del cerveHoé 11 sig. Pin^ impugna questa conclusione^
citando varie storie di affezioni cerebrali con abolizione
della facoltà del parlare, nelle quali l'allerazione avea sède
pih ó meno distante dalla parte anteriore del ifervello. Noi
recheremo la prima* — Una donna', che non avea mai pro"
vato disordini di salate , madre di più figli , cominciò v^rs<^
V età di 60 anni a manifestare dei vaghi timori sulla so a
vita avvenire j sentendo di giorno in giorno a decrescere le
'forze, liemeva di cader presto nella miseria ed essere ridotta
a morir di fame. A 69 anni è percossa da un** insulto di ««•
poplessia , la paralisi si estende alle membra inferiori , al
braccio destro e alla lingua : per cinque mesi ella non ha
potuto né parlare , liè servirsi delle sue membra. Dopo que-
sto'pe^Hodo ricupera finalmente Tuso della parola, il brac-
cio destro riprende la mobilità ; ma gli arti inferiori riman-
gono p^aralitioi. A 63 anni , questa donna è condotta alla
i6c
Sdlpé^rSere ; efk «te» Tolnto «tteitare ft* socd giorni con nu
'Golpo di coltello alla gola. I suoi parenti affermano, che
•ravirorsione alla TÌta non avca incominciatola manifasiaraì
chewalcuni mesi dopo V inaolto di paraliska. Don mesi dopo
cntfata neU* Ospizio , renne per la prima volta assalita dal»
r epilessia , i cui accessi si fecero Tieppiù fre<)iienti negli
ultimi tre anni cb^ ella soggiornò nella Sesiona degli idioti.
Nella notte del 6 gennajo iBqo , la don^a mori sensa che
nessun sintomo avesse potuto fare presagire una fine sa
pronta. -— Necroseopia. Abito estemo del corpo naturale,
jricoo di pinguedine ansicjbé no. La ci^jatrice del coHo^» ,
lunga intorno a due pollici, si estende trasrersalmente dalla
•parte laterale superiore e posteriore della cartilagioe tiroide,
.fino alla mela del lato opposto del colio : la ferita non ha
interessato che gli integumenti e il tessuto celluioso soltO'*
posto. Cranio spesso, eburneo i injettatissimo. Molla. di no-
tevole offrono la dura madre , V aracnoide , e il lobo destro
.del cervello , se .non che la sostaosa cerebrale è piii soda
che nello stalo ordinario. Il lobo sinistro del cervello » alla
parte posteriore un poco all' indietro 9 al dìssopra del ven-
tricolo , nella spessesca della sostanza bianca , mostra una
•cicatrice. esternamente giallognola ^ rossa e bruniccia Inter-
namente , che nel suo centro contiene una specie di noe-
«ino lo bianchiccio, di aspetto lapideo, non organizsaco,
diiro e resistente , avente per ogni verso cinque o sei linea -
di diametro. Il restante di questo lobo, egualmente che il
cervelletto e il midollo spinale , partecipano della durezza •
della consistenza notate nel lobo destro del cervello. Il poi*
mone sinistro è enfisematoso ; cuore enor.me , ossificaziona.
delle valvule aortiche, siero nel pericardio, e nel lato de-
Siro del torace. Il fegato , notevolmente ipertrofico, occupa
tutta la regione epigastrica e gran parte deir ipocondrio si-
nistro ; non di meno , esso è sano di dentro e di fuora»
(ja milza é picciplissima , ma sana ; lo stomaco infiammato
verso la picciola curvatura ; il duodeno e gli iotestini , qua
a là injettati. Meirutero avvi un'escrescenza poliposa che
ai ^prolunga fino al collo del viscere ,*> la tromba e T ovaia
ffiuistra mancano affatto. — Le altre tre istorie riferite dal«
Ann A ti. FoL XX XVI lì. 11
1' ftoiore dimostrano isteMttn^Dte, che le lesioni ééHke por*
sloni. tnterÌ9ri del oervtrllo non «noientano cosUntemeoie
r uso della parola , e che la facoltà di espriaiere le proprie
sensaetosi ppò essere abolita da alteraiionà rip«>ste in di-
irerse regioni di quelForgano. « Ciò non pertanto , soggiunge il
doiL Pind^ posseggo sei ose^asioni , nelle quali si era
presentato questo fenomeno , e dove le lesioni slavano
Terso I loboH anteriori ; ho vedute^ altresì » in altri casi» il
difetto nella loquela nascere da emorragia nel corpo striato.
Del resto, cosa imporlootÌBéima è il disiinguere le lesioni
che distraggono le funsioni di uaa ponione del cervello»
comprimendo qoesia ponione cerebrale , come le emorra-
gie , da quelle che attàecano direttamente la porzione che
presiede a queste fonsioni. Il quale studio è tanto più dif-
ficile', qoanto che la struttura del eertello non è ancóra
ben cognita , e che , qoanto più fatti patologici si raccolgo^
n^, tanto «meno si ha risultati eostanti e identici nei sintomi
prodotti dalla sede delle affesioni locali deiP enc<*falo ».
{ Journal' de Phjrsiologie ),
Memoria sopra la questione : La facoltà di articolare le
parole ha ella $ede nei lobi anteriori del cervello , giceome si
pretende dal doti* Gali ? ; del prof, CsuTÉiLRita. «^ Setto
ossertazioni riporta V autore , pet combattere V opinione ài
Gali , e Bouilluud che la facoltà di articolare i suoni abbia
sede nei lobi anteriori delP encefalo. Nella i.« la lingaa e
gli organi a lei congeneri potevano eseguire ogni 'specie di
movimenti ^ e nullaroeao si riSutavano alla coòrdinasione
necessaria all' articolasione dei suoni. Ilella i.a vi avea per-
dita della parola, ma pieno esercitio delP intelletto e dei
moti della lingua, con lesione del lobo medio del cervello.
« Nella 3.«, un'apoplessia del cervelletto pareva aver recato
impedimento sensibile alla pronunzia f ma è certo c|ie una
apoplessia del lobo medio ha tolto la facoltà di articolare i
suoni senza togliere P intelletto , e debbo notare che nello
stesso tempo sommamente difficile era la deglutizione »«
NeHa 4? ^ malgrado tuttf i movimenti della lingua fossero
aQì e doliti , T individuo poteva tuttavia articolare i suoni, e
tra altre alterazioni nel cervello ^ s* incontrarono traccic di
i65
èìnqn^ ipti^odltiutiU nella pro^tiibenmta » • im tìiìo mI p«*
da»€olo anteriore sinistro. Nella 5s, dorava la pronnoiia ad
onta del notevoUssiÒDO indebolioiento dei onoti ilella Mngaa»
e nel cranio si trovò un indaramento eartiUfpDOiO dei oorfit
olirariy dei UiKeveolt mammellarì • del peduncolo ptoisUr»
detoerv«lletio; nasrendo i nervi ipoglosst e gloèso-fattngei
dai solclii che separano i corpi oliTari dsi corpi retiformi
• dalle piraoDidi anteriori, Fautore inclina a ored«re ehn
la faeoltJk di articolare i saoni proreniwe dal nervo linguale^
ramo del quinto pa|o. Nella 6.« e 7^ osservationey uno dei
malati presen taira nna disorgaoitsaaione ÌQlera di un lobo
anteriore , con tumore scirro$>o nel centro ; l' altro , 4aa a*
scèssi saacati , grossissitni » nel lobo anteriore sinistro , cdtk
ammollimento degli strati cerebrali adjacenti, e non df meno
la ncoItiÉ di articolare i suoni avea dorato fino agli nlctani
momenti della vita. ( Nòm^HU Bihl. ntéàietUe), * ^
Os$ertm9Ìone di rottura tU mèra a due metà e messo 4r
gravidanMa f dei tig^ MoOLiv. »- La signora Cmy^r^ di 9^
anni »• avear avuto no primo parto a. termine aH^ etii/df at ,
poscia due aborti, nno di 4 mnì • aS'anni-p Taitro di t
me«e a a 5. Questi due accidenti non aveano punto alterata
la sua salute, quando» ve0io la fine di maggio del JSaS ,
questa signora divonne gravida per la quarta? Tofi** I priìKt«
pii di quesla gravidanza non furono turbati (^a alcun sinb*
stro. La signora Cayer segnita;va ad attendere "atte ^oe oc«>
cupaaioni , ed anco al suoi divertimenti ordinari V-'segaata»
mente al ballo, pei- quale area in ogni tempo avvto nna
specie di predilezione. Il di 7 agosto, dopo avet p^eso uà
bagno caldissimo, ed aver pranzato sobriamaÉie^ andò al
ballo , e dispottevasi a passare nna pairte della notile , quan*
de, facendo U ìf^al^f septà improvvisamente uno scoppio nel
basso ventre, « cadde .quasi subito inaiacope. Gli astanti , sbi*
goltitia si iroproTYiao aocideatr, si diedero premura di com*
dufla a c#sa e metterla io letta. Si mantlrataronà alloaa i
più gravi sintomi eoo 'sorprendente celerità. L^ addome ai
fece |;onfio e docente , i polsi s^ iodebol^xooo e i traiti dei
volto si seller arono ; l^ fàccia e tutia ,la superficie àt\ ooepc^
ai co|irir9tno di sudor fcfddo; T ammalata '•ff io am'anviaA
184 I
In^pHmibilc. Ebbe alcuni VoAiiti, mercé cui ri^eu6 una
parte del praoso. Tale era Io stato ìd cui la trovò il signor
MouUn^ chiamato a soccorrerla. Questo medico , che già
^▼ea assistito alia donna negli aborti, credette^eon tutti gli
aslanfli, ob^ ella fosse niioacciaUi di una nuova sconciatura f
e \ secondo qnesta idea , attribuiva V estrema prostraaionè
ideile forse » il pallore del volto e la piooiolessa dei polsi t
a una ptrditar straboccbevo|e da cui questo aborto dovea
essere accompagnato, e con quella oredensa-, si fece sol-
Jeoito di esplorare f ammalata. Ma quale non fu la sua sor*
presa , quando non vidde una sola goccia di sangue stillare
dalia vagina , e trovo le parli genitali e il collo delP utero
in istalo naturale, questo né piti aperto*, né.pib basso ab e
non dòvea essere a due mesi e messo di gravidaosaP Per*
•li^so non di meno, che lo stato delP inferma non poteva
essere che il risultato di una eraorragii^ , avuto altronde ri-
guardo air cgnòr crescente enfiagione del ventre e air op-
pressione, e che la malata non cessava di lagnarsi di uà
.dolore nell' addome. » al di sopra della fossa ifiaca- «destra »
egli credette» che nello sforzo, cbesi diceva avesse provato la
stg. Cayér , si fosse latta una Isoerasione nel fegato. E la cir^
postans^ dello scoppio , che la "malata accennava di aver
sentito in questa regione quando era stata solU»vata con
violensa , sembirava spalleggiare il diagnoetieo. — Cviusta
•queste premesse , il salasso dovéa naturalmente offrirsi come
primo messo curativo; se non cbe il sig. Moulin^ sbigottito
dal decadimento delle forse e dalla picoiolessa dei polsi »
non osò determinarsi a praticare quella operasione , è «i
limite a prescrivere T applicaiione di ao sanguisughe alPi-
pocondrio e alla regióne iliaca destra , sede 4i oQ doloro
acuto aarsi che no ; poscia si praticarono fomenta mollili ve,
e delle bevande rinfrescatile leggermente inacidite* Er^ verso
messa notte, ^ando il sig. MouUn lasciò V ammalala^ ma
a 4 ore del mattino, il sig. Cayer venne in tutta frelta a
cercarlo nuovamente , dicendo cbe sua moglie stava mo«
rei^do ; ciò cbe non era che pur troppo vero, dappoiché
rantietk era pervenuta al eolmo, estremi erano ralterasione
dei tratti e il pallore , a freddo il na«o e le estremità. Ap-*^
i65
Ipena resuv» «H' inCtralt reoe tuffietfnt* per «sprim«n U
«ngotcì« t la disperatione da cui era oppraèta. Si chiaoift*
fono in «oa4.uho i dott. Guibtrt e RwMék Erano ia aHoia
sèi ore. La «ola vieta, dell* inferma baaiava a oonTkifcere i
eouMuleiiti ohe la inoHe bob dovea essere lontana. Essi però
diseocdavane dai'tèig» J^oafifi oirea il diagnostico: ambidae»
rigetuodo la snpposistone'di una laòeraiioae di qaalobe ri*
•cera -addosDinale , pensaTano che ai avesse pio i tosto a fare
con. Olia 'petisoniie.acutissiaia^ A vero dire, essi non potè*
▼amò giudicare «Ile detto stato presenie; e Pidea. di una
•Aofosi peritoi|ealr<doTea in allora senbrar loro assai pia
irerosicnit», elieiqvslla'dr ona- emorragia addominale ,' unto
piii che cpiesia ca^tà era talmente distesa, ohe sarebbe
•tatd impossibile di -acquistare la certezza Usica di uso
spandiiseAt^ La ftoltoasioiic non ero piti sensibtU> e oltrae»
ètV-às piireti dePxtevire erano talmente dolènti , d^ non? si
sarèblie potuto impiegare la compressione piò leggiera per
▼«vifiearo questo siuomo , che > par tnttana sarebbe stato
femporiaatissimo al djigoostioo. L' esplorastone nonvommi*
nistrò'loro alcun todisie che l'utero dovesse esser -seggio
di roitora » prelerentia di altri organi. Come il sig. MouUn^
essi trOvarono'>il «cìsllo deIPntera duro^ chioso, e che avea
ieonsanraCo tutta là sua lunghessa. Però , se i sigg.^ Mtì^lUé
e OuHeretrmno ^scordi 'dal sig. MouUn nel diagnostico' y
ttèb lo erano pamo nella, cura ) ma tutto fa vano.' Ad ontti
di una' nuova applioaslooe'di sanf^nisughe , kr atat<» dell* ami»
malata continBÒ: a agghurarsi nel . oorso della giornata , e «
1 1. orto della sera , dopo aver ^Éasato per- tutti i gradi : del*
1? oppresstone B' deif ansietà*, ia. sigaora ^Cit^rei: sin messo «
un^angóSG&a.io^lkprinMlMle,' spirò. '
/ La -.neoeoseopta, sfatta aSore dopo la morte, alla presen-
aa dei aiuti aigg. JlònliOt tiitmUié ^ Guihert e del dottor
TU^eroii , medioo della monie^alità » ha dato i risahamenti
ac^ueilti': Bnona cooformaaione generale; grassezza ordraà-*
m; tessuto cellulare adiposo piuttosto abbondante sotto gli
iategomenti del petto e del ventre | .mammelle protuberanti.
Organi' del cranio e del torace sani. Aperto il peritoneo ,
flillò gran copia di sangue paro e liquido , il quale formava
\
no tomMv9¥oU' strftnvò iielhr «aviik. «Idbmiii4« ; la q«a«^
iHè di qoe4t« fiatilo poteva aiilmoaUra a circa' quattro pio-
ti. Io iaiato oèrttéla il 'fegato « io) stomaco,'. f;li intestini/
•atta la vaanlMmaa aaoeoaa ÌBtes(iiiale.< Netta regiaoe ìpoga*
•Ifica» He! maaso 'dell'enorme atraraa» iiH aUDgiie , «otavaéi
tra tuoiore rotioiido g di tl« :ò> quaitro poNiof'dì dianretro ,«
•dertota alla parla anperlore.dci -corpo dell' alerò » «'che-
^MiMTa lare un tatto con qoeata TÌaoera ». al ponto '^cbe a
prNBo .viKa ai poteva pigliarlo per V alerò «aataeo; Qneaio
toa»oré , lo cui pareti, alte cfBque o*«ei<lfaee<> etfano tate*
taoBente formate di aaogue rappigliato ^' era oairo o contèa
seT*' OD loto, cbé pareva di due meai e meano^^eèroondato
daBe meadiraQe. e d^le aaqoe deli^ anmiaa. laoit^ P utero
•al' sèatO' del* tuo maggior dtametio , «e dtstaoeaio dai lcga«
SMoti e dalla Tagina , ai trovò quanto aegiie:' Alla- Imar o
jiafte aaperiòre deir organo, eravi una mg(faardevola laeeca««
aiooa> di loraa cireolare,, aventi almeno due pollici di dia*
metro. I bordi di qnetia laoetasiove aderivano al .gruaao
obi ffofmnvn tumore aHa bdte deU^ntefò' , a conteneva, oom»
m è detto, il leto Mviloppatd nelle ane anembranej Da qne*
am dfipotitione risnhava 'evidcstemeote cbè L'oro ornano^
toato dòpo la roiinra , era sfuggito dalla ' cavità . uterina »
9à avéb panato nelP addome , reataodo fUso preaao-la la-
.crraaione > ève' pareva #itenoto dal grumtt» oba .ai *•* IÒr«
imato tatto aM) intorno^ e cbe lo iaelnva aaalt^;D»aate daUe
^dacèi^e'addomi«a1i. H teatumo dell' «tcio era sano- in . qoati
lotta, la eoa eatentiaDaé Mei pante< della laaeraaione, era «-
▼ldaniemente:rammolKt<r> e<li toperfioie laeerata tèmbravà
rugosa « tnegnale. vLa «pesaeaib deUe* paPHi uterine non era
maggiore in questa , cbe in tutta le altra r^glottl dall'utero;
ella eea di ctrea otto o note tioeè.' Non vi »avea apparenkt
di «aViik , né altro cbe indicasaa lap^ee^lsiensa di un corpo
aimnierò nella spcsaetta di* questa pai^etik La snperfioie 'itt^
terna della omlriee era nn po'roaaa, «isida e sparta di vii*
laaitb e di lembi fllaoBeoti»i ; la placenta , appeo» nbboa-
nata , a satto forma di membra aa sottile , allangala e trtan*'
gelare , non disUngn^aai che alla sna continuità col oor^
dona ombalUcalle . a alle sue aderansa colle membrane del
|eto«.Fu ifnpiMHtbile <dì «tsìoorarsi te qofstò corfio èdtrira
im^roan^nte all' «itero ^ o «1 margÌB^ d«lU lacerasìooe di
iqqatt^ orgaop. li feto , ^traapareikte aUrat drso la adqifte deU
r.attnios a le iiian|braiia« s^nibraTa b^n coaformala.e di
ieA«P>PDascbile, La tasta oacupavaia parte piU deoUva.. Timi
gli àkn prfaiii del ventre e della cavità della pelvi , il jm-
ritQoeo che vette le pareti nddomioali , ft& bene cb« 'quélloi
che cqopre. gU intettmt e le viacere ivi^iaar» eraao afAitt»
normali » c.d avcaoo cooiesva^o il loro polfiee « la loro or^
dinaria disposisioite. L' utero e T ovo wùàuo 6»rooo coMer*
vgti dUigenbeiDeDie » e, nello stesso giorno, della necrosco^
pia 9 presentati alP Accademia R. di medicina f^ella- seduci^
del 9 agostp i8a5 dai 'signori Maulm e G.aibeHf i quali 07
eposero auceintameote a qoeU\a9aemblea la storia della- man
Uttia cbe.abhiamo espQfta no po' piii minutamente- ( ArMve»
fornir. d€ Mttdm ... ' .0 t
Ossenf anione di un ^UrQ aimmt9 lulla, sum jipeà$ma utt
canale^partfcolar» f. dUsig. B4VOBi.oo(èUB^,4^eo<e: rr- 'Luigia
B|firgiier|ta Lfipiecre » d^ 53 anni ». mori di »pienf«>. - pnettmo^
Bile nello apedale fieaa}oi)« Elia non avea>.mai %UAto. » Spat*
rato 4 cadav^o , si iro^ò r «toro delle- ordinarie,; idi measior
ni :. ugliato 4air alto al basso, dal fond« wwrs^ iloeoUa,
nulla preetntò di noteiw>le/ae non che U.-tmeabe' aveaao
claspnna i^ ,%^)9MMifik .di , una penna 'di oocvo; .(atte p^ di-t
ve{se inoi#ioni a M^it» e a sipiai^ra nelle paaeti del corpo
di .qnest' organo y.acoo^rjm^yio ti i^filra ttn:eajiale di ngualo
calibro, delle trombe » i^ qn^l canale > aU' ineà • tarmine va nella
tromba deatfa > e all', ingiii* nel <ol)oc U canale nasceva .dalla
tramf^^ 9 a tra o. quattro linee dallttisna ''i^teeetiià inierna ,
f yrs^.bena cbe, questa suesa4Mt«tmità«intiirwi:».eeatla coo-i
tiaoasione. di quella. Me era possibile di 00 afondere questo
"caiial^-eenHMft vaso qnakmqoe ; egH era troppo distinto i
oltre di ciò, il stg. Marjolin j chirurgo dell' ospedale , e
preeenie alla nearoseopia,' avvebbe tosto vileiraio 1' error
nostro* bsnece di «nwenifè- nnUé no'ètra opinione , e ere-
dUae 'eel».oni.'ohe^' questo canale aVfebbe potuto contenere il
pffodntto- 4UI concepimento ,• se- in questa donna^ fosse ifiata
fecondata fovaj^ *^ cetra. A|[giogn«f«tt9»^cbiiqtteaio canale^
ÌBfraiMleiidoti , doinmie la graviikiitt , a' ape8« deHa ca^tl
dtU^uiero, avrebbe potuto lanciare fTilaf^pare dettiro 6iae ,
§90 a wn' epoca pili o naeno wanaata ,11 pre<!otfo d#l con-
oepimoBlo , e ohe ', io -queata ipoleai , Il pa^to avrebbe a^
wto loogò per le vie ordioarie. AH* epoca del parto, le atm*
taaioBÌ aoprtTTeotite nelle pareti del corpo e del 'collo det"
V- yiero ai aarebbero eeoaa ' dobbro attribuite alT èsfktensB
di imutefo -doppio; dappoiblfé fai sorta dl'equltoci wsno
ione pk alati cioismeasì. -^ Nos igoorìaoso le gravidaiiso
•viWppaCa nelle pareli delP ntero , osservate "dà Smith , £^-
àmrUh f Aìhén , Canu , Lùbtiein e Breiùket, ; nra crediaaao
obe-qnealo petao anatoonico , che ooo ^ abbiamo cooaènrato
ohe in disegno , aomministri la^spiegazione dello sviluppa-»
asvBlo di' qaelle gravidanse. « (1).
Màmorim »M itUPoduxion^ di àiuèrg^ gpHanze ndte arte-
ri» defjU amimmii Vit^enii; di B. Gaspaid. ««^ Ifilolte injeitoni
di liquidi e gas fono state praticate' neUe vene degli ani>
inali viventi, e nel sistema capillare dei poliilòtti> aaa pio-
ctolìssinio ,t Oefaaparatfivamente , é il numero tfelle* io)eaioBÌ
analogie 'fiille nelle arterie , o éel sistema capillare generale,
IfL Stvnùm» è forse stato il primo a fare esperteuse di qut-*
al* genere ', alformiando di aver vedalo morite ' tostanlente
nn cane, nell^ vrleria oeliaca del qtiale avea «bf&ato d^'a*
ria: egli vitroiròj! onore rigoafiod'afia. 7l»rrtMnrso Birth, nella
Stùrùt àéUa Sftdti^à K^ùU di Londra, raccoina/ comé'deMàtte
ilB|eliaio in un^ arteria dttfa'fiie la vita, non sia ritornato- per
la vena dba « cépo éì- otto ore ; e il. F'ièutsené al priootpio
del dietotiosimó aeoólo , preteae aver fatto ' entrare nelle
qaroliée (pNÉttPO iibbi«o df nerentio al di ih dèi sistema ca-
rotidei» cervello ; eaperienaa ^ n6n è però "rioseita a
. .j. li!'.»'. *• .. ' ^- »•• ■ k»
i> . 1 . < » •!
(0, fnffi^^P^P ^ùs$en^éi ^ueao 0mimh ti tM§gamo la
ìolatiut qaierva,Uf>9^i dd do$f^ i&aclnet fwgfetlf%i(e a- face. 5iS
del préQtdenU vQÌ.^i qu^i AUndl , a la Maàiotia mpm ann
niMiPa varie%^ di grat»idé$naa emtrorUfmiM M sig* Snuèna ri-'
ferké nel prucnf» ^/V^aoicolo.
i6^
BtùnrOf quando vcUe rii«at«ri«. effcHa earolìd«, « BelPat-»
terìa crotale Smperio BUktA hi iiii«tltto aria • gas idrogeno
aoaforato , acqua pura , acqua tiau <li ' iirinoo , irino , olio ^
acidi deboli, alcali aHangati » sali naoiri» sangue aere •
Ycooso ,. orina , inie , sieto del «i^ue , atocosità cammii. %
A* P. NitUm , segoftaodo poco dopo i lavori del suo mnat
troy introdusse istesseniente in quelle due arurto dall' ««
ria , del gai acido carbonico e dell^ oppio. Finalmpnte ,. qua^
bì intorno alla stessa epò»a , IkehU^ e .Jiefmdie iniettarono
nella carotide e peli^ àf|efia epurale del sacca di.upas tiau#
t^ e di upes aotisr; e, alcuni ami appresso, ìiàfa§enàiei
isola lavnente, tnjettò dell' acqua* e dei li<piidi irritanti neir ac-
tcrta della coscia. Però, noia il aig. Gdipanl , queste ape<-
rieuBe» meno quelle degli ukiuii autc^, aono riferite ,. eoa
nessuna relasiooé ai sinlomi ,' e ai solo fine di cbiarire il
risultato che 1* espeiriniaBtatore liHendeva oonaegntre. II per*
cM , egti ha • creduto' in a^oneio di seguitare le alesar ricer-
che , serytfidosi delP arteria cniiale a prelsrensa della ca«*
rotide. E acciò non si attribuissero alla .sòl» legatura del
▼aso injetiato gli effetti che otteneva dall' injéttarvi di«
verse materie v il aig* Gaspara, legata in on-oane T arteria
crurale sensa praticarvi nessuna infezione j, vide conseguirna
ootcamente freddo notevolisetmo del eaembro , -uboltsiono
del polso sotto il tendine di Achille , rigidità nell' andatura
per un giorno .ó due, ma non veca paralisia , apn anfiamea*
to, non iofiaoiBuiaione , né caacfana. Il calore era giàtoraato
un poco alla rampa nel secondo giorno , maggionnente nel
terso , «^ era divenuto affatto aormale nel qaar^ f al qoal
grado r andamento era tornato quasi naturale. ' La legatort
si staccò nel quinto giorno , e T'animale BMri nel aetiim»
sacrificato a un' altra esperiensa. IVipetuto V esperimento ia
un ajtro grosso, cane/ diede analoghi risuluti, i quali *o90
tanto piii decisivi , quantoché dalla medesima eaperieosa gjU
stessi risukamen ti- ottennero DréUneoun , fU9u$§€n$^^ H€Uhr ^
Bìthai ed altri 'cbe con diverai proponimenti la tentarono*
Le aaateria injeltatedal sig. Gufpmrd furotao mercurio, olio
di olive , acqua imputridita , aria coarana , acqua pura p
tartaro emetico « esuatto gommoso, di oppio a aaetaio di
170
ptomlM». Eg1t.<lés0rhre mkaCBfin^ste ckscidia speìieosa NoiV p0t
^os peeeart di peolistità, 'né rilariieifeaAolfaiito U ooao^sHHki*
pt/f I cofpi cinffin grouolBnì» coi9« U méroMriPt.roUos
il tedinealo di eaUftUo.di oppio .»^«oó«> non poaipn» olir«-
fMMMB i vasMliù iatejrmcdi alUiafltrte e alle,vflaa| «su vi
ftméao^mó » al- ooéirario •• m^c^anicamcftA dtW iafianuna*
aioBlft^ dtli\ iafilliasiòiM .sierosa , dfi^ aaceasi, «oa».» sic^
•ooiae, blu piò miiiulaoiaiiie diaioalnito aeUa Memoi^m nd «var*
tuiio* a.^ L' aria paaaa cQDi|iiiÌcb«'diffi£okà dalia ariaria' selle
vane aaQsa infiammare il aitlema aapillaic.i ma^con estcejna
4i£SeelU e con ataai di tlaaicBa^ aasa circola al di^là , «enza
dubbio., a «agione della àusi elatiiciià » mereò citi reaiate .al-*
V erto .del aasgoe:.£gii. pare , 4ìbe infettala, di queaio modo
po^sa assai. diffieilmeiHe caésaio la morte, eome lu già di*
iDoslraiOida Sfysutn , ed é per questo che trovo. mi po' sor*
prendente il nsoltato della «itata. apeeienBa. di Stemohe., h qnah
sto proponila giova notate 9. cbeiqneMo fluido eias^o, iaè*'
pegnatb nel aiatema capillare.^ ba awestalo i due terribili
teleni'ioieuatii dopo di esso (T acido prosaico, e la noce vor
mica) ed ha impedito ebe producessero ie IsagwitQ alcuno
dai. loro fttoeàtLeiretii'(i). Cosa n' è divenuto di ipteite.eostaòi*
• • t • . . . > ■ ],•»••• ' r ■ »
Mmm»mm^^m»^-'mi^mmt^»mmmr'^mmm<i*»m ■ i ^w^— ^w^— i^wf^i— ^^■^^^■^y»^ i In i| i i i^
(1) In ni grorjo onne 4e' ceeeMi » • P a^aore oevea », più ri-
prtm caedato ntiT arteria cttraU tra ) -e %• pMci otibici xT e»
tim eemune , e auta agni yaikn.'udiipl ncW fntémù étì m^tbp9
tn, roràongginmenHo paftiemimre dipèndente détl rmnc^mrsi del"
Ì'mmsmi do/ sàngue* L^ animéde evee non Mi mmno aoffertò^ po'
ehimimo da gneiie rem/amie, injeadeni ; nesmn «miomo e/m
imnmdimmmenie Mueeeduio , ma e eèipo . di alcuni minult H
#^ 'Gaspard i^idide e&e la.wena^ ^ ^iteeompagna ' fatitewi <;#<ìh
m^' ene dittata, da^ sangue apamata j « miUa'^di moke: Mie
dt-Atia^ e cke.^uéfto Uquidoma poehia$imé' mteéih, eomarh^
stagnante, nel, poM^i iuM» il mtamàra era orepitmpie ai tmko j
dtircHOf nuUa di e/bls<ro prouò il eana- pèr^ oltre mew^ofa.
jPrefHtdeada Mora l\ autota , che questa sparimna^non satetlie
fibueita mortale, o chàlo.iotio di anuyiOH^iandòH ntlèa: v^
i '
^7«
mI m«iitbrQ? Ikmiotlteaa: petalo, le ^«iiltià d«l«l«re pel
.j . 1 1 111 ji - " -■■ - . ^. . -^ ■-. *■
|M cava. e in tmta fi $i$téma/sir4>olatorh, sgamUrer^Uer^ J^,-^
nalmenjie la coscia, e finirebbero pei: disciagìierù nel «fui^wft
per uscire col mezzo della traspirazione polm'onale , egli fece
servire /' animala ,aìlù jeguenU iperienxe : i.** infmiìy nelU.
Messa arteria un'oncia di acqua, alla quale auea aggumio
'}o gaccifi' di .^eido ^rustiiiP , di u^ mudicuo, e nqn pertan^tk
non ne risuUò alcun ef/^tó né tosto^ , né in seg^UQ^ a-^ .Un.
quarto, d' ora d<ipo qit€sii.\ttleimn esperienza $ isUfodusse noHtk
stesso 4ft^sa un^ om^i» di dfic«tU>ne satura eiattiginosa dlnoeé
vomica r la quale ella pure non ha .prff4qHQ aUun icatlÌMQs
^eiie- 3.** Fiaa\menie^, mi' ora dopo y la prima in§etione\
reggendo che V aria, sempre presente nei. minimi vaài^i^iftipo^.
diva yper la sua i^lasticitn , * due pretedemi veleni di pass^rp^
qUre ,., e. di. andare a esercitare la loro/nneeta ii^uenza^^sut
sistema . netvosq ., t* autore ha voluto sperimentare gfÀ affati
locali di un veleno -assai acrimonioso^ Infestò. 4<*^^<*^ ^^^
stessa flrifiria mezs,\pnci»,di t^na le^pemjnfusf^mq.di^ahfte^o,
da fnmare , la quale cansòi toH^ . dolori . ^^rooi aW animahti
e^si messe .allora ^p fermarsi ,:, respirando proeip}i:^ieH*M*'r\
m^^Cf e oppresso 4ìf^ ia^ix é^ffn^no , che\U'4otU Qmp^I^
cradette .stasse presso, ft jnùrir^^ Ciò non dimeno^^ slegatolo r ^
ppco M poco si riehòe»,4^r^ leggieri sintomi di »khri4chetMf
salivo jnoUoy <fom e per vomitare 9 rimenandosi da un cani0
air aUro in agitazione continuai, stato di mat^oHeré-fid^ inm
quietudine che fu tostamente accompognato da grida di dt^h^
re, dn estrema sensiUU^ del men^o^ da, rifiuto od ^gni.a'
ìimento , .4^ . polsi c/T«go/<i«/ , febb re , eco» , per . . alcuno ^ or^,.
dopo le qnah ceMnron^ le gridai i polsk<^ f^^^pià rtgo^
lari .p ^eno Jebj^ilL, ma oravi tuinefasion^ infiamtnaloria del
mepihrog sempre dolorosissirno aX tatto ^ qnaptunque freddo
a paragone della coscia sana. Durante la notte , rinnovazione
dette grida f ^ ^^IV agitazione » mòlle evaettauoni «T orina o
di rmterie fecci^e p eoe, l.à' dimano mattina ^ poggioNunentoi
1J%
ìoeo m(NMtt|;itt«o toffKoiDé nei onaìitti Tft«i f Nnik 9u»é^
. su sperieosà dimostrare ehiarameoie , oon essare questi i)ae
vele ni pericolofti •• «ob -4Ìop9 tit(isportftii aelP orgàaìsme »
per la loro asione sul cerTello e sul midollo spinale , e non
pttolo per là loro azione' locale sópra altri t>rgaDÌ. 3.^ lì
tartaro Cinetico | T oppio a la noce vomica itijettiiti neff ar*
i*Ml
fehère f^riisgfmm ,^ gemiti eóntintti , ftiemhi9 un pai* crppitanie^
à' tnfièematbfo assai gonfio è infiltrato a gutsu di'JUrnmone
ééemataso , eee. Prevedendo the f animale *kra per ^idpcòih"
hereiti hre^e ìdt infiammazione tàftótenàsa delia còscia, fautore^
eirea «4 ^^ dopa ia prima espeHehza , injettb nidVùfteria àturàh
déitabra coscia due oneie e mezzo di acqua',' ih cui- apea bollito
unÀròteH^ di' noce Vùmiek fétta in ndmtti frammenti. NeH-
inatto della Infezione \ il cane n&n^ ha manifestato dokreì né
altro sintomo notevole ; ma a capo di %ò ò i^ minhti , còmirtciò
a pt'oware dei ièggieri Htuultt , àìeàntdeMi spakimi, che "^it'pooo
à poco si convertirono in uh violentò écàesso di Ceìttiid'y i
tfualì^^ essendosi spesso rinnotmtt, t^ndusàero d htòrteHl cane
uHr cita e mezzo d*fpo 'V inJezitfHé' i^ehnosa; Aperto U corpo •
if')Elbrr.''Ga8pard ha trovato l& tréUgée delta mtì/ie per a^ìsik
Manica ^ ma 'nulla di inébfito')ifiel)^einbro injeH^tò, h^m ìcr^
eun ult'ro organò , che' dipendesse da -ifuetlta sperientà , '€t>lk^
forme altronde a qHeUe fatta e\t>ll* upas dai iigg, Ddillc ^
Magenéie. •<— Quanto aW" espefiénzu ptèeedeMc ^^P àntbA-^tf
trovato 41 membro assai gonfio , crepitante , flemMono'^ema*
toso f tistto' infiltrato di sanie bigia , rossiccia e spumosa , dt
udore fètentissimo f e Jinaìméntè {n uno stato prossimo' alla
oaneretta, 1 minimi vasi parevano ostrtUti dà da^ikshm grumi
di sangue ; la vescichetta era ingorgata di bile; la membrana
mucosa del duodeno', un po'* infiammata i lo stomacò e '^
intestini contenevano gran copia di mucosità giallo ; '0*ngnt*
gne , come dissenteriche , provenitnti forse - daU* avere f ani*
male laccato la sania putrida della ferita durante la nòtte»
JVòn bolle d* arftt netla cava, né ne^ altri gròssi vasi»
178
4eriV crurale non prodacoào punto ìrrilatione nel membro ,
oltlrepassano facilmente. il .«ìsUma capillare^ e non perdono
per nuUa le- loro proprietà rispettive* La prima di dette so-
etaoie no;n tarda a far Tomitare e a pro|Onrare scaricamenti
aHiìH/la seconda a òagioaare il narcQtismo, a la 'terza a
determinare il tetano , precisamente come clopo la loro, in*
gestione , o come dòpo la lorp .iniezione nelle vene. Quésti
diversi effetti, sono prodotti pia o meno oeleramente , ma
sempre in meco di un quarto d'ora; il die seÉofara fissare
la maggior laoghessa del tempo nei^easarÌQ alla circolasiòne
4cl sangue. Ciò non pertanto io credo , che questa sieflet-
titi eziandio In men tem,po che non sia indicato da questa
circofttansa nelle mie sperienre; perciocché la legatura del-
VarieHti craiàle rallenta sicuramente il cono del sangue
ile} membro. Olire di ciò, P upaa injettato d'ai sigg. DeHlU
m^/ffagcndh, ha prodotto il tetano in sette, minuti , e , nella
Olia 9.» sperienza, P oppio ha. operato ancor più 'prontamen-
te, —^t 4** I liquidi putridi « il tabacco' e T acetato di piom*
bo tnjetiati nelle ai tene , irritano violentemente il sistema
Ciipinare » e prestamente vi inducono una flogosi , come can-
crenosa, prestamente mortale. Npa pare che* queste sostarne
qircolino facilmente al di là dei minimi vasi ^ perciocché il
tabacco né ha fatto vomitare, oé ha prodotto il narcotis-
mo', r acetato di piombo non ha punto agito sogli intestina
e il putridume aon ha quasi pu^to determinato i sintomi
dissentèrici e putridi , come al solito. Io credo dunque ,' che
quando il sig. Magendie conoscerà tutti cpiesti rfatti , non
dirà più, come diceva alcuni anni sono: « I liquidi piii
irritanti, introdotti nelle arterie^ paesano tosto nelle ' vene
senza che i capillari si oppongaap al l^'ro passaggio ». ^-
5.^ Riflettendo attentameiète ai risuluti di tutte queste spe«
tienze', e paragonandoli con quelli ohe si sono ottenuti dalle
ifliìesioni nelle vene, non sì> tarderà a comprendere eh' essi
•tatuiseoDo una differenza distinta tra il sistema capillare
generale e il aistema capillai^e dei polmoni. Infatti, 1.^ rtn<-
jeziioaa «lei tabacco , del putridume , e dell' acetato di piom-
bo neir arteria crurale ha cassato dolori acuti" agli animali^
mmìtn cfke 1* ibjaaiene delle due ukùne aoaianse > sì spesso
/
/
»7<
|)raiieBU <!• me nelle Vece , wai hst sovettii pafìsta noù ae^
«ompagnau^da dolori ,,«goalm»nte che quella di tante altro -
sosianse dolci. ò. irritanti dt cai ^o parlalo nelle mie prece*
denti MeoBoriff . Questi stessi c<»rpi stranieri injcttatl nelf af«
feria erurale > hanno , in poche ore « ^deteraiinaio nel saenì-
bro, una fiogofl eanetenosa prontaipente taostale'; mentre
che iniettate iiella jugitlare , onfla di ainile. haoao «Basalo
nei polmoni. Vero egli è , cke qualche Tokft sonosi osserraie
in quest'* organo Ésolte peteeehie o nMcebie nerieeie'; bui
lo le attribuirei piii volentieri al sislema capillare delle ar-
terie fMroBcfaiali che a quello dell'arteria polmonare, altri*
meo li i polmoni sarebbero stati prontamente affetti essi sfessi
da fiogosi cancrenosA generale. Ora , donde proviene que-
sta differensa fra i capillarf a sangue rosso e i capillari a
sangue nero? Procede elsa da una diversa permeabilità?
Nulla affermerò a- questo riguardo ,* waà mi aoconienterb di
dire, che le injesioni a&atpmitfbe p^evaoo svfficenieìneal»
la libera comunicazione delle arterie cotte vene , e che il
sistema capillare arterioso sembra molto pilli- sensibile di qoel>»
lo dei .polmoni Non si possono confondere le flemmàsie dell«
coscia soprarvenate ne' miei animali alt' inazione degli irri«
tanti meccanici'» come il mercurio >e 1* olio , con quelle che
sono state prodotte dall' introdosione degli alfri irritanti ,
quali il tabacco , il putridume , e l' acetato di piombo. JDel
festo , io credo che questa «peeie di sperien'se possano met*
terci sulla strada di scuoprire un giorno* la ragiona di mol*
te fiogosi sensa . causa .cognita. Io non le eredo neppure aen-
aa qualche reiasione col fieoomeno della trasmutazione del
sangue roaso in sangue nero nel aisteiìia eapillare generale.»
{Journal do Phf4ÌoiogÌ9 exp^r }• ..
Ossert^ationi e speriemta «e^* aiimenti f . del doit. Carlo
Loana. — Si sa che f;li alimenti dell' «omo sono per lo me**
no composti di tre corpi ' etemeoiari , carbooto , idrogeno
e ossigeno, e che il «ig. JUagendie aeea injfceso a provare,
essére necessario aUa nutritone un quaoto eerpo , l' naoto*
fn senteaia di questo 6ftiologo , le' éosianse «oà eaotate ,
quantunque jusceUiTe di essere digiÉritb «..aomminisiraiio un
cbjlo troppo 4fi||UQao por niUrìre.GgU Isee le ine1«p«ecUM
Spipni i «Mi , i.quftti si, cibino asmì iroleiitivri -«Itilo sosttn*
se di eni »i sostenta V nomo. Le storie delle caraTane,* cbe«
oer deserto» si nutrono di sola gomma ^' e dei Biegrì eii«
vivono e s' ingraiaaito di* éolò siiccliero> malérìe e Tona •
V altra non asolate , jo«e dal profinsore parigino reputate
con ragione non contrarie al suo -asiiQOto v *tantechè lagom*
ma e io succherò non sono inistatò dì pnressa quando
senrono di cibo alle caratane e ai Negri , e contengono pef
cottseguensa- deU' aaoio. QuaiUo • ai popoli cbe si pretendo
vivano di mais , di viso , di pomi di terra» o altre sostanso
non asotatf , il sig; AUgenéUe osserva cbe detti popoli m*n»
giano sempre qoeile sosHivse con latte o caccio , sostanso
«onienenti asolo. Bfa é egli poi vero , che le soslanse non
•$otata siano inette alla notrisione? Questo è ciò cui noia
sa coasenlire il sig. Lpnde, — Il pro£ Bfùi^atkdm ha messo,
tre esni aH^us» dello sueebero e dell'acqua pura ; per otto
giorni seguitarono a godere bnOna salate , ma neBa seconda
settimana ooraiooiaroao a dimagrare ; vennero «affetti da
ulcerasioni alla cornea « perdettero gii umori deU^ occhio, •
morirono il trigèsimo secondo giorno dall^ espericosa. Altri
corpi non asolati ,. come Folio di oliva e l'acqua distillata,
la gomma , il botro iiaoiro dato H medesimo risaltato, f cani
ttorttono vèrso il trigesimo • sesto gf omo dall' esperiènsa. Il
burro o lo succherò sono le sole sostanse che hanno deter^
minato V ulceramento della cornea. Qoeste speriense però*
osserva il dott. Lunde, prorvano bensk essera le sostanso
non azotate , date isolatamente , incapaci di sostentare la
vita, ma non che lo sitoso efietlo. producano so venganoi
date minto • dne o tra insieme. Infatti , vispi , «aai a grassi
ha fidato creseere il stg. LofuU duo ciTigoolini evi per qual-
che tempo diede, simultaneamente tre della seguenti sostan-
te: riso, pomi di terra , burro, olio,* suochero, sale e
acjjfua distillata. £ di vero , altre sfyeriense del sig. Mé^en^
àie dimostrano alomie soatanse asolate , ministrate separala-*
mente , avere operato analogamente alle materie non asola-
te. 1.^ «Do cane, dice H sig. Migendiè, sostentato di paa
bianco di ftumeato poro e 41 ac^mi ^ a piacere-, non vivo
olire So giorni o «iqoro con tatti i segai di deperimento.»
-*1P
Cmi tutto' «iè 4Ì |um bìMieo i na ^tiaei^ azotato. ««. a^^
V Un, csaoe, «ofgf iio|;« lo stesso aotore , outriio di pan bigio
aùlilare o di «iimisiooe • di acqua , viva e conserva la aft«
Iute. 1» Qui ai ba «if scolanaa di dÌTCrse aostvsse ; il pane
bianco ai otato , e il cereale ( orno ecc. X cbe ai aggiunge per
formare il pane mjlitBM , maieria non aaoiata* — > 3.^ Un coni*
glio o un porcellmo iV India , seguita U MaggméUe^ nutrite epa
nna delle tegnenti settate : imniento f vena , orso , cavoli^
caretta , ecc'. muore con tu uè le apparénae . di inaiione p
erdittariameete nei primi quindici. giorni , e qualche voltm
pib pretto. Nutrfl^o colle «ttette sottanze timuUancamente
e tnocett imamente a piccioli- ioterraUi , etti 'stanno bene. »
Bla , ancbe in quetto rato egli è la meacolaota ohe giova ,
poiché quelle di queste tettante cbe tono asotate latciano
iBoriee come le altre « te Tengano prete itolatamente. «—
« 4*^ Un Btino paaciulo di sito cotto neiraequa , perché rifiu-
tato uvea ti rito tacco « dice il tig. 3ia§9ndi0 , non topravviste
a quetto cibo oltra quindici giorni j un. gallo ti é patctuto
.di rito cotto per molti meti» ritenendo prospera telo te, » Ecco
una tottanta atotata cbe non pni> conterTare la viu a un
aftiatale , a la conaerva ad un altro. Pa quatta aperienta ti
potrebbe tntt^ al pib inferire , la mìttionc nelle tpttanse ali-
iaejitari aasere agli organi dal priaso animale pib necettacie
ebe agli organi del accendo j ma noUa^ ti pub dedurre, né
prò ne- contro le tettante non atotata- ^^ « $.^ Alcuni cani»
acgniéa il Magtmdm ,, pasciuti etcflutiTameote di> formaggi e,
ed altri etclutiiramaote di ova dure » sono diTeouti deboli ,
Magai» hanno perduto i pali, ecc. i^ Eppure ^quatte tostan-
aa tòno i^otate. Ciò cbe nuoce nel cibi é dunque la aeniplt-
eità) e la prova di quetto tta nel .coptiderare. che Tono e
Taltro di quatti alimenti aalritce astai bene quando é ataociato
•I pan bianco , il quala ti é qualificate non pertanto come ea*
aando atato incapace di aver fatte Tivera il primo cane oltre oin*
quanta giorni. — Da tutto quctto.il tig. tonde concbinde, %•* la
citate tperieete non dimostrare punto cbe i cibi non atotat^
alano meno atti e nutrire degli alimeoti> %totati. %.^ Succederà
bt debolessa , it deperifnanto e la morte air uto delle sottanta
atotàte 9 %\ bene che delle non atotate « quando un sojo cibo
■ J
177
loUo'- dtMe bue b dhlle altre m preso tepmtaimifc per oa
eerla tèmpe. 3.^ Tutuvolta» egli pmre la TÌla «i eonaerrereb^
be alcuni giorni di pia- eoa soàunie asolale prete separata*
Biente » che' eoo sostaoae non asotate prese <ielle stesso mo.
do. 4*^ ^* ^>'>' ® ^' energia mantenerti dalP uso delle so*
afanfse non asolate , egualmente che da quello delle asolate»
qnando più alimenti tolti dalle une o dalle altre ^ siano mi«
ali insieme, o dati successivamente. 3.^ Ansi , in certi casi,
un solo alimento tolto dalie sostanae non asolate *ba mante<
auto la vita e la salute. » L'autore per altro intende non si
debbano applicare questi corollari che agli animali sommes^
ti alle speri ense dal sig. Ma§tndie , il quale, -del. resto» ben
lungi daU'aTcre da'suoi esperimenti dedotto in modo esclusivo
essere nutiritiTe soltlmia le soatanse asolate» ba,perlo con-
trarie, con lodeTolé ciroospesione fissato la massima» univer-v
talmente ricevula , cbe « la rarieti e moltiplicità dei cibirè
regola importantissima di igiene , indicataci d^ altronde dal
Bosiro istinto e dalle Tariasioni cbe le ttagioni apportana
«ella natura e nella specie dell^ tottaoae alimenlose. »
Ben diversamente dai signori Leuret e Lassaigne , i quali »
nelle loro MecherchcM pour aeruir à rhittoins de la digtiiion,
non solamente banno ^vansato, averaTuto occasione di con*»
fermare T esattessa di queir asserstone ,* ma , nell' impos«
tibilità di dar ragione dei chilo per est! trovato nei vasi
del mesenterio e del dotto toracico di ben venti cani e gatti
alimentati' puramente ài sostanse non ■ asotate , sono aodatj'
lani* olire di «ttribuìr quel chilo « alla tcomposisiooe d*
una parte dei muchi separati nel tubo digerente, a alla loro
ne^eolanaa colle tostante trangugiate » / ipoteti , che noa
Qieriia l' onore d' essere coufutatk. — Del r^sto , • V opinronO'
d** Ippooratc , vagheggiata . in seguito da altri , 4* <^a, udìco>
principio nutritivo , comune a lutti i -cibi , e cbe » a esclu*
aione di ogni altro principio, meriterebbe il nome di ^/i^
mento , é smentita dal contidetare che la materia dei nostri
organi non é composta di un solo principio, e ohe di un
aolo principio non constano neppure le perdite cbe di quel^
la materia si« fanno : si che é forca . concfaiuderé« che uà
tolo principio nutrHivo non sarebbe bastevole ali^ accresci •«
mento e alla riparasione degli organi.
AffiTALi. roL XXXV IIL la
i.:8
U lig. Lomh ttpone ort «leoiii precetti relativi «tlt qmiii*
titii M «ibo j che ùoi paMeremo sotto sileDtio per riferire
le sue oitenraiioni rìigoardaali alla Tana digestibilltà delle di-
Terse sostaote , osserrasìoDi per esso Catte la individai af*
f<Btti da ano artificiale « o in aninali carnÌTori a tal aop<»
aaerifieatiy « i.^ f cibi aniniali , dice il dott. Londt, calasa*
no la fame piò presto e più Inngamente 'dej vegetabili. Questo
latto venne osservaio in tatti i tempi o in tutti i luoghi,
a.^ 1 cibi ani meli sono più atti ad essere intaccati dagli or*
gani digerenti cbe i Ti^etabilì. Eccone la prova x il residuo
che la sign5>ra L. evacnava dalla ferita, era tale, quando
uvea mangiato del pollo o delle costoline , che mi ers
Impossibile di scovrirvi alcun che di analogo alle sostati-
■e inghiottite. Al contrario , qoando la signora L. ave«
mangiato degli spioaei , de^i erbaggi in minestra , della sop^
pa di brodo eon carette , aHa loro useiu dalla . fcf ita , io
siconosteeva i diversi^ legami v quali non erano menomameo'*
te alterati ; V inferma poteva con meco distinguere perfetta*
nente gli spinaci , i diversi erbaggi che aveano serviti alla
composizione della soppa di magro. L^ anatomia comparata
fortifica questa osservasione : perciocché la natura, ha negli
erbivori moltiplicato e fatto più composti gli organi digerenti
assai più che nei carnivori. Ciò avrebbe dovuto muover so»
spetto , che i legumi erbacei doveaoo lasciarsi e più difH*
ciimente convertire ini chilo, e mostrarsi più resistenti agli
organi digerenti dello sostanse animali. 3.9 I cibi animali
soggiornano più lungamente nel tubo digerente che i vege*
itabili Propo» 7- L^ insalata , le prugne , le mele , ^l(^ spinaci»
ai sono sempre presentati alla ferita a capo di ùn^ ora $ i
cibi onimali non aono mai arrivati prima di tre ore: 4-^ h
«ibi sk animali cbe vegetabili , soggiornano lant^ |>iù lunga*
■lente nel tubo intestioare » quanto nuggioré è la còpia di'
•ncchi nutritivi che contengono , e quanto più di capacità
hanno gli intestini di estrarne una maggior^ quantità. P/opo
— Si é detto che le sosunae vegetabili arrivano alla ferita
più cclerenente che la sottanse animali. A questo ftitto si
aggiunga il segnente: ben oltre dieci volte ho dato alla signor
ra L. dei vermioeUi «otti nell'acqua a acconciati eoa bttf*
/
fO| tton «he d)4le piilatetlt / queiti éùt MÌimtptf hùÌì now»
aiti irrWati alia forila cIm doé ore dopo UTlòro ingMtiooe»
• aampra tttftati al putito di aoti eism ricoD^scibìH. A*
èoDtrario « si è detto che V itiéalata , ìé progne >aer* , yetà^
vano réiritaitl a eapo dt ntt^ora , e amte et^re paolo «Uè-
rati. In tftìtM? dUìido easo, la fame si riaoeeadéVa hen pi%
prestatfeente. Akro fattoi alla ngnora A. , InfeMira che' noti
èym, al cerio eha ima aaediocre ferìta aéll^ i olisti 00 1 poiebè
i laratiti, e pur aoeo «d poeo d'acqua nrelata le procacciai
taao dalle evaeuaaioiii per le tic natarali, bo per cioqaa
fiorai preecritto » a o^ì pasto ^ ora an biftec^ , ora nttà
eoetoliaa , ora na^ ala di' pollo , tta senile coll^ atTCìtenift
che aeeoBipa^astfe qaesti cibi qoando con HpfDact, quan*
do con progne , quando con fatalata ; e V inliferfiia faa seni*'
pre eracnato , a cwpù di un ora » i vegetabili , mctatre I9
soalame aohnalt hanno seguitato V intestino per essera
espulse dali* ano cdl^ ajato dei cristei: Lo stessa avveni*
Ta delle siipp» di brodo con carotte, le quali uittaie sol*
tanto ' usciirano <3aìla fertui il brodo e il pane MeguHaTano
la via deir intestino. Egli pare che il tubo digerente » sol*
leoitato a sbarazsarsl di qne' regetabf K , dai quelli nuNa pote-
va estrarre , e coflftraeodosì sempre piii per espeUerti , piglia*
va Pocoasienc che gli offerita Papertara accidentale per eac«
ciarli al di fbori, mentre con una specie di predilesioae, o piut-
tosto per una vera attrasione elettiva, riteneva le sostenta
animali che potevano ancora ricompensarlo della Ittica. 5.^
L'abkudioe dei cibarsi di sostante poco assimilabiti , eser-
cita e svolge le faotioni della membrana mucosa dello sto^
Ilìaco , la quale ad ogni istante si contrae per itiattdaito qocQa
sostante negli intestiai? questa abitudine lascia nel(* inationa
ÌA membrana mucosa^ ditersameotedell^ uso abiliiale'dv. cibi
in cui assai cofictBMràii sieda i priacipii nutriccif il qoal a«9
eccita gagliardamente le fìititioni delta memb«ana mwetfia a
dà pitt Kingbi intervalli di ripota a •qaalla della mofioolare4
€.* Rispetto alPieFfluenza Che la coesione dei cibi eseroi ta
sulla loro maoiiéra di agire, ceco ciò ch^to ho osserraro: aìquan-
tità pari di sughi nut ricci , i( cibo che ha il mene' d^ eoe-
aione pas9* pih presto longa U tubo 4ifae«ntaii Prm^m » pih
i8o
4
volle ba (àUo pigliare t encchiajffte qova eotltf iuir.Mqii%
bbllenle per due minuti , «olP •▼Ycrtetisa di iehia4rcUfiie il
loorlo con nn picciolo curchiejof il residuo non TenÌTftfe<-«
«paleo che. un^ ora e tre qnarti dopo ringeetione delle .uova i,
le- DOTA dure air .incontro liaono lenipre impiegato più tmn-*
fo a penren ire -alla ferita. ^.^ Al contrario, quando due ali^
ttenii quai «iano contengano una quantità diaugualitsima di
iitccl^i nutritiri , V influensa della coesiooe diviene quasi. unir
la, e r alimento il più nutritivo, quand^ anehe non avessa
•Icona ooesione, soggiorna esso pure il massimo tempo nel
tubo digerenie. Prova : ho dato della frutta cotte e emde , dei
lagumi notti » carotte , porri , eoe. | a ^eapo di un* ora erana,
pervenuti alla ferita. Il residuo del brodo concenttatiasim»
per arrivare alla ferita ha sempre impiegato da due ore a
due e tre quarti, secondo, il pane che vi avea fatto agginn-
giere. «8.® L' alterasione che soffrono gli alimenti nel tÉibo di-
gerente sta pure in relasiooe coi bisogni degli altri organi: noa
avvertendo a questo fatto , si potrebbero dedurre conseguense
dÌTerso dalie proposte. Protra : hq indotto il sig. S- » aifetl»
da ano artificiale , a stare alcuni giorni a dieu strettissima.
•Tratto a pigliare in picciola quantità diversi alimenti Tege*
4abili , tutti soffrirono notevolissima alterasione. Gli ho dato
altresì deirinsalata a la scarole sensu pane; ancora dopo Tin-
^estione ha incominciato a sgocciare dalla ferita un residuo
giallognolo nel quale non ho trovato traccia alcuna di in-
vaiala. Siccome questa- era una delle prime esperienze , cre-
detti , contro r opinione del sig. LaUinnand , che quei ye-
^etabili erbacei fossero interamente alterati dagli organi dir
gioenti % ma ben tosto ebbi occasione di riconoscere il mip
errore e Tesattessa dei rianllati divulgati da quel medico
diligente. 9.^ Quando grandi non sieno i bisogni degli or-
gani t la digestione ,* o, se vuoisi , V alterazione delle sostan-
f e- poco assimilabili^ coo^e le frotta cotte. o crude, le ca*
rotte , gli spinaci , i porri , e molte altre sostanse vegetabi-
li f comincia verso l' ileo. Ho sempre veduib queste sostanse
resistere alP azione dei succhi acidi e mucosi gastrici , egual-
mente ^che ali; azione dui succhi .panrreatico e biliare i per
lo mcBOyla ho sempro vedute arrivare iautte'tiieii^ alterate
iSf
li^tìi^Èto ÀAlficlafo , oiift, *e pel'Mmpo ehe li lime mettevft
A'^ieodàpirlfe ^ V ^dM'odorè e> «olore del teslduo , io giodicATft
IH^tttf ftmi»* yèflk» IHUo : eppure le medesime sostante , nel
Irta degli ittdJYi'dai^'SOiio aiterete- cpiaddo eaeono' dirfl^ tì«
aaloreli' * '(jiitkMi'g^nér. d& Médeéitnù. Jawmr^ 1896).
Lw * I
1» • » '
Medico-Chirurgical' Transactions tic. Transazioni della
Società Medico- Chirurgica di Londra. Voh XIIL
Parte /.* LmdrA ^ 1835.
ITxR emiformaret aHa varietà dèglt argomenti, segéìrdmo, nel
«lariisdnco dell^eminsiato Volnme , più i( sobbìetto delle
Heniòrte, che F ordine' in cai sono registrale.
" Wnova pfepàratitine deli* olio di Croton Tigfium { di JoHir
PoYE , Estf. '— t'^a Tiproreyole qualità àéW olio di Croton
'di aeèeiidere ) iielP atto di ingkiottirlò , nn senso di gran
«èàtore d'6i frfi lamento alle faaci , e tatrolta di prorocara
la nÉasèa 'é II Tornito , procède , se non in tutto; almeno
fo'géan pMè; dàfTasaàlé manièra «K prepararlo, spremend'o
èloè r olid'^dtft tehii in^K\ invece di cavarlo dal lolb midot"
lé^J Infilttt ;^ il ftig« Pope eoli molte sperienze si è eonvinto;
'die le (pialità aerìmontòse e irHtanti risièdono Belf* loppa
del.sème||^ pHi pantcolarmenie lièita epfderme o tonaca
«ìbeimmfllatameiite involge ^H nocciolo o midólloS e che
1^ 0lio éttritiD^I poro midollo del Seme è' tra pnrgatffft
4|U9MC«> cAltficfi , Wlirettaifto inifmane da <]pièglf iticonveoiemf.
Mltte ; Id èSéi^ò àntore b$( trovato , clie*il comune "oUò M
Cit^tota eèdie latte le sae* vtrtii purgative dPalcòole, ' caf»
Mob jeomaniea putito le* qualità irritanti , lo spfrito di vino
non eserdtaÉdo quasi veruna asiotte sulla parte* 'in- ènt^qu»-
ite hanno seggio ; si che, la sdliisiOliie alcoolfoa, già pro-
posta dal d<MA /fintino, dffrirebhe it modo di ovviare ^ alle
obbienoni che taltini ancor' fanno aii**ii8d di quest^ olio.. Per
f-maggiog iioareaaa però , il ng. Pope amerebbe la tiatufa
Imm pre^ritt'<Bim^UillM»|e-^o'M«f mondi .i4«Ua .jbvic«te«
ffcoodo la focipQU.MgiieoiiB : /{«, f^wM M -Cj^^^n Ti^i¥nlk
4C0. jii^ok (.Spù-U gir. 836 ; OotUgi «««/Vik i^«f«»^ dignti^if^
per MI fiomj 0 m eoU ia tinfjifra, Ia 4«%<i.|xtr un «iMl^ 4^
4li circa Tenti goecle. — •. Il doU. Tucker » in una stiticb^ssa
di nòTe giorni , ribella a tatti gli altri rimedi , ha praticato
iaiicemante qoesta tintore sottovia segaente forma: R. Tin*
tara alcool, di semi di Tiglium , 9$ goccia ; Polvere com*
|>osta di Tragacanta , nna dramosa ; Anquik distillata, un^ ofi»
eia, M. La medicioa ha operaio a capo di tio^ora e meazo,
•ensa causar vomito , oè altro molesto siùiomb.
La proprietà aere della epiderme e di' tialura Terénente
particolare. L* alcoole , e l'etere, come dicemmo , non vi a*
^afcittno quasi verpiM aaioae« Lf|f€iata in digestione pef
•icone settimape >. reterà non ^i AogUa (a tseptesÀn^a paf(a»
• ben poco di.. pia Talcppl^^ l^la. p^rò ^edis prestameptt
r acrimonia aU^ ^li^^ dì if a^eotipi^ ^ e 4^ir oJ|p di olive « ap^-
ipialmente.cQir^iato, <M1 ctAoKf, Ulaasa #lpi|n« i^oi^ci^ di ^«af»
«te sol^sÌAoi fuUa lingua , agli para siano i^ sulW prime ia*
•ipi^^A.pvA'l^oco st^ta si. ac^e^dlt ^o brirpìpir^ nfil^ boc/ca
0 npiìU faj^pi, dia seguila pe^ alciH^e Qfp„pxespapdo,4i vio*^
lfnal^ p .d9o49 ÌA,.àiMtlc||f .<;MQ.9r><Ìoe 4 mmfi^ f> ^^^Hor M
#oinaione d<^ir^^d«ri9a<pall',9lip di tfremc«ting. cipipcepu^tt
€qì^f{ fìf|ip<vaiÌQae , ,deata» au-^ipicciata aiillf.p<lle«,unf. ci;uv
yionf pvMplqfH lu^alpg^a qMfìUi» cUe ,yi la gfirv^^g^ra Tv»*
mfic.., Jfifmp yfcm'\\m gti ff>iip^U«.p .pf^ViiAJiJio quindi
Aopu^ e^i^wfiiipi^ , con spmp.^di #r«tp ^\om f pnifilo a]
nuo. fiif^ pfsjira.a aWi9/9P|^f^ i semi ili .pohfM <fìb« «i
]dispaf:de nall' i)fa^OBfera.,,,é ^fjui^ di . v»ol«J»tQ.. ivrifa^wiS^M
dalla iiMdiibr^tia. ini|«Qsa...4el was^i.^l che anggesinQ^ i)<>pr«'»
^at|o .f|i /^a^pa diligieiktameiite T inàlMmpa. r^.Qiiqm Q
Aai iptapi. dal, iiudQHo.dc4 sf»^ ,ÌQl^odotl,i nei)p.,iHf]kin^P9. d.i
pp q^fc^t , MnoP sempra m«fyoiBala abb«nda;!4i scaripameaii
9 cu|]M di unf o dna, ore « ^. aoTep^i inc^.pi^ pn^fflo, Qli
fta|8i« affetti ^ f^^o otian^U da upa q„4nf^ ^o^cia di glia
l|i|4ie»t^ialji tingH^^y oJipjr^i^J>« «el. vf^9- ^Mftii»^ qi:ovo«9
r85
il ToittitOtie iioD iù àom eoeettf fi** Aheanr «teinali , pr«M
ìm dote di olio tufficienle a prodoiro l^effecie ^urganle in»»
ffirono , ma- aoo motiraaono 4nuici« di infi«aimftEÌon«. ^mm
L* uMervasioBe lia pr^Taio 1^ olio di CootoD «Mavc il oM^ore
^purgalÌTO pei eATalli » opetando Mao con eguaUtà , e seova
caoiar dolori o irricaoiaiilo » aiccooo» fanno i parganU aloe^
4kui, -— Sa r asparienaa eonferna la prarogattre - ana^atA
•Ila lioittra aleoolioa dal dote. Pope^ «arlA egli è cba deat«
«diverrà ben presto di nao geoarale , non aolasieaie per ra-
glone di ecooomia e per la laeilita di graduarne le doai ,
ina ancora perché Aedo eapoeia alle sofisiioazion i deli* o«
lio iftleaao di Croton.
Di una muova varietà di gnuHdmma extr^'UMérimm^ di Git*
BBBT BaitCBET , M, D. eco. ece, — Tré varietà di gcavi^lanaii
extra- uterina ai oonowono dagli aaatomioi ttod«i^qiy lagna*
ffidàMMa vtmiraie « neUa quale i* embrione aia nel .cavo ad«
dominale i e colle sne membraae «ontrae edeiioiti eolia vi*
Boere e col petitonen 4 k §tmfidamtaiiéUe m«^'a».ov«'il fcio
ai avolga neU' ovaja \ ìm gratidanta dèila tromba , ove TeoHj»
brione ti arreaia in qnealo canale e vi prearde no di verso. BC*
cretoÌBBento-, aacando» diverse oirconianae. Oltre ^asie.trB
varietà ài gravidansa ctttra*olerÌBa > il aig. Bre$ehM creda
ai debba- ammetteme una -qoana, sotto il bobm di' Grmfidium
■in €hari iubttamtia , nella qaale il listo sta rinchiuso pel-pB**
Mnciuflsa istesao dell' utero $ se non che una ciati ki sept*
ra ^lla sosianca del visoeoa , coma «vvtinne dei- corpi strB«
nieri iotrodoiti-néi teas^i «irganici'^ e come'^articolanDentB
si omerva- nella idatidi ed i«*aloapii altri aoahu. Nessana
eomonicasioiia ssnaisie tra la aavità eontenanceil fittO' e.ltf
cavità 'dall^ addoase e dell- u|ero< Wautara^tha. osae^ato qua*
ata. speci» di gmaidansa aterina in una prepara i^aoa anaio-
mica avuta in danodat ^ats. B^ihmàm ei^uìe»^' la quale
'prbparaaioae risguardava ad una detona, la^qaale, dopo %••
Ter (trovato le solite impartnne seniacieìni ehè aecompa*
gaa'oo la- gravidaosa , Il dk 10 éi giugno f8B3 vanne asaa^itft
da vomito e da acuto dolere- nella éegi<Me ipogastrica , rhm
ÉÀ escendeva al reuo Era altresì iróvaglieM ^a fVsqaenià de«
lifàlà di BQtmo , e da un Benso di fcneihlB^ «deboktta. L' B^
i84
»
•petto e le labbra «rane pallide , piceiolo' il polic^. Raeeo^
^■addato il ripoao, le fa preaoritta nna miatura antispaemo-*
•éfoa. Il vanirà , ehe ia aalle priaM bob si era aioatrato do«-
lente alU' eoaspreastose , era addetao diirenalo seatibilissinio.
j^aplorau la donna per la Tagiaa , si seuoprl ohe r^'utero ai
era ingrossato , asa con nessnnp svolgiasento ' deUa cènrioe.
LMo^Brma dichiarava d* essere gravida da €rr 'asesi. Si ap^
plicaroBO reati sangniaugbe al ventre, e poscia delle calde
Rasenta. Tatti i sintomi fonasti crebbero a dismisura t o" Ja
donna il dk ii mort , lasciando i medici nel dubbio che
fosse morta di flogosi sub-acuta' del peritoneo , o di rottura
di alcun grosso vaso sanguigno nella cavità addominale e
^ella pelvi. ««• Apetto il ventre , nei cavo deUa pelvi si tro*
«bon abbondante, stravaso di saagu«» ia parte liquido, iu
parte. rapp^bato. L'atero, quantunque crosciato di volume^
non ai era innakato al di .sopra del margine' della pelvi 'f
nel di Ini Ioado , verso il lato ainiatro, stava una rottura
«he coBiprewleva il peritoneo e la sostaoca ceUuIare del
viscere » sensaparò che la rottura aresse aperto veruna co.
nanicasione tra le oavitii dell^addome e dell* utero» siccome
fi aves in sulle prime suppotto. Per > quella tacerasiooe pro^
taberava un fato ftoefaiuso nelle eoe membrane^ L^ ntéro ,
•vento lalitngheisa di cinque a sei pollici, e la larghessa
dt- quattro r preeeniave uaa.oavtftli soÀ&oeote a capire un ova
di gallina. Era •in;esao un poqo di mucosità o slbame, a
«na* OBcorfirana » «e^oaente la membrana decidua deU^ JSfitii-^
ler. Le pareli: dell' utero aveano ona spesseasa di sedici
a dioiotio linee y ragion per ooi ^ quest^ organo era pid vo*
lnaainose db» non seale esaera in istato bob gravido*. Sane
erano le ovafe , ■ le leombe faUopiana destra obliterata QeBe
sua metà supertoie , e la tromba sinistre afVatto ostratte peR '
tuMa la si»a- kmgbeasa. Ed in varo » ad onta del più dili-s
gente eeame anatomico. non fu.possibiledi sceoprireil di lei
eaaale , né vi si è potuto collo scbisaetto injeltare alcun liqai»
de yv però '', aperto-era V inferiore orifisio della tromba. neiraa-
gelo uipcrioce e s>eislfo delia cavità deirutero,^e questa cavità
era molto pih .ioferiors. della cavità contei^ate il feto. La^
citti^ iii.oais|avft.i'eaibiisattr» ami fturmau aalki aaataBsai
tSS
^el fondo dcU* utero 9 sopta P iosenloaé della tionbt Mio*
piana mistra. Detta eisli «on era yestita da «Icona' mea»-
l^rana , eguagliala la 'grotfie«aa di 'qb oVo ì è aMa > soa * fa^
perfidie , die era aitai inègolare, ai seorf^ano le-boeboeicta
di nuBB erosi vasi , o seni oteriDÌ , nei qaali ai vedetaoo al*
-cnat filameoti Taaoolari o petfìMflK» che foittiaTaao-t radi^
«lent» della plaoenta. H «raoieaso ohe dividefa qaeeu oatriià
ééV Otero , a^ea Ja tpesiesaa ^k meaao pollioe , se noo «elio
la portioBO aoperiore dèlie eoe 'pareti , oioé la parte corrt^
opondente al fondo dell^ utero, neHa quale avea avuto lloogo
4a rottura , non era pi^ spessa di die lioeei'Non di «meiio.;
•Ila era eTÌdentemeote foiaiata di dóe . parli distinte , vaia
« dire , del peritoneo e della eoatansadell^ utero. L'aotora
fa qoest^ osservaaiooe , a motivo ' che aleunl Mola|^ ^ p. m,
ài ÒQUé Caru§, sono di opinione ohe in questa specie di
^aTÌdansa eatra^nierinà V ovo slogga , m ai allodi' tra il
peritoneo e l'utero. — Mcila aosisnsa dall' Otero eirooonpo^
ala alla eisti* ai notavano nomorosi' vasi^ indiali 'eii|s'tyt ai
^ra fatta aasai operosa la etrcolaaioiie; neasana oomataioa'^
•ione totiavolta asistevo' tra la earitli o^ntenenfe il feto e la
•cavità deiP Otero ,> propriamente detta. ^'— II' <feto^ eolia
««abrantf, era lungo aianni poUioi< liO aafMr6cie esterna
del chorion , invace ài ona 'aegolare placenta y offriva in
moltissimi punti dei ceailedoot attaccali al ohorioo da luoghi
peduncoli ; ordinamento analogo a quello dell* ovo n agir noi*
mali rominanti : anai , noo* di qne'fascetti di vaaeoiati pen-
nelli , una specie di eotilidoue , serviva a raanaodam * l' oto
colla madre.
Il dott. 3feaeh€i aoggionge asaèrgU «tato partecipato ott.
#aa»<analogo dal doli. Aàèmrt > 'di . Arema. Una signora, gaa»
Vida da tra mesi ( cotk scriveva quel ceiohre medico /trop«
pò immainramento rapito alia seienaa , ) levatasi in perfetta
Minte , era stata eoha improvvisamente nel amttÌQo da vio<«>
lenUssimi dolori ulP addome. Alla prima visita » il dottoro
Jilbera avea avuto 4MMpeuo di gravidaozu eatra^otarina »
• credeva ohe i «iatomi risokassero daUa rottura di^a tromba
CiUopiana i o di una eisti contenente un feto. Poche ore do*
po^ egli itbfò k. donna pallida « fredda :ooflM oaidavaro ^
I
t«6
U Ubbrli^c<d<»tÌ4Mto^i|^kift«9ieiili,'pìeoibtit^
.«tv» sili fiMco.'ilbiìMiile «ii cAlaia^fl. DOB- bgsavMi'se bob
^p^ndO' TftMta ciUiieilft ikl #•• iMitirai* A«cepiunr« ,di •▼«r
«^ìferip étiooiaiiiM 4«lori di vm4m ^ ttgMVUBeate atta
|{io»e ««ilMllkiftk I i qntli iMori MgsHaroiia fine m sci
detta Mn » f^qniiidi ccttarotoo^ poco aUota T imhtmm^ moii-
AperUnw il corpo .«ctotiqiMMIt*.aH idapo k. morte, allm p*»-
OfBsa dei doiioci ^Aeiid, padn • %ya » «i scoopri uoa
rMrtora «cU^ nleno « per la qoala il òe« C»lto strada no pic^
cioliissiiiio leto«e «ella Isitara» .eoo «ni il dou. Miers lOf^
gaagliava il dott« JlrifeAai di ^asio éaso , quel mcdtao rai»-
oaentava dia I* ovo si «aa sviloppoto io aiodo straordioario
Mila soAaoaa ddfotaro» a elie ooo avea potato rtOTaniro
oooMoieasiooo ti» k coisti e la cavitii aterioo^
AUfo esempio no» dissimila .{lai praoedeoti è ricordato
dal. prof. Sàhmkt^ntìU MenKme . dall' Aooadeima GtoCeffioa
>4i Vieona, pel- i8o«. JUmi donoa di a8 asni, aivaa felico-
loeDle *poBlorito p^^n <pmttlo volte. Direoula iaoiou la
^oiota». noD'iia potato portare il Initlo oltre, il qointo mese.
hm donna anaa amwpra. gadoto ottima salate , aooetlo nel^
Tnltima ^eatàdanaa». nella- qnala ut 4rava^au da laniero
isteriamo. Ua-mMae adlMnoìroa peima di morire» .uumata da
«n l»raira vjai§io« £u paasa étt nn- sanso di dolpaa o di peno
allo. Btomoioo ;. il qnala dolere, a capo del decimo giorno^
•i aggtnnia/il nomitow L' iofernia non voleva credersi incin*
«a f stanlaah^ ia le» segaitavono» i .poc^aaMnti Innari ; ooen
«he non èa 40t aaoadnta netto paanadenti gravidanse { ni
provava le sensasloni che provato avea negli altri ooocapi*
asceti* Aperto il corpo y si trovò gmn copia di aangoe nel-
rndd/aasa $ -V ateio em alqaanio awdnppnto , « pie grosao» dal
daatro ohe dal sioiitro iato* laqnaUa vi avea .uan lacera^
aioot. (La* 4>antià .-dall' otgaao » aaatita di onn-amaBbrana «ve!-*
Intata »> non onm ani e ava «ol aoeoo «ia cni'Stava il * feto. Il
aaaoo;erési fonmto Knella sostanaa. inrepeia dall' ataro,- ìA
feto paravntdi* sai •aeitimane .air incirca. L' orifiaio.i ioteraa
daUa iraanhà iisUopiaaa^iesim^efa afiattoduoso ,.ma nper*
tO:qaello.daUa tromba. ;siniatra.'
, ^Vm €Mso nnlogo é fifanto dal pio£. C^nu/aidla tOitimo«^
Miltft 4el Mg. Medrkh, Ub« conlkdl«#, 1)1' 35 amii , mwdt9
4i ire figli f e che inolivi avihrft falla do* f aborti > credéTsd
ÌA«iat*,»« HMliTO ehm dar ti«*in««i, oon-era pia' n«stnia|«i
'foraala «ai» éfTB. dai l«iKOit>» fii pceaa.da colica ècùtiasiiiit,
cwk TPOiko» aisie apdcot# ^ p»HideaaA tli aspetto, iNrividi » •
paratisia pafaiale, che^alteroiva con coaRralftioni i aÌDioiif>,
elle ai aggravaroDO sì rapidamente, «be Ift^denoa. «aeri il
4ì aegne^te. Si iroTè d vcoue cfpieoò' di taegue e rniertf
orecciiitt^ di Toiuoiet» na < voto ; 'il «loiido di> ^eei^ oriamo
era a Uv^Uo del mMgine dèlia pelvi. D%k lato destro nulla ai
iftoiò fworcbè tw idatide delk groiaeasa di mia noce ; nel
ministro yl ave» una rubiconda promkienjca viochis^ma éi
Tasi saogajgoi che ie davano r^aspcftlò di poa nsembtana
iafianunata. ideila promineiiaa si •cooprirono due rotture
^9€ÌÌU parie piii aoitile deircaos^eeti, petf k cpali aperture
si entraya eoo una tasta itt una cavità saccata contenenio
un [embrione di undici o- dodici «esimane ^ io? olio,. coa»#
al soiitoj n.eU^4^inpios e nel chorion ; sulle membrane si'v««
davano éiatiolamente 1 rndiiìieoti della placenta. Il sacco
^bfl conteneva V einbf«ooe era al^èo separato dalla cavità
prepvia dell' ntefio 4 il quale orbano erapiii grosso elle sello
•tale «lon gravido , o vestito di una ovembrana spagnosa'^
obe ai 4eene quale «nodìBcazioìM della membrana deetdoa;
Boll- ostante le pib diligenti .ricerehei non etèjptfinto scno-
' piire V orifiùo .della ircunba fallopiama ainistra , la qnale
fua intiarameme eblitenta in tolta la sua luogheaza. •*»
« Memee -stava per pobblicare la presente Menicri», m è
cadoAOijoU'.ocebio, soggiunge il sig. £re«eAet,nn libricdóe*
lo ^el quale si narra- un> etfso .analogo «a quelli di cui si' è
ftaora parlato. L? antore. ba ceviamen ter preso equivoco soUa.
salura della ave osservasioneu Una gtovine di- a3 anni , gin'*
vide per la prima volta, benev conforinata >di corpo ^ di
temperamento bilioso » e abitnalmente taciturna» venne ri«
cevnta.aell^xispedide il 5- di igiugno agai.> £Ua si mantenne
iBtbuana^àalnle- finoc «erao il 17 , quando fu presa da éomi-*
lo. le^iero., PaiBeva stasse oelt* oiusro mese di gaavsdansa ,
a tale era pure la xredeaaa dalla giovane. La eerviae t«t-^
U.i[ia <llia»ieJM%[a la aanjik Jaàghataa,. e..r.o0liclo . «on era
sensibilmente dilatato. Il 18, al vomiio seguirono deliqui!
i8B
^ianìflid • polli pfoeME «^frtqmiitù'L^aidottey 6«« ftro^
^miM dolori laoeJoftoli , sombisv» oontaoera qaelche teoia ài
piti di un ateco |;im¥Ìdo/^ dav« alla uaiio II «anto di un»
oaciofa flaltaasìoBa. Interrogata l'iofaràiia oirca la MÓt «lei
dolore , accennava sempre il oolla • la «palla destra. I «fu»
V»nit 'beli toaio) ti «ggravaroao| i polsi ai feeero deboit) la
iapofficie era ba|giiataidi.fraddfr nid«re , a 4 ' aspetto indièft^
va ««steemo • perìcolo» Passò la notte- io afoaU ;' e ia «torte ,*
praceduu-da delirio, segai *Ja mattiaa del dk ig, li chirar^
go dell? ospedale^, écoertaioii ohe il parto non poterà effet*
fuarsi per le ^e ' natarali f iasprese 1* operasione eesareai
Aperto raddoaae, saooprì aa feid io' ^eaia cavitale il
aapo per il primo. Tolto il feto , ìaaieDe eolla placenta , è
tolti. moHi gromi di. sangue che ooprhrato i grossi intestiol,
^de aoa anipia sottura nelg^do «dell* utero , il' quale pre-^
aantaira uoa notevole singolarità de conformastone: ' Infatti ,
questo ,TÌsoere formaTa due caditi ; situata l'ona sopra del^
r«Ura, e sansa alcuna oomnnicasione tra esse , titane^coo^
la consueu relasìone colle pareti della pelTÌ- « «olle visaam*
•ddom inali. Lo sparti mento anparìorc, contenènte il bambino/
4iconpava il fondo deil^ utero , ed em di forma triangolare. I/ff
foe pareti, n^lla parta rispondente 'alla rounra, erano sanili
^ membranose. Le labbra della ferita, Instagliata, «rànb qmr
e là di «oiore oscuro : la parte inferiore di questo sacco straor-^
^nario^era separata dàiraltrnda «n diaframmate' deHn spessttf-»'
sa di messo pollice* JVon er^vi traccia di comnaétasilMie tttf
le due eaTÌtà.II legamento largo , la oea^. e ie' trowbc'^di
mi lato differì vano nella loro poslsiooe da quelle dcU^ altro.
. ^A destna, òccuparano V angolo snpàsiore di questo t doppiò
nutro » il quale , vcdoto esletnamenie ,'èvna rnspcit# diurna
utero ^sotto comuni circostanae; a sinistra , arano collocato
qnas.inal centro del margine sinistro dell'. ntetq , e nascosta
nella cavità .della pelri. Una linea tirata tra questi due pm»»
$i d*' iaaersione , corrisponderà esattamente alla divisiona
'/ delle due cavità. La superficie interna dal saaeo fetale^ 'eni
precisamente simile a quella dell' utero dopo il pano. 'LA
placenta era abbarbicata posteriormente >e ìnierioraBentéviA
«odo nbe il tmmesso oonifiboivA «kwa obctlla Ma IbràM-
«89
«Mae. T^Atonli tfHliKi \è catiiA |Vropri«' cleH' merb^ e della
Tagìna. Col messo .<del sipario testé descritto , la oaTÌtà uterina
ara saparata, superiormeote « dal sacco letale , e cotouniceva '
.tmicamaD^e colla vagina. Alleane pareti aderiva debolmente
una. specie ài membrana adiposa. «^ Il feto , di sesso fem* '
ininile , pesava soltanto quattro libbre e messo f V ombelli-
cq non corrispondeva al messo del' corpo j il <!fametro lon«»
^itadioala del capo era di tre pollici e- un Iquartò , e il tra*
8,versale dà due pollici e messo. La placenta avèa una cir-
jconfereoza di venti diie pollici, e tre linee ^i spessessa. La
membrane assai consistenti. »
, Provata con questi esempi , forse i soli 'abe si conoscano,
la eaistaosa di questa specie di gravidansa eitra-uterina^
quale ne -sarà la cagione e il modo di sua formasi one ? Sei
ipotesi., dice il sig/ Sreschof , si aoao proposte : «' Prima
tipptesi,.Si è supposto cbe in questa specie ài gratidaiisaez-
4ra-aterina, le doe ova individuali risultanti dallo stésso con-
ccepimento « entrassero 1' uno: nelP altro. Bea oltre venti casi
^ono regisirati nella storia medica di feti cbe svolli si sono
i|i altri feti. la uno dei più recenti esempi , gli avanzi di
un feto si trovarono nello scroto e nei testicoli di un neo*
nato; ed bo. spesso focon^rato di colali frammenti nelPad»
dome di bambine di alcuni mesi di età. Però , impossibile
^glt é di stabilire qualcl^e analogia tra questa specie di casi,
.e queSi cbe formano il subbiato della presente Memoria. Nei
primi non è propriamente un bambino, ma sono pìiiltostò gli
;avansi di un feto cbe gli anatotnici banno trovato. Mentre
^ella gravidansa eitra-uterina dì cui si discorre, Pembrio*
ne o feto si é sviluppato regolarmente , e la sua morte bà
preceduto , o susseguito- quella delia madre Qua»i tolti que-
•ali feti B^ inr outraroBO in donne adulte cbe aveano fatto di-
"Versi iiff)i ; e fion solamente il bafubiDo, ma le membrane
a la placenta erano formale nel modo il pib a.cconcio per
sostentare la vita fetiile. -^ Seconda ipotesi. Alcuni che non
b^no avuto 1* opportunità di esaminare questa specie 4i
gravidansa f hanno supposto cbe Povo fosse passato lungo
la tromba fallòpiana Sol corpo deir ittero , di -sotto il perito-^
aeo i ma cib affatto errane amente , atantacbè V osservationf
ha mostrato ecterc U ponion«^ eitisriòre ddle ptreti dal Éttò4
eo feuU coperU bensk dtt' peritoneo i mt forum ta ^roprit^
tteoto da uno strato di tostanza utada».— ^ T^rsa ^oteti^
^on si potrebbe fender ragion^ della genesi delle ^oe cavità
ttlerine , e della presènia di un fèto nella KUperiore , aiii<&
mcitèndó r estatonxa di un traoietfo oriatontale / incompleto
ohe dÌTidn V utero , e ehe eoi tempo si faeeit completo , o
eost impedisca ogni comonlesiziokié tra la' caTiiè superiore o
letale» e l'inferiore o vagiiiale f Giota però* notare tton avervi
alcun eiempio di- utero partito da un diaframmate a angoli
retti coli' asse loogitudinale dell' organo. Gli iMcri bicorni
nono ài/fki nel meèso i ma tempre paralellamenta all' asse
loogitod inalo. Se avesse esistilo qualche apertura , se ne sa*
rebbero trovata dello Iraccie ; ciò ehe non é mai^ccadtrto*
w^ Quarta ipotesL Noi» sarebbe egli possibile , che la parte
inferiore-, della tromba falbpiana fosse stata obblilerata, •
che r ovo perveouto alla parte cosi ostrutta » si fosse aperta
la strada nella sosia osa d^' utero mercè I' in£ammsrsione
ehe in detta tromba avesse accesa ? In tal caso l' ovo sareb*
be in una condì sione consimile a una palla lanciata ne
corpo da no arcbibuigio» la qaale ora è condotta alla so*
perficie , ora arriva alla cavità di qualche viscere mediante il
processo di una inSammasiooe espnlsiva , che le piredispoiia
a strada e la chiude dietro di lei a misura che va avaor»
a andò. L' obliteraaioae e V ingrossamento della paéte ioferio»
re della tromba fallopiana , sembrano dar péso a questa con-
*fbiettara. Però, io inclioefei a atinbnire 1' obliterasiooe
4clla tromba a ona flogosi che precede la discesa dell* ovo ,
#Bsichè ammetuiie resistenea di questa obliteraaione prima
del concepimento. •—Una yici/ir« spiegasiooe di questo fa*
nomeno si potrebbe trovare in una particolare conforma^
alone della tromba faUopiane. «Noto egli è che alla parte in-
lerlore presso f mero , sitir iaierao <dì quel canale bau novi
le bocojiccie di diverei ae»! vaécoUrt Ora^ moo sarebbe egli
possibile , ohe V ove potesse gsadatamente dilatare 1' orifr^
aio di ano di qoe^ seni , e ehe , incessanleasente soepint*
dal moto peristaltico della tromba , 1' oro formasse a sa
aletio una cavità nella soatassa dell' mera, teraa il di lai
iùùiò » iuvttdè di pìf^re Bella cavità delP ntflt» ? La lrom«
be fallopùne non teminano aOa parta etlaraa • aapa«
riore dalP utero , ma penetrano nella eoitanta dell* orga«
no , come gli aretari neUa Teacìea. Ammesta la pouibilità di
qnetto accidente , si scorgeià cke Toro aon avrà dm «a
breve tratto da perca nera per entra ae nella eoatanaa pro«
pria dell* utero. •— Sesim ipo$9$L Ceraando nfìone del ino*
Rimno in ima mala «anformatione or^niea, T analogia, nel<»
r esempio di alcool animsli » ci presta a«gomeo|i per atan
altra spiegasione. In molti noamAal^^ V utero é cei»nto» cioè,
diviso ìu due da un tramezso ». e il corpo dell* organo, è sa*
pereto in due distinte csvità. 1 Monotremata , gli Ornttho-
ijmchi , e i Didelphi sono esempi di qaesto ordinamento^
il quale sino a un eerto grado si può redere altresì nelP n^
taro del feto nmano« e in quello delle neonate bambine. Ciò
ho. io stesso psservato pia volte , e non è gran tempo cba
il sig. DumerU ha nel colpo di una donna scoperto nn u»
fero doppio , Tale a dire , un utero nel quale la cavità della
liscerà y si bene che quella della vagina erano dirise da nn
diaframmate. Ora , non sarebbe egli possibile che in un
ntero sifiTatlq ,- co (rabido il feto ili una delle cavità , avessa
a distenderla e col suo sviluppo comunicare un cotal movi<^
ifento, fi diaframnmte che da lon^todinale potesse divenira.
trasversale? Però , ; la suppo^isione ohe V ovo entri in uno ,
«|eg|i orifisi .dei |eni uterini , 4 «.a mio aTvUo» la pi4 sea*.
plice e Ift piò ammissibile "••
TMtti } fatti riferiti, in, questa Memoria » seguita il dottor.
Bmtìhet^ dimostjtaap:.!.^ Che 1^ gravidanae eitrarnterina
possono occorrere nella spst^n^a istessa dell* utero y* a«^Chf.
in questa, come in tutte |e altre varietà .di graTÌ^anta estrar
uterina , la gestasione perviene lentamente e con difficoltà
al periodo ordinario, ed io penso che in questa Tarietà Tovo
nel suo sviluppo deve provare maggiore diftcoltà , di quaii-
do si è arrestato nella tromba fallopiana. i.^ Che , a un
'periodo , difficile a determinarsi» ha luogo la rottu«É , accom*
pagnata da effusione di sangue nella eAvItà dell' addome ^ a
che una pronta morie ne è 1* Inevitabile ooniegoensa^ 4*^ CIm
la membrana decidaa esista aeH* nKBro prima cihe ri ptf^
J0«
Ila moflrfttd ecMM li portione egterìdre delle ptreli dal fM^
eo fetale coperta bensk daiperUoneoi ma formata ^roprift^
*t»te da uno strato di tostansa utedta. *« Tertm ipoieti^
IfoB ai potrebbe render ragion^ della genesi delle ^e carità
•ferine , e della presènM di un fèto nella toperìore , am^
mettendo V. esiatenta di no traoieifo orlatontate / inisoaipletd
•he dinda V utero y e che col tettipo si faecit oooipleto , a
eoii impediaea ogni comonieasiotie tra la oariià saperiore o
fetale, e l' inferiore o Taginale f Gioirà però' potare ttoo arefri
alcan efempio di utero partito da utk diafritfloiate a ftngoU
retti coli' asse longitudinale dell* orgaBO. Gli tfteri bicorni
aono dirìtt ael meèao , asa sempre paralellamente ali* asse
longitudinale. Se aresse eaiatito qoalobe apertura , se ne si*
rebbero trovate delia Iraccie ; ciò ebe non è inai^ecaduto.
9» Quarta ipotesi» Ne» sarebbe egli possibile , che la parte
Inferiore- deUa tronba fallopiana fosse stata obbliterata, •
cbe r oro perveooto alla parte eosl ostrutta , si fosse aperta
la strada nella sosta osa deU* utero mercè V infiammazione
ebe in detta tromba aresse accesa? In tal caso Toro sareb»
be in una condì sione consimile a una palk lanciala ne
corpo da nn arcbibogio, la qaale ora è condotta alla sa*
perticie , ora arriva alla carità di «fvalche riscere mediante il
processo di una {niammasione espnlsira , ebe le predispone
A strada e la obiude dietro di lei a misnra cbe re araop
aando. L* obliterasionc e V ingroeèamento della pa#te ioferio»
re della tromba falb>piatta» sembrano dar péso a questa eoa*
*fbiettnra. Però, io inclinetei a ettriboire 1! obliterasiooe
^Ua tromba a ona flogosi cbe precede la dìecesa drlf oro ,
•Bsicbè ammettem resistenea di questa obliterasionc prima
dei concepimento. «-Una ^iatm spiegasiooe di questo fi»-
nomeno si potrebbe troràre ns ona particolare conforma*
sione della tromba fi^Uopiana. «Neio egli è cbe alta perte in-
ieriore presso f utero . snir interno di quel canale ba^inori
le booo^ceie di direrfi sevi vaécokiri. Ora, «on sarebbe egU
possibile , cbe V ovo poiasae ^datamente dilatare V orifi^
aio di ano di qne^ seni , e ebe , incessanteoMnte sospinta
dal moto peristeltico della tromba , V ovo formasse a se
«feeio una cerità acUasosuuisa dell'Otero, tersa il di lai
ifMiòf iivrodè dì piMate ntila cavila deira^amP La troni-
he fallopiane non teminano alla parta efltaitia a aupa«
rìore dtW mero » na penetrano nella aostansa de U? orga<«
w} , pome gli arcieri nella Tescioa. Aamesta la posiibSUiit èk
questo accidente , ài scorgeià ohe Toro «on avrà elio un
breve tratto da percorrerà per entra ce nella loatanaa pro«
pria detr utero* -^ Sosta ipo$9sL Cereando ragione del ieuo^
meno in oita mala .conforaiatione organica, T analogia, nei-
r aeempio di alcuni animpli , ci preata argomenti . per «Hia
altra ìipiegatione. Ii^ molti mamAal^ V utero è cornuto, ctoé^
diviso iu due da un tramezso , e il corpo <)eir organo, à aa^
parato in due distinte cavità, i Monotremata , gli Orniiho-
rynchi « e i Didelphi sono esempi di questo ordinamento^
il quale sino a un certo grado si poò vedere altresì neiru->
fero del feto umano, e in quello delle neonate bambine* Ciò
Jio. io »itHo osservato pih volte » e non è gran tempo cbe
il aig. Dumeril ha nel corpo di una donna seoperto un u»
fero doppio , vale a dire , un utero nel quale la cavità della
viscera, sì bene che quella della vagina erano divise da un
diaframmate. Ora , non sarebbe egli possibile che in un
Utero aiffatlq» entraudo il feto ii| una delle cavità, avcasa
n distenderla e col suo sviluppo comunicare un cotal movi*,
li^ento^ fi diaframmate che da longitudinale potesse divenire,
Icasversale? Però , ; la suppoaisione ohe V ovo entri in uno ^
«iegji ori6ai dei pem uterini^ è ».a mio ayvUo» la più scm*.
plice e la piò ammissibile "••
Tutti I fatti riferiti, in. questa Memoria , seguita il dottor.
Brestàetf dimostlanp :.i.^ Che le gravidanae eitrarnterine
poasono occorrere nella sost|n«a istcssa dell* ^tero ,* 3»^ Che.
io questa , come in tutte le altre varìetà.di grayi^anta «atra*
uterina , la gestasione perviene lentamente e con difficoltà
al periodo ordinario» ed io penso che in questa varietà Tovo
nel suo sviluppo deve provare maggiore diftcoltà , di quaii-
do si è arrestato nella tromba fallopiana. 5.^ Che , a na
'periodo, difficile a determinarsi, ha luogo la rottura, aecom-
pagnau da effusione di sangOa nella «avita dell* addome , e
che una pronta morte paé V inevitabile oonaegnensa4 4**^ ^^
membrana deaidoa esista aeU* utero priàia ciba vi ptf^
10? '
Tenga il germe; pereioeehè io 4afi0te oiSf oet^hritioot 4«iei-^
•u membfliane era drsttotafineate forttstft qavntanqàe ot»Iit«-
nite fonerò le troabei 5.^ Che la neinbraiM decidoa no»
appartiene air embrione , propr/iamente detto , e che non à
i^ttpeweabile «Ha «utrisione del feto ; 6.^ Che V utero può
trilopparti e la eoa eaTÌtà dilatar»! leftsa' la preseosa del feto
■el so Ilio aito f 7.^ Che nella specie «mane la placenta non
è 'sempre foranata in modo da oottltufre una massa uniforme
o focaccia , ma che può STÌlopparsi sopra diversi pimiì del-
ToTO sotto forma di Tasoolosi peniéilK> come si Tede nei
fuminaBli 9 p. a. « nei solipedi e
e
. . . ( Sarà ooiUÙHéoio ),
' IVViope otservazioni mila china tieoiorata; del sig. De Baa»
«air. — Si i detto altrore che V illostre prof. Carminati^
avea sospettato che la co^ì detta china bicòlorata poteva non
essere che' una scorsa di PUojra (i). Quel dubbio fu con-
vertito in certexsa dal sig. De Bergen , il quale, avuta dal
aig. Martiue, speziale in Erlangeo , una mostra di quella
china bicòlorata , « riconobbe tosto che detta china bico-
«
lorata era precisamente la medesima corteccia conosciuta'
sotto il nome di Pitajra (a) ; scorsa » che lo stesso signor
De Bergen ha provato non appartenere alle chine (3).
(1) Annali. Ko/. XX XI fi p. 317.
(a) Magaùn der AusUitnditchen Literatur d^r gesammi,
Moìlkunde. Pfotfemh, und Deeemb. i8a5y p, ifià.
f (^) koMài, Fol. XXJLF, p. ^^X
I
i
ANNALI UNIVERSALI-
FA SCI e ÒLI cxm— cxiv.
Istoria ài un Reumatismo acuto declinato
dopo tre settimane in una febbre reu-
matica perniciosa letale^ del dott Gia-
como Barzellotti, P. Prof essere di medici^
na pratica nelT I. jR.. Università di Pisa*
Si cui ea non plrorsus aVrideant, ,
Liberum sii ei seotire quod velU.
Torri , Terap. spec.
^ Lib. s ad praef.
D,
EBiTO di Ogni scrittore di medicina pratica e cli^
tiica medica è quello pur sèmpre di osservare con
accuratezza^ di curare con accorgimento, come di
narrare con precisione i casi medici fausti, egualmente
che infausti x:he gli offre di mano in mano T eserci-
zio della sua professione , onde ammaestrare coi primi
su ciò che ha trovato utile, e coi secondi istruire su
quanto è riuscito inutile, e quindi arricchire la scien-
£a di fatti , che servir possano a compilare i| gran
codice medico-pratico delie cose utili da seguitarsi, di
AwNAT.1 Fol XXXFin. i5
194
qaelle ioutìli da trascnrarsi , ed anche delle nocive
da faggirsL Religiosamente a questo dovere soddisfa-
ceva Ippoicrate, dandone a tatti V esempio ^ colla nar-
razione esatta e precisa di tatti i casi più importanti che
osservava e curava nella sua clinica, e certamente pia
infausti che felici (i)^ onde i medici non avesser ver-
gogna o timore di confessare quello che non aveva
corrisposto alle 4oro premure , ed ai loro voti , e pre-
stare ad altri argomenti di nuove indagini per curarli
con più successo. £ forse con questo intendimento ,
in tanta copia di casi^ che servirono a compilare gli
aforismi de conoscendis et curandis morhis , scriveva
il sommo Boerhaave due sole istorie mediche^ e tutte due
di casi infausti (a), onde altri incontrandosi in casi
simili y rettificar potesse la diagnostica, e trovare , $e
pur vi possano essere , compensi e mezzi più sicari ed
efficaci per risanarli. Propostomi anch' io lo scopo di
questi due sommi maestri , di pubblicare cioè per
debito di"^ professione quelle istorie mediche più atte
ad istruire , e servir quindi alla scienza ed all' umani-
tà y mancherei ad una parte del dover mio ^ se i soli
casi fausti registrare volessi j ed avendo fin dai miei
|>iù verdi anni di pr^ica medica dato esiempio di scri-
vere e pubbhcare anche quelli infausti (5), cosi dopo
(i) De morbìs popularìbus. Libri quirujue.
(2) Atrocissimi morbi. Hist. i , et a.
(3) Parere sopra una febbre perniciosa sincopale in
una fatai sincope terminata, Siena 1798. E Lettera
apologetica sullo stesso soggetto, Siena 1799.
iq5
di avere narrati due casi fausti nella mia pratica of-
fertisi (0, narrerò quello infausto occorsomi nel set-
sembre decorso ( i825 ) e che può esser tuttavia di
qualche interesse ed utilità per quelli che esercitano
la medicina.
Una giovine di circa 21 anni, di grande e forte
corporatura > sanissima eziandio ^ e ben regolata ^ aveva
sofferto qualche anno addietro, un corso di reumati-
smo acuto ^ pel quale corsi aveva i più gran pericoli
di vita. Ricadde in questa stessa malattia ai 3 dello
scaduto mese di sottembre di questo anno 1825. Dai
lombi , siccome sovente suol cominciare , ebbe ^princì-
pio l'attacco reumatico^ e fu cosi forte e violento ,
anche in sulle prime , che per lo dolore n^andava ulu-
lati e gemiti ad ogni più piccolo movimento nel cor-
po. INon andò guari che i dolori si propagarono alle
articolazioni inferiori, le quali s'intumidirono sotto le
più forti contrazioni. Si accese la febbre , la quale as-
sunse tutti i caratteri d' infiammatoria. Tosto fu cava-
to sangue^ e ricavato dalle articolazioni colle mignatte^
attesa la forza del temperamento, della febbre, e l'in-
dole decisamente infiammatoria della malattia, e tutti
i sintomi dolorosi ai lombi, e agli articoli inferiori si
calmarono alquanto. Ma questa tregua fu assai breve,
giacché verso il terzo giorno vennero con più violenza
attaccate l' estremità superiori , e tutta la cassa del
petto, cosicché grave e penosa oltremodo divenne la
respirazione^ e il cuore stesso mostrava di declinare
(1) Nuovo Giornale dei Letterati, anno 182 5, mese di
maggio e giugno. Pisa.
in deliquio , od in sincope. Convenne ricoRcre « nao-
ye. emissioni 'di sangae colle mignatte, si per calmare
questo attacco ai muscoli del petto j al diaframma e
fors' anche al cuore , si per mitigare la febbre che erasi
esacerbata con forza , e vigore. Fu appunto a tal' ep*>>
ca che io vidi la malata, e che ne divenni 11 curante
seguitando questa pratica, la quale riusci utile, aven-
do mitigati tutti i sintomi. Fu stabilito quindi per me
un regime affatto antiflogistico, e la bevanda fu una
infusione di sasscfrasso, e delle pillole con digitale
purpurea e calomelano ^ qualche lavativo rinfrescan-
te , delle fomentazioni emollienti alle parti dolen-
ti ; e si applicò qualche vescicante al petto dopo altri
applicati alle sure per render più libera e spedita
la respirazione. Sotto questa cura y passò il quarto ,
quinto e sesto giorno in maggior quiete , e con molto
alleviamento di sintomi. Nel settimo, esacerbaziene di
tutti i sintomi , e singolarmente di quelli oppressivi
al petto, e dolori a tutte 1' estremità. I muscoli della
faringe , poi della laringe , poi degli occhi furono sue—
cessivamente attaccati. Non poteva quindi deglutire,
non parlare, non muovere il globo quasi degli occhi.
Si mostrò il pericolo , e furono prescritti i primi ajuti
spirituali. Bisognò ricorrere all' applicaziene di nuove
sanguisughe agi' ipocondrj^ poi alla gola, e vescicanti
al petto , e alle braccia , oltreché fu continuato lo
stesso regime. Molto sangue che usci^ calmò assaissi-
mo ogni sintomo , e molti sieri che si ottennero coi
vessicanti contribuirono ad un considerabile migliora-
mento. Si vide comparire qualche cozione nelle orine
nel nono, come si era veduto qualche segno di mestruo
dall' utero il i^.^ e qualche sudor«tto universale. Si
proclamò un principio di crise , la quale poteva an<
/
>97 .
nonziarst con segni più certi nell' undicesimo y e
compiersi nel decimoquarto, fio qai aveva passate ^
le notti ^ come i giorni ^ in perfetta vigilia ^ mal-
grado qualche mite calmante, per lo piìi di acqua
di lanro ceraso. Incominciò una tal calma sponta-
nea 'y i sussulti muscolari si sedarono ali* estremità;
e in tutto il decimo , undecimo, e duodecimo se*
guitò il male un corso più mite, e le orioe inco-
minciarono a turbarsi , e farsi sedimentose leggermente.
Nel tredicesimo comparvero le purghe naturalmente ,
ed i sudori divennero più abbondanti e universali.
Pareva giudicata favorevolmente la malattia. Vana la-^
finga f e giudizio fallace ! Nel quattordicesimo del male^
anziché tipiressia , la febbre si esalta. La malattia di-
viene vieppiù imponente. Convulsioni, in prima uni-
versali , poi parziali , senso di oppressione al petto , e /
affanno poscia. Si dovè temere che ciò procerlese dalle
ripurghe sospese poco dopo comparse; e si ebbe ri'
corso alle fomentazioni al . ventre , 1* affanno si calmò
quasiché intieramente. Soppragg illuse allora una son-
nolenza che propendeva in sopore. Le^ pupille si fece-
ro dilatate; un prurito alle narici continuamente, mo-
lestava la paziente, e la riscuoteva dalla sonnolenza e
non era quindi dubbia la verminazioue ; e coli' uso ri-
petuto del calomelano e assafetida ^ per bocca e per
lavativo, furono espulsi 4 lombrici, tre morti ed uud
vivo ed ogni altro segno di verminazione sparì. Ed essen-*
do comparso nel 1 5.qoalche rigore di freddo , s'incomin- /
ciò r uso del decotto stretto di china che si seguitò
il i6 e 17, e si consumarono once due e mezzo di ^
ottima china. In quel mentre, che tutto pareva cam-
minare in meglio , giacché T estremità non erano più
dolenti , mite era la febbre , e il petto più libero ,
\
/
' /
si fa dolentissimo il fegato , e comparisce il daloré
fioo alla scapola destra. Si applicano 6 sanguisughe
aa di esso^ e fomentazioni poscia. Si prescrive ma-
gnesia y calomelano^ e gomma gatta perchè le ori*
ne scarseggiavano ed era costipato il ventre mentre il
dolore al fegato persisteva 5 vengono applicate altre 6
sangoisaghe. Si continua l' uso del calomelano , cui si
unisce della digitale^ e del solfato di chinina > in io^
stitnzione del decollo di china. Il ventre si apre , ed
il flusso alle orine , e sembra che tutlo si ricomponga
alla calma. Il 18.^ giorno fu tranquillo 5 ma la notte
del 19 fu inquieta y perchè ebbe luogo un' eruzione
urticaria universale ^ e assai pruriginosa ^ la quale do-
po non molte ore scomparve. Risorse quindi F affan-
no ^ il quale si attribuì in parte alla retropulsione del-
l'eruzione, ed in parte- alla ricorrenza meosuale , che
soleva a tal epoca aver principio. Si credè quindi
beo fatto di applicare le sanguisughe alle pudende , on-
de faciUtare 1' apertura a questo sgravio. La malata
pel flusso di questo sangue restò sgravata sebbene
indebolita, ed acquistò un aspetto piò ilare e chiaro»
Tutto il 20 le cose passarono mediocremente bene , e
sembrava indicare, che nel 21 la febbre avrebbe avop
ta una crise completa. Vano indizio. La mattina del
31 verso le ore 9 comparvero dei fortissimi dolori ai
lombi , affanno , e senso di soffocazione. I dolori vi
estesero agl'estremità^ ed alla cassa del petto. La feb-
bre' si esacerbò dentro la mattina con rigori di freddo.
Ebbe uno sviluppo assai forte nella sera. Si fecero tu-
mide r estremità inferiori , e dolenti , vagarono dei d«>-
lori risentiti alle spalle, al petto , agi' ipocondr) ^ com*
parve qualche accensióne momentanea alle guance 3 gli
199
occhi scoQvoIgevaiisi nascondendo la pupilla^ la ma-
lata in prim^ voleva uscir dal letto, poi cadde a
notte avanzata in un gran letargo , si fece pallida
iq volto f debole nell* estremità , e pr^se tatto 1* aspetto
di moribonda. Convenne farle amministrare il viatico ,
nel mentre che furono applicati vessicanti uno al petto
e due air estremità superiori II sudore a notte avan*
zata che comparve copiosissimo, portò la declinazione
della febbre y e la diminuzione considerabile di tutti i
sintomi. T7on vi fu più dubbiezza dopo di ciò , nel
giudicare , che la febbre di semplice reumatica , aveva
assunto il carattere di reumatica perniciofa. Non sì
esitò un momento a prescrìvere il solfato di chinina ^
nella mattina ne furono amministrati 12 grani} altri
12 nel giorno; altri 12 successivamente nella sera e
notte. La febbre ebbe nuovo accesso nel giorno 22
con qualche rigore di freddo , ma fu assai mite, e
tutti i sintomi reumatici di poco si esaltarono. Nel d<«
dinar di questa si continuò l' uso del solfato , temendo
la terza iebbre, il di cui carattere pernicioso ne aveva
giustamente imposto. Le orine intanto avevano miglio-
rato asfai, giacche il sedimento laterizio era scompar-
so. Nel 25 l'accesso fu mitissimo, e corto il parosis-
mo f giacche un sudore universale abbondante , e con-
tinuato, con sollievo dell' inferma > faceva presumere
una crise sicura della febbre, 0 la cessazione alme*
no del sintomo pernicioso. Tuttavolta si continuò l'uso
del solfato di chinina per tutto il giorno e tutta la
aera. La notte fu bastantemente quieta e tranquilla ,
e la mattina la trovai quasi apiretica. Fu continuato
il solfato, e già eravamo a 4^ grani augurandoci la
cessazione della febbre. .Verso le ore nove della mat-
aoo ^
tùia j giorno 4 ^^^ siptomo j^ernicioBO , sopravvieae aii
affanno fortissimo alfó paziente , e si risvegliano dolori
per tatto. Io non vi era presente. Furono fatte varie
pratiche, fomentazioni , maniluvj , frizioni senapate
ed altre pratiche interne. Si credeva un insulto acci-
dentale, laddove non era che il preludio del parosis-
mo quartanario pernicioso. Yerso le ore ii la vidi ia
questo stato compassionevole. Credo che sia precursore
della ' febbre y e poco dopo si annunzia il freddo alla
estremiti, e molto intenso. Si esaltano tutti i sintomi,
malgrado le pratiche seguitate di bagni, fomenti ^ e
l'uso di cose oppiate. Si querela soprattutto di forti
dolori al ventre , e dentro il periodo stesso del ireddo
febbrile, munita degli ùltimi soccorsi spirituali , dopo
una breve agonia, spirò.
- Malattia pi£i chiara di questa per la diagnostica , e
in tutti i suoi periodr, più decisa nelle sue fasi, e piìt
Sitta a combattersi con mezzi opportuni, incontrasi di
tado nella pratica. Pure l'esito tristo che ha avuto è
una riprova contraria' alla sentenza Ippocratica, la
quale dice : « qui sufficit ad cognoscendum , sufficit ad
sanandum » , giacche ' non è bastato conoscerla , e com-
batterla con mezzi idonei per debellarla, e conservare
questa infelice. £ questo appunto è il caso ( come por
altri simiti sovente se ne incontrano), che merita esa-
me , dilucidazione , discussione , e sentenza per utile
della sciènza e dell' umanità. La prima disamina cade
tosto sulla natura della malattia. Appartiene cioè dessa
alle genuine infiammatorie, siccome i sintomi da cui
fu questa, e son sempre le febbri reumatiche, o i
reumatismi acuti , accompagnati ? ovvero alle periodi*
che i&alattie , ed a questo genere di febbri ^ essendo*
aoi
che sovente i reamatistni cominciano con p)sriodiciià ^
coi si unisce la febbre , ed a qoesta dei dolori reu-
malici si aggiungono ? Bisogna consultar pih V espe-
rienza, che la > ragione per averne adeguata risposta.
Tuttavolia si vede sovente , che mostrandosi la malat-
tia coi segni d' infiammazione locale , e con tutto quel
trend di sintomi che 1* accompagnano , debbe pure ia
qualche guisa di natura infiammatoria considerarsi.
Debbesi anche vieppiù confermarsi in qoesta sentenza ^
giacché il metodo antiflogistico , anche largamente a-
doprato è stato utile sovente, e vantaggioso. Ma poiché
l'osservazione ha pur riconosciuto, che la febbre reu-
matica assume una certa periodicità , o negli accessi ,
o nelle esacerbazioni , poiché 1' esperienza odierna ha
dimostrato , che dietro questa periodicità , 1* uso della
china e generoso, ha troncato il corso alla malattia,
malgrado tutto V apparato inflammaforio delle parti
dolenti, quindi sembra propendere 1* esperienza per
qoesta seconda sentenza, e tanto piii perché, riguar-
dato il reumatismo acuto sotto 1' aspetto di pura ma-
lattia infiammatoria, dessa é di un corso lunghissimo,,
penosissimo ^ sovente anche incerto nell' esito. E chi
non preferirebbe un metodo, che abbrevia il corso ad
un mal penoso , a fronte di un' altro che ne allunga i
patimenti ? Altronde, se la malattia risana in un modo
e neU' altro , e qualche volta neli' uno e nell' altro
modo ha un esito infausto , a quale dei due metodi
attenersi? E qui converrebbe di nuovo consultare Te-
sperienza , o la somma dei casi guariti colf un metodo,
o coir altro , ed a quello attenersi che ha dato il piii
numeroso risultato felice. Questa statistica esatta non
Y abbiamo ancora ; e quando pur vi sarà , vorrebbesi
far entrare in calcolo taQti elementi accessorj o atra*
nieri che influir possono nei risultati, e sopra tutto te
complicazioni morbose. Tuttavoka.parmiy che consultata
r esperienza e la ragione di quelli che han seguitato
esclusivamente V uno o V altro metodo nel trattare i
reumatismi acuti , o febbrili ,« e coloro che hanno eoo
più accorgimento latta scelta razionale nell' uno e nel-
J' altro y sembra che si possa stabilire un metodo ca-
i-ativo meno incerto e dubbioso. 1 fautori della natura
assolutamente infiammatoria ^^lla febbre reumatica ,
' consigliano ed encomiano il metodo antiflogistico il più
largo f e molto contano pelle cavate di sangue > ed io
convengo con èssi, che fino a tanto, che le lorze dei
malati sono eccessive, fino a tanto che esistono infiam-
mazioni locali dipendenti dallo stato universale e che
juioacciano parti nobili , o molestano quelle più sen-
sibili , si debba tenere il metodo antiflogistico , in ispe*
c^e in sulle prime epoche della' malattia^ Ma, tostochè
le forze sodo attutite \ e lo stato infiammatorio è decli-
nato^ dovrebbesi lo > slesso metodo continuare? La ri-
sposta è troppo &ciley e molti pratici appunto lo
hanno abbandonato dopo que5t\epo€a per i danni che .
ne sono venuti. Altronde^ potrebbe mai il reumatismo
nello stato inflamma torio , trattarsi , coraggiosamente
colla china ^ senza premettere alcuna emissione di san-
gue , senza fiir conto del metodo antiflogistico ? i Non
è ragionévole almeno 5 sebbene Fortherghill ed Hq^^'
ger^ (i) e qualche altro ; ed io stesso alcune volte per
(i) Fed. Thomas ^ Elememi della pratica medica ,
30S
•eguitar questi medici , Io abbia felicemente colla chi-
na curato. Quando adunque dovrà abbandonarsi il
sistema antiflogistico^ e darsi all' altro, ovvero sostituir*
vi l' antipiretico , o la china ? Ecco la quistione la più
importante , e che ben disoluta , può reifdere grandi
servigi all'umanità. Io dico frattanto, che vigente lo
Stato infiammatorio , tion sembra ragionale V impiegare
la china. Ma qual sarà il criterio certo per ben cono-
scerlo? Si dirà i sintomi inflammatorj. Gli universali,
domanderò io , o i particolari ? Se i primi , di> cui
sarà il principale la febbre infiammatoria, credo che
sia ragionevole il farlo, non gli altri, perchè le infiam«
mazioncelje parziali e vaganti , rinascono , e si «ucce*
dono in tutto il corso dei reumatismi acuti. Non do"
vrassi quindi ad esse badare, che come locali aflezio«
ni, o come infiammazioni o flogosi sintomatiche; e
subito che la febbre incomincia a deporre il suo stato
infiammatorio, o di esacerbante^ e dà indizj di remit-
tente con periodicità nelf esacerbazioni, quello stato
non debbe piò considerarsi , e debbesi cambiar metodo
di trattamento: ed invece del regime antifiogistico la
china adoperare. Cosi io feci nel caso narrato, sicco-
me apparisce dalla storia genuina e fedele trascritta.
Si vorrà dire perciò , giudicando dall' esito , non esser
questo il sistema da tenersi come il piò sicuro? Ma
se si rifletterà , che il vero stato infiammatorio univer-
sale durò fino al i4 giorno, in cui vi furano i segni
di una crise , per cui fin' allora occorse tante volte
tornare alle cavate di sangue, onde attutirlo , si ve*
drà , che non era tal metodo , continuato fino a quel
giorno, irrazionale. Altronde, poiché dal 14.^ giorno,
al 24*^ ^^^ f^ fatale^ vi passarono dieci giorni, cosi
ao4
non mancò il tempo per V impiego del iebbrifago , se
per esso potevasi impedire Io scempio fatale. Sì diede
un' oncia e mezzo di china in decotto stretto , si di**-
dero più di 49 grani di solfato di cl|iinina dal i4 al ai
giorno. Se tutto questo rimedio fosse stato ìnsufficiea-
le a risanare radicalmente dalla malattia reumatica ,
la quale aveva assunta una certa forma di periodica ,
doveva almeno impedire ^ che passasse, come por pas*
so , in perniciosa. Ma concesso , che qoest<{ rimedio
cautamente esibito, non potesse tampoco operar l'ef-
fetto di impedir questo passaggio , non fu supplito io
tempo, dal ai al ^4 giorno , con 4^ grani di solfato
di chinino , equivalente almeno a 5 once di china ?
Si dimanderà forse , se io mi era assicurato della bon-
tà dei rimedio : ed io risponderò , che mi si disse pro-
vato efficacissimo nello spedale , oltreché le qualità
estrinseche^ erano quelle dell'ottimo solfato di chini-
na. Si dubiterà da alcuni, se questo sale sia da ante-
porsi nelle perniciose alla china in natura; ma io ri-
spondo loro, non esser la prima volta che col più com-
pleto successo , abbia liberato dalle fauci della morte
varie persone attaccate da febbri perniciose; e ricor-
derò xon' piacere , di aver salvata con esso la stessa
mia dilettissima madre, condotta, da ona perniciosa
letargica, nel settembre del 1 8^5 sull'orlo del sepol-
cro* E non è desso sperimentato utile in {tntte le va-
rietà di queste febbri dai medici più illuminati ? Po-
trei quindi pentirmi di 'averlo anteposto alla china?
Potrei io condolermi, di non aver seguitato quel me-
todo che impiegava in sul principiò che ^ fu pb^to in
commercio il solfato di chinina , cioè di aggiugnerlo
alla china, siccome T ho* esposto in un mio scritto di
ao5
recente pubblicato (i) ? Io non lo penso , ma tut-
tavia lo sottopongo alia considerazipoe dei medici e^
specicnentati ed illuminati.
J^è , devo tutta attribuirsi ai rimedj , o alla poca
loro efficacia , o all' uso non retto o intempestivo pur-
anche di essi la colpa dell* esito infausto nelle i;nalat«
tte. Il loro genio maligno talvolta , le |oro complica*
zioni y o rendono inutili o non efficaci quanto è ne-
cessario i medicamenti reputati più sicuri, come la
china o le sue preparazioni nelle intermittenti anche
perniciose. Non doveva io quindi fidarmi nella quan-
tità esibita in prima della china ^ poi del solfata di
chinina^ tanta da far fronte non ad uno, ma a più
parosismi di perniciose? Non doveva io sperare un e-
sito felice , subito che il rimedio aveva prodotto tale
effetto , da impedire , che il secondo accesso di terzana
doppia, o il parosismo più forte non comparisse , es-
sendo le orine migliorate , e i dolori , e tutti gli altri
sìntomi mitigati? Non doveva io sperare, passato il
terzo parosismo j e continuando a far uso dello stesso
rimedio , ed a gran dosi , che la febbre sarebbe ces-
sata? Come avrei potuto tampoco immaginare, che
avrebbe il rimedio spostato il parosismo di un giorno,,
e che nel quarto sarebbe comparso il terzo parosismo,
e sarebbe divenuto letale ?
Giudichino quindi da così strano caso i medici
quanto è difficile il pronosticar delF esito dei mali an-
che quando tutte le apparenze e probabilità stiano a
(i) // Paroco ishuito nella Medicina per uiUiià
spiriuial& e temporale dei suoi popolani, Tom. i .
3o6
6vore della salute ; e pesino meglio al lume dell' espe-
liensa segaitata e reiterala, se in circostaqfie cotanto
imperiose, come nel caso narrato, sia conveniente Ta*
doprare altro metodo curativo, o modificar quello da
me usato o altro rimedio accrescendone le dosi, o
sotto altre forme, non tanto per far fronte alla feb-
bre perniciosa , quanto a quelle complicazioni , che
sembra abbiano rendnto inefficace lo specifico adoprato.
Storia di una amaurosi curata nelT Isti-
tuto clinico delV I. e JR. ^scispedale di
Santa Maria Nuova di Firenze : del dot-
tore Luigi Eustachio Polidoro, Ì9Ì Prof,
di Clinica interna e medicina pratica j
Membro del Collegio Fiorentino, ecc.
Jll di 9 di dicembre iS^S, entrò nell' Istituto clinico
dell* Arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze^,
diretto dal professore dott. Loiigi Eustachio Polidoro ,
Eleonora Baldini di Volterra, di temperamento pitui-
toso , pallida notabilmente di colore , di anni 3o , ma-
ritata e domiciliata in Firenze in via degli sbanditi,
Narrava essa che all' età di circa sette anni aveva
sofferto una malattia febbrile durata 4^ giorni ^ che a
questa era succeduto un tremore paralitico di tutte le
207
membra; al qnarle venne dietro, dopo dae mesì^ un
grave dolore neli* órbìtn destra ; che allora ebbe fine
il tremore paralìtico, ma di repenterimase perfettamente
cieca dall' occhio destro , il quale all' esame dei chirar-
ghi non presentò vizio esterno alcuno , onde T affezio-
ne fa riconosciuta per una amanrosi completa. Ag«
giungeva, che T accennato dolore neir orbita destra e
parti vicine aveva durato fino all' età di circa a i an-
no , allorché caduta da una scala , e stabilitosi un co-
pioso flusso di mucco dalle narici, tal dolore era ces-
sato. Esponeva, in fine, che al principio del precedente
novembre le età nato un qualche dolore e senso di
stiramento, ora all' una > ora all'altra parte del capo^
che solla fine di detto mese il dolore si rese gravissi-
mo e puntorro nell' occhio ^sinistro, e tosto ne perde
cosi la kcoltà visiva y che appena poteva distinguere
il. giorno dalia notte. Che allora implorò fuori dell'Ar-
cispedale gli ajuti medici; che le furono fatte diverse
missioni di sangue, generali e local^, amministrati di-
versi purganti, applicati cerotti vessicatorj: ma tutto
invano.
Esaminata alla prima visita nell' Istituto clinico , non
si potè rintracciare causa manifesta alcuna ne fisica^
ne morale della sua nuova dijsgrazia della cecità dal-
l' occhio sinistro. Nessuno altro vizio vi si scorgeva
che la dilatazione della pupilla. Simile dilatazione era
manifesta nell'occhio destro, senza cangiamento ai dì-
Versi gradi di luce ; nel fondo di questo scorgevasi uà
certo pallore quasi corneo ; e vi era strabismo.
i.^ Giorno della cura. Fatto un prognostico infeli-
cissimo e disperato della cecità dell' occhio destro , a
data speranza di guarigione della sopraggiunta amau-
rosi del sinistro , fa prescritto un setone alla nuca.
/
a.^ Il setone «ra stato ricusato. La donoa asseriva
/ esser venata all' Arcispedale specialmente per tare i ba-
gni che le erano stati consigliati. Le si accordarono
per condiscendenza ; ma le fii prescritta l' iofasioqe di
una dramma di fiori di arnica montana in otto once
di iscqua con nn grano di tartaro emetico.
3.^ Con la infusione sopraddetta^ si uniscono due gra-
ni di tartaro emetico* Vomito.
4.* La visione per Y occhio sinistro è tale che la
donna distingue una lente, nn pajo di cesoje^ no
orologio, ed anche la qualità del metallo di questo.
Medesima cura; e vomito.
5.^ Ha provato nel londo delF orbita del dolore
tensivo in seguito di avere vomitato; ed ha avuto
delle dejezioni ventrali liquide.
6.^ £ stata capace d'infilare nn ago. Sempre la
stessa cura. ^
•^.^ Ha seguitato a vomitare. Le sembra di avere
la vista un poco,|>iu offuscata.
8.* £ ritornata la visione al grado di jeri l'altro.
9.^ Vede con l'occhio sinistro sempre meglio S'io*
tenda proseguita la stessa giornaliera cura col solito
effetto del vomito.
10.^ L'occhio destro affatto cieco ^ come abbiamo
esposto ^ da a^ anni , per cni non percepiva verun
grado di albore , non distinguendo punto il giorno dalla
notte y ha riacquistato nn piccolissimo grado di facoltà
visiva. Essendole stato esattamente chiuso e coperto
l'occhio sinistro , ella ha indicato coli' indice di una
sua mano il luogo di un finestrone dell' Arcispedale; e
all'avvicinarsi e allontanarsi degli astanti dal suo let-
to , ha detto che se le accostavano e se le allontana-
* vano V come delie ombre.
ao9
11.^ Dbtìngtte le liitte colorate di aaa cravatta col
solo occhio destro.
^x^ Non ha vooqiitato. Si porta la dose del tartaro
ematica odia iofustoDe di arnica a tre grani. Vomito
di nuovo. ,
i5.^ Presentata al solo occhio destro la mano aper-
ta, la donna ha distinto il moto delle dira.
i4-^ Goiristesso solo occhio discerne i letti lontani
dal stto , e il colore rossa di un portone che le è di
dì «faccia e, un poco a destra, accennandone il Inogo
con la mano. Aveva vomitato moJte volte per aver
preso la solita medicina.
,i5*^ Conosce col solo occhio destro la catenella e
il gancio d' argento del ferrajolo di uno dei signori
Praticanti. Gol l* occhio meno offeso legge; col destro
vede dei numeri mediocremente grandi segnati nella
sua tabella, ma^ volendoli toccare, la conoscere che li
vede fuori* di luogo.
16.^ Ha seguitato fi prendere il rimedio e a vomi*
tare. Coir occhio dèstro, ha conosciuta la gruccia nera
e le punte metalliche bianche di un ombrello.
17.^ Le pupille, che in principio erano molto dila-
tate e ridotte quasi alla forma di un aneUioo^ special*
mente la destra , sOno molto ristrette e di uguale dia<^
metro , con mobilità dell' iride. _Ha vomitato meno del
•olito;
18.* L'occhio destro vede i bottoni dei vestiti. Il
sinistro ha quasi riacquistata la primiera vista. Chiede
di partire dall' Istituto , e le viene accordato.
Al presente (verso il .termine di^fébbrajo i8a6 )
si ma,ntieoe lardi lei vista ndlo stato in cui si "era
ridotta alla fine della espost.a cura^
AiriTAu. Fot. XX Arni. 14
/
aio
La storia ^i: questa Mnaiirosi e ddia cura e guari-
giooe di essa fu scritta di giorno ia giorno , secondo
il regolamento del nostro IstiCnto , iq una tabella no-
sografica , e da questa i stata fedelmente trascritta.
Molti giovani studenti di medicina assisterono alla cura
«Dotarono il corso dei fenomeni che la donna preaen-*
tò ', fra gli altri il sig. dott. Giuseppe Usigli di Mo*
dena , soggetto dotato di molto criterio , i e di singola-
re spirito di osservazione : ed il eh. sig. dottor Thieae
di Vicenza, che onorò una mattina la mia clinica,
rimase pnce informato ed accertato dei feUci cangja*
menti accadati negli occhj della donna medesioia.
Siccome è questo cdsò forse unico nella storia della
nedicina, cosi ho voluto pubblicarlo , con aggiunger^
vi qualche avvertenza.
Una perfetta cecità per amaurosi di un solo occhio,
Ja quale per ventitre anni non siasi tratto dietro qoal*
che grado di aihaurosi nelF altro , non è cosa molto
degna di osservazipne , essendo noto ):he alle volte ri-
mane perfinta la vista per tutta, la vita nell' occhio
pon amaurotico, mentre T altro, per una tale aifesio-
ne, era restato allatto deco*
Abbiamo nella amaurosi. che ci occupa un esempio
della verità insegnata dai chirurghh, che questo viaio
può assalire d'improvviso. Racconta V Hildano che nn
sacerdote di 54 anni, anassarcatico , avendo preso uti
energico emetico, divenne |:ieco nel tempo stesso che
vomitava , sensa av^er pisovalo doloro alcuno negli oc-
chi , i quali cons6i:varooo il nataralet aspetto. ( Observ.
Ckir; cemur* V , Oh$^. MIX.
Che in seguilo di- malattie aoule possa accadere
r amaurosi i cosa non di rado osservata. ;;;; Amàuro-
sin veram ( scrive Vanswieten ) , surdiint&à post nior^
bos acuios Vidi ^ ifuae nullis postea cessenmt remedus, s:
(In Bóerh. aphor. Parai % ìq6o.J II Monteggia notò
die qaesta ftifirzioae poi venir dietro a febbri inflani-
ihatorie ed a crisi febbrili ( His. chir, P. /// , s0z, I^
5q6 y 5a8. ) E finalmente Beer, per non accamulare
soverchie antòrità , ha vedoto nàscere l' aaaarofti in
consegnenza del Ufo. ( Lekre von den Augenkh B, ii^
P' 449- )
Si può suppórre che nel caso nostro il tremore pa«
ralitico , molte volte precursore di amaurosi, nascesse
per efietto di una metastasi critica $ che la causa di
esso tremore cangiasse in seguito sede, si portasse ad
attaccare il dervo ottico destro e vi eccitasse un acer-
bo dolore, e che percik il tremore avesse fine, e
prendesse N principio la cecità^ nel modo che sovente >
non molto dopo o insieme con simile dolore , essa ha
luogo.
A chi consideri die tal dolore afflìsse* di continuo
la nostra malata, fino a tanto che un copioso flusso
di mncco dalle narici non sì stabili , sembrerà molto
probabile che i^ medesimo dolore e la consecutiva
amauro3Ì nascesse per raccolta di pus o mncco nel
seno frontale destro, e costituisse la .quinta varietli
della tersa specie di amaorosi di B^r. Vie f posto da
parte che questo flusso durato nove anni non aveva
potuto vincere F aimaurosi , nessuno dei segni caratte-
ristici dal nominato celebre oculista destritti si presen»
tarono nella donna , di cui parliamo.
Lo strabismo pare si osservò^ uno dei segni pih su-
curi dell' auviurosi , secondo AckmTnann^ Fischer e
Richier-f e lioa mancò l'apparenza aelMilosa^ non al
ai3
luogo della lente ctìstaHioa , na situata , come i chf-
tur^hì La descrivoooy pib profondamente.
L' esito della cura ha .fatto conoscere che nessnon
delle tante volte yerìficate cause invincibili di anma-
rosi aveva avnto parte a prodnrre la cecità della Bal-
dini ^ non assottigliamento^ o raggrinzamento, o diaseo
cazione , o consunzione , o degenei^azione di sostanza
del nervo ottico, né compressione di questo per tu-
ìnore steatomatoso o per concrezione pietrosa, ec.
Ne è resultata poi una eccezione memorabile al co»,
mone asserto dei Pratici piìi intigni , che la inveterata
amanrosi completa è incurabile
' La facoltà visiva deli' occhio destro nella nostra
donna era rimasta sopita si, ma non estinta, mentre
la comune vita vi restava. E di questa doppia vita,
dirò cosi degli organi della vista , la storia che abbia-
mo esposto è una luminosa prova; e viene in appog-
gio delle conclusioni del cel. MagendtSy il quale, die-
tro a ingegnosi sperimenti , oltre alla facoltà di vedere»
nn piccolissimo grado di sensibilità generale ha accor-
dato alla retina , compartitale dal nervo trifacciale.
Che la capacità a vivere e sentire possa restar latente
per Jungo tempo e spiegarsi ed esercitarsi di poi qoan-
<lo che sia, può provarsi per molti fatti. Il seme della
sensitiva ha potuto' spiegare la vita e vegetare dopo
ottanta anni ; alcuni fagiuoli hanno spuntato lo stelo
passati dngento anni ; la vita - è latente per un tenvpo
notabilmente limgo nel seme dei bachi da seta , e nel
pulcino * entro V uovo non covato. Le anguille del
grano rachitico, ìlrotifero, il tardigrado ed il gerdio,.
^garantemente morti, ritornano per mezzo della umet-
tazione a vivere anche scorsi degH anni.
'Ji3
' Ed ecchàla eammuiiie T^Hergia della yka in ntx
organo , V atttyilA dei vasi liii£Bidci , che ad esso ap-
partengono , rimasta sospesa per anni intieri , può ri-
comparire tutto ad un tratto « render capace tale or*
ganoy innanzi impeditone, di riprendere le sue fun-
zioni ( Meckel , Man. él aruu* ) i -
Ora, venendo a parlare dei rimedj da iioi adoprati,
non andiamo punto persuasi che il tartaro emelico ab-
bia apportato giovamento come semplicemepte evacua-*
te, ma alia forza alterante e perturbatrice di i^sso^
massimamente nel tempo del vomito, come a simile
proprietà dei fiori di arnica esercitala sul solido vivo,
credianio di dovere il felice esito della cura.
In che poi precisamente sia consistita .1* alterazione
indotta da tali rimedj sul nervo ottico e sulla retina ,
onde sieno stati di nuovo resi atti alla visione , se nel
richiamo ad essi di un principio di propria vitalità o
di visività y o in unaf" sottrazione di qualche materia
impediente T esercizio delle funzioni di quegli organi,*"
o in certa mutazione di disposizioni elementari orga-
niche dei medesimi, è ciò che noi dichiariamo inge-
nuamente di non essere in grado di determinare. Ma
certo quella alterazione fii singolare nel caso nostro. Poi-
ché infinite volte in questa donna il solido vivo dee
essere stato in divèrsi modi alterato^ pure ramàurosl
. persisteva.
Concludiamo dunque, che nel nervo ottico, e nella
retina dell' occhio destro della Baldini è accaduti^ una
perturbazione e cangiamento arcano , che in essi ha
suscitato di anovo la da tanti anni sopita o lateifte
vita specifica o visività.
ai4
Ragguaglio di alcuni esperimenii fatti coh-
t agopuntura ; del dott. Bcrtoloni.
Xje opere di James Mqjrs Churchill ^ Chquei, De--
mours , Morand ecc. , salF agopuntura dovevano di
sua natura , per la semplicità dell' operazione , e van-
tata pronta efficacia , portare viva impressione non solo
sni fij^lj d* Esculapio y ma altresì sugli animi sensibili ,
e consacrati alla filantropia. S. E. il sig. Marchese di
Breme fu quegli che agevolò il vivo mio impulso di
sottoporre a sperimento P agopuntura col procurarmi
cento aghi tratti /a di lui caricO| da Parigi. Le espe-
rienze furono praticate a Sartirana, mia patria, dal mese
di agosto i8i)5 fino alli 3o marzo 1826^ e sono le
seguenti.
Giacomo Yolpiy d* anni 7 3, di temperamento sangui-
gno eccitabile y di condizione camparo da riso , era già
da qualche tempo molestato da iscbiade^ reumatica
cronica all'arto destro, per cui fu più volte da me^
cpme pure dal Medico condotto, saviamente sottoposto
ad un metodo di cura antiflogistica appropriato, indi
ai yesicanti , pomata stibiata, ecc., mezzi tutti tanto
preconizzati in simili affezioni ; ma nou avendo otte-
nuto da tutto questo, che poco, e quasi nessun van-
taggio , il paziente era obbligato a guardare il letto ^
ed a stento poteva reggersi camminando. Pensai allora,
5 ajgosto , di sottoporre a sperimento gli aghi ; diiatti^
persuaso l'infermo di tale operazione, introdussi^ a
norma <delle regole prescritte dai citati autori , un ago
alla metà circa della coscia affetta nella parte anteriore
interna , alla profondità di un pollice e mezzo , un al-
I
tro in^ vicinanza del gran trocantere all' istessa profon-
dita dd prtmo: F operinone non. fu dolorosa. Dopo 3,
o 4 ninuti,, r infermo ni disie dì non sentire piii
•Icon dolore, ma bensì di sentire una corrente d*ac«
qiia calda, giusta 'ia sua espressione > scorrere dalFan-
foa al ginocchio > indi retrocedere. Bepo ao roinnti non
prosando alcun dolore , e >quasi del tolto svanita la
cosi detta corrente d' acqua , estrassi gli aghi. L' estra-
lione non lu tormentosa, nessoiia infiammazione pro-
dusse, se si eccettui una piiSciola areoia rossa, come
risultato del morso d* un picciolo insetto , né cagiono
sortita di sangue : il pasiente mosse 1' arto benissimo ,
non senti alcun dolore nel tentare qualunque movi-
mento^ 8*alsi& dal letto, che già da più giorni tene-
va , sorti fMl paese, ed il giorno successivo , pieno di
contentezza, riprese i suoi domestici lavori da con-
tadino. Al Volpi recidivò pertanto là malattia ai i5
del corrente marzo ^ ina replicata^ 1* agopuntura me-
diante sei aghi, ne fu liberato sol momento.
Teresa .Garavelli, coiitadina , d^ anni 4^ ^ di tempe-
ramento vegeto y venne, 1 5 agosto, afieita da lombi^-
gine acuta, per cui fa sottomessa a cura antiflogisti^
ca^ si universale, che locale, dalU quale ne trasse
nn decisivo vantaggio ; ma .non ne venne essa liberata
affetto, poiché non potava dirizzare che a slento il
tronco, ed attendere y traballando , alle domestiche sue
faccende. Non tardai ad impiegare due aghi ai lati delle
vertebre lombari alla profondità di un pollice , e qual-
che linea: essa accusò gli stessi fenomeni dell'antece-
dente» cioè della corrente d* acqua calda, che si e*
stendeva a tutto il dorso, ed alle natiche. Dopo mez-
z* ora estratti gli aghi , la paziente s' alzò dal letto ,
non provò più alcuna molesta sensazione, ed attendo
tuttora ai ^noi lavori da contadina.
/
Domentcft SqMssi; A* uni Sd^ dopo 4 giomi di puer-
perio in s^uito ad an parto naturale facSe^^i senti
infastidire da un dolore intenso al terzo inferiore ia-
terno deNa gamba sinistra: esaminata la parte, non
rile%ai rossore^nè gonfiessa; era sensibile però al tatto.
Avendo veduto V universale in buon essere, stimai la
cosa meramente dipendere da una sensibilità nervosa ;
mi decisi di provare due agbi in vicinansa del nervo
safeno interno ; V operazione fu alquanto dolorosa. La-
sciai per 4^ minuti circa gli agbi, estratti 1 quali,
V inferma potè' muovere a suo piacere la gamba , U^
bera afiatto dal dolore di prima.
Marianna Moro, d'anni 56, d'abito scrofoloso,
▼enne presa da ottalmia acuta, fugata la quale inse>
gnito ai rimedj antiscrofolosi intemi, non esclusi gK
esterni , dopo tee giorni fu assalita da un dolore forte
fpasmodico al sopracciglio destro, quasi come di Tic
doulaureux. Sottomisi la pasiente ali* azione dell* ago-
puntura ; mediante Tintroduzione di tre aghi , dopo 35
minuti , non ebbe pivi alcuna sensazione dolorosa. Yen*
ne la stessa presa interpolatamente da ottalmie non
accompagnate però da spasmodico dolore.
Altri casi di stmil natura potrei somministrare « ove
r agopuntura sortì felici effetti , ma per legge di We-
vitli li ommetto. Ora, siccome Io scrìvere solo dei casi
felici , tacendo li sinistri , non porrebbe in chiara luce
il fatto, stimo opportuno anche di- riferire li casi in
cui l' ago-puntura non produsse alcun elfetto.
Gagnola Maria, contadina, d* anni So, soggetta alla
gotta , da cui venne assalita il giorno i a ottobre scor-
so, in modo tale, che non poteva nemmeno soBrife
sui piedi le coltri^ mi deliberai di provare quale ef>
"v
ai7
ietto 8onii^6 Y ago|^«intimi. Introdatli ( séintiK colle
stesse regole ) quattro aghi per piede , V inferma dopo
dae mÌDati , iiccusò di sentirsi meglio ^ e sopportava
le coltri seoza iucoinodo, come pare non lagnavasi
pili (Sa an letto non molto soffice. Dopo tre quarti d'o/a
estrassi glt aghi ^ TammaUia discese dal. letto ^ asse-
rendo on miglioramento notabile , potendosi reggere
snlle parti pria dolorosissinie , ma cìh fo di poca du-
rata y poiché dopo un* ora tornarono come prima i do-
lori 3 replicai per tre giórni consecutivi tale opera*
zione, ma sempre con egual successa, di modo che
pensai d'abbandonare l'intrapreso assunto.
Lopani Gio. y d'anni 53, venne affetto da un flem-
mone al polpaccio della gamba sinbtra; volli tentare
gli aghi, i quali, benché replicati più volte , riusci-
rono infruttuosi, e dovetti ricorrere al metodo anti-
flogistico sì internamente , che localmente*
Il sig. N. N^ di' temperamento pletorico , erculeo ,
d' anni ^5 , cacciatore per diporto , infermò d' ischiade
acuta air arto sinistro ; dodici aghi introdussi lungo
]' andata del nervo leso. Lasciai per un ora circa detti
aghi, ma non ebbi alcun vantaggio, sebbene abbia
approfonditi tali aghi in certi luoghi pia. di tre e di
quattro pollici.
Altri tentativi infruttuosi potrei citare, cioè di lom-
baggine acuta > di reumi flogistici , e simili , in cui non
potei ottenere alcun fdice risultato dall' ago-ptintora y
ad onta che in nuditi casi V aU>ia più volte replicata,
diminuendo^ od aumentando la profondità degli aghi
nelle pani effette.
L' antitesi del risultato dell' agopuntura , non deve,
a mio credere, dare il tracollo aUa Inlancia, in di'-
9i8
icapito iéV opcnsioiie, sul di evi nodo di agin, la*
scio \ ad ingegoi più felici di pronvnciare il loro parere
con ragioni pantellate da dotto e fino raziocinio nel-
l'arte; sebbene io propenda per la corrènte elettrica.
Mi giova peri porre sott' occhio ai lettoai , che osa*
minati i dati prosperi y ed avversi ^ osservata la costi*
tuzione dei malori ^ parmi potere, non sensa fenda»
mento, coachindere, che i' agopuntura non è opera»
zione da porsi in oon eale ; che essa agisce con pron-
tezza , ed òttimo successo in tutte le nenralgìe croni-
che, reumidi antica data ^ ed altre nervose infermità,
a cai socia non sii la quasi sempre indivisibile flogosi.
Air agopuntura accade lo stesso , che air elettricità»
nelle paralisi in coi successi felici ed avversi si succe-
dettero a vicenda , e fu riserbato ^1 sommo Tissoi il
decidere da cattedra « che solo le paralisi ipostenicbe
«pedono all'agente elettrico^
^ulla estrazione di un Fèto mostruoM. Me*
moria del prof. Giorgio Regholi di Forù,
Dottore in Chirurgia^ Membro corrispon^
dente del£ Accademia medica di emula'*
xiifne di Parigi , della Società Reale di
Medicina di Lione , deW Accademia Me-
dico-Chirurgica di Napoli, dell imp. e
JR. Accademia dei GùorgofiU di Firen--
%e , della Società Medico-Chirurgica di
319
BotogHa, f^iòc'^gretaria onorario del*
Vjiccademia Pesarese, Collaboratore del
Giornale di Bfedicina di Ginevra, Chirur"
go primario e lettore di Anatomia nella
Città di Pesaro, {con una Tavola).
s,
^oTTO diversi è vasti aspetti potrei presentare que-
sta mia Memoria iùtorno ad nn feto mostruoso ; sotto
quelli cioè della fisiologia ^ ddr at^tomia descrittiva ,
e dell'ostetricia. Alia prima si apparterrebbe i.^ la
dlefinizione della mostruosità, la harrazioney e, là di-
Bcussione delte relative dottrine di Hàttùr di Bonnei,
Treyiranusj Mekel j Soemmering , Blumenbach ^ Geof-
froy-Saint-Bilaire ^ e di dltri assai, a.^ V indagare le
cagioni delle mostruosità, e far quindi conoscere in-
torno alla loro eziologia le opinioni degli anticbi , e
quindi quelle di Duvemejr , J^insloK^ , Haller, Ben"
nety Bianchi, Roederer ^ fVolf ^ Bhìmefnbach , Me-
kel , Geoffrojr - Saint - Hilaire , Morgagni , Saridi^
foriy Lecat, Achermann , Bèclard e Dugès , Gali
e Spurzheim, 3.^ la clasèìficazione de' mostri co' rispet^
ti vi insegnamenti di Bonnet e Blumemhack ; di Buffon^
di Huher^ di Voigtel e Malacarne y di Chaussier, di
Meckel e di Geoffroy-iaini Hilaire. Dal lato della
anatomia considerando il nostro feto, potrei descriverne
l'esterne ed interne partr, e farne quindi conoscere,
air esempio di altri, le differenze assolute e rispettive
dell' ossa , de' muscoli, de' nèrvi, de' visceri ec. ed in»
ftituirne un giusto confronto colle stato normale delle
medesime. Nella sposizione^ finalmente, ostetrica di un
feto mostruoso , principale intendimento sai*ebbe quello
di itabilire la divem Mndou» da Hovarti ièpn^n
ne' divemi a moliiplici casi di variaati moslraositk.
Per mio senno, quest'ultima investigazione sarebbe la
più utile e la piii interessante per 1* umana specie , ma
racchiude in sé troppe varietà e cotanti processi ope-
ratori! , da non potarsi tutti comprendere in una suc-
cinta e schietta relasione d'un fatto. Ond'è, ch'io
senza rimanermi troppo fermamente attaccato ai rigori
d' un' ostetrica narrazione ^ ne ^oropirÀ solo in ' parte
le prescrizioni y facendo conoscere la strada da me se*
guita per 1' estrazione d' un feto mostruoso, e co-
me veune per colai guisa liberata da sicura e vicina
morie V infelice partoriente. Seguirà poscia V esterna
descrizione dello stesso mostro e ne saranno esattamen-
te segnate le dimensioni.
Maria Ph&cuccì, lavandaÌ4| di Pesaro^ attempata d'anni
W] n di breve statura , di alquanto magro ma robusto
temperamento , e dall' intorno di due anni già madre
d' un figlio y che avea felicemente recato aUa luce della
vita y riportandone, però d' indi a poco un lieve pro-
lasso dell' utero , nel mese di giugno dello scorso anno
ingravidò la seconda volta. Ma' non così tosto addi-
venne feconda di nuova prole , che ben altrimenti da
quello avvenuto le fosse nella prima gravidanza , ne
fu in breve presa da un malessere generale, da spos-
satezze , da frequenti conati al vomito , e da consimili
altri malori per guisa tale , che ne venne maninconica,
triste, grave a se stessa ed afiatto prostrata delle forze.
A ripararsi da tali sconcerti nel terzo mese della ge-
atazioue^ le fu consigliato e praticato à\ salaaso,^ ma
senza niun alleviamento de' suoi travagli. Gli sconcerà
ti vengono per 1' opposito crescendo in inteUsilà col-
r.avatmvsi ddia gravidaosay. ed a que* {mni st nm*
SCODO disoiodàto volame dr ventre , rimarcbevole e
liojoso movimento del contoiùto nella matrice; diffi-
cile a lei si rende il moto, irrequieto e penoso l'a-
dagiarsi od' il giacere, in qualsivoglia posizione j soprag-r.
giungono continue smanie^^pallore, inappetènza, notabile
dimagramento y. alle quaU angustie però ella non ce-
dette si , che a sostentamento della propria vita non
si .travagliasse tuttavia tra le dure fiitiche del iahprio-
so mestiere.
Oinnta al primo di febbrajo del corrente anno, qntn
sti suoi malori toccavano al sommo , da porla ben an-
che in pericoio dell' esistenza , e quindinnanzi la Pa-
scucci sofférsfi dolori non dissimili ^ ' a sua detta , da
quelli che accompagnano la partnrizione. Dovette al-
lora r infelice allettarsi per alcuni giorni, tralasciare
le dimestiche faccende, e cercare soccorso e conforto
nelle persone dell' arte. Una seconda sanguigna inutil-
mente praticata non mitigò pònto i penosi effetti di
quegli ostiòati sconcerti, e per mezzo a grandissimi
ed incredibili patimenti giunse al giorno a8 dello ■ stres-
so febbrajo, in cui - realmente si dichiararono e mani-
feste Ì9 veementi le doglie del parto.
r Osservando la levatrice , che il travaglio non avan-^
aava colle soUte e naturali regolarità^ avvisò bene di
chiamare in soccorso persona dell'arte^ ed il giorno
primo di marzo trovandomi al mio tufno in questo
civico spedale, lui invitato a recarmi con fifetta a casa
dell'infelice partoriente ^ che mi dicevano non potersi
disgravare del suo feto ^ perchè trasversalmente situato»
Pregai a meco recarsi il mio amico dottor Filippa
Giorgi^ chirurgo assisteste tii questo st«bilimento^ e nf
/'
J
I
y
232
segairono esmadio akttoi mìei aili«rì. Dalie itttjscrogft-
sìoni &tte alia panioriieote conobbi tosto dell' iacomoda
ed ÌDittrma sua gravidatiea , e datomi ali* esame del
ventre , noi potei che gkidiaare soverchiamenlift voUi--
midoso, avoto rispetto alla bassa satura deBa dooDat
passai quindi all' esploraeioQe dell' utero, a^nsa mail
come in fatti dovea accasermi ; poierld io di veruna
guisa sospettare gravido di mitstruos» prole.. Molle era
il suo collo f e completamiente dilatalo : riscoÉilrai il
sacco delle acque avente nelle sue membrane una spes-
seeza maggiore dell' ordinaria y con oscura pel*ceuone
d'un corpo, che ben non potei discernere sé mano
fosse , piede od altro. Sappo», a prima, giunta, che la
causa del ritarda od impedito avanzamento del parto ^
dipendesse dal non essersi per anche lacerate le mem-
bratie dell' amo iof 5 per che tosto oh diedi colle dita a
lacerarle^ incoutcandovi: un'insolita diffidUtà. Si ver^
sarono aUoca due ouc^'inoirca di liquido, e mi venne
fillio di poter bene distinguere' • che si presentava aL
r oriBcjo dell' utero il piede, sinistro io sesta- posiaione
di . Baudelocquow Allora pensai di rendeffe piti sollecita
V estraeione del feto , e mieno doloroaa per la madre
I' opera della manOi,. col metlere 1» parte in prima, po-
sizione e ricbtamace V altro piede/i. Posta a tele effetto
la partoriente, in, convenenole. poaiaiooe ^ assicurata ed
aiutata dagli aUieviv. colle, solite regole portai alla vul-
va un piede dopo Tal tfo,.. ma. con istraordinaria dif-
fiooltky e mi <ftt/ impossibile di compiere il cònceputo
divisamente. Fu allora esegsiitp quanto a simili incofir
tri viene dalla religione pcesoritM» ,. e teotai quindi di
trarli in basso. colla cooatiata..foraa<9 ma indarno tor-
narono le pùc traaioni. . Riflellendo a :^uanto mi acca^
deva y toipeklm allora di aver portato afla vulva i pie*
di di due distinti feti^ e sembrava la mìa supposi-i
alone aver baon fondamento idaU' osservare e la pic-
colesza dell- estremità già tratte Inori , ed il tuttora
grosso volume del venire della donna. La mano però
introdotta non verificò pnnto il mio supposto, che
anki il convinse d* errore > siccóme in&tti dovea in-
tervenire, dappoiché, tratti fortemente ia basso i pie*
di , al &vore del lome d* una candela potei anche ve«
dere il sesso femminile del feto. Per ispiegare allora
il fòrte ostacolò che si frapponeva all' intera sua esim-
zione, mi convenne cosi supporre: od esistere cioè
nella matrice' altro feto trasversalmente collocato ,
od essere più/O meno deforme quel primo, e di que-
ste mie supposiEÌOni feci pur motto agli assistenti. La
mano esploratrioe nuovamente introdotta mi fece pie-
gare a questo mio secondo divisamento, e dell'esser
diesso vero allor fui pietiamente convinto , quando alia
parte posteriore delle natiche riscontrai va membro
bastantemente voluminosa , che con grandissimo stento
eslrassi mediante 1' utìcino ottuso. Era desso talmente
contornato da figurare in qualche guisa la zampa di
nn rospo, piò grosso, ma piò corto degli altri doe
arti inferiori. A questo punto affaticato dell' opera, e
stanca del pari la partoriente, $ì prese riposo , tanto
piò che fortunatamente ninna esisteva delle in^periose
cagioni , che debbono afifettare l' operatore alla pronta
estrazione d'un feto. Ripresi dopo alcun poco le mie
trazioni ed i movimeoti dall' alto al bass# , protao^
ciando sempre di porre il moitruoso feto io prima po«
aizione, ovvero nel diainetro obliquo della pelvi. Ftt
sopra ogni credere diffioila il portare le natiche alla
2Z^
valva , e giangere coHa mano alia re(|iotia oadMlicare^
ove trovato il faaicoloy ne recai fuora an'anaa.
A qoesto punto sembrava impossibile il progresso
dell' estrazione ; e ristetti alcaa poco dubbioso sol o^odo
che mi dovessi tenere per liberare 1* infelice partorìenie.
Fatti maturi riflessi e naove ed esatte esplorazioni ,
potei riscontrare nn* altra parte del nostro feto piegata
verso la sinfisi sacro-iliaca sinistra, ove a grande sténlo
potei dirìgere V nncino ottuso , afferrarla ed estrarla ,
e in essa vedemmo con istupore un arto superiore,
alla di cui estremità inferiore erano . inserite due bea
distinte mani. Il sig. chir. Giorgi vi portò allora nu
laccio I e postici amendùe in conveniente posizione ,
e dirigendo i nostri tentativi a seconda de' precetti
dell' arte , furono per noi fatte indarno delle gagliarde
trazioni. Preso di bel nnovo r^oso nel cessare alena
poco dall' opera y e fatta nuova disamina del mostruoso
corpo , mi avvidi facilmente dell' impossibiliti di rhe-
scire colla mano nella completa estrazione degli arti
superiori y dallo scorgere attaccate al tronco del defor-
me feto due teste ben distinte tra loro. M' avvisai io
allora di portare il solito uncino ottuso nel divarica-
mento delle dne teste ed applicarlo nel luogo della
congiunzione dei feti : io tirava fortemente in basso ,
mentre veniva in questa manovra coadiuvato daUe tra-
zióni' dei piedi e della mano , collo ^copo dì far di-
scendere le quattro spalle. A misura ,ch' ene cedevano
ai nostri sforzi ^ io procurava di* mettere e di raiteoere
le doe teste tanto nella cavità della pelvi , che al di- ^
stretto inferiore o perineale , .nel diametro antero-po*
/•teriore'y o pubio cocclgeo , e* per Sale effetto un aiuto
mi teneva allontanato il coccige. Dopo luogo e labo«
aa4
rioso maneggio Tiescii finalmente nell* estrazione delio
spalle y le <[oaH farono tantosto seguite dalle due teste y
che a confronto dì quelle presentarono lieve ostacolo*
Comparve allora no' emorragia oterìna , che presto
venne da me arrestata coti' estrazione di voluminosa
placenta y colle frizioni secche ^ e colle fredde aspersioni
ani ventre della donna, onde promuovere ed avvalo-
rare le contrazioni uterine. Conseguito per tal modo
compiutamente 1* intento , iurono nondimancp per nodo
voiere proseguite tuttora alcun poco le frizioni ali* i«
pogastro. La donna diede prova d'incredibile corag*
gip 9 e di. non comune fermezza ^i assistenti. ;La va*
gìna, la vulva, il perineo e V altre vicine parli, resta*
rono illese da ogni benché minima lacerazione ed of-
fesa , poiché ebbi ognora pensiero e cura di preservarle
e ripararle durante il tempo della penosa operazione»
CURA.
Essendo prima d'ogni altro sinistro a temersi niia
metritide, m' appresi tosto al metodo antiflogistico |
amministrai alia donna un purgante oleoso, bibite di-
luenti , clisteri , e prescrissi una rigorosa dieta. M' a»
atenni dal praticare il salasso , perchè già era perduta
una mediocre quantità di sangue nell' insorta emorragia
aterina. Passate alcune ore la donna prese riposo, ed
^Ue due pomeridiane' incirca , si sviluppo un leggiero
calor febbrile. non accompagnato che da intermittenti
4olori uterini per V espulsione dei lochii sanguigni,
talché, avuta in vista la perdita già soffertane, non i-
stimai indicata veruna sottrazione di sangue. Di fatto^
la sera non erano punto esasperati i sintomi febbrili;
AifKALi. Fot. XXXriJL »5
aa5
Q solamenle si usò d' im taf alito cMii«ne> imo avendo
ottenuto evacuazioDi alvine dal puifaùie oteosò .di .già
amiDHUstrato. Non ebbe cosi tosto . provali la > nostra
operala i buoni effelti del lavattvo-4 che. ne fa mplu^
BoHevala, e durante k' notte ebbe «osmiisufficieolemettla
tranqniUi^ nan intent)tli cbé dalle:) molestie defgi! ins«
YÌlabìli dolori otariak In questa ^prima giomaaa - non
prese che solo brodo ^ e 'bevande 'dilnenli* La' mallìsa
del due V inferma era preseocbè apiretica y e p«rdò: la
concessi di prendere cibo ; e mollb aHeviameoio' a' oca
tenne ancora per dae abbondanti evacnattioni op&>
rate da un altro purgante oleoso» Sul mèaaodì la
cose ' mutarono aspetto , e fu assalita 1' inferma -^da
dolori al capo, da scosse nervose e da gagliarda ftb*-
bre: e di qaesto subitaneo peggioramento fu cansa
r aver ella solamente allora, imparato deir aver par^
torito un mostro da molti suoi parenti sconsigliata-
mente introdotti nella tua stanza , i quali la vennero
por anche rimbrottando deli' essersi con grande suo
danno spropriata di quello , donde s' avrebbe potuto
ritrarre un grosso guadagno. Feci ogni mio polare
a ritornare air inferma la smarrita calma, e dall' ea*
sersi la sera dileguati gì' insorti sconcerti , • conobbi
d'esserci compiutamente riuscito. Fn con mollo vai»-
taggìo amministrato un nuovo clistere; nella notte ebbe
lango ript>so, e la mattina del ire confòssò essa slessa
d'iessere grandemente miglioraUl. -PerÀ presCTisti nuov*
olio, doadic s'otteilnero due escrezioni < fecciose, e fti
continuata la solita dieta. I^a se^a il polso si ieoe feb^
brtle^ ma non talmente da obbligarmi al salasso^ tanto
più che r inferma non accusava dolori di sorta, -ed
erano pur anche ^ quasi inleramente cessato le cootra*
^»1
slom ttterioe* TcanqfHilla fu la* npH^t: b fq»KW9^^1 4
apisesMa asfokitB/ e v«mie «ollafoip lòfifilolo il filì^ier^ff
Ua'ora <dapo'tt.ni«uEodl !• infcraia^lo fiMalila d^rj^man
b{0| «alone at^m^yMtì^tyv dokri al dcirs^.e farlf fch-
famv La ^saoaftf iU.«diwBi; sconceffti non la: potei suppongo-
^e iiall%: sola febboc lallNii o pofrporal^y ed> a tron^
eanw ttcaéiiAioof .od< Jinpfidjl^ii^f.jl pcogr^^moiitp»
credei a^sal theae ifiidicato «ii^ dimrélo isalasfOy ,$be(.4t
vsdde'caripo J|i nuilfa ooteana* Bfesmssi ì^oUre «ma
faevaoda tairtari^DaU;: ;iilie :ii0v'< pomeridiane ; iniqorò l^
gravexca dj qae'«ìoliomt|.ii.:la fiolte fn tr ancpaithi^. 'I41
maMtea ,del.à'iera leggeri4shxia Ja : f<^bve « . oftlmAtj fl
calore e «le bmauie.^ e:! si thhwttì diue soari^bo' ;4i veav
tre. Io s«l niczaodì .afKiretaiaì per abbondanti . «udori ^
chei dàcaroóo taftta ^Ib 'iiot&« e^rjlioviattifio.df'tfii, odln
aéradel ^óalgìoirAO'fi^maiiteonl^ apififii^a^ Nel, ^.yei^ot
lioecescilalo il . ootsiaientb^ .e .pro^xedjradÀ ;»e«P|>re. U
nostra .;operata idi bene ,ÌA.i|iegUo"y.,jiiel> gio#P9 ^5^ ai
IcvÀ dal kttQy-e gbde pKesfioteiiiié»te: di OiHÀaia sàoità»
. Descrizione esieraa dei Felo (fnostrueiSQ. •
• •• ' «1» ^
♦4 '
0*
. 'Da 'quanto aoso per a^]rrS»e^.ebia«io,a|if^rif^>^s^r#
il nostri) «mostra la confiunl ed iQfoiifOìQ ii09%ìWWitk9
di', due . ftlì 9 > Olì» • separali / . od óva , uniti tia • Ipro^ Viik
frttii^ 'ha due tliaiinte ieiL« btiu; eooforpiate, ej^eqe svi<-
lappate, eguagliando éiaiéfiniaqr ordinaria^. grossezza. 4j
quelle tie' £sti ^ che ve^liMo in.^lmce-M matura «tagiOi^ifi^
e pare adórne di oapett obbastanza «l^pghi^.iKegol^iji
ton<^ i lin09aiei|ti:drl';]ova ^olto^ 0 lo^e l'altre lo^9
fparti dolleit ordioftri)& dinì#iu»oniii; ìDkie SDI19 -^ .^qAÌÙ i^
bene distmli tra bro, di Innghézsa isegohrtl L'aoo*
no «ttuio applicalo ofel làogo,'o<ve- i tr^mcbi n «n^
icoDo; o, per dir pia 'vero, si confondon», prodosaé
una Ucerationej che naise allo scoptito>r arteria -earo^
Udo primitiva destra del feto, lioiftrojcdie videsi pnU
lare per lo apatia di un'ora circa dalla sua estraEioBe.
Non si osservarono aofolto aumiresti i moti respiratortiy
e per coosegaentènocis'iidirono- vagiti. Esistono qnati
tro scapole ben distinte^ e qoelle esiaadìo , cbè ai
guardano reciprocamente: dodici doste per parte v due
alemi , ma assai vicini^ V uno dell* altro ; qnatlro mam^
nell^ ooMoro cdpeaeoU ,' anteriormente dne assai di-
•coate tra loro , e Y altre dot posteriormente , avvici»
nate molto e poco sviluppate. È uno il foro oasbeli*
cale; ed ano solo era il ftinicolo , ooa sola parte ge-
nitale femmifrile, ed un ano «oloi talché egli pare
aver UvutO' la tistora" disegno di produrre dfie gemeHit
che sonosi dipoi asiieine nnili e confusi lateralmente,
<%ndr 'pih Hittttifaoyeote* procedendo dalle spalle aUa
pellai; A ppàfreoitemevte) non airvi che n^i sqU 'tronco,
ma sono dae le colonne vertebrali, i di cui coccigi
molto s'ioclinano e -gbàtdansi reciprocamente , per
nescire vicinissimi ad un podice comune. La pelvi è
tea sola; m^ • pia* targa di'ifueUo^ ordinariamente sia,
^ando appartìaivs ed in feto' solo»' Quattro sono* le
natiche , 'poste dlie^aceiascnalato^ ben confermate e
molto tia loro 'Coniane ^ l'altre due si confondono in-
aieme , e son<> affatto posteriori e medie. Dell' esire-
ttHlk soperioH dne sodorai l«ds liberi di ciascuii fetot
senza difetto in tutte le loro dimeusionif ed dna terza
ne sòr^e a)1a part^ poÉteiiore.y'^ie'piìi precisameare nel
luogo ove sonosi i*^feti uniti e confusi: è déssa ^
f
poco pib, corta dAV iltn dae^^non articolate nel go-
mito, ed al suo antibraccio sono inaeilte dae mani
ben cooformate e tra loro divise, che risgaardansi colle
&ccie palmari. Egttalmente due sono gli arti inferiori ^^
die sporgono da cì^scon' anca liberfi , luogbi al solito ,
ed aventi solo . celle . gamline e nc^' 'piedi un'alquanto
strana curvatura. He! luogo della pehri; ove i feti
sono Unmedesimati; sorge un terso arto inferiore mal
confermato piegato] ali* ibsn * su' i dorsi di quelli , scor*
lendo quasi la traccia dell' unione dei lóro tronchi , e
ricoprendo, in alto ,le due gìk defitte . posteriori
Biàmmielle. La parte ,.cbe in esso tiene i luogo di co«
scia lè quasi deHa grossezza - deli' altre ben -coùformatei^
sembra avere* due femori /e non gode, che del solo
moto, anche ben limitat9^.d allontanamento dai troni
ehi. Non .esiste gHkoCfShio.^fe la porsjoue che sta ia
vece di gamica , non ne ha ni k- direaioiie> uè la fi-
gbra, né le dimensioni, manca di malleoli ,' e dell' arti-
colaiiooe dc3 piede, manca di calcagno e non" presenta
né la figuni di quella, uè la. direzione, né le dj^mensio-
mi:: lecita sono cipqiie, ma stiacciata e. -mal .confor-
mata, ed offrona- di- particolare (due ranghi d'unghie.;.
Tuno dei -quali* è volto verso la faccia -plantare e Tal-
tro verso ia dorsale 5 talchi sembra potersene per molr
to pro)>abile analogia argomentare, nuli' altro essere
quest' informe membro, che l'intima unione degli al-
tri due arti inferiori , interamente conforme a quella
dei di^e arti superiori, oud' è prodotto quel terso
aveqte due difitible mani*
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BùnmèitirtLi^ *' »» '-'yf" ••It^ f i
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X' ÌDtera laQghe^za del Je^trò fejo pcrj avere ; ,
la testa schiacciata , e quiixdi alquanto più
allud^M'à di qucflla 'del sfuJsttb' è di' .^ ' . lÒ ^
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11 diametro tiia^^sotdellar lettb dot feló m
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Del destro , .i: i«- ..::' i Me-L-ih;/!;.; ^f \,."{ • ..
Il diametro antero-posteriore del smistro •' . 4
fiéi 'déèiW ; ''} '•;■ . • '. •'■; ".•■ .'.":'".-. -^ "
Il diam^ro òMrqilo y ^s^lf''meiito^d«cipital6 ^^
•. del; feto' snkislro'i.rf • .i. -.v *' i ., • . ■ ,. • • ',■ [.-^r:
liei QpSXj^ }. j ^{ •r;<- 1 *.»• lì •i;\T • -•;.:• r • :•'•.. P'»
fi diametro oerpendicolare^del sinistro • • 3
/ JDel desUo ....... ..••.... 3
n diatoetró W^Vbrkò dèi trotrcfii lòsieme'to-''
< nf(Ì'miì9ilràlò èé t^nar sp^àlte^ all-alvi^ ^'r ' >. '('5
B diàinctco trasmek«o t^ella. pèlvi coHMinQ (^Ke^;'
...so da un tRooaatere. ali' aUro « ;,. ... u .. 5
lia lunghezza^ del tronco comune misarfita
dalla clavicola al pube ., , '. .'. . ',.* .* '5f *
Quella ciìé vietié misurata dilP océipife 8i
ciasdob fèto' all' ano éèqfitihQ';' . ' ; '. i :>j
La looghazza deli' arto; an^erjkiMj àtseate dUe •
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QM.ella degli altri, due arti s.i^pe^iqri , . .. .j. ,.?
La lunehezza dei due arti inierioi^ ben con- ^
formali . , ...... '-■:"■■. , . . 6
QoelU della còicia dèi tèrif^ mi Ìfile/!idr<B '^^
'- mal ootiiotmatoo . . • . « :.. ,b'. .u>! :» . 3 r
I^ grossezza del medefiqap,» .,:,.... . ?.;. ,1
La porzione che tiene luogo di gafì()ba è.lunga i
Il piede è lungo .«..,'... 1 • *•' ' x
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. ( ^«^g^^ .& Tavola IL )
Fi;» I.« Rappresenta il mostro piegato, vedalo smi^^
riofmctote , e skoato probabiimeiite nel modo istesso^
che nel)' mero. materno.
Fif^ U. In. jfci€»ta .figura veggonsi i feti distesi,
le teste divaricate , ed il lii(>gó dell' anione dei loro
|ronc}ii.
«• Figb Ufi. jQo/esta (figura inoistra i feti nella loro fac*
4}ia postecifl|fe^. oaturalm^nCe. ? piega ti , e fa eoooscerela
fonfigpraaione |an*o< deli' arto superiore mal «copformat
lo-, come dell'- inferiore. « >v
• '.F'ig< iy<> P.ane^usott' ocdbia ài dorso. e la parte h*
lerale «iòislra AA «feto ismistra^ avente tutte le «membra
dispiegate. ied;andntanate.dsfl ironcoi , ' .
Fìg. Y. Si vede in que&ta figura il dorso e la parfie
laterale delftira del feto dèstro^ colle membra' allonta-
nate dal troncjb. > i . ' *
■ I !■«
N^ta del dati. CPcgoi^suI muscolo
Lagrinudrpalpebrale.
seGBirno da poco il Bolletin des Sciences Medica-
les, ho trovato; che nel n.^ a febbrajo 1824 (0 > ^
nel n.^ 4) aprile, 1826 {1), agli articoli gS , e 247 ^^
%<H I unii < .i.i»«,i Kii ■»■■ I iii»n ■iiUi inil I I I ■■■ ■■■imi HI! I I ■
(1.) DescripUiM anatòmiche d'un muscle paritculier
àg r^òeti ; par te doct, Ginseppe* Poggi.
(9} Examen de la déctiuvsrté^ du muscle iensor
tarsìa eie, par W. E. Rorner , JII- D. eie.
93a
tiene parola della Memoria da me {merita: nel Giorna-
le di Fisica ecc. di Pavia^ (i)^ la quale ha per isco-
pò la descrizione anatomica di un muscolo particolare
annesso all'occhio umano. Tanto nel primo articolo
peri, nel quale si è inteso dare l' estratto , di essa
Memoria, quanto nel secondo, dovetti |HropriameDta
convincermi ch'io non fui menomamente inteso dai
reddatori del Medico Bollettino^
Ma\ soffrendo pertanto la taccia di plagiario^ che
in detta opera ed in altra mi viene data^, ho creduto
mio dovere lo estendere una Nota sopra questo argo-
mento; la quale I valen'do a mia gtostificasioue , serva
altresì agli scienziati per giudicarmi in seguito secondo
quello che ho detto nella mia Memoria -, e non ,coq«
formemente alla opinione datane ndl BoUctino delle
scienze Mediche, e nella Anatomia del prof. FferiVmo
Caldani.
U articolo gS al hel principio sostiene t Ce muscle,
appele' par M. Poggi Lacrymo-palpebral^ a èie decoii»
veri par le docteur Horner, professa d' anatomie k Fhi-
ladelphie. »
Prima che M. Honier 'descrivesse il muscolo Tensore
dei Tarsi, Duvernejr, SchQb*nger\e^i)ienmiìUer\o9iVt'
vano, da tempo, più o meno completamente ritrova-
to, descritto ed ineiso. Prima del)a descrizione dame
^ *' " M, I I ■ IJ II». I fT'.l
(i) Descrizione anatomica di un-muscola pariicolars
annesso aW occhio umano ^ del dou. G. Poggi. Gior-
naie di Fisica^ Chimica ecc. dei prof. Pietro Confi»
gljacbi e Gaspare Brugnatelli. Decada dy Tom. %pa^
p'ne 294, 345.
esibita $ul mafcok» làgrlmaUpatpébrale ni tino a iiat<K-
mico àv^va fatto '■ ceimo^ 'di' un tmiscolo composto , il
qaàle msiememeDte servisse a^ idiscesa delle lagrime
nel naso, ed alla chiusur^p)Ae paflpebre» Il profess*
Borner ha data la descrizione di iin mascoletto lungo
circa on mezzo pollice, largo un quarto di pollice ^
il quale con unica orìgine nato' dall' osso unguis - si
porta allo innanzi ed* esteriormente , terminando, alla
intèma commessura delle pàlpebre vicino ai punti la-
^mali. Io ho data la descrizione di un muscolo dèlia
lunghezza dL due pollici ed un quarto , > e della lar^
ghezza di nn poHice : il quale nato con dpppìa origf^
gioe, fnna al davanti del condotto lagrìmal comune
e della parte superiore del sacco lagrìmale , l* altra po^
steriore a dette parti , si porta . allo innanzi , si riuni-»
sce in una sola massa carnosa , decorre tutta la lun-
ghezza delle palpebre^ e s'inserisce fittan^ente a quella
interna superficie della cute che corrisponde tra bi
commessura estema> delle palpebre e ' 1' apofia angolare
esterna dell'orbita. Il muscolo di M. Homer pertanto
è piccolo^ e obblungo; il lagrimalpalpebralè è lungo^
• di forma irregoUre; rappresentandosi con due distin-
ti punti di origine , una riunione in unica massa mu-
scolare^ un consecutivo decorso in due ventri > l' uno
per la palpebra superiore, l'altro per l'inferiore^ ed
una novella riunione e deoussamentp di fibre al sito
dell' inserzione. Il muscolo di M » Homer scorre sol-
tanto dietro il principio del Sacco lagrimale. Il lagri-
mal-palpebrale, invece, colla doppia origine abbraccia
in parie il condotto lagrìmal comune, e la p^rte su-
periore'del sacco lagrimale y e scorre su tutta la estesa
delle palpebre. Il muscolo di M. Homer, dopo poche
\
?54
lioeq ài proItingai9<ntò avvi4Ì9a»cl9$i alle palpebre ai
fende io dae paftì^ Arfioiace s«bìle nella materia te»*
dioosa, che inciode J cendoCIt kgriiaali ài margine
libero delle palpebre stmd^e nel grande angolo del<^
r* occhio. Il lagrioMl-palpdirale dopo un decorso mai
ininore di due polHei^ e dopo essere franato sopra
tutta r estensione delie-palpebre, aderisce tenacemente
alla pelle situata fra la oonunesscoa esleriore ddle mer
d^siine e V apoBsi angolare esierila dell'orbila. M. florw
ntàr^ dietro la crednta iosersione del sao mnacoleltOy lo
ha. denominato Tensore dei Tarsi ^ volendolo destinato
a stirare i punii lagrimali ed a tenere- ^ orli delle
palpebne .accomodati al bBlb<^« Io, diètro l'origioe , de>>
corso, ed inserzione del muscolo - da me scoperto, l'ho
nominalo lagrimal-palpebrale , pèrche^ contraendosi ,
colla sea doppia origine comprime il codette lagrima!
comune, e la |>arle «nperiorè del àacco, lagrimale , ^
colla sua andata «ed inseraione serve esclnséramonteisi
chiudere le palpebre e spandere in modo uniforme le
lagrime sulla faccia anteriore del bulbo. Da ciò *éott<*
qu^e risulta, che ben lontano d' essere il muscolo La*
grimal-palpebrale da me descritto lo stesso muscoleltoi
di M, Horner^ questo di Bornet non ferma- se non se
1* orìgipé posteriore del muscolo. • lagrimal-palpebrale
da me yinveniito. E veramente alla pag. i della mia
Meméria dosi mi «esprìmo., e Reileeando diligentemente
le medesime . osseVvazioni necroscopiche , ed avendo
sempre in diversa maniera dissecate le stesse 'pafli ;
Dbn solo pervenni ad accertarmi che il mdscolo' 'del
prof. Harnet altro non è se- non se il principio di un
altro muscolo assai piii grosso^ Indgoe robósto?; ma
mi ay viddi altresì Ohe a Comporre cotesta mas^ imu
ff35
scnbre hui^a e •vob«iBtd là. 'qoale ri veste ambedue le
palj^ebre. ^^yi si aggiaii^iM> allrì fa^em. carnosi, piii
aatttriòl^i ^-estemi al lacetlo trovato dai proi. Boriteti
ài Filadelfia ». -
. .Dòpo n pjremesiOy P articolo 9? contìnua in modo
ooatraddìceoté ai ao^ira . òitato penod^, pott più &ceodo
credere di' io. abbia con plagio trascritto il musiéòlò
di iktirfier , .ma ohe invece : abbia .dato la. deslcrjìiÌQne
del nivsoolo òibioolttredcUe palpebre > metà del quale
sia' atato da -me chiaimito ^àisieolo* lagrimalrpalpebrale»
4t'U ifécrit av€c Beancoup de |0Ìq le mnscle- òrbjcor
Uire des pappieres ^'il. divise, en deii'X;partle8,< T^ne
fornai par ies lìbrea MusculaireS: ^ui entourent ìe$
panpreras^ Taatire tqìfiì regarde somme un musi^le par^
tiottlier^ et qu'il apprile 4Àcry«io-p^Ipe1»Fal i».-
/C^kt Memoria da me data in iaceiio ifoa.ini.jsoiio
prefisso di esibire la descrizione anatomica del njuacolo
àrfaicolare delb palpebre y ma bensì la' descrizione del
annego lagrima^pdlpebrale da me scopot'to. Al modn^
atasso però, cbe le rep}icate>ofi9ervauQoi aiiatomicha
sii avevano obiarito non eaistèie il muscolo tensore
dei tabi descritto da M Honiery la lettura delle pii|
tlccveditaté opere di anatomia aveami dimostrato, cbe
fino allora non era sortita 'una .esatta .e coiereale de*
acrimne del muscolo' orbicólat e* idelie palpebre /.àp«
punito perchè con esso era stato sempre combinato j$
confuso quasi tatto il muscolo lagrimal-palpebraie ih
me Tiuvefautov' Volendo adubque dt^crivere il noi^eUei
BMMcol^y non* poteva .per ordine- di qbiace%«4 e.'prek^ip
sione dMpen^ràii dal designare prima ^qualn parte at«
toalrtiente >debba rita|ièfsi e cfaiamarsi (m«lscolo oibicO<»
lare; 0 quale, poi ;fo$^e T altra che/ 4i^nii «coAlpresa
aSd
neil' imicac della mam di dett»-' orbìeolara i nata
1
ortt dd me disdnta nella sua duplice origine , andata
ed inserzione e chiamata poi nome particolare di mn»
acolq lagrimal-palpebrale , nome tratto dall' ufficio del
eópràddétto muscolo. E di vero ralla pag. 8 co>i laai
esprimo s n Io invece dividendo il móscoìo orbicoìaEre
delle pilpebre , ne faccio due porzioni assai destiate
fra di loro , ritenendo la prima come mia semplice e*
apatìsióne di fibre • carnose circolan sotto la cult, cio&
come un semplice pannìcolo carnoso attaccalo ai oo«
nttni integumenti 'del perimetro delle orbite e più e«
apanso ed al|aFg*to alla regione delle tempia che net
r angolo nasale dell' occhio. Mentre della seconda ne
forttio un vero muscolo fornito di tutti quei caràtteri
che gli sono proprj , muscolo che dietro là sua andata
•d il* suo doppio ufiìcio ho designato col' nome di
muscolo ]agrlmal-palpebrale._ » •
Ora> doDi^ndo io, come in uno stesso articolo siasi
potuto conciliare e fiir credere ai leggitori che SI moA
scolo da me chiamato « Lacrymo^jkaìpébral a étd de-i
eoàvert par le dooi. Bcrner ete. » e che^la seconda
parte del muscolo orbicólarè delle palpebre . da. me
descritto « il regarde comma :un moscie particnlier et
qu'il appelle lacrymo^palpebrai ».
* L'aiticelo qoDtinua: « Ce detnier mnsisle scinsero aiH
terieurean^ ar i^ parile superìeure* du bord anterieur '
de ki iosse lacrfaiale , dans oo éspace de deux lignina
envifon. ^Posterieotement-les filxès chamues decemo^
atte s'instfrent sur one^ aponévrose qui vient , pirendre
attaché #u mOieu de la crtfte^saillauie4e l'os unguis »*.
li mnscold da- ^me deecHtto » che neu è T ocbicolare,
aia <|hfe é il lagrimal-palpebrale ^ non va giii ad io<
/>
senesi nei- punti precisati' iti questo .^periodo ^ ina io»
yece f rae da qaesti ponti la soa doppia origiae. »
^a nltkno^ Particelo conehiudè: « Ce moscie en se
còntractant, applique Ics paapiéres sur le flobe do
Fóeil et toome les poinfs laciymani Ters le ne2 ».
( i II.QQUscolo lagnmal'palpebrale -da me «descrìtto na^.
eéeodo con duplice origine ^ la quale abbraccia la
parte soperiore del sacco lagrimale e la metà interna
circa del condotto lagrimale comune , decorrendo sopra
f estesa tutta delle palpebre, ed aderendo fissamente
a qdéllo spazio di cute siioato tra la commessura ^
tteriòre delle jpalpebre e l' apofisi angolare esterna del-
l' orbita ) colla sua conirasione non « applique les pau»
pieVes sur le globe de Toeil, et tournele points la-
crymaux vers le nes a, ma invece stringe le auacceo-
-nate poreioni del condotto lagrìmal comune e del sacco
lagrimale, obbligando le lagrime a discendere dal sac-
co , ' nel condotto nasale , nel naso , e contemporanea-
mente chiude le palpebre, determinando neUa totalità
di queste un movimento dallo esterno allo interno , o
dal difffori .all'indentro, spiegando e facendo tesa la
pelle del principio dejla region temporale, e mirabil-
mente servendo cosii.alla funzione cui vennero le pai*
pebre destinate col loro cbiudersi e riaprirsi a^ piji o
■,iueoo brevi intervalli»
Il prof. Floriano Caldani, ne* suoi nuovi ]E|lementi
di Anatomia (i);^ al tomo II, pag. i56,. parlando del
muscolo da esso nominato compresso^ del canale e del
(i) Nuow Elementi di Anatomia ad uso deUc pScuoh*
di Floriano Caldani, p^ol. a. Vw^^a i8a4*
»58
Mcco .Ugrinialeyne itonda, di: qneac». b .qunsi -M
descrì^fone stata iooomiiiliiata' d^^ pro£ Aiiiciica«o/H»l
smi$coIO' tentone 'dei tarsi y ^ledice id)ti,|mri^<cbe^ il
detto' Diascolo da ^akoair "è stato. "chiapiato lagrinuiU
palpebrale (i)^ odk seta .ky.pfli9.:33i (si) aggitisgeiid^
eh' io ha data- ana estesa' dócriuaii<»'dl questo ipicqolo
aiascolo^ e seguitando :,« EgU. è 4i' opinione ck«^ 4»
qeesto derivino tuttb le. fibre, carnóse delle palpebra
«be prima si conoscevano i]aalpafte.del.iiia^ci>lQ >oi^
bfcolare, e peroiò' distingue P^io dalF altro'> asaeg^ad^
^ al piccolo moaoolo di cai sì Amila A nome di vt^
érhnfd-ptdpehrùh e F «fficio non. solo di agire eid .esi-
liai laj|;rinia!e^y • ma.dì cbindere la palpebre e raggnik-
zarne' la 'Cote. Ho descritto questo picciolo mnscolo
•qnale ni sembrò di -vedere in più cadaveri. »
' Se un'idea cori falsa sol muscolo lagrinal^palpo-
*■' ■ 111! I ■■ ; I I Hill I I II < a
I
' {\) Se il prof. Caldani si fosse mésso àUa portata
di veramente conoscere ijuello che fu dà me scritto
sul muscóh lagrùnal'-pnìpfibrdle , si Sarebbe avveduto
che al tensore dèi tarsi di Hi. Horner non può m
TKuUa convenire il nome di rhìiScoh lacrimai pctlpe-
orale. €he perciò tutti cohro f ifuaU, dopo la ifortità
della mia Memoria y hanno preso d phèitanza cotesto
nome Ja /ne 'priMàniéhté ihtpdsto al discoperto mu»
scolò 'lagrknal'palpèbrah e là hanno applicato al
muscolo di M. HornrtJ, fo hanno fauo a Jtuua inne^
satezui anatomica e fisiologica , o non avendo intesa
la mia Memoria ^ o nel copiarmi essendosi maliziosa^
mente comportati^ . .. '
(a) pag. ìSb, 157. .'.■...
«5»
brale 'da me descriuo il prof, dt t^jidoVà l^-lxa^de«qDta
dell' eitVailo dir articolo gS.» retro ' ciOilo e poitìllalo^
lo consiglio por altra yoltoi a fiiciglio volerai aeceftare
sulla Y<|ntà del riportato^ prima di avanzate iif pro«
positd od nn'iiiudiaio^ o quovè descriaioni^ >atultiitti4i
bene spésso correrli pericolo, d' incappàreiim^^ er|'ore>^
éefme eira ha.fatla nef render cooto dÌE^ii| mia Memo^
ria sul mbsoold laiirimal- palpebrale. Che se tali risiiU
tamenti'da esso esibiti sul muscolo da me scopertOi
fiissero invece il ^frutto, della lettura dellà^ Metnqria ori*'
gioale, invico il si^. ]^of. a leggere l'articolo da* ifte
qui -sopra inserito^ ed la ripetere la già fatta • lettura
della .mia Memòria 5 «ode abbia per' se a.: con vincersi
delle fidsiià del di bri libro registrate circa il muscolo
hgrimal-palp^brale , la descrieione. del q'ual mnsoolo^
sicconie risulta dalla stia opera , non fu .al certo > da
esso intesa y e la cui reale esistenza non' fu tampoco
da esso Teriiicata coli' esame sopra il cadavere. «
. Nel ultimare cotesta Nota^ trovo infine necessario U
£àt avvisato il sig. dott. P, Taddei\ cbe se fosse stata
dal medesimo conosciuta la da me pubblicata Memoria
sopra il- muscolo lagrimal^palpebrale , nelle annotaaiom
aggiutite al di lai lavoro sul metodo di ilf. Dupityireti
per la cara dei tumori e deUe fissole lagrimali (i)^
Sion, avrebbe al certo applaudito a quello che il/. ìDii-
verney e ilf.* Horner scrissero intorno al moscoletto
tensore dei tarsi ^ e non avrebbe avancato che « Un
seul moscie /rece vani denx filets nerveux de l'ophtal-
(i) Esposizione ecc. Vedi Bulletin dei sciences Me-
dicaks. N. 9 septembre' 1825, articolo 35 pag. 85.
Biiqucde la qnioqiueine puf • '^ wcòii^re le sac làccj*
mal e les conduiis de ce nòm ».* U dott. Tìmida in-
vece avrebbe dettó^ che fatta quella porsione di sacco
lagrjmale la quale è libera dalla ossatura , e parte dd
condotto lagrimale comune ^ vengono àU>racciate da
due porzioQÌ di -nudcolo , vale a dire dai doe jhsct
musctotosi i quali compongono la ^doppia origine del
muscolo lagrìmàl-paTpebrale. Uè piii facendo pregio
alla Memoria stampata dal sig. Trasmondi, avrebbe
egli scritto y che non già il tensore dei tarsi ^ ma le
origini del muscolo lagrimal -palpebrale, sono ricche
e ben altro che di doe filamenti delF ottalmico ; gìao
che ed il trigoniai ed il settimo cerebrale |, col quinto
ramo del nervo giogaie^ col nervo faccial superiore ed
un ramo dell* inlraorbitale^ s'inseriscono e si dn'amano
esclusivamente nelle origini del lagrima!^ palpebrale ;
•Itre molteplici akre propagini degli anzi nominati
nervi dall' eocéfiilo somministrati alla duppKce origine
Idei ridetto muscolo (i). Avrebbe del pari aggiunto ,
che il mùscolo lagrimal-palpebrale è quello il quale
esercita direttamente la sua azione sopra il condotto
lagriiiiale comune ed il sacco lagrimale, promovendo
la discesa alle lagrime. Da ultimo, che il Imtscólo la*
grimal- palpebrale \ il solo il quale non poco coadiuva
a impedire od a ritardare i tumori e le fistole lagrimali
convenienlemente curati nella loro primordiale forma»
.«ione (9)^ stantecbè il muscolo ilei qiiale fu soggetto
la presente Nota abbraccia io parte ed il condotto la-
grimal comune^ e il sacco lagrimale.
(i) Vedi la Memoria da me pubblicala j pag, ai*^
(0 Idem, pag, 34, 35, 3^.
Analisi chiihica detta china bicolorata^ ed
esatta notìzia sulla pianta che produce
tale corteccia^ ifrOuGOMO Cm^oìsìz , figlio ,
Chimico Farmacista.
n prìino agente da me Impiegato ileH' analisi e stativ
y etere solforico ; I' aziobe dì questo fluido sulla bico«
iorata in protratta d ponto di somministrate delle tìn^
tnre quasi interamente- scolorate. Queste averano na
tolor giallo tossrgao > l'odor etereo^ ed un sapore e»
teréo amarognolo. La carta di laccamofa e quella di
«orcoma non furon punto alterate da quelli ; sottoposte
le tinture eteree a. modico calore, si separaron delle
piccole sqoamme nere. Ridotte a competente secches*
za , ne ottenni una ma$$a brunò*rossigna tessuta di stri<*
scie venose ; ma staccata dal recipiente presentava
delle piccole lamine brillanti. Il suo sapone era ecccs*
sivamente amaro, ed al tatto era leggermente untuosa.
Esaurii su questa massa T azione deir alcool freddo^
e con questo separai una materia gialla che, esaminatia
accuratamente ,• trovai identica- con quel principio
giallo solubile netl' acqua e nell' alcool che si rinviene
nella china grigia. Trattai poscia 1' estratto etereo
coir alcool caldo , e n' ebbi una soluzione da cui co)
rafiredda mento si depose una materia di natura cerea,
ma che però parmi diversificare dalla ' cera delle api
per la maggior quantità di materia pingue balsamica
che quella contiene.
Evaporata la soluzione dell' estratto etereo nell' aW
cool caldo, ne ottenni una massa bruno-rossigpa che
al bruciar, con viva fiarmna, al soauumistrar dei pre^
^wr^ALi. Fol XXXrilL j6
34»
cipìuU colla ti0(ara Òi g^itt , e ad àlui ^parimèoii ^
io considero p^r uqo di qaellì estratti 'che Bracconot
appella Estratto idrogenato azotato molto amaro i c\h
cLe rimase intatto dall' iatéoól era costituito di malteria
grassa.
Spogliata la china bicolorata di quanto conteneva
di solubile nell* etere, io la sottoposi ripetutamente al-
l'alcool, e ne conseguii delle tinture giallo rossigne;
Air amaro sapore di coi eran fornite., all' arrossar della
liotura di tornesole , "ed all'imbiancarsi coli* addiatoue
dell'acqua, io tosto compresi che v' era un principio
•amaro , un acido, ed una resina.
. Evaporate le tinture alcooliche, io n'ebbi un estratto
bruno di una grande amarezza. Esposto all' aria noa
attraeva l'umido, e^ l'odor n'era, particolare. Trattai
l' estratto coli' acqua calda ^ ed in allora separossi una
aostansa di solida consistenza che , studiata nelle sua
proprietà , riconobbi per vera rema.
• La soluzione . fu divisa in due parti ^ versai in una
di queste dell' acetato di piombo , e ne ottenni del
vero malato di piombo bianco fioccoso insolubile. Dal-
l'altra, coli' acqua di calce, io n'ebbi oq malato calcar^
solubile nell' acqua. Ambiduc questi sali, esaminati nella
fisicotchìfniche loro proprietà^ ci assicuran dell' esistenza
bell'acida' malico nella bicolorata.
Dopo di tutto questo, io m'interessai d' isolare il prin-
cipio amaro ^ è vano che io qui ripeta gli attributi
4i tal principio in istaio di purezza. Furon questi
troppo bene descritti dai Chimici Francesi, Pellétier^
Petro9 e Vittiquelin. Le proprietà di tal sostanza par
che ci guidin a confonderla col principio comune alla
coloquintide e al solanum pseudo quina ) . ma forse
345
tròppo interessa di spìiiger più oltre la indagini chi-
tniche onde meglio afferrar la saa vera natura.
Dopo di aver traviato còlPacool la bicolc^rata, il re-
aidoo/fii fetto bollire nell'acqua; la decottooe era di
<m giallo rossaistro; il sapore n' era pochissimo anarok
La caria di tornasole prendeva una leggiera tinta rossa.
La gelatina appena appena intorbidava il liquido. Que^
sto decotto fa ridotto a discreta consistenza, indi- ci-
mentato colia tintnra alcoolica di jodtQj ma non mar-
cai traccia di amido. Fu aggiunto al liquore dell'alcool^
ed in allora si separaron dei fiocchi bianchi che esa>
minati avevan tutte le proprietà-, del mucoso.
Ciò che non disciolse l'acqua bollente^ fu sottoposto
air azione dell' acido idroclorico allungato coli' acqua.
Feltrato il liquido y questo era di un color giallo. Col-
l'ammoniaca ne precipitai da esso nùa polve bianca
abbondante insolubile nell' acqua e nell' aceto , che ,
studiato nelle sue proprietà , e caleif^ato^ s' appalesò per
ossaiato' di calce* ■ .
La fibra legnosa rimasta somministrj» per mezzo AA
fuoco mia cenere, i di cui elementi erano alcuni sali a
base di potassa , come m'indicò il precipitato giallo
che vi produsse l' idroclorato di platino* versato nella
soluaione 'dei medesimi. Questi sali mi parvero* dei
muriati e dei solfati , perchè col nitrato d^ argento ne
ottenni un precipitato insolubile nell' acido nitrico ma
solubile m un eccesso d'alcali volatilo, e eoli' acqua
bàritica un precipitato bianco insolubile neH' acqua e
nell'acido nitrico. Calcinato il residuQ coli' idrato di
potassa, io ne conseguii poca dose d* un con) posto de-
liquescente è vetroso che^ disciolto in poca quantità di
acqua, rappigliavasi in massa per mezzo degli acidi;
era questa una leggera quantità di silice.
»44
CbiuDqne ben poueggi V istorU diiniica dei male*
risii *c^e le analisi riovcuDer oelle diverse specie ài
diine , beo di. Ie);gteri s' avvede cbe gli elementi di cui
consta la bicolorala non lono stranieri alle cluDe'iuesae.
La materia gialla solubile ii<lt' acqua , e neH* alcool ai
trova Della china grigia ; così pure nella Slesia cbina
grigia ti rinviena la materia grassa, ha china di San
Domingo presenta aneli' ella un estratto idrogenato a-
EOlato molte amaro. Il principio mucoso , e V acido
malico li ravvisan nella cbina di S. Lucia. La resinu
ai marca .nelle chine grigie , chine gialle, e chiot
rossa. La calce esiste nella china gialla. Così del pari
i principi componenti la fibra legnosa delta bìcolorata
entran nel tessuto legnoio di diverse specie di chine.
Che se gli elemeoti della corteccia in quistioqe sono
identici con quelli che si rinveogon nelle chine , se
le fisiche proprietà della slessa s' avvicinan al genere
Cincbona , qual è [la cagione per cui taluno li fa rir
troso . a considerarla per cbina ? Forse la mancanza
degli alcali chinina , e cinconina 7 Ma io ho di già iàtto
riflettere (l), che l'assenta delle suddette basi salifica-
bili non potrb giammai autorizzate no anaiiziatnré ad
eliminare dal genere delle Giochone ana corteccia in e-
aame, fino a che da questo stesso genere non sioio e-
«cinse per unanime consenso dei più acccediiali Chi-
nu'cL e Naturalisti quelle cortecce che senza contenere
un atomo di quelli alcali sono ancor in oggi classifi-
cate fra le specie di china-china, e tali appellate dal
(t) fedi il voi. TI , png, 192 del Giornale ^ Far-
maa'a ecc. del, chiarissimo sig. dou. Cattaneo.
245
Siomnne scientifico liagnaggio , come aarebl^e^ p. e., la
China nova, e la China di S.. Lucia.
Ma ogni contesa mila vera natura di questa scorza
parmi che venga troncata dall' importante, e^ sicura
notizia avutasi sulla pianta che produce la bicolorata.
L'illuBtre Professore e Consigliere Brera ^ indotto dalla
grave discrepanza d' opinione che i dotti divide sulla
natura e sul vero nome botanico della corteccia in
qnistione , mandò all' I. R. Legazione Austriaca nel
Brasile una quantità di corteccia bicolorata afBnchi
sulla faccia del luogo fosse esaminata , e giudicata ^ ed
altresì a Lisbona , ed a Cadice ov' era molto probabile
che fosse conosciuta. Il tentativo scieotiBco del Cltnièo
di Padova fu coronato da prospero successo, e per le
cvre di S. £. il sig. Tenente Maresciallo Barone de
rWimpffen, Capo supremodéllo. Stato Maggiore Generale
delle Cesareo-Reggie Armate , e Personaggio di ogni
genere di* utili discipline coltissimo y ed amantissimo »
ai è giunto a conoscere la pianta da cui si ottiene la
bicolorata»
. Il chiarissimo sig. dott. Pohl^ Direttore deli' 1. B.
Museo Brasiliano in Vienna è 1' autore della scoperta
della pianta cui appartiene la corteccia bicolorata. Egli
ne'iQviò al sig. Consiglier Brera più pezzi che furono
da esso stes&o levati dalla pianta medesima nel Brasile
(quej'ai ecorcé au Brasil , così esso si esprime nèl-
r inviarli) e che sono perfettamente identici colla cor-
teccia fin qui detta China bicolorata.
Questa pianta , giusta la descrizione che il suddetto
signor dott. Pchl annuncio al pro£ Brera^ è unanuo*
va specie di Cosmibuena non per anco descritta, i di
cai caratteri sono i seguenti : foUis tnagnis ova^o-etii'
546 .
ptìcis ohtusts , subtus -fiorihustiua 4>chraceù'i>31osis he*
jcandrìs , pentandris^ue , p^rUnet ad Pentandnam ma*
nof^jmiam Linn. et ad Bkihiaceas Jussieuj aUfue ad
genus Cosmibuenae , Jìuiz et Pavon. ( Flora Peruviana »
tom. Wj pari. II ). Cresca in syivis montuosis- ad Rio
Paraiha et Parahybuna Capitanùte Rio de Janetra prò*
pé vaia Ricca nuncCidade de Ouropretosad Ttmpo*
peba Capitaniae chinas geraès et in Brasilia , ete* A
Rio Jaù.eiro ed io Lisbona è conosciuta la corteccia
di questa piadU sotto del nome di Quòta do Rio de
Janeiro ; e come tàle^ fu analizzata e descritta dal ce*
kbre Gomez nella part. II del tomo 3 y pag^ 96 delle
Memorias da Mathematica e Phjrsica da Accademia
Real des Sciendas de Lisbona l'anno 181 1, nella quale
analisi fa per sia prima volta adoperato il nome di cin*
conino per indicare la parte estrattiva ed attiva rio*
venata in questa corteccia. Il sig. profisssqre consiglie»*
re Brera, che divide le chine in chine-cincone^ io chine-
chine, ed in chinoidi^ chiama chinoide òicolorata la
corteccia in questione. Essa gode in Lisbona- di alti»-
«ima repatasione per la cura delle febbri intermittenti ^
e reéenti esperienze raccolte in varie patti d' Italit
anggeilano le prime fatte dai medici- Trevigiani sulla
innocenza nd corpo umano /e 1' efficacia di questa
corteccia centro le febbri intermittenti legittime e4 at
ire mcalattie.
Hi
libistrazioni' del sistema Unfaticf^ohiìiferù
mediante la scoperta d uri gran numero
di comunicazioni di esso col venóso }
del prof. Lippi, ec, ec. (i).
{Seguito della pag, g8 del presente voi),
PARTE SECONDA. FISIOLOGIA.
Xstrnìto dall' aDatomiàt del vero' organismo di akane
parti , assicnrato della -realtà delle proprie s^opert& bA
sistema linfatico e chilifero, passa l'autore a ragiona»
fé fisiologicamente degli interessantissimi fenomeni del<- *
r assorzione della linfa , e del chilo , «tanto «elio stat^
normale^ quanto nel patologico ^ .e della sollecita e-
vacuazione per le vie orinarle dei fluidi', o detle^^^so^
stanze , e de' principj eh' essi contengono : e finalofteti^
te, della cagione perchè alcuni di questi il trovino nel
sistema sanguigno venoso e non linfatico ^ ed altre voi-* • ^
le nelle vie orinarle e non negli altri due sistemi ékh
minati disopra.
Partendo pertanto dalle nuove da lui acoperte co^^ /
mnnicazioni riconosciate costanti , sì vale delle me^
desime per sostenere e rendere vie piti chiarie incdócussi
gti insegnamenti del Mascagni , cioè , che l' esclu^va^fà* '
colta assorbetite è dovuta al sistema linfatico, e noQ
ripartita col venoso, come ha pretesa il Boerhaave ,
Y Boiler j e come pretendono il Lupi^ il Caldani, it
^ '\ ì *A
(i) Artìcolo comunicato del sig. dott. Quadri.
a48
Meckel, e ai nottii ^iofnt il 'PlànàrlrK, S MàgenÀ'ef
il Mayer , il Tytidmànn , lo GjneUn ed il FranchinL
« E per psrlare in primo luogo del Boerhaave^ ri-
« corderemo ch'egli apri an caoe appena morto: ed
« ottenuto avendo copioso vomito mediante ripetute
« pressioni sullo stomaco , injettò poco dopo in que-
« sto viscere abbondante quantità di acqua tiepida-
'« Trascorso indi qualche tempo , introdusse nuova
ft acqua , e così avendo fatto più volte ^ passò ad al-
« lacciare la cava in vicinanza del cuore , e istituii
« quindi una incisione al disotto ' dell' allacciatura ,
« vide dapprima uscire pretto sangue, sebbene alquanto
« più fluido che non è il naturale, e poco di poi
« sangue allungato in moh' acqua > e per ukimo acqua
« purissima »•
Da questi risultati dedusse Y illustre sperimentatore^
che r acqua versata nel tubo inte9tinale era stata as-
sorbita daAe vene^ ed in realtà, per l'ignoranza in cai
si era in qi)9Ì tempi dell' organizzazione di queste , e
del sistema Jitifiitico , e specialmente per la poca o
nessuna cognizione del vero andamento di questo-, è
senza dubbio perdonabile k conseguenza prematura
eh', egli ne trasse. Ma tale induzione è opposta alta-
mente ai lumi odierni , dachè T anatomica considera
%ioB€ della struttura dell' elemento venoso , ci ha mo-
' «trato non poter convenire alle vene ì' assorbimento ,
e da un' altra parte upptù attento esame del sistema
chilifero e lii|fatico ci ha fatto vedere che esi&tono tra
questo ed il venoso infinite vie di comuDicaziode.
Però, per alcuna di queste vie , dico io , seguita il
ipcoi.Uppiy succedette l'assorbimento nella citata espe-
rieoza 4^ Boeroime. £d in vero, 9€ l'a^aor zioue è (iinziQna
V
I
/
M9
fole che per essere eseroitaM abbisogni di n^a certa
vitaUlà de' vasi assorbenti^ quella si può dice iacil-
mente che non mancasse ai linlatici del cane , ancor-
ché sia desso un animale a sangue caldo ; avvegnaché
ai sperimenti in esào non molto tempo dopo l' uccisione^
la quale fu fatta senza efFosione di sangne; e per altra
parte non e ben certo che ad eseguire tale funzione i
linfatici debbano avere vitalità > potendosi riguardare
r assorbimento quanto meno è specifico nella scelta
dei materiali assorbiti , tanto men procedente da forza
vitale, e tanto più accostarsi all' indole, di funzione e-
seguita per ferzé meccaniche comuni. E nelF una e
nell* altra ipotesi mi sarà sempre lecito dire^ che nel
caso di che si tratta l'acqua calda versata nel tubo
intestinale , è quindi uscita dalla cava inferiore , fd
bevuta dai chiliferi, e passo parte di, èssa pervie più
brevi nel sistema della veua porta (in virtù delle da
me dimostrate comunicazioni ) , quindi nella cava , le
leggi seguendo comuni della circolazione àd(lominale;
quali comunicazioni , come mostrai, esclusive non sono
dell' una specie, ma« comuni ai solipedi, ai ruminanli>
ai volatili, e fra questi evidentissime nelle oche. »
• Negli eguali teriiiini presso a poco risponde al Me'
hel, indicando con precisione li molti linfetici da lui
ritrovati piucchè bastanti , dice egli / a dare la spie-
gazione dei risultati ottenuti coi tentativi fatti dal
medesimo. Dichiara fallace l*" esperienza del Caldani
diretta a provare l' esistenza delle boccuccie libere delle
vene nelle cavità , secondo opinava l' HaUer , per aver
trovato della cera colorita injettata nella destra \ ena
jngolare interna non solamente nel tronco comune
della carotide si interna che «sterna di quel lato^ ma
35d
pur aocoy segata il cranio^ io tutti i seni della data
madre, ed ìq i^q namero immeoso eziandio di quelle
v^ne che sboccano negli i^tessi seni , oltre . molte di
quelle che costituiscono i plessi coroidei ; anzi vi era
cera eiKisa tra l due emisferi del cervello , sulla base
del cranio, e ne' ventricoli laterali. Il prof. Uppi bo^^
giunge ~: « ho sovente praticato delle infezioni di varfa
natura, nel sistema venoso cerebrale , e il 'più delle
volte m' è riuscito ottenere V injezione ancora del si-
stema arterioso, senza alcuna sor(e di effusione. Al
contrario ^ quando ho fatto delle injezioni di ma-
teria pib grossolana^ spesso mi è riuscito di riscontrare
degli stravasi , ma tali sicuramente da non doversi ri-
petere da boccucie libere di . vasi ,: ma solo da ^rottura
dei medesimi. Dico, infine , e questo p il massico ar-
gomento , che se esistessero delle boccuctie libere ve-
nose, iojettando del fluido semplice o coloritp, cioè
dell'acqua, dovrebbe costapteoiente trovarsi tale fluido
stravasato^ vìa poiché ciò non \ha luogo, è chiaro. che
i resultati ottenuti dei veisamen,ti delle injezioni nelle
cavità ripetere si devono dalla rottura dei capillari ve*
Dosi,^ e non da altra immaginaria cagione. > .
• Ma, passiamo all'esame di esperimenti a noi più vi-
cini j al ristabilimento diretti dell' antica teoria*
Fino dal 1809 l'illustre Magendic comunicò all'In
stituto di Francia li suoi pensamemi su tale proposito.
Avendo egli osfervato che alcuni veleni , come 1' upas,
la noce vomica, la fava di St. Ignazio , ed altri, agi-
scono con somma rapidità si|ll' organismo vivo, opinò
che pervenissero direttamente entro i vasi della circo*
lazione sanguigna^, considerando che troppo è lento il
iCaoimino eseguito dai linfatici, interrótto d'altronde
V-
S5i
per interposizione df Ile gl^indiiley ndl~ passaggio perle
quali probabilmente le. materie venefittee avrebbero do-
vuto alterar&i , e cosi iifriv^re al sangue ornai spoglie
della |>rima attività. Ma questo òon era cbe' uq sem-
plice sospetto. Ora, per convalidare tale opiìiione, pensi
di allacciare il canale toracico, e T allacciò dilaiti
prima del suo sbocco nella succlavia in varj aninialì ^
e introdusse quindi in varie ^aiti del <!orpo una con^
veniente dose di opas , dopo di che osservo insoi;geFe<t
fi^nomepi di avveleoamento, quasi colla- stessa intensi(à
e rapidità" come se non si fosse fatta 1' allacdatura»
Perciò si credette autorizzato a coUchiudere^ che il ve-
leno fosse pervenuto nel sistema sanguigno» senza farsi
strada per il sistema linfatico ^ e )f argomento in verità
sembrava essere di molto valore.
In seguito, reputando sempre che il dntto toracica
fosse l' unica via di comunicazione dei linfatici co' sap»,
gnigni , istituì ingegnosi esperimenti analoghi a quel
primo ^ onde viemeglio sostenere la di lui favorita teo-
ria j è più ^ confimnossi nella sua opipione , avendo
sempre -ottenuto e senza varietà li medesimi risultati.
Àgli esperimenti del Magendie cosi risponde l'autore :
« In primo luogo, noi già facemmo vedere che le vene
non possono godere di facoltà assorbente non avendo
boGcuccie libere ; ma, in secondo luogo, io rifletterò, che
la maniera di esperimentare dell' illustre medico francese
non può colle coseguenze a cui, diede luogo dar di-
ritto di applicarne i suoi resultati a ciò che succede
^nello stato normale. Ma io non ho bisogno di questa
maniera ili risposta', avvegnaché bene esaminato tutto
il metodo dì sperimentare del Mannàie ^ ogiìun vede
che il trasporto del veleno ndL torrente della circola<*-
a5i
xione potè benissimo operarsi pei liafatici saperstiti
nelle parti da lai stesso tormentate per prepararle, ed
alle quali il veleno In applicato , e comanicanti da
questa parte stessa col sistema yenoso. Se adunqae
V autoie voleva che la sua esperienza fosse concloden*
te f faceva d' uopo che avesse potato applicare la ma«'
feria venefica in una parte alfatto' prìVa. di lin&tici ,
il che è impossibile ; e però tè tutto vano V edificio
fiibbricato su questo labile fondamento.
« Dopo le cose fin qui dette, ognuno pub scorgere
che tiilti quanti i fatti riferiti ad abbattere la opinione
da noi difesa non hanno vigore alcuno; tuttavia, per
altro modo ancora procurarono il sig. Magendie ed
altri di patrocinare la caasa che assunsero a difendere.
Il Magendie y infatti, narra che trovato aveva alcune
volte, nel sangue venoso , prima che nella linfa , le so-
stanze che erano state introdotte nello stomaco e negli
intestini ; ed ecco il cioiento che egli institui (niomo
a ciò « Tre oncie di alcool ^ allungato con V acqua ,
« furono date, egli dice, ad un cane^' e dopo, un
« quarto d' ora all' incirca il sangue dellVanimalè aveva
« un odore distintissimo di alcool : la linfa ) al conlra-
;« rio , non presentava niente di simile ».
Ftandrin fece un consimile tentativo e n'ebbe pres^
iochè eguale risultato, o con questa sola differenza
che V odore «dell' assa fetida , disciolca t e data all' a*
nifnale che sottopose all' esperimento ^ trovossi distilli»
nelle vene dello stomaco, degU intestini tenni, e del
cieco, e non fu osservato nel sangue arterioso, e nep-
pure nella linfa.
' Non dubita l' autore di asserire che anche questi
due esperimenti , a . bene esaminarli ; sono di : nessun
255
Valore. Quaiiido il sangue delle vene aveva già con*
tratto r odore alcoolico. , o d' assufetida , ci^ indicava
già effettuato il passaggio, a in tutto, o nella massima
parte ; e perciò non è meraviglia ^ée a questo periodo
dell^ esperienza tale odore non si.nscontrava più nei
linfatici. S{i|>piamo dalle esperienze istituite dall' Acca-
demia del Cimento., che la circolazione sanguigna si e<y
seguisce tutta nel tempo di > circa un minato, giacché
il cuore dà in questo i tempo 65 in 70 battute, ed in
ognuna di queste esclude jpresso alle tre once di san-
gue, e perà in tutto il miniito once 210 , ossia quasi
rintera massa fluida. Da che si desume che non deve
fare meravigL'a ie tanto pronta si manifesta T azione
deir assorbimento. Ma d^pparte codesta risposta , alla
quale per avventura si potrebbe fare qualche legittima
4>bbiezione : io dico con più fondamento , prosegue ,
r autore , eh' egli è ben naturgle di credere che
l'assorzione per mezzo dei linfatici di (pieste materie
poco, affini non passi quasi dopo la prima serie di
glandule, e con più ragione dopo la seconda e la
terza o la quarta serie , che essi vasi incontrano nd
loro successivo prolungarsi j giacdiè queste glandule
non debbono com facilmente essere permeabili nella
loro fina , e complicata tessitura da tali materie poco
assimilabili. Però si deve credere , che sce^endo la
via più focile per eiitraue nel torrente della circolazione
si portino al sistema venoso , a preferenza/ per quei
tronchi di linfatici che colle vene comunicano , o di-
rettamente senza trapassare glandule, o dopo soltanto
avere trapassato la prima , o al più la seconda serie
A esse : ^ ed appunto per questo motivo in . generale la
linfa non deve contenere ,ie materie iidorifere , ed aU
/
554
tre, tanto piii clie quella Ja quale è possibile di spre»
mere si trae solamente dai vasi più grossi , e più in*-
temi y e però più lontani dal centro dell' assorbimento, y
E le esposte spiegazioni servono ancora alla confa*^
tazione delle contrarie . esperiemse di analoga specie ^
istituite poscia e prima dai sigg. Thjredmam^ e Gme^
ìin , da Mayer j da Home , e dal FrandinL
I due prìnsi credettero di dovere ammettere la prò-
miscna facoltà assorbente dei linfatici e delie vene y
per ispiegare il prontissimo passaggio- cbe si fa talora
della bevanda nell' orina e nel sangue. Ma ognun vede^
che per la via dèlie comunicazioni dirette dall' autore
scoperte, tale spiegazione diventa facilissima.
Presto anche si vede la ragione per la quale Home
rinvenne nel siero del sangue venoso il rabarbaro in-
iettato in alcuni animali 5 e lo stesso dicasi dell' espe-
rienze del Mqyer consistenti nell' injettare tra gii anelli
cartilaginei, od altrove, materie di varia natura, che
poi neè sistema venoso ritrovava, ed in qaestp soltanto.
Agli esperimenti' del Franchiniy i quali in fondo altro
non sono che una ripetizione di quelli de' celebri autori
superionnepte nominati, risponde > nel senso istesso che
ai stggr Magendie,.^ Flandrin rispose.
A tutti gli addotti ragionamenti quest'abra conside-
razione- aggiunge l' autore»
a Noi abbiamo veduto , nella descrizione dei linfatici
chiliferi:, un' imÉàensaserie di questi vasi retrocedere
dal mesenterio per portarsi a un certo nuiÉero e ad
on certo limitato spazio delle glandole lombari , infOB«
darsi in queste, e dall' ultima serie delle medesime^,
che trovasi sópra la pelvi del rene, nascere dd cana-
lini sottilissnni insinuati poscia nel rene istessa, e da
355
/
queste glasdule liscia finalmente un condotto partico-
lare^ e infondersi nelF uretere ^ e nella pelvi renale.
Abbiamo pare veduto questi stessi chiliferi comunicare
per mezzo dei capillari col sistema della cava e delhl
porta; tanto n^' uomo / quanto negli animali maBÒ*-
milerì. AbEiamo veduto quanto è maggiore il numero
dei chiliferi che si portano aBe glandule lombari ^ in
confronto dì quelli che vanno^ al dutto tor^cito y ed
abbiamo veduto, per ultimo, che immense sono 4e co-
municazioni mentovate di sopra , le quali hanno i chi-
liferi con la^ porta , e le diramazioni loro, tanto nella
specie umana , quanto nei solipedi e nei ruminanti e
nei volatili specialmente nell' oca.
« Meraviglia destare non deve -se , fatta V infezione di
varie àostanz^ nel tubo intestinale , e nell'esofago, alcuni
principf^di queste si sopo riscontrati piuttosto nel si-
stema della vena porta ,. che nel dutto toracico , senza
far mostra della loro presenza nel sangue , e nel chilo^
come hanno osservato Tytàmann , e GmeUn , ed Ay
veràrdo Hotne. »
' Combattuti gli argomenti a difesa della contraria o-
pinione , passa V autore a far parola del rapido passag-
gio d' alcune sostanze nelle vie^ orinane.
Dico adunque ( seguita l^autore ), rispetto a ci2», che
la ^parazione dell' orina con le sostanze récrementizie si
eseguisce, a mio giudizio , nella serie delle glandule lom-
bari, per mezzo dei diilifinri che retrocedono, nel se-
guente modo. I fluidi e le sostanze destinate ad essere
emesse , ^scendono di gianduia in gianduia , e si recano
ali' ultima serie de' globicini glandularì che trovarsi
sulla pelvi del rene , dove nascono i canalini indicati
di sopra , che io chiamerò vasi chilopojetici orim|erK
' /
uso
Al contrario, t 'fluirli recrementiz) ascendono per la se*
rie delle glandule che comunicano col dutto toracico ;
e non permettendo la quieta dei medesimi , e Torga*
nismo di. quest' ultima serie di glandule il passaggio di
essi fluidi recrementizj >. in^ istato, fisiologioo , vengono
perciò obbligati , per la libera circolazione che passa
&a una serie delle glandule superiori e l' altra ). ad a*
scendere e transitare per nuova serie di esse glandule^
e. guadagnare cosi finalmente il dutto .toracico.,, con»-
poitjindosi tutti i glohicini glandulari nel modo, in coi
i varj filtri artifii^lali servono ad ac<!ordare il passaggio,
«econdo la qualità loro, a varie sostante, e negarle
ad altre.
< A convalidare 1* andamento de' vasi chiliferi refloi
nella pelvi del rene , ha l* autore aggiunto il seguente
importante esperimento. Fece prendere a degli agnelli
lattanti certa quantità di latte, onde ottenere una comr
plelissima infezione dei chiliferi. Apierto a questi anùnsdi
il basso, ventre ; e penetrato essendo nel torace , ed
avendo allacciato il dutto toracico , senza interessare
vasi sanguigni cospicui , per sostenere . con tal mezzo
pia a lungo là vita , ha osservato in, tal caso , non
solo tutti i chiliferi ripieni di latte , ma dietro tenendo
all' andamento di questi , ha veduto le glandule lom*
bari inturgidirsi , e quindi divenire a poco a poco tui^
gide ancora quelle le quali trovansi in prossimità deHa
pelvi del rene stesso , ripiene essendo le prime della
sostanza propria del latte , e le seconde di un fluido
simile all'acqua, ed ha veduto di pia nascere. da qne*
sto dei canalini sottilissimi della specie sopra nominata,
i quali ha pure scorto ripieni del fluido stesso che
conteneva l'ultima sefle delle glandule, scendere ^ a
I
/
553
{Mnetrafe fioo ai rene nniiiei*8Ì nel gralao, di coi qiie*
ete parti sono in tacte le specie proviste , per qomU)
«embM j a dUesa di vasi cosi esili e delicati. Questa
varietà di fl«idi fra le prime e seconde glandale , porta
danqne a sanzionare quanto ha detto di sopra , cioi.
che in virtù di ona particolare organiszairione* alcuna
permettono il passaggio dei fluidi escrementiz) , e non
dei recrementizj. Si avverta poi , che le glandule al
di sotto dei reni >| come i linfatici , erano vuote) non
essendo in questi oltrepassati i fluidi , per non esservi
con quest'ordine ii^riore comunicazioni ^ come' fu an-^
die dimostralo nella specie umana. Confessa altrenche
alcune sostanze possono trovare maggiore solubilità #iei
fluidi escrementizi y che nei reci^ementizj ; quindi si ri-
scontra di fiitlo il nitrp ed fl cremore di tartaro nelle
orine ; come ' nei recrementizj s* incontrano altre so-
stanze, fra le Squali le di sopra indicate.
• Riguardo ora ai chiliferi^ i quali dopo avere passata
una o due g^ndule vanno ad imboccare nelle dirama*
zjoni della porta , non saprei, dice Fautore, sé questi
abbiano una facoltà elettiva' per certe date sostanze^
o se pur questi indistintamente assorbano, ma inclinerei
à credere che dotati fossero di una particolare vitalità^
la quale venga ad essere messa in attività secondo le
qualità, di certe date sostanze, e siano insensibili per
altre; e così si può rendere ragione, come alcune so*
stanze si trovino nel sistenaa sanguigno della porta a
nd lio&tico , e qon neli' orine , o viceversa*
Ma se questi vasi ancora avessero la fiicoltà di as-
sorbire indistii|tamente nel modo di tutti gli altri , a»
potrebbe in tal caso facilmente spiegare il fenomeno
del ritrovarsi alcune sostanze nel sistema venoso della
AitNAu Foi. xxxrui 17
a58
porta, e i^n altrove* , ricliiamaado ad esame Forgaiil^»
aaio di qvelle gìandole j e di quei Knfiilkì ^ i filili
aboccaoo dopo breve cammino nei vasi venosi mesen-
terici. Noi vedemmo, che quando i chitifeli haà tra*
Versato nna o due serie di glaodnle , alcuni ramoicrili
da queste uscendo vanno ad imboccare nel sistema ve*
noso , ed altri seguitano 1* andamento della serie deBe
glandolo.
« Sembrami egualmente che dimostrare chiaraméntn
si jeossa , quando si è conosciuta la serie dei vasi chi-
liferi reflui che comunicano coi due sistemi venosi èéRm
porta e della cava , ed okre a ci^ eòi reiii , in qoal
modo alcune sostance si retidano coli* orina immediè»
tamente dopo il pranto , e nel tempo del pranso stesso
dopo un intervallo brevissimo: e che io uì guisa m
pervenga ancora a render confo di molti altri fenomeni
che accadono riguardo alle bevande , delle quali alcimi
abusano , rendendole quasi immediatamente dopo averlo
prese , con che arrivano a sostenere T abuso del di-^
sordine al quale sonosi accostumati. Possiamo inìBne ri-
levare da ciò quanto meravigliosa sia stata la sapienza
dell' autore della natura nello stabilire queste varie" co-
municazioni dei linfatici colla cava, specialmente al
di sotto della serie delle gianduia che vengono ad es-
sere ripiene dai chiliferi reflui del mesenterio , o che
eseguiscono 1* importante ioozione della trasmissione dei
fluidi per le vie orinane indicate: giacché se non esi-
stessero tali comunicazioni dei lin&tici , come noi primi
abbiamo dimostrato, i fluidi 'dell' estremitli inferiori non
potrebbero scaricarsi per nessun conto, e iie nascerebbe
un pertitrbamento di funzione a scapito dell* economin
animale j ed ecco anche per questo dimostrato 1* im*
•5^
portante nfficio di così fiitt^ Gomotiicaziotii coAtaott dei,
KofatJà colla cava , e colie sua diramadcioìii. »
A conferana delle cose 6d qui dichiarate V A. fa os«
aeneara che, se le veneajnto prest^sseraai linfatici> se ri*
psùptita fiifse ira l'uno e l'altro sistema la bcoltà assor-
lieote, e se esistessero delle boccuccie libere, o dei
Mmi deslioati a questa alternativa faoùoàe , . noi do*
yjremnio nei versamenti delle varie cavità trovare nelle
vene parte dc^ fluidi versati ,, il che non succede.
Da caò si raccoglie egualmente che non dee tu
meraviglia , se in tante aiferieni patologiche aelle
glaiidirie non vi n riscontrino stravasi , o versamenti ;
giacché dopo quanto V autore ha dimostrato delle varie
eomnnicauoDÌ di chiliierì e linfatici colle vene; ognun
vede la strada per la quale , sfuggendo le glandule
maiale y i' assorbimento accade; tanto più che vedemmo
esservi frequenti comonicazioa^i tra i due sistemi ve»
noso y e linfiitico ^ le , quali specialmente si rendono
manifeste ne' casi appunto di malattie glanduiari.
L' autore conchiude pertanto cebtro' il sig, Franchini
riepilogando , che
-« h Si concede al medesimo V ampiezza della veiìa
porta > ma si sostiene che V oggetto per coi la natura
questa ampiezza le accordi , è per potére contenere
non il sangue refluo soltanto , ma eziandio tutti i fluidi
vergativi dentro^ dai numerosissimi ed amplissimi linia-
tici e chiliferi , co' quali è^ in comunicazione.
» Ih A viemeglio confermare , contro il Mascagni,
che i. fluidi assorbiti non hanno,iper arrivare nel torrente
della ch'colazione sanguigna, la sola via del canale ìx^
racico f rifletto che quando/entrìamo nekbagno , nasòe
certamente in tutta la superficie della pelle uil grand*
S6o
assorbìmciito, giacché pcsàèdoci Dell' Qfcive del nude^
simq,^ e dopo esserci bene asciugati , si trova che il
nostro peso è accresciuto di due , o Ire Ubbre ^ oon
ostante che qualche perdita necessariaineiile si sia Citta
per virili della lozione , e della contioiia secrexioitté
Ora nessuno dirà che l' assorbimento , in questo caso^
rosi rapidamente pervenga al detto condono , e ognano
81 persuaderà molto piii frcilmenle che V ingresso nelle
vene si faccia per una via molto piii breve , e appunto
per .quella che noi abbiamo coperta , e che non pq&
mancare nelle moltissinie vene snccntanee, le qnali al
joxAo delle altre devono .^vere il solito accompagna-
mento di vasi bianchi.
« III. Concedo che il «angue della vena porta abbia
dei caratteri e delle impronte particolari , mentre qne-
aia vena adempie a delle funsioni particolari,, cioè k
destinata e ricevere più specialmente del chilo , e quindi
a portare al fegato i materiali per la separàaione della
bile.
« lY • Concedo che le glandule. meseraiche si trovino
sovente ostruite , ma non già che in tal caso le vene
frodano T ufficio di assorbenti , bensì come abbiamo
dimostrato, le anastomosi degli assorbenti colle vene ^
e le frequenti comunicazioni dei linfatici e dei chiliferi
coi sistemi venosi , suppliscono alle alterationi delle
glandule nella guisa che si i detto.
« y. Se in- alcuni animali non si animelle dutto tov
racico^ o per non essersi quesCo riscontrato, o in realtà
perèhè non vi sia, non viene da dò la conseguenza
che questi sprovvisti .siano di linfatici,' giacché, come
a' è veduto, anche scnia quel condotto tali Tasi hanno
4Bodo. di scaricarsi. '
^
56*
« VI. Di 'fattói recto é alhisdafo ti dotto lemeico in
un ccmiglio j ho tfve^nto. che la .vita deli' individua si
•i^stecuie^ Dia.laDto^ nel caso citato; quanto nel pc^^
dj^t^ I ip quello cioè degli . animali, privi del duito^ to-
racico y ripeter si deve; la continuazione della vita dalle
comaBieàsioni* dei lioittid ooUe vcfne, conae si i di-
chiarato.
« VII. E altresì vero, che , non solo i bevitori , n^
lotti ordinariainente^ in jspecié dopo il pranzo , rene-
dono una grandissima : quantità di orioe colenenti i
principi de4|nsili si sono nutriti , e che possono ili
reahà alcuni > dediti ^alle bevande spiritose usarne ìu
(nodo smoderato , per la facilità che hanBo^ di rendere
qoestè per le vie orinarie. E a tale proposito si narrane
latti di lievitori , i quali non sì crederebbero, se lesti-
monj oculari degni di fede> o autori degni di stima
non ce li narrassero. Ta^i fenovieni peròi eessèno di
£i're meraviglia , do|vo che noi . abbiamo riscontrato
quella grandissima quantità di ehiliferi reiai, che si
portano alle glandele. surrenali ^ per quindi scarioarsi
direttamente nei reni*
4
«Vili. Fioalmeote, concorda aU'anatomiche leggi/die
riscontrare si debbano nella porta , e nelle. sue dirama*
£Ìofcii| delle strie bianche ,: consider|te dagli osservatori
come chilo ; come del pari altre sostanze di vario ge-
nere, in virtii delle comooicacioni , che noi abbiamo
veduto ia natura avere stabilito direttamente tra questi
due sistemi , onde pcovvedere immedialamente all' e^
conomia animale, w
«
C^arà continualo J.
mmmm
^9
Storia delle Encefalitidi che f unno ^i-
* demiche ut Torino neltf-nno i S2 ^Scrit^
ta da G. F. Bblliu^ebi , medico deità il
Corte , membro della M. Jccademia delle
: Sciente, ecc. Torino i8a5, i voLinS.^
pag. 144,
J^ autore di questa Operetta, già favoi%voliiieDle co»
ooidato nella repabblica medica per le ioiportanti tue
prodozìoai sol sistema nervoso, e spcelmieDte' salta
onatomia e fisiologia del midollo spitaale, àon mibo che
pei saoi ingegnosi lavori sulla elettricità del sangue ^
colse V occasione che gjli si presentò di osservare epi-'
demidie le encefalitidi, onde dare un saggio ddla sua
otsenu osèervaiione 'sulle malattie^ e del profeodo suo
pensare sulla natura di esse, e col pili conveniente
metodo di trattarle j ìdimostrare che non solamenfe
e sagace. anatomico ed ingegnoso fisiologo , ma clinico
esperto nel tiuttamuita delle malattie.
Ottimo, a nostro avviso^ fu il divisamento dell'autore
di dare una esatu espoiisione di s) micidiali malattie ,
poiché F encefiditide nel i8a4 non fu epidemica sola*
mente in Piemonte , ma in pressoché tutta V Italia,
ed aggiungeremo anche nella Francia.
In una breve prefriione , il BeSirtgeri enumera
varii autori che scrissero dtHe malattie che furono epi»
demicbe in Piemonte in vani tempi 9 ed itf tale e^
numeraaione comprende anche alcune malattie che
Ibrono contagiose • epidemiche : del che egli si vale
per istabilire che le malattie le quali osservaronsi
epidemiche in Piemonte , iurono in ogni tempo infian-
963
m^rk, e ch(8 i^t ipro ^plltmeato tsigtvciie il m*
latfQ y , ed il metodo, debiliunte ; préoonone qoetta inU»
portatiti 9 e che fii cònoacere tpfte seibfire fa il genio
delie maUittie epidemicbe otturate ne'- tempi addielco
jQ quel clima.
lotraprende poscia V antere a descrìvere la ma^
lattia comò fu da esso veduta ^ fondandosi sopra di»»
ciotto osservazioni a lui proprie , che gli accadde di
vedere, specialmente nei mesi di luglio, ed agosto ^dri«>
V indicato atoo| notando, che il iluolero di diiiciouo
ence&lilidi nel corso di due mesi è rag§nardévole>
poiché negli 4^ri anni appena due o tre oasi di en*
AMÀlilidi i|ccadev4gli di osservare nd decorso di> tutto
r anno.
La. malattia > dice 1' antore, non era preceduta da
ben decisi sintomi, prodromi , ma sTSuppavisi improif-
visamence eoa brividi di freddo susseguiti da calore e
fj^bbre.1 In uno il male principiò repentinamente con
vomiti .9 deliquip> nuil di capo, e tosto sopore rag-
guardetole. Qui il BeUingfiffi prende occasione di spie-
gare, in una -nota,' per via dei nervi il vomito simpatieo
che ha luogo frequentemente nelle malattie del capo,
e di. rendere avvertiti li medici di ben distinguere sùnfli
vomiti di, apparenza anobe" saburrale bUioia , dai veri
vomiti .di. essenza saburrale ^ e di guardarsi perciò nel
immo.caso dall' inopportuna amministraaieno degli e*
melici. In un' altro caao il ms3e per ' due gimnì si
manifestò con febbre, e dolore vìschiadiGo , quindi so*
^ravenne l'eoc^litide cefalalgica^ osservaaione già Atta
da fppqfira^p e dallo «Sun^l^; — ^ $teo dal primo svk-
J^ppo 4^y l9Ale il dolore di 'capo era intonao , ora
acuto ^ ora gravativo, ed occupava di prrfertoaa b
»
f
364
regkme ftoiiuk , le tempo«li , «d 9 veittoe. Nel mag^
gìor niiiQero dtgli amsBftltti • tibo dal primo giorao dal
male erari slopidità) molla leadeoza al sooiio ^ sopore^
d l^gieroy. o graviatimo^ parlavano Jroncametite > e
con brevi concetti, e non conservavano memoria del**
r occorso ; restavano immobili ^ ed erano tardi , e lenti
nei loro movimentiy e non sapevano dirifjèrsi bene al-
FoggettOy a tatto indifferenti e non ptfftto ctinscii
dei gravissimo loro malore. In simili ammalati non'sopfw-
cernie giammai il delirio , che l' anfora vide soltanto ia
tre<individai| i quali erano inquieti, agitavansi freqoen^
temente , ed erano molto allarmati sali» loro malaitia |
in questi non ebbe giammai luogo il sop<»rek - In altri
raffesione del capo consisteva soltanto nel dolere a-
cntOji o gravalivo della testa , ma assai intenso e
Ione sino ^al primo giorno del male.
Il dobre di capo , oltre le smnmentovale regioni, oo*
capava in alcnni anche 1* occipite , e di là estendevaji
alla ragion ccmcale , e pettino : ai lond>i, e cosi ren»
deva dolenti i varj movimenti del capo,, e la iessione
del tronco: e qui oppeetunamente; ramare in nnanefta
fa osservare >.dM coletta propagaaipae di dolere dal
capo lungo la. spina nelle infiammazioni cerebrali > fm
già notata da Ippocraie ^ Sauvages , Sagar ,- Bovmeri
e da 6. P. Frank, avvenendo che questi autori fo^
vano quasi, i soli che fecero oiia. cosi importante os-
•ervaaione ,^ la qnale comprova ' V eiAensiene d^a
flpgosi dall* encefido al midollo spinale.
Descritti cosi I sintomi encefàlici, passa P antere ad
espprie.io stato degli occhi , e della faccia , la ceodl-
fioaè. deUa visu, e deU' udito ^ il quale era per lòpii
965
otfdso^ mentre Poediio era intòUéranlr 'delh luce.
£ itnpormite la'deserieione che fa ddb 8|ato della
cavità della becca > e delie 6nci , poìcliè era tale a
mamfestare odo stato di leggiera flogosi , il qaale cem-
binata coi sititoaii del basso ventre,* quali appunto
leggiieri addolentamentt in vani ponti di esso, svela-
vano ima mile^flogosi della membrana ninéosa gasti:o«
intestioalei Ed avendo osservato in ono dolente il fe->
gaio; prende qafindi occasione per ispiegare in nna
nota l'epatitide secondaria alf enc^ililide , attribnendo
qifesto al be^ noto consenso nervoso^ che farvi "tra
F encefalo <" ed il fegato , e rigettando cosi le innnagi»
oarie spiegazioni date per rendóre lagionr dell' ematiti-
de consecBtiva alla eace&litide. • .
lìe orine fnrono io alcnni scarse, e colorite,' ma per
lo pia al natorale, o acqoose* Il calore della pelle era
in generale ovente, e mordace^ in altri la temperatura
noo' eccedeva • molto la natorale, e sana. La lebbre
noli' era molto inieosa, ed il polso «sebbene non tosse
molto freqoente, presentava una stretlesza^ ed angu-
stia, con durezza , e resistenza. Il sangue estratto noi|
oiferi giammai la cotenna^ '.e aoltaoto osservavasi di
oo- colore rosso vivo; non si vide giammai.. esantema
alcaào>alla peUe.
E ^as^'dice T autore , sta U quadro deHa malaUia
come venne da me osservata ^ poiché foriunatamenie
« noo ebbi campo di -vedere i segni proprj della en»
« cefiilitide quando essa progi;edÌBoe e si volge verso
a un esito fatale » . >Nòi vedremo in seguito , che
non alla fortuna, ma all' applicazione di un opportuno
metodo di cura deveTaotore attribuire il buon risol-
uto/ed il felice andamento del male. •
PftfM il «Miro CliokiD.td «qpoire la progreMMV^
del male 9 la ^ale era rapida, e iH-eeipiUMMt, e«toflq
di «atoia assai grave» ina 4idùtUm4ù mm irat/amenio
proma^ éi tnergho in pn^fortione del male\ ficani»
sàrMe^éiotù vicino PesitofauUBfakreuantafitpronia
ia felice ritolugioM'f tolti ti rèsero apiretici, éài al
4.<^, chi al ^fi, 11.^ o i4.<^ gierao. In quesà maU
ptìk che m ogni alito richiedati (diee l' aatore) che U
medico ri^onoeca tosto fuale graAnima nmkmia tm-
che sono mediocri apparenae si nasconda^ e iosio ^
traprendm ii tratiamemo eanvcniente'f facile è d pm-
wenUv lo sviluppo di prossàna p^mmaiione cèrehralo,
i$d d. curarla t/wmdoè incipieoce; debilissimo Ugna*
rirla , sé eUa è alquanto ^confermaia : e conferma la
tua proposiueoe coir aulerità dello Swietèn, « dei Lud--
wig.
L' esito del male fii sempre la rìsoluoiie compiota;
in on solo ebbe loogo poco dopo le r«ddiva^ che io
mortale in lontano paese: in nn ammalato di 7 3 anni,
sei giorni dopo avere snpèrate l' eocefelitide aoporoso
graivisAima, si sviluppi la gàstro^nteritide snssegoii^
da timpanite e cai tenne dietro l'ascite, ed' in tro
mesi guari da ogni male. In on altro T encefalitide si
converti in terzana perniciosa cefelalgica, i di cm più
lusismi furono troncati coUa duna, rimanendovi però
o lungo un mediocre cootionp dolore di capo. Si Ai
^ui r autore a pariare, in una noia, sidia untore delle
perniciose encdaliche , ed appoggiato all'aotoritli, ed
ni metodo tenotò dai migliori medici in simili mala^
eie, opina che veramente mólte volte simili perniciose
siano di indole infiammatoria. Ed a questo proposito
rammenta quanto da profando patologo disse ù A^
t67
cinoiii TelatìvaneDte dia natora, dalle 'ùk^H iaìetu^^
tenti perniciose di sede abdomtoale o toracica. , ctie la
fisguardò come dipeDdemi da Oogoai originarìanMate
esistente nel midollo spinale)^ e «ÉMneata inolcK jl
BeWngeri la generale sua proposizione ^ the h^vane
affezioni dei màhOo spinaie sovend si frùfà^amo sotto
h medesime forme y e generano ag^esiom emìsùmU
nei visceri contenuti nelh cavità del torace j e del-
rabdome. E cosi il BeiUngeri rivendica aU' Italia, con«
tro il Desportesy 1*^ invendone di nna ooai giusta manie»
ra di 'Vedere soir origine di alcune DMlailie del ipg%ee^
e deirabdomine.
Molto òpporlnoamente' Taiitore^llllÌM.; le malaitie
coesistenti , e dke : le akre matattìé khe più e donai-
« navanocentemporaneamenie, eranoileaémpUci cefidat
« gie, le emicranie, le nenralgie acnte della .faeciaN^
« le apoplessie negli attempati, le angine gravissime
«r di rapido atidimento^ e di difficile e lenta risola*
« Siene/ le scarlattine , e le iniammazioni acute delU
« membrana mucosa 'gastro-intnstinale in ragguardevole
« numero, con die ncorgesi, che tu tale oostituuoof
« erst di preferenza affettò i! capo^ ed il tubo inte«
« stillale. ^^'
Etfpène In segnilo Je circostanze di sesso, e di «ti
degli «nMalili , da 'cui risalta, che fn assaipià ragg^at*
devole il numero dei maschf ^ e di' quelli dì giovainle
etlk. Negli abitanti i piani delle case i pie eUtovàti trovi
pure frequenti 1' eneefalicidi , e non oasi àn qadli,
che abitavano i -piani infenòri-, e ài questo circostanze
di luogo ne rende ragione nel Capo ove eapotic le
Cause di tale epidemica costitusvenè.
Attesta che non solo da esso, ma da parecchi
\
l
dMtttidnédId di. quella <7iipitttte Ììimici comenipori^
ttèamente otsarraie le eacdalitiét io ragguatrdevde do-
awn», 0 €à» én «no stabiliineiBlo pubblico fiirono ckcm
ictsaDte i gP indiviAti y die pik o meno fraveineiite
andarono «oggetti a tale 'morbosa coalitnzione. Gioata
la testiiHoaiaoaa del soo collega il dolt. Ricci 9 m To-
rino-, aegnafamenfe nei mesi.di.n^aggìo, giugno , eia*
glio di detto- anòOy forono> froqpienti le- «ncefiilitidì con
carellerì Mbdoli^ed in alcuni caii a&voreyoli fo dt*
noitrata cc^Vantopaia i cadaverica la sede, e.Pibdole
del' malo ^ doè cooaiiteiè in iofiammaaioni encefàlicfae
congiunte colla infiammasione della membirana n^ncosà
di tutto' il tobo'ii|pftstiiiale. /Solle relaaiooi del profes-
aove Capetti\ e>deH?ofa estimo celebre proC Genuina
ti atsicnt-a,. elle ln*<nltie. città , e furovincie del Pienson-
te fo epideifaica*l''eoeefiilìtide nella-caMa «tagione. del
1814 9 ^ ^o spetio anche mortale , princìpalmonte se
reniva trattata <mab; oosicbi 1- autore ben .a ragione
dciùi epidemica questa malattia > ^e bea a ragione le
riconobbero vere, e gravi enOe&litidi> pòicbè per se
alesse y o non bene cmrate arrrecavaeo la morte.
Ma «non- pago r.autose. della chiara descràiòoe del
male, che evidentemente caratterizza una più o mono
iot^asa infianamaaione eòcefalica'^ 7 paaan n^t .seooiido
Capo alV esame delia natura e fimna. deUa oaaii|il<tia da
osso» descrìtta. Noi qni^prìncipiaremo dal faro. <yisei*vari;,
che^il Jbflbgiari'tnel dooérso di qi^eato dipo rande ra«<
gione del nòoae ohe esso, na^, cioè di encéfiilHida a
prefaenaa di* qudlo di meningitide , araenoitide , fron
lutide , o« febbre cerebrale , e noi lascieiìem« ai^omeo-^
tarne i motivi dai leUori^ come afcriasi rimandieremo i
lettori air opera stessa ^ ovf jb una q«Qsti<Mie di Upgna
jtiKiiBft', e ptoirt ) che i f^ giott^ ilJBnmierfaliiidef
cbe encefkUHB f Ì9 quale dcèiocoM riteote moho dtlU
imaiitirmiie d«lh Uagna -francese. Latciaodo adunque
ufi qoeilieni di -nemenelatnra ^ e di liofuay puasiano
a quanta ci porge dì aBtcreiaanle per 1 medici inaile*
sto secondo Capo. -^ -
L' amore principia dal didiiarareclie speetaimente il
Samra^S'f Sugar, e Smodùtur .atàbilirunoi e descris-
sero due 4irtÌDte loraw ^lla ìnfiaminaBione del capo,
qualificate da «munù carall^istici^ aventi ciascuna
una djiversa sede nel. capo , cioè 1* naa neliè : mm^^
braoe, cni dMl^ru l'improprio nome di fiwuiUe^ t
V altra nel parenchima stesso del cervello. > cbe cbia-
marotto céfàliUde. Nola cbe a tale distinaioné non
consentirono tutti gli (scrittori ,% i qnali non' ammi-
sero cbe dai soU sintomi sì potesse- riconoscere Tin-
fiammasione delle membrane da quella della -eostaoca
cerebrale. Peri, V autore sead>ra inclinato ad ammet-
tere possibile una ule diagnosi di sede per via dèi
sintomi; e qui adduce i segni diagnostici tra* la me*
ningttide e V èoceUitide indicati dell* Herpin, e cita
pure quelli dati da LaOmumd , e dal BouSiaud ;
ai qnali segni lutti ne aggiunge un altro , ' cioè la
propagazione del dolere dal capo lungo la spina ,
che r autore opini aver luogo^'soltanlo ndia' vera en-
cefiditide, e non^ già nella semplice meningiiide. A
sostegno di questa ina maniera di pensare invoca
r autorità di ippocraUj che lasciò scritto : « Si ce-
• rebrum corruptum facrit ^ dolor caput tenete et
« pet coHnm prooadit ad spinam , et ai^er non au^
« dit ; » e invoca pure V autoriiii di Sauvages, Sa^
§ar t B^rsiofi^j i fuali a<;ceiiiiacoiio questo sìnto^^
\
V]0
moy od Mteoiioiie di. dolore e di inala'miltQdD della
pura ccfaliUd* , e no» o« froero poalo. fiaioU n«lla
deseiétiolie da loro data della freoìdde , o aiioJQgiii-
de ; eone ntffwn §li altri astori , obt defcrisioro sol*
4«nto U iireoicide, la qaalo eonispoi4a ali* encdalilìdo
delirante y o meningitide.
^ E coti ti fii piMo r anfore ad asponoa aknoe ' toe
viste fisiologioo-pàtologicbo par iapiegaro la dÌTorsa
sede dellii flogosi noUe interne parti del «apo coeren^
tetnenro alle diverse forme, sotto cni snoie manifestarsi
r eocefiilitìde. Il BeUmgeri mmmm c6ir UL Giuseppe
Frahk qnattro ferme principali di fncaftlilide^ ciocia
crfabUgiDat la deUrànu, la letargica, e WUtenf^acem
te ; ed opina che nella ceblalgica pih-a , la * quale si
manifesta con dolore vWo, pungente, ed; intenso^
senza delirio^ o sopore , siano afictle- soltanto le mem?
brane, e libera da ogni affezione la sostaoca cerebra*
le: quando poi al vivo dolore ^i\ aggiunge il delirio
lerooe e continuo , io senso dell' autore > è affetta an«'
che la vicina sostanaa dneaea: e qui si attiene alla
opinione di FoviOe^ e di Aupte/ G0fand4^0ntp^ i quali
credetleao che le InuMui intellettuali si compiono nella
detta sostanza (r) Isella encefalitide saporosa poi «redo
che la flogosi abbia sua ^ sede nell' interno della sostan-
za cerebrale y e specialamnte negli emisferi del cervel-
lo ; attenendosi cosi alkp esperienze di ^Bolmde , e dì
Flùurens , da cui saiebbe provato , xhe nei datti
(i) Prinm àeiflt autori ùtdieaU dal Bellingarì matd'
festò una tale opinióne r inglese £. Home^ coma ^
può federe nel Vel. dj , pag. gS 4i qu^ti Annali.
071
sfcn ti conpiooD It Iboxioni ' MV aoiflio » • ti lanno
le seosasìooì. PiDaloiéiilc , opina Fautore che nella
ODcefaltlìde tremcfacieiite k flogesi oeetipi' prmoipaU
mente U cenMeHOy e' le pani ir^èriori M cervello^
ckfè 4 corpi sttiAttif i talami attici , e ie §amée M
cervello; poitM' tjptesie parti dàff encefalo sembrano
prindpabnenie destinate ai moHmenti^ giusta le ^te-
rien^ dei citati ftolaodo e Fionrem i^elaiivametue al
eerveiletto *, di Magetidìe» di FovMtf e Pinel Grao^
Champ quanto ai corpi sitpiati ^ e talami ottici (i).
StabilUce cosi V «utore che due 0090 le ferme prio-
cipali, e le pfk &vqae&ti, ibtto cbi aoole nanifettarn
I' encefalitide y r ana detta ftnMtks o deitraote y Taltni
con delirio mite énalio, t pi«ttoilo stnpore, sopore, lo.
targo 9 e stato quasi apopletico^ che costilotsce la
specie di encefali ùde detta letargica ò soporosa. Sicco*
me poi le eocefiiiitidi da esso osservale in ^sifevak m
tiferiscoBo a qbesta ultima ^ecie, cosi TaMire si
trattiene alquanto nel comproirare, e dilocidara ano
tak ferma di eoce&litide; e tnerilamcnte, a nostro
giadièio^ si occupa esso di qoesto argomento, poiché
pochi fiirono gli antorì , che con esattezza descrissero
celesta varietì^ di encefriilide ^ e noi in qnesto lo
seguiremo od poco minatamente, giacché stimiamo
bene di fare vieppiii conotoere come il beoclnerito an-
tere rischiari qnesto punto.
(1) n Belliogerì orrMe dovuto indicare anche le
osservaxiom patologiche di Serres^^ compresami F in^
Jluenza dui corpi striati e ttdand ottici sui movimenii
if^egg.'il voi 3o; pag. 4 '7 di questi Annali y
^7*
Egli trara, in fttimo Inogp, Aé am uié forma di
eocifaUtidle non Mluggì airatlmla. onervaiione di Ip-
pocrate , il qnala cosà la desciiiae : sapùfosi in prùu
ciffus fim'iei>^ eum capùis^ Imnhontm^ prMcordu*
èoUi More , ^milamm^ mmn phremUd swi ?, Trota
ìooltre, che Eppocrate òémmm a^dnani^fitniiide elH
ca quella y in coi il delirio è mite ed-oacnto, in di'
gli ammalaci non parkno» rimangono qoieliy e som*
brano dormire. Eipooe in appresso la sintomatologia
dataci dal Sémvages , e dal Borsieri della cefiiliti.
òti , che trova oorrispondere dia encefi||ìtìde letargica ,
^indi riferisce la dMcriaiooe di tale encefalitìde: latt^
maestrevolmente da Gùmtppe Frank i e non lascia di
notare che .ona; tale ^Mrma di encefiriitide fa , sébbea
brevemente, tracciata da Vogete Quann^ e da Frank
iì padre. Conehiode da ciò , che < si deve ammettere
nna tale Ibrma di encefaliiide , e che quelle da hii
yedoie in generale riferire si • debbono* <alfettcefalitide
soporosa o letargica , sebbene non abbiano presentalo
quella ioteoihà ed acotessa . di sintomi . che attribnir
si sogliono dagli antorì alla encefalitide aoporosa. B
qoi cita nn passo di Giuseppe, Frank ^ i\ qaatey seb-
bene riferibile alla desprisìone lasciataci di ogoi malafrr
tia, pore prova benissimo il suo assunto, e noi qui
lo. riferiremo, perchè sarebbe bene phe rimanesse ini*
presso nella mente di molti "medici j il test» è il se*
guente: « Vis aoclorem, vixqoe professorem ioveni
e medicnm , qai' morbòrum imagioes vividìs oimis co*
« loribos non pingeret. Fit inde». ut morbi eaepe non
« cognoscaiitor , nisi maximom illam gradum, qn^
e obUtae imagini respondet , attiogaot. Hoc quom
e haod crebro accidat^ aonnilli morbi- rariores esisti*'
à mdtliry qiianl revera èbot. Sic legas felini deserà
<t ptioném^^attritidis^ stenti ea in' compendiis ' obvenit
« Die nane , qnoties in vìtae tao curricolo talem mor*
« bum vidiVti? f'orté hh , tei , forte ftenàel^ aot oum-
e qaàm! Àttamèd ftoflambatib vetitricaK, ùti reliqàiae
è illiss téstdnttir, hàud rìtrà est.»
Ora pastfa V aùtbre a rettificare titi' /erronea idea /
àhe si avèrti' ià generale su ano dei segni délf ence^
iSilitidéy Cioè là concoiìiìtaàia di nOa fdibrè intensa t
gagliarda, e la rinnidne degli altri sintomi, che so«
gliono ossér'^r^ tiellè ' itifiinimaaioni die hanno lorO
aédè in àltH* visceri o sistemi.' E primierailien^ ; > che
tiella enceCtlitide' la fèbbre possa essere alcune volte
ttiite e leggera, lo prova colle* autorità di Fppoc90Èe ^
e df Avicenna j di StoU^ di Vogel^ e di &Ìfe, efrà
ì testi addotti dall* autore noi scieglieremo quefló ^di
e SeUe , che cosi scrisse : Hic mòrbar ( inflammatio
« itiembrÉnaram <Serebri ) semper motibus ^rìliban
« est stipatas . « . • . làm vero febris saepe est mi«
>è tkVLS animadvertenda , signaque hajas inflammationi»
[< quatti maxime sunt ambigua j nìsi eam a causis an-^
« tecedentibuìi colligere ìiceat. i^ Osserva perciò eaian*
dio coi Superiormente citati autori , che nemmeno la
condizione del pq|so indica sempre una esistente in<^
fiiteiniaaione; e* quanto disse: relativamente alla febbre
ed al polso estendersi deve aHa còndiaione del calore^
delle orine e del sangue estr«fto^«i qdaM alcune volte
nelle eoce&Ktidi non presentano que' cttratrerì pròpr}
delle €ogosi che hanno sede in liltri visceri. Noi siamo
però d* avviso che una' tale assertlone si debba limi-
tare alle encefalitidi tfdltantò parenehimatosie , poiché
neHe tnembranacee^'o meningitidt; noa crediamo rara
Annali. Voi XXXVIU. i8
374
U formazipDe della coff nna pel af ngiiif f, e la óppco*
nitanaa di talli gli allri s^fW»! I^P^i i° genenlfi
deir ÌDfi|ii|iilìflaÌQp|e*
Roo pago di aver dimo^tr^to cbff h fflil>re^ e milc^
é che aicop^ Vjoile nia^c/iiio ii^le fp^ÙL\ì^i \ aegni
comoiii alle altre io^ao^aiaaioni^y avver^ altresì, chf
accade pure assaifierf la fet^brQ tino dal . pciocipio oa
tipetto tifoideo, e flette le eacefaUtidi ppteire nel loro
aomento simnlfire il tifo \ proposizioni ^^ egli coiivali-
da coir antorit^ del 'JfraUkuKO^^ di Spr^ngel, àJL Sàgar^
di Sw^dutur e dì i^lffi^ e. poscia prpsegii^.:
« E facile assai il dare la spiegazione 41 ; 9^. ^al«
« ingannatrice appiireiua tifoidea, sia sul principip, elio
a Ji^ progr^ffo. delle encefalitidi ; né $a che io U
«^j^KÌa , poif bè r umano intelletto resta piii appagata
« qSadQi capisce dei fenomeni la ragione. Proprio è
e dellf^ flogo^i it prpdnrre nn maggiore afflusso di
f saiigaci alla parte, infiammata, prqp^io è .piHr^« il
a tnmefacii delU medesima. Gh, posto, nelle infianvr
« mazioni cerebrali accade por a^jco cM. ?i afflniact
« nn^a maggipre <}nanti|ik. di sangne^ la i|«àW eser-
e cita nna pressione snll* organo cerebrale j >ed accade
« altresì, cbe la niassa encefiilic^ tendea aigonfiiirn
« ed inturgidirsi » nia esieqdo essa.^.«^vnnqtto cifcon*
« data , e. rincbioaa in. pareli o^sae^ e oon cedenti.^
5 ne. a«Uivieoa ^nindi , cbe V effetto d^ tninefaaionn
e ai eiery^iiA iotUfk «oftanìÀ cerebrale , e icol pro^redìm
« df^' iofinoimazfone ataM» si piodnce Tiepptù ^oa
a maggior preaai^oie aulf organo encafalióo^ o miì nifv-
a vi cbe. da esso, nascono^ ed un immediato eflbuo
e dji det^a pressione è di piroduKi^ isiptomi di paralisi,
« o di defiuente azione nervosa. I progresai Jhlli dalla
/
« fisiotogfa ci insegnano, die il distèma nervose , e
« specìaltttente fendalo ha mm marcate ìtiioeazi^
« Sttlla tefOperatara ani Alale, soli* reitnfaaione^ sopra
« Y ematosi , e salta ciréolaatòtle ^ e principalmente pei'
n meteo del nervo pajo v^go^ e dell* iélercostalè , i
k quali presiedono alle fonziònt del cuore e dèi pol-
ii; mone. Se adnnqne proprio è della présàione ' fatta
a sofia sostenta cerebrale, e sni tronchi àerirost di
« produrre più o meoo sintomi di paralisi > e di de<^
e ficente atione nervosa , né avviene necessatiamente f
e che tiel progresso delle eocefalitidi/le^iree mosco-
« lari si abbattono y si dimiqnisce la temperatura , la
« respirazione si la pia lenta , il sangue persino non
« preeeOta la coténna , né le -altre sue qnalitit 6srclié
« come nelle io6ammaeioni che hanno sna sed^in aK
« tri visceri , rendesi anche pi& languida V vtj^é del
« cuore y onde il polso sentesi tardo, piccolo, e de-^
« bolo, a -— ti diiariss. sig. Be^ngeri'f tt^ek gik scrit*
to queste parole, quando gli tocc& divedere che primA
di lui di taf fenomeni dell'encefalite avea atto slesso
modo ragionato l'ili, prof Tcmmastni nel Thtttatù
ddt if^ammatione e detta febÒre continuaj^ pag, i5a. 5&
'Resa cosi ragione delP apparema tifoidea , il signor
BeUingeri espone i meati con ^coi distinguere l'enee^
falftidé dal tiCb, desunti dallo sviluppo e dell* anda-
mento dèi male , dalle cause , dàlF età , dalla stagione^
e dall' indole delle malattie dominaoti \ rimettendo i
lettori per maggior istrutione alle opett di Qittìeppi^
Ptank , e di Bom (i). E qui il 9aìn%^ ib' una
nota intraprende a parlare aol noine , Sulla sede , •
mm^
(I) Armali di Medicina sUrankra. fol. /> pag. aoS.
2^6
soir essenza del tifi» , febbre nervosa , atastica ^ b feb-
bre ptttrida, e dice che non si debbono . tenere come
sinooimi tali denomÌDazipni ,' tlantechè - son esaje inesat*
te, ed erronee ^ e non .desunte né dalla sede, ne dalla
natura del male. Propone alcone soe viste salta es-
aensa e sulla sede della cosi detta febbre nervosa, e
febbre putrida , che esso risguarda come due febbri
^ben distinte f sulla quale maniera di pensare ci asteii-
ghiamo da ogni commcfntario , tanto pikt- che 1* autore
ìstesso non ha abbastanza sviluppato le sue idee. -*- L*en-
ceialitide, dite V autore, pqò maggiormente simulare il
tifo, quando ad essa si associa la gastro*eiiteritide , la
quale , come ha notato il BroussaiSf spesso suole assu*
mere le apparenze della cosi detta febbre putrida o
nervosa. Egli trova altresì, che nella costituzione epide-
Ittica da' esso .descritta, considerando i sovra esposti sin*
tomi abdomiiiali, alla ence&litide era associata la gastro-
enteritide, che però l'autore risguardò sempre come con-
comitante , o consecutiva alia flogosi del cervello e non
già come primaria, quale erroneamente si. vorrebbe
'dal Brqussais-, a tenere prtaiaria in tale costituzione
r encefiditide , e secondaria, o concomitate la gastro-
, enteritide^ avendolo pctrsuaso lo sviluppo e T.anda-
n^to della nialattia. E diciamo io tale costituzione
del 18343 stantechè V egregio autore yidde altra volta
l'inverso^ come ndla costituzione della state del sns*
tegnente untoo ^^aS in. cpi osservò primaria la gastro^en-
teri^ide, e t^lv^lta. secondaria l' encefalitide. Del. qual
/atto una prova conyincentissima adduce in una sua
{>ropria osser.vazione di< duodenitide acuta susseguita
da .euce&litide ed idrocefalo , istoria che per la sua
importanza e rarità daremo per esteso in seguito del
presente articolo.
Spiega in apprèsso V autore ^per via del consenso
maDteauto dai nervi , come alla encefalitide possa te-
ner dietro la gastro-enteritide , la quale progredendo
occulta f è qualche yolta esacerbata da validi evacuan-
ti , ed essendo *di difficile risoluzione , piii deHa ence-
falitide stessa è causa della morte, ciò che egli com-
prova con una propria osservazione, avvertendo che
in tali casi il medico sarebbe tratto in errore fidan-
dosi al solo coltello anatomico , il quale svelerebbe una
^' sgravi ssima infiammazione del tubo intestinale , forse di
' ^p-an lunga maggiore a qmOa del cervello } e così il
medico sarebbe quasi indotto a credere essere stata
primaria l' infiammazione - gastro-intestinale e seconda-
ria l' encejahtide. Le osservazioni del sig. Bellingeri
tendenti a provare che la gastro- enterite , la quale
alcune volte si osserva nelle febbri intermittenti e con-
tinue ^ non è già un' affezione primaria della membra-
na*- mucosa, ma bensì' un effetto di originaria affezione
dei« sistema nervoso ed in ispecie dA nervo interco«
stale i e del midollo spinale , vogliono essere lette nel-
r opera originale.
Nel terzo Capo passa il nostro patologo ad esami-
nare le cause delle encefalitidi da esso descritte. Os-
serva , come fr« le più frequenti fu ^agli autori
enumerala l'insolazione, o 1' esposizione del capo ai
raggi di un sole ardente. Ma , oltre tal causa , 1' au-
tore opportunamente rimarca, che una temperatura
, molto elevata , a motivo della stagione o del clima^ si
deve pure comprendere fra le cause valevoli a pro-
durre 1* encefalitide , citando a tale proposito Prospero
Alpino y F. Boffniann^ Biverio, (^aarin, Borsieri,
e Sprengel , i quali tutti , oltre l' insolazione , enome*
r^.
rzjrouQ fra le cause deU' cncefaliUde la tieniperi(tQra
nicai catda dell' alnuoi&ra. Opm^ V autore che 1* ioao*
Jazione va1({a a generare piiiitto#to una vera: flogoai
della membrana» od ii9# eficielalitide deliraiiie> e T ec-
cessivo calore a prodarre di preferensa sul princìpio
una rarefazione o congestione di sangue al cap<»9 atta
a destare piuttosto T ence£sUtide. sotto forma soporosaé
Dimostrato cosi > cbe la caldissima temperatura, dev«
pure comprendersi fra una delle cause della eoceialt*
fide y passa all' applicaaione nel suo caso » ed adduy»-^
ceodo li estremi delle osservazioni roeteprolo|;khe &tt« ^
«Ila specola della R. Accademia di Torini> , prova che
nei mesi di luglio e d' agósto del i8a4 1^ tempera-
tur^y oltre il consueto , fu ^e si manteuoe a luogo, molto
elevata, e inoltre che desse fu ctongiunia ad una siccità
atraordioaria in Piemonte , ondct la costituzione della
atmosfera in quell'epoca di detto anno non fu caini
l^iata dalle frequenti pioggia teqippralesch^ , cbe . aor
gliono cadere negli estati degli altri anni in qual paéie^
Attribuite cosi a ragione ad ufia ceosa comune ed
insolita le encefalitidi da esso osservate^» qieiitamente
conchiude ^ e dalla, loro causa, e dal^ loro numero ,
essere e$ie state epidemiche: e, rimprovera il Mpìh
fahon che disse non sembrare poter essere epidemiche
Je frenitidi ^ TÌf^ducendo in 400 layore le autorità di
Borsi'ert\ Quarin , Frapk \Giuseppe , ì quali fra lo
cause delle encefalitidi enumerarono, la costitusione epi*
demica, o 1' aese ed il miasma epidemico, e per ut
timo riferisce ^osservazione di f^ieusseuXf che vide epi-«
demiche le ence&litidi io Ginevra. Conchinde, finale
mente , che oltre le indicate condizioni atmosferiche
per causa delle ence&litidi epidemiche ^ conviene
^19
MfCÉM odi* aria no quid igootb nrfia saa natura , a
rìcooot€Ìbile soltanto dai sooi effetti nel corpo umano.
Nel Quarto ed nhimo Capo espone il metodo di cor%
citando primik le testimonianze del TraUiano , tàomnio^
Swimen comprovanti la gravesza ed il perìcolo di tali
nélattla ; poscia qiìelle di Boerha^tv. di Nicaiao Pi^
ione i Quarim , S^Ue , e Bórsieri^ che dimostrano
qoania debba essere la prènteeza e T energia del me«
lodo* cnratìvo per domare tali mali, fra qoesle f:ita«
«ioni ci preme addurre quella del LtMenumd^ che
così bene ti espresse: « Au reste > qne le médecin no
« Ven iailse jamais imposer par la benignile apparen*'
a te dei symptoases , et qn'il n*faésite point ii declarer
Vt la tnaladte fort grave , afin q'ue T on ex^cute pun*^
* ctnellement ses pret^Hptions, qu'il sellale snr tonti
« qo'il se hAte, s*il veut élre Utile, d'employer let
« mojens energiques avec une inflextble iermeté. »
Prova che il salasso adoperalo sai principio , e gene-
rosamente y è il principale rimedio nelle encefalitidi ,
quindi, per fiir risaltare la convenienza del mfetodo
debilitante , e la necessità della giustesaa della diagno*
ai, seguita a dire; < Nnovo pertanto non sarà, che
a in simili malattie si salassi frequentemente , poiché
« consensieoti su ciò sono i medici di tutte le età ^
a di tolte le nasioni; ma bensì nuovo sembrar ci dc^
M ve, che evidenti infiammazioni cerebrali siano ca«
e ratteriszate febbri biliose , putride , tifi , o febbri
m uervose, e loro quindi si addatti un metodo di cura
e diametralmente opposto al conveniente; oppure si
« giudichino sul principio semplici cefalalgie, ovvero
a sinoche gastriche o reomaliche, e, posto nn tale
a giudizio, si intraprenda un troppo blande^ metodo |
•y
flSo
« e ti tratcnri cosi il tempo 4i oporare eoa «ìowmm
« di boon esito.» *.•.....
Da tale metodo non alloùtasossi punto F antere n^Ua
cura de* suoi encefalitici, che ausi adoperò- proata*
mente , e generosamente il salasso , Csceadolo ripetere
nei casi intensi sino alla quarta ed alla quinta, volta
nel primo giorno della malattia, e fu inf.tali casi die
ebbe il piii pronto ed ii più felice successo.» Non mi
« trovai ( dice l'autore ) mai obbligato di oltrepassare
i« il numero di cinque salassi; ma fatti questi non pili
!« tardi del secondo o terzo giorno di . m^de. Un tale
le metodo allarma un poco li ammalati ed i parenti,
i ma per breve tempo , ppichè tosto vedesi il buon
;« andamento, e remissfoqe del male. Ed a ben caU
e colare, è questo il metodo più conveniente, e nel
s.% tempo stesso il più economico 4?lle sottraaiooi san^
.« gttigoe; altrimenti il male trattato blandemente nei
« suoi principi , imperversa e si aggrava , ed il medi-
fi co , che poscia ha a fronte un infiammaaione ga-
in gliarda e terribile, è costretto a devenire a sottra-
'« zioni più generose, e con miuore. certezza di buon
« esito ; oppure giunge l' eqcefalitide a similare quel
:« maledetto tifo, e %\ rimane dubbiosi nella diagnosi ,
« od npo si lascia illudere', ed indurre a ti^ttare la
« malattia come un tifo , che pure agli orecchj di
n molti suonarlo stesso che malattia di debolezza,» '
Il nostro clinico fece praticare il salasso dal braccio
o dal piede, e non si trovò mai costretto a deyenire
1^ quello della giugulare , che però, appoggiato all'aur
torità di sommi medici , approva mollo nelle infianv
mazioni cerebrali , e disprezza gli esagerati inconVQ-
HifiQti attribuiti a questa emissione san*|uigua,
a8i
Prfscrìsse teventi V sipfUkBmont delle «angvnsQghe
9ll« diverse p^r li del capo e spccialineole alle nari
inteman^ote, ed un tal metodo di eatrarre il sangue
nelle eDcelalitidi , lo trova già usato dal RiveriOy che ^ f
anzh rìmóota press' appoco io egoal moda sino ai pia
rimóii tempi appo gli EjgisianiJ
Sì è sempre astenuto dall' amministrare gli emetici,
sebbene sembrassero indicati da gualche sintomo g^
stricoy di natura saburrale illusorio^ e che piuttosto
do^^evasi ripetere daif irritatane , o leggiera aura JÌO'
gisiica del ventricolo , e del rimanente tubo intestina^
le; e per questa ragione condanna anche le eccessive
quantità di tartaro emetiik) dato' soltanto a dosi rìfrat->
le. Usò però i blandi evacuanti antiflogistici , a ctit
fiiceva precedere 1' applicazione , delle: sanguisughe ai
vasi emorroidali , od alla regione epigastrica , secondo
le circosiauze.
Coir autorità di Boffmann, e di Bùglivi disapprova
r applicazione dei -vescicanti in simili malattie; ed in-»
vece col Tralliano loda V oso del bagno tiepido. Fi«
nalmente , riepilogando , conchiode ne' seguenti termini.
e Dalla ingenua descrizione dell'epidèmica costila*
« zione delle ^encefalitidi, da me fatta , credo che prin-
« cipalmente risulteranno questi vantaggi : i .^ di ave-^
a re vieppiii dimostrato , che con mitissime apparenze
è alcune volte si sqole sviluppare 1' encefalitide : a.^ di
< aver confermata la frequente invasione dèli' encefali*
a tideiotto la forma^soporosà, enon delirante: 3.^ di aver
« confermato , che la lebbre nell' enceblitide tante volle
« è mite e non acuta e gagli)irda^ e che nell' encefalitide
« mancano soventi molti sintomi proprii delle altre
« infiammazioni, e desunti dalle condizioni del polso,
a del calore; dell'orina, e del sangue: 4** ^ ^^^^
9821
m riscUante ù fiiUace tipetto , éhe molte volte prende
i« nel «no decollo Y enccMitide , di feblire putrida ,
« nervoM , atMsici ^ o tifo* che dir si voglie t 5.^ di
[e aver coofenoita la frequente associazio&e , o taccee^
im pione delb gastro-enteritide alla encefalittde ; 6.^ di
« aver vicppiii confennato , che non solamente l' in»
m solanone, ma che anche una temperatura fa inilgo
e molto elevata esser pa& causa diencefalitide: 7.* di
« aver comprovato, che le eocefalitidi esister possono
€ epidemicbey e che tn^yesto caso è mestieri rico-*
e Doscere no visio ignoto nelF atmosfera : 8.^ di avere
m finalmente confermala la eouvenienzai e P efficacia
e deir esclusivo metodo antiflogistico pronto ed ener*
> gico nel trattamento dell' encefiilitider »
Sicori che i medki di ' ogni partito vorranno far
plauso al chiarissimo autore dell' avere coli' eounziata
Memoria illustrato V importantissimo argomento della
diagnostica, etiologia e cura delf ence&litido , verremo
9ÌV esposizione deUa promessa IsioriA di duodenite oca*
ia susseguita da encefalite colle parole istesse deirant.
mìa. G.y di professione cuoca, di liemperamento san*
goino^liniatico, di robusta {costituzione, che non fece
giamm.ai malattie particolari, ad eccesione di una hroa<>
cjiitide sofferta neir inverno antecedente , sol finire di
luglio del corrente anno coaùocii a perdere 1* appetito
e ad esèere sovente triste e melancoli<^ contro il suo
consueto } il sS- agosto lagnossi di inappetenza^ avver-
sione al cibo, inchnaaione al vpmito^ con lingna feC«
ciosa , addoìeotamento gravativo al capo , ed era senza
lebbre. Il 26 prese due oócie di manna , che rigetta •
replieò la dose , accade altrettanto ^ col vomito peirh
noD rese che il preso rimedio ^ persistevano i sintomi
a8^
«nmnicnK^Tatiy onde oa nt^co «rgomenUiisdo la pte-
tfcnsa di un vero gastricùmo, le preterisse «o Tomi*
tivo di 4ieci grani di IpecaqaaQa, e vezzo grano di
tarUVQ st3>ialO} vomitò l'acqua e la pólvere presa ,
ma niisiina altra sostsoza , e neoinieDO di bib : eUba
molte evacnaziooi per secesso. "V isitata da me alla sera
la trovai fe)>bricitaate con polso profondo e téso, spe-
cialmente nel carpo sinistro ^ la lingna era fecciosissi*
ma , non rossa , molta la sete ^ continuava l' inclinazióne
al vomito , nessun addolent amento al ventricolo , uè
ad alcun altro ponto del basso ventre , e nemmeno wòU
to la preseioiite^ l«ggìer pesaotore al capo. In quel tempo,
atante gli eccessivi calori , dominavano le febbri iofiam»- '
anatorie, con segni evidenti di gastro-enteHtidOy ac-
compagnate da . cefalalgia , minacciante net progresso
P^ceUifide, Piii, si aveva qnalcbe sospetto, che 1* am-
malata aveise abusato di li^jucij spiritosi e di cote a-
romatidió. Non dubitai a ■ caratterizzare la malattia
dell'indole delle dominanti| e giudicai trattarsi di un*oc^
cnlta flogosi del ventricolo e delle intestina, cbe col pro-
gresso avrebbe minacciato il capo ^ sebbene non vi fos-
sero i sti«|omi comtmi delle altre malattie dominanti ,
come l'oscuro e leggiero addolentamento al ventricolo ,
la lingua rossa , ec. ) pure argomentai P esistenza della
flogosi nei loogbi indicati dalla costanza agli sforzi di
▼ornilo inutile^ dall'intensa sete ^ e dalla copiosa diar-
rea^ pili, dalla presenaa della febbre coll'indicata con-
dizione del polso. Prescrissi nn copioso salasso , ' ed il
aangoe comparve di aspetto naturale , ma denso, gli
ordinai pure nn diinto di cassia, f tamarindo, ed
acqua cnccberata per bevanda* 0 97 scomparve i^
dolore di capo , continuava la sete , il vomito
pressochi ascit^iO , la lingua eia fecciosissima ^
a84
gialiiocioi'Cinfrea ^ depraratitmino il sento del gusto ,
grandissima V avversione al natrimento anche leggiero,
le cose deglatite non prodocevauo né ardóre ,' ne do»
loÉre, né peso al ventricolo , e nemmeno il vomito,
non eravi dolore alcuno , ne «pontanco ^ né al tatt6
in nessun punto del basso ventre » continuavano le
defezioni alvine *8CÌoIte e giallognole , V orina era
rossa ^ jatura,*'e con sedimento sospeso; Gontinu^
ava la febbre con polso molto frequente e stretto ,
e sebbene avesse così V aspetto di' una febbre ga-
atico - biliosa senza alcuna località ben manilesta ^
verso sera fu replicato il salasso di libbra abbondante,
^ il sangue comparve cotennoso pleoridco ^ si davano
bevande acidette vegetali, e tamanndo. Il aS le cose
et passavano nel medesimo stato ^ e fu fatta una ge^
nerosa applicazione di sanguisughe ai vasi emorroidali;
e perchè sotto di essa nacque un leggier deliquio,
dair ammalata e dagli assistenti si gridò alla debolezza,
ed assolutamente si proscrissero le ulteriori ' soitraziooi
di sangoe. Il 29 continua la sete intensissima, la lin-
gua assai fecciosa^, non rossa , e nemmeno ai lati ,
frequenti sono gli sforzi al vomito , ma asciutti , nis-
sun addolentamento al basso ventre , abbondanti le
scariche alvine sciolte e giallognole , colpi di tosse sec-
ca , febbre alquanto rimessa. Dieci grani di ipecaqua-
na ; vomita soltanto V acqua che ha bevuto e la pol-
vere ; contiiKòanto ' le scariche - alvine , onde hwgo il
giorno prende emulsioni , e diluto di tamarindo; la
febbre e alquanto rimessa. Sino al primo di settembre
le cose si passaAno sul medesimo piede, e l'ammala*
ta , a parte, il pessimo sapore della bocca , la totale
avversione al cibo, la lingua fecciosissima, la sete iu«
a«5
tcDsa, la pressodiè- coataiite volala; di votnilare ^ lon-
Uoa però èal tempo io cai prendeva le iMeTaoide , le
Gopipse scariche alvine , la tosse secca iO con escreato
salivate . sieroso y e la lebbre moderata , V ammalata^
dico 9 non accusava nissun altro male ^ che anù di»
maod^a diceva di atar. bene. Si passarono questi due
giorni nell! oso del diluto- di tamarindo , delle emul-
aioni, e delle,. bevande, acidule, e ai diede con qualche
avvantaggio, relativamente al vomito la mistura anti-i^
metica del Riverio. Verso la sera del i settembre vi
fa aumento di febbre con. polso teso^ specialmente liel
carpo sinistro j nifUa notte delirio, non però costante^
iiiason addoleotamento al capo, continuazióne dei vo-
mili asciutti^ tosse con esentato saliviJe mucoso crudo >
qualche granello di migliar^ cristallina vèrso le .clavi-
cole ed ai lati del collo. Onde il giorno a viepe or-
dinato il salasso, che fu ripetuto alla sera > ed alfa
dose di una libbra abbondante } il sangue comparve
molto cotennoso e resistente , come nei pleuritici. Il
giorno .3. al mattino continuavano i sintomi: sopra de*
scritti^ ad eccesione del delirio, ma però, con qualche
remissione ^ nissun dolore al capo, né ad akun ponto
del basso ventre^ e nemmeno sotto il tatto ruvido;
alla «era essendosi esacerbata la lebbre^ bì ripete il
salasso , che presenta . il sangue di. aspetto aato«ale#.
ma densor-faternamente si continuano i rimedii sovra
indicali. Il 4 continuano, ma non pia. tanto frequenti
i sforzi al vomito, la lingua .si rende piti polita', le
evacuazioni del ventre sono sciolte ^ e nerastìne^èta la
migliare cristallina, ma in poca quantità, sudore -di'
acreto universale, senso di pienezza alle inani , orine
copiose, scolorite y e quasi acquee ; poko ccierìssiqiOy
na iean aleana vNìiteiittit TMoiuilàta ficjiietta ooft
M DM esporre i) loo male* Si iOipfiU di no lavovo
esaDlemaCico di miglian. Si dà no i&ftno di fiori di
tiglio; ai pfescrìvono polveri assorbcDli di magoesia e
gomina arabica I si faiind fomenti éoiollienii ai batto
Tentroy ti applicano dae vetcicanti alle gambe, e le
polente ai piedi. Lungo la giornata ^ Inroilo dei de-
liqnii pattaggierì. Il f hatvi di tanto in tanto tepore
trantitorio , darezsa eottante di udito , confusione e
leggier tuteurro alle oreccbie > nittun addolentamente
al capo f battito firequente alle carotidi , oecMo e fac-
cia di aspetto naturale ^ iutetrogata V ammalata dice di
non sentirti alcun male; la lingua compare leggiermente
nerastra al suov centro > del rimanente uè sporca , uè
ressa; Tomitò una bile semi coagulata , intensamente
gialla; fé evacnazidui non sono piii tanto abbondanti;
continua la sete; sta la migliare , ma non accresce;
Sttdoietlo alla pelle , piccoli e rari sussulti dei tendini;
polso frequentissimo, cedendssituo* Per assicurarsi se
▼i esiste iafiammasione al ventricolo, gli si dà un poco
di vino allimgato con aequa; uon risente ardore aleu*
no 9 ma dice cbe A assai amaro e disgustosow Gli ti
prescrive un infuso di uo grani di digitale, e io di
fiori d* amica , raddolcito tlon stroppo di canna* Si ap
plica tm. vescicanu aUa oer^e. Il 6 continuano li
fintomi sopra descritti, diminniice il vonàito, e le e-
vacuasiont alvine; ri produce wn poco di' meteorismo;
la facda si rende resta , e lungo il giorno compare
4>ne leggiera epistassi; sta h migliare, ma non au-
BMiHa ; ansietà nella respirarione, polso frequentistimo>
e cedente. Continua nei gii pretcritti rimedii , e si
«giungono altri due vetcicanti alle cotde. Il 7 sino
'/
fi87
pasMio il oifcio giorno FamoitltU è cone al solito ;
quipii delirio y filgge dal letto , la faccia à abbattala^
\e nari atirate e strette , stridore dei denti , nioTiintnti
convulsivi aoiversali; tremore del capo e dello estre-
mità^ agiuaione continta delle gambe ^ la liogoa e le
labbra Qod sono piit nere , la migliare non i scompar-
^i rispp9te tronche ed audaci, sguardo fisso e feroce,
battito veemente delle carotidi^ e specialmente della
destra ; cade il vomito è là tosse, ma di tanto io tanto
ansietà e sospiri ; si diininuiscòno le cvacuaaioni dd
ventre, fèbbre con polso precipitatissimo , non resistei*
te* Abbciodante sanguisugio al capo , e dopo quattro
«re salasso dalla giugotare destra di i5 oncia, il quale
presenta il sapgue molto denso , non cotennoso» Avendo»
operato poco II j^rlmo vesdicante nUa cervice , se ne
rinnova uno con pasta Sarte , e si appUcano i senapi»»
smi alla pianta dei piedi. Si opinsi che siasi formata
qualche stravaso neir encefalo. Il giorno^ 8 continua
nei medesimi sintomi aéaza alcun sollic^'o. Salasso ab"
bondayite al piede; applicasione del gbiaccio al capo;
e verso sera una ventoàa scarificata all'' occipite, con
coi si estraggono novr oncièdi sangue, il 9 l'amma-
lata è soporosa, bevvi riaolnxione del braccio sinistrO|
il destro di tanto in tanto è contratto permanentemen-
te 'j per la prima voUa sotto il tatto gli duole soltanto
la regione del duodeno , poiché automaticamente r^
spinge la mano che ivi comprime, e i nlkovimentt della
moscolatora della faccia sorto questo tatto esprimono
il dolore ; rivolta sul fianco destro sospira ; havvi un
leggier trismo , e Ja deglutiaione è quasi del tutto im*
pedita. Arguendo dagli indicati sintcpù la presenta
deir infiammazione deli* intestino duodeno, si h ancora
V «pplicazipiM delle «IngVMQghe ai vasi emoiToidaliV é
fonanti emollieDti al basso ^ventre. Il io 1^ ammalata
è cempìatamente apopletica, il trìsmo i permanente^
nulla ^m deglntiz^one , sudore freddo , polso abbatlnto^
e la morte saccede alle ore to pomeridiane.
e Fatta r apertura del ' cadavere^ si vide 1* intestino
duodeno infiammato in tnttà la sua estensione e circòni
lèrenza , di colore intensamente rosso , leggeimente a-
derente alle parti circonvicine per mezzo di linfii se*
Inicoagnlata ; infiammato pur anche il .ventricolo ia
vicinanza del.pilofo; il rimanente del t^bo intestinale^
«ano, come anche il fegato f turgida di bile la vesei^^
dliella del fiele. Nella cavità del capo si riscontrò la
fkia meninge nn poco : infiammata , ed > ingettata di saa^
gue^ speciafanenteiVerso la metà del destro emistero
del cervello^. La * sostanza corticale ^ era di un colore
fan. in teniiamenie cinereo^ e di più molle consistenza ^
td. eravt ano stravaìto sieróso sangoigno di« circa daè
ob£Ìe nei. ventricoU laterali dd eervello. L' apertura
dunque del* cadavere* ci lece nconosoère i che h ma-
lattia/fu una dnodenitide geavifiima' ed' acuta, susse-
^ttita.da cncefalitide y e da idrocefalo acoto.
■ Questa storia, è- molto interessante , poiché ci pre-
senta ma osservazione di infiammazione acuta del duo-
deno <, della quale io non conosco storia alcuna lascia*
taci dagli Ajitorì. Nel omo esposto era difficile asse*
il ben giudicare sulla, natura ^ e molto più solla sede
della malattia ; poiobè. nelle; infiammazioni interne se
manca il dolore della parte infiammata , - manca quel
segno y che con certezza guida il Medico al riconosci^»
mento della fittosi , e della sua sede. Altrónde , per
riconoscere la .dnodenitide dalla sede dei dolore si esi«
3%
gfv. «olfà ayTtcIcneulft; 0 ili ci& ài potrà coosniuce
.(]9aoto..ftcr>s8^ Ckuissw^ ndlf «uà 4>sertazione : ZX^ /»-
^ iét^^* duodeni siiu ^t nexu ip^eriu ael Thesaurys dis-^
jf^riaUonum: ài Sandìfarff l. 9>7'' ^83. «
Noi qui , per prima cosa , stimifa^o di . riferire il
lesto di CJaussen 9 che scrisse: «OaiDÌ&dplor , et taa«
« sio noje^ta^, «{ua^jiMb ocla^ysi costa , quaespp^iarum
«priiiMi est , «psqwe ca[r|ila^iue profupde. ^ftUt^r,
;« iqdeque sul» bypochoodrio dexterq ,4eorsu^i.i,a4 rie-
,« nem luque descQudiCy dupdetiutn4)otiaSy.qiipf9 aliaoi
a partem, alficit > haec.eoioi iq<;o9iD»o4$ , HIìmJì. octa^
K va, TcI #( s^ptima . 4;osta in, pcofuodi^rj. JkKo perei'
« pioDtar, acque introrsutn fnag|Ì4 quaip dfH^rsujBd teiO-
« dujDty ia Tesicala feliea« latore .^r^dtyvtur» Sub uoa-
a bilicali, regione of;c^creotes- dolores^-si .mos..subpe-
f ritooeo bioc inde va^omr/.j^ejuoi convolntioves af-
« ficiaQt:.qi^oid si yero.ftum iD9gi4 sedem » inprimis
a qModamojiodo autrorsoin. ; servant ^ io fiexu, joferiori
M duodeni potius. tetl$foaes «Ificiunt. Sunt.jacitetn- i»ti
«.dolores fisi non-^ab aeteriori solum, sedeta poste*
« riori parte observandiy ac dijqdicaodiy.qoom retror-
« som, et ad ipsertiuaem costarum uhimarum dentri
. « lateris ad vertebras , seosatio ipol^sia insertionibas
e diaphragtp^tis adscribator, qi^ae ad ^duòdeQuin. in
a isto loco leosiim , . «st r«ferepda. Facile lamea . con^
« cedimus , in tania p^rtiiuii vicìnaruoi mahitadioe ,
. a medicoin , dolore^ et incoipiaiQda ; infiali ventrìs 4i-
a' sqoirenf em , saepjas, falli postela
i. Nel caso riferito <]air. autóre ^ mancando il doloiie,
•ava imppsaifaile stabilire la sede: della fiossi , ma V iu*
Jiamoaaiùone; intestinale , io qualunque siasi punto ella
fbsse^ erff evidentemente indicala : d^Oa pccacoza, ed
Aniiai.1. P^oL XXXrilL i»
igfo
' Éetitftfni' GJcSla febbre , "dilla sete ittttAiaa ^ dalk Aairea
* tbtfirnaà , e dal vomito pettinale ;* ed H vomito , ^e
&0D rlaacevà proDtainenle dopo aver ptiesò i^^dba; o
la bevanda , indicava pifa la presenza' di' tìoa étrteritì-
'dé^ che di una gasfrrtidé. ■ • ' , ' :
Sé'i sintomi enumerati noti bastavano a svelare la
'4ocalirà^< erano però più che'strfikieìiti {^er riconoscere
la presenta di una %nterilide. Poftroppo akiMè- Volte
al danno dei cast di iniSafUmaMòne iaiesitealey io cui
' manca il dolore; e'\k febbre , e V enteritlde proti^e
ràpèdaito<*nte in aoa maniera occtiha. Sarà b^ne di qtiì
ti^ire ^aótò 'scrisse: a' tale ' proposito tt àtorga§mi
a 'Qtfo tempoic qnm mihi > incblcafrel ' Albehinns ^ vi-
■4t gilàndum , ^t cavendum e^se fu doMrfbcrs intestiao-
« rum : se enim post ieves ' dotores , atit ' certe cum
«( mioimè magnis ntillav teantfestti ^bre^, balla conval-
« sione ^ nullo vòmito^ atHÓno^ ac corporo sàlls vfgen-
« tibuSy de ifttprdviso vidisse aegros in praecepa me
« rey et cito erìpi ab latente' iAiàmraatione', et spha-
« celo nec opinato iotesfinomm /' >cum b«ec^ mqoaixì 9
a snihi inculcareti qnaesivi ex perattento ilio medico^
« et diligentissimo observatore, qoibus igitur ex si-
<« gnis proximufn intelligere pertculum, et praf^nun-
« dare saltem possemils« Ilio vero ex^' pillili y'mquit ,
4 abdomine, facìe. Pnlsùs enim hamilis, et 'debilis
« potios , et qoi , si bene aitendas^, ' sibi subobscui-e
a diaaimilis: abdomen aotém ' tensum , et durumf^ et
« cnm dolore quodam : facies deniqoe intoìiti alìquid,
• sed in aliis aliud oslendens , «t interdilim oculos quasi
« exterrefactosy alias lìvorem quemdam dream labia*^
a animadverterim \ haec inqoit , fere ^ nam atiquando
ff lingoam etiam adnotavi Land bene sa habeatem.
«è '^asibtfs "Sé 'tfl)$\trViitidtf pfaét^uerint; ( De se(l.><èf'oMM.
« tovrb. m'3, cpwt. 95, ^Sir ) » G. P. i^HpiJb^pJA
VtVàiiì^lé ^vis& -i léiedid d^ fioritile àfl«rizidli6 'ttUo
bCÉttito ràdàment^ detfentefitidle colle «^enti j^iMb^
che ooi 8tiiiiiàtnó di tjdì ripotiart t \i S^ qitabum&
« óoà expério» Réet ti^s hafc «igba hi alirs-Um' tfé-
<t nifesta-, interdum ^alfunt! Saépé dempe iStt* ft^Mls
« in pulsibos utìabra; ardor, dolor ad i^leéliaai' i^iit
« Ottllus > aut certe nou vehemeos ^ nec fere uila^tan
« diri morbi phaenomeoa observaatur: ram vel ubi-
« qae iitAammatio , symptomatica plerumqtie , ioCe*
« sCioa j vel ipsa jam gangraena tenet < Haec
a ioterim siieotis mag i« -Daiarae , qiiam medicorum
« errore praetervidentor ; sutìicitque hanc artis buina*
« nae imperfectloneai eo potisnmum fioe ad notaste, ne
« i« ^B^.id^^^i,I^orb^^^fJl.^}a|(vif \q.ai^
« teDtioQenk re^semiis; te ne ob pluriutn symptomà*
« tum defeOtum mox ad illuni inflamrpationis praepo-
« slere coocladamufl. (De enterilìdé.'§' 24f*y'* *•
Nella stòria riferitaci dal Bettingetì si ha un esem^
pio di infiammazione intestinale sHSseguita^ da encjl^a-'
lìtide,*e da idrocefalo acuto; e questn ^1 pu&'s^tigare
per il consenso delle membrane gasiró enteriche cbìlb
cerebrali , consenso dimostrato pribcipalmente dà Br*6ui'
sais y e da'Scouiteien'; ma chi leggei'ìi il Morgagni àU
Y epTstoIa 34 e 35 ^ troverà delfé osservazioni pató'ltf-
giche latte da esso, e dal Fa?^a/i^^ comprovanti C(>'aMs
alle infiammazioni intestinali soglia tener dietro 1' affe-
zione cerebrale che per lo più termina in idrope acuto.
In quesc' osservazione si può nimproverarr ^i Bel'
ingerì di non avere indagata lo stato dfUfk ni^em|»fa«^
mocosfi. dd v^ntrioolo, e dell* inMIlino diipd^oj ma
amncuetenno eoa eno di. non conptcore Gloria £,dao-
jdfnitUe'aoQtay e semplipe; vi esistono bensì . osservar
. aioni di flogoii del duodeno congiunla eoo quella dc^
ttifasijinl. tenni, di coi ne riferisce efempj jl JUarga-
.-C^' ti Joego soperiormqnte citatQ, Molti autori però
tiattar^o delle malattie del dnodf uio , . fra. i jqnali F.
M<oJ^mann j Laviroue ^ Schmtedel, Yeats, la di cui
opei» fu a.nali|(£ata nel voi ^4, pag. 138 di questi
! - . ' *.
il (ti. i' ..iiilJiiK »nft> •'
> ^ 4 h *
C. G.
Biografia Medica Piemontese i dèi doH. Gio.
GiAcomo BoNììio« t^ol* 2.^' Fascic. i.**
• • F * *
Torino i8:25.
^ .. . • i •
J^L primo (as^^icolo del secondo volarne di qnest' o-
Pl^ra fa precedere il suo dotto autore una cortese let-
lera diretta ai cultori della storia letteraria patria, e
.in essa A mostra riconoscente a coloro che urbana-
mente gli segnalarono gli errori e le omissioni, in cui
incorse nel I. volume (i)^ aonnntiando le opportune
1.1»
r
(i) Veggonsi i'/asdcòU di la^ e agosto ^8a5
di questi Annali. '
corresbiBi dft iùtttmì ttf fine bell'opera 'yIcm^/ é nd
mèéeiiaio tmnpo si difeode cen'pwri delìeatena. dalle
troppo ^oltiU q^iniom, che piacqae a taluni da* suoi*
lettori di iargU, allegando^ potersi beosi « dal btogra*
or fo ricercare che nulla dica che non sia vero , ma
« non già che (accia quello che di rilevante sa / o che
«tutto rifetisca ciò y cfae, ai pèoati altrui iiiriinanien-
« te appartenendo^^ non* può essere noto abbastansar
a allo scrittore. » . '
Assai comiderevole si è il namero de* mèdici cho
fioriroiio ìu Piemonte nella prima metà del secolo de*
cim'oitHVOy de' quali si fa menzione in questo Fasci*
colo', e ci sì vede con soddisfazione ' in quale conto
dagli Augusti Sovrani' della reàt casa di Savbja at
tenessero in quei tempi i serenanti die col sapere, e
cogli eruditi Scritti la patria iUiistt^vaoo , con quale kM
devote ambizione a trasiobarsi nei loro Stati i Dotti
stranieri inducessero, con quale generosità^ finalmente',
degli mi, noni meno che degli, altri ,il vero'oMrito, e
le sparse fatidie ' sapessero ricdnbpeasare;
' Tm liB altre , ^meritano* particolare attei»ione le pa-
gine eonseirate 'aHa memoeia ir -
— Di Lorenzo Teftraneo^y iq data *del 1701^ a eoi
ai de^e$ tfn-ioter0Mante lavorò sulle' glaodole mnci-
pare,chiamàfe mUiari da< taluno ; e dà esso disjgreqate^
sulle glanduiécon^/ome/'ir^e'deiruretra, la cui inven-
aione , attribuita forse con iroppa £icilità al Cowper ,
Ih dal Bianchi aasegnata al medesiiéo . Terraneo , e
ani mali l'.eHe i^aaiktle dell* uretra in generale, 'le quag-
li riguardò come sede della gonorrea ' virosa , traendo^
^one le prove dall'anatomia patologica^ un compiuto
Trattato inadit» di' anatomia scrìtta * eoa i eleganaa ad
994
éio ée' «aoi'«Ut€vi; Slitte y^ni0i,iUrr9,ibpUtni$aip9n,
nieoii ,. ed un rircot ..erh^cio i qk: 9mp\A: Im cùftOcinata
optUezione di piante 4d..arl«hre ,JUiùni^, |f0i9«d<a^ ìa
eggi dal P. BaibiSj ora prtofeaforA di botimiGa in
• -^Di Domenico jinel, chiriirgo francese, che $og-
gioroà lunghi anoi io Italia , e specialmente- in . Tori-
no colla qualità .di chirurgo^ ordinario 4fUa. madre di
Vittorio Amedeo II. À questi v^ debiirice V arte ohi-
mk-gica della proposta di operare gli an^atisoii col
iDModo falsameDte di ;poi atirihuito.aU' idglfse Hunier^
come pure al medesimo ai deve aturibuire 1! ifivenaioae
del metodo di curare la.Bstola laciimàle, mediante riti«
mrdmioiie d'una ionia. pei piiinrilacfiBialiy ad oggetto
di xialabilire la oomnn reazione tra. qoeaii ed il sacco
lacrifnale nel* condottq - nasale , e mediante .approprìate
iejezioni >atte a rimediare alle condizioot- morbose ^ «fi
del (e. parti:, malgrado die da P/i/»b , ^poscia da Sto*
none^ Ralfingio^.^ BarioiiM> ai fetae gìà.*perlaA« -fioa*
ibsaménte della puMibilità di talo operaileMie. , . . .
^ Di, Giovanni Baiijtsia Stanchi ^ .ài frttagUa .p^rt-
«ia milanese, nato in Torino ael ifiB.r > ed iari laurea-
tosi neh' età d' anni 17 ; a. cui U iiecroM:o|Ma patolo-
gica deve gran parte de* aiiéi ftrogressi» Fn tenuto io
conto d* ano de* migliori hoalooiici doU'tetà siià , «fa
in visia di etso chetar JodaCo. Sovrano ibca cOstrurre
il ppbblico teatro anatomico in iin\ ampia sala della
R. nniversità, cJae flcf*'e àltiMknente aHè sf^iens^e di
fisica. Le sue ^mostraxioai di tioltoaiia anreYa«o tanta
fama, che non r solo -iisi^ndeóti ed i- mediai > nui .gran
DQhier»D di persona addente alle «ahre «cieofe, 9Ì aflbi*
k^anoiper xiaararne Un* Btikt Jt prolsoda isiraxioiia.
Cooperò. aUa cómpilaauope della farmacopea Torinese*
radano nella propria casa, an ricco museo di storia na-
tarale, e di CQse speitantl all' anatomia, ed a. tali oc-
ciipa;KÌ0QÌ scìeptiScbe ^eppe pare accoppiare la coltura
delle belle lettere $ ne gU maqcar^inq luminose testi*,
monianz^ del conio ,.in cut era tenuto in Italia ed
air estero, 1'- università di. Bologna non solo lo aggre-
gò a quel celebre Istituto, ma lo invitò nel 1720 ad
occupare colà la ca^edra di medicina teorica, che ab-
bandonò tosto ,. esseiikdo stato eletto a professore pri-
mario nella, università di Torino ; le principali acca-
demie letterarie je scientifiche se lo associarono , ed eb-
be corrispoodenta coi letterati di maggior grido, al-
cuni de' quali si lecero pregio di dedicargli le loro
opere.
Tra i molti lavori deh Piancfu , menò gran rumore
la sua Histoìia^ hepat/ca, seu de hepeuis s^ruciut^a,
lisibus , et moròis, della quale si ebbero io pochi anni
tre edirioni> ed in c^i de^risse il .primo eoa grande
esatlezta i ligamenti sospc^nsorj del fegato , assegnò a
questo viscere , oltre 1' uso d' a jatar la digestione ,
quello ancora di fare,- colla milza un diversorio pel
taogua, opiqione almeno in pafte riprodotta da Bichatf
f sosieqne V episieoza de' condotti epatO'CisUei , lochè
gli suscitò contfQ Morgagni ^ il quale si prese a cri-
ticare, narniiiamente non solo su questo , ma ancora
aa varj altri punti V opera del Bianchii sul quale pro-
posilo il, nostro Bio^grafo tenta di conciliare la cosa,
Qpxì addurre ppt^r essere caduto in errore il Bianchi
per r esistenza d' alcuni vasi sanguigni ^ o filamenti
ci^Uulofj presi peiir condotti epato- cistici , ovvero per
essersi queiti. rei^meote p^seryati in . alcuni rari$^i<Qt
296
casi , e neir islesso tempo lo difendè con buone ragio»
DI dalle impQtazioni, e dallo spregio che a questuo-
perà fece il Portai y il qnale pòi, nel corso del ano
libro sulle malaitie del figato y ne inro«ò'pf& di ven*
ti volle il nome e 1* opera, come di grande' aiitorìtii
e di gran prezzo ; ond* è che non dubita di à89ef;nar-*
gli il posto tra i Lancisi, ed i Ramazztni , decoro ed
ornamento della medicina italiana.
Fu desso nno de' molti avversar] del sistema dell' ir-
ritabihtà Halleriana, Molte osservaziotii dal medesimo
furono fatte sulle gravidanze estrauterine , e sui parti
preternaturali, ma cadde in errore nel decidere che
r operazione cesarea sia sempre mortale nelle gravi-
danze uterine , è solo si possa praticare imponemente
nelle gravidanze ventrali; come pure nel credere, in
nn prolisso Trattato che diede soì vermi , che i lom-
brici Steno natorali ed utili , anziché dannosi al corpo
umano.
Nel 4757 pubblico in Torino una raccolta di ciò*
idnquantaquattro tavole anatomiche > contenenti do^
cento settanta figure, di cui si fece onorevole mei^
zione da Francesco Aloi) ma merita speciale atten-
zione qoanto il Biografo ha scritto sulle Effemeridi
medico - meteorologiche manoscritte del Bianchi dal
X'j^i al 1746 > e che estrasse da un ragguaglio che
ne diede alla R. Accademia delle scienze di Torino il
prof. Vatsatti Eandi, Difficile sarebbe ridurre a brevi
termini tali int^essanti pagine, e ci limiteremo a r^
ferirle un passo di questo illustre Fisico rapito re-
centemente alla repubblica letteraria. « Dal com^
« plesso delle osservazioni e delle riflessioni registrn-
« te in queste -efemeridi ( cosi il Vassalli) parmì pò-
297'
« tersi dedurre non solo essere aMatlo erroBiea l'ac*
« casa che si fa alla medicina ptatica di non èssersi
« pepfc7Ìonata dai tempi d' Ippocrate sino a nói , ma
« ancora che si vada ogni giorno perfezionando , poi»-
« che si vede che nelle gravi malattie molti piti pe«
« rivano allora che non al giorno d'oggi, e hen mi
« ricordo , che ancora quarant' anni fa circa, delle per-
<i sone aflètte delle cosi dette, volgarmente febbri pi>
« tride e maligne, pia d' un terso ne moriva, mea^
« Ire in oggi iappena ne muore un qointo, »
-^ Dei dòe Fantoni, cioè del padre Giamkauisia,
erudito in ogni ramo della scienza , creato professore
di notomia, e poscia nel i685 eletto alla cattedra di'
medicina pratica, è finalmente a quella primaria di
teorica , e del figlio Giovanni^ che in età d* anni 19
era già ascrìtto al Collegio medico, ed ai d5 nominato
professore di notomia. 8' hanno del padre trentaselte
anatomico-mediche osservazioni fatte di pubblica ragio>-^
ne, e commentate dottamente dal figlio, tra le quali
giova rammentare quella che s'aggira sovra ui^a ra<*
gazza di vent' aimi morta epiletica , in cui si rinvenne
eranium crassissìmum ^ menmges aridùsimae j meduUa
ohlon^ata bilioso sèrOy infecta, e nessuna traccia di
sutura tra le varie parti del cranio , che pare» forma-
to d' un osso solo , e quella d' una ferita nel ventri-
•olo sinistro del cuore penetrante sino al destilo in
un soldato, che non ostante visse ancora 17 giorni.
Ideile varie opere del figlio, il quale dopo avere in-
trapresi varj eruditi viaggj air estero per raccogliere
utili nozioni dai bei ingegni che allora fiorivano nelle
università di Francia, d'Olanda, e d'Allemagna, e
dopo %Yere coperto con gran decoro' H piostò di pro«
29»
iessore i^imario^ fìi luil 17ÌI9 nomioato riformaiore.
della, R. ooiv^rsità col til^o di preside della facoltà
medica 9< e che poi compì la sua carriera n^U' avan-
zala età A' anni 83, nelle varie sue opere, dissi ^..« mol-
« ta doUriiia ( così ti , Biografo ) con la va^sta e ben
« ordinata erudizione mirabilmente rispleude. G>taQto
« poi 1* aureo stile angusteo' elleno spirano e rammen«>
« tano f che a buon diritto le scrittore del Fontani fu-
« rono i^ai sempre proposte qual modello del bel
a dire nella maestosa lingua del Lauo»» La s|ia ana-
toqfiia ^ tenjita dai contemporanei , e. massime dalZfan-
cisi\ per uoa deUe più compiote che sino a quell'epo-
ca sì lessero divulgate, è ricca di viste fisiologiche ,
f di oonfutaziooi di ricevuti errori , sebbene molti an*
Cora ne contenga proprj dell' autore stesso. - À.$segnò
^U' olio y sì abbondante ne* gran cetacei , !* oso di
rimpiazzare la vessichetta nfitaloria propri^ solo dei
piccoli pesci; si assicurò eoo esperienze direste, ed
osservazioni patologiche , che la milza QQQ è d' asso-
ìyiìfk fieoesàità per l' esistenza; dimostr'ò che Ja mem-
brana carnosfi dello scroto , non. ostante cotesto suo
nome^ appena ha in qua in là alcuna fibr^ che possa
parere carnosa -, spiegò^ come .no^ è sempre indispen-
sabile la legatura del cordone .opibolicale ; ricercò U
presenza, e l'uso delle glandpleti^ delle valvole tricu-
spidi^ e semilun^ri > e confutò il RqrelU che volea sue*
cedesse in un sol frattempo- la <4stole delle orecchiet-
te/e quella de' ventricoli dj^: cuore; espose i ^ooi
dubbj, se alcupo possa verameu^ traitetiere tanto i)
fiato che si affoghi , parendogli ifBpossibile che c^hiuqh
que si sforzi di far ciò lungamente, non ^livi prima
ad ioA^bolirsi , e a cessare lo ^fòrso, che % nsorire,
il che ci sembra molto consentaneo coli* uso recente**
^99
mente. M lUUdndo assennato qi nervi pneamogMirici ,.
9Ò alla Dccesftità d' nii sangue oistgenato per vit della
respirazione per inaQieDèrtt \t facoltà de* nervi che
provvegfpoQo alla locomozione; combidlè p»re quelt-
r altra opipione del fior^lk], il q^ale ponea nel dolore
eccitatosi nel feto pendente il pavtd la: causa della prt«
ma inspira^ipne )' osservando che net parto cesareo, in
coi il'fetè non soffre dolore alcono, pure comincia a
respirare. In. ulna raccolta de' sdoi. eposcoli medici e
fisiologici ) \iene del Fantom impugnata con sode ra-
gioni e con esperimenti adalta&i la teorica del moto,
e*deir:ioflueuta della dora meninge sopra le seosazio-
»i,;e mi movimenti, delle altre parti del capo, fon-
data $aHe .supposte fibre muscolari, di coi la credet-
tero dotata il Pacchiom , il Bacivi, il Lana'siy il F.
Ihffjnjinn j ed altri. Di non minore importanza . sono
i suoi scritti «olle febbri miliari y le quali ne' primi
lustri dei secolo XV HI si fecero frequenti in Piemon"
te» oaa&sime. presso le puerpere; provò l'antichità di
questo efiftolema ; ne descrisse i progressi ^ e la- d^Op
#Ì09e nelle varie contrade del mondo aulico ; ammetten**
do le febbri miliari acote primarie^ .diede un' esatta
idea delle soe variata ^ de' siotomi , delle cause , èA
pronostico ^ delle alierazioni visibili oel cadavere , delle
malattie pedi<;seque all' esantema ; osservi^ come im»
perversasse meno nella classe povera, che presso t
ricchi di maggfiore sensibilità cutanea provvisti , e come
la troppo elevata temperatura , e le troppo ai>boodaoti
e fitte cdlri a) suo svolgimento cooperassero^ rileva
di quanto danno nella cura riescisse il metodo calefa**
dente e atiiliolaiite dai medici sasaoai adoprato in v|r
sta dcUe l(|ro q^etiiofte idee 4^ acidità tsmorali g e cno»
daoodlido ì p^flnti^ cardiaci, gli alesitAnrmàci uedià»*
ri, e k firragiiiB de' med^eaiiMnU , con»tgliaTa Tipe--
caquaiift,' le bevande dilDenti e temperanti, il nitro ^
gli acidi vegetabili, e che l'alvo discretamente libero
si serbasse, non ommessa Tapplicazione de'vessioanti ,
ed in rari casi la flebotomia.
— Di PUeiro Simone Roahauk chirurgo^ e membro
dell' accademia Reale di Parigi , chiamato in Piemonte
da Vittorio Amedeo il , ed ivi nominato cliimrgo
della reale persona, e chirurgo generale de' regj eser-
citi , poscia professore all' università. Nelle sne osset'
vationi anatomèco-fi^óhe pubblicate in Torino in Hn-
goa itakcn» nel 17:14 si rinvengono alcnne sue viste
particokiri solla gravidanaa , sugli involucri , sulla vita
e sulla circolazione del feto , state criticate dal Win*
slaWj e dai Halhr j abbenchè egli vi abbia saputo
confutare là dottrina degli antichi^, i quali pensavano
che il feto ricevesse per bocca Y alimento, e quella
de' suoi ceotemporanei che assegnavano per alnoento
al feto* un sugo latteo uterino, > conchiodéDdo egli; il
ieto :nntrirsi di una tinta' dolce e sottile col sangue
materno recatogli dal cordone onibcllièale ^ cèreo inol-
tcé di provare l'ingegnosa ipotesi, « che H sangue
a della madre portasi al feto mediante i percuotimenti
«che sopra la vena ombelicale e le sUe racdiei eser^
« citano le arterie , dal che raccoglie che* la foraa con
« cai arriva > il sangue al &to è jempve propòraiotiata
« a qualunque afato si. trovi, e che la circolazióne
a nel medesimo è alfatto indipeiidente dal cuore della
« madre»»' - t • .. «
- '»H Dì Cario Bicea^ figlio del. Conte ie Protomedico
Bietro Pàolo f che ebbe in retaggio 4^1 ig;«iiitore|i è daL
.Ì'.àvoIq.( drik>>..di. cui ri fii^ m«izÌQae n^ljptiitiaJiro.
.«[i.0diifh«Ì7 «: icke ^ Qaolox%à%0'4fA\ R'egj 4^ v^i<^; viaggia
.JPAKiMtrA^vL'i^^iltipr^a, T Obnda/.e :U ìSicilia,j. r^ó»^
.'ip pal/^f ;fii ^«llPii |>rqfQS9ore ii> Ifolq)|iì«,|i.^i ;$ni
diede var| corsi precedati da eloquenti orasii^i , $iqc^
demich^^ o^i^.m^ggìorm^me spiccò il 4ii:Ii4vj9eBÌ0 , si
III pei descriveiie l'istoria ddlf naalauie epi4oa^Khe che
4egQaroqQÌK fo^^ipo oel.i^ao-oii^aa^aJSiMt^^sa peiroi-
.« servare ^.ekigap^a. < cJbifu>ezfii| nel^des^iàve^e ,: erudì-
,^:3&iobe ed ordine oei ms^n^gi^re 1^ co^lffaua^ey.ecop
4f le, doti. 4Ìi»golaù. opde va .adorna queM* <»pera Jn^f-
^ rì»8imij&sjina.^ e cine nieriurooD alU^^itoi^. 3uo T ^-
;« «ooire di eAsere . paragQQiilo salto' qn^s.tO' riguardo |^-
.«' r immortale. S^denham^ con le. opere del.qiiaie qaej^
« del nostro i^rofessore forooO riHan)p(^tQ.nell4<#iagnji-
« fica edizione di Venezia del 1763 ».
— Di 6. Bartolomeo Caccia^ Torinese, eletto a Pro-
fessore di Botanica quando si eresse questa Cattedra
neirUniversilà di Torino nel 1729; per opera del
quale si stabili Torto botanico nella R. Villa del Va-
léntinOy che arricchito successivamente dal Donati, dal-
V AlUoni, AìxVDana, e dai P.»* Balhis, BtroU, e Ca-
pèMi di Scàrnafi^i , può ora gareggiare cdi pi{i celebri
d' Italia. Fu sotto la direzione 4^1 CdcC^ , ^é Gìq.
Battista Morandi diede comiociamento nel ii"^*^ alla
superba collezione di dStegni di "pkpie» intitolala: /co-
nografia Taurinemis , a cui lavorarono in seguito il«F,
Péiroién\ G. SotHone , e la vivente Jtngebca di lui
figlia y talché vieh già cooiposla ' di . So gran volumi ta
foglio > de'-qmlicadauflo. contiene- cicca . l5oi .tatole,
non* meno ookimendabili per V esatteaza del* disegnO|
che |)er la delicatezza; e vivacità del colorito.
-r' — ci&ir0'^ TommaMf GaéAaH^ itktiriB^det CaiUiv^,
resoéi^ cdSebre :p«r alcuoe clì^S9érc)EisÌo6r''*tiiiblé^to*,: ki
etti 81 lasciò però ledurre' dal jgeti^io 4é\% «ij^t^yf^è.
per i adot^séritti sulle febl^ì '«ftànb^{]te^#itlilC>tàiMé,
^ttel quatei'clirgocìieòto si mostrò cHiiiei»* glfadlttidMi, 4d
tiss^l-vàCM^e protbodo. : i^ . ».v i • -
Per noè' iriikiDgarci di troppo oel date ntt'èìilgglb
d^ un' opera iiycapace per ^a aatora d' eèsiéli» sdilfbpe-
fia ad iitfa vera aéalisi, vinmbdèreiiio à lettore 'tf Mi*
bro stesso, ove ù voglia istruire in qo«sta - paf te deHa
•toria<''flCÌètiti§ca piemontese , e ci troverà d^i/ otite pa-
icolo begli atticfolicoocerneitti P. Q. AUerisùt^, P. G.
Bontà, A. Rcdruty <t\ A. Beui^^ àL Alberiti G, A.
GiànoUo \ ecc; , de' qùrii tatti , p}ii o meno diffosa-
mente; colla maggiore esàtt^^sza possibile', ed* in scelto
stile implose il nostro Biografo a rafgiohare.-
£. Rìgnon,
Nuoi^i Saggi della Cesareo-Regia Accade-
mia di Scienze , Lettere ,ed^ Arti di Po*
doua. F'oLa.'' Padova. Galla Tipografia
^ delia Minen^a i SuS.
r. .• I..*. ,.».
< f Seguito dalla puf. 928 4iet, pràced^iue volume}.
monto Ma derwatione detta- pareva SifiJtde^ Jft»
moria «db* Givsbppe MonvEs-Airvo. -<^ Lo Swediaury tiel-
r Opera< sulle malattie sifiUticiie, scriveva'.*' e la Vooe
Solide seinbrami derivata dalle p9soìn Sés pveus^ p
>3«3
phSia éimoTy eemé se si àUseAe' affwrfrùreìmiiìi^^zfipw:
porcino, amor sozzo, o malalftia pròvm^te ^da i.un
coitb ittipiiro » } e io allro laof^' della usiejisa Opinali:
« la malattia siyUitica f- oyttero la sifilide , f dalle- \o^i
'sòs porco ^ e phtiìa a*no:^e y cioè aniovè^ soszò jotriifu-
«'paro ». Per- dimostrare 1* erroneità di: jififkfcla jebitDoIp-
>|[ia della vtuce Sifilide y usata, come ^ogmi»! sa, per ria
«prima voUa da) Bracastoroj X illastrie prbfi Mont^anlo
comiheia dall*' avvertire,, che .sic<^omet il : Fracastoro.,
se^tntanda 4e « 40tlricre astrologiche a' suoi/ tempi :jdomt •
ibanti, aif^i fatto 'fiàscere ìliimorba.gidlttor dalla: coq*
■'gluttziofie di $flfarfio,-;''diUjtove e Marte, .e daL.geat-
irale incusso d^ll^aria , cosi slirebbo eomroetterela più
•hfanlfesta- coiftradérzìone , la 'piii»' strada iócaèrénnd. in
•snpporre, che per'dmotare^iiTinoHiD galUcqf ^«1- sommo
•filosofo lavèsiie vol'ufo scégliere ma paDohi»*clie -sigbifi-
'cksse a na • origioe dW^sa* ^ da ' quella che : al morbo . egli
étiesso avéa* a66egnatiai Ne poh* àvery?. dubbio che il
Ftacàsièfon^n fosse 4' inventore delia pàvél» S^Hd».
Innanzi lai questa voce' non a«ea-90ooato éutte hibbni
di^verun medico per indicare ve rntìa nuakltm, e molto
meno' quella- di cui si ragioiiai oiid*'^: che -tìot stiosso
Fracastoro, aowoveraado nel suo' Trattalo i'nfeoii< di-
versi ad* esso imposti , ed accepnaDdò il motivo p%r
cui erano stati adottati, ha detto semplicemente', al-
ludendo al suo poema: nos in nosiris ■ lusihus appeU
ìavimus Sjrph^éem'y senza punto arrestarsi * a t^giouare.
sol significato , o ad illustrare V origine ' di tal voce ,
essendogli bastato, a quél che seihbra,' lo*ayer avver«
tito eh* egli avea dato un nome nevaio ni motbo ìa
discorso. — Ma , donde il Fracastoro ha tratto la pa-
rola StfiUde ? Il chiarissimo sig. Montesantì^ trova facile
efroptft la rifpQiU.Q«l Hxito ed. dIImìo libro del po^*
•ma la SifiUée ^ oye il Fracasiaro canta le. lodi àéi
Lagna' goajaco y'nel ^oale tanto coofìdavaài oo tempo
per la goarifiooe degli infetti di mòrbo gallico. Il poeta
^iiri fioge dw^ giunti ^li Eoropei in America » ove
<|oella: piuita cresce spontanea y.:e viati <pMki . religiosi
fiti in no gfìavno aalenoe compiessero quegli abitanti
io mesaò ai' boachi :dt queir arbore per essi sacro,
chiedessero al Re Americano , di cot gik , coavi vendo
iosieme, avaano apprese Ja Uogea ,'va|;io*e di ifàM%
pompa singolare. Si/tlo (riapfise il Re ))• pastore delke
gregge di AhUod^ sovrano dell' Allantide , lasso un
gioma di sostenere ia sferza de' cocenti raggi del sole
'€> deploràodo che i numerosi armeÉti da. lai cMsioditt
mancassero per l'estiva arsura del necessario ristoro,
-ardi insultane coti empi modi il Sole, negando di piii
aagrifioire a lui, quài comun Padre e Nume* Ad JU"
cMo soo.^'y S^h invece innalz/k akari ed. arse in*
censi, e lui imitairono pastori e villani |. dopo, di clHr,.
pioaegne* il ^narratore americano ,
'. Yiderat hliOi qui cunda videt, qui aiugitila lustrai ^
.Sol pater, atque animo. seco m iodigaalUs^ ioiquos,
intorsit' radios , cft lumina fuUii acerbo^, _ ., ^
▲spectn quo Terra parens, correptaque ponti.
£quora, quo Cactus, viro subcauduit aer.
Protinus illuvies tecris ignota prdfrBÌs
Exoritujs. Primus , regi qui laugfiipe 6iso . /
Instituit divina, sacrasque in montibus a^s.
•SjrphUns , osteodit liirpes per corpus aehores.
.losomnes primus* noctes, convuUaque membra
Sensit| et a primo traxU cognomina morbus
SrphiUdem^pn^ at e^ laiem^ dixere coloni.
»J...
^« A cbé dun^éy prosegue 1*^ illustre autore, cercare
altrove 1' orìgine della ^ "^oce Sifilide y se. Fraeastoro
istesso ce iie istruisce^ e ci addita nello sciagurato
Sifilo colui onde la malattia ebbe principio e nome 7
Egli pare che là semplice lettura di quanto il Fracco
sloro, ci lasciò scritto nel suo poema la Sifilidàyed il
brevissimo cenno che nel brattato dal morbo gallico
& lece sul nuovo nome da lui impostovi > provi ab^
bastanza eh* egli non crédeva che quella voce oflrip
potesse .soggetto a commento veruno , e che non in-
tendeva poi di dare con essa spiegazione alcuna sulla
natura e sul modo di propagarsi del morbo , e molto
meno ammetterne giammai una, la quale racchiudesse
idee non punto, confoimi alle 'sue dottrine. Ne .avvi
ragione , per tenere il nome di Sifilù j pastore di ^l^
citoo > come suono di legittimo . conio greco , mentre
se tale fosse stato , sconveniva alle circostanze del luo-
go e della persona > su cui tutto si appoggia il
macchinisaio. pcetic<). del : terzo libro ,- oye veggono nar«
rati i. tristi oasi di quel pastore» . , , > ••^
L' insigne letterato e grecista profondo Lilio Gregoria
Giraldiy di, Ferrara > scrivendo il suo primo dialogo
Sui^ poeti deir età sua, cioè di quella medesima etii
in cui vivea il Fraeastoro j disse che da una .voce
barbara questi avea preso il nome de' suoi tre libri
De morbo galUco :. ipse a barbara voce ^Jijrphilida
voca/. Dal che ne sorge per diritta conseguenza j| esn
sere non solo fallace .l' etimologia dataci dallo Siyedf^tWp
ma ogni altra pure, la quale sia fondai sulla S|]p<
posta greca derivazione della voce iijilo , come sarebbe
quella di Sin et phylia , (jumi conc&rdiae et ornici^,
tiae venerece partum , seguita dal Falloppio ^àaì Saw
AifNAn. Voi. XXXriIl. 10
:)oo
\
sHi^es e da altri ; o q^iella di Sxf^oSj deforfnis y a
cagione de' gnasti che sulla laccia soleva ne' suoi prìtH
cìpj presto recare tale malattia; la quale oltimii eti-
Biologia, sebbene- proposta da akani in passato, e
sebbene dichiarata per la pib probabile dal Méìin^
pecca tóttavia aUres) in questo , che attrìboisce al pa-
store delle gregge di Alciioo tal nome , che alla de-
ibrmiti del suo corpo alladea anche prima eh' egli
provato avesse gh effetti dell'ira celeste, e <qnando il
bel fiore di gioventù e la natia robast«eza rendevano
per anco a lui cara la vita e gradito a. lui il suo a*
spetto.
Dal sin qui detto vuois*r impertanto conchindere
che come la voce sifilide nacque tre secoli or sono in
Italia, così a un Italiano era nserbato Io svelare me-
glio che altri la sua Vf ra vorigine e il suo primitivo
valore.
Parto per fano osservato neìT anno 1831. Lezione
cccadenUca di Viir.ccifzo Gaetaito Mal^cakive. —
Sa di un caso singolarissimo ' versa questa Memoria ^
ài up parto, cioè, che non potendo effettuarsi per
ÌCr consuete vìe genitali éella donna , venne per le so«
)e forze delfo ^natura mandato a compimento pel po«H-
ێ, rimanendone la -madre superstite e sana. '^ An-
geia , Ynogiie- di Paolo- C^areiti^ éi Acquapendente ,
negli siiti Pontifici , di temperamento astenico , in-
debolita dalla privazione de* beni di lortuna, e dalla
aecWsliti ^i condurre una v^fa disagiata , ebbe un par-
^.natorale/'é iaeèessivamente tre scoticiatore, 1' ulfi-
Itia delle quali nel mese di gennajo del 181 5. Qoal-
cìie "tempo dopo, (tiob rìcordandnà Ja dotana il preci-
so ) tornò ad essere gravida per la quinta Volta , e
/
3oj
idrante la '^ravi^aoia tmlla ebbe a (>atire ài stt-aordi-
oarioy «e tioa che intorna al mese dt marzo del seguente
jiuao i8i6 comparvero leggiere doglie, alle quali tennero
4ie(r<^ tre, tMài violente senza akua risoltamento , e
indi diiparyero del. tutto» e cosi termino l'affare nel
giro di <loa ore, Qoesla Vicenda pose in agifaxione i
^gngioQiiy i quali di toncerto colla allevatrice chia-
j»arooo io soccorso il chirurgo operatore sig. Vincenzo
6r/&% .dal qpale.^ mentre vi vea I il prof. Malacarne
veniva «consitllaCo snlle circostanKe che accompagna-
vano qoestd lafio patologico. La mammana ragguagliò
Il chirurgo delle passate doglie e della ' rtfttura delle
acque prima del di lei*arrivo^ del cke era stata àssf-
4;orata daU' inferma , la quale dichiarava dì aver sen-
ato ufi certo crepito , ed' iodi colare le acque ; e iti
sbatti l'avea trovata tutta bagnata: soggiunse inoltre
ia allevalrice, che eiaao comparsi alcuni segni sangui-
gni p % quali aveano contamidato 1' ambiente di quella
slanta con'Ono atraordioiitio fetore; e quanto allo sta-
to dell* utero non sapeva e^a >dife se noti che era molto
alto f si che appena il- poteva sentire ; che nondimeno
avea riconosciuto l' orifizio perfettamente chiuso. Stante
le quali xelazioiri credette il chirurgo operatore non
essere ginala ancora l'opera giusta del partorire, tanto
pib che r inferma sosteneva di essere gravida in sesto
mese soltanto. Infatti, le doglie mai più non compara
Vero^ e 1' inferma non soffri per allora altro incomodo^
a riserva del latte che aflui alle mammelle pel giro
di ventiquattro ore. Ma nel giorno seguente fìi assali-
ta da febbre gagliarda pnerperale con sii»lomi nervosi ^
ebe intensi bersagliandola per due giorni^ venneto ia«
v'itati a conferènta medica^ tritra il citato ostetrico ^
5o8
I prof, taurenti 9 Borga^-y i qiidH, ftt«tido esàmtnat»
il ventre della donna , rìnyeniitfrò in' quella regione
che corriapoade all' laCero , Qii tamore duro - e resiiffea-
le, eoa direzione on po' verso il lato dèstro^* il qaiA
tumore percbè appariva assolàtameote^ immòbile*, 'a
fronte delle più accurate osservazioni, hidoase i toii-
saknti a pronosticare trattarsi senza dubbio -di wx
corpo estraneo, sul quale ^ attesa appunto qtielltsi co^
«tante immobilità, nqn si poteva con pr|K;isióne deci-
dere se fosse o no un vero feto. L' utero ìtttdntò con-
servava seospre la medesima situazione poc' ansi accen-
nata, e senza che al muio di tinca apparisse; H me-
nomo cambiamento* L' inferma sollriva un acuto \ ed
insistente dolore «ella regione laterale destra del ven-
tre. Per unamme consenèo dei medici e chirurjgbi con-
sulenti si deliberò, quello t che si suol deliberare in
simili casi d' indole' anomala e» recondita dai -^ù sinceri
e prudenti, vale a dire di rimetterne' la deoifrione al
tribunale del. tempo, e di alare attentamente osservane
do di quali spedienti stia <pev valersi la medicatrice
natura ove non si fa luogo a medicamenti , né a opè^
razioni. — Difiatti , cessò dd tutto la febbre , ed il
dolore nella parte laterale destra del ventre si mitigò
in maniera tale, che la donna potè riassumere i suoi
consueti esercizii , senza avere altro incomodo fuorché
di sentirsi il ventre un poco grqsso e- rilassato della
parte inferiore. Però ^ dopo quindici giorni circa/ si
accorse che scaturiva dalle parti- pudende uno stolo
abbondante di sostanze viscose verdognole , tramane
danti un pnzzo nauseante com^ di mnfia; Ciò appa-
riva nel gioi:no in abbondanza : e nella notte , stando
in ietto ,; V^eva una, piccola quantità di. sangue. Nel-
5o9
r evacuare- le orine venivaiio ^este intorbidate da
filaiyiepfi membriMiacèi, non sbnsaì qoalche ardore mo-
{est^^* . P.arò questo «purgo per lo -spazio di tre mesi
incirca , .diminuendosi gradaiamente di giorno in gior-
no; e nella proporzione con coi scemava la qoantiti^
di tdi .aostanae, separate , scemava andò quel dolore,
di 'cbe iadofana si risentiva nella parte laterale destra
del vet^se'f'di modo che se ne trovò dfiì tutto libera
ailorchè oesaarono affiitto di scolare le ridette mate-
rie. ^Bitornò nella primitiva salute, e riacqoistò' le for-
te ^7 picchè ella cadeva di essese peritamente ristabi-
litap.i—.Peròy neLimese di giugQO del 1819, senta al-
cana eansa edra)!* improvviso , dopo i soliti «{«pfirghi
menstiali , che mai rabboodonarono dopo il natrimi»-
DÌo, se non che nel tempù delle. gravidanze, tnc«i|ìn«
ciò a rendere nuotamenterper la vagina delle sostanze
fluide, fetidissime e* giallognole da principio, poi ne*
rastre, e jgoo esse alcnn liquame di carne imputridita;
e corrotta. Ricomparve. il solito* dolore al basso ven-
ire, e persistette p^r lo spazio di oltre a tre naesi*
Passato questo tempo, tutto cessò 1 vale a dire ritor-
nò a godere buona salate ; sinché , scorsi ^seUe 'masi
da quest* ultimo incomodo , si troorò novellamente
gravida. Allora ricomparve il solito dolore al basso
ventre ; eA a niisura che si avanzava la gravidanza ,
aumenta va^i ^ anco in intensità il dolore e prendeva
maggiore estensione , sino ad invàdere la coscia destra»
per. cui si rese mal fermo e claudicante il moto pro-
gressivo. Anzi si aggiunse difficobà ed ardore molesto
neir orinare j con • senso nojoso e dolorjoso di pesò nel
basfo -venire , coi quali i|M:ompdi seguitò fino al pria-
cipio di marzo dd i82o,^o«|ia durante i tre primi
3l6
mesi compiali, dall' epoca preiiimibile del coat^pimeii-
tOj qoaodo abortirmi feto maschio oioifro o pi|lyefaC-
te ^ dopo la quale sconcialora y t{>rntflo (velia prialvera
Minte 5 acomparV'e DoovaitticBte il aoNto doUte del
basso ventre. : : •''
Io questo siati» , seDza fiìx. Itirsi misture da ' aleuti
chirurgo, prosegui la donoa iiao ai priixM di ottobre
del jSftOy al qnal pefiodo eoninctia soffiare violenti
dolori di ventre , i quali , aveildo seinbianza di coIh
ca> delermiaaroiio all' iroposiBÌoue, dì qp clistere 'la
mattina del giorno A. Ifteil' elimioatlo per 1' alvo , usci
cdnton^oramatneiite a poche feccteuii peazo di^ osaOi
che p^ essere stato; smarrito non si potè esaminare,
Kel giorno iS ne evacuò »un aliro , mediaute T assi*
^tonaa chirurgica ^ oltesa. certa adm-enoa che aveva colle
inlemj^ parti dell'intestino fretta Nd gioruorm, dopo
lacune goecie di sangue ^ i|e rese" un terzo; e tosto
dopo questa aeparaaione si accorse l' inferma di un
quarto 9 che erasi arrestatolo viciuànitt dell* ano. Provo
essa a inlrodurre un dito (tvA podice^ lo sentì di figura
rotonda ; ma non avendolo potuto afferrare , che le
dita lo avefino an^i respinto all^ iodieiro , ricorse all' a-
jnio del chirurgo, il quale ^ esaminate le due ossa già*
uscite., le riconobbe appartenenti al cranio; ed infranto
Tuno, sembrava apparteneco al parietale; intiero Tal*
fro , era 1' Y>sso temporale sinistro coli' apofisi petrosa,
Acdolosi tosto a esplorare la donna , il veptre dinotava
al lato destro nna dureiza mobile , che iilcomlociava
due dita trasverse a sinistra d^Hft linea bianca , e si-
estendevi ^ passando sotto di questa linea mediana per*^-
pendicolare , ed occupava quasi tutto il fianco , ed ipo-
|Mtf4 d«9trQ^ Mto^gitfodo e cotilropigiaodo in tlivene
Sii
<)2resioDÌ questo toiiiere con ambe le mani, sentìvajM
niatiifestaiiieDte ud crepito o scrosciiHiieolo di oiat ia-
fraAte. Esaiuiaata la vagina e l'utero, nulla vi si potè
rinvenire di morboso , mentre il tatto era pell^ stato
naturale^ a sola riserva d^nua lieve obbli^oità deli'u«
iero^, il di coi corpo trovavasi -nn poco iodinalo versò
là parte sinistra. Fatte ^ in fine , le dovute indagini
neir ano , nulla vi si potè sentire di straordinario , né
vi si trovi cosa akuna meritevole di riflessione. «-^
Tornato il chirurgo a visitar la donna nella mattina
del giorno 116 > ritrov& che. poco prima avea scaricato
parimente per f ano un altro pezzo di o»so> che dalla
tua sottigffiezzaf sembrava un altro frammento delF osso
parietale ur vicinanza della fontanella, Altri peczi, suc-
cessivamente , di mandibole , costole , femori , tibie ,
ecc. , uscirono per la stessa strada , a più o meno
lunghi intervalli , dal detto giorno a6 otiobre 18^.,
iìtio al 6 luglio iS^ii; dopo il qual peHodd , svanito
a poco a poco il tumore addominale , e cessato il
passaggio delle materie alvine per la vagina ^ che erasi
aperto nei precedenti mesi, la donna riacquisti 1* ap-
petito y le forze , la nutrizione , si che ha potato tor-
nare in piena e perfetta salute.
Altri caé: di gravidanze extraoterine nelle quali i
feti morti e putrefeitti sono n sci ti per* la via dell'ano^
si leggono in Feriielio, in Orazio Augenio da Manie*
santo , in Gfo, Langio, inRossetio^ nella Storia dell'Ac-
cademia deìlé Scienze di Parigi per Tanno 174^» nelle
Memorie delta stessa Accademia pet ¥ anno 170S , 0
atfrove. Il caso descritto con tanta esattezza da (r/Ok
Pomenico Saniofim'e dal Poiana nell'anno tj^*]^
non presenta che poche differenze con queUo delif
\
5l3
Cesareui. In falli, « i.^ se la t^esaretii uveA condolio
a baoD termifie quattro gravidapae , V ahra ne contava
tre ; a.^ se nella Cesareu^.wzoB corsi -otto mesì'^l-
l'nhiino parto lodevole aUa; nuova gravidanza preter-
•naturale , in quella del Samarmi furono tre soli. Per
entrambe trascorsero -cinque mesi tra» Y epoca .della
inuova gravidanza e. le doglie .di : parto ; ma se per la
•Cesareiii occorsero quattro anni prima che accogliesse
nn nuovo feto, mentre allaSantorìniana bastj^ un aono,^
la prima lo portò tre soli, mesi , e la seconda sette:
qnesu si< liberò dell* antico feto in cinque . mé^i , e
quella non consegni tale beneficio se non in capo a
•quattordici mesi. NuHadimeno, se considererefno la do*
rata . complessiva dalla gravidanza preternaturale ,. pre-
senterà un solo divario di tre mesi; mentre ne ^durò
«veniitse . nella fCesarètUf e veo/ti soltanto-^ nell' altra.
Furono di mestieri nove interi mesi alla Cesareitìper
evacuare, spontaneamente le ossa del suo feto ; mentre
in qudla del Saniorini si consegui V e&lraziooe di tutte
le parti del feto in poco più di tre settimane ». JLm*
bedoe le donne guarirono perfettamente.
« Queste due narraziooi isior iohe dimostrano intanto
non essere indicata l'operazione cesarea in donna, vi*
vente , giacché le due mentovate donne' poterono iso-
lare tra le loro viscere peritoneali i cadaveri de' loro
feti 9 ingravidare di bel nuovo e quasi condurre il parto ^
a maturità > e poscia, fattasi un' apertura nell' intestino,
eliminarli per quella via , .spontaneamente l' una , e con
innocenti ajuti di mano . cbirorgica 1' altra : conclusio-
ne ,> albi quale cooducoao . altre»! le osservazioni di feti
rimasti per lungo corso di anni o pressoché litiaci nel
ventre materno. »
e-
3i5
Mt, cotne avvieii'egli che l' iiltestloo si a^rà per
,aiiioicl4er«.:il feto. -nella 'propria cavità^ eenni che le
feccieiotest inali ài spanda&o 'nel cavo, dell' addome ,
dove becef sanamente cagionereli^ero subito an' in6am-
IK azione gaogrenosa mortale?. « Quella salutare infiam-
maciotte adesiva , risponde 1' autore > che. presiede alla
obliterazione lelice degli ani ai^tificiali, delle fistole pe*
nétranti nella cavità del petto , allo abbarbicamento
della placenta sol? fegato ,. sull*- omento e sul mesenterio
nelle gravidanze estraulérine y ove 1' uovicino fecondato
neirovaja non ritenne il germe, e nepput« lo trasmise
nella tromba falloppiana ;> quella infiammazione che ha
tanta analogia^ col processo nutritivo naturale fdeUe
parti tra le quali si forma , e che natura jpedicalrice
sa destara con^ tanta maestria ovuoqueiuella econoifeiia
animale faccia di mestieri impedire V accesso, all' ari» ,
trattener liquidi animali ora preziosi per la conserva*
zinne, dell' individuo , ora i^ocivi per la . loro acredine
esetticità, e riprodurre talvolta interi organi distrutti,
somministra , se male non mi appongo , i materiali
per- la plausibile solo ziooe del problema* Di fatti , pre-
sentandosi il fetOy.o le sue parti; a contatto dell' inte^
stino, vi produce/ l'ordinario , effetto di -uno stimolo
sopfa una. parte viva^ il. sistema capillare di. quésta
paite^ per l'aunienlato potere nei nervi ammette mag-
gior copia di sangue e. di linfa 9 la incessante presenza
deUo stimola permanente attivo su vari punii^ di quella
localiià,- determina nei linfatici un assorbimento mag-
gioice^ la pressione fatta. dal feto, il movimeuto peri«
staHico del tubo- intestinale e l' accumulamento delle
materie fecali fan si che si sm,agli , si attenui ., si am-
mollisca; e finalmente si apra l' intestino^ con che en*
3i4
tra il nlapp* del feto in qatlift ctvirk , ^ Mia qmle
non escono le materie fecali: r.^ percM giV sì stabili
pel pregresso flogistico processo 1' adesione delle parli
circostanti ; 2.^ perchè la anssa delle viscere addomi^
sali preme e gravita contro il viluppo fetale, ancl»e
concorrendovi la spasmodica contrazione dei moicoU
addominali e del diaframma^, occasionata dal doloro
che non poò andar disgiunto da tali vicende; e S.*
finalmente , perchè cedendo lo sfintere dell* ano , è piii
breve ed ampia la via di uscire a quanto è contenuto
neH' intestino per quell' orifizio y che non sarefaèe il pe*
serrare i|elia sempre piena e gih chiosa cavitli pesito*
neale. ». • •
Quanto al silo dove crebbero- i feti della Ceuuretti
e della donna di cui parla il Santorini, V autore, a*
^oto riguardo alla grandezza di tali fèti giusta e ma-'
tura, al poco remoto tettipo drloro conoeaione, di' o«
poca della loro morte al di Ik del settimo mese, in-
clina a conghiettarare col SaniorM che non annidaa*
•ero neir utero e neppure tiella tromba , e tinto meno
nella ovaja , ma piuttosto ndla cavità dell* addome. E
di fatti, quanto alle trombe^ l' angustia del sito e la
peànrìa di alimento , non permettono che il feto ivi
giunga a così notabile accrescimento di sua statura ,
che stia in relazione con V epoca della sua eselusione
dal calice ovajale , mentre che nella cavità dell' addon^e
vi è la massima (acilitk di -nutrizione , e minori osta-
coli oppongonsi all' uscita. Del resto , per la via dei-
r ano non si spostano , non si distendono , né romponsi
parti di tanta importanza; non vi è tanto pericolo di
turcidiale emorragia , come ne' parti pel bellico, per
V ingoine; dalle ovajja; dalle trombe, ove serpeggiano
3i5
vasi iMBfiiigBl di a$<9Ì Mupio calare, «e ti confrontino
«alte capillari arleriiijEce che scorgomi appena lira 4e
t^^iftche degli iifelesiioi craasi, d' onda pocbe stille di
iMMigiie possono appena scAiitrire*
(Sarà condnuatoj.
Sulla Óttàlmia pusfolar - contagiosa» jRa*
. gionamentQ del chirurgo Gaetano Buzzi»
Prato^ per i fratelli Gkichettl 182 5.
Jt KEMESSA la dedica di questo Opuscolo ali* illustre
sfg. Càv. prof. Vacca di Pisa , l' autore passa senz* al-
tri preambali, ad esporre le sue idee sull'anzidetta
fiialattra ; ed ecco in succinto com' egli s' esprime. — -«
Daira materia che abbondantemente si separa in qoe-
st* oftalmia fu essa chiamata pnriforme, e dal paese
da cui credesi a noi pervenuta fu detta Egiziana ; A-
dams però la chiamò Asiatica perchè dell* Asia sembra
indigena. ^tf^^aZTAT la Chiama Otta Imo- blenorrea ; Giùlliò
Blefaro-blenorrea ; Vasari ed altri Ottalàiia contagio-
sa'5 ed io dai sintomi Che l'accompagnano credo di
doverla chiamare Ouàlmia pastolar-contagiosa. Essa
di&tti si presenta con un pia ripetuto battito di paU
pebre il primo giorno , al qual subentra un prurito
leggiero che va adagio ^^dagio a divenir incomodo e
molesto. Alcune volte lo scolo degli ntnorì lacrimali
manca quasi affatto , altre volte è nn poco aumentato,
ed io questo caso gli occhi sono umidicci, e all'angolo
interno si forma un poco di cispa. I4* interno àtìV qc«
•
5i6
obie è gencraln^eiite piii iptto del connMo, ttia oim
•aiako. /Poco «(^presso; il 'rossore si fa maf|glbfe;^il ppii>
xrìto diviea doloroso , sopreggimige della tuineftBioiie
neir interno delle palpebre cfae qualche vcfha . s'* ettefi»-
de anche all' esterno delle medesime; lo scolo nmoraie
è biancastro, e presto diventa opalino, e ptìi denso,
-* Questi sintomi si osservano nel principio di questa
Ottalmia , ed in questo caso la dobbiamo considerare
come acuta leggiera; ma ben presto essi; ingigantisco-
no, e se ne as^obiafaò à questi altri più terribili^ ed
la tal'caao considererà)^ questa ottalfaìia come acuta
, grave. 'Quando la jfitlfrttià è! gii^nla a.^ueslo^aecoodo
periodo s'osservano i seguenti sintomi, i quali ordi-
nariamente sogliono. aver principio il quinto, gio^yio. —-
Palpebre tumefatte^ ^ la superiore molle vplte edema-
tosa ; interno delle medesime granuloso , vellutato , ir-
regolare, tumefatto, tracomatoso, e di go .rosso carico
tendente all' amaranto ; xaruncnla lacrimale ingrossata
e del colore che sopra ; cigli raggruppati ed imbrattati
di materia ; globo deH* occhio ingorgato uakersalmeote
di sangue fpori che sulla cornea» « l^olte volte per altro
yedottsi mila medeiiip9Ìa.eatra^.,sei^eggiantl diei vasi
sanguigni ; nella ii|ag§ìor g^aveaza del male< esiale in-
torno alla cornea un ingorgo prodotto e dalla; troppo
replezione d^i vasi sangnigoi. e- linfàtici^ e da «€Hi6
stravaso di linfa che s' osserva sempre ^ maggiore nella
linea orizppntale, »ov^ trovasi maggior .quantità 'dircel*
lulare , e forse delle glandulette ( chemosis ). Mi fa sop>
porre una taLcusa. il vedere ii) questi punti, e special-
niente yicinp alla cotica ytrsp 1' ang<4o estèrno ,' na»
'scervi in questa malattia,, delle iilceri lardiacee ptii di
frequente che in qualunque altra . parte deir.occliia» -^
"»»"
5ii
Sdia/cM'nea si osservali quasi -seinpre ^elle nipérfidalf
abraa^oni^ a '«pesta volta delle più o tneao profonda
alcerette «heahiggono'alla vista di chi 1' osserva , se
non aooa ngvaMkte eon atteatfione , o coir leille mi-
CDoacopica^ a non di iaccia , nia di traversò alla cor-
nea. AUboBdaate acolo oatoiale •gìaHò* verdaètro piùi
denso che. nei giorni antecedenti^ e *'neir interno delle
palpAra^ai trovano degli stracci di* materia* densa gin*
tiaosa che con fatica si disciolgono néll' acqna. Alcone
volte rÌK> veduto, la glandola lacrimala tanto ingorgata
e aresciata di volmne^ che^ sollevando la palpebra ali-
periorCy sporgeva rin fiiori moltissimo. L' interno • del*
V occhia, alcune volte , per. quanto T infiafnmazìone e-
sttorn^'iaw grandissima, non soffre cambiamento alcnno;
ma vediamo altre volte . V iride iofiaaamala , riatrettezza
di pupilla y .qualche volta. pure T ìpopio* la questo caso
il dojore. dell' interno e del fondo deU' occhio è forti»»
timo y ed il malato non può . loUerare iU piii piccolo
grado di ìate-y ragione per .cui airiende difficile l' ispe*
sione dell' occhio y difficilissima la medicatusa. Qoando
air infiàmmasione interna vi ò associata una o piàok
ceri depascanli . sulla cornea y i dolori che sottie il ma*
lato sontali da non potersi. quasi descrivere* Questo
dolore^ oltse ad occupare tutto 1' occhio, e specialmama
il suo ibadoy s' estende al lobo oorrispoadente del cev*
vello fino air occipite , e percorre 'rakre * volle perfino
lungo il nervo/ iafraorbitale. Forti|natamente questo
spasmodiao dolore ndn suole esaere di lunghissima du-
rata y perchè V ulcera sfonda ben presto la cornea , e
sgorgato the è V umor acqueo, il malato si trova ani
momento sollevalo. Sgorgato T uulor acqueo nasce' to-
sto ordinariamente la procidenza.l dell'. iride? qualche
3(8
volu Mtce r traia ddia medcsinia» ed - altre volle,
allorché 1* apertura ddl* ulcera è molto etiesa , aorte
r an|or vitreo .« il criaajlino , e vediamo ben presto
leccarsi V occhio. -^ Qhre qoesti nntomi looili , . s»
suole enervar nel malato un' atteraziooe oella fisiono-
ikìia , ^te ardente , disappetensa , hngoa patinosa , aU
teraaiooe nel' pobo , altre volte febbre gagliarda ^ ^e»»
dorè più o meno ahondante, o, alPopposto, secdietaa
eocesfiiva di carni unita a ooatante vigilia. — Tanto i
Mnlomi locali, che gli nniversali^ principiano verso il
quinto giorno , crescono fino al settime , restano età*
donar} d* ordinario fino al i^Ji o i5.*; a quest'epoca
ai poi con 'pi?k probabilità prognosticare dell' esito della
malattia. Se questa si decide per la distruzione , di-
sorganiseazione diH^occhio, vediamo betf presto soprav-
venire gli appresso fiioesti accidenti: In conseguenza
del^ ulceri della cornea nàscono dei lencomt, degli «ta-
filomi pih p meno estesi. Se queste perleranr» la eor-
Dea> procidenza dell'iride, ernia della medesima, sor-
tita degli nmori degli occhi , seccamente del globo. Se
la malattia pfende la via della gnarigiotte, vediamo i
suoi sintomi dmieuire a poco a poco di ibrza, e fi^'
nalnkinte andare a cessare.' Ma qnand' anche la aia-
iattia arrivata al punto detto di sopra abbia on esito
Cfrtnnato e termini ^la guarigione , essr savà sempre
di lunga durata, e^lascierk quasi sempre dei se^or in-
delebili nell' occhio da far vedere che vi ha esistito ,
come Icnconu, stafilomi , nubecole, fistole, ernie, ecc.
•&- tL'ettalmia pnstula^ contagiosa è propria di tatti i
paesi e di tutti i tempi; l'ebbiara veduta svilopparst
aoèhe Ira noi specialmente nelle case malsane dei po-
veri, ed ov% molli individui convivono ristrettamente
t
5i9
6 toa ppca proprietà. £ 4^ oolarsì cUb il primo/ wp-
lappo di lai malattia suol semipre accadere m bambini
più leoerì , e preferibilmente nei deboli , pallidi ^ « scro-
ioiosi. Essendo ic Firense molto frequenti le malattie
glandolari, vi è molto comune perciò qoest' ottalmia*
Sebben sia stata controversa , specialmente' dai Fran*
cesi, la comìinicabilicà di questa malattia, sono- oggi»
mai troppi ì fatti e l'esperisse che 4a vdtmostrano ad
evldensa. Vidi io FirOnse un bambino di tre aoaiy il
quale andando a scuola da una maeflta attaccata da
ottalmia pustolar- contagiosa , venne ancor esso affetto
dallo stesso male } ed egli poi dormendo nella notte
nel Ietto tva suo padre , e sua madre comunicò poro
ad essi loro la stessa nialattia. Un buon «umero di gaK
line che avevano mangiato degli emptastri di pane e
ktte che erano slati apposti sogli occhi degli ottalmf*
liei io uno spedale destinato per i medesimi , rimasero
attaccate da ottalfenia pustolar contagiosa che- fin) col»
l'accecarle quasi lotte in brevissimo tempo. Fn dà me
introdotta la materia puriforme presa dagli occhi degli
«ttalmìtici contagiosi' ifl quelli dei èani , gatti, passe*
volti /e sempre si sviluppò io questi 1^ ottihnia pu-
slolar-contagiosa eguale nei sooi caratteri a quella che
si o$serv«- neH' nomo. Dì più, ho fatto^ seccare detta
materia , e dépo un mese , dopo tre, dopo otto,' Mne-
nata oelF acqua ed introdotta come ^pra negli òcchi ^
ha pigolio la malattia come la fresca, e hellb stesso
lasso di tempo.» <— «t II piano curativo da tae adottalo
da luogo tempo per la ottalmia postolar-cootagiosa ha
per oggetto le appresso cose. — Primo, Diminuire e
calmare con t topici medicameoti ( cioè con V acqua
saturnina , che è composta di grani sei Baturno in
/
6ao
un' oncia d' ac^^ Milkta) r.imUJtioiie l«cak prodoica
dal c^u^a, e daUa naaccnte iofiamituivone , o dalla
già nata:, ed ùuiememcote mettere in , un' alliindine
tale il sitlema vascolare 4a renderlo pia resistente al
OMisegaeote afflusso. '^ SùOondQ.. Tenere ben tersi e
politi gli occhi, perchè le. materie che io maggior
qvantil4 vi .si stpareoo, non accrescano V irritazione ,
a»sègnentemenA« T, afflusso ; e perchè le nvedesime ooa
si riassorbiscano \ poiché essendo . esse pare diveoote
contagiose, perpetnesebbero ivi la malattia, o almeno
la Hdnrrebbero di Inoga dorala. — Terzo. Ungere i
t^rsì^ i cigli , e. le akre parti che possono - esser lese
dalle sopraddette materie, e cii^ colla pomata compo^
sle di tre dramme di sMni freddi^ e dodici grani di
calomelaoos ridoìtto in polvere impalpabile. '^*- Quar-
to. Creare nn' artificiale irritaaiooe pennaaente dietro
gli orecchi che sia> maggioae di quella dagli occhi. •«-
Qmni0. . Pxocorare die il ..saogoè affloisca in nùoor
quanlitii agli occhi , e ciò mediatile le adattate san-
gnigni, le qpfji , debbo avvertire, che. saranno vatf-.
taggiose. se verranno istitnite nel piede e non colle
sanjguisogho nelle vicinanze degli occhi. "*«- S esso.
Aitaccare lo stomaoò.con il doppio oggetto e di
evacuare :. 1^, materie che alterano per la. Wo qaa«
litjile funaioni Ka atipiche, e di mantenere un' irriwizioiie
nel; tpbo iojle^inak > imperocché noi sappiamc)^ esservi
fra gV plichi «. lo, stomaco un vicendevole «rapporto,
sio^paticp, vedendosi cootiooamente per della bile stra-
vasila in qoestp viscere e nelle .priipe vie nasoere un
prurito ed nn ingorgo. negli occhi > c|d altre, volte. for-:
marsi una forte ottalmla infiamqiatprìa ^ la qyiak. goa-.
risce per incanto col solo uso di uno o più purganti
nett' ottalmia in questione il purgapte pib adattato è
il oaloni«IaDOS> che ha inoltre -an^ azióne quasi specìfica
-sai contagi, ^r^&eàimo. Fare pia volte' al giorno j
pediluvj y o altri derivativi sccoodo la circottaseat^ ^— •.
OMa^^i Ap|>ena nate le postole', le abrasioni, le ulcera
net globo dell' occhio, procurare di sabito distruggerle^
Qol perforar/e le pricne, coli' applicare > alle, secodde la
soluzione, di cloruro di mercofio, <e col broiciar. l'ulti*
me colla pietra /infernale. -^.iVono. 'Asportare, pai^o
della ceugiualiwa jntorao.alla cornea, ed i va^i san-
gnigpi ingorgati 'a4 essa sottostanti all|>rcb« la malattia
è pervenuta :al ^vhio di chemosL «^ Dfidmo. Frignare
«.joambatteat altri, fiinioinj^.xileyaiitju :P^ir ^, mìV o|taI-
mif pustolar-contagiosa a^ma. grave vi^è sen^Jpre r,ini«
possibilità »di tollerare la luce più ùiodefata. In questo
caso bisogna tenere gli pttalmki al bujo, o .almeno ad
«sa scarsissima luce, che, non irriti l'occhio malato. Sis
r infermo per i fiurti dolori cagionatigli . dall' ottalmia o
per altre cause, non può^^ormire, hisogna pi^o^cciar-
gli il sonno in qualunque , materia ^ giacche la. priva-
zione di esso , come 1' esperier^.ha dimostrata , joi-
Gioisce moltissimo nell' aggravare, la malattia.. Fa d' uopo
pertanto amministrargli dei sonniferi. cqme giusquiaimo,
ed anche lo stesso oppio ; e se .ahjuni sistemi baQdi«
scono questa droga nelle infiammazioni , ^e la credoùo
uno dei più potenti contro indicanti , V esperienza e
l'osservazione dimostrano che è, utilissin^a nei (nasi ^ in
qneis^one , e che Boerkaaye .non aveva iprtp allorché
nelle ottalmie infiammatocie ampiinistr^ito , Jo chiamò
sommo arcano. Qualunque caus^ po^ ch^ mantenga
un'irritazione nelle palpebre o.nel . globo ^ dell' occhio
non può che esacerbare la malattia ed , accrescere la
kvvxhi. Fol XXXFIIL a*
dS2
ÌBfiaminauoije. I piattoni, che negl' indigeiifi t ne'
Ktari spetto si riscontrano ) i cigli , che per fai glaiinosft
materia che in qaeic' pttalania io abbondanza si separai
imbrattando , e facendo motar molte volte direzione ai
medesimi , ^alcbe volta si volgono verso A globo dci«
r occhio ; la cis(À stessa che fi aoeaimnla snì cigli , m
svile palpebre , sono altrettante cause d' irritadcue da
aggravare la malattia. Qaolonqae preparasion merco-
fiale libera nel momerilo dai piattoni. I cigli si por*
taoo alla lor direatooe colle pinzette , o anche si svel»
goooj la cispa, infine , si toglie- celle lavaltdo ff aego»
tiepida. Rignardóy finalmente, alla dieta, ionixo proibisca
ai'4nlei malati giameàai le qoalità dei cibi apectalment^
se a qoellff sono' abitotfti , ma ne limilo la qnantitli a
seconda della circostanaa; secondo pnre le crreostanze
ed il gusto del malato» faccio fare largo oso di bevaO'
de acidolate o nitrato , o di brodo di pófHastra , o ^
decoaioai di radiche o erbe émoHientf. Se, dopo vinta
If infiammazione, non resta nelKoechio che della floscezzar
nel vast , se vi rimane deir ostruzione nelle glandnW
del medesimo, faccio Air oso della pomata d6o»posta di
tre grani di precipitato rosso reso impalpabile e unità
ad Una dramma di borro di caecao» ,. reso morbido
coir olio di mandorle dolci; ed inoHrey d* un coHirta
d' acqua di fior d' aranci ^ tintora- tebaica, e solfato di
zinoo » . '
Qoeèto in costanza è tth che nel presente opuscolo
Ka inteso di partecipare al Pubblico il eh. sig. BazzL
Le persone dell' arte deèick^ranno del plauso che egli
con cf^ si è meritato. Nói ci permetterenso non sola
esser<'a2Ìone , ed è che il sig. Buzzi sembra aver conv
fcfia celt*ettalraia cgizana l' oltalmià putiforme dei
Sa3
Bavobifii y urlili qniU , h inÉteria itiUàÉte ^agli oòchi
deli' inferijio iotròdotla tra le pi(l|>ebre dil un èano ^
poirà £>riè coom templi^ sottàoza irrìtaàte aascitaré
in quetti ao' oltal^a ^pnrlforme , ma afoà parago^
babile ' al C4trto ne' «noi «ai:attèrì contagiosi colla
xpraL otulinià egisiana , il coi contagiò è stato coni
tanta maestria dichiaralo dal sig. dòit. Ohwdei, nel
$iio $^ff Sag^ snff ìiiiiHuimzione d^^tUiaìMa di Egitto
in fuiiia. JUHaw , i9i6. ,
D. E: M. P. .
Storica notizia sopra la vita e te òpere di
AjNTomo Larbì;», M. F. Scritta dal do^
tor O. JL Bussano. i8:i5 di pag. 44' (<)*
petta a giusto titolo a qdesti Annali il far cenno
mi un tributo filiale , che dipinto medicò offriva nod
« gtiari alla èhiàra memoria del ben amato suo padre^
a MÒ onde tervanò altrui di esempio i tneriti veri di
Uno celante cultore di cose' medictie^ perèbè con que-
ita* òccasiotie ci è dato di' rammentare opere òòmen*
devolissim^ che sarebbe mestieri fossero sempre fra.
le inani de' studiosi , è M* oggetto finalniéùte il dar
gioita tède aft'an'tòre pella diligenza' del suo lavoro,
IT peftla inodesta condotta in tutto' quello osservata;
per le quali ^osè in oltre vorrà egli esserci cértése di
pei>dono se disveliamo al pubblicò coti franchezza it
(r) Art.- cOMmiatto 4»l stg. dm. F. H. MireoUnv
t>l.F.
•X*
5a4 , : . ..
•UQ noine^ eli e ^otto stempiici iaitiaK amava ai pili
restasse «ascosfo.
Moo^ egU'i suoi passi tenendo discorso avantitratto
dei padre di Antonio^ perciocché avvisa non essere
mai di staveichio il commemorare giovevoli esempli;
e ci viene a narrare, che il nob. dbtt. Qià^annt ^ me-
dioo egli pare , da altri medici' discendeva , costitnen*
do, qnasi nna nuova casta à* Jppocratt, e ch'era callo
non solo in quanto contribuisse- ad ona pratica scien-
tifica , ma eciandio nell' archeologia , ed idrodinamica.
Esercitò dapprima in Roma presso preclarìssimi sog-
getti , e si distinse nel governo di nna epidemia , che
r antico Tusculano allora devastava. La morte del ge-
nitore lo ricondusse' a Bassano, sua patria addottivi»
daohè ave^a. abbandonato il Tirolo nreridionale: colà
venne tosto eletto a .protomedico ed a^clinko dello
spedale civile , e sordo in appresso a Insinghieri invi-
ti ^ ed a brillanti 9norevoli prospettive , ricusò sempre
non solo di ritornare alla prima città del mondo > ma
anzi a vie più . consolidarsi nelle amenità bassanesi .
condusse moglie, prescegliendola tra ana di quelle più
distinte famiglie.
E gui per, relazioni illustri, per care segnalate,
per onori impartitigli trasse felicemente i suoi giorid
sino air anno 58 di sua vita in cui venne a mancare^*
lasciando a perenne di lui memoria alcune importanti
opere originali e tradotte , che, per essere fra le mani
il ivLiC ì buoni pratìcf, e perchè di es$^. pnossene
avere contezza e dall'elogio funebre stampatogli daU
l^ jilbrìzzi e dalle Biografie , noi passeremo quivi in
«itenzio. --• - ^ - — *- - -^
Da temo genitose ebbe^i aiioi natali il dott* AfUq-
5d3
ìlio nel >759, 6 da esso lui ereditando xkn vivis*
Simo amore- allo stadio/ in questo ieryorosament^ sep-
pe mantenersi durante lutto il corso del -viver suo ;
alno da prioii anni si Arudì nella lingua greca e lati-
na, e poscia in quelle francese e spagnuola^ coltiva
copi as8iduiià> le scientifiche discipline , e dimostrò co-
stantemente gusto raffinato pei prodotti delle belle
arti de)le quali divenne appassionatissimo.
Ptima ancora di compiere il' sedicesimo anno / intra-
prese lo studio della medtciqa alla fiorente università
di Padova , e jfb ben presto il benevolo de' piit distinti
professori che la decoravano , percioecfaè^ lo. zelo ed i
doni particolari di mente e ^di cuore che possedeva
erano fatti per cattivargli V animo dt' buoni. Ottenne
in età di diciannove anni .la laurea, e segui per un
altro triennio V infiegnamento pubblico, perfezionandosi
cosi non solamente nella teoricai ma eziandio nella pra»>
ticà deHa difficilissima «rte di sanare, alla quale di pre-
'ferenza erasi consacrato.
£ ben. a ragione ci ricorda tosto Fautove la parti*-'
eolare amorevolezza che l' immortale Magagni in mif-
ìe modi le dimostrava: conciosiachè alle istanze di
esso lui ed al le reiterate insinuazioni del sno genitore^
noi dobbiama niei]||emmeno che la pubblicazione della
grande opera De sedibus et causis morbomm , la qual»
altrimenti sarebbesi forse perduta, avendo lo stesso
dott. Anionia presentito il divisamento del jomma
anatomico , perchè ogni suo nninascritto fosse alla di
lui morte abbruciato: lo chf peto per buona ventura
non ebbe luogo , se ci vengono fitte sperare quanto
priiha alcune opere postume del medesimo, dal troppo
presto compianto ajrcbiat^o L. Frank non a molta
discoverte.
9a6
Ni a questo soIq si limitf II «eiilp dì entf^^bi i
piTher^ padre e figl» , che proameero ia oltre ad na
|eo«po stesso l|^ ristampa delle altre opere del chiaria,
pimo Scritlore in ^o cprpo #olò colla d%pptiin* accei»-
«au , e di coi i fi anceai nella loro comunissimi lingua,
a merito dei dottori Deiermpaux e pesiaiuety ne po^
cedono gii una versione , ed il doti. Maggesi nella
postra ce ne iomisce adesso u«' altra eomaiMadeyplìssitn«
^florp'ole documento di più che il Morgagni «omtnÌT
fiìstra del valore .italiano» ei>eaif>iò felice ai travagli
^e' ppstri contefnporaaei, ed al reU^ v^d^re nel deli-
cato argomento di anatomia patologica e di sana oa-
lervatione.
Korto il padre in quéste rrattempo , veniie ad esse
^ bassanesi sarrogato a protomedico il do|t. AntenUk
in ^ik ancor giovanile di aaanniy ed ebbe quinci la
gloria che il prelcdato Morgagni gl^ iadirisiasse l'epi-
stola « Pe via ^que ordine ab «e io tradenda puhU-
fr ce medicina et anatome servato. I. B. Marga^iusi
n R. léO^óT noperrime ad dignitatem archiatri Bassa*
i neoaia eretto » , e fp poscia incaricato a dirigerò
l'ediaioQe Remoodiniana 1761 delle dette opere» alla
gaali aggiiinsf una prefaBione in aurea Ungaa latina
^isiesa , e T f fl^e di lai con appropriato dittico dd
Étartiale» >
Sprridevagli iortUfia nella pratica giornaliera , e lece
prova ^i non connine sapere^ allorché straordinarie e
gravi malattie regoaronoin qi|f)la città, e ^uandq a
^irimol^no yessaV^ una epiiootia , e tanto ascese . ra*
pidameote in fama e ripntastooe , cbfi^ qua è 111 aendc^
^i ffequeote invitato a . mediche consultazioni , e- rì^
^iestc) iifficialmeute io ci^si ft|reosi e 4^ pplw* W^h
^ , p«nrtiiDe air onere di essere dicbiarato ^oosiileote
«oorario^ é dob. e geottlttomo di S. A. R. il Priecipe
Vescovo di Trento, oltre quello di essere priesceho a
jenratite di nobilissime famiglie patrizie della allora
tttttairia snseistente repubblica di Venezia.
Condusse moglie in età di 4 Vanni, efii festeggialo
dal chìerìss. CesaroUi. Troppo lungo sarebbe annevè*
rare i dotti tutti ed i letterati di prima classe cbe
seco lui strtosero relazione. Consacrava egli i suoi gior-
ni injtrafleoendo erudito èommercio con questi, eser'-
cicando con ^omma lode la ,sna professione e vantag-
giando 1 suoi coofralelli col frutto de' jpiroprj studj, ed
a voce e con utili. prodotìoni. Pubblicò in- ii^ti una
versione delle opere di Graru e Cwrry sulle' febbri ,
con note ed illustrazioni e commetiti, ed il prègio
ippocratico raassimamente della prima venne' con esse
g inule In sommo grado ad accrescere^ su di die U*
traiiiensi a lungot e ben a giusta ragione il nostro au-
tore. Volgarizzò dallo spagnnolo la Dissertazione * del
Giìl diretta a preservare i popoli dal vajuolo arabo,
colle riflessioni critiche del dott. di Santa Crus e
Espeio, intorno alla quale discorre appunta sommini-
aitandone un* idea T autore medesiìno \ ed oltre uà
4>de latifia io morte del ed, O. .C^ Uqffimfnn^ lltre
.Cose da esso dott. Anioniq trovansi ioiorno al cancro,
ed alla facoltà febbrifuga della corteccia d* ippocastano *
a far patte dei lavori di altri professori.
L' inesattezza de* primi sperimenti colla vaccina,
anche a Bassano , siccome in moki altri luoghi^ avea-
lo reso sulle prime peritoso ad ammettere senza esa«
me accurato la discoverta di /erk/iér , coi poscia accor-
ilo piena fiducia , e divenne per essa uno de' piii
zelatili propagatori.
Zia
Né i stadj gravi e moUiplici cai arari comacraia',
ne r esercìzio pratico di ogni giorno lalioriotissiin^
*lo distolsero ponto dall' essere ottimo -padre .di fami-
glia ed egregio amico j operósamente intese a tatto ^^
€ basti accennare V accorata medica educazione che
procacciò all' aolore di questa storia^ il qoale' occupa
attualmente y a. giosto titolo ,« il posto die lasciava in
quella colta città il compianto suo genitore. Ebbe -^on
per ciò. ad indurare. egli pure qualche aw^érsità come
medico:.. ma pochi sono quelli che in longa andata di
esercizio ne vadano esenti, imperciocché sembra qoe^
sta appunto essere la sorte al vero merito riservata,
;dalla qual cosa è già ricca a dovizia k storia dei
tempii scorai y nonché de' presenti.
Questo oomo) per segnalate ragioni commendevoli^ì-
mOf chiuse .gli occhi ali' eterno sonno il di i5 febbrajo
i8i3; fu laudato da uomini laudabili , e lasciò altrui
nella stia ricordanza un esemplare modello non oscn*
rato giflUnmai da macchia veruna.
JRecherckes, età Ilicerche anatomieo-pato^
logiche suVH encefalo e sue appendici;
di Fi\AKcaESco LALLci»rAND , professove di
clinica chirurgica alla Facoltà dimedi^
Cina di Montpellier, eòe. {i).
eseguito della pag. 46a del precedente volume J.
, « " . —
(0 Jrt. commicato dal sig. A. FioeUa^ medico &^
luzzese.
5a9
LETTERA. SECONDA.
ÌUtmmolUmerao del cervello con infiltrazione di pus y
ossia principio di suppurazione*
s
E ventie nella precedente lettera stabilito essere. In
inje^òne sanguigna con rammoliimento del cervella
una prova dell' iufiammazione acuta nel* primo perio-^
do, ossia di crudità terminata colla morte,- ed il co-
lorito particolare più x» metoo* intenso della sostanza
citierea 'doversi i1pifl«re- dàlia oombinasione del sangue
colla medesima I e se si viddero d' una tale iniezione
le' varie -gradazioni sino alla vera emtorragia ; così, coir
Fappog^o di oltre ^5^ osservazioni, quasi tutte minii«
tissimamente descritte, s' accinge il sig; L- a dimostrar
re . quelle alterazioni patologiche , in cui • incontrasi
priAìi^rameote il pus solo combinato colla sostanza
cerebrale, e successivamente tutte U v^riè epoche della
suppurazione fino alla forhiaziòne di veri ascessi.
. Questi due stati morbosi, fi rammollimento cioè
con injezione, e la suppurazione esister possono cod-
teroporaneamente in diverse parti del cervello ^ ed a
proposito ci è riferito un caso ,. in cui la sostanza ci-
nerea delia parte superiore dei lobi medio e posterio-
re destro era d' un bianco sporco , e conteneva varj
piccoli ascessi, mentre che la loro inferiore parte era
penetrata da sangue e di color bruno: malattia que-
ata, che offri due distinti periodi, dopo un migliora-
Biento sensibile una funesta^ recidiva. Queste due sorta
di alterazioni furono . caratterizzate da' sintomi di acuta
in^anounazione osservata in differenti stadi, cioè nel i.^
perdita del mòto e del senso nel lato sinistrò con
semiflessione q rigidezza delle membra ^ le facoltà in-
'17"
33o
tèllettaaK non del titt« abolite, alquanto di sordicii,
occhi cbiusi/ bocca semi-aperta^ lingna secca, neta>
respiro tranquillo , e dope nn sollievo di tre giorni^
3.^ stadio, ritorno degli accidenti^ concidenza, coofosio-
si« delle idee, occhi appannati e morte, Il n^ ti. Let-
tera I , offre cuandto la coesistenza di queste doe pa-
tologiche alterazioni.
Ma se nel caso addotto osservarónsi isolate questa
doe l«?sÌ90i, ben altri ce ne somministra il sig. L^ va
cui riooice erano in una sola parte, tratti da Teodoro
Cottado , da BatAiln , e particolarmente da Dan dfi la
Vcnitnc ( D. 9. Leit.Jl poltre qaéllo comoaicatogit
dal sig. Asiìatd^ ove la sostanza cerebrale era spa^<^
potata, e circondata da una linea rossa-pallida, al di
fuori della quak esistevano moltissimi piccoli punti
rossi ; cootrassegnale queste, alterazioni nell* ullimo
giorno, di vita ' da totale abolizione delF intendimento ,
da in&ekisibilità perfetta del lato destro > ed ottusa od
ainistro^ pallidezza dal volto ,' polso appena sensibile^
'# freddo glaciale.
Palpabilissima poi la presenza del pus ce la dimo*
alra< i' autóre • In un* osservazione del sig. Rouchaux ,
nella quale spappolata adatto era. la sostanza dell' eoli-*
afero anteriore > che pareva triturata còl pua, in jguisa
che una corrente d' acqua gettatavi sopra vi lascip
«ma grande caviti^, ed i corpi striato e calloso erano
4eUo stesso colore della sostanza bianca , o^tre V injo^
|LÌone de' vasi delle meningi; ed 1 sintomi furono mi
senso di peso e di torpore nelle tnembra sinistre, vo-
initi continui , perdita dell' intelletto , coma profondo^
^mobilità di tutte le membra»
|1 centro ovato, ed il corpo striato essere la se4e ài
molti piccioli ascessi puroUnti , la sostanza cinerea %t»*
lorita e d«Uo stesso aspetto della midcHate , epa ior»
fiaUkinaziòii^ dell' aiàchiioide de' ventricoU bteraii , e
della superficie del cervello più a destra che a sini&tri|
te ne riferisce pure . no esciopio il sìf . £. , le qoali
alteraaioni determinaroqo accessi epiletici per tre gior-
ni conaegstivi, qnindi convulsioni meno Iforti , poi
anssiilto di lendini con convulsioni del lato sinistro.
Più evidente ancora «i è il pus vqrdtoaìo di cui zi%
fipienq il lobo an^riore sinistro, ed il cérveUo spap-
polato air interno fs dello stesso eoloi e del pns , e la
sostap^ cinerea sebbene meno afietla , itoph'essa vet-r
diccia, la quale due o tre lìnee al 4i sotto di quésto
ranteollimento era alquanto piii oonsitrcine éd^ i|ij|e|-r
tata, che si rinvenne in nn «oldat0> il quale in sf-
mito air ailacciatiir^i dell' arteria soitofdavia destra
aneurismatica ebbe ^ soiFrire enormi dolori che creb»
lierò per aetie gionii, ed aU' ottavo perdette la cò^iO'?
acenaaiì le a«te membra inferiori specialmente agitate
forono df eoovulsipni , con pupille inunolifili , nspiré
breve e frequenta ^ polsi piccoli, irregolari, rivolgfr
mento del capo in dietro, ed alternative d'agflaaìone
e di flaccidexts|.
In due casi poi. de' quali una preso i^ti SmUìi, \%
la sostanza cerebrale era ridotta quasi a gekHna molto
Mquida, e P. altro ^a Pa^w in cui la sostanea cinerea
U^sfprmata ai era ili ^miico giallastro e fetido , ov^
pootav^no i irasi d^lla pia madre.
La sost^n^a stessa dei cervtelietio non va parler esènte
da suppurazione, come nel caso da Aio^ ratumentatò ^
' phe, pili mqlle del ^rvetlò , conteneva un' ascesso d^
Umofe citrifio ui^ pqoo pallido ripietto , la dnra inf-.
V
55a
dre catvùstLj perforata? € T infirmo ^depo aver fiatilo
'pendente dae anni violenta ca&lalgia occipitali^, di-
'venne frenetico e convulso, e mori sabitannente. Ce«ì
si trovò égaaimente la sostanza bianca del xervel-
lotto spappolata solo dal lato sinistro, le meningi^ e la
«ostaoca cerebrale alquanto injettata néW osservazione
.-air auto? e cotaiunicata dal sig. Roùgièr : 0à i sintoaiì
furono perdita dell' intendimento , afonia , paralisi
del lato destro , quindi ritorno déir intendimento , e
^ella sensibilità nelle membra paralitiche, in seguilo
la commissura delle labbro tirate a sinistra, paralisi del-
l'occhio e della palpebra destra.
Ci produce eziandio il sig. L^ un'osservazione in
cui trasfosmato era in poltiglia biancastra il laboto
ottico, il corpo striato, ed una parte dell'emisfero
. destro ; e videsi la medesima alteiraziotìe a sinistra ^
son tanto innoltrata ed esflesa^ e limitata solo aUa
pèrle superióre, ed alla volta à'^lre colottoe, opde la
paralisi con dolori lancinadti , e rigidezza! cote flessione
che manifestavansi prima nel lato sinistro e quindi nd
deatro* • ;. v
RammoÙita ai trovò la sostanza cinerea del lobo an-
teriore sinistro di color giallastro , aderente all' ara*
chnoide e questa alla dura madre in una - domia che
dopo una contusione del cranio soffii accessi epilecici ,
.qilindi alterazione delle facoltà tnentali , moti .ooavul-
•ivi e paralisi del braccio destro. Ed in un^ altro caso,
bianco giallastro si notò * pure il ipammollimeuto del
t^to. esterno. e supenoré medio aiaisttfOy-e la paralisi
ebbe li|ogo nel- lato .opposto. '
.' Finalmente, piii equivochi ci 6 'osreryóre il signor
L* i caratteri diUft suppuraziooe nel- raaamoilimeuto
355
delP emisfero titiiitre ^ conipUeato d'aracHnlte cronica , .
con 'spandinief to^ di siero nel ventricolo destro io nii -
caso tolto da CoxWe/, indicato pendente^la* yita da'
dilitinudone delle Scolta intelléltaali^ emiplegia a siiii-
straf, 'Convulsioni a destra; -^ nella difinenza giallastra!
della sostanza cinerea della proinberansa anellare con
arachnile coranica , onde concidenza delle forù, 'stopi-
deaza-; sopore jl grida, trismo, rigMezaa delle mem-
]}fa. -^ nello ^ppolanento della medesima protiibe<
ranca in un alt^o, con iftar alisi d'amba i lati, d^je-*
zioni involoDtai'ie , ed • injegiàliariaa ; ne- polsi- neHe dme \
braccia. ' \ '*.
Altne osservazioni: né.addusse ancora il .sig. £., tolte
specialmente - da- ilforg:ttg7ity;ia:cui T altera^ipne patolo-
gica non -veeoe esattamente descritta, ma ehe >1 ra^i'*
àioltimento era .all' àrachnitè associata, e che. si trovò'
delta sanie inoltrata nella .pia madre con iojezione
Tàaeol^re.: \. ■ ,
Se nelle» qui di volo accennate istorie scorgonsi ì
vsffj gfadi di snpptorazionedeHa so3tan2a cere^ale, O:
fioprattuttov nelle ,prime> ove era questa snffi<cieDtenieiat^
Qstenaibilè, forse alcqn dubbio muovere si potrebbe ^allà
presenta dd pus oegli sii timi 'ranimòUiniaAti testi de^
acritti. Guidaci però ^ il sig. £. a considerare v^ra e
reale la sufiporaaiane nellti /Sostanza cmerea , allora .
quando. trovasi questa ra^mpllka, diflfieme ,\ pallida^
biancastra y gialliccia, senza die. vi siano aacessi, poi»
ehe i) pus ne è allora sémplicemente ii^filtrato e non
ancora riunito in punti all'ocf^bip visibili;- c^i. che ^
sello stesso modo cbe.il sangue Jiijettato iu .detta so*
stamea,- infiltrato o con essa- combinato, in d^vfe^se pro-
ponùpni \t imprime varie gradazioni di colorito dal
»4
bigto !tMi0 BÌ brono viottcèa^ cosi flito^ ieomcipica U
pa» aDcbe il proprio colore da bianco ipofco «1 giaU
lastre ed al vevdiixio»
Dicasi parimenti daila iostaiica midollare^ che olia
ÌBJé»ione de' tooi^ vasi lioga in ròseo colore od io ros*
50 amara ntoj Inb viene dal piis cangialo l' aspetto,
colle medeainie diffinrenae di colorito. Chetcbe ne aia,,
conohinde il sig. '£.,: questo colore. .giaUo^* verde dei
rammollidieoli noii indica meno la presetiia del poa^
die ìA roseo od >il rosso quel^ del sangue; qne«u>. il
pHwa periodo^* e' ^oello il preludio del aeeondo deir
r infiammazione.'
Ile sede delle a%terazteni olfrt negli . rifimti «asir le
eegnenU propuriloni : nove volte si trovi afrlia 1a
sostenaa craere», tre a dirilta^ tre n sinistra, e' tre ^* am-
be le partì: due volte n dèstra, il corpo stridio, oA
Una voli* qvest^ anche a destra in nn eoi talamo»
ottico: tre volte la protuberanza atirllare^ e cinftM
k sostanza midollarr e cinereài contemporaneamente 9
nna volta a destra e qnaiti» a sinistra i otto volt<( r^noh
motlita aolo la sostanza «ndollart, una voha quella
del lobo sinistro del eervelletto , ed (ina le coscie
del medcsìttfo- ed il corpo del ntiddlo allungato ^
doqne volte il corpo calloso,, il setta loddo, e la
;tol»a a tre colonne, e 'finalmente una volta* le pareti
del vent ricèllo destra. Se a queste osservazioni s'uni*
at«no- qnelfe detle Lèttere precedente, risulta su 4.6
k sede della malattia aiv^i.T esistito 53 Volte nelle so-^
stanza doerea ^ eid in qiiegli: organi di eesa provvisti
cioè 16 nella "sostanza eorticalé: i^nel corpo striato^
e dei talami ottici; 4 nella protuberanza anellare, e
5 nella ^ostan^ midollare é èinere* in gradi ngnal^..
555
Badar ti dere pcrb alta gr%»dé esleiitioDe della ioaiaiH
za corticale , che occupa lotta la sapel'fide delle tÀr*
coovolosioiii cerebrali scusa alcao nfiacoglio) a vece che
i Corpi ètriali, i talaim ottici e la protoberanaa anellarer,
di qtiesta e della midollare ne soilo compoati 9 alla pPO«
pÌBqaitè noDineoo ed ad contatto Mia arachtieider
colla niedesiflaa^ la di coi infianmiai^oe lia taf offa
orìgine dair aracfanite^ Qoeata frequenza 'd'altronde dj
lesioni della sostanza cinerea , cotncfda perfettattiente
coU' anatomica dtposiziòne dei vasi sangivìgni cerebrali^
e prova, secondo rantoré, ettere qnesfa eostanaa di'
grande energia dotata , coi incombono impotVatitiflsinMr
funzioni , risnitato conferme alF. opinione di Gaìl^ cbe
le riguarda quale organo di seerezìoDe, di creanoiie^
qnal parte étsensiale della polpa nervosa.
La durata della malattia, sebbene ne* pia de^ casi difl^^
ellissi ma a determinare , si può nulla di meno per ap-
l^rossimaaione stabilire ) • chi aS infermi pprirono nella
|)rima settimana, 13 nella seconda, e S nella terza.
II rammoUimenko del cervello è d' ordinario il pro^
dotto d' un* infiammazióne acuta ; forse può esserlo e-
ziandio della cronica, nello stesso modo che repatizf-
zaziòne dei polmoni, all'una e -alF altra suole tener
dietro , colla quale ce ne notò it sìg. L, la grandì^ma
analogia, jibercombie appella un* infiammazione cronica
il rammoiUmento del cervello , mosso a crederla tale
dalle proprie osservazioni , circa 1^ quali però questi
mostrasi a se stesso in opposizione, t)oid)1} fn quei
casi 4a esso Int riferiti d'^idrocefiito acuto',' accòmpa-
guati da ranraiotlinlenro della sostante cerebrale dei
ventricoli , sin* dair ingrnenza della ihalattia fiirono ì
sìntomi piò gravi ed ebbero un piò rapido corso degli
altri , dolendosi , secondo 1' autore , attribuire questa
S56
maggior acatezesi della malattia ali* infiamiiiazioiie della
softansa cerelMle ; ovvero a drversi altri analoghi
cari, ia cai precedettero per pia mesi siotoni d'idro*
cefalo o di araeiunle.croiiiGa'^ perchè taalo di: rado .
esiste S ramiBoUìiiiento non «oiiginiito ad-fallre altera-
zioni ànohe dì «ntidiissima. data.' Ma il compato testé.
latto della diversa dorata della malattia; esclode benis-
simo. nel» piti de' casi questo cronico tipo.^
L'età degP infermi indnce una notabile variaaione
anlshe 'nella maggiore o minore frequenza di qneste al-
tetazio9Ì nel cervello : cosi da ro ài 30 anni perì na
solo .infermo : da ao ' a 5o sette : da 3o a '4^ qoattfo:
parimenti d^ 4^ .a.5o: da 5o a 60 dieci; da. 60 a 70
sei: da. 70 a 80 dnque; al di là di 80 anni nnor
onde il pih degli individui in cui spontanea si sviluppa
la malattia, aVeano oltre i. So anni»*
. Ma, a coloro cui ,non'va a sangue nén essere il ram*
molUmeoto dd cervetlo'^ una particolare * degenerazione
morbosa, crar potiebbàro partito da siffatta circostanza,
adducendo essere quésto assai più comune ne' vecchi,
che esausti di forze :ed astrici trovansi". in istato op--
posto aU'in^ammazione* Giustissime sono le riflessioni
del sjg. L, a questo proposifbp, cioè che la vecchiezza
non esclude la possibilità deU' infianuaa^one t che il
rammollimento in ogni' età è. sempre accompagnato
dai medesimi sintomi-: e che se nd Wcchi trovansi pici
frequentemente quesl- sdierazioni con infezione dì san-
gue o «di pnsy in vece che ne' giovani una. verarsuppu*
razione , ciò , unicanjLfote proviene dal *pfogcesso imeno
i;apido (Jeli* iDfiaminai^iQne'ne' primi verH> la, suppura-^
aione 9 e dalla cosdtnzioi^^le loro ^ debolezza > per cui
più proata^nepiie snecombono ^ ne' giovani all' ìncontEa
557
perchè pib robtfBti, esposti sòdo ad ÌBteBsissìme flogo*
si > che piii rapide .percorrono i periodi e penscòno
Dello stadio' più innolirato di malattia ; ed infetti ^ se
Cbglie la morte un giovine nei primi gibroì' |di grave
iofiammaKìone ce^hc^le, scoi^oQVÌst i medesimi' risul-^
tstìi f che nei ' vecchi affetti dalla nèedesima malattia
dì asséi.^pih lungo cors6.^ •
Le cause predisponenti 0d oceasiondli sono spesso
di difficile indagine ; le più evidenti sono gii anenri-
émì delf aovtà , e le aflfeeioni organiche del cuore, nnia
costitussioiie sanguigna ed apòplética, la soppressione
di flussi periodici V e dei locch) , le alfetionr moraK
tristi y diuturne y I* uso di liquori fermentati.
Fra le occasionali «ndoveransi V azione di corpi estra-
nei , il vomito , le neurosi^ e, come nel caso rammen-
tato , V infiammazione del flesso bracchiale a destra ,
in seguito a legatura della sotto clavia aneurismatica.
'Difficilmente le malattie cerebrali sono affatto scevre
da iBompticaiiopi / donde un milcnglio di siùtomi pro^
pri'di ciaiicuna di esset se non che 1* influenza loro re*
eiproca ne altera talvoltti l' andamento al pulito di ren-
derle d'oscurissimo diagnosticò. D^Vesi pertanto studiare
Pinflosso delle affezioni cerebrali su quelle degli ah ri
organi.
Iti prìmo lu^go, il respiro d'ordinano fa' in molti
infenni tranquillo , lento- e regolare; solo'nelP nllibao
giorno di vita divenni^ laborioso, celere > slertorose:
Arse perehà i niiiscoli della respirazione ricevendo fi-
lamenti dallo spinale midollo, sottratti vengono -air im-
pero della volontà^ e nou partecipano alla paralisi dì
lue i lati. Comunque Ciò siay di iunetlo presagio
\
3S8
«i i tenpre nelle mtlattic ceiìdwali. l'alterazione de|
mpiro. ;
Il poltp non parve eziandio mollo alterato» traino
in que^caii ove eaislevaoo vizi organici del cuore o
dell* aorta, coi in alcuni caài però eravi febbre. Muovo
pertanto il fig. L. la questione se sia questa febbre
il prodotto dell' aifiesiooe cerebrale , ò di qualche al-
tro organo , oppure se ella sia essenziale. . ^
Dalia •sontemplaaione di tutti i sintomi che in pa-
fecchi casi ofservAroosi , e dalle varie, risultante dello
sezioni cadaveriche y in cui si rinvennero peripneuma*
oie^ gastroenteriti., peritoniti , metriti^ cistiti » ecp»
sembra essere stata la febbre da queste flogo$i ordi-
nata, ancorché la loro esistenza mas^^herata fosse dal-
r affezione cerebrale, non perchè la cefalalgia ^ia, di
qualunque altro sintoma il piii - intenso , onde 4uobu$
dohribus simul ^c. ma bensì j perchè d'ordiqario questit
non viene risentila dall* infermo; ed in fatti» il dolore
ai è il risultato della .percezione » che soppone inte-
grità di funzioni del cervello ^ se ne è alterala rendo
ginstisiimo Taforismo à*. Ipp^rate che chi soifre o
non duolsi» m&ns asgrcuu.
D'altroiidfi» qualora. IMufiammaaione d* on qualche
organo è assai violenta , non ne viene dall' affmono
cerebrale impedito fo sviluppo ed il progresso y per-
corre qetodi i suoi periodi taolo più iniiidiosameQte
che essa è allora ài difficile diagnostico , e suolsQoe
attribuire, la; morte all' affezione cerebrale che non ne
è che puramente accessoria^ > *
Utilissimo avviso ci porge qui pertanto l' autore , d^
non lasciarceae imporre dalla mancanza del dofare,
quandp Qfservasi un qualche siqtoma cerebmle^ per-
« f •
539
elle iollérragar coDviene còlla mastima diligenta e soK
lecitudine quei fenomeni torbosi indipendenti dalla
aenftibilità e dalla volontà , ch^ non mai soggiacciono a
variazione. Goal nelle peripoeomonte, nelle gastro-eti«
ferite Hoterannosi i aintomi loro propri e caratteristici.
Occorre per^, che per un assai bizzarro compenso
le cerebrali alierazioni simalinò ' certe malattie del ven«
tricolo> e determinino simpaticamente nausee, vomiti
e simili » che riguardar si potrebbono quali sintomi
di gastrite : ma la contemplazione degli altri sintomi
lutti di questa caratteristici, lo stato della lingua ,
ddla ente, del polso, ne rischiareranno il diagnostico.
Per difetto di sensibilità e di percezione nasce la
distensione, e la flogoéi consecutiva delle pareti della
vescica orinarla , che si di frequente si ris^oatra nelle
malattia cerebrali: rinfenno non percepisce i* impreji*
sione dell' orina sulla vescica > e non fa perciò sforzo
alcuno per evacuarla ^ la stranguria vi succede perfet*
ta, e r orina ne sgorga a goccia a goccie^ la qual cosi^
auolai all' in<;oatinenfa per paralisi di sfinteri attribuire^
ma che l' antossia dimostra essere ^sa Y effetto di una
vera infiaramazioiie vesicale. Ella è quindi sommamente
utile ed indispoisabile l' e^tplovazione della regione ipo^
gastrica nelle malattie cerebrali , perchè cotale iofiani'*^
mazione si è uno degli incidenti pericolosissimi.
Dall'assorbimento dell'orina già decompoata nella
vescica in simili casi, giudica il sig« L. doversi ripetere
1' odore di sorcio che esalano alcuni infermi.
La mancanza del voòiito, e forse anche la stitichezza^
aell' apoplessia e nei rammollimenti devonsi similmente
Inferire a questo difetto di percezione ^ perchè non si
eaegaiiceae sé&aa 9 concorso simuhanco del diafrann
\
34o
na e de* muscoli «ddomioall che . esigono I^ inilaeaicji
dei cervello.
I sialomi precursori ^el rammoUimento cerdirale ,
cbe giunio a un cerio punto riesce quasi sempre £a*
nestOy sono sovenli altrettanto oscuri, quanto te soda
i prodromi. Tutti possono rapportarsi a quelli prodetti
da congestioni cerebrali più o maoo forti e frequenti ,
jche annunziano, in una parola, una flussione assai at-
tiva di sangue verso quell' organo. Elia è «osa degna
di rimarco y che coloro che più energiche, provarono
Jueste congestioni , portavano aneurismi dell' aorta o
el cuore y . oppure una costituzione apopletica » od un
temperamento sanguigno, sanguigno-bilioBo , e sangui*
gno .nervoso.
L' in6ammazione cerebrale offre ne* suoi sintomi dot
opposti stati di spasmo o d' irritazione , e di paralisi
o di coDcidenza.
Precede la celalalgia , ed accompagna anche nel
primo periodo k affezioni dd cervello^ la quale dW
ainuisce e cessa in ragion^ del sopore , - e dell' abolì*
aiooe dell' intendimento. Cod, apparentemente immerso
ad sopore, porta T infermo. abitualmente la maiio veMo
la parte dolente^ ma non può esprimere questo doloro.
Si concepisce pertanto, come ne^ travagliati da cronicfat
ceblee .ed emicranie cessi questo aintoma soltanto al-
l' epoca che il cervello v^mie anch' esso gravemente
olfifso.
Le rapide e violente emorragie cerebrali difficilmente
annunziale sono dalla cefiilalgia, perchè la sostaosa
cerebrale vieqe, compressa, disorganizzata e priva delle
aue «Cauzioni; nop lo stesso occorre, ove l'alteraaHOoe
^icciasi lentamenlc e a gradi a gractt^ .Perciò la pre-
y
34f
sema del dolore 8i ^ per nm mio de^ più sicari cri-
leri per distingaere T apoplessia dalle altre cerebrali
afiezioai ; onde la ceblalgia don è sìntoma tanto sioi*-
«tro quando lo è il coma ^ la stupidezza , la perdila
deir intelletto ecc.
Le fonzioni iDtellettaali d' ordinario alterate son<^
nelle 'infiammazioin- del cervello; di rado se ne rimar «^
co' il delirio; l'absenza di questo porre fece in dabbio
l' indole infiammatoria del rammollimento , perche si
tiene esso per on sintoma di flogosi cerebrale. AlP op**
posto, dice r amore, esso è dell' arachnite ^ non per-
cbè r acacfaubìde ne sia la sede, ma per la stessa
ragioine che le afTezieni della pleura influiscono* sulla
funzione de' polmoni. Non v' ha aradhnite senza «he
la superficie del cervello con essa in contatto non ne-
sia .aCTetta ; non Y alterazione del suo tessuto, ma solo
derivane un'esaltazione delle sue fiinzioni: non cosi
va la cosa in caso di flogosi o di congestione violènta^
che intacca T organica, tessitura del cervello per cui-
nasce paralisi delle funzioni inteUettuali, come dei moti
volontari , che si conseguitano in un modo regolare e
palpàbile. Così , sinora non ci fruttarono molto le rt«*
cerche anatomico<>patologiche sul cervello de' pazzi ,
perchè non si è badato all' importanza dell' arachnoi-
de, all' ìnspessimento , all'opacità, alle grandiazioni
su di essa sparse, che l'autore e Rojrer-Coilard ti-
scontrarono frequenlissiine ne' maniaci. In tutti coloro
poi che perirono in istato di stupidezza o di demenza^
il cervello si trov^ sede di altej'azioni.
Le fiicohà intcdleitnali , saWa qualche eccezionei di-
Qfinaiscono in Cagione inversa delle paralisi.
Le lesióDÌ delle funzioni del sistema muscolare pre*
à
sentami anche cen . due serie di siolomi d* amnento o.
di ditniaiuìone , con fenomeni d'irrìlaaione odi proa-
tiaaionc ^ con sassnlti di tendini dei , convulsive con-
traaiotti e tetaniche , ed il. toqpore e la Tera flacddea-
za. Quelli accompagnano pare rarachnite. In qnal^
spiega sui muscoli il medesimo inftisso che sulla pio-
dosione del delirio; e questi le apo^^lessie. Ifa^ come
distiogoere queste convulsioni, quando da une o dalle
altre sono generate ? Generali sono nel primo caso le»
convulsioni , perchè difficilmente travasi limitata ki
flogosi da nn lato solo > lo che non n osserva ndle
iafiammaatóni cerd[>ralt , ove non tarderebbe «1 . assc^
darvisi b paralisi; oltrecchè sin dall' invasione delln
malattia osservasi un singolare miscuglio di spasmo e
I intorpidimento.
Ben tanto i moti coiivolsivi generali^ che gli ac-
cessi epiletici^ secondo V autore, avrebbero fratto origi»
ne dalla crunìoa arachnite nelle diverse addotte esser*
. vaaioni, in cui questi precedettero l'apoplessia.
Si è notato nella Lettera precedente essere la con-
trazione permanente de* muscoli flessoti un sintomn
costante e distintivo dei rammolliaMntt .-comincia d'or-
dinarlo questa dal bracete con fermicoUo , dolori spo»-
tanei landnanti ; di rado» od almeno dopo lungo tempo
ésteodesi poi anche alla giimba.
I muscoli della facda partecipano similmente a que-
sto stato spasmodico: la becca è devia verse il lato
pataliiico, il contrario osservasi nelle apoplessie. Le
palpebre sono iteventi chiuse per la oontrazìeoe 4ei
muscolo orbitano , e non come nell' apoplessia . per
la paralisi dell' elevatore delle palpebre soperierit
nel primo cas» sono queste ibnemente applicale la
348
otM cootro le altre, e mm ei possono separare seaia
mia qualche resisteosa, e tosto si richiadooo. Evvi»
inoltre, ancora Io sltabìsmp permanente deìF occhio dal
lato a(fetto. La coincfdenEa dunqae di cootraaioni con*
volsi ve, e di paralisi si è il carattere dislinsivo del
iteromollimento cerebrale.
Ma, ia permanente contraxione de* muscoli non dura
rtno al fine deHa malattia; o che diorinnisce gradata*
mente, e segaevi una flaccideaaa perfetta con perdita
totale della sensibilità , ovvero si cangia in clooiche
conridsfoni, che ripigliano per accessi, con interdiittenae,
Come bielle epilessie. Non durevoli olire I cinque mi-
nati, meno forti e Ireqnenti divengono sai fine del
morbo y e cessano affatto poco avanti la morte. Alla
invasione di sinaili accessi^ operasi nel cervello un'ener-
gica congestione^ che la annuncia no il rubicondo colo -
rito della faccia, l'occhio vivace e brillante, la per^
dita dell' intendimento ( eh è si ricupera di nnovo tosto
terminati 1 medesimi ) le convulsioni della bocca , gli
occhi stravolti y divergenti, mobilissimi: diminuendo
quindi gii accessi aumenta la paralisi , e s' affievolì*
scono vieppih le ionzioni intellettuali»
Se nelle infiammazioni cerebrali d' ordinario i sinto.
mi d' irritazióne preceder sogliono la paralisi, fin tan*
to che non ne è alterato il tessuto, confondonsi quindi
e finalmente restavi solo paralisi con risoluzione o flac-
cidezza, come nell' apoplessia, quando perfetta ne segue
la 'disorganizzazione: vedesi quella, all'opposto, primie-
ramente, e quindi la rigidezza delle membra, che au*
mentasi successivamente , in allora questa è sintoma H
iofiaramaziooe consecutiva alPafièzione che die luogo
alla paralisi , come nelle osservasioni il? 7 , io , ne
544
19 della Lett prfced. ove la SQSUnsa cerebrale all' ia-
tòtoQ de'coagoli di s^ngme, era akletU da recente, iofiam*
inaaione., cosi che.i siotoml spamiQdiqi s'aasooiarono
alla- paral&M ia ragione del progressivo sviluppo di
qoesta* •^
.Talvolta, finalmente , questi accessi si annnotiaronp
con variante e .stupenda compli^asione di sintomi che
irregolarmente si segairono, oppure tpite. le membra
agitato erano da convulsioni ,. non escluse le membri^
paralitiche^ oltre all' arachnite si è trovato il rammollì-
mento nei. due emisferi» ediuaapArte dei oorpi stsiati,
e della protuberanza aqellare da un Ijsito, e del falamo
del lato opposto, oppure nel midollo allungato e simili.
L' incostante pertanto ,del . corso delie malattie ce*
rebrali, U complicazione de' sintomi,. e Ja toro irrego-
larità sono il risultato di . successive esacerbazioni ^. e
fissioni i non diversamente di qufinto occorre nella
ii^SamoUzione de' diversi altri, organi ^ e di complica-
zii|ni ora con spandimenti di sangue^ ora di flogosi
successive ne' diversi punti del cervello. I rammolli-
menti offrono dunque alternative di male e di miglio-
ramento^ si che si è sempre lusingati. Non incontrasi
nelle apoplessie cotanta inegua^iansa , perchè i sintomi
djelb spandimento di sangue non sono, suscettibili di
tante variazioni^ quanto nelle jnfiattimazioni,s
I sintomi d- irritazione stanno, in ragione dell' acuzie
delia flogosi cerebrale. Può manifestarsi il rammollii
mento tanto rapidamente, che 1' apoplessia : ma gli
spasmi I, le convulsioni, ed il lent<^ e^progfefsivo svi-^
lappo della paralisi ce ne porgono chiara la difTerenza.
.,.,Que' f^oomeni poi che provengono dalla sensibilitii
e dalla percezione degli agenti esterni ^ non sono di
> 34*
minor importansa d«i teétè menzionati; Il tintinnìo,
il snasurro nelle orecchie cangiasi in sordità iq propor-
2Jone che progredisce la paralisi , e rintoUeranKà della,
luce^ con conlraziope delle pupille, nella dilatazione e
perfetta sua immobilità*
Contratta per. lo più nei rammollimenti si è la pa-^
pilla., dilatata all' incontro nell' apoplessia. Questa,
costrizione fa più marcata, in coloro , che provarono
contrazioni muscolari^ di più contraggasi essa ali* invasio-
ne degli accessi spasmpdicij e se da nn lato solo esiste
il rammollimentOi contratta pure ne è ivi la pupilla. Av*
vegnai^hè questo statp della pupilla sia per indicare un
aumento di sensibilità , incapace nulla di meno era
r occhio alla visione, in pari modo che le membra pa-
ralitiche agitate da convulsioni sono inette alla loro
mozione. Comunque però , indicano questi fenomeni
un'esaltazione morbosa delle funzioni dd cervello.
La facoltà del moto pnà estinguersi in un membro,'
ed essere sede di pungenti dolori, lancinanti, al sem--
plice tatto, ovvero nello stenderlo, e conservare là cut^:
intiera la sua sensibilità* Quest' attributo della fibra ^
vivente, più a lungo persiste che la contrattilità. Il
moto volontario è il risultato d' nn atto spontaneo del
cervello; e la percezione è soltanto prodotta dall' im-
pressione iàtta all' estremità d' un nervo , che non esi-^
gè r azione spontanea di quest' organo. Ogni qualvol-
ta dunque evvi paralisi solamente del itfioto, meno
intensa esser deve la malattia cerebrale, cosi che il
grado di sensibilità è nn eccellente indicatore del gra-
do della malattia , il quale può eziandio farcene ap-
prezzare la progressione.
itù^agando il sin qui esposto rilevasi, che le af-
346 i
fetiooì cerebrali e dell' arachooide presenUoai con tìn^
tomi di lesione delle teasaEÌoi>ì , deU' inteodimeiilo p e
^*moii volontarj. Che questi àiatomi ofiroao dtte ea*
ratieri afEiitto opposti ; quelli d* irritattooe e. di col-
lapsus. L'esahaxione delle fiicoltliy la cefalalgia , la sen^
sibHJtk della retina , la contrazione delle pupiMe , i
dolori nelle membra , la contraaione permanente ed
intermittente de' muscoli : ovvero la diminneiooe del-
r intendimento , la stnpidessa 1 la. sonnolenta , la sor-
ditliy la perdita della vista, della parola, la parfiliii
de' muscoli , e l' iaseosibilttk .della cute. Si osservano
ì primi socii eaiandio delP,aracbotte, ed i secondi del-
r apoplessia. Riuniti si vedonp aeU' infiammaaislne ce-
rebrale, perchè nel i.^ caso vi ha solo irritactone
del cervello senaa organica alterasiooe: nel a.^* Vi ha
primieramente alterazione senza irritaaione : e nell' in-
fiammaaiona sola del cervello pnò esservi soccessiVa^
mente irritaaioòe e dtsorganistasióne* Quando la pa->
ralisi precede li sintomi spa$iiiodici , i^ alterazione
organica précède pnre 1' infianmiazione; <|oando final-
mente mancano i sintomi spasmodici , la lentezza prò*
gressiva della paralisi la fii distingnere da quella pro«
dotta da cerebrale emorragia.
« In ultima anali», prosegue il sig. L,^ nell* arajchoite
«r sonovi sintomi spasmodici senza paralisi ; nell' emor*
« ragia f paralisi senza sintomi spasmodici} neiFinfiam-
"« orazione del cervello, sintomi spasmodici, paralisi
it lenta e progressiva, corso disuguale od intermittente » .
L'anatomia patologica sarri>bie uno stadio di mera
curiosità se limitandosi alla solt discrizione delle alte-»
razioni morbose, ed all'indagine d^sintonli onde fico*
noseerk peadenie la vita^ non sa ne carcasse à nvgU«r
1
Hi
modo a curarle , wseado qiictto lo scopo cui teódef
devooa tutti f li slom nostri.
Dopo àTer notato nei corso di queste Lettere il peg*
gìorameoto sensibile di quie' podii ìofermi cui fu pre-
soritta la ftoce vòmica , il di cui uso fa quasi imm^
diatamente segoito da convulsioni e rigidezza nelle
membra , pone il sig. X. a maturo esame il metodo
•:uraCÌTO itoiplegato nel pik dei riferiti casi , ove ado«
peraroosi tonici , stimolanti , nervini , antispasmodici,
diaforetici , purganti , emetici , rivulsivi , mignatte e
di rado il salasso aucfae troppo parcamente praticato]
ed altamente condanna 1' emetico, che indistintamente
in ogni 'caso venne prescdttOy il quale promovendo il
vomito^ aumenta là cerebrale congestione e ne, accel-*
iera la disorganizsaaione; okrecchè^ violentemente irri-
tando il ventricolo risveglia una non meno funesta
gastro-enterite y esponeci quindi alcune proprie osser-
vassiooi d^ infiammazione o rammollimento dei cervello^
in etfi scorgesi quanto nel vincere le congestioni cere-
brali, sia la efficacia del salasso copioso, delle mi-
gnatte , delle afinsioni fredde e diacciale sul capo ,
de^ rivellenti estemi contemporaneamente impiegati , e
per sino delle scottature fatte con acqua bollente sulle
inferiori ^estremità, mercè le quali venne a nuova vita
richiamato nn' agoniazante in istato di morte apparen-
te, ii di cui imminente pericolo rendeva vano, perchè
troppo tardo e lento, il soccorso de* più validi e comuni
rivellenti.
Dopo le.rilerite osservaaioni di guarigione, passa il
aig. £. ad investigare come si terminino le infiamma-
aioni cerebrali , o per dir meglio quali siano le modi-
licaziciiu che quelle apportano nel tessuto del cervello.
548
e quali U traccie che lasciano dopo di loro. Credcai
abbastanza felice / autore di pot er ofirìre due casi di
ionesta recidiva dopo luogo tempo ^ e di risolvere^ ia-
contraAtabilmaate questo problema. Sembraci che que-
ste modificaaioni si ristringano ali* iodtiramento ddla
parte cerebrale precedentemeole affetta.
Tra' le aoa poche riflessioni con coi tennina il ai*
gnor L. la pre^eale Lettera, degn« noi ripotiamo di atr
teoziooe quella, relativa allo stato patologico del cer-
vello in. chi, dopo avere sofferto parecchi amù prima
qualche apopletico accidente, n^ vieoe da un altro
mortalmente colpito. Non trovasi nel cervello vestigio
alcuno di auoivo spandimenlo. di sangue } solo talvolta
alqaaiilo siero nei ventricoli ,. o nel lato opposto alla
paralisi, che suolsi accusare qual causa motrice degli ul-
timi. sintomi : ma intanto^ quando. oiooa ritfrovasi efib*
siooe? Se ben si osservi, e colla massima atienzione, al-
■
tomo all' antica cisti apopletica, vi si scorge giallastra
assai molle e disorganiazata la sosuojsa cerebrale (i).
(Sarà coruùuuuoj*
(i) Reca non poca merqjriglta, come il cervello esseir*
do in questi -ultimi teiiy>i il segno, coi sono «dirette^ e
consacrate le veglie , Ir meditazioni , e le esperienae
di valorosissimi fisiologi , fra quali tengono posto
eminente un Carlo Bell, un TreviranuSj un GaU ,
un Phurens , un Serres , un Magendie\ un Geor^
gel y un Rolando^ ecc., per chiarire h fanzioni,
che alle diverse parti di quell'organo» appartengono/
siccome prééso che definita è ormai la quistfone^
che il cervello considerare no» pia si debba qual
mole I che tutu concorra alle siogole fiinziooi intel-
lettuali^ ma che riconoscano queste differenti organi^
54d
egnakneiite ehe le varie iaostoói del corpo y ed i ài^
versi atti d^ ima funnone sodo eseguiti da organi di-
versi ^ reca» dico, non poca meraviglia, come il sigi L.,
avvegoAchè persttasa> che 1! anatomia y la fisiologia e
la t patologia^ prestar si devono vicendevole soocoiwo^
non abbia anch'esso rivolto le sne mire acquétte 4*
siologiéo scopo , ed abbia iìivecé incorso nel rianpro-
vero del sig. Boudlaud d'avere astrattamente ooDaide**
rato il cervello in istato d' infiamofiazione y ed a ^[aesta
aitiibttito la stessa ideiitità de*^ sintomi^ qualunque ne
sia la parte dalla flogosi affetta j mentrechè il lodato
sig. Bouiìktud appli(Sat08Ì al medésimo genere di ricer-
che gli parve d' aver potuto constatare > che la sostanca
cinica presièda ai fenomeaì *^ intelietmali , e la midol*
lare ai movimenti: che i talami ottici -trasmettono e
dirigono i movimenti delle membra superiori, e che
una tale facoltà è riposta nelle circonyolo£ioni della
parte mezzana posteriore dell' emisfero opposta^ perchè
In disorganizzasione di q^sta dètepmiiia in quelle mem-
bra la paralisi \ siccome lai facoltà del moto delie' in-
leriori ne riconosce la sede nelle circonvoluzioni ddU
parte meszaoa ed no po' anterióre del Cervelli, fttì»
stesso motivo^ che la paralisi ^ la rigidesza e le . loro
convnlsioni accompagnano le lesiooi d» quest0:.parti:
ehe i lobi anteriori del cervello siano l'^organo- del
linguaggio articolato e della memoria. ^
Lungi noi dal ritorcere , e co&teinder^ al sig. Bouil^
land il merito d'una r:sl importante scoperta , porgiamc^
caldissimi voti , cbe per le sne nifatomicorpai^logiche
kjceithe «compajàtao. una. volt» queMe inaupfirabiU
difficoltà, che si incontrano tuttodì nel determÌQiini ìm
vera sede dfllc dive)rae.fii5i^tà dell' animai, giaoebèj^
ora naU*ftlltt» ti sa fii positivo ^ se non che quelle dei
i.'*"' ordine s* esegniscooo nelle fiartì inleriori e. poste-
riori del cervello , primie^ameoie perchè sono le ptine
a cotDparire nell' emhrìone , e che meno vnnno sog-
gette'a grandi vartaaiooi nelle varie classi d'aMnali;
oltreechè i vari cimenti cui furono qaeste sottoposte f
m
specialttienie i talami ottici , le prominenze bigeoielle > ^
corpi ftiriati, il midollo allungato ed il cervelleito^ che
lesi dierobo segni d* alteraaione de* moti mnseoUri^: le
fnnaioni all' opposto le pih nobili ^ del i P ordine , cioè
le spiritnali , verìsimilente provengono dalle perii aa«
perfori ed anteriori -dèi cervello.' Lasciando noi in àU
sparte le tante agitate qnisttoni di Lorty , di Lecai^
deU' AOerOf di Boerhaawe , di Caldani , se competa o
no alla sostanza cerebrale la sensibilità , e se alla cor-
ticale esclosivamente , «od alla midollaae appartenga ; e
le opinioni di Vécq-d^-Azit , di Qatty dt Tiedenumn^
di fF'entelf se considerar si deM>a la sostanza cinerea
atta solo a difendere gli emisferi dall' impressione delle
pareli ossee ^ e di dividere fra loro le fibre midollari jy
o se qoal organo di creasione della midollare , o se di
nntrisjoae ; o finalmente se in essa si eseguiscano quei
cangiamenti spirituali' corrispondènti ai cangiamenti
materiali j de' qnali la sostanca midollare non ne sa-
rebbe che il «olo veicolo; rimarcheremo noi soltanto
con ér. P. lìiekel essere probabilmente neceesarìa la
presenza , I' accopinamento , e la reazione di qneste
dne sostanze pél conseguimento' dr certe asioni vifnit.
Ma, fra le tante incertezze potrà f anatomia patolo-
gica spargere quella luce che ili vono si attende dalh
lisioloiHi?
•lillMUBt^ di, grazia, per poeb «Ma AiiAMe e ce»*
\
plk^allteioia &uutlara del i;erv«llo^ a)U cMittoione ddit
9tte fibre i ed air omogeaeità de'nioi tessAtii ed ia
ispecie del midollQ allungalo , di qoel centro della seti-'
fibilità f di qnel nodo , come s* esprime V illag. nostro
Bolkuuiùrj che riunire gli organi tiiui ddla vita con
quelli destinali alP .esercijEio d^^ Inntioni animiali ^
formato dalle radici di tutti i, nervi ,. dalle fibre, e' dai
fili midollari j di cui sono componi il midollo spina-
le, il ^err^etletio , e gli emisleri, in cui ripone il lo*
d^lo Professóre Jl sepsorio copione, si scorgerà per
quest'anatomica disposiaiooe , che tutte queste parti
cesi intiniameote coUegate cospirar devono al oMdesimo
acopOy «d ogni benché menooM loro alterazione don
pile non rompere « distrugere qudr armonia , quel
wiceiidevole contrailo indispensabile pél perfetto eser*
ciaip delle. altissime loro funsioni
Qual soccorso sperar si potrebbe dalla patologia , se
tocco un qualche organo del cervello da fiogosi non
piiii y intiera si;ia oiole restarsene muta ^ ed insensibile
a questo morboso lavorio ? Forse che al cervello estra*
noe «ono queÙe stesse leggi » -cui soggiacciono gli altri
organi del corpo, la di cui flogosi estende «Ile parli
coutinn^ e. contigue le aue irradiaaioni? Qwal soccorso^
se la paralisi ^ le convulsioni e ia. flaccidezca >àccom^
pagvar «sogUono i* r^amipollimeiiti , e la' disorganizaa^
dooe di qualunque paf te del cei^rello , ad delusione
d4 cQipo calloso, dalle volta a Ice coloiUie e del sett%
lucido.^ conia cpBsta> dàlie a bella. posta trasunraie os^
servaaioDÌ? Quali induzioni tram ai pódrebbero favor
rivoli alla datar mjoaaione dilla sode della memoria ,
della loquela» dell' ioleodimooto ecc«,so le malattie co>^.
f#b^i, massime le acuts^ ii%« otti ymm^ disgimto dallst
55i»
loro ab^rrtslone, e lesi vidde persino (no. 6 eLtt.^ 3>' )
lo spappolinieato del lobo siaiftro del cerrellétto , es-
sendo sani gli emisferi cerebrali , ed appena injjettata
raraehnoide, produrre l'emipiegià delialò destro , la
paralisi ddla palpebra e dell* occhio^ con appassimenti)
del "g^oboy raboMcroned^ì' intendiménto^' e la*per/etta
afonia ? Pinalmenie, se in nlnh caso ebbe prinoipiò la
paralisi dall' estremitk inferióri , ma poi sempre dal
'braccio y oppure la emiplegia? Ma veh! qnal bÌ2sarro
ed incomprensibile contrasto ne' fenomeni morbosi che
da alterazioni di rapido corso provengono^ oppone
dalle lentamente preparate^ le quali ' ancorché tàtesis-
snàe e profonde^ e persino l' ossificasione perfetta del
cervdlo> come si raccenu, non^^dinrono segni della
loro esistenza ch<$ pochi giprnt prima delia morte!*
Opporrannosi pertanto a questo fisiologico risultato
i.^ La duplicità e la simmetrica disposiaiona «degli
emisferi y per coi ^iffioilmente si pub apprezzare sino
a qnal punto le lesioni di nno non iodocani^ alcvii
iooooveóieote nelP altro , e viceversa ; qual grado, di
lesione non potranno usi vicendevolmente 'comoiiì-
carsi. •
x^ Che non si conosce , come osserva G. F. M^
M, tino a qual punto supplirsi - non possano récipro-
eamenie le divarsa parti del eartéllo, formato d'un
tastato qnati boifermc , ed omiogéneo p inentrècbè
•egli orf;ani dtiferantetneote organteaati, cotae la tvke^
i reni, il oaifala.in^slinale, i poImMl, là mammelle,
il peritoneo eaiatiU soppllr^isi possonó-a vicenda.
. 5.^ CIm non si possono calcolare le alterazioni' pa-
tologiche del • cervello , porche ^rosimilmente non
^<atte cofisittoùo me aamittoltigiento ^n
i UUgaà 6 di )>•$ t 6 adi' Inddrimentù^ 6 delle emor«
<rigie, o nelle #0ioplicl iojeùonì san^aigae, e èbe esi-
Her possono ben altre nelle parti attigue e cantinati aen^
sii the si^bo ali* octhio visibili. '^
4-^ ^^^ "^^^ sedipre maùifestansi le afiezioni òere^
t>raU c6ftl sintomi in ragione della lord gravézza, é
tbe nna malattia pnò renderei in breve tèmpo faneUai
sèiiza lasciare traccìe sensibili d'organica alterazione.
S. Che la contemporanea esistedza delle affezioni
dellf menihgi colle alterazioni a^l cervelli ^ e partico-
larmente deir àrachnoide, grandemente inflaisconio sulla
*j)rodi]ii6ne di stmomi cerebrali ; giacche P arachnitè
'pnj» simulare là pie grave cerebrite. ^
6»^ C!h^ pile /veoH-é sioi^atieatiienté leso il oérvetlo ,
fd offrire pna serie di fenomeiii cerebrali*
^.^ Finalmente, che la rapidità od il ti^o cronica
della malattia inducoho nna notabilissima modificàzio-
ne nelt' apparato sintomatico.
Cònchidciiamo : le misteriose opéraizioni del cerveiy
sond sempre da valutarsi ed in qualunque circostanza^
Vna perdere non si deve di vista la grandissima dif*
feretiza che passa tra il cervello sano ed il cervel'*'
lo ammalata; egli è possibile che col progresso del teni'
|)o le nostre Cognizióni su qnest' organo saranno piii
estese e più precise se Si scopriranno quelle vie , che
d giÉidano alla scienza di interrogale, dj sorprendere
e , per dir Còsi , di costriOgere la natura a svelarci 1à
propria stia essenza ^ ma difficilmente giogiìerì' l'àna"*
lomì'a patologica a farci più istrutti in questo genere
di cose, perthi non. isolati, non costanti, e efesio con-
Ctaddicentlsono i fenomeni che emanano dai/e di\rersé
/ilterazioni coi vatf^o j divèrsi i^r|aid del cervelW
ÉLmàAtt roL XXXFUI. a*
35^
soggetti, eosi cbe per essa udì do^emo ' vagare ci^-
«taotemeate neir amplissima sfera delle ipotesi, delW
analogie e delle Terisimilitadioi. Ma venghiamo allft
Lettera terza CP^l^t*
donsideratjons sur les enfans trouvés dans
les principaux états de l'Europe; par M.
Beroiston de Chateaunevf. Paris 1834*
— Considerationi sugli esposti nei prin^
dpali Stati (T Europa, Memoria ecc. (i)-
XJi sigg. Duméril, e Coquebert-Monhrei, nel Rapporto
sali' enunciata Memoria dà essi letto all' Accademia
Reale delle Scienze di Parigi il dì 29 deceinbre 18^4^
ne ampliarono la parte Storica , e proposero alcuni ri-
flessi f o modificazioni , particolarmente intorno a cA
che risguarda i ragguagli di mortalità deli' età infantile
iù generale, e degli esposti in bpecie. Per evitare l' in-
conveniente dì ripetere i fatti esposti in questo Rap-
porto , noi Creduto abbiamo di innestarli nel corpo
istesso della Memoria ^ onde i leggitori abbiano ,aa
cenno istorico sull'argomento il piq possibile perfetto.
{i) 4rt.% cm^^caio dal sig. doU* Branca.
^*
555
C A P 1 T 0 L Ò r.^
DéW epoca della fondazione degli Óspizj pei fancitdli
ìobhandonati in Europa.
La Natura destinò tutto per T .aoino ;, dessa Io ha
costituito il padrone della terra. Lo stato sociale lo ha
privato di tatto. Per efletto di questo stato l'uomo
possiede nulla ; egli deve comprare V abito che Io co-
pre, l'alimento che lo nutre e quasi l'aria ch'egli
respira , ed ogni qualvòlta non abbia con che pagare
questi beni naturali j egli è povero relativamente a
quelli che hanno i mezzi onde procurarseli. Questi
ultimi usano di tutto senza moderazione, e senza rite*»
gno, dal elle nasce la dissolutezza. Cosi la depravazione
è l'abuso delle naturali inclinazioni^ e la povertà, 1' ef«
feito della condizione sociale.
Il libertinaggio però, e la miseria hanno ciò di co-
mune, che egualmente concorrono a corrompere il
cuore , a avvilirlo , a inaridirlo. Si strugge in lui ogni
affetto, ogni sentimento in lui si estingue. La stessa
voce della natura, rimane muta, soffocata e vinta dal bi-
sogno, o indurita dal vizio; una madre non ha sì tosto
dato alla luce nn bambino , che da se lo allontana ^ ed
alla pubblica pietà lo abbandona.
' In tut^i i tempi e in tutt' i luoghi la dissolutezza
e la miseria furono le cagioni dell' esposizione deji
bambinL Anticamente questi infelici si deponevano, la
Dotte, nei templi, sui mercati > agi' incrociamenti delle
strade, nei luoghi pili frequentati. In Atene si esponeva-
no presso adi un edificio chiamato CinosargOy ^d in Ro-
ma a pie di una colonna ricino al mercato dei lega-
556
mi , d' onde forse ba io seguito preso il nome colon-
na Lactaria. ^
L' esposisione dei bambini non aoppone sempre de«
gli stabilimenti per ricoverarìi, ed egli è incerto se
di questi ne esistessero anticamente.
Le pijme traccie delle disposizioni legislative risgnar-
danti ai bambini abbandonati da loro genitori , s'ini-
contraoo ne* primi tempi del cristiadesimo , sotto gU
imperatori romani. Prima di queit' epoca j la paterna
podestà non avea limiti. Il genitore al . nascergli mi
figlio era arbitro di allevarlo, ciò che cbiainavasi lot-
lerCf o di farlo esporre , ed in ciò i romani comper-
tavansi come i greci. Un figlio stato esposto si ritene-
va appartenere a chi lo avea raccolto , almeno sino a
che il padre naturale non lo richiedeva ; nel qàal caao
veniva restituito al genitore, coltro il riibborso della
spesa sfatta pel di lai figlio , e piò soventi ancora
,aenaa di qoerta condizione. Egli è facile 'immaginare^
ehe tale circostanza distoglieva molle persone dal prenr
dere cura degli esposti.
n primo pawo verso un migliore ordinamento di
cose fu una costitnzione dell' anno 33 1, per la qoale
1* imperatore Costaniino dichiarava: che chiunqne avea-
ae raccolto, ed allevato un bambino d>bandonato dai
suoi genitori, avesse diritto di tenerlo, sia come perao-
aa libera, sia come schiavo senza che gli stessi geni»
tori potettero ridomandarlo. La stessa disposizione
fu dagli imperatori ' Onpno^ e Teodosio applicata ai
padroni, che avessero fatti esporre i figli de' loro
«chiavi. .Niillum , dominis yel paironis , repeiendé
adiutm reHnquùnuSf si expositos quodam modo aà
niori€m volunias | misencordiiw amica , conegerit :
357
nec enùn dkere suum poterti quem pereuntem con'
temp^.
Costantino avead' altronde cercata di prevenire T ab-
bandono de' neonati, ordinando a* sodi rappresentanti
in Itaik ed in Affrica che soccorressero anche col te-
ioro di lai particolare que* genitori^ i qoali per indi-
genza fossero inabilitati a nutrire, e vestire i loro fi-
gliuoli^ addncendo per motivo , ijuod abhorreai no-
wirù morbus , ut quem^tsam fama con/ibi , ve! ad
indignum fadnm proruntpere concedatur. Aggiungeva
V imperatore, che que* soccorsi doveano essere pronti,
attese che, è detto nella sna costituzione , che educa-
fio nascentis iafantiae moras ferre non potest,
yahntìniano , Valente, e Graziano dichiararono:
unisquisque soòolem suam natriat ; qtsod si exponen-
dam puiaveritf animadversioni quae constituta est,
suèfac^it. Appoco appoco 1' esposizione dei figliuoli fa
pareggiata aM* infanticidio^ ed alla fine del secolo XH
ai trova la seguente sentenza emessa da un Ginrecon-
solto: Necare videtur^ non tantum is qui partum per^
focat^ sed is qui alimonia denegat , et is qui publicis
locis exposmt.
Finalmente^ Giustiniano abolì del tutto la servitk
che sino allora avea pesato sai figli abbandonati. Ecco
le parole di questa memorabile costituzione: Sancimus
nemini licere puerum fexpositumj in suum dominium
vindicare , sive nomine domìnii , sive ascriptitiae , sivè
colonariae cortditionis, Sed hi qui ah ejusmodi homi"
nibus educati sunt , l&eriy et ingenui appareant , nulla
nfocida servitutts imbiai. Al che lo stesso Imperatore,
nella soa Nov. 54 9 cap. 11, soggiunse: Etiamsi certam
quamdam probationem petitpr habeat, qua ostendat
358
éjasmodi pefrsotutm ad sttum pertinere domìnium, Qd^
sta legge y che fa epoca oeì fasti dell* amaoìtà , fii
divolgata i' aano 53o dell' era cristiana. '
Il Legislatore non poteva però dissimulare a se stesso^
che col rendere liberi i figl) esposti, egli aameotaTa
forse la probabilità del totale loro abbandono., potdiA
coloro, che ti raccoglievano per sola, vista d'interesse,
per farne cioè seivi» o schiavi^ avrebbero potuto di*
itogUersi da tale uffizio; ond'è presumibile , che la-
Stesso Imperatore st fosse proposto di aggiungere al
beneficio della libertà quello dell'educazione a spese
del tesoro pubblico , o di quello della comunità ,. e elle
dal mandare ad effetto sì fatto divisamento siane stata
impedito dalle lunghe guerre ch'egli ebbe a sostenere.
Stando a alcune leggende e alle costituzioni di Carlo
Magno y egli parrebl^e che in Francia già vi fossero ««ili
pei trovatelli nel medio evo. SuU' autorità della 'vit«
di San Mainheuf^ si cita quello che qdesto Santo
avrebbe fatto fabbricare a. A.ngeri nel 654 9 egualmente
cbe lo Spedale di San Spirito, fondato a Montpelliec
nel 1180 da Guido ^ 6glio'.^i Guglielmo., Coiste di
quella Città , il quale fu pure l' institotore dell' Ordine
di San SipirUo^ i cui Membri erano destinati a pre-
starsi in servizio di detto Spedale. - ■^
Il Conte fu chiamato a Roma dal Pontefice Inn<H
cenzo III per assistere , come grande Maestro deli' Or-i
dine, ad uno stabilimeoto dello stesso genere, deeonii*
nato Santa Maria inSassiia, Almeno egli pare, che
l'ospedale di Montpellier raccogliesse fin d^ allora i tro«
vatelli, anzi, secondo alcuni^ fino dal 1180, La storia
riferisc2 che Papa Innocenzo IJI^ ayendo saputo che certi
peicatori aveqine cavato fuori dalle acq^e i cadaveri
559
il molti neonati, destinò immedìataiiieote nel ci(ato>
Ospizio òi San Spirito' j che io quel teoipò' egli faceva
restaurare e ingrandire , un casamento per ricevere 6oo<
tovaidii; casainento ^he prese il noine di Cometyato»
rm ditta Ruota, dalla ruota nella quale si deponevano
i .bambini. .
Nel Secolo XIV fu fbndato in Fiorenza il ma;gi|i-
fico Ospitale degli ^Innocenti* In Francia , anclie nel
Secolo XV , «i era più^ in indietro che in lialia, Sottq
Carlo VII/ nel i445 > un Procuraiore del He , , nella.
giurisdizione di Parigi, avendo tentalo di far ricevejre^
nello Spedale di San Spirito i bambini esporti , jpoa
potè riascirvi ; air opposto , leggesi nelle lettere t)a|enti
del Re, che l'Ospitale di San Spirito in Parigi^ fon:
dato nel i^s, non dovea servire che ^ raccogliere or*
fatti nati da legittimo matrimonio 5 e quanto ai, fan-
ciulli ritrovati , ed incogniti , voleva che si continuasse
solamente a questuare sulla porta della Chiesa Catte-
drale di Parigi, e a gridare pubblicamente a chi pas-
sava avapti il rìcoverp degli esposti: Fate ^el b^ue ai
poveri trovatelli — per impiegare a favore di questi le
limosine provenienti da tali questue: aggiungeva il
fi.e, che obbligando il detto Spedale a ricevere i tro-
vatelli insieme cogli orfaoeUi , crescerebbe tosto a d>
amisura il numero dei^ primi , stantechè molte persone
si .darebbero più facilmente al peccato, in veggeudo i ba-
stardi essere nutriti , e che con ciò venivano esentuati
dalle pròne spese ed incomodi che richiede la prole )» .
Siccome però queste limosine erano probabilmente
insufficienti /si. è immaginato di imporre ai Signori
delle terre 1' obbligazione di far nutrire , ed allevai*e i
fanciulli esposti nelle loro rispettive giurisdizioni^ il che
?6o
^ quanto fece il PjtflanieQto eoo diverse or^tóaiize , ,
fblie qaali la piii antica seml^ra del i3 agosto i55d (i).
Oltre di ciò 9 coqfie sì è detto, F esposizione dei btoi*
)>ini era stata anoovei^ata tra i dritti, eh^ la giustizi^
poniva se?eraaiente; ed in fatti , la pvobabiUtk di vita
per queste innocenti vittime era si debole , che , ri-*
^etto a criminalità, non yt avec^ che poclìiesim^ dif-
ferenza tla r esposizione e lUafanticidio. Con tatto ei&y
}il slessa severità della legge impediva ' eh* essa fosee
regnila. Egli era, infatti, da temersi ch^ si confdndesee
)' abbandono y prodotto dalia misena, coli' abl^ndoaa
premeditato , é ohe colla mira di proteggere i baoibl*
^ì, f^ì facesse si che si abbandonassero a certa morteu
Si pretende ehe nel Secolo XYI $i ricevessero glj
esposti ili uno Spedale di Lhine ; ma in Parigi non fa
phe nel ^ 658 che sì comippib ad occi|parn ^efBcacfh
fnente di questi infelici.
V IL'.' 'l'V II 'J. >' u ' ' "Ji. ■ tj J' . ■■ Il II 1,11 1
(i) Un decreto del Parlamenta éfi PùrijgtdBl f&6i.
prdina ai Signori di nutrire $ fanciulli che vpnàserot
pipasti nel hfo territorio^
pliche oggidì nel Nord dell' Europa Si^siste ifia
fonsimde legislauone.
In 4ustria, ciascun proprietario paga i^J^rhii ai*
V Ospitale che riceve i bambini abbandonati sul ptro»
vrio territorio, I costumi del medio e\fo furono pres-
sappoco gli stessi dappertutto: dappertutto erano schiavi
p padroni y vassalli e signori: tfuindi dappertiUtct le
l^gi medesime j, le medesime obbUgaxior^^
96t
Uoa vedova eariiatcvole , di cài non ci è stato 4ra->
.cme&so il nome, ajatata Ha ^dne fantesohe fa in Pa«
.rigi la prima a pigliarsi f assunto di ricoverare qnegU e-
sposti, che a lei inviava la Polizia^ ma i mezzi di cui po-
teva disporre erano si tenni, la sua abitazione^pella par-
rocchia di San {jandrj così ^strettii, che era obbligata
di scegliere a sorte quelli che dovevano essere ritennti
da l^i , e quelli cl^e si dovevano di nuovo esporre^ a
meno che non si fosse trovata qualohe persona ch^
avesse voluto incariciirsiene.
Finadmeele j^ un eroe della religione , e dell' umani*
iÌLy l'illustre Vincenzo da Paola, il quale ^ coll'a|ot#
delia signora Legras j nipote d^ guarda-sigillt Mari^
iaCj fino dal i653 avey^ posto le fondamenta della
ammiranda Congr^gasioDe delle suore della carità» rivoU
se ìq zelo ardente di questa dama anco a profitto 4®*
gli esposti. In sulle prime , dp^ici di questi esposti
venivano ricoverali in un^ casa de| sobborgo di*Sai|
Vittore I ove le suore della carità , ^ 1^ signora l^Cf
gras f loro S|iperiora , ne prendevano- cura } ma • coma '
il numero andava sfs^pre crescendo, non fu diflSdled
detto Santo 4' indo rre colle sue, calorose sollecitasJQtf^f
eaiandio le signore caritatevoli della capitale a cour
correre allo sostentamento di quegli infelici {}), ,
(i) Secp^iiQ il ^%. Di Chateaiipeu^ ^arebbfi siata Iq
stessa pignora Legras > che^ senzc^ F opera di San Vi-
cenzO;r àitrebbe destinata una casa di Ricovero per gli
esposti nella parrocchia di $an litndry, denominata
Casa per partorire, jiggiunge^ che orrièi^ oBasi s' era^
no ben tosto introdoui in q^eW asilo-*Si scopri che le
^prvenff vendevano i bambini 20 sold^ t uno , perrf
362
Laigi SITI assegni a qaella casa ana rendita aofiaa
ài 4,000 franchi nel i64i^* ^Dopo la morte di questo
sovrano, la vedova di lai , jinha é[ Austria^ Reggente,
aggiunse alla detta rendita un annuo assegno di 8,000
frane osservando che mediante i soccorsi dati sino a.
qaell' epoca ^ e le limosine dei particolari , la maggior
parte degli esposti venivano allevati; e che in allora
se ne contavano più di 4^0 viventi. *
Loigt XrV ha investito di lettere patenti lo stabili-
mento degli esposti in Parigi , e lo ha dichiarato ono
degli spedali di qaella capitale. E siccome la saa do-
tazione non ammontava che a 12,000 franchi di ■ ren-
dita , mentre che le spese ascendevano a 40,000 , il re
esortava le soore della carità , e tutte le dame di Pa-
rigi, a continuare il loro «do, ed i loro soccorsila
vantaggio degli esposti.
Nel 1750, per le sollecitudini del re di Napoli,
Carlo III , si eresse in- qoeUa capitale la casa degli
offimelli Gonosdnta sotto il nome di ASber^ dei poyeri.
la Inghilterra* nel. 17 13, il celebre Adàison recla- .
aaava ancora invàno ne' suoi giornali un asilo per gli
esposti, e non fu che nel 1739 che un negoziante.
> I ■ »i^»<ii<i^i»i
eie servissero a operazioni dC- magìa, e a' altri col-
•pevoU usi. Non sembra credibile che tali disordini po^
iessero aver luogo in uno stabilimento diretto da una
signora di qualità distinte'^ meno poi se sorvegliato dal
sudàrio San Vincenzo. Forse gC inconvenienti accen-
nati, poterono aver luogo nella -casa di ricovero aper-
ta antecedentemente dàlia vedova rimasta ^anonana, S'
della quale n^if- fanno parola che i Relatori nel
loro rapporto^ v . , . Bc» .
\ I
363
cbiamato Tommaso Corame pr^entò al re GioKgio II
un memoriale nel qaale perorava per la Ibodasiona
^ un ospizio a favore di quegl' infelici. Mólte signore
si affrettarono di sottoscrivere a tale domanda, e fra esse
si distinguono i nimù di Richmond ^ d Esse» , d Aiy
gylCf di ChandoSy Ai Marlboroug^.e di MorUagu, Lo sta-
bilimento fu reso capace d'intralteoece 4oo figli. Il pit^
toro Hogari non isdegnò'di ornarlo di molti quadri,
ed il &i|ipso Handfil gli regalo T organo della cappella.
Kè il zelo di costui si Jimitò a quelsto >regalo , il qua-
le sarebbe stalo infrulluoso. per. chi lo ricevette, se.
non vi avesse aggiunto il beneficio .del suo .oratorio
del- Messia ^ di cui egli stesso diresseJ'.esecuzioqe. Plb
volte di. seguito ripetè egli, .qiiiest' opera caritatevole ,
la quale profili^ allo jStabilimAnlo nascente una somma
di circa aoo,ooo franchi.
L' ospitate degli esposti d' Aqiburgo; non data che
dal 1795. Vi $i ricevettero a quell'epoca i38 bambir
ni. Nel 1799 ne .esistevano 600. ,
Nel 1780 in Vienna non eravi ancora una casa per
gli esposti^ quando Giuseppe l( destinò per essi, e
per 1^ gravide, un asilo particolare nel gran^de speda-
le eh' egli faceva costruire in allora. Questo riusci uà -
immenso locale composto di numerosi appartamenti
divisi da in, setie grandi corti, e che comprende . cen-
to updici 89iìe f. delle quali quaranta .sono destinate per
le partorienti. Vasti passeggi ^d una propizia situazio-
ne jBulle sponde d'.un fiume, concorrono a rendere que-
sto spedale >uno dei più belli d'£uro{ia.
L' ingresso agli appartamenti delle .donne si apre
verso la campagna. A ogni ora del giorno o della
uotte , qualunque siasi donna, maritata o nubile, ricca
364
m povera At fi presenti , viene labito ricevntn
eocio quel ipialanqne nome che più le piace di pren-
derei ti esige però che il vero nome sia scrìiio in
un biglietto mggellato di* essa diesila entrando.
Qnaodo esce le si reslitaisce il vigUetio intatto: non
ai apre che in cas6 di morie. Molte donne, unitamen*
«e a poesie precanxioniy kggfnogono quella di presen-
tarci air ospiaio coperte di nn velo , eh* esse tengono
per tu^to*il tempo del loro soggiorno nello stabilimen»
to; e questo debole ostacolo , che la vergogna oppone
•Ha coriotitky basta per conservare V onore della ma-
dre, e fors* ailcora i gierai del bambino. Tanto a
.Vienna, quanto a Parigi T ospiaio delle partorienti è
aeparato da quello dei bambini, i quali si trasportano
in quest^ oltimo appena nati , e a capo di alcuni gior-
ni sono dati a balia nella campagna.
La casa degli esposti in Madrid, detta in ispagnólo
bi Casa de la Jncbssa, è mantenuta da un'Associazione
di nobili dame. Si traftengono in essa qae*soli bam-
bini che sono poitati in uno stato cosi triste da non
poter essere dati subito a balia; gli altri si allevano
in Madrid stessa, o nei villaggi dtnrorno, sino aH'età
di sette anni I^ spese dello stabilimento, alle quali
concorre la sola Associazione, dalla fine del regno di
Carlo IV , ammontano a 200^000 franchi per anno.
In Lisbona vi sono donne incaricate dall* ospizio di
distribuire gli esposti nei circondar) di quella capitale,
le quali dònne ordinariamente li portano in panieri.
Pa tal costume^ secondo il sig. Hauiefort (1). risulta-
{1} Coup d' oeil sur Lisbonne et Madrid pag. ao
36»
loflo gravitfsinii abusi; anzi tali che conduasero al pa«
tibolo i loro autori.
Stocolm possiede pnrii un pspitio per raccogUerr
gli esposti doToto ad tt«a società di . beoefotlori. La
nascita della prÌDcipessa Sofia, sorella di Carlo XIII ,
avvenata Del 1753, ne diede l'occasione.
Berlino deve pure ad una consimile Società, edalla
generosità di molti ricchi particolari , uno stabilimento
per quegl' infelici, senza che lo Stato ne prenda parte
alcona.
In Russia, Caterina il fa la prima che nel 1763
abbia destinato iu Mosca nn' ospiaio per le donne g^a-^
vide p i bambini abbaodonati,,che dotò di !i5o,ooo franCr
presi dalla sua cassa particolare. Paolo I, di lei figlio,
fondò un simile stabilimento a Pietroburgo. «
Capitolo IL
Numero dei bambini che si ricoverano negli stabili^
limenU pii dei principali stati e città di Europa.
In alcuni paesi il numero degli esposti è andato
crescendo 9 e cresce tuttora; in altri è diminuito ,
e in altri sembra stasionario.
et seg. «— «Seeomfo questo scriUore le Case di carità
non essendo bastantemente ricche nelle provihcie lime-
nUtrofe alla Spagna per addossarsi la cura degli espq*
sti, si prendeva il partito di abbandonarli» Il ministro
spagmiolo Campo-Manés , informato di questo disordù'
ne, spediva segretamente a comprare questi bambini z
si vendevano 80 fr. quando avevano avuto il vajttolo j
e la metà solamenfe nel caso contrarie^.
S66
Neir Irlanda 9 il termine medio preso «opra un pe»
riodo dì ao anoi ( dal 177 1 al 1991 ) era dì 970; dftl
1781 al 1784 crebbe sino a 1^00; al principio di
qnesto secolo , nel i6o5 , il nomerò degli esposti moa*
tava ancora a 1800*
In Inghilterra y nel 1752, il nomerò degli esposti
nelP istituto di. Londra ( che non era stato fondato che
per 40Ò ) ascendeva a mille; otto anni dopo ^ nel 1760,
era di 6^000. A qoest' epoca» la casa divenuta troppo
angusta per contenere tutti I liambini, che si porto*,
vano da tutte le parti , divenne un vasto cimitero :
per diminuire si spaventevole mortalità, si fa obbligati
di erìgere analoghi Istituti nelle provìncie.
In Italia 9 Roma non conteneva, verso la metli della
scorso secolo , che sei , o settecento bambini , che si
portavano ogni anno allo spedale dì San Spirito. Nel
18 IO se ne ricoverarono] da mille , a mille e duecento.
Ignoriamo se il Portogallo vegga diminuirsi od ac-
crescersi questa sgraziata popolazione; in. una parte
del regno y nel 18 19 era dì 5|6oOy e sembra che nel
181 5 fosse piii considerevole.
A Madrid, nel 1788 e nel 1789 non oltrepassavn-
otto o novecento. Attualmente è dessa di mille e cen-
to^ termine medio preso sopra cinque anni.
Da alcuni anni, all' opposi o^ ebbe luogo una diminu-
zione assai notevole in quella parte della Fiandra e del
Brabante conosciuta sotto il nomadi Belgio. Dal 181 9t
al 18 17 il 'numero medio nello spedale di Broxellea
fu dì 55o; nel 18 18 non era più che di /fio^ e tale
era ancora nel i8'ia.
In Francia, l'esposizione dei bambini va sempro cre-
scendo^ segnatamente nella capitale.
367
PreDdendo i termini meclj di dieci in dieci anni si
ha per Parigi la serie, seguente :
jinni Esposti
Armi Esposti
Dali64oali65o . .
1660 . •
1670 • .
1680 . .
1690 '. .
1700 . .
1710 . .
1720 . .
173© . .
Le grandi città hanno seguito la stessa progressione
della capitale. La Francia intiera , che nel 1784 non
contava più di 4o>o<>o esposti , ha veduto dopo que-
st' epoca aumentarsene continuamente il numero.
340
1740 . .
2700
340
1750 é .
3400
430
1760 . .
4600
740
1770 . .
58oo
noo
1780 . .
^00
Ì2100
1790 . .
5700
1800
1800 • .
3900
1700
1810 . .
4400
aioo
1820 . •
4600
Nd 1784
1798
1809
i8i5
1816
1817
1818
1819
Al i.^ gennajo 1821
1823
ve ne avea
\ •
40^000
5iyOoo
69,000
84y5oo
87,700
92,200
98,000
06,000
105^700
i38;5oo
Da quanto abbiamo potuto raccogliere relativamente
al numero dei bambini, che vengono annualmente
esposti nei principali Stati d'Europa, egli pare che
S66 . ^
d«s9o non ofirétiasù U doeccnt* trentt, 6 i dueeedto
ctnqttaBU mille. Disgraxmta e trista generastone di et*'
seri iooocenti , che la sola natnra riconosce , che la
società respinge , e che la morte miete a migliaia sen-
za quasi che abbiano vissuto. Qaesto numero è poco
considerevole al certo paragonato a 178 milioni d' abi-
tanti che contiene T Europa; ma se sì .aggiungano set-
te, od otto cento mille «infelici che solfrono negli spen-
dali , o bogniacono negli ospiaj , sedici o diciassette
milioni di poveri che vivono delia carità altrui (i) ed
nn numero ancora pib grande che con dn indefesso
lavoro riesce appena a non morire di fame , crediamo
che air aspetto di questi tristi calcoli 1^ itamaginasiono
piii disposta a tutto abbellire durerà qualche &tica
a non abbrunire i snoi colori^ e le persone felici che
troppo fecilmente credono il bene di cui elle gioisco-
no sia V appannaggio di tutti , troveranno argomento
per recedere alquanto da questo erróre, tanto fami-
gliare all'opulenta, ed ali* egoismo.
■Him I >ww
« (i) Seómido un coÌcqIo , dice U signor De Chateau«
aeuf, dàlia cui esauezza non ci comptomeuiamo ^ d
signor D^Laborde , nella sua ecc^tienie Opera suUa^
spirito di assocnnione , eonta un miUcme e mezzo di
poveri in Jn^Uerra. In Olanda ^ il ministro deW inr
temo t in rn rapporto agU Stati Oenerdli Jatto net
]8ao, ne portò per quel paese il numero a cinque^
cento mille. Parigi ne c(mt'ene novanta mille, P^iemui.
trentaseue milk , e Berlino venti miUe^
S69
C ▲ p I T Q 1.0 IIL .
Del numero dei bambini esposti comparativamente a
quello delle nascite»
Se tatti i fatti noo fossero eosi difficili a raccogliersi,
e per ciò appaoto taoto negletti ed incerti , sarebbe
nn interessafite prospetto quello che presentasse a lato
delle nascite di ciascon anno , il damerò degli esposti
io quell'anno istesso.-Lo stato delle attuali nostre co-
gnizioni non permettendoci di offerire, ai lettori questo
prospetto compiuto y noi tenteremo tnttavolta di riu-
nire a loro vantag(rio alcuni elementi; e torse coloro
che -pensano che i numeri non abbiano merito , se non
qnando guidano alla scoperta di una verità morale o
fisica , ci saranno obbligati di. questo lavoro.
Il rapporto numerico degli esposti colle nascite , segue
a Parigi, dappoi un secolo, la progressione seguente:
Anni Nascite Esposti Proporu
f^ per loo.
Dal 17 IO
-r-
al 17^0
— 174,550 '—
i7>*09
—
9>75
1730
— 189.8^0 — .
21,590
—
11,37
1740
— 1 89,680 —
27,480
—
14,48
1750
— i94,Mo —
33,56o
--
18, il
1760
~ 193,170 —
45,810
■ —
23,71
1770
— i88,58o —
58,ooo
—
30,75
1780
— 198,610 —
65>68o
—
33,06
1790
— 200, 000 —
^']À\o
—
28,70
1800
•^ 318,320 —
58,64o
—
«7*^9
1810
— a 1 0,000 — -
44iOoo
—
20,95
i8ao
— 223,910 ~
5o^25o
.^
2*2,80.
Annali,
roi. xxxrin.
24
^
5^0
Fu già osservato da altri , che fa proporzione ascese
rapidamente negli nltimi anni del regola di Luigi XV.
Essa diminuì di due terzi e più sotto la Convenzio-
ne, crebbe di nuovo sotto il governo imperiale, e sem-
bra stazionaria dopo la restaurazione. Giova però
rammentare , che tnttì gli esposti riportati tielP ance^
cédetrte prospetto non appartengono esclosivamente Ma
sola ciuk di Parigi^ concorrendone dal dipartimenti
nn numero che non si saprebbe determinare ia modo
esatto, ma che non si crede ammontare all'ottava
parte della totalità annuale.
Nel i8ai , sono nati nel regno «?i Francia 932,r3o
individui , e ne furono esposti 32,85o ; il che costitui-
rebbe la proporzione di un bambino esposto sopra 28
nati, o di 3,53 sopra 100.
In alcune delle principali Città dell' Europa , il na*
mero dei bambini esposti , confrontato con quello delle
nascite, oQre i seguenti rapporti ;
NoMcUe
medie
'^ per 100.
Lisbona (dal i8i5 al 1819. ) 7^00 3|o5o 26,28
Madrid « 4»3<m> i^ioo !i5,58
Koma ( 1801 al 1807. ) • • 4>^oo 1,300 217,90
Parigi ( i8i5 al 1821. ) . . 34^340 ^9070 30,91
Bruxelles ( i8i5 al 1831 ) • 3,3oo 479 i4,68
Vienna ( i8i5 al 1831. ) • . 12,800 1,900 37,94*
Pietroburgo ( nel 1830. > • . 8,000 5,6oo 4^9<><^
Alosca *..... ^ . . 6,890 i>90o 27,94
Nella ciuà di Ntz^a. . . . 3,3oò 1:00 6,o&
Nella Savoja . ... « • 9^600 56o 5,8S.
>*
\
^71
:lk\ n!$M, tion è Intotile ài ftfi^ dsi^trttii^, litie' 'à
Ptktigì (éà egli non è cbe pet> quesu «a{ritalè> che
5i Iwtnao M86rv«i2toDt conseèiitit'e cb« HrtionUr^o* à
circa 80 anài ) il nomerò àei nié«ciìj espósti su peni
c&«^aat€Qieiite <]iieìlo creile femmitte , <)uanttici'qué éi
avesse a eredere piii lyatutalev che i ge^iiètì avessero
a riteoere presso di se 1 tigliaoli , il -etu sesso loro
promette fòtari vantaggi e appoggi che noo polreb-
hetù sperai^e dal s^a^o pib debo(e. "■''"''
lue diverse capifàli sopraiadicate rtcev(tno, eòtne
Parigi y molti esposti dal ditaori , che noo appartefì«>
goo^ alla -loro popolì^ìione ( ma qiiestaf eòndìiioiie'eè'»
6etfdo eguale per tutte, noti eambìà i termini di para-
gone ^ e noo'pofrebbe nrflttiNrsai'rìsuhatyienti (i). Solò
è necessario ehrf il lettore abbia presente alla memoria
questo fatto , per valutarlo Oel seguire i nostri c'atcbll.
Egli ha già notato che Roma, Lisbona , e Madrid ^ si*>
taati in un clima caldo , in mezzo a' paesi o^ si ritiienè
che i costumi siano rilafeeiati , non presentano sopra
una tetalitk di 16^^00 nascite che 43<^ esposti, cioi
press' a poco 26 sopra 100. Mentre che Vienna, Pie-
troburgo f e Mo^ca ^ pre^ inftfe&M? , ne. danno il 5 1 ,
{3o,8)> cioè 85oa- sopra 27600 nascite, e in un pie*
colo angolo della terra a pie delle alpi non s* tncoa«
(I) Vuoisi però dire , che fielle capiiàU circondate
da àUre città o da rag^uarde^U hor^^ e vtUaggi\,
come Napoli ,■ e Parigi , sarà maggiore F affluenza
degli esposti dal di fuori , che in quelle che sono po^
sta in mezzo ad una vasta estensione di terreno quasi
inabitato f come Madrid^ Roma ed altre, (Br.
ira che il 6 per loo, cioè 56o esponi . Mpra 9600
nascite. Da che dipendono queste diflerénze:? Il Nord
Ila egli , contro l' opinione comune , - cosiami 'meno
puri che il mezzo giorno 7 Avvi torse maggior mise-
ria lungo le a^gliiacciate sponde della Neva o del Da-
nubio i.cho. nelle aride pianare della Gasttglia , oppure
la Savoja è dessa più fertile^ e piìi ricca <^' sopranno-
^xniaati due imperi? Fra le nevi alpine, sotto V umile
capanna dcir onesto ^vojardo si può bensì trovare la
felicità, ma la ricchezza , 1' agio , la stessa mediocrìti
non vi hanno mai saggioi Per ispiegare tutte que-
ste anomalie, tutte queste contraddizioni', le quaU
non sono iorse che apparenti , bisognerebbe aver
viaggiato dappertutto y avere veduto tutto.^ aver esa-
minato, tutto, e tutto conosciuto; bisognerebbe^ fi-
nalmente, essere istruiti molto più in là che non sia^
mo. I^eir impossibilità «di rendere ragione, delle, parti-
«polarità,. aPa è cosa più convenevole,, e più maggia il
Umilarci a. osservazioni generali , le. quali ci, sembrano
ÀVicre il doppio merito dell'interesse e della . novità.
■^ Ci duole di non potere compire il prospetto che
abbiamo testé presentato; egli acqoisteisebbe un grado
molto maggiore d' interesse se comprendesse tolti gli
stati d'Europa: egli è., in allora che svelerebbe il
secreto ^é* suoi costumi , e forse , dopo averlo esami-
nato ben d*'avvicioo , " si troverebbe meno corruzione
che povertà. Certo, egli è, che l'immoralità da. ^5 anni
non ha diminuito^ l'incremento osservatosi per. ogni
dove dei figlj illegittimi attestandone i di lei progressi ^
ma la miseria non ne ha ella pure la sua porzione? Le
imposizioni , i diritli Sovrani ;, i pesi d' ogni specie
che gravitano sui popoli, le rivoluzioni che li agita-
/
Do^ le guerre iche li devastano , le carestie j ie e^rder
tiiie-chie il divorano,' BOQ sono el)etiò cagiodr tafttò
costanti; e lalffettaot^ oj^'eròse 'dell' abbandonò "de' fi^
glfdoii ^ - qiMtotè li^ dissolutézza ^ de' «ottamr? ^ ' nì£
santo 2do ci'moove a ttbn' ttioyaré dappertutto' vizio
é Scandalo ,« Do6 bisogna népjjurb p^* soVerd^'^teotÀ»-
piatoettza Vedef é per ogtìt dbte*^ tèmpi n^gìiorìV^cf* j^V
poiifelki';' inìporta'tysservàre i fìrtti; raccoglierli con
ditigetfza, stadiafìiì nél^^lènKio/ é ikdurne / i' égl! è
possibile, qualche utile verità. ' t^n. ,
C A Pt± 0 LO' IVV ■■''" '• * "
\ •
Della cagioni che infiaiscàno sul numet*ù degli esposti.
•,'-,, . . • i ■ . . , •'
Da' 3o anni in t|aa i tostumi si sono eglino ncÉrglio''
rati , o sonosi maggiormente corrotti ? Questo proble-
ma-è in oggi vivamente dibattuto, e' ciascdn partito
invoca' a favore della propria opinione i fatti' t:he cre-
de opportuni ad appoggiarla. Quelli che pensano-' che
le rivoltikziohi, rompendo tutti i Vìncoli sociali, sciolgo-
no l'uomo dal freAo d'el dovere, 'e il lasciano senzsi'
difesa in balla alle sue passioni , veggono nell'aumento,
successivo del' numerò degli esposti la prova della de*
pravazione sempre crescente dei costumi; e' bisogna
convenire 'k:he i fetti depongono pur troppo in lóro
favore. Sédici anni ia, j 'figli naturali fonxi'avano a'
Parigi il quarto delle nascite, cioè %5oo sopra 18000;
in òggi ne costituiscono^ ia terzèf parte , cioè' se ne
contano ^odo* sopra ^Sooo'^cóme^' risulta dal prospet-*^
tò statistico del Prefetto della Sena , lom. a , tav. ^51 *
Nctgli uliiuii venti anni deHo scorso secolo, se ne^^
?74
tri^v^Ja proporzìaoq il mp «opra 4?b4 :9. S^atgard»
e «desso è di uno sopra 63, ^ in molti^ Qtià. ,d^(^
Getoiat^j^ 4^ ijop. sppya KÌnqftp, Inalili :ti^yt^a, 4^1 .17^^
q|„i8/^; b(<pr«|HM'ZÌooe. <ireb)>e qas^ 4*dp ler^o^jiel
i8o9 4^^» ^mi^fiva ao^ra«. I9 . Jsycw>:.si, ,sti*iava 4i
^Wt:^<Wf^ .a^V «^^ JJiqliM»4ia^ tidì ,V(n9n*opra' aa; nel
P.qii;tQgallo di uno sppjra. i9i; wAUl .I>fDÌ«if(r^c)B 4i «ifl»
aopfa ;A<3,d ^ ael regiio, 4i 'Vfvuekm^gfàk] uno #op£»
7 rj3y Pai uord ^\ met^ì ii^n^jomxo diegU «sposici
cresce dappertutto. lì chei s^aa. accagionarne i ^o-»
stumì , si potrebbe forse attribaire , quanto alla Fran-
cia particolarmente , . agli osfapoli che le nuove leggi
sembrano aver appositamente frapposti al matrimonio ,
a)la quantità 4i atti eh' eiise e^tgon^ y e ^be spesso,
riesce impossibile di procurarsi^ alle spese che im-
portaiip questi atti 3 finalmente alla stessa inut)}it2i| che
la miserici Xi la, quale 1100 esclude 1* incliniamone ses-
st^il^ J , trpxa a stabili» un. contratto , ji^l quale le due
pacU ay.ei^O; nulla ^ da^si^ h^n^ :?apora nulla da
riceverete meno ancora dà stiptilare.
Jn generala non sonq le donne pubblicbe, che pò-
Qplano la maggior parie 4^gli Qspiz} 4egli esposti. (La
prostituzione è sterile: ella è una provvidenza, delia
natura di rifiutare la fecondità a quegli; eccessi cl;ie
ella stessa xoodanna, ) . ,.
Ma, quando nn^ unione legiuima a' suoi proprj oc*
cjii, non potrebbe esserlo , a quelH della .so|CÌ^f li ^ .»'gU
è allora che bisogiKi gelosamente nascon4erNe ì fratti p
e , non occorra dis&ioMijfirfe^ essere . questa. i;iiQa. delle
cagioni che il più contribuiscono a popolare gli p^pizj
^%^*esppsti. Sopita 3 1000 donne ricevute .nQIl^ .spazio di
die^i aniii nella cas^ delle partorienti di Parigi; 17000
fioo erano maritata, e .solamente 2634 uscirono coi
proprj bambini > <^ li mandaconpa balia^. Questo fatto
p^rova senza, repljca il disordine dei costomi: ma.doi-
|i^ i^vj^fO» ipoffrata la parte cbe vi ba il . vivere dta-
^olut^y'iroavifine^pare .piostrare ancbe quella c)ie vi
ba.frin(>rtunio. . .> ^ *
,;In quatto .^tessO' intervallo di dieci anniy cioè dal
-1804 a). .i8i3, r<»ftpipsio dsgji esposti in Parigi . .ne .ri«^
jC(9V!eUQ. :4$9l^f 4^ m^^ìi 15733 provenivano dalla
fai^a ^ella maternità: sono adunque ^rl^^y per ein-
^cor|',ana9i> dei .q^ali la tef»a parte, cioè. 1,573^ .e
jb'.uttp.,di ,evjdenle libertiQaggio, Una snegolatezza più
^creta^ perpbé è combinata cogli agi cbe tendono a
nascondfira i di^ordi^i, comribuisce cer^amen(e agli
aUri due ìMW.f ma <ùp nna .proporzione che è ijoipos-
sibile di de|ermins(ce. Finalmente , U restante è il de-
•l^i[a];yi(e tributo ebe la naturi^ paga alla povertà* Se
per amarsi non abbisognano le riccb^zze^ bisogna al*
:|nen0 avere, la. possibilità di allevare i proprj figliuoli;
e sicuri contrassegni attestano , cbe una grandisusli^a
parte dei bambini , ch^e sì purtanot agli <>spizj son^ co^^
perti de' cenci della miseria.
Il 8ig. Malthus pensa, cb^ Tabbando^io àei figli
vada crescendo e scemi 9 seconda degji anni d^-care-
atia o di abbondanza, ^opo ^ fin* epidemia ^o una-ca»
restìa, i.e$\i dice ) >^ p"ò credere che pochi ^i^m gii
esposti} il lotv rwmoro cresce uutavolut^ misura, chfi
■la popoh^'^^^ ^^ crescendo e si ajffblta* iFiwdmmtef
4 num^o cresce ancora più neUe annate eatiive ia
cuf ^^ pf^odofió medio non hasta, a nutrire la popò-
lozione* • • • ' : j
I £itti abbondano per ginstificare quést' opintoot.
376
Salld costa ^el Malabar le madri rendono i fancialR
€h*^ elleno non sono in tstatotli allegare. Un viaggia-
tore inglese racconta , che dukrante il sao Soggiorno iit
Anjengo , una giovane venne ad offrirgli il suo figlio
per nna moneta* equivalente a So soldi di Francia ,
dicendo che essa era gravida di un altro , e cHe non
Hvrebbe potuto prendersi cura' di àdibfdae. Il Viaggia-
tore'si rifiatò di comperarlo^y ed alcdni jgidrni «}opb
•seppe che dessa lo aveva venduto per 5<^ /soldi ad-oa
interprete portoghese. Non conviene, die* eglr, che Tu-
taianità condanni questo commercio ; egli' sottrae dei po-
veri bambini agli orróri della fame, e* della nudila, ed
effettivamente^ dove mancano appositi asili per questi
infelici egli è meglio venderli che làsciarK perire.
Leggesi nella raccolta delle lèttere edificanti , che
nella China, ove la religiósa osservanza di tutti i do-
veri morali i il tratto più caratteristico degli abitanti,^
r esposizione dèi bambini è spavènteVolé,- ed i man-
darini più i$truiti non esitano ad accagionarne la mi-
ftria.
In Olanda, 'A commercio, e V economia accumulano
incessantemente nuove ricchezìie; ptìrè' non vi si con-
tffno meno di 600,000 p<)veri. Non è la vecchiaja, o
là mancane di lavoro, nui sono le infermità , o.^
fé disgrazie particolari, motto n^Qo àncora' b cattiva
Condotta , che . riduce il » più dellt famiglio al RndJ-
geuza^ e^li è il Soverchio numero dei ^liueli ci/ es^e
«non possono allevare! Secondo la beli' opera del signor
barooè-^i Kévenberg» f Essai sur V indigencé- ìButf^ J^
Fiandre- oNìenmijf nella Fiandra orientale, la pfoVii>5&|^
più popolosa di quel regno, gli indigenti devono eih
•«re classificati come segne:
\
377
Vecchj a,88o
Infermi . .^. . . . . 7,800
Miserabili per disgrazie patiÌ€o1arì . • - 434<>
Per mancanza di lavoro. • i5,8oo
"' "Pét iiqòsfumateésa. .-..'. 3, 100'
J l'Pct- tròppa figlitaolaàza '. . 34,000
Estendendo qoesto^ caleolo al restò dell' 'Olanda ( ri-
temete le medesime prbpokrzìohi' per' base) si trova
che vi sono 3o,ooo' poveri per cattiva ' Y:otidotta4 con-
tro 290,000' che sotitf divenati tali per soverchia
figliuolanza. La fecotidiib ,' in questo* caso ^ non è
^iù tin beneficio della natura, ma gif asili sempre
pronti a riceverne i tristi ' fritti 'ne sonò uno ddla
dviìizraziotoe. ' * '
I Sa voj ardi trent'' anni sono non contavano nfelle loro
montagne che un piccolt) numero di esposti^ cioè 293.
Nel iSofr Ve lì* era 4i3. Si sarebbe tentali ài altri-
buime la causa 'al 'rilasciamento de* costumi ^ se lo
scrittore ' dal quale 'abbià'niò' desunto questo fatto, non"
si fosse egli slesso data^ la -pena di verificare, che nella
^stessa proporzfione erasi pure aumentato il numero dei
poveri , onde siamo iudotti a accusarne lùeno l' im-
moralità che l' indigenza.
Negli anni disastrosi del 1709, e del i8i6 il nu-
mero degli esposti aumentò tuli' a un tratto di 800
in Parigi, e di ^^ooo nella Francia.
Non si giudichi adunque la specie umana più trista
di quello che realmente non è ; ritengasi che la mise-
ria strappa almeno altrettanti bambini dal seno mater-
no/ quanti ne allontana il libertinaggio.
578 .
Capitolo V.
Della monaliti de* fancòdU ài Europa.
... ......'
Malgrado ì' iqt^r^H che io^jraQO i miseri esposti,
e malgrado tqtle le .c^re, ^ lor ^^gono prodigate ,
io oesanQ luogo si è rioscila a.riilacne i^ m^ftalilL a
livello di quella. di tatti gli altri 6giiiioli.
.Per &nie coposcere la differ^nva, ci sembra coaa
olile e nel medesimo tempo importarle il presentare la
mortalità dei bambini in Europa dalla loro nascit^Ei si-
no ai io aoni^ giusta! calcoli dei dotti che ^e i>e
SODO maggiormeote occupati.
Il sig. d'Ivernois, in uoo de' suoi scritti (1), Dota che
se tutti gli stati compilassero aquualmeute un conto
esatto delle loro rispettive pppolazioui, segnando dili-
gentemente in una C9Ìonna particolare l'età precisa
nella quale muojono i iàncinUi, gnqita colonna Jisire^
he vedere il merito relativo dei governi ^ e la feliciUt
comparativa dei Iprp suddit^.. Questo semplice prospet-
jto aritmetico ( aggiunge egli ) sarebbe for$e più con-
cludente, cbe molli altri, argpiuenti di un^ aU^a specie.
(i) Des pertes quo la revolution a causées au pew'
pie fran^ais*
379
PROSPETTO
I ( < , I
J^ppresenianié la mortalità dei JanciulU in Europa
daila loro nascici ai. ip anni*
t i
Perdita sopra loo.
«
Dalla na^c. Dalla naso, ^ Dalla naso* DttllaMasc,
ad un anno a 3 anni a 5 anni a io anni
> A • J
Io $vÌK£ei'a. .
ift.109
1
: 3q,i46 ,
.54,8;i
Olanda.
i^^a,
20,4^8 .
' 3l,f43
36,/i4
, .Ginevra •
. i9»5o7
!28*&ei
35,319
39329
Parigi- ..
3^1,087
46,046
. 5y,5of
Pfov^i^ipa.
Mf^^ 1
58,997
45,i85
47,0114
Pieuobiivg<
> ^7'897
.56,455 ,
39,598
4^,974
.Svezia . ...
28,395 ;
39,4^9
44>9^«
5o,o44
..Londra, •:
56,571
. 5i),oo3
45,000
48,455
BerJioo , .. .
39,53^8
47»35a
48!,a86 ,
54,108
Yieiuia ..
45,694
5a,929
55,5^8.
Se la mortaUtà de' bambini Sembra piccata io alcuni
paesi 9 certamente non lo è ove più il un terzo dei
nati ba già dovato soccombere prima ài contare un
anno di vita , ^, in moki luoghi ne' inali la metk dei
nati/muore prima di giungere all'etici 10 anni*
lia oHM'te è aenza dqbbio un trifa^o che paga alla
eterna i|np»ntabile v^olpn^à tutto <^ ^^ esista; ma
Tnomp deve, egli soggiacerKi 4C0^ immaturamente?
Caro a tutto quello che lo circoi^a» brillante 4i fre^
scheua , di grazia , e ài gioja , Ì pargoletto non co-
nosce .ancora né il dolore , ne /k s.veotura. Inscio dei
mali della yila j eg^ non invo^ centro di essi la fine
I
t
S8o
de' saoi proprj giprni| e la pace della tomba; pure,
per Iqì più che di vita^ avvi probabilità di morte avan-
ti che giunga ad accorgersi della propria sua èsisked-
za ! Di questo commoventts spettacolo noo accasiamone
la natura ; dessa è essenzialnieate conservatrice. Egli è
r Qomp solo , ch^e co' suoi pregiudizj , colia sua igno-
ranza, colle tae cattive 'abitudrai*, coila sua ostiaatez-
2« a conservarle, distrugge T infanzia nel sao germe.
Qiand' egli voglia ascoltare la ragione , e fkz ritorno a
qtiiUa natura dalla quale si alloiitaiiaai frequentemen-
te, quand'egli voglia reòdere'ad essai suoi diritti, al-
lora-tutto si ristabilisce eome deve' essale, e questo è
apparto ciò che -si osserva* nei paesi ,*óve'i progressi
dei luni hanno dissipate W tenebre di molti errori. «
• Simfkon stimava che in Inghilterra più dì -un quar-
to dei hmbini .soccombesse nel p^imo anno. Dupré
de SaiiuJytaur y trovava in Francia uu risultato pres-
so a poco eguale, cioè che sopra tx^ooo nati , a capo
di un annc ne morivano 6400 , e si riteneva per cet-
to che la neik dei bambini allevati nella casa paterna
moriva 4n Ii^hilierra prirfka che arrivasse^ ai Ire anni,-
mentre che pr avere tale perdila in Francia te ae
rìohiedevBOo s<tte, od otto.-
Datibenlon ifingeivst il càlcolo più oltre; egli pen-
sava cbeuB ter^o della specie umana si, estingueva-
aveati il • pr imio ' i^no , e che la 'Sola mela arrivava a
«Ito. Pn'ce, ed aM slappigHaronfo a'quesfà base, là*
«pale era giuna pe la metà del- secolo precedente,'
ma' non lo sarebbe «iù in oggi. . . • >
Gli ultimi raggaagi su questo àrgomeiilo sono^ mol-
to fìh favorevoli, k ihrigi, il ra{lpoHO delta morteli-^
th^àe" fauduBi dtfl 18 v al 182! <u ( per ogni ioo. )'
38i
Baila nascita ad un aotio di 18969.
Oall0')na^|ci(a..a ite. anni dr 29^, 55» .
Ds^Ia ^9cita ia cinque aooi .di 53> a8
F/aalmeiite , dalla , Qjiseiu a. dieci anni. di S^, 27.
La Uvola del sìg, Friediander ^ Compilala sopra dìec
'aaol ('dal j|8o6 al. 181 7) presenta numeri ancor piìi
bassi y : trovandosi di i|, 9 per la prima -epoca , . di
^2, 9 per la seconda, di, 25, 3 per la terza >, fioàl-
ij^eqte di 30, 4 P^^ i' ultima. >
la luighiherfa^ le ultime liste di mortalità di Loodra
(per gli anni i8i9, 1819, 1820, e 182 1, ) davano
per termine, medio deOa tAortalità dalla: nasata ai due
anni 26, 17— -a cinipie anni 36, 20 — > a dieci 40, 8.
'Finalmente, a Pietroburgo il rapporto era nel 182 e
di 4iy 1 9 pv quest'ultima epoca di età; ed a Berli-
no, seconda il sig. Tùpke^ nel suo viaggio in Russia,
pubblicato nel 1800 , ora non sard>be che di 27, 6.
,La vita dei bambini è dunque meglio garantita da
3o anni a questa parte.
'Questi felici cambiamenti sembrano avere avuto luo-
go principalmente nei paesi del nord. Quelli del mez-
zogiorno forniscono appena sopra di questo soggetto
alcuni riscbiarimenti de' quali si possa far uso; m\
dal po^o che ci è noto, egli è da credere, che non ebbe
luogo alcun miglioramento su tate rapporto. \ Mila*
no la mortalità nell' infanzia è ancora assai grande (i).
(1) E conoscùaissìma m medici italiana ^ e dov^ehl^
esserlo anche a quelli delie atre naxioni, non ^JUs ad
ogni ceto di persone la bella disseriazione del , signor
Giacomo Ballexerd/^/Wemno, fatta tradune M frati-
S8a
A Padova y nel 1790, prima d( arrivate art Mtté ftiini\
di 100 bambioi morivano 4^. la Portogallo, ed in
Ispagna, ove l'istruzione è b^ lungi dall'essere pe*^
netrata nelle classi inferiori , ove 'il popolo è ia* preda
ad una folla di pregiudiaj y è di pratiche sapel-sti^io-
se, che sarebbero solamente ridicole , se non fossero
ben di frequenti funeste, egli è difficile che la vita
de' bambini sia assicurata pici che akrove. Anche hi
ciò si riconosce la tendenza dei po|)olidel nord al
perfezionamento delle &coUà umane , tendenza M di-
stinta, si reale y che separando col nostro pensiero gU
abitanti del polo da quelli del mezzogiorno^ ridn sola-
mente incontriamo in questi uUimi tutta la vivacità 9
tutto il brio dello spirito , il vezzd , le! grazie dell' im-
maginazione, e con esse tutte le arti , tutti i piaceri,
ma troviamo altresì una specie di svogUate%za , di lan*
guore d'animo, onde si rifiutano a qualunque lavoro,
a qualunque sforzò -dell' intelligenza^ effetti naturali di
' ■*■
cese in italiano, e stata coronata daìT Accademia
reale dèlie scienze di Mantova nel 17712 perchè pie^
namentò soddisfece at seguehte programma dato dal"
f istessa AccaderHia =: Quali sono le cause principali
della morte di si gran numero di fanciulli, e quali
siano i preservativi pi2i facili e più semplici per con.
servare loro la vita. (Questo solo programma prova ad
evidenza che da pia di mezzo secolo in Italia si Uena
a calcolo^ e si ha a cuore la vita dei bambini ^ nò
sarete difficile di fare constare che taU filantropiche
soUecUudint non andarono sterili di lodevoli risidtath
' • i ■ ' Br.
385
un dima , che accéiide i sènsi , ci ' 'tk servi dei pia*
ceri, é prescrive in sc^ditò dgli organi afiaticati un
necessaria ripòsa. Di tttaaò In mano, alf opposto,
che i^ avviciniamo al nord, sparire reggiamo la mol-
UzzA dei pae&r caldi. In corpi pi& robosli ai • osserva
uno spirito piìt freddo, ma pi& fermo, tapace di
maggióri sforzi per* sostenere la meditazione , la fetica
del pensiero. Si trovano idee elevata, cognizioni prò*
fonde , fìnatmente i lomi , le scienze , e la civilizza-*
zione che ne è la sequela, e che migliora > e conser*
va rnomo, quapdbchè le arti, i piaceri, e le loro
pericolose seduzioni ^ Io snervano , lo invecchiano , e
lo consumano nei climi caldi. Ecco perchè Parigi ,
Londra^ Berlino, e Pietroburgo (ammettendo sempre
esaltezza nei calcoli ) ove si trovano riunite net pia
alto grado tutte queste condizioni , sono i luoghi dove
in oggi muore minor numero di bambini che in pas-
sato. La loro fisica educazione si è migliorata ^ nutriti
abitualmente dalle respettive madri , o per lo meno
sotto i loro occhj , essi sono V oggetto più caro delle
loro sollecitudini , delle loro previdenze , delle loro
cure, ed a qi^este cure indefesse debbono la conserva-
zione de' loro giorni.
La vaccinazidtje preserva certamente i bambini d^
un crudele flagello, ma pare che sino ad ora questo
presidio non abbia quell' influenza sulla diminuzione
della mortalità ueir infanzia che da alcuni si è stabilita*
Ed è poi si vero ,. che per conservare la vita dei
bambini le premurose sollecitudini fan tutto, e poco
o nuUa v'influisce il clima, che la Svizzera, e TO*'
landa , cosi diverse di potizione e di temperatura j,
SODO i paesi ne' quali ne mnojono mfeno. La spiega*
384
zione di questo ftttò^ già notato da Murdj si trOYe-
rebbe ella aeir abitudine che hanno tMtte le madri ai
pie' delle Alpi ^ come aalle sponde dell' Amstel , di
nutrire elleno stesse la propria prole 7 Noi l' ignoria-
mo ; ci limiteremo solamente a dire , che avendo pa-
ragonata la niortalità dei bambini affidati alle balie
con quella dei bambini allevati a Parigi , abbiamo tro-
vato la. prima di 29, e la seconda di x8 sopra cent*
nel primo anno di loro esistenza.
Capitolo VI.
Detta mortalità dei trovatelli e dette sue principali
cagioni.
Comunque fosse ragguardevole la perdila che si fa-
ceva sullo spirare dello scaduto secolo dei bambini
allevati dai loro genitori , o dalle nutrici cui venivano
confidati (i)^ l'umanità avrebbe ancora onde applao-
(1) Dai dati pubblicati da diversi scrittori , la mor'^
iaUtà deW infamia in Europa durante il secolo pof-»
saio si può fissare nella proporzione^ seguente :
mioimam masimam
Dà o a i anno * . 19 .... 4^ i/^
o a 5 anni • . a6 i;a . ... So
o a S anni . . 3o . . . • 53
o a IO anni . • 35 . , « . 55 i/a
Per tal modo , prendendo il maximum di questi nu'
meriy sopra 100 bambini nati lo stesso giorno^ ne
periva pia dei due quinti nel pruno anno y e pia deHa
metà netto spazio di dieci.
S85
dirsi y- se la mortalità ckgli espósti si fosse ristretu
antro qoe' limiti ^ ma dei poveri esposti ^ne morivano
liei primo anno, sopra loo.
In Pietroburgo , nel ì']iiS — ^o.
Io Fiorenza , all' istessa epoca y -^ 4^*
In Barcellona y nel l'jSÒ — 6o.
In Parigi y nel 1789 — 80.
In Dublino nel 1791 «—91.
Dalla nascita ai 4 anni^ a Roma , a Madrid , a Dubli-
no, ed a Parigi si avea una mortalità di 50| 62 ^
76, e 98 sopra 100.
Basti il dire, che a capo di 20 anni, sopra 19,4^0
esposti ricoverati nello stabilimento di Dublino non
ne rimanevano in vita più che 2000, ed in Mosca,
sopra 37600, se ne ritrovarono soli 7000 (i). Quale
spaventevole distruzione 1
Le guerre e le epidemie esercitarono stragi meno
crudeli sul genere umano. Le sanguinose battaglie del
Trasimeno e di Canne non citarono ai Romani che
tre quinti delle loro armate , ed a tempi nostri i cam-
pi di Marengo, di Ansterlitz e di Iena non videro
soccombere che la sola quinta parte de' combattenti
che li resero famosi.
Nel 1348, Fiorenza desolata dalla peste , sop^a un;
popolaiione di 120,000 anime, perdette i due quint
(i) E singolare come i maschj nei primi anni /
vita periscano più facilmente delle femmine. N^
spizio di Parigi si ricevettero (negli anni r8ao/\
e 1822 J 79114 màschi, ti 78I17 femmine. Def^
morirono a 238, e delle ultime i^5o.
AuwALi. Fol XXXVllL
386
Marsiglia ^ Tolone , Moioa y straziate ieHo stesso ila-,
gello netto scorso secolo , ebbero a perdere la prinui il
quarto y. la seconda la metày e 1* ultima il seilimo de>
gli abitanti. L'abbandona dei bambini adanque ,per
parte delle loro madri y è per se stesso una cagione di
morte più distruggi! rice dei due . più crudeli pagelli
del genere umano.
Ne si creda , che solamente ne' tempi a noi rimoti
si ottenessero risultati così tristi. In Madrid^ nel 1817^
sia neir ospiaio^ sia nelle campagne, morivano 67 bam-
bini esposti sopra 100 ; a Vienna, nel 181 1 'ne mo-
rìvaino 81; a Bruxelles, dal 1812 al 1817, ne mori-
Vano 79* A quest' ultima epoca , quell' ospizio poco
vasto, maJc ventilalo ed insalubre fu trasportato in
un altro quartiere della città , e d' allora in poi il ter-
mine medio delle morti andò gradatamente decrescen-
do , sì che in oggi non è più che di 56 sopra 100.
In Francia , se eccettuasi la capitale , ove i lamenti
e gli scritti di un picoolo numero di dotti e di me*
dici filosoB, hanno svelato il tristo statò delle co»
se, si è sempre ignorata qua] fosse la mortalità degli
esposti ^ ed è ancora dubbioso se trent' anni fa si des*
se premura di saperlo. In oggi, che T abitudine di
trattare gravemente le Irivol^ze ci ha perdotli a pren-
dere interesse per le cose serie, si conobbe che nel
momento in cui scriviamo, presi insieme tutti i Dipar-
timenti , ne periscono tre quinti ( 60 per 1 00 ) net
primo anno della loro esistenza. ( Vèrgasi la unàa
iabeila)
Nel i8ai , si ricoverarono nei pii stabilimenti della
Francia aS,9 16 esposti^ ne morirono i4>9to. E qui
giova notare^ che i dati raccolti sul proposito dirno*^
jinnàU Univ.
Voi XXXriII, pag. 386
t nel 182.1.
R d
E.
A-
I
Fiandra •
Picardia .
Normandia
Bretagna.
Poitou .
Aanis e.Sant
Gaienna e G
Bearn e Navi
Roussillon .
Linguadoca.
Provenza
Delfinato
Franca-Conte
Alsazia .
Jjorena .
Mori.
Prop^<
Bambini.
, I
enlrati
nell'anno
,45
870
849
1,1 IO
48a
299
535
36a
657
546
486
7^9
954
aii
I
8,665
25,916
>4,9'o
57,65
morti
nel-
r anno
370
465
641
534
264
193
259
l32
3o6
io3
389
320
3-2
4
III
4,457
4,457
664
5,121
59>o0
Pro.
porzio-
ne
per
100
49>^6
55,21
75,5©
48,10
54,77
64,54
48.41
3646
46,57
39,76
80,04
42,16
58,99
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587
strano ,^ qaesta mortalità non aver a.vnto alcona reta»
stone col variar del dima e della fertilità delle varie
Sròviocie di quel regno. Infatti, dalla menzionata ta*
fella si scorge massima e minima mortalità in provia-
cie analoghe per temperalnra e fertilità , e vice
versa.
Nella stessa Parigi , la mortalità degli esposti , erte
in questi ultimi anni quale poteva offrirsi nei tempi
d'ignoranza, e di barbarie. In oggi solamente si per*
venne a introdurre un nuovo ordine di cose più favo*
revole alla loro conservazione.
In fatti, si accrebbe il numero delle balie sedenta-
rie, che è forse l'unico mezzo per sostenere queste
deboli creature , alle quali ogni allattamento artificiale,
non escluso quello dì capra, conserva rade volte la
viia. ^
Si sono aumentati gli stipendj delle nutrici sino a
otto franchi pel primo mese, e si è assegnata unare^
galla di ro franchi a quelle, il cui allievo sarebbe
giunto all'età di' i5 mesi.
Il servizio esterno , ha ricevuto una organizzazione
del tutto nuova.
Pel trasporto dei bambini in campagna si sono fatte
costrurre vetture comode, ed adattate.
I conduttori, e sotto conduttori , che erano nomini
rozzi e villani^ e molti ancora avari e bricconi, sono
stati rimpiazzati da a5 preposti, uno per ogni circon-
darlo di prefettura , i quali , insieme con otto , o die-
ci medici scelti nello stesso circondario sono incaricati ii
sopraintendere alle batic, nella scefta delle quali si rad-
doppiò di severità. AJla fine del i8ao si fece persino
eseguire una ispezione generale di tutti gli esposti che
386
etisteTtno Disile cAmpagoe^ e si misero a profitto le
rebuoniy e le osservazioni delle persone intelligenti
che la praticaìrono. ^
E qai non tralasceremo di osservare , essersi trovali^
in quell'occasione, che tra 9,797 balie cai erano af-
fidati 19,333 orfanelli (4^4^^ avevano passato i sei anni)
'6374 possedevano casa propria e una vacca o una
capra, particolarmente nella Borgogna, e nel Niver-
nese , onde qaesti paesi davano il minimum di morta*
lità, quandoché nella PicariHa, ove assai scarse sono
le balie agiate, si avea il maximum.
Avendo il Consiglio amministrativo delle case degli
esposti interpellato diversi medici solle cause che avreb-.
bero potuto determinare tanta mortalitJt in questa scia-
gurata classe di viventi, ebbe in risposta^ che doveasi at-
tribuirla allo stato triste in cui i bambini vengono por-
tati negli ospixj ^ alle malattie de* genitori , di cui
portan con seco nascendo il germe funesto , e parti-
colarmente a due crudeli infermità che divorano V ia-
fiinua, le afte cioè (i) e 1* induramento del tessuto
cellulare. L*arte ha trionfato della prinfa , la quale,
oramai non compare che di rado nell' ospizio. La se-
conda, conosciuta solamente da ona trentina d'anni,
mediante i lavori di Andrjr, e di Au^àj-^ sembra
/i) Non Bisogna però concedere a questa causa
§anta infliteaza^ tfuanio sembra eh* essa ne aMa. Dai
1818 al i8sii la proporzione dei bambini affetti da
mal venereo^ e che si irattavanò nelT ospizio di Pari'
gi\ non era che la i3.« parte. A Lione ^ Fanno 9.^
^a la io.« *
389
attaccare pie particoltfrmeiite i bambini del popolo , e
qnelH che si depositano negli ospitali", onde si ha fon-*
damento di eredere , che gli stenti, la miseria, lo stato
di sofferenza della madre che altera nel proprio sebo
il Imtto della concezione, siano le cagioni •• principati
di qaésta terribile malattia , ìa quale %tL resistito ai
mezzi salutari, si direbbe quasi fino ad oggi. In&ui,
sopra a5o bambini induriti^ avuti nel 1818 nell' ospi->
zio di Parigi, ne sono guariti 49 mediante i bagni di
vapore , e la proporzione si è ancora migliorata negli
anni seguenti , massiine dopo- ( dicono ■ i Relatori di
questa Meinorfa ) che si sono introdotti i bagni- di sab^
bia per secondare i buoni effetti dei primi- (i).
Fra il numero delle cause che determinano la pronta
iM<.
(i) Deìt induramento ceUulare ne parlò sino dal
1718. Andrea Umbezio ^ scrisse parimenti su questa
malattia U sig. Doublet nel 1785. Siccome poi da
molti rispettoMi medici si risguarda come causa par--
ticolare di tale induramento U freddo atmosferica^
con noi rimettiamo il lettore off opera <f Edwards: De
r iuflnencie des agens physiques sur la yie^ là ove
parla dtìtiiffiuenia del freddo considerata specialmente
nella prima epoca della vita, (Ved. Tom. XXXV
pag. 4i4 ^ ^^* di questi Annali, ) Del resto, chi co-
nosce le beUe Memorie lette dal nostro ceMemìno
prof. Paletta alT Imp, R, Istituto del regno Lombardo-*
Veneto^ avrà rilevato quanto sia scarso il numero
dei bambini che ora periscono per induramento cel*
talare nelT ospitio /di Santa Caterina di Milano , cu'
rati secondo le prescrizioni del suUodato prcfessor§.
i
3go
perdita di queste sgraziate creature , tuoUì anno-
verare cen ' Malthus V applicasione ai lavori meccaoici,
contioaata per molte ore io no età.aocoMi troppo te-
nera» come sì osa a Pietroburgo ed » Mosca. Nel-
Y ospisio degli orfanelli di Parigi i lavori sono sempre
fiati miti; attualmente sono ansi tolti. E difiatti, ia
questo siabilimento non notasi che una assai tenue
mortalità.
Finalmente » un ultimo fatto che sembra il più im-
portante f seppure non è la sola e vera caura di questa
sorprendente mortalità , è la dilficoltà che incontrano
gli esposti di sostenere la loro prima età lungi dalle
cure della madre. E di vero , come si potrà prestare
ad essi quelle tanto preziose, e teneri sollecitudini |
che tutto possono conipensare, e da naìia essere com-
pensate ? Come supplire a quel calore del materno
seno > a quella specie d^ocubazione, la cai azione
quanto non è conosciuta, altrettanto è certa ? E che
può asserire quali rapporti intimi, quale simpatìa se-
creta si formino tra il figlio e la madre , quando
questa stringendolo al seno ,■ ed alimerlandofo col pro-
prio latte, comunica a lui il calore e hi vita?
Il lafte di donna ha, dopo le care ed il latte ma-
temo , un immenso vantaggio su qualunque siasi artifi-
ciale nutrimento che somministrare si vaglia al bam-
ÌNuo. Egli i un assioma , che sotto qualunque loogi-
tudiae, ed in qualunque stabilimento non aaamette
vestrizione alcuna s essere la mortniHà degli esposti
fiegU Ospizii in ragióne inversa dell* arrido dalla, cam"
pagna delle balie destinate a nutrirli.
Bisogna concludere, che sino ad ora nessona prc*
cauzione, nessun metodo ha. potato in alcun paese riu-
scire a contenere nei limiti ordinar] la mortalità degli
i
$91.
esposti. Io Francia, con «na $pevk aiinita di ciita ud
milione, e dnecento mila franchi ^ sopra mille esposti
non si ottenne di farne pervenice all'età di iià anni
che': ; isa : operài i •miglioratnenti efficaci .messi im
opera io ^oeiti ultimi anni , hanno già. prodotto, on
aeustbile effetto, poiché il mimevo .«sedio .degli or*
frnl' usciti di pensione a lU ;anni . fu Mìei. ti%iioio
i8i6.,' 1817 e 1818, di S5i,ie negli anni 18210^
i8ai. e 18'ja ascese a 74^. Tatuo successo de^^^ farci
sperare ,. che ^ sforai riuniti dell' amministràaipn^ d^
g4i ospiij » dèi medici coosegniranno riauliatji «sempre
maggori in avvenire. :. . t ..,,,.
f t
G A AI v-q L ó '..VII.:
Il* I
DeSe 4suce e ddT educazione che ricevono ^ esposti
' od orfani nei diversi stabUimenti di Europa^- . .
'Nalb siedale degli orianelii di^^Hala , fondato- dal
rispettabile dott. Frank , si studia di s volgare per tèm^
pò rindintnione alle arti^^ io» alle sciense. Nel caso
contrario , ili iancìnUi, compiute i4 anni , vengono con-*
segnati alle lóro fiimigfie.- Per una lodévole previgfen**
jBa , ben degna delU». spirito veramente illuminato dei
fondatore , si ' è formala . in quello stabrlimento un» hU
Mioteca che contiene fpiti di aok>oo^ Volami^ e i5,oaii
stampo, la più parte' rappresentanti l' immagine ' dei
più celebri letteeati»'
A Madrid) i -£indiullf abbandonaci non sonò pvnto
privati di' oa edncaaioae liberale; Il> pia di loro ;si de^
dka agli smdj teologici, e la Spagna ne ' conta qual*
Mae fra i suoi «più abili- doUfrif^ "
59«
Neir ospizio. di NapoU, diiamni^ V Albèrgo dei pa*
varif 8i iDsegaa ai gtovaoi orfaoeHi a legare , ed a
icrìvere, come pure i principj del disegno, e i'arit-
netica. Vi si aggiunge lo stadio delia ipusica. ^ D*4iU
fronde, nelk* ospizio sodo scuole da calzobj^, lessitore^
•attore , fabbroferrajo ^ ed ^ qui che si fabbricano lo
cartelle degl* acciarini per servizio della tnilizia. Avtì
altresì una manifattura di coralli , una sta^iperia , una
iobderìa di caratteri Quegli orfanelli che si distinguo-
no io un* 'arte o professione, seno esenti dal servire
Bell* armata ; non restano però sciohi;dal * servizio in*
temo dello stabilimento , del quale A ior affidata ■ la
custodia. Tutti i giorni , a ore fisse sono esercitati nei
cortili al snono di musica guerriera.
A Mosca, i due sessi hanno un quartiere separato,
e ciascuna età riceve una conveniente educazione. L' i*
stmzione degli orfiinr abbraccia tutto ciò che un cit-
tadino deve sapere. Quelli coi la natura non fu troppo
larga di doni^ iostruiti nei primi. elemeoii dd éalcblo
e del dbegno , iniziati nelle arti meccaniche , e iicl-
1' arte di coltivare i giardini , sono resi pec: tal 'mod^
capaci di lavorare iù una. manifattore, iti una fabbrica,
o di andare a servire qualdie ctltadino. Le cogoiaioai
più elevate y le oMteoiaticbe , la geografia, la scrittura
doppia, la soieoza del commercio^ ^soo riservate a' co-
loro.^ che pee. le» ^oro •' felici, ^lisposizioni meritano idi es-
sere mandali uall' Univeositb di Mosoa , od all' Accade-
mia delle arti di Pietroburgo. Il . .reito è distribuito
nette- officine deli' ospito jcIm mantengotoo cil^ca ' 5ooo
0|ieraì , qna^ tutti orGinelli. Regna un 'Ofdine , uha
diligenza, nna- sorveglianza somnsA in* qod vasto M^.
bilimentOy il quale occapando'iiila lega in circonifereoat
SgS
è ano' de' piti mdgniliet ài Mosca, ed odìre l* imma*
gìne ^ tfna piccola Gttà. Molti padri che temono di
non potere allegare iloro figlinoli, li affidano a quello
stabilioieoto , x>ve sono sempre ricevali , si di giórno,
che di notte.
Ecco alcuni passi del regolameoto di qnel grand* Ò*
spido, senza riportare i qnaii difSciknente si potrebbe
prendere un' idea dello spirito che lo ha dettato.
«. Una legge generale di qaesta Casa ( dice ano Sta*
« tato) è di lasciare che alberghi io tatti i caori' la
« naturale arllegrìa , mediante la libertà delle fanzioni
« dell'anima. L'essere sempre e allegro e Contento, V im-
« parare piii con piacere che con ripagaanza ^ è il
a mezzo sicoro di mantenere il corpo tono, il cnore
« baono , lo spirito vivo , e pieghevole. Tutti quelli ,
«t che sono incaricati delle onorevoli funzioni di Padre^
« e di Madre sopra gli orfanelli, devono prefiggersi come
a scopo principale y di inspirare loro la sensibilità /di
« fermare loro un baon cuore, di dare loro dei co-
« stami puri , e di elevare la loro anima con racconti
« di azioni nobili , e virtuose. Soprattutto , essi - non
« devono giammai perdere Y occasione di far loro co-
« noscere i vantaggi di^ll' onore , la nccccssità , è l' ti-
« tilità d'essere uomo dabbene. fCap. .9) ».
Un altro Statuto si spiega come siegue : « Il Regi-
« me (l'Amministrazione) qual buona e tenera ma«
« dre, che non vede senza dolore allontanarsi da lei
« qoelli che le costarono tante pene , tante care , e
t tante sollecitudini , riterrà la più gran parte degli
« allievi perchè si dedichino alla Casa. Essendo suo
« desiderio che densi conservino per tatta la loro vita,
« ed iospìrino ai loro figliuoli i buoni costanoi ch'essi
« §o€cbiaroBO col latie^ « i. booni principj de'qoaU
« sono «tati imbevati, V AoinuDistradoiie «merebfce che
« I §iovaQÌ««i sceglieMerQ a prefereoKa per. ìapose le
« laro aorelle d' adozione* YenticHiqae rubli di dote
« aaraoDo dati alla sposa , ed altrettanti aHo sposo ;
« aTranno alloggio nella casa , e lavoreranno per pro-
ti^ prie conto. Nel caao poi che i voti< deir-Ammini*'
«strazione non veoiaserp esauditi^ eika riserva .ciò
a nnlla di meno delle ricompense per quelli cbe se
« ne renderanno degni. Per ciò , qualunque allievo
« dell' uno o dell' altro Aesso , cbe avendo passato
e qnalcbe tempo fnori dello Stabilimento , - riporterà
« nn certificato onorevoile dalle persone che lo avranno
« impiegato, . riceverà la stessa ricom|)ensa..(Cap. 5) ».
Ma, di questo Siabilimenlo lo Statuto pici degno è
quello cbe diciiiara. liberi i fanciulli ricevuti in esso ,
senza che alcuno , di qualunque qualità e condizione
egli siasi I possa zneoomamente ledere la loro libertà.
Diceai , che in Ispagna la legge i, non meno benefica
cbe in Russia > <:ancelii là m^icobia della nascila degli
esposti, considerandoli come figlj di. Il4>biii , e quindi
come Nobili egKno stessi Se qoeslo &ilo è vero , ba-
sterebbe egli solo per dimostrare la differenza di ca*
ratiere I e di costarne che distingi^ questi, dne paesi^
ciascono alle due estremità dell'Europa. .Io ttno sì è
concesso agli- orlaneHi ciò che un popolo schiavo ri»
guarda Come il, bene più prezioso , la libertà; neiraK
iro^ ciò cbe una Kaaione altiera maggiormente slima,
cioè la Ilobiltà.
Neil' Ospito di Londra y pcima di amnieHere «n fan-
ctnllo' si sottopone a certe lormalità / 4iie non si esi*
gono ncUb maggior pbriei di CoosimiK itabiUmeali trììe
895
altre capitali di Eurapa ^ ove l' abbandoni» è la sola
condizione per esservi ricei^ato. Bisogna ptih ritenere^
cbe la casa degli esposti di Londra non i HHeremente
mantenata dal Governo , che i suoi pripni. fondatori
fiirooo semplici cittadini , i qaali convertendo nua parte
dei loro averi in questo nobile impiego, poterono mo^
slrarsi caritatevoli a certe condiaioni , temendo priofiì-«
palmenie che la facilità di gioire di una beueficenza ,
ne potesse esaurirne la fonte. La carità che accoglie i
bambini esposti senaa eccezione per ciò solo eh' eglino
perirebbero , se dessa non aprisse loro il suo seno ,
sente certamente del generoso e (deli' edificante;, quella
che prescrive a se stessa dei limiti insuperabili , ha
^nalche cosa di più severo^ ma altresì di più morale.
* I nati da illegittimo commercio sono ricevuti a pre«
ferepza degli altri nell'ospizio 4i Londra, principalmente
quando lo stato infelice della madre , e 1* abbandoBO
bene comprovato d^ padre, fanno una legge di am-
metterveli Si prendono iuforma«ioni sulla condotta
delia inadre , si procura di venire in cogoiaione se il.
suo errore fu> figlio di un momento di debolezza, pinti-
tosto che del libertinaggio^ e se milita la prima cir-»
costanza, tenendo secreta la donna^ prendendosi cara
del figlio , si- spera procacciarle i mezzi di procurarsi
una condizione onoratacene! medcjiimo tea»po . che si
cerca di evitare IVincon veniente di soccorrere e incòn
raggiare la prostituzione. ^
Si ricevono pure in quest'ospizio i figli legittimi
ridotti in particolari circoitaoze,. e tutti i bambini tU
coverati vengono poi consegnati a delle nutrici domi*»
ciliate 3o , o So miglia lungi da Londra. A due mesi
eooo tatti vaccinali, ed a cinque anni ritornano allo
3o6
ftabilimente* Si daoQo loro i primi prio€Ìpi di una
Mtmsioae eleineotare , si insegna loro a farsi i propr}
abiti, oowa pare diversi lavori. I più atiempati ve-
stono i più piccioli ; coltivano il giardino, si assetano
a diversi senrisj della casa, ecc. Le figlie si .occupano
deHa cacina, delie biancherie. Desse fanno i paanilini
dei bambini che sono, a balia. Nelle ore in cui sono
libere da queste occupazioni , si dedicano a lavori fem-
minili , eh' esse vendono per proprio profitto. Va
cibo sapo , abbondante , una sómma polizia , nn go-
verno dolce , paterno , conserva a questi £Eincialli la sa-
nità, la forza ^ r abitudine dell'ordine, e la conten-
tezza che ne sono la sequela. Eglino sono felici.
Giunti all'età di i4 o t5 anni si mettono ad na
mestiere, e le domande dei mastri-operai sap^rano^
ordinariamente il numero degl' individui che si voglio-
no collocare^
Al garzone si dà fina Bibbia, ed una copia delle
preghiere religiose che si usano nell' ospizio. Un' dtra
copia si consegna alla persona che lo riceve, q|ii s in«
giunge di educare il suo allievo in modo che riesca
religioso , buon inombro di famiglia, e buon cittadino.
Le figlie .non si affidano giammai ad nn uomo , che
oon sia ammogliato , anzi si esige che la moglie dia
il suo assenso. Quando, per' un motivo qualunque,
le figlie ritornano all'ospizio, non si permette che
convivano colle compaghe che non uscirono giammai
dalla casa. Blariundosi, l'Amministrazione dà loro un
corredo, e duecento cinquanta lire dijdote..In Fran-
cia, r Amministrazione si . limita a far loro imparare
un mestiere , il che è, certamente lodevole , poiché un
«estijore la vivere , ma ima dote rende più &cile il
trovare uno «poso , e soccorre alin diigrazia della uà-
scita se Qòn può ripararla del tuUOi^ Da ciò avvenne,
dice il sig. De Chateauneuf, che nello spazio di due se-
coli/appeoa si è veduto in Francia alcuno di essi trton-
fiire della disgrazia' della loro nascita, e giangère ad uno
stato onorevole. Se ne possono tatt' al più .dtare Ire,
e sono chirurghi che -fi distinsero nell' arte Ioro.-7%ie-
baut, che fu chirurgo primario ^eir Hotel Dieu, Mar'
tinet che lo jfu della Pietà, e Gérard-le Roi <i).
; ^ •
/
(i) // ^ig". De-Chaieauneuf fi* &7g7id tfcremen/a del si-
stema di istruzione adottato in Francia per gii esposti,
ed ,ammettendo come un fatto che di questi fanciulli in
Italia ( cioè in Napoli ) si formino dei musici ^ in
/spagna dei^ sacerdoti^ ed in Russia dei personaggi
capaci di coprile le pia distinte cariche dello Stato ,
non sa concepire come la sua nazione, ad esempio
delle tre sopraddette meno civilizzate, non si dèter^
mini a dare agli orfanelli quella educazione che po^
trehhe convenire alle loro individuali capacità intellet"
tuali: vorrebbe quindi , per esempio y che in ciascun
Collegio reale , o comunale di Dipartimento si riser-
bassero delle piazze per essi lóro { ecc. *
Premessi i nostri ringraziamenti al sig» De-Chaleaa*
nenf per V onore che comparte a questa nostra Italia^
giudicandola per incivilimento al disotto della FranciA
ed a paro della Russia ^ ci facciamo a riflettere'.
1.^ Che la città di Napoli non costituisce F Italia,
e che questa nazione senza di quella capitale fornisce
ogni anno i5 o i4 ft^ esposti od orfani dei quali
eertamente non cade in pensiero di fame dei musici.
2.*^ DalT istessa descrizione che ci diede il signor
398
Versuche neber den Ueb^rgang *yon Mate*
rien in den Harn. Sperienze sul passag^
giù di diverse materie nelV urina ; del
doti. WoBLRER. Memoria coronata dalla
Fùcólià di Medicina di * Heidelherga.
( Zeitschrift (ur Physiologie. Erster und
Zweiter Band. Heidelberg 1824)*
ersaasa la Facoltà di medicina di Heidelbergay che
da esatte, sperienze intorno alle sostanze che dalle prime
Tie passano nel sangue e da quésto uell'orina , possa ve-
De-Cbateauneuf deW Alberga dei poveri di Napoli '^
risulta c^e in generale eglino sono destinali al servii
zia delF armata^ e a professioni meccaniche^ qua^un^
que fra gli articoli della loro educazione siavi, forse
solo per alcuni f e per uso della milizia , f insegna-
mento della musica,
3.^ Non jcrederemo giammai che di id,4oo espo*
sii. che annuabnenie si ricoverano nei pii stabilimenti
spagnuoli se ne facciano del maggior numero dei sO'
pravivefUi idonei tanti ecclesiastici , d^ onde ne verreh-
he che il clero spagnuoloy per numeroso eh* egli siasiy
sarebbe (Composto per la, massima parie di orfani, o
di bastardi: è forza quindi supporre che il sig. De*
Chateann«ttf abbia attinta questa notizia allo stesso
fonte che a lui somministrò la.bajat che gli esposti
fn ispagna siano tenuti nobili, e che le orfaneUe si
iacciano passeggiare processionalmenie in Barcellona
399
sire ilio»trata lat digeitìoné e par anco V ematosi , e
cooscia d' altronde dell' iasufficeaza delle osservazioni
e sperimenti fin qui praticati sull* argomento , avea
onde presentare ai giovinoai la bella occasione ài
gettare il fazzoletto a quelle di loro ch'eglino si
scielgono per isposa,
4.^ Se solamente nel grande ospizio di Mosca si
trovano circa ^4 000 operaj ifuasi tuui tolti dagli
esposti y conviene supporre- che di (Questi se ne destini
alV Università di Mosca, ed alT Accademia di Pietro-
burgo un numero assai limitato y e sotto molte restri-
zioni f a noi ignote , e forse allo stesso autore . della
Memoria. • i-
1 voti poi del sig* De-'Cbateauoenf non potranno
giammai essere esauditi né in Francia , né in altri
Statiy e se lo venissero sarebbe un inconveniente. Per-
che, non soverchiando ordinaiiamente le rendite de^
stabilimenti destinati al ricovero degli esposti. , ne ver-
rebbe che la spesa colia quale se ne intrattenesse so-
lamento la decima parte in una carriera civile y e
saemificay assorbirebbe i mezzi di ricoverarne altri
tre decimi y od almeno impedirebbe di mantenere bene
la comunità dei già esistenti. Oltre di ciò, sarebbe
assai malagevole la scelta , poiché ognuno sa quanto
siano fallaci gli indizj dai quali si giudica della cor
pacità dei fanciulli a riuscire n^ sciente , e nelle
belle arti. Off/irebbe un motivo di malcontento a
tutti gU esposti che sarebbero esclusi ila quella scella ,
ed un oggetto di generale mormorazione , massime
ogni qualvolta si presentasse il caso y assai facile y che
/
4oo
messo al cotocorso il quesito . di determiiuure : qn^Ii
sosCaiise iolrodotle nel corpo dell' aomo je degli am-
maliy sia per la bocca , o per altra via, passano
im orfano destinato alla carriera scientifica riuscisse
un ignorante, inianto che un altro destinato alT eser*
cixio di un arte meccanica dasse prove di suscettività
a fare progressi negU stadf. Sarebbe pòi ingmsto it
conferire piazze gratuite nei coUegi ap^t esposti per de^
Jravdarne ijigìf di padri benemerài dello Stato, e
della società , dei quali non ne mancano. Se da un
canto il fihsùfo non fa disUnùoue tra fi^io e figlio^
la giustizia goyemativa esige di bem^ksare nei figU i
padri y forse estinti ^ od immiseriti pel servigio della
nazione. EgU è un grave errore in politica riservare
per le arti meccaniche solamente gli stupidi, ed i
poveri £ ingegno^ A questo pregÙMUtio^ ed a quello
che r esercitti^re tm mestiero non sia una condizione
onorevole / devesi tif^anua in cui si trovano ancora
ogiggiomo le arti e le man^auure presso alcune nor
zioni, intanto che formicolano di miserabili, e di igno-
ranti laureati f i quali ^ dopo essere stati mantenuti
agU studj con improbi stenti de* loro genitori ^ si di'
sputano tra loro con disdoro, ed accanimento, i mez-
zi di guadagnarsi la giornata i un ciabattino.
Finalmente, lo scopo unico che deve prefi%g&rs£
chiuìlqtie sostenga t incarico di formare degli uo-
mini, è quello di metterli in tale condizione per cui
possano nel cono della loro vita godere della massi-
ma felicità concessa a ragionevoli mortati. Ora, si
ponga jda un lato ttn uomo dotato di un buon fisico.
4^è
nella vescica ^ e qoaK dedutioni èì possono ricavate?
L'accademia avendo coronato' k Memoria superiora
mente enunciata , noi creduto abbiamo doteme ' dàrt
ampio ragguagliamento /come di cosa che non inte^
ressa tanto il fisiologo , quanto il medico pratico.*
La Dissertasiooe è divisa in due parti. Nella .prima
r autore riporta ie spenenze ed ossenraaiónt fatte dà
altri e da es^o lui snl passaggio dellelsostanse nell* orina;
nella seconda , propone le considertizìoni e conclosioDi
eh' egli ha tredntob poter dedurre - dai pitaticatr spe-
TÌmenti. 'Per isbùÈare in qualche modo V imperfeeione
del suo lavoro, i(:dott. /F'oe^r ric<irdale molte dif-
ficoiià che offrono ìe spèrienze di questo genere. Non
si pttb farne , die' egli , che pochissime su di se 9tes*>
so y e generalmente , sull' nomò , attesoché , per gioìt'-
onesto , e che possegga bene un* arte uide , o necessà^
saria alla società ; e si ponga dalt alifo lato t uomo
dottò y p quello che appartiene al ceco civile e distin-
to f e si vedrà ove preponderi la libertà , P oBegria^
il disimpegno y F indipendenza e la felicità.
Concludiamo adunque , che ogni qualvolta gli orfa' *
ndUy od espostiy verranno edkvati in modo che possano
riuscire uohuni saniy robusti y oneui y ed ai possesso
di un* arte anche meccanica y e che nello stesso tempo
si procuri cancellare' dal popolo T idea et ignominia
eh* egli attacca a questi infelici y si sarà provveduto
al massimo loro bene y saMnno pienamente adempiti
i doveri che impone F^unupiitày e sard fatto U mag^
giore interesse dello Stato.
Br.
Ahhali, rol. XXxhlT. a6
-•
4oa
g0r« a maluueoti «icari è nettieri porgete le -so-
scanso a si alte dpsi.» che la .pjìi. parte eziandio delle
pih ÌQiiQce4ti diveotapp in' air ora capaci di prodarre
efletti fiinesti* Per la flessa ragione non si pa& cavare
gran partùo dai malati negli spedali Non rìmaoe
adanque ahro ripiego die sperimentare sagli animali,
Isa i quali i cani sop quelli che offrono il. pih di co-
modità. Se non che la facilità colla quale vomitano tutte
k sostanze a cui il loro stomaco e il loro organismo
,nen scjio assneffati, fa si che le spefrienze tentate su
di essi siano spesso diiEcilissime , e «escludano graa
.numero di corpi , segnatamente la più parto delle pre-
parazioni metalliche. L'autore disapprova Teq^edienre
iiemaiie d'impedire il vomito colla legatura dell' eso-
fago ^ coliffato procedimento dovendo di necessità trop-
po altamente perturbare le funztoDÌ digestive , per po-
ter concfaiaderè^ dai risnltaiiieod ottenuti sono tali cir-
costanze y quello ch^ -succede nell* animale in istato di
salute. Oltre di cij», ia prudenza richiede di astenersi
dalla più parte delle sostanze già esistenti nell* urina ;
dappoiché 1' estimazione approssimativa del soprappiù
della loro quantità darebbe un risultato incerto. Nei
#saoi esperimenti V autore faceva inghiottire ai cani le
.materie che intendeva sperimentare miste cogli alimen-
ti^ e stava osservando se vomitavano o orinavano. U
mezzo più sollecito e meno crudele di dare la morte
ai cani, è, a senso del dolt. FToehler^ l* avvelena-
mento coir acido idrocianico ^ però coir avvertenza
di legar l'uretra e il collo della vescica tosto dopo
la morte I a cagione che qnesto veleno inducendo sem-
pre prontamente la paralisia generale dei muscoli ^ le
. materie alvine e le orine non mancano di tosto uscire.^
4o3
L' astore sperava in falle prioie di poter raecogKere
ToriDa, nelle cfgoé, col mezzo della siringa > senza
aver bisogno di uccidere !' animale; ma non gli è mai
tìujcito di infrodnrre il catatere nel!' uretra. Peri egli
«vea gik praticato gtan numero di sperienze, quando gli
V venne trsf le mani un cane cbe pe' suoi fini avea il
prezioso vantaggio di lasciar V Orina allorché gli si
faceva paura. — Kispelto alle osservazioni €eglt antichi
ani passaggio delle sostante neir orina , l'amore ha
scelto di non ritèrime che poche di ben avverate. Gli
antidii aveano troppo scarse cognizioni sulla composi*
sione chimica del li()aido orinoso> e la loro immagi*
nastone creava i concetti più bizsarri sa ciò che avea-
Do osservato , per poter citare come aatorìtà tutti j
Atti da loro narrati.
* § /. EspiaiEUZE •— \^. Sostanze che passano nel*
F orina. '^^ a. Sostanze introdotte daW estemo nei'
corpo. -^ I. Aostame semplici e composte inorgani€hem
i.^ Iodio. Da assai tempo l'autore avea scoperto
lacilmente l'iodio nell' orina, di no giovane .cane, al
quale > per liberarlo dal gozzo, fiiceva pigliare pici
grani al giorno dì questa sostanza sciolta neU'dlcoole.
L'animale orinava spessissimo*-, il che poteva dipen*
dere non tanto dalla virth diuretica dell' iodio , qaaa*
lo dalia sete che accendeva il rimedio. In &tti , il
cane beveva assai , e sotto l' inflaensa di una sover-
chia quantità f iodio diioagriva di tutto il corpo nel
temipo stesso che il gozzo andava appiccinendvsi. Lo
iodio esisteva nell' orina nello stato di acido idriodico,
poiché P lonido non tingevasi iir azzurro in questo li.-
j
i
4a4
qoido te non quando if aggiUDgeva un corpo che to«
gUeva V idrogeno all' iodio. Il doro era meno conf»^
ccvole a tal proposito , per la ragione che un leggiero
ccceMQ» di questo corpo convertiva V iodio messo a
nudo in apido iodico, il qbale pure non reagiva punto
•uir amido. Il mézzo che all' autore parve sempre il
migliore , fu d* iatroddrre nell* orina un pò* di cloratp
di potassa con dell' amido , indi di farvi cadere con
precauzione una goccia di acido solforico o di acido
idroclorico ^ il pih delie volte in pochi minuti V annido
cominciava a colorani di violato. Ad una cagna , che
allattava » si fece mangiare del pane che conteneva
quattro granì di iodio sciolti nell'alcoole. A capo di
cinque ore si uccise uno de' cagnolini. £ , col processo
testé menzionato /,. si riconobbe la presenza dell'iodio,
non solamente nel latte rappigliato contenuto nello sto-
maco, ma ancora^ e in modo chiarissimo, nell' orina.
Questa speriènza prova adunque il passaggio di questa
sostanza nell' orina e nel latte. Tiedmann e Gntelm
hanno trovato T iodio nell' orina di un cavallo, coi
areano fatto trangugiavo un' oncia di idriodatoiodurato
di potassa sciolto nell' acqua.
u.® Carbonaii alcalini. JBs^endo gli alcali uno dei
principali rìmed)* contra la iormaziobe dei calcoli di
acido urico , si è avuto spesso occasione di far osser*
vaziooi sul loro passaggio nèll' orina. Mascagni, che
prese egli stesso per qualche tempo una dramma al
giorno ài carbonato di potassa, per. on'affesiooe cai-
colosa da coi era travagliato, vedeva che la sua orina
non tardava a divenire alcalescente. Brdnde dice ayeiv
la trovata alcalina a capo di iei mitouti in un uomo,
che avea inghiottito , con te caldo dtfe dramme di
<#
4o5
*
carbonato di soda sciolte neir acqua. Bostùdi iocooirò
ForìDa alcalescente^ é che .facera effervescenza cogli
acidi.y in un infermo che prendeva ogni giorno due
oncie e mezzo di carbonato di soda. FFTiUt , citato da
Marcet\ assicura perfino che in 'seguito del lungo nso
degli alcali , V orina se ne carica al punto di esser ca<-
pace di sciogliere f acido uricb. U.autStfre ha creduto
superfluo citare altri fatti. La cnlce e la magnesia in-
'contrandosi già nell* orina normale, nulla si può dire
di cèrto intorno %\ passaggio di' quésti' corpi 'nel' liqui-
do orinoso^ ad onta delle molte speriente praticate su di
questo argomento.
3.^ Idrosolfato di potassa. Fu giii osservato dal
Qarnet che la carta imbevuta' di soluzióne di ucetuto
di piombo si tingeva in nero dall' orna degli ammalati
che pigliavano internamente del fegato di solfo. A oip
cavallo si lece ingollare -la soluzione di una libbra di
fegato dì solfo! Ucciso quattro óre • dopo^ T orina in-
dicava manifestamente la presenza dell* alcali ai reatti-
vi, ma non esalava T «odore dell' acido idrosolforic^.
Versandovi dell' acido idroclorico si vidde sprigionar-
ti una quantità straordinaria di acido carbonico , cou
nessun odore epatico. Però , stendendo suU' apertura del
vaso una carta imbevuta di soluzione di piómbo , st
notò, a eapo di alcune ore > che la carta era 'divenuta
afifalt'ò nera. Versata in seguito una • soluzione d' idro-
clorato di barite in quest' orina mista di acido idro-
clorkóy' si fi>rm^ un precipitato aM^ondante^ il* quale
-lavato -con acido idrocloricò, per privarla del fosfato
'di ' barite , e , ben prosciugato «, riscaldato in un tubo
di vetro, diede per suUimasione dello solfo di una
certa purezza^ il. quale proveniva «daMa scomposizione
4o6
efletiaaU MY acido idroclorico del ^g/Utfì di soUo co^r
teouio neir orina. Il residuo^ dell' operaùpoe era sol-
ato di JMirite poro ^ il. quale , calcioato ^ yioleotemente
eoo carbQoe, si converti in solfuro di barioo). . Que-
sta sperieiua dinaostra che T idrosolfato di potassa pas*
sa neir orìoa» 4o parte senza scomporsi , ma a qnanio
pare, la più gran parte coiivertito in solfato ,di po-
tassa. '^ Il .cagnodio che lasciava 1' orina allorché gli
fi faceva paura j- trangugiò qcigU. alimenti una dramma
di fiori di sol£>9 A. capo di tre ore , si raccolse |Ia
aaa orina ^ e »> aggiuntovi lyn pò* d* acido idroclorico,
si coopri il vaso con carta bagnata ja una soluùoofB
di piombo, Non erano scorse Ventiquattr^ ore, che la
carta era. bensì legg^mente, ma in modo sensibilie
/ annerata. Egli pareva che. questa urina xonteneMe
|McÌQCÌpaloientO ua^ quaotità straordinaria di solfati.
4* Cloralio di potassa. Uo giovane caoe^ di piccola
statura ^ . pr^se una dramma .di clorato di potassa.
Ucciso a .capo di quattr*' ore j. dopo che avea orinato
quattro volte ^ si trov2^. nella vescica circa, un' oncia di
urina pallidissima , la quale , al giungervi dell' acido
idroclorico a gOGcie a gocde, si tiuse in giallo cari-
co , e esalò V odore di ossidp^ di cloro ^ precisamente
come avviane quando a nua soluzione iicquosa di do-
rato di potassi! si aggiunge dell' acido solforico. Sva-
porata alla metà, col rafireddameoto somministrò I9I
copia di cristalli di clorato , quale è somministrata da
una sohirioioa satura di questo sale oidP acqua. La foriiia
di questi cristalli 9 la loro fusiope sui carboni ardenti,
la loro detonazione col, fosforo , nou lasciaronp alcuna
dubbiezza sulla loro natura. L* orina, evacuata un' ora
e mezzo prima deUu morte , si tinse pure
4o7
in gMio df.igghingerTi èelT acido doHorioo', evasalo
r odore dell' ossido dì cloro.' fa queste occaaiènt st
I16IÒ, iche questo tale non produce efTettr diversi dal
nitraXo di potassa. Noù ni scuoprl traccia dMnfiaoiiBa*
slòde neHo stomaco. Come tutti i sali di questa spe-
cie, così qùeNo dì cui si tratta parve accrescere la
sepàrrtdoae orinosa , e, istessamemte dd nkro , causi
la 'diarrea. - '
5. Nùtaio di potassa. TuUi i medici sanno ' Don
doversi prescrivere il nitro nelle aflezioni infiammato*^
rie degli organi dell* orma , a motivo ^ dicon' ^ssi , *
dell- irr^iizioue prodotta dai passaggio éi (at sale nel-
r orina. Eolio pretende essersi assicurato di questo
passaggio con una sperienta ; ma non ammette la pre*
sènza del nltrof ndi* orina se non pel tartaro a cui
qqieSto liqtiido dà'origine, trattandolo colf acido tàrta-^
rico. Darwin prese due dramme di nitro , e pretese
averlo scoperto n^U* orina , dachè la scarta imbevuta
in queste liquido; e quiàdi fatta prosciugare, brucia-*
va deHo* stesso modo che h la carta che si ha ani»'
cedentetnente imbevuta in una soluzione di salnitro*
A un' vecchio cavallo^ ben portante^ l'autore fece in-
gollare/a' di^iùnio, una -soluzione di cinque oncie di*
nitro. L* animale fu ucciso quattro ore dopo. La ve*
seiéa'era piena d* orina. Svaporatane- una parte a con*
sksfebca di sciroppo , e bollita in appresso con alcoole,*
depose^ col raffreddamento ^ tnolti cristalli di coW
bruno , i quali , spremuti e seccati y si fusero sui car-
bete? addenti, ed aveauo un sapore affatto analogo a
€fbitì\ò del salnitro. Solamente erano un pò* lordi éi
alcuni mat^iail dell' orina. In un' altra porzione di ori-
ni Si tttfl^ dcUa cwta , la quale non diede tràccia def*
4o8
ienoiaeno d»semt6 àat Darv^n^ qmtntoiiqw Dorina
dpve^ise coDteaere circ^ uDa dramfia.dii nitro.
6. Jdrocianaio di potassa e di. protossido di ferra^ I
moderni fisiologi si sono froquoomnieQ.te serviti di^ que-
sto corpo n^lie loro sperieose.^ulle div#r«o fi:9sioiù e
•dì diyerjii atti doli* ecoooiaia Miauk\ef a cagione della
frcilità di verificarne la presena^. Il suo poM9ggip neiru-
rina, è stato perciò osservato con tanta fr^^fnisit^
cbe • r autore ha . creduto di astenerci dal riferire
Ujli esperimenti da esso lui, istuniti su. di queslo^ firn-
posito.- Sì sa che iV coosposto di cui si tratla si rico-
nosce fecilnente al color azcnrro die produce co* sali
fttirngìnosi, U dott. Woehler accenna non di meno
le seguenti osservazioni : TVóttaston b^ trovato i* idro-
canato ferrurato di potassa nelF orina di parsone che
non aveano preso che alcupi |;raDÌ della sua solpzio-
nfu Marcel lo ha. riconoscipto neir orina di un diabe-
tico cm ne av.ea somminisf rato «* Uome lo ha scoperto
Aoll'oii^adi alcool asini^ Magendie ia qa^Ua di cani nel*
le coi vene .aveaoe iniettata la soluziooei.iyr^^^nr' in qpel-
If di nn cape , nella trachea, del quale ne^ aiiea latto
stillare 5 Tiedemann e GmeJia io. quella 4i. c#pi.^e
ne.aveano preso da ui^a ^ dofiArMamei fiumert e Bo^
ring in qu^ella di cs^ii iieL coi ventre in^rodotlo, ne
aveaoo quattro ore prima ^ ffesirumb nella propria
orina y egualmente che, in quella di ponigli ^ di cani,
e di un montone 4 Seiìer e fìc4nuSf in quella di ca-
valli e di cani ai quali ne aveanp somministrato ^ : in
quella di un cavallo^ cai, so una feritn, ne efa stata,
applic^a la solozione, e fioalipi^n^ .in» .quella* di 'on
cavallo y' nelle cut vene ^ra stato, injeitatp. ff^ei^iern-
epnph)>e f Idrpcianato^ di potsiii» «neUa» j^-opria orina
4^9
la diinaiw det* gìMvani cui né aviéa «preso mì gram
sciolti nell'acqua» Pfesaoé onp dramma , egli ha po-
talo scttoprime: neil* opina che fceé tre giorni dopo lo
espetiniaolo. Del reslp-, raotor^Govrienecon Wtlxier
cic«a ;al non. potersi dimostrare 1* esisteoia dì nna pie*
cMa quantità di questo sale ndF orina f:tmigendovi
semplifcementeiuna éolneione 'ibrruginosa , ma d<fyersi
inoomkiciaré dal. togliere , col meaaso di no acido, le
alir» «dslanse chei si precipitano conteaQt|)oraneamen(e^
e masehci^ano il color aaaorro. P^rè, T anfore credo
inesatta la determinaaione: data da JVeider della
^amità del' saie che passa n^rorioa; da on fato,
pei>ehè qneat'vliiflao. viene . eracuéio contemporanea-,
meot^ per via di altri <ygani ; dall' altro , perchè l' ac-
aorto; di Pitassia^ dietro cài- egli ha. cercalo di deter-
minare la^ quantità del sale 'Contenuto nett' urina , si
trova scomposto- facendolo^ digerire* colla 'soluiìonc di
borace, mercà cui. egli lpr<|teiide * libetarlo dall'acido
urico. L' ossido di ferro è separato \ e quando si sva-
pera fl liquido , fcM^aai >un» maisa àoo cristalhiaabile,
eccome gommosa, iohe.contiìenè. deli' idrocianato di soda.
Ecco, perchè Wettkr^ dopo- «ver piesò niia dramma
d'ìdrocianato ferfuralo di potassa boa ottenne che
quattro gr^ni di asaairro di ProMÌav quantuoque egli
seguitasse per atei tempo a precipitare . 1' urina ^«ol
ftrro."
7.? idrocianaiQ -di foiassà mM pennida di fiarr^.
Il<.9agQM^,'di cu» «i è parlato > prese venti gram di
^piestM composto. Lt o^ua evacuala « 4capo di cinque
ore avea il eolore ordinario , cii »plièi attestava di già
eh' essa , non poteva contenere; detto : sale aenea altera-*
mot» gtffCÀocchi/fttia :deHe iue.prefMmtà^consiste nel^
4(0
r«fitr etpaca i« piecMfsiiaia ^«orità dl/d^re il cò>-'
lor .giallo a una grande quantità ii*ac(|ttà» Scompotta
dal pralotol|ato dU ferro puro, poesia tmoanoB diede
pijk traccia di aacnrn» , il qoale eofere ti feiba però
abiaramcbta vedere agginotovì deV idroclorato ^di -fierfo. •
Ella i questa. una prova incontrattabile che > l'ossido
era stato ridotto allo stato di ossidufe, ridttttooe che
si era certanMnte già operala nelle priae vie; pemoe»
che gli escrementi evacnati alla stessa -epoca dal cane^
presero egualmente na color aszorro cadco qoando'sa
di essi si.'versik della aoliicione di-idrodoMto di ferro.
Sfi"" léroeiamUù éo^ato di fotassa. •— fTogel e
Sa$mmerkm (figlio) ne porsero a nn cane Una dramma*.
Ucciso r animale a capo di a4 ore, ae ne trova gialla
Torina^ la qoale, mediante là soWisionediférro^ prese
nn color rosso carico , che , come è noto , è pr<^prio
dell' idrociaaato Solforato ^i ièrro. Anco Titdnumn e
GmeUn lo scopersisro cnn pari ftcilità neH* nrina di où
cane. ■ v
9.^ Borace, -«- TMmann e Oiisafo fecero tvang^giare
ad nn cane nna libbra di borace sciolto nell' acqua.
L' animale fa messo a morte tre ove dopo. L* orina fu
avaporau^ carboniziata e* bruciata con salnitro; sato^
ma in segnilo la oMsaa con acido* solforico , e nnova-»
■Muta svaporato y. indi bollita jcon' akàeléy écftesoq^ie'
sto bruciò con fiamoia verde , che si sa conon^
Ciasi alla fiamasa ^\f aaidor bon^cico. ; ^ -
low idroelcrmo di iariie, Tiedmatm e^mMAaliaoQò
trovato questo sak ndl' urina di un eavallo* ^ké ncr
avea trangugiato ctnqoe oneio qdàilfr'&ró ^rllna'; però
egli era in quantità più picciola die nel siero del san-
gue delle vene mepenteriche e deUa vena j^Hk 4fi>n-
4 II
chàu dice avello "ioeoDtrtte DeV ormi de|>e' averne
falto pigUare alla dose di due dramme aL giorno. Talte
le volle che V au%€fre ha vt>lato ripetere qoesta espe-
tkoza nei caoi,.eUa qoo ha punto nosoitp, a eagione
della proprietà emetica dei sali di barite,
11.^ Tartrato di potassa e di idckel. Qaesto com-
posto si ottiene facendo bollire del carbonato di nickel
con del tartaro e dell'acqoa. Si sprigiona dell'acido
carbonico, è si forma una soloaione verde che non si
cristallizza per. la svaporatione , Aia si converte io una
massa di aspetto gommoso , verde ^ e (di sapor dolce
zaccherioo; qualità, che rese facile il fame ingollare
al càgnoolo snmmeocionato messa dramma. L* orina ,
evacuata a capo di qnattr'ore, mescolata con del-
l'idrosol&to di ammoniaca, si tinse in brano, e de«
pose piii cardi dei fiocchi tifanti sul bmno-caricb , co»
lore che n<Ai poteva dipendere se non dal solforo di
nickel. .
la.^ Silice* Berxelius ha trott'alo il primo la silice
nell'orìna^ e l'ha btta provenire dall'acqua che sì
beve. Per confermare , coli' esperienza , la possibilità .
di qaesto passaggio della silice , allo slesso cavallo che
avea preso il nitro , si mioistr^ , coatemporaneamenie
alla soluzione di questo sale, venti onoie. di silicato di
potassa ateiìiprate nell' acqua , ed ucciso 1' animale a
capo di quattro óre , si trovò lo stomaco grandemente
infiammate, che conteneva ancora quasi tolto il liquido
che si era injettalo, il che dipendeva evidentemente
da ciò che la sua^sione era stata perturbata dalla
flogosi. L' orina era fortemente alcalina $ trattala col*
¥ acido tartarico., diede un. precipitato abbondantÌMÌmo
di tartaro I che indicava già la preseòudi un'insolita
A
4ia
'qmtititìt di potasi». Svaporata una porle déff nrìna ,
e carboBUzala e brocìata io un crogiuolo- di- platino
eoo dell' acido nitrico , la massa salida fu disciolta nel-
l'acido idroclorico aHongato con acqua, la solorìone
svaporata e à\ sale riscaldalo all' incandescenza- , indi
sciolto netracqna bollente. Restò gran quantità di una
sostansa bigia fioccosa , che ta raccolta su di un filtro
e lavata con actd|^ idroclorico per privarla M fosfato
calcare. Lavato ora il residuo con acq<àa , e prosciu-
f»atOy si presenta sotto iorma di una fiolvere bianchic-
cia , aspra al tatto.^ caratteri indicanti di già la silice.
Ridotto in fuoioiNs a fuoco violento , in un crogiuolo
dì platino con carbonato di soda iti eccesso , e sciolta
indi la • massa aeli' acqua , nulla si separò stillandovi
dell' addo nitrico nel liquido ; ma l' aggiunta àéV am-
moniaca lece nascere ìmmi^iatamente dei fiocchi gè-*
latiaosi*^ densi , -analoghi a qoielli che ordinariamente
^produce V idrato di silice. Per tal mòdo , quantunque
io stato di malattia delF animale non avesse permesso
che ad una picdola quantità del fluido trangsgiato di
passare nelle seconde vie, la siKee- non di meno si
era intrddolta nell'urina in sufficente quantità perchè
ili potesse &cilìneote scnoprtrla.
$ //. Comhùunioni organiche. — i3.^ Addò ossa»
lieo. \}n cana, di mezzana grossetza, pv^se a digiuno
due dramme di acido ossalico in polvere con alquanta
carne e pane. Non vomitò ^ uè provò alcun malessere.
A capo di qnaltr'ore, nell'atto ohe si voleva ucci-
derlo, fasciò sfuggire 1' orina senzt^he si fosse potut-
to raccoglierla. Si tardò quindi a méttalo a mor-
te per altre qoatlf^ ore. La- vescica conteneva cir-
ca tre onde 4' orioa j 4a quale non sembrava pia
4i3
acida deU'ufdiMrio.- Baffreddavira , V onnk lascia
precipiura aoa gran qnaotità di polv«Fe bianca y coo^
posta interaotente di piccioli cristalli, affiittA analoghi
al los&to àmmoDiaco-iiiagiiasiaco : mescolata l' qrina
chiarificata con una soluzione, di nitrato di calice , die-»
de OD Doovo. precipitalo, così abbondante e della stessa
natora del precedente. Esaminati i dae precipitati > ri*
sultavano di ossalato di calce puro, il quale , riscal-
dato ali' ineandescensa, si gonfio , e lasciò del carbo*
tiato calcare misto con carbone. Non si sviluppò an^^
moniaca ne in questa operasione, né facendolo riscal-
dare cpn della potassa. Il precipitato si. sciolse la-
ciiameote oieir acido nitrico, dal quale fa in seguilo
precipitato in cristalli dall' ammoniaca. Riscaldalo colla
soluzione di carbonato di ammoniaca, $i formò del
carboEtato di calce , e il liquore gaiteggiante , feltrato
e svaporalo , diede on sale cristallizsato che avea latte
le proprietà dell' ossalato d' ammoniaca. Quesl' orina si
distingueva altresì alla grande quantità di albumina che
conteneva; perciocché, quando la si riscaldava , o che
vi si versava dell'acido nitrico, 'immediatamente face-
vasi torbidissima, e i fiocchi raccolti si comportavano
assolotamenie come albumina concreta.
i4- Acido tartarico. Ifn cane trangugiò due dramr
me di acido tartarico in polvere^ invìlappato in alquan-
ta carne e pane , e fu ucciso a capo di cinque ore»
La vescica conteneva circa quattro oocte di orina , la
quale , col ralTreddatnento , lasciò* deporre gran copia
di piccioli cristalli bianchi , affatto analoghi ali' ossala-
to calcare dell' osservaaione precedente. Versato del
nitrato di calce nel liquidò^ si ptleboe maggior copia
àk detto ''precipitato I la cui lotàte- quantità aumentava
4i4 .
É pA di mesct dmana. RifcaAdalo «UViocandescensa,
^eito precipiuto esalava V odore caiottfritlìeo dei tar*
traci in tomlKislioiiey e lascii^ per reiìdoo del carbonato
di calce misto oob del caltene. Racooglieodosi dalla
osservazione antecedente, che il precipitala ottennio
della stessa nianiera era ossalato di calce^ questo ca«
rattcre basta per dimostare che i cristalli di cni sì
tratta erano di tartrato di calce. L'orina in discorso
pareva piii acida del consueto f non conteneva albu-
mina.
i5. Acido dirico e maUeo. Dopo aver largamente
bevuto della limonata , il Morichini trovò questi dne
acidi in tanta copia nella propria orina che il fluido
è a lui paroto non ne *fosse che una semplice solatio-
ne. Egli li scoperse saturando l'orina con acqua di
' calce y e separando, col mesco dell'acido solfòricp , gli
acidi dalla calce con cui si erano precipitati. L' autore
non dubita punto del passaggio di questi due addi
nell' ptina ^ ma dubita se , come ha detto Morichitu,
quffsjta non avesse contenuto ne acido fosforico ^ ne
urea y né i sali particolari dell' mina. Egli è probabile,
che Morichini non abbia^ ricercato le ultime sostanze
coli' ajoto dei chimici reattivi , e forse egli ne ha con-
chiusa la raancansa soltanto dalla pallidezza dell'orina,
conseguenza necessaria della gran copia d'acqua per
esso bevuta , e del predominio dei due addi : infatti ^
ove sarebbero andate le sostanze che costUoiscono l'o-
rina? Nelle speriénze fiitte dall'autore nei cani, nelle
quali ha impiegato una quantità di acido ossalico e
tartarico maggiore di quella avrebbe potuto sopportar
il Morichim, Ferina non gli à sembrata differire sear
sibilmente, rispetta all' odore ^ colore e alla, copia di
4>5
foifiui cacari, ^^'i^rins aalnrAle ,.q«i»iiioiM|iie€oote-
nesse msijlgi^ (cpiaotii^ di questi dna «fidi. JUi^riohini
9#sÌGars| Mlf^ì» ^^® ^: o^l^^ ^ ^loro. die ri «oqq m*
toìlati di Salanum lycopersicwn coiHieoe qqa ^uantilli
.straordipam di acido, cùneo |. malico e osstdicp.
i^. jicido ^pUieo. . Un cane di in(easaoa grotseaza
prese cogli alioieijy^i npa dramma d* acido gallico , fure*
parato secondo, il metodo di Schede* Cinque ore dopo
fa ucciso r animale ^ il quale ne avea vomitato circa
il terzo. La vescica non conteneva che . poca orina ,
ma si car^a di acido, gallico, che bastava prenderne una
goccia ^ versarvi deU' idrojqlorato di ferrovper .vederla
toatoacqttistar.it co(or nero aazuriccio. La potassa
la tingeva in ro^jiccio, indi ia hratio. La soluzione di
barite vi feceva na^cr^ n^a lorbide^za azznrina. Que-
sti alcali si comperlavlino adunque , rispetto ad essa»
precisaoiente dello stesso modo che si comportano col-*
r acido gallico. -— Li un infermo , cui si era ammini*
strato della sodaj, del sapone, dell'uva ursi e della
china, Aei/ ha veduto l' orina pii^ chiara d^i, solito , f
che si tingeva in violato carico esponendola all' aria.
Siifiitto colore proveniva evidentemei^e dal)' acido gal-
lico dell'uva ur^f, ed era prodotto dall' atione dell' al*
cali nell' atto dell' accesso dell' ossigeno dell' aria atmo*
sferica. In seguito ad una abbondante applicazione di
decotto .di angustora falsa alla pelle ^ Emmerl ha ve-
duto r orina acquistare, la proprietà di lasciarsi tinge-
re in verde carica dai sali di ferro, il che, senza dub-
Ino , dipende istessamente dal contenere in, aijora deL
l'acido gallico. L'antoi^e dell'articolo tsrinef del Diu'o-
nario delle scienze mediche, dice che l' urina si tinge in
aero negli individui dbe fenno nso Affilo stesso tempo
4i6
di raiMiAivo e di prepamzlpiii ftfragniofè. ^robàbit*
meole questo Umomcnoè tttribaibìte air scidd (^Uieo;^
clie> giatUi Bmrtdef esiste ia graà qaaniiitii almeno
set Mmtm ptdmautm.
17. Acido succ&iieo, Utf eagttiiolo trangugiò mezsa-
dranuma d^* acido saéctdico, e fa' ucctflo^ cinqoe ore
dopo. La Téseica cootébeva poèhtéshm «firma , che era
torbida y aoQ acida', ma talmenìe ukalina;' che , qaéti-
tanqae ancor frese», fiiceva forte- eflfenrésc<^ofz« cogli
acidi. Versatovi dell** idroclotatb di ferro, >^acqtie un
precipitato denso, di color brano' cliitifo, il qaale,
raccolto sopra nn 6hro, lavato ton acqua 'fredda e
seccato, prese la ferma di una polvel'e bruna. AfSoè
di scomporre il snecinalo di ferh>, lo sì fece bollire
con acq«a> indi' feltrato il llqabre e svaporato; st ot-
tenne ona sostanza evidentemente GrislàtKna, che de-'
pose dell'ossido di ferro con nna naova svàporazioiie,
e diede orìgine, etìir ammoniaca-, a nn sale la cui so*
lozione er^ precipitata in ' brune dall' idroclofatd- di
ferro; Il qaale precipitato si lasciava scomporre, col-^
l'ebollizione nell'acqua*, in un sottó-succioalo dì color
brano caricò, e in on sopra-succinato t;be restala In dìs-
solnzuta'e. . ** ..
18. jicido ' henzùieo. Qiieiito acido eltste, com'è
noto, neir àrihà dei >ca valli ; delle* vacche', Ani cam*
mellì e di altri animali erbivori: ma non 'sì sa^se egU
sia nn prodotto della digestione', ò se arrivi nelcoi^ò
dr que:fti anniùislli 'per mezzo degli alièientt. 'F'og^
allega, a fafvore delliÉ prima ^^^intone, d'aver trovato
dell' acido benzòico -netl' ortn'a der^rìriocctonte , e non
in ^quella' dell' elefante,' quantunque quésti dite anihiaK
vivessero delle mede^e sestlb«b. Sgli cita a)iTeA'"la
' '4'7
presenza di quesi* aeiJo Dell' odoa dei bambini lattanti,
L^alira optoipoe ^ appoggiata all' éaivprsi scoperto qu^»
st' acido nei fiori del melilotto, pianta che speMo si
incontra fra i foraggi 9 e che non è. ceriamente V uni*
ca tra quelle che crescQiio. .nei prati , e che ne contenr
gono. P0O darsi che l' aoNkr benaojco • sia.; prodotto di
pili modi in certi animali e nel baQM>ino poppante $
l'esperienea seguente prova^ non di meno^'Che introdot*
to nel- corpo, può passare, anco in quantità notevole^
nell' orina senza provare alcun cambiamento* Lo stesso
cane che trangugiato àrea T idrocianato rosso di po-
tassa iC di ferro , prese altres} meisaa dramma d' acido
beo£oico« A capo di, cinque ;ore nriiiò; ^aggiuntovi
deli' acido citrico in una pontone di orina , la dimane
Fautore trovò io ibndo di essa gran numero di cri-
stalli aciculari, cbe in sulle prime inclioavaa ritenere
per nitrato di potassa, ma in vece di. fonder^ sui
carboni ardenti , &i convertirono in un fumo bianco^^
balsamico , e riscaldati in un., tubo di vetro, si fusero^
e si sublimarono, lasciando un pocO'< di carbone per
residuo. Poco solubili nell'acqua fredda, Jo erano
maggiormente nell' acqua calda, dall;^ quale .si preci-
pitavano con rapidiiià al raOreddarsi; Essi si scioglie-
vano ancor più facilmente nell' alcoole ^ la potassa li-
quida li assorbiva con cekrM, e sir ponevano in se-
^ui^o separare dal liquore^ coli' acido, solforico', sotto
forma di cristalli. Eglino si comportavano dunque come
r acido benzoico , il quale non era p^rò libera nell'a^
rìna , ma unitp s| qualche base;' dappoijohè tin' altra
pprsHOoe d' urina , svaporala quasi a* siccità, non di«*
de che pocbiss^o acido , benzoico quaedo la si fec^
discioglyere. in un poco, d'acqua fredd», mentre quefto
4id
acido 000 Uitàh A precipitarli sotto formi di bèi ctf-
ftalli , ' allorché alla folaaoiie s* agfpunse deir acido
M ittico,
TQ, Alcali ^mgetoMi. Marca peosa che gK acidi
vegetabili vengano scomposti' durante il pì^ocesso delFas*
•imilazione. Si è però veduto che le cose procedono
altrimenti » dachi gli acidi vegetabili pari passano
neir urina sema aver provato alterazione. Matcei sog«
giunge: « Gilbetto Blane ha provato che l'acido éi*
trlcoy combinato colla potassa nella mistura salina or*
dinaria , non impedisce all' alcali di togliere all' orina:
le sóe proprietà acide. » Blane crede quindi che V a-*
rido citrico si trovi assirinilato. Il sig. WoeUer non
avendo potuto ^coprire questo passo nell' Opera citatat
da Marcel y fa quindi stimolato a fare le seguenti
sperìenze : il cagndolo prese una drftmmaf dt acetato
di soda neutro cristalliziato. U orina eh* egli fece quat-*
tr'ore dopo, era torbida e assai' alcalina. Faceva el^
ferveecensa cogli acidi , e dopo il raffreddamento de-
pose gran quantità di fosfato calcare. Siccome f orina
dei cani è qualche volta alcalina , 1* autore trangogiJi
^li stesso dna soluzione acquosa di una dramma di
acfftalo di soda. L'orina evacuata uà' ora' dopo , era
ancona acidissima: ma quella che' usci dopo due ore '|
era manifèstamente alcalitm e faceva eflèrvesenza cogli
acidi. L' orina da lui fatta a capo di no' alti^ ora era
tornata all' acidità ordinària. Molti limici deir'autore,
}a coi urina era altronde sempre acida, si onirono a
lui per ripetere qnest' esperienza , con dosi maggiori '
di sale^ e in tutti i casi , nessuno eccettuato /si vid-^
de senlpre che V orina divenlvai àfùdà. Lo Stesso risnl-
tamento ottenne egli da molte sperìenze fatte su 'di se
V9
«tesso , sopra altre ^rsonìei e iui cani co* segneoti al-
cali vegeubiii. ' Il cremore di tartaro, il tartaro tarla»
rizzato^ il tartarosboracico y il sale Al Seignette ^ presi
alla dose dr una a tre- dramme, passarono iteir orina
convertiti in carbonati alcaHoi. Lo. stesso dice Blane
del cifrato di potassa , ed ^K è verosimile che ricH
saedesimo caso sì trovino tatti gli alcali vegetabilh
Negli iofenni che da qaalciie tèmpo pigh'aydno del-
I* acetato dr potassa ^ V autore ha speése volte veduto
la loro orina divenire alcaKaa, e intrirbidàtsi, fbrmando'
m precipitato di fosfato terroso. -— I sali contenenti un
eccesso di acido noo sono convertiti in carbonati che iti
parte. Ciò egli è almeno quanto succède^ col criemor dì
tartaro. Finché' dietro l'oso di qoesfo sale l'orina è atca^
litia, essa non contiene (>ut]tò di acido tartarico^ ma si
tosto che ritoma acida^ si riconosce facilmente la prc«
senza di qnest' acido per la ftNrmazione del tartrafo di
di calce che si pnecipità versandovi dèli' idrociorato
calcare y i! qual^, ipiscatdato àlf incandescenza , i^^aode
l'odore particolare a cut sf distinguono i farti^ti in
combnstione. -^ ÌJ orida , detenuta alcalina dopò V' lii-
gesttone dei sèli vegetabili , è dunque la più parte del
tempo I ma non sempre, tniofbidata dai fosfati tert osi
che si precipitano^ però, questi sali si d<?|)ongono
sempre a capo di qualche tempo > soventi tosto dopo
il raiireddamento ,, in quantità più o meno notevole^,
e il fosfato ammoniaco magnesiaco in gfenerale , sètto
la forma di |iiccioli cristalli bianchi. Quest' urìna , trat-
tata coir idroclorato di calce dà sempre un abbondati*
dante precipitato di carbonato calcare. t)opo T ingé*
stione di più dramme di un sale , V orina , quando Vi
si versa un acido , spumeggia •rdinarianiente come II
'420
Tino di Sciftmpìigiift , legoalaiiieiifee ftgltaiidola con ce^
leriià. Ella fciaglie ftcUitteote V acida nnco , maisìme
;coll' ajvto del calore.
QiDiiido l'aalore facieva queste wpetitnzt^ un suo
amico ù àvvidde, cbe |^ ciliegie davaoo ali* urina di
lui il caratlere addo f e che io .allora ella faceva forte
effervesceoza cogli acidi* . Accerlalosi con eiperienie
deU* eiatiea» di questo fatto , egli non sapeva trovar
modo di spiegare il fenomeno, se non ammettendo la
presenaa di un alcali vegetabile nelle ciliegie. Peri ,
bramoso di copviifcersene , carboni^Eb una libbra di
ciUe^'e dolci, e ridetto il carbone in cenere, e questa
lavata nelF acqua , ottenne un liquore alcalescente cbe
ftceva effervesoenaa cogli acidi, e cont^eva per con-
seguenza del carbonato di potassa. Versatavi una so-
luaione concentrata di a^do tartarico, il liquore diede
»o precipitalo abboada.ote di tartrato di potassa. Le
ciliegie conteugovo dunque dellf potassa, e io tanta
.quantità , che non si sa comprendere come Bérard noa
4* abbia ravvisata. Le cUiègfe dolci egli par^ conten-
gano im' acido libero, poiché il lor socco tinge ia
i^sso i colori asEurri vegetabili , a meno che quest* ef>
fatto non dipenda da un A^le alcalino con eccesso di
.a€Ld9. Ette rendono IVuifina assai più . alcalina che le
ciliegie: agre, jl che vuoisi, attribuire,, o al contener
queste maggior quantità d'alfiali, o alFesservi meno pre-
dominai^te l'acido. Dopo aveic mangiato una libbra di
ciliegi/e dolci, l'orina diviene a poco a. poco ù alcalii»
Da come quando si ha . ingojsto più dranime di oa
alcali vegeubil?» ed offre tutti i caratteri che la distin-
guono in simile circostanza. Le fragole rendono egual-
mente alcalina V urina ^ sebbene io minor grado delle
\
4^1
ciliegie, probabilmeiite la slessa proprietà appartieoc a
gran Dttinero di iratti dolci, a, in akri termini, à
tatti quelli che contet^ouio su alcali vegetale^ * Quer
leniti che posseggono sollaato qualche acido tfliefo^ come
il ribes y il cedro^ noa rendono le orine alcalescanti.
( Sarà còruini^tQ, )
kja Essay ou Tetwus etc. Saggio sul . Te^
tano^ fondate sopra Casi pratici e sopra
appositi sperimenti^ di Jos. SwAlr^ Mèmbro
del CoUegio Reale dei Chirurghi y ecc.
^^ P^g' 93- Londra, i3a5.
endnaKiÀta Qperìcciiiola è panila in tre capiiolif;!
II I.? comprende la storia di alcuni speripsenli iótna'
presi ad oggetto di provare refluito de§U .irritaménti
locali sulla costitozioue^ il %^ versa sol lelandw idiQ-^.
patìco ; il 5«^ sul. telano» traumatico. Se i faUi .gppo-»
ali dall* autore son troppo pochi per ser vivfjdi iooda*
Biento a naa .giusta teorìa del telano ,. essi potranno
tuitavolta servire di filo ai medici nella ulteriori ÙPive^
aligaziooi , cui lasciar non possono di a^nmeUc^re que-
sta malattia, della quale, ai pw dire fcane^me^t^^^ igaor^
rasi tuttora la patologia* e Jajcara^ ,. , ■ ■ . >
U dott. Swofk «bbe* r opp^tDoità di .iw>tomi]£9are
due iadividui morti di telano, 1' npo in maggio.' jl^ 3^
r altro nel successivo dicembre. Arcodoi^ ja eptranAbi
trovato più robieondi del «oai^ttieto i gsuiglU àA gratv
\
4aa
r
«ìmpaiicoy comìacio a sospettare ehe siffatta alterasio*
ne 9 invece d'essere effetto- di cagioaì accideota)ì« o
de' rimedi mioistrali all' iofermo , potesse stare in
relatiooe 4k cagione de', sintiomi tetanifci. E in qoe^to
dlTÌsaoiento trovò egli di vieppiù rinfratìcarsi , qaand<»
vjeone a sapere > che un' osservazione analoga era stata
fatta dal dott. Aronssóhn^ di StrasburgOi e che in nn
infermo morto di lebbre con sintomi tetanici , il dottor
Andrai , janiore , avea incontrato più rosseggienti del
solito i gaoglii semilunari.' Si aggiunse , che ia stessa
aheraziepde de' predetti ^aaglii fu dal dMi. Ss^an vedtf*
la io 90 óid^Tef^ perite di leftano .«otto V .cttre del
^Q\\» ffaciu^f e che i. compilatori del Giocpale in-
titolato (he Lancet • hanno spacciato ( nei voi. T , )
che 'in tbr no alla sede primitiva /'di questa infermila,
pna opinipne non molto diversa 'prolessavé U dottor
Aberneihy. Per tal, modo , il dott. Swan trovava che
k ava opinione ere spalleggiata dall' aatoritì di ì'ispe^
tabUi scrittori.
Tatti sanno che nelle gravi lesioni locali |e.fiinaioQÌ
ia!te del eofr^o vengono più o meno perturbate^ quel-
le ^egnaiaoiente degli organi digerenti e della circola*
aione^ e 'tutti: por siinno, come spesso il tetano succé*
da a lesioni locali. Prima di procedere alla ricerca
della condizione patologica del tetano, il dott Swan
ha quindi creduto prezzo dell' òpera di pigliare a esa-
me ( nel eapit. i.^ ) il m<^do eon^ che dette oflese lo-
cali pervengono a perturbare la costituzione. I^a , im*
pressione che dall'offesa^ locale si diparte , è dessa
priiiiicivameole ricevota dal sistema gangHonare, e di-
speasata qaiodi'agti organi' eui si distribuiscono i ner-
ti di que' gapgUiy o sono eglino -^li organi che di'^^
4a5
tamenle. simpatizzano colla parte offesa? — Per dimo*
strare che i prev^rtimeoti simpatici lasciano dòpo morte
traccie visibili di alterazioni orgaoicibe^ Tantbre, infira {ti
Altri y adduce il caso . seguente; vSussana Graham^
ài sette anni, il. di^ 30 agosto > i8a3, a ineszo di ,
riportò diverse scottatare atle coscio ,. alle braccia e al
dorso , alcnne profonde anziché no , per aversi casual-
jnente iirociaieie vesti. Ita ente deli' addome era an-
data immune dall' incendio. Siccome la fanciulla non
^(Sriva %thn. dolore, sì coprirono le parli alfette con nn
moll^ oogoento.» -* « 31 , a dieci ore del mattino.
Ita ^ciull^. si lagna di dolore al ventre. Ha vomitulo
^pi& vobe; ebbe qualche vaneggiamento , è fredda ed
ba la< fisiosomia ippocratica. Tuttavia & cepno di ri-
4Coiio8cermi. I polsi mancano ai due carpi. Prende nn
purgante, che rigetta, tostamente. Verso sera, polsi
tonovan^ent^e sensibili, debolezza estrema; assolnu in-
sensibilità ^ pupille dilatatissime , immobili all'impres-
ato,ne della luce, sebbene la fanciulla possa tuttora ve-
dere , avendo tentato di spegnere la candela* Sei san-
guisughe alle tempia. lia fanciulla muore il- ^% y a
np' ora dopo mezzodì. » — Necrotomià. e Polmoni por-
porini e pregni di sangue^ enchimòsi dieO'o il medit-
ptino posteriore dal iato sinisiro^ aorta assai vasoelosa
alla superficie; un poco di fluido nel pericardiou.>>Ij'^o-
mento qua e ìk piìi rubicondo; il peritoneo io istaio
xoroiale. Il fegato generalmente pallido ,. segnauosente
alla superficie concava i alcune . macchie rosse • nella
villosa dello stomaco^ forse non morbose; infiammalo
il digiuno pél tratto di sei pollici. Mei turane^ .tutti
i.gftt^lit dei nervi del gran simpatico assai vasoolosi,
« cosi pure il g[aoglio semilttuare-^ e tutti gli aUri
4a4
gaoglti dtH'addmne ^a1 lato destro. A. siaUtra / assai
robioondo era il ganglio semilonare e il primo nel ventre,
jiorniato dalla continuazione del nervo gran simpatico,
ma non gli altri di questo stesso lato. "Vaseolosi nie>
deiimamen te erano i nervi dei plessi ascellari , i nervi
isdbiatici nella pelvi , i iMrvi entrali anteriori , ma
questi non al grado dei plessi ascellari. »
Il sig. Swan crede che i gaoglii del gran simpatico
a* irritino in ogni lesione in coi la costì tnsietoe simpa-
tizzi colla pari« o£fesa , e che da qnel loro irritamento
proceda il pertnrbarsi delle fbnzioni deUe parti coi eaei
dispensano nervi. Anai, egli tiene che possa conseguire
notevole tumulto universale eziandio a offese leggiere,
quando queste accadano a individui di temperamento
irrii^lissimo , o sotto T influenza simtiltànea di altre
caconi morbose > qoali il freddo. Citando in prova la
storta di una dono» di 80 anni^ cui in seguito di iirattam
del collo del femore, un mese all' incirca dopo V offesa,
divenne dolente l'addome alla compressione ^ ed ebbo
a sofErire grave perturbamento uoi versale. Nel di lei
cadavero « si trovarono infiamma t issimi i ganglii se-
milanari > » e Msai vascolosa la soperfìeie esterna del^
F aorta, e totti gli intestini.
Per viemeglio Confermare la proposizione > che iu
-fedito air offese locali di qualche, entità, i gangli dc€
Sier&^i del < gran, simpatico mostrano segni d* irritazione',
te non/di vera flogpii; T autore intrapresie divèrsi spo-
f Imeott nei cani , ora introducendo sotto pelle dell* os-
aido di- arsenico, o del mezereon , oris ' frattnran-
'do ad tasi le membra. Noi riferiremo il prìino. m^ SH
18 aprile, 18 .i5, a tei ore e mezzo del inatìtino, ia
ima ferita praticata tra le ^aile di an grosso oaoo.
ho iolroclouo sacoessivamentie tane porzioni Ai ossido
di arsenico, ona del peso èì trema iiov« grani e tre
quarti I 1' altra cK trentaséi gk'abi , ambedue umettale
con un p0GO d! acqua. Tosto portata la mano stilla
ierìta per insinuare l'arsenico nel dorso, 1* animale
diede siegno di sentire 1* a:iibne del veleno con tremiti
a diverse parti del corpo. Mangiò con appetito. Le con-
trazioni involontarie dei muscoli della faccia segnita-
fono lutta la giornata, si, che i denti venivano spesso
bauuii gli uni còntrh gli altri con rumore. Il cane noti
ebbe vomito, né scaricamenti dall' ano. 19 ^ nello stato
di jeri. 'A sette ore e tre quarti prima di mezzodì, in un
pezzo di carne si porsero al cane venticinque grani di os-
aftdo d' arse^co polverizzato. A un'ora avea' vomitato di-
verse volte, e io credo quasi tutto l'arisedico, stante-
iàiè tornarono i sintomi eguali di prima, ao II cane
è> nella condizione di jeri. Non ha vomitato , rifiuta il
eibo. Seguitano le contrazioni della faccia. i3. Uahima-
)é è debolksimo. Si formò un ascesso sul lato destro^
Di niun vantaggio essendo il prolungare 1' esistenza
dell'animale, venne esso strozzato. Necroìomia^ «In-*
finmmati. tutti 1 gangtii dei nervi del gran simpaticòl
Il pajo vago e i nervi della bccia piti rosseggiami del
consueto ^ i plessi ascellari meno vascolosi. I nervi ischia-
tici, natutali; sane tu^te le viscere toraciche; vascólò-'
sita insolita alla superfìcie dell' aorta. Il peritoneo dello
atomaco pib robicoodo del' naturale, ma non quello
degli altri organi. La tonaca villosa dd ventrìcolo ul-
cerata in più luoghi , e spàrsa di macchie rosse qnellà
degli intestini. Macchie rosse e muco sanguigno siilla
interna superficie del retto^ Niuna Insolita vascolositli
nel cervello, uel midollo spinale, e nelle loro' mexé^
kiae. I gao^lti <!«■ nervi ipioalì pi!i vaicoloù do!
aolito, ma aoa quelli [attuti dal quiolo ptj«. — , 11
. peno |KÙ groiM ài araemco pflMva (reqtoHo.grtni, U
pib piccolo ventumaltro. lafianniBU «ra la ptlle iMlo
■ir ìqiotoo della ferila. L' aactHO il era lormat* prawo
la spalla.* Gli aliri otioipetiaHintì baano preMotalo
' analogo riiullato ; vaia a dir« , ì ganglìi dei nnvi del
grao ù^palica in ittalò di flojoii.
Provaio con dj> , che Ì« iirilMÌoai locali opccaDO
ìmoHdialaneate sai- gaoglii d«i -maniioBBli -oaivi, il
doti. Stvan diiceode^ nel i,^ capit. » a diotoainre gIm
le mcdetime alUraiiooi a'ÌDCoiKrano etiaodio nril' po-
mo. A coloro cba hanno afieraiilo le Intvate altara-
xìodì dei ganglii non uiere iodiii aicuri del loro *Ulo
di Oogoti, e' riipoode gook aegaei ■ QuantDoqòo da
uolte diuezioai «ia pienameole coavinto , che i gangUi
dei nervi del gran unpatico.poiun» preMolarai auai
v«icel«iì per lemplice eflEtno itf ptaticwi ritnedi e
delle maratlie, hannovi luiasia alesai cfae iadinano
a ccedere qaeila apparenia vascolare lore appar^'ea-
ga in itlau dì *alut« In nipotta a q<HMa opinioDB,
ni permeilo di Murvare, che in an appiceatOj ew-
aunato tono dopo il tupplisio, trovai i gangli dì co-
lor perlaio , con neisno veuigio di vati portanti ibb-
gne roMo. Ho trovato nn ganglio aiwi rubicondo per
gran Domerò di ^raii ripieni <li ungae, ma il ganglio
(uinùpondenle era qnaii binco; ad ho lì spcuo oh
servalo questa diOereota, ■ in an grado «isi dùliAa,
■el medeMRO individuo, che. non dnbito pitnio che
«Uà nonna afletia di fiogosi, o di, uno stato che a
vicina; precisamente come «redo setto tali sp-
debb*. diui infiammata la cpngÌ;ioti«a dì
lio , e non ìitfiamata quella dell' «liro. Ei-
4^5
fODeo sarebbe il voler gindioare Aà cafo nostro d«i
fenemeai che si osservano nel cadavere artificiabnente
ÌQJ0Mato; e questo perchè egli è impossibife di détat-
mioare precisamente il gl'ado natarale di vascolosità di
nna parte di on individuo assoggettato a tale prepa-
ragione. LVinfelzione può render rossi i ganglii, e cosi
la congiuntiva ddR occhio; ma se rittjesione riempie
molti vasi dell' occhio, ^li« non sono visibili durante
la vita; appuktio perciò potremo ragionevolmente con**
chiudete conflatta appàrensa essere egualmente stranie»
ni ai ganglii durante la vita.» .
Ma vjengbiamo all' esposisione dei casi di ieiano idio»
patÌQO addotti dalf autore per provare che questa . ma»
laitia ha sede immediata oeii ganglii dei nervi pia
volte rammentati. — x.* Caso* ( Del dott. Macauky.)
Bicordo Word f dì io anni, la mattina^, del 3o n^
ven^e i8a4 provava al collo una certa rigidezza , ma
senza dolore. Espostosi nel giorno air ària fredda', veis^
ne subitamente assalito da violento spasimo tetanico a
quasi tutti i muscoli del corpo.' Gli astanti fecero
pigliare ali* inlernio molto> rhum allungato neU' ac-
qua calda , non essendosi cercato a)uto medico fino al
giorno seguente , durante il quale intervallo lo spasi-
mo non avea. mai cessato^ e i sintomi erano anzi an->
dati crescendo. Il doit. Macaulejr vidde l* infermo 9
un* ora dopo i^ezzodi del i dicembre ; inflessìbile di
tetta la persona , era oppresso da perfetto opistotono ;
avea ih sistema nervoso si ecciiabile , che il semplice to*
cemento di qualsiasi parte destava in lui uno spìiasimo,
e lo stesso gli accadeva se sferzavasi di bere. Un sa*
lasso» di 13 oncie parve recargli qualche sollievo; si
applkaròtto dodici' sao^elle lungo la spina , gli si
io»
diede del eakuneleoo; ma tatto invano: L^tofermo
mori nel giorno ìsteMO. Tagliatoci! /cadavere il 3 éi^
cambre, addici ore dopo la morte, *af trovi Un ÌBya«
gioamento in due porziboi di fnteàtino tenne , colle
ionacbe inteme manifestamente infiamtnate. I |[aoglii
dei gran «impatico erano in istato di irritamento ; i
vaai , scblamente palUdi e ' «colontì , erano injet-
tati di sangue rosso, e lo' stesso Venne osservato in
alcune porzioni intermedie del nervo. « La vascolositk
vedevasi distintamente prima di distabcarli dal corpo;
l'immersione per qualche tempo nell' acqua, Qon^ ne
faceva puhto smarrire il celiare* Il ganglio semikraare si-
nistro joan offriva che fochi vasi , ma il destro era
ttinutisttmamente iojettatb , e , veduto col microscopio,
offiriva precisamente l' aspetto della congimifìva forte-
mente infiammata; » La stessa differensa , quantunque
non allo stesso grado , si notava , tra i due • lati , im'
tutte le porzioni dèi nervi del ^ran simpatico. Nel ca-»
pò, la pia madre era injèttatissima,' sana la sostanaa
del cervello , un po' di fluido net ventricoli e alla ba-
se, A bene che nella ca^opna spinale, la quale, aper-
ta, si vidde contenere molle bolle d'aria^, La pia ma-
dre del inidollo .spinale, avea 'igiustamente vi' aspetto di
qaclla del cervello. La sóstaoaa midollare affatto sana*-
9.9 Caso. F. AUfifif di 3ò aoni^ altronde di buona
salute /lagnavasi da alcuni giorni' di leggiero dolore
allo etomaco, quando la mattina- del' a5 «dicembre
iSaS , ^iilalatòsi .il dolore suU' addome , fii preso . da
violenti spasimi, che il resero inflessibile di tutto, il
corpo. L'.inCermo tratto tratto acceodevasi in viso,- e
avea difìicHe il respiro. Aperta' la ^vena , non erano
uscite sei oncie di safl^gue, che ^dde^iu deliquio, Bey«<
ve MPacqaa ^alda, e prese So goccie iì ìanikao.
Venne nadyameote attaccalo da apasiaii generali^ e
da dolore, alio stomaco. Di quando in «{aando era pre-
so da triscno 9 e lagna vasi di dolore se pìgiavasr forte
nella regione del gangljo cervicale superiore del lato
destro , ma non sex Cicevasi lo stesso dal lato sini-
stro. SalivavA come avesse preso mercurio , e avea i
polsi languidi: YcinMiò piti volte, e da questo .momento
non ebbe piti ,nè dolore , né spasimi tetanici* L' infer-
mo prese del calomelano e dei purgami , e. non andò
guari a ristabilirsi. — Su di questo caso l' autore osser*
va: « dalla subita terminazione dei sintomi violenti, noa
vuoisi il caso presente riguardare come esempio jài
tetano; tuUavolt^y.gli spasimi si erano precisamente
mostrati sottc^ le seo^bianze di queljli che viddi nella
forma più acuta di questa malattia, a
; 3.^ Caso. EJgIi è tolto da Lobsiein. Un uomo di 4?
anni.y coi era stato estirpato un tumore fibro-cartilagi-^
noso dalla spina , alla quale leggermente aderiva , nel
tornare , a capo di due anni , nell' ospedale per farsi
ijmuovere un altro tumorej^ essendosi esposto al freddO|
fu colto da trismp e opistotopo, di cui mori nel corso
di 48 .oi^®« Aperto il corpo, nulla di insolito si trovò,
fuorché un reticello vascoloso ripieno di sangue alla
superfìcie del midollo spinale, e molto siero effuso nel
sacco formato dalla dura madre. I ganglii semilunari
erapo pure distintamente infiammati.
4r^ ^ 5.^ , Così, In due individui, naprti nel 18 ig,
con. sintomi ataxo-adinamici, il dott. ^mihs/ ha incon*
tcato i gauglii semilunari sensibilmente rosseggianti , il
che pareva dipendere da minutissima infezione del
tessuto celluioso interposto tra i granelli di cui aooo
43o
formati essi ginglu. Uno degli individoi, nelle «tliaie 48
ore della viU/^ era sialo attaccato da violento trUrno/
e da tetanica rigidezza delle estfemiik superiori.
A fine dì meglio illnstrare h proposta teoria, il
dote, Svi^an mise a morte nn cane con alcnne dòsi di
estratto di noce vomica, minisirata, a intervalli , nel
corso di dne giorni* L* animale provò rigUe^aa spas-
modica. Tatti i ganglit del nervo gran simpatico erano:
pHi rossi del naturale, e la pia madre del cervello e
del midollo spinale pib vascoh>sa del consueto. Ripe-
tuto l' esperimento in dne altri cani, ma a intervalli
piii Innghi, si ebbero rìtfttltamentl necroscopici sostan-
zialmente analoghi.
Capitolo 5.*^ Del tetano traumatico. Nolo egli è ,
che questa fanesta affèaione saccede talvolta alle pia
lievi conte alle pia gravi ofTei'e, anzi, talvolta, quan-
do le lesioni locali sono quasi guarite. Donde un al
singolare fenomeno? <t Per togliere il piit possibile que-
sta oscurità nella genesi del tetano traumatico, ho cre-
duto necessario di ricercare di qaal modo , in seguito
alle lesioni locali , veniva affetto il corpo. E da quella
investigazione sono stato condotto a statuire, che nelle
gravi idgiarie i ganglit dei nervi del gran simpatico
diventano irritati, e successivamente le parti cai essi
gauglii distribuiscono nervi. Quando sana è la costi ta-
zione, io credo the T irritazione dei gangli! svanisca
in pochi giorni , per coi le parti da essi sovvenute di
nèrvi tornando allo stato di quiete , ripigliano le
rispettive ftinzioai sotto forma normale. Però, quando
i gangli! dèi nervi del gran simpatico sono slati . cosi
affetti, e r irritamento ha cessato, uu' azioàe morbosa
nella ferita può in essi destare una nnova irritazione.
i
Andy cicatrissata la ferita , le passioni , a&a dieta im-
propria , e altre cagioni , possono mantenere, riprodur-
re, o accrescere il perturbamento degli organiche ri-
cevono i heryt dai gangUi , e suscitar qnindi in qbesii
ona irritazione noveUa. E sono di opinione > che irritali
una volta i ganglii dei nervi del gran simpatico, eglino
actquistino una particolare suscettività di ricadere, nello
slato medesimo. Il qnal fatto del rinnovarsi spesso la
irritazione , rende agevole Io intendere come ella
debba poscia comunicarsi a molti nervi cerebrali , a
tutti i nervi spinali , é da questi al midollo apìuale,
e come da ciò nascer debbano gli spasimi tetanici. »
Caso, Master Patrick, di la anni, et certi razzi
che portava nella scarsella , ebbe il 5 novembre 1825,
scottata la parte superiore della coscia e le parti d' io-
toi'no. Fu preso da febbre, ma non da vomito, ni
da altro grave sintomo, si che, al 14 novembre , avea
ricuperato 1' appetito y il pia delle escare erano distac-
cate, e le parti sottoposte quasi r istaurate da sane
graneliazioni. In detto giorno però , cominciò a lagnar-
si di dolore di stomaco e male di gola ; il 1 5 ^ com*
parve il trismo , con qualche lieve spasimo , accompa*
guato da difficoltà 4ì inghiottire, e mori il giorno se-
guente, con sintomi di trismo e opistotono. Necroto*
mia. Dora madre aderente al cranio pii» fermamente
del naturale; i vasi del cervèllo ingorgati di sangue;
sana la sostanza cerebrale. Un po' di fluido nella guaj^
na del midollo spinale, e t vasi della pia madre ^ se-
gnatamente presso la cauda equina ^ assai pregni di
sangue;, ^ormale là sostanza propria del midollo. Nel
torace tutti i ganglii àe\ nervi del' gran simpatico as-
seti ricchi di vasi. Il ganglio semilunare destro molto' pie
45a
vascoloso dd.aatnralei il ftiaistrodi aspetto perlaio, e af«
fatto privo di vestigia di vasi saoguigoi. Molte glandolo
aasoii>eoti deiraddome, di color iùtensanietite rubicondo»
. Il dott. Sw0k lermioa l' Opericcidola con brevi os-
aervaziooi sopra alconi sintomi del tetano , e salle parti
che sembrano interessate nella malattia , e propone le
dedfpsiftni che dai ricordati fatti cavar si possono rir
spalto al metodo ciirativo. — Di ; rad^ , dice V au-
tore, la cagione dello spasimo sta nella parte offesa;
pef ciocdii , sebbene all' amipatazione della parte segu^
talvolta un temporaneo sollievo , gli spasimi ritornano
nulla meno colla stessa violenza di prima'. »-* I mu«>
scoli afletti oìrI tetano sono provvedali dì nervi dal
oervello e dal midollo spinale. Ora , sono eglino qaesti
organi , o i loro nervi , che vengono primitivamente
perturbati ? Rade . volle disordinate sono le fanzioai del
cervello, eccetto. quando il male volge a fine funesta,
e aeppur sempre in questo caso. La necrptomia fa ve-
dere assai vascolosa la pia madre , come in assai altre
m^hltie; ma questa attrazione noji è probabilmente
che un effetto del pe^rturbamento universale. — < Perà,
avvi una circostanza di spiegazione assai malagevole,
ed é che i primi muscoli ad essere affetti son quelli
4eUa masticazione e della deglutizione, i quali ricevono
i nervi principalmente dal cervello. E sia pure l'ac-
cresciuta yascolosità della pia madre del midollo spi*
naie, (come pretende l'autore), un mero effeuo; non
sarà dessa una prova che ivi sussisteva gi'knde irrita-
zione? « Iiivesieodo la malattia i muscoli provveduti
di nervi dal cervello e dal midollo spinale ^ siccome
nessuno di questi organi mostra pervertile le proprie
funzioni al primo svolgersi del male ; cosi si può ra«
455
gìmievoliiifliiCeai^meiitaM dbver la cagione risiedere
io qoakln altra -parte. 4>ra^ oossanfaUra «pai'te anvi^
eccettn i'ganglii-iki narri del graa liaipaAioo, ahn ab*
l>ia' (^ià'f'tKetta^;o> pia libera coamoicataione coi oervi
ehtn provveggono i étoacoli che piii còmmieaMnte «op*
fM>rfano ì* àtEexMDe> tetanica ; e ìq tnuè' le di«aeca%i<Hiij|
sidt 'oomini^* che di annnali» uccìm- idaU' estratto di
noce vomica» ho tnvvato incolita •vascoiotótk io alcÓAi
di'que' ganglii ^' -^ Il sig. iSn^on noa iiHeode itoti^avia
di'^afifermarey estere ii tetano aoa malattia specifica j
aveqie incera. sede nei ganglii dei oervi del |^q • sim-
.'paticói egli mantiene > soltanto che .i gaoglii ., siaop le
-patti piii iin|K>rtanti del &isteina nervoso cai volgesi la
'pr%na irritasioney e da citi questa procede al r^ifo
'dei sistema nervoso.
<' Intorno- al metodo cnrativo , T amore. si spiega come
negtiec «.Dalle- alteraaioni paiologiehe riscontrate oelle
r persone nìorte di tetano, aoa tratto a cpochiudere ,
: avervi io alcune parti< una condiatone che si appros-
sima air infiammacione , e doversi per ci& tenere in-
dicatiéuQia V emissione di aangae. Vero egli è che la
lebbre ed altri sintomi evidentemente infiammatori ge-
neralmente mancano nel tetano ; pnr qualche volta
aono essi -in altissimo grado , come nel caso riferito
dal sìg. Eark (i). Per togliere la congestione dei
vasi del midollo spinale» vuoisi trar sangue dal dorso
colle coppe, o colle sanguisughe. Spesso, pervertite so-
no le ionaioni degli organi digeMnti ; e siccome questo
(i) Medico- CkirurgicaL Transacuoru. VoL FL pa-
AiwAu. roL XXXFIU. a8
'4^
Stalo tende a iinictrUM «ntit gU Altri' •iatomi.; gkrv«fà
adoprariì con > ogni cura per ^onsarle al love eacrciaio
tegolare. *PrMìoau è' emis^ioDCiéì sangue , non smrebbe
egli giovevole' ^U dare oa emetico, 'Semproaho là bocca
tonsentiite di allargarsi al punto idi peraMMese l'ospiiU
^ione deile Énaferte eonteoateoctlo stomaco? Nel «ecoedp
Caso da me rrfertto, 'cesMurono > aemà' più. ritoraare,
^li «paKmfi dopo cemparsor U voautow Nulla .dì» partì-
xH)}aVe htt evacuato i'^ànfermo dàl-venttioolo.; il perchè
-vuoisi knpporre^'f acione del^rdeere avece na aalatare
effetto e« di questo organo.^ circoalaofca akroode- «petto
-osservata in' ali»i xati, in cui tutti gli altri umedinon
aveano potuto ricondurre r«(}uìlibrìo nelle isoo; disor-
-dffiate' f uoiioai ». — «; d* Ma abbiati o oonadsbiasi.pfi-
ticato r emetico , si dovrà il più pretto poatibile pur-
gare Tiriffermo, o còki picctole dosi- di csibmehooiy o
cnu altro purgante attivo, onde largamente evacaare
gli intestini ». -— « Negli sperimenti augii animali ,
*ho trovato segni evidenti di flogosi ne* gaaglii dei nervi
dd gran simpatico prodotti 'dal mercurio (t). Avendovi
nel' tetano una totniglievofe'alteraaiooe nei gattglii^ aoa
posso attenermi da.1 supporre che Y uso del mercurio
debba riuscire alsiii incerto ,- te aoa asaolutameate ar*
riichieyote ; ohre di ciò , troppi* sono i oasi «u^nsegnali
nella medica istoria, nei qaali l'idrargirio si è mostralo
incapace di frenare la nialartia, per confidare nella sua
supposta vlitSi. Voglio credere die alenai medici l* ab-
WaUD stimato' beqeficos per la ragione che V. infermo cai
ih ministrato guati. 1/ ho ceduto osare pel tetano cro-
(i) Fegg. a cor. 267 del voi. XXX di que$d,ÌLwafìj^
4M
nlco, e il Malato ti riebbe; ma lemittioio nefai'ani-
damesCo verso via «govìgione, e dobi^ ancora s*v«gli
vi abbia «neoomainctite cofitivibiiito. Quéste osservazìooi
sul fnereUi^io si possono applicare eziandio alk dura
di qnet tvniilio iioàveriale dcèaìéleBM che tttéGede'a
«irritsmeoli locali.
tf' Purgato 'largameote V ìoferniOy egfi pare si possa
credere che savaooo per ritnearr «tili i ealiiiaoti>' e i
rilassanti , come il« pu/m ipecacuanha» cùmpo^Uus a
pieciole dosi ». — a Se: ileolcbieo possegga enhinèaie
vlrtÀ coiiiraM'l tetano,*^ cosa che ooo saprei defioire;
dal rìsaltato' delie ostervattiom necroscopiche non da-
>spcro toltavialta * che non si possa scoprire un nfefiao'
ìche' valga a^calinaee rirritariciile del sistema nerwsao, e
«[Qtndi a (Vincere qàesia terribile e; dolorosa mafetciii(tiy]K.
1 r
I ... , • t)
•' . . . » , \ • . IL
Sar la Duodenite chrooique* Thèse prei;f}i}it,e^
. .et aouftenue à la Facuité deAlédécia^ 4e
Parisele g avril 182 5; par GASitffK Brous^
3AIS , docteiir en médéciaè ,' citc. ^ à Paris',
• • • '
1825. Ghez M. Delaunàjr , libraire (2)^
UTTOGBE ianumerabili ^ non tutte per ,no;^tra, disay-
ventura ^ sono conosciule le infermità le ^uali afjQiiggQno
■II*' ■ ' I '^p
(i) Stdt argomenio del tetano si veggano b osten-
nazioni ad dou. Garmichael, regisiràiè in questo sìossq
volitme.ikgli AnnsLÌì,
(2) jinmoh comunicalo dai i^f, doèu CukiL
Vattana famiglia. E di tale terttk danin^ icstimoiuanza
le cose dette dal sig. dett. Casimiro Bromsais p nella
BissertaziiHie di che ora imprendiaoeHi.ia ngiimare.
Figlio y il Big. Brouss€tt$,'is\ celebre fondate^ della
MééiGiiiuifisiùlo^a,9ÈBaomi la sempltoiià^i ^riadpii
di questa dottrina e ne trova facile rappUcaiaonfr alla
«onoscenaa ddtta duodenite , ossia all'.infiainniaziòne dì
quella pondone degli intestini tenni che ooaMinicacoUo
stomaco, e ndla quale si scaricano. li ooodottiescfeinri
della bile e del fluido pancreatico.
Il nostro A. intende dimostrare che la duodenite oo-
jBca , comechè -malattia' consone y non era conosciuta
^dagUi autori prima di Bronssais ; ed > esploire y ■ in pari
•tempo y le idee del fondatore deRa tmedldna istologica
su tale affiaaione, la quale non si appalesa che ai me-
dici di giustissimo discernimento.
£ piaciuto al sig. B. , dare a questa malattia il nome
dj duodenite; ma li sintomi di lei sono enuinerati da-
^li autori, h ah^lchf che moderni, nei trattati delle fisco-
«èie di fegato*. *Di dò &nno fede le Opett itippoeraie ,
^:B^rka0^^.Si y^mann, di B^Uyi^ 9^,Sàmva^es,
ii'SloU, Pinelj,ei(i,
Alla storia della duodenite cronica . premette il si-
gnor B /alcune considerazioni riguardanti alle ostru-
zioni del fegs^o, le quali sempre meditate, non si co-
nobbero patentehietite se non dopo la medicina fisiolo-
gica: e per la stessa'^agioné , le cause deDe oppilazioni
iono state enumerate in modo assai confuso e troppo
poco fisioloaico. Del resto , siccome li grandi mangiatori
'€ H bevitori de' liquori spiritosi hanno d* ordinario il ft^
gato voluminoso, cosi è agevole dedurre che la ostru-
zione svilappaai in seguito a stimolaaion* gastrica.
45?
Li sintomi che il nostro autore riferisce all' ostruzione
epatica j cavandoli dalla Notomia generale di Bìchai ,
si riducono ad un dolore alla regione epigastrica , ossia
adlla regione dello. stomaco e del duodeno^ il qasl do-
lore aumenta allorché lo stomaco è stimolato dagli ali»
menti y a sele , ad anoressia ^ a rossore delta lingua ^
a secchezza della pdle^ a flatulenze , a dolori colici
dopo il pasto ^ a stitichezza pertinace di corpo ^ a tu-
more all' ipocondrio, destro. ^ . .
L' ostruzione del fegato «è adunqiK; ano- stato pato*
logico di questo viscere^ consistente in una tnme&zion^
generalmente prededuta da irritazione del duodeno. La'
infiammazione talvolta ha sede solamente net duodeno ;
ora predomina ia quest' intestino ^ estendendosi anche
allo stomaco e agli altri intestini ; pu^ essere acuta , o
cronica , ma> più- spesso è cronic» <^ acuta ^ e di quella
V A. intende particolanaisate occuparsi.
' Euoiogia, — La duodenite è. morbo il quale infesta
frequentemente,; massime In certi paesi , come in In-
ghilterra : e le ostruzioni' pressoché comuni in quel
regno ^ le deriva il nostro A^ dalP uso generale de' me-
dicamenti purganti onde liberare dal torpore e scuoter^
gli intestini; e se iljcoipo non si muove, credono gli
. Inglesi infiammata la prima porzione del canale inte-
sùnale, e vogliono ammollirla con medicine catartiche ,
e se non producono i loro effetti, si sonmiinistra il mer-
curio fino alla salivazione. : Stimolate con tali mezzi le
superficie mucose a fine di provocare l'azione dei vasi
secementi / non dee essere maraviglia che da rimedi
gagliardi e violenti si producano veementi irritazioni e
infianmiaaioni, e qnùidi si fiicciano contumaci ostruzioni
nei visceri addominali. £ no;i solamente pei forti pur-
438
gativi j ma pei genere dì vita , pef V abnio dei cibi e
delle bevande •piritose , soggiacciono gli Inglesi alla
duodenite.
La duodenite , come si disse , raramenie acuta ^ i
d' ordinario consecutiva aH'- irritasioiie dello stonaco.
La duodenite cvonica è caratteriasatf< da stentata dige*
Sljone, da senso di af&nno^ da calore e da dolore pno-
gitivo all' ipocòndrio destro : dolore die si esacerba cosi
dalla pressione ^ come dalle profende inspirazioni ^ o
che alcune volte ^ (uso ^ e ora prolungasi verso la
spalla destra : sulle prime mterpolato non si prova che
dopo copioso pasto ; {n'appresso si soffire continuamente
e anche quando il pasto è moderato. Se l' irritatone
duodenale si nianifesta per accessioni ^ insorgoiio y fin-
<jhè si ha senso d» dolore , gravi linlomi pel quali si
scorge che l' infiammatone reagisce sopra molti organi
dell' economia La bocca si sente asMifa , si vomitano
materie biliose o nere y e le stesse materie passano per
aeocessoy unite eaiandip a calcoli biliu-i^ e si ecdtanp
spasimi e convukimii. IÌ^ dolore duodenale non sola«>
mente estendesi alla spalla ^ ma al lato destro del tron*
co, al dorso, all'addome, che non può sopportare la
piìt legf(iera pressione , e al braccio il quale diventa
al&tto torpido ^ e la sensibilità in alcuni infeitei è così
driicata e vivace , che le convulsioni e i moti convulsivi
tornano al piii leggiero strepito, sono presi dall'estasi^
temono ogni emozione , sicché è tòn^ isoiarli e tenerli
nell'oscurità pi' profonda. Alcuna volta dorante l'ac*
cesso, avvi rossore, circoscritto alla regione duodenale^
ó una tinta gialla , quando generafe, e qnmdo corrispon-
dente soltanto air ipocondrio destro % ma scompaiono
r accesso.
43a
Gfli* mftrmi dtrtale maklttM -divengono preMOchè sem^
pre ipocondriaci , in- causa dell' esaltameikto della $en^
sibilila prodotto dalla perseveraììsa dell' ìrritABione lo«-
cak.^ la qfiale diiama in cénsènso anche; il oerVello.
QltEe.fl ddore , che pub Smsi continuo sensa jche
l'inri(a2Ìone si propaghi al fegato', ayv? pia spesso ca^
fere circoscrìtio aUa regione di questo Viscere, "il quale
divento tumido , e la tomeiaaione- pnòi oresoere tanto
da rendere laboriosa la resf^irazione , maxime se av«
viene V epatizzazione del polmone destro^ In tale stata
di ^ose si dbordàna il corso della bile, e di qui nasce
Y ittedzia generale , • partiale , il vomito e le evacua»*
sioni biliose. - Se lo spargimento di fiele è generale , #1
sangue e il sudoij^ sono gialli, e se parziale può occa««
pare la regione duodenale^ siccome .n4itò il padre del
nostro autore. Se là nudattia è molto antica non seeer«»
nesi più bile.
In quanto al modo. d(d qiiale si fonnano ìe tostm-^
suoni, dalle c^li- deriva. T itterizia^ Ippoèrate non ne
ragiona. GakìÈo park, di £e<Mto y di caUo., di sec^
chezza e di umidità del fegato , di una»rt spiasi y vi«
schios»,. sovrabbondati-: L'arabo Rkàsg^s la . dierrva il««
gli alimenti gjrofitfolani' orassi, jàfic^inà dice .risiedere il
morbo nei parèttchìmii dèi fegato , e provenire da fti-«
spessimento del sangèeze 1| àuasamento del fegato si
fa quando ,. per debolezza del viscere, il sangue non pub
essere spinto , o quando il sangue stesso è attirato con
tiioppa fersa*. jGfae sé F: lostruzione è nelle vene, crede
chelpninoipahMnte ddrrvi ddl' esscne questi vasi natn<«
vafanettle , 'Oi accideatahnente tsopipo ristretti o intraU
ciati; , k> per contenere materie copiose , crasse , o vi-*
icaae; B^rhaave definisce T oppilazione : « Qbtuyatio
canaKs iraniitum' tòllèm liqddd per mmL «ra^endé ,
▼hall «ano vel morboso j órta ex excessu moli» sopia
capaeilateiii transmismri ». Hoffmann derida V ostni*-
zione da debolessa inlestiiiale ; Bagiivi da dégoierazione
della bile; Sauvttgei veder f||li timóri ora riscaldarsi y e
quando raffireddarsi , . fortificarsi , disciogUersi.' Sioil parìa
di materie morbide , spesse e corrotte* Portai si astiene
dal dare spiegauoi^e delle ostniaoni; e piii recente-
mente le oppilazioni epatidie si sono derivate da vizj
e da alterazioni organiche^ '
Grasta r autore , ninno prima del fondatore della me«
didna fisiologi<^ not& 1* influenza deir> ìnfi||mmazione
cionica del duodeno nell' originare gli intasamenti dd
follato. £ qoi osserva , che oltre le opinioni sopra ri«
cordate. y |e quali derivano la malattia o daUa copia,
o dalla depravazione degli umori ^ si ammise da non
pochi medici ora uno stato di debilità , e ora di fer*^
sa neir organa secemente la bile; ma le ostruzioni del
fegato non A derivarono dallo stato morboso del duo-
deno, neppure dà. Hoffhtnhn ntì SUO Trattatello: De
duoduftu rauUotum malotuP* causai e in quanto alle
ostruzioni che succedono alle febbri periodiche, secondo
Boffmanrif non da flemmasaia ditodenale> ma procede-
'rd>bero da deterioramento degli umori contenuti ia
questo intestino. Del resto , se il legame snsalatente tra
il fegato e il canale intestinale non- isfoggì all' ocola-»
tazza di alcuni pratici nello stato acuto di certe malat-
tie, ninno, a giudizio del nostro autore j ha notato ki
simpatia la quale unisce la membhma mnéosa del duo*
deno al suo secemente nei mali> cronici. E tale shnpatia
fu avvertita con diligenza dall'illustre Bkhai, ti quale
4itse che razione delle ghiandole rispondti alla stime»
44t
liiioné delie «qpeificie ore iMlt<mO' koe, i loro , Tasi
secemeati Esimie fatto riconobbe- Broussaìs in Catte <
le giadazioni ^Ue flemmaaie vi^lberali^ e vide inollre
cbe le medidiie incitanti y anzkshè scemale | iiiaq>rìvaiio
gli intasamenti epatici :■ che ne- cadaveri delle personfl
affette da- ostnmoni ^eia patente l' infiammazione del
canale degli alimenti^ e massime del duodeno*^ e , richia-
mando le -lèggi àsiBichai stabilite^ sospettò chele; op*
pilazioni fossero consecutive alla duodenite; e siccome
li medicamaiti operano sulla mucosa intestinale , cosi.
è mestieri guardarsi dall' usare stimoli per non esacer-
bare la fiemmasia che aveva dato orìgine all' ostruzione.
I^on -nega il sig. B. che vi sieno ostruzioni primitive ,
ma tiene la più parte consecutive alla duodenite: e se.
questa non è primitiva , non tarda a svilttp{>arsi in yirtii
dei progressi dell' affezione epatica. .
Non essendo più ignoto il modo con che si fo,^rmano
le ostruzioni del fegato , cerca l' A. determinare come
avvenga V itterizia.
i medici sono d' accordo nel dichiarare formarsi la
itterizia allorché la bile dalla borsetta del fiele non
ìscende all^ intestino duodeno per la strada del condotto
intestinale. £ diffiittO) talvolta i canali biliari si sono tro-
vati compressi , ostrutti , obliterati : ma in altri casi
siffatte lesioni mancavano , e però s' incolpava uno
stato spasmodio> ^ pel quale si strìngevano li condotti
biliari e quelli d^gU intestini sottili , come in nn movi-
mento di collera ^ durante accidenti nervosi , o in se-
guito a forte spavento ; e si potrebbe anche aggiugnete;
che dalla viscidità déla bile si è derivata l'itterizia, quan«
to che lasciando gruii^k intomo alle pareti del condotto
mtesttniie> lo rende più angusto e quasi totahaenie lo
serri; ina noa'ii è .aoipettauy .che/ h&^gonfisB&a dcUa
tuÀicà mucoM per V*kÉtmamàsitmt delIT intestino dao-
detK» potesse chiudere^ Forifiaio dei 'ceiid»tto cobdoca.
Per la qui cott ne consegne ,« che la daodenite,pB&
tenersi cagione frequente- dell' itteriaia.
Colla duodenite possono insorgere lesioni in altri vi-
sceri: e nell'Opera di Ho/fmam Da morbìs pancreas
tì$ , sono reg&trati casi di degenei^zione del pancreas ,
e uno ne riporta il stg. DuponcM» La gravidanza, la
flemmasia del polmone ^ o di altro viscere pub sospen*
dere il corso dellsi^ duodenite , la quale ricompare con
veemenza , àBorchè quelle hanno cessato.
La duodenite acuta non è mortale- se non quando
si. associa ad altre afEszioni, come p. e., ad emorragia
cerebrale: e potendo diffondersi agli intestini sottili e
allo «tomuco, si generano li gravi sintomi caratteristici-
deMa gastro*enterite. Ora la flogosi concentrasi nel fe-
gato*^ e questo viscere gingne a suppurazione} quando
r irritazione diffondesi al cervello y pub derivarne apo«
plessia, se costante si inantenga l'irritazione intestinale.
Se la duodeijMte si prolunga tanto da farsi cronica , si
sveglia in appresso idrope, e marasmo, alle volte eoa
diarrea. L' idrope è generato dai diversi timori addo-
minali i quali ostano alla circolasene : e può eziandio
procedere dall'influenza dell'enterite sulle funzioni della
ionica sierosa y o dall' infiamniazione del peritoneo. A.
questo perìodo la duodenite si è distcì» a molti organi
e M disorganizza. Se vi è diarrea , si giudica cbe l' in-
fiammazione ila invaso gli intestini crassi ^ se manca ^
la flogosi predomina ancora ne' teaoi. La diarrea coU
liquativa è ordinariamente il segnale delia distmzione.
Le ièrze dell'infermo scendono npidamente, e nou puoi
445
pigliare alimenti solidi, e gK stessi li^pd& discendono*
aifficìlmente e in piccolissima ìqAanùtà. Il si^, Broussais
Ita osservato che nel maggipr -numero delle ^^astto-6n«^
feriti i reni sono irritati , infiammati , ma assai rart^
innate avviene mone improvvisa con tutti Ir sintomi dv
emorragìa ioierna.
Diagnostico della duodenite. -^ Quest' infermiti^ non'
pui» essere confn^ che colle malattie* del fegato , d<el
piloro y o della pleura destra. Neil' epatite cronica , H
dolore ottuso^ o acuto all' ipocondrio destro, o pi& spess#^
alla spalla di qu^to lato, la tumefazione, la difficoltà^
di respirare, l'ostacolo alla drcolazione e al corso della
bile non si accompagnano cm sintosii della duodenite
o della gastro-enterite se non in <juanto le funzioni di» -
gestive non si fanno pib giusta il ritmo normale , e
siffatte funzioni non possono essere alterate, senza che
gli organi che le mettono ad effetto ne siano- pia o
meno ' profondamente affetti. Trattasi adunque sola*
ménte di decidere^ se V irritazione sia predominante nel'
fegato o nell'intestino^ e ciò riesce agevole per le cose
dichiarate dal nostro A. Se la diagnosi fosse dubbia, la
curagione non ne proverebbe danno , imperocché non
si ci(mbierebbe anche colla certezza dell' infermità del
fegato»
La flemmasia del piloro differisce da quella del duo«
deno j quanto che nelfa prima il dolore offende dorante
la digestione stomacale, e non nella seconda, come nell%
duodenite : non sì estende alla spalla destra^ mancano
ì vomiti, il colore giallo-citi;ìno , e la tumefazione del
fegato.
La pleurisia cronica del lato destro , potrebbe imporre
solamente al medico il qaale avesse mancato di &re
44i
'un analisi fisiologica dei sintomi f e ogni m<^ilezxa sa-
rebbe tolta usando io stetoscopio.
• Ta^^ dei cadavere, -—.In principio riscontrasi roa*
soie semplice nella superficie mucosa del duodeno , la
q^ale è aiicbe rugosa , e li follicoli mucosi assai svikip»
pati. Pili tardi nolasi spessore sensibile^ non solo della»
membrana mucosa ^ ma anche delle altre tuniche inte-
stinali : color bruno variegato j alle volte misto di mac-
chie rosse y o ai&tto nero senza che vi sia cangrena.
La cavità' del duodeno pn& essere diminuita ; in alcuni
casi ingrandita cosi da acquistare ampiezza eguale a
quella dello stomaco. Se il motbo è antichissimo ^ il duo-
deno è ukerato , e k ulcerazioui ; accompagnate da con-
siderevole gonfiezza delle parti che ne sono la sede , di
colore biancastro lardaceo per cui si dissero cancerose.
Tali ulcerazioni sono sovente larghe y profonde e po-
ste nella prima porzione dell'intestino. Offendono sulle
prime la tunica mucosa^ poi si estendono alla musco-
lare^ e al tessuto sottoposto, il quale è ingorgato di
fluidi bianchi e rossi , ed è degenerato in una massa
biancastra lardacea mista di punti rossi e di vasi vari-
cosi. Infine y se V ulcerazione continua a estendersi in
profondità; pui giugnere fino alle tuniche dell* arteria
epatica ; e perforarla. In tal caso, il canale intestinale
e ripieno di grumi sanguigni. I soli gangli linfatici vi-
cini al duodeno possono trovarsi sviluppati y infiam-
jcnatiy etc. .
Il fegato se alterato è piii voluminoso dell' ordina-
rio , grasso O' albuminoso : spesso assai giallo > tinto dalla
bile : in altri casi come atrofico ; e può contenere delle
cisti, deUe idatidi, dei depositi punilend, etc. La ve-
sehidietta dd fiele A essa pure atrofica o dilatata , e
445
aiemphiu di bile pia o meno èensà y talvolta nerastra ,
simile alla melassa ^ o di cdcoli dì volume diverso. Le
pareti della vescicheita sono ora grosse, e quando sot-
tili, e anche perforate ^ con spàndimento' di bilfe nella
cavità addominale y o in una borsa formata dai vicino
tessuto cellulare. Il cabale epatico y come il eistico e
il coledoco ; dilatato o ristretto, ed anphe* intieramente
obtiterato, può contenere calcoli fino nelle .sue ramifi-
cazioni parenchimatose.' AJDche nel coledoco si trovano
calcia biliarì piìi o meno avanzati verso 'il' duodeno, e
oecopano alle volte 1' orifizio dilatato dello sWsSo car
naie , o T hanno sorpassato^ ^e' canaft nominati*^ Brout^
sais ha osservato anche 'de* vermi. La bile sembra ta«
lora degenerata, avendo perduto il siiO'Ci^ore, l'ama-
rezza; pare albumina tinta di gisdlo.
Il pancreas si trova pure tuineiaftto e indurito, scir-
Toso,' rammollito e suppurato. 'Niell' osservazione riferita
dal dott. Duponchel p rappresentava una vescica' con
pareti spesse , de! volume dèi capo di un fanciidlo nato
di firesco , e conteneva una materia biancastra simile
a sangue coa)gulato, misto con avanzi di sostanza cere-
brale. 'Aiscontransi inolti^ ne* cadaveri segni di flemma-*'
sie consecutive, non solamente allo stomacjo e agli in-
testini tenui e crassi , ma eziandio al peritoneo , alla
vescica, ai reni,^ed al cervello.
Prognosiico. — Il pericolo in quest' infermità è pro«
portioaato alla ^irritazione ed ai progressi^ delle ^altera-
zioni apportate? dalla fiennaìaisia. il nostto A* not^ >p^^
che in un vecdiio morto di pleorisia «amila', in 'età di
108 anni, la borsa del fieli era ostnnU'dà óalcoli,-e
mancavano, coliche epatiche , deperìMiento , etc< -
Citìra. -^ Prima di propofire «onveaevofo mezzo cn*
\
44a
ratjvo I ama il nostro k. indagare quali mezzi ai pra-
ticaaaero dagli antichi nàedtci per vincere ^ efietd della
duodenite^ cioè le .osthuioai e T tt teriaia. //ei/»oGraM nel
mali epatici consiglia H laUe^ le acque minerali^ e al-
cuni piagativi. Galeno, «intende attenuare gli umori vi-
scoli ed espellerU. Rhattes propone molti messi da Ini
Unnli ani a riscaldare,. raffreddare , attenuare o aprire
le ostru^ni. Avicenna racccMuanda le medicine deleiv
&ÌTe, incisive ,• aperitive y lassative , diuretiche ^ e alle
voUe anche il sdasso, generale* Boerìmaye pretende at-
tenuare , disdogliore y espellere Ja materia coagulante ,
mercè dei . coi^robMrauti . de^.stÌ0iolanti, della gomma
ammoniaca ) àf\ nitro , deli* alcali volatile, dei saponi,
4»Ila \À]e y. dei jQQiert:urÌ9li ; Jp sOcmii casi trovava utile
anche il salasso. HàffmanB prescrive daflprima gli eme-
tici, poi lì purgativi, «indi gli assorbenli per correggere
l'acrimonia. A^ig&Wuia ì^ dissolventi^ i lassativi e gli
amari. SioU\\ /Jissolventir gli eccitanti, ideteiaSviy gU
ant^putridjL Infine, il sig. P.ottd negli ingorgamenti san-
guigni propone i salassi; le sanguisughe all' ano.o A-
ripKXjoujdrio destro e le ventose (Scarificate; e massime
se, oltre la congeoiioae, vi sia dolore assai intenso e ple-
tora generale, .k questi meaù tengono dietro gli ape-
ritivi. Se r infiamnnaziooe è ciymica , alcuni fidano nella
regola di vivere e proscrivono X uso troppo firequente
d^ c$nù, diagli intingoli .,_. dei; latticini ., e /raccoman-
dano i vegj9tabiU ^. il buon vino, e gli amari. In gene-
jrale, .toni pr^pongooio gli emelici se vi sono segni sa-
.buia^ali^iji pvwgativi, cosi piticevoi*, come veementi, dalla
manna al rlibarharo«> le aHatsoiàrappa: gli amari, i
narcotici , le acqwe. acidule e solforose. E siccome questi
tupti.et.iMkiti aa»lk«mmti devono esaere d^ostìiieUo
447
«tomaeo; teme l'atitcHre che possano indirne iofiamma*
mne in questo riscere^ e massime) diei^ givMSL Gideno},
•scxguitalo da tatti i« medici ^ è fòfza diminuire la .visco-
tkà^ degli ^omori , aipeire loro esiti ed eliminarli ^ e taU
efletti f al dire del n<»sm> A. ^ non possono conseguirsi
che con mediinne irritanti. £ l' irritazione può essere
attentata dagli astrìngenti « dagli aroi^iatici , * i quali
Gdlanò suggerisce onde non venga il c<M*po troppo in-
debolko dai medioamenli nbssanti.
Per le cose esposte giudica il sig. B. che sia sfata
emessa la vera indicazione^ quella cioè di stniggei;e
la causa organica di questo moÀo^ igqonmdosi che il
duodeno nelle osirudoni ÌFosse irritato e iiffianimato y e
(Credendosi secondaria l'irritazione di ^uesfo^^viscere: e
ptrhy i medici ogni slwiio ^oae^ao neHo>eatuovere e
dkcàccrare gH «toori acri ritenwtr né* vasi* fttpeliend» il
tiòstto' A. che a vincere la duodenite: cronica qpiale si
prestano^ ì blandi omeiid ed i paifiatiivi ^ soggiunge iclie
^'efietti delle sanguigne generali e locjdi erano distnttii
^cÉQrsV dalle regole 'della vita che osserva^i/'a^no , coode* dai
meiiicàmenti che usavano.
MvL prima di proporre i mezzi estimati opportmai a
guarire la duodenite cronica y il sig. B. suggerisce li
profilattici •) « innanzi a tutto consiglia' di non usavo
continuamente alimenti stimolanti^ e di astenersi pi^s*
sochè sempre dalle miedicine incitanti e massime pur»
gativ^i
Al primo spiegai^i della duodenite i mestieri attac-
carla gagliardamente cogli antiflogistici ; e s'' incmnia*
cierà ifelPaf^licare mignatte alla regione duodenale^ da
IO imo a 4p> secondo ' l' intenstone del morho.^ è lo
forze dell' infermo , Atk npetersi fino alla cooflparsa ^
448
dolore I o ali* apparare prostrazkme «U fone : dall' matt
topici ^ammollienti; dieta regolatissima ^ bevande raddol*
centi ^ éafauao gehende. se avvi calore, «se il dolore «ini*
fedisce i movimenti liberi del eaore. Dopo malti salassi
locali; 8Ì pub applicare unA vescica piena di diaccio fie-
sto, e non saranno . ommessi ii, bagni tiepidi.
Crede con questi a)ttti il nostro autor.' di arrestare
la duodenite iacipienle; ma qùakido è antica, dopo le
prime evacuazioni locali si deve fidare, soprattutto sulla
regola della viUi, che. do vxà essere tJfogamente severa
ed accurata. È necessario che V informo faccia us^ fire-
queitte di .auppe.^ di alimenti fecotenti , di vegetabili e
di fratti cotti ,. astenendosi dalle carni; per lo • spazio
di molti* masi ;;^e alle volte per. ^cubi anni.. Si conten-
terà ili bere acqua, pura, o tagliata col latte , tisana
àmmoiyràfte;! come: quella, d' «mtzo ^ di .gomraa, o aci4D-
lata, p. e. , la limonata , V aranciata ^'etq., Questa re-
^a di vivere di>raio si osserva .«accurataanente neDa
duodenite cronka, perocché saoo essendo lo stopiaco,
o tale divenuto in causa della regola della vita ^ V ap-
petito si sveglia , e se soddisfasi- c^mpiutaniente , V i%-
£ammaaione del duodeno s» es«u»pera« E riesce pure di
ostacolo il debilitameilto delfe . stomacò affaticato .dal-
l' uso continuo di alimenti insipidi e di bevande ac-
quose. Non si fii quindi buona .digestione de' cibi , e
'insorgono stimoli di vomitare ;. coliche: e diarrea,; Per
rimettere in miglior stato lo stomaco si dovrà aggiun-
gere alquanto vino' coli' acqua> o berlo. puro iper alcuni
^^omt, e scegliere alimenti più sostànziosif .ma. si evi-
terà di eccitarlo soverchiamente^ e. pero* si desisterà
dall' nseiidi qtiesti leggieri irritanti quandi^ il ventricolo
jlurà flOttMoieiitameiMie favri^aiQ.»
449
Per iQAntieiiereilcof^o appetto à faranno elateri. suol-
Uficaiivi olio»!, 4Ì prescriveranno t>i^gni calidi in inveitelo
freddi ìli' €6|i^t^> s^ T infermo non è Uoppo. debilitato^
I bagni caMt. si ooaUaasrainoo per alcune ore se sa-
tanno di giova^eato. . Essendovi flbsso enunroidale si
attacheranno akune sanguisughe alle vene emorroidali^
e si faranno fumigazioni aromatiche»; diminuita prima
dirattamente V irri^a«ioae JlcHa. parie superiore del ca«
naie digestivo.- OitenuiO.&oUievo, si consiglierà sulle pri*
me resercisio passi vo^ indi attivo all'ari^ Ubera^s^nza
{^rendere soverchia fatica. Convengono. eziai:^dio i viaggi
ed. i bagni di mare pervenire a convalescenza. In tutti
i casi f sarà necessario procetdere assai cautamente per
evitare le ricadnie , dach^ le ripetute in|iamniazionì si
reodono insanabili.
L* itterìzia incipiente è diminuita rapidamente dalla
applicazione delle- i^ignatte sopra la regione duodenale ,
dalla dieta lattea ; da bevande acidule macillaginose ,
da clisteri molliti vi ^ da bagni prima, semplici ^ e poi
solforosi; qnando è tolta V irritazione.
L' incipiente tome&ziont del fidato devesi rintuzzare^
primanusnte; coi npetuti salassi locali; e se anziché sce-
mare si fonsasse 1' epatite acuta, o il flemmone del fe-
gato p qfmoà» V infermo non* si trovi soverdiiamebte
indéliottiO; ■ o non siatavi profonde disorganiiuEàzioni) alle
sanguigne generali y si faranno succedere le locali , e
le venisse scarificate alla regione del fegato ^ indi i to-
pici mentitivi; i bagni; i ciistei*; etc.
Avvenuta disorganiszazÌMriB, e lonnato lo scirro^ si bru-^
cieranno moxe sulla regimie di quest' intestino ; o vi si
apriranno dei cauterj^ cbe si cureeà di ùr suppurare,^
purché la sensibilità del tubo intestiiudlie ooaJiaisovei^-
Annali. Foi. XKXVHL ^9
45o
«hift , e NI ul GASO ài «jiminuirii colie tottgiHgiio Io- *
OiliySe riofermo potrà tollerarle, coi moUiti?!, e. coi
Mrcotìcii i qoelt si vseraDDO così kitemtineole , co-
me aH' esterno. Gli eropiastri/ o saranno irrorati di lau-
dano, o fatti con decotti di cicuta, di gitMqniaoio ,
o de* capi di papavero bianco, non ommelCendo le
embrocaaioni con estratti di qafeste piante^ Li narco-'
liei si devono prescrivere intentamente con assai cir-
cospezione, e qoando siasi combattuta primitivamente
e in tempo, la flemmasia cogli antiflogistici. E se esal-
tala sarà la sensibilità dello stomaco e degli intestini
tenni , si potranno introdurre i narcotici nel corpo dalla
parte del retto, e per la via d^llo stomaco se irritata
si scorgerà la porzione crassa. L' oppio, li preparati
di lui , e r estratto di lattuga coltivata possono riem-
\ piere quest'indicazione. Ginqae o sei goocie di laudano
si uniscono a quattro o set once d* acqoa pei^nn cli-
stere, oppore nello stesso veicolo si pone un dodice-
simo, un ottavo, un quarto, o un mezzo grano dt
^acetato di morfina^ l'estratto di lattuga si dk alla dose
di uno o più grani : -e questi narcotici devono prefe-
rini agli- antispasmodici palliativi di azione slimolante,
come Tasba fetida , il muschio «il castoip.*
Nelle tumefazioni del fegato, e del pancreas, si pos-
sono, a giudizio del nostro autore, tentare le fregagio-
ni mercuriali ; ma i rivulsivi interni , i vomitivi, i pur-
ganti sono più dannosi che utili. I vomitivi partico-
larmente noUf convengono i» conto veruno: solamente
accorda che alle volu possano darsi pqrgaiivi mansueti
e piacevoli > e come tali tiene le acque minerali aci-
dule^ eKlaseJe termali solforose, e quelle non si ber-
ranno a luogo, pà abitualnicnte, massime quando sos-
45i
«Iste ioftftmtnaxioiic ne) canale 4i(;«»ti¥0^ Ove soprav-
venisse lo sialo acato , dai nosoiogi detto lebbre biliosa
adinamica , tale fleminasia' ti' laedicherà . coglt^ antiflo-
gisttei^ «òpraggioDgeado apoplessia^, si carerà come si
corano le altre emorragie cerebrali, poi si metteraono
io opera i tneaaì coaveaevfili per 4dktiiiggef% rirrifa-
eione primitiva. «.
' Se la doodeoiie cronita è gioata air^idlimo soo pe-
riodo, àe avvi marasmoy o idrope, se F infetnio è mi-
nacciato da diarrea colliqoativa e non 'poò "pneodeb'e
al colia specie di alimenti , converrà dare ì palliativi
narcotici se i dolori sono veementi V i crìstei amidacei,
o* «piati contro la diarrea: i dioreticl/ la paraceatesi
iieir ascite ^ i decotti gelatinosi, ecc. .
Per comprovare V ottlità dei pl»posti naetòdi riferi-
sotiìì dotti B. due storie di 'duodeoili - cagionate dal-
l' oso di ripetati emeticr e piM'^tviriy e termiÉate con
'iai'inoHe, p«r non essersi medicata attivalkietate la Aeo»-
^matia ^testìnalé. - > «- . ■•! ^s. :.; f
- 'Stame f{0e8te'p«Qm»sse',i«crcéeiif sig. Br*', airere*. di-
mostrato: "' . '.''::•■ -5* ' '■ ••■•! •
^ I .^ Che ^Mile loto- desomoni, coi&sero g& aototi li
sintomi della duodenite '€on qneUi ddle o]^pflaciom-^a-
•a.^ Che lo 'Stato- -morboso dèli'.iniéstiDo non- Cu con-
•siderato se non -quando la dlsorganiataaione èva- bms-
•ima. '.^ .
5.*^ Che ndk cova: non saturava alla oansa caòla-
inente si tiguardav^ élF'*niiasamemoi >
.!•; '
I
4**' Che tale inftmitàsi^ conobbe' ferie indi^[ittif del
4S%
5.^ <uhe la diiodflNie ttonicil .si muifeita'^ooa segni
€arauen8tid. • i - '...;>>*•:
6.9. Che V infiailMiiauone croaicadel daodebo con-
seguila all' intempèraiua , ed all' imix ripetuto degli- e-
vacuativi.
- 7.'' Che alla daodenite.. vengono dopo le ottrmuoni
dd fegato e del pancreas.
8.^ Gie dev' esseae medicata primamei»te colle mis-
«iant di sailgae generali e locali ^^ e, poi soprattutto coi
:ràddolcenti^ non ommettendo i rividsivi se V infermità
peMistOi e li Bltfoocici per rattenprare la soyerdaa ir-
viodùUtL .
'i^*y*9 >'io.^ Cke -le oppilazioni e ritterisia*. si vincoilo
cogli stessi rnnedj, . . > • . •
Espósti^ con la maggior possibile diligenaa li pensa-
ménti idei sig. dott.' C Broussaif, rapp<Mo* afla. dno-
denite .cranica, non. sL gtndklierii.inopportYino che da
noiisi soggìmigaao aleune. brevi oonsideraKÌomrE que*
sté non risgoardapo al modo con' che £>imaBSÌ le ostro*
aloni del fegato e V ilimzia/'cliBiifeQsa«dilBfBoltk accor-
diamo poter spesse fikte derivare dalla infiamntafione
del- duodeno^ scAamente troviaiho'di^ osservare ^ che non
•d paò.Gotnpremlèrè tiaip agèwioMnle * conte - TinteÉi^
peranza ^ e T «so jmpaoderato dei medicamenti evaeiia^
livi; òhe il sigi dott. 'J^itfsorlr tiene quali : cagióni pre-
eipae ideila .dnodentle., debbano airegliareflogosi neila
sola p^^zione degli intestftii sottili, la quale comnoica
coUo' stomaco;* e non acòenderla : nel ventricolo stesso,
sulle tuniche deL. q^ale iannediataoienle operano fe
SÉmmfojtoivatie .c^giooii. .£.> perì, inoi^ ooo.< possiamo, se-
parare la duodenite della gastrite;^ e non '^itisima' a
tenere quella consecutiva ali' infiammasiooe del ventri*
cela; \e. ffthàivw» i Jik menvigliaFè cbe pod^t
moita .peaf.'^razioQe p^r coooscer^ li syiotomi ca^aiUri-
sticiv deir iofianunaziooe dell'iolestioo duodeno, perocché
coòfondonsi lacilmeate con quelli i quali 'sono distin-
tivi delk gastrite y «' deff epatite^ d'iodol« trÓBioa; '
Scgaasdcr- h massime ilei deitbte 'fraidaUw», iella
medifH^fi fifciotegica , il sig. ioiu d^imiro ^Brjiw^f
n«Ha cura della duodenite cronjica confidar principal-
mente/ nelle missioni di sangue generali e locali , e
propone qù'ét àiecodo coràtivo che è stalo ptedoot^aio
nalk-ettiragiolie dette gastriti . e deke gailM>*«fcrlècicic. fa
t^o dtPiVn deQe .soalaiue .ii^«^fBÌl|aginQ|M e aann^Hiti-
ve, e allora^ ricorre ai narcotioii quando convenga ire-
nafe fa a^verchia sensibiUls^ ^del tn1>o intestinale I o
quando tènde ìt morbo ad infelice ' Htfe. ^ ^
' £. >peìr teotà di esaiperare f itrìtazMi^ ^«HaroMper-
fici^ iiiteatiiiale ma) volontiert .^presila gtlt ai^tfj^l^g^ti-
ci, e 4i Broiissesiaiù' tornerebbero -ip onore il modq di
medicare del jiott. Sangrado , se npn paventassero che
loro 'si* bandisse la* croce addòs&o ,' coùdé avvenne al
sig. dotti^ e; consigliare " fioAnefitait^ E del meiodalda
.essi adoltato vorrebbero servirsi eaiandio per aprirete
ottrùaìobsy céntcaddiceiido co^ alle OAservaaipoi .dei
pratici* 4a Ifffmarau fyìo ^ Darwin, cbe drchtaraffoiH>
noB' dannose^ ma utili nagU iuaasament^cosi.ie aA•laiuu^
sorbenti^ oome. le evacilatiivc ^ e in |al*^uisa cipeiaiida
ditiiio. campo ^i cerrcaani 4cUa: tempra di Le Rqgr ex
&ni) akona iv^ltà delle care portentose^
1
k % • è * '• »
. n
4*4
Traeiaius d& v^dnanbus peetaris pemeirau'-
tihus. Auctóre Carolo Mayer, Aagustis^'
simi Imperatoris et totius Rossiae Au--
tQQWtfiiris Hf edico AuJUco » Ord^ I^t ^^''
. Annae ///.^ C/« Equità , Dcciùm me-
diàinae et cfururgiàé , apud Sufnmum
Mei lUediclnàtis cii^ilis Praefectum offl-
• ciOyfufigeiite, Cpnsilio Medico adscripto;^
Sooietmnsm- Lttterariatum ' ^ Cae^mreae,
'Mèdicofutn Viinensis; Pkjrsicò-Medtcae
Mosquensis , ìtUneralogicae . Jènèasis /
Pharmaceuiicae^ Mineralpgicae, tiberae
--ùecoaomicae Peèropolitan* .AUarumque
sodaiiv Pars pHma^ Aàcedit Tabula Li^
thó^ràficà.' Peiropóll. Typis- Difectorii
MedicinaUs Almintstrationis Rerum In-
teroMum. MDCCCXXIJI. i-** (i>
ER quanto sia grande il numero A^ cinturi' di
chinirgia, 1» notizia di quett'Opeiva-rintisiii clottebtbe,
eariiMia ai ohirniighi , rìnoendo cHale noi^oni pk uh
leraMami ancbe in p«nio aUa^ lente V annada inoco,.:
lino a'giorai nosiri, non.saf^piaiaKitpcr quai cans% non
uniirersalaieote trattate dagli •crinorir di ìMilmooì diU
rnrgiche. ,
(j) Art.^ comunicato dal sig. doiL Quadri , Menp-
hra onoroìio àella Società Mineralogica di Jena , eec.
45S^
L^ intereMC poi che inspirano k maniera ed i Imai
con cut r aatore si. è. adoperalo a svolgere il 4up as-
sunto, ci ha aoioialo a corredare di alcune osserva*
zioni il sunto che intendiamo dare di rquest'Opete^
che a giusta ragione potremmo chiamare classica, . t
Prem^esse nella lniro4uuonè alootte nozioni genoralif
particolarmente sulla necessità della perfetta conosceni
za dfìlla struttura del corpo umano, e delie, naturali
sue funzioni , per ben imprendere la cura de' mali
in genere , e di quelli priocipatmeoie. che < dell' «pera
chirurgica abbisognano y avanti di venii^ alla descri-
zione f divisione .y diagnosi , priogn^i , e cura delle [fé-
nte penetranti di petto,.!' au^>re ^ la. storia d' lina
complicatissima oQesa di questo genere, cjie per la sna
importanza crediamo prezzo deH' opera di qui riportare.
L'anno i8ui , GkUtQ Bussi ^ d* ^mn j'} ^ di assai
robusta costituzione fisica , oMirat^^e , ebbe la disgra*
zia^ nel cadere a corpo abbandonato, di piantarsi: nel
petto una lima, che» fissa al manica,, «egli* ppriama
per caso nella scarsella sinistra del vestito ^ colla pUn*
ta rivolta ali* insiu Tolti cautamonte gli abiti , appar-
vero alcune gocce di sangue sulla camicia i e questa
rimossa y fi'a la nona ■€ la decima costa de) lato sini- -
Siro, namerando dall' alto , sei pollici diataAte daUa.
spina del dorrò e nov^ dall' osso dello stemo, nn ptc^
col luogo s' è trovato co^ poco sangue efiuso, dove al
cftto ei:a il ferito persuaso che l' impiantata lima di-
morasse. La ferita nondimeno s' è trovata tanto picco-
la^ e tanto stretta y che chiunque àvrepbe facilmente
dubitalo , che l' istromento feritore quivi avesse potute^
peaecrare» e pioltosto ognmo avrebbe creduto > che
la lima l' aresse bensì nella caduta iSerilo^ ma eh^
456
dàlHi ftcnrseHé ttiristaote fosse to qoaktie oaode- 'Useka.
Però; l' indagine Vigente Mia ferita totHe-^gnl dtibbio;
poiebé sono lo specillo accadde dì seiilire un éorpo
Dfobilè e doro. Dilatata la feriifa ^ la litaa- (t) fa «sfrat-
ta , e tosto comparve vèemeote emorragia di quattro
Qoeie^ dalla ferita « coi tenne dietro aitila emorragia eoa
pari Teeménaa dalla bocca. Fasciala semplieiJmenle '
la •'^ferita , essendo il polso m^lle ^ ed il respiro &•
cUo, si diede al malato da bere un bicobiere d' ac-
qM-tnisté con aceto > e la quindi portato a casa in
lettiga» Velinero inoltre prescritte la mtstoni lefi^ìge-
rante e le- fredde •Ibmentasioni di Smueker , da ftrsi
tncessaoiemente sul loogo ferito col' meato di pamio«
lino raddoppiato, yegliò I' ammalato la notte. Il gior-
no segnènte (secondo del male) il polso fu pieno e
cominciarono Faoeietk grave a'piii veemente la tosse.
La voce , otto , o dieci ore dalk riportata lerita , cosi
gradatamente venne meno, che. sentir non si poteva,
ae non aecoatando 1' orecchio alla boece del malato.
Codesto stato dell'infermo, sembrava- appoggiare- il
soépeuo d* iofiammamone, ed anche di stravaso' nella
cavità del patto. Non si potè nollameao ossel^are Ve-
run segno alla superficie di q^Aesto , ^ che- MI» cosa
ne facesse' certi. Gli dinHinoiti' sintomi per ei^o di' se-
dici' e»ficie di sangne levate dal braccio destro ^^ aumea*
tarono di* noovo in breve tempo , sì che verso sera
(i)i^La fig. A. della fav. i^ rappresenta la lima de-*
lineata nella sua naturale bmgheaza e. grosset^f e la
Jig. B. U manici^ che con quella $ient^viirQdott0>t^
petto.
451
reaeeo «eeensrio aitni «angiiifpia. Nella Botte àne -éU
steriv e qKìndr Fcmokione 4t '• mmèmìe ^em nim» e
esirfeittb (M^^squialiiow 11 ien|o giorno , i margini ^deìte
fciita, dite*Wté slaccila'» oanikidaraoo ^.lnaoifésuirsi-
ih ifttatb ài 4tipparamo«, die instttsièiiflaente ad ^
poova foco, si faceva: maggiore; Affinchè poi 4a follia»
potesse oMòdersi me»o, fo iti faosta introdotiel una
toronda: composta di tda ,«filacctila , e -^qoesDa coperta
con «eroitoi.adcfiiyo disteso ad effetto di t«Qer lontana
l'aria estepna. L' aosietii nultamenaL, e la tosse grave
e secca , e la febbre , giottiatroente icrescenié > vf rsac> se^
ra y siccome gli spasmi , ^ insotm» readévano *le ^ocrtli ^
le quali cose iiBite, abbeodiè tutti adoperati licauve*»
nienti TÌmeii]^ e per rapporto alla costitaklDae oolveréil^,
e per rapporto alla località, poco nnlhimeno op«f»vano.
T^è t pettorali eogH . antispasmodici , ne ' i . clisteri 'emoU
lieoti e calmanti ogni giorno adoperati in sdlla ' sera ,
njà finalmente le, fomentazioni fredde nsate per ire «gior-^
ni consecutivi portarono all' infermo giovamento. La
tosse poi più veemente 9 il respiro più dtffìcite ^ le Ìb^>-
ze'per gradi si fettameote indeboKixmo , che il gioTM^
qainto dopo' la riportata, ferita, necestario divenne diia^
mare in soccorso li nutrieofti e corroboranti ih nno
coi medicameiiti .pettorali. La posizione sul dors<^:>'«r8C'
V ttikica , in coi V infermo potesse quei sintomi.- toUerar#
con minore molestia. Qualunque altro •deterioravano
la condiciooe. Avendo dunque giaciuto costantaiiii^pia»
supino , manifestaronsi - molti ponti gaogrenoai. snellir
tegioÀ sacra; che fiironow medicati colì'.nngoeiito^ dt
stirace.
La notte del giorno settimo, comparve all' improv-
viso veemente emàcragia dalla bocca proveaieiite dal
I
\
458
poknooe, h ^uale 'pettalosoi gi*nri Mnbrò nuora •
anesie dchMefe V cambioiie nmaÉmiMCteatamiflogiitica;
QdtsCa anotrftgia trasi«tprQbabilni«ttle;origìtitf> da ^e*
oamolaineiitA di é«ftg«e«fteì poknottly forAatosì' quando
pep > qoeUi ckcoiagt Mb«Mteeple «on potyra. Crebbe a4
•» tempo pare la separasioiie della marcia, .dknìiMiendo -
la febbre* lì pos , da principio dmerino , iiii»lo a atri--
eoe favgnigne « non mollo spetto > natia contenera di
noo naturale. Ma cretcendo tempre piìk la tnppura-
aieoa, P infermo ^ .già quali d^ appetito abbandonato^
lo. età per* egnal ragiatte- dalle &rze. Per la qual cota^
il giemo>na^re fapretcrilto 'ona debole decozione di
coaiecsia di china con lichene itlaodtco e radice di po-
ligaia amara ^ alla - qnale , a- seconda delle ciroostanae ,
fo' forca • aggiungervi F etlratto di giusqm'amo nero^
d|. oamomilla , * quello di miora. acquoso , il .vino ami-
moniato^ dell' fiitcranr, la tintura. td»aiea^ l'acido sol*
Iprico allungato. Per la. stessa ragione /odia giornata
alcnne volte* prendeva qualche cocehlajo d' una misCu*
ra- fatta con paro vino generoio di Francia ed acqua
di cannella, ed alla dieta nutrìentoi fin aHora' usata ^ al-
tra i^nne sosliluita pih ristorante* E poiché 1' uso con»
tinno-flel decotto di corteccia costipava il ventre^ ag-
giwigavati a qud decotto ora una piccol dote di ra-
lftatbanofa.*dc tamarindo, ora ti faceva prendere 1' elet-
tsario'ietiidvo, oltre il decotto. •^-*» il' giorno i4 crebbe
maggiormente la còpia del put. Ueciva V|aeaio dai to-
aace^icoa laaia forza ad ogni * medicaciofie , levata la-
lorooda, come da empita ' botte coi fosse tolto il tn-'
racciolo. La copia del pus nollameno noo eccedeva te
due libbre* e mesao, o le tre, peti» medico, é non,
tolevas fislmm in. no sol colpo; ma -in ^pwtlro; Sen-'
4S»
tivftsi r ammalato dopo la mcdicasìoo^ soHovalOi segna-
tameoC^ oel respiro. Ed evacuato final mante il poa.,
accostata ooa candela accesa al foro • della ferita , io
un momeaio fa estima .fra il sibilo" cagionato dall'Adria
ohe aeir-eiptraaione usciva dal toraèe. Batto sletM
tèmpo, r iuéurmo colla tosse etpaHeva 'dàMi trachea 'del
pos, di: natura eguale a quello che mufidava . detta fe
rita:^ ma in qoaatit^h molto miiiore^ :- Godeste j abnormi
separaaioni ed'escreaifm^.prodhissert»^ qoal eopsegueosa
necessarìav ^^ iebhre lenta , doHa quale: isempoè'ipià
tabido Poetasi riolermo, per* modo che le<oesa; coum
dicesìv e la pelle sole > rùnaoeviMo.'> EsseiMasi pteseai-
tàta^ r indieaaiooe 'di- Gòrse^race «^t vosi- resi'*iaDguidi
dalla . énfiammasioue ^ Jalk siippnraaioiw; e. di •jaUtte
V evueuazioae de} pus , ^ si praticarono ( givamo'' ai 'del
male) injeaioni fiitte con dettatto^^d'^orao 'moudailo^
miele rosato f liquame di mirra-, da» ripètersi ad* ogni
medicazione /coi e' aggiuirse dappoi il decotto dr «or*
teeeia -di china, e, nella seéta^settimena.) alquanto -di
balsamo nero del Pere; Rimanendo «fra 1* usa e V dtra
BedicaKione a^^aod^ a quabdo nel petto quaitha
cosa delle indi<Me injeaioni ^ •- aanuncià?raèM> . qésale
siiUa lingua ópl loro proprio sapore. •-«•' Verso la.
decina lena settioteoa , risaarato già T infermo 'f
le-asedicaBioni ai fecero j^ rare; T evaetiaBoàe dd
pos e per la ftnta e per la taachea a poco a poeè
diminuì, ritornò. T'appetito , riteniaróiio , quunttm-
qne ta/di, le perdute forae $ e*een tutti questi siln^'
tari cambiamenti ritornò in pari tempo la 'Voce^ s)
cf^ r infermo y a capo della dieiassetteeifDa settimaiui ^
piena ricoperò la «aiuta; «I che asiaisstmd d«f# *d
jberio avtf oomirihniiè la tinnm 4i^ mtfte fidoftiatn ,
4do
la 'ikU aotrieole » e fegnaumente ti latte *capn6o ,
BMiKo al ktiào édX ioferoio e noo privalo dello «pirì*
IO vitale.
' Durante V iatitrp trattattento , le varìazioai tutte
tailfefiche la loro* ìiiflaeosa maoiSMtaiDeiite eterctta-
iPÉno folla* (Mia, tiii|»|Hrcioooliè Tarta umida, fi^da
ed atpra> . Mtnptfe dèterionnrA la salate'* dell^ ioiieriBO'y
qoainwiqoe iton iiiuiiediataiD«Bte espoeto all' aria apri«s
ca, il.ieepiro-epcora reÉdevaoo fiiil difficile^ diversi-
fioaodoi talora . apertafiicAie . gli> eCfeili;. : Da . u| tifiio , rer
pMla> )'««iofe. deglio: da ai\parii ^ ehe dal margino
ùrferiofe' della «alBDa iùotu^ doverle.: lifttas.'fa inpiaiila^
ta> voBÒe: eipobft'aòa certa ipatucella diceaea lima deBa
gamidezsa di un- pisello^, la t^tie, al-oerlQ, non cre<r
diamo* d»'ai|dar «rnili'^iicredeiidola. .separata per oiezzo
deUtt ocooltaKesfogUiiioDe.e .fasori- gettata colle marce»
L'.auiore;VÌdd(^ Ifoes.!*. uomo s^ iinoi .dppo V acci-
deoto^ e tsovatolò picpo djkvigore, ha pomato jassicor
curarsi che la faàlaera da ottima, dgatric^, coperta»
e.di^:oeseoo iocotnodo gUsioa v-eoita;..
•JLa guarigieoedi codcs^ coag^UcàjUtsÀina . ed oltre
aodo grave ferita lacerata ,. Della jqtfak il polmooe fu
tàoto lolereesatOy domaada certameìitè 1! alleoaiDoe dd
pratico ^ ed agli ocdit^ prima di.tulKs si presenta 911111-
Ift. cauleio oiasi< adoparaià éel laaiufgi^ degli evacuaur
liv a dispellp dalla- oei^eattc Qba dai. cMraati ai>avea^
cbr iNatCorsoiofiammatorio.aiipporatito si sarebbe eòlà
•viloppalei^ qoal.cousegneoaaipei^ilibile delle iaceriale
partii ma la pralica JpdevidissinMi^ dalltuao 4sUe Jth-
meolaitio^i ficdde Sclunud^wage , che. laolQ onpr^
&o«o»é1 loro autore» « pdìofitio. li^li ipfermi sotio ùa
pooMrQ pressoché .ioinilo. di. wc^km^^ . mocl>ose>
4A»
^goatamente ciiirorgiche, .al ^odeiebeae .aywpato
oggetto di arrestare, riotutzare, dimimiire ,* ed anche
tdvolta imfiedire lo svilappo delle iofiaitimazioni ot
eoBteoerle sviioppate , per quaiilo è io potere • dell' iio?*
tuo , entro certi Kmìti , acciò non manchi alla naitnra
il lenipo a lei necessarìK^ per operare delle .gmaigioni
coinè qne^e prodigiose -,, non sipóò • abbastanza -^soiii-
mendare.' •■ - ■
Coloro fra ì pratici che sapranno tirar partito dal
bagno freddo locale^ avranno la compiacenza soventi
di verificare quanto l'inferma natura si diletti di sin»-
li prodigi y da questo rimedio assecondata 5 ed osiamo
perfino di asserire^ che colui , che maneggiare Aon»
sapesse un rimedie ^ tanta semplicità e' potenza , pe-
rito non sarebbe nella sci^iza. A conferma di questo,
i«a le mille pr^ve che potremmo addurre , ci piace di
riportare i seguenti: ^ '
L'anno 181 3, alla battaglia di Bautzen, alcav^R.,
capitano dei granatieri nel battaglione della Guardia
diparlimeotalè di Milano , è attraversata nel centro ,
da una palla di moschetto , l' importantissima artico-
lazione del ginocchio , illesi rimanendo li. vasi mag-
giori. Un quarta d'ora ncm era ancora scorso dalla
riportata ferha , che venne condotto all' ambulanza
di' eoe Bci> eravamo il BMdico-chirurgo direttore. Esami-
nata la ferita^ e nulla avendovi trovato di sttatiiero, co-^
primmo le aperture con puro, oèio e cera, e l'articolacione
tutta facemmo b«gnare, e- tenere aitantemente umettata
coir acqua fredda saturnina per l' oggetto di cui $o<^
pra. Avanzando l'eiifrcito, «.ricevuto codesto ufiician
le>pochi> giorni dopo la riportata ferita, neWospe*
dale di X^€sdti; vi. venne ahilmeate aesistita; e .p«r
ctteni risvegitau * leggera V iofitmuiatioiie , dolce e
jndoato fa eooo.l'Mnniarcinieiito delle f tracciai^ par*
ti e lo sfiigitaniento delle ossa, e di tal .niodo folto-
aaiOy che DOn solo poli il tottopotto menibro lalTv
re , ma ancora restituirlo a moltissimi degU nsi primi-
tiri , par. noii essersi aocbtlosata , me semplicemeote
alquanto irrigidita .Farticolasione,'che dai bagni e fan-
ghi minerali ebbe poi più tardi infinito sollievo*.
Il secondo, accadutomi in Milano l'anno i8i6.
nella persona di nn nomo robustissimo , di professione
dorato^, è il seguente: occupandosi* cg^li ad aprire
una bottiglia di. birra, il cui turacciolo era fernuto al
colio con forte legaccio , scappagli improvvisamente il
inracdoio e va a percuoterlo con. tanta forza nel cen*
tra del globo deir occhio dèstro, die all'istante ne
risente. profondo dolore, né può distiogoere con quel*
1' occhio un momento dopo la luce dalle tenebre. Ve-
dutolo una meta' ora dopo ; sentila la narradone di
quella importante ferita, consistente in oltioio risultato
nella rottura di vari vasi sanguigni e della superficiale
congiuntiva, e delle interne- parti , con intiero offu-
scamento delle dne camere per il mollo saogno che
air acqueo umore erasi frammisto, oidinammo iminédia-
lamento rapplicaaiune* dell' acqua* gelata mista con oce«
to , ed a ques^ unico e semplicissimo locale rimèdio
la cura intieramente commettemmo di procufare l'assor-
bimenio, lontana tenendo V infiammaaióne. Qual In In
noisira sorpresa ^ e quale la soddis6iaio<Be dell' iolfermo,
nel poler egli chiaramente • diatti%aere lo luce nelle
prinae a4 nre dall' accaduugli •disgrazia ì' Pochi e lievi
sintoni tisvegliaronsi di stomaco due giorni dopo ,
avendo egli appena prancato allorché rieeveicda fe-
465
rita, e fiirooo imiiiediataiiieQte tolti con una sol oncia
di cre&ior di tartaro solubile.) la ottava giornata potè
l'annnalato riprendere senza ^stento le sue òccopazkmi
0 non ha dappoi altro sofferto.
Il terao ci accadde di vederlo 1' undici ottobre del
l8t;u{ nella citti^di Lugano.. Il «ig. F. Y. ^ giovine di
di sana poatàuzioné, è accidentalmente ferito, d! un
colpo di facile da caccia carico di pallini di «naezKiDa
( grossezza , ed alla distanza, di due in tre .piedi parigi-
nk La ferita ebbe Inogó, trovandosi F infecmo' sdiiaì»-
to sol terreno, io una direzione dal ':bas8ei all' alto,
rasente il margine superiore esterno della grande )C2^
vita cottloidea. Li corpi feritori , stracciate toite le par-'
ti che si opponevano al loro passaggio , s' incontrano
finalmepte nella porzione' superiore dell' osso >• ilio; la
forte -resistenza opposta da quest' osso, che è spaccato
verso la sua cresta, un angolo della quale è piegato
sopra la cavita del bacio«) , salva per il momento l'in-
fermo ) ma non era difficile l' immaginarsi quale scos^sa
avessero ricevuto le importantissime intéme viscere
assai prossime a questa gravissima e complicata fibrita ,
e r .immediatamente^ sottoposta articolattone deliemore,
concorrendo , cofne è noto ai chirurghi , là base del-
l'.osso ferito a formare la porzione superiore esterna
drfl' indicata cavità ootiloide. La grande vicinanza, il
grosso piombo da caccia di cui era carica quell'arma^
la scossa che V ammalato avea effettivamente f iseniito
nel ventre , i dolori vaghi e certo senso di tensione' che
poco dopo eolb dentro risvegliaronsii annun(;tavaoo chia«-
ramente , che nn' imponente infiamiùazione avrebbe pia
o meno prestò gravemente compromésso le funziow di
«Icttoi visceri, e <:on quelle la vita délf iofermo; Esirat-
464
ti qaelK fra li corpi straliferi che iadtaifHte si pr^se«<-
ìarono' ( qaftttr* ore circa dopo V ftccidvtite, ) doè uà
pesceito di foitagoo ed no ^osm> tnncgiolo di «top-
pa; commesso il resto alla iialanr» e coperta la ferita
coQ'seoaipiicé oogaènlo d'oHo-e cera , ci diedirao im-
mediatameatea.ftr oso del bagno freddo schmuclt^a-
ne ^ ordifiatidone la continaaziooe nella notte senza io-
iterrosione: tvent'ore circa d'impiego di qaesto sovra-
no TÌmédiò bnslarono per mettere io calma i primordi
détta, minacciata .in6ammaciofie delle interne parli ,
rtntttzzandone V eoeedente calore , acquietandone il do-
lore e quel senso dMncomodo stiramento che gik
comidcittva a fiir» sentire qeal finrierò di goaj mag-
fp^ri. A. qiiesto presidio non s' aggiunse che noe be-
vanda demulcente oon olio di mandorle dolci, ed un
clistere, di natura pOre emolliente.
Anche la Arita-.tjbe dovea «ecessariamente. iofiam-
maiti e snpporare per effietto delle straociature , e pet^
la presenaa di boon numero ancora di sostanze strar
niere / si contenne » in ciò fare , eotro q«e* limiti che
.aOcota confinano colla moderazione ; bastato avendo a
Mprimerne L' i»fiammaaione| allorchàmeatrossi no poco
violenta, T'applicasione due volte ^etuta delle san-
guisughe. In pochi Idiomi si mise la ferita a suppura^
none regolare , s* affacclaroho a poco a poco li corpi
Stranieri^ e nelle copiose marcie si i-itrovavaoo, o fiicil-
nente si estraevano; e da guarigione prontissima sa-
rAbe anche stata susseguita, se la : carie, cl)e la. con-
ae^enaa esser dovea del guasto delle ossa^ noo ne
avesse allontanata la losioga per un.tempp assai. piii
lóngo di. quello che accader suole nelle ferite sempli*
d ; né in questa la sola 4:ircastaaza che rese lenta ia
465
gtiuri^iwie 0 ftt^éqibjQ .qi}ést<> caAo sopri, ogni modo.
Hte^dttft VÙM^^UpilNle f raftcaraaza del «ig. AT . .. . £^
dUriirgo 4ì SiUlii. Cfi^nal, che ne àMUase k cum re^
^lai'e ìd Milano ^ col noti avere dilatala quella feri«
ta (i.) j.op^iazlone «be noì-awtevABK» nfyetiilaaiente sog«
gerifa .0 t^M^Ot ra^om^ndaUt.aUa presenoa .dii v^ìrie per'^
atpcr delif. ^te I allorché- Y infenano trasportafo fesse ioi
3ii|a9Q>},X9ppteo(ai|do«r.inMe(e^ qjtt^l cliirnrgoi d* ì«iqo«-
pod^is per. niobio t^^spo i' amatateoiit ooUa. dolorosa»
l^yolui,,. v^Pt pip $o\tQiJkMHìiU appli(;a«ìoiie della spu-j
goa pllQpatyltj^ -lina prajti^ dj .xodeita» natùr^ non. è,
4^008^ :CjBiiac|ieiM^,d' aS|er« imiatori. r^.Ma Yeogliiamo)
aPi'Opfra ddlf^^.41i^«ri<4al(ii qaale ci éia^mo per^
^- istante (Sparuti., ..
Sezione L Cap. /. Parla tglì ùl qu^Mia^eaioiie delle-
jbcite. di petto ia,geaeral4fj e di^»^aelle ch« pocupsno
1<^ parti e^t^ne. -rr Ferijia di pe(jtfiy egli dice^ i ogni
^ita^ iir;<]paiimMlDe,modo ed io fiaaltifique dìr^ioné.
poltra 3|Uf > parti ^^ ^np^io la. cavila del p^tto ^ od*
a qneUe.che là dentro sono rinchiuse.
U pencolo^ naaggiore di qu^ta iàn^ dipendendo
. (.1), iU ^(g^ Cnirblì., ,unó de pia vàlemii uomini doU
ìR,ane, Pr(^lsssor^_ ai^ua!f9eni9' 4i Chirurgia teorico^
jfraff'ca^ nfiW l. R^ Umieràià di P4i¥iaj chiamalo a-
v^iU^à.codfifip infiprpto, manifesià la necessità e VuT"
IfWBO. di dUaiar^ la ferita , e 4jp$esta appena eseguita,
diede efiitp inunedi0Uimente ad un pezzo iosso intie*
r amente staccato e là ^dentro imprigionato j chi sa da
quanto t^ofpo y. qltre C inestimabile ben^kio H una
jpiù, fucile medicazione per le future pqfsiUU emergenze. .
Ahw ALI. Fol. XXXrilL 5o
1
466
4
AAV esiCN ù 00 pcoeUMiti , ti dotti Mttfér le divide
perciò io ferite non peoetraoti/ed. io ferite peoetraoti,
e 9 dal geoere degli stromenti terìloriyio ferite di ta-
glio^ di ponta e da fiioco. *
Cap. IL Diaoorreodo breremeote le ferite non pè^
neiranii^ l'aotore avvisa doverti avere riguardo par*
ttcolarmeote alla diresiooe della ferita , acciò al sangue
per aweotora stravasato, od all'aria da! di foori pé«
oetrata , sotto k cute, o negli loterstitii dei moscoU
esterni del petto, si procari I* uscita, e l' infiammazione
4:he in qaest* occasione , come 1* esperìenca e* insegna ,
tanto ifacikneiite si enmonica alle ipteme parti del
petto, si allontani^ e le ~ conseguente delle contusioni
si rimuovano] con qoeste cautele la massima parte di tali
ferite nsorte esito felice. Dimodoché , son' io persuaso
( segeita T autore ) , cke 1^ cattive conscguente , come
gF induramenti y le fistole, la carie delle ossa e simili,
derivar si denoo, ed attribuire piuttosto alla negligenza
e cattiva cura, di quello cbe alia natura - delle stesse
lesioni.
Sezione il. Cap. L Prèmesse alcune nozioni genera*,
li, ^ passa r autore a discorrere delle ferite di petto pe-
netrami. Il pericolo, egli dice, nelle' ferite di petto pe«
netraoti alla differenze s'appoggia delle parti lese , per
cui in senso pratico si possono comodamente distia-
guere in due generi , ciascuno dei quali vuole uu trat-
tamento particolare. Sono del primo . genere le ferite
penetranti nel petto salve rimanendo le interne parti ;
sono del secondo genere le ferite penetranti nel petto
cou lesione delle interne parti.
Secondo la semplicità o complicazione delta ferita y
le divide egli iu ferite penetranti semplici ; alle quali
.<^^-
^
467
rerira sintomo di qualche momento si associa \ in ferite
dr petto penetcanti composte , con offesa delle interne
parti; e, .finalmente , in ferite di petto penetranti com-
plicata , alle' ^pxXx, oltre gli altri due generi, si associa
la presenza pare d*un corpo straniero, lo stravaso di
sangue, o l'ingresso dell'aria nel petto, la frattura
deHe coste ecc. ^ oppure molti assieme di questi feno*
meni.
La divisione delle ferite di petto penetranti gik ab*
bastanza dimostra , dai varj loro generi sintomi diverse
dover nascere, e circostanze varie. Deve dunque il
chirurgo primis d' ogni cosa istituire un' accuratissima
esplorazione , col soccotso della quale, e colla compa-
razione dei segni tutti e de'sintorai^ la condizion vera
' della malattia che* ha sott' occhio gli emerga, la dià-
gnosi e la prognosi rettamente' instituisca ; e possa , a
seconda de* suoi lumt^ pervenire al piii efficace metodo
curativo.
Capo IL Diagnosi it\\é ferite di 'petto penetranti.
E difficile cosa , dice il sig. Mayer , il determinare
se la ferita sia , o no penetrante. La cognizione
anatomico - fisiologica delle parti 'che possono . esser
lese, sempre in questa circostanza deve aprirci la
strada , poiché la certezza ella spesse volte ci fornisce ,
quando in dubbio ci trovassimo circa tutte le altre
circostanze. — * A quJesto proposito interessantissimo é,
p. e. , r osservazione &tta dn Wan Gescher^ cioè che
un certo stromento quasi obbliquamente spinto sopra
le clavicole , abbia potuto offendere nulladimeno i pol-
moni che si estendevano fino al collo \ «-* quella di
Carlo Bellf the una ferita di punta fatta al lato si-
nistro del petto immediatamente sopra la settima costa
4«8
porpeodicolameQte verso il torace , doq otfese. il cuo^
.re, «a. il veotri^lo aimversaqdp il diatrammat p
(quella di hforgffffùy che ypruii i^roi^opto pqp peoe-
Uare la parte aolerjore del tQrac^ (fl^jQl|DÌ jpoljiici nl-
meoQ al idifgpra id pnoppio dellfi rpgiont: j^pigiutri-
^), yeiua pervepire ^Ua cavilli 4^1 fetxo, ,
Li segni die iadii:ajip e^mri^ l^ ferita penetrata nellit
cavità del petto, derivami dallo stato anamnestico,
diiUe circastaoze che accotpp^gpano U fpriUi e dai fiin-
lofni cfae a quella Immediataipeote succedonp^ oppure,
dallo stato presenu della ferita e de* sopì sir^oipi. 4
quelli dà Taqtpre il nome di Sjsgai ^orpm^n^rJCUiyi ^ ^
questi di diagnostici*
Ai segni commemorativi riferisce^ la q«^it2i d^)U>
itro9ienu> feritore; la ppsi^iope d/ell'iofermo^ nellft
quale ha ricevuto la ferita io relazione colla djireziopie
dell* Lfttromento feritpre ^e colla forgia con ^ui qiiesto iU
spinto (nelle ferite segnatamente da fuoco )^ ^nalmej^-
te.f li sintomi , che tosto «iegoono la l(esio|ie. C^me
segiii diagnostici poi sono da considerarsi : 1* ispezione
della ferita , )' aUe.rno passaggio <)eir aqa ^ntro e fuori
del petto, /con certo sjbilo durf^ute la respirazione, l'ia*
.disine della ierita^ ed i sintomi, che dall' iudaginp ri-
snluno*
Jjà cogniaiope 4eir istrorawto ^rì^ope.ajuta, al cer-
to^ qualche V4>lta a formare j^a riet^a _ disgoosi -, ma
.codesto s^oo taolo^ vfU'iajM.le, e fallace ^^ ha luogo., sol-
taojU) per quegli ..strpmpiitijt che ieris^^^o p?(^eqi.do, .e
può condurci ii;i jer,i:ore ,, i^e T istroo^e^tp epa pbbliq9i|K
direzione impiantato, fosse pure luoga.upe^te. p^netratLp
sotto gr integumenti del borace, i^on già profend^pn^nie
Isella cavità del medesimo , aiccoq^e Hcttger ce n/^
fornisce degli osempj.
4«9
•La cooascenzft ddit poiisioBe in cui trovatasi Via-
Armo, 6 la rdaiiotta àMà posbieiic «olV isiroioenta fe«
lilore 0 lastassa fe#ha<i MBài f»à:iiiterefl6aiiti cofMide*
nrr/si èmaù étMa cogoiaÌMM dell' tistrooiénlo ftrito^e;
indi, mUe ferita ipectaknente da tepèo, la cognintoa*
àsAY- impalo €oa coi k» stt'enento feritiare ha pei^aéto
il ferito. L' esperienza e' imegna, speciaknenle nelle fe*
rile di pett«) che kr pomiooe d«I corpo - cangiata ,
non' solo da' oi» e medesitna ferita varie parti lederai,
ma' la ferita atfessa da se medctiaM dooiinare dalla di*-
rcai«ne priariiÌTa« PeekSne ^ V AMero ed altri ce ne.
fomiicono' eteoipL -^ ilaccafnandavafao gli- antieht.di
oaUocare l^annnalal^a vieenda in varie e contaarìe |mh
sicieni ; ed appoggiati ai pmcipì atfatomko-fiaiologici,
Q^ssario stinavano tlfe la ferita fetae indagata taai^
ndl' inspirasione, qdaiito. nelF etpkaaione', per avere
ìe esterite ed interne< patii del peU» ne* divorai lenpi
della respiraaione , posiaiaioe divevaa. Con atmili dili*
gence potè -^i Pareo rinvenire fra le scapole > cpiasi
appena sotto pelle , una palla, che malti cbirnrgfaiy
per non aver rimesso V iniemtor nelia posiaione in eoi
ricevette la lerita , cercarono oda ogni cara invano ,.dì
ntodochè tatti erano persnasi che -nettar cavità del petlo^
fesse penetrata. Però, è da dire eh»., ad onta di qnesli
indagamenti > gli antichi spesso non nnscivaoo , cofM
nlòla iX De la Moiie^ a scoprirne la direzione. Il perchè
r autore, nel dubbio che la ferita penetri nel peUor,
pianta per cegola di non praticare questo antico. metodo
aenoo i»n somma caoiek, onde dai movimento e dalla
estensione dialle parti o ddle membra non venya danno
ali* iiifermok - \
Può accadere che il ferito sia visitato molto icmpo
l
4:o -
dopò il momento della rictroU lemae; qoeita gitcd-
stanza inculca la neceMÌtà d' ìstrnirM , il meglio che ù
fuh, de'attttomi che immediatamente accompagnaroiio •
la ferita , e di qnelli eaiandio che •* aflacciarooo aìno
all'atto deli' ispesione. Col loeootfflo di tat ùntomi sol-
tanto pnò il chirurgo penrenìre alla diagnosi , aHa pror'
gnosi' ed alle indicaxioni cnraliVe.
La prima cosa che^t si presenta in una ferita , è
1* tspesione della medesima. Non ' di rado dal solo a»
spetto della ferita siamo fatti accorti dell' esser elU*
penetracfte, p. e. qnando le parti- esternamente agli
occhi si presentaob oelF ordine naturale in coi^sono in-*'
ternamente situate. Se esce comimiamente sangue
dalla ferita , ciò muove ^sospetto che sia questa en-
trate io cavità } mentro fuori deN' arteria interco$lale»
non ftooo all'esterna superficie del torace vasi di ri-
guardo j dalla cui lesione ne possa venire grave e con-
tinua emorragia. I vasi inferoostali rarÌHÌmo sono lesi,
che non lo sia anche la pleura. Se il sangue che sorte
dalla ferita è di purpureo colore e spumante^ persuasi
esser dohhiamo piii ancora , che la ferita è penetrante;
poiché la ionte di questa emorragia è costituita dalla
lesione dei polmoni. Nelle grandi ferite , codesti segni '
facilmente si osservano ; nelle pieciole poi , la massima
pérte delle quali sono di punta, non altrimenti per lo'
più penetrando l'ristromento fentore nella cavità del
petto y che qoal dardo trapassato fra la cute ed i mu-
scoli ; mancano i • segni tutti ayanti rammemorati ;
ansi r istessa indagine pih difficile' si rende, peraiec-
ch^ il moto continuo dei petto e^ degli omeri iie csan-
la direzione.
Nelle ferite specialmente da iboco profondamente si^
foate, egli è faciUtiimo l'iogaiiursè, » aiotivo dèUp
nftòbilltà dclle^ coste, e ddk convessità delle pareti del
petto. HeffeUBy da luoga esperieosa ammaestrato asse-
risce, ohe il torace y che sembrò' dieci volte trapassato
da ferite d'arm» da fooca peli' aria che edl^va e sor-
tiva , appena una vohà al certo lo er» stato. Percr e
Òauctrotie lasciarono scritto , che nna palla ha potuto
penetrare Ira la quarta e quinta, costa, dallo sterno sino
' alla colonna vertebrale. Le F'acher vide altcellanAo fra
la settima costa vera e la prioia spnria. yaleriol<i e
liMdlltVi osservarono pasì analoghi. Thomson^ narra sic**.
:Come cosa degna di memoria, ehe nna paUa penetrai
Mia piirle superiore media dello siemo, ha còrso la
superficie delP ossoy ed alle parti inferiori rivoltasi, se-
guendo gr inftegnmenii deir addome , « arrivata sino al
destro lato dello scroto. G. Bumèt ha osservalo » ia
quelle^ ferite d*a#ma.da fu<ico, che sembrano soltanto
penetranti , die se la piilla ( urtato avendo specialmente
le cotte) prossimimente sotto gli ' integumenti comuni
sfa- sdrncctolata , il tratto che ha corso, si fa nella mas-
sima" parte: rossiccio, o scolo^to, oppidre segnato da
piccole 'postole , e spessis^ii^o si rieonpsòe a certo stre-
pito particolare, sioeome nell'enfisema -suole accadere.
' Trafitta simultaneamente ' la pleura , la cavità dea
petto' tio vasi in contatto, per mezzo della ferita, colFa^-
ria «steirAf; quella cavità, se il polmone non aderi-
sce alla pleura , trovasi al certo in sitnaoiooe- diversa^
per rapporto ali* atmosfera , di quello che lo (osae
avaóti la coiirronaturàk apertura.* Quindi nell' in?»
spirazione V aria esterna penetra per V esterna ferka
net petto, e nella espirazione è in parte pure scacciata
per la' stélla 'stitda, coir certa for«a e sibilo. Però^ una
•47^ ,
^otzìfsme rioaae mI p€lto> cIm Mciifift il rolo lanciato
dalla «oaeidema dai ipalmoni % il che laalo pi& fàcil-
meate avvieoe^ qnaoio che il calore naUnraie di qae>
aU cavttli la crescere dell' oCtava , ed esco delia, test»
parte il vèkmie dell'aria, «coettie hHHio diiAOiIratp
-JEPdbr e BeHioUi, Per la quel «esa^^ indie fcrite di
•petto, qnefto sef^oo d'iogreito cucila dell'aria dal
aperte, accomfiagBato da cerio «ibile^ ai ehhe da tuntr
pò remoto qua! legoo diagoostieo ceitMMi»o di pene-
trazroBe. Per aocertarMoe «neglio, sonUeoo aleoiM^
-fermata la ferita esleraa, &r profondemeole. ioff^rp
'gli ammalali « qtnodt accostare al di lei^estorao oriK-
'Cio ima candela ancesa, od «no specchio^ daUa fiaiW^
-ma tvemaate ( la «piale non di rado 01 estiligoe ) e d4
'tenne olito che oflbsca la specchio , abhastaoaa cUara
nsnha l'osciu deiraria*
' Se questo lenomeno pertanto ha inogo , egli*, li . mo-
eessario che la ferita sia nel petto penetiraia^ Men poo^
in BoitafMoo daUa mancanui di qnesl» segiio oeii€^i«i-
-dercy che la ferita noa è peocaraott. .Ii'.espeKÌeiifa ci
9ilsegna, che può il torace. lalcusia 'Viotto, aprirsi f m»Ti|
-che Ilaria per questo irnimpa «el petto , oÌQQome,Mr
ocra qaalche voUa poi l'aria eotnare m Wfiik ma
«Mn essere dd onovo^ espulsa eolia jrespimaiooe*. L' nna
a V altra circostanza avreagooo , ae la. ferita , lO pri*
ma o dopo insianata IVaria» eia daUa paognadyie^ A%
ffumo MngoignOy o per altra cerna, pMrntta. liocehè
pnocipalmente accade «elle ferita pi^ anguste, pbtdi*
qnainenie fette, e oeUe ferite^ di. punta nei oorpispii^-
gai. E , perchè naa siamo «adotti in errore » bisogna
oolla più'- grande attenzione osservare , se le cope ov*
vicinate alla ferita, jiccoma ia. Camam , e spilli ,,yfii*
gono agitate.
475
Parlàtd a^^ndo dclW pof imiie necessaria ' per Tia*
cjagiiìe deHe* ferite , passa V aatore a desorivèrae i mez*
si , cioè gli Specilli e le iDJesiooi.
Discordano i medici intorno Tnso degli speeiHt*e
delle Snjesroai , alcani tenendoli rìmèdj diagnostici cer-
tissimi, ahrì in alunne circostanze soltanto, altri Ft«
medi stiperflni, ed anche nocivi.
ChauUac sembra fesse di qaest'nltimo sentimento;
poiché lo specillo pnò nnocere^ siccome corpo stra-
niero irritante , 1* Imminente infiammasione destando ^
o la già coinparsa aumentando, e pili incerti rendendo
\\ sintomi; ìmpercioc^èy qoando la lerita penetrante è
da adipe , da grumi , e simili sostanze ostrntta , siamo
per ciò stesso tmpedHi daH' ottenere con qvesto meszo
l'oggetto che ci siamo prefissi, onde, per effetto àtU
l'ostacolo possiamo incorrere^ senza colpa, a^.^peri*
colo dt fermarci' nn giudizio oontrario della natuvn
della ferita^ Kon pnossi di pivi osare lo specillo , se
la ferita di punta è tnolto angusta , se ha nna dir»*
zinne y o trasversale, o troppo ohbliqna > doè se 1n«
teressa le fibre de' muscoli pettorali non tnisversal*
mente, ma secondo la loeo lunghezza , se la ferita
serpeggia solle scapole^ sulle cartilagini delle coste,
o, ttcHa dooiu, sulle maomdle, o l' enfisema sia «alo
intorno ia med^esima. D' oltre parte , qoando l' istro*
mento' feritore , sliora sokauto solle coste |a cavità'
senza entrarvi, e lo iitromeoto è sortito, ai ptiò, vo-
lendo , spingere lo specillo dal basso all' alto per luogo
tratto neila feiìla seozo punto insinnarlo nel cavo del
petto. E ciò ha luogo particolarmente, qoando la feriu
è presso lo sterno, come venne osservalo da Fabrieio
et Actjuap&ideiue. Vanswieien d& V esempio d' imo
«14
lUidenie io lai mffdo, in dmlli^, tilt d«l#t parte A-
lito, che la letioaf , obbliqnamealri venaadD dalia
d«((n alla linUtra parie pervenae, wnu eotran m
caviti. Pa qaeaio «aempio , uccome ìm. qaelìì di gt&
riportati , abbattanxa chiaro apparUce , che pnoin in.
trodnrre pr^oodameate lo .ipeciUo qaiBtiuiqtie la
ferita non aia propriamente entrata in cavilli. Aggian.
gaai, che lo ipecilto per poco die devii dalla retta
direiioae della ièrita , ( ciocdii apeaie .volte evitare
non poodi nelle ferita, tanto itrjBtte , , che obbli^e^
dalla mano pur anco la piò perita) ^facilmente «'apre
aoa itrada nella 'vicina tela cdliM^ia, e ci guitta a
filiti f;iudi4> '
AndFta deOa Crocè credette evitare tioiilì incanve^
nienti praticando apecilli , prinierameoie di piombo ,
indi flcnibili , uiia candelette di cera. Ha andte qne-
•lì non coirifpoMra. Io codetta coutroveriia, la.prin-
ctpal coM contine nclL' uiicorataii te il polmone »
qualche altro/ organo lia ofTefo; o, nonw Cooper ù
«aprirne, ae lia o axy neeetiario il chiamar^ in-ioccor-
M il allatto , ad ìa genere li rimedj aotilo^atici aé
oggetto di prevenìrae le contegnenae. Poiché ,- i|' peri-
colo nelle ferite di petto, non dalla penetraiione, n»
dalla cogniiione della leiione dell' organo -toracico gio-
dicar ti deve. L' aiUore pene q^nindi per < norma go>.
aerale, di eviUie quanto li puf» l' tuo dagli tpecilli^
e di tervjrti, rimofte le cireottanee che lo impedììico-
ne, piniiotto del dito,' condattore tenu dobbio piU
certo e di tatti Ìl meno irriianU le iaterne pani. Del .
rette, ■ tentativi diretti eolio tpecillo airiodaginr della
ferita, giammai durino moho, poiché tono lampr»
dannoti.
475
Le iDJesiooi ton» oggi di'^ntieraiheDte abbandbaate
dai chirurghi., per essere rimedio diagnoaiico' incertis*'
8Ìmo, ed anche perioobso^, irritando le interne parti.
Il feoomeno più comutie neUe ferite di petto pene-
trenti^ è V enfisema. loaperciocchè V aria, principal niente
fredda, perla ferita nel torace penetrata , impedita'
trovando la libera asdta, o per la cangiata posizione
delle parti , o per la membrana adiposa , pei grumi ,
o qnalch* altro impedimento , riscaldata nella cavità ed
attenuata ,' nella vicina tela cellulosa s* introduce, e odia
ferita slessa forma un tuitfore freddo, scolorito , elastico ,
che sotto la prensione del dito dà un senso di mor-
morio, a guisa di carta pergamena, che coi dito, si
lascia comprimere , per risalire questo rimosso. Se poi.
siano offesi altresì i polmoni, può V enlbema con incre-
dibile celerità occupare T intiera superficie del corpo ,
la pianta de' piedi, il .palmo delle mani e il vertice del/
capo eccettuati. E 1* aria in questo caso, siccome H
siero neir anassarca ,^|tlla gt' integumenti e così forma,
un tumore pellucido 7 te^ggero ed elastico. Mòlli celebri
chirurghi ritengono V enfisèma qaal segno paiogoomo-
nico delta penetrazione della ferit^ nel , petto. La Motte
però ed altri lo contendono.
Ma, né la presenaa dairenfisema^ né la mancanza
di questo bastano a provare che la ferita di petto è
peoeèrante , o viceversa. L' esperienza e* insegna , dice
Fautore, che in qualunque ferita di petto penetrante
non ha luogo 1* enfisema se non è accompagnata da
qualcbe lesione delle interne parti j- ne ìe ferite, ove
nasce enfisema, sono eempre peoeti^anti nel petio. Poiché,
Farla che dalF, esterno irrompe nel petto, e che per
la ferita libera si apre F uscita ( come spesso nelle
47<>
gnodi ferite toccete), non mai eiilni Btlla tela cél-
lolosa. Il coocrarìo accade nel caao* oppottd. L' enfise-
ma^ come i nota» si aaìsce pare alle ferite datisi'
laringe e dell'aspa artieria, e iti queste tiliime £hrk-
n&n lo vide piii spesso , che accader sogUa dopo la
lesione dei polmoni; e cii pure^ in aitone cireostanse
di feritf di petiO| poi copdnrcl in errore , spedalmen*
te allorquando qacbte doe specie dt ferite trovinsi riu-
nite, e da esteso enfisema siano accompagnate.
Da tutto cA chiaro emerge , non potersi l' eofiienm
avere per un segno assolofeanfbote oeito 41 penetrano-
ne della Cerila nel petto. È p^^ da notarsi , V enfise-
ma, che si mostra nelle lerite di peHo ìmmi penetrane
ti, esier sempre pìccolo, per la poc*ana insinuata
nella ferita ;■ mentre quello cbe'éaue da ferita dèi to-
race e delle vie aerae comunicaiAe colla léla cellulosa,
è semflre pih grande. Per la qusl cosa , eoa venìÉmi-
gliaasa, ausi oMi- qaalolie «ertcsaa* etiaadio^^, si può
conchiudere, essere U ferita d« irrora peoelrante, tnt-
tavolta sia desse a grande enfisema coagranta.'
Il respiro e il polso , nell' indagare le fSirite pena*
franti , meritano iempre atteniioae. Rioerata la ferita^
pnossi non di rado èilia sabita akeraaiénie delle fon*
liotti riconoscere esser quella penetrata nella éavitli del
petto, ed averne lese le interne patti. Da qtaaU aiuto,
mi codeste alteraziòoi siano indicale, lo vedreoao netta
sesiooe delle ferite di petto ;eoii oSbfa éélle interne
parti.- ftastei^ ora il notare, chO' nelle fiorile tuperfida^
li, le fnnsibtti del respirp e. detta éfrcolaaioae del san»
gue non sona generalmente assai tutbate, ««^ ne* pri-
mi giorni almeno dalla ripaelata fimlk , ià edafaunto
delle ferite,, che iaterctsana altre parti* -**• Le fefita
477
pepetranti pQÌ »opo ìipBiedtataiiiente''accompagi|ate dal-
massimo. 4if turbo di qo^Jle fao^ioqi* Però , che nella
iEbiita If^t^my aliatilo profonde ., dar li possano
sÌBUmi.» qm^cba volia grayi«sìQii, di turbato respiro >
^ cìjrcolp saognigoo , «m esempio amorevole ce ne di
il VaXsahax una ferita ^ di^e qaest^! pri^oodo anato;-
nuc^ y recjata alla scapola .lioistra > a lato della iecoa-
da costa, vkioo alle vertebre do^i, |« soss^oita d%
spiuo sangqigQO^ losae» respiro difficilisaimo , polio
piccolo^ celere a s^ocppi veemaoli» lì f^ba lutti cre-
devaPQ che la forila fpiia. peoeicapta^'iiel petto :.Ep-
pqre, qpé* sialoani. Intif ( ^nie la ^ezio«e mise io
phiaro ) proyei^ivapp dal)* ja^Apiinai^ìonf ^1 polmone ,
^ dairep^^oma d^lla p«r(e delira del paUo. Per Ig
qval cosa ^ il ^]\^org^gni gijk avverti di oiiervare e con-
lidev^Eir^ cop ogni mapier^. di diligenza U condizioni
tp|ie»4ì V^^fi ftrite. .Itìqpi è, cbe comnnqoe le fe-
rite esterne e le penetranti siano ciascuna scortate da
particolpi^i aUer^zioni nel respirp , non. vogliamo tut-
tavia a^rimre cqn Cot^r ^ c\\e il raapiro difficile» il
poljso debole, serra^tp ed .ititerpiilt^pl^ rendaop lenire
ipanifi^m la natpra d^Ua fiiriu*!
Al contrario, rifindapdo le coie 4flle, rjgvardo al
|ricpnpsqpH?if lo dj^lle leritp . di peito rpenairimti » vuoisi
ppiv^hii^^efe, peispn i^ignq eiief Jbaslevple per %t &plo
a cp^dprci a ,npa giusta diegAPsi f «siendo essi tutti
più p liiepp eqpiv^ci, li* Ufo limulfapeo di tutti que-
lli fpc^i:si, ipsiepie c<^l cpnfranle.di'aegni e de* siur
tpp)i, pn^ |>epii g9idiMr(;i ^ presamare CPU fondamento
la patpr^ d^Ua fi^^ita ^til^^Wt ma cbe inui queeli- toc-
carsi upQ, bastinp a pre^rar^ene )4. cpgniziwivera^ e
c)ie né collo specillo , pè con vecun* alu' .arte conosce*
47^
te si possa se la aerila abbia penetrato nel petto , j
citaH esempi di La Uoiie e di Morgagni lo attestano.
Ciò cIh! si può dire di positivo si è,, che le ferito
esterne del petto ^ non sono gèiieralmente accoinpa<k
ubate da tai^ i sintomi cbe scortar aogllono le ferite
penetrasti oella di Ini cavitai.
Cap. in. PronosUcò delle ferite di petto penetrami.
Nel giudicare del pericolo dello ferite di petto pene-
tranti, deve il medico forense tigorosaniente attenerti
ai tre generi ricevuti nel sistema della medicipa foren*
se. Il chirurgo poi , che esercita- Parte di sanare, non
troverk intanto fooH di proposito il considerare le ie-»
rite medesime soltanto nel senso del pronostico , sino
a qoal punto elle ammettano cura', ^ inori di questo
stato evidentemente aian poste. Sotto questo aspetto^
cioè in senso chirorgiéo, siccome tntte le ferite in
genere, le nostre ferite sono parimenti sanabili, o in*-
sanabili.
9ono questi li confini estremi nei quali tutte com-
prendonsi le ferite. Il classificare e fissare le Tarie
modificazioni di tali ferite è appena (Ibssibile; poiché
1* esito prospero della lesione da varie * circostanze di-
pende. Quali adunque di queste ^otto le steste cir-
costanze diventino per loro stesse piti facili o piik
difficili da sanarsi ; quali a motivo degli efietti della
lesione siano totalinente od in parte soltanto curabili ,
e,, finalmente, per le conseguenze proprie a dasca-
na, mortai e non mortali divetagano , cose son tutte
che dftM^' Istituito jcoOlrooto soltanto conoscer si possono.
Le condizioni che possono illu minarci nel pronosti-
co, si desumono dall'età, dal sesso, dalla costita-
zione fisica dell'infermo, dal clima, e dalla stagione.
Ì19
i Ln ngtara ha cosi disposte \t cose , die io certi ,
tempi della vita, io certa età , nella corporea slràttara
lalcaoi orfani gli altri per importanza sorpassino , cir-
costaoiEC che unite valgono eminentemente al sostegno
'della vita. Epperò , finche l'uomo è giovane, e tènde
rapidamente alla maturità del sau corpo , qualunque
lesione di grave moménto molto più nuoce alF ani-
male economia di tutto il suo corpo , e ancor più
all' organo offeso , ^i quello che la ikiedesima lesione
In un' età più avanzata. Il torace , rispetto al rimanente
del corpo , pìccolo nèll' età infantile , cresce sino all'età
adulta e di nuovo nella vecchiaja più angtisto diviene.
Neil' età giovanile adni^que , dilatandosi da se stesso
Il petto , « spiegando — ciocché 'molto importa all' og-
getto nostro — » i bronchi ed i polmoni vitalità maggio-
ìe , le ferite penetranti sono maggiornàente pericolose
the neir eia «virile : nell' etli senile poi , sono queste
lesioni maggiormente pericolose che nella età mè-
dia , poiché prevalendo l' ossificazione delle cartilbgi-
tii delle coste, ed aderendo queste fermamente allo
sterno, poco ajutano la dilatazione di questa cavità;
epperciù quelle part^ appena alcun poco concorrono a
rìmoverci od almeno a diminuirne le nocive conse-
guenze.
Il petto deir uomo é più largo; il femmineo poi,
alla parte", specialmente superiore e media, é più angu-
sto; Da ciò ne risulta, che le ferite nella donna sonò
più pericolose ohe . nell'uomo ; e molto più hello
siato di gestazione, per essere in questa circostanza
)a cavità del petto ancor più ristretta.
La costituzione fisica dell'infermo, è l' individuale
maniera del vivere , sod degni dell' osservazione dèi
48o
chirargo. Il (efitò robatlo indie etéere attaccato da
io6aiaoiaftÌ9De flèminoi^osai i deboli da tordidezae ntUc
prime vie ., e da altri viaj d«Ua digestloaey iàcilaieate
poi Mccede alle lóro ferite Y iofiamiaiicioiie esefìpelftr
toia{ locbè, ^cca^eodp i^n il loro Uato qiag^roiea-
te perico|osOir La formaz^nae de^.pui ndU cauta dd
petto la diaposi^ioae accelera alla ^i. li» dùpofiaio-
.ne del corp9 alla policolia, piAmiiÀvf^, o iimala. op-
pure per edotto d^' paatati m^ nata od sistema della
.^eoa porta ^.come pare per le oauio d^bilitan^fy cb^
la loro forza priocipalmeate in qoel sistema e«csc|t»-
ji'OQOy siccome per vez^o del tioiorei del terrore, 4el^
V ir^. e loro provenieoze , -^ sempre .aupciita. fl
pertcqlp iofimio^e ifiìh ferita, t* Vide Larr^iu Egitto
le ferite da fnpqo #al petto .associarsi x. certa febhro
gialla 9 e I^omsoì^ vide la febbre prQdot^ dalle ferito
peggiorare condizione , per effetto deli^ cos^nziooo
dell'infermo oell'ulMoia c;^mp3gna del l^elgio.
Lo scorl^oip) la sifilide, il .morbo scroColospj dete^
fiorano la c^dizio^e ba^na della ferita., e maligna
ancora ppsso^p renderla. Il pericolq è del resto v^--
vidoale,
Soo isfttfg^ alla. «agiscila di Sjrd^nhnm % di SiqII li^
forza che sempre spiega sul corpo la stazionariia epi«'
demi(;a fostitnzione., specialmente po| folle parti più
indebolite 9 l/i ^ indole comonicando » siccome- %
^iapcuo» ferita jli rigiiardo^ cosi ancora a ogni spe-
cie d' infermità in genere^ ^t' fra la ferita adunque e
b cur^r ba Inogq l)i costitofione epi4emica, T iivdok
buona d'una ferita in tialigna fiuulolante «À cainlii^y.o
la ferita stossi^ poco pericolosa , lassi qualcbe. volta
mortale. .
48x
Al xKma èìlaiglì dfetti 4elt»4tafii<Nie, ^iferbictfKaa-
nfre tMti gl'fiDfiósu'i'piitotegici, che la ètlvt&siooe 4el
fàeifs' A oAort oà 9 fi^cUo'deUa regione^ V eì«ftriciti^
«t latcmpentcìra deHlai«iiMsf<?ra , ad altre viceode che
«tt'ieerte regvain :«ceorr^iH> y :escrcitaQQ • sfiU* organitmo.
Il troppo calore ese«ìta;aiuiaaMKi6 specifica »u\ fegatp^
'éémlo luoigò: i mòlu siaMnit * propryi «ieU*. affe»ope di
«quesi^ organo. Quiiidi accade v che a motivo dell* aria
cblda e secca li feriti,. <]|uaxiittai|i)e leggermeiile, vaf^JM
in America spesse volte soggetti alle coq^alsioDiyre ^
JArisuìo. QniaBi e, cbé^ oltre le (narrate eaiise^ la lréi|oeate
^id'&sitiidiM 'del 4tiinio. calere ;e- del freddo notturoo^
dvTiiio ragioni^'* del perchè sotlo pn cielo, torrido -(oftl qoa-
je 'pì& belereiKente die sotto il- Irigido «t^aoMi^ le fé*
filo } U > ferite di fpettd.siaoo piii jperjcoloee ^ di .^^ifllo
t^ socto U aooa. temperata.
' -'Le TÌeissitadini delle stagioni grandemente infloisco-
«•^sa l^andamemo delie ferite, poiché ne cambiano
l« qoajifck e 'la nattna; Per la qaai coBa, osa leggera
iÌM'it^ • spiéga^ smesse volte. gravissimi siolomi, infiamma*
«obi, gangrenai anzi la si eisa morte succede, quaod»
la iiltm «tagione lecito sarebbe operare da.^peUct
tm esito fen«taaa>j Cebo perciè, coii^ideraiid^ «la. pri-
mavera ceaaadisaima alla cara delie ferite.^ e ratutiiAOO
mollo nodiro ,- cosi si espresse: « oppórtooiasimom ònrA*
« tieni ìeiB(ma %«mHm est, aut 'Certe BeipM feri^Mf
« 0eq«e* lr%jdiimj;' sifnidem valae^a et aioutts cabw
a et oimiàm frigus iiifestailt,. masime: fame» horìim
« Tarieiates^ldeof|oefttràici^isliJmia aiituÉmus etft. »
Quanta forza poi abbia la stagione nel sanare le . fe-
rine, lo osservò^ l^fr^ neU* esercita firaósese io
AwifALi. Voi XXXrilL 5t
\
kémpVB rittriaml l»ioura •dfMe lente ^inétipettiili sìnlch.
elfi «la sitsii^ ferita poi ^viéé ùrd ^§ìoiit) delmei%-
féj àM' AWMt uimì9^'f\mùùmB^ prcvaiewtf» Il vetito
eeftetttffcmks vMe accelererai hiig«tfiigiiMie>iImri»<iif»
it pericola , ò de| tnlta^••aolBp«rk«. « « > o t u
* • Bel deterntfoarq ■ lo prayieai daUar fenlo di petto
fienéuaiiti'y kteoessarìb crede Taiktocr; clift; Teipoile
MigéAtemeofe^ et esaaMoi ^ e uiqto piii rigoiosaaieiite
^l' misdfoo 'ibrease.
'•Però»)' ttttli i teglii 'O toCli i ftintoqui AeHe ferite di
peno ^detrantì^ incerti ti trovaso, tant^tper una
TéUUtL dÙgnoM , qaaoifl pctf la pro^noii. Qaellt. cke ne*
flR e^éHÀù mblto'^fi aotto oOcopatS-, eircioiu Bilguer ,
Beffiik ed 'akriy flftieftta»o ad vmfL ^vooe, cli'e{noa
ostaote i sintomi colla direaiono delbiarlia conyem^
sère a rassodare la. diagnosi, le ferita.: àpesao "vUte
tìoachroiio Meiio: p^^'ìcolose dio* 'oan ' d Jiilea ca»
doto , e in ciò faoilnwpte qnalunqve. nell' arte peritia^
Simo pttoie iiifaona»iiwl9oo posaiamo «^ cacto . a ' mer
ftbdi ft&ararigltarcly Je folte* di. petto pepeffatoti ««-^
^au^Mfoc - 'qtìofta cavitli ediueìiga «volte parti al
mopteaiinefito della vita assohitaineiiM noceisarie^ t^
•velie oÒDdioMiio tpessinimo oa eeiio laìglìore^^ di
^sUo «spettare si plissé dalla .posiaioae.^Mialomica e
Mk' digaifà' delle pa^tt- atèise.xiOli aaiMili ohirofgici
eoo «neàlf oaentpj lo ^omproiraafo. Spesso P Istao^Moto
#»ritoite «na-'tia sr\a*pee^.éhe appena imeadea. piiossi
di ^l «modo le patti oon siaao; ati|te pia gnNentn^
tot oAsse» ' ' i" 'r . ... > .'."^ ; .^ *
' Pocoké i«oatiMdseé i 4nassiiini p«3cde. nelle ferite
\
m
' ■ -
ìfiamtiMMDa { che • l« fiegl^e , eC fitte Mippfraziofaetd
M <àm9f fitdé A «ià Lb Dràn^pàés^^ . |ibterà|
«t«b#ir^p:vBrtiiQa>!fexi£à «pi «peito-^ eswrp >iÌ0«dld>ilc .M
itt>o''CSMlcìaéèua qyakbe oefifaprni^ia< «fi bifi^aimauoiMb
-^Lt ktìte^ dì petto ifieopiraiili.)e lèÌ9rìte>«y[ia, onril^
Mt^tMoiop ift^ alcutié • cose ffa^ di- lora 91 >«jiacfnS§(iafiiii.|;i
mUe aecDode. &h Jiii09edèi^.:ii»-^»«cte.'pQr«Uf Uiaopeviq
slini Biutnrgiche ^ BOttaf^ nette ferite dì .fi(EMId,---f>ia^ dìl
aliati^ebte jdat>.sinfomi indicate $r in parte ^ . poich^r«oiiè
ipMaie-ioperanoài per loi'o ate8d(eIsefiaa.peraboh>f>qlIfll»•
do oestiiiio 'le etesao aostenére potrebbe dqlIéfopi^iraBiaim
nelle - ferite • di teaCa pedetraiili. > * > • < • 'i o < •> ! f\:U b • n
A circeBtnzel eguali , |kel. giudiiki di ipieste > f? fitet]
y oapenenga; ba eotìfermato ; qhe kuftàtiB^ penettanil
mima leiioae >deile panrti iofseraè^ nda^'^Àb ferieelliaa^
c«l^~ai0ef|o^' moittf «eoo Ìm> q«4lle. in cài qoeata'mÉiai
èfffae ! quanta minorr é is^compliéaaioBeV >) £iUiw^
relar'pfofóndifìi , ^aaote ' métid piinì' sono '^iim-;%q
qu«st»<«oii:ieseiicitalH>'sÌBlpalia 9àonikrpy più ìi^aswtoi'4[
)»'iCiÀa >cf pib foisd8«aMft')apeRUKzat ìd* esilari ieliéa'.''£a
mtie> dircaiofi^ dailà Sstàmj ;è. daen»: 4a'tiettieiar{<deUA
Per ciò che riguarda I9 femnr del|*i»troèiiMaè <'feff^
toctV qt|ellè'>«lfafÉte da'faoao eéoò éeWrablieiitd''l^]u
parièoiòscr jdi^ qiielie latf e'> epa» «mi^s pntfgeftie^l' pi>ibhil
eoi^ <^ette: apeaad èsaoekiii faicMfciuil«n«^ à^ pe«to^>> A§
ii-attoila dette '4W«iV fa 4ii«ertttiÌM« dl^MoMé^M^tnoUT^
iaP latèratioÉC dèi' griHidi' ^att-« 'ìo^' ^ta^tf^ i^'-Méfi
gi9 piatt Sfcui^ «iHe aiaai ^tottifl^iìièl/^9b<bì<f.'^lu'^<JMNI
«84
k palle' di Téfto arrecano 'sempre<>4aani^ «'iMaggib-
te per h loro {rouesza > di » quello ' che spirile, di
piòitiiM). •^'IVelle.'ferììe d^arma da fUoed», qoaodo hm
corpo kraiieroi e. gr/^ oiifi paUa, io ttraocio'!. patte
del inatitoti>l o ipaècbei aèiea «osa^o nettai Arile ::^cii,
pmila , d^e qualche ceaa i^oalmciite ; ai.' port« e » ri*
inaiiOMifl» petto, come la punta dei. fetroyo^fiaalnèii^
feJe lerite fatte ooo isiroai^ntb irrogginitdy «oòd. làitftf
fUki^pméoìake , fli qucilo .ueUe qoab 4ar coiernoa ite
loe^àLf^La ptalla al di Abri gettala daHa farita da
iuoco ^.'trovali r.ififenyio in minor pericolo > -dì quetìo
efae'ise «ella cavità del petto, o negU* atessi 4>ofan«fi
èimaaga^ lì pericolo de|Ie ferite di> pom» dipende prir
ma dalla loro forma, dàUa- celerità ^aspi^zsa^ èd<'im?
petbyicon col il petto è, stalp ièdto. Le ierile^i |Éon-
tn; sono fnaggiik'mente pericolose fatte cdn iatronmtb
actitfiaimo^ da quello phe spnnuio^ el gr. con cobello
n|Ottdalovip6ichè quelle più profinridameoee penetrano.
QtiieUe fatte con iiiromentoitriangolare, sono > molto piti
pericolose, di qudie &tie con islromeato làrgq} Sm-.
percio«c|ié io qnel^B la ferita tosto ai reairkigo, -e
nafscotln riwane' lar ano condiaione vera.; Lei fisrife.;
iiiatméDte. f con > arma . doppiamieote tagliente / sono meno
pericolose di quelle avanti nominate, poichi queste iùt^
niaiio «aaa ftrità '{juramcnte inbisà.
Le ierìte del lato sinistro "del petto, per là ptosiìmi-
lii del jcqoffey^fono in genere più. pericolose dì qoeHelàt|e.
%|t destro, Hh* Quelle che piÉiétrdoo il torace per di die-
^rP:i; .pviuipipallneilte. viailio alili colemia verid>rale»
nMf(gi<t pericolo' artecano^^ per le parti ivi. ikualei»: di
quel|ei«he dal davantf penetrano» — Gos^ queUe che
?
occbJ^Ddr te'.pài'té «Martora ,e soi^rforci d^l^ petto,
^àltti ^làVicok tlA^ «lU ^rla «oit^a v^a^ sono pMi
'a^fèàK^^t^ltt'VflMHè «h«i ^kèii|mo» le pani Kiftri«ri^
ihipdl£i6t<ibé/ ^iolàs ofire'li vasi aucoli^' ed il^ narice
1hteÌ€o'y i!bM^) ^Midio' peeso^D» caser lesi. <r- H
'teié|My,'^M^iqiiklé eiMéa «gfti peHcoU della ferita ì Ddn
MÈI inetio>tlt(BdffèidA4Ddi<Mfsij qiiaoto è difBoHe il .prc»
iti^slfe^rìE 91 tctt^^necielMrioi alla letì» .cim; poicliè
waAieé^e^ìf^èimó'M otlfceòrs^ 4i' vaeie wcoalaBtk
di ^'^eitià ta^vdlM'gMrir'PràfqrfiieialsI breve le«^
po^ cbe pròdi]gioeii^'^'aotiiiij 4< 'iloii ^rave cooaigjio, po-
trebbe sembrare il metodo io 4]ileìl'occasicNie ai)oprati^^
Ansi X^)i p« e. 9 è [La* Moaè (%) aeseriscono., ìche
epèsse ^(»ite le ieAte di pobté^ oheè'jiiilibraiiOàtiilÀ ^eji
péflO'Wte^n' irnpmtè^ojismmhmmim .nacboidiidve ,f^os^
dì. Noi Don vogliainM reèar io dublm lajfcde di
lilftnitfi «ietti f1a cdva procedeva per pdma totèizieoe;
«Hlb pMi die Éecéott aorttior? / ceéie MsaBài. (3) y «^
mAr>ìfi\i' Q(uiàiieff'di ' CUwbry. (4) vioi^n^ ciiràbile per
prinoia ioteiiaioàe qoalbàqtte ferUa di-peUo peneiraM
0Aii: iesfoDe ' étiai|dio din - pelaaepi , leebè noadimcao
I ■ ■ i'>ri"iio< i ! ufi if ■ »ii ■ ■
.: 'j'..'^*'*^* ' '". .' i 'V :\\y\
• (r) ^1>J And ;' f éon d» sucter les flaHos sims se ser^
fSr detà òouche,dfmn kkrmn^.Aipsètìoi^ 1707 ,p. 34*
'f^'Munaùlt dt ^rurpm'^ìtU cambiare Aasaiiai^
'iSftófJ'JIAlJtafie^- " '•»^ w'»**.»';j rr' .r =.•;=< •
> (4)'Gaaliler de Ciiibrjri' /«l<mìa/. àé m'cdéijiim chi»
rutffiB et Yharm. par-M, hrBxmx^ n. 33.. . • f'
•travaso di sknfiat nel u>ra(|e^^6i9r^Ai|rattMl4^^m»:l^
Hta^eoeUatM i« aoaMiiif l«>-«|»li]^ ^M^ifòMi R*»(>MÓ»Sf
linaio riMllWfoì: Tiomson^ Xìie4im ìi^|^>pfÌHe .^«^fj'f
nella padle ametiore 4iA cotti^*.e.4cM p0^mi llrapaM^fe
la €ai[ità del pdtae tlacir^. {MWr ,te i8Qfi|>^to; jf qiiectfs,!^
Bte.BaUaaieM.yairece: nelift^ Wisaimi .parila «ai^^i^
IpMlit» ^ b: felse ^ quando . • itai' :aMa / folcita * ^ q^i»
orrità / mesa cottplkwta;^ kacìau spelar y4ke. ii«t paip
ialole par. mila k .tita. :. ^.n : • . /:«
s IHl- Ksto 9 intte.le forile, di \peltq aooiai 19 gedei^ltp
t^HidìMoilì ida'^ùbrìni dalla feiAie A' altite péH'u Fia
k'CaiiMi''pii che>nr riaardaaa la f«anf|ione^taHia)|ii^
dipMiaedle da bifmioard )e:8agBaali«« '* • 1 io/l .ta
, :t^^i^*lnolo «onttnfio de* preMio «he ad^ 'Cn^ ai iCtpr
JMDc/a. li pataagfjàa datf aria par la^lenfb iia| Jm»
00» S. L^ iflspoùibititl di éomddàìneaea afkpUinreilbli^
fiki Hmmi'yàfse^Màrì alla parti rlew^ ad<4tt.lÌBa 4'< "f
igorgò dagli '>ilaaèri, apcase volèe dibpcdteo :^i'0 -ffeail»-
inente reto più difficile , particolarmeDte se questi tro-
vaasi pel' fendo del-taraoet -> ■ . ■ ,, »
Cap. /f^. Indicazioni curative generali, Qaeste sono:
'\. 1» fii espfori dfligetMmeQll^ lt\«<lki4ifiÌIAyffl[a(4fHa
|^ta\^ ,cipi qttanio ptu>8ai^i^vM MftfliQfilg.^ lt|o^#t^
di semplice si ridiica$xa.-^abl^a.eprA fM'lintffa^f e,
far iinaàtotìit finè^ sijèlloBifiii vi» «ravÉi»i AMci^tfnD
dal cavo del petto; 3. Si gnardi dall' ingiMÉEiVAeUt «Itfi
Wcawk del petto ;.4r..fi^ioi|i|eli«^ F ia«ll«i4ite; in-
éàuunazionaLA anppMaiioÉe IfttatiMi, #'iA |;ièb «|S%/f
*«7
che 6Ì {ir^seìit^no I appUcando icioè li. rimed) 9ÌW W'*
cost^ow coDvenì^oti ^ 6; ti pmcrivano. it regiove e S^
9ietj»/ clils tillo stato tiniversalé còi^véngaùò.
/■•
e Sarà- QOfUàìHmtOé J
f > *
■ . ' ' '■'♦
Obsèryatioos on Extraction of Dis^ased Ovaria, etc
. Osservazióni salT esiirpauone deUe ovafa ammalak^
. con cirUjue tavole miniate; di loaair Lizars^ c^
rurgóyecc. Folio Edimburgo j' iS^Sé -^
-• - ♦ ■ -^ • ■ • * .V
JNeHa Memoria registrata a CiB#te 444 ^«^ ^o^- ^4 ()egti ^it*
no/i/cón una oftservatione propria e eoo esperienze attrai,
V autore sì e sforsato di ditnostrare la praticabilità della e-
s^frpaziotie delle oVaje in istato di iQalattia. L* opera sùp^<«
rformetite àtttf^ttziiita ha per oggetto di eoiffertiiare quel i^ò
assunto 6òb aftrf Quattro fatti , dei qualf dstremo* la siistao^ ^
eccettakto 1' ultimo , esseodò quello isteMO dal dott. tiian
riferito uìdia iDénitiòaata Memòria.
Caso 1.^ G. |. . . . , di 36 àùitiy nubile, df eóslitudouii
ftialatiòcla ^ ttik 'dotata di grande energìa mtikcotiref, avéb Yl
venti'é ù gi^osèo, thè pareva irèll'ottairor meié dì "gratP
daiizai Sia 'Viistensiofee'deir addome sembrava ^btedèife dà
slVava«al&6tkltf di un fluido , e dW tin grosso e durò tnòioré;
cbe s6toi|^iaTa a un utero pregnante, ó a una gravidanza' els*
tra-uterinal'ln un punto il tumore era ritondo, eòtne la te-
^la di uh feto; In un altro, si settiiya un non so che di aùa*
ìógo alta giuntura del cubito. » t*uttà la massa si raic]av&
nfuoTére da un tato jUtàttro, dalido segno di gailleggiafté in uir
•-^ i" ».
^
48^
flùido. « Est^loMa la dóbÀa per^ìz *vikg;hnì>'' ti éenlira df-J
stiatamefllte Va 'bocca d^ll* utero, 'oltr^ la ^aalt» «ta^a tm to*
«ora imnobib, coaftirmatp .a gai^a d«l. «ipodi «q. fei^^
L' eaplorasione per la via del retto ^ laaciffva diitiogaerv
aocor pia chiaiamenle il tumore. La donna laf^avasi di do-
lori alia regiooe lombare e aacra, con nolevole oppressione
4)1 respiro, e^ circa alP origine della malattia, diceva essersi
atTeduta sei anni addietro di un tumore alla regiooe iliaca
destra della grossessa di un pugno, nell'occasione in cui,
«spostasi al freddo , era stata colta da acuto dolore al dorso,
•on vomito violento che avea seguitato per sèi giorni. Il tumo-
re^ dapprincipio ù»§o, erasi fatto vieppiii mollile a misura che
era andato crescendo di volume. Regolari erano sempre stati
i purgatnentì lunari, sebbene un po^ scarsi, e cosUpatt gli in-
testini. Avea d|ie volte praticato i mercuriali , fino alla sali -
▼•BJone , « i dioretici , Sensa vantaggio rispetto al tumore ^
quantunque tra gli ultimi rimedj il sopratarfriito di potassa »
avesse efficacemente contribuito a dissipare l'ascite. Ridotta
alla deplorabile condisione di essere di peso a se stessa ed
a^ suoi, la donna i»iplorò i soccorsi del sig-.^ars. il
^uale si risolse finalmente di assoggettarla alP cperasiooe.
-~ n Ministratole il giorno innanzi un purgante di gialappa»
il di 97 febbr^o del .iSaS, a on^ ora dopo mesto dì, comia-
ciai Toperasione, stando iWerma supina sopra una tavola co*
parta di coltrici, e la temperatura della staosA essendo riscal-
data a 75^ di Fahrenìutt Fatta ua^ incisione nella pelle e ne^
tessuto adiposo dalla cartilagine ensiforme alla simfist del po-
hé, alquanto a sinistra della linea bianca, e tagliati coti mano
sospesa i moscoli e il peritonao, presso Tombellico^ da
questa apertura fluirono alP iacsrclT sei boccali di fluido che
ai avea V awertenxa di raccogliere in piattelli • yugne :
cessato lo scolo dilaui la ferita alP in gih , e quindi alP in-
sù verso lo sterno , maneggiando il tagliente in modo che
la ferita del peritoneo rispondesse alla ferita degli integumenti.
A questo punto comparve in vista il tumore, che occupava la
maggior parte deir addome sotto le sembianae di un utero
oeir Oliavo o nono mese di gravidanza , come è rappreseo-
t4to nella tav. f. Afferrato ora il tumore» e trattolo fnori delie
4%
pl^fftti dell' addome , . \\ ieeì torrefigere Alile mani del - mia
aieisteote, il sig. Maeraè^ stantfcéhè pel pefo semiirtTa voi
lesse trascinar con seco I' mero; e portai tosto le dita dietro
il peduncolo, ti quale era molle, flaccido, tango circa un pol-
lice e messo , e pareva formato dal legamento largo': ti
fondo deli' utero 'soprastava alla crésta del pube ìolomo ad
un pollice'. Passata ora ona legatura , eemposta di due forti
fili incerali, intorno al peduncolO| ne la strinsi Ira il fondo
delP'Otero e II tumore, trapassando il peduncolo tra il cappio
della legatore e H tumore, onde evitare che il cappio non-
isfaggisse. Finalmente^ tagliai di traverso il peduncolo rasente
il tumore. Dorante V andamento dell' operazione la donna
ìagnavasi di dolore nella regione lombare e sacra; il qual do-
lore sembrava firócedere dallo stiramento del tumore; oirco^
alattsà quasi inevitabile, tié onta di totlta la possibile diligenza.
VoHi ora accertarmi della coodisìone dell'utero, giacché mio
intendimento era di estirparlo se trovato Tavessi viziato: perb,
Tutero era affatto molle e soltanto un poco ingrossato. L* altra
ovaja avea quasi il quarto del volume dell'altra estirpatai e a-
deriva a destra alle pareti della pelvi e airulero, dal lato si-
nistro essendo comparativamente pili libera. Mentre stava fa?
cendo questo esame, le persone presenti mi pregarono di de*
aistere,* al che assentii, pensando, che aictome V utero s* in*
aalsava al di sopra del margine della pelvi, e 1* ovaja non era
allacciata in giù da aderense col fondo della pelvi, si poteva
sperare, che distaccata Tona, Taltrasi sarebbe rialzata in modo
di lasciarsi estirpare in appresso. Procedetti adunque a portare
ì margini della ferita « confitto con sette |Ninti di cucitura
e nove Usterelle di cerotto' adesivo , giacché la ferita avea
la lunghesia di dodiei poNiei. Duohni di aver impiegato na
ai picciolo numero di penti di cucitura « nelle ferite del
ventre cosa utilissima essendo l'impedire l'uscita delle viscere,
e dorante la cura il dar fermo sostegno alle pareli in tutti I
moti dell'addome. Fatti i punti di cucitura, e disposte le liste. di
cerotto, colica vverienaa di lasciare sporgere airiofuori i capi
della legatura annodata al peduncolo , guernii la ferita di
compresse di filaeeirhe e di pannolino, e ravvolsi il venfaa
con UBO shawl , dello ataaao mod» ohe suoki faaeiirlo dopo
\
4t^
•I faM0s It'^ialir iu«iatoNi,M> trovai pi k «•uodccplò «dk
]• dtlU lb*cM • .DoviTy o A ▼•ali capi, • di ogoi-Atm fin ifoi
|pr«l|ca|a, o prop<Mia«« Alla oparasione «on aopravfraoe «L
Sto tgraaiatA accidente , fu^robè nn po' ài emorragia yiwn^
aera» «he veapa rapMaaa eoo «a aaiMHicio metodo. L^aa**
damaato della civa fa Kcgolarisviaio. Lfi relaaiooe ftermiaa
aol di 9 d> «Biaggio , «el qoal giorao ia doana ara aoavalar
fceote. • - k
Cii0o 'a.^ G. C.» auojoiera, di a^ anoi* La malatiia diicaw
da no aimo , e la .donoa tfascinava una «iu aaiaarabita*
• li di aa di aaarso del tdaS-» un* ora dopo memo ^nio «
|a tamptratara della aiaoza «Mtado f iacaldata a 75.? di
/'VtAr* » prioeipiai T operafione faceodo- uà* iaciaiooe nellit
oola e nel tewato adiposo» dailo «termo alla aimfiai del p^be^
a 4|ttiadi sei moaeoli e nel periiomao « pfeaio lo alerai ,
eolia mira di eatrare itiito a no trailo nella «a «ila addomi^
oale : ma il tumore eia hi viaiao allo atemo 9. obe noa aom>
poUito riuscire nel mio diaegoo, ragion per coi mi diedi ^
tagliare i tendiai delmusoplo obliqao eèterao» d«ll*oMi^m>
interno e del ratta , con ciib aparaado di per«ooife atta aur
perfieia dal tmnof a ; a ataTai in fatti» per dar ptinaiplp a
separare' la pareti 4tX tumore ^ ^^ndo mi «rriddi dell* e«
qaivaoo. AppvoDTopdata V inaìsione nello straip teudiooso pò»
atsrvara dai aanacoli obliai* iaUr«a a trae? ewo« parvaottì
al aaoco del tumcpre, al qaal. paolo dell' oparaaion^ eomi»-
«lai a isokdo; se noa qlie il trovai ak streitamenta adareoia
alla parati dell* addome 9 al eoloa e ai margine della pelfi,
abo diaperara di riusaice a disiaqaa^lo. .<^ib aon' pertaat^» »
parte ool ia|||Ì4Ala« e parta aolla .dita » ottenai di -ifolara
aioft groaaa mas«a , di oalora sooro bratto; cM^pteava ^0%
piUé setta libbae , e eba lortanataaiepia aii«a.ua paduBaolo
poa pib ^rosao del' dito mignolo >, e noa pi4 lungo di «no o
daa polliai* Jlacoomandata questa marna; al- mio ussisl^rnlo» «I
#ig« Mreras^ pasrai^npa.lagjMura io«o»i|o.al padaaoolOk U qoala
toetta ^mameate , mi léoi tosto ar tagliare il padonoolo aar
moiail |oeiOr#{ tra vasi dal pedaaeoloafae aaasdavano iaoguf
la«iaaae»if ^annero allaoaiati« paraotaguasM periodo» «ba
«MiDiiiàta. 4ieai^iM|t4 #*4mìMv iU4f tt., P<^n traila.
4»
i;DMa. in ««quft' rÌA9«ldafca • ^9 Aht^ CmthtuóTSt. ÌAc Irritai
cqH^ ftTTer4«nsa t4i «}T<Hiir« gU iUMt^ni « \! tf «tbotb^ ib^ wMad»
ntO'.U QomJ>A€|av»«Qi€) 4jki.nK«rgi»r^^oB liaAeindt <;flHr«i«o^ad««
9Jbra)>^<eoaip)f«sse 4ì ftjaatcbe e paBnoliniv r»iiioki:ÌDtorB«
aL •««Hot. «a««Jbwl« anaU>gameqt« alU falcia oQa.'càe««iol4i
auiagfeei T. addome «Jopo il parto# ^ portai .fin^liotoiQ la mt'*
lata io .lotto ^. LMoferaiA moia il di «)% a »«iie*Ofe Sop9
iBoasO dV-ldi ^Mntonitfl» avciKki aofptAtiinvào ott^opeBaaiò^
B0 toiÉca S6>or«. - v^ ^ •■ . « i. .<
- C^tó S.? 91. B« lèi 34i «rat f o«oifii«r» > «ifiWiiebia; ]cla:>s«i
^nèt,\ h^ iopetmM%u^ »«mìiv&. isiittprMèvii dà 94 'M»'*^- tóftSi
« RisQftkl^t». la .NAbst. a T».^\^J^ahr, feoi no! ÌAoiaàoffii'lOkito
gitiifliiiaW. aogU .ÌD%nguibeviU dàlljO: »ieiw»4il .|«&« 1 e .j'dm*
il . peoiu>iieok . M II.'. esfiMail» t «levoaU » ìnMPOcliiaf i . .ncU^ a [lectao^
un sdito dtlb mano lÌMitrayO (fiiiiidì «b 9<o^ p«r ^etvir^»
vit»«.;di, gOid4 aAmdoco il peuionftd fioo «1 |Mib« : praù-*
^aado lo stesso all'ifisà verso lo. slamo ^ si ptesenUtfono id
TÌéUr.flnoUi.t^ai rUorU ioiorpo « se >steasi, gli- uni dcllaf -g^os**
SflMa.di a» diu»! 6^ Altci.di «pa. penna di coryo. Io scUe pri«
me; io erodere «Ipoteco gli iatetci»!* tei^^o piii- èiie si moslrf|«
-*a9ojnttft4ppài:eoy.e as«^ «cai'ooeey efM poscia pensai che cs**
atei poievoiio^jraisi saiiguigoi delia pUeeola,. cui aUaiOciite rasr
fOdidigliavi|no t' ìnfoui» taaio ^b» Tasaìogi^ ooi^i^osi di qotsio-
òt|^oi.3Qbe Mtiii medici presemi aU'dpeff»siQiiieoQov«Btie^.
BeUt.;oie4f sima.. idea, CioBondimieap^ ej»aakioatj ||iu di^ìgea-^
aumioy.si fieon^bbe.^W. dessi eràoo i vssi swaguigfiii ^elio.
omooioilii f74alli<«^ f{B0ilBl4metile io^ros^ù» sefpeggianu.sifUoi
M^WgfleJQ» ,eìJMlftIasQ4Miii^e'd«l (amore, il quitle era Cott^ec*.
to.dft^lio^otoie i»g«9efAla» .y ergendo cbe, atteso T ittmiensq
loro .BNAioro , eia impossibile- di dissecare q^t^ tesi delUt
supeificie<^6t4iimoca«. o.idi aAlaceierli / abbendonoiv Tidelt
di>eeiirpare.lai;miéssà ^ sei.qimtei eesiimeoto .cAlraroiio.piilrftj
UUlà>.t spedici. pmscsli* Sippeeè^oaBui^. larocerre: efo»^ ^i^
osBoàoeioiyv^Bai H' tmnorii .niel'.«enlf0^fn» o«dle .fluk f fat«.
tasri' ime fpio^ ioio^ i ma. {^ofiiodaLèoóisiime' eqUo. eOèlpeUo, Sro* '
wmà i bbe- ^il . tornare ^ era sodo- e eattilngiaoso , sa. «' solo Ttail.
iiÉiyiifiieijxeadodateiias yé^di.s»n[giie ^^aniiasgao» peiuitii.
49»
4o divttinalnM il •volnvf'y 'toùà»0ài"ià tróeifrre Mlfa^ r«gioa.e
più decliva del tumóre , a!M IM asci ehe pntò ^n^e.* Me*
dicftta ora la ferita! ooò |Nititi« dì- sutura , g<mi liata di'M!H»t>
to adetWo', e co» coiDprMsit-'dt€l»ecrehte e-paiihUttti,'e'IÌBb*
aeiato il ventre al solita con uno* «Ìlff#/,' feci portare > la
dtoBBa in letto. • L^ autore' rifei4«eé mi notamente TaolibeieD»
to della enra Gno al di f màggio > nel iqual giornd Indonna
era eoaraleaeente. Da posteriofi aotiaie si raccoglie^» efae
ella ai é ioliBranieiite riooperata dalle ooosegoense della ferita.
Dall* esito delle operazioni del sig. Litars Toleado- dedur-
re nn riaulteie generale ^ giera ramnitfolare' essere V idropi-
sia delle ovaie, abbandonate • sé, aia tnalaitia mortale,
4t lento andamento y e ohe oeodaana la doana ad. una irita
assai miaeraoda , laato fitgli incomodi da^ cui va aeoompa-
gaata ^ €|uàato pei terribili preseoiìmeDii di nn trisao st^
Toaire; il perchè^ ogni mecpo-che ajlfra on*aspeti»liva^'co«
nooque remota , di sollievo , é preferibile all' abbandonare
I* individuo alla di.«perasionei Sotto «joesto pnòto di vtata ,
non v^ba dubbio doversi tenere "pe# favorevole- il^risnltaaiea-
to dell* autóre , staoéenhé dei ifaattrò' casi « per esso siferìti.
si può dire che uno* ba' «veto 'felice termiàaaioóe , e cbe
m due se non ha corrisposto ali* appena liva , l'^opeiaeione è
tntt*al ptii rioscita inutile'^ un solp esaeodone maria. La
storia della chirurgia dimostra , che le gtatidi - operaKlOBi ,
alia loro prima iairoduaiooe*, pur eneo tra le* aaani' 4cgli
esperti e dotti chirurghi , cbe le a^eatao concepnte e prati-
eatOi ebbero an esito assai meno Cortiniato , ohe noS'Ot*
tennero dappoi dalia plaraiitii dtoi ohifarglii $• del dM^iieo
sfrebbe difBcile di svolgerne le^ragiioai. i— Aviar, .pigflafeda
a considerare V operazione della gaairolottiia', iodipendealte«
nenie dal distinto abbietto di^eetirpate le ovaie aauaalate,
il risultate deUe operazioni del slg." £/ui/9t«arebbe abeore
pib (ivorevole; dappoiché dei; ipiaitreeasi, eUa>avrel>b« viato
bdona rinseita ta tre, ad onta che in taui sia at^ce brg^meate-
apertod venire, e in tutti ^ansi minatameaie esaminale lavi*
seera .dell'addeme; evento sa fortunale^ da iacavaggiaroi.a ere»
dcre la gastfotomia convenevole in assai altre > malattie éddo^
Binali I eome nel volvolo , neM* invagioaDcnlOE degli lirtaflì^
493
.l«lii.^. oel tf*l«ol» iaUiUnale (4, « i» «t>>ì oscura natoilM
^llle.TimMte MwiF«»lr« « 4eUitj.^eM« «▼• Jioo* sia U«ito^
. Sfi«i«i«a «ìlftoi àà ailfOi «leu» qaataDqiit, j .
. . CiAffte ••ao It lavolt ohe aiipraaBO Popaia 4«l sig. £f*
M«t,» UiMii risgoaNlMiilial Mooa4o.oA«0,>qi»«l|O'OÌQ^'ia cui
r op«niHMie Ila sortito booa effetto. |Ial^' elle Jusjciaqo
desifdeiQ^ffc né dal |aii> 4«na vfchiarasia ^ ni jla. qiiaMa .dsUa
elagMiM.
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nittsmiTiokiar ^ tit. tlttmta^oni iti ehùrargia acmìica ;
di Tommaso BvcBAifAif!, C Jlf., e\c. Chirurgo al
Dispensàrio di Bull per te malauie degli' occhi e
delle orecchie , .ecc, «c.i.cpn tavole. LQn4rfi i8a5*
. • • ■■ .
v^uest^ opera è partita in. otto Capitoli. Noi dareipo
un# breve analisi dei pi^ importanti.
Capitole i.^ tnjefioae del meaio eslcirMo. — Vuoisi esporre
r orecchio ai raggi del sole , tirare alP infuori il condotto ^
o allargarlo in modo di recare distintamente io vista la mem-
brana del timpano. Alla difficoltà di vedere i) fondo del^
r orecchio per accertarsi della condiaione della membrana
del timpano, tramontato il sole e in tempo nuvoloso e scu-
ro, r aiftore vorrebbe ovviare con uno slromento di sua
inventione , destinato a eoncentrare i raggi di una can-
(0 ^«^8v^* <' COMO del dau» Fuobsios fg^iralo a paru
del voi, XXXVI di questi Annali.
ip) P^tggasi a ceto del dau. Torbet riferito nel preteau
Volume.
<404
<.<il1pi>tf ju4<l> qirttU* mt'oaieodq «frifdlàftia'' sup»Mii({^ IntmM^.
to di appofiu figuf**, «ii'^rc4iè^1ViftìÌRtM«tt<^N^*((lMf*^.
t#ebb0 'fifie ««Mfrè' di- altleiapf Uea«{o«« , tbriO'^ftiiwlilliidnte
i4ir tfÉtttM>a' isoli' •soffrir di^o ^f «differir fH»r ilMM- gtotèi
^•> ^«iMl40 0tftt<9 ^tiltfitilo i-tré 1ìl*«^'bafkolK 'Mil taioflo
di ««plorare • sciringare il meato , e Balle ferite dèlt^ot^e-
ehia cfttema. Terremo al Capitolo 5.^, che tratta della ma»
BÌera di cstrarre i corpi straiiieri e il eerome indorato dal
condotto «dilÌTO esterno. I corpi atraoieri «ono generalmente
pallottoline , piselli , noaelle. Piccioli eaacndo i corpi eatra*
sei, il messo migliore di estrarli è d^ iojettare nelf orecchio
119^» timida. j| ▲'.<|a^|0',fine.,iFi|ols^cofi^|»rÌD(iflircpi|koe«c4-
tpaepte la ^unta dello «ehis^etto c9nlro il m^rgipe^do^ meato,
injmisa chVsso occupi il meno possibile del diametro del con-
flotto / arrivata la injetibne alla meniblrarià del' timpano la
èòi^eoM n ritroso si formerà tu* (|oé9tò luogo , e' per' \es9a
sarà strascinata fuori la sostanza estranea. Se il corpo è di
certa uro.s^f ezì| , probabilmente sarà rimasto neir iijnbofAÌ»-
tuèa del meato , donde si potrà forse togliere còlle pinzette, ce
Alcuni ^hiryrghi raccomàntlanp Ji \e9trarr^ 1^ pallottoline
colle pinzette; però il sìg. Huchar^an le. ha falté uscire facil*
*mente leolle $oìe iniezioni' di àcbua tiepi(^a, « talvolta quan-
do altri chirurghi qon er^np riuscii!^ praticando t^ pinzette
e fa .tasta, » per esirarr^ i minp/zoìi'di legno; ecc. confic-
cati ben iqdfelró nel condotto e presso la me&iDrana idei
timpano , egir raccomanda pinzette sottili, b.n temperate»
iion punte armate disdenti' alla supérGcie interna. Se sono in«
setti , Termi', pidocchi, » il meglio' clié fair si pòssa per
isnidarli è d^ incettare nn^ infusione di tabacco ^ la quale nel.
Tatto che serve a prontamente ucciderli, tende eziandio a
togliere rirrilasione del condotto, w Lavate immediatamente
lé"|>Ért} con* un'eiezione df'tfcqtxà tiepida, 'si stjftjSfi'nfto* al-
cune goecie di olio di mandorle nel donJ6tto,*'per gtiaraY!-
tn^ft'teatalb dKf pre n&err fred Jo cfòpo f iàjVaione calda.
» Quando il meato é ripieno di cerume , l^nféri&o al
U^a 41 itMkMiaiftlito^ <}i ^luMu./ MfcAsM di JMdijiè , di va*
vii ftiniMÌ..|i«UrorerflhM «ffoti»-, .f MlibolacaMai^; daimn|a la.
BfksliWMwiM*:^ Taholu, in.iitfgti^lo dallo. ska^igUaffe o dalPa**
'vareallrìpicati allargalo W «laaeell», -oda «m aubilO' nimore
nati' •recckio tffeito. ^ aimile. a «oó. acoppéo.»ido(M cui
agli aaoia .di amara iaiproirviaaaDania rìciifiataia 1^ udit» ^
aagidtaado tattavia A' provaro i rumori. Eaaavnaado V «9«o«
ohiai «i tfoftaoo la parti iaterne del aiaalo oeoa|Mtd da uoa
gpaasai^masta di oarane , ch'a chàade il condotto a oOPotca
il mamkffana dal vmpaào, eoeeltaato anparioro^enta y Me i4
aamme è diataeaato dal tabo , laaoiaadai gaaeraloiaata. paa
lesaava oriaaoatde^.Egli è par qaaaia>apartara elw |e oado-
laaioni fooora pcnraogoao aHa aieailiffaiia del tiaapaBo, a ahe
dfVnat le itibr.aaiioai aéoo ooaiaakalf ai laaoaui»iMrroai s«-if»
w L^ odilo, iataolo , va io baevo diaentaodo aeiapea più hi*^
distiato di prima r aoaaoao'ivdaboliaDaatOcdair udito ,a , po-
co: ataola, !• aordiiA,.aoDO la taaviiabili coBaegiiaasa deU'a-
▼er nagleOi i sovra rieevdati aimoiqi.
« Eaaaaiaaado le partii t§i.cigpaoaca faailBaaala la aatuva
dal|a> maUttla al vedeva tma'groaaa- maaaa di ceraoaa , cha
oltura il condottò 4 aaciuée la tasta , a iaipeditoa le vlbcav
aìooi dalla OMoabrana del tinpano. Qli iodivtdaì' affetti da
«piasta iofannità oiaao aoveatt ditovaia 1^ iaabofloaiar^* dèi
condotto con cotone o lana , le quali sostanza oaeoiatc'tal*'
volta» ia questo o* quel niodo> 90! mealo^ liardiano aaii spealv
di aoaainolo «1 cemma iodoraiòu
' « Per estrarra ilcerwDa dal ideato, alauèi - ohirargr vov
«^iono talvolta iiapiegarela pnnla di- o» ago «di una jtaéi»
di argento { praiiea eerlaaaenaa ripransibilaft a cagione dal*
pericolo che può correre la taambraaa dal timpano a un* iàa^'
padvviao aaovineniai-ebc co| capo'faceaaa*r4drMaio» ^
« Più. speditivo e più sicuro del tastare bruscamenta aat
condotto uditivo con istromenti aaoti di ^aalalaai- specie» è
il' «Datodo tegoeiito : aa Viaiundo rorée^bia amatalita^ a#
v«gga «tiott esser ella cbe pataìalmento ripiena di'oa^tte, ai
spiligevè nel afeato ana ircbiia«itAta di acqitf riatsaldaca a <|o.^
Fàhr. all^ incirca , coU^ avveitanta^ -totttf là piMta delk» a^ia^
aimé > di'^cilMava 1^ lmb*€«ilara dal . •«•ftdMo tal potlioe f
. • ' » li. . li- * »
49»
ftitto , tollcTatodo , tbbaMnod» e tilvòUa alluof aifed^ 1* ó-'
Ncehk eitetBA » •< ottertà fiieihBtnu di far ditiacMM^ ii
eerttme dsflé partii «del nè«t«k Ofa , fi fMf«éa una iiooTa to^
)aaioa««tfea<pi% Iona dalla prcvadaota, a quefia iajatioii*
atairb gaaatalaMttte ^it»*«>>flBifio «ÒMUi di aarama'. « tvaeiiti
portando eoa taoo {>i«QÌoli framaiaoti. di i|ailia ao^laaià^i-»
datata. L^^paratota tagi^tèrà la* iaieaiawiioiD.a «be.'rìpttr*
fato affano dal oaradM «oa veétà il oMalo » a «ftao a Am.
▼iftibfli Bon fiaao'la -palati dal coadotio a la mavaMaa» dal
tianpaao. H earoaaa aaqaiata talvolta lanlD tndutittieBlo a tanta
taoaaità » appava orpdibilt- da ofiorò aha<boa<iiaano tape«-
riaasa oaUa aalattia dagli orcoèki. la tai eati i riafatioiia.;
^anlne^na ripatata fre^aaataaiaBia , di' rado ( yaebo par
Ifugo tanpo ) patinaaa a far oscira la aagloaa , prÌDOÌ|iila
della BiaUttia , la qaala aolP at|doi«MÌoflM si tf«va éooMUra
ia una aoda qMMa di indurato ftenima; , nasta, abe, ooaitto*
qae dai ripetuti lavaeri. posaai laaalafai-parsfahneala ,di*tac«
eara o saiuoTare dal'aitoaiiiijnario^»!.. arresta a ei tiao Sa*
fa Dal mcBBO dal ooodotto^a^^oalat della oavaati d*^ao^aa
tiepida ella si faae^ao fluir 'foorai ddl éMaiq.<lB allora » egli è
iodispeaaabila di eartirti daUa aaollatte joatibolari par astrar-
rà qua* franasaati a BiiauiB .che si aecoaiaao ali' iari>occatora
del coodotio.
Cmpitol^ 6»* ^aad^ fiei; im^erfhuu gei^arau^ne del. cerume
•^ La cura di questa àalaitia rioMeda taaaiipiDeoio a
petaavcraBià nel «^ìp». Chi òiofiaraM» di questa affetioBa
si taf oa di rotori » di u» aapro idosW « safnataoieBte sei
dustioara , tafcroUa di aao soaaspaatlo aella tetta. Kob soffre
didora acuto oelP oeaeebio » ma sdreate una ottusa molea-
tia I tosi taindlia Ibob prora taBi|>oraBeaiBaoie aloaao di tai
aiatoai. ^ < ;
» Malia 4airoIa'aì^tticB dalla aialatde dall'orecchio aasase»
ffatsta aifesioBe ,foraM il Gùitiu imp^rfre^nm.t il quale è di*
v.iao ia jiTOjaftaota , sioé i.® Qaaado il cefiMoe é maBoania
di ftt«iiarAÀ( a."; Qoaiido iA aaraaia è maneaBia di ^aalìcd}
3.^ Qaattdi^. 4 aM^esate di ^«iiniftd a qu^l^à. Qaasie tra
^ipaaia si posa^Ml aavprt d4aii«i§iiacf, asamundo. djUgaal»-
■taota il matto.
497
» Nella prima specie la seperasione idei eenine è talvolta
sì scarsa , che non si riesce a scuoprìre cii^ ella realmente
si fseoia, se non me<|iante un accuratissimo esame delle
parti; anzi, con questa ' diligenxa sì scorge, chissà non fa «he
Ungere leggermente le parti interde del oondouo: però , eo<«
manque parea ne sìa la quantità , è deasa di buona qualità.
Gli iffdtvidni che ne sono affetti^ • generalmente odono me«*
aaaameate bene essendo sereno«.e bello il tempo , ed «vendo
altronde b«oha^ siilute^ ma sono esposti a lasciMvàc'fiMSiloMBie
impressionare dalla pia lieve intemperanza atmosferica, ia
quale ., quando è'graVe, nmida, o ■ nnvolosa induce notevole
tndebolimeatò deU'.udiio.'Però, r»cnteittadéir udHo • ritor-
nando genesalmenie al mutarai del t^mpo, l'infermo presta
poca auenaione ai' sintomi, ano» per diversi ' anni >, finché
la maiattiii divien»»oon<ermata. ai punio che si avvede < di
«ron avere che debottssimo udito j anzi, di quando in quan*-
do, d'esse rsF. quasi sordo. In allora spavento '^rloòrrsaii: me-»
diei, i quali-, scf non riescono a tostamente moderare ii male,
tono "Spesso càgiovie di gravi ineoahrenienae> che .téùdbno
ai ritardare fa* cur^ \< . • ^.^
» Nella seconda specie la separauaineréipih copiosa -/eha
sella prima, ma spesso .ek^aftéiaaa ilif colore e- qualità^ da
formare due varietà-, eJoà«: i.^ Quando >é- di .coloro: liìan-
chiccio e sottile, come ona soluSioae :di gomma ailibiea^
iit^ Quando poche, glandola splianta* aapaVaao » cerume'^ t\
che ai veggono- 'spesso picci<]le<flMocbie':>di eerume isolato
distribuito nelle parti interne di^l 4s^u4otw>\ di uci cofoYa
alquanto piti acaro che oron é-ii «erume in iatfAor sormille.
Qaeata ^varietà ha una«i4gMareieadetiya'a iadarare;«4'rqtiai|w
ào ie forze' sec^racnti delle- glandola sono operose», il ceru-
me ai rappiglia sotto (distìnti pezzi*, ma geiieralmente in nnii
glossai n!kìs9sa» Jnfatti , quando T indebolimento, dell' pdità
psocede «da' cerume «indù réio , la parile 'Infama del meato^f
saeontra quasi ^sempre* ichin^a da ona grbsaa> massa; Pài'ò 't .
da.dire.^ dw-THDa* pteciola qo ah ti tà di oerume antftogei ^Da
seeéiida' ^éNetàidi see^ezleoav ^ talrolta: baNevote ^pi» t6<i
•case iÀdefobliroemo> ndtevale aiè^ndito'*', i'spediaUneaia sa
quellA nuiteoa riiUgni dapprtsfo o sòUà iiiMiibr(toa dal
limpaDo.
9 Nclk iena specie ti trovti il ceadolto nello e asciutto >
e aa ai riaace di poter. vedere beo addealro nel meato, ai
ae^rfc la membrana del tìmpaoo cbiar» e trasparente. Il
mento va altresì soggetto allo scorbuto, nel qoal caso la
cntieola diviene solenti sì arida da lasciarsi faoHmente di*
ataccare in piocioU brani , a gnisa delle sanarne dei peseL
Gli integomenii sono talfolta tumidi, e di colore rossiccio
•ssorm. »
In «pioste tre specie , visiate essendo le glandolo seeementi
il cerarne , l' obbielto principale della cura sarà di ritornarle
allo loro nsione noronle. La prima specie sì lascia Tineerin
laoilmente doir oso ^ «focile oose che vogliano a èccitore
Tasioiie delle glandule dei meato « come sono le applica*
siont calde o atimolanti^ L'aatore raccomanda >di bagnam
P interno del condotto ogni sera , ncN^ andare a letto , cam
due Koccift delkr segoente miscela : il* jieid. pjrrelig, ( adJL
•ed. fùtili. ) Spini- aetherii euiphuf . OL Urehintk. #oct. Amm
pan. acquai. Misec. Ami, ci vuole, islessamente alla ser«| sin
ministrato air infermo nno dose di uUiUm colchici 9 e si man-
tengano regolari le fnnsioni del ventre.
Nella caconda tpede la qualità della separasione essendo
alterata , e soventi cresciuta di quantità, tàpyrctk togliere i
pcMÌ di cerume» aventi: di: proeedere atrappKcaaione di
qncà messi ohe valer possano a rieondnrre le gjandoio atta
■ormalìlà delle loro fnnsioni.
La .lena specie» a senso dell ^autore, procede tal volta
da. freddo, come dall'entrare nel bikgno a corpo sndaato^
L* acqlM .avendo libero accesso nel meato , i vasi di questa
patte sono probabilmente' colpiti da torpore , il coi effetto
è il pervertimento' delle forse secernènti , e ìn6ne V indebo*
IfaaentO'.delP udito^ Nella cura della seconda e tersa specie^
molti diligentemente avvertile alla regolarità delle visccTe
ohilopoieliohe » a- tal* uopo T autore ooasi|^ando^nn'aperi*
tivo aasaro • nna miscela' antiacida composta Sì infosiona
di qatssia^ rabarbaro e magnesia » due o tre volte al ^ior>
no , maadandò , se è possibile , l' infermo a soggioraare i»
499
«Ha pnitt « afl€iam • sgombra 4a {iBiIad€«i tfBmyi , ove poé-
$9L darsi a metodiaa cmccmìo» per atlivare/ ai bisogno, la tra«>
spifasìooe. Egli raccomanda akresk il bagno caldo alla sera
prima di anjilare 4 ietto, a poscia una dose di /uU», ipP€mo
epmpos. 9 COS. dna o tra grani di calomalano. ««- L' aaiora
diice di afcr vadoto ditarsa roUe questa specie di «or-,
dita suecedare att' essersi gli indÌTÌdai' e&poeti al freddo
mentre siamno sotto rinflnensa del jaBaronrio per .. morbo-
«ifiytioo, nei quali individui la malattia ' si mantenne reni-
teste a qualunque rimedio , fino a cbe non si diede mano a
nuoTameste ridesiare i'asione mercttriala. In qnesta malattia^
il dotk Buchanan tiene in allo pmgio la seguente injezione
aeir orecchia : R» Acidi fìjrnltg.dMcìu il A^m»e ^IMOU^ une,
ytu V Se il medico desidera di stimolàffe le parli , sarà ma»
atieri preparare ogni volta 1* iajesione, e tenere la pnnta
dello scbisaaltO' distante cinque o s^i pollici dair orecchia
esterna. Injettssdo con forca il fluido nel meato » saccede
nna specie di eUfervea^nsa , la qnale se saaà oirooscritta al
condotto produrre effetti più TaMagf^osi^ che dieci Tolte la
quantità dello stesso fluido versato a .goceie nel mesto.»
Talvolta riescono oillissimi i Tessieanti dietro V orecchia. >
Capitolo 7.^ Polipi liei. meato, -n Queste eserescesse sno»
cedono frequentemente ali* infiammasione del condotto, spe-
cialmente negK.indÌ9Ìditt afféiti da dialesi scrofolosa. Il po-
lipo recente risalta di lina.aostaesa molle spugnosa ^.roasic^
eia , lubricata da un fluido sottile somm^inisAssio dalle glanr
dule destinate alla separacione del. cerume itf istato di ma-
la Uia » e dalla superficie dell^ escrescansa. G»ll*andav del
tempo il te»suto del tnmsre acquista no grado notevole 4i
tenacità, e la separsùone diviene pnrolenta » la- snperfieie
del tumore essendosi ulceratagli polipo è legalo atte pan|t4
del meato, o al margine della mèinbrana dal limpAso da
un peduncolo o gambo. Però,* tal voha 0 eolio, è grossa
quanto il oorpo;^ « Fia le malattie cui .va soggetto il meato^
nna sola < ve a^bache possa venir rcanfusa «oi .polipi^ e que-
sta, è 1^ eafiagionetdelle glssdold ohe a^aasa il oarume ^
le quali ft^ìngroesano talvolta si. ponto ahe ne vies •abiosa
interanleme il mesta , V ia&cmo dursado^ sarda .iaa a aba
5t>o
dura la malattia. Qatuclo If |»arti sono eosi niU affette*^
una o dne' delle glandule «oso. geDcraineiite pih*' ÌDgroasate '
delle altre*, e qaasta è la cirt^taana* che dà lorb ra«peito
di no tumore polipoao. Se |1>iiia^etiaaé'*i>c«ilàfe>feMè inftnf-
ficeafa a-cliiariwi intxirao «Ha''iiafofa* della malattia che
mveme ^ette apparease» farli metfiert'adcypéi'arei a iatrodor-
rs'ona taata iiiiQniO'allMii^oMà|DetftO'{ staateeti^ se cfieata
potrà girare liheramewte airintonw; "sarà segno della nata ira
polipoB»' del tninore^ Ghe se non si rioscisse a insioaaire la
tasta f fuorché da on hifo s]el.' tumórts o net centro del*
BMato^ o rìagfosaameoto IcMse < asciutto ^sensfbtlissioio «4*
tatto , e 4e pani* circomposte; partecipassero- delP enfisgtone
e della flogost, in allora potremo '^sserWioiiti non arerT
polipi, ma esser la* malattia vv' seu^Nee < enfiamento ''d^lie
gianduia e degli iaiegumsntt dM condotto. »
Questi polipi seguiisno talvolta per aleoni anni, sema
prodorre nei' sistema althi grave incon^nìéflMl fubrafaé la
sordità e ono scolo puril^mfe, iegnataoseote \t)nsado il malato
sia iiu>ho curante della olrttesYa y ci^ non • di meno , sono
essi sempre nn^ infermità da temersi , stante la pOsiibile de-
generaaione delle parti estèrna dall' orscohio^ triodi impe-
rioso dovere diogni nMico sarà di 'distruggere', se sta pos-
sibile y qtoésle esereseense sa tosto che a lui riesca di cono*
socve la sitaasionie o la 'groasssaa del collo del polipo. « U
messo migliore di dìstraggere i polipi nel meato ,'é ( a mio
avviso )d« eslMi^K daMa radìée col messo éi mOllene» e in
segnito toccar lo psru con qoalehe esoarotieo, o con alcuna
sostaata stimolante. Aleoni chirarghi preferiscono il caustico'
alle motletie ) osa quando il tumore" né grosso , assoggettan-
dolo a qiiel modo* di' operastone', il processo è tedioso, il
dolóre sovente crtcciante; ed^okre quMte" spiacevoli cir'-
•ostanso , le parti circomposte te ne risentono geoerafanedté'
diHa" forte distruggiiHce dd caustico. Egli è per. qaesie . ra^
gioni^'^ch' io preCeriseo .d' estirparlo boi. -messo di moNatto
9QiuHì 9 leggermente rìéorvei^ colle qpalt'posife' atfesinre: il
con* dal' toaaore asolio pl^ ftwilawate 'abe^'oont IpwItioqBe
altro* 'mcacor Prima d' intrapràndeiv V sstispaviono 'dei*poìipi
0tdk necctibria dà rioooosóere^abtameaio ih pomo di* ori-
i
5oi
gin e deir eseresoeiua ,. ef aftfJDtpdo tdili^jratemettle le parti
ai. «aggi del iol^ , o «ol messo delP insp^etor aurh , ai bene
g}jì0 colia us|q (aaricolarj. .
, w Aécertatft la aìtqasioae della, radice dei polipi , ai fa se-
dere riofermo / «OHM per. le ftUre,pp«tra^io|ii iotorao airo-
jEeoohio, e assicanato . il ctipù da. iia ajato»» V' operatore col-
la maao. ainisira steoderik V orecchia esteraa»* per disporre il
ffieato in modo che entriao i raggia del sole, o quelli rifles-
si-dall' iospèotoraiiiris, e- oolle ni^oUett* iieUa dfisira andrà
cautamente ricereairdo^tiol^ condótto la* cervice- del iomore,.
aifercandola eoo anftlama da ciasouf} lato.. Impogoale ora fer-
«mamente le volle , farà- fare allo; stroaaento un 'mezzo giro ,
e , tiraodo nello stessè 'tampo a. se , otterrà il più delle volte
^i eatiirpliris il polipo dalla sua. origine, e portarlo fuori del
meato«i«- •
Le parti esseado ribchissime di yasi , > talvolta in seguito
air estirpasione fluisce notevole eopta ^ di sangue j la qual
perdita è piii allarmante che paricolòsa , piii salutare che
dannosa. Mei polipi recenti , V aotore ha* soveoU distratta
r escrescenza toccandola leggermente ogni giorno .fino alla
intera disiruzione, con un pennello di orina di camello in-
tinto nella Tinctur, ferri murìai.
. QapUolo 8.^ Scolo pHtrplfnto dai meatOk •— La poca oura
che, generalmente ^si. ha deir infiammazione del condotto , é i
mali adatti rimedi che si impiegano , rendono ragione del
perchè sia sì frequente. T ulcerazione «di'qufesto meato. —
L'autore distingue in tre specie la flogosi di- questo con-
dotto : I. dolore se/iza diminuzione di udito f ». dolore ;con
iidito dimianiio j 3. dolore con udito diminuito e scolo dal
condotto, f— » Sintomi. Pochi sono i sìntomi della prima
specie, oioè caddòloramento dette parti, sensayipni moleste DeH
meato , accompagnale da dolore, più o mend', ^QOjado lo
«tato della flogoiii. «. — f» IMelki seoondu speeie il dplpre : è
generalmente più aculp^^he nella prima, escorialo da di-
minusione di udito ^ rossiccio è il meato, tumidi gli inte»
.^umeoti e le glaodiile del cerume, in modo di ttrinjgara il
diama^o del, condotto , al punto 4i renderlo talvolta quasi
.ÌD>p«jrTÌQ« Il «hiadiiiiantO' del meato, e emulato \di|lla. lume*
So'À
fintone ééìh glandole del eefdiMr « degli fottgaoietili. < -^
e Nella CeTM «peeie i eintoau non léno io geaefale lì gra-
vi eome nella prima e seeoodn epeoie; mm, oltre il do*
lore e le moiette tenaasiom nel meato , avW idolo di. ma-
teria puroleau. Il polso è comunemente più oelere del nn-
tarale , taWdt* aecompagnato da brWidt e da altri aintoam
febbrili , ebe. deolinano toito formate le marcie ; e , te Tin»
fermo è ttitico^^non eolo qae'tivtomi ei fanno piti graTi»
ma I* aggiunge mal eaiere geneeale e dolore nelle parti. Lo
glandola del cerume partecipano deH' altermaiono , e l'omo-»
re appena eepnrato ti converte gradatamente in naa oMitertn
•ottile , giallognola , ttlvoila di colore verdognolo; ic lo
acolo dora longamente, senta eke nulla si faccia a soUìcto
deir infermo » esso acquista' un sentore fetida , sgraderole »
succede V erosione degli integumenti , e gran j^^urte del con»
dotto è convertita in noa snperfioie ulcerata, e
m Accumulandosi la materia e ristagnando nel P intema de-
pressione del condotto» no nasce tahrolu notevole iodeboli*
mento di udtt6 , specialmente negli infermi di diatesi scro-
folosa^> nef quali In «areie sono il più toTcate dense , rap -
pigliate, é sonili I acrimoniose e miste di sangue. »
Cura, La prima specie richiede rapplioatione delle aan^
gnisnghe intomo all' breccbio « e i porgenti. -^ Formata la
aoppuiasione , Tale a dire stabilitosi* lo scolo dal meato ^
vnolai li più presto possibile dar mano a curare le nlceratto-
ai, per tema che le parti cifgomposte non vengano offeso
irreparabilmente. Doyrli lavarsi il con dotto, quattro o cinque
Tolte al giorno con la ite tiepido o con acqua , e porgere al-
l' infermo qualcèe aperitiro amaro. Se la malattia è recente »
rade volte non si lascerà combattere da questo semplicissi*
ino metodo , pnrcbè venga dil^entemenie praticato , e l' in-
fermo abbia V awertensa di guardare la stanfea ; > V esperai
»lfaii% eskendo spesso cagione di nuovo inceBdimento ilo*
fiatico nella parte. Se il malato non pn^ dispensarsi dallo
uscire di essa, tralasciate le ioTesiont tiepide, £irl uso di una
aolosionodi nitrato di argento { un grano in dieci once di acqua
distillata ) o di solfato di siaco. Quando lo scolo porolento è
•oocMtpagoito da «oiofola iadeboiitaento deli' «dito» il aif«
So3
Buchanan prescrire t mtrcnrkU oolPoppio e eoli* antiaoDÌo
fino a che U costitutionc seiit^ gli effetti dei primi. Io più
casi ha pure troTaio atilisaimo l'iodio , e* erede si poMa 5o«*
Tenti sostituire al mercurio.
Per gli iufermi del Dispensario, il dott. Buchanan si
trovava costretto a cercare un rimedio «che curasse lo scolo
in breve tempo , e ristauratse V adito htaManeameme ».
*- a Dopo mòlle indagini sulle proprietà di diversi medi*
camenti convenevoli alla cura dell' Inflammatio suppurata^
e dopo averne diligentemente studiato gli effetti in infermi
travagliati da qnesta malattia , sono stato si fortunato di
trovarne uno, il quale sebbene estesamente usato per viste
ttieroantili e chimiche , non era mai stato praticato nella
cura delle malattie di quest* organo.
« In on C9SO pertinacissimo di scolo pnrolento da ambe-*
due le orecchie , con notevole diminuzione di udito , . già
curato sensa successo con molti rimedi, mi diedi a speri-
mentare una debole mistura di acido pirolegnoso, sotto for*
' ma dMn)ezione, e T effetto sorpassò la mia aspettativa, es-*
sendosi tosto sminuito lo scolo, e qua$i immediaiamenU ri^
staòilào P udito. LMnfermo su cui feci lo sperimento ( una
donna ) , ebbe in pochi giorni il contentò di potere udire
qualunque discorso gli si facesse, sebbene proferto con voce
affatto sommessa. La materia perde subito il fetido sentore,
diminuì gradatamente di quantità, e il malato si trovò af-
fatto libero dalla importuna malattia ».
« Ho ripetuto pid volte T esperimento di qnesta inìexione,
ed ho trovato ch'ella ha sempre corrisposto nello restaurare
r udito in ogni caso di scolo purolento accompagnato da di-
ninnsionc della facoltà di udire; e oso affermare, in questo
• nel passato secolo , non essersi introdotto nella chirur-
gia acustica rimedio ptk utile delP acido pirolegnoso ».
^ L* autore corrobora le proposte cose con diversi casi pra-
tici , pei qnall ci é forca rimettere i leggitori alP Opera ori-
ginale, li frado deirinjésione vuoisi variare secondo le cir-
«MMCanse* Lavate le parti con acqua tiepida , s" in j ella il
fluido in modo che vada direttamente a contatto della su*
Ipacficie escociiaa 9 abcraii. (ali effetti dell' injeuonft sona
5o4
capogiro per pochi 'mi nuli, indi qv senso di ealor pia <re vo-
lo , e di TacuiiiÉ nel capo ^ e iofioe» la restituiione deir u-
dilo. Duraote 1' uso di queste .inìesioni'» violai, mantenere
scioUo il Tenue.
L4 Tavola illusUano mirabilmente la parte operativa del-
r Opera , che meriiereW>e.di «tscrt tra le mani di tutti co*
loro che si danno «Uà cuta particolare delle malattie degli
orecchi. ...
Traosactioos oi the As^ciatioa of Fellows aod Licen-
tiates of the King and Qoeeo's College of Phjai-
ciansin Iretand. — Transazioni del Collegio medico
deW Irlanda ecc. voi IV - Dublino e Londra 1824-
( Seguilo della pag. r8o d^l precedente Volume (i) ),
a
'OSO di una giovane che ha. rigettato 'e seguita a rigettata
dallo stomaca gran numero di inietti t eco,, di W. Pickells
M. B. , urko dei medici del Dispensario di Cork ^ eco, '—
Maria Riqrdan , di 38 anni « è T. infelice sobbietto di questa
Memoria Ad onta sia in oggi snervata dal lungo sofifri-
re , non manca tnttaTÌa di que^ tratti che caratterissaoo una
cpstitttsfone e una forma, originariamente robuste. Ella è do-
tata di squisitissima sensibilità, di temperamento melanco«
lieo, e di «bito religioso di mente. La sua fantastica me-
lanconia sembra aver , incominciato dalla morte della di lei
mad/e, sulla tomba della quale andav% giornalmente a versara
il tributo del filiale, compianto , senza alcun riguardo al ri-
(1) NeW impossibilità di dare un minuto rajfgumglio di tutti
§2i jitti Accademici che si vanno pubblicando presso le ineim
vilite natioì^i , ci sforzeremo almeno di far conoscerà U die*
morie pia importanti ehe in tali MU si comlcìsgonù.
5o5
'gofe della Cagione. In una di qoeite occasioni , oppressa
dairaoiiteisa del cocdoglio e daUa ifatica, fu trovata la mat-
tina sefoentt di»t(^ sulla tomba, ia istalo di iasensibìlità >
a:vendo colà passato una «otte intera d* ioTerao» Megli alti*
koi sei anni vebnfe travagliala da vomito di sangue e da in-
tercorìrenti convulsioni. L'autore la %idde per la prima volt«
in luglio tSiQi e siccome era oppressa da febbre,- fu tra-
apor'tau neNa casa di ricovero di Cork, ove, trovatasi ma^
lata di fegato , eon idcopistia eematemesi»v«npe ritenuta in*
torno a^ dicibtto mesi» '^solito cura del dolt. Piekolls» "Siei
primo periodo la donna era «t^la presa piÙL volte da iscuria,
che dì quando in quando area 9uJlieslo Tuso della sciringa.
« In alcune occasioioi'» quando ai lasciava raccogliere troppa
orina, la dònna liberatasi, dlalla tensione deir ipogastrio vo-;
mitando* pretto fluido orinoso ». Maria- era pure tratto tratto
assalita da improvvisi accessi di una infermità che avea seui-
bianza di catalessi a stanteohè rimaneva fissa colle membra
nella positura in ^ui si trovala nel^atto degli insulti : negli
intervalli soffriva di varii sintomi , come vertigine » cefalea,
auKSurro di. orecchie , pervertimento dei sensi delia vista,
del palato* (iteli' odorato. Una volta divenne affatto amauro-
ttca per quindici giorni , e guarì mediante uno scolo icoroso
dalle orecchie. iLL\dmateaiesi, durante qiiesto periodo ricor-
reva piii o meno frequentemente , là quaotiiii del .sangue
rigettato variando , |xer «erfiàine medio , da noa piata a utia
pinta e meaio. L^ inferma ,solevA^.- lagnarsi, di*' un singolare
dolore mordace alla bocca dello stomaco ; e. la sensibilità
delP addome era talvolta sV squisita, che il .liOCQameato piJt
leggiero^ o. 'por anco: l^ axia scossa da, una perdona che la
passava dappreaso, bastavano t a fada cadere in convulsio*
ni. Variabile era T appetito, e vomitava frequentemenio
il cibo. La donna si era. avvezzala Rimangiare, gi or naìmeo te
grossi peazi di .calee^>, che avea trovato adatti .a mitigare il
Senso di bruciore che provava nello sioikia&o*. Avea sempre
la bócca acatecia , e una, sete inestinguibile. Un fietore intol.
lecabila usciva dalla golaj la Jiagua sempre imj'aniata , gli
intestini pertinacemente costipati. Le purghe lunari quasi
cessate dal principio deir efpiiìfiione degli insetti: nel cofso
5o6 /
d«* tr« atiDÌch« precedettero la e«inptrt« di ^eili. otpiit
importuai ^ era stata toveati att^ orlo della lonba $ Matti ^
per bta qaattordlci o quindici Tolte a Méuw ti aveaso aai*
nistrati gli aitimi riti della Chieea.
L^ espulsione degli insetti ebbe principio il dì 3 di aprile del
iSa», e da questo giorno il'dott. PicMU ntitò quasi giotw
nalmeme la donna sino al 99 di aprile del i8a3. La prinn
▼on iiione di insetti, ( Lartfae ) ebbe luogo in seguito ad nnn
violenta emozione di animo , e fu ioiniediatainente preeodn*
ia da nseiia di sangue dilla boecAi dal naso e dallo oreeobie:
Noi non descriveremo i varii insetti » in tutti i periodi d-^
bruco , larva, e di aotmalo perfetto, minntamento esposti
dal dott. Piekelit e rappresentati nelle Tavole. Osserveremo
però , che testimoni dell^ espulsione di qnesti animali furono
spesso e fautore ed altri medici, ragion per cui non può
avervi argomento per sospettar I* inferma di inpostnra o di
artificio.
« Sono sicofù di vaintaro assni meno il numero deUe larve
dello scarafaggio , se , indipendentemente da ohre pn conid*
aajo espulso dalPano, io dieo averne la donna, a diverse
ripreee t rigettato dallo stomaco non manco di setto cento »
dal tempo cbevmi diedi ad assisterla* Dorante lo cute -olio
le prestai, i miei comi particolari ne ùinno junmontare il
tiumero a ben olEre quattro eento t non comprese in questo
calcolo quelle rigettale nella mia asseosa di tre mesi ; perì»»
do notevolissimo, stante che quasi ogni {(iorao la donna
vomitava delle larve, e, in qualche incontro, ne ▼omitfvn
fino a trénta per volu. Molte venivano nceise, mossa In
d9!^a dell' ardente desiderio di impedir» la pubblicitli del
sdo caso ; molte' però tosto vomimte fuggivano immediata «
mente, svolgendosi presumente dai vaso, per rintanarsi
nei fori che incontravano nel tavolato. » -« « Ben oltre no'*
tanta vennero consegnate al dott. nùmp^$ólt , e quasi tutte «
Compresi due Individui del tenebrione mugoajo ( Trifòrio
motoor), erano state espulse dalla donna in dtvnrso vohe«
me presente. La media grossessa era di circa un pollice ;
mólte però, eh* io stesso misurai, erano hingho un «pollice
o nesso. » •» « Le larvo doUMuietlo diptofo» qnantnoqu»
i 567
• detta della doiimi» espulse onieataeate sette o otto volte ^
erano uscite, si può dire, a miriadi, dotate di pienissima .vita
• di a;{tilssimo moto. Si ignórara se V inferma avesse riget-
tato di queste larve negli ultimi sette mesir
« tie larve dello acarafaggio , pocbe eoceHaata , erano vive
e assai vigorose; né seosa vibreaso si poteva vederle
saltellare loafgo le pareti del vaso in eni erano custodi-
te , aWargando tratto tratto le mf soelle , e stendendo i piedi
dentati, o talloni^ come osava cfaialBarK la sgrasiata donna
che le albergava^ nel vèntre. Talune , che parevano mor-
te , tornavano in vita esposte al calore*.
« Chiuse in. piccole scattoliae vote , alcune vissero eltra
on mese.lisig. C/ear,' di questa città, è riuscito a mantenerne
in vita pia di on anno parecchie rigettate tra lo prime, col*
l'averle serbate in piccioli vasi di terra ripieni di argilla
assicurati in modo da non escludere r«ria. Alcuni individui
delle larve del blapso , eh' io diedi al sig. Clear , serbati
nella farina si vedevano rìsalhre continuamente alla superfi-
cie, come fossero impasientt di mutare on soggiorno che
loro riusciva importuno : al contrario , collocate neir argilla
ai seppettvano prestamente in essa , quasi si trovassero nel
loro natio elemento. 9- - .
Intorno aJ modo con che quesii insetti^ o piuttosto le loro
ova s^ erano introdotte nel ventre - della donna , il dottor
PicktUa, ila da essa risaputo , « «he ali* età 4i quindici anni
all' incirca , essendo morti due sacerd'oti , che Maria teneva
in ahissima venerazione, alcune vecchie donne Taveano am-
monita , che se per nn certo tempo ella avesse giornalmen-
te bevuto una certa quantità d'acqua in cui avesse stemprata
della terra raccolta in sulle tombe di que* sacerdoti , ella
sarebbe «tata per sempre guarantita da ogni infermità, noti
meno che da ogni peccato. Conforme a quella predizione»
Mmrim si era recata a Rinsafe, distante dodici miglia, ove
nno di qne* preti era stato seppellito, e avea raccolto un
grembiale pieno e nn fasxoletto da naso di quella terra.
Soggiungeva^ che , al suo ritomo , avea potuto procacciarsi
on buon fassolètto e diverse brocche ripiene di terra del
Sepolcro dett^ahvo sacerdote , che avea avuto sepoltura io
5o8
qitefiA ckik.. Biaria «••▼• d^ iofoad«re aeqoa di tèmpo in
tempo ,.t«ooBdo il bitogoO) io un vaso oooteoente una por-^
alone di qpi;Ua fere a , e quando le p'oaae particelle eeano
cadute in fondo.» oa la tracannava aTJdaoMnie. »
Egli è noto elle ilblapso mortiftaga abita i cimiieri e so-^
iniglieyoli laog)ii raiecome però l'aocidente testé mentionato
era avveanto dodici anni prima ohe Maria cominciasae a ri|[et-
iare inaetti dallo «tornano ^ egli pare diffibtle di spalleggiare
coir analogia la auppoaiaione deiresaer eglino sk longamente
rimasti nel sistema. Non è Inttavolla imprabaMle , che ipie>
sti insetti, a vario portodo di. STiluppo, venissero rigettati
•ftaai prima delP epoca ■ precisa in coi si coqiinciò aricono-
acarli. Infatti , egli pare , che riceccatà pik minutamente la
.diinna., quattro* «nni indanài la data «upertormente accen-
aata , eHa arease evacuato daW atto , in seguito di un pur*
gativo , qnalcbe cosa di simile a ciò che in appresso si co-
nobbe' consistere in larve delio scarafaggio. Però il dottor
PicfudL , .tiene più probabile che gli insetti eotras&ero nella
bocca f quando questa £intastica donna , circa otto anni fa,
andava a passare la notte nel cimitero <i).
Da questo fatto intanto si raocoglie quanti disordini pos*
sano scaturire dalla presenia di animali vivi nelle prime
vie : e quanto importi * al niedieo nell^ epilessia ', neir idro-
cefalo , ecc. di rivolger V oocbio a escludere il sospetto di
siffatta cagione, prima d'intraprenderne la cura q«1 senso di
malattie idiopatiche (a).
. (i) f^eggasi in questo sUsto Fateioolo d en«o del doU. Tnle
di queW uowio che rigettava dallo stomaco larve di ine^UL
. (3) // proposto raggua^io termina cqI mese di Fei^ra^o
del i§23. In fine del volile delle Transationi, a forma' di
Appendice^ si legge una Jfota del doti, Pickells, neUa ginUa,
seguitando e f^{ fa storia di questa dona^ fino a die^pAre di
detto anno^ soggiunge, d^e V.inferma ha /continuato, a vomitofe
come^ prima larve 4^1 blapso ,* se non che iwve^satasi aW uso
deW olio di trementina f,i:omiocià. in guasto p^oi$io aVsffeUcre
5og
' l>ue eaii di groAs( turno fi nel còlio- estirpati feìicémeme ^
con oieefuazioni ; di R. Adam», jÌjB.^ ecc. — ^ Esempi éi
opeèazioiii èbirafgiciie ferdiìclabifì,'80Do cerrameDte i doe-
Gasi che siamo per* narrare^ Il primo dimostra la praticabi—
lilà delU-cstirpanonedi tiD'ttumore- che protubereya alPia-
fuòri a lato della faccia e 'del collo '^ iateraandosi fin<» «Ha
base edel) cranio / e- « ooiqpando iotaim«tite la natiirale si-'
tuatione delU- piipotide^ « Nel 'secondo , il tumore era-Ho-^
tevole pel volume e pelle '«stcae conoessioni , giacofaè era-
più grosso -delta -testa dell'' iafer ma , donna attempata e as^
sai I indebolita. Il risoltMo di quetto^Caso, osserva il dottor
jMk/iiS'^i'risgintrda'.ad -nn «rgomenco inforno a cui tuttora di-'
seM'dé è. V opinitNiv dei e^imrgfaiy.gli nni mettendo in dub*
bio la cooTenienia éè ]^raflicare i»'? operaaidne otc sì estesa
é''la> tkalaMJa; gli iittris adunetteiidetie la ! cromrmetolezsa ,
ma^ credendo 'mal sicttra Pt>peraxiobe' iieiits* farvi precedere^
l'aièaeeiatafa'dellaioarotide òembne.' » -^oUa acori» <di questr
casi mi sforzerò di provare, 1" ultimo pròvTedia|eBté"0dii;
potere «he 90C0 -e nulla oontriboire allB4ÌciirezeadelPòpc''«i
rasioiie., raemre che deve notevolmente mfinora^e •! gradi
di probabilità' del ricuperamento dèllUnfermo, » / • • ; ^
i.^ Cajos.fi^ C. ^ di 34 «noi, d^nna di- tempra '^dicala-,
venne >a Dublino con un grosso tumore, di fórma- : ovale /
siluvfb óbbliqt»aiente sul lato sinistro dei!» faooÌB'e 4ei éotlot)
Dalla sua massima altesta , ohe corrisponde: a' dna lihea ti-
rtftt d»lla >palf ebm alia( somttitè deUn<c«rtihigine> dell? Grec-
ita ,• esso 'Hi (prolunga allMo giii fino ali» distanza'' di due
p<lMiéiiftaU'anio9Uisione starnale della clavicola; anteriormente
ai d»v«^an «i un pollice dall' angolo della bocca , 4 poste**
rt«raJettic,.pa#saado' sopra il processo mastoideo, • si estende»
par* qMl0bsi4raAt9 eoi margine anterion del trapesio. B colio
dd tuiMneha una^jcìrcpnltvcnsa di< qnisdiei pollioi e mèszo /
••-*•'
I . ». e.
maggior *numero tèi lane daW.mi^,. che ^ dati» etomaeo» In ifuè-
M» iatenmlio 'ettàhiuà*i»a -^^ lamei'O'jifitéUì^viventi deléii^t
^ icltre il ÌMM^eidel àemeàrioàaf e piar turdiipur 0nco .aiamitè'
bntfoidì una s)$eeif «fi^dsoicak . > » l - ' > '> -^ '•
5io
e U parte già groftta Bim eeeed* qufti oltre ón pollice
questa raienra , ragione par coi il tumoffe non peade tacco*
flaandato al eoo oollo , ma e aodaaieiité itdereote pec hett.
eioqne polliei alle partì che a lui aovtcogoao il soetegno.È
aspro a berooeolato alla soperfioie! esterna , dì eonsistentli
assai dora , e serre di ostacolo al perCsMo apriaBentè d^Ua
bocca. Da quanto pare^ nessaaa parlo é slata apoetata., ec-
cettuato il lobo inferiore dell* orecchia ,; obe il tumore, nel
erescem ali* insb, ha strascinato con seco , in modo ohe
affatto impedito è V ingresso ^eU* aria nel meato esterno. »
La donna tncconiaTa che la ttah^tik area incomincialo
Tenti anni addietro > nel qaal tempo si eea at veduta, di na
tomoreito sotto l'orecchia, sulle prime asoblle , ma in aa«
gnito diTcnnlo fisso , e che era nodaló crescendo sempre
pib. n dolore , che sì faèera senlire ben di rado, aeccituato
nella primavera e nell' aulanno , era leggerissimo» ma la de*>
formitli , rciklendnia sobbietto di curiosità , trtsse la donna
alla metfcpoli per cercar modo di liberarsene. » Esaminaa*
do diligentemenie il tumore , trovai bensi che ^o sembra»
va un po^ fisso leddove copriva la parolide , ara ohe« tutta
la portione che occupa il lato del collo era io qjialche^^jno*
d» mMIfir't'èi lasciava distacoafc dal lato delk latioge ,
e dal muscolo mastoideof e quantunque presso l'orecchio
e- V àngolo della mascella inferiore si approfondasse di trop-
po per permetterò di riconoscere colle dita le connessioni ohe'
area in questo luogo, e nello stesso lampo èervisee 4IÌ io^
pedimento al pieno allargemenio della bocca ^ ia degUli tiene
non era non pertanto che pocfciaaimo^ impedita • : • ^eaamiaito.
attentamente le fàuci , mi sono convinto' cbA U Isnage non
era punto interessau profondamento. P^r qaesia conaidesa*
zione non esitai a consigliare la donna udì >eattomtitleiai to«>
sto alF estirpaaione del tumoro^ aRa queir oÌia.>vt>ieniirrasa
mente assentì. La mattina del dì 16 maggio 1818, coirajaio
dei sigg. ColieM , Wilmot , Duggaa , Ciuaek , Harrison ,
e alla presensa di altri amici , '.iMm^eii V estirpaaione
del taOioreoel modo eeguènte : collocata è'ialrrina oriaemii*
talmente sopra una tavok , col cap» iieolta atta luce ^ cqr*
minoiai dal fare dac incisioni , ofaìi 4atta pane jk^ aita ai
5fi
csuncleTaiio alla ptne pia basua deltuoiOM» comprendendo
tra esse nnn port^De di cuto Uioiata «dereni* «Ila . di lui
•operficie* Iodi, dissecala la cute dalla .sua. parte anteriore» e
tovesciata snlin gaancia » separai la' aisti a qnalclM. profana
dite. loeontiatesi ora delle difficoltà nello dìstacM^are il tomo-
te, dove passava dietro il ramo ascendente della mascella,
ci sforsammo di levarlo dal. di dietro, ma in ci^ non riuscim-
mo che paraialmente , finché alEerratolo fermamente, a tirsn*
done il collo , ebbimo tagliate quelle parti di capsula , le
qaaliy connettendolo colle parti sottt^oste, s* inbontraronp
di singi^re rcsistenaa» Separatolo dal basso alPinsu» cima*^
■èva da dasuccarlo dair incavatura deUa parotide i nella
quale il trovammo fermamente conficcato i epparo^ in partf
coti' uso prudente del coltello , rivolto sempre il. tsgli^n te
al tnmore, e in pane con oa^ti stisarebiamenti^ tutta la massa
fu svelta. FinaUiienle, disuccammo dal musaoUmesoetere al-
cune portioni di rimanente capsula «, insieme alla parte ,ta^
letiore della parotide « alquanto allexntai li'sangfie che ver-
savano-le arterie ferite venne, ^durante • T operaaione y re«-
preaso dalle diu, e dappoi colla le§Mara. Non essendoci
presentato il dnito della parotide «giova- credere , oche il
tumore l'avesse smosso* dalla sua s^de naturale , o -che esso
avesse sofferto una tale degenerasione. che avea perduto
le apparenaa naMraU ; il che a me sembra pia pr<^)abile^ »
L^ inferma sostenne Toperasiona con grande fermeasa d'a*
inaso. Si trovò che il tumore era stato appoggiato sul la|o
della laringe, e in gran parte sul muscolo sun)o«mastoideo;
Soperionaenta e a fronte, tutto il muscolo masaetere esane
-alato tegliate , e dietro di lui il ramo ascendente djdUa mar
seella e l'angolo anteriore del muscolo. mastoftdeo «reno .per
qualche ttetto dinudati. Fra qu^le ultime parti ,. il tumore
si era seavate una profonda cavità ,. circoscritta posteriore
•mante dal processo mastoideo , anterioMnCnte dalla parte
posteriore dell* articdasione della masceJUa> a. dal imnscolo
ptefigoidao, supertoffOMÉte dal meato uditiva e dairorec'-
ehio fino njla radice del processo stiloi^eo. In somou^ fa
meno atto acoperio latto loi spasfo eh» la paeaiida òocqpa
oaturalmeate,.-* sansa Over tsotato vestigia élciuio dL.qocsta
Sia
glnidelt. • Il tamore , idèiù estirpalo > peiart mt libbra t
sei once ; era di tessoto cfellulosd , s«M^ in generale-^ na
molle in 'alcuni punti'. T^a» massa • era •arcoodata* da ona cap»
sola aderente^ la qoalo dispensa va propagioi > fra i molti suoi
lobr. L'interno del tumore, pel eoo aolor giallo e».per la
coosisteaxa, si aceostarra allo stalo di earciooiiia; però non
a^ea qoel lessato 6bro- cartilaginoso che molti * credono • es-
aenslale a cpiosta orginisaÉaione morbosa. Ad onta della
fòrte febbre sintomatica soru il <}«arto. giorno, nel qaaltof»
dioé»im«> la loferBia era in istato di nscim , o in sei . sotti»
mane la ferita si trovò del luUo Oicatrisxaia. Sono onmii
passa ti «ioqoe annldaM* operaaione; t la donna • seguita a
godere ottima salute.
Tulli ootfosflOno 4e gravi controversie insorte tra i ohiror-
gbi intoMio alla coweni ettia o-^possibilitè di estirpaae là pa-
Totkle. M tSteo*' «narrato , osserva il sig; jidam» , si> può forse
eiiairp é <pro e vontro' quélP operazione: Si imponeati,' eraaro
le apparenrta/ ehe riconi àeì dqrnrgbt presenti erodeiiero
los8# stata realmente svelWi la 'glandola» daUa sua «avita, e
r autore iaiesso . sare4M>e ecttrMo qel 'saedesimo divtsaaseoao
•e 'non si fosse- trovato- predispose' a ^nsara altrtaseati dai
^obbjii cfa« rSi 'SbttO'' sempre- laiMÉlientttf «fila TpossibiHtà- di
qu^la* operaaione; <^*4liflétiutoiii un iloesa^v mi* convinsi «ho
net nostro* caSo. tratlavasi «!ìiicameo%e * di «no • di qoe* scm<r
pli^i tomon cistici y'f qaUliy'nati ori(;imf<atafeaM>da impSer-
fetta risoìiiaione ds qiialrbe glamMa- KnlMca' aroltasi sopra
la paroffiie ,' col successivo' a<foresci«»éittf c'j colla coinproat
%ì&àé baeteo ^ft>ttlosHO'lUssofbttaD«tfio di 'quella porsìone dì
-girtbdal^a sttlivìiile cbe stava softo di' esMa rtioCaff i > unto par-
lotta/wd càs#*Dostro, era P obtttMaatoae 'di quesi^ organo »
elle M sblottparte di' vera* so«(Caa8a> glandolare-' ciiè si < potè
yfeonòsceré ,:<Ai quella* pieolola porzione > •che , rtasanende
èopra il* «lusc^olò- wassèiero ,>tion era stata né ooperia , - m&
«cbia^a^adal taatore, » I ' • • '■ '\
• il* ftig;('^<jtfiii# plwrede laitavia -obe altri potranno rìguar»
dare soanr alito assito qaestvisaDria/^o «raderla itendenta
a pvooara/^malla al^ssoi nella" relativa : posiamone .^t questa
gtedttla cba dsWMi distorai.'dJlU'ifliirafifseAdtai** resorpar
/
5i3
"liiooa. Siod#D« W powùfk dura M léttiqio ^ajó^T«iiii« ^^
vìtft im|Miii«ro«iUe i é que^ mi ebre imh» erano •caii e^lite-
BÉti. dalia oooifirMaioiia .del tqnareai Usciarafo «tiiciirare
con poca diflidoUli , così si è potuto ffeoHmani^ eiritère la
«vena >Ì chiave 'ini eroa e là ciarotide ^ eaètndo eaM - Tenuta
«btaffacsantvia TÌsla, « Pttrò.non *TÌ/raol« grande iatgagno
ji 'oaaaprcs^re, che I' estìrpasione ..éi un tiimur ..arjcicp dal
cattai;» ^siano quali ss Togliano ì:buoì auaatbl,.itQn può mai
•aaope aooonapagoata dalle diffieohà iéaaj^aliili dall' «slir-
fitaalone dalla 'pi^^iidv ìb itiato rmurboMOi' nò U diiruigat9
laiaaéoèi.tli lai ^ai sonp a^taaersi «li tanto peto per Indiurci
SI • eradere, chefun'op^fosione aifFaita si possa eseguire tenta
liir oltraggio, alla prbdanaa' da enir non 'dere .mai andare
«ooaapagaata la > saaioiiala cbirurgia. Delta osservaaioni si
pottaono liir calere tuU'al piii per^ppovarey che neUa< sem-
plice regione della pacaiide Jn.isfa<aa0riiiaÌe,Dnlla avid che
posila in medo.a^soiuio* togliere al chisurgo la possibiiità di
«^tif parla ; ma se per uo momento' coasideriamo il fero
àtato acirròsodi questa glandida» ohe è quello contro cai i
obìrurglii anatoiiiici dichiarano imprudente il tentarne re**
stirpask>iia , «piaAdo eijoèla ao»ta0u delia glanoola é già
oamipres»idaU' aeieoe carciaopiaiosa ,^. qaando per qoesla
asione ^emat A è giji ingrossata ;- e eoa4'ertita ' in no tumore
«laro.f nott'-elasueo,- cbe neo} fo mài' mobile fino dalla Sua
origifté I in 'albera oooversemo , eonó persuaso , eon coloro
ebe jfciaMetigiMiQ sotto tali ciccoatanse non avere pie inge-
renaarla mani»» chirurgica. Ne, consultaado la storia di que-
sta. mAlauiai può, credalo» aterri ragione di recar in dub-
bM> la pr4iidensa di questo divi^^ameoto • sapeadoai che laU
affesioni rimangono eiasioaarJe. pervenni» mentre ia sperienM
in quasi tulle le op^cèsiofii praticate per T estirpasi one di
tumori..eanoeresi>oi odnTinae purtroppo non doversi riporre
•ebeipoehiasim» ficlumaiiwdia Imo elficecia. e
.> FittAlmeait, l'amore osaervia, ebe mentre sno intea4ioienlo
ò-^dicbiarMle.affo|iilfim!e«te inconieaelrole l' eatirpaisione
de^ia 4>aro|i4e4Oi:^af0 «/l'.ma/all'Hy egli vorrebbe non di
JlkéfiO si.seni«||e .:!" assoluta. necessità di ridsuov^re que' tu*
mm saocati ot! eAia^i /iSbe talvolta orttwiio^QU*. regione di
Annali To/. XXXFUL 5J
54
^•tu f^wMài 4«aBiÌD«^e, a dir ver*» ù «Utlingtora. i^atfi
•le éu€ wp§eì€ di tMttori •!« Msai Toke cqm dittoiUnkwy
dovcmlMi perei4 eoniforaMta» il givdwia, • accoa^ delle
individeeli oireeeiedce.
' 9i^ CbM* BHfWft-Dsljr.dff (Starai, è de Iragi» teaipo
iio|iai de •■ leiéoffv» efa« e poco e poeo è aedeio' epeeecn-
do , per Biado obe preiraioaMate ne ba ooperto ^oeei lotto il
ooMo f peBdeadéte sol petto » aeo feote frwre ioeoaiodo.
La melÌMtìe ha «eoofliiooìAto- irenVaooi le do oo dototomototto
pnmo reninolo delle «uMeelle iolwiore» il foal «OttiOffe
■letioneffo oe* prlaii aooi, itadè 'poecie yradetemeoto
teeodo, eebbeoe etsai e rileoto. « Il toiMte he eli» fino
eeipiittelo un toIobìo iiot»TolÌMMio | le paMo pia alta- è ai»
teata pioflto 1* ofvoabia deetra » la oel earlilegioe è' etata
reepÌDta alPioeb$ <iì f|ai il «ao elleeoo ti etteode obbKipMi-
neote lo avaatir Mpto il- fama ed aagalo della flieaeella lor
feriorr, ino a dae poUiei di- Ik del meato del lato .iiattiie f poe-
teriornieate eorpeeee il ptoceieo niaelejdeo, e ditOendMido
Werio la- eoBiMità della spalla eaopre per ben «dae 'terti» il
VDtcolo trapceìo , ore , Iveiaado il aMiteolo , la Knaa, obe
«irootdHve la parto iofnWe dal eolb> dei toaiofo» Mende,
In dlretione Mnii«oiroolaro > eopre rartìeolaeiòae eiaraale
della ainietra ebnrieola , eoi tooca , a di qai al margino del
aMseolo maeloideo dei-lato opposto , per- eteandare qaivdi
alla maseella inlifiore luafo il tato eftniatto ' dslie laringe.
Cosi , il ci4lo d«l tomore ba f/enta^iinflro piMtd di-eireoah
fereais'^ e comprende tatto le perii Impovtliall dalla ragiono
eervleale; soperlormeote , ti taoove -eoa sormonta sempll*
aemeaie la mescella iofefiora , laa' sombra innabaipsi " eome
venisse dal didietro e tra qaest^ omo , daMo spasiotra
Posso ioide • la basa dalla bocca; dal qoal paiAo, diseon-
dendo' atta alatola , oaopra tana la pane anteriow del
eolio , Bormootendo laiieramoaie la' laringe' e le traebaa , lo
ifbaW del f amore soao sttte cacciale tarso il kfa sinfsirok
Per slfVliCla diaposfsioae/ le pane piti gracilr del tamore,
c^oaatanqae la più meritcTola dalla nostra ctfasideraaione »
è tphim air amiotf , e aelto stetsò tempo a sgbismbo M col*
\o, cfataando lilmania di irobuis, dkeKidau entarlomianie
5i5
ftaseoA^c to(U> il collo e la claticola, pandendo, tnfla spalla
e «sul lecace finoi^ia tersa costa, ««Ila cpiale non di oaaoo,
aoeetlo quando il ospo è piegalo , non riposa punto p cir-
oofttaàsa la ^pule, pigliando in ocrnsiderMÌona T «norme di
bii pèao', iddioa che ttoperiormeote esso htt qualche fermo»
o o^aco^ «itaeca: egli è , infatti , di duretaa lapidea e co|i
molte ifrei[^larfi< prominense alla soperficie. »
Diicordt^faroiio i pareri dei chirurghi 'che Veduta aveano la
doniifl, ee^aotlo tali oireoaiance conveniva praticare Top»*
fasfoM«L4erò, esaendoai riflettuto che quando la dontia dar
Taai a < passeggiare dtveoiTa livida i|i vokor'ed «ra minao-
ciaAa. dn imminente soilboatione , si credette di assoggettarla
a un rtflMdio»' oomoiique peeicoloso y anaichè abbandonarla
ad onji pronta e sic«ra< morte.
**• Opvm^oHé « 18 dicembre 1819. Collocata la donna soptia
ausa tavola , coir ajuto delle stesse persone che mi aveanb
nssietho air operasione preeedente , e di molti miei giovani
amici y procedetti questa malUna a estirpare là malattia nel
modo seguente: feci una incisione, dali^ orec^a a sghembo
ani mento fino alla cisti del tumor», alla quale immediata*-
■sente aegiiì una profusa emorragia, sk che».prinia dr prò*
cedeee oltre » divenne aeceasario di legare molti vaù; se-
gnfiaì iodi la dtsaeieaaione nella aitessa linea ,. sfiM^anAomt 4fi
dietaocare il imnore dalla, snpesfioie della maaocHà iufetiorev
a cui, come pre^^odeva ,< aderiva fòneaiente; oltracciò , il
timore ricevea da questa regióne- il principale i^ftusao di
aangue. Ifafatti, fti questo il periodo* piti imbaratsante .ide)«-
l' operasione ; ogni nuova incinone em segnata da un geito
di sangue , segoatamootcr dai vasi maseellari «sterni e lio-
ciali, ohrabhisognava>aUacciare prima- di proceder oltre fpeh
là, soovcHie .tagliati alcuni ifsrml legaoMrnti. chetenevano.il
tumore ,• non istillò» ^espoco sangue dalla regione' di sotto
Toreeohia e la*- màseeil«« e. le arterie <4ie non ai" avenno,
legate cessarono dl> dair sangue^ Oék, era lalftpo di- dietaOe^
n la. piiraione • abbarbicala .^a. eagione pia inlerioro del
cotto i il c|»e'ho potuto -pih agenalatente effettuare : fatta
non inciaioae ' circolare : , e«oUevato<con una imi:woii t,nmo-
fc.» noA;ittoontiaai.di^aoltà'a pcYtr^aire fiik dove «aao stanra
5i6
•aHo •temo-fDMtoìdeo; se non cUe tre^tti quMfl fif»ore id
ItroNMneBtfi advfente , rhc non mi fa' poMjlbi'U di lepa^atlo
dftl iDMOok) f il qoale. doT«tti per oone^nenaa U^iarif dal
hmstù aW ako- oade^ irinovlara <;«ella masM alterata* Rtstn*
vaaii di éoioglietlo dai profondi attacchi aottn.r orecchio e
la maaceMa iafefiore. Non avendo qatTÌ iacontralo iodi le*
gamenti che riohiedeetero 41 taglìeme , mi vaiai del manico
del coHeUo, delle dita, etoprattaflo di tovoinieaU;- c^on
qnaaii meeii rioicii a avellerlo e cavarlo foort ipc«K>.. Tomo
ricuperaia la dÀnna datta uneepe, nella qoale ^cfidde in-
madiaiaaMBte dopq!^ ToperaBionc ; allacciai «rahi piccpk -vasi»
e il pili; pretto yche ho potuto medicai la iieelta^ la qéale
riehiete diversi ponti di cociranu La donna sostenne Pope*
rasione con aÉolta Cortesia di animo <, areodo dato «agno di
dolore soltanto allorché it irrfisva la laringe nd diicacdaro
da ^aesta il tomore. Alla sera ebbevi leggi«?ra emorMg!*» che
-SS lasciò* atfcsiare della eompresaiono , aensii richiedere il
riaprìmento' dslla feriu. ». • j <
lioUe di particolare oc<;one fino al quinto giosnoy eccetto
oB gràdoale accfleramento 4cl' pnko , non' però olste qnello
si ave* ragione. di aspettare. fiic^^seetO' giorno, .grand» ah-
battimeoto.di iorse , dolore di- capo ,'naosea, pois» eeléri ,
^fiommìk f palpitasione » delirio ' leggiero. Kel settimo , tolti i
ainlomi si aggravarono per modo ,. ohe pareva ridotta agli
«stremi.-^ Calomelano; oppio, le jdif^le. •— La bqoca
4etttà. pacato l'asione mercuriale» i polsi si-feocto mono lae*
t|nantj , 4e lingua si nettò. « Da qncsu epoca , t le coae p
éiensk a rilento» mn per gradì progressivi» andarono sempro
p64 migliorando ». <— •'iliumére ;.disiao«ato daHa sua aede^
liesavn «cinque libbre e sene oocie^ è qoantetfqne- fosse rie*»
«tnsaSmo di vasi aUasiiporficre^ tagliato nei mesio >noa oflieran
vtaseolositii. Verso 1* estremità pie grossa era una cavità •else
«onteneva preesoché nna pinta di'on fluido albnminoao ;
«ella presenia del qoal fluido» e nella o^gantiiasione can-
'Cèroaa -della- nms^a alterata, li dotti Adorne trovè argomémo
.ftcr. temere che la malattie ai sirehbe rionavnt» f pteiiagiò ,
che pur troppo- si avverò. Ciò non di mnno, l'antore pensa
che qoeaia tgnizi^ donna irenisae largunanie ricooipensalft
5i7
MUtt sua eoilrggìosa ritoloatOBe di sommelteni aW operasio-
ne , dai -ire anor di' retatÌTo aaiglior essere godati in ap-
«pretso f fpereiocclkè dalP estirpatioBe eiseiideai reso libera il
respiro , ella ottenne eoo ciò di pro1acr|^re la rìUé li dot'
tor Aàanu ntm dubita puato» che se l'operasioae foese *tata
piìatioata- ijpri ma si fosse introdotta TasioBe cancerosa nel
4umore4 II ritoltato sarebb* stato ogaslmente fetice , come
nel easaipreoikdente. ** I» qo&lnnqoe modo si ▼Of[lt» aKidifioaro
il'pf06esto*«>peralÌTd, egli crede sempre superflao, e il piit
delle Volte dannoso il prrparatocio' ripiego dello allaceiere
•la «earotide comane prtina << di procedere • alP estirpasione di
un tumore sìtonto» nel collo. Questa aUaccjatura^ accresce
sempre il «grado della siiasegcrcnte febbre sintomatica. « .P«-
th , non é questa la sola obbieaione ohi ìo^ propongo contro
la praiica'di sostitnìre una pericolosa- consegneosa In una
operasione , che con quel prOTTCdimentò si è creduto di
«endare mvmentsibeamenle ptb sicura ; ma creda altresì si
possa recare in dubbio r> ulilitk e la prudensa di quel me^
desimo ripiego , essepdo» di <opin ione 'non potersi con -esso
firevenire T emorragia , anzi grandemente dubitando s^egU
•bbra pure la possanaa di moderarla f yantaggio il quale,
in ogni eatOy' si può sempre ottenere dalla temporanea
cttoópreèsioneidei vasi che yenitsero. ferHi sotto ginocchi
dei chirurgo, sansa compromeiiere si davWeìno la <rita dd-
l' infermo, esponendolo al doppio pericolo della febbre rir
aulftaote «da una eatesa ferita , e a quella ohe naturalmente
succede ali* ailaectatOBa di un grosso tronco ■ arterioso. »
Ji>' autore é persuaso, che prima di staccare la parte aniar
fiore 'del tuàiore, o di ferire T arteria liiascellare , sia in
fMttfre >del clrimpgo- di aasicnrarsi, nel pih dei casi ■% dell^
«éroride . estprnm , e , tispcito ' alla, carotide iruerjta , aosiiene
.che questa potrebbe- Tenire .ofCoss jolamente quando il coi*
tellot aTCsse «a. muotersi nei lato faringeo del processo sUt
•loèdeo ,^OTs^ ben difficfifabenfes'innoitra il tiimofe> « dove
non eaeebfaa Inair di petjoelo: il seguitarlo ,: non oslante fosse
«tata legau la carotide comune , a motivo ohe non si pò 7
tsebi>effO evitare la vena iugidare e gli tsaptortanti ner^i che
la. tcascdttonoi jggli è. .da ^ueale nsgioni • eh* «gH è. mosso n
«i8
cratere , ia tati operasìoni , «Mere ntglior coveiglie lo lAase
preparati alle diffeoltà che poleaaero ooeorrcff», aMiebè
«dottale Olia violeata nìsota , peìr aatleeilero «d «ceid««li
ohe potrebketo probabileBeiite non lotert entra.
• Oimr^aùoni e tpwriàrém mf^ acidi ddU^immtn» Mt ma^
mof di R. T. GaAtsa. —L'infermità dell' agreaaa .disieoaMc^
è éì famigliare , che fa maraTigUa eomenon.aiatcne aneùm
eaattamente etndiatn le natura. Pcrb^ T indagine ima éaenaa
diffieoltà , « cagione delle aoetanie eterogeneo etansìaoiè aiel
irentrtoolo prima del Tornito , le <fnalt ftinno ai eké ben di
rado venga da qoello rigettato- snlficen|ie eopia.di nòidoi» di
eguale qualità, per poterei ietitnire un «orso melodieo di
nnalitiche sperienie. Tattavolta , «lU aotore loocò di- vedocn
un eaeo nel quale ha potato intraprendare di ooalllattì ape*
rimenti, e qnetin è appunto T argomento di- cui:ai oeoup^
' ttella ennnaiata Meararia* > *
Entro nello spedale degli inearabUi di Dublino^ una gio-
cane da diTemi anni travagliata dainaulti div,OBnto,'ebe
ricorrevaDo a intenralli.di circa cinque fettioMne, • der-
ravano ogni volta per dieei >o quattordici gioruL Gli tnaukl
erano preceduti e acrolapaguati da dolore e teoaibilità noHa
regione epigaetHca, cni>Bncced^a nausea contigua e>TO*
mito quasi istantaneo di ogni sorta di cibo « bevanda. Que-
sti malori seguitavano giorno e notte, quasi senta inlemi<»
sione. La giovane eepelleva dallo stomaco giornataicnla
diversa piifte di flnido , di sapore aoido^ e «di naHira «k
acrimoniosa , che infiammava ed eaaariava* la góla e le al*
tré parti molli colle quali andava a contaito. »— 1^ rico^
noseerese il fluido conteneva qualche ecido Wbard^'ildotCs
tìra^es -ne raccolse una cena quantità di qnoHo -che l' In»
ierma rigettava la mattina , « la«efatoh> posar», «vidde ebn
esso leparavasi ti^to in tre< parti distinle; la «opariOre,
consistente ia an macovdsso fr^^amoso; •quella di- meaab>^
viscosa, tiaspaMDte e di colore paglilirino| I* iiileriore^^iana*
Ioga alla preoedente; ma micia *coii un sedimentò- tecooso
'Variamente colorato, k eobbìcsto di sperianca elesse «là por*
«ione di memo, lamedial^ mente-' cibi arrossè- • la^aaem tao*
<hin« , né il Qélok rasso . kffoiaTMi diatrngiera dal caioss
/
5i9
Cita. 'viwcffioririifbAtile »0fi.^e4t>;preeipì<atov BUD oofll' «oifiift
di ealoe.ima n* di«d*.di im colot/biaooo-«gJaHofnolò. e Lo
dsuUn» 4Ìi'«inMioaÌMMiiluk..i3tlD ,a» precspilato ibi«noo , e eoi
astmto'd'afigfiiila an^waeiiiìMto tbfc»idMto».i! «fudb, etpair
«lo> «Ntt-i«c«» ^twteàm tcAor ìMtÉmwnemamtm. ILfpreciipitM»
C0U^««el«lo 4^ pi««ib0« 6» pure empìat»^ • «olabiU aeira-
«id» «ilrfiM yalUHig»i«> .«salÉùaAlo. «ol canssUo 4e^ saMbto^
pareva coDtoaetae « muriato e foifino di piombo^» 'fìittiUftto
fl ii^ofiÉ, nóbiMuA tAemk\à.ciào,; la potsiove timaéia dalla
•tacita* ero M'wanfnm piii «oM|a»»>'0*iiileilfiui-^niii «Mpta^di jmif^
taria Tappi^Haia'y e^»aa praAno^atras» il«abia, ii conveniva
fiiialiBaa|e> » . «n^ daaao laiiraltcì v 'aaifAiia omt «l&rt«tOBDsa
•eU*>aoidp««ifenc»ialÌaiigalo. ^ . « ^. ... *-
* Q4Ma|ì Mfmnm^màfmomuHfm^itkm^ii Snido* ^otameva dèi
mMeè i *èitf :a«idD> iibet» . ^iìtà wéimtiki »& dai f «afato dr «irfee \
éà'^mw''^ pak^aali Ydai^iqtiaU hc^m» paita i'«fe^o<a«naaieOi
invali 'MnapiMMió. è* tfiaaativi'*pert iaceprire'l*:ama' o addo
« «ieor avir>'Auido. fOtvaaaAa ptobab iké* la preaieaaa - :dfil ' «eldo
Idureo ^ «bm* iirat'ievMnliliià. inni àetào di apa|tt«iaiili par
«oooroiiil^jqÌDfato^ panlo , {Mitiqnalt • et -li ^oiaa «taiandaaa il
lei^ftAtoiaNs^lieBaorial ofigiaala^al pijQpoaito «oatro^baftaii*
do^ di; dipr, 'ioÉe i im- tfanieosa drUVautore ^ detti, etpaiiaMaiti;
AwaUleMhtpfovato 1^ tdemità d«U^ acido dallo «tmnaoo ool-^
l'faoidè(»laUioot^ eia -soataaiiiaie aaa dtfifcee»ta dalPaddo
actaìoo aDlT(|uala.À atat* eoveoito oanfia^»; dappaiobér^ i^a^
oì4p di ^«|.ai ikarU'^i kftciava ^apofaisa aaeadMsaa eaoio«
|^làaa^dt.ani0vai^ea^|(aa»ta lapamaielofid ai {Mieva «ipiaiavf pià-
«apll* saaca .faaavole pandiiam adido.; qiiaador acido aoe«
tÌAo è iKHaaMaaeata volatile.» « -^itecoaie tatto il fluido 4^!:a
^èéafta i < doainii «a^ò • dwante > dodici- gibitii <potaada¥a la
|MFopràlà t di àin^in» «n aMdtKtaaiea|e ' ia e ots^ la earta' * titt^
4*ln*a'i.cQsà{ra|;9iiardevoleiilvvf asaeria ^taca lr^i|aaaijià> /Ar
aaddo itoiitpo)'i«aia>aoad>ibai»:cbetwc>i dovala qaaato pario«
dau La./^aaiatéólti ai.^tuagaMatie <»atiaaata di ^ta^tta copta
di acido» ove la digeatiooa era per coal dire aoalpéaaV e ia-
loio atdwnaaò ckm ipotrtìaiHwaoie .r^kava taato* le aiaierte.
naa <iCl»aè lliiegara; ae ooa «ol aupporra cl|tf« daua* «ald»
S^m^éiftQéMà» Jd ttaa< «^araaàaoa iìiadM»Maatfie^«tder«»
5ao
chimiebe propnetà nole^tsBÌaw { eaMne. éki iBÌogKam gK
ociidi 4}i fiioiabo » «li ^moit , ài mt^uU^^é^iM-mnomm ^ di
«0Jogli^#e ii fmCéwaémìliMt •ild.ròeofiodo eifìenrefOcnMf wi
caso 4i Mii^ .sspnrasloiiVT^txidedo acido «slip »towBo».jamay
. no , larè a taèanr cpia| iivo¥o:.i|lid oU(f»lfà<)piiilMbjiflieiiia
apargar ìumte anliaiaMioai ■».aniie 'mufaHia ^dil/^gaMa «ryiao
fiiipitittailte«'é I- • '* V « . ' fiù u 3t'4'j;i .:ft«»> < ' < i
'fBerteliué hanooparlf» raot^O'-laiire^ Jo^aoltt*. i . Uuióht'à^
eofpo vmaBO} ansUagli è aoltaaèoiflioi'^iiidi ^wiihiti. cl^^aaao
t^^leolltra. Emo Aaa paò <bj|aMhii .dallf tf«|HHi||MM|tone« me
da- altro procaaio JawKp—daot» i dalla ^ìtUiià^'tcaBaaBcadQ
8otlo qnesto rispello colF area ^ «oU*iaéUla>3m«9<^!}eMcAlia
altre loalasxa lobaaì ikicoétra«4» aMuaaBiàaf»4.jà«i«|« jprudoiii
4i-aaparÉsi<mi aohnaliv ^ potcbi br.qualiià«kaiÉaibtIiide(flaido
1i)f>aMlaiia>:ida<^piaila ìnltraBa*, itf Ì4aa9i aff^lf* aitila} gala^auHa
baaaa a anHidèlitiii «taoo prpf ìif iitnaia icgoaib<iiì(|aalli iaba ai
»4»iaao qaaado' ie. aiaAarìa (iklto ^loa[laa• ^ihaaldiiìtolMi prifaa
di f)MeraffigalfatQ{ casi ra«iora> pana va^^Yèl0^dra|i<Na5volr
aieaia'oafiobiadeffe; abe» cpiallfati^^i^iaidbipreaiay'^'^eflala ,
alla rpr ^saaM- dMHcùjqr^miìeéj.E,^ ibàiiaai Ifeairtaqd» i?i»^
pofiaiiiità< di parta qaalla aùa-ctplatoaa^oaaa 9aUr«aBpbriéBsay
« 'ooteata MtpportaèiUi , aoggmnga!. «flfci ini fai .pfaaaalb! mmk
OMsoxiiiina gìoTiae sigmura ,.U qaaia. 4a^aTa«t.>dà4aliéBÌa]ia
db Moiàaeo.' figli f»a«a «Mendo dHraHia:da>QiÌat;prÌBa'V]tttar
a.lioaeDiaoKaai ataai daH? -«ardila del-Auido^it^r'*^^ »*I'gii-»
s^ ^ paaagoaara> col 6ela. >Jona|ana i aMfo ava ^«tmm quan-
ti là » oaaia cSd^cmiì chVègil. ndliifatiBW|B arraia^a -dao oànm
torohioà^-toaBÌaoiai tolto il procatao ■ mjiiwuwMHla i dm uiiii
to', a trovai ohe il ilaido ora> feataaaMiteuigip«rgailiH diiaaidy
laHiaot iibara* A rapai di .poobi 'giÓMMi«vaiidpHl'MafaKi(«l^
oapetatA i7 prdiiiaba^aliìUi»> qaaaiO/leapKt paQ^'xpià>i;lie.inK*
•laotaqianla • ri' mèàiàk W9fvin^ «dakiaioMBOo poidr oatta.
puro «CAI «ff ira ia aoaiBMgfcaf ainaa»a >àcor wwta fijipliimalft— -
di..aci(ia'U|,tioo., à:. i^o » ..• .n» ••....! • L U /^vi* ,v • * i
la^^Ktaai^oaiìoad^ i4icibo vaok|iwaAa pu»* poao* ik aai^iili ,f aà>
cba dif iaaa ^aapaol «di affotBara-k caau inrMmi^dl$émtif§r^
5af
•«ne i^oUilà' Mfreibi&i'' dtli«|renil, vàie ;«^ dite «on mifiore
tolaittità, del éettfr «eMo. Il sigi> iHouMo^ be ptire moeijreto^
cbe il flaiilo* iJ»JJ^il«fis«fti cfedsto f^rtpcoUre , e dotalo
di lof M soUmì eimeideMiroli^ .efatèmato syeoo gastrico,' ooii
è eb» ao ntacnglìo dft.aalfea ei maeo «-acido quaédo vtane
di|(eiittX',. seni acido. Tfuanéo'TÌa»De oont dimenio. »' ^esta
acida mescolaosa di aaliTa t muco è stata ultiasaafteote e»a^
attuala da ^beuMtU ,"H iqmèa tfotjb cbe doYca la aiia aci-
dità. aU? acido latlitou ;« hhumt dhi^iio polito, che V a|^tsa
detto 'Sto ma co , ài eui èì èpca8jo'*ai lameatano gii iodivi^ói
traTa^iaù da . dif pepali» , itcai a» d^bb» aitribotre satlb' stessa
origine ji iioaió&e^i«bc, dovrebbe *easere dà molla imporlaosa
per .la'ìpuaisot » 'iitsa^|ia^d«c»:iil>'caaftpacaiivo. valore de^ me*
todi;>usiitt: ialqatlrtajmWÉtlja , «lotot ^ei^rqoaK pdssoao me-
aamcote.iiettffvUaam»^: Pavido ét^àtóygaenéte akri n eaerci-»
taaA tia^SBfliieMà.aabiiare/«9He'ffliidlr' seeenicnti » Somma
céseodft V in^oemui- delsiaiamui oervoaov ••n è d^ mara^in
glii|re<r aei Pf^aaza ddk» «tomacio ' é jHr^anti a^idi ( cfvaH
pn»dotM'»di>»pacverfiia.*<afmtt4«ÌBer>«lam> -fleveAti aeqoèlat
quasl-'i^mediat» di '.«mastoaa< mestali > St>òwda fango timiipm
aappoato y ebe: la Nmaiiini M jfefradabbatfia^.aQa'aaiooe' a. un
acid* ichc ÌBoeatpa àel%eiitff«^)ó • negli ìmeaMi fi j m««
dioi>5r^dóoOM|iostanMBtè^,^ohe. illtrro*d|ibbt mpBf^HitM tu*
sale ^ jpriaMi>4li^poieBe amutriff^^e leócM, o impfeasÌQiiare Ja.
ooaiiiiiaiflite;;p^ «aiicatoaaerMaioBb sap«»doai quesu^eff^ut
arerkiogo fìk cdenemente. •acglfciiadÌTidtti , travagliati, dalle:
acidite. fofUwiatamiairn, M mftt»mìO'. e l'argctH^tobe fii^wano
i sali fiii «»UpuMÌ ; l»oii4t!ÌM^#i|^bilÌ£daU'a$id«i .lattico ■» a
aeQ0;ichia.aonaf#9O'iK>tipi/ofigiar<di: osaidi. E ^«ata è Iqrsa
ÌMimpp^^p0tfivtki»\fim Ì»|Wttlliroiio .^seaiaa dèaoa m^mna.
d^ai^«}»t<>».o «scff^urio mciì0Moa. iUmoi la fiartieoUrilà ^ì^al*
Olmi di aoffrica aotite dogUfa di.i!afttre^e>p«i«gasicMii jimodMe
daU^aao. disila piU(^li,;pi7gHmiB^fltpgriala»cQlM»sNiU sHu»,
il 4u»me idi*pilkda jMiMMiMì^if en4% probabtImtfQla d^l tro-.
▼arsi per caso acido lattico nel canale alimentare, che pre*-
alanienic la concerie in sale. « Nei bambini , famigliare es-
sendo- la/fra^oat' dciTaMol oellp^ stomaco, svoale ^rudehta
5aa
si QMSca un ••tofbeatB «ott' cMàa iiwréMrftlet » uk fifi«
•I ora dft Ivngo ienp<»'k oalseyl»»^aid9i^opf<MieadoM «ìlii
tN»ppo npM^ IowmAmm di imi «èl» oMMswrmto ,.$mytù m
nméen «fumta yttyariiHw di .vN«è>«ii« • sìmimi.' ».-«.(
leggitori eh* ooaai owwi tU tpgri— — Migli* aeidi delW JI4M
naca adla ditpaptw dai afgaari Haait ! a * ChiUnm (i> a» ai>
aadvaaaa attara qaatlo. ^atgonaMo imaM»- marita «ola ^
BiMnra iadagiM* «
sedè primarm a ia'aaaa pia uawiaiii'iiiifa » éè '^H/mfUi ai^laCija;
di R. CAKtticBAM» « JSay. , «la. ««• Da' sai oaci< di tataaa ca-
vali dail^autava^ Mioauiéjaaaafè .da mofia; ,« quatto Ub
aa ooano di a4 aaai»^ '#airan> ■all' otpadala* .il di*3 afoytor
i8n, eoo é^ora a rigidilii ddtoaiaiiiaiia iolarioray (agli io^
timaiiio diftail«t 'nso*a«ado«QOt'dlÌ0ffak>'alÌa fcmaCia dallo
atoasico ,>ailti0àièvf»alti* foli a>'9»* Tra -aaiciMaoa pataM
Fiaiamio aTaa:fieai>afo%aa>la|^ra><(aéiaèéaaa tallo atioco
dalla gambia dcftaai laitiwi <a«— lei' at ataw» ■dictiipaii d«
quattro giurai, qaaada l' iafati o^ytaoa amamiO' natia vap»y
diia.-*-* $ Agofto.Salaséo «daHnapuéo- di .^«1% o^caia aa»
«iiaaala«dt alia' «di riainótt di «oliai di-araiaantiaa a landaao.
4« Vofia aMMaaaittattti» patata. frinaiMaioacufiaH aHa ,cor«
•««a ogbi ^atlfoaaa^ a fiwiaai di. liaiaiaM)» dit «avtai»
attciico -laaga la ■pinadaraala^ogM aaiafbapio di^^af^aa;.
^a^aata f^aaia di laardaDO-^ógni tra «w. ^"lUtmmk- ^am»^
aloaa. 7 Boeca itaicaia' dair«tiotta • marèariaElai ^' daaiai. ao**
parto di paitola* ; ai atomi taiaaéci aaa' aiaaarba^. 9 JMoca
a)Mito alla laiaatia dalla mxmw^^, ai 4iy>ia • T alio ék noia»
ooa toaacitaw 10 Daraao ^•.kipatttgdl'd!m«MÉlMar*'tiaaira'
daaldefio 4i ^Tata dal paaaiiv bba'^i .«Nan^ aacaiitetoi; i-
fiotMii aoaitociaa^»' a dealiiiarcf ai •«foil»i*iièo>id«lnp«aialk:
i^-SiaaiM da a^gui- rittadio-: <riaffiirBMi'<f»«é dof»a ^wér
gaattio. l^'«tilo«a «laMo dttliila aa- il -aftaiaito^ aia «iato cIm«
aato dal panali o. dagli altri r#aMdl$('tftriìa>piii abà , aacat»»-
taata il piftlali>-<iiùtt gli altri madiaimami abdo « itali iaipia<*
mt^
+•'
<i) f^«tt^ « ««'^l^ ^94a473de»l M..3aU^Iitli9a^'4Q>l^^«
S25
HKti ia«dliii«Éléiiegk'alcri iol«iiii>. Io 4ue^oft«ì-« U.dpUi(pAr*
Hiidlmd^ ha praticalo lat^aneiiU .il tabacco per diiiero , -^
iDteffiMttMhté mMo loma di iiaeimra nk^ti^iuw vùiQmA . al*
luDfatA iM^'fle^pia, um aansfei alcim paofittus.la nicafiao»
pf^Toeè bensì itaasea , voaailo • Mdori copioai , jpmi< qo»
«bba iririà -di YiUftaaiw i ONiacoU. »«« Dei cMquc caai tai^
«étnar^ollft^ Éioète , >tt do4t»'<7«MMiie^«8f jaUflttoa. Hcaaaa 4i
spararne due, e in «afrauibi ■•B.«4roitò jicona-anorbosa alte*
hizìóii» , tranne noki ^trtnfpBBanti ne^ iitimiiMl tanni di
uno. ^8aaifnirto-4o tpiml èMMlo, orn in «mbidua in ituio
normale ; e cosk'le mtnibMao -d« coi>^nrcaiiio.-iNuUa dica
T autore dèlta cbnditilNié èNglmgU ''dal fian sianpaii^o» nei
tquali , j^iuata ìrdbti» ifn^tii» (i), amra|6e aaggio la ooadiaio-*
'ne patologica dèi fehrao. Il dett. Cmtmibhmel • cbinda . la . aaa
Memoria €oll« ae^dcnti oaterrMiom t i.^ f^e acaioni oacta*
^el'ii^he niilf ifhro di morboso »taAdoQÌ.saralato fuorché della
cootrii'sioirì nel titfoo- aUaaai|tft«a , «gli^éatebbe cosa ia^por^
tante V investigare in aVT«iilr«^ se il «iaioasa del.aMrf. 4jrns»
pdihieut non partecipasse in ttutdo ap«cM« »li|uesta aCfesiòne»
facendo argomento di panibolare' indagine, lo sialo ^ que?
^to tfei^o e dé^ snoi giinglt. Siceoasa i seou.'A .le fnnaioat
iotellettoali non mostrano disorétae 'noll^ andamooto delU
miHattia', così"àon è da ^etedof«*<be 4 mtcìasi poasano di-
pendere da alieirationè diM^encaMo.L muscoli ideile ^tror
mftà cbe I loro nervi <asotiisl«ffaiien<f riaovono dal ,n>idolU
spinale, patiscono il meno* e probabilmente .soltani.o. i«
èonsègbenaif dellb TiOlénte «oofra^èm- dei- moaeoli dei Ironr
%o. I mdscoli , che' i prittii è di preéereosa * TeAgono sflÌMii
nel telano , sono ^elll destiaMi alla ntastiòaaiooe , qw\H,
che servono aUc funatoni delP- ioighiotlire e dd-.tespù^ro^
'que* ibiis'ò'ofi, Sn'stfhinsa , i cnf ner^i eoaa«oicanoeaolmjvat
mente cOl iierv; sympathiC^Ai sig.C«riwtfdk«c/yassi«iisa non
av^ mat avoforl* opportunità «d^tacootraee alterato il- w^^
dolio spinale , ad- onti ch^to|^ abMti speaso e oen m&la dìv
- « »
"Il jt <iti II 1 ijj IH n/.».ij|j|t III, f j|,, } , i, ^ I II
5a4
lìgeàsa «taraioBio questo orgmo^ 9.*. Etspetto •inmtéi, 9di
ìoteèn ìnèhpHùBtihììe T oppio , il qvalo^ tfbbfnc imo^fMOfi
«K proeadciare Ift foangioaé « sarva aailafioka a hlamtiar II
dòtolre a gH' altri aiutooti^ Confida- parli c«liyri»c9lai «alUaiip
dair iMg. tartan stiò. , a caoaiglia di.pfovafa a fragarlo aat
baaso- ▼entra. Pooo ipar* dai bagni fraddì ,a)faldt» aà t^aoa
ohe'dfli meraoito. Perb ; '«piando le./4|tt,e.. |iM9|iip: ^p49' ./llle
tftlreniiià; « aoao «aasai doloaaaa.i Jsoaraggiice, a. pcaiicaca
il m«rcttria>'partioalaraBania>< inaiama ooU- qp^io, ouiMiq^
ae ne' moaooU già aiaoai 4ntaado|la.a||it^#ioiM.^c^Dvol8i?e ;
«o4l' oao di eotatta naiaBala*fia4iuiHai#alii(ai^iMia » dandosi a
credere dr'avere.preterrato boa» mnoacp .d' infarcii .dai ta^
tano. Dalla emiasinni di aaague npn- «annoila iMa, profitto; .
anai erede aver vadu«o per- ease- %ocf l^rfiai la morie* Tra
i mttti migUori',- il* doiL fCarméohaél^ prppone |;li stirào-
U dfifMibili ^ a^ . tq^aumaaia. « l'eiara; ip larga ,d9»e pe^
bocca e per -elffetef», ineieaia «oU* oppio., T.ungvento di
tartaro* eaietieo fregalo aal<*Ye«IMi a.liaMo.t&^MO t^oipo Va-
ilo di rieiai e dr leaebiai^.pe^itaiieve.sciaUo raWo^,.» me-
aeolanka atravaganto » da cui , . qiaaad^ M^^o. »i,ouenea«^^ . di
ttaattare I* iofcrnii»-,' non» ai aaprebba ^ai Ittme rj^oayirc^ par
la cara' raiicaiale dei-iedwo* . ., ^.,.
Can di uvt^^UnawientieaustOA tUUVoppio^ di h.CRAt^Mtioai^
M, D, -^ Tre caaèriferiiica TaaHiire: i .diur,. primi ..riaaciii
Aitati, a-cirgiODa dell* aaiarsi di troppp. io^iig^aio a^aoccory
tarli. 1/ individoo cbafoima i( (lubbiel^o «,^ei >ar^, fu aalr
-«iter ed Biciodo divfligalo .piimi^ramaAla .di^, ^ig* IVray ^
dal*dott:*Ce^#u^« 'vaia a dira ipoUa .aa|imrsig(|^ .di i^qy^
fitàèt^ ^ Mal febbraio del igaS, il aig. C^w^nA^ ripW^^
aio per vlahare »una aignora, .la qni^r a o(|q .o|ra d^l^mat-
thio'» uA'>orae aaaata pdma del di Ini.atrivp, «Tea. bevuto
•iraa-dna-oace' di laudano. Lo ipeaiaia la avea minislraio
dal sòlfirt<> di'ainco , a dtiU^'ioluaivue^di; cam^a^iM^y « e^era
adopaeato ioutiloMMia par^ccjure il TCimìtocoa ulta pinna.
L* autore preacriMe due dramme di tartaro «metico in più
dort/mryeuia pio. Volendo diatogliere- k ■ dom» dalla -in-
vincibile propentità al sonno , il dott. Crampton si adoperò»
acciò con panniliai bagnati nell^ acqaa fredda ia' ài tenèsaa
5a5
omitiiiaftoietité iimetlato il capo raso cUlta eapellatara» »cbo
stofta posa act]aa Iradda le &( sprassaase- ia viio. Anzi v per
trarre partito eaiaoc^ dal moto e dall'aria Ubera y^eeé obo
la ^oim» -veikisaè pprtata in usa carrosta . scoperta., e : che
ii«l aieam i eaTtlIr. trottsraiio, si seguitassero le aspersioni
4i acqiHi fredda. Mercé cpièftto: proeediinBDto, non Urdò
,a[io4to • .ootÉ^arire il.'vt>m&o. « lé&ai ;. dàll'asleée simul-
tMiea deU'arié^redda, delle «tpersioni fredde»; e del oìoìd
in oarfoss» » lo stonlaco ricuperò' la nalurale aascelli««tli de-
gli eapettci. » A capo di uB^ ora lei dbnna si era- n'attuta al
pon&o y che' il -óoU.'-iCfampum ha predate tojraaasene a casa.
«fNeir aTveleaaaaeiao. causato dall' oppid» se ^iiSte sono le
preposte Tedaiè , ti luaiodo- catativo «doTi^hhè consistere
net far oso iatesedtatariiailte di eq^ etici ,<< rader e la ca{>eUa-^
lura deU' intarmo , eSfor^> all-rària libera e praticare asper*
sioni <l^acqaa> fredda, iaeeadcilo contettiporaneafBeQte muo-
vjire aopra ao cetra aaopettCkd l^er rer «oliare * meccaorcaoiebte
la sitom^ico , atilb pot<ébll>e . ri nscii^ ! aliftàà la* soiringa ■ del
sig. /uAé ^i)>, ben ioteao the il. saffico sia ehiamatò per
tempo, e |>rtma .che il veleaa abbia esercitato rasione nar-
caCica sulle /orse 'vit^i .de| ystema. » •
Caso^ di UkrihgUe ihUu f ««rie ti. é prmtieùia felicement» la
tracket^tanùa ^di i. CaSMPik>s', M. D. -^ Sf tratta di nna
lariagiio aeata saaJegvita a flogosi' cronica 'delia trachea e
dei bronchi.* JUa- traobeotoaMa , tante tolte • praticata infrut*
laosaaseaAe veHa «èlailra di ani ai diseorre^ ba nel caso
presente sortilo, fanon sooceiso^ preoipna adente per essersi
faUo/<iB larghJssiaao taglio, m^eè' coi non solamente si prò-
eaccip assolala libertà dll' inspirasioae e esi^irasione , ma
dalla ferita ha pottMo altresì fl^uire liberamente il maeo che
si era raccolto. L* infermo' essendo entrato nell* ospedale a
malattia avansata , (ad onta delle emissioni di sangue, del-
l'emètico, del calomela&o e defla ipecacuana» pràticatitan"
tasto) ^ tre giorni dopo tfotaTasi ridotto a^i estremi. Inftitti,
<t)^«g|f- «carta iS^f^di voi. XXV e a c^rtc 44t ^l
vo(. XXXV di 4fumi Aniiali.
526 f
livido in volto I gU^oocfai iMrotohtrImti , il r«t{iiro «pitti ii
{possibile , lo «ttrrtokà e totula superfieia frodalo» i. potti
Mtteliioti , Mloli a - iSo l>Mi«le )iol «fliinolo; aoMon ottro
noBEO avrebbe (votato* recare a^ulo faoroliè t'opeefteknio
della traoheotomia ; opfemiooo ohe fcptiitolito M dottor
it. -Carmkha^j ftreendo un tafjlip nef;H fategoownti (dal «ai-
gine fttfMore -dello glittMa tiroidea' ftoo o me 4ilo iwMibeo
air iacirea dallo etereo , e tegnitaildolo ^poiiMK'tra il «•*
scoto steroo-ioffdeo e eterno-tiroideo ^ inebéfà OMeio alio eco*
parto hi traebea. DalP Inbitfone non floiroao eboNpoelie
goocie di «aogoe; « non oecanlo la -dUBooIlè che il aK>t»
perpeioo della tratbea oppone in foa- fmmtmm ohe* iaoea*
aantevente anela a trar art» ne^'polflioni a Per eTiiare l^of-
feea dei easi- ìhiiomn«ti « cbé toleolta dMKprmio'fioo ali»
sterno ^ si fece V ìaciaione dall' iogfli fW iosii* oeNa soètaosa
di dne o tre anelli ; lo qoale inoleiove» il aig^C«NiiABAteei ba
ora creduto ài dflaiaro colle iiatlriei «ii^ egli 'inpiegt fie» la
operasiooe del labblo- lepoHno , oblio» ifoali ' si p«t«vieno «
esportare V oceoirente' poniHino di •eoatant» tracbealè assai
pib factlmeote obe col* coltello. L^ apertura fatai- di •al'bMHio
nella trachea avea la segeente figura '^ , ed "era -^sl grande-,
che per essa poferaBi feoilaiefito ioiM>darre il dito» nBÌgn<^o.
Tosto praticala V aperluM , osok da <^d^ta gre» oOpiO 4i
mueo^ e gK inkilia di solFoeàsiOne seaaitfonpa; tanlaggi ehct
a senso deU* autore , nel caso atmale -tion* si sarebbero con-
seguiti se si fosse :fettiÉ> uqa somplica mdséoae >a«ll» trachea >
per iotfodiHnri ia aegoitO'la soliftr caonnoOiaf; La coia' doHn
ferita ha richiesto moka dillgensa per «enìtrla tnOndn dal
muco tenace ohe miMacciaVa di' Ohtiklerlai> A eépo- di quia^
dici giorni ella era cioatrieaaia. L'Àreralo oeoi pòco dop<^
dalP ospedale perfetCaaseote ^oariio. •
SuW oph^aiihia puruUmim M neofiaiif di ?-. trALb £ap.«
chirurgo àeW Ittfwtuftorim JioéMttle per le mtihtiU dùgfi w
chi di DtAUnot .e» -ir L'ottabpia puiolenia» oèeia Tinfiaen-
mazioae acuta della congiuntira , condanna aonnsilmente
col di* lei- ìnfanslo "esito, gran uiiniero'itt"bainbitti a irrepa*
rabile cecità. L'. autore ha eeduto ^eiu . nalalttar epeeial-
mente ne^ bambine della classe pKi poYan della sociéli i o
527
in qaM che ? ivo&o a ^eso dttP «m^àmh Mie partorienii.
Hel più ^ei casi in cai la Aalailia era 4iveaata iocorabile.»
doTeati geaeralocnte acea^onaroe le ouidri» raceootaodD
i* aalore cMcni aaa volta preteatata all' Iscitiito asa donna
C0|la prooidcnsa dall' itide da cBUambi gli oceki , a i» aoa
aitni oocaiibDe ài aver vadato aoa ai>dic cha raeava in an
Teiro le iend di anbifiaa gN ocebt, oon porsi oaa di «mora
▼iireo , del proprio bimbioo^'^i* Non ostante le contraria
auioriià. Il dota^ By^ opiaa la oBalaiiia di ^oi ti traila
cbmmiicarai al bambino naIPallo del parta da «pialoba fe->
parasiooe morbosa della madre. Certo «gli é , cbie lo scolo
oitalmico possiede in appresso^ la forca di comanicare Tot-
taimia. Mentre tcrìraya, il doiL BjraU avea ia cara dtrecsa
nutrici « nelle qnalt Fottahma era stata inocalam dalt'ap»
plicaatone accidentale ai propri oecbi della materia cbe slilr
lara dagli occhi dei loro bambini. L^aeiote é pure di opU
nione, ohe V otuhnia oanaata- dalla materia blenorrhica sia
pi6 tindensa delPotcaknia rlsttlMota dalla materia leacorroii*
ca, e sostiene essere la prima più spesso accompagoata daaom»
ma intumescenza dalle palpebre, da cbemosi, da profuso a
mal eondislonato scolo , con rafilda tendensa alla disorga-
nissatiòtm. MatrottalaMa, cotti ane, la mjfilattia comincia so-
vente, per simpatia, in un òcchio, quando sta sul declinara
nell* altro; aia nalk malattia di col si ttatta, se un ocehioi
sfufggiti ella prima inoctthisionr , e sia oosiodiio in seguito
diligenumente dal comatto- daHa nmtarfa dell* altro, ne va
sicnrameate immane.
Qnest' ottalmia, coMe b blenorrea, ceda pili v^lta a una
semplicissima cura, ansi in 'qualche caso cessa spontanan*
-mentc^ il che serve ad inspirare ana pericolosa slcaressa.
« Ammesso il principio , ohe V andamento disiruitivo della
malattia sta sotto T inlluaso dalla virnlenst speaitca del
fluido inoculato, pih-che satto f imparo di (pialttnv|tte nkHi
cacone , per riuscire neir knportantissimo obhietttt di pia-
stameute distruggerne V atione salla saperftcie secemanle ,
mi dò premura di ricorref<e agli stimoli assai pih presto che
non parrebbe lodicario la laera defioisfone della flagast
acuta > e pih presta che potrebbe essere gittdieato conre*
BÌenU da qiidN che •Miiffferaiio lo scolo (|oal tDero aiiito--
mo , e oredooo non poua nuì correr p«rioolo^ V òrgano émì
laMÌarto io predo «il processo morltoso. Colla soUecit» 90-
•titotioHO defll stimolanti ««dei miti astrasgcoti ai moHittri,
Jio vedalo soppriniersi lo aoolo> o arraHarsi in coosogolteBa
il progresso della asalattia io moliitstmi' casi, aai qtialt la
esparieaca e V analogia mi aatoWiaaiaito a di» . olia ciirati
altrimenti avrebbero avuto un .osilo inieiiea, o^pet lo meno
che avrebbero darato pib settimane : iofaifi. Il carattere
apeeifioo deirinfiammaaione ci avrebbe dispaisi dal sègoitare
troppo a lunga gli emollienti.
« L^ oitalmia parolenta . dei bambini si mostra -• geoacaU
flueuta ne* pr^jgù c^atlro o cinque .giorni dop^o la nascita ,
con tttbora della, congiuntiva cha vaste le palpebre , e con
uno acolo di mataiia sotiile^ la quale , iasaiata< riposare sui
cigli ne li aggltttina per modo cbe si « -obbligati a ioipie-
garo qualche forza per ^srpaaarli ,* nei iace il che sgorga un
copioao flusso di lacrime. Questi lenomeni sono , gonatAl-
mente accompagnati da'somndf iotoUeransa di Ince, da ca-
lore febbrile, obe si aggrava verso sena» e non infreqiienta^
mente da brividi. In breve Ip scolo diventa paciforme* nel qnal
caso ha luogo una rerarsaionadeMa piressia, la congiuntiva gra*
datamenifc.s^iogrossa, ed offre Taspeito. del velluto rosso. ▲ que-
sto periodo le palpebre intontidiscoifo, per modo ctie nel tenta*
re di esaminare Toccbio i muscoli o#bicoUri sono rovesciati , si
che €a maslieiri di certo sleraoper ritjRffsafUaUA.prim^posisio-
ne, e di ajuto meccanico per mantenerli in<aÌto,.U, vaotre ,
se niuna 'Cura «i prende,. o é costipato, o depone materie
mucose, o apumose e vjerdogoole. »..
Quantunque la malattia deolioi tt^lvolu spoAunieamente «
avvi però maggior ragione di jenterne np cattivo esito,» come
'|a> morti filcatiooe delia r^rnaa , Ja -proc^idansa dell* iride , lo
agorgo degli umori, a, quel cb« è peggio, .lo tslafilomai Sa-
•qoele tutte, ^he si possono, quasi sempra.prav^nirr con una
giodiaiosa e solleoiia cura, «tìe si avesse la sorte di medi*
care l'oftalmia nel suo primo stadia (il eiie., nffVpo.vsri.,p|ir-
licotarmente , avviene. pur troppo d' rado ) ift cnraNè in al«-
lora indicata dal noma di « a<:uta . iutìammazione. .» IJoa »
o dna sanguisoghe^ a norma della robustezsa delP infermo a
'deirorgtnzi de^ sintomi / 8i àppUcberaéno sotto k palpebra
inferiore. Sì fomenterà frequentemente T occhio eoo nna de»
codione di capi di papaveri biasebi, della qoaie se ise in-
jctterà altresì 'tra fo palpebre; e al doppio fine d'impedire
V agglutinarsi delle ciglia , e di correggere la separaiione
morbosa dei tarsi , s^ insinuerà due o tre yoito al gioro»
una pomata composta di una parie di unguento di • niareto
di argentone sette parti di quello di spermaceti. Ogni sera,
si farà prendere al malato un granò di soito*mttriato di* mer-
curio e di polvere di James, e una cuecbiaìau da té di olio
di ricini ogni mattina» o ogni secondo giorno^ Le eslretnità
inferiori , e, sopravvenendo biividi, tutto il corpo s'imme^-
geraDO tutti i giorni nel bagno tiepido. Del resto, si avrà
cura di mantenere 1* appartamento beo ventilato; stantechè
V aria impura , e le abitationl affollate contribuiscono a £f
vorire la malignità e forse la propagasione della malattia, m
- Quando lo scolo ha preso una forma^più virulenta , è «ioè
divenuto copiosissimo e sottile, di color giallo. c«poi| o ver-
dognolo , è tempo in allora di ^adottare un diverso modo di
X^ura. Varii coUirj sono stati raccomandati , e certamente
non sensa profitto | però, per modificare Pacione della mem-
brana secernente e i^rrestare il progresso della malattia, il
aignor Ryall nulla ha trovato di piti efficace di una so*
la£Ìoni$ di nitrato di argento ( il nitrato crisullìsnto , come
pia puro del nitrato fuso ) nella proporsione di due o- tre
grani del minerale in un* oncia di acqua distillata, iujetiatft
spesso e con forse tra le palpebre, con ano aohissetto di nr.
gentOy o di avorio. Ora si dovranno tralasciare tutte le .ib«
mentaaioni e i cataplasmi caldi ^ e se l' intomeacensa dello
palpebre seguitasse , sarebbe d* uopo applicare alla notte, e
negli intervalli delle in)esioni, una poltiglia aUomlnòsa fred-
da, involta in pannolini, o mostolina* AÌV «oeessivo disten.
dimento della .congiuntiva per effusione sotto . di eata , ai
potrà riparare applicando alla superficie interna della. palpo**
bra inferiore una sanguisuga, ovvero eiporiandone colle for*
bici la porsione protuberante. Gradatamente ai orescerà la
fona della aolutione fino a otto grani di nitrato in. «n' oncia
di acqua flistillata. Di tempo in tempo gioverii minnmuro il
•alomelaoo coir antimònio a sera^ Tolio di acini, T infur
Amiuij. rei. XXXrilL 34
/
J3o
aipB« di mamift , o k ofagnetia' al fcnaUtiio. Nel grava péw^
turbaaneoto degli inteatiai, il aig. JI/attfaccoaMBdaiiBa coa-
«hiaiaU da té di olio di treast otina. Con. qoeaio nelodo, la
■aalattia ganaralroaiita ceda ia. poelii giorni» lo acolo piglif
a grado a grado nn colore piti chiaro , e nna spaaaaasa mag-
giora 6ncbé ccasa interamenta.
. , SuUn patcU§im deirepiie§va » di R. Rbiv , Hi D. — Trm
I lenomani carauerialici dell^ epileiaia a^ndoTi il pertarb»»
manto dalle /cria motrici f e qneaia fona stando aotto ì* ina*
paro dalla maafa nerroia ripoala netta colonna apinale;
coak il doti, llaid crede doTcrti V epilataia an^OTcrara tm
la .malattie a coi il nudollo spinala va soggetto. L* epi*
laaaia semplice A di rado fatale. Di 34 caai veduti daU^ au*
lora, dna soli . morirono , a da caso lui notomiasati» nei ca«
davari non .trovò alterasione morbosa anf¢e a dar m»»
pcm€ della morta , 6ncliA «od pervenne ad aprire la colonr
na spinale* Nelle Ter tebre cervicali, le membrane che invol-
gono la massa asidollare parevano coperte « di un tesnii*
vascoloso minatamente ÌB|etlaUK Le aliefati<mi, morbose delle
alita parti, particolarmente di 4|nelle contennte nel cranio ,
che furono la cagiona immediata della,, morte degli indivi-
dui antecedentemente soggetti alP epilessia , non si vogliono
fitanara che qoalj aequele , atantechi analoghe ialterasidni
a' incontrarono jn individui che non erano mai stati trava*
glUati da insulti epilatici. » filassima importantisaima , nello
inveatigare le malattie del midollo spinale, è di avvertirà
al paasar alle firequeniémcnte Tana nell* altra. Cosk, nn'in«
dividno setto la cura deli* epilessia puh soffrirà spasmo te*
lanieo , indi ehorea ,- pesala catalessia ecc. Della qnalc anc-
ceaaione, -o awicandamepto* V autore reca il segoente esem*
pio, ohe noi ci permaiteramo di compendiare.
•Un giovine aignora , di i8 annf , era da alcuni anni ao^*
gatto aH* epileaaia. La tasta non offriva mala confbrmatione.
Gcnafaknenta soffriva tre inanìtl. al «giorno, talvolta non piik
di dna in una aettimana, non mai preceduti da aura epile*
tica. Awa il polao contratto , celere , Irritabile. Avendo
P aoiora volato aaaer prcaante a nn insulto , trovo che al;'
eoa» ttlnatt prima del paresaismo il polso cessava ai carp^
. 53i
MsenratixMitt eh* ebbe io a|)pres50 occasione di eouffernarè
in ailri epiietici, nei quali yidde pure che iMntenrazìohe
dei polsi era il precursol^ ^elV iosnlto. Un vesaiea^ite man*
tenuto aperto fuUa spina per breye teeopo, paréirti aTesse
.moderalo alciin poeo la frequenza degli accessi. Però*» Toso
-ripi^tuie^ delPolio di terebinto area giovato' aneot di più,' l'o»>
ISo produccva' copiosi scaricamettii altini /e forte Irrita*
•mento aU* uretra, si che coIPorlna uscivano «Icniie gocci*
di sangue I aceidenle che obbligò a traliACiare il rimedio»
giacché l'<jnfenno non poteva sopportarlo neppure alla
dose, di oinque goccie ogni mattina. Gli Insulti tornarono
«quindi colla «olita frequenta , e crebbe* in propoirfcione V io^
debolimentp delle facoltà intellettnalt. i Agosto, Definì A
intenralli niella serÉ. Si legna di dolore lungo il dorso del
vervi deRe estremità inferiori , con frequenti ìsennazionl di
freddo Ibngo la spina, ascendenti talvolta at capo. 3i Agó^
ito. Ha spasimi tetanici frequenti. I sintomi cerebrali sf sono
lasciati liiitigare dalle sanguisughe e dalle aspersioni fredde
nlla testa. Traspira copiosamente y il polso è Oelcre , olà
molle, la lingua bianca nel centrò, t SetìtefnBre. Ha leggieri
crampi alle estremità inferiori , ed è soventi assalito da rise
convulsivo. Congestione al capo ; sanguette, aspersioni fred«>
de, eco. 3 Sttumb. Pelle molle e umida ; VjliCo morbosa^
mènle acuto; Vista migliore | naturali la messoria é le alfré
facoltà intelletluaU; 4 Setiemb, L' infermo sta 'bene ; seguiti
la convalescenza fino alla metà del mese , e va ih c^nipa-
gna a mutar ària. .<.:■«••.
Il dotL Reid ha scelto fi precedente easo come notevole
pel numero e la varietà delle mUtasionl dì uira Hàilattia spi-
nale in un* altra. In tutti i casi i* autore ba aVnto occasione
di osserràre che «il rapido cambiarsi delle*' acioni motbo-
$9, dorante i| parossismo, soventi differiva assilissistto,' tna
la regolare suecesslone in cui eUe l'una allìiltra^gofvano'ei^
invariabile »; A éento del dott. Reid^ ogni rfeeorreosa ìuca^
eessiva , i la cotiseguenta naturale deHa precedente.* H
primo sintomo deHMntoltO , die* egli , è la sospet^sione
del polso ^ variabile ìieHa durata da pòchi 'sécomU ^
M'ÀiAuti; égli è qnesib il periodo fìh Inngo da' Ini
Ycdttto, .L'inni epileliea è iocerUi « nolte Tolte jn^nea
alTatio* < ' . w
. . « S« tolte le altre forse che 'coatriboiteono e far ciroolars
i fluidi nel corpo animale divcntaMero quietcienti nel- tem-
po che il 'cuore ha cesta to di agire , ne sei^irebbe il ben
noto fenomeno dello fTenimenlo, Ha ', dorante la qaìe«»
aceoea epitetica del cuore , egli pare, ai laccia una raccol«-
ta di aangae in un* altra diretione; perciocché immediata-»
nenie , spesai iaiantaneamente , succede una rigidità ' tetn^^-
liioa di tutto il corpo y durante la quale V aria è talvolta ak
liubitanea niente espulsa dai polmoni, che l'infermo nwnda
nn acuto grido. Ho veduto infermi saltare soi due pie^i cin-
que o sei volte. prima di cadere. Nel Tratiafb dianai citato»
ai è cercato' di provare che la tetanica rigidità di tutti i
muscoli del corpo era una consegnenca . di. congestione san.
guigna, o di altra irritasione nella massa nervosa della* api«-
na^ Cj^e ciò avvenga nella malattia di cui . n discorre , é
fonfermato dalP autopsia di quelli che morirono in segnilo
di pochi insulti epiletici, prima, cioé^ che la malattia avesse
operato morbose alterazioni in aUre pani* Quando la^con-
^' gestione ammonta al punto di comprimere.Usostansa ner-
vosa f V infermo cade, e- tutte le parti sono nell* istante- ri-
lassale* — Ora Teconooi^ia animale a tutto poterò si sfona di
riattivare la fuasione, del respiro > che è. slata sospesa da-
tante i fenomeni diansi ricordati f ma questa sospensione
del respiro ,ha gradatamente prodotto una congestione di
sangue nel capo , in modo di ridurre il cervello . allo stato
apopletico , in fona di cai V impero di qnest' organo sul-
r asione masoolare viene interrotto. Di qui nascono le aiioai
irregolari degli organi complicati della respiraBÌoae.9 che
danno origine a quegli sforai convulsivi sì caratteristici. del-
r epilessia ^>
, Se male non ci upponghitvio » questa teoria è pia imma-
ginosa che vera« ^iuna prova positiva 1' autore adduce che
al sospeadersi deir asione del cuore debba conseguirne- naa
preternaturale raccolta di sangue neL midollo spinale, piàcho^
in altre. partf, E perché la, sìncppe comandi, produr noit
dovrebbe i fenoffleni dcll^epile98U.^Q«al .4liit(o, si à* -jStl
535
suppom eke U alerà /brut Moirici Mìa olreohizioùe abbia*^
Mo a M|;fiittire BtlkqotetbeBta epatica del cuore , e oes'»*
tare nello STeaimeftto comone? Noi non crediamo che nells
siacope le arterie ^ceiaiBO dioontrarsi' e di promùofefeilx
•angae, e per qaeeU. ragione erediamo ch^eHe lo ebspiti^an9
nelle rene pur anco dopo la morte, la' quale è '«icarameale
il maasimo grado della sincope. • * ^ i
-* Ma Tengfaiamo all' csposiaion» di ón fiitt» importantitiìaià
(tale alméno ò reputato dal' doti, Aeàl:} sebbene non ài vad»
a grado il m'od<^ con cke egli intende illustrarlo. '
Questo falio ^ il potersi far cessare immediatamente il
parossismo «on mesti meocanici ; i quali messi sono di duo-
aorta. Uao consisté nello allaigave' sforsatameote le mani e*
• apaira lardila dcUMnfcrmo , da cnf segue che «il malato-
éi tanto si adopera- ìnTolontarlamente per opporsi a quella
aforso i cbe ' V operazione tlolènta ' dei muscoli respiratori
«essa » 'gli oi^ni' tornano all' ordinamento naturale; di asio-« ^
Bo» I* infermo trae^ un profondo sospiro, o il-parosslamoi
finisce. ^ L'altro -modo di arrestare i%isnlu> sarebbe^ seèond»
l'espéiìènsa ^fell' antore ; atfcor «piti offioaoe, e consiste-
ir nel. far si cb« «i assistente' sprema a tutto potere collft
■sana Siertata- la parte molle dell*- addome verso la ' -Sphi» ^
nlentra l^infermo è sbstemita saldamente* a tergo, ool' capo-
o le apaHe aitate.» " - • ' '
Ammettendo i fatti snila testimoniaosa del dott. 'Réid-^
dicemaD<rnon esser disposa a sottoseriTcrei alla sprégasioifo*
cbe di'emr ci> dà 4' Lasciamo dunq^ie che parli egfi stesser
«facendo^ tempa fii^- de^i sperimenti per«ricoooscere'quai^
parie del corpo animale Teniva partiooUrmente - impressio*.
nata dalla i^oco <voraica prasa in eccesso , trovai che gli ani^'
anali (cenigli e cani) poco* dopo aver ricevuto nello- stoma-,
CO' il velano divenivano tetanioi. Durante lo «spasimo io ve--'
deva ohe il. peritoneo parevi strettamente addbasarsi e cem'^
primeve "le parti contenute nel ventre'. «Nel -pigiare a 'viva-
farsa una parte- di, questa • membrana .tra le dita, onde' ài-*
atftocam« una, ponipne e togliere- la» sopposta eompressione-
^glitatbslibìrV non rimasi* poco memvigliato in- vedere ssnì
bitaMtq^terfi^piSfarsi gli ^iMmi , e V aaìmale iaeominaiafe a
534
ret|Hftf« 9 «Mft» •• si rifereiM ék MHPtfokia fitiica. JMT mmm
In c«i ablMDdonftva il periioiteo^ gli ftpAiint rilonwvMq co»
VoUdiC} e ciò io potoft ripetere • piacere. »
: Checche. BC ••in della ngione del imior, tequetlo Imllo Ta*'
jiitee coBferaielò' diU^ eeperieiit» eltrat, egK è cerio .che ^l
dolL M€id avrehbe beo afteriUMo delle tcienBa colT averci
integnato uO ftcnpliciesioio awtao di tfCBCare, A piacere»
I* ueolia epikAico » Oell' incapaciiè io coi aieaao fi pia dello
iK>lte di corare radicaloietate lo malaiiia. r -
QtÉervazioiù mtdichm e Mmkht tal tulfoMo di ekinimm f di
VaAacta BAa/LBt» pn^ufor^ di ehimù» ^'CàB. ^^L* autore «po«
riideotò il foliato io trcola iodÌTÌdai aUaecali da febbri pe-
riodiche di Tcrio tipo* e io lotti eoo pieno eooéeaaew Nel pik
dei caci; i paroesiani ceaaarooo «4 ^<'*v o oel aeeoodo fi^roo
dalPoto del rioiedio; Volrndo r'aotore eoooecere il<niioiaao
di «olialo baiktevole a effetioare la eora , lo ioipiegh geoeral*
■looie A plceiole do^. £ acbbeoe da <|eeste' aperleoae noo ai
poacà dire inappellabilmeote deftoiio questo puoio iiipor tanto
di aialeria flacdica » ritolta lottaTolta dalle medeaiióe», che oo
gfooo » ed aoco neoo » prcao ire vokè ol giorno^ ho* virlà
lìdbbrifoga peri, adoci pii lertik la no bfeniio, moeaogtooOf
tre tolte al gioroo , ha sospeoo gM oecetal • per omo giorni.
Traooc pochi casi , U duce media di loiiiio di chJotMi fa
di nore grani. «^ Per conoscere se il solfato aia. geooioo; il
prof. Bark^r iosegna a protHrlo eOmc ìMgeo: • Esposio al
calore sopra ano picciola leatra di platioo si fonde- eoa^e la
cera» iodi annerisce, si gonfia e arde «Co '6aiBaui. È solo*
labile neir acqua « ma ne richiede almeno trréeolo Tolte il
proprio peso; racqoa calda ne scioglie' pie che la fredda »
dalla quale si precipiu souo forma di criaialli pricmaiioi. È
pi4 solubile oeir alcoole che nelP acqua , < acioglie^oai . m
quaranta vOlie il suo peso di spirilo di vino roitificaifr a 84o
di siiecìftca grtvìMi- Diversi «cattivi scoasfioogooo la> aoki*
«ione acqoosa. I sali hariiiei solnl^li.. la reodooo «oièida. Il
veatlivo. piii .sdleae^ .^ però P iodio. Uai| plccioliaaima< qnao^
tiià di qoa«la soaun^ ooiraoqu^, p* ^«t '^ ft^BO' d'iodio
ini uoa o dae dramme d'acqua» prodooe n».»abhondaoto pio*
oipitan di color br«ao di oaMottft ^Maio ptecipiilo é
d35
ftciégl]« riscaldaiido il liqoore ; eno è pure soliibil« nello
girilo di TÌ«o rettificato y e .dm ique«u. soiusione ài latria
iiàovttttMVit«p|>rMÌpiiara''Ml^Mqu«* ^a fiatoni dModto pub
dunque servire a-protare- il>tol£ito di .ckiainiii questa tiil-
tura tiene tu" pare» deeeeajpostadair aequa ^ ma il ^lorc del
pret^tp^tp è totatmcoi» diverso da q«elIo prodotto dal sol«
Arto d^ eliìiiiiiay vi quale nel colore -. rassomigli^ asraissimo
alla corieeeia*peru^iatm^ » «^ A questi cimenti si può ag-
giungere il soo sapore ivteosamente amaro.
StUr uto éei tabueto nella cura della dmienterìa; diìkuz^
O'BBianK, J/.^^eio*-*^ Praticando il tabacco nel tetano (r)
è nell'* epiteSMa , il^dott. O* Mei/ne ebbe campo di oisenrare^
che cpMSto vegetabile prodnceva tutti gli. effetti delle larghe
èiàfiseioiii idi saagae ^ e cbe questi effetti svanivano a capo
dr uU gìontoi o doe, lasciando l' infermo nelVt gagliardia di
|iriflia.'BgÌi airea pur veddto dal ubaoco attutirsi il dolore
è ioioglteffit 4a etitieheama.,- Non è quindi', meraviglia se^ pih
Mante, gli lenisse io «nimo di sperimeiitaclo eziandio nella
dissenteria. Dei «ette casi da esso lui ripK>rtati , per legge di
brevità compendieremo -il pnmo. LMnfermo era da cinque
gtorai attaéeato da diftieoterin» quando fu veduto per la
prima t olt» dair autore* In quel giorno era pallido*, oppres-
so ; avea la lingua bìanon a impaniata , sete ardente , cute
«alida, dolori alla. regione ombellicale , tormini, uno scari*
eamento ogni dieei minuti, e questo di poro muco e san^
gue ; polsi a cento battute nel minuto , deboli e piccioli;
« Non aensa dolore e difficoltà s^lnjettò dn cltetero prepa-
rato con dieci grani di foglte di tabacco di Virginia lasciati
in infusione per- venti :minoti in sei oncie di acqéa boHent^
però, il elistero venne tosto restituito, senta aver prodotto al-
cun effetto. A qaattr^ore 4opo mèzvodi feci prendere air itk^
fermo nn^ oncia di olio di ricini, e, mesa^ora dopo, lo per-
iua^i a fomentare II basso Tentre con nn^ infusione preparata
con doe once di foglie di tabacco^^ di Virginia in dne boc-
cali di acqua bollente, lasciate {stessamente per venti minuti
(*) f^'eggasi-a carie 4*3 del voi- XXXI di ^«««fj Annali.
536
in digMtioiie ptiina ài aMrla , eoUVavretteiiM di s^pùmwm
il fomento fiaohè non «veiM provalo, venigioi , naasea a
dcbolnu. A doto ora dopo nussodà, PkiferiDO mi ragguagliò
che il fomen|o ayea notcrolateaie attutito i.iormiiii • il te-*
Be«mo; olia intofoo a otto ora a aMaao acati ^saaiito debo«»
litaimo f bagoaio di aador fraddo ^ f^rtif^noto e naittaato^
a cha in seguito a quatti tintomi p avaa avuto .un abboodaote
«oarioamanto , ebe« al mio arrivo, taovaioojmpotto di nuar
terie fecciosa mitta oon iin poao di tangua a mu|so. Tutti i
tintomi ti arano mitigati. Il polto ara divaaiuo moUe» piano
a dava 90 battuta nal minuto | .meno intittai^i ertao i tor-^
mimi a il taoatmo} la fitionomia ti ara ItttaaMAo .ptUi^
a pia naturala » a poco dop<>'ba>polnto prolondamante dot-
mira. » Da qnatto periodo» il malato ti avviò ri^idamanie
Terto it coùvalatcenta,' e in baaTO lu tano. «^^ Analogo, ri-»
ankamento otlanne V autore . negli akri tei dittantariai» ^^^
« Ricontidarando i propotti otti,. non ti può non rivolgerò
l' atteacione topra alcuni degli effetti, maoifatlati dal tabacco
nella ditteoteria|Ja sua- virtù di raffrenare V indeliitA ationti
dal puora e delle arteiia* a di alterare il carattara dal fiotto ^
la sicaraiaa con cbe b^ prodotto il grado di daboletsa na*
oattario .a Tinca re lo tpatimo a a tciogUera gli intattini i
r evidente sollievo che arrecò a qae* partioaci e importuni
aintomiy i tormini e il tanatmo^ la toomparft di quali' ap-.
parente, non retta» dabolatta^ cot^ ctratterittica delUipii^m^--
masione *eotarica, di cai la pallidetsa dair aspetto forma
nno dei mano equivoci tegnii'.lo avare ti. pcetttmenU; ritor-
nato alla normaU là ' la fudsifjoi della cute « dello ttomacp ,
^ei ranij a ^nalmenu. , V aver dittipato la > importuna . va-«
glia» siaiomo ti cottaut.e di. questa malattia» al quale itoiifi-
pep Pringfcf e altri ;[tos hanno potato fipa/rara ooU^ oppio»
né co* piii forti narcotici.; questi a^fatti , io dicOj tojoo. ar*
gommati chiarissimi. d.cUa sua piana infloaiisa » cha chianqno
può.facilmeotA rioonosgare dgL- ritndart rgn^i^mamo. dei
casi tatti mentovati, a . • . ^
Il do(t. O'Beirne vuole che non ti usi il tabacco te non
tono forma di fomento. £ siccome quando aveasi otteonto
il pieno 'cffattc^ dal umedio^ agli vedeva ^he i mvtcoii ^àip*i
«5-7
minali e la tonaca. masQblara de^ intesiìBÌ perdevano assalì
della loro fe ma' espuls ita ,. cosi egli iqpttlca di aefu ilare* ii
metodi -da lui pralicato ; ^dì pfemeiiere oioé Tnao di. alena
blanda purgante, ik ultamente che abbia campo* di ipMsare
.per Io Homacor, pcima diimpiegare il tabaccoso quanto
•■leno prìfna cbe qneaio eeèreiti isucù effeui fii quegU. or.
gani. — Giuat» il doli» O'Beirhe , gli effelU piik, distinti »1el
tabacco , tono , > t.^ di .abbattere lo stato infifinimaiqrio della
membrana mucósa degli intestini; e 9.^ di togliere l'azione
spasmodica della * loro tonaca ^ ■ m uSScolosa ^ che sempre •■ -acr
icotnpagoa quello stato t, e da cui sembra dipendere il ratte-
nimenio delle oDaierte fecciose.» ^^ «Nella cura delta dis-
senteria il medico dovrebbe, forte, proporsi i per. re^la gene.-
rale di' perseverare nel^'4isO' de' purgativi * insieme colle: i<>-
meniat di tabacco , fino a che gli scaricamenti alvini siaiid
tornati 'fecciosi e affauo» naturali. »- - t
Caso di .^ separazione deUtt ossa -dei , pula in sagmto del
ptarto i:di A. J. Niìc^i>soa, M- D. -^ L^ autore si intrattiena
n dichiarare erronea l^opìnione di coloro ohe «itedono le ossìi
deUa péhri si .seostino Vu^o daU^ altro nell^^ttodel partorire»
'dicendo, cbe in tutti- i cast in cui èi è notata questa. sepa-
razione, dpvea avervi un affenione ntorlMMa nella idonoa^
Nello spedale . 4ell* partorienti di Duhtiao , ove annualmente
concorrono a kgravarsi ben 3ooo do^ne, non., si è mai os-
servata la acpai^ziona delle ossa di ^ut si discorre.-— Il:
caso » certamente raro,, cui.idlnde iirdott. Niohdsoii^ é in
sostaoaa il seguente x il di* 3 dicembre , idao ^ V auioae (^
chiamato per assistere al primo parto di una signora di
Tentone anni, d'altronde sana e vivace, sebbèna di cosliiu^t
«ione delicata. Però, il dott^ Niùkolson non giunse alia casa
della donna se non tre ore dopo il partoi Ragguagliato dalla
mammana che il parto- non era' stato laborioso, e cbe la
phieenta era nsoita sansa difKcolii,> sene tornò la casa. 11
giorno seguente , la donna lagnavasi. indistintamente di in-
quietudine e dolore, senza però peeoisarnela. sede. Separa*,
alone lattea regolare; non. febbre, né . argomento*, alcuno, di
futuro timore.. Il terzo giornOs, vestila le. gao^be- di ca(se ,
I» signora coir ajoio di una persona si m.QM^ p«r andare al
5S6 ^
csoraiiiio. La vatlioa del qotrto A era divinata alfaUo ina-
bile a muOTere le nfenibra i e raggaagliò V autore , elié il
^rno' ionaiiM, nencre stara ;sedata al faofo, era svelmtay
al eke,la fantéaea ratea trovata divtesa sol tatòVito della
aala. « Nel certo del qoiaio gìorao fa presa da brmdi sk
Tielenti e» al frequenti; ohe oo^snoi treinitl silaoteya tatto
Il letto ; lagna IV asi di ap dolose hticlnante alla slmfr&i del
pnbe e lungo* la eosoia sinistiiìi* I «Uliqaii d'animo e ì •bri«'
^^idÌ*rieorreT«no si Intensi > ohe trorai neoessaiio di rima**
senaevie presso di lei. Si diede mano al vino' e ad altri sti-
noM-^ ohe tosto mitigarono qnegH imperiosi sintomi. Non
di meno lo stomaco era tratto tratto perturbato , é la donna
Yenlva n<^ta da snssnrro di Oreeehie » e> da continui stas^
Boti y i qoaK gtandemente inacerbivano* i dolori alla pelvL »
Le si ittioistrò con vantaggio dell'oppio. «'Poetate le dita
sol nurgine della simfisi del pube , m' avvidi che le ossa
lasciaVansi distiatameote smovere ,^t\ cbe gli astanti udiva-
mo ona specie di crepito- Lagnandosi l' infamia di acuto
dolore al sacro , trovai a eiascon lato di qoest' osso no t»-
■lor doro e cireoseritto , della grosseiea ài circa una aoor
ciuola. » Di qnaioaqne modo si cerea»se di muoverla y ella
provava acvtissiaio dolore. Dicbiarata* «Uà famiglia la eoa-
ghfettora di sepàraBÌoae delie ossa del. pbbe,' T antere dir
nand4 an ooosulto» Intanto •, iagtonse atrettissima dieta.» a
lice stringere la peWroon ana fascia, la qua^e procacoiò
notevole sollievo. 1 tumori al asaro, fomentati . con una so-
lasioae di moriato 4i ammoniaca , prestamente svanirono*
« Passò la donna sei settimane jn perfetta aalote.» e 'in ista«
to sopportevole in letto * eccetto qoaado tentava di muo«
versi o voltarsi sopra T uao o V altro lato , oel quel caso
ella «offriva sempre acefbissimO dolore. Poteva distènderà
in giù il piede 9 > ma non tirarlo nuovamente air insa. D|
conforto le era lo stare chinata in avanti ^ e T appoggiare I
cobiti inMe ginocchia; e quando molesto a Isi-riuseiva quo"
sto atteggiamento ^ tornava alla positura ooasueta sul dot-
%o , che l« era serilpre oooportabile. Intorno a- qatislo. pe<r
riodo, comparve la mensiruasione « la quale non arrecò
alcttmi modifictuoiie lìla maUttia. » ^- .
539^
Neil* detima scttiniami ^ che guaitlavà il> letto > il dot-
tor Bemny vidde la iofcrma insieme tool dolt. Ifichohon ;
col tatto e- ^oMe vitta si accertarono nttoramenie ohe tutto
le parti ioteroe eraoo in istalo normaley è in-aStnatioo» luu
lucale. Considerando tutta volta la sedo del doloro a rinfoe»
pacità di muoirere le membra , <ionvenoero entrambi cbe U'
Simfisi era stata separata. Si seguite la faaciatttra> colle fredde
fomenta alla sede del dolore. Il doti. Beatijr stiggec^ altresì di
mantenere fasciate insieme le pécchia. Erkno passati cinque
mesi,, quando Tautore venne a risapere dal dotu JH. Dìm*
nel, di Belfast, clie quésti • conosceTa* un medico» la ciit mo*
glie avea sofferto una lesione di -qnestò genere, ma in grado
più grave. Questa donna, alcuni giorni prima del' parto^
avea provato ud acuto dolore al dorso, con asaoluta inea*
panila di muoversi, oircostansa che reso avea straordina-
riamente laborioso, il parto. « Sent^fasi distintamente un
crepito alla distanta di diverse braccia, non solamente dovo
la pelvi ( ossa ilìa ) e il sacro erano separati , ma la malat-
tia sembrava essersi estesa alle /MnSioni di tntCe le ossa ddlla
pelvi 9., Molti medici erano stati consultati « e motti rimedi
pratiqatij ma a capo di sette mesi nion vantaggio erasi con*
seguito , e la donna dorava nella sua deplorabile situzzionsu
Ora , ella sperimentò la doccia ( ah^wt-had ) , e non andi^
guari a provarne sensibifi «iTettiy* in poche aetjtimane ba
potuto passeggiare colP aiatd dalle grucce , e in dae m«ai
era riuscita a salirà le scalfì. A capo del terso mese aveit
ticuperato totalmente Toso delle membra , ed ebbe dappoi
tin. parto felice di un bambino viventa.^^ Parteeipat^ queatt
risultameaii air ammalata del dott. NwhoUùrit si comineib
tosto la doccia di: acqua fredda , o non trascorse un mese ,
che notevole allcviamenio provb nel dolore , e poteva
più facilroento vestirà la «alse e tirare alP insù il piedei
Ella seguitò libera da dolore e in bnona salM fino a'dt<»
cembre (lii mesi da che guardava il letto ),. 4f«a odo d^lla
casa di suo padfc essendo stata incaotamenle trasferita in
oarroiza all' abiiaaione del marito, Intt^ l éiotomi' rieom*
parvero y col dolora e il cre|»ito al pube. Rimasa in on«
•laio miaarabiit i^ faaM>« lavpo »' dal nuovo uso dalla
S4o
do€«]t e ddRa fàsoU rigaadtgiiò bensì 1a capacftk di Voliansif-
ìq lattone di latcìéni portare e tirare sopra un carnicci»'
Bai gianlioo , ma non la potestà di fare oso liéero deUa
proprie neasbra. Stando agli nllimi ragguagli «delP autore , •
la donna aeebbe nig^òrato al' ponto di poter passeggiaro
per la stansa colH ajoto dalle groocfe. ■
Con questo rrediamo aver dato ampio' ragguaglfaibenio
deM^enunùato IV voi. della Transa^oni medteo-ehirnrgicfae'
dell' Irlanda. Le Measorie di Creighton ; sulP uso deUa pò-
asaia stibipta nell'epilessia) di O' Brian ^ sul solfato di chi*
Bina nel tifo ; di Sapkejr > sulla diabete , curata easpirioa.
menta eoi solfato di aoda f di Brooke, solNi tosto epatica ;
diGtwmé f suUa peuccbia epidemiea di GaWrey ; di She/i''
déHf suir emateasesi curata eogK emetici; dì'Béatif\^ sul*
I' encelBlittde> idrocefalica p 'Corata cogli antiflogistici , nof^
ohe diversa Notisie. solla vaccinasioae , non ci sono panilo*
rritCToli 41 pactioolare analisi.
iVta
Del 09trare i gangUi eoi mezMo 'ddla pantmni ; deP ddttof»
Cvatv , di Glasgow- — L^estlrpasione df gufestl^naori fu
sempre considerala non escute da pericolo,' sta p'ercbè tal
modo di operatione importa il più delle vòlte lo scoopri-
menlo dei teudini , ai quali essi tumori son'o comunemente'
adereoti| aia perchè/ se la ferita non si eoàsolida per adiB»
alone , può risultarne una piaga teftdinosa , and. talvolta ik^
gedaniea; ' Pia comunemente suolsi curare il ganglio batten**
dolo fortemeote con òn -libro , ocon-aHrcf oor^ leggiero^ e
aodo , in -guisa di romperne il saoeo e disperdale là ' ma-'
toria coBUnnta. Per6, la spessessa del* sacco, rende quésto
metodo sovente firnstraaeo , e se 'riesce a beton fine , iko6 se
»o ottiene sempre una stabile guarigione, T enfiamento rio-
BOvandosi spesso dopo un breve intervallo.' Ohre* di ciò, il
piocecKasentotè barbaro , doloroso', e -affatto contrario aHe
regole dallft'saiili ^irul^ia; «^'Mosso da queste ooosi^em*
aloot, il doti. Cumin si è adoprato a curare questi ' tumori ,-
dividendo ampiamente il sacco con 'un ago da' cateratHa
(introdotio obbliquamonte nella pelle) *« cacciando < pOsbia
anUa diu la mauria dal-g|Mgiio*tiel^cM||an«efeess«ni^ eoi**'
hilare. Con una compressa e tuia fascia maniiene pigiata la
s
\
54i
>ptrte, U qnak oglli^^o^nQ ti rifiiscik e si tonm t pigiare^
-finché ogoi residuo «di • rnslattìa sia scomparso. L^ autore as-
sicura avere esperiaBeatlto questo metodo felieemeute in pid
c^si , ma noi propone già isdistiniamente per ogni ganglio.
In sua sententi^ -non. Tootsi impiegarlo • se non - «jnando il
tumore, è* teso, fiellucido e si lascia muovere libMmeme
sotto pelle 4 :. circostante dinotanti cJie. il tessuto celluioso
circompc^to . è soffice e iu istato normale.. Al contrario, se
il tumora. è poco promioente ,» e la peUe che lo cuoprein*
grossata» o iuffimmata , consiglia a differirne Ja cura , Alan*
-teche sotto -tali e ìreos tante T operatioiie di rado sorte buono
effetto, e potnsbhe ansi esser cagione • di • incoovenienao
p iù i^avi ( The Edinitur^ Èiédicid and Surjgieal Jotun, Jur-
ly , 1825;. \
Di una tm^are varieià di atma ; del» doti. HfiaoBaaoi*
— In alcune parti dcirindostan, avvi ^otk classe di popolo*
la quale , se venga subitamente privata dell'usuale quantità
di oppio, p. e. quando sia imprigionata, ecc.', precipita
in ua^ affetionè singolare, che chiamar si potrebbe acceato
di asma spasmodica. L* individuo è preso da estrema di-
spnea , e da tutti gli altri sintomi del parossismo asmadeo,
a tal ponto che non porgendogli per tempo una sufficiente
4 quantità di oppio , la malattìa il trae a morta nel corso di
poche ore (Tka Edinbnrgh Meditai and Surgieal Journ.
Jtf/pr ,>i8a5). - -
Cobo di Lùotomia eoil' alt»' appafeeehiOf fMraUeatm ffUoa
mente dai dotu Co9hkMh Hutchihsom. — Il sig. C.,.di venti
.anni , iSglio di un oDfitiale iaspiegato alU Darsena di Shefv-
ucss, era dalla prima infansìa si aspramente travaglUato da
•sintomiydi pietra nella vescica , che non avea- mai potato
.trattenere l' orina pia di mets^ ora ^ sk di giorno , che- di
notte. Ansi, neirinfansia spesso non riusciva a orinare, sa
.non quando i paventi lo raddrittavano co' piedi aU'insù,
Appoggiato il capo a terra. Tratto uat>o i dolori si faoerane
sì acuti « sk crucciosa la difficoltà di oripore , che di peso
gli era divenuu la vita. Su va egli sotto queste circostanse,
* -quando nel mese di maggio delP annq^pasatto andò a con-
sultare il dott. Huiehinton , il quale, verifiDatt la pretensa
64*
.éeMft piiirt eòlia seinogatloo« , eletta di etiratU eotfaltfi
ayparao^hi» , € ci^ eondotto dalla coosid«rasioii« , ebt f a
/|>>«lra , per 1' «bocbm groMeasa , dove» quasi affatto tì%m»
pira la vrfciaa ^ la qoala allronde non d^vai^ anai «saersi la-
•elala dilaìtaa parfauamettla 'dall* orioli. » Aiaoggectato pai
•òlio di 00 flifM m< uoa cara prepamtorif ^.aooftiUeiita ia
«■a diala laggiara^ aalPnao fraqoenta di purgavli t dello
aeirlogooa , onde •▼▼«^taara la veacioa alla praaema di qua-
ilo atroneato » il dì t8 'giogao, al eoipatlo d{ aiolti. OBadiat
a cfairogbi * il dott* Huichin$on ialrapraaa I* operasioAa o«l
«odo aagoania? collocalo l'iofeviuo fopva nna tavola di or-
dJBaria altaaaa , coperta di nna oMieraiaa , eoil^ avvertenia
ah« la pelvi. ri oaoitM aaaai pia alca dalle apalle , óade li
più poaaibile teoer lootano il peritooeo dalle parti che ta-
'gliar ai doveano nelP oparationa , a aMicorati i piedi dei
.paaieate a appoaita aedie f 1* operatore , p<)ftloM a destra
dall' ioferno , feoa aopra il pube , nella diretiooe della li-
«Ma biaoca , «oa ioaiaiona negH jniagaaBeoti laaga circa
•qaaltro polUei ; la qoala iociaioBe approfoadata verao la
vaaaioa tra i noaooH piramidali , procaccia ana apertura
«atta linea bianca delta Ioaghetta di io tornò a tre pollici,
«t- fatto qaaato taglio^ 1' autore pento di dibtajrloi fenden-
éo'trmsifér9alméut0 queato duro legamento membranoso ( la
.Unaa .biancf) a aloune fibre doi muscoli . piramidali ; e eoa
questa dilatasione oilenoe di ridurre sotto i stioi occhi In
^aaaica, la qnale infossata. nel fondo dalla ferila , apparirà
'aasni ristretta in se stessa e aoparta.di piognedine* — - Ora
pestava da praticassi V apertura per trar fuora la pietra dalla
«reaaica f nel ahe il doti. Suiehiruou rinsek facilmente ah*
imssapdo il manico dello sciringone d^argaoto (i) preo^en-
tamence inlaodotlOf marce cui sollevata avendosi verso Po-
sterna feriu la parte anteriore del fondo della vescica , bit
isgli potato in questo. luogo facilmente inciderla con pn bi*
Morino ratto r la cui punta camminava nell% scanalatura detta
• (i) L'utftoM non diee perché mi comune ieirìgone di «^
c/q/o «i^fi» ftfiiàttceo quèilQ di argctuo.
543
1^ autore di prftiJeare nella veatficautt' apertura di aal&caiite
largbetsa per rieònoscere cqlP indice la gftoasesza del oal«
colore allargare preconi ona trenta T apertara verso In
aervice^ Però , ad ooia deli' ampleasa delle inoisinni , in-^
contro egli qoaieliì? difficoltà ad eslmrre' la pietra, U qnaln
èra $\ atabiltnenle afferrata 'dalla Teseicat o^aifisannaHa ann
•itaaaioae, che avea quaai moaso sospetto 4i aderente aolU
Tescflca isiessa. Intrndottol però nel retto intestino nn di«
U>, Tenne la pietra rivolta e spostata, n quindi tolta fnori
facilmente coiriodice e «oi pollice, Un* artenozsn cutanea^
tagliata nella prima incisi^one , fu la spia che riebiedesse If
allacciatursf. «^ TermÌData l^operaaione si' medicò la ferita
con faldelle di filaccia unte di olio., introdotte nella ferita^
aia non più in Ul da: farle eatrare nella veaciiDa » e sope»^
postevi alcune listihrelle . di cerotto adesil^o, si tenne in aita^
1* apparecchio con, una liscia di flsnella' ravvolta tre o quaie
Irò volte intorno al eorpo. V* autore lia • pure introdotto a.
permanenaa una aoiriuga di gomma elastica nella vescioa #
e diede all' infermo no oppiato; La notte fu tranquilla; il •»*
guente giorno ai accese. la febbre « ohe cedette prestamenie
a un largo salassso, e ai consueti rimedi, r^essun altro ain*
tòmo urgente ritorse $ la ferita and^ gradatamente rammar-
ginandosi, §ì òhe il di 3i di luglio (il quarantaqvattrsiBna
daU' operaaione ) era interamente eicatrissata « • 1' ncia«>
passava a pieno getto 4aU^ uretra (a)» *-> Il doli ffutckimom'
"aggiunge aver ragione di credere , che la cura sarebbe stata
pib sollecita sa non avesse lasciato -a perasanensa la sciringa
nella veseica j opinione nella quale converranno tutti i obìi^
rur^i f cai è kiolo » che questo istromento ritenuto conti*
(i) Le ioaitehe, deila vescica nel punta intoni tifeee il ime
^o aveano la pp/eifcua di un ^fuartù di pollice ; ùiroeetemHf
èie aceresceua il pericolo e la difficoltà dell* operauone,
(a) ]f ella prima noite e nelle prime cinque settimane dopa
f operazione 9 V urina Jlaiva in parte dalla ferità , e in parta
daW uretra.
ttaaoMttte n'«II« TiMlciea per tra ««lliaiiio ftlV iìneirM , àótBil
estera eagione di -pia forte irrìttmento , the voo sifebbe
«late la - presenta , per breve tempo , di una plociola
quantità' di orina. Del ratto, T esito felice di* questa opera-
tione è notevole eiiandio per essersi risparmiata IMnoisione
al perineo ,,sioeome fa già pratioato da Some (i),
i La pietrar pesava undici dramme, due soropoli , e quattro
grani, era lunga due pollici, e larga uoo e messo. Risulta-
va prlneipaboente di lìtato di ammooiaea , misto oon pio*-'
éiola dose di ossalato di ealce > di fosftiti e di sostanza
animale. — Le lamelle - esteri^^rf 'erano Composte • in gran
paru di fosfati misti , vale à dire , di fosCito: di ealca , di
magnesia, e di ammoniaca | però, due o tre piccioli fram*
menti stneeati -^ dalla superBcie, risolcavano quasi intera*
mente dt fosfato semplice di calce ; singolarità -che * fu di
tfon poca meraviglia al stg. Prout ^ il quale non ' avo«
<n allora* creduto che' dall'urina potesse deporsi questo salo
in istato di pnressa ; per coi egli crede; che rcidcoli iole*
ramante composti di semplice fosfato di calce,' si formino
dello stesso modo di quelli che s' incontrano nella prostata.-
(' IFhe -London- Journal ofScUnee -^ 7%o London Medicai ile-
p09Ìtotjr, Doeomè, i9a5.)
Coti difaUe membrana nAlo stomaco f d$i' doti»' Gottnka ,
di f^ibuUlfia. -^ In una donna, di 30 anni»- ridotta a estre*
mo dimagramento da cronica affesionc' polmonare , Pautora»
pratende aver trovato la seguente particolarità t la superficie
interna dello stomaco' era vestita di un velamento di tnnco, s&
tenace e denso che pareva una- membrana ateiiitla* Avenr
dosi provato per distaccarla , lo stomaco si rovesciò f né
ooni-miglior saccesso ha egli potuto separarla lavandola nel-
l' acqua fredda e calda : appena riuscì a distaccarne dei
frammenti s«rv|pdosi dell' acqua saponata. Fregata tra le
dita , come si pratica nel làvÉra i pannolini , non se ne se-
pararono che alcuni fiocchi. Lo stomaco conteneva una no*
tavole quantità di etere ,■ misto oon altri flnidi*
(1) l^egf. a earto 4?^ àtl voi XXFll dì questi Mnali»
545
Qsseruauoni. Nel fascicolo di novembre idoS .del Reper-
toriq medico di Londra., siìlia fede del doit, Howship , è ri-
<;ordato il caso, di un faiiciiiUo morlo per aver be.vuiq acqua
bollante (i), oel c«i sìomaco s' inconlrò 1109 pseudo>mèiot
brana noalo^ a quella de&pritta nel precedei tf ragguaglia-
mento. Anzi , il cilaìo doli. Godoian , aulla fe4e di un me-
dico suo antico , riporta la sioria di una donna ridotta a
estremo indebolimento per inanizione , succeduta a difetto
di anione dello stomaco , il quale era divenpto si torpido,
c^e Aoo sentiva più V azione de' vomitivi ordinari. Ministra*
tole finalmente, un emetico più forte , dopo violenti sforzi
la donna « espuUe una sostanza composta dj denso muco
•omiglievole a.. ^n' intera toiiac^ del ventricolo, rotta in
glossi fiocchi ^ >i co^ imme^jaio miglioramento della sua
salute. — Questi. casi dimostrano intanto doversi, fowe me-
no spa^o cbe si ccade , a mero liorpore nervoso attribuire
l'iner&ia dello stomaco. ( The London Medhal Reposi^ory,
Decemb. i8a5. )
Caso di larve di intetti vomitate da un uofno: del dottor
Yvh^^ di Edimburgo, Un contadino; di forme atleticbe.
che. a.yea segalo Perba per far fieno verso la fine di giugno,'
▼«Qse «el. seguente mese assaUto da STogb>tezza di stomaco,
che gradatamente si convertì in dolore, talvolta acuto, eoa
totale disappetenza , dimagrimento e debolezza sciama. Pra-
ticati iauttlmente alcuni deVimedicbe sogiionsi generalmente
nsare nelP indigestione , dopo alcune settimane , in un insul-
to di voVnito espqUe dallo stomaco un grosso bruco peloso,
e da questo periodo andò gradatamente migliorando , finche
intera ricuperò la salute. ^
Da queste poche nozioni ^gU era certamente impossi-
bile di determinare con precisione la natura delf insetto cui
quella larva apparteneva. Pigliando in considerafllone le stri-
sele longitudinali, nere e .brMue , e i lunghi peli dei quali
T« Il IIWtM «I lÉ ■■.■<!■
(i) Intorno alla quèuione se P'uomo positi o ìioh pòssa
heveie 'acqua bollente, vegg. d carte ligi d^l vot XXX dì
questi Annali.
546
era guerniti , non ti atiilrebbr forse laogi dal Tero scriven-
dola nella nomeroM trlbii delle phalenae , o di certe tipu'-
ìae^ dal Tolgo cbiamate (nella Scosia) mosca-dragone.
Qualunque per^ aia la specie cui essa apparteneva, eerto
egli è che V insetto dovea aver fissato per alcune settima*
ne, ed esser cresciuto alla sua perfetta gfosse^za nello sto.
naco deir infermo j dacbé i sintomi provati da questi ' nel
mensionatd periodo, non si potrebbero ragionevolmente at-
tribuire ad altra cagione fuorcbé alfa sua presenta in quel-
la organo. — Casi di questo genere sono tratto tratto divulga*
ti da diversi scrittori , ma generalmente non con quelle par-
ticolarità che sarebbero necessarie per venire io chiaro
della natura delle larve rigettate dallo stornato. Intanto egli é
Inoontrastabile, che nel ventrìcolo nmaoo viver' possono lar-
ve di diverse specie. Olire quelle ncordate superiormente
dal dott. PicheUs, il dott. Beetfe , di NonHch ,• in ano dei
primi volumi del Giornale medico di Edimburgo , ha con-
segnato la storia di un fanciullo , il quale , dopo lungo sof*
frire , ha espulso dallo stomaco la larva della mosca dome,
atica ; e nelT Opera di Kirhy e Spence ai parla di un altro
fanciullo, che ha rigeMa^o col vomito vani individui del te--
nebrioue mugnajo , la cui larva , com* è noto , vive naiift
farina e nel pane seécd. {Tha KdMurgjk phiUtoph» Jourtu
for. July, i8a5.)
Caso di emleolo ^intestinale , con osservazioni / if /* Johs Toh -
SET 9 chirurgo. — L' autore fu chiamato a visitare un giovi-
netto di 11 anni , il qnale datP iofantia era travagliato da
dolori di ventre a'tiiarrea , spesso si importuna , che obbli-
gatalo a depocro il ventte ogni quarto d^ora, t\ df iiotte, che di
giorno. La evaeoasioni erano sempre acquose , talvolta gial-
lognole» t^olta blanehiccie. Il giovinetto mangiava po-
ébìssimo ; m sempre ciucciato dalla sete , mostnivasi assai
magro e di statura pih piccola che ' non comportava V età
sua. Avendo il doti. Tonaci sentito colla mano una certa
piaoassa e daretsa netP ipoooodrio destro, credette che il
giovinatCo fosse affetto di male di fegato , o neHe glaòdule
mesenteriche. I mercnriali, le frizioni , le sanguisughe, ecc.
non valsero a franerà V andamento della malattia. Dopo al-
547
cotti aM«i ^i ' quetlft' eura , H giovinetto era divcnulk» «oeora
fwà' magio ; lagoAvati di brueiore doloroso alla fossetta dello
«tomaoo^ veniva tratto Aratto. preso da vomito , e la sete d«rava
Ardtiote pili che mai. Vedoiojio nuovaoienle dalPaatore, sic-
.ci9flse^vispiM^'^*>^^i'*'** ^'* ^^^^ '^ massa nel destro ipo-
eoQdrio> si .rinlfaQGÒ e^i voiaggioirmeiite nella t^redenss cho
r af&siooe avesse sede nel fegatOvM giovmtto spirò un'ora
dopo questa. visita, r— IVecrotomia, Addome non gonfio/ né
ing»rossato f nelle regioni ipocondriaca e epigastrica destre ,
propriamente ove suolsi incontrare il feg^o ingrossato , un
tumore duro, resistente , il quale , aperto il ventre, si vid-
^ formato dal colon ascendente e trasverso , visibilmente
riepouiuti di un grosso calcolo « lungo intorno a sette polli-
ci. Il calcolo risultava di tre pezzi » per cosi dire articolati
Puno coir altro; il primo, lungo tre pollici e 3/B , occu-
pava la porzione ascendente delF intestino / il terzo , lungo
due pòllici 'é 3/8 stava nella porzione trasvers.a; e fra que-
sti due, era interposto il secondo, luitgo solamente un pol-
lit!e. Del pezzo di mezzo • una delle superficie articolari
(quella presso 11 pezzo ascendente) era convessa, l'altra
'Concava ; e le saperficfe contigue degli altri pezzi - erano
•conformate allò èteHiò mo^, covcave e codvfesse in guisa
-di ftirntaré nfls piegatura MI* intestino una specie di dopr-
ipia aftieolaztoae a cerniera. Air estremità inferìope, la
-aaassa caloelesa avea. setlA ppiliei e cinque ottavi di cireoa-
ferenz» ; aUé- superiore , einqae pollici e sette ottavi: lutia
Ja mas9a« folla dal carpo | pesava dodici once e meszo.
Nob acavi adésiòaa trsi il cojoa e i calcoli , esseodosi tra
ressi trovato mollo maeo. feccioso AfùdiO ; oltra <U oiò., le
evacuazioni durante la vita indicavsao che i calcoli 009
doveano riempir^ inl^rameals la capacità dell' intestino* Le
tonache del .colon non 1 erano ingrossate; nella cavità d^U
r addome non altro vestigio morboso , fuorché un'adesio-
ne , pel tratto di un, pollice^ tra il. colon e il ventricplo^ e
un. leggiero spostamento rispetto al fegato e agli intestini:
tenui, causato dal la. presenza della massa testé descritta.
Ampio era Tomento, e ricco di pinguedine ad onta del
sommo dimagrameato del resto del corpo.^
1
54S
U dolC Toròei , genehititzailido ftorae soTerchÌAmeiite i
siotoBii notati nel giovinetto per lui veduto, propone i se^ot
«egu«nti collie indicatori della preseBxa dei calcoK negli in*
testini : «' tumore circoscritto , non cedevole , mobile , in
qtialche ponto del ventre; ac45MBÌ irtegolarr di dolore acuto
nella sede del tumore , alternanti con intervalli di perfetta
calma ; funzioni intestinali perturbate ; talvolta stiticità ,
talvolta diarrea ( e , come nel caso narrato , diarrea con-
tìnua i disappetenza , e iie*^ periodi avanzati impossibilità
di digerire i cibi solidi ; vomito intercorrente , ( sintoma
per altro non necessario ) e nelle evacuazioni ninna cosa
di somiglievole alle feccie; non enGamento generale i^ì
ventre; non febbre; lunga durata della malattia , dima-
gramento deir iniermo. Da questi sintomi io inclino a cre-
dere si possa pervenire al riconoscimento della malattia ,
la quale non ammetterebbe poi dubbio alcuno , se per vo-*
mito o per seccesso il malato avesse evacuato qualche fram-
mento di calcolo » . .
Rispetto alla, cura , egli è manifesto non potersi . questa
tentare se non in tre moilf ; vale a dire , colle purgazioni,
co' mezzi . tendenti a sciogliere il oalcolo, e coli' op^azione.
1 purganti, a meno che picciolissimi sieno i calcoli (nel
quHÌ jcaao soùo essi superflui ) dar non possono ..che pM»
• nessuna speratica di successo. Anzi , ndle Mani del do^
torè Monro, questo modo di cura non ha - giovato in ve-
runo de' casi per esso riferiti, e in uno ba mattilestamentc
nocciuto: H dott. Torbet non crede pos^bike ' lo sciogliere
con mezzi chimici -il oakolo. Laonde propone di estrarlo
col taglio ; eh* egli Vorrebbe fatto il più possibile ilella di-
rezione del tumore , per formar quivi nn' ano artificiale ,
da curarsi poscia , secondo i precetti comunemente ricevu-
ti Se 1' intestino contenente il calcolò foise aderente al pe-
ritoneo , in modo che questo formasse corpo con quello ,
la buona riuscita della proposta operazione^ ammonterebbe
quasi, sogcpunge V autore, al grado di certezza. Il dottore
Monro avea suggerìto di fare un' incisione che dalla duo«
Ho
dccinut costa ) due pollici distante dalla punta, scendesse
direttamenle alla eresia delP osso ilio, e di seguitare indi
GtiutsMnente il taglio all^ indentro eall'aTftnti , in modo tlì
mettere alio scoperto, per qualche tratto^ il colon dall t parte
posteriore. <]iò fatto, pigliando con una mano il tumore
anteriormente , pretendeva si potesse con un dito dell' al»
tra mano accertare ia presenza e la sède precisa del tumore
nel colon ^ per fare in ^nesto luogo una incisione suC¢e
per introdurre le tanaglie , che si usano nella litotomia,- e
estrarre il calcolo. Con questo modo Operativo ognun vede,
che , ioteadimento del dott. Mauro era di evitare la cavità
del peritoneo, aprendo l'intestino laddove non à coperto
da questa membrana. Però , T esperienza ha mostrato» es*
sersi soverchiamente • esagerati i pericoli delle ferite del pe-
ritoneo , e per conseguenza dello esporre a contatto del-
l' aria • le viscere contenute ; oltreché a^la operazione - Aéi
dottw Monro obbiezioni valevoli sono 1' incertezza della si^
tuazione del calcelo nei colon , V. incertezza di colpire ii
{Mmto preciso dell - intestino , in cui esso calcolo sia anni-
dato y ia profbnditàdella ferita , le possibili infiltrazioni
di- materia tra i ntuscoli > ecc. « -
- Il dott. Dunean , jnniore , alla Memoria del dott. Tor^
bel ha aggiunto una nota intorno alla nat ra del calcolo
trovato nel giovinetto di cui si è discorso , compara liva»
mente ad altri calcoli intestinali che si conservano nel mu*
seo di Edimburgo. — « L* aspetto esteriore , e la specifica
gravità malto maggiore , mostravano già , dice ii dottor
Mhtncan^ che i calcoli mandatimi dal dott. Torbe t doveano
difierirc sensibilmente da altri- calcoli intestinali che io
posseggo. Invece della tenera e bruniccia superfìcie , simile
all' esca , o alla pelle che coopre le corna appena spuntate
del cervo > essi aveano sembianze di' natura ossea. ^Infatti ,
il secondo pezzo ,- ossia quello di. mezzo » che era piatto e
articolare ai due capi, da coloro cui fu &tto vedere venne
in sulle prime preso per un apufisi. » Esaminati però pia
idiygeofeQiente sividde» che la aupecficie non era eguale >
55o
come udì* osso ; e che qua e là eMnft^raanuenti di bnccié-
dei seoii di v«Da ( quali spasso reitaiio nelU^ farina di que-
sto graoo } incorporati stabilmente eolia sostanza de^ caU
colo t e che dalla digestione non aveana sofferto qnasi al«
cima alterazione. — - Diviso il > pesco di mezaso con ona sega
sottile , le superficie della sezione presentavano lo stesso
aspetto fibroso dei calcoli più comuni ; le fibre , die pu-(
re « erano evidentemente della slessa specie (i) , e- costitui-
vano un molle e spugnoso retioello, riempiuto o misto di
una materia terrosa. H nocciuolo risultava , o pareva risul-
tare defle medesime fibre ; e la .materia terrosa , quantun-
que s* insinoasse fino al centro , occupava principalmente
le parti esteriori , ed era disposta sotto forma eoncentrici,
come nei calcoli orinosi ^ alternando in qualche modo colla
materia fibrosa ».
La gravità specifica del pezzo di messo , appena tuffato
nell^ acqua y era di iioS; quando fu interamente umettato;,
di lago. Esposto al fuooo , una porzione di questo pezza
perde per ignizione il 33 per cento; un'altra porzione,*
tolta da ima parte apparentemente la meno terrosa , per-
de il SS per cento ; e una tersa porsione , tolta dalla par*
te;?ili terrosa, perdi il ai per eento^ La media propor-
zione della materia fibrosa e terrosa , era dunque di circa
37 parti detta prima a 63 della seconda (a). La parte fibnn
(i) Spogliando il teme di pena della buccia , da uno
dei capi si veggono tpuniare nùnuÉe setole o barbe, soi"
tò forma di un picciolo pennello. Sono t^ueHe lejibre
cui allude il doti, Dancan , e che , càm'^ è noto , furono
scoperte né* calcoli intestinali dal doti. Wollaston. Però ,
accennando Dancan di aver trosmto altresì dei frammenti
di buccia del seme di vena , si può credere che nel cai- '
colo intestinale da lai esaminato pi fossero e le barbe
e i ricordati, frammenti. ''
(0) // doU. Tboasim , di Glasgow , che hst a^aUitnato
• I
55r
sa risultava indubbiamente ddie ^^pnculae ^gelabiH di cui
si è parlato ; e V analisi chimica ha proTato ^he la parte
terrosa era composta di fo$fato di calce , con qualche iato*
OK) ài ampoonìaca e magnesia.
,« Si può dunque ainoietiere come cosa dimostrata» seguita
il dplt. Puj$can , cbe gli avAei di certi vegetabili, fpi^o^
la base di questi calcoli , e con quasi eguale certezza pp^
sianio considerare^ V ^einen.to terroso , come una specie di
(cristaliizzazionc che ù depone dagli umori intestinali. DagU
strati coaoenU'ici di n^aleria vegetabile e terrosa , egli par-^
rebbe cotesto deposito non essere iu tutti i calcoli eguaU
ni^ente abbondante , e non. è improbabile eh' esso cresca ia
ragipne dell' irritamento indotto negli intestini dalla istess^
Hiassa calcolosa, stantecbè tal, deposito k comparativamente
. pneno copioso nei calcoli di picciol volume^ } quali, come bi:
«oaervato il dofct. Monro , difTerìscono altred dai piùgros*
ai nel non essene incrostati di materia terrosa. » 4-* La
proposta operaaian«ì di aprire la cavità dell' addome e il
colon ^ aggiunge il dott Dtincan , riceve sostegno dalla
«oircostan^a che l' intestino e gli altri organi sono quasi supoh
pre.in istato normale » e dal sapersi cbel' operazione della
gastrotomia è stata idi recente: praticata con ottimo successo
per altre malattie del ventre. Il dott Duncan non crede poi
che ti*asandar si debba totalmenCe il progetta disciogliere i
calcoli intestinali nella • lor sede naturale : risultando eglino
prìncìpaliiiente . di fosfato 4i calce, Qon è improbabile'
diversi calcoli intestinali a richiesta del 4olU Monro, ne
fissò la gravità specifica a circa \^oq. il dott, Duncan
dubita con ragione dell' esattezza di tale ragguaglio ^
perciocché il dott Thomson ammette che i suoi calcoli
contenevano soltanto intorno al 5o per cento di materia
terrosa , mentre il calcolo intestinale di cui si parla ne
contenda almenq il Q5 , e pure non avea che la gravita
Reifica di 1^90.
«5j
che col fifnjgo uso di ècMi nuoeraU ptt bocca , o per cli-
stere , riebìUrmcfDte allungarti , non si* possa ottenere di ap-
picciolirli al punto di farli atti a lasciarsi espellere dai por-
ga n ti. Nello stesso tempo ei viiole, che T infermo si asten*
ga ènnifiameote dall' uso di cibi di farina di vena , sotto
i|ttalanque forma. C The Edinburgh Medicai etnd Sur^ical
Jùurnah luly , i8a5. J
SulV accoppiamento delle tenie i òssetvaiione di Fio.
SiciSM. ScHuiTZB. — Nel meSe di itiaggio del i 24 , dice
V atttore , in un vecchio fdlco ( Faico Pygatgtts) morto àtk
alcuni giorni » e che giJ^ cominciava ad alidare ip putt^fa-
fazione y oltre alcuni individui dell' Mcaris depressa Zsn.
e dell' Amphistoma macrocephalum Rod., trovai néll' inte^
stino tenue più pezzi imperfetti di tenia , e due grandi
ìenie quasi intiere. In pressoché tutti gli arlicoli , i cim
sporgevano all' infuori , e cosi le boccuccie delle ovaje che
a'quelh* stanno rincontro. Ciascuna dette due tenie per un
certo tratto di articoli era unita con un tratto corrispon-
detite dpir altra , e i cirri e* ano introdotti nelle boccuccie
dtelle oraje , in im pteiufo soltanto a uno dei margini degli
articoli , in un altro a tutti e due i margini ; aftzi alcuni
articoli erano stirati obbtiquta mente, si che insieme comor
xrìcavcmo Lp. parti genitali di opposti margini. Inoltre , in
un terzo puntx> pia articoli di ambedue gli individui erano
evidentemente connessi insieme a ambedue i margini. Par*
"^ecipai tosto la mia scoperta ' al ' consigliere Rudolphi , il
quale convenne con me che la unione di queste due tenie
era un accoppiamento sessuale. Ciò s'ante , gli articoli in-
dividuali delle ten-e sarebbero sempre androgini , e l' ani-
male intiero potrebbe fecondarsi da se come ermafrodito ,
e fecondarne altri come androgino. — Che le tenie si fe-
condassero unendosi insieme cogli articoli /venne già so-
spcituto da Carhsle ( Transact. of the tinn. Soc», voi, II,
" P.^g- ^55 ), e il consigl. Rudolphi crédette anzi, eh* elle
fossero e androgine e ermafVodite : ma non erano queste
che semplici congetture. Forse allo stesso modo ftucceàe lo
555
flcéoppiénienlq nei gèneri ^affiìii É^là , Triaenophoriis e
Bàikriàcéphàlus^.' — - SreUturalameote nelle ndie tenie nob
ho potuto scoprire èsattàtnente il inodo di isidCÀppiamento.
Giusta alcune osservazioni zootoimeie- , il canale escrietoi^e
debo sperma si aprirebbe nel cirro « e*G0immil:berebbe nello
stesso tempo con un condottò delP ovaja ; sì che neli' ac-
coppiamento sarebbe mestieri che on cirro entrasse nel*
1' altro. -* Rispetto^ alla specie di tènia suH» qnaleho &tto
quésta osservazione, dito esser ella una specie novella y
diversa dalla Taenia globi/era e dalla Taénià^periaià, sin
qui trovate nei' falchi. I^er ora non- mi' è permesso che di
dame la seguente succinta descrizione * testa rilenda , con
tromba breve e ottusa , probabilmente armala ; collo lun*
gbissimo; i primi articoli bfevi> aggrinzaci, gli altri oblun*
ghi , aggrinzati trasversalmente , e profondamente intagliati
ai margini; gli ultimi articoli meno rugosi e intagliati, ma
lunghissimi. Un semplice vaso nutritivo scorreva lungo tutti
gli articoli^; le ovaje erano trasparenti e i loro orifi^ gli
uni opposti agli altri. Siccome gli intagli dei margini degli
articoli , "per' quanto io sappia , non sono .mai stati veduti
in alcun altra specie "^di tenia, cosi io proporrei di dare a
questa il nome dì iaènia crenulata. ( Litterarische ^nna**
ien der gesammnien Heilkunde* Mai i SaS ).
' Sulla presenza dei vermi negli occhi dei cavalli ; del
sig» BouDGovBD , veterinario a Nimes, *— La presenza dei
▼ermi negli òcchi dei cavalli e di altri animali non è punto
una cosa nuova ; nell'opera di Brémser si legge che Hopkin"
san é Morgan hann4> incontrato delle filiarie viventi {Fi"
lia,rÌ8 . papillosa ) nella camera anteriore degli occhi dei.
cavalli. Rudolphi ha descritto minutamente questi entozoari
nella sua Synopsis» Stolti fatti su questo argomento spno
pure stati raccohi dai veterinari irancesi. Gohier i» men-
zione di una vacca, in un occhio delia quale il sig. De^
gUillerne' vidde molti di lai vermi. Ciò non pertanto, questa
aflezione non venne forse sufficentemente .studiata. 1 sen
guenti fatti osservati recentemente serviranno a rischiarare
I
554
r argoniBiiUK ««• Nel nm&ifitnìo dei lavori fl^lfi Scuola ve-
terìoeri» di Lione pel 1 823^25 » h legge la ^egaente osaent
vazioDe ; una mula , di 4 anni , Ifi al&data alle cure del
aig. Boudgourd; essa, fortava «eilipre la testa, ^ tinistra ,
tenendola iu coàtinua agitazione* La pupilla di un occhio
( non ai dice quale ) era dilatati^sima^ Neil' umor acqueo
nuotavano molti vermi iosieme intrecciali » agitati da uu
continuo molo ; del resto , V occhio non ofiriva vestigio di
iofiaimnazione. Aperta, la cornea , ù cavarono due vermi
fiUforroi , uno luogo 3o , l' aJtro la millimetri » simili a
quelli che Chaifert ha chiamato ^rinonL «^ Venti giorni
dopo r operazione» mentre tutto sembrava prometliere una,
guarigione radicale , i einlomi ricomparvero e più intensi »
e ii vidde dialintainente un verme analogo ai due prece-
denti. Praticata nuovamente la puntura della cornea , si
cavò fuori uu orinane lungo i6 centimetri. La mula perde
r occhio qualche tempo dopo , senaa dar piiSi segni » da ol-
tre un anno , di questa singolare afie«ione. ( BidleU des
selene, med. Fevrier^ 1836 )i
Sui vermi degli occhi dei cavalli *, del aig* Moorcboft. — *
Nel Giornale intitola to: Inditk, gazzette si leggp il seguente
estratto di una Memoria della Società medica di Calcutta.
L* autore comincia dall' osservare , che lo iStpongr^ arma--
ius minor ( Rudolpki ) e la Filiaris pMpiUosat che spesso
s' iucontrano nell' occhio del cavallo , alliguano altresì nel
tessuto cellulare di questo quadrupedo, eseeudosene trovati
in gran numero nel tessuto celliikwo che .circonda le ver-*
tebre lombari. Anzi egli pretende ,. che siccome si h sco^
pertq* lo Strongylus armatus minor nel sangue (i)^ si po-
(i) L' autore avrebbe dovuto dire nelle arterie aneu-'
rismatìche e non nel sangue. Infatti^ Radcrfpbi' e Brem-
aer dicono, sulV autorità di T rentier , tu aneurismatiboy
arteriarum equi mesentericarura. Non crediamo ohe altri
autori abbiano veduto questi entoz/oari nelle arterie
sane. Il verme osservato da Treutler era lo .StrongrJkis
armatus.
555
trebbe auiiiiettelv 9 tesero' per taesao di questo fluido che i
perasiti di cui si parla, vengano trasportali in- diverse partii
segnatamente 'neUa regione lombare e nella camera ante*
riore dell? òcchio, nel qual ultimo sko egli li fa pervenire,
mediante, le grandi arterie anteriori dei processi ciliari.
Per' tal modo-, a senso del sig. Moorcrqft , la presenza di
questi vermi nell' occhio no» sarebbe che il sintomo di una
affetione generale , da riguardarsi quale indizio certo della
presenza di questi stessi animali nella regione lombare. È
cosa assai probabile , die' egli , che lo Stronftylus armatus
e la Filiàris papillosa possano esistere sei tessuto cellulare
del cavallo , senza che alcuno di tai venni si mostri nel^
l' occnip ; ed è pure cosa probabile che il verme dell' oc*
chio ' si manifesti tosto dopo la generazione di questi ani-
mali nella' regione lonribare , e prima che si appalesi qual-
siasi afi^ione nel corpo, o nella salute del cavallo. Il pri^
mo fatto leste riferito serve di prova. Però , .da eiò non
conseguita , che quando avvi lo Strongflus armaias e Ja
/iiiaris papillosa nei lombi , la malattia debba invariabil-*
mente manifestarsi colla presenza di! un verme nelP occhio;
m^ 9 secondo lo scrittore inglese , tutta volta s' incontra un
verme nelP occhio , questo verme dovrebbe essere riguar«
dato qual segno certo ddC esistenza de' medesimi anima-
luBzi nel sangne circolante , e probabiknenle altresì nel tes*
suto cellulare della regione lombare. -^ ficco pertanto i
segni di questa singolare malattia : « a misura che la ma^
lattia va avanzando nella regione lombare , il cavallo di**
sviene , è abbattuto , e ben tosto prova grandissima debo-'
lezza neUa parte di dietro , causata , a senso dell' autore ,
dai vermi che si sono introdotti nel midollo spinale. » Però,
quest' affermazione dell'> autore non i punto appoggiata al
tagliò di «nimaU ' morti • di questa infermità. *^ In molti
casi , die' egli-, la malattia fa progressi lentissimi ^ ed ò
probabile che i vet'im annidati neiltf regione 'lombare pos-
sano soggiornarvi per molti anni prima che il male si fac-
cia apparemt. Ciò rande i^agidne del perchè alcuni cavalli
556
sopportino k fiitìcfi per moki »«ni dopo 1» ' imnipirsii àtì
farine ncM* occhio. Mei 1819, l'autore vidde darsi a Sum*
buJpore V estmiÀOBi ài un verme in un cavallo d'armata;.
1' animale restò ancora oltre due #nui • in servizio $ ma a
capo di questo, tempo , quantunque^ se ne avesse gran cura,
divenne si fìacco dei lombi , che si dovette uccìderla Sic4
come • in allora non sospettavasi la presenza dei vermi nella
regione lombare , non se ne fece la necrotomia. L' autore
crede , che con certe regole nel vitto « con certi medica-*
OMUti, siasi talvolta riuscito a discacciare' ì vermi dalla re-
gione lombare, e yier tal modo che «un cavallo abbia potuto
IH' ceni casi parere ristabilito in seguito deU' estrazione del
vertne dall' «echio. Del resto, nell'India, t vermi non sono
la sola cagione della debolezza dei loitibi nei cavalli; se-
condo la testimonianza delsig. #/£>òrcro/ì , questa* malattia
nasce altre8l da Spaiidimento nel j canale vertebrale, il quale ,
oompnmendo il mi4ollo spinale , produce la paralisia della
parte cfi dietro. L'autore di questa Menioria si riporta alla
nota seguente , che noi pure daremo- a -maggiore illustra-
zione della cosa :
JVot zia sopra un iwrme non ascritto ( Ascabis pALtuci-
mii ) troiaio negli occhi dei cavalli , neW ìndia ; del dot-^
far Kinnbut. -*- L' autore annunzb 1' esistenza, di questo
verme , eh' egli chiama* Asearis peliuùidus , e. noi diremmo
pallucida; nel Bengal si conosce sòttotil nome di sanp » o
serpente nell'occhio del cavallo. Secondo 'il dott Kennedy ,
questa .uialattii> è solenti U- sequela di un colpo o di una.
violenza esteriore , ma spesso elht si svolge eziandio senza
manifesla cagione. L' esistenza del verme 'nell' ocahio è so-
venti preceduta da ottahnia, ed egh. ^^quando questa ma**
lattia ha cessato , che si può vedere il verme nuotare con
molta prestezza nell'umore acqueo. ,11 dà 9 noiaggio i8>i8,
nell'occhio di un cavallo del si g. jFneeAr , . luqgo-tenente co-
lonelio a St» Thomas Mount , si scuopsl un verme ; la di-
niane , il sig. Scot , diirurgo di uno dei battaglioni dell' ar-
tiglieria ai Madras , oe lece l' estrasiooe alla {«resenza del
557
dialo ' ludgdteoéDte ctìloiiDeilo- , tiel éott. Mi A Noore \ e di
UQ'*aUra pei^na. La oomea era lattiginosa ; abbisognò git*
iar.a.terca il; cavallo 'per- fere 1' operanooe.' Il verme veo^
ne raccolto aeir acqua tìefàda, ove seguitava a muoversi
vivacemente j finché a' aggiunse dell' acqua fredda , la qua-
le'il fpce pocoi'StMile • morire. 11 sig.. Kennedy iia: mandato
due di. questi' v«rmi '>al museo deli' università : sono ean
conservati dal. pnrf) Jameson. -^ £cco i caratteri aoologicì
assegnati a questo verme^ dal * capita do - - Tommaso Bro^^n :
Ascaris.pcllucidu i testa: : ieggermente ( appuntata e ottusa
aUa sua estremità; corpo* mioUe y trasparente ^ di color
bianco azzurrino , |iiù< grossa nel Centro, assottiglìenlesi
gradatamente verso la testa, e tutt' a un trattò verso la còda,
là quale termÌMa in una punla acuta , SI avo diametro non
essendo che il tqnartcì della testa* L'>animale-.'e. lungo un
pollice e un. «piaffto (misura ikigUsè ). Questo verme abita
nell' umore «cqueo degli/obcbi dei cavalli nell'India; nuota
con grande yi^^iCÌtH Edin6.phièosoph,'TnànsacL voL IX,
«^ BnlLétìl ^seiettc, med,' Fes^rier y idu6. )
jévv^lenamènio \cattsato dal farmàggw; del doti. A,
F. Baiiics , di.' Osnabrueek* -^ A carte 445 dèi VoL XXIX
di questi Annali abbifiua. registrato diverse osservazioni del
dot^»- HenàemtUi dv avvelenamento pausato . da formaggb
troppo vecchio. Due casi analoghi ha veduto il dott. 'Brùek.
Una gióvane M.^^ aaai , di •lempèramento dd«ébio ,^ -«iopo
un viaggio a piedi di cinipe ore, avendo f:man||iftio un
pezao di cacio casalingo , chiamato ìn-Gèrmsmié iHmid-oder
Schnfdevkaese (i)., è presa da • malessere^ e- da vertigini ,
che r obbligano a corioa^si. * Pallida in volto, coperta di
sudor fheddo , .con polsi piccioli , molli , frequenti , v occhi
laorimesi, estremila fredde e umide ,- l' inferma si lagna di
cefalalgia, e di «in. éenSQvdl stringimento «air •epigastrio ^
' (l) Càcio di forma picoio/ma , faUo. di laHe di viUsca,
e che sL mancia tmgemi&n^ il pane. ' • '
• ^
55»
^•JU gola , e tornita delfo nateiie nlucosc » aman. ( Si pm*
■nuove il vomito oca lai|;he bibile di «equa • tiepida ; ogni
ora ai fa pigliare, alla ndala una euccbia|ata da caftè 4i
.unii miacoki -composta di un' onoia di tale .aomro e acqua
•di melÌ3sa.e -quaUr' oocte di acqua distAiata ; sì fanno lo-
anenta aroÉaaiicba calde sul ventre). La 'natie, seguente,
agitaaione , fieÉ»bre. y celUalgia « dolose gnuratiso» alU epig^
atrio, color mocdace ai piedi e attA.mluii-,t:iete ardente.
{Si seguitano gli stessi rimedi). GolPnso snocesnvodei to-
rnici la donna non tanda a riaversi' àè tulli gli> ineemodi ,
squali con tanto più di ragione* fi attrifauisoonn al foranig-
•gio , quanto che a sintomi analoghi , sebbene più leggierì ,
Andò soggetto il fratello della malata, il qnak atea pur man»
giato , però in minor dose-, .del formaggio asedesiino. -^Le
■oendusioni- dell' autore,. desunte itt< parte), dall' analisi chi-
*mica , sono: t.^ che detto formaggio non conteneva parti-
celle metalliche 7 a.^ che- sotto fevorevoli ciroostanae ogni
•specie di cacio casalingo può diventare velenoso; S^*' che
questo veleno si accosta alla natura di qneUo delle salsiccia
del.Wurtemberg; 4*^ che il veleno del cacio non produce
in tutti gli individui gU stessi efiBetti ; e( che, secondo la te-
-stimonianta di rispettabili serittovi , può talVoka «ssere causa
di morte; (^ournml fUr prmctiseken Hèilikmmie, Juliut ,
•ig 5*') ' • ' •..,....! » • , . ,
< Sèlie àliéNmiomJwMogMe del UUie\ M sig.\j^hhor.
'•^- Le asguenti ricerche r comodile imperfistte » pomnno
servire di stimolo ai naturalisti « agli agronomi, per istodiare
.più eaattaatente V argomento trattato dall' autore di questa
Memoria.' — i .^ Latte rossck* Se ne ignara la cagione. Alcu-
ni l' hanno attribuito »■ infermità del capeazoloy il quale ,
■eUe Taochciiche danno latte rosso, ò più molle.; ma pro-
ba bibtiente 'r>afrceione del Capezaalo' è ella slessa un effètto
della causa da ciii nasce quel colore del latte. -— 11 latte
giallo fX vuole prodotto dai fiori del farserugto ( Caltha pa--
dusiris Lmit» ) mangiati dalle' vacche; ma questa cagione
è più che mai dubbiosa. $.9 il iniU Mzurrp si osserva da
559
kmgó tempcf ntì diparttoienti'delk' Sèna infeiriore e^del
Goivados. Mulgrado le riberidle di Seraàiy 0mè>eri t Fro-
magte > se ne ignora la v«ra cagicme, Seoomio alouiii agri-
coltori si dovrebbe attribnre airHiacÌDto ó Cipolla salva*
tica ^*Hymeinthus cothosuf Liim. ) mangiato dalle vacche.
li gìoìióó flèrìdo,' detto volgaktnénte aglio dei foisi (Bu"
iomus 'UnéMlatns^ Lv»ii. } la cui coltura è stata consigliata
. da' QA agrieMtore inglese , retod^ il lAtle più «eoaè , e di
• tm colore >tirtaiC0 suH'aft^urfo/ -^ 4.^ Il lauèvetdcy^x cai
N pa^bfb €>*ÀJI. #y;' pauii^i; egli' pare bod^ sia che il
latte àsBzorro. -*- 5. il e/fif Ctf /^d#t còàguMilè è prodotto
Hfair ingestione de^ iMccéUi dei piselli verdi e dal pascersi
le vjiìbbè^di hitotè.-*^d.^ Il- /«fi» amato è' sommittistrafo
délie'^IM^ébbè^ ebe iMaWnO iHéAgiàlo dèll'^a^séBzio ( Artemisia
abàiMhl Ltì^n. );del so|icbo esperio ^ T4olganiieizte ^respi-
gnolo liSèìo>' e cioerbita ^ e Mlcrfoglie di < cardo senza spi-
ane , o carciofolo (€)fii;«/« 'Sèofymus LiKir. ) ; la stessa alte-
razione s* inoetitra nel «latie delle* capre ebe 'si> liono liirga-
nvente pàsciute di germogli del saitibueo e di 'cauli di pa-
tate — 7.^ Neir alto Canada le >vaetbe pasciute di rape
invéce di iucche a corona , danno un latie sgradevole.
"^^ Latte atèktceo. Questa specie ili latte procede ^ man-
gter ie vacche piante alliacèe ^ le quali ^ com^ è nolo y' sono
essai cbmuni. -« 9-* li latte insipida y che dà un borro di
color piOinbioò , k sommittìslrato dalle vaoehe che 'mangia-
no dell' esquisetto fliìviaile: 10;*^ Le vAccheche si pescono
di iHfogKo alpestre; nei paecdi-presso Pila , nelle Lande»
danoo un latte inMueèhentUo. 11." 11 burro rosso, li burro
eeifuista qiiato cdofe dati succo delle baOdie di , asparagi ;
non si sa però se da qmMta causa proceda il. éolor rosso
'df^ mostre di burro > ebe si veggono , sui 'nostri' mercati.
{BMeti des stienc* tnéd. fevrier ^ 1826.} * '
Uio del ìn-^arhùnato di' soda nella cura dei' 0aiei>ii'i
deHig. RoBiQOBT. >-^ L** autore ha sperimentato questo site
in un uomo di 72 anni , da più mesi iormeilU(to da' lAi
. Hsalodlo neMa v<£5ctea , la coi ^si^tentfe era statft riconosciuta
56o
dal stg. M^rjoliru Tali èrano i dolori che fHKwraTa l'ÌDfer*
ino 9 chi era disposto a sottomaÉter»! att' opertzìone della
litotomia^ Il 8^ Robiqmté lo inapegnò a diierire per qual-
che tempo i e lo messe all' uso del . in-carbonato di soda »
alla dose di, cioqiie granì per ogni litro d' ricqua ; il ma*
lato ne prendeva due dosi al giorno ; a capo iijk tSi giorni
si senti meglio., 0d ha pptuio tollerare iL moto- della caroz-
za, da cui &i allora avea provato dolori iesotfffibilL Final-
mente y avendo «aegifitato la carabi por tré. mcAi». evacuò un
ca^oletto di a.oido .urico, il quale |>areta .aveaie 6>tmi^ il
nocciolo di un ^calcolo piik grossos iìche a poco a poco
era «tato .disciolto idall' avone del s^ di, sodsi' Convinto
4' essere^' interamente . guanto , '■* V. ÌDfei;mo.f^om^i>dal sig.
MarÌQlm per averne 1$, c«rtmaim€)4ùurte la s^ri^g^zione;
ma questo chiri^gp « rp^siABSo ' ch«- h pietra pi^ non, esi-
steva 9 000- volle, assoggetificla altot stiandagUo ,. oode .non
fargli spDfrire on dolore inolile. iSacoDdo .il.jig. Robiquet,
il bi-carJ)9nMo fàJL soda ooàvietie.$oliaiito nei calcoli dor-
mati, idi acido^ ujrìQQ. , .f:be sono; peir altro i più comuni*
( B^IL des sd^nces med. mars , i8a6, ) ' .
Del n^odo di ottenere l'olio di euphx^frbia li^hyri^; del
sig»> A* CaiivALLiEE. •— In tre.mpdi si può otlispeci^- questo
olio; i»^..per espressione; .u,^ .per m.ez^ fieU'.alooole ;
3*^ peri meiZ90 ddl' (etere. . -^ i.^ Hfetodo. . Scelti i. granì
bep maturi, e purgati. d^Ue. sostanze straniere., ^i.riduepno»
p0stand(^ in. un mortajo., io , una. pista, ila quale .serrata
in una tela di fitto tessuto , si sottopone allo strettoio. L' o-
lio che stilla per la pnjissiope vuoisi raccogliere in un vaso»
che si chiude per difendere V olio . dal contatto dell' aria.
L'olio cosi preparato lascia depori^e, a capo di alcuni gior»
niy.uoBimatffna bianca fioctì^sa. Separata qoesla C(d mezzo
della decantazione , o della (eltrazione , ai mette in serbò
l'olia Jn picoiole boccette che ^ ha cura di ben turare.
Questo «metodo è il più semplice; però, operando sopra
piccioli quantità ,^i perde una gran quantità di olio, nella
tela che- ha servito a inviluppare la pasta per soauosetterla
56i
«4lo strettolo*, r- 3.^ ^tado. Si pnò altresì eiti^ree V dlia
di catapuzia; tratf^jando la. pasta ottenuta. per contusione coi-
l^aloooie; riscaldando ^eato liquido a una tempeiratura di
5o .a 60^9 £idir»ndo^, indi facendo svafiofar^ il liquido y d
ha per resìduo roUa* Queato processo dà maggior quantità
4i. olio d^l precedente , se non cjhe l' olio è. più llisposto a
Ùraiieidire. -r- 5t,^ Metodo» Iì^k un. matraccio s' introduce la
pasta proveniente dpi .grani. 6Qppe$ti : . sopra 4' once di
pasta. si versano 4 ^^^ ^ etere; si lascia macellare per
34 ore alla temperatura, ordinaria dell' atmosfera ; a capo
di questo tempo si decanta , si feltra V etere e si mette il
liquido feltrato in lina' capsula che si • lascia seopeita ed
esposta al' contatto deM' aria in una stufa ? si rinnova V o-
pepflìzione ' sulla feccia con una nuova quantità ,di etere ; si
imisce il secóndo prodotto isj primo, ;e' si ripètè- suMq[nest9
1' opcfrazione praticata su quello ; t* etere si volatilizza > e
lascia un residuo, il quale è olio di catapùzia, che essen-^
dòsi ottenuto senza 1' ajuto dei calere , dovrebbe godere di
tutte te sue proprietà; siccome' H crede verrà verificato
dalie sperienze che il dott Battjr Sùt. per intraprendet'è.
Con qfuesto mezzo , se non si avesse' che un* oncia di gitani >
si può estrarné Polio colla massima facilità.' '—Alcune spe-
rienze praticate coir olio contenuto nei grani di ÈupKorbià
Cyparissias ^ hanno fatto vedere al sig. Òievallier che
quest' olio gode a un; di presso delle stesse proprietà del-
l'olio* spremuto dai grani di Euphprbia lathyris» ,
Jlispétto alla quantità di olio coi^tenuto nei grani di ca-
tjapuzia y r autore lu| notato, esser ,d(essa raggtiar^^yole : in^
fiitti.,',i^9r [^i'ficii..gi:a^i > tcat^te colPetere-y hanno datq
Sa parti ijdì .olio ; ^iji^Uate. cutil' alcoole » ne ha^no d^to 5i «
fi^alm^ote , , tratta tje p^r . eaprassione « : jie ha ottenuto 44* ^
minor quanti tà.:ai{«tiri5Ì coU'.uitioiO processo, è derivata» dal
metodo impiegato dall'autore, akeMcè cui parte deU^olio
rimane sotto, io '{«IrcitofOie nella tela adoporata per- invilupii
pare la pasta. Ci>i€cchè ne sia , contenendo il grano di ca~
tapuzia il 44 fino' al Sa per 100* di Mio> ^'^a^e «he' iì
AifWAU. Voi. XaàVIU. 3(>
56a
jNftrebbe ooltivre qfuèstti pianto per «itrMTt dii graai
r olio di impìegars] nelle «rtì. E questo proposto- ^Kbbé
tanto più adottabile , quanto che V umMia iodustna cerca
olio da grani , ì quali , operando- sopn gHaildì quantità, non
ne danno più del 35 al 54 per loo. dUm questi» ripiego là
Francia i^bonooiizzerelibe'ben 4oo mille franchi all' anno*;
che a{W#e air estero per compera di grani oleaginosi;
( Jottfn. de chùHie nufd. Fevr, i9q6 ).
"Déìiie aÌieratto\tt ehfs ar*ffie & nitrato di argento dalle toiiamt4
veg0iahili\i dal tièpor G. L. CaSasScAv di Salamune». «^ Sono
note le speriens^ del dott. Sementici dalle qnalj rianlfà, m^ere
^It eiiiraltì vegetabili la facoltà di alterare il nitrato d'argedio jn
modo di fernare un composto ungola>é>tonocao. e dotato di
votrToli proprielè mtihemmentoafemlj^f^/^. Pày^'^'^ChmftÈUfCf t
sveTaoo Dolalo, cbe gli. effetti ^odotli dal medirameiiio del
sig, S^m^ntifh si potevano forse atlribaire alla, pretensa del-
l' ossido d^ argento e del cloruro proveniente cesila dqplicer
df composisione del nitralo e deg^ idrorlorati • cbe 4 a loro,
gtadisio , fanno sempre parte degli estratti ve^tabiii , ben*
cbé» secondo il sig. CatfemoH , .alcuni > e particolarmente
r estratto di gramìgoa preparato con arqoa della Sena«^noi^
ne coDlengano punto. Però, le ossenraziotii di questi cbi*
mici né puotellavano, né combattevano 1* opinione del sig.
Sementini relativameute «Ila reciproca reazione del sale di
argento e delle materie orgaoicbe ^ ' né il sig. Sernentinì si
era dato premera di determinare con esperienxe positive lo'
stato sotto cui si trovavaTargeókonel composto' ch'egli pro-^
proneva d* impiegare per* ù^o medi'eo. EgK è per fissare
questo punto di chimica' medica , ' che f) sig. Casuiéca hk
creduto *0i intraprendere diverse èperfenze , tentando il
niirafo d* arroto eoi eaffó • c»l té , eMk nove di galla,
eoli» radiee di regolisia , colt'aleoole / col" viso , oOHa eo*-
lòfonia , noti' amido , colf ammoniaeft . la sbda , la potassa ;
e da^sooi e*pi»f1mVoti ba dedotto ?• « j.* che- le qiaierie Ve-
getabili sromponf^oo più o meno prsstoaiente , alla tempe-
raUiirii.ordinarisi, il niiiato d'argento, rioonducendo V a^
aèdo ^o.sti|lp m^\ii^ «reni» spesso la- sua partàcolare !•«
563
Contessa ^ seniiA che nel fenomeno b ' luce eserciti le piii
pillola influenza-; a«^ che questa rifusione è più tollecita
. giungendovi la pomosa , la soda , e principalmente la am«
.moniaca ; 3.^ che V efficacia del ipedicamento proposto dal
sig. Sementini sembra dipendere prtocipal mente dalla pre-
aenaa dellVargeoto metallico in islato di somma divisione.
Ti perchè sarehhe desiierabile che si provasse l'argento mi-
tiaumenle diviso nelle epilessie , come 3^ impiega Toro nella
cara< delle malattie sifilitiche. » ( Journal de Pkarmacie, Am
yril, i8tK6) (I).
/ Ossérifaiione di pneiunatosi oiàtoide de^i inUUini^ del prof,
AUtei r di -Bonn. -^ Nel mese di aprile deliSsS, venne
portato al l^rof. Mayer pna porstone di tubo ioiescinale di
un porco, quasi tutta disseminala di bollicele di varia gres*
sexxa, ripiene di un fluido aeriforme. Le vessichette erano
sferiche, non comunicanti tra loro, ma chiuse in se stesse.
Alcune aveano una larga base sul peritoneo del tratto
inlestinale in cui aveano sede , e aderivano ai lati colle
boUicetle vicine ; altre , solitarie o congregate , peode-
vano raccomandate a un peduncolo , lungo alcune linee »
sodo affatto , e non permeabile all' aria. Il porco non avea
mai dato segno di incomodo , né di malattia : tutte le vi-
scere erano sane , e. cosà iLuubo intestinale. L* animale >era.
stato macellato dì fresco , e non dava alcun sentore di pu-
trefazione. Analissata T aria contenuta nelle vessichette dal
prof. Bitcoffi si trovò composta di ossigeno i5,44ì azoto
84,56. Totale 100. La diversa proporzione di questi gas, e
la mancanza delP acido carbooico , toglievano ogni fonda-
mento air ipotesi , che l' aria nelle vessichette si fosse in*
(t) Che gli.estraUi i*egètahiU riducano il nitrato di' argento
allo slato meiallico , fu prot*ató', e prima del tig. Casaseca »
dal dott, &nigerr siccome si jmìò ch'edere a eatte 337 doL
voi, XX XJ di questi Annali.
564 >
irodocta per infihrasicme «afisemitìca; tanto |h« che pinate
le bollieelU noo ti a?«a poiuto cacciare V aria ael lessoto
cellulare eirooaippsto. Oltre di ciò » niona ragione ti aTCft^
ài tapporre che per enfitema V aria fosse aadata a rint«r<>
rarai solamenia in ipielle ▼estieheite. La steaea difficoltà at
iacoDtrava a '«opporre che V aria ibue passata dal saogae ,
coase per esala t ione , io qoe' picciolisiinii sacchetti , •
non in altre viscere , o parti deli' aniasale. Io sententa del
prof. Biof^r^ la congeitara piti probabile é, ohe nelle men*
zioaate iessichette si deponesse dai vasi an fluido sierose,
il quale scomponendosi abbia dato origine alle due nomi*
naie specie di gas, le parti liquide essendosi dissipate per
assorbimento. ( Journal der practUdMa Hedkundé» Augu^ ,
i8»5.)
Regolamento pei medici non stipendiati dal Governo,
dai comuni o da altro stabilimento pubblico che
volessero esercitare la pratica negF Imperiali Begf
Stati.
{ i.JI3loa saranno aotoriszati ad esercì lare la pratica me-
dica se non que' medici che furono laureati in alcnàa delle
uniTersità degP Imperiali Regi Stati ereditari e che hanno
conseguito nel modo prescritto V approraxione per la libera
pratira.
I contraTTentori a questa disposi sione saranno paniti a
norma delle leggi e dei regolamenti veglianti.
9. I medici sono sobordin ati al GoTcrno , ed immediata-
mente alla DelegasiiMa della provincia in cai fatttno It iora
residensa.
565
. 3. Se venissero richièsti dal GoTerao o dafla Delegazione
proTÌnciale per qualche incumbenza risgoardaote il servizio
sanitario , essi non potranno esimersi dal prestarvisi tonta-
mente con diligenza e lealtà sotto pena d* essere interdetti,
datl^ esercizio. Il Governo fisserà la rimunerazione da . dars
ai medesimi secondo V importanza dei servigi a ^ui verran
no destinali.
4> Sarà dovere dei medici di attentamente rintracciare
tu rtò ciò che potrà infinire sullo stato generale di salute
degli uomini è degli animali nel luogo di loro domicilio, e
proporre air Autorità politica locale i mezzi che credessero
utili ad allontanare e togliere possibilmente ogni inconve-
niente ò' eansa di nocumento alla pubbic« salute» ed a per-
fezionare le istitasioni sanitarie, locali.
5. Sarà pur cura dei medici d^ esercitare una indefessa vi-
gilanza soi chirurghi , speziali e levatrici del luogo o luo-
ghi da essi visitati per ricondurli ai loro doveri con ami-
chevoli ammonizioni , ove leggieri fissero i mancamenti , e
di denunziarli alla Delegazione provinciale quando il consi-
glio non corrispondesse all' intento.
6. Ai medici incumbe di notificare alla Delegazione pro-
vinciale se osservassero mancare qualche paese di medici ,
chirurghi, e singolarmente di levatrici approvate, e di de-
nunziare immediatamente alla stessa autorità tutte le perso-
ne che senza esservi legalmente autorizzate -esercitassero
qualche ratio di .medicina , chirurgia , ostetricia , o vendes-
sero rimedj o segreti per la cura di mali siano interni od
esterni.
7. I medici dovranno riporre ogni studio nelP indagare le
cagioni delle malattie epdemìche od epidemiche che regnas-
sero nei luoghi del loro esercizio. La descrizione esatta e
beo ragionata di queste malattie , la formazione di ' buone
topografie mediche , le istruttive relazioni di ca;ii notevoli j
il suggerimento di eseguibili progetti tendenti ad estirpare
«agiooi locali d^infermità agli uomini ed agli animali o ad
'Opporsi allo Sviluppo di mali endemici saranno dal Governo
riguardati quai titoli di preferenza nelle promozioni e nelle
destinazioni ad impieghi vacanti.
AirnAH. rol. XXXFIII. 36*
\
566
8. At mediei iocumbe il cfovere di prestarsi con toUecjtH-
dine e lealtà aHe richieste che loro Teoissefo fatte dal con-
•iglfere protomedico o dal medico di Dele|{aftione che per
ragione dMmpiego si trasferisse nel luogo di loro esercisiot
• di dargli tutti gli sòhiarim^Dii di cui potesse abbisognare
per meglio riuscire nefl^ oggetto della propria missione. '
9. Sotto personale risponsabilltà i medici dovranno indi*
latamente partecipare alT Autorità politica locale ogni oiUo
di morbo contagioso che loro occorresse di scoprire negli
nomini o negli a ni inali , e fare la stessa notificazione tutta
Tolta che in un aol luogo avessero in cura otto persone od
animali ammalati della stessa specie di morbo quaiitoo^iie
non contagioso.
10. Alla medesima partecipasione saranno obbligati i me-
dici che Tcnissero a risapere che nei paesi limitrofi regnas-
ae un male epidemico o contagioso negli oomioi o negli
animali.
IX. 1 medici degli spedali, degli orfanotrofj , delle cas»
di partorienti, dMncurabih, ecc. non potranno dispensarsi
dal presentare air amministrazione di un tale luogo pio le
tarole meosaali ed annuali secondo le forme prescritte dai
Teglianti regolamenti.
13. I medici dovranno occuparsi a promuovere ^con ogni
diligenia Ift vaccinasione. ^
Begolamento pei chirurghi non stipendiali dal Gover^
no , dai comuni o da altro stahilimerao pubblico^
'$1' i^on sarà accordata la facoltà di eseroiure la prò*
fessiooe chirurgica o quella del dentista se non a coloro
che sono approvati come tali da una delia l)[fliversità degli
stati ereditar].
\
*!.' 1 chìriirghi sono sùftorctìn^tidlà ris{>etliva Delégaziost^^,
é delio ciilà àóche immediatamente alla Congrecasione mu-
ritcf«al«. '■ - ' .V ;
3. Se venissero richiesti da( GoTerno o dalla' Delesazipoe
pVoVl'DCiatè per qoalcbe incumbenza risguardaote servigio
tfa^niiaHò , e^sl non potranno esimersi dal prestaryisi tosta*
meiite' cób diligenza e lealtà, sotto pena di sospensioiie dal-
r él^ercizto della professione.
Il Governo fisserà la ripone razione . da darsi ai medio»
éfmi secondò 1 importanza dei servigi ^ cai verranno de*
stinati.
4* ^^^^ dovere del cbirurgbi di attentamente rintracciare
tutto ciò che potrà influire sullo stato generale di salute
degli uomini e degli animali ne} luogo del loro domicilio ,
é d** informare il medico di Delegazione oeir atto che questi
farà il suo giro d' ufficio per la provincia.
5. Incuaibe pure ai' chirurghi di notificare al n;iedico di
D'elégazione se qualche paese del suo circondario mancasse
di una levatrice approvata.
6. Sarà pure dovere dei chirurghi di prestarsi con tutta
sollecitudine alle richieste che loro venissero fatte dal me-
dicò di Delegazione che per ragione d^ impiego si trasferisse
nel luogo di lóro domicìlio , di somministrargli tutti i ne-
cessari schiarimenti e di usare con lui d^ ogni rispetto.
7. Sotto personale risponsabilità dovranno i chirurghi in-
dilatamente partecipare alP autorità politica locale ed anche
alla Delegazione provinciale ogni caso di mprbo contagioso
che loro occorresse di scoprire negli uomini o negli anima-
li, e fare la stessa notificazione tutta volta che in un solo
luogo osservasseìrò 6*8 persóne od aniuafli ammalati della
stessa specie di morbo quantunque non contagioso.
8. Alla medesima partecipazione saranno obbligati i chi-
rurghi che hanno il loro domicilio in nn paese confinante
te venissero a risapere che nei paesi limitrofi regnasse un
male epidemico o contagioso negli uomini o negli animali.
9. Ogni chirurgo dev'essere provveduto dei ferri chirur-
gici pia necetsarj , deve tenerli ripuliti ed in istato di po^
tersene servire io ogni momento.
568
10. È proibito al cbirui||0 di i|ssii«iere U cure dello ma/
latUe inleme in ud luogo ove yi sia un medico. I codtrav*
'veoiori a questa ditposizioue saranoo puniti a norm» delle
leggi e dei regolamenti Teglianti.
11. Nelle operationi chirurgiche di qualche imporianta
invocherà il chirurgo sempre il consìglio di on medico o dì
11D altro chirurgo y ed eseguirà T operazione , se le circo-
stante lo permettono, sempre in presenta deir uno o dcU
13. Presteranno i chirurghi la loro opera^ anche nelle
setioni giuditiarie dei cadaveri ogni qual volta ne vengano
incaricati dalP Autorità superiore e dal Medico di Delegazio-
ne. I pareri sopra il risultamento di queste sezioni saranno
firmati anche dal chirurgo.
t3. È dovere dei chirurghi di notìficare alla Delegazione
provinciale od al suo medico tutte le trasgressioni dei rego-
lamenti saniiarj che vebissero a scoprire , come pure la
▼endita illecita de* medicinali o le cure che ti assumessero
dai cerretani o da altre persone a ciò non autorizzate.
i4« I chirurghi dovranno occuparsi a promuovere con ogni
dUigenza la vaccinazione.
i5. I chirurghi minori non dovranno eseguire che le ope-
razioni di bassa chirurgia alle quali vennero autorizzati , ed
eccedendo i limiti delle loro facoltà saranno puniti a norma
delle leggi e dei regolamenti vegliantl.
flNE DEL VOL. XXXVIIL
-» >
r >
//vi
INDICE
J. I Memorie originalL
BiLiiDiHi. SallH iriftù della se^k «ofnatft di tolleoitare
il parto ..... ...••- pag. 3^
■■ Epitassia curata col nitrato di argento Ibso . » 4'
Sarzeliotti. Storia di an reomatismo acuto declinato
in una febbre perniciosa letale • • • » igS
BsaTOLOHi. ftagguaglio di sperìenie snIP agopuntura . » ai4
CUanoas. Analisi chimica della china bioolorata . e no-
tisia della pianta che produce questa corteccia • » 34*
MACAaio. Caso singolare di pietra uretro-Taginale (^Con
una Tay. ) • • 44
PAGAiriai. Prospetto delle malattie curate nel R. btituto
Balneario di Oleggio nel i8a5 » ig
Poggi. Nota sol muscolo lagrimal-palpebrale . • . • » a3i
PoLiooao. Cura di^un'amanrosi di antichissima data * 306
— Memoria sopra le inteme false flogosi ...» S
RaoroLi. Memoria >sulia estraaione di nn fato mostruoso.
(Con una Tapoìa) ..••«•••. ^ .... 11 9x9
t
J. a. AnaiUii di Opere, Ditseria»ioni ,
Atti di Aceùdem^ eco*
1
Bauoilocqub. .Canale particolare trovato nell' utero, p. 167
Bahì. Discòrso medico-pratico sulla Febbre gialla di
Barcellona del i8ar ...» » 99
Bellirgeri. Storta delle encefalitidi che hanno regnato
epidemicamente nella città di Torino nel iSa4 ^•Jt S169
47«
BsiLivcm Storia di éa^dmàe aentt «nateguìu da ence-
falite . . : . pag. aSa
Boaiao. biografia medifia Pieonootese. Voi. 3.** Fate. 1.^» 999
BaovssAit. Memoria so la doodeDÌta cronica .... » {35
Bkiìcb. AvTclaoamenio cantato dal formaggio .... » 557
BucHÀVAF. OtserTasioni pratiche eulle malattie degli o-
recrbi . ^ • . • . » ^93
BouiiooutD. Sulla presensa dei Termi negli occhi dei
cavalli 55S
Bvifi-- Attili ottalmia pnatolare cootaginaa • » 5iS
Casasbca. Delle alterazioni che soffre il nitrato d* ar-
gento dalla aoalanta vagetabiii. •«..••..» Ì6a
CsàTiAvaanr. GonaiderasioBÌ evi irpvatelli pe' principali
Suti deir Sufopa. i> 354
CHF.YkhhiB% Modo di «ttanare V olio di oataposia • . » 56»
C«vTai*uiiKa La fiic«lià di . articolare le parole ha ella
•ade nel lobi anuriori dai^ervello ? » 163
Colf i«^ MuoTtt BMiado di anrare i ganglii » 5^o
Di Bi»aia. Sulla. china bicolorau o Piiojra . . • . •» 192
Gol *o«i. Trattai» anir infiammaaione ( artS a.*' ) . • » 5o
GoDMàa. Caeo di false gaembcana. nello atomaco • . • » 544
GAsraan, Sperìeoae auir mlroduaione di divelta eoaianze
nelle arterie degli animali viTcnti •...»..» i6g
H«:HDEaaoif« Singolare iwrieUi di asnia » 54i
HoTcauiaaa. Pietra aairaua ialicemenbe coir allo appa-
recrhio ^. ..•.•••••» 54c
KivaiDT. Verme non descritto che abita negli occhi
dei caTalli • » 556
Lallsmaso. Ricerche anatoq^i^q-^ipalplogicha i^uW ence-
falo < JrtJ^ a.* ) » 3a9
LABBaa. Slorica notizia sopra jt* Larber ....•.» 3a3.
Lirri. Illastrazioni del sistema linfatico-chilifero me-
diante la tcoperta di un gran numero di comoni-
cjizioni di esso col venoso. (arL^ i.^ea.'^) •» ^3, 374
LisAis. Nuoti fatti tenete nti a dichiarar prati Abile con
•ucoeftèo r estirpazione delle oTaje •...«••» 4^7
LoaoB. Osservazioni sulla varia digestibilità di diversi
alimenti ....•• ^«^ » i^a
I
I
". >
57*
Mayb». Trattàtus de P^uìnerihat pectó'rù* j^ènetrantihus.
( Con un rame ) ( Art\^ i ;**),...,. . . pag. 454
— ^ — :. Osservatione di pnenmàfosi' (Sisto ide «'dagli in-
testini ........... '.«..» 563
MooRCROFT. Stti vermi degli o<?clii dei camalli . ". . .» 554
Mouim. R'o'ttut^ ^ Otero a dne mesi e itieaBO dì gra-
tidanta ' .•....■.. » i63
Ifuoui Saggi dèWAeettdémUdi Padt»^ at Fui %^^(ArU 4 .•> Boa
- MALACàRHE. Parto pet* P ano '. » 3o6
- 1IIoirTÈSA.i»Ta. intonilo Alla defriTacioDo delM pa-
' ^^^ rola Sifilide , i ; ..*:3oi
PtaBfi. Rictrehe sulla seda delle aiterasioni cembridi. » iGò
RoBi^tTìBT. Uso del bi-earbcMi'ato di sod% netlaicura dei' •,
calcoli .'..'... ,...'....* • . .«559
Sghu&txe. Suir accoppiamento* delbs tenie' . .-•.*:. «(a» 55a
SwAM. Saggio siri tetanc, foAdaio sopra casi' prauoì e • • '■
sopra sperimenti • • .t '', v^' l^ii
Transazioni della Società Medico -Chirurgica di EldiiU'
burgo. {art,^ 3.*») • . . . ^ » i35
AlisóiT. Sala patologia 'delle malattie scrofola-
se e sai mezzi di preyenirle » i43
GAiftDHEa. Sui traforamenti degli intestini nei
ambini » in ^
MjkCACLAT. Cura di' pèrsone colpite dalfulmine» i4e
Transazioni della Società Medico -Chirurgica di Londra.
Fol. XIIL Parte i. ( uirt.^ i^ J » i8x
BsEscffST. Sopra una nuova varietà di gravidan-
za extra-uterina (nella sostanza dell'utero)* i83
Pope. Del modo di togliere la causticità all' o-
lio di Croton . . » i8i
Transazioni del Coll^g^ù medico 4elV irianda. Fol. IF.
( Art.«» a.« ) , 5o4
Ada MS. Estippazione di una supposta parotlde e
di un grosso tunìore dal collo » 509
Barkkr. Osservazioni mediche e chimiche sul '
solfato di chinina » 534
Carmichasl. Osservazioni sul tetano . . . . » Sai
Crampto». Suiravveledamento causato dal-
l'oppio . ^ . , . . ^ ^. . ,» 5a4
«7»
., «^^ Lttìagìte «arau colla tfttoheotomia . pag. 5^
. GiATts. 0*servazioai chimiche sugli acidi dello
stonaco dall'uomo » Se
J^ifiM^tiiUs, i^MMo di uaa .^oo^a che ha yomiialo
' e aegaiu a Tomitare ioseui ...... . . » 5o^
• • NiGBoiiSov. Separasioae delle oe^^ del pu)>e ia
seguito del parto » 5^5
O'&Biavs. Uso C»^ tabacco nella dtisenterla.. » 53^
Rbid. Patologia delP epilessia » 53o
Atakl. Sttll' ottalmia pufoienta dei baphini • » 65^
ToiaiT. Caso di calcolo intestioale ....,.••.» b4S
Vallot. Jkltentioni fisiologicfae del latte » 553
WoBKLBB. SpffBÌeous sttl passBggio di diverse spstaose
•eli' urina. Memoria coronata dalla. Facoltà di Afe*
• dicina di Heidelbargft ( Ari,^ 1.® ) • » 398
YuLB. Storia di oa nomo che ha. Tomitato larre d* Jn-
•etti .» 545
.^ $• III. Regolamenti $anitarj ^ eco*
Regolamento pei Medici e Chirurghi non stipendiati dal
Goremo, ecc. ^ pag. 564 e 56G
FIME DELL'INDICE.
( «
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